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AVVENTURE NEL MONDO • AVVENTURE NEL MONDO
Giappone
cantano, suonano, recitano e gruppetti famigliari stesi sulle coperte portate da casa con gran quantità di cibarie;
gente che gioca, beve, scatta foto, si lascia andare liberamente ad un po’ di allegria. Siamo poi andati sul terrazzo
del Lumi Sky Walk a vedere il panorama della città,nel centro commerciale elettronico a comperare un teleobiettivo per Stefania e, prima di lasciarci con la promessa che
ci saremmo incontrati nuovamente a Kyoto,ci ha fatto assaggiare il tipico cibo di qui okonomiyaki una grande frittata ricca di verdure che viene cotta sulla piastra posta in
mezzo al tavolo.
Il primo impatto, curioso ed inusuale, lo abbiamo con la
tavoletta riscaldata del gabinetto provvisto di musica copri rumori, getto d’acqua dal basso seguito da aria calda.
Molto confortevole. Poiché nei minshuku, sistemazione di
tipo famigliare, e nei piccoli hotel si gira con le pantofole
o scalzi, vengono fornite ciabatte di plastica con scritto
TOILETTE da calzare prima di entrare. L’efficienza tecnologica è così perfetta che un giorno, mentre sostavamo in
un self-service collegato ad una clinica,Tommy in bagno
per errore ha premuto oltre ai vari bottoni (troppi) anche quello di chiamata di aiuto ed uscendo ha trovato
un’infermiera accorsa prontamente!
Noi non alloggiamo nei ryokan, troppo cari, ma nei minshuku o in confortevoli ostelli, ottimi per le informazioni
che forniscono,e dove troviamo sempre l’acqua calda per
farci la colazione alla nostra maniera comprando nei supermercati ciò cui siamo abituati.
In Giappone esiste la proibizione assoluta di fumare per
le strade che sono quindi libere da cicche e pulitissime;
raramente s’incontrano aree per fumatori, ma il buffo è
che poi nelle auto in sosta e nei ristoranti,dove non ci sono limiti, la gente si sfoga alla grande liberandosi dai divieti. Non esistono per le strade cestini per i rifiuti e quindi tutti li portano con sé, i bidoni delle case private vengono riempiti ed esposti solo di notte prima del passaggio dei camion.
I semafori pedonali,che si devono rispettare anche se non
passa nessuno pena essere disapprovati dagli sguardi severi degli abitanti, o multati, cinguettano come uccellini
con tonalità diverse.
Testo e foto
di Luisa Chelotti
8 aprile 2008
Osaka
Siamo atterrati ad Osaka alle 8 di mattina, il tempo è incerto, un momento piove a go go e subito dopo schiarisce così cerchiamo di giostrarci con le visite. Osaka non
è molto interessante, ma può servire come base per raggiungere diverse mete: Himeji col suo antico castello in
questo momento immerso in un parco di ciliegi fioriti;l’antica e famosa Nara con i suoi Templi; l’area di Koyasan
col famoso Cimitero Okuno-in e gli onsen negli antichi
Templi dove si può dormire e gustare i soba, spaghetti di
grano saraceno ed il tofu di sesamo, piatti tipici del luogo;
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Ise con il tempio scintoista più famoso del Giappone, immerso in un’enorme foresta di cedri altissimi.
Il “business hotel” prenotato dall’Italia, che non vuol dire
hotel di lusso ma albergo per frettolosi impiegati,ci ha accolti in minuscole camerette singole con TV, attacco PC,
pantofole e yukata, toilette comune. Qui abbiamo incontrato Hide,il manager giapponese da me conosciuto in Cina ad ottobre mentre salivo sullo Huangshan. Ha voluto
farci subito vedere il Castello di Osaka per poter ammirare la fioritura dei ciliegi ed il grande pic nic nel parco
dove,in occasione della sakura,si sono raccolti ragazzi che
13 aprile
Kyoto
Abbiamo deciso di restare a Kyoto 12 giorni pernottando due notti anche in un Monastero Zen .
Qui le bici sono un mezzo di trasporto usatissimo ed invadono i marciapiedi in modo scomposto, sembra di essere a Padova!. Camminiamo tanto, spostandoci fra i numerosi Templi in cui i ciliegi in fiore fanno a gara per la loro bellezza. La stagione è in ritardo e siamo molto fortunati di godere della Passeggiata del Filosofo incorniciata
da file di ciliegi rosa intenso, rosa pallido, con fiori a grappoli, a cascata; alcuni stanno già sfiorendo e la pioggia che
cade ad ondate improvvise porta via i petali creando dei
bellissimi tappeti con varie sfumature di rosa.
In questo week end, e per tutti i 5 gg. della sakura, i Giardini Imperiali sono ad entrata libera così ne abbiamo approfittato per immergerci fra le masse giapponesi nonostante la pioggia. Spesso, dopo un sole sfolgorante, ci si
trova sotto una pioggia battente (ombrellini in vendita
ovunque).Tokyo è contornata da montagne e quindi soggetta a mutamenti atmosferici improvvisi.
I giapponesi non sono proprio belli e colpisce vedere quanti giovani hanno le gambe storte e camminano con piedi
rivolti all’interno e quanti bei sorrisi di giovani ragazzine
sono deturpati da una dentatura terribile, per non parlare di molte vecchie donne che camminano piegate in due
Tutto in questo paese tende ad essere super perfetto,non
ci si può sbagliare a prendere i treni e quindi anche per
noi non è difficile viaggiare.Treni puntuali al secondo, co-
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incidenze al binario adiacente, cortesia formale del personale e sempre tanti inchini. Poiché gli inchini variano di
durata e di profondità a seconda del rispetto che si vuol
dimostrare alla persona, non sono ancora riuscita a capire a che messaggio corrisponda quello che fanno a noi.
Alla miushuku di Kyoto,che nel soggiorno comune ha il tokonoma angolo adibito all’esposizione di composizioni floreali e di un rotolo dipinto, dormiamo in tre in una grande camera con tatami.
16 aprile
Kyoto
Ormai abbiamo fatto il pieno di Templi e monasteri di
Kyoto,molti ne avremo ancora da vedere in giro dato che
in Giappone ce ne sono a migliaia; pare che il business
maggiore di questo Paese sia creare una Setta, se non appartieni già ad un antico gruppo Shinto, Zen o Buddista,
e con le offerte dei fedeli riuscire ad accumulare un sacco di soldi.
Sono stata molto colpita dal Tempio Fushimi-Inari Taisha
dedicato agli uomini di affari che, per ingraziarsi le divinità,costruiscono grandi Torii rossi (portali d’ingresso ad un
santuario scintoista) per favorire la propria fortuna. Qui i
Torii si sviluppano a porticato lungo la montagna boscosa
con un percorso ad anello, custodito da migliaia di volpi
in pietra i kami (divinità scintoiste) sparse ovunque; con
un’offerta comperiamo una tavoletta a forma di testa volpe su cui disegniamo la nostra faccia scrivendo sul retro i
desideri.
Ieri sera è arrivato trafelato Hide che, dopo un meeting a
Osaka, è venuto qui per stare con noi regalandoci una sua
giornata di lavoro.Incredibile!.Ha dormito nella nostra modesta Guesthouse e ci ha accompagnati a mangiare i tempura in un ristorante a prezzo fisso dove si potevano scegliere ogni tipo di spiedini da cucinare nel fornello posto
in mezzo al tavolo.L’abbiamo convinto a trasgredire quanto scritto sulla Guida che diceva che, per visitare il Palazzo Nijo-Jinya, bisognava essere accompagnati da un giapponese ma soprattutto prenotare con anticipo. Usando il
sistema all’italiana, lo abbiamo costretto a chiamare alle 9
di mattina per poter essere ammessi alla visita delle 11,visita che con suo grande stupore ci è stata concessa!
Questo Palazzo, uno dei tesori nascosti di Kyoto, fu eretto nel XVII secolo come residenza di un mercante, divenendo più tardi la locanda dove alloggiavano i feudatari
provinciali in visita allo shogun locale.Apparentemente piccolo,ha spessi muri ignifughi in terracotta e 24 stanze,lunghi corridoi ed ambienti con speciali pavimenti ‘usignolo’
(costruiti in modo da produrre un suono di preavviso),nascondigli per i daimyo (proprietari terrieri) e trabocchetti di controspionaggio per sventare attacchi di sorpresa..
Dopo aver girato per il resto della giornata a visitare ancora giardini e vecchie stradine, Hide ci ha fatto conoscere un locale speciale dove preparano solo tofu, cucinato
in vari modi e servito con gran cerimoniale. Noi da soli
non l’avremmo mai trovato! Alla fine ci ha depositati in un
bar ristorante italiano, dove si beve caffè a volontà, per
correre col treno fino ad Osaka e prendere il volo per
Tokyo dove lavora e vive.
Il tempo sembra essersi rimesso quasi al bello, non piove.Abbiamo deciso di andare a visitare fuori Tokyo il famoso Museo IMEHI,voluto da madre e figlia fondatrici nel
1980 di una setta che predica l’armonia con la natura e
che, fedeli al loro credo, lo hanno fatto costruire per il 90
% dentro la montagna; questa, dopo essere stata stravolta dagli scavi, è stata di nuovo resa boscosa reimpiantandovi sopra tutti gli alberi.Architetto di questo fantastico
Museo, un famoso giapponese di nome PEI che ha lavorato per sei anni ed ha creato una cosa unica al mondo nella quale sono esposte opere antiche.Abbiamo la fortuna
di poter visitare una speciale e bellissima mostra di ope-
re di “Buson” (sembra un nome veneto!) un grande scrittore di haiku (poesia di 17 sillabe) e pittore satirico giapponese del 1700.
Di ritorno a Kyoto abbiamo assistito al Teatro al Gion Corner, zona delle geisha, ad un concentrato per turisti del
teatro giapponese,uno spettacolo che come temevamo si
è rivelato orribile.
22 aprile
Kyoto
Abbiamo lasciato la Guesthouse dopo 8 gg.di permanenza
e la Sig.ra Yumiko Sa Kai,cui avevo regalato un CD con foto di PD e VE, ci ha donato una yukata ed ha voluto invitarmi a cena in un ristorante gestito da amici. Quella sera era così gasata e,dopo aver bevuto un boccalone di birra intercalato a due bottigliette di saké caldo, ho dovuto
sorreggerla nel rientro a casa; alla fine ci siamo abbracciate e mi ha promesso di venire in Italia a trovarmi.
Ci siamo trasferiti per due notti al Monastero Zen, consigliatomi da un’amica di PD che vive a Kyoto dove insegna cinese all’Università.Esso fa parte di un enorme complesso di 20 Templi con viali curatissimi e giardini,è un piccolo Monastero che appartiene alla famiglia del giovane
monaco scintoista che ci ha ricevuti. Ci ha sistemati nel
nuovo shukubo (foresteria del Tempio) in una stanza con
tre tatami, divisa da un’altra stanza occupata da una ragazza americana da una fusuma, porta scorrevole in carta
che consente di ampliare o ridurre gli spazi, un bagno e
cucinotto, tutto molto comodo e tranquillissimo.Al mattino, compreso nel prezzo dell’alloggio, era in programma
la visita del Tempio ma prima bisognava fare 45 minuti di
Meditazione (a pagamento); abbiamo aderito, per i miei
amici era la prima volta, alla fine ci è stato offerto quel tè
speciale che appunto si beve solo nei Templi,quasi una pappa verde, accompagnato da due cialde di riso soffiato. In
questo piccolo Tempio davvero molto interessante, è custodita l’unica campana gesuita portoghese antica, ci racconta che è stato qui anche un Papa, e dei vecchi bellissimi e rovinati dipinti in oro su seta .
Siamo in Gippone già da più giorni e ci stupiamo ancora
per alcune cose che vediamo, come la porta del taxi che
si apre e chiude automaticamente al passeggero che sale
o il portiere di un albergo che ci ha visti passare sotto la
pioggia e ci ha rincorsi per porgerci l’ombrello pur non sapendo dove alloggiassimo. E’ veramente un paese molto
strano, così diverso e riservato o timido, ma si è visto che
con un sorriso od un piccolo dono a volte si rompe il ghiaccio e si riesce ad avviare una conversazione. I giapponesi
Giappone
fanno presto ad andare in confusione,se si risponde in modo diretto come usiamo noi e non seguendo il loro intricato modo di ragionare,talvolta fanno domande tanto per
farle e non sono interessati alla risposta. La gente è molto curiosa,forse ci vedono come alieni perché loro si considerano uomini speciali al centro del mondo, noi siamo
gli altri.E’ molto diffuso nelle città trafficate riparare la bocca con una mascherina bianca quindi si vedono in giro giovani ragazze e signori eleganti con protuberanze che li fanno sembrare mostri preistorici.Le studentesse hanno tutte la divisa della scuola con gonne pieghettate cortissime
da cui spuntano grosse e corte gambotte.Tutte sono provviste di cellulari ultima generazione con cui continuano a
fotografarsi reciprocamente fra risatine e mossette.
La cosa che più colpisce è vedere la gente, sia molto giovane che anziana, sia sui bus, metro o treno, dormire a
qualsiasi ora, in piedi appesi alle maniglie o seduti con la
testa reclinata in avanti (mai all’indietro come noi) riuscendo a svegliarsi di colpo alla fermata giusta.Alcuni leggono libri, non li abbiamo visti con i manga, se non quando vanno a leggere quelli erotici e grotteschi gli ero-guroi
nelle librerie; di manga ne abbiamo trovato raccolte negli
ostelli e nei ristoranti.
Il cibo ci piace moltissimo e godiamo di tutte le specialità
che troviamo nei vari luoghi visitati come ad esempio a
Kurashiki,un’interessante cittadina dove abbiamo sostato per mezza giornata durante il trasferimento all’isola di
Shikoku. Qui è sorto il primo Museo d’arte Moderna voluto da un grande industriale tessile,Ohare Kisaburo,mecenate di un giovane pittore locale. Spostando le sue fabbriche tessili per costruirne altrove di più moderne,ha ristrutturato il vecchio villaggio con i magazzini e gli alloggi
degli operai creando un centro turistico famoso, sia per
le opere d’arte raccolte nei diversi musei che per i suoi
Mamakari sushi a base di sardine. Ottimi.
23 aprile
Isola di Shikoku
Ci siamo fermati all’ostello di Takamatsu, camera a tre
letti con tatami e bagno privato, ottimo! Da qui siamo andati,con lenti trenini,ai famosi Gorghi di Narita visibili dall’alto di passerelle costruite sotto al grandioso ponte che
unisce l’isola di Shikoku a quella di Honshu;i gorghi si formano nello scambio di maree fra il Mare interno e l’Oceano,quindi due volte al giorno.Spettacolo interessante.
Shikoku non è molto turistica ed è per lo più frequentata dagli henzo, fedeli che vanno a percorrere il Pellegrinaggio circolare negli 88 Templi shintoisti, sia a piedi (rari) che trasferendosi fra l’uno e l’altro in l’auto. Purtrop-
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po qui i mezzi di trasporto pubblici non sono molto frequenti e quindi noi abbiamo visitato il primo Tempio Ryozen-ji, che è quello dove arrivano i pellegrini vestiti completamente di bianco, con grande cappello in paglia e bastone ad imprimere il primo timbro sul loro libretto, e un
altro Tempio che si trova scendendo più a sud, il famoso
Kompira-San dedicato ai marinai, agli aviatori ed ai cavalli. Posto in cima ad una scalinata lunghissima fiancheggiata
da negozi di souvenir, è molto frequentato dai pellegrini
alcuni dei quali, per voto, fanno la questua. Dentro al Tempio molte immagini e modellini nautici,fra cui lo scafo della prima barca a vela con impianto ad energia solare donata dopo aver fatto il giro del mondo, il ritratto del primo astronauta giapponese.
Quest’isola, posta a sud di Honshu, ha una temperatura
più gradevole ma non meno piovosa e la gente sembra meno frettolosa e più socievole. Un esempio di gentilezza mi
è venuto dal gestore della lavanderia cui ho portato i pantaloni, quando li ho ritirati mi ha regalato due pompelmi!
Speravamo nel bel tempo invece la pioggia continua a comparire sistematicamente a giorni alterni; oggi si è aggiunta
la sabbia gialla proveniente dalla Cina che ha sporcato l’aria. In verità non sembra che qui ci sia molto inquinamento, forse perché siamo in una zona rurale e le rare fabbriche emettono fumi bianchi che si disperdono subito, poche sono le auto in circolazione, la gente usa i mezzi di
trasporto. Stupisce la quantità di corrente elettrica che
viene usata nelle case sia per i numerosi elettrodomestici che tutti possiedono,che per riscaldare le abitazioni senza problemi. Quante centrali nucleari ci sono? Nella mappa che vedremo al Memorial di Hiroshima, il Giappone
non viene menzionato fra i Paesi nuclearizzati!. Di ottimo c’è che l’acqua che scorre dai rubinetti, è
potabile; in Giappone non abbiamo mai trovato l’acqua minerale.
Anche in questa piccola cittadina sono diffusi i locali dove la
gente gioca per ora a pachinko ,
flipper verticali talmente in
voga nel Giappone da essere diventati una delle
fonti di fondi per la
yakuza, la potente
mafia locale.
Quando si
aprono le
porte ne esce
un concentrato
assordante misto di
musica e di gettoni di
ferro che cadono nelle macchine .
Spostandoci verso
ovest siamo capitati
a Matsuyama in un
simpaticissimo
ostello nella zona
di Dogo dove esiste il più famoso
Onsen del Giappone e dove
abbiamo fatto
l’interessante e
rituale esperienza dei bagni termali. Una prima spoliazione avviene per tutti in
una sala comune poi ci si reca
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in un antibagno a sessi separati dove ci sono bassi seggiolini in legno, saponi di ogni genere e docce a mano per lavarsi prima di entrare nella vasca comune di acqua caldissima.La nostra era a 43°C.Si resiste in acqua finché si può,
poi una bella sosta a riprendere il calore naturale sorseggiando il tè verde prima di uscire definitivamente dalle terme. In questo onsen ci sono vari livelli di vasche, salendo
di piano aumenta il prezzo fino ad arrivare all’ultimo dove il costoso biglietto da anche il diritto a visitare con guida i bagni privati della Famiglia Imperiale.
Decidiamo per una gita in treno al vecchio villaggio di
Uchiko, formato da bassi edifici risalenti al periodo Edo
e divenuto famoso grazie all’industria della produzione di
candele fatte con cera bianca vegetale, chiamata ro, ricavata dai frutti di un albero che cresce nella zona.Nella vecchia casa-museo un video sul ricco proprietario, che ha
fatto di questa scoperta la sua ricchezza, mostra quanto
fosse faticosa la lavorazione eseguita tutta rigorosamente
a mano. Girellando per il paese, vuoto di turisti, un venditore di cartoline da lui disegnate a mano ci ha voluto fare
omaggio di alcune vedute storiche. Famoso è pure il teatro Uchiko-za restaurato per volere dei paesani ed in cui
si rappresenta il kabuki tradizionale.
Il treno percorre campagne coltivate a frutteti di nespolo, ogni frutto racchiuso dentro una carta di protezione
marrone, dappertutto molti fiori. Se la casa non possiede
almeno un piccolo giardino, dove gli alberi vengono deformati fin da piccoli così da crescere simili a strani candelabri, sulla strada vengono esposti vasi, a volte anche un
centinaio, con ogni tipo di fiori.
Abbiamo lasciato con un certo rammarico il nostro simpatico ostello di Dogo,dove il proprietario offre corsi gratuiti di meditazione e dimostrazioni della sua energia piegando cucchiaini davanti agli ospiti.Qui sostano alcuni pellegrini che stanno facendo il giro degli 88 templi spostandosi in auto, ma vogliono condurre una vita spartana così da auto giustificarsi per una perfetta purificazione.Anche la cena, cena da pellegrini, è buonissima. Ho dato, come ad ogni sosta, cartoline della mia città ricevendo in
cambio un sorriso stupito ed alcuni piccoli ricordi.
Fin dai primi giorni di pioggia,ogni mattina i miei compagni
di viaggio hanno controllato che io indossassi le scarpe in
goretex perché ogni volta che mi sono messa scarpe normali o sandali è venuto il diluvio! Nonostante ciò la situazione non è poi molto migliorata. Il problema scarpe è costante, si devono togliere per entrare nei Templi, nelle case antiche e nei ryokan, dove si trovano pantofole da infilare, quindi è un togliere e levare tanto che alla fine si infilano le scarpe senza slacciarle come fanno i giapponesi.
27 aprile
Honshu Centrale
Lasciando l’isola di Shikoku per andare nell’Honshu Centrale, abbiamo sostato a Hiroshima. La visita del Memorial è stata un’esperienza molto interessante e toccante.La realistica ed obiettiva descrizione degli eventi del
passato,che hanno portato il Giappone ad una guerra suicida, è impressionante come pure lo è il senso di colpa
che i giapponesi sentono per aver costretto gli americani
a sganciare la bomba atomica! Una lettura sconvolgente
dei fatti per una mente occidentale.Un’esposizione di oggetti, di ombre impresse sul terreno dalle persone volatilizzate dall’energia nucleare,tracce di poche cose rimaste,
tutto è esposto con descrizioni esaurienti perché la memoria non si cancelli. Il Sindaco di Hiroshima ha voluto
questo Museo come pure gli altri monumenti (fontane,alberi con bigliettini, il resto scheletrico dell’Osservatorio)
per ricordare il pericolo nucleare e continua a lavorare
con tutte le sue forze per la pace nel mondo.
Abbiamo percorso praticamente mezza isola di Honshu
(un giorno di viaggio) con 5 cambi di treno passando dal
velocissimo shinkansen‘treno proiettile’ ai trenini locali delle Alpi futsu dipinti a vivaci disegni che percorrono vallate
boschive. Ci siamo trovati a tarda sera in mezzo ad una
pioggia battente a Takayama dove via Internet avevamo
prenotato un ryokan pensando in effetti che fosse vicino
al centro; non conoscendo l’indirizzo abbiamo preso un
taxi che ha viaggiato per almeno 10 km verso la campagna
e più il tempo passava ed il tassametro cresceva, più entravamo in grande ansia. Eravamo molto stanchi ed abbiamo deciso di non pensarci più fino all’indomani; dopo una
notte di riposo in due spaziose stanze,un bagno in un piccolo onsen della casa,la grande cortesia dei proprietari che
ci hanno portato avanti ed indietro per due giorni e soprattutto due superlative cene prenotate nel ryokan,gli abbiamo decretato la palma d’oro.Siamo stati fortunati di alloggiare qui perché spesso gli stranieri non vengono accettati nei ryokan per il timore dei proprietari di non riuscire a capire le esigenze dei gaijin e quindi di non poterli accontentare.La colazione tipica giapponese è l’unica cosa che non siamo mai riusciti a consumare e quindi, approfittando delle numerose pasticcerie che abbondano per
esaudire la grande golosità dei giapponesi, abbaimo comperato dolci d’ogni tipo. Uno dei più comuni e che ci piace molto è fatto con piselli e fagioli!
Riusciamo a fare una splendida escursione in bus nella regione della Shokawa Valley nota per le sue fattorie costruite in legno con gli alti tetti di paglia a doppio spiovente in stile detto “gasso-zukuri” (mani di preghiera). A
monte di questa valle, contornata da alte montagne innevate e ricoperta di boschi, nel 1960 è stata costruita la
grandissima diga di Minoro e numerosi antichi villaggi stavano per essere inghiottiti. Gli abitanti si sono opposti alla distruzione delle loro case e, con l’aiuto dell’Unesco, le
hanno smontate trasportandole nella sede attuale che ora
è meta di grande turismo. Quando i tetti subiscono danni, secondo l’antica usanza, ancor oggi vengono restaurati con l’impegno fisico di tutto il villaggio.
Ci rendiamo conto di quanti treni abbiamo preso finora
e di quanti ne dovremo ancora prendere per continuare
il nostro giro. Siamo saliti su trenini locali dipinti a vivaci
disegni, su treni turistici che si inerpicavano in mezzo alle
valli alpine fermandosi ad ogni stazione,su normali espressi, e sempre abbiamo visto i controllori salutare il Sig.Treno, sia quando arriva che quando parte, cosa che facevano poi anche entrando ed uscendo dalle carrozze.Lo shinkansen , di cui avevamo per fortuna un voucher per stranieri di 21 giorni, è costosissimo ma è veramente un super treno e solo una volta abbiamo avuto la vera coscienza
della sua velocità quando, tornando da una visita giornaliera ad un’area di templi situati a quattro ore di treno, incautamente non avendo prenotato il posto siamo saliti a
caso su di un vagone e ci siamo ritrovati dopo un’ora ad
aver percorso 300 km verso nord, cioè in direzione opposta alla nostra!
28 aprile
Honshu settentrionale
Dobbiamo spostarci ancora più a nord per raggiungere
Tsuruoka, tappa importante per arrivare a Dewa Sanzan la zona dove esistono le tre vette sacre che vengono
venerate da secoli e sono visitate da numerosi pellegrini.
Essi si riconoscono per l’abbigliamento costituito da un
bastone di legno, sandali e cappello di paglia, rari sono gli
yamabushi (pellegrini con conchiglia di strombo, giacca a
scacchi e calzoni bianchi) seguaci della setta Shugendo. La
nostra meta è il Monte Yudono-san (1504 m) che raggiungiamo con un bus la cui ultima fermata è davanti al
grande Torii rosso, immerso nella neve, posto all’inizio del
sentiero per il Tempio, che è poi una roccia arancione da
cui sgorga dell’acqua. Non possiamo restare a lungo perché i bus sono rari e dobbiamo ridiscendere al villaggio
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AVVENTURE NEL MONDO • AVVENTURE NEL MONDO
Oami dove ci sono i Templi che conservano le mummie
di due ex sacerdoti divenuti ‘Buddha nei propri corpi’.
Raggiungiamo il Tempio Dainchibo dove è custodita la
mummia del Buddha Sokushinbutsu. Questo asceta, convinto di poter arrivare allo stadio d’Illuminazione attraverso l’auto mummificazione, rimase in meditazione per
70 anni praticando il digiuno e nutrendosi solo di alcune
erbe e bacche che lo aiutavano a distruggere gli organi interni, provocandogli dolori disumani. Quando si sentì vicino alla fine si fece rinchiudere in una cassa, provvisto di
un campanello che, ad un colpo dato dall’esterno, doveva
suonare per far capire che era ancora in vita; nella cassa
venne infilata una canna di bambù per convogliargli l’aria.
Morì nel 1783 a 96 anni e quando venne aperta la cassa
venne trovato completamente mummificato. Questa pratica fu seguita da altri Monaci, ma solo uno di essi raggiunse lo scopo, finché ciò venne pribito nel XIX secolo.
30/4/2008
Kakunodate
Città fondata nel 1620 dal feudatario Ashina Yoshikatsu
per la sua posizione strategica, essendo circondata da tre
lati da catene montuose e quindi luogo facilmente difendibile. Il castello non esiste più però è rimasto il quartiere abitato dai samurai con case coloniche originali in legno circondate da giardini lussureggianti.Alcune sono state ristrutturate e sono visitabili, altre sono diventate dei
ristoranti esclusivi o dei ryokan costosissimi.
Anche qui, come altrove nel nostro itinerario che va verso nord,la fioritura è tuttora presente nei ciliegi che adornano gli argini del fiume. Nello week end bus turistici scaricano le persone davanti a piccole baracche che offrono
ogni tipo di leccornie cotte allo spiedo, vino locale, nonché vari tipi di saké particolarmente conosciuto.Tutti tornano a casa carichi di acquisti e di souvenir di cui sono pieni i negozi. Il cibo di quest’area è particolarmente famoso
e noi ne abbiamo ampiamente approfittato gustandolo in
un ottimo ristorante frequentato da gente del posto.
C’è un’aria di gran festa,un quartetto di ragazzi suona per
strada musica classica offrendo i propri CD. Panchine sono sparse ovunque, davanti ai negozi, alle banche, alla posta, nei parcheggi, così si può sostare a riposare
senza essere costretti ad entrare in
un bar.
Giappone
Non si vedono in giro lavoratori stranieri,i giapponesi non
li vogliono e perfino ai coreani, importati durante la guerra come schiavi ed ormai integrati, è tuttora negata la cittadinanza.
Pernottando qui per tre notti,siamo riusciti ad andare a visitare due zone di templi famosi situate molto lontane,Hiraizumi e Yamadera, facendo ovviamente delle alzatacce ma sfruttando alla grande il voucher dello shinkansen.
Ultima tappa è ora Tokyo, che non è proprio vicina, ma
essendo sulla linea dello shinkansen vi si arriva in poco più
di tre ore. Una bomba questo treno!
4/5/2008
Tokyo
Sapendo che questo sarebbe stato un periodo di grande
feste “lo week end d’oro” avevo prenotato un ostello molto centrale dove siamo rimasti cinque notti per muoverci da qui tranquillamente con i treni sia in città che fuori.
I letti a castello sono molto comodi, ogni giorno cambiano le lenzuola e l’asciugamano come pure la yukata; avvolgiamo comodamente il corpo nel futon ed il cuscino ripieno di semini si adatta bene al capo.Un piccolo bar consente di prepararsi la colazione.
La temperatura di più di 20°C favorisce le uscite delle famiglie in vacanza che si riversano nei parchi e nei Templi
dove eseguono i loro interessanti riti di purificazione.Ad
Hide, che si è rifatto vivo abitando qui vicino, abbiamo
espresso la nostra meraviglia vedendo tanta spiritualità in
ogni tipo di tempio, sia esso buddista o scintoista e lui ridendo ci ha detto” i giapponesi non sono religiosi ma superstiziosi, vanno al tempo shintoista quando si sposano,
a quello buddhista quando muoiono”.
Una sera, rientrando all’ostello, abbiamo assistito ad una
cerimonia religiosa che si teneva per strada. Donne vestite in costumi tutti eguali offrivano dolci e bibite, uomini
coperti con perizoma tenevano sollevato un mikoshi, piccolo santuario in miniatura del quartiere,che è stato portato in processione per il quartiere fra canti e percussione di strumenti.
Anche se i ciliegi sono sfioriti ora è il periodo delle azalee e di centinaia di altre specie di fiori ed i giardini di alcuni templi sono dei veri orti botanici come quello di Tokei-ji, nella zona di Kamakura, rifugio delle donne che si
potevano considerare ufficialmente divorziate soltanto
dopo avervi trascorso tre anni come monache.Abbiamo
camminato a lungo in mezzo ai boschi in un’area abitata
da ricche famiglie che possiedono belle ville fino
ad arrivare al Daibutsu, il grande
Budhha di bronzo completato nel
1252 che si trova all’aperto dopo che nel 1495 il sito originario fu spazzato da uno tsunami.Dappertutto sono appesi i koinobori grandi maniche a vento con disegnati i koi
le carpe (pesci considerati coraggiosi, tenaci e vigorosi)
che qui si usano in onore dei figli e vengono tolti dopo il
5 maggio,la festa dei ragazzi che conclude la Settimana Dorata.
Il 5 maggio siamo saliti al Parco, dove c’è il grande Museo
di Arte di Tokyo, e siamo stati travolti da una valanga di
giovani mamme e papà vestiti casual, accompagnati dai loro bambini; padiglioni erano stati apprestati per far divertire i piccoli che, finalmente liberi dai compiti della scuola e dall’oppressione dei genitori, per qualche giorno riacquistavano la vera infanzia.
Alla fine di questa lunga vacanza, i treni e le metropolitane tornano a riempirsi di uomini vestiti di nero che si recano al lavoro e di studenti in divisa.Alla sera, prima di rientrare a casa gli uomini, e solo loro, si ritrovano al ristorante con i propri compagni di lavoro per cenare insieme
consumando grandi boccali di birra e bevendo saké a go
go; è allora che tolgono i freni e ridono parlando a voce
alta. Ciò contrasta enormemente con quello che avviene
di giorno,quando in città la gente si muove in silenzio,parla sottovoce e l’unico rumore udibile è quello del traffico.
Tokyo è una città moderna che offre moltissime cose interessanti da vedere: Musei, avveniristiche costruzioni di
famosi architetti, la monorotaia che porta alla baia, Shinbuya con i suoi giovani cos-play-zoku, il teatro kabuki , le
gare di sumo, il mercato del pesce ed altro ancora.
Una delle mete da non mancare è la gita a Nikko ed al famoso Monte Fuji che abbiamo avuto la fortuna di vedere
almeno per un’oretta quasi del tutto scoperto.Avendo più
tempo a disposizione e per concludere ottimamente la conoscenza delle abitudini del Paese, sarebbe stato interessante fare una bella sosta nei famosi onsen della zona.
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Giappone - Sakura, Giappone in fiore