QUINDICINALE DI ATTUALITA’, CULTURA, SPORT E TRADIZIONI
La voce degli
8 Comuni
l’Altopiano
www.giornalealtopiano.it
ASIAGO CONCO ENEGO FOZA GALLIO LUSIANA ROANA ROTZO
N. 313 - ANNO XII - EURO 1,50
“IL PRIMO ED UNICO GIORNALE DELL’ALTOPIANO”
I SAPORI
DELLA
TRADIZIONE
SABATO 6 FEBBRAIO 2010
Fateci sognare
Fabris e Stefani a Vancouver a caccia di medaglie, ma non sono i soli altopianesi in Canada…
LUSIANA
La chiesetta
a Villa
Sant’Angelo
è già una
bella realtà
Pagine 14 e 15
ENEGO
Pag.18
Il Comitato per le regole:
“Nessuno può insegnaci
come si vive in montagna”
GALLIO
Pino Rossi
è in corsa
per le
regionali
Pag.12
SCUOLA
Pag.4
Ad Asiago si
progettano un
liceo sportivo e
un indirizzo
turistico
E’ nata
l’associazione
“Amici di
Silvia, Lisa e
Roberta”
Pag.12
Pagina 16
SANTIA’
Ortigara
Appello del
comitato ai
candidati
regionali
“I nostri
ospedali tra
le vostre
priorità”
I pannelli
verranno
spostati
Pagina 7
Pag.2
pagina 17
8
Sabato 6 febbraio 2010
l’Altopiano
2
LA REPLICA
ATTUALITA’
“In primavera sposteremo i pannelli”
Vittorio Corà, coordinatore del Progetto Tutela e valorizzazione del patrimonio storico della
Prima Guerra Mondiale sulle Prealpi Vicentine, risponde alle proteste delle associazioni storiche.
“In Primavera, d’intesa con
Onorcaduti e Ana, cercheremo per i pannelli sull’Ortigara
una eventuale diversa e più
consona sistemazione”. La
dichiarazione, all’indomani
della pubblicazione sul nostro
giornale delle proteste dell’associazioni storiche per i pan-
nelli informativi posti sulla
Cima sacra agli Alpini che,
secondo unanime parere “deturpano questo luogo così
importante e così caro a molti per il sacrificio di tante giovani vite” arriva dall’architetto Vittorio Corà, coordinatore del Progetto Tutela e
Recuperanti moderni:
un dibattito a Thiene
“Cimeli della Grande Guerra il Veneto e i suoi collezionisti” è il titolo
dell’incontro che si terrà sabato 13 febbraio a Thiene, presso
l’Auditorium Città di Thiene – Fonato, si tratta di un’occasione per
discutere le problematiche che interessano e investono neorecuperanti,
collezionisti ed appassionati, inoltre sarà trattata la riqualificazione del
loro ruolo e l’operato nell’ambito della ricerca, conservazione e
valorizzazione del patrimonio storico della Grande guerra. “Il Veneto è
disseminato di raccolte e collezioni private di cimeli della Grande
guerra –annuncia il comunicato che introduce il simposio - i collezionisti e i ricercatori hanno conservato un patrimonio che, diversamente, sarebbe irrimediabilmente stato distrutto e disperso. Pressoché in
ogni abitazione sono ancora oggi conservati ricordi familiari di excombattenti, cimeli e reperti rinvenuti in cantine e soffitte, oggetti
raccolti sui campi di battaglia del fronte terrestre, ma anche acquistati alle fiere di militaria. Nella sola provincia di Vicenza questi appassionati sono diverse migliaia, ma si calcola che nella regione del
Veneto superino le ventimila unità. In questi ultimi anni, si è resa
evidente l’importanza di valorizzare il patrimonio storico del Primo
Conflitto Mondiale a fini storici, turistici e culturali, includendovi
anche i reperti mobili e cimeli. Molte iniziative e progetti sono stati
avviati da pubbliche amministrazioni, ma raramente questi considerano come soggetti attivi i neorecuperanti ed i collezionisti, la cui
collaborazione diviene invece fondamentale per il successo di ogni
iniziativa. E’quindi urgente un disciplinare regionale che garantisca
loro autonomia e riconoscimento delle attività di ricerca e nella libera
detenzione delle raccolte e collezioni, con regole semplici e applicabili.
La proposta di legge PdL n. 198 Disciplina dell’attività di raccolta
dei cimeli e reperti mobili della Grande guerra, espressa dai Consiglieri regionali Flavio Tosi, Daniele Stival e Vittorino Cenci, muoveva in tale direzione, ma è stata osteggiata da altre forze che ne hanno
reso impossibile la promulgazione in legge in tempi brevi”. Questo
convegno quindi si pone l’obiettivo di riaccendere i riflettori su questa
tematica: il presidente dell’ass.ne storico-culturale Il Piave 1915-1918,
Alfredo Tormen, espone le molte domande e perplessità del mondo
degli appassionati, presentando nel contempo le attività svolte dagli
associati. Intervengono inoltre il dott. Andrea Galassi responsabile del
progetto della Provincia di Vicenza per il recupero corretto dei resti dei
caduti della Grande guerra eAlessandro Maroso Presidente dell’Ass.ne
Ricercatori e amici della storia di Marostica. Partecipano al dibattito,
illustrando l’iter legislativo e relativi aggiornamenti, Marino Finozzi
presidente del Consiglio regionale della Regione del Veneto, Flavio Tosi
Sindaco di Verona nonché proponente del PdL n. 198, Vittorino Cenci
Consigliere regionale e firmatario del PdL n. 198. Lì appuntamento è a
Thiene, Auditorium Città di Thiene – Fonato, via Carlo del Prete n.36,
sabato 13 febbraio 2010, ore 16.00, ingresso libero
G.D.F:
valorizzazione del patrimonio
storico della Prima Guerra
Mondiale sulle Prealpi
Vicentine. “I pannelli
dell’Ortigara – spiega Corà in
una nota – misurano 100x53
cm e sono posizionati su supporti in acciaio la cui altezza
non supera mediamente i 100
– 110 cm fuori terra. Il sito è
stato inizialmente scelto in
quanto, pur assicurando una
vista ottimale sulla grande
Dolina e il terreno retrostante,
rimaneva al di sotto della piattaforma
sommitale
dell’Ortigara, lungo il sentiero
di salita, ma in posizione ben
defilata rispetto alla Colonna
posta sulla Cima”.
“A tale riguardo – continua
Corà – non posso non rilevare
come la foto pubblicata
enfatizzi volutamente le dimensioni e la reale percezione che
si essi si coglie salendo a piedi dal passo di Val Caldiera”.
“Nessuna velleità di “arreda-
La proposta di legge
Una fondazione per la
tutela della memoria
Roberto Ciambetti, consigliere
regionale, assieme a tutto il
gruppo della Lega, ha presentato una proposta di legge per
istituire una fondazione per gestire il patrimonio lasciato dalla Grande Guerra e coordinare
le attività di divulgazione sulla
storia del Primo Conflitto Mondiale. Una struttura dove possono aderire Province, Comuni, Ministeri e fondazioni bancarie nonché altri soggetti pubblici e privati quali musei, archivi e collezioni. Una fondazione la cui finalità viene spiegata dal presidente del Gruppo
Lega Nord e primo firmatario
del progetto di legge, Roberto
Ciambetti.
“Si tratta di una proposta che
vuole porre rimedio ai ritardi
accumulati nel campo della tutela, divulgazione e promozione culturale, della memoria della Grande Guerra, che ha visto
il primo intervento legislativo
moderno solo nella legge del
2001 chiamata proprio di “Tutela del patrimonio storico della Prima guerra mondiale”.
“La necessità di un organismo
capace di coordinare le varie
iniziative nel territorio veneto
è lampante – continua
Ciambetti - Gli importanti
recuperi e le molte azioni avviate negli anni richiedono
promozione, divulgazione e
sostegno per mantenere la memoria degli eventi, diffondere
una cultura di pace, attivare
flussi culturali, scolastici, formativi e turistici che assicurino
anche in futuro la piena tutela
dei luoghi, come accade già in
Gran Bretagna, Francia, Germania, Austria e Belgio”.
Roberto Ciambetti
re” l’Ortigara – conclude Corà
- ma sempre l’impegno a trasmettere il ricordo di quei drammatici avvenimenti preservan-
done la sacralità, convinti che
il rispetto per questi luoghi può
diffondersi solo attraverso la
conoscenza della loro storia”.
Centenario della Grande Guerra
Al vicentino spetterà solo
la promozione degli eventi
Nel 2014 inizieranno le celebrazioni del Centenario dell’inizio
della Grande Guerra. Una commemorazione che la Comunità
Europea sta già avvertendo prevedendo cospicui finanziamenti
che la commissione inter provinciale di Venezia, Treviso, Belluno
e Vicenza dovrà richiedere e gestire. Nel programma di coordinamento alla Provincia di Vicenza viene riservato il ruolo di
propagandare le manifestazioni. Un po’ poco secondo il sindaco di Asiago Andrea Gios, che commenta: “D’altronde se la
Provincia di Vicenza non si presenta agli incontri non ci si può
attendere altro”. Infatti pare che all’incontro tra le province
per decidere come organizzare il coordinamento quella
vicentina non si sia fatta vedere. “Sono amareggiato per
la poca considerazione del vicentino che con il Pasubio,
il Grappa e l’Altopiano ha una posizione centrale nella
storia del fronte italiano della Grande Guerra – dice Gios
– Inoltre è nel vicentino che è presente il maggior numero di manufatti risalenti al periodo bellico e, in particolare, è sull’Altopiano che è stata realizzata buona parte dei
recuperi, mentre verso il Piave di resti del primo conflitto mondiale ce ne sono pochi”. Gli uffici dell’assessorato al Turismo provinciale non accettano le accuse spiegando invece che la decisione della spartizione di competenze era già stata definita e, pur ammettendo che all’incontro l’assessore Dino Secco non ha potuto esserci
per problemi tecnici, sottolineano l’importanza del ruolo
di promotore degli eventi. Promozione specifica che potrà gettare le basi per progetti futuri. Per esempio proprio nella valorizzazione turistica dei manufatti ristrutturati con il progetto dell’Ecomuseo della Grande Guerra.
Non è per una questione “di campanile” che il sindaco
esprime il suo disappunto, ma per una logica anche geografica. “Il confine di allora, ovvero l’attuale confine
trentino, è a pochi chilometri dall’Altopiano quindi, qualora il Trentino decidesse di fare manifestazioni per il
centenario questi sarebbero concentrati a Lavarone,
Folgaria e Luserna cioè la continuazione geografica
dell’Altopiano – conclude Gios – In ogni modo l’Altopiano
si farà trovare pronto per l’occasione, ha sempre dimostrato capacità organizzative e ha sempre gestito bene
progetti a largo raggio. Basta vedere quanto la Comunità
Montana ha fatto con l’Ecomuseo con ben 19 progetti
completati”.
Gerardo Rigoni
8
Sabato 6 febbraio 2010
ATTUALITA’
l’Altopiano
3
La Provincia risponde
all’appello dei referendari
Dal consigliere provinciale Gattolin un invito formale alla Regione
“Sindaci dell’Altopiano se
ci siete battete un colpo.”
L’esortazione era arrivata
dal Comitato referendario
per
il
passaggio
dell’Altopiano a Trento
dopo che, nonostante le sollecitazioni, i sindaci
altopianesi non avevano
ancora deliberato per invitare la Regione Veneto ad
esprimere il suo parere sul
passaggio dell’Altopiano
alla Provincia autonoma di
Trento.
Perché l’iter proceda, la
Regione Veneto deve
esprimere un parere, anche
negativo, ma a Palazzo
Balbi si temporeggia ed intanto il tempo passa.
Per ora i sindaci non hanno
risposto all’appello, anzi ha
deliberato il consiglio comunale di Enego, mentre il sindaco di Lusiana Antonella
Corradin ha promesso di
portare la questione davanti
alla consulta dei sindaci, ma
poi basta.
Ad inviare un sollecito ci ha
pensato invece il consigliere provinciale Francesco
Gattolin con un invito formale alla Giunta e il Consiglio Regionale, invito firma-
to anche dai consiglieri
Bortolino Sartore ed Enzo
Sambugaro.
“Il Viminale giustifica la
mancata sottoposizione del
disegno di legge al Consiglio dei Ministri, nonostante la scadenza del termine,
in quanto la Presidenza della Repubblica ha espresso
perplessità sull’opportunità
di presentare il disegno di
legge senza la preventiva
acquisizione dei pareri dei
Consigli regionali – spiega
Gattolin – E’ evidente la
volontà della Giunta e del
Consiglio Regionale di non
procedere all’emissione del
prescritto parere, di fatto
impedendo l’attuazione delle previsioni costituzionali e
ordinarie in materia e ponendo nel limbo la potestà
legislativa del Parlamento
di valutare la richiesta. Risulta paradossale questa
espropriazione delle competenze legislative del Parlamento attraverso una
“non espressione” del prescritto parere violando la
democrazia diretta, con il
cui esercizio attraverso il
referendum si sono espressi
i cittadini interessati”. G.R.
dall’auditel, dagli indici di gradimento e dal torbido inseguimento della gloria s’è smarrito il loro vocabolario e delle
loro grida rimangono solo le
foto sui giornali quando la notizia è già stata battuta. “Urlatelo al mondo che così non
va!” conclude quella ragazza.
Che altro non è se non la diagnosi pietosa e ripugnante dei
nostri giorni, di un’epoca che
ha svuotato la dimensione religiosa della realtà, il “nodo divino che lega le cose” come
scrisse l’aviatore francese
Antoine de Saint-Exupéry.
Fino a convincersi che la strada la si trova strada facendo:
la più assurda tra tutte le indicazioni di percorso sopratutto
se inferta ad anime giovani e
indecisa
sul
percorso.Qualcuno non accetterà questa verità, ma un
ragazzo che si suicida è un
ragazzo che scrive semplicemente la fine di una storia, il
cui contenuto - spesso in maniera subdola ed esperta - era
già stato svuotato dal suo mondo. La lettera coraggiosa di
quella ragazzina non diventerà una scritta sulla sabbia del
mare (dove anche le canzoni
d’amore scompaiono per la
marea del mattino) se solo incrocerà la passione di chi saprà scommettere su una vecchia formula pedagogica: formare la mente educando il
cuore. Per non rimpiangere
d’aver costruito un’occasione
che ha spezzato il volo giovane di un pensiero ferito.
A meno che non siamo tutti
discepoli o discendenti di Caifa,
il sommo sacerdote che aveva consigliato ai Giudei: “E’
meglio che un uomo solo
perisca per il popolo” (Gv
18,14). Non siamo molto distanti: una ragazza ce l’ha
elegantemente rinfacciato.
Sapor d'acqua natìa
“La sindrome di Caifa”
Finalmente una ragazza liceale milanese di IV^ superiore - dopo il suicidio di
un compagno di scuola ha
preso la carta, la penna e il
coraggio tra le mani e l’ha
rinfacciato alla sua città distratta: “Aprite gli occhi,
aprite il cuore perchè perdiamo la vita”. Stava seduto a tavola, chiede di andare
al bagno, sentono il botto sull’asfalto, vedono il corpo straziato: tutto semplice, apparentemente lineare, drammaticamente reale. Peccato sia l’ennesimo suicidio archiviato
come causa della crescita
degli ormoni e non ci s’accorga che queste urla strozzate
sono gigantesche richieste
d’aiuto gridate ad una società
distratta, strafottente e disinteressata dei drammi dei loro
figli. Quel corpo dilaniato ricorda all’uomo distratto che
gli sbadigli hanno fatto più male
nella storia di tutte le polveri
da sparo: gli sbadigli sonnolenti
di chi, magari preposto alla
loro educazione (e quindi doppiamente colpevole) ha risposto ad una tristezza con un
“prendi qua e taci”, un “ci siamo passati tutti”, un deficiente “sono cose che capitano”
o un malsano e diseducato “è
una fase della vita”. Nulla di
tutto questo, ma la sconfitta di
una società su tutti i fronti:
sconfitta della mia Chiesa che
al rischio del giocare in perdita con loro preferisce la stanca sonnolenza di quattro bans
all’ombra del campanile, sconfitta della scuola incapace di
leggere tra le increspature di
un volto l’aurora di un suicidio, sconfitta della politica che
si cura sempre meno delle
angosce giovani. E’ una sconfitta generale - anche se pochi se ne inquieteranno perchè ai ragazzi stiamo mostrando un mondo rovinato e
fregiato che fa loro paura: paura che mette ansia nel loro
cuore, timore di non essere all’altezza di ciò che si richiede,
voglia di farla finita pur di non
fallire in mondovisione. Allora
meglio buttarsi dalla finestra e
rinfacciare al mondo un’angoscia indecifrabile.Fossimo onesti questi sarebbero “omicidi
premeditati plurimi” da addebitarci volontariamente perchè
non siamo riusciti a trasmettere loro la passione della vita,
il prezzo del sacrificio, l’onesta costruzione di un cuore
ordinato ed educato. Strapazzati da mibtel, nasdaq e consigli d’amministrazione, torturati
don Marco Pozza
Partita la raccolta firme per
Veneto RegioneAutonoma
Veneto Regione Autonoma a Statuto Speciale. Ovvero come
il Friuli Venezia Giulia, come la Valle d’Aosta, come i nostri
amati ed invidiati vicini del Trentino Alto Adige. “Se lo vuoi si
può” è lo slogan del Comitato promotore che chiede ai cittadini veneti elettori di recarsi al proprio ufficio anagrafe per
firmare la petizione. Un petizione che chiede di modificare
l’articolo 116 della Costituzione per far inserire il Veneto tra
le Regioni a statuto speciale. “Credo che si chieda un gesto
veramente poco impegnativo agli elettori veneti – dice
Bortolino Sartore consigliere provinciale vicentino della Liga
Veneta Repubblica e tra i proponenti della proposta di legge
d’iniziativa popolare – Servono due minuti, basta recarsi
all’ufficio anagrafe del proprio Comune con un documento di riconoscimento e chiedere di firmare la proposta.
Una proposta di legge tra l’altro che non fa altro che cogliere le difficoltà del popolo veneto, chiuso tra due Regioni a Statuto Speciale, nel far fronte alla sperequazione”.
“E’ in definitiva la base di partenza del federalismo iniziando dal popolo – aggiunge consigliere provinciale della
Democrazia Cristiana Veneto Enzo Sambugaro – Noi abbiamo appoggiato la proposta fin da
subito perché incarna lo spirito
autonomo insito nel Veneto stesso”.
“E’ più che altro un atto dovuto, un atto che pone fine ad un
trattamento di Regioni di
serie A e di serie
B che non ha
senso né giustificazione –
conclude il
consigliere
provinciale
altopianese
Francesco
Gattolin – E’ vero
servono “solo” 50
mila firme ma è chiaro che
più siamo meglio è, lanciamo
un segnale sia al Parlamento sia al Consiglio Regionale
che non vuole esprimere un giudizio sul referendum
secessionista per non far procedere l’iter legislativo. Prendiamoci due minuti e andiamo a firmare”.
G.R.
8
Sabato 6 febbraio 2010
ASIAGO
l’Altopiano
4
Nuovi indirizzi scolastici al liceo
e all’istituto tecnico commerciale
I Comuni stanno lavorando con Provincia e Regione per realizzare una propria riforma
Il servizio bus per Trento
in vigore per tutto il 2010
Da alcuni anni a questa parte, con sempre maggior frequenza, studenti universitari
dell’Altopiano si iscrivono
all’Ateneo di Trento: purtroppo mancano collegamenti ferro-tranviari diretti,
tra l’Altopiano e quella Città, in modo da permettere
anche
agli
studenti
altopianesi, in assenza di propri mezzi di trasporto, di poter comunque effettuare in
quella sede il loro ciclo di studi universitari.
Gli studenti, privi di mezzi
autonomi, per poter frequentare le lezioni, fin dal lunedì
mattina, nel corso degli ultimi anni, sono sempre stati
costretti, con notevoli disagi,
a recarsi in autobus da
Asiago a Bassano, già nella
domenica pomeriggio precedente, per risalire successivamente in treno tutta la
Valsugana fino a Trento e
viceversa, al loro rientro a
casa, il venerdì pomeriggio.
Per colmare questa carenza e venire incontro alle loro
esigenze, verso la fine del
2008, la Giunta Comunale di
Asiago, in collaborazione
con la Provincia di Vicenza
e la Società Ferro Tranvie
Vicentine (FTV), ha posto in
essere una linea di collegamento, con partenza da
Asiago, ogni lunedì mattina
alle 5,20, in coincidenza a
Monterovere, con un altro
pullman della Società
Trentino Trasporti, alle 6,09,
proveniente da Luserna, che
li avrebbe poi trasportati fino
a Trento. Analogamente, al
ritorno, ogni venerdì sul tardo pomeriggio, gli studenti
venivano, a loro volta, trasportati, dalla società trentina fino a Cappella di
Lavarone, dove li avrebbe
attesi nuovamente altro pullman delle FTV per il loro
rientro in Altopiano. Tale servizio è rimasto in vigore per
circa sei mesi, dal 16 gennaio al 30 giugno 2009. Le spese di gestione, quantificabili
globalmente in circa 7.843
euro, sono state assunte, per
il 50% circa dai due Enti provinciali e per la parte restante, pari ad 3.921,50 euro, poi
ridotto ad 3.665,10 euro, dal
solo Comune di Asiago.
Nel primo semestre 2009, al
lunedì mattina, gli studenti
altopianesi, che hanno
usufruito del mezzo, sono
stati in totale 124, mentre al
venerdì pomeriggio, in occasione del loro rientro, sono
stati invece 100, per un totale quindi di 224 utenti (46
viaggi utili circa ed una media quindi, a corsa, di quasi 5
utenti). Anche questi ultimi
hanno contribuito, sia pur in
minima parte, alla copertura
della spesa, versando alla
Società FTV una quota di
5,00 euro, per ogni singola
corsa individuale effettuata,
per un totale 719,80 euro.
Pertanto, preso atto che la
somma globale effettivamente spesa, defalcati gli introiti,
è stata di 7.123,20 euro ciascun utente, per l’intero semestre, è costato agli enti
pubblici preposti circa 31,80
euro. Quindi, tenuto conto
della scarsa affluenza, su un
mezzo di circa cinquanta
posti a sedere, da un lato ed
al contrario del notevole costo del servizio nel suo complesso, dall’altro, sia la Provincia, che le FTV, hanno
espresso la loro volontà di
non voler più aderire in futuro a questa iniziativa.
Tuttavia, nell’autunno 2009,
la Giunta Comunale, sollecitata anche dalle famiglie degli studenti interessati, ha ritenuto opportuno ripristinare
comunque il servizio.
Per questo motivo, l’Ufficio
Servizi Sociali e Pubblica
Istruzione, nel mese di ottobre, ha esperito una trattativa privata, invitando alcune
ditte locali, a presentare la
loro migliore offerta su due
opzioni, la prima con le stesse modalità di collegamento
del primo semestre del 2009,
cioè con cambio a
Monterovere al lunedì ed a
Cappella di Lavarone al venerdì ed una seconda che
prevedesse invece l’istituzione di una linea diretta da
Gallio a Trento e ritorno.
L’offerta migliore, ritenuta
più idonea dalla Commissione Comunale di Gara, è stata presentata dalla Ditta
Bonomo Bus snc di Asiago,
la quale prevede, con l’uso di
un pulmino di 16 posti a sedere, l’istituzione settimanale di una linea diretta, Gallio
Asiago Trento, ogni lunedì
alle 06,00 a.m., per l’andata
ed una al venerdì con partenza invece da Trento stazione
alle 17, per il ritorno, al costo, per ogni singola corsa, di
198 euro (iva compresa). La
ditta prescelta, quindi, è stata incaricata di effettuare tale
servizio per un bimestre sperimentale dal 16 novembre al 23 dicembre 2009.
Durante tale periodo, sono
state effettuate in totale n. 13
corse, per una spesa complessiva di 2.574 euro. In quei
due mesi, sono stati trasportati 111 utenti (46 a novembre e 65 a dicembre), i quali
hanno versato al Comune di
Asiago 555 euro, riducendo
pertanto la spesa complessiva a carico del Comune di
Asiago a 2.019 euro cioè
18,20 euro per ciascuno studente trasportato.
Visto il lusinghiero successo
del bimestre sperimentale
2009, la Giunta Comunale ha
ritenuto opportuno proseguire nell’iniziativa, incaricando
la medesima ditta di attivare
il servizio in forma stabile e
continuativa per tutto l’anno
solare in corso. Per tale motivo, sono state programmate novanta corse, delle quali
sessanta tra gennaio e luglio
e trenta invece tra settembre
e dicembre.
Nel mese di gennaio, gli utenti, che, nel corso delle otto
corse previste, hanno utilizzato il mezzo comunale, sono
stati cinquantadue.
Mario Basso
Liceo sportivo, perito turistico, la ragioneria che prende
il posto della segretaria
d’azienda. Sono solo alcune
proposte per il futuro delle
scuole altopianesi fatte in vista della riforma Gelmini della scuola superiore.
Indirizzi scolastici che abbracciano le necessità del
territorio e le richieste delle
categorie economiche sempre comunque con la massima attenzione alla formazione culturale dei ragazzi.
Già l’indirizzo turistico è stato inserito nell’Istituto superiore asiaghese, novità annunciata recentemente dall’assessore provinciale all’Istruzione Morena Martini.
Ma l’assessorato alla Pubblica Istruzione di Asiago vuole portare la rivoluzione un
passo oltre: trasformare l’attuale istituto tecnico commerciale in istituto tecnico turistico, diplomando periti turistici, e istituire un liceo
scientifico sportivo.
Il liceo scientifico sportivo
sarebbe rivolto sia a giovani
promettenti atleti che non vogliono trascurare la loro formazione scolastica pur necessitando di tempi e spazi
per gli allenamenti sia a quanti vorranno continuare gli studi nel campo della preparazione atletica e sportiva.
Il programma scolastico seguirebbe quello di un normale liceo scientifico con l’aggiunta di corsi inerenti alla
cultura sportiva come anatomia, fisiologia, scienza dell’alimentazione ed in più del-
le ore dedicate allo sport individuale e collettivo. Un
plesso che richiamerebbe
studenti anche da fuori
altopiano e vicentino. Tra le
difficoltà da risolvere invece
la creazione di una sorta di
convitto per ospitare i ragazzi. Un progetto comunque
seguito attentamente sia dall’assessorato provinciale alla
Scuola e dall’assessorato regionale alla Formazione che
nei prossimi anni potrebbe
diventare realtà divenendo
altresì il punto di partenza per
eventuali futuri sviluppi qua-
li l’insediamento sul territorio altopianese di centri federali sportivi o di centri
sportivi legati a società
sportive.
Per il cambiamento dell’istituto tecnico commerciale in
tecnico turistico si pensa ad
allargare la proposta
formativa alle lingue, a tecniche di marketing, all’accoglienza, all’organizzazione di tutto ciò che compone il concetto di turismo,
dalle manifestazioni alla
partecipazione a fiere.
Gerardo Rigoni
Portare aiuto a chi non ha nulla
Portare dell’aiuto a chi non
ha praticamente nulla. E’
stato questo il tema della
serata conviviale tenutasi
tra Lions Asiago Altopiano,
Highway Truck Team e
l’onlus “Dell’energia e sorrisi”. Una serata che è stata anche occasione perché
il gruppo benefico assieme
all’onlus “Dell’energia e
sorrisi” presenti il libro
“Cuore Touareg” nonché il
filmato di Massimo
Belluzzo del loro viaggio
“sportivo e umanitario” nel
deserto del Marocco arricchito da alcuni aneddoti su
questa avventura.
Il libro “Cuore Touareg” di
Luigino Del Pozzo, corredato da 120 foto di Luciano Covolo, è stato definito
uno dei cinque migliori libri
fotografici pubblicati lo
scorso autunno. Libro che
sarà possibile acquistare
durante la serata il cui ricavato andrà a finanziare la
prossima spedizione umanitaria. Le pagine di “Cuore
Tuareg” accompagnano il
lettore in Marocco a
Marzouga sotto la Grande
Dun, da oltre 10 anni
scenario di uno dei
più importanti e difficili rally motociclistici, il Tuareg
Rallye. Quando il
Team di Energia e
Sorrisi insieme al
Highway Truck
Team, parteciparono
anni fa a questa
gara, rimasero affascinati dalla magia
dei luoghi visitati, ma
soprattutto dal calore della gente e dal
sorriso dei bimbi. E
così nelle edizioni
successive, la partecipazione al rally è diventata anche
occasione per far giungere in
questi luoghi aiuti di prima necessità e materiale scolastico in collaborazione con
una Onlus locale.
G.erardo Rigoni
8
Sabato 6 febbraio 2010
l’Altopiano
5
Comunicato
stampa
Abbiamo letto con stupore, e non senza una
punta di disappunto, l’articolo comparso nell’edizione del 23 gennaio 2010 de
“L’Altopiano” a firma di Stefania Longhini.
Reputiamo necessario precisare che, per
quanto riguarda “LE PETIT BISTROT”, il rispetto delle disposizioni comunali, dei Carabinieri e della Polizia Locale sono alla base
della nostra attività. La mescita all’esterno
del nostro locale cessa inderogabilmente alle
ore 24. La chiusura del locale avviene inderogabilmente alle ore 2. Questo in ottemperanza alle disposizioni degli organi
sopracitati. Oltre a ciò, è nostra somma cura
far sì che la nostra attività e il comportamento
dei nostri clienti si svolgano all’insegna del
massimo rispetto dei vicini, della quiete pubblica e del decoro di Asiago, oltre che della
via Monte Valbella. L’episodio citato nell’articolo relativamente al lancio di palle di neve
da parte di persone alterate dall’alcool (come
citato nell’articolo) ci vede del tutto estranei
al fatto, e con noi i nostri clienti, come risulta
dalla dichiarazione giurata, e confortata da
testimoni, rilasciata alla Polizia Locale. Precisiamo altresì che anche la cura del decoro
all’esterno del nostro locale è oggetto della
massima attenzione da parte nostra come
risulta sicuramente agli operatori della nettezza urbana. Reputiamo inoltre che la vita
di Asiago, anche per la sua vocazione turistica, debba avere delle realtà di richiamo e di
aggregazione sociale e composta come la
nostra. Ovviamente, ripetiamo, nel pieno rispetto dell’etica comportamentale. Gli accanimenti fuori luogo, se a noi indirizzati, andrebbero vagliati con più obiettività e senza
alcun contenuto di prevaricazione e/o
generalizzazione. Teniamo molto alla nostra immagine ed a quella del contesto in cui viviamo
ed operiamo. Ci auguriamo che cessi questo
continuo stillicidio fuori luogo e pretestuoso e
che, vicinato e cittadinanza, spendano anche
qualche parola di solidarietà e di riconoscimento
nei confronti di chi, come noi, ha investito risorse e dedizione nella finalità di contribuire a promuovere Asiago, la sua immagine e il suo turismo.
Cesare Velasquez Marco Carli
Le Petit Bistrot Sas - Via Monte Valbella, 5/7 Asiago
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Sabato 6 febbraio 2010
l’Altopiano
6
Asiago 7 Comuni a Falun
ATTUALITA’
Asiago 7 Comuni ha
già dimostrato in passato di avere tutte le
caratteristiche per poter essere la sede ideale di competizioni internazionali e manifestazioni sportive di altissimo livello. La bellezza e la ricchezza del
suo territorio, le piste
che si articolano per
chilometri e chilometri tra
paesaggi suggestivi, la comodità con cui si possono raggiungere i luoghi di gara e la
professionalità delle strutture ricettive fanno del nostro
Altopiano la perfetta cornice per eventi agonistici di
portata e prestigio rilevanti.
Ecco perché oggi Asiago 7
Comuni si candida con orgoglio ad ospitare i Mondiali
Master di sci nordico per
l’anno 2013. Si tratta di
In occasione dei Mondiali Master di sci nordico, una rappresentanza altopianese
sarà in Svezia per promuovere la candidatura dell’Altopiano per l’edizione del 2013.
un’occasione importantissima, non solo dal punto di vista strettamente sportivo ma
anche, e soprattutto, turistico-promozionale: ospitare un
simile evento, infatti, significa concretamente accogliere un flusso ingente di visitatori provenienti da tutto il
mondo; significa, di conseguenza, far conoscere la
straordinarietà della nostra
offerta turistica ad un’utenza
vastissima e del tutto nuova.
Al fine di promuovere la candidatura di Asiago per l’assegnazione dei Mondiali
Master 2013, una rappresentanza del comitato
MWC ASIAGO 2013 (che
unisce membri del Gruppo Sportivo Alpini Asiago
e dell’Unione Sportiva
Asiago Sci) parteciperà
con un proprio stand ai
Mondiali Master 2010 di
Falun (Svezia), in programma dal 19 al 27 feb-
braio. L’iniziativa, che è
coordinata con il Consorzio Turistico Asiago 7 Comuni, è supportata dai
fondi stanziati nell’ambito nel progetto “Piano
d’azione strategica per
la promozione turistica
delle Dolomiti e della
Montagna Veneta”. Per
l’occasione, è stato realizzato un pieghevole che
illustra, con immagini e
descrizioni, le bellezze, la
storia, le capacità
r i c e t t i v e
dell’Altopiano. Presso lo stand, inoltre,
saranno allestite
esposizioni
e
degustazioni dei nostri prodotti tipici,
verranno distribuiti
gadget e materiale
informativo fornito
dal Consorzio, e saranno proposte offerte turistiche sotto forma di
“pacchetti” creati ad
hoc .
La Commissione WMA
( Wo r l d
Master
Association) si pronuncerà, poi, a settembre 2010
in Germania: allora sapremo se Asiago 7 Comuni
avrà avuto la meglio sulla
concorrente austriaca St.
Ulrich am Pillersee. Qualunque sarà l’esito,
l’esperienza potrà essere
comunque considerata
una riprova dell’impegno
e
della
capacità
organizzativa
che
contraddistinguono da
sempre Asiago 7 Comuni.
Giulia Scaggiari
Un week end magico con “Asiago... Fiocchi di Luce”
Ghiaccio e fuoco. Due elementi che in natura si escludono ma che Asiago fonde
assieme per farli diventare
parti vive di un programma
turistico originale. Dopo le
sculture freddissime e trasparenti ammirate domenica
scorsa, ecco ora infatti ritornare “Asiago...Fiocchi di
Luce”, la suggestiva manifestazione di fuochi d’artificio
in musica che tanto successo ha riscontrato nelle tre
edizioni precedenti. E ritornare con la terza edizione del
concorso piromusicale che
per tre giorni, da venerdì 12
a domenica 14 febbraio, trasformerà l’altopiano in una
fiabesca tela di suoni e colori
grazie alla sapiente maestria
di tre fra le maggiori ditte
pirotecniche di Italia, Spagna
e Canada e sotto l’attenta
regia dell’amministrazione
comunale. “Dopo la parentesi dello scorso anno – sottolinea il vicesindaco Roberto Rigoni – dedicata alle celebrazioni dei 100 anni di turismo nel nostro territorio,
torniamo a riproporre un’iniziativa che per qualità e suggestione è diventata oramai
un appuntamento atteso da
parte del pubblico e dei turisti. Abbiamo richieste di informazioni da tutta Italia e
questo a significare la vasta
eco ed il sicuro gradimento
da essa riscontrati”. Tre se-
rate che ancora una
volta avranno in alcune località asiaghesi
un anfiteatro naturale
di sicuro effetto, capaci come sono di accogliere le migliaia di
auto e di partecipanti
attesi per questo
week-end unico nel
suo fascino. “Sperando che il tempo ci sia
amico, le esibizioni dureranno 25 minuti ciascuna. Venerdì alle 21
all’aeroporto
“R.Sartori” si comincia con l’animazione
di Radio Company e poi alle
22 spettacolo della ditta spagnola Caballer, seguita dal
designer
José
Lora
Zamorano; sabato al
Bellocchio alle 21 esibizioni
di salto con gli sci
e snowboard,
Kopa Karukkola
– tradizionale
gara di sci in maschera molto in
voga fino a 20
anni fa – e
fiaccolata della
scuola Sci di
Asiago, mentre
alle 22 sarà la
volta dei rodigini
P a r e n t e
Fireworks con il
designer Antonio
Parente. Domenica, infine si torna in aeroporto e dopo Radio Company sarà la volta
della canadese Apogée
Fireworks”. Tutto gratuito,
come “Fiocchi di Gusto”,
ovvero le degustazioni gastronomiche che alcuni spon-
sor altopianesi offriranno a
turisti e spettatori. A corredo
anche un concorso fotografico (www.asiago.to) ed il
bacio di S.Valentino. “Un grazie ai nostri commercianti,
alla Regione Veneto a alla
Provincia di Vicenza”. Provincia che per bocca del
vicepresidente Dino Secco
sottolinea: “Asiago è l’unica
realtà montana del Veneto
che ha saputo incrementare
e di molto (+30%) sia gli arrivi che le presenze turistiche.
Questo non può essere
ascritto al clima, ma va attribuito all’intelligente azione di
promozione turistica dell’amministrazione locale che si sta
caratterizzando per la capacità di saper creare eventi
legandoli alla stagionalità anche in quei periodi di scarsa
affluenza turistica”.
Con Olmi e Stella
ilConcerto per Haiti
SABATO 6 FEBBRAIO
DELOREAN 80
SABATO 13 FEBBRAIO
THE NOON
MARTEDI’ 16 FEBBRAIO
FESTA DI CARNEVALE CON I MIDNIGHT SPAGHETTI
SABATO 20 FEBBRAIO
TERAPIA INTENSIVA
Sabato 6 febbraio alle 21, nel duomo
di Asiago, si terrà il “Concerto per
Haiti”. In occasione della serata, a
ingresso libero, si raccoglieranno offerte da devolvere ai terremotati di
Haiti, tramite la Charitas Diocesana.
Il concerto sarà aperto dalla cantante Cristina Damian. Parteciperanno
e proporranno 5 brani ciascuno, il Gruppo Corale Altopiano
diretto da Francesco Allegrini, La
Schola Cantorum San Matteo diretta
da Andrea Pinaroli e il Coro Asiago
diretto da Elio Caldieraro. Ospiti speciali della serata saranno l’opinionista
del Corriere della sera e scrittore Gian
Antonio Stella e il regista Ermanno
Olmi.SiringrazianoilComunediAsiago,
la Parrocchia San Matteo e la
Rigoni di Asiago Spa.
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Sabato 6 febbraio 2010
ATTUALITA’
l’Altopiano
7
Il Comitato ai candidati regionali
“Attenzione alta sulla nostra sanità”
A chi corre per un posto in Regione si chiede di portare avanti i progetti per
la realizzazione del nuovo ospedale di Asiago e per la riapertura dell’Istituto di Mezzaselva
Mantenere alta l’attenzione
sulla sanità altopianese e sulle necessità degli altopianesi.
E’ quanto chiede il Comitato
tutela sanità dell’Altopiano a
tutti i prossimi candidati consiglieri regionali.
“Serve raccogliere l’eredità
progettuale per l’Istituto di
Mezzaselva e di portarlo
avanti con impegno. Serve
consolidare ed assicurare il
piano di rinnovo dell’ospedale
di Asiago. Bisogna rendere
le due strutture poli d’eccellenza per toglierle dalla
precarietà e dall’insicurezza.
Il nostro patrimonio
ospedaliero e le nostre risor-
se professionali possono ancora offrire molto a chi soffre”.
Il presidente del Comitato
Lucio Spagnolo non ha dubbi: chiunque siederà nei banchi del consiglio regionale
non dovrà pensare che
“l’emergenza” sanità in
Altopiano sia passata; molto
è stato proposto, ora questi
proponimenti devono diventare realtà.
Tra i consiglieri incontrati recentemente c’è il componente della commissione regionale Sanità Claudio Rizzato
che ha dichiarato: “In campo
sociale la Regione deve farsi
carico dell’aumento dei costi
per non gravare sulle famiglie di persone non
autosufficienti. Per la sanità
invece il vicentino ha già dato
la sua parte per la
riorganizzazione della rete
ospedaliera per la riduzione
dei costi e per una maggior
organizzazione sanitaria. Ora
si deve investire e non più
tagliare”.
“L’Ulss 3 è parzialmente
montana grazie al territorio
altopianese ricevendo così
maggior fondi e finanziamenti
– spiega Spagnolo – Noi vorremo che queste maggiori
elargizioni siano spese qui e
non spalmati sull’intera
Ulss, almeno fino a
quando la sanità
altopianese non diventi
di eccellenza”.
Un’affermazione che
mette i puntini sulle i,
ovvero i 20 milioni di
euro, 19 milioni dello Stato e un milione dalla
Regione, destinati
all’Ulss 3 sono per
l’adeguamento dell’ospedale asiaghese.
Una ristrutturazione che
deve essere vista non
solo come la costruzione di
un edificio nuovo ma come
base per creare servizi di ec-
Una cyclette computerizzata
per la riabilitazione cardiologica
cellenza e delle specificità
che assicurino un futuro più
roseo rispetto ad anni addietro quando il Comitato lottava contro la chiusura dell’ospedale stesso. Specificità che possano assicurare
anche un’utenza da fuori Ulss
come con il centro di riabilitazione cardiologica organizzato egregiamente dal primario Enzo Appolloni e da subi-
to sostenuto dal direttore generale
Valerio Alberti. Un
centro che ora attende l’approvazione
regionale definitiva.
Per quanto riguarda
l’Istituto
di
Mezzaselva il Comitato sottolinea la sua
importanza quale
centro socio sanitario. “Anche recentemente la Regione ha
ribadito l’errore della sua chiusura –
spiega il vicepresidente del
Comitato Manuel Baù – Un
plesso che può dare risposte
quasi immediate alle tante richieste che arrivano dal mondo delle disabilità. Lo dimostrano le proposte contenute
nel concorso di idee appena
conclusosi, proposte ricche di
idee e soluzioni arrivate anche dallo stesso nostro territorio”.
Gerardo Rigoni
Le tante novità
del Salone
Michela di Gallio
Un dono della Compagnia del Trivelin di Cesuna acquistato con l’incasso degli spettacoli estivi
Ha raggiunto tutti gli obiettivi
prefissati il progetto portato
avanti dalla Compagnia del
Trivelin di Cesuna, con la messa in scena dello spettacolo “El
tempo de…un cafè” a cura
dei giovanissimi e debuttanti
attori “I Trivelini”. I ragazzi
hanno portato a termine in
modo positivo e costruttivo i
loro impegni, prima nel partecipare al laboratorio teatrale e
dopo nel realizzare lo spettacolo, occupandosene sotto ogni
punto di vista, con un calendario fitto di rappresentazioni
che hanno toccato diversi paesi dell’altopiano. Un’esperienza con la quale hanno acquisito capacità organizzative,
senso di responsabilità, rispetto e autocontrollo, sviluppando inoltre senso di autogestione, condivisione e risoluzione
delle problematiche che si affrontano durante la messa in
opera di uno spettacolo. Con il
loro entusiasmo sono riusciti a
coinvolgere e divertire il pubblico che ha dimostrato interesse ad ogni rappresentazione. Motivo d’orgoglio è stato
poi il riscontro oggettivo della
beneficienza che con il ricavato degli spettacoli sono riusciti a fare, uno stimolo per
continuare ad impegnarsi in
futuro, consapevoli che, con il
loro lavoro, hanno contribuito
alla divulgazione di principi
quali la solidarietà e la coesione. Con il ricavato ottenuto
dagli spettacoli estivi, è stato
possibile acquistare una
cyclette computerizzata per la
ginnastica passiva, già entrata in funzione presso il nuovo
reparto di riabilitazione
cardiologica dell’ospedale di
Asiago. La Compagnia del
Trivelin continua così sulla strada intrapresa anni fa, quando
con l’incasso degli spettacoli
aveva già avuto modo di aiutare la struttura che stava
prendendo forma, acquistando
altra attrezzatura utile, su consiglio del dottor Apolloni e della dottoressa Sforza. Una bella soddisfazione per il gruppo
di volontari che, grazie alla
grande passione per il teatro,
riesce, divertendosi e facendo
divertire, a dare un importante
contributo a una realtà così
apprezzabile per il nosocomio
asiaghese. E per tutto ciò, desiderano ringraziare il pubblico che ha assistito alle rappresentazioni, i genitori dei ragazzi, tutti coloro che hanno collaborato alla riuscita del progetto, tra cui gli sponsor Ferramenta Magnabosco e S.R.
Pubblicità. Silvana Bortoli
Il Salone Michela di Gallio
si è recentemente trasferito da via Valbella a via
Monsignor Liviero, proponendo numerose novità.
Innanzitutto un negozio più
confortevole ed ampio, nel
quale c’è un nuovo spazio
riservato alla profumeria e
cosmetica con i prodotti dei
marchi più qualificati del
settore, tra cui Armani, Dolce & Gabbana, Dior e Calvin
Klein: un punto di riferimento anche per idee regalo
sempre gradite e attuali. Michela, grazie al costante
aggiornamento presso l’Hair
Team Orchidea di Bassano,
è in grado di offrire sempre
le ultime tendenze della
moda e rispondere alle esigenze più attuali della clientela, sia in fatto di tagli e
acconciature, che per quanto riguarda nuovi prodotti.
Particolare attenzione è rivolta a chi ha necessità di
usare prodotti naturali,
come le tinte che possono
essere applicate anche in
gravidanza. Il salone è aperto dal martedì al venerdì
dalle 9 alle 12 e dalle 14 alle
19, il sabato con orario continuato dalle 8.30 alle 19;
per informazioni potete anche telefonare al n. 347
91.29.536. Michela vi
aspetta, a Gallio in Via
Monsignor Liviero, nelle vicinanze dell’ufficio postale.
Servizio redazionale
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Sabato 6 febbraio 2010
ATTUALITA’
l’Altopiano
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“La famiglia, i giovani, il lavoro e il sociale
al centro della nostra politica non partitica”
Seconda parte del resoconto dell’attività della “Lista Civica per Asiago”
Piano casa: “Ribadiamo
la nostra posizione critica
Consiglio del 3 novembre 2009
Il Sindaco aveva fatto trovare sui banchi dei consiglieri copia della
Ordinanza del TAR Veneto depositata il 30 Ottobre 2009 con la quale
è stato rigettato il ricorso di alcune società Immobiliari relativo al piano
di lottizzazione “Colonie”.
Il sindaco ha poi commentato la decisione del Comune di Cortina di
non applicare il piano casa. Ha evidenziato che, per quanto riguarda il
nostro comune, si è cercato di fare il meglio possibile, ribadendo la
scarsa rilevanza attribuita alla circolare regionale che invece ha chiarito le modalità di applicazione della legge regionale. Di questo comunque abbiamo già scritto. Ribadiamo la nostra posizione critica
rispetto ad una scelta frettolosa. Va aggiunto anche che l’assessore
regionale Marangon ha dichiarato testualmente: «Andremo dal giudice contro tutte le delibere restrittive». Per quanto riguarda l’esempio
di Cortina la Regione ricorrerà al Tar perché il Comune ampezzano ha
votato contro il Piano veneto. Sono stati quindi approvati i verbali della
seduta del 29 Settembre, ratificata la delibera di Giunta n. 182 al fine di
finanziare la spesa per la progettazione della ciclo pista degli altipiani e
la delibera n. 196 relativa ad una maggior spesa del personale per euro
28.096,61. Si è quindi passati a discutere l’ennesima variazione del
bilancio di previsione per l’esercizio 2009.Abbiamo chiesto chiarimenti
su queste variazioni: proventi dello stadio del ghiaccio - 40.000 euro;
assistenza domiciliare a persone anziane e bisognose: - 2.500 euro;
nuove povertà: - 457,92 euro; altri contributi di natura sociale: - 2.000
euro; servizio per conto terzi: + 50.000 euro. Alle nostre richieste
hanno risposto l’assessore alle Finanze ed il Sindaco, il quale si è
soffermato sulla critica situazione dello stadio del ghiaccio dove le
entrate sono in continuo calo, mentre le spese aumentano in continuazione. E’ in corso una verifica per capire cosa succede. E’ stato approvato a maggioranza il regolamento di polizia urbana: l’assessore
Guido Carli aveva illustrato gli emendamenti al testo approvato in
commissione; il capogruppo di minoranza Paolo Finco ha dichiarato
di non aver nulla da eccepire sugli emendamenti, anche se sarebbe
stato più corretto riportare il testo in commissione per valutare le
modifiche proposte. Approvato a maggioranza anche il regolamento
per la disciplina della videosorveglianza sul territorio comunale. Il
capogruppo della Lista per Asiago ha ringraziato l’ing. Antonio Lobbia
che, durante il precedente mandato amministrativo, aveva collaborato
in modo significativo alla predisposizione dei regolamenti citati.
“Preoccupazione per il futuro dell’aeroporto”
Consiglio del 30 novembre
2009
Il Sindaco illustra gli ultimi
eventi che riguardano l’aeroporto di Asiago. Nell’ultimo
incontro erano assenti la Camera di Commercio di
Vicenza ed il Comune di
Roana. Ricorda che nell’ultimo bilancio sono state
evidenziate perdite per
340.000 euro e ci sono altri
206.000 euro utilizzati per
spese di gestione corrente
derivanti da un fondo statale
che doveva essere utilizzato
per il completamento della palazzina servizi. Ricorda che in
nove anni di gestione l’aeroporto ha perso quasi 1 milione di
euro! Mentre i soci stanno ancora riflettendo su cosa fare,
ed in particolare se avviare
un’azione di responsabilità nei
confronti dei vecchi amministratori per distrazione di fondi
pubblici. Il sindaco si è detto
più sereno per il futuro dell’aeroporto: sembra infatti che la
Camera di Commercio pagherà i debiti, come pure la Provincia, anche se da tempo si
chiede un piano industriale serio sul futuro di questa struttura. Intanto la Federazione Italiana Volo a vela ha chiesto un
incontro per definire le modalità di un eventuale trasferimento della propria sede ad Asiago,
chiedendo però una serie di garanzie tra le quali il
completamento della palazzina
servizi! In merito alla variazione al bilancio di previsione per
il 2009, il Comune non riesce a
vendere l’area edificabile in località Ekar, per la cessione della quale era prevista una entrata di 900.000 euro. Da qui la
necessità di eliminare tutti quegli interventi che erano stati programmati grazie a questa entrata quali interventi sulla viabilità, sulla pubblica illuminazione, ecc. Abbiamo chiesto
chiarimenti sul balletto di cifre
relative ai proventi dello stadio
del ghiaccio, diminuiti nella precedente variazione di bilancio
e ora riproposti in entrata per
25.000 euro; sul taglio dei contributi alle scuole materne per
euro 7.522,90; sul contributo
straordinario di euro 50.000 a
favore dell’Hockey Asiago per
lavori fatti allo stadio del ghiaccio per una spesa di 50.000
euro; sulla eliminazione dei
140.000 euro iscritti a bilancio
per la sistemazione esterna della Casa di Riposo. Ma sicuramente il dato più significativo
della variazione di bilancio è stata
la spesa inserita in uscita pari a
euro 125.000 per coprire le perdite dell’aeroporto.
In sede di dichiarazione di voto
il Capogruppo Finco ha dichiarato di non condividere la variazione di bilancio proposta: sull’aeroporto in particolare ha
manifestato forte preoccupazione ed ha dichiarato il voto
contrario della Lista per Asiago.
Si è quindi passati all’esame del
regolamento comunale relativo al canone di occupazione del suolo pubblico. In
commissione avevamo sollevato alcuni problemi legati
all’applicazione del canone e
su alcune norme eccessivamente penalizzanti per le categorie economiche. Dai nostri
rilievi sono nati alcuni incontri
di approfondimento con le
categorie, per cui si è giunti
ad un testo migliorato e più
equilibrato; per questi motivi
abbiamo votato a favore.
Abbiamo votato a favore per
l’atto di conciliazione con l’ULSS
n. 3 in ordine alla definizione della
proprietà dei terreni interessati dalle
pertinenze dell’Ospedale diAsiago
e di quelle necessarie per il progetto di adeguamento dell’ospedale medesimo. Si trattava di riconoscere la piena proprietà
all’ULSS n. 3 di alcuni terreni
soggetti ad uso civico, dando così
avvio al relativo procedimento di
sclassificazione. Il tutto si è reso
necessario ed urgente per non
perdere il cospicuo contributo
disponibile per i lavori di
adeguamento dell’Ospedale di
Asiago, costituente un’opera pubblica indispensabile per tutta la
collettività e che pertanto non
comporta corresponsione di indennizzi, intendendosi questi assorbiti dal costo di realizzazione
delle opere pubbliche ospedaliere.
“il nostro voto a favore per il programma delle opere pubbliche”
Consiglio del 29 dicembre 2009
E’ stata data comunicazione della delibera di giunta n. 240 del
22.12.2009 con la quale sono state prelevate dal fondo di riserva
le seguenti somme: euro 9.372,74 per finanziare la maggior spesa per la copertura delle perdite della società Aeroporto di Asiago
Spa; euro 7.500 per spese di energia elettrica presso lo stadio del
ghiaccio; euro 3.000 per incarico professionale sui costi di gestione energetica presso lo stadio del ghiaccio; euro 1.000 per
acquisto strumenti di lavoro per l’Ufficio Segreteria; euro 4.251
per il verde pubblico; euro 2.000 a titolo di contributo per sostegno economico alla candidatura “mondiali master di sci nordico”.
Abbiamo votato a favore del programma triennale e dell’elenco
annuale dei lavori pubblici; si tratta del programma dei lavori
pubblici che il Comune intende realizzare nei prossimi tre anni.
Naturalmente le cose che il Comune si propone di fare sono tante,
ma bisognerà valutare la reale capacità di spesa, alla luce dei progetti che dovranno essere approvati e alle risorse disponibili.
Si è quindi passati all’esame e alla approvazione del bilancio annuale di previsione per il 2010.
Va detto preliminarmente che questo rappresenta il momento di
programmazione più importante per il Comune, con il quale si
prevedono le risorse disponibili per l’Ente e si decide la politica di
spesa, quali settori privilegiare rispetto ad altri e quindi quali strategie il Comune intende perseguire nell’ambito degli indirizzi che
la maggioranza si è data all’inizio del mandato amministrativo.
Il bilancio di previsione per il 2010 era stato illustrato nella commissione del 17 dicembre scorso dall’assessore Baù: in quella
sede egli ci aveva fatto presente le difficoltà nella gestione del
bilancio per la parte corrente, con molte entrate in diminuzione e
con la necessità quindi di contenere o diminuire la spesa su molti
capitoli.
In quella sede il capogruppo Paolo Finco aveva sollevato delle
perplessità su alcuni aspetti del bilancio, nella parte in cui si prevedono tagli sui contributi al sociale, a favore della Casa di Riposo e
degli Asili; se bisogna fare dei sacrifici, ha detto ancora Finco,
sicuramente non devono essere a carico delle persone più bisognose e di quelle realtà che in modo maggiore stanno vivendo il
difficile momento legato alla crisi economica in atto.
Le osservazioni del consigliere Finco hanno trovato l’unanime
approvazione degli altri membri della Commissione, tant’è che si
è convenuto con l’assessore la presentazione di un emendamento
in comune tra maggioranza e minoranza.
Il sindaco si è soffermato sulle difficoltà di gestione del bilancio,
conseguenti al fatto che le risorse continuano a diminuire. Si è
ormai creata, ha detto, una non più accettabile disparità di trattamento tra Comuni come il nostro e altri del vicino Trentino, che
possono contare su risorse maggiori che consentono loro, anche
sul fronte del turismo, di vendere i propri prodotti a prezzi per noi
insostenibili e ciò grazie agli aiuti che la Provincia o la Regione
elargisce. Ha concluso affermando che solo con il federalismo
fiscale si potrà risolvere il problema.
Si è quindi passati alla discussione degli emendamenti presentati:
emendamento n. 1, presentato dalla lista per Asiago e dalla lista
Progetto Viva Asiago, con il quale si propone di aumentare di euro
10.000 il contributo alle scuole materne, di euro 15.000 il contributo per le rette di ricovero di anziani bisognosi, di euro 30.000 il
contributo a favore della Casa di Riposo; l’emendamento è stato
approvato al’unanimità. Emendamento n. 2, presentato dalla Lista per Asiago: si propone di realizzare un marciapiede di accesso
alla località Kaberlaba: il ragioniere e il revisore dei conti avevano
dato parere tecnico negativo sull’emendamento, sostenendo che
nella proposta non si era previsto di inserire nel bilancio pluriennale
le quote di ammortamento del mutuo. Il capogruppo Finco ha
dichiarato che, nella sostanza, si tratta di un tecnicismo, in quanto nell’emendamento si era chiesto comunque di operare le conseguenti modifiche alla relazione previsionale e programmatica e
al bilancio triennale. Il sindaco ha dichiarato che la maggioranza
condivide tutti gli emendamenti presentati, in particolare, per quanto
riguarda quest’ultimo, ha dichiarato di aver già dato mandato all’assessore Sella di verificare la possibilità di realizzare anche una
pista ciclabile per accedere alla zona del Kaberlaba ed ha invitato il
consigliere Finco, visti i pareri contrari, a ritirare l’emendamento.
Il capogruppo della Lista per Asiago, sentite le dichiarazioni del
Sindaco, preso atto che quest’opera rientra nei programmi del
Comune e che la maggioranza non intende votare contro all’emendamento presentato, ha acconsentito al suo ritiro.
Emendamento n.3, presentato dalla Lista per Asiago: si propone di
aumentare le risorse correnti del settore sociale di euro 10.000 per
sostenere le politiche giovanili con riferimento alla riduzione dell’abuso di alcool: approvato all’unanimità.
Emendamento n.4, presentato dalla Lista per Asiago: si propone
l’investimento di euro 10.000 per finanziare in parte le opera di
manutenzione della Chiesetta di Contrada Bosco: approvato all’unanimità. Considerato che, nella sostanza, tutti i nostri emendamenti sono stati approvati, abbiamo deciso di votare a favore del
bilancio di previsione, considerato anche l’atteggiamento di attenzione che la maggioranza ha avuto rispetto alle nostre proposte. Il
sindaco, da parte sua, ci ha ringraziati per la collaborazione data
su questo argomento.
E’ stato quindi approvato all’unanimità il mantenimento/aggiornamento del piano comunale di Protezione Civile e una variante al
piano di lottizzazione artigianale Morar che prevede la realizzazione di due nuovi accessi a due lotti.
L’ultimo argomento riguardava il finanziamento delle perdite di
esercizio dell’aeroporto di Asiago. Di questo argomento si sta discutendo da mesi, ma non ci sono novità di rilievo per quanto
riguarda il futuro di questa struttura; l’unico dato certo è che ci
sono ingenti perdite da coprire , ma i soci al momento stanno a
guardare. Per quanto ci riguarda abbiamo ribadito che, fintantoché
non verrà presentato un piano industriale serio, intendiamo mantenere una posizione critica e, come già abbiamo fatto in passato,
abbiamo votato contro.
Lista Civica per Asiago:
Mattea Stella, Paolo Finco, Corrado Paganin, Giovanni Bordin,
Claudio Mantese
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l’Altopiano
Sabato 6 febbraio 2010
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“La stufa non è un inceneritore”
RIFIUTI
Alla salvaguardia del mondo in cui viviamo può contribuire anche la consapevolezza che molti dei piccoli
gesti che quotidianamente
compiamo possono avere
gravi conseguenze per l’ambiente e per la nostra salute.
Come l’abitudine, abbastanza diffusa, di usare il proprio
riscaldamento a legna come
un inceneritore di rifiuti. Un
errore che probabilmente
molti fanno senza sapere
che è vietato dalla legge italiana, visto che eliminando i
rifiuti in questo modo
nuociono all’ambiente, ai
Bruciando in casa i rifiuti si nuoce all’ambiente e alla salute. Ecco cosa
bisogna sapere per un corretto utilizzo degli impianti di riscaldamento a legna
propri simili e a se stessi; infatti il deposito e la combustione di rifiuti non eseguiti
secondo le prescrizioni provocano l’inquinamento del
suolo e l’emissione di sostanze nocive nell’aria, che agiscono soprattutto nelle immediate vicinanze. Per non inquinare, e per preservare il
proprio impianto a legna, sono
necessari alcuni semplici accorgimenti: ne parliamo con
Valentino Vellar, che dal 2002
di mestiere fa lo spazzacamino, lavoro che svolge volentieri e con passione. “A volte
– dice –pulendo le canne
fumarie delle cucine economiche, di caminetti e stufe,
trovo residui di rifiuti, come
incartamenti di merendine,
l’alluminio del tetrapak di
succhi, o altro. In questo
caso lo faccio notare al cliente, spiegando come stufe e
caminetti non sono inceneritori, ma impianti per scaldare: se vi si bruciano rifiuti
questi sprigionano diossina
che poi va a finire nell’aria
che tutti respiriamo. Da noi
sono in molti a scaldarsi con
la legna, se tutti vi bruciano
insieme rifiuti, anche in piccole quantità, si può ben im-
Iva sulle bollette rifiuti?
Si continua ad applicare
I Comuni soci di Etra e la Direzione della società hanno
discusso giovedì scorso con il
consulente tributario di
Federambiente la complessa
questione dell’Iva applicata
alla Tariffa Igiene Ambientale (o TIA): si è convenuto di
attivare un tavolo tecnico per
l’approfondimento della materia
e di continuare nel frattempo ad
applicare l’imposta sul valore aggiunto nell’emissione delle bollette per il servizio rifiuti, in attesa di un intervento legislativo
chiarificatore. A far emergere
numerosi interrogativi è stata
una sentenza del luglio 2009, in
cui la Corte Costituzionale ha
stabilito che la Tariffa Igiene
Ambientale, a dispetto del nome,
non è una tariffa ma una vera
tassa, esattamente come la vecchia tassa sui rifiuti (Tarsu).
Questo perché secondo la Corte essa non si configura come
corrispettivo di una prestazione,
ma si paga a prescindere dal
servizio erogato (è dovuta per
esempio anche nel caso in cui
l’immobile non sia occupato).
Ma dall’esatta qualificazione
giuridica discende un diverso regime fiscale: sulla tariffa si applica l’Iva (attualmente il 10%
per la Tia), sulla tassa no.
Da qui le domande su
come comportarsi in futuro (nelle prossime bollette dovrà essere calcolata ancora l’Iva?) e su
come gestire il passato:
gli utenti hanno diritto al
rimborso dell’Iva versata negli scorsi anni? E da
chi è dovuto?
Interrogativi che riguardano Etra da vicino, poiché l’azienda gestisce la
tariffa per 38 Comuni
(circa 380 mila abitanti). Etra sta approfondendo il tema sotto ogni
profilo, partecipando a tutti gli incontri sul tema, chiedendo pareri
e confrontandosi con leAssociazioni di categoria. A Rubano ha
voluto coinvolgere tutti i Comuni
in un incontro formativo con il
dott. Maggiore, responsabile tributario di Federambiente (la federazione italiana che associa
gran parte dei gestori dei servizi
di igiene ambientale), per giungere a una linea condivisa.
«L’approfondita analisi svolta –
dichiara Roberto Cupellaro, direttore generale di Etra – ha portato a concludere che sia opportuno attivare un gruppo di lavoro
che affronti sia le problematiche
tecniche in capo ai Comuni, sia
le conseguenze per gli utenti del
servizio. Da quanto è emerso finora esiste infatti il forte rischio
che considerare la TIA come
una tassa comporti degli aumenti
a carico dei cittadini, dovuti esclusivamente a ragioni tributarie, indipendentemente dal costo reale del servizio».
«La maggioranza dei Comuni
presenti – continua Cupellaro –
e il Consorzio Bacino di Padova
Uno (titolare di un contratto che
raggruppa 26 Comuni) hanno
inoltre condiviso la scelta di Etra
di continuare ad applicare l’Iva
sulle bollette, fino a che non interverranno provvedimenti legislativi che lo escludano esplicitamente».
I gestori del servizio rifiuti infatti
incassano l’Iva per conto dello
Stato, a cui devono poi versarla.
Il mancato versamento, in assenza di un quadro normativo
chiaro, configurerebbe il reato di
evasione fiscale.
Se gli attesi provvedimenti
chiarificatori dovessero stabilire
che il pagamento dell’Iva è effettivamente indebito, e quindi da
restituire agli utenti del servizio
rifiuti, lo Stato dovrebbe sborsare milioni di euro per i rimborsi.
Potrebbe farlo ad esempio riconoscendo un credito d’imposta
nell’ambito della dichiarazione
dei redditi (è stato presentato un
emendamento in questo senso).
Oppure attraverso i gestori del
servizio, come Etra, che sarebbero quindi soltanto degli intermediari nell’operazione di rimborso.
Il Governo ha preso tempo e
sta approfondendo la delicata
questione. Per il momento, in
attesa di indicazioni chiare da
parte del legislatore, Etra non
potrà che continuare ad applicare l’Iva sulle bollette.
Qualora le autorità competenti decidessero di affidare l’operazione di rimborso
ai gestori del servizio e comunicassero le relative
istruzioni operative, Etra si
impegna a procedere alla
restituzione degli importi dovuti a tutti gli utenti del
servizio rifiuti, a prescindere dal fatto che abbiano
presentato una richiesta o
meno. Non è dunque necessario presentare istanze
per la richiesta di rimborso.
Se il legislatore stabilirà che
gli importi vanno restituiti, sarà
fatto d’ufficio per tutti.
maginare il danno che ne
deriva e visto che il mondo
in cui viviamo è già molto inquinato, è necessario evitare di farlo ulteriormente, anche per preservare il futuro
dei nostri figli. Per accendere il fuoco si deve usare una
piccola dose di accendi fuoco del tipo ecologico, più naturale, un foglio di giornale di
quotidiano (non di riviste
patinate) con pezzi di legna appositamente tagliata fina. Poi
si deve bruciare solo legna
ben secca e naturale: nella stufa non deve finire neppure legno di imballaggi come casse,
palette e tantomeno ricavato
da vecchi mobili, finestre, porte, pavimenti, rivestimenti e
travi. I rifiuti vanno correttamente differenziati e collocati
negli appositi contenitori, certo che per favorire i giusti
comportamenti ci vorrebbe
anche da noi un ecocentro,
al quale fare riferimento per
lo smaltimento di tutte quei
materiali che non vanno nelle campane della differenziata e nei cassonetti del non
riciclabile”. Un giusto uti-
lizzo degli impianti serve anche a farli funzionare meglio
e durare di più.
“Per ottimizzare il
funzionamento
degli impianti a legna e non deteriorarli, innanzitutto è
necessario porre
molta attenzione già
in fase di progettazione delle canne
fumarie, valutando
tutti quei fattori necessari a costruirli funzionali e sicuri, oltre che
nella posizione
più idonea. Una
buona manutenzione con regolare pulizia, insieme all’uso di legna secca, tagliata in pezzi
regolari che brucia bene, fa il resto. Importante è
anche disporre del posto giusto dove tenere la legna, riporla in garage non è certo
l’ideale per avere legna ben
asciutta”. Silvana Bortoli
Piccolo decalogo di cosa fare e cosa non fare
Cosa fare Negli impianti a legna a carica manuale
può essere bruciata solo legna in pezzi, allo stato
naturale e asciutta. Per l’accensione è permesso
usare piccole quantità di carta, per lo smaltimento
di carta e cartoni si raccomanda perciò la raccolta
separata. La cenere derivante dalla combustione
di legna allo stato naturale può essere utilizzata,
in piccole quantità, come fertilizzante per il giardino. La cenere in eccesso è da smaltire con i
rifiuti dell’economia domestica.
Cosa non fare? Non bruciare alcun genere di
rifiuti,in modo particolare: carta, cartoni e materiale sintetico di imballaggi, cartoni del latte e simili; scarti di legno trattato o con residui di colla
da falegnamerie, carpenterie e fabbriche di mobili; legno usato ricavato da demolizioni,
risanamenti e rinnovamenti di edifici (mobili, finestre, porte, pavimenti, rivestimenti e travi) come
pure legno di imballaggi (casse, palette, ecc.).
Travi, listelli, palette e casse possono essere
trattate chimicamente, anche se questo non è
visibile in superficie.
Con un piccolo sforzo si possono avere grandi risultati Uno smaltimento corretto riduce
in modo rilevante l’emissione di sostanze nocive nell’atmosfera: le analisi dimostrano che
la combustione di rifiuti in caminetti o in stufe a legna libera nell’aria una quantità di diossina 1000 volte superiore rispetto a quanto avverrebbe negli impianti di incenerimento dei rifiuti. Le stufe a legna non sopportano a lungo i rifiuti. La combustione di rifiuti nelle stufe a legna
genera dei gas aggressivi che provocano la corrosione di singoli elementi dell’impianto, i cui costi di risanamento possono essere elevati. Più
costose sono anche manutenzione pulizia, a causa delle incrostazioni che si formano all’interno
della stufa.
8
Sabato 6 febbraio 2010
ROANA
l’Altopiano
Discarica abusiva sul Verena
condanna per Elio Frigo
Le feste di Carnevale a Roana
Sabato 13 febbraio, presso il
palazzetto dello sport di
Roana, si svolgerà il 14° Carnevale roanese. La festa,
che inizierà alle 15, è consigliata a tutti i bambini dai 3
ai 12 anni ed è gratuita. Nell’ampia struttura sportiva
verranno allestiti colorati
gonfiabili giganti che
ripropongono le fiabe più famose e scenari da far west,
dove i bambini potranno correre, saltare e divertirsi con
le loro maschere preferite. I
giochi saranno animati da
un’équipe professionale e
sarà anche servito un ricco
buffet carnevalesco con
crostoli, caramelle e bibite.
Contemporaneamente a
Cesuna sfileranno alcuni carri mascherati dal piazzale
della chiesa fino al centro
paese. Inizierà, così, il 3°
Carnevale dell’Amicizia fra
La Spezia e Cesuna con la
partecipazione delle Bande
Musicali Monte Lèmerle, di
Chiuppano e il Gruppo Folk
di Vezzano Ligure. L’evento
a Cesuna, indicato per i maggiori di 12 anni, proseguirà
con spettacoli, giochi vari e
con un buffet di prodotti liguri
aperto a tutti.
Ritorna il Carnevaletto a Camporevere
Mercoledì 17 febbraio, a
Camporovere, organizzata
dal Comune di Roana e dalla
Pro Camporovere, torna
dopo tanti anni la gara di
Carnevaletto. La competizione di fondo si terrà a partire
dalle 14 sulle piste di fronte il
campo di pattinaggio. Tutti i
10
partecipanti saranno premiati
con una medaglia ricordo e
gadget vari. Un premio particolare verrà dato all’atleta
mascherato più originale. Le
iscrizioni, aperte a tutti, si ricevono entro il 16 febbraio
presso il Bar al Campetto di
Camporovere o anche al
momento della partenza il
giorno della gara. Per informazioni telefonare al numero 335.7415870. E nel rispetto della migliore tradizione, si
ricorda che in tutti i ristoranti
del paese si potrà degustare
il tipico piatto polenta e baccalà.
Responsabile di avere creato con una «condotta ripetuta» una discarica di rifiuti non
autorizzata, coltivata per anni
in un luogo paesaggistico di
pregio come il monte Verena
con l’interramento di rifiuti tanto per fare un esempio due
cingoli di “gatto delle nevi” e
materiale ferroso di vario genere - nascosti sotto 4-5metri di terra, in pieno
comprensorio sciistico.
Per questo motivo il giudice
Deborah De Stefano, del Tribunale di Bassano, ha con-
dannato Elio Frigo, 75 anni,
di Roana, località Verenetta,
gestore della società “Roana
Verena 2000 srl”, a 1 anno
di arresto e 25 mila euro di
ammenda. La pena è stata il
doppio di quando aveva chiesto la procura: 6 mesi di arresto. Inoltre, De Stefano ha
ordinato la confisca di due
mappali dai quali il Nipaf del
Corto Forestale di Vicenza,
nell’estate del 2006, ha portato in superficie tutto il materiale ingombrante che
avrebbe dovuto essere smal-
tito in discarica. Perciò, oltre
che per la discarica abusiva,
l’imputato, che era difeso
dall’avv.
Piercarlo
Mantovani, è stato ritenuto
colpevole anche del reato
ambientale. Frigo ha fatto
appello.
Assemblea per gli Alpini di Cesuna
Si è tenuta presso la trattoria
“Al Cacciatore” l’annuale assemblea del Gruppo Alpini
Cesuna. Durante la serata ai
62 soci iscritti e ai numerosi
simpatizzanti convenuti è stato relazionato il computo delle
Amici del Chievo
Il Club Amici del Chievo
Cesuna ricorda ai suoi associati che sono aperte le iscrizioni per il 2010. Il direttivo
annuncia inoltre che è in programma la presenza dell’associazione al Gran Galà del
Chievo che si terrà in data 18
marzo. La festa vedrà tutti giocatori della squadra gialloblù
presenti alla cena con i tifosi.
Per il tesseramento e le adesioni alla gita contattare il
3334553787.
attività svolte nell’anno appena concluso. Il rinnovo delle
cariche sociali ha visto confermato il presidente Giancarlo
Rossi, che dal 1979 rappresenta le locali Penne Nere, della
nomina di cassiere è stato in-
vestito Americo Spiller. I consiglieri durante il 2010 saranno Gianluca Guida, Loris Valente, Mariano Corà e Angelo
Valente, l’incarico di consigliere sezionale spetterà a Giorgio Valente.
Vaccinazione antirabbia
In ottemperanza alle misure sanitarie per contrastare la diffusione
della rabbia silvestre, tutti i cittadini del Comune di Roana che possiedono uno o più cani e che non abbiano già provveduto privatamente
alla vaccinazione antirabbica pre-contagio, sono obbligati a recarsi
con i propri animali al guinzaglio e con museruola presso la sede della
Protezione Civile Comune di Roana, via Milano 32 a Canove, nei
giorni e nelle modalità predisposte a partire da lunedì 8 febbraio (info
presso la Polizia Locale allo 0424 – 692490). Le vaccinazioni saranno effettuate a cura dei servizi Sanitari dell’Azienda ULSS n. 3 di
Bassano del Grappa. Saranno richiesti certificato di iscrizione in anagrafe canina e libretto delle vaccinazioni; il costo è di 5,00 euro per
cane. Le sanzioni per gli inadempienti ammontano ad un importo
compreso fra 1.500 euro ed 6.000 euro.
Invenzioni pazze
Nasce lo snowboard a motore
Oramai sulle piste innevate
c’eravamo abituati a vedere
di tutto, dai grossi e neri
gommoni per auto ai tricicli
con le tavole al posto delle
ruote, dai quad cingolati modello Lem della Nasa, alle
motoslitte stile guerre stellari,
ma sullo snowboard a motore non ci eravamo mai
imbattuti. La novità è frutto
dell’inventiva di Carlo Grotto,
scledense D.O.C. con la passione per le pit bike, ovvero
motociclette lillipuziane a due
ruote che da qualche anno a
questa parte vediamo guidate più da adulti che da ragazzini. Ebbene, Grotto ha unito
la passione per le corse su
pista con quella per gli sport
invernali. Il risultato: la classica tavola da discesa spinta
da un motore di 38 centimetri cubici “Made in China”.
L’idea sulle prime può sembrare strampalata, tuttavia a
vedere il nostro inventore girare in Altopiano su prati e
pendii con dislivelli non impegnativi, dissipa tutti i dubbi
sul divertimento che l’uso del
mezzo procura. “È da anni
che meditavo questo
trabiccolo – dice grotto –
poi, con l’amico meccanico Marco Savio abbiamo
messo a punto le soluzioni
per superare non pochi
ostacoli tecnici. Fondamentale il propulsore di
una minimoto, leggero e a
basso consumo. Per
l’acceleratore è bastato
il classico filo metallico
ancorato nel carburatore e infilato in una guaina freno/frizione, il “pilota” lo impugna dosando la velocità dei giri.
Ad essere sincero credevo poco controllabile un
simile aggeggio, però è
bastata un po’ di pratica per domare il mezzo.
Certo la potenza non
permette di superare
grandi salite, ma su un
anello ideale rappresentato da stradine e pascoli innevati, tutto funziona che è una meraviglia”.
A giudicare dai testimoni
oculari che hanno ammirato
la rivoluzionaria invenzione a
Roana e Lavarone, la
“Boardmoto” cammina anche
sulla neve fresca. Aspettiamoci quindi una nuova diavoleria
per gli sport invernali, nella
speranza che alla marmitta si
applichi un ottimale silenziatore. Giovanni Dalle Fusine
8
Sabato 6 febbraio 2010
l’Altopiano
11
“Viviamo sell’Altopiano più bello e meno conosciuto al mondo”
pagina a Cura di Claudio Savelli
Dopo gli incoraggianti segnali provenienti dalle delibere del Consorzio della Cattedra per la realizzazione di due impianti fotovoltaici
da 1 megawatt ciascuno, vorrei mantenere viva l’attenzione su
altri due progetti strategici per l’altopiano: l’impianto di risalita di
Gallio e il parco turistico ambientale della Marcesina. Ne parliamo
questa volta con Domenico de Guio, presidente del nostro Consorzio Turistico Asiago 7 Comuni, che attraverso le sue considerazioni vuole contribuire a supportare ed alimentare un sano dibattito, portando sul tavolo della discussione anche tematiche più
inerenti allo sviluppo turistico. Voglio ricordare i recenti articoli
apparsi sul vari quotidiani regionali in cui si evidenziava il considerevole aumento della presenza turistica nel nostro comprensorio.
Questo testimonia che il “mercato” turistico è presente, vivo e
sebbene martoriato da questa tangibile crisi, desideroso di esprimersi in località che possano dare quei servizi turistici basati su
un’offerta turistica indirizzata alla salvaguardia, alla scoperta e al
rispetto dell’ambiente. Presidente, andiamo subito al punto,
qual è la sua opinione istituzionale relativamente al progetto del Sindaco di Gallio, Pino Rossi, di costruire una nuova
seggiovia che colleghi il paese con la Longara? “Volevo fare
una premessa, partendo da una riflessione che deve essere fatta a
livello generale in quanto molte volte si incappa nell’ errore di
considerare come turistici, progetti che sono al servizio di turisti,
cioè persone che soggiornano, ma anche dei visitatori o pendolari. Sarebbe opportuno valutare più opportunità di risoluzione con
interventi di questo spessore, ma alle volte per la fretta di agire
non vengono prese in considerazione ulteriori opportunità, non
me ne voglia nessuno; è già apprezzabile il loro impegno, ma il
pianificare in maniera
comprensoriale gli interventi sarebbe molto d’aiuto per un omogeneo sviluppo del territorio. La riflessione sul progetto della
nuova funivia che dovrebbe
servire
il
comprensorio delle
Melette, dovrebbe essere preso in considerazione per armonizzare fin da
subito il lavoro di coordinamento tra i rappresentanti dell’intero altopiano.
Mi piace l’idea, si tornerebbe ad avere un’eccellenza perduta costruita
dalla nostra gente oltre
cinquant’anni fa. Una stazione di arroccamento in
paese farebbe cambiare totalmente una località, elevandola nella
qualità del servizio, senza che necessariamente deve esser garantita la discesa in paese con gli sci. Trovo però non idoneo il punto
di partenza e il voler costruire i parcheggi a mezzacosta dietro
all’abitato. Vedrei molto bene invece la partenza all’inizio del paese, alla Camona con la costruzione di parcheggi magari sotterranei e di una viabilità di circonvallazione verso il Sisemol; il paese
non soffrirebbe cosi l’intasamento dovuto al flusso dei giornalieri
provenienti da Asiago o Bassano. Gallio non dovrebbe perdere
con questo progetto l’opportunità di sistemare tutta la viabilità
Un laboratorio per il marketing turistico
Dopo aver letto l’opinione del presidente del Consorzio Turistico, sentiamo
anche l’opinione di Andrea Cunico
Jegary,
fondatore
della
Liberaconsulta7C. Cunico, prima di
tutto, cos’è la Liberaconsulta7C ? Se ti
interroghi su chi si occupi di tracciare un
futuro responsabile e sostenibile di questo
nostro territorio ad alta vocazione turistica
la domanda resta inevitabilmente sospesa.
Il solo tentare di parlarne non è facile, l’argomento non piace, implica analisi, infastidisce le istituzioni. Non si possono trovare risposte perché questo territorio per
definizione vocato al turismo, non ha un
governo territoriale del turismo. Un sindaco che rispetto e che di certo ci sta leggendo mi ha risposto: «lapalissiano», io torno a ripetergli «no,
kafkiano», una situazione paradossale, angosciante nella misura
in cui implica l’impossibilità di reazione. Ci sono le otto singole
municipalità, c’è la Comunità Montana, c’è il Consorzio Turismo, c’è il GAL Montagna Vicentina, ma non c’è un governo del
turismo. E si vede. Leggendo recentemente il presidente De Guio
sulla stampa locale, riconosco una sensibilità e una visione generale che appartengono alla mia cultura. Cosa aggiungere allora se
non che questo nuovo approccio sistemico è la strada giusta.
Affrontiamo una buona volta il passaggio obbligato verso la
competitività. Da dove si parte? Come sempre, da un’idea-sfida.
Quella della Liberaconsulta7C è «l’Altopiano7C come unica grande
azienda socialmente impegnata nella conservazione e valorizzazione
turistica del territorio, suo patrimonio collettivo». Questa grande
azienda diffusa sul territorio, qualora realmente unita attorno ad
un progetto univoco ed incisivo, rappresenterebbe un rilevante
Distretto Turistico montano con formidabili potenzialità tuttora
inespresse. Tralascio, solo per motivi di spazio, l’analisi dell’attuale mancanza di competitività, limitandomi a rigettare l’alibi “pochi
schei”. Chiediamoci piuttosto cosa caratterizzi il pensiero delle persone che lavorano nelle aziende non innovative, non competitive, alla
deriva… è l’ostinazione dei decisori a fare ciò che essi presumono
saper fare meglio, è l’ ostinazione a non voler mettersi in discussione
e confrontarsi verso l’interno (tavolo di consulta) e verso l’esterno
(altri protagonisti del mercato). Fatalmente, è la fotografia del nostro
attuale sistema turismo, incapace di interrogarsi sulle priorità, sulle
aspettative e sui bisogni dei clienti-ospiti acquisiti e potenziali. Cosa
fare allora? Liberaconsulta7C nasce per sensibilizzare il territorio su
una precisa urgenza: far si che la nostra gente ritrovi un orgoglio
di appartenenza oggi frustrato e “pretenda” l’avvio di una
rifondazione del Sistema Turismo Altopiano. Sottolineo
rifondazione, non “rilancio”. Come abitanti o come foresti legati
a questa terra dobbiamo “pretendere” uno sviluppo turistico
competitivo, diffuso, responsabile e sostenibile. E’ alla nostra reale portata, basta valorizzare quello che già abbiamo, basta superare una fase storica “artigianale” oggi insopportabile per la dignità stessa dell’altopianese
o di chi decide di fare dell’altopiano la sua
casa. Liberaconsulta7C vuole contribuire ad
accellerare verso una cultura del turismo che
oggi, in un mercato di dinamiche fortemente
innovative, significa inevitabilmente partire
dall’eccellenza in marketing e comunicazione. Solo da questa partenza si può tradurre
l’impareggiabile unicità di una tradizione secolare che assieme all’ambiente e al vantaggio logistico offerto della prossimità costituiscono il nostro vero patrimonio comune.
Parliamo ora di infrastrutture come l’impianto della Longara e la rivalutazione di Marcesina: qual’è
la sua posizione in merito? Impianto Gallio-Longara,
rivalutazione Piana di Marcesina, nuova dorsale ciclopedonabile
da Folgaria, rete di Mobilità Dolce, golf, aeroporto… sono tutti
“strumenti” utilissimi ad elevare la qualità e quindi la competitività.
Ma solo nell’ottica di rifondazione di cui sopra, mai più quindi
dovranno rappresentare episodi scollegati. E’ proprio quanto sia
vitale e strategica questa visione
più vasta e allo stesso tempo univoca di Sistema Turismo, è questo dare un nuovo senso alle
cose, è questa una nuova dimensione turistica più ampia che anche De Guio spiega. Questa
rifondazione può partire solo da:
A) eccellenza di un piano di attività di marketing e comunicazione univoco; B) coesione in un
patto di marketing territoriale tra
gli otto comuni; C) adozione di
un disciplinare che accolga urgentemente sotto un unico marchio “ad ombrello” le sinergie del
territorio. Che, davvero, non
sono poi poche. Facile immaginare anche per Marcesina, ad
esempio, uno scenario completamente diverso dove l’entità che
“firmerà” il sito fisico, poi quello web, poi la segnaletica, poi la
cataloghistica, poi le uniformi
degli addetti sarà Comune di
Enego, non Altopiano 7C.
recuperando spazi da dedicare ai pedoni e ciclisti, nonché
ai parcheggi rendendo il paese un vero centro turistico con
servizi eccellenti, disponibili prima di tutto ai residenti. Per
fare un bel salto in avanti nella qualità del servizio offerto
bisognerebbe proporre un piano urbano del traffico almeno fatto per i tre comuni della conca centrale ove si preveda di affiancare alla viabilità dei veicoli una viabilità
ciclopedonale in sicurezza. Se ci guardiamo intorno cosa stano
facendo altre amministrazioni o guardiamo indietro per imparare dal 1900 quando furono costruite le strade sull’altopiano
erano larghe sufficientemente da far circolare tre torpedoni
affiancati, era tutto in previsione del conflitto mondiale è vero,
ma è giusto considerare che tipo di servizio venne offerto a
quei tempi quando già avere un paio di scarpe ai piedi era un
lusso! con il tempo e l’aumento nelle misure dei veicoli tutti gli
spazi necessari alla circolazione di veicoli sono stati tolti ai pedoni, inoltre c’è da dire che i pochi marciapiedi esistenti raramente garantiscono una larghezza sufficiente e hanno prevalentemente la funzione di deposito neve nella stagione invernale
e di aree a parcheggio in quella estiva, nonché la funzione di
posteggio dei vari cassonetti per le immondizie provate a pensarci! Il tema della viabilità seppur poco sentito, cambierebbe la qualità della vita del nostro territorio, votato al turismo, ma che rischia ora
di proporre al turista servizi minori di quelli che trova nelle città dove
abita. Come fare? Un PUT a prevalenza di sensi unici con nuovi tracciati di congiunzione magari sfruttando viabilità ora secondaria, il recupero
quindi di spazi esistenti da destinare alla viabilità ciclopedonale come
han già fatto paesi turistici di montagna come Davos in Svizzera o
Melbourne
Livigno. Il vantaggio? Solo così oltre 100 km di viabilità pedonale in
sicurezza all’interno dei centri abitati, non mi sembra poco! L’ostacolo
per ora è solo quello di cominciare a parlarne per non perdere un’altra
opportunità di essere tra i primi. Parliamo ora di Marcesina e dell’ambizioso progetto del Sindaco di Enego, Igor Rodeghiero. Qual
è la sua posizione ? “Il progetto di Marcesina, secondo me va nella
giusta direzione, pecca di mancanza di condivisione da parte del territorio. La condivisione nel progetto singolo dovrebbe essere generale,
non solo da parte dell’ amministrazione a cui si riferiscono, poichè
riveste importanza comprensoriale. Progetti come questi vanno portati avanti e proposti in tutto il territorio, in particolar modo nella zona
nord la quale riveste particolare interesse storico e ambientale, mi riferisco a località come Campolongo a Rotzo, Campomulo a Gallio ed
altre che potrebbero diventare i punti di parcheggio d’alta quota assieme alle zone a ridosso delle malghe dove viene eseguita la lavorazione
del latte o praticato l’agriturismo dove organizzare poi un servizio di
trasporto per i visitatori come succede sulle Dolomiti e un po’ su
tutto l’arco alpino. Concordo nel pensiero del Sindaco di Enego,
certamente progetti di questa valenza ambientale hanno bisogno
di interventi ulteriori per esaltarne il risultato come la creazione di
aree di rispetto e didattiche piuttosto che servizi di viabilità dolce
ecc.,i quali permetterebbero l’accesso anche da parte delle persone con difficoltà o portatori di handicap possono solo essere un
esempio per la programmazione comune. Attraverso progetti con
applicazione di sensibilità verso i più bisognosi di attenzione, ecocompatibili e l’inserimento di tematiche come quelle della storia e
della natura possiamo proporre un’emozione nuova per trascorrere una vacanza sull’Altopiano più bello e meno conosciuto del
Mondo o per sentire più rispettate le nostre proprietà collettive,
ma i primi ad esserne convinti dobbiamo essere noi.”
8
Sabato 6 febbraio 2010
l’Altopiano
12
Pino Rossi in corsa per la Regione
GALLIO
Candidato unico, la necessità di
“piazzare” un altopianese nelle
stanze dei bottoni, il bisogno di
far quadrato attorno una persona e portarla negli enti superiori, (Provincia, Regione, Stato)
perché faccia gli interessi
dell’Altopiano. Quante volte si
sono sentiti questi discorsi per
poi vedere, alla resa dei conti
(ovvero allo spoglio delle schede), una dispersione di voti verso esponenti politici che, appena eletti anche con preferenze
altopianesi, svaniscono, evaporano, si dissolvono. Una nota
esponente politica vicentina
una volta mi disse questa precisa frase: “L’Altopiano? Dividi e
conquista”. Ovvero basta far litigare gli altopianesi tra loro,
cosa tra l’altro non di difficile
“Mi candido alle elezioni di fine marzo. Un’eventuale mia elezione in Regione sarebbe
sicuramente più vantaggiosa non solo per Gallio, ma per tutto l’Altopiano”.
attuazione, e poi fai quello che
vuoi. Una frase detta molti anni
fa, ma che mi rimase impressa e
della quale constatiamo la veridicità spesso, troppo spesso.
Ora si avvicinano le elezioni regionali, ovvero si rinnova il consiglio regionale dove, di fatto,
vengono prese le decisioni che
più ci toccano da vicino, vengono distribuiti i finanziamenti
più evidenti, viene ipotizzato il
futuro nostro e dei nostri figli.
Senza entrare nel merito se il
consiglio uscente abbia agito
bene o male, soprattutto per
quanto riguarda l’Altopiano, si
presenta nuovamente la possibilità di “piazzare” politici vicini
alla nostra realtà. Nomi noti e
meno noti ma che comunque
hanno un legame con la nostra
terra, anche qui senza entrare nel merito se il legame
è pulito o spinto da interessi forti.
Tra i candidati che si presenteranno alle elezioni c’è
l’attuale sindaco di Gallio
Pino Rossi che ha accettato la candidatura propostagli dall’Udc. Una decisione
“sofferta” perché una sua
eventuale elezione comporterebbe
il
commissariamento del Comune di Gallio per quasi un
anno fino a nuove elezioni.
“La decisione è stata presa
assieme al mio gruppo consigliare e a chi mi aveva sostenuto durante la campagna
elettorale delle scorse amministrative – spiega Rossi – Un in-
contro dibattuto durato un paio
di ore. Da una parte c’era chi
sosteneva che la mia presenza
quale sindaco assieme al
gruppo consigliare, era
più utile per il futuro di
Gallio. Altri invece affermavano che un’eventuale mia elezione in Regione
sarebbe sicuramente più
vantaggiosa non solo per
Gallio, ma per tutto
l’Altopiano. Alla fine è
prevalsa quest’ultima linea”. “Una candidatura
accettata con un presupposto – continua –
Che io possa sostenere
politiche favorevoli
all’Altopiano anche se il
partito è di altro avviso.
Cioè mi sono assicurato
la massima libertà in questioni inerenti il nostro territorio
perché il mio interesse è
l’altopiano non certo i
giochini di bottega. Tra l’altro l’appartenere ad una formazione di centro aiuta anche
a votare la persona lasciando
da parte le proprie simpatie
politiche; oppure si può sempre esprimere un voto
disgiunto”. Adesso i giochi
sono aperti; già nella precedente tornata elettorale, nel
2005, Rossi aveva raccolto oltre 3.400 voti. Pochi per entrare nella stanza dei bottoni, ma
Rossi ci crede.
E per quanto riguarda Gallio
assicura, “Se sarò eletto ci ripresenteremo con la stessa
squadra, cambiando solo il
candidato sindaco. Come si
dice, squadra che vince no si
cambia”.
Gerardo Rigoni
zione di una borsa di studio
che valorizzi gli studenti che
riescono a distinguersi in ambito sia sportivo che scolastico. “Avremo in mente anche
la riqualificazione di un parco
a Gallio!” Non solo opere di
bene dunque, ma anche qualcosa che lasci il segno in paese. “Appena saputo della nascita dell’associazione – ci
spiegano i ragazzi - molte persone hanno dimostrato entusiasmo e disponibilità”.
L’Associazione “Amici di Silvia, Lisa e Roberta” verrà presentata ufficialmente con una
serata, ancora in fase di orga-
nizzazione, che si terrà presso
l’Auditorium di Gallio.
“La voglia di guardare avanti
è tanta - continuano i ragazzi
- e già stiamo pensando a
nuovi progetti perché siamo
convinti che ciò che si fa di
bene non passa mai. Resta per
sempre. Come l’amicizia. Vogliamo infine ringraziare dal
profondo del cuore tutte le
persone che ci hanno sostenuto in vari modi in tutti questi anni”. Per qualsiasi ulteriore informazione si può inviare
una mail all’indirizzo
[email protected]
Stefania Longhini
Cena di beneficenza
E’ nata l’associazione benefica
“Amici di Silvia, Lisa e Roberta”
La storia dell’Associazione “Amici di Silvia, Lisa e Roberta” è la storia di
un’amicizia. Si nasce nello stesso paese senza sapere bene perché: quasi per
caso ci si trova sugli stessi banchi di scuola, poi in patronato tutti i pomeriggi
e al campo sportivo nelle sere d’estate. Ci si trova a crescere insieme e quando
la vita non è più solo un gioco, allora ci si sceglie e l’amicizia non è più
casualità… diventa qualcosa di profondo, un legame che niente può spezzare.
Un fiore rosso con tre
petali a forma di cuore.
E’ il logo della neonata
associazione “Amici di
Silvia, Lisa e Roberta”.
Un simbolo che richiama
tutto l’amore che lega i
fondatori della onlus a
queste tre ragazze
galliesi, le cui vite sono
state spezzate da due tragici incidenti. Il 20 luglio
2001 la macchina su cui
viaggiano, insieme ad
amici, Lisa e Silvia, esce
di strada e per le due giovani
non c’è niente da fare. Il 7
aprile dello scorso anno, Roberta durante un corso di sci,
incorre in una caduta fatale.
Quel fiore rosso dai petali a
forma di cuore indica anche
tutto il bene che in nome e in
ricordo di queste tre amiche
si intende fare germogliare e
moltiplicare. Già dopo la scomparsa di Lisa e Silvia, in occasione del primo anniversario
del tragico evento (luglio
2002), si è dato avvio a Gallio
ad un torneo di pallavolo che
puntuale è tornato ogni anno
con una partecipazione e un
interesse sempre crescenti.
Un’iniziativa il “Memorial Silvia e Lisa” finalizzata alla raccolta di fondi con i quali si è
prima di tutto dato corso ad
adozioni a distanza di bambini in Kenya. Si è poi contribuito al sostegno di un orfanotrofio a Kiev, all’attività
della Casa del Pastore di
Asiago, al restauro del campanile del Santuario della
Madonna del Buso, all’attività del patronato di Gallio e all’acquisto di strumenti di
completamento per le
mammografie e per la diagnosi precoce dei tumori all’utero
per l’ospedale di Asiago.
“Con l’iscrizione ufficiale all’album delle onlus, avvenuta
il 14 gennaio scorso – spiegano i fondatori – si è
concretizzata l’idea nata subito dopo la morte di Roberta,
che insieme a noi organizzava
sempre il torneo di pallavolo.
In mente abbiamo un
sacco di progetti che con
la collaborazione di tutti
vogliamo via via realizzare”.
Una prima iniziativa
“sponsorizzata” dall’Associazione “Amici di Silvia, Lisa e Roberta” organizzata con lo Sci Club
Gallio si è già tenuta sabato 30 gennaio. Una
gara di sci denominata
“Memorial Roberta e Silvia” svoltasi alle Melette,
con la speciale partecipazione, come apripista, della campionessa di slalom gigante
Giulia Gianesini, cugina delle
due ragazze. Un evento dedicato allo sci e alla neve, vista
la passione per questo sport
che aveva Roberta, sciatrice e
maestra di sci, non poteva certo mancare. Tra i progetti per
il prossimo futuro c’è la crea-
Il Ristorante “La Tana”
e lo “Sporting Residence
Hotel” di Asiago organizzano una cena di beneficenza a favore dell’associazione “Amici di
Silvia, Lisa e Roberta”
in programma giovedì
25 febbraio 2010. Per
informazioni e prenotazioni rivolgersi presso il
ristorante osteria “La
Tana” ad Asiago, il bar
“Commercio” a Gallio e
la pasticceria gelateria
“La Piazzetta” a Gallio.
Il 13 e 14 febbraio c’è la Festa di San Valentino
In programma gara di salto e combinata nordica, serata di liscio all’Auditorium con gara di ballo, il carnevale sulla neve e la cena degli innamorati
Far rivivere a Gallio alcuni grandi appuntamenti di
un tempo, che richiamavano gente da ogni parte
dell’Altopiano: fra gli obiettivi della locale Pro Loco c’è
anche questo, cercare di ritrovare spensierati e allegri momenti di divertimento che un
tempo avevano fatto sì che si
dicesse “Gallio è sempre in festa”. E se non sarà possibile
ricreare proprio quella che
era l’atmosfera speciale di certi eventi aggregativi, ci si può
arrivare vicino, prendendo
spunto da ciò che avveniva un
tempo
e
adattandolo ai
giorni nostri. Per il
secondo
anno la Pro
Gallio organizza la
Festa di San Valentino, considerato il patrono invernale del
paese: un tempo, si dice fino
agli anni ’60, la ricorrenza si
festeggiava due l’anno, non
solo il 14 febbraio, ma pure
l’ultima domenica di luglio,
per fare partecipare alla festa
paesana anche i pastori che
salivano quassù durante
la stagione estiva. La
gente arrivava da
tutti i paesi
dell’altopiano,
portava
qualcosa
da mangiare, e si
ritrovava
a
pasteggiare e brindare insieme nei locali del paese.
Ed è nel ricordo di questa
unione di abitanti di paesi
diversi, che tutti gli
altopianesi sono invitati a
partecipare all’edizione
2010 della Festa, che si snoderà con un ricchissimo
programma nei giorni 13 e
14 febbraio. Sabato 13 si
t e r r à i l 1 ° Tro f e o S a n
Valentino con la gara di
salto presso i trampolini del
Pakstall alle 9.00 e la gara
di fondo alle 14.30 in località Ove; la sera dalle ore
21.30 presso l’Auditorium
serata di ballo liscio con
l’orchestra romagnola Luca
Zaccaria durante la quale
avrà luogo la gara di ballo. Domenica 14 “Carnevale sulla neve” presso le pi-
ste del Sisemol, a partire
dalle ore 14, con il ritrovo
delle maschere, la gara a
tempo di slitte e bob, la
premiazione della slitta più
caratteristica. Alle 18 si
terrà la s. Messa, quindi, a
partire dalle 20.30 è in programma la Cena degli Innamorati, presso i ristoranti Concordia, Gaarten, La Lepre Bianca e Valbella, con prenotazione
obbligatoria entro giovedì 11
febbraio presso i ristoranti stessi. Per informazioni si può chiamare il n. 347 1032282.
Silvana Bortoli
8
l’Altopiano
Sabato 6 febbraio 2010
13
Altopianesi a cinque cerchi
Una piccola mostra fotografica organizzata da “L’Altopiano” sarà aperta dal 12 febbraio nella
nostra sede in Via Monte Sisemol. Un omaggio a tutti i nostri atleti alle Olimpiadi dal ’36 ad oggi.
Massimo
Rigoni
Mario Gios, Gianfranco
Stella, Giovanni Gloder,
Michele Strazzabosco,
Floriano Martello, Lucio
Topatigh, Loris Vellar, Bruno Caneva, Giovanni
Paganin, Tito Tolin, Giorgio
Paganin, Massimo Rigoni,
Maurizio Carnino, Guidina
Dal Sasso, Enrico Fabris,
Giorgio Spiller, Daniele
Munari. Sono i nomi degli
altopianesi che hanno partecipato da atleti ai varie
edizioni delle Olimpiadi, dal
’36 ai giochi torinesi di
quattro anni fa. Settant’anni di storia sportiva, settant’anni che hanno appassionato, tenuto sulle spine,
indotto a invocazioni e sup-
Lucio
Topatigh
Tito Tolin
Aldo, Gianfranco e Roberto Stella
pliche e anche a qualche imprecazione
tra
gli
altopianesi che cercavano
in ogni modo di sospingere
i loro beniamini verso la
meta, verso l’arrivo, serbando nel cuore la speranza del
colpaccio. Sperando di vedere arrivare tra i nostri paesi e le nostre contrade quelle medaglie olimpiche ambi-
te, sognate, desiderate dagli
atleti di tutto il mondo.
Nomi scolpiti per sempre
nell’Olimpo, o forse più semplicemente nei nostri cuori,
che rappresentano anche
tutti quelli che, nonostante la
fatica, nonostante il sudore,
nonostante il sacrificio, non
sono stati chiamati a vestire
i colori azzurri nella mani-
festazione dei cinque cerchi.
Sacrificio, sudore e sangue
che non sono stati però spesi
invano perché le loro fatiche hanno sospinto gli
olimpionici a fare meglio, ad
allenarsi di più, a spingere
il loro corpo oltre i limiti.
E’ per questi campioni, e
come auspicio a Enrico
Fabris e Luca Stefani, che il
nostro giornale sta organizzando una mostra fotografica. Pochi scatti
per rendere omaggio
agli eroi del passato, a
chi ci ha emozionato,
fatto ridere, piangere,
sperare. A chi ci ha fatti
sentire uniti, fatti sentire
altopianesi. La mostra
verrà allestita nella sede del
nostro giornale in via Monte Sisemol, 9 (la casetta gialla davanti alla sede del distretto socio sanitario).
L’apertura sarà il 12 febbraio quando i nostri nuovi eroi
scenderanno nell’arena
olimpica, per se stessi, ma
anche per noi.
Impossibile dimenticare le
emozioni delle medaglie di
Enrico Fabris che hanno
scosso l’Altopiano quattro
anni fa. Così come è impossibile non immaginare come
fosse vibrante l’Altopiano
quando, in tempi meno mediatici, si cercava notizie dei
nostri
“eroi”,
del
piazzamento, di come “che
xè andà la gara”. Persone
che hanno portato alto il
nome di un territorio e di un
popolo e mostrato al mondo di che stoffa siamo fatti.
Di un popolo forgiato dal
sacrificio, dalla fatica e dal
duro lavoro. Un popolo in
pieno stile olimpico.
Gerardo Rigoni
8
Sabato 6 febbraio 2010
l’Altopiano
14
Fabris e Stefani a caccia di medaglie
Re Enrico alle Olimpiadi con quattro anni in più d’età, ma anche di esperienza.
“Sono tranquillo e consapevole che la preparazione fatta è buona ma, soprattutto, ho voglia di
combattere e di divertirmi sui pattini” – Luca Stefani, nella staffetta, può senz’altro dire la sua.
Cosa ti ha cambiato la vita?
“Le Olimpiadi di Torino”. A
dirlo, con ragione, è Enrico
Fabris alla vigilia della partenza per il Canada dove
sarà chiamato a difendere
ben due medaglie d’oro,
1500 metri e staffetta, ed
una di bronzo: quella sui
5mila.
Impossibile dimenticare
quanto
accaduto
sull’altopiano nel febbraio
del 2006 mano a mano che
da Torino l’Enrico “dei
Toccoli” si faceva strada a
suon di risultati rivelandosi
alla pubblica opinione in Italia e all’intero mondo sportivo. Un baillame mediatico
senza precedenti: lui assediato letteralmente da stampa, radio e tv con i giornalisti a caccia di qualche collega che ne sapesse un po’
sul suo conto.
Non erano molti in grado di
rispondere a tono, nemmeno in Italia: forse due o tre.
Chi scrive fra questi perché
nel mini-mondo della pista
lunga e di chi la raccontava
si aveva la sensazione di
avere finalmente trovato
l’uomo da medaglia. Mai
nessun italiano era riuscito
nell’impresa in ottanta e passa anni di “giochi”. Toccò
ad Enrico Fabris spezzare
l’incanto col bronzo sui
5mila per poi “dilagare” coi
1500 firmando in conclusione l’oro di maggior prestigio, quello della gara a
squadre, con Matteo Anesi
ed Ippolito Sanfratello.
Ricordato il tutto è indispensabile guardare avanti puntando l’attenzione su
Vancouver.
“Certo – dice il “poliziotto”
di Roana - le Olimpiadi di
Torino mi hanno cambiato la
vita. Sia economicamente,
perché mi hanno consentito
di comprar casa in altopiano
e di firmare contratti con gli
sponsor, fatto impensabile
prima dei “giochi” per noi
del pattinaggio. Quel che più
conta però – prosegue – riguarda quanto le gare di Torino mi hanno regalato in termini sportivi nel senso che
mi hanno regalato un posto
di prestigio nel contesto dello sport italiano. Come conseguenza positiva è arrivata
anche un po’ di popolarità,
soprattutto nel mio territorio, che, tuttavia, mai si è dimostrata un peso semmai un
motivo di soddisfazione ed
una forma di gratifica per la
fatica e gli sforzi richiesti dal
pattinaggio ad alto livello”.
C’è anche dell’altro? “Cer-
to. L’exploit olimpico - sottolinea ancora - mi ha garantito sicurezza e determinazione per dare il massimo
anche nelle stagioni successive tant’è che il mio obiettivo primario è sempre rimasto quello di restare ai vertici anche nella fase post-olimpica. A tal proposito - prosegue – posso dire di esserci riuscito ottenendo diversi
podi ai Campionati Mondiali, a quelli Europei ed in Coppa del Mondo. Non è stato
facile ma ho imparato una
cosa….”
Quale? “E’ molto più difficile confermarsi dopo aver
raggiunto il top: ho vissuto
periodi poco brillanti con
performance al di sotto del
mio livello dovute al fatto
che non sempre son riuscito a “coltivare” per bene la
fame di vittoria. Ora, ad un
passo da questi “giochi” posso dire di star bene. Sono
tranquillo e consapevole che
la preparazione fatta è buona ma, soprattutto, ho voglia di combattere e di diver-
tirmi sui pattini fattori, questi indispensabili per dare il
meglio di sé in ogni sport”.
Dunque niente pronostici da
parte sua: forse è meglio
così perché gli avversari
sinora incontrati in stagione
sono stati tanti ed alcuni di
loro si sono anche “mimetizzati” per essere al top dal
12 al 28 febbraio quando
sarà tempo di medaglie da
assegnare.
Sul piano tecnico la concorrenza in Canada sarà superiore a quella di Torino
2006. Lì lui era stato la sorpresa, ora deve confermarsi. Contesto completamente
diverso ma Enrico Fabris è
ancora…Enrico Fabris con
quattro anni in più d’età, ma
anche d’esperienza per cui
vietato vietare, all’interessato come a chi lo stima, di
pensare al podio.
C’è poi il discorso-staffetta
e qui subentra Luca
Stefani. L’asiaghese è alla
sua prima esperienza a cinque cerchi del resto fra i due
vi sono sei anni di differenza e, fra l’altro, lo stesso
Luca compirà 23 anni proprio in Canada essendo nato
il 20 di febbraio dell’87.
Sbarca a Vancouver con alle
spalle una stagione in crescendo di risultati ed è sicuramente una colonna per la
gara a squadre oltre a manifestarsi
sempre
più
competitivo sulle distanze
medio-lunghe. Vuole migliorarsi e l’occasione olimpica
è quella giusta per farlo. Certo nel pattinaggio in pista
lunga non bastano tanto lavoro alle spalle e “phisique
du ròle” bagagli, questi ultimi, già a sua disposizione.
Servono esperienza, condizione fisica ottimale il giorno della gara e…buona sorte. In generale come nei sorteggi pre-gara. Lui non si
sbilancia sull’esito della trasferta in riva al Pacifico però
in staffetta…
Renato Angonese
Gli uomini delle scioline e dei materiali delle squadre di salto speciale e combinata nordica
Federico Rigoni e Pietro Frigo,
da Asiago due skimen a Vancouver
La neve hanno imparato a conoscerla da atleti. Un’esperienza
diretta fondamentale alla quale
si sono aggiunti negli anni appositi
studi
e
tante
sperimentazioni che oggi hanno permesso loro di diventare
gli skimen delle squadre nazionali di salto speciale e combinata nordica. Gli asiaghesi Federico Rigoni e Pietro Frigo, in
questa veste, faranno parte della
spedizione italiana a Vancouver.
Il loro lavoro è quello di valutare tutte le caratteristiche del
manto nevoso e le condizioni
meteorologiche e tradurle in
giusto uso di scioline e materiali. Un lavoro oscuro quello
degli skimen, ma di grande responsabilità perché se ci
azzecchi e tutto va bene, ok,
ma se canni di brutto puoi compromettere l’esito della gara
anche dell’atleta più formidabi-
le. I materiali sono importantissimi, si sa. A parità di forze
rappresentano il particolare che
fa la differenza e in gare secche come quelle olimpiche avere ai piedi degli sci superlativi
conta ancora di più. A
Vancouver, come dappertutto,
gli skimen saranno i primi a
svegliarsi e a popolare i campi
gara. Durante e dopo le prove,
se piangeranno o rideranno,
nessuno o quasi se ne renderà
conto e sui podi non saliranno
anche se delle vittorie, se arriveranno, saranno veri e propri
artefici insieme agli atleti. Ci
vuol passione, tanta. Una dote
nella quale sia Federico che Pietro non difettano. Volano in
Canada con entusiasmo, convinti che le loro squadre possano fare bene, ma attenti a non
chiedere loro dei pronostici, non
si fa. Quante le cose che, per
scaramanzia, non si dicono: si
spera in silenzio, così come si
lavora.
“Per quanto riguarda il salto
speciale – dice Federico – la
squadra, almeno finora, è composta da tre atleti. Non ci sono
altopianesi. Per Michael
Lunardi, come per altri, serve
un lavoro in prospettiva. Il talento c’è, va coltivato nel giusto modo”. A Vancouver dunque saranno in gara Andrea
Morassi (Forestale), Sebastian
Colloredo (Fiamme Gialle) e
Roberto Dallasega (Fiamme
Gialle) guidati da Roberto
Cecon (Fiamme Gialle) allenatore responsabile, Jacub
Jurutek allenatore e Federico
Rigoni, aiuto allenatore e, appunto, skiman. “Tengo a sottolineare – dice Federico - anche il lavoro di preparazione
delle strutture-impronte degli
sci per il salto speciale che è
stato eseguito, con grandissima professionalità, da Giacomo Zaupa (Zaupa Moda) di
Malo, al quale ci appoggiamo,
con grande soddisfazione, vista la sua serietà e preparazione, da tre anni”.
Pietro Frigo invece ci presenta
la squadra di combinata, della
quale è lo skiman, composta da:
Alessandro Pittin (Fiamme
Gialle), Giuseppe Michielli
(Fiamme
Oro),
Luca
Rungalldier e Armin Bauer. Allenatore responsabile della
squadra di combinata è Romed
Moroder, l’allenatore per il fondo è Giuseppe Cheneti (Fiamme Oro), mentre per il salto è
l’austriaco Harry Rodlauer.
“Pittin è senz’altro l’atleta di
punta, ha vinto i mondiali junior
per due anni di fila e ai mondiali
senior l’anno scorso è arrivato
6°. Ma anche gli altri non
scherzano”.
A proposito di Pittin, c’è un particolare simpatico che riguarda
questo atleta: guardate bene il
casco che indosserà a
Vancouver perché è made in
Asiago, opera dell’artista dei
caschi Villi Povoledo.
Sia Federico che Pietro respi-
reranno per la prima volta in
assoluto l’aria della competizione a cinque cerchi. Pronti e
carichi, sono certi che sarà una
bella esperienza, comunque
andrà. “La possibilità di fare
buoni piazzamenti c’è, chissà
che al ritorno possiamo festeggiare qualche bel successo”.
Stefania Longhini
8
l’Altopiano
Sabato 6 febbraio 2010
15
Comunque vada,
vada, sarà
sarà un
un successo!
successo!
Comunque
Pagina a cura
di Silvana Bortoli
Ci siamo: il conto alla rovescia è quasi finito, si sta per aprire il sipario sulle
Olimpiadi di Vancouver. La sensazione è che siano proprio volati i quattro anni
passati da quei fantastici giorni di Torino 2006, quando l’Altopiano e l’Italia tutta
si sono ritrovati improvvisamente a condividere magici momenti di euforia e
gioia. Emozioni intense, impensabili alla vigilia: le meravigliose immagini di Enrico Fabris che scivola velocissimo e impeccabile sul ghiaccio, che si china emozionato mentre gli infilano le medaglie al collo, sono ancora vive nei nostri
occhi, ed è già tempo di una nuova olimpiade. Sull’Altopiano cresce la trepida-
“Enrico, vai... e spacca tutto!”
Una settimana prima della partenza di Enrico per Vancouver
il suo Fan Club ha organizzato
presso il bar Maya di Roana un
brindisi per augurargli “In bocca al lupo”: a festeggiarlo una cinquantina di persone, tra cui alcuni turisti. Lui è apparso tranquillo
e felice dell’affetto che i suoi
paesani,e non solo, gli hanno ancora una volta dimostrato. “Enrico, facci sognare!” hanno scritto i fedelissimi su un manifesto
appositamente preparato, ma
cosa si aspettano i suoi sostenitori?. “Ci auguriamo che possa darci ancora tante belle soddisfazioni - commenta
Consuelo Martello, presidente
del Fan Club - puntiamo naturalmente sulla “sua” gara, quella
dei 1500 metri. Cosa potevamo dirgli, se non “Enrico,
vai… e spacca tutto!” Sono
dodici le persone che voleranno
a Vancouver con il viaggio organizzato dal Fan Club, dal 19 al 28
febbraio, per incitare dal vivo
Enrico e Luca, fra cui il papà di
Enrico, Valerio, il fratello Nicola,
la fidanzata Anne, don Romeo e
altri due zii paterni. “Non è stato
facile organizzare la trasferta –
commenta Valerio Fabris - tra
prenotazioni di biglietti aerei,
biglietti per lo stadio e l’alloggio, anche se abbiamo iniziato
a pensarci con largo anticipo,
dando come scadenza d’iscrizione il termine di un anno prima dell’evento. Ma ora è tutto
a posto e non ci resta che partire!” Non è stato facile in questi quattro anni neppure tenere
in vita il Fan Club, nato spontaneamente proprio nei giorni delle
grandi conquiste di Torino: dopo
l’entusiasmo iniziale con tanta
gente che sembrava disponibile
a collaborare, a “lavorare” si sono
ritrovati in pochissimi, ciò nonostante, sono sempre riusciti a
organizzare nel migliore dei modi
trasferte per assistere a gare e
varie feste, tra cui quelle
riuscitissime al Palatenda di
Roana, con bellissimi momenti
di celebrazione dello sport, soprattutto altopianese, sotto varie
forme. Per tifare insieme, se-
guendo in compagnia le gare olimpiche, il Fan Club ha stilato un calendario con tappe in vari locali: il
13 febbraio alle ore 21 il ritrovo
sarà al Bar Centrale per assistere
alla gara dei 5.000 metri; sabato
20, per la lunga notte e la gara più
attesa, quella dei 1.500 mt, si è
pensato di cenare insieme alle ore
20 alla Baita Laghetto e godere poi
della musica dei Midnight Spaghetti in attesa dell’inizio della competizione; il 23 febbraio alle ore 21
il ritrovo sarà al bar Alpi per “la
lunga marcia dei 10.000” e il 26
febbraio alle ore 21 al bar Alla
Posta e al bar Maya per assistere all’inseguimento a squadre.
Non mancherà poi, grazie ad
internet, un costante contatto
tra i tifosi “sul campo” e quelli a
casa, con scambio di filmati,
foto ed emozioni in rete.
zione, pur nella consapevolezza che quelle emozioni resteranno uniche e irripetibili,
proprio perché inaspettate, travolgenti, fulminee, come l’incedere di Enrico sul ghiaccio.
Ma le aspettative sono ugualmente tante, anche se per scaramanzia pochi le esprimono. Chi è stato vicino ad Enrico in questi quattro anni sa che si è preparato alla sua
terza olimpiade nel miglior modo possibile, e che è più che lecito sperare che ci regali
nuovi entusiasmanti risultati. Tutti pronti per tifare, dunque, e non solo per Enrico,
perché assieme a lui ci sarà anche Luca Stefani, la cui partecipazione all’ olimpiade è
per noi ulteriore motivo di orgoglio.
Le impressioni dei familiari, gli auguri dei tifosi
Se i fan di Enrico sono ormai
belli carichi e azzardano
pronostici, ci va molto cauto
invece Valerio Fabris, e c’è da
capirlo, sbilanciarsi stavolta è
davvero difficile. “Prima di
Torino nessuno si aspettava
nulla, oggi è completamente
diverso, le aspettative si sono
moltiplicate, ci sono i precedenti
risultati da difendere, la pressione la sentiamo anche noi
familiari. Io so quello che ha
fatto Enrico in questi quattro
anni, nell’ultimo in particolare:
si è preparato come doveva, va
per fare meglio che può, puntando al podio come tutti gli
atleti che partecipano all’olimpiade, ci crede, e questo è importante. Ha avuto qualche
momento di crisi, è normale
aver bisogno di tirare il fiato,
ma ora è partito pronto e con
le giuste motivazioni, non dimentichiamoci però che ci vuole anche un po’ di fortuna, credo che a giocarsi il podio saranno in quattro o cinque, tutti
su un livello molto simile. Comunque la partecipazione a
un’olimpiade è già una grande
conquista di per sé, le gare sembrano come tutte le altre, ma è
il resto che dà sensazioni bellissime, anche da spettatori,
sono cose che non si possono
capire se non si vivono. Cos’ho
detto ad Enrico quando l’ho
salutato al momento della partenza? Niente di particolare, solo
<tu sai quello che vai a fare e
devi fare, siamo tutti con te>”.
E in casa Stefani? I genitori di
Luca non saranno a Vancouver,
dicono che inizialmente, anche
un po’ per scaramanzia, non si
erano preoccupati di cercare i
biglietti, ed ora non si trovano
più (anche se ci pare di capire
che …. non sia ancora detta
l’ultima parola!). In più Andrea,
che pratica lo stesso sport del
fratello maggiore, è stato convocato per il 27 e 28 febbraio
per partecipare alla gara internazionale Viking Race in Olanda, il che significa che mamma
Lorena e papà Giuseppe di
trepidazioni ne avranno un
bel po’ in questo mese di febbraio. “Non ci rendiamo
ancora bene conto di quel
che stiamo per affrontare –
commenta mamma Lorena
– Luca è partito sereno, felice e bello carico, ma è un
impegno non indifferente,
un’occasione che non arriva tutti gli anni, come può
essere per altre gare, dunque
l’imperativo è dare il meglio.
Per noi è una grande gioia,
non so dire se siamo più tesi
o commossi, o tante cose
insieme”. In prima linea a tifare per Luca ci saranno poi i
nonni Lucia, Bepi e Piero, gli
zii e cugini e naturalmente tutti
gli atleti della Sportivi Ghiaccio
Roana, con il fratello Andrea in
testa, che assieme a Giulia, Federico, Cristian e Nicola hanno
posato per la foto che pubblichiamo, prima di partire per
Pinè dove si allenano. Ma sono
tantissimi a pronunciare parole
di augurio per i nostri atleti: al
Bar Centrale di Roana un
gruppetto di paesani dicono
“Fateci onore!”, con la dichiarata speranza di veder replicati
i successi di 4 anni fa. C’è poi
chi avrebbe voluto vedere Enrico nel ruolo di portabandiera
per l’Italia, e chi sostiene che
va benissimo così, già l’esserci, a Vancouver, è un grande
traguardo. Altro “quartier generale” degli appassionati del pattinaggio velocità è alla Moda
Tal, dove non mancano poster
e copertine dedicate ai nostri
atleti, come mostrano Orietta e
Diego, che dicono di aver già
ordinato i rotoli di bandiera tricolore! E Diego, sempre disponibile quando c’è necessità di
sistemare le asole dei pattini dei
nostri campioni, aggiunge di
essere pronto a fare la valigia e
partire per il Canada in quattro
e quattr’otto, se solo riuscirà a
trovare i biglietti per assistere
alle gare. Non poteva mancare
l’augurio dei nostri sportivi, in
particolare dell’hockeista Michele Strazzabosco, già olimpionico
a Torino. “Quest’anno la responsabilità di rappresentare
l’Altopiano – dice – spetta a meno
persone, ma visto il successo di
Enrico 4 anni fa, i tifosi altopianesi
saranno ancor più uniti e coinvolti.ALuca, al quale noi dell’hockey ci siamo particolarmente
affezionati nel vederlo allo stadio
che, seguendo la sua passione per
la fotografia, immortala le nostre
azioni, vorrei dire che gli auguro
di portarci qualche importante
foto in cui sia lui il protagonista.
Ad Enrico dico invece di essere
sereno, perché anche se sente la
pressione delle tante aspettative
che si possono avere nei suoi confronti, lui la storia l’ha già fatta,
quindi tutto quello che riuscirà a
fare ancora sarà qualcosa in più”.
8
Sabato 6 febbraio 2010
Solidarietà, generosità, professionalità, operosità, amicizia.
Nel progetto, portato brillantemente a termine dalla comunità di Lusiana, per la costruzione della chiesetta per il nuovo villaggio di Villa Sant’Angelo, il paese abruzzese più
colpito, dopo Onna, dal terremoto del 6 aprile 2009, troviamo tutto questo. La solidarietà che nasce spontanea in occasione di grandi sciagure,
che spinge tutti a fare qualcosa per aiutare; la generosità nel
donare tempo, fondi ed energie; la professionalità che solitamente si esprime nell’occupazione quotidiana messa a
servizio di chi è stato sfortunato; l’operosità instancabile
nella concretizzazione del progetto; l’amicizia, forse la cosa
più importante, che poi resta
tra chi ha dato e chi ha ricevuto. Nel racconto dei volontari che sono partiti da Lusiana
e nella terra martoriata
d’Abruzzo, lavorando duramente sotto un tempo inclemente, hanno montato in tem-
l’Altopiano
LUSIANA
16
Una chiesetta tra le macerie
Realizzata a Villa Sant’Angelo, nel progetto “Ricostruzione Abruzzo”
grazie alla generosità e all’impegno della comunità di Lusiana
po record il prefabbricato realizzato nella sede di
Campomezzavia dalla ditta
Janco Sas costruzioni in legno
e bioedilizia di Passuello G. e
T., si percepisce ancora una
grande emozione. L’emozione data soprattutto dal contatto con la gente del posto, dal
vedere da vicino ciò che mostrano i telegiornali, ma soprattutto ciò che non mostrano,
nel toccare con mano il dolore di chi ha perso casa e magari anche qualche persona
cara, nel trovarsi in mezzo alla
desolazione di borghi distrutti
e abbandonati. Ma c’è anche
lo stupore nel trovare comunque grande calore e ospitalità. E l’orgoglio e la soddisfazione di guardare quella
chiesetta in cima al colle e poter dire: “L’abbiamo fatta noi!”
Thomas Passuello questa
chiesetta l’ha vista nascere
sulla carta e ne ha seguito la
realizzazione passo passo. Una
volta che Alpini e Protezione
Civile di Lusiana gli hanno
commissionato il lavoro, ci si
è buttato corpo e anima. Il progetto definitivo è nato da uno
scambio continuo di mail tra
lui e l’architetto Vincenzo
Tarquini. L’ingegner Angelo
Passuello si è occupato del
calcolo statico.
Tutti gli elementi del prefabbricato, una volta pronti, sono
stati caricati su camion e trasportati a Villa Sant’Angelo, a
625 chilometri da Lusiana.
“Siamo arrivati lì il 27 novembre e abbiamo cominciato la
costruzione il giorno dopo per
terminarla la sera del 4 dicembre, lavorando alacremente
sotto la direzione del caposquadra carpentiere David
Passuello. Non ci hanno fermato né il freddo, né la pioggia, che in quei giorni non ci
hanno dato tregua”. L’impianto elettrico è stato eseguito
dalla ditta Ronzani Impianti,
c’è stato poi l’intervento del
lattoniere Renzo Ronzani,
mentre i serramenti sono stati
a cura della falegnameria di
Mauro Cerato. Nelle immagini che riportiamo in questa
pagina, si possono vedere i nostri all’opera in alcune delle
fasi della costruzione. La
chiesetta è stata inaugurata,
con la partecipazione anche di
una delegazione lusianese, il 20
dicembre. “E’ stata un’esperienza molto faticosa, ma molto bella – dice Maurizio
Passuello, zio di Thomas e
consigliere del gruppo alpini,
membro di questa spedizione
– I ricordi di quei giorni ci resteranno nel cuore. Tutti co-
loro che hanno contribuito alla
realizzazione pratica di questo
progetto vanno ringraziati”.
Grazie allora a Thomas
Passuello, Maurizio Passuello,
Giovanni Passuello, David
Passuello, Oliviero Baù,
Gianluca Stella, Terenzio
Soardi, Egidio Silvestri, Lucio
Maino, Giacomo Scarsella,
Renzo Ronzani, Samuel
Ronzani, Davide Lupato, Giuliano Basso, Osvaldo Schivo,
Igor Passuello, Ivan Passuello,
Alessandro Ronzani.
“E – conclude Thomas – un
grazie a chi ci ha ospitato a
Villa Sant’Angelo e ci ha dato
una mano, a Fabio Passadoro
con il quale prosegue l’amicizia e che verrà a trovarmi con
la famiglia a Lusiana a San
Valentino, a Pierluigi Biondi e
Adamo De Michele”.
Stefania Longhini
8
Sabato 6 febbraio 2010
l’Altopiano
LUSIANA
La documentazione arriva troppo tardi
la minoranza chiede il rinvio del consiglio
La seduta del consiglio comunale che doveva svolgersi il 28
gennaio à stata annullata su richiesta del gruppo consiliare
di minoranza “Percorsi nuovi” che aveva rilevato una irregolarità nei termini di avviso alle forze politiche sulla riunione. Poiché i documenti ufficiali erano arrivati il 25 e non 5
giorni prima, come stabilito dallo statuto comunale, la minoranza ha rilevato un vizio di forma che ha fatto addossare la colpa ai dipendenti comunali. Il gruppo di minoranza
ravvisa anche che solo il giorno 26 gennaio è stato possibile
leggere gli elaborati inseriti al punto “3” dell’ordine del giorno
e relativi all’approvazione del piano comunale di Protezione
civile che, si afferma in un comunicato, doveva prima essere approvato dall’associazione che avrebbe così avuto la
possibilità di apportare eventuali modifiche e migliorie. “A
tal proposito – si legge nel comunicato – per rimediare alla
mancata consultazione da parte della maggioranza, abbiamo invitato in forma scritta i responsabili dell’Associazione
di Protezione civile di Lusiana, regolarmente iscritti all’albo
regionale, ad un incontro. L’intenzione è presentare loro gli
elaborati costituenti il piano, chiedendone il loro parere ed
eventuali suggerimenti migliorativi nel caso ne fosse bisogno”.
Il Consiglio è stato convocato per venerdì 5 febbraio e all’ordine del giorno non appare l’approvazione del Piano di
protezione civile che sarà probabilmente discusso prossimamente. Gli altri argomenti inseriti nell’ordine del giorno
riguardano la nomina dei revisori del conto consuntivo 2009
e 2010, l’approvazione di un ordine del giorno sulla fusione
delle scuole e un ordine del giorno proposto dall’Uncem.
Egidio Zampese
Rinnovato il consiglio
della Pro Lusiana
Incontro con l’autore
La Pro Lusiana ha rinnovato il consiglio direttivo. Presidente è stata
riconfermata Silvia Savio che aveva
assunto la massima carica mesi orsono
dopo le dimissioni di Fabio Ronzani. Segretari sono stati eletti Claudia Frello
e Antonello Fornasetti. Consiglieri sono:
Jenny Giolo, Franco Busa, Paolo Pivotto,
Fabio Dall’Olio, Davide Pozza, Maria Grazia Pozza, e Monica Stella.
E.Z.
Venerdì 12 febbraio alle 20,30 al
Palazzon è in programma, per la
serie di “Incontri con l’autore”
promosso dal gruppo “Albatros”
della biblioteca comunale, la presentazione del libro di Giovanni
Rattini “C’era una volta il trenino
dell’altopiano”. Interverrà Antonio Brazzale dei Paoli. Il libro fa
rivivere la storia della ferrovia a
cremagliera che collegava Piovene
Rocchette ad Asiago.
E.Z.
17
Perchè non succeda ancora
Serata culturale a Lusiana per ricordare lo sterminio
degli ebrei durante la seconda guerra mondiale.
Le amministrazioni comunali di Lusiana e di Conco quest’anno hanno voluto commemorare insieme il “Giorno della memoria”, organizzando in collaborazione con il Gruppo
Biblioteca Albatros venerdì scorso, 29 gennaio, un incontro
pubblico presso la sala del Cinema Comunale di Lusiana.
All’incontro, nonostante il tempo inclemente, ha partecipato un gremito pubblico che ha seguito la presentazione
con interventi e applausi di apprezzamento. La relazione
introduttiva è stata affidata al prof. Vittorio Andolfatto,
ex insegnante di storia e filosofia al Liceo classico di
Bassano, che ha presentato un cortometraggio realizzato
nel 2006 dagli studenti della Classe 2^ B del Liceo “G.B.
Brocchi” di Bassano del Grappa. Il video, intitolato “E
invece no…”, è risultato vincitore del concorso nazionale, indetto dal Presidente della Repubblica, “I giovani ricordano la Shoah”. In pochi densi minuti, gli studenti
sono riusciti a rendere il senso della Memoria, personificata da una giovane violinista che osserva sogni, desideri
e diritti che accomunano ragazzi di oggi e di ieri cui invece questi sogni, desideri e diritti sono stati negati dalla
Storia. Così scrivono gli studenti : “Giovani come noi,
nipoti di quanti sono passati tristemente alla storia con il
nome di “razza ebrea”, avrebbero potuto ora correre liberi sui prati, sorridere con gli amici, festeggiare lo Shabat
in famiglia, pregare nella sinagoga, amare ed avere figli.
E invece no…Tutto ciò non è stato possibile”. La memoria, come hanno dimostrato questi studenti, è anche la
capacità di riconoscersi e immedesimarsi nelle vittime cui è
stato negato il diritto alla vita in ogni sua espressione e, in questo modo, provare, sentire quasi sulla propria pelle, tutta l’assurdità di una tragedia che potrebbe accadere di nuovo, come
ci ricorda Primo Levi.
Egidio Zampese
Alessandro Ballan, il Campione di ciclismo con origini Altopianesi
Altezza importante, fisico
asciuttissimo con muscolatura
segnata e, soprattutto, un sorriso aperto e spontaneo: è così
che ti sorprende Alessandro
Ballan, Campione del Mondo
su strada 2008. Gli appassionati di ciclismo, ed anche gli
sportivi tutti, sicuramente ricordano le braccia alzate al cielo
e il suo entusiasmo quando, a
Varese, vinceva il titolo iniziando una fuga strepitosa e
inarrestabile a tre km. dall’arrivo, sorprendendo tutti i migliori
atleti del mondo presenti al
prestigioso appuntamento.
Quasi 30" inflitti al secondo arrivato, (per la cronaca ricordiamo un altrettanto strepitoso
Cunego che vinse la volata del
gruppo), sono un vantaggio
d’altri tempi in un appuntamento così importante . Una vittoria che ha cambiato letteralmente la vita di questo ragazzo, serio e genuino che, forse,
cela dietro quel sorriso un po’
di sana “timidezza”, ma che è
sempre disponibile verso il suo
pubblico e si propone ai
numerosissimi ammiratori con
garbo e pacatezza. E’ sulla bici
che “Ale” si trasforma e scatena una prorompente forza fisica supportata da grinta, coraggio, determinazione. D’altra
parte, non è il ciclismo uno
sport adatto a colui che non è
propenso alla fatica e a volte ,
anche alla sofferenza; non si
addice nemmeno a chi non è
pronto nelle scelte tattiche e non
è disposto a rischiare e a buttarsi nella “mischia” di una volata. E poi, pensiamo alla difficoltà di correre alle alte velocità raggiunte oggigiorno a volte sotto la pioggia, oppure al
freddo, e sotto la neve, situazioni ambientali avverse che si
incontrano a volte durante le
tappe Dolomitiche del giro
d’Italia! E’ uno sport per duri
insomma; e per coraggiosi.
Ho incontrato Alessandro Ballan
qualche giorno prima di Natale, alla Baita al Fungo, dove la
Signora Olga e il marito
Severino, assieme agli amici
ciclisti di Lusiana, hanno organizzato una cena , esaudendo il
desiderio di molti sportivi che
desideravano, da tempo, conoscere il Campione. Sì, perché
in Altopiano Alessandro ha
molti fans nonché amici e parenti, visto le sue origini : la
mamma infatti è della famiglia
Rossi in contrada Mori di Sasso di Asiago. Spesso, nella bella stagione, sale in allenamento
fin sulla Terra dei 7 Comuni e
si ferma al Fungo per un veloce saluto e per riempire d’acqua la borraccia prosciugata
durante la salita della Tortima.
E’ stato un piacevolissimo incontro, con la compagnia discreta del Campione, che si è
raccontato ed ha risposto alle
domande degli appassionati presenti all’incontro. Mi ha accompagnata a questa serata
una ciclista “doc”: Manuela
Gheller, nata in Belgio ma originaria di Foza che ha praticato per quasi due decenni
agonismo ad alto livello prima
in terra natale e poi in Italia, vincendo tante gare su strada e a
tappe fino al prestigioso e durissimo “Trofeo Coppi” Lei ha
fatto parte della prima generazione di donne a cui è stata data
la possibilità di cimentarsi in
questo sport, fino agli anni 80
di esclusivo dominio maschile.
Ora non gareggia più, è una apprezzata massaggiatrice sportiva in quel di Canove; sia lei
sia Tiziana e Marco, i suoi figli, si sono emozionati e quasi
commossi di fronte al campione in carne ed ossa; d’obbligo
per loro, come per tutti i presenti, l’autografo sul calendario” Ballan 2010", in prima pagina Alessandro tiene fra le
braccia le sue splendide bimbe
Azzurra e Serena; poi ad ogni
mese le foto delle vittorie più
belle e delle salite più famose.
Manuela si è informata su
aspetti più tecnici riguardanti
l’attrezzo bici, quantomai sofisticato e sempre più macchina
da corsa, sulla durata degli allenamenti, i notevoli carichi di
lavoro ed anche sull’alimentazione che, assicura Alessandro, è sempre abbondante e
completa, specialmente durante le gare a tappe.
Alessandro Ballan è nato a
Castelfranco Veneto, il papà è
un appassionato ciclista e indirizza il giovanissimo Alessandro e il fratello maggiore al ciclismo. Ma ad Ale piace anche
correre e si cimenta in gare di
atletica leggera. Sperimenta poi
lo sci di fondo e viene spesso
accompagnato a sciare
sull’Altopiano al Centro Fondo
Fontanella. Gli sci stretti gli
piacciono, e il ragazzo li fa scivolare veloci; ma poi, anche per
difficoltà geografiche, accantona lo sci per dedicarsi “all’unico sport che lo appassiona veramente”, diventando un
tutt’uno con la sua bici. A 9 anni
è già iscritto con l’U.C.
Giorgione; partecipa a numerose gare prima nella Marca, poi
fuori dai confini provinciali e
regionali, sostenendo una buona attività a livello nazionale. Nel
2004 passa al professionismo
con la squadra della LAMPRE
e inizia a collezionare una serie
di successi in gare prestigiose;
la più bella, confessa il Campione, è la vittoria nel 2007 al
Giro delle Fiandre e, nello stesso anno, anche il Gran Premio
di Amburgo. Ballan è ovviamente, per fisico e preparazione, più
un passista che uno scalatore
ed è attratto anche emotivamente dalle grandi classiche del
Nord, che hanno un fascino
particolare, forse perché il popolo Belga e quello Olandese
mangiano più pane e ciclismo
che non pane e calcio; la partecipazione e il coinvolgimento
del pubblico a queste gare, non
trovano eguali.. Nel breve volgere di tre anni la sua carriera è
diventata luminosa e culmina
con la conquista del titolo mondiale; un titolo che già sognava
ma che sembrava essere tropo
bello per avverarsi Un assaggio della forma strepitosa Ale
l’aveva avuto pochi giorni prima vincendo una Vuelta de
Spagna e poi, il sogno si è
concretizzato ed ha proiettato
il “nostro” Campione nel firmamento dei grandi.
Quest’anno Ballan è passato
alla B.M.C., la squadra Americana in cui milita anche Cadel
Evans il Campione del Mondo
2009 ; un passista ed uno scalatore appartenenti alla stessa
società si troveranno quindi
insieme a condividere fatica e
giochi tattici al prossimo Giro
d’Italia; c’è da scommettere che
la cosa sarà interessante. Per lui
in programma per la primavera
2010 c’è la Milano-Sanremo e poi
quasi tutte le prestigiose classiche del Nord, dalle Fiandre alla
Parigi.Roubex, alla Liegi-BastonLiegi Freccia Vallona, GandWewegen. In questo inizio di anno
si trova in California per un periodo di ritiro in clima caldo, poi ai
primi di febbraio si trasferirà nel
Katar per partecipare a delle gare
a tappe e per rifinire la preparazione in vista degli appuntamenti
primaverili. Una considerazione
va fatta: fino a qualche decennio
fa il cuore del nostro inverno rappresentava per i ciclisti, un periodo di riposo attivo; ricordo con
piacere Marino Basso e Gianni
Battaglin che trascorrevano parte del mese di dicembre fino all’Epifania, mantenendosi in forma con gli sci di fondo proprio
al Centro della Fontanella, aspettando che si calmassero i rigori
dell’inverno pedemontano prima
di rimettersi in sella. Ora si va a
svernare nei Paesi Caldi e praticamente si sta sulla bici tutto l’anno. Ci piace pensare in questi
giorni ad Alessandro sulle strade
della assolata California ma con
il pensiero che corre alla salita della
Rosina, alla fresca acqua della
baita al Fungo, alle strade di questa nostra Terra
Cimbra e al verde dei suoi prati, a
questo territorio che è meravigliosa palestra per corridori, fondisti
e ciclisti . Vai Ale! Quando seguiremo le gare in diretta e ti inciteremo, ti sentiremo, con un po’ di
presunzione, anche un po’nostro.
Che anche la stagione ti sia propizia!
Sonia Basso
8
l’Altopiano
Sabato 6 febbraio 2010
18
Su Marcesina interviene anche il Comitato per le proprietà collettive di Enego
ENEGO
Non c’è peggior consiglio di
quello non richiesto. E’ il
sentirsi continuamente dire
come si deve gestire la
montagna da chi la montagna non la vive che sta un
po’ sullo stomaco a Roberto Caregnato, presidente
del Comitato per le proprietà collettive di Enego. Suo
è il convincimento che solo
il montanaro sa, capisce,
sente quanto la sua terra
necessiti. Quasi come il
rapporto tra madre e figlio.
Rapporto similare di quello
del contadino con il suo
campo, il marinaio o il pescatore con il mare. Troppo
facile,
secondo
Caregnato, distribuire ammonimenti ed esortazioni la
domenica per poi far ritorno nelle proprie città. La
montagna bisogna viverla.
A far saltare la mosca al
naso a Caregnato è la con-
“Non serve che vengano a dirci
come dobbiamo gestire la montagna”
tinua discordia che ruota
attorno al progetto di
riqualificazione ambientale,
naturalistico, storico e turistico promosso dall’amministrazione comunale di
Enego utilizzando fondi provenienti dal finanziamento
previsto per i Comuni di
confine dall’accordo tra
Regione Veneto e Provincia autonoma di Trento.
Una discordia che mette
in contrapposizione l’amministrazione comunale e
chi la sostiene e il Comitato “Enego e la sua
Marcesina” che invece
contrasta la parte del progetto in cui si ipotizza la
realizzazione di numerosi
parcheggi: chi dice 800,
chi oltre 1200. Una discordia che sta inquinando l’atmosfera a Enego
con lettere anonime, attacchi personali, la diffu-
sione di maldicenze e calunnie.
“ N e s s u n a
cementificazione e nessun
“meschino scopo” sta dietro al progetto. Su questo
veglieranno i legittimi proprietari della Marcesina,
ossia i discendenti degli
antichi abitatori aventi diritto agli usi civici. Chi
sostiene che il progetto,
ancora in fase preliminare, per la riqualificazione
e tutela della piana è un
mega parcheggio o lo dice
per interesse o è in malafede. Ci sono già in giro
troppi perditempo ed amici di bacco che parlano a
vanvera ben sapendo
esattamente come stato le
cose. Il “meschino scopo”
è quello di regolamentare
il parcheggio nella tanta
decantata piana, ora sottoposta a parcheggio sel-
vaggio, senza nessun controllo, con migliaia di persone che calpestano il
sottobosco impedendo la
crescita della flora, allontanando la fauna, depredandola di tutti i fiori e
funghi che in essa vivono,
lasciando per contro
escrementi umani e rifiuti
sparsi un po’ ovunque”.
“ Vo r r e i r i c o r d a r e c h e
questo territorio sconvolto dalla grande guerra è
stato rimesso in vita con
il duro lavoro dei montanari e conservato fino ai
nostri tempi dagli stessi.
N o n a b b i a m o bisogno
quindi di sapientoni che ci
vengano dire cosa fare, lo
sappiamo benissimo e i fatti
lo dimostrano. Chi vuole visitare queste terre godendosi l’aria fresca ed ammirando il panorama è il ben
venuto basta che la rispet-
ti, che si porti a casa i propri rifiuti che lascino nel
bosco i fiori e i funghi e
soprattutto non pretendano
di insegnare ai montanari
cosa devono fare delle loro
montagne”.
Gerardo Rigoni
Finanziaria 2010
Le opportunità per i comuni di confine
Prosegue a pieno ritmo la preparazione dell’edizione numero 38 della Marciabianca, l’evento che nella passata stagione ha ripreso vita e slancio con un nuovo pool organizzativo
guidato dallo Studio Rx di Marostica, dall’Amministrazione
comunale cittadina e dall’asd B-Sport.
Confermato l’impianto base proposto nella passata stagione e che ha riscosso un notevole consenso tra i partecipanti: doppio tracciato di 25 e 50 km, un gran numero di servizi
e finale con pasta party, premiazioni ed intrattenimento nel
cuore di Enego. Un rilancio quello del 2009 che ha permesso l’ingresso nel circuito Master Tour come ultima prova
del calendario a tecnica libera. Oltre al rinomato circuito
italiano, tra le novità di questa stagione da segnalare un
nuovo evento che insieme alla Sportful Sprint dei primi di
gennaio e alla Marciabianca Kids inserita quest’anno nel
campionato provinciale FISI, fa parte del programma di
avvicinamento.
Domenica 14 febbraio, giorno di San Valentino sarà l’occasione per amare e vivere la splendida Piana di Marcesina in
un modo tutto nuovo: le ciaspole. Dalle ore 9.30 con partenza dal Centro Fondo Enego prenderà il via la prima
Ciaspolada in Marcesina, evento non competitivo inserito
nel programma della FIASP. Con la quota d’iscrizione di
soli 2 euro (8 con il noleggio delle ciaspole) si potrà passeggiare tra la neve nell’anello previsto dei 8 km. Per tutti il
ristoro lungo il percorso e finale. La ciaspolada è aperta a
tutti con un’età minima di 6 anni (per i bambini sino a 12
anni l’iscrizione è gratuita). Le iscrizioni già aperte si ricevono inviando tramite mail ( [email protected] ) o sms
(338.2746007) i propri dati e numero di ciaspole da noleggiare.
I percorsi saranno percorribili sino alle ore 15, questo per
permettere a tutti di vivere in tranquillità l’esperienza delle
ciaspole. Nel pomeriggio poi tutti ad Enego per la festa in
piazza di carnevale. Info su www.marciabianca.com.
Se ne è discusso a Enego. Toniolo: “Un incontro importante tra diversi livelli
istituzionali che hanno convenuto sulla necessità di fare squadra e seguire da vicino
l’evoluzione e gli aspetti applicativi di questa novità normativa”.
Circa 40 milioni di euro per i
comuni di confine. E’ quanto
prevede la legge finanziaria
per cercare di ridurre lo
sperequazione tra Comuni, in
particolare di montagna, di
Regioni a statuto ordinario e
le Provincie autonome. Una
vera boccata di ossigeno per
i piccoli comuni montani e di
valle che possono così sperare di realizzare opere e progetti che altrimenti non potrebbero vedere la luce. Progetti ed investimenti che servono soprattutto a far sì che
i montanari possano continuare a vivere in montagna
arginando quell’abbandono
antropologico che è alla base
poi
di
numerose
problematiche, dal dissesto
i d r o g e o l o g i c o
all’inselvatichimento delle
aree montane.
Di questo e di altro si è discusso ad Enego nell’incon-
tro organizzato dalla Provincia di Vicenza e dal Comune
altopianese sul tema “Progetti finalizzati allo sviluppo
economico e sociale delle
aree svantaggiate confinanti
con le regioni a statuto speciale”. Al convegno hanno
partecipato, oltre a numerosi
sindaci vicentini e bellunesi di
Comuni confinanti, l’assessore provinciale Costantino
Toniolo, l’on. Marino Zorzato
della commissione bilancio
della Camera, Gino Pante
dell’Anci veneto e Bruno
Scalzeri, portavoce dei comuni vicentini di confine. “E’
comunque una conquista
questa voce nella finanziaria
– ha spiegato Marino Zorzato
– Solo qualche anno fa era
impensabile che la legge finanziaria considerasse con
un capitolato specifico le
zone di confine con le province autonome. Poi si è vi-
sta una prima apertura con
una previsione di 10 milioni
di euro destinati a queste
aree per poi arrivare agli attuali 40 milioni”. “Soldi, tanti,
che necessitano di un ancor
maggiore coordinamento tra
i Comuni perché non vengano sprecati, e tanto meno
perché i piccoli comuni di
montagna non vengano travolti da una progettualità
calata dall’alto” ha però
ammonito Gino Pante,
dell’Anci veneto. Un ruolo
di coordinamento che la
Provincia di Vicenza ha
assunto immediatamente
delegando all’assessore
Costantino Toniolo il compito di coordinare lo sforzo
dei comuni e mettendo loro
a disposizione gli uffici provinciali per consulenze e
assistenze nello stilare i progetti.
“E’ essenziale procedere
uniti per cogliere le opportunità offerte, anzi i nuovi
ambiti di finanziamento prevedono una sempre maggior sinergia tra i comuni di
qua e di là del confine – ha
illustrato Toniolo – E’ comunque ironico il fatto che
da una protesta forte come
quella dei referendum per
il passaggio a Trento siano
scaturite progettualità e
collaborazioni tra i Comuni, cooperazioni che in passato sono mancate con difficoltà oggettive per i piccoli centri”. “E’ chiaro che
il coordinamento è arrivato
appena è giunto lo stimolo
– ha concluso il sindaco di
Enego Igor Rodeghiero –
Anche perché credo che
siamo spinti dallo stesso
spirito, quello di permettere ai montanari di continuare a vivere in montagna”.
Gerardo Rigoni
8
Sabato 6 febbraio 2010
l’Altopiano
19
Un concerto per San Valentino
CULTURA
In occasione della festa degli innamorati, torna ad esibirsi a Canove la pianista Alessandra
Fornasa. L’appuntamento, organizzato da Artemusica, si terrà in sala consiliare alle 17.30
Il suo è stato uno dei concerti più apprezzati
d e l l a s t a g i o n e e s t i v a 2 0 0 9 o rg a n i z z a t a
sull’Altopiano da Artemusica. Questa volta
Alessandra Fornasa è chiamata a dimostrare
tutto il suo amore per la musica proprio nella
giornata unanimemente dedicata agli innamorati. Per farlo la giovane artista si cimenterà
con le musiche di Mozart, Liszt, Schumann,
Debussy e Scriabin. L’appuntamento per tutti
gli “innamorati della musica” è per domenica
14 febbraio alle 17.30 nella sala consiliare del
Municipio di Canove.
Nata nel 1981 Alessandra Fornasa ha iniziato lo
studio del pianoforte a otto anni, diplomandosi con
lode al Conservatorio Arrigo Pedrollo di Vicenza.
Presso lo stesso istituto ha frequentato anche il corso di Didattica della Musica ottenendo nel 2005 il
Novità in libreria
Il difensore della
val d’Astico: il forte
di Punta Corbin
Il nuovo libro di libro di Leonardo
Malatesta sviluppa la storia
costruttiva e bellica del forte di
Punta Corbin, una tra le numerose opere permanenti della grande guerra che ancora si ergono
nel settore degli altipiani, tuttavia
una delle poche ad aver subito un
ottimale restauro conservativo ad
opera di privati proprietari.
Il volume, con le prefazioni del
generale Enrico Pino, Comandante del Comando Militare Esercito
Veneto, del generale Carlo Maria Magnani Presidente dell’Istituto del Nastro Azzurro e del direttore di Uniformi e Armi Furio
Lazzarini, tratta della storia del forte italiano. Il libro, 2° della
collana storica Le Sentinelle di Pietra, analizza nel dettaglio i
piani operativi, l’evoluzione dell’architettura militare attraverso
i secoli, soffermandosi sul modello costruttivo Rocchi utilizzato,
la costruzione utilizzando documentazione dello spionaggio
austroungarico, infine la prova del fuoco durante il conflitto
mondiale. Il capitolo centrale è quello delle operazioni belliche,
spiegando giorno per giorno i colpi sparati dalla batteria nel periodo maggio – luglio 1915, il periodo successivo e l’occupazione austroungarica del maggio 1916, quando nel corso della battaglia del Cengio, ci fu la morte in un combattimento dell’irredento
triestino Carlo Stuparich, medaglia d’oro al valor militare alla
memoria. A corredo della ricerca, ci sono molto cartine e schizzi inediti che seguono lo sviluppo dei lavori di costruzione della
fortificazione, ma anche le operazioni militari e della vita dei
militari all’interno di Punta Corbin.
(Edizioni Temi, Trento p. 328, • 25).
G.D.F.
diploma con il massimo dei voti. Insegna
pianoforte dall’età di 17 anni, approfondendo su se stessa e con i suoi allievi la
prassi esecutiva e le problematiche della
tecnica pianistica. Ha suonato in numerose formazioni cameristiche, dal duo al quintetto. In duo col violino si è esibita tra l’altro per la Società del Quartetto di Vicenza,
al Teatro Olimpico e per gli Amici della Musica di Bassano del Grappa. Sempre in duo
col violino sta attualmente curando il proprio
repertorio con il M° Dejan Bogdanovic. Come sempre l’ingresso al concerto sarà libero e al termine di
questo verrà offerto un piccolo rinfresco.
Gi.Ra.
NOTIZIE DAL MUSEO DELL’ACQUA
Nuova pubblicazione
sulla Grande Guerra
Esce in questi giorni una nuova rivista sulla Grande Guerra. La pubblicazione
trimestrale si dedicherà soprattutto all’aspetto storico
militare del primo conflitto
mondiale, su tutti i fronti, in Italia, in Europa e nel mondo,
nelle montagne come in pianura, nell’aria e sul mare.
Già dal primo numero si nota
che il settore degli altipiani è
ben rappresentato, con due
approfondimenti: il primo tratta il diario storico dell’alpino
Grendene, che concluse la guerra in località Ghertele; il secondo
studia i fatti del 3 giugno 1916,
con i Granatieri di Sardegna nella difesa di Monte Cengio. Il
sommario del primo numero:
Fronte mediterraneo, La Seconda Squadra Speciale navale
giapponese nel Mediterraneo Alberto Galazzetti. Biografie, La
strana guerra del sergenteAndré
Maginot, F-Xavier Bernard.
Fronte italiano, Dal diario di
Massimiliano Grendene alpino
del Btg. “Vicenza”, Giovanni
Dalle Fusine. 30 maggio - 3 giugno 1916: i Granatieri di Sardegna nella difesa di Monte Cengio,
Luigi Cortelletti. 1917: i 7 fucilati a San Vito di Leguzzano ora
hanno un nome, Giovanni Dalle
Fusine. Germania, La
Landsturm tedesca nella prima
guerra mondiale, Filippo
Lombardi. Rubriche: Brevi dalla Grande Guerra, Bibliofilia della
Grande Guerra, Portfolio fotografico. Hanno collaborato:
Ilaria Panozzo, Marino
Perissinotto, Angelo L.
Pirocchi.
Febbraio al Museo
naturalistico
Per il mese di febbraio il
Museo
Naturalistico
“Patrizio Rigoni” di Asiago
propone una serie di interessanti iniziative. Venerdì 12,
sabato 13 e domenica 14, nel
pomeriggio dalle 15 alle 18 si
terranno visite tematiche
“Natura e neve”. Lunedì 15.
Martedì 16 e mercoledì 17,
al mattino, dalle 9 alle 12,
escursioni con ciaspole alla
scoperta dell’ambiente
innevato. Per le escursioni è
necessario disporre di auto
propria per gli spostamenti e
presentarsi muniti di ciaspole
e bastoncini. Mercoledì 17,
dalle 14 alle 16, verrà proposta un’altra visita tematica.
Per informazioni e iscrizioni
rivolgersi all’Ufficio Turismo
del Comune di Asiago in
Piazza Carli. Telefono: 0424/
464081.
a cura del Gruppo Speleologico Settecomuni
A.A.A. “Avventurosi” cercasi
A cura del Gruppo Speleologico Settecomuni
Il Museo dell’Acqua è gestito dal Gruppo Speleologico
Settecomuni. Oggi sappiamo che è diventato una realtà
che funziona ma, noi del Gruppo, sappiamo anche che ci
impegna costantemente. Infatti, la nostra visione del museo, che fin dalla sua
ideazione è stato
“programmato”
come un luogo vivo e
ricco di attività ed
eventi, non ci consente di fermarci ad
ammirarlo, ma lo vogliamo in continua
evoluzione.
Durante il mese di
gennaio abbiamo iniziato la prima ristrutturazione, cercando di ottimizzare
gli spazi interni, spostando ed allargando le varie sezioni museali. Stiamo inserendo nuovi materiali
espositivi con diverse ambientazioni e, cosa non indifferente per noi, stiamo spendendo gli ultimi euro a
disposizione. Ci vogliamo presentare in una veste più
completa, più idonea ad una domanda che, dopo la
prima esperienza del 2009, possiamo dire stimolante.
Naturalmente i lavori al museo vengono fatti nel
nostro tempo libero che, in verità, non è mai molto, ma non vogliamo fermarci per strada; un po’
alla volta, passo dopo passo, ma dobbiamo continuare non solo per migliorare le sale, ma per realizzare concretamente le attività e gli eventi. Questa proiezione al futuro ci interroga anche sulle
nostre future forze e ci chiediamo quindi se, al di
fuori del GSS, ci possa essere qualche persona,
per così dire di “buona volontà”, che voglia collaborare con noi.
Gli argomenti trattati dal museo sono molti ed anche molto diversi tra loro; solo il filo conduttore
dell’Acqua li tiene uniti e questo permette, anche
a coloro che non hanno conoscenze specifiche, di
rendersi utili. L’esperienza della crescita di un
museo vivo può essere interessante sia per lo studente che per il pensionato e, forse, c’è proprio
qualcuno alla ricerca di un impegno materiale ma
soprattutto culturale, al quale dare il proprio apporto. Quindi, se qualche lettore di queste righe fosse
intenzionato ad intraprendere questa “avventura”,
venga a visitare il museo: potrebbe essere l’occasione che aspettava. Corrado Corradin
IL MUSEO DELL’ACQUA RIAPRE SABATO 6
FEBBRAIO CON I SEGUENTI ORARI :
sabato e domenica dalle 10,00 alle 12,30 e dalle 14,30 alle 17,00
8
Sabato 6 febbraio 2010
l’Altopiano
L’avvocato risponde – Domande, curiosità, approfondimenti di carattere legale
ETICHETTE. ILMADE IN ITALY E’
DAVVERO REALIZZATO IN ITALIA?
Mai come oggi, data la
massiccia importazione di prodotti da paesi
esteri e dato lo stabilimento di molti impianti
di produzione di ditte
italiane all’estero, è
importante saper leggere con attenzione le
etichette dei prodotti
che si vanno acquistando per rendersi
conto consapevolmente di ciò che si indossa, si mangia o si
dà da giocare ai nostri
figli.
Limitiamoci, in questa
occasione, alla normativa relativa al settore
tessile.
La normativa italiana
impone che l’etichetta di tali prodotti debba essere redatta in
italiano, oltre che essere chiara e ben leggibile. Vi
deve, infatti, essere riportata,
oltre alla ragione sociale del
venditore od il marchio registrato del prodotto, la denominazione delle fibre che li
compongono in ordine decrescente, nonché le disposizioni sulla loro manutenzione.
Quanto alle informazioni sulla composizione si ricorda che
vengono qualificati prodotti
“misti” i prodotti composti da
più fibre. Se almeno una fibra raggiunge l’85% in etichetta potrà essere indicata
solo questa, con la dicitura
“minimo 85%” o con la sua
percentuale in peso. In alternativa potrà essere riportata
la composizione completa del
prodotto (per esempio: cotone 85%, elastame 15%). Se
nessuna delle fibre componenti raggiunge l’85% sarà necessario indicare in etichetta la
denominazione e la percentuale di almeno due delle fibre
presenti in maggior quantità.
Le altre eventuali fibre potranno, invece, essere indicate
anche senza percentuale.
Quanto alla manutenzione ed
al lavaggio dei capi la legge
126/91 (poi confluita nel Codice del Consumo), dispone
che nelle etichette debbano
apparire istruzioni ed eventuali
precauzioni d’uso utili alla
fruizione ed alla sicurezza del
prodotto. Per il Ministero dell’Industria, Commercio e Artigianato ciò implica che sulle
etichette dei capi di abbigliamento debbano apparire indicazioni anche relative al lavaggio, indicazioni da dare in conformità alle disposizioni europee (si veda la circolare
ministeriale del 7/2/2001 che
fa riferimento alla norma tecnica europea EN 23758/93).
La normativa europea suddetta, infatti, impone l’utilizzo di
cinque simboli: per il lavaggio ad umido la vaschetta
(barrata se il prodotto non
sopporta il lavaggio umido)
con indicazione della temperatura massima di lavaggio o
del lavaggio a mano; per il
candeggio con cloro il triangolo (barrato se il prodotto
non sopporta il candeggio);
per la stiratura: sagoma di un
ferro da stiro (barrato se il prodotto non sopporta stiratura)
con indicazione della temperatura massima di stiratura;
per il lavaggio a secco il cerchio (barrato se il prodotto
non sopporta il lavaggio a secco) con indicazioni sul tipo
di lavaggio; e per
l’asciugatura a mezzo di
asciugabiancheria a tamburo rotativo un cerchio
inscritto in un quadrato
(barrato se il prodotto non
sopporta l’asciugatura)
con indicazioni sulla temperatura massima utilizzabile.
Sulla cosiddetta “etichetta
di origine”, invece, la legge
pare essere piuttosto carente
e confusa. Il Codice del Consumo imporrebbe a tutti i beni
posti in vendita l’indicazione
del Paese di origine in etichetta, quando questo fosse fuori
dall’Unione Europea. L’applicazione di tale disposizione
(art.6 comma 1 lettera c),
però, ad oggi rimane sospesa
fino all’emanazione del decreto attuativo, con la conseguenza che, di fatto, non
esiste un reale obbligo di
indicare il Paese ove il prodotto è stato effettivamente realizzato, sia esso comunitario o meno.
Per quanto riguarda il
“made in Italy”, attualmente l’unico parametro a cui
far riferimento è la normativa doganale europea (Regolamento CE 2913/92),
secondo la quale “una merc e a l l a c u i p ro d u z i o n e
hanno contribuito due o
più Paesi è originaria del
Paese in cui è avvenuta
l’ultima trasformazione o
lavorazione sostanziale,
economicamente giustificata ed effettuata in
un’impresa attrezzata a
tale scopo, che si sia conclusa con la fabbricazione
di un prodotto nuovo od
abbia rappresentato una fase importante del processo
di fabbricazione”.
Pertanto, pare evidente che -salvo casi particolari- l’indicazione
di origine potrebbe
essere meramente indicativa, in quanto un
prodotto “Made in
Italy” potrebbe benissimo esser stato realizzato in più Paesi
(salvo, ovviamente, la
certificazione del prodotto “interamente
fabbricato in Italia”,
oggi opzionale).
Va detto, però, che la
legge italiana punisce
chi usa la dicitura
“Made in Italy” in
modo improprio, rispetto al criterio detto sopra, o comunque
chi dà indicazioni ingannevoli
sul luogo di provenienza dei
prodotti. Il D.L. 135/2009,
infatti, ha introdotto, accanto alla tutela della dicitura
“Made in Italy” una dicitura
riservata a prodotti interamente fabbricati in Italia (dalla progettazione alla realizzazione)
prevedendo sanzioni penali
per chi la dovesse utilizzare
indebitamente. Si tratta dei
marchi “100% Made in
Italy”, “100% Italia” e “Tutto Italiano”, utilizzabili - a differenza del classico e semplice “Made in Italy”- solo se
tutta la realizzazione è realmente avvenuta in Italia. Vi è,
inoltre, all’esame del Parlamento un disegno di legge che
si propone di ridefinire l’indicazione “Made in Italy”, permettendone l’uso unicamente per prodotti finiti per i quali le fasi di lavorazione “hanno avuto luogo prevalentemente nel territorio nazionale e in particolare se almeno
due delle fasi di lavorazione
sono state eseguite nel territorio medesimo e se per le
rimanenti fasi e’ verificabile
la tracciabilità”.
Avvocato Serena Baù
I lettori che vogliano
sottoporre domande su
qualsiasi questione di
carattere legale al nostro
avvocato possono inviare
una mail all’indirizzo
[email protected]
o scrivere a “L’avvocato
risponde – Giornale
Altopiano, Via Monte
Sisemol, 9 36012
Asiago (Vi)”
20
LA RUBRICA DELLA PSICOLOGIA
Fare del bene richiede preparazione:
le tre anime del volontario
Approfitto di questo numero
del giornale per sintetizzare e
aggiungere qualche osservazione sul breve incontro che
mi ha visto come illustratore
del Progetto “Pronti…via!” di
Avis Altopiano per i volontari
del Patronato di Asiago, svoltosi pochi giorni fa negli accoglienti nuovi spazi del bar. L’incontro con i protagonisti della
vita associativa parrocchiale è
servito per stimolare e far riflettere i numerosi presenti sui
bisogni formativi e sul ruolo
educativo del volontario al cospetto dell’importante incarico
di creare relazioni significative
con ragazzi preadolescenti e
adolescenti.
Il mio esordio ha voluto essere
leggermente provocatorio,
chiedendo che spazio mi era
concesso. Alla proposta di vedermi dedicata mezz’ora, il
mormorio generale mi ha immediatamente suggerito di
chiedere quanto tempo i volontari dedicassero ai bisogni dei
propri ragazzi; calato il silenzio,
ognuno sembrava per un attimo intento a riflettere sulla propria reale disponibilità all’ascolto. Interrompo l’imbarazzo offrendo un nuovo spunto, il logo
che rappresenta il progetto. È
il classico omino stilizzato che
corre, tipico delle icone olimpiche. Sottolineo che troppo
spesso il volontario è persona
che non ha sufficiente tempo
per fermarsi a riflettere, tende
ad essere imbrigliato nella dimensione del fare, perdendo
quella dell’essere; eppure, nel
ruolo di educatori, il momento
della crescita personale e del
contatto con se stessi è imprescindibile punto di partenza. Chi
corre troppo può perdere di
vista gli obiettivi educativi, le
finalità del proprio compito, diventando mani al servizio del
bene, senza che ci sia, a monte, un cervello pensante. Non
fraintendetemi, so per esperienza personale che il fine ultimo
del volontario è vedere i frutti
del proprio impegno; altrimenti
non ci sarebbe un senso compiuto nel dedicare così tanto di
sé al prossimo. Tuttavia, ritengo che la formazione personale è un elemento essenziale per
qualificare il volontario. Sempre di più infatti gli studi
sociologici e psicologici dimostrano che il mondo
del’associazionismo solidale sta
cambiando tanto da chiedere
sempre più alle persone di acquisire competenze e abilità per
essere all’altezza della situazione. Non confondiamoci; i ruoli
rimangono netti e non devono
dare adito a una non corretta
“professionalizzazione” nella
presa in carico di situazioni di
disagio; tuttavia, il volontario
spesso rientra in quel gran
calderone di attività che hanno
a che fare con la relazione
d’aiuto. Inoltre, molto spesso i
volontari che lavorano con
bambini e ragazzi costituiscono dei punti di riferimento im-
portantissimi per loro perché
entrano nelle trame della loro
vita, ne condividono l’intimità,
le fragilità, le incertezze, le
potenzialità. Chi è educatore,
animatore, catechista, capo
scout, si assume una responsabilità educativa enorme, tanto che il rapporto che s’instaura con il preadolescente e l’adolescente può diventare tanto
profondo e coinvolgente da
costituire un’alternativa (non
sostitutiva) a quello genitoriale.
Vista l’importanza del ruolo,
appare auspicabile dedicare del
tempo al formare la propria
persona perché essa stessa
strumento educativo attraverso cui si fa del bene. Le relazioni d’aiuto e il volontariato
passano attraverso il nostro
sentire, la nostra storia, la nostra identità, il nostro sistema
di valori.
Considero il volontario un essere con tre anime. La prima
anima è la persona; l’uomo o la
donna dietro la veste del benefattore. È l’entità che accetta il
compito di darsi agli altri, con
energia, pulsione, fame di amore. È la parte energetica, la somma delle emozioni e delle motivazioni che costituiscono il
motore del volontario. Guai ad
esaurire quella vena feconda,
guai a perdere le motivazioni
originarie che ci hanno spinti
ad intraprendere la strada del
far del bene al prossimo, pena
l’esaurimento o, peggio ancora, il burn out. Far crescere
quest’anima appare compito
evolutivo connaturato con le
nostre potenzialità e le nostre
finalità ultime. Diventare persone migliori implica incontrare,
conoscere, pensare, muoverci
(ricordate l’omino?) continuamente dalle nostre posizioni. È
un compito esistenziale dal quale il volontario non può esimersi. La seconda anima è quella
relazionale, è l’insieme di capacità e di atteggiamenti che si
mettono in gioco nell’area sociale dei rapporti con gli altri.
Del resto, si è volontari (non si
fa volontariato) perché si vuole propendere verso il prossimo. Affinare la capacità di
sintonizzarsi con gli altri, migliorare le capacità empatiche
e di ascolto, saper affrontare
temi difficili con persone che
soffrono o che incuriosite si
affacciano alla vita è essenziale
per chi vuol far del bene. Molte sono le possibilità di acquisire nuove competenze a riguar-
do, attraverso esperienze, lezioni, esercitazioni, attività guidate. La terza anima è la più concreta. Riguarda i mezzi e gli
strumenti con cui si cerca di
realizzare obiettivi. Sono le abilità apprese, gli espedienti, le
tecniche, i comportamenti finalizzati che arricchiscono “la
cassetta degli attrezzi” del volontario e lo distinguono dal
neofita alle prime armi. Dicendola all’anglosassone, è il
know-how che permette di essere efficaci, preparati, esperti
in quello che si vuol portare a
termine. Ovviamente, incrementare le competenze tecniche passa attraverso lo studio,
la messa alla prova, il confronto, la documentazione, lo scambio informativo, l’utilizzo di
materiale didattico, eccetera.
Detto questo, non mi resta che
concludere con una riflessione
personale. La mia esperienza in
qualità di volontario mi ha fatto
capire come le motivazioni, le
capacità, le diversità delle persone che si incontrano in questo così ampio mondo sono
talmente numerose che il rischio è proprio quello di perdere identità e di non riconoscersi l’un l’altro. La formazione, la condivisione di conoscenze e di tecniche, la riflessione
personale può costituire in questi casi un collante fondamentale per poter collaborare e rendere efficaci i nostri sforzi. Credo perciò sia importante valorizzare le differenze ma allo
stesso modo partire con una
base comune per non rischiare
di frammentarci e di rimanere
soli senza un disegno d’insieme. D’altro canto, essere volontari significa anche, e sempre, rimanere aperti verso il
prossimo.
Stefano Rigoni,
Psicologo
Psicoterapeuta Cognitivo
Comportamentale
Tel. 338.2919597 – E-mail:
[email protected]
8
Sabato 6 febbraio 2010
INLINE
pagina a cura
di Stefano Angonese
Si può essere secondi in classifica e non essere tranquilli?
Se la squadra si chiama Rigoni
di Asiago Vipers la risposta è
sì. La scoppola presa contro
la capolista Edera Trieste,
unitamente al fisiologico calo
che la squadra altopianese
paga dopo le feste natalizie e
a qualche nervosismo e malumore di troppo all’interno
dello spogliatoio, hanno complicato non poco il cammino
in queste ultime settimane, in
cui, comunque, sono arrivate
due preziose vittorie ai danni
di Civitavecchia (6-3) e
Vicenza (2-6).
l’Altopiano
Asiago Vipers: sempre al secondo
posto, ma il periodo non è semplice
Nel primo caso, tuttavia, il successo aveva lasciato soprattutto una scia di perplessità ed
interrogativi sul reale stato di
salute dei campioni d’Italia,
molto a corrente alternata sul
piano del gioco ed assolutamente negativi nell’atteggiamento. Campanelli d’allarme
in piena regola che, alla vigilia
di un altro delicato appuntamento (il derby con Vicenza),
avevano anche indotto il presidente-allenatore Fabio Forte a valutare l’ipotesi di farsi
da parte (come tecnico) nell’eventualità di un’altra prestazione sotto il minimo sindacale. « Se non dovessi riscontrare una minima reazione
a questo brutto periodo nemmeno contro Vicenza, lo intenderei come un segnale di
poca fiducia nei miei confronti da parte della squadra; non credo convenga
a nessuno dei due (allenatore e squadra) cambiare in questo momento
della stagione, ma a mali
estremi... ». Così si era
espresso attraverso il sito
internet ufficiale dalla società. Fatto sta che i Vipers
hanno reagito, superando indenni la sfida con i Diavoli,
fermati anche dalla troppa
imprecisione sotto porta e da
un Penko vecchia maniera
che ha dato sicurezza ai
compagni, protagonisti di
una prova, nonostante le
numerose assenze, tutto sommato positiva ed in cui le individualità hanno fatto la differenza. Nulla di clamoroso, sia
Hockey Inline Serie A2
Il Padova del “Maro” in vetta
Probabilmente non voleva essere da meno del suo amico, e
compagno di colazione ogni
mattina, Cristian Rela, in testa
alla Serie A1 con l’Edera Trieste. Battute a parte, in questo
momento merita attenzione anche il campionato di Serie A2,
orfano quest’anno di una compagine altopianese in seguito al
forfait del “farm team” Vipers,
ma guidato, in beata ed inaspettata solitudine, dal Padova allenato da Riccardo Marobin. Lui,
che nelle ultime due stagioni aveva diretto la seconda squadra di
casa Vipers ad altrettante promozioni nella massima serie,
senza però vederle poi
concretizzate.
In estate la scelta di interrompere il rapporto con la società di
inline più titolata d’Italia e la decisione di scendere in pianura, a
Padova, e vivere una nuova
esperienza come tecnico della
compagine di A2 con una
supervisione sull’attività giovanile dove l’Under 20 è sotto la
21
sua ala.
« Sono al settimo cielo in questo momento – racconta il
“Maro” –. Ho preso in mano
una squadra che nell’ultima
stagione aveva stazionato
appena sopra la linea della
salvezza. La società, molto
presente e vicina a tutti noi,
mi ha dato fin da subito carta
bianca, lasciandomi la possibilità
di
lavorare,
svecchiando l’organico ed
inserendo in pianta stabile i
nostri ragazzi. Abbiamo una
terza linea giovanissima. La
risposta è stata oltre le aspettative ed i risultati di conseguenza. Credo che uno dei
segreti sia il “fare gruppo”.
E’ quello che ho imparato
negli anni trascorsi con i
Vipers e l’ho portato con me
in questa avventura. A Padova sto portando avanti quel
famoso progetto-giovani che
ho sempre sognato. L’impegno è notevole (tre volte la settimana, ndr), ma ne vale la
pena ».
Nell’ultimo turno la formazione
di Marobin ha espugnato la pista
di Empoli, confermandosi in vetta da sola. In questo fine settimana il turno di riposo; poi al rientro sarà sfida-verità sulla pista del
Cittadella (a trazione altopianese
vista la presenza delle ex “vipere” Lamonaca, Strazzabosco e
Pertile).
Serie A2 – classifica: Padova
* punti 22; Cittadella * 19; Empoli
e Montebelluna * 16; Latina 12;
Spinea 8; Massa 6; Catania * 0.
* una partita in più.
Coppa del Mondo Veterani: l’Altopiano
potrebbe pattinare in prima linea.
Lucio Topatigh, Franco Vellar, Riccardo Marobin, Stefano Segafredo, Riki Tessari, Fabio Rigoni
e la lista potrebbe continuare ancora. Una vita, sportivamente parlando, passata a giocare ad
hockey, ghiaccio prima, inline in seguito. E proprio la passione per questa disciplina, che non
tramonta mai nemmeno quando si diventa più maturi (con buona pace soprattutto delle mogli),
potrebbe spingere alcuni di questi giocatori altopianesi (unitamente ad altri sparsi nell’Italia
hockeistica) a scendere in pista ancora una volta per difendere i colori azzurri nella prima edizione della “Coppa del Mondo veterani”, in programma a Bisley (Inghilterra) dal 28 al 30 maggio
prossimi. Un evento dedicato rigorosamente ai maggiori di 38 anni, questa l’età minima per poter
partecipare, a cui la selezione italiana vorrebbe prendere parte. In queste settimane un gruppo di
persone sta lavorando per rendere possibile la presenza della squadra alla manifestazione, cercando di verificare disponibilità dei giocatori, del tecnico (nel mirino ci sarebbe Cristian Rela,
attuale allenatore dell’Edera Trieste) e dello staff al seguito, i costi dell’intera operazione
(autofinanziata, almeno in gran parte) e pianificare le tappe di avvicinamento. Ed Asiago (e lo
stadio Odegar), in quest’ottica, sarebbe, insieme alla piemontese Monleale, una delle sedi individuate dai promotori per ospitare in maggio uno dei raduni in vista del viaggio oltre Manica.
chiaro, ma la squadra è tornata più “operaia” ed umile.
Una vittoria importante per
eliminare Vicenza come concorrente per uno dei primi due
posti e naturalmente per restare nella scia dell’Edera, che in
questa fase ha un calendario
davvero morbido.
Una vittoria che ridà serenità
all’ambiente, ma che dovrà
essere confermata anche nelle
prossime partite in programma: sabato 6 febbraio in casa
con il temibile Arezzo ed una
settimana dopo nella trasferta
di Milano, che all’andata
impose il pari alle “vipere”.
Probabilmente le ultime due
salite, a cui si aggiungono
la trasferta di Ferrara e l’insidioso recupero a Roma
con il Civitavecchia, prima
di una ripida discesa fino al
termine della regular
season. « Arezzo arriverà
per giocarsi l’ultima
chance di rientrare nella
lotta per il secondo posto
– dice Fabio Forte – e per
questo l’incontro di sabato potrebbe rivelarsi complicato, ma il derby mi ha
dato comunque risposte
confortanti. Siamo tornati
efficaci, anche se mi auguro che non ci siano cali d’intensità; sarà mio compito
motivare i ragazzi e tener
vivo l’aspetto caratteriale
esibito contro Vicenza ».
In Serie B prosegue il dominio
degli Asiago Vipers, gli
“Amatori”, che nell’ultimo turno hanno vinto (4-8) anche il
derbyssimo di ritorno, “in casa”
degli Asiago Black Vipers.
Partita che si era aperta nel
segno dei “men in black” (2-0
dopo 1’20"), ma alla distanza
è uscita la maggior qualità della capolista, che, trascinata
dalle giocate di capitan Francesco Rigoni, ha ben presto rivoltato l’incontro, portandosi
avanti già all’intervallo (2-4) e
quindi fin sul 2-8 prima di subire, nel finale, il parziale ritorno
degli avversari.
Alla fine, comunque, “terzo
tempo” di festa come nella
migliore tradizione Vipers. Nel
weekend impegno senza patemi per la formazione leader
del girone, che ospiterà il
fanalino di coda Padova; di ben
altro spessore, invece, l’appuntamento per i Black, attesi dalla decisiva trasferta di Verona.
LE CLASSIFICHE.
Serie A1. Edera Trieste punti 36; Rigoni di Asiago Vipers
* 31; Arezzo ** 26; Milano 24 Quanta 25; Caoduro Diavoli
Vicenza * 23; Civitavecchia *** 21; Ferrara 17; Monleale
e Modena 10; Polet Trieste 7; Torino * 6. (* una partita
in meno; ** due partite in meno; *** tre partite in meno)
Serie B (girone “C”). Asiago Vipers punti 18; Asiago Black
Vipers e Verona 12; Aquile Bassano 9; Caoduro Diavoli
Vicenza 3; Ghosts Padova 0.
8
Sabato 6 febbraio 2010
l’Altopiano
22
Giulia e la sua stagione che verrà
SCI
Dopo l’esclusione dalle Olimpiadi, l’atleta di Gallio si concentra sulla Coppa Europa e cerca
di preparare al meglio gli assoluti di marzo, con chiari obiettivi in testa per l’anno prossimo.
Memorial “Roberta e Silvia”
nel segno dell’Us Asiago Sci
Tanti amici e molti conoscenti di
Roberta e Silvia Gianesini sono
arrivati a Gallio anche da molto
lontano per ricordarle come a
loro sarebbe senz’altro piaciuto.
Sull’Altopiano ad accoglierli una
splendida giornata oltre un buon
numero di sciatori locali. Questo
lo spirito con cui una settantina di
concorrenti si sono impegnati
sulla pista “Salto degliAlpini” alle
Melette in un “gigante” a manche unica organizzato dallo Sc
Gallio a ricordo delle sorelle di
Gallio entrambe vittime di un
destino più che mai crudele. Silvia è scomparsa qualche anno
fa in un incidente d’auto, mentre
Roberta la scorsa primavera
sulla pista bolognese di Corno alle
Scale ha perso la vita per un
banale quanto tragico incidente
sciistico. L’azzurra Guila
Gianesini loro cugina e particolarmente legata a Roberta (si allenavano spesso assieme) è scesa come apripista dando quindi
il via ad una manifestazione per
la quale si prospetta già una migliore e più importante collocazione per la stagione prossima. La gara è stata vinta da
Nicole Dal Pozzo (US Asiago
Sci), secondo posto per Julia
Villanova (Sci Club Lusiana
Monte Corno), terza Giulia Da
Corte (S.C. Croce D’Aune).
R.A.
Olimpiadi Masters
Martini fa incetta di medaglie
Le prime Olimpiadi Masters, si
sono svolte dal 25 al 31 gennaio
scorso, in un Altopiano davvero
incantevole, a due passi dall’Italia, in Slovenia ed esattamente a
Bled. A rappresentare non solo i
7 comuni, ma l’Italia, c’erano:
Ceccato padre e figlio di Enego,
Roberto Martini, Alessandro
Rigoni e Giannantonio
Strazzabosco di Asiago, solo i
primi tre tuttavia hanno guadagnato podi. Ceccato padre, ovvero Gino, del 1952, ci ha abituato a risultati meravigliosi, in
questa occasione però anche il
giovane Mirko, classe 1976, non
ha voluto essere da meno e,
solcando degnamente le orme
del padre, si è aggiudicato anche uno splendido oro. Con
senso di reverenza tuttavia i
Ceccato
riconoscono
all’asiaghese Roberto Martini
il posto di protagonista in queste prime Olimpiadi Masters.
Un dovere riconoscere un posto di spicco al grande Martini,
loro caro amico; Gino gareggia con lui fin dal 97, quando
in Svizzera, sono iniziate le
gare Masters. Un Martini,
classe 1941, che ormai si trova a competere con ragazzi
che potrebbero essergli nipoti,
ma che di lui non riescono ancora ad avere ragione. Si arrabbiano i giovani “nipoti”, ma
poi, con lo spirito solidale che
contraddistingue i fondisti, si inchinano e ammirano quella sua
tenacia, il suo fisico sicuramente aiutato dalla natura , ma anche molto ben allenato, il suo entusiasmo che sa contagiare chi
gli sta intorno. Un verbo poco
frequente nel linguaggio corrente e soprattutto sportivo, che si
addice però al grande atleta
masters asiaghese, me lo suggerisce con affetto proprio
Gino Ceccato, un’espressione
che, più calzante e migliore, per
rendere l’idea, non c’è:
“Quando vince, Martini giubila e non si può che giubilare
con lui!” Questo atletico giovanotto di quasi settanta anni,
5 volte nonno, uno che si gode
lo sport e che dà la forza anche
ai più giovani, simbolo del Gruppo Sportivo Alpini diAsiago, ha
saputo fare man bassa di medaglie: bronzo nella 5 Km tecnica
classica, argento nella 10 Km
tecnica Libera, come nella 20
Km TL e nella staffetta 3 x 5
Km. Insomma una trasferta, una
partecipazione sicuramente importantissima sotto il profilo umano, come spesso nello sport più
sano avviene, perché ha consolidato amicizie e legami, ma anche sotto il profilo sportivo non è
stata certo da meno. I nostri
fondisti hanno saputo aprire ancora una volta una breccia nell’incontrastato dominio degli atleti russi e scandinavi. Gli
eneghesi Gino e Mirko Ceccato,
portabandiera del Centro sportivo Bassano diretto da Sergio
Rigoni , hanno anche loro raggiunto risultati importanti, successi dal sapore ancora più
dolce perché inaspettati, fino
all’ultimo infatti i nostri atleti
non sapevano se partire, se
partecipare, il dubbio sulla preparazione, l’eccessiva modestia, che a volte rischia di far
perdere occasioni. Ed invece
la partecipazione c’è stata, il
viaggio è stato intrapreso ed i
risultati sono fioccati più abbondanti e preziosi cha mai!
Gino, categoria M6, in queste
Olimpiadi ha collezionato 3
fantastici argenti: nella 15 Km
TL , nella 30 km sempre a tecnica Libera e nella staffetta
3x5 con il veronese Guido
Masiero (che nella cat. M5 ha
conquistato un oro sia nella 15
Km Tl che nella 30 Km TL,
classificandosi al 3° posto assoluto di categoria) e l’inossi-
dabile Martini. Anche per
Mirko questa esperienza
olimpionica è stata ottima, nella categoria M1 ha vinto uno
splendido oro nella 30 Km tecnica libera, mentre nella 15
Km, sempre a tecnica libera,
si è aggiudicato l’argento.
Come spiega Gino: “Siamo
partiti all’ultimo, sempre incerti, avevamo paura per la stanchezza accumulata nelle gare
del Master Tour…” Ceccato
senior, è infatti in testa alla
classifica M4 del Mastertour,
che raccoglie le 11 migliori
granfondo d’Italia, fino ad ora
ne ha fatte 5, ed aspetta con
trepidazione la Marciabianca
di Marcesina, che da quest’anno è appunto entrata a far parte
di questo circuito. E’ tale l’attesa e la voglia di partecipare a
questa gara “di casa”, che i
Ceccato quest’anno hanno deciso di rinunciare ai Mondiali
Masters che si svolgeranno in
Svezia, proprio a fine febbraio.
Nel frattempo però non si può
non riflettere sul fatto che
un’esperienza così come descritta, andrebbe divulgata, fatta conoscere ai giovani, dalla viva
voce dei protagonisti, i giovani
dovrebbero sentirsi raccontare
queste storie di Sport, fatica, soddisfazione, forza fisica, tenacia.
Ascoltare questi racconti emoziona, coinvolge, anche se chi lo
fa è di una modestia incredibile,
e quasi con un filo di voce riporta esperienze che pochi hanno il
piacere e la fortuna di vivere.
Sono signori che dovrebbero essere d’esempio a tutti gli sportivi
e soprattutto per i più giovani.
Hanno una volontà ed un entusiasmo, che vanno veramente
invidiati!
Stefania Simi
“Non ho nulla da rimproverarmi, ho dato il massimo”. Così
Giulia Gianesini al termine della sua splendida prova messa
a segno nel “gigante” di Cortina dello scorso 17 gennaio ultima gara di Coppa del Mondo valida ai fini della qualificazione olimpica.
Pur col miglior risultato in
carriera intascato proprio
sotto le Tofane, nono posto,
la Giulia da Gallio resta tuttavia esclusa dalla chanche
canadese. Il suo Fan Club
arrivato dall’Altopiano per
sostenerla però la festeggia
ugualmente assieme a
mamma e papà. Un vero
peccato comunque questa
mancata convocazione perché sul piano tecnico la sua
stagione non faceva una
grinza. Sei “giganti” di Coppa del Mondo altrettante
prove condotte a temine
entro le prime venti della
classe: una continuità che
sinora la venticinquenne
delle Fiamme Oro non aveva mai conosciuto e che testimonia del tutto la sua raggiunta
maturazione
psicofisica.
Giulia Gianesini con papà Gastone
A livello tecnico sono prevalse altre scelte e dopo alcuni
giorni di meritato riposo la nostra miglior sciatrice di sempre torna sull’argomento….
“Sono contenta della mia attuale stagione. – attacca - I
progressi sono evidenti. Solitamente partivo con un
pettorale attorno al 40 ora mi
assegnano il 16…..Certo il
rammarico per la mancata
convocazione è chiaro che
c’è. Il sogno di ogni atleta è
l’Olimpiade…..però le decisioni sul mio conto sono state altre e non entro nel merito. Ora – prosegue – l’importante è guardare avanti
con fiducia a programmare
bene gli impegni”.
Cosa farai? “ Dalla settimana prossima riprendo con le
gare. Penso di dedicarmi alla
Coppa Europa ed anche al
super-g. In sostanza voglio
preparare al meglio i Campionati Italiani “assoluti” di
fine marzo poi sarà tempo di
bilanci definitivi e di progetti
per l’anno prossimo. Ho già
qualcosa in mente…” Non lo
dice, ma forse si può immaginarlo: un bel podio in Coppa del Mondo. Da regalarsi
e da regalare ai suoi fan.
Anche perché proseguendo
sull’attuale abbrivio ha la reale possibilità di centrarlo.
Renato Angonese
Jacopo Giardina si impone
nel campionato regionale
Anche quest’anno i fondisti
di tutte le categorie si sono
ritrovati per l’appuntamento fisso con il Campionato
Regionale e la Coppa Italia
alla Golf Arena di Asiago. Le
gare,
organizzate
dall’U.S.Asiago Sci, hanno
visto la partecipazione di numerosi atleti, con soddisfazioni per quelli di casa,
supportati da una buona
presenza di tifo nelle salite
più impegnative. Da sottolineare il grande impegno da
parte degli organizzatori per
la preparazione della pista, e
non solo, e dei tecnici nel provare il materiale.
Nell’invidiabile bellezza del centro fondo, che, vicinissimo al
centro di Asiago, dispone di 45 chilometri di piste immerse in
un panorama da sogno, il Campionato
Regionale, si è svolto
domenica 21 gennaio, in una giornata
soleggiata ma fredda
con una temperatura
mattutina intorno ai 10 gradi. La pista era
in ottima condizione
e, anche se molto impegnativa, la presenza di una neve veloce l’ha un po’ alleg-
gerita. Risultati molto positivi in ambito sia maschile che
femminile per gli atleti di
casa: la miglior prestazione
di giornata è stata nella categoria Ragazzi maschile sulla distanza di 5km in skating,
con il tempo di 15’23.9 realizzato da Jacopo Giardina
dell’U.S.Asiago Sci che, con
una prestazione veramente
da incorniciare, si è aggiudicato il primo posto. Nella
categoria Allievi maschile
hanno trovato spazio al sesto posto Marco Mosele, all’ottavo Simone Bertacco,
all’undicesimo Giuseppe
Pilati e al ventiduesimo Alessandro Carli. Ottimi risultati
anche nella categoria Allievi
femminile, dove altre due atlete dell’U.S.Asiago Sci,
Deborah Rosa e Brenda
Pangrazio, hanno chiuso rispettivamente in quarta e
quinta posizione, diciassettesima invece Denise Cera.
Ora la preparazione continua
in vista del prossimo appuntamento il 14 febbraio a Passo Cereda, sperando in ulteriori risultati positivi per gli
alteti dell’U.S.Asiago Sci.
Morena Turetta
8
Sabato 6 febbraio 2010
l’Altopiano
23
Canove s’allontana dalla vetta
CALCIO
Un periodo non brillante per la squadra di mister Dalle Carbonare. Per sperare di poter
lottare per i play off, bisogna assolutamente vincere. Servono più cinismo e determinazione.
Calcio - Terza categoria
Asiago in cerca di vittoria
Neve-Terza categoria 2-0.
Dopo il primo “gol” messo a
segno lo scorso 19 dicembre,
quando l’intera 14a giornata
di andata era stata rinviata
al 21 febbraio prossimo, nell’ultimo fine settimana è arrivato anche il raddoppio, che
ha costretto giocoforza la
F.I.G.C. ad un nuovo rinvio
che causerà qualche difficoltà nell’individuare una data
utile per il recupero del 3°
turno del girone di ritorno.
Poco da segnalare, dunque,
nello scorcio conclusivo di un
gennaio gratificante solo per
il GLC (girone Bassano),
che, dopo il 2-1 al fotofinish
sul Tezze Brenta, è riuscito
a dare un po’ di continuità al
proprio torneo prolungando
la mini-serie positiva grazie
al pirotecnico pareggio (3-3)
sul campo del Facca al termine di un incontro che aveva visto la formazione
altopianese fare (avanti 2-0)
e disfare (poi sotto 2-3) fino
al gol in extremis del solito
Loris Baù. All’orizzonte,
però, c’è l’improbo scontro
con lo schiacciasassi
Eurocalcio: 15 vittorie su 16
incontri, miglior attacco (44
gol) e miglior difesa (8 gol).
Ancora “in bianco” nel nuovo anno, invece, l’Asiago
Calcio Altopiano (girone
“B”), che non riesce più a
vincere dal 6 dicembre scorso e, dato ancora più allarmante, vanta una striscia negativa lunga quattro incontri.
Nell’ultima partita disputata,
che nelle speranze di capitan
Mosele doveva essere quella della svolta per riprendere
a fare punti, i giallorossi sono
stati superati, in rimonta,
dall’Union Centrale Thiene
per 4-2, sprofondando così a
-7 dalla zona playoff. Serve
assolutamente ritrovare fiducia nei propri mezzi e naturalmente anche un risultato
utile che possa smuovere
classifica e morale. Il prossimo ostacolo, il Giavenale,
sembra fatto apposta per riprendere la marcia. Forza
ragazzi!
Stefano Angonese
Le classifiche. Girone “B”: Molina punti 34; Cogollo e
Galvanauto Motta 32; Silva 1950 e Monte di Malo 30; S.
Paolo 27; U.C. Thiene 26; Novoledo Villaverla 25; Siggi
Schio 24; Asiago 23; Arsiero e Faizanè 18; Valli 16; Zugliano
9; Rozzampia 4; Giavenale 2. * tutte le squadre hanno
due partite in meno
Girone Bassano: Eurocalcio punti 45; Cresole 36; Aurora S. Giuseppe 33; Villaggio S. Lazzaro 28; Virtus Colceresa,
Real Stroppari e Pall. Vigardolo 24; Facca e Arsenal
Cusinati 21; S. Pietro Rosà 18; Montecchio Precalcino 16;
Tezze Brenta 15; Fellette e GLC 13; SST e Marchesane
10. * tutte le squadre hanno due partite in meno
Prossimo turno. Girone “B”: domenica 6 febbraio (ore
15) Giavenale-Asiago. Girone “Bassano”: domenica 6
febbraio (ore 15) Eurocalcio-GLC.
Nota: le gare delle formazioni altopianesi potrebbero subire
variazioni di luogo.
Calcio a 5
Il Lusiana primo dell’interregionale
Dopo un periodo scoppiettante, che lo ha portato a
ridosso delle prime posizioni
in classifica, il Canove Calcio sta lentamente perdendo
quota piazzandosi all’ottavo
posto in graduatoria a ben 18
punti dalla prima della classe
Mussolente.
Anche nell’ultima partita,
giocata il 24 gennaio (l’incontro contro l’Isola non è stato
giocato per impraticabilità
del campo), il Canove ha lasciato tre punti in casa dell’Azzurra Sandrigo. Una partita dove non si possono accusare i ragazzi di mister
Dalle Carbonare di aver giocato male o di non aver cercato di portare a casa almeno un punto. Ma quando la
traversa, colpita al 26’ da una
bordata di Pertile, quando per
prodezze del portiere avversario, vedi la respinta dell’estremo del Sandrigo su tiro
di Benetti al 65’, resta il fatto che i gialloblu non stanno
attraversando un periodo brillante, anzi il Canove fa fatica proprio a vincere. Un sintomo molto preoccupante
perché in questo periodo del
campionato serve cinismo,
determinazione e portare a
casa il risultato per non perdere contato con la vetta della classifica e per così parte-
cipare ai playoff.
Servirà che mister Dalle
Carbonare
aggiusti
l’aggiustabile, ricordando ai
ragazzi il loro valore perché
possano presentarsi nuovamente sul campo amico,
dove il Canove da tempo non
può giocare e che sta sicuramente pesando sul rendimento, con ancora le speranze di lottare nei playoff.
Forza ragazzi, forza Canove.
Gerardo Rigoni
Classifica prima categoria girone “C”. Mussolente punti 40; Pove 34; Azzurra Sandrigo 29; Sarcedo 25; Alto
Astico * 24; Carmenta e Scledum 23; Borso S. Eusebio e
Canove 22; Dueville 21; Travettore 20; Malo e Summania
19; S. Fortunato 17; Isola * 11; Poleo Aste 10. * una partita in più
Prossimo turno. domenica 6 febbraio (ore 15) CanoveIsola (da stabilire la sede dell’incontro).
FUN ICE ITALY 2010 - 14 Febbraio Asiago
I “Maggiolini” in gara sull’Altopiano
Ritorna, dopo due anni di interruzione, la serie di gare
endurance su ghiaccio con i
simpatici “Maggiolini”, un
minicampionato di tre appuntamenti di un’ora ciascuno
con il format classico delle
gare di durata con cambio
piloti obbligatorio farà quindi
tappa ad Asiago. Il torneo è
partito alcune settimane fa a
Pragelato per ripetersi al 31
gennaio e chiudere il 14 Febbraio ad Asiago. L’iniziativa
sta riscuotendo un notevole
successo, tanto è vero che
già una diecina di equipaggi
italiani ed un paio di team tedeschi e belgi hanno aderito
alle preiscrizioni. Tra i piloti
che hanno già confernato la
propria partecipazione ci
sono neo-campioni Fun Cup
2009 Bergamaschi e Nale,
Caprotti, Cassera, Bianchet,
Gianniacovo, Guazzini, Pozzi, Pindari, Cocconi ed i belgi
Piron e Delrex.
Meccanicamente
i
“Maggiolini” in configurazione Fun Ice differiscono da
quelli che corrono in pista
soltanto per l’assetto rialzato e ammorbidito e per una
vistosa protezione frontale
del radiatore. Saranno in pista sia le vetture a benzina
che le nuove turbo-diesel.
Monogomma, infine, anche
nel Fun Ice: in questo caso si
tratta dei Continental
ContiWinterViking 2 di misura 175/65R14 dotati ciascuno di 110 chiodi al tungsteno
di tipo scandinavo sporgenti
4 mm sulla superficie del battistrada per fare maggior presa sul ghiaccio. Il tutto per
una “race gelata” di vero
spettacolo.
G.D.F.
I campionati lusianesi di sci nordico
La squadra del Lusiana del torneo interregionale di calcio a 5 è prima in graduatoria a poche
giornate dalla conclusione del torneo. La compagine lusianese, allenata da Renato Cantele,
condivide il primato con il Nove. In terza posizione troviamo l’Immobiliare berica, quarto è il
Meeting Schiavon, quinto il Montecchio Precalcino. In sesta fila è sistemato il Creazzo,
seguito dal Castelgomberto in settima posizione. L’ottavo, il nono e il decimo posto sono
occupati da I.F.K. Schiavon, Rabaltà di Altavilla e Dueville.
E.Z.
Il gruppo alpini “Cantele
Gabrile”, il Comune e la
Pro loco organizzano per
sabato 6 febbraio, con inizio alle 14,30 a Monte
Corno i campionati
lusianesi di sci nordico, 2°
trofeo “Cantele Gabriele”, gare di sci da fondo a
cronometro a tenica libera. Per le categorie maschile e femminile degli
anni 1999, 2000 e 2001, il
percorso è di un chilometro e mezzo. Per le altre
categorie il percorso è di
due chilometri e mezzo. E’
prevista anche una gara di
staffetta a coppie a tecnic a libe ra maschile e
femminil su un percorso di
un chilometro e mezzo da
ripetersi 5 volte. Alle
14,30 il via alle gare, alle
17, alla baita Monte Corno si svolgeranno le
premiazioni.
E.Z.
8
Sabato 6 febbraio 2010
l’Altopiano
24
Volley Asiago Altopiano
VOLLEY
A caccia del titolo provinciale U16
L’accesso al Master Round per la squadra di capitan Veronica Galante
è ormai conquistato. In crescita il gruppo Under 13 guidato dal duo Gatti-Plebs
Tempo di bilanci in casa Volley Asiago Altopiano alla vigilia degli
ultimi match di Regular Season prima di entrare nelle fase “calda”
di Master Round, Play Off e Play Out. Al suo secondo anno di
attività la società asiaghese dai colori bianco-blu può ritenersi
soddisfatta sia per i risultati che sta ottenendo, sia per la crescita,
in termini numerici, degli atleti che partecipano alla stagione agonistica 2009-2010: rispetto all’anno scorso il numero è cresciuto
del 25% e cio’ ha permesso alla dirigenza asiaghese di iscriversi a
due campionati AICS di categoria Under 16 e Under 13 e di mettere insieme un nutrito gruppetto di piccoli atleti taglia “scuole elementari” per partecipare alle manifestazioni di Mini-Volley e Gioca-Volley. Ma veniamo ai risultati, iniziando proprio dalle vicecampionesse in carica della categoria Under 16 che quest’anno
cercheranno di scrollarsi di dosso quel fastidioso secondo posto
attenuto nella finale dell’anno scorso al tie break contro le pari eta’
del Perlena. L’accesso al Master Round per la squadra di capitan
Veronica Galante è ormai conquistato, ma la compagine asiaghese
dovrà fare i conti in questa fase con altre cinque agguerritissime avversarie per accedere alle semifinali e mirare poi alla finalissima. Il
morale è alto, la squadra si è tatticamente riorganizzata dopo alcune
modifiche resesi necessarie per il passaggio a palleggiatrice unica,
ruolo rivestito quest’anno da un’ottima Deborah Rigoni, e coach
Ulisse Munari ha l’aria di non voler concedere niente a nessuno,
esattamente come sabato scorso in cui il Volley Asiago ha inflitto un
secco 3 a 0 alle pari età del PVO Montebello. Al termine del match
abbiamo intervistato proprio coach Munari, visibilmente soddisfatto
per il risultato ottenuto e consapevole di avere anche quest’anno una
squadra di ottimo livello tecnico: “In realtà non c’è molto da dire su
questa partita, troppo grande la differenza di gioco tra le due squadre, ancora di più di quanto non dica il punteggio perchè almeno
la metà dei punti avversari sono stati ottenuti su errori nostri “cercati”, nel senso di andare a provare cose molto rischiose per fare
esperienza in una partita dall’esito gia’ scritto e seminare sicurezza
per il proseguo del campionato su cose più semplici. Qualche nostro errore in battuta è stato causato dalla difficoltà di trovare
comunque motivazioni in una partita di questo tipo, cosa assolutamente giustificabile…Ben diverso è stato l’andamento nella battaglia di domenica scorsa contro l’Antares, finita 3-2 e con pesanti
assenze da parte nostra, dove la concentrazione delle mie ragazze
era tale che non c’è stato nessun nostro errore in battuta.”
Volley Cesuna: il carattere è di scena
Per Caseificio
Pennar e Immobiliare
La Bussola importanti
punti classifica
Ottime prove per le formazioni
della P.G.S. Pallavolo Cesuna –
Polisportiva Comune di Roana
nelle ultime partite dei rispettivi
campionati.
In seconda Divisione maschile il
Caseificio Pennar, nella prima di
ritorno nel girone B, si aggiudica
la sfida con il Volley Rosà approdando così al secondo posto in
classifica. Al Palazzetto dello
Sport di Roana nello scorso
weekend il Cesuna è chiamato ad
invertire il risultato della partita
di andata quando il fattore campo era stato decisivo per il Rosà
che si era imposto per 3 a 1. Dopo
un inizio piuttosto equilibrato ci
pensa capitan De Guio, col proprio
turno in battuta, a rompere il break
acquisendo quei tre/quattro punti
di vantaggio che il Cesuna porterà
fino a fine set chiudendo 25 a 22. Il
secondo parziale continua
nel segno dell’entusiasmo
con il Cesuna che vuole
chiudere anzitempo la
partita; nel finale, però,
la squadra passa un infelice momento di concentrazione tanto da trovarsi dal temporaneo
vantaggio 21 a 17, a dover subire la rimonta del
Rosà che conclude 21-25.
Il Cesuna ritrova poi la necessaria compattezza di
squadra riuscendo a tenere a bada i propositi del
Rosà; nel terzo e quarto set,
parziali di 25-16 e 25-18,
netta la prevalenza dei
padroni di casa
che con la vittoria sorpassano in
classifica il Rosà
fermo a 10 punti e si
porta a quota 12, tre dietro la
capolista Cornedo che incontrerà a Roana sabato 6 febbraio alle
20,30.
Grande orgoglio anche per l’Immobiliare La Bussola in prima
Divisione femminile: nelle due
sfide consecutive contro dirette
avversarie in classifica la squadra getta il cuore oltre la rete ponendo il sigillo “Tigers” su entrambe le partite. Contro lo
Sporting Alto Vicentino (il 21 gennaio), anche se il prologo sembrava assomigliare ad altre partite già viste, con il passare del tempo la squadra prende sempre più
coscienza e fiducia dei propri
mezzi. Nonostante il primo set
vada a favore dello Sporting 25 a
23, in quelli successivi il Cesuna
si dimostra estremamente concreto, mirando dritto verso l’obiettivo finale: la vittoria contro un avversario ostico già affrontato
negli anni di militanza in seconda divisione. In effetti, malgrado
i tentativi delle ragazze del
Chiampo di resistere alle bordate
della compagine gui-
data da mister Pesavento, la partita assume una piega che si consolida punto su punto. È la grinta la protagonista della serata,
qualità che si spera accompagni
le “Tigers” per il resto del campionato: nei set successivi, terminati con i parziali di 18-25, 1725 e 20-25, il Cesuna impone il
proprio ritmo marcando sul cartellino i tre punti che valgono la
vittoria.
Dopo questa prima priva di carattere, c’era grande attesa per la
sfida che opponeva il Cesuna
con la squadra del Montecchio
Maggiore: era necessario
riconfermarsi, ma le “Tigers” sono
andate oltre! Nella migliore prestazione fin qui offerta dal Cesuna,
entrambe le squadre si affrontano
a viso aperto regalando forti emozioni al numeroso pubblico accorso. Nel primo set, malgrado le ospiti sembrino avere una marcia in più,
le due formazioni procedono alla
pari fino al 20 pari quando il Cesuna
ottiene il break chiudendo 25 a 21
con Leyla Martello indiscussa protagonista in attacco. Il secondo parziale veste invece i
colori giallo-blu
con il Cesuna
che domina incontrastato in
attacco grazie
alle bordate
incontenibili
del centrale
Barbara Stella
o t t i m o
rifinitore delle
azioni d’attacco: 25 a
19 il fina-
le di set. Nel terzo set, quando
ormai tutto sembra presagire alla
vittoria delle padrone di casa, si
risveglia ancora il Montecchio
che riesce ad imporre il proprio
ritmo questa volta fino alla fine
del parziale che si aggiudica 20 a
25. Quarto set, infine, ancora nel
segno del Cesuna che conduce
fino a tre/quarti di gara: solo allora il
Montecchio cerca di accelerare per
rimettere tutto in gioco al tie-break.
Tocca allora ad Alessia Salmaso,
palleggiatrice, dar fondo alle proprie abilità nel confondere la difesa
avversaria riuscendo a sfruttare gli
attacchi più proficui per portare il
finale a favore del Cesuna 25 a 23.
Con questo risultato il Cesuna scavalca il Montecchio in classifica
raggiungendo in settima posizione
a 12 punti lo SportingAltoVicentino.
Ad una gara dal termine del girone
di andata, il girone B è guidato
dall’Angarano a quota 29, seguita
dall’Argine Vicenza con 26 punti
all’attivo. Epilogo incolore per la
Calce Barattoni Volley Cesuna nel
campionato U18 dove, purtroppo,
il carattere non è di casa. Le molte
ombre e pochi sprazzi di luce, merito in gran parte di Laura Frigo,
palleggiatrice, e dell’ottimo centrale Victoria Cantele, segnano il percorso dell’U18 in un campionato il
cui obiettivo primario era quello di
acquisire esperienza migliorando
via via l’approccio con l’agonismo
di alto livello. C’è sicuramente ancora molto da lavorare per
l’allenatrice Laura Scapin, ripartendo dai pur presenti aspetti positivi.
Cala il sipario anche per il Fruit Club
Volley Cesuna nel campionato U16
con la conquista, alla prima occasione, di un incoraggiante quarto
posto, risultato di una miscela di
prestazioni che hanno delineato
potenzialità e limiti del gruppo. Ora
spetta al tecnico Bruno Frigo studiare il sistema per dare più continuità alle prestazioni della squadra.
Un discorso a parte meritano le ragazzine dell’Under 13. Tutte loro
infatti, per l’eta’ che hanno, potrebbero tranquillamente giocare in
Under 11, ma la sfortuna ha voluto che quest’anno non ci fosse il
numero sufficiente, per l’AICS, per creare né Under 11, né Under
12, e così, lancia in resta, si va a fare l’Under 13. Lo scotto da
pagare è stato piuttosto duro, soprattutto a inizio stagione, dato
che, oltre alla “troppo” giovane età, si deve aggiungere che circa la
metà di loro si è avvicinata al mondo della pallavolo soltanto da
quest’anno. Ma la crescita di questo gruppo guidato dal duo Gatti-Plebs è stata sbalorditiva, non soltanto da un punto di vista
puramente tecnico, ma anche a livello di spogliatoio, di amicizia, di
valori che, soprattutto a questa giovane età, vanno di gran lunga
al di là dei risultati. Ma anche questi non sono poi così lontani
dall’arrivare. Sabato scorso le Under 13 si sono dignitosamente
battute contro la Pol. Grumolo e, anche se il risultato non è stato di
certo tra i più favorevoli (una sconfitta per 0-3) le parole di Mister
Petronio Gatti sono piuttosto esplicative: “Piccole atlete crescono, e
in fretta! Questa è a mio avviso la sintesi di un incontro in cui
abbiamo dovuto subire ancora una sconfitta per 0 a 3, con parziali
però che lasciano un po’ di amaro in bocca ma tanta fiducia per il
futuro. Direi che per la prima volta la mia squadra ha dimostrato
non solo di avere tanto carattere, e si sapeva, ma anche un gioco
sufficientemente organizzato. Solo un pizzico di concentrazione in
più, di fiducia nei propri mezzi e si portava a casa un risultato
migliore. Io direi che torniamo dalla trasferta con la consapevolezza che in questi mesi è stata fatta una buona semina, anche se il
tempo del raccolto non è ancora arrivato”.
Alessandro Siviero
Continua il buon momento
dello Slegar Volley Club
Vincono l’Under 14 e l’Under 18. Iniziano
gli impegni per il Giocavolley e Minivolley.
Ancora positive conferme nelle ultime partite disputate dalla Slegar
Volley nel campionato provinciale Aics. Come da pronostico, l´Under
14 il giorno 23 gennaio ha vinto l´incontro con la squadra dell´ A.S.
Valli con il risultato di 3-1 (25-15 / 21-25 / 25-8 / 25-15), concedendo
solamente il secondo set alle avversarie. Nella settimana seguente, la
partita in programma per domenica 31 gennaio, è stata rinviata a causa
delle avverse condizioni atmosferiche che hanno impedito alla formazione ospite dell´ Asd Volley Nove di raggiungere l´Altopiano.
Continua la positiva crescita della formazione Under 16 che pur cedendo il passo agli avversari nelle ultime due partite di campionato,
nella giornata di sabato 23 gennaio contro l´ U.s. Astico per 3-1 (20-25
/ 25-12 / 25-12 / 25-20) e di domenica 31 gennaio contro la Polisportiva
Grumolo Pedemonte 3-0 (25-12 / 25-18 / 25-14), ha dimostrato un netto
miglioramento negli schemi e nell´impostazione del gioco.
Sono giunte due vittorie in altrettante gare per l´ Under 18, che nella
giornata di campionato del 24 gennaio ha prevalso sulla squadra del
Molina Volley per 3-0 (25-14 / 25-12 / 25-13) e successivamente nel
giorno 30 gennaio contro l´ U.s. Altair di Vicenza per 0-3 (20-25 / 22-25
/ 17-25). Continua nel frattempo l´attività del Giocavolley e del
Minivolley riservata alle ragazzine delle scuole elementari che si apprestano, dopo aver appreso i primi rudimenti dai nostri bravi allenatori, a partecipare alle prime manifestazioni non agonistiche, effettuate allo scopo di avvicinarle al mondo del volley.
Renato Stona
Prossimi impegni casalinghi c/o palestra IPSIA di Asiago
Sabato 6 febbraio alle ore 18.00 Vs. A.s.d Real Recoaro - Under 18
Domenica 7 febbraio alle ore 11.00 Vs. Pallavolo Arzignano A.s.d - Under 16
Sabato 13 febbraio alle ore 16.00 Vs. P.c.g. Santorso - Under 14
Sabato 20 febbraio alle ore 18.00 Vs. San Paolo - Under 18
Sabato 27 febbraio alle ore 16.00 Vs. O Sole Mio - Under 14
8
Sabato 6 febbraio 2010
“I luoghi della Grande
Guerra appartengono
a tutti noi italiani”
Gentile Direttore,
devo esprimere grande soddisfazione per l’avvenuta modifica delle decisioni riguardanti i pannelli posti sull’Ortigara in
virtù dell’opera di sensibilizzazione e di apertura alla partecipazione al dibattito da parte di singoli ed associazioni.
Io vivo lontano, in Calabria, ma mi occupo del recupero della memoria della Grande Guerra per evitare che si disperda
assieme al senso ed al significato che ebbe la partecipazione
di giovani di tutto il Paese a quel conflitto che concluse,
come ha sottolineato di recente anche il Presidente Napolitano
e prima il Presidente Ciampi, le battaglie risorgimentali per
l’unità d’Italia. Attraverso la stampa veneta, friulana o nazionale apprendo di tante iniziative che si progettano e/o si realizzano sul quasi centenario fronte degli scontri con l’ esercito austro-ungarico. Oggi si guarda a quei luoghi ed ai ricordi
che sollecitano con spirito diverso e comunitario ma senza
chiedere la rinuncia di ciascun paese e di ogni suo cittadino
alla propria identità storica e culturale che si mostra anche
nei riferimenti ambientali. Questo, per me e per molti altri,
significa che le zone interessate dagli eventi del 1915-18 appartengono a tutti noi italiani e che quello che si fa per modificare, recuperare o realizzare ex novo ci riguarda dalle Alpi
a Capo Passero. Non credo che le iniziative possano essere
lasciate unicamente agli enti territoriali senza una supervisione
Centrale che dovrebbe, penso, essere regolata da una normativa garante del principio che le zone Sacre appartengono
al Paese intero. Non sono in grado di esprimere valutazioni
nel merito né conosco le eventuali norme locali. Mi auguro,
se non è così, che si realizzi un organismo nazionale che
stabilisca le condizioni per dare vita ai vari interventi nel rispetto del territorio e della storia comune. Credo che ci sia
una tendenza che non produce effetti interamente apprezzabili: quella del turismo di “guerra”, del cercare reperti in maniera indiscriminata che rispondono solo ad alcune esigenze
economiche che devono essere ben inquadrate in norme
garanti della comunità nella quale tutti viviamo. Chi viene
lassù porta in sé ben altri sentimenti e credo che quello che
ha fatto il Suo giornale Li abbia difesi ottimamente.
Mario Saccà Catanzaro
l’Altopiano
25
Non servono le barricate campanilistiche
Ho letto nell’ultimo numero de Il Giornale
dell’Altopiano di sabato
23 gennaio scorso una
replica del Sindaco di
Rotzo, secondo il quale
se si deve fare un
accorpamento delle
scuole elementari di
Rotzo e di Roana, dovranno essere gli alunni di
Roana a trasferirsi a Rotzo, in
quanto, dice il Sindaco, gli
alunni frequentanti la scuola di
Rotzo sono 44 e quelli di
Roana 34.
Credo che questa proposta sia
fuori di ogni logica, poiché
Roana resterebbe completamente privata dell’unica scuola, mentre come ho già scritto nel mio articolo sullo stesso giornale di sabato 9 gennaio 2010, a Rotzo è già da molti anni funzionante una scuola
dell’infanzia statale.
Pertanto non è pensabile che
a Rotzo continuino a funzionare due scuole statali e che
invece la frazione di Roana ne
sia completamente sprovvista:
la cosa non sta in piedi.
Evidentemente il Sindaco si
sofferma sui dati numerici
dello status quo, ma non guarda oltre in prospettiva futura.
Infatti le proiezioni della popolazione scolastica di Rotzo
e di Roana potrebbero cambiare nel tempo e la situazione
potrebbe anche rovesciarsi.
Non sono i numeri a fare la
qualità del servizio scolastico,
ma l’organizzazione sul piano
didattico, che sicuramente,
come ho già scritto, favorirebbe una migliore qualità del
servizio.
Resto infatti del parere che le
piccole
scuole
sottodimensionate non siano
in grado di produrre una buona qualità del servizio scolastico a favore degli alunni per
le ragioni che ho già esposto,
in quanto vengono a mancare
le opportunità di una migliore
socializzazione, scambi di
esperienze, ecc ecc.
Tra l’atro ho fatto questa analisi sulla base della mia lunga
esperienza prima di insegnante poi di dirigente scolastico e
ho fatto tutto il possibile affinché vengano accorpati i
plessi scolastici di Sasso e
Stoccareddo, nonché i plessi
di Tresché Conca e Cesuna a
Canove.
Pertanto alzare le barricate in
questo campo solo per
veterocampanilismi a mio avviso non giova al sistema scolastico, che deve essere esclusivamente rivolto agli alunni, i
quali hanno diritto di fruire
della migliore qualità del
servizio.
Tra l’altro come ho già sottolineato, il trasporto scolastico da Roana a Rotzo e
viceversa non presenta alcuna difficoltà, considerata la breve distanza e una
strada in ottime condizioni, anche nel periodo invernale.
Tra l’altro mi consta che lo
scuolabus di Rotzo trasporta
diversi alunni di Roana e di
Mezzaselva alla scuola di
Rotzo, in particolar modo alla
scuola dell’infanzia.
Credo pertanto che sia necessario guardare avanti, poiché
nel terzo millennio le nuove generazioni devono poter acquisire conoscenze, competenze
e abilità che soltanto una scuola con classi mediamente
dimensionate può offrire.
Edoardo Sartori
Giù le mani dal
formaggio Asiago
Asiago 31.01.010 - Notizia sconvolgente: Mc Donald’s
fa prigioniero il formaggio Asiago. Manovra chiara e
perversa peraltro tentata in tutto il mondo - e’ la
globalizzazione! Chi ci guadagna e’ il goffo panetto (1)
( si chiamera’ Mcasiago?) e chi ci perde - ovviamente
- e’ il formaggio. Giu’ le mani dal formaggio Asiago.
Sarebbe come mettere una vergine nelle mani di kingkong. Paolo Lorenzi (1) Per quelli che mangio io
potrebbero farli anche con le “stebe & saldame”
I RACCONTI DEI LETTORI
Si chiama Bruno Frigo ed è
nato nel 1923 a Tresché Conca di Roana dove abita ed è
conosciuto da tutti col soprannome Baleti.
I ragazzi del ‘22 furono gli
ultimi a partire per il fronte
russo e lui, essendo nato un
anno dopo, avrebbe potuto
ritenersi fortunato, ma non
fu così.
Ormai gli italiani avevano capito come sarebbe finita la
guerra e dopo l’8 settembre
del ‘43 molti giovani rifiutarono l’arruolamento per il timore d’essere spediti all’inutile macello. Questi giovani
si rifugiavano nei boschi e
nei casolari per sfuggire ai
rastrellamenti congiunti di
fascisti e tedeschi che presidiavano il nord dell’Italia.
Nel territorio dell’Alto-piano
dei Sette Comuni i nascondigli non mancavano. Bruno
passava le notti ai margini
del paese e si sentiva sicuro
perché poteva rifugiarsi nel
Bosco Nero in pochi minuti, alle prime avvisaglie di
pericolo. Un giorno, nella
primavera del ‘44, scendendo da un fienile, gli partì
inavvertitamente un colpo
dalla pistola che teneva nella
Bruno Baleti
cintola e rimase ferito ad una
gamba. In quelle condizioni
non poteva scappare e fu
arrestato, insieme al padre
Luigi, da Bruno Caneva. Era
il 14 maggio del 1944 e li
portarono ad Asiago nei
pressi del campo d’aviazione. Furono interrogati al comando tedesco e poi trasferiti alle carceri di Asiago.
Due giorni dopo furono portati al comando tedesco di
Vicenza assieme ad altri dieci ostaggi. Li interrogarono
tutti con minacce e percosse, poi li trasferirono al carcere di San Biagio. Dopo
qualche giorno furono spediti nel campo di raduno per
deportati di Fossoli, in provincia di Modena, nel quale
confluivano migliaia di persone destinate ai campi di
sterminio. Rimasero diversi
giorni nei carri bestiame alla
stazione ferroviaria di Carpi,
in quaranta persone per vagone, ma padre e figlio furono separati. La lunga sosta permise alle donne del
paese di dare qualcosa da
mangiare ai prigionieri.
Dalla cittadina emiliana i treni partirono per la Germania, ma dovettero sostare
qualche giorno a Bolzano per
evitare i bombardamenti degli aerei alleati sul valico del
Brennero. Ritornata la calma
i convogli partirono per la
loro meta finale. Arrivati alla
stazione ferroviaria di
Mauthausen i prigionieri furono presi in consegna da
un plotone delle SS e portati al campo di concentramento.
Dopo tre mesi di umiliazioni, botte e fame cominciarono a portarli fuori dal recinto per i lavori forzati.
Chi si ammalava spariva dal
campo; i carcerieri dicevano che li portavano in un
lazzaretto per curarli ma
finivano prima nelle camere a gas, e poi nei forni
crematori.
In quell’inferno con gli italiani c’era gente di tutta
Europa: francesi, russi,
ucraini polacchi, lituani ed
ebrei. Tutti gli internati
erano contrassegnati con
un triangolo rosso, tranne
gli ebrei, per i quali il colore del triangolo era nero.
Gli americani entrarono a
Mauthausen nel maggio del
1945 ma i deportati dovettero aspettare, fino alla fine
dello smistamento delle
migliaia di prigionieri che
si concluse a settembre,
prima di rientrare in patria.
Bruno tornò a casa insieme ad Attilio Panozzo, che
poi emigrò in Australia.
Erano in cinque di Roana
nel famigerato campo di
sterminio tedesco. Giovanni Panozzo detto Veluto,
Luigi Frigo, padre di Bruno, e Matteo Panozzo, detto Tile, non ce la fecero.
Oggi Bruno vive a Tresché
Conca in una casa immersa nel verde sulla sponda
sinistra della Val d’Assa.
Ogni tanto qualcuno gli ricorda il passato e lui si fa
serio. Toglie da un mobile
una tessera col numero
4457.
È un documento rilasciatogli dall’associazione nazionale ex deportati nei campi di
concentramento nazisti.
Renzo Capozzo
8
Sabato 6 febbraio 2010
Almanacco per 15 giorni
Da sabato 6 a venerdì 19 febbraio 2010
l’Altopiano
26
a cura di Giovanni Dalle Fusine
Il 6 febbraio è il 37° giorno del Calendario Gregoriano, mancano 328 giorni alla fine del 2010
Sabato 6 febbraio S. Paolo Miki
Domenica 7 S. Teodoro
Lunedì 8 S. Girolamo
Martedì 9 S. Apollonia
Mercoledì 10 S. Scolastica
Giovedì 11 B.V. Maria di Lourdes
Venerdì 12 S. Eulalia
Sabato 13 S. Maura
Domenica 14 S. Valentino
Lunedì 15 SS. Faustino e Giovita
Martedì 16 S. Giuliana
Mercoledì 17 le Sacre Ceneri
Giovedì 18 S. Costanza
Venerdì 19 S. Mansueto
Un santo per volta: Santa Eulalia. Vergine e martire in
Spagna, 12 febbraio, sec. III-IV
Secondo il racconto del vescovo Quirico, Eulalia abitava a
Barcellona durante la
persecuzione del prefetto Daziano. La fanciulla, che per protezione il padre aveva portato fuori città, sembra
si sia presentata spontaneamente dinanzi al
tribunale e abbia rimproverato Daziano per
aver dato l’avvio alla
persecuzione. Il prefetto, mosso a compassione per la sua giovane età, avrebbe
tentato di convincerla ad adorare gli idoli ma, alla fine, sarebbe stato costretto a condannarla al rogo.
Etimologia: Eulalia = donna eloquente, ben parlante, dal greco. Emblema: Giglio, Palma
Possiamo udire i versi che un poeta moderno, Federico Garcia
Lorca, ha dedicato alla Santa:
Nel gemere, la santa bambina
Spezza il cristallo delle coppe.
La ruota affila coltelli
E uncini di curva acuta.
Un flotto di vene verdi
Sboccia dalla sua gola.
Per terra, ormai senza guida,
Soltanto le sue mani tagliate
Che ancora possono incrociarsi .
In tenue preghiera decapitata.
Perciò, in Spagna, nella poetica e quasi sensuale fantasia del
popolo devoto, Sant’Eulalia è restata la Martire tutta bianca,
macchiata di rosso: due colori netti e insostituibili, quello della
purezza e quello dell’amore, tra i tanti che compongono l’arcobaleno della santità.
Successe tanti anni fa: La beffa di Buccari. Si svolse
nella notte tra il 10 e l’11 febbraio 1918, si parla di beffa
proprio perché non fu una vera e propria azione militare
eclatante dal punto di vista del danno inflitto al nemico, ma
piuttosto ebbe una grande rilevanza dal punto di vista psicologico. In effetti, l’Italia della
prima guerra
mondiale, in
quel periodo, era
moralmente a
terra dopo la disfatta
di
Caporetto: questa azione la
risollevò nell’animo. In pratica, una flotta composta da 30 uomini su tre
motoscafi anti sommergibili (M.A.S. - in uno dei quali vi era
Gabriele D’Annunzio), ed altre imbarcazioni di supporto
capitanate da Costanzo Ciano e Luigi Rizzo, riuscirono ad
entrare nella baia di Buccari (ove sostavano unità austriache
sia mercantili che militari), beffando le difese austriache (per
oltre 80 Km), e sparando 6 siluri contro alcune di quelle navi.
Solo un siluro esplose (gli altri vennero intercettati dalle reti
di protezione), ma nell’incredulità dei soldati austriaci posti in
difesa del porto, la squadra italiana riuscì a riprendere il largo
senza che un solo colpo fosse sparato contro di loro. Questo
perché le difese austriache non riuscirono a capire come il
nemico fosse riuscito ad entrare, scambiandolo così per
flottiglia amica. In seguito Gabriele D’Annunzio scrisse un
libro su questo fatto, dando così una risonanza nazionale all’accaduto. È da abbinare a questa azione anche il famoso
motto (sempre coniato dal poeta Gabriele D’Annunzio):
“Memento Audere Semper”, ovvero: “Ricorda di osare sempre”.
Febbraio in cucina: “Torta al buro e sucaro”. Una leccornia d’altri tempi per questo dolce davvero casereccio e
semplice da preparare. Ingredienti:250 gr di farina, 200 gr di
panna da cucina, 10 gr di lievito di birra fresco, zucchero di
canna, 20 gr di zucchero semolato, 175 gr di burro, 2 uova, 1
tuorlo sale
Preparazione: far fondere 125 gr di burro e lasciarlo raffreddare. Lavorare la farina con un pizzico di sale, le due uova, il
burro fuso, lo zucchero semolato e il lievito, sciolto in 2 cucchiai di acqua tiepida. Fare lievitare l’impasto al caldo per
un’ora. Mettere la pasta in uno stampo (va benissimo anche
quello da plumcake in silicone), spennellare la superficie con
un tuorlo e far lievitare al caldo per un’altra ora.
Coprire la superficie con abbondante zucchero di canna ed il
resto del burro a fiocchi ed infornare a 180º per 30 minuti.
Versare la panna da cucina sulla superficie e cuocere per
altri 6 minuti.
Frasi celebri su ricchezza e… povertà: “Se fatto con
onesta umiltà, il perverso mestiere dell’economista accorda la memoria ai numeri, e alla più pacata ragione.
(Geminello Alvi)
L’accrescimento dell’annua riproduzione debb’essere lo
scopo della Economia Politica: questo non può ottenersi se non col facile e pronto sfogo di tutta la porzione
eccedente i bisogni interni dello Stato” (Pietro Verri). “Ho
paura della ricchezza come della
felicità. Tutti questi soldi mi scombussolano, mi fanno quasi sentire in colpa. Da un lato ho paura
di gettarli via, perché m’è rimasto
il ricordo vivissimo di quand’ero
povero, dall’altro temo sempre di
scoprirmi avaro (Elton John). “I
fallimenti allontanano, la paura
fa passare la voglia di riprovarci
e genera altra paura, e intanto la
vita scorre via. E nel frattempo
bisogna continuare a pensare, ma
Héctor non aveva voglia di leccarsi le ferite, preferiva brontolare fra sé aspettando che
la tortilla finisse di cuocere (Paco Ignacio Taibo II). “Io
amo i poveri, e soffrirei in un mondo senza poveri; i poveri sono le brioches dell’anima” (Giorgio Manganelli)
“La vita è una cella un po’ fuori dell’ordinario, più uno
è povero più si restringono i metri quadrati a sua disposizione” (Vasco Pratolini). “Ho sempre tentato. Ho sempre fallito. Non discutere. Fallisci ancora. Fallisci meglio” (Samuel Beckett). “Non c’è nessuno così ricco
che non abbia bisogno di ricevere, nessuno così povero
che non abbia qualcosa da dare” (Oreste Benzi). “C’è
vera condivisione solo nella povertà. C’è vera ricchezza
solo nella condivisione” (Roger Etchegaray)
ARIETE
I cambiamenti che avete in mente da qualche tempo, ma che tuttora
incontrano ostacoli, sono finalmente alla vostra portata, se vi applicherete al massimo. Nel sesso e nell’amore non tiratevi indietro,
soprattutto se avete appena fatto un incontro importante, che potrebbe anche risultare decisivo. Nel lavoro sono possibili nuovi
sviluppi.
TORO
Il destino vi presenta nuove proposte, da vagliare con la massima
attenzione, specie se riguardano l’amore o acquisti impegnativi, su
cui conviene riflettere prima di agire. Solo così riuscirete a non
sprecare il favore di Giove e di Nettuno, che possono anche dar
adito a qualche illusione: meglio capirlo in tempo, prima di lanciarsi
in iniziative spericolate.
GEMELLI
Siete in grado di modificare con successo l’organizzazione del lavoro, che può subire un deciso miglioramento, grazie all’acquisto
di nuovi strumenti tecnologici. Quanto all’amore, Plutone ormai
quasi stabile nel vostro segno, suggerisce l’opportunità di una
“ristrutturazione” di tutto ciò che è ormai superato.
CANCRO
Con prudenza potete cominciare a fare qualche progetto, specie
nell’amore: se avete qualche dubbio chiari telo, affrontando con il
sorriso eventuali incomprensioni con un partner che, specie se
Gemelli, potrebbe tentare di sfuggirvi. Nel lavoro raccogliete le
energie, e le prove della vostra efficienza e affidabilità, sostenendo
senza timore le vostre ragioni.
LEONE
Sole e Mercurio hanno appena fatto il loro ingresso sfolgorante
nel vostro segno: i più sensibili se ne saranno già accorti, dato il
miglioramento del clima generale. Non sottovalutate, però, il quadrato di Marte, che potrebbe porre qualche ostacolo al
raggiungimento di un obiettivo ambizioso d’amore, di sesso o anche finanziario: riuscirete a superarlo, se eviterete polemiche.
VERGINE
Saturno sta per entrare nel vostro segno e l’amore ne risente, sia in
positivo che in negativo. Chi ha vissuto una rottura può analizzare,
con cautela, i propri torti, ponendovi rimedio per recuperare ciò
che più gli sta a cuore. Lo stesso si può dire se la crisi ha investito
il fisico: ci si può riprendere con una certa facilità, magari affrontando una spesa imprevista.
BILANCIA
Nell’amore state in guardia: se non avete ancora fatto un incontro
“fatale” questo è il momento più favorevole. Non appesantite il
destino cercando di mantenere a tutti i costi lo status quo, ormai
superato. Chi ha stretto una relazione importante nell’ultimo anno
può cominciare a fare progetti, e lo stesso vale per chi ha rotto un
equilibrio superato.
SCORPIONE
Giove e Nettuno, da tempo opposti al vostro segno, suggeriscono
di mettere ordine nei settori che avete trascurato: potete dedicarvi
all’organizzazione pratica e risolvere eventuali conflitti, non solo
d’amore, con iniziative capaci di sbloccare un meccanismo inceppato. Maggiore chiarezza vi aiuterà a non perdere tempo e denaro
in inutili ricerche.
SAGITTARIO
Finalmente il destino vi sorride benevolo: Venere in aspetto più
che positivo, apre non solo all’amore e al sesso, ma anche a miglioramenti nella vita quotidiana, attraverso qualche saggio acquisto
nel settore dell’arredamento, dell’organizzazione del lavoro e perfino dell’attrezzatura per cucinare, attività molto favorita da Venere.
CAPRICORNO
Via siete già accorti degli ostacoli che dovrete superare per andare
avanti: Urano vi presenta il conto, per fortuna non troppo oneroso.
Nell’amore vi manca un maggiore coinvolgimento, che potrebbe
rendere più stabile il rapporto. I single potranno vivere le sollecitazioni uraniane attraverso nuove esperienze.
ACQUARIO
Avrete modo di constatare un deciso miglioramento del vostro
tono, su tutti i fronti, se siete sportivi potete aspirare a riconoscimenti lusinghieri. Se invece volete che le vicende celesti aiutino gli
affetti, puntate ad accendere un sentimento che finora avete vissuto con distacco. Non è escluso qualche piccolo affare in vista di
qualcosa di interessante.
PESCI
Cominciate a prendere coscienza di quello che avete dovuto o
voluto trascurare: è giusto il momento per l’approfondimento che
finora è mancato. Soprattutto nell’amore, se volete arricchire la vita
di relazione, o se state attraversando un periodo di relativa calma.
Se invece volete sfruttare il favore di Marte nel lavoro, impegnatevi per superare un equivoco.
Il Giornale pubblica
le Vostre lettere!
Inviatele a: Giornale dell’Altopiano
e-mail: [email protected]
Per favorire il lavoro della redazione sarebbe preferibile
riceverle via posta elettronica.
E’ comunque possibile inviarleall’indirizzo: Piazzetta delle
Poste n.3 36012 Asiago
Si ricorda che, per poter essere pubblicate, le lettere devono
riportare sempre firma e indirizzo e numero di
telefono del mittente. La redazione si riserva anche
eventualmente di ridurre, modificare o non accettare
eventuali testi di cattivo gusto.
Dalle ore 8.45 di sabato 6
alle ore 8.45 di sabato 13 febbraio
GALLIO: Farmacia di Gallio snc del dr. Stefano Dalla
Valle – via Prestinari 34
Dalle ore 8.45 di sabato 13
alle ore 8.45 di sabato 20 febbraio
ASIAGO: Farmacia Rossi del dr. Adelchi Zuccato –
viale Matteotti
In periodo stagionale (fino al 28 febbraio) la chiusura festiva è facoltativa. Riportiamo di seguito i distributori in
turno di apertura.
Domenica 7 febbraio
ASIAGO: IP Via Rendola 54
Domenica 14 febbraio
GALLIO: OMV Via Camona
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Sabato 6 febbraio 2010
l’Altopiano
ALPINI DI STOCCAREDDO IN FESTA
Grande serata alpina venerdì 22 gennaio al Bar Col del Rosso di Stoccareddo. Il Gruppo
Alpini, si è riunito per il rinnovo del tesseramento 2010 e la cena sociale con il tradizionale
menù a base di “musso”. Per l’occasione è stato ospite d’eccezione il gruppo folk “El Canfin”
che si è ben presto unito agli alpini stocarechi in canti tradizionali della nostra terra.
Sabato 6 febbraio 2010
l’Altopiano
L’Altopiano srl - Società unipersonale
Sede legale: Via Iacopo Scajaro, 97 - 36012 Asiago (Vi)
Redazione: Via Monte Sisemol ,9 - 36012 Asiago (Vi)
Registrazione n. 10/02 del 04/12/2002
presso il tribunale di Bassano del Grappa
Telefono servizio lettori: 348 - 3138606
Telefono servizio abbonati 338 -1460517
Telefono per inserzioni pubblicitarie 338-1460517
E-mail: [email protected]
[email protected]
Direttore responsabile: Stefania Longhini
Segretaria di redazione: Silvana Bortoli
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Grazie a tutti per la bella festa
“I coscritti del 1991
di Treschè Conca
ringraziano don
Stefano, gli
accompagnatori
Edèr, Andrea
“Squicci”, Andreone,
Alessandro, Massimo
e Morgan, l’autista
Luca, il
fisarmonicista Graziano, i genitori, i
proprietari dei locali,
i gruppi musicali...e
soprattutto i compaesani per l’ospitalità e
per aver contribuito
a rendere indimenticabile il weekend di
festa dal 14 al 17
gennaio!”
In redazione:
Stefano Angonese, Luigi Frigo Bettinado,
Giovanni Dalle Fusine ,Cesare Pivotto, Giulia Panozzo,
Giovanni Rattini, Beppa Rigoni Scit, Gerardo Rigoni,
Martina Rossi, Stefania Simi, Egidio Zampese
Hanno collaborato: don Marco Pozza,
Claudio Savelli, Virginia Gianello, Aurora Carli,
Serena Baù, Stefano Rigoni, Renato Angonese,
Morena Turetta, Corrado Corradin, Alessandro Siviero,
Renato Stona, Mario Basso, Sonia Basso,
Ilario De Guio, Giulia Scaggiari
Responsabile grafico ed impaginazione: Fabrizio Favaro
Impaginazione: Davide Degiampietro
Foto: Foto Bergamaschi - Archivio Giornale
Grafica Altopiano
Stampa: Centro Stampa delle Venezie
Via Austria, 19/b - 35217 Padova
A Mezzaselva di Roana, in
zona panoramica, esposto al
sole, affittasi annualmente
appartamento trilocale.
Riscaldamento a metano.
Luce ed acqua indipendenti.
400 euro al mese.
Telefonare per informazioni
ai numeri 041.423898 335.8046908
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Sabato 6 febbraio 2010
l’Altopiano
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