È Magazine escrivere.com La rivista del forum! Numero 1 – Dicembre 2014 In questo numero: Consigli agli scrittori – Recensioni – Nuove uscite – Speciale Lucca Comics & Games – Racconti natalizi – Intervista a Italo Bonera – Ricette delle feste – Idee regalo: un libro sotto l'albero e tanto altro Editoriale È con grande piacere che vi presentiamo il primo numero della rivista È Magazine. Dopo un Halloween dedicato all'horror, questa volta abbiamo voluto regalarvi una rivista che vi accompagni durante le feste natalizie. Da quando abbiamo pubblicato il numero zero sono successe tante cose. Ecco a voi alcuni aggiornamenti. Abbiamo indetto due giveaway. Il primo, quello su “Vite sospese”, di Alessia Litta, edito Triskell Edizioni, sì è concluso e ha visto vincitrice Viola Killerqueen. Congratulazioni di nuovo! Il secondo, quello indetto per festeggiare con tutti voi la crescita della nostra pagina Facebook, è ancora in corso. Vi ricordiamo che in palio ci sono ben tre premi e che partecipare è davvero semplicissimo! Per farlo, vi basta seguire questo link. È scrivere sta inoltre partecipando a due blog tour. Uno dedicato a “Vite sospese”, di Alessia Litta, l'altro a “Rebirth – I Tredici Giorni”, di Alessia Coppola, edito Dunwich Edizioni. Seguiteci, anche qui si possono vincere bei libri! Proseguono i nostri Servizi Editoriali. I prezzi sono in offerta fino al 31 dicembre, ma tenetevi forte: fra qualche giorno, poco prima di Natale, vi faremo una sorpresa davvero generosa a cui non potrete dire di no. Vi avviso già da ora: dovrete essere veloci! Last but not least, il nostro concorso Creep Advisor è ancora in corso! In questo numero troverete il bando completo. Partecipate! Stiamo lavorando ad altre sorprese, ma per ora preferisco tenervi un po' sulle spine. Quello che posso svelarvi è ciò che troverete in questo numero. Pag. Troverete, come è giusto che sia, consigli per gli scrittori tratti dal nostro PPS (Prontuario per il Perfetto Scrittore) oltre a un'interessantissima intervista a Italo Bonera e a un resoconto sul Lucca Comics & Games di quest'anno. Ma non è tutto qui, come potrebbe? Vi aspettano recensioni di libri e di album musicali, racconti a tema natalizio, un dossier dedicato al Natale Disney e tanto tanto altro! Non vi resta che continuare a sfogliare le pagine di È Magazine! Silver È Magazine - Rivista digitale Pubblicazione aperiodica – n.1, dicembre 2014 Redazione: Luna, Silver, Nerina Progetto grafico, grafica e impaginazione: Luna Progetto di copertina: Luna Immagine di copertina: illustrazione da “Good Cheer Stories Every Child Should Know” del 1915. Editore: Asa Don Dickinson, illustratore sconosciuto Hanno scritto per noi: Silver, Nerina, Luna, Bee, Guerino Di Mattia, Willy, Jonfen, Ariendil, Irene Quintavalle, Roberto Ciardiello. Hanno collaborato: Cosima e Lady Lightmoon di Romanticamente Fantasy Foto a tema: Visionnaire Redazione escrivere.com Per mettervi in contatto con noi, vi basta inviare una mail all'indirizzo: [email protected] oppure compilare il form di contatto che trovate sul nostro sito. 2 Sommario Pag. 2 Editoriale Pag. 4 Scatoloni in soffitta I nostri consigli agli scrittori Pag. 10 Il freddo che scalda il cuore: Recensione dell'album “50 Words For Snow” Pag. 12 Dossier - Lucca Comics & Games Il resoconto di chi ci è stato Pag. 16 Creep Advisor Il bando completo e le informazioni per partecipare Pag. 17 Racconti a tema Il Natale secondo noi Pag. 21 Recensioni I libri da far trovare sotto l'albero Pag. 25 Intervista a Italo Bonera: Autore Gargoyle e finalista al premio Urania Pag. 27 Dossier – Natale Disney La tradizione che non sapevate di avere Pag. 29 Ricette delle feste: I Befanini Pag. 30 Novità letterarie Pag. 34 Offerte: regala un libro! Pag. 37 Credits Pag. 3 li di g i s Con tura! scrit Prontuario Per il Perfetto Scrittore: orrori da evitare INFODUMP La traduzione del termine già aiuta a capire perché andrebbe evitato: ammasso di informazioni. Più semplicemente, è quella cosa che si tende a fare quando si vogliono dare specifiche informazioni al lettore ma non si è capaci o non si ha voglia di gestirle durante tutto l’arco della storia. Allora si ammassano in un solo punto, tutte insieme, una cosa lunga e illeggibile che in gergo molti chiamano spiegone (termine più immediato, dà già un’idea di qualcosa di noioso, inutile, pesante da leggere). Esempio: un certo Marco, quarantenne frustrato, rimprovera Giorgio, collega che gli sta particolarmente sulle scatole. Lo scrivo così: Quel giorno Marco si sentiva più nervoso del solito. Dalla finestra aveva visto grigie nuvole minacciose di pioggia e questo gli aveva ricordato quel giorno di tanti anni prima in cui Clara, la sua adorata Clara, l’aveva tradito con Giorgio proprio in quella casa, lì sul divano che ora Marco cercava di non guardare. Lui e Clara avevano vissuto insieme per dieci anni, lunghi anni di gioie e complicità che pareva non avrebbero mai dovuto aver fine, ma lei aveva distrutto tutto, cedendo a una passione fugace e incontrollata per il collega del marito, più giovane e sicuramente più attraente. Marco finì il caffè e uscì di casa, preparandosi a percorrere i pochi chilometri che lo separavano dall’ufficio sulla sua vecchia auto, dono del nonno, che poco prima di morire gli aveva lasciato la macchina e qualche buon consiglio sulle donne. Consigli che Marco, per sua sfortuna, non aveva seguito. Giunto che fu in ufficio, si ritrovò davanti proprio Giorgio, quel ragazzino che aveva preso sotto la sua ala protettrice, Pag. Scatoloni in soffitta che aveva istruito e guidato nei primi mesi di apprendistato, a cui aveva fatto da mentore e amico allo stesso tempo. Proprio Giorgio, che l’aveva ripagato portandosi via la sua Clara. Marco lo guardò dritto in faccia e, con uno sguardo sprezzante, gli disse di sistemarsi la cravatta, perché sembrava un barbone. Far dire a un personaggio qualcosa che non direbbe mai, solo perché in quel punto della storia dovete buttare dentro un’informazione, è pigrizia. Reazione del lettore: coma profondo. Nota: porto l’esempio di un dialogo vero e proprio, ma valgono anche quegli espedienti che si rifanno al dialogo: mail che riassumono le ultime 100 pagine di avvenimenti, messaggi in segreteria che spiegano come mai un personaggio agisce in un certo modo, messaggini sul cellulare che svelano emozioni fino a quel momento mai descritte, verbali di polizia che smascherano gli errori condotti durante l’indagine, eccetera. Come evitarlo: creare prima delle scene in cui Marco assiste il nonno morente, vive felice con Clara, aiuta Giorgio al lavoro, scopre Giorgio con Clara. Così da arrivare poi al punto incriminato e scrivere solo: “Marco era più nervoso del solito, forse perché pioveva come il giorno in cui scoprì Giorgio e Clara. Non appena entrò in ufficio si ritrovò faccia a faccia proprio con Giorgio, lasciò che il nervosismo venisse a galla e lo rimproverò per la cravatta storta anche se quella era perfettamente dritta”. Un’altra occasione in cui si tende a inciampare nell’infodump senza accorgersene è quando si scrivono i dialoghi. Anche in questo caso, si tenta di dare al lettore informazioni importanti, ma lo si fa attraverso personaggi che quelle informazioni le hanno già, e che quindi non le ripeterebbero. Scena di prima, Marco e Giorgio si incontrano davanti all’ascensore. “Buongiorno, Marco” “Buongiorno, carogna” “Scusami, cosa hai detto?” “Ho detto che sei una carogna, perché lo sai benissimo che ti odio. Come hai potuto andare a letto con mia moglie quel giorno piovoso di tre anni fa nonostante io ti trattassi come un figlio e ti aiutassi a farti un nome qui in ufficio?” Non regge, e si vede subito che non regge. Voi non incrociate un amico per strada e lo salutate dicendo “ciao, amico carissimo che quando eravamo alle elementari mi ha regalato un biscotto”, perché ve lo ricordate entrambi e non ve lo dite ogni volta che vi vedete. Come evitarlo: anche qui, bisogna aver dato prima le informazioni necessarie, così che il dialogo risulti naturale e non forzato. E valgono anche i pensieri di un personaggio: “Marco pensò che Giorgio, che gli aveva rubato la moglie nonostante lui l’avesse trattato come un figlio e lo aveva fatto cornuto proprio sul divano di pelle del salotto, fosse un bastardo”, è un palese infodump. La rogna più grande dell’infodump è che si può annidare anche in frasi brevissime. In questi casi, più che di ammasso di informazioni, si tratta di eccesso di informazioni. Ovvero tutti quegli aggettivi e avverbi che riportano ciò che il personaggio sa già e non ripeterebbe, o che non descriverebbe in quel modo perché la sua attenzione è focalizzata altrove. “Mi persi nei suoi splendidi occhi neri” (sa già che sono neri, perché ripeterlo in quel momento?); “La porta cigolante dietro cui si nascondeva l’assassino” (ha paura di morire, cosa gliene frega se la porta cigola o no?” “Quel giorno indimenticabile che ogni anno festeggio” (se lo festeggia è ovvio che se ne ricorda); eccetera, gli esempi potrebbero essere milioni. Segue... 4 li di g i s Con tura! scrit Scatoloni in soffitta Fratelli dello stereotipo sono il pregiudizio: i neri giocano bene a basket, i russi sono comunisti, le donne sono isteriche, i rocker sono drogati, i francesi non si lavano, i giovani non hanno ideali… E le frasi fatte: la medicina fa più effetto se è amara, se vuoi fare carriera devi conoscere qualcuno, non ci sono più le mezze stagioni… Mettendo insieme stereotipi culturali, personaggi stereotipati, qualche frase fatta e una buona dose di pigrizia, ecco che nascono i cliché letterari. Personaggi tutti simili, che fanno cose che ci si aspetta facciano in base alla banale caratterizzazione datagli, seguendo schemi sempre uguali. Essendo l’infodump tanto subdolo e sempre in agguato, come capire se lo si fa o no? Come distinguere uno spiegone da una spiegazione (spesso indispensabile)? – L’infodump spezza il ritmo. Non si inserisce fluidamente nella storia, amalgamandosi con il resto, ma fa un saltino. Se, rileggendo il vostro testo, notate un punto in cui vorreste giungere “al dunque” ma c’è della roba da leggere prima di arrivarci… molto probabilmente quello è un infodump, e lo stesso effetto che fa a voi lo farà agli altri. – L’infodump non spiega davvero. Riassume in poche righe qualcosa che andava detto più ampiamente, o ripete cose già dette che potevo dire meglio se volevo che rimanessero impresse nella mente del lettore. – L’infodump non serve. Se togliendo alcune informazioni, alcuni aggettivi o alcuni avverbi, la trama si capisce lo stesso… beh, toglieteli! – L’infodump è comodo. E questo penso sia l’unico modo davvero valido per capire se lo si usa o no. Pag. Se volete dire una cosa importante e ve la cavate con tre righe inserite non importa dove; se volete affrontare un concetto chiave e lo piazzate là dove vi serve che venga fuori, senza versare una sola goccia di sudore perché si incastri alla perfezione con le altre cose scritte… ecco, molto probabilmente è un infodump ed è brutto da leggere. Per cercare di evitarlo mostrate la vostra storia poco a poco, attraverso piccole scene importanti, usando i personaggi e le loro azioni come bussola. Dovrebbe funzionare. STEREOTIPI E CLICHÈ LETTERARI Il bellone è ricco. Il cattivo cerca vendetta (di solito sul bellone). L’amico del protagonista fa cose molto sciocche che ostacolano il protagonista. Il saggio anziano istruisce qualcuno e poi sparisce dalla storia. Il mezzo di trasporto ha qualcosa che gli altri mezzi di trasporto non hanno. La mamma è iperprotettiva. Il marito lavora troppo. La babysitter è meglio della mamma ma in realtà è pazza. Il professore insegna agli studenti il vero senso della vita senza nemmeno aprire i libri. Il detective va a controllare proprio nel punto dove c’è un indizio che gli altri non hanno visto. Continuo? I cliché sono ovunque, perché sono facili da scrivere. Stereotipo: dal greco, immagine rigida. Ovvero un modo di vedere cose, persone e avvenimenti secondo schemi sempre uguali, attraverso caratteristiche attribuite convenzionalmente e spesso semplicistiche e generalizzate. Il caminetto acceso a Natale, il vicolo buio e puzzolente, il re saggio e generoso, l’italiano che mangia la pizza, il traffico bloccato quando uno ha fretta... Non serve ragionare sul perché o il percome il direttore/il poliziotto/il marito violento/il bambino che attacca i barattoli ai gatti è una carogna, lo è perché di solito lo è. Più una cosa assomiglia a qualcosa di già visto o già sentito, più la classifichiamo con facilità. Più la classifichiamo, più facilmente la riconosciamo. Segue... 5 li di g i s Con tura! scrit Ed ecco che non serve spiegare a un lettore perché mai il direttore dell’azienda è una carogna, lo sanno tutti che un direttore lo è nove volte su dieci, posso scrivere anch’io di un direttore carogna senza pormi il problema. Il problema però c’è, ed è che i personaggi e le ambientazioni, se seguono il facile schema “riconosco ciò che conosco”, sono – per l’appunto – prevedibili. Ci si aspetta che un direttore sia carogna, che la dolce fanciulla sposi il bellone, che il cattivo spieghi il suo piano malvagio poco prima di morire, che l’anziano dica qualcosa di saggio, eccetera. Quindi una trama che segue questi prevedibili cliché è noiosa. Come evitarli: 1) caratterizzare i personaggi in modo completo, verosimile, realistico. Così, anche se seguiranno un cliché, almeno lo faranno per dei motivi plausibili. Il bellone potrà anche essere ricco, ma invece di aver ereditato i milioni dal babbo, perché non farlo inventore della scarpa con il contapassi incorporato? Così facendo la ricchezza rimane, ma si può aggiungere inventiva, spirito di osservazione, furbizia e pochi scrupoli negli affari ad un personaggio che altrimenti sarebbe solo un piatto, banale e clichéttoso bellone qualsiasi. Il cattivo è cattivo, e non ci piove. Deve essere cattivo. Ma è proprio necessario che sia di una bruttezza inguardabile, con deformità, ustioni, cicatrici e simili, o che al contrario sia bello e tenebroso tanto che le donne gli cascano ai piedi anche se è cattivo? Non può essere un ragioniere, con la pancetta ma ancora tutti i capelli, un bel sorriso ma un neo sul mento, una persona banalissima? Se quel ragioniere banalissimo ha in casa una bomba atomica e vuole farla esplodere in centro, è cattivo lo stesso. Se descrivo un ragioniere banalissimo a cui da piccolo il nonno di origine Pag. Scatoloni in soffitta giapponese racconta i giorni di Hiroshima e che rimane traumatizzato a vita, che poi da grande va a lavorare sotto un capo americano che lo tratta male, e metto in relazione queste due cose per fagli progettare il piano folle di vendicare i suoi avi e nuclearizzare gli USA… ho lo stesso qualche cliché, ma almeno ho creato una base verosimile su cui poggiarli e si notano meno rispetto, ad esempio, al cattivo psicotico a cui l’eroe ha ucciso per sbaglio la fidanzata. 2) caratterizzare i personaggi in modo del tutto inaspettato e non scontato. Il bellone ha tendenze suicide e il giorno prima delle nozze sparisce misteriosamente. Il detective geniale non ne imbrocca una e il caso lo risolve la signora delle pulizie. La bella protagonista contesa tra due belloni impeccabili molla tutti e due e va a fare la genetista molecolare su una piattaforma spaziale. L’anziano tutore ha l’alzheimer e insegna al suo pupillo una caterva di cose inutili. Questi sono esempi messi un po’ per far sorridere, in realtà basta un dettaglio – un momento nella vita del personaggio che incide sul suo carattere, una decisione che ci si aspetta prenda ma che in realtà non prende, un modo di relazionarsi con gli altri personaggi che non sia scontato – per liberarsi dalle strette maglie del cliché. Un trucco abbastanza semplice per capire se stiamo cadendo in un cliché letterario (o uno stereotipo) è chiedersi: il pezzo che sto scrivendo l’ho già letto/visto/sentito da qualche parte? Il mio personaggio sta facendo come un altro che non ricordo ma che mi pareva facesse allo stesso modo? L’albergo che ho descritto non assomiglia a quello che ho visto in quel film? Questa storia d’amore non sta proseguendo uguale uguale a quel telefilm strappalacrime che guardava mia zia? Se vi viene il dubbio, se vi “suona” come già sentito… probabilmente ci siete cascati, è un cliché. Ecco una lista bella lunga di personaggi stereotipati. Così da farsi un’idea almeno generica di cosa evitare ad ogni costo. DEUS EX MACHINA Ovvero il dio che viene dalla macchina. Nel teatro greco l’attore che impersonava la divinità veniva imbragato e agganciato a un sistema di funi e carrucole (il mechanè) in modo da venir calato dall’alto quando entrava in scena. L’arrivo del dio dalla macchina coincideva dunque con il momento di svolta della vicenda, quando l’eroe in difficoltà invocava l’aiuto degli dei perché lo traessero d’impaccio. Al giorno d’oggi questo modo di dire indica quelle situazioni letterarie in cui un qualcosa sblocca un punto altrimenti morto. Quando un intervento inaspettato e propizio risolve la situazione. Il problema sta nel fatto che il deus ex machina è una risoluzione forzata e spesso inverosimile. Per dirla semplice: ogni volta che, leggendo, ci troviamo davanti una scena che ci fa pensare “toh, che coincidenza” oppure “toh, che fortuna”, siamo di fronte a un deus ex machina. E infatti non ci suona realistico. Facciamo un esempio che non lasci più spazio ai dubbi: State scrivendo un libro psico-thriller-splatter in cui il normalissimo Marco scopre che l’amata moglie Clara lo tradisce e inizia a fare una strage di cadaveri girando per la città con una motosega. Nei primi capitoli avete introdotto il normalissimo Marco, avete raccontato della sua monotona vita in ufficio, del suo amore per Clara, dell’affetto che prova per il giovane Giorgio, collega che ha preso sotto la sua ala protettrice. E fin qui, bene. Poi però qualcosa deve succedere, Marco deve sorprendere Clara tra le braccia di Giorgio, o non impazzirà e il libro diventerà un’altra cosa. Segue... 6 li di g i s Con tura! scrit Facilissimo: un giorno Marco esce dall’ufficio a metà pomeriggio invece che alle sette di sera, va a casa e scopre il tradimento. Dà di matto, agguanta la motosega, fa a pezzetti i due e poi, non soddisfatto, esce in strada e inizia ad affettare chiunque gli passi davanti. Ci siamo, no? No. Perchè se Marco per ventidue anni non è mai uscito prima dall’ufficio, questo è un deus ex machina. È un modo facile, veloce e illogico di far progredire una situazione. Gli esempi in merito sono milioni, basta guardare un qualsiasi action-movie o leggere un qualsiasi libro poco curato per trovarne a bizzeffe. Il detective si blocca nelle indagini ma trova proprio la cosa che gli serviva (toh, che fortuna); l’eroina in pericolo riceve una telefonata proprio nel momento in cui l’assassino sta tagliando i fili del telefono e, sentendo cadere a linea, capisce e scappa (toh, che coincidenza); il mago di fronte al nemico potentissimo scopre in quell’istante di avere un potere ancora più potente (toh, che fortunata coincidenza); l’eroe si butta dalla vetrata e dovrebbe schiantarsi al suolo con un sonoro SPLAT ma proprio in quel momento passa un camioncino pieno di sabbia e lui atterra senza un graffio (eh, ma che culo spropositato!). Sono tutti deus ex machina, l’intervento “divino” che sistema le cose. In questo caso la divinità che fa il miracolo è l’autore. Come evitarlo: Costruire le scene, i personaggi, la trama. Costruire, non imbastire. Dare delle motivazioni. Fare in modo che il punto di svolta della narrazione o la botta di fortuna non arrivino per caso. Anticipare – attraverso scene, dialoghi, descrizioni, flashback o quel che si Pag. Scatoloni in soffitta Nel Prontuario Per il Perfetto Scrittore, o PPPS, inseriremo via via quei trucchi che rendono migliore la scrittura, rubati un po’ di qua e un po’ di là tra siti e manuali. vuole – ciò che verrà dopo, in modo che, nel momento in cui arriverà, non sembrerà messo lì per sbaglio. Posso, tornando all’esempio di Marco, caratterizzare il personaggio dandogli una madre morta giovane a cui lui si sente molto attaccato pur non avendola conosciuta bene. Posso dire che ogni anno, nel giorno dell’anniversario della morte della madre, lascia in anticipo l’ufficio per portare una rosa in cimitero, anche se tutti gli altri giorni non uscirebbe mai in anticipo, per nessuna ragione. Per contro, posso caratterizzare Clara come una donna che disprezza a tal punto il marito da non ricordare nemmeno quando è morta sua madre. O posso dire che Marco non ha mai rivelato alla moglie il suo piccolo segreto nonostante la ami alla follia. Posso dire che negli anni precedenti Marco, uscito dal cimitero, faceva una passeggiata, ma che quel giorno piove e quindi va direttamente a casa. E allora sì il fatto che scopra la moglie con Giorgio non è un deus ex machina, un intervento divino buttato là solo perché non ho avuto voglia di ragionarci sopra. È una naturale conseguenza nello scenario che ho creato. Ed è molto meno brutto, almeno non fa dire “toh, che coincidenza” a chi mi legge. Ci sono vari poteri che si possono dare per sbaglio a un personaggio: Precognizione: la capacità di prevedere il futuro. Chiaroveggenza: la capacità di percepire cose non visibili o lontane nel tempo o nello spazio. Telepatia: capacità di comunicare con il pensiero. Telecinesi: la capacità di muovere gli oggetti con il pensiero. Come evitare questi errori, dato che li facciamo senza rendercene conto? Non si può. Li facciamo, appunto, senza rendercene conto. Possiamo anche rileggere mille volte quello che abbiamo scritto, nove volte su dieci non ce ne accorgeremo lo stesso. Ecco il consiglio efficace e inderogabile: trovatevi dei beta-reader! Persone il più possibile diverse tra loro e che leggano davvero, con attenzione, i vostri scritti. Quasi sicuramente loro troveranno i punti in cui qualcosa non quadra. PERSONAGGI CON INASPETTATI POTERI ESP: ESP: Extra-Sensory Perception, o Percezione ultrasensoriale. Ovvero tutti quei poteri che vanno oltre i cinque sensi e l’ordinario sistema percettivo. Riunisco sotto questa voce una serie di errori comuni e sempre in agguato, tutti derivanti dallo stesso problema: lo scrittore sa già cosa accade nel corso della storia e spesso – senza nemmeno accorgersene – muove i suoi personaggi come se fossero dotati di superpoteri, dimenticando che loro non hanno le sue stesse informazioni. Per gli esempi sugli ESP vi rimando all'argomento sul forum, che viene trattato in maniera più approfondita. Questa piccola guida è opera di: Bee Per altre informazioni e per dare un'occhiata a tutte le nostre guide alla scrittura, vi consiglio di andare alla sezione degli Scatoloni in soffitta sul nostro forum. 7 Filastrocca Collettiva La notte dei lustrini Cade danzando un fiocco di neve nella notte dei lustrini, Eolo soffia lieve lieve sulle gote dei bambini. Son le stelle a illuminare orme leggere verso i camini lunghi e stretti a scivolare, saran ninnoli o soldatini? Macchia rossa e allegra in cielo con in groppa il grande sacco compare svelta, spruzzata di gelo salta sui tetti, di punta e di tacco. Scende le cappe con tanto zelo che polvere nera ricopre ogni pacco, la barba bianca coperta da un velo lascia a chi deve un regalo bislacco. Sogni di bimbo e armate fatate giacciono quieti sotto l’abete e nelle case di bianco velate scintillano al buio capanne e comete. Il mondo intero si tende la mano sopra la terra e ai confini del mare, mentre le nuvole girano piano e i cuori smettono di tremare. Questa filastrocca è nata da un lavoro di gruppo degli utenti di escrivere.com che hanno inventato un verso alla volta, in una sorta di catena di S. Antonio molto carina. Poi è stata rielaborata dai membri dell'È-Team (in particolare dalla nostra Willy) per uniformarla e renderla più orecchiabile. Pag. 8 Foto a tema di: Visionnaire Potete trovare altre foto sul suo blog iale c e p S a! c i s Mu Recensione Il freddo che scalda il cuore Immaginate di essere a bordo di un vecchio fuoristrada di grossa cilindrata al confine tra il Canada e l’Alaska. Il fiume Yukon corre al vostro fianco, ghiacciato, e la neve è ovunque: sulla strada, sul bosco ai margini, nel cielo grigio… sul lunotto dell’auto, dove il tergicristallo stenta a toglierla. A casa vi stanno aspettando, ma mancano ancora parecchi chilometri e tra poco farà buio. Ecco, siete nello scenario ideale per godere di questo disco di Kate Bush. Sette canzoni diluite in quasi settanta minuti bastano per capire di essere davanti a un viaggio unico, piuttosto che a una semplice raccolta di canzoni. Effettivamente già ad avere fra le mani il cd fisico si ha l’impressione di possedere un oggetto prezioso, proveniente da un altro mondo, quasi mistico. Un digipack scuro dove un fascio di luce illumina timidamente un disegno sul ghiaccio. Una ragazza e un pupazzo di neve che si baciano. Il titolo del disco prende spunto da alcune leggende sugli Inuit; più precisamente si dice che questo popolo abbia oltre cinquanta modi di dire la parola “neve”. Questo sta a indicare un rapporto completamente diverso dal nostro (occidentale) con il fenomeno atmosferico. Kate Bush parte da qui, da una radice quasi tribale, per fare un viaggio intimo, una sorta di danza con questo elemento ghiacciato. Album: 50 Words For Snow; Artista: Kate Bush Etichetta: Fish People; Durata: 7 brani, 65 minuti Anno: 2011 Il primo brano, “Snowflake”, si apre con questa frase: “I was born in a cloud”, ed è la storia di un fiocco di neve e del suo percorso fino a terra. Cantata dalla voce bianca del figlio Albert McIntosh, la canzone è retta, come tutto il disco, dall’onnipresente pianoforte suonato da Kate. Note larghe e grandi respiri, suoni perfetti. In questo brano si percepisce perfettamente il silenzio di una nevicata che ricopre tutte le cose. Il ritornello ossessivo dice “Il mondo è così caotico, continua a cadere e io ti troverò”. “Lake Tahoe” è una sorta di ghost story, dove una ragazza riemerge da un lago ghiacciato e dalla morte chiamando il nome del suo cane, “Snowflake”, e vagando per casa a cercarlo. Il brano risulta agghiacciante per i cori modellati con effetti e per l’intensità delle immagini. Il fantasma cerca insistentemente il cane che non torna, e si respira una tristezza infinita. Pag. Segue... 10 iale c e p S a! c i s Mu Recensione Queste due entità si vedono su un colle mentre Roma brucia, nel 1942 sono su due fronti diversi, il 9/11 si fanno una foto… Il brano finisce con un’eterna promessa di non perdersi mai più. La title track è il brano musicalmente più mosso, con un ritmo veramente coinvolgente e una solida trama sonora. Il testo si riduce alla conta delle “50 parole per dire neve”. Kate conta da uno a cinquanta e tale Stephen Fry enuncia nomi fra il serio e il ridicolo. “Zebranivem, stellatundra, slipperella” sono alcuni esempi, per arrivare (grazie ai credits) al nome neve in lingua Klingon! “Misty” racconta il breve amore tra una donna e un pupazzo di neve. Dalla costruzione meticolosa al ritrovarselo nel letto sapendo che potrebbe essere un sogno. Dopo un incontro ravvicinato quasi erotico, il pupazzo inizia a sciogliersi, e così il loro breve amore. Brano poetico che pare quasi una metafora. Compare per la prima volta la batteria completa e c’è un’ottima sezione e di archi. “Wild Man” inizia con una bufera e, se siete ancora in viaggio in mezzo alla neve, questo brano vi metterà qualche dubbio sul fatto che lo Yeti sia solo una leggenda. Usato come singolo di lancio del disco, se così si può chiamare, è forse il brano più completo a livello musicale; ci sono strofe e ritornelli, una fornita platea di strumenti e un bel ritmo. Anche qui Kate pesca a piene mani da elementi tribali, andando alla ricerca delle tracce (e dei nomi) dell’uomo delle nevi, dello Yeti, “from the Sherpas of Annapurna to the Rinpoche of Qinghai”. Talmente ossessivo che alla fine quasi ci credi all’esistenza di questa creatura. “Snowed In at Wheeler Street” è la storia di due anime che si incontrano più volte nel corso dei secoli, sfiorandosi, riconoscendosi, sperando di stare insieme per poi dimenticarsi ancora. Molto struggente, il brano vede duettare Kate Bush ed Elton John in due interpretazioni veramente intense. Chiude questo lavoro “Among Angels”, una piccola perla che parla degli angeli, e della loro presenza discreta intorno a noi. Pianoforte e voce (e che voce) affilati come una lama ma allo stesso tempo di un caldo rassicurante. Questo brano, nella sua lentezza, sembra contenere veramente qualcosa di magico. Il disco, come detto prima, è imperniato sul pianoforte di Kate Bush, ma è pieno di contaminazioni della miglior specie, come quella del batterista Steve Gadd. In ogni brano convivono suoni elettronici con fiati, archi, percussioni e chitarre, tutto mescolato con sapienza. A livello di ingegneria del suono siamo ai massimi livelli, come anche di grafica. Ogni brano ha la sua scultura di ghiaccio dedicata, e in questo caso il booklet è un must. Ora che siete arrivati a casa potete rilassarvi; se avete visto fantasmi, fatto pensieri strani o profondi, non preoccupatevi. La colpa è di questo lavoro, che non è sicuramente un cd di Natale, ma che parla della vita e delle persone nel profondo. E quando si va in profondità, si sa, facciamo pensieri importanti, ma possiamo anche essere tremendamente ridicoli. Recensione a cura di: Immagini prese dal booket dell'album Pag. Jonfen 11 iale s! c e p S mic o C a Lucc dossier Non solo nerd al Lucca Comics Sono sbarcata per la prima volta al Lucca Comics&Games l’anno scorso, in occasione del premio Chrysalide per il quale la nostra Bee era finalista; ero proprio curiosa di conoscerla, giacché ci si incontra spesso virtualmente in community. Ebbene, in quell’occasione mi trovai di fronte a una manifestazione che mai mi sarei immaginata, e che mi ha lasciato a bocca aperta. Dai dati raccolti pare sia stato l’anno con il record di presenze. Avendo a disposizione un po' di tempo, domenica 2 novembre 2014 sono di nuovo scesa sul selciato della stazione di Lucca, verso mezzogiorno, insieme alla mandria di persone stipate nei vagoni e provenienti da tutta Italia. La fila per i biglietti della manifestazione era imbarazzante, ma per fortuna la buona organizzazione ha accelerato quella fase nel giro di un quarto d’ora, con lo sconto del 20% per chi aveva raggiunto la città col treno. Subito fuori, ci si trova immersi nello spirito dell’evento, il parco erboso che costeggia tutto il perimetro delle mura di Lucca era a quell’ora luogo di bivacco. Cosplayer e non sostavano e pasteggiavano riscaldati da un sole clemente, che ha reso la giornata ancora più piacevole. Questa bella fanciulla, nei toni del rosa armata fino ai denti, è il primo personaggio che gentilmente ha accettato di farsi immortalare. Superato l’ingresso avevo solo l’imbarazzo della scelta, orde di personaggi mi sfilavano davanti e per quel che ho potuto ho immortalato. Qui su un gruppo di Cosplayers di Kingdom Hearts In alto: Rorschach di Watchmen A destra: Morgana Sposa Spettrale e Veigar di League of Legends A sinistra e in basso: Catwoman e il Pinguino di Batman In alto: Arcade Miss Fortune di League of Legends Non molto lontano, appena fuori dall’arco di Porta S. Pietro che è l’ingresso principale, ho incrociato lui, il Pinguino, assalito da una marea di fotografi. La Catwoman che gli stava vicina risplendeva di luce riflessa. Pag. Segue... 12 iale s! c e p S mic o C a Lucc dossier Questa è una panoramica che può far comprendere l’afflusso di persone attratte dall’evento. Per non rifare il percorso dell’anno prima, tra l’altro intasato di gente, questa volta ho deciso di percorrere la strada che fiancheggia le mura nella speranza di trovare il palco della premiazione dei Costplayer, evento che avrei seguito volentieri se solo lo avessi trovato. Ma nessuno, nemmeno gli esercenti dei vari bar nei quali mi sono fermata, ha saputo indicarmi il luogo e purtroppo il centro informazioni si trovava appunto nella via che non ho seguito. Comunque il percorso è stato piacevole e queste sono le foto che ho scattato. Proseguo e incontro loro: In queste foto potete vedere un po' di tutto. A sinistra (in ordine): personaggi di Queen Emeraldas e Capitan Harlock, un Ursolo maschio de La Sirenetta, la Regina di Cuori di Alice nel paese delle meraviglie e Obelix, Jack Sparrow de I pirati dei Caraibi e un'altra Catwoman di Batman. In alto a destra: Elsa di Frozen e mini Elsa! In basso a sinistra: Angewomon, uno dei Digimon In basso a destra: Slenderman Pag. Segue... 13 iale s! c e p S mic o C a Lucc dossier Ma ecco spuntare tutto il branco giapponese, quasi a voler tenere alto il baluardo del loro primato. Stanca di vedere il mondo dal basso decido di salire e continuo da sopra le mura, dove lo spettacolo del parco esterno è incantevole. È il luogo ideale per collocare elfe che si specchiano ignare dei passanti e strane creature. Ma anche dame e cavalieri. Un po’ stanchi questi ultimi, ma fa niente. In alto (a destra): personaggi dal manga Gintama A destra in alto: Lady Isabel de I Cavalieri dello zodiaco A destra in basso: Anastasia In alto (a sinistra): personaggi da Black Butler - Il maggiordomo diabolico (Kuro shitsuji, lett. "Il maggiordomo nero"), ma in versione femminile anziché maschile. In alto (a destra): personaggi da Card captor Sakura Pag. Segue... 14 iale s! c e p S mic o C a Lucc dossier A destra: Milord e Sailor Moon O forse questi ultimi invece fanno parte delle forze oscure che si annidano tra i vecchi mattoni rinascimentali della cinta muraria di Lucca. Niente paura però, un super eroe è nei paraggi e ci salverà da tutti i guai. Ebbene, mi dico, essendo presente alla sagra una Sailor Moon ancora in buono stato, che fine possono aver fatto Candy Candy, Antony e Terence? Probabilmente essendo gli antenati di tutti i presenti hanno perso un po’ del loro lustro e nella decomposizione sono diventati così: Solo verso sera mi sono avvicinata agli stand dei fumetti, prima era inagibile. A quel punto però ancora si riusciva a vedere qualche disegnatore con gli acquerelli sul tavolo. I personaggi venivano fuori da quei colori con una rapidità imbarazzante e l’invidia per l’abilità degli artisti mi ha un po’ depressa. A parte i presenti ho osservato volentieri alcune tavole di Manara e di Crepax ma avvicinarsi a un acquisto era pressoché impossibile per i prezzi, davvero troppo alti. Bene, per concludere c’è una considerazione che posso fare: non basta un giorno per godere appieno di questo evento, bisognerebbe proprio farseli tutti e tre. Dossier e foto a cura di: Diana-blues Pag. 15 Creep Advisor ndo a b l I eto! l p com Ai migliori, oltre che nell’antologia, verrà dato spazio sulla nonostra rivista e/o sul nonostro blog per un’interun’intervista! Avete sempre sognato di essere dei reporter dell’occulto, ma vi manca il coraggio? O vi vedete, piuttosto, come topi da biblioteca a cui piace scrivere nel buio della propria stanza e lalasciare il resto all’immagiall’immaginazione? Nessuna paura! Noi di È scrivere abbiamo l’idea giusta per entrambi i casi! Concorso targato È scrivere Abbiamo aperto un topic apposito sul sito di escrivere.com, escrivere.com, dove sarà possibile porre domande e seguire i vari aggiornamenti sull’andamento del concorso. È scrivere indice un concorso per racconti horror, horror, ma non si tratta di un concorso qualunque. Il concorso si svolgerà in due fasi: Il nostro scopo è quello di creare un’antologia che sia a metà fra una guida turistica dei luoghi dell’orrore (quin(quindi con riferimenti reali a leggende locali, eventuali tour nelle case infestate etc etc) e una raccolta di storie di fantasia. Fase 1: raccolta dei racconti. Qualcosa simile a The blair witch project. Vogliamo racconti inventati ambientati in posti reali e vogliamo poter inserire mappe, disegni, foto e ricostruricostruzioni dei luoghi in cui questi racconti si svolgono. Dunque, cosa cerchiamo nello specifico? 1) Racconti del terrore ambientati in Italia in luoghi REALMENTE INFESTATI o di cui si conoscono LEGLEGGENDE o MITI POPOLARI e narrati in prima persona. 2) Foto, mappe e ricostruzioni di questi luoghi. 3) Disegni, illustrazioni e tavole ispirate ai vari racconti. Ogni autore può partecipare massimo con 2 racconti e 3 illustrazioni. Premio: I racconti e le illustrazioni che passeranno la selezione saranno inseriti all’interno di un’antologia che verrà didistribuita GRATUITAMENTE da escrivere.com, escrivere.com, quindi non sono previsti premi in denaro, solo tanta visibilità. Pag. Lunghezza: min 12mila e max 35mila caratteri (spazi inclusi). Scadenza: 31 marzo 2015 Regole: Chi ci invia il racconto può (se vuole) ininviarci anche foto, documenti, immagini, mappe e altre informazioni sul luogo in cui il racconto è ambientato. Ma deve obbligatoriamente specificare il nome del luogo e della struttura a cui il racconto fa riferimento. Invio del materiale: il materiale va inviato all’indiall’indirizzo [email protected] Oggetto della mail: Racconto Creep Advisor – Nome Autore Testo della mail: l’autore è tenuto a specificare il nome del luogo e della struttura in cui il racconto è ambientato. Fase 2: disegni e illustrazioni Forniremo direttive per il tipo di immagini che cercerchiamo e a quel punto fisseremo una nuova data di scadenza per gli illustratori. È scrivere si riserva il diritto di non dar seguito al progetto nel caso in cui il materiale pervenuto non sia qualitativamente adeguato. 16 Racconti Se puoi, ascoltami Sara sedeva sul lettino con le coperte rosa e abbracciava Bobi, l’orsacchiotto che le teneva sempre compagnia. La luce della luna rischiarava la cameretta, filtrando attraverso le tende bianche e a fiorellini colorati. Natale era alle porte e la mamma le aveva promesso che il giorno seguente avrebbe scritto con lei la letterina a Babbo NaNatale. Sara non vedeva l’ora, ma era un po’ triste. Se avesse scritto la letterina con la mamma, non avrebbe potuto chiedere a BabBabbo Natale quello che desiderava davvero. La mamma avrebbe di nuovo pianto o si sarebbe arrabbiata. Domani avrebbe chiechiesto un amico per Bobi, ma stasera… Sara si alzò dal letto, posò le punte dei piedini sulla moquette e raggiunse la finestra. Scostò le tende e osservò come rapita la luna. Era grande e tonda e splendeva di un bianco candido. Ma soprattutto le sorrideva. Sara strinse più forte a sé il suo Bobi, chiuse gli occhi, inspirò, e infine prese a sussurrare. “Caro Babbo Natale, sono Sara, ma questo tu già lo sai, vero? Domani ti scriverò una bella letterina, mi aiuterà la mamma, perché io ancora non so scrivere bene. Ti chiederò un compagno per Bobi, è da quando lo conosco che è solo. Ha me, ma forse vuole qualcuno come lui, qualcuno della sua famiglia. Caro Babbo Natale, anch’io ho un desiderio. Se puoi, fa’ che si avveri. Ti prego. So che ci sono tanti bimbi in questo mondo e che io non sono speciale, ma almeno ascoltami.” Sara sospirò, era arrivato il momento di parlare, di dire tutto. Bobi la guardava triste, e nei suoi occhi la luce della luna si ririfletteva, tanto da farli sembrare quasi umidi. Ma Sara non avrebbe pianto. Accarezzò Bobi e gli sorrise con affetto. Annuì come per rassicurarlo, e poi riprese a parlare. “Non so da quanto tempo abitiamo nella casa nuova. Mamma dice che è da quasi un anno. Non mi piace molto qui. Non è che non è bello, ho una camera più grande, i mobili rosa e ho anche un’altra stanza dove mamma e Carlo ci hanno messo tutti i miei giochi. Carlo è un po’ arrabbiato perché quella doveva essere il suo studio. Non sapevo cosa significava ‘studio’, quando ha litilitigato con la mamma. Bobi me lo ha spiegato, lo ha sentito in tv. Carlo non gioca molto con me. Però a volte mi porta a fare una passeggiata o al parco giochi. È simpatico. Dice che sono molto intelligente. Ho quasi sei anni e so leggere e scrivere. A volte mamma ride quando scrivo qualcosa, ma dice che per la mia età sono molto brava. Lo so che sono brava, all’asilo nessuno dei miei compagni sa scrivere. E nemmeno leggere. A parte FaFabietto. Ma io sono più brava di lui. E poi lui è antipatico. Vero Bobi?” Sara sollevò l’orsacchiotto fino a quando i loro volti non si trotrovarono l’uno di fronte all’altro. Annuì come se riuscisse a sentire le parole di Bobi, e infine scosse la testa in segno di disappunto. Fabietto le stava davvero antipatico. Riabbracciò Bobi e tornò ancora una volta a guardare la luna. “Prima, dall’asilo veniva a prendermi il mio papà. La mamma lavorava e non poteva. Papi faceva i turni di sera, così veniva a prendermi, mi preparava da mangiare e dopo passava tutto il pomeriggio con me. Giocavamo molto insieme. Soprattutto fafacevamo i puzzle, il mio preferito era quello di Madagascar, con Alex, Gloria, Melman e Marty. Io prendevo sempre tutti i pezzi per fare Alex. Papà faceva Melman, gli chiedevo sempre di fare prima lui, a me non piaceva perche era un fifone. Pag. Poi però il mio papà non è più venuto a prendermi.” Mentre fissava il davanzale evitando lo sguardo, ora tritriste, della luna, a Sara scivolò giù per la guancia una lacrilacrima calda. Subito se l’asciugò con la manica del pigiama e restò un po’ a osservare la macchia bagnata. Con quei cuoricini rosa e celesti, era il suo pigiama preferito, un reregalo di papà. Tirò su con il naso un paio di volte e si fece coraggio. La luna aspettava di ascoltare la sua storia, e forse l’avrebbe raccontata a Babbo Natale, lassù al Polo Nord. Solo lei sarebbe stata in grado di farlo. Doveva concontinuare. “Ho sentito papà che litigava con la mamma. La mammamma piangeva e lui era molto arrabbiato. Io credo che volevoleva ancora venirmi a prendere, ma non so perché la mammamma non voleva. Lei gli diceva sempre ‘non ce la faccio più’. Sembrava molto stanca e triste. Anche papà era triste quando lei diceva così.” Sara mise Bobi a sedere sul davanzale e anche lei vi si appoggiò con entrambi i gomiti. Sorrise alla luna, le fossetfossette che le si formarono sulle guance scomparvero, però, quasi subito. “Vedi, caro Babbo Natale, so che mamma e papà ormai non si vogliono più bene, e che mamma vuole invece bene a Carlo. Ma, se puoi, non potresti cercare di farli diventare di nuovo amici?” Sara guardò Bobi, poi di nuovo la luna. “Lui mi capisce, Babbo Natale. Ti prego, se puoi, fa' che il mio papà viene a trovarmi più spesso. Mi manca tanto, gli voglio bene.” Qualcosa attirò l’attenzione di Sara. Un movimento nel cielo. Poi uno scampanellio. La bambina sorrise. Anche gli occhi di Bobi erano di nuovo felici. Racconto di: Silver 17 Racconti La voce di Ambra Prima di entrare in teatro lancio un’occhiata al cielo che sembra una cappa priva di stelle. C’è odore di neve nell’aria, tiro due bei respiri poi mi decido a varcare la soglia. Mi accoglie un brusio allegro, le prove della piccola orcheorchestra lo accompagnano, un flauto si alza dolce, vibra la batteria e intanto le poltrone di velluto si stanno riempiendo. Ci conoconosciamo quasi tutti, ma non ho voglia di formalismi, così mi didirigo verso il fondo della platea dove la luce scarseggia e filtra gli sguardi. Senza che io possa padroneggiarlo il cuore batte a un ritritmo serrato, mi accelera anche il respiro. Sono qui per sentir cantare Ambra. Ormai quasi tutti i posti sono occupati, c’è il pienone delle grandi occasioni; Natale si avvicina e assisto a un gran strinstringersi di mani, baci e sorrisi volano e si intrecciano mentre l’emozione si fa palpabile: ogni famiglia ha un bambino che sta per esibirsi. Io sono qui per sentir cantare Ambra. Finalmente cala il buio e posso levare la maschera. Quello che mi esce dal cuore sale a inumidire gli occhi apappena poso lo sguardo sulla testa ricciuta di mio figlio seduto nelle prime file, dove le luci della ribalta piovono soffuse. Lui e la sua famiglia non mi hanno visto ed è meglio così. Ambra è già dietro le quinte. Me la immagino attorcigliare una ciocca tra le dita, un po’ nervosa, ma neanche troppo, più emozionata, forse: cantare le è sempre piaciuto tanto. È ereereditario, mia moglie era un buon soprano. Tempo ne ha avuto poco, ma ha seminato a sufficienza. Elena sedeva al piano e sentirle cantare insieme era un balsamo per l’anima. Batto le mani per un ragazzino vestito in frac che mi ha fatfatto sorridere. Una bella interpretazione nonostante la voce acerba. I ragazzi hanno una buona preparazione, la scuola di musica è aperta ormai da dieci anni ed è stato un continuo crescendo. Ho tempo di far girare ancora i pensieri, sfiorando ogni tanto con lo sguardo la nuca di mio figlio. Poi tutto si ferma. Eccola, finalmente, il mio cuore parte al galoppo. Si dirige verso il microfono sorridendo alla presentatrice e i riccioli castani le accarezzano il viso. Ha solo sette anni, sembra così fragile. Ma poi partono le prime note e tutto cambia. È una musica d’altri tempi che si intreccia e si fonde alla voce corposa di mia nipote; è una danza di note che per pochi istanti tiene sospeso un filo tra passato e futuro. Capisco che piace quando sento intorno a me il silenzio. La gente sembra trattenere il respiro e le note della canzone si liberano a cascata. È proprio questa la sensazione: stanno rorotolando giù dal palco a riempire il pavimento e poi si arrampiarrampicano sui muri e si spandono in aria riempiendo ogni spazio possibile. La cassa toracica mi si dilata in un moto d’orgoglio. Vorrei che Elena fosse qui, che sentisse di cosa è capace, a soli sette anni, la nipote che adorava. Vorrei che ascoltasse la sua voce ammutolire mille persone, che vedesse gli occhi lustri delle nonne riempirsi di ricordi e rimpianti. Se nel cuore abbiamo corde, ora vibrano tutte insieme. Le regge Ambra nella sua piccola mano, la vedo stringere il microfono e vuovuotarci dentro l’anima. Pag. Pochi secondi di silenzio e poi viene giù il teatro. Io batto le mani, ma non mi alzo, so che le gambe non mi reggerebbero. Seguo il resto delle esibizioni con solo metà dell’attenzione che meritano e intanto osservo ancora Marco che si piega verso la donna al suo fianco. Lei è bionda, capelli corti con uno di quei tagli asimmetrici che non ho mai capito. Qualche poltrona più a sinistra c’è la mamma di Ambra col suo compagno e vicino a loro un ragazzino bruno con la testa china, immagino sul cellulacellulare. Quando cala il sipario cerco di calcolare bene i tempi, vorrei riuscire a mescolarmi tra la gente che esce senza che nessuno mi noti. Ma non ho previsto l’uscita dei cantanti, che dalla ribalta hanhanno una visuale privilegiata. Prima di guadagnare la porta lateralaterale, una voce si alza sopra la bagarre della folla. «Nonno!» la riconosco e subito mi blocco «nonno, nonno!» c’è stupore e piacere nella voce di Ambra e un filo d’ansia, lo sento. Allora mi giro a guardarla e lei attraversa correndo il palco, poi sparisce dalla mia vista per rispuntare zigzagando tra le perpersone, schivando chi vuole congratularsi, dribblando la famiglia che ormai si è accorta di me e fiondandosi tra le mie braccia. Affondo il viso nei suoi capelli imponendomi di non piangere e questo mi provoca un forte dolore in gola, poi la guardo e lei sa tutto senza che io parli. «Papà!» mi abbraccia anche Marco «non credevo che saresti venuto» sorride, ma la donna al suo fianco piega appena le lablabbra porgendomi la mano. «Ciao Francesco,» e mi abbraccia anche la mamma di AmAmbra, il suo compagno si avvicina per presentarsi e la piccola ririmane salda al mio fianco. «Vieni con noi, papà. Stiamo andando a festeggiare in pizzepizzeria tutti insieme» sorride orgoglioso guardando sua figlia. StrinStringo forte la mano di Ambra che rimane in silenzio alla mia destra, sto per rifiutare e spero che capisca. «Ti ringrazio per l’invito, ma sono piuttosto stanco…» DanieDaniela, la mia ex nuora, non mi dà modo di finire la frase. «Non tiratirare fuori la scusa dell’età, Francesco, conosciamo tutti la tua tempra» Sorrido facendo un cenno d’assenso. «D’accordo» Mi piego sulle ginocchia per abbracciare di nuovo mia nipote che ricambia con slancio. «Sei stata grande» le sussurro. Poi resto a guardare il gruppetto che si congratula con la bambina avviandosi verso l’uscita. Queste famiglie allargate non mi sono mai piaciute, ma chi sono io per giudicare? Chi lo sa quanto tolgono e quanto agaggiungono? Intanto mi hanno fatto spazio. O sono io che l’ho concesso a loro? Dentro di me c’è tanto di quel posto. Esco calpestando un soffice strato di neve, mentre nell’aria fredda vortica ancora qualche fiocco. La mano di Ambra stringe fiduciosa la mia. Si vive di momenti come questi alla mia età, da custodire gegelosamente. La voce della mia nipotina ha fermato il tempo, è scesa dolce e limpida come zucchero fuso. E mi ha caramellato il cuore. Racconto di: Willy 18 Racconti Il Fallito e il Vincente Chiude gli alamari del cappotto con gesti lenti mentre la tempesta di neve infuria in città e nelle sue pupille. Osserva rapito i movimenti del ghiaccio trasportato dal vento; nello studio è caldo, ma un brivido lo percorre comunque all’idea di uscire. Due brevi colpi alla porta annunciano Vanessa, la segretasegretaria. «Signor Trainor, due dei camerieri hanno chiamato poco fa, sono malati, salteranno il turno serale». La voce di lei era quasi un sussurro. Mr. Trainor sorride. «Hai bisogno di quattro braccia extra o pensi di potercela fare? La sala mi sembra perfetta», aggiunaggiunge gettando un’occhiata alle telecamere a circuito chiuso. «Non credo ce ne sia bisogno, Signor Trainor, ma nel caso in cui ci fossero problemi ho il numero di un paio di ragazzi che verrebbero qui per un centinaio di sterline». «Ottanta andranno bene. Se hanno bisogno di un posto di lavoro fisso puoi dir loro che da domani Il Vincente ha due posti liberi. Manda i miei saluti ai due dipendenti». Distoglie lo sguardo da quello di Vanessa e infila un paio di guanti in pelle che aveva lasciato nelle tasche del Montgomery. «Sono due bravi ragazzi, Signor Trainor» tenta Vanessa. La sorta di sorriso che si apre sul volto altrimenti impassibile del suo datore di lavoro la costringe ad aggiungere «e popotremmo avere problemi legali, un licenziamento così, in trontronco, per un giorno di malattia…». «Vanessa, stia tranquilla. I problemi legali non sono cose che la riguardano. E non ricordo che tra le sue mansioni ci sia quella di darmi suggerimenti. Si limiti al suo lavoro». Prende le chiavi della BMW e si avvia verso la porta. «Ah», aggiunge «so di averle lasciato la serata libera, ma la prego, ho bisogno di lei, con due persone in meno mi serve qualcuno di fidato che sorvegli la sala. La pagherò bene, lei è una brava ragazza, sono sicuro che farà strada». Gli sembra di sentire un “grazie” o forse un singhiozzo. Forse entrambi. Entra in cucina per accertarsi che tutto sia in regola. Lo didiverte l’espressione di paura che colpisce tutti i suoi dipendenti ogni volta che lui si palesa. Chiede un assaggio del tacchino ripieno. Mastica due volte il pezzo di carne prima di ingoiarlo. Sente il contrasto tra l’animale cotto a puntino e l’esplosione di sapore della salsa ai mirtilli palustri. Il cuoco lo guarda con aria di sfida, i ragazzi tremano, in attesa del suo giudizio. Pag. «Delizioso. Delizioso. Lo avrei reso un pochino più speziato, ma non mi permetterei mai di dubitare delle scelte di John». SorSorride al cuoco. «Volevo ringraziarvi, ragazzi. So quanto sia duro lavorare la sera della vigilia, lo so, perché l’ho fatto prima di voi. E volevo dirvi che senza di voi, a quest’ora, “Il Vincente” non sarebsarebbe nulla». Un breve applauso imbarazzato saluta la sua uscita. Uno dei ragazzi insiste per fargli portare via un pezzo di tacchino da mangiare a casa. La tempesta infuria ancora, ma si era aspettato un freddo maggiore. * Martin Trainor tornò a casa alle otto e un quarto, gli abiti lisi, i capelli scarmigliati. A tavola c’erano Will, che picchiettava con le posate sulla totovaglia a motivo natalizio, ansioso di addentare il tacchino, la sua sorellina Betty, che nel seggiolone continuava a urlare “Pa-pa! Pa-pa!” e la Mamma, che aveva cominciato a tagliare il tacchino non appena la porta fu chiusa alle spalle del marito. Il papà salutò brevemente i figli con sorrisi e carezze prima di togliersi la giacca. Uno degli alamari del Montgomery che aveva preso al mercato dell’usato era rotto. Una breve preghiera prima di iniziare, e infine cominciarono tutti a mangiare. Si passavano la salsiera, col rumore di sottofondo di denti che masticavano e posate che tintinnavano. Poi, quell’orchestra di suoni venne interrotta dalla Mamma. «Martin, dobbiamo pagare l’affitto. Potrebbero venire a buttarci fuori da un momento all’altro». Will gelò sulla sedia. Quei discorsi lo mettevano a disagio. Suo padre notò la cosa e sorrise alla moglie dicendo «ne parliamo dopo, cara. Non roviniamo il tuo splendido tacchino». «Il tacchino è di mia sorella. Non avrei potuto comprarlo senza di lei». Anche Betty, nel suo seggiolone, avevo smesso di urlare. «Tutto questo è davvero necessario?» «Sì, sì. Lo è. Lo è. Dove diavolo sono i soldi. Dove diavolo sono i soldi. Lavori dodici ore al giorno e non riusciamo nemmenemmeno a pagare l’affitto di questo appartamento ridicolo. Non puoi nemmeno permetterti dei giocattoli per i tuoi figli. Sei un maledetmaledetto fallito, sei un maledetto fallito e ti voglio fuori da questa casa, subito!». Due lacrimoni bagnarono il resto del tacchino di Will che a quel punto corse in camera sua. * Will Trainor torna a casa alle otto e un quarto, impeccabile nel suo vestito e nella sua giacca, che sembrava perfino più elegante con la neve sulle spalle. Disattiva l’allarme, adagia la giacca sull’attaccapanni e infila il tacchino nel microonde. Il cellulare squilla. Lo degna di una rapida occhiata. Betty. Quando il telefono smette di suonare vede sullo schermo sette chiamate perse da parte di sua madre e altre tre da Betty. Lo spegne. Il microonde annuncia che la sua cena è pronta. Un tacchino, che, quella sera, non sarebbe stato bagnato da nessuna lacrima. Ride di gusto al pensiero che mai nessuno, nella vita, lo avrebbe chiamato fallito. Ride di gusto, e il suono della sua risata riecheggia nella sala da pranzo deserta. Racconto di: Guerino Di Mattia 19 Racconti A proposito di felicità L’aria è fredda in questa notte di Natale, la neve si è trasfortrasformata in una lastra di ghiaccio che minaccia l’equilibrio di chi percorre le strade. La mia, scivolone dopo scivolone, mi ha porportato qui. Non è importante che mi soffermi sull’appartamento perfetto per due innamorati o sulle decorazioni con cui abbiamo colorato le stanze. Non è questo che fa una casa. Casa è dove ti senti amato. Casa è dove trovi lei ad aspettarti come l’avresti aspettaaspettata tu: per sempre. Abbiamo preparato il menù con cura e, di nuovo, non importa che descriva la tavola imbandita o le stoviglie rosse come da tradizione. Non è questo che fa una festa. Festa è alzare gli ococchi e trovarne altri che brillano assieme ai tuoi. Non so se aspettare mezzanotte o il primo brindisi: il quaquadrante dell’orologio è diventato negli ultimi minuti l’oggetto che conosco meglio al mondo. Riprendo fiato e rimando tutto a dopo cena. È una buona idea perché la ritrovata calma mi lascia gustare le emozioni della seserata. Le candele creano commensali silenziosi sulle pareti con la loro luce rossastra, l’odore di cibo si confonde col profumo dell’inverno in un contrasto così netto da farmi sentire sulla pelle le sensazioni di caldo e freddo mescolate insieme. La mia mano trova la sua e d’un tratto le ombre sui muri interrompono la dandanza, la neve smette di scendere, il fumo dei piatti rimane immobiimmobile nell’aria. Solo una lieve musica riempie il silenzio, simile a un canto perso nelle pieghe del tempo. È lo stesso che si sente quando si ha in mano una cioccolata calda nelle giornate di freddo, quando si sta in silenzio ad ascoltare il mare, quando si resta abbracciati dopo aver fatto l’amore. È il battito dei nostri cuori. – Buon Natale – le dico porgendole un quaderno. Appena lo apre capisce che si tratta di una storia. Mentre legge, estraggo dalla tasca qualcosa che, solo al toctocco, mi fa tremare. Aspetto che arrivi alla fine, una fine che non c’è, perché la fine di questa storia è l’inizio di un’altra. – Vuoi sposarmi? – Specifiche sui racconti: Racconto di: Ariendil Pag. Per il prossimo numero cerchiamo racconti in tema San Valentino. Valentino. Potete inviare i vostri lavori (max 5000 caratteri spazi inclusi) entro il 25 gennaio a [email protected] Selezioneremo i migliori. 20 otto s i r I lib ero! l'alb Idee regalo mondo, Trish nell’altro). Si legge tutto d’un fiato, Tuttavia, la polizia, che è riuscita a mettere le quasi senza respirare. In 313 pagine il libro non mani sul corpo dell’ultima vittima, non ha dubbi: per perde mordente neanche una volta. loro è Marta la colpevole. Il Natale è alle porte e quale regalo è più gradito L’attenzione non cala e non so come l’autrice ne Nel tentativo di recuperare la memoria riguardo di un buon libro? sia stata capace, perché per farlo ci vuole un’abili- a quanto le è accaduto, Marta scoprirà la tremenda Di un'avventura tutta nuova in cui immergersi? tà fuori dal comune. Neanche King ci riesce così realtà che c’è dietro i suoi vuoti di memoria. Noi di È scrivere abbiamo voluto consigliarvi i più bene, a mio parere. Marta e Nico dovranno combattere spalla a spalbelli fra quelli che abbiamo letto ultimamente. Uno o Le mie due vite è un libro che urla. Un libro che la per cercare di mettere in salvo L’Oracolo, l’oggetdue per genere, così da poter soddisfare tutti i gusti fa riflettere. E non solo sul tema fantascientifico dei to sacro che mantiene l’equilibrio dell’intera Comudegli amici a cui avete pensato di fare questo gradito mondi alternativi e l’effetto farfalla. Fa riflettere sul- nità Magica, e guadagnarsi una seconda possibilità regalo. la vita umana, sulla condizione della donna, per essere felici. sull’emancipazione femminile, sulla guerra, sull’omofobia, sulla ricerca scientifica (che può esLo consigliamo perché: sere usata per il bene o per fare del male), sulla politica. Alessia Litta è stata una piacevole sorpresa per I temi trattati in questo romanzo sono tal- me. Si è rivelata essere un’ottima penna con delle Titolo: Le mie due vite mente tanti che potrei passare mezz’ora a idee originali e molto da dire, nonostante il suo roAutore: Jo Walton sviscerarli. manzo rientri a pieno diritto nel genere Urban FanEditore: Gargoyle Le mie due vite è un libro che va letto per- tasy, che ormai è stato spolpato fino al midollo. Books (collana Garché apre la mente e va letto non solo dagli Buona scrittura, dunque, fluida e piacevole da leggoyle Extra) appassionati della letteratura di genere (fan- gere sia come stile che come contenuti, che non Pagine: 313 tasy/fantascientifica), ma anche e soprattutto sanno di “già visto e già sentito” e che incuriosiscoPrezzo (cartaceo): da chi ama la letteratura non di genere. Per- no il lettore fino alla fine. 18,00 euro ché è un libro profondo, pieno di orgoglio Il romanzo parte in quarta presentando femminile, pieno di amarezza, ma anche di un’ambientazione vivida e italianissima (ci troviamo Dall’autrice vincitrice del John amore. infatti a camminare fra le vie di Roma) e una gran W. Campbell Award 2002, Perché se c’è una cosa che ho capito quantità di misteri che si protraggono insoluti fin World Fantasy Award 2004, Nebula Award 2012, Hugo leggendolo è che, qualsiasi scelta si faccia, quasi al finale. Finale che, seppure non giunga del Award 2012 e British Fantasy alla fine una persona, una donna, non può tutto inatteso, risulta comunque in parte inaspettato Award 2012 smettere di essere se stessa comunque. e riesce quindi a sorprendere. Qualsiasi lutto, tragedia, sopruso, amore o reaI temi trattati, non del tutto sconosciuti agli aplizzazione personale le capiti in vita, una persona passionati del genere, presentano però elementi non può smettere di lottare con le unghie e con i nuovi. Anche la Magia ci viene descritta diversadenti per quello in cui crede. Il mondo attorno a lei mente dal solito: un mondo dove ognuno lascia una può cambiare, può essere più liberale o più chiuso, traccia di sé, sia essa fatta di ricordi o di essenza più bello o peggiore, ma una persona troverà sem- vitale, che può essere scovata e seguita o cancellaTrama: pre il modo, le scappatoie, per esprimere se stes- ta da Tracciatori e Spazzini. sa e per regalare qualcosa di sé a quel mondo. Un mondo dove la magia può essere ruPatricia ha dei ricordi molto confusi del suo pasbata o ceduta e, se usata in modo improsato. Le immagini dell’adolescenza sono nitide e inTitolo: Vite sospese prio, può provocare reazioni devastanti che tatte, ma dopo cosa è successo? Autore: Alessia Litta si ripercuotono sugli stessi che ne hanno Ha sposato Mark ed è stata moglie e madre come Pagine: 196 abusato, come un ritorno di fiamma o un efle sue coetanee, oppure ha scelto di amare liberaEditore: Triskell edifetto boomerang. mente la sua compagna Bee sfidando tutti i pregiudizioni In questo mondo così simile al nostro, zi? Davvero le sue scelte hanno influenzato il destino Collana: Urban Faneppure diverso, quasi parallelo, si muovono del mondo al punto di farlo diventare contemporatasy i personaggi di Marta e Nico, con le loro neamente un posto meraviglioso in cui vivere e il Prezzo: 4,49 euro (epaure e le loro fragilità talmente marcate da palcoscenico di atti terribili? book); 7,43 euro (carsembrare reali. Ben lontani dagli eroi epici a Patricia non lo sa. Non sa come sia possibile ritaceo) cui siamo solitamente abituati. cordare di essere stata sia Trish sia Pat. Le sfugge Per questo, e per la fantasia dell’autrice, vale la qualcosa, è “molto confusa” come annotano i medici pena leggere questo romanzo. sulla sua cartella clinica. E tuttavia deve tentare di Unica nota stonata, a mio parere, è la storia rimettere insieme i frammenti per capire chi è stata in d’amore: un po’ forzata e soprattutto dall’evolversi realtà… brusco e repentino, non rende giustizia a dei perDue incredibili versioni della storia del XX secolo sonaggi altrimenti ben caratterizzati. diverse dalla nostra, due possibilità di vita vissute La trama risulta nel finale un po’ troppo condendalla medesima donna, in cui, come nell’effetto farfalsata, nel senso che la mole di informazioni che la, le conquiste personali hanno il potere di cambiare vengono riversate sul lettore è un po’ eccessiva. i destini di molti altri allo stesso modo in cui il battito Trama: Capisco benissimo le intenzioni dell’autrice di lad’ali di una farfalla può provocare un uragano sciare tutto in sospeso fino alla scena decisiva, ma dall’altra parte del mondo. Nico è un Agente tormentato dal suo passato così il lettore accusa il colpo ed è costretto a rieladoloroso, chiamato a indagare sulla sparizione di borare tutte insieme le informazioni in suo possesLo consigliamo perché: alcuni membri della Comunità Magica alla quale so fino a quel momento. Sarebbe stato meglio se appartiene, una Comunità che raduna gli individui queste informazioni fossero giunte a poco a poco Da un’autrice stra-premiata come Jo Walton e con abilità speciali e li guida al controllo dei loro dalla metà del romanzo in poi, piuttosto che in un una casa editrice come Gargoyle, che negli ultimi poteri. unico blocco. anni si è distinta per l’alta qualità dei suoi titoli di geMarta è una donna che si risveglia nel cuore Vite sospese resta comunque un bel romanzo, nere, non potevo che aspettarmi un buon libro. Eppu- della notte in un parco della Capitale con i vestiti che lascia spazio ad altre opere ambientate nel re “Le mie due vite” è riuscito comunque a sorpren- sporchi di sangue e senza ricordi di quanto acca- medesimo universo, anche con gli stessi persodermi in positivo. Molto meglio di quello che mi duto. naggi, ma che risulta comunque autoconclusivo. aspettavo già. Scritto con maestria e ricco di originaLe loro storie si scoprono strettamente connesPer essere il lavoro di un’esordiente lo trovo lità, si legge con trasporto dalla prima all’ultima riga. se quando i poteri di Tracciatore di Nico lo condu- davvero ben fatto e accurato. Le vicende vengono spesso “narrate” più che cono proprio da Marta. Eppure qualcosa non torna. “mostrate”. Una tecnica di scrittura alquanto singolaLa fragilità della donna e la sua incapacità di lire in un’epoca in cui lo show don’t tell la fa da padro- berarsi del dolore per la perdita della sorella semRecensioni a cura di: ne, eppure funziona. Funziona bene, anzi benissimo. brano incompatibili con l’immagine del killer che ha Il lettore riesce a immedesimarsi comunque nel per- prosciugato le Unità Magiche di ogni loro energia. Luna sonaggio di Patriscia (che si fa chiamare Pat in un Fantasy Pag. 21 tto o s i r I lib ero! l'alb romance Titolo: Cercando te Autore: Jennifer Probst Pagine: 396 Editore: Corbaccio Prezzo: 13,90 euro (cartaceo) Trama: Kate ha deciso di rinunciare per sempre all’amore, almeno per quanto riguarda lei personalmente. Ha un dono: è in grado di percepire se tra due persone si può stabilire una relazione sentimentale, un dono che si tramanda in famiglia da generazioni e che non sembra applicarsi a lei stessa. Per questo, Kate ha deciso almeno di sfruttarlo professionalmente e, insieme a due amiche, ha aperto a New York un’agenzia matrimoniale, Kinnection. Ma quando un uomo furibondo fa irruzione nel suo ufficio accusandola di essere una truffatrice, le cose assumono una piega del tutto imprevista: per dimostrare di aver ragione Slade la sfida a trovare un’anima gemella per lui. Irritata dall’atteggiamento, ma decisa ad accogliere la sfida, Kate si butta nella ricerca solo per scoprirsi perdutamente innamorata di questo giovane e avvenente avvocato che minaccia di trascinarla in tribunale… Lo consigliamo perché: “Una banda di imbroglioni che vende sogni irrealizzabili” e che illude e mente vendendo un’immagine inesistente di un uomo o di una donna. Questo è quello che pensa Slade della Kinnections, un’agenzia matrimoniale a cui Jane, sua sorella, si è iscritta per trovare la sua anima gemella, e farà tutto quello che è in suo poter per smascherarli ai suoi occhi. Ricco avvocato divorzista, divorziato lui stesso, ha un’immagine completamente distorta dell’amore e delle relazioni a lungo termine destinate a suo avviso irrimediabilmente a fallire, andando ad alimentare le statistiche sui divorzi e le fila dei suoi clienti. Cinico, caparbio e maniaco del controllo non condivide le illusioni della sorella e, quando si presenta all’agenzia per tentare a sua insaputa di “liberarla”, si ritrova lui stesso preso dentro, inizialmente con l’intento di dimostrare la fallibilità del sistema, ma poi incuriosito e “fulminato” da Kate, una delle tre proprietarie. Kate, Kennedy e Arilyn sono tre donne ardenti e appassionate, all’apparenza forti e determinate, che hanno dovuto vincere i loro demoni interiori facendosi forza reciprocamente, trovando nella loro amicizia il fondamento per il loro riscatto e nella Kinnections la loro ragione di vita. Quando Slade ne insulta la professionalità e la competenza sono prontissime e agguerrite a dimostrare il contrario. Se Arilyn è il genio dell’informatica ed è maestra di Yoga, Kennedy è la regina delle pubbliche relazioni, nonché esperta d’immagine, mentre Kate ha il “tocco”, una capacità utilissima per l’agenzia, ma una maledizione per lei. Pag. Idee regalo Grazie al “tocco”, che nella sua famiglia si tramanda di generazione in generazione, Kate capisce se una coppia è destinata a stare insieme oppure no, etero o gay, il suo potere non fa distinzioni, sonda solo l’amore senza alcuna discriminazione. Kate sa che capiterà anche a lei, ma è stanca di essere sola e di attendere il suo turno e ormai si è rassegnata all’idea che possa non succedere mai. Si trova impreparata quando una scossa l’avverte che ha finalmente trovato il suo uomo! Poteva essere facile? Certo che no! Doveva proprio essere l’uomo più cinico e disilluso dai sentimenti presente sulla faccia della terra a fulminarla? Un uomo che crede che l’amore non esista e che l’attrazione sia solo una questione di ossitocina! Strani pensieri, reazioni inaspettate, ecco cosa gli succede quando è con Kate quasi che fosse sotto incantesimo…. Terra Madre? Libretto viola? Vi ricordano nulla? Chi ha letto la serie “Marriage to a Billionaire” sa di cosa sto parlando e gradirà, come la sottoscritta, averlo ritrovato. Così come, con vero piacere, ho ritrovato i personaggi che tanto mi era piaciuti, specialmente Wolfe, per il quale la Probst potrebbe riservarci una gradita sorpresa, quasi a volersi “scusare” di averci presentato un personaggio così intenso e particolare per poi averci “lasciato” sul più bello!! Chi leggendo “Contratto finale” non si è sentita orfana di un sequel su Wolfe? Speriamo sia la volta buona! Ma questa è un’altra storia! Torniamo a noi. Kate, nonostante l’evidenza del “tocco”, tenterà in tutti i modi di contrastare la fortissima attrazione reciproca, perché lui è un cliente, perché lui la vuole rovinare, perché lui è tutto quello che lei non vuole e, d’altra parte, lei è tutto quello che lui non sta cercando e soprattutto crede nell’amore vero e nell’anima gemella, praticamente opposti, anche se irrimediabilmente attratti. Kate dovrà trovargli la donna che soddisfi tutte le sue richieste, dimostrandogli la validità della sua agenzia e, per contro, Slade dimostrarle il contrario. Che la sfida abbia inizio! In un susseguirsi di lascia e prendi, alti e bassi emotivi, il rapporto tra Kate e Slade è destinato, tocco o non tocco, a cambiare e quando finalmente entrambi se ne renderanno conto potremo tutti tirare un bel sospiro di sollievo. Scrivendo di “Cercando te” non si può non menzionare due personaggi legati a Kate e fondamentali per comprenderne appieno la personalità: uno stravagante e spassoso, che mi ha ricordato tantissimo Barbra Streisand in “Mi presenti i tuoi?”, e l’altro dolcissimo, ma forte, un vero e proprio “guerriero”, che vi prenderà il cuore. Sono Madeline, la madre, l’ultima grande hippy rimasta a New York, consulente sessuale, vera antitesi della figlia, e Robert il suo cane disabile, per il quale ho versato più di una lacrima di commozione. Anche con questo romanzo la Probst si conferma essere una delle “signore del Romance”, sebbene non manchi qualche “infiltrazione” nell’erotico, senza però mai eccedere né con i termini usati, né nella minuziosità delle descrizioni, preservando in ogni contesto più l’aspetto romantico e sensuale. “L’avvocato” vi riserverà delle calde sorprese da vero maschio Alpha e, confesso, più di una volta avrei voluto essere al posto di Kate. Consigliato a chi ama la belle storie d’amore arricchite da un pizzico di fantasia, che smania per il lieto fine e vuole e deve versare l’immancabile lacrima di commozione. Oltre alla storia di Robert, c’è stato un altro momento molto commuovente che riassume in poche righe il vero senso dell’amore. Varrebbe la pena leggere il romanzo solo per l’incontro di Slade con una sua cliente, che lo sconvolgerà con una richiesta normale, ma la cui motivazione va ben oltre tutto quello che è abituato a gestire e che gli farà finalmente capire la portata dei suoi sentimenti e il significato dell’amore. Recensione a cura di: Dal blog Romanticamente fantasy Titolo: Il libro dei ricordi perduti Autore: Louise Walters Pagine: 304 Editore: Corbaccio Prezzo: 16,40 euro (cartaceo) Trama: Roberta lavora nella libreria Old and New. I libri per lei hanno un suono e un odore tutto loro e, soprattutto, parlano: raccontano storie che vanno oltre quelle stampate e Roberta ama riporli con cura negli scaffali e raccogliere le foto, le lettere e le cartoline che trova nascoste all’interno di quelli usati. Un giorno il padre le porta una valigia con dei vecchi libri di Dorothea, la nonna di Roberta, e lei trova una lettera firmata dal nonno Jan, che apparentemente non sembra avere molto senso. È indirizzata a Dorothea, che da due anni vive in una casa di riposo, ma contiene elementi che non coincidono con quello che Roberta ha sempre saputo della famiglia del padre. Cercando di dare un senso a quelle parole e all’oscuro segreto che custodiscono, Roberta rivive la tormentata storia d’amore della nonna ai tempi della seconda guerra mondiale senza rendersi nemmeno conto che sta mettendo ordine nella sua stessa vita. Lei, che ama guardare nelle vite degli altri, adesso è costretta a guardare nella propria e ad aprirsi agli altri mettendo a nudo la sua sensibilità, il suo dolore, la sua rabbia. Adesso vuole conoscere la verità, vuole dipanare ogni dubbio e vivere pienamente la propria vita senza la zavorra di cose non dette, passioni mai dichiarate, segreti che possono restare intrappolati dentro di noi. Lo consigliamo perché: Un incipit veramente evocativo che, insieme a una copertina affascinante e ricca di misteri, ti attrae come una calamita, dando il via a un romanzo che sarà sorprendente oltre ogni aspettativa. La sinossi stessa, che appare da subito intrigante, cela in realtà gran parte della storia, per lo meno non prepara il lettore a ciò che scoprirà leggendo. Roberta, da perfetta libraia, ha imparato non solo ad amare i libri come se fossero esseri umani, ma a conoscere le persone, capirne il passato e il presente, osservandole e aiutandole nella scelta delle loro letture. Segue... 22 Idee regalo otto s i r I lib ero! l'alb Un trattamento mai riservato a se stessa, perché Roberta vive la vita degli altri e poco la sua, per lo meno la fa senza ascoltare la sua anima, evitando di guardarsi e scoprirsi, fino a quando, appunto, suo padre, donandole dei vecchi libri di sua nonna Dorothea, che vive in un ospizio, le porgerà le chiavi per aprire le porte del suo passato. E così, non senza sgomento Roberta intraprenderà un viaggio nel passato alla ricerca della sua vera identità, che comprende essere ben lontana da quella che aveva sempre creduto. Il lettore, insieme a lei, si vedrà catapultato negli anni 40, dentro la seconda guerra Mondiale, in una Gran Bretagna offuscata dal fumo delle bombe, vittima delle crudeltà di una guerra spietata, che rivelerà non solo gli orrori della guerra stessa, ma verità che per Roberta saranno inizialmente inaccettabili e fardello troppo grosso da portare. Un carico enorme fatto di rinunce, scelte difficili, strazianti situazioni e soprattutto origini completamente diverse da quelle che la nipote fino a oggi credeva di avere. Vissute in prima persona da nonna Dorothea, le sue vicissitudini si rovesceranno come lava bollente nella vita, nell’anima e nel cuore della nipote, stravolgendola completamente, costringendola non solo a guardarsi dentro e riscoprirsi, ma anche a fare i conti con un passato da cui lei per prima vorrebbe fuggire, che rifiuta e anela contemporaneamente. Un incedere nella trama tra passato e presente simile a due rette parallele che, però, a dispetto della logica si incontrano, intersecano, diventano un’unica via e si separano ancora. Una dura prova per l’essere umano, inteso prima di tutto come DONNA, ma contemporaneamente un aspetto fondamentale della vita è la maternità, che in questo romanzo l’autrice affronterà senza veli, senza reticenze, abbandonando il perbenismo. Per il lettore sarà un evento agghiacciante, perché rivelerà entrambe le facce di una stessa medaglia: l’essere madre quando lo si desidera ardentemente e non lo si può diventare, e il divenirlo quando l’istinto materno non esiste, non si trova, non si può confezionare, non arriva a dispetto delle leggi della natura. Lo stile narrativo dell’autrice non è atto a incantare né a proteggere, si rivela crudo, realistico, quasi sterile, perché scevro di qualsiasi tipo di forzatura, incalza trascinando il lettore in una storia senza veli, priva di paraventi, in cui nessuno protegge nessuno. Un viaggio a ritroso nel tempo, ma contemporaneo, un passato che dilaga nel presente, che ribalta ogni previsione e ogni credo, accompagnando però entrambe le protagoniste nell’unica strada che può salvare un essere umano: l’Amore. Recensione a cura di: Dal blog Romanticamente fantasy Noir Titolo: Io non sono come voi Autore: Italo Bonera Editore: Gargoyle books Pagine: 256 Prezzo: 14,90 euro (cartaceo) Pag. Trama: Nell’anno 2059, durante una calda serata estiva, un uomo sta tranquillamente fumando la sua sigaretta seduto sul sagrato di una chiesa, quando viene arrestato per avere preso le difese di un ragazzo extra-comunitario aggredito dalla polizia. Potrebbe essere un evento del tutto insignificante se non fosse che, per pagare il suo inesistente debito con la giustizia, viene condannato a prestare servizio allo Stato come mercenario. Ignara vittima sacrificale di un regime totalitario mascherato da democrazia, per il mite professore questa è l’occasione per sperimentare un piacere sino allora sconosciuto: il piacere di uccidere. Privato della sua natura, l’uomo senza nome deciderà di vendicarsi contro tutti coloro che hanno risvegliato in lui il demone. Nel bel mezzo della sua cruenta missione vendicativa, però, si rende conto che qualcosa non torna, che alcuni importanti dettagli sono stati trascurati e la sua vita, come quella dei suoi amici, è in pericolo. Il finale è una piccola perla, ma non posso spoilerarvi nulla. Vi consiglio di leggere il romanzo perché, una volta iniziato, non lo si può chiudere, neanche dopo averlo terminato. Le sensazioni che si vivono durante la lettura permangono nell’animo anche dopo. Recensione a cura di: Luna Horror Titolo: William Killed The Radio Star Autore: Pietro Gandolfi Editore: Dunwich Edizioni Prezzo: 9,90 euro (cartaceo); 2,49 (ebook) Lo consigliamo perché: Io non sono come voi è un noir dai tratti cupi e dal forte aspetto di denuncia sociale. E’ un romanzo adatto sicuramente a un pubblico adulto, non tanto per le scene di violenza che sono descrittive ma non particolarmente macabre, quanto per la forza dei temi trattati: politica, economia, evoluzione dell’uomo e della società. Si tratta di temi complessi che vengono affrontati con maestria e sarcasmo e una vena sottile di ironia che possono essere colti solo da chi ha maturato già una certa consapevolezza, secondo me. Il romanzo si apre con una fuga e una serie di omicidi. All’inizio è difficile provare empatia per il protagonista, che ha tutta l’aria di essere un maniaco omicida. Ma poi la scena cambia, vediamo attraverso un lungo flashback cosa ha portato il protagonista ad agire in quel modo e a quel punto l’empatia scatta spontanea, insieme all’orrore e al disprezzo verso una società malsana, corrotta, sbagliata. Ci si apre dinnanzi agli occhi uno scenario distopico che poi tanto distopico non è: si tratta piuttosto di un’esasperazione dell’attuale situazione politica ed economica. Il mondo è quasi lo stesso di adesso, solo “un po’ più”: un po’ più corrotto, un po’ più malsano, un po’ più materialista. Quel “po’” che basta per creare una sensazione di raccapriccio e rendere questo tipo di società invivibile. Io non sono come voi è un romanzo che fa riflettere, non tanto sulle questioni che affliggono i personaggi (la voglia di vendetta e di rivalsa, l’orgoglio personale e la dignità dell’uomo, ciò che può essere giusto e ciò che è sbagliato o il punto fino a cui un uomo può spingersi per farsi giustizia senza trasformarsi in un mostro peggiore dei propri aguzzini), quanto sulla società stessa, sulla voglia della gente di omologarsi, sull’omertà, sulla falsità e le cose che ogni giorno si fa finta di non vedere perché sarebbe troppo faticoso ammettere che forse non è giusto quello che facciamo, che forse stiamo sbagliando, che forse ci sono altri metodi e si può essere migliori di così. Un romanzo forte e bruciante, un attacco alla mediocrità dell’uomo e alla corruzione. Ci fa capire che forse ognuno di noi è “comprabile”, si tratta solo di comprendere come o da quale parte della barricata si è nati (se fra i deboli o i forti, se fra le vittime o gli aguzzini), e solo in pochi riescono a differenziarsi e a essere davvero corretti e giusti. Trama: Little Wood è un piccolo angolo di paradiso immerso nelle foreste del nord, un posto dove chiunque può trovare pace e serenità. Ma non Jazz. Per lui, DJ di colore trapiantato dalla Lousiana, una normale notte di diretta si trasformerà in un incubo. Perché qualcuno lo odia nel profondo, perché qualcuno deciderà di chiudere i conti in sospeso con lui. Trovandosi di fronte a una minaccia che non dovrebbe esistere, Jazz sarà costretto a combattere per sé e per le persone che ama, pronto a sacrificare tutto, persino la vita. Ma chi è la presenza che si aggira nella stazione radio come uno spirito inquieto? E perché il nome di William Heart, cantante e piccola leggenda locale, continua a tormentarlo come il ritornello di un’odiosa canzone? Quando Jazz lo scoprirà si pentirà di aver abbandonato la sua casa per rifugiarsi nella fredda ostilità di Little Wood. Lo consigliamo perché: Inizio col dire che tutti gli appassionati di horror dovrebbero leggere questo romanzo, italianissimo ma ambientato nella fittizia Little Wood (ipoteticamente piazzata ai confini tra U.S.A. e Canada), italianissimo, sì, ma che non ha nulla da invidiare ai nomi blasonati oltreoceano, sul serio. Ci sono un deejay che conduce una trasmissione radiofonica notturna, una tempesta di neve che lo isolerà dal mondo come un topo in gabbia, una pesante vendetta che calerà sulla sua testa e tanto, tanto horror genuino. Io l’ho divorato, tralasciando anche alcuni impegni. Si legge molto bene, scorre che è una meraviglia, i paragrafi ti invogliano a voltare pagina, segno che la scrittura è stata portata avanti con maestria senza nulla lasciare all’improvvisazione, senza accontentarsi. Prosa ottima, stile semplice e diretto, senza fronzoli o abbellimenti, Segue... 23 otto s i r I lib ero! l'alb senza zucchero per mandar giù la pillola, per dirla alla Mary Poppins. Quasi tutta la storia (credo siamo intorno al 95%) si svolge in una notte e all’interno della stazione radiofonica, contribuendo ad appesantire maggiormente il nero che trasuda dalle pagine. In sintesi, un lavoro da leggere a notte fonda, magari quando fuori piove a dirotto. Meglio ancora se nevica. E se l’unica fonte di energia è un gruppo elettrogeno. Recensione a cura di: Roberto Ciardiello Idee regalo Intanto la storia d’Italia e del mondo si srotola sullo sfondo e anche con questa le due donne e la loro amicizia si dovranno confrontare. Lo consigliamo perché: È uscito a ottobre l’ultimo volume che completa la quadrilogia dell’Amica geniale, opera corposa ma soprattutto intensa di Elena Ferrante. E se poco o niente si sa dell’autrice, che ha deciso di non svelare la sua identità e di pubblicare con uno pseudonimo, ormai i lettori conoscono le protagoniste del romanzo, e gli altri personaggi, come (o forse meglio di) persone reali. Spesso ci si interroga sull’esistenza di una scrittura femminile, con determinate caratteristiche, quali la dissezione precisa, l’analisi continua e lucida dei sentimenti. Penso sia più un’idea che una reale caratteristica, ma qua, tutto il bello di questa presunta scrittura al femminile è presente nella forma più smagliante. Se Elena Ferrante non è una donna, allora è qualcuno che le donne le conosce bene. E’ soprattutto questa capacità di vedere e mostrare motivazioni, speranze, caratteri, invidie, sofferenze e rinascite a fare del romanTitolo: Storia della zo (nel parlo come se fosse uno, visto che bambina perduta idealmente i quattro volumi compongono la Autore: Elena Ferlunga storia delle due amiche senza interrurante zione) l’opera interessante e coinvolgente che Serie: L'Amica geci troviamo davanti. niale Opera da cui ci si stacca con difficoltà, Editore: Edizioni e/o che non annoia, che risulta verosimile anche Pagine: 464 quando utilizza colpi di scena e momenti da Prezzo: €19,5 (carfeuilleton. Perché, innanzitutto, l’Amica geniataceo) le parla di un rapporto complesso, fra due bambine, poi ragazze e donne mature, che per qualche aspetto ognuna di noi ha provato sulla sua pelle. Mainstream Trama: Storia della bambina perduta è il quarto e ultimo volume dell’Amica geniale, la saga italiana che ha avuto più successo in questi anni, confermando l’autrice, già conosciuta per i precedenti romanzi, come una delle massime scrittrici al mondo. Le due protagoniste Lina (o Lila) ed Elena (o Lenù) sono ormai adulte, con alle spalle delle vite piene di avvenimenti, scoperte, cadute e “rinascite”. Ambedue hanno lottato per uscire dal rione natale, una prigione di conformismo, violenze e legami difficili da spezzare. Elena è diventata una scrittrice affermata, ha lasciato Napoli, si è sposata e poi separata, ha avuto due figlie e ora torna a Napoli per inseguire un amore giovanile che si è di nuovo materializzato nella sua nuova vita. Lila è rimasta a Napoli, più invischiata nei rapporti familiari e camorristici, ma si è inventata una sorprendente carriera di imprenditrice informatica ed esercita più che mai il suo affascinante e carismatico ruolo di leader nascosta ma reale del rione (cosa che la porterà tra l’altro allo scontro con i potenti fratelli Solara). Ma il romanzo è soprattutto la storia di un rapporto di amicizia, dove le due donne, veri e propri poli opposti di una stessa forza, si scontrano e s’incontrano, s’influenzano a vicenda, si allontanano e poi si ritrovano, si invidiano e si ammirano. Ci si riconosce, si comprende, si brama di saperne di più, e la Ferrante ci accontenta con parole e frasi che sembrano uscire con naturalezza dalla sua mente, misurate, non banali, parole e frasi che riescono a restituire la complessità dell’animo umano e ad apparire vive. E mentre altre storie, quelle personali e quelle dello sfondo socio-politico italiano si snodano, il focus torna lì, dove era cominciato, da Lila e Lenù e le loro bambole perdute, senza mai svelare quale delle due sia il genio, forse perché è solo grazie al loro continuo stimolarsi, rincorrersi e scontrarsi che entrambe prendono forma. Trama: Michele Gervasini è il tuo vicino di scrivania. Goffo e incolore, sempre a un passo dall'agognato scatto di carriera, dimostra a ogni respiro una solenne verità: l'uomo è quell'animale che, grazie al lavoro, sceglie liberamente di rendersi schiavo per tutta la vita. Ma il giorno in cui i colleghi cominciano a suicidarsi a raffica, il percorso esistenziale casa-ufficio registra un sinistro scricchiolio. E sotto gli occhi stolidi della mucca aziendale in vetroresina salta in aria l'organigramma del mondo. Un romanzo abrasivo, comico e letterario, in cui ridendo degli altri è impossibile non riconoscersi. Lo consigliamo perché: “Nessuno è indispensabile” è uscito nel 2012, l'avevo messo in wishlist in attesa di trovare il momento giusto per leggerlo e poi me ne ero dimenticata, fino a qualche giorno fa, quando inizio la lettura senza troppe aspettative, dimentica dei motivi che mi avevano spinta a notarlo nel marasma di pubblicazioni. L'incipit mi cattura subito: l'immancabile gita delle elementari all'azienda che produce latte, scena scritta con ironia e che da subito mette in mostra le qualità di Fiore, la capacità di cogliere il grottesco nella realtà che ci circonda, e di farlo utilizzando uno stile personale, piacevole da leggere, acuto e visionario. Sì, uno degli aspetti che mi ha convinta di più è proprio lo stile dell'autore, tanto da far passare in secondo piano eventuali (piccoli) difetti di trama. Un linguaggio che si muove fra il colto e il popolare, che prende immagini dal mondo che conosciamo, tutto italiano, contemporaneo, e le riporta con una facilità tale da rendere la lettura stimolante e scorrevole insieme. Apprezzo diversi scrittori stranieri, ma leggendo c'è sempre un piccolo scarto culturale, qualcosa che da italiana non riesco a comprendere, mentre qua, dove i riferimenti sono per una volta, sia per luogo che per generazione, gli stessi dello scrittore, il grado di piacere raggiunto è alto. Ma non c'è solo la scrittura. Ci sono i personaggi e l'ambientazione, ritratti cinici, malinconici, divertenti. La trama, che si inserisce nella tradizione del romanzo industriale e vede un'epidemia di suicidi fra gli impiegati dell'azienda Montefoschi, usa toni grotteschi, riesce a far ridere e rabbrividire e a mantenere alta l'attenzione. Come un film di Virzì, ma un po' più cattivo e allucinato. Peppe Fiore mi ha assolutamente convinta. Recensioni a cura di: Titolo: Nessuno è indispensabile Autore: Peppe Fiore Editore: Einaudi Pagine: 224 Prezzo: €17 (cartaceo) Nerina Attraverso nuove prove che la vita pone loro davanti, scoprono in se stesse e nell’altra sempre nuovi aspetti delle loro personalità e del loro legame d’amicizia. Pag. 24 Intervista Intervista a Italo Bonera Ho avuto il piacere di intervistare Italo Bonera: vincitore del premio Fredric Brown per racconti brevi indetto da Delos Books con American Dream, finalista al premio Urania 2006 insieme a Paolo Frusca con il romanzo Ph0xGen! e autore Mondadori (Un impero per l’inferno per la collana Millemondi Urania). Io non sono come voi, romanzo che ha pubblicato con Gargoyle books e che abbiamo recensito QUI (e consigliato in questo numero di È Magazine fra i libri da regalare a Natale), si è qualificato tra i cinque finalisti del premio Urania (Mondadori) assegnato nel luglio 2012. Ecco le domande che gli ho posto e le risposte dell'autore: 1) Il tuo “Io non sono come voi”, un noir dai tratti cupi e dalla forte denuncia sociale, è uscito nel 2013 ed è risultato finalista del premio Urania del 2012. Leggevo che l’idea ti è venuta da un episodio di cronaca di cui sei venuto a conoscenza. Ci vuoi parlare dell’avvenimento e di come è nato poi il progetto del libro? Italo Bonera: Innanzi tutto, vorrei ringraziarti per l’ospitalità e per l’occasione di parlare del mio romanzo. Tornando alla tua domanda, a quel tempo un quotidiano aveva dato conto in un della fuga rocambolesca e improbabile d’un ergastolano. Sembrava che l’uomo si fosse finto in stato catalettico per un mese, o forse più; poi, approfittando di una sosta durante un trasporto in ambulanza, si era “risvegliato” per sopraffare le guardie e fuggire. In seguito è stato riacciuffato, e non ho mai scoperto se la finzione del coma fosse reale o un’esagerazione giornalistica. Vera o falsa, la storia mi aveva colpito, così mi ero trovato a immaginare come si poteva sentire quest’uomo, mentre recitava la parte del vegetale, guardando il soffitto, pensando al passato, resistendo, sopportando l’alimentazione obbligata e l’immobilità, con una forza di volontà assoluta. Così ho iniziato a scriverne. La prima parola è stata “Vegeto”. È diventata l’incipit del romanzo. 2) Hai scelto di ambientare il romanzo in un futuro molto prossimo (2059), come mai? Questa scelta è dettata dalla voglia di esasperare una situazione economica-politica italiana già abbastanza precaria? Italo B.: Mi è molto difficile immaginare un futuro lontano. Il XX secolo ha visto un irripetibile progresso scientifico, con ricadute concrete su tutti; ha visto la grande suggestione delle utopie; ha visto la minaccia incombente dell’olocausto nucleare. Si guardava con speranza e timore all’anno 2000, si immaginavano l’espansione della razza umana nello spazio, i robot domestici in ogni casa, l’energia pulita e inesauribile, l’affrancamento dal lavoro, il benessere planetario, i “cervelli elettronici” onnipotenti. Oppure, a contrasto, si temeva il regresso alla barbarie del dopobomba. C’era, insomma, molto da immaginare. Oggi, guardando avanti, si vede un piatto grigiore. Al “progresso” abbiamo sostituito lo “sviluppo”: dove questo ci porterà tra uno o dieci secoli (a parte l’autodistruzione), chi è in grado di immaginarlo? Ho preferito restare nelle vicinanze, esasperando le tendenze della contemporaneità, narrando un futuro che è riflesso palese dell’oggi, senza inventare molto di nuovo. Per esempio, le carceri privatizzate in Italia sono sconosciute, ma altrove sono regola. Ho estremizzato il presente e ho mostrato un paese che non vorrei. 3) Nel tuo romanzo i temi di denuncia sociale sono molteplici, ma ciò che stupisce è il modo sottile con cui inviti il lettore a riflettere: il telegiornali diventano NewsShow, la politica si evolve in Totaldemocrazia e i reati di immigrazione e sovversione sono puniti con più severità di quelli di omicidio e violenza. Quanto credi che sia effettivamente plausibile uno scenario di questo tipo nel prossimo futuro? I.B.: Già oggi l’oltraggio a pubblico ufficiale può essere punito fino a cinque anni di reclusione, e c’è chi rischia quasi dieci anni per aver danneggiato “cose”: fa riflettere. I telegiornali ridotti a show o le stazioni ferroviarie invase dalla pubblicità sono incubi già conosciuti, fanno parte del quotidiano al punto da essere trasparenti, accettati passivamente: li ho solo esasperati. Forse leggendone in un romanzo se ne acquisisce una diversa consapevolezza, non lo so. In realtà, io ero partito con l’intenzione di proporre una storia piana, pura evasione senza sottotesti. Non ci sono riuscito… 4) Leggendo il tuo libro ho notato che usi spesso il senso dell’olfatto per sottolineare il carattere di un luogo o di un personaggio: i cattivi puzzano di sudore o di rancido, i buoni profumano e alla fine nella stanza del protagonista si respira odore di zolfo… Si tratta di una scelta ponderata o è una cosa che ti viene spontanea? I.B.: È una caratteristica che connota il protagonista. Pag. Segue... 25 Intervista Sottolinea la sua volontà di farsi governare dagli istinti primordiali, lasciando alle spalle, dopo la sua “trasformazione”, un passato da professore universitario un po’ scontento ma pacifico, che era destinato a diventare vittima dei mediocri – come infatti gli accade. 8) Siamo una community di aspiranti scrittori. Ci sono dei consigli che vorresti dare ai nostri utenti? Sceglie così di punire i suoi nemici con una rappresaglia sproporzionata per puro soddisfacimento di una pulsione ancestrale: annientare il nemico. In altre parole, va anche oltre l’idea di vendetta, che è già una reazione mediata dalla consapevolezza. Si paragona a un demone, a un rettile: “puro sistema limbico”. I.B.: Mi è difficile. Io scrivo in maniera molto disordinata. Parto da situazioni e personaggi che mi interessano e raccordo tutto con una narrazione. Mi capita di scrivere il finale prima dell’inizio, e le parti intermedie per ultime. Non ho un metodo. 5) Nell’universo di “Io sono come voi” la corruzione dilaga e il popolo italiano è descritto come una mandria di pecoroni che non ha voglia né tempo per andare controcorrente e combattere per i propri diritti. Quanto credi che sia effettivamente vero tutto questo? Gli italiani sono davvero un popolo che gira la testa dall’altra parte e fa finta di niente o c’è ancora qualche speranza per noi? I.B.: Seguire il flusso della corrente è più facile che informarsi, analizzare, valutare, ed esercitare un pensiero critico. La mediocrità si accompagna alla tentazione del quieto vivere, quella che porta a girarsi dall’altra parte di fronte ai piccoli soprusi quotidiani, che magari diventano via via più grossi, finché si finisce per chiudere gli occhi anche davanti alle peggiori iniquità. Sono considerazioni che ho messo nel romanzo, e corrispondono al mio pensiero. Mi piace citare Pasolini, che definiva gli italiani “ un popolo storicamente incapace di dissentire”. Temo sia vero. Così ho descritto un mondo nel quale il cambiamento è mascherato da progresso, ne è il succedaneo privo di sostanza. Una società narcotizzata, abulica, incapace di produrre alcunché di originale, tanto che chi ricerca il bello, l’arte, deve rivolgersi a ciò che ci ha lasciato il XX secolo (nel cinema, nel design, nella musica, nella fotografia…). 6) Sei passato dalla fantascienza al noir futuristico. Come mai questo cambiamento? I.B.: “Ph0xGen!”, scritto insieme a Paolo Frusca, è un romanzo di “storia alternativa” (o ucronia), un sottogenere della fantascienza. Non è una “space opera”, non ci non alieni, robot, viaggi nel tempo: c’è molta speculazione storica, vista con occhio ironico. Ma in “Ph0xGen!” abbiamo raccontato anche di un segreto, di un’indagine, di un complotto… Di fatto, anche il nostro primo romanzo era un noir atipico. Pure “Io non sono come voi”, essendo ambientato nel futuro, è, tecnicamente, un romanzo di fantascienza. Infatti, entrambi i romanzi sono stati finalisti al premio Urania. Etichettare un romanzo con un genere però è limitativo, soprattutto quando ci sono tante contaminazioni. E in ogni caso, un “genere” è inclusivo, non esclusivo. Di “Io non sono come voi” hanno detto che è thriller, fantascienza, noir, noir futuristico, crime novel, persino western atipico. 7) Hai nuovi progetti in cantiere? Quando potremo leggere un altro tuo romanzo? I.B.: Ho un lavoro in corso che dura già da parecchio tempo, ed è ancora presto per dire quando arriverà a una stesura definitiva. Poi lo proporrò all’editore, e vedremo… Si tratta di una vicenda immaginaria, ambientata in un passato recente, con una protagonista molto particolare. Leggo molto (non mi sento “scrittore”, piuttosto un lettore che qualche volta scrive), e rubo a piene mani dagli autori veri. In coda a “Io non sono come voi” ho elencato le opere dalle quali ho attinto descrizioni, personaggi, frasi, situazioni, come se fossero tavolozze di oggetti da adattare, un ready made della scrittura. Cerco di scrivere tutto quello che mi passa in mente, senza censure – poi elimino le ridondanze. Ascolto i consigli degli amici cui faccio leggere i miei pezzi. Trovo molto utile accantonare un testo e rileggerlo dopo un mese o due di decantazione: saltano all’occhio imperfezioni, cacofonie, errori, incongruenze e oscenità. Questo è ciò che faccio, non so se possono essere consigli, credo che ognuno debba costruirsi il proprio metodo. 9) Essendo una community di aspiranti scrittori vorremmo farti un paio di domande un po’ specifiche: Che percorso hai compiuto come scrittore per arrivare al premio Urania? Quanti manoscritti hai spedito, a chi e con che metodo? Hai partecipato a dei concorsi o hai mai pensato all’autopubblicazione o… insomma, come sei arrivato a essere uno “scrittore”? I.B.: Partecipare al premio Urania è semplice, c’è un bando aperto a tutti, con alcuni parametri da rispettare. Se mi chiedete come si vince, beh, non lo so. Per me essere riuscito a pubblicare entrambi i romanzi è stata in ogni caso una vittoria. Con “Io non sono come voi” ho cercato di spendere il prestigio di finalista, con una pubblicazione già alle spalle, per farmi notare dagli editori. Ne ho interpellati una cinquantina, e pochi hanno mostrato interesse: uno di questi era Gargoyle. Mi ritengo fortunato, perché soprattutto in questi anni è molto difficile riuscire a pubblicare con una casa editrice seria – e per seria intendo che non chieda contributi economici, che curi l’editing, che si avvalga di un buon ufficio stampa, che organizzi il lancio, che abbia una distribuzione diffusa, che ti sostenga. L’autopubblicazione l’abbiamo considerata, Paolo e io, per un’antologia di racconti ambientati in un futuro distopico. In Italia i racconti sono poco appetibili, così, dopo aver verificato l’interesse da parte degli editori con cui eravamo in contatto, avevamo deciso di rilasciarli in ebook per conto nostro. A quel punto, un paio di editori, con nostra sorpresa, si sono offerti di valutarli. Uno ci ha chiesto un contributo per la “sistemazione del testo”, lasciandoci sorpresi: abbiamo declinato. L’editore “La Ponga”, invece, ha proposto un regolare contratto, e abbiamo accettato. Da alcuni giorni il libro è distribuito sia in cartaceo che in e-book; si intitola “Cielo e ferro”. Ringrazio ancora Italo Bonera per essere stato così gentile e disponibile! Intervista a cura di: Luna Pag. 26 Dossier La tradizione che non ti eri accorto di avere Quando ti chiedono cosa fai a Natale rispondi sempre “niente”. Non addobbi casa, magari non fai neanche l’albero. In vacanza non vai, non sai nemmeno sciare. Il pranzo con i parenti è una tortura che cerchi di evitare in ogni modo. Natale non ti piace, è chiaro. Tu in quei giorni non fai niente. Quasi niente. Una cosa, a pensarci bene, la fai ogni anno, fin da quando hai memoria. Forse da prima ancora e non lo sai. Quand’è iniziata? Chi ti ha portato la prima volta? Quanti anni avevi quando ti hanno sfilato guantini e cappottino, ti hanno asciugato il moccio dal naso e ti hanno piazzato davanti a un gigantesco lenzuolo bianco, su cui si muovevano degli animali parlanti? Forse hai visto due topolini bianchi che dovevano salvare una bambina. È in quell’anno che è iniziata la tradizione. Grazie agli incassi di quel film è stato deciso che i cartoni animati non dovevano uscire nelle sale ogni tre o quattro anni, ma ogni dicembre. Da allora, puntuale, c’è stato il cartone di Natale. E tu eri lì, ogni anno. Aladdin, Simba, Pocahontas, Quasimodo, Mulan. Sei cresciuto assieme a loro, ti sei ritrovato nelle loro storie. Li hai amati tutti, quei film, e scommetto che qualche canzoncina sapresti canticchiarla ancora oggi. Hai anche assistito alla nascita della grafica digitale, quando la bestia fa roteare Belle vestita di giallo e nella carica degli gnu che calpestano Mufasa. O forse un cane e una volpe che non avrebbero dovuto essere amici. Allora non potevi certo immaginare che livelli avrebbe raggiunto. Chi se lo ricorda? Però ti ricordi il granchio che cantava, certo che lo ricordi. I pesci, le sirene, i colori, altro che freddo e neve. Hai insistito tanto per andare a vederlo e ti hanno accontentato. Non eri più un marmocchio, hai tenuto il tuo biglietto senza perderlo, ti sei tolto il cappotto da solo e non hai fatto capricci per le caramelle. E lì, in fondo al mar, è scattato qualcosa. Ti si è aperto un mondo. Pag. È passato un decennio in cui hai visto i cinema cambiare, spostarsi in periferia, trasformarsi in multisala. Sono arrivate nuove regole: un biglietto uno spettacolo, non potevi più star dentro ore e ore, fare il bis, rivederti le prime scene prima di andar via. Anche tu sei cambiato, nel frattempo. Dalla domenica pomeriggio sei passato al sabato sera, invece che con mamma hai iniziato ad andare con gli amici, dopo il film basta cioccolata calda con la panna, meglio pizza e birra. Sei cresciuto fino a chiederti se non eri diventato troppo grande, per il cartone animato di Natale. Stavi quasi per lasciar perdere, ci scommetto. Segue... 27 Dossier Ci sono stati un paio d’anni in cui ti è sembrato che le storie non ti dicessero più niente, che il fascino fosse stato smarrito, che non ci fosse quel familiare “click” nella testa. Hai creduto fosse colpa del diventare adulto, ma non era quello. Era la Disney che toppava clamorosamente. Dinosauri? Atlantis? Il pianeta del tesoro? Ovvio che venissero i dubbi. Quando sono entrati in scena Pixar e Dreamworks hai smesso di chiederti se eri troppo grande. La risposta era nel biglietto che compravi ogni anno: Shrek e Ciuchino, Marlin che cerca Nemo, Menny e Diego… e Sid, la famiglia Incredible, Alex e soci alle prese con Re Julien, Roddy St. James che cade giù per il tubo, Rémy e Linguini, Bolt e Mittens, Wall-e, Carl Fredricksen e i suoi palloncini, Raperonzolo, Merida la ribelle, Elsa e sua sorella Anna, e tanti altri con cui hai trascorso il Natale. Questo Natale nelle sale ci saranno i pinguini di Madagascar... ...e Big hero 6. Buona visione! Ci sono stati anni in cui sono usciti tre film belli e non sapevi quale scegliere, e anni in cui due su tre non ti ispiravano. Ormai il biglietto costava un patrimonio, altro che le tremila lire di quando hai iniziato, hai preferito tenere i soldi in tasca e aspettare. Visto che ormai le reti televisive ti hanno rubato l’usanza e a Natale trasmettono cartoni animati a raffica, puoi recuperare i film “persi”. Magari nella tua casa non addobbata, mentre svicoli con una scusa fantasiosa il pranzo a casa di nonna, borbottando contro i vicini che mettono Jingle bells a ripetizione. Perché a te il Natale non piace e tu in quel periodo non fai niente. O quasi. Pag. Questo articolo è opera di: Bee 28 ni! i n a I Bef Ricette Di Natale Befanini Sono biscotti tipici della zona della Lucchesia e della Versilia, si preparano nel periodo natalizio e non possono assolutamente mancare alla colazione del giorno della Befana. Sono una specie di frollini “cicciotti” e colorati, grazie ai granelli di zucchero che li ricoprono. Visto che poche aziende li producono a livello industriale, purtroppo i befanini sono uno di quei prodotti della tradizione che rischiano di perdersi. Ingredienti: 500g di farina setacciata 300g di zucchero 150g di burro freddo, tagliato a cubetti 3 uova 1 pizzico di sale 1 bustina di lievito per dolci 1/2 bicchiere di latte 1 bicchierino di rum La scorza grattugiata di un’arancia non trattata Disponete gli ingredienti asciutti (farina, zucchero, sale, lievito, scorza d’arancia) a fontana, versate al centro gli ingredienti liquidi e impastate il tutto come si fa per i frollini. Aggiungete un po’ di farina se la pasta dovesse essere troppo morbida, poi fate una “palletta”, mettetela in un tovagliolo di stoffa e riponetela in frigo per un’ora. Quindi stendete la pasta senza lavorarla, e ritagliate con gli stampini le forme che volete. Devono essere grandi perché poi il biscotto cuocendo un po’ si deformerà, e le forme piccole tendono a perdere l’aspetto originale. Spennellate ogni biscotto col latte e cospargete con la granella di zucchero colorata. Cuocete in forno caldo a 180° per 15 minuti. Sono ottimi biscotti da inzuppo. Buon appetito e buone feste! Ricetta e fotografie a cura di: Irene Quintavalle Pag. 29 NovitA' letterarie Arrivano I MASTINI La narrativa fantastica italiana entra in azione con il primo romanzo di fantascienza militare di dbooks.it I Mastini di Muldon – Assalto alla luna ribelle è il titolo del nuovo romanzo di dbooks.it, la cui uscita è prevista sia in formato cartaceo che digitale per gennaio 2015. Scritto da Christian Antonini e arricchito dall’introduzione di Stefano Di Marino, si tratta di un romanzo di fantascienza militare ricco di azione e dal ritmo particolarmente sostenuto. Il libro racconterà di un assalto orbitale a una luna mineraria, una vera e propria azione di guerra, e seguirà le vicende di una squadra di combattenti - i Mastini di Muldon, appunto – nel loro tentativo di completare una missione speciale tra battaglie urbane, tecnologia bellica e intrighi politici. Muovendosi per un campo di battaglia che ricorda Stalingrado e Sarajevo, i Mastini scopriranno che dietro la ribellione della luna Lachesis si nasconde una minaccia aliena, e che la loro missione avrà ripercussioni sul destino di tutta l’Egemonia Terrestre. Scritto da Christian Antonini, questo romanzo è stato fortemente voluto e ispirato dal suo curatore, Stefano Di Marino, come declinazione nostrana della narrativa d’azione in ambito fantascientifico. Il romanzo I Mastini di Muldon – Assalto alla luna ribelle sarà disponibile nei principati formati digitali ePub e Mobi e successivamente in edizione cartacea e oltre ad arricchire l’offerta dbooks.it, costituisce una nuova tappa della casa editrice lungo la strada della narrativa fantastica di qualità. Per ulteriori informazioni: [email protected] www.dbooks.it È online il blog dedicato al romanzo: http://egemoniaterrestre.blogspot.it/ Pag. 30 NovitA' letterarie Calendario dell'Avvento TRISKELL Uscite Triskell Edizioni – Dicembre 2014: 8 dicembre: Antico veleno – Francesca Cecchi 16 dicembre: Il fantasma dai calzini gialli – Josh Lanyon 19 dicembre: Scartando Hank – Eli Easton 22 dicembre: Cinder – Marie Sexton 25 dicembre: Antologia gratuita “Racconti sotto l’albero” – AA. VV. 30 dicembre: Il re di picche e la regina di cuori II – Angelica Cremascoli Giveawey in corso sui loro titoli: Su Sil-ently aloud: aloud: Scadenza: alle 18:00. Pag. 18 dicembre Su Le letture di Anita: Anita: Scadenza: 16 Dicembre, il vincitore verrà proclamato il 17. 31 NovitA' letterarie Le spade dell'imperatore Sbarca in Italia una nuova serie epicfantasy: Le Cronache del Trono di Unhewn, di Brian Staveley. Dopo il successo in Canada, USA e Regno Unito, il romanzo Le spade dell'imperatore arriva anche in Italia, pubblicato da Gargoyle Books. L'imperatore di Annur è morto. I suoi tre figli, che vivono lontano l'uno dall'altro, dovranno cercare di sopravvivere e di smascherare gli assassini. Kaden, erede al trono di Unhewn, ha trascorso otto anni in un monastero sperduto tra le montagne, dove ha imparato la disciplina dei monaci devoti al Dio Vuoto. I loro rituali contengono la chiave per raggiungere un potere antico che Kaden deve imparare a controllare prima che sia troppo tardi. Dall'altra parte dell'oceano, Valyn si sottopone al duro allenamento dei Kettral, un élite di soldati che combattono volando su giganteschi falchi neri. Nella capitale dell'impero, Adare, eletta a ruolo di ministro, vuole dimostrare il proprio valore davanti al popolo. Ma ha anche un'altra missione, scovare gli assassini del padre, e niente e nessuno potrà fermarla... L'autore Brian Staveley, vive nel Vermont. Ha insegnato storia, letterature, religione e filosofia e lavora come editor per Antilevel Press. Le spade dell'imperatore è il primo volume della sua serie epic-fantasy, che vuole porsi forse come il nuovo Trono di Spade. Brian Staveley, Le spade dell'imperatore Gargoyle Books — Pag. 602 - 19.50€ ISBN: 9788898172535 Pag. 32 NovitA' letterarie Titolo: Rebirth – I Tredici Giorni Autore: Alessia Coppola Genere: Paranormal Romance Pagine: 170 Prezzo: 2,99 ebook 9,90 cartaceo Data di Uscita: 25/11/2014 Link di acquisto: http://tinyurl.com/pswfnet Blog dedicato al romanzo: http://rebirthitredicigiorni.blogspot.it/ Data di uscita cartaceo: gennaio 2015 «Promettente esordio dal sapore dolce-amaro. Lasciatevi travolgere da un vortice di emozioni, suspense e colpi di scena inaspettati: il paranormal non è mai stato più rosa e appassionante!» (Desy Giuffrè, autrice di Io Sono Heatcliff) «La scrittura di Alessia Coppola è una carezza di velluto sulla pelle, morbida e sensuale si insinua nei recessi più profondi dell’animo e vi imprime un segno.» (Anita Book) New Orleans, 1939 Le luci del teatro si spengono. Grace stempera il trucco di scena. Si specchia. Segue con lo sguardo una ruga. Si rende conto che il tempo scorre anche per lei. Ma lei non vuole invecchiare. Con il cuore in tumulto esce dal teatro. Ad attenderla c’è un uomo in nero che le promette l’eterna giovinezza. E se riuscisse davvero a impedirle di invecchiare? Grace stringe un patto con lui, ignorando che in realtà è un demone figlio della Morte. Un Chronat. Da questo momento, ha tredici giorni per fuggire. Se il demone riuscirà a trovarla prima della mezzanotte del tredicesimo giorno, lei apparterrà alle schiere della Morte e diventerà un Chronat a sua volta. In caso contrario, sarà libera. Ma il percorso che attende la seducente attrice è pregno di sorprese. Non ultima quella che la porterà tra le braccia di Ayku, custode designato per proteggerla dal Chronat. Tra creature angeliche dedite al Bene e demoni votati al Male, Grace si ritroverà per la prima volta nella sua vita a dover scendere a patti con il Destino… e a compiere la sua scelta. UN ASSAGGIO Sentii una brezza fresca solleticarmi la fronte. Era così piacevole che quasi mi dispiacque riaprire gli occhi. Eppure lo feci. Due iridi di giada mi fissavano, incorniciate da una cascata di trucioli d’ebano. Misi a fuoco e lo vidi. Era un giovane di una bellezza raggiante, disarmante. La bocca era un cesello perfetto e il naso dritto lo faceva apparire una divinità olimpica. Teneva sollevata sulla mia fronte una mano liscia dalle dita flessuose come gambi di calle. «Perdonami se ti ho spaventata», sussurrò, con una voce che mi ricordò il suono del vento autunnale tra le foglie. Pag. 33 Promozioni Natalizie tale a N A a un l a g re ro! lib Scegli uno o più titoli tra le 101 Novità di Mondadori, Einaudi, Piemme e Sperling&Kupfer selezionate per te. L’eBook te lo regalano! Dal 06 dicembre al 06 gennaio, se acquistate uno o più fra i titoli scelti, inMondadori.it vi regalerà la versione eBook. Per conoscere cliccate qui. tutti i dettagli della promozione *La versione eBook può essere letta su eReader, PC, MAC, tablet e smartphone compatibili Su Hoepli.it si possono trovare oltre 500.000 libri con SCONTI FINO A -50% (consegne in 24/72 ore). Qui le info. Cofanetto COSMETICI + LIBRO Idea Regalo per Natale - Una confezione esclusiva tra benessere e cultura! 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Pag. 34 tale a N A a un l a g re ! libro Promozioni Natalizie A Natale Fanucci vi fa un grande regalo… …Dal 1 al 31 dicembre ogni ebook costa solo 2,99! Oltre 600* titoli del gruppo editoriale Fanucci a soli 2,99 euro in un'occasione unica e irripetibile perché Babbo Natale viene solo una volta all'anno. *la promozione riguarda tutti i titoli Fanucci Editore tranne le novità. Per info seguite questo link. Su Ibs sconto del 15% su oltre 600.000 titoli italiani e tre milioni in lingua straniera! Per i più piccoli, Gallucci Editore mette a disposizione alcune offerte pensate appositamente per Natale! Ci sono tre bei cofanetti di libri illustrati più CD e DVD a prezzi stracciati. Questo il link. Inoltre, sono disponibili buoni sconto e offerte anche su altri prodotti (dvd, film, giochi e così via). Tutti (o quasi) i libri Delos Books al 50% di sconto Offerta valida fino al 31/12/2014 Si avvicina Natale ed è tempo di shopping e di regali, ai propri cari, ai proprio amici o a se stessi! 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Parlano di Ossessioni: Books Hunters Chiara Zanini Giardini di noia Monia Colianni Trentoblog Il Bardo Doloroso Scaricala da QUI o usa il QR_Code! escrivere.com credits È Magazine - Rivista digitale Pubblicazione aperiodica – n.1, dicembre 2014 Redazione: Luna, Silver, Nerina Progetto grafico, grafica e impaginazione: Luna Progetto di copertina: Luna Immagine di copertina: illustrazione da “Good Cheer Stories Every Child Should Know” del 1915. Editore: Asa Don Dickinson, illustratore sconosciuto Hanno scritto per noi: Silver, Nerina, Luna, Bee, Guerino Di Mattia, Willy, Jonfen, Ariendil, Irene Quintavalle, Roberto Ciardiello. Hanno collaborato: Cosima e Lady Lightmoon di Romanticamente Fantasy Foto a tema: Visionnaire Redazione escrivere.com ANNUNCIO PER SCRITTORI E ILLUSTRATORI: Il prossimo numero della rivista sarà incentrato sulla festività di San Valentino e uscirà a febbraio. Chiunque fosse interessato a partecipare con un racconto (max 5000 caratteri spazi inclusi), una foto a tema o un'illustrazione può mandare il suo lavoro a [email protected] entro il 25 gennaio 2015. Le immagini utilizzate sono opera di: Immagine in copertina: illustrazione da “Good Cheer Stories Every Child Should Know” del 1915. Editore: Asa Don Dickinson, illustratore sconosciuto Sfondo pagine: George Hodan Pag. 5: NestoDesign Pag. 8 (Babbo Natale): Petr Kratochvil Pag. 8 (angeli): George Hodan Pag. 8 (campanelli): foto da Dolls of India Art Store Pag. 9: foto di Visionnaire Pag. 10 e 11: foto dal booket dell'album “50 Words For Snow” Pag. 12-13-14 e 15: foto di Diana-blues Pag. 16: Banner opera di Michele d'Angelo Pag. 17: Claudette Gallant Pag. 18: Kondo Yukihiro Pag. 20 (tavola): Petr Kratochvil Pag. 20 (cupcakes): Linnaea Mallette Pag. 20 (renna): Anna Langova Pag. 25: foto fornita da Italo Bonera Pag. 27 e 28: foto tratte dai film e le locandine Disney, Pixar e Dreamworks Pag. 29: foto di Irene Quintavalle Pag. 30, 31, 32, 33, 34 e 35: banner e immagini di proprietà delle singole società Pag. 34 e 35 (albero con scritte): Luna Avatar utilizzati: alcuni autori hanno scelto di inserire una propria fotografia, altri hanno scelto di comparire sulla rivista con l'avatar che utilizzano sul forum di escrivere.com Le varie cover che appaiono sulla rivista sono proprietà delle case editrici interessate. ANNUNCIO PER AUTORI E CASE EDITRICI: Ci occupiamo di recensire libri di esordienti (anche autopubblicati) e autori già affermati, purché la casa editrice in questione non sia a pagamento. Potete contattarci all'indirizzo: [email protected] Pag. È Magazine è distribuito con Licenza Creative Commons Attribuzione - Non commerciale Condividi allo stesso modo 4.0 Internazionale 37 Noi di È scrivere ci occupiamo di: ● ● Sinossi e quarta di copertina: al costo forfettario di 15 euro, qualsiasi sia la lunghezza del manoscritto; Schede di valutazione: 20 euro fino a 200 cartelle*, 30 euro fino a 300 cartelle*. 35 euro dopo le 300 cartelle*; ● Correzione bozze: 0,30 a cartella*; ● Editing: 1 euro a cartella*; ● Impaginazione e realizzazione di ebook professionali in formato epub e pdf (con utilizzo di copertina fornita dall'autore o realizzata da noi): costo variabile a seconda del progetto. * Una cartella corrisponde a 1800 caratteri spazi inclusi Le tariffe sono valide fino al 31 dicembre 2014. Il nostro è un servizio rapido: garantiamo una risposta entro 30 giorni lavorativi dall'avvenuto pagamento. 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