AMICI DI DON ORIONE Mensile del Piccolo Cottolengo di Don Orione Genova castagna, 7 settembre. Gli ospiti spettatori e attori in una memorabile giornata di festa Spedizione in a.p. art. 2, comma 20/c legge n. 662/96 Filiale di Bergamo Anno XXXVII N. 9 - Novembre 1997 2 MOTIVI 3 nel centenario della nascita Il più cordiale saluto Alla grande famiglia orionina genovese ell’accettare l’incarico di Direttore del Piccolo Cottolengo di Genova, in mezzo alla piena di sentimenti di chi è chiamato a cambiare radicalmente la propria attività, e con essa un pezzo di vita, la sensazione più viva è stata quella di un ritorno. E mi spiego. I miei 41 anni di sacerdozio sono stati così impegnati: 33 nell’apostolato scolastico (13 come insegnante, 20 come preside) e 8 più direttamente nell’ambito della carità, come Direttore del Piccolo Cottolengo milanese di Don Orione (1982-1990). Mi sembrava, pertanto, che questo divario d’anni fosse da colmare, e ne ringrazio la Divina Provvidenza. Di fatto, nel salutare gli ospiti milanesi e tutti i collaboratori, usai l’“arrivederci”, come se sentissi la necessità di un ritorno, per completare e migliorare il mio servizio in mezzo ai più bisognosi. E si tratta certamente di un ritorno, anche se cambia il luogo e il volto degli ospiti, perché Gesù Cristo Crocifisso è lo stesso in tutti i sofferenti. Con questi sentimenti saluto, innanzitutto, le ospiti di questo meraviglioso transatlantico della carità orionina in Genova, assicurando il loro primato non solo nelle mie premure, ma anche in quelle dei confratelli e delle reverende suore, e di tutti gli operatori del Piccolo Cottolengo. Noi sacerdoti, suore, medici, infermieri, animatori, ausiliari sanitari, impiegati, operai, che lavoriamo a qualsiasi livello ed in diversi ambiti, tutti parimenti necessari, ciascuno nel proprio ruolo, siamo coscienti di doverci impegnare al massimo in un servizio che arrivi alle singole persone secondo le loro necessità. Il cambiamento della direzione è un’occasio- N ‘ AMARCI CONOSCERCI E ne importante per riconsiderare il nostro rapporto con Don Orione, il santo della gratuità assoluta nella dedizione ai fratelli. È così grande il dono di servire Gesù nei poveri che non ci sforzeremo mai abbastanza di “entrare” al Piccolo Cottolengo con la testa, per carpirne le finalità, e con il cuore, per condividerle e attuarle. Don Orione si aspettava tantissimo da queste sue istituzioni, che riteneva importanti come le cattedrali, per quella visione integrale e unitaria della persona umana secondo la quale ogni nostro intervento di aiuto, per essere efficace, deve tener conto che siamo fatti di anima e di corpo. È troppo ovvio che egli non voleva sostituirsi allo Stato nel compito di assistenza e di cura, anche se soccorrere chi si trovi nel bisogno è sempre un atto meritorio, ma intendeva offrire qualcosa di speciale, sia nel modo che nel contenuto. Come dire che per essere come lui desiderava, ogni operatore del Piccolo Cottolengo dovrebbe camminare su tre binari: le doti umane, di carattere e di sensibilità, per rendersi accetto all’ospite; la professionalità, per saper offrire un aiuto efficace; infine l’orioninità, per saper vedere il volto di Gesù in chi ci chiede aiuto. Si tratta di un percorso non facile, ma da percorrere illuminati dalla fede e sostenuti dalla preghiera. Questa parola d’ordine mi piace consegnare a tutti i collaboratori diretti di questa insostituibile opera di carità. Ma il mio pensiero, che è ringraziamento, va anche a tutti i generosi benefattori, che rendono possibile la nostra attività assistenziale verso coloro che non sono in grado di sostenere i costi reali dell’ospitalità; va ai volontari, per il loro benefico apporto di entusiasmo; ed ai tanti amici di Don Orione, che con la loro vicinanza sanno creare all’esterno dell’Istituto una importante rete di benevolenza, che ci aiuta a superare le non poche difficoltà. Iniziamo insieme, dunque, questa bella avventura umana, sociale e spirituale, con la soddisfazione di essere dentro, in modo attivo, al sogno genovese di Don Orione. Di lassù, dove si può tutto, Egli ci ottenga la voglia del meglio, che a questo mondo, e anche nell’altro, è la carità, cioè il dono di sè a Dio ed ai fratelli. Don Nino Zanichelli ENRICO SCIACCALUGA - DON ORIONE UN INCONTRO enrico sciaccaluga, al centro, tra i suoi scouts. n giovane ragioniere cade nella rete di don Orione. Per lui: una fortuna unica, per don Orione… un affare. Ne parliamo perché in questo novembre sono cento gli anni della sua nascita e cinque dalla pia morte, avvenuta il 15 dicembre 1992 a Genova-Camaldoli. Si dovrà prima o poi scriverne compiutamente la vita perché meglio si conosca la sua lunga attività nell’area caritativa U INCONTRI di Genova (diciamo Piccoli Cottolengo) e nel settore amministrativo dato che fu scrupoloso Economo generale della Congregazione per circa trent’anni. Parliamo di Don Enrico Sciaccaluga, nato a GeSampierdarena il 22 novembre 1897. Giovane ragioniere, capo scout, dirigente di Azione Cattolica, dopo alcuni contatti che, apparentemente casuali, tali non sono come ci dà assicurazione un’attenta rilettura a posteriori, si lega indissolubilmente e provvidenzialmente a Don Orione. Sarà proprio Don Sciaccaluga il destinatario dell’ultimo scritto del Padre Fondatore, inviatogli da Sanremo alle ore 21 del 12 marzo 1940, un’ora e mezza prima che il Beato Don Orione rendesse l’anima bene- Domenica 30 novembre 1997 raduno amici a paverano L’incontro sarà incentrato sulla figura di Don Enrico Sciaccaluga nel centenario della nascita e a cinque anni dalla morte. Per questo abbiamo invitato a celebrare la S. Messa ed a presiedere la successiva assemblea il Rev.mo Don Giovanni Venturelli lo storico più documentato dell’Opera. Farà seguito il pranzo per il quale bisogna prenotarsi almeno tre giorni prima (tel. 5229334). Ricordiamo che è in allestimento la pesca di beneficenza detta al suo Gesù, invocato tre volte nell’ansimare della breve agonia. Lo scritto, una cartolina scritta fitta fitta in forma schematica che dice precisione, capacità di sintesi e sguardi lontani per una vita che si sta spezzando, merita di essere riportata. Sulla busta il timbro postale 12 marzo 1940 ore 21. Convitto San Romolo Sanremo Corso Garibaldi 4 - tel. 58.43 Anime! Anime! S. Remo, 12/III/1940 - XVIII Caro Don Sciaccaluga, Il Signore sia sempre con noi! Ricevo la gradita tua del dì 11 c.m. 1) Grazie delle preghiere: vado veramente meglio. Deo gratias! 2) Mando, firmata, la lettera per Zigola, lieto che faccia bene; me lo saluti e lo conforti a continuare sempre meglio. 3) Va bene che andiate e rilevate il caro Prof. Isola: spero vada sempre più ristabilendosi: fagli i miei ossequi. 4) Pare che la partenza dell’Oceania sia stata rimandata: sta vero? Da Roma mi scrivono che il Conte Grande partirebbe il 2 aprile e l’Oceania il 13 aprile. Fa il piacere di informarti subito e riferirmi. 5) Ossequi al sig. Generale e Signora: - conforto e benedizione a loro, a te, a tutti. Aff.mo tuo D. Orione d.D.P. Al M.R. Don Enrico Sciaccaluga Istituto di “Paverano” Salita di Paverano (da Corso Sardegna) - Genova Così la cartolina scivolava, in quella tiepida sera di marzo, nella cassetta postale del treno diretto a Genova e Don Orione passava al suo Gesù che aveva amato e servito nei poveri fino alla consumazione:… Gesù… Gesù… Gesù…! Un appunto dello stesso Sciaccaluga ci dice del suo ingresso e del suo iniziale curriculum nella Congregazione dei Figli della Divina Provvidenza. Scrive: “Giugno 1931 accolto in Congregazione a Genova, via Bosco da Don Orione, Vestizione 25 marzo 1933, Don Orione, via Bosco a Genova”. Da anni Don Orione se lo andava addestrando e preparando, facendoselo generoso collaboratore nel campo della carità. Quando lo accolse ufficialmente nella Congregazione gli poteva scrivere (Tortona, 10 febbraio 1931): “Sappi dunque che quando ti vidi l’ultima volta, il Signore mi diede luce per cui ho potuto capirti tutto e leggerti nel cuore. Posso dirti che sei 1938, sul terrazzo del paverano, con don enrico sciaccaluga, da poco sacerdote, una prima fila d’eccezione: Dott. Luigi del rosso, il podestà aldo gardini, don orione, il ministro ferruccio lantini, il prefetto albini e il prof. Domenico isola. chiamato a farti religioso; non già perché sei perfetto, ma perché Dio, con la sua grazia e gli aiuti della vita religiosa ti chiama a diventarlo… Prego per te, sempre prego per te e ti conforto tanto e ti benedico con amore in Gesù cristo come di padre”. Riportiamo qualche frase del Padre nella gioia - e un po’ di enfasi - della Vestizione: “Qui, ai piedi dell’altare, davanti alla statua del Cottolengo, sotto lo sguardo di Maria Santissima e, dall’altro lato, di San Giuseppe, oggi un giovane, che fu capo dell’Azione Cattolica, che fu caporeparto degli Esploratori e difese la causa di Cristo a fronte alta e a vessillo spiegato, oggi qui, ai piedi del Santissimo Sacramento, si è spogliato degli abiti secolari ed ha vestito l’abito religioso, la talare dei Figli della Piccola Opera della Divina Provvidenza. Questo giovane Sciaccaluga non è nuovo a voi; a me lo dice questo largo, questo vasto concorso. Molti lo conobbero da bambino, altri con lui militarono, altri con lui salirono le vette dei monti. Egli oggi si è spogliato degli abiti mondani; lascia il mondo per seguire la schiera di poveri sacerdoti e chierici che militano sotto lo stendardo della Piccola Opera della Divina Provvidenza; egli ha ricevuto il Santo abito, la talare religiosa, ai piedi di Gesù… È una grande grazia che io abbia dato l’abito sacro ad una nuova recluta della Congregazione, perché vedo proprio, con mia grande meraviglia, che il Signore mi va preparando coloro che potranno perpetuare questa piccola e umile Opera della Divina Provvidenza”. Per l’inizio del Paverano Il Ragioniere, non ancora sacerdote, sarà ritenuto il “Direttore” del Paverano, al suo nascere, mentre Don Orione mobilita tutte o quasi le sue Piccole Suore Missionarie della Carità che va specializzando al gravoso e nuovo compito di infermiere per un “Ospedale Psichiatrico”. Leggiamo da una cronaca del tempo: “Da vere suore orionine, partivano la mattina dalla loro casa (via Bosco e Marassi), entravano a Paverano, prendevano contatto con i ricoverati, cominciavano a familiarizzare con l’ambiente. Apprendevano, osservando e aiutando, qualche cosa di quella difficile arte; restavano lì fino a sera, con l’unico intervallo di un frugale pasto alle 12. Rientravano esauste nelle loro case dove passavano la notte per riprendere presto il giorno dopo. Ebbene, fu un tirocinio faticoso, ma provvidenziale. Quando il 30 novembre si effettuerà il trapasso, queste Suore si sentiranno tutt’altro che smarrite di fronte al difficile compito. Forse caricando un po’ ad effetto, ma non senza un fondamento, Don Orione aveva detto all’atto della Vestizione di Sciaccaluga: “Finisco col ringraziarvi tutti, indistintamente, voi che avete voluto essere presenti a questa vestizione del mio caro Sciaccaluga: sappiate che egli molto ha fatto. Devo a questo giovane l’Istituto di Paverano, perché egli è quello che mi ha coadiuvato; e, se tanto aiuto mi ha dato da borghese, spero che possa dare altrettanto aiuto e conforto da chierico e da sacerdote”. Don Sciaccaluga ci ha riferito di alcune fasi finali relative all’acquisto del Paverano. Scrive così: “E venne il momento della firma dello schema di accordo. Era la sera dell’8 marzo 1933. Ho ancora negli occhi e più nel cuore - avevo seguito da vicino le trattative in accompagnamento a Don Sterpi e al nostro Beato Padre - il momento in cui, là nella casa paterna di Tortona, fui invitato a scrivere a macchi- na la lettera di impegno che accompagnava lo schema di accordo per l’acquisto, per il Presidente della Provincia di Genova. Finii di scrivere, ma Don Orione non firmò la lettera. Mi invitò invece a recarla con me l’indomani mattina al Santuario della Guardia, dove mi invitava a servirgli la S. Messa insieme a un giovanetto, Andrea, dell’ottima famiglia Berlingeri, pure di Genova. Puntualmente, il mattino dopo, alle otto arriviamo al Santuario. Don Orione celebra la S. Messa; al termine recita una speciale “Salve Regina” alla Madonna; aggiunge altre preghiere ai Santi Patroni Pietro e Paolo, al Cottolengo e per le anime dei defunti. Finalmente, sulla mensa stessa dell’altare, ancora vestito dei paramenti della Santa Messa e fattosi il segno della Croce, appone la firma all’importante documento la lettera d’impegno - che era stato deposto per tutta la S. Messa sull’altare stesso. Quindi me lo riaffida e mi raccomanda di partire subito per rimetterlo personalmente nelle mani del Preside Gardini”. Chi conobbe da vicino Don Sciaccaluga, la sua capacità tenace, la fedeltà piena alla Congregazione, può testimoniare che la fiducia di Don Orione era stata ben riposta. Don Aldo Viti LE NOSTRE SORELLE Festa delle contemplative del SS.mo Crocefisso A La felicità di suor maria, al termine del rito, condivisa da mamma e papà. Villa Charitas di Tortona, sede della Comunità delle Suore Contemplative (vedenti) dell’Opera di Don Orione, è stata festa grande l’8 settembre. Suor Maria del SS.mo Crocefisso ha emesso i Voti Religiosi di Castità, Povertà, Obbedienza e Carità, secondo le Costituzioni delle Piccole Suore Missionarie della Carità nel ramo, appunto, delle Suore contemplative di Gesù Crocefisso. Al secolo, Andreina Budino, argentina, dal 1994 in Italia a 23 anni, insegnante e laureata in Teologia, ha avuto la gioia insperata di avere accanto a sè in quel giorno, atteso e ben preparato, i suoi genitori. Presenza insperata perché la famiglia di Andreina è povera, attende ai lavori dei campi e non avrebbe potuto permettersi il “lusso” di un viaggio dall’Argentina in Italia. Ci ha pensato però la Divina Provvidenza. Così il Vescovo Mons. Bon- gianino, la Madre Generale delle Piccole Suore Missionarie della Carità, le Consorelle dei tre rami (Contemplative del SS.mo Crocefisso, le Sacramentine non vedenti, le P.S.M.d.C.), vari Confratelli del ramo maschile Orionino P.O.D.P. hanno partecipato alla liturgia nel corso di una toccante Concelebrazione Eucaristica: l’Appello, l’Omelia, il “Sì, lo voglio”, la chiamata dei Santi Patroni, la preghiera di Consa- crazione, il “Tua per sempre!”. La finalità di questa Famiglia Religiosa è quella di vivere in olocausto, nel silenzio, nella stretta clausura, nella penitenza della santa fatica ai piedi della Croce insieme a Maria Santissima Addolorata. Loro, queste Contemplative, si fanno sante e la loro vita da consacrate è a beneficio della Chiesa, dell’intera Famiglia Religiosa, dei Missionari… per “Instaurare Omnia in Chri- sto” secondo il carisma di Don Orione. Sono diverse le giovani che, sole o in piccoli gruppi, vanno a fare esperienza presso queste contemplative. Per farlo occorre contattare per iscritto o per telefono la Madre Superiora. Indirizzo e telefono: Suore Contemplative di Gesù Crocefisso (Don Orione) - Villa Charitas - Via Amendola, 10 - 15057 Tortona (Al) Tel. 0131/861259. Al secolo Lucia Cavallo I l Comune di Roata Chiusani (Cuneo), dedica una via, in questi giorni ad una Suora nata lì e morta 50 anni fa al Piccolo Cottolengo “Don Orione” di Genova. SUOR MARIA PLAUTILLA A Roata, Lucia, nacque nel 1913 da gente di campagna, carica di figli e di onesta fatica. Una bambina che si muoveva sul timido in una fede semplice, la fede d’allora con rosario, Messa e Catechismo e vita da galantuomini. Una santa mamma che le muore quando lei ha 12 anni. Allora è giocoforza, per campare, andare a fare la serva in casa d’altri, con quanto questo comporta. Per 8 anni. La Provvidenza le fa incontrare Don Orione che l’accoglie tra le aspiranti delle Piccole Suore Missionarie, e la notte di Natale del 1935 riceve l’abito da Suora alla Casa Madre di Tortona per le mani di Don Sterpi. Professa quindi davanti a Don Orione che la manda subito a Genova. Il primo shock: entra a S. Caterina e vede diverse giovani suore ammalate, scheletriche dalla tisi. Lei ha poco più di venti anni e soffre di cuore. Dopo un mese è al Paverano dove si diploma infermiera col Prof. Isola per inserirsi in quella struttura colossale acquistata da Don Orione solo da qualche anno con 500 matte dentro. All’atto della Vestizione il bel nome di Lucia ha lasciato posto a quello di una santa matrona romana, tale Plautilla che allora il Martirologio ricordava il 20 di maggio. Al Paverano Suor Plautilla ci lascia la vita poco più di 10 anni dopo, tra le sue poverette assistite con amore e devozione. Il Prof. Isola le fu accanto giorno dopo giorno fino alla consunzione. “Endocardite lenta, poliartrite reumatica”, dice Isola che definì Plautilla incarnazione della carità, descrivendone appassionatamente quel suo prodigarsi fino allo stremo, nascondendo le sofferenze finché le poté nascondere. Di lei, che pensiamo una vera santa e tale la preghiamo mentre attendiamo la conferma della Santa Madre Chiesa, è stato scritto più volte anche su questo mensile degli Amici. Potremmo perciò fermarci qui appuntando una piccola memoria, parlando di una normale eroicità senza testimoni e senza paparazzi; una fatica umile in generosa immolazione nel reparto dedicato a Gesù Crocefisso, crocefissa lì; per amore; tra ripugnanze fatte carezze dalla carità. Chi ne vuole la breve biografia la può avere dalla Superiora del Paverano. Qui, solo due cenni di cronaca. Una dice: “Si dormiva nella carbonaia, agli inizi, con una sola coperta. Fui tentata di piantar tutto e tornarmene a casa”. “No - diceva Suor Plautilla con dolcezza - è il Signore che ti vuole qui”. “Tossiva tanto”. Un’altra dice: “Fui terrorizzata al vedere la prima volta stramazzare a terra un’epilettica che si mise a rantolare e sbavare. Plautilla mi corse accanto, mi afferrò la mano e mi disse: ‘Andiamo dalla Madonna… attaccate al manto della Madon- na supereremo tutto’”. La guerra trascina i bombardieri sul Paverano per diverse notti d’inferno. Memorabili quella del 4 e 7 novembre ’42: bruciano 7 corsie con 220 letti: la Madonna salva miracolosamente tutte le ricoverate. Le suore si prodigano oltre ogni immaginazione. Suor Plautilla era lì. Dice una: “correva, correva ansimando e non si voleva concedere un minuto di riposo. Diceva: ‘Dobbiamo salvare tutti, tutti… Ce lo chiede la Santa Madonna che non chiede mai troppo’”. È morta senza storia, senza “esposizione” diciamo oggi, due anni appena che si era chiusa la guerra; anno 1947. Due note asciutte di cronaca scritte su un notes da lei stessa: “Il 14 agosto ho ricevuto l’olio santo e la benedizione apostolica da Don Sciaccaluga; il 15 agosto ho fatto i Voti Perpetui in mano a Don Nicco”. Sono passati 50 anni ed il Comune di Roata le dedica una via; la Postulazione ha inoltrato la causa di Beatificazione e noi ogni giorno la preghiamo come una santa che fa invidia. Vedo quell’unica foto da sola: Suor Plautilla ha il velo delle Piccole Suore Missionarie della Carità, volto ovale indefinito, gli occhi con le pupille nere, pensose, lievemente divaricate. Dice poco, dice tanto. In un quadernetto nascosto con sovrascritta: “Alcuni ricordi da leggersi”, come un velo che traluce un filo della sua anima: 1) Confidare sempre nel Signore. Mai avere paura. Lui è un Padre, non un tiranno. 2) Anche se il cuore sanguina, stare allegra, non far pesare sugli altri la tristezza. 3) Tener pulita l’anima, che è l’abitazione di Gesù. Confessarsi bene. 4) Le proprie confidenze solo confidarle a Gesù; mai alle creature perché tornerebbero a nostro danno. 7) Prima di prendere qualche risoluzione pensarci bene e pure consigliarsi. Mai con precipitazione. 5) Star molto unite al Signore dove si va. Lì c’è Gesù. 8) Agire in modo che tutti i giorni si possa fare la Santa Comunione. 6) In mezzo alle dicerie star molto calma. Guardar di far tutto per il Signore, poiché le persone dicono quel che vogliono. Lui solo è giudice. 9) Il sacrificio più costa più ha merito. Niente da aggiungere. d.a.v. COSTRUIAMO INSIEME nuova apparecchiatura di radiologia Fondo precedente Lire 33.280.000 MAGRASSI Luciana e Fernando, nel ricordo dei 100 anni della mamma 500.000 VALASTRO Silvia, in memoria della mamma Santa Scuto 30.000 CARUTA Giuseppina, in memoria dei propri defunti 100.000 RATTO Lina, in memoria dei propri defunti 50.000 Ex Colleghe della Scuola “Carducci” in memoria di Don Giovanni Gnecco 100.000 TOBINO Matilde e Giulio 30.000 GRAFFIGNA Nicolò, Jolanda e Paolo 50.000 PITTINO Evelina, in memoria di Virio Bardini 30.000 PANSECCHI Ennio, in memoria della mamma 100.000 RAFFA Jole, in memoria della sorella Lina 100.000 MAZZOLA Bruno e Cesare, in memoria di Gigetto Gusmani 200.000 MORI Assunta, in memoria dei propri defunti 30.000 BRAGHIROLI Alfredo 30.000 GANDOLFO Eugenio 20.000 MORIONDO Maria Bianca 20.000 CASANOVA Luisa, in memoria di Gigetto Gusmani 100.000 BRUZZONE Teresa Ved. Casanova, in memoria dei propri defunti 500.000 GAVAZZO RICCI Mary, in memoria del figlio Enrico Gavazzo 200.000 PODESTÀ Gioconda, in memoria del marito Dott. Luigi Podestà 300.000 PARODI Giacomo, in memoria di Gigetto Gusmani 500.000 SCOPESI Giovanni, in memoria di Gigetto Gusmani 1.000.000 BELLONI Enrico, in memoria di Gigetto Gusmani 1.000.000 BAGNARA Attilio e Paola, in memoria di Gigetto Gusmani 500.000 Totale Lire 38.770.000 8 MOVIMENTO LAIC ALE ORIONINO Dai dipendenti dei Camaldoli C amaldoli, 13 febbraio 1997. Una data importante. Alle ore 10.30, diciassette collaboratori laici e un religioso si incontrano per la prima volta per dare vita nel Villaggio della Carità, al Movimento Laicale Orionino interno. Percorrendo il breve tratto che dal loro reparto li conduceva alla sala riunioni cosa avranno pensato quei dipendenti, e quale forza li avrà spinti in quella direzione? Erano consapevoli dell’importanza di quello che stavano facendo? Ispirazione alcuni, curiosità altri. Forse il sospetto, per qualcuno, che si domandava: perché nasce l’MLO? Don Luigi Lorenzi, direttore del Villaggio, scioglieva subito questo dubbio. I religiosi invitano i dipendenti laici a condividere con loro lo spirito del loro fondatore per proseguire fianco a fianco la comune missione d’amore. Loro non più sopra, noi non più sotto, uguali anche se ovviamente, ognuno nel proprio ruolo. Ovvio? Mica tanto, la diffidenza è dura a morire. Forse che il medico si mette a fare il fisioterapista, o l’infermiere il dietista? Certo che no! Che discorsi potrebbe obiettare qualche lettore, qui si parla di ambiti professionali ben definiti. Niente affatto. In tutti gli ambiti lavorativi ci sono due modi per operare: od ognuno si occupa del proprio mestiere forse bene, forse male, e si disinteressa malcelatamente di quello degli altri; oppure lavora in équipe facendo al meglio le sue cose e tenendo in grande rispetto quelle altrui. Ed è già una bella differenza! Ma noi non lavoriamo per il profitto, bensì per l’Uomo e Don Orione ci chiede qualcosa di più, ci chiede di servire l’Amore, cioè mettere in pratica, qui nel nostro villaggio, quello che Gesù ci ha insegnato; in questo davvero possiamo aspirare ad essere tutti uguali senza differenze. Difficile? Certo. Possibile? Sì! Allora la seconda domanda è questa: come è organizzato l’MLO? Con un incontro mensile, preceduto prima da una preghiera per chiedere ispirazione al Signore, dopo dallo scambio delle proprie opinioni ed esperienze sul tema proposto dal sussidio di formazione dei laici. Un libretto diviso su otto schede che s’interroga su come un cristiano può percepire la realtà contemporanea: in famiglia, sul lavoro, nella società; e cosa potrebbe fare per attualizzare in essa il Vangelo. Detto ciò, ci si chiede ancora: dove vuole arrivare, cosa si propone l’MLO? Un arricchimento recipro- co, una rinnovata consapevolezza o scoperta delle nostre possibilità, una nuova forza per adempierle con coraggio: in istituto, in famiglia, nel proprio quartiere. Di aprirci mensilmente allo studio della parola di Gesù, e stimolati dall’esempio del nostro specialissimo datore di lavoro, Don Orione, capire chi siamo, dove andiamo e perciò cosa conta veramente fare nella nostra esistenza. Vi sembra troppo? Invece è poco, perché in questo articolo non posso darvi conto, dell’armonia che questi incontri facilitano fra colleghi, della nuova luce e prospettiva che il servire la sofferenza che ci circonda assume, della fiducia e del rispetto che favorisce fra religiosi e laici che imparano a conoscersi nel rispetto di vite che devono possedere un ispirazione comune nel villaggio, ma hanno esigenze diver- 15 dicembre 1º raduno di tutti i gruppi M.L.O. di genova a paverano ore 18 – Breve ritiro e S. Messa ore 19,30 – cena al Von Pauer su prenotazione (Tel. 5229334) se nella vita esterna. Ad esempio, per primi una bella sorpresa l’hanno ricevuta i partecipanti agli incontri, quando, leggendo i verbali delle riunioni precedenti, hanno scoperto la profondità delle loro riflessioni e quanto queste possano aiutare a cambiare. La domanda finale che dunque ci si pone, è: chi può far parte dell’MLO? Tutti, perché il Signore non chiude mai la porta a nessuno, né tantomeno potrebbe farlo chi a lui si ispira. Tutti perché niente succede per caso. Siamo cristiani, lavoriamo per l’Opera, qual è il motivo? Ecco, l’MLO, è l’occasione per scoprirlo insieme. PROGETTO ED UC ATIVO Musica: nuova vita al Reparto Don Orione a vita è un dono che va reso, e gioia dovrebbe dare il suo possesso. È troppo, troppo breve e questo è un fatto. Difficile da accettare, questa terrena processione verso il buio finale, è un viaggio finito, un circolo chiuso sublime opera d’arte dolce poema melodico, battaglia vinta”. Tutte le cose nuove che nascono, sia materiali che non, regalano a chi le riceve e a chi le dona un momento molto emozionante e di felicità; al Don Orione è nata da pochi giorni l’iniziativa “Lezioni di musica”. Arriva il primo allievo, Davide, un ragazzino di nove anni che viene così presentato all’insegnante, una anziana signora ospite del Don Orione, la sig.ra Olea L. Questa signora ha alle spalle un vissuto molto intenso: insegnante già all’età di 14 anni, concertista, moglie e molte cose ancora da insegnare. Nella sala di ritrovo, insieme a lei, altre ospiti sono presenti, tutte emozionate e incuriosite dal nuovo arrivo. Dopo il primo imbarazzo iniziale, l’insegnante accompagna l’allievo al pianoforte e la stanza inizia a riempirsi di note; anche se si tratta sola- “L mente della conoscenza con la posizione delle note e dei primi solfeggi, è già musica, ed è l’inizio di una cosa nuova non solo per l’insegnante e l’allievo, ma per tutte le persone presenti. I giorni passano, e Davide arriva sempre puntuale a tutti gli appuntamenti, ed è sempre un momento di gioia per tutti. Incontri di questo tipo fanno comprendere che i nostri ospiti sono vivi, e nella loro vita c’è ricchezza e possibilità di dare, e molto. È solo un segno, ma con es- Nonna olea: la musica è una nuova giovinezza so s’intravvede come gli scambi del donare e del ricevere non sono a senso unico. Naturalmente, aspettiamo nuovi Davide, la signora Olea ha tempo per tutti. Cecilia 10 CRONAC A don antonio lascia il paverano Una bella domenica al Don Orione di Castagna D opo giorni di attività frenetica, oggi 7 settembre 1997, tutto è pronto in giardino: il grande palco, le sedie e, novità di quest’anno dato il tempo soleggiato e caldo, anche gli ombrelloni! L’anno scorso una pioggia torrenziale ci aveva privato di questa grande festa ed oggi siamo stati ampiamente ricompensati… Con il Patrocinio e la collaborazione organizzativa del Comune di Genova, l’Assessorato alla Promozione della Città e Qualità della Vita, l’Assessorato alla Promozione Sociale, l’Assessorato all’Ambiente e con la partecipazione dell’E.N.P.A. - Ente Nazionale Protezione Animali, “Insieme io tu noi voi loro insieme” ha inizio alle ore 10.15 con la S. Messa concelebrata dal nostro Direttore, Don Pietro Bernardi e Don Enea Onofri, presenti gli ospiti dell’Istituto, le massime autorità cittadine e tanti, tanti Amici. Durante l’omelia Don Bernardi ci ha spiegato con tutta chiarezza il significato di questa manifestazione voluta e organizzata dal C.I.D.O., che nel 1993 dava inizio nel nostro Istituto all’attività di animazione intesa a recuperare e valorizzare l’anziano come persona, con sue capacità decisionali autonome. Per raggiungere tali finalità uno dei modi è anche l’uso terapeutico degli animali da compagnia. Oggi si va creando un rapporto di solidarietà anche con loro, che con i loro comportamenti buffi e teneri sono capaci di stimolare il sorriso, l’allegria e soprattutto di alleggerire lo stato psico-fisico di persone depresse e sole. Diretto dal maestro Enrico, il coro della Castagna ha animato con l’usuale bravura la S. Messa. Alle ore 13.00 dopo aver provveduto a far mangiare i primi aventi diritto, il C.I.D.O. ha offerto il pranzo alle autorità presenti, ai Sacerdoti, agli organizzatori, al personale e ad amici vari. Sul versante artistico da “Saranno famosi”, giovani cantanti lirici di casa nostra: Lilia Gamberini e Gino Ricci, accompagnati al pianoforte da Silvia Fiorentini, hanno interpretato con estrema bravura, arie da Verdi, Puccini, Tosti nel concerto che ha avuto inizio alle ore 15.00. Al termine come da programma, sono stati premiati i migliori lavori presentati alla Mostra allestita nel salone. A tutti gli artisti è stato dato un Attestato di Partecipazione. Un premio speciale, per il suo amore per gli animali, abbondantemente rappresentati alla Castagna, è stato dato a Don Gerardo Durante. Inoltre, come è ormai tradi- il nostro Don Dacrema, umile, silenzioso e solerte, l’Orionino che questa volta onora il suo Voto di Obbedienza. E l’obbedienza ce lo spazza via, fino all’estremo ponente, a Sanremo. Dopo 9 anni di “onesto lavoro” qui a Genova. Una cosa non attesa e che certo sarà costata anche a Don Antonio. Il Paverano perde un buon prete che curava in modo particolare l’animazione religiosa degli ospiti dei vari reparti del Piccolo Cottolengo, compresa la Casa di S. Caterina in Via Bar- È Castagna, 7 settembre. Un momento di relax musicale nell’intensa giornata di festa. zione, si è svolto il raduno/incontro equino e felino, non competitivo, nell’ampio spazio/giardino prospicente l’Istituto. Splendidi e morbidissimi mici del Club Amatoriale del Gatto Europeo sono stati messi in grembo ai nostri anziani, che non si sono lasciati sfuggire l’occasione di accarezzarli e coccolarli. Così sono stati molto ammirati anche i cavalli della Società Ippica del Bardigiano di Bavari, che sono arrivati nell’istituto assieme agli allievi della Scuola di Equitazione. Dulcis in fundo Elias e Cilina, un clown e la sua cagnolina, hanno fatto divertire un mondo malati e sani con la loro esibizione. Se avete problemi di conti andate da Cilina, che sicuramente saprà farvi lei le somme senza commettere errori! Lina Traversa tolomeo Bosco (Portoria). Ma aiutava anche i parroci del vicinato per il ministero delle Confessioni e delle Sante Messe. Come uffici minori era: barbiere, cantiniere e - a tempo perso - anche giardiniere. Sempre pagato in nero. Caro Don Antonio, semplicemente grazie. E Don Orione ti benedica. Anche Lui, con sofferenza, raggiunse l’ultima volta Sanremo lasciandoci a testamento la massima che aveva sempre in- carnato: “Niente vi sia di più caro che fare sempre la volontà del Signore”. Fiat, Fiat. L’ordinazione sacerdotale di Don Francesco Bonomi orionino ai era nato un prete a Cavezzo, buon paesotto della Bassa Modenese. Con Don Francesco, che è stato il primo, si è mosso tutto quel neanche tanto piccolo universo. Scontato l’entusiasmo del parroco Don Massimiliano, gradita la partecipazione della municipalità, col Sindaco in testa. Senza contare - dicevano i 4 Evangelisti le donne e i bambini. E perché non fosse solo una bella sagra, tipo festa dell’Unità, c’è stata una intensa settimana di preparazione punteggiata da incontri e liturgie con tutte le componenti la comunità con l’accento sui giovani. In un bell’incontro “laico” nella sala del Comune non si poteva non trattare di “Don M Orione nel campo sociale”, chiarito, in premessa, il suo grido: “Anime, Anime!”. La festa quindi è stata veramente grande. Mons. Benito Cocchi, Vescovo di Modena, nel tardo pomeriggio di saba- to 7 settembre, ha consacrato nella Chiesa Parrocchiale Don Francesco in una cornice di grande esultanza e partecipazione che c’è ad ogni evento dello Spirito Santo. Don Francesco sta portando il profumo del Crisma dove lo chiamano (e lo chiamano in troppi). Ma presto verrà a Genova ove pare sia destinato dalla Obbedienza e sarà tutto per noi, per i giovani specialmente. Sarebbe una bella cosa se qualche giovane (e di giovani generosi ce n’è) si decidesse a prendere questo cammino per gettarvi la vita come Don Orione, come Madre Teresa. 21 settembre 1997 festa del villaggio della carità don luigi Orione - camaldoli 1 2 Villa Rosetta ossia la multiforme carità di Don Orione hi scende da Genova verso Recco, poco prima di superare il viadotto di Mulinetti, alzando lo sguardo vede, immersa nel verde, villa Rosetta. Rosetta come il nome della benefattrice, la signora Caffarena, ved. Macciò. La donò all’opera di Don Orione per ricordare il marito Quinto e il figlioletto Giacinto, morto ad una manciata d’anni d’età. Sicura di interpretare la volontà della signora Rosetta, l’Opera di Don Orione ha pensato di utilizzare la villa per chi, per motivi di salute, di lavoro, d’assistenza o visita a degenti in ospedale, case di cura o di riposo deve star lontano di casa e trova difficoltà a provvedere diversamente. Oltre la camera, ad uno o più letti, vi è pure l’uso della cucina. L’ampio parco, prospicente il mare, permette una ricarica dopo una giornata di stress. La villa si presta anche per incontri di gruppo, ritiri minimi e per le circostanze della vita familiare che necessitano di spazi più ampi di un appartamento, senza nulla togliere all’intimità dell’evento. Per ulteriori notizie rivolgersi alle sedi del Piccolo Cottolengo Don Orione di Genova, preferibilmente al direttore del Villaggio della Carità - Tel. (010) 821790; 82327369. In caso di temporanea assenza, lasciate un messaggio e sarete richiamati. C 1. don arturo bisi, i sacerdoti del villaggio, la madonna causa della nostra gioia… È il momento della processione. 2. “Padre” Luigi e la piccola elisa sinieri. Un’immagine viva dell’incontro tra presente e futuro della famiglia orionina. 3. Serafino: È qui la festa? 4. I “banchetti” e i lavoretti dei ragazzi: 3 questo l’ho fatto io… 4 don orione e santa teresa di gesù bambino ella camera detta “dei ricordi” nella Casa Madre di Tortona, non pochi visitatori amano sostare con devozione ed interesse davanti al grande quadro a olio di Santa Teresa di Gesù Bambino, donato a Don Orione, ancora nel 1904 dal Prof. Luigi Costantini di Roma. Teresa era mancata solo sette anni prima, nel 1897 e la sua fama già promettente aveva ancora dei limiti. Notevole quindi il fatto che Don Orione personalmente volle che nel quadro subito venisse aggiunto un tenue raggio di luce in fronte all’umile religiosa. Segno di venerazione e preludio di riconoscimento di autentica santità da parte della Chiesa. Di fatto, per quanto rapido, N il riconoscimento ufficiale della Chiesa avvenne alquanto più tardi: fu beatificata nel 1923 da Pio XI e da Lui ancora canoniz- zata nel 1925. Ora è stata proclamata “Dottore della Chiesa” in occasione della festa di ottobre dal Santo Padre. Ed è la terza donna che consegue tale titolo, dopo Teresa d’Avila e Caterina da Siena. Don Orione è stato dunque, come sovente nelle sue intuizioni, anche nel nostro caso un felice “anticipatore”. Sarebbe tuttavia poco giudicare ciò una delicata cortesia; in realtà ci pare di scorgere un significato più profondo. Quante volte, con intenzionale ripetitività, propria del suo stile, Don Orione insiste sui termini “piccolo, umile, semplice”!, concetti che costituiscono proprio i cardini della spiritualità della Santa di Lisieux. Francesco Podestà, Sig.a Aida Sanguineti Ved. Badano, Sig. Massimo Minoli, Sig. Ernesto Ruggeri, Sig. Mario Podestà, Don Mario Garbarino, M.se Antonio Serra, Cap. Andrea Corrado, Avv. Mario Novara, Sig. Giuseppe Perassolo, Sig. Benedetto Maciocco, Suor M. Dorotea Incardona, Don Angelo Giust, C.ssa Ester Maria Bianchi di Lavagna Capellino, Sig.a Lucina Bianchini, Sig.a Agnese Mascioli, Sig.a Bice Zoppi, Sig.a Maria Caselli Ved. Belledonne, Cav. Rag. Mario Bruno, Sig. Gigi Boero, Sig. Alberto Salviati, Cav. Mario Perrone, Sig. Emanuele Sciaccaluga, Sig.a Elide Bresci, Comm. Giovanni Massone, Dr.ssa Iride Felicioli, Sig. Giovanni Dettoto, Sig.a Anita Grassi, Sig.a Ines Tencalla Adamoli, Sig. G.B. Lavarello, Sig.a Francesca Du- ghera Fenu, M.se A. Vincent Ardissone, Sig.a Rosetta Boero, Don Paolo Taramasso, Sig. Eugenio Pattoni, Can. Arturo Perduca, Sig.a Rina Pitto, Sig. Giovanni Mosto, N.H. Corrado Besozzi, Dott. Mario Bruschettini, Sig. Mario Fea, Don Pietro Foroni, Sig. Enrico Lucchetti, Suor M. Carolina, Sig. Gian Luigi Martino, Sig. Giuseppe Morchio, Sig.a Maria Nichetti Ved. Conte, Prof. Ettore Taralli, Sig.a Bice Pieracci Traverso, Sig.a Mireille Seguin, Sig. Giuseppe Lorenzo Ivaldi, Sig. Nicolò Salviati, Sig.a M. Rosa Imperiale, Don Bartolomeo Ramognini, Sig.a Onorina Cesaro, Sig.a Adriana Tealdo, Sig. Gaetano Scarpato, Sig. Oreste Salviati, Sig. Gaetano Belluschi, Sig. Lino Negro, Avv. Ilario Porcile, Dott. Luigi Del Rosso, Don Umberto Secchiaroli, Sig. Dario Armanino, Sig.a Eleonora Castellana Ved. Roulis, Dr. Ing. Luigi Picone, Sig.a Barbara Salviati, Sig.a Silvia Bruno Ved. Ferrea, Sig. Edoardo Gervasoni, Sig. Angelo Caviglia, Sig. Augusto Zaccone, Sig.a Ortensia Facco in Scala, Sig.a Lilla Mongiardino Ved. Ghiglione, Sig. Giuseppe Sandro Testino, Don Delfino Sonaglia, Prof. Silvio Enrico Genta, Comm. Davide Tealdo, N.D. Giorgina Scartezzini, Don Enrico Sciaccaluga, Sig. Santino Piombo, Sig. Bruno Anghinolfi, Sig. Erminio Rossini, Sig. Ermete Scalvenzi, Sig.a Rosa Giovesi, Sig.a Anna Mammana, Sig.a Agnese Golinelli, Sig.a Maria Teresa Magnoli, Sig.a Concetta Ragusa, Sig.a Elsa Testa, Sig.a Giuseppina Becco, Sig.a Maria Anna Ada Ragazzoni, Sig.a Maria Patrone, Sig.a Maria Caterina Roveda. COME AIU TARE IL PICCOLO COTTOLENGO AULE (L. 1.000.000) (concorre all’ordinaria manutenzione delle sedi del Piccolo Cottolengo) - Dott. EUGENIO CASTAGNINO - i compagni di scuola dell’Istituto Vittorino da Feltre - Genova - MARIA e FLAVIO RATTAZZI - le nipoti Mallarino BORSA MISSIONARIA (L. 500.000) (concorre all’acquisto di materiale - protesi, carrozzelle etc. - per le missioni) - BEATO DON ORIONE - G.A.M. - PIETRO ROCCA - i figli Mario e Giuseppina BORSA FARMACEUTICA (L. 350.000) (concorre all’acquisto di medicinali, protesi e presidi sanitari ai nostri ospiti) IN MEMORIA Raccomandiamo alle preghiere dei nostri lettori gli amici, i benefattori e gli assistiti mancati da poco o dei quali ricorre l’anniversario della morte: Prof. Mario Zambaldi, Prof.ssa Adriana Franzoia, Sig.a Domenica Belli, B.ssa Carmen Boggiano Pico Wedel Jaresberg, Sig. Giuseppe Barag- gioli, Sig.a Rina Rinaldi, Rag. Mario Angori, Sig. Ettore Serafini, Sig.a Lucia Ortu in Zonca, Sig. Giuseppe Costa, Sig.a Matilde Chittolini, Sig.a Maria Bernini Filippi, Sig. Mario Campanini Mescoli, Sig.a Maria Rosa Vaccaro, Sig. Bruno Corona, Sig.a Rosetta De Barbieri in Ghiraldi, Sig.a Bice Ivaldi Ved. Revello, Sig.a Anna Rapuzzi, Sig.a Carlotta Parodi Ved. Parodi, Don Eliseo Canini, Don Nicola De Martini, Sig. Giacomo Olivieri, Sig. Luigi Eugenio Vallarino, Sig.a Antonietta Conte Ved. Bandiera, Sig. Carlo Schiavini, Sig. Filippo Calcagno, Padre Cristoforo Boccardo, Sig.a Amalia Scarpato, Sig. BORSA DI STUDIO (L. 200.000) (concorre a mantenere agli studi chi si prepara alla vita religiosa) - MERCEDES GON in CANTARINI - i Sigg.i Liana e Paolo Binazzi - NICOLÒ ACCAME e TINA SANGUINETI - la figlia Valentina - Don MARIO LO TORTO - Don Pietro Negro e familiari - PIERO IACOPONI - i Sigg.i Paolo e Liana Binazzi - BEATO DON ORIONE - la Sig.a Anna Maria Legati BORSA DI PANE (L. 150.000) (integra la retta di chi non riesce ad arrivare alla quota stabilita) - PRO DEFUNCTIS - il Sig. Pietro Alessio - BEATO DON ORIONE - la Sig.a Maria Pia Casini - ANGIOLINA VADO - il marito Domenico Persoglio LETTINI (L. 100.000) (per la biancheria e il vestiario degli ospiti) - MARIO COSENTINI - (2) - la Commissione Campo dell’U.C. Sampdoria - FRANCOISE MITHOUARD MARCHINI - la Sig.a Maria Paola - GIUSEPPE e ANGELA SPINETTI - i nipoti Piero e Lidia - INES SOLARI FOSSATI - il Sig. Carlo Ricci e famiglia - BEATO DON ORIONE - Don Andrea Borinato - ROSELLA e PARY - la famiglia Canepa - Benvenuto - MARIA MASSA RATTAZZI - i Sigg.i Giorgio e Cecilia Santucci - EUGENIA PARODI PASSADORE - ALFREDO PASSADORE - GIORGIO PASSADORE - LUIGI PASSADORE - MARIUCCIA PASSADORE BROCKHAUS - CARLUIGI BROCKHAUS - CESARE BIGNAMI - ROSA DE FERRARI FALLABRINI - ALBERTO FALLABRINI - EMILIETTA FALLABRINI - BEPPE e GIUSEPPINA FALLABRINI - NICOLI FALLABRINI - PAOLO FALLABRINI - PIETRO PALAU - CARLO ROSSI - RINALDO SCHIAFFINO - GIANNI GALLIANO - MARCELLA ZAI CATTINI - FELICETTO SALVO - ALDO REPETTI - l’Amministrazione del Caseggiato di Via Vassallo 3 - Genova - MARIA ROSA SIMONI - la mamma Maria Elsa Bruzzone Ved. Simoni - ELENA ALFONSO Ved. FIRRAO - le famiglie Negro, Cima e Baraggioli - ERMINIO ROSSINI - la Comunità di Mascena - Bargagli (GE) - BEATO DON ORIONE - i Sigg.i Sandra e Nico Guarnori - FRANCESCA NUCERA - (2) - le famiglie Ippolito e Benedettini - FRANCO, ARMANDA, RITA, PAPÀ, MAMMA e SANTO - la Sig.a Elisabetta Cavana Albertelli - ANGIOLINA VADO - (2) - il marito Domenico Persoglio BANCHI (L. 50.000) (serve per l’acquisto e il riordino delle suppellettili) - SALVATORE VELATI - la figlia Fausta e il nipote Claudio - ELISABETTA BRIGATTI - TERESA CAVANNA - ERMINIO ROSSINI - la Comunità di Mascena - Bargagli (GE) - AI GENITORI - la figlia Liliana Castellano PER DONAZIONI E LASCITI Siccome avvengono degli inconvenienti nella procedura del disbrigo della pratica, si prega usare esclusivamente la seguente dicitura: «Lascio alla PROVINCIA RELIGIOSA SAN BENEDETTO DI DON ORIONE con sede in Genova - Via Paverano 55 - per l'assistenza degli anziani, ammalati, handicappati e per l'educazione e la riabilitazione dei giovani, in favore del dipendente PICCOLO COTTOLENGO DI DON ORIONE IN GENOVA». Rivista inviata a nome dei nostri assistiti in omaggio a benefattori, simpatizzanti, amici e a quanti ne facciano richiesta. 16143 GENOVA - Via Paverano, 55 - Tel. 5229.1 - Conto Cor. Post. N. 00201160 Autorizz. della Cancelleria del Trib. di Tortona in data 26-6-'61 - n. 42 del Reg. Direttore: Don NINO ZANICHELLI Responsabile: Sac. Carlo Matricardi Progetto grafico e impaginazione: Anna Mauri Stampa: Litonova s.r.l. - Gorle (Bergamo) Realizzazione a cura della Editrice Velar s.p.a. - Gorle (Bergamo) 2 MOTIVI INCONTRI 3 ‘ AMARCI CONOSCERCI E LE NOSTRE SORELLE COSTRUIAMO INSIEME 4 MOVIMENTO LAIC ALE ORIONINO 10 CRONAC A 15 IN MEMORIA COME AIU TARE IL PICCOLO COTTOLENGO