CORSO DI SPECIALIZZAZIONE PER RSPP E ASSP MACROSETTORE ATTIVITA’ 8 MODULO A 5 CLASSIFICAZIONE DEI RISCHI IN RELAZIONE ALLA NORMATIVA Dott. Ing. Lara Sirna 2 RISCHIO DA AMBIENTI DI LAVORO Dott. Ing. Lara Sirna 3 TITOLO II – D.Lgs 81/2008 Art. 62 comma 1 lettera a) - Luoghi di lavoro: luoghi destinati a ospitare posti di lavoro, ubicati all’interno dell’azienda o dell’unità produttiva, nonché ogni altro luogo di pertinenza dell'azienda o dell'unità produttiva accessibile al lavoratore nell’ambito del proprio lavoro Sono compresi nella definizione anche gli ambienti interni od esterni dell’azienda ai quali si accede saltuariamente Dott. Ing. Lara Sirna 4 Art. 63 comma 2: I luoghi di lavoro devono essere strutturati tenendo conto, se del caso, dei lavoratori disabili. Dott. Ing. Lara Sirna 5 Articolo 64 - Obblighi del datore di lavoro • Il datore di lavoro provvede affinché: • le vie di circolazione interne o all'aperto che conducono a uscite o ad uscite di emergenza e le uscite di emergenza siano sgombre allo scopo di consentirne l'utilizzazione in ogni evenienza; • i luoghi di lavoro, gli impianti e i dispositivi vengano sottoposti a: regolare manutenzione tecnica e vengano eliminati, quanto più rapidamente possibile, i difetti rilevati che possano pregiudicare la sicurezza e la salute dei lavoratori; regolare pulitura, onde assicurare condizioni igieniche adeguate; • gli impianti e i dispositivi di sicurezza, destinati alla prevenzione o all'eliminazione dei pericoli, vengano sottoposti a regolare manutenzione e al controllo del loro funzionamento. Dott. Ing. Lara Sirna 6 Articolo 65 - Locali sotterranei o semisotterranei • È vietato destinare al lavoro locali chiusi sotterranei o semisotterranei. 2. In deroga, possono essere destinati al lavoro locali chiusi sotterranei o semisotterranei, quando ricorrano particolari esigenze tecniche. In tali casi il datore di lavoro provvede ad assicurare idonee condizioni di aerazione, di illuminazione e di microclima. 3. L’organo di vigilanza può consentire l'uso dei locali chiusi sotterranei o semisotterranei anche per altre lavorazioni per le quali non ricorrono le esigenze tecniche, quando dette lavorazioni non diano luogo ad emissioni di agenti nocivi, sempre che siano rispettate le norme del presente decreto legislativo e si sia provveduto ad assicurare le condizioni di cui al comma 2. Dott. Ing. Lara Sirna 7 Altezza, cubatura e superficie • I limiti minimi per altezza, cubatura e superficie dei locali chiusi destinati o da destinarsi al lavoro nelle aziende industriali che occupano più di cinque lavoratori, ed in ogni caso in quelle che eseguono le lavorazioni che comportano la sorveglianza sanitaria, sono i seguenti: • altezza netta non inferiore a m 3; • cubatura non inferiore a mc 10 per lavoratore; • ogni lavoratore occupato in ciascun ambiente deve disporre di una superficie di almeno mq 2. I valori relativi alla cubatura e alla superficie si intendono lordi cioè senza deduzione dei mobili, macchine ed impianti fissi. Dott. Ing. Lara Sirna 8 • L'altezza netta dei locali è misurata dal pavimento all'altezza media della copertura dei soffitti o delle volte. • Quando necessità tecniche aziendali lo richiedono, l'organo di vigilanza competente per territorio può consentire altezze minime inferiori a quelle sopra indicate e prescrivere che siano adottati adeguati mezzi di ventilazione dell'ambiente. • Per i locali destinati o da destinarsi a uffici, indipendentemente dal tipo di azienda, e per quelli delle aziende commerciali, i limiti di altezza sono quelli individuati dalla normativa urbanistica vigente. Lo spazio destinato al lavoratore nel posto di lavoro deve essere tale da consentire il normale movimento della persona in relazione al lavoro da compiere. Dott. Ing. Lara Sirna 9 Vie di circolazione, zone di pericolo, pavimenti e passaggi • Le vie di circolazione, comprese scale, scale fisse e banchine e rampe di carico, devono essere situate e calcolate in modo tale che i pedoni o i veicoli possano utilizzarle facilmente in piena sicurezza e conformemente alla loro destinazione e che i lavoratori operanti nelle vicinanze di queste vie di circolazione non corrano alcun rischio. • Qualora sulle vie di circolazione siano utilizzati mezzi di trasporto, dovrà essere prevista per i pedoni una distanza di sicurezza sufficiente. • Le vie di circolazione destinate ai veicoli devono passare ad una distanza sufficiente da porte, portoni, passaggi per pedoni, corridoi e scale. Dott. Ing. Lara Sirna 10 • Nella misura in cui l'uso e l'attrezzatura dei locali lo esigano per garantire la protezione dei lavoratori, il tracciato delle vie di circolazione deve essere evidenziato. • Se i luoghi di lavoro comportano zone di pericolo in funzione della natura del lavoro e presentano rischi di cadute dei lavoratori o rischi di cadute d'oggetti, tali luoghi devono essere dotati di dispositivi per impedire che i lavoratori non autorizzati possano accedere a dette zone. Dott. Ing. Lara Sirna 11 Illuminazione naturale ed artificiale dei luoghi di lavoro • A meno che non sia richiesto diversamente dalle necessità delle lavorazioni e salvo che non si tratti di locali sotterranei, i luoghi di lavoro devono disporre di sufficiente luce naturale. In ogni caso, tutti i predetti locali e luoghi di lavoro devono essere dotati di dispositivi che consentano un'illuminazione artificiale adeguata per salvaguardare la sicurezza, la salute e il benessere di lavoratori. • I luoghi di lavoro nei quali i lavoratori sono particolarmente esposti a rischi in caso di guasto dell'illuminazione artificiale, devono disporre di un'illuminazione di sicurezza di sufficiente intensità. Dott. Ing. Lara Sirna 12 • Per l’illuminazione naturale ed artificiale, si rimanda ai Regolamenti comunali di Igiene ed edilizia; • Illuminazione sufficiente deve anche essere garantita nei percorsi di esodo e e in prossimità delle uscite di emergenza Dott. Ing. Lara Sirna 13 RISCHIO ELETTRICO Dott. Ing. Lara Sirna 14 TITOLO III – Capo III – D.Lgs 81/2008 Art. 80 comma 1: Il datore di lavoro prende le misure necessarie affinché i lavoratori siano salvaguardati da tutti i rischi di natura elettrica connessi all’impiego dei materiali, delle apparecchiature e degli impianti elettrici messi a loro disposizione ed, in particolare, da quelli derivanti da: Dott. Ing. Lara Sirna 15 a) contatti elettrici diretti; b) contatti elettrici indiretti; c) innesco e propagazione di incendi e di ustioni dovuti a sovratemperature pericolose, archi elettrici e radiazioni; d) innesco di esplosioni; e) fulminazione diretta ed indiretta; f) sovratensioni; g) altre condizioni di guasto ragionevolmente prevedibili. Dott. Ing. Lara Sirna 16 RISCHI ASSOCIATI Sono connessi sia all'impianto che alle attrezzature utilizzate Possono essere: • Incendio • Elettrocuzione Dott. Ing. Lara Sirna 17 INCENDIO • • • Altri pericoli connessi alla presenza di energia elettrica sono: Incendio di origine elettrica; Innesco in atmosfera esplosiva; Mancanza di energia elettrica. L´incendio è dovuto ad un´anomalia dell´impianto elettrico, ad un corto circuito, ad un arco elettrico o ad un sovraccarico, possibili cause dell´innesco della combustione. In alcuni casi l´impianto elettrico funge da vettore di un incendio, in quanto costituito da materiale combustibile (cavi ad isolamento plastico). L´impianto elettrico può provocare l´innesco di sostanze esplosive, di atmosfere di gas, di vapori o di polveri, a causa della formazione dell ´arco elettrico (manovre, guasti), di sovraccarichi e di corto circuiti. Indirettamente anche la mancanza di energia elettrica può essere causa di infortuni. Un Black-out, può rappresentare durante una lavorazione pericolosa un fattore di notevole rischio. Dott. Ing. Lara Sirna 18 SCARICA ELETTRICA La corrente che attraversa il corpo, in base alla legge di Ohm, è legata alla tensione con cui si viene a contatto e alla resistenza che il corpo umano offre al passaggio di corrente. i (A) = ddp (Volt)/r (Ohm) Questa resistenza dipende da numerosi fattori quali: superficie e pressione di contatto, umidità della pelle e del terreno, scarpe indossate (isolanti o meno). In caso di scarica elettrica che attraversa il corpo, i danni saranno tanto maggiori quanto più è alta la corrente che circola attraverso il corpo umano. Dott. Ing. Lara Sirna 19 TIPOLOGIE DI CONTATTO Contatto diretto: • Si ha quando si viene a contatto con una parte dell'impianto normalmente in tensione (ad es. un conduttore, un morsetto, l'attacco di una lampada); Contatto indiretto: • Si viene a contatto con una parte dell'impianto elettrico normalmente non in tensione che accidentalmente ha assunto una tensione pericolosa a causa di un guasto; è il caso ad esempio dell'involucro metallico di un motore o di un attrezzo. In genere in un contatto indiretto solo una parte della corrente di guasto circola attraverso il corpo umano, il resto della corrente passa attraverso i contatti a terra della massa metallica. Nonostante ciò non bisogna pensare che i contatti indiretti siano meno pericolosi di quelli diretti proprio perché possono portare all'infortunio elettrico durante il normale uso di attrezzi e utensili elettrici. Dott. Ing. Lara Sirna 20 POSSIBILI EFFETTI DELLA TETANIZZAZIONE • • • • TETANIZZAZIONE ARRESTO DELLA RESPIRAZIONE FIBRILLAZIONE VENTRICOLARE USTIONI Dott. Ing. Lara Sirna 21 VALUTAZIONE • La valutazione deve comprendere: • • Accertamento dell’idoneità del progetto; Accertamento della compatibilità fra le caratteristiche dell’impianto e delle attrezzature e l’ambiente di installazione; Analisi della formazione del personale addetto alla manutenzione ordinaria e straordinaria degli impianti; Formalizzazione delle mansioni e attribuzione alle stesse di autorizzazioni e abilitazioni all’intervento commisurate all’intervento professionale; Verifica della presenza di barriere, segnalazioni e divieti per impedire l’accesso alle persone non autorizzate; Formazione del personale circa l’utilizzo delle apparecchiature e degli impianti elettrici • • • • Dott. Ing. Lara Sirna 22 Articolo 81 - Requisiti di sicurezza 1. Tutti i materiali, i macchinari e le apparecchiature, nonché le installazioni e gli impianti elettrici ed elettronici devono essere progettati, realizzati e costruiti a regola d’arte. 2. Ferme restando le disposizioni legislative e regolamentari di recepimento delle direttive comunitarie di prodotto, i materiali, i macchinari, le apparecchiature, le installazioni e gli impianti di cui al comma precedente, si considerano costruiti a regola d’arte se sono realizzati secondo le norme di buona tecnica contenute nell’ ALLEGATO IX. 3. Le procedure di uso e manutenzione devono essere predisposte tenendo conto delle disposizioni legislative vigenti, delle indicazioni contenute nei manuali d’uso e manutenzione delle apparecchiature ricadenti nelle direttive specifiche di prodotto e di quelle indicate nelle norme di buona tecnica contenute nell’ ALLEGATO IX. Dott. Ing. Lara Sirna 23 NORME DI BUONA TECNICA • Si considerano norme di buona tecnica le specifiche tecniche emanate dai seguenti organismi nazionali e internazionali: • • • • UNI (Ente Nazionale di Unificazione); CEI (Comitato Elettrotecnico Italiano); CEN (Comitato Europeo di normalizzazione); CENELEC (Comitato Europeo per la standardizzazione Elettrotecnica); • IEC (Commissione Internazionale Elettrotecnica); • ISO (Organizzazione Internazionale per la Standardizzazione). L’applicazione delle suddette norme dovrà tenere conto dei seguenti principi: • La scelta di una o più norme di buona tecnica deve essere indirizzata alle norme che trattano i rischi individuati. • L’adozione di norme tecniche emesse da organismi diversi, deve garantire la congruità delle misure adottate nel rispetto dei rischi individuati. Dott. Ing. Lara Sirna 24 INFORMAZIONE DEI LAVORATORI • Tutti i lavoratori devono essere informati sul rischio elettrico poiché tutte sono esposte a questo specifico rischio; • In particolare è necessario informare i lavoratori circa l’uso corretto di impianti e attrezzature in relazione alla specifica mansione Dott. Ing. Lara Sirna 25 CEI 11-27 – Lavori su impianti elettrici Definisce tre livelli di competenza per l’esecuzione dei lavori di natura elettrica e specifici programmi di formazione: • PEC: persona comune – persona non avvertita né esperta; • PAV: persona adeguatamente avvisata da persone esperte per evitare i pericoli connessi con l’elettricità; • PES: persona che può analizzare i rischi ed evitare i pericoli che l’elettricità può creare. Pertinenza e responsabilità del Datore di Lavoro sulla base dei percorsi di istruzione e competenza dei lavoratori Dott. Ing. Lara Sirna 26 RISCHIO MECCANICO Dott. Ing. Lara Sirna 27 DEFINIZIONE Insieme dei fattori fisici che possono provocare una lesione per l’azione meccanica di componenti della macchina, di attrezzi, di parti materiali solidi o fluidi espulsi. Gli elementi maggiormente pericolosi sono in particolare gli elementi di trasmissione e gli operativi delle macchine. Dott. Ing. Lara Sirna 28 Articolo 69 - Definizioni • attrezzatura di lavoro: qualsiasi macchina, apparecchio, utensile o impianto destinato ad essere usato durante il lavoro; b) uso di una attrezzatura di lavoro: qualsiasi operazione lavorativa connessa ad una attrezzatura di lavoro, quale la messa in servizio o fuori servizio, l'impiego, il trasporto, la riparazione, la trasformazione, la manutenzione, la pulizia, il montaggio, lo smontaggio; c) zona pericolosa: qualsiasi zona all'interno ovvero in prossimità di una attrezzatura di lavoro nella quale la presenza di un lavoratore costituisce un rischio per la salute o la sicurezza dello stesso; d) lavoratore esposto: qualsiasi lavoratore che si trovi interamente o in parte in una zona pericolosa; e) operatore: il lavoratore incaricato dell’uso di una attrezzatura di lavoro. Dott. Ing. Lara Sirna 29 Articolo 70 - Requisiti di sicurezza • Salvo quanto previsto al comma 2, le attrezzature di lavoro messe a disposizione dei lavoratori devono essere conformi alle specifiche disposizioni legislative e regolamentari di recepimento delle direttive comunitarie di prodotto. 2. Le attrezzature di lavoro costruite in assenza di disposizioni legislative e regolamentari di cui al comma 1, e quelle messe a disposizione dei lavoratori antecedentemente all’emanazione di norme legislative e regolamentari di recepimento delle direttive comunitarie di prodotto, devono essere conformi ai requisiti generali di sicurezza di cui all’ ALLEGATO V. Dott. Ing. Lara Sirna 30 N.B. Qualora gli organi di vigilanza, nell’espletamento delle loro funzioni ispettive, in materia di salute e sicurezza sui luoghi di lavoro, accertino che un’attrezzatura di lavoro messa a disposizione dei lavoratori dopo essere stata immessa sul mercato o messa in servizio ai sensi della direttiva di prodotto, in tutto o in parte, risulta non rispondente a uno o più requisiti essenziali di sicurezza previsti dalle disposizioni legislative e regolamentari di cui al comma 2, ne informano immediatamente l’autorità nazionale di sorveglianza del mercato competente per tipo di prodotto. Dott. Ing. Lara Sirna 31 Articolo 71 - Obblighi del datore di lavoro 1. Il datore di lavoro mette a disposizione dei lavoratori attrezzature conformi ai requisiti di cui all’articolo precedente, idonee ai fini della salute e sicurezza e adeguate al lavoro da svolgere o adattate a tali scopi che devono essere utilizzate conformemente alle disposizioni legislative di recepimento delle direttive comunitarie. 2. All'atto della scelta delle attrezzature di lavoro, il datore di lavoro prende in considerazione: a) le condizioni e le caratteristiche specifiche del lavoro da svolgere; b) i rischi presenti nell’ambiente di lavoro; c) i rischi derivanti dall’impiego delle attrezzature stesse d) i rischi derivanti da interferenze con le altre attrezzature già in uso. Dott. Ing. Lara Sirna 32 Disposizioni generali applicabili a tutte le attrezzature di lavoro 1.1 Le attrezzature di lavoro devono essere installate, disposte e usate in maniera tale da ridurre i rischi per i loro utilizzatori e per le altre persone; 1.2 Le operazioni di montaggio e smontaggio delle attrezzature di lavoro devono essere realizzate in modo sicuro, in particolare rispettando le eventuali istruzioni d'uso del fabbricante. Dott. Ing. Lara Sirna 33 Illuminazione • Le zone di azione delle macchine operatrici e quelle dei lavori manuali, i campi di lettura o di osservazione degli organi e degli strumenti di controllo, di misure o indicatori in genere e ogni luogo od elemento che presenti un particolare pericolo di infortunio o che necessiti di una speciale sorveglianza, devono essere illuminati in modo diretto con mezzi particolari. • Nei casi in cui, per le esigenze tecniche di particolari lavorazioni o procedimenti, non sia possibile illuminare adeguatamente i posti indicati al punto precedente, si devono adottare adeguate misure dirette ad eliminare i rischi derivanti dalla mancanza o dalla insufficienza della illuminazione. Dott. Ing. Lara Sirna 34 L’allegato prescrive inoltre misure minime di sicurezza per: • • • • • • Avviamento; Rischio di proiezione di oggetti; Rischi dovuti agli elementi mobili; Rischio di caduta di oggetti; Materie e prodotti pericolosi e nocivi; Rischio da spruzzi e investimento da materiali incandescenti. Dott. Ing. Lara Sirna 35 DIRETTIVA MACCHINE (CENNI) D.Lgs 17/2010 Dott. Ing. Lara Sirna 36 Sono necessari.. • Marcatura CE che attesti il rispetto dei criteri di sicurezza nella costruzione imposti dalla direttiva macchine (fungo di sicurezza, pedana antiscivolo, maschere protettive degli organi in movimento); • Dichiarazione di conformità • Libretto d'uso e manutenzione • Manutenzione che può essere ORDINARIA o STRAORDINARIA Dott. Ing. Lara Sirna 37 MANUTENZIONE ORDINARIA Intervento che si effettua in loco per mantenere in efficienza e in buono stato attrezzature ed impianti. Si limita a riparazioni di lieve entità, con impiego di materiali di consumo di uso corrente o la sostituzione di parti di modesto valore. Dott. Ing. Lara Sirna 38 MANUTENZIONE STRAORDINARIA Intervento di manutenzione che in genere può non essere effettuato in loco poiché: • richiede mezzi / attrezzature / strumenti particolari; o • che comporti la sostituzione di intere parti/apparecchi per le quali non sia possibile o conveniente la riparazione; oppure • che comporti la completa revisione. Dott. Ing. Lara Sirna 39 Come affrontare il rischio residuo? • Principi generali di prevenzione e protezione: Verifiche e controlli periodici del buono stato delle macchine e delle attrezzature e delle relative protezioni; Manutenzione ordinaria e relativa registrazione degli interventi effettuati; Aggiornamento (se necessario) del libretto d’uso e manutenzione; Informazione e formazione dei lavoratori. Dott. Ing. Lara Sirna 40 RISCHIO MOVIMENTAZIONE MERCI uso di apparecchi di sollevamento e mezzi di trasporto Dott. Ing. Lara Sirna 41 ALLEGATO V - PARTE TERZA Le attrezzature di lavoro adibite al sollevamento di carichi installate stabilmente devono essere costruite in modo da assicurare la solidità e la stabilità durante l’uso tenendo in considerazione innanzi tutto i carichi da sollevare e le sollecitazioni che agiscono sui punti di sospensione o di ancoraggio alle strutture. Dott. Ing. Lara Sirna 42 Le macchine adibite al sollevamento di carichi, escluse quelle azionate a mano, devono recare un’indicazione chiaramente visibile del loro carico nominale e, all’occorrenza, una targa di carico indicante il carico nominale di ogni singola configurazione della macchina. Gli accessori di sollevamento devono essere marcati in modo da poterne identificare le caratteristiche essenziali ai fini di un’utilizzazione sicura. I ganci utilizzati nei mezzi di sollevamento e di trasporto devono portare in rilievo o incisa la chiara indicazione della loro portata massima ammissibile. Se l’attrezzatura di lavoro non è destinata al sollevamento di persone, una segnalazione in tal senso dovrà esservi apposta in modo visibile onde non ingenerare alcuna possibilità di confusione. Dott. Ing. Lara Sirna 43 Prescrizioni applicabili ad attrezzature di lavoro mobili, semoventi o no Le attrezzature di lavoro con lavoratore/i a bordo devono essere strutturate in modo tale da ridurre i rischi per il lavoratore/i durante lo spostamento. Deve essere previsto anche il rischio che il lavoratore venga a contatto con le ruote o i cingoli o vi finisca intrappolato. Dott. Ing. Lara Sirna 44 INOLTRE Le attrezzature di lavoro mobili con lavoratore/i a bordo devono limitare, nelle condizioni di utilizzazione reali, i rischi derivanti da un ribaltamento dell’attrezzatura di lavoro: mediante una struttura di protezione che impedisca all’attrezzatura di ribaltarsi di più di un quarto di giro, ovvero mediante una struttura che garantisca uno spazio sufficiente attorno al lavoratore o ai lavoratori trasportati a bordo qualora il movimento possa continuare oltre un quarto di giro, ovvero mediante qualsiasi altro dispositivo di portata equivalente. Dott. Ing. Lara Sirna 45 Queste strutture di protezione: • possono essere integrate all’attrezzatura di lavoro; • non sono obbligatorie se l’attrezzatura di lavoro è stabilizzata durante tutto il periodo d’uso, oppure se l’attrezzatura di lavoro è concepita in modo da escludere qualsiasi ribaltamento della stessa. Se sussiste il pericolo che in caso di ribaltamento, il lavoratore o i lavoratori trasportati rimangano schiacciati tra parti dell’attrezzatura di lavoro e il suolo, deve essere installato un sistema di ritenzione. I carrelli elevatori su cui prendono posto uno o più lavoratori devono essere sistemati o attrezzati in modo da limitarne i rischi di ribaltamento. Dott. Ing. Lara Sirna 46 Le attrezzature di lavoro adibite al sollevamento di carichi installate stabilmente devono essere disposte in modo tale da ridurre il rischio che i carichi: a) urtino le persone, b) in modo involontario derivino pericolosamente o precipitino in caduta libera, ovvero c) siano sganciati involontariamente. Dott. Ing. Lara Sirna 47 Articolo 72 - Obblighi dei noleggiatori e dei concedenti in uso 1. Chiunque venda, noleggi o conceda in uso o locazione finanziaria attrezzature di lavoro deve attestare, sotto la propria responsabilità, che le stesse siano conformi, al momento della consegna a chi acquisti, riceva in uso, noleggio o locazione finanziaria, ai requisiti di sicurezza di cui all’ ALLEGATO V. 2. Chiunque noleggi o conceda in uso ad un datore di lavoro attrezzature di lavoro senza conduttore deve, al momento della cessione, attestarne il buono stato di conservazione, manutenzione ed efficienza a fini di sicurezza. Dovrà altresì acquisire e conservare agli atti per tutta la durata del noleggio o della concessione dell’attrezzatura una dichiarazione del datore di lavoro che riporti l’indicazione del lavoratore o dei lavoratori incaricati del loro uso, i quali devono risultare formati conformemente alle disposizioni del presente titolo Dott. Ing. Lara Sirna 48 RISCHIO CADUTE DALL’ALTO Dott. Ing. Lara Sirna 49 DEFINIZIONE • LAVORO IN QUOTA attività lavorativa che espone il lavoratore al rischio di caduta da una quota posta ad altezza superiore a 2 m rispetto ad un piano stabile. Dott. Ing. Lara Sirna 50 Articolo 113 - Scale 1. Le scale fisse a gradini, destinate al normale accesso agli ambienti di lavoro, devono essere costruite e mantenute in modo da resistere ai carichi massimi derivanti da affollamento per situazioni di emergenza. I gradini devono avere pedata e alzata dimensionate a regola d'arte e larghezza adeguata alle esigenze del transito. Dette scale ed i relativi pianerottoli devono essere provvisti, sui lati aperti, di parapetto normale o di altra difesa equivalente. Le rampe delimitate da due pareti devono essere munite di almeno un corrimano. Dott. Ing. Lara Sirna 51 • Le scale semplici portatili (a mano) devono essere costruite con materiale adatto alle condizioni di impiego, devono essere sufficientemente resistenti nell'insieme e nei singoli elementi e devono avere dimensioni appropriate al loro uso. • E' vietato l'uso di scale che presentino listelli di legno chiodati sui montanti al posto dei pioli rotti. Esse devono inoltre essere provviste di: • dispositivi antisdrucciolevoli alle estremità inferiori dei due montanti; • ganci di trattenuta o appoggi antisdrucciolevoli alle estremità superiori, quando sia necessario per assicurare la stabilità della scala. Dott. Ing. Lara Sirna 52 VERIFICHE PERIODICHE Dott. Ing. Lara Sirna 53 PERIODICITA’ STABILITA IN BASE A: • Normativa nazionale (di recepimento di direttive UE) -> attrezzature in pressione (periodicità stabilita in base agli All. A e B del DM 392/2004; • D.Lgs 81/2008 – Allegato VII: verifiche periodiche di attrezzature di lavoro (i.e. gru e apparecchi di sollevamento di portata superiore a 200Kg; …) Dott. Ing. Lara Sirna 54 PREVENZIONE INCENDI Dott. Ing. Lara Sirna 55 DEFINIZIONI Pericolo di incendio: proprietà o qualità intrinseca di determinati materiali o attrezzature, oppure metodologie e pratiche del lavoro o di utilizzo di un ambiente di lavoro, potenzialmente capaci di causare un incendio. Rischio di incendio: probabilità che sia raggiunto il livello potenziale di accadimento di un incendio con conseguenze sulle persone e i beni presenti negli ambienti considerati. Dott. Ing. Lara Sirna 56 Prevenzione incendi: materia di rilevanza interdisciplinare nel cui ambito vengono promosse, studiate, predisposte e sperimentate le misure, i provvedimenti, gli accorgimenti e modi di azione intesi ad evitare, secondo le norme emanate dagli organi competenti in materia, l’insorgenza di un incendio e a limitarne le conseguenze. Dott. Ing. Lara Sirna 57 CENNI NORMATIVI • D.Lvo 626/94 e s.m.i. : ha introdotto il principio per il quale in tutti i luoghi di lavoro a prescindere dal tipo di attività deve essere valutato, parallelamente agli altri tipi di rischi, anche il rischio incendio. • Tale principio è stato mantenuto nel D.Lgs 81/2008 • Nei luoghi di lavoro le misure in materia di tutela antincendio e di gestione dell’emergenza sono state definite dal D.M. 10 marzo 1998. • Il DPR 577/82 ha identificato il Corpo Nazionale dei Vigili del Fuoco (CNVVF) come l’organo pubblico demandato al controllo in tale settore. Dott. Ing. Lara Sirna 58 Classificazione del rischio incendio Il rischio di incendio dei luoghi di lavoro o di ogni sua parte può essere classificato come basso, medio o elevato. Viene definito (dal DM 10/3/98): • basso: quando i luoghi di lavoro in cui sono presenti sostanze a basso tasso di infiammabilità e le condizioni di esercizio offrono scarse possibilità di sviluppo di principi di incendio e la probabilità di innesco e propagazione è limitata; • medio: per i luoghi di lavoro o parte di essi in cui sono presenti sostanze infiammabili e le condizioni di esercizio possono favorire lo sviluppo di incendi ma nei quali la probabilità di propagazione è da considerare limitata; • elevato: per i luoghi di lavoro in cui, per la presenza di sostanze altamente infiammabili e per le condizioni di esercizio del locale, sussistono forti probabilità di sviluppo di incendi e, almeno nella fase iniziale, vi sono notevoli probabilità di propagazione delle fiamme; sono da considerarsi tali anche quei luoghi non classificabili come a basso o medio livello di rischio. Dott. Ing. Lara Sirna 59 I luoghi a rischio incendio elevato comprendono I locali nei quali, indipendentemente dalla presenza di sostanze infiammabili e dalla facilità di propagazione delle fiamme, l’affollamento degli ambienti, lo stato dei luoghi o le limitazioni motorie delle persone ivi presenti, rendono difficoltosa l’evacuazione in caso d’incendio. Dott. Ing. Lara Sirna 60 Considerazioni • Una qualunque area a rischio elevato può elevare il livello di rischio dell’intero luogo di lavoro, salvo che vi sia una struttura di separazione realizzata con elementi resistenti al fuoco; • Una categoria di rischio elevato può essere ridotta se il processo di lavoro è gestito accuratamente e le vie di esodo sono protette contro l’incendio; • Nei luoghi di lavoro grandi e complessi è possibile ridurre il livello di rischio attraverso misure di protezione attiva di tipo automatico (i.e. impianti automatici di spegnimento, di rivelazione incendio o di estrazione fumi). Dott. Ing. Lara Sirna 61 ATTIVITA’ SOGGETTE Sono soggette al controllo del CNVVF le seguenti attività (che si svolgono nei luoghi di lavoro ubicati all’interno dell’azienda, dell’unità produttiva o comunque rientrante nell’area delle stesse e accessibile per lavoro): • nelle quali si producono, si impiegano, si sviluppano ovvero si detengono prodotti infiammabili, incendiabili o esplodenti; • per dimensioni, ubicazione o altre ragioni presentano in caso di incendio, gravi pericoli per l’incolumità dei lavoratori impiegati. Dott. Ing. Lara Sirna 62 Certificato Prevenzione Incendi • Documento rilasciato dal CNVVF; • Attesta che l’attività soggetta al controllo per il rischio incendi elevato, ha messo in opera tutte le protezioni attive e passive per diminuire il rischio incendio così come da progetto presentato ed approvato dai VVF; • È in pratica il nulla osta per condurre l’attività; • Va richiesto prima dell’inizio dell’attività (solitamente a conclusione della progettazione definitiva) e ad ogni modifica strutturale o impiantistica rilevante degli edifici. Dott. Ing. Lara Sirna 63 NOP – Nulla Osta Provvisorio • Autorizzazione provvisoria istituita dalla legge 818/1984; • La sua validità è stata prorogata di anno in anno; • Il DM 29/12/2005 impone che entro il 1/06/2009 tutte le attività titolari di NOP provvedano alla richiesta di rilascio del CPI presso i comandi provinciali dei VVF Dott. Ing. Lara Sirna 64 IL TRINGOLO DEL FUOCO COMBURENTE COMBUSTIBILE Dott. Ing. Lara Sirna INNESCO 65 REGOLA BASTA ROMPERE UNO DEI LATI DEL TRIANGOLO DEL FUOCO PERCHE’ L’INCENDIO SI ESAURISCA Dott. Ing. Lara Sirna 66 PERICOLI ASSOCIATI AD UN INCENDIO • Riduzione della concentrazione di O2 presente nell’aria ambiente; • Inalazione di sostanze tossiche prodotte dalla combustione quali: Monossido di carbonio; Anidride carbonica; Anidride solforosa; Idrogeno solforato; Acido cianidrico, cloridrico; IPA; Fosgene (da sostanze contenenti cloro, altamente tossico); Particelle solide fini. Dott. Ing. Lara Sirna 67 • Calore: • Ustioni; • Perdita di beni materiali. Dott. Ing. Lara Sirna 68 GESTIONE DELLE EMERGENZE ELEMENTARI Dott. Ing. Lara Sirna 69 IL PANICO In situazioni di emergenza si modificano temporaneamente le condizioni di agibilità degli spazi e l’affollamento. Tutto ciò, unito alla necessità di abbandonare il luogo “il più in fretta possibile”, porta ad avere situazione di panico in persone che non riescono a sostenere la tensione del momento. Dott. Ing. Lara Sirna 70 MODI IN CUI SI MANIFESTA • • • REAZIONI EMOTIVE: Timore; Paura; Ansia; Manifestazioni isteriche; REAZIONI DELL’ORGANISMO: Accelerazione battito cardiaco; Tremori; Difficoltà respiratorie; REAZIONI COMPORTAMENTALI: Perdita di controllo dei movimenti; Perdita di attenzione verso i propri movimenti e quelli degli altri; Difficoltà di ragionare con lucidità. Dott. Ing. Lara Sirna 71 AZIONI “INCONSULTE” • Coinvolgimento nell’ansia generale; • Invocazioni di aiuto, grida, urla; • Istinto di autodifesa con tentativi di fuga e manifestazioni violente verso le altre persone (spinte, corse, calpestamenti). Dott. Ing. Lara Sirna 72 COME FARE Il panico viene generato quando si ha la sensazione di non sapere cosa fare per garantire la propria fuga in condizioni di pericolo vere o presunte. Per diminuire questo fenomeno è importante sapere come fronteggiare ogni situazione di emergenza: • Sapere di cosa si tratta; • Sapere come doversi comportare; • Aver “sperimentato” le azioni da intraprendere Dott. Ing. Lara Sirna 73 UTILITA’ SAPERE COSA STA ACCADENDO E AVER VISSUTO ESPERIENZE DI EVACUAZIONE (ESERCITAZIONI) AIUTA I MECCANISMI INCONSCI CHE REGOLANO L’AUTODIFESA A MANTENERE LA CALMA. Dott. Ing. Lara Sirna 74 N.B. È FONDAMENTALE CHE LA PROGRAMMAZIONE DELLE ESERCITAZIONI DI EVACUAZIONE SIANO NOTE SOLO AGLI ORGANIZZATORI (RSPP, DIRIGENTE, VVFF, PROTEZIONE CIVILE). QUESTO GARANTISCE L’EFFETTIVA VERIFICA SIA DELLE PROCEDURE CHE DEI COMPORTAMENTI. Dott. Ing. Lara Sirna 75 PIANO DI EMERGENZA ED EVACUAZIONE COSA E’? • Si tratta di un documento applicativo QUALE SCOPO HA? • Raccogliere: Tutti i possibili casi in cui sia necessario effettuare l’evacuazione dell’edificio; Le procedure da applicare in caso di emergenza. Dott. Ing. Lara Sirna 76 COSA DEVE PREVEDERE? • Designazione e formazione della squadra di Pronto Intervento e della squadra di Primo Soccorso; • Chiara planimetria (e quindi presenza) circa le vie di fuga da seguire, le uscite di emergenza e il punto di raccolta più vicino; • Procedure di evacuazione del luogo di lavoro (chi da allarme generalizzato; compiti della squadra di Pronto Intervento); • Istruzioni per il comportamento dei lavoratori in caso di emergenza (incendio, malesseri, infortuni, calamità naturale, attacco terroristico); • Procedure di richiesta d'intervento delle autorità competenti (Vigili del Fuoco, 118, Polizia di Stato, Protezione Civile) • Misure specifiche per assistenza ai disabili; • Misure specifiche per lavoratori esposti a rischi particolari; • Misure specifiche per zone ad elevato rischi d'incendio. Dott. Ing. Lara Sirna 77 POSSIBILI CAUSE DI EMERGENZA CAUSE INTERNE: Dovute a malfunzionamenti di impianti (elettrico, riscaldamento, distribuzione gas) o apparecchi o a coinvolgimento di sostanze chimiche pericolose, oppure a errori umani che causino un incendio o un’esplosione. CAUSE ESTERNE: Dovute a calamità naturali (terremoti, alluvioni, incendi all’esterno). Dott. Ing. Lara Sirna 78 PROCEDURE DI EMERGENZA Per ogni emergenza identificata devono essere stilate opportune misure di evacuazione (che nella maggior parte dei casi coincidono) tra cui ad esempio: • Segnalazione del pericolo imminente reale o presunto; • Autorizzazione della persona incaricata a segnalare (mediante il suono specifico - sirena) la necessità di evacuazione; • Chiamata agli organi preposti quali Prefettura, Questura, VVFF, 118 e Protezione Civile (nel caso di calamità naturali); • Predisposizione di incarichi in ogni ufficio per costituire l’ordine di uscita e verificare che non vi siano persone in difficoltà; • Compiti dei lavoratori qualora vi siano visitatori. Dott. Ing. Lara Sirna 79 Per fare tutto ciò, è necessario: AVER INDIVIDUATO: Un punto di raccolta; Il personale incaricato a svolgere determinate procedure (segnalazione di allarme, segnalazione agli organi competenti, segnalazione al dirigente e al preposto, efficienza delle vie di fuga e delle uscite di emergenza); Dott. Ing. Lara Sirna 80 AVER PREDISPOSTO: L’opportuna segnaletica di sicurezza (scritta o simbolo bianco su sfondo verde); L’opportuno sistema di illuminazione di emergenza; Il percorso sicuro opportunamente segnalato (mediante bande fosforescenti); Le vie di fuga e le uscite sicure; Il registro presenze in caso di emergenza; Dott. Ing. Lara Sirna 81 CONTROLLARE QUOTIDIANAMENTE: La libera apertura delle uscite emergenza (no catene o chiusure chiave); Lo sgombero delle vie e delle uscite emergenza e il buono stato del punto raccolta. Dott. Ing. Lara Sirna 82 di a di di N.B. QUESTI ULTIMI ASPETTI DEVONO FARE PARTE DEL PIANO DI EMERGENZA E DEVONO ESSERE GLI STESSI PER TUTTE LE EMERGENZE, IN QUESTO MODO NON SI GENERA CONFUSIONE NEL CASO IN CUI SIA NECESSARIO PROCEDERE NELL’IMMEDIATO ALL’EVACUAZIONE. Dott. Ing. Lara Sirna 83 CHE FARE? • Avvisare immediatamente il personale incaricato (Piano di Evacuazione) per dare l’allarme; • Soccorrere eventuali feriti (Squadra di Primo Soccorso); • Cercare di estinguere il fuoco (Squadra di Pronto Intervento) SOLO SE POSSIBILE: AUTOPROTEZIONE!!!! Dott. Ing. Lara Sirna 84