Pasquino, Nuovo corso di scienza politica, Il Mulino, 2009 Capitolo VI. Partiti e sistemi di partito Partiti e sistemi di partito • • • • • • • • • Definizioni di partito politico Le funzioni dei partiti Quando e perché nascono i partiti La prospettiva genetica: Rokkan La prospettiva strutturale: Duverger Tipi di partito Trasformazione dei partiti Sartori e i sistemi di partito Le trasformazioni dei sistemi partitici 1 Pasquino, Nuovo corso di scienza politica, Il Mulino, 2009 Capitolo VI. Partiti e sistemi di partito Definizioni di partito politico La maggioranza degli studiosi richiede che l’organizzazione da definire come “partito” debba essere: - dotata di strutture tali da consentire la partecipazione dei suoi iscritti; - in grado di formulare un programma di politiche pubbliche; - in condizione di durare per più di una tornata elettorale. 2 Pasquino, Nuovo corso di scienza politica, Il Mulino, 2009 Capitolo VI. Partiti e sistemi di partito • Per Max Weber (1918), i partiti «sono nella loro intima essenza delle organizzazioni liberamente create e miranti a un reclutamento libero; il loro fine è sempre la ricerca dei voti per elezioni a cariche politiche». • Per Giovanni Sartori (1976), «un partito è qualsiasi gruppo politico identificato da un’etichetta ufficiale che si presenta alle elezioni, ed è capace di collocare attraverso le elezioni (libere o no) candidate alle cariche pubbliche». • Per Anthony Downs (1957), un partito è una «compagine di persone che cercano di ottenere il controllo dell’apparato governativo a seguito di regolari elezioni». «I partiti formulano proposte politiche per vincere le elezioni; non cercano di vincere le elezioni per realizzare proposte politiche». 3 Pasquino, Nuovo corso di scienza politica, Il Mulino, 2009 Capitolo VI. Partiti e sistemi di partito Le funzioni dei partiti - formulazione di proposte programmatiche - reclutamento, selezione e coordinamento del personale politico - articolazione e aggregazione degli interessi - creazione, elaborazione e diffusione di informazioni politiche 4 Pasquino, Nuovo corso di scienza politica, Il Mulino, 2009 Capitolo VI. Partiti e sistemi di partito Quando e perché nascono i partiti? Prospettiva genetica Prospettiva strutturale Si occupa delle modalità attraverso le quali nel corso del tempo sono nati i partiti Si preoccupa di distinguere i partiti in base alle caratteristiche organizzative (Rokkan, Lipset) (Duverger, Downs, Aldrich) 5 Pasquino, Nuovo corso di scienza politica, Il Mulino, 2009 Capitolo VI. Partiti e sistemi di partito Rokkan e la prospettiva genetica (1970) Rokkan individua 4 fratture (cleavages) nella società, che hanno dato origine a organizzazioni politiche, che rappresentano quelle problematiche e i gruppi sociali da essi interessati. Nelle fasi di costruzione dello Stato-nazione si creano le condizioni per 2 potenziali fratture: FRATTURA CENTRO/PERIFERIA FRATTURA STATO/CHIESA Il centro si definisce in riferimento alla disponibilità di risorse e di potere, mentre la periferia fa riferimento a delle peculiarità etniche, linguistiche, culturali, più o meno concentrate In questo caso, si presenta la situazione in cui esiste un partito che rappresenta lo Stato e un altro partito che, invece, rappresenta e tutela gli interessi e gli ideali della Chiesa 6 Pasquino, Nuovo corso di scienza politica, Il Mulino, 2009 Capitolo VI. Partiti e sistemi di partito In seguito, la Rivoluzione industriale crea le condizioni per la formazione di altre 2 potenziali fratture: FRATTURA INTERESSI AGRARI / INTERESSI INDUSTRIALI FRATTURA DATORI DI LAVORO / LAVORATORI Questa frattura intercorre fra gli interessi della campagna, in senso lato agrari, e gli interessi della città, in senso lato industriali Questa frattura contrappone gli interessi della borghesia e dei proprietari dei mezzi di produzione a quelli dei lavoratori subalterni industriali e, più raramente, agricoli TESI DEL CONGELAMENTO DELLE FRATTURE SOCIALI Per Lipset e Rokkan «i sistemi partitici degli anni sessanta riflettono, con poche ma significative eccezioni, le strutture delle fratture degli anni venti» 7 Pasquino, Nuovo corso di scienza politica, Il Mulino, 2009 Capitolo VI. Partiti e sistemi di partito Duverger e la prospettiva strutturale (1951) Duverger studia il fenomeno della nascita dei partiti analizzando i rapporti fra le organizzazioni protopartitiche, il parlamento e il suffragio. 1. Nella prima fase, quando il suffragio è largamente limitato, i partiti nascono in parlamento (partiti parlamentari); 2. quando il suffragio viene ampliato, nascono strutture partitiche extraparlamentari che fanno leva su organizzazioni e risorse esterne al parlamento per acquisirvi rappresentanza (partiti extraparlamentari). 3. attorno agli anni ’20, appaiono anche partiti (fascisti e comunisti) che sfruttarono la loro feroce critica antiparlamentare per acquisire consenso elettorale e, una volta entrati in parlamento, tentare di distruggerlo (partiti antiparlamentari). 8 Pasquino, Nuovo corso di scienza politica, Il Mulino, 2009 Capitolo VI. Partiti e sistemi di partito Tipi di partito Max Weber distingue fra: PARTITO DI NOTABILI PARTITO DI MASSA Si tratta di strutture embrionali e attivabili soltanto nelle occasioni elettorali Si basa su strutture permanenti e mantenute in costante attività Maurice Duverger distingue fra: PARTITO DI QUADRI PARTITO DI MASSA Mira a riunire dei notabili per preparare le elezioni, dirigerle e mantenere i contatti con gli elettori Fa affidamento sugli iscritti per il loro radicamento e la loro affermazione in un sistema politico, per le loro campagne elettorali e il loro finanziamento Sigmund Neumann distingue fra: PARTITO DI RAPPRESENTANZA INDIVIDUALE Si attiva in occasione delle elezioni e spesso non è diverso da un semplice comitato elettorale 9 PARTITO DI INTEGRAZIONE SOCIALE È dotato di un’organizzazione estesa, permanente, influente, aperta alla partecipazione degli iscritti Pasquino, Nuovo corso di scienza politica, Il Mulino, 2009 Capitolo VI. Partiti e sistemi di partito Le trasformazioni dei partiti: oltre il partito di massa? Invece di una tendenza irreversibile verso la trasformazione di tutti i partiti in organizzazioni burocratiche di massa, Otto Kirchheimer (1966) ha sottolineato la loro trasformazione in PARTITI PIGLIATUTTI (catch-all parties), le cui caratteristiche principali sono: • drastica riduzione del bagaglio ideologico; • ulteriore rafforzamento dei gruppi dirigenti di vertice; • diminuzione del ruolo del singolo iscritto al partito; • minore accentuazione di una specifica classe sociale o di una platea religioso-confessionale come riferimento elettorale; • apertura all’accesso di diversi gruppi di interesse. 10 Pasquino, Nuovo corso di scienza politica, Il Mulino, 2009 Capitolo VI. Partiti e sistemi di partito Per altri studiosi (Katz e Mair, 1995), i partiti si stanno sempre più trasformando in PARTITI DI CARTELLO (cartel parties), il cui obiettivo è quello di limitare la concorrenza attraverso collusioni nel mercato politico che si estrinsecano in particolare nello sfruttamento delle risorse statali. Caratteristiche principali del cartel party: - riduzione ulteriore del bagaglio ideologico; - alleggerimento delle strutture organizzative; - personalizzazione e accentramento dei poteri nel leader del partito; - maggiore affidamento sulle sovvenzioni statali; - collusione interpartitica; - compenetrazione tra partiti e Stato. 11 Pasquino, Nuovo corso di scienza politica, Il Mulino, 2009 Capitolo VI. Partiti e sistemi di partito Di fronte ai mutamenti sociali, culturali, tecnologici intervenuti nel corso del XX secolo, Panebianco (1982) ha sottolineato la comparsa di un nuovo modello di partito (professionale elettorale), in contrapposizione al, e in sostituzione del, classico partito burocratico di massa. 12 Pasquino, Nuovo corso di scienza politica, Il Mulino, 2009 Capitolo VI. Partiti e sistemi di partito Le trasformazioni dei partiti I principali indicatori utilizzati dagli studiosi per valutare l’eventuale trasformazione, più o meno critica, dei partiti sono: reclutamento degli iscritti; volatilità elettorale; strutturazione del voto; selezione del personale polito-governativo; formazione dell’agenda politica. 13 Pasquino, Nuovo corso di scienza politica, Il Mulino, 2009 Capitolo VI. Partiti e sistemi di partito I SISTEMI DI PARTITO Un sistema di partito presuppone: - interazione orizzontale, competitiva, fra almeno 2 partiti; - interdipendenza verticale tra elettori, partiti, parlamento e governo. 14 Pasquino, Nuovo corso di scienza politica, Il Mulino, 2009 Capitolo VI. Partiti e sistemi di partito Sartori e i sistemi di partito (1976) Secondo Sartori, per comprendere e classificare i sistemi di partito è necessario descriverne il FORMATO e la MECCANICA Indica il numero di partiti rilevanti presenti all’interno del sistema partitico Descrive la logica di funzionamento del sistema e le modalità di relazione o competizione esistenti fra i partiti 15 Pasquino, Nuovo corso di scienza politica, Il Mulino, 2009 Capitolo VI. Partiti e sistemi di partito Per definire il formato e la meccanica dei sistemi di partito, Sartori indica 3 criteri: 1. Criterio numerico: indica grosso modo il numero dei partiti; 2. Criterio di rilevanza: un partito è rilevante se possiede: POTENZIALE DI COALIZIONE POTENZIALE DI RICATTO Riguarda quei partiti che risultano utili, se non indispensabili, per la formazione delle coalizioni di governo Riguarda quei partiti che sono in grado di esercitare notevole influenza sulle attività della coalizione di governo 3. Distanza ideologica: indica la polarizzazione esistente nel sistema partitico. 16 Pasquino, Nuovo corso di scienza politica, Il Mulino, 2009 Capitolo VI. Partiti e sistemi di partito Tipologia dei sistemi partitici secondo Sartori Criterio numerico SISTEMI NON Monopartitici COMPETITIVI Egemonici Logica di funzionamento Totalitaria Pragmatica o egemonica A partito predominante SISTEMI Bipartitici COMPETITIVI Multipartitici limitati Multipartitici estremi Atomizzati 17 Alternanza Pluralismo moderato Pluralismo estremo Pasquino, Nuovo corso di scienza politica, Il Mulino, 2009 Capitolo VI. Partiti e sistemi di partito Sartori distingue, in via preliminare, tra: SISTEMI NON COMPETITIVI SISTEMI COMPETITIVI Si tratta di quei sistemi di partito in cui le elezioni non influiscono l’attribuzione di potere e delle cariche di governo Sono quei sistemi partitici in cui le elezioni si tengono con periodicità prefissata e sono decisive per conferire seggi e potere ai partiti I sistemi non competitivi possono essere di 2 tipi: 1. MONOPARTITICI: dove esiste un solo partito, che può essere pragmatico o ideologico (es. partiti comunisti); 2. EGEMONICI: tollerano la presenza di altri partiti, ai quali è consentito ottenere seggi in parlamento, ma che sanno che non potranno mai diventare maggioranza né, ancor meno, sostituire il partiti al governo. 18 Pasquino, Nuovo corso di scienza politica, Il Mulino, 2009 Capitolo VI. Partiti e sistemi di partito INVECE I SISTEMI PARTITICI COMPETITIVI POSSONO ESSERE DI 5 TIPI: 1. A PARTITO PREDOMINANTE, nei quali esiste un partito che, in una lunga serie di elezioni libere e competitive, ottiene regolarmente un numero molto consistente di seggi tale da consentirgli di governare da solo; 2. BIPARTITICI prevedono che: a) soltanto due partiti, e sempre gli stessi, siano in grado di conquistare alternativamente la maggioranza assoluta dei seggi; b) uno di loro conquisti effettivamente una maggioranza parlamentare di seggi sufficiente a governare; c) il partito vittorioso decida regolarmente di governare da solo; d) l’alternanza rimanga un’aspettativa credibile. 19 Pasquino, Nuovo corso di scienza politica, Il Mulino, 2009 Capitolo VI. Partiti e sistemi di partito 3. partiti ATOMIZZATI: si tratta di quei sistemi non stabilizzati, fluidi, nei quali nessun partito conquisti percentuali consistenti di voti e nessun partito mostra di poter durare e crescere nel tempo; 4. MULTIPARTITICI LIMITATI: cinque o meno partiti rilevanti funzionano con una logica centripeta e moderata, producendo alternanze di governo; 5. MULTIPARTITICI ESTREMI: cinque o più partiti rilevanti funzionano secondo una logica centrifuga, dove i partiti collocati ai due poli estremi del sistema cercano di crescere svuotando il centro dello schieramento. 20 Pasquino, Nuovo corso di scienza politica, Il Mulino, 2009 Capitolo VI. Partiti e sistemi di partito IL MODELLO DI SARTORI DISTANZA IDEOLOGICA BASSA GRANDE Competizione centripeta Bipartitisimo Multipartitisimo moderato ALTA FRAMMENTAZIONE PARTITICA PICCOLA Competizione centrifuga Multipartitisimo segmentato Multipartitisimo polarizzato 21 Pasquino, Nuovo corso di scienza politica, Il Mulino, 2009 Capitolo VI. Partiti e sistemi di partito Le trasformazioni dei sistemi di partito Per Maurice Duverger, le forme di evoluzione dei sistemi di partito possono essere indicate attraverso 4 tipi generali: 1. l’ALTERNANZA, caratterizzata da un movimento pendolare periodico tra i partiti nella formazione e composizione del governo; 2. la DIVISIONE STABILE, assenza di variazioni importanti tra i partiti nel corso di un periodo lungo; 3. il PREDOMINIO, laddove esiste un partito che sta avanti a tutti e per un certo periodo di tempo si distanzia nettamente dai suoi rivali; 4. il SINISTRISMO, uno slittamento, lento ma regolare, del sistema dei partiti verso sinistra. 22