Michele Baldini
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COLLANA FORMULARI & GUIDE
LA RELAZIONE
GEOLOGICA
E GEOTECNICA
GUIDA ALLA REDAZIONE
Prefazione di Gian Vito Graziano
SOFTWARE INCLUSO
SCHEMI DI RELAZIONE GEOLOGICA, GEOTECNICA E SISMICA
V
INDICE
PREFAZIONE...............................................................................................................p. 1
PREMESSA...................................................................................................................
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1. IL METODO........................................................................................................... ˝
1.1. Geologia e Geotecnica.................................................................................. ˝
1.2. Professionalità a confronto........................................................................... ˝
1.3. Metodo scientifico e sue applicazioni........................................................... ˝
1.4. Progettazioni, relazioni e scopi del lavoro.................................................... ˝
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2. LA RELAZIONE GEOLOGICA.........................................................................
2.1. Committenza: finalità della consulenza e contratto......................................
2.2. Tipologie, contenuti minimi e fasi di progetto..............................................
2.3. Pianificazione degli studi per la redazione del documento...........................
2.4. Analisi propedeutiche, normative e bibliografie...........................................
2.5. Sopralluogo e rilevamenti di dettaglio..........................................................
2.6. Analisi delle criticità esistenti e potenziali...................................................
2.7. Pianificazione e gestione di una campagna d’indagine geologica................
2.8. Analisi dei dati raccolti.................................................................................
2.9. Modello geologico: costruzione e rappresentazione dei risultati..................
2.10. Osservazioni finali, prescrizioni e conclusioni.............................................
2.11. Oltre la relazione: assistenza geologica in corso d’opera.............................
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3. LA MODELLAZIONE SISMICA........................................................................
3.1. Caratteristiche e finalità del documento.......................................................
3.2. Introduzione alla sismologia, analisi della sismicità e delle pericolosità.....
3.3. Pianificazione e gestione di una campagna d’indagine sismica...................
3.4. Analisi dei dati raccolti.................................................................................
3.5. Modello sismico e metodi di classificazione................................................
3.6. Parametri e verifiche sismiche......................................................................
3.7. Osservazioni finali, prescrizioni e conclusioni.............................................
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4. LA RELAZIONE GEOTECNICA.......................................................................
4.1. Committenza: finalità della consulenza e contratto......................................
4.2. Normativa e contenuti minimi......................................................................
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VI
LA RELAZIONE GEOLOGICA E GEOTECNICA – GUIDA ALLA REDAZIONE
4.3.
4.4.
4.5.
4.6.
4.7.
4.8.
4.9.
4.10.
4.11.
4.12.
Rapporti con gli altri tecnici e pianificazione delle fasi di lavoro................ p.
Analisi della Relazione Geologica................................................................ ˝
Comprensione e valutazione della progettazione preliminare...................... ˝
Pianificazione e gestione di una campagna d’indagine geotecnica.............. ˝
Analisi dei dati raccolti................................................................................. ˝
Modello geotecnico: costruzione e parametrizzazione................................. ˝
Verifiche geotecniche: aspetti concettuali e normativi................................. ˝
Principali tipologie di opere geotecniche..................................................... ˝
Osservazioni finali, prescrizioni e conclusioni............................................. ˝
Oltre la relazione: monitoraggio geotecnico e collaudo............................... ˝
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5. LA PROFESSIONE...............................................................................................
5.1. Qualità e professionalità...............................................................................
5.2. Consigli per i futuri professionisti................................................................
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6. INSTALLAZIONE DEL SOFTWARE INCLUSO.............................................
6.1. Note sul software incluso..............................................................................
6.2. Requisiti hardware e software......................................................................
6.3. Installazione ed attivazione del software......................................................
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BIBLIOGRAFIA..........................................................................................................
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PREFAZIONE
Ho conosciuto Michele Baldini solo qualche anno fa e ne ho subìto apprezzato, oltre ad un
contagioso entusiasmo per la nostra comune professione, il rigore etico con il quale egli l’affronta quotidianamente insieme alla sua valida associata Valentina.
Sono convinto che sia stata questa sua matrice lo strumento per riuscire a compiere, ad un’età
ancora molto giovane, uno sforzo così gravoso, come quello di scrivere questa guida alla redazione della relazione geologica e geotecnica, attraverso un lavoro prezioso di orientamento metodologico, con il quale è stato capace di porre se stesso a disposizione di chi vuol condividere
con lui l’approccio rigoroso alle attività professionali.
Le relazioni specialistiche, geologica e geotecnica, tra loro intrinsecamente connesse e necessariamente coerenti, impongono una indispensabile sintesi di cultura tecnica e scientifica,
assumendo una valenza strategica nei confronti di istanze di sicurezza e di qualità che il progetto
dovrà contenere e che, proprio nel caso delle attività progettuali, si declinano con il raggiungimento di obiettivi di sicurezza dell’opera e del suo contesto e, non ultimo, con il gradimento
della comunità dei cittadini che ne usufruiscono.
Una buona relazione geologica è dunque il requisito indispensabile al compiersi di scelte
progettuali orientate verso criteri di fattibilità e coerenza.
Il testo si caratterizza per una visione ben ragionata degli argomenti trattati, che ne fa una
efficace guida per chi, come indica il suo stesso autore, “vuole trasmettere in maniera organizzata
il sapere derivante da specifici studi”.
È sapiente il criterio di non voler connotare questi studi specialistici come la mera risultante
dell’applicazione tout-court di procedure, ma piuttosto come uno sviluppo ordinato delle attività
conoscitive, che deve essere capace di esaltare le attività della sfera intellettuale e persino di
minimizzare gli inevitabili errori.
A Michele va dunque l’apprezzamento mio e della categoria che rappresento per l’opera
svolta ed alla casa editrice Grafill, che conosco da tanto tempo, quello per l’impegno consolidato
nella costruzione sociale del sapere professionale.
Dott. Geol. Gian Vito Graziano
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PREMESSA
Qualsiasi tipologia di relazione redatta dal professionista abilitato, si tratti di geologica piuttosto che geotecnica, è innanzi tutto un documento scientifico attraverso il quale si vuole trasmettere in maniera organizzata il sapere derivante da specifici studi effettuati in funzione di un
risultato ricercato ovvero di un obiettivo di lavoro.
È per me motivo di orgoglio e soddisfazione scrivere un libro che si occupa della trattazione
di argomenti centrali della professione quali appunto le Relazioni Geologica e Geotecnica, prodotti finali del percorso di consulenza attuato dal professionista ad espletamento dell’incarico di
studio richiesto. Scopo del libro è infatti fornire gli strumenti atti a guidare il consulente verso la
costruzione di un proprio modello di relazione che, nel rispetto delle normative vigenti, valorizzi
la specificità di ogni lavoro affrontato e naturalmente l’identità professionale del tecnico stesso.
L’indice del libro rappresenta già una traccia guida agli argomenti che dovranno essere affrontati durante il percorso di studio.
Nel primo capitolo saranno trattati alcuni concetti che costituiscono le solide basi della professione e rappresentano il punto di partenza su cui è necessario concentrarsi ancor prima di
avviare tutte le attività necessarie all’espletamento del lavoro.
Il corpo centrale del libro tratta naturalmente quanto presente nel titolo stesso ovvero una
guida specifica alla redazione delle relazioni tecniche. Per far questo si vuole accompagnare il
lettore attraverso una serie di attività, tra loro legate sia temporalmente che concettualmente, al
fine di fornire un percorso generale, perfettamente adattabile alle specifiche esigenze, che condurrà il professionista alla composizione finale del documento. Oltre alla Relazione Geologica e
alla Relazione Geotecnica si analizzerà in un apposito capitolo dedicato anche la Modellazione
Sismica che, per complessità ed importanza, si ritiene possa rappresentare essa stessa una relazione a se stante al pari delle altre.
L’ultimo capitolo vuole essere un insieme di riflessioni e consigli professionali sugli argomenti specificamente trattati e sul mondo della professione oggi. È indubbio che tra soddisfazioni ed arrabbiature viviamo periodi di grande cambiamento, basti pensare all’interminabile
evoluzione delle NTC che abbracciano ormai più di un decennio di modifiche e periodicamente
ogni professionista deve affrontare ed integrare nel proprio lavoro. Scrivere proprio ora una
guida? Certamente! L’oggetto del nostro lavoro è stato e sempre sarà lo stesso: il mondo in cui
tutti noi viviamo.
Desidero ringraziare la GRAFILL Editoria tecnica per avermi proposto un progetto così interessante e per la grande fiducia accordatami. Un doveroso ringraziamento per l’aiuto e il supporto alla mia “associata”, Valentina Casolini, all’amico e illustre collega Gian Vito Graziano
ed alle molte persone (una lunga lista, con mio affetto e piacere) che mi hanno insegnato tanto
di quello che in questi anni mi ha fatto diventare un professionista delle Scienze della Terra. Di
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LA RELAZIONE GEOLOGICA E GEOTECNICA – GUIDA ALLA REDAZIONE
cuore ringrazio tutti voi lettori, amici e colleghi, che condividete con me ogni giorno gioie e dolori del nostro non facile ma affascinante lavoro. Ed è proprio verso di voi che sento una grande
responsabilità nell’accingermi a scrivere questo libro, o meglio, questo “manuale” che nelle mie
intenzioni spero possa essere un reale contributo alla professione, tanto per chi sta iniziando ora
a muovere i primi passi nel mondo del lavoro quanto per chi ha vero amore per quel che abbiamo
… sotto ai piedi.
Nota ai contenuti grafici
La maggior parte delle fotografie e della grafica che potete osservare nella presente guida è
parte di reali contenuti tecnici di Relazioni e Studi da me sostenuti per svariate Committenze,
piccole e grandi, pubblici quanto privati. Ho scelto di inserire qualcosa che fosse veramente rappresentativo delle esperienze comuni di noi tutti e che potesse essere di ispirazione per i futuri
professionisti. Spesso mi si vede ritratto nelle immagini: la finalità non è certo narcisistica o auto
celebrativa quanto piuttosto simbolo positivo della “genuinità” del lavoro svolto quotidianamente sul campo da tutti noi professionisti e dell’impegno messo a disposizione dei molti. Vi invito
con piacere ad allegare nelle vostre future Relazioni (se magari già non lo fate) più immagini di
voi stessi al lavoro. Oltre a testimoniare chiaramente il vostro impegno, contribuirete a valorizzare la nostra figura professionale: tema a me caro e comunque imprescindibile per il progresso
scientifico e per un futuro migliore per tutti.
Alcune immagini sono liberamente tratte dal web (e dalla Wikipedia) e purtroppo mi risulta
difficile ricondurle all’originaria paternità. Altre sono derivate dai siti internet di INGV e di
PROTEZIONE CIVILE. La quasi totalità delle immagini è parte integrante di miei lavori, mie
presentazioni oltre che documentazioni sviluppate in ambito universitario.
Tutti i diritti riservati.
Dott. Geol. Michele Baldini
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CAPITOLO 1
IL METODO
1.1. Geologia e Geotecnica
Dare una definizione di queste due discipline non è una cosa così semplice come ci si potrebbe aspettare. C’è chi si affiderebbe alla loro etimologia, chi alla normativa e chi magari alla loro
storia. Difficile accontentare tutti quindi io vi proporrò una lettura che sia orientata al contenuto
di questa guida, ovvero che tenga conto di Relazione Geologica e Geotecnica così come richieste in campo applicativo e largamente usata e condivisa dai professionisti. Da un punto di vista
quindi applicativo-professionale si tende ad identificare la Geologia con lo studio dei materiali
geologici, la geometria del sottosuolo, la composizione ed evoluzione dello stesso e dei fenomeni naturali che lo riguardano. All’interno della Geologia si fanno poi rientrare molti altri settori
specifici quali l’idrogeologia, la geomorfologia la sismicità ecc.. La Geotecnica viene invece più
spesso presentata come lo studio delle proprietà e del comportamento meccanico dei materiali
geologici oltre che dell’interazione degli stessi con opere di tipo antropico. Personalmente sono
in parte concorde con il senso comune ma credo che in alcuni casi si corra il rischio di forzare
troppo questi studi in un ambito di schematizzazione eccessiva della realtà. La Geologia è a tutti
gli effetti un grande insieme di attività che hanno come scopo l’aumento della nostra conoscenza
nei confronti del mondo in cui viviamo (e non solo – esogeologia). In quest’ottica risulta chiaro
che attività quali quelle sopra citate tanto quanto (per fare alcuni esempi) geomeccanica, geofisica e quant’altro, possano essere considerate metodi di studio afferenti alla Geologia.
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LA RELAZIONE GEOLOGICA E GEOTECNICA – GUIDA ALLA REDAZIONE
La Geotecnica, anche in virtù della sua stessa etimologia, si occuperebbe invece della tecnica umana applicata all’ambiente e quindi dovrebbe considerare tutti i casi in cui si opera una
modificazione antropica sull’ambiente naturale. Questa suddivisione ha certamente il pregio di
dividere le attività di studio indipendenti dall’azione umana rispetto a quelle risultanti dalla volontà di interazione uomo-ambiente operando la formazione di due principali gruppi con diversi
obiettivi.
La divisione proposta mi è suggerita anche dalla differente finalità che alcune indagini possono assumere: un sondaggio a carotaggio continuo può essere usato tanto per la ricostruzione
stratigrafica del sottosuolo quanto per la parametrizzazione geotecnica dello stesso attraverso
il prelievo di campioni e l’esecuzione di indagini in foro. Si può quindi avere la necessità di
conoscere cosa c’è sotto ai nostri piedi tanto quanto sapere come si comporterà interagendo in
maniera specifica con esso attraverso l’inserimento di strutture (estranee) antropiche quali pali,
fondazioni superficiali, opere di contenimento, oppure rimuovendo parte di esso a seguito di
escavazioni, ecc.. È comunque evidente che le due discipline sono intimamente legate in quanto
l’esecuzione di qualsiasi opera umana e l’interazione nostra con l’ambiente dovrà sempre essere
preceduta dalla comprensione accurata dello stesso in modo da poter favorire al meglio lo sviluppo del sistema uomo-ambiente.
1.2. Professionalità a confronto
Lo studio dell’ambiente che ci circonda e dell’interazione dello stesso con l’uomo è sempre
stato tradizionalmente associato alle discipline scientifiche.
1. IL METODO
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Vi porto come esempio la mia laurea (Scienze Geologiche) afferente per l’appunto alla categoria delle scienze matematiche, fisiche e naturali. La consapevolezza dei fenomeni naturali che
ci circondano a mio parere dovrebbe essere bagaglio culturale di ogni abitante di questo mondo
in quanto ritengo difficile viverlo correttamente senza il “libretto delle istruzioni”. Proprio in
virtù delle complessità e del delicato equilibrio di funzionamento del nostro pianeta ci sono
persone, come me e come la maggioranza di voi lettori, che dedicano la propria vita allo studio
e comprensione dei fenomeni naturali e dell’interazione dell’uomo con essi. Queste persone
vengono generalmente suddivise in due categorie: studiosi e professionisti. Questo libro tratterà
principalmente il lavoro dei professionisti, senza tuttavia dimenticare il complesso ed inestimabile apporto degli studiosi e degli accademici. La suddivisione presentata merita sicuramente una
spiegazione in modo da far maggior chiarezza, definire meglio le differenze e le peculiarità di
ogni “gruppo” oltre che naturalmente la matrice comune che li lega.
Lo studio delle Scienze della Terra è nato tanto da liberi pensatori quanto da studiosi organizzati in università e quanto, in tempi più moderni, da gruppi di ricerca di grandi società. Quella
che da molti è considerata la prima rappresentazione di un convincente paesaggio roccioso la
possiamo osservare nella “Vergine delle rocce” di Leonardo da Vinci: pensatore, inventore, studioso ma certamente anche geologo ed ingegnere (e naturalmente non solo questo).
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LA RELAZIONE GEOLOGICA E GEOTECNICA – GUIDA ALLA REDAZIONE
Vi ho portato l’esempio di Leonardo in quanto credo che possa rappresentare davvero molto
bene il desiderio di conoscenza, la curiosità scientifica e l’insegnamento “multidisciplinare” che
ci dovrebbe guidare con orgoglio nella nostra professione.
Lo studioso, il professore, il ricercatore sono figure tipicamente legate al mondo dell’accademia sia in veste di insegnamento che di ricerca.
Come anticipato molti laureati in Geologia ed Ingegneria trovano anche spazio nel settore
di ricerca e sviluppo di grandi società private che in questi ultimi decenni hanno svolto un ruolo
importante nell’aumento delle conoscenze legate in particolare al sottosuolo, ai suoi processi
evolutivi ed al comportamento chimico e fisico-meccanico dei suoi materiali costituenti.
I professionisti sono anch’essi dei laureati in discipline scientifiche che tipicamente si occupano di applicare a specifiche situazioni quanto risultante dagli studi accademici e di ricerca. Per
poter esercitare la professione è necessaria oltre al titolo di laurea anche un’abilitazione professionale ottenibile attraverso il superamento dell’apposito esame di stato.
Per quanto trattato in questo libro, ovvero le Relazioni Geologica e Geotecnica, è da considerare che le uniche due professioni abilitate sono quelle dei Geologi e degli Ingegneri, i primi
per la Geologica, la Modellazione Sismica e la Geotecnica mentre i secondi solamente per la
Geotecnica che risulta quindi essere materia concorrente tra le due professioni. Ritengo che similitudini e differenze nel percorso di studi geologico ed ingegneristico debbano essere correttamente sviluppate e valorizzate al fine di poter ottenere un buon risultato finale. È infatti evidente
che ognuna delle due categorie professionali risenta in modo più o meno marcato dello specifico
percorso di studi universitari affrontato ed utilizzi quindi le proprie competenze in modo simile
ma non certo uguale per pervenire al risultato. Quanto vi riporto non è frutto di una generalizzazione tra i professionisti quanto piuttosto un tentativo di confronto atto a presentare una situazione lavorativa che, nel mondo odierno, tipicamente e comunemente vede il Geologo più propenso
verso il lato naturalistico-descrittivo e l’Ingegnere verso il tentativo di modellare per mezzo delle
leggi della matematica e della fisica il comportamento del sottosuolo. Proseguendo nella lettura
del libro risulterà chiaro che il Geotecnico (tanto il Geologo quanto l’Ingegnere) deve essere
una figura in grado di governare e sfruttare correttamente tutte le peculiarità e le tecniche che
entrambe le professioni mettono a disposizione. Credo che chi voglia occuparsi di Geotecnica
possa trovare giovamento dalla conoscenza e dall’unione dei punti di forza di entrambe le categorie. Un ottimo metodo per cominciare può essere proprio quello di sviluppare una Relazione
Geotecnica a quattro mani, prodotto di un Geologo ed un Ingegnere. Ogni figura potrà apportare al meglio le proprie competenze e crescere professionalmente imparando visione e metodo
dall’altra in un’ottica di miglioramento e collaborazione. Inutile negare che non sono sempre
rose e fiori, purtroppo capita spesso di ascoltare colleghi trincerati dietro le proprie barricate ed
intenti a denigrare l’altrui professionalità o a professare la supremazia della propria categoria. È
mia intenzione scrivere questa guida in modo molto franco e con libertà di espressione: credo si
tratti solamente di grotteschi teatrini atti a camuffare ignoranza nei confronti della materia stessa
ancor prima che verso il lavoro altrui. Esistono tanto Geologi che non conoscono un minimo di
matematica e fisica quanto Ingegneri che vorrebbero il mondo a strati piano-paralleli per poterli
“buttare” meglio in pasto al programma informatico di turno in maniera del tutto acritica. Il
Geotecnico verso cui vi vorrei guidare è invece un professionista in grado di imparare dagli
errori e che sa sfruttare al meglio le conoscenze che lo circondano con, come scopo ultimo, la
qualità del proprio lavoro. Nel prossimo paragrafo vedremo infatti quanto sia importante il me-
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1. IL METODO
todo scientifico, sia per il Geologo che per il Geotecnico, al fine di pervenire ad un risultato che
sia solida base per chi dovrà partire dal nostro lavoro e sviluppare il seguito dell’iter progettuale.
1.3. Metodo scientifico e sue applicazioni
Prima di addentrarci nell’argomento mi farebbe piacere citare una frase del celebre medico e
scrittore Sir Arthur Conan Doyle:
«Costruire teorie prima di aver raccolto i fatti è un errore
madornale: conduce ad adattare i fatti alle teorie, invece che
adattare le teorie ai fatti» (Sir Arthur Conan Doyle)
Trattando il metodo scientifico e le sue applicazioni sono certo che la frase del creatore
del celebre personaggio di Sherlock Holmes sia il giusto esempio per descrivere le attività
professionali del Geologo quanto quelle del Geotecnico. Anche noi, come accade in un giallo
d’autore, ci troviamo di fronte a fatti che necessitano di spiegazioni e conseguentemente di
soluzioni. Dobbiamo saperci organizzare, raccogliere “le prove” ed attribuire una soluzione il
più precisa possibile e vicina alla realtà delle cose. Nello svolgere tutte queste attività legate
al “buio” sottosuolo non possiamo quasi mai contare su evidenze facilmente osservabili così
come quasi mai l’investigatore avrà un colpevole che si costituisce e confessa spontaneamente.
L’“architettura” del sottosuolo è per sua natura non evidente alla vista ma può essere indagata e
può presentare degli indizi che sarà nostra cura e diligenza saper cogliere e sfruttare al meglio
delle nostre capacità.
Capita anche troppo spesso di sentire da parte di “non addetti ai lavori” strampalate spiegazione sui fenomeni naturali che ci circondano: fermo restando la libertà di pensiero di ognuno, il
pericolo maggiore si ha quando il passaparola tende a trasformare la strampalata spiegazione in
legge universale di assoluta certezza. Si rifletta sempre sul fatto che ogni azione dell’uomo sul
territorio comporta una reazione, a breve o lungo termine che sia, sulla sicurezza dei pochi come
dei molti oltre che della natura stessa.
Sin dai tempi delle prime civiltà l’uomo ha cercato spiegazioni ai fenomeni osservati attraverso quelli che oggi conosciamo come miti e leggende. La curiosità dell’intelletto umano è a
mio parere il requisito base che ogni professionista dovrebbe avere per poter svolgere correttamente e con soddisfazione il proprio lavoro. È altresì importante che la curiosità sia sempre
10
LA RELAZIONE GEOLOGICA E GEOTECNICA – GUIDA ALLA REDAZIONE
accompagnata dal ragionamento e dal metodo altrimenti si rischia immancabilmente di mescolare l’oggettivo con il soggettivo.
Già in tempi antichi alcune persone, quelli che oggi
definiamo i grandi pensatori del mondo classico
ma non solo, si erano accorte che i miti e le
leggende non potevano spiegare sempre e
con correttezza i fenomeni osservati. Così
come accadeva secoli più avanti con
l’Alchimia, tanto i concetti quanto gli
“esperimenti” e le formule presentavano una variabilità ed una dipendenza
diretta dallo “stregone “di turno e non
riuscivano ad offrire alcuna base solida
su cui poggiare l’impalcato di studio.
Parallelamente a questo metodo soggettivo ed antropocentrico si sviluppava un
tentativo più oggettivo di osservazione e formulazione di teorie che oggi definiamo Metodo
Scientifico. Credo che a questo punto alcuni lettori
si stiano interrogando sull’aver acquistato un libro di
filosofia piuttosto che una manuale tecnico. Voglio rassicurarvi
sulle mie intenzioni rimandandovi però per un attimo a rileggere la citazione di Doyle. È evidente che in qualità di professionisti difficilmente ci viene richiesto di formulare teorie quanto
piuttosto di utilizzare le applicazioni derivanti dalle stesse, è però anche vero che in quanto
consulenti dobbiamo essere in grado di gestire ogni nostro incarico con affidabilità, ripetibilità e
verificabilità: principi base del Metodo Scientifico.
1. IL METODO
11
Come detto non intendo scrivere un trattato sulle varie correnti interne del metodo stesso
quanto piuttosto sottolineare l’importanza dell’osservazione oggettiva ed acritica dei fatti, l’indagine-investigazione consapevole della situazione ed il successivo utilizzo della logica e delle
qualità personali che rendono unico e diverso ogni professionista. Personalmente credo che il
mondo abbia un suo modo di funzionare, indipendentemente da quello che ognuno di noi può
pensare. Ogni cosa è legata da rapporti che noi come esseri umani cerchiamo di comprendere
e spiegare. Codifichiamo leggi matematiche, fisiche, chimiche, ecc. ed abbiamo a disposizione
tanto la descrizione quanto la formulazione matematica come metodi per identificare i fatti naturali che stiamo studiando. Il mio consiglio in proposito, sia a Geologi che ad Ingegneri, è quello
di conoscere i vari tipi di “linguaggi” scientifici a disposizione in modo da poterli utilizzare ed
adattare al meglio in funzione del lavoro richiesto. Consideriamo sempre il fatto che ciò che
osserviamo ha indubbiamente una spiegazione, quasi sempre non banale. Dobbiamo essere consapevoli che la conoscenza umana è sempre in divenire ed in particolare nel nostro caso siamo
rappresentanti di una disciplina ancora giovane (quanti anni sono passati dalla scoperta della
tettonica a placche?). Questo implica la necessità di conoscenza dei principi base della Geologia
e della Geotecnica per poterli correttamente utilizzare caso per caso, consapevoli naturalmente
di non poter sapere tutto ma sempre pronti ad imparare e migliorare.
Come meglio sviluppato nel seguito del libro sarà fondamentale riuscire a lavorare bene e
con impegno sul concetto di modellazione ovvero il tentativo di descrivere scientificamente nel
modo migliore possibile una situazione complessa della quale: conosciamo alcuni dati certi, ne
supponiamo altri su basi oggettive e per parte della situazione non possiamo ricavare in alcun
modo dati utilizzabili. La modellazione è quindi un applicazione del metodo scientifico utile a
presentare in forma sintetica e facilmente comprensibile l’insieme degli studi effettuati e quindi
sia la certezza che l’incertezza derivate dal lavoro svolto. Mi è spesso capitato di incontrare
colleghi che tendono inconsciamente a non accettare l’incertezza, il cosiddetto punto interrogativo, nell’esercizio della professione. La mia opinione, ma non solo la mia, è che non si debba
scambiare per negligenza professionale l’impossibilità oggettiva di rilevare un dato. Dando per
scontato che il professionista si impegnerà al massimo durante lo svolgimento del proprio incarico è onestamente impossibile pretendere di aver estratto conoscenza da ogni singolo millimetro cubo del sottosuolo studiato in quanto sia la tecnologia che l’economia a disposizione del
professionista non permettono a chicchessia di poter ottenere tale livello di conoscenza. Questo
mio discorso non significa certo che ci si debba limitare a prestazioni mediocri adducendo giustificazioni altrettanto inconsistenti.
È semplicemente questione di rispetto scientifico e morale presentare uno studio che oggettivamente consideri pro e contro, conoscenza e dubbio motivato. La modellazione ben eseguita
implica il corretto bilanciamento tra prestazione, onestà intellettuale e capacità di utilizzare al
meglio le risorse messe in campo. Quel che per voi sarà motivo di orgoglio professionale (e
naturalmente economico), per la committenza si tradurrà in un ottimo rapporto spese/risultati e
sicurezza personale oltre che dell’investimento fatto.
1.4. Progettazioni, relazioni e scopi del lavoro
Al fine di pervenire al risultato richiesto dalla committenza abbiamo appena visto che possiamo affidarci al Metodo Scientifico quale sistema organizzato di studio e conoscenza del ter-
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LA RELAZIONE GEOLOGICA E GEOTECNICA – GUIDA ALLA REDAZIONE
ritorio. Il titolo del paragrafo vi indica chiaramente gli strumenti da utilizzare per lo scopo che
ci siamo prefissati.
Con il termine progettazione si intende un’attività che abbia per scopo la definizione di tutta
una serie di sottoattività tra loro legate in sequenza logica e temporale.
Il nostro lavoro di Geologi e Geotecnici prevede infatti sempre l’esecuzione di più di una
attività specifica necessarie a raggiungere il risultato richiesto e queste attività sono sempre tra
loro legate, nella maggior parte dei casi quali evoluzioni delle une nelle altre.
Mi spiego meglio attraverso un banale ma chiaro esempio: dobbiamo procedere alla redazione di una Relazione Geotecnica necessaria all’iter progettuale di costruzione di una nuova unità
abitativa: sarebbe logico eseguire le verifiche dei cedimenti delle fondazioni prima ancora di
eseguire la campagna di indagini geotecniche? Sento già le risate di molti di voi (magari perché
durante la propria carriera, nell’assurdo, è pure capitato di veder cose di questo tipo …). Vi avevo
detto che l’esempio sarebbe stato banale ma provate a riconsiderare la situazione nel caso in cui
siate impegnati in una lunga serie di attività afferenti alla progettazione di una grande opera, il
rischio di sbagliare a legare tra loro le azioni da compiere aumenta considerevolmente.
Ecco allora l’importanza per tutti i tecnici di affidarsi ad una corretta gestione e pianificazione delle attività da svolgere rispettando regole di conseguenza logica e temporale su più livelli. È
infatti molto utile poter dividere l’intero progetto in sottoprogetti, analogamente a come un libro
viene suddiviso in capitoli e paragrafi.
Le divisioni che troverete riportate in questa guida hanno proprio lo scopo di fornirvi una
struttura base da utilizzare per la costruzione delle vostre relazioni e delle attività ad esse associate. La relazione di per se stessa è parte dell’intero iter progettuale ed ha la funzione primaria di
raccogliere informazioni, elaborazioni e conclusioni relative ad uno specifico macro argomento
o campo di studio.
La relazione rappresenta proprio un resoconto dettagliato ed organizzato dei vostri studi finalizzati ad un preciso argomento e scopo di lavoro. Essa stessa deve quindi essere eseguita
seguendo le regole della progettazione, riuscendo a coniugare al meglio le richieste normative
attualmente vigenti tanto quanto le qualità specifiche ed uniche di ogni professionista.
Sono stato molto indeciso sulla necessità di riportare integralmente un esempio di relazione
a scopo didattico. Dopo varie considerazioni ritengo però che in quanto autore di una guida alla
redazione sia mio compito primario insegnare a costruire la propria relazione, dare suggerimenti
1. IL METODO
13
utili per arrivare ad un prodotto finito che sia unico e possa rispettare al meglio le qualità, la storia e l’educazione scientifica di ognuno. Nessuno di noi si è laureato e formato senza sacrifici e
quindi se avrete pazienza di seguire il percorso che ho preparato sono certo che potrete trovarne
indubbio giovamento tanto per chi deve ora cominciare a costruire il suo “stile” quanto per chi
lo vuole affinare.
Ricordiamoci allora che la nostra relazione è il nostro biglietto da visita ed è sulla base dei
suoi contenuti che altri dovranno lavorare e prendere decisioni. La correttezza di esecuzione è
quindi un favore che facciamo sia a noi che agli altri. L’intero iter progettuale è sempre un gioco
di squadra, una grande catena fatta di molti anelli che ha ambizione di tenere ancorata al molo
una grande nave: non siate proprio voi l’anello che si potrebbe rompere!
La relazione è quindi un progetto inserito all’interno di uno più ampio ed ha sempre uno scopo ovvero è finalizzata a qualcosa di specifico. Il fine di una relazione è quello di “relazionare” a
terzi qualcosa, nello specifico i risultati dei nostri studi e le nostre proposte e considerazioni sulla
richiesta fattaci dalla committenza.
Il modo in cui si desidera procedere per “relazionare” è a mio parere molto personale e fortemente dipendente dalle capacità e conoscenze del professionista oltre che dalla sua forma mentis.
In linea generale valgono tanto la descrizione scritta, quanto il disegno.
Ognuna di esse ha dei pro e contro che saranno spiegati meglio nelle fasi più avanzate di
questa guida, l’importante è sempre ricordarsi di utilizzare bene quel che si conosce e migliorare
i settori in cui ancora non siamo abbastanza pratici: è inaccettabile esprimersi in un italiano (o
qualsiasi altra lingua) sgrammaticato tanto quanto presentare disegni tecnici al limite dell’opera
cubista. Il rimedio è davvero alla portata di tutti ricordando che l’adagio recita: «chi prima comincia prima finisce». È inoltre importante comprendere e rispettare gli scopi del lavoro per non
incorrere in situazioni di “fuori tema”, sia con il lavoro che con la committenza. Come meglio
dettagliato nel prossimo capitolo, è fondamentale definire fin da subito scopi e obiettivi ricercati
perché questo ci permetterà di sviluppare in maniera veramente personalizzata l’intero iter progettuale interno della “specifica relazione” per lo “specifico lavoro” richiesto.
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CAPITOLO 2
LA RELAZIONE GEOLOGICA
2.1. Committenza: finalità della consulenza e contratto
Iniziamo dunque il capitolo relativo alle attività geologiche portando l’esempio che siate appena stati contattati da un committente e vi troviate quindi a dover affrontare una nuova
consulenza che naturalmente vedrà come atto finale la stesura di uno specifico documento: la
Relazione Geologica.
Negli anni ho personalmente imparato che “chi ben comincia è a metà dell’opera” e come
tale è fondamentale riuscire ad impostare correttamente l’iter di studio già dal primo contatto
con i clienti.
Quando ho iniziato, probabilmente come molti di voi lettori, credevo che fosse importante
concentrare unicamente tutte le mie energie nella relazione tecnica dedicando poco spazio ai cosiddetti “rapporti umani”. Onestamente di contro mi capitava di vedere chi, al contrario, basava
la propria consulenza unicamente su questi, tralasciando un po’ troppo la prestazione tecnica che
comunque rappresenta il fulcro del lavoro richiesto. Ho presto compreso che gli errori erano presenti in entrambi gli atteggiamenti. Ad oggi nel mio Studio Associato abbiamo sviluppato questo
concetto definendo chi si occupa principalmente (ma non solo) della clientela e chi (ma non solo)
della tecnica. Considerate che, sia che siate singoli professionisti tanto quanto lavoriate in gruppi
più o meno numerosi, è fondamentale cercare di dedicare un importante spazio del vostro lavoro
alle richieste della committenza.
Come già detto in precedenza è infatti sempre in agguato la possibilità di incorrere in brutti
“fuori tema” rispetto alle richieste o di interpretarle in modo sbagliato creando magari un ottimo
lavoro tecnico, ma non “calzante” e quindi di qualità percepita inferiore (leggetevi nel paragrafo
5.1 l’esempio della formula 1 e del cava-cantiere). Per meglio farvi comprendere questo importante lato della professione vi porto un ulteriore esempio anticipando in parte gli argomenti che
tratteremo quando si parlerà delle indagini: lo conoscete almeno un collega che siccome è esperto in un tipo di indagine (es penetrometriche o sondaggio a carotaggio meccanico) svolge sempre
e solo quella nei propri lavori? Se ci pensate bene è la stessa cosa. Io sono esperto in questo e
quindi risolvo qualsiasi richiesta sempre nello stesso modo che conosco perché si è sempre fatto
così (indipendente da quel che mi viene chiesto…). Ripeto ancora che la mia non vuole essere
una polemica, piuttosto un invito ad ognuno di noi a chiamare le cose con il suo nome.
Credo che una grande problematica della nostra professione sia proprio quella che ci piace un
po’ troppo parlare tra noi in geologhese e tagliare fuori gli altri, tanto tecnici quanto committenti
purtroppo! Le conseguenze negative che derivano da questo atteggiamento (che mi spiace dirlo
ma viene spesso impostato sin dall’università) sono molte ed in particolare quella di non ottemperare correttamente all’argomento trattato ovvero alla comprensione delle finalità dello specifico lavoro richiesto. Se vi chiedono una relazione per ricerca e sfruttamento idrico in Pianura
Padana probabilmente la committenza e gli stessi enti presso cui consegnerete il frutto del vostro
2. LA RELAZIONE GEOLOGICA
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lavoro saranno poco interessati all’evoluzione della catena Himalayana. Molte volte ho sentito
dirigenti lamentarsi di relazioni in cui si spiegava in minimo dettaglio l’evoluzione regionale-tettonica dell’area tralasciando poi elementi importanti strettamente legati alle specifiche finalità
progettuali. La completezza del vostro documento è certamente importante, ma non dimenticate
mai la focalizzazione dello studio, il perché lo state svolgendo e le richieste della committenza.
L’argomento come avrete intuito mi sta molto a cuore in quanto credo che comprendere le
finalità abbia indubbi vantaggi sotto molti aspetti della professione. Uno di questi è il riuscire ad
acquisire un giusto bilanciamento tra consulenza e legislazione. Come sarà meglio sviluppato in
seguito vi anticipo che nella nostra carriera vedremo sicuramente molti aggiornamenti ed a volte
stravolgimenti della legislazione sulla quale basiamo la nostra professione.
Ricordate sempre però che la finalità del nostro lavoro non cambia, il sottosuolo è sempre
quello e non si metterà a cambiare le proprie caratteristiche meccaniche o la composizione mineralogica in funzione della nuova normativa vigente di turno. Voglio che il messaggio non sia frainteso, intendo soltanto dire che una volta imparato a focalizzarvi sulla consulenza richiesta questa
vostra capacità sarà un valore assoluto che vi accompagnerà lungo tutta la vostra carriera, l’essere
in grado di comprendere il sottosuolo e ricavarne una buona modellazione deve essere parte integrante di un buon professionista ed è la ragione per cui in questo manuale non voglio proporvi
esempi assoluti di relazioni strettamente legate ad una specifica normativa come se fossero un
dogma professionale da seguire o peggio ancora prestampati da compilare senza senso critico.
Ognuno deve impostare per se il proprio lavoro in modo da ottenere una valorizzazione delle
capacità tecniche ed un miglioramento continuo delle prestazioni professionali. La normativa
è a mio avviso un’ottima base da cui partire se si è consapevoli del fatto che non è solo lì che
troveremo le risposte a tutte le nostre domande. Ricercate sempre il miglior bilanciamento tra il
rispetto normativo e l’espressione personale delle proprie capacità.
Ora credo sia interessante presentare un punto su cui riflettere: le committenze sono tutte
uguali? No di certo, tanto quanto esistono diversità in ogni lavoro che affronterete così ci saranno specifiche esigenze e conoscenze pregresse della committenza. Prendiamo due estremi tra i
quali sono comprese tutte le sfumature intermedie: un privato che deve fare un ampliamento ed
una grande società o ente pubblico che devono affrontare un importante consolidamento di un
versante montuoso. Considerate logicamente quanto segue come una generalizzazione che mi
serve per introdurre alcuni concetti di ordine generale.
Nel primo caso la committenza probabilmente avrà di certo presente il risultato finale che
vuole ottenere ma non potrete pretendere che abbia conoscenza e/o consapevolezza dell’intero
iter progettuale e di tutte le operazioni che dovranno essere condotte per arrivare al risultato richiesto. Sembrerà banale ma molte persone ignorano a cosa serva studiare il sito di fondazione,
figuriamoci estenderci all’areale circostante! Di contro sono certo che non tutti noi Geologi e
Geotecnici sappiamo alla perfezione come fare per cablare un quadro elettrico industriale, giusto? Avete naturalmente già capito dove voglio andare a parare … lasciamo perdere il “geologhese” e spieghiamo con correttezza e semplicità alla committenza l’iter di studio che andremo ad
affrontare e le ragioni per cui attuiamo determinate procedure rispetto ad altre. Chiarezza significa qualità e professionalità, quindi abbandoniamo tutti l’idea che “è così perché io ho studiato”
e guadagnamoci il rispetto con competenza e sicurezza. Se scrivo (con dispiacere) queste cose è
perché le ho sentite fin troppe volte e credo che un rinnovato atteggiamento in alcuni casi possa
fare davvero la differenza, sia al professionista che all’intera categoria.
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LA RELAZIONE GEOLOGICA E GEOTECNICA – GUIDA ALLA REDAZIONE
Nel secondo caso è indubbio che vi troverete di fronte ad una situazione molto diversa.
Tipicamente potreste avere a che fare con un vostro stesso collega e quindi potrete sfogarvi con
il “geologhese”! O forse no, semplicemente perché lo scopo non è far vedere chi è più bravo sulla
materia ma semmai sfruttare e unire le competenze per pervenire ad un risultato ottimale di quanto richiesto. Se avete delle idee da proporre fatelo senza timori, se vi hanno chiamato significa
che si fidano di voi ed hanno bisogno delle vostre capacità. Cercate sempre di capire al meglio
quali sono le specifiche finalità richieste ed ottemperate: velocità esecutiva, specializzazione,
capacità gestionali di cantiere, l’importante è che cuciate su misura la consulenza senza però
stravolgere il vostro stile e tenendo sempre un occhio sia alla normativa generale che a quella
specifica di settore in funzione del lavoro che state affrontando.
Un consiglio che invece credo sia valido per qualsiasi tipologia di committenza è quello
di evitare il più possibile fiumi di integrazioni da parte dei validatori. In alcuni casi potremmo
anche incorrere in negligenze (ed ignoranza) tali da parte di chi controlla per cui l’arrabbiatura è
inevitabile, ma in linea di massima interroghiamoci prima sulla validità del nostro lavoro, l’errore ci può stare, anche in buona fede, da parte di tutti! Di certo un lavoro che passa senza grosse
difficoltà e ritardi è sempre apprezzato dalla committenza. Il mio suggerimento è quello se possibile di andare a parlare con i futuri validatori ancor prima di iniziare il nostro iter di studi, in particolare se ci capita di operare in un territorio in cui non siamo soliti lavorare e magari di cui non
abbiamo particolare confidenza con la normativa locale specifica (livello comunale-provinciale).
Un altro tema importante da affrontare relativamente ai rapporti con la committenza è la
stipula dell’incarico e delle modalità del contratto. Queste documentazioni, così come da termini
di legge, devono essere precedute dalla redazione di un preventivo nel quale vengano dettagliate
e quantificate le attività che saranno oggetto del nostro lavoro.
Ognuno ha certamente la propria impostazione e le proprie strategie nella redazione di un
preventivo ma lasciatemi fare alcune semplici considerazioni relativamente a quello che di solito
è il primo documento con cui ci presentiamo veramente ad un cliente. Un foglio di carta con
quattro scarabocchi sopra e poca chiarezza state tranquilli che anticipa già quale risultato ci si
potrà attendere. È pur vero che di questi tempi il cliente tende sempre di più a saltare all’ultima
riga, quella del totale dell’onorario. Troviamo una giusta soluzione al problema producendo un
documento traccia impostato in modo da poterlo compilare ogni volta in maniera specifica per
il lavoro richiesto.
Il preventivo a mio parere dovrebbe sempre contenere una parte testuale, nella quale si
spiega la modalità di lavoro e quant’altro ritenuto utile a fornire al futuro committente la possibilità di capire con chiarezza la metodologia che ci guiderà nel nostro lavoro, ed una parte
tabellare nella quale organizzare le diverse voci della prestazione, parziali e totali oltre che
cassa di previdenza, iva ed eventuale ritenuta d’acconto. Non dimenticate mai di specificare il
dove, il come ed il quanto: chiarite bene l’indirizzo tanto quanto le tempistiche e modalità di
pagamento del vostro onorario. Se richiesto fornite anche già una valutazione delle tempistiche
che vi saranno necessarie per espletare il lavoro. Cercate insomma di raggiungere il miglior
rapporto tra completezza di informazioni e tempistiche dedicate alla compilazione in modo da
far si che la redazione di preventivi sia ben curata ma non arrivi ad occupare quasi interamente
la vostra giornata lavorativa … non è poi detto che tutte le navi rientreranno in porto, giusto?
Nel momento in cui la committenza approva un vostro preventivo potrete giustamente prendervi
cinque minuti di felicità, una pacca sulla spalla e passare al contratto vero e proprio. Lo dico
2. LA RELAZIONE GEOLOGICA
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subito perché è importante sottolinearlo: nel caso di lavori con enti pubblici o grandi società
questo iter si svolge naturalmente come un dato di fatto (o almeno si spera …), ma nel caso di
lavori di modesta entità, spesso tipici del settore privato tante volte ci si dimentica di stipulare
un incarico, vuoi per pigrizia quanto per timore di offendere la committenza (facciamo con una
stretta di mano?).
Ricordate sempre che se volete semplificare è possibile inserire una breve nota nel preventivo stesso che preveda la firma per accettazione dello stesso e costituisca mandato d’incarico
per il professionista. Semplice, veloce e comunque corretto evitando venticinque pagine di contratto all’allevatore che vuole solo costruire una piccola stalla per tre mucche e dieci galline!
Prendiamola con un po’ di ironia e tanto cerchiamo la soluzione più adatta alla richiesta (come
già detto sino alla nausea!).
In linea generale considerate che indipendentemente dal numero di pagine di un contratto è
comunque fondamentale ricevere l’incarico in modo formale per tutela sia del professionista che
della committenza stessa. In questo documento andrete a specificare di comune accordo le richieste, le modalità e quanto altro riteniate utile debba essere scritto nero su bianco che riguarda
i rapporti che intratterranno le parti. Considerate che in alcuni casi quali ad esempio le attività
come consulente di parte avrete forte necessità di questo documento per poter svolgere la vostra
consulenza in favore e rappresentanza del vostro cliente.
Nel caso di lavori di grande portata con pubblici o grosse società private quasi certamente il
documento vi verrà predisposto dall’ufficio acquisti / segreteria della committenza e quindi non
dovrete far altro che leggerlo attentamente o eventualmente farvi aiutare da chi di vostra fiducia,
magari dal vostro legale o dal commercialista.
Nel caso in cui siate voi a doverlo eseguire potreste seguire una traccia tipo ispirata alla tipica
scrittura privata con oggetto il conferimento di incarico professionale. Potrete farvi consigliare
dal legale o trovare molteplici modelli e documenti con una attenta ricerca in rete, io vi fornisco
un’idea della struttura che di base dovrebbe caratterizzare questo documento. Specificate sempre
innanzitutto luogo, data e le parti interessate complete di tutte le loro generalità. Premettete l’oggetto dell’incarico, fate riferimento al vostro precedente preventivo e specificate le ragioni della
richiesta di consulenza di un professionista abilitato. Non dimenticate mai l’informativa per il
trattamento dei dati personali ed i vigenti termini di legge relativi alla privacy. Proseguite con i
vari punti del contratto tra le parti, anche sottoforma di elenco numerato. Quel che inserirete nel
corpo del documento è funzione di ogni specifico lavoro, ma di base ricordate di specificare il
conferimento, l’oggetto dell’incarico, la possibilità di avvalervi di collaboratori nel caso ve ne
fosse necessità, eventuali modalità e tempistiche di consegna, la determinazione del compenso
e delle spese oltre che naturalmente i termini di corresponsione dell’onorario (modalità di pagamento, acconti e saldi, eventuali tempistiche). Duplice copia in originale firmata da entrambe le
parti e potrete dare inizio ai vostri studi come troverete spiegato in dettaglio a partire dal prossimo paragrafo del libro.
2.2. Tipologie, contenuti minimi e fasi di progetto
Con questo paragrafo entriamo finalmente nel merito “operativo” delle attività lavorative che
ci condurranno alla redazione di una Relazione Geologica. Il primo passo da compiere è scegliere la tipologia ovvero il taglio di studio che daremo al nostro lavoro in funzione dello scopo.
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LA RELAZIONE GEOLOGICA E GEOTECNICA – GUIDA ALLA REDAZIONE
Le relazioni non sono logicamente tutte uguali e spero che in un qualsiasi futuro non si assista mai alla creazione di modelli prestampati pronti da compilare, sarebbe chiaramente la morte
della professionalità oltre che del nostro lavoro! Come già argomentato in precedenza, lo studio
che andremmo a svolgere è funzione del risultato prefissato ed è quindi logico pensare che il
documento finalizzato alla costruzione di un pozzo non possa essere identico nella sua struttura
logica ad uno finalizzato al ripristino di una frana o alla costruzione di una diga. Ho volutamente
fatto l’esempio di tre documenti in cui l’acqua svolge un ruolo importante ma che come vedremo
ora non saranno perfettamente identici nel modo in cui vengono sviluppati i vari argomenti che li
compongo. È fondamentale comprendere questo passaggio che per qualcuno sarà indubbiamente
logico e magari semplicistico, ma che nella realtà viene a volte un po’ sottovalutato tendendo ad
omogeneizzare davvero troppo i propri lavori e quindi non rispettando adeguatamente le peculiarità e specificità di ogni lavoro.
Dunque, come procedere? In questo manuale vi fornirò dei contenuti minimi da rispettare per
la redazione del documento e partendo da questa base di lavoro risulterà sicuramente più agevole
ampliare e personalizzare il proprio. Il tempo e soprattutto l’esperienza sul campo saranno i vostri migliori insegnanti a patto che ogni volta riusciate a dedicare un po’ di spazio per riflettere
sull’esperienza appena affrontata: non siamo ingranaggi di una macchina e di certo non si finisce
mai di imparare.
Il primo contenuto minimo è indubbiamente un requisito fondamentale per procedere: la
comprensione del sottosuolo dell’area di studio e dei processi che lo governano e ne influenzano
il comportamento. Credo che è proprio così che un “geologo ermetico” potrebbe descrivervi la
finalità ultima della Relazione Geologica.
Naturalmente vediamo di ampliare questa definizione. Di base dovremmo sempre considerare la necessità di fornire informazioni il più possibile precise e dettagliate del sito oggetto del
lavoro ed estendere arealmente il nostro studio in funzione di quello che ci viene richiesto e del
territorio nel quale stiamo operando. Sappiamo tutti che il sottosuolo è un insieme di materiali
multifase tra di loro interagenti, caratterizzati da più o meno marcate anisotropie volumetriche e quindi da conseguenti variazioni comportamentali meccaniche. Gli studi geologici che
condurranno alla redazione della relazione stessa dovranno essere improntati in modo da poter
fornire adeguate informazioni e conoscenze sul sito di studio per come vi è stato commissionato.
Evidentemente, in funzione del territorio nel quale stiamo operando, il vostro sito di interesse
potrebbe essere a sua volta influenzato da territori limitrofi che debbono perciò essere accuratamente presi in considerazione durante il proprio studio. Solo a titolo di esempio provate a pensare alla possibile presenza di agenti sedimentari con forti influenze stagionali a monte o nelle
vicinanze del vostro sito d’interesse: possono influire? Se si, come? Con quali conseguenze?
Oppure considerate il rischio sismico, o quello vulcanico. Nulla di tutto questo? Bene, ma avete
considerato il possibile rischio inquinamento delle falde già presente, o che potrebbe provocare
il vostro stesso committente sulla base della sua richiesta? Sono solo esempi per farvi riflettere
sul fatto che siete voi quelli ingaggiati per fornire le risposte e per farlo non dovreste limitarvi
allo studio dell’orticello, ma estendere i vostri possibili interrogativi a tutte le aree limitrofe di
probabile influenza.
Indipendentemente da qualsiasi normativa e legge vigente io credo che se dovessimo semplificare al massimo la questione dei contenuti minimi si dovrebbe semplicemente considerare
la ragione principale per la quale è stata richiesta la vostra consulenza e fornire all’interno del
2. LA RELAZIONE GEOLOGICA
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documento le risposte alle domande, sia esplicite che implicite, che vi sono state poste dal committente, dagli organi di verifica e da chiunque nelle vicinanze possa essere interessato dalle
attività che seguiranno al vostro studio.
È evidente che chi costruisce a monte dovrebbe considerare cosa questo comporterà a valle
(e viceversa), solo per fare un esempio calzante con le ormai tante tragedie (annunciate ma inascoltate) che hanno anche troppo colpito gli animi e le vite di molti di noi cittadini.
Credo che, indipendente dal territorio in cui operate, tenere a mente questo semplice contenuto minimo possa far innalzare considerevolmente il valore intrinseco della vostra relazione,
migliorare la sicurezza di base per tutti e regalarvi tanta soddisfazione nel vostro futuro professionale. Possiamo allora specificare ancor meglio questo minimo necessario appena delineato
associando il cosiddetto modello geologico allo studio dettagliato del sito in esame e il cosiddetto inquadramento generale e analisi delle criticità allo studio degli areali limitrofi d’influenza.
Dato che ci troviamo a dover sviluppare in maniera quasi esponenziale questi pochi concetti in
molti argomenti di studio dovremmo certamente organizzare il tutto in un documento organico e
basato sui principi progettuali di consequenzialità logica delle attività da svolgere. A seguire nei
prossimi paragrafi vi presenterò in maniera specifica tutti i principali argomenti che dovranno
essere contenuti nella Relazione Geologica secondo uno schema di premessa, inquadramento
generale, inquadramento specifico o modello geologico e conclusioni. Per ricapitolare ricordate quindi di partire sempre dal “minimo” dei contenuti minimi e di svilupparli più o meno
in funzione del lavoro richiesto. Una volta in possesso di un documento di questo tipo potrete
integrarlo e completarlo secondo le vostre esigenze di studio, magari con ulteriori argomenti o
approfondimenti migliorativi dello stato e del livello di conoscenza richiesto dal committente e/o
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LA RELAZIONE GEOLOGICA E GEOTECNICA – GUIDA ALLA REDAZIONE
dalla situazione geologica che state affrontando. Da quanto avete appena letto credo che risulti
evidente che la complessità dello studio e della relativa Relazione Geologica che dovete impostare sia principalmente funzione della complessità geologica del sito e non solo ed unicamente
dell’intervento richiesto o peggio ancora dell’onorario che siete riusciti a strappare. Mi spiego
meglio per maggior chiarezza: chi è abituato a poche righe di relazione senza magari effettuare
neanche un sopralluogo credo che difficilmente riuscirà ad applicare il metodo che sono a proporvi in questo libro. Egli però dovrà considerare che una volta apposto il suo timbro sarà a pieno
titolo responsabile del lavoro svolto e, come già spiegato, il territorio è dinamico e per di più non
esistono solo giornate di pieno sole!
Consideriamo sempre che capire come funziona il nostro pianeta non è sicuramente un lavoro semplice e richiede una certa dedizione. La mia speranza più grande è quella di potervi
fornire almeno una base di lavoro ed una metodologia che vi permetta di svolgere al meglio i
vostri studi e presentare una documentazione che apporti realmente conoscenza all’interno di
tutto l’iter progettuale.
Proprio affrontando l’argomento progettazione lasciatemi spendere qualche riga nel descrivere brevemente le varie fasi progettuali esistenti che riflettono anche di conseguenza i diversi
gradi di studio richiesti nelle Relazioni Geologiche preliminari, definitive ed esecutive. Le tre
fasi appena menzionate dovrebbero essere sempre presenti prima di poter affrontare i lavori
richiesti, ma solitamente è prassi comune riservare un così completo iter di studio alle opere di
maggior impatto ambientale, estensione territoriale e complessità tecnologico-realizzativa. In
linea quindi generale possiamo indicare come studi preliminari quelli che dovrebbero seguire
la prima richiesta ed idea generale del committente relativamente alle sue esigenze. Poniamo
2. LA RELAZIONE GEOLOGICA
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l’esempio che un costruttore abbia per il proprio lavoro volontà di edificare una palazzina su
di un determinato terreno (edificabile!) che ha appena acquistato o che magari, ancor meglio,
sta valutando di acquistare. Dal suo punto di vista avrà certamente dei desideri e delle idee da
sviluppare e da organizzare in un Progetto Architettonico preliminare. Questo documento sarà
quello che come prima cosa a noi interessa analizzare per capire le esigenze e le aspettative
del nostro cliente. Andremo a svolgere uno studio specifico che avrà come prodotto finale una
Relazione Geologica preliminare nella quale ci concentreremo primariamente sulla comprensione di compatibilità e possibili incompatibilità del Progetto Architettonico preliminare sul sito e
possibili implicazioni con i territori “pertinenziali” così come già discusso in precedenza. Questo
non significa certamente evitare la modellazione del sito ma semmai concentrare i propri sforzi
su analisi delle criticità e di tutti i possibili vincoli presenti nell’area. Sulla base dei risultati
potremmo utilmente riferire al committente ed agli altri progettisti già coinvolti indirizzando le
eventuali modifiche da apportare al progetto. La cosa non dovrà mai essere intesa ne come negativa ne come positiva, questo significa unicamente che l’utilità del lavoro di tipo “preliminare”
sta nel fatto di poter descrivere al meglio i confini di operatività concessi nell’area ed è quindi
evidente che grazie ad un lavoro ben svolto il progetto potrà prendere forma al suo meglio sin
dalle prime fasi. Tutti gli altri tecnici beneficeranno di quanto da noi predisposto indirizzando
correttamente le loro energie e quindi: non crediate mai che un preliminare possa valer meno di
una fase più avanzata dell’iter di studio!
Una volta definito meglio il progetto si dovrà entrare nel dettaglio specifico del sito e della
costruzione così come ora definita: per questa fase esiste la cosiddetta Relazione Geologica
definitiva. In essa dovrete riprendere gli studi affrontati nella preliminare e svilupparli con mag-
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la relazione geologica e geotecnica