ÎNazionalismo 1) Nazione come comunità genealogica Nazione come comunità genealogica 2) Nazione come comunità sessuata 3) Nazione come comunità sacrificale Dalle Poesie di Ugo Foscolo (1778‐1827): Alla sera (1803) Forse perché della fatal quïete tu sei l’immago a me sì cara vieni o Sera! E quando ti corteggian liete le nubi estive e i zeffiri sereni le nubi estive e i zeffiri sereni, e quando dal nevoso aere inquïete tenebre e lunghe all’universo meni sempre scendi invocata, e le secrete vie del mio cor soavemente tieni. Vagar mi fai co Vagar mi fai co’ miei pensier miei pensier su l su l’orme orme che vanno al nulla eterno; e intanto fugge questo reo tempo, e van con lui le torme delle cure onde meco egli si strugge; e mentre io guardo la tua pace, dorme quello spirto guerrier ch’entro mi rugge. Gustave Courbet, Funerale a Ornans, 1849, olio su tela, 314 × G t C b t F l O 1849 li t l 314 663, Parigi, Musée 663 P i i M é d'Orsay. Dalle Poesie di Ugo Foscolo (1778‐1827): In morte del fratello Giovanni (1803) Un dì, s’io non andrò sempre fuggendo dì ’ dò f d di gente in gente, me vedrai seduto su la tua pietra, o fratel mio, gemendo Il fior de’ tuoi gentili anni caduto. Il fior de tuoi gentili anni caduto. La Madre or sol suo dì tardo traendo parla di me col tuo cenere muto, ma io deluse a voi le palme tendo i d l il l d e sol da lunge i miei tetti saluto. Sento gli avversi numi, e le secrete Sento gli avversi numi, e le secrete cure che al viver mio furon tempesta, e prego anch’io nel tuo porto quïete. Questo di tanta speme oggi mi resta! Q t di t t i i t ! Straniere genti, almen le ossa rendete Allora al petto della madre mesta. Philippe Ariès, L’uomo e la morte dal medioevo ad oggi, 1977 Æ Francia, Decreto 12 giugno 1804: proibisce la sepoltura nelle chiese e negli spazi urbani; ma proibisce anche la sepoltura in fosse comuni e in strati sovrapposti, sovrapposti imponendo, imponendo dunque, dunque la sepoltura in serie, serie con tombe individuali «È una grandissima innovazione. Si va dunque a visitare la tomba di una persona cara allo stesso modo in cui si va da un parente o in una casa propria piena di ricordi. propria, ricordi Il ricordo conferisce al morto una specie d’immortalità, che in principio era estranea al cristianesimo. […] La visita al cimitero è stata – ed è ancora – in Francia e in Italia il grande atto permanente di religione. […] Durante un lungo millennio, per un misto di pudore e d’indifferenza, si era esitato davanti all all’esibizione esibizione del lutto. lutto Anzi, Anzi dal secolo XIII in poi queste manifestazioni eccessive erano state contenute e ritualizzate. Al contrario, per lo meno dal Settecento, si sente il bisogno di gridare il proprio dolore, di ostentarlo sulla tomba che diventa allora ciò che prima non era, la sede privilegiata del ricordo e del rimpianto» (Philippe Ariès). Caspar David Friedrich (1774‐1840), Cimitero nella neve, 1826, olio su tela, Lipsia, Museum der bildenden Künste. Î Sacralizzazione della politica ‐ Clifford Geertz, La religione come sistema culturale [1966], in Id., Interpretazione di culture, Il Mulino: «In quanto problema religioso, il problema della sofferenza non è, paradossalmente, come evitare la sofferenza, ma come soffrire, come fare del dolore fisico, del lutto personale,, della sconfitta terrena o della contemplazione p p impotente p dell’agonia g altrui qualcosa di sopportabile, di sostenibile; qualcosa, come diciamo, di soffribile». «La strana opacità di certi avvenimenti della nostra esperienza, la muta insensatezza del do de dolore o e intenso te so o inesorabile, eso ab e, e l’enigmatica e g at ca inspiegabilità sp egab tà d di cciò ò cchee appa apparee vistosamente ingiusto suscitano tutti lo scomodo sospetto che forse il mondo, e quindi la vita dell’uomo nel mondo, non abbiano alcun autentico ordine – nessuna regolarità empirica, nessuna forma emotiva, nessuna coerenza morale. E la reazione religiosa a questo sospetto è in ogni caso la stessa: la formulazione, per mezzo di simboli, di una immagine di autentico ordine nel mondo tale da spiegare e perfino celebrare, le ambiguità, gli enigmi e i paradossi percepiti nell nell’esperienza esperienza umana. Lo sforzo non sta nel negare l’innegabile – che vi sono avvenimenti non spiegati, che la vita causi afflizione, o che la pioggia cada sopra il giusto – ma nel negare che esistano eventi inesplicabili che la vita sia insopportabile o che la giustizia sia un miraggio». inesplicabili, miraggio» Ugo Foscolo, Foscolo Dei sepolcri, sepolcri 1807 Caspar David Friedrich, Tombe di antichi eroi, 1812, olio su tela, Amburgo, Kunsthalle. John Flaxman,, Monumento a Lord Nelson, 1808‐1818, Londra, St. Paul’s Cathedral. Ernst von Bandel,, Hermannsdenkmal,, 1841‐1875 Detmold ‐ Selva di Teutoburgo [Î 9 d.C.] Leo von Klenze, Walhalla, Regensburg, 1830‐1842 (4) L’idea di nazione come “sistema di differenze” ‐ Diversità linguistiche ‐ Diversità culturali ‐ Diversità storiche Giovanni Berchet, Matilde, 1824 La fronte riarsa, stravolti gli sguardi, la guancia cosparsa d’angustia e pallor, da sogni bugiardi Matilde atterrita, si desta, s’interroga, s’affaccia alla vita, scongiura i fantasmi che stringonla h i l ancor: ‐ Cessate dai carmi; non ditelo sposo: non ditelo sposo: no, padre, non darmi all’uomo stranier. Sul volto all’esoso Sul volto all esoso, nell’aspro linguaggio ravvisa la sordida prontezza al servaggio prontezza al servaggio, l’ignavia, la boria dell’austro guerrier. Rammenta chi è desso, l’Italia, gli affanni; non mescer l’oppresso col sangue oppressor. Fra i servi e i tiranni sia l’ira il sol patto. A pascersi d’odio que’ perfidi han tratto ’ fidi h fin l’alme più vergini create all’amor. – E sciolta le chiome, riversa nel letto, dà in pianti siccome dà in pianti, siccome chi speme non ha. Serrate sul petto Le trepide braccia Le trepide braccia, di nozze querelasi che niun le minaccia, paventa miserie che Dio non le dà. Tapina! l’altare, l’anello è svanito; ma innanzi le pare quel ceffo tuttor. Ha bianco il vestito, h il i ha il mirto al cimiero, l i i i fianchi gli fasciano il giallo ed il nero, colori esecrabili colori esecrabili a un italo cor. Francesco Hayez, La Meditazione Francesco Hayez La Meditazione , 1850, collezione 1850 collezione privata Francesco Hayez, La Meditazione Francesco Hayez La Meditazione , 1851, 1851 Verona, Civica Galleria d’Arte Moderna Eugène Delacroix (1798‐1863), La Libertà che guida il popolo, 1830, olio su tela, 260 x 325, Eugène Delacroix (1798‐1863) La Libertà che guida il popolo 1830 olio su tela 260 x 325 Musée du Louvre, Parigi. Importanza del melodramma: Esempio italiano: Prima metà dell’Ottocento: ‐ 942 teatri in 650 comuni 942 teatri in 650 comuni ‐ 613 teatri sono costruiti tra 1815 e 1868 ‐ In media i teatri possono ospitare 900 posti (La Scala, Milano, 2.800 posti ‐ Penne, 200 posti) Giuseppe Verdi, Ernani, libretto di Francesco Maria Piave, tratto dall’opera di Victor Hugo, Hernani, 1830. Prima rappresentazione dell’opera di Verdi: Teatro La Fenice, Venezia, 11 febbraio 1844 ‐ Parte terza – scena quarta 18.12.1982, La Scala di Milano – Riccardo Muti, Placido Domingo (tenore‐Ernani), Renato Bruson (baritono‐Silva) http://www.youtube.com/watch?v=GVyqQJ0cIeU Caratteri del Risorgimento italiano Î Discussione sulla natura del movimento risorgimentale: ‐ Movimento di élites o movimento di ampie dimensioni? Î Movimento politico molto diviso al suo interno: ‐ repubblicani vs. monarchici ‐ democratici vs. liberal‐moderati democratici vs liberal moderati ‐ federalisti vs. centralisti Î Convergenza intorno all Convergenza intorno all’idea idea di nazione di nazione Democratici e moderati nel Risorgimento Giuseppe Mazzini (1805‐1872) ‐1827: aderisce a una setta carbonara ‐ 1830, novembre: arrestato ‐ 1831, febbraio: esilio Î1831: fondazione della Giovine Italia ‐ Statuto – militanza – autofinanziamento • Propaganda aperta • Repubblica democratica unitaria e centralista • Costituzione di nuclei operativi nella penisola • Preparazione di insurrezioni • Dittatura temporanea • Convocazione di un’assemblea costituente (a suffragio universale maschile) l hl ) • Politica sociale Mazzini, Giovine Italia Da Istruzione generale per gli affratellati alla Giovine Italia, Italia 1831 Io N. N. Credente nella missione commessa da Dio all’Italia, e nel dovere che ogni uomo nato italiano ha di contribuire al suo adempimento; Convinto che dove Dio ha voluto fosse nazione, esistono le forze necessarie a crearla – che il popolo è depositario di quelle forze – che nel dirigerle pel popolo e col popolo sta il segreto della vittoria; Convinto che la virtù sta nell nell’azione azione e nel sagrificio – che la potenza sta nell nell’unione unione e nella costanza della volontà; Do il mio nome alla Giovine Italia, associazione d’uomini credenti nella stessa fede, e giuro: Di consecrarmi tutto e per sempre a costituire con essi l’Italia in nazione una, indipendente, libera, repubblicana. Di promovere con tutti i mezzi, di parola, di scritto, d’azione, l’educazione de’ miei fratelli italiani all’intento della Giovine Italia, all’associazione che sola può conquistarlo, alla virtù che sola può rendere la conquista durevole; Di non appartenere, da questo giorno in poi, ad altre associazioni; Di uniformarmi alle istruzioni che mi verranno trasmesse, nello spirito della Giovine Italia, da chi rappresenta con me l’unione de’ miei fratelli, e di conservarne, anche a prezzo della vita, inviolati i segreti; Di soccorrere coll’opera e col consiglio a’ miei fratelli nell’associazione, ORA E SEMPRE. Così giuro, giuro invocando sulla mia testa ll’ira ira di Dio, Dio ll’abbominio abbominio degli uomini e ll’infamia infamia dello spergiuro, spergiuro ss’io io tradissi in tutto o in parte il mio giuramento. Mazzini dal 1833 al 1839 ‐ Due tentativi insurrezionali organizzati da Mazzini nel 1833 Due tentativi insurrezionali organizzati da Mazzini nel 1833‐34: 34: entrambi fallimentari ‐1834: Mazzini si trasferisce in Svizzera, dove fonda la Giovine Europa ‐1836: le strutture organizzative di questa nuova organizzazione vengono distrutte da una serie di arresti compiuti dalle polizie di vengono distrutte da una serie di arresti compiuti dalle polizie di vari Stati europei ‐ 1837: Mazzini si trasferisce a Londra ‐ 1839: formazione della seconda Giovine Italia 1839 f i d ll d Gi i It li I “moderati” ‐ Assenza di strutture organizzative ‐ 1843: Vincenzo Gioberti, Del primato morale e civile degli italiani 1843 Vi Gi b i D l i l i il d li i li i Î Superiorità morale dell’Italia, in virtù della sua omogeneità confessionale Î Cooperazione dei sovrani per la formazione di una confederazione italiana p presieduta da papa p p Î Moderate riforme interne Da Del primato morale e civile degli italiani, di Vincenzo Gioberti (1843) L’Italia L’I li e la l Santa S S d sono certo due Sede d cose distinte di i ed d essenzialmente i l di diverse, e farebbe f bb opra assurda, anzi empia e sacrilega, chi insieme le confondesse; tuttavia un connubio di diciotto secoli le ha talmente congiunte ed affratellate, che se altri può esser cattolico senza essere Italiano (e sarebbe troppo ridicolo, ridicolo anche in grammatica, grammatica il metterlo in dubbio) non si può essere perfetto italiano da ogni parte, senza essere cattolico, né godere meritamente del primo titolo, senza partecipare allo splendore del secondo. E se negli ordini prettamente religiosi il Papa non appartiene più all all’Italia Italia, che ad un un’altra altra nazione, nazione ed è personaggio cosmopolitico; negli ordini civili egli fu il creatore del genio italico, ed è talmente connaturato con esso, che si può dire con verità l’Italia essere spiritualmente nel Papa, come il Papa è materialmente in Italia, Italia allo stesso modo che, che avendo rispetto all all’ordine ordine psicologico, il corpo è nello spirito, come riguardo all’ordine fisiologico lo spirito è nel corpo. […] Principio di unione vuol dire germe e causa di essa; cioè una tale unità preesistente e effettiva, che divenga, esplicandosi, nazionale e politica, e contenga in sé stessa il moto produttivo di questo esplica mento. Molti collocano siffatta unità nel popolo italiano; il quale, a parer mio, è un desiderio e non un fatto, un presupposto e non una realtà, un nome e non una cosa,, e non so p pur se si trovi nel nostro vocabolario. V’ha bensì un’Italia e una stirpe italiana congiunta di sangue, di religione, di lingua scritta ed illustre; ma divisa di governi, di leggi, d’instituti, di favella popolare, di costumi, di affetti, di consuetudini. La congiunzione fa di questa schiatta un popolo in potenza: la divisione impedisce che la cosa sia in atto. […] Da Del primato morale e civile degli italiani, di Vincenzo Gioberti (1843) Il genio i proprio i degli d li Italiani I li i nelle ll cose civili i ili risulta i l da d due d componenti,i l’uno l’ d i qualili è dei naturale, antico, pelasgico, dorico, etrusco, latino, romano, e s’attiene alla stirpe e alle abitudini primitive di essa; l’altro è sovrannaturale, moderno cristiano, cattolico, guelfo, e proviene dalle credenze e instituzioni radicate, radicate mediante un uso di ben quindici secoli, secoli e tornate in seconda natura agli abitanti della penisola. Questi due elementi, che sono entrambi nostrani, ma il primo dei quali è specialmente civile e laicale, il secondo religioso e ieratico, ieratico insieme armonizzano, armonizzano giacché essendo logicamente simultanei e cronologicamente successivi, ma con assidua vicenda, l’uno compie l’altro, e corrispondono ai due gran periodi della nostra istoria prima e dopo di Cristo, e alle due instituzioni italiane più forti e mirabili, mirabili (alle quali credo che niun niun’altra altra si possa paragonare,) cioè all’imperio latino nato dalla civiltà etrusco pelasgica, e alla dittatura civile del Papa nel medio evo, procreata dal Cristianesimo. Amendue questi concetti, nazionali all all’Italia Italia e tosco romani di origine, mirano a compenetrare tutte le parti del vivere civile. […] Si persuadano dunque gl’Italiani che le instituzioni e le riforme della loro patria vogliono essere appropriate pp p alle loro condizioni come alla natura del suolo l’arte dei colti e dei seminati. L’imitazione ci è tanto più interdetta, che il legnaggio pelasgico è la stirpe regia della gran famiglia giaipetica del ramo indogermanico; onde la nostra linea, sovrastando per l’antichità dell’incivilimento e per gli altri privilegi ricevuti dal cielo alle altre schiatte di Europa, non può essere moralmente ligia a nessuna. Î Neoguelfismo Î Critiche a Gioberti, relative a due punti in particolare: (1) La presenza dell’Austria (2) La posizione politica di papa Gregorio XVI Situazione in Italia tra 1843 e 1847 ‐ 1843‐45: 1843 45 sequenza di fallimentari f lli t i tentativi t t ti i insurrezionali i i li di ispirazione i i i mazziniana i i ‐ 1846, 17 giugno: elezione di papa Pio IX ‐ 1847: riforme introdotte nello Stato pontificio e nel Granducato di Toscana (attenuazione della censura; istituzione di organismi consultivi) ‐ colloqui diplomatici tra Regno di Sardegna, Granducato di Toscana e Stato Pontificio per una Lega doganale 1848‐49: Î 1845‐1847: crisi della produzione agricola su scala europea Î 12 gennaio 1848: insurrezione antiborbonica a Palermo Î tra gennaio e febbraio: costituzioni concesse nel Regno delle Due Sicilie, nel Regno di Sardegna, nel Granducato di Toscana nel Ducato di Parma, Parma nello Stato Pontificio Rivoluzione 1848‐49 – Fasi principali nella penisola italiana ‐ gennaio‐febbraio 1848: costituzioni concesse nel Regno delle Due Sicilie, nel Regno di Sardegna, nel Granducato di Toscana nel Ducato di Parma, nello Stato Pontificio nello Stato Pontificio ‐ 17‐22 marzo 1848: insurrezioni a Milano e a Venezia ‐ 23 marzo‐25 luglio 1848: Prima Guerra di Indipendenza ‐ marzo 1849 (23‐24 marzo): seconda fase della Guerra marzo 1849 (23 24 marzo): seconda fase della Guerra ‐ allocuzione di Pio IX al Concistoro dei Cardinali, 29 aprile 1848 ‐ 15 novembre 1848‐3 luglio 1849: Roma ‐ autunno 1848 autunno 1848‐maggio maggio 1849: Toscana 1849: Toscana ‐ agosto 1849: cade la Repubblica di Venezia ‐ Resta lo Statuto Albertino nel Regno di Sardegna Esecutivo e legislativo nello Statuto Albertino ‐ 1848 Esecutivo e legislativo nella Costituzione della Repubblica Romana ‐ Repubblica Romana 1849 Esecutivo e legislativo nella legislativo nella Costituzione della Repubblica p Italiana ‐ 1948 Nella penisola italiana dopo la rivoluzione Î Ulteriori insuccessi di gruppi mazziniani (Mantova 1851‐53; Milano 1853; Sapri e Genova 1857) Î Cresce il prestigio del Regno di Sardegna Î Statuto Albertino Statuto Albertino Î Accoglienza offerta agli esuli che vengono dal resto della penisola Î Governi liberali ‐ Massimo d Massimo d’Azeglio Azeglio (1849‐1852) (1849 1852) ‐ Camillo Cavour (1852‐1859) Î Principali aree di azione: P i i li di i ‐laicizzazione dello Stato (leggi Siccardi, 1850; abolizione degli enti ecclesiastici contemplativi, 1855) ‐riforme economiche (rete ferroviaria; canali di irrigazione; accordi doganali) ‐interpretazione progressiva dello Statuto da parte di Cavour – centralità del Parlamento ‐politica estera dinamica (partecipazione alla Guerra di Crimea – 1855) Il Regno di Sardegna sulla scena internazionale Î 1856: Conferenza di Pace di Parigi Î 14 gennaio 1858: attentato a Napoleone III Î 20‐21 luglio 1858: incontro a Plombières 20 21 l glio 1858 incontro a Plombières Î 24 gennaio 1859: trattato di alleanza tra Francia e Regno di 24 gennaio 1859: trattato di alleanza tra Francia e Regno di Sardegna Seconda Guerra di Indipendenza Î 24 aprile 1859: inizio della guerra Î 11 luglio 1859: armistizio di Villafranca, voluto da Napoleone III Î 27 aprile 1859: insurrezioni nei Ducati, nel Granducato e nelle Legazioni 27 aprile 1859: insurrezioni nei Ducati nel Granducato e nelle Legazioni Î 11‐12 marzo 1860: plebisciti di annessione in Emilia‐Romagna e Toscana Î 15‐22 aprile 1860: plebisciti di annessione di Nizza e Savoia Î 25 marzo 1860: elezioni per il Parlamento dello Stato dell’Italia centro‐settentrionale Spedizione di Garibaldi in Sicilia ‐ 5‐6 maggio 1860: circa 1000 volontari si imbarcano a Quarto (Genova) su d due piroscafi i fi ‐ 11 maggio 1860: sbarco a Marsala ‐ 7 settembre 1860: ingresso a Napoli ‐ 21 ottobre 1860: plebisciti di annessione nel Mezzogiorno continentale e in Sicilia ‐ 26 ottobre 1860: incontro a Teano tra Garibaldi e Vittorio Emanuele II ‐ 4 novembre 1860: plebisciti di annessione di Marche e Umbria 4 novembre 1860: plebisciti di annessione di Marche e Umbria ‐ 7 novembre 1860: Vittorio Emanuele entra a Napoli ‐ gennaio 1861: elezioni per il Parlamento del Regno d’Italia Il Regno d’Italia Î 18 febbraio 1861: apertura del Parlamento a Torino (VIII legislatura) Î 17 marzo 1861: Vittorio Emanuele II re d’Italia, per «grazia di Dio e volontà della nazione» Î Statuto Albertino ‐ Monarchia costituzionale Î Stato accentrato Î Presenza di funzionari dell’Italia centro‐ settentrionale nella burocrazia del nuovo Stato Î Società complessivamente molto arretrata Î Tassi di analfabetismo altissimi Il Regno d’Italia Î 18 febbraio 1861: apertura del Parlamento a Torino (VIII legislatura) Î 17 marzo 1861: Vittorio Emanuele II re d’Italia, per «grazia di Dio e volontà della nazione» Î Statuto Albertino ‐ Monarchia costituzionale Î Stato accentrato Î Presenza di funzionari dell’Italia centro‐ settentrionale nella burocrazia del nuovo Stato Î Società complessivamente molto arretrata Î Tassi di analfabetismo altissimi L’unificazione della Germania Î 1861: 1861 in i Prussia P i sale l sull trono Guglielmo G li l I Î 1862: Guglielmo I nomina cancelliere Otto von Bismarck (uno Junker) Î Piano di potenziamento e riorganizzazione dell’esercito, attuato nonostante l’opposizione pp del Parlamento Discorso di Otto von Bismarck alla Commissione finanze del Parlamento prussiano, 29 settembre 1862: «La Germania non guarda al liberalismo della Prussia, ma alla sua potenza […]. La Prussia deve conservare tale potenza per il momento favorevole, che più volte si è già lasciato sfuggire. sfuggire I confini della Prussia non sono tali da permettere una sana vita nazionale. I grandi problemi del nostro tempo non si decideranno con i discorsi e con le decisioni di maggioranze – fu questo l’errore del 1848‐49 – ma coll ferro f e coll sangue». Guerre che conducono all’unificazione tedesca (1) gennaio‐febbraio 1864: guerra di Prussia e Austria contro la Danimarca per la conquista dello Schleswig e dello Holstein (2) giugno‐agosto 1866: guerra contro l’Austria (Prussia alleata con l’Italia) Î La pace prevede che lo Hannover, l’Assia‐Cassel e lo Schleswig‐Holstein siano annessi alla Prussia; Î che la Sassonia e gli altri Stati a nord del Meno entrino a far parte della nuova Confederazione della Germania del Nord, totalmente dominata dalla Prussia; Î che la Baviera, il Württemberg, il Baden e l’Assia‐Darmstadt rimangano autonomi, sebbene debbano p pagare g alla Prussia un’indennità di gguerra e debbano sottoscrivere un trattato che li impegna a mettere le loro forze armate a disposizione della Prussia nel caso di una guerra contro uno Stato non tedesco. (3) luglio‐settembre 1870: guerra franco‐prussiana Î 18 gennaio i 1871: 1871 proclamazione l i d ll’I dell’Impero t d tedesco L’Impero tedesco Î 16 aprile il 1871: 1871 Costituzione C i i d ll’I dell’Impero tedesco d Î L’Impero è formato dalla Prussia e dagli Stati che fanno già parte della Confederazione della Germania del Nord, Nord a cui si aggiungono Baden, Baden Assia‐Darmstadt, Assia Darmstadt Württemberg e Baviera; inoltre l’Impero si annette i territori dell’Alsazia e della Lorena, in precedenza francesi. Î L’Impero è una federazione di 25 Stati Î Strutture costituzionali federali: Î il potere esecutivo e il comando delle forze armate spettano all’Imperatore; il Cancelliere è responsabile solo nei confronti del sovrano; Îil Parlamento imperiale, diviso in due Camere, la Camera dei Deputati (Reichstag) e il Consiglio federale (Bundesrat) Î la Camera dei Deputati viene eletta a suffragio universale maschile segreto Î il Consiglio federale è una camera formata dai rappresentanti dei 25 Stati che hanno aderito alla f d federazione i i imperiale; i l i membri b i del d l Consiglio C i li sono 58, 58 17 dei d i qualili in i rappresentanza della d ll Prussia P i Nazionalizzazione delle masse Tre strumenti principali: (1) La scuola (2) L’esercito (3) Rituali / simboli / monumenti ‐ Germania, 1871: Sedanfest G i 1871 S d f t ‐ Francia, 1880: 14 luglio, Festa nazionale della Repubblica ‐ Italia: Festa dello Statuto, prima domenica di giugno di ogni anno ‐ Stati Uniti, 1870: Independence Stati Uniti 1870: Independence Day, 4 luglio Day 4 luglio Î Sfilate militari, discorsi delle autorità, balli, feste, fuochi d Sfilate militari, discorsi delle autorità, balli, feste, fuochi d’artificio artificio “Monumentomania” – anni ‘80 del XIX – primo decennio del XX secolo – (M. Agulhon) A sinistra: Ettore Ferrari, Statua a Giuseppe Garibaldi, 1892, Pisa. A destra: Cesare Zocchi, Statua a Vittorio Emanuele II, 1892, Pisa. Il ruolo della scuola Da Edmondo De Amicis, Cuore, 1886. Poiché il racconto del Tamburino tt’ha ha scosso il cuore ti doveva esser facile, facile questa mattina, far bene il componimento d’esame: «Perché amate l’Italia». Perché amo l’Italia? Non ti si son presentate subito cento risposte? Io amo ll’Italia Italia perché mia madre è italiana, italiana perché il sangue che mi scorre nelle vene è italiano, perché è italiana la terra dove son sepolti i morti che mia madre piange e che mio padre venera, perché la città dove sono nato, la lingua che parlo, i libri che h m’educano, ’ d perché hé mio i fratello, f ll mia i sorella, ll i miei i i compagni,i e il grande d popolo in mezzo a cui vivo, e la bella natura che mi circonda, e tutto ciò che vedo, che amo, che studio, che ammiro, è italiano. Oh tu non puoi ancora sentirlo intero quest’affetto! Lo sentirai quando sarai un uomo, quando ritornando da un viaggio lungo, dopo una lunga assenza, e affacciandoti una mattina al p parapetto p del bastimento,, vedrai all’orizzonte le grandi montagne azzurre del tuo paese; lo sentirai allora nell’onda impetuosa di tenerezza che t’empirà gli occhi di lagrime e ti strapperà un grido dal cuore. … ancora da De Amicis, Cuore, 1886. Lo sentirai in qualche grande città lontana, nell’impulso dell’anima che ti spingerà tra la folla sconosciuta verso un operaio sconosciuto, dal quale avrai inteso, passandogli accanto, una parola della tua lingua. Lo sentirai nello sdegno doloroso e superbo che ti getterà tt à il sangue alla ll fronte, f t quando d udrai d i ingiuriare i i i il tuo t paese dalla d ll bocca b d’ d’uno straniero. Lo sentirai più violento e più altero il giorno in cui la minaccia d’un popolo nemico solleverà una tempesta di fuoco sulla tua patria, e vedrai fremere armi d’ogni parte i giovani accorrere a legioni, parte, legioni i padri baciare i figli, figli dicendo: «Coraggio!» e le madri dire addio ai giovinetti, dicendo: «Vincete!». Lo sentirai come una gioia divina se avrai la fortuna di vedere rientrare nella tua città i reggimenti diradati, stanchi, cenciosi, terribili, con lo splendore della vittoria negli occhi e le bandiere lacerate dalle palle, palle seguiti da un convoglio sterminato di valorosi che leveranno in alto le teste bendate e i moncherini, in mezzo a una folla pazza che li coprirà di fiori, di benedizioni e di baci. Tu comprenderai allora ll’amor amor di patria, patria sentirai la patria allora, allora Enrico. Enrico Ella è una così grande e sacra cosa, cosa che se un giorno io vedessi te tornar salvo da una battaglia combattuta per essa, salvo te, che sei la carne e l’anima mia, e sapessi che hai conservato la vita perché ti sei nascosto alla morte,, io tuo p padre,, che t’accolgo g con un ggrido di ggioia q quando torni dalla scuola,, io t’accoglierei con un singhiozzo d’angoscia, e non potrei amarti mai più, e morirei con quel pugnale nel cuore.