CORSO DI FISICA Prof. Francesco Zampieri http://digilander.libero.it/fedrojp/ [email protected] TERMOLOGIA TERMODINAMICA Si occupa dei fenomeni connessi coi concetti di CALORE e TEMPERATURA ARGOMENTI DI TERMODINAMICA CALORIMETRIA: 1) definizioni (e differenze!) di TEMPERATURA e CALORE 2) effetti del calore e della temperatura sui corpi e leggi della calorimetria TERMODINAMICA 1)definizione di STATO TERMODINAMICO di un sistema (P,V,T) 2) Trasformazioni termodinamiche 3) i due principi della termodinamica IPOTESI E MODELLI NATURA PARTICELLARE della materia molecole ed interazioni: concetto di “stato”) (atomi, DUALISMO MICRO/MACRO-SCOPICO (proprietà microscopiche sono macroscopicamente percepite) TERMOLOGIA DEFINIZIONE DI TEMPERATURA T ci fa pensare alla sensazione di caldo/freddo (soggettiva) OGNI CORPO ci dà una certa SENSAZIONE di caldo/freddo STATO TERMICO T = particolare “maniera di presentarsi” del corpo che mi dà data sensazione S di caldo/freddo Come trasformo sensaz. sogg. in oggettiva? COSTRUZIONE DEL TERMOSCOPIO Strumento che ci rende caldo/freddo oggettiva la sensazione di PRINCIPI DI FUNZIONAMENTO: 1) DILATAZIONE TERMICA (constatazione): se varia lo stato termico del corpo, varia anche il suo volume proporzionalmente alla variazione di T 2) EQUILIBRIO TERMICO (constatazione): due corpi che danno sensazioni S diverse, se messi a contatto dopo un certo t danno stessa sensazione USANDO I DUE PRINCIPI prendo una sostanza termoscopica (dentro un contenitore) e la pongo a contatto del corpo di cui voglio avere info sullo stato termico T Tubicino pieno di Hg a contatto con corpo C Anche Hg assume stesso stato T1 [EQUILIBRIO] Stato T1 VARIAZIONE DI VOLUME [dilatazione t.] in seguito al raggiungimento dell'equilibrio CHE UTILIZZO HA? Serve per CONFRONTARE due stati termici T1 e T2 relativi a due corpi differenti! Se V1 = V2, allora T1 = T2 [stessa sensazione di “caldo”] Se V1 > V2 , allora T1 > T2 [più netta la sensazione di “caldo”] Se V1 < V2, allora T1 < T2 [meno netta la sensazione di “caldo”] MA NON HO ASSOCIATO UN VALORE NUMERICO!! Devo trasformare il termoscopio in TERMOMETRO FISSANDO UNA SCALA TERMOMETRICA! SCALA TERMOMETRICA: viene fissata facendo due operazioni: 1) FISSO due stati termici DI RIFERIMENTO ed attribuisco una misura a ciascuno di essi 2) SUDDIVIDO in n parti questo intervallo CELSIUS o CENTIGRADA SCALE USATE IN FISICA: KELVIN o ASSOLUTA Differiscono solo per i diversi valori attribuiti agli stati termici di riferimento SCALA CELSIUS O CENTRIGRADA STATI DI RIFERIMENTO: Acqua distillata bollente a P = 1Atm VALORE T1 = 100 Ghiaccio fondente (H2O distillata solida) a P = 1atm VALORE T0 = 0 L'intervallo fra T0 e T1 100 parti uguali viene “suddiviso” in (si usa termoscopio, dividendo la differenza di altezza della colonna di Hg contenuto fra i due stati termici) 100 GRADO CENTIGRADO (°C) = ciascuna delle 100 parti in cui viene suddiviso l'intervallo T = T1 –T0 0 SCALA KELVIN O ASSOLUTA STATI DI RIFERIMENTO: Acqua distillata bollente a P = 1Atm VALORE T1 = 373,16 Ghiaccio fondente (H2O distillata solida) a P = 1atm VALORE T0 = 273,16 Come mai questi valori ”strani”? In realtà il “punto di zero” viene fissato facendo riferimento alla legge di dilatazione termica dei gas (vedi) L'intervallo fra T0 e T1 100 parti uguali viene “suddiviso” in (si usa termoscopio, dividendo la differenza di altezza della colonna di Hg contenuto fra i due stati termici) 100 GRADO KELVIN (°C) = ciascuna delle 100 parti in cui viene suddiviso l'intervallo T = T1 –T0 0 PASSAGGIO DA °K °C Le due scale sono solo” sfasate” di 273,16°, quindi: •PER PASSARE DA T in °C a T in °K SI AGGIUNGE 273,16 •PER PASSARE DA T in °K a T in °C SI TOGLIE 273,16 Es. 120°C = 120+273,16 = 393,16°K Es. 120°K = 120-273,16 = –153,16°C IMPORTANTE! La misura di una data T è diversa, ma quella di un T è la stessa! Misurare T in °K o in °C E' LA STESSA COSA! 120°K 120°C, ma T= 120 °K = 120°C Questo perchè l'”ampiezza” delle due scale è sempre la stessa! DEFINIZIONE DI TEMPERATURA Con un termoscopio tarato (fissata la scala) posso ATTRIBUIRE un valore numerico allo stato termico T TEMPERATURA T = grandezza fisica che dà una misura quantitativa oggettiva dello STATO TERMICO di un corpo, rispetto ad una scala di riferimento DILATAZIONE TERMICA SPERIMENTALMENTE : fenomeno per cui un T implica un V Sensato: maggiore è T e maggiore è V (prop. diretta) L'entità di V è diversa da sostanza a sostanza per solidi e liquidi L'entità di V è la stessa per i gas! Cerchiamo una legge! DILATAZIONE TERMICA [SOLIDI] VOLUMICA (corpi 3D) LINEARE (per corpi 1D con una dimensione trascurabile rispetto alle altre: rotaie, fili) SUPERFICIALE (2D): piastre e lamine La dilatazione lineare dei solidi L L0 Lt Lt-L0 Allungamento di una sbarra metallica: alla temperatura iniziale T0 ha una lunghezza iniziale L0. Modifichiamo la temperatura, sino a raggiungere il valore generico T, e misuriamo la lunghezza finale Lt. Infine,calcoliamo sia la variazione di temperatura T = T – T0 sia la variazione di lunghezza L = Lt – L0. SPERIMENTALMENTE: La variazione L = Lt – L0 E’ PROPORZIONALE A: •LUNGHEZZA INIZIALE L0 •T = T – T0 DIPENDENTE DALLA SOSTANZA LEGGE DELLA DILATAZIONE TERMICA LINEARE L = L0 • • T Ogni sostanza ha un suo (ricavato sper.) LEGGE DELLA DILATAZIONE TERMICA SUPERFICIALE S = S0 2 • T LEGGE DELLA DILATAZIONE TERMICA VOLUMICA V = V0 3 • T Nella seguente tabella vi sono i coefficienti di dilatazione lineare di alcuni solidi: Sostanza [°C-1] Sostanza [°C-1] Acciaio 1,2x10-5 Ottone 1,9x10-5 Alluminio 2,4x10-5 Piombo 2,9x10-5 Cemento 1,2x10-5 Rame 1,7x10-5 Ferro 9,1x10-6 Vetro 1,0x10-5 7,0x10-7 8,0x10-8 Quarzo 7,0x10-7 Invar (lega Superinvar (lega Fe-Ni-Cr) Fe-Ni) Es. rotaie: chi costruisce una linea ferroviaria deve essere attento alla dilatazione termica lineare! T = escursione termica diurna dell'ambiente in cui sono i binari L = L0 • T Es. T = 50° (es. Centro USA) metallo = 7•10–6 °C–1 L =10m 0 L 30mm Devo prevedere degli spazi vuoti tra un binario e l'altro! NUOVA FORMA DELLA LEGGE DELLA DILATAZIONE L L finale L0 L0 (T T0 ) L finale L0 (1 T T0 ) SE T E’ IN GRADI CENTIGRADI, PRENDENDO COME L0= LUNGHEZZA A =°C, T0=0°C, quindi: L finale L0 (1 T ) E analogo per S e V DILATAZIONE TERMICA (volumica) DEI GAS Sotto alcune ipotesi (modelli semplici), per P costanti e T non troppo basse: VT V0 (1 T ) = 1/273,16 °C–1 per TUTTI I GAS!! [Costante di dilataz. termica dei gas] T espressa in gradi centigradi. V0 = volume che il gas ha alla temperatura di 0°C Sperimentalmente, tutti i gas, sottoposti alla stessa variazione di temperatura subiscono la stessa variazione di volume! SIGNIFICATO DI VT V0 (1 T ) V T a cui V = 0 m3! V0 0 = V0+V0T T = –1/ =–273,16°C = ZERO ASSOLUTO! T in °C LO ZERO ASSOLUTO La temperatura di -273,16°C è detta ZERO ASSOLUTO: è la temperatura (ideale!) a cui un gas avrebbe volume zero! Non è possibile andare al di sotto! (perdo senso fisico, perchè il gas avrebbe volume negativo!) Nella realtà non si può toccare lo zero assoluto, perchè subentrano fenomeni particolari (indagabili con la meccanica quantistica): impossibile far avvicinare così tanto le particelle da ridurre a zero il volume... I MODELLI DEI GAS Gas = aggregato di particelle con scarsi legami intermolecolari (ogni particella è praticamente un sistema isolato!) Particelle microscopiche (non percepibili), fanno sì che il gas MACROSCOPICAMENTE abbia proprietà da noi rilevabili, quali P, V, T (parametri termodinamici), ma sotto quali ipotesi? Un gas è un aggregato di particelle che: - occupa un certo volume V (confinato entro recipiente) - esercita una certa pressione P sulle pareti del recipiente - ha un certo stato termico misurato da T PRIMA DOMANDA: quante particelle entro un certo volume? Es. O monoatomico. Atomo di ossigeno ha un certo PESO ATOMICO (rispetto all'u.m.a = massa dell'atomo di H): 18 volte H Prendo ora L'EQUIVALENTE IN GRAMMI DEL PESO ATOMICO = MOLE MOLE DI O = 18g di ossigeno monoatomico LEGGE DI AVOGADRO Ogni quantità di gas che è equivalente in grammi al peso atomico (MOLE) CONTIENE LO STESSO NUMERO DI PARTICELLE = 6,023 1023 particelle = numero di particelle per mole = NUMERO DI AVOGADRO Quindi in un certo volume ci sarà un certo numero di moli di gas e quindi si può anche risalire al numero di particelle singole presenti! 2^ DOMANDA: come sono fatte queste particelle? In generale una molecola ha una struttura molto complessa, che dipende dai legami atomici e dal loro orientamento spaziale Modello “a manubrio” x biat. HO BISOGNO DI UN MODELLO SEMPLIFICATIVO! Mi serve per studiare le propr.microscopiche del gas e riferirle a quelle macroscopiche! LA TEORIA CINETICA DEI GAS Modello sviluppato da Bernoulli, Maxwell e Boltzmann (1600- inizio 1800) 1. Le molecole di cui sono composti i gas sono considerate come punti materiali a distribuzione uniforme nello spazio. Esse collidono tra loro e con le pareti del recipiente con urti perfettamente ELASTICI 2. Il numero delle molecole è grande cosicché si possano usare metodi statistici. 3. Il volume totale delle molecole dei gas è trascurabile rispetto al volume del contenitore. 4. L'interazione tra le molecole è trascurabile, eccetto durante l'urto tra di loro che avviene in maniera elastica (tra urto e altro, m.r.u) 5. Le molecole sono perfettamente sferiche 6. Le particelle sono in MOTO CAOTICO (moto Browniano): in ogni istante t non c’è una direzione privilegiata Un gas che segue questo modello si dice GAS PERFETTO o IDEALE La teoria cinetica è un buon modello per il gas se è lontano dalle condizioni di liquefazione (T non troppo bassa e P non troppo elevata) Sotto le hp della teoria cinetica posso collegare le propr. MICROSCOPICHE a quelle MACROSCOPICHE STATO MICROSCOPICO Modo di disporsi relativamente alla posizione e alla velocità 3D di una data particella m (x, y, z, vx, vy, vz) Ogni stato microscopico è descritto da 6n variabili, se n è il numero tot di particelle Uno stato microscopico non è percepibile ai nostri sensi, ma l’insieme delle particelle assume delle caratteristiche MACROSCOPICHE che possiamo osservare Ciò fa sì che il gas NEL SUO INSIEME POSSIEDA P,V,T Come i parametri termodinamici cono legati allo stato microscopico? INTERPRETAZIONE MICROSCOPICA DELLA TEMPERATURA Secondo un’ hp della t.c., le particelle sono in moto di agitazione MOTO: avviene a diverse velocità, ossia a diversi livelli di energia cinetica Particella 2 Particella 1 1 2 E 2 mv2 2 v1 1 2 E 1 mv1 2 v2 Essendoci N particelle, posso associare al SISTEMA “GAS” una ENERGIA CINETICA MEDIA Ec Ec i i N CON QUALE PROPRIETA’ MACROSCOPICA E’ COLLEGATA? Direttamente, CON T!! Perché? Se Ec è alta, le particelle sono caratterizzate da moti violenti ad alta velocità urti frequenti ed energetici con le pareti del recipiente Se particelle ad alta energia urtano le terminazioni nervose della mia mano, ho maggiore “sensazione di caldo” IL GAS E’ A T ALTA! PROP. DIRETTA TRA Ec media e T!! Ec bassa urti meno violenti T bassa Il legame fra Ec e T è dato dall’ EQUAZIONE DI BOLTZMANN n Ec K B T 2 Proporzionalità diretta fra Ec e T assoluta n: numero di gradi di libertà del sistema (n = 3 se considero solo i moti traslatori, altrimenti n > 3 se includo le rotazioni e le vibrazioni) KB = costante di Boltzmann = 1,38 • 10-23 J/°K INTERPRETAZIONE MICROSCOPICA DELLA PRESSIONE P P macroscopica è prodotta dagli URTI con le pareti del recipiente da parte delle particelle del gas Ogni urto trasferisce una q. di moto mv e quindi la particella applica una forza F alla parete, che si distribuisce sulla superficie S Ma allora T è collegata anche con P, perché a T alta, compete alta v media di traslazione delle molecole e quindi urti più energetici! CALORIMETRIA CALORE Q è DIFFERENTE DA T Per calore Q indichiamo una “energia in transito” Cosa c’entra il calore con l’energia? FENOMENO DEL RISCALDAMENTO Riscaldare una sostanza vuol dire aumentare la sua T Come si produce una T > 0 ? Se T è collegata all’energia cinetica media di traslazione delle particelle, per aumentare T devo FORNIRE dell’energia al sistema! CALORE Q = energia fornita al sistema che ne provoca T FENOMENO DEL RAFFREDDAMENTO Raffreddare una sostanza vuol dire diminuire la sua T Come si produce una T < 0 ? Se T è collegata all’energia cinetica media di traslazione delle particelle, per aumentare T devo SOTTRARRE dell’energia al sistema! CALORE Q = energia sottratta al sistema che ne provoca T DEFINIZIONE DI CALORE Q IL CALORE Q E’ UN’ENERGIA CHE TRANSITA ENTRO/FUORI UN DATO SISTEMA TERMODINAMICO, ASSOCIATO A DETERMINATI EFFETTI MACROSCOPICI AMBIENTE –Q sottratto +Q fornito SISTEMA S IL CALORE E’ COLLEGATO COL CONCETTO DI ENERGIA INTERNA U L’energia interna U di un sistema è la somma di tutte le forme di energia possedute dal sistema termodinamico nel suo insieme Q U Visto che Q è un’energia, [Q] = JOULE! PERCHE’ HO MACROSCOPICAMENTE T SE DO’/TOLGO Q AL SISTEMA? ENERGIA Q fornita/sottratta VARIAZIONE DI U VARIAZIONE DI T TRASFERIMENTO DI CALORE Q Contatto fra due corpi a T diverse C2 C1 T2 T1 T2 > T1 Le particelle di C2 sono più energetiche e urtano contro le particelle di C1 si ha comunicazione di energia Q e quindi C1 incrementa propria U e quindi T LEGGE DELLA CALORIMETRIA Come è collegato il calore fornito/sottratto alla variazione di temperatura? Immagino di fornire una quantità Q > 0 di calore al sistema. Per quanto visto, osservo di solito un incremento T > 0 di temperatura in modo: •Proporzionale alla MASSA della sostanza (per produrre lo stesso T ad una massa doppia, devo usare doppio Q) •Dipendente dal TIPO DI SOSTANZA (le sostanze,a parità di Q fornito, non subiscono T allo stesso modo!) DIPENDENZA DALLA SOSTANZA La disposizione molecolare differente dei materiali influisce sul loro modo di “reagire” al calore fornito/sottratto ISOLANTI: sostanze che subiscono T difficilmente, difficili da scaldare/raffreddare (ci vuole ingente dose di calore) CONDUTTORI: sostante che variano con facilità la T, cioè per le quali anche piccole Q producono grandi T PROPAGAZIONE DEL CALORE CONDUZIONE CONVEZIONE IRRAGGIAMENTO Propagazione a causa di urti microscopici di particelle (presuppone contatto) Propagazione a causa del moto nel suo insieme di un fluido convettore a T alta (es. termosifoni) Propagazione attraverso radiazione IR elettromagnetica o micro-onde (non presuppone contatto) LEGGE DELLA CALORIMETRIA Q Cs m T Cs Energia necessaria per produrre aumento di 1°C (o 1°K) a 1Kg di massa di una data sostanza [Cs] = J/°C •Kg Il prodotto Cs•m si chiama CAPACITA’ TERMICA Alluminio 896 Ghiaccio ( a 0 °C) 2040 Argento 239 Acqua ( a 0 °C) 4218 Rame 385 Acqua 4186 Zinco 389 Acqua di mare 3925 Piombo 129 Glicerolo 2390 Ferro 450 Etanolo 2430 Stagno 239 Benzina 2240 Bronzo 380 Olio lubrificante 1850 Invar 460 Petrolio 1900 Ottone 380 Aria 1005 Oro 129 Idrogeno 14280 Mercurio 139 Ossigeno 917 Carbone 1200 Azoto 1038 Zolfo 732 Vapore acqueo 1940 (lega di acciaio al 36% di Ni) CALORE SPECIFICO DELL’ACQUA 4186 J Sperimentalmente servono di energia per far variare di 1°C 1Kg (1l) di H2O (per la precisione da 14,5°C a 15,5°C) SI DEFINISCE UNA NUOVA UDM DEL CALORE: LA CALORIA 1Cal = 4,186J 1KCal = 4186J Le Calorie si usano per misurare l’apporto energetico degli alimenti Apporto energetico di alcuni alimenti (per 100g) Cracker: 150Kcal Patatine fritte: 400Kcal Pizza (margherita): 500Kcal Pasta: 355Kcal Banana: 65 Kcal Insalata: 19Kcal CALORE E PASSAGGI DI STATO • STATO: “modo di presentarsi” di un corpo relativamente alla sua struttura interna (FASE) DISPOSIZ. INTERNA/LEGAMI INTERMOL. (MICRO) PROPRIETA’ MACROSCOPICHE INTENSA stato solido COESIONE MOLECOLARE MENO INTENSA stato liquido MOLTO BASSA stato aeriforme COME E’ POSSIBILE FAR VARIARE LO STATO DEL SISTEMA? Es. :2 particelle Edi legame Se E aumenta e supera Edi legame, la coesione si rompe e le 2 particelle sono più libere DEVO FORNIRE ULTERIORE ENERGIA AL SISTEMA! Ec > Elegame Viceversa, se l’energia delle due particelle è minore di quella di legame, le due particelle risultano più legate IL SEGRETO E’ INTERVENIRE SU U U TRANSIZIONE DI FASE! MA VARIARE U SIGNIFICA COMUNICARE ENERGIA E ANCHE FAR VARIARE T UN PASSAGGIO DI STATO Ebollizione di una certa massa di H20 m Posta su fonte di calore Q m +Q A t0, T=T0 A t > t0, T acqua aumenta LINEARMENTE (se la fonte di calore fornisce energia a ritmo costante, es “Q” Joule al secondo!) T T0 T = T0+Q•t/m•Cs t L’AUMENTO CONTINUA FINTANTOCHE’ T ARRIVA A 100°C: l’acqua bolle ed inizia ad evaporare sensibilmente a teb T 100°C T0 teb t OSSERVO CHE NONOSTANTE IO CONTINUI A FORNIRE CALORE a t > teb, T RESTA COSTANTE!!! PERCHE’? Al sistema viene continuamente fornito del calore Q, ma esso lo utilizza in maniera diversa! Se T < 100° (Teb), Q va ad incrementare U e anche l’energia cinetica media delle molecole AUMENTO DI T NON APPENA T > 100°, l’energia è sufficiente per allentare i legami intermolecolari, quindi il sistema la utilizza per la transizione di fase! U cresce, ma non la osservo sottoforma di aumento di T ENERGIA, CALORE “NASCOSTO” CALORE LATENTE Q fornito al sistema che si trova già a Tpass.stato viene usato per allentare/rinsaldare i legami e non si vede sottoforma di T = CALORE NECESSARIO PER PRODURRE IL PASSAGGIO DI STATO PER 1Kg di massa di data sostanza []=J/Kg LATENTE = NASCOSTO Quindi, per far cambiare di stato la massa m, serve il calore Q =m Ad ogni passaggio di stato è associato un calore latente, che prende il nome del passaggio stesso solidificazione SOLIDO LIQUIDO fusione condensazione AERIFORME evaporazione Sono possibili anche i passaggi DIRETTI da SOLIDO AERIFORME brinamento AERIFORME SOLIDO sublimazione ES. ACQUA DISTILLATA EVAPORAZ/COND 2272 J/Kg LIQ/SOLID 335 J/Kg Ogni sostanza ha il suo!