Crisi,le colpe
dell’usura
bancaria
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3
Sant’Agostino,
quartiere
a rischio alluvione
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13
Dal Molin,
tutte le voci
in un documentario
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n° 130
20 dicembre 2008
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euro 0,50
Fatti, personaggi e vita vicentina
Direttore responsabile Luca Matteazzi
L’ultimo
pacco
Le feste portano in regalo la fine del mito
di un modello economico messo in crisi dalla recessione
Ecco perché - purtroppo - il vicentino dell’anno è il cassintegrato
Piogge d’autunno
Ciàcole
“I
l problema non è la neve, ragazzo.
E’ l’uomo che non sa più come affrontarla. E allora succede di tutto”. Le
parole sono di Mauro Corona, lo scrittore-scultore di Erto che, in un’intervista rilasciata al Corriere del Veneto,
commenta così le abbondanti nevicate
che hanno sepolto tutta le montagne
della regione, creando in alcuni casi
grossi disagi. Parole sante, verrebbe
da dire, perché centrano perfettamente il problema. Le piogge e le nevicate
di queste ultime settimane sono state
senza dubbio molto abbondanti. Ma
all’origine dei danni, più del maltempo, c’è soprattutto l’incapacità dell’uo-
mo di vivere in sintonia con l’ambiente
che gli sta attorno e di prevedere quello
che potrebbe accadere.
Una volta, ricorda lo scrittore, gli abitanti delle montagne erano attrezzati:
scorte di legna in casa, e pale pronte
all’uso per sgomberare tetti e case.
Adesso quasi non si sa più da che parte
prenderla in mano, una pala; e se nevica troppo bisogna chiamare l’esercito
per riuscire a tirar fuori l’auto dal garage. Così, basta un autunno “normale”
- con piogge abbondanti in pianura
e tanta neve in montagna – per far
scattare l’allarme. Anche perché pure
l’ambiente, ormai, ha perso l’abitudine
alle bizze della natura. Nelle zone dove
i fiumi hanno sfogato per secoli le loro
piene adesso ci sono zone industriali
(Vicenza docet), e non c’è collinetta che
non sia stata tappezzata da villette. Da
una parte o dall’altra, inevitabile, qualche danno ci scappa.
Ben venga, allora, che ogni tanto la
natura alzi la testa e ci ricordi le sue
esigenze. “E’ una coperta d’oro la neve,
altro che balle, - conclude Corona -.
Bisogna solo attrezzarsi, modernizzarsi, adeguarsi alla natura. E invece
l’abbiamo dimenticata. E così succede
che ogni tanto lei si stiracchia e ci impaurisce”.
opinioni
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Un aumento per regalo
Nel 2009 sono in arrivo rincari nei servizi pubblici. Una brutta notizia? Non neccessariamente
L
a notizia non ha avuto un grandissimo risalto, ma è di quelle
che meritano di essere sottolineate. Nei giorni scorsi la giunta e i
capigruppo della maggioranza che
governa a Palazzo Trissino si sono
riuniti sulle pendici di Monte Berico per discutere del Pat, il piano di
assetto del territorio che dovrebbe
arrivare alla discussione in consiglio
comunale nella prossima primavera
e che fisserà le linee fondamentali per lo sviluppo urbanistico della
città nei prossimi anni. Sui contenuti specifici della discussione non
è trapelato moltissimo, ma un dato
è stato ribadito con forza: “La città
da 130 mila abitanti disegnata dalla precedente amministrazione non
è oggetto di interesse per la giunta
Variati che si sta concentrando sulla
qualità del costruito piuttosto che
sulla crescita urbana, sul recupero
piuttosto che sulla dissipazione del
territorio” sta scritto a conclusione
del comunicato stampa.
Bisognerà vedere se le buone intenzioni troveranno poi conferma nei
fatti, ma il principio di fondo è da
sottoscrivere. Vicenza è da un paio
di anni stabile attorno ai 113 – 114
mila abitanti, dopo una fase di crescita dovuta in buona parte al continuo arrivo di stranieri. Visto che con
la crisi anche i flussi migratori stanno rallentando, e che tra i vicentini
non sembra sia scoppiata un’improvvisa voglia di metter al mondo
cucciolate numerose, la previsione
di una grande Vicenza da oltre 120
mila abitanti che era il cardine della
bozza di Pat preparata dall’amministrazione Hullweck aveva davvero
poche giustificazioni. Se non una:
dare il via libera alla costruzione di
qualche migliaio di nuovi appartamenti, per mantenere in piede uno
dei settori chiave della nostra economia, quello del mattone. E magari per fare qualche favore agli amici
di turno.
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Sede a Marostica (Vi) - Corso Mazzini, 84
Ora, che tutta la galassia che ruota
attorno al mondo delle costruzioni
sia importante nessuno lo mette in
dubbio. Ma in una città con migliaia
di appartamenti sfitti in gran parte
da risistemare, con ampie zone dismesse tutte da recuperare, con
migliaia di case che hanno ancora
impianti e strutture non al passo
con i tempi, le possibilità per lavorare non dovrebbero mancare. Anche
senza bisogno di consumare ulteriormente quel poco di territorio
non cementificato che ancora rimane. In ballo, alla fine, c’è il braccio
di ferro per capire chi ha in mano le
redini del gioco: la politica oppure i
privati.
L’altra novità di questi giorni che ci
portano al Natale è l’aumento della tariffa rifiuti. Aumento sgradito,
perché va a pescare nelle tasche delle famiglie e delle imprese. Aumento che però ci può stare. Il servizio di
raccolta e smaltimento rifiuti si deve
sostenere con le proprie forze, senza
accumulare passività e senza aver
bisogno di succhiare gli utili di altri
settori (ad esempio la sosta) come è
avvenuto finora. Negli ultimi anni
il centrodestra, che adesso accende
promette battaglia contro i rincari,
aveva sempre respinto le richieste
dell’ex municipalizzata di adeguare
la tariffa all’inflazione. Con il risultato di mettere in sofferenza l’azienda. Fa un po’ sorridere, quindi, sentire chi ha amministrato Aim negli
ultimi dieci anni proclamare che
prima di ritoccare la tariffa bisogna
migliorare l’efficienza del servizio e
della gestione. Che poi in Aim ci siano margini per ridurre i costi e migliorare la qualità dei servizi offerti è
probabilmente vero: ed è su questo
che dovranno vigilare i vicentini. Se
all’aumento non faranno seguito i
miglioramenti nella raccolta differenziata, nella vigilanza ecologica e
nella sorveglianza contro chi scarica abusivamente nei cassonetti del
centro, allora sì che ci saranno tutte
le ragioni per protestate.
Infine, pare che l’anno nuovo porterà anche una rivoluzione del sistema del parcheggio. Anche qui, con
possibili aumenti delle tariffe nelle
zone centrali della città. Facile immaginare le proteste, le lamentele, e
le accuse di uccidere il centro storico
che pioveranno sul provvedimento,
se davvero questo prenderà forma.
Anche qui, però, è una questione di
priorità. Si parla tanto di dare più
spazio a pedoni, mezzi pubblici, biciclette, di ridurre smog e traffico:
se lo si vuole fare, la via più diretta
è proprio quella di rendere più caro
il trasporto privato. Altrimenti nessun autobus potrà mai essere concorrenziale con la comodità della
macchina privata. Aumentare il
parcheggio in centro non sarà la
soluzione a tutti i mali, non farà
crollare le Pm 10 e non cancellerà
le code di auto che gironzolano in
cerca di un buco libero a due passi dalla Basilica. Ma può essere un
primo passo verso un’idea diversa
di mobilità rispetto a quella che
si è vista negli ultimi anni. Anche
perché è tutto da dimostrare che
togliere le auto penalizzi la vitalità
del centro: Padova, ad esempio, ha
ampliato moltissimo la zona pedonale facendo sparire le auto da
molte strade. E dopo le iniziali proteste, i commercianti sono i primi
ad essere soddisfatti.
Luca Matteazzi
il fatto
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Recessione,
vedi alla voce usura
I veri usurai? I banchieri. Ecco perché la crisi economica
ha le sue origini nel regime di impunità
del sistema bancario
a questo fenomeno: “L’usura può
essere definita la causa della recessione. E questo perché le banche
sono abituate ad agire in un regime
di impunità”. Fin dalla gestione dei
di Alessio Mannino
conti correnti e dei prestiti concessi
alle imprese: “Finora hanno operato
al di fuori della legge in tutto, quindi
e banche sono sotto accusa, persi può dire che l’usura è alla base del
ché da loro ha avuto origine la
sistema bancario”. Prima di tutto
spaventosa recessione economica
per ragioni storiche: “Fino al Setteche si sta abbattendo sull’economia,
cento l’usura era qualsiasi interesse
cioè sulla pelle di piccoli imprendislegato alla partecipazione a un ritori e lavoratori dipendenti, spina
schio reale”, cioè alla produzione e
dorsale del Paese. Mutui senza coal lavoro. “Oggi, invece, le banche
pertura, speculazioni incontrollate,
non partecipano al rischio d’impreprodotti finanziari “tossici”: in quesa, e così si è creato il meccanismo
sti mesi abbiamo imparato l’oscuro
finanziario, che è pura scommessa”.
e funesto vocabolario della crisi. Ma
La finanza corsara che abbiamo viciò che nessuno imputa agli istituti
sto distruggere i risparmi di miliodi credito è un aspetto che ne mette
ni di persone si è talmente gonfiata
a nudo tutta la malafede: l’usura. Nei
che alla fine si è ritorta contro gli
tribunali di mezza Italia si moltiplistessi pirati. “E’ tutto un mondo che
cano i processi contro questo reato
sta crollando”, dice
previsto dall’articolo
Frescura, “e sta tra644 del codice penavolgendo anche quelli
le, secondo il quale
che l’hanno creato.
si ha usura quando
C’è chi pensa che sia
vengono concessi pretutto pilotato per arristiti di qualsiasi tipo a
vare a un nuovo orditassi superiori a quelli
ne finanziario, ma io
previsti dalla legge, La legge c’è,
propendo per un’altra
o in ogni caso a tassi ma non viene
ipotesi: il meccanismo
sproporzionati
alle applicata.
è sfuggito di mano”.
difficoltà economiche
Per paura
Hanno
azzardato
di chi li richiede. Il
troppo, i signori delle
tasso soglia, cioè il libanche, coi loro giomite oltre il quale chi
chi al rialzo senza più alcun legame
concede il prestito può essere deficon la ricchezza effettiva. “Tanto poi
nito un usuraio, è calcolato sul tasso
il modo di salvarsi lo trovano semglobale medio della categoria del
pre, perché le banche controllano
prestito. A sua volta stabilito ogni
gli Stati attraverso la proprietà delle
tre mesi dal ministero dell’economia
banche centrali, il cosiddetto signosulla media dei tassi praticati dalle
raggio”. E con questo sono sistemati
banche e del tasso di sconto. Quel
anche i salvataggi coi soldi pubblici
che non viene mai detto è che chi
dei grandi istituti americani colpeesercita l’usura è solo in pochissimi
voli del disastro planetario.
e marginali casi l’odioso cravattaro.
Ad avere il monopolio del credito,
Furberie
come tutti sanno, sono le banche.
Frescura ci illustra i modi in cui
E il loro sistema può essere tacciato
le banche la fanno sotto il naso
di essere istituzionalmente usuraio.
dei propri clienti: “Bisognerebbe
Bancusuraio.
andare a vedere, per cominciare,
come vengono calcolati gli inteVizio d’origine
ressi e le spese per le operazioni
E’ quanto sostiene il dottor Gianbancarie: nei processi in corso si
ni Frescura dell’associazione Sos
vede bene ogni consulente proUtenti, consulente di molte vittime
duca stime diverse, e con ciò si
dell’usura bancaria. Che perciò non
evince come è impossibile sapere
fatica a collegare la crisi economica
L
quali siano gli esatti debiti/crediti
del cliente verso la banca”. Ma in
generale “l’usura bancaria consiste nella sommatoria di furberie
utilizzate dal sistema creditizio
italiano per superare il tasso soglia
senza che il cliente se ne avveda.
E questo, voglio sottolineare, riguarda tutti i conti, quelli delle
imprese come quelli dei semplici
correntisti”. Tali “furberie” sono
l’anatocismo (“la magica trasformazione in capitale a credito che
ogni tre mesi le banche fanno degli interessi e delle spese addebitate sul conto”), la commissione di
massimo scoperto (una clausola
prevista quando si va in rosso, “un
moltiplicatore
dell’anatocismo,
criticato di recente da Bankitalia,
Abi e Antitrust”), i tassi a macchia
di leopardo (“i tassi che inspiegabilmente variano da regione a regione”). La conclusione di Frescura non lascia scampo ai banchieri:
“È ormai chiaro che ogni rapporto bancario è viziato e pertanto
qualsiasi azione giudiziaria delle
banche nei confronti dei clienti, in
particolare quelle esecutive, non
dovrebbe iniziare o proseguire
finché non siano accertati d’ufficio
i reali saldi contabili”.
Risveglio giudiziario
E come abbiamo detto, ha avuto
inizio, seppur timidamente, una
stagione di risveglio della magistratura su questo tema, anche e
soprattutto nel Veneto: “E si capisce, perché qui c’è un numero
maggiore di piccoli imprenditori,
che hanno necessità di investire
ma non possiedono capitali. Una
legge anti-usura c’è, è 108 del
1996”. Ma, al contrario di come
è stata fatta passare, “non è solo
contro il racket degli strozzini comuni, ma prevede controlli giudiziari su tutte le forme di credito.
Cioè è una legge sulle banche”.
La denuncia penale diventa perciò l’unico mezzo per contrastare
il fenomeno, “perché a livello informativo i media sono direttamente o indirettamente in mano
alle banche, e a livello politico è
anche peggio”. Nel corso del 2008
le denunce sono aumentate e i
processi in corso si sono ancor più
concentrati in questa parte d’Italia (una decina in Veneto, di cui
quattro nel Vicentino). Arrivando
per la prima volta a una condanna
su un normalissimo mutuo: “Il 29
ottobre scorso il tribunale di Bari
ha dichiarato illegale il comportamento di una banca che aveva indicato un tasso di interesse nominale differente da quello delle rate
effettivamente pagate, in pratica
aumentandole in modo occulto”.
Disillusione
Di questi tempi, tuttavia, si rivalutano gli istituti minori, la banche del territorio (popolari, casse
rurali, etc). Ma neppure loro si
salvano. “Tutte chiacchiere. Un
tempo, quando sul territorio il sistema bancario era più soggetto
al controllo del pubblico, c’erano
contrappesi sociali e politici che
impedivano le furberie, e infatti
contenziosi non ce n’erano. Oggi
anche una popolare pensa solo a
fare profitto. E’ il regime bancario
in sé a essere usuraio”. Frescura,
da perito di parte in procedimenti
sull’usura bancaria, ne ha viste di
cotte e di crude (“avvocati e commercialisti che, come i giudici,
hanno paura di mettersi contro
le banche”). E ora vuole mettere a
disposizione la propria esperienza
in un’associazione rivolta soprattutto agli imprenditori tartassati
dai banchieri. “Partirò con un facsimile di richiesta per ricalcolare
le rate del proprio mutuo, così da
scoprire l’usura”, promette. Investitori e risparmiatori, forse la riscossa è cominciata.
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Tribunale di Vicenza n. 1181
del 22 agosto 2008
primo piano
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I vicentini dell’anno
2008
I
ria a sorpresa alle comunali della
l cassintegrato
scorsa primavera, Variati è riuIl vicentino dell’anno è lui.
scito nella missione impossibile
Anzi, sono loro: gli operai, gli
di riconsegnare la città ad un’amimpiegati, i commessi, che vedoministrazione di centrosinistra, e
no il loro posto di lavoro sempre
ha imposto il proprio marchio sul
più a rischio, in bilico come non
2008 della città. È lui la vera noera mai accaduto prima dalle
vità di questi dodici mesi, quello
nostre parti. E assieme a loro ci
che ha scompaginato le carte in
stanno anche i tanti disoccupati,
tavola e rotto equilibri consolidache il lavoro l’hanno già perso; i
ti, portando una ventata di novità
precari che rischiano di perderlo
nei palazzi del governo cittadino.
nei prossimi mesi (dagli addetti
Al di là del giudizio su cosa ha fatto
delle cooperative alla miriade di
e cosa non ha fatto in questi primi
contratti a termine, per arrivare
otto mesi di mandato, il cambio di
alla schiera delle partite Iva che
marcia si è sentito. Se non altro
nascondo rapporti di lavoro superché la città ha finalmente un
bordinato); e gli immigrati, che
primo cittadino che si dimostra
sono tra i primi a pagare lo scotto
molto più presente su questioni
della crisi e che devono rispedire
cruciali come il futuro dell’area
a casa sogni e famiglie. I numeri
Dal Molin (tanto per dirne una, la
snocciolati da sindacati e associaconsultazione a cui hanno partezioni di categoria sono sempre più
cipato 24 mila vicentini, pur con
neri. E il problema è che, perso il
tutte le limitazioni imposte dalla
lavoro, rischiano di andare in cribocciatura del Consiglio di stato,
si anche tutti gli altri punti d’apnon ci sarebbe mai stata senza di
poggio, dalla casa alle relazioni
lui) e il riassetto di Aim, di cui ha
sociali, alimentando un clima di
completamente rivoluzionato i
insicurezza e paura che non si sa
vertici (a proposito, ottima l’idea
dove potrà portare.
di offrire il bus gratis agli over 75).
Il mito del modello nordest, inIl difficile, però, viene
somma, arranca, e
adesso. Perché l’ennon da solo: gli scrictusiasmo iniziale non
chioli di tutto il sistepuò durare in eterno.
ma produttivo sono
E perché i buoni prosempre più sinistri Comune,
(prima le banche, Industriali, Aim: positi delle campagne
elettorali devono poi
adesso le grandi case
fare i conti con una
automobilistiche), la catena di
realtà fatta di conti in
così come risultano comando è
sempre più evidenti completamente rosso e tante richieste
da soddisfare.
le pecche di una corcambiata
sa ad uno sviluppo
Matteo Quero
infinito che ha calpeSe non fosse perché
stato tutto e tutti. Per
ha sbagliato a rifiutare di sottonon essere troppo disfattisti, va
porsi al test dell’alcol, così come
detto che a tenere in piedi la basi conveniva ad un uomo che riracca, insieme al settore pubblico,
copriva la carica di assessore, il
ci sono anche quelle aziende che
Matteo Quero crocifisso per essesono riuscite a tradurre in pratica
re stato beccato alticcio al volante
parole come ricerca, innovazione,
finirebbe dritto in cima alla clasqualità, intesa anche come qualisifica dei personaggi dell’anno.
tà del lavoro dei dipendenti. C’è
Non lo nascondiamo: siamo suoi
da sperare che i protagonisti del
sfegatati fan. Ma non tanto perché
2009 siano loro.
lo eravamo prima: lo siamo definitivamente diventati dopo. Dopo
Achille Variati.
il fattaccio in quel di Ponte Alto,
Se si dovesse scegliere un nome
per cui è stato messo alla berlina
secco, sarebbe difficile trovare
dal moralismo di certa stampa
qualcuno capace di impersonare
e certa politica, sempre pronte
meglio di Achille Variati il ruoa immolare un capro espiatorio
lo di vicentino dell’anno. Dodici
per nascondere le proprie vergomesi fa in pochi avrebbero pungne. Che sono ben altre rispetto
tato su di lui; invece, con la vitto-
all’umanissimo errore di Quero
(che tra l’altro è in buona compagnia: secondo gli ultimi dati della
Procura berica, nel 2008 le persone denunciate per guida in stato di
ebbrezza sono state 1200, il 20%
in più rispetto all’anno precedente). Sono quelle, tanto per non
girarci intorno, scoperchiate con
una pubblica lettera da un altro ex
assessore, Gianni Giglioli, che ha
fatto nomi e cognomi di una lobby
trasversale politico-affaristica che
era uscita allo scoperto, secondo
lui, col piano per svendere il gas di
Aim ad alcuni industriali locali.
Si consoli, comunque, il neo-barbuto Quero: non è solo. In Italia
tira una brutta aria proibizionista e, come al solito, poco seria.
Destra e sinistra sono d’accordo
nell’abbassare ancora il limite di
alcol nel sangue per chi si mette
in auto. Naturalmente, senza dare
alle forze dell’ordine i soldi per i
controlli, si rivelerà l’ennesima
operazione-annuncio. Ma siamo
proprio sicuri che la lotta all’alcol
e alle droghe non sia in realtà un
modo per eludere il problema dell’inciviltà al volante e non affrontare quello, decisivo, dell’assoluta
mancanza di trasporti pubblici,
specie notturni? Ci vogliono eterni
bambinoni, con la paura di divertirsi, ma sempre fedeli acquirenti
di auto-mostri dati dai paparini ai
figlioli inesperti e imbranati per le
loro notti brave. Quelle notti che
l’ex assessore alla cultura e ai giovani Matteo Quero avrebbe ravvivato, nella mortifera Vicenza.
Paolo Costa
E’ meglio non spendere molte parole sul commissario spedito da
Romando Prodi e confermato da
Silvio Berlusconi per la supervisione dell’affaraccio Dal Molin,
l’europarlamentare del Pd Paolo
Costa. Non ne merita, uno che
al governo ha raccomandato di
“estirpare alla radice il dissenso”
di chi una base americana al posto
dell’aeroporto non la vuole vedere
né ora né mai. Più che un commissario governativo, un commissario
di polizia. Costa è l’uomo simbolo
dell’inciucio destra-sinistra sulle
tante torte da spartire in Italia.
Perché in fin dei conti anche il
raddoppio della presenza militare
statunitense a Vicenza è una gran
| Roberto Zuccato e Achilele Variati
bella occasione per far quattrini.
Li faranno le cooperative ex rosse,
cassaforte del Partito Democratico. L’indotto tanto sbandierato
dall’ex presidente degli industriali locali, Massimo Calearo (non a
caso oggi in parlamento col Pd) e
dai compari del PdL e della Lega
Nord, si ridurrà a quattro spiccioli di subappalti e di servizi interni
alla nuova base.
Con buona pace dell’ultima resistenza del Presidio di Rettorgole e
delle anime belle di centrosinistra
che dopo aver dilapidato tutto
l’entusiasmo nel referendum autogestito del 5 ottobre ora sembrano aver perso ogni fil di voce, la
Ederle 2 si farà. I pestaggi contro
i manifestanti, la grancassa fatta
opportunamente rimbombare su
qualche mitomane che ha avuto
la pensata di bruciacchiare l’oleodotto prima e una sede minore
della Popolare vicentina poi, l’allarmismo contro i “facinorosi” No
Dal Molin, tutto porta a ipotizzare
una progressiva criminalizzazione
della protesta. Che dovrà sostenere la sua ultima (ma secondo noi
non decisiva) prova al momento
della partenza dei lavori. Se vogliamo, però, un lato positivo c’è.
Forse per la prima volta, una parte considerevole dei vicentini ha
riscoperto un valore che vale più
degli schei: la dignità per il diritto
all’autodeterminazione.
Roberto Zuccato
Quando, a luglio, lo intervistammo – era la prima intervista a tutto campo che rilasciava – il nuovo
presidente di Assindustria Vicen-
primo piano
za, Roberto Zuccato, ci fece un’ottima impressione. Corroborata
presto dai fatti. L’imprenditore di
poltrone di Carrè chiudeva un turbolento periodo di lotte interne per
le poltrone che contano in città: la
sua, quella della Camera di Commercio, quelle di Aim. La catena di
comando, in questo 2008 ricco di
novità, è stata rivoluzionata. Ma la
casella più importante, assieme a
quella di sindaco, è appunto quella
di Palazzo Bonin Longare. A capo
della base confindustriale, inizialmente sponsorizzato dall’ex presidente Calearo in odio ai “nemici”
Amenduni e ai loro alleati, l’indipendente Zuccato ha dimostrato
prudenza e accortezza. Ha assunto
uno stile sobrio, evitando le uscite
scomposte a cui ci aveva abituato
chi l’ha preceduto. E soprattutto
ha posto il veto a pericolose riedizioni di giochetti lobbistici, in
particolare su Aim. Di recente si è
smarcato da Variati benedicendo
la vendita del gas della multiutility
altovicentina Pasubio Servizi alla
trevigiana Ascopiave, che prosegue
nel disegno di diventare epicentro
di un colosso veneto-friulano del
metano. Perché il faro di Zuccato
non è il salottino berico, ma la politica dell’associazione, dettata da
Confindustria Veneto e dai vertici
nazionali. Meglio così, piuttosto
che affogare nel piccolo cabotaggio delle beghe di quartierino.
Mario Rigoni Stern
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numero
Nell’anno in cui Vicenza festeggia
la prima candelina del nuovo teatro (che ha chiuso la stagione con
un record di abbonamenti e conti
a posto, complimenti a Hullweck),
il mondo della cultura perde uno
dei suoi grandi protagonisti. Forse
il più grande, anche se Mario Rigoni Stern non avrebbe certamente apprezzato classifiche di questo
tipo. Lui, che per tutta la vita ha
fatto il mestiere assolutamente
normale dell’impiegato comunale;
che nei suoi libri, nei suoi racconti, perfino nel suo modo di parlare,
è sempre stato alla larga dalla retorica. E che anche quando se ne
è andato, in una giornata di inizio
estate, ha voluto farlo in silenzio
e lontano dai riflettori, chiedendo
che la notizia fosse divulgata solo
a funerali avvenuti.
A noi piace proprio per questo.
Per il suo modo di essere semplice e al tempo stesso essenziale,
concentrato sulle cose che davvero contano, lontano dalle mode
e dalla frenesia tipiche dei nostri
giorni. Per il suo schierarsi sempre dalla parte degli umili, delle
persone semplici, di cui ha saputo raccontare come pochi la vita
e i sentimenti. Tanto che anche
quando si è confrontato con temi
“importanti” come la guerra, l’ha
fatto con lo sguardo di chi si trova,
suo malgrado, protagonista della
storia. (“Essi la fanno, a volte, la
guerra, perché ce li mandano, per-
| Da sinistra: Mario Rigoni Stern, Tatiana Guderzo, Paolo Costa, Matteo Quero
ché ce li trascinano – i poveri, da leoniceno Davide Rebellin, anche
sempre ‘carne da cannone’ – ma la lui ciclista, anche lui a medaglia
considerano anche, la giudicano, (d’argento) sotto l’ombra dele la condannano, senza appello, la grande muraglia. Sono le due
senza giustificazioni, senza remo- facce da copertina di un mondo
re”, scriveva qualche mese fa su sportivo che in provincia è sempre
estremamente vitale
queste pagine Giuliae coinvolge migliaia
no Corà). Infine, per
di appassionati e
il suo essere testimopraticanti, centinaia
ne di un mondo in cui
di associazioni, deuomo e natura erano
cine di federazioni.
ancora in equilibrio,
Lei, la giovane di belsenza sopraffazioni, e
le speranze: 24 anni,
in cui perfino la cac- Rigoni Stern,
cia aveva un senso.
un maestro di un secondo posto ai
mondiali
essenzialità e campionati
già in bacheca assieTatiana Guderzo
me ad un paio di titoli
Non poteva di certo di antiretorica
nazionali a cronomemancare, nell’anno
tro, e adesso un podelle Olimpiadi, un
dio olimpico per conomaggio alla giovane
vicentina che è tornata da Pechi- tinuare a sognare in grande. Lui,
no con una splendida medaglia di il “vecchietto” (ha 37 anni) con un
bronzo al collo. E accanto al ciuf- palmarès che gli permetterebbe di
fo biondo di Tatiana Guderzo va godersi una tranquilla pensione
accostato il volto sorridente del (tra le altre, può vantare una Liegi
Bastogne Liegi, due Freccia Vallone, una Parigi Nizza, una Tirreno
Adriatico, una tappa e sei giorni in
maglia rosa al giro d’Italia), e che
invece trova ancora la voglia di sudare sui pedali.
Fa piacere che le soddisfazioni
migliori dell’anno arrivino da uno
sport come il ciclismo che, pur
non potendo essere definito uno
sport minore - almeno non quanto
lo sono discipline come la lotta, il
tiro con l’arco o la canoa, che escono dall’anonimato solo una volta
ogni quattro anni - non è nemmeno perennemente sotto i riflettori
come il calcio. E chissà che, vedendo i nostri pedalare verso il podio
olimpico, a qualcuno non venga in
mente di usare la bici per i propri
spostamenti quotidiani: pedalare
alle Olimpiadi e da campioni, farlo
sul tragitto casa ufficio è alla portata di tutti.
Pagine a cura di Luca Matteazzi e Alessio Mannino
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E’ a disposizione nell’azienda Ghignone Ottavia sulla collina pecettese
L’Aloe Brasiliana è un toccasana
per tante disfunzioni del corpo
Può essere definita…
disintossicante, regolarizzante, nutriente,
antinfiammatoria, antimicrobica, antidolorifica e antimonica.
Sono solo alcune delle principali proprietà dell’Aloe Arborescens Brasiliana coltivata da Ghignone
Ottavia sulla collina
pecettese . Una forza
vitale che madre natura ha donato all’uomo, concedendogli
l’insindacabile diritto
di curare il proprio
corpo e la propria anima con terapie naturali.
Coltivata sui colli torinesi, in ambiente
particolarmente indicato per tasso di umidità e clima, l’Aloe
Arborescens Brasiliana è ormai uno dei
prodotti curativi maggiormente riconosciuti in ambito scientifico. Le due proprietà
miracolose sono dovute ad un centinaio
di principi attivi, divisi in tre gruppi principali: polisaccaridi zuccheri complessipresenti soprattutto
nel gel all’interno della foglia, antrachinoni
- contenuti nel Jatex,
parte esterna della foglia - e infine, molecole ad alto tasso di
nutrizionalità come
fitosteroli, amminoacidi e glicoproteine.
Un patrimonio biologico che Ghignone
Ottavia ha sapientemente imparato ad
utilizzare grazie alla
sua esperienza e alla
sua dedizione. Tutto
ha inizio in Brasile
nel 1992, quando Ottavia scopre la proprietà di questa pianta e ne fa uno stile di
vita. Oggi infatti
l’azienda di Pecetto
(paese famoso per le
ciliegie e, oggi, anche
per l’Aloe) è divenuta un vero e proprio
punto di riferimento
per chi vuole conoscere un nuovo modo
di vivere. Già, perché
alcuni
laboratori
scientifici hanno dimostrato che in realtà
l’Arborescens è 10
volte superiore quan-
to a versatilità rispetto alla aloe Vera ed è
l’unica riconosciuta
come terapeutica. Il
figlio di Ottavia,
naturopata, ricorda
che “ noi non vendiamo dei prodotti. Noi
instauriamo un contatto, duratore, con chi
vuole intraprendere
un nuovo stile di vita,
usufruendo delle superbe proprietà sapientemente miscelate della “Aloe Arborescens Brasiliana”. Ed infatti è così:
di persona, al telefono e via internet:
l’azienda mantiene
rapporti costanti e
simbiotici con chi si
rivolge loro per usufruire dei consigli e
dell’ampio ventaglio
di soluzioni che vanno dalle creme al gel,
passando per olii
balsamici, shampoo,
frullati, dentifricio
colluttorio.
Una gamma completa di prodotti che non
solo accompagnano
la cura quotidiana del
proprio corpo ma si
rivelano essenziali
quando quest’ultimo è
provato da patologie,
o particolari forme di
stress fisiologico.
“In questo senso –
continua Lanza – è ec-
cezionale l’apporto
dall’Aloe Superior,
fiore all’occhiello
della nostra Azienda,
un mix di Aloe Arborescens, Ferox e Chinensis che finora ha
dato risultati impressionanti”. Risultati
impressionanti come,
ad esempio, con la
chemio e la radioterapia; grazie alle
proprietà dell’Aloemodina – molecola
contenuta in grande
quantità nell’Aloe Arborescens Brasiliana
– è possibile fornire
al proprio organismo
una significativa integrazione alimentare
contro lo stress di
questi trattamenti.
Ma non solo Studi
scientifici hanno dimostrato che, anche
nel caso di malattie
degenerative, l’Aloemodina rappresenta
un aiuto fondamentale per combattere
l’avanzamento.
Ma le proprietà miracolose di questa pianta, utilizzata fin dall’antichità per le sue
capacità curative,
consentono anche di
stabilizzare i valori
del glucosio ematico,
della bilirubina e dell’acido urico: diminuire i trigliceridi, il colesterolo; riequilibrare
il sistema linfocitario
nelle malattie infettive croniche come
l’epatite o l’hiv. Non
l’ultima la cura di
psoriasi e dermatiti.
Il nome dell’Arborescens deriva dal greco “ als-alos” : il sale.
L’amaro sapore del
mare contenuto nella
vitalità del suo gel.
Le prime testimonianze del suo utilizzo risalgono al 2.200°a C.,
periodo a cui dovrebbe risalire una tavolotta d’argilla del periodo akkadico. Ma la
testimonianza più significativa fu quella
della Mahatma Gandhi :…” mi domandate qual è il segreto
delle forze che mi sostenevano durante i
miei lunghi digiuni;
ebbene è stata la mia
fede inebriante in Dio,
la mia vita semplice
e frugale e l’Aloe”.
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pensieri contro
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pag
“E tu, sei stato
buono quest’anno?”
Sotto l’albero di Natale ci aspetta una serie di regali a dir poco sgraditi
Dall’innalzamento dell’età pensionabile per le donne
ai tagli alla scuola. Pubblica, ovviamente
di Giuliano Corà
C’
è una vignetta molto divertente, ed anche abbastanza
dissacrante, su www.bastardidentro.it: vi si vede un Babbo
Natale con le brache calate e un
rotolo di carta igienica in mano,
seduto sul camino di una casa, e
la didascalia dice appunto così.
Molti di voi, infatti, contagiati
dallo spirito natalizio, staranno
pensando: quest’anno ho lavorato come uno schiavo, ho pagato
le tasse, ho pagato il mutuo acceso in gioielleria per comprare da
mangiare, ho speso quel poco che
mi rimaneva per far girare l’economia … troverò pur qualcosa di
bello nella calza!
E’ probabile invece che dal camino scenda proprio tanta di quella, a soffocare i vostri sogni, e le
vostre certezze: già ne sta grandinando a più non posso. Per
esempio. Sapevamo da tempo
come il PdL avesse, prima ancora
della legalità, violentato la lingua
italiana: chiamarsi infatti Popolo
delle Libertà, per un partito il cui
leader ha come manifesto un programma che ricalca quello della
P2, è la massima contraddizione
in termini che mai si sia udita dai
tempi di Dante. Su questa linea
– di devastazione sociale, ma anche linguistica – si è inserito in
questi giorni Brunetta, con la sua
battaglia per far cessare l’odiosa “discriminazione” che non
consente alle donne di andare
in pensione a 65 anni come gli
uomini. Ora, vi renderete conto
che chiamare ‘discriminazione’
quello che è un sacrosanto – e
oltretutto minimo – diritto, lo
‘conti dormienti’, ovverosia quelpuò fare solo chi chiama ‘riforle centinaia di conti correnti che
ma della giustizia’ le leggi ad Ma
da anni non vengono movimenapriamo un altro pacchettino. Vi
tati. Più di ottocento milioni di
avevano sempre raccontato che
euro, che in questi giorni verranse c’era una cosa sacra in Italia
no incamerati dallo Stato, natuera la proprietà privata, e pure la
ralmente per nobili
privacy: Berlusconi
fini: risarcimento del
si era fatto rieleggecrack Parmalat, Cire grazie anche alla
rio eccetera. Sarà poi
promessa che non
vero? Lo scopriremo
avrebbe messo ‘le
vivendo, ma intanto
mani nelle tasche Meglio non
quei soldi ve li hanno
degli Italiani’, e che
fregati, e i vostri nomi
avrebbe eliminato farsi troppe
sono sotto gli occhi
le odiosissime in- illusioni e
di tutti, sul sito del
tercettazioni.
Poi tappare bene
Ministero ed anche
però, un po’ perché
il camino
sulla stampa locale,
il lupo perde il pelo
a puntate: meglio di
eccetera, un po’
un feuilleton.
perché la crisi sta
Nell’ultimo pacco – chissà che
facendo pericolosamente trabalstavolta ci vada meglio – c’è l’Art.
lare il trono del Nostro (loro), si
33 della Costituzione, che dice tra
è reso conto che un po’ di argent
l’altro: “Enti e privati hanno il dide poche (appunto!) gli avrebbe
ritto di istituire scuole ed istituti
fatto comodo, ed ha scoperto i
foto: www.bastardidentro.it
di educazione, senza oneri per lo
Stato”. Chiaro, no? Però, quando
il Ministro Gelmini ha annunciato che i suoi tagli avrebbero
colpito anche le scuole cattoliche
(quel giorno lei e il suo burattinaio Tremonti dovevano essersi
distratti), l’intera Chiesa è insorta come San Michele Arcangelo a
difesa della Fede. Anche il Vescovo di Vicenza ha fatto la sua parte, con una lettera pastorale che
è un raffinato mix di insinuanza
pretesca e di minacciosa arroganza. “La scuola paritaria […]
rappresenta un valore indispensabile”: sul ‘valore’ conveniamo,
Monsignore. “E’ riconosciuta
dalla legge come un’istituzione
che svolge un servizio pubblico,
insieme alla scuola statale, e fa
dunque parte dello stesso sistema scolastico nazionale. E’ necessario per questo riconoscere
il diritto primario per ogni fami-
glia a scegliere, con uguali diritti
e doveri (ecco, è la sostanza di
quei ‘doveri’ che ci sfugge, Monsignore …) la scuola che ritiene
più consona ai propri valori educativi. Le scuole paritarie cattoliche godono dell’apprezzamento
delle famiglie per il loro servizio
ricco di umanità e amore” (è ben
noto, invece, che in quelle statali
i bambini li torturiamo tutte le
mattine con la corrente elettrica, tanto per insegnargli a stare
al mondo). Come un sol uomo, il
Governo ha risposto : “Obbedisco!”, e i tagli sono rimasti nella
scuola pubblica, ma sono spariti
da quella cattolica. Miracolo di
Natale. Dunque, come dicevamo,
non fatevi troppe illusioni per
questo Natale. Altro che “Scendi,
è morbido!”: vi conviene tapparlo
bene, il camino, altrimenti sarà
tanta di quella che vi seppellirà.
A proposito: Buon Natale
focus
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pag
Ponte Alto,
la battaglia continua
Assolti in primo grado costruttori, progettisti e i due dirigenti comunali
Bressanello e Pasini, i magistrati Salvarani e Pecori contrattaccano: gli illeciti restano
La denuncia del Comitato anti-abusi: il Comune faccia rispettare la legge
di Alessio Mannino
«U
d’ufficio continua su appello del
procuratore Ivano Nelson Salvarani e del pm Paolo Pecori. I
magistrati chiedono alla corte di
Venezia la condanna per la Bressanello e Pasini (non per Gianello), perché secondo loro i giudici
di primo grado hanno commesso
un grave errore: aver fatto passare in cavalleria che gli edifici
commerciali e direzionali come
Palazzo Oro, sorti in contrasto
con la destinazione industriale,
sono in minima parte condonati (7 proprietari su 20). Perciò,
se è vero che la sentenza di assoluzione riconosce l’anomalia
di attività terziarie costruite su
una zona adibita dal piano regolatore a fabbriche e capannoni, è
altrettanto vero che tutti gli altri
titolari di proprietà in quell’area
sono abusivi. Ma non è finita qui.
Anzi, a leggere l’appello firmato
da procuratore e pm la vicenda
di Ponte Alto è un vero e proprio
ginepraio di irregolarità e sberleffi alla legge. Vediamo quali.
ffa, con questa storia
degli abusi edilizi! Ma
perché i cavillosi maniaci del
“rispetto della legge” – comitati,
qualche politico fuori dal giro,
semplici cittadini, un po’ (ma
solo un po’) anche i giornalisti
– non si mettono in testa una
volta per tutte che l’economia
deve girare? E cosa c’è che storicamente ha alimentato di più
l’economia italiana, se non le costruzioni immobiliari? Facciano
il piacere di non rompere le scatole con le inchieste, gli esposti e
le denunce, allora». Potrebbero
essere questi i pensieri di un lettore medio vicentino, che quando passa davanti
Vincolo ambientaagli scempi legali
le
e urbanistici che
Salvarani e Pecori
tappezzano il terscrivono che i giudiritorio di tutti,
ci sono caduti in un
solitamente non I danni sono
«equivoco»: aver ritefa una piega. E’ lo per le casse
nuto valida la manca“sviluppo”, no?
del Comune.
ta applicazione della
L’assoluzione
legge Galasso del 1985
Come a Ponte Alto Ma anche
sul vincolo ambiennella zona ovest al territorio
tale e paesaggistico.
di Vicenza, per
Accanto all’edificio
il caso Palazzo
in questione, infatti,
Oro in via Vecscorre un corso d’acqua che non
chia Ferriera. Dopo aver assolto
è proprio un fiumiciattolo, la
mezzo staff tecnico del Comune
Roggia Dioma. Tale legge dispoche nel 2002 aveva rilasciato la
ne una certa distanza, in questo
concessione (Lorella Bressanelcaso dal fiume, che il Palazzo Oro
lo, ex direttrice del dipartimento
non rispetta. Ebbene, comitato e
Territorio e moglie di Hullweck,
procura contestano l’assimilaSilvano Gianello, allora tecnico
zione di una zona industriale (D)
istruttore della pratica ora in
a una di “completamento” (B),
pensione, e Roberto Pasini, reper la quale non è prevista la legsponsabile dell’Edilizia privata
ge Galasso. Già nel 1994 la Corte
oggi col nuovo incarico di “enerCostituzionale ha annullato un
gy check manager” nel settore
articolo di legge regionale (del
costruzioni: il reato non sussiPiemonte) che faceva lo stesso,
ste perchè non c’è “dolo intenfiguriamoci, sostiene l’accusa,
zionale”), il processo per abuso
se una simile spensieratezza
normativa «non fosse interdetta
pure alla autorità amministrativa comunale», cioè ai tecnici di
un Comune. I privati «avrebbero
dovuto chiedere un nulla osta,
ma non l’hanno fatto», puntualizza Paolo Crestanello del Comitato contro gli abusi edilizi.
I danni
Assieme a Fulvio Rebesani (a
capo del sindacato inquilini Sunia ed ex consigliere comunale
Ds), Crestanello è il massimo
artefice della battaglia di Ponte
Alto. Come ha spiegato il pm Pecori in aula, è grazie al comitato
che le casse del Comune hanno
recuperato mezzo milione di
euro dal condono. Poco, rispetto
alla somma che l’amministrazione potrebbe recuperare se procedesse a sanzionare gli abusi
ancora esistenti. «Il condono
compensa solo in parte il danno
erariale», precisa Crestanello,
«in quanto le società commerciali devono pagare al Comune
il 10% del costo di costruzione»,
mentre il proprietario di Palazzo
Oro, la ditta Cofinmar, spacciandole per industriali non ha sborsato un euro. Vale a dire, per
un edificio costato una ventina
di milioni di euro, due milioni
dovuti e non pagati. A questa
cifra si deve aggiungere un altro
buco: le opere di urbanizzazione
(strade e area verde) che la Cofinmar non ha ceduto al Comune. «Una cessione che sarebbe
dovuta avvenire gratuitamente e
contestualmente al collaudo, effettuato peraltro parzialmente,
nel 2002. E che invece non solo
non si è vista, ma neppure è stata reclamata, in tutti questi sei
anni, dal Comune. Un comportamento gravemente omissivo,
che ha permesso che i privati beneficiassero di ingiusti vantaggi
patrimoniali». Già, perché in
pratica la Cofinmar ha venduto
spazi immobiliari abusivamente
(e con la «spudoratezza», dicono
Salvarani e Pecori, di pubbliciz-
| L’insegna dell’edificio sotto inchiesta
e lo strip club Kiss&Kiss - prevezarlo su internet). Perciò Crestadeva standard per più di 17 mila
nello e Rebesani, nel giugno di
metri quadrati. Se la destinazioquest’anno, hanno preso carta e
ne fosse, invece che industriale,
penna e mandato un promemocommerciale-direzionale, questi
ria al sindaco Variati, all’assesstandard permetterebbero di
sore all’urbanistica Lazzari e al
edificare al massimo una supercollega al bilancio Lago, nonché
ficie di 29 mila metri quadrati.
al dirigente provinciale BarbareBene: il solo Palazzo Oro fa 19
sco e al procuratore Salvarani,
mila metri quadrati. Cioè, scrichiedendo che vengano «acquive nella lettera il comitato antisite» le opere di urbanizzazione,
abusi, «coprirebbe due terzi di
sanzionati gli abusi, annullate
tutta la superficie
le concessioni illeutile concessionabigittime e controllati
le. Tutti gli altri edigli oneri (pagati in
fici, adibiti anch’essi
ritardo). La patata
ad attività commerbollente adesso è in Accanto
ciali-direzionali,
mano all’assessore al palazzo
all’Edilizia privata incriminato ne risulterebbero privi
degli standard neCangini e alla diricessari».
gente Michela Pi- sta sorgendo
un altro.
ron.
Brutta copia
Identico
Ma il bello, anzi il
E gli standard?
brutto, è che accanMa oltre ai danni
to sta sorgendo un
all’erario comunaaltro palazzone, gemello di quelle ci sono quelli al territorio. Le
lo incriminato. E non si tratta di
aziende, gli studi e gli uffici che
un capannone industriale, come
in parte hanno occupato il palazognuno può verificare a occhio
zo hanno bisogno, sempre per
nudo. Basta guardare l’altezza:
quel fastidioso “particolare” che
non è di due o tre piani come è
è la legge, di standard urbaniuso per i fabbricati industriali,
stici (marciapiedi, accessi, parma svetta già a cinque. E i lavori
cheggi, etc). Maggiori rispetto a
sono ancora in corso. Si ripete
una zona realmente industriale.
tale e quale, insomma, la farsa di
Il piano di lottizzazione originaPalazzo Oro. Nel piano di lottizle - che oltre a Palazzo Oro comzazione per quest’ultimo, infatti,
prende tutta l’area intorno, dove
c’era scritto che le altezze segnaoggi sorgono il Centro Orafo, il
te sul piano regolatore dovevano
Palazzo Bulgarelli con Banca Poessere considerate “indicative”.
polare di Vicenza e Voice of Gold,
focus
130 del20 dicembre 2008
numero
Ma indicative non significa arbitrarie, come hanno fatto notare
nella richiesta d’appello i magistrati vicentini. E questo perché il
palazzo non era industriale come
avrebbe dovuto essere. Così sono
arrivati a costruire fino a più di
20 metri. Progettista, detto en
passant, è entrambi i casi l’architetto Sergio Carta, ex vicesindaco
del Psi nella prima giunta Variati
(di recente rispuntato agli onori delle cronache per il via libera
del consiglio comunale a una lottizzazione a Vicenza est). Assolto
anche lui, va detto, assieme ai costruttori Carmelo Vitetta, Carmine Criscuolo, Alvio Banelli, Carlo
Braida e all’altro tecnico Roberto
Ronda.
Lassismo
Un punto su cui la procura va giù
pesante è il lassismo del Comune:
gli organi comunali non hanno
confrontato il progetto iniziale
con quello del 1998 (del proprietario precedente, la Larsen Srl),
che già immaginava un immobile
alto 16 metri con finestre adatte a
uffici e non certo a laboratori produttivi; non si sono accorti della
totale assenza di spazi per magazzini, depositi, parcheggi per i
lavoratori e accessi per il carico e
scarico merci; e non hanno fatto
caso nemmeno all’esplicita definizione di “complesso a uso industriale-direzionale-commerciale”
già inserita nel ’98, col che era
bell’e rivelata la vera intenzione
del privato. Una cecità preoccupante, quella diffusa fra i tecnici
comunali.
L’accusa
Comitato e toghe puntano il dito
contro la coppia Bressanello-Pasini. Il primo attacca: «Nel 2002
Pasini ha autorizzato illegittimamente il cambio di destinazione
da produttivo-industriale a direzionale-commerciale per i locali
siti al piano terra di Palazzo Oro
(il ristorante-bar, ndr). Il dirigente comunale, con l’avallo del
suo superiore Bressanello, pur a
conoscenza delle prescrizione del
Prg (piano regolatore, ndr), ha rilasciato delle semplici concessioni edilizie senza prevedere alcuna
sanzione». I magistrati, dal canto
loro, imputano ai due di non aver
rispettato il piano regolatore e la
lottizzazione originaria, e con ciò
di essersi «arrogati la potestà di
sostituirsi al Consiglio Comunale, unico organo competente a
decidere su una nuova Variante…
stabilendo invece motu proprio
che le zone industriali potevano
ospitare immobili a destinazione
anche direzionale commerciale o
artigianale. Con ciò causando un
danno evidente al patrimonio del
Comune di Vicenza».
Indifferenti come sfingi al diluvio
di esposti, reclami e interrogazioni che piovevano loro addosso, i
due non avrebbero fatto nulla di
nulla. «Tranne l’ostinato e ripetuto barricarsi dietro l’insostenibile
interpretazione “industriale e artigianale e commerciale e direzio-
| Il palazzo in costruzione vicino al quello Oro
nale”». Cioè, sottolineano i giudici, hanno negato per anni l’evidenza. E non vale l’argomento,
concludono, secondo cui «il dolo
intenzionale del delitto d’abuso
d’ufficio debba essere di necessità sostenuto da… vicinanza o
colleganza tra pubblico ufficiale e
soggetto favorito». Insomma, secondo l’accusa per assolverli non
è sufficiente che non sia stato provato un legame fra i dirigenti comunali e i privati. Basta e avanza
la «innegabile volontà di realizzare… tanto un illecito vantaggio
ai privati quanto al tempo stesso
un danno ingiusto al patrimonio
comunale». Suona strano, allora,
il benservito concesso dalla nuova
amministrazione di centrosinistra
ai due campioni dell’urbanistica di centrodestra: entrambi con
contratti scaduti con la fine del
mandato Hullweck, la Bressanello
se ne è andata non prima di essere stata «ringraziata per gli anni
di servizio pubblico» dal neo-sindaco; Pasini è stato confermato e
spostato con l’incarico nuovo di
zecca di responsabile per il “check
energy management e tutela delle
costruzioni”.
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focus
130 del20 dicembre 2008
numero
10
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Scuole e sicurezza
“Un lavoro infinito”
Estintori inutilizzabili, tazzine del caffé nelle cassette del pronto soccorso,
fornelli elettrici dove non dovrebbero esserci
Intervista ad un tecnico che da anni lavora nelle scuole della provincia
M
ai come nelle ultime settimane il tema della sicurezza
nelle scuole è stato al centro dell’attenzione. Sull’onda dell’incidente di Torino, amministrazioni e
dirigenti si sono affrettati a snocciolare dati a statistiche sui certificati ottenuti, gli investimenti fatti,
i progetti in corso. Per capire come
stanno davvero le cose, noi siamo
andati a parlare con chi di sicurezza nelle scuole si occupa sul campo, e da un bel po’ di tempo. Come
l’ingenger Antonio Pupa, che tra la
provincia di Vicenza e quella di Padova segue una sessantina tra istituti comprensivi e scuole superiori, per un totale di circa 250 edifici
(ad un istituto comprensivo fanno
capo, di solito, più scuole materne,
un paio di elementari e le medie).
“Diciamo subito tre cose – attacca
l’ingegnere -: la prima è che le amministrazioni pubbliche alla scuola
ci tengono: non c’è assolutamente
menefreghismo, anzi. Limitatamente al portafoglio che hanno,
è uno dei loro obiettivi primari e
fanno tutto quello che è nelle loro
possibilità tecniche e finanziarie.
La seconda è che la scuola sicura
non esiste, e il lavoro sulla sicurezza non ha mai fine. La terza è
che, a conti fatti, i ragazzi sono in
un luogo molto più sicuro a scuola
piuttosto che a casa”.
Un paradosso? Mica tanto, se si
considerano tutti i potenziali – e
spesso trascurati – pericoli che si
“nascondono” tra le mura domestiche: dai forni a microonde alle
vecchie prese della corrente. Negli edifici scolastici, se non altro,
i controlli sono sempre più all’ordine del giorno, anche se molte
strutture sentono ormai il peso
dell’età. Da dieci anni a questa
parte, da quando cioè la normativa
sulla sicurezza nei luoghi di lavoro
è stata esplicitamente estesa anche
alle scuole, il lavoro di Pupa e di
chi come lui si occupa di sicurez-
za consiste proprio nel verificare
la condizione di materne, elementari, medie e superiori. Non tanto
per i certificati di agibilità statica
o di prevenzione anti-incendi (che
sono rilasciati dalle autorità competenti), quanto per tutte quelle
cose apparentemente piccole e secondarie, in realtà fondamentali.
Gli esempi sono infiniti. “Una delle
prime cose che facciamo, è verificare i presidi di pronto soccorso
– spiega -. Sembra una cosa stupida, ma la legge prescrive chiaramente cosa ci deve essere dentro le
cassette di pronto intervento, e ci
devono essere solo quelle cose lì,
nient’altro. Invece si trova di tutto,
dagli aghi per le punture, quando a
scuola nessuno è autorizzato a fare
una puntura, alle tazzine di caffé”.
Altro caso, l’alcol per le pulizie.
“Ogni scuola può avere al massimo 20 litri di alcol – continua -.
E devono essere conservati in un
armadio chiuso e con un bacino di
contenimento, in modo che se per
caso una bottiglia si rompe l’alcol
non vada in giro dappertutto. Invece ci capita di trovare scuole che
comprano centinaia di litri di alcol,
ovviamente per ridurre i costi, e li
conservano tutti assieme. Questo
non va fatto”. E via di questo passo, tra fornelletti elettrici per fare
il caffé con la moka che a scuola
non dovrebbero proprio starci, ed
estintori sopra i quali è stata appesa una mensola che li rende del
tutto inutilizzabili.
Come si vede spesso basta un po’
di attenzione per risolvere il problema, a condizione che si sappia
cosa fare e come farlo. In effetti, un
aspetto fondamentale di qualsiasi
iniziativa relativa alla sicurezza è
proprio il lavoro di formazione con
gli insegnanti e il personale tecnico amministrativo. Pupa e i suoi
collaboratori cominciano sempre
con i sopralluoghi e le indagini per
controllare che idranti ed estintori
siano a posto, che le scale abbiano
le striscioline antiscivolo e che le
porte abbiano il maniglione antipanico, ma poi passano puntualmente a spiegare a prof e bidelli
cosa fare in caso di emergenza.
“Le procedure sono fondamentali
– riprende l’ingegnere -, e una cosa
su cui noi insistiamo molto è che è
importante che tutti conoscano le
procedure di base. Se c’è un incendio, mi interessa relativamente che
ci sia un professore talmente bravo
da spegnerlo da solo: mi interessa
invece che tutti sappiano cosa fare
e come muoversi per mettere al
sicuro tutte le persone. E lo stesso
discorso vale quando un ragazzo
si fa male, o per qualsiasi altra situazione”. Anche perché, nel momento dell’emergenza, la paura e
la tensione possono far scordare
anche le cose più banali. Ad esempio il fatto che, quando si fanno
uscire i ragazzi, l’insegnante deve
chiudere la fila, per controllare che
ci siano tutti; o che, in caso di incidente serio, prima si chiama il 113
e poi si avvisa la famiglia, per non
perdere tempo prezioso. O, ancora, che quando qualcuno si fa male
le medicazioni vanno fatte con i
guanti, per evitare qualsiasi rischio
di infezione. “Non sono cose fuori
dal mondo, a volte basterebbe usare il buon senso. Ma vale la pena
sottolinearle, e noi facciamo tutta
una serie di esercitazioni, alcune
anche a sorpresa, per verificare che
quanto spiegato venga poi davvero
messo in pratica”.
La formazione è essenziale anche
per affrontare alcuni fenomeni
che stanno emergendo negli ultimi
anni e che hanno ricadute anche
sulla sicurezza. Il numero di alunni gravemente disabili, ad esempio, è in crescita, e questo richiede
una serie di attenzioni in più. Allo
stesso modo è in crescita il numero di ragazzi che potrebbero avere
bisogno di un farmaco salvavita,
e anche qui è necessario studiare
preventivamente tutte le procedure e le cose da fare (e quelle da
non fare) in caso di necessità. Poi
c’è il boom di telefonini e videotelefonini, la cresciuta del bullismo,
l’esplosione di nuove mode potenzialmente pericolose. “La quantità
di cose da gestire è in continuo aumento”, conferma Pupa.
Sullo sfondo rimangono i problemi
strutturali. “Le scuole che hanno
un certificato anti-incendio sono
pochissime, e senza certificato in
teoria la scuola non è nemmeno
agibile- commenta -. Stessa storia per i collaudi statici, che sono
quasi sempre datati e non sono più
stati aggiornati”. Sono gli interventi che richiedono spese a cinque e
sei zeri, e per i quali le amministrazioni pubbliche si stanno lentamente attrezzando. “Gliel’ho detto:
il lavoro sulla sicurezza non è mai
finito”, conclude l’ingegnere.
L. M.
focus
130 del20 dicembre 2008
numero
11
pag
Qualità della vita, una questione di soldi
Vicenza balza ai primi posti delle classifiche sulla qualità della vita
Ma è un primato fragile
A
inizio dicembre il settimanale
Italia Oggi ha pubblicato la
sua consueta indagine sulla qualità della vita in Italia. Come tutte le classifiche di questo tipo va
presa con le molle e con un pizzico
di cautela (ne avete mai viste due
arrivare a risultati simili?), ma
a guardare i risultati la linea di
tendenza sembra chiara: si vive
meglio nelle piccole città (ai primi
posti ci sono Siena, Trento, Bolzano, Aosta e Ravenna), soprattutto in quelle del Nordest (Veneto,
Trentino, Emilia in particolare).
Il risultato di Vicenza, in questo
contesto, appare particolarmente
positivo: la nostra città fa una balzo in avanti e si installa al decimo
posto della graduatoria, prima tra
tutte le province venete. Prima di
rallegrarsi, però, conviene andare
a spulciare con un po’ più attentamente le tabelle che il settimanale
ha usato per stilare la propria graduatoria.
Lavoro e ambiente
Italia Oggi prende infatti in considerazione una lunga serie di parametri, da quelli relativi al lavoro
a quelli sullo stato dell’ambiente,
dalle statistiche sulla criminalità
a quelle sul disagio sociale, per
arrivare ai dai sui servizi e sul
tempo libero. La cosa interessante è vedere come si piazza Vicenza
nelle classifiche parziali. Alla voce
“Affari & lavoro”, in cui si considerano elementi come i tassi di oc-
cupazione e di disoccupazione, il
numero di imprese ogni 100mila
abitanti o il numero di clienti del
corporate banking, la città è 22°,
in discesa rispetto al 2007. Per
quanto riguarda l’ambiente le cose
vanno peggio, e Vicenza si classifica al 36° posto (anche se, va detto,
in risalita di venti posizioni rispetto all’anno prima): a penalizzarla,
contribuiscono i dati sull’inquinamento (65° posto per la concentrazione di biossido di azoto,
86° per i livelli di pm 10), quelli
sulla depurazione delle acque (71°
posto), sulle poche isole pedonali
(63° posto), sull’elevata produzione di rifiuti (oltre 600 chili a testa,
61° posto). Gli altri dati – consumi
idrici ed elettrici, numero di auto
e chilometri percorsi per abitante,
presenza di zone a traffico limitato, piste ciclabili e verde pubblico
– sono migliori, ma sempre su
posizioni tra il 30° e il 50° posto,
con l’eccezione del 14° posto per la
raccolta differenziata.
Crimine e infortuni
Passando al capitolo sulla criminalità, Vicenza si colloca al 18° posto
in Italia, nell’elite delle città più
tranquille. E già questo basterebbe per collocare in una prospettiva
più consona tutti i presunti allarmi sicurezza che periodicamente
ci vengono propinati. Andando
un po’ più nel dettaglio, spiccano in positivo il basso numero di
reati connessi allo spaccio (3° po-
sto in Italia, solo in due province
se ne fanno di meno), di rapine
in banca (8° posto), di estorsioni
(13° posto), mentre in negativa si
notano i furti in appartamento e
d’auto (75° posto in tutte e due le
graduatorie) e gli omicidi colposi
((69° posto). Per le rapine siamo
al 28° posto, per le lesioni dolose
al 21°, per le violenze sessuali al
60°.
La classifica successiva è quella
legata al disagio sociale, e qui le
cose peggiorano. Vicenza è 45°,
penalizzata dall’alto numero di
infortuni sul lavoro (91° posto),
di morti per tumore e suicidi (67°
posto in tutte due le liste). Ma ci
sono anche il 59° posto per numero di divorzi e separazioni, segno
che anche qui dove tutti si dicono
cattolici la famiglia è in difficoltà,
il 75° nel numero di lavoratori parasubordinati con età superiore a
29 anni, specchio di un mondo del
lavoro che è sempre più precario,
e l’ottimo terzo posto nel numero
dei minori denunciati.
Cultura e tempo libero
Le cose vanno ancora peggio se si
parla di servizi, dove non si va oltre l’86° posto, anche se questo è
uno dei dati che più si prestano ad
interpretazioni diverse. Vicenza,
ad esempio, è quasi ultima nella
classifica sul numero di studenti
per classe nelle scuole superiori: è un segnale di sofferenza o la
spia che qui quasi tutti i ragazzi
continuano a studiare anche oltre
i limiti della scuola dell’obbligo?
O, ancora, è difficile credere che
il dato sui posti letto in ospedale
(Vicenza è 76°) indichi una cattiva
situazione della nostra sanità. Alla
voce tempo libero, infine (dove
vengono conteggiate le spese per
spettacoli sportivi, cinematografici e teatrali, o il numero di librerie
e di associazioni culturali). la città
veleggia in un 38 posto senza infamia e senza lode.
Diamo i numeri
Riassumendo, quindi, Vicenza
è 22° per affari e lavoro, 36° per
l’ambiente, 18° per criminalità,
45° per disagio sociale, 86° per i
servizi e 38° per il tempo libero.
Come si spiega, allora, il decimo
posto finale? Si spiega in gran
parte con l’ultima delle classifiche
stilata dal settimanale, quella sul
tenore di vita: reddito, livello delle
pensioni, spesa media per consumi. Qui Vicenza si guadagna il 4°
posto, e questo evidentemente basta a spingerla molto in altro nel
giudizio finale. E pazienza se gli
altri indicatori ci dicono che siamo una provincia inquinata e con
relativamente pochi spazi verdi, e
in cui gli infortuni sul lavoro fanno più vittime della criminalità..
Più che in altre zone d’Italia, dunque, tra i Berici e l’Altopiano la
buona qualità della vita sembra
determinata soprattutto dalla ricchezza. Un benessere fondato sul
conto in banca, sul reddito, sulla
capacità di spendere. Che sono
fondamentali, per carità. Ma alla
luce della crisi che è sotto gli occhi
di tutti (i dati usati da Italia Oggi
sono relativi al 2007, alcuni anche
al 2006), forse, è il caso di cominciare a investire seriamente anche
su qualcos’altro. Per non fare un
clamoroso ruzzolone all’ingiù nel
momento in cui la flessione dell’economia verrà registrata anche
dalle classifiche.
L. M.
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quartieri
130 del20 dicembre 2008
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13
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ViPiù
quartieri
Capannoni ed acqua alta
Sant’Agostino
É la zona più bassa delle città, e va regolarmente sotto acqua
Eppure ci sono zona industriale, autostrada, tangenziale,
depuratore. E presto un nuovo quartiere per mille persone
di Giulio Todescan
P
iove per quattro giorni, e Sant’Agostino va sott’acqua. E’
successo questa settimana, ma
l’evento non fa più notizia, un po’
perché storicamente è sempre
avvenuto (anche se il problema è
peggiorato con la cementificazione
degli ultimi decenni) dato che è il
punto della città più basso; un po’
perché l’estremità sud-ovest di Vicenza è in fondo marginale, poco
abitata e periferica. «E’ un quartiere che non è un quartiere, diviso
com’è fra Vicenza, Arcugnano e
Altavilla. Così nessuno dei tre comuni si cura dei problemi di chi ci
abita» dice Antonio Lago, abitante
della zona ed ex consigliere in cir-
coscrizione 7. La lista dei pesi che
Sant’Agostino deve portare per il
bene di tutta la città non è breve: si
può partire dalla zona industriale
di Vicenza, installata negli anni ‘50
alzando di due metri il piano campagna in una zona a forte rischio
inondazioni, per passare all’autostrada (con annessa complanare)
costruita negli anni ‘60 e che passa
giusto accanto all’abbazia trecentesca, per finire con il depuratore che
serve due zone industriali e mezza
città. Aggiungiamo l’altra zona
industriale, quella di Arcugnano,
che insiste sullo stesso viale, trafficatissimo dai camion nonostante i
limiti in vigore. La lista dei servizi
invece si esaurisce subito: «C’è la
scuola elementare, dietro la chiesa, che funziona bene, costruita in
consorzio fra i tre comuni – dice
Lago -. Poi poco altro, giusto il
campetto parrocchiale e il centro
giovanile che però è chiuso».
In qualche modo le bellezze naturali, in questo spicchio di pianura
incastonato fra i declivi dei Berici,
| Campagna allagata: qui dovrebbe nascere un nuovo quartiere
compensano le mancanze. Se non
fosse che nuove lottizzazioni incombono, rischiando di provocare
un danno non solo estetico, ma di
incrinare un equilibrio secolare su
cui si regge questa terra “bassa”.
Le foto qui accanto documentano
come nei giorni scorsi una vasta
zona di campi intorno a via Pilla (in territorio di Arcugnano),
sia diventata una palude. Niente
di eccezionale: qui il rio Cordolo
– una roggia che nasce dalle vicine sorgenti e si butta nel Retrone
– ha trovato una naturale “cassa d’espansione” dove accumula
l’acqua in eccesso. Un processo
naturale e positivo, che evita allagamenti ben più pericolosi più
a valle. Proprio qui l’amministra-
zione di Arcugnano ha in progetto nuove case per 900 persone: si
chiama “borgo S. Agostino”, se ne
parla dal 2000, e nell’approvarlo
la Regione ha imposto ai costruttori di compensare il nuovo insediamento con un 18% di opere di
urbanizzazione, da tradurre in un
asilo pubblico. Cui si aggiungono
però opere di mitigazione idraulica, cioè bacini artificiali per l’acqua, fra una villetta e l’altra: per i
privati era troppo. Così il Comune ha deliberato di abbassare la
quota di oneri di urbanizzazione,
accollandosi circa 300mila euro
di spesa. Ora la questione è finita
alla Corte dei Conti, per iniziativa
della minoranza di “Uniti per Arcugnano” che contesta il provvedi-
mento.
Se l’acqua non esonda in via Pilla
– come fa ora in maniera naturale
- lo farà più avanti, magari vicino
al depuratore, già piuttosto intasato. Fu messo a Sant’Agostino per
la vicinanza delle industrie, alcune
delle quali - come la Ecoveneta,
e forse la Wisco se verrà costruito il nuovo impianto all’Arsenale
– trattano rifiuti speciali. Quando
piove, i collettori del quartiere si
intasano e l’acqua esce a fiotti dai
tombini. «La soluzione in progetto, ma non ancora attivata – dice
Lago – è la creazione di un sistema
di sfogo sul canale Selmo, che parte
dalla rotatoria con viale del Lavoro
e confluisce nel Retrone dietro le
case di viale Sant’Agostino».
quartieri
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Presepi sotto la “soca”
Viale Trento
Ottava edizione della mostra di presepi dei missionari saveriani
Dentro tronchi d’albero cavi trovano posto statuine provenienti da tutto il mondo. Il ricavato va in beneficenza
Legno e terracotta
sono i materiali più diffusi
S
tatue con gli occhi a mandorla,
con la pelle nera, con le barbe e
le tuniche tipiche dei villaggi pakistani: ci sono tutte alla mostra dei
presepi del Sud del mondo che per
l’ottavo anno consecutivo è ospitata dai missionari saveriani, in viale
Trento. Statuine spedite direttamente dai missionari delle quattordici missioni vicentine sparse fra
l’America latina, l’Africa e l’Asia,
che le hanno trovate nei mercatini
del luogo o commissionate ad artigiani e artisti locali. «E’ una mostra
atipica la nostra – dice don Luciano Picego -. Quest’anno sono 550 i
pezzi esposti, da fine novembre, e
la mostra durerà fino al 6 gennaio.
Chi vuole può portare a casa un presepe, il ricavato delle vendite va a
sovvenzionare un progetto nel Sud
del mondo». La missione finanziata quest’anno opera nello stato del
Parà, in Brasile, zona amazzonica
ad altissimo tasso di deforestazione, dove vivono gli indios Kayapò.
Spinti dalla distruzione della foresta ad abbandonare i villaggi, e
attirati nelle città dall’industria mineraria – rappresentata dalla multinazionale brasiliana “Vale do Rio
Doce” - sono diventati la parte più
povera ed emarginata della popolazione locale. Attraverso il progetto
della missione si cerca di creare dei
Autoproduzione individuale
Autonomia energetica
Microgenerazione diffusa
leader, formando dei riferimenti
all’interno delle comunità che possano organizzare e aiutare i propri
concittadini.
L’anno scorso la mostra è stata presa d’assalto, trentamila visitatori
stimati, proveniente dal Veneto e
dalla Lombardia, e quest’anno non
c’è crisi che tenga, i presepi vanno
via anche di più: «Comprano, sì,
nel vicentino l’aspetto missionario
è molto vivo ancora, è nel Dna della chiesa di queste parti» racconta
don Picego. Sono in arrivo prossimamente delle mostre distaccate:
comuni e parrocchie hanno chiesto
di poter esporre parte delle opere
raccolte dai saveriani, da Arzignano a Trissino, da Brescia a Milano.
Questi presepi multietnici sono
metafore dell’integrazione: le figure sono ospitate da una “soca”, il
pezzo dell’albero che rimane ancorato al terreno dopo il taglio della
pianta. Una cosa “nostrana”, presa
dalle campagne venete, che ospita
creazioni provenienti dalla Cina,
dal Pakistan, dal Perù o dal Burkina Faso. «E’ una visione di mondialità unica in Veneto. La soca è
concava, quasi una culla, significa
che dobbiamo saper accogliere i
valori delle altre culture nel nostro
mondo».
G. T.
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cultura
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17
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ViPiù
cultura
Good luck,
tutto il Dal Molin in un documentario
In distribuzione un filmato che riassume due anni di mobilitazione
contro la nuova base americana. Dalle manifestazioni di piazza
alle interviste con urbanisti, politici e sacerdoti
di Andrea Fasulo
I
n un filmato della Setaf degli
anni ‘80 una voce fuoricampo si rivolge ai militari e alle loro
famiglie destinati ad una piccola
base dell’Europa meridionale. E
sulle note di una gradevole musichetta li rassicura bonariamente:
“Gli abitanti dell’Italia del Nord
sono di bell’aspetto, intelligenti e
ben vestiti. E dopo pranzo sappiate che sono abituati a prendersi il
loro tradizionale riposino”. State
tranquilli, lì troverete tutto quello
di cui avrete bisogno: supermercati ben forniti, palestre, i fast-food
che siete abituati a frequentare
in America, case accoglienti. Nella città che vi ospiterà? No, tutto
all’interno della vostra caserma.
Tutto fornito dall’Esercito degli
Stati Uniti.
Vent’anni fa il Pentagono vendeva
ai suoi soldati diretti a Vicenza un
vero e proprio ghetto. Un ghetto
dorato. Un mondo felicemente autosufficiente. Vent’anni dopo altri
hanno cercato di vendere il mito
di una installazione militare che
lotta contro la nuova base amerisarebbe un toccasana per la città,
cana, filmato le interviste. Più di
una risorsa, una fortuna. E allora
20 interventi, tra gli altri quelli di
buona fortuna, Good Luck VicenEdoardo Salzano e Anna Marson,
za! E’ questo il titolo di un interesurbanisti dello IUAV di Venezia,
sante documentario ideato e readi Giulietto Chiesa e padre Alex
lizzato da tre giovani vicentini che
Zanotelli, di don Dario Vivian,
vuole fare il punto su due anni di
teologo vicentino, di Lorenza Carlotte No Dal Molin. Che ne approlassare, giurista dell’Università di
fondisce le tematiche giuridiche,
Padova. E poi i protagonisti locali
urbanistiche e ambientali, ma che
che abbiamo imparato a conoscere
si sofferma anche su aspetti meno
negli ultimi anni: Cicero, Cattanoti della politica militare statuneo, Pavin, Asproso,
nitense e che offre
Calearo, Equizi.
qualche spunto ineDieci ore di girato poi
dito come il filmato
selezionato e montato
di cui sopra. Il tutto
fino a produrre i 73
con la forza dei dati Non é un film
minuti finali. Un lae dei documenti,
voro che potrà servire
con le testimonianze super-partes
a quanti, in giro per
di esperti e tecnici, ma abbiamo
l’Italia, avranno modo
di politici e ammi- dato voce
di andare finalmente
nistratori locali, di
alle diverse
al di là dei banali stepreti e di protagonireotipi emersi finora
sti del movimento. posizioni
su telegiornali e tv
Un film che si rivolnazionali. Quelli tipo
ge ad un pubblico
“pentole e padelle”
variegato e che offre
e “sindrome da Nimby”: “Volevagli strumenti per andare in promo realizzare qualcosa che uscisse
fondità. Mirco Corato, Annamaria
dalla semplice cronaca giornalistiMacripò e Giulio Todescan hanno
ca, concentrandoci sui contenuti.
partorito l’idea nel settembre del
Sappiamo che non sempre è facile
2007. Fino all’estate dell’anno
per le persone tenersi informati,
successivo hanno svolto un intenspecialmente per chi non abita
so lavoro di ricerca, seguito le maqui” spiegano Mirco e Giulio. “Sta
nifestazioni e gli eventi legati alla
| Alcuni fotogrammi di Good luck
succedendo qualcosa che non era
mai successo e bisognava raccontarlo. Vorremmo che arrivasse
anche a chi ha problemi simili in
altre parti d’Italia”. Tutto con mezzi propri, autoproducendosi, lavorando nei ritagli di tempo. Tutti e
tre, ma c’è anche la collaborazione
per le riprese di Davide Sannazzaro, dietro la telecamera.
Il risultato è un video godibilissimo, denso di informazioni che
richiedono attenzione ma anche
venato da una sottile ironia. Merito anche delle animazioni e del
montaggio, opera di Elisa Minuzzo. “E’ un po’ un blob, con interventi accostati in modo ragionato,
non legati da una voce narrante”
continuano i due registi. “Non è
super-partes, ma questo è perchè noi stiamo con quelli che sin
dall’inizio hanno cercato di informarsi e non con chi ha voluto
nascondere le carte”. In ogni caso
dando voce alle diverse posizioni
in campo, riuscendo a prescindere
dalle logiche di parte. Nelle prossime settimane sono in previsione
proiezioni pubbliche, la prossima
il 9 gennaio nella Sala Polivalente
di Isola Vicentina. Con tutti gli intoppi che una distribuzione “fatta
in casa” può incontrare. “Dobbiamo dire che il film ci è stato richiesto ed è stato già proiettato in diverse città in Italia. Qui a Vicenza
abbiamo invece incontrato diverse
difficoltà e le occasioni per farlo
vedere sono state davvero poche”
sottolinea Annamaria. Ma si sono
scelti anche canali alternativi. Intanto il blog sempre aggiornato
goodluckvicenza.blogspot.com.
Da alcuni giorni è inoltre possibile
prenotare la propria copia sul sito
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ricevere a casa il dvd al costo di
5 euro. Una strenna natalizia sui
generis? Di sicuro un film da vedere, e che sia di buon auspicio per
una città dal futuro ancora incerto. E allora buona fortuna Vicenza,
good luck!
cultura
130 del20 dicembre 2008
numero
18
pag
Palladio noir
Scrittori vicentini 1
Con I delitti della Rotonda Francesco Di Bartolo
usa il romanzo poliziesco come chiave per raccontare
la città, le sue speranze e le sue tante contraddizioni
| Francesco Di Bartolo e la Rotonda
U
n noto e discusso imprenditore ucciso a sprangate a due
passi dal più famoso capolavoro di
Palladio. Sulle tracce dell’assassino, una coppia di poliziotti (anzi,
un magistrato e un poliziotto) che
dovranno sbrogliare una matassa
intricata, in un città in cui dietro a
facciate rispettabili si nascondono spesso realtà da tenere ben nascoste. Comincia così i delitti della
Rotonda, romanzo d’esordio di
Francesco Di Bartolo, avvocato (e
nostro collaboratore) con una passione “feroce” per il noir. Passione
che ha riversato in questa storia volutamente tutta vicentina, come lui
stesso ci spiega. “E’ un atto d’amore
verso questa città. E poi Vicenza è
come un emblema, un luogo in cui
sono ben rappresentate le speranze, le delusioni e le contraddizioni
del Nordest. Vicenza è espressione
di laboriosità, innovazione, dinamismo, imprenditorialità, ma paradossalmente queste virtù devono
fare i conti con una sorta di paura
del cambiamento, con una classe
politica mediocre, con un’informazione che, salvo eccezioni, non aiuta
le coscienze, con un deleterio senso
della rassegnazione. Inoltre, il libro
è un omaggio al genio di Andrea Palladio la cui lezione oggi, purtroppo,
sembra essere dimenticata. Palladio ha saputo ricreare e trasformare il territorio rispettando l’uomo
e il suo ambiente, nella ricerca del
miglioramento delle condizioni dell’uno e dell’altro”.
Quando è nata l’idea di questo
romanzo? E quanto c’è di reale?
“Il desiderio di scrivere me lo portavo dentro da molto tempo. Gravissimi fatti di cronaca mi avevano colpito, e sentivo il bisogno di riflettere
sulle cause della violenza nella nostra società. Oggi conviviamo con la
violenza, ma ci fa comodo pensare
che essa sia qualcosa che riguarda
gli altri: i matti, i diversi, gli stranieri. Invece, il confine tra ragione
e follia è più sottile di quel che si
possa immaginare. Bene e male
convivono in ciascun uomo, e una
certa violenza è insita nella società
di oggi. Ma facciamo finta di non
accorgercene, cerchiamo di anestetizzare ogni forma di violenza,
da quelle domestiche ai morti che
insanguinano ogni giorno le nostre
strade e che accettiamo con rassegnazione, come ineluttabile prezzo
da pagare. Ovviamente è una storia inventata e quindi è un’opera di
fantasia. Ma il romanzo è anche un
tentativo di fotografare e descrivere
la realtà”.
Più in generale, quando ha cominciato a scrivere, e perché?
“Fin da quando ero studente di liceo
mi piaceva scrivere racconti. Anche
durante il periodo universitario
aveva scritto qualcosa. Erano lavori
che tenevo per me. Dopo l’università, con la professione e gli impegni
familiari, scrivere è diventato molto
difficile. Il desiderio però è rimasto e così, giunto a cinquant’anni,
ho deciso di riaprire il cassetto e di
scrivere una storia che stavo maturando. Mi piace scrivere per diverse
ragioni: per il gusto di scrivere e di
far conoscere la storia. Scrivo per
meditare, per confrontarmi con me
stesso e conseguentemente anche
con gli altri”.
Quali sono i suoi modelli letterari, sia come generi che come
autori?
“La mia passione è la letteratura
del Novecento, sia italiana che straniera. Nella mia formazione sono
stati determinanti autori come Pirandello, Vittorini, Pavese, ma anche Kafka, Joyce, Faulkner, Mann,
Brecht. E poi c’è stata la passione,
feroce e coinvolgente, per quel sottogenere della letteratura poliziesca
che è il noir: Hammett e Chandler,
Crais e Connelly, e in Italia, soprattutto, Giorgio Scerbanenco, vero
padre del noir italiano”.
Il genere noir a detta di molti
è considerato anche una letteratura di denuncia: condivide
questa analisi?
“Una premessa. Nel mondo del noir
c’è spazio per numerosi sottogeneri. Il noir, inoltre, come ha scritto
molto efficacemente Lucarelli, è
come un terreno dominato da un
vulcano che erutta continuamente e ogni volta cambia tutto quello
che gli sta intorno. Insomma, è in
continua evoluzione. Detto questo
va precisato che autori come Carlotto, De Cataldo, Carofiglio, Saviano,
Lucarelli, non parlano di letteratura
di denuncia, ma di impegno civile:
molti scrittori, cioè, oggi avvertono
la necessità di leggere la realtà, e
perciò la storia di questo paese degli
ultimi decenni, senza eludere domande fondamentali. Il giornalismo
d’inchiesta è sparito, si ha paura di
andare a fondo delle questioni. Ora,
chi scrive noir, pur raccontando una
storia criminale, racconta la storia
della nostra società: un omicidio,
una truffa, uno stupro, portano a
riflettere sul ruolo della famiglia e
della scuola e sui possibili errori che
queste istituzioni e l’intera società
possono aver commesso. Queste
storie si trovano anche al centro del
mio romanzo”.
plessità della vita. Quello che conta
è osservare, scoprire, ricercare, senza fermarsi alla superficie”.
Rivedremo all’opera il piemme
Giulia Clementi?
“Se tutto va bene, per l’anno prossimo è prevista l’uscita di un secondo
romanzo. E’ una storia ambientata
a Vicenza che vede il maresciallo
Baricco e il piemme Giulia Clementi alle prese con una vicenda molto
complessa che parte dall’indagine
su alcuni stupri e finisce con una
conclusione molto drammatica”.
L.M.
Pane vino e acqua,
i simboli della tavola
Nel percorso che va dall’idea
iniziale al libro fatto e finito,
qual è il passaggio più difficile?
“Sicuramente i dialoghi. Sono centrali e fondamentali. Il linguaggio
dei dialoghi è difficilissimo perché
bisogna saper conciliare realismo
e concretezza, da una parte, e stile,
capacità di suscitare emozioni, dall’altra”.
Ispirazione, costanza, mestiere: cosa conta di più per riuscire a completare un libro?
“Tutte e tre le cose. Aggiungo anche
una buona dose di umiltà e di capacità di ascolto degli altri”.
I concorsi letterari si moltiplicano, in libreria ci sono sempre
più opere prime ecc... Perché
sempre più persone sentono
il bisogno di scrivere? C’è un
ritorno alla scrittura proprio
nell’epoca dei nuovi media?
“Occorre distinguere. La televisione
non riproduce la realtà: si serve di
essa ma riproduce se stessa, fino al
punto da diventare essa stessa creatrice di nuova realtà. Così diventa il
luogo della massima visibilità: ciò a
cui aspirano tutti, dalla casalinga al
politico, dalla ragazzina al giornalista. La scrittura, invece, opera su un
altro piano: scrivere, anche quando
si raccontano storie, è fare la propria
autobiografia e molti oggi sentono
il bisogno di raccontarsi. Inoltre, a
differenza della televisione la scrittura è uno strumento formidabile di
osservazione della realtà. Chiunque
può mettersi a esaminare la com-
| La presentazione del libro
È
stato presentato alla stampa e
al pubblico il libro Pane, vino...
e acqua (storia, simboli, miti,
usi, riti religiosi, proverbi, arte),
scritto da don Mario Dalla Via e
pubblicato dall’Azienda Agricola
Le Pignole di Brendola (Vi). Don
Mario, attento storico, archivista
e appassionato archeologo, ha
pubblicato vari volumi di storia
locale e sacra. Con Pane, vino...e
acqua compie un’attenta ricognizione simbologica dei tre elementi
essenziali della tavola. Partendo
dalle civiltà della Mesopotamia,
il suo studio ripercorre la storia
soffermandosi in particolare sulle
Sacre Scritture e giungendo fino
alla tradizione contadina veneta
e ai giorni nostri. Si riscopre così,
nel corso dei secoli e tra le righe
dei testi sacri, il valore degli elementi che costituirono il nutrimento essenziale per generazioni
e che ancora oggi rappresentano
un significato profondo per la cultura del territorio.
“Pubblicando questo libro – spiegano Gianna Bortolamai e Paolo Padrin, titolari de Le Pignole
– non solo diamo una doverosa
diffusione agli studi storici e teologici di don Mario, ma crediamo
di contribuire in modo nuovo alla
riflessione culturale sull’enogastronomia del nostro territorio.
Pane, vino...e acqua si spinge oltre i luoghi comuni, recuperando
lo spessore simbolico e il significato profondo della materia che
costituisce il nostro lavoro quotidiano”.
Alla presentazione, oltre all’autore, hanno partecipato Mario
Corato, teologo e custode della
Chiesa di Madonna dei Prati, e il
Vescovo emerito di Vicenza Monsignor Pietro Nonis. Il libro è disponibile al pubblico su richiesta
diretta a Le Pignole, in cambio di
un’offerta libera che sarà interamente devoluta alla missione delle suore comboniane di Kampala
(Uganda).
cultura
130 del20 dicembre 2008
numero
19
pag
Disavventure british
ViPiùbollicine
Scrittori vicentini 2
di una pìssera tutta veneta
In un racconto di Loretta Simoni la tragicomica
vacanza in Inghilterra di una giovane studentessa
Tra minestre immangiabili e pappagalli morti
& drinks
dì alla domenica
DEGUSTAZIONE VINI
SERATE JAZZ
SERATA TEMA
SANGRIA PARTY
MOJITO PARTY
SERATA D’ARTE
MUSICA DJ
Viale Italia, 191 • 36051 Creazzo (VI) • tel. 0444 522215
“C
hiariamo subito una cosa,
Catia non sono io. Qualcosa di autobiografico c’è, ma poco,
molto poco”. Loretta Simoni mette subito le mani avanti: Catia, la
giovane combinaguai protagonista del suo racconto “Niente bidé
siamo inglesi”, arrivato in libreria proprio in questi giorni, non
ha quasi nulla a che vedere con
lei, che nella vita è capo ufficio
del settore cultura del Comune e
giornalista pubblicista (vincitrice, tra l’altro, del concorso Penna d’Oca 2007 per il giornalismo
enogastronomico). Quasi nulla,
perché alla base della storia, che
narra di una brevissima e sfortunata vacanza studio in Inghilterra, qualche ricordo vero c’è.
Come l’attimo di smarrimento
di fronte alla mancanza del bidé,
o il tentativo di eliminare di nascosto le immangiabili brodaglie
preparate dalla padrona di casa.
Nella realtà tutto è filato liscio:
l’igiene personale è stata salvata
e le terribili minestrine hanno
imboccato la strada della spazzatura senza creare sconquassi.
Nella finzione tutto va a rotoli:
secondo la più ferrea legge di
Murphy, la ricerca di un’alternativa all’agognato bidé innesca
una serie di disavventure che,
tra svenimenti, corse al pronto
soccorso e animali “assassinati”,
portano in poco tempo all’inevitabile conclusione. “Il racconto
riprende in parte degli episodi
della mia prima vacanza studio
– conferma l’autrice -. Poi io ci
ho messo una buona dose di fantasia nel creare un personaggio
che, per fortuna, non mi assomiglia per niente. Lei è una pìssera, parola toscana che indica una
persona che vuole essere sempre
perfettamente a posto, un po secchiona anche. E poi è ingenua e
maldestra: io no. Ho altri difetti,
anche peggiori, ma questi no”.
A giudicare da questo libro, Loretta Simoni ha anche più di qual-
| In alto Loretta simoni. Sotto la presentazione del libro
che pregio. La capacità di giocare
con la lingua, ad esempio, con
una prosa che passa con molta
scioltezza e senza forzature dall’italiano colloquiale al dialetto o
all’inglese maccheronico. Oppure l’ironia, che accompagna tutta
la storia - british nell’ambientazione come nello humor – e
che, strizzando l’occhio a classici
come Oscar Wilde e Karl Krauss,
si rivela come il vero tratto distintivo del suo modo di scrivere. “La comicità è attorno a noi,
solo che il più delle volte siamo
noi che non la cogliamo – osserva l’autrice -. Quando si sale in
autobus, ad esempio, basta stare
attenti a cosa ci succede intorno,
ai dialoghi, alle situazioni, per
trovare spunti. Allo stesso modo,
luoghi come gli ospedali o le stazioni sono pieni di personaggi
caratteristici e un po’ strani: è
sufficiente fermarsi ad osservare
per trovare idee in quantità”.
A tutto questo si aggiunge una
costruzione della racconto sicura
e ben congegnata, che testimonia
una certa dimestichezza con il
mestiere dello scrivere. “Ho sempre avuto la passione della scrittura, sia di racconti che di poesie,
ma l’ho sempre considerato un
hobby. Anche questo racconto,
l’ho buttato giù due tra anni fa,
ed è rimasto fermo da allora. Poi
l’ho fatto vedere ai tipi della casa
editrice, che si sono appassionati
e mi hanno chiesto di pubblicarlo”. Così è nato il suo primo libro,
e i primi commenti sono tutti positivi. “Essere pubblicati fa pia-
cere – continua -, soprattutto se
poi trovi qualcuno che ti ha letto
e che ha apprezzato quello che
hai scritto, e devo dire che io ho
ricevuto molti incoraggiamenti.
Ma quando scrivi ti metti anche
un po’ a nudo, sei senza rete, e ti
può andare bene come no. Diciamo che da un alto c’è la speranza
di essere letto, di un piccolo successo, dall’altra un po’ di vergogna e la paura della critica”.
Scrivere, comunque, rimane prima di tutto un piacere, un qualcosa che si fa soprattutto per se
stessi. “Scrivere è un po’ terapeutico, perché ti spinge a tirare fuori qualcosa che hai dentro, un po’
come avviene con i corsi di recitazione – aggiunge ancora l’autrice -. A me, in particolare, piace
l’esercizio di trovare con poche
parole il modo giusto per far capire una situazione o un’emozione, per dare delle suggestioni”.
Con Niente bidé siamo inglesi c’è
riuscita. E tra un po’ potrebbe riprovarci, magari con una nuova
avventura di Catia (“Più di qualcuno mi ha detto che si potrebbe
prestare ad un sequel”), oppure
con una raccolta di quei racconti
dell’autobus nati da quello che le
è capitato di osservare sui mezzi
pubblici della città. O ancora con
una storia tutta nuova, dai toni
e dai contenuti decisamente più
drammatici rispetto alla leggerezza delle disavventura di Catia. “Vediamo, intanto mi godo
questo primo libro. Poi qualcosa
farò”, conclude.
Luca Matteazzi
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movida
130 del20 dicembre 2008
numero
20
pag
ViPiù
movida
Sfida all’ultima nota
Guitar Hero è uno dei videogiochi più popolari del momento
Il giorno di Santo Stefano, a Thiene, un torneo mette alla prova
appassionati e curiosi
Gli appuntamenti
sabato 20
SERENA E I SUOI VERGINI
Nuovo Bar Astra - contrà Barche
14, ore 19
Concerto aperitivo - musica
funk
Free entry
Activision Inc -, attraverso il coinvolgimento di catene come Mediaworld o Fnac (quello in corso si
avvia alla finale internazionale di
Madrid a febbraio 2009).
di Francesca Danda
Per chi è cresciuto con il Commodore 64 ed ha creduto di toccare
il paradiso digitale con un dito
Metti una chitarra sotto l’albero.
quando ha scoperto il 286, non è
Ma non una qualunque, se vuoi
del tutto scontato comprendere la
partecipare al folle contest che si
portata di questa rivoluzione, soterrà allo Yourban Music Lab di
spesa tra il musicale, il virtuale ed
Thiene il 26 dicembre. Anche nel
il ludico. Senza tralasciare il sacriVicentino, infatti, è esploso il felego, accezione in voga tra i purinomeno Guitar Hero, videogioco
sti dello strumento che mal digedi simulazione musicale che con
riscono il successo del videogioco:
uno speciale controller a forma
a sentir loro, una beffa dell’arte
di Gibson consente a chiunque
musicale e una banalizzazione
di trasformarsi in novello Slash
del rocker a stereotipo di massa.
o Tom Morello. Ma non basta.
Ecco perché abbiamo
Da quando la prima
chiesto allo staff dello
versione del gioco è
Yourban com’è nata
approdata in Italia,
l’idea di organizzare
nel 2006, è stato un
un evento simile, per
proliferare di tornei Ci sono
di più in un periodo
dal vivo: un locale, “malati”
di sacraun
megaschermo,
che sono capaci ammantato
lità e tradizionalismo
una consolle (Guitar
come quello natalizio.
Hero gira su Xbox di suonare
«È partito da alcuni
360, Nintendo Wii, l’intera
soci che, “malati” di
PlayStation e PC), track list
Guitar Hero al punto
un premio in palio e
da suonare l’intera
numerosi giocatori
track list senza perche si sfidano, esidere la sensibilità alle dita, hanbendosi in un pezzo della track list
no entusiasmato tutti» racconta
– rigorosamente rock - e cercanCristina Malavolta, presidente del
do di realizzare il punteggio più
circolo Arci. Hanno quindi conalto possibile. A cui si sommano i
tattato l’Activision e, a fronte di
campionati internazionali ufficiaun progetto duraturo e interattivo
li, promossi dalla casa madre - la
fatto di contest, libro degli ospiti e
book fotografico, ricevuto la strumentazione necessaria, gratis. «Il
nostro è uno spazio di aggregazione musicale, che oltre a molti appuntamenti live ospita delle sale
prove. Una postazione fissa del
gioco può diventare un modo per
divertirsi in musica senza prendersi troppo sul serio…».
Anche perché alcuni paletti esistono: il repertorio disponibile nelle
varie versioni del gioco è costruito solo su band e artisti che hanno fatto la storia del rock come
Deep Purple, Ozzy Osbourne,
Jimy Hendrix, Beastie Boys, The
Doors e così via. Un patrimonio
intramontabile che, stando all’età
degli iscritti al contest dello Yourban, è in grado di appassionare
gli adolescenti come i trentenni e
di coinvolgere un gran numero di
persone. Il segnale del fenomeno
pare quindi forte e chiaro, a dispetto dei profeti di sventura che
demonizzano il virtuale: anche il
nonplusultra della simulazione e
dell’esperienza individuale torna
spontaneamente all’ovile, trovando la massima valorizzazione nella
condivisione reale del divertimento. Perciò se la notte di Natale vi
arriva in dono un controller a forma di chitarra, non colpevolizzatevi se vi distrae dalle tradizionali
abbuffate del 25… bando ai moralismi! C’è tempo per iscriversi fino
al 26…
sabato 20
ANTARES + KANI
Yourban Music Lab – via 51°
Stormo 3 (Thiene), ore 22.30
Concerto speed rock + concerto
loud’n’fast rock’n’roll
Riservato soci Arci
domenica 21
IL SAX DI CARLETTO
Equobar – strada Marosticana
350, ore 19
Concerto aperitivo – musica
jazz con l’inconfondibile gestore
dell’osteria di Fimon
Free entry
domenica 21
MINDWARP
Bar Sartea -corso Ss. Felice e
Fortunato 362, ore 21
Festa elettronica con dj set di
Nanni Magnetti, Morpheground
e Granturismo
Free entry
lunedì 22
LUBJAN
Il Borsa Caffè – piazza dei
Signori 26, ore 19.30
Concerto aperitivo – Folk Rock,
chitarra acustica e piano per
una voce indimenticabile
Free entry
lunedì 22
MARCO PAOLINI E LORENZO
MONGUZZI
Presidio Permanente No Dal
Molin – via Ponte Marchese, ore
20.30
Festa d’inverno – performance
musical-teatrale “Schegge dagli
album”
Free entry
lunedì 22
VERO TRIO NORDESTINO
Bar Sartea -corso Ss. Felice e
Fortunato 362, ore 21
Concerto di forrò brasiliano
(musica popolare del nordest del
Brasile)
Free entry
martedì 23
I TAVERNICOLI
Bar Bukowski – corso Italia 9
(Valdagno), ore 22
Concerto ethno prog acustico
Free entry
mercoledì 24
CHRISTMAS GIMM TRASH
NIGHT
Spazio Arcadia – via Paraiso 36
(Schio), ore 23
Festa natalizia anni ‘80
Riservato soci Arci (ma ingresso
gratuito per chi indossa la tuta)
giovedì 25
X-MAS SKOOL PARTY
Jack Hole Music Club – via
Zamenhof 411, ore 21
Serata di musica live con
Skavesà, Charlotte Bean, Aj
Ramirez e Mosh Mongers
Free entry
venerdì 26
PICCOLA BOTTEGA BALTAZAR
Presidio Permanente No Dal
Molin – via Ponte Marchese, ore
21.30
Festa d’inverno – concerto di
musica popolare del gruppo
padovano
Free entry
venerdì 26
E.DRUNKS + ETEREA POST
BONG BAND
Shindy Club - via S. Giorgio 140
(Bassano del Grappa), ore 23
Concerto indie rock elettronico +
concerto post rock folle
Ticket (euro 8)
movida
130 del20 dicembre 2008
numero
21
pag
Lodoli, Giordano, Matheson
La top five del 2008
Sul comodino
La nostra classifica: dal pluripremiato “La solitudine dei numeri primi” a “Sorella”,
ecco i libri che nel corso dell’anno ci hanno convinto di più
di Giovanni Magalotti
S
i avvicina la fine dell’anno e
prima della consueta pausa
natalizia che ci porterà al 2009,
vogliamo ricordare alcuni fra
i migliori libri segnalati su VicenzaPiù nel corso del 2008.
Al quinto posto mettiamo “Il bosco morto” dello scrittore americano James Sallis (Giano, 224
pp., € 16,50): un noir non lineare nella struttura narrativa, ma
particolarmente seducente per
le atmosfere del profondo Sud
americano, che restituisce efficacemente con cadenze quasi
blues. Si tratta del primo volume di una trilogia con il medesimo protagonista, l’ex veterano del Vietnam ed ex galeotto
Turner, di cui è uscito da poco
in libreria il secondo titolo: “La
strada per Memphis”.
Al quarto posto collochiamo
un altro noir, europeo stavolta:
“Cuori Solitari” (Giano, 322 pp.,
€ 17,50), scritto dal prolifico
John Harvey. L’indagine dell’ispettore Charlie Resnick
su un assassino che
uccide giovani inserzioniste della rubrica “Cuori solitari”,
è ambientata in una
Nottingham proletaria che pare uscita da
un film di Ken Loach. Il libro si segnala soprattutto per lo
stile secco, tagliente
dell’autore, e per la
capacità di creare personaggi
non stereotipati che “escono”
dalla pagina e rimangono nella
memoria del lettore.
Al terzo posto poniamo “Io sono
Helen Driscoll” di Richard Matheson (Fanucci, 240 pp., € 16).
Il romanzo racconta la storia di
un americano medio che dopo
una seduta di ipnosi scopre
improvvisamente di poter leggere nei pensieri delle persone.
La scrittura di Matheson, autore del
popolare “Io sono
leggenda”, è a tratti
davvero ipnotica e
regala brividi anche
al lettore più esperto. Stupisce non
poco, data la sua
assoluta modernità,
che il testo sia stato
scritto nel 1958.
Al secondo posto
mettiamo “La solitudine dei numeri
primi” di Paolo Giordano (Mondadori, 310 pp., € 18). Si tratta
di un romanzo che quest’anno
ha fatto incetta di premi letterari (Il Campiello Giovani e lo
Strega su tutti), guadagnandosi, peraltro con merito, anche
un enorme consenso di pubblico. Noi che l’avevamo letto e
segnalato in tempi non sospetti, ricordiamo ancora la notevole sensibilità del suo autore
nell’accostarsi a vicende così
problematiche come quelle narrate, e la sua maturità di scrittura, decisamente insolita in un
giovane esordiente.
Al primo posto dobbiamo collocare senz’altro il romanzo “Sorella” di Marco Lodoli (Einaudi,
106 pp., € 12,50). Il percorso di
suor Amaranta, la protagoni-
sta del libro, alla scoperta della
vita, passa attraverso l’incontro con un bambino che poco
alla volta ne mette in crisi le
certezze. Grazie a una scrittura
poetica, Lodoli caratterizza con
grande misura questa “sorella”
che vive la malinconia come
una strana forma di felicità. E
invita il lettore a chiedersi in
che misura l’essere “dentro” il
mondo impedisca talora di decifrare i piccoli segni e i misteri
rivelatori che ci circondano.
Queste sono le nostre scelte. Le
vostre, cari lettori di VicenzaPiù, quali sono?
Questo Ultimatum
è proprio scaduto
Popcorn
Il semisconosciuto Derrickson ripropone un classico della fantascienza
Ma trama, effetti speciali e attori (Reeves a parte) non convincono
e il film è distante anni luce dall’originale anni ‘50
di Giuliano Corà
Da anni invochiamo una Legge: “E’
proibito fare i remakes”. Se Berlusconi, invece di considerare il Codice Penale come la lista della spesa di
Arcore e la Costituzione come una
rubrica ad anelli a fogli intercambiabili, si occupasse di cose serie,
avrebbe la riconoscenza di tutti i cinefili. Nell’attesa, dobbiamo rassegnarci. Quando le idee originali latitano, si rubacchiano quelle degli altri, riverniciandole, reimpastandole,
manipolandole rozzamente, fino ad
un prodotto finale che ha perso tutto
della purezza originale, senza avere
di suo nulla di veramente originale.
Derrickson – illustre semisconosciuto, che ha al suo attivo solo The
exorcism of Emily Rose (2005) un
banale horror parapsicologico – ha
pensato male di metter le mani in
uno dei più bei film di fantascienza
in assoluto, il capolavoro di Robert
Wise (1951) che ci commosse per la
sua intelligenza, la sua sobrietà, l’intensità quasi mistica del suo messaggio pacifista.
Non ne è rimasto quasi nulla, e l’ottima sceneggiatura di cui si servì
Wise è stata stupidamente stracciata. Seguendo la moda ecologista, qui
l’ammonizione dell’alieno non riguarda più il pericolo di una guerra
nucleare (incubo dell’America anni
Cinquanta), ma la distruzione dell’ambiente. Inutilissima variante;
come se – anche volendo discuterne
– le catastrofi ambientali non fosse-
ro esse pure conseguenze di politiche di potere e di dominio, guerre
combattute con altri mezzi. L’alieno di Wise diventa qui una specie
di sicario, mandato a fare il lavoro
sporco deciso altrove da altri. Un
sicario un po’ scioccone, però, visto
che bastano due note di Bach ed una
madre che abbraccia un bambino
per commuoverlo e fargli cambiare
idea. Prima non se n’era accorto? I
trucchi digitali sono banali, già visti
mille volte, e francamente fastidiosi:
sembra abbiano la funzione di rubare la scena ad un film che per il resto
non esiste. Jennifer Connelly pare
non esistere nemmeno lei; Keanu
Reeves è senza dubbio molto bravo,
ma c’è da chiedersi chi gliel’ha fatto
fare.
Ultimatum alla terra,
S. Derrickson, USA, 2008
| Scene di Ultimatum alla terra
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sport
130 del20 dicembre 2008
numero
23
pag
ViPiù
sport
Un calcio alla crisi
In un mondo dello sport sempre più in difficoltà, il Cavazzale
Calcio è un esempio di gestione “virtuosa”
Il presidente: “La nostra società ha un budget che non può
sforare; quando accade sono io che vado a coprire i buchi,
non so se mi spiego”
di Francesco Cavallaro
A
Cavazzale, piccola frazione del
comune di Monticello Conte
Otto, vince ancora la passione. E
il pallone è ancora sinonimo di famiglia. Siamo andati alla scoperta
della formazione rossoblù, inserila voglia di divertirsi. E basta. “Le
ta nel girone A di Eccellenza del
loro borse sono leggere”, scherza
Veneto; la squadra di Denis LazRizzotto. E c’è da credergli. Qui
zaron (che, guarda caso, è il genenessuno pretende il risultato a
ro del presidente) viaggia in una
tutti i costi. Il dirigente è chiarissitranquilla posizione di classifica.
mo a questo proposito: “Il nostro
In Eccellenza, non in ultima serie.
obiettivo massimo, che fatalità
Se, voglia il Cielo, il Cavazzale docoincide con quello minimo, è lavesse salire di categoria andrebbe
sciarci dietro quattro
dritto dritto in serie
squadre al termine
D, l’Interregionale
della stagione”. Cioè
di una volta. E dopo
conquistare una salc’è subito la Seconda
vezza senza troppi
Divisione, dove giopatemi d’animo. Ben
ca una squadra che I ragazzi sono
di nome fa Bassa- tutti giovanissimi detto.
Ci incuriosisce però
no. Non bruscolini. e nessuno
l’aspetto
economiA questa possibilità
pretende
co. Per disputare un
il presidente Brucampionato di Ecno Rizzotto manco il risultato
cellenza occorrono
ci pensa. Tuttavia, a tutti i costi
decine e decine di
sa bene di avere tra
migliaia di euro; nella
le mani un piccolofrazione di Monticelgrande tesoro in terlo Conte Otto non sembra andare
mini sportivi. A Cavazzale i ragazcosì. “I rimborsi spesi per i nostri
zi, tutti giovanissimi (l’età media è
ragazzi sono i più bassi di tutto il
21 anni), scendono in campo con
girone – commenta il dirigente -.
Sono pronto a dimostrarlo con le
carte”. A questo punto lo provochiamo: allora siamo ben distanti dai 3-4.000 euro al mese che
percepiscono i più bravi giocatori di Eccellenza in Italia? “Siamo
lontani anni luce da quelle cifre
– replica Rizzotto –, i nostri compensi sono un decimo rispetto ai
numeri appena citati”. 300-400
euro allora. Se davvero fosse così,
e non stentiamo a crederci, Cavazzale sarebbe davvero la società di
calcio vicentina più “virtuosa”.
Rizzotto non ha dubbi in questo
senso. “Chi non accetta le nostre
condizioni può trovarsi un’altra
squadra – sottolinea il presidente
-; negli anni scorsi mi è capitato.
Pazienza. La nostra società ha un
budget che non può sforare; quando accade sono io che vado a coprire i buchi, non so se mi spiego.
Non si guadagna un bel niente a
gestire una società di calcio, ci
to storico che stiamo attraversanvuole solo tanta passione e spirito
do e non avanzano pretese fuori
di sacrificio. C’è chi impiega il suo
dal normale. Vorrei sottolineare
tempo libero nell’associazionianche l’impegno di tante persone
smo. Noi dirigenti abbiamo scelto
che lavorano gratuitamente all’indi dedicarci allo sport; ma è pur
terno della società; senza di loro il
sempre volontariato”. Certo. QualCavazzale non esisterebbe”.
cuno però alla fine deve cacciare
Nota tecnica a margine. Il derby
fuori i soldi per la gestione micontro il Trissino era
nima della squadra.
stato rinviato dalla
“Abbiamo tre sponFederazione da dosor importanti che
menica 14 a domeci danno una mano
nica 28 dicembre
– spiega Rizzotto -;
per impraticabilità
tuttavia, è sempre più
di campo; alla fine le
difficile per le squa- Abbiamo
due società vicentine
dre dilettanti far qua- tre sponsor
si sono accordate per
drare i conti alla fine
importanti,
la Vigilia di Natale.
dell’anno. Da parte
“Mi chiedo il senso di
nostra magari ven- ma è sempre
una scelta del genere
diamo qualche gio- più difficile
– conclude Rizzotto
vane promessa e non
-; le Federazione infacciamo spese pazze
tendeva farci giocare
al momento del calcio
subito dopo le feste. Non esiste
mercato; è tutta una questione di
proprio”. Auguri al Cavazzale. E
equilibri. La crisi? I nostri giocanon solo di buon Natale.
tori sono consapevoli del momen-
sport
130 del20 dicembre 2008
numero
24
pag
Castelgomberto beach
Volley
Grazie al permesso della parrocchia, proprietaria del terreno,
e all’interessamento dell’amministrazione, è in arrivo un nuovo campo
sportivo per gli appassionati della pallavolo da spiaggia
L’iniziativa ha preso il via con una festa
di Alida Pretto
A
Vicenza, si sa, il mare non c’è...
Eppure quella berica è una delle
province con il maggior numero di
appassionati di beach volley, oltre a
essere la sola in Veneto a poter vantare un campionato a tappe, uno dei
pochi in Italia a livello provinciale. E
dalla prossima estate i vicentini potranno contare su un campo in più
per la “pallavolo da spiaggia”: quello
che verrà costruito a Castelgomberto.
L’idea è nata quando è stato presentato a Enrico Meggiolaro (responsabile
della struttura sportiva di Rigallo) il
progetto di una nuova rotatoria che
comportava il ridimensionamento
del campo da calcio esistente: “Mentre guardavo la planimetria, l’occhio
mi è caduto sul terreno di fianco; ero
appena tornato dal torneo di Bibione
e la prima cosa che ho pensato è che
lì ci sarebbe stato bene un campo da
beach volley...”.
In poco tempo l’intuizione si è trasformata in un progetto concreto,
grazie al permesso della parrocchia,
proprietaria del terreno in questio-
ne, e all’interessamento dell’amministrazione. Meggiolaro ha trovato
l’appoggio di tanti, compreso quello
del geometra comunale Alessio Dalla
Pellegrina, che ha realizzato gratuitamente il progetto del campo, già
presentato e approvato dal Comune.
Risolti i problemi burocratici, rimaneva però da finanziare l’opera. Enrico è anche il presidente del gruppo
sportivo Italgrafica, il cui slogan è
“Sport e ricreazione”, ed ecco allora
scattare l’idea di una festa “pro-campo da beach” che si è svolta sabato
scorso a Castelgomberto; un modo
per raccogliere fondi all’insegna del
divertimento, ma anche per far conoscere il progetto coinvolgendo tutto il paese, grazie alla sfilata di moda
organizzata dai negozianti locali e al
concerto rock dei Dedicata. E poi il
dj-set fino a mattina.
Fino a questo momento sono stati
raccolti circa 4.000 euro, buoni per
coprire le prime spese, ma nella testa
di Meggiolaro frullano altre idee per
racimolare quanto manca. Il problema maggiore al momento è un palo
elettrico che deve essere spostato e
per il quale bisognerà attendere l’intervento dell’Enel. Poi si potrà dare
il via ai lavori. La speranza è quella
di riuscire ad inaugurare la nuova
struttura tra maggio e giugno, in
concomitanza con la locale Festa
dello Sport.
| Ecco dove sorgerà il campo
Prini...e ultimi
P
esaro-Bergamo al centro del
panorama pallavolistico italiano e mondiale. Saranno infatti
in molti i paesi che sabato guarderanno il big match dell’11esima
giornata di Findomestic Volley
Cup su Sky Sport 2. La vittoria non
solo assegnerà il primato provvisorio in classifica, ma probabilmente anche quello alla fine del girone
a cura di Roberto Prini telecronista Sky Sport
d’andata, che varrà come testa di
serie per gli accoppiamenti delle
Final Eight di coppa Italia. Finora il cammino delle due squadre è
stato identico: 10 vittorie, 5 per 30, 3 per 3-1, 2 per 3-2. La Scavolini
si fa preferire in ogni fondamentale, secondo le statistiche di Lega,
ma i numeri sono vicini. L’unico
dato che presenta una grande
differenza è quello del servizio:
59 ace per le campionesse d’Italia, solo 19 per la Foppapedretti.
Ecco, se funziona la battuta di
Pesaro, per Bergamo potrebbero
essere guai. Il precedente di Pesaro (Supercoppa Italiana, vinta due
mesi fa dalla Scavolini) fa poco
testo: perché a Bergamo mancava
Del Core e l’importanza di Antonella s’è poi capita nel momento
AI
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36100 VICENZA - S.S. Pasubio, 2 Tel
T . 0444 564 790 - Chiuso il Martedì
del ritorno, quando la Foppa ha
cambiato marcia riagganciando
Pesaro al comando della classifica. Mai come quest’anno, la pallavolo italiana sembra regalare due
storie simili, sia nel maschile che
nel femminile. Pesaro contro Bergamo tra le donne, Trento contro
Macerata fra gli uomini. Le altre
(Jesi, Busto Arsizio, Conegliano e
Novara da una parte; Montichiari,
Piacenza, Cuneo, Treviso dall’altra) viaggiano a velocità di crociera assai differenti. Poi magari,
a gennaio/febbraio per la Coppa
Italia e ad aprile/maggio per le finali scudetto, sarà un’altra storia.
E chi oggi piange, domani riderà.
E viceversa: è il bello, o il brutto,
dipende dai punti di vista, della
pallavolo…
sport
130 del20 dicembre 2008
numero
Vbg, talento giovane
Basket
Il tecnico friulano Mario Blasone ha tenuto una lezione ai biancorossi
“Insegno un basket futuribile, diverso da quello bruttissimo che giocavo io”
25
pag
Diavoli,
il cuore non basta
Hockey in line
| La Caduro Vicenza
L
| La formazione del Vbg. In piccolo, Mario Blasone
«H
o trovato una squadra
molto ben impostata, da
allenatori che non solo hanno
passione, ma sono molto attenti.
La dirigenza ha scelto bene». Parola di Mario Blasone, coach friulano esperto di giovanili e ricercatore di metodi di allenamento,
che è stato ospite del Vbg per due
sedute con l’Under17, con la quale si è focalizzato sul contropiede,
e con la squadra di C Dilettanti,
con la quale ha approfondito la
zona. Blasone è un esperto di giovanili, avendo vinto dieci medaglie con Cadetti, Juniores e Under 22 nel settore squadre nazionali, e di conseguenza è il tecnico
ideale per tenere un clinic con
una formazione giovane come
quella vicentina. «Ho la presunzione di insegnare un basket futuribile – continua – diverso da
quello, bruttissimo, che giocavo
io. Spero che i ragazzi abbiano
imparato qualcosa, e che il mes-
saggio sia stato recepito sia da
loro che dagli allenatori, che sono
poi quelli che fanno la differenza,
e credo che loro siano sulla strada giusta».
Proprio lo staff tecnico (oltre a
Maurizio Toniolo, Daniele Brion e
Marco Malfatti erano presenti gli
allenatori delle giovanili) è stato
molto lodato da Blasone. «Di solito in queste occasioni i tecnici
stanno a guardare. Questa volta,
invece, sono venuti in campo con
me, mettendosi in posizioni strategiche dove non potevo arrivare
e aiutandomi. Ho trovato molta
collaborazione e questo fa ben
sperare per la loro caratura, si
vede che lavorano bene».
Da esperto della materia il tecnico parla anche di settore giovanile. «Sono state quattro ore di
divertimento – sorride -. Ho detto ai ragazzi che mi hanno tolto
40 anni. È bello allenare i giovani, perché ti danno entusiasmo,
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Muoversi in città costa sempre meno.
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quello che dai te lo ritornano. Mi
piace e sono venuto molto volentieri. In Italia, purtroppo, il vivaio
è come la Siberia, tutti ne parlano, nessuno ci va. Sono poche le
squadre che lavorano bene, e il
Vbg è certo tra queste. Credo che
la colpa sia anche della Federazione, che invece di buttare soldi
e attenzione su A1 e A2 piene di
stranieri dovrebbero investire sui
giovani che sono il futuro. Infatti
non sono d’accordo con chi dice
che non ci sono i giocatori in Italia, è solo gente che vuole crearsi
alibi, per prendersi il merito se
arriva un risultato».
E sul campionato del Vbg è ottimista. «Con i giovani ci vuole pazienza, mangiare fiele, prima dei
pasticcini. Possono crescere, se
non si perdono d’animo, ma allenatori e società gli staranno sotto. E ci sono alcuni ragazzi molto
interessanti».
M.B.
a Caoduro Vicenza ha perso
la gara di ritorno della finale
di Coppa Italia per 6-2 contro i
pluricampioni dell’Asiago Vipers. Contro i blasonati cugini
asiaghesi era necessario arrivare
al massimo della condizione e disputare la gara della vita. I Diavoli invece si sono ritrovati con
una gran voglia di vincere per
entrare nella storia - è stata la
prima finale per i vicentini - ma
con parecchi acciacchi a livello
fisico: Vellar rientrava, non ancora in condizione, dopo quindici
giorni di stop per distorsione al
ginocchio, Valbusa e Pozzan hanno giocato nonostante i problemi
fisici e Roffo con l’influenza. Nonostante la condizione, i Diavoli
hanno giocato con determinazione, cuore, grinta, non sempre
con lucidità, ma hanno lottato
fino alla fine.
«Devo fare i complimenti alla
squadra che ci ha portato fino
alla finale – ha dichiarato a fine
gara il coach dei Diavoli, Angelo
Roffo –. Abbiamo trovato un avversario che ha meritato la vittoria e al quale rendiamo il giusto
onore, non per niente sono tre
volte Campioni d’Europa. Però
non ho nulla da dire ai ragazzi
per la loro voglia di combattere
fino alla fine. Non siamo stati in
grado di restare in partita per
tutti i 40 minuti, ma la reazione
nella seconda frazione di gioco,
in svantaggio di quattro reti, è
stata grande. Non eravamo al
meglio e devo ringraziare chi ha
stretto i denti e ha giocato dando
il massimo ugualmente. Quindi
onore agli avversari, noi dobbiamo ancora crescere e costruire,
ma ringrazio tutti per l’impegno,
i sacrifici e per la voglia di far
bene. E’ una grande soddisfazione essere arrivati fino a questo
punto, adesso pensiamo al campionato e pensiamo a vincere. Riprendiamo gli allenamenti come
al solito e pensiamo al prossimo
impegno. Non è bello perdere,
ma contro l’Asiago la sconfitta ci
può anche stare, quindi per noi
non cambia nulla. Ora dobbiamo
pensare a recuperare gli infortunati e agli impegni di campionato».
S.N.
sport
130 del20 novembre 2008
numero
26
pag
Fimon, notti in bianco
e pesci da record
Pesca
La storia di una coppia di pescatori che da Parma sceglie
il lago vicentino per dare la caccia a carpe, lucci e siluri
Che poi vengono tutti liberati
di Lidia Fruner
I
ncuranti dalla straordinaria
quantità d’acqua caduta dal
cielo nelle ultime settimane, due
pescatori parmensi si accingono
a trascorrere sulla riva del lago
di Fimon otto giorni e sette notti, Natale compreso. Sette notti
sono quelle che a loro interessano per attirare, catturare e
fotografare le grosse carpe che
vivono nel bacino d’acqua dolce.
Ebbene sì, il lago di Fimon ha
fama nazionale, perché popolato di carpe, lucci fino a 8-9 kg,
pesci persici e voraci siluri della
lunghezza media di due metri.
Cristian Soldati e Davide Partelli hanno una passione viscerale
per la pesca, che praticano quasi
quotidianamente sul Po, ed è già
la terza volta che raggiungono
il lago di Fimon per piantare la
tendina e dedicarsi alla pesca
notturna di carpe. Singolare interesse, sapendo che i giovani
nostrani apprezzano lo specchio
d’acqua perlopiù per amoreggiare sulle sue rive quando cala il
sole e per ballare nel fine settimana in una delle due discoteche del bordo di ponente. Per le
famiglie vicentine il lago di Fimon è la meta naturale delle domeniche: a due passi dalla città,
ampi parcheggi, quell’impressione anche un po’ fittizia (ma
va bene uguale) di trovarsi in
un luogo incontaminato. Posto
idilliaco in primavera, il lago;
ristoratore in estate, colorato e
amato anche in autunno. Ma che
ci fanno qui dei ragazzi in pieno inverno? La risposta è nelle
parole di Cristian, che mi spiega pazientemente -la pazienza è
una dote, anzi la dote del pescatore- come si svolge quella che
chiamano la danza della cattura
delle carpe.
Soldati e Partelli praticano la
pesca della carpa di tipo catch
and release, finalizzata cioè alla
strategica cattura dei pescioloni
ed alla loro quasi immediata liberazione. Le sventurate creature lacustri che abboccano all’innesco -in gergo è l’esca attaccata
all’amo- vengono trasportati
con un guadino sui materassini, pesate e poi fotografate in
mano ai pescatori: la foto è un
ricordo ed un trofeo che ripaga i nostri Sampei di ore e ore
d’appostamenti notturni e di
pasturazione in superfici acquee
ampie anche sessanta metri per
quindici. Pasturare significa
dare da mangiare ai pesci mangimi per uccelli, farine di pesce
e di mais a partire dalle ore del
mattino, collocando anche fino a
tre inneschi in una zona, perché
qualcosa abbocchi prima o poi.
Le carpe più piccole ed affamate nuotano in banchi, e quando
un banco incappa in tutto quel
bendiddio di cibi prelibati quasi
sempre è fatta; ma le più grosse
si fanno corteggiare, si muovono in solitaria e cedono al peccato di gola solo con inneschi
proporzionati alla propria mole.
Cristian e Davide hanno catturato e rilasciato carpe pesanti
fino a 20 kili. Non è semplice,
se si considera la varietà della
fauna ittica, fare una selezione
delle prede attraverso la diversa
pasturazione: è il pesce bianco,
termine col quale si definiscono
genericamente le specie a cui il
pescatore è disinteressato, a disturbare la pesca selettiva delle
carpe. Queste ultime, come si
vede nelle fotografie, possono
essere di due tipi: lisce sul dorso e dette a specchi o squamate,
chiamate carpe regine.
Ad ogni due parole di Cristian
Soldati chiedo delucidazioni; resto a bocca aperta come un pesce
mentre ascolto non solo un racconto da enciclopedia scientifica, ma anche e soprattutto una
passione. Mi immagino i ragazzi
passare intere giornate al lago
trovandolo sempre ricco, interessante e vivo. E pensare che io
dopo mezz’oretta di passeggiata
mi annoio.
Ma i due avventurosi pescatori
non hanno fatto conoscenza solo
con i pesci del lago. Mi parlano
degli abitanti del lago, di Arcugnano, Lapio, Fimon e Pianezze
come di persone dal fare bonario, un po’ brusche ma sempre
accoglienti e disponibili. Lo
| Cristian e Davide con le loro eccezionali “prede”
stesso Cristian e Davide dicono
degli altri pescatori incontrati:
gente che arriva da Mantova,
Padova, Cesenatico e da Bologna. Qualcuno è anche di Vicenza: certo sono tutte persone con
cui, al di là della provenienza, i
ragazzi trovano facilmente qual-
cosa in comune di cui parlare.
E’ sorprendente con i tempi che
corrono trovare chi persegue un
personale risultato, come pescare una carpa per poi ammirarla
e rilasciarla, sulla costruzione
organizzata di una eccitante attesa.
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dalla parte del torto
130 del20 dicembre 2008
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29
pag
La vera ribellione
Variati parla di “ribellarsi” perché il Comune è strangolato dai tagli statali.
Ma essere ribelli significa molto di più. Per esempio, firmare contro
un governo che si avvia alla dittatura
di Alessio Mannino
C
on grande stupore abbiamo
scoperto che il figlioccio di Rumor, il compassato ex democristiano che è attualmente sindaco
di Vicenza e che risponde al nome
di Achille Variati, è un apostolo
della ribellione. «Questa è la situazione, con un Comune che si fa
carico del 30 per cento dei servizi
offerti dalla pubblica amministrazione ai cittadini, ma che si
trova ad essere l’anello debole di
una catena dove tutti gli altri enti
scaricano costi e responsabilità e
che assume su di sé tutto il peso
degli errori, dell’incompetenza e
dell’incapacità generale di gestire
la spesa pubblica. Credo davvero
che si stia avvicinando il momento della ribellione»: (comunicato
stampa di Palazzo Trissino del 10
dicembre 2008).
Pd in camicia verde
Abbiamo un governo, zeppo di
leghisti, che abolisce l’Ici, salva
i sindaci amici col più bieco assistenzialismo, blatera di riforma
federale quando in passato gli stessi che lo guidano, Berlusconi e
Bossi, hanno dato ampia prova di
fare, sul federalismo, solo propaganda. Variati, sulla terra bruciata
fatta intorno ai Comuni, è inattaccabile. Ma cosa vuole fare parlando di “ribellione”? Aspira a diventare il vice di Cacciari per un Partito Democratico dei Veneti, una
riedizione di sinistra della Liga dei
bei tempi (e ci scusi il grande Rocchetta per l’accostamento)? Vuole
contendere la scena ai padani, ora
che questi sono comodamente
incastrati sulle loro comode poltrone romane? Oppure si è consigliato con quel fine stratega di
Calearo, che un giorno disse che
a mali estremi diventava legittimo
l’estremo rimedio della rivolta fiscale?
Tessera alle ortiche
D’altra parte tutto questo non è
altro che tattica politica, ricerca
di consensi, sensazionalismo
dell’annuncio. Quindi ci interessa
relativamente. Quel che ci interessa molto di più è quell’impressione
velata di minaccia, quell’appellarsi,
sia pur vago e generico, all’atto di
ribellarsi. Ma cosa vuol dire ribellarsi? Significa dire “no” su fondamentali questioni di dignità, ma a
patto di pagarne un prezzo. E più
è alto il prezzo, più nobile e autentico è quel “no”. Achille ci dica se
è disposto a sacrificare qualcosa di
più di quanto ha fatto finora. Sul
tema centrale per la dignità della
città, il Dal Molin, non ha ancora
gettato alle ortiche la tessera del
proprio partito, che a Roma è favorevole alla costruzione della
base. Lo faccia, e se ne accolli le
conseguenze, senza restare incistato nel pancione del Pd. E
per tornare ai problemi di cassa
del Comune, ribellarsi vorrebbe
dire proprio rifiutarsi di pagare le
tasse allo Stato, lo sciopero fiscale
di bossiana memoria. Se l’idea lo
convince, il sindaco la espliciti
pubblicamente. Altrimenti è tutta
una messinscena.
Il Ribelle
E qui potremmo anche chiudere.
Invece no, vogliamo regalare una
ripassatina di cultura a chi ci legge
parlandovi un po’ della ribellione
e del Ribelle. Chi è il Ribelle?
Scrive il filosofo francese Alain
De Benoist: «Il ribelle è ribelle
perché ogni altro modo di esistere
gli è impossibile. … Ci sono ribelli
di ogni sorta, e ciò che hanno in
comune è una certa capacità di
dire no. Il ribelle è colui che non
cede, colui che rifiuta, colui che
dice: non posso. È colui che disdegna ciò che cercano gli altri: gli
onori, gli interessi, i privilegi, il
riconoscimento sociale. Al tavolo
da gioco, è colui che non gioca.
Lo spirito del tempo scivola su di
lui come pioggia sui vetri. Spirito
libero, uomo libero, per lui non
c’è nulla al di sopra della libertà.
È la libertà stessa». Si capisce allora come la ribellione non sia
solo un’insurrezione legata a una
disagio particolare. Non sia, cioè,
una semplice rivolta (che semmai
si limita a esserne il modo in cui
essa si manifesta). E’ proprio una
concezione del mondo che con la
doppia morale del Potere non ha
niente a che fare.
Vicentini “contro”
A Vicenza di ribelli ce ne sono
pochi. Sono i vicentini che non
accettano di rovinarsi la vita sgobbando come negri per la propria
dittarella, vissuta come unico
centro e scopo della vita. Sono i
vicentini che mettono le idee da-
vanti agli schei. Sono i vicentini
non indifferenti e non musoni,
quelli che se ne fregano di destra
e sinistra e non vogliono vedere la
propria città svenduta agli Americani e alle Coop amiche del Pd.
Sono i vicentini che non sanno più
a che santo votarsi per non dover
essere munti, cornuti e mazziati
da Roma ladrona (in cui la Lega
ora ha imparato molto bene a
sguazzare). Sono i vicentini che
magari hanno votato Variati stufi
del decennio hullweckiano, ma
s’illudono sulla sua reale volontà
di dare una svegliata a questo pezzo di provincia veneta trafficona
negli affari e morta di sonno nella
vita intellettuale e sociale. Sono i
vicentini che come idolo hanno il
Mario Rigoni Stern dei boschi e
dell’altopiano (non quello comunista, che non è il Rigoni Stern più
profondo e vero). Sono i vicentini
che s’indignano per la caterva di
abusi, sconcezze urbanistiche e
disastri ambientali che lo “sviluppo” economico ha portato con sé.
Democrazia in pericolo
Sono i vicentini che non leggono
un solo quotidiano, ma che per in-
formarsi usano internet e lì vi trovano l’appello di Massimo Fini e
Marco Travaglio contro il regime
berlusconiano (per aderire: www.
ilribelle.com, http://voglioscendere.ilcannocchiale.it). Un esempio perfetto, questo, di ribellione:
«Una democrazia che non rispetta
i suoi presupposti non è più una
democrazia», scrivono due tra i
migliori giornalisti in circolazione
in Italia, «Una democrazia che
non rispetta le sue regole fondamentali non può essere rispettata.
E a questo punto perchè mai il
cittadino comune dovrebbe rispettarla invece di mettersi “alla
pari” col Presidente del Consiglio?
“A brigante, brigante e mezzo”
diceva Sandro Pertini quando lottava contro il totalitarismo. O per
finirla in modo più colto: “Se tutto
è assurdo”, grida Ivan Karamazov “tutto è permesso”». Non
ci sono solo i conti del Comune,
come vedete. C’è il pericolo di dittatura, più o meno mascherata.
Variati metta la sua firma contro
l’emergenza democratica che incombe sul Paese, poi potrà parlare
di ribellione.
Giambattista Tiepolo, Soffitto del Salone di Villa Cordellina Lombardi - Montecchio Maggiore
Auguri
in musica dalla
Provincia di Vicenza
Assessorato alla Cultura
P
ROVINCIA
2a rassegna
Concerti di Natale ed Epifania
dal 12 dicembre al 11 gennaio
PROGRAMMA - 28 Concerti promossi dalla Provincia di Vicenza - Assessorato alla Cultura - Info 0444-908214/104
Venerdì 12 Dicembre 2008 ore 20.30
Chiesa Parrocchiale di Sarego
Nuova Orchestra Giovanile di Sarego
con il Coro Blu Gospel
Domenica 21 Dicembre 2008 ore 16.00
Chiesa di San Pancrazio di Barbarano Vicentino
Gospel e Navidad Nuestra
del Coro Polifonico “Amici della Musica”
Sabato 13 Dicembre 2008 ore 20.30
Chiesa Parrocchiale di S. Antonio Abate
Recoaro Terme
Rassegna di cori polifonici recoaresi con repertorio
dedicato al Natale
Domenica 21 Dicembre 2008 ore 17.30
Parrocchia S. Andrea di Vicenza
musiche di Handel e Vivaldi del gruppo “I Musicali Affetti”
Sabato 13 Dicembre 2008 ore 20.30
Chiesa Parrocchiale di Tezze sul Brenta
Corpo Bandistico di Tezze sul Brenta
Venerdì 19 Dicembre 2008 ore 20.30
Auditorium Comunale - Chiampo
Coro Musicale e Orchestra da camera “A. Palladio”
Venerdì 19 Dicembre 2008 ore 20.45
Chiesa Parrocchiale di S. Maria a Pojana Maggiore
l’Ensemble Vocale “Vita Nova”
e l’Orchestra “Accademia del Concerto”
Sabato 20 Dicembre 2008 ore 20.45
Chiesa Parrocchiale di San Lorenzo di Pianezze
Schola San Lorenzo, i cori “La Voce del Tesena”
di Sandrigo e “Piccolo Coro” di Pianezze
Sabato 20 Dicembre 2008 ore 20.30
Chiesa Parrocchiale di Brogliano
“Piccolo Coro voci bianche” di S. Giuseppe
e “Coro Femminile Laetetur Cor” di Schio
Sabato 20 Dicembre 2008 ore 20.30
Chiesa di Novoledo - Villaverla
Coro Gospel “Cantus Filmus”
Sabato 20 Dicembre 2008 ore 20.30
Duomo Arcipretale di Malo
Cori “Gramolon” di Montebello e “Progetto Musica”
di Valdagno
Sabato 20 Dicembre 2008 ore 20.30
Parrocchia di San Giacomo di Romano d’Ezzelino
Corali Parrocchiali di Romano, San Giacomo e Fellette
Domenica 21 Dicembre 2008 ore 17.00
Chiesa Parrocchiale San Paolo
Alte Ceccato di Montecchio Maggiore
“Orchestra Giovanile di Breganze”
e l’Accademia Corale “Musica Reservata”
di Bassano del Grappa
Venerdì 26 Dicembre 2008 ore 20.30
Chiesa Parrocchiale di Campolongo sul Brenta
Complesso Bandistico di Campolongo sul Brenta,
Coro Vicariale di Valstagna e Fonzaso e la partecipazione
di Barbara Lorenzato
Sabato 27 Dicembre 2008 ore 20
Chiesa Parrocchiale di Montecchio Precalcino
Cori “La Vose del Tesena” e “Voci d’incanto”
Sabato 27 Dicembre 2008 ore 20.45
Duomo di San Matteo di Asiago
Musica Sacra di “A. Vivaldi - J.S. Bach”
con Oficina Musicum
Domenica 28 Dicembre 2008 ore 20.30
Chiesa Parrocchiale di Monticello di Fara - Sarego
La Corale “San Francesco” di Vicenza
e il coro “La Rosa” di Rosà
Domenica 28 Dicembre 2008 ore 20.45
Santuario della Madonna dell’Acqua - Mussolente
Concerto di Natale con Oficina Musicum
Giovedì 01 Gennaio 2009 ore 16.00
Sala Palladio Centro Congressi - Fiera di Vicenza
Concerto di Beneficenza in collaborazione con l’ENGIM
del Central European Iniziative Youth Orchestra
Venerdì 02 Gennaio 2009 ore 20.30
Chiesa Parrocchiale di S. Biagio di
Montorso Vicentino
Gospel & Spiritual
con l’Ensemble Musicale “Blugospel”
Sabato 03 Gennaio 2009 ore 20.30
Chiesa Parrocchiale di Conco
Corpo Bandistico di Crosara di Marostica
Domenica 04 Gennaio 2009 ore 20.30
Chiesa di S. Maria Assunta di Orgiano
Coro “Voices of Joy” di Cusinati di Rosà
e il Coro di Breganze
Lunedì 05 Gennaio 2009 ore 20.30
Chiesa Parrocchiale di Rozzampia di Thiene
Corale di Lugo di Vicenza
e Coro “Ezzelino” di Romano d’Ezzelino
Lunedì 05 Gennaio 2009 ore 20.45
Chiesa Parrocchiale di Mure - Molvena
Gruppo Corale “Harmonia Nova” di Molvena,
Coro “Serenissima” di Vigonza
e il “Coro della Montagna Inzino”
Lunedì 05 Gennaio 2009 ore 20.30
Chiesa di S. Germano dei Berici
Coro Val Liona ed il Coro Verdi Note
Sabato 10 Gennaio 2009 ore 20.45
Chiesa Parrocchiale di Marola di Torri di Quartesolo
Coro GEV di Vicenza
Sabato 10 Gennaio 2009 ore 20.30
Palestra Comunale di Mason Vicentino
Complesso Bandistico di Campolongo sul Brenta
e la partecipazione di Barbara Lorenzato
Domenica 11 Gennaio 2009 ore 16.00
Chiesa di S. Gaetano di Vicenza
Gruppo Strumentale “Leatitia Domini”
e il “Piccolo Coro” di Madonna della Salute
Per il secondo anno la Provincia di Vicenza vuole essere vicina ai
concittadini durante le festività natalizie con una serie di concerti che
ci accompagneranno nei mesi di dicembre e gennaio, per dare l’addio
all’anno che se ne va, sperando che porti via con sé tutto il negativo
che ci ha riservato, e per salutare un nuovo anno di serenità e cose
belle.
Quale migliore modo, allora, per stare assieme se non ascoltando la
musica. Quella natalizia, naturalmente, fatta di canti popolari e di
armonie gospel, ma anche quella tradizionale veneta e vicentina, che
ha contraddistinto i natali dei nostri genitori e dei nostri nonni.
Porteremo i nostri auguri nei Comuni vicentini con 28 concerti, sette
in più dello scorso anno, da Asiago a Pojana, da Chiampo a Mussolente, toccando i quattro punti cardinali del nostro territorio, per unire
simbolicamente tutti i vicentini sotto l’egida della musica e della voglia
di ritrovarsi per “fare comunità”. Lo faremo nelle chiese parrocchiali,
nei duomi, all’auditorium comunale e in palestra, grazie alla collaborazione delle Amministrazioni Comunali e delle Parrocchie che ci
ospitano. E grazie alla collaborazione di Ambac (Associazione delle
Bande Musicali, degli Assiemi e dei complessi) e Asac (Associazione
per lo Sviluppo delle Attività Corali), si esibiranno cori e bande locali,
per sentirci ancora più in famiglia.
Il Presidente
ATTILIO SCHNECK
L’Assessore alla Cultura
MARTINO BONOTTO
Prenotazioni: 348-7711500 oppure 0444-544861 e-mail: [email protected]
botta&risposta
130 del20 dicembre 2008
numero
nome e cognome
Miraldo Beghini
Miraldo
età
66
luogo di nascita
Vicenza
professione
Pittore
segni particolari:
Occhi verdi-nocciola “indagatori”
Beghini
Il tratto principale del mio
carattere
Una sana e costruttiva curiosità.
La qualità che preferisco in un
uomo
Il rispetto delle opinioni e delle
scelte altrui.
La qualità che preferisco in
una donna
Un’armonica personalità e
intelligenza e la femminilità non
troppo esibita.
Quel che apprezzo di più nei
miei amici
Esserci nei momenti di difficoltà
e il saper ascoltare (almeno mi
piacerebbe fosse così).
Il mio principale difetto
Il chiudermi in me stesso.
La mia occupazione preferita
Dipingere, naturalmente.
Il mio sogno di felicità
Come sopra, con risultati di grande
espressività.
Quale sarebbe, per me, la più
grande disgrazia
Non saper più dipingere...... perché
questa “passione”-lavoro fa parte di
me e non so immaginare la mia vita
senza questo mezzo di espressione.
Quel che vorrei essere
Non vorrei esssere nessun altro, mi
vedo bene così, possibilmente con
qualche difetto in meno e qualche
qualità in più.
Il paese dove vorrei vivere
In Italia indubbiamente, e Vicenza
la sento come casa mia, con i suoi
pregi e i suoi difetti.
Il piatto a cui non so
rinunciare
Il latte al mattino
I miei libri della vita
Guerra e pace, Le anime morte, Le
memorie di Adriano, Il maestro e
Margherita...
I miei poeti preferiti
Montale, Caproni, Zanzotto.
I musicisti che mi piacciono
di più
Quelli classici: Mozart, Bach,
Beethoven principalmente
Stravimsky.
I miei pittori preferiti
Più di qualcuno e per motivi diversi:
Bellini, Tiziano, Tiepolo, Matisse,
Picasso...
I miei film preferiti
Barry Lindon, 2001 Odisea nello
Spazio, Ultimo tango a Parigi.
Quel che detesto più di tutto
L’ipocrisia, la stupidità e l’arroganza.
Il personaggio storico più
ammirato
Alessandro Magno.
e quello più disprezzato
Stalin – Hitler e i dittatori in generale.
Il dono di natura che vorrei
avere
L’equilibrio fisico e mentale perfetto.
Come vorrei morire
Con la consapevolezza di aver
“vissuto” e di non essermi lasciato
vivere.
Stato attuale del mio animo
Di preoccupazione e delusione.
Preoccupato perché la situazione
sociale ed ambientale in generale sta
mostrando tutta la sua incoerenza,
sopraffazione e sfruttamento dei tanti
a beneficio dei pochi, per il potere
e lo spreco fine a se stesso. Deluso
perché a questo punto della vita mi
immaginavo ed aspettavo di poter fare
un bilancio diverso.
RIVOLGETEVI AL
Il mio prossimo impegno nella
vita
Continuare a dipingere con stimolo
vitale e, uno più banale e umano,
dimagrire almeno 5 chili!
Il mio credo politico o ideale
Giustizia e libertà.
Cosa mi piace e cosa non mi
piace di Vicenza
Mi piace l’architettura storica,
incastonata in un paesaggio delizioso
e per certi versi ancora selvaggio; non
mi piace il noncurante disordine e
l’abuso urbano recente, soprattutto
delle periferie.
Cosa mi piace e cosa non mi piace
dei vicentini
Mi piace lo spirito d’iniziativa e la buona
volontà lavorativa imprenditoriale. Non
mi piace il provincialismo, l’invidia,
il perbenismo e la conseguente
chiusura mentale di buona parte della
popolazione, anche, purtroppo, di quella
che dovrebbe contare.
Le colpe che mi ispirano
maggiore indulgenza
Quelle che si fanno a tavola.
Il mio motto
Non ce l’ho.
CAF UIL
PER LA COMPILAZIONE
730 INTEGRATIVO
UNICO - ICI
ISE - RED
PAGHE COLF BADANTI
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Tel. 0444 564265
ARZIGNANO
Tel. 0444 671640
BASSANO
Tel. 0424 227593
ALTE CECCATO
Tel. 0444 490703
DUEVILLE
Tel. 0444 360211
LUGO DI VICENZA
Tel. 0445 325146
NOVENTA VICENTINA
RECOARO TERME
Tel. 0445 780905
SCHIO
Tel. 0445 670900
31
pag
THIENE
Tel. 0445 362259
VALDAGNO
Tel. 0445 401843
hanno detto
A Natale fatti un regalo esclusivo con 500 €:
un pezzo di cuore biancorosso
Un magistrato - si dice sempre, e a
ragione -, come la moglie di Cesare, deve non soltanto “essere”, ma
anche “apparire” imparziale, terzo, non sospettabile di alcunché.
Per i magistrati lucani, invece, non
è così. Nonostante siano parti in
causa, essi continuano a indagare
sugli indagatori, chiedono e ottengono proroghe di indagini (siamo
alla quarta) perché, dicono, il reato che si sono inventati, l’associazione a delinquere finalizzata alla
diffamazione a mezzo stampa, è
complicatissimo. (…) La “guerra”
fra procure non è altro che la riproduzione di quel corto circuito
messo in atto da indagati che indagano sui loro indagatori, affinché,
rovesciato il tavolo e saltate per
aria le carte, non si sappia più chi
ha torto e chi ha ragione perché,
appunto, “c’è la guerra”.
Carlo Vulpio
www.carlovulpio.it
14 dicembre 2008
A Milano la “meglio borghesia”,
impermeabile all’astruso concetto
che va sotto il nome di conflitto
d’interessi, esulta alla nomina di
Diana Bracco, presidente dell’Assolombarda… al vertice della società che gestirà l’Expo 2015. (…)
Molti dei suoi interlocutori a caccia di appalti sono suoi soci confindustriali. (…) Con una mano la
signora Bracco gestisce così molti
miliardi pubblici, con l’altra rappresenta gli imprenditori privati
pronti a spartirsi la torta. Il punto è… che in un paese civile non si
affida qualche miliardo di euro di
denari pubblici alla presidente degli industriali privati.
Alberto Statera
Affari&Finanza
15 dicembre 2008
Onore a Muntazer al-Zaidi. Sì proprio a lui. Al giornalista “lanciatore di scarpe” che… ne ha scagliate
due contro George W. Bush durante una conferenza stampa. Onore a
lui, non per l’offesa a Bush (men
che meno per l’epiteto di “cane!”),
ma per l’ardire folle che contraddistingue chi manifesta da solo il
suo dissenso in pubblico, consapevole che ne pagherà le conseguenze direttamente: adesso, infatti, il
giovane giornalista iracheno dovrà
affrontare un processo penale in
cui rischia una condanna a sette
anni di carcere per oltraggio a un
Capo di Stato straniero in visita,
che diventerebbero addirittura
quindici se fosse giudicato colpevole di tentato omicidio (ne uccide
più la lingua della spada, ma anche della scarpa?).
Antonio Polito
Il Riformista
16 dicembre 2008
Con soli 500 euro diventa socio della Minetti Vicenza,
VICENZACLUB
la squadra di volley femminile della Joy Volley Vicenza Srl, che da 11 anni difende i colori biancorossi in A1
e cura un vivaio unico e pluriscudettato. Con 500 euro di capitale sottoscritto
della Joy Volley Vicenza la Minetti Vicenza diventa veramente tua.
Per conoscere i tanti vantaggi di essere socio, che ti faranno anche recuperare
il valore della tua quota, telefona direttamente al presidente Giovanni Coviello
al 348 2258246 o manda una e-mail a [email protected]
L'iniziativa è illustrata su joyvolleyvicenza.it.
Metti la Minetti Vicenza sotto il tuo albero di Natale
in questo numero
Crisi, le responsabilità dell’usura bancaria [pag3] Grattacieli a Ponte Alto,
le accuse dei Pm [pag8] Sicurezza nelle scuole, la voce dell’esperto [pag10]
Sant’Agostino, un quartiere a rischio alluvione [pag13]
Dal Molin, in un documentario tutte le voci della mobilitazione [pag17]
Noir e humor, vicentini al debutto in libreria [pag18]
Direttore responsabile Luca Matteazzi
numero 3, supplemento a VicenzaPiù n°130 del 30 dicembre 2008
Natale
al Museo
D
a Sabato 20 dicembre a martedì
6 gennaio, il Museo Nazionale
della Scienza e della Tecnologia
“Leonardo da Vinci” di Milano propone Vacanze di Natale al Museo, un
progetto ricco di esperienze uniche e divertenti, che avvicina bambini e ragazzi
alle diverse discipline scientifiche.
Il programma comprende percorsi interattivi nei laboratori, animazioni, visite
guidate alle collezioni e alle nuove sezioni, spettacoli teatrali e attività libere. Sono
inoltre previste giornate speciali a tema:
da sabato 20 a mercoledì 24 dicembre
incontrate Leonardo da Vinci, da venerdì
26 a domenica 28 dicembre conoscete i
materiali, martedì 30 e mercoledì 31 dicembre scoprite la chimica, da venerdì
2 a domenica 4 gennaio sperimentate
l’energia, lunedì 5 e martedì 6 gennaio
partecipate alla grande festa del teatro
scientifico. Le attività rientrano nella VI
edizione del progetto di comunicazione
La Primavera della Scienza, che ha
come obiettivo la diffusione della cultura
scientifica e tecnologica (www.laprimaveradellascienza.it).
Tra le novità del “Leonardo da Vinci”, si
segnalano l’area dedicata al Telegrafo,
al Telefono e alla Televisione; l’area sul
Petrolio; il Dipartimento Scienza per l’infanzia, con il laboratorio Area dei Piccoli,
per i bambini dai 3 ai 6 anni, che prevede
attività sul colore, i materiali e i sensi; i
percorsi nell’i.lab Materiali, per i ragazzi
dai 7 anni; gli spettacoli
dedicati alla matematica e
alle collezioni storiche.
diffusione della scienza, il Museo è anche un luogo di dialogo tra la comunità
scientifica e i cittadini, in cui si realizzano
eventi scientifici, progetti speciali, mostre,
conferenze, concerti, corsi di formazione.
Il Museo Nazionale della Scienza e della
Tecnologia “Leonardo da Vinci” si trova
a Milano, in Via San Vittore
21. È aperto tutti i giorni,
tranne il 25 dicembre, il 1°
gennaio e i lunedì non festivi. Aperto lunedì 5 gennaio.
Situato in un monastero
Diecimila
Orari: da martedì a venerdì
olivetano degli inizi del
9.30 - 17.00; sabato, dome‘500, il “Leonardo da Vin- oggetti
nica e festivi: 9.30 - 18.30.
ci” è il più grande museo per esplorare
Il biglietto intero costa 8
tecnico-scientifico d’Ita- il rapporto
euro, mentre il ridotto costa
lia: 40.000 mq. Le sue
6 euro. Sono previste agecollezioni, che ospitano tra uomo e
volazioni e sconti. Tutte le
circa 10.000 oggetti, te- macchine
iniziative sono incluse nel
stimoniano l’evoluzione
biglietto d’ingresso, ad ecscientifica e tecnologica
cezione della visita guidata
ed esplorano, a partire
al sottomarino S-506 Enrico Toti.
da Leonardo da Vinci, il rapporto uomoPer informazioni: www.museoscienza.
macchina.
org, tel. 02 48 555 1.
Centro fondamentale per la ricerca, lo
Roberta Pileggi
studio, la conservazione, strumento di
arte in mostra
Messe in opera.
Per Palladio
| Un opera di Marco Rodolfo Fin
N
ell’ambito del progetto complementare alle celebrazioni
palladiane, promosso dal Comune di Vicenza con il sostegno della Fondazione Cariverona, la Chiesa dei SS. Ambrogio e Bellino ospita la seconda sezione della mostra “Messe in
opera. Per Palladio”.
La rassegna rimarrà aperta fino all’11 gennaio 2009.
Nella prima sezione della mostra, svoltasi a settembre, sono
state esposte opere scultoree e installazioni di artisti internazionali (Lee Babel, Mats Bergquist, Driscoll Peter Devins, Neil
Ferber e Matthew Simmonds). Questa seconda sezione offre
invece spazio agli otto giovani artisti italiani vincitori del concorso indetto la scorsa estate dal Comune di Vicenza, sul tema
“Un omaggio a Palladio nel segno della contemporaneità”.
Gli artisti finalisti che espongono in mostra sono Alessandro
Bedin (Vicenza), Chiara Boniardi (Verona), Marco Corona
(Vicenza 1986), Damiano Fasso (Treviso), Marco Rodolfo Fin
(Vicenza), Resi Girardello (Vicenza 1972), Lidia Meneghini e
Valentina Vanzo (Padova).
Le opere esposte indagano su temi cari agli artisti rinascimentali attraverso sperimentazioni multimediali di sicuro impatto.
TUTTO corrisponde alle parti e le parti fra di loro al TUTTO,
di Alessando Bedin, riprende la questione della sezione aurea.
Damiano Fasso rivede e corregge una citazione dal De Architectura di Vitruvio nel suo Manga Palladio (ut habeatur ratio). Marco Corona utilizza l’elemento modulare alla maniera
della pop art in Andreas.
Marco Rodolfo Fin ha creato una variazione sul tema della
mimesis giocando con un modellino di raccordo autostradale
e uno specchio. Con questa installazione l’artista allude alla
ricerca palladiana sulla stereometria degli edifici, ammiccando all’idea dell’eterno ritorno al punto di partenza. È un
trompe-l’oeil beffardo sull’ansia da simmetria che stimola alla
speculazione sul reale rispetto al concettuale.
Chiara Boniardi ha realizzato una scultura su misura per la
palladiana Villa Pisani a Bagnolo di Lonigo, Arco.
Lidia Meneghini e Valentina Vanzo riutilizzano la villa palladiana come scenografia, mentre Resi Girardello tramuta il
segno in filo metallico con l’opera Castello in Aria.
I giovani artisti, emancipandosi dal timore sacro del mito palladiano, sono riusciti a far emergere riflessioni innovative sul
grande architetto, attualizzandolo e rendendolo, così, davvero
immortale.
Il catalogo della mostra è curato da Giovanna Grossato e Stefania Portinari.
G.G.
3 del20 dicembre 2008
numero
Mostre
Messe in opera. Per Palladio
Concorso di opere scultoree e interventi installativi per giovani artisti
Chiesa dei SS. Ambrogio e Bellino,
Vicenza
Orario: giovedì e venerdì 15-19;
sabato e domenica 10-12,30 / 15-19
30 novembre 2008-11
gennaio 2009
Chiuso il 25 e 26 dicembre 2008
e 1° gennaio 2009
Per informazioni:
Assessorato alla Cultura
(0444.222114 – 0444.326547)
Palladio 500 anni
Palazzo Barbaran da Porto, Contrà
Porti, 11
20 settembre 200-6 gennaio 2009
mar-mer-gio-dom.: 9,30-19,00;
ven-sab e festività: 9,30-21,00;
chiuso il lunedì
Italo Zuffi - Erased Palladio
Monotono, VICENZA - dal 22 novembre 2008 al 25 gennaio 2009
Mansilla + Tuñón arquitectos
chiesa di San Silvestro, Vicenza
orario 10,00/18,00
chiuso i lunedì e il 25 dicembre
13 dicembre 2008- 22 febbraio
2009
L’Obiettivo e la Città, i fotografi e teleoperatori raccontano Padova
fino al 11 gennaio 2009
Centro Culturale San Gaetano, Via
Altinate, Padova.
Orario: martedì - domenica 10.00
- 18.00, orario continuato
Chiuso lunedì, 25 e 26 dicembre
2008, 1 gennaio 2009 - Ingresso
libero
Carlo Scarpa - Disegni scelti.
Lo spazio dell’abitare 19311963
Centro Carlo Scarpa, Via Pietro Di
Dante 11, Treviso
21 ottobre 2008-28 febbraio 2009,
lunedì-venerdì ore 8.30–19; sabato ore 8.30-13.30
Lynn Carver – Fili, ANTIRUGGINE, Borgo Treviso 158, Treviso, 30
novembre 2008-17 febbraio 2009,
martedì-venerdì, 15-18, chiuso il
lunedì
Energia, Palazzo della Gran
Guardia, Piano Nobile, Sala Grande, Verona
Una mostra per parlare di energia
e sviluppo sostenibile attraverso
opere artistiche, fotografiche e di
design, materiale audio/video e
campagne di comunicazione
20-21 dicembre, h 10.00-20.00,
ingresso libero
Van Gogh. Disegni e dipinti.
Museo di Santa Giulia, Brescia
18 ottobre 2008-25 gennaio 2009
da lunedì a giovedì e domenica ore
9-19, venerdì e sabato ore 9-20
Mart, corso Bettini 43,
Rovereto (TN)
Orari: mar-dom 10-18 ven 10-21
lunedì chiuso, numero verde 800397760
Il secolo jazz. Arte. cinema, musica e fotografia da Picasso a Basquiat,
fino al 15 febbraio 2009
Impressionisti e post-impressionisti. Capolavori dall’Israel
Museum di Gerusalemme, fino al 6
gennaio 2009
Magritte - Il mistero della natura
Palazzo Reale, Piazza Del Duomo
12 (20122) +39 02875672
21 novembre 2008-29 marzo
2009
orario: dal martedì alla domenica,
dalle 9.30 alle 19.30; lunedì, dalle 14.30 alle 19.30; giovedì, dalle
9.30 alle 22.30.
Vernissage
23 dicembre: esposizione di Alberto Corradi, NoLoco Studio, via
Dondi 29, Padova. Per informazioni: 049.8761962
Fino al 15 gennaio 2009
15 gennaio 2009,
dalle ore 18.00
Severino Del Bono
Lo specchio del volto
curatori: Nicola Galvan
autori: Severino Del Bono
Piazzetta San Nicolò 1, Padova
dal 15 gennaio al 28 febbraio 2009
orario: dal lunedì al sabato 09.0013.00/15.30-19.30
Italics. Arte italiana fra tradizione e rivoluzione. 19682008
Palazzo Grassi, Campo San Samuele 3231, Venezia
27 settembre 2008-22 marzo
2009, orario di apertura 10-19,
chiuso il martedì
Canaletto - Venezia e i suoi
splendori
fino al 5 aprile 2009
Casa dei Carraresi, Via Palestro
33, Treviso. Per informazioni:
0422513150, 0422513186 (fax),
0422513185 (biglietteria)
Antonio Canova - La mano e il
volto. Nobile semplicità e serena grandezza
Museo e gipsoteca canoviana, Via
Canova 1, Possagno (TV)
11 ottobre 2008-6 gennaio 2009,
orario: 9-19
II
pag
| René Magritte, L’empire des lumières, 1961
GALLERIA
BOTTEGA
D’ARTE
CORNICI E SPECCHIERE SU MISURA
BELLE ARTI
colori VAN-DYCK olio (20 ml) a € 1,50
Via XXV Aprile, 7 - 36071 Arzignano (VI)
Tel.e Fax 0444 451991 - Cell. 348 0610370
cinema
Vicenza
CINEMA ODEON
36100 Vicenza (VI)
Corso Andrea Palladio, 186
tel: 0444 543492
www.odeonline.it
Come Dio comanda
Drammatico
Regia di Gabriele Salvatores
Sabato 20, Domenica 21,
Lunedì 22 Dicembre
Ore 16 - 18 - 20 - 22
“Befana dei Bambini”
Martedì 6 Gennaio - Ore 10.00
Proiezione gratuita
Con la partecipazione della Befana, che all’uscita consegnerà la
calzetta e un libro ai ragazzi
Società Generale del Mutuo Soccorso: 0444 546078, sgms@
sgms.it
Valzer con Bashir
Animazione
Regia di Ari Folman
Venerdì 9, Sabato 10 Gennaio
Ore 16 - 18 - 20 - 22
CINEMA TEATRO ARACELI
36100 Vicenza (VI)
Borgo Scrofa, 20
tel: 0444 514253
www.araceli.it/cinema
La fidanzata di papà
Commedia
Regia di Enrico Oldoin
Sabato 20,
Domenica 21 Dicembre
Sabato ore 19.15 - 21.00,
Domenica ore 15.45 - 17.30
19.15 - 21.00
Bolt
Un eroe a quattro zampe
Animazione
Regia di Chris Williams
e Byron Howar
Giovedì 25, Venerdì 26
Dicembre - Giovedì ore 17 - 19,
Venerdì ore 15 - 17 - 19
CINEMA TEATRO
PRIMAVERA
36100 Vicenza (VI)
Via Ozanam, 11
tel. 0444 964060
www.cinemaprimavera.it
007 - Quantum of solace
Avventura, Azione, Spionaggio
Regia di Marc Forster
Sabato 20, Domenica 21
Dicembre - Sabato ore 20.30,
Domenica ore 15 - 17 - 19 - 21
Un giorno perfetto
Drammatico
Regia di Ferzan Ozpetek
Mercoledì 7, Giovedì 8
Mercoledì ore 16.30 - 19 - 21,
Giovedì ore 19 - 21
3 del20 dicembre 2008 2008
numero
Provincia
CINEMA COMUNALE
BUSNELLI
36031 Dueville (VI)
Via Dante Alighieri, 30
tel: 0444 592225
www.cinemaluxasiago.it
007 - Quantum of solace
Avventura, Azione, Spionaggio
Regia di Marc Forster
Mercoledì 7, Giovedì 8,
Venerdì 9 gennaio
Mercoledì ore 20.35,
Giovedì e Venerdì ore 20.45
CINEMA LUX
GRILLO PARLANTE
36012 Asiago (VI)
Via Matteotti
tel: 0424 462279
www.cinemaluxasiago.it
007 - Quantum of solace
Avventura, Azione, Spionaggio
Regia di Marc Forster
Mercoledì 7, Giovedì 8,
Venerdì 9 gennaio
Mercoledì ore 20.35,
Giovedì e Venerdì ore 20.45
CINEMA TEATRO
G. VERDI
36042 Breganze (VI)
Via Maglietta, 1
tel: 0445 300185
www.cineverdi.it
12
Drammatico
Nikita Mikhalkov
Sabato 20 Dicembre - Ore 20.45
Il Divo
Biografico
Regia di Paolo Sorrentino
Mercoledì 7, Giovedì 8,
Venerdì 9, Sabato 10 Gennaio
Ore 20.45
LUX - TEATRO
CINEMA CAMISANO
36043 Camisano Vicentino (VI)
Via Guglielmo Marconi, 20
tel: 0444 411411
www.luxcinema.it
Madagascar 2
Animazione
Regia di Eric Darnell
e Tom McGrath
Sabato 3, Domenica 4,
Lunedì 5 Gennaio
CINEMA TEATRO
FAMIGLIA
36025 Noventa Vicentina (VI)
Via Giacomo Matteotti, 4
tel: 0444 787124
www.comune.noventa-vicentina.vi.it/Vivi-la-Citta/Cinemaa-Noventa.html
Il papà di Giovanna
Drammatico
Regia di Pupi Avati
Venerdì 9 Gennaio
PROSSIME USCITE
USCITE DEL 24 DICEMBRE
La Duchessa
Drammatico
Regia di Saul Dibb
USCITE DEL 25 DICEMBRE
The Spirit
Azione, Avventura
Regia di Frank Miller
USCITE DEL 2 GENNAIO
Davanti agli occhi
Thriller
Regia di Vadim Perelman
The Strangers
Thriller
Regia di Bryan Bertino
USCITE DEL 9 GENNAIO
Sette anime
Drammatico
Regia di Gabriele Muccino
Yes Man
Commedia
Regia di Peyton Reed
Valzer con Bashir
Drammatico
Regia di Ari Folman
Un matrimonio all’inglese
Commedia
Regia di Stephan Elliott
Tony Manero
Drammatico
Regia di Pablo Larrain
Lasciami entrare
Horror
Regia di Tomas Alfredson
Le date di uscita riportate potranno subire variazioni, dovute
alle politiche commerciali delle
ditte di distribuzione.
III
pag
Valzer con Bashir
La scheda
Genere:
Animazione,
Documentario, Autobiografico
Regia: Ari Folman
Montaggio: Nilli Feller
Musiche: Max Richter
(II)
Durata: 87 minuti
Paese: Germania, Francia, Israele 2008
Uscita: 09/01/2009
La trama
Una sera, al tavolo di un
bar, un vecchio amico
racconta, al regista Ari,
un incubo che lo tormenta ogni notte, dove viene inseguito da ventisei cani furiosi.
I due uomini concludono che sia collegato alla missione
dell’esercito israeliano della prima guerra in Libano, a cui
hanno partecipato nei primi anni ‘80. Ari ricorda pochissimo di quel periodo e decide così di rintracciare e intervistare vecchi amici e commilitoni, sparsi ormai in giro per
il mondo.
La recensione
Il film è un documentario, basato sulla testimonianza di alcuni reduci, del massacro avvenuto in Libano nel 1982, nei
campi profughi di Sabra e Shatila. Dopo l’attentato in cui
morì il presidente libanese Bashir Gemayel, truppe cristiano-falangiste penetrarono nei due campi e uccisero uomini
e donne, anziani e bambini, per circa tre giorni. La strage
finale fu impressionante, 700 morti secondo stime ufficiali,
3500 secondo il giornalista israeliano Kapeliouk. I soldati israeliani coprirono l’operazione e non intervennero. La
volontà del regista non è però quella di fare un’inchiesta,
anche se non mancano attacchi alla classe politica dell’epoca, ma “un film contro la guerra, dove i giovani soldati sono
semplicemente mossi dai loro capi, come fossero delle pedine su una scacchiera”.
Al tempo, il regista Ari Folman prestava servizio nell’esercito israeliano e ha dichiarato di aver progettato il film come
terapia allo stress post-traumatico derivato dalla guerra.
Una conseguenza di cui soffrono molti militari, afflitti da
incubi e deliri, come l’amico Baaz, il primo testimone che
racconta il sogno dove ventisei cani inferociti lo inseguono.
Valzer con Bashir è stato presentato, in concorso, all’ultimo
Festival di Cannes e ha avuto successo di critica in tutto il
mondo. Nominato agli European Film Award, presente nella lista dei migliori film d’animazione che si contenderanno
l’Oscar, e nominato come Miglior film straniero ai Golden
Globes, arriverà nelle sale italiane venerdì 9 gennaio.
Perché vederlo
Per capire che i “cartoni animati” non sono solo e sempre
per bambini. E se a volte possono essere un mero esercizio
di stile, in questo caso sono l’unico modo per ricostruire
gli eventi, restando nel campo documentaristico, senza rischiare i quello della fiction.
Roberta Pileggi
teatro, musica e danza
3 del20 dicembre 2008
numero
IV
pag
El Mar
Galleria Milan
Tappeti Orientali
1958-2008
50°
Augura
Buon Natale
VICENZA - Strada Ca’ Balbi, 210
in occasione
del 50°
anniversario
Galleria Milan
presenta
i nuovi arrivi
a prezzi
eccezionali
Fino al 20/01/2009
D
a anni conosciamo il Centro
Stabile di Cultura di San Vito di
Leguzzano per le impavide scelte del
suo programma musicale. Meno si sa
delle iniziative del CSC per promuovere il teatro e l’arte in generale.
C’è chi si chiede come faccia il CSC,
che si propone di organizzare iniziative assolutamente non commerciali, a sopravvivere in questi chiari
di luna culturali. Eppure proprio al
chilometro 21 della strada statale
per Schio si comincia a credere che
sia possibile osare, anche in piena
autonomia. Il sostentamento dello
spazio è garantito dall’autogestione,
basata sul contributo volontario dei
soci.
E l’avventura teatro invernale salpa
con El Mar di Alessandro Bertolini,
della compagnia ReginaOlsen.
Si ricordi che Regina Olsen era la
diciottenne con cui si fidanzò Søren
Kierkegaard, e che egli lasciò dopo
appena un anno, chi dice a causa
delle vocazioni di consacrazione religiosa del filosofo dell’”aut-aut”, o
forse per il desiderio di non ingannare la ragazza, ossessionato dall’incombenza di una maledizione divina
sulla famiglia che avrebbero formato
insieme. Kierkegaard fece il possibile
per apparire disgustoso alla ragazza,
in modo che cadesse su
di lui la colpa della rottura del fidanzamento.
Ma ne provò rimpianto
per tutta la vita.
Quindi la nascita di questa compagnia teatrale,
l’otto dell’otto del 2008,
può essere intesa come
una restituzione delle
occasioni mancate. Occasioni di sperimentazioni espressive, che iniziano con i testi scritti
da Alessandro Bertolini,
autore proveniente dalla
poesia, per finire con la
voce di Otello Bellamoli, sulle scene teatrali da
oltre vent’anni. Dal loro | El Mar, un “percorso senza bussola”nel teatro d’avanguardia
sodalizio traggono voce
parole come onde sostenute e agitate
e sostanza le collabodal vento. Italiano e dialetto, variarazioni con artisti e musicisti come
mente miscelati, separati e confusi,
Andrea Pennacchi e Mirco Maistro.
nella stessa acqua in cui nuotiamo
Regia e scenografia degli spettacodiversamente, per il nostro comune
li sono affidate a Giovanni Golini e
approdo.
Monica Costa.
El mar vuole continuare la stessa
El Mar, 20 dicembre, h 22.00, Cenrotta inaugurata con il precedente
tro Stabile di Cultura, Via Leogra,
spettacolo, Bianca, in un percorso
strada statale 46 - km 21, San Vito di
da mantenere senza bussola, con il
Leguzzano (VI)
solo ausilio delle stelle. Navigazione
Giulia Galvan
a vista, in un ritorno del teatro delle
appuntamenti
Danza
21 dicembre
h 21:00: Giselle, Russian State Ballet
coreografia: J. Perrot, J. Coralli, M. Petipà
musiche di: Adolphe-Charles Adam
Teatro Comunale di Thiene,
Viale Bassani, 14, Thiene (VI)
Tel. Biglietteria: 0445 804943
800 246975
22 dicembre
h 21.00: Cenerentola, Balletto Opera
Nazionale di Romania,
musiche di Sergej Prokofiev.
Teatro Comunale di Vicenza.
Per informazioni: 0444.324442
31 dicembre
h 16.30 e h 21.15: Il Lago dei Cigni,
Russian State Ballet of Moscow.
Teatro Verdi, Via del Livello 32, Padova
Prevendite presso la biglietteria del Teatro Verdi: tel. 049.87770213 - 8777011.
Organizzazione: Associazione AGIMUS di
Padova
h 21.15: Gran Galà della Danza, Balletto
dell’Opera Nazionale di Romania.
In programma le migliori coreografie tratte
dai balletti Lo Schiaccianoci, Il Lago dei
Cigni, La Bella Addormentata, Don Chisciotte, Il Corsaro.
Teatro Nuovo di Verona, Piazza Viviani,
10, Verona
Inizio prevendita biglietti: biglietteria
Teatro Nuovo, tel. 045.8006100, - Filiali
UNICREDIT BANCA. Organizzazione:
Associazione AGIMUS di Padova telefax
049.8935606, cell. 338 4059941
1 gennaio
h 17.00: Il Lago dei Cigni
Russian State Ballet of Moscow
musiche di P.I. Caikovskij
libretto di V.P. Begichev e V.F. Geltser
coreografia L. Ivanov, M. Petipa, A. Gorsky
adattamento V. Gordeev
direttore artistico Viatcheslav Gordeev
Per informazioni: Associazione Musicale
AGIMUS di Padova, cell. 338 4059941
Teatro Comunale di Vicenza
h 17.00: Caucasian Passion Show -Teatro
Verdi, Via Del Livello, 32, Padova
Government state academic dance company Kabardinka
Biglietteria telefono 049.87770213
Anticipazioni 2009
3-4 febbraio
h 21.00: Bothanica, Momix Dance Theatre
(U.S.A.), Teatro Comunale Città di Vicenza
8 febbraio
h 21.00: Fuenteovejuna, Antonio Gades
Compañia (Spagna), Teatro Comunale
Città di Vicenza
1 aprile
h 21.00: Amjad, La la la Human Steps
coreografia Édouard Lock, Tournée 2009
IN ESCLUSIVA PER L’ITALIA, spettacolo
della prestigiosa compagnia di danza contemporanea canadese
Teatro Comunale di Ferrara. Per informazioni: Biglietteria del Teatro Comunale:
Corso Martiri della Libertà, 5, Ferrara, tel.
0532 202675
Teatro
20 dicembre
h 18.30: Il ritratto rovesciato in un
teatro sottosopra, di Karl Valentin,
con Giorgio De Marchi e Giulia Baldassari
Sala del Consiglio di Villa Gualdo,
Montegalda (VI)
h 21.00: Beautiful Marcello, di Diana
Raznovich
regia: Carlos M. Alsina, Teatro Spazio
Bixio - Vicenza
h 20.45: Pipesmoke el strassaro de
Londra
Commedia dialettale del Cenacolo dei
poeti dialettali di Vicenza “I Rosegoti“
in coll. con il Gruppo Anni d’Argento,
Sala Parrocchiale di Anconetta. Per
informazioni: tel. 0444.222740
h 21:00: Marlene
di Giuseppe Manfridi
Associazione Teatrale Pistoiese
Argot Produzioni
regia: Maurizio Panici
con: Pamela Villoresi e David Sebasti
con la partecipazione di Orso Maria
Guerrini
Teatro Comunale - Thiene (VI)
h 22.00: El Mar, di Alessandro Bertolini, con Otello Bellamoli, compagnia
ReginaOlsen
Musiche di Mirco Maistro
regia: Giovanni Golini
Centro Stabile di Cultura, Via Leogra,
strada statale 46 - km 21, San Vito di
Leguzzano (VI)
21 dicembre
h 16.00 e replica h 17.30: I colori
scomparsi, spettacolo per bambini
Piazza Matteotti. Per informazioni:
Assessorato Sviluppo economico - Associazione Eidos (0444.221971)
h 16:00: Pollicino, di Marcello Chiarenza
Accademia Perduta - Romagna Teatri,
regia: Gianni Bissaca
Teatro Modernissimo - Noventa Vicentina (VI)
23 dicembre
h 16.30: Il rapimento della principessa Annabella, Compagnia di burattini
Città di Ferrara, con la partecipazione
di… Babbo Natale”, Rassegna Teatrosei. Villa Lattes. Per informazioni:
F.I.T.A. (0444.323837 - 0444.962136)
27 - 28 dicembre
h 21.00: In Nome della Madre.
Teatro Spazio Bixio. Per informazioni
e prenotazioni: 0444/322525 o
348/6105335
Laboratorio intensivo Espressione
corporea e improvvisazione
Aperto a un massimo di 15 partecipanti (con o senza esperienza) presso
Spazio Arcadia, Via Paradiso, Schio
(VI). Per informazioni: Cinzia Pietribiasi, tel. 3402268252. Per iscrizioni:
Daniela, tel. 3336053128.
teatro, musica e danza
3 del20 dicembre 2008
numero
V
pag
Cenerentola
Galleria Milan
Tappeti Orientali
L
a celeberrima fiaba di Perrault
amplifica il proprio significato
nella versione coreografica che verrà
presentata il 22 dicembre al Teatro
Comunale di Vicenza dal Teatro dell’
Opera Nazionale di Romania. L’ensemble vide la sua prima rappresentazione nel lontano 1860 e, dopo aver
attraversato profondi cambiamenti,
dal 2001 è sapientemente guidato da
Mihai Babuska.
Il grandissimo classico del balletto
eleva la scarpina smarrita di Cenerentola a simbolo stesso della danza,
in quanto strumento fatato con cui il
danzatore si libra sulla scena, facendo volare l’immaginazione degli spettatori. A differenza delle Scarpette
Rosse dell’aspirante ballerino Hans
Christian Andersen, la scarpina di
Perrault non è ossessione e costrizione, ma metafora di riscatto sociale,
del “e tutti vissero felici e contenti”.
Le Sorellastre prendono invano lezioni di danza per prepararsi al grande ballo di corte, mentre Cenerentola
assolve alle sue mansioni di serva.
Quando un’anziana donna entra
chiedendo l’elemosina, le sorellastre
la cacciano, mentre la benevolenza
di Cenerentola sarà ricompensata: la
Tappeti orientali dal 1958
| Spettacolo dell’ Opera Nazionale di Romania
mendicante ritornerà in veste di fata
buona accompagnata dalle piccole fatine delle Quattro Stagioni, che
recano in dono l’abito, le scarpe, il
mantello e la collana.
Una semplice zucca si trasforma in
una bellissima carrozza, una semplice domestica si muta nella bellissima
sconosciuta che incanterà il Principe
a palazzo. Quando gli ospiti escono
e le sorellastre se ne vanno stizzite,
il Principe e Cenerentola restano a
danzare, avvinti nel loro amore. A
mezzanotte tutto deve finire, per poi,
forse, ricominciare.
Il momento onirico del grande ballo
e la realtà quotidiana si intrecciano
proprio grazie alla scarpina rimasta
sulla scalinata del palazzo reale, quella scarpina che vuole dire tutto, per
Cenerentola come per i danzatori.
L’infatuazione del Principe è sì forte
da spingerlo a cercare in ogni dove
colei che, sola, potrà indossare la calzatura smarrita. Nessuno crede che
proprio lei, ridotta in schiavitù da un
triste destino, corrisponda all’immagine di bellezza e regalità della dama
misteriosa.
E invece sarà la danza, materializzata
nella scarpina, a condurre Cenerentola, ancora una volta, e per sempre,
in un mondo migliore.
Giulia Galvan
Lorenzo
Teatro Olimpico - Vicenza, per informazioni: tel.0444 324342
h 22.00: Supersonic Party con DJ
Tommy Outside, DJ Sleepercat, Dj
Free SB, DAX DJ, Discoteca Miralago,
Lago di Fimon
25 dicembre
h 22.00: Natale con l’Osteria Popolare
Berica, Osteria alla Quercia, Villabalzana di Arcugnano (VI)
h 22.00: The Forty Moostachy, Bar
Sartea, Vicenza
appuntamenti
Teatro
30-31 dicembre
h 18.00: La macchina del capo - racconto di Capodanno, di e con Marco
Paolini
Centro culturale Altinate/San Gaetano, via Altinate, 71, Padova
Prenotazione obbligatoria attraverso
il sito: http://www.marcopaolini.info
1 gennaio
h 21.00: : La macchina del capo
- racconto di Capodanno, di e con
Marco Paolini
Centro culturale Altinate/San Gaetano, via Altinate, 71, Padova
3 gennaio
- h 15.00: Lo Zucchino d’Oro, spettacolo di animazione teatrale per
bambini e distribuzione calza. A cura
del Comitato Genitori della Fondazione “Casa Materna di Longara”, con
la partecipazione di Babbo Natale,
la Befana e… le Winks. Sala polifunzionale di Debba. Per informazioni:
0444.530780
h 21.00: La versione di Giuda, di
Giovanni Spagnoli
Fondazione Vignato per l’Arte, Rassegna Teatro elemento
Teatro Spazio Bixio. Per informazioni: 0444.322525 - 3486105335
4 gennaio
h 17.00: La fiaba di S. Giorgio e il
Drago
Il Teatro del Girasole di Mira Topcieva e Alesandro Pozzato
Fondazione Vignato per l’arte
Rassegna Teatro Elemento, Teatro
Spazio Bixio.
6 gennaio
h 16:30: Hansel e Gretel,
Fondazione Aida
Teatro Filippini, Verona
Musica
20 dicembre
h 21.00: Musiche di Borodin e
Mussorgsky, Orchestra del Teatro
Olimpico di Vicenza, dir. Giancarlo De
21 dicembre
h 15.30: Il Paese dei Campanelli, Operetta in due atti - musica e libretto di
Carlo Ranzato e Virgilio Lombardo
regia: Regia Maurizio Nichetti
direttore: Julian Kovatchev
Teatro Filarmonico – Verona, Via dei
Mutilati n. 4,
tel. Biglietteria: 045.8002880
h 17.00: Animula in concerto. Concerto Gospel per beneficenza. Posti
limitati. Auditorium “F. Canneti”, Levà
degli Angeli 11.
Per informazioni: Gianni 336/900071
Antonella 349/3530786
h 18.00: Musica sacra del tempo di
Avvento e Natale,
Coro Harmonia Nuova, dir . Mirco
Dalla Valle
Oratorio di S. Filippo Neri. Per informazioni: Ass. Mus. Amici dell’Organo
(0444.546629 - [email protected])
h 21.00: Morpheground, Cigarillo
Boys, Granturismo
Bar Sartea, Vicenza
22 dicembre
h 21.00: Messa di Gloria di Puccini
Coro e Orchestra di Vicenza, dir. Giuliano Fracasso
Chiesa S. Gaetano. Per informazioni:
Ass.to Cultura 0444.222116
23 dicembre
h 18.00: Quintetto a Fiati del Veneto
“A.Palladio”
Musiche di Haydn, Mozart, Lefevre,
Ibert, Poulenc
Con E. Caroli (flauto), S. Cinquetti
(oboe), A. Graziani (clarinetto), A. Orlando (fagotto), C. Berlato Sella (corno), C. Mazzoli (piano), Sala Concerti
del Conservatorio “A. Pedrollo”
Ingresso con tessera. Per informazioni: 0444.507551
h 21.00: Acoustic Sessions 2008
Fabio Fiocco, Debora Petrina
Villa Buri, S.Michele Extra (VR)
26 dicembre
h 20.30: Concerto S. Stefano del Coro
Ciclamino, in collaborazione con il
gruppo Fidas-Donatori di sangue di
Marano. 17° edizione.
Chiesa parrocchiale, Piazza Silva,
Marano Vicentino. Per informazioni:
Biblioteca civica 0445/598861
h 20.30: The Mojomatics, Death of
Anna Karina,
Rue de Van Gogh
Palazzetto dello Sport, Zané (VI)
30 dicembre
h 20.00: Concerto di Capodanno 2009
direttore: Georges Pretre
Teatro La Fenice - Venezia
31 dicembre
h 22.00: Concerto di Capodanno
P. I. Cajkovskij, Suite dal Balletto Lo
Schiaccianoci
Valzer di J. Strauss
direttore: Giancarlo De Lorenzo
Teatro Comunale - Vicenza
1 gennaio
h 17.00: Concerto di Capodanno: I
Musicali Affetti
Direttore Fabio Missaggia - Soprano
Lia Serafini
Musiche di Händel
Chiesa di S. Pietro (VI)
4 gennaio
h 17.00: Concerto per violino in Mi
min. Op. 69, F. Mendelssohn
Orchestra dell’Accademia Musicale,
violino solista e direttore: Domenico
Nordio
Duomo di San Pietro, Schio
- h 20.45: Concerto del Coro polifonico di “S. Giorgio”
Chiesa di S. Giorgio in Gogna. Per
informazioni: 0444.960126
6 gennaio
h 16: Concerto lirico dell’Epifania per
soli, coro e pianoforte
Chori Canticum, dir. Christian Maggio
Parrocchia di S. Croce Bigolina. Per
informazioni: 0444.530780
Strada Ca’ Balbi, 210
Vicenza
(vicino supermercato “Vivo”)
Tel 0444 911 961
Orari: 9,30-12,30 16,00-19,30
1958-2008
50°
idee
3 del20 dicembre 2008
numero
Novità natalizie
Ultimi regali in libreria
Classifica
Gomorra
Roberto Saviano
1 Strade blu - Mondadori
Twilight
Stephenie Meyer
2 Tascabili - Fazi
Né qui né altrove
Gianrico Carofiglio
3 Contromano - Laterza
4
| Il Piccolo Principe nelle illustrazioni di Saint-Exupéry
M
entre la classifica dei più letti è stata colonizzata dai
vampiri di Stephenie Meyer e resistono libri non
proprio recenti come Gomorra e L’eleganza del riccio, numerose novità sono arrivate in libreria a pochi giorni dalle
feste natalizie. Un’ottima occasione di spunto per gli ultimi
regali.
Per il nonno nostalgico, Enzo Biagi viene raccontato dalla
figlia Bice, ne In viaggio con mio padre, attraverso gli occhi
degli amici, dei colleghi e della gente comune che ha condiviso con lui, con i suoi scritti o le sue trasmissioni televisive,
un pezzo di storia di questo Paese. Il ricordo del padre ha
portato Bice in viaggio per l’Italia, alla scoperta di quella
“enorme famiglia” che ama Enzo Biagi. Il suo percorso,
emozionante e ricco di tributi, è racchiuso in questo libro.
Per la sorella innamorata de Il Piccolo Principe, è uscito il
romanzo inedito di Saint-Exupéry Manon ballerina. Il racconto è accompagnato da sette lettere d’amore del giovane
autore alla sua danzatrice, arricchite da notizie sul momento in cui sono state scritte, sulla circostanza e sulla stessa
Manon. L’autobiografica novella narra l’amore contrastato
tra una ballerina-prostituta e un cliente intellettuale. L’ambiente del café-chantant funge da particolare scenario.
Per chi ha voglia di riflettere, Margherita Oggero lancia,
con Orgoglio di classe, un messaggio forte a maestre, professori, alunni, genitori e ai politici che si occupano della
scuola, un’istituzione che deve tornare ad essere efficiente
che e deve riappropriarsi del proprio ruolo educativo. Un
libro veloce e diretto, in cui l’autrice fa uso della sua ironia e
del suo sdegno per proporre qualche suggerimento per migliorare lo strumento privilegiato che può orientarci verso
il futuro.
Per l’amico spirituale, Sorgenti - 365 pensieri di maestri
d’Oriente, penultimo volume della collana “Saggezze dell’Umanità” de L’Ippocampo Edizioni, conduce un viaggio in
profondità nel mondo arabo-persiano. Il nuovo itinerario di
Danielle e Olivier Föllmi trasporta “verso le città abbarbicate dello Yemen, nella purezza del deserto del Sahara o nelle
steppe infinite della Mongolia”, regalando ogni giorno una
fotografia mozzafiato e una saggezza su cui meditare.
Se è vero, come diceva Shiyali Ramamrita Ranganathan,
che ogni libro ha il suo lettore e ogni lettore ha il suo libro,
tra le novità delle librerie si può sicuramente trovare il regalo più adatto per ogni parente, amico o collega.
Roberta Pileggi
Breaking Dawn
Stephenie Meyer
Lain - Fazi
Eclipse
Stephenie Meyer
5 Lain - Fazi
La solitudine dei numeri primi
Paolo Giordano
Scrittori italiani e stranieri
6 Mondadori
Il gioco dell’angelo
Carlos Ruiz Zafón
Scrittori italiani e stranieri
7 Mondadori
L’età del dubbio
Andrea Camilleri
La memoria
8
Sellerio Editore Palermo
Venuto al mondo
Margaret Mazzantini
Scrittori italiani e stranieri
9
Mondadori
Idi di marzo
Valerio Massimo Manfredi
Omnibus
10 Mondadori
L’eleganza del riccio
Muriel Barbery
Dal mondo - E/O
11
13
Saggi
Carmine Pascià
(Che nacque buttero
e morì beduino)
G. Antonio Stella
Saggi italiani - Rizzoli
XX secolo, l’età della violenza
Niall Ferguson
Storia
Mondadori
E se covano i lupi
Paola Mastrocola
Narratori della Fenice - Guanda
Il pane di ieri
Enzo Bianchi
Frontiere - Einaudi
In viaggio con mio padre
Bice Biagi
Saggi - Rizzoli
Io c’ero
Enzo Biagi
Saggi - Rizzoli
La Jolanda furiosa
Luciana Littizzetto
Biblioteca Umoristica Mondadori
Mondadori
L’oro della Camorra
Rosaria Copacchione
Futuropassato
Bur
La vedova, il Santo e il segreto
del Pacchero estremo
Gaetano Cappelli
Romanzi e racconti
Marsilio
Perché dobbiamo dirci cristiani
Il liberalismo l’Europa l’etica
Marcello Pera
Saggi - Mondadori
Perdas de fogu
Massimo Carlotto
Dal mondo - E/O
Per chi suona la banana
Marco Travaglio
Saggi - Garzanti
Quest’anno ti ha detto male
Pulsatilla
Assaggi - Bompiani
Internazionale
l diario in cuoio rosso
Lily Koppel
Scrittori stranieri - Cairo
Il rifugio
Young William P.
Rizzoli best - Rizzoli
La scopa del sistema
David Foster Wallace
Stile libero big - Einaudi
Manon ballerina
Antoine de Saint-Exupéry
Letteraria
Bompiani
Uomini che odiano le donne
Stieg Larsson
Farfalle
16 Marsilio
La biblioteca di Hitler
Timothy L. Ryback
Le Scie
Mondadori
La lunga attesa dell’angelo
Melania Gaia Mazzucco
La Scala - Rizzoli
Amore 14
Federico Moccia
I canguri
Feltrinelli
Le fiabe di Beda il Bardo
Joanne Kathleen Rowling
Salani
Dux
Pasquale Chessa
Le Scie
Mondadori
Orgoglio di classe
Margherita Oggero
Scrittori italiani e stranieri
Mondadori
Le lune di Giove
Alice Munro
Supercoralli
Einaudi
Il segreto
Rhonda Byrne
Nuova saggezza
14 Macro Edizioni
15
Italiana
New Moon
Stephenie Meyer
Lain- Fazi
12
VI
pag
Nessun dove
Neil Gaiman
TIF
Fanucci
Suicidio
Levé Edouard
Letteraria
Bompiani
Una fuga impossibile
Martin George R., Dozois Gardner
R., Abraham Daniel
Gli Aceri - Fanucci
Volevo sposare Cary Grant
Krügel Mareike
Primo parallelo
Meridiano Zero
L' Associazione La Maggiore propone un corso di tecnico del suono su programma protools.
Lezioni teoriche e pratiche in studio di registrazione.
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Illustrati
Cafonal
Roberto D’Agostino,
Umberto Pizzi
Arcobaleno
Mondadori
Grande Atlante della pittura
dal Mille al Duemila
Stefano Zuffi
Grandi atlanti
Electra
Gustav Klimt
L’oro della seduzione
Eva Di Stefano
Atlantissimi
Giunti
Il libro dei sogni
Federico Fellini
Illustrati
Rizzoli
New York Vertigo
Michel Setboun
Geografia
De Agostini
Sorgenti
365 pensieri
di maestri d’Oriente
Olivier Follmi
Saggezze dell’Umanità
L’ippocampo
sapere e sapori
3 del20 dicembre 2008
numero
20 dicembre
h 15.00: Il sapere dei sapori
Camminata Nordic Walking e degustazione e chiacchierata con la
dietista Alessandra Gorni presso
Osteria alla Quercia, Villabalzana di
Arcugnano – per informazioni e prenotazioni www.nordicw.it.
- h 19.30: degustazione del baccalà
preparato dalla Consulta “Centri Storici” e dai Ristoratori di Montegalda.
Stand gastronomico con piatti a base
di pesce del Gruppo Pescatori e le
frittelle della Mariuccia.
Sala del Consiglio di Villa Gualdo,
Montegalda (VI)
ore 10.00 alle 22.00: mercato agroalimentare. Espositori in piazza con
possibilità di assaggi ed acquisto dei
prodotti delle varie aziende produttrici. Mercatino Natalizio con bancarelle di hobbistica e prodotti tipici
natalizi.
Per informazioni: tel. 0444.705737
20-21 dicembre
Prima fiera della mostarda
vicentina
Sabato 20 dicembre alle ore 11.00
nella Sala Civica in Corte delle Filande: Tavola Rotonda dal titolo “La mostarda vicentina nella cucina e nella
tradizione alimentare della nostra
terra”. Appunti per la riscoperta di
una conserva tipica del vicentino, del
suo uso nelle ricette della tradizione e
nell’utilizzo creativo dei grandi maestri della cucina italiana. Interverranno i produttori di mostarda vicentina
e gastronomi specialisti.
* Sabato 20 e domenica 21 dicembre
dalle ore 15.00 alle ore 20.00 nella
Saletta del Municipio: “Ricostruzione
storica sulla mostarda vicentina”.
Stand gastronomico con possibilità di
assaggi e degustazione abbinati alla
mostarda vicentina proposta dalle
aziende partecipanti. Vini della Cantina Sociale dei Colli Vicentini.
* Domenica 21 dicembre 2008 dalle
Fiera Prenatalizia
Piazza dei Signori e adiacenti
20-24 dicembre
Merci, mercanti e profumi
d’oriente
Piazza delle Erbe
Associazione Archeologica Vicetia.
Per informazioni: Il Crogiolo
(0444.327160)
20 dicembre 2008
6 gennaio 2009
Le Capanne di Natale
in centro storico
Artigianato artistico, sapori e gastronomia
in coll. con l’Associazione Il Tritone
20-21 dicembre
CiocoGaudium
Riviera del Brenta – Mira (VE), Villa
Widmann
in collaborazione con Slow Food Veneto
h 10.00-12.30 e 15.00-18.00
Per i bambini e non più: Il cioccolato.
Diario di un lungo viaggio tra degustazioni, laboratori didattici, corti al
cioccolato. A cura dell’esperta Angela
Berlingò.
Ingresso libero, degustazioni a pagamento
I migliori formaggi tipici della
provincia di Verona
Degustazione e mercatino. Caprino
Veronese (VR)
VII
pag
Osteria Alla Quercia
fino al 21 dicembre
Rossotreviso
Mercatini, cicchetteria e il più grande
campo d’ortaggio vero d’Italia, realizzato in Piazza dei Signori. Il campo è
stato realizzato con un nuovo sistema
a pianta di radicchio intera a cura del
Consorzio Tutela Radicchio Rosso di
Treviso e Variegati di CastelFranco
IGP.
La manifestazione avrà luogo nel
centro di Treviso.
24 dicembre
h 0.00: Cioccolata e vin brulè sotto
l’albero di Natale
Piazza della Chiesa, Carrè (VI)
Organizzazione: Ass.ne Donatori
Sangue
4- 6 gennaio 2009
Fiera dell’Artigianato
Piazza Castello
Fiera dell’Epifania
Piazza dei Signori
fino al 6 gennaio 2009
Mercatino degli Elfi
Malcesine (VR)
9-10-11 gennaio 2009
Fiera del radicchio rosso
di Verona
Roveredo di Guà (VR)
I
l proverbio dialettale “Mai domandarghe al oste se el ga
vin bon” affonda le proprie radici nei tempi in cui in osteria i vini erano due: bianco o rosso. E l’oste non poteva che
difendersi, inutile chiedergli consigli, scelta non ce n’era.
Enrico, il proprietario, con Elisabetta, dell’Osteria Alla Quercia di Villabalzana di Arcugnano, ribadisce “siamo un’osteria, non ci travestiamo da ristorante”. Eppure, rispetto alle
antiche osterie, qui la selezione induce davvero un certo
imbarazzo, da cui Enrico è lieto di sollevare gli avventori,
fornendo loro i suoi sinceri suggerimenti di esperto.
Alla Quercia si punta sulla qualità di prodotti genuini, sulla
stagionalità e sulla tradizione. Non chiedete gnocchi in agosto, perché allora le patate di Posina sono finite, ma potrete
comunque gustare la pasta fatta in casa.
Per i vini locali si attinge a cantine fidate del Vicentino come
Mattiello, Dal Maso, Le Vegre, Le Pignole. La selezione di
grappe sorprende con i diversi colori del distillato della
grapperia Lidia di Belvedere di Villaga.
La cucina è il regno di Elisabetta, ispirata dal solo ricettario
della sua fantasia. Niente fronzoli nei piatti proposti, anche i
dolci sono rigorosamente casalinghi, e fanno bella mostra di
sé nella teca sul bancone.
Il pranzo di Natale prevede risotto con zucca e noci, tagliolini coi fegatini, tortelli fatti in casa, crespelle con sugo di
cervo, faraona allo spiedo e altre delizie, mentre la sera si
rinnova l’ormai classico appuntamento con il folk godereccio dell’Osteria Popolare Berica.
Lo sfogo artistico fa anch’esso parte della filosofia della
Quercia, che offre il suo muro a chi ha voglia di esporre, organizza serate di improvvisazione teatrale, jam session e un
fine settimana all’insegna dei concerti dal vivo.
Il quarto sabato del mese sale sul palco lo stesso Enrico, con
cover e brani della sua band, che ha optato per l’analogico
rispetto al digitale, decidendo di incidere esclusivamente su
nastro, con la collaborazione dell’ex tecnico del suono di Eugenio Finardi.
La dichiarata passione di Enrico per gli anni ’70 emerge anche nella rigorosa scelta di amari dell’epoca: dallo scaffale
rispuntano marchi accattivanti come Amaro Cora, Strega,
Cambusa, Caffè Sport Borghetti, Kranebet, Mandarinetto
Isolabella, Rosso Antico…
Anche gli astemi saranno accontentati, con una riscoperta
del Chinotto e della Cedrata Tassoni, mentre “le bevande dai
nomi impronunciabili le lasciamo volentieri agli altri”.
Giulia Galvan
Cucina casalinga e
Specialità tipichetoscane
Chiuso la domenica
Da Paolo
A 1 Km dal nordest, direzione centro Caldogno, vicino al semaforo
r di
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CALDOGNO (VI) - Vi
V a Cap
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T l. 0444 585999 (è gra
viaggi e culture
3 del20 dicembre 2008
numero
Nel Regno di Tonga
Per dimenticare il freddo dell’inverno un tuffo nel paradiso polinesiano
Consigliato agli appassionati di vela, sub e balene
T
onga è un arcipelago nell’Oceano Pacifico Meridionale, che
comprende 170 piccole isole, di cui solo 36 abitate. Paradiso
esotico polinesiano, è tra la Nuova Zelanda, le isole Figi e Samoa. L’isola più grande è Tongatapu, dov’è situato l’unico centro
urbano dell’arcipelago, Nuku’alofa, sede dell’aeroporto internazionale.
Tonga si trova in corrispondenza della linea del cambiamento
di data ed è quindi il primo posto al mondo che vede sorgere
il nuovo giorno, caratteristica che lo rende la meta ideale dove
festeggiare il Capodanno.
L’arcipelago offre, in soli 300 Km, isole diversissime, chiamate
da Cook “Friendly Islands” per la cordialità dei locali. Teatro dell’ammutinamento del Bounty, le isole hanno particolarità paesaggistiche uniche e affascinanti testimonianze archeologiche.
Per sei mesi l’anno sono popolate dalle balene e sono perfette
per la vela.
Informazioni pratiche
Per entrare a Tonga è necessario il passaporto, con validità residua di almeno 6 mesi. La rappresentanza Diplomatico/Consolare italiana si trova in Nuova Zelanda. Non ci sono particolari
problemi di sicurezza. È consigliato il vaccino contro l’epatite A
e il tetano.
Per informazioni: http://www.viaggiaresicuri.it/?tonga
Ente turistico di Tonga: http://www.tongaholiday.com
Roberta Pileggi
Ambiente
La flora e la fauna del Regno di Tonga
sono tipiche delle isole tropicali. Ibisco
e frangipani, palme e banani, contribuisco a creare una natura meravigliosa e
incontaminata. Spiagge bianche si dipanano di fronte a spettacolari lagune, che ospitano un fondale
marino ricco e variopinto, tra i più belli al mondo. A Tonga si
trovano inoltre le più particolari conchiglie del Pacifico, soprattutto nell’arcipelago di Ha’apai, e il Regno è stato il primo del
Sud-Pacifico ad istituire parchi nazionali protetti.
Attività
SAILING Venti costanti, acqua calda e
visibilità eccezionale. Centinaia i punti
di ancoraggio e il mare non è affollato
dai natanti. Tonga offre condizioni eccellenti per gli amanti della vela e del
windsurf, tanto che le acque di Vava’u
sono spesso utilizzate, come palestra di
allenamento, dagli equipaggi dell’America’s Cup.
WHALE WATCHING Tra giugno e
novembre, Vava’u è una delle migliori
località per osservare le balene. Le loro
evoluzioni possono essere ammirate da
una veloce imbarcazione, dotata di apparecchiature per ascoltarne il canto.
FISHING L’arcipelago è nel centro della
corrente equatoriale e la Fossa di Tonga
è la seconda per profondità al mondo.
Per questo, qui si riuniscono numerose
varietà di pesci, come Marlin neri, blu
e striati, Sailfish, Barracuda, Dorados,
Wahoo, tonni Albacore e squali. La pesca sportiva è riconosciuta ufficialmente a Tonga, che ospita ogni
anno competizioni IGFA (International Games Fishing Association).
DIVING Operatori qualificati PADI
(Professional Association of Diving
Instructors) offrono escursioni e corsi diving (immersioni) a Vava’u e a
Nuku’alofa. Il brevetto ottenuto è riconosciuto a livello internazionale. Nelle
acque tongane si possono osservare
canyons, grotte, relitti, moltissime varietà di corallo, madrepore,
pesci pelagici e tropicali. Nell’arcipelago di Tongatapu ci sono 5
riserve marine, dove la visibilità è oltre i 30 metri e la temperatura dell’acqua sempre su valori ottimali.
Clima
Il clima di Tonga è tropicale, attenuato
dai venti alisei e dal mare. La temperatura oscilla tra i 18° e i 32° C. La stagione dei cicloni è compresa tra ottobre
In pillole
Nome in lingua
locale:
e marzo. In questo periodo le precipitazioni sono frequenti e
l’umidità elevata. Con l’inizio di maggio comincia l’inverno (fino
a inizio ottobre), con un clima più secco e piogge meno abbondanti.
Kingdom of Tonga, Pule’anga
Fakatu’i ‘o Tonga
Governo:
Monarchia costituzionale
Superficie:
Km² 748
Popolazione:
105.600 ab.
Densità:
141 ab. per Km²
Continente:
Oceania
Capitale:
Nuku’alofa
Lingue utilizzate:
Tongano e Inglese
Religioni:
protestanti 43%, cattolici 16%
Gruppi etnici:
Polinesiani, Europei
Moneta:
Pa’anga
Fuso orario:
UTC +13
Prefisso telefonico:
+676
SCUOLA D’ARTE
E MESTIERI
DI VICENZA
formazione dal 1858
Bando per l’ammissione al progetto formativo
“Investiamo per il vostro futuro”
TECNICO MODELLISTA
per la pelletteria
cod. 39/1/7/1010/2008
POR FSE 2007/2013 Ob.CRO Asse II Occupabilità.
Avviso Utenza Disoccupata – Anno 2008
Delibera Giunta Regionale del Veneto n. 1010 del 06/05/2008.
Progetto cofinanziato dal Fondo Sociale Europeo e selezionato
nel quadro del Programma Operativo Cofinanziato
dal fondo Sociale Europeo e sulla base dei criteri di valutazione
approvati dal comitato di sorveglianza del Programma.
Corso approvato con DDR n1165 del 17/09/2008
corso gratuito a scopo occupazionale
Durata 700 ore di cui 330 di stage aziendale
Rivolto a 10 persone
Requisiti di ammissione:
inoccupati e/o disoccupati
limite di età – nessuno
titolo di studio diploma di maturità
le domande dovranno pervenire alla
Scuola d’Arte e Mestieri di Vicenza
in via Rossini 60
(ingresso via Nicotera 19)
entro il 17 dicembre 2008
complete di:
dati anagrafici, codice fiscale, indirizzo e recapito
telefonico, curriculum vitae, titolo di studio foto tessera
certificazione dello stato di disoccupazione, documento di identità
personale
lʼammissione al corso limitatamente ai posti disponibili avverrà in
base ad una graduatoria determinata da unʼapposita commissione.
la selezione per le persone in possesso dei requisiti
presso la sede della Scuola d’Arte e Mestieri di Vicenza
Il 18 e 19 dicembre con il seguente orario
dalle ore 9.00 alle ore 13.00
VIII
pag
RIVALUTIAMO I MESTIERI ARTIGIANALI ARTISTICI
DELLA NOSTRA TRADIZIONE ITALIANA
Grandi opportunità alla Scuola d´Arte e Mestieri di Vicenza per tutti i giovani desiderosi di
intraprendere una carriera lavorativa nell’ambito artistico artigianale. Lo storico Ente di
formazione propone, infatti, un interessante corso gratuito, di 700 ore, finanziato dal
Fondo Sociale Europeo per "Tecnico modellista per la pelletteria". Forte dei risultati
conseguiti con precedenti esperienze didattiche svolte in collaborazione con le più
rinomate aziende della pelletteria quali: Bottega Veneta, Biasia borse, Newbrands, la
scuola ha ritenuto opportuno proseguire le attività formative in questo settore, sempre
colloquiando con le imprese locali e traducendo in progetti i loro fabbisogni di professionalità e competenze. Vicenza negl´anni Sessanta rappresentava un distretto molto
importante della pelletteria al pari dell’oreficeria ma gradualmente il processo di sviluppo
si arrestò e pur rimanendo la grande tradizione artigiana, la pelletteria vicentina non fu più
numericamente competitiva come altre realtà italiane del settore. Ora il distretto della
pelletteria locale deve essere riscoperto e la sua storia rivalutata per ritornare alla
grandezza di un tempo. Con questi intenti, alcune aziende vicentine: Visonà srl, Newsbrands srl e Pelletterie Alessandra hanno creduto nel progetto FSE della Scuola d´Arte e
Mestieri e puntano sulla creatività dei giovani per ridare nuovo vigore e slancio al settore.
Il corso per "TECNICO MODELLISTA per la pelletteria"
rappresenta l’occasione per imparare un mestiere artigianale e
conseguire una qualifica professionale richiesta dal mondo del
lavoro. I posti disponibili sono dieci e il colloquio di selezione
avverrà il 18 e 19 dicembre 2008 presso la sede della Scuola, su
appuntamento. Per partecipare è richiesto un diploma di scuola
superiore ed essere disoccupati. Le attività formative, comprensive
di stage in azienda, inizieranno a gennaio 2009 fino a primavera
inoltrata.
Oltre a questa importante iniziativa, la Scuola d´Arte e Mestieri di Vicenza, attenta
osservatrice del sistema territoriale e dei problemi attraversati da alcuni distretti, quale
l’oreficeria propone altre opportunità formative per accompagnare quei percorsi professionali necessari da intraprendere in situazioni di crisi del settore.
La novità del prossimo anno sarà la proposta di un triennio per
"collaboratore restauratore in arte sacra in metallo" e
di un corso serale sempre sul medesimo profilo professionale, per
chi non ha la possibilità della frequenza giornaliera diurna.
Una formazione specifica in quest’ambito, può rappresentare
un’occasione anche per un’azienda orafa di convertire le proprie
conoscenze di lavorazione dei metalli in una nicchia che permetta
nuove applicazioni tecniche.
Alcune crisi economiche in passato hanno portato lo spirito dell’imprenditore italiano a
ridefinire l’organizzazione delle proprie produzioni e del lavoro, talvolta con decisioni
sofferte ma spesso riscoprendo nuove aperture di mercati. Perché non riqualificare le
proprie competenze rivitalizzando la propria attività nell’arte sacra da sempre
un’importante protagonista della nostra arte e cultura?
Questa proposta potrebbe essere una soluzione per uscire dalla crisi che attanaglia tutti i
distretti e non bisogna dimenticare che non si può disgiungere la formazione dalle politiche
dell’occupazione.
I giovani possono trarre grandi soddisfazioni dalle professioni tradizionali poiché le aziende
fanno fatica e trovare lavoratori con le competenze desiderate. Migliorare le risorse umane
significa sviluppo, capacità di interpretare i tempi e continuare a rendere ricercata in tutto il
mondo l’arte del "Made in Italy". E´ una leadership conquistata dalle imprese locali
italiane, che può e deve contare sui giovani e indirizzare investimenti e risorse verso nicchie
dimostratesi vincenti.
Investiamo sul vostro futuro!
Per informazioni: Scuola d’Arte e Mestieri di Vicenza via Rossini, 60
36100 VICENZA tel 0444 960500 fax 0444 963392
e-mail [email protected] www. scuolartemestieri.org
SCUOLA D’ARTE E MESTIERI DI VICENZA
Via Rossini, 60 - 36100 Vicenza - telefono 0444 960500 - fax 0444 963392
e-mail: [email protected] http:/www.scuolartemestieri.org
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