Libertà va cercando ch’è sì cara… Nel mezzo del cammin di nostra vita mi ritrovai per una selva oscura ché la diritta via era smarrita. Ahi quanto a dir qual era è cosa dura esta selva selvaggia e aspra e forte che nel pensier rinova la paura! Tant’è amara che poco è più morte; ma per trattar del ben ch’i’ vi trovai, dirò de l’altre cose ch’i’ v’ho scorte. Io non so ben ridir com’i’ v’intrai, tant’era pien di sonno a quel punto che la verace via abbandonai Alla fine della selva, Dante scorge un colle, illuminato dai raggi del sole e pensa di essere ormai salvo ma… … gli vengono incontro tre temibili bestie, che stanno per ricacciarlo indietro Ed ecco, quasi al cominciar de l’erta, una lonza leggera e presta molto, che di pel macolato era coverta; e non mi si partia dinanzi al volto, anzi ’mpediva tanto il mio cammino, ch’i’ fui per ritornar più volte vòlto. … la vista che m’apparve d’un leone. Questi parea che contra me venisse con la test’alta e con rabbiosa fame, sì che parea che l’aere ne tremesse. Ed una lupa, che di tutte brame sembiava carca ne la sua magrezza, e molte genti fé già viver grame, questa mi porse tanto di gravezza con la paura ch’uscia di sua vista, ch’io perdei la speranza de l’altezza. Ma, prima di vedere cosa ne sarà del povero Dante, fermiamoci un momento e chiediamoci: chi era mai costui? Siamo a Firenze, nell’anno 1265. La primavera esplode nei colori dei fiori, nei profumi dell’aria, nell’allegria delle feste Circola molto denaro, le strade risuonano degli strumenti degli artigiani, dei canti che accompagnano il lavoro Dante nasce in questa casa, in Piazza San Martino La madre di Dante si chiama Donna Bella. Il padre, Alighiero Alighieri, è cambiavalute, cioè compra e vende denaro, come fanno oggi le banche La nascita del bambino è accolta con gioia. Viene battezzato, come i suoi antenati, nel Battistero di san Giovanni e prende il nome di Dante, un nome di buon augurio, che significa “colui che dà” ed è davvero molto quello che egli ha donato agli uomini di tutti i tempi Dante ha solo sei anni quando muore la mamma e in lui rimane un grande vuoto. Diventato grande, suo padre desidera avviarlo a far pratica per diventare un buon commerciante, un notaio o un esperto cambiavalute… ma Dante è molto ostinato ed ha altre idee per la testa… Comincia ben presto a leggere i poeti antichi, conosce benissimo Virgilio, Orazio, Ovidio, Stazio e cerca di imitare la loro poesia in latino Il suo autore preferito è Virgilio (qui raffigurato tra le Muse) Un giorno, quando Dante ha nove anni, succede qualcosa che segnerà tutta la sua vita. Durante una festa, incontra un’altra bambina, Beatrice, la figlia di Folco Portinari. Per Dante è un colpo di fulmine Dante spera e sogna sempre di rivederla, ma dovranno passare degli anni prima che il suo sogno si realizzi. E intanto, come si usa allora, Dante viene fidanzato, a dodici anni, con una ragazzina di nome Gemma Donati, che appartiene ad una ricca e potente famiglia fiorentina Torre e stemma dei Donati Il tempo passa veloce, Dante è ormai un giovane che passa le sue giornate tra gli studi antichi, la filosofia, la teologia… e le allegre serate con gli amici Alla passione per l’arte, la poesia e la musica, si unisce la passione politica È un tempo di lotte sanguinose: i comuni italiani combattono tra loro sotto le insegne dei guelfi, sostenitori del Papa, o dei ghibellini, sostenitori dell’imperatore A Firenze si contrappongono due potenti famiglie, i Cerchi e i Donati e, al loro fianco, si schierano rispettivamente due partiti, i guelfi bianchi e i guelfi neri Stemma dei Cerchi L’impegno politico non distoglie Dante dai suoi studi, né riesce a fargli dimenticare l’amore per Beatrice. La rivede un giorno in una chiesa di Firenze: sono passati ben nove anni dal loro primo incontro e Beatrice intanto si è sposata con un mercante. Ma presto Beatrice muore: ha solo ventiquattro anni. Dante vive un periodo di grande disperazione. Dopo un po’ sposa Gemma Donati. Avranno quattro figli: Pietro, Jacopo, Antonia e Beatrice Ormai uomo, Dante si iscrive all’Arte dei medici e degli speziali, partecipa attivamente alla vita politica di Firenze e ricopre importanti cariche pubbliche Stemma dell’Arte dei medici e degli speziali Intanto a Firenze le lotte continuano. Dante decide di stare dalla parte di quelli che gli sembrano mostrare più buonsenso, i Bianchi Tuttavia, dopo una serie di vicende, i Neri prendono il sopravvento a Firenze e la loro vendetta si accanisce sui Bianchi. Dante è costretto all’esilio Brescia, Treviso, Padova, Lucca: Dante gira da una corte all’altra. Sono anni di nostalgia e di umiliazioni. Dante spera sempre di poter rientrare a Firenze, ma le speranze muoiono ad una ad una. Padova, casa dell’esilio di Dante Trascorre l’ultima parte della sua vita a Ravenna, presso Guido Novello da Polenta, che lo accoglie con gioia. Qui Dante porta a termine la Divina Commedia, composta quasi tutta durante l’esilio Il mondo noi lo vediamo così Dante, però, come gli uomini del suo tempo, se lo immagina un po’ diverso Al centro della terra si trova Gerusalemme e sotto di essa si apre addirittura… la terribile voragine dell’inferno Dall’altra parte del globo, in mezzo alle acque, sorge la montagna del Purgatorio, sulla cui cima c’è il Paradiso terrestre Attorno alla Terra, come strati di una grande cipolla, si trovano dieci cieli. Nell’ultimo, l’Empireo, c’è… Dio Ma abbiamo dimenticato che il nostro amico Dante è ancora alle prese con tre temibili belve… Quando ormai dispera di potersi salvare, il poveretto si accorge che c’è qualcuno lì con lui, anche se non ha la più pallida idea di chi sia Mentre ch’i’ rovinava in basso loco, dinanzi a li occhi mi si fu offerto chi per lungo silenzio parea fioco. Quando vidi costui nel gran diserto, «Miserere di me», gridai a lui, «qual che tu sii, od ombra od omo certo!». Rispuosemi: «Non omo, omo già fui, e li parenti miei furon lombardi, mantoani per patria ambedui. Nacqui sub Iulio, ancor che fosse tardi, e vissi a Roma sotto ’l buono Augusto nel tempo de li dèi falsi e bugiardi. Poeta fui, e cantai di quel giusto figliuol d’Anchise che venne di Troia, poi che ’l superbo Iliòn fu combusto. Si tratta di Virgilio, il poeta preferito di Dante, il suo ‘mito’ «A te convien tenere altro viaggio», rispuose poi che lagrimar mi vide, «se vuo’ campar d’esto loco selvaggio […] Ond’io per lo tuo me’ penso e discerno che tu mi segui, e io sarò tua guida, e trarrotti di qui per loco etterno… Allor si mosse, e io li tenni dietro Con la compagnia e l’aiuto di Virgilio, Dante attraversa Inferno, Purgatorio e Paradiso. È davvero un incontro che gli cambia la vita. Grazie a lui esce dalla ‘selva’ e può ritornare a guardare la bellezza delle stelle Dante, nella Divina Commedia, ci racconta un viaggio strano, un vero e proprio giro ‘turistico’ attraverso inferno, purgatorio e paradiso Il viaggio che Dante compie, i luoghi che visita, gli incontri con le anime li descrive e narra in modo realistico, ma sotto sotto vuole dirci anche qualcos’altro. Detto in parole più difficili, il poema di Dante ha anche un significato allegorico Così la selva è un bosco, ma nello stesso tempo è una situazione difficile Virgilio è un poeta, il poeta preferito di Dante, ma è anche la ragione umana e quindi un amico Beatrice è la donna che Dante ama, ma nello stesso tempo è la fede, la grazia di Dio E così tutto il viaggio di Dante è un po’ il viaggio che ognuno di noi fa… … per ritrovare se stesso