AMICI DI DON ORIONE
Mensile del Piccolo Cottolengo di Don Orione Genova
castagna,
7 settembre.
Gli ospiti spettatori
e attori
in una memorabile
giornata di festa
Spedizione in a.p.
art. 2, comma 20/c
legge n. 662/96
Filiale di Bergamo
Anno XXXVII
N. 9 - Novembre 1997
2
MOTIVI
3
nel centenario della nascita
Il più cordiale saluto
Alla grande famiglia orionina genovese
ell’accettare l’incarico di Direttore del Piccolo Cottolengo di Genova, in mezzo alla
piena di sentimenti di chi è chiamato a cambiare
radicalmente la propria attività, e con essa un
pezzo di vita, la sensazione più viva è stata quella di un ritorno. E mi spiego.
I miei 41 anni di sacerdozio sono stati così impegnati: 33 nell’apostolato scolastico (13 come
insegnante, 20 come preside) e 8 più direttamente nell’ambito della carità, come Direttore
del Piccolo Cottolengo milanese di Don Orione
(1982-1990). Mi sembrava, pertanto, che questo
divario d’anni fosse da colmare, e ne ringrazio la
Divina Provvidenza. Di fatto, nel salutare gli ospiti milanesi e tutti i collaboratori, usai
l’“arrivederci”, come se sentissi la necessità di
un ritorno, per completare e migliorare il mio
servizio in mezzo ai più bisognosi. E si tratta certamente di un ritorno, anche se cambia il luogo
e il volto degli ospiti, perché Gesù Cristo Crocifisso è lo stesso in tutti i sofferenti.
Con questi sentimenti saluto, innanzitutto, le
ospiti di questo meraviglioso transatlantico della
carità orionina in Genova, assicurando il loro primato non solo nelle mie premure, ma anche in
quelle dei confratelli e delle reverende suore, e
di tutti gli operatori del Piccolo Cottolengo. Noi
sacerdoti, suore, medici, infermieri, animatori,
ausiliari sanitari, impiegati, operai, che lavoriamo
a qualsiasi livello ed in diversi ambiti, tutti parimenti necessari, ciascuno nel proprio ruolo, siamo coscienti di doverci impegnare al massimo in
un servizio che arrivi alle singole persone secondo le loro necessità.
Il cambiamento della direzione è un’occasio-
N
‘ AMARCI
CONOSCERCI E
ne importante per riconsiderare il nostro rapporto con Don Orione, il santo della gratuità assoluta nella dedizione ai fratelli. È così grande il dono di servire Gesù nei poveri che non ci sforzeremo mai abbastanza di “entrare” al Piccolo Cottolengo con la testa, per carpirne le finalità, e
con il cuore, per condividerle e attuarle. Don
Orione si aspettava tantissimo da queste sue istituzioni, che riteneva importanti come le cattedrali, per quella visione integrale e unitaria della
persona umana secondo la quale ogni nostro intervento di aiuto, per essere efficace, deve tener
conto che siamo fatti di anima e di corpo.
È troppo ovvio che egli non voleva sostituirsi
allo Stato nel compito di assistenza e di cura, anche se soccorrere chi si trovi nel bisogno è sempre un atto meritorio, ma intendeva offrire qualcosa di speciale, sia nel modo che nel contenuto. Come dire che per essere come lui desiderava, ogni operatore del Piccolo Cottolengo dovrebbe camminare su tre binari: le doti umane,
di carattere e di sensibilità, per rendersi accetto
all’ospite; la professionalità, per saper offrire un
aiuto efficace; infine l’orioninità, per saper vedere il volto di Gesù in chi ci chiede aiuto. Si tratta
di un percorso non facile, ma da percorrere illuminati dalla fede e sostenuti dalla preghiera.
Questa parola d’ordine mi piace consegnare
a tutti i collaboratori diretti di questa insostituibile opera di carità.
Ma il mio pensiero, che è ringraziamento, va
anche a tutti i generosi benefattori, che rendono
possibile la nostra attività assistenziale verso coloro che non sono in grado di sostenere i costi
reali dell’ospitalità; va ai volontari, per il loro benefico apporto di entusiasmo; ed ai tanti
amici di Don Orione, che con la loro vicinanza sanno creare all’esterno dell’Istituto
una importante rete di benevolenza, che ci
aiuta a superare le non poche difficoltà.
Iniziamo insieme, dunque, questa bella avventura umana, sociale e spirituale, con la
soddisfazione di essere dentro, in modo attivo, al sogno genovese di Don Orione. Di
lassù, dove si può tutto, Egli ci ottenga la
voglia del meglio, che a questo mondo, e
anche nell’altro, è la carità, cioè il dono di sè
a Dio ed ai fratelli.
Don Nino Zanichelli
ENRICO SCIACCALUGA - DON ORIONE
UN INCONTRO
enrico sciaccaluga, al centro,
tra i suoi scouts.
n giovane ragioniere cade
nella rete di don Orione.
Per lui: una fortuna unica, per
don Orione… un affare.
Ne parliamo perché in questo novembre sono cento gli anni della sua nascita e cinque dalla pia morte, avvenuta il 15 dicembre 1992 a Genova-Camaldoli.
Si dovrà prima o poi scriverne compiutamente la vita perché meglio si conosca la sua
lunga attività nell’area caritativa
U
INCONTRI
di Genova (diciamo
Piccoli Cottolengo)
e nel settore amministrativo dato che
fu scrupoloso Economo generale
della Congregazione per circa
trent’anni.
Parliamo di Don
Enrico Sciaccaluga, nato a GeSampierdarena il 22 novembre
1897.
Giovane ragioniere, capo
scout, dirigente di Azione Cattolica, dopo alcuni contatti che,
apparentemente casuali, tali
non sono come ci dà assicurazione un’attenta rilettura a posteriori, si lega indissolubilmente e provvidenzialmente a Don
Orione.
Sarà proprio Don Sciaccaluga il destinatario dell’ultimo
scritto del Padre Fondatore, inviatogli da Sanremo alle ore 21
del 12 marzo 1940, un’ora e
mezza prima che il Beato Don
Orione rendesse l’anima bene-
Domenica
30 novembre 1997
raduno amici
a paverano
L’incontro sarà incentrato sulla figura di Don Enrico Sciaccaluga nel centenario della nascita e a cinque anni dalla morte. Per questo abbiamo invitato a celebrare la S. Messa ed a
presiedere la successiva assemblea il Rev.mo
Don Giovanni Venturelli
lo storico più documentato dell’Opera.
Farà seguito il pranzo per il quale bisogna prenotarsi almeno tre giorni prima (tel. 5229334).
Ricordiamo che è in allestimento la pesca di beneficenza
detta al suo Gesù, invocato tre
volte nell’ansimare della breve
agonia.
Lo scritto, una cartolina scritta fitta fitta in forma schematica
che dice precisione, capacità di
sintesi e sguardi lontani per una
vita che si sta spezzando, merita
di essere riportata.
Sulla busta il timbro postale
12 marzo 1940 ore 21.
Convitto San Romolo
Sanremo
Corso Garibaldi 4 - tel. 58.43
Anime! Anime!
S. Remo, 12/III/1940 - XVIII
Caro Don Sciaccaluga,
Il Signore sia sempre con noi!
Ricevo la gradita tua del dì
11 c.m.
1) Grazie delle preghiere: vado veramente meglio. Deo gratias!
2) Mando, firmata, la lettera
per Zigola, lieto che faccia bene; me lo saluti e lo conforti a
continuare sempre meglio.
3) Va bene che andiate e rilevate il caro Prof. Isola: spero vada sempre più ristabilendosi: fagli i miei ossequi.
4) Pare che la partenza dell’Oceania sia stata rimandata:
sta vero?
Da Roma mi scrivono che il
Conte Grande partirebbe il 2
aprile e l’Oceania il 13 aprile.
Fa il piacere di informarti subito e riferirmi.
5) Ossequi al sig. Generale e
Signora: - conforto e benedizione a loro, a te, a tutti.
Aff.mo tuo
D. Orione d.D.P.
Al M.R. Don Enrico Sciaccaluga
Istituto di “Paverano”
Salita di Paverano
(da Corso Sardegna) - Genova
Così la cartolina scivolava, in
quella tiepida sera di marzo,
nella cassetta postale del treno
diretto a Genova e Don Orione
passava al suo Gesù che aveva
amato e servito nei poveri fino
alla consumazione:… Gesù…
Gesù… Gesù…!
Un appunto dello stesso
Sciaccaluga ci dice del suo ingresso e del suo iniziale curriculum nella Congregazione dei Figli della Divina Provvidenza.
Scrive: “Giugno 1931 accolto in
Congregazione a Genova, via
Bosco da Don Orione, Vestizione 25 marzo 1933, Don Orione,
via Bosco a Genova”.
Da anni Don Orione se lo andava addestrando e preparando, facendoselo generoso collaboratore nel campo della carità.
Quando lo accolse ufficialmente nella Congregazione gli
poteva scrivere (Tortona, 10
febbraio 1931): “Sappi dunque
che quando ti vidi l’ultima volta,
il Signore mi diede luce per cui
ho potuto capirti tutto e leggerti nel cuore. Posso dirti che sei
1938, sul terrazzo del
paverano, con don enrico
sciaccaluga, da poco
sacerdote, una prima fila
d’eccezione: Dott. Luigi del
rosso, il podestà aldo
gardini, don orione, il
ministro ferruccio lantini,
il prefetto albini
e il prof. Domenico isola.
chiamato a farti religioso; non
già perché sei perfetto, ma perché Dio, con la sua grazia e gli
aiuti della vita religiosa ti chiama a diventarlo… Prego per te,
sempre prego per te e ti conforto tanto e ti benedico con amore in Gesù cristo come di padre”.
Riportiamo qualche frase del
Padre nella gioia - e un po’ di
enfasi - della Vestizione:
“Qui, ai piedi dell’altare, davanti alla statua del Cottolengo,
sotto lo sguardo di Maria Santissima e, dall’altro lato, di San
Giuseppe, oggi un giovane,
che fu capo dell’Azione Cattolica, che fu caporeparto degli
Esploratori e difese la causa di
Cristo a fronte alta e a vessillo
spiegato, oggi qui, ai piedi del
Santissimo Sacramento, si è
spogliato degli abiti secolari ed
ha vestito l’abito religioso, la talare dei Figli della Piccola Opera della Divina Provvidenza.
Questo giovane Sciaccaluga
non è nuovo a voi; a me lo dice
questo largo, questo vasto concorso. Molti lo conobbero da
bambino, altri con lui militarono, altri con lui salirono le vette
dei monti. Egli oggi si è spogliato degli abiti mondani; lascia il mondo per seguire la
schiera di poveri sacerdoti e
chierici che militano sotto lo
stendardo della Piccola Opera
della Divina Provvidenza; egli
ha ricevuto il Santo abito, la talare religiosa, ai piedi di Gesù…
È una grande grazia che io abbia dato l’abito sacro ad una
nuova recluta della Congregazione, perché vedo proprio,
con mia grande meraviglia, che
il Signore mi va preparando coloro che potranno perpetuare
questa piccola e umile Opera
della Divina Provvidenza”.
Per l’inizio del Paverano
Il Ragioniere, non ancora sacerdote, sarà ritenuto il “Direttore” del Paverano, al suo nascere, mentre Don Orione mobilita tutte o quasi le sue Piccole Suore Missionarie della Carità che va specializzando al
gravoso e nuovo compito di infermiere per un “Ospedale Psichiatrico”.
Leggiamo da una cronaca
del tempo: “Da vere suore orionine, partivano la mattina dalla
loro casa (via Bosco e Marassi),
entravano a Paverano, prendevano contatto con i ricoverati,
cominciavano a familiarizzare
con l’ambiente.
Apprendevano, osservando
e aiutando, qualche cosa di
quella difficile arte; restavano lì
fino a sera, con l’unico intervallo di un frugale pasto alle 12.
Rientravano esauste nelle loro
case dove passavano la notte
per riprendere presto il giorno
dopo. Ebbene, fu un tirocinio
faticoso, ma provvidenziale.
Quando il 30 novembre si effettuerà il trapasso, queste Suore
si sentiranno tutt’altro che
smarrite di fronte al difficile
compito.
Forse caricando un po’ ad
effetto, ma non senza un fondamento, Don Orione aveva detto all’atto della Vestizione di
Sciaccaluga:
“Finisco col ringraziarvi tutti,
indistintamente, voi che avete
voluto essere presenti a questa
vestizione del mio caro Sciaccaluga: sappiate che egli molto
ha fatto. Devo a questo giovane l’Istituto di Paverano, perché
egli è quello che mi ha coadiuvato; e, se tanto aiuto mi ha dato da borghese, spero che possa dare altrettanto aiuto e
conforto da chierico e da sacerdote”.
Don Sciaccaluga ci ha riferito
di alcune fasi finali relative all’acquisto del Paverano. Scrive
così: “E venne il momento della
firma dello schema di accordo.
Era la sera dell’8 marzo 1933.
Ho ancora negli occhi e più nel
cuore - avevo seguito da vicino
le trattative in accompagnamento a Don Sterpi e al nostro
Beato Padre - il momento in cui,
là nella casa paterna di Tortona,
fui invitato a scrivere a macchi-
na la lettera di impegno che accompagnava lo schema di accordo per l’acquisto, per il Presidente della Provincia di Genova.
Finii di scrivere, ma Don
Orione non firmò la lettera. Mi
invitò invece a recarla con me
l’indomani mattina al Santuario
della Guardia, dove mi invitava
a servirgli la S. Messa insieme a
un giovanetto, Andrea, dell’ottima famiglia Berlingeri, pure di
Genova.
Puntualmente, il mattino dopo, alle otto arriviamo al Santuario. Don Orione celebra la S.
Messa; al termine recita una
speciale “Salve Regina” alla
Madonna; aggiunge altre preghiere ai Santi Patroni Pietro e
Paolo, al Cottolengo e per le
anime dei defunti. Finalmente,
sulla mensa stessa dell’altare,
ancora vestito dei paramenti
della Santa Messa e fattosi il segno della Croce, appone la firma all’importante documento la lettera d’impegno - che era
stato deposto per tutta la S.
Messa sull’altare stesso. Quindi
me lo riaffida e mi raccomanda
di partire subito per rimetterlo
personalmente nelle mani del
Preside Gardini”.
Chi conobbe da vicino Don
Sciaccaluga, la sua capacità tenace, la fedeltà piena alla Congregazione, può testimoniare
che la fiducia di Don Orione era
stata ben riposta.
Don Aldo Viti
LE NOSTRE SORELLE
Festa delle contemplative
del SS.mo Crocefisso
A
La felicità di suor maria,
al termine del rito,
condivisa da mamma e papà.
Villa Charitas di Tortona,
sede della Comunità delle Suore Contemplative (vedenti) dell’Opera di Don Orione, è stata festa grande l’8 settembre.
Suor Maria del SS.mo Crocefisso ha emesso i Voti Religiosi di Castità, Povertà, Obbedienza e Carità, secondo le
Costituzioni delle Piccole Suore Missionarie della Carità nel
ramo, appunto, delle Suore
contemplative di Gesù Crocefisso.
Al secolo, Andreina Budino,
argentina, dal 1994 in Italia a
23 anni, insegnante e laureata
in Teologia, ha avuto la gioia
insperata di avere accanto a sè
in quel giorno, atteso e ben
preparato, i suoi genitori. Presenza insperata perché la famiglia di Andreina è povera, attende ai lavori dei campi e non
avrebbe potuto permettersi il
“lusso” di un viaggio dall’Argentina in Italia.
Ci ha pensato però la Divina
Provvidenza.
Così il Vescovo Mons. Bon-
gianino, la Madre Generale
delle Piccole Suore Missionarie
della Carità, le Consorelle dei
tre rami (Contemplative del
SS.mo Crocefisso, le Sacramentine non vedenti, le
P.S.M.d.C.), vari Confratelli del
ramo
maschile
Orionino
P.O.D.P. hanno partecipato alla
liturgia nel corso di una toccante Concelebrazione Eucaristica: l’Appello, l’Omelia, il “Sì, lo
voglio”, la chiamata dei Santi
Patroni, la preghiera di Consa-
crazione, il “Tua per sempre!”.
La finalità di questa Famiglia
Religiosa è quella di vivere in
olocausto, nel silenzio, nella
stretta clausura, nella penitenza della santa fatica ai piedi
della Croce insieme a Maria
Santissima Addolorata.
Loro, queste Contemplative, si fanno sante e la loro vita
da consacrate è a beneficio
della Chiesa, dell’intera Famiglia Religiosa, dei Missionari…
per “Instaurare Omnia in Chri-
sto” secondo il carisma di Don
Orione.
Sono diverse le giovani che,
sole o in piccoli gruppi, vanno
a fare esperienza presso queste contemplative.
Per farlo occorre contattare
per iscritto o per telefono la
Madre Superiora. Indirizzo e
telefono: Suore Contemplative
di Gesù Crocefisso (Don Orione) - Villa Charitas - Via Amendola, 10 - 15057 Tortona (Al) Tel. 0131/861259.
Al secolo Lucia Cavallo
I
l Comune di Roata Chiusani
(Cuneo), dedica una via, in
questi giorni ad una Suora nata
lì e morta 50 anni fa al Piccolo
Cottolengo “Don Orione” di
Genova.
SUOR MARIA PLAUTILLA
A Roata, Lucia, nacque nel
1913 da gente di campagna,
carica di figli e di onesta fatica.
Una bambina che si muoveva
sul timido in una fede semplice, la fede d’allora con rosario,
Messa e Catechismo e vita da
galantuomini.
Una santa mamma che le
muore quando lei ha 12 anni.
Allora è giocoforza, per campare, andare a fare la serva in
casa d’altri, con quanto questo
comporta. Per 8 anni.
La Provvidenza le fa incontrare Don Orione che l’accoglie
tra le aspiranti delle Piccole
Suore Missionarie, e la notte di
Natale del 1935 riceve l’abito
da Suora alla Casa Madre di
Tortona per le mani di Don
Sterpi.
Professa quindi davanti a
Don Orione che la manda subito a Genova.
Il primo shock: entra a S. Caterina e vede diverse giovani
suore ammalate, scheletriche
dalla tisi. Lei ha poco più di
venti anni e soffre di cuore. Dopo un mese è al Paverano dove
si diploma infermiera col
Prof. Isola per inserirsi
in quella struttura colossale acquistata
da Don Orione solo da qualche anno con 500 matte
dentro.
All’atto della
Vestizione il bel
nome di Lucia ha
lasciato posto a
quello di una santa
matrona romana, tale Plautilla che allora
il Martirologio ricordava il 20 di maggio.
Al Paverano Suor Plautilla
ci lascia la vita poco più di 10
anni dopo, tra le sue poverette
assistite con amore e devozione. Il Prof. Isola le fu accanto
giorno dopo giorno fino alla
consunzione. “Endocardite
lenta, poliartrite reumatica”,
dice Isola che definì Plautilla incarnazione della carità, descrivendone appassionatamente
quel suo prodigarsi fino allo
stremo, nascondendo le sofferenze finché le poté nascondere.
Di lei, che pensiamo una vera santa e tale la preghiamo
mentre attendiamo la conferma della Santa Madre Chiesa,
è stato scritto più volte anche
su questo mensile degli Amici.
Potremmo perciò
fermarci qui appuntando una
piccola memoria, parlando
di una normale
eroicità
senza testimoni e senza
paparazzi;
una
fatica
umile in generosa immolazione nel reparto dedicato a
Gesù Crocefisso,
crocefissa lì; per
amore; tra ripugnanze
fatte carezze dalla carità.
Chi ne vuole la breve biografia la può avere dalla Superiora del Paverano. Qui, solo
due cenni di cronaca. Una dice:
“Si dormiva nella carbonaia,
agli inizi, con una sola coperta.
Fui tentata di piantar tutto e
tornarmene a casa”.
“No - diceva Suor Plautilla
con dolcezza - è il Signore che
ti vuole qui”. “Tossiva tanto”.
Un’altra dice: “Fui terrorizzata al vedere la prima volta stramazzare a terra un’epilettica
che si mise a rantolare e sbavare. Plautilla mi corse accanto,
mi afferrò la mano e mi disse:
‘Andiamo dalla Madonna… attaccate al manto della Madon-
na supereremo tutto’”.
La guerra trascina i bombardieri sul Paverano per diverse
notti d’inferno.
Memorabili quella del 4 e 7
novembre ’42: bruciano 7 corsie con 220 letti: la Madonna
salva miracolosamente tutte le
ricoverate. Le suore si prodigano oltre ogni immaginazione.
Suor Plautilla era lì.
Dice una: “correva, correva
ansimando e non si voleva concedere un minuto di riposo. Diceva: ‘Dobbiamo salvare tutti,
tutti… Ce lo chiede la Santa
Madonna che non chiede mai
troppo’”.
È morta senza storia, senza
“esposizione” diciamo oggi,
due anni appena che si era
chiusa la guerra; anno 1947.
Due note asciutte di cronaca
scritte su un notes da lei stessa:
“Il 14 agosto ho ricevuto l’olio
santo e la benedizione apostolica da Don Sciaccaluga; il 15
agosto ho fatto i Voti Perpetui
in mano a Don Nicco”.
Sono passati 50 anni ed il
Comune di Roata le dedica
una via; la Postulazione ha inoltrato la causa di Beatificazione
e noi ogni giorno la preghiamo
come una santa che fa invidia.
Vedo quell’unica foto da sola: Suor Plautilla ha il velo delle
Piccole Suore Missionarie della
Carità, volto ovale indefinito,
gli occhi con le pupille nere,
pensose, lievemente divaricate.
Dice poco, dice tanto.
In un quadernetto nascosto
con sovrascritta: “Alcuni ricordi
da leggersi”, come un velo che
traluce un filo della sua anima:
1) Confidare sempre nel Signore. Mai avere paura. Lui è
un Padre, non un tiranno.
2) Anche se il cuore sanguina, stare allegra, non far pesare
sugli altri la tristezza.
3) Tener pulita l’anima, che è
l’abitazione di Gesù. Confessarsi bene.
4) Le proprie confidenze solo confidarle a Gesù; mai alle
creature perché tornerebbero
a nostro danno.
7) Prima di prendere qualche risoluzione pensarci bene
e pure consigliarsi. Mai con
precipitazione.
5) Star molto unite al Signore dove si va. Lì c’è Gesù.
8) Agire in modo che tutti i
giorni si possa fare la Santa Comunione.
6) In mezzo alle dicerie star
molto calma. Guardar di far
tutto per il Signore, poiché le
persone dicono quel che vogliono. Lui solo è giudice.
9) Il sacrificio più costa più
ha merito.
Niente da aggiungere.
d.a.v.
COSTRUIAMO
INSIEME
nuova
apparecchiatura
di radiologia
Fondo precedente
Lire 33.280.000
MAGRASSI Luciana e Fernando,
nel ricordo dei 100 anni della mamma
500.000
VALASTRO Silvia,
in memoria della mamma Santa Scuto
30.000
CARUTA Giuseppina, in memoria dei propri defunti 100.000
RATTO Lina, in memoria dei propri defunti
50.000
Ex Colleghe della Scuola “Carducci”
in memoria di Don Giovanni Gnecco
100.000
TOBINO Matilde e Giulio
30.000
GRAFFIGNA Nicolò, Jolanda e Paolo
50.000
PITTINO Evelina, in memoria di Virio Bardini
30.000
PANSECCHI Ennio, in memoria della mamma
100.000
RAFFA Jole, in memoria della sorella Lina
100.000
MAZZOLA Bruno e Cesare,
in memoria di Gigetto Gusmani
200.000
MORI Assunta, in memoria dei propri defunti
30.000
BRAGHIROLI Alfredo
30.000
GANDOLFO Eugenio
20.000
MORIONDO Maria Bianca
20.000
CASANOVA Luisa, in memoria di Gigetto Gusmani 100.000
BRUZZONE Teresa Ved. Casanova,
in memoria dei propri defunti
500.000
GAVAZZO RICCI Mary,
in memoria del figlio Enrico Gavazzo
200.000
PODESTÀ Gioconda,
in memoria del marito Dott. Luigi Podestà 300.000
PARODI Giacomo, in memoria di Gigetto Gusmani 500.000
SCOPESI Giovanni,
in memoria di Gigetto Gusmani
1.000.000
BELLONI Enrico, in memoria di Gigetto Gusmani 1.000.000
BAGNARA Attilio e Paola,
in memoria di Gigetto Gusmani
500.000
Totale
Lire 38.770.000
8
MOVIMENTO LAIC ALE ORIONINO
Dai dipendenti dei Camaldoli
C
amaldoli, 13 febbraio
1997. Una data importante. Alle ore 10.30, diciassette
collaboratori laici e un religioso si incontrano per la prima
volta per dare vita nel Villaggio della Carità, al Movimento
Laicale Orionino interno. Percorrendo il breve tratto che
dal loro reparto li conduceva
alla sala riunioni cosa avranno
pensato quei dipendenti, e
quale forza li avrà spinti in
quella direzione? Erano consapevoli dell’importanza di
quello che stavano facendo?
Ispirazione alcuni, curiosità altri. Forse il sospetto, per qualcuno, che si domandava: perché nasce l’MLO?
Don Luigi Lorenzi, direttore
del Villaggio, scioglieva subito
questo dubbio. I religiosi invitano i dipendenti laici a condividere con loro lo spirito del
loro fondatore per proseguire
fianco a fianco la comune missione d’amore. Loro non più
sopra, noi non più sotto, uguali anche se ovviamente, ognuno nel proprio ruolo. Ovvio?
Mica tanto, la diffidenza è dura a morire. Forse che il medico si mette a fare il fisioterapista, o l’infermiere il dietista?
Certo che no! Che discorsi potrebbe obiettare qualche lettore, qui si parla di ambiti professionali ben definiti. Niente
affatto. In tutti gli ambiti lavorativi ci sono due modi per
operare: od ognuno si occupa
del proprio mestiere forse bene, forse male, e si disinteressa malcelatamente di quello
degli altri; oppure lavora in
équipe facendo al meglio le
sue cose e tenendo in grande
rispetto quelle altrui. Ed è già
una bella differenza! Ma noi
non lavoriamo per il profitto,
bensì per l’Uomo e
Don Orione ci chiede
qualcosa di più, ci
chiede di servire l’Amore, cioè mettere
in pratica, qui nel
nostro
villaggio,
quello che Gesù ci
ha insegnato; in
questo
davvero
possiamo aspirare
ad essere tutti
uguali senza differenze.
Difficile?
Certo. Possibile?
Sì!
Allora la seconda domanda
è questa: come è organizzato l’MLO?
Con un incontro mensile,
preceduto prima da una preghiera per chiedere ispirazione al Signore, dopo dallo
scambio delle proprie opinioni ed esperienze sul tema proposto dal sussidio di formazione dei laici. Un libretto diviso su otto schede che s’interroga su come un cristiano può
percepire la realtà contemporanea: in famiglia, sul lavoro,
nella società; e cosa potrebbe
fare per attualizzare in essa il
Vangelo.
Detto ciò, ci si chiede ancora: dove vuole arrivare,
cosa si propone l’MLO?
Un arricchimento recipro-
co, una
rinnovata
consapevolezza o
scoperta
delle nostre possibilità, una
nuova forza
per
adempierle
con coraggio: in istituto, in famiglia, nel proprio quartiere. Di aprirci
mensilmente
allo studio
della parola
di Gesù, e stimolati dall’esempio del nostro specialissimo
datore di lavoro, Don Orione,
capire chi siamo, dove andiamo e perciò cosa conta veramente fare nella nostra esistenza.
Vi sembra troppo? Invece è
poco, perché in questo articolo non posso darvi conto, dell’armonia che questi incontri
facilitano fra colleghi, della
nuova luce e prospettiva che il
servire la sofferenza che ci circonda assume, della fiducia e
del rispetto che favorisce fra
religiosi e laici che imparano a
conoscersi nel rispetto di vite
che devono possedere un
ispirazione comune nel villaggio, ma hanno esigenze diver-
15 dicembre
1º raduno di tutti
i gruppi M.L.O. di genova
a paverano
ore 18 – Breve ritiro e S. Messa
ore 19,30 – cena al Von Pauer su prenotazione (Tel. 5229334)
se nella vita esterna. Ad esempio, per primi una bella sorpresa l’hanno ricevuta i partecipanti agli incontri, quando,
leggendo i verbali delle riunioni precedenti, hanno scoperto la profondità delle loro
riflessioni e quanto queste
possano aiutare a cambiare.
La domanda finale che
dunque ci si pone, è: chi può
far parte dell’MLO?
Tutti, perché il Signore non
chiude mai la porta a nessuno,
né tantomeno potrebbe farlo
chi a lui si ispira. Tutti perché
niente succede per caso. Siamo cristiani, lavoriamo per
l’Opera, qual è il motivo? Ecco, l’MLO, è l’occasione per
scoprirlo insieme.
PROGETTO ED UC ATIVO
Musica: nuova vita
al Reparto Don Orione
a vita è un dono che va
reso, e gioia dovrebbe
dare il suo possesso. È troppo,
troppo breve e questo è un
fatto.
Difficile da accettare, questa terrena processione verso
il buio finale, è un viaggio finito, un circolo chiuso sublime
opera d’arte dolce poema melodico, battaglia vinta”.
Tutte le cose nuove che nascono, sia materiali che non,
regalano a chi le riceve e a chi
le dona un momento molto
emozionante e di felicità; al
Don Orione è nata da pochi
giorni l’iniziativa “Lezioni di
musica”.
Arriva il primo allievo, Davide, un ragazzino di nove anni
che viene così presentato all’insegnante, una anziana signora ospite del Don Orione,
la sig.ra Olea L. Questa signora ha alle spalle un vissuto
molto intenso: insegnante già
all’età di 14 anni, concertista,
moglie e molte cose ancora
da insegnare.
Nella sala di ritrovo, insieme a lei, altre ospiti sono presenti, tutte emozionate e incuriosite dal nuovo arrivo.
Dopo il primo imbarazzo
iniziale, l’insegnante accompagna l’allievo al pianoforte e
la stanza inizia a riempirsi di
note; anche se si tratta sola-
“L
mente della conoscenza con
la posizione delle note e dei
primi solfeggi, è già musica,
ed è l’inizio di una cosa nuova
non solo per l’insegnante e
l’allievo, ma per tutte le persone presenti.
I giorni passano, e Davide
arriva sempre puntuale a tutti
gli appuntamenti, ed è sempre un momento di gioia per
tutti.
Incontri di questo tipo fanno comprendere che i nostri
ospiti sono vivi, e nella loro vita c’è ricchezza e possibilità di
dare, e molto.
È solo un segno, ma con es-
Nonna olea: la musica
è una nuova giovinezza
so s’intravvede come gli scambi del donare e del ricevere
non sono a senso unico.
Naturalmente, aspettiamo
nuovi Davide, la signora Olea
ha tempo per tutti.
Cecilia
10
CRONAC A
don antonio
lascia il paverano
Una bella domenica
al Don Orione di Castagna
D
opo giorni di attività frenetica, oggi 7 settembre
1997, tutto è pronto in giardino:
il grande palco, le sedie e, novità di quest’anno dato il tempo
soleggiato e caldo, anche gli
ombrelloni! L’anno scorso una
pioggia torrenziale ci aveva privato di questa grande festa ed
oggi siamo stati ampiamente ricompensati…
Con il Patrocinio e la collaborazione organizzativa del Comune di Genova, l’Assessorato alla
Promozione della Città e Qualità della Vita, l’Assessorato alla
Promozione Sociale, l’Assessorato all’Ambiente e con la partecipazione dell’E.N.P.A. - Ente
Nazionale Protezione Animali,
“Insieme io tu noi voi loro
insieme”
ha inizio alle ore 10.15 con la
S. Messa concelebrata dal nostro Direttore, Don Pietro Bernardi e Don Enea Onofri, presenti gli ospiti dell’Istituto, le
massime autorità cittadine e
tanti, tanti Amici.
Durante l’omelia Don Bernardi ci ha spiegato con tutta
chiarezza il significato di questa
manifestazione voluta e organizzata dal C.I.D.O., che nel
1993 dava inizio nel nostro Istituto all’attività di animazione intesa a recuperare e valorizzare
l’anziano come persona, con
sue capacità decisionali autonome. Per raggiungere tali finalità
uno dei modi è anche l’uso terapeutico degli animali da compagnia. Oggi si va creando un
rapporto di solidarietà anche
con loro, che con i loro comportamenti buffi e teneri sono capaci di stimolare il sorriso, l’allegria e soprattutto di alleggerire
lo stato psico-fisico di persone
depresse e sole.
Diretto dal maestro Enrico, il
coro della Castagna ha animato
con l’usuale bravura la S. Messa.
Alle ore 13.00 dopo aver
provveduto a far mangiare i primi aventi diritto, il C.I.D.O. ha
offerto il pranzo alle autorità
presenti, ai Sacerdoti, agli organizzatori, al personale e ad amici vari.
Sul versante artistico da “Saranno famosi”, giovani cantanti
lirici di casa nostra: Lilia Gamberini e Gino Ricci, accompagnati
al pianoforte da Silvia Fiorentini,
hanno interpretato con estrema
bravura, arie da Verdi, Puccini,
Tosti nel concerto che ha avuto
inizio alle ore 15.00.
Al termine come da programma, sono stati premiati i
migliori lavori presentati alla
Mostra allestita nel salone. A
tutti gli artisti è stato dato un Attestato di Partecipazione. Un
premio speciale, per il suo amore per gli animali, abbondantemente rappresentati alla Castagna, è stato dato a Don Gerardo Durante.
Inoltre, come è ormai tradi-
il nostro Don Dacrema,
umile, silenzioso e solerte,
l’Orionino che questa volta
onora il suo Voto di Obbedienza. E l’obbedienza ce lo spazza
via, fino all’estremo ponente, a
Sanremo. Dopo 9 anni di “onesto lavoro” qui a Genova. Una
cosa non attesa e che certo
sarà costata anche a Don Antonio.
Il Paverano perde un buon
prete che curava in modo particolare l’animazione religiosa
degli ospiti dei vari reparti del
Piccolo Cottolengo, compresa
la Casa di S. Caterina in Via Bar-
È
Castagna, 7 settembre.
Un momento di relax
musicale nell’intensa
giornata di festa.
zione, si è svolto il raduno/incontro equino e felino,
non competitivo, nell’ampio
spazio/giardino prospicente l’Istituto.
Splendidi e morbidissimi mici
del Club Amatoriale del Gatto
Europeo sono stati messi in
grembo ai nostri anziani, che
non si sono lasciati sfuggire l’occasione di accarezzarli e coccolarli.
Così sono stati molto ammirati anche i cavalli della Società
Ippica del Bardigiano di Bavari,
che sono arrivati nell’istituto assieme agli allievi della Scuola di
Equitazione.
Dulcis in fundo Elias e Cilina,
un clown e la sua cagnolina,
hanno fatto divertire un mondo
malati e sani con la loro esibizione. Se avete problemi di conti
andate da Cilina, che sicuramente saprà farvi lei le somme
senza commettere errori!
Lina Traversa
tolomeo Bosco (Portoria).
Ma aiutava anche i parroci del vicinato per il ministero delle Confessioni
e delle Sante Messe. Come uffici minori era: barbiere, cantiniere e - a tempo perso - anche giardiniere.
Sempre pagato in nero.
Caro Don Antonio,
semplicemente grazie. E
Don Orione ti benedica.
Anche Lui, con sofferenza,
raggiunse l’ultima volta Sanremo lasciandoci a testamento la
massima che aveva sempre in-
carnato: “Niente vi sia di più
caro che fare sempre la volontà
del Signore”.
Fiat, Fiat.
L’ordinazione sacerdotale
di Don Francesco Bonomi
orionino
ai era nato un prete a
Cavezzo, buon paesotto della Bassa Modenese.
Con Don Francesco, che è
stato il primo, si è mosso tutto
quel neanche tanto piccolo
universo. Scontato l’entusiasmo del parroco Don Massimiliano, gradita la partecipazione della municipalità, col
Sindaco in testa. Senza contare - dicevano i 4 Evangelisti le donne e i bambini.
E perché non fosse solo
una bella sagra, tipo festa dell’Unità, c’è stata una intensa
settimana di preparazione
punteggiata da incontri e liturgie con tutte le componenti la
comunità con l’accento sui
giovani.
In un bell’incontro “laico”
nella sala del Comune non si
poteva non trattare di “Don
M
Orione nel campo sociale”,
chiarito, in premessa, il suo
grido: “Anime, Anime!”.
La festa quindi è stata veramente grande. Mons. Benito
Cocchi, Vescovo di Modena,
nel tardo pomeriggio di saba-
to 7 settembre, ha consacrato nella Chiesa Parrocchiale Don Francesco in una cornice di
grande esultanza e partecipazione che c’è ad
ogni evento dello Spirito Santo.
Don Francesco sta portando il profumo del
Crisma dove lo chiamano (e lo chiamano in
troppi). Ma presto verrà
a Genova ove pare sia
destinato dalla Obbedienza e sarà tutto per
noi, per i giovani specialmente.
Sarebbe una bella cosa se
qualche giovane (e di giovani
generosi ce n’è) si decidesse a
prendere questo cammino
per gettarvi la vita come Don
Orione, come Madre Teresa.
21 settembre 1997
festa del villaggio della carità
don luigi Orione - camaldoli
1
2
Villa Rosetta
ossia la
multiforme
carità di
Don Orione
hi scende da
Genova verso
Recco, poco prima di superare il
viadotto di Mulinetti, alzando lo
sguardo vede, immersa nel verde,
villa Rosetta. Rosetta come il nome della benefattrice, la signora
Caffarena, ved.
Macciò. La donò
all’opera di Don Orione per ricordare il marito Quinto e il figlioletto Giacinto, morto ad
una manciata d’anni d’età.
Sicura di interpretare la volontà della signora Rosetta,
l’Opera di Don Orione ha pensato di utilizzare la villa per chi,
per motivi di salute, di lavoro,
d’assistenza o visita a degenti
in ospedale, case di cura o di
riposo deve star lontano di casa e trova difficoltà a provvedere diversamente. Oltre la camera, ad uno o più letti, vi è
pure l’uso della cucina.
L’ampio parco, prospicente
il mare, permette una ricarica
dopo una giornata di stress.
La villa si presta anche per
incontri di gruppo, ritiri minimi
e per le circostanze della vita
familiare che necessitano di
spazi più ampi di un appartamento, senza nulla togliere all’intimità dell’evento.
Per ulteriori notizie rivolgersi
alle sedi del Piccolo Cottolengo Don Orione di Genova,
preferibilmente al direttore del
Villaggio della Carità - Tel.
(010) 821790; 82327369. In caso di temporanea assenza, lasciate un messaggio e sarete
richiamati.
C
1. don arturo bisi,
i sacerdoti del villaggio,
la madonna causa
della nostra gioia…
È il momento
della processione.
2. “Padre” Luigi
e la piccola elisa sinieri.
Un’immagine viva
dell’incontro
tra presente e futuro
della famiglia orionina.
3. Serafino: È qui la festa?
4. I “banchetti”
e i lavoretti dei ragazzi:
3 questo l’ho fatto io…
4
don orione e
santa teresa di gesù bambino
ella
camera
detta “dei ricordi” nella Casa Madre
di Tortona, non pochi
visitatori amano sostare con devozione
ed interesse davanti
al grande quadro a
olio di Santa Teresa
di Gesù Bambino,
donato a Don Orione, ancora nel 1904
dal Prof. Luigi Costantini di Roma.
Teresa era mancata solo sette anni prima, nel 1897 e la sua
fama già promettente aveva ancora dei
limiti. Notevole quindi il fatto che Don
Orione
personalmente volle che nel
quadro subito venisse aggiunto un tenue
raggio di luce in fronte all’umile religiosa.
Segno di venerazione e preludio di riconoscimento di autentica santità da parte della Chiesa. Di fatto, per quanto rapido,
N
il riconoscimento ufficiale della
Chiesa avvenne alquanto più
tardi: fu beatificata nel 1923 da
Pio XI e da Lui ancora canoniz-
zata nel 1925. Ora è
stata
proclamata
“Dottore della Chiesa” in occasione della festa di ottobre dal
Santo Padre. Ed è la
terza donna che consegue tale titolo, dopo Teresa d’Avila e
Caterina da Siena.
Don Orione è stato
dunque, come sovente nelle sue intuizioni, anche nel nostro caso un felice
“anticipatore”.
Sarebbe tuttavia poco giudicare ciò una
delicata cortesia; in
realtà ci pare di scorgere un significato
più profondo.
Quante volte, con intenzionale ripetitività, propria del suo
stile, Don Orione insiste sui termini “piccolo, umile, semplice”!, concetti che costituiscono proprio i
cardini della spiritualità della
Santa di Lisieux.
Francesco Podestà, Sig.a Aida
Sanguineti Ved. Badano, Sig.
Massimo Minoli, Sig. Ernesto
Ruggeri, Sig. Mario Podestà,
Don Mario Garbarino, M.se Antonio Serra, Cap. Andrea Corrado, Avv. Mario Novara, Sig.
Giuseppe Perassolo, Sig. Benedetto Maciocco, Suor M. Dorotea Incardona, Don Angelo
Giust, C.ssa Ester Maria Bianchi
di Lavagna Capellino, Sig.a Lucina Bianchini, Sig.a Agnese
Mascioli, Sig.a Bice Zoppi,
Sig.a Maria Caselli Ved. Belledonne, Cav. Rag. Mario Bruno,
Sig. Gigi Boero, Sig. Alberto
Salviati, Cav. Mario Perrone,
Sig. Emanuele Sciaccaluga,
Sig.a Elide Bresci, Comm. Giovanni Massone, Dr.ssa Iride Felicioli, Sig. Giovanni Dettoto,
Sig.a Anita Grassi, Sig.a Ines
Tencalla Adamoli, Sig. G.B. Lavarello, Sig.a Francesca Du-
ghera Fenu, M.se A. Vincent
Ardissone, Sig.a Rosetta Boero,
Don Paolo Taramasso, Sig. Eugenio Pattoni, Can. Arturo Perduca, Sig.a Rina Pitto, Sig. Giovanni Mosto, N.H. Corrado Besozzi, Dott. Mario Bruschettini,
Sig. Mario Fea, Don Pietro Foroni, Sig. Enrico Lucchetti, Suor
M. Carolina, Sig. Gian Luigi
Martino, Sig. Giuseppe Morchio, Sig.a Maria Nichetti Ved.
Conte, Prof. Ettore Taralli, Sig.a
Bice Pieracci Traverso, Sig.a Mireille Seguin, Sig. Giuseppe Lorenzo Ivaldi, Sig. Nicolò Salviati, Sig.a M. Rosa Imperiale, Don
Bartolomeo Ramognini, Sig.a
Onorina Cesaro, Sig.a Adriana
Tealdo, Sig. Gaetano Scarpato,
Sig. Oreste Salviati, Sig. Gaetano Belluschi, Sig. Lino Negro,
Avv. Ilario Porcile, Dott. Luigi
Del Rosso, Don Umberto Secchiaroli, Sig. Dario Armanino,
Sig.a Eleonora Castellana Ved.
Roulis, Dr. Ing. Luigi Picone,
Sig.a Barbara Salviati, Sig.a Silvia Bruno Ved. Ferrea, Sig.
Edoardo Gervasoni, Sig. Angelo Caviglia, Sig. Augusto Zaccone, Sig.a Ortensia Facco in
Scala, Sig.a Lilla Mongiardino
Ved. Ghiglione, Sig. Giuseppe
Sandro Testino, Don Delfino
Sonaglia, Prof. Silvio Enrico
Genta, Comm. Davide Tealdo,
N.D. Giorgina Scartezzini, Don
Enrico Sciaccaluga, Sig. Santino Piombo, Sig. Bruno Anghinolfi, Sig. Erminio Rossini, Sig.
Ermete Scalvenzi, Sig.a Rosa
Giovesi, Sig.a Anna Mammana,
Sig.a Agnese Golinelli, Sig.a
Maria Teresa Magnoli, Sig.a
Concetta Ragusa, Sig.a Elsa Testa, Sig.a Giuseppina Becco,
Sig.a Maria Anna Ada Ragazzoni, Sig.a Maria Patrone, Sig.a
Maria Caterina Roveda.
COME AIU TARE IL PICCOLO COTTOLENGO
AULE (L. 1.000.000)
(concorre all’ordinaria manutenzione delle sedi del Piccolo Cottolengo)
- Dott. EUGENIO CASTAGNINO - i compagni di scuola dell’Istituto Vittorino da Feltre - Genova
- MARIA e FLAVIO RATTAZZI - le nipoti Mallarino
BORSA MISSIONARIA (L. 500.000)
(concorre all’acquisto di materiale - protesi, carrozzelle etc. - per le missioni)
- BEATO DON ORIONE - G.A.M.
- PIETRO ROCCA - i figli Mario e Giuseppina
BORSA FARMACEUTICA (L. 350.000)
(concorre all’acquisto di medicinali, protesi e presidi sanitari ai nostri ospiti)
IN MEMORIA
Raccomandiamo alle preghiere dei nostri lettori gli amici, i benefattori e gli assistiti
mancati da poco o dei quali ricorre l’anniversario della morte: Prof. Mario Zambaldi,
Prof.ssa Adriana Franzoia, Sig.a
Domenica Belli, B.ssa Carmen
Boggiano Pico Wedel Jaresberg, Sig. Giuseppe Barag-
gioli, Sig.a Rina Rinaldi, Rag.
Mario Angori, Sig. Ettore Serafini, Sig.a Lucia Ortu in Zonca,
Sig. Giuseppe Costa, Sig.a Matilde Chittolini, Sig.a Maria Bernini Filippi, Sig. Mario Campanini Mescoli, Sig.a Maria Rosa
Vaccaro, Sig. Bruno Corona,
Sig.a Rosetta De Barbieri in
Ghiraldi, Sig.a Bice Ivaldi Ved.
Revello, Sig.a Anna Rapuzzi,
Sig.a Carlotta Parodi Ved. Parodi, Don Eliseo Canini, Don Nicola De Martini, Sig. Giacomo
Olivieri, Sig. Luigi Eugenio Vallarino, Sig.a Antonietta Conte
Ved. Bandiera, Sig. Carlo
Schiavini, Sig. Filippo Calcagno, Padre Cristoforo Boccardo, Sig.a Amalia Scarpato, Sig.
BORSA DI STUDIO (L. 200.000)
(concorre a mantenere agli studi chi si prepara alla vita religiosa)
- MERCEDES GON in CANTARINI - i Sigg.i Liana e Paolo Binazzi
- NICOLÒ ACCAME e TINA SANGUINETI - la figlia Valentina
- Don MARIO LO TORTO - Don Pietro Negro e familiari
- PIERO IACOPONI - i Sigg.i Paolo e Liana Binazzi
- BEATO DON ORIONE - la Sig.a Anna Maria Legati
BORSA DI PANE (L. 150.000)
(integra la retta di chi non riesce ad arrivare alla quota stabilita)
- PRO DEFUNCTIS - il Sig. Pietro Alessio
- BEATO DON ORIONE - la Sig.a Maria Pia Casini
- ANGIOLINA VADO - il marito Domenico Persoglio
LETTINI (L. 100.000)
(per la biancheria e il vestiario degli ospiti)
- MARIO COSENTINI - (2) - la Commissione Campo dell’U.C. Sampdoria
- FRANCOISE MITHOUARD MARCHINI - la Sig.a Maria Paola
- GIUSEPPE e ANGELA SPINETTI - i nipoti Piero e Lidia
- INES SOLARI FOSSATI - il Sig. Carlo Ricci e famiglia
- BEATO DON ORIONE - Don Andrea Borinato
- ROSELLA e PARY - la famiglia Canepa - Benvenuto
- MARIA MASSA RATTAZZI - i Sigg.i Giorgio e Cecilia Santucci
- EUGENIA PARODI PASSADORE - ALFREDO PASSADORE - GIORGIO PASSADORE - LUIGI PASSADORE - MARIUCCIA PASSADORE BROCKHAUS - CARLUIGI BROCKHAUS - CESARE BIGNAMI - ROSA DE FERRARI FALLABRINI - ALBERTO FALLABRINI - EMILIETTA FALLABRINI - BEPPE e GIUSEPPINA FALLABRINI - NICOLI FALLABRINI - PAOLO FALLABRINI - PIETRO PALAU - CARLO ROSSI - RINALDO SCHIAFFINO - GIANNI GALLIANO - MARCELLA ZAI CATTINI - FELICETTO SALVO - ALDO REPETTI - l’Amministrazione del Caseggiato di Via Vassallo 3 - Genova
- MARIA ROSA SIMONI - la mamma Maria Elsa Bruzzone Ved. Simoni
- ELENA ALFONSO Ved. FIRRAO - le famiglie Negro, Cima e Baraggioli
- ERMINIO ROSSINI - la Comunità di Mascena - Bargagli (GE)
- BEATO DON ORIONE - i Sigg.i Sandra e Nico Guarnori
- FRANCESCA NUCERA - (2) - le famiglie Ippolito e Benedettini
- FRANCO, ARMANDA, RITA, PAPÀ, MAMMA e SANTO - la Sig.a Elisabetta Cavana Albertelli
- ANGIOLINA VADO - (2) - il marito Domenico Persoglio
BANCHI (L. 50.000)
(serve per l’acquisto e il riordino delle suppellettili)
- SALVATORE VELATI - la figlia Fausta e il nipote Claudio
- ELISABETTA BRIGATTI - TERESA CAVANNA - ERMINIO ROSSINI - la Comunità di Mascena - Bargagli (GE)
- AI GENITORI - la figlia Liliana Castellano
PER DONAZIONI E LASCITI
Siccome avvengono degli inconvenienti nella
procedura del disbrigo della pratica, si prega
usare esclusivamente la seguente dicitura:
«Lascio alla PROVINCIA RELIGIOSA SAN BENEDETTO DI DON ORIONE con sede in Genova - Via Paverano 55 - per l'assistenza degli
anziani, ammalati, handicappati e per l'educazione e la riabilitazione dei giovani, in favore
del dipendente PICCOLO COTTOLENGO DI
DON ORIONE IN GENOVA».
Rivista inviata a nome dei nostri assistiti
in omaggio a benefattori, simpatizzanti, amici
e a quanti ne facciano richiesta.
16143 GENOVA - Via Paverano, 55 - Tel. 5229.1
- Conto Cor. Post. N. 00201160
Autorizz. della Cancelleria del Trib. di Tortona
in data 26-6-'61 - n. 42 del Reg.
Direttore: Don NINO ZANICHELLI
Responsabile: Sac. Carlo Matricardi
Progetto grafico e impaginazione: Anna Mauri
Stampa: Litonova s.r.l. - Gorle (Bergamo)
Realizzazione a cura della
Editrice Velar s.p.a. - Gorle (Bergamo)
2
MOTIVI
INCONTRI
3
‘ AMARCI
CONOSCERCI E
LE NOSTRE SORELLE
COSTRUIAMO
INSIEME
4
MOVIMENTO LAIC ALE ORIONINO
10
CRONAC A
15
IN MEMORIA
COME AIU TARE IL PICCOLO COTTOLENGO
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AMICI novembre 97 - Il Piccolo Cottolengo Genovese