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Bresciaoggi
Mercoledì
23 Febbraio 2005
7
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Dueforze un tempo contrapposte sispartiscono in parti sostanzialmente uguali i 500 mila utenti dell’«areametropolitana»
Sanità, «pace» pubblico-privato
Dalla competizione alla collaborazione: così Brescia è diventata un modello
di Lisa Cesco
La sanità bresciana è un
modello di efficienza e di
equilibrio fra costi e benefici che può assurgere a
esempio sul panorama italiano e nel più ampio contesto europeo?
Non hanno dubbi i rappresentanti della Regione
e i vertici aziendali delle
maggiori realtà sanitarie
del territorio, che si sono
ritrovati ieri presso l’Auditorium dell’Istituto Clinico Città di Brescia per
discutere il tema «La sanità a Brescia: un modello
per la Lombardia e per
l’Europa», promosso da
Mondo Salute Lombardia, realtà editoriale dell’Associazione
italiana
ospedali privati.
Brescia dunque come
«modello dentro un modello», la via lombarda alla sanità: una realtà provinciale che negli ultimi
dieci anni ha saputo rinnovarsi, smussare diseconomie e inefficienze per
proporsi oggi come un
universo eterogeneo e
composito, capace di trovare in sè la chiave per
trasformare la competizione in collaborazione.
Dopo l’anno-zero segnato dalla legge 31 del 1997,
che ha introdotto la libertà di scelta del cittadino
fra pubblico e privato, la
separazione degli acquirenti delle prestazioni sanitarie (le Asl) dagli erogatori delle stesse (gli ospedali), avviando il sistema
di rimborso a tariffe, i cosiddetti Drg, e un tetto
massimo di risorse riconosciute alle realtà ospedaliere, la cifra dominante dell’ultimo decennio di
sanità bresciana ha subìto notevoli cambiamenti, come hanno spiegato il
direttore generale dell’Asl Brescia, Carmelo Scarcella, il direttore generale
degli Spedali Civili, Lucio
Mastromatteo, il presidente del Gruppo ospedaliero San Donato, Giuseppe Rotelli, e l’assessore regionale Franco Nicoli Cristiani, coordinati da Gabriele Pelissero, vice presidente nazionale Aiop.
PIU’ SPAZIO AL PRIVATO. Spicca, fra tutti,
la nuova composizione
del tessuto sanitario locale (riferito all’area metropolitana di Brescia, che
L’èquipe medica del reparto di Cardiochirurgia del Civile. In alto, Mastromatteo e Rotelli
copre all’incirca 500 mila
residenti), in cui si è passati da un sistema «monistico», gravitante attorno
al Civile come punto di riferimento esclusivo, a un
protagonismo sempre più
vivace delle realtà sanitarie private. Tanto che oggi la metà del fatturato
per i ricoveri ospedalieri
nell’area metropolitana è
riconducibile ad aziende
ospedaliere private (in totale il 51,3% dei ricoveri:
il Gruppo San Donato con
le cliniche Città di Brescia, Sant’ Anna e San
Rocco di Ome ne assorbe
il 23,9%, il comparto Poliambulanza-Domus Salutis il 16,8% e il Fatebenefratelli un 7,9% totale, secondo i dati 2003). Accanto a queste realtà resta il
48,7% del fatturato dei ricoveri riconducibile agli
Spedali Civili, con una
svolta decisiva nel panorama dell’offerta sanitaria cittadina.
PRESTAZIONI: AUMENTA LA QUALITÀ Altro elemento connotante il «modello Brescia» è
la crescita del valore delle
prestazioni di ricovero
ospedaliero erogate dalle
realtà pubbliche e private, segno di un sistema
che fa lievitare del 31%
(dal 1996 al 2003) il valore
delle prestazioni calcolato in termini monetari,
contro la media regionale
(Bresciafoto)
vità scientifica della Facoltà di Medicina (che oggi si appoggia agli Spedali
Civili mediante apposita
convenzione) anche agli
altri ospedali cittadini,
chepotrebberocosì diventare degli equivalenti poli
universitariincui i docenti fanno ricerca e gli studenti intraprendono il
percorso di formazione
pratica, nasce dall’esperienza maturata da Rotelli nel contesto milanese e
in quello pavese, «dove spiega - esistono più poli
universitariconvenzionati, sipensi all’esempio emblematico di Pavia, città a
densitàabitativa relativamente limitata, che vanta
comunquediversi ospedali di riferimento universitario come il San Matteo,
la clinica Città di Pavia e
altriistituti».Lo stessopotrebbe avvenire a Brescia, favorendo il radicamento di cliniche univer-
sitarie anche in realtà
ospedaliere aggiuntive al
Civile.
Rotelli mantiene il riserbo sulla possibile concretizzazione dell’ipotesi,
ma sottolinea l’importanza di un«sistemaesemplare» come quello bresciano, che ha saputo creare
una significativa rete
ospedaliera innervata nei
punti strategici del territorio. «Una rete in cui
ogni ospedale, che copre
uno specifico bacino d’utenza, con buone ricadute, ad esempio, nel decongestionamento del sistemadi Emergenza e Urgenza, sarà chiamato a trovare elementi di specializzazione». Come, appunto,
l’aggancio con qualche
specialità di Medicina. l.c.
che si ferma a un +19%. Il
peso medio dei ricoveri
(attestato dalle tariffe Drg
riconosciute all’ospedale)
dice di prestazioni ospedaliere sempre più complesse e quindi appropriate
erogate dai nosocomi bresciani, secondo un indice
di qualità quantificato in
un +23% dal ’96 al 2003,
contro una variazione del
14% registrata dalle aziende sanitarie lombarde.
L’aumentata complessi-
tà media della casistica affrontata significa anche
riqualificazione dell’attività medica offerta negli
ospedali, che si sta spostando sempre più sul versante dell’assistenza per
acuti, lasciando la gestione delle cronicità (anziani e lungodegenti) ai servizi sul territorio.
RICOVERI PIÙ OCULATI E DINAMICI . Proprio una più attenta gestione della cronicità a li-
vello territoriale più che
ospedaliero ha consentito
un abbattimento notevole
dei ricoveri, scesi dai 248
per mille abitanti del 1997
ai 170 del 2003. Nella vertiginosa riduzione del tasso
di ospedalizzazione ha inciso anche l’introduzione
dei Livelli essenziali di assistenza e dei Nuclei operativi di controllo regionale e Asl, come ha ricordato Mastromatteo, concordando con Scarcella
che una delle chiavi di volta dell’abbattimento dei
ricoveri è stata una loro
reinterpretazione in chiave più dinamica. «Oggi
non sono mutati i bisogni,
quanto il modello di gestione, che accanto al ricovero ordinario individua
le forme del Day hospital
e della Day surgery, le ampliate attività erogabili in
regime ambulatoriale e il
sistema dell’Osservazione Breve Intensiva in se-
Torna lamanifestazione cheaiuta gli studenti delle superiori a sceglieretra lavoroe università
Orientando, bussola del futuro
Numerirecord:settanta stand,50 classiprenotate,cinquemila presenze
Una bussola d’orientamento per costruirsi il proprio futuro, scegliendo il percorso formativo o professionale più aderente alle proprie esigenze. Torna, per
l’undicesima edizione, Orientando senior, la grande manifestazione informativa dedicata agli studenti delle quinte
superiori, promossa nelle mattinate del
22, 23 e 24 febbraio dagli assessorati alla
Pubblica Istruzione di Comune e Provincia, insieme alla Commissione per
l’Orientamento degli insegnanti di scuole superiori cittadine e con la collaborazione dell’Ipsscs Sraffa.
Ventisette gli istituti prenotati in città, la totalità, quindi, delle scuole superiori cittadine pubbliche e paritarie; ventitré quelle della provincia, per oltre 230
classi e un totale di studenti attesi che
sfiorerà le cinquemila presenze (sul totale provinciale di circa 6500 studenti dell’ultimo anno di superiori) durante la
tre giorni informativa, ospitata nella sede dello Sraffa in via Comboni.
Un labirinto colorato l’immagine scelta quest’anno per identificare l’iniziativa, come simbolo del dubbio, naturale e
fisiologico, circa la strada migliore da seguire: un buio che si può illuminare tutti
insieme, anche divertendosi, fra gli
stand di Orientando, nella consapevolezza che per fare la scelta migliore bisogna
conoscere, bisogna fare quel «Giro del
mondo in 80 lavori» che è anche il titolo
del cd realizzato da alcune studentesse
dell’Abba-Ballini e presentato nel corso
della rassegna.
Negli oltre 70 stand distribuiti sui tre
piani dell’istituto sono presenti rappresentanze dei Centri per l’impiego della
Provincia, dell’Informagiovani del Comune, oltre che rassegne tematiche divise fra lavoro e formazione. Per quest’ultimo comparto i ragazzi possono trovare
informazioni circa programmi e offerta
formativa dell’Università di Brescia e
della Cattolica cittadina, oltre che degli
atenei di tutto il Nord Italia, delle accade-
■LA PROPOSTA
«L’integrazione fra le diverse realtà opedaliere
bresciane è un processo
da sviluppare con attenzione nel futuro immediato, e l’Università può rappresentare un importante catalizzatore di questo
processo di integrazione». Quasi scivolate in coda all’incontro fra i rappresentanti delle realtà
sanitarie cittadine, le parole del professor Giuseppe Rotelli, presidente del
Gruppo San Donato cui
fanno capo Città di Brescia, Sant’ Anna e Clinica
SanRoccodiOme,avanzano un’ipotesi suggestiva,
che potrebbe aprire nuovi, importanti scenari nel
panorama della ricerca
clinica.
L’ideadiallargarel’atti-
mie di belle arti e della formazione generica post diploma. Nel settore dedicato al
mondo del lavoro, invece, Orientando senior offre un’immersione completa nelle
diverse professioni, con esponenti delle
associazioni imprenditoriali e degli ordini professionali disponibili a rispondere
ai quesiti e a illustrare sfide e traguardi
dei diversi mestieri, «consentendo quel
contatto diretto che è fondamentale
quando in gioco non c’è solo la scelta su
cosa fare dopo la maturità, ma un progetto di vita», osserva la preside dello Sraffa, Ester Di Vieto.
Se, dopo il tour fra gli stand, fosse rimasto ancora qualche dubbio, c’è il libretto
«Il mio futuro mi riguarda», un indirizzario completo per districarsi fra enti di
formazione, master e prospettive di sbocco immediato nel mondo occupazionale:
un vademecum che è anche un viatico
per la visita fra gli stand, e che viene consegnato a tutti, insieme al kit informativo, all’entrata dello Sraffa, che per tre
Lo stand
della
Polizia
penitenziaria
allestito
lo scorso
anno
all’interno
dello Sraffa
di via
Comboni
durante
Orientando:
l’iniziativa
offre agli
studenti
bresciani
delle quinte
superiori
la più ampia
rosa di
proposte
lavorative
Rotelli:«Ricerca
conl’Università»
de di Pronto Soccorso come un ventaglio di misure da calibrare sulle esigenze del paziente», sottolinea e spiega il direttore
generale del Civile. Non è
un caso che proprio al Civile i ricoveri brevi siano
calati del 56% dal ’98 ad oggi, soppiantati dalla citata gamma di misure intermedie alla degenza vera e
propria.
LA SFIDA DELLA
CRONICITÀ - Per l’area
delle malattie croniche,
sempre meno appannaggio degli ospedali, la sfida
sarà quella di riuscire a
«incrementare i servizi
territoriali e i sistemi di
ospedale virtuale per il
monitoraggio del paziente a domicilio, in un lavoro di rete fra medici di medicina generale, ospedali
e distretti - prevede Scarcella -. La prossima sfida?
Garantire che anche
l’area più periferica della
provincia, si pensi all’Alto Garda o alle valli, possa
godere degli stessi servizi
dell’area metropolitana,
potenziando una rete efficiente di trasporto sanitario, con elicotteri e auto
mediche, in grado di traslare il paziente nel presidio più appropriato». E se
per l’assessore Nicoli Cristiani «Brescia, che è già
un modello per la Lombardia, potrà diventare anche un modello per l’Europa se riuscirà a dotarsi di
una regìa che stabilisca le
sinergie fra pubblico e privato, per fare sistema»,
per Rotelli, presidente del
Gruppo San Donato, la
via da percorrere si giocherà sul trinomio efficienza, efficacia e integrazione, «che significa riuscire a trovare il rapporto
migliore fra i costi, incrementati anche dalla rincorsa a nuove strumentazioni tecnologiche, e i benefici, sapendosi integrare fra pubblico e privato
in una prospettiva di collaborazione per servire al
meglio il territorio, e come punto di riferimento
anche per i pazienti extraregione, che rappresentano il 7,3% dei ricoveri contro l’8,6% della media lombarda».
Da una competizione interna, insomma, il sistema Brescia sembra pronto per il salto di una competizione esterna verso
gli altri grandi sistemi sanitari lombardi e italiani.
Sonopresentii centri
perl’impegodella Provincia,
Informagiovanidel Comune,
informazionisuCattolica
e Statali di Brescia e del Nord
giorni prende le sembianze di un organizzatissimo centro fieristico, dove nessun dettaglio, dalle hostess all’accoglienza, viene lasciato al caso.
«Orientando senior si riconferma una
grande finestra per i giovani dopo l’uscita dalla scuola secondaria superiore –
spiega l’assessore alla Pubblica Istruzione del Comune, Carla Bisleri – Combinando le finalità di informazione esaustiva con la curiosità dei ragazzi, la manifestazione è diventata, in un decennio, un
vero e proprio sistema di azione, in grado di segnalare le opportunità circa lavoro, studio e approfondimento generale».
Soddisfazione viene espressa anche
da Ambrogio Paiardi in rappresentanza
dell’assessorato alla Pubblica istruzione
della Provincia, che segnala l’aspetto della continuità e il ruolo pubblico di informazione e conoscenza come i due maggiori punti di forza di un’iniziativa che
ha saputo dare nel tempo gli strumenti
migliori per stimolare la capacità di scelta degli studenti.
l.c.
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