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Buone ferie
ci rivediamo asettembre
MENSILE DI INFORMAZIONE D I PEGLI E DEL PONENTE
ABBONAMENTI
Anno XXVII • N' 6 • € 1,50
FONDATO IL 26 NOVEMBRE 1987
ANNUAlE ORDINARIO
€ 15,00
ANNUALE SOSTENITORE
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ANNUALE BENEMERITO
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GIUGNO 2013
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N° 15243165-i
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Sportivo Norberto Sopronzi - il PONENTlNO
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Mauro Avvenente·
I lunghissimo e tortuoso cammino che il Municipio assieme alla popolazione locale ha intrapreso con la finalità di veder realizzare la Piastra Poliambulatoriale nelle aree prospicienti l'ex Ospedale Martinez, pare sia
giunto dawero in vista del traguardo.
La cautela è d'obbligo e l'esperienza ci insegna ad usare un opportuno basso profilo fintanto che non si sarà
aperto e reso operativo il cantiere.
E' però necessario fare il punto della situazione in relazione all'andamento della pratica che aveva visto il Municipio dare vita ad un Consiglio Municipale in Piazza De Ferrari, proprio in concomitanza con il momento
più critico dell'intera vicenda, momento in cui parevano vedersi sfuggire le speranze e frustrarsi le aspettative di moltissimi cittadini residen ti nel Ponente genovese.
L'Assessore alla sanità della Regione Liguria Claudio Montaldo, che si unì al Consiglio municipale per annunciare che la Giunta aveva deciso di stanziare circa 5,5 milioni di, traendoli dai fondi FAS, fondi necessari per
poter portare a compimento le opere previste dal progetto per la Piastra Poliambulatoriale con il fine di fornire una adeguata risposta alla domanda sanitaria di circa 68 mila abitanti del Ponente.
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1 500 persone i I
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a
na 1 giugno nella Villa Durauo Pallavicini con l'organiuazione
dell'Associazione Amici dei Musei e delle Ville di Pegli, il patrocinio del Comune di Genova e del Municipio Ponente e la collaborazione sinergica del
FAI. Delegazione di Genova, del Circolo Culturale N.Sopranzi-1I Ponentino, PegliFlora, ProLoco Pegli, PegliLive. Un ruolo particolarmente attivo e
significativo sul piano educativo è stato assunto dalla presenza di 80 studenti dell'Istituto S.M. Ad Nives, dei 20 studenti dell'Istituto Comprensivo
di Pegli e dei 30 giovani del Liceo Classico G. Mauini di Pegli con il coordinamento del direttore del Ponentino Giorgio Fuiano.
Insomma il nostro meraviglioso parco è tornato sia pure per un giorno vivo e festoso come non accadeva da molti decenni. La curiosità era tanta
per verificare personalmente il progresso dei lavori in corso con la direzione dell'arch. Silvana Ghigino e la supervisione della dirigente comunale di
area architetto Ines Marasso.
L'avvio della cerimonia augurale di Primavera in omaggio a Flora era preceduto dalle molte postazioni culturali proposte dagli alunni della varie
scuole pegliesi, a cui faceva seguito il ricordo dello scrittore-educatore
Norberto Sopranzi ( Genova 1904-1985) con la lettura di un suo racconto
da parte della giovane, brillante attrice Giulia Eugeni nelle vesti botticelliane di Flora.
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IN QUESTO
NUMERO
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: IL RICORDO DI ELISA
•• DAGNINO BARBAROSSA
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pag.2
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: EDUCAZIONE CANINA
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XXIII GIORNATA STORICA
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: FOTOCRONACA DELLA
: XXIII G.S.P.
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pag.6·7
GIorgIo FuIano
a XXIII Giornata Storica Pegliese anche quest'anno si è conclusa; come per gli anni precedenti le iniziative proposte dalle varie Associazioni e dalle scuole del territorio hanno avuto successo. Investire sui giovani, è sempre
più una carta vincente: La maggior parte delle occasioni di incontro hanno visto protagonisti gli studenti che si sono seriamente impegnati nella partecipazione agli eventi, (ho il ricordo ad esempio di alcuni ragazzi della IV liceo
addetti alla guida dei visitatori alla Villa Pa/lavicini, passarmi accanto rinfrescando tra di loro le spiegazioni da
esporre). La maggior parte di loro ha scoperto peculiarità del territorio pegliese che con ricordi gioiosi, rimarranno
loro impressi; poi le esibizioni, dalla musica al teatro alla composizione artistica e multimediale, li hanno senz'altro
fatti sentire importanti e parte integrante della nostra comunità. Un grazie quindi innanzitutto a loro, ai loro insegnanti, alle scuole sempre molto collaborative e alle Associazioni del nostro territorio. Voglio però concludere ricordando illutto che ha colpito l'Associazione Pegliflora con la scomparsa della Presidente Sig.ra Elisa Dagnino Barbarossa, ancora presente alla manifestazione del Pozzo in Fiore. Nelle pagine interne, pubblichiamo un suo ricordo.
Ancoro un grazie a tutti e a nome del Circolo N. Sopranzi e de il Ponentino, appuntamento alla XXIV edizione.
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(foto G. Fuiano) I :.
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L'attrice Giulia Eugeni nelle ve5ti botticelliane di Flora
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GIUGNO 2013
DALLA PRIMA
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DALLA PRIMA
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Primave ra in Villa Pallavicini
Mauro Avvenente*
Antonio Marani ·
La Piastra poliambulatoriale aperta ed attiva da alcuni anni presso Villa De
Mari fornisce un eccellente servizio in condizioni logistiche eccessivamente contenute che creano alcune criticità per i molti pazienti che ad
Il secondo tempo ha visto protagonista l'ensemble composto dai musicisti Pier Domenico Sommati, violino solista, Alberto Boschi, flauto, Gabriele
Boschi, violino, Giorgio Gnecco, viola e Marco Martina, violoncello che
hanno eseguito la Primavera di Antonio Vivaldi nella solare, canziana scenografia che si apriva agli spettatori tra il laghetto con il Tempio di Diana,
la grande canfora ed il Tempio di Flora.
Il saluto dell'Amministrazione Comunale veniva portato dall'Assessore ai
Parchi Valeria Garotta mentre il Presidente del Municipio Ponente Mauro
Awenente sottolineava "l'encomiabile sforzo delle Associazioni, che da
molti anni si curano preoccupate dalla passata gestione e di quella futura,
per l'esemplare iniziativa realizzata per valorizzare il Parco Durazzo Palla-
essa afferiscono.
Il Municipio si è ritagliato il ruolo di -vestale" custode della
~cralità
degli
impegni assunti dalla Giunta Regionale, ed ha costantemente tenuto alto
il livello di attenzione ma, vale la pena di sottolineare che gli impegni in
allora assunti sono stati onorati; Gli impegni sono stati tradotti in atti concreti attraverso la predisposizione del progetto definitivo ed esecutivo,
presentato al pubblico in occasione di una seduta del Consiglio Municipale, molto partecipato, tenutosi a Pegli il giorno 15 marzo 2013.
Il progetto è stato rinviato alla Regione Liguria per la sua validazione che
è regolarmente awenuta il 29.5.2013; a conseguenza di ciò la ASL 3 Genovese ha assunto la Deliberazione n° 308 del 3.6.2013 con la quale stabilisce che l'importo complessivo delle opere ammonta a circa 6 mi!. di ed
inoltre decide di procedere nell'emanazione delle procedure di gara previste dalla vigente normativa di legge.
Ma, come se non fossero bastate tutte le preoccupazioni legate ai finanziamenti, ai tempi di approvazione, alle difficoltà burocratiche insite in
percorsi approvativi cosi complessi, è emerso un ulteriore elemento di
forte preoccupazione che ha nuovamente costretto il Municipio ad attivarsi affinché potessero, anche in questo caso, essere superate le difficoltà
intervenute a seguito di alcune norme discendenti dalla NSpending rewiev" adottata dal passato governo nei confronti degli enti locali.
A seguito di intensi e pressanti incontri avvenuti a tutti i livelli, grazie alla
buona volontà e disponibilità del Comune di Genova e di ASL 3 Genovese, si è addivenuti ad un accordo che consente a quest'ultima, attraverso
l'emanazione di una apposita Determinazione Dirigenziale del 30 maggio
scorso di poter disporre delle aree sulle quali dovrà sorgere la Piastra Poliambulatoriale.
Il cronoprogramma illustrato dal Direttore Generale della ASL 3 Genovese
Dott. Corrado Bedogni, in occasione della seduta di Consiglio Municipale
sopra citata, prevede che nel mese di gennaio 2014 dovrà essere aperto il
cantiere e dovranno prendere avvio le opere che dovranno essere concluse, rendicontate e collaudate entro la fine del 201 S.
L'auspicio è che anche tali obiettivi siano raggiunti e le scadenze rispettate, il Municipio, evidentemente, manterrà alta la propria attenzione, nella
consapevolezza che questo importante obiettivo rappresenta una tappa
fondamentale di un progetto più ampio che riguarda l'offerta sanitaria
ambulatoriale del Ponente genovese che non si potrà considerare concluso fintanto che non saranno completate le opere di risana mento e riqualificazione anche dell'edificio ex Coproma di Voltri che dovrà avere destinazioni di carattere socio sanitario.
Solo allora il Ponente potrà disporre di una rete di servizi sanitari territoriali ambulatoriali che consentiranno di evitare la ospedalizzazione del
paziente per indagini diagnostiche che realizzate in tali strutture costano
al servizio sanitario nazionale molto di meno rispetto ad identiche prestazioni rese in sede ospedaliera.
·Presidente Municipio Ponente
vicini~
Seguiva il rinfresco offerto a tutti i protagonisti e alle centinaia di visitatori
stipatii intorno alle ringhiere che cingono illaghetto: al termine, della focaccia di Marinetta e del bianco della Pinea rimanevano solo buone sensazioni insieme alla cartolina ricordo del Tempio di Flora tratta dal gioioso
acquerello del1911 di Augusto Maiani.
·Presidente Associazione Amici dei Musei
e delle Ville di Pegli
Stroncature naturali
Come ricordato nell'articolo, all'evento celebrato in Villa Pallavicini sabato
1 giugno è intervenuta l'Assessore Valeria Garotta che, nel porgere il saluto della Civica Amministrazione ha voluto ricordare "gli imponenti sforzi finanziari che il Comune sta sostenendo per questo Parco come dimostraN
no i lavori in corso e nel contempo non si è risparmiata questo letterale
ammonimento :"ma anche le Associazioni devono fare la loro partet
Vogliamo permetterci di ricordare all'Assessore che una parte le Associazioni di Pegli la stanno recitando in maniera forte con l'aiuto del Municipio Ponente e la consulenza di fior di professionisti del settore da svariati
lustri, prima con PegliFlora e poi dal 2005 dall'Associazione Amici dei Musei e delle Ville di Pegli voluta dalle principali istituzioni culturali del territorio.Rammentiamo all'Assessore che nel 2007 abbiamo lanciato la proposta di affidare il Parco al FA!., ricordiamo il volontariato in Villa Doria
per riaprire i sentieri impraticabili, il progetto realizzato per una sana gestione del Parco Pallavicini , con un dialogo durato con la precedente
Giunta Comunale fino alla fine del 2010, quando l'Assessore P. Montanari
ci lasciò in una pubblica assemblea tenuta nel Municipio di Voltri promettendo "l'emissione di un bando·, un bando che non è mai stato bandito.
Intanto, a causa della "buona" gestione,dopo i primi lavori compiuti da un
anno in maniera filologica impeccabile sulla Tribuna neogotica, tra i pinnacoli che svettano all'ombra della Chiesa di S.Martino è nato un fico! La
natura ci sorprende sempre, quando vediamo aprirsi il bocciolo di un papavero o spuntare le nuove foglie raggiate della chicas revoluta.
Ma ci lascia veramente esterrefatti quando ci dimostra di essere capace
anche di lanciare un messaggio anaforico come questo: dopo avere fatto
nascere in precedenza arbusti vari, stavolta si è voluta esprimere con la
pianta di fico: la pianta della vergogna! (a.m.)
DEI CONDUnORI
Mauro Avvenente
l problema delle deiezioni canine è un elemento vissuto come una forte criticità, dalla cittadinanza che prova un forte sentimento di rabbia
ogni qualvolta deve fare i conti con le suole delle scarpe che hanno casualmente incontrato da vicino, da molto vicino uno dei "toffeè" elargiti
dal "cucciolo" di turno grazie alla ineducazione di alcuni conduttori di cani.
Il proliferare dei deliziosi animali da compagnia rappresenta una straordinaria occasione per interagire con loro amorevolmente e dare e ricevere
affetto nell'ambito di un rapporto dal quale, forse, in alcuni casi, i migliori
amici dell'uomo hanno molto da insegnarci.
Infatti, per loro atavico istinto, ogni volta lasciato sul selciato il "ricordino"
tentano disperatamente, ma del tutto invano, di sotterrarlo con un roteare
di zampette intente ad esercitare una pratica possibile su terreni morbidi
e sterrati, resa però impossibile dalla pavimentazione e dalle asfaltature
che la civiltà dell'uomo ha posto in essere.
Allora come evitare di invadere i marciapiedi o i giardini ove i bimbi giocano spesso ignari dell'ignavia dei Ngrandi: alcuni dei quali sono grandi di
statura ma bassissimi nel livello del senso civico, spesso dimenticato o vissuto con stupida superficialità o addirittura con protervia ed arroganza?
Un rimedio possibile sarebbe di intensificare ed incrementare il presidio
del territorio da parte dei soggetti titolati a fare opera di prevenzione e
deterrenza o a comminare severe sanzioni, nei casi di inottemperanza alle
normative vigenti;tale salubre ed auspicabile pratica è resa molto difficile
dalla scarsità di risorse umane da dedicare a tali compiti.
Cosa resta da fare se non provare a disseminare la città di distributori per i
sacchettini per la raccolta delle deiezioni, ciò serve ed è sicuramente utile
in alcuni cantoni svizzeri o in alcuni Nlander"tedeschi, ove l'educazione ed
il senso civico sono ancora spiccati ed innati, o semplicemente indotti da
una ragionevole severità esercitata nel controllo del territorio, alle nostre
latitudini, spesso accade che il primo che passa, sia un campione di civiltà
e prelevi l'intero quantitativo di sacchettini per se, forse per garantirsi una
I
/I fico sulla Tribuna Gotica (foto G. Fuiano)
scorta pluriennale, lasciando i malcapitati successivi "clienti" a bocca
asciutta.
Allora, con grande senso civico e disponibilità, si è fatto avanti il CIV Riviera di Pegli che ha inteso lanciare una iniziativa in collaborazione con AMIU
che prevede la distribuzione gratuita, ai conduttori di cani, degli appositi
sacchettini disponibili presso tutti gli aderenti al CIV. Alcuni esercizi commerciali saranno contraddistinti da una decalcomania che indicherà, appunto,ove potersi rivolgere per ricevere" a grati.: come si dice in vernacolo genovese, il sacchettino indispensabile per evitare le sanzioni
previste dal regolamento di polizia municipale che sarà applicato, d'ora
innanzi, con più attenzione e rigore anche dagli addetti di AMIU.
Lo slogan ·il cane è tuo, il marciapiede
di tutti" rappresenta bene la necessità
che, anche da parte dei più riottosi ed
incivili, vi sia un sussulto di senso di responsabilità verso il prossimo che ama
i cani ma non sopporta i conduttori
maleducati.
Grazie quindi al CIV Riviera di Pegli per
l'opera di prevenzione che concorrerà
a realizzare.
~~:.,..;"ne-- "PEGLIFLO RA..
MargheritaConrad
l giorno 31 maggio, all'alba, Elisa
Dagnino Barbarossa, fondatrice e
storica presidente dell'Associazione
Pegliflora, ha lasciato questa vita
per quella nuova nel Signore.
Se n'è andata all'alba perché, forse,
pensava di avere una giornata impegnativa; forse aveva in mente di
allestire una mostra, o una conferenza, su nel Cielo. Un concerto lo
aveva appena organizzato per noi,
per Pegli, all'Oratorio di San Martino, con il Circolo Mandolinistico Risveglio, e forse, voleva concludere
tutti gli altri impegni per poterselo
gustare in tutta tranquillità assieme ai suoi amici. Era una grande organizzatrice, Elisa, determinata e capace di persuadere tutti coloro che le stavano
attorno dell'opportunità e della bellezza delle sue idee. L'apprezzamento
del bello, che lei vedeva come momento di crescita e non fine a se stesso, è
stato la sua bussola e l'amore per la vita la sua forza. Era un'entusiasta della
vita, Elisa, ed era un piacere fermarsi a chiacchierare con lei ed assimilare,
attraverso le sue parole, nuove prospettive attraverso cui leggere la realtà.
Era uno spirito libero, capace di non farsi omologare, pronta a sostenere
con garbo le sue idee. Aveva una personalità spiccata e positiva, ed un carattere dolce. Era intraprendente e mai paga degli obiettivi raggiunti; dietro
l'angolo c'era sempre qualche altro traguardo da superare assieme a chi
voleva proseguire con lei, perché non era gelosa dei suoi successi, anzi voleva condividerli con gli altri. Elisa era capace di amare. Ha amato il suo Gino per 66 anni, la sua famiglia, i suoi amici; era per lei naturale riconoscere
in ciascuno una persona da amare, una persona con qualità, con "talenti"
preziosi, con cui far volentieri un tratto di strada assieme, cui donare alme-
I
25 maggio 2013 - Elisa Dagnino Barbarossa all'inaugurazione
del "Pozzo in Fiore"
da Pegliflora nell'ambito della
XXIII Giornata
(foto M. Riemma)
no un sorriso.
Ha amato l'Associazione Pegliflora. Le ha dedicato passione, risorse, tempo,
entusiasmo, e ha visto nei soci degli amici con cui intraprendere le prossime avventure, progettare ogni giorno un nuovo domani.
Elisa è stata una grande donna, una signora con il gusto dell'eleganza, sempre a posto in ogni situazione, sempre con il sorriso sulle labbra .. Noi tutti
abbiamo imparato tanto da lei. Ora che ha superato i limiti che la condizione umana le ha comunque imposto, continuerà ad amarci ed ispirare in
tutti noi i sentimenti che l' hanno resa così speciale.
Speciale come è stato l'ultimo suo guizzo di ingegno, che ha inseguito con
tanta determinazione e che il Consiglio ha deciso di confermare nonostante il cuore stretto dal dolore: il 'Concerto di Strumenti a Pizzico' con
l'Orchestra del Circolo Mandolinistico "Risveglio: diretto dal maestro Eliano
Calamaro.
Elisa era entusiasta del progetto, sia per il valore dei musicisti come gruppo
sia per la partecipazione, in qualità di solista, del maestro Nevio Zanardi che
aveva conosciuto in occasione di concorsi musicali svoltisi a Pegli e che li
avevano visti in Giuria. Cosl, sabato sera, il rappresentante del Priore ha accolto i convenuti, la Vicepresidente dell'Associazione Pegliflora ha presentato i Musicisti
ed ha brevemente ricordato la
signora Barbarossa, il maestro
Eliano Calamaro si è associato
al ricordo ed ha proposto un
minuto di silenzio..
La commozione è stata massima quando il maestro Zanardi
ha suonato una composizione
musicale per violoncello solo
scritta appositamente in ricordo di Elisa.
Grazie Elisa anche per questo
tuo ultimo dono.
- - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - iIPONENTlNO
GIUGNO 2013
L
fii Mllss/mo SIICCO
di
Wa/ter G. Cavallo
ul Corriere della Sera di marted1
31 Gennaio 2006 il giornalista
Una vita inimitabile con risvolti genovesi
D'Annunzio a 150 anni
dalla nascita
Rita Nello MarchettI
el 150 0 della nascita, Genova ricorda Gabriele D'Annunzio, che
si reputava <cittadino genovese>. l'omaggio più recente si è
Viviano Domenici, in un articolo
svolto al Teatro della Corte dal 7 al 12 maggio scorso, con la messa
sulla pagina dedicata alla scienza, ci
in scena del romanzo "Giovanni Episcopo" a cura dllunaria Tearacconta che il primato della scotro, per la regia di Daniela Ardini. Operazione ardita e interessante,
perta dell'America va ai Vichinghi
giusto tributo al poeta dell'estetismo. Ma la nostra città, in particolain quanto scavi archeologici avevare il suo Ponente, ha fatto da sfondo ad altre vicende dannunziane.
no rivelato in territorio canadese (
Ricordiamo il blitz da lui compiuto all'Ansaldo, per visionare il moAnse-aux-Meadows a Terranova)
dello base degli undici aerei Ansaldo-SVA ,con i quali decollerà dal
·otto costruzioni in pietra, tra cui
campo di San Pelagio, nei pressi di Padova, alla volta di Vienna.
tre sale in grado di alloggiare 80
All'alba del 9 agosto 191 B, il poeta-soldato si dirige infatti, al comanpersone ciascuna, una fucina, una
do della Squadra Aerea San Marco, verso la città austriaca. Alle 9,20,
falegnameria e un'officina per la risette di quegli aerei la trasvolano più volte, fotografandola
parazione delle navi". Anche se
dall'a ltezza di SOO metri e inondandola di volantini patriottici:
queste scoperte archeologiche de50.000 riportavano un lirico testo scritto di pugno dal D'Annu nzio,
gli anni '60 testimoniano prima dell'anno 1000 D.C. un insediamento" 350.000 quello più concreto (tradotto in tedesco) del giornalistanon indigeno· sul suolo americano, il tutto è più riconducibile ad un scrittore Ugo Ojetti.l'azione poetico-dimostrativa della squadriglia
fatto di cronaca in quanto il mondo accademico, lo studio della storia, italiana, che ebbe larga eco sulla stampa internazionale, suscitò sbiconsidera comunque che la vera scoperta dell' America avvenne cin- gottimento e sorpresa nei Viennesi, letteralmente bombardati dalla
que secoli dopo, ad opera di Cristoforo Colombo. E' questo il punto di mole cartacea riversata sulla capitale. Tali sensazioni vengono cattuarrivo del romanzo ( storico) di Massimo Sacco, alla sua prima esperi- rate dalla vignetta umoristica del sanremese Antonio Rubino, pubenza come romanziere. Il libro è stato pubblicato nell'anno in corso da blicata pochi giorni dopo su "la Tradotta: sotto il titolo ~GIi aeroplani
Imprimatur editore, un marchio di Francesco Aliberti, che viene pro- italiani su Vienna. Vienna avvisata-mezzo bombardata~Missione rapimosso e distribuito da RCS libri. l'ultimo segreto di Roma, ambientato dissima: già a mezzogiorno l'audace squadriglia atterrava al campo
nell'Europa del VI secolo, che si configurava formata da regni romano- di partenza. Del resto, D'Annunzio era uso ad imprese spettacolari:
barbarici (o latino-germanici) in quanto fondati su élite guerriere ger- nonostante l'incidente nelle acque di Grado che lo priva della vista
maniche e con amministrazione ovunque romana, narra le peripezie all'occhio destro, riprende le azioni aeree. A fine gennaio 1917, in videl monaco Martinus a cui viene affidata una missione importante che sita segreta a Genova, scende al consueto albergo, l'Eden Palace Holo porterà, attraversando la Gallia, a raggiungere Genua (Genova) da tel du Park, in Via Serra, dove incontra la pittrice americana Romaine
dove imbarcarsi per la Britannia, alla volta di Aquae Sulis (Bath). Com- Brook. Il "Corriere Mercantile~ del 24 gennaio registra: PGabriele
piuta la missione assegnatagli, sarà nel viaggio di ritorno che il monaco D'Annunzio è stato a Genova in questi due ultimi giorni. Egli vi era veverrà fatto prigioniero da uomini del Nord, i Vichinghi appunto, e co- nuto a insaputa anche dei suoi più intimi amici. Il Poeta è partito oggi
stretto in schiavitù nelle terre di quel popolo. Da n, in compagnia di uo- alle 14,40 per Milano, accompagnato dal signor Bruzzone, suo cha'mini e donne che avevano subito la stessa sorte, fuggirà via mare cer- 'eul": Sul motivo della visita nulla trapela, ma è significativo che procando di tornare in patria, ma invece, alla fine di molteplici peripezie, prio in quei giorni nel Cantiere Aeronautico N° 1 di Borzoli le maetroverà l'approdo su terre a lui ignote. E' nverrà costruita la città, il ca- stranze dell'Ansaldo, sotto la guida dell 'ing. Brezzi, stessero
strum, dove ricominciare a vivere. Divenuto capo della comunità, tra- lavorando al primo esemplare di biplano SVA, acronimo dei cognosformatosi da monaco in marito e padre, della sua vita e di quella co- mi dei progettisti Umberto Savoia e Rodolfo Verduzio, cui fu agmunitaria lascerà testimonianza scritta in una "cripta nascosta sotto il giunta l'iniziale della società costruttrice, l'Ansaldo appunto. Si tratpavimento della domus" sperando che, in un futu ro, sia scoperto tava di un monoposto lungo S,15 metri ed alto 2,65, provvisto di
l'insediamento ed individuato "in quali terre un ignaro civis romanus due mitragliatrici, vero gioiello dell'ingegneria aeronautica italiana
sia capitato dopo lunghi e faticosi peregrinaggi".
del tempo. Un esemplare di questo tipo si trova esposto a Sestri,
la trama del romanzo è ben costruita, avvincente ed incalzante con all'Aeroporto "Cristoforo Colombo': Sarà quel lo l'apparecchio che,
una narrazione semplice e lineare. Nonostante il Male segni duramente opportunamente adattato e guidato dal poeta, volerà su Vienna.
la vita di Martinus e dei suoi compagni con mille peripezie e difficoltà, il Genova, peraltro, era stata teatro di un'altra impresa esaltante, se
nostro protagonista, nelle sue azioni, testimonia una serenità di fondo pur discutibile, del poeta: il discorso interventista da lui scritto e
in quanto consapevole "di aver fatto tutto il possibile per salvaguardare pronunciato presso la scoglio di Quarto il 5 maggio 1915.
la vita" sua, dei suoi cari e dei componenti la comunità.
Come vediamo, numerose sono state le frequentazioni genovesi
-;:;:;;;;;;;;;:;;;~-----------------l dello scrittore che, avendo il culto del bello, non poteva sottrarsi al
fascino sottile di una città <intrigante> come la nostra.
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AL PROF. DI MUSICA
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l 3 giugno, nel salone di Pegli
del Municipio Ponente, alla
PII.~ ('41 A CON:!:!IUAR[ Via !'"I!.M.in; 5
presenza del Presidente del Muncipio Mauro Awenente, di Silvio
Ferrari, già Assessore alla Cultura
del Comune di Genova, dello
scrittore e autore teatrale Ivano
Malcotti e di un folto pubblico, è
stata inaugurata una mostra di lavori di Franco Buffarello, organizzata dall'ANPI, sezione di Pegli,
dall'Associazione Donne Insieme
e dalla Pro Loco Pegli,con il patrocinio del Municipio Ponente. La
rassegna, che è stata chiusa il 10
giugno, esponeva una significativa collezione di opere dell'artista raccontandone con efficace compiutezza il
percorso artistico ed umano. Buffarello, che è nato a Genova, ha collaborato
tra l'altro, con testate giornalistiche (Tuttosport, Guerin Sportivo, Corriere
Mercantile) e con la redazione sportiva della RAI e nel 1982 è stato inserito tra
i primi 10 caricaturisti di livello mondiale al "XIX Salon international de la caricature"di Montreal in Canada.
Nella sua vita professionale ha avuto modo di incontrare una moltitudine di
personalità del mondo della cultura, della politica, dello sport e dello spettacolo consentendogli di cogliere dal vivo sempre con leggera ironia le caratteristiche dei soggetti oggetto della sua elaborazione artistica.
Ricordiamo il catalogo delle sue opere· Visti da Franco Buffarello~ edito nel
1991 da Cartoonist di Nino Bernazzali - Pegli. (a.m.)
Franco Buffarello
Pi ttore-ca ricatu rista
Decoratore-insegnante
Nato a Genova il 1913/1954
Docente di discipline pittoriche presso il Liceo Artistico Klee-Barabino di Genova dal 1974, istituto presso il quale ha conseguito il diploma, per poi concludere gli studi presso l'Accademia di Belle Arti di Torioo. Nell'arco della sua
carriera lavorativa è stato collaboratore grafico della rivista Tuttosport, Guerrin sportivo, il Buongiorno, il Porto, il Corriere Mercantile e della Redazione
Sportiva Rai 1, iscritto al registro dei giomalisti.
Nel 19S2 è stato inserito tra i primi 10 caricaturisti a livello mondiale dalla giuria del "XIX Salon Intemational de la Caricature"di Montreal,Canada.
Ha partecipato a molte rassegne umoristiche con il conseguimento di numerosi premi e riconoscimenti, Bordighera, Pistoia, Siena, Borgo Lavezzaro, Gabravo (Bui), Asti, Rigomagno, Pergine Valsugana, Spotomo ...
Ha esposto in varie collettive di grafica e pittura.
Nel 1990 è stato pubblicato· ... Visti da Franco Buffarello~ un libro di raccolta
della mie caricature relative a personaggi della Politica, Arte, Spettacolo,
Sport,che è stato presentato al festival dell'umorismo di Angouleme (Angouleme International Comics Festival).
Molti sono stati gli incontri con personalità importanti nel mondo dello spettacolo,dello sport e della musica, che mi hanno permesso di esportare le mie
opere in giro per il mondo.
L'ironia del potere, il potere dell'ironia
(N.d.r.) Martedì 21 maggio al termine della riuscitissima serata
"Saranno Famosi" in cui si sono es;biti gli alunn; dello scuolo secondaria di I grodo S. Maria ad Nives, è stato letto un sentito messaggio di
ringraziamento indir;uato da una
studentessa all'infaticabile insegnante di musica dell'Istituto, Prof.
Badino. Volentieri pubblichiamo
aro prof, questa mi sa che non se l'aspettava. Sa, ci sono cose che è
difficile dire a voce e allora è meglio metterle per iscritto. Volevamo
ringraziarla. Ringraziarla per le lotte che fa con le prof per venirmi a chiamare durante le altre ore. Volevamo ringraziarla perché ogni volta che entriamo in aula musica tristi, preoccupate o con il muso perché abbiamo
appena litigato con qualcuno, lei sta in silenzio e ci ascolta, sapendo già il
perché. Grazie perché ci appoggia sempre, in qualsiasi scelta, perché le
ore più belle a scuola le abbiamo vissute con lei. Grazie perché con lei la
scuola è sempre piena di musica e nel corridoio, ogni volta che passo, mi
viene sempre voglia di cantare. Grazie perché si sbatte sempre per noi,
per stare un'ora in più a provare i brani a cui teniamo tanto. Escusi se non
ho mai le parti perché me le dimentico sempre a casa. E scusi anche per
tutte le fotocopie che le ho fatto fare. E poi ho perso anche quelle. Grazie
per la sua simpatia, capace di farci sorridere sempre e per le sue battute
tra una nota e l'altra. Grazie per il suo entusiasmo travolgente che ci fa
sempre stare bene. Grazie perché crede in noi e ci ha sempre creduto.Crede in noi anche quando sbagliamo, perché è questo che fanno le persone
che sanno voler bene. Penso di non esagerare se dico che per noi non è
solo un professore, ma anche un amico. Una bella persona,ama bella davvero. Le vogliamo bene, tanto. Meno male che c'è lei!
Froncesca "Cobby" Colombi
Le 'ca.r~'caJure a,rti~Udle <U
BuffaId'ia ~n ~a~tra a ~~gd~
Aeroporto Cristoforo Colombo - Biplano monoposto SVA5
(1917)
{foto G.Mirgovil
Sono più di 40 anni che rido di gusto (anche con una punta di compiadmenro
perrona/e) delle immagini realizzate da Franco Buffarel/o, con quel suo talento
apporentemenre facile e con quella sua spiritosa, permanente disponibilità a non
prendersi mai definitivamente sul serio.
Dico così perché lo vedo sempre come mi si èpresentato davanti lo prima volta:
studente di una classe seconda del Uceo Artistico Statale di Genova dove avevo
cominciato a lavorare.
Nel frattempo, com'è facile verificare dai cataloghi della sua attività e dalla sua
·scheda· bio-bibliografica, lo studente èandata in cattedra, il ragazzo è diventato
marito epadre e forse l'uomo pensa già, magari fra qualche tempo, all'età della
pensione. Nella quale sono certo che accentuerà in tutti i modi le occasioni, come
questa, di esporre le sue ottraenti caricature che gli nascono, stavo per dire, come
se gli uscissero di bocca: evocate erappresentate col semplice richiamo dei nomi
e dei cognomi dei personoggi raffigurati.
Al di là dell'impegnativo titolo assegnato a questa mostra dove troviamo i visi, i
ceffi, le maschere ei profili di papi, sovrani, presidenti,capipopolo, ministri, religiosi e artisti di clamorosa foma mondiale, ma anche le più modeste silhouette di
personaggi di·statura~ locale, noti insomma solo (ro il Polcevera e il Bisogno (e fra
questi ultimi anche faccia di chi scrive), non c'è dubbio che in questa rappresentazione dei volti del potere Buffarella manifesti lo sua identità più coerente
Quella di chi ride e all'occasione sa onche irridere, ma non conosce
l'esasperazione del tratto rancoroso o polemico emeno che mai lo volgarità della deformazione tendente a far scadere i frolli umani dtlle persone raffigurate
Sotto questo aspetto franco Buffarello conosce uno misura, lo sua, per la quale
non deve compiere olcuna sforzo: né per suscitare il riso degli osservatori di fronte
alla comicità di uomini e donne che attraversano comunque qualche straccio di
potere, né per trattenere la reazione di tutti noi nell'ambito di un divertimento immune dallo cattiveria. ['ironia in lui perdona le miserie dei suai simili e per contro
nan ha bisogno di chiedere perdono perché non offende mai.
Silvio Ferrari
'o
Il Presidente Mauro Avvenente all'inaugurazione della mostra di fronte alla sua caricatu ra
i PONENTI NO
Car'Ìoforte e Calasetta
GIUGNO 2013
Il,,a storia de"tro la Storia
Carlo Montevecchi, Biagio Nocerino, Enrico Pisano, Nicola Scopelliti,
Roberto Serrenti· Classe I A Istituto Tecnico Trasporti e Logistica di
Carloforte
(secondo porte)
lunghezza variabile può raggiungere i 12 metri. E'
costruita nei cantieri carlofortini, dove operano ottimi maestri d'ascia locali, che in passato suscitarono
l'ammirazione dell'ammiraglio ing lese Orazio Nel-
son.
Cartolina che celebra lo partenza dei Pegliesi alla volta di
Tabarca
a colonia ligure, che in un primo momento era
L
protetta dalla corona spagnola, prosperò sino
agli inizi del Settecento, quando il disinteresse della
Spagna, che come conseguenza ebbe molestie sempre più frequenti da parte dei corsari barbareschi ai
danni dei Tabarchini; la concorrenza spietata dei
Francesi, che volevano espandersi in Tunisia;
l'eccessivo aumento della popolazione isolana, che
superò le duemila persone; il progressivo impoverimento dei banchi di corallo; la decisione dei Lomellini di cedere ad altri il possesso dell'isola, provocarono una grave crisi che spinse gli abitanti, ormai
divenuti «Tabarchini» ad emigrare. Alcuni, anche
a motivo di prescrizioni assai restrittive, come quella
che impediva nuovi matrimoni per impedire
l'ulteriore aumento della popolazione isolana, presero a stabilirsi sulla terraferma, rassegnandosi a diventare sudditi del bey di Tunisi.
Nel 1738, un numeroso gruppo di Tabarchini decisi a
lasciare definitivamente Tabarca fu accolto dal re
Carlo Emanuele III di Savoia nel Regno di Sardegna e
nell'Isola di San Pietro fondò la citt~ di Carloforte, cos1 chiamata in omaggio al re che ne favor11a nascita.
In seguito, i Tabarchini di San Pietro, che a questo
punto verranno indicati anche come «Carolini»,
per riconoscenza erigeranno a Carlo Emanuele III un
monumento. In soli due anni fu organizzata la pubblica amministrazione, furono costruite le case, la
chiesa e awiate le prime attività produttive.
Due awenimenti sconvolsero la sua esistenza ormai
ben awiata: nel 1793, l'invasione dell'isola da parte
dei Francesi, che intendevano sottrarre la Sardegna
ai Savoia, e nel 1798, l'incursione di corsari tunisini,
che saccheggiarono le case e deportarono circa 800
persone. Il primo si risolse nel giro di alcuni mesi,
cioè fino a quando, fallito l'intento francese di occupare tutta la Sardegna, la flotta spagnola giunta in
soccorso dei Savoia riconquistò l'Isola di San Pietro.
Il secondo, ben più tragico e traumatico, si risolse solo cinque anni dopo, durante i quali gli abitanti di
Carloforte catturati e deportati a Tunisi furono ridotti in schiavitù. Il riscatto degli schiavi vide coinvolte
diverse diplomazie europee e persino Napoleone
Bonaparte.
Torniamo ora a Luigi Scopelliti. Frequenta le scuole
elementari fino alla classe terza, poi va a far parte
dell'equipaggio di una barca da pesca di un certo
Scotto, soprannominato "Barr1': Si tratta di una barca
senza motore, e Tittin con altri ragazzi all'occorrenza
sarà messo ai remi.
Il genere di pesca praticata è quello con le reti, prevalentemente a strascico. L'imbarcazione è la classica bilancella detta carolina (o carlofortina), perché tipica di Carloforte. Si tratta di un natante che ha
origini liguri, caratterizzato dalle forme slanciate e
ben aperte delle ordinate,dall'albero molto inclinato
in avanti ed dal lungo bompresso, dal ponte completo con un'apertura a poppa per dare spazio di
manovra al timonire, e dalla cosiddetta vela latina.
Ne risulta una barca molto veloce ed elegante. La
Tittin, rievocando con un coetaneo quei tempi, ricordava come, poco più che bambini, stanchi di remare,
osservavano l'orizzonte con la speranza che una nuvola annunciasse un pc' di vento, così da poter issare
la vela e riposarsi.
All'età di 14 anni, va a vivere a Calasetta, un paese di
circa 2S00 abitanti, situato nella parte Nord-occidentale dell'Isola di Sant'Antioco, proprio di fronte a Carloforte, da cui è separato dal Canale di San Pietro,
per lavorare sulla barca da pesca di un certo Giuseppe Poma (Ghiggiun), un carlofortino ivi trasferitosi
con la propria famiglia.
Il viaggiatore Carlo Corbetta, a metà dell'Ottocento,
giungendo da Carloforte, cos1 descrive Calasetta nel
suo volume Sardegna e Corsica: « Calasetta è un
piccolo villaggio con poco più di cinquecento abitanti,
che si può dire una propaggine di Carlo Forte da cui dista men di mezzora: medesimi i costumi, medesimo il
dialetto; i suoi abitanti però non si occupano molto del
mare, ma più dei prodotti del suolo circostante, che è
qui un po' meno ingrato eproprio alla coltivazione della vite».
Calasetta 1920
Come mai queste similitudini dei calasettani con i
carlofortini? Vediamo perché.
Nel 1738, non tutti i Tabarchini lasciarono l'Isola di
Tabarca per trasferirsi in quella di San Pietro. La maggior parte continuò a vivere nell'isola tunisina sino al
1741, anno in cui il bey di Tunisi, venuto a conoscenza che i Lomellini volevano cedere la colonia ai Francesi suoi nemici, fece invadere l'isola, sequestrò imbarcazioni e merci, ordinò la demolizione dei
magazzini e delle case, catturò e deportò a Tunisi come schiavi tutti gli abitanti. Scamparono
all'incursione solo coloro che si trovavano a pescare
in alto mare e quanti erano impegnati nei traffici
commerciali sulla terraferma. Cominciò per i Tabarchini catturati un lungo e doloroso periodo di schiavitù, prima a Tu nisi e successivamente ad Algeri. Infatti, nel 17S5, il reggente di questa citt~ dichiarò
guerra al bey di Tunisi, lo sconfisse, lo fece uccidere,
s'im padronì di tutti i suoi beni e se li portò come
bottino di guerra ad Algeri, compreso un gran numero di schiavi, tra i quali erano anche i Tabarchini, i
quali subirono un trattamento molto più duro di
quello patito aTunisi.
Grazie all'attività redentrice di alcuni ordini religiosi
e all'intervento di Carlo Emanuele III, re di Sardegna,
e di Carlo III di Spagna, dopo molti anni, quasi tutti
gli schiavi soprawissuti con i loro familiari furono liberati. Molti si ritirarono a Carloforte, altri si trasferirono in Spagna, dove su un'isoletta prossima alla citt~ di Alicante fondarono «Nueva Tabarca», altri
ancora andarono a vivere a Tunisi, dove svolgevano
diverse attivit~, tra cui il commercio.
(continua)
nEI GIORni 11-14 AGGIO
RTECE
DEllA
ronDAZlonE
Luigi Pellerano
on l'anno 1938 Carloforte compie duecento anni di vita. Sono pochi in vero i comuni di cui si conosce lo
data precisa della nascita, perché per lo maggior parte di essi, lo storia comincia quando già erano assurti ad importanza di vita civile epolitica. Di Carloforte sappiamo perfino il nome e l'ora, dato il modo tutto
particolare e caratteristico della sua fondazione.
E' una storia particolare forse unica che merita di essere brevemente riassunta, rappresentando essa un tipico esempio di colonizzazione, l'unica completamente riuscita, fra le molte tentate in diversi tempi anche in
Sardegna.
Così Agostino Conte sulle pagine del giornale d'Italia del 4 gennaio 1938 annunciava i due secoli di vita della sua città.
Nel 1988 una grande festa popolare annunciò il traguardo dei 250 anni di vita di Carloforte, una celebrazione importante e ben riuscita che coinvolse per un anno intero tutta la comunità di San Pietro.
L'anno 2013 segna il 275° compleanno e ancora una volta Carloforte ricorda questo straordinario traguardo che parte da molto lontano perché i germi di questa awentura umana straordinaria sono stati
seminati nel lontano 1542 in terra di Liguria da intrepidi e coraggiosi pionieri che emigrati in terra
d'Africa diedero vita a una delle più importanti e suggestive imprese politiche e commerciali del Mediterraneo. A quei pionieri, identificati dalla storia come tabarchini, la Proloco ha voluto dare un segno di
affettuosa riconoscenza ricordando attraverso alcune interessanti iniziative le dure e drammatiche
tappe della lunga odissea prima che potessero
approdare in terra sarda
e fondare sull'isola di
San Pietro, Carloforte,
dove ancora oggi a distanza di cinque secoli, i
discendenti di quei liguri
conservano e custodi- ~
scono gelosamente la 10- ~
ro identità storica e linguistica.
Nei giorni 11 - 14 maggio
per ricordare in modo significativo il 275°compleanno di Carloforte il
Comune e la Proloco
hanno ospitato una delegazione di Pegli guidata dal sindaco Mauro Avcomune di Carloforte
venente, dalla Presidente ~~~~~~~-=="'-''''''''-'","~ ~,,"::::::'::::::::::::::":::":::::::::'::=_ _--.J
C
della Proloco di Pegli Milli Pastorino e dalla prof.ssa Luisa Piccinno storica e ricercatrice universitaria,
esperta della storia tabarchina. L'incontro ufficiale celebrativo dell'anniversario, con la delegazione, si
è svolto sabato alle ore" presso l'aula consiliare del Comune alla presenza delle autorit~ civili e militari,ai discorsi di saluto sono seguiti lo scambio di doni in un clima affettuoso e commovente.
Durante la cerimonia il Presidente del Ponente, Mauro Awenente ha consegnato nelle mani dell'Ass.re
alla cultura Elena Luz Castano la documentazione con la quale il Comune di Genova e il Municipio di
Pegli hanno dato awio al programma di consolidamento e rafforzamento delle comunità che appartengono all'epopea tabarchina.
L'incontro con la comunità di Carloforte si è svolto il pomeriggio presso la Biblioteca Comunale agli interventi storici hanno fatto eco alcune melodie inerenti episodi della comunità, è poi proseguito la sera della domenica, presso la parrocchia di San Carlo con la Messa solenne celebrata dal mons. Checco
Rosso alla quale ha presenziato una delegazione di Calasetta nelle persone del sindaco Antonio Vigo e
dall'Ass.re alla cultura Remigio Scopelitti.
Lunedl sera nel giardino dell'Hotel Mezzaluna, incastonato nel mezzo della macchia mediterranea di
San Pietro, il gruppo folklorico Carolino ha dato saggio della propria bravura eseguendo il tipico ballo
carolino e una frenetica quadriglia seguita da canzoni, serenate e ba lli accompagnati dal canto e dalla
musica accattivante dei nostri amici e soci Salvatore, Nino e Mariano. Giornate indimenticabili come alla fine della serata ha sottolineato il Presidente della Proloco, Gianni Repetto nel dare il saluto finale
agli ospiti, che hanno ancora una volta contri buito a cementare l'amicizia e l'affetto della comunità ligure di Pegli coi tabarchini di San Pietro nel 275° anno della fondazione"du Pàize.
,
l!,
Un momento di relax nel
centro storico di Carloforte,
Incontro della delegazione pegliese con i
soci della Proloco
------------------------------------------ iR8NENTINO
GIUGNO 2013
D al concorso indetto dall'associazione A C ompagna
v.
MEMORIE
Genova sulle note dell'immaginazione
Racconto di Sora Marcenaro (2 /\ ptlrte)
- 5<:usate se ho gridato, ragazzi - dissi loro paternamente, tentando la via della diplomazia, - ma vi sembra proprio il
caso?
Il timido tipetto che brandiva la bomboletta la abbandonò immediatamente a terra; i
suoi amici, però, non mostravano la stessa
accondiscendenza, guardandomi anzi con
aria di sfida. In quel momento, preso da
una furia superiore persino a quella precedente, scagliai a terra la bottiglia, la quale
si frantumò in migliaia di briciole scintillanti; i ragazzi strabuzzarono gli occhi, presi alla sprowista dal mio gesto. - ~ pazzo mormorò qualcuno, e come dargli torto?
In quel momento ero dawero fuori di me,
sentivo di essermi caricato sulle spalle una
responsabilità immane,e di dover difendere quella mamma adottiva che era diventata Genova.
Si allontanarono mormorando, in uno scalpiccio confuso di scarpe da ginnastica; io gettai via la bomboletta e mi rimisi a dormire, ma non riuscii a farlo sino a quando, preso da un insolito scrupolo ecologista,ebbi raccolto i resti della bottiglia in pezzi.
Fu questo il primo episodio della mia trasformazione; da quel momento cercai di tornare alla vita precedente, certamente più comoda sotto tutti i punti di vista, ma senza successo. Non riuscivo più a ragionare come essere autonomo: ero diventato un cittadino vero e proprio, pronto a combattere per una causa non strettamente mia, ma della
quale qualcuno doveva pur farsi carico.
Nel mese che seguì, iniziai a percepire la casa dei miei genitori come un luogo estraneo; sempre più spesso trascor'
revo le nottate a casa di amici, e talvolta anche per strada, senza mai nascondere alla mia famiglia dove ero stato. la
loro opposizione al mio nuovo stile di vita ebbe vita breve: ben presto iniziarono a disinteressarsi delle mie assenze,
a non stupirsi se la mia sedia rimaneva vuota per cena, a non entrare più nella mia stanza ogni mattina. Gli incontri
con mio padre, assente in casa almeno quanto me,erano fugaci - un saluto in corridoio e un cenno di dissenso, l'uno
nei confronti dello stile di vita dell'altro; con mia madre restava un qualche legame, ma erano ormai brandelli di
quello che era stata la mia vita precedente.
Quando decisi di abbandonare definitivamente i miei, lo feci nel modo più drastico possibile: la loro casa divenne
off-limits, da evitare più di quella di chiunque altro. Passai da un amico all'altro, chiedendo loro ospitalità per una o
due notti; non potevo restare troppo a lungo nello stesso posto senza
percepire l'inquietudine che accompagna le giornate sprecate: Genova era così grande, non potevo permettermi di non viverla a pieno!
Ebbe cos1 inizio il periodo in cui vivo tutt'ora: quello del vagabondaggio, come lo chiamerebbe qualcuno, o dello studio, come preferisco
definirlo io.
In circa dieci anni ne ho conosciuti di personaggi interessanti, le cui
storie mi hanno accompagnato lungo questo insolito percorso; chiunque si stupirebbe di come,camminando per la strada, io saluti indistintamente senzatetto, prostitute, carabinieri, venditori ambulanti, coppie
con bambini, frati e suore, politici, musicisti. Da ognuno di loro ho imparato qualcosa: un vecchio direttore d'orchestra mi ha insegnato a
muovere agilmente le dita sulla chitarra di mio padre; un alcolizzato
senza fissa dimora a scegliere attentamente un riparo per la notte; un
capostazione a prendere i treni in base agli orari di pausa dei controllori.
Una delle zone che preferisco dell'intera città sono i caròggi stretti e
bui del centro;è fantastico alzare gli occhi e vedere una striscia di cielo
sottilissima, stretta fra due case nnper abbracciarsi. Spesso mi ritrovo da quelle parti senza neanche valeria, talvolta
anche di sera,e in quel caso ne approfitto per trovare un riparo; ed è incredibile come gli abitanti si dimostrino sempre estremamente disponibili, offrendomi un letto o un divano malconcio su cui riposare, preparandomi la colazione
al mattino senza che io lo chieda, prodigandosi per soddisfare ogni mia più piccola richiesta. Gran parte di queste famiglie proviene da angoli del mondo opposti al nostro, siano essi Marocco,Colombia o Cina;sono venuti da lontano
per sistemarsi, per mettere da parte un bel gruzzolo, ma hanno finito con l'ottenere una vita molto simile alla miainvidiabile,certamente, ma della quale purtroppo non si dimostrano mai molto soddisfatti. Forse si sentono estranei;
forse, se vivessero ancora aTangeri, Bogotà o Pechino, non sentirebbero la loro come una vita sprecata.
Genova è affascinante quanto i suoi abitanti, e con questo termine intendo anche coloro che vivono qui da poco,
persino da un anno, e che magari nemmeno possiedono una vera casa; nei vicoli mi sono imbattuto in personaggi
estremamente diversi l'uno dall'altro, e da ognuno di essi ho imparato qualcosa. Ricordo con piacere una ragazza cilena di soli diciotto anni che conobbi nel primissimo periodo di questo mio vagabondare; nonostante la giovanissima età aveva già quattro figli, di cui due gemelli, frutto di tre relazioni diverse. Lei le chiamava ·storie d'amore: ma io
non azzarderei a definire tali queste sue disgrazie: erano più che altro awenture, incontri fugaci, spesso in compagnia di uomini anziani e sposati, dai quali Celina sperava di ottenere un benessere irraggiungibile. Ricordo il modo in
cui cercò di irretirmi la prima volta che la incontrai: riposavo seduto sull'uscio di una casa in cui avevo trascorso la
notte, osservando dal basso la vita delle persone che camminavano frenetiche davanti a me, quando lei si awicinò
trasportando appeso al collo l'ultimo nato,di tre mesi.
- Sono sola, - disse semplicemente,aspettandosi forse che io prendessi l'iniziativa;di solito, quelle due semplici parole dovevano bastarle a trovare compagnia.
Ma io sorvolai sulla sua implicita richiesta di affetto, domandandole invece come si chiamasse il piccolo.
- Michele - disse lei, - come suo padre. Questo nilio è figlio di un grande awocato, sa?
Seguì una chiacchierata di un intero pomeriggio, durante la quale Celina mi raccontò tutta la sua vita, senza tralasciare neanche i dettagli più dolorosi; quella sera dormii da lei, in un sottoscala umido e buio, sotto le sue stesse coperte, sullo stesso letto malconcio, ma come due amici che si conoscono da sempre.
Solo più avanti mi accorsi di quanto quell'incontro fosse stato buffo: lei, una donna passionale e ambiziosa,era venuta a cercare proprio me, uno straccione, evidentemente sprowisto di grandi mezzi finanziari, stravaccato davanti a
un portone in un vicolo maleodorante, quando tutto ciò che sperava era di migliorare la propria situazione economica. Mi piaceva pensare che nei miei occhi avesse visto qualcosa di diverso, un riflesso della nuova vita che avevo
da poco deciso di intraprendere; ma lei stessa, un giorno, mi confessò che il mio sguardo era lo stesso che da bambina suo padre le rivolgeva prima di metterla a letto, e che di fronte a quella dolcezza non si era trattenuta dal raccontare tutto di sé. Per questa stessa ragione dice spesso che se anche io fossi stato al gioco, se avessi ascoltato le sue
prime richieste di aiuto, in realtà lei stessa non avrebbe voluto concludere nulla; ma a questo suo poetico inciso io
credo ben poco.
(continua)
-
D a l con corso in detto dall'associazione A C omp agna
Racconto di Paolo Razzauti (2/\ parte)
uando finalmente le poche navi orientali superstiti riuscirono a volgere la prua verso il mare aperto, issarono le vele e
scomparvero alrorizzonte, troppo deboli per continuare rattacco: urla di gioia si levarono all'unisono dalla nave mercanti/e, dalle mura cittadine edai caròggi della SupertxJ, sicura che non avrebbe più visto garn're al vento una bandiera turca
per lungo tempo.
I cantanti stavano già intonando il primo ritornello: Pietro si concentro per capire cosa dicessero quelle strane parole, per
comprendere se erano cantate in dialetto molto stretto o se erano solo gorgheggi assai orecchiabi/i,' mentre quelle parole ancora gli rimbalzavano in testa confuse iniziava lo seconda strofa, ePietro già respirava gli o/ezzi dei caròggi ei profumi delle
figgedi famiggia, vedeva dipinti davanti agli occhi i volti dei briganti che un tempo popolavano le vie più molfamote di Genova, rancorosi verso il Doge el'aristocrazia che viveva nella bambagia mentre loro erano costretti a rubare ...
Q
... E'ntacà de priachi ghe soia?
Inta cà do Oria ch'o no ,' i 'n moina?
Génte de Lugàn, fàcce de mandi/a,
qui; che do loàsso preferìsc;an l'a;
figge de famìggia, odo de b6n,
che ti peu amiate sinsa o gond6n •• •
. . ....",
·re, //lati! Fermati ho dettor sbraitava un gendarme all'inseguimento
di un brigante, raggiunto da/l'eco degli ordini prodotta dal vicolo deserto; il brigante non ci pensava nemmeno a fermarsi: teneva stretto
fra le braccia un picc% sacchetto di iuta tintinnante di monete che
aveva sottratto a un cambiavalute in piazza, e non aveva lo minima
intenzione di abbandonar/o, perché quel piccolo bottino significava
solo una cosa:cena.
Sfrecciato fuori dal vic%, il malvivente si gettò immediatamente in
un'altra stradina laterale. inseguito dalle urla del gendarme che gli risuonavano nelle orecchie; sempre correndo, il brigante adocchiò una
porta in legno: era aperta, e cosi vi si catapultò dentro, pregando che
il gendarme non lo notasse. Nascosto dietra un paio di sedie, il brigante segui con gli occhi il suo inseguitore che passava oltre il suo nascondiglio senza sospettare niente; tirà un sospiro di sollieV!l
Rialzatosi in piedi, le scarpe logore e aperte in più punti, il malvivente poté finalmente guardarsi intorno, escoprire di essersi
rifugiato in una taverna; l'oste lo stava squadrando da dietro il bancone, passando uno strofinaccio all'intemo di bicchiere: il
respiro affannoso per via della corsa muoveva tutto il robusto corpa dell'insolito cliente. basso e tarchiato, dalla carnagione
scura, gli occhietti piccoli al di sotto di un paio di sopracciglia nere e cespugliose e vestito di stracci. ·Buongiomor azzardò
l'oste sfoderando uno dei suoi sorrisi migliori, abituato ad episodi del genere ·Posso esserle utile in quakhe manierar il corpulento individuo grugnì esi andò a sedere pesantemente a un tav%: dopo giorni di digiuno aveva voglia di una cena consistente.
·Posso almeno sapere il suo nomer chiese cortesemente l'oste apparecchiando il tavolo del nuovo cliente; il brigante grugni
di nuovo in segno di dissenso "Capisco, non è prudente per un individuo come Voi rivelarsi" ammiccò roste ·Almeno un soprannomer "Brigidun" mugugnò il malvivente addentando un pezzo di pane. L'oste strabuzzò gli occhi e si ritirà dietra il
bancone,pronto a servire con ogni riguardo il peric%so cliente.
Fu solo allora che la vide: guardandosi intorno continuando a masticare lo sua pagnotta, posò gli occhi su una donna seduta
in disparte in un angolo, lo cui bellezza era ormai sfiorita a causa dell'età ma riaffiorava nei tratti del viso; era vestita in modo
pacchiano ed appariscente, ma in fondo elegante. Il Brigidun soppesò per un momento il suo piccolo gruzzo/o egiudicò che
avrebbe anche potuto permettersi una nottata di divertimento.
Si alzò rumorosamente esi accostò alla prostituta: "Ehi bellezzar disse "Quanto vuoi per questa serar quella alzò /o sguardo
dalla sua bevanda e prese una rapida occhiata delromaccione. poi aprila bocca per rispondere a quella domanda ormai
abituale; ma prima che potesse proferire parola il gendarme comparve sulla soglia, questa volta accompagnato da altri due
di rinforzo: ·Eccolo è lui!" urlò. Come li vide, il Brigidun scattò verso lo finestra, che scavolcò con un salto felino, malgrado lo
sua stazza; "Dimmi almeno il tuo nome!" gli gridò dietro lo prastituta, sicura che un cliente cosi sfacciato si sarebbe ripresentato "Non posso, è per il tuo bene! Sappi che hai parlato con il Brigidun: ribatté il brigante "Oh ... /o sono Laura!" gli urlò di rimando iei, mentre lo guardava allontanarsi di corsa attraverso lo finestra; i gendarmi partirono all'inseguimento.
Non appena il Brigidun fu sparito dalla vista di Laura, ella cadde sfinita sulla sedia di legno: sentiva in corpo qualcosa che
non aveva mai provato, eppure ne aveva persi a centinaia di clienti, eper i motivi più disparati, ma quell'uomo dalla carnagione bruna le era rimasto impressa, così iniziò a fantasticare su quali
avventure poteva aver vissuto e quali avrebbe potuto vivere lei se s%
/o avesse seguito. D'improwiso, si alzò di scatto dalla sedia, gettò qualche moneta sul bancone eusci dalla taverna.
Il Brigidun correva aperdifiato fra lo gente, zigzagando fra le bancarelle della verdura e i camalli provenienti dal porto, ma nonostante tutto,
sebbene gli giungessero alle orecchie le ingiunzioni dei gendarmi metri indietro, non riusciva a togliersi dalla testa quella Laura: in ogni
donna al mercato rivedeva il suo volto, ogni odore che gli arrivava alle
narici gli ricordava il suo profumo. Uscito su una strada principale,
adocchiò una carrozza, il suo passaporto per fuggire: con un balzo si
sedette sul tetto con le gambe a penzoloni, econ lo mano salutà ironicamente i gendarmi che gettarono a terra le spade rabbiosamente.
Anche Laura nella sua ricerca a rentoni sbucò nella strada principale. evide il suo cliente che salutava con aria sorniona i suoi
inseguitori dal tetto di una carrozza; come posò io sguardo su di lui ebbe un tuffo al cuore: quel burbero omaccione scuro, di
cui non sapeva nemmeno il nome, non era più un cliente qualsiasi, ma era qualcosa di meglio, altrimenti non /o avrebbe cercato per le stradine inrricate dopo il loro primo inconrro, ma non era nemmeno un amico: quando /o guardava sentiva tutte
le viscere in subbuglio, una sensazione strana, ma in fondo piacevole. Con il cuore che le marrellava il petto per l'eccitazione si
precipitò nella carrozza ferma a un incrocio, ebattendo il pugno sul soffitto esclamò, quasi senza fiato: "Ehi bellezza! Dove mi
portir Come udì quella voce il briganre riconobbe subito Laura, quelle poche parole che avevano scambiare nella raverna
erano srare sufficienri "A Sesrri Ponenre· disse lenramenre, rivolto al cocchiere; questi agitò le briglie, ei cavalli partirono scalpitando. Una volta scesi dalla carrozza, il Brigidun guidò Laura per una piccola créuza che si inerpicava sul Monte Gazza
'Voglio mosrrarri una cosa" sussurro awicinandosi all'orecchio di lei; dopo alcuni minuti i due abbandonarono il senriero e
facendosi srrada fra gli arbusri raggiunsero una piccola radura: qui il Brigidun scosrò un cespuglio rivelando una tana "II mio
nascondiglio!· annunciò. Il briganre prese per mano la sua amata e la condusse dentro lo tana; nel buio del sottosu% Laura
bisbigliò ·Eadesso posso saperlo il tuo nomer "Mi dispiace Laura· sospirò il Brigidun "Non posso rivelarrelo ... Non più per
prateggere me, ma per proteggere re· elo abbracciò.
I due si sdraiarono sul fondo terroso del nascondiglio, abbracciari, cercandosi nel buio con lo bocca vogliosa di baci, einfine si
baciarono, si accarezzarono, si passarono a vicenda le mani fra i capelli egiacquero insieme tutta la notte: runa non per soldi,
l'altra non per diverrimenre, ma enrrambi spinri dall'amore;da quella notte il Brigidun avrebbe sempre rubare per due.
(continua)
6
il PONENTlNO
ilPONENTINO
GIUGNO 2013
GIUGNO 2013
7
Il GIORNATA STORICA PEGLIESE
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i PONENTI NO GIUGNO 2013
-{ Le rubriche de il Ponentino
LU NAJ ETTO
cronache dialettali a cura di
Nino Durante
DI
acura di Davide
La
INCURSIONE ALGERINA APRA'
15 LUGLIO 1588
~IlJSICA.
peu ese an<eta ciù o meno cosci ...
L'ea l'alba do '5 luggia do '588, venerdì, e i Prain san stiPti ade-
A
sciiP da'n gran ramaddan de voxe che invitavan a scappa
Q-Q
VITALBA - Clemati. Vitalba
lesta pe
çercd rifuggio in sci bricchi de derré. Difieri, in scia miPnn-Q de Sape/lo
e Parmò, stavan pe atterra trezze sciabecchi con a bordo çenrancee de
corsari intensionif! a saccheggia e case e fa prexonif ciù gente poscibile da vende poi camme se-davi. Anche o Baciccia e a Marinin, adescice tutt'ossemme da quell'allarme, han fiI!to filo fagotto: l'ammo o
l'ha acciappòu e primme cose che gh'en capitee a tio: dui giacche, un
pà de savatte, 'no caverta e quelle poche polanche ch'o tegniva in ta
canria do comò, tanto che a donna Q /'ingheuggeiva in te'n sciaUetto
o Bertin, o seu ninin de dui anni. Serra a porta a-a speofa, han ciappòu
e primme rampe de Fagaggia pe fermòse solo quande so'arriviI! in
Monte/ion. O vegio Menego, che da sempre o viveiva in te quella cascinn-a, o gh'ha subito averto a porta:"Vegni, vegni drento. Ma cose
sta succedendo?'" '" pirati! - gh'ha risposto o Baciccia - Stan saccheggiando Sapello!" "Assidero! - s'è misso a sacramentò o villan - Ma
anemmo in cà, che l'è megio sta a amiò da-o barcon!'" DifiI!ti a
miI!nn-a a l'e pinn-a de Barbareschi armiI! che se preparavan a assali
e primme case. "AmJ1i Marinin, - gh'ha ofto o Baciccia a-a mogge pan tanti diai assimentiI!!","Oh mOiI! caa! - a gh'ha risposto - Mettan
puio in dawèi! Ma ti ti pensi che chi semmo a-o segiior"Stanni tranquilla! - o gh'ha risposto - Chi no gh'arriviàn mai!'" "Amia Baciccia, gh'ha dfto ancon a Marinin - han diI!to feugo a 'na cà! Speremmo che
drento no ghe segge arrestòu nisciun!'" E a l'ea aniI!ta proprio coscì, e
ai pirati, delusi pe avéi fiI!to solo quarche prexone, se son accanii contra e case,piggiando quello poco che trovavan e dando feugo in sà e'n
là. "Ecco che stan anando verso a gexa de l'Assunta! Cose orian mai
fòr ha domandòu a Marinin. "De segùo saccheggiòla e roba tutte e
cose pressiose che gh'attreuvan, e poi magari fòla derruò!"
"Speremmo de no!~ Ma o Baciccia, purtroppo, o /'éiva visto giusto. I
corsari, difiI!ti, intriI! in gexa, han comensòu a frugò dappertutto e a
arranfò queUo che ghe capitava de vedde. No contenti, han piggiòu de
mira anche e struttiie, devastando e assendendo feughi, con 'na cattivéia tale che e sciamme sciortivan finn-a da-a çimma do campanin.
Ma scìa da Pegi e da Sestri, scia da Votri, han comensòu a arrivò i rin forsi: se tratava de diverse çentaniI!e de ommi armiI! finn -a a-i denti. I
Algerin, appena s'en accorti che stavan pe arrivò, han çercòu de fermdii a l'altessa de Castellusso sparandoghe contra 'na cannonò, ma
/'intento o l'è falrlo in quante no solo no en riuscii a fdli and in derré,
ma manco a scoraggiòli in to seu fermo propoxito. A sto punto, arregaggii da quel/'aggiutto insperòu, i ommi de Pra' che s'ean arretiiI! in
sci bricchi, han comensòu a vegnt zù, armiI! de tutto quello che ean
riusci; a trovò: bacchi, forcoin, messoie, piccoin e quant'atro. "Amla
Marinin - gh'ha fiI!to notò a-a moggé o 8aciccia- arriva l'aggiutto da
Votri e da Pegi e anche i Prain stan chinando zù pe combatte con loiatri! Cose ti dixi, ghe vaggo mi asci? .. Ma sci che ghe vaggol'" E acciappòu un bacco bello grosso o s'è cacciòu testa e cD zù pe-a creusa ch'a
portava a Sapello. A-a Marinin no gh'è arrestòu atro che cridghe appreuvo: "Stanni attento! Avardite!'" pe poi inzenoggidse in sce l'erba e
pregd o Segn6. Intanto i Barbareschi, che s'ean reisi conto d'avéi a che
fò con da gente decisa" accortisi d'ese stiI!ti missi in to reuo, han pensòu ben de scappdsene a bordo di seu sciabecchi lasciando perde
quelli pochi prexoné ch'éivan fiI!to. No han posciùo però evitò o scontro con quelli che, da assani, s'ean trasformiI! in assalitoi. O l'è stiI!to
un combattimento de pochi meniiti, pD se intenso: pe fortunn-a no
gh'è stiI!to de morti e i valorosi difensoi en finn -a riuscii a fò un prexone, ch'o l'e poi un rinnegòu de Alascio. A lotta a l'ea ormai finio e in
sce l'iI!nn-a abbandona da-i pirati gh'ea restòu solo ommi che
favan festa e che criavan da-a
contentessa. Unna squaddra
intanto, a l'ea cammina in diression da gexa pe çercò de
asmortò /'incendio e, aggiutta
poi da atri volontai, a l'è riuscio
a mette e cose a posto e tutta
quanta l'operassion a poéiva
conscidertJse finio. L'è stiI!to a sto punto che o Baciccia, mollòu o bacco in sce l'iI!nn-a, o l'ha lasciòu a compagnia pe fd o cammin a-a reversa fiI!to da poco: /'adrenalinn-a che ancon a circolava in te seu
venn-e a gh'ha permisso de fd quello percorso in te'n bdgio de can, pe
caccidse feliçe in te brasse da moggé. "A l'è finio, a l'è finia! Vegni Marinin, òua poemmo andsene a cà nostrar"Ma se vegnan in derré r "Oh
no, no vegnan ciù, stanni segùa, perchè 6 san ben cose l'aspetar
"'Grassie Baciccia, - s'è inrromisso o Menego che da l'iI!rto do bricco o
/'éiva visto tutto- ti estiI!to unn'eroe! Ti Si1!, aviiI! osciùo ddve 'na man
mi asci, ma co-a schenn-a che me rirreuvo ... " "Ma cose ti dixi! - gh'ha
risposto o Baciccia - T'iI! fiI!to fin troppo!" Poi, doppo 'na serie de abbrassi e de stréite de man, i dui sposoéi han repiggiòu e seu cose pe ritorntJ finalmente fra e miage domesteghe. Pra' a l'ea salva, e anche o
Bertin, o figgieu, o riéiva in te brasse da mOiI!, ignaro sens'atro de tutto
quello ch'ea successo, ma drento de lé probabilmente orgoglioso de fiJ
parte de'n popolo cosi feo e coraggioso.
i tratta di una pianta perenne, spesso rampicante e molto
diffusa nella flora europea. I suoi fusti invecchiando diventano delle robuste liane che strisciano o più spesso si arrampicano
su ogni tipo di vegetazione. In inverno, nei boschi, si riconosce
faci lmente perché è com pletamente ricoperta da gomitoli di fi lamenti argentati. Spesso diventa dannosa per le piante cui si
avviluppa perché
avvolgendone
l' intera chioma,
crea delle vele di
resistenza al vento
ed alla neve che fi niscono, in molti
casi, per rompere
il tronco della
pianta invasa dalla
liana. 1suoi acheni,
a forma di piccolo
fu so, maturano
presentando delle appendici piumose molto adatte alla disseminazione, che nell'insieme formano quei caratteri stici filamenti
che appaiono quasi come una seconda tardiva fioritura. I fiori
veri, disposti all'ascella delle foglie oppure all'apice dei ra muli
sono molto profumati, ed attaccati a lu ng hi piccioli tendono a
raggru pparsi formando grandi infiorescenze, da giugno a settembre. La vitalba un tempo era coltivata, poi da alcuni secoli si
è inselvatichita, diffondendosi particolarmente nell'Europa centro-meridionale e nell' Africa settentrionale fino al Ca ucaso. E' nota per questi suoi peduncoli fogliari che avvolgendosi attorno a
qualsiasi supporto, possono arrampicarsi a grandi altezze fino alle chiome degli alberi. Una antica tradizione che conosco è
quella di raccogliere i giovani germogli che. dopo essere stati
sbollentati, si possono uti lizzare per prepara re delle squisite frittate dal gusto leggermente amarognolo,
ma
è
necessa ri o essere
ca ut i perché allo
stato adulto la
pianta diventa tossica (i principi attivi
sono termola bili e
con la boll itura i
giovani germog li
sono certamente
commestibili). fatta questa eccezione è necessario ricordare che le sostanze contenute nelle foglie, a contatto con la pelle provocano irritazione,
mentre per ingestione creano danni all"apparato digerente ed
urinario. ll suo nome deriva dal greco Klema-atos cioè sarmento,
ed il nome specifico dal latino vitis-alba, dove si unisce al portamento sarmentoso della specie, il colore bianco dei suoi fi ori.
Nella medicina popolare il macerato alcolico delle foglie, opportunamente diluito, era impiegato con uso esterno per frizionare
le parti doloranti in caso di reumatismi. Nel
lin guag gio
sim b ol i co
dei fi ori la
Vitalba rappresenta l'
intelligenza.
M'a o n <.7
In passato i
fu sti di Vitalba venivano usati dai bambini come corda per saltare e dagli
adulti per legare fascine o per confezionare dei robusti cesti.
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ROMAN'l'ICA ~IlJSICA!
ggi parliamo di musica e di ciò che sul pentagramma possono
scrivere le solite, ripetibili, replicabili, ma mai monotone, sette
note. facciamone una rapida storia, almeno degli ultimi secoli.
Da l passato remoto ci giunge una musica plebea (i ca rmina bu rana)
ed una patrizia (che spazia da Bach a Vivaldi). Poi arriva il romanticismo che tutto riunisce e tutto contamina: abbiamo così mostri sacri
(Verdi, Beethoven ecc.) ma anche fuori dalle sette note è un fi ori re
di romanticismo: pittura, scultura, architettura, scrittura (romanticissi mi i poeti maledetti!) sono le ancelle che trasmettono al mondo
moderno una nuova concezione della vita stessa.
Il secolo ventesimo inizia sulla falsariga del precedente, con il romanticismo solo un po' più moderno. Ci sono, è vero, tentativi di
"andare oltre: il grande Igor (Stravinski) che da il-la" alla dodecafonia, desiderosa a tradurre in suoni pure i rumori di Madre Natura,
(però non c'è un segu ito di massa, ogg i diremmo che non fa
-audience"); nel frattempo è nato il jazz che da romanticamente caldo è diventato pragmaticamente freddo, ma anch'esso senza un
grande codazzo, anch'esso non rivoluziona un bel niente. Tuttavia il
romanticismo continua a dettare legge e sul pentagramma lo si vede molto bene con la nascita della musica leggera: le signorinelle e i
come pioveva, le care piccine e i balocchi e profumi scandiscono
con un romanticismo fattosi melenso le armonie prima e dopo
l'ultimo conflitto mondiale, periodo che annuncia l'arrivo di nuove
vecchie romanticità con le sanremesi grazie dei fiori, vola colomba e
via di seguito.
Da oltre oceano nel frattempo arriva il rock che intende dare uno
scrollone alle melodie di tutto il mondo come anche di casa nostra
ma, alla fine, è anch'esso romanticismo: forse un po' più arrabbiato,
ma pur sempre romanticismo! Comunque un pregio lo ha ed è
quello di far partire un eccezionale filone di creatività musicale: i
Beatles ed i Rolling (anch'essi soltanto in apparenza arrabbiatissimi)
ne sono solo l'apice, ma troviamo altre genialità tra i Queen, i Genesis, i Dire Straits, i Credence, Jimi Hendrix, gli Eagles e altri.
Da questo forte scrollone nascono idee musicali nuove ed interessanti: i metallari sono un passaggio importante ma anch'essi non
riescono a dare quello scrollone rivoluzionario che ormai il mondo,
in particolare quello giovanile, il più vivace, sta aspettando con impazienza. Le sonori tà dei Metallica, degli Ang ra o degli Stratovarius
(per non parlare di Ac Dc, Guns Roses o Aerosmith) apparentemente
così antitetiche al romanticismo, a sentirle con attenzione contengono ancora armonie romantiche che non creano l'agognata rivolta
musicale ed innanzitutto esistenziale, che i nostri ragazzi aspettano.
Ed eccoci infine ai giorni nostri. Allora, la musica, canale privilegiato
delle relazioni fra i giovani, è riuscita a sbloccarsi finalmente dal romanticismo oppure no?
Ebbene, io credo che, sì, finalmente la musica odierna, quel Rapp
che io non riesco a capire perché così lontano dalle mie idee musicali nonchè esistenziali, sia lo status simbol che ha permesso ai giovani di svincolarsi dal romanticismo che così tanto ci ha impregnato
la vita nei decenni e nei secoli scorsi. AI suo posto c'è una musica ... tecnologica, "molto parlata e molto gesticolata~ (sempre con gli
stessi gesti!!!) che io, di un'altra età e di un'altra generazione, reputo
assurda, piatta, senza colore e senza calore, ma pare che faccia sentire ai giovani quella voglia di "nuovo" che tanto aspettavano.
Ora, da vecchio come sono, potrei chiedermi se questi ragazzi ... se
tu ragazzo lettore, così figlio di una tecnologia spasmodica fatta di
sguardi incollati a schermi piccoli o grandi e padiglioni uditivi perennemente intasati da auricolari o cuffie, coi pantaloni provocatoriamente ad altezza osso sacro e col cavallo alle ginocchia, sia veramente il nuovo che tutti aspettiamo, ma so che la risposta che mi
darei sarebbe no, non sei tu il nuovo. Tuttavia sbaglierei; perché tu
ragazzo, che coi tuoi comportamenti così indisponenti ci parli di relazioni umane aggressive ma al tempo stesso fragi li e assai diverse
dalle nostre, molto robotiche e poco umane, forse stai veramente
costruendo il nuovo, solo che nemmeno tu ne sei ancora consapevole e tantomeno sai dove stai andando. E noi, vecchi o adulti che ti
siamo vicini, abbiamo il dovere di provare a capirti per tentare di
aiutarti. .. e se tu non vuoi il nostro aiuto è solo perché quello non
era il giusto approccio per awicinarti.
Se ci accostassimo non solo con l'intenzione di INSEGNARE a voi,
ma anche con voglia di IMPARARE da voi, forse raggiungeremmo
qualche risultato in più ... forse.
Cogita amico, cogita.
O
lO
i ~NENTINO -----------------------------------------GIUGNO 201 3
160 SCATTI DEL GENIALE REGISTA AL PALAZZO DUCALE
STANLEY KUBRICK FOTOG
LA
FO
"COli
Morfina Moggi
Credo che catturare un'azione spontanea, piuttosto che studiare attenta- usare questa defin izione paradossale - sia lo forma più perfetta di espresmente una posa, rappresenti sul piano estetico l'uso più valido ed espressi- sione.A nessuno piace che gli vengano spiegate le cose.
vo della fotografia.
- Sranley Kubrick.
ra il 1945 quando, armato solo della passione per la fotografia e di
una fotocamera ricevuta in regalo dal padre a tredici anni, il diciasset-
E
tenne sconosciuto Stanley Kubrick riuscì a scattare una meravig liosa immagine di un edicolante che osserva sconsolato un giornale riportante
la notizia della morte del Presidente Roosevelt.
Venduta la foto alla
rivista Look, venne
assunto
da
quest'ultima dopo
il diploma.
Fu solo un piccolo
punto di partenza
della brillante ascesa di colui che divenne un grande
regista, ricordato e
citato con ammirazione: dimostrando
fin dai primi mesi di
lavoro un grande
.
talento nel racchiudere le emozioni
delle persone in un
solo scatto, presto
Kubrick si differenziò dagli altri fotografi per le sue originali rubriche.
Non amando le pose plastiche dei modelli e preferendo invece cogliere
un soggetto nella sua spontaneità, pubblicò su Look una prima rassegna di fotografie scattate sulla metropolitana di New Vorl<. prediligendo
le corse notturne perché, a suo avviso, ·Ie persone si mostravano meno
DUO
- Stanley Kubrick
Il viso del bambino, non rivolto verso il cliente ma nemmeno verso
l'obiettivo, è pensieroso ed anche malinconico:forse Mickey non vorrebbe trovarsi in quel luogo a compiere quel mestiere umile per pochi soldi. Forse ... forse vorrebbe inseguire il suo sogno, come lo stesso Kubrick
è riuscito a fare impugnando una macchina fotografica e ritraendo
l'edicolante. "Nessun sogno è mai soltanto sogno..: questo pare pensare
Mickey, in linea con la citazione del regista, che nell'immagine ha voluto
ritrarre probabilmente la stessa espressione che aveva lui prima di entrare a Look.
I gruppi che seguono sono incentrati spesso su grandi figure dello spettacolo o dello sport della fine degli anni '40: fotografie del campione di
boxe Rocky Graziano, dell'attrice Betsy von Furstenberg o di Rosemary
Williams, con la quale Kubrick gioca concedendoci uno scherzoso autoritratto, scattando la foto allo specchio. Interessante è soffermarsi sulle
immagini che ritraggono l'attore Montgomery Clift: sebbene precedenti
all'incidente che sfigurò i connotati dell'uomo e alla conseguente morte
provocata da un cocktail di alcol e droga, molte persone hanno voluto
riconoscere negli occhi tormentati di Clift una scintilla di quel premeditato suicidio, un dolore interiore che - per qualche motivo - riusciva ad
essere espresso nelle immagi ni del giovane Kubrick.
~ inoltre facile riconoscere in molte fotografie quelle che poi diventeranno famose inquadrature dei suoi film: d'altronde, per il regista il confine tra scatto e ripresa cinematografica è molto labile: "grazie alla mia
esperienza di fotografo, sono stato in grado di sapere alla svelta il modo
migliore per rappresentare fotograficamente una scena sullo scherm07
affermerà in seguito.
Quando si torna alla realtà uscendo nella Genova attuale, quasi si può
iniziare ad osservare il mondo con occhi diversi.
Grazie al maestro Kubrick.
Se può essere scritta, o pensato,può essere filmato.
in i bite~
Quest'anno, a distanza di quasi settant'anni dalla prima fotografia che lo
ha reso celebre, Genova ha deciso di celebrare Kubrick con una mostra a
Palazzo Ducale, cominciata il 1 maggio ed esposta fino al 25 agosto.
Le 160 fotografie, datate nell'intervallo di tempo dal 1945 al 1950, sono
state stampate al bromuro d'argento in un formato più grande a partire
dai negativi originali conservati nella Look Magazine Collection del Museo di New Vork. Sono disposte in gruppi collegati dallo stesso tema e
i,
i il ascoltare con l'audio guida
fornita
all 'entrata la
storia dietro
ad ogni scat- ... 1 •••• 1.1.1 •••••• 1 •••••••••••• 1 •••••• 1.1,1"",,,,
to.
:
Il primo grup- :
:
po di immagi- :
:
ni è dedicato :
alla vicenda di •
Mickey, ragaz• Sul numero di aprile scorso alla pagina 5 abbiamo zino dodicen: pubblicato con il titolo "Successo di PegliFlora con :
ne di profes: uova e campane pasquali" un bel servizio sulla mo- :
s i o n e : stra-concorso allestita da PegliFlora dal16 al17 mar- :
lust rascarpe
: zo presso il Centro Culturale Pegliese. Per un incre- :
di Brooklyn • scioso malinteso in sede di composizione del
_
che Kubrick ri: giornale il pezzo è stato attribuito ad Antonio Marani :
trae nella sua
: mentre era stato scritto da Margherita Conrad Gaiba. :
solitudine, te: Ce ne scusiamo vivamente con la gentile autrice e :
ma prediletto del regista.
: con i nostri lettori.
:
Mi è sempre sembrato che nell'arte una ambiguità veritiera - se possiamo
-
---
Errata corrige su articolo
PegliFlora
---
Er;caSacco
hi non ha trascorso almeno un venerai sera, quest'anno, sul divano
davanti al canale la 7 della televisione che trasmetteva il frizzante e
sempre più popolare programma ·Crozza nel Paese delle Meraviglie·?
Chi non si è fatto almeno una grassa risata con le sue imitazioni esilaranti o non è stato portato a riflettere, sempre con ironia, sulle controverse vicende del nostro Paese dal comico che più di ogni altra cosa, a
fine stagione, desidera finalmente rivedere il mare?
Nato nella nostra Genova il5 dicembre 1959,Maurizio Crozza si è diplomato nel 1980 alla Scuola di recitazione del Teatro Stabile di Genova
guidato da Gian Maria Volontè, l'attore milanese ricordato specialmente
per i suoi ruoli da antagonista negli "spaghetti western" di Sergio Leone.
Negli anni successivi Crozza ha esordito con il gruppo, sempre genovese, dei Broncoviz, con Carla Signoris, sua moglie dal 1992, Marcel lo Cesena, Ugo Dighero e Mauro Pirovano. Ma il grande successo arriva a partire dal 2006, quando Crozza diventa autore e protagonista di un intero
programma: Crozza Italia, evolutosi poi in Crozza Alive, Italialand, Italialand - Nuove Attrazioni, fino a "Crozza nel Paese delle Meraviglie: trasmesso in diretta da Mi lano, che si è concluso poche settimane fa.
Nei suoi 50 minuti settimanali, durata ideale anche per chi l'indomani
deve recarsi a scuola o al lavoro, Crozza ha conquistato l'intera Italia,
bambini, ragazzi e adulti di ogni età, in ben 27 puntate, da ottobre 2012
a fine maggio 2013. Vincente anche l'idea, divertentissima e utile per
stringere i tempi, di interpretare più personaggi contemporaneamente,
facendo uso di registrazioni perfettamente sincronizzate che interagiscono fra loro e con il comico in carne ed ossa presente sul palco.
Il pregio di questo artista è quel lo di utilizzare ironia e satira, uno dei più
antichi mezzi di comunicazione, per mettere a nudo le contraddizioni e
le assurdità della società politica del nostro Paese, per farci riflettere divertendoci.La satira e i momenti di ironica e talvolta amareggiata riflessione politica, nel programma di Crozza, si alternano a divertentissimi
sketch in cui predominano le imitazioni di numerosi personaggi, della
politica e non. Nelle prime puntate dello show, hanno avuto un posto
privilegiato fra le imitazioni Antonio Conte (è agghiaccianteeee!!!) e Flavio Briatore (l'imprenditore al tuooop che porta il sciooogno fra i Masai).
Spesso la serata si è chiusa con una puntata di "Kazzenger: la parodia di
·Voyager: o con "BastardChef: parodia di "Masterchef: il concorso culinario in onda su Sky condotto dai tre chef Gordon Ramsay, Graham EIliot e Joe Bastianich, da cui sono nate le frasi mito:·Mi stai diludendo,
vuoi che muoro????~E ancora, la seconda parte di ·Crozza nel Paese delle Meravig lie" si è concentrata sul Presidente della Repubblica Giorgio
Napolitano, in procinto di fare le valigie ma sottratto inaspettatamente
alla sua vacanza, e soprattutto sullo sketch dei "Muppets" della Regione
Lombardia, con Formigoni, Maroni (macroregionizzatttto H24) e Bossi
(manà manà) a formare un indimenticabile terzetto.
Il fenomeno Crozza sta crescendo sempre di più, anche grazie ai collaboratori del comico, tra cui Andrea Za lone, sua degna spalla in molte occasioni, ad un gruppo di giovani attori e alle immancabili musiche dal
vivo della Silvano Belfiore Band. Il talento di Maurizio Crozza è apprezzato in ogni sua manifestazione, specialmente fra i giovani, che ne hanno
fatto il loro mito. Speriamo che la nostra città continui a fornire al mondo dello spettacolo figure altrettanto dotate, che non possono fare altro
se non rendere i loro concittadini"zeneixi· orgogliosi.
BUONE VACANZE!!!!!!
C
--
~"'I"'II"II'I""I'I'I"I'I""""""I""'~
SESTRI PONENTE fESTEGGIA
IL SUO PATRONO:
SANT'ALBERTO
Giulia Parodi
breve Sestri Ponente festeggerà ,come è usanza da ormai molti
anni, il suo patrono, Sant'Alberto, al quale è stato dedicato un
intero quartiere e un eremo sulle alture sestresi. Come per la maggior parte delle spiritualità antiche, non si hanno molte informazioni
sicure su lla sua vita, ma notizie piuttosto leggendarie entrate nella
tradizione genovese. Non conosciamo il luogo né la data di nascita,
ma sappiamo che in gioventù assisté ad un dramma sacro in cui veniva rappresentata la conversione diTeobaldo dei Conti di Sciampagna, che lo convinse a devolvere la propria vita alla fede. Uomo dalla
bassa istruzione, provocò diverse perplessità da parte dell'abate
A
de ll'abbazia
di
Sant'And rea,
ma
,dopo aver dato
prova della propria
determinazione attraverso un lungo
periodo da eremita,
riuscì a diventarne
un membro. Non
sod disfatto della
propria vita religiosa, volle dedicarsi r"'"
nuovamente alla i Lo grotta nello Chiesa di S.
ta eremitica fino al
1180, anno della sua morte. l'unicità del santo e il grande amore che
riscont rava tra la gente sono testimoniati dalle leggende su di lui
raccontate e dai miracoli che il popolo gli attribuiva sia in vita che
dopo la morte. Quando Papa Innocenzo IV giunse a Genova, fu sor-
preso dal vedere il sentimento che nutriva la gente nei confronti del
santo ormai non più in vita, per il quale, a soli venti anni dalla morte,
era già stata edificata una Chiesa. La rocca su lla quale Alberto trascorse gli ultimi anni da eremita si trova sopra la valle dei Mulinassi,
su l monte Contessa, uno dei più famosi colli di Sestri insieme al
monte Gazzo. L'Eremo, che sorge appunto su questa rocca, ha ricevuto nel corso nei secoli notevoli modifiche, ma oggi risulta un luogo piacevole e ricco di storia. La festa in onore del Patrono è da
sempre un evento atteso dai cittadini di Sest ri Ponente, che lo venerano con preghiere, processioni, musica e banchetti gast ronomici tipicamente genovesi: le scuole di musica del Ponente, alcune persone importanti della municipalità sestrese e i rappresentanti delle
botteghe della cittadina si riuniscono nella via principale, Via Sestri,
e danno vita ad un evento caratteristico e dalla lunga storia.
Era tradizione, per la ricorrenza del Bluglio salire all'Eremo anche da
Pegli per un vecchio sentiero che partendo da via Cassanello saliva
in località Razzara, interrotto oggi per la presenza dei depositi petroliferi.
- - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - iIPONENTlNO
11
GIUGNO 2013
EMMAVALLE E 1 SE
UTTI:RI: AL DlRI:TTORI:
di Loredana Sardi
'era una volta .... penserete cari lettori, no .. . non si tratta di una
favola ma dò che sto per raccontarvi è un'esperienza reale che
C
di fiabesco ha solo l'atmosfera magica generata da una strana al-
chimia creatasi con l'incontro di due generazioni apparentemente
molto lontane: quella degli anziani e quella di bambini della scuola
materna. Le due estreme stagioni della vita non sono poi così distant i fra di loro come si pensa, anzi, la sensibilità e fragilità che la
persona acquisisce nella tarda età è molto simile a quella dei bambini: non si dice, infatti, che si ritorna bambini .. .. oppure che si Mrimbambisce~ nel vero e proprio senso non dispregiat ivo della parola?
Bene spesso fra queste due entità si crea un'empatia tale che la comu nicazione diventa semplice, fluida, immediata.
Questo è quanto è successo ai
·sette nonni· di madrelingua
genovese che hanno- si fa per
dire- pacificamente invaso, nei
mesi di marzo e aprile, la scuola dell'Infanzia Emma Valle di
Pra' per dialogare in genovese
con i giovan issimi alunni. Non
si è trattato di una spedizione
spontanea ma di un vero e proprio progetto organizzato e gestito
dall'associazione HA CompagnaHche vede nel prot. Franco Bampi
il suo massimo esponente. l 'iniziativa che si è sviluppata a livello
provi nciale grazie alla partecipazione di molte scuole materne ed
elementari e al volontariato di circa 150 nonni, è stata sostenuta
da lla Regione Liguria con un fi nanziamento ad hoc.
Ormai è risaputo che sono pochissime le famiglie genovesi e liguri
che insegnano ai propri figli come prima li ngua il genovese, forse
nelle estreme periferie delle città ciò avviene ancora. Questa parlata sopravvive invece fra le persone di una certa età e per di più
nell'entroterra, nei piccoli paesi dove, come spiega il prot. Fiorenzo Toso in una rubrica del TG3, la lingua ligure assu me suoni e sfumatu re diverse a seconda della posizione geog rafica, subendo su i
confini anche contaminazioni e cadenze di altri dialetti. Per le giovani generazioni spesso il dialetto genovese rappresenta un incomprensibile idioma, un amalgama complesso di fonemi: questo
perché siamo di fronte ad una vera e propria lingua, ricca di francesismi e di parole con derivazioni diverse da quella araba, a quella
sarda, corsa e di tante altre. Una lingua ricca di storia che tuttora
viene parlata in altre part i d'Ital ia, come a Calasetta e a Carloforte
Ecco spiegato l'obiettivo del Progetto: partire dal basso diffondendo nelle scuole il dialetto genovese, anche solo attraverso l'ascolto
e il parlato, perché la scrittu ra risulta veramente difficile anche per
gli adulti.
l a mia scelta di far parte della pattuglia dei ·sette nonnn t re donne e quattro uom ini) -tutti motivat i e pieni di energia positiva, nonostante un paio di essi avessero un'età vicina all'ottantina- nasce
dal mio desiderio di insegnante, coltivato nel tempo e mai finora
realizzato, di far conoscere la lingua madre del territorio in cui si vive a tutti i giovani, qua lunq ue sia la loro provenienza o etnia
perché ormai essi fanno parte di diritto di una società contaminata
da culture, usi e costumi diversi ed ugualmente ricchi di valore.
Proprio perché viviamo nell'era tecnologica dove internet la fa da
pad rone, a mio avviso, è importa ntissimo recuperare il nost ro patrimonio storico, valorizzarlo e renderlo fruibile a tutti, li ngua compresa. Il maestro Manzi negli anni sessanta ha combattuto
l'analfabetismo un ificando l'Italia da nord a sud con il mezzo p0tente di una stessa lingua, l'italiano; spetta a noi oggi far riscoprire i
diversi dialetti delle region i italiane contro l'analfabetismo di ritorno causato dai mesaggini sincopati, dai cinguettii e dai profili su facebook.
Nell'attribuzione dei vari nonni alle singole classi in base ai temi da
trattare, a me è capitata la sezione dei fiocchi rossi con le maestre
Elisabetta ed Ileana, con le quali si è stabilito fin da subito una
sinton ia incredibile. Il fi lone da me scelto per una ventina di bambini comunque molto piccoli - con un'età compresa dai tre ai cinque anni - è stato quello dei giochi, delle filastrocche e delle ninne
nanne della nostra tradizione più antica. Per affrontare al meglio
questa nuova esperienza mi sono documentata in proposito con
ricerche approfondite, servendomi di libri, pubblicazioni varie, testimonianze dirette e soprattutto dei motori di ricerca on line,
perché comunque non disdegno la tecnolog ia ben usata e al servizio dell'uomo e non viceversa.
l 'approccio con i bimbi è stato giocoforza quello ludico-didattico,
improntato su l gioco e sul divertimento. l a reciproca conoscenza e
la conquistata confidenza si sono trasformati, incontro dopo incontro, in uno scambio generazionale di emozioni e valori fuori
dell'ordinario. In accordo con le maestre dalla mia bocca non è
mai uscita una sola parola in italiano, erano loro che eventualmente traducevano le mie frasi e i miei racconti. La gestualità, il gioco, e
il contatto diretto con gli oggetti e la ripetizione cadenzata e ritmata hanno avuto un ruolo fondamentale per la comprensione del
dialetto genovese. Incredibile il fatto che i bambin i sembravano
non solo capire perfettamente ma anche apprezzare il suono di
questa per loro nuova lingua che inizialmente scambiavano per
spagnolo o portoghese, data anche l'origine mista delle famiglie di
appartenenza. Dopo tre sol i incontri di t re ore ciascuno, i ba mbin i
salutavano in genovese, sapevano dire il loro nome, la loro età,
elencare le parti del corpo,abbinare i colori con cose ed oggetti disegnati, fare la conta dei nu meri fino a 10, i giorni della settimana,
le stagioni, canta re filast rocche e ninna nanne in un genovese non
perfetto nella pronu ncia ma simpatico da ascoltare. Le fila strocche
e demOe che hanno avuto maggior successo sono state
NPINPIRIPrnA NOXENe NCAREGHrnA D'OU ~ Molto com movente
sentirli cantare la ninna nanna ~ FA A NANNÀ PUPPON DE PESSA
con tra le braccia bambolotti di pezza che cullavano con un amorevolezza disarmante.
Da tutto questo che ho saputo solo in parte trasmettere in queste
righe si può ricavare la solita morale della favola con cu i ho iniziato
NNESSUN ALBERO PUO' DARE BUONI FRUTII SENZA LE R A DIC I ! ~
Egregio Direttore
miei amici ed io siamo già stati ospiti del giornale da Lei diretto nel febbraio 2011 (anno XXV n. 2). Poiché per tenerci informati sugli avvenimenti pegliesi compriamo, a turno,·11 Ponentino: siamo certi che Lei potrà
aiutarci a capire a chi appartiene la mente superiore che ha deciso di depauperare e rendere sempre più invivibile Pegli Ovest in modo particolare piazza Lido di Pegli.
Ci riferiamo in modo specifico alla·chiusura al pubblico· della Sezione dei
Vigili Urbani che è sempre esistita in detta piazza e che era un deterrente
per qualsiasi infrazione. Sulla porta d'entrata c'è scritto di rivolgersi ai Vigili di Prà! Ma che senso ha?
Tuttavia la sezione è a loro disposizione; consideriamola un punto
d'appoggio! A volte c'è il posteggio per l'automobile personale
all'interno del cancello di lato, altre volte depositano all'interno biciclette,
pacchi vari, bagagli e di notte al piano superiore di tanto in tanto notiamo
le luci accese __ .
Si dice che il Comune ha bisogno di soldi, dovrebbe Xlpere il signor Sindaco che con le immancabili multe fatte da piazza Lido a Castelluccio si
riempirebbero le casse comunali! Abbiamo spazzatura depositata a tutte
le ore del giorno, a volte qualche mobile; automobili posteggiate in tutti i
sensi ed in ogni luogo tanto che,a volte l'AMIU non può effettuare il ritiro
dei rifiuti; quindi contenitori stracolmi e di conseguenza ·rumenta· per
terra, Considerato che i vigili sono dipendenti del Comune quando ci
onorano della loro presenza (anche se in loco chiuso) potrebbero almeno
prowedere a·disboscareNquello che una volta era un bel giardino annesso alla Sezione.
Egregio Direttore, ci suggerisca COXl possiamo fare per riavere un pochino d'ordine e di sicurezza, in poche parole per fare riaprire la Sezione al
pubblico o che almeno, essendo la palazzina proprietà comunale, venga
adoperata per altri servizi (CAF, Patronato, Sindacato) come d'altronde,
abbiamo Xlputo, aveva già suggerito un appartenente al ·Comitato Castelluccio· ormai non più esistente perché il p/Oplietario del locale dove
si riunivano gratuitamente per discutere dei tanti problemi li ha
I
·slogg iati~
Ci scusiamo per averla annoiata e pel averla ritenuta ancora una volta il
nostro ·muro del piantoNI
Con tanta stima La Xlluto anche a nome dei miei amici.
Giacomo Dratti
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La Pro Loco Pegli, nell'ambito della
Festa del Mare di Pegli che si svolgerà
nel mese di Luglio, organizza i seguenti eventi:
Venerdì 5: Orchestra "LA PREMIATA
BAND" - Serata danzante
Venerdì 19: Orchestra "ORCHESTRA GIANNI CAFFARENA" - Serata danzante
Tutte le manifestazioni sopra riportate si svolgeranno presso l'Arena degli Artisti sul Lungomare di Pegli,
dalle ore 21 alle 24 circa.
........................................................................................
SIJAZIO ili Aill ili A
l e ostetriche e il personale di neonatologia
dell'Ospedale Eva ngelico Internazionale di Voltri
incontrano le mamme del quartiere e non solol
Se sei in gravidanza,
Hai vO{Jlla di passare un'esta ' e p iena di divertimento ?
Cosa a s peuJ?!?! ' scrlv/fi alla I..udoteca est/va !!!
TI a sp et tiamo con tanlissimi giachi e a ft lvitò!1!
Dallunedi al venerei; dall~
se hai partorito,
se hai piacere di incontrare altre Mamme
e conoscere i servizi del nostro ospedale ."
ti aspettiamo:
martedì 2S giugno
presso lo Biblioteca Benzi.
9:00 a lle 16:00
Non p erder e t empo!!!
contattaci s ubito al num era: 3 4800 9826411!
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Un gruppo di ostetriche dell'Ospedale Evangelico Internaziono/e di Voltri
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in Sardegna o in Corsica e addirittura in alcune comu nità oltreoceano, non può andare persa proprio nella terra che l'ha originata.
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l3itttrt4 2013
ClkrbtMI c9i"!J1d, '''21
"Gnal1di pJgint dI gnndi lttt/odnammi"
Yukari Kabayashl, sapnna
Si/yano Santagata , I t l/Ol"C
En rico Fibrini, baua
Coro: C. Monteverdi
al pianoforte lrene lJa« i
Di .ell o,,~:
SilV<1no Sant ... , ala
06aiMtd 22 c9ill(/'d, "'"2/
UTa/es ofmystuy and tmagination"
Duo Flauto Violoncrllo
Solist i: Roberla Pi ras, Bauto
Gram no Denini, violonedlo
~2!1 c9iuptd, df1W
"Gruppo TtiJlnlr SClffidtamo insieme"
p ~nD:
~ La
suora e il ga ngster",
ClkrbtM 8 c9i"!J1d, "'"21
un storia Ira illllllilgi nu ione e mllSia.
uL' Opm strilU l'ocrhio all' Optrttta"
06aiMt4 ti q/id, dm21
Celle, Mlp.,,,O
EliJO. Panio, soprano
[ ",IIC
G ra.irUa Srovazzo,soprano
Luca Pi.ond ini , ' C/IOft"
Piano rOl1 t: lrene Doni
Clkrbdld If c9iU!J1d, dm21
" fudi t dintorni"
Sandra Paretti, soprano
"Con«rto Violino t piaoofortr"
An selmo Ccrriarul, violino
Roberta Logli, pianofartt
0fuIxr1d '3 q/id, dl'621
Co/om6i Big Btllld
Direllore:
Fulvio Di Clemenle
Sandra Terrik, S6praDO
An nil "ntu ri, meuo S6prana
Andrea PanaSlli, N,i,ano
06aiMt4 20 q/id, dm 21
Constantin Ciobanu Violino
Diret tore:
a l pianoforte lm lC' Doni
pruenta: Gabriella Mazza
Big Borgo Band
Claudio Capurro
Di,cl"," ~"i.jric-a: ~",,;. JlJlH Mtwli
INceFSSO GRAnIITO LA CITTADINANZA
t INvrTATA
12
iGIUGNO
PONENTlNO
2013
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VECCHIE NOVITÀ AVOLTRI
Il ponTE DI lEI
Andrea Boccone
Andrea Boccone
ico che tutti possiamo sbagliare ma se non si mette un freno a certe cose si finisce come quella fragile torre troppo vicina alle acque di manovra delle navi. Mi ha dato fastidio quando qualcuno ha detto che hanno
speso SOO milioni di Euro per mettere il porto in sicurezza:"Alla faccia della
sicurezza, dieci morti!!!;si dice dalle nostre parti. Parliamo di cose meno tra"
giche,parliamo di Voltri - Comique. La pioggia di maggio ha ridestato il problema della biblioteca che fa acqua da tutte le parti tanto che un amico spiritoso, visto che si stava allestendo una mostra di mare, visto che nel salone
delle mostre è stata portata una imbarcazione da pesca, è sbottato contro
gli espositori dicendo:"Avete fatto bene perché se si mette a piovere ancora
un tantino, lo barca comincerà a galleggiare e potrebbe servire per trasportare i libri in salvo!
Sarò lo vostra arca
di Noè". Rimanendo sulla linea comica, 8andettini
mi ha urlato: - Eureka, ho trovato l'
originale della lettera che in Municipio VII non trovano; ho tanto di timbro, è dotata li, 13 dicembre 2010 e porta tutte le 300
firme che avevo raccolto nel quartiere Oche. L'ho mandata anche al Comune di Via Garibaldi, alla R.F.I. Direzione Strategica a Roma e a quella di Genova~Trattasi della petizione pubblica per lo copertura della linea ferroviaria GE-SV con pannelli insonorizzonti. "Ora non potranno più dire che me lo
sono sognato o qualche cosa del genere; aggiunge il8ande. Probabilmente
lo richiesta era talmente "utopica" per loro, che non l'hanno presa nemmeno in considerazione. Questa che vado a raccontare però, è molto più grave.
Sono alcuni giorni che le aiuole dei nostri giardinetti hanno il colore giallognolo del Far West bruciato dal sole, cosa succede? Succede che una ditta
incaricata non ha rispettato le consegne, anziché spruzzare il liquido diserbante nei perimetri in pietra delle aiuole, lo ha spruzzato sul prato, togliendo il verde a tutti i giardinetti di Piazza Giusti, di Piazza Odicini, dei giardinetti Piccardo. Quando le autorità se ne sono rese conto era tardi, si sono
spaventate e qualcuno ha messo un cartello di pericolo per i bambini poi,
tolto forse con l'intenzione di non fare allarmismo. Il fatto è che i bambini
giocano a calcio e ogni dieci secondi il pallone che si bagna nelle pozzanghere, finisce nel prato, vanno a prenderlo, riprendono il gioco colpendo
spesso di testa, con quale pericolo palese per gli occhi è meglio non destarlo. Un impiegato del comune mi mette da parte che occorre risanare vangando profondamente e in seguito riseminare l'erba; un totale di 10.000 Euro, circa. Sempre che qualche madre non li denunci per danni o qualche
proprietario faccia lo stesso al primo disturbo del pancino del loro cane (i).
Quello della pioggia in biblioteca, sta diventando un classico del menefreghismo amministrativo. Cinque anni orsono uscii con un articolo sul Ponentino, senza timori reverenzia/i, con lo complicità della direttrice, che destò
l'attenzione dell'Assessore Margini. Gianna Piccardo quindi, iniziò un sollecito all'intervento in una gara a ping pong con il Comune che dura tutt'ora
anche se, Margini nel frattempo non è stato rieletto proprio. L'aw. Mariella
Garbero che dovrebbe subentrare alla guida della biblioteca è molto preoccupata:"Sta diventando problematico lo cosa perché, non si può andare in
giro con i catini e le "conchette" per sopperire a questo e a quell'altro stillicidio proveniente dal soffitto~ Ho intervistato gli studenti e i pensionati frequentatori della bella sala e dicono sempre le stesse cose:"Succede come
per lo posseggiata: tanta propaganda all'inaugurazione poi, non si fa più
nessuna manutenzione esi lascia andare tutto in malora!!".
D
L.:ARTISTA GINKO AVOLTRI
Andrea Boccone
i chiama Ginko Guarnieri e ogni an no, in primavera viene a
trova rci a Volt ri per partecipa re alla mostra dell'ultimo blù e
ogni han no cambia i temi dei suoi quad ri fotog rafi ci (ormai in
pittura sia acquarello che a olio no n si può più fa re a meno della
macchina fotogra fi ca). Quest 'anno il suo tema nasce dalla necessit~ di associare immagini riprese nello stesso luogo, o in luoghi che si assomigliano o che fanno pensa re a cose sim ili, a d istanza di an ni, in diversi moment i di una stessa giornata o pochi
istanti dopo. Alcune foto sono stat e ribaltate o incollate per
creare effetti geometrici o per motivi estetici come ca ncella re la
chiesa di Pentema. E' complesso il descri vere il suo fare artistico,
proviamo a spiegarlo: lui si ferma nel sito dove ha ricevuto un
segnale visivo e con indicibile sicu rezza e finezza, un qualcosa si
fa visibile, un qualcosa che lo sconvolge e travolge. Scatta dove
l'emozione lo prende poi, cataloga, raccoglie strategicamente in
un libretto che arricchisce come seconda fase del ·fare~ e t rova
un'emozione diversa dal momento dello scatto; questa nuova
emozione la arricchisce di fra si li riche surreali e scatta la terza fase. Come poteva Ginko perdersi l'effetto causato da un acquazzone che allaga l'ultimo lembo di passeggiata a ma re? Un sed ile
diventa una zattera, il pavi mento uno specchio raccog litore di
luce-ombre, t utto si fa geometria metafisica, no n esisterebbe
niente senza Pitagora.1I tempo si è fermato, la lancetta si sposta,
la commedia rappresentata comincia. l'attore, regista, produtto-
S
I
1
A
Ile ore 10,30 di mercoledì 5 giugno 2013 (da ricordare) perché
l'ingegnere Pinasca (responsabile del procedimento), unico ·velitepresente in quanto i progettisti (Jafe e Rossi?) ci hanno snobbato o me-
glio, non si sono presentati perché impegnati all'Università. Crivelli atteso,
non è venuto. Presenti: presidente Avvenente dalle 11 di ritorno da Prà
c.,
to insistiamo, a con..,. ; .tG
tattare l'Un i vers i t~.
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Come si può vedere
'/;>:
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dal miO povero
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schizzo, si tratta di una grande U che va a finire sì nel ponte della ferrovia,
però, senza un incastro, quindi i punti estremi della U tendono ad allargarsi sotto una alta pressione di una piena dinamica. Bisognerebbe chiudere
la U e farla diventare una O lasciando i tre archi liberi del ponte ferroviario.
Cosa accadde nel Settanta? Accadde che per l'incu ria dovuta
all'abbandono della campagna, si formarono delle dighe che, cedute
all'improwiso, liberarono una grande masXl d'acqua che travolse ogni coXI che incontrava e non vi fu barriera che poté resistere. L'attuale 'catino"
sotto l'incredibile pressione di allora, si aprirebbe come una scatola da
scarpe con conseguenti immancabili disastri portatori di lutti! COXl ci d~
più fastidio? L'essere trattati con sufficienza, concedere solo pochi minuti
ai preoccupati presenti; sentire l'alterarsi della voce di chi cerca di fare capire qualche cosa a dei presunti incompetenti e allo stesso tempo, lo svincolarsi dai calcoli; l'accondiscendenza irresponsabile dei nostri eletti (chi
gli e lo fa fare lorol dato che ci sono dei saloni scesi in campo?); dire di no
e non dimostrare e quindi non convincere; essere interrotti maliziosamente, uscire non convinti con la bocca amara. Mi ricorda il fatto della passeggiata quando trovammo una quantit~ enorme di errori di progetto e di
esecuzione e nessuno ci diede retta anzi, si minimizzò con l'aiuto di una
claque in accordo con un "politico' municipale (non rieletto) di allora e tutto passò. Appena inaugurata la passeggiata, una mareggiata dopo l'altra
la deformò irrimediabilmente. Oggi dopo anni si cerca di riparare alla meglio ma senza un programma infatti, si mettono dei massi per proteggerla
ma non si scarica prima la sabbia che esiste sotto il calpestio per cui, quei
poverini di operai devono fare i conti con essa, mentre cercano di ripararla
forando e filettando sul legno marcio pieno di buchi, di errori e dei ripenXlmenti precedenti. Lo ripeto ancora una volta i traversali non appoggiano sui rispettivi sopporti; gli scalini che portano sulla spiaggia sono rotti e
sbagliati come concezione; le ingombranti panchine sono fuori del mondo; bisognerebbe bruciarle gi~ che siamo vicini a San Giovanni Battista:
non perdiamoci l'occasione! Senza alberi che facciano un tantino di ombra, tutto diventa un paeXlggio libico; fatevi mandare una cartolina da Varazze, Cogoleto, Arenzano, Celle per trovare una soluzione a questo problema, fatelo. Dal rudere Coproma alla piscina di amianto, gli eventuali
turisti saranno attratti da questi nuovi muraglioni sul Leira che rendono
ancora più squallido e tetro il quartiere all'intorno, I~ dove, sono sorti validi ristoranti, negozi, abitazioni, associazioni e un Centro Sociale. Ancora
più squallore viene dal disinteresse, Marinetta a parte, di tutti questi operatori fatalisti che hanno disertato la riunione tanto atteXl, dove ognuno
poteva esprimere il proprio regret. Non si riesce in realt~ a evitare la convinzione di essere diventati, dopo la passeggiata a mare, semplici strumenti di forze superiori, per l'occasione il Leira, capro espiatorio per un
esperimento.
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Marina (fascia di rispetto), l'Assessore municipale Calcagno, De Marchi
(Marinettal del Comitato Leira, Mongiardini per il Coordinamento Comitati
del Ponente, il signor Patrone e consorte e altri abitanti dei due lati del Leira.Gli abitanti dicono che rimarranno al buio in quanto i muri sono troppo
alti ma, la risposta è "mangià e sciurbì, nu se po; data la sicurezza, cosa si
vuole di più?~ L'oggetto della discussione è il "catino di contenimento a
monte del ponte di Leira fino al ponte della ferrovia" a monte di quello,
niente, tutto normale ... dicono. Noi invece pensiamo che, se arrivasse una
massa dinamica di liquido e vegetazione
contro il muro sul ponte, dell'intensit~ e della
portata del 1970,
l'acqua arriverebbe in
Via Buffa e raggiungerebbe Cerusa, causando un numero più elevato di vittime di quella
triste volta, sempreché i
muri perimetrali del catino resistino. Chiedo di
vedere i disegni e non li
vedo dopo avermelo promesso perché, ormai, è mezzogiorno e tutti si alzano (un'ora sola di discussione non basterebbero nemmeno a Renzo Piano; faccio notare che ho potuto parlare 2 soli minuti). L'ing. Pinasco prende dei fogli e schizza i vari ragionamenti sui "mucchi" di materiale che si
formano come d'abitudine sempre negli stessi punti e spiega come ad essi sopperire; il muro sa r~ talmente alto da garantire un metro di franchigia
dal livello d'acqua torrenziale, calcolando anche la reazione delle mareggiate che agiscono sempre in senso contrario. Mongiardini dice che il molo di Levante (Circolo Velico) impedisce il naturale corso del torrente che ci
ricordiamo che a volte sfociava dall'attuale Pam: nessuna risposta! Si sposter~ invece, di 20 metri, quello di Ponente e si penXl che sia una buona
soluzione. Chiesto se i calcoli sono stati eseguiti considerando una condizione statica o dinamica, mi viene risposto che il catino dovrebbe riempirsi (secondo i calcoli) lentamente, senza traumi e quindi mi si conferma che
siamo in condizioni di calcolo statico. Chiedo in proposito se avesse visto
lui come ho visto io la masXl d'acqua del Settanta, risponde negativamenteavevo solo 9 anni e ... ~Tutto ci porta a penXlre che ormai i soldi siano
stati investiti e che l'opera debba essere portata fino a compimento senza
ripensa menti. Eccezionalmente però, un ripenXlmento c'è stato, quello di
allungare i muri fino al ponte della linea ferroviaria al quale si attaccano
senza veruno incastro. Si parla pure di una idrovora potente che dovrebbe
aspirare acqua dal torrente e convogliarla in mare, naturalmente come auGLI AMICI RICORDANO
siliaria di intervento immediato e automatico al raggiungimento di un
EMILIO MASSINO "MILLO"
certo livello. Quindi mezz'ora ce la fa perdere Awenente,altri minuti li fanno perdere le interruzioni di chi accompagna Pinasca e altri. Sgomitando
OLIMPIONICO DI VELA
riesco a parlare di calcoli e mi rispondono che gli universitari hanno calco- Attraversava piazza Bonavino nella parte supelato i muri alla sollecitazione di Taglio (Tao) e io dico che oltre al taglio ci riore. Camminava con passo svelta. Quando gli
sono due tipi di sollecitazioni a flessione che spero ne abbiano tenuto chiedevamo quale fosse lo meta rispondeva:
conto. Pinasca scarica, giustamente, su chi ha fatto i calcoli e invita, se tan- "vaggo a fa in giu~ Aggiungeva che lo lunghezza di questo dipendeva dalla voglia di camminare.ll parco Doria era diventato lo sua palestra, riprendeva il passo salutando
re, è sempre lui, il Ginko, che interviene al momento propizio ad alta voce alzando lo mano e regalando un grande sorriso. Apparteneva a quel
modificando ciò che lo aveva rapito inizial mente per trova re al- gruppo di pegliesi (Rinaldo Paduan, "Duddo"Granara, lugnin" Bruzzone, Riccartri scenari e scri vere una frase che è solo un indizio di parten- do Caselli, Edoardo Giunia, G.B. Verardo, Carlo Chiazza, "8epitto"Gaggero ...) che
subito dopo lo guerra e fino agli anni sessanta si dedicarana con grande passioza : ~ ... la pellicola di pioggia stendendosi sugli spigoli ... N • Cambiando ambiente si porta dove non va più nessuno, soltanto ne allo sport della vela. All'epoca il Club Vela Pegli, ricostruita dov'è ora nel 1951,
bosco falciato dalle bru me invernali e trova che:N l a casa di notte con un centinaio di iscritti, era una delle associazioni pegliesi piu dinamiche.
"Millo"vi si iscrisse nel 1946 e nel 1947 venne nominata socio onorario. Gare improfumava tutta di castagna anche sotto il letto ... al tramonto
ne avevamo raccolto q uel tanto che bastava, mentre il bosco pegnative e corsi per giovani si susseguivano per tutta restate. Durante le gare
cantava la solitud ine d i sempre e all'alba quel che ci restava di ogni spazio all'aperto della sede del club era occupato dagli appassionati, molti
un sogno, svan iva come la nebbia turchina ... la sera poi, tutto si dei quali con il binocolo sempre puntato. Esclamazioni di ogni genere ed imprecazioni si susseguivano per tutta una gara. La discussioni continuavano per giorristabi liva pro nti per altri sogn i soavi e lenti N .
ni; lo barche costruite con il solo legna avevano le vele di catone. "Memo;"lbis" e
"Nella"fra le barche dominanti;questo per moltissimi anni fu il mondo di "Millo~
Durante lo guerra lavorò in una lavanderia in Val Varenna ed in tale posizione gli
era possibile segnalare ai partigiani quando il prelevamento degli indumenti presentava meno rischi. A Rapallo fu alla guida di una grande barca privata e nello
stesso paese per alcuni anni, organizzando corsi di vela, trasmise lo passione di
questo sport a malti giovani.
Nel 1956 a Melbourne
partecipò con Mario Copio alle Olimpiadi piazzandosi ad un onorevole
quarta posto. Questa lo
storia non dimenticata di
"Millo'
, Gli amici
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~---------------- iIPONENTlNO
GIUGNO 2013
OLYMPIA PALLAVOLO GENOVA PONENTE
FA "POKER" NEL CAMPIONATO UISP
Erica Castellano
'Olympia PGP ABC Dental, da sempre orgoglio della pallavolo
Lmaschile a Genova, da un paio di anni si è ampliata anche al
PALLANUOTO dlltalo Ebolo
ASSURDO rlAALE AELLA SERIE n
DI PALLAAUOTO
orse non era mai successo che a una giornata dalla fine del
campionato siano già proclamate le sentenze dal primo girone
della serie B. Per effetto di un assurdo regolamento della Federazione Nuoto, le due formazioni liguri imperterrite protagoniste per
tutto l'arco del Campionato, per raggiungere la promozione della
categoria, andranno inesorabilmente a confrontarsi con due squadre di livello senz'altro superiori, Bergamo e Verona per diversi anni
protagoniste in serie A2 che non daranno scampo alle malcapitate
Crocera Stadium e Rapallo Nuoto. I play-off sono stati da sempre
una lotteria enigmatica a volte con sorprendenti risultati. Non è da
meno la sentenza delle due genovesi, Mameli e Centro Nuoto Sestri
che pur lottando per tutto il percorso, non sono riuscite ad emergere per evitare l'inevitabile retrocessione. Ironia della sorte dovremo
attendere ancora la fine di giugno per sapere il responso per le nostre quattro squadre liguri. Nel prossimo numero sarò più preciso
sulla destinazione delle formazioni in predicato. AI momento auguro a tutti i lettori buone ferie, sperando nelle migliori condizioni atmosferiche.
F
settore femminile, accrescendo i buoni risultati.
In questa stagione appena conclusa, j maschi mantengono salda
la serie C e sono finalisti provinciale in under , 7, mentre le squa-
dre ~rosa~ di Under 16 e 13 arrivano ai quarti di finale e l'Under
14 raggiunge le semifinali.
Il successo più apprezzabile viene raggiunto nella seconda par-
tecipazione ai campionati giovanili di volley organizzati dalla
Lega pallavolo UISP (Unione italiana sport per tutti), settore che
organizza e coordina tutte le attività di volley del Comitato di
Genova. L'Uisp collabora per introdurre lo sport nella vita di milioni di persone ed è una realtà presente in tutta Italia.
E' in questo ca mpionato che l'Olympia femminile fa ~poker ~ vincendo il titolo di campione provinciale in tutte le categorie: under 13, under 14, under 16 e under 18.
Cinquanta ragazze andranno a Rimini per difendere il blasone
dell'Olympia PGP e i colori di Genova in occasione della decima
edizione del Campionato Nazionale UISP, che si terrà dal 4 al 7
luglio. Questi esiti confermano i notevoli progressi dell'ultimo
biennio, conseguiti soprattutto grazie alla professionalità dello
staff tecnico della società, gestita con passione dal presidente
Giorgio Parodi
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Il Presidente Giorgio Parodi - HSiamo sicuramente felici e sod- :
disfatti del risultato. Dopo la tripletta dello scorso anno le ra- :
gazze, con una stagione di impegni e sacrifici alle spalle, an- :
dranno cariche e unite alle finali nazionali.
:
Questo è un premio che corona un anno di crescita tecnica e di :
sano divertimento.
:
Per la prossima stagione riorganizzeremo ancora il settore:
giovanile con /'implementazione qualitativa di nuovi allena-:
tori, per affrontare i futuri impegni agonisticiH
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La formazione del Rapallo Nuoto
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IICIClEnE Guido
I Le squadre dell'Olimpla PGP I
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NAZIONALI DI CALCIO
UNDER 15
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Martina Carpi e Aurora Paletto della
A.S.D. Praese nella selezione ligure
Via Taggia 65 r, Genova Prà
CelI. : 328 3176092
Giorgio Fuiano
ella cornice del campo sportivo ' Duilio Boni di Carrara, ospiti della
Società sportiva U.S. Don Bosco Fossone, sabato 2S e domenica 26
maggio, si sono date battaglia per guadagnare l'accesso alla fase nazionale della lega Nazionale Dilettanti, le rappresentative regionali di calcio femminile under 15 del centro nord; di questo girone facevano parte le selezioni regionali di Liguria, Trentina, Lombardia, Toscana e
Piemonte. Si sono qualificate alla fase nazionale che si svolgerà a Chianciano Terme dal 23 al30 giugno, Liguria e Lombardia. la Liguria dovrà
affrontare nel suo girone illazio, la Puglia e la Sicilia.
Della squadra che rappresenta la Liguria, sono entrate a far parte
quest'anno due atlete del nostro territorio ponenti no, tesserate per
l'A.5.D. Praese 1945. Si tratta della pegliese Martina Carpi (portiere) e
della praese Aurora Poi etti (centrocampista); le due atlete per la loro
bravura e continuità di rendimento dell'intera stagione, non sono sfuggite agli occhi dei selezionatori tra tutte le squadre del territorio da Ventimiglia a Sarzana, che le hanno convocate appunto nella rappresentativa regionale.
• ... Come tesserata di una squadra del ponente genovese sono molto
orgogliosa di farne parte e con le mie compagne di aver conquistato
l'ottima posizione mancata per 2 anni consecutivi ... • ci ha confessato
Martina ed Il Ponentino formula a lei ed alle sue compage un grosso IN
BOCCA AL LUPO per i prossimi incontri.
N
W
La formazione è composta da: Chiara Brero, Moti/de Melegari, Giorgia Bettalli,
Sofia Montemurro, Marika Liceo, Giorgia Calcagno, Martina Carpi, Aurora Paletto, Nicole Cozzoni, Alice Panzanelli, Silvia Dentico, Federico Mostrangelo, Valeria Gardel, Nikoleta Morku, Gloria Zambon, Giulia Copua. et Ugo Maggi, ds
Boero, Presidente Potrone, massaggiatrice e fisioterapista Bollo e Scuzzorello
ALLA SUA NONA EDIZIONE
LI
C
Gigi Ferrando
uando sta arrivando una nuova sta9ione, specialmente la primavera o
l'estate, i ricordi vanno a quella dell'anno precedente e la speranza è di
poterne rivivere i momenti piacevoli; chissà per quale ignota alchimia la
mente umana tende, quasi sempre, a cancellare le cose spiacevoli e rimangono quindi le belle sensazioni di una giornata in compagnia, di una gita in
barca,di un pomeriggio al mare, di una cena sulla spiaggia, di un awenimento sportivo vissuto da protagonista o da spettatore.
Certamente tra tutte queste cose è rimasto il ricordo della ' PEGLIIN CORSA";
giovedì 19 luglio 2012 ha avuto luogo la 8" edizione di questa manifestazione:allestito largo Calasetta,per la zona di ritrovo, arrivo e partenza, con il tra-
Q
dizionale "gonfiabile" , con i gazebi per le iscrizioni ed il ristoro, con il tavolo
dei cronometristi ben presto tutta la zona è stata un brulicare di persone variamente impegnate.
Con la esigenza di organizzare una manifestazione sportiva di grade visibilità nell'ambito della festa del mare nasce otto anni ' Pegli in Corsa" ,si riesce
ad individuare un circuito, interamente chiuso al traffico, di circa 3km, si pensa quindi, traendo spunto da altre iniziative, alla partecipazione di squadre riservando però uno spazio anche ai singoli in maggior parte bambini.
Si è arrivati quindi, con qualche naturale modifica e miglioria, all'attuale formula: dalle ore 17 ritrovo in largo Calasetta, alle ore 19 partenza dei singoli
per un giro unico del percorso,alle ore 20 partenza delle squadre, cadenzata
ogni 30 secondi che, composte da 4 elementi devono percorrere 3 giri ed il
tempo finale viene rilevato all'arrivo del terzo elemento, nel frattempo ristoro per i bambini sulla terrazza della Rari Nantes, quindi ristoro per le squadre, a seguire premiazione bambini e squadre, premi a sorteggio per entrambi e per finire serata danzante con esibizione e partecipazione del
Gruppo Mivida Latina.
Inoltre, per dare continuità e logica alla formula della squadra, nonché prestigio e valore alla manifestazione è stato istituito un prezioso trofeo da aggiudicare alla Società Podistica la cui squadra avrebbe vinto per tre anni.
Da subito la formula della Pegli in Corsa ha incontrato il favore dei podisti
abituali, ma per alcuni anni era rimasta una manifestazione un po'·chiusa" al
corridore non legato ad una società sportiva; poi anche questo è stato superato arrivando, nel 2012, alla partecipazione di ben 56 squadre con
l'adesione dei miglio•
ri podisti ma anche di
squadre, improvvisate da quattro amiche
od amici, dai nomi
singolari e spiritosi.
Tutto questo si ripeterà giovedì 18 luglio
2013, le modalità organizzative saranno
le stesse degli anni
passati; un ringraziamento particolare al Municipio Ponente ed alla Polizia Municipale che ci
hanno sostenuto per superare difficoltà logistiche, un ringraziamento agli
sponsor che in momenti difficili non hanno fatto mancare il loro prezioso sostegno, un ringraziamento a quanti quel pomeriggio saranno
nell'organizzazione ed un ringraziamento a tutti quanti parteciperanno e
chissà che fra tutti questo 18 luglio 2013 non lasci un ricordo ancora più bello di quello già bello del 2012.
Per informazioni: gigi ferrando tel 0106983862 - 3285389678
Per iscrizioni squadre:franco olcese tel e fax 01 0267234
NB: non si accdtono isaizionl delle squodre il giorno dellG corw- chiusura
isuizJoni 5quadre ~rcoledi 17
il PON ENTI NO
GIUGNO 2013
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.... -... Ilo sotto:
~
Marc.e• •••••• ••••.••
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t in un delizioso nascosto angolino di Villa Rosa dove da chissà
quanti anni vivono quattro grandi piante di Acacia melanoxy/on.
Chi le fece arrivare, da dove, e per quale motivo (collezionismo?
Il piacere dell'esotico?) resteranno per sempre un mistero. Per
mia conoscenza sono a Pegli le uniche rappresentanti della specie. Le ricordo già adulte alla fine della guerra, quindi si può dire
che compiranno presto i 100 anni.
Alte circa' 2 metri e con un diametro del tronco di 190 cm, probabilmente hanno raggiunto il massimo sviluppo se si ha presente che in Australia, loro terra di origine, raggiungono i 20 metri e in casi eccezionali anche i 40. Hanno un legno molto duro,
qualcuno sostiene addirittura pregiato, utile per costruire mobili, barche, e oggetti d'artigianato di livello. Importata in Italia nel
1826, il nome le fu dato per via delle foglie acuminate e dellegno che si presenta scuro.
La cura e valorizzazione delle piante rare o di grandi dimensioni
dovrebbe costituire uno dei compiti primari di chi si occupa del
verde. Dico questo perché con la stessa facilità con la quale si
abbattono le grandi piante, ci si dimentica di curarle in vita.
Probabilmente è questo il motivo per cui non si può più ammirare in villa Rosa un grandioso esemplare di Quercus rubra (o
quercia rossa americana) dalle grandi foglie prima di un verde
tenero e in autunno di un rosso carico.
Le nostre quattro belle piante di acacia andrebbero messe in
evidenza tagliando con attenzione i numerosi polloni che spuntano dalla base e liberandole inoltre dalla vegetazione meno
importante che le nasconde.
Ovviamente una cartellinatura adeguata metterebbe in luce
questo piccolo tesoro.
Il dimorfismo fogliare dell'Acacia me/anoxy/on è
ben evidenziato in questa foto: assieme sullo stesso rametto foglie di forme diverse.
Villa Rosa, Villa Banfi, Villa Doria hanno completamente perso il/oro disegno originario. La fantasia nell'allestire questi giardini profusa nell'BOO
andrebbe oggi fatta rivivere sia mantenendo gli
esemplari significativi ancora oggi esistente, sia
inserendone altri di particolare interesse.
1/ giardino di Villa Rosa non è grande ma merita at-
tenzione. L'eliminazione di siepi inutili o addirittura
dannose per i fabbricati, l'espianto di specie pericolose, lo valorizzazione di specie rare o interessanti
costituirebbero interventi che potrebbero migliorare questo giardino posto quasi al centro di Pegli.
L'assenza di una pur norma/e manutenzione mette
a rischio quanto realizzato nella sistemazione del
verde dalla ditta che ha costruito i box interrati.
Le chiome delle acacie, che sovrastano tutte le altre attorno, sono sostenute da possenti tronchi.
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I fiori assomiglianti nella struttura a quelli delle
altre specie del genere Acacia dove stami e pistilli
formano un ciuffetto c%r crema.
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Buone ferie ci rivediamo a settembre