La Vela PARROCCHIA DI SAN BARTOLOMEO ~ TENCAROLA A APRILE 2014 MENSILE DI INFORMAZIONE, DIALOGO, PROPOSTA ED EDUCAZIONE PERMANENTE L’editoriale di DON RAFFAELE Dai vizi alle virtù /4 "L'ira" Editoriale: L’ira Don Raffaele 1 Pasqua di resurrezione A. Filidoro 2 “LA VELA” va perché ci sono i marinai ! G. Moro 3 Il triduo pasquale: simboli e significati R. Zandonella 4 PROGRAMMA S. PASQUA 2014 5 Insieme. Noi con voi Nella luce d'amore T. Scotti 6 Ho incontrato Karen! 7 Nonno Nene Incontro dell’11 febbraio 2014 Parrocchia di S. Bartolomeo Ap. in Tencarola via Padova, 2 • 35030 Selvazzano Dentro PD Tel. 049 72 00 08 [email protected] www.parrocchiatencarola.it La L a Vela V 8 È sempre un male adirarsi? Un conto è la passione con cui si perseguono giusti ideali, altra cosa è l’ira come vizio, che è distruttiva ed obnubila la mente, che attacca senza costruire alcunché. Aristotele – grande filosofo dell’antichità greca - riteneva che adirarsi fosse fin troppo facile: la sapienza consisteva nel arrabbiarsi con la persona giusta, nella misura giusta, al momento giusto e per una giusta causa, senza perdere il lume della ragione. C’è un’ira buona quindi: lo sdegno sincero per l’ingiustizia; la capacità di lottare con vigore per gli ideali, con metodi nonviolenti; la tutela di beni-persone-realtà che ci sono care. L’ira è anzitutto • uno stato interiore che è difficile ma necessario controllare. Può infatti rendere schiavi e dipendenti, “mettendo in minoranza” la luce della ragione e la libertà. L’ira impedisce nel modo più assoluto la preghiera, la intorbida. L’ira può essere un rovello interiore, che ingigantisce le situazioni: uno costruisce dentro di sé castelli… • ha manifestazioni esteriori: cambia i connotati (che buffo/ drammatico, a volte); fa urlare parole esagerate; prende possesso del corpo, che diventa quasi una marionetta. • l’ira intesse in modo subdolo molte relazioni sociali: lo stress, la frenesia, la competizione esagerata, la cultura della diffidenza ci caricano come pentole a pressione, pronte ad esplodere per un nonnulla. Importante è capire da dove nasce l’ira: ciò dice quali sono i valori che ci animano; se siamo equilibrati; a cosa e in chi crediamo. L’ira manifesta chi siamo! Cos’è allora LA MITEZZA? « La mitezza è il timbro di relazioni fraterne sensibili. In un mondo in cui sembra che per essere se stessi occorra alzare la voce, il cristiano è chiamato a testimoniare il valore della beatitudine dei miti, di quelli che dialogano e conversano con l’altro con pazienza per accoglierlo, per costruire a poco a poco terreni comuni. Sono miti perché hanno rinunciato ad affermare se stessi e a vincere ad ogni costo. Essi sanno che il Signore Gesù ha salvato il mondo non con la violenza delle parole urlate, ma con la benevolenza, con la pazienza, con la parola familiare, con il dono di sé». (Dal progetto formativo di Azione Cattolica) don Raffaele Vita di comunità P ASQUA DI RESURREZIONE A. FILIDORO Siamo ormai al tempo di Quaresima, che, pertanto, secondo la nostra dottrina e per ogni fedele del messaggio evangelico di Cristo, è il tempo “opportuno e favorevole” per una rivisitazione del nostro annuale cammino di fede e di speranza, al fine di riflettere ed eventualmente rettificare o correggere la dirittura di marcia perché il nostro itinerario salvifico indicatoci da Cristo con la sua Rivelazione possa giungere al suo compimento. I contenuti della Rivelazione li conosciamo: l’essere umano tende a Dio perché da Lui creato a sua immagine e somiglianza. Ma noi vivendo nel mondo, invischiati dalle nebbie della mondanità, da peccatori ci allontaniamo da Dio a cui siamo destinati. Tuttavia Dio, sommo Bene e Amore infinito, non può permettere che le sue creature restino nel peccato: ed ecco l’Incarnazione. Dio si fa uomo assumendo la nostra natura terrena tramite Cristo, il Figlio Unigenito, che per rendere ognuno di noi partecipi della sua divina natura redimendoci dal peccato, affronta la tragedia del dolore fino alla sua immolazione: e questa è la Redenzione, fonte di grazia. Pertanto, teologicamente, l’Incarnazione del Verbo è ordinata alla Redenzione del genere umano, la quale si attua attraverso la passione, la morte e la Resurrezione di Cristo. Tutto ciò ci è stato trasmesso dagli apostoli scrivendo nel Credo: “…patì sotto Ponzio Pilato, fu crocifisso, morì e fu sepolto, il terzo giorno risuscitò da morte, ascese al cielo, siede alla destra di Dio, Padre onnipotente.” Ebbene, questo itinerario di Cristo deve diventare il nostro itinerario di salvezza, per cui, dice San Paolo, si costituisce il “Corpo Mistico,” dove in virtù dell’Incarnazione l’umanità si innalza a Cristo formando in Lui e con Lui che ne è il capo, un organismo col quale l’Unigenito comunica la sua vita umana e divina a ogni fedele, che in tal modo diventa membro di tale corpo mistico che in effetti è, in senso proprio, concretamente, la nostra Chiesa di Cristo affidata a Pietro ed ai suoi successori (….sopra questa pietra edificherò la mia chiesa). Pertanto è nella nostra Chiesa che il Corpo Mistico attualizza la sua dimensione spirituale, in quanto tra Cristo e noi fedeli, nella nostra mutua, reciproca immanenza, conseguiamo una solidale, profonda unità di vita soprannaturale, che costituisce poi la La Vela - anno XIII n. 2 premessa edificante della comunione dei santi affermata nel Credo. Il che significa che alla nostra Chiesa universale è affidato il compito di essere il prolungamento, nel tempo, dell’Incarnazione del Verbo e della Redenzione perenne: cioè, Cristo insediato nel cuore dell’umanità per purificarla e liberarla dalla schiavitù del peccato, rinnovando in essa il dramma del Calvario e la gioia della Resurrezione attraverso la liturgia della messa. Pertanto la nostra Chiesa cattolica è fonte inesauribile di vita soprannaturale, di grazia santificante, divina energia offerta alla nostra libera volontà di redimerci dal peccato, seguendo, con cuore aperto, genuinamente, “senza aggiunte” come diceva San Francesco d’Assisi, il Vangelo eterno di Cristo. Così la nostra Chiesa, teologicamente e asceticamente cristocentrica proprio perché organizzata per mettere in atto i contenuti del messaggio d’amore della Rivelazione, quando celebra il mistero dell’Unigenito e la sua Resurrezione, celebra la Pasqua eterna di “Colui che viene,” che “era prima della stella del mattino e degli astri” e che ogni Domenica – Dies Dominiogni Domenica dell’anno liturgico ci chiama alla messa parrocchiale, dove gratificati dall’ascolto della Parola e vivificati dalla mensa eucaristica viviamo la nostra “Pasqua Mistica,” imperituro supporto della nostra fede sul cammino della Speranza. Itinerario luminoso e vivente nel corso del quale si svolge il dramma di un Dio che sente il bisogno di effondersi liberamente, rivelandosi nel contempo come unico itinerario di salvezza veramente divino, ma anche profondamente umano. Questo è in sostanza il messaggio d’amore che col suo Vangelo eterno ci invia Cristo ormai da venti secoli e che tra crolli, sbandamenti e rovine, resta l’unico approdo certo per la dolorante umanità. Papa Francesco, all’Angelus del 16 marzo scorso, ha detto alla gente straripante in Piazza San Pietro: “vi consiglio di leggere ogni giorno un brano del Vangelo, provateci, vi assicuro che vi farà bene.” Avviciniamoci quindi alla Santa Pasqua che celebreremo il prossimo 20 aprile con la linfa vivificante del breviario salvifico dell’Uomo-Dio di Nazaret, che ci ha detto: “chi osserva la mia Parola non vedrà la morte in eterno” (Gv.8,51-59), Buona Pasqua a tutti. 2 Vita di comunità “LA VELA” VA PERCHÉ CI SONO I MARINAI ! I mmaginatevi una nave a vela: ci sono lo scafo, il timone, gli alberi, le vele. Ma perché la nave vada occorrono gli uomini: il capitano, i marinai, i mozzi! E allora parliamo de “LA VELA” che da oltre 10 anni “veleggia” nella nostra parrocchia. Rendiamo, anzitutto, un giusto tributo al capitano. Prima Don Francesco, ora Don Raffaele che gli è succeduto al “comando”. Ognuno con la propria personalità. Il loro editoriale “firmato” in prima pagina è il nostro biglietto da visita, è la stretta di mano quando s’incontra un amico, essenziale per una prima riflessione, per poi proseguire nella lettura. Ma oggi vorrei parlare di due colonne del giornale, “due marinai di lungo corso”! Difficile immaginare il giornale senza di loro. Facile indovinare: Antonio Filidoro e Nonno Nene, diciamo “pagina 2 e pagina 7”. ANTONIO FILIDORO, nato il 29 luglio 1925 a Venosa (Potenza). inizia nel 1945 ad insegnare nelle scuole elementari. Laureato in pedagogia a Salerno, la sua carriera direttiva s’avvia nel 1962. Negli anni “ottanta” si trasferisce a Padova con titolarità del VII Circolo Didattico, dove conclude la sua carriera nel 1990. Per poi continuare una vivace attività di formazione come docente di pedagogia. Ha inoltre pubblicato alcuni libri di poesie in italiano ed in dialetto lucano. Un brevissimo stralcio dalla pubblicazione “Verso l’approdo”: ”..E’ l’ansia di Te Cristo Signore/termine ultimo della nostra ricerca/e non cercarTi è solo un girare a vuoto/nel circuito inedificante di noi stessi che penalizza l’anima e inaridisce il cuore”. E da “Nella quiete anzi sera”: ”Ai margini del parco fitta una chioma di verde/pacifico e gaio condominio d’uccelli. Sui rami tra ricco fogliame tanti nidi e che canti…./pigolìo di nidiate, garriti, trilli, cinguettii, che magico momento/ che sinfonia e partecipe l’istintuale pentagramma del mio cuore/con sintonìa in quel concerto si ritrova…/e la vita, almeno per un momento diventa un realizzabile sogno”. a qui vogliamo approfondire la fonte delle sue conoscenze teologiche. A Venosa Antonio abitava vicino alla Cattedrale; portato allo studio, naturale e assidua fu quindi la sua frequenza nell’ambiente religioso. Tanto che il Vescovo – quando si laureò - lo chiamò alla Presidenza dei Laureati Cattolici. Incarico che gli consentì, poi, di partecipare ad incontri di approfondimento spirituale, teologico, ecc. organizzati a Roma, dove conobbe, tra gli altri, il Cardinale Siri e Giorgio La Pira. I suoi articoli devono essere affrontati con attenzione, senza fretta. Basti richiamare alcuni dei suoi ultimi temi: “Cristo, l’Uomo per gli altri”, “Emerito Papa Benedetto: grazie”, “Le riforme M (inerenti a problemi istituzionali, antropologici, teologici e spirituali)”, “Il problema educativo delle giovani generazioni”; di quest’ultimo articolo del febbraio scorso, riporto un passaggio G. MORO significativo: ”in questo mondo del terzo millennio, specialmente nel nostro occidente, stiamo passando dalla centralità teologica di Dio a quella psicologica dell’io, cioè di culto esasperato di se stessi, credendo da soli di risolvere così i propri spinosi problemi di convivenza civile”. Sono riflessioni da ripensare per arricchire l’animo. NONNO NENE, al secolo Giovanni Mezzocolli. Nasce il 12 agosto 1927 a Tencarola, dove vive da sempre; è attivo in molteplici attività parrocchiali. Terminate le elementari, entra “a bottega” da un artigiano del mobile, formatosi presso la Ditta Garola di Padova. Qui “apprende”, per qualche anno, il “mestiere”. Alla fine della guerra, insieme ad un amico avviano una propria iniziativa prima a Chiesanuova, poi a Voltabrusegana. Nel 1960 comprano un terreno (di fronte all’attuale Piroga) e costruiscono il “loro laboratorio”: vi lavoreranno per 40 anni! Ancor oggi gli succede di rivedere mobili da lui costruiti: e allora si emoziona perché, da artigiano giustamente orgoglioso, riconosce un qualche tocco tutto suo personale. Chiamato “Nene” fin da ragazzo; per gli amici “Nene poeta”, perché era pieno di fantasia, capace di “raccontare”, di scrivere. Riconosce di aver appreso molto anche ascoltando le storie che un tempo si raccontavano nei “filò”. E altra sua importante fonte di formazione fu Don Angelo Bertolin, per molti anni amatissimo Parroco di Tencarola, che lo iniziò a recitare nella “compagnia” teatrale che aveva formato. Qualche anno fa il nostro divenne, per diritto familiare, Nonno Nene! Anch’egli è uno dei fondatori de “La Vela” e da sempre puntuale con un proprio articolo a “pagina 7”. Strenna parrocchiale 2013 è stata la pubblicazione de “Il tempo di Nonno Nene”, oltre 30 degli articoli da lui scritti: un omaggio a chi lo legge fedelmente. Dalla prefazione di Don Raffaele: “..Custode premuroso di memorie, narratore capace di incantare e far sognare. Le sue confidenze sono un dono che non sta in nessuna vetrina, regalo del cuore, bello e prezioso”. Di Don Francesco: “..Vi trovi il racconto preciso e affettuoso di lavori, giochi, tradizioni del passato anche lontano, ma, e lo senti immediatamente, così presente e pulsante non solo alla sua memoria, ma ancor più al suo cuore. Attento a trasmettere soprattutto ai “Cari bambini” ricordi interessanti, personaggi importanti del passato…perché conoscano, apprezzino, li abbiano come motivo di sapienza e stimolo di vita.” Grazie ANTONIO, grazie NONNO NENE da Lettori e Redazione! V ostra giusta curiosità: e “I mozzi”? Ci sono, ci sono, e si chiamano Enrica, AnnaMaria, Vania, Paolo, Rolando, Mauro e Giancarlo. Ma del loro “duro e poco appariscente lavoro” vi parleremo un’altra volta! 3 La Vela - anno XIII n. 2 Vita di comunità IL TRIDUO PASQUALE: SIMBOLI E SIGNIFICATI F onte e culmine dei misteri liturgici celebrati dalla chiesa è il TRIDUO PASQUALE, giovedì, venerdì e sabato della Settimana santa. Fin dal secondo secolo si iniziò a strutturare un certo numero di giorni di preparazione a ridosso della Pasqua, distinti da quelli della quaresima la quale comunque comparirà solo nel quarto secolo; a volte anche una settimana di intensa meditazione in cui si faceva memoria degli ultimi giorni di Gesù prima della morte. Iniziò così a delinearsi il Triduo la cui struttura, come la conosciamo oggi, si configurò dal quarto secolo in poi. I riti che troviamo nel Triduo hanno dunque carattere millenario: ricordano e celebrano i momenti salienti della vita di Gesù: l’istituzione dell’Eucaristia, l’agonia nel Getsemani, il tradimento di Giuda, il giudizio, la crocifissione, la morte e resurrezione. l Triduo inizia il giovedì santo ricordando che Gesù celebrò la Pasqua ebraica senza agnello, in luogo del quale donò se stesso, coerente con la sua parola: “Nessuno mi toglie la vita, ma la offro da me stesso” (Gv 10, 18); solo così, con il sacrificio del vero Agnello, la Pasqua assunse il suo senso autentico di salvezza del mondo intero. Con ciò Gesù istituisce il sacrificio eucaristico e il ministero ordinato, destinato a presiederlo. La lavanda dei piedi inoltre rievoca il gesto di umile servizio posto da Gesù a esempio perenne per i suoi. uella stessa notte, e si viene al venerdì santo, iniziò la fase più drammatica per Gesù: dalla veglia nell’orto degli ulivi alle varie fasi del giudizio, fino alla condanna e alla morte di croce. La liturgia nel riproporre tutto ciò ci fa riflettere e tutto è profondamente toccante e, mi sia permesso un tratto personale, sollecita pensieri ormai lontani ma pure nitidi: tanti Venerdì Santi intensamente vissuti nel natio Comelico, a ridosso delle ultime Dolomiti; la chiesa disadorna e severa con le immagini, le statue e i crocefissi coperti da drappi violacei, la solenne “Via Crucis” nelle 14 stazioni, le trascinanti predicazioni dei padri Passionisti appositamente venuti, la narrazione della Passione ascoltata tassativamente in piedi, piccolo disagio per una grande deferenza, la solenne processione notturna preceduta da una grande croce su cui erano appesi, in miniatura, i simboli e gli oggetti della passione (i dadi, i chiodi, la tunica, ecc.) e ai lati fanali luminosi portati a mo’ di torce e in lontananza, sulle rocce oltre i boschi, i fuochi accesi a disegnare vivide e significative croci, nell’aria a volte il nevischio, talvolta il profumo di primavera. Pochi ricchi e molti poveri, uomini e donne, la comunità al I Q La Vela - anno XIII n. 2 R. ZANDONELLA completo, tutti dignitosamente presenti a rendere omaggio al Dio Creatore e Signore offertosi con infinita umiliazione per la salvezza delle proprie creature! i arriva così alla fase culminante del Triduo con la solenne Veglia pasquale che per la Chiesa cattolica è il culmine di tutte le celebrazioni, la “Madre di tutte le veglie”. È anche la più importante e ricca celebrazione liturgica di tutto l’anno. La celebrazione avviene, fra il tramonto del sabato e l’alba della domenica, quale vittoria sul peccato e sulla morte da parte di Gesù Cristo Risorto. Se ne distinguono quattro parti: la liturgia del Luce, della Parola, Battesimale ed Eucaristica. Il simbolismo è assai incisivo e si manifesta anzitutto con il fuoco nuovo nel braciere all’esterno della chiesa, fuoco che viene subito benedetto e che ci ricorda la vittoria della luce sulle tenebre e della vita sulla morte e attorno al quale è attratta la comunità. Soprattutto il fuoco è espressione dello Spirito Santo che ci guida e ci dà calore: luce all’intelletto e fiamma ardente nel cuore. Con esso si accende il cero pasquale simbolo di Cristo che risorge. Il cero infatti è il segno del Risorto, luce vera che illumina ogni uomo, luce della vita che illumina il cammino, segno di nuova vita che strappandoci dalle tenebre del peccato ci fa entrare con i santi nella luce del Cielo. Essendo simbolo del Cristo, il cero è decorato con la croce, agli estremi della quale e nel centro il celebrante pone cinque grani di incenso a significare le piaghe del Signore nei piedi, nelle mani e nel costato. Vi sono anche incise le lettere estreme dell’alfabeto greco, alfa e omega, che stanno a significare Gesù principio e fine di ogni cosa. Entrando in chiesa il popolo di Dio segue il cero e lo accompagna; da esso i fedeli accendono la propria candela. Nella solenne Veglia è poi molto importante la liturgia battesimale in cui è l’acqua il simbolo centrale. L’acqua è una realtà polivalente perché purifica, disseta, pulisce ed è essenziale per il creato. Assume il significato di elemento vivo, segno di Cristo, che spegne ogni sete ed è simbolo di vita e rinascita. ella Veglia Pasquale del 19 aprile la nostra parrocchia accompagnerà a ricevere i sacramenti dell’Iniziazione Cristiana, Pina, una giovane che ha chiesto di entrare nella vita cristiana a 18 anni. Pina sarà battezzata, cresimata e comunicata: questo l’ordine dei sacramenti che ella riceverà. I paramenti nuovamente bianchi, gli addobbi, i fiori, i canti e la musica, tutto invita all’esultanza e risuonano le campane, mute dal giovedì santo, a significare le lodi a Dio. In questa santa notte il credente riceve gioia e slancio missionario: il Signore Risorto rimane con noi fino alla fine dei tempi. S N 4 Vita di comunità PROGRAMMA S. PASQUA 2014 DOMENICA delle PALME – 13 aprile SS. Messe: 8.30 – 10 – 11.30 - 18 9,45 Partenza dalla Scuola materna con benedizione dell’ulivo 10.00 nel piazzale della chiesa e S. Messa ore “ “ “ 8.00 12.00 15.00 19.00 ore 8.00 “ 16.00 “ 21.00 “ 22.45 ore 8.00 “ 15.30 “ 21.00 ore 8.00 “ 10.00 “ 21.00 LUNEDÌ e MARTEDÌ SANTO – 14 e 15 aprile Preghiera delle Lodi - ore 8.30 S. Messa - Esposizione del SS.mo ed adorazione Reposizione del SS.mo Rosario ed esposizione del SS.mo; adorazione Reposizione del SS.mo - S. Messa GIOVEDì SANTO - 17 aprile Preghiera delle Lodi. Non ci sarà la S. Messa delle 8.30 S. Messa nella Cena del Signore S. Messa vespertina della Cena del Signore con la lavanda dei piedi, reposizione del SS.mo, adorazione ADORAZIONE fino alle 24 VENERDÌ SANTO – 18 aprile Preghiera dell’Ufficio delle Letture e delle Lodi Solenne Azione Liturgica della passione e morte del Signore SABATO SANTO – 19 aprile Preghiera dell’Ufficio delle Letture e delle Lodi Al Battistero omaggio floreale dei battezzati nell’anno e riti pre-battesimali per la catecumena Pina Solenne VEGLIA PASQUALE con Iniziazione Cristiana (Battesimo, Cresima, Prima Comunione) di Pina DOMENICA di PASQUA – 20 aprile 2014 SS. Messe solenni: 8.30 – 10 – 11.30 - 19 LUNEDÌ di PASQUA: 21 aprile SS. Messe: 8.30 – 10 (con rito della S. Cresima di Frano Fonić) - 19 Sabato 12 aprile: ore 16-18.45 CONFESSIONI Lunedì Santo 14 aprile: durante l’adorazione un confessore dalle ore 9.30-12 e 15.30-18.45 Martedì Santo 15 aprile: durante l’adorazione un confessore ore 9.30-12 e 15.30-18.45 Giovedì Santo 17 aprile: ore 17-19 Venerdì Santo 18 aprile: ore 8.30-12.30 e 15-19 Sabato Santo 19 aprile: ore 8.30-12.30 e 15-19.30 AMMALATI ed ANZIANI Ritiro spirituale per la 3^ età, giovedì 10 aprile: presso Casa Sacro Cuore, Torreglia, dalle 9 alle 16.30. Iscrizioni presso la canonica (dalle 16 alle 19 da lunedì a sabato). Visita agli ammalati per la Confessione e S. Comunione: nella settimana dal 6 al 12 aprile; nella Settimana Santa lunedì-martedìmercoledì mattina e pomeriggio. 5 La Vela - anno XIII n. 2 Vita di comunità INSIEME. NOI CON VOI NELLA LUCE D'AMORE I niziamo con un ringraziamento a Don Raffaele che, già IN PREPARAZIONE ALLA S.Pasqua 2013, ci ha proposto una preziosa meditazione sul grande dono che il Signore ci ha dato: la RESURREZIONE da morte del figlio suo GESU’. Don Raffaele ci ha fatto partecipi di un bel messaggio preparato nella nostra chiesa di San Bartolomeo. R ivisitiamo assieme la NUOVA CAPPELLA DELLA RESURREZIONE, così chiamata per la bellissima opera pittorica dell’artista Giustina de Toni. G T. SCOTTI O ra noi: giovani, anziani, ammalati, “tutti noi” che, con tristezza, rifiutiamo prove che facciamo fatica ad affrontare, avviciniamoci a questa LUCE DORATA che ha cancellato le piaghe e il sangue dal corpo di Gesù. L’AMORE che Cristo ci ha donato e continua a donarci è per noi aiuto e promessa di vivere un giorno questa LUCE nella GLORIA del SIGNORE. A razie signora Giustina, ora la nostra comunità di Tencarola è più ricca di un valore umano e spirituale. La resurrezione di Cristo, questo grande AMORE che il Signore ha riversato sul Figlio suo Gesù, è arrivato anche a noi e ci aiuta a meditare, in questi giorni di Quaresima e anche in tutti i giorni della nostra vita. Gesù ha vissuto, e vive sempre con noi, solitudine, tentazioni, spine e croce. Gesù ha vinto la morte ed è resuscitato nella GLORIA per aprirci la strada alla LUCE dell’AMORE. ncora una riflessione: siamo sensibili e disponibili ad alleviare le sofferenze dei nostri fratelli? Nel bellissimo dipinto possiamo notare la luce che gli Angeli, gli Apostoli e le Pie Donne ricevono alla Resurrezione di Gesù. Anche noi possiamo ricevere quella LUCE se accompagniamo col sorriso le cure e il conforto che asciugano le bende e profumano di Speranza. Gesù ci chiede di vivere la nostra vita umana con AMORE. E S P C Il Mercoledì delle Ceneri questi ragazzi/e sono stati eletti a vivere la loro prima Penitenza (=Prima Confessione, sabato 3 maggio, ore 17) e quindi a ricevere la loro Prima Comunione (domenica 12 ottobre 2014). Ricordiamo questi ragazzi e le loro famiglie con affetto nella preghiera. Barcellan Martino Barzon Angela Battisti Sebastiano Biasi Federico Bordin Elena Bortolotto Jacopo Bottaro Andrea Bressan Francesco Josè Buongiovanni Francesco Carniello Pietro Carraro Giovanni Ceola Davide Cibien Sofia Cuccolo Gregorio Dalla Via Matteo La Vela - anno XIII n. 2 De Sisti Giulia Di Cicco Gianmaria Fidelio Anna Filippi Edoardo Giacomin Arianna Giacon Beatrice Guerriero Marco Karalliu Kristian Lucon Viviana Maggiolo Sara Mazza Alessandro Mezzalira Sara Nardi Gaia Norbiato Samuele Pegoraro Jacopo 6 Piazza Giorgia Quercia Giuseppe Ranzato Rebecca Sanarini Giacomo Sardena Pietro Squarcina Hannah Zanardi Ludovico Zandonà Alessia Zanon Alessandro Zanon Diego Zattarin Tommaso Zocca Ginevra Zulian Anna Vita di comunità H O INCONTRATO K AREN ! NONNO NENE C ari bambini, molti anni fa mia moglie aveva subito da poco un intervento chirurgico; era in ospedale, assopita nel suo letto. Io camminavo lentamente nel corridoio quando vidi ad una certa distanza una paziente molto distinta, con un foulard in testa, che portava gli occhiali. Avvicinandomi, mi accorsi che era... una suora (il foulard era il velo). Ci sorridemmo. “Anche le suore si ammalano?” le chiesi. “Lei dimentica che Lazzaro era amico di Gesù” mi rispose. Ridemmo di gusto. Doveva essere una persona meravigliosa, di quelle con cui è facile legare, perché la conversazione riesce spontanea. Le chiesi di quale parrocchia era. Rimase un attimo in silenzio prima di rispondere, come se non avesse ben capito la mia domanda, poi con un sorriso disse che era una... missionaria, che apparteneva all’ordine delle “Dimesse” e lavorava in Kenya da molti anni. La sua parrocchia nativa era nel vicentino. Anche lei si trovava in clinica per un piccolo intervento, ma si augurava di ritornare in Africa molto presto. “Spero in un mese, al massimo due di essermi ristabilita!” se dall’alto che mi stanno... particolarmente a cuore: un lago visto in lontananza, la cui superficie è tutta rosa. Ad un tratto... meraviglia! Quel rosa prende vita, si muove, si alza in volo, perché è uno stuolo immenso di fenicotteri!” Tacque un istante. “Allora lei guardi alla sua destra, verso le montagne ed oltre. Là c’è la missione, là c’è la... mia parrocchia, là c’è casa mia, perché là abita la mia gente.” In un attimo capii molte cose, come quella della parrocchia di... appartenenza. M i chiamarono perché mia moglie si era svegliata; le strinsi la mano con la promessa che avremmo continuato quella conversazione: tempo ce ne sarebbe stato in quei giorni. “Chi devo dire a don Claudio di avere incontrato?” “Dica Nene.” “Non lo dimenticherò, perché è un nome ricorrente fra la nostra gente” e qui i suoi occhi mi sembrarono umidi. Ma quella conversazione non ebbe più seguito; ci fu solo qualche saluto da lontano con la mano, per varie circostanze, non ultima la rigidità di orari imposti dalla clinica. D U issi di conoscere dei missionari che si trovavano in Kenya, in particolare... don Claudio Savoldo! “Oh, don Claudio lo conosco molto bene, quello spirito di... Dio. Però tutti i missionari con cui ho lavorato sono stati per me veramente di grande esempio.” Mi chiese se ero mai stato in Kenya. Risposi di no, che non ero mai andato... all’estero. “Come mai? Lei che dice di essere amico di don Claudio!” Raccontò della missione, della buona gente che la frequentava, della chiesa locale; parlava con entusiasmo ed i suoi occhi avevano una luce meravigliosa. “Lei... lei ha visto ‘La mia Africa ‘?” “No, le ho detto poco fa che non sono mai...” “Intendevo dire il film ‘La mia Africa ‘, dove è narrata la vita di Karen, che dedicò con generosità i suoi anni alla gente africana! E Karen andò anche oltre a quello che narra il film. Vada a vederlo! C’è una sequenza di immagini ripre- na mattina di parecchi giorni dopo portai al controllo mia moglie e decisi di salire al reparto degenti nella speranza di trovarla; chiesi al responsabile di turno di suor... Mi rispose che il giorno prima era stata dimessa. Da allora sono passati tanti anni e non ho ancora visto... il Kenya ed i miei... amici neri. In compenso però ho visto più volte il film “La mia Africa”, per sentirmi vicino a suor Graziana (questo era il suo nome). Perché sapevo che oltre il lago – al di là di quei monti – viveva la... sua gente. C’era la sua casa! A distanza di tempo, cari bambini, penso che anch’io, a modo mio, ho incontrato la mia... Karen, la grande Karen Blixen! L’ho trovata in un luogo di dolore, in una clinica dell’ospedale di Padova! 7 La Vela - anno XIII n. 2 Vita di comunità INCONTRO DELL’11 FEBBRAIO 2014 attenzione; ad essi si dedicherà particolare impegno: famiglia, catechesi, giovani, progetto di rinnovamento dell’Iniziazione Cristiana. Quaresima: riscoperta del Battesimo Durante la quaresima 2014 la comunità sarà coinvolta nelle domeniche con alcuni segni chiave che ripercorrono il sacramento del Battesimo: la quaresima è infatti un itinerario penitenziale e battesimale. Tra questi vi è l’invito al silenzio per consentire il raccoglimento. L’atto penitenziale è costituito dall’aspersione con l’acqua benedetta. La scelta dei canti e degli addobbi sarà improntata alla sobrietà. Si sono svolte, inoltre, tre serate bibliche in preparazione ai centri di ascolto dei genitori e ragazzi della catechesi. Dottrina sociale della Chiesa In vista delle elezioni amministrative ed europee, di concerto con il vicariato, sarà offerto alla riflessione delle comunità cristiane un documento di approfondimento. Sempre su base vicariale vi sarà una serata con relatori che proporranno una riflessione generale su Europa e il compito di amministrare, le funzioni e i doveri di chi si occupa dell’amministrazione. Su base comunale si intende poi offrire alla cittadinanza un incontro-confronto con tutti i candidati sindaci dei comuni del vicariato, certamente non con lo scopo di schierarsi, quanto di informarsi e porsi in dialogo attento e costruttivo. Iniziazione cristiana di Pina La grazia di avere una catecumena – Pina - che il 5 marzo è stata eletta ai sacramenti dell’iniziazione cristiana è un forte stimolo a riscoprire la fede per tutta la comunità. La catecumena Pina vivrà il 22 e 29 marzo alla S. Messa delle 19 e domenica 6 aprile alle 11.30 gli scrutini, che si concludono con gli esorcismi. Gli scrutini «tendono a purificare la mente e il cuore, a fortificare contro le tentazioni, a rettificare le intenzioni e a stimolare la volontà verso una più intima adesione a Cristo e verso un sempre più fermo impegno nell’amore di Dio da parte dei catecumeni». «Si richiede agli aspiranti la volontà di acquistare un profondo senso del Cristo e della Chiesa e specialmente ci si attende da loro un progresso nella sincera conoscenza di sé (ciò che è da scrutare è il proprio cuore!), in una seria revisione spirituale e nella vera penitenza». Dopo il 1° e 3° scrutinio si celebrano le consegne (traditiones) con le quali la Chiesa affida ai catecumeni i documenti che sono il compendio della sua fede e della sua preghiera: CREDO e PADRE NOSTRO. Fino al Sabato Santo - giorno della «redditio» - gli eletti non potevano recitarli. Le consegne a Pina si terranno i venerdì 28 marzo ed 11 aprile, alle ore 21 nel contesto della preghiera di Via Crucis. Gestione economica Lunedì 17 febbraio 2014 si è riunito il CPGE per discutere sulla necessità del restauro dell’organo. Quanto all’impegno di solidarietà: all’incirca da aprile a dicembre 2013 sono stati donati 8000 euro a famiglie bisognose per bollette, visite mediche ecc. Continua il programma di sostegno con raccolta di vestiti, borsette della spesa e recapito a domicilio di prodotti freschi in scadenza (tramite una Onlus e in collaborazione con Coop e Shopping Ten). Varie Si sta vagliando la possibilità di adottare un nuovo LIBRETTO DEI CANTI (si fa riferimento a quello elaborato dal Seminario diocesano). Se ne parlerà nel gruppo di animazione liturgica. La riunione del CPP dell’11 marzo è stata sostituita dall’incontro vicariale con il vicepresidente del consiglio pastorale diocesano, dott. Stefano Bertin, la mattina di sabato 15 marzo mattina a Sarmeola. Tema: il dono e il compito di consigliare nella chiesa, profilo e servizio proprio del consigliere pastorale. Ambiti pastorali di attenzione Alcuni ambiti della vita pastorale richiedono particolare La Vela - anno XIII n. 2 8 Ciclostilato in proprio