ANNO XLVI - N. 5-6 - MAGGIO-GIUGNO 2007 - Tariffa R.O.C.: “Poste Italiane S.p.A. - Spedizione in Abbonamento Postale - D.L. 353/2003 (conv. in l. 27/02/2004 n. 46) art. 1 comma 1. DCB Genova” – UNA COPIA € 1,55 I CAPITANI SUL CONVEGNO NAZIONALE DELLA FEDERAZIONE DEL MARE Come superare la crisi di vocazioni marittime I numeri parlano da soli: 164.000 addetti, 30.500 posti di lavoro a bordo della flotta mercantile, di cui 19.870 coperti da italiani.Imbarcati su navi estere 10.000 marittimi nazionali. Una voce importantissima nell’economia italiana, che per la prima volta in Italia la Federazione del Mare, guidata da Corrado Antonini e Giuseppe Perasso, ha voluto fotografare. E’ stato realizzato così un grande affresco delle risorse umane mobilitate, delle figure professionali emergenti, prendendo in esame le varie articolazioni e le dinamiche che caratterizzano il cluster marittimo. Il 26 giugno scorso a Roma, nella sede del Cnel, è stato presentata questa mappa, un Rapporto completo e inedito, per redigere il quale la Federazione del Mare è stata affiancata dall’Isfort e si è avvalsa del contributo della Provincia di Genova. Il tentativo è dare risposte alle tante domande che scaturiscono dall’osservazione di una realtà complessa, mutante. All’invito hanno risposto in molti: le istituzioni, i più importanti esponenti del settore della cantieristica, dell’armamento, dei porti, del terziario marittimo. A Roma era presente anche il Collegio nazionale dei capitani, che siede dal dicembre 2006 nel consiglio direttivo della Federazione del Mare, rappresentato dall’ammiraglio Grandi e nell’occasione romana dal presidente Giorgio Blandina e dal vice presidente Domenico La Fauci. “Le problematiche che più hanno interessato noi, rappresentanti del Collegio nazionale capitani, sono quelle riguardanti la formazione, nostro cavallo di battaglia da sempre. Oggi – spiega Giorgio Blandina – per avere personale navigante ci si rivolge all’estero, ma noi poniamo la seguente domanda: come mai su 100 studenti che si iscrivono al Nautico, 80 lo fanno perché attirati dal lavoro marittimo e fra gli stessi ragazzi dopo quattro anni solo 46 confermano la stessa motivazione? A conclusione del ciclo quinquennale solo 13 cercano l’imbarco di allievo ufficiale! E dire che dal 2001, anno del minimo storico per le iscrizioni agli istituti nautici, si nota una crescita positiva, in controtendenza rispetto agli altri istituti tecnici.” Quale ricetta per non fare perdere entusiasmo ai nostri giovani? “Qualcosa già è stato fatto nella scuola – risponde Blandina – ad esempio lo studio di inglese e informatica sono stati incrementati, ma non è ab- La flotta dei grandi velieri è tornata sotto la Lanterna I velieri che hanno fatto la storia della marineria sono tornati nel Mar Ligure con la «Tall Ships’ Races 2007 Mediterranea», la regata-sfilata che ha preso il via il 7 luglio da Alicante e dopo aver toccato Barcellona e Tolone si è conclusa a Genova. Qui tra il 28 e 31 luglio è stato possibile ammirare e visitare oltre 40 ammiraglie e navi scuola, tra le quali ben 13 di classe A, ovvero di dimensioni superiori ai 40 metri. Ma non sono stati solo i velieri ad aprirsi al pubblico: anche Genova ha spalancato le porte a migliaia di ragazzi appartenenti a centinaia di scuole-vela, che hanno scoperto una città in festa. La regata dei velieri dai grandi alberi infatti è condotta dalle scuole di marineria di diversi paesi e dai giovani tra i sedici e i venticinque anni che costituiscono il 50% degli equipaggi. Vere star della rassegna le signore del mare più grandi, prima fra tutte la Mir che viene dalla Russia e che misu- BETTINA ARCURI Continua a pag. 2 INTERVISTE. A pagina 5 il rappresentante delle Province marinare, Alessandro Repetto (foto a sinistra): “Tante Accademie, ma formazione unitaria”. A pagina 10 il presidente dell’Ipsema, Antonio Parlato (A destra): “Su 800 imbarcazioni pagano la previdenza solo 78”. Sì al voto agli emigrati ma non ai marittimi E’riconosciuta l’esigenza di riformare la politica, modificare gli assetti istituzionali del paese e complessivamente avviare un avvicinamento tra il mondo politico e il cittadino. E’ probabilmente questa un’occasione per inserire all’interno del dibattito un fattore di equità e giustizia sociale ovvero offrire la possibilità a coloro che lavorano sul mare di esprimere il diritto di voto, peraltro previsto dalle Costituzione per tutti i cittadini della Repubblica Italiana. Recentemente in occasione delle tensioni per il diritto al voto degli Italiani residenti all’estero è andata sciupata un’opportunità per affrontare e risolvere lo stesso problema riferito al personale navigante. Diciamo subito che in alcune particolari situazioni il marittimo imbarcato riesce a votare ma ciò non risolve il problema della maggioranza dei marittimi imbarcati e in navigazione. Vi è un’ulteriore aspetto ed è quello riferito ai marittimi PIERO RE Continua a pag. 5 ra 109 metri, varata trent’anni fa come nave-scuola e vincitrice nell’anno delle Colombiane della regata transoceanica; l’argentina Libertad, varata nel 1956, coi suoi 8.700 metri quadrati di superficie velica, detentrice dal 1966 del record tutt’oggi imbattuto di traversata atlantica, dal Canada a Dublino. Protagoniste indiscusse le regine della marina militare italiana, Palinuro e Vespucci. La Tall Ships’Races 2007 Mediterranea è organizzata da STI (Sail Training International) e da STA-Italia, fondata da Marina Militare e Yacht Club Italiano per l’addestramento dei giovani alla vela. Alla tappa ligure hanno collaborato Regione Liguria, Provincia di Genova, Comune di Genova, Camera di Commercio, Autorità Portuale e il Porto Antico di Genova SPA, col contributo di MSC Crociere. E’ STATA FATTA ESPLODERE A UN MIGLIO DALLA COSTA INGLESE LA MSC NAPOLI Spezzata col tritolo la portacontainer arenata E’ terminata (o quasi) l’odissea della portacontainer MSC Napoli (di proprietà della compagnia britannica Zodiac), arenata nel canale della Manica a causa del ciclone “Kyrill”, nel gennaio scorso. La vicenda era finita sulle prime pagine dei giornali per la razzia avvenuta su decine di container persi dalla nave e finiti sulla spiaggia. Durante la tempesta, nello scafo la furia delle onde aveva aperto grandi falle da cui fuoriusciva il petrolio dei serbatoi; rischiavano di finire in mare 1.700 tonnellate di idrocarburi. La nave era inclinata di 30 gradi e si temeva l’affondamento con conseguente disastro ambientale. Le autorità marittime avevano deciso quindi di spiaggiare la nave. Nella prima metà del luglio scorso, con un’operazione di recupero del costo di 50 milioni di sterline, la MSC Napoli, che nel frattempo era stata scaricata dai container rimasti a bordo, è stata rimessa a galla, pompando fuori dallo scafo 58.000 tonnellate d’acqua. In tal modo è stato possibile allontanarla dalle spiagge del Devon, dove costituiva una pesante minaccia di inquinamento. CMYN Passati pochi giorni però, ci si era resi conto che i danni subiti dalla nave, di proprietà Zodiac Marittime, erano troppo gravi e che il tentativo di recupero si sarebbe rivelato troppo difficile e costoso. Da qui la decisione, drastica, di usare il tritolo: le cariche sono state poste alla base del ponte di comando e la nave si è spezzata in due. La BBC ha messo on line il vi- deo dell’esplosione, annunciando che probabilmente ne seguirà un’altra per tagliare la nave in quattro tronconi da affondare a un miglio dalla costa, dove i relitti ferrosi, considerati ecocompatibili, possono trasformarsi in utili tane per i pesci. Ma il destino della nave non è ancora stato deciso definitivamente dall’amministrazione marittima inglese. VITA E MARE 2 MAGGIO-GIUGNO 2007 IL CONVEGNO DI ROMA SU ECONOMIA E RISORSE UMANE NEL CLUSTER MARITTIMO Diecimila italiani su navi estere anche se la flotta nazionale cresce “A supporto della nostra indagine – ha detto Giuseppe Perasso segretario generale della Federazione del Mare – abbiamo elaborato un questionario destinato agli armatori italiani. Dalle risposte sono emersi dati degni di attenzione circa la distribuzione del personale imbarcato e soprattutto il grande interesse manifestato dalle aziende ad incrementare la quota di personale italiano da imbarcare sulle nostre navi… E’ peculiare il fatto che, a fronte di una forte carenza di personale qualificato che i nostri armatori non riescono a reperire, dal Rapporto emerga che circa 10.000 marittimi italiani sono imbarcati su navi battenti bandiere diverse da quella italiana”. Sono tanti gli interrogativi sollevati dal dossier messo a punto dalla Federazione del mare, in collaborazione con Isfort e Provincia di Genova e presentato al convegno del 26 giugno scorso a Roma. Ci si chiede quali effetti abbiano avuto i mutamenti strutturali verificatisi nel mondo marittimo sulle esigenze formative, quali sfide siano state affrontate, quali vinte, quali restino ancora incerte. Ma soprattutto: quali risorse umane siano state messe alla prova e quali saranno le caratteristiche che gli uomini dei cantieri, delle navi, dei porti, del terziario marittimo, delle istituzioni dovranno avere nel prossimo futuro. Mediante un’apposita mappatura per ruolo e per settore, è stato messo in evidenza il livello di competenza atteso dalle varie attività marittime per gli oltre 164.000 posti di lavoro: dalla navigazione a quelle portuali, dai cantieri alla pesca, dalle attività di governo e controllo a quelle finanziarie e di intermediazione. Di fatto l’armamento italiano si sta sviluppando a ritmi asiatici; e la cantieristica italiana anziché scomparire per la concorrenza dell’Estremo Oriente acquista posizioni di primato nel settore delle navi da crociera e dei mega-yacht. In questo quadro la portualità italiana potrebbe giocare un ruolo inserendosi nei flussi di traffico proveniente dal Far East che passino nel Mediterraneo? E possono i marittimi, i navalmeccanici, i portuali italiani, inserirsi in questi processi di rinnovamento? Le risposte contenute nel Rapporto hanno dato speranze motivate: il mantenimento del know-how dei naviganti, la specializzazione dei cantieri, le nuove professionalità nei porti non solamente sono qualità che possono essere salvaguardate ma soprattutto costituiscono una condizione “sine qua non” per garantire che l’espansione del cluster marittimo italiano possa continuare a svilupparsi. Giocano a favore delle nostre risorse umane molteplici fattori. Per i naviganti, l’origine di moltissimi armatori da famiglie marittime, la presenza nell’azienda di manager formatisi a bordo, la prevista carenza di ufficiali su scala mondiale, le sinergie fra imprese e istituzioni nel campo della formazione, come l’Accademia del mare di Genova rappresenta in maniera emblematica. Alla tavola rotonda hanno parlato: su armamento e personale navigante Nicola Coccia, presidente Confitarma; Remo Di Fiore, International Transport Workers’ Federation; Luigi Giannini, direttore generale Federpesca. Su porti e portuali: Roberto Rubboli, presidente Ancip; Luigi Robba direttore Assopirti. Su cantieristica e metalmeccanici: Anton Francesco Albertoni, presidente Ucina; Livio Marchesini, direttore Assonave. Sui servizi ad armamento, portualità e cantieristica: Umberto Masucci, presidente Federagenti; Ugo Salerno, amministratore delegato RINA SpA. Sulle istituzioni: Raimondo Pollastrini, oggi comandante generale Capitanerie di Porto; Antonio Parlato, presidente Ipsema; Pierluigi Rosati, capo reparto personale Stato Maggiore Marina. Sono intervenuti il viceministro dei Trasporti Cesare De Piccoli e il direttore della Navigazione Marittima Massimo Provinciali. Ha concluso il dibattito Alessandro Repetto presidente della Provincia di Genova, coordinatore Province di mare dell’UPI. Nicola Coccia, presidente Confitarma, ha ricordato le numerose iniziative che l’armamento privato ha avviato per fronteggiare l’esigenza di personale qualificato a bordo e a terra. Ha colto l’occasione per annunciare che dal prossimo autunno inizieranno i corsi di formazione dell’Italian Maritime Academy, un nuovo centro che avrà sede a Manila nelle Filippine per la formazione di marittimi stranieri addestrati secondo gli standard richiesti in Italia. Tale iniziativa, avviata in collaborazione con il Rina, che certificherà e valuterà i corsi, coinvolgerà tutti gli enti privati e pubblici italiani competenti nella formazione dei marittimi. Antonio Parlato, presidente Ipsema, ha messo in evidenza il problema di “costruire una cultura del mare, fin dalle scuole medie… Il nostro ente -ha detto- può dare un grande contributo alla formazione delle risorse umane nel settore marittimo, soprattutto per quanto riguarda la prevenzione degli incidenti in mare... L’ultimo contratto collettivo di lavoro del settore marittimo prevede espressamente la collaborazione dell’Ipsema nelle attività di formazione.” Il vice ministro dei Trasporti, Cesare De Piccoli, nel complimentarsi per l’attenzione rivolta al tema delle risorse umane nel rapporto della Federazione del Mare, ha anch’egli ribadito l’importanza della formazione. “Un fattore di competitività oggi -ha notato- è rappresentato dalla capacità di coniugare nuove figure professionali con quelle tradizionali, che nel cluster continuano ad avere uno spazio...” Ha assicurato inoltre la maggiore attenzione del Governo alle richieste dell’armamento e della Federazione del Mare in merito all’urgenza del decreto che consenta agli allievi dell’Accademia di Genova di sostenere l’esame finale per ottenere la certificazione necessaria all’imbarco. Il rappresentante del governo ha concluso ribadendo l’impegno di riconoscere finalmente il diritto di voto ai marittimi imbarcati sulle navi italiane. Nel riprendere quanto affermato dal Presidente di Confitarma sull’esigenza che le strutture amministrative siano maggiormente coinvolte e soprattutto in grado di adeguarsi più rapidamente alle nuove norme, Massimo Provinciali, direttore generale della Navigazio- ne e del Trasporto Marittimo e Interno, ha riconosciuto l’esigenza di una formazione all’interno dell’Amministrazione stessa. Tutto il cluster marittimo richiede ormai un ammodernamento del Ministero, appesantito anche dai continui cambiamenti organizzativi succedutisi negli ultimi dodici anni, complice la stasi prolungata nel ricambio del personale. “In Italia manca una politica del mare – ha concluso Alessandro Repetto, presidente Provincia di Genova e coordinatore di Province di mare nell’UPI – per questo conto di portare il problema in sede politica, sia nell’Unione Province d’Italia sia all’attenzione della Presidenza del Consiglio. E’ giunto il momento di dire con chiarezza su cosa si vuole puntare.” Per motivi di razionalità, occorre comunque coordinare le iniziative ed evitare sovrapposizioni: proporrà pertanto anche la costituzione di un tavolo nazionale per la definizione di un programma in materia. Tra le iniziative della Provincia di Genova, ha ricordato che grazie al suo apporto è stato avviato il primo corso di cinese nella scuola pubblica italiana. RISORSE UMANE, FORMAZIONE E CONTRATTUALISTICA NEL SETTORE MARITTIMO Dal sindacato internazionale ITF stop alla globalizzazione selvaggia Un elemento da tenere in considerazione nell’affrontare la questione delle risorse umane in campo marittimo è la multi-etnicità degli equipaggi: l’armatore può utilizzare personale di nazionalità diverse e arriviamo a casi di navi da crociera ove a bordo vi è personale di ben sessanta paesi differenti. C’è poi il fenomeno dell’abbandono del lavoro sul mare da parte dei giovani di paesi industrializzati sostituiti da altri provenienti da paesi in via di sviluppo ed a vocazione marinara. La tendenza è particolarmente drammatica in Europa ed è stato oggetto di studi approfonditi da parte della Commissione UE ai Trasporti dopo la famosa Conferenza di Dublino del 1996 contraddistinta da un tema chiaramente indicativo: “I marittimi europei sono una categoria in via di estinzione?” La specifica Commissione dell’Unione Europea sul problema ha evidenziato come la motivazione legata a contenuti salari non sia la più importante. I giovani europei non accettano volentieri una vita fatta di sacrifici e di lontananza, pur a fronte di una buona remunerazione. Non a caso una delle proposte scaturite a livello europeo riguarda la possibilità di offrire al marittimo dopo un periodo di lavoro sul mare un’alternativa e una collocazione a terra che gli permetta di essere vicino alla famiglia e comunque di vivere una vita normale. I dati raccolti per la Conferen- za di Dublino indicano come per ogni posto-nave vi siano 5 posti nell’indotto a terra, lavori che abbisognano di un’esperienza a bordo. Ciò significa, nel nostro caso, che se sparissero i marittimi italiani dalle navi, in linea teorica potremmo pensare di sostituirli con personale straniero; ma in tal caso non avremmo il ricambio per i posti a terra. Il documento “principe” in materia è la ricerca Bimco ISF sviluppata dal Warewick Institute e che viene aggiornata ogni anno. Il dato più importante riguarda la situazione domanda-offerta di personale a livello mondiale. Pur ipotizzando una crescita moderata delle flotte, nel 2015 mancheranno 27.000 ufficiali, mentre risulteranno in esubero 160.000 ratings. Circa il problema della carenza di vocazioni, se vogliamo andare incontro alle tendenze del mercato, è necessario privilegiare percorsi formativi che riguardino le qualifiche professionalizzate; in questo modo si offrirà ai giovani spazio occupazionale non solo sotto la bandiera nazionale. Sino ad oggi il nostro Paese ha sofferto invece di carenze formative all’interno della scuola tradizionale, la quale non ha saputo adeguarsi per tempo alle normative internazionali IMO (International Marittime Organization), col risultato che, spariti anni addietro i rimborsi del ministero dei Trasporti, i marittimi hanno dovuto completare la for- mazione a proprie spese in strutture private, talora anche all’estero. Solo in una fase recente, fermo restando che la scuola tradizionale non è tuttora in grado di accompagnare i giovani al conseguimento del titolo professionale, si sono avviate sul territorio nazionale iniziative utili, a partire dall’Accademia della Marina mercantile di Genova. Si tratta di progetti maggiormente integrati col mondo del lavoro in maniera tale che il giovane allievo, alternando periodi a bordo e a scuola, può meglio completare il proprio percorso formativo. Certamenre vi sono alcune situazioni da modificare e, tra le altre, ricordiamo l’esigenza di un decreto ministeriale che porti a 12 mesi, dai 18 attuali, il periodo da allievo, nonché una più fattiva disponibilità degli armatori ad imbarcare gli allievi. Con riferimento ai programmi, così come avvenuto nel caso dell’Accademia di Genova, occorre dare grande importanza non solo alla preparazione tecnica ma anche a quella linguistica per quanto attiene all’inglese, lingua comune sulle navi. Dal punto di vista contrattuale la liberalizzazione e globalizzazione del sistema ha portato con se’ l’esigenza per il sindacato (in particolare per la ITF) di un forte impegno per fissare condizioni contrattuali valide per ogni marittimo, indipendentemente dalla sua nazionalità o dalla bandiera della nave. A partire da una prima inte- CMYN sa raggiunta nel novembre 2003 a S.Francisco tra ITF e un gruppo misto di armatori e agenti marittimi, si è giunti a formulare il contratto oggi di più larga applicazione. Il documento ha segnato una svolta nelle modalità di confronto in campo internazionale ed è l’unico esempio a livello mondiale di contratto applicabile a tutti i lavoratori marittimi. L’intesa, davvero epocale, il cui merito va anche attribuito a Confitarma e Fit-Cisl, è di fatto l’unica risposta concreta al fenomeno della globalizzazione. Il suo campo di applicazione non include le bandiere nazionali ma fa riferimento solo alle bandiere di convenienza (FOC-Flags of Convenience). La siutazione contrattuale si è complicata negli ultimi anni con l’istituzione di molti registri internazionali. In Italia è stato istituito con legge del febbraio ’98 il Registro internazionale che da una lato ha fornito benefici e alleggerimento di costi agli armatori e dall’altro ha richiamato sotto la bandiera nazionale ben 700 navi, prima fuori controllo. Questo fatto certamente positivo ha creato un forte fabbisogno di presonale marittimo che in termini di italiani o comunitari non si riesce a soddisfare. Anche per questo oggi il settore marittimo è forse l’unico nel nostro paese che conosce, salvo alcune eccezioni, la totale occupazione. REMO DI FIORE Segretario nazionale Fit-Cisl CONTINUA DA PAG. 1 Come superare la crisi di vocazioni marittime bastanza. Non ci stancheremo mai di ripeterlo, anche per quanto riguarda gli studi post-diploma: senza inglese non si va più da nessuna parte, soprattutto per mare. Comunque oggi le esigenze professionali richiedono un’altissima specializzazione e in questa prospettiva a Genova si è riusciti a dare una risposta concreta.” Intende la creazione dell’Accademia Italiana della Marina Mercantile? “Sì: nel 2005 l’amministrazione provinciale di Genova con atto autonomo istituiva L’Accademia; con questo assumeva l’iniziativa di istituzionalizzare la gestione del periodo di transizione scuola lavoro dei diplomati nautici. Un corso biennale dove si alterna studio e lavoro e dove si conseguono, con le garanzie proprie di un Ente pubblico che controlla, tutte le certificazioni previste dalle convenzioni internazionali e dagli articoli del codice italiano della navigazione. Un’iniziativa formativa unica in Italia, alla quale sovrintende la Provincia di Genova con un Consiglio di amministrazione nel quale le si affiancano Confitarma, I.T.N. S.Giorgio, Assoagenti, Federlinea, Autorità Portuale di Genova, Ministero pubblica istruzione, ministero dei Trasporti, direzione generale Capitanerie di porto, Regione Liguria, Commissione europea dei Trasporti. Un contesto di fervore organizzativo che è la somma di competenze professionali diverse, alla quale non si esclude se ne possano aggiungere altre in futuro. Questa è oggi la massima espressione di concretezza e affidabilità che può essere offerta ai giovani che aspirano alla carriera del mare.” In quali termini è stato affrontato il problema della formazione al Convegno di Roma? “Innanzitutto è stato riconosciuto come uno dei punti chiave per l’incentivo e lo sviluppo di tutto il cluster marittimo: il convegno stesso era incentrato su questo tema; tutti gli intervenuti hanno parlato di formazione. E’ stata ribadita l’esigenza che essa sia integrata e polifunzionale, perché il mondo marittimo aumenti la propria efficienza complessiva, sia reclutando forza lavoro competente, sia aggiornando e sviluppando quella già impiegata. Ci è piaciuta l’idea di fondare una seconda Accademia mercantile a Venezia, dedicata a navi petroliere, gasiere, chimichiere e alla navigazione fluviale, che si distingua da quella genovese, perché rivolta agli ufficiali già formati, in cerca di ulteriore specializzazione. Sarebbe interessante che qualcosa di simile fosse istituito per gli ufficiali che lavorano nel Diporto: anche in questo settore c’è il problema degli allievi in cerca di imbarco.” “Altro problema, che noi consideriamo molto urgente – riprende il presidente del Collegio capitani – è quello legato alla legge STCW’95 e del decreto legge ad esso connesso che non ha ancora trovato sbocco attuativo. Nel corso della tavola rotonda romana è stato il segretario generale della Federazione del Mare, Giuseppe Perasso, a ricordarlo al viceministro dei Trasporti Cesare De Piccoli. In base a questo decreto verrebbe riconosciuta definitivamente la possibilità agli allievi di affrontare gli esami da ufficiali dopo 12 mesi di imbarco. Sarebbe fuori mercato la prospettiva di 18 mesi o peggio ancora di 24, perché negli altri paesi europei i tempi di questo iter sono stati già ridotti! De Piccoli ha promesso maggiore attenzione al problema da parte del governo.” BETTINA ARCURI VITA E MARE MAGGIO-GIUGNO 2007 A NAPOLI TRA IPOTESI E PROGETTI, UN’IDEA PER VALORIZZARE ANTICHE TRADIZIONI 3 SEI PORTACONTAINER ORDINATE DAI FRATELLI D’AMATO IN ESTREMO ORIENTE Metti la cultura del mare Napoli più vicina al posto dell’ex base navale alla Cina Non c’è niente di più irrealizzabile del sogno di un’utopia, eppure voglio provare a descriverlo. Nel porto di Napoli, vicino Piazza Municipio angolo Molosiglio, esiste un complesso di rossi edifici attualmente quasi abbandonati: la sede dell’ex base Navale della Marina Militare. Su questi palazzi tutti fanno progetti ed anche io ne ho pensato uno da molto tempo, ma non ho mai avuto il coraggio di esporlo per ovvia giusta misurazione della palla, come si dice in Partenope. Oggi mi è pervenuta l’e-mail del presidente Blandina con allegato l’ultimo verbale del Consiglio della Federazione del Mare nel quale mi ha colpito la rapida iniziativa dei francesi di costituire a Marsiglia un’Accademia del mare, intesa come corso post-universitario per funzionari già inseriti nel mondo del lavoro, sul tipo dell’INSEAD di Fontainebleu e l’intervento del vice-presidente Coccia, presidente Confitarma, che ricorda l’esperienza positiva avviata a Napoli assieme all’Università Parthenope, esperienza che ha il fine di rendere più agevole il trasferimento del personale dalle navi a terra e di dare così alla carriera navigante una nuova prospettiva. Come un lampo ho rivisto il mio sogno utopico. Ho visto la ex base Navale per cantieri e traffico merci trasformata in qualcosa di più di un’ Accademia della Marina Mercantile, diventare una Cittadella della Cultura e della Tecnologia del Mare. Di fronte ad essa abbiamo l’Istituto Universitario Navale, oggi Università Parthenope, il più eminente centro di studi Italiano e forse Europeo sul mare e del mare. Abbiamo a poca distanza una Facoltà di Ingegneria Navale di alto prestigio. Abbiamo un Istituto Universitario Orientale che insegna qualsiasi lingua. Abbiamo una facoltà di legge di alto lignaggio ed è evidente l’importanza di interveni- re con puntualità nella proposizione e nello studio di norme che hanno valenza mondiale. Abbiamo gli Istituti Nautici del Golfo che hanno una tradizione tra le più antiche per preparare gli uomini di mare. Abbiamo un Accademia Aeronautica che potrebbe offrire alte sinergie per le tecnologie comuni esistenti tra nautica ed aeronautica. Abbiamo cantieri navali di ogni tipo. Abbiamo nel Salernitano la facoltà di informatica e sappiamo tutti quanto peso ha oggi questa scienza nella tecnologia in generale ed in quella della nave in particolare. Abbiamo di tutto e di più e siamo nel baricentro del Mediterraneo. Nella marineria italiana ancora oggi la maggioranza degli ufficiali, dei sottufficiali e dei comuni provengono dalla nostra regione. Che sogno vedere quella cittadella diventare una fucina del sapere, dell’innovazione, della ricerca e della preparazione dei migliori professionisti del mare, dell’imprenditoria armatoriale e del cluster marittimo. Napoli che ritrova il suo DNA fenicio, greco, romano e amalfitano. GENNARO MELILLO Presidente Collegio Capitani di Napoli La sera del 20 giugno, di rimbalzo dal Compartimento di Genova, sono stato invitato alla conferenza stampa tenuta dagli armatori napoletani presso la Stazione Marittima, in occasione della firma per la commessa presso i cantieri cinesi, sullo Jangtze, di sei portacontainer post Panamax. La sala era affollata da una nutrita rappresentanza del mondo armatoriale campano e da operatori nel campo delle attività mercantili. Al tavolo dei conferenzieri erano schierati il presidente di Confitarma, due rappresentanti della dirigenza cinese, i fratelli D’Amato, Bottiglieri ed il mediatore Frulio. Da quanto si è detto e da quanto è evidente nel porto, sembra che i napoletani s’incontrino bene con i cinesi e che la nostra città diventa sempre più una testa di ponte per la penetrazione dei prodotti cinesi in Europa. Come sempre, Napoli parte in anticipo verso i nuovi mercati e le nuove opportunità in tutti i campi, ma poi si fa facilmente superare da tutti. Speriamo che stavolta sfrutti questo filone. LA RELAZIONE MORALE DEL PRESIDENTE ALL’ASSEMBLEA DEL COMPARTIMENTO DI NAPOLI “Apriamo il Collegio alle giovani generazioni” All’ultima assemblea generale dei soci del Compartimento di Napoli del Collegio nazionale capitani l.c. e m, il presidente Gennaro Melillo non ha nascosto le difficoltà che sta attraversando il Compartimento, sia finanziarie, sia di partecipazione da parte dei soci e di ingresso di nuovi soci. Prendendosi la responsabilità di queste difficoltà, il presidente ha rimesso il proprio mandato all’assemblea, che però ha voluto confermargli la propria fiducia. Melillo ha comunque sottolineato la necessità, a partire dal prossimo anno, di un cambiamento generazionale dei rap- presentanti del Collegio, nella speranza di ridurre la distanza di comunicazione con i soci potenziali, che sono soprattutto le nuove generazioni di ufficiali. La relazione morale presentata dal presidente all’assemblea ha passato in rassegna l’attività del Compartimento di Napoli nel corso del 2006, a partire dall’imprevisto trasloco dalla vecchia sede della stazione marittima che, oltre al peso finanziario che ha comportato, ha anche costretto a rinunciare, si spera temporaneamente, alla piccola biblioteca, trasferita in comodato alla Casina dei «DITELO AD A.MA.DI.» (Associazione Marittimi Diporto) L’A.MA.DI. comunica ai suoi Soci ed a chiunque fosse interessato che le nuove caselle di posta elettronica dell’Associazione sono le seguenti: [email protected] [email protected] mentre sul sito www.amadi.org oltre alle consuete informazioni è attiva una nuova banca dati online che permetterà un migliore incontro fra la domanda e l’offerta di lavoro sulle unità da diporto. La Segreteria è aperta ed a disposizione dei Soci tutti i giorni feriali dalle 09:00 alle 12:00 e nei pomeriggi di Martedì e Giovedì dalle 15:00 alle 17:00. A.MA.DI. Molo Langano – Porto Turistico Carlo Riva 16035 Rapallo (Genova) tel/fax 0185 64620 Capitani. Con piacere, invece, è stata aperta una nuova delegazione a Licata, che si iscrive nel programma di estensione del Compartimento in altre zone del Paese non ancora coperte dalla presenza del Collegio. A marzo è stata chiusa l’indagine amministrativa, cui hanno lavorato i probiviri in collaborazione con la commissione interna, sulla gestione della precedente amministrazione. Gli atti hanno dimostrato una gestione poco oculata delle risorse e delle attività del Compartimento e perciò si è deciso di escludere dalla collegialità gli attori principali di questo periodo. Aprile ha visto il successo del convegno “Ufficiali naviganti: formazione e futuro”, organizzato dal Compartimento di Napoli e ospitato dall’università Parthemope a villa Doria D’Angri. Una folta delegazione del Compartimento ha poi partecipato al convegno organizzato a Roma, il 14 e 15 dicembre, dal Collegio dei capitani di Genova e dal suo presidente, Giorgio Blandina. L’incontro di Roma ha, nelle parole del presidente Melillo, “ribadito la vitalità del nostro sodalizio e l’auspicio di renderlo sempre più efficace nel rappresentare gli associati e tutta la categoria”. Ciononostante si è dovuto prendere atto delle “dolenti note” sul pia- CMYN no finanziario, con il bilancio 2006 ancora negativo (anche se in questo hanno pesato spese eccezionali come il trasloco) e la previsione per il 2007 di chiudere in pareggio. Altro aspetto negativo è stata la scarsa partecipazione dei soci alle attività proposte dal Compartimento. Addirittura è andato quasi deserto un corso gratuito di formazione e aggiornamento professionale, mirato agli esami professionali per gli ufficiali, che sarebbe stato una preziosa occasione di confronto e di scambio culturale fra i capitani anziani che avevano offerto la loro collaborazione e le giovani generazioni di marittimi. Il presidente Coccia ha introdotto gli argomenti della conferenza tessendo lodi per la cooperazione con la Cina e prefigurando grandi opportunità di affari con questo grande paese, che sta imponendosi nel mondo degli scambi commerciali e con il quale, in futuro, tutto l’Occidente dovrà fare i conti. Inoltre ha messo in evidenza la novità della cooperazione, in un progetto di sedici navi, degli armatori campani, solitamente gelosi della loro individualità, e la grande disponibilità delle banche. Il dirigente industriale cinese ha illustrato tutte le potenzialità del cantiere in espansione e ha elogiato la collaborazione con i fratelli D’Amato e con gli operatori italiani. Il dott. Giuseppe D’Amato, veterano dell’armamento campano, ha messo in evidenza l’intuizione della sua società: insieme al fratello dott. Michele, scommise per primo sull’opportunità di costruire navi in Cin, operazione pienamente riuscita. A sua volta il dott. Michele D’Amato, con un paraustiello napoletano, ha descritto come nacque l’avventura cinese durante una partita di scopone con il fratello ed ha evidenziato l’economicità della prima operazione effettuata, lamentando che oggi i vantaggi vanno calando e che i nuovi costi potrebbero permettere un rilancio della cantieristica italiana nel settore. L’armatore Bottiglieri ha ritenuto poco probabile questa eventualità, evidenziando che la nostra cantieristica si è fortemente specializzata nel campo delle navi da crociera che richiedono elevate capacità produttive e di qualità. Egli ha descritto la novità del progetto di queste nuove portacontainer da 92.000 ton., studiate appositamente per sfruttare, al massimo, l’allargamento in atto del canale di Panama. Di qui la sua corsa in Cina per prenotare sei navi. Questo evento sembra promettere interessanti prospettive per la nostra città. La prima è il superamento dell’individualismo nel mondo finanziario napoletano e l’approdo a forme di collaborazione e sinergie tra gli imprenditori campani, finalmente consapevoli che l’unione fa la forza. La seconda è che il mondo dell’armamento navale campano si pone all’avanguardia in campo nazionale. La terza è che l’economia napoletana riscopre la via del mare e si proietta verso l’oriente evitando la barriera padana. L’augurio è che anche le professioni del mare, specie quella dei Capitani, possano creare interesse istituzionale e politico per il loro rilancio. G.M. VITA E MARE 4 MAGGIO-GIUGNO 2007 L’INCERTEZZA SUL DECRETO ATTUATIVO DELLA LEGGE IMO PREOCCUPA IL PRESIDENTE MASSOLO La bonaccia legislativa non aiuta l’Accademia “Siamo in forte difficoltà. Dura da sette anni l’attesa che il decreto relativo alle normative navali venga emanato. La STCW ’95 promulgata dall’IMO è stata recepita in Italia solo nel 2.000 e da allora non è stata ancora resa attuativa.” Lancia un vero grido di allarme il nuovo presidente dell’Accademia della Marina mercantile, Eugenio Massolo: la situazione di incertezza è tale da mettere in forse persino il buon esito dei corsi. “Il primo biennio dell’Accademia è al termine -spiega- e ci chiediamo se per accedere al patentino sia sempre valido il periodo di 12 mesi che avevamo previsto, oppure si debbano aggiungere altri sei mesi… Tra l’altro non sappiamo nemmeno cosa mettere nel bando del prossimo anno. Speriamo che si mantenga il periodo di 12 mesi di imbarco e non si passi ai 18 come paventato, perché finiremmo fuori mercato!” Il nuovo decreto prevede la liberalizzazione dell’accesso alla carriera di ufficiali con qualsiasi titolo di studio? “Sì, ma naturalmente – rispon- Visita del presidente alla sede di Trapani de Massolo – previo percorso di allineamento. Sarebbe una novità che a noi verrebbe molto utile: soprattutto nel settore macchina, dove riscontriamo meno gradimento, amplierebbe la platea di aspiranti ufficiali. E’ un settore che attira meno, forse è anche un problema di comunicazione. Comunque una direttiva europea prevede che sulle navi ci sia un certo numero di ufficiali che appartengano alla C.E. e da quello non si può derogare. L’Accademia della marina mercantile è nata per favorire l’avvicinamento dei giovani alle professioni marittime, in linea con la normativa europea che prevede lo sviluppo del trasporto marittimo.” Quali sono gli obiettivi del futuro prossimo? “Esite un protocollo d’intesa tra ministero dei Trasporti, del Lavoro e Istruzione per affidare all’Accademia una politica di promozione a livello nazionale rivolta ai giovani: questo è un settore dove ancora esistono ottime prospettive di lavoro e dobbiamo farlo sapere. Quindi avremo su territorio nazionale ruolo di agenzia di promozione.” “Un secondo lavoro che ci aspetta -continua- è quello di rafforzare a livello nazionale il ruolo di Accademia per il monitoraggio delle ‘altre’ professioni marittime: ad esempio con Napoli siamo nel pacchetto societario di Formare (insieme a Confitarma) e abbiamo già avviato un’iniziativa finanziata dal ministero del Lavoro per progettare la filiera nel campo hoteleria marittima. Col primo pacchetto è cominciato un corso per cuochi a bordo di navi mercantili, crociera e traghetti. Di tutto questo noi abbiamo progettato la parte formativa; a Napoli, dove lavoriamo in associazione di impresa, abbiamo aperto un ufficio”. Le prospettive per i giovani sui quali vale la pena di investire sono solo nel “food”? “No, ad esempio in Liguria collaboreremo col Centro di eccellenza per la pesca di S.Margherita, insieme a Provincia di Genova, Comune di S.Margherita, Federpesca e Osservatorio nazionale per la pesca. Potremo collaborare per la formazione di comandanti di pescherecci di altura, proponendo un percorso formativo vicino a quello della Marina mercantile. Abbiamo firmato un protocollo di intesa, si troverà sede in una villa del Comune, intanto una prima attività partirà da Villa Durazzo. Pensiamo inoltre che in Italia ci sia ancora spazio per promuovere tra i giovani la carriera del mare, soprattutto l’alta formazione, quella degli ufficiali”. Cercate spazi anche a livello europeo? “Ci sarà bisogno della nostra collaborazione per progetti di assistenza tecnica nel sistema di formazione nautica per i paesi di nuovo ingresso: in Romania e Bulgaria, ad esempio, la formazione per gli ufficiali è ancora da adeguare alla nirmativa C.E. Abbiamo firmato un protocollo di collaborazione con Accademia navale di Gyon in Spagna per azioni comuni in campo europeo e cerchiamo l’intesa con Accademie di altri paesi. Un ultimo recente campo di interesse è rappresentato dal diporto, un settore in forte sviluppo e solo in parte normato”. ALL’ACCADEMIA ITALIANA DELLA MARINA MERCANTILE DI GENOVA Il primo ufficiale diplomato a tempo di record B.A. Quegli eleganti capitani dell’Argentario Il 18 giugno la Delegazione di Trapani ha accolto il presidente Giorgio Blandina che, dopo aver visitato i locali messi a disposizione degli iscritti, si è documentato sugli aspetti organizzativi ed ha avuto modo di apprezzare l’impegno profuso nel sensibilizzare la categoria sull’opportunità di appartenere al Collegio Capitani. Successivamente, presso la Casa del Mutilato, il presidente ha incontrato alcuni Capitani della Delegazione di Trapani ed ha espresso apprezzamento per la significativa crescita degli iscritti nonché l’augurio che le iniziative in itinere possano trovare adeguato approdo. Il Presidente ha messo in evidenza l’importanza del Collegio come Ente con personalità giuridica e come garante della crescita della categoria che sta vivendo una importante fase di transizione; al tempo stesso ha sottolineato l’apertura nei confronti del Diporto nautico che ha sempre più bisogno di figure professionali. Nei vari interventi, sono emerse problematiche legate ad esperienze lavorative personali che hanno rivelato un reale disagio della categoria in relazione, soprattutto, ai carichi di lavoro sempre più stressanti. Il presidente Blandina, inoltre, è stato sollecitato ad impegnarsi sulla possibilità di far riconoscere l’attività di bordo come lavoro usurante. L’incontro si è concluso con Se si istituisse un premio tra le 44 delegazioni del Collegio capitani sparse in tutta la penisola e sulle un rinfresco anche per festeggiare il compleanno del presi- isole, per la sede più accogliente e rappresentativa, certamente a Porto Ercole Monte Argentario avrebdente, che ha molto apprezza- bero ottimi titoli per piazzarsi in testa alla classifica. Ecco un paio di immagini degli interni, arredati in stile marinaro, che danno l’idea di come la sede dei to, ma non ha rivelato gli anni. Capitani sia perfettamente intonata a una località di prestigio come l’Argentario. ANDREA ALLOTTA CMYN E’ Mario D’Anna (qui sopra nella foto insieme al presidente dell’Accademia Eugenio Massolo, al momento della consegna del diploma), cadetto della sezione “Coperta 3”, catanese, classe 1981, il primo allievo Capitano di lungo corso a diplomarsi Ufficiale di navigazione all’Accademia italiana della Marina mercantile. Entrato in Accademia nel 2005, D’Anna è riuscito straordinariamente a bruciare tutte le tappe: mostrando attenzione e interesse costanti durante le lezioni teoriche, e attuando esperienze d’imbarco fortemente apprezzate dalle società di navigazione. D’Anna fin dall’inizio si è distinto non solo per l’impegno messo negli studi e per l’efficienza mostrata durante le prove pratiche a bordo ma anche per l’impeccabile condotta e il comportamento degno di un vero capitano. E’ stato mettendo a frutto queste ottime prerogative e raggiungendo i requisiti richiesti per legge già sei mesi prima del termine del suo corso in Accademia, che il cadetto Mario D’Anna ha dunque sostenuto e superato con successo, il 6 giugno 2007, presso la Capitaneria di Porto di Venezia, l’esame di Stato per l’ottenimento del titolo di “Ufficiale di Navigazione”. Ottenuto questo primo notevole risultato, il percorso formativo di Mario D’Anna in Accademia però non si conclude qui: a breve andrà a bordo per terminare la sua terza ed ultima esperienza d’imbarco, poi tornerà in aula per concludere la fase formativa con l’acquisizione della certificazione GMDSS. Tutto lo staff direttivo dell’Accademia si è detto orgoglioso del risultato e si è congratulato con l’ aspirante capitano Mario D’Anna, alla presenza dell’Assemblea dei Soci, rendendogli l’onore che si riserva ai primi e riservandogli un augurio, come sempre, di buon vento. ORGANO UFFICIALE DEL COLLEGIO NAZIONALE CAPITANI L.C. E M. ENTE RICONOSCIUTO CON D.M. 14-1-93 Vico dell’Agnello, 2 - 3° piano - 16124 GENOVA Telefono: 010.247.27.46 - Cell. 333.819.11.41 - Fax 010.247.26.30 C.C. postale N. 391169 E-mail: [email protected] Autorizzazione Tribunale di Genova del 17-12-1964 - N. 6/64 di Registro CENTRO STAMPA: GRAFICA L.P. - Via Pastorino, 200 r. - 16162 Genova E-mail: [email protected] Direttore responsabile: ALBERTO GHIARA La collaborazione è volontaria e gratuita. Le opinioni espresse negli articoli riflettono idee personali degli autori. Tariffa R.O.C.: “Poste Italiane S.p.A. - Spedizione in Abbonamento Postale - D.L. 353/2003 (conv. in l. 27/02/2004 n. 46) art. 1 comma 1. DCB Genova” Associato all'Unione Stampa Periodica Italiana “Vita e Mare” viene inviato oltre ai Soci a Parlamentari, Segreterie dei Partiti politici, Autorità, Uffici stampa, Ministeri, Enti, Associazioni, Stampa ordinaria e specializzata, Organizzazioni sindacali dei lavoratori e degli imprenditori, Capitanerie di Porto, Enti portuali, Registri navali, Cantieristica, Marina Militare, Scuole Nautiche. VITA E MARE MAGGIO-GIUGNO 2007 5 A COLLOQUIO COL PRESIDENTE DELLA PROVINCIA DI GENOVA, APPENA RIELETTO UMORI DI BORDO Repetto: “Tante Accademie Il più elementare ma formazione unitaria” diritto politico perso tra le onde Collocamento della gente di mare, formazione e riforma della legge 84 sono i tre temi all’ordine del giorno del coordinamento delle Province di mare, guidate dal presidente della Provincia di Genova, Alessandro Repetto. La Provincia di Genova è anche impegnata nello sviluppo di un polo formativo regionale e nazionale, legato all’Accademia della marina mercantile e dedicato ai mestieri del mare. “La riforma del collocamento della gente di mare – spiega Repetto – interessa oggi Capitanerie di porto e Province. Mentre prima tutto era affidato al ministero dei Trasporti, oltre che alle Capitanerie, oggi anche questo settore è stato uniformato al normale mercato del lavoro, con le Province e i centri per l’impiego come protagonisti. Genova è capofila di questo cambiamento, perché qui si svolgerà la fase sperimentale a livello nazionale. Per questo recentemente il direttore generale e il direttore generale per l’informatica del ministero del Lavoro sono venuti a Genova, assegnando a Provincia e Capitaneria questo compito” Altro compito che spetta alle Province è quello della formazione. Nel mondo marittimo esistono molte realtà formative, ma distribuite sul territorio senza un legame fra loro. “Nell’ambito della Federazione del mare (il cluster marittimo italiano a cui aderisce anche il Collegio dei Capitani, ndr) si è concordato – dice Repetto – che la proposta formativa non sia più affidata alla comunicazione diretta fra le associazioni di categoria e la realtà territoriale, perché questo comporta che ognuno si muova per conto suo, Napoli in un modo, Genova in un altro, gli armatori in un modo, i porti in un altro. La Provincia di Genova ha quindi chiesto che venga elaborata una proposta formativa nazionale con metodologia unica, che poi ogni singola Provincia attuerà sul pro- prio territorio. Ad esempio Fincantieri ha esigenze formative ovunque sia presente, da Monfalcone a Genova a Palermo, ma dappertutto è necessario lavorare allo stesso modo. Perché allora non sedersi intorno a un tavolo per creare un piano formativo nazionale, sulla base del quale poi Fincantieri si metterà d’accordo con la Provincia di Genova per formare il personale per i cantieri di Riva Trigoso, e così via? Sarebbe utile fare la stessa cosa con Confitarma, come si sta già facendo per gli ufficiali all’Accademia del mare, dove arrivano allievi da tutta Italia. Vogliamo arrivare all’unicità della proposta formativa per tutte le realtà presenti nella Federazione del mare”. A proposito di Accademia del mare, intanto, si attendono novità e progetti. In primo luogo sembra che stia per terminare l’attesa del decreto ministeriale che deve portare da 18 a 12 i mesi di navigazione richiesti per sostenere l’esame da ufficiale, come avviene in tutta Europa: “Stiamo insistendo – racconta Repetto – perché il ministro dei Trasporti firmi e ci è stato assicurato che ciò accadrà prima degli esami dell’Accademia”. Dalla firma dipende una parte del futuro dell’Accademia, il cui programma di studi è basato proprio su questa riforma. Ma la formazione ufficiali presto non sarà più l’unica offerta dell’istituto. “La funzione dell’Accademia del mare – continua Repetto – deve completarsi con la creazione di un polo formativo che non sarà rivolto solo agli ufficiali. Per esempio, con Regione Campania e Confitarma è stata costituita una società consortile (denominata Formare, ndr) per la formazione di cuochi di bordo, con sede a Napoli, di cui la Provincia di Genova e l’Accademia sono soci ciascuna al 5%. Si stanno poi esaminando strategie per la formazione di personale già occupato attraverso corsi di aggiornamento. Altri progetti riguardano il coordinamento di corsi di formazione già esistenti per mozzi, frigoristi di bordo, meccanici di bordo. Insomma, l’Accademia si ritaglia una parte per una formazione di carattere più generale di quello che ha attualmente. Tanto che già da ora si candida a diventare uno degli istituti tecnici specializzati (Its) previsti dalla riforma della scuola alla fine del ciclo di studi secondario. Questo comporterà la trasformazione dell’Accademia in una fondazione”. Terzo tema che sta a cuore al presidente della Provincia è la riforma della legge 84, di cui parla ormai da due legislature: “La mia sensazione – dice ancora Repetto – è che diverse proposte si siano stratificate in Parlamento, ma che poi non si vada da nessuna parte. Le Province sede di Autorità portuale vorrebbero invece poterle esaminare per poi, col ministero, procedere rapidamente alla riforma”. marittimi, oltretutto non chiassosa, non rissosa, per tradizione portata al “mugugno” ed alla chiusura in se stessi: Da queste pagine noi vorremmo iniziare un percorso che porti al riconoscimento di questo sacrosanto diritto costituzionale, per tutto il personale navigante. Le modalità possono essere varie: dal voto postale al seggio elettorale sulla nave o altre più condivise soluzioni. Una piacevole sorpresa è stata l’ultimo convegno della Federazione del Mare tenutosi a Roma il 26 giugno 2007 sul tema “Economia del mare e risorse umane” in cui il tema è stato affrontato e portato all’attenzione di tutti gli operatori del settore marittimo e delle alte personalità politiche presenti. DOMENICO LA FAUCI ALBERTO GHIARA Dà spettacolo il tour mediterraneo della vela latina CONTINUA DA PAG. 1 Sì al voto agli emigrati ma non ai marittimi imbarcati su bandiera estera in quanto l’espressione del voto a bordo (quindi in territori esteri) pone ulteriori difficoltà. Quanto sin qui segnalato a grandi linee dimostra come la ricerca di soluzioni non sia facile. “I problemi -afferma ad esempio il presidente del Collegio nazionale Capitani, Giorgio Blandina- ci sono, inutile nasconderselo. E’ facile parlare, ma per trovare una soluzione bisognerà sedersi intorno a un tavolo e discutere approfonditamente”. Ciò non toglie che, se vogliamo che il navigante soggetto fondamentale sull’economia del trasporto nel nostro paese non sia discriminato, questa ricerca va comunque affrontata. E’ fuori dubbio che il numero limitato dei marittimi italiani (circa quarantamila) non invogli il legislatore ad affrontare il problema. Molti marittimi, dobbiamo anche dire, non sentono il problema come prioritario in quanto, a differenza degli italiani all’estero che con il voto eleggono un loro rappresentante e quindi soggetti che sono espressione dei loro Novità nel Collegio Capitani di Genova Il capitano Francesco Morici ha lasciato l’incarico di vicepresidente del Collegio nazionale capitani di Genova, essendosi trasferito all’estero per motivi di lavoro. Morici rappresenterà il Collegio presso il CESMA (Confederation of European Shipmaster’s Associations) a Rotterdam. La carica di vicepresidente è stata affidata dal Consiglio direttivo al comandante Domenico La Fauci che ha accettato. Novità anche nell’organizzazione degli uffici del Collegio, dove ha iniziato a collaborare Daniela Bellati, incaricata di sviluppare le pubbliche relazioni; il suo numero di telefono 338 8333070. Il diritto di voto è nel mondo civile la pietra miliare su cui si costruisce la democrazia di un paese. Questo diritto è scontato per i cittadini di vecchie democrazie. Eppure in Italia un’intera categoria produttiva, che paga tutte le tasse fino all’ultimo euro, ne è esclusa. Sono i “marittimi”. Ad ogni elezione che avviene nel paese, ancora dopo tanto tempo, mi assale un senso di frustrazione, ovvero sentirsi un cittadino di serie “b” con diritti civili limitati. E dire che alla metà degli anni settanta era iniziata un’esperienza di “prove di democrazia”, con votazioni pro-forma a bordo di navi passeggere. Di tutto questo non è rimasto nulla. Non era di moda occuparsi di una minoranza (invia di estinzione) come quella dei interessi diretti, il marittimo con il proprio voto dovrebbe necessariamente inserirsi all’interno del collegio di pertinenza e quindi non vede nel voto un’opportunità diretta e immediata per esprimere un rappresentante degli interessi della loro categoria. Le forze sociali, sia quelle che esprimono le possibilità ed ancor più le forze sindacali dovrebbero iniziare a costruire una proposta comune sull’argomento e sapientemente trasferirla in sede politica attraverso una forte opera di sensibilizzazione. Una proposta operativa potrebbe essere un convegno organizzato in una località a forte presenza marittima che vedesse impegnate tutte le forze coinvolte. Potrebbe essere questo un primo passo per coinvolgere il mondo politico, indipendentemente dagli schieramenti, su di un progetto che è innanzitutto un atto di giustizia, di civiltà e di uguaglianza tra tutti i cittadini. PIERO RE Corsi per aspiranti e per capitani Il compartimento di Genova del Collegio nazionale capitani di L.C. e M. organizza, nella sede di vico dell’Agnello 2/28, i corsi per il conseguimento dei titoli professionali: per aspiranti capitani di lungo corso e aspiranti capitani di macchina; nonché per capitani di lungo corso e capitani di macchina. I corsi sono aperti a tutti. Per informazioni chiamare la segreteria al n° 010-2472746, cell. 333 8191141; e-mail: [email protected]. CI HA LASCIATO Gaetano Beltrami Le tipiche case del borgo di pescatori di Boccadasse, hanno fatto da sfondo, a fine maggio scorso a Genova, all’ottavo Trofeo Dodero, la terza tappa del Circuito Mediterraneo della Vela Latina 2007. Partita da Celle Ligure (Savona), la competizione ha toccato Saint-Tropez, Genova, Sorrento a metà luglio, quindi ad agosto sarà la volta di Stintino e a settembre l’ultima tappa si terrà a Salerno. Nell’altra immagine la regata al largo. CMYN E’ scomparso all’età di 66 anni il capitano di macchina Gaetano Beltrami, socio del Collegio nella delegazione di Brindisi. Egli lascia un doloroso senso di vuoto presso la famiglia e in quanti l’hanno conosciuto e apprezzato per le sue qualità umane e professionali. Il capo della delegazione di Brindisi com.te Vincenzo Cafaro insieme a tutti i soci esprime profondo cordoglio. VITA E MARE 6 MAGGIO-GIUGNO 2007 INCONTRO DEI CAPITANI AL MINISTERO DEI TRASPORTI - DIREZIONE NAUTICA DA DIPORTO Lo sviluppo del diporto marittimo richiede professionalità qualificate Martedi 3 luglio a Roma una delegazione del Diporto del Collegio Nazionale Capitani composta dall’amm. Romano Grandi, da Michele Costabile e da Pietro Martucci è stata ricevuta presso il dipartimento per la Navigazione del ministero dei Trasporti. Tema dell’incontro interlocutorio con i dirigenti del dipartimento,Vanda Rebuffat e Michele Provinciali, erano le proposte integrative e correttive messe a punto dal Collegio sui nuovi titoli professionali del Diporto. In un clima di serena collaborazione sono stati analizzati i numerosi problemi che i marittimi addetti a questo settore incontrano quotidianamente. La delegazione dei Capitani ha rappresentato l’esigenza di tracciare un progetto complessivo di ampio respiro, per indicare chiaramente gli itinerari formativi e i processi di crescita dei marittimi del Diporto di cui il nostro Paese ha sempre più esigenza. La recente introduzione dei nuovi titoli professionali per le unità commerciali da diporto non supportata da una visione politica di insieme e quindi da un quadro normativo completo ha lasciato sul campo troppi problemi irrisolti. Impressione del Collegio è che se davvero, come lasciano intuire i nuovi titoli professionali, si desidera lanciare una grande Marineria del Diporto occorre semplificare la burocrazia degli imbarchi, premiare la regolarizzazione dei contratti e penalizzare fortemente il sommerso. Nel comparto turistico-nautico anche i diritti più elemen- tari, come convalidate le proprie esperienze su un libretto di navigazione, ottenere il pagamento dei contributi o avere una assicurazione sul proprio titolo professionale sono spesso una pura chimera perché nel quadro normativo generale nulla induce l’armatore a preferire la regolarizzazione dell’imbarco. Sulle unità armatoriali, non essendo obbligatorio un equipaggio titolato, si comanda in virtù della patente e molti sono costretti ad accettare imbarchi mascherati da assunzioni in azienda o addirittura in totale assenza di contratto. Per sconfiggere la piaga del lavoro nero si è quindi parlato dell’oppor- tunità di “premiare” le unità che imbarcano equipaggio a libretto o in alternativa “penalizzare in qualche modo” le unità che non lo fanno. Nel frattempo il Collegio sta proponendo le nuove tabelle minime di armamento per le unità da diporto per far diventare obbligatorio ciò che comunque, sotto gli occhi di tutti, è già normale prassi. Nel charter il noleggio penalizza fortemente le imbarcazioni che, scegliendo tale destinazione, si vedono interdetta la possibilità di venire utilizzate per la locazione: il risultato è che nel mercato imperversa la formula contrattuale della “locazione con skipper” che non tutela lo skipper ed espone il cliente a responsabilità che non gli competerebbero. Tra le ipotesi presentate dal Collegio e discusse nel corso delle riunioni c’è quella di diversificare il noleggio delle unità maggiori da quello delle imbarcazioni, semplificando per queste ultime l’imbarco e lo sbarco del personale. Un giovane che inizi adesso a lavorare nel diporto ha due strade: imbarcare “in nero” o “per patente” su una unità armatoriale (ma così non otterrà mai il riconoscimento della navigazione effettuata) o effettuare almeno 36 mesi di imbarco (di cui 24 su unità adibite a noleggio) per poter accedere all’esame di Ufficia- le del Diporto. Purtroppo la maggioranza delle unità da diporto che imbarcano un comandante non necessita di alcun altro elemento di equipaggio, a meno che sia assolutamente conveniente (meglio se semi-gratuito). C’è poi da aggiungere la constatazione che nel diporto gli imbarchi sono stagionali, 2-4 mesi l’anno, ciò significa che per ottenere 36 mesi a libretto servono, se va bene, 9 anni... Troppi. Si è quindi discusso sull’opportunità di creare un titolo di Primo Livello inferiore a quello di Ufficiale del Diporto, di facile conseguimento e limitato ad una certa distanza dalla costa per consentire l’inizio trasparente dei giovani nel Dipor- L’arrivo dagli USA dell’eco-ragno Proteus Simile a un “ragno d’acqua” con le lunghe zampe che galleggiano, è lungo trenta metri e largo quindici. Possiede due motori e una cabina di comando che può ospitare fino a 12 persone, anche se per manovrarlo ne bastano due. Al suo interno ospita un laboratorio per le analisi marine e apparecchiature oceanografiche, una stazione di sorveglianza ed è in grado di trasportare pesi fino a due tonnellate. Si sposta senza fare troppo rumore, è ultraleggero, a basso consumo di combustibile, ecocompatibile, non taglia le onde ma si adatta a loro, scivolandoci sopra. E’ capace di piegarsi sulle lunghe zampe di titanio e di abbassarsi fino a sfiorare con la cabina la superficie dell’acqua. E’ smontabile, trasportabile ovunque, all’interno di contenitori standard. Ne sono state disegnate varianti di diverse misure, con sistemi propulsivi variabili. Progettato da un ingegnere italiano che da quarant’anni vive negli Stati Uniti, Proteus è il catamarano prototipo della nuova specie di imbarcazioni Wam-v (wave adaptive modular vessel). E’ arrivato da San Francisco e il 15 giugno scorso ha toccato Genova come prima tappa italiana. E’stato costruito col sostegno di sponsor americani e il patrocinio del National Marine Sanctuary Program, creato dal governo per tutelare tredici parchi marini tra il Pacifico e l’Atlantico. In Italia è stato chiamato dal ministero dell’Ambiente per sensibilizzare l’opinione pubblica sul problema della salvaguardia delle coste e delle aree marine protette. to. La proposta è sembrata valida e sarà oggetto di approfondimento. Il mercato ha necessità di reperire un numero sempre crescente di marittimi del Diporto per lo sviluppo sviluppo del charter nautico e di una navigazione armatoriale che adotta unità sempre più grandi. E’ molto cresciuta la lunghezza delle imbarcazioni, negli ultimi dieci anni. Oggi i marina sono pieni di unità superiori ai 14 metri, decisamente troppo impegnative per armatori privati in gita con la famiglia. A queste unità servono comandanti, marinai, motoristi e personale di servizio e di camera in numero sempre maggiore ma per un periodo limitato alla bella stagione: giugno, luglio, agosto e poco più. Per rispondere a questa esigenza non servono ufficiali ma uomini e donne particolari capaci di affrontare il “nomadismo” richiesto dal settore. La grande palestra del Diporto è capace di formare direttamente “sul mare” i marittimi che nei prossimi decenni saranno il motore di un’industria in rapidissima espansione; ma dobbiamo imparare a riconoscerne l’identità e le esigenze ogni volta che se ne prospetta l’occasione. E quale occasione è migliore di un incontro con le persone che possono disegnare lo sviluppo della loro vita professionale? MICHELE COSTABILE Responsabile Nazionale per il Diporto del Collegio Nazionale Capitani Lungo Corso e Macchina Delegato Nazionale per Civitavecchia L’ECO DELLA STAMPA® CHARTER - UN DIFFUSO ESCAMOTAGE PER NON IMBARCARE PERSONALE IN REGOLA ECOSTAMPA® Clienti ed equipaggi attenti alla locazione La locazione di imbarcazioni da diporto deve essere effettuata secondo le regole per non incorrere in pesanti sanzioni. Lo segnala in una rivista di settore il vicepresidente di Assonautica-Assocharter, Massimo Revello. Gli articoli del decreto legislativo 171 del 2005 prevedono multe da 2.066 a 8.263 euro per “chiunque assume o detiene il comando o la condotta ovvero la direzione nautica di un’unità da diporto senza avere conseguito la prescritta abilitazione”. Alla società armatrice viene inoltre sospesa per tren- Che cosa dice la legge Ecco che cosa stabilisce il Dl 171: art 35 - Numero minimo di componenti dell’equipaggio delle unità da diporto. 1. E’ responsabilità del comandante o del conduttore dell’unità da diporto verificare prima della partenza la presenza a bordo di personale qualificato e sufficiente per formare l’equipaggio necessario per affrontare la navigazione che intenda intraprendere, anche in relazione alle condizioni meteo-marine previste e alla distanza da porti sicuri. art 40 - Responsabilità civile 1. La responsabilità civile verso terzi derivante dalla circolazione delle unità da diporto, come definite dall’articolo 3, è regolata dall’articolo 2054 del codice civile e si applica la prescrizione stabilita dall’articolo 2947, comma 2, dello stesso codice. 2. Ai fini dell’applicazione dell’articolo 2054, comma 3, del codice civile, il locatario dell’unità da diporto è responsabile in solido con il proprietario e, in caso di locazione finan- MEDIA MONITOR S.P.A. VIA G. COMPAGNONI 28 - 20129 MILANO TEL. 02.7481131 R.A. - FAX 02.748113444 CAS. POST. 12094 L’ECO DELLA STAMPA REG. STAMPA TRIB. MILANO N. 6660 DEL 30.9.1964 ta giorni la licenza di navigazione. Insomma, si rischia grosso se a guidare non è uno skipper munito dei titoli giusti. Revello racconta che le prime licenze di navigazione sono state revocate dalle Capitanerie di porto già a inizio stagione, proprio per questi motivi. L’avvertimento conseguente è quello di non firmare contratti di locazione che non prevedano le prestazioni di skipper e hostess. Questi ultimi devono essere messi in regola dall’armatore e dotati dei requisiti di legge. ziaria, l’utilizzatore dell’unità da diporto è responsabile in solido con il conducente in vece del proprietario. art 53 - Violazioni commesse con unità da diporto 1. Chiunque assume o ritiene il comando o la condotta ovvero la direzione nautica di un’unità da diporto senza avere conseguito la prescritta abilitazione è soggetto alla sanzione amministrativa del pagamento di una somma da 2.066 a 8.263 euro; la stessa sanzione si applica a chi assume o ritiene il comando o la condotta ovvero la direzione nautica di un’unità da diporto senza la prescritta abilitazione perché revocata o non rinnovata per AGENZIA DI RITAGLI E INFORMAZIONI DA GIORNALI E RIVISTE Direttore I. Frugiuele mancanza dei requisiti; la sanzione è raddoppiata nel caso di condotta o comando di una nave da diporto. 5. In caso di violazione di disposizioni in materia di navigazione che prevedono sanzioni amministrative, l’utilizzatore a titolo di finanziaria è obbligato in solido con l’autore delle violazioni al pagamento della somma da questa dovuta, se non prova che la navigazione è avvenuta contro la sua volontà. 6. Per le violazioni di cui al comma 1 si applica la sanzione accessoria della sospensione della licenza di navigazione per trenta giorni. Il periodo di sospensione è riportato sulla licenza di navigazione. CMYN PRESIDENZA NAZIONALE E COMPARTIMENTO DI GENOVA www.collegionazionalecapitani.it [email protected] COMPARTIMENTO DI NAPOLI www.collegiocapitani.it e-mail: [email protected] DELEGAZIONE DI SIRACUSA - AUGUSTA PORTO EMPEDOCLE www.collegiodeicapitani.3000.it e-mail: [email protected] DELEGAZIONE DI POZZALLO www.cncpozzallo.com e-mail: [email protected] «VITA E MARE» GENOVA INDIRIZZO DI POSTA ELETTRONICA: [email protected] VITA E MARE MAGGIO-GIUGNO 2007 7 ABBONATI A La Redazione di «Vita e Mare», vista la notevole diffusione che il giornale del Collegio Capitani L.C. e M. va acquistando nell’ambito marittimo ma anche in spazi esterni alla Categoria, propone l’abbonamento per 20,00 aperto a tutti i Lettori Per i negozi convenzionati, le richieste d’Abbonamento, corredate da Cognome, Nome, Indirizzo e Codice d’Avviamento Postale possono essere fatte alla Redazione di «Vita e Mare» ovvero presso il Collegio Nazionale Capitani L.C. e M., Vico dell’Agnello, 2 - 3° piano, 16124 Genova, oppure direttamente sul C.C. Postale 391169, stesso indirizzo suindicato, con la chiara causale del versamento: ABBONAMENTO LETTORE ABBONAMENTO PER NEGOZIO CONVENZIONATO CORPO PILOTI DEL PORTO DI GENOVA AL SERVIZIO DELLO SHIPPING 24 ORE AL GIORNO CON QUALSIASI METEO SEDI MOLO GIANO TEL. 010.2461003-4-5 FAX 010.2461114 MULTEDO TEL. 010.6987542 VOLTRI-TERMINAL TEL. 010.6135601 In ascolto continuativo VHF sui canali 10 - 12 GENOVA 16124 (GE) - Vico dell’Agnello, 2 - 3° piano Telefono 010.247.27.46 -Fax 010.247.26.30 NAPOLI 80133 (NA) - Calata Vittorio Veneto - Molo 42 Palazzina 161 - (Porto di Napoli) Tel. 081.202.102 - Fax 081.563.60.18 ANCONA 60121 (AN) - Com.te Stefano Antinori - Lungomare L. Vanvitelli, 18 Tel. 071.227.04.91 - Cell. 335.644.21.03 AREA FLEGREA - C.S.M. Salvatore Massa - via Privata Fabi, 14 - 80070 Bacoli (NA) - Tel. 081.523.43.67 AUGUSTA 96011 (SR) - Cap. Bartolomeo Trovato c/o Stella Maris - via Principe Umberto, 129 - Tel. 0931.98.35.97 - 368.754.18.19 BARI 70126 (BA) - Prof. Gaetano Scattarelli - via Caldarola, 26/B - Tel. 080.553.13.89 - Cellulare: 338.326.74.65 BRINDISI 72100 (BR) - Cap. Freg. Cafaro Comm. Vincenzo c/o Stazione Marittima Tel. 0831.59.01.98 - 0347.487.71.76 CAGLIARI - Cap. Cossu Bruno - Coordinatore per la Sardegna - via Metella B 09016 Iglesias (CA) - Tel: ab.0781-33452- cell. 338 8141342 Capo Delegazione C.A. (C.P.)a. Silenti Nicola, via Carbonazzi 10 - 09123 Cagliari - Tel. 0368.60.59.83 - e-mail: [email protected] CARLOFORTE 09014 (CA) - Com.te Cosimo Cesarale - via Aldo Moro, 3 - Tel. 0781.85.41.83 CATANIA 95131 (CA) - Com.te Alfredo Cucinotta - via Dusmet, 97 - Tel. 348.511.87.12 CIVITAVECCHIA - Dott. Arch. Costabile Michele - via del Fornetto, 51 - 00149 Roma (RM) - Tel. 06.55.30.05.65 - 338.633.77.22 FORIO 80075 (NA) - Prof . Vittorio Penniello - via Tironi, 19 - Tel. 081.99.80.12 FORLI’ 47100 (FO) - Cap. M. Borneto Luigi - via Ravegnana, 37/F - Tel. 0543.26.924 - Cell. 340.337.96.04 GAETA 04024 (LT) - Cap. Salvatore Cienzo - Cell. 328.313.36.56 - e-mail: [email protected] IMPERIA 18100 (IM) - Com.te Flavio Serafini c/o Museo Navale - piazza del Duomo, 11 - Tel. 0183.65.15.41 ISCHIA PORTO 80077 (NA) - C.S.M. Gennaro Minicucci - via delle Terme, 49/m - Tel. 081.983.758 - Cell. 339.292.60.22 ISOLA D’ELBA - Com.te Roberto Vitiello - via Pietri 143/B - 57034 Marina di Campo (LI) - Tel. 0565.977.821 - e-mail: [email protected] LICATA 92027 (AG) - C.L.C. Alessandro Bifarelli - Sede: via Adonnino, 5 - 92027 Licata (AG) - Tel. 33.764.99.45; D.M. Gaetano Patti 349.367.05.46: D.M. Pasquale Albo 333.339.51.98 - e-mail: [email protected] Cari colleghi naviganti, vi voglio bene perché avete la pazienza se non la bontà di ascoltare senza proferir parola, le castronerie che dicono e scrivono su di voi. Solo il mese scorso partecipando ad un importante convegno sulla Gente di Mare ho sentito dal palco un illustre intervenuto asserire che esistono tre categorie di persone: i vivi, i morti e i marittimi. Onestamente, scusate l’ignoranza, ma non ho capito se questa frase fosse un complimento o un qualcosa che mi rimane difficile capire. Io, che come voi tutti, ho navigato in lungo ed in largo, ero e sono ancora ben vispo e vivo! Quel signore che parla a vanvera, sarà lui un mezzo morto, o se preferisce un mezzo vivo, che si alza tutte le mattine ripetendo le stesse azioni, con l’unica emozione di uscire di casa e scoprire che piove quando pensava ci fosse il sole. Noi marittimi viviamo di emo- LETTERA AI NAVIGANTI Né migranti né fantasmi zioni forti, di quelle che ti attanagliano il cuore e ti sembra di soffocare, poi, è la vita ci da la forza di risolvere quei problemi che forse, per quel signore, sarebbero irrisolvibili, mentre per noi sono il pane quotidiano. Vi voglio bene perché riuscite anche a sopportare con benevolenza quanto ha scritto Massimo Franzi a “favore” dei marittimo, sul settimanale cattolico Il Cittadino: Andar per mare come marittimi significa soffrire i più profondi disagi del migrante, comporta trascorrere anni della propria esistenza in un ambiente innaturale, separato dalla terra ferma, lontano dagli affetti e con un grande senso della solitudine. La vita del marittimo è una realtà che non si cono- sce, perché non sta né in cielo né in terra. Chi si imbarca, scompare (a questo punto siete tutti autorizzati a toccarvi per scaramanzia). Vivere dentro una nave per mesi significa diventare “invisibile”. Gentile scriba, io voglio bene anche a lei perché immagino abbia scritto queste cose in un impeto di grazia divina appena ricevuta dal Cielo, ma io vorrei tranquillizzarla e raccontarle che le navi oggigiorno sono proprio belle, confortevoli ed i loro “abitanti” sono delle persone speciali, nel senso positivo della parola. I naviganti hanno imparato ad ascoltare la voce del silenzio, il rispetto per la gente di altre nazionalità che non siano la loro, hanno un li- vello culturale invidiabile, ma sopra ogni cosa il pregio di essere umili ed avere la pazienza di ascoltare e leggere così tante stupidaggini, ben consapevoli che questo sarà pure un paese di santi e poeti, ma certamente non di naviganti. Signori che non siete naviganti, vi prego, non parlate in nostra vece, lasciatelo fare a chi nel sangue ha ancora qualche traccia di sale. Io devo molto all’essere stato marittimo, ha reso la mia mente più aperta alle persone e agli eventi; mi ha dato la dignità dell’uomo che vive del suo onesto lavoro arrivando oggi a poter pensare che non ho debiti, ma solo, ancora, qualche credito. Mi piace terminare questo pezzo con le parole estrapolate da una lettera di Vittorio G. Rossi indirizzata ai Capitani marittimi: “…voi avete ancora le grandi paure e le grandi ebbrezze dell’uomo antico” RANDAGIO BLOGINI DIVERSITÀ DI PARERI CIRCA LA RICORRENZA DI SAN FRANCESCO DI PAOLA Nessuna nube sulla festa del patrono dei marinai Ric evia mo: Rice viamo: In merito all’articolo di “Vita e Mare” n°3-4, “San Francesco pensaci tu” a firma Randagio Blogini, già polemico nel titolo, mi sembra eccessivo asserire che due nuvole hanno oscurato a Genova le ultime celebrazioni di San Francesco di Paola. Una di queste, ohimè si riferisce al comportamento del sottoscritto reo di essersi presentato al pubblico, prima di leggere la Preghiera del Marinaio (per la precisione si trattava di quella del Navigante che è cosa ben diversa). Da anni devoto del nostro patrono, vengo a Genova in questa ricorrenza, e spesso ho avuto l’onore di leggere questa preghiera che amo particolarmente per aver trascorso quaranta anni legati alle navi mer- cantili e per quella devozione ricevuta da una famiglia di antiche origini marinare. Ho esordito così: “Sono il capitano Zeffiro Rossi di Viareggio segretario dell’Unione Nazionale Medaglie d’oro di lunga navigazione della Marina Mercantile. (Pausa) Preghiera del Navigante”.Questo avrebbe oscurato l’evento? Anni fa in piazza S.Pietro nell’udienza con il Pontefice, mi fu permesso nello scrupoloso cerimoniale, di leggere questa preghiera dinanzi a Papa Giovanni Paolo II. Mi presentai allo stesso modo ed ebbi anche la possibilità di parlare per qualche minuto della fede del navigante e questo non provocò nessuna nuvola sulla piazza del Bernini. Ho tenuto a precisare di appartenere alla LIVORNO 57127 (LI) - Cap. M. Gargiulo Baldassarre - via G. da Verazzano, 14 - Tel. 0586.81.20.54 MESSINA 98122 (ME) - Cap. Edoardo Ardizzone - via Romagnosi, 14 - Tel. 090.43.688 - Cell. 328.208.21.54 META DI SORRENTO 80062 (NA) - C.S.L.C. Esposito Salvatore - via Lamma, 10 - Tel. 081.532.27.78 - Cell. 360.38.20.14 MONTE DI PROCIDA 80070 (NA) - CLC Giovanni Mazzella Di Regnella - via Pedecone, IVª Traversa, n. 80 - Tel. 081.868.33.08 - Cell. 338.731.46.20 NAPOLI 80133 (NA) - Capo delle Delegazioni del Compartimento di Napoli C.S.M. Antonio Strino - via Sedivola, 15 - 80059 Torre del Greco (Na) - Tel./ Fax 081.8829161 - Cell. 338.848.74.08 ORISTANO (OR) - Com.te Camedda Giovanni - Corso Vespucci, 51 - 09072 Solanas di Cabras (OR) - Tel. 0783.29.07.79 PALERMO 90133 (PA) - Capo delegazione “ad honorem” Com.te Giuseppe Caldarella - Capo delegazione operativo: Com.te Giuseppe Russo - via Sacco e Vanzetti, 13 - 90121 Palermo (PA) - ab. 091.47.74.72 PIANO DI SORRENTO e SANT’AGNELLO - CLC Antonino Migliaccio - via Bosco, 15 - 80063 Piano di Sorrento (NA) - Tel. 081.808.38.19 PIZZO 89812 (VV) - Com.te Giuseppe Tallo - via Nazionale contrada Mazzotta Tel. 339.3899961 PORTO EMPEDOCLE 92014 (AG) - C.M. Rosario Pizzati - via Firenze, 6 - Tel. 0922.635.335 / 338.189.20.57 PORTO ERCOLE MONTE ARGENTARIO - 58018 (GR) - C.S.L.C. Di Lorenzo Lucio - via Principe Umberto, 4 - Tel. 0564.833825 POZZALLO 97016 (RG) - Cap. Giuseppe Galifi - via Canada 13/3 - Tel. 0932.95.81.26 / 339.885.42.38 PROCIDA 80079 (NA) - CLC Antonio Lubrano Lavadera - via Centane, 9 - Tel. 081.896.79.49 - Cell. 333.633.59.51 RAVENNA 48100 (RA) - Com.te Romeo Fabbretti - via Garibaldi, 23 - 48023 Marina di Ravenna (RA) - Tel. 0544.53.17.83 - Cell. 338.954.44.20 - e-mail [email protected] RIPOSTO 95018 (CT) - Com.te Giuseppe Bellalba - via Archimede, 93 - Tel. 349.123.64.33 - Fax 095.934.010 ROMA - FIUMICINO - Cap. Enrico G. Giraudo c/o Studio Legale Avv. A. Lucchesi - via Puccini, 9 - 00187 Roma - Tel. 347.453.60.95 - E-mail: [email protected] SASSARI 07100 (SS) Cap. Melis Lino - Corso G. Pascoli, 12 - Tel. 079.26.79.000 SAN BENEDETTO DEL TRONTO - GIULIANOVA - MARTINSICURO - (GR) Com.te. Nicola Spina - via Elba, 3 - Tel. 0735.591236 - Cell. 339.62.00.940 CMYN Marina mercantile che per l’occasione mi pare ogni volta in secondo piano rispetto alla Marina militare, che non è la gente di mare (art.n°115 e 116 del Codice della navigazione). Forse è stata una velata protesta in seguito alla lettura della preghiera del Marinaio a mio avviso poco adatta in quell’ambiente di pace dove alla presenza del vescovo Angelo Bagnasco si celebrava la liturgia del lavoro in onore di S.Francesco di Paola patrono della Gente di Mare. Desidero poi accennare alla seconda nube provocata a quanto si legge dall’intervento del presidente del Comitato organizzativo, accusato di aver polemizzato con l’amministrazione comunale e di essere stato chiamato, senza esserlo, comandante. Il dott. Bruno Aloi, che ha creato questa manifestazione ed altre come esempio la giornata nazionale di Colombo, intendeva con le sue parole invitare l’amministrazione civica ad un impegno maggiore. Chiamare comandante certe persone meritevoli, è un normale senso di rispetto che non toglie niente a nessuno e poi, perché non potrebbe esserlo? Basta aver comandato anche un sol battello per godere di quest’appellativo.Cosa diversa, è arrogarsi del titolo di capitano perché questo prevede il possesso di particolari requisiti. ZEFFIRO ROSSI Capitano superiore di macchina Maestro del lavoro Medaglia d’oro di lunga navigazione SAVONA 17100 (SV) - Cap. Ezio Nazari - Cell. 348.8435886 SIRACUSA 96100 (SR) - Cap. Rosario Reale, Coordinatore per la Sicilia e Capo Delegazione di Siracusa - Viale S. Panagia, 136 Pal. L - Tel. Cell. 339.785.57.93 SORRENTO 80067 (NA) - ACLC Gargiulo Silvano - via San Francesco, 22 - Tel. 081.878.21.03 TORRE DEL GRECO 80059 (NA) - C.S.M. Strino Antonio - via Sedivola, 15 Tel. 081.882.91.61 - Cell. 338.848.74.08 TRAPANI 91100 (TP) - Capo Delegazione “ad honorem” Cap. Vincenzo Marino - Capo Delegazione Operativo Com.te Andrea Allotta - via S. Anna 39 - Tel. 0923.592224 - Cell. 347.4225863 TRIESTE 34139 (TS) - Cap. Namer Gianfranco - via Forlanini, 137 - Tel. 040.91.25.17 USTICA - Cap. Dott. Di Bartolo Vincenzo - via Stresa, 14 - 90100 Palermo - Tel. 091.844.94.72 / 348.244.15.31 VENEZIA - Cap. Elio Todesca - via Malamocco, 51 - 30126 LIDO DI VENEZIA Tel. 041.77.00.43 VIAREGGIO 55049 (LU) - Cap. Prof. Luciano Ciomei - via Montramito 116/4 Tel. 0584.317.02 - Cell. 328.013.80.65 - Ist. Nautico 0584.390.282 VICO EQUENSE 80069 (NA) - C.M. Francesco de Gennaro - via Savarese, 16 Tel. 081.802.82.19 - Cell. 339.478.19.63 CESMA Confederation of European Shipmasters’ Associations Wassenaarseweg 2 - 2596 CH THE HAGUE - THE NETHERLANDS - Tel. 070.38.36.176 - Fax 070.38.35.911 - e-mail: [email protected] Associazione «Assistenza Mare Italia» (A.M.I.) - via della Giuliana, 37 - 00195 Roma - Tel. 06.39.72.59.13 - Tel.-Fax 06.39.73.30.77 A.MA.DI. - Molo Langano, Porto Carlo Riva - 16035 Rapallo (Ge) - Calata Andrea Doria, 1/e - Tel. 0185.64.620 ASSOCIAZIONI ADERENTI Associazione Capitani Navigazione Interna (ACNI) Via Piazzale Flaim, 1 - 28921 Verbania Intra (VB) Associazione Marittima di Mutuo Soccorso tra Capitani "Casina dei Capitani" Via Municipio, 11 - Meta (NA) Associazione Ufficiali Tirrenia Navigazione Via Municipio, 11 - 80062 Meta (NA) 8 A NAPOLI PER LA PRIMA VOLTA UNA NAVE DELLA DISNEY CRUISE LINE Nel corso dell’estate la “Disney Magic”, che per la prima volta solca le acque del Mediterraneo, effettuerà otto scali nel porto partenopeo. Le tappe sono previste nell’ambito di una serie di crociere che toccheranno altre quattro città portuali italiane: Palermo, Olbia, Civitavecchia e La Spezia. «Siamo molto soddisfatti della scelta effettuata dalla compagnia americana – ha detto il segretario generale dell’Autorità Portuale di Napoli, Pietro Capogreco – perché con l’arrivo della compagnia Disney Cruise Line il nostro porto coprirà un nuovo segmento di traffico: quello rivolto alle famiglie e ai bambini». Per il suo primo approdo a Napoli la compagnia americana ha deciso di organizzare una visita all’ospedale pediatrico Santobono Pausilipon, in compagnia dei personaggi più amati dai bambini: Topolino e Pluto. In particolare sono stati visitati i reparti di onco-ematologia pediatrica e il reparto di oncologa chirurgica. MSC CROCIERE CAMBIA IL NOME DI UNA NAVE IN COSTRUZIONE VITA E MARE curezza del lavoro a bordo, oltre alle iniziative già realizzate e in corso di definizione, e di promuovere il lavoro marittimo anche con il necessario coinvolgimento e responsabilizzazione delle istituzioni. Nell’ambito dell’accordo, per la parte relativa al personale imbarcato su unità adibite al servizio di rimorchio, è stato costituito un Osservatorio Nazionale permanente avente lo scopo di analizzare e valutare le questioni rilevanti al fine di individuare tempestivamente le soluzioni delle diverse problematiche del settore». Inoltre armatori e sindacati hanno condiviso l’opportunità di procedere ad una semplificazione della disciplina contrattuale salvaguardando l’impianto complessivo di tutele normative e i livelli economici derivanti dai vigenti contratti. Il sindacato Federmar ha criticato l’accordo sull’orario di lavoro siglato dalle altre sigle sindacali. L’intesa – ha rilevato oggi Federmar – «ha elevato a 98 ore le prestazioni lavorative da compiere nella settimana, purché il periodo d’imbarco non ecceda i 60 giorni, il che comporta lavorare 14 ore al giorno per 60 giorni». «Per i marittimi della Tirrenia o della Grimaldi o di quelli delle altre aziende operanti nel cabotaggio, i quali avevano già il periodo d’imbarco di 60 giorni – ha osservato il sindacato – tutto questo sbracamento non ha prodotto né un’ora di riposo compensativo né un euro in più nella busta paga». FINCANTIERI VARA UNA NAVE OCEANOGRAFICA PER L’INDIA Sarà battezzata “ Splendida” anziché “Serenata” la nave da crociera che tra due anni entrerà a far parte attiva della flotta MSC crociere. La nuova unità che il gruppo navalmeccanico Aker Yards consegnerà alla compagnia nella primavera del 2009 porterà Nello stabilimento Fincantieri di Muggiano (La Spezia), è stata un nome che ne sottolineerà ancor più la bellezza. varata la Sagar Nidhi (Perla degli Oceani), nave oceanografica Lo scorso 12 aprile Aker Yards ha effettuato il taglio della pri- commissionata per il National Institute of Ocean Technology ma lamiera della MSC Splendida. La nave, di 133.000 tonnellate (NIOT) di Madras. di stazza lorda, sarà gemella della MSC Fantasia. Alla cerimonia sono intervenuti il ministro indiano delle Scienze del territorio, della tecnologia e della scienza, Kapil Sibal, e il sottosegretario alla Difesa, Lorenzo Forcieri. Per Fincantieri ha partecipato Giuseppe Sassi, vice direttore navi militari. La nave, la cui sezione poppiera è stata realizzata nello stabilimento di Riva Trigoso (Genova), ha circa 5.000 tonnellate di staz- FEDERMAR-CISAL HA DICHIARATO LO STATO DI AGITAZIONE DEL PERSONALE TIRRENIA LO SCORSO 27 LUGLIO Il sindacato contesta al ministero dei Trasporti i ritardi nella definizione del giudizio sul piano industriale presentato dalla compagnia: “Piano propedeutico ad una corretta operazione di privatizzazione dell’intero gruppo, confortata dalla decisione del Parlamento di prolungare al 2012 la convenzione tra lo Stato e la Tirrenia medesima per l’espletamento dei servizi di collegamento con le isole maggiori e minori». Il sindacato ritiene che «il piano in questione, almeno nei risvolti di carattere sociale, sia in grado di dare impulso al consolidamento e allo sviluppo dell’occupazione: al riguardo, infatti, bisogna tenere presente che il gruppo Tirrenia, a differenza di quanto avviene con le aziende associate alla Confitarma, impiega unicamente marittimi di nazionalità italiana e, nella loro grande maggioranza, in pianta stabile». za lorda, è lunga 104 metri, larga 18 e sarà consegnata nel prossimo autunno. La Sagar Nidhi, che sarà in grado di operare in qualsiasi contesto operativo, dall’ambiente tropicale a quello polare, è dotata di attrezzature scientifiche d’avanguardia e sarà adibita ad attività di ricerca oceanografica e idrografica, prelievo di campioni di acqua o ghiaccio e carotaggio del fondale marino. Inoltre potrà gestire a distanza unità ROV (Remotely Operated Vehicle) e AUV (Autonomous Underwater Vehicle). «Questa nave è la prima unità che Fincantieri realizza per il mercato indiano – ha sottolineato il gruppo cantieristico italiano – e conferma gli ottimi rapporti che l’azienda intrattiene col Paese. Nnel 2004 erano stati firmati due contratti con il cantiere di Cochin, per la progettazione e la responsabilità dell’integrazione dell’apparato motore della nuova portaerei della Marina militare indiana. Per seguire le attività in India e implementare ulteriormente le relazioni commerciali con il Paese, Fincantieri ha aperto un ufficio permanente a Nuova Delhi». IL GRUPPO RIMORCHIATORI RIUNITI INTERLOCUTORE UNICO PER LA PRIVATIZZAZIONE DI TUG MALTA L’esecutivo di Malta ha scelto il gruppo Rimorchiatori Riuniti Spa di Genova quale interlocutore unico per la privatizzazione della Tug Malta Limited, come raccomandato dal comitato dell’agenzia governativa maltese per le privatizzazioni. Le trattative tra la Rimorchiatori Riuniti e l’agenzia inizierannoal più presto. La privatizzazione riguarda la quota pari al 73,72% del capitale azionario della Tug Malta in mano allo Stato. Alla gara hanno partecipato 11 società di rimorchio europee. Attualmente Tug Malta ha una flotta di sei rimorchiatori che operano nel porto di La Valletta e nel container terminal Malta Freeport, che lo scorso anno ha movimentato circa 1,4 milioni di teu. 1234567890123456789012345678901212345678901234567890123456789012123 1234567890123456789012345678901212345678901234567890123456789012123 1234567890123456789012345678901212345678901234567890123456789012123 1234567890123456789012345678901212345678901234567890123456789012123 1234567890123456789012345678901212345678901234567890123456789012123 I testi editi dal Collegio Nazionale Capitani di L.C. e M. per i Corsi di preparazione del Personale marittimo e per il conseguimento della patente nautica IMO STANDARD MARINE COMMUNICATION PHRASES VIA LIBERA AL NUOVO GRANDE PORTO CONTAINER SULL’ESTUARIO DEL TAMIGI Sarà la maggiore opera realizzata nel porto di Londra da più di cento anni Il ministro britannico dei Trasporti, Gillian Merron, ha approvato definitivamente il progetto London Gateway, che prevede la realizzazione di un nuovo porto container a Shellhaven, nel Thurrock, sull’estuario del fiume Tamigi. Il parere positivo dell’esecutivo era già stato preannunciato dall’ex ministro dei Trasporti, Derek Twigg Il maxi-progetto era stato avviato nel Gillian Merron 2002 dal gruppo britannico P&O in collaborazione con la Shell ed era stato confermato in seguito dalla DP World di Dubai, che successivamente aveva acquisito la P&O. LA SICUREZZA PERSONALE E RESPONSABILITA’ SOCIALI (S.P.R.S.) SIGLATO IL RINNOVO DEL CONTRATTO COLLETTIVO NAZIONALE PER I MARITTIMI «IL LUPO DI MARE» Confitarma, Fedarlinea, Assorimorchiatori e Federimorchiatori hanno raggiunto l’accordo con le organizzazioni sindacali di settore Filt Cgil, Fit Cisl e Uiltrasporti sia per la definizione del rinnovo della parte normativa del contratto dei marittimi che avrà una durata quadriennale e scadrà il 31 dicembre 2010, sia per la parte economica valida per il biennio 2007-2008 che prevede un incremento retributivo complessivo a regime per una qualifica media che varia da 145 a 170 euro comprensiva di tutti i trascinamenti. «L’intesa raggiunta senza il ricorso a nessuna iniziativa di sciopero – hanno sottolineato i firmatari in una nota – conferma il clima di buone relazioni industriali presente nel settore che ha consentito di superare alcuni momenti di forte tensione». «Uno degli aspetti qualificanti dell’accordo – hanno spiegato le organizzazioni armatoriali e sindacali – è l’istituzione della previdenza complementare per il settore marittimo attraverso l’adesione ad un fondo già costituito nell’ambito del settore dei trasporti. Particolare attenzione viene dedicata alla formazione professionale a bordo e a terra con la costituzione di un Comitato Nazionale Paritetico per il lavoro marittimo avente lo scopo di favorire ulteriori progetti di formazione indirizzati anche alla si- MAGGIO-GIUGNO 2007 PERSONAL SAFETY AND SOCIAL RESPONSIBILITIES (P.S.S.R.) Italo De Angelis IL MARITTIMO ABILITATO PER I MEZZI SALVATAGGIO Manuale preparato dal C.S.L.C. Comandante Italo DE ANGELIS 2005 di BRUNO COSSU Nuovo manuale per il conseguimento delle patenti nautiche I libri si possono richiedere al Collegio Capitani, sede di Genova Convenzioni della Conferenza del 1995 e Codice STCW Aggiornati ai relativi emendamenti n.° 1 (1997) e n.° 2 (2001) Il Marittimo abilitato per i mezzi salvataggio CONFORME AL DECRETO P.R. N. 474 del 29-7-1996 DAL 1976 CORSI PREPARATORI AGLI ESAMI PER TITOLI PROFESSIONALI MARITTIMI Ricordiamo ai nostri associati e ai lettori interessati che presso le SOTTONOTATE SEDI DEL COLLEGIO, AUTORIZZATE DALLA SEDE NAZIONALE, si svolgono corsi preparatori agli esami per titoli professionali di: Capitano di L.C. e Capitano di Macch. Aspirante Cap. L.C. e Aspirante Cap. di Macch. Traduzione non ufficiale curata dal C.L.C. Comandante Italo DE ANGELIS 2001 CMYN Sede di: GENOVA BARI - BRINDISI SIRACUSA VITA E MARE MAGGIO-GIUGNO 2007 9 UNA RIEVOCAZIONE INSOLITA DEL CONDOTTIERO A DUE SECOLI DALLA NASCITA Le imprese marinare dell’ammiraglio Garibaldi Garibaldi non fu guerrigliero, né in Sud America prima del 1848 né lo fu mai negli anni seguenti in Italia e in Francia. Sul fronte franco-tedesco combatté come comandante davanti a eserciti armati e addestrati agli ordini di stati maggiori e di generali francesi, prussiani e soprattutto austriaci. E parallelamente dai primi anni delle guerre in Sud America imbarcò al comando di una o più navi, da capitano ad ammiraglio. Era condottiero per istinto e per determinazione, raziocinio, scelte e risultati, non solo nel 1860 contro al non trascurabile esercito borbonico, ma da ben prima: come scrisse il severo e talvolta ingiusto Denis Mack Smith, già dalla prima guerra per l’indipendenza italiana. Il suo fascino è dovuto anche all’intuito e alla comprensione verso il prossimo e l’umanità coinvolti nella guerra. Garibaldi non fu neppure soldato vero, né per di più politico, anzi. Si presentò con piglio impolitico al Risorgimento italiano, fu tenace e ardente di spirito e vo- lontà, passando per l’avventura nelle due Americhe, irrompendo nel variegato momento storico del 1848, “primavolta” per l’Italia , dopo la “caduta” del sogno napoleonico e murattiano con l’ineffabile e insieme soffocante Congresso di Vienna.L’incompleto e approssimativo comandante del Rio Grande e dei cruenti campi di battaglia di Uruguay e Brasile, trovò il “placet”, anche se non ufficiale, del re Carlo Alberto e fu accettato dal suo stato maggiore. Fu stagione brevissima, ma esaltante con i suoi sbarchi e re- imbarchi su battelli a vela lungo la riva austriaca del lago Maggiore. Le brevi, imprevedibili apparizioni dei battelli corsari produssero e suscitarono non solo malumori, ma timori di un’ipotesi di offensiva sulle non più tranquille guarnigioni del maresciallo Radetzky. E fu anche una “rivalsa” del tentativo di invasione ideata nel 1834 da Giuseppe Mazzini e sprecata per la leggerezza del generale Gerolamo Ramorino, comandante militare scelto per la buona fama acquisita in Italia e in altri paesi europei CENTRO DI ADDESTRAMENTO INTERNAZIONALE PER IL PERSONALE MARITTIMO (MARITIME TRAINING CENTER) Sede Legale - Direzone Comm.le Amministrativa - Centro Addestramento: 93012 GELA (CL) ITALY - C.da Poggio Alessi S.P. 8 per Butera C.P. 79 Tel. 0933.823557- Fax 0933.934742 - Cell. 349.6744703 www.dimarcagroup.it - e-mail: [email protected] Uffici distaccati di Roma: Via Pietro Giannone, 27 - 00192 ROMA - Tel./Fax 349.674.47.03 / 348.873.03.61 SI SVOLGONO CORSI SECONDO LA CONVENZIONE E CODICE STCW ’95 RICONOSCIUTI ED AUTORIZZATI DAL MINISTERO DELLE INFRASTRUTTURE E DEI TRASPORTI SI SVOLGONO I SEGUENTI CORSI: ➢ ➢ ➢ ➢ ➢ CORSO CORSO CORSO CORSO CORSO ANTINCENDIO BASE (FIRE FIGHTING COURSE BASIC) ANTINCENDIO AVANZATO (FIRE FIGHTING COURSE ADVANCED) DI SOPRAVVIVENZA E SALVATAGGIO (PERSONAL SURVIVAL) DI PRIMO SOCCORSO (FIRST AID) DI SICUREZZA PERSONALE E RESPONSABILITA’ SOCIALI (P.S.S.R.) SONO PREVISTI CORSI AGGIUNTIVI, FUORI CALENDARIO PER SODDISFARE LE RICHIESTE DEGLI ISTITUTI TECNICI NAUTICI E DELLE SOCIETA’ DI NAVIGAZIONE. Il calendario dei corsi è a cadenza settimanale, previa prenotazione presso la nostra segreteria: Tel. 0933.82.35.57 - Fax 0933.93.47.42 - Cell. 349.674.47.03 / 348.873.03.61 CMYN nell’ultimo periodo della leggendaria fortuna napoleonica. E’ provato che il generale genovese arroccato a Lione in Francia prima dell’azione ricevette da Mazzini il cospicuo ingaggio di circa quattrocentomila lire austriache, offerte da un “mazziniano” milanese per finanziare l’impresa, e lo “bruciò” in poche notti trascorse al tavolo da gioco, non senza l’aiuto e lo stimolo di qualche non innocente ammiratrice. Tutto mentre Garibaldi, sbarcato dalla fregata “Euridice” insieme all’amico e marinaio Mutru, fu costretto alla fuga non appena seppe la notizia dell’ignobile fallimento. Il marinaio Garibaldi, figlio dell’armatore Domenico, e amico del capitano di lungo corso Angelo Santo Pesante, sfuggì al carcere duro, e ritornò sul mare. In quello strano e funesto 1834 si convinse dell’inutilità delle rivoluzioni, che per lungo tempo nell’Italia divisa e poi nella storiografia di quegli avvenimenti furono indicati con l’equivoco nome di moti rivoluzionari. Occorrevano mezzi adeguati per abbattere il dominio austriaco, reso forte da tre elementi: una monarchia secolare, esercito e flotta. In quei giorni il giovane, diventato capitano di mare, ne parlò con Pesante, oltre che con il padre. Il primo, iscritto nel “Reistre des capitaines de Nice”, era un classico lupo di mare che batteva prevalentemente a bordo del brigantino “Costanza”, “che collegava i porti del bacino occidentale mediterraneo con quelli del mar Egeo e del mar Nero fino al mar d’Azov”. Come risulta da un recente saggio (Marco Pisano: “Un Sanremese nel Risorgimento” ), “gli scali più importanti erano Galata, Odessa, Sebastopoli, Taganrog, dove le navi italiane e particolarmente quelle liguri scaricavano legname vario, zucchero, vino, merci pregiate, e caricavano altro vino e grano”. I due amici - il maestro e il già allievo - ripensarono ad avventure e disavventure vissute e subite in uno dei viaggi sulle rotte del Mar Nero. Rievocarono i rischi più frequenti, in non camuffati abbordaggi di navi greche e turche, tra loro nemici acerrimi, che controllavano o meglio tentavano di spartirsi il mar Egeo con i suoi porti e le sue isole. Vennero fuori un po’ in disordine in rimpianti nella rievocazione di alcuni arrembaggi più o meno cruenti. In più di uno il giovane Garibaldi, avendo acquisito il grado di secondo sul brigantino “Clorinda”, condotto da uno dei più noti e capaci comandanti dell’epoca, Simone Giuseppe Clary, trasse anche una rispettabile fama. Su quella rotta, in prossimità delle isole Cicladi, tre navi pirata avrebbero abbordato il “Clorinda” insieme o, più verosimilmente, in breve successione di tempo. Lo scontro a bordo fu diretto dal giovanissimo ufficiale, con buon risultato, anche se fu aiutato dalla notizia che due unità da guerra di bandiera britannica erano in rotta verso il punto dello scontro e sarebbe verosimile che per questo motivo le tre navi corsare abbiano rinunciato. Sarebbe prova di questo semileggendario scontro il fatto che Garibaldi riportò una ferita da arma da fuoco a un braccio e altra in una colluttazione con alcuni membri della ciurma greco-turca. Arriviamo al 1849, quando il Pesante, divenuto console di Spagna in Liguria, con sede Sanremo, trattò, con il consenso del governo piemontese e con la partecipazione della Marina sarda, un’altra “fuga” e la salvezza di Garibaldi per un futuro meno disastroso e più propizio, ma quasi ineluttabile. Con l’impegno della Marina sarda e del nuovo re Vittorio Emanuele, insidiato dal nemico feldmaresciallo Radetzky, Garibaldi fuggiasco sortì a mala pena da Roma occupata dai francesi del generale Oudinot (cognome solo di risonanza napoleonica), dopo il temerario tentativo di arrivare con alcune centinaia di volontari. L’amico delle rotte del mar Nero, nella qualità di capitano di lungo corso, ma anche con simpatie politiche per Giuseppe Mazzini, perciò repubblicano, ebbe quindi la sua parte nel contribuire a salvare il generale ritornato marinaio. Nel 1849 partì da Roma dopo averne difeso i bastioni con un corpo d’esercito rappresentato anche da Nino Bixio, accorso dal fronte lombardo-veneto dove imperversava il meglio dell’esercito austriaco comandato da Radetzky, da Wimpfen., da Hainau. Garibaldi, da poco tempo nominato generale dalla Repubblica romana, affidò la moglie Anita in gravidanza a una esigua scorta personale e al barnabita Ugo Bassi. La colonna di circa quattromila uomini, un piccolo reparto di cavalleria, e una parte dei bersaglieri lombardi già di Manara, cominciò a risalire il Lazio, in parte insidiata dalle avanguardie di Ferdinando di Borbone re delle Due Sicilie, sul filo di confine di Abruzzo, Umbria, Marche, Toscana, Romagna, in direzione di Venezia assediata da terra e bloccata dal mare.Con il tempo e le guerre l’Eroe dei due mondi diventò meno corsaro e più capitano di lungo corso, con rispettabile patente in Nord e Sud America, e poi ammiraglio di squadra in Oceano Atlantico fra Argentina e Brasile. Dal 1860 rimase in Italia, dopo il grado di generale ricevuto nel 1859 e una lunga serie di vittorie terrestri. GIUSEPPE MARASCO VITA E MARE 10 MAGGIO-GIUGNO 2007 IL PRESIDENTE DELL’IPSEMA RIVENDICA L’AUTONOMIA DELL’ISTITUTO PER TUTELARE I MARITTIMI Per i versamenti delle quote associative e assicurative servirsi del C/C P. 391169 intestato al COLLEGIO CAPITANI L.C. E M. - Vico dell’Agnello, 2 - 3° piano 16124 Genova oppure contattare il Compartimento di Napoli e le Delegazioni. Ci pregiamo comunicarvi qui di seguito le quote associative per l'ANNO 2007 quote che sono state già concordate con i Compartimenti: • • • • • • • “Una tantum” Aspiranti e Capitani Allievi Allievi Nautici Pensionati Soci Aderenti Soci Sostenitori € 10,00 € 70,00 € 35,00 € 30,00 € 40,00 € 55,00 € 100,00 Assicurazione Licenza di Pilotaggio Compagnia Assicuratrice SIAT Società Italiana Assicurazioni e Riassicurazioni GENOVA Il premio di assicurazione della Licenza di pilotaggio per l'anno assicurativo 19 LUGLIO 2007 - 18 LUGLIO 2008 è di 75,00. n L'indennizzo per la perdita di proventi durante il periodo di disoccupazione causato dalla sospensione della Licenza di Pilotaggio, ordinata da una Autorità Competente, in seguito ad un incidente nautico accaduto ad una nave sulla quale l'Assicurato prestava servizio in qualità di Pilota è stato portato a Euro 2.000 per un periodo non superiore a otto mesi. o Nel caso di perdita della licenza di pilotaggio, stabilita da una Autorità competente, l'indennizzo è stato portato Euro 36.000. p Questa polizza copre anche la responsabilità legale del pilota imputabile ad errori di navigazione e manovra a lui attribuibili durante il suo servizio di pilotaggio, nei confronti di cose di Terzi e nei confronti di Terzi. Si precisa che non sono considerate cose di terzi le cose di proprietà del Pilota o del Corpo Piloti per il quale opera e non sono Terzi i dipendenti/collaboratori del Pilota e i dipendenti/collaboratori dello stesso Corpo dei Piloti. q Il periodo di copetura risulta: dalle ore 24.00 del 19/07/2007fino alle ore 24.00 del 18/07/2008. Diportisti assicuratevi il titolo professionale Il Collegio nazionale Capitani L.C. e M. offre agli ufficiali e comandanti coperta/macchina del diporto la possibilità di assicurare il titolo professionale come i colleghi del traffico. Coloro che sono in possesso dei titoli previsti dalla normativa possono farlo alle medesime condizioni degli ufficiali e capitani della marina mercantile. Condizioni aggiuntive: imbarcazioni/ navi a motore/vela immatricolare in Italia e/o estero, superiori a dieci metri di lunghezza, munite di ruolo equipaggio. Gli interessati devono essere iscritti al Collegio Capitani. Le tariffe e modalità sono quella riportate sul periodico “Vita e Mare”. Per consultare la polizza e/o averne copia basta contattare una delle delegazioni del Collegio sparse in tutti i porti d’Italia. CAPITANI ASSICURATEVI LA PATENTE ATTENZIONE Rammentiamo ai Colleghi Assicurati ed a tutti gli altri interessati che la validità della polizza scade il 18 luglio 2007. È opportuno e saggio assicurare il titolo professionale specialmente oggi. Il pagamento della quota annua può essere eseguito per Genova sul c/c postale n. 00391169 intestato al Collegio. Per Napoli e Delegazioni contattando per informazioni ai rispettivi numeri telefonici. Gli interessati possono ottenere copia della polizza presso i suddetti indirizzi/numeri telefonici. Su una flotta di 800 imbarcazioni pagano la previdenza solo 78 Nonostante le recenti e rassicuranti parole del ministro del Lavoro, Cesare Damiano, i vertici dell’Ipsema (Istituto previdenziale per il settore marittimo, cioè la cassa assicurativa dei lavoratori marittimi) non hanno ancora superato del tutto un’inquietudine: quella provocata dal progetto di accorpamento degli enti previdenziali, inserito nella legge Finanziaria 2007. Damiano ha assicurato che Ipsema non rientra nel progetto, cercando di fugare il timore che si era diffuso di un suo accorpamento con l’Inail. “Noi continuiamo il nostro lavoro come se il pericolo non incombesse”, ha detto il presidente di Ipsema, Antonio Parlato, intervenuto a Genova a un convegno organizzato dal sindacato Ugl sul tema del lavoro marittimo all’orizzonte del 2010. L’anno è quello fissato dall’Unione europea per raggiungere un sostanziale riequilibrio nel trasporto delle merci fra l’utilizzo della strada e modalità alternative come la ferrovia e il mare. Al convegno è intervenuto il segretario nazionale dell’Ugl, Renata Polverini, che ha richiamato la gravità dei problemi che affliggono il mondo dei trasporti, oltre a sindacalisti e operatori dello shipping. Il presidente Parlato ha rivendicato l’importanza del ruolo di Ipsema e la specificità del lavoro marittimo, che rende necessaria la presenza di un istituto previdenziale autonomo. A di- fesa di Ipsema, come ha ricordato il presidente, sono intervenuti in questi mesi sia i sindacati Cgil, Cisl, Uil e Ugl, sia le associazioni datoriali, Fedarlinea, Confitarma e Federpesca. Ha preso posizione sullo stesso fronte anche la Federazione del mare, che rappresenta l’intero cluster marittimo italiano. E infine si è espresso in favore della sopravvivenza di Ipsema il viceministro dei Trasporti, Cesare De Piccoli. “Il nostro primo problema – ha spiegato Parlato – è evitare l’ipotesi dell’assorbimento. Per fortuna pare che il governo si sia convinto che Ipsema è un ente assicurativo e non previdenziale. Inoltre abbiamo i conti in ordine, tanto che l’anno scorso abbiamo ridotto le aliquote contributive e che pensiamo di riuscirci anche quest’anno”. L’Ipsema cerca di superare l’inquietudine che si è creata per il suo futuro, restando attivo su diversi fronti per la difesa dei lavoratori marittimi. Parlato non esita a mettere il dito su una lunga serie di piaghe del settore che andrebbero curate: “Una delle nostre priorità – dice – è combattere decisamente l’evasione contributiva e il lavoro nero nella pesca e nel diporto. Fra Trieste e Ancona abbiamo solo 78 barche iscritte, mentre secondo i nostri conti ce ne sarebbero almeno ottocento. Per aumentare la vigilanza stiamo stipulando un accordo con la Guardia di finanza. Un’altra priorità è frenare l’ambiguo ricorso alle bandiere ombra, che sta prendendo sempre più piede anche in Italia. Abbiamo avuto il caso di un armatore, non più iscritto a Confitarma, che ha creato dodici società, una per ognuna delle sue navi, tutte residenti su isole britanniche. Per notificarne il fallimento avevamo solo una casella postale su un’isola sperduta. I marittimi non avevano ricevuto il versamento della pensione, o ciò era avvenuto in maniera incompleta, ma è difficile intervenire perché l’armatore non è in Italia”. Altre emergenze riguardano la qualità di vita dei marittimi e gli incidenti a bordo. “Bisogna rendere più appetibile la vita a bordo, perché abbiamo una forte crisi di vocazioni. Vengono utilizzati sempre più marittimi stranieri, che fra l’altro non utilizzano Ipsema ma si assicurano secondo il diritto inglese, appoggiandosi ai cosiddetti P&I Club di Londra. Siamo convinti che non ricevano le stesse prestazioni che può offrire Ipsema, che è un ente pubblico. Le dimensioni del fenomeno sono dimostrate dal fatto che Confitarma ha deciso di aprire un centro di addestramento non in Italia, ma a Manila, nelle Filippine, nazione da cui provengono molti marittimi imbarcati”. Per migliorare le condizioni di vita a bordo e quindi rende- re di nuovo interessante il lavoro marittimo ci sarebbe la convenzione firmata a Ginevra nel 2006, che riunisce tutte le convenzioni sul welfare del mare: “Questa convenzione – avverte però Parlato – non è stata ratificata da nessun paese europeo, anche se c’è un’ipotesi di inserirla in un futuro libro verde. Se non assicuriamo condizioni di benessere a bordo, questo produce stress, che è all’origine di molti infortuni. Le condizioni di vita, a bordo e a terra, devono essere regolate”. Per combattere gli infortuni, infine, Parlato sta cercando di coinvolgere Rina, Confitarma e Assonave in un progetto semplice, ma efficace: far tesoro dei risultati delle inchieste sugli incidenti marittimi, analizzando se la dinamica degli eventi può suggerire proposte per la prevenzione: “Attendo risposte concrete dai miei interlocutori”, dice Parlato. Lo scorso anno ci sono stati 12 morti fra i 50.000 marittimi seguiti da Ipsema, di cui ben dieci nel mondo della pesca, anche se gli assicurati sono solo un terzo del totale (16.000). La causa di quattro di queste morti è stato lo spezzarsi di un verricello: “Si sarebbero potute evitare – conclude il presidente di Ipsema – applicando un sistema già esistente che stacca automaticamente il verricello prima che raggiunga una tensione pericolosa”. ALBERTO GHIARA ASSICURAZIONE DEL TITOLO PROFESSIONALE Compagnia assicuratrice SASA - Assicurazione - Riassicurazioni - Genova Il Collegio Nazionale Capitani L.C. e M. dal 1960 offre ai propri Soci l’opportunità di assicurare il titolo professionale dal rischio di sospensione e/o ritiro da parte dell’Autorità Marittima. Possono assicurarsi: “Tutti gli associati al Collegio nazionale Capitani di lungo corso e macchina, aventi titolo professionale in base al quale sono imbarcati su navi Italiane o Estere quali Comandanti, Direttori di Macchina, Ufficiali di Coperta e di Macchina, Ispettori Armatoriali o in base al quale prestano Servizio di Pilotaggio o di Rimorchio. Si precisa che possono essere associati al Collegio e quindi assicurati, anche i padroni Marittimi e i Meccanici navali e tutti gli associati al Collegio Nazionale Capitani di lungo corso e macchina in possesso della Patente nautica vela/motore senza limiti e della patente nautica per navi da diporto imbarcati quali Comandanti, Direttori di Macchina, Ufficiali di Coperta, Ufficiali di Macchina, su imbarcazioni/navi a motore/vela immatricolati in Italia o all’Estero, pari o superiori a dieci metri di lunghezza e munite di ruolo equipaggio”. n L'indennizzo per la sospensione della patente è di € 2.000 per mese di sospensione per un massimo di otto mesi. o L'indennizzo per il ritiro della patente è di € 36.000. Tutte le condizioni di polizza (inclusa l’assistenza legale, etc.) sono visibili presso le sedi di Genova e Napoli ed in tutte le 44 Delegazioni sparse su tutto il territorio nazionale. Vengono spedite a domicilio a semplice richiesta. Le quote dei premi da versare da parte dei nostri Soci che desiderano assicurarsi o rinnovare l'assicurazione per l'anno assicurativo 2006-2007 sono le seguenti: PERIODO dal 19-03-2007 al 18-07-2007 dal 19-07-2007 al 18-07-2008 Assic. pat. italiana Assic. pat.it + est. 65,00 91,00 78,00 101,00 Desideriamo ricordare ai Colleghi assicurati che: «L’assicurato è tenuto a comunicare tempestivamente al Collegio Capitani, per l’immediato inoltro alla Società assicuratrice, qualsiasi evento dal quale possa derivare un procedimento contemplato da questa polizza ...omissis...». Pertanto deve essere considerato essenziale, la notifica al Collegio per iscritto del sinistro, incluso l’invio dell’estratto del giornale nautico riguardante il fatto, dell’eventuale altro materiale pertinente, del nome del P&I ed eventualmente quello dell’avvocato che ha seguito la pratica sul nascere. Questo vale, ovviamente, in qualunque parte del mondo la nave si trovi. CMYN VITA E MARE MAGGIO-GIUGNO 2007 RINA E COMPAGNIE DI BANDIERA TRA LE MIGLIORI NELLA CLASSIFICA DEL MOU L’Italia marittima al top della sicurezza I migliori registri navali del mondo? Il Det Norske Veritas e l’italianissimo Rina. Seguono Germanischer Lloyd, China Classification, American Bureau of Shipping. Gli ultimi in classifica? Register of Korea, Register of Albania, International Register of shipping (USA). L’altissimo livello di affidabilità per il Rina, società operativa del Registro Italiano navale, fondato a Genova nel 1861, è stato riconosciuto dal comitato del Paris MoU (Paris Memorandum of Understanding), l’organismo europeo che segue le ispezioni sulle navi ad opera degli organismi di Port State Control. La novità nel bilancio 2006 è proprio questa speciale tabella che riguarda le società di classificazione. Una grande soddisfazione per il Rina, che già aveva conquistato il massimo nelle certificazioni di qualità della Us Coast Guard. «E’ gratificante -ha commentato l’amministratore delegato Ugo Salerno- vedere il RINA stabilmente al comando della classifica di Port State Control dell’Unione Europea e, per il quinto anno di seguito, avere zero detentions da parte della Guardia costiera americana. Mi fa piacere sottolineare che gli ultimi tre anni sono stati, dal punto di vista finanziario, i migliori della nostra storia: questa è la dimostrazione che la qualità non paga solo in termini di immagine ma anche dal punto di vista economico». Per quanto riguarda le amministrazioni di bandiera, la Black List 2006 approvata dal MoU addita come le peggiori in termini di sicurezza Corea del Nord, Albania e Bolivia. Sono finite invece nella Grey List, avendo dato segni di miglioramento, Taiwan, Turchia, Algeria e Ucraina. Al contrario Belize e Marocco sono state declassate in Black List. La White List infine, che vede l’Italia al quarto posto, riconosce il primato a Gran Bretagna, Svezia e Finlandia. Nuove entrate sono Estonia, Svizzera e Iran. L’Azerbaijan è stato declassato nella Grey List. Pollastrini al comando della Guardia costiera Cambio al comando delle Capitaniere di porto e Guardia costiera: dopo due anni e sette mesi, all’ammiraglio Luciano Dassatti è succeduto l’ammiraglio Raimondo Pollastrini. La cerimonia del passaggio delle consegne è avvenuta a Fiumicino, nella sede delle capitanerie di porto, alla presenza del ministro dei Trasporti Alessandro Bianchi, del viceministro De Piccoli, del sottosegretario alla difesa Forcieri e del capo di stato maggiore della Marina ammiraglio La Rosa. Il nuovo comandante si è presentato ricordando il ruolo insostituibile delle capitanerie, per il quale occorre responsabilità, senso del dovere, attaccamento alle istituzioni e spirito di appartenenza. Nel discorso di esordio Pollastrini ha inoltre tracciato le prospettive di lavoro futuro: le capitanerie sono ormai un’istituzione moderna e giovane, in grado di conquistare un ruolo di leadership nel Mediterraneo. Il Collegio nazionale capitani, mentre saluta con calore l’ammiraglio Dassatti, porge vivissime congratulazioni all’ammiraglio Pollastrini per il prestigioso incarico, rinnovando l’apprezzamento per il costante impegno a favore degli ufficiali della marina mercantile, del diporto e della gente di mare. LASCIA IL PRESIDENTE GRANARA Quattro anni di buon lavoro nel porto di Cagliari “Un porto in salute” è ciò che si appresta a consegnare alla città il presidente uscente dell’Autorità Portuale di Cagliari Nino Granara. Nel corso della conferenza stampa di commiato che si è tenuta il 4 giugno 2007 presso la nuova sede del terminal crociere che diverrà presto operativa, Granara ha illustrato le scelte, la visione d’insieme e le decisioni strategiche alla base delle attività che hanno contraddistinto il suo mandato di quattro anni alla guida del porto. “Un bilancio senz’altro positivo” che passa dall’incremento del traffico delle navi da crociera a quello delle navi porta containers del Porto Canale attraverso le nuove infrastrutture che, partendo dallo stesso Terminal Crociere, interessano la nuova darsena per la motopesca, il trasferimento delle navi Ro-ro e di quelle passeggeri al molo Sabaudo, fino alla realizzazione della passeggiata a mare a Su Siccu e non solo. Granara ha illustrato anche i principi che sono alla base del nuovo Piano regolatore che “proietterà realmente Cagliari al centro del Mediterraneo”. Al termine dell’incontro con la stampa, il responsabile della delegazione di Cagliari del Collegio nazionale CLC. e M. si è congratulato col presidente uscente per il suo operato e per la sensibilità dimostrata in più occasioni nei confronti della delegazione e di tutti i marittimi. 11 LE IMMAGINI DI BRANCATI DESTINATE AI MUSEI MARITTIMI Il fotografo affascinato dalla flotta del porto C’è un fotografo genovese che per quasi un anno ha vissuto gomito a gomito con i lavoratori del porto e dei battelli di servizio, come pilotine e rinorchiatori. Nel 2003, su incarico del Musée Portuarie di Dunkerque, Jacopo Brancati si è trasferito sotto la Lanterna, in quella “città nella città” che brulica di gente e mezzi in attività. I moli, le navi, la fatica degli uomini, le espressioni, tutto gli è servito per cercare di capire e di cogliere lo spirito dello scalo genovese. Le foto che ha scattato sono state raccolte in un volume dal titolo “Pilota a bordo! Uomini e navi del porto di Genova” e 50 scatti sono esposti dal 7 giugno fino al 31 agosto al Galata-Museo del Mare. Brancati, che a Genova ha lasciato il posto fisso, oggi vive a Parigi, con la moglie genovese, collabora con varie riviste e con l’agenzia fotografica Sipa. Il mare gli è rimasto dentro, merito forse dei suoi antenati, fra cui un bisnonno che da mozzo sulle baleniere divenne comandante. Col suo obiettivo collabora con alcuni musei marittimi in Europa e ha realizzato un affresco sul pilotaggio che l’ha portato dall’Italia alla Finlandia. Per il lavoro nel porto genovese ha scelto tempi e tecniche personali: prima di ritrarlo lo ha studiato per un anno, a sottolineare la sua convinzione che per conoscere un posto e la sua gente ci vuole tanto tempo. Si direbbe che il mestiere dei piloti, che Brancati definisce “carte nautiche parlanti”, lo affascini in maniera particolare: “Qui a Genova – spiega – ho visto fare prodezze esagerate: manovrare tre navi insieme in un bacino con cinque metri a prua e cinque a poppa! Come tutti i mestieri marittimi, lavorare sui rimorchiatori o essere piloti è fisicamente un’impresa per pochi…” Nelle foto di Jacopo Brancati i rimorchiatori al lavoro e (sotto) nella luce del tramonto lo sguardo sicuro del pilota Francesco Bozzo con a fianco il giovane comandante che gli affida la sua nave. Nel riquadro piccolo il capopilota Giovanni Lettich. Chi prende i giganti al guinzaglio Si schermisce il comandante Giovanni Lettich, dal 1° gennaio 2007 capopilota nel porto di Genova: un organico di 22 uomini presenti 365 giorni all’anno, giorno e notte, con ogni condizione meteorologica, per manovrare e assistere le 20.000 navi che ogni anno attraccano nel bacino genovese. “E’ vero che noi piloti – ammette Lettich – sostituiamo le carte nautiche, perchè dobbiamo conoscere alla perfezione non solo i fondali, ma anche il vento e la sua incidenza nelle singole parti dello scalo e sulle navi, le distanze tra i moli, le correnti. Tanto che se qualcuno di noi dovesse cambiare città dovrebbe ricominciare la formazione tutta da capo. Ma non direi che il nostro sia un mestiere così duro e difficile. Se dovessimo compiere manovre tanto delicate come quelle descritte da Brancati bisognerebbe sempre urlare ‘Attentti al pilota!’ ” Come si diventa piloti? “Bisogna avere il titolo di comandante o primo ufficiale, quindi si può accedere a un concorso pubblico in Capitaneria di Porto; ulteriore requisito è quello di avere un’età compresa tra i 28 e i 35 anni. I vincitori del concorso vengono assunti col titolo di aspiranti pilota e dopo un anno di tirocinio devono affrontare un esame pratico; se lo superano sono piloti a tutti gli effetti.” E’ difficile lavorare a Genova? “Come tutti i porti in cui c’è la parte storica che ruba spazio allo scalo, anche quello di Ge- NICOLA SILENTI Eletto a Trieste il nuovo Direttivo Il Collegio di Trieste dei patentati C.l.c. e D.M. ha rinnovato, a seguito delle previste votazioni, il proprio Consiglio Direttivo per il triennio 2007-2009 che risulta così formato: Presidente: Luciano Tomasini ; vice presidente C.l.c. Franco Vascotto ; vice presidente C.D.M. Gianpiero De Cubellis ; consiglieri C.l.c.: Carlo Cavalli, Guido Gramenuda, Mario Latin, Maurizio Tulliach; Consiglieri C.D.M.: Mauro Persi, Fulvio Quarantotto, Ennio Stavagna, Corrado Varnier; sindaci: Rusca Marcello e Zane Nerio; Probiviri: Baldassi Giorgio e Comelli Cornelio. La nomina è stata approvata dall’assemblea generale annuale nella riunione del 26 Marzo 2007. CMYN nova è molto complesso: ci troviamo a dover affrontare manovre in bacini sempre più stretti con navi sempre più grandi.” E’ cambiato il vostro mestiere negli anni? “Sì, di pari passo coi porti e con le navi. Se ad esempio una nave come la Raffaello ai tempi del suo varo ci sembrava gigantesca, ed era 45.000 tonnellate di stazza lorda, oggi una nave passeggeri come la Costa Serena raggiunge le 109.000 tonnellate, alcune anche le 140.000. E una nave da carico gli 11.000 teus e una lunghezza di 350 metri.” E’ pensabile che con la tecnologia avanzatissima in un prossimo futuro le macchine arrivino a sostituirvi? “Effettivamente l’uso di potentissimi ritrovati tecnologici, come le eliche trasversali e le eliche principali azimutali, facilita il nostro compito, ma viste le condizioni in cui ci troviamo a lavorare, forse oggi ancor più di ieri l’esperienza del pilota è insostituibile. Non solo le dimensioni degli specchi acquei e delle navi, rendono le manovre complicate, ma anche i tempi di lavoro sono diversi: anni fa ricordo che le navi sostavano in porto per diversi giorni. Oggi la pressione commerciale è tale da richiedere una velocità superiore nelle operazioni; di conseguenza l’attenzione richiesta al pilota è ancora maggiore.” Le navi più difficili? “Ogni manovra presenta sempre un margine di imprevedibilità e di rischio; le navi più difficili comunque sono le petroliere e le navi passeggeri, queste ultime perchè unite a giornate di forte vento sono le più esposte.” Cosa succede in caso di incidente? Se viene appurato dolo o inesatte informazioni del pilota, che è un incaricato di pubblico servizio, egli risponde personalmente dei danni, fino all’estinzione dei beni, tanto che la Federazione sta pensando di inserire un’assicurazione che li tuteli, entro certi limiti... Pregi e difetti del vostro mestiere? “Io ne sono innamorato, quindi non riesco a vedere i difetti. Mi piace perché si vive all’aria aperta, sul mare; ma è soprattutto dal punto di vista umano che si raccolgono le maggiori soddisfazioni: si conosce gente da tutte le parti del mondo, insomma lo trovo molto gratificante. Le difficoltà si incontrano per la richiesta di continua di concentrazione: non esistono soste, siamo sempre al lavoro, perché il porto non chiude mai, ne’ a Natale, ne’ a Ferragosto. Nonostante l’attenzione e la capacità gli incidenti possono sempre succedere; il controllo in spazi ristretti in giornate che presentano condizioni meteorologiche difficili può sempre sfuggire. Fortunatamente lavorare con 30-40 nodi può capitare 4-5 volte in un anno, non di più.” VITA E MARE 12 MAGGIO-GIUGNO 2007 UN FENOMENO PREOCCUPANTE CHE MINACCIA MARITTIMI E TECNICI DI IMPRESE ALL’ESTERO In crescita la pirateria dalla matrice politica Nel secondo trimestre del 2007 gli atti di pirateria contro le navi sono cresciuti del 37% rispetto al corrispondente periodo del 2006. In sei mesi sono stati registrati ben 126 attacchi. I dati allarmanti provengono dall’International Marittime Bureau (IMB), fondato nel 1981 a Kuala Lumpur (Malesia), creato allo scopo di monitorare gli episodi di pirateria e di fornire raccomandazioni sui comportamenti di prevenzione e difesa. Il direttore dell’IMB, Pottengal Mukundan, così commenta: «Nonostante negli ultimi tre anni ci sia stato un calo degli atti di pirateria (nel 2004 sono stati registrati 329 attacchi; nel 2005 ne sono stati rilevati 276; lo scorso anno 239), le statistiche relative al secondo trime- stre di quest’anno indicano un’inversione di tendenza. Sono gli incidenti avvenuti in Somalia e in Nigeria a fare impennare questi dati: sono aree molto pericolose, con un crescente numero di sequestri violenti e con la presa di ostaggi». Oggi il fenomeno da fronteggiare è duplice: assalti criminali e sequestri politici. Nei primi sei mesi di quest’anno, in Nigeria si sono verificati 19 atti di pirateria; in Somalia gli attacchi sono stati 17. Mukundan ha espresso preoccupazione per i possibili effetti della recente rimozione della milizia islamica in Somalia, che stava assumendo iniziative decise contro la pirateria. Di conseguenza in quel Paese è stata consigliata la navigazione ad almeno 200 miglia dalla costa, II lavoratori italiani nel mirino dei ribelli Lo scorso primo maggio, un assalto coi gommoni dei ribelli del Mend a una navepiattaforma della compagnia petrolifera Chevron, che operava nel delta del Niger, ha portato al rapimento di quattro marittimi italiani, gli ufficiali Ignazio Gugliotta, Alfonso Franza e Raffaele Pascariello e il comandante Mario Celentano, assieme a un americano e a un croato. La vicenda ha suscitato profonda eco nel mondo marittimo italiano. Il rapimento è durato un mese e si è concluso positivamente all’inizio di giugno con il rilascio dei prigionieri. Riteniamo importante rievocare l’episodio e rendere testimonianza dei sentimenti che sono emersi in quei trenta giorni di apprensione, pubblicando le lettere di due colleghi di Pascariello, Franza e Celentano indirizzate al comandante Gennaro Melillo, presidente del Compartimento di Napoli e collaboratore di Vita e Mare, e attraverso di lui a tutti i soci del Collegio. anche se nel giugno scorso una nave è stata attaccata a più di 300 miglia al largo. Prosegue Mukundan: «Prima dell’istituzione del Piracy Reporting Centre (costola dell’IMB creata nel 1992 per intensificarne l’azione preventiva) molti governi non avevano compreso la portata del problema. Ora ne sono consapevoli e di conseguenza sono diventati più disposti ad assumere iniziative. La nostra strategia consiste nell’accrescere la consapevolezza e la comunicazione, sollecitando un maggior numero di navi a segnalare tempestivamente gli attacchi, ottenendo dati ancora più precisi. La guerra contro la pirateria può essere vinta». I dati diffusi dal PRC sono allarmanti: dall’inizio dell’anno sono stati presi in ostaggio 152 marinai, 41 dei quali sequestrati, 3 uccisi. Nel 2006 il mare più pericoloso per i marittimi è stato quello dell’Indonesia, seguito dalle acque del Bangladesh. La Nigeria al terzo posto e subito dopo la Somalia, quindi i porti di Chittagong in Bangladesh e Santos in Brasile. Nello Stretto di Malacca invece pare che la situazione sia migliorata. Qui nel 2000 la compagnia di trasporti marittimi indonesiana Pelni aveva sospeso il servizio; chi voleva recarsi in quella regione doveva utilizzare navi militari. Nel suo libro “Il ritorno dei pirati- Navigazione e pirateria moderna” lo scomparso comandante Augusto Meriggioli si domandava: “Quanto è sicura la navigazione marittima? Una domanda che riaffiora ogni qualvolta si ha notizia di un atto criminale compiuto contro una nave, il suo equipaggio o i passeggeri a bordo… fatti che spesso non richiamano l’attenzione dell’opinione pubblica o dei media a meno che vi siano circostanze o dettagli particolarmente interessanti...” “La pirateria –spiegava l’autore – è configurabile come reato soltanto nelle acque internazionali, rientrando gli atti similari compiuti in acque territoriali sotto la giurisdizione dello Stato costiero ed in quanto tali repressi secondo la vigente normativa nazionale. In generale, dove operano i pirati, la configurazione geografica è tale che spesso sussiste la sovrapposizione di sovranità di due o più Stati costieri limitrofi. La difficoltà di riuscire ad adottare una giurisdizione internazionale comune nelle acque costiere del paese limitrofo senza che ciò si configuri come attentato al principio della sovranità di ciascuno di essi, appare come il limite più evidente ad una repressione efficace della pirateria e del terro- Un uomo armato a difesa di una nave con aiuti umanitari inviati in Somalia e un battello di pirati all’attacco. rismo…” Testimonianze di solidarietà Sono un ex-collega degli ufficiali Pascariello Raffaele, Franza Alfonso e del com.te Mario Celentano, in quanto ho navigato con la Chevron dal 1991 al 1996, proprio con Franza e Pascariello. La notizia del loro rapimento mi ha lasciato allibito, incredulo. Un paio di volte nel 1992 e nel 1993 sono stato destinato su una storage in Zaire, dove già allora si avvertiva l’insofferenza e la rabbia della popolazione indigena verso gli uomini bianchi che sfruttavano le loro risorse, e che tuttora sfruttano, guadagnando miliardi, menter loro continuano a vivere in miseria. La professione di chi lavora in mare ci porta a condividere situazioni drammatiche e talvolta a rasentare l’assurdo per un pezzo di pane da portare a casa, spesso senza curarci o preoccuparci d’altro... Oggi in un contesto avviato sempre più verso l’intolleranza reciproca, le nostre nozioni morali e culturali non bastano più. Dobbiamo comunque continuare a fare il nostro lavoro, ma necessitiamo di un’adeguata protezione in questi luoghi da parte dei governi locali, per salvaguardare l’incolumità della gente che lavora non può essere affidata a civili non addestrati e non idonei per questo ”ingrato” compito. Garantire la sicurezza tocca ai militari locali in collaborazione con i governi a cui appartengono le varie strutture petrolifere (piattaforme, navi storage, ecc...). Non ci sono parole per descrivere l’impotenza e l’angoscia che proviamo. Siamo in attesa della notizia della loro liberazione da un momento all’altro, e ci sforziamo di essere fiduciosi, vista l’esperienza dei precedenti connazionali che grazie a Dio sono stati liberati senz’alcun maltrattamento. Speriamo che sarà così sarà anche per Mario, Raffaele, Alfonso e Luca (Ignazio) di Pozzallo. CAP. GIUSEPPE GALIFI Capo Delegazione di Pozzallo Approfitto del Collegio Nazionale CLC & DM, per manifestare il dolore apprendendo del rapimento di Ignazio “Luca” Gugliotta, mio carissimo amico. Un avvenimento gravissimo e triste che ha colpito la famiglia di Luca, trovatosi nel luogo sbagliato al momento sbagliato. Là Luca non era in vacanza, ma per lavoro, il nostro lavoro, il marittimo, che non solo ci strappa dagli affetti dei nostri cari, rubandoci i momenti di una vita spesa tra navi e mare, lontani da tutti eppure cosi vicini, tutti, nei nostri cuori. Questa è la nostra vita. Sì , lo abbiamo scelto noi, che marittimi lo siamo con orgoglio e passione, continuando una tradizione tipica del nostro paese e ancor di più della nostra cittadina, noi marittimi sparsi in giro per il mondo in navi che toccano terra per poche ore dopo giorni di lunga e sofferta navigazione, per poi ripartire alla volta di un altro porto; noi marittimi in terre straniere e sovente ostili, noi che solo da lontano viviamo le vicende dei luoghi, vicende a noi estranee... perché aggiungere sofferenza e preoccupazioni alle nostre famiglie? perché metterci ulteriormente alla prova? CAP. MASSIMO AMATO CMYN