CRONACA www.groupimmobiliare.com L10336 BASSANO BRESCIANO (BS) Via Martinengo, 17 Tel. 030 9932855 - 335 6862681 Bresciaoggi Mercoledì 23 Febbraio 2005 7 Redazione Cronaca: tel. 030 2294217 Dueforze un tempo contrapposte sispartiscono in parti sostanzialmente uguali i 500 mila utenti dell’«areametropolitana» Sanità, «pace» pubblico-privato Dalla competizione alla collaborazione: così Brescia è diventata un modello di Lisa Cesco La sanità bresciana è un modello di efficienza e di equilibrio fra costi e benefici che può assurgere a esempio sul panorama italiano e nel più ampio contesto europeo? Non hanno dubbi i rappresentanti della Regione e i vertici aziendali delle maggiori realtà sanitarie del territorio, che si sono ritrovati ieri presso l’Auditorium dell’Istituto Clinico Città di Brescia per discutere il tema «La sanità a Brescia: un modello per la Lombardia e per l’Europa», promosso da Mondo Salute Lombardia, realtà editoriale dell’Associazione italiana ospedali privati. Brescia dunque come «modello dentro un modello», la via lombarda alla sanità: una realtà provinciale che negli ultimi dieci anni ha saputo rinnovarsi, smussare diseconomie e inefficienze per proporsi oggi come un universo eterogeneo e composito, capace di trovare in sè la chiave per trasformare la competizione in collaborazione. Dopo l’anno-zero segnato dalla legge 31 del 1997, che ha introdotto la libertà di scelta del cittadino fra pubblico e privato, la separazione degli acquirenti delle prestazioni sanitarie (le Asl) dagli erogatori delle stesse (gli ospedali), avviando il sistema di rimborso a tariffe, i cosiddetti Drg, e un tetto massimo di risorse riconosciute alle realtà ospedaliere, la cifra dominante dell’ultimo decennio di sanità bresciana ha subìto notevoli cambiamenti, come hanno spiegato il direttore generale dell’Asl Brescia, Carmelo Scarcella, il direttore generale degli Spedali Civili, Lucio Mastromatteo, il presidente del Gruppo ospedaliero San Donato, Giuseppe Rotelli, e l’assessore regionale Franco Nicoli Cristiani, coordinati da Gabriele Pelissero, vice presidente nazionale Aiop. PIU’ SPAZIO AL PRIVATO. Spicca, fra tutti, la nuova composizione del tessuto sanitario locale (riferito all’area metropolitana di Brescia, che L’èquipe medica del reparto di Cardiochirurgia del Civile. In alto, Mastromatteo e Rotelli copre all’incirca 500 mila residenti), in cui si è passati da un sistema «monistico», gravitante attorno al Civile come punto di riferimento esclusivo, a un protagonismo sempre più vivace delle realtà sanitarie private. Tanto che oggi la metà del fatturato per i ricoveri ospedalieri nell’area metropolitana è riconducibile ad aziende ospedaliere private (in totale il 51,3% dei ricoveri: il Gruppo San Donato con le cliniche Città di Brescia, Sant’ Anna e San Rocco di Ome ne assorbe il 23,9%, il comparto Poliambulanza-Domus Salutis il 16,8% e il Fatebenefratelli un 7,9% totale, secondo i dati 2003). Accanto a queste realtà resta il 48,7% del fatturato dei ricoveri riconducibile agli Spedali Civili, con una svolta decisiva nel panorama dell’offerta sanitaria cittadina. PRESTAZIONI: AUMENTA LA QUALITÀ Altro elemento connotante il «modello Brescia» è la crescita del valore delle prestazioni di ricovero ospedaliero erogate dalle realtà pubbliche e private, segno di un sistema che fa lievitare del 31% (dal 1996 al 2003) il valore delle prestazioni calcolato in termini monetari, contro la media regionale (Bresciafoto) vità scientifica della Facoltà di Medicina (che oggi si appoggia agli Spedali Civili mediante apposita convenzione) anche agli altri ospedali cittadini, chepotrebberocosì diventare degli equivalenti poli universitariincui i docenti fanno ricerca e gli studenti intraprendono il percorso di formazione pratica, nasce dall’esperienza maturata da Rotelli nel contesto milanese e in quello pavese, «dove spiega - esistono più poli universitariconvenzionati, sipensi all’esempio emblematico di Pavia, città a densitàabitativa relativamente limitata, che vanta comunquediversi ospedali di riferimento universitario come il San Matteo, la clinica Città di Pavia e altriistituti».Lo stessopotrebbe avvenire a Brescia, favorendo il radicamento di cliniche univer- sitarie anche in realtà ospedaliere aggiuntive al Civile. Rotelli mantiene il riserbo sulla possibile concretizzazione dell’ipotesi, ma sottolinea l’importanza di un«sistemaesemplare» come quello bresciano, che ha saputo creare una significativa rete ospedaliera innervata nei punti strategici del territorio. «Una rete in cui ogni ospedale, che copre uno specifico bacino d’utenza, con buone ricadute, ad esempio, nel decongestionamento del sistemadi Emergenza e Urgenza, sarà chiamato a trovare elementi di specializzazione». Come, appunto, l’aggancio con qualche specialità di Medicina. l.c. che si ferma a un +19%. Il peso medio dei ricoveri (attestato dalle tariffe Drg riconosciute all’ospedale) dice di prestazioni ospedaliere sempre più complesse e quindi appropriate erogate dai nosocomi bresciani, secondo un indice di qualità quantificato in un +23% dal ’96 al 2003, contro una variazione del 14% registrata dalle aziende sanitarie lombarde. L’aumentata complessi- tà media della casistica affrontata significa anche riqualificazione dell’attività medica offerta negli ospedali, che si sta spostando sempre più sul versante dell’assistenza per acuti, lasciando la gestione delle cronicità (anziani e lungodegenti) ai servizi sul territorio. RICOVERI PIÙ OCULATI E DINAMICI . Proprio una più attenta gestione della cronicità a li- vello territoriale più che ospedaliero ha consentito un abbattimento notevole dei ricoveri, scesi dai 248 per mille abitanti del 1997 ai 170 del 2003. Nella vertiginosa riduzione del tasso di ospedalizzazione ha inciso anche l’introduzione dei Livelli essenziali di assistenza e dei Nuclei operativi di controllo regionale e Asl, come ha ricordato Mastromatteo, concordando con Scarcella che una delle chiavi di volta dell’abbattimento dei ricoveri è stata una loro reinterpretazione in chiave più dinamica. «Oggi non sono mutati i bisogni, quanto il modello di gestione, che accanto al ricovero ordinario individua le forme del Day hospital e della Day surgery, le ampliate attività erogabili in regime ambulatoriale e il sistema dell’Osservazione Breve Intensiva in se- Torna lamanifestazione cheaiuta gli studenti delle superiori a sceglieretra lavoroe università Orientando, bussola del futuro Numerirecord:settanta stand,50 classiprenotate,cinquemila presenze Una bussola d’orientamento per costruirsi il proprio futuro, scegliendo il percorso formativo o professionale più aderente alle proprie esigenze. Torna, per l’undicesima edizione, Orientando senior, la grande manifestazione informativa dedicata agli studenti delle quinte superiori, promossa nelle mattinate del 22, 23 e 24 febbraio dagli assessorati alla Pubblica Istruzione di Comune e Provincia, insieme alla Commissione per l’Orientamento degli insegnanti di scuole superiori cittadine e con la collaborazione dell’Ipsscs Sraffa. Ventisette gli istituti prenotati in città, la totalità, quindi, delle scuole superiori cittadine pubbliche e paritarie; ventitré quelle della provincia, per oltre 230 classi e un totale di studenti attesi che sfiorerà le cinquemila presenze (sul totale provinciale di circa 6500 studenti dell’ultimo anno di superiori) durante la tre giorni informativa, ospitata nella sede dello Sraffa in via Comboni. Un labirinto colorato l’immagine scelta quest’anno per identificare l’iniziativa, come simbolo del dubbio, naturale e fisiologico, circa la strada migliore da seguire: un buio che si può illuminare tutti insieme, anche divertendosi, fra gli stand di Orientando, nella consapevolezza che per fare la scelta migliore bisogna conoscere, bisogna fare quel «Giro del mondo in 80 lavori» che è anche il titolo del cd realizzato da alcune studentesse dell’Abba-Ballini e presentato nel corso della rassegna. Negli oltre 70 stand distribuiti sui tre piani dell’istituto sono presenti rappresentanze dei Centri per l’impiego della Provincia, dell’Informagiovani del Comune, oltre che rassegne tematiche divise fra lavoro e formazione. Per quest’ultimo comparto i ragazzi possono trovare informazioni circa programmi e offerta formativa dell’Università di Brescia e della Cattolica cittadina, oltre che degli atenei di tutto il Nord Italia, delle accade- ■LA PROPOSTA «L’integrazione fra le diverse realtà opedaliere bresciane è un processo da sviluppare con attenzione nel futuro immediato, e l’Università può rappresentare un importante catalizzatore di questo processo di integrazione». Quasi scivolate in coda all’incontro fra i rappresentanti delle realtà sanitarie cittadine, le parole del professor Giuseppe Rotelli, presidente del Gruppo San Donato cui fanno capo Città di Brescia, Sant’ Anna e Clinica SanRoccodiOme,avanzano un’ipotesi suggestiva, che potrebbe aprire nuovi, importanti scenari nel panorama della ricerca clinica. L’ideadiallargarel’atti- mie di belle arti e della formazione generica post diploma. Nel settore dedicato al mondo del lavoro, invece, Orientando senior offre un’immersione completa nelle diverse professioni, con esponenti delle associazioni imprenditoriali e degli ordini professionali disponibili a rispondere ai quesiti e a illustrare sfide e traguardi dei diversi mestieri, «consentendo quel contatto diretto che è fondamentale quando in gioco non c’è solo la scelta su cosa fare dopo la maturità, ma un progetto di vita», osserva la preside dello Sraffa, Ester Di Vieto. Se, dopo il tour fra gli stand, fosse rimasto ancora qualche dubbio, c’è il libretto «Il mio futuro mi riguarda», un indirizzario completo per districarsi fra enti di formazione, master e prospettive di sbocco immediato nel mondo occupazionale: un vademecum che è anche un viatico per la visita fra gli stand, e che viene consegnato a tutti, insieme al kit informativo, all’entrata dello Sraffa, che per tre Lo stand della Polizia penitenziaria allestito lo scorso anno all’interno dello Sraffa di via Comboni durante Orientando: l’iniziativa offre agli studenti bresciani delle quinte superiori la più ampia rosa di proposte lavorative Rotelli:«Ricerca conl’Università» de di Pronto Soccorso come un ventaglio di misure da calibrare sulle esigenze del paziente», sottolinea e spiega il direttore generale del Civile. Non è un caso che proprio al Civile i ricoveri brevi siano calati del 56% dal ’98 ad oggi, soppiantati dalla citata gamma di misure intermedie alla degenza vera e propria. LA SFIDA DELLA CRONICITÀ - Per l’area delle malattie croniche, sempre meno appannaggio degli ospedali, la sfida sarà quella di riuscire a «incrementare i servizi territoriali e i sistemi di ospedale virtuale per il monitoraggio del paziente a domicilio, in un lavoro di rete fra medici di medicina generale, ospedali e distretti - prevede Scarcella -. La prossima sfida? Garantire che anche l’area più periferica della provincia, si pensi all’Alto Garda o alle valli, possa godere degli stessi servizi dell’area metropolitana, potenziando una rete efficiente di trasporto sanitario, con elicotteri e auto mediche, in grado di traslare il paziente nel presidio più appropriato». E se per l’assessore Nicoli Cristiani «Brescia, che è già un modello per la Lombardia, potrà diventare anche un modello per l’Europa se riuscirà a dotarsi di una regìa che stabilisca le sinergie fra pubblico e privato, per fare sistema», per Rotelli, presidente del Gruppo San Donato, la via da percorrere si giocherà sul trinomio efficienza, efficacia e integrazione, «che significa riuscire a trovare il rapporto migliore fra i costi, incrementati anche dalla rincorsa a nuove strumentazioni tecnologiche, e i benefici, sapendosi integrare fra pubblico e privato in una prospettiva di collaborazione per servire al meglio il territorio, e come punto di riferimento anche per i pazienti extraregione, che rappresentano il 7,3% dei ricoveri contro l’8,6% della media lombarda». Da una competizione interna, insomma, il sistema Brescia sembra pronto per il salto di una competizione esterna verso gli altri grandi sistemi sanitari lombardi e italiani. Sonopresentii centri perl’impegodella Provincia, Informagiovanidel Comune, informazionisuCattolica e Statali di Brescia e del Nord giorni prende le sembianze di un organizzatissimo centro fieristico, dove nessun dettaglio, dalle hostess all’accoglienza, viene lasciato al caso. «Orientando senior si riconferma una grande finestra per i giovani dopo l’uscita dalla scuola secondaria superiore – spiega l’assessore alla Pubblica Istruzione del Comune, Carla Bisleri – Combinando le finalità di informazione esaustiva con la curiosità dei ragazzi, la manifestazione è diventata, in un decennio, un vero e proprio sistema di azione, in grado di segnalare le opportunità circa lavoro, studio e approfondimento generale». Soddisfazione viene espressa anche da Ambrogio Paiardi in rappresentanza dell’assessorato alla Pubblica istruzione della Provincia, che segnala l’aspetto della continuità e il ruolo pubblico di informazione e conoscenza come i due maggiori punti di forza di un’iniziativa che ha saputo dare nel tempo gli strumenti migliori per stimolare la capacità di scelta degli studenti. l.c.