Parrocchia di S. Maria d’Oleno GIUGNO 2015 - N. 113 2 COMUNITÀ S. MARIA SOMMARIO Pag. 3 Estate: tempo di umanità! Pag. 4 Pronti alla vita! Pag. 5 Lo spirito di Assisi Pag. 6 Il sacramento della Cresima - Nella memoria di Gesù Pag. 7 Il dono di un cuore nuovo Pag. 8 Famiglia cosa dici di te? - La consegna del Vangelo e del Crocefisso Pag. 9 Quaresima Missionaria Pag. 10-11 Verbale Consiglio Pastorale Parrocchiale del 23 aprile 2015 Pag. 12-13 Caritas: il nostro cammino all’interno della comunità di S. Maria In copertina: Acquarello di Don C. Tarantini REDAZIONE DI “COMUNITÀ S. MARIA” Invernici Marco - Quadri Lino A QUESTO NUMERO HANNO COLLABORATO: Don Nicola - Gruppo Catechisti Gruppo Missionario - Ferrari Roberta Danesi Luca - Santini Luca Gruppo Famiglia Segreteria Vicariale Gruppo Chierichetti - Allegrini Dario Gruppo Caritas - Segreteria CPP Pag. 14 Fame di fede - Milano: non solo cibo... non solo duomo... Pag. 15 Gioventù... risorta - Due famiglie Pag. 16 Che cosa è l’uomo, perché te ne curi? Pag. 17 Pellegrini nelle ferite della storia Pag. 18-19 Itinerario per i fidanzati in preparazione al sacramento del matrimonio Pag. 20-21 Il lavoro svolto dal Consiglio Pastorale Vicariale nella seconda parte dell’anno Pag. 22 Proprio Lui è il tesoro che cercate - Pallavolo in Oratorio Pag. 23 Situazione economica - Ricordiamoci di loro C.R.E. 2015 PROPRIETÀ Parrocchia S. Maria d’Oleno in Sforzatica d’Oleno 24044 Dalmine (BG) Direttore: Don Claudio Forlani Autorizzazione Tribunale di Bergamo n. 32/86 dell’11 giugno 1986 Stampa: Tipografia dell’Isola s.n.c. Terno d’Isola (BG) Numeri Telefonici parrocchiali Don Claudio Forlani Parroco Tel. 035 37.04.48 - 035 37.05.53 Don Antonio Rovati Tel. 035 56.12.60 Don Giuseppe Minelli Tel. 035 45.16.041 L’indirizzo internet per chi volesse visitare il nostro sito Parrocchiale è: www.parrocchie.it/dalmine/santamaria Don Nicola Brevi Tel. 035 56.20.28 L’indirizzo di posta elettronica del Parroco è: [email protected] COMUNITÀ S. MARIA LA PAROLA DEL PARROCO Estate: tempo di umanità! Dopo i tempi forti della Quaresima e della Pasqua e dopo la gioia dei sacramenti dell’iniziazione cristiana la comunità si appresta a scrivere una nuova pagina della sua piccola storia: la pagina dell’estate, la pagina che porta con sé un numero imprecisato di opportunità di socializzazione e di crescita comunitaria. Come chiave di lettura di questo nuovo tempo vorremmo usare le parole che il papa ha affidato al mondo intero e ai cristiani in occasione dell’inaugurazione dell’Expo 2015; sono parole sagge, parole che possono aiutare non solo a dare un senso a questa manifestazione, che colorerà l’intera estate, ma a trovare una chiave di lettura capace di aiutare a vivere in modo più profondo le attività che andremo ad intraprendere. Diceva il Santo Padre nel videomessaggio di saluto nel giorno d’inaugurazione dell’esposizione: “La Expo è un’occasione propizia per globalizzare la solidarietà. Cerchiamo di non sprecarla ma di valorizzarla pienamente! In particolare, ci riunisce il tema: “Nutrire il pianeta, energia per la vita”. Anche di questo dobbiamo ringraziare il Signore: per la scelta di un tema così importante, così essenziale… purché non resti solo un “tema”, purché sia sempre accompagnato dalla coscienza dei “volti”: i volti di milioni di persone che oggi hanno fame, che oggi non mangeranno in modo degno di un essere umano”. Il papa invita a non perdere di vista le persone e a ricordare sempre i volti di chi sta dietro e in mezzo agli eventi della vita umana! Sia così anche per la nostra estate: ciò che faremo, ciò che organizzeremo, le relazioni che ci sforzeremo di creare partano sempre dalla consapevolezza che dietro ad ognuna di loro ci sono delle persone! Il C.R.E., le vacanze, le feste non serviranno a nulla e non produrranno nulla se si perderà di vista il volto di coloro che andremo a servire e ad accompagnare! La comunità non organizza il C.R.E. per diletto o per riempire gli spazi spesso vuoti dell’oratorio con un numero spropositato di persone… lo organizza perché crede nei volti di quei bambini e di quei ragazzi, perché li vuole accogliere e vuole insegnare loro che esiste una comunità che li accoglie, che li ama e che si interessa alla loro gioia! La comunità non organizza delle vacanze o delle uscite per riempire il tempo di proposte e di avventure… lo fa per aiutare a crescere nell’autonomia e nella socializzazione quei volti che sono il futuro della nostra terra. La comunità non organizza feste per riempire il cassetto e incentivare la speculazione, ma perché vuole creare occasioni d’incontro positive per i volti della gente dei nostri quartieri e perché con quanto raccoglie vuole sostenere attività e strutture capaci di importare i sorrisi sui volti di queste persone e nelle loro vite! In un altro discorso che aveva preceduto l’apertura di Expo papa Francesco diceva: “Ecco dunque tre atteggiamenti che vi offro per superare le tentazioni dei sofismi, dei nominalismi, di quelli che cercano di fare qualcosa ma senza la concretezza della vita. Scegliere a partire dalla priorità: la dignità della persona; essere uomini e donne testimoni di carità; non aver paura di custodire la terra che è madre di tutti”. Facciamo nostre queste tre priorità e poniamole come fondamento del nostro cammino estivo: non dimentichiamo mai che la persona è il centro unico del nostro agire ed evitiamo di ferire o allontanare anche solo una di loro a causa delle nostre piccolezze o dei nostri egoismi o narcisismi; testimoniamo la carità in ciò che facciamo senza mai dimenticare che per i cristiani ogni gesto, anche il più umile, può essere strumento di carità nei confronti del fratello che incontra; e infine impegniamoci a custodire la terra che è madre di tutti rendendo più bella Sforzatica, quel piccolo pezzetto di pianeta che ci è stato affidato perché lo viviamo, lo conserviamo e lo rendiamo più umano! Buona estate a tutti! Don Claudio 3 4 LA PAROLA DEL CURATO COMUNITÀ S. MARIA PRONTI ALLA VITA! Carissimi, dopo aver raccolto i contributi che trovate nelle pagine seguenti riguardo i nostri oratori e i loro dintorni, è tempo che anche io scriva due righe. Quando le redazioni si incontrano per definire il piano del bollettino, alla domanda “su che cosa scrivi?”, generalmente rispondo “farò un articolo di sintesi”. Risposta alquanto evasiva, eppure vera. Mi sto rendendo conto che da prete è quasi una naturale necessità l’unificare i vissuti dando loro un senso (ce l’hanno già; il lavoro pastorale semplicemente cerca di farlo emergere perché venga consapevolmente scelto). La scrittura è una delle strade principali che permette questo lavoro di sintesi per me e, spero, per tutti noi. La Settimana Santa e il tempo pasquale che nella Pentecoste giungono al loro compimento, ci hanno riservato un tempo intenso di preghiera e vita comune. Come già scrivevo nell’ultima puntata, non possiamo che partire e arrivare a storie vere, per farne memoria. È il primo maggio, Milano, inaugurazione dell’Expo. Sorprendentemente i bambini che cantano l’inno d’Italia si concedono una licenza poetica (sfido i benpensanti a dimostrare che Mameli l’avrebbe osteggiata…) e tutti noi ascoltiamo: “Siam pronti alla vita!”. Bello! Ne sentiamo un radicale bisogno. Negli stessi giorni assistiamo sdegnati al saccheggio di Milano e, forse un po’ meno sdegnati, alla distruzione di Aleppo. Tra le tante morti di queste settimane (una fra tutte il Nepal) scelgo di fare memoria della Siria perché realmente lì si sta consumando una tragedia umana. Milioni di sfollati, una città culla di tante civiltà, dolce, tollerante, attiva e mediatrice, sventrata dalla violenza barbara del terrorismo. Come tenere insieme le due cose? Come tollerare l’ingiustizia? Come vivere da cristiani nel nostro tempo? Facendo i pellegrini. Soprattutto dove la storia porta ancora le sue ferite, perché vuol dire che non se ne vergogna e, senza esibirle, le mostra come testimonianza di una vita più forte della morte. Con questa intenzione ci siamo recati pellegrini alla Sindone, dove le ferite di Cristo (visibili sul Lenzuolo) continuano nella sua Chiesa e generano amore. Con il desiderio di fare memoria siamo stati pellegrini ad Assisi e a Milano, scoprendo città che svelano volti inediti, come quelli di una parrocchia accerchiata da palazzoni che sembrano affacciarsi sulla casa di Dio quasi a cercare una vita più vera. Come pellegrini penso che abbiamo vissuto i riti della Settimana Santa: le confessioni, le via crucis, le S. Messe, le celebrazioni interparrocchiali. Li ho sentiti carichi di preghiera e desiderio di comunione fra noi. Non è cosa da poco. Ringraziamo il Signore! Il viaggio che dopo Pasqua ho avuto la grazia di fare in Armenia con il nostro vescovo e alcuni preti della diocesi, mi ha illuminato proprio in questo senso: un popolo può risorgere solo se fa memoria, se chiede giustizia, se fa qualcosa perché la realtà cambi. Il riconoscimento del genocidio armeno da parte della Santa Sede ha davvero fatto esclamare ad ogni crocicchio: “Siamo pronti alla vita!”. Nonostante la morte, o forse proprio grazie a questa. Anche le nostre comunità stanno vivendo così il tempo dei sacramenti, l’Ammissione tra i candidati agli ordini sacri di Roberto, la chiusura dei vari cammini di catechesi, la vittoria dei chierichetti a Clackson, l’estate alle porte: occasioni per raccontare che “siam pronti alla vita!”. E insieme a questo la consapevolezza che Aleppo non è solo in Siria, ma in ogni ingiustizia subita o concessa o ignorata. Non ci spaventi questa drammaticità della vita, ma ci sproni ad aumentare il lavoro nelle comunità per costruire un futuro fatto di alleanza fra generazioni e provenienze diverse. Lo Spirito del Signore credo stia già confermando il nostro cammino. A noi il compito di non ostacolarlo, ma di restare sempre pronti alla vita. L’estate porta con sé un vento nuovo perché segna i passaggi di crescita, soprattutto dei ragazzi. Anche se appena arrivato a Sforzatica, sono certo che il miracolo della vita si ripeterà anche quest’anno. Buona estate cristiana! don Nicola COMUNITÀ S. MARIA PELLEGRINAGGIO ASSISI Lo spirito di Assisi Pellegrinaggio dei Cresimandi sulle orme di San Francesco Lo Spirito di Assisi ci ha seguito e protetto per tutto il pellegrinaggio dell’allegra brigata composta dai 36 ragazzi che il 10 maggio hanno ricevuto il sacramento della Confermazione. La comitiva era guidata da due sacerdoti e da cinque catechiste, tutti entusiasti di vivere un’esperienza così importante e costruttiva per la crescita spirituale e morale dei nostri preadolescenti. Abbiamo raggiunto l’obiettivo di far vivere i valori cristiani in amicizia, “annusando” la splendida spiritualità emanata dai sacri luoghi di Assisi, immersi nello stupendo borgo medioevale. È solo vivendo in questo borgo dal sapore antico che si riesce a cogliere il senso dell’intensa spiritualità di San Francesco e a porci domande sul nostro esistere, sul senso del vivere, sul valore della fraternità e dell’amicizia. Siamo convinti di aver raggiunto il cuore dei ragazzi non solo mediante la bellezza e la fisicità di San Francesco e di Santa Chiara, ma anche attraverso le emozioni che si vivono in questa bellissima parte d’Italia, suggestioni che nutrono l’anima e la spiritualità e che fanno dimenticare, almeno per un po’, la parte materiale della vita; i ragazzi hanno avvertito l’importanza “dell’essere e non dell’avere” in cui sono abituati a vivere quotidianamente e già questo è stato un traguardo importante in questa fase della loro crescita. Ma anche gli adulti hanno assaporato lo spirito d’umiltà e di fratellanza che San Francesco e Santa Chiara hanno saputo ispirare nei loro concittadini tanti secoli fa. Ci auguriamo di far ripetere ai ragazzi dei momenti così importanti per il loro sviluppo umano, sociale e cristiano. Le catechiste di seconda media I commenti dei ragazzi: ”I tre giorni più belli della nostra vita!” La cosa che mi è piaciuta di più è visitare i luoghi di Assisi, in particolare l’Eremo delle carceri. Un grazie soprattutto a don Claudio, don Nicola e alle catechiste. Davide C. Questa gita è stata un’esperienza fantastica, ho visitato luoghi bellissimi, davvero emozionanti. Grazie per le risate e i momenti fantastici. Davide M. Mi sono divertita molto, abbiamo fatto tante amicizie nuove, visitato posti suggestivi e di grande importanza spirituale. Elisa L. È stato molto bello perché ci siamo uniti e le circostanze ci hanno portato a creare un legame affettivo. Don Nicola e don Claudio sono stati molto simpatici perché ci hanno guidato per tutti i fantastici luoghi di Assisi. Federico V. La proposta era “Ritiro cresimandi ad Assisi”, ma non è stato un semplice ritiro. È stato un divertimento, gioco, preghiera e buona compagnia. Abbiamo visto tanti luoghi dove hanno vissuto San Francesco e Santa Chiara e diverse basiliche. È stata un’esperienza fantastica, ma... troppo breve. Giorgio Assisi una città fantastica, piena di storia ed emozioni, nonché la patria di San Francesco nostro patrono. Giovanni Assisi è stata una fantastica esperienza, i tre giorni passati sono stati magnifici, sia per aver trascorso del tempo con i miei compagni, ma anche per aver visitato la città di San Francesco e Santa Chiara. Un’esperienza che sicuramente rifarei. Alessia L’esperienza che ho vissuto ad Assisi è stata per me molto positiva, perché ho avuto modo di vivere questa aggregazione con le mie compagne di catechismo, dove mi sono divertita molto e ho avuto la possibilità di visitare una città nuova. April I ragazzi di seconda media 5 6 SACRAMENTI COMUNITÀ S. MARIA Il sacramento della Cresima Domenica 10 maggio hanno ricevuto il Sacramento della Cresima 9 ragazzi e 11 ragazze della nostra comunità. Mettiamoci in ascolto… parla il cuore dei nostri cresimati: “Con la Cresima ho capito di aver ricevuto il sigillo di Dio: è stare insieme”. “Sono stato contento di aver fatto la Cresima e in me ora è cambiato il modo di pensare e di riflettere”. “Il cammino della Cresima è stato lungo e faticoso, ma devo dire che ne è valsa la pena. Quando mons. Eugenio Zanetti mi ha unto la fronte con il crisma ho sentito un’emozione grandissima e ho sentito entrare dentro di me tutti i sette doni dello Spirito Santo”. “Quando ho fatto la Cresima ero contenta e lo sono ancora perché ho visto che c’è un angelo che mi protegge e anche perché sono ancora più vicina a Dio”. “Lo Spirito Santo è quella cosa in più che si riceve e che ci fa provare un’emozione che non si scorda più”. “Dopo aver ricevuto la Cresima ho capito che il mio cammino è finito, ho raggiunto Dio, ma non è finito del tutto perché Dio mi è vicino sempre e lo sarà per tutta la vita”. “Dopo la Cresima ho sentito un grande senso di felicità, la mente vuota, ero concentrata solo su Dio, che mi ha regalato questo Sacramento così importante”. “Dopo aver fatto la Cresima ho pensato che era stato un onore ricevere lo Spirito Santo e dopo averlo ricevuto nella mia vita è accresciuta la fede in Dio”. “Dopo aver ricevuto la Cresima mi sono sentito riempire il cuore e l’anima dai sette doni dello Spirito Santo ed essere accolto nella comunità calorosamente”. “Penso che la Cresima mi abbia cambiato interiormente. In primo luogo le parole dell’Omelia di mons. Zanetti mi hanno fatto vedere l’amicizia con uno sguardo diverso. Grazie Gesù per questi doni e scusami se non sempre sarò al tuo fianco, ma d’ora in poi recami sulla via della ragione”. “Domenica 10 maggio 2015 ho ricevuto dallo Spirito santo i sette doni: il mio compito ora è quello di trovare il dono perfetto per poter aiutare gli altri sempre con Gesù al mio fianco”. Che altro ci resta da dire? Grazie ragazzi/e questa volta la lezione l’avete fatta voi! AVANTI COSì! Le catechiste Piera e Nadia Nella memoria di Gesù Racconto del cammino verso la prima comunione Una festa. Un banchetto dove si mette in tavola il meglio e si fanno regali inaspettati. Così era finito il cammino che ci aveva portati alla Confessione, la festa del perdono che il Papà misericordioso imbandisce quando qualcuno sceglie di tornare nella sua casa. E proprio da quella festa è cominciato il nuovo percorso, che come l’anno scorso abbiamo condiviso con Sant’Andrea, che ha portato i bambini di terza alla Prima Comunione e a partecipare fino in fondo all’Eucaristia. Ogni festa che si rispetti comincia da un invito, come quello che il giorno della presentazione i bambini hanno ricevuto per partecipare a quest’avventura. Nell’aula di catechismo è comparsa una tavola e ognuno ha costruito la sua sedia, proprio per dire che c’è una tavola speciale a cui tutti siamo invitati. Ma nessun tavolo serve se resta vuoto. Così un po’ alla volta sono arrivate l’acqua, il segno del battesimo con cui Gesù ci tiene vicini e una delle anfore (formati mini, ovviamente...) che ciascuno ha modellato dopo aver visto rappresentato il Vangelo delle nozze di Cana; come a dire “Se quel vino che Gesù dona ti rende felice, anch’io ne voglio un po’!”. Non ci siamo fatti mancare nemmeno una visita al vigneto delle Corne di Grumello, dove il vignaiolo Paolo ci ha mostrato e raccontato come dall’uva nasce il vino. Sotto Natale si è poi trattato di costruire il presepio, ma non uno qualunque: ognuno nella sua piccola capanna ha messo dei personaggi costruiti con i tappi di sughero, proprio perché Gesù si fa presente ancora oggi in quel vino. Un lavoro da certosini, ma mai quanto quello che è arrivato dopo: se alla festa partecipiamo tutti, allora ciascuno deve metterci del suo, un po’ come nella S. Messa avviene all’offer- COMUNITÀ S. MARIA SACRAMENTI Il dono di un cuore nuovo Il cammino verso la prima confessione Ancora una volta l’anno catechistico è volto al termine, e per i bambini di seconda elementare si è concluso con la celebrazione della prima confessione, il 17 maggio. È stato un anno ricco di emozioni e soprattutto carico di esperienze, avventure e nuove scoperte. Insieme al metodo di fare catechismo tradizionale, abbiamo proposto un nuovo modello chiamato catechismo “esperienziale”, cioè basato sulla partecipazione attiva sia delle catechiste sia dei bambini, questi ultimi chiamati, attraverso alcune metafore, a conoscere la storia di Gesù vivendo esperienze simboliche. All’inizio dell’anno abbiamo costruito una nave e, attraverso la metafora del viaggio, i bambini sono stati guidati verso la scoperta del tesoro più prezioso: Gesù, il tesoro per cui vale la pena mettersi in viaggio e remare tutti nella stessa direzione. torio. Così, con dei piccoli telai, ciascuno ha tessuto un pezzo di quella che poi è diventata la tovaglia della nostra tavola, che poi abbiamo trovato ai piedi dell’altare il giorno della Prima Comunione. Infine, nel tempo della semina, è stata la volta di scoprire i segreti del pane, che un panettiere amico è venuto a insegnarci. Impastare il pane, costruire un cestino di vimini per contenerlo, visitare la Chiesa insieme a don Claudio, sono state le attività che hanno ci hanno accompagnato alla scoperta della S. Messa e dei suoi gesti per arrivare alla celebrazione di domenica 3 maggio, grazie all’impegno dei genitori e dei catechisti, alla guida dei nostri don e, soprattutto, all’entusiasmo dei ragazzi, perché se Eucaristia vuol dire “rendere grazie”, allora viverla ci aiuta proprio a fare questo, a dire grazie a Lui per i doni che ci fa, a cominciare dalle persone che incontriamo lungo la strada. I catechisti di terza elementare Dopo Natale il falegname Geppetto, che ha aiutato i nostri bambini a riparare la nave, scampata alla burrasca, ci ha regalato il libro di Pinocchio, il burattino di legno che fa i conti con i propri sbagli, scoprendo però che il buon padre lo accoglie e lo perdona sempre dimostrandogli il proprio amore: proprio come fa il padre misericordioso della parabola ascoltata durante il ritiro. Un’altra esperienza rivelatasi positiva e molto toccante è stata la visita al ricovero per anziani San Giuseppe di Dalmine durante il periodo di Quaresima. Qui i bambini hanno potuto conoscere una realtà a loro quasi estranea, toccare con mano la poca lucidità di alcuni anziani, la poca motricità di altri, l’affetto di cui alcuni avevano grande bisogno. Tutti noi siamo rimasti sconvolti perché ci siamo sentiti incapaci di aiutarli, ma allo stesso tempo abbiamo gioito per i seppur brevi momenti di allegria che abbiamo offerto loro improvvisando l’inno d’Italia, canto che gli ospiti del ricovero hanno condiviso con noi. Il gesto finale compiuto durante la prima confessione, in cui ogni bambino ha espresso il proprio “Grazie” al Signore, insieme al proprio “Scusa” per gli errori riconosciuti e alla promessa d’impegno a migliorarsi, ha trasformato il cuore di legno dei nostri bambini in un cuore vero, pieno d’amore, segno del perdono che ci rende nuovi. Insieme ai catechisti di S. Andrea, con i quali abbiamo condiviso il percorso e la preparazione alla riconciliazione, è stato un bel cammino. Noi catechiste, poco esperte, cercheremo sempre più di fare del nostro meglio per questi bambini: entusiasti e curiosi. Un grazie anche a don Claudio, don Nicola, don Giuseppe e don Antonio che, come ottimi capitani, ci hanno guidato diritti alla meta. Laura, Martina e Francesca 7 8 COMUNITÀ S. MARIA PASTORALE DELLA FAMIGLIA Famiglia cosa dici di te? Le comunità parrocchiali della città di Dalmine si sono impegnate ormai da alcuni mesi a promuovere e incentivare azioni pastorali a sostegno della famiglia; ci sembra opportuno in questo particolare momento dell’anno pastorale ricordare quanto messo in cantiere dalla nostra comunità a seguito di questo percorso per dare una visione d’insieme del progetto che il Consiglio Pastorale Parrocchiale aveva approvato nel mese di settembre. Il lavoro con le famiglie si è mosso su diversi livelli e, anche se in progressiva fase di elaborazione, ha portato ad una serie di risultati più che soddisfacenti. Il primo livello sul quale si è iniziato a camminare ha coinvolto le famiglie di alcune classi dei bambini e dei ragazzi iscritti alla catechesi parrocchiale: - - il primo percorso ha avvicinato i genitori dei bambini di prima elementare; in avvento e quaresima, il sabato pomeriggio, si è intrapreso un piccolo percorso di catechesi familiare. Nei pomeriggi impiegati i bambini hanno lavorato con alcune catechiste e i genitori hanno preparato insieme a don Claudio le lezioni di catechesi da spiegare ai figli durante la settimana. Una ventina di famiglie ha accettato la proposta della comunità (il percorso è parte integrante del cammino di catechesi e a differenza degli altri anni non era facoltativo); a loro vanno i complimenti per la disponibilità e la qualità della partecipazione. il secondo cammino ha riguardato i genitori dei sacramenti dell’iniziazione cristiana: le famiglie dei bambini di seconda e terza elementare (prima confessione e prima comunione) e dei ragazzi di seconda media (cresima) hanno preso parte ad un percorso di quattro incontri di - - approfondimento; oltre alla possibilità di approfondire il significato dai sacramenti amministrati ai propri figli, positive sono state le proposte volte a favorire la socializzazione e l’incontro tra le famiglie coinvolte. il terzo percorso, ancora in fase sperimentale, ha coinvolto i genitori delle famiglie dei ragazzi di quarta e quinta elementare (dal prossimo anno anche di prima media); in una serata conviviale (dal prossimo anno saranno due) si sono condivisi gli obiettivi e le priorità educative di questo percorso, indispensabile per contenuti e attività per accedere al successivo percorso di preparazione alla cresima. un quarto itinerario ha coinvolto le famiglie della comunità che hanno partecipato al “Family Lab”; una trentina di famiglie della comunità hanno dato vita ad un cammino caratterizzato da appuntamenti mensili di preghiera, convivialità e riflessione. Il clima dell’iniziativa, appoggiata dai volontari dell’oratorio che hanno preparato ambienti e cene e dagli adolescenti che hanno accudito ai bambini durante i momenti di riflessione, è stato di pieno coinvolgimento e di serena condivisione! Il cammino è ancora in fase di progettazione, ma ci sembra giusto esprimere la soddisfazione per i frutti già raccolti in questa prima fase sperimentale; la gioia poi di avere visto camminare insieme i genitori di entrambe le comunità ha ripagato i frutti di tante ore di studio e di preparazione! Grazie genitori! Don Claudio La consegna del Vangelo e del Crocefisso Da quest’anno il percorso di catechesi della comunità si è arricchita di due nuove importanti tappe che hanno coinvolto i bambini della quarta e della quinta elementare: il rito della consegna del crocifisso e del vangelo. A conclusione di due importanti anni di catechesi i ragazzi hanno ricevuto il “lasciapassare” per l’anno successivo al termine di una bella e suggestiva celebrazione. Il catechismo “Venite con me”, utilizzato dai bambini durante il cammino annuale, ha cercato di coinvolgerli in un interessante itinerario finalizzato all’approfondimento dell’esperienza di fede nella comunità parrocchiale, attorno alle mete principali di una iniziazione al discepolato, alla formazione della coscienza morale, alla celebrazione della penitenza e dell’eucaristia. Al centro della proposta di fede di questi due anni è stato posto l’incontro con Gesù che invita i fanciulli a seguirlo come discepoli nella comunità cristiana, per riconoscerlo nella fede come il Maestro e il Salvatore. Questi due anni di catechesi, erroneamente considerati di poco valore da alcuni genitori, sono di fondamentale importanza per l’esperienza di fede dei ragazzi, poiché è in questi anni che i ragazzi vivono le prime esperienze socializzanti e dal punto di vista socio-culturale sono portati naturalmente ad una ricerca che favorisce in loro una migliore conoscenza di ciò che si è appreso negli anni precedenti e una capacità di sintesi dottrinale e valoriale. L’anno di quarta elementare è stato costruito intorno alla positiva conoscenza della figura di Gesù, mentre quello di quinta intorno alla conoscenza della Chiesa come realtà viva e coinvolgente. Le cerimonie svolte alla fine del mese di aprile sono state l’occasione per presentare alla comunità questa parte di cammino catechistico: • il 12 aprile i bambini di quarta hanno ricevuto e baciato il Crocifisso, a ricordo della figura di Gesù che in questo simbolo trova la sua massima rappresentazione • il 19 aprile i bambini di quinta hanno avuto in dono il vangelo e baciandolo si sono impegnati ad entrare con più slancio nella Chiesa che in questo libro santo trova il suo primo grande nutrimento. Un grazie ai genitori che hanno iscritto i figli a queste tappe di crescita dei ragazzi e ai catechisti che li hanno seguiti! Don Claudio COMUNITÀ S. MARIA GRUPPO MISSIONARIO Quaresima Missionaria La quaresima missionaria 2015 ha ruotato intorno a due momenti: la serata del 6 marzo con la commemorazione di mons. Luciano Nervi a 10 anni dalla scomparsa e con la via crucis animata dal nostro gruppo, una celebrazione molto toccante e certamente ben riuscita e partecipata e quella del 25 marzo con la “cena del povero”, al contrario per pochi intimi… Gli spunti li vogliamo trarre dalla serata del 25 marzo, purtroppo organizzata di mercoledì, giornata poco favorevole, rispetto al designato sabato 28 marzo nel quale però avremmo avuto una sovrapposizione tra manifestazioni in parrocchia. Il giorno ha inciso indubbiamente sulla riuscita della serata. Per il futuro siamo concordi nel dire che aumenteremo la pubblicità e che si farà di sabato, come quella di Sant’Andrea molto più partecipata e in assenza di sabati liberi, soprassiederemo. Bisogna altresì valutare se è opportuno riproporre questa formula di cena frugale alla nostra comunità che ultimamente pare snobbarla abbastanza. E la cosa appare strana vista l’ottima partecipazione nella vicina parrocchia di Sant’Andrea, con menù e formula pressoché identiche (la cena dei poveri: riso, patate e fagioli). Spiace soprattutto per chi non c’era anche in ragione della ottima testimonianza di padre Riccardo, dinamico missionario dehoniano in Mozambico che ci ha fatto toccare con mano la realtà odierna del paese che abbiamo sostenuto per molti anni attraverso l’opera di padre Luis Monoca. Un’occasione perduta da coloro che non sono intervenuti. Dal Gruppo Missionario Questo numero non può non riportare un ricordo di Giovanni Locatelli, prematuramente scomparso il 28 aprile scorso. Nella sera del 6 marzo era toccato a me leggere proprio la testimonianza di Giovanni sul Vescovo Azzurro, Luciano Nervi, Giovanni non aveva voluto farlo lui, si sarebbe emozionato troppo. Quello scritto tratto dal libro di testimonianze sul Vescovo di Mangochi ripercorreva alcune tappe della vita di Lucio e Giovanni e soprattutto i primi passi del gruppo missionario. Una sorta di testamento spirituale... Con Giovanni se ne va un caro amico, il capo spirituale e storico del gruppo missionario, oltre che l’ultimo fondatore tra i suoi componenti in attività. Si chiude un‘era e si volta una pagina di storia della nostra comunità… Il suo desiderio di sistemare le cose e “passare le consegne” di molti compiti di segreteria a causa della salute, erano per tutti noi un presagire quel distacco progressivo che invece è arrivato, improvviso e definitivo come una coltellata al cuore. Giovanni ci ha lasciato un grande esempio di laboriosità e di ”santità” quotidiana, consentitemelo, che ci deve spronare ad andare avanti sulla strada da lui tracciata, nani sulle spalle di giganti, quali sono stati lui e chi con lui ha creato il gruppo missionario e l’ha sostenuto con tanta autorevolezza e amore per 45 anni. Per questo la responsabilità di noi che restiamo è grande e la possiamo affrontare solo stando uniti e concordi, amandoci gli uni gli altri come Giovanni ci ha insegnato e con l’aiuto di tutta la comunità che sempre ci spalleggia nel sostenere l’idea e i valori missionari. Siamo certi che Giovanni sarà sempre al nostro fianco come presenza ausiliatrice e confortante. Ci conforta la certezza che Giovanni si è meritato per la sua fede, la sua pacatezza unita ad una tenacia impareggiabile, per la sua devozione e dedizione alla missionarietà, un posto particolare vicino al Padre che l’ha accolto. La preghiera che non faremo mai mancare insieme ai nostri missionari, che si sono stretti intorno ai famigliari e al gruppo in questo momento, ci unirà in quella comunione dei fedeli in cui Giovanni vive ancora e ancora opera. Eternamente. Ogni altra parola è inutile e per lui che era di così pochi fronzoli a tanta concretezza anche queste forse sono troppe. Diego per il gruppo missionario 9 10 CONSIGLIO PASTORALE PARROCCHIALE COMUNITÀ S. MARIA Verbale del Consiglio Pastorale Parrocchiale del 23 aprile 2015 La seduta si apre con un discorso introduttivo di don Claudio che espone le linee fondamentali sulle quali si deve snodare l’attività del Consiglio stesso. Don Claudio pur sottolineando le difficoltà di realizzazione dello spirito comunitario, evidenzia che la forza del Consiglio sta nel legittimare una linea guida che possa costituire patrimonio per il futuro e possa contrastare gli ostacoli che normalmente si creano sul cammino. Inoltre, precisa che il suo essere “assente” nella casa parrocchiale è dovuto al suo essere sacerdote in aiuto verso gli altri; le accuse che gli vengono mosse in merito a questa sua assenza fisica non devono in alcun modo porre dubbi sulla sua disponibilità a risolvere i problemi che gli vengono sottoposti e si augura che tali accuse vengano meno con il tempo. Si procede all’analisi del periodo appena trascorso con riferimento alle varie attività svolte. Prende la parola il sig. Frazzini Diego che, a nome del gruppo missionario, espone la soddisfazione per la partecipazione alle celebrazioni in onore di mons. Luciano Nervi e la delusione per il mancato riscontro della cena del povero dove hanno partecipato pochissime persone nonostante l’interessante presenza di un padre missionario del Mozambico. Don Claudio illustra i percorsi che hanno visto impegnati i genitori di 1°/2° elementare, di 2° media e del progetto Family Lab, ai quali si è aggiunta l’idea delle cerimonie della consegna del crocifisso alla 4° elementare e del vangelo alla 5° elementare, spiegando che l’intento è mantenere attivo l’interesse dei ragazzi e dei genitori in un periodo dove non essendoci sacramenti si corre il rischio di prendere sottogamba questi anni comunque importanti. Don Claudio rinnova la sua approvazione per la partecipazione della comunità e per la qualità delle cerimonie del Triduo Pasquale, soprattutto in riferimento al Venerdì Santo dove la Via Crucis fatta insieme alla parrocchia di Sant’Andrea gli è sembrata molto coinvolgente con una liturgia e con dei canti molto appropriati. Il sig. Cavalli Daniele interviene sottolineando che la buona riuscita della Via Crucis è dovuta al fatto che la gente poteva seguire la celebrazione avendo a disposizione il libretto che aiutava a concentrarsi. La sig.ra Cavalieri Marilisa fa presente che quest’idea può essere attuata anche durante altre cerimonie fondamentali per permettere alla comunità di aver una traccia da seguire e portare ad una partecipazione più attiva ed attenta. Il sig. Marchetti Edoardo interviene in merito all’andamento della vendita delle uova durante il periodo pasquale, dandone un riscontro molto positivo, riscontro che si è ottenuto anche con l’idea dei salvadanai e, come evidenziato dal sig. Suardi Aldo, con la raccolta degli alimenti in favore della Caritas. Don Claudio presenta il programma per il periodo che va da maggio fino alla fine di settembre, evidenziando che il periodo giugno luglio agosto vedrà maggiormente la dinamica oratorio. Maggio è il mese dei sacramenti incominciando il 3 maggio con la Prima Comunione, proseguendo il 10 maggio con la Cresima e terminando il 17 maggio con la prima Confessione. Don Claudio chiarisce che la liturgia di queste cerimonie è stata preparata insieme alle catechiste puntando alla semplicità e al mantenimento della tradizione. Don Claudio evidenzia che per l’anno a venire sarà mantenuta la stessa linea che prevede vari incontri formativi con i genitori dei ragazzi coinvolti con i sacramenti aggiungendo, nel periodo di Natale, incontri con i genitori dei ragazzi di 4°/5° elementare e 1° media, sempre per l’intento già spiegato in precedenza. Ritornando alla presentazione delle attività previste per il mese di maggio don Claudio illustra le varie proposte che vedono nel martedì il giorno dedicato alla S. Messa di ringraziamento per il sacramento ricevuto; nel giovedì il giorno dedicato al rosario nei quartieri e nel venerdì il giorno della S. Messa al cimitero. Il Consiglio approva le date del 7 maggio per il rosario nella Casina Nuova, 14 maggio zona Oasi, 21 maggio zona Piazza e 28 maggio zona Fiori. Il sig. Cassinelli Gilberto chiede che il rosario del 21 maggio venga recitato nella Piazzetta Leone XIII pur evidenziando difficoltà d’integrazione con le persone che vi abitano dato che non sono di religione cattolica. Viene presentata la giornata del 16 maggio in cui è prevista una partita fra Oratorio S. Maria e Nazionale Italiana Comici. L’intento è essenzialmente benefico e prevede la raccolta fondi a sostegno del Centro Bethleem di padre Danilo Fenaroli, COMUNITÀ S. MARIA CONSIGLIO PASTORALE PARROCCHIALE missionario pime in Camerun. Il mese di maggio, prosegue don Claudio, prevede anche la chiusura dell’anno catechistico il 24 maggio e la pastorale familiare il 30 di maggio con il pellegrinaggio delle famiglie che da tutte le parrocchie di Dalmine raggiungeranno a piedi la chiesa di Brembo. Per terminare il discorso relativo al mese di maggio don Claudio presenta le Giornate Eucaristiche che si terranno il 28,29 e 30 maggio. La presentazione delle attività successive vien affidata a don Nicola il quale informa il Consiglio che il C.R.E. si svolgerà dal 15 giugno al 17 luglio. Si sono iscritti 38 animatori tutti minorenni da qui la necessità di avere un coordinatore maggiorenne su cui fare affidamento. Le iscrizioni dei ragazzi si terranno dal 24 maggio dopo una presentazione ai genitori delle attività previste per quest’anno. Don Nicola evidenzia che si è deciso di variare l’orario passando dall’uscita alle ore 18,00 dello scorso anno alle ore 17,30 per permettere la sistemazione dell’oratorio e la revisione delle giornata con gli animatori. La sig.ra Cavalieri Marilisa ricollegandosi alla necessità di un coordinatore chiede se sia possibile assumere una persona stagista e don Nicola fa presente che ci sono già varie idee in merito. Lo schema C.R.E. è rimasto pressoché invariato con la piscina al martedì, le gite al giovedì, i laboratori delle mamme per i bambini dalla prima alla quarta elementare e i laboratori con figure esterne per i ragazzi dalla quinta elementare alla seconda media. Al termine del C.R.E. è prevista una settimana, dal 19 luglio al 24 luglio, in montagna a Fai della Paganella presso l’Hotel Ideal. Per gli adolescenti don Nicola propone una gita di due giorni come premio per le fatiche del C.R.E., mentre per i giovani dal 2 al 9 agosto viene presentata una gita a Firenze a conclusione dell’itinerario sulla vocazione che hanno affrontato durante l’anno. Don Claudio sottolinea la necessità di far conoscere queste proposte il più possibile, per permettere a tutti coloro che ne fossero interessati di parteciparvi. Don Nicola esamina le esperienze concluse avendo giudizi positivi sia per la gita dei cresimandi ad Assisi, sia per la convivenza degli adolescenti in oratorio ed in riferimento a quest’ultima avanza il progetto che negli anni successivi possa essere estesa da due giorni ad una settimana. Il sig. Gervasoni Maurizio avanza la proposta che l’oratorio possa essere migliorato offrendo possibilità di gioco non solo per il calcio, ma anche per il basket e la pallavolo. Avanza, inoltre, la proposta di installare il wi-fi all’interno dell’oratorio, proposta che non viene accolta favorevolmente. Don Claudio espone che un progetto di restyling dell’oratorio è necessario, ma mancano i fondi per poterlo realizzare, quindi propone che la festa di settembre possa essere finalizzata a questo progetto. Si espone, a questo punto, il progetto festa che si terrà in oratorio dal 27 agosto al 6 settembre. Don Claudio sottolinea che il suo intento è quello di incontrare i responsabili dei vari settori per poter creare una commissione ad hoc che s’impegni a preparare la festa nel miglior modo possibile cercando di eliminare gli aspetti problematici che si sono verificati l’anno scorso. Don Claudio si augura che anche quest’anno vengano coinvolti gli adolescenti che l’anno scorso hanno dato dei riscontri molto positivi. La sig.ra Cavalieri Marilisa prospetta che all’interno della festa possa essere allestita una vendita di quadri realizzati dalla scuola di pittura, il cui ricavato potrà essere devoluto al progetto di sistemazione dell’oratorio. Don Claudio avanza la proposta di far nascere un gruppo liturgico che si occupi dell’organizzazione del rosario, dei vespri e della preghiera ai defunti. In merito a quest’ultima ritiene opportuno posticiparla alle 20,00 della sera in modo da permettere anche a coloro che vanno al lavoro di potervi partecipare. Viene introdotto a questo punto il discorso delle Missioni Popolari. Don Claudio precisa che la segreteria si occuperà di organizzare il lavoro dei missionari che hanno il compito di rinvigorire la fede e scuotere la comunità. Sarà necessario far nascere dei gruppi di preghiera fra le famiglie per far sì che il lavoro dei missionari non risulti vano. Parlando di missioni è inevitabile che il discorso cade sul problema profughi. Don Claudio sottolinea che in collaborazione con la Caritas centrale si sta cercando di creare dei progetti di accoglienza a favore di queste persone, spinti soprattutto allo spirito cristiano che è uno spirito di apertura verso il prossimo. La sig.ra Manenti Francesca fa presente al gruppo lettori che al termine dell’anno catechistico non ci saranno più le classi ad animare la S. Messa delle 10,45 e si decide di creare un elenco di coloro disposti a leggere in modo da non lasciare la S. Messa scoperta. Il sig. Cavalli Daniele, a nome del coretto, sottolinea che verranno garantite le S. Messe del sabato e della domenica fino alla solennità del Corpus Domini del 7 giugno. La segretaria 11 12 CARITAS COMUNITÀ S. MARIA CARITAS: il nostro cammino all’interno della Comunità di S. Maria Eccoci a distanza di qualche mese a vedere come si sono sviluppati e come si sono attuati i progetti della Caritas parrocchiale. PROGETTI “Cesto permanente” (ambito povertà) Nell’avvento 2014 abbiamo iniziato a portare all’altare del battesimo vestiti, e cibo, giocattoli ecc. La raccolta ha dato buoni frutti, ma soprattutto per i generi alimentari abbiamo bisogno di un gettito continuo (riso, olio, formaggio, scatolame), perché la “fame” del fratello più povero è schiacciante e non è solo di alcuni periodi, ma continua e sempre più famiglie bisognose hanno bisogno del nostro aiuto. Il cartello che c’invita a donare un po’ di cibo, resterà quindi appeso per tutto l’anno all’altare del battesimo. Se anche non vedete il cesto (per ragioni di spazio a volte viene rimosso) vi invitiamo comunque a lasciare la vostra borsetta, un incaricato provvederà a portare il tutto presso la casa parrocchiale per il centro di primo ascolto. “Vicinanza anziani” (ambito anziani) Sono tante le persone anziane nella nostra comunità a cui vogliamo stare vicini. **Abbiamo trovato varie occasioni nei momenti forti dell’anno pastorale per condividere con loro alcuni momenti di preghiera e convivialitá. Ecco la testimonianza di alcune persone che hanno vissuto con loro questi momenti: “Natale, carnevale e Pasqua sono state occasioni d’incontro con gli anziani della nostra parrocchia. La S. Messa seguita da un rinfresco e una tombolata in atmosfera gioiosa. Un sentito grazie a tutti gli anziani che partecipano numerosi e rendono preziosi questi momenti di condivisione. Vi aspettiamo sempre più numerosi.” (Nadia e Nery). Le vacanze sono vicine, ricordiamo che per i nostri anziani c’è la possibilità di trascorrere qualche giorno di vacanza a Rota Imagna (appoggio alla proposta Unitalsi). bambini della scuola elementare si sono incontrati con degli educatori, ragazzi universitari e due mamme che li supportano con competenza e impegno nello svolgimento dei loro compiti. Col passare dei giorni il clima è sempre più sereno e i bambini dimostrano impegno gratificando i propri insegnanti che per due ore gli stanno vicini. Si sono alternati circa una decina di ragazzi universitari in questo progetto. Crediamo che questo sia un valido aiuto per i genitori in quanto i bambini vengono lasciati in un posto “sicuro”, seguiti a dovere nello svolgimento dei compiti di scuola e a seguire… se i tempi lo permettono vengono indirizzati in giochi intelligenti e divertenti. Vista la fruttuosa esperienza stiamo valutando la possibilità di inserire nelle attività del C.R.E. un laboratorio “spazio compiti” per i compiti delle vacanze. AMBITO SOLIDARIETÀ “Centesimini” Nel periodo quaresimale sono stati distribuiti dei piccoli salvadanai, lo scopo era quello di sensibilizzare sia i bambini che la comunità a qualche piccolo gesto di solidarietà. Trasformare il nostro inutile in una risorsa. È così è stato! Come progetto abbiamo scelto “Un piatto di riso per Manghochi”. La domenica delle Palme tutti hanno riportato i loro salvadanai e così tante piccole monetine si sono trasformate in sostegno per chi è nel bisogno. Ora abbiamo € 1.500,00 in più per il piatto di riso dei bambini della missione di Ambuyé di padre Lucio. “Calcio e solidarietà” Il 16 maggio 2015 presso il campo sportivo dell’oratorio di S. Maria si è tenuta la prima edizione di “Calcio e solidarietà”. Il ricavato dell’intera giornata che prevedeva tornei con servizio bar e cucina è stato devoluto in beneficenza al Centro Bethleem di padre Danilo Fenaroli in Camerun. All’evento hanno partecipato la Nazionale italiana comici vs. Gruppo sportivo oratorio S. Maria. “Porta aperta” (ambito disagio) “Spazio compiti” (ambito minori) Come già scritto nel precedente bollettino il 15 gennaio è partito con successo il progetto “Spazio compiti”. Il giovedì in oratorio dalle ore 16,30 alle ore 18,30 circa una decina di In attesa dell’attivazione del Centro di Primo Ascolto Interparrocchiale la nostra Caritas ha attivato uno “sportello” per le emergenze. Ogni martedì dalle 16,00 alle 18,30 e il venerdì dalle 17,00 alle 19,00 in Casa Parrocchiale alcuni volontari accolgono richieste di aiuto e sostegno. Ecco alcune riflessioni dei nostri volontari: “Riguardo la nostra attività come Sportello di Ascolto Caritas Parrocchiale di S. Maria, oltre alla distribuzione di alcuni alimenti, siamo riusciti ad attivare, in collaborazione con la Caritas di Bergamo, un aiuto che consiste nel pago delle bollette (luce e gas) per un periodo di 4 mesi, a una famiglia di S. Maria che attraversa un difficile momento a causa della perdita del lavoro. Inoltre possiamo dire che l’esperienza avuta durante i mesi di febbraio, marzo e aprile, ci ha dato la conferma di quanto detto durante il nostro corso di formazione del CPAC “Centro di Primo Ascolto e Coinvolgimento” e cioè, le persone italiane del nostro territorio, anche se si trovano in una situazione di difficoltà, difficilmente si rivolgono allo sportello a chiedere COMUNITÀ S. MARIA CARITAS aiuto. Quindi, sta a noi sviluppare una strategia multiple per essere vicini a chi ha bisogno o vive un momento di difficoltà, sia comunicando in modo chiaro il vero scopo del centro di ascolto, sia individuando noi stessi i veri bisogni del territorio, per poter mettere in pratica dei progetti che accolgano in pieno le necessità della nostra comunità. Sarà molto più semplice per una persona, aderire ad una proposta o ad un servizio che avvicinarsi ad uno sportello a chiedere aiuto. Giovanna e Fernando (uff. Sportello di Ascolto Caritas Parrocchiale di S. Maria) sopravvissuti e l’assistenza ai senza tetto con beni di prima necessità, soprattutto acqua e materiale igienico sanitario, oltre che tende, coperte e teli per ripari temporanei. Vi è una preoccupazione particolare per la fasce più vulnerabili, come minori, anziani, disabili. La Caritas Bergamasca, accogliendo l’invito di Caritas Italiana e del nostro vescovo, ha aperto la sottoscrizione per la raccolta di offerte a sostegno delle popolazioni colpite dal terremoto in Nepal. Coloro che intendono prendere parte a questa iniziativa di solidarietà, possono dare il proprio contributo mediante: • • Appoggio alle iniziative della Caritas Diocesana e Nazionale Per il Nepal devastato dal terremoto, la Caritas ha aperto una sottoscrizione. La Caritas Diocesana Bergamasca esprime la propria solidarietà alle vittime del drammatico sisma che ha colpito il Nepal, ma anche l’India e il Bangladesh seppur in misura minore. Il Nepal paga pesantemente condizioni di povertà già diffusa e costruzioni non adeguate all’altissimo rischio sismico che lo caratterizza. Anche nei paesi limitrofi, soprattutto in India, vi sono morti e danni, ma molte aree non sono ancora state raggiunte e il bilancio potrebbero essere di gran lunga peggiore. La rete Caritas, seppur in condizioni difficilissime, continua incessantemente la sua azione con la mobilitazione di altre Caritas e team di esperti in supporto alla Caritas Nepal. La priorità rimane la ricerca dei 13 • offerte consegnate direttamente presso la sede della Caritas Diocesana Bergamasca (ufficio amministrativo) in via del Conventino 8, a Bergamo (da lunedì a venerdì dalle 9,00 alle 12,30 e dalle 14,30 alle 18,00); bonifico bancario sul Credito Bergamasca - Gruppo Banco Popolare - Filiale di Bergamo Malpensata, intestato a Caritas Diocesana Bergamasca. Codice IBAN IT69 E 05034 11105 000000006330. Causale “Terremoto in Nepal”; versamento su conto corrente postale n. 11662244, intestato a Caritas Diocesana Bergamasca, via del Conventino 8, a Bergamo, indicando la causale del versamento “Terremoto in Nepal”. Coloro che desiderano usufruire della detrazione fiscale per la propria offerta possono effettuare un versamento mediante bonifico bancario su: Banca Popolare di Bergamo – Ubi Banca – piazza Vittorio Veneto 8, Bergamo. Codice IBAN IT 81 V 05428 11101 000000099169 intestato ad Associazione Diakonia Onlus, via Conventino 8, 24125 Bergamo, indicando come causale “Erogazione liberale” e il codice fiscale dell’ordinante. Notizie TERRA E CIBO “L’umanità non vivrà in pace finché la fame non sarà sconfitta, finché coesisteranno coloro che banchettano quotidianamente e coloro che, alla loro porta o all’altro capo del pianeta, muoiono di fame”. A giugno l’enciclica “verde” del Papa Papa Francesco ha concluso l’enciclica “verde” dedicata alla salvaguardia del creato e all’accesso alle risorse primarie che sarà pubblicata tra poco più di un mese. Nell’ultimo anno e mezzo decine di esperti hanno fatto pervenire da varie parti del mondo in Vaticano materiale e studi sulla questione ecologica, si sono poi formati dei gruppi di lavoro che, su indicazioni dello stesso Bergoglio, hanno sviluppato vari temi legati all’ambiente, argomenti rivisti infine dal Papa e inseriti nel documento. Una parte corposa dell’enciclica riguarderà il problema dell’accesso alle risorse primarie, come l’acqua, nel continente africano, ai danni causati dal riscaldamento globale, a quelli causati dal disboscamento, all’inquinamento e ai delitti ambientali, tema quest’ultimo che il Papa ha voluto approfondire dopo aver sorvolato in elicottero in Campania, la “Terra dei Fuochi”. Ampio spazio sarà dedicato anche al tema della povertà, della cosiddetta “ecologia umana”, che sta tanto a cuore a Papa Francesco, della distruzione degli alimenti con la relativa “cultura dello spreco e dello scarto” e infine anche alla bellezza del creato. Alla base della pubblicazione del volume “Terra e Cibo” stanno più ragioni. Innanzitutto, il fatto che la fame, nonostante si producano generi alimentari sufficienti per tutti, continui a sussistere: centinaia di milioni di persone soffrono la mancanza di cibo; oltre due miliardi hanno carenze nutrizionali. In secondo luogo, l’urgenza di affrontare nell’immediato futuro la crescita della domanda di un cibo di qualità da una parte e dall’altra la sostenibilità della produzione nel rispetto dell’ambiente. In terzo luogo, vi è anche una ragione interna al Pontificio Consiglio della Giustizia e della Pace: esso ha già affrontato in passato il problema dello sviluppo equo con la sua riflessione per una migliore distribuzione della terra, la sfida della riforma agraria. A fronte della necessità di considerare le nuove questioni relative alle risorse naturali e al cibo e alla loro vocazione specifica al bene comune della famiglia umana è parso opportuno non ripubblicare le sopracitate riflessioni, ma avviare un nuovo studio delle problematiche sul tappeto nel contesto della globalizzazione e delle sfide che oggi la accompagnano. In quarto luogo, non si intendono trascurare le criticità relative agli investimenti nel controllo della terra al land grabbing: letteralmente “accaparramento della terra”. Marilisa e Gianmario per il gruppo Caritas 14 COMUNITÀ S. MARIA PERCORSI ADOLESCENTI/GIOVANI Fame di Fede Bilancio con l’occhio di una educatrice Anche quest’anno l’anno catechistico è terminato! Sembrano passati solo pochi giorni dalle lunghe riunioni, ricche di proposte, suggerimenti, idee… tutte volte al benessere dei nostri adolescenti di Sforzatica! Poi l’idea, nata quasi per necessità, del cibo, ma non un cibo materiale, pronto al consumo, povero di ingredienti… stavamo parlando di un alimento molto più nutriente… stavamo parlando di Dio e di come affamare i nostri ragazzi fino a saziarli di fede! A ottobre, durante il primo incontro, tutti noi educatori ci siamo calati nei panni di commessi dei più noti fast food in commercio e ci siamo divertiti a servire gli avventori (i ragazzi della catechesi giovane), con pizza, patatine, focacce e chi più ne ha più ne metta… con lo scopo di farli sentire ospiti graditissimi di una tavola apparecchiata apposta per loro! Un invito a cena e un invito a entrare a far parte del gruppo adolescenti in un colpo solo! Innegabile il successo della serata... quindi, se è vero il detto che chi ben comincia è a metà dell’opera, il nostro era destinato a essere un successo assicurato! E, nonostante qualche problema di assestamento, è andata proprio così! Molti sono stati i fattori decisivi di questo “successo”: sicuramente le molte uscite organizzate il sabato sera (piscina, pattinaggio, pizzate…); il campo invernale a Mezzoldo; il pellegrinaggio domenicale per prendere la luce di Betlemme e portarla nelle nostre parrocchie; le convivenze; il pellegrinaggio a Milano… questo e molto altro ancora ci hanno aiutato a rendere più piacevoli anche gli incontri di catechesi del giovedì a Santa Maria e del venerdì a Sant’Andrea! L’elemento decisivo è stato però il grandissimo affiatamento tra noi educatori: con fatica ma, soprattutto, con tante risate e cameratismo abbiamo collaborato per la riuscita del progetto… un progetto che sta continuando con la preparazione del C.R.E. 2015 dal titolo, neanche a dirlo, “TUTTI A TAVOLA!”. Li avremo saziati i nostri adolescenti? Non lo sapremo mai, quello che sappiamo con certezza è che ci abbiamo provato e nel farlo ci siamo divertiti parecchio! Roberta Ferrari Milano: non solo cibo... non solo Duomo Pellegrini verso la Pasqua! Il 29 marzo di quest’anno, la domenica delle Palme, noi adolescenti e giovani di Sforzatica abbiamo fatto un pellegrinaggio a Milano in preparazione della Santa Pasqua, in particolare all’”Ultima Cena”. Appena arrivati a destinazione, prima di recarsi alla chiesa di Santa Maria delle Grazie dove poi avremmo visto la famosa “Ultima Cena” di Leonardo da Vinci, abbiamo approfittato dell’occasione per poter ammirare dall’esterno alcuni edifici famosi della città sia civili, come il Teatro alla Scala, Palazzo Marino e la Galleria Vittorio Emanuele II, che religiosi, come il Duomo. Arrivati al Cenacolo Vinciano abbiamo visitato il refettorio e la chiesa di Santa Maria delle Grazie in modo alternato per poi entrare tutti insieme nell’Accademia di Brera all’ora prestabilita. Arrivati all’Accademia, mentre attra- versavamo varie sale contenenti molti quadri famosi, don Nicola e tre di noi si sono proposti per descrivere alcune tele tra cui la “Cena in Emmaus” del Caravaggio, quadro che era strettamente inerente al nostro pellegrinaggio, “La Pietà” di Bellini, il “Cristo morto” di Mantegna, lo “Sposalizio della Vergine” di Raffaello, “Fiumana” di Pellizza da Volpedo e “Il bacio” di Hayez. Finito di visitare la pinacoteca, ci siamo diretti nella periferia di Milano dove abbiamo incontrato don Giacomo, il quale ci ha raccontato la storia della chiesa di San Cristoforo mentre la stavamo ammirando. In seguito ci ha anche accolti nell’oratorio della sua parrocchia di San Vito al Giambellino per cenare tutti insieme. Dopo cena, prima del ritorno a Sforzatica, don Nicola ha offerto un buon gelato a tutti i pellegrini e abbiamo ammirato uno dei navigli. COMUNITÀ S. MARIA PERCORSI ADOLESCENTI/GIOVANI GIOVENTÙ… RISORTA Gli adolescenti, i giovani e le comunità nella Settimana Santa “Non ci sono più i giovani di una volta”. Questa è una delle frasi, o per meglio dire dei luoghi comuni, che spesso si sentono pronunciare da nostalgiche vecchiette, che personalmente mi fanno parecchio sorridere. Beh, in fondo in fondo qualche ragione l’avranno pure loro. Tuttavia, ripensando alla Settimana Santa ormai trascorsa, l’impegno dei giovani negli oratori si è visto eccome! Ovviamente ci rendiamo conto che spesso manca il tempo e ancor più la voglia, ed è proprio riguardo a questo che dobbiamo riconoscere a don Nicola la sua formidabile qualità di leader nel provocarci ad intraprendere un percorso tutti insieme. L’obiettivo era la preparazione della Via Crucis del venerdì Santo. Ora non ricordo bene se sono state più le ore passate insieme oppure le tonnellate di fogli stampati dal don, ma siamo arrivati in fondo. Fin dall’inizio l’intenzione era chiara: i giovani fanno sul serio. Ci terrei a sottolineare anche e soprattutto l’importanza che è stata riservata per la spiritualità e la condivisione, basi di tutto ciò che ruota attorno all’oratorio. Sono stati organizzati, infatti, momenti specifici, come le confessioni interparrocchiali per adolescenti e giovani tenutesi in quel di Mariano, e l’adorazione eucaristica all’altare della reposizione nella chiesa di Sant’Andrea, la sera del giovedì Santo. Occasioni preziose per ravvivare la fede. Tranquilli tutti: don Nicola su questo fronte è ben preparato e ne ha una per ognuno di noi. Giusto il tempo di preparare le copie dei libretti, e siamo giunti all’atteso venerdì Santo. Il momento è stato intenso e sicuramente ben vissuto, è stato scelto di replicare l’esperienza dell’anno passato per quanto riguarda le due ultime stazioni, tenutesi al parco di via Guzzanica in un’atmosfera di profondo raccoglimento. Penso non dimenticheremo l’incontro delle due processioni e la gioia provata in quell’istante. Le candele, le luci, i canti e la preghiera ci hanno permesso di riflettere, anche solo per qualche breve istante, su ciò che veramente stavamo vivendo e celebrando. Tutti noi giovani ci auguriamo di aver colpito positivamente le comunità aiutandole a pregare, sperando di aver interrotto quella routine che quotidianamente ci travolge e distoglie l’attenzione dalla cose veramente più importanti. Luca Santini Due famiglie È possibile avere due famiglie? Questa domanda normalmente riceverebbe una sola e secca risposta: “No!”. Tuttavia io ne ho trovata una nell’oratorio, con la quale ho iniziato, ormai da un anno, un lungo e bellissimo percorso, grazie al quale ho capito che basta proprio poco per stare in gruppo, divertirsi e sentirsi proprio come in famiglia. Ogni giovedì sera, noi ragazzi del ’98, ci siamo incontrati in oratorio e quest’anno abbiamo seguito anche un percorso alla comunità “Patronato San Vincenzo” di Sorisole, guidato in modo esemplare da don Fausto Resmini. Durante una di queste uscite ci siamo fermati a mangiare interagendo in prima persona con i ragazzi della comunità ed è stato molto interessante. Nel periodo natalizio, invece, ci siamo impegnati per preparare la ormai tradizionale raccolta di Natale, durante la quale, visto il clima gelido, ci siamo scaldati con canti tipici, risate e giochi in compagnia dei bambi- ni felicissimi di ricevere la visita di Babbo Natale in persona. Per finire, come terminare l’anno in modo perfetto se non con una convivenza di tre giorni in oratorio? In questo periodo breve ma intenso, noi e il gruppo degli adolescenti del ‘99 abbiamo vissuto in modo autonomo, cioè senza alcun contatto con la propria famiglia, la vita di comunità mangiando, studiando, pregando e dormendo in oratorio, regalandoci a vicenda un’esperienza unica e irripetibile. È stato l’anno migliore della mia vita, abbiamo trasformato un passatempo per staccare dal quotidiano, in qualcosa di speciale. Il merito di tutto ciò è da attribuire a tutti noi che ci siamo messi in gioco, a don Nicola ed agli educatori che ci hanno guidato per tutto il tempo, in modo responsabile e senza far mancare il divertimento! Luca Danesi (Cipu), un ragazzo del ‘98 15 16 GRUPPO GIOVANI COMUNITÀ S. MARIA Che cosa è l’uomo, perché te ne curi? Impressioni sulla vita consacrata dalle esperienze vissute dal gruppo giovani Durante quest’anno, i giovani di Sant’Andrea e Santa Maria hanno avuto la possibilità di percorrere un tratto di strada insieme. Sono infatti stati chiamati a partecipare a incontri comuni con cadenza bisettimanale. Alcune tappe di questo percorso affondano le radici nella lettera apostolica che il Santo Padre ha scritto il 28 novembre 2014. In quella lettera era indetto un anno dedicato alla vita consacrata che si è aperto il 28 novembre 2015 e finirà il 2 febbraio 2016. Partendo dal fatto che un’idea simile possa sembrare anacronistica, bizzarra e fuori luogo visti i problemi più grandi da cui il mondo e le nostre realtà sono vessati, il gruppo, stimolato dai suoi educatori, ha deciso di capire su cosa il papa invitasse a riflettere provando a conoscere un pochino meglio questo apparentemente distante mondo della vita consacrata. Per fare ciò abbiamo visitato di persona dapprima il monastero domenicano di Matris Domini situato ai piedi di città alta e successivamente un appartamento in via Ghislanzoni in centro a Bergamo, dove risiedono alcune donne consacrate che insieme formano la comunità Effatà. Come si può intuire, in termini di spazio, queste realtà non solo sono vicine a noi ma vivono dentro le nostre città, magari proprio nelle vie che percorriamo ogni giorno frettolosamente per adempiere in nostri doveri o per raggiungere i luoghi dove passiamo le nostre serate con gli amici. Nella prima visita abbiamo conosciuto una monaca di clausura che ci ha raccontato la sua vita prima della professione religiosa e come sono cambiate le sue abitudini negli anni seguenti. Le esperienze dei due incontri ci hanno dato spunti per alcune considerazioni. Anzitutto viene spontaneo sottolineare alcuni tratti che accomunano le persone conosciute. Traspaiono dai loro volti pace e gioia sincere, scaturite da quel “qualcuno” che hanno trovato dopo intensi periodi di ricerca e scelte prese anche con coraggio e in tutti i casi controcorrente. Abbiamo conosciuto persone che vivono per testimoniare e per rendersi disponibili verso il prossimo. Le differenze tra i due stili di vita risiedono proprio nella modalità di aiuto verso il prossimo. Le suore di clausura sostengono il prossimo con una preghiera incessante e che scandisce tutte le ore della giornata. È sorprendente il fatto che mentre dall’esterno del monastero la loro attività sia praticamente sempre snobbata e ritenuta distante e distaccata dal mondo reale, la comunità all’interno del monastero sia viva e inserita nel mondo. Sentendo la loro testimonianza si ha l’impressione di aver a che fare con persone che consapevolmente scelgono di vivere senza un contatto fisico con il mondo, ma allo stesso tempo si prendono cura delle persone che lo abitano innalzando incessantemente preghiere a Dio. Danno l’idea d’infaticabili infermiere invisibili che curano amorevolmente l’animo umano (troppo esagerato, drastico o pittoresco???). Le “suore civili” (meglio: laiche consacrate) della comunità Effatà hanno invece un modo più concreto e visibile di aiutare il prossimo. Queste persone vivono la vita di tutti i giorni come tutti noi, lavorando e vivendo in una casa normale in un contesto cittadino con tutti gli obblighi e i doveri che questo comporta. Oltre a ciò, tutte hanno impegni rivolti all’aiuto del prossimo ciascuna secondo le proprie capacità e predisposizioni. Impegni in parrocchia, a scuola, in diocesi, sempre a disposizione dei bisogni che il vescovo indica loro. Oltre alla pratica della castità rispettata per voto, ciò per cui si contraddistinguono è stato proprio spiegato da una di loro mentre raccontava la sua esperienza e consiste nel vivere una vita di qualità testimoniando che in Gesù, per Gesù e con Gesù si vive una vita di qualità. Le conclusioni dopo queste esperienze sono quelle di aver conosciuto meglio il mondo della vita consacrata. Queste persone vivono nel nostro stesso mondo, nel nostro stesso tempo solo con stili differenti tra loro e priorità differenti dalle nostre. L’impressione è che non si facciano travolgere dalle nostre preoccupazioni e frenesie. Dalle loro testimonianze si evince come apprezzino e valorizzino le piccole cose che scandiscono la giornata quotidiana come doni non scontati e casuali, ma come segni dell’amore di Dio. In ultima analisi si deve ammettere come quella dell’anno di vita consacrata sia stata un’occasione che ci ha voluto regalare il papa per conoscere realtà e stili di vita diversi dal nostro, ma da cui è possibile attingere spunti con cui migliorare il nostro stile di vita. Un giovane di Sforzatica COMUNITÀ S. MARIA SACRA SINDONE Pellegrini nelle ferite della storia Pellegrinaggio in occasione dell’ostensione della Sacra Sindone Domenica 26 aprile abbiamo partecipato al pellegrinaggio parrocchiale alla “Sacra Sindone” a Torino. Con gli altri partecipanti, una novantina di persone circa, siamo partiti di buon’ora e verso le 9,30 abbiamo raggiunto la nostra destinazione: i Giardini di Palazzo Reale. Con grande sorpresa non abbiamo trovato molte persone in coda: in poco tempo, superati i controlli, siamo entrati in un lungo tunnel che ci ha condotto alle porte del Duomo. Lungo il percorso siamo stati accompagnati da una musica di sottofondo e da cartelloni che raccontavano la storia dei santi e dei beati piemontesi: sono davvero tanti! Dopo aver visto un breve filmato che prepara alla visita approfondendo tutti i particolari del Telo, siamo finalmente entrati. Ci siamo trovati davanti alla “Sacra Sindone”, racchiusa in una teca di vetro distante da noi non più di un paio di metri e l’emozione è stata grande: regnava un silenzio assoluto e l’atmosfera era davvero particolare. Penso che tutti abbiano provato delle sensazioni uniche e forti di fronte all’immagine dell’Uomo della Sindone e al mistero della Risurrezione, anche chi era lì solo per curiosità. La figura di Gesù si distingue nitidamente, in particolare il viso, le braccia, le ferite e le macchie di sangue. Purtroppo abbiamo potuto sostare solo pochissimi minuti. Dopo aver visitato il Santuario della Consolata, abbiamo pranzato tutti insieme nel vicino convento. Nel pomeriggio ci siamo divisi. Un gruppo ha visitato il Cottolengo, cuore pulsante della carità, dove dall’intuizione di S. Giuseppe Benedetto Cottolengo trovano ospitalità migliaia di persone che hanno bisogno di costante assistenza. La testimonianza di una suora e la visita attraverso i vialetti di quella che è chiamata “Piccola Casa della Divina Provvidenza” ci hanno mostrato una Chiesa che cura con amore speciale i più poveri. L’altro gruppo si è diretto invece al Sermig che ha la sua sede nell’Arsenale della Pace; un “monastero a cielo aperto” dove alcuni laici consacrati e molti volontari cercano di aiutare le persone meno fortunate di noi, gente senza lavoro, senza casa, perseguitati che scappano dalle guerre e trovano un posto per mangiare, dormire e lavarsi. Accolgono bimbi e le loro famiglie che vengono da lontano per farsi curare, o semplicemente aiutano i ragazzi del quartiere nei compiti di scuola o insegnano loro un mestiere. La cosa che più colpisce è l’intensità con cui queste persone mettono al centro di tutto il loro operato Gesù e la preghiera, che definiscono la “benzina” per alimentare il loro motore. Abbiamo poi celebrato la S. Messa nella Basilica Mauriziana e, ormai giunta la sera, ci siamo avviati sulla strada del ritorno. La giornata è stata davvero intesa e faticosa ma tutti noi abbiamo portato a casa nel cuore qualcosa di veramente prezioso. Un grazie a tutti, in particolare agli organizzatori. Una famiglia di Sforzatica 17 18 GRUPPO FAMIGLIA COMUNITÀ S. MARIA Itinerario per i fidanzati in preparazione al sacramento del Matrimonio Il Gruppo Famiglia ci racconta che… Nella continuità della missione delle nostre Parrocchie, si è svolto a inizio anno l’itinerario per fidanzati “In Cammino verso SI” che, dopo 10 incontri, si è concluso domenica 15 marzo, con la giornata di spiritualità tenutasi presso i Padri Sacramentini di Ponteranica, durante la quale le coppie partecipanti hanno ottenuto il loro meritato attestato di partecipazione. Il “cammino” è stato organizzato dal Gruppo Famiglia delle parrocchie di Dalmine, presso il nuovo oratorio della parrocchia di Mariano. A questo itinerario hanno partecipato 18 coppie di fidanzati, condividendo in amicizia il cammino loro proposto, il quale ha dato loro l’opportunità di riflettere e capire il senso del matrimonio cristiano, le nuove responsabilità che con esso sapranno affrontare, con la certezza che la loro reciproca fiducia sarà la chiave per capire la fede, alimentata dal loro stesso amore. Come già sperimentato utilmente negli altri anni, ogni incontro è stato caratterizzato da un breve momento di accoglienza e di preghiera, quindi la relazione da parte del relatore ed, infine, il lavoro di approfondimento e di discussione in tre gruppi nei quali i partecipanti erano stati suddivisi. Due coppie del Gruppo Famiglia, all’interno di ogni gruppo, favorivano la discussione sul tema della serata. La conoscenza reciproca ed il dialogo fra le coppie venivano facilitati anche da un simpatico momento di condivisione e convivialità. Il periodo trascorso insieme ha certamente creato buone opportunità di crescita, di dialogo e di migliore reciproca conoscenza tra le varie coppie, ma anche all’interno di ciascuna coppia, su temi che raramente avevano affrontato insieme e che ritenevano, essere importanti per la loro maturità e duratura “sintonia”. Il Gruppo Famiglia interparrocchiale, per l’occasione è stato sempre presente con le 6 coppie sposate animatrici, e altre 2 di supporto, oltre all’assistenza di don Umberto, responsabile dell’itinerario e relatore sulla morale, e la collaborazione di altri parroci sempre come relatori: don Cristiano e don Massimo. Speriamo vivamente che i fidanzati partecipanti abbiano riscoperto il valore della fede e ben compreso il senso del sacramento del matrimonio e del valore sociale che gli sposi e le famiglie portano nella comunità. Vi riportiamo di seguito alcuni giudizi che, in forma spontanea, i partecipanti hanno voluto lasciarci e che, a nostro avviso, rappresentano bene il senso di questi incontri. Giudizi che ci regalano una bella speranza per un futuro migliore. “Il corso fidanzati è cominciato come prassi per il matrimonio cristiano, ma questo percorso di riflessione e condivisione si è rilevato inaspettatamente piacevole, coinvolgente e fonte di spunti personali e confronto nella coppia. Il matrimonio sarà un passo importante, una scelta definitiva che tuttavia non metterà le coppie al sicuro da ogni difficoltà nella vita, pertanto gli esempi e il confronto di gruppo ci hanno favorevolmente impegnati all’introspezione e alla correzione di comportamenti talvolta dati per scontati. Grazie per questa bella opportunità.” Arianna e Ivan “È stata una bella esperienza di coppia: interessante in tutti i temi.” “...è stato un bel cammino che ti ha fatto capire molte cose della vita di coppia e che ti aiuta a capire che cosa comporta il matrimonio; sono stato contento di avere partecipato a questo corso, mi è servito ed ora affronto il matrimonio in un modo migliore…” “…cammino positivo con diversi spunti di riflessione. Esperienza positiva in quanto mi ha fatto capire il vero valore del matrimonio…” “…nonostante abbiamo intrapreso questo percorso con un misto di curiosità e dubbio su cosa ci aspettasse, giunti al termine ne siamo molto soddisfatti sia per la crescita personale e di coppia, sia per aver avuto la possibilità di conoscere persone pronte a guidarci e persone come noi, pronte ad iniziare un cammino di vita insieme. Un grazie particolare alle nostre fantastiche coppie guida Arianna e Mirco, Giuliana e Manuel. Che questo percorso sia l’inizio di una vita insieme bellissima, fatta di gioie e di dolori da condividere.” Ilaria e Michele “…percorso molto interessante e ben organizzato per chi si approccia ad un passo importante della propria vita… il matrimonio. Consiglio anche alle coppie che non hanno previsione a breve tempo di sposarsi, di lanciarsi in questa avventura molto stimolante, che ti permette di conoscere molte persone, pensieri, amici… ma soprattutto ti aiuta a conoscere meglio il rapporto con la persona che ami.” “…è stata un’esperienza sconvolgente che ci ha fatto riflettere, confrontare, capire qualcosa di più di noi e della nostra COMUNITÀ S. MARIA coppia, e tutto questo grazie ad un gruppo di persone che ci ha permesso di esprimere con tranquillità i nostri pensieri… grazie.” “…voglio condividere i cambiamenti che questo percorso ha dato con ciò che era il mio pensiero prima e ciò che è adesso. Dal: “Devo fare questo corso obbligatorio, cosa avrà da dirmi un prete sui problemi della vita di coppia, non ho voglia di andare a farmi bacchettare” al “Questo percorso mi ha insegnato cose semplici: quando le ascolti sembrano banali, ma è grazie a queste cose semplici che possiamo costruire il nostro noi, avevo bisogno di qualcuno che me le facesse notare e m’incitasse a riflettere, anche se semplici io da solo non ero capace di individuarle.” “…il cammino proposto durante il corso fidanzati ci ha permesso di toccare ed approfondire svariati temi molto interessanti. Discutendo su di essi, durante gli incontri a casa, è stato possibile conoscere meglio se stessi ed il proprio partner.” “…qualcuno prima di andare al corso fidanzati pensa: “Ma cosa ci vado a fare, sarà una noia, però ci devo andare” e alla fine partecipa. Dopo la prima serata già un po’ ti ricredi dei tuoi pre-pensieri e più le serate passano più è positiva la partecipazione, fino a non farne più a meno. Ti fa piacere andare perché gli animatori ti fanno sentire a tuo agio, e anche nel gruppo riesci a tirare fuori cose che magari nella coppia non avresti trattato, rafforzando così il rapporto. Un’esperienza positiva consigliata…” “…io penso che questo cammino di coppia sia stato utile per capire certi argomenti e per affrontarli seriamente per venirsi incontro e confrontandosi ulteriormente con altri. Ha motivato inoltre noi fidanzati e in qualche modo stimolato il rapporto di coppia facendo capire i veri valori e i gesti che contano più di tante parole. Perché la vera felicità ce l’hai soltanto se sei con la persona che ami e affrontare questo percorso mi ha fatto capire la vera fortuna di aver accanto una persona speciale, disposta a passare per sempre questo cammino insieme a me. Perciò ritengo che sia da consigliare e da diffondere data l’utilità. Grazie di averci dato la possibilità di passare quei bei momenti.” “L’esperienza fatta insieme durante l’itinerario di coppia è stata interessante per quanto riguarda le esposizioni dei relatori; i lavori di gruppo sono stati adeguati ma forse troppo lunghi per il mio criterio personale.” “…questo cammino al contrario delle mie aspettative è stato molto interessante. Mi ha fatto riflettere su certi aspetti che non avevo mai preso in considerazione sia morali che giuridici. Ringrazio i relatori e gli animatori del mio gruppo per averci guidato in questo percorso.” “…riteniamo che il corso effettuato sia stato molto coinvolgente ed interessante sia dal punto di vista delle relazioni fatte dai vari relatori, sia nel successivo lavoro di gruppo, che invita a riflettere su noi stessi e sulla vita di coppia. In particolare fa capire quanto si può conoscere l’uno dell’altro tramite semplici questionari da compilare. Quello che pensiamo sia più indispensabile in questo corso sono i vari interventi fatti GRUPPO FAMIGLIA da Don Giuseppe Belotti che con il suo modo così semplice di spiegare le cose, e con un po’ di ironia, ti fa comprendere in pieno il significato del matrimonio e crediamo proprio che ce lo ricorderemo per sempre! L’altro intervento molto coinvolgente è stato quello di Padre Luca Zanchi, spiegando molto bene gli aspetti liturgici e giuridici del matrimonio. Detto questo volevamo ringraziare i nostri animatori che ci hanno accompagnato in questo cammino di preparazione a questo nuovo sacramento che l’anno prossimo probabilmente riceveremo.” “…con il cammino fatto insieme ho ritrovato e scoperto la mia voglia di essere parte di una comunità, l’importanza di non isolarsi, e quei piccoli gesti che aiutano il cuore di un matrimonio, e l’importanza di Dio nella nostra casa, perché con l’amore di Dio unito al nostro amore, potremo andare lontano ed insegnare questo amore ai nostri figli.” “…è stato un cammino positivo, riflessivo, mi è piaciuto molto e mi ha fatto pensare a cose che davo per scontate.” “…è stata una bella esperienza di scambio di opinioni, ho ascoltato sempre con attenzione tutte le serate del corso: è utile per migliorarsi umanamente e spiritualmente.” “…mi sembra ieri che ci siamo iscritti al corso, e sono già passati 3 mesi. Al primo incontro ero un po’ agitata perché non sapevo come si sarebbero svolte le serate… avendo un carattere un po’ introverso il fatto di doversi confrontare con altri ragazzi, affrontare certe tematiche mi hanno fatto esitare un po’… Ma dopo la prima domenica sera rientrata a casa alla domanda: “Com’è andata?” da parte di genitori e amici ho risposto con entusiasmo e serenità: “Benissimo!!! Sarà una bella esperienza ne sono sicura!”. Ed infatti così è stato, ogni sera mi arricchivo di qualcosa di nuovo ed ero felice di ascoltare temi profondi e relatori che con la loro semplicità e con la loro fede, ognuno a suo modo, mi hanno dato molto. È così, alla base di un rapporto ci vuole l’amore e uno sguardo verso Dio. Anche l’oretta passata in gruppo era un momento di condivisione e perché no, di risate, (ci sta!!!). Complimenti agli animatori e ai relatori per la disponibilità e l’impegno che ci hanno messo in queste serate. Un grazie di cuore a tutti.” Alice e Claudio Anche noi del Gruppo Famiglia condividiamo questi giudizi, rivolgiamo il nostro sincero grazie a tutti coloro che hanno reso possibile questo “miracolo d’amore”, a chi ci ha seguito nella preghiera, e a chi, credendoci profondamente, trova il tempo ed il coraggio di spendersi con entusiasmo per rendere concreta la pastorale familiare! Il Gruppo Famiglia di Dalmine 19 20 COMUNITÀ S. MARIA CONSIGLIO VICARIALE Il lavoro svolto dal Consiglio Pastorale Vicariale nella seconda parte dell’anno Il Consiglio Presbiterale Vicariale ha intenzione di chiedere al Consiglio Pastorale Vicariale di assumere un ruolo di autorevolezza nel vicariato e nei confronti delle parrocchie: per questo la segreteria del Vicariato ha pensato di proporre alcuni incontri formativi sul tema della Chiesa nella seconda parte dell’anno. In particolare sull’identità e lo stile della presenza nel mondo della Chiesa post conciliare, con lo scopo di favorire un discernimento per giungere ad una concezione comune sulla Chiesa e per chiarire quali siano i criteri di lettura che facciamo agire nel momento in cui verifichiamo e progettiamo il cammino del Vicariato e delle singole comunità parrocchiali. Le relazioni sono state proposte da Enzo Pagani, laico appassionato della Chiesa, la cui esperienza prima alla libreria Buona Stampa e ora presso l’editrice Ancora ne fanno un buon osservatore in grado di proporre significative riflessioni e di accompagnare il Consiglio nel dare uno sguardo sulla Chiesa. I quattro incontri del Consiglio dedicati a questa riflessione hanno avuto per tema: 1) introduzione sulla Chiesa; 2) le figure del laico e del prete; 3) il cambio del paradigma della fede, con un ampio riferimento alla Evangelii gaudium; 4) la parrocchia. INTRODUZIONE SULLA CHIESA L’intera proposta è partita da un ampio panorama storico sulla Chiesa, importante perché consente una percezione più adeguata dei cambiamenti in atto. Tutto ha avuto inizio con il gruppo di discepoli che si è formato intorno a Gesù Cristo. Gli Atti degli Apostoli contengono il primo racconto di cosa fa la comunità: carità fraterna, preghiera e predicazione. Il primo cambiamento si ha quando matura la convinzione che il messaggio di Gesù sia per tutti: per questo occorre conservare l’originalità di ciò che Gesù ha detto e fatto, fissando la professione di fede e il canone delle Scritture). Solo con i Padri della Chiesa ha inizio la riflessione sull’essere Chiesa, ma senza giungere ad una definizione. La caduta dell’Impero romano ha come conseguenza che la Chiesa rimane l’unica autorità: per questo inizia a gestire anche il potere civile, che però la porta a mondanizzarsi, con l’abbassamento del livello dei costumi, e a costruirsi secondo uno schema gerarchico tipico del modello “politico”. I volti della Chiesa quindi sono tanti, creati dalla storia e non frutto di una riflessione consapevole. Quello che è giunto fino a noi è sostanzialmente dovuto al Concilio di Trento, che, in risposta alle riflessioni ecclesiologiche di Lutero (per il quale l’unico elemento fondativo era il Vangelo, il resto solo costruzione di cui liberarsi), ha dato una risposta tardiva e non accompagnata da una vera riflessione sulla Chiesa. Nei secoli successivi, con la nascita della modernità e lo sviluppo della scienza, dell’industria e della democrazia si assiste a un attacco alla Chiesa sulla base dell’idea che Dio non ci sia e comunque non serva. Il Concilio Vaticano I con il documento Pastor aeternus fa un primo tentativo di definire la Chiesa come corpo mistico ( realtà storica che rimanda a qualcosa di non visibile), ma alla fine prevale la sensazione della cittadella assediata, per cui la Chiesa viene definita solo in contrapposizione alle realtà mondane, come società perfetta, vera, spirituale e soprannaturale. Finalmente il Concilio Vaticano II riesce a rispondere alla domanda “cos’è la Chiesa?”: in particolare, la costituzione Lumen gentium nel- la versione definitiva propone un’immagine di Chiesa che nasce dalla dignità del Battesimo e non dai ruoli; nell’incipit del documento emerge che la Chiesa non risplende di luce propria, ma di quella di Cristo; il suo ruolo è comunque necessario perché deve portare questa luce a tutti gli uomini; i confini della Chiesa diventano perciò tanti cerchi concentrici (credenti, fratelli separati, credenti in Dio, uomini in ricerca, uomini non credenti, ma dalla coscienza retta), perché tutti sono nella Chiesa, anche se con diversa intensità; la missione della Chiesa è dilatare il Regno di Dio nella storia. I punti di riferimento ora sono la Parola, la comunità, la celebrazione e la preghiera, la missione. IL LAICO E IL PRETE Le due figure più importanti all’interno della comunità cristiana sono il laico e il prete. Anche in questo caso si parte da un excursus storico. Fino al II secolo la preoccupazione principale delle comunità cristiane è che l’annuncio del Vangelo giunga al maggior numero di persone; dal III secolo, raggiunto tutto il mondo allora conosciuto, il problema che prevale è l’organizzazione della Chiesa; in questo passaggio la figura del laico entra in crisi, in quanto si stabilizzano le figure chiave dei vescovi, dei presbiteri e dei diaconi, secondo il modello di unità intorno agli Apostoli lasciato da Gesù Cristo; si passa quindi da un corpo della Chiesa immaginato in una dimensione orizzontale a un corpo verticale che dal laico sale fino ai vertici della gerarchia; con l’umanesimo riacquista importanza il ruolo dell’individuo rispetto alla società e il Concilio di Trento affida alla parrocchia la cura della salvezza dei laici; la società moderna fissa una netta separazione tra sfera religiosa e civile e il laico in questa realtà ha un ruolo insostituibile di raccordo; nasce, anche se per necessità, il c.d. apostolato dei laici, le cui direttive sono però ancora prerogativa della gerarchia. La storia della figura del prete è parallela a quella del laico: fino al II secolo il suo ruolo è legato principalmente alla presidenza della celebrazione eucaristica; successivamente questa figura diventa propriamente sacerdotale, per cui non è più solo il presidente, ma l’unico intermediario tra la comunità e Cristo, per cui assume maggiore importanza; il cristiano perfetto è il monaco e in seconda battuta il prete, mentre i fedeli laici sono il grado più imperfetto di vita cristiana perché dedicano più tempo alle cose del mondo e meno alla preghiera. Con il Concilio Vaticano II, in particolare con il capitolo centrale della Lumen gentium, quello sul popolo di Dio, tutto ciò che viene detto è ugualmente diretto a laici, religiosi e clero; la prospettiva verticale è caduta e il laico è colui che, all’interno del popolo di Dio, vive tutta la realtà; il Battesimo dà la dignità di appartenere al popolo di Dio e grazie ad esso a tutti è concesso di essere re, sacerdote e profeta; i ruoli sono presenti solo nell’ottica del servizio a Gesù Cristo; rimane però l’idea che del mondo del sacro si occupino i preti e di quello profano i laici, mentre anche il prete vive il suo ruolo nel mondo, per cui anche per lui si pone prima di tutto la necessità di vivere la laicità e poi il suo ministero. La Gaudium et spes si occupa maggiormente dell’agire del cristiano: 1) l’indole dei laici è secolare (impegni e attività temporali come cittadini e rispetto delle leggi); 2) l’autonomia è importante (responsabilità esercitata alla luce della sapienza cristiana, tenendo presenti dottrina e magistero); 3) COMUNITÀ S. MARIA legittime decisioni diverse sulle medesime questioni da parte dei fedeli e nessuno deve rivendicare a favore della propria opinione l’autorità della Chiesa (l’unità è data dall’unica fede in Cristo). La rinnovata collegialità dei vescovi con il papa ispira nella Chiesa il principio della corresponsabilità nella comunità e ridà spazio e dignità ai laici: questo è il tempo in cui vivere questa nuova realtà. IL CAMBIO DEL PARADIGMA DELLE FEDE La fede in questo momento storico ha bisogno di una nuova formulazione. Questi anni ci stanno regalando due provvidenze in tal senso, papa Francesco e la Evangelii gaudium. Papa Francesco piace perché è fuori dai protocolli ufficiali, suscita una simpatia spontanea, ma questa immagine rischia di essere fuorviante, perché egli ha in mente qualcosa di più importante di questi aspetti esteriori. Alcuni elementi da evidenziare: 1) è un papa non occidentale, con uno stile di fede che piace, ma che è profondamente diverso dalle nostre convinzioni; 2) è un gesuita, per cui ha avuto una formazione non solo teologica, ma anche umanistica; 3) viene da una Chiesa molto diversa dalla nostra, più giovane e più “leggera”, che ha sperimentato una dittatura tra le più feroci e una crisi economica terribile che ha prodotto una povertà con cui confrontarsi; 4) presenta un nuovo concetto di missionarietà. La Evangelii gaudium pone al centro il tema dell’evangelizzazione, di come annunciare la fede. 1) La fede deve essere vissuta con gioia prima l’atteggiamento e poi il contenuto; la gioia è una dimensione interiore e più profonda rispetto alla felicità, che è più immediata; la gioia rende il messaggio vero e comunicabile. 2) La gioia nasce dalla guarigione delle ferite prodotte dalla libertà dell’uomo che si gioca nelle relazioni; queste ferite possono essere sia fisiche sia interiori/spirituali. 3) La medicina per queste ferite, per le quali il senso di colpa è fortissimo, è la misericordia intesa come perdono; due le direzioni: andare verso il ferito e condividere le ferite (=compassione); cura con intervento immediato, nella logica del “pronto soccorso” (immagine dell’ospedale da campo). 4) La conseguenza è che si deve uscire per le strade per comunicare la gioia e per curare e condividere. I ministri della Chiesa devono essere misericordiosi: non ci si deve rinchiudere nei precetti, ma donare l’annuncio che Cristo ti ha salvato non funzionari, ma testimoni. Due i pericoli che si possono prospettare: 1) il cristiano può sembrare il testimone della sofferenza ma il contenuto dell’annuncio non è la ferita, ma la dignità che può essere ritrovata e che porta alla gioia; 2) rischio dell’indifferenza dei comportamenti, perché è sempre possibile ricominciare qui entra in gioco la libertà e se non prendo la medicina, mi ammalo nuovamente e la misericordia può trasformasi in giudizio. L’uscire comporta anche la caduta delle barriere tra il dentro e il fuori, perché le ferite sono anche dentro la Chiesa e vanno illuminate dalla luce di Cristo. La spiritualità diventa la via di salvezza che non è solo interna alla Chiesa, ma un vero e proprio stile di vita. LA PARROCCHIA La parrocchia che conosciamo, caratterizzata dalla catechesi, dal culto, dall’Eucaristia e dalla formazione, è nata come già detto con il Concilio di Trento, di cui costituisce una delle parti più importanti della Riforma cattolica; il soggetto che più ha contribuito alla nascita della parrocchia è il laico, principalmente attraverso due strutture che hanno assunto un ruolo CONSIGLIO VICARIALE 21 da protagonista, le fabbricerie e le confraternite. Tuttavia nel Settecento, mentre nella società si affermano l’illuminismo e la modernità, il prete torna di nuovo al centro, passaggio che si consolida dopo che Napoleone scioglie le confraternite, dando un colpo decisivo al ruolo del laico. Alla fine dell’Ottocento nasce la dottrina sociale della Chiesa e il mondo laicale inizia a organizzarsi, più a livello diocesano che parrocchiale. Il Concilio Vaticano II non si interessa esplicitamente della parrocchia, ma pone la condizioni perché essa sia al centro del lavoro pastorale. La parrocchia ha affrontato nel tempo situazioni anche molto complicate, a volte dando risposte non adeguate, ma riuscendo a rimanere sempre viva; oggi la situazione non è più complicata di ieri, perché la società attuale non si può definire atea, anzi si rileva un significativo bisogno di spiritualità, anche se non di Dio, della religione e della Chiesa. Tre i punti forti della parrocchia: il territorio, i vissuti umani e il culto. Territorio: un tempo era il punto di forza principale; oggi però la vita non è più vissuta in un unico territorio (lavoro, tempo libero, sport, Messa in santuari e altri luoghi, ecc.). Vissuti e relazioni: prima si riconducevano alla parrocchia e alla figura del parroco, mentre oggi si fa riferimento anche o principalmente a modelli non religiosi. Culto: i sacramenti, a parte il matrimonio che è veramente in crisi, sono ancora richiesti (per abitudine, per scaramanzia, perché porta bene…), come pure in quasi tutti i casi il funerale, ma ciò porta con sé il rischio di trasformare la parrocchia solo in un’agenzia di servizi religiosi. Alla luce di tutto ciò, possiamo dire che i punti forti della parrocchia oggi presentano delle criticità: come rifondare allora la parrocchia e il senso ecclesiale? Occorre partire da quanto emerso nelle prime tre relazioni. 1) Nuovo profilo della parrocchia: essere il punto più esteso e diffuso attraverso il quale giunge agli uomini la luce di Cristo; infatti; i vissuti delle persone dalla nascita alla morte sono comunque riconducibili a una parrocchia, anche se questa varia nel corso della vita; nella società attuale sono venuti meno i riti di iniziazione, per cui alla parrocchia vengono chiesti i sacramenti con questa finalità; si tratta di momenti di passaggio che costituiscono occasioni per offrire a tutti la proposta di una vita di fede. 2) Missione della parrocchia: offrire a tutti il Vangelo, ovvero ciò che Dio ti vuole dire sulla tua vita; non solo tenere aperte le porte per chi viene, ma anche andare a cercare per essere presenti dove giunge la luce di Cristo con stile di misericordia e di perdono. 3) Il Battesimo genera il cristiano comune, raggiunto dalla grazia e dalla luce di Cristo; tutti perciò nella storia vivono un’esperienza religiosa; la parrocchia deve essere al servizio di questa realtà. Poi esistono i cristiani comuni impegnati in parrocchia, ma anche per loro l’impegno deriva dal Battesimo; la presidenza del prete è chiamata a suscitare i servizi nella comunità e a curare le relazioni con i singoli e non solo con il gruppo degli impegnati; lo stesso devono fare i laici. Corresponsabilità: diritto e dovere di tutti i laici di assumere un servizio e una responsabilità nella comunità non è volontariato, ma una forma di Chiesa. A questo punto occorre rivedere le nostre pratiche, per verificare se non sono troppo autoreferenziali, più preoccupate di se stesse che di Cristo. Alcuni criteri: la Parola la Bibbia sta al di sopra di tutto, è testimonianza, è dimensione esistenziale; la Liturgia fare memoria di una realtà passata che è ancora efficace (è il punto più debole); Vita buona dare sensatezza e cura alle nostre azioni, tenendo insieme idealità e vissuti. La segreteria del Consiglio Pastorale Vicariale 22 COMUNITÀ S. MARIA VARIE Proprio lui è il tesoro che cercate! Chierichetti alla festa di Clackson, vincitori... Il primo maggio siamo saliti in seminario per partecipare alla seconda tornata (la prima è stata il 25 aprile) della quarantaduesima festa di Clackson, con altri 800 chierichetti e chierichette della diocesi di Bergamo. Come ogni anno bisognava costruire un oggetto che rappresentasse il proprio gruppo parrocchiale. Tema di quest’anno: “L’Ostensorio”. A dir la verità nella costruzione siamo partiti un po’ in ritardo, però con l’incoraggiamento di alcuni genitori abbiamo potuto realizzare il nostro Ostensorio come simbolo delle nostre due comunità: S. Andrea e S. Maria. L’idea della costruzione è nata da due papà, poi noi abbiamo cercato di interpretare e spiegare le varie forme che compongono l’ostensorio. La base è a forma di croce di S. Andrea che sorregge un crocifisso con al centro l’eucaristia. Da queste croci si dirama una serie di dodici fili colorati (quasi a rappresentare i dodici apostoli), che s’intrecciano formando una rete e una barca con le sue vele (S. Andrea era un pescatore); tutti questi fili colorati rappresentano anche ognuno di noi che uniti formiamo un’u- nica comunità che viaggia insieme verso la comunione. Dalla sede dell’eucaristia si diramano altri fili che formano le iniziali di Andrea e Maria e alcuni fili azzurri e bianchi raffigurano il manto della Madonna, Maria appunto. La nostra interpretazione ha talmente convinto la giuria del seminario che ci ha voluto premiare per l’originalità e miglior Ostensorio. E pensare che qualcuno era convinto di salire solo per far festa tutti insieme, ma senza nessun oggetto o simbolo che ci rappresentasse! La giornata sembrava promettere pioggia, e invece ci siamo divertiti all’aperto. La terza media del seminario ci ha fatto riflettere su questa provocazione: “Chi trova un amico trova un tesoro, chi trova un Dio amico trova tutto”. Poi la sfilata degli ostensori e la S. Messa insieme. Dopo pranzo sfida a calcio contro chierichetti bulletti (battuti 23 a 4!) e lo spettacolo finale con la sorpresa del primo posto. I seminaristi di quarta teologia ci hanno fatto fare il giro della fede nel mondo, accompagnati dalle parole dell’inno che è già un tormentone: “Son Vittorio sono l’ostensorio, con Gesù vado in ogni territorio. Chierichetti venite qui e guardate, proprio Lui è il tesoro che cercate!”. Così alla fine per noi la festa è stata doppia, una festa che vogliamo condividere con tutti voi, una festa che noi condividiamo tutte le volte che saliamo sull’altare al servizio dell’eucaristia. L’importante è crederci! I chierichetti di Sforzatica Pallavolo in Oratorio Anche quest’anno siamo giunti alla fine della stagione sportiva. Grandissimi complimenti e ringraziamenti a tutti gli atleti, ai dirigenti e agli allenatori che con il loro entusiasmo, passione e volontà hanno reso possibile tutto questo: 95 atleti di cui 64 minorenni; LIBERE E AMATORIALE MISTO che hanno aumentato le vittorie rispetto agli scorsi anni. ESORDIENTI che per il secondo anno consecutivo sono giunti secondi nel proprio girone. Cari genitori e atleti non preoccupatevi, stiamo già programmando la prossima stagione, per cui dopo le meritatissime vacanze estive vi aspettiamo numerosi e carichi di entusiasmo come al solito. GIOVANISSIME E MINIALLIEVE che hanno disputato un ottimo campionato terminando con più vittorie che sconfitte. MAMME E PAPÀ che nonostante qualche difficoltà iniziale sono riusciti a costruire un buon gruppo per divertirsi allenandosi. Dario Allegrini COMUNITÀ S. MARIA ANAGRAFE SITUAZIONE ECONOMICA USCITE Dal 1 gennaio 2015 al 30 aprile 2015 Patrimonio attivo al 30 aprile 2015 € 16.921,89 ENTRATE Offerte - Offerte domenicali e feriali - Offerte candele - Offerte e raccolte straordinarie € € € 5.565,00 1.338,00 5.895,50 Attività pastorali - Attività parrocchiali - Attività bar - Attività in sostegno alla parrocchia - Teatro € € € € 1.827,10 9.780,00 3.150,00 1.285,00 Altre entrate straordinarie - Altre entrate straordinarie € 1.890,00 Entrate varie - Feste oratorio - Bollettino parrocchiale € € 1.950,00 1.415,00 Totale € 34.095,60 Ricordiamoci di loro Manutenzione - Manutenzione ordinaria - Manutenzione straordinaria € € 590,53 3.493,00 Imposte e tasse - Imposte e tasse (IRPEG/ILOR) € 715,00 Remunerazioni professionali - Remunerazione parroco - Remunerazione vicari parrocchiali € € 400,00 1.000,00 Spese generali e amministrative - Spese ordinarie di culto - Spese bollette oratorio - Spese ufficio e cancelleria - Spese/bollette casa parrocchiale - Spese chiesa - Spese banca - Spese bollette chiesa - Spese postali € € € € € € € € 646,97 6.549,03 713,49 1.231,84 559,03 152,41 4.077,44 4,60 Attività pastorali - Attività parrocchiali - Attività oratoriali - Attività in sostegno alla parrocchia - Bollettino parrocchiale - Attività bar - Sforzafesta € € € € € € 1.242,68 1.700,88 670,00 1.040,00 5.624,04 306,88 Tributi verso la curia - Tributi verso la curia € 2.567,00 Totale € 33.284,82 LOCATELLI GIOVANNI di anni 77 deceduto il 28/04/2015 ONORANZE FUNEBRI COMETTI MARIANO DI DALMINE Via Toscana, 2 OSIO SOTTO Via Leopardi, 3 BREMBATE SOTTO Piazza Don Todeschini, 17 Tel. 035 502700 Funerali in classe economica comprensivo di vestizione salma, bara, arredo funebre, disbrigo pratiche SERVIZIO AMBULANZA Convenzionato con TESTA MAURIZIO di anni 87 deceduto il 02/05/2015 23 ELETTRICI &. 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