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Periodico bimestrale - Sped. a.p. 45% - Art. 2 comma 20/b - Legge 662/96 - Filiale di Forlì - Contiene I.P. - Dir. Resp. Carlo Andrea Barnabè
Aut. Trib. di Rimini n. 185 del 16/8/80 e del 26/8/92 - Red. e Amm. Riccione - Via Montebianco, 27 - Tel. 0541 643884
Stampa: Litografia La.Ser. Coriano - Grafica: Composet Riccione - Anno XXXI- N°4 - SETTEMBRE/OTTOBRE 2012
www.famijarciunesa.org - [email protected]
CN/RN0665/2010
1912-2012
100
ANNI DI VIALE
MARIA
CECCARINI
11 OTTOBRE 2012
Inaugurazione
della statua in bronzo
Scopri le iniziative
e i festeggiamenti
alle pagine 3-6-7-8
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Festa di Fine Estate!
Domenica 23 Settembre 2012 dalle 10,00 alle 18,30
Tutto il Parco Oltremare è aperto per i soci, i familiari e gli amici di Famija Arciunesa
Il BIGLIETTO-INVITO (numerato) è abbinato alla sottoscrizione a premi
“Splendore in Laguna” coi favolosi omaggi dei gioiellieri di Riccione, (costo 5,00 euro).
Si può ritirare presso la sede di F.A. in via Montebianco (nel Parco)
nei seguenti giorni di Settembre DALLE 16,30 ALLE 19,00:
5e
sab. 8 / mar. 11 / gio. 13 / sab. 15 / mar. 18 / gio. 20 / sab. 22
I bambini con altezza fino ad UN METRO entrano GRATIS
inizio
spettacoli
In omaggio per ogni famiglia un libro di dialetto
ORE 10.30
ORE 11.30
ORE 12.30
ORE 13.30
ORE 14.00
VOLO DEI RAPACI
SPETTACOLO DELFINI
HAPPY FARM
ALKIMIA
ECOSHOW
ORE 15.00
ORE 15.30
ORE 16.00
ORE 16.30
ORE 17.30
HAPPY FARM
SPETTACOLO DELFINI (ESTRAZIONE BIGLIETTI)
ALKIMIA
VOLO DEI RAPACI
SPETTACOLO DELFINI
Tra uno spettacolo e l’altro è possibile assistere ad una proiezione gratuita a IMAX
richiedendo l’apposito coupon (mostrando il BIGLIETTO-INVITO agli addetti di Oltremare)
ENTRATA VIA ASCOLI PICENO - PARCHEGGIO GRATUITO
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2
UN MONUMENTO ALLA BENEFATTRICE
100 anni fa Viale Viola divenne Viale Maria Ceccarini
11 Ottobre 1912. Il Comune di Rimini
cambia la toponomastica di alcuni viali di Riccione (allora sua frazione). Così
Viale Viola, quel viottolo che dal Paese
vecchio conduceva alla Marina, divenne Viale Maria Ceccarini. Il tutto senza
alcun atto solenne e minimo riguardo
per la Signora che solo pochi anni prima
aveva, dallo stesso Comune, ricevuto la
cittadinanza onoraria in quanto l’eco delle sue opere benefiche era rimbalzata
fino a Roma e il Ministero della Pubblica
Istruzione le aveva conferito la Medaglia
d’oro per aver finanziato ed organizzato
la Biblioteca circolante a Riccione. Da
allora, a parte qualche targa marmorea,
nulla è stato fatto per ricordare chi aveva anche donato un Giardino d’Infanzia,
un Ospedale, prestato soldi senza interessi per costruire il porto, fornito elettricità per illuminare le strade, distribuito
gratuitamente 300 pasti al giorno negli
inverni rigidi e tanto altro che non si sa.
Per colmare questa lacuna Famija Arciunesa ha progettato la posa di una
statua a figura intera alta due metri,
in bronzo. Su basamento in pietra di
Verona che verrà collocata sul Viale
tra Via Corridoni e il sottopasso pedonale, nell’aiuola esistente sul lato
Cattolica. L’opera è stata commissionata allo scultore Leonardo Lucchi.
Cerimonia della posa della statua
Giovedì 11 Ottobre 2012
L’ORA SARà COMUNICATA SUI QUOTIDIANI LOCALI
CONOSCIAMO L’ARTISTA: LEONARDO LUCCHI
Nasce il 9 dicembre 1952 a Cesena, dove ancora oggi vive e lavora. Studia all’Istituto d’Arte per la Ceramica di Faenza e si diploma nel 1970. Agli inizi della sua carriera artistica partecipa a
diverse esposizioni collettive in cui riscuote subito i primi successi
ed allestisce le sue prime mostre personali. È invitato a realizzare un grande Cristo Risorto e un’imponente Via Crucis nella
Catholic Church di Singapore, mentre nella sua città lo vediamo
protagonista nella realizzazione di importanti gruppi bronzei quali i monumenti a Don Carlo Baronio, a San Pio da Pietrelcina, a
Madre Teresa di Calcutta e il San Giovanni Battista presso la Cattedrale. In più di trent’anni di attività artistica espone in diverse
città italiane: Roma, Modena, Venezia, Firenze, Ferrara, Milano,
Bologna, Palermo, Messina, Bari. È molto apprezzato in Francia,
dove è spesso invitato ad esporre: St. Paul de Vence, Nancy, Grenoble, Poitiers, Annecy, Besancon e Toulouse sono solo alcune
delle città che gli rendono omaggio. All’estero ha esposto inoltre
a Londra, Parigi, Lussemburgo, Basilea, Ginevra, Gent (Belgio).
Nell’ultimo periodo realizza diverse opere pubbliche monumentali, tra le quali ricordiamo i gruppi scultorei dedicati ai caduti della
Seconda Guerra Mondiale, collocati a Terni e Forlì, le fontane per
la “Piazza della Vita” a Bolgare (BG), la scalinata con il gruppo
bronzeo “Gli equilibristi”, i monumenti “La Bella di Cesena” e “La
cavalla e il fanciullino” che rievoca a celebre poesia del Pascoli “La
cavalla storna” oltre alla grande fontana “Acqua: fonte di bellezza”, posta all’ingresso della zona termale di Bagno di Romagna.
Di recente realizzazione anche una Resurrezione per la Basilica dì
San Marino, ivi collocata in occasione della visita del Santo Padre Benedetto XVI. Sue opere sono in esposizione permanente
presso prestigiose gallerie in Italia, Francia e Regno Unito e sono
ormai presenti in numerose collezioni private in tutto il mondo. Il
suo studio è situato nel cuore della città: qui l’artista intende offrire un luogo d’incontro e di scambio culturale ed umano accessibili
a tutti, nel quale si respiri quell’aria carica di emozioni e sentimenti che è alla base di ogni ispirazione ed espressione artistica.
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LIBRI DI F.A.
Una nuova pubblicazione
della Famija Arciunesa
GIUSEPPE LO MAGRO PRESENTA LA SUA ULTIMA FATICA
NELLE LIBRERIE E EDICOLE DI RICCIONE
O PRESSO LA SEDE DI F.A. IN VIA MONTEBIANCO
Mi sto avviando ai settant’anni e questo libro è un “atto d’amore”
per Riccione. Riccione è la mia città e ci sono sempre vissuto, a parte le parentesi dello studio all’Istituto Tecnico Industriale di Fermo
e del servizio militare a Napoli e Monza. Sono nato, nel Gennaio
1945, al “Minerva” in Viale Ceccarini, esercizio commerciale sorto
negli anni ‘20 del 1900, pubblicizzato con lo slogan “Di tutto un
pò”. Mia mamma Dolores lavorava lì, alle dipendenze della proprietaria, che era sua sorella Virginia, vendendo cartoline illustrate
e matasse di lana, automobiline di latta e quotidiani, cappelli di
paglia e biglie di vetro, guadini e pastelli colorati, libri e carta da
lettere. Quando giunse il momento pensò bene di darmi alla luce
senza correre all’ospedale. Al piano superiore del negozio c’erano tutte le comodità del caso e a quei tempi si nasceva in casa.
Dicevo dell’amore per Riccione. In confidenza, sino ai quarant’anni ho amato la mia città in maniera epidermica. Era lì coi giardini,
i viali, la spiaggia, il mare; il tutto da vivere con la famiglia e gli
amici, nel lavoro e nel divertimento. Poi è arrivato l’amore forte,
quello che è andato in profondità, grazie ad un libro “galeotto”:
“I Pionieri” di Dante Tosi. Che personaggi magnifici e irripetibili!
Maria Boorman Ceccarini, conte Felice Pullè, Girolamo Fabbri,
conte Giacinto Soleri Martinelli, Severo Savioli, don Carlo Tonini,
Luigi Valcarenghi, Giuseppe Angelini “Finèin”, Domenico Galavotti, Pietro Tontini, don Giovanni Montali, Secondo Savioli, Giovanni
Cecchini, Luigi Fabbri, Ettore Tonini, Domenico Mancini, Giuseppe
Angelini “ e Biènch”, Leonilde Conti, Sebastiano Amati, Lodovico
Cicchetti: benefattori o lungimiranti, nobili o popolani, possidenti o nullatenenti, hanno dato la loro anima a Riccione e ne hanno
fatto una città diversa da tutte le altre. Una città che ci nasci e la
ami, una città che ci vieni a vivere e t’innamori: perchè è permeata
dall’anima di quei personaggi che l’hanno creata e poi modellata.
Tre di questi mi sono entrati nel cuore: Carlo Tonini “il Don”, Giacinto Martinelli “ il Conte”, Giuseppe “Finèin” Angelini “ il Giardiniere”. Tre sognatori determinati a concretizzare i loro sogni, tre
altruisti determinati a risollevare chi si trova in difficoltà, tre innamorati determinati a rendere migliore la loro città. Magnifici e irripetibili. Un prete che firma petizioni chiedendo servizi pubblici,
invoca donazioni per aiutare i poveri, fa fermare il treno per portare bambini scrofolosi a curarsi coi bagni di mare. Un nobile che
rifugge la mondanità della città, costruisce l’ospizio marino, dona
terreno per costruire la chiesa, realizza una lottizzazione facendo
nascere “La città giardino”. Un popolano che, nato orfano, si sottrae alla miseria inventandosi i mestieri di custode-giardiniere, bagnino, commerciante d’olio di oliva. E tenendo sempre posto alla
sua tavola. Clero, nobiltà e popolo: una “catena alimentare” per
Riccione e i suoi abitanti. In queste pagine si parla di loro in maniera semplice e gioiosa come è stata la loro vita. Pagine “ravvivate”
dai disegni di Luciano Luzzi per raccontare un pezzetto della nostra
storia gioiosamente, come merita Riccione: una città con l’anima.
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LIBRI DI F.A.
14 Luglio 2012: la presentazione
Nella suggestiva cornice del Palazzo
del Turismo, il 14 Luglio scorso, è stato
presentato il libro “Il Don, il Conte e il
Giardiniere”, scritto dal sempre creativo
Giuseppe Lo Magro, Presidente di Famija Arciunesa, per valorizzare, in occasione del 90° compleanno, l’anniversario
della nascita del Comune di Riccione e
della nostra città come località balneare. L’incontro è stato aperto dal Sindaco Massimo Pironi che, nel prendere la
parola, ha evidenziato come il borgo di
Riccione abbia avuto, fin dall’inizio del
suo sviluppo, la chiamata vocazionale a
divenire un famoso luogo di villeggiatura
e una “città giardino”, tale da meritarsi
nel tempo, per il suo ricco e armonioso
arredo verde, la denominazione di “Perla verde”. Il Sindaco ha rimarcato come
i suoi “Pionieri”, antichi e moderni, ne
abbiano fatto, con lungimiranza e amore,
una città particolare rispetto a tutte quelle della costa romagnola. Giuseppe, che
ama profondamente Riccione, ha cercato
anche con questo libro di recuperarne la
storia, di far conoscere ai giovani e a tutte le persone che ne hanno fatto la loro
residenza, come la città sia stata modellata dall’anima dei Riccionesi che con la
loro intraprendenza hanno dato vita ad
una località balneare di fama internazionale. Attraverso la presentazione di tre
pionieri: Carlo Tonini “il Don”, Giacinto
Martinelli “il Conte”, Giuseppe “Finein”
Angelini “il Giardiniere”, si dipana la storia di Riccione come tranquilla ed elegante località balneare atta a ritemprare il
corpo e lo spirito con il mare, la spiaggia,
l’organizzazione di eventi culturali e artistici. Don Tonini, parroco di San Martino,
all’indomani dell’unità d’Italia, non si ac-
Da sin.: Luciano Luzzi (Illustratore), il Sindaco Massimo Pironi, Giuseppe Lo Magro (Autore),
Paolo Santovito (Grafico), Teresio Spadoni (Correttore dei testi).
contenta di essere solo la guida spirituale dei suoi parrocchiani, ma vuole anche
aiutarli a risollevarsi economicamente.
Chiede servizi pubblici, cerca donazioni
per i più poveri, ottiene che si fermi il
treno per portare i bambini scrofolosi a
curarsi con il sole, i bagni di mare e un
buon vitto. Il conte Martinelli costruisce
con Emilio Amati l’Ospizio marino per i
bambini malati di scrofola, dona il terreno per costruire la chiesa Mater Admirabilis, con Lodovico Cicchetti sogna e
progetta una Riccione “città giardino”.
Giuseppe Angelini cerca di sollevarsi da
una vita precaria impegnandosi nei mestieri di custode-giardiniere, bagnino,
commerciante di olio. Per la sua attività
può essere considerato uno dei primi
operatori di servizi balneari. Il libro è bel-
lo, interessante non solo per la memoria
storica, ma anche per la raffinata veste
tipografica, per la ricchezza di immagini,
vecchie fotografie e per le molte pagine
ravvivate dagli attraenti e simpatici disegni policromi di Luciano Luzzi. Il ricavato
dei proventi del libro, pubblicato con la
collaborazione del Comune di Riccione e
con quello degli sponsor Concessionaria
Marcar, Spagnoli Ascensori, Ediltutto,
Rossi Oleodinamica, Servizi Assicurativi
Bancari Assiamica, servirà per erigere
una statua in bronzo, opera dello scultore Leonardo Lucchi di Cesena, che
rappresenta Maria Boorman Ceccarini,
grande benefattrice di Riccione, e promotrice del suo sviluppo economico e
sociale.
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90° COMPLEANNO DI RICCIONE
19 OTTOBRE
19 2 2 - 2 0 1 2
PALACONGRESSI - ORE 21,00
“Saluti da Riccione”, spettacolo del Coro Città di Riccione
Premiazioni, Taglio della Torta e Brindisi
TORTA 90°
Comune
di Riccione
Lo spettacolo si comporrà di interventi musicali a cura del Coro “Città di
Riccione”e poetici a cura degli amici riccionesi in quattro quadri. Ogni
quadro sarà arricchito dalla proiezione di immagini e filmati, nonché
dalla presenza di giovani figuranti che daranno vita alle “cartoline” presentate. Avremo l’onore della presenza e della voce narrante di Edmo
Vandi, emblema carismatico della storia culturale di Riccione. La regia
dello spettacolo è affidata a Della Del Cherico. Possiamo contare sulla preziosa collaborazione e memoria storica della musica a Riccione di
Enzo Righetti – Righetti Strumenti Musicali. L’intero spettacolo, che mette in gioco
le forze del “Coro Città di Riccione” e di altre importanti realtà culturali riccionesi, è dedicato e ispirato alla figura di Tonino Guerra, il romagnolo che ha parlato
della nostra essenza al mondo svelandone la naturale allegria e l’ingenua poeticità.
SCALETTA DEI Brani musicali:
ALBA SUL MARE - SPESSO A CUORI E PICCHE (brano d’operetta) - MATTINATA
Moonlight serenade - Chattanooga choo choo - Bellezza in bicicletta
(TRIO LESCANO) - Deborah’s theme (colonna sonora del film “C’era una volta in America”)
ESTATE - RICCIONE MIA (brano composto da Edmo Vandi) - TRINCK - MARINA
AMARCORD - VIALE CECCARINI, RICCIONE - UN’ESTATE AL MARE - CON TE PARTIRO’
E’ stato presentata nel luglio scorso in occasione della manifestazione Ville di Gusto, “Dolce
Riccione” la torta dedicata alla Perla verde per
festeggiare il suo 90° compleanno. L’idea è nata
nel corso di un seminario per aspiranti sommelier promosso da CNA in collaborazione con il
Consorzio Riccione Ristobar e ha trovato l’appoggio di Mo.Ca, azienda che da oltre 60 anni
opera nel settore della pasticceria. Dall’idea si
è sviluppata una fase di vera e propria progettazione con l’individuazione degli ingredienti
idonei a rappresentare al meglio l’identità di
Riccione facendo leva sulla riscoperta delle tradizioni e delle tipicità del territorio. Fondamentale in questo senso è stata la professionalità ed
esperienza di Pino, il socio fondatore della ditta
Mo.Ca. che ha portato a termine la sua ricetta
sfornando un dolce evocativo dei sapori, delle
sensazioni e delle tradizioni gastronomiche del
nostro territorio, espressioni di cose semplici e
genuine come le persone che abitano la nostra
città. “Dolce Riccione” è il risultato di un perfetto mix di farina tipo “0”, zucchero, uova e burro
uniti a ricotta vaccina pastorizzata, frutta secca
(noci, pinoli, mandorle tritate e uvetta) farciti da
uno strato di crema di cioccolato e uno di pan
di spagna leggermente bagnato nell’alchermes.
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Mostra fotografica
Riccione 1862-2012. Dal vapore... al salotto
a cura di Armando Semprini, Famija Arciunesa e Gianni Zangheri
Riccione. Palazzo del Turismo, dal 09 al 25 Ottobre 2012
Un anno particolare il 2012 per
la città di Riccione che comincia,
pur nella sua breve vita, ad avere
importanti appuntamenti storici.
Sono trascorsi 150 anni da quando, era il I° Gennaio 1862, il treno effettuò la sua prima fermata
provvisoria al casello di Riccione.
Divenne regolare nel 1865. 120
anni fa invece è la posa della prima pietra dell’Ospedale “Giovanni Ceccarini”- 25 Aprile 1892. Il
taglio del nastro dell’opera compiuta è datato 23 Ottobre 1893.
E 100 invece sono gli anni che ci
separano da quando Viale Viola
divenne Viale Maria Ceccarini una
delle strade più famose d’Italia 11 ottobre 1912. Documenti, testimonianze e fotografie di tutto ciò
saranno l’argomento della mostra.
VENDITA
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Passione per il vino
dal 1922...
Ingresso
libero
Orari
di visita
Feriali:
15.00 -19.00
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10.00 – 12.00
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d’una volta!
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4 OTTOBRE 2012 ore 20,30
Menù
Antipasto
Tagliere del battibecco
(selezione di salumi artigianali di Perticara)
Crostini al profumo d’Autunno
Primi
Tortelloni alla crema di noci
Tagliatelle al ragù di carne magra speziata
Secondo
Grigliata mista (costarelle, salsicce, castrato)
Contorni
Patate rustiche del contadino
Bietoline con patatine lessate saltate in padella
Piadina casereccia
Ciambella e crostata al forno
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90° Autonomia Comunale
Libro doppio pubblicato
da Famija Arciunesa
Sturièle, zirudèle, rasunamènt, patachède in
quèl d’Arcioun da una parte mentre dall’altra ci sarà una breve storia dell’Autonomia
Comunale della Perla verde ottenuta nel
1922 con l’elenco dei Sindaci che l’hanno
governata sino ad oggi. Verrà donato a tutti i partecipanti alla 2ª Festa di Fine Estate
al Parco Oltremare domenica 23 Settembre
p.v. La consegna al momento dell’acquisto
del biglietto per la sottoscrizione a premi
“ Splendore in Laguna” valido per l’entrata.
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FATTI DI CRONACA
La ruota gira a vuoto ...addio a Mary G
Ha colpito la
notizia della
morte di Mary
G, l’esemplare di grampo
ospitato
al
parco Oltremare,
dove
negli anni era
diventata una
delle presenze più amate.
Il grampo era
entrato al parco da cucciolo, dopo lo straordinario recupero
e l’altrettanto miracolosa guarigione. L’avevano trovata quasi
agonizzante accanto alla madre gli esperti della Fondazione
Cetacea. Un amore a prima vista, che aveva portato Mary G a
diventare la mascotte di Oltremare. Nei mesi i volontari erano
stati accanto alla delfina, uno svezzamento delicato tra coccole e momenti difficili. Mary G intanto cresceva, conquistando
migliaia di bambini e non solo che salivano al parco per vederla da vicino. Poi qualcosa a inizio estate si è rotto. La Fondazione Cetacea, che nel frattempo ha troncato i rapporti con
i responsabili di Oltremare, ha denunciato le pessime condizioni di salute dell’animale. Durissime le accuse: «Mary G sta
male - scrivevano - ha perso una cinquantina di chili ma non
vogliono farcela vedere. Per poterci rendere conto delle sue
reali condizioni abbiamo pagato il biglietto e scoperto che
la situazione stava davvero precipitando». La denuncia però
viene categoricamente smontata da Oltremare, che su Facebook e ai giornali manda una nota di tutt’altro tenore, dicendo che Mary G è in salute e che girano voci destituite di ogni
fondamento sul suo stato. Tre giorni più tardi Mary G muore.
E’ un lutto pesante, che colpisce migliaia di persone legate al
ricordo del grampo rimasto orfano e tornato a vivere grazie ai
volontari. Oltremare ne annuncia la scomparsa, non senza imbarazzo. Gli animalisti attaccano, la procura apre un’inchiesta
per uccisione colposa. L’autopsia rivelerà che Mary G è morta
a causa di una setticemia provocata da una chela di granchio.
Scusate,
abbiamo
scherzato! Ma non
prendetevela
con
Famija Arciunesa se
la ruota panoramica
è scivolata in pochi
giorni da Riccione al
porto di Rimini. Era
tutto fatto, programmato,
autorizzato;
mancavano soltanto
i piloni e le ‘gondole’
per trasformare l’attrazione venuta della
Germania nell’oggetto simbolo dell’estate riccionese. Invece
niente, tutto da rifare.
Con un blitz degno di
Arsenio Lupin, il sindaco di Rimini Andrea
Gnassi ha scippato da
sotto il naso del collega Pironi la ruota alta
55 metri. Apriti cielo, termine più che calzante, vista la materia del contendere. In poche ore i riminesi hanno strappato
l’accordo con i tre gestori dell’attrazione - riccionesi doc, tra
l’altro - e la ruota ha preso un’altra direzione. La Famija c’è
finita in mezzo, in stampa tra l’annuncio (confermato dai promotori) dello sbarco di fronte al Grand Hotel alla fuga verso
Rimini. Indietro tutta, sulla prima pagina del nostro giornale
ma anche nei municipi, dove gli ‘inquilini’ hanno ingaggiato
un braccio di ferro proseguito per gran parte dell’estate. Con
Massimo Pironi che ostentava indifferenza e Gnassi che se la
rideva sotto i baffi. A ruota - è il caso di dirlo - sono venute
le polemiche, il solito valzer di accuse in cui sono finiti dentro
nell’ordine Pironi, l’assessore Simone Gobbi, Luciano Tirincanti e soci, il proprietario di una ruota ‘di scorta’. Insomma, un
circo. Intanto chi puntava sull’attrazione teutonica si è dovuto
accontentare di guardarla da lontano. Al calar del sole bastava affacciarsi sul mare per vederla girare. Anche ai più scettici, vista la mala parata, sono invece girate soltanto le scatole.
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CAPODANNO D’ESTATE
Tanti vip in salsa meno rosa
Colpi di sole. I soliti lamenti di stagione,
ma anche una crisi che si accanisce sul
comparto turistico, dalla Sicilia alle Dolomiti. Un’altra estate difficile, quella appena tramontata, nonostante alcuni segnali
che fanno ben sperare. Come il ritorno
dei vip, discreto ma costante. Lorenzo
Jovanotti che soggiorna in un appartamento sul porto per una settimana con
moglie e figlia. L’azzurro Andrea Barzagli
che pianta le tende al bagno 73 e la folla
di personaggi che ha invaso la spiaggia
Le Palme (88-89), una delle mete privilegiate dai vacanzieri illustri: da Benedetta Parodi col marito Fabio Caressa a
Rudy Zerbi, da Laura Esquivel, la giovane
attrice protagonista de ‘Il mondo di Patty’, a Biagio Antonacci segnalato in riva
al mare con il figlio e la baby sitter. Presenze a cui si sono aggiunti i volti noti e
tori. L’abuso di alcol e gli eccessi hanno
convinto gli organizzatori a prendere in
esame un’eventuale correzione nel programma del prossimo anno. Sempre che
gli amministratori, a partire dal sindaco
Pironi e dal vice Francolini, siano disposti
ad ammettere che non tutto è soltanto
rosa, ma esistono anche le sfumature.
DECORO URBANO
familiari di Radio Deejay, e gli ospiti della
rassegna ‘Parole tra noi’, che quest’anno
ha calamitato a Riccione una schiera di
personaggi di altissimo livello, una carrellata di assoluto prestigio. Ovviamente
non sono tutte rose e fiori. Anzi, il rosa
quest’anno è stato oscurato da alcuni
problemi di ordine pubblico, soprattutto
la notte clou dell’evento dell’estate, un
sabato che non passerà certo alla storia
come uno dei momenti più felici del turismo riccionese. Con la città assediata da
decine di migliaia di ragazzi, la stazione
occupata fin sui binari, i parchi trasformati
in dormitori. Ma è stata la morte al Marano del giovane ravennate a segnare pesantemente quest’ultima edizione della
Notte rosa, un evento tragico che non ha
fatto altro che peggiorare l’impressione
negativa avuta da miriade di riccionesi e
confermata nei bilanci fatti dalla Provincia
di Rimini e da gran parte delle associazioni di categoria, in primis gli alberga-
11
L’abbandono scriteriato di materiali di scarto crea
spesso problemi olfattivamente e visivamente
poco gradevoli. Da più parti si è ventilata l’ipotesi di piazzare telecamere nei luoghi soggetti a
tale usanza. Una specie di “Grande fratello” della
mondezza. Ma essere spiati non piace a nessuno
mentre una buona guardia dissuade da comportamenti poco civili e non alimenta discussioni su
privacy “SI” o privacy “NO”. Così deve aver pensato un cittadino di Riccione 2 che, stanco di certi
comportamenti, ha piazzato il suo addestratissimo cane in cima al cassonetto posto davanti casa.
ARREDI URBANI
Nuova rotatoria davanti all’ospedale.
Riaffiora la vecchia scalinata
Nuova rotatoria all’incrocio tra viale Ceccarini e Corso Fratelli
Cervi, davanti all’ospedale. L’opera che il Comune ha deciso di
realizzare in concomitanza con il 120esimo anniversario della
posa della prima pietra dello stesso nosocomio, dedicato a
Giovanni Ceccarini, e con il 100esimo dell’intitolazione del viale Viola a sua moglie, Maria Boorman Wheeler, cancellerà finalmente il biasimato impianto semaforico. Ma l’opera sarà pure
occasione per riportare alla luce la vecchia scalinata esterna
che conduceva all’ingresso principale dell’ospedale. Si trova
sotto l’aiuola che l’Avis usa spesso per pubblicizzare le sue attività e i suoi eventi. La rotatoria, infatti sconfinerà in parte su
questo lembo di verde. Già pronto il progetto a cura dei tecni-
ridisegnerà la rientranza che un tempo serviva a parcheggiare
le carrozze trainate dai cavalli. La vecchia scala in pietra sarà
riportata alla luce e ripristinata con il muricciolo che la delimitava. I due antichi varchi pedonali saranno, però, carrabili
per consentire il passaggio dei mezzi che devono fare carico
e scarico merci. Tutto questo, come fa sapere il sindaco Massimo Pironi, si realizzerà con il placet e i complimenti della Sovrintendenza di Ravenna. Un particolare: dall’attuale ingresso
dell’ospedale spariranno le due vecchie colonne che saranno
piazzate altrove. Probabilmente nell’area davanti al Cup (Centro unico prenotazioni) che nel momento in cui sarà costruito
il parcheggio multipiano, al posto del vecchio laboratorio analisi, si trasformerà in parco, dedicato al famoso medico Moro.
ci del Comune, l’architetto Gianni Morri e il geometra Augusto
Frisoni. Sarà realizzato in tre mesi. Dovrà,infatti, essere pronto
per il compleanno di Riccione che il 19 ottobre si mescolerà agli altri due anniversari. La rotatoria, caratterizzata da un
albero, avrà un diametro di 23 metri e, davanti all’ospedale,
Nives Concolino
IL NOSTRO GIORNALE
NELLE VOSTRE CASE
Nel giugno scorso si è rafforzata l’intesa tra
postini e Famija Arciunesa. Intesa professionale volta ad effettuare un servizio impeccabile ed accontentare i 14.600 lettori
del bimestrale locale. E, visto che “A tavola
prese moglie un frate”, ci siamo ritrovati
– postini e consiglieri- al Ristorante Ranch
Saloon per un’allegra chiacchierata davanti
a crostini e pizze di ogni genere. L’impegno è stato sottolineato coscientemente e i
“distributori” invitano i cittadini ad avvisarli
direttamente in caso di mancato recapito.
REDAZIONE
Direttore Responsabile: Carlo Andrea Barnabè • Capo Redattore: Giuseppe Lo Magro • Redazione: Nives Concolino, Maria Grazia
Tosi • Collaboratori di questo numero: Emanuela Cicchetti, Isidoro Lanari, Daniele Casalboni, Antonio Cianciosi, Roberto Michelotti,
Giovanni Mattoni, Lorenzo Scola, Andrea Tirincanti, Moreno Villa, Roberto Betti, Edmo Vandi, Piero Serafini, Miki Banci
Foto: Foto Riccione • Pubblicità: Tel. 338 4304667• Grafica e impaginazione: Composet Riccione: 0541 606680 • Stampa: Litografia La.Ser. Coriano
12
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LIBRI
Il racconto della vita di Maria Ceccarini
Rivolto ai bambini e non solo, attraverso il quale si dischiude la realtà di un’epoca.
Lo sguardo però si allarga ad oggi, ai luoghi di un’intera città che conservano i segni distintivi
del suo passaggio, seguendo il tracciato del suo impegno verso la comunità.
La presentazione ufficiale del volume, patrocinato dal Comune di Riccione, avverrà nel prossimo mese di Ottobre. Parte del ricavato andrà a F.A.
per contribuire alla realizzazione della statua dedicata a Maria Ceccarini.
Un ringraziamento va rivolto all’IPAB Ceccarini che ha contribuito in maniera notevole acquistando un congruo numero di volumi.
Laura Oppioli Berilli è insegnante e narratrice per l’infanzia. Collabora
con la Biblioteca di Riccione al progetto “Nati per leggere”. Vive e lavora a Riccione dove da oltre trent’anni insegna nelle scuole dell’infanzia
comunali.
Roberto De Grandis, artista grafico, illustratore, scenografo. Vive e lavora a Riccione.
Laura e Roberto insieme hanno pubblicato “Il pesciolino Aldi racconta la
Saviolina”, Raffaelli Editore 2011.
Capitolo primo...
to ciò che quelle povere famiglie possedevano. Con le luci
dell’alba la realtà apparve ancora più drammatica: il piccolo
paese non c’era più. Solo il castello con le sue quattro torri
aveva vinto contro la potenza della natura; ma quella gente
era forte e coraggiosa e pian piano, con sacrificio e impegno,
riuscì a ricostruire le case e la chiesa, scegliendo come luogo la pianura sottostante vicino al mare. Lassù sulla collina il
castello era rimasto solo: pace e silenzio venivano interrotti
dal rumore delle carrozze che transitavano di tanto in tanto
su quella stradina bianca e polverosa che attraversava i fertili
campi. Ogni giorno passava di lì un giovane di nome Giovanni Ceccarini, un ragazzo generoso, intelligente, di animo
gentile, sempre ben disposto verso gli altri. Voleva diventare
medico e doveva recarsi per fare pratica all’ospedale della
città vicina. E così che aveva imparato a conoscere quel luogo e ogni volta, arrivato in prossimità del castello, si fermava ad ammirarne il paesaggio. S’innamorò di quella collina e
promise a se stesso: “Un giorno costruirò qui la mia casa!”.
C’era una volta, sulla cima di una collina affacciata sul mare
un ridente paesello circondato da campi fertili e ombreggiato
da verdi alberi. L’aria mite e il profumo marino rendevano
quel luogo davvero incantevole. Le case attorno alla chiesa
e a un vecchio castello erano abitate da famiglie contadine
che si guadagnavano da vivere lavorando la terra dall’alba al tramonto. Un luogo tranquillo dove il tempo scorreva
sereno, fino al giorno in cui accadde una cosa terribile. Era
una buia sera d’inverno e dal cielo scendeva una fitta neve.
I focolari delle case ancora accesi bruciavano l’ultima legna
per riscaldare la notte, quando all’improvviso la terra cominciò a tremare. “Il terremoto! Il terremoto!” si sentì gridare.
La gente, in preda al panico e alla paura, si precipitò fuori
per mettersi in salvo. Le scosse furono così forti che in pochi istanti le case e la chiesa crollarono, portandosi via tut-
EVENTI
Riccione 90: brindisi con Linus, Carboni, Pezzali e J-Ax
Riccione 90 allarga la festa e brinda con personaggi illustri che tra mare e collina hanno contribuito
a tessere la sua storia. Così il 18 agosto, sul palco
di piazzale Roma, Linus, patròn di Radio Deejay,
ha proposto “90-30-20”, concertone che ha fuso
una serie di compleanni: i 90 di Riccione, i 30 del
noto network radiofonico e i 20 di Max Pezzali
e di J-Ax. Di fatto Linus, legato a un doppio filo
alla nostra città per il matrimonio che dal 2001 lo
lega a Carlotta Medas, conosciuta ad Aquafan nel
1987, confessa: “Avrei voluto aggiungere un altro numero: il 25. Nel senso che trascorro l’estate
a Riccione da 25 anni. Credo si chiamino “nozze
d’argento!” Già, un quarto di secolo! In questo
lasso di tempo, racconta il noto conduttore: “Ho
visto Riccione cambiare, modificarsi, crescere e migliorare.
Sono contento di essere ancora qui e di ritrovare gli stessi meccanismi. Il motivo per cui mi “costringo” a fare radio anche qua,
è perché lo trovo un momento fantastico di confronto con il
pubblico. La radio rispetto altri mezzi di comunicazione ha questa caratteristica: essere più vicina alla gente. Si crea un rapporto molto familiare, tant’è che per radio tendo spesso a raccontare i fatti miei. Non lo faccio per egocentrismo, quanto per
un meccanismo narrativo che funziona. Attraverso la mia vita le
persone possono vedere la propria vita. Stare a Riccione per
tre settimane con la radio, mi consente di vivere con chi abita in
zona e con chi viene in vacanza”. Aggiunge: “Abbiamo lo studio all’ingresso di Aquafan-Oltremare.
Per venire da noi non si paga il biglietto, per cui
ogni giorno c’è un pellegrinaggio, un po’ complicato da gestire, perché spesso ci si dimentica che
far radio è pure un lavoro impegnativo. Io e Nicola
Savino, durante le dirette di “Deejay chiama estate” siamo pure “costretti a gratificare chi viene a
trovarci per una fotografia, per un abbraccio, per
scambiare due chiacchiere, forti di questa confidenza che regaliamo tutti i giorni. Facciamo parte
della famiglia. E questo mi diverte”. Non è un caso
che Linus a Riccione piazzi un suo secondo quartier
generale, il Summer Studio, in viale Ceccarini, e
che da anni organizzi grossi concerti e spettacoli in
piazzale Roma, com’è successo quest’estate, prima con le “Lunatiche” (Nina Zilli, Noemi e La Pina) per la Notte Rosa, poi con Max
Pezzali, Baz, e Luca Carboni, portato sul palco per il suo legame
artistico con la nostra città. Tant’è che il cantante bolognese
riporta Riccione anche nel titolo di due sue canzoni: “Mare Mare
(Bologna – Riccione)” e “Riccione - Alexander platz”. Sempre per
l’anniversario della nostra autonomia comunale Radio Deejay è
media partner con il Comune per “Riccione streaming” concorso
video sulla città, e Linus, che é in giuria, proporrà i cortometraggi
premiati su Deejay Tv.
Nives Concolino
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OMAGGIO Ai 100° ANNI DEL VIALE
“Viale Ceccarini… Riccione.
Più che una via è un’istituzione” (Dino Sarti)
DA VIOLA A VIALE
fabbricabile. Ma i momenti erano molto
difficili per l’economia nazionale e l’idea
venne bocciata. Il Viale rimase diviso in
due, consolidando nella parte a mare il
suo ‘cuore balneare’ e in quella a monte
suo ‘cuore antico’.
Il viottolo Viola divenne un’icona. Quando dall’America tornò il Dott.Giovanni
Ceccarini con la giovane moglie Maria Boorman Wheleer, si dimostrarono
molto sensibili ed aperti ai bisogni della
popolazione della borgata di Riccione:
già dal 1890 avevano avviato con i propri mezzi importantissime realizzazioni,
come l’Ospedale, l’Asilo d’infanzia, il
Porto canale. La popolazione nel 1912
chiese quindi al Comune di Rimini (Riccione era ancora una sua frazione) di dimostrare la propria enorme riconoscenza
intitolando il viale principale della loro
città alla signora Ceccarini.
GLI ARBORI E GLI ALBERI
Era una lunga via di terra battuta inghiaiata tra due filari di pioppi. Polverosa nelle belle giornate e fangosa alla minima
pioggia. Gli alberi in estate attiravano
mosche e zanzare: uno spazzino fissava
la carta moschicida ai tronchi, e per bloccare la polvere spruzzava dell’acqua dalla
botte trainata da un cavallo. Dalla ferrovia
al mare si susseguivano invece ville con
giardini ben curati di famiglie di Bologna,
Modena, Roma… e tra loro le botteghe e
i primi locali pubblici. A destra: Tabacchi,
cartoleria, pensione Pasolini, pasticceria Majani, Caffè del Bianco, drogheria,
macelleria Mancini, albergo Mancini, il
Lido. A sinistra: caffè ristorante Colombo, albergo Bedeschi, teatro Sghedoni,
albergo Amati Zanzani, caffè concerto
Amati, ufficio Postale, cinema Iris, risto-
PALCOSCENICO RICCIONE
rante Vannucci. L’Amministrazione del
‘26 perfezionò la rete fognaria, pavimentò i marciapiedi, asfaltò la sede stradale,
installò un nuovo impianto d’illuminazione… e sostituì i pioppi con i pini.
CUORE SPEZZATO
Il Viale era tagliato in due dalla linea
ferroviaria, che non permetteva l’ armoniosa ed omogenea identità che meritava. La soluzione? Semplice… spostare
la linea ferroviaria! Il Sindaco inviò un
progetto all’allora Ministro delle comunicazioni Costanzo Ciano, per collocarla
molto più a monte e sopraelevarla al fine
di consentire allo sguardo un orizzonte
più vasto; costruire quattro sottopassaggi, e nella sede precedente una strada mediana che oltre a diventare utile
per il traffico locale avrebbe permesso
la metamorfosi di un’area da agricola a
16
Già negli anni ’30 era il simbolo de “l’incantevole e frequentatissima stazione
balneare a carattere internazionale”
com’era definita Riccione da una rivista
nazionale specifica. Quella del ’39 ne fu
la ‘stagione d’oro’, accompagnata da
manifestazioni altamente prestigiose,
come il Raduno delle stelle e il Premio
Riccione per la cinematografia, per i quali furono invitati tutti gli attori del cinema e del teatro italiano. Sotto la ferrovia
i giardini, i terrazzi e i caffè diventarono
così il palcoscenico urbano dove si sorseggiavano vino bianco e glamour. Nel
tratto sopra la ferrovia si costruì in due
settimane il Teatro degli 8000 coi suoi
altrettanti posti a sedere: una spettacolarità conclamata sulla quale l’arrivo della
guerra chiuse il sipario.
E’ DESTINO!
Neanche la seconda guerra mondiale
riuscì a domare lo spirito dei riccionesi,
dalla quale uscirono acciaccati ma indomiti nell’intenzione di riprendere ed
accrescere una vocazione turistica ‘destinica’. In realtà le danze non si erano
mai veramente interrotte e da lì ripresero
ritmo; e così anche il Viale, che restò un
OMAGGIO Ai 100° ANNI DEL VIALE
elemento imprescindibile di un’offerta
balneare votata all’apoteosi. Brulicavano
eventi, si alzava il volume delle musiche,
sbarcavano le straniere, si inorgoglivano
i vitelloni. Ripartì una movida che niente
e nessuno avrebbe potuto fermare… neanche le bombe. Il Ceccarini si popolava
sino a notte fonda: auto in doppia fila, e
sui marciapiedi un andirivieni di persone
che ammirano la variegata moltitudine
di belle vetrine, e dove le sciccose signore bolognesi si ritrovano nella località marina preferita.
UNA ‘CORRIDA’ DI FASCINO
Più mondano di così non si poteva. Il
Viale negli anni dal ’60 alla fine dei ’70
vantava una reputazione tale che personaggi di grande fama nazionale e internazionale ci tenevano a farsi lì vedere
e fotografare; personaggi che magari
lavoravano in situazioni artistiche dislocate in altri punti della riviera, ma che
proprio sul Viale diventavano ancora più
star. Nell’ora dell’aperitivo al Bar Canasta ci si poteva trovare Maria Callas con
Franco Corelli, o si incontrava Vittorio
Gassman che passeggiava davanti a
Foto Luzzi. Per non parlare della miriade
di stelle che si esibivano al Caffè Concerto Metropol, ogni sera assalito da folle
che cercavano di sbirciare attraverso le
pannellature che lo proteggevano dalla
strada. Oltre al Caffé Zanarini (Blu Bar),
c’era il Bar Sport (Green Bar), ma anche
locali da ballo come il Cincillà, il Rendez
Vous, il Milan de Not…
NORMALE-DIVERSO 2-1
Quando Riccione negli anni ‘80 si profilò
quale capitale del turismo omosessuale
pari a Ibiza, Mykonos , Sigez, il Viale era
la sua ‘diversa’ passerella, fatta di coppie di giovani maschi che passeggiano
mano nella mano e sfoggi di esuberanti
stravaganze stilistiche. L’apertura di locali
in collina (Club 99, Peter Pan, Villa delle
Rose…) ad un pubblico gay, andò di pari
passo con l’apertura mentale che il sindaco Pierani dichiarava su manifesti sparsi
per la città, per marginare le polemiche
di tanti che temevano che il fenomeno
assumesse troppo esplicite connotazioni.
Vennero così appioppati nomignoli buffamente sgradevoli a Riccione e al Ceccarini… e il perbenismo (e forse l’interesse),
ben presto dirottò tale mercato verso altri lidi, e si rientrò nei ranghi di una più
rassicurante, e familiare, normalità.
IL SALOTTO BUONO
Dopo polemiche e titubanze, segnando
un epocale cambiamento della fisionomia strutturale e ‘filosofica’ di Riccione,
nel luglio del 1989 il Viale divenne pedonale. Per l’inaugurazione tanti vip come
non se ne vedevano dagli anni ’70. Via
i marciapiedi, via il manto stradale… ed
ecco un salotto: ancora più accogliente
punto di riferimento, dove anche in inverno ci si ritrovava per bere qualcosa,
per farsi ammirare, ma soprattutto per
ammirarne i negozi promossi a boutique.
La pedonalizzazione infatti ne implementò il valore facendo gola a lussuose monofirme, che se da una parte gli conferirono una speciale aria fashion, dall’altra
snaturano una proposta commerciale più
‘nostrana’. Proposta che vide il negozio
d’abbigliamento della Fantini quale capostipite della moda d’alta qualità, e alla
quale seguiranno quello della signora
Mordini, per passare poi alla Papete e
tantissimi ancora.
UN VIALE DA S/BALLO
Riccione località regina del divertimento
e in particolare delle discoteche: le più
belle d’Italia, dove spesso il ballo lasciava il posto allo sballo. Sono gli anni ’90,
quelli della trasgressione, delle serate
sino all’alba, delle maree di giovani che
arrivavano da tutta Italia nella ferma intenzione di stradivertirsi e che sul Viale
convogliavano; Viale che anche di giorno
era la giusta agorà promozionale. Giovani che nel Ferragosto del ’95 lo misero
a ferro e fuoco e così anche il piazzale
in fondo, per contrastare le Forze dell’
Ordine che avevano bloccato un ragazzo
che si ‘riforniva’. Si spaventarono turisti
e Amministrazione, e ciò contribuì ad offuscare la luce delle mitiche Disco, dirottando di parecchio, negli anni a seguire,
il popolo della notte dalle colline al mare.
FUTURO ROSEO?
Siamo nel 2012 e Riccione resta, anche
se in modo e misura diversa, località di
tendenza. Lo si poteva constatare sabato 7 luglio, serata rientrante nei festeggiamenti della Notte Rosa. Un Ceccarini
ricoperto di giovani esultanti che con
cappellini e magliette fluorescenti, provenendo da direzioni diverse proprio su
quel tratto confluivano, in una sorta di
disordinato esercito festante la cui meta,
almeno in prima serata , era il piazzale
Roma , dove un concerto si esibiva al
massimo del successo. Nonostante l’eccessivo frastuono e soprattutto l’incuria che una marea di presenze giovani
purtroppo comporta, un dato di fatto è
che Riccione è sempre e comunque sulla
cresta dell’onda… e un Viale che compie
cent’anni resta ancora oggi incredibilmente giovane.
(Gli scritti e i ricordi di Augusto Cicchetti,
Dante Tosi, Luciano Luzzi, Nives Concolino, Marina Giannini, Lopez, Enea Abati
e Carlo Andrea Barnabè hanno regalato
spunti per questa breve ‘vasca’ sul Viale)
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viabilita’
Ruspe sul cavalcavia di viale Veneto
to a Coriano e in altri comuni dell’entroterra. Per rendere più fluida
la viabilità, il Comune ha predisposto alcuni interventi, a partire
dall’ampliamento di viale Mestre (trasversale di viale Veneto) che,
per sopportare il traffico, sarà dotata di una pista ciclopedonale
ampia circa tre metri. Questa sarà suddivisa dalla carreggiata, larga
7, attraverso una serie di “occhi di gatto” catarifrangenti. Lo ha annunciato l’assessore ai Lavori Pubblici Maurizio Pruccoli, durante i
pubblici incontri, tenutisi in zona. Novità anche nel vecchio tratto di
viale Udine che, trasformandosi in un senso unico, dovrà rinunciare
ai parcheggi a raso. I posti auto, una quindicina in tutto, saranno ricavati in via provvisoria in un terreno privato. Su entrambi i lati della
stessa strada, che taglia in due un agglomerato urbano, verranno
ricavati due percorsi pedonali. Lo stesso piano d’emergenza prevede pure la deviazione dei mezzi pesanti su altre strade alternative.
Ecco i nuovi percorsi per auto e bus di linea. Chi marcerà lungo
viale Veneto, in direzione monte-mare, dovrà voltare a sinistra in
viale Mestre. Dopo la nuova rotatoria proseguirà lungo il tratto di
strada appena tracciato, attraverso il secondo cavalcavia sull’A14,
appena ultimato, e tre nuove rotatorie, fino all’immissione nel vecchio viale Udine. Da qui si tornerà su viale Veneto, a pochi passi
dall’incrocio con viale Desio. Chi è diretto nella zona artigianale
si dirigerà verso Sant’Andrea in Besanigo. Chi, invece, procederà
in direzione mare-monte, devierà a sinistra in prossimità del Bar
Germano, dove si farà una piccola rotatoria. Ci si immetterà quindi
in viale Belluno, fiancheggiando il caseggiato, e poi nei viali Marostica e Udine, fino a proseguire lungo il curvone con le tre nuove
rotatorie, fino a tornare in viale Mestre e in viale Veneto. Tir e camion in arrivo dalla Flaminia non potranno confluire in questa via.
Saranno costretti a proseguire per poi voltare in viale Berlinguer e
procedere verso la Colombarina.
Nives Concolino
Occhio alla viabilità. In settembre la Società Autostrade demolirà
il cavalcavia su viale Veneto (zona nord di Riccione), per completare la terza corsia dell’A14. L’intervento annunciato per lo scorso
giugno è slittato, ma secondo quanto garantisce il settore Lavori
pubblici del Comune di Riccione, i lavori saranno conclusi per la
stessa data, comunicata in maggio, ossia per fine autunno. I tempi
si accorciano, perché sarà ingaggiato un numero superiore di operai, il doppio di quelli che avrebbero dovuto lavorare prima. A San
Lorenzo il traffico sarà stravolto, per cui non si escludono disagi
a causa del fiume d’auto che si riverserà tra le case. Per questo
motivo ai residenti è già stata mostrata la mappa con il percorso
alternativo, che consiste in una sorta di circonvallazione. Entriamo
nei dettagli della variante di viale Veneto, arteria percorsa non solo
dai residenti, che sono circa 5.000, ma anche da chi arriva o è diret-
Lungomare della Costituzione: partono i lavori
Dopo anni di polemiche, aggiudicazioni e disdette, in settembre partiranno i lavori del nuovo Lungomare della Costituzione, tra il porto e l’Alba. A proposito, nell’ultimo incontro
di giugno l’impresa costruttrice “Paolo Beltrami Spa”, ha incontrato sia gli amministratori comunali che i vertici dell’Aia
e alcuni albergatori della zona, per comunicare tempi, modalità di lavoro e costi. Cosa cambia rispetto quanto era stato annunciato pochi mesi prima? Per cominciare, il numero
dei posti auto a sosta breve con pagamento di ticket a 1,45
euro, saranno solo 32 e non 61. Rimangono, invece, 11 quelli
da cedere al Comune, sui 302 da realizzare nei due piani
sotto i piazzali Ponchielli e Mascagni (ora a disposizione ce
ne sono 272). Il diritto di superficie è per 90 anni. La conferma di questi numeri arriva dal direttore generale della Beltrami, Marco Boccoli che ha comunicato anche il prezzo dei
posti auto in vendita. “Chi ne acquisterà uno solo pagherà
36mila euro - fa sapere -. Chi invece chiederà più stalli, godrà di sconti in proporzione alla richiesta avanzata”. Per il
resto Boccoli assicura che “i lavori, da avviare a metà settembre, saranno effettuati in stretto contatto con gli albergatori
confinanti. Tra loro, infatti, ci sono diversi annuali, ragion per
cui non si vogliono creare disagi. Con il nuovo progetto, che
esclude il tunnel sotto il lungomare, la ditta assicura che non
ci saranno problemi di staticità. A riprova di questo ricorda
che opere simili sono state realizzate senza difficoltà in varie
città, compreso Cremona e Lodi, dove il cantiere era vicino
alla struttura quattrocentesca dei Padri barnabiti. Un particolare. Il project financing, che prevede parcheggi multipiano
sotto i due piazzali e l’arredo urbano sul lungomare della Costituzione saranno effettuati in due trance. L’inaugurazione è
prevista per la primavera del 2014.
Nives Concolino
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18
SANITA’
Tonini: La mia ricetta per sopravvvivere alla crisi
I tempi sono duri anche per la sanità, oltre
che per i Comuni. Così il direttore generale dell’Ausl, Marcello Tonini, ha inviato
ai cittadini una lettera. <E’ insolito – premette Tonini - che il direttore dell’Azienda parli direttamente alle famiglie ma,
scusandomi per il disturbo, credo sia
necessario mettervi a conoscenza della
situazione generale della sanità riminese.
L’Ausl di Rimini si sta impegnando in alcune scelte “forti”: Grande piano di sviluppo per l’ammodernamento strutturale
e tecnologico. Tutti e cinque gli ospedali
sono stati ristrutturati, rinnovati e dotati
di apparecchiature all’avanguardia. Basti
ricordare la nuova Tac multistrato a Rimini, Tac e la Risonanza Magnetica a Cattolica, Camper mammografico. Grande
attenzione al rapporto coi cittadini. Cerchiamo di mettere al centro del rapporto
medico-paziente l’idea della reciprocità,
perché fiducia chiama ascolto, rispetto
chiama profondità e la comprensione
aumenta l’efficacia. E abbiamo avuto la
conferma della fiducia verso i nostri ser-
vizi con la progressiva riduzione del numero di chi va a curarsi fuori provincia.
Massima appropriatezza. Nemmeno un
euro deve andare sprecato: stop a spreco energetico, di fotocopie, utilizzo delle
auto aziendali e massima appropriatezza su visite ed esami di laboratorio, negli accordi con le Case di cura private e
nel contrasto della spesa farmaceutica
impropria. Uno dei punti di forza del
progetto complessivo è la possibilità di
erogare direttamente i farmaci ai pazienti
attraverso le nostre farmacie ospedaliere,
che abbiamo legittimamente praticato
con un significativo risparmio di denaro
pubblico. E su questo voglio chiarire: non
è vero che togliamo ai cittadini il diritto di
scegliere dove ritirare i farmaci prescritti. Noi, invitando alla consegna diretta,
chiediamo al paziente e ai suoi familiari
un atto volontario d’attenzione e di contribuire a garantire un bene comune superiore. Non forziamo nessuno, ma chiediamo a tutti di collaborare. Una cosa é
vera: per qualcuno andare a ritirare i farmaci nei nostri punti è un piccolo disagio,
e ce ne scusiamo. Mi permetto però un
forte richiamo al senso civico di ciascuno,
perché se dovessimo perdere il risparmio
realizzato con la consegna diretta dovremo risparmiare altrove, e gli effetti della
crisi economica sono drammatici anche
per la sanità: si prevede che nei prossimi tre anni il finanziamento del Servizio
Sanitario Nazionale sarà ridotto. Scommetto su di noi, perché siamo gente che
non si scoraggia facilmente, e se è convinta di agire nel giusto, non c’é storia>.
SOLIDARIETA’
Riccione: ventaglio di eventi pro terremotati
Il cuore dei riccionesi pulsa
forte per i fratelli dell’Emilia, colpiti dal terremoto. Lo
confermano le numerose
iniziative, cene, tornei, serate di gala, organizzate da
ristoratori, sportivi e semplici cittadini che nelle serate
estive hanno intrecciato l’intrattenimento, il gusto e lo
sport alla solidarietà. Vivo
come sempre anche lo spirito d’accoglienza. Non è un
caso infatti, che, subito dopo
il sisma, centinaia di terremotati abbiano preferito fuggire
in hotel e case di Riccione. Alcuni operatori, come confermato dai presidenti della
Confesercenti, Fabrizio Vagnini, e della
Confcommercio, Stefano Caldari, in attesa
di riaprire le attività nelle loro “zone rosse”, hanno cercato lavoro da noi. In quanto
agli eventi ricordiamo le cene di solidarietà, a partire da “Riccione love Emilia”, organizzata a fine giugno da Orfeo Scarponi, titolare del ristorante Trampolines sul
lungomare della Repubblica. I 10mila euro
raccolti per l’occasione sono stati versati
sul conto bancario, aperto dal Comune per
far confluire tutti i proventi delle iniziative
realizzate e in programmazione, a sostegno del progetto “Scuole aperte a Finale
Emilia”. Poche sera prima, con lo stesso
obiettivo sono stati raccolti 11mila euro
con il “Walking Street Party” di viale Nievo, organizzato da commercianti e risto-
ratori del viale. Alla stessa cassa il Beach
Arena ha versato oltre 1.300 euro, ossia la
metà dei soldi racimolati con le iscrizioni
di un torneo della Federazione nazionale.
A fungere da fulcro è stata la Protezione
civile locale con una serata da oltre 400
presenze al Tanimodi sul Piazzale dell’Alba ed altre iniziative che hanno permesso
di raccogliere 28.000 euro, donando così
nove roulotte e un container a famiglie che
hanno necessità di rimanere accanto alle
loro aziende agricole. Un imprenditore di
San Giovanni in Marignano, intanto, tramite lo stesso gruppo riccionese, ha messo a
disposizione per un anno e gratis, un suo
capannone. Ne trarrà beneficio una delle
aziende inagibili che lo potrà usare come
magazzino. Quattro volontari riccionesi,
infine, come fa sapere Rizierio Santi, coordinatore della Protezione civile di Riccione,
20
restano in forze a Cavezzo,
dove il gruppo provinciale
gestisce una cucina. Altri
hanno aiutato a montare il
tendone di Mirandola, che
ha ospitato il Presidente
della Repubblica, Giorgio
Napolitano, mentre a Finale
Emilia Santi continua a coordinare il Coc (Centro operativo comunale) a turno con la
Provincia e altri comuni. Vendute anche le magliette con
la torre di Finale Emilia che
hanno fruttato circa 8.000
euro. Tra le tante iniziative
solidali ricordiamo quella di SeverinoTentoni e della figlia Silvia del Bagno 41 (Mastro beach) che per la Notte Rosa hanno
deciso di riutilizzare i vecchi allestimenti
per devolvere i soldi riparmiati a favore
dei comuni emiliani, devastati dall’ultimo
sisma. Il 28 giugno sono stati spediti i primi
300 euro con il bonifico bancario, attivato
dal Resto del Carlino, che porta avanti la
sua raccolta pro terremotati dell’Emilia. La
solidarietà corre pure sul filo del ballo. E’
il caso di Riccione Estate Danza, svoltasi
dal 22 al 31 luglio all’insegna dello slogan
“La terra non trema… la terra balla” che ha
richiamato prestigiosi coreografi e ballerini sul palco di piazzale Roma sostenendo
economicamente le scuole di danza danneggiate o rese inagibili dal forte sisma.
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LETTERE ALLA FAMIJA
Per mio padre Augusto
Caro Giuseppe, conoscendo il tuo profondo amore per Riccione,
il desiderio di mantenerne viva la memoria storica, la sensibilità
di valorizzare l’opera di tutti quei Riccionesi che si sono prodigati
per il suo sviluppo turistico, ti scrivo questa mia lettera, in prossimità dei festeggiamenti del 90° anniversario della nascita del
nostro Comune, per parlarti di mio padre Augusto che, con tanta
abnegazione, nell’immediato dopoguerra, si è prodigato per la
ricostruzione della nostra città. Appartenente a una delle più vecchie Famiglie del borgo di Riccione, iniziò a lavorare, fin dall’età
scolare, col padre Vittorio nell’Azienda florovivaistica. Si diplomò
perito agrario e orticoltore paesaggista al Regio Istituto Tecnico
Agrario di Firenze, allora uno dei migliori d’Italia, specializzandosi
in giardinaggio.
dell’Ippodromo, delle quali non solo gli è stata riconosciuta la paternità ma anche ne è stata rispettata la progettualità. Richiamato
di nuovo alle armi per la guerra del 1940-45, con il grado di Capitano, l’8 Settembre del ’43, giorno dell’armistizio, fu catturato
dai Tedeschi. Non avendo aderito prima alle SS, poi alla Repubblica Sociale, assunta l’identità di IMI, Internato Militare Italiano,
fu internato nei lager nazisti di Polonia e Germania fino alla fine
dell’Agosto del ’45. Pluridecorato al valore militare, fu congedato
col grado di Capitano Maggiore. In seguito fu onorato con Decreto parlamentare da una onorificenza per la difesa della libertà.
Nel 1947, chiamato con insistenza a Riccione per la ricostruzione,
rinunciò a una brillante carriera di architetto paesaggista a Merano e, tramite Concorso, entrò nell’Azienda di Soggiorno con
incarichi dirigenziali fino a quello di Direttore. Contribuì da protagonista alla ricostruzione della città, ferita dai danni di guerra
e dall’occupazione delle Truppe alleate. Pose la sua attenzione
all’ambiente e al verde pubblico, restaurò i giardini, ne costruì dei
nuovi, alberò tutti i viali liberi e gli spazi vuoti, contrastando l’abbattimento delle piante e delle ville che, trasformate in esercizi alberghieri, avrebbero compromesso il titolo di “Perla verde” della
città, la fortuna e la ricchezza del suo salubre ambiente marino.
Dette l’attuale aspetto paesaggistico alla spiaggia predisponendo l’allineamento delle cabine, i tunnel paralleli di tende da ombreggio e la collocazione degli ombrelloni. Col direttore dei lavori
Raffaele Rinaldi, geometra del Comune, progettò il lungomare
della Repubblica e della Libertà coi piazzali Di Vittorio, Togliatti
e De Gasperi, ornati da aiuole centrali, da una miriade di verde
e di fiori, secondo lo stile razionalista, concependoli già da allora
solo come luoghi di “passeggiata”. Fu promotore di tante attività
ed eventi: il Premio Riccione per il Teatro, il Congresso Nazionale della Stampa, con la partecipazione dell’allora Presidente
della Repubblica Luigi Einaudi, la Fiera Internazionale del Francobollo. Organizzò serate di musica leggera con i migliori cantanti
del momento, mostre di pittura, la Maratona Adriatica di Nuoto
“Franchito Manicone”, i tornei di tennis nazionali e internazionali,
il Premio Riccione per lo Spettacolo, che aveva luogo al Dancing
Progettò, nell’anteguerra, senza compenso, per il Comune di Riccione, il giardino di viale Ariosto e quello spartitraffico dell’Alba.
Mantenne, senza compenso, la consulenza del patrimonio arboreo-floreale della città fino al Febbraio del 1935 quando, come ufficiale di complemento, con il grado di Sottotenente, fu chiamato
a prendere le armi per la colonizzazione dell’Abissinia in Africa.
Per dieci anni, dal 1937 al ’47, fu direttore dei giardini pubblici
di Merano, dove realizzò opere pregevoli, fra cui l’arredo verde
Savioli, il locale più prestigioso, con la partecipazione degli attori
più famosi del cinema e del teatro. Per vent’anni fece parte della
Commissione Edilizia del Comune. Nel 1968 si dimise dall’Azienda di Soggiorno, soddisfatto per aver dato il meglio di se stesso,
senza mai chiedere nulla, lavorando con gli impiegati giorno e
notte, per far risorgere dalle ceneri della guerra il paese dove era
nato. All’inizio del nuovo Millenio ebbe la soddisfazione di essere
annoverato fra i migliori paesaggisti del ‘900 in una pubblicazione
del Ministero dei Beni Culturali. Per l’amputazione totale degli
arti inferiori, visse gli ultimi dieci anni della sua vita su una sedia
a rotelle, come un “tronco”, titolo di una poesia dedicatagli dalla
poetessa Rosita Copioli, sempre con una gran voglia di vivere e
una profonda fede nel Signore.
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Era un vulcano di energia e d’inventiva,
sempre pronto a dare una mano anche
nelle manifestazioni parrocchiali e in
altri eventi cittadini. L’elettricista Corrado Montanari, nato a Riccione il primo agosto 1951, si è spento lo scorso
21 maggio, dopo aver lottato a lungo
contro un male che non lascia scampo.
Seppure conscio dell’amaro destino,
non si è mai lasciato andare. Ha lavorato fino al giorno prima della sua scomparsa, sprizzando dai pori quell’umanità
che l’ha sempre contraddistinto e fatto
amare, soprattutto dalla moglie Giuseppina Bergnesi e dai figli Andrea e Lenry,
Come raccontano i suoi familiari, Corrado, che era uno dei pochi riccionesi doc,
si prestava a tutto. Era sempre disponibile, anche quando si trattava di fare il
volontario. Per anni, ha collaborato con
la “3V”, prestando la sua esperienza al
Carnevale riccionese per realizzare i carri
allegorici, e a Natale i presepi di zona. Li
animava con personaggi meccanici, costruiti con le proprie mani. La sua inventiva era tale che, se lavorando gli serviva
un attrezzo che non trovava in negozio,
lui se lo costruiva. Non può passare
inosservato il feeling che lo ha sempre
legato alla parrocchia di San Lorenzo sin
dai tempi di don Piegiorgio Terenzi, don
Giovanni Tonelli e don Agostino Giungi
fino ad oggi. “Corrado va ricordato per
la sua pacatezza, per la generosità che
mostrava fino all’eroismo – commenta
l’attuale don Tarcisio Giungi -. Per la parrocchia ha fatto tantissimo. Era sempre
molto disponibile, a tutte le ore. Potevi
chiamarlo anche a mezzanotte. Ci aiutava in tutte le feste, a partire da quelle
di San Lorenzo, Betania e Spontricciolo. Aveva ricavato un piccolo magazzino per i suoi attrezzi in parrocchia, ma
ne era talmente geloso che la chiave la
teneva solo lui. Questa a dimostrazione
di quanto tenesse al suo lavoro”. Chi ha
conosciuto Corrado da vicino, lo ricorda
come “persona unica, educata, gentile,
rispettosa e retta, da ammirare sotto
ogni punto di vista. Un vero gentiluomo, capace di cogliere e dare grande
significato alle piccole cose”. Sono stati
proprio la sua grande voglia di vivere la
vita e la sua tenacia a dargli la forza di
lavorare fino al giorno prima della sua
scomparsa, mantenendo la serenità e la
dignità anche nella malattia. Virtù di pochi, grande insegnamento per molti. Di
Montanari vogliamo ricordare un aneddoto che lo faceva ritenere miracolato.
Un giorno, mentre alcuni operai con
la gru spostavano un altissimo palo di
ferro, si prestò a dare una mano, sostenendo il palo nella parte bassa, ma ad
un certo punto lo stesso palo finì contro
i fili dell’alta tensione che provocarono
in lui una terribile scossa elettrica. Un
brutto incidente dal quale Corrado uscì,
inspiegabilmente illeso.
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AMICI CHE SE NE VANNO
Sergio Mazza: l’uomo
dalla divisa arancione
Per oltre trent’anni è stato il “sovrintendente” di tutti i cantieri e gli allestimenti pubblici di Riccione, una figura
istituzionale, inconfondibile, sempre
presente in strade e piazze con la sua
divisa arancione fluorescente. Sergio
Mazza, 63 anni compiuti il 31 gennaio,
è scomparso lo scorso 25 maggio per
un male che non perdona. Quella forte
tenacia e quella grande perseveranza,
che assieme al suo costante impegno
profuso nel lavoro hanno fatto di lui un
uomo più popolare di un amministratore comunale, a nulla sono servite a
scampare l’amaro destino. Mazza, che
lascia la moglie Alberta, la figlia Elisabetta e i fratelli Tiziano e Nadia, a
Riccione era diventato un mito, anche
per la sua disponibilità che lo induceva
a essere pronto a uscire 24 ore su 24,
sia quando a segnalargli un’emergenza
era un semplice cittadino, sia quando
a chiamarlo era il Comune. Difficile che
gli sfuggisse qualcosa. Lui era sempre
presente tra ruspe ed escavatori, pronto a segnalare problemi e necessità,
ma anche a dare consigli e sollecitare.
Spesso lo si vedeva entrare trafelato in
municipio e da lì non si spostava, finché
l’ufficio di competenza non gli dava una
risposta. Nel gennaio del 2008 era andato in pensione, ma, di tanto in tanto,
seguiva ancora alcuni lavori per la Geat.
Impegno che per lui era grande motivo
di orgoglio, come quando il Comune lo
consultava per la sua memoria storica.
Mazza, infatti, aveva ben impressa nella
sua mente l’intera mappa delle reti fognarie, idriche, elettriche e di tutti gli altri sottoservizi. Sapeva dove passavano
tutti i tubi e da quali tombini si poteva
intervenire. “Era un riferimento sicuro,
una specie di computer - sottolinea il
sindaco Massimo Pironi -. Non era uno
che faceva finta di non vedere. Il suo
dovere lo faceva fino in fondo, con passione. Sergio era il dipendente che ogni
sindaco vorrebbe avere al suo fianco!”.
Proprio per la sua presenza anche negli allestimenti degli spettacoli, Mazza,
dipendente comunale dal 1980, aveva
conosciuto tanti personaggi, a partire
da Linus che, più volte, aveva duettato
con lui su Radio Deejay. Sergio conosceva anche suo fratello Albertino e altri artisti, come Fiorello, Gigi D’Alessio,
Emanuela Arcuri e i Nomadi, che non
gli passavano mai davanti, senza salutarlo. E questo per lui era un vanto.Da
giovane Mazza sognava di vestire i panni del vigile, di fatto fece un po’ tutto.
Lavorò da Fotocolor Pino e al bar Mocambo, fece l’idraulico e il cameriere al
dancing Punta de l’Est e al Calderone
negli anni in cui era frequentato da tanti vip. La bici era la sua passione, per
il resto era membro dell’Udace Csain,
della quale era vicepresidente, e della
Bocciofila riccionese.
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VITa DEI CLUB
Marina Giannini prima Presidente Lions
“Passione e dedizione”: al motto che Marina Giannini ha dichiarato rappresentarla dal momento che l’8 giugno scorso
è diventata presidente del Lions Club Riccione, si potrebbero aggiungere determinazione, perseveranza e… ambizione.
L’ambizione nella sua connotazione più positiva certamente,
che si identifica con la ferma intenzione di fare le cose per
bene. Marina si sa è tutto questo: nella sua vita ha infatti ricoperto ruoli altamente significanti nel contesto socio-culturale
della comunità, dall’Azienda di Soggiorno ad importanti Associazioni; e la sua volonterosa attività di giornalista l’ha sollecitata altresì alla stesura di un interessante volume che racconta la
storia della città. Una donna, quindi, che si è sempre schierata
in prima linea sul fronte dell’operatività locale, buttandosi a
capo fitto nelle sue più diverse espressività; e che dopo 26 anni
dalla fondazione della sede riccionese, è la prima che ne prende le redini. La campana, il simbolo di passaggio dell’incarico,
è stata a lei consegnata dall’ingegnere Maurizio Fabbri presidente uscente, ‘scardinando’ così la sacralità di un incarico
che precedentemente è sempre stato coniugato al maschile,
anche se nel Distretto 108 già dall’anno sociale 2007-2008 una
donna ne divenne Governatore.
Il fatto di essere donna credi possa arricchire il ruolo ricoperto?
“Credo che forse una donna possa conferire un qualcosa di
più, dovuto alla sensibilità e all’approccio differente che normalmente esprime nei confronti delle diverse problematiche
affrontate. E’ dal 2007 che sono socia del Lions e ovviamente
questa carica mi vede molto felice. Oltre all’impegno per le
attività distrettuali e internazionali che il ruolo comporta, e alla
ferma volontà di dare continuità, con spirito di servizio, all’operato dei presidenti che mi hanno preceduta, cercherò di metter tutto il cuore possibile in ogni singolo progetto intrapreso
e valorizzare la presenza delle mogli dei soci, che sicuramente
avranno tanto da aggiungere all’operato già così importante
dei loro uomini.”
Quali le principali linee guide della tua presidenza?
“Una cosa a cui tengo molto è approfondire sempre di più i
contatti con la gente e con la città, in particolare rispetto alle
diverse situazioni culturali e di servizio alla vita: ho già preso
importanti accordi con delle eccellenze tutte riccionesi che
prestigiosamente le rappresentano. Ma senza dimenticare di
mettere in primo piano la grande vocazione turistica propria
della nostra terra, organizzando un Meeting d’alto livello con il
coinvolgimento delle altre sedi . Troverò il modo per dare lustro ai nostri giovani professionisti, proseguirò l’opera di sostegno ad associazioni di volontariato come il Centro 21” e quella
rivolta ad altre realtà solidali e formative… e naturalmente approfondirò tematiche che riguardino il mondo delle donne.”
L’attività di giornalista potrebbe risultarti utile?
“Da quando sono entrata nel Club credo che il mio rapporto
con la stampa sia stato utile per ‘portare fuori’ idee e progetti, perché penso che la comunicazione sia fondamentale per
la loro piena riuscita e condivisone con la cittadinanza, per
la quale l’operato del Club rappresenta un bene prezioso. Il
gemellaggio con il Lions di Bologna San Lazzaro va anche in
questo senso; gemellaggio naturale, essendo i bolognesi un
autentico potenziale per la nostra economia, e che sin dagli arbori del nostro sviluppo balneare sono stati i primi a comprare
casa a Riccione credendo nella nostra capacità ed intraprendenza. Sono convinta che le principali nostre fonti d’energia
come Club Lions siano le relazioni e l’amicizia: amicizia che ovviamente oltre a un dovere è anche un piacere!”
Maria Grazia Tosi
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AT SALUT PIRULEINA
Albina Donzelli
“anima” romagnola
"da Tonino"
Cena al Marilena nel 2008. La “Piruleina” col suo amato Gino e il Sindaco Daniele Imola taglia
la torta in ricordo della Barca Bruna.
Ultimo commovente saluto ad Albina
Donzelli, cuoca e albergatrice, che per oltre mezzo secolo ha contribuito a fare di
Riccione una città accogliente e ospitale.
Nata a Rimini il 21 febbraio 1927, é scomparsa lo scorso 3 luglio all’Hotel Marilena,
sin dagli anni Cinquanta diventato la sua
casa. Proprio nelle sue camere, affacciate
sul porto canale, ha dato alla luce i suoi
tre figli, Mirco, Daniele e Marilena, avuti
dal marito Gino Tomassimi, storico pescatore, nato nella casetta poi trasformata in
pensione, il 19 ottobre 1922, giorno in cui
il vecchio borgo marinaro ottenne l’autonomia comunale da Rimini. Albina, originaria di San Salvatore, ha cominciato a
lavorare all’Hotel Arizona, finché nel 1955
si è trasferita all’Hotel Marilena, appena
costruito. “Nostra mamma ha lavorato
in hotel fino a cinque anni fa – racconta
Mirco -. Faceva la cuoca, puliva e cucinava il pesce che nostro padre, scomparso
s.r.l.
Maioli
l’anno scorso, pescava di buon mattino .
La sua vita l’ha spesa tra figli e pensione. Se siamo andato avanti con quest’attività, lo dobbiamo in gran parte a lei”.
Albina, dicevamo, è stata un esempio di
ospitalità, ma anche di grande amore coniugale. “Mio padre ha conosciuto mia
madre, appena 13enne, quando aveva
18 anni, ricorda Mirco, si sono subito fidanzati. Poi è arrivata la seconda Guerra
mondiale e mio babbo è partito militare,
è stato persino prigioniero in Russia, ma
l’amore è rimasto invariato e nel 1947
sono convolati a nozze”. Alla famiglia Tomassini va il messaggio di cordoglio del
presidente di Famija Arciunesa, Giuseppe Lo Magro, che all’Hotel Marilena ha
organizzato diverse cene solidali. “Albina
– ricorda –era proprio l’ “azdora” di una
volta: brava, buona e gentile, sempre
pronta a sacrificarsi”.
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Francesca “Fu Lan”: una riccionese in Cina
Alcuni mesi fa invitai l’amica Fernanda (segretaria del Sindaco) ad una cena benefica di F.A. Rammaricandosi di non poter
partecipare, proseguì con una voce che sprizzava gioia: “Vado
in Cina a trovare la mia Franci, è là a studiare, fino a luglio non
tornerà...”. Le augurai “Buon viaggio” e istantaneamente andai
a ritroso nel tempo e mi rividi, insegnante della Franci (Francesca Valenti) fresca alunna di Scuola Media. Uno scricciolo con
due occhi curiosi, educata e rispettosa, attenta e desiderosa di
imparare. Ed ora mi si dice che è in Cina, nel paese più grande
del mondo, lei, all’apparenza così fragile, per una avventura
straordinaria. Quando tornerà a Luglio, mi sono detto, la incontrerò per rendere partecipi i lettori di F.A. dell’esperienza di
questa novella “Marco Polo”. E così è stato. Pochi giorni dopo
il suo rientro a Riccione, Francesca è venuta in sede di F.A. accompagnata dall’amica cinese per narrare un anno vissuto “pericolosamente”. Classe 1986, si è laureata a Bologna nel 2011
in lingue (Mercati e cultura dell’Asia) e nell’agosto stesso era
a Qinhuangdao nella provincia di Hebei –nel nord della Cina.
Tanto studio in “full immersion”e poi un giro turistico, in relax,
di ben 48 giorni. A Shanghai conosce l’amica che l’ha seguita
nel Belpaese, la deliziosa Zhang (cognome) Meng Yun (Sogno
Nuvola), trascrizione fonetica nel linguaggio dello “stivale”:
Marisa, laureata in lingua italiana. Francesca in Cina ha preso
il nome di Li (cognome) Fu Lan (Forza del Vento) trascrizione
fonetica del suo nome. Parlando con le due ragazze scopro che,
paradossalmente, mentre Franci tornerà in Cina, Marisa resterà
in Italia. Alla domanda del perchè l’amore per un paese così lontano, immenso, diametralmente opposto come cultura, Francesca non sa dare risposta esauriente. Dei cinesi ama la loro pace
interiore. Sono rispettosi nonostante siano una moltitudine e,
se pensiamo alle nostre liti condominiali, ciò ha dell’incredibile.
Nei villaggi il bagno è in comune; vivono lo loro povertà dignitosamente, con poco sono contenti. Nelle mense mangiano
riso bianco cotto al vapore con aggiunta di verdure e carne.
Nelle città ci sono i ristoranti ma la predilezione va ai chioschi
che affollano le strade. Cucinano e propongono varietà di cibo
per noi occidentali impensabili; perchè per i cinesi tutto ciò che
cammina e che vola è commestibile. Francesca non è schizzinosa, ha assaggiato ogni cosa...oddio, il cane e il gatto li ha
rifiutati e la zuppa di tartaruga aveva proprio aspetto ed odore
repellenti. Molto presto riassumerà il nome Fu Lan; tornerà ai
grandi spazi e alle piccole comunità; alle città brulicanti come un
formicaio e agli insediamenti della campagna; per allargare la
sua conoscenza... e magari, la prossima volta che tornerà nella
Perla verde, sarà accompagnata da un compagno di vita e da
uno scricciolo con gli occhi a mandorla. Ciao “Franci”, a presto.
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Ayurveda Universiy (India). Ha numerosi certificati di partecipazione e corsi per la
mente e il corpo. Una Professionista che da 17 anni lavora in Italia come: Istruttrice
di Fitness, Insegnante di danza e di inglese in numerose scuole statali italiane (Rimini,
Riccione, Coriano, Montescudo, San Marinio, Milano) e massaggiatrice dal 1991.
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a cura di G.L.M.
Chi li ha visti?
Avevamo fatto “l’occhio” alle tre
maschere teatrali che ingentilivano e caratterizzavano il fronte
del Cinema Teatro Turismo così
come lo avevamo fatto alla Brandina e al Secchiello che ornavano
rispettivamente le rotonde di Via
Berlinguer-Corso Giulio Cesare e
Via Ascoli Piceno-Via Tirreno. Le
prime tre, una volta abbattuto il
“Turismo”nel 2001 per far posto
al Palacongressi, trovarono la via
dei magazzini comunali in attesa di
collocazione. Notizia dello scorso
anno le poneva, opportunamente
restaurate, al centro della nuova
rotonda su Via Vittorio Emanuele
II- e raccordo con Via Berlinguer
(in attesa di completamento). Al
momento solo terra ed erbacce.
La Brandina e il Secchiello dopo le
dementi “attenzioni” dello scorso
anno da parte di alcuni imbecilli,
una volta ritornate all’aspetto originale dopo le riparazioni del caso
(così era stato detto), avrebbero
trovato nuove visibilità. L’estate è passata e nulla si sa e nulla
si vede. Che sia proprio il caso
di rivolgersi a “Chi l’ha visto?”.
UNO SGUARDO AL PASSATO
Aprile 1931 - Corriere Padano
La Festa del Fiore e della Doppia Croce
La Festa del Fiore e della Doppia Croce che avrebbe dovuto aver luogo il giorno
della Pasqua, a causa di un disguido subìto dal materiale spedito al Comune, è stata
rinviata a domenica 19 corr. giorno in cui sarà celebrata anche la tradizionale Festa
del Beato Alessio che richiama solitamente dai paesi limitrofi una numerosa folla.
Uno stuolo di gentili signorine provvederà alla vendita del francobollo chiudilettera
concorrendo alla migliore riuscita della nobile e umanitaria manifestazione. All’uopo
il Comune è stato suddiviso in quattro zone che verranno percorse ciascuna da due
signorine nell’ordine di cui appresso:
1ª Zona: PALAZZI TERESINA e ANGELINI DOLORES
2ª Zona: GASPARI GAETANA e MAGNANI ELIDE
3ª Zona: VERNOCCHI GABRIELLA e FANTOZZI GIOVANNA
4ª Zona: AMATI GEMMA e CICCHETTI VITTORIA
Nella foto -datata 1931- vediamo ritratte le due fanciulle della 1ª zona Teresina Palazzi e Dolores Angelini. Chissà se tra i nostri lettori ci sono amici o parenti che rispolverando tra i ricordi e
aprendo vecchi album di immagini riusciranno a farci pervenire le foto delle altre sei signorine?
30
CINEMA di gala
De Sica e altri artisti a Cinè per una serata da sogno
Parata di vip a Ciné, giornate estive del
cinema, che dal 25 al 27 giugno al Palacongressi, hanno fatto rivivere i fasti del
premio “Perla verde”, Riccione per lo
spettacolo che si teneva al Dancing “Savioli”. Sul red carpet celebri personaggi
come Christian De Sica, Sergio Castellitto, Claudia Gerini, Enrico Brignano, Fabio Volo, Diego Abatantuono, Margherita Buy, Riccardo Scamarcio e, ancora,
Fabio De Luigi, Valerio Mastandrea,
Alba Rohrrwcher, Francesco Mandelli e
Fabrizio Bigio, arrivati in riviera assieme
a 1.500 operatori del mondo cinematografico e 100 giornalisti accreditati per
la presentazione dei film in uscita nei
cinepanettone, magari “Vacanze di Natale a Riccione”? “Bisogna chiederlo al
produttore, ma non credo si parli ancora
di vacanze. Dal prossimo film si cambierà”. Dovrebbe essere, infatti “Colpi di
fulmine” il titolo del nuovo cinepanottone. De Sica con Alessandro Siani, nel
frattempo, prepara il film “Il principe
abusivo” che uscirà a San Valentino. Per
il resto a Cinè sono state presentate in
anteprima decine di trailer delle nuove
pellicole, nonché film come Biancaneve
e il cacciatore, live action diretto da Rupert Sanders, Ribelle- The Brave 3D, film
di animazione della Pixar, e Ruggine e
ossa con Marion Cotillard in concorso a
al “Savioli”, assieme ad altri giganti del
cinema, come Totò, Alberto Sordi, Ugo
Tognazzi, Gino Cervi, Renato Rascel,
Amedeo Nazzari, Gina Lollobrigida, Anita Ekberg. “Venire a Riccione per me è
sempre una festa, perché ho una grande simpatia per questi posti – ha detto per l’occasione De Sica -. Ogni volta
che ci torno, mi diverto. Questa città è
un’iniezione di grande calore, di simpatia e di vitalità, in tutto e per tutto. Quì
la gente sa amare e dice ancora buongiorno”. E allora perché non girarci un
prossimi mesi. Ma l’evento chiave che
ha caratterizzato la tre giorni, organizzata dall’Anic con Anec e Anem, è stato il CinéCiak d’oro, premio riservato al
genere commedia, che Piera Detassis,
direttrice della rivista Ciack, ha conferito
a De Sica per la sua trentennale carriera. Un momento davvero emozionante,
che ha portato il noto attore a rivivere
probabilmente la stessa emozione provata a Riccione dal padre Vittorio De
Sica, premiato una quarantina di anni fa
Cannes. Per la prima volta le proiezioni
sono state aperte ai riccionesi, accorsi
in massa alla reception per accaparrarsi
il biglietto gratuito. Riccione, insomma
per tre giorni ha rivissuto gli antichi fasti
e momenti di gloria sui massmedia. Per
questo motivo il presidente della PalaRiccione Lucio Berardi e Massimiliano
Giometti del CinePalace, lavorano per
dare continuità all’evento nel 2013.
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32
LIBRI
I giovani meritano sempre di essere aiutati e incoraggiati, ma è con vero piacere
che do il mio sostegno a un giovane di
talento come Andrea Speziali che si sta
cimentando in un meritorio lavoro di ricerca e valorizzazione dello stile Liberty.
L’interessante volume curato dal giovane
riccionese Andrea Speziali analizza con
dovizia di particolari e notizie inedite, il
periodo storico di inizio ‘900 che vide,
per l’appunto, la nostra Riviera arricchirsi
delle prime costruzioni balneari Liberty.
Un originale viaggio nei primi decenni del Novecento dove le città giardino
come Riccione e Cervia erano ricche di
villini di inconfondibile eleganza. L’opera segue la mostra “Romagna Liberty”
che, proprio a Riccione, la Perla Verde
dell’Adriatico, ha avuto la sua sede naturale e che tanto successo ha ottenuto
anche a livello internazionale.
Grande merito ha questa pubblicazione,
volta in particolare ad acclarare aspetti,
del tutto sconosciuti nella storiografia locale, riguardanti il “naufragio” del cacciatorpediniere ‘Zeffiro’ della Regia Marina,
che si verificò nel novembre 1917 a breve
distanza dal porto canale di Riccione. Va
riconosciuto al curatore del libro d’aver
effettuato una ricerca scrupolosa, attingendo alle più diverse fonti: partendo
dalle notizie apparse sulla stampa locale
dell’epoca, in vero assai scarne, ad atti
della municipalità riminese, alle memorie
di privati cittadini rinvenute in rete, che
descrivono quei giorni drammatici del novembre 1917, quando, costretti a lasciare
le proprie terre dopo la disfatta di Caporetto del mese precedente (24 ottobre),
decine di migliaia di profughi friulani e
veneti furono ospitati anche in Romagna.
Vasco Errani
Pres. della Regione
Emilia-Romagna
Stefano Medas
Pres. Istituto Italiano
Archeologia ed Etnologia navale
Fosco Rocchetta, già direttore della
Biblioteca comunale di Riccione, per conto
dell’ente di appartenenza ha pubblicato diversi saggi sulla storia di Riccione e del suo
territorio a partire dall’antichità. Tra questi si ricordano: Pirati e Torri costiere nei
Riccionese, con O. Delucca e L. Vendramin
(1997), Cerimonia d’intitolazione del Museo del Territorio al maestro Luigi Ghirotti
(1999), Il Ponte Romano dell’Antica Flaminia a Riccione (2004), Le Fontanelle di Riccione con L. Bagli, O. Delucca, L. Vendramin, M. Zaghini (2006), Luigi Ghirotti: una
vita per l’archeologia (2007), Il Naufragio
della ‘Bruna’ del 17 gennaio 1929 (2009),
Riccione estivo: agosto 1894. Origini dei
turismo riccionese al tempo della Belle
Epoque (2009). è socio dell’Istituto Italiano di Archeologia e Etnologia Navale di
Venezia (ISTIAEN). Collabora a “La Piè”, al
periodico “Famija Arciunesa“, a “E Rumagnol“ e al quotidiano La Voce di Romagna.
Andrea Speziali vive a Riccione, a
pochi passi dalla villa Antolini oggetto
principale dei suoi studi. Coltiva con passione l’interesse per l’arte e si dedica alla
pittura, scultura, fotografia e grafica. Sta
per specializzarsi presso l’Accademia di
Belle Arti di Urbino. Si è cimentato in varie esperienze artistiche: nel 2011 ha ideato il progetto “Romagna Liberty” del
quale ha curato la mostra e il catalogo;
ha partecipato alla Affordable Art Fair di
Amsterdam (2010), alla collettiva della
galleria Wikiarte di Bologna (2011), alla
14° Fiera Internazionale d’Arte Moderna
e Contemporanea di Pechino (agosto
2011) nel complesso del World Trade
Center e alla 54° Esposizione Internazionale d’Arte della Biennale di Venezia
- Padiglione “Italia” - a cura di Vittorio
Sgarbi. Per i tipi di Maggioli Editore ha
pubblicato, nel 2010, “Una stagione del
Liberty a Riccione”.
33
Un figlio, alla morte del padre, trova
un baule pieno di documenti, pacchi di
carta e alcune lettere scritte dal padre
con la bella calligrafia all’inglese che conosceva; prende la prima lettera che gli
viene a mano e si accorge che è proprio
indirizzata a lui. Lettere mai spedite, ma
fra queste alcune di molte pagine, con
data e luogo, scritte su carta velina, quella che si usava per la posta aerea, alcune
completate con articoli di giornali o lettere di altre persone o altri fogli, il tutto
fermato con spilli ormai arrugginiti. Solo
ora il figlio poteva leggerle, e aggiungere di suo altre carte per rendersi conto
dello spirito del tempo nel quale il padre
aveva vissuto, per capirlo meglio, e rimestare così nella sua vita. Nelle biografie
si mescola sempre tutto: l’individuale e il
generale, l’uomo e la maschera del personaggio, il temperamento personale,
la tendenza e il caso e, ancora e forse
soprattutto, i pregiudizi di chi scava in
quella vita. La vita è un baule di cartacce.
Rodolfo Francesconi è autore
di saggi e di testi di narrativa: Quello
che butta il mare, 1990; Grilli per la
testa, 1991; Conservazione di una storia, Cinque favole per Maurizia, 1992;
Racconti insignificanti, 1993; Azienda
come cultura. La Rinascente, 1994;
L’amore si trova là dove lo si porta
quando lo si cerca, 1996; Poesie del
mare, 1999. Il sardone sussurrato -ovvero- Il sesso e il mare, 1999; Abece,
s.d.; Mario il marinaio, 2000; Un berretto da comandante, 2000; Il diavolo
custode, 2002; Dalla Maison du Peuple alle Cooperative Case del Popolo. Riccione e la sua Casa del Popolo,
2003; Curriculum. 2004; L’intelligenza
del luogo, 2009; In attesa del risultato.
Racconti di ricette di cucina afrodisiaca vegetariana, 2010.
il racconto in dialetto
Tilio e la Giampira. Cinquènt’an insèn
G- Tilio, adés ca sém ma la tavla, senza prescia, avria fè un
zcurs sa te.
T- Cus ch’ui è Giampira?
G- Tra un mes e sarà e nost aniverserie... e sarà un dé impurtènt...cinquent’an ad matrimonie
un capita ma tòt.
T- Quèst l’è poch mo l’è sigur...o che us mor..o che us s-ciopa
sal ragnède.
G- Sé Tilio, mo noun an ém mai ragnè una masa...
T- Perchè me a tlì dagh tòte ad vinta...
G- Va là, va là....che un è propria isé...gèma ch’a sém pèri...
T- Alora vèn me dunque...sinà a fém nota senza cumbinè
gnint.
G- A vlela dì che quand as sém spusè me a eva quéng an e te
zdòt apèina fat... a ém sempre lavurè e a ém fat i pas sghènd
la gamba...
T- S’tan vò ‘ndè a gambrét...l’è e sistema piò bon...spese
giòste...e una muliga ad sparagn..
G- Ecco...a vleva arvì ilé.... qualcuslèina avim mès da pèrta...e
me ho pèns...
T- Oddio Giampira...quand tat mèt a pènsè mu me lam vèn la
chèrna pulastrèina...i sudor gic
im còr giò ma la schina...da la testa finènta te cudroun!
G- Tilio, nu fa e catastrofésta...fam zchèr!
T- Dai zchèr che iché us fa e dé ma Ciula...*
G- Pasir a s’era me marchè e al mi amighe al zcuriva di su
viag... tl’Egét a Sciarm telchik...tl’Indièn a Seicelle...o da Maurizio...te Mesico a Culcatan...e mu me um brusiva un po’ e cul
a duvé stè zéta..
T- Giampira, per piaser, nu artaca sla solfa di viag...te sé che
e “rioplano” um dà e pèpacul snè a védle e sa mont sora una
nèva a fac i gatèin...
G- Tilio, sta calmin, stal robe al sò tòte, an voj andè tènt da
lèngh. Ho zcuèrt un pusticin ch’us ariva se treno. L’è un Centro benessere tachèd me mèr.....us tò un “bungalon” che tè
già i pì sora la sabia. Ui è tòt i “cunfort”...e frigo pìn al roba,
televisioun sla padèla...it cambia i lanzul ogni dé... us po’ fè la
clazioun dreinta te lèt santénd agl’ènde de mèr ch’lis arugla
sla riva e e Sol che sbarlocia da la fnèstra...
T- Gnènca e fòs e paradis in tèra...e costarà un oc dla testa ...it
svuida e portafoj e it chèva la pèla.. per paghè un post isé us
tèca vènd la chèsa...
G- Na, e prezie l’è bon...basta tò tòt e pachèt...e po’ ogni dé ui
è i masag chi stènd la pèla e i fa sparì al gréce de col ...ui è la
piscina sl’aqua chèlda cla sbarbotla e quand tzcap ut pèr d’avé
fat la plita... e tl’utme ui è i fangh “totalbobi”!
Una roba chi la fa snè at che sit...
T- Cus che saria?
G- Tat spoj nud...com lat ha fat la tu Mà... tè snè na scòfia sora
la testa per nu impiastrè i cavél...
e tvè dreinta te paciugh e tcmènz a fè sò e giò....
T- Propria com i fa i baghin te stabie...E te tzì cunvinta che sta
roba la facia bèn?
G- L’è la funtèna dla giuvinèza.
T- Mo com us fa a cred ma stal patachède... ma te, s’it fa veda
un bigat tachè ma l’èm, tmagn ènca la cana s’e mulinèl.
G- E po’ ti da savé che ogni paciugh l’ha e su perchè...ui è la
fanga s’e lat e mièl per al done... la smurmidés al ganase che
al dvènta lése com e cul d’un burdèl...e ui è la fanga s’e fèr...
per j’èmne!
T- Per fè al canc-lède ?
G- Pori quajioun... la fanga s’e fèr la rinvigurés...la fa alzè la
testa ma chi cianciarèl chi guèrda mal ciavate, e... ch’l’arvènza
tra’d noun Tilio, e tu fradlèin l’è un po’ ‘d tèmp che e sta testa
puntoun. ...e adés dù t’vè?
T- A vagh a fè al valise. A partém sòbte!
G.L.M.
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34
il racconto in dialetto
Attilio e la Giampiera. Cinquant’anni insieme
G- Attilio, adesso che siamo a tavola, senza fretta, vorrei fare un
discorso con te.
T- Cosa c’è Giampiera?
G- Tra un mese è il nostro anniversario....sarà un giorno importante...cinquant’anni di matrimonio
non capitano a tutti.
T- Questo è poco ma è sicuro...o che si muore...o che si esplode
nelle litigate.
G- Si Attilio, ma noi non abbiamo mai litigato molto...
T- Perchè io te le do tutte di vinta.....
G- Va là, va là....che non è proprio così...diciamo che siamo pari....
T- Allora vieni al dunque...altrimenti facciamo notte senza concludere nulla.
G- Volevo dire che quando ci siamo sposati io avevo quindici anni
e te diciotto appena fatti...
abbiamo sempre lavorato e abbiamo fatto i passi secondo la gamba...
T- Se non vuoi andare per aria...è il sistema migliore...spese
giuste...e un po’ di risparmi...
G- Ecco, volevo arrivare lì...qualcosina abbiamo messo a parte...e
io ho pensato....
T- Oddio Giampiera...quando ti metti a pensare a me viene la carne delle galline...i sudori freddi mi corrono lungo la schiena....dalla
testa sino all’osso sacro!
G- Attilio, non fare il catastrofista...fammi parlare !
T- Dai parla che qui si fa giorno a “Ciula”.
G- L’altro ieri ero al mercato e le mie amiche raccontavano dei loro
viaggi... nell’Egitto a Sharm el Sheik...nell’Indiano alle Seychelle...o
a Mauritius....in Messico nello Yucatan...e a me rodeva un po’
il sedere a dover stare zitta.
T- Giampiera, per piacere, non ricominciare con la solfa dei viaggi..
lo sai che l’aeroplano mi dà la strizza al sedere solo a vederlo e se
salgo sopra una nave vomito...
G- Attilio, sta calmino, queste cose le so tutte, non voglio andare
tanto lontano: Ho scoperto un posticino che ci si arriva col treno.
E’ un Centro benessere sulla riva del mare...si affitta un bungalow
che già hai i piedi sulla sabbia. Ci sono tutti i comfort ...il frigo
pieno di cose, televisione con la parabola...ti cambiano le lenzuola
tutti i giorni...si può fare la colazione a letto sentendo le onde del
mare che si rompono sulla riva e il Sole che s’infiltra dalla finestra....
T- Neanche fosse il paradiso in terra...costerà un occhio della testa...ti vuotano il portafoglio e ti levano la pelle...per pagare un
posto così ci tocca vendere la casa...
G- No, il prezzo è buono...basta comperare il “pacchetto”...e poi
ogni giorno c’è il massaggio che ti stira la pelle e fa sparire le
rughe nel collo, c’è la piscina con l’acqua calda e le bollicine e
quando esci ti sembra di aver fatto la sbornia,e in ultimo ci sono i
fanghi “atuttocorpo”! Una specialità del posto.
T- E cosa sarebbe?
G- Ti spogli tutto nudo, come ti ha fatto la tua mamma...hai solo
una cuffia in testa per non impiastrare i capelli e vai dentro il fango
e cominci a fare su e giù.
T- Proprio come i maiali nel concime: E te sei convinta che questa
roba faccia bene?
G- E’ la fontana della giovinezza
T- Ma come si fa a credere a queste cretinate... a te, se ti fanno
vedere il verme attaccato all’amo, mangi anche la canna col mulinello.
G- Devi sapere che ogni fango ha il suo perchè... c’è l’impiastro
con latte e miele per le donne.. ammorbidisce le guance e la fa
lisce come il sedere di un neonato... e c’è l’impiastro col ferro per
gli uomini!
T- Per fare le cancellate
G- Povero minchione, l’impiastro col ferro rinvigorisce, fa alzare il
capo a quel cianciarello che guarda le ciabatte e.. che rimanga tra
noi Attilio, il tuo “fratellino” è un po’ che sta a testa bassa.
...e adesso dove vai?
T- Vado a fare le valige. Partiamo subito!
ogni giorno il Pescatore porta in
tavola la ricchezza del mare nel
rispetto della tradizione romagnola
A due passi da Viale Ceccarini.
Perché accontentarsi quando si può avere di più?
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35
riccione per la cultura
Riflessioni di un ottuagenario
Qualche anno fa, ad una conferenza al
Palazzo del Turismo, ho udito una frase
che mi ha lasciato perplesso: “I riccionesi
non sono cittadini, ma individui”. Ovvero,
credo di capire, i riccionesi hanno scarsa
considerazione per le comuni regole della convivenza civile, ma agiscono di testa
propria. Manca cioè lo “spirito civico”,
quel sentimento che accomuna il gradimento e il benessere proprio a quello
degli altri. Non è un gran complimento,
ma forse qualcosa di vero c’è, e probabilmente anche una causa. Ricordo di aver
letto, anni fa, in uno studio sulla cultura
locale, che mentre quasi tutte le città si
sono sviluppate attorno ad un castello od
una piazza per cerchi concentrici, Riccione
si è sviluppata “a scacchiera”, cioè senza
far riferimento ad un luogo “simbolo” del
civico sentire, che segna in qualche modo
l’origine di una storia comune. Da un certo momento in poi, quando i “signori”
hanno cominciato a costruire i loro villini,
tutti i riccionesi, che sentivano Rimini lontana dal loro cuore, hanno guardato verso il mare. Dunque, Riccione si è sviluppata in modo considerevole ma anormale,
senza cioè avere un punto di riferimento
civico e culturale per i suoi abitanti. Può
sembrare una cosa irrilevante, ma non è
così. Quasi tutte le città offrono ai loro
abitanti un luogo tradizionale dove incontrarsi, fare acquisti, svolgere pratiche,
partecipare a cerimonie religiose e civili:
un luogo con i segni evidenti del tempo
passato, un luogo che tutti riconoscono
e dove tutti si riconoscono, si confidano,
progettano, familiarizzano. Rimini, per
esempio, ha due piazze importanti, vicino
al castello: una dove ha sede il comune,
l’altra dove era il foro. In mezzo, un tratto
di “corso” dove alla sera puoi incontrare
tutti e che costituisce il vero laboratorio
culturale cittadino. Dunque, se questo
“punto” a Riccione non c’è, bisogna cercarlo. E se non si trova, bisogna inventarlo. Qualcuno sorriderà con sufficienza:
inutile, si tratta di una vera e propria necessità. E’ per questa carenza che i riccionesi sembrano avere scarsa coscienza di
vivere in una comunità. Certi comportamenti si verificano un po’ dappertutto, ma
qui sono di casa: basta vedere come i riccionesi “potano” i loro alberi, collocano i
loro rifiuti e sorvegliano i loro cani. Quel
manifesto dello scorso anno, “Gnocca e
bomboloni”, è emblematico. Ognuno fa
quel che crede senza preoccuparsi degli
altri. Ebbene, adesso non ridete, a furia di
pensare credo di avere trovato una risposta: il punto di riferimento cittadino valido
non solo per tutti i riccionesi, ma anche
PRIMA
PUNTATA
per gli ospiti è il Palazzo del Turismo. E
pensare che era stato smerciato come un
oggetto inutile! Per me questo ha coinciso
con il punto più basso di vita pubblica del
dopoguerra, quasi quanto l’abbattimento
del Teatro Dante. Vergogna. Anche se abbiamo un bellissimo lungomare. Per fortuna che il Primo Cittadino ultimo eletto l’ha
capito subito e del recupero ne ha fatto
un punto d’orgoglio programmatico. E c’è
riuscito, nella quasi indifferenza generale.
Grazie, Sindaco. Adesso bisogna rimboccarsi le maniche e costruire un nuovo stile
civico e culturale. Ma perchè proprio il Palazzo del Turismo? Lo vedremo nella prossima puntata, se vi interessa.
Isidoro
P.S.: Sarà gradito il parere
di cittadini attenti e di buon senso.
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36
attivita’ scolastiche
Angel e Devil Pub: l’eredità del Prof. Conti
Raul Conti, riccionese doc., docente di lingua inglese presso la
Scuola Media cittadina, lascia l’insegnamento dopo 43 anni di soddisfacente carriera e lo fa in una maniera che più originale non poteva essere: “lasciando” un Pub in eredità. Tutto vero, non siamo
in preda ai fumi alcolici della birra. Il nostro Prof. ha proposto ai
ragazzi della 3ª M e della 3ª N di diventare imprenditori aprendo
un Pub (con sede negli ex uffici GEAT in via Mantova), sarcasticamente chiamato Angel e Devil, gestirlo correttamente con oculata
divisione dei compiti e impegno categorico a chiudere in pareggio,
pensare i menu adatti alla clientela (compagni di scuola, genitori e
parenti) e, “Last but not least”, parlare rigorosamente in inglese.
Nel Maggio u.s. l’attività è partita con un entusiasmo incredibile e
ci sono state serate (orario dalle 20,30 alle 22,30) di tutto esaurito
con un centinaio di “clienti”. Tutto è filato a meraviglia; dal banco
di distribuzione cibi e bevande, ai servizi ai tavoli e alla cassa sino
al riordino finale con tanto di scopa e paletta. Economicamente è
stato un successone. L’attivo di oltre mille euro è stato impiegato
per una pizza-coca offerta ai “lavoratori” e per donare alla scuola
di San Lorenzo un televisore 40 pollici full HD. Didatticamente un
ultra-successone considerando l’interdisciplinarità della iniziativa.
Educazione musicale ha prodotto musica dal vivo, Educazione artistica ha ideato e realizzato la cartellonistica e le t-shirt indossate dai
ragazzi e l’occasione ha portato a studi particolari quali produzione
ed uso della birra sin dall’epoca dei Romani. Senza dimenticare
quanto sia formativa una esperienza di lavoro collettiva per degli
adolescenti. Pensionamento meritato per Raul ma sarebbe un vero
peccato se il Pub seguisse le sue orme!
G.L.M.
37
Sgèmbre
Ricette di mare da
lichis i baf!
Sgombero da leccarsi i baffi (Per 4 persone)
500 gr. di filetto di sgombero
Succo di metà pompelmo
4 cucchiai di olio extra vergine d’oliva
Preparate il composto in una terrina adagiandovi i filetti di sgombero e lasciate
marinare per un’ora in frigorifero (o più a seconda dello spessore dei filetti).
Disponete in un piatto i filetti, cospargeteli con un po’ della stessa marinatura e
rifinite magari con chicchi di melograno o a piacere.... Sangiovese o Trebbiano
per accompagnarli (acqua o bibite sarebbe un delitto!).
Buon appetito da Daniele della Pescheria Sapori di Mare.
IMMAGINI DIGITALI
di Daniele Casalboni
La foto che non c’è
meglio si prestano a produrre una composizione realistica,
che insomma non sveli il segreto della sua fabbricazione. Sia
chiaro, pressoché tutte le manipolazioni possibili nella fotoritocco digitale erano tecnicamente possibili, benché più faticose e imperfette, con gli strumenti della vecchia, umida camera
oscura analogica, si tratta del buon vecchio fotomontaggio.
Quello che cambia è il fatto che ora la manipolazione sofisticata è alla portata di chiunque abbia qualcosa da dimostrare
per mezzo delle immagini (che come sappiamo, continuano
– abusivamente – a dimostrare moltissimo). Ma soprattutto
è l’ampia disponibilità delle immagini su Internet a rendere
la manipolazione potentissima. L’enorme Rete funziona ormai
come un archivio inesauribile, dove la foto che cerchi c’è sempre; e se non c’è, la puoi creare come un puzzle con i pezzi di
altre foto. L’idea è che non c’è più nulla da fotografare, tutto
è già stato fotografato, basta solo mescolare e servire. Ansel
Adams, un mostro sacro della fotografia, inventore della tecnica dell’esposizione zonale coniò il concetto di “previsualizzazione” in fotografia: comporre mentalmente l’immagine ancora prima dello scatto, in modo da ottenere un risultato il più
simile possibile al progetto. Ma lui, almeno, alla fine, una nuova fotografia, una foto mai esistita prima, la scattava davvero!
Nel caso aveste ancora qualche dubbio sulle future evoluzioni della fotografia provate a visitare il sito http://cg.cs.
tsinghua.edu.cn/montage/main.htm Può essere anche una
burla, come se ne trovano tante in rete, ma se anche fosse
così, sarebbe una burla ormai tecnologicamente pensabile.
Quattro ricercatori di università cinesi sostengono di avere
messo a punto un software che consente di comporre precisamente la fotografia che avete in mente, senza che vi scomodiate a scattarla, semplicemente partendo da uno schizzo descrittivo. Ci pensa poi un motore di ricerca a pescare,
nello sterminato oceano di Internet, le immagini, o meglio i
frammenti di immagine, che si adattano alla vostra immaginazione. Se poi l’utente vuole, può inserire anche le proprie
immagini nel gioco, e allora diciamo la verità, se puoi fare
quello che promette questo software , perché mai dovresti
andare a spendere migliaia di euro per un professionista che
ti fa qualche trucchetto sulle foto del matrimonio? La notizia
sta facendo il giro dei blog specializzati. Se ne parla come
della “fotografia Ikea”, definizione folgorante: ormai siamo in
grado di arredare a piacere il nostro immaginario montando
liberamente pezzi intercambiabili già pronti. Il software, tra
l’altro, promette di privilegiare, nella ricerca, le immagini che
38
poesia del tempo che fu
Perchè “In sul fa della sera”
G.L.M.
Capitommi una notte, nel poi dell’aver trangugiato pantagruelica cena, ricca di fagiolame coticoso e insaccume selvatico il più disparato, con l’innaffiato di uve sangiovesi le più pure e dure, indi ventre a botticella, nel non trovar tregua paciosa tra le lenzuola, bensì di Santantonio lo foco, tal da vagare
ciabattoso col ciarvello fumoso di pensieri li più stralunati e infine doverli, intingolando pennino nell’inchiostro, porli a li posteri.
In sul far della sera
tra li solchi bitorzoluti
vivi di viscidi vermicoli
Struggeasi lo core mio
ad agitar le gravi zappe
nel bronzeo rintoccar
nello scocciolare pietre
in sul vespero dell’ore
inframezzate ad arte
e spargeasi nell’aere
per ricavar bestemmie.
dimandandosi a martello
indove che avea dimora
la giovin assai donzella
non struggeasi più lo core mio
leggiadra e pulcherrima
e creossi ne l’intimo profondo
che incrociai e ristetti muto
idea di quanto cul avess’io
tra le banche del mercato
nell’oziare pacioso notte e dì
col fiato oppresso e cupo
e nell’aver qual unico pensier
nelle sacche de li polmoni.
Affacciossi lo viso mio
in sulla campagna brulla
e lo sguardo fermossi
sulle curve terga sudate
de li villici affaccendati
da mane a sera sine tregua
lo struggimento mio amoroso
S’accese ne lo cervello mio
allor filosofeggiandescamente
un qual balenìo dimandoso
giunsi alla fatal conclusione
e mi dissi tra me e medesimo:
dell’aspettare savio il domani
“...azzo che culo che si fanno!”
che l’avrei certo reincontrata.
E allora immantinente e poi
E nel tempo che le palpebre
precipitevolissimevolmente
s’accoppiano m’addormentai.
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sorridere in DIALETTO
E sghétle (Il solletico)
A cura di Giuseppe Lo Magro
Piccola rubrica di battute surreali, barzellette seminuove, fantasie oniriche, filosofia popolare.
Da leggere in relax e magari “degnare” di un sorriso come quando si è sottilmente solleticati.
“Quand a fan l’amor
e mi muros um dis un sach ad parulace.
Cus ca ho da fè? “
“Fa l’amor una muliga mej!”
E mi cusèin un è inteligènt.
Al galèine de su pulèr lil tò in gir.
Quand l’è nèd e mi fiul
ho fat e film sla telecamera.
Adés s’um fa incazè
a ciach e butoun giòst
e a l’armand indrì.
Oun che fumiva tre pach
ad zigarète e dé
l’è mort e i ha dunè j’organi.
Si pulmoun i ha asfaltè
una strèda d’un chilometre.
An ho mai vù e”pollice verde”.
Im mor ènca i fiur ad plastica.
Quèl ch’l’ha invènt la roda
un era un gran génie.
Quèl ch’l’ha invént cagl’èlte tre
l’eva la bargnocla.
Sgnor Giòdic al giur
an vlèva mèt sèta la machina
la mi suocera.
Apèina a l’ho vésta davanti e cofano
a l’ho ciamèda.
Mo la eva e telefunèin smort!
La prèima volta ch’am so spujè.
davanti m’una dona lam ha dét :
“Tvò giughì a la Caccia al tesoro?”
I marid in si rènd count
dla fadiga cal fa al mèj
a spènd e lor stipèndie.
La galèina l’è l’onich animèl
cus magna prèima che nasca
e dèp ch’l’è mort.
I dipendent de Cumoun
iè i marid miglior.
La sera i ariva a chèsa ch’in è strach
e i ha già lèt e giurnèl.
La mi mej e mé
a sém stè cuntènt per vint’an.
Dèp as sém incontre.
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‘
LA ZIRUDELA
La padèla tivù
Ogni tènt um pis d’andè te Centre
per véda gènta, per fè dij incontre.
E dmènga per un pél an sò’ndè a sbat
t’un vèc amigh, Pavlèin, un pori criat.
Ilé sora i dorma dò burdlèin-cumpagn:
Rolando e Lancillotto, gnènca dò an.
Ad fiènch, Ginevra, tre an e cavèl d’or
us capès cl’avria voja da stè tramèza lor.
“La Rai e Mediaset al fa la stèsa roba,
escòrt e psicanalésta, una gran bòba.
Isé us’arvènza snè e lèt come badurle,
vera Cianina?... e senza di gran urle.”
L’è sempre stè znèin, dò sèld ‘furmai
genitur strampalèd, una vita ad guai.
Inveci adés l’ha trov la su bèla strèda,
us’è spusè e l’ha un’impresa avièda.
A vèda che quadrèt ad famija cla crès
a fac una batuda che quasi a dvènt rès :
“Ciò ragaz, la v’è s-ciupè la television?
An avì pèsa, a sì sempre te buliroun!”
“Mo sa’ndè avanti sa stal produzioun
altrochè squèdra da giughì a paloun.
Da amigh av dagh un bon cunseglie
e stèm da santì senza bat un céglie.”
La su mej l’è la Cianina “Ciacapèsta”
una stloncia ch’l’ai magna sora la testa.
Incinta, la mèt in bèla vèsta la su pènza,
m’un’inguria ad “Curaza”la fa cuncurènza.
“Andè da l’antenésta, us cèma Pitrein,
uv monta la padèla tivù sa tòt i bambèin
questa la dà la posibilità da culeghès
si canèl ad tòt e mènd, us fa t’un sbrés.
S’un bastas, lò e punza t’un pasigèin
ad tip ultramudèrne, sa dò scaranèin,
quei che tai po’ pighì te scrichì d’un oc
e i sta drèinta la bas-cocia senza pastroc.
A vidrì totnicò ad tòte agl’ore, nota e dé
cinema, sport, documenterie, patachède.
Av rilasarè senza scartablè sèta i lanzul,
i fiul iè bèl, mo da grand i dvènt un dul”.
La parabola
Giuseppe Lo Magro
Ogni tanto mi piace andare in Centro
per veder gente, per fare degli incontri.
E domenica per un pelo non ho urtato
un vecchio amico, Paolino, un povero cristo.
Lì sopra dormono due piccoli gemelli:
Rolando e Lancillotto, neanche due anni.
Di fianco, Ginevra, tre anni e capelli d’oro
si capisce che vorrebbe stare tra di loro.
“La Rai e Mediaset fanno sempre le stesse cose,
attricette e psicanalisti, un gran vociare confuso.
Così ci rimane solo il letto come sollazzo,
vero Lucianina?..e senza delle grandi urla”.
E’ sempre stato minuto, due soldi di cacio
genitori strani, una vita piena di guai.
Invece ora ha trovato la sua bella strada
si è sposato e ha un’impresa avviata.
Vedendo quel quadretto di famiglia che cresce
faccio una battuta che quasi divento rosso:
“Allora, ragazzi, vi è scoppiata la televisione?
Non avete pace, siete sempre in piena attività!”
“Ma se andate avanti con queste produzioni
altrochè squadra per giocare a pallone.
Da amico vi do un buon consiglio
e statemi a sentire senza battere ciglio”.
Sua moglie è la Lucianina “Ciacapèsta”
una “stanga” che gli mangia sulla testa.
Incinta, mette in vista la sua bella pancia
ad un’anguria di “Corazza” fa concorrenza.
“Andate dall’antennista, si chiama Pietro,
vi monta la parabola tivù con gli accessori
questa dà la possibilità di collegarsi
coi canali di tutto il mondo, si fa in un attimo.
Se non bastasse, lui spinge un passeggino
di tipo ultramoderno, con due seggiolini,
quelli che puoi piegare in un batter d’occhio
e stanno in una sacca senza dare impiccio.
Vedrete tutto a tutte le ore, notte e giorno,
cinema, sport, documentari, intrattenimento.
Vi rilasserete senza trafficare sotto le lenzuola
i figli sono belli, ma da grandi danno problemi.
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L’Arboreto cicchetti
Una “perla verde” nel cuore di Riccione
A due passi da viale Ceccarini, passando
per viale Bufalini, si accede in una zona
boscosa , si tratta dell’ex vivaio Cicchetti, l’area ha una superficie di circa 13.000
mq. ed è interamente coperta da piante
ornamentali di diverse specie, autoctone
ed esotiche. L’Arboreto è stato intitolato
ad Augusto Cicchetti per rendere omaggio alla famiglia di giardinieri e paesaggisti riccionesi che hanno operato dal 1846
in Italia e nel mondo, ai quali va senz’altro
riconosciuto il merito di aver trasformato
una piccola località balneare in una vera e
propria città giardino. L’arboreto Cicchetti è giunto sino ad oggi pressoché intatto, forse grazie anche alla sua posizione,
quasi nascosto e paradossalmente, “protetto”, da un corollario di case e palazzi,
incastonato come una perla nel cuore della città, questo luogo conserva caratteristiche di unicità non riscontrabili altrove.
Nel lungo periodo in cui il vivaio è stato
operativo, ha accumulato molte piante di
provenienza diversa dando vita ad una
inconsueta complessità della formazione
vegetale, questa è senz’altro la peculiari-
tà che caratterizza fortemente l’arboreto,
in questo contesto è facile scorgere degli
alberi di provenienza nordafricana, come
il Cedro dell’Atlante accanto a specie più
“nostrane” come il Leccio. Passeggiando
all’interno dell’arboreto si notano in prevalenza diverse specie di Pini, è facile riconoscere il Pino domestico dalle grosse pigne, il Pino marittimo e il Pino d’Aleppo.
Le Conifere sono presenti anche con altre
specie, alcune nostrane come il Tasso e
il Ginepro, altre esotiche come il Cedro
dell’Atlante, l’Abete delle Isole Ioniche e
il Cipresso dell’Arizona. Tra le latifoglie
sono presenti numerosi Lecci, Aceri e alcuni esemplari di Carpino bianco. Quasi
al centro dell’arboreto troviamo infine
il maestoso albero della Canfora, una
pianta molto resistente ai parassiti e alle
variazioni termiche, un tempo da questa
pianta si estraeva l’olio di canfora, utilizzato in erboristeria e per allontanare gli
insetti. Il sottobosco nel corso del tempo
è stato molto ridimensionato, tuttavia,
in alcuni tratti risulta ancora rigoglioso e
compatto e ben stratificato. E’ formato in
prevalenza da Fillirea, Ligustro, Ginepro,
alcune specie del genere Prunus e Alloro.
Per quanto concerne la fauna, la modesta estensione dell’area limita la presenza solo ad alcune specie meno esigenti.
Il mammifero più presente all’interno
dell’area è sicuramente il Riccio, diffuso
in tutti i giardini e parchi della città, altro
mammifero ospite dell’arboreto è la Donnola. Questo mustelide ha abitudini prevalentemente solitarie e notturne, specialmente quando caccia, anche se molto
spesso è attiva anche di giorno. È capace
di nuotare e di arrampicarsi sugli alberi.
La tana è costruita da cataste di legna,
oppure in tronchi cavi, di solito viene im-
SCOIATTOLO GRIGIO
bottita di paglia, pelo, sostanze vegetali
ecc., In condizioni favorevoli la Donnola
può avere due parti annui e una nidiata
da due a otto cuccioli, la vita media si
aggira intorno ai tre anni. Il territorio di
caccia della Donnola è molto ampio e va
sicuramente oltre i confini dell’arboreto,
si ha motivo di ritenere che possa arrivare fin’oltre il torrente Rio Melo. Durante
il periodo degli amori maschio e femmina difendono il loro territorio attaccando
senza esitazione chiunque metta a rischio
la vita dei cuccioli. La Donnola è un animale carnivoro si nutre di Topi, Ratti, Uccelli, Anfibi e Rettili, ma è anche in grado
di uccidere animali più grandi di lei come
i Conigli. Altro mammifero che di recente ha incrementato la presenza all’interno
dell’arboreto è lo scoiattolo grigio, questo simpatico roditore, purtroppo, non
è una specie autoctona, cioè nostrana,
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L’Arboreto cicchetti
bensì proviene dal nord America. Non
si sa se sono stati volutamente rilasciati in natura o fuggiti da chi li deteneva,
sta di fatto che la loro eccessiva diffusione potrebbe mettere a rischio la sopravvivenza dello scoiattolo rosso nostrano.
Sono presenti anche Toporagni, piccoli
mammiferi insettivori molto difficili a vedersi a causa delle loro comportamenti
prevalentemente notturni ed elusivi. Gli
uccelli sono certamente la componente
più ricca di specie e certamente più facile da osservare. La presenza di specie
esotiche nella componente vegetale,
infatti, non ostacola l’insediamento di
una interessante avifauna, notoriamente
attratta e dipendente più dalla struttura
della vegetazione che non dalla sua composizione specifica. Si tratta per lo più di
uccelli comuni, estremamente adattabili
(animali che vengono definiti «ad ampia
valenza ecologica») ma non sempre presenti nei giardini e nei parchi delle città.
Gli uccelli presenti per gran parte sono
Passeriformi, caratterizzati quasi sempre
da piccole dimensioni, in qualche caso
da belle colorazioni ma molto spesso da
comportamenti elusivi. Specie presenti e
comuni sono la Capinera e il Merlo, ma
anche il Verdone, il Cardellino, il Verzellino e il Pettirosso, quest’ultimo presente
solo durante la stagione invernale. Le alte
cime delle conifere sono frequentate da
Cince di varie specie che compiono piccoli voli da un ramo all’altro alla ricerca di
insetti. Sono animali che, generalmente,
preferiscono i boschi maturi, con alberi dai grossi tronchi, vecchi, deperenti o
morti, dove poter soddisfare le necessità
alimentari e le esigenze della riproduzione. La Cinciallegra e la Cinciarella sono i
più comuni tra questi uccelli. La loro presenza testimonia indirettamente l’esistenza di alberi d’alto fusto, ricchi di cavità.
Il folto ed esteso sottobosco consente l’
abbondante presenza dello Scricciolo che
caratterizza gli strati più freschi ed umidi
della vegetazione. Sebbene nell’ultimo
anno non sia stata riscontrata la presenza,
è segnalata all’interno del parco la frequentazione del Torcicollo, un uccello insettivoro dalla caratteristiche peculiari, è
molto difficile avvistarlo a causa della sua
livrea estremamente mimetica tra i rami,
l’unico modo per constatarne la presenza
è il suo canto, simile ad una sorta di “risata”. È un uccello migratore, giunge da noi
in primavera proveniente dall’Africa dove
sverna. Nidifica nelle cavità degli alberi e
la femmina depone una sola covata di circa una decina di uova. Il Torcicollo cerca
il cibo sul terreno e la sua alimentazione
è strettamente di insettivori, in particolare è ghiotto di formiche, ha un volo on-
Mobilità attiva
a Riccione
DONNOLA
dulato che ricorda quello delle allodole. Il
suo singolare nome è dovuto allo strano
sistema difensivo usato contro i predatori:
allunga il collo, gonfia le penne della testa
e si muove lentamente avanti e indietro,
tanto da sembrare agli occhi di un possibile
predatore, un pericoloso serpente. Da una
decina di anni l’arboreto è frequentato assiduamente anche da alcune coppie di Aironi
cenerini, che utilizzano la parte alta dei pini
come posatoi. L’arboreto è anche l’habitat
ideale dei rapaci notturni. Sono diverse le
specie che popolano questo angolo di paradiso. Le presenze più significative sono
rappresentate dal Barbagianni, l’Allocco, il
Gufo comune e la Civetta. Salvaguardare
questo luogo, oltre che preservare il territorio dall’avanzata del cemento, garantisce
la conservazione di un patrimonio di biodiversità unico nel suo genere, soprattutto
perché inserito in un ambito urbanizzato,
ma anche e soprattutto, per dare continuità
alla vita alle diverse specie che vivono al suo
interno.
Antonio Cianciosi
Riccione festeggia i suoi 90 anni proiettandosi sempre di più verso la mobilità lenta. Una città da
attraversare a piedi o in bicicletta lungo i suoi 25 chilometri di piste ciclabili, con la volontà di raddoppiarli. Il lungomare pedonalizzato, con il terzo stralcio dei lavori alle porte, rappresenta un modello
unico capace ora di integrarsi con il resto della rete ciclabile grazie ad una “mappa ragionata” di
itinerari cittadini.
L'incentivo all'utilizzo della due ruote passa anche attraverso il bike sharing, ovvero la condivisione di
alcune biciclette e da ultimo la ciclostazione: parcheggi custoditi riservati alle biciclette in zone strategiche come la stazione. Per i più piccoli è partito invece il progetto Pedibus: la possibilità, in to tale
sicurezza, di ritornare a compiere a piedi il tragitto casa-scuola a piedi. Oggi il 90% dei bambini viene
accompagnato in macchina. L'obiettivo è quello di arrivare ad un 20% totale di mobilità alternativa.
I tanti chilometri ciclabili a disposizione da oggi sono dunque a sistema grazie ad una mappa con 4
itinerari diversi: un percorso ricreativo ludico adatto a tutti, quello culturale e dedicato alle tendenze
moda, il percorso natura e sport per i più allenati e quello paesaggistico storico. 30 mila le copie
stampate di questa mappa capace di far riscoprire anche alcuni luoghi dimenticati della Perla Verde
e quindi in qualche modo funzionale al “Boulevard dei Paesaggi”. Per muoversi all'interno dei vari
itinerari sono posizionati 60 pali informazione (4 i colori a seconda del tragitto) utili per orientarsi e
calcolare le lunghezze percorse. Un piano di attività nato per incentivare l'utilizzo della mobilità lenta, interamente finanziato attraverso fondi europei all'interno di “Active Travel Network”: un progetto
dell'Unione Europea a cui partecipano sette nazioni diverse, tra cui l'Italia, rappresentata da Riccione
e Novara. L'intento del progetto è quello di elaborare, raccogliere e scambiarsi idee e proposte per
favorire la mobilità attiva, migliorare la circolazione stradale e, effetto per nulla secondario, migliorare
la salute delle persone combattendo le malattie da sovrappeso e mancanza di movimento.
Una sorta di rivoluzione culturale dove grandi e piccoli sono chiamati a fare la propria parte. E per
crescere i ciclisti di domani in cantiere il primo Bike Park di Riccione. Sarà inaugurato in Primavera
e troverà collocazione in Via Tre Baci zona Colle dei Pini. Sull'esempio dei paesi del Nord Europa è
stato pensato un luogo dove i più piccoli potranno imparare in totale sicurezza ad andare in bicicletta
attraverso percorsi protetti e studiati per acquisire dimestichezza. Una realizzazione che comporta un
investimento di 40 mila Euro, 21 dei quali finanziati da fondi europei.
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CURIO ITà
senzaetà
di Maria Grazia Tosi
“Stessa spiaggia, stesso mare”
SPIAGGIA PIOVOSA
Negli anni ’60 per i bambini che in estate
affollavano le spiaggia, la gioia provocata dal costruire piste per ‘palline da corsa’, castelli con ponti levatoi, vulcani dalle cui bocche far fuoriuscire fili di fumo,
ogni tanto era dal cielo che proveniva.
Passavano piccoli aerei che trascinavano
dietro sé un lungo e vistoso striscione variopinto che pubblicizzava un particolare
prodotto… e poi il lancio! Arrivavano a
terra, o meglio a sabbia, una miriadi di
graziosi gadget o dolciumi che animavano anche le presenze sonnacchiose che si
stavano cuocendo al sole, una volta precipitati sulle loro teste. Si scatenava un
fermento furibondo, e acuta era la strategia per accaparrarsi il dono, che prevedeva una certa esperienza nel valutare di
quanto la distanza influisse sull’atterraggio, la potenzialità del vento che avrebbe potuto sconvolgerne la traiettoria, e il
peso dell’amatissima ‘pioggia’.
SPIAGGIA LIBERATA
Magari qualche gruppetto di signore annoiate dalla brandina e con la voglia di
sgranchirsi le gambe in riva al mare godeva di quei banchetti che proponevano
braccialettini e vestaglie, parei e borse a
buon mercato…! Un mercato però illecito, contro il quale il NAC (nucleo antiabusivismo commerciale) di Riccione si
attiva, per lasciare la spiaggia ai turisti e’
salvaguardare la dignità’ delle attività regolari. Sono ormai dieci anni che la Polizia Municipale l’ha istituito, e il problema
è ridotto ormai ai minimi termini. Pare
che non bastasse allontanarli dalla spiaggia, perché appena gli agenti voltavano
le spiagge loro ritornano; occorreva una
sorta di prevenzione, come sequestrare
merci in esposizione o intercettate mac-
chine che ne erano stipate. Il Comune di
Rimini, il giugno scorso, ha espresso sulla
stampa il proprio compiacimento per un
servizio che da noi funziona bene.
SPIAGGIA PROFICUA
Riccione 1933: “ La vendita delle cartoline illustrate era il primo gradino del venditore in spiaggia. Le andavamo a prendere dalla Virginia, la padrona del Minerva in viale Ceccarini. Era una buona donna e nonostante la facessimo arrabbiare
per i pagamenti, ogni mattina ci dava il
nostro pacco di cartoline. Per le bibite mi
rifornivo da Tonino Tomasini che aveva
lo stabilimento di fronte a casa mia: andava di moda il “Sinalco”, una bevanda
nuova che si vendeva a 10 soldi, e a me
ne restavano due. Era un buon guadagno
ma la fatica molta, dovendo camminare
nella sabbia bollente della spiaggia. Attività che si facevano non avendo l’età per
avere il libretto di lavoro, e come clandestini si cercava di evitare le guardie per
non farsi sequestrare la merce. Qualcosa
comunque si portava a casa, non esclusi
gli oggetti che si trovavano incustoditi su
tavoli e sdrai, sotto tende e ombrelloni”.
(tratto da “Le storie di Dolfo”)
SPIAGGIA FISCALE
Anche per i bagnini è scattato l’obbligo
di emettere scontrini e ricevuta fiscale.
“Nessun intento persecutorio - dichiarano le Fiamme Gialle - ma oltre a un
nutrito numero di operatori in regola,
abbiamo riscontrato una certa confusione da parte di bagnini e mosconai,
alcuni dei quali davvero in buonafede”.
Il Governo ci aveva già provato nei primi anni novanta, ma la norma aveva
creato non pochi problemi sia tecnici
che interpretativi. Stando al commen-
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to di alcuni bagnini l’introduzione degli
scontrini fiscali non cambierà nulla, anzi
servirà a dimostrare che non sono degli
evasori. Ad essere penalizzati potrebbero essere secondo loro i clienti, dato
che con gli scontrini le tariffe saranno
uguali per tutti e finirà il gioco al ribasso, praticato spesso anche dagli hotel
convenzionati con le spiagge. Si vedrà
a fine stagione…
SPIAGGIA SICURA
“Nella zona 150 si è perso un bambino
di 7 anni, biondo e di nazionalità tedesca, che indossa un costumino blu a righe rosse”. Ma perché dal Publiphono
questi annunci ora si sentono molto ma
molto meno a confronto degli anni ‘60‘80? Non ci sono più bambini? “Assolutamente no – spiega il bagnino di una
zona dell’Alba -. Ma è vero che gli annunci sono diminuiti di parecchio. Prima
di tutto perché ora disponiamo di efficaci servizi di animazione che li intrattengono per diverse ore al giorno, evitando che si disperdano sulla spiaggia alla
ricerca di qualche stimolo giocoso; poi
perché da alcuni decenni gli stranieri
sono pochi, ed erano proprio i loro bambini che più si perdevano perché lasciati
più liberi; ma soprattutto è la paura dei
genitori che, spaventati da episodi gravi
che in questi tempi la cronaca riporta, li
mantiene più vigili”.
SPIAGGIA GENEROSA
Quella del 28 giugno di quest’anno è
stata una cena benefica a favore dei terremotati dell’Emilia che ha popolato la
spiaggia di fronte a Piazzale Azzarita di
430 sensibili cittadini. Tutti i fondi raccolti sono stati consegnati al sindaco di
Finale Emilia Fernando Ferioli e finalizzati alla riapertura delle scuole di quella
zona. Per l’evento si sono mosse 17 associazioni cittadine e oltre un centinaio
di volontari. Straordinario come sempre
il pesce di Bichina e fondamentale la
collaborazione del Ristorante Tanimodi che ha messo a disposizione locale,
personale e cucina, nonché la terrazza
sulla quale si sono esibiti il complesso dei Lu e la cantante Kelly Joyce che
hanno riportato il pubblico indietro nel
tempo, quando proprio sulla medesima terrazza e alcune altre negli anni
‘60/’70 si scriveva la movida riccionese.
Riscaldamento e condizionamento:
Sicurezza, prevenzione e risparmio
a cura di Michelotti Roberto
“L’estate sta finendo, e un anno se ne va…” cantavano i Righeira
nell’1985! E con l’estate che finisce, oltre ai bilanci di fine stagione, bisogna pensare anche al lungo inverno che è alle porte per non farci
cogliere impreparati come lo scorso anno … Come sempre, la protagonista del nostro comfort invernale è lei! La caldaia! Compagna fedele dei
gelidi inverni. E’ il momento di mettere alla prova per l’ennesima volta
la vecchia “compagna” (nel caso vi tradisca… ECCOCI QUI!) o provare
l’efficienza dell’ultimo acquisto ad alto rendimento. Di qualunque tipo
essa sia ecco a voi alcuni consigli e informazioni tratti dal nostro sito
www.michelottisantini.it che potrebbero risultarvi utili:
• Se avvertite odore di gas, chiudete il rubinetto sotto la caldaia, spegnete l’impianto e non accendete la luce. Contattate subito il nostro
centro assistenza.
• Per evitare i danni del gelo, soprattutto se è installata all’esterno, non
tenete la caldaia spenta per periodi prolungati. Potreste farla andare
al minimo per evitare che la temperatura dell’acqua vada sotto zero e
geli. Coloro che utilizzano la caldaia solo d’estate e abitano fuori zona
potrebbero optare per l’aggiunta di un liquido antigelo sull’impianto di
riscaldamento o prendere in considerazione lo svuotamento dell’impianto (informazioni in ufficio). Esistono, tuttavia, in commercio caldaie con il
programma antigelo. Questo sistema avvia la pompa e il bruciatore tutte
le volte che la temperatura dell’ambiente dove è installata la caldaia
arriva intorno allo zero.
• Se avete una caldaia o uno scaldabagno a camera aperta controllate
che la fiamma non tenda al colore giallo/arancio. In caso lo fosse, spegnete l’impianto e contattate il nostro centro assistenza.
• A impianto freddo, controllate la pressione del manometro. Deve misurare 1 – 1,5 bar. Se è troppo bassa caricate l’acqua attraverso il rubinetto
di carico posto in basso sulla caldaia, se invece supera i 2 bar, togliete
dell’acqua dalla valvola di sfiato di un termosifone fino a portare il livello
alla posizione consigliata. Questo è il maggior errore riscontrato e tuttavia facilmente risolvibile senza il bisogno dell’intervento di un tecnico.
• Attenzione ai fumi. Assicuratevi sempre che avvenga una corretta combustione all’interno della vostra caldaia e che vi sia una corretta areazione per evitare la produzione del monossido di carbonio, gas inodore,
incolore e molto velenoso. In fase di manutenzione ordinaria viene sempre controllato che ci siano i parametri adeguati a garantire una corretta
combustione e soprattutto che sia tutelata la vostra sicurezza.
“BENTORNATO”
FREDDO INVERNO
• In caso di sostituzione, richiedete sempre la dichiarazione di conformità alle norme a chi vi esegue i lavori. E’ un diritto e rappresenta una
garanzia. Chiedete inoltre informazioni riguardo le detrazioni fiscali
in vigore.
• Una caldaia non vale l’altra. Contatta sempre un tecnico specializzato
che, tenendo conto delle vostre esigenze e dell’ambiente da riscaldare
saprà consigliarvi il rendimento necessario su cui basare la vostra scelta.
• Verificare che le prese d’aria presenti non siano ostruite. Devono garantire l’afflusso di almeno tanta aria quanta ne viene richiesta dalla regolare combustione del gas.
Per quanto riguarda le caldaie, dette aperture devono avere sezione libera totale netta di passaggio paria 6 cm² per kW bruciati. E’ obbligatoria in qualsiasi locale in cui sono installati apparecchi a gas di tipo A o B
o apparecchi di cottura e va installata con un diametro minimo di 10 cm.
• Verificare che la caldaia sia stata regolarmente mantenuta. In caso contrario sarebbe consigliato accedere al programma di manutenzione annuale programmata. Consente, di norma, di accedere a tutta una serie
di servizi addizionali. Contatti i nostri uffici per scoprirne i vantaggi o
vada nella sezione dedicata agli abbonamenti.
• Oltre il 90% delle caldaie sono utilizzate sia per produzione di acqua sanitaria che per riscaldamento ambienti. Significa che la caldaia
rimane accesa tutto l’anno. Questo vuol dire che il nostro intervento
può avvenire in qualunque periodo dell’anno proprio per garantire la
vostra sicurezza e nel pieno rispetto della legislazione in vigore. Eseguire gli interventi di manutenzione nel periodo Gennaio-Luglio ci
consente inoltre di fornire un’assistenza migliore nel periodo invernale quando si presenta la necessità di eseguire interventi urgenti.
• Oltre ai numerosi suggerimenti che può trovare visitando il nostro sito,
sul libretto d’uso è descritto tutto ciò che serve all’utente per un buon
utilizzo dell’apparecchio e le relative prescrizioni di sicurezza.
Ricordatevi … prevenire è meglio che curare…
Per qualsiasi dubbio, riguardo il condizionamento o il riscaldamento,
inerente sia alla vostra abitazione che alla vostra attività commerciale,
siamo a disposizione.
Potete trovarci nei nostri uffici in Via Empoli, 31 a Riccone.
Per maggiori informazioni vi consigliamo, inoltre, di contattare i nostri uffici allo 0541/602044, visitare il sito web www.michelottisantini.
it oppure di mandare un’e-mail.
45
PERSONAL TRAINER
LA POSTURA DELL’ANZIANO
Come si sa anche durante l’estate nonno Primo non deve
smettere di muoversi.
Se le temperature toccano i massimi stagionali, è sufficiente organizzare uno spazio al fresco ed è fatta.
Una delle caratteristiche dell’anziano è la perdita progressiva della riduzione del cono posturale. In pratica
non riesce a scostarsi dalla stazione eretta senza cadere. Non solo, molti anziani perdono contemporaneamente anche la capacità di accovacciarsi. Queste ragioni sono legate nella maggior parte dei casi al “non
uso”. In parole povere si ritorna sempre lì; muovere il
nostro corpo per renderlo efficiente. Si è visto che
anziani coltivatori di orto, utilizzatori di sistemi igienici
alla turca, amanti di percorsi e sentieri impervi, avevano una postura addirittura migliore dei giovani adulti
di città e un buon controllo della deambulazione. Non
meno importante è il controllo della vista, molto spesso
per un l’anziano sedentario questo diventa il principale stabilizzatore posturale. Il consiglio è di riattivare le
strategie propriocettive per riportarle ad essere il primo
stabilizzatore posturale in grado di svolgere il suo compito, senza l’intervento della vista. Solo così potremmo
affrontare la vita con slancio ed evitare cadute fatali.
ESERCIZI
PROPRIOCETTIVI
esercizio n° 2
(Muovere, sollevare,
e camminare
in punta dei piedi)
(ogni felicità è un capolavoro) Giovanni Mattoni
BLUE LINE
P alestra in Riccione
esercizio n° 1 (Piegamenti delle gambe e
movimento di un arto rimanendo
in equilibrio su una sola gamba)
Tutti gli
esercizi vanno
eseguiti
1 minuto in
maniera lenta
e controllata.
Personal Trainer. Tel: 388.364 2440
STAR BENE
Estratto di semi di pompelmo o GSE: Chi non lo conosce... perde molto!
Il Citrus paradisi l’albero del pompelmo, è una pianta originaria
dell'America centrale, oggi si coltiva in tutto il mondo, anche da
noi in Sicilia, nella conca d'oro. Dai suoi semi e dalle strutture
membranose dei frutti si ottiene un estratto ricco in bioflavonoidi ed amminoacidi, denominato GSE. La composizione del GSE
è per il 60% di semi di pompelmo con aggiunta della membrana cellulare e dal 40% di soluzione acquosa di glicerina vegetale
estratta dal cocco. Durante i processi d’estrazione, si attuano trasformazioni chimiche che sarebbero alla base della potente attività inibente la proliferazione e l’esistenza di molti microrganismi; i
risultati delle ricerche indicano che l’estratto agisce su centinaia di
ceppi batterici tra cui Streptococchi, Stafilococchi, Helicobacter
pilori, Salmonella, E. coli, su 100 ceppi di funghi compreso quello
della Candida ed inoltre sui virus dell' influenza, dell'Herpes ed i
protozoi. Proprio per queste proprietà, avviene una facilitazione
del lavoro del sistema immunitario, contribuendo a renderlo molto piu' forte. Gli esempi su cui abbiamo più esperienza sono per
la cistite, e abbinato a Cranberry e Uva ursina, per la Candida;
ed anche inalato per aerosol in adulti e bambini come efficace
antisettico delle vie respiratorie. La presenza dei bioflavonoidi gli
conferisce anche proprietà antiossidanti che possono aiutare per
la cardioprotezione e la
neuroprotezione. Negli
ultimi anni si sta sempre più studiando questo prodotto naturale
che risulta essere il più
potente antibiotico naturale, efficace contro
le infezioni esterne ed
interne, privo di tossicità per l’organismo
umano. Germicida ad
ampio spettro: è attivo contro batteri quali streptococchi, stafilococchi, helicobacter pilori, lieviti e muffe, protozoi, virus influenzali
ed erpetici, infezioni vaginali da candida, herpes zoster. Come accennato agisce su oltre 770 ceppi di batteri e virus, circa 100 ceppi di funghi e molti parassiti monocellulari, e rinforza il sistema
immunitario. Nonostante la sua azione antisettica, non modifica la
flora batterica intestinale utile, in quanto non aggredisce i principali
batteri del ceppo bifidus, e riduce in modo non significativo i lattobacilli. Da un frutto come il pompelmo insomma, è possibile ottenere un estratto che può essere utilizzato a seconda delle necessità
(e a diversa concentrazione) in tanti modi diversi. Ci sono oggi in
commercio prodotti in gt, aerosol, lavande, gel, detergenti o compresse, per coprire ogni esigenza. Chi pensava che il pompelmo
fosse un normalissimo frutto come tanti altri, dovrà ricredersi. [per i
più curiosi, consigliamo la lettura del libro "Le incredibili proprietà
dei semi di pompelmo" edito da Punto d'Incontro. Ricordo che
per motivi biochimici, ci possono essere interazioni tra l'assunzione
di succo di pompelmo o gse, e l'utilizzo di farmaci. È dunque consigliabile, per chi ne facesse uso, di rivolgersi al proprio medico o
farmacista di fiducia.
Scola dr Lorenzo
Parafarmacia
Esperienza, Competenza e Professionalità
Riccione Punta De L’Est - Via Emilia 35 - Tel. 0541 660190
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46
PARI... O DISPARI?
A cura di Maria Grazia Tosi, con Cosima Avantaggiato, Cinzia Bernardini, Ulrike Bonfini, Livia Agnese Bordoni, Sara Bordoni, Manuela Fabbri,
Catia Loprete, Alessandra Marinozzi, Maurizia Petrucci, Annalisa Sanchi, Assunta Sorvino, Emanuela Tonini, Anna Maria Viviano
I CARABINIERI… UN’OPPORTUNITA’
IN PIU’ CONTRO LA VIOLENZA
La nostra Commissione, assieme allo
Sportello Donna, ha sancito il 5 luglio
scorso una preziosa collaborazione con il
Comando dei Carabinieri di Riccione per
individuare assieme percorsi da condividere e perseguire al fine di contrastare
il fenomeno della violenza sulle donne.
Tra le tematiche affrontate in questi tre
anni di legislatura, quella della violenza
sulle donne è una delle più gravi, che ci
ha portato lo scorso anno alla realizzazione di un questionario cittadino mirato ad
acquisire la percezione da parte della comunità riccionese. Alla domanda “Qual
è la strategia giusta per contrastare la
violenza?” il 36% sosteneva che servono
maggiori controlli dalle Forze dell’Ordine. Fondamentale è quindi attivare una
convinta sinergia con l’Arma dei Carabinieri, sinergia che confidiamo si estenda
anche alla Polizia Municipale e alla Polizia
di Stato (con la quale abbiamo già interagito in occasione di incontri precedenti). Quale l’obiettivo primario? Un Tavolo
tecnico mirato ad un protocollo d’intesa,
che coinvolga i principali nodi della rete
antiviolenza che già operano su Riccione ed inserirne di nuovi, partendo da
una conoscenza puntuale del fenomeno,
dall’acquisizione della capacità per affinarne la lettura, dalla conoscenza reciproca dei diversi programmi. Un Tavolo
che si concretizzerà in autunno, quando
maggiore sarà l’attenzione che anche la
città potrà prestarvi, e dal quale si coordineranno opportune azioni integrate.
ATTIVITA’ 2011-2012 DELLO
SPORTELLO DONNA (sintesi della relazione)
“I colloqui sono stati 72 – sostiene l’Avv.
Carla Lunedei legale del servizio -, e gli
utenti incontrati (e ho usato volutamente
l’articolo maschile dal momento che tre
erano uomini) sono stati un numero leggermente inferiore, per il fatto che alcuni
si sono presentati più volte. In 6 casi si è
trattato di persone che avevano ricevuto
consulenza 5, 8 e 10 anni fa. Ben 15 invece l’avevano già ricevuta dalla sottoscritta nell’anno precedente. Il 90% ha avuto per oggetto i temi familiari e quindi
l’illustrazione delle procedure giudiziali,
separative e divorzili. Si è registrato un
aumento delle situazioni di violenza rappresentate dalle utenti le quali, nel maggior numero dei casi, hanno detto di avere preso la decisione di separarsi spesso
dopo anni di crisi del rapporto ma anche
a causa di episodi di violenza ripetutamente subiti. Episodi (percosse, ingiurie,
minacce, etc. ) che non sono stati oggetto di denuncia alle Forze dell’Ordine.
I colloqui hanno toccato inoltre anche i
temi della casa e del lavoro. Ancora una
volta le persone che si sono rivolte allo
sportello erano residenti a Riccione, ma
ben 21 provenienti da fuori Comune e 13
le straniere. La fascia di età è stata molto
varia, a partire da 20 anni sino a qualche
ultra settantenne, principalmente però
oscilla tra i 35 e i 55; quasi tutte con uno
o più figli, per la maggior parte lavoratrici ma spesso non economicamente
indipendenti. Questo ha fatto sì che la
sottoscritta consegnasse in molte occasioni (superiori almeno al 25% a quanto
avvenuto nel 2010) i moduli che consentono di accedere al servizio del Gratuito
Patrocinio.”
LO SPORTELLO FA RETE
Il servizio dello Sportello Donna diventa
anche on-line. Una possibilità di comunicazione che permetterà di accedervi
a tutte coloro che per motivi diversi non
possano recarsi in sede. Lo Sportello
Donna on-line sarà sempre e solo seguito dall’Avv. Carla Lunedei. L’utente tramite posta elettronica potrà in qualunque momento porre quesiti e richiedere
informazioni specifiche ai quali lei, via
e.mail e nel pieno rispetto della privacy,
ne darà tempestiva risposta scritta.
[email protected]
NEANCHE LA GRAVIDANZA
PROTEGGE DALLA VIOLENZA
Nella Provincia di Rimini sono state 284 nel
2011 le donne che si sono recate presso gli
sportelli, dato in linea con il 2010. Dei 284
casi affrontati, 163 erano di violenza fisica
e psicologia, 20 di violenza psicologica, 13
di violenza sessuale e psicologica, 11 i casi
di stalking e violenza psicologica, 77 quelli di violenza combinata (fisica, sessuale,
stalking, economica e psicologica). Dato
48
sconcertante: è raddoppiato il numero
delle vittime in stato di gravidanza , passato da 19 a 37. Di queste 14 non l’hanno
portata a termine, o perché hanno perso il
bambino in modo spontaneo dopo la violenza, o per interruzione volontaria. Delle
284 sono italiane per il 57%, mentre il restante 43% sono straniere, in maggioranza regolari e soprattutto albanesi, rumene,
marocchine e ucraine. Per quanto riguarda
le italiane il 57,7 % presentano un reddito
inesistente o molto scarso, anche se il 53%
risulta avere un titolo di studio. Nel 94%
dei casi l’aguzzino è il partner o l’ex. (dati
diffusi l’8 marzo 2012 dal Progetto Dafne
dell’Ausl di Rimini)
INQUIETANTE CURIOSITA’
Una ricerca dell’Università di Bologna
del luglio scorso, ruotata attorno al fatto
che le donne che subiscono violenza domestica da parte del partner tendono a
restare con lui, ha così rilevato: Le donne
dai 20 ai 30 anni lo lasciano un anno e
mezzo dall’inizio delle violenze.
Le donne sui 40 anni lo lasciano dopo 4
anni e mezzo. Le donne sui 50 anni lo
lasciano dopo 8 anni.
Le donne dai 60 agli 80 anni restano praticamente sempre con lui.
Informazioni:
Nuova sede Sportello Donna
presso CPO al piano seminterrato
del Comune di Riccione.
Il Legale riceve
il martedì dalle 15.30
alle 18.00. Tel. 0541 608317
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Per appuntamento:
Tel. 0541 426033
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SPORT
Benvenuti ai “Delfini Riccione
Baseball e Softball A.S.D”
Il panorama del baseball e softball locale si amplia con l’arrivo dei Delfini,
neonata società sportiva che si affianca
alla gloriosa Riccione B.C. a.s.d. che è
riuscita a vincere il tricolore tre volte
nella categoria Under 21 e un titolo
IBL2. La nuova società, impegnata nella promozione del baseball e softball
ha l’obiettivo di far conoscere le due
discipline sul territorio cittadino e nei
comuni limitrofi e diventare punto di
no coronare i loro sacrifici sul campo di
casa vedendosi un giorno spalancare le
porte delle leghe professionistiche visti gli intensi rapporti di collaborazione
con il Rimini e San Marino. L’appuntamento per tutti i giovani riccionesi interessati ad avvicinarsi al batti e corri
è per il weekend di gare del Torneo
“Città di Riccione” dove i tecnici e lo
staff dei Delfini Riccione saranno a disposizione per ogni curiosità.
Stanchi
del caro-libri?
I testi
si prendono
usati
Compravendita di libri
usati e non solo...
Scuole medie e superiori.
Libri scolastici anche
scuola elementari.
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riferimento per tutti i giovani che vogliono avvicinarsi a questo sport. Fin
dai primi passi, la società, che ha come
Presidente Renzo Mini, ha mostrato
carattere e determinazione. Tante le
iniziative messe in campo: tornei, feste
e attività extra sportive come il Torneo
delle Regioni che ha ospitato le squadre rappresentanti le regioni italiane,
il torneo provinciale di Slowpitch e
il gran finale che si sta organizzando
per concludere la stagione 2012 con
il primo Torneo “Città di Riccione”. La
più grande soddisfazione per i Delfini
è stata quella di portare a giocare in
riva al mare le fortissime Titano Hornets, squadra militante nel campionato
professionistico italiano ISL. In futuro i
giovani campioncini riccionesi potran-
Scuola di Baseball
Softball Delfini Riccione
Renzo Balacchi
3391229041
3475587338
Renzo Mini
Andrea Tirincanti 3389088646
E grazie alla fatica e all’impegno dei
collaboratori ha portato in alto i colori
del baseball riccionese nel campionato
internazionale di serie A “Titano Hornets”. Gli allenatori, Renzo Balacchi,
Alessandro Mazza e Andrea Tirincanti, aspettano i giovani atleti al nuovo
campo comunale in Piazzale 2 Giugno
per la diffusione del baseball e la crescita delle giovani leve. A ottobre sono
aperte le iscrizioni per la nuova stagione agonistica.
Andrea Tirincanti
Arbitro in carriera
Rapuano Antonio prossimo laureando in Economia e Commercio
(mentre lavora come
vigile urbano) ha come
hobby il calcio. Dopo
due anni di arbitraggio
in serie D è stato promosso a dirigere gare di
Lega Pro. Complimenti!
51
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ARTI MARZIALI
www.taekwondoriccione.com
Palestra sparta Unico centro specializzato
Riccionesi campioni Italiani FIST / WTKA!
Il 10 e 13 maggio i ragazzi del Taekwondo
di Riccione della palestra SPARTA, hanno
partecipato alla gara valevole per il titolo
italiano WTKA/FIST presso la nuova fiera
di Rimini all’interno della manifestazione
“fiera del Wellness di Rimini”. Convocati solo i migliori atleti (junior e senior, i
primi 3 per ogni categoria) dell’intero
anno di competizioni svoltasi in Italia,
sia di poomsae che di combattimento.
Riccione aveva ben 7 atleti, reduci da un
anno ricco di impegni e grandi risultati
e non hanno deluso le aspetattive, quasi
tutti a medaglie! Nelle poomsae singole
ha vinto l’oro Sacripanti Linda. Oro anche per Giovanardi Nicola e argento per
Lotti Gianluca, nella poomsae in coppia
oro per Sacripanti Linda e Giovanardi
Nicola, nel combattimento oro per la
juniores Betti Alice e per la veterana
Uguccioni Luna.Ora i
nostri atleti si stanno
preparando per due
incontri internazionali
molto importanti, il
primo è il “10 Finnish
Open Poomsae” il 18
agosto a Turku, Finlandia, gara di livello
alto classe A , il secondo è “19. InternaORARI
DEI
arte marziale tradizionale, corsi di combattimento moderno, corsi di difesa
personale e tecniche dinamiche e spettacolari per esibizioni, per informazioni più dettaglaite contattare il M° Betti
Roberto: 335 5337789, e visto la grande partecipazione della scorsa stagione
vogliamo ringraziare chi ha creduto nelle nostre capacità organizzative e speriamo un anno nuovo ancora più ricco.
tionales Taekwondo Camp in Attendorn”
dal 14 al 16 settembre in Germania, manifestazione di grande importanza con
stage di aggiornamento per insegnanti
e gara di combattimento per gli atleti.
Ricordiamo invece a tutti l’inizio dei
corsi di allenamento a metà settembre,
martedì-giovedì bambini e adulti, venerdì solo adulti, corsi di formazione di
CORSI
SEMPRE
APERTI
Taekwondo Riccione ‑ Song Moo Kwan. Centro Specializzato che si avvale della lunga esperienza e serietà
del D.T. M° Geo Ottaviani C.N. 6° Dan, diplomato alla World Taekwondo Federation Seul Korea. Allievo del
Grande Maestro Chung Kwang Soo 9° Dan. Ambasciatore per I’Europa e D.T. FIST Taekwondo Academy
coadiuvato dal M° Roberto Betti 5° Dan e degli aiutanti­istruttori Gianluca Lotti 4° Dan e Uguccioni Luna 3° Dan.
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CORSI DI DIFESA PERSONALE HONSULSIL (si può imparare a qualsiasi età) per DONNE che vogliono farsi rispettare
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menù in all languages
NOVITÀ ASSOLUTA:
Pizze al kamut, 10 cereali e integrale
Una manna per gli sportivi!
TENNIS CLUB RICCIONE
a cura di Piero Serafini
Aneddotica “tennistica” e non!
I seguenti flash sono, nella quasi totalità, frutto di testimonianze di chi scrive
MUSSOLINI E IL TENNIS
Estate 1938: Benito Mussolini era solito passare un breve periodo
di vacanza a Riccione, nella sua villa, adiacente ai campi da tennis,
oggi denominati Circolo “Villa Mussolini”, dove si dilettava a praticare questo sport. Manutentore dei campi era mio padre ed il
sottoscritto, 10 anni, era il raccattapalle “ufficiale”. Suo partner era
Giovannino Palmieri ex “davisman”. Giudice di sedia il conte Frangiotto Pullè, podestà di Riccione, spettatori la famiglia al completo
e centinaia di fans osannanti, assiepati attorno alla recinzione, guardati a vista da decine di “questurini” (poliziotti). Il Duce, per quanto
si impegnasse non si poteva definire talentuoso in questa disciplina,
quindi il campione doveva fare “salti mortali” per non mettere in
imbarazzo l’avversario. Io, addetto al “servizio” del lancio della palla, dopo ogni punto, ero stato consigliato di portargliela in mano
per evitargli l’imbarazzo nella presa. Durante la partita, accadeva
spesso che i colpi del dittatore superassero le linee del campo, ma
il giudice arbitro, con magnanimità, li giudicava buoni, sapendo che
sia Mussolini che il pubblico non accettavano la sconfitta. Solo uno,
il figlio Romano di 12 anni, la pensava diversamente, tant’è che
alzandosi dalla sedia, inviperito, nella sua ingenuità protestò a gran
voce :”buone un corno papà, tutte le palle che hai giocato erano
fuori e finora ti hanno preso in giro per farti vincere”. A questo punto il Duce , torvo in viso, senza salutare l’avversario, uscì dal campo
interrompendo la” gara” tra lo sconforto generale.
IL MOTTO OLIMPICO
L’indimenticata Anna Olivieri, appassionata ed accanita tennista,
era nota per la profonda idiosincrasia verso la sconfitta. Come suo
maestro, le suggerivo di seguire il motto olimpico: “l’importante è
partecipare”, ma per Anna :”l’importante è vincere!”.
PALLONETTARI E PALLETTARI
Fin dagli anni’ 70, prima dell’avvento dei palloni pressostatici ,tra
i soci del nostro club, alcuni noti “pallonettari” mettevano in difficoltà avversari nettamente superiori giocando la palla talmente
alta d’aver tempo di far due chiacchiere prima che la palla tornasse in campo ricoperta di ...polvere selenica. Poi le coperture , limitando l’altezza, costrinsero i “suddetti” a diventare” pallettari”,
cioè regolaristi.
LO STRANIERO
Armando Bartolini, durante una delle sue solite camminate con gli
amici, ha raggiunto il ponte di Gabicce, che segnala il confine tra
la Romagna e le Marche. Famoso per le sue battute, con un rapido
dietrofront, ha esclamato: ”Mè a stagh bèn in Italia”.
LA CONGIUNTIVITE
Sempre protagonista Armando Bartolini. Quando era ancora in
piena attività tennistica, dopo un’ora di tennis e una sana doccia,
uscendo dal nostro club, si è trovato di fronte il fratello socio. Questi che l’aveva cercato da tutte le parti, notando gli occhi arrossati dell’Armando, piuttosto risentito lo ha apostrofato: “Avevo
bisogno di te sul lavoro, e tu sei andato a giocare a tennis! Non
negarlo, si vede dagli occhi rossi! Ed il tennista di rimando: “Ma
che tennis e tennis, vot ch’ava voja ad giughi? Tan vèd ca jò la
cungiuntivite?!
IL TENNISTA “SFORTUNATO”
Anni orsono un socio del nostro circolo, uscendo dal campo dopo
aver disputato un incontro di torneo, recriminava: “un punto rubato dall’arbitro,un “net” e due righe colpite dall’avversario”, motivando così la sconfitta. Alla domanda, con quale punteggio avesse
perso, rispose con un filo di voce: 0-6/0-6!!!
NON SEMPRE E’ COLPA DELLA RACCHETTA
E’ successo a Piacenza. Durante una seduta di allenamento,un mio
cliente ha cambiato 3 racchette perchè, secondo lui, le corde erano o troppo lente o troppo tese. Non si era reso conto che, fino a
quel momento aveva colpito la palla ...col ”telaio“!!!
LOTTARE FINO IN FONDO
Negli anni venti, in un incontro di “doppio”, in coppa Davis si è
verificato un risultato clamoroso. La coppia italiana formata da
De Morpurgo-Gaslini ha superato gli avversari con una rimonta
clamorosa: dopo aver subito 2 “cappotti”, fecero loro l’incontro
con questo “score”: 0-6,0-6,6-0,6-0,6-0!!! Riflessione:” non mollare mai, fino alla stretta di mano finale”.
LO SPONSOR
Fine anni ‘50: Campionati Sociali per classificati presso il T.C. Parma.
Tra gli sponsors figurava un noto industriale che metteva in palio
una gigantesca e preziosissima coppa, destinata al SECONDO classificato. Questo premio era nettamente superiore al primo ed inferiore al terzo, cosicchè, il secondo era appannaggio del figlio dello
sponsor, che perdeva regolarmente dal primo e vinceva facilmente
sul secondo.
IL FALSO “DEMOCRATICO”
Anni ‘50: un signore molto distinto, frequentando un corso di
tennis, dopo varie lezioni, durante le quali mi rivolgevo a lui col
titolo accademico di “avvocato”, mi pregò di non usare più quel
titolo, ma semplicemente il suo nome o quello di... Conte!
IL PICCOLO SACCENTE
Anni ‘70: un piccolo allievo di 9 anni, occhiali con lenti rotonde,
atteggiamento da “so tutto io”, al primo giorno del corso di tennis, a fine lezione del colpo “diritto”, mi chiese :”Signor maestro,
di grazia vuole essere così gentile da rendermi edotto circa il
movimento del rovescio? “Dopo avergli spiegato che la cosa era
un pò prematura , gli feci notare che non era il caso di usare un
linguaggio così sofisticato. Risposta: “Veda! Si da il caso che io
sia venuto al mondo grazie a due genitori di alto livello culturale:
mio padre è un principe del foro milanese e mia madre è docente
universitaria. Ergo è gioco forza che io mi esprima in modo così
ricercato!” Riflessione romagnola del sottoscritto: “Pori burdèl!”
LA SCELTA TRA IL LATTE E IL VINO
Noto amante dell’ “uva spremuta”, il simpatico “Finoun”, Serafino, era solito abusare di questo nettare, al punto di dover ricorrere al medico, che sentenziò: “ Caro Finoun lei ha esagerato col
vino, quindi deve evitarlo completamente, se non vuole che le
venga un “colpo”! D’ora in poi dovrà bere solo latte”. E Serafino
di rimando esclamò: “A bivrò e lat quand al vache al magnarà l’òva!” Tornato a casa il “nostro” riempì subito il bicchiere di
“rosso” e brindando esclamò: “Se questo fosse un colpo, Dio me
ne mandi un altro!”
LA SCARANA (LA SEDIA)
Nell’immediato dopoguerra si vivevano tempi di magra e, non
di rado, mio padre tornando a casa dal lavoro trovava il tavolo
spoglio ed esclamava con amara filosofia: “Enca stasera a tirarém
e còl m’una scarana!” (“Anche questa sera tireremo il collo ad
una sedia!”).
55
RICORDI di calcio
Rodolfo “Rudy” Bacchini
ci offre mezzo secolo di storia
Il 26 settembre 1962 venne inaugurato lo Stadio Comunale
di Riccione con una partita amichevole fra i locali biancazzurri
e l’Inter in uno stadio gremito di pubblico. Questo libro ideato e realizzato da Rodolfo (Rudy) Bacchini comprende tutte le squadre della massima serie che hanno giocato al centro
sportivo comunale (dedicato poi a Italo Nicoletti grande personaggio dello sport riccionese) Milan, Lazio, Torino, Perugia,
Cagliari, Bologna, Cesena, Verona, Brescia, Fiorentina, Ancona, Venezia, il grande Santos di Pelè, ecc. Successivamente,
come in un almanacco, sono presenti le 50 squadre del Riccione che hanno giocato in questo impianto, con classifica del
campionato disputato, rosa della squadra e foto, dal 1962 al 2012.
Nelle edicole e librerie da settembre 2012
Come eravamo
Riccione-Anni ‘60
Sul mitico prato verde di Via Lazio, in
aggiunta a quelle dei Campionati dilettantistici, avevano luogo epiche battaglie calcistiche semi-improvvissate e
semi-serie tipo “Scapoli-sposati”, “Torneo dei bar” e tra aziende locali.
Qui abbiamo la formazione della squadra del Calzaturificio Bologna che mostra la sua “ferocia” in attesa di affrontare il Calzaturificio Bigucci.
In piedi da sin.: XX Balzi, Renato Balzi,
Tonino Semprucci, Giancarlo Guazzolini, Leonardo Benedetti. Accosciati: Piero Bronzetti, Gino Giovanardi, Giuseppe Bologna, Spano .................
Eggià, manca qualche nome, la data, il
risultato finale... per cui chiediamo aiuto
ai nostri lettori !
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INFISSI
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RICCIONE
56
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Professionalità e competenza
Incominciano i corsi 2012 del Centro Karate Riccione.
Società CAMPIONE D’ITALIA 2011 e 2012 FIJLKAM
La stagione appena conclusa ha portato alla Società della Perla verde risultati straordinari.
Titolo Italiano Kata a Squadre Senior Femminili.
Titolo Italiano per Regioni Kata a Squadre Senior Femminili.
Titolo di CAMPIONE D’EUROPA a Squadre per Carlotta Villa con la Nazionale Italiana.
Il Responsabile Tecnico RICCARDO SALVATORI coordinerà con successo lo
STAFF TECNICO composto da Maestri di esperienza pluriennale come ROBERTO
CORBELLI, VITO MININNI e GIAMPAOLO MASSI, oltre ad avvalersi del supporto
dei CAMPIONI d’Italia e d’EUROPA per la formazione e addestramento dei bambini!
Nuovi corsi di AUTO DIFESA e CORSI MASTER PER ADULTI andranno a soddisfare le
numerose richieste pervenute.
A fine SETTEMBRE partono i corsi 2012/2013 per PRINCIPIANTI destinati a bambini
maschi e femmine dai 5 anni in su mentre il 1° OTTOBRE quelli per la categoria AVANZATI.
anche quest’anno, I
PRINCIPIANTI potranno
usufruire del periodo
di prova gratuito.
Per qualsiasi informazione contattare:
Carlotta Villa Campionessa Europea 2012.
POLISPORTVA COMUNALE
Tel. 0541 643559
CENTRO KARATE RICCIONE
Tel. 335 1416747
Ricki e Vanessa.
E’ proprio il caso di dire:
SOLO AL CENTRO KARATE RICCIONE
TI ALLENI CON I CAMPIONI.
VI ASPETTIAMO NUMEROSI!
Giulia Olivi e Carlotta Villa.
Il rastrello
Strafalcioni linguistici raccolti qua e là da Giuseppe Lo Magro
Tranquillo, nessuno siamo perfetti.
Fai attenzione alla sogliola della porta.
Mi sono salvato per il rotto della muffa.
E' bugiarda ... le spara gastronomiche.
Brava persona con le sue spigolature.
La lingua delle donne ha la forza biforcuta.
Sono stanca di essere lo zibellino di tutti.
Ti rendi conto della gravidanza della situazione ?
Sono così stanca che potrei starnazzare a terra.
Come arrivo a casa mi schiamazzo sul letto.
Non ti allontanare, resta qui nei cipressi.
Vivo sempre con la spada di Adamo sulla testa.
E' facile: prendi l'uovo e dividi il bianco dal nero.
Mi ha fissato duro sgranocchiando gli occhi.
Il nostro giro d'orizzonte deve essere a 365 gradi.
E' passata un'ambulanza a sirene spietate.
Non me ne ricordo, ho come una laguna.
E' la scintilla che ha fatto traboccare il vaso.
In questo modo dimezziamo i tempi di parecchio.
Su queste cose sono completamente infarinato.
Stai tranquillo non ti farò mai dei comandamenti.
E' un mondo caotico dove la gente sono pazzi.
La verità è che solo il lavoro nidifica l'uomo.
Lo ha colpito con un corpo contro un dente.
Vorrei proprio spendere una lancia a suo favore.
Che spettacolo! Abbiamo visto l'Etna in erezione.
In casa mia è caldo, i termosifoni vanno a 80 all'ora.
E' un regalo di mio marito. Un bracciale impestato di diamanti.
Se siamo quello che mangiamo, te ti abbuffi nella mondezza.
Appartamento bello, ma prezzo troppo estroso !
Milano è una città piena di branchi di nebbia.
E' messo male, ha tre sky-pass nel cuore.
Che tipo, ne ha sempre fatto un sacco e una sporca.
E' casinista, ha sempre il letto pieno di scaramanzie.
Era molto confuso, si capiva che era in kilt.
E' proprio vero, ognuno abbiamo i suoi difetti.
Non vedo l’ora che sia Gennaio
per farmi due-tre giorni di settimana bianca.
Non si può avere la botte piena e la moglie incinta:
una deve essere vuota.
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Pattinaggio artistico
Greta: gazzella sulle rotelle
Greta Bonelli, quattordicenne riccionese, ha
appena ottenuto la licenzia media e tra poco
vivrà l’esperienza di una scuola superiore essendosi iscritta al Liceo Linguistico di Rimini.
Sguardo dolcissimo, sorriso solare e crescita
prodigiosa- si sta avvicinando al metro e settanta- si muove armoniosamente senza mostrare le difficoltà che “frenano” spesso un
adolescente e viene spontaneo raffrontarla
ad una gazzella africana. Oltre alla genetica
crediamo che un po’ di questo merito sia da
attribuire allo sport. Perchè Greta è brava studentessa ma non disdegna l’agonismo, anzi!
All’età di cinque anni ha inforcato i pattini a
rotelle e non li più mollati (anche se ad ogni
nuova stagione l’umore giovanile le fa sorgere dubbi sull’opportunità di continuare). E va
avanti coi cinque allenamenti settimanali, che
diventano sei in vista di gare importanti, sul-
le piste della Polisportiva Comunale, con un impegno
sempre serio. Del pattinaggio ama le evoluzioni ed i
balletti con la loro dose di divertimento ma è anche
cosciente di “sentire” la gara, avverte l’emozione ogni
volta che si misura con le altre e ci tiene a far bella
figura. Nella stagione in corso vanta buoni risultati ai
regionali: un 5° posto FIHP a Forlì e uno splendente I°
UISP (con medaglia d’Oro) in aprile a S.Lazzaro mentre agli italiani ha mostrato qualche difficoltà. Ma sta
maturando in fretta ed è consapevole che molto si può
imparare dai propri errori. Uno dei più ricorrenti è il
concentrarsi troppo su un esercizio particolare. In una
gara doveva mettere massima cura in una “trottola
abbassata”ed è caduta in quella esecuzione mentre
il resto era filato perfettamente. Rialzandosi si è fatta una risata liberatoria ma, contemporaneamente, ha
promesso a se stessa di non “ricaderci”. Vai Greta, ti
aspettiamo sul podio ai campionati italiani!
G.L.M.
PALLAVOLO
Vigili a... muro!
La città di Firenze ha ospitato la 14° edizione del campionato italiano
di volley misto riservata agli agenti di polizia municipale. Immancabile, come consuetudine dalla sua prima edizione, la nostra squadra,
composta da colleghi di diversi comandi della Romagna. Le recenti
prestazioni, 2 secondi e un primo posto, non hanno trovato conferma
nell’edizione 2012, in cui gli agenti della nostra terra si sono dovuti
accontentare di un modesto 5° posto, dopo aver lottato tenacemente e mancato per un soffio la semifinale. Nessun rimpianto, né aspettativa disillusa però; il successo in questo torneo è letteralmente rimediarsi in sei, o poco più, e partecipare, a discapito delle numerose
difficoltà. Costa molto impegno organizzarsi e decidere di andare
a giocare, quando non si è più bambini. Le logiche della famiglia, il
lavoro, il denaro, tutto pare opporsi, ma per qualcuno pare necessario ostinarsi e difendere un piccolo spazio, qualche giorno, in cui
travestirsi da giocatore, buttarsi nella mischia, dando tutto se stesso,
e prendersi persino sul serio, ma solo per un momento.
Miky Banci
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poesia dialettale
“Com una volta”
Si è svolto a San Clemente nel giugno scorso, con l’organizzazione del Cumitèd “Com una volta”, il XX° concorso dialettale per poesie e zirudèle intitolato a Giustiniano Villa, il
poeta-ciabattino che nei mercati del riminese, a cavallo tra
fine ‘800 e primi ‘900, declamava le sue rime tra una puntina
e l’altra da conficcare nelle suole. Nei suoi scritti narrava la
civiltà contadina, i problemi delle tasse, del lavoro, del commercio, del matrimonio e dei contrasti tra padrone e contadino. Sull’onda di questa fama la partecipazione dei “poeti
romagnoli” al concorso non conosce tregua. Per questa ventesima edizione in 34 hanno inviato le loro opere per la sezione-poesia e 24 per la sezione-zirudèla. Sei le presenze dei
“dialettologi”nostrani pubblicati nel volumetto a ricordo della
manifestazione di cui tre nelle due sezioni: Mario Tonini (L’alba se mont- Rosa), Rino Cevoli (Da burdèl- Al done), Ferdinando Montebelli (E nost ciel- Quand a sò nèd), mentre Fulvio
Bugli ha proposto la poesia Fantasia o amor? e i restanti due
proponevano le rispettive zirudèle, Pier Paolo Gabrielli (Dialogh sl’aldilà), Giuseppe Lo Magro (La sgrignouna sla falcèta).
Pensier
Pensiero
E vènt
l’è e barbiér
di pégn
Il vento
è il barbiere
dei pini
G.L.M.
Clochard
Snà e chèn ut dèva la zèmpa.
La cuèrta l’è s-cènta
la bocia l’è svuida
T’un frèd che ferma e còr
e lanzul sora la facia
la cumpagnia de vèin
la si svèmpa
e lan ti po’ scaldè.
per masè che purèt
e tòt al parole ch’an avém dét.
Enzo Travaglini
L’uomo del colore
Il pittore Giuseppe Ruberto
Esegue: decorazioni interne ed esterne.
murales, quadri per camere.
Anche con soggetti indicati dal cliente
Espone tutti i sabati e domeniche
V.le Dante ang. V.le Ceccarini
Riccione - Cell. 349 52 43 987
in
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Pagina del verde
Un labirinto d’autore per Riccione
Messo a dimora un labirinto vegetale al Parco della Resistenza. Un progetto nato dalla
collaborazione dello studio Kepos di Imola con Geat spa in occasione di Giardini d’Autore
Da diversi anni Giardini d’Autore, mostra mercato di giardinaggio con i migliori vivaisti italiani che si svolge a Villa Lodi Fè a
Riccione, collabora con Geat spa per lasciare la propria impronta verde nella città che lo ospita. Dai primi di luglio, al Parco
della Resistenza, è stato messo a dimora un Labirinto per il Benessere. A realizzarlo gratuitamente Kepos srl, studio di progettazione di Imola, in collaborazione con Geat spa (che ha messo
a dimora le piante), Comune di Riccione e Giardini d’Autore. Il
labirinto è un antico schema geometrico basato su spirali e cerchi presenti in natura utilizzato da sempre in moltissime culture
in tutto il mondo, dall’Europa all’Asia, dall’America all’Africa.
Disegni di labirinti sono stati ritrovati su ceramiche e vasi datati
oltre 5000 anni, su antiche monete greche e scolpiti su rocce e
all’interno di caverne.
ripetitiva del sentiero del labirinto, l’emisfero destro è libero di
pensare in maniera creativa. Quando le persone camminano il
labirinto, innalzano la loro consapevolezza dal pensiero lineare
a quello non lineare. Così emergono le loro capacità intuitive
più profonde”.
A cosa serve?
Camminare nel labirinto porta ad integrare il corpo con la mente e la mente con lo spirito. Nella quiete del labirinto si impara
a ritrovare equilibrio e benessere, a ridurre lo stress, a lasciare
andare il dolore emotivo, a riconnettersi con la propria saggezza interiore e con il proprio intuito, a scorgere nuove consapevolezze e a dare un senso più profondo alla propria esistenza.
Come si fa?
I labirinti possono essere realizzati in molti modi e in molte dimensioni per questo si adattano a tutte le situazioni e a tutti gli
spazi, ma nel giardino trovano sicuramente la collocazione più
efficace perché unisce i benefici della pratica con l’immersione
nella natura, che è un altro potente “strumento” per la nostra
salute psico-fisica. Anche i materiali possono variare molto: dal
semplice prato agli arbusti, dalla ghiaia alle pavimentazioni più
articolate.
Da oggi dunque tutti potranno provare ad entrare nel labirinto
ed immergersi completamente nella natura. Ecco alcune istruzioni per l’uso: Non c’è una maniera giusta o sbagliata per camminare il labirinto: è un’esperienza personale. Prima di entrare
fate un respiro profondo, calmare la mente e lasciare che sia il
corpo (non la vostra mente!) a decidere la velocità del passo.
Tradizionalmente ci sono tre stadi nella camminata del labirinto.
Mentre si va verso il centro è la fase del RILASCIO. La domanda
da farsi qui è: cosa ho bisogno di lasciare andare? Quando si è
al centro è la fase del RICEVERE: nuove intuizioni e modi di vedere la vita. Quando dal centro ci si avvia verso l’uscita è la fase
del RITORNO. Dove integrare nella propria vita questa esperienza. Una buona domanda da farsi qui è: come portare questa
esperienza nella mia vita? cosa fare di diverso da domani?
Fin dall’antichità dunque l’essere umano ha utilizzato il simbolo
del labirinto e l’ha usato come percorso e pratica per ritornare al centro di se stesso, stabilire una connessione spirituale,
guarire, meditare e ritrovare pace e serenità. È importante sottolineare che questo strumento può essere usato tanto per scopi religiosi quanto per fini terreni. I benefici del labirinto sulla
psiche umana sono stati riscoperti da diversi studi clinici e dal
1980, solo negli Stati Uniti, sono stati costruiti migliaia di labirinti non solo in chiese e cattedrali, ma anche negli ospedali, nelle
comunità, nei parchi, nei centri oncologici, nelle stazioni termali,
nelle scuole, nelle case di riposo, nelle prigioni e in tanti giardini
privati e aziendali. Quello messo a dimora da Geat si trova sulla
collinetta a fianco dello spazio giochi per bambini. E saranno
soprattutto i più piccoli a godere di questa novità che loro percepiranno sicuramente come un vero e proprio “gioco in più”
a loro disposizione. E’ realizzato con piante di salice (emblema
di vitalità e rinascita in Oriente), che non saranno mai lasciate
crescere più di tanto sia perché un labirinto non deve mai creare
senso di disorientamento, sia perché i genitori potranno così
facilmente controllare i movimenti dei bambini all’interno delle
spirali del percorso.
“Se continueremo a mettere un piede davanti all’altro, daremo
pace alla mente e troveremo il nostro centro”
(Lauren Artress - Veriditas)
Come funziona?
In un‘epoca in cui la capacità di mantenere l’ attenzione cala
sempre di più, uno dei grandi vantaggi di questa pratica è che
insegna alla mente a calmarsi. Camminare il labirinto richiede
un continuo riorientamento del corpo. E mentre il corpo è occupato in questo movimento, la mente, solitamente agitata, può
finalmente quietarsi. Allo stesso modo, mentre l’emisfero sinistro del cervello è occupato a seguire la progressione logica e
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LA PAGINa DI EDMO VANDI
AI Sindaco Massimo Pironi
Egregio Signor Sindaco,
I rasunamènt per capì la vita
La brisa slà riva de mèr la è cumè la carèza dla tu Mà.
Quand tzì vèc invece da cènd i mèch’lè sora la torta
l’è mej tal cènda tla cisa.
I séld bsègna toj mi purèt, i n’ha ménch ma j’è tènt.
Te prim ui era Artusi e Vissani
...e pò l’è mnù e colesterolo.
Edmo Vandi è un riccionese doc che fra le sue molteplici attività, ha alle spalle più di trent’anni di televisione, attività che gli ha permesso di avere un archivio
consistente in oltre 600 ore di registrazioni di tutto
ciò che dal 1980 in poi è accaduto a Riccione.
Politica, eventi, attività amministrativa, cerimonie,
promozione turistica, interviste a sindaci, assessori,
funzionari, personaggi vip che si sono alternati nella
Perla Verde, e, inoltre, eventi metereologici (alluvioni,
mareggiate, mucillagini), sport, cultura, scuole, manifestazioni (francobollo, Giochi senza Frontiere) e tanto, tantissimo ancora.
Edmo Vandi non è preoccupato se tutte queste testimonianze visive e sonore andranno perdute, lui è un
pseudo-filosofo che ora vive felicemente alla giornata, ma pensa che la città, tramite i suoi organismi istituzionali, dovrebbe fare in modo che tutto ciò (quando lui lascerà questa palla galleggiante nel vuoto) non
finisca nei cassonetti della plastica.
Pertanto sarebbe utile che tutto questo materiale
venisse riversato sulle nuove tecnologie e messo al
sicuro, a disposizione di una facile consultazione futura da parte di studenti, storici, documentaristi e così
via. Edmo Vandi precisa che tutti i filmati (in cassette
VHS e Digitali della durata ciascuno dai 3 ai 10 minuti)
sono perfettamente catalogati in ordine di data con
titoli e precisi riferimenti sugli argomenti trattati.
Edmo Vandi è disposto a parlarne con la S.V. e con
tecnici del settore (ma fè prèst!)
La vciaia la cmènza quand ut vèn da dì:
“an mi sò mai santi isè giovne”.
Riccione, lì 2 luglio 2012
I cumplimènt l’è al busìe in smoking.
Le gioie della vita
Il mio gatto si chiama Bagonghi. La sua
specialità è la cattura indolore degli
uccellini che pascolano nel mio giardino. Sono sempre numerosi e di varie
specie. I merli, robusti e neri, i passeri,
i verdoni, i pettirosso. Li conosco tutti
da vicino perchè Bagonghi me li porta al mattino fin sul letto come regalo
d’inizio giornata. Li tiene in bocca delicatamente e non li lascia fino a quando
non li ho presi “in consegna”. Con suo
grande dispiacere non faccio altro poi
che recarmi sul balcone e, dopo averli
accarezzati delicatamente sul dorso, li
osservo librarsi felici nell’aria. Bagonghi
mi guarda deluso per la poca considerazione che ho dei suoi “regali”, ma poi si
rassegna e va alla caccia della prossima
preda. L’altro giorno c’è stata una novità. Non mi ha trovato a letto e, cercando di conservare il giovane merlo
per il giorno dopo, lo ha evidentemente
strapazzato un pò. Un tenue pigolio da
sotto qualche mobile della camera da
letto, tradiva durante la notte seguente
la presenza della piccola vittima. Non è
stato facile recuperarla, ma dopo aver
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Saluti
Edmo Vandi
spostato un mobile dietro l’altro, sono
riuscito a scoprire quel piccolo tremante
batuffolo nero. Mi sembrò quasi senza
vita, ma dopo averlo coccolato un pò e
fatta una sapiente respirazione boccabecco, l’uccelletto si è mosso anche se
un pò intontito. Sarebbe volato ancora?
avrebbe ritrovato l’ebbrezza di saltare
da un ramo all’altro, di posarsi felice
sulla cima più alta? O sarebbe caduto
miseramente tra i cespugli del giardino?
Pieno d’angoscia mi reco sul balcone
e gli concedo un’ultima tenera carezza
sul palmo della mano. Lui ha un attimo
di esitazione (forse incredulità) poi un
improvviso veloce sfarfallìo di ali e via,
verso il cielo, un puntino nero sempre
più piccolo, sempre più lontano, libero
nei vasti spazi della sua felicità. Tornando in casa ho pensato che nella vita le
gioie che contano sono anche queste!
...come eravamo!
Municipio di Riccione - Anni 1926/7 – Vita amministrativa
Francesco Uneddu, Cav. Reale, Quilichini (maresciallo), Amneris Rinaldi.
In piedi da sin.: Cav. Reale (ispettore), Vincenzo Bartolini (stato civile),
Emilio Geminiani, Geom. Pozzi, Montanari, xx (maestro di musica),
Dott. Franciosi (veterinario). Seduti: Luigi Angelini (economo),
Amneris Rinaldi (dattilografa), Cav. Ermanno Trebbi (segretario).
Il sindaco
cav. Silvio
Lombardini
consegna
le insegne di
cavaliere al
segretario comunale
Ermanno Trebbi.
Luigi Angelini e Silvio D’orazio (ragioniere).
LIBRI
LISTINI
GIORNALI
DEPLIANT
MANIFESTI
VOLANTINI
CARTOLINE
CATALOGHI
CALENDARI
BLOCK NOTES
FOGLI INTESTATI
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zona ARTIGIANALE di RICCIONE
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65 66 58
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BLOCCHI FATTURE
STAMPATI FISCALI
BIGLIETTI DA VISITA
BIGLIETTI AUGURALI
...come eravamo!
Due bellezze nostrane fanno “bus-bus” dal cancello
in attesa dei numerosi “filarini”
Da sin. Gabriella Olmeda e Carla Tosi.
Anni ‘60 – Lungomare di Riccione
Parte il raid automobilistico
“1° Raglio dei vitelloni”.
Da sin. Giorgio Angelini e Giancarlo Mancini.
1930 - Gita a San Clemente dell’Associazione
Combattenti di Riccione
Da sin. Seduti : Aldo Manaresi,
XX autista della contessa Pasquini, Amneris Rinaldi,
Luigi Angelini, Fernando Fabbri, Giovanni Braga.
In piedi: Guerrino Renzini (Pres. Gruppo Bagnini)
CENTRO REVISIONI AUTO E MOTO
Marmanelli & C.
s.n.c.
OFFICINA - GOMMISTA - ELETTRAUTO
Via Veneto, 115
Tel. 0541 640 450 - 660 554
Fax 0541 663 875
RICCIONE
63
Assistenza tecnica.
Impianti elettrici
elettronici
iniezione diesel
iniezione benzina
freni ABS.
Banco prova.
Freni
sospensioni.
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`Libri. Romagna Liberty di Andrea Speziali`, Famija Arciunesa