LEO MOIO
Non si inalberino gli integralisti della serietà. Una
volta tanto, anche noi,
scadiamo nella banalità.
Cosa c’è di più banale,
ovvio, popolare, qualun-
quista, se non il calcio.
Stiamo nella media degli
italiani, e per il fine settimana un orecchio lo
dedichiamo al pallone.
Totò Tallura, uomo di sinistra, che ci
ha fatto piangere nella fiction Incantesimo, s' è candidato a destra , a Locri.
Non è a dire che voglia farci piangere
di nuovo. La natura non si espelle con
la forza. La sua natura d'attore lo ha
spinto a recitare a soggetto.
la Riviera DOMENICA 10 APRILE 2011
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DOMENICA 10
APRILE 2010
Controcopertina
LUCE SUI FARI DEL MITO
ABBANDONATI! Ma Scilla, Punta Stilo, Capo D’armi, Punta Pezzo sono un grande patrimonio
MARIA G.COGLIANDRO
Una stele solitaria di fronte all'orizzonte. Un
punto di congiunzione tra sogno e realtà, tra
spirito e materia. Una forza in grado di resistere alle intemperie. Un Gulliver di cemento, immobile, eppur vivo. Un totem superbo
dotato di parola.
I fari sanno parlare. Lo fanno di notte quando il loro punto sommitale svapora in lampi
luminosi e si diffonde sul mare, indicando la
rotta da seguire. La loro luce è salvezza, è
speranza che si tramuta in certezza di toccare terra. Ma i fari parlano anche di
giorno.Parlano ai naviganti.
Il faro è un Cupido per due amanti ma aldilà
del suo lato romantico, il faro è storia, è il
guardiano della storia di un paese. E tuttavia
i nostri fari non sono valorizzati a dovere.Il
tempo sta cancellando pian piano la memoria di queste sentinelle del mare, di questi
minareti sull'acqua. Abbandonati a se stessi
aspettano inermi che qualcuno si affretti a
Con un po’ di cura
i fari del reggino
potrebbero essere
annoverati tra
i più belli del mondo
recuperare il loro sortilegio , con un vero e
proprio intervento di restyling, come si fa per
le grandi opere d'arte. Lanciano il SOS il
faro di Punta Stilo che sorge sul promontorio adiacente l'antico tempio Kaulon. Ha 120
anni tondi tondi e purtroppo li dimostra tutti.
C'è anche il faro di Punta Pezzo, il punto
della Calabria più prossimo alla Sicilia ed
anche il luogo in cui è visibile il fenomeno
della “fata Morgana”, una sorta di illusione
ottica, un miraggio che sembra avvicinare la
costa sicula. Al punto più meridionale della
penisola corrisponde, poi, Capo Spartivento sul cui promontorio svetta un faro costituito da una torre bianca quadrangolare.
Capo Spartivento, in epoca greco-romana,
era il promontorio di Eracle (Ercole per i
romani), eroe dotato di una forza sovrumana. Ci sono inoltre i fari da panorama mozzafiato: uno è quello di Scilla che sorge
all'interno del castello Ruffo, l'altro è il faro
di Capo D'Armi. Dal primo si possono
ammirare le Isole Eolie, mentre il litorale si
allunga su Capo Vaticano e Gioia Tauro.
Dall'alto del faro di Capo D'Armi appare,
invece, in tutta la sua imponenza l'Etna.
Luoghi, dunque impregnati di miti, leggende e fascino che, se venisse loro riservata
una maggiore cura e attenzione potrebbero
essere annoverati tra i fari più belli del
mondo.
I FARI PIÙ BELLI DEL MONDO
FARI REGGINI, BELLISSIMI E MAI RIVALUTATI
Il faro di Echmul, Bretagna
Il faro di Punta Stilo, Punta Pezzo e il faro di Scilla
Il faro di Cape Blanco, Oregon
Il faro San Vito, Sicilia
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A proposito Gianfranco Lande, l’uomo che ha truffatto tutti (pure i Piromalli?)
di...
Binari morti
DOMENICA 10
APRILE 2010
Bernard Madoff è un ex finanziere americano autore della più grande truffa della storia. Ma anche
l'Italia ha il suo Madoff. Si chiama Gianfranco Lande, rappresentante legale della Egp, che è stato
capace di ideare e mettere in pratica una truffa colossale. Tra le 1200 persone frodate, anche esponenti
della cosca calabrese dei Piromalli. E' di ben 170 milioni di euro, infatti, la cifra complessiva del raggiro
del “Madoff dei Parioli”. Non ci crediamo.
la settimana
NORDICI E SUDICI
SVILUPPO E OCCUPAZIONE
Un nome per l’urna
LA CRISI DELL’EDILIZIA STA SOFFOCANDO LA CALABRIA
(la candidata che non c' è)
BRUNO GEMELLI
GIOCCHINO CRIACO
Cari nemici, sudici lettori. Che
state stesi in attesa di Godot,
schifati anche dalle piaghe da
decubito, immobili col telecomando in mano. Non vi siete
nemmeno resi conto che la stagione è cambiata. Non avete partecipato a nulla neanche questa settimana, avete snobbato la manifestazione per l'acqua pubblica e quella dell'unione
studentesca. La Primavera è arrivata, insieme
ai profumi e ai colori questo maggio porterà
nelle case sudice anche i compari. E' tempo di
elezioni. Alle vostre porte già bussano gli aspiranti statisti, ognuno di loro è stato scelto da
politici conclamati. Tutti sono stati a Roma,
perché i capi in persona li hanno supplicati di
scendere in campo. Vantano, indistintamente,
relazioni importanti, vi degnano della loro visita non per bisogno, ma in virtù del rispetto di
un comparaggio antico. Il vostro voto in realtà
non gli serve, l'elezione è sicura. Vogliono
donarvi la possibilità di salire per tempo sul
carro del vincitore, evitandovi un'umiliante
fila, nella questua post-elettorale. Da noi il
maggio in voto è, da sempre, il mese dei compari, ne abbiamo a bizzeffe, quanti non pensavamo di averne. Sono di ogni taglia e peso,
colore e bandiera. Non c'è modo di evitarli, ci
entrano da ogni buco, ci offrono colazioni e
pranzi. Garantiscono ogni genere di favori, e ci
daranno sorrisi e pacche sulle spalle, saranno
amiconi per noi. Gli eletti, al solito, ci azzanneranno furiosamente se solo ci avvicineremo
all'osso che si sono conquistati. E io quest'anno non voglio compari in casa. Rompo le tradizioni e serro porte e finestre. Divento anglosassone e vado di endourcement, mi schiero
anticipatamente e sulla porta ci affiggo un
manifesto, col nome del mio candidato. Tranquilli sudici, non faccio politica. Il nome per
l'urna, alle urne non lo troverete. E' quello di
una persona che stimo, che non si è candidata,
ne mai lo farà. E' una donna, che si impegna
ogni giorno, in quello che può, che partecipa,
vive, che non si rassegna. Alle urne aprirò la
scheda, e in ogni spazio scriverò il suo nome.
So che non sarà eletta, e forse non saprà mai
che l'ho votata. Pazienza, niente mi ha chiesto
e niente le chiederò. Continuerò a stimarla,
come sempre, e questo lo sa. Voi sudici continuerete a votare i compari, marcendo a vita sui
vostri divani, nell'attesa di un favore che vi permetta di proseguire col sonno. E sò di essere il
solito retore da quattro soldi, ma per Primavera dormirò anch'io che ai compari ho già dato.
L’allarme sullo stato della crisi edilizia
parte da Legacoop Calabria, ma si estende
e coinvolge tutta la società calabrese. Non
c’è polemica, ma solo la necessità di fotografare una situazione precaria che porta
nocumento all’intera economia regionale.
Il mattone, inteso come sviluppo e non
come speculazione, può contribuire a sollevare l’economia calabrese. In Calabria
l’edilizia costituisce l’attività prevalente ed
è, quindi, di fondamentale importanza il
suo rilancio. Da qui la consapevolezza che
la gravissima crisi del settore delle costruzioni consegni oggi in Calabria un quadro
di estrema preoccupazione e gravità. Infatti questo comparto, da sempre traino dell’economia regionale, ha visto nel 2010
diminuire sensibilmente i lavoratori iscritti
alla Cassa edile (oltre il 2 % in meno), ma
soprattutto sono crollate le ore di lavoro
denunciate (meno 16 %) e, di conseguenza, la massa salari (14 %), permanendo
massiccio, come ha confermato la Regione Calabria, il ricorso alla cassa integrazione. C’è un recentissimo antefatto che indica la precarietà della situazione. A primi di
marzo il governatore Scopelliti e l’assessore al Lavoro Stillitani, nel corso di una conferenza stampa, illustrarono il “Rapporto
sugli ammortizzatori sociali in deroga con-
NORD VS SUDICI
FORZA
NAPOLI
LEO MOIO
Stiano calmi anche i sepolcri imbiancati della sacralità dell’unione peninsulare. Non chiamiamo a un tifo crociato
l’esercito dei Sudici, ne dichiariamo
guerra alle armate Nordiche. Per una
volta scegliamo la palla, e volontariamente rinunciamo a svelarvi le balle,
locali e nazionali, che girano in quest’Italia Collodiana. Scendiamo nel
rettangolo di gioco e sventoliamo le
bandiere azzurre, che non sono quelle
della Nazionale. Tifiamo Napoli, ci
cessi nell’anno 2010”. Esponendo questi
numeri: circa 150 milioni di euro messi a
disposizione per la cassa integrazione, più
9 mila percettori ed oltre mille aziende
coinvolte. Numeri in crescita del 30 %
rispetto al 2009; che dimostrano il grande
momento di difficoltà economica che vive
la regione, all’interno della quale il settore
più importante, come detto: quello dell’edilizia, desta maggiori preoccupazioni. Tale
settore sta pagando gli effetti della recessione con una decisa flessione dell’occupazione. La crisi durissima ha provocato uno
scossone per le imprese edili con un crollo
degli investimenti del 6,4 % nel 2010, mentre per l’anno in corso la perdita prevista è
pari al 2,4 %. C’è, dunque, un segno meno
generalizzato nel settore che, se dovesse
continuare, si ripercuoterebbe pesantemente sull’occupazione, già provata ed
attraversata da altri fenomeni negativi.
Dall’inizio della crisi in Italia di sono persi
250 mila occupati, considerando anche
l’indotto. Da qui un’attenta riflessione su
ciò che si può fare per rilanciare il comparto edile. La legge regionale n. 36 del
16/10/2008 mise a disposizione del settore
edilizio calabrese, pur in presenza di una
grave crisi economica, una somma pari a
200 milioni di euro che dovrebbe attivare
investimenti per circa 700 milioni di euro.
Di questi 200 milioni, 155 milioni interessentiamo guaglioni dei quartieri e la squadra
di Mazzarri e Cavani ci fa sognare. Una volta
tanto vogliamo una vittoria contro i Nordici. E
visto che col Nord non c’è partita nello sviluppo economico, strutturale, sanitario
e così via. Ora che i partenopei
stanno a tre punti dal Milan, a
poche partite dal termine del
campionato, gli andremo dietro
per strappare il vessillo che quasi
sempre è appannaggio loro.
Vogliamo lo scudetto, lo pretendiamo anzi, sfidando lo strapotere Nordico in ogni
campo. Noi, piccoli Sudici
che in genere ci contendiamo il titolo, e i titoli, della
serie B,
quest’anno
sogniamo in grande,
miriamo in alto. E la cosa comporta non
pochi sacrifici, visto che la stragrande
maggioranza di noi Sudici ha passato
buona parte della propria vita su dai Nor-
sano il nuovo bando regionale in base al
quale sono state effettuate le domande da
parte di cooperative, imprese ed enti pubblici, le cui graduatorie dovrebbero essere
già note entro la fine di questo mese. Gli
addetti ai lavori si aspettano che l’assessorato regionale ai Lavori pubblici attivi
tutte le procedure necessarie ad avviare la
cantierizzazione degli interventi di edilizia
sociale di cui appunto alla citata legge
36/2008 per rispondere sia alla domanda
di casa delle famiglie, sia per favorire un
risveglio dell’occupazione. Facendo ripartire i finanziamenti della suddetta legge,
già entro l’anno potrebbero essere avviati
i lavori da parte delle sole cooperative di
abitazione per complessivi 200 milioni di
dici, per lavorare, studiare, farsi curare o avere
una vita più decente, finendo per tifare Inter,
Milan o Juve. Così anch’io che in genere esulto per Ibra, Pato e Cassano, all’improvviso mi
alzo in piedi e grido “el matador Cavani”. Ma
si giusto per smorzare il sorriso a quaranta
denti, molti finti, del Berlusca, e per vedere gli
occhi sgranati di Galliani. Senza astio o rivalse, che anche De Laurentis ama l’arroganza
del denaro, e in fondo i generali del Napoli
sono pur sempre Nordici: Mazzarri è
toscano, le origini di Cavani sono emiliane, e i giocatori del Napoli non vengono
dai quartieri spagnoli. Ecco perché questa
chiamata alle armi dei Sudici, per portarli tutti sotto un’unica bandiera, per una
volta almeno, rinnegando la squadra del
cuore e tifando per un sogno destinato
a fallire. Perché, magari, tanti di voi il
giornale lo leggeranno la sera,
o al lunedì mattina. Rideranno della nostra sparata, se il
Milan avrà allungato il
passo. Ma a noi poco importa, sfidiamo ogni
Domenica il senso del ridicolo, cercando di
“Mi sono limitato a riprendere un libretto del 1911 scritto da monsignor Mazzella, arcivescovo di
Rossano Calabro, che commentava il terremoto di Messina del 1908 riflettendo sul mistero del male”.
Così si è difeso Roberto De Mattei dopo aver detto su Radio Maria che la catastrofe del Giappone è
un “giusto castigo” e “ l'impero Romano è crollato per colpa dei gay”. Il Comitato Nazionale delle
Ricerche ha immediatamente preso le distanze dal suo vice-presidente. Poteva farne a meno. Le
parole di De Mattei sono così blasfeme che persino Dio, se le ascoltasse, diventerebbe ateo.
euro. Bisogna ricordare anche che furono
nobili le ragioni che ispirarono la legge
regionale in questione. Principi afferenti a
riqualificare aree degradate, elevare la
qualità urbana, edilizia e architettonica
dei nuovi insediamenti residenziali con il
sostengo alla diffusione dei criteri della
bioedilizia e della progettazione urbana
ecosostenibile. Ed ancora: favorire l’accesso alla proprietà della casa da parte
delle famiglie a reddito medio-basso,
fronteggiare la nuova emergenza abitativa
degli studenti fuori sede nella aree di insediamento delle università calabresi e, perché no, favorire l’inserimento dei lavoratori extracomunitari all’interno delle
comunità ove sono maggiorente presenti.
darvi qualcosa che ci faccia sentire vivi, utili,
parte ancora di un mondo lontano. Si, ridete
a crepapelle su noi bambini della Riviera. Per
una volta almeno, dimenticate le disgrazie
della nostra terra, scordate il vuoto sul quale
penzoliamo. Forza Napoli domenica, con i
ragazzi di Ponticelli, Scampia, Portici, Ercolano, Bari, Reggio, Palermo. Siamo banali, è
vero, ma esser seri a cosa vale se il mondo è
quel che è, e continuiamo ad affidare i nostri
destini a degli statisti che scazzottano in Parlamento, se corriamo dietro alle favole dei
demagoghi. Se abbiamo ancora bisogno di
Cristi che ci facciano giustizia. Tanto vale
convertirsi da subito al cretinismo, per non
sentirsi soli e inutili. Festeggeremo anche
noi i centocinquant’anni della Nazione, a
modo nostro, e se il Napoli vince potremo alzare al cielo un trofeo, finalmente.
Una coppa che rispetto alle vincite
Nordiche sembra quella del nonno.
Ma almeno non avremo le mani vuote,
come sempre da un secolo e mezzo a
questa parte.
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la Riviera
Per De Mattei Dio si è fatto ateo
DOMENICA 10
APRILE 2010
GIUSTINO RANIERI REINTEGRATO
IL DIAVOLO NERO
Nulla la nomina del commissario Rosanna Squillacioti per
l’azienda di Locri: schiaffo morale al Governatore Scopelliti
Marco Minniti
l’ultimo della classe
Giustino Ranieri, ex direttore generale
dell’Asl di Locri è stato reintegratoda una
sentenza che ha reso nulla la nomina del
commissario Rosanna Squillacioti per l’azienda locrese. Uno schiaffo che la Regione avrebbe potuto evitare ma che, con la
convinzione di chi si sente intoccabile, non
ha evitato.
Il Tribunale di Reggio Calabria ha dato
ragione a Giustino Ranieri ed ha condannato la Regione Calabria al pagamento
delle spese nella doppia fase cautelare. La
disposizione della sezione lavoro, composta da Patrizia Morabito (Presidente
relatore) e dai giudici Natalino Sapone e
Francesca Patrizia Sicari, ha “ordinato
alla Regione Calabria di reintegrare
immediatamente Giustino Ranieri
nella qualifica
e funzioni di
Giustino Ranieri ex
Direttore
direttore generale
Generale
dell’ospedale di Locri
assunte
dacontratto”.
Adesso bisognerà capire
se Giustino Ranieri vorrà
rientrare al suo
posto di lavoro. Senza
dubbio l’ex direttore gene-
PILLOLE di Anna Laura Tringali
rale è nel pieno diritto di ricoprire nuovamente il suo ruolo. Secondo i giudici della
sezione lavoro del Tribunale di Reggio
Calabria la revoca dall’incarico di Giustino Ranieri è
stata fatta adoperando dei provvedimenti
illegittimi, e quindi è necessario ripristinare il rapporto di lavoro interrotto e sottoscritto nel 2008. Infatti Ranieri, direttore
generale dell’Asl di Locri, è stato rimosso
dal suo incarico dopo la costituzione delle 5 Asp provinciali date in mano ai commissari
straordinari.
Adesso tutto si potrebbe
risolvere con un accordo,
anche economico dalle
parti. Un accordo
in cui stavolta il
coltello dalla
parte del
manico ce
l’ha Gius t i n o
Ranieri e
non la
Re g i o ne.
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La bella stagione si avvicina e le cattive notizie
anche. Il rapporto stilato da
Legambiente sulle acque nere
in Calabria è , infatti , allarmante: I due terzi degli
impianti di depurazione presenti sul territorio risulta non
funzionante e gli scarichi confluiscono direttamente a mare.
Nasce
“Tipicamente
calabrese”. Grazie a l'Accademia delle Imprese Europea sabato a Villa San Giovanni è stata inaugurato questo
nuovo spazio che intende valorizzare e promuovere le eccellenze enogastronomiche calabresi e diffondere la cultura
culinaria locale favorendo lo
sviluppo delle imprese operanti nel settore.
Calabria al primo posto.
L’olio extravergine dell’Azienda Ceraolo di Strongoli stravince alla diciannovesima edizione del Premio Ercole Olivario
aggiudicandosi il primo posto
nella categoria fruttato leggero.
Una giuria di sedici esperti
assaggiatori ha valutato gli olii di
ben 355 aziende in concorso.
Da un’indagine condotta
dalla Codacons in collaborazione con spesa facile.com
emerge che la città della Calabria
in cui è più conveniente fare la
spesa è Vibo Valentia, mentre la
più cara della regione sarebbe
Crotone. L’indagine è stata condotta prendendo in esame la
quasi totalità dei punti vendita
italiani e considerando un paniere di 28 beni.
Vestito di nero, come un becchino,
con le mani incrociate come un cardinale, con le parole sillabate come
un ripetente, è ricomparso in tv- per
la precisione a Matrix (martedì 5 aprile) - il
deputato Marco Minniti del quale s'erano
perse le tracce e del quale è nota la propensione al dibattito sulle questioni che scomodano il
mondo: la guerra e la pace, la fame e l'immigrazione, la perigliosa distinzione tra profughi e
clandestini secondo il vocabolario dell'aristocrazia linguistica. Alla quale il deputato piddista,
immigrato dalla Puglia di D'Alema al Lazio di
D'Alema, aveva dato il suo contributo , quando
in occasione della guerra nel Kosovo, vestito di
panni militari, aveva dato il suo assenso alla libera circolazione verbale della guerra umanitaria.
Esempio sublime di come, nella grammatica
del deputato Marco Minniti, l'aggettivo è destinato a cambiare la natura del sostantivo. Ci
vuole un grande coraggio, è necessaria una formidabile immaginazione, che, come le pile
d'una batteria, per l'eccesso di potenza, sono
destinate ad esaurirsi. Tali nel caso del deputato Marco Minniti.
Sono queste le battaglie, degne d'essere combattute, che lo appassionano Il suo palcoscenico è quello nazionale. Colà recita a soggetto.
Nel teatrino della politica locale il deputato
Marco Minniti, il più solenne dei sostenitori
delle quote nere ( Rosa Callipari, Maria Grazia
Laganà), tende a scomparire, ed è scomparso.
S'è visto unicamente, con il bagliore micragnoso
della lucciola, nel poderoso sforzo di spingere il
senatore De Sena ad accettare la candidatura a
sindaco di Reggio Calabria. Poi, come Achille,
s'è ritirato sotto la tenda. E da lì ha mosso il suo
ventriloquo, Mommo De Maria, a disorganizzare l'unità del centrosinistra alla Provincia e al
Comune, riuscendovi meravigliosamente. È un
centrosinistra zoppo, ridicolo, comico, guascone
come Tartarino, quello che va alla riconquista
della Provincia e alla conquista del Comune. E
non crediamo affatto che il deputato Marco
Minniti ne abbia costernazione e dolore. Egli è
già pronto per il sacro ufficio della sepoltura:
mani incrociate per raccomandare alla misericordia del Pdl l'estinto perché non ne faccia
scempio; abito nero, come è d'uso, per i becchini.
Ma a Matrix ha dichiarato, senza falsa modestia, il deputato Marco Minniti che lui non è il
primo, ma l'ultimo della classe. È l'unica cosa
sennata che ha detto in questi mesi della morte
senza passione del centrosinistra a Reggio, e un
po' più in là.
La copertina
Elezioni Provinciali
la Riviera DOMENICA 10 APRILE 2011
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Gli uomini fantasmi non sono una specialità unicamente del Pd residuo. S'annidano
anche nella flotta corsara del Pdl dove il deputato Nino Foti ha strappato la
candidatura del dr. Giuseppe Raffa- una persona per bene- a presidente della
provincia. Il nostro beneamato Governatore vorrebbe essere un asso pigliatutto
“
Un terno al lotto
P
PASQUINO CRUPI
eppe Bova, calandosi in testa l'elmetto del nuovo meridionalismo, lancia
la sfida al Pd residuo di Marco Minniti e si candica a sindaco di Reggio
Calabria: Che distrutta, come è, non
trema all'immaginato calcolo di vittoria del Terzo indaffarato e affaccendato polo. La gerarchia piddista, presieduta dall'uomo-fantasma, che
appare solo in televisione, avrebbe
dovuto rispondere accettando la
sfida, cioè contrapponendogli un dirigente del Pd. Per esempio, CarlizziNaccari, Demetrio Battaglia, Mimmetto Battaglia, Consuelo Nava .
Non osiam dire: Marco Minniti, che è
designato
a
egregie cose e
ad essere eletto
senza prendere
Tertium datur. Cioé, c’ è
voti. Così non è
stato. C’ è della
un terzo candidato. Un
codardia,
giustamente inviperito
indubbiamente.
Pietro Fuda al quale va
E allora è stupefacente che
dato merito di non essersi
un partito talvenduto a Berlusconi
mente codardo
possa dettare la
linea al Comune e alla Provincia, lì assumendo l'avv. Canale e
qui il presidente uscente, avv. Morabito. Il quale dovrebbe capire che il
nullafacente Marco Minniti lo vuole
mandare al macello, privandolo dell'unità di tutte le forze del centrosinistra e soprattutto dell'apporto dei
Comunisti Italiani. Che, seppure non
abbiano grandi voti, hanno una storia
gloriosa da difendere e non abbassano la testa, pur d'ottenere un quoziente oggi e un assessore domani.
Una ruota della storia non può
mutarsi in una ruota di scorta.
Oddio, gli uomini fantasmi non sono
una specialità unicamente del Pd resi-
duo. S'annidano anche nella flotta
corsara del Pdl dove il deputato Nino
Foti ha strappato la candidatura del
dr. Giuseppe Raffa- una persona per
bene- a presidente della provincia. Il
nostro beneamato Governatore vorrebbe essere un asso pigliatutto. Ma
s'accontenta. Vuole un re travicello- ci
perdoni il dr. Arena- al Comune e a
questo scopo dedica le sue energie.
Se fallisse, traballerebbe come Presidente della Regione. Raffa, dopo
Morabito, è la seconda anatra zoppa
della campagna elettorale per la Provincia.
Tertium datur. Cioé, c' è un terzo candidato. Un giustamente inviperito
Pietro Fuda al quale va dato merito di
non essersi venduto a Berlusconi- e
vendersi poteva a buon prezzo- e di
aver mantenuto in piedi il governo
Prodi. Fu rimeritato con la non riproposizione nelle liste piddiste per
opera del deputato Marco Minniti , la
gran corte di cassazione che rilasciava
e rilascia patenti di legalità e di
distanza dalla ndrangheta, secondo
come comoda e come la cronaca dei
fatti non asseconda.
Pietro Fuda vuole la rivincita , e la
riveste di intenzioni meridionaliste.
Una sfida meridionalista contro i partiti, appiccicati agli interessi egoistici
del Nord. Va benissimo. Ma è d'obbligo ricordare che i meridionalisti- da
Pasquale Villari a Guido Dorsosono stati grandi uomini di pensiero
e, prima ancora, uomini intransigenti
sul piano politico e morale: né opportunisti né trasformisti. La lista, che
Pietro Fuda, guida è senza trasformisti, senza opportunisti, senza zatteristi? Da intendere quest'ultimi come
quelli che, all'ultimo momento, saltano da una zattera all'altra, dal governo insieme con Morabito al governo
domani con Fuda. O con Raffa.
“
GIUSEPPE MORABITO,
attuale Presidente della
Provincia di Reggio Calabria,
ha formalizzato la sua
ricandidatura. Sarà sostenuto
da PD - PRC – PSI e dai
Comunisti Italiani?
GIUSEPPE RAFFA,
attuale sindaco di
Reggio, è il candidato
Presidente per il Pdl
alle prossime elezioni
provinciali
“
PIETRO FUDA,
ex senatore e già Presidente
della Provincia di Reggio
Calabria, è il candidato del
Polo civico. Sarà sostenuto
anche da Autonomia e Diritti
la Riviera DOMENICA 10 APRILE 2011
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la Riviera DOMENICA 10 APRILE 2011
Primo Piano
EDITORIALE
DI JIM BRUZZESE
Funerali
a San Luca
Sicurezza uguale Sviluppo, dicono.
Un rendering tridimensionale che in
quarant'anni non è mai andato oltre
la simulazione. Un aborto.
Intanto i reggini o girano a vuoto o
vanno in prigione. Stretti in una
morsa, tra guardie e ladri, dai
sequestri di persona agli affari della
droga, vivono una reclusione reale.
Senza vie di fuga. In apnea.
C'è speranza.
Pensate, San Luca il 6 aprile. Viene
inaugurato un nuovo avamposto della
legalità, una caserma, fresca di calce,
nella pancia d'Aspromonte, tra Pietra
Kappa e Polsi. È l'ennesimo tentativo
di preoccuparsi degli infissi più che
dei pilastri.
Con tutto il rispetto e per coscienza
sappiamo tutti che la crescita
economica e l'occupazione duratura
di un luogo in forte ritardo di
sviluppo, non possono dipendere né
da alte, né tantomeno da basse
uniformi.
Per i criminali solo armi e gendarmi?
Bene!
Ma per le future generazioni
d'Aspromonte, per i giovani
sanluchesi solo corsi di legalità di
santoni, sempre presenti nei cartelloni
di comode carrozze itineranti?
Da Scampia, Castel Volturno,
Rosarno, San Luca, Corleone, San
Giuseppe Iato piovono gettoni d'oro.
E sono in tanti, ma proprio in tanti,
coloro che vantano propedeuticità
pensando di distinguere meglio e più
degli altri, ciò che bene da ciò che è
male. Poi però battono cassa. Gli
oracoli delle stelle, in borghese e
senza pennacchi, più strillano, più
incassano.
E le supreme autorità di San Luca, le
quali hanno ascoltato senza disagio
Nitto Palma imbrattare il santuario di
Polsi, che dicono? Disastroso
davvero. Anche quando è festa, si
celebrano i funerali di San luca come
paese normale. Tanto normale che la
caserma ce l'ha avuta sempre. Prima
vecchia ora nuova.
MESSAGGI POLITICI ELETTORALI PER LE ELEZIONI PROVINCIALI E COMUNALI
INDETTE PER I GIORNI 15 E 16 MAGGIO 2011
la Rivieracomunica
LA PROPRIA DISPONIBILITÁ A DIFFONDERE SULLA PREDETTA TESTATA GIORNALISTICA MESSAGGI POLITICI ELETTORALI ALLE CONDIZIONI SOTTO RIPORTATE
Non si praticano provvigioni di agenzia, sconti quantità nè altri sconti.
La pubblicazione degli avvisi é consentita fino al 13 maggio 2011 compreso, salva eventuale estensione in relazione a votazioni di ballottaggio.
Il pagamento dovrà essere contestuale all’accettazione dell’ordine di pubblicazione.
Le richieste di inserzione elettorale, con gli specifici dettagli relativi alla data di pubblicazione ed eventuali posizioni di rigore, soggetto richiedente ecc. dovranno pervenire
almeno 3 giorni lavorativi prima della data richiesta di pubblicazione presso: “la Riviera srl” divisione pubblicità, Corso della Repubblica (Siderno R.C.)
Telefono 0964383478 Fax 0964383549- e-mail: [email protected]; oppure [email protected]
È stato predisposto un codice di autoregolamentazione disponibile presso la Ns. Sede di Siderno Corso della Repubblica - Galleria Tasso.
I messaggi politici elettorali dovranno recare la dicitura “messaggio elettorale”
M
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la Riviera DOMENICA 10 APRILE 2011
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Non si capisce perché l’inaugurazione della caserma nuova, che soppianta quella vecchia, abbia fatto scalpore e che allo sconcertante scalpore mediatico non
abbia fatto eco la replica del sindaco di San Luca e della Fondazione Alvaro
Tutto fa brodo criminale. Anche
la nuova caserma a San Luca
GIANCARLO BOVA
“Ho visto duecento, trecento cittadini di San Luca. Più di quanti
ce n’erano quando ho inaugurato
la caserma di Platì. E’ il segno di
un risveglio della popolazione e
l’evidente desiderio di legalità”.
Così esordisce il Sottosegretario
all’Interno, Francesco Nitto
Palma, il 6 aprile 2011, al suo arrivo alla cerimonia di inaugurazione della nuova Caserma dei
Carabinieri di San Luca, intitolata al Brigadiere Medaglia d’Oro
al Valor Militare, Carmine Tripodi. Ma non s’accorge che, per
illustrare San Luca, getta luce
fosca su Platì.
Ci sono tutti gli uomini del cerimoniale: in primis, il sindaco
della città, avv. . Sebastiano Giorgi., il Comandante Interregionale
‘’Culquaber’’ Lucio Nobili, il prefetto di Reggio Calabria, Luigi
Varratta, il comandante provinciale, Colonnello Pasquale Angelosanto, il vescovo di Locri,
mons. Giuseppe Fiorini Morosini. Ci vuole acqua benedetta per
proteggere, la nuova Caserma,
che soppianta quella vecchia, qui
esistente fin dopo l’unita d’Italia.
Duisburg o la nuova
caserma. Ciò che conta
è sottolinerare il ruolo
di vertice di San Luca
nel crimine planetario
Non siamo a San Luca? Eppure,
non risulta che sia stata mai
presa d’assalto.
Squarciamo la leggenda. Dunque, a San Luca la caserma c’è
sempre stata. Ed era diventata
traballante e vetusta. Era necessario mettere mano a una nuova
caserma, più abitabile, più stabi-
le, più vivibile. E, nei primi giorni di novembre dell’anno 1995,
prendono il via i lavori di costruzione di un nuovo fabbricato,
ubicato in Via Potamia. La Ditta
appaltatrice
fallisce. I lavori si interrompono.
Il contratto viene rescisso in data
23-02-1999. La ndrangheta non
c’entra. Si riprende con altra
ditta. Quando ? Nell’autunno
del 2007. I lavori, iniziati il 10
gennaio 2008, con cantierizzazione a partire dal 28 gennaio 2008
per la costruzione dei muri perimetrali e quattro piani fuori
terra, terminano nell’anno 2010,
con consegna materiale dell’immobile in data 21 ottobre 2010..
Il 5 novembre 2010, i carabinieri
si insediano formalmente nel
nuovo imponente immobile.
Questo è tutto.
Un fatto normale. Non si capisce
perché l’inaugurazione posticcia
della caserma dei carabinieri a
San Luca abbia fatto scalpore e
che allo scalpore mediatico non
abbia fatto eco la replica del sindaco di San Luca e della Fonda-
zione Alvaro che, volendo tutelare il buon nome di Alvaro, non
può non tutelare il buon nome di
San Luca. Paese disgraziato, che
in ogni occasione viene preso a
pretesto per il suo ingrandimento criminale: si tratti dei fatti di
Duisburg o dell’inaugurazione
della nuova caserma.
Dove sarai
domani
lo decidi
comunicando
oggi
10
Reggio
IL SONNAMBULISMO DEL PD
Pensavamo che il PD avesse dimenticato come si ragiona. Non era un nostro pensiero, ma un dato oggettivo.
Il PD, un partito liquido e forse in liquidazione, non può dettare legge a tutte le forze del centro sinistra. Non
può scegliere, esso solo, il candidato a sindaco e il candidato a presidente. In questo modo non si vuole l’unità
del centro sinistra, e non si vuole che il centro sinistra vinca almeno nella battaglia per la riconquista della
provincia. A ciascuno le sue responsabilità.
DOMENICA 10
APRILE 2011
Attualità
ALLE ELEZIONI
VOTO DONNA
DANIELE MANGIOLA
artedì mattina, 5 aprile, appena riesco corro in Comune, Ufficio elettorale, con un misto di apprensione e di
speranza; chiedo se sia possibile visionare le liste dei candidati alle imminenti
elezioni ma mi rispondono che non sono
ancora state presentate, dopo il 15 aprile
saranno esposte al pubblico. Ringrazio e
me ne vado; meno male, mi dico, faccio
ancora in tempo. No, perché nel fine settimana scorso mi è venuta un’idea per
cambiare in modo determinante la storia
della mia cittadina e forse anche della
mia provincia. Una di quelle idee che
quando ti spuntano in testa ti mettono in
corpo una frenesia incontenibile finché
non le metti in pratica tanto ne cogli la
genialità e l’efficacia. Una di quelle idee
che se non riesci a realizzarle ti rimangono annodate sotto la carotide come un
boccone che non riesci a mandar giù.
Soprattutto se sei un altruista e ti rendi
conto di come risolveresti i problemi
della gente, con quest’idea qua. Ve la
dico, ma vedete che ne pretendo l’esclusiva, non me ne frega niente, il copyright
è mio.
Questa volta alle elezioni voto donna.
Non mi interessa dell’idea, del programma, del partito, della laurea, dell’età, di
quello che ne dice la gente, voto donna e
basta. E non ne faccio una questione di
simpatia o conoscenza personale, guardo
le liste, quella che ha più nomi di candidate donne avrà il mio voto. Poi magari lì,
tra quelle tante, sceglierò il nome che più
mi ispira. Quale che sia il colore politico,
foss’anche Berlusconi in persona, Dio mi
perdoni.
Si sanno già i nomi dei candidati sindaci,
e da tempo. Per carità, tutta brava gente,
ma hanno un problema, sono tutti
maschi. Ma siamo ancora in tempo, per
fortuna. Si fa ancora in tempo a mettere
in pratica la mia idea e creare una lista
che proponga un sindaco donna. Io già
l’ho detto a mia madre se vuole candidarsi che la voto, però bisogna muoversi un
po’ tutti, secondo me. Anche perché di
tempo non ce n’è moltissimo. Spargiamo
in giro la voce e cerchiamo di trovarla
quella donna che voglia per una volta
prendersi in carico le sorti del suo paese.
O della sua provincia.
Per i candidati maschi, per quelli che non
ci hanno ancora pensato (ma secondo
me ci hanno pensato tutti) avete ancora
qualche giorno di tempo per accogliere
nel vostro team un bel po’ di donne; più
sono e più è sicuro che io voterò per voi.
Potreste anche fare una bella cosa: cedere il premierato e scegliere il secondo
posto. Con un bel gesto da cavaliere che
tanto si addice al vostro look, che tutti
ammiriamo nei giganteschi cartelloni,
giacca e cravatta, sguardo determinato e
sincero.
Uomini politici, fatevi un po’ da parte,
avete già fatto il vostro tempo, e magari
qualche volta anche maluccio, diciamoci
la verità. Per quanto imbranata possa
essere la donna, nessuno può dire con
sicurezza che farà peggio di voi, perciò,
forza, date retta a me.
Dite la verità, non ho avuto un’idea
geniale?
Non sapete come mi sento euforico ora
che l’ho condivisa con voi.
Avanti, tutti in coro con me: “Io questa
volta alle elezioni voto donna!”
Non vedo l’ora che venga il 16 aprile per
fare un salto all’Ufficio elettorale. Sarà
bello avere l’imbarazzo della scelta.
M
DEGRADO REGGINO
QUARTIERE SBARRE...
TRA LE SBARRE
ANTONIO CORMACI
na prigione fatta di promesse, di false
iniziative è quella che attualmente
rinchiude il quartiere di Sbarre, una
prigione dalla quale la popolazione
cerca di uscire ormai da diversi anni. Non v'è
dubbio infatti che il quartiere di Sbarre sia, in
diversi suoi punti cardine, un classico esempio del più sordido degrado reggino, il solito
degrado dell'abbandono al quale si tenta di
rimediare con le classiche operazioni urbane
“tappa buchi”, che di fatto non mutano la
sostanza. Questa zona conosce fin troppi
esempi. È infatti costellata dai classici piccoli ritocchi urbani quali l'installazione di
nuove illuminazioni e i classici spazi verdi
con le giostre, i quali preda di vandali sono
inutilizzabili dopo qualche mese. Tuttavia,
giusto 4 anni fa, il quartiere assaporò la grande svolta, o almeno si credeva tale. L'abbattimento di uno dei suoi “simboli”, l'ex caserma
Cantaffio, il famigerato “208”, da più di 30
anni sede permanente di nomadi, che sguazzava tra topi e liquami, per l'infinita gioia
degli abitanti vicini. Adesso, quel che rimane
è forse peggio di quello che c'era prima: una
distesa di piante e un cartello indicativo del
progetto di riqualifica dell'area, sperduto
dietro una fatiscente recinzione. Ciò denota
una duplice questione della vicenda: da una
parte, il fatto che una così vasta area da restituire alla cittadinanza rimane inutilizzata
(attigua, persiste ancora la sede della Polizia
di Stato che risulta tutt'altro che adeguata,
nonché un vero e proprio “dramma” per più
di 60 cittadini in divisa), dall'altra il fatto che
con l'abbattimento della struttura di certo
U
non si è risolto il problema dei nomadi a
Reggio, i quali sono sempre più soliti formare nuovi ghetti in altre zone periferiche dell'urbe. Spostiamo la lente d'ingrandimento a
pochi centinaia di metri dalla zona dell'ex
caserma. Proprio dove non te lo immagini,
un cimelio storico inestimabile. Nell'angusta
via “Sbarre centrali”, ecco la storica Villa
Guarna. Poco nota, timidamente nascosta
tra gli alberi, quasi a non voler mostrare il
suo degrado, è un'antica costruzione di prestigio che si erge proprio al centro del quartiere. In passato è stata utilizzata come asilo,
poi definitivamente abbandonata. Nonostante l'idea prospettata da parte dell'amministrazione comunale di acquistarla dalla
famiglia Guarna e di aprirla al pubblico, la
situazione rimane ancora stagnante e la
costruzione, abusivamente occupata, è
diventata un esempio di degrado, uno dei
tanti simboli del quartiere e della periferia
reggina. La struttura è attualmente gestita da
privati, i quali non sono nelle condizioni economiche per poter gestire eventuali lavori di
restauro. Qualche mese fa c'erano stati
segnali di un'eventuale sinergia tra amministrazione e proprietari, ma sono stati i soliti
fuochi di paglia propagandistici. La realtà è
quella sotto gli occhi di tutti. E pensare che
nella periferia reggina v'è una potenziale
Villa Zerbi, e pochi lo sanno. Piccoli angoli
nascosti…tra le sbarre.
A3, LA SIMULAZIONE DELLA PAURA
Il tre aprile si è svolta una simulazione di evento sismico di magnitudo 4.4 della scala Richter con conseguenze gravi sull'A3 Salerno-Reggio Calabria. Un test importante per il piano di emergenza del V macrolotto, che dovrà essere migliorato ed esteso al VI
macrolotto del'infrastruttura. Attori della simulazione sono stati la Protezione civile, i Vigili del fuoco, il 118, l'Anas, la Croce
Rossa, la Polizia stradale, la Polizia provinciale e altri enti e associazioni di volontariato che hanno dato il loro contributo alla
gestione dei due eventi previsti.
L'incidente simulato avrebbe riguardato un pulmino e due auto all'uscita della galleria Paci e un secondo incidente nei pressi del
ponte Livorno, entrambi causati da una
frana provocata dalla scossa di terremoto
(di media intensità).
Lo spettro del terremoto inizia ad assumere almeno oggi le forme della realtà, di una
realtà possibile e non lontana da noi.
Prevenire non è tra le azioni collocabili
all'interno della “politica delle emergenze”
come quella che da diversi anni sommessamente viviamo.
Afferma il dirigente della Polizia stradale
che ha coordinato le operazioni, Giuseppina Pirello:''Non dovevamo dimostrare di
essere bravi, quanto al contrario evidenziare le cose su cui lavorare. Anzi, forse nell'esercitazione non si dà il meglio di sé come
quando un'emergenza si verifica realmente''. In vista della grande esercitazione che a
Ottobre coinvolgerà anche le scuole e gli
enti pubblici.
Forse a livello locale qualcosa sta iniziando
a cambiare.
Mario Labate
11
ANCORA DISSERVIZI NELLA RACCOLTA RIFIUTI
In una comunicazione ufficiale l'assessore alle politiche ambientali del comune, Giuseppe Plutino, ha dichiarato
che nuovi disservizi nella raccolta dei rifiuti sono da aspettarsi in questo fine settimana. I presupposti dell'accordo,
continua l' Assessore, sono venuti meno non per colpa del comune, e la situazione dovrebbe tornare alla normalità
dalla prossima settimana. Campa cavallo che l’immondizia cresce.
DOMENICA 10
APRILE 2011
Patacche
Waterfront non originali
L’architetto Zaha Hadid, premio Pritzker, vince due
concorsi con due progetti simili: uno previsto per il
Waterfront di Reggio Calabria l’altro, per quello di Cagliari
Reggio Calabria e Cagliari
I musei gemelli di Zaha Hadid
MARIA G. COGLIANDRO
Nell’era del copia incolla,
c’è chi, forse perché prezzemolo di ogni concorso
indetto nei più disparati
angoli della Terra, copia
persino da se stessa! Per
plagio, nel diritto d’autore,
si intende l’appropriazione,
tramite copia totale o parziale, della paternità di
un’opera
dell’ingegno
altrui. Ma quando un’opera
somiglia tanto ad una propria, realizzata in precedenza, dovremmo parlare di
auto-plagio?! Ebbene è proprio quello che ha fatto l’architetto
anglo-irachena
Zaha Hadid, prima donna a
vincere il premio Pritzker,
una specie di premio Nobel
per l’architettura. L’archistar, che dagli anni ’90 riesce ad aggiudicarsi un concorso dietro l’altro – e che
ha trovato persino il tempo
di disegnare delle scarpe
per un eventuale ritorno di
Star Trek! – ha pensato
bene di prendere
il progetto da lei
ideato per il
Museo Betile che
dovrebbe sorgere
(pensate un po’)
su un altro waterfront, quello di
Sant’Elia
a
Cagliari, e scopiazzarlo per il
Museo previsto
nel
Rhegium
Waterfront
di
Reggio Calabria.
Q u a l c u n o
potrebbe obiettare che si tratta
solo di aver seguito la propria linea
progettuale,
il
proprio stile. Ma una cosa è
avere una sorta di “firma
architettonica”, visibile e
riconoscibile, mai fine a se
stessa e sempre nuova per
ogni progetto, un’altra è
spolverare il progetto fatto
prima, stirarlo un po’ qua e
un po’ là e dire di averne
fatto uno nuovo. Sul codice
deontologico degli architetti
italiani, addirittura sin dal
Preambolo, si legge: “L’architetto promuove una trasformazione degli spazi che
tenga conto del patrimonio
culturale e architettonico,
salvaguardando gli equilibri
naturali e garantendo la
sicurezza delle persone e la
“
Nella foto in alto l’architetto
iraniano Zaha Hadid,
I Governatori di Calabria e
Sardegna Scopelliti e Cappellacci
In basso I progetti dei musei di
Reggio Calabria e Cagliari
La domanda
Come possono due città di una
stessa nazione, entrambe sul
mare, avere lo stesso genius loci?
qualità della vita dell’utente finale.” Beh... visto che
stiamo parlando di un premio Pritzker, la
Hadid
poteva
sforzarsi anche
una mezz’oretta
in più per trovare
un edificio che
potesse essere un
“unicum architettonico”. Possibile
mai che il genius
loci di Reggio
Calabria
comprenda le stesse
caratteristiche di
quello cagliaritano? Su andiamo,
anzi… ahiò! Ma il
“marchio” Zaha
Hadid – che ha lo
stesso peso in
ambito architettonico almeno della BMW in
quello automobilistico –
porta con sé la certezza di
una caterva di turisti. Turisti però che, se passati
prima da Cagliari, non
rimarranno di certo a bocca
aperta, quanto piuttosto
disorientati. Passeranno da
un “non luogo” a un altro.
Due opere pressoché ugua-
un’esperienza di mera
esposizione. Perderebbero
l’aura di opere d’arte e
risulterebbero piuttosto
opere in vetrina. Perciò,
cara archi-star, nei ritagli di
tempo riprenda la matita,
sprema le sue preziose
meningi e veda di partorire
qualcosa che esalti l’identità reggina. E la storia del
museo che dovrebbe richiamare la forma di una stella
marina, se la risparmi per i
nipotini, perché una stella
marina a quattro punte
non si è mai vista! Un’altra
cosa: visto che c’è, magari
pensi a un museo da realizzare a Cannitello piuttosto
li, impiantati su due città
completamente diverse,
finirebbero per far perdere
quel senso del “qui e ora”
magico ed esclusivo, prodotto dalla fusione dell’opera artistica col paesaggio,
e ridurrebbero il tutto ad
che al porto, che avrebbe
un fascino in più essendo
quello il luogo del mito. Sì,
proprio lì, tra Scilla e
Cariddi, dove l’incantesimo
del racconto omerico e di
una terra baciata dagli dei
sono ancora tangibili.
12
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APRILE 2011
DOMENICA
la settimana
POLISTENA
IL MERCATO AL TEMPO DI LARUFFA
MARIA BOETI
ti vende corsetteria da circa 50 anni, quando
subito dopo guerra la gente ricominciava a vivere più decorosamente. Ci informa che il mercato
con poche bancarelle è nato a piazza Diaz. Un
altro venditore di Taurianova vuole farci sapere
che alla nascita del mercato le bancarelle erano
di legno costruite alla buona quanto per esporre
la merce: <il mercato dove incassavamo molto
era Polistena, perché è sempre stato disposto su
una strada principale> ci dice. Gli altri compagni di lavoro ci mostrano i cartelli con le scritte
giganti: SIAMO UNITI PER DIFENDERE IL
MERCATO,
AMMINISTRAZIONE
SORDA. Hanno pagato 200 euro per i manifesti della protesta. Loro commercianti ambulanti
sottoposti alle confuse faccende umane, spesse
volte, alla clemenza delle condizioni climatiche,
cercano solo di difendersi coi denti per un
posteggio migliore. Come biasimarli?! Sembrano un popolo da paragonare ad un documentario - di Pasolini mai diffuso (perché poi è morto)
- che voleva intitolare: Il poema dell' immondezza, quando lui - grande Maestro - negli anni settanta a Roma, andò ad inquadrare tutte le scene
dello sciopero degli spazzini, perché voleva far
passare - quelli che molti definiscono gli ultimi per primi.
Un commerciante ci dice: <già c'è la crisi di per
sé ma, se un comune ci sposta in un sito apparta-
An
nu
lla
per
rag
ion
i te
cni
che
to
Per filmare le riprese della protesta - quel mercoledì - ci siamo portati in via Fausto Gullo alle ore
6.30. Erano quasi tutti arrivati e con le braccia
incrociate stavano vicino ai loro camion posteggiati e chiusi, fra loro, due donne una delle quali
definita il simbolo del mercato: la sig. Rosa Varamo. In mezzo al popolo degli scioperanti il vigile
Mimmo Spanò, il suo superiore Marcone, i carabinieri guidati dal maresciallo Ribuffo, la volante della polizia. Dalla faccia dei commercianti lì
riuniti trapelava nitida un' unica espressione:
quella della tristezza. Dal video si denota il loro
stato d'animo che, parla più delle parole. A
momenti però - mentre venivano ripresi - il loro
umore si stemperava e ci chiedevano: <dove e
quando andremo in onda? >. Il momento è arrivato. La Riviera descriverà passo dopo passo
tutta la mattinata facendoli passare alla Storia.
Un giorno irripetibile quello dello sciopero degli
ambulanti del mercato che da via S. Marina viale Rivoluzione d'Ottobre sono stati deragliati
in via Fausto Gullo. Era l' anno 2009 e la loro
ribellione si è fatta sentire forte e chiara per le vie
della città. In quel periodo il Comune di Polistena era presieduto dal Sindaco Giovanni Laruffa
e l' assessore all' artigianato e al commercio era il
sig. Luciano Sorace.
La sig. Rosa Varamo si presta a rispondere a
qualche domanda, ci fa sapere che lei nei merca-
La lampara, ricordo dei
pescatori gioiesi
PASQUALE PATAMIA
na parola ma tanti ricordi. Quando il calar del
sole metteva in moto il borgo dei pescatori.
C'era chi portava remi sulle spalle,chi le reti,
chi trascinava enormi lampade lungo la spiaggia, chi riparava le reti con cura e dedizione.
Una passione e non un mestiere. La lampara
era un disegno preciso e ordinato, i pescatori
dei semplici artisti che ricamavano la loro arte.
Quella nobile arte che, negli anni 50 e 60, ha
nutrito il paese portando sana competizione e
lavoro. Semplice ma allo stesso tempo complicata, la lampara richiedeva l'aiuto da diverse
generazioni: dai nonni ai nipoti. Le imbarcazioni tradizionalmente utilizzate erano le Luntre, la propulsione era a remi o con una vela
latina;caratterizzate da ottime doti di stabilità
e di tenuta di mare, e che potevavo essere
alate e varate dalla spiaggia con facilità.Così
c'erano diverse imbarcazioni chiamate lampare: quella di Peppi u ciottu, la “Patriarca San
Giuseppe”, di u Zii Peppi Barresi la “Maria
Angela”, di u Zii Pascali Zulù, la “Maria
Rosa”, di u Candelisi la “San Michele” ,di u
Massaru,di u Zii Ninaru con la “Vincenza
Madre”, di u Ballerinu, di u Ciccarelli con il
“Gabbiano”, e molte altre.
I pescatori della marina di Gioia Tauro solcavano le acque scure aggomitolandosi ben
stretti pur di non sentire la gelida brezza notturna. I più giovani stavano giù sotto coperta,
gli altri fissavano il cielo guardinghi da qualche
nube. Per scongiurare le burrasche i pescatori
recitavano spesso: "Santa Barbara e Santu
Roccu meu guardandi di- i lampi e di-i trona".
Il timoniere era il più saggio, sapeva bene
dove andare come se i pesci lo stessero già
la Riviera
Nuove regole per la pesca sportiva
Dal primo maggio chiunque eserciti l'attività di pesca dovrà essere in possesso di una
tessera nominale nel quale sono contenute alcune semplici informazioni come le generalità, il tipo di pesca praticata (terra, bordo, subacquea), la Regione in cui si pratica l'attività e le attrezzature utilizzate. Per tesserarsi basta collegarsi al sito web del Ministero delle Politiche agricole o farne richiesta all'ufficio pesca della Capitaneria di Porto.
13
DOMENICA
10
APRILE 2011
to ci danneggia ulteriormente>. Probabilmente,
per quell' Amministrazione, non era il caso di
discutere dei capricci del momento. Col passare
dei minuti s'intravedono alcune clienti che provengono dai paesi limitrofi e, che ignari della
protesta hanno preso il pullman per portarsi a
Polistena a far compere. Capiscono da sole, che
devono aspettare la corriera che li riporti a casa,
fino alle 11.00, lo sentono come disagio e criticano. Dopo più di un' ora di preparativi gli ambulanti dispongono in fila con i camion e sfilano per
le vie di Polistena.
Sono una categoria importante per il via vai e il
commercio della città ed è semplice capire che
quando un mercato si apparta non mostra e, chi
non mostra non vende. E quale strada di Polistena può competere e far da vetrina ad un mercato se non la via S. Marina - viale Rivoluzione
d'Ottobre? Di sicuro nessuna! Dopo qualche
settimana dallo sciopero si sono rassegnati. Noi
ancora una volta ci siamo recati da loro per sentire le varie opinioni, la domanda era: vi trovate
bene qui? La loro risposta sempre la stessa: <sì,
sì >. Un altro più coraggioso: < Il sindaco
Laruffa ci ha promesso che fra un paio di mesi ci
riporta dov'eravamo prima, se poi ci dice bugie
non lo so…>. Proseguiamo oltre e ci portiamo
nei pressi di una bancarella di due coniugi e chiediamo loro: vi sta bene questo suolo? E la
moglie: <vuole che le dica la verità? L' incasso
che avevamo sulla strada di prima, qui ce lo
sogniamo, tutti noi vi diciamo <sì, sì> perché
abbiamo paura>. Una compratrice nei pressi
del banco ci dice: <a me questo spostamento del
mercato non mi piace proprio, per tutto era
meglio dov'era prima, lì sul ponte coperto, quello era il mercato, questo mi sembra un accampamento, siamo disorientati >.
Chissà se questo disorientamento li ha accompagnati anche nell' urna al momento di votare?
aspettando. Si calavano le reti e si accendevano,alimentate ad acitelene,i fari delle lampare.
L'attesa era snervante ma pian piano l'acqua
iniziava a ribollire. Migliaia di sagome scure
girovagavano intorno al contorno di luce. I
pesci: alici,sarde,alaccie,aguglie e molto altro
ben di Dio. La trappola riusciva sempre, con
il cianciolo(una rete a circuinzione) le si
accerchiavano e con un lavoro di squadra le
si tiravano su. Così si faceva già rotta verso
terra, ma la pesca non era finita lì. Le mogli,in
attesa sulla spiaggia, ritiravano il primo pescato, uno sguardo ,un pò di cibo ma poi via di
nuovo in mare. E le lampare si riaccendevano, qualcuno tendeva le mani sotto di esse
per riscaldarsi. Qualcun'altro spartiva alla
ciurma fette di pane vecchio e duro.Altri
sonnecchiavano coprendosi con le pezze vecchie. Prime ore dell'alba: si intravedevano le
prime imbarcazioni di ritorno. C'era tanto di
quel pesce da poterne anche regalare ad
amici e parenti. Così si tiravano le somme:
“quale sarà stata l'imbarcazione più valente?
“Un lavoro di squadra che riusciva a tener
uniti i pescatori di Gioia Tauro.
Un attività dura e di pochi guadagni per i
pescatori, ma quale spettacolo irripetibile
erano le Luntre che lasciavano la riva, al tramonto, diretti al largo per la pesca, con le
lampare, così luminose sul mare, nelle notti
estive, sotto il cielo stellato, ed i curiosi che, al
loro ritorno, correvano sulla spiaggia per assistere all'arrivo delle barche piene zeppe di
pesci... Era così la marina di Gioia Tauro !!
Una lacrima scende sul viso stanco di un
pescatore ottantenne che mi racconta e che
ha vissuto quell'epoca. “Bei Tempi -dicequando il mare era un mondo innocente, nessun motoscafo sfrecciante e pochi pescatori
d'occasione . E poi la legge, a volte troppo
fiscale, che ha smantellato le lampare per dar
privilegio a moto d'acqua e ai criminali del
mare. Qualcuno vede qualche lampara oggi?
La nostra Gioia Tauro affidata al profitto e al
consumismo, fra yacht miliardari, gommoni ,
puzza di nafta e tanto inquinamento. Le
nostre tradizioni calpestate per un po' di
denaro.Ridateci il nostro mare e le nostre
passioni: la lampara in primis”.
INTERVISTA AL COMANDANTE
DEI VIGILI URBANI, ALFREDO MARCONE
LO SPOSTAMENTO DEI
MERCATANTI DOPO 50 ANNI
All’ epoca dei fatti (A.D.2009) ci siamo presi la
briga di andare a trovare il Comandante dei
Vigili Urbani Alfredo Marcone e nel suo ufficio abbiamo fatto il punto della situazione per
capirne la trama - per quanto possibile - riguardo gli incresciosi episodi successi in città. In
quel periodo il Comune era sotto la guida del
prof. Giovanni Laruffa
che a tal riguardo non
ha inteso rilasciarci
dichiarazioni.
Così, sospinti dall’insopprimibile curiosità
giornalistica seduti a tu
per tu nel suo ufficio
abbiamo chiesto al
Marcone qualche delucidazione riguardo il
mercoledì - precedente
lo sciopero – quando gli ambulanti non hanno
inteso impiantare le tende nel sito individuato
dal Comune in via Fausto Gullo - come primo
assaggio di protesta.
In termini economici gli ambulanti hanno
perso soldi e il Comune sotto questo profilo
quanto è stato danneggiato?
Innanzitutto mi permetta di ringraziarla per la
stima che lei mi accorda venendo qui. Il problema dello spostamento del mercato nasce da
alcuni lavori di riqualificazione che devono
essere fatti sul viale Rivoluzione d’Ottobre
dove il mercato fin ora si è svolto...Comunque,
da quando sono arrivato
io ho cercato di vedere
se tutti i venditori fossero autorizzati rispetto
allo spazio che era loro
stato assegnato e debbo
dire che risultava un po’
di caos, per cui abbiamo
proceduto all’ assegnazione del posteggio per
ogni singolo operatore.
Poi si sono succedute
nuove normative che
regolamentano la materia sulle aree pubbliche e da qui abbiamo proceduto a dare un Regolamento. Per venire ai
fatti di questi giorni, l’ attuale Amministrazione ha sentito la necessità di spostare il mercato in altra zona. Gli ambulanti non hanno ritenuto idonea l’area loro assegnata. e hanno
costituito un comitato spontaneo per aprire la
concertazione su questo spinoso problema. Da
parte sua il sindaco Laruffa ha voluto costituire un comitato tecnico.
Lei attraverso i giornali ha detto: < …non mi
smuoverò di un millimetro > a volte la severità porta a scontri e tumulti ancora maggiori
non pensa che con un pizzico di disponibilità
in più magari…
Non si tratta di diplomazia, io con quella frase
mi riferivo all’ attentato da me subito. L’ incendio della mia autovettura. Io e gli altri vigili
abbiamo sempre lavorato nel rispetto della
Legge e dell’ applicazione del Regolamento
non dico con severità ma con correttezza di
sicuro. Non possono essere - questi - attentati
che ci possono far indietreggiare.
Io l’ ho definita la lite delle bancarelle, ma che
nesso ci può essere - secondo lei - fra il suo
attentato e il malumore degli operatori ambulanti? Loro vogliono essere solo ascoltati…
Io quello che avevo da dire sull’ attentato sono stato sentito dall’ Autorità Giudiziaria l’ho detto agli inquirenti ed è coperto dal riserbo istruttorio, in merito non le posso dire
altro… Debbo inoltre dire che da parte di
quelli residenti a Polistena c’erano delle pretese: a loro dire negli altri comuni (della provincia di Reggio e non solo) le Amministrazioni
hanno privilegiato quelli del posto, e loro
hanno avanzato anche qui da noi la stessa
richiesta. Ma noi abbiamo rispettato la Legge
e abbiamo seguito due criteri: quello della
maggiore presenza al mercato e l’ anzianità
dell’ iscrizione al Registro della Camera di
Commercio e con questo metodo abbiamo
proceduto all’ assegnazione dei posti.
Ora le farò una domanda ben precisa, non
riguarda lei personalmente ma il sindaco
Laruffa che ahimè, non ha voluto essere intervistato. Lei capisce che il giornalismo d’ indagine mi impone questa linea. Serpeggia fra il
popolo l’ idea che lo sgombro del mercato sia
avvenuto perché - il primo cittadino e suoi congiunti nei pressi dove fin ora si è svolto - abbiano un’ immobile e quindi per loro interessi e
progetti personali, di ornamento e lucentezza,
si sia deciso di trasferire i venditori altrove. E’
vero o è falso?
Io ritengo che quando un’ Amministrazione fa
delle scelte alla base c’è una sua motivazione
che sicuramente è stata discussa all’ approvazione del progetto di riqualificazione, in sede al
Consiglio comunale. Io non sono a conoscenza di altro.
Maria Boeti
14
A proposito
di...
Luigi Fraietta con Giuseppe Morabito
Elezioni
provinciali
Il sidernese Luigi Fraietta, contabile, di 42 anni, appoggerà alle prossime elezioni
provinciali, per il rinnovo del consiglio a Palazzo Foti, l'uscente Giuseppe Morabito
nel collegio elettorale Siderno, Agnana, Mammola, Gerace. Tanti i candidati nella
città più importante della Locride. Per adesso se ne contano almeno otto
DOMENICA 10
APRILE 2011
Attualità
IMMIGRAZIONE
La spilla da balia
CRISTINA BRIGUGLIO
A Roccella sono sbarcati ottantacinque ‘clandestini’. Il radio giornale ha già dato la notizia, pare
anche del fermo di scafisti, il TG nazionale ha
‘certificato’ l’informazione’.Vi diremo in altra
occasione del grande lavoro che stanno facendo
in zona le associazioni di volontariato, la Croce
Rossa, la Protezione Civile, alcuni Sindaci.
Ma noi non abbiamo bisogno di dati ufficiali per
dare credito all’esistenza di ‘invisibili’ venuti “al
di qua dal mare”, come dice una bellissima canzone del cantautore Gianmaria Testa.
Vogliamo invece raccontarvi una piccola testimonianza che abbiamo appena raccolto, molto piccola, in un mare così vasto di miseria e dolore
umano.
Una signora, come tante in questa terra in cui la
‘sussidiarietà ‘ ha ancora un valore concreto, era
lì a portare vestiti per i bambini (venticinque)
appena arrivati. Gesto da poco, da niente, se pensiamo a quanta roba stipiamo e buttiamo.
“Mi si avvicina una donna più giovane di
me…non mi chiede niente di ciò che c’è sul tavolo…mi fa invece un cenno mostrandomi la sua
borsa dalla cerniera rotta…ci siamo capite in un
linguaggio da donne…che è universale…quando ho visto la sua borsa tenuta chiusa da una spilla da balia”. Le nostre nonne e le ‘vecchie’ zie
non partivano mai, neanche per andare al mercato, senza aver dietro qualche spilla da balia, di
quelle sicure, belle, grandi, come quelle della giovane curda (o armena o pakistana? Ma che differenza fa!). E’ uno dei ricordi più chiari nella
memoria delle bambine e delle ragazze cresciute
nei primi anni ’50: “si può rompere una cerniera
all’improvviso…della borsa o della gonna e allora come fai…”. Poi, per le partenze più lunghe,
magari per andare a trovare un figlio emigrato, le
spille da balia si moltiplicavano, per borse, borsoni. La loro previdenza risultava spesso molto
utile in un’epoca ancora non di consumismo e di
facile accesso a tutti (ma non per tutti!) dei beni.
Se succede a noi oggi un inconveniente, a parte
la diversa qualità e comodità di borse e accessori per tutti gli usi e per tutti i viaggi, entriamo in
un negozio col bancomat a portata di mano in
ogni luogo. La borsa per una donna è tutto un
mondo, lo sappiamo. Ci possono togliere altri
accessori, ma la borsa è un prolungamento di
noi…non quella elegante, ma quella comoda in
cui mettere tutto il necessario, dalle piccole cose
all’assorbente… senza ci sentiamo perse…era
quello che comunicava senza parole quella
donna costretta in un ambiente di promiscuità
chissà da quanti giorni e anche adesso. Nonostante la fatica, aveva il viso sereno di chi è riuscito ad ‘arrivare al di qua dal mare’ senza esserne
inghiottita, solo sentiva il disagio e lo smarrimento per la borsa che non riusciva a trattenere le sue
piccole cose, anche con l’aiuto della spilla da
balia che previdentemente si era portata dietro.
A volte le donne si riconoscono in piccole gesti
che hanno un linguaggio per popoli molto distanti tra loro, anche divisi da un mare non sempre
amico, che si riprende i profughi quando noi non
li vogliamo, senza ricordarci delle donne che
partivano dal Sud, ma anche dal Nord, soprattutto dal Veneto, con marito e figli piccoli e le spille
da balia sotto il bordo della gonna, a volte nascoste nelle stive delle navi, alla ricerca di un avvenire migliore.
A tanti italiani parlamentari e non, che non
vogliono (loro si che dovrebbero!) uscir fuori dai
piedi (lo diciamo in modo educato!) vorremmo
consigliare, anzi imporre, una visita al Museo del
Mare di Genova, che è poi la terra anche poetica e dura di Fabrizio De Andrè, e fare il percorso simulato, ma con schede di persone veramente esistite, degli emigranti verso la Merica. Forse
potrebbe capitare loro di leggere, in quei fagotti
e in quei miseri oggetti di persone che “cercavano un’altra sponda” (e non per villeggiatura,
come diceva Berlusconi a proposito dei confinati politici) nomi di persone dei loro paesi o magari di parenti e scoprire che siamo tutti clandestini.
ALLE ELEZIONI DI LOCRI È UN TRE CONTRO UNO
Nel centro destra candidature da pennacchio?
Per Pepè Lombardo handicap mediatico
GIULIO ROMEO
Il tre contro uno che si sta sviluppando a Locri inizia a infastidire più di
una persona. Raffaele Sainato, Giovanni Calabrese e Francesco Macrì
uniti nell’ opporsi al progetto di Pepè Lombardo. Stesse argomentazioni, stesse linee ideologiche e praticamente stesso partito o simili. E allora perché ognuno va per la sua strada e non c’è uno schieramento compatto per il centro destra? La risposta che circola nei corridoi è quanto
mai semplice e popolare: per il pennacchio. Francesco Macrì in questi
anni ha fatto il sindaco, prima era
alla dirigenza Afor, poi ha anche
tentato il salto alle regionali,
insomma presenza ingombrante in
un centro destra che aveva due
Calabrese e Sainato, pronti a scalpitare dietro. E in effetti Macrì un
poco di spazio lo avrebbe potuto
lasciare, ma si è sempre convinto
che una carica di “vice” e un assessorato avrebbero soddisfatto i rampolli locresi. Niente affatto, Calabrese e Sainato vogliono avere un
loro progetto, strano a dirsi ma nel
centro destra ognuno ha il suo progetto, è come come se Fedele e Nucera avessero obiettivi diversi nelle stessa coalizione del Pdl, non avrebbe
senso stare insieme, se non per il quieto vivere della poltroncina. Ma non
sarà certo così, Calabrese nel suo slogan dice proprio questo, “niente vecchie poltrone”, quindi fugato ogni dubbio. Certo rimane da chiedere
dove sono differenti i tre centrodestristi, vedremo dai programmi che
speriamo non saranno stucchevolmente incentrati sull’ ambiente, diamo
parola ai cittadini, per una Locri migliore, il turismo e meno tasse per
tutti. Ne bastava uno ce ne sono tre. Insomma Macrì non ha dato il giusto spazio e correttamente Sainato e Calabrese confrontandosi con l’elettore decidono di prenderselo. Intanto in casa Lombardo sembra che
le cose si stiano mettendo a posto, certo il leader della coalizione ha già
sussurrato a qualcuno “chi me l’ha
fatto fare”, però pare che alcune
distrazioni interne stiano rientrando. Molto ruota intorno alla candidatura di Mammoliti alla provincia,
l’ avvocato non ne è convinto, all’interno del centro sinistra c’è chi non
lo vorrebbe appoggiare, ma se c’è
compattezza per il sindaco ci
dovrebbe essere anche per l’esponente che correrà a Palazzo Foti. Per
quanto riguarda il programma si sa
che Lombardo lavora circondato da
un numero consistente di giovani,
non che gli altri candidati non lo stiano facendo, che starebbero dando
un contributo significativo alle strategie, ma la verità è che mediaticamente Lombardo non rende quanto i suoi concorrenti. Venerdì ci saranno i nomi ufficiali di tutti i candidati, liste complete e accordi definiti. C’è
chi giura in una grossa sorpresa. C’è solo da aspettare.
PRESENTATE UFFICIALMENTE LE “LISTE CARBONELLA”
Carbonella va in “Carrozza”
Sono state presentate ufficialmente questa
mattina le "Liste Carbonella", idea fuori dal
coro di Vincenzo Carrozza, medico originario di Locri ma residente a Torino, rimasto
ancora legato alla sua terra, tanto da provare la "mossa a sorpresa" con l'unico "chiaro"
scopo di dare una svegliata alla gente contro
l'attuale classe politica, inappropriata e vecchia. Le liste Carbonella, nascono infatti
come rifiuto e protesta contro l'attuale classe politica. Più che un programmma a fare
da bandiera il girdo di che non ci sta più.
Liste Carbonella che prendono il nome da
Antonio Ferreri, politico stile "Cetto la Qualunque", schietto, immediato e verace, onesto a differenza del personaggio di Albanese. Di sicuro non il solito politico; i suoi
comizi hanno fatto il giro di youtube, e
ovunque nella locride, antonio "Carbonella"
è sinonimo di schiettezza, anche forte e smisurata, ma sempre verace e passionale.
Proprio dalle consultazioni politiche del
comune di Siderno partirà il progetto che ha
del rivoluzionario. Antonio "Carbonella"
Ferreri, infatti correrà a sindaco, appoggiato
sia dalla lista che porta il suo nome che dal
suo storico partito "Fiamma Tricolore".
Vincenzo Carrozza conferma quanto sia
provocatoria la sua idea, "ma con un fondamento di verità. Sono cosciente del servizio
offerto da Ferreri alla sua terra, di come si
batte per la sua gente, e di come lo farebbe
ulteriormente se fosse insignito di una carica. Il nome Carbonella spesso suscità ilarità,
ma preferisco mille volte la cruda schiettezza del politico Ferreri, che l'immobilità politica che stiamo vivendo da anni, scelgo la
politica del cuore, la politica per la gente.
Viviamo in un territorio martoriato, dove la
disoccupazione sfiora il 70%, viviamo in un
territorio dove ancora i politici si nascondono dietro la maschera delle ideologie, che
nasconde la politica dei salotti, quella politica fatta di accordi a vantaggio esclusivo di
chi governa". Sono di estrazione socialista e
appoggio una politica a sfondo meridionalista, principi abbandonati nella locride, dove
ad esempio manca un benchè minimo tentativo di costruire qualcosa di comune e forte.
Perchè Siderno e Locri non accennano a un
minimo tentativo di coesione su temi come
energia, trasporti, rifiuti. Se devo assistere a
questo, non ho dubbi, “io voto Carbonella”.
Voto Carbonella se devo pensare a una classe politica che si divide la misera fetta di
torta, senza pensare a dove andranno, a cosa
faranno, i nostri giovani”.
E’ dello stesso avviso ovviamente Antonio
Ferreri, “Sono nato a Locri come politico,
appoggiando l’avvocato Murdaca, li mi sono
fatto conoscere e ben volere. Sono candidato sia alle comunali come sindaco, che alle
provinciali, appoggiati da giovani, sconosciuti ma con tanta voglia di fare, di essere
utili alla comunità.
Non vogliamo questa Calabria, vogliamo
progetti seri e attuabili, un lungomare unito
che possa essere la forza per risvegliare un
turismo assente, la valorizzazione della diga,
ormai abbandonata, perchè non pensare a
una “piantagione” di pannelli solari che
creino economia sul territorio. E’ venuto il
momento che la Calabria viva di gente onesta, è il momento di mettere la faccia e cercare di smuovere questo stato di abbandono
in cui viviamo”.
Carrozza e Carbonella, il sole e la luna, una
strana coppia accomunata da una speranza,
una locride finalmente vivibile e civile.
Giuseppe Ritorto
LO SPORTSWEAR DELL'ESERCITO ITALIANO ARRIVA
IN CALABRIA, AL CENTRO COMMERCIALE “LA GRU”!
La direzione del Centro Commerciale La Gru è lieta di annunciare la nuova apertura,avvenuta
sabato 9 aprile, del nuovo punto vendita “Esercito Italiano”. Il nuovo marchio entrerà a far parte
della grande famiglia de “La Gru” proprio nell'anno in cui si festeggia, il 150° anniversario dell'Unità d'Italia, circostanza che contribuisce ad arricchire di significato il felice incontro tra i due
marchi. “Esercito Italiano” è un brand giovane e per i giovani che mira, attraverso i più nuovi
strumenti di comunicazione, a promuovere l'immagine dell'”Esercito Italiano”. “In questo
momento di crisi economica globale- sottolinea Luciano Racco presidente del CdA-, il fatto che
importanti player del settore retail abbiano deciso di aderire al nostro progetto aprendo un nuovo
punto vendita all'interno de “La Gru”- rappresenta per noi un segnale importante di fiducia e di
riconoscimento da parte dei clienti che hanno individuato, non solo nelle caratteristiche del centro, ma anche nella nostra capacità di gestione e commercializzazione responsabile, validi punti
di forza”. All'evento d'inaugurazione del primo punto vendita in franchising nel territorio calabro
sono intervenuti Luciano Racco in rappresentanza del centro ed una rappresentanza della proprietà dell'”Officina della Moda”,concessionaria del marchio.
BUCHE O WI FI? LOCRI TRA PREISTORIA E FUTURO
Da quest’estate, il lungomare e i lidi del lungomare di Locri saranno coperti dal servizio Wi Fi. Tutti i
possessori di un pc portatile o di uno smartphone si potranno collegare liberamente ad Internet
comodamente seduti sotto il proprio ombrellone. Venti metri più sopra però, le strade sembrano ancora
mulattiere e la spazzatura viene smaltita a fatica. Adeguamento tecnologica o mossa preelettorale?
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DOMENICA 10
APRILE 2011
SIDERNO
GERACE
Si registra il fallimento del terzo polo
Sei personaggi in cerca di voti
ANTONIO TASSONE
Le prime belle giornate di primavera affollano
le principali via della città con molti dei candidati o aspiranti tali per le prossime consultazioni amministrative. Il clima inizia a diventare incandescente ed a meno di una settimana
dalla presentazione delle liste si registra il fallimento del terzo polo per quanto riguarda le
competizioni amministrative sidernesi. Si profila una lotta due tra i rappresentanti dei maggiori schieramenti politici. Mimmo Panetta
per il centro sinistra, appoggiato da tre liste,
Riccardo Ritorto per il centro destra con a
seguito cinque o sei liste (la riserva verrà sciolta all’ultimo minuto). Tra i due contendenti
potrebbero inserirsi le candidature di Gianni
Lanzafame, espressione di Siderno Libera,
del PRI con Marcello Attisano, delle Liste
Carbonella con candidato Antonio Ferreri e
dell’architetto Mimmo Futia sostenuto da una
lista civica. La mancata formazione del terzo
polo per le comunali di Siderno che alla provincia vede Fuda come candidato presidente,
rischia di far desistere molti aspiranti consiglieri comunali dal prendere parte alla sfida
elettorale. L’imbarazzo è tutto da ricondurre
nella oggettiva difficoltà per gli atteggiamenti
da tenere nelle due competizioni elettorali:
alla provincia, contro lo schieramento di centrodestra ed al comune invece da alleati del
Sono sei i candidati per le amministrative di maggio
centrodestra. Una delle vittime di questo
atteggiamento schizofrenico potrebbe essere
lo storico consigliere comunale Angelo Macrì
Gerasoli, uno dei promotori dell’opzione
“terzo polo”, che, stando così le cose, potrebbe farsi da parte e non contribuire a rafforzare progetti amministrativi che non lo convincono.
La cosa che risalta agli occhi, lo dicevamo già
la scorsa settimana, è la totale assenza di idee
di sviluppo amministrativo per affascinare i
tanti cittadini delusi dalla politica e che rischiano di lasciare immacolata la scheda elettorale.
Le uniche idee trapelate dai due schieramenti riguardano l’ambiente: Panetta parla della
raccolta differenziata porta a porta evitando
opportunamente, o forse perché ancora non
lo sa, di spiegare in che modo e con quali risorse intende attuarla. Ritorto vorrebbe creare gli
“ecopoint”, sportelli dove raccogliere i proventi della raccolta differenziata. Non è una
polemica la nostra ma ci sembra che sia ancora troppo poco per una cittadina che ha il diritto di sapere su che basi scegliere la propria
classe dirigente.
Cittadini, quelli di Siderno, che hanno imparato la lezione e ormai pretendono chiarezza e
progettualità dal governo cittadino senza se e
senza ma. Staremo a vedere.
MONASTERACE
Corsa a tre per la prima poltrona.
La Lanzetta in pole position
La maratona che si sta svolgendo a Monasterace giungerà al traguardo tra poche settimane, le elezioni comunali di maggio
sono, infatti, alle porte. Chi taglierà il
nastro? Fino ad ora si parla di una corsa a
tre tra il dott. Diego Origlia, l'attuale sindaco Maria Carmela Lanzetta e il dott. Cesare De Leo. La new entry sembra essere il
dott. Origlia, nuovo dal punto di vista politico, ma ben conosciuto come medico, sostenuto, pare, da Francesco Comito, sindaco di
Monasterace dal 1990 al 2000. La conferma
della ricandidatura della dott.ssa M. C. Lanzetta, sostenuta dal PD, è avvenuta, invece,
qualche settimana fà in una conferenza
stampa. Alcuni mesi addietro, il primo cittadino, ammettendo che ci siano state comunque critiche arrivate da ogni dove, si era
dimostrato contento e soddisfatto per l'operato dei suoi 5 anni di governo, ma
le sue dichiarazioni su una possibile ricandidatura erano state
allora, abbastanza nette: “Non
credo sarò io uno dei prossimi
candidati; potrei però dare sicuramente qualche consiglio al
nuovo sindaco, qualora si rivolgesse alla mia persona”. L'idea
che forse il programma iniziato dovesse avere una
reale continuità e la
consapevolezza che
nuovi amministratori
l'avrebbero potuto
bloccare, avrà portato
la dott. Lanzetta a
voler affrontare e
proseguire la sfida
già intrapresa. Il suo
programma politico
per le nuove elezioni si configura infatti, proprio nel segno
della
“continuità”,
puntando al risanamento del bilancio e a
maggiori impulsi verso tutti i rami della cultura. La candidatura che invece nessuno ci si
aspettava è quella di una “vecchia guardia”
di Monasterace, il dott. Cesare De Leo, già
sindaco del paese negli anni '80, che in una
lettera di pochi giorni fà, indirizzata ai cittadini, dichiara pubblicamente la sua scelta di
rimettersi in carreggiata, spiegando che il
vedere Monasterace “ridotto a uno sfasciume pendulo sul mare” è un motivo più che
valido per ricandidarsi. Il dott. De Leo termina la sua “opera epistolare” sottolineando di aver dato spiegazioni valide e informazioni utili a tutti i cittadini di Monasterace,
affermando “per me parlano i fatti, il ricco
elenco di opere realizzate, che avrebbero
meritato ben più attenzione e cura”. Non si
può certo dire che i piani di gioco si siano del
tutto conclusi, fino alla presentazione ufficiale delle liste i se e i ma saranno all'ordine del giorno. I cittadini non chiedono di certo la luna, ma pretendono, ed
è un loro diritto, di avere il meglio da
chi riceve quel piccolo segno con la
matita, che equivale ad una scelta, quindi al vero senso della parola “democrazia”. Basta giudizi, che si lasci spazio
solo alle critiche oculate ed
obiettive, fatte solo per il
bene della comunità, nell'idea che il sindaco che risulterà vincitore diverrà il sindaco di tutti e non solo di
quella parte di popolazione che lo ha eletto, proprio per dare una risposta concreta alla realizzazione della coesione
sociale, prescindendo
dai percorsi personali e
dalle scelte politiche di
ognuno.
Antonella Papaleo
VINCENZO BRANDOLINO
Pare che a Gerace non manchino le persone
pronte a occupare il posto dell'attuale sindaco
Salvatore Galluzzo, alle prossime elezioni amministrative del 15 e 16 maggio. Anzi, se le indiscrezioni che circolano da circa una settimana saranno confermate, ci dovrebbe essere un'abbondanza di candidati, precisamente sei. Si tratta di Giuseppe Cusato, Giuseppe Varacalli, Domenico
Femia, Angelo Gratteri,
Giuseppe Pezzimenti e
Antonio Marzano. Per
Gerace, che conta circa
2800 abitanti, si tratta di un
vero e proprio record,
tanto che il pericolo di un
“voto frammentato” già
tormenta il sonno degli
aspiranti capolista. Intanto, i conoscitori della realtà
geracese sono pronti a scommettere che l’inaspettata situazione agevolerà questo o quel candidato.
Giuseppe Cusato, ad esempio, avrà nella sua lista
(“Uniti per Gerace”) l’attuale consigliere di maggioranza Rudi Lizzi.
Salvatore Galluzzo, sindaco uscente, appoggerà
invece Angelo Gratteri (anch’egli già sindaco per
due mandati). Ma attenzione a due “vecchie
volpi” della politica, Varacalli (capogruppo di
minoranza) e Pezzimenti (già sindaco di Gerace),
che dopo essersi candidati alle elezioni regionali
del 2010 tentano di conquistare la via del comune. Antonio Marzano, invece, presidente della
Pro Loco e imprenditore, sta tentando di creare
una “lista di categoria”, nel senso che considera la
categoria dei lavoratori autonomi troppo trascurata. Ma in paese è stimato
pure Domenico Femia, funzionario dell'Eni-Snam, che
dopo aver osservato e commentato l'azione politica
degli altri, ha deciso di scendere in campo in prima persona. Insomma una situazione ancora non precisa, con
conferme e ancora qualche
incertezza. Si parla finanche
di possibili rinunce ma, comunque sia, mettersi
nei panni di un cittadino che deve scegliere tra sei
liste non è facile. A meno che i votanti non si comportino come gli spettatoti del dramma pirandelliano “Sei personaggi in cerca d'autore” che, nel
1921 al Teatro Valle di Roma, contestarono la
situazione scenica al grido: "Manicomio! Manicomio!".
la Riviera DOMENICA 10 APRILE 2011
16
RICEVIAMO E PUBBLICHIAMO [email protected]
RISPONDE
Il direttore
VALLE DEL BONAMICO
Il vero e falso
abbaglio
Società Cooperativa Valle del Bonamico
e con il suo Presidente onorario , mons
Giancarlo Bregantini, che, pur lontano,
continua a turbare i sogni e le veglie dei
giullari dell'antimafia a chiacchiere e a
parola. Entrare negli argomenti dell'inchiesta sarebbe come riconoscerne la
fondatezza. E da ciò ci asteniamo. Se la
Guardia di finanza si spostasse negli
ospedali, sarebbe un guadagno per tutti
e una perdita di tempo in meno.
DOPO L’UNITA’D’ITALIA
Che fine ha fatto la classe
dominante calabrese?
«Officina del Pensiero Pensante»
La filosofia di Giovanni
Gentile rinasce a Locri
Caro Direttore,
la «Officina del Pensiero Pensante» ideata dagli amministratori
comunali di Locri per il rilancio culturale della città richiama, forse
a loro insaputa, una delle più dibattute teorie filosofiche della prima
metà del Novecento, che va sotto il nome di attualismo, una germinazione del neoidealismo di Giovanni Gentile, sulla quale si fondò
la dottrina fascista.
Infatti, la gentiliana «Teoria generale dello spirito come atto puro»
(1916), che mutua ed espande la dottrina di Fichte e di Hegel, risolve ogni realtà nell’atto del pensiero, o nel «pensiero in atto» o «pensiero pensante».
Nessun critico birichino potrebbe pensare che usando questi termini speculativi gli amministratori locresi abbiamo voluto rimarcare,
per fare un dispetto all’avversario Calabrese, la loro devozione alla
filosofia attualista (e fascista) che in città ebbe illustri seguaci tra gli
ascendenti politici dello stesso Calabrese. Sarebbe del resto troppo
arduo attribuire una siffatta intenzionalità al sindaco Macrì, che
magari, secondo l’opinione dei soliti perfidi, non distingue la filosofia (Abbagnano) dal canottaggio (Abbagnale).
Quanto alla parola «officina», qui non si svela nessun arcano e non
si vuole alludere, ma essa appartiene anche alla semantica massonica. Devo confessare però, senza ironia, che l’intera denominazione
del valido e meritorio progetto culturale locrese, «Officina del Pensiero Pensante», m’intriga e mi diverte, se penso alla sua eco accidentale.
Francesco D. Caridi
D’accordo
LOQUI E SPROLOQUI
La memoria perduta
FILOMENA CATALDO
Quasi mai discutere equivale a risolvere i problemi. Ed è
quello che sta accadendo per “l'affaire Lampedusa”.
Nelle tante trasmissioni si arriva quasi a strapparsi le
vesti per proferire la parola giusta. Quella di destra o
quella di sinistra. O quella di centro. Comunque vada
pare sempre risolversi tutto in zuffe, baruffe e muffe. Si
materializza, dunque, la classica location all'italiana.
Grazie a Dio ( o chi per lui) l'Italia è paese credente e per incanto - la manna è scesa su Lampedusa a risolvere
tutti i problemi (quelli dei lampedusani). Per i poveri
tunisini nulla sembra andare per il verso giusto, tranne la
traiettoria degli scafisti che irrompe continuamente sulle
nostre coste. Quelle del Sud, intendiamoci. Ora nessuno
vorrà mai peccare palesemente dicendo che così non si
può andare avanti. Che l'Italia - o meglio il Sud dell'Italia - non può risolvere il problema accogliendo, riflettendo e zuffeggiando a destra e a manca. Eppure bisognerebbe avere il coraggio di dirlo. Siamo dinanzi ad un
fenomeno epocale, laddove per epocale voglia intendersi l'enorme estensione del medesimo non solo in termini
di persone coinvolte nel presente ma anche in termini di
memoria storica. La tragedia umana dei tunisini è pari a
quella dei somali, degli eritrei, persone che fuggono e
che pretendono ospitalità. Ma questa ospitalità - benché
si tratti di un'emergenza umanitaria - non può consistere
nello stipare sagome in campi d'accoglienza. Il rischio è
che si crei - di nuovo - il mondo al di qua del campo ed
al di là del campo. Quando, solo due anni fa, fu inaugurata la politica dei «respingimenti in mare» in seguito
alla stretta di mano fra Gheddafi e Silvio Berlusconi,
queste sagome erranti erano solo comparse mute sul
mare nostrum. Rispediti senza dubbio alcuno nel carnaio del mittente. E non ci si interrogava. Ora, invece,
sono sagome ingombranti e pensanti libertà su suolo italiano. E poco importa se questa libertà è promessa loro
dallo stesso uomo che strinse la mano al carnefice. Qualcosa è andato storto. Negli accordi, nelle prese di
coscienza, nelle valutazioni, negli intendimenti, negli
interessi. Ed ora? Solo Ugo Fantozzi risponderebbe in
modo opportuno.
Caro Direttore,
la Fabbrica del Fango, noncurante delle
condanne giudiziarie, anche risarcitorie,
subite, continua a prendere di mira il
nostro Presidente Onorario, mons. Bregantini, le sue opere di impegno sociale e
il nostro territorio (tanto meglio se si tira
in ballo il Comune di San Luca che nulla
ha a vedere con la questione).
La Guardia di Finanza, a seguito di un'
indagine, a nostro giudizio, effettuata “a
singhiozzo” e costellata di superficialità
ed errori, su cui ci riserviamo ogni azione
anche giudiziaria, e nonostante ogni
nostro atteggiamento collaborativo (dato
che abbiamo segnalato “l'abbaglio”,
prima a voce e poi a verbale per iscritto),
ha eccepito che una parte delle serre
“non manteneva il vincolo della destinazione d'uso” per la quale era stato destinato il finanziamento, avanzando richiesta alla Regione di revoca dello stesso
finanziamento.
Tutte le serre (situate a Platì e non a San
Luca) sono state costruite e collaudate,
fino all'ultimo centimetro quadrato! Le
serre che “non mantenevano la destinazione d'uso” erano quella piccola parte
che successivi eventi alluvionali avevano
distrutto completamente, con tanto di
testimonianza di stampa e televisione
(anzi invitiamo gli amici giornalisti a ripescare i relativi articoli e immagini per
riproporli!), costringendo ben 7 soci della
cooperativa a denunciare i danni al competente Ispettorato Provinciale nel
novembre 2009, richiedendone la riparazione (la procedura è attualmente in
corso e verificabile!). Ecco la sbandierata
frode!
Scambiare un evento alluvionale per una
frode è solo un “abbaglio”, in una terra in
cui i cittadini soffrono di tanti dolori e di
tante ferite?
Gettare fango su quello che di buono si è
fatto e si continua a fare nel territorio a
chi giova?
Noi, da molti anni impegnati nel sociale,
ci ribelliamo di fronte a questo falso e
sbandierato “scandalo”, utile solo a marchiare indistintamente in negativo la
nostra terra e il nostro lavoro, dopo tante
fatiche e percorsi positivi, e invitiamo tutti
coloro che hanno a cuore la lealtà delle
istituzioni e un futuro di cambiamento
per la nostra gente a rimanere solidali con
la nostra cooperativa e il suo impegno per
gli emarginati e i discriminati.
Valle del Bonamico
Soc. Cooperativa
Siamo e rimaniamo solidali
con la
Caro Direttore, scusi se insisto nel ripetere la domanda, Confidando nella Sua
gentile disponibilità, verrei conoscere il
Suo pensiero sulla classe dirigente e/o
intellettuale calabra e che fine ha
fatto. Con la riunificazione dello stato
italico per mezzo della casa Savoia (l'Italia era già costituita dai romani, sfasciata dai Longobardi, e ora, nuovamente dai lombardi), sappiamo tutti
come fu spogliata e depredata in tutti i
sensi. Grazie al Suo impegno e di pochi
altri studiosi che abbiano voluto rivedere la storia ufficiale, in primis il compianto Nicola Zitara, siamo riusciti a
sapere qualche verità in più sullo scempio, sugl'intrallazzi e malefatte dei "riunificatori". Ma, la classe dominante
calabrese e loro eredi - intendo i vari
latifondisti e detentori del potere a
qualsiasi titolo - che fine hanno fatto?
Spero di poter avere i Suoi lumi, se ritine, attraverso le colonne de La Riviera,
che io riesco a leggere su internet, dalle
nebbie padane dove mi sono catapultato per "campà".
Giuseppe Martelli
CRINÒ REPLICA
Serve unità e
partecipazione
Pagina dell’Economia del Corriere della
Sera di lunedì 4 Aprile 2011 : “ Secondo la
ricognizione fatta dal ministro per gli Affari
regionali, Raffaele Fitto, rispetto ad una
dotazione complessiva di 234 miliardi di
euro che l’Unione europea mette a disposizione per il 2007-2013 per promuovere lo
sviluppo delle Regioni ex Obiettivo 1 (Campania, Basilicata, Calabria, Puglia e Sicilia )
sono stati impegnati appena 3 miliardi, cioè
l’1,3%. Per non perdere queste risorse il
governo punta a convogliarle su poche
grandi infrastrutture. E’ chiaro che il governo si concentrerà su questo se, come dice lo
stesso Tremonti, per far aumentare di più il
Pil bisogna far crescere soprattutto il
Sud,ancora troppo indietro rispetto al resto
del Paese. Altro punto qualificante sarà la
richiesta alla Ue di una fiscalità di vantaggio
per lo stesso Mezzogiorno,in particolare
per il credito di imposta.”
Questo si legge nel documento del programma triennale di riforme strutturali per
tagliare la spesa pubblica e quindi il deficit e
il debito e le misure per spingere la crescita
dell’economia che verrà presentato entro
questo mese a Bruxelles. La nuova amministrazione regionale ha reso noto di aver
speso il 10% e impegnato il 30% delle
risorse comunitarie: è ancora poco, ma si è
partiti da un dato ancora più basso e,
comunque, occorre un’azione di vigilanza
sulla ricchezza (?) prodotta . Bisogna stare
addosso alla politica, non demonizzarla, far
funzionare i canali di comunicazione, “svegliare” le rappresentanze elettive, invocare
pure una opposizione efficace perché in
Calabria si facciano gli investimenti per le
infrastrutture, i servizi, la ricerca e l’innovazione.
“Anche a non volerlo dobbiamo partire dal
Mezzogiorno ..“, immaginiamo che Tremonti lo dica a denti stretti, in ogni caso il governo Berlusconi sta al governo Prodi come
Scopelliti sta a Loiero, nel senso che non
dobbiamo negare i passi in avanti. Se viene
lanciata la parola d’ordine “ribellione” c’e da
dire e da eccepire che non è in corso nessuna
“ repressione “ e che l’altro suo contrario , “
rassegnazione “ , non può far parte del
nostro modo di fare e di vedere. Ovviamente, i sindaci della Locride abbiamo opinioni
diverse su tanti temi di politica nazionale e
internazionale : la tragedia dell’immigrazione va affrontata con una strategia precisa, il
federalismo è una riforma che richiede capacità di contrattazione e autocritica degli enti
locali del sud, le politiche sociali debbono
essere difese, ma non nelle forme assistenziali. Chi è impegnato nel centro-destra non
può fare sciopero contro il suo governo e se
arriva a questa forma di contestazione frontale significa che ha un problema. Sul Mezzogiorno bisogna fare un’analisi obiettiva,
sulle cause delle aspettative economiche
disattese, sulle preoccupazioni per la criminalità, sulla politica che non riscuote fiducia,
sull’interesse del paese mirato finora ad
escluderlo, sulla incapacità di una iniziativa
collettiva. Nella Locride stiamo seguendo un
percorso lungo il quale non ci può che essere
unità e partecipazione, questo del confronto
con la giunta regionale : a giugno si tireranno
le somme di un anno di incontri, prese di
posizione, progetti, impegni che abbiamo
preparato e sviluppato insieme, ancora questa settimana con l’Assessore al Bilancio e
decideremo in maniera consequenziale.
Concordato così chiaramente non sono
ammesse disdette.
Pietro Crinò
Siccome noi non concordiamo con il ragionamento, esplicitato dal dott. Pietro Crinò, le
disdette ci sono state e andrebbero riconosciute. Ma da che mondo è mondo, mai un
politico ha riconosciuto di avere sbagliato,
sia pure in buona fede.
DA BOVALINO
Passo e chiudo
Egregio Direttore , non ho alcun interesse a trasformare in polemica una mia
osservazione riguardante solo un passaggio particolare ed importante , a mio giudizio , della vita amministrativa e precisamente la conoscenza di norme elementari
che impongono ad un assessore di allontanarsi dalla seduta di giunta quando si trattano argomenti che lo possono interessare
direttamente o indirettamente: Poiché
ritengo una eventuale continuazione non
solo incomprensibile al “ genere umano “,
come Lei sapientemente ha fatto notare,
ma addirittura controproducente in quanto darebbe visibilità ad un consigliere
prima ed assessore poi che non sa ancora
di esistere chiudo con il monito che Virgilio fece a Dante e che più di ogni altro mi
sembra connoti meglio il “ personaggio “
Rocca : “ Non ragionam di lor ma guarda e passa “.
Finalmente, una lettera breve e chiara. E di
ciò ringraziamo il dr. Domenico Vadalà.
Ponendo una domanda all'assessore
Rocca: ma c'era o non c'era quando si deliberò in favore della sua Associazione? Siccome c'è il libero arbitrio, Ferdinando
Rocca potrà replicare come vuole. E noi
altrettanto liberi di non pubblicare.
CARA MILANA
Tratto da
* [email protected]
L’ESTATE PROSSIMAVORREI ANDARE IN MESSICO, MENTRE LAMIARAGAZZA
PREFERISCE LATHAILANDIA. COME EVITARE UNACRISI?
La cosa fondamentale è che nessuno dei due abbia paura
di volare né desideri passare l’estate a guardare la televisione sul divano. Detto questo, come aiutare due viaggiatori a mettersi d’accordo sulla destinazione?
La cosa più semplice sarebbe andare quest’anno in Thailandia e l’anno prossimo in Messico o viceversa. Così non
avreste più motivo di litigare. Se nessuno dei due vuole
cedere sulla meta forse c’è un motivo nascosto: una sottile insoddisfazione di coppia, che vi spinge a litigare per
portare in superficie conflitti più complessi. Potreste
anche fare le vacanze separate, ma non è proprio uno scenario romantico.Per fortuna esiste un’altra possibilità: sce-
gliete una nuova destinazione, per esempio lo Sri Lanka.
Sarebbe la soluzione in stile Hegel, che ha costruito tutto
il suo sistema filosofico su tesi e antitesi dalle quali discende la sintesi. Mentre scrivo non faccio che domandarmi
cosa farei al posto vostro.
Il Messico mi fa venire in mente solo il narcotraffico, in
Thailandia c’è una prostituzione fiorente. Però ci sono
anche spiagge, templi, escursioni… ma quando da noi è
estate là non è forse la stagione delle piogge? Non conosco bene il paese, quindi non so qual è il momento migliore per andarci. Forse d’estate in Messico e d’inverno in
Thailandia. E vissero tutti felici e contenti.
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DOMENICA 10
APRILE 2011
la Riviera
Registrazione Tribunale di Locri (RC)
n. 1 del 19/06/1998
R.O.C. n°11602 del 02/11/98
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Attualità DOMENICO STRANIERI
Art Director PAOLA D’ORSA
Impaginazione EUGENIO FIMOGNARI
Note e schermaglie
Riuscirà la Locride a vivere
Lande in
Aspromonte una nuova stagione di proposta
e di iniziativa popolare?
RUGGERO CALVANO
Lande nel senso di Gianfranco, il
Madoff dei Parioli, quello che ha
truffato un migliaio di vip e un
po' di malavitosi. Vero, per la
legge ha commesso un reato, ma
in fin dei conti dov'è il danno?
Ha fregato i soldi a della gente
che ne aveva tanti, e altri ne ha,
mica ha scippato la pensione ai
vecchietti.
Facendo
leva
sull'ingordigia umana ha fatto il
buffo, come si dice a Roma, a un
po' di fraciconi, uomini di
mondo che si sono dimostrati
più fregnoni di pinocchio.
Gianfranco Lande era la volpe e
il gatto, tutto in uno, e le creature
di Collodi gli hanno dato i soldi
perché li piantasse sotto l'albero.
Lui, nato povero, i soldi se li è
spesi allegramente in ogni
genere di lusso. Visto ciò, mi
sembra sufficientemente cattivo
da meritarsi anche lui l'orrido
carcere dell'Aspromonte. Lo
metteremo a strigliare i
cammelli di Gheddafi, mi
sembra una punizione giusta e
poi ci libererà dalla puzza delle
bestie del rais. Lo tratteremo
malissimo, stia tranquilla Sabina
Guzzanti, piccola vittima
dell'orco dei Parioli che le aveva
promesso un misero ricavo del
venti per cento di interessi per
farsi consegnare i soldi.
Ringraziamo Dio che la nostra
fanciulla vive a nord di Napoli;
da noi avrebbe rischiato
un'accusa di usura, che solo i
cravattai pretendono quegli
interessi. Stiano tranquilli anche
gli amici della Piana che hanno
dato, se è vero, a Lande
quattordici milioni di euro: per
lo sgarbo fatto ai nostri paesani,
lo stangatore de noantri lo
metteremo in tenda con un
imprenditore milanese che passa
i week end da noi, ci viene per
stare in castità che le donne,
dicono, l'hanno messo in un
mare di guai. Il lombardo dopo
mezza giornata va in calore e
non guarda in faccia nessuno,
guai a dargli le spalle. Abbiamo
provato pena anche per i fratelli
Vanzina, quelli dei cine
panettoni, che con la fessaggine
degl'italiani ci hanno fatto i
miliardi. Lande sembrava il
Mandrake di Febbre da Cavallo,
e gli ha fatto una mandrakata
che ricorderanno per molto i
fratelli Manzotin. L'unico ad
averla presa bene sembra David
Riondino, il comico ha detto che
la lezione gli è servita a
riacquistare
un
normale
rapporto con il denaro. Bravo.
Forse sarebbe il caso di
sottoporre alla cura Lande un
bel po' di gente nella nostra
terra, e se la legge ce ne da il
permesso potremmo mandare il
terapeuta a certi indirizzi
calabresi in nostro possesso,
dove per certo c'è gente che ha
un rapporto insano con il
denaro.
ILARIO AMMENDOLIA
Riuscirà la Locride a vivere una nuova
stagione di proposta e di iniziativa popolare ?
I due momenti non possono essere separati ma debbono andare di pari passo
sostenendo un progetto Locride con l'iniziativa ed il sostegno maturo e consapevole delle associazioni territoriali, della
cultura, della gente comune.
La Locride deve ristampare la propria
carta di identità ribadendo che la nostra
non è terra di ndrangheta- anche se questa c'è e va debellata- ma terra di accoglienza, di solidarietà, di antica civiltà.
La scorsa settimana è stato il momento
della mobilitazione popolare culminata
nella manifestazione indetta dal Comune
di Caulonia, in questa settimana invece
s'è dimostrata la capacità di essere propositivi. Infatti martedì scorso una delegazione del Comitato direttivo dell'associazione sindaci dei Comuni della Locride
s'è incontrata con l' assessore regionale
Giacomo Mancini, - quale responsabile
della programmazione regionale- per
discutere del PSLI , così come si era deciso durante l'incontro congiunto con la
giunta regionale ed il presidente Scopelliti.
Alla riunione era presente l'ingegnere
Zinni responsabile regionale per quanto
riguarda i piani integrati. Non essendo
ancora disponibili i criteri del prossimo
bando, s'è deciso di aggiornare l'incontro
appena tali criteri saranno stati definiti
dalla Regione Calabria.
Invece venerdì la delegazione dei sindaci
s'è incontrata invece con l'assessore
all'ambiente, con l'ingegnere Bruno
Gualtieri, con i responsabili dell'ufficio
del Commissario per l'emergenza
ambientale.
S'è discusso dei problemi ambientali della
Locride nel suo insieme senza nessuno
riferimento a singole posizioni municipali
Quattro i problemi posti e discussi..
1) Depurazione delle acque;
2) Raccolta differenziata;
3) Pulizia della spiaggia da Monasterace
a Palizzi;
4) Pulizia del mare.
Sull'ultimo punto l'assessore regionale ha
assicurato la presenza d'un mezzo idoneo
presso il porto di Roccella, mentre per la
pulizia delle spiagge v'è l'intenzione dell'assessorato regionale di chiedere l'utilizzo anche dei consorzi di bonifica e dell'afor.
Riguardo alla depurazione sono state
evidenziate le criticità, soprattutto di
gestione, per quanto riguarda il depuratore di Siderno e la necessità di alcuni
lavori urgenti sulla zona di Bianco.
Particolare interesse è stato riservato al
collettamento dei centri interni che sono
privi di depuratore. La Regione ha assicurato la disponibilità dei fondi attraverso un accordo a tre, Comuni-RegioneCommissario per l'emergenza ambientale..
Accordo che sarà definito in una prossima assemblea dell'associazione dei
Comuni alla presenza dei rappresentanti
della Regione e di quelli del Commissario per l'emergenza ambientale.
Infine per quanto riguarda l'emergenza
rifiuti i sindaci hanno dovuto constatare
che permangono ancora tutti i motivi di
preoccupazione per una situazione di
assoluta precarietà. S'è ribadita da parte
dei sindaci la necessità che Reggio Calabria non conferisca alla discarica di Casignana, mentre s'è evidenziata la necessità
di andare con maggiore speditezza verso
la raccolta differenziata utilizzando per
intero gli impianti di Siderno , oggi non
utilizzati.
La situazione sarà discussa lunedì nella
riunione del Comitato direttivo e , quindi, in una prossima assemblea dei sindaci.
INTANTO,PAGA
GIUSEPPE GANGEMI
Tutti gli utenti (cittadini, condomini, negozi, fabbriche, scuole, enti ecc.) che
non sono serviti dagli impianti di depurazione non devono pagare la quota
per il servizio di depurazione compresa nella bolletta dell'acqua. Hanno diritto inoltre alla restituzione delle somme pagate durante gli ultimi dieci anni.
Sul sito internet del Movimento difesa del cittadino www.mdc.it si può scaricare il modulo per il rimborso (la copia da trasmettere al Comune deve essere corredata di marca da bollo). Il Ministero dell'Ambiente ha stabilito l'obbligo di informare gli utenti che hanno diritto alla restituzione.
L'associazione Codici www.codici.org ha chiesto alle Autorità d'ambito
(Aato) delle Province italiane gli elenchi degli utenti non serviti da impianti
di depurazione e gli atti relativi alla restituzione delle somme non dovute.
Alcune Autorità d'ambito, tra le quali quelle di Cosenza, di Catanzaro e di
Reggio Calabria, hanno risposto di non essere in possesso degli elenchi perché il servizio idrico è gestito dai Comuni che sono tenuti a fornire alle Aato
gli elenchi richiesti. Questo ritardo danneggia i consumatori, pertanto Codici
ha avviato un'azione collettiva risarcitoria diffidando le Aato in questione a
individuare gli importi con i relativi interessi che i gestori dovranno restituire
HANNO COLLABORATO
Gioacchino Criaco, Filippo Todaro, Anna
Laura Tringali, Mara Rechichi, Benjamin
Boson, Nik Spatari, Luca Marino, Maria
Giovanna Cogliandro, Angelo Letizia,
Marilene Bonavita, Francesca Rappoccio,
Mario Labate, Franco Crinò, , Ruggero Brizzi,
Marco Andronaco, Isabella Galimi,
Maria Teresa D’agostino, Giovanna Mangano.
CORSIVO 12
Troppa grazia,
anche per Répaci
La Presidente del Premio Viareggio, un
tempo illustre e ora non più, con
drammatica energia, ne ha denunciato la possibile chiusura per i contrasti
insorti con il sindaco della città lucchese. L'allarme è stato raccolto , con
l'urgenza voluta dai telegrammi, dal
governatore Scopelliti e dall'assessore
regionale alla cultura, prof. Mario
Caligiuri. I quali si son detti pronti ad
accogliere, con i dovuti ossequi finanziari, il premio Viareggio a Palmi, città
che ha dato i natali a Leonida Répaci,
fondatore e presidente fino alla morte
del detto Premio. Come a voler dimostrare, ancora una volta, che sono i
sudici a sostenere con i loro soldi i nordici: si tratti di industrie o di premi.
Noi abbiamo spirito di collaborazione.
Diamo, perciò, questo consiglio al Presidente e all'Assessore. Che onorino il
nono anniversario della morte di Giacomo Mancini, ripristinando il Premio
Sila, voluto dal Grande Meridionalista , e che al suo primo affacciarsi premiò alla memoria Guido Dorso, sotto
la guida superba di Leonida Répaci. E
potrebbero ancora ridare nuova vita
ad altri due grandi premi, illustrati
dalla cultura nazionale: Il Premio Crotone con presidente Giacomo Debenedetti e il Premio Villa San Giovanni,
nato dalla generosità dell'ing. Giovanni
Calì, con presdidente Enrico Falqui.
Mario Caligiuri sa chi erano costoro.
Palmi ha già il suo Premio, ed è intestato a Leonida Rèpaci. Due premi,
troppa grazia, san Giuseppe e san
Mario. Troppa grazia soprattutto per
Répaci che né il governo di centrosinistra né il governo di centrodestra
hanno mai ricordato. La sciagura è
tutta qui: i nostri governanti , per
togliersi dal sonno, hanno bisogno che
suonino a stormo le campane del
Nord.
ai richiedenti che ne hanno diritto. A Reggio Calabria, coloro che risiedono
in zone dove l'acqua non è potabile possono chiedere la restituzione del 50%
del canone a partire dal 2005. L'elenco delle zone della città non servite da
acqua potabile è disponibile presso la Federconsumatori di Reggio Calabria
(responsabile uff. legale avv. Antonio Ciarletta) la quale ci ha comunicato
che, in attesa della disponibilità da parte del Comune, l'unico modo per essere rimborsati è ricorrere al giudice di pace. Dal 2008 i Comuni e le aziende
dei servizi pubblici locali devono essere dotate e devono pubblicizzare una
“Carta della qualità dei servizi” che contiene gli standard di qualità e di quantità, le modalità di accesso alle informazioni, per fare reclamo, per accedere
alle procedure di conciliazione e a quelle giudiziarie e al ristoro parziale o
totale in caso di anomalie. Esiste l'obbligo di consultare le associazioni dei
consumatori e di verificare insieme a esse l'adeguatezza della qualità e della
quantità del servizio erogato. Gli enti e le aziende (private o pubbliche) che
erogano un servizio pubblico devono essere dotate di un sistema di monitoraggio permanente del rispetto dei parametri fissati nel contratto di servizio
e nelle Carte della qualità dei servizi. Il monitoraggio si svolge sotto la diretta responsabilità dell'ente locale o dell'Ato (Ambito territoriale ottimale), con
la partecipazione dei consumatori e aperto alle osservazioni e alle proposte
di ogni singolo cittadino. Ogni anno è prevista una verifica del funzionamento dei servizi tra ente locale, gestori dei servizi e associazioni dei consumatori che deve tenere conto dei reclami, delle proposte e delle osservazioni presentate dai cittadini. Non ci risulta che i Comuni calabresi e le aziende concessionarie abbiano pubblicizzato e inviato agli utenti le “Carte della qualità
dei servizi”. Il Comune di Reggio Calabria ha delle procedure complicate,
costose e vessatorie per la stipula dei contratti dell'acqua e per il subentro. Tali
procedure, contravvenendo gravemente alla legge, non prevedono l'autocer-
HANNO COLLABORATO
Francesco Laddarina, Ian Zimirri, Giuseppe
Patamia, Alessandra Bevilacqua,Bruno
Gemelli, Carmelo Carabetta, Valentina Elia,
Antonio Cormaci, Mario Labate, Antonio
Tassone, Giulio Romeo, Ilario Ammendolia,
Sara Caccamo, Giuseppe Fiorenza, Daniele
Mangiola.
Le COLLABORAZIONI non precedute dalla sottoscrizione di
preventivi accordi tra l’editore e gli autori sono da
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EDITORE - La Riviera S.r.l. Sede legale - Via dei Tigli, 27 - 89048 Siderno (RC)
ASSOCIATO- Unione Stampa Periodica Italiana, Croanache Italiane
PUNTO DI VISTA
di FABRIZIO SPINELLA
1943-1947:
CARTA CANTA
Sei senatori, intenzionati a uscire dall’anonimato o forse convinti in cuor loro che una democrazia debba tollerare il libero pensiero associativo quand’anche esso la negasse, hanno
proposto l’abrogazione della XII Disposizione transitoria e
finale della Costituzione che vieta «la riorganizzazione, sotto
qualsiasi forma, del disciolto partito fascista». Io penso invece che quei senatori avrebbero fatto meglio a porre fine alla
ipocrisia dell’articolo 1 che fonda sul lavoro la Repubblica
democratica.
A differenza degli elevati spiriti, non avrei comunque nulla da
eccepire sulle priorità legislative dei prefati. Si vorrebbe sapere d’altro canto quanto debba o possa durare la transitorietà
dell’appendice. Ogni cosa vivente è transeunte, ad eccezione
di una norma definita transitoria. Non sarà mica questa provvisorietà il vero elisir di eternità di tutte le realtà costituzionali italiane che si costituirono immarcescibili, immutabili, irrinunciabili, stabilmente a dispetto di ogni evoluzione, di ogni
reazione, di ogni generazione del corpo vivente?
Del resto, si vergognano i giuristi democratici di pensare alle
analogie dottrinali e alle similitudini della Carta del Lavoro
della RSI con l’incipit e alcune conseguenti norme della
Costituzione della Repubblica Italiana promulgata quattro
anni dopo da un Capo provvisorio (appunto) dello Stato:
«Base della Repubblica Sociale e suo oggetto primario sono il
lavoro manuale, tecnico, intellettuale in ogni sua manifestazione», tradotto dai Costituenti in «L’Italia è una Repubblica
democratica, fondata sul lavoro».
Si legge a seguire nella Costituzione del 1947: «L’iniziativa
economica privata è libera. Non può svolgersi in contrasto
con l’utilità sociale o in modo da recare danno alla sicurezza,
alla libertà, alla dignità umana. La legge determina i programmi e i controlli opportuni perché l’attività economica
pubblica e privata possa essere indirizzata e coordinata a fini
sociali». E ancora: «A fini di utilità generale la legge può
riservare originariamente o trasferire, mediante espropriazione e salvo indennizzo, allo Stato, ad enti pubblici o a comunità di lavoratori o di utenti determinate imprese o categorie
di imprese, che si riferiscano a servizi pubblici essenziali o a
fonti di energia o a situazioni di monopolio ed abbiano carattere di preminente interesse generale.»
E nella Carta di Verona del 1943 si anticipava questa dottrina
(social)democratica del 1947: «La proprietà privata, frutto
del lavoro e del risparmio individuale, integrazione della personalità umana, è garantita dallo Stato. Essa non deve però
diventare disintegratrice della personalità fisica e morale di
altri uomini, attraverso lo sfruttamento del loro lavoro.» E
ancora: «Nell’economia nazionale tutto ciò che, per dimensione o funzione, esce dall’interesse singolo per entrare nell’interesse collettivo, appartiene alla sfera d’azione che è propria dello Stato.»
Come si vede, il genio italico della dottrina è transeunte,
provvisorio, transitorio, ossia perenne…
tificazione e costringono l'utente a esibire atti notarili, concessioni edilizie, contratti di locazione, marche da bollo, spese di contratto ecc. Inoltre la Reges, che
svolge tali servizi per il Comune, pretende le ricevute dei pagamenti relativi
agli ultimi cinque anni in caso di richiesta di subentro nella titolarità di una fornitura. Si avverte la mancanza di un'Autorità indipendente che tuteli i consumatori, sanzioni gli abusi e le inadempienze degli Enti locali o delle aziende e
vigili sulla correttezza e sulla trasparenza delle tariffe. In teoria esistono le
Autorità di ambito locale e a livello nazionale il Coviri (Comitato di viglilanza
per l'uso delle risorse idriche), ma le Autorità di ambito sono condizionate dai
Sindaci che ne fanno parte, mentre il Coviri dipende dal ministro dell'Ambiente. La gestione privata dell'acqua, mirando al profitto, ha portato un aumento
dei prezzi ma non ha reso la gestione più efficiente. A fronte degli alti costi
pagati, i cittadini hanno scarse se non inesistenti informazioni sugli eventuali
investimenti infrastrutturali delle aziende e sulla manutenzione ordinaria e
straordinaria. Secondo il “Libro bianco sull'emergenza idrica in Italia” redatto
da Legambiente, la rete idrica nazionale è un colabrodo che perde il 42% dell'acqua immessa (Cosenza ha il primato negativo con il 70%). Questo accade
malgrado le Regioni abbiano a disposizione ingenti fondi strutturali dall'Unione Europea per migliorare i servizi idrici. La soluzione, tramite il prossimo
referendum, potrebbe essere il ritorno alla gestione pubblica con l'appalto
della depurazione a società private specializzate. La depurazione, essendo
complicata, si è rivelata il lato debole della gestione pubblica. Potrebbero essere istituite le cooperative di utenza, in cui gli stessi consumatori sono soci proprietari dei servizi che producono e distribuiscono. Questo consentirebbe ai
cittadini di essere coinvolti in prima persona nelle decisioni che li riguardano
e di esercitare poteri e responsabilità riguardo l'accesso, la qualità e la sicurezza del servizio idrico.
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PUBBLICITÀ
DOMENICA 10
APRILE 2011
CONTROMANO di FILIPPO TODARO
LE TRAGEDIE MODERNE
Due atroci fatti di cronaca hanno caratterizzato nella nostra regione la settimana appena trascorsa. Completamente diversi tra di loro e di diversa natura, sia per la modalità
con cui si sono svolti che per la personalità dei tristi protagonisti, possono essere inseriti nella categoria della cronaca più nera e inquietante, di quella che, una volta di più,
induce a pensare seriamente e a riflettere sul grado di efferatezza cui possa arrivare un
essere umano.
A San Lorenzo del Vallo, in provincia di Cosenza, un uomo è stato ucciso dopo che meno di due
mesi fa allo stesso avevano già trucidato la moglie e la figlia. Allora si era salvato per caso. Ora non
è sfuggito alla vendetta. La sua colpa?: era fratello dell’uomo che nello scorso gennaio, a Spezzano
Albanese, per dissidi su un parcheggio, aveva a sua volta ucciso a colpi di pistola un giovane di 22
anni, figlio di un latitante, presunto boss della ‘ndrangheta.
A Reggio Calabria un ragazzino di 17 anni ha ridotto in coma la fidanzatina tredicenne, pare per
motivi sentimentali, colpendola con un sasso, praticamente lapidandola, e poi coprendola con una
pietra più grande, una sorta di lastrone, magari cercando di simulare, secondo quanto scrivono le
cronache, una specie di frana che l’abbia colpita accidentalmente.
Le due vicende hanno in sé tutto il sapore amaro della tragedia. Ma non tanto nel senso e nel significato ormai acquisiti di generico e atroce fatto di sangue, o di un qualsiasi avvenimento dall’epilogo
tragicamente cruento (come potrebbe essere, ad esempio, anche un incidente d’auto o lo scoppio di
una bombola di gas che faccia crollare un intero palazzo), quanto invece nel senso più classico del
termine. Come veniva inteso nella cultura dell’antica Grecia di cui noi ci sentiamo giustamente eredi
e depositari.
A leggere i particolari dei due fatti, semplicemente agghiaccianti, non si può non andare con la
mente alle vicende narrate dai classici tragediografi greci e non pensare che, ora come allora, gli sciagurati protagonisti di simili eventi delittuosi siano preda di fantasmi atavici cui non possano disubbidire. Vittime a loro volta, che abbiano operato violenza o che l’abbiano subita, di istinti primordiali,
schiavi di preconcetti mai sotterrati, di tabù duri a morire, di un ancestrale senso della vendetta e dell’onore.
Allora gli antichi Greci pensavano di essere completamente succubi e in assoluta balia del Fato. Si
sentivano assoggettati ai capricci e agli intrighi, mai lineari e razionali, delle loro divinità che credevano immanenti e partecipi della quotidianità umana, e cercavano di spiegare così le bassezze e le
atrocità che la loro società produceva. Non possedevano altre chiavi di lettura.
Con ciò non si vuole assolutamente giustificare nessuno. Non c’è alcuna giustificazione a fatti ed
azioni simili. C’è solo da rimarcare che in parecchi strati della nostra società civile e moderna non si
riesca ancora a scrollarsi di dosso lo scellerato retaggio della irrazionalità più esasperata e di uno spirito vendicativo ad oltranza che non avrebbero alcun motivo di esistere.
Non c’è alcuna scusante. Neanche in nome di una onorabilità macchiata, di un deviato senso di
appartenenza, o di una atavica necessità di vendetta.
FUEGO
di FRANCO CRINÒ
POPOLO DELLA
LIBERTÀ, PARTITO
ANARCHICO IN
PERIFERIA
A Locri, il sindaco Macrì ha fatto e disfatto diverse giunte e si è candidato alla regione “sprezzante
di ogni pericolo “, vale a dire dei contraccolpi sulle
alleanze per l’appuntamento elettorale di adesso.
Calabrese con la sua candidatura vuole dire che
Macri è stato un sindaco sbagliato. Pensa di fare
tante cose, manifesti e riunioni non bastano a
spiegarle.
Sainato pensa che Calabrese non va visto in
maniera distinta dal sindaco uscente. Di sé, che la
scuola democristiana può farlo diventare sindaco,
l’assessore lo ha già fatto pure lui. Sono tre candidati di centrodestra, nessuno ha tentato di riappacificarli; ci ha provato appena Scopelliti, in trasferta nella zona per la sanità, ma Calabrese con
garbo e sicura stima di sé ha risposto che era scaduto il tempo.
Le urne diranno se questa divisione è stata un
lusso o mancanza di umiltà.
Da parte sua, Lombardo,che ha più anni e più
curriculum, non si è messo in gara solo per fare
buona figura. Era un passista di successo in gioventù, non ha cambiato stile di corsa .
A Siderno Panetta è partito prima.
Ritorto deve riparare i traumi del centrodestra.
Per lui la vittoria vale il doppio.
Il periodo di commissariamento ha dato il tempo
ai cittadini di interrogarsi a fondo sulla città,
non solo di guardare come si risistemano i
maggiorenti dei partiti e cosa cercano.
La lista di Lanzafame dovrebbe sottrarre
elettori a Panetta, le liste di contestazione
a tutti.
Un articolo firmato dalla Bova, che capeggia una lista ad Ardore, riassume come si
sono “ presi, lasciati e ripresi “ nelle ultime tre
legislature i capifila dell’altra lista, di Campisi.
Dalle parti del sindaco uscente, si classifica come
“nervosismo “ questo attacco a mezzo stampa.
Si conta anche sul fatto che il Pdl si è diviso. La
coincidenza delle elezioni provinciali ha condizionato sicuramente le alleanze delle compagini
amministrative.
Casi innocenti di voto di scambio.
Dove si sono messi gomito a gomito, quelli di
destra e quelli di sinistra, si concedono assoluzioni “Fare una fognatura non è di destra o di sinistra”. Fare una politica di integrazione o per i servizi sociali o per l’urbanistica invece di un’altra si,
è di destra o di sinistra, invitare in Municipio
meglio Bianca Berlinguer o Minzolini, per una
conferenza,pure.
Dividersi le stanze in Comune durante le campagne elettorali per l’Europa , la nazione , le regioni
e per ogni altra scadenza non rinforza la fiducia
tra consiglieri alle prese con le domande dei cittadini.
Meno male che ci sono cittadini che vogliono
occuparsi della cosa pubblica.
Però non servono se non riescono a cambiare le
cose, se per un interesse particolare perdono per
strada le idee per le quali si sono fatti eleggere.
Cercano di fare prsa quelli delle critiche bipartisan.
Non c’entra Maurizio Crozza che passa un minutino a sfottere Bersani e per andare contro Berlusconi non gli basta il tempo di scena.
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la Riviera DOMENICA 10 APRILE 2011
20
Face to Face (book)
Emanuele Sanci
questa è una domanda da 10 e
lode ! secondo me il processo
di sviluppo turistico e culturale della locride non è così
veloce come ci viene promesso
però non è detto che non ci
sia, l'importante è affidare le
redini del gioco a persone
COMPETENTI e secondo me
col tempo si vedranno i risultati... il primo saranno le elezioni Comunali da lì partirà
tutto e cmq dovrebbe essere
dovere anche di cittadini
esterni alla politica e alle varie
associazioni proporre idee per
il rinnovamento... ecco così
magari si vedranno i risultati...
Francesco Agostino
se mancano le strutture ricettive è impossibile migliorarsi e
quindi parlare di sviluppo territoriale è pura demagogia.
Resta il fatto comunque che
da cittadino di Marina di
Gioiosa posso pienamente
ritenermi soddisfatto per le
ultime stagioni estive, riguardante programma "intrattenimento", tra concerti, convegni,
Il Brizzolato
pur sempre una cattedrale nel
deserto se tutti gli altri amministartori non faranno altrettanto.
Estate alle porte. All'orizzonte i soliti convegni e le note
promesse di sviluppo. Ma, ciò nonostante, il turismo non
decolla, il vacanziero sta alla larga, e le nostre estati passano
tra sagre e concerti sempre uguali. Cosa ci manca? Cosa
andrebbe fatto per vivere un'estate diversa?
eventi culturali e sportivi, la
Città del Sorriso è ai vertici di
tutti i paesi della provincia e
questo è un dato di fatto.....
Mittiga Cinzia ...una classe
politica incontaminata con la
cultura del sociale piuttosto
che del personale. Uno svecchiamento di quelli che sono i
canoni dell'attuale classe dirigente: niente privilegi, niente
compensi stratosferici, assoluta trasparenza, niente sprechi
con soluzioni di facciata. Le
consultazioni elettorali sono
imminenti e come per magia
tutti diventano amici di tutti.
Già questo non Ë un buon inizio.
Avv Antonio Fragomeni
Cari amici, lo sviluppo non si
potrà realizzare con un conven-
di Ruggero Brizzi
Le Note
gno e neppure con un'amministrazione comunale, bisogna
ragionare in termini molto più
ampi. Solamente quando finiranno tutti questi comparaggi e
voteremo persone capaci, sia a
livello comunale, provinciale e
regionale, riusciremo a dare una
svolta al comprensorio. Il singolo amministratore locale potrà
rendere ordinata e funzionale
una singola città che rimarrà
Alessandro Archinà
Qual'è la prima parola che accostiamo all'estate? sicuramente il
mare! Parte proprio dal 'mare', e
da tutto ciò che sta intorno ad
esso (sole, clima, ecc.), lo sviluppo delle nostre zone! e
poi...secondo me non dovremmo utilizzare il termine 'solite
sagre': anzi anche e soprattutto
queste devono fungere da fulcro
per il rilancio della Locride!!!!!
Antonio Tallura
Io credo che non ci manchi
nulla per competere con le
località più in voga. Abbiamo
tutto ciò che possa servire,
non lo sappiamo offrire così
come non lo sappiamo valorizzare, certo una classe politica
fumosa non ha aiutato questo
ma anche il privato non ha
mai rischiato, direte per il solito problema che esiste, ma se
tanti rischiassero forse il male
sarebbe rimasto lontano, non
abbiamo saputo circoscrivere
il bene, difendelo.
di Mara Rechichi
L’importante è crederci Una vita da precario
Quello che cerchiamo è solo un pò di chiarezza.
Slegarci dal vestito che indossiamo senza pagare il
prezzo di un soldato pentito.
Forse è impossibile per colpa del tempo che non
c'è, dei soldi che non regala nessuno.
Del fatto che bisogna comunque mangiare.
Procedere piano.
Muoversi ascoltando diversamente.
Apprezzare chi fa finire i suoi sogni lontano pensandoli qui.
Snobbare un amministratore, dialogare coi sordomuti, rifiutarti di parlare, farti una birra coi rom
sconvolge l'equilibrio morale che ci rovina.
E fa benissimo.
Amo osservare gente accaldata al primo sole, con
una maglia “sdellabrata” bianca coi buchini sotto
le ascelle e sulla pancia mentre fa la fila per comprare un tonno in scatola in offerta, maledice confusa il Governo e lascia in moto il frastuono smarmittato dell'Ape Car parcheggiata fuori con un
cane sorridente nel cassone.
Ognuno ha il suo modo di vivere, c'è chi crede in
Dio, chi nella Tatangelo, chi in Paolo Conte. L'importante è credere, non credere di crederci.
Sono più importanti gli organizzatori che l'evento.
Sono più importanti i dirigenti che i progetti.
Sono più importanti i professori che le materie.
Sono più importanti i giocatori che la squadra.
Di cosa ci lamentiamo se diffidiamo di chiunque?
Di cosa ci lamentiamo se parliamo male della
società di cui noi stessi siamo individui che la compongono?
Io dormo e sogno così, ma da domani ricomincio
con una maglietta nuova di un gruppo vecchio che
non ha più niente da dire ma a cui sono legato, se
non per le loro opinioni almeno per la loro
maglietta.
Una vita da precario/ a recuperar contratti/ nato senza portafoglio/ lavorare è un quadrifoglio/ una vita da precario/ con
dei compiti precisi/ a coprire certe zone/ lavorare generosi/ lì/
sempre lì/ lì nel mezzo/ della tua piazza lì...
Chiedo scusa ai fan del Liga, ma... è di nuovo la festa di
San Precario, ve lo ricordate? Quello al cui fianco siedono
la Santa Maiassunta e il Beat'Isfruttoancoraunpò. Stavolta
organizza l'impresa specializzata in grandi eventi “Il nostro
tempo è adesso, la vita non aspetta!” Ma dai, so' ragazzi...si
dirà. Eh no! E' qui che ci si sbaglia: so' trentenni e quarantenni, so' adulti, so' padri e madri di famiglia, so' figli di
famiglia, e sò tutti mono o pluri-laureati. Sono stagisti,
impiegati, insegnanti, ricercatori, architetti, musicisti, collaboratori, giornalisti... Persone, uomini e donne, per la piazza. Numeri, per il datore di lavoro: pubblico o privato che
sia. Numeri da sottoporre a tutte le meraviglie della matematica: dalle quattro operazioni alle equazioni per costruire teoremi, che fanno stare in piedi Istituzioni, Aziende ed
Enti, al pari dei pilastri di un palazzo antisismico.
E se non ci fossero?
Ehi tu, dico a te. Tu che pubblicizzi i prodotti efficienti ed
efficaci della tua Azienda e riesci a venderli sempre di più;
e tu, che predichi per mesi quanto è stato culturalmente
elevato il tuo evento e quanto pubblico e che risonanza!; e
tu, che sei fiero della tua linea editoriale e che sprizzi orgoglio da tutti i pori quando vedi che il tuo giornale deve
alzare la tiratura o quando l'Auditel ti ha fornito dati
confortanti che ti confermano l'alta professionalità dei tuoi
collaboratori; e Tu, si, proprio Tu,che ancora riesci a garantire servizi essenziali, costituzionalmente previsti, ridotti al
minimo, al meno dell'indispensabile, contrastando direttive
superiori e norme che tu stesso hai pensato, scritto ed
approvato; voi tutti, ci avete mai pensato?
Se tutti quanti cominciassero, anzi cominciassimo, ad usare
la frase del film “Quinto potere” per urlare, senza alzare la
voce, ma attraverso il nostro comportamento “Sono incazzato nero e tutto questo non lo accetterò più!”; se lo facessimo già dalla prossima volta che qualcuno di voi ci volesse
ingaggiare, cosa accadrebbe? I vostri palazzi crollerebbero,
i vostri imperi mostrerebbero crepe; semplicemente per
effetto delle scosse provocate dal prossimo che verrà e
accetterà ciò che offrite, ma non porterà la professionalità
che voi cercate; che avevate lì con voi ma che non avete
saputo, gelosamente, custodire. Anche per voi, è il momento di pensarci adesso, la vita non aspetta!
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la Riviera DOMENICA 10 APRILE 2011
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la Riviera DOMENICA 10 APRILE 2011
Eccellenza
Serie A
23
Promozione
S P O RT
Ultimo atto, ancora da decidere chi, tra
Acri e Montalto toccherà il cielo con un
dito. Roccella speranza Play Off
E’ il campionato dell’incertezza.
Nonostante il derby Inter e Napoli
contendono ancora il tricolore al Milan
Il Siderno incontra oggi il Catona
che potrebbe ritrovare (in caso di
sconfitta oggi) nei play off
Piovaccari affonda la Reggina
Il gol dell’ex Treviso costa il sorpasso del Torino alla vigilia dello scontro diretto. Play Off a rischio
Le pagelle
Si salva solo
Puggioni
PUGGIONI (6,5) - Sul gol può
poco. Tiene la Reggina in partita
uscendo su Piovaccari dopo l'errore di
Cosenza
COLOMBO (5) - Nel primo tempo
sbaglia cross importanti e spreca una
ghiottissima palla gol. Nella ripresa
non si vede fino a 10' dalla fine, quando pennella traversoni importanti per
Alessio Viola e Acerbi. Troppo poco
ADEJO (5) - Lascia una voragine
sul centro destra in occasione del vantaggio. Poi, tanti errori. Dal 55' DE
ROSE (5.5) - Non riesce a duettare
con continuità sulla destra con Colombo.
COSENZA (5) - Il dribbling fallito
su Piovaccari, da ultimo uomo, è una
cosa che non si può vedere
ACERBI (5) - Piovaccari gli va via in
tutta tranquillità dopo 9', riuscendo
solo ad accompagnarlo senza contrastarlo
RIZZATO (6) - Poco coinvolto nel
primo tempo, di più nella ripresa. Alla
fine è l'unico a fare dei recuperi per
impedire il concretizzarsi dei contropiedi avversari
RIZZO (5) - Al rientro dopo due
partite si vede assai poco. Dal 76'
CASTIGLIA (6) - Si procura un rigore, che Candussio non vede.
VIOLA (5) - Troppo schiacciato, inizialmente fatica ad avviare la manovra
amaranto. Oggi, poca personalità.
Come tutta la squadra del resto.
CAMPAGNACCI (5,5) - S'impegna
tanto, ma è troppo fumoso. Ennesimo
gol sbagliato da due passi.
SARNO (5,5) - Prova ad accendere
la luce, ma poi si spegne anche lui. Peccato per il gol annullato. Dal 66'
VIOLA A. (5.5) - Spreca una buona
occasione su un cross di Colombo
BONAZZOLI (7) - Nocentini lo
controlla abbastanza bene. Lui lotta,
come sempre svaria su tutto il fronte
d'attacco. Pochissime le occasioni capitategli.
L’angolo
Ritorto
GIORNATA 35
EMPOLI - NOVARA
ALBINOLEFFE - TORINO
ASCOLI - SASSUOLO
CROTONE - FROSINONE
PADOVA - PORTOGRUARO
PIACENZA - PESCARA
REGGINA - CITTADELLA
SIENA - VICENZA
TRIESTINA - LIVORNO
VARESE - GROSSETO
MODENA - ATALANTA
La Reggina perde il confronto
interno con il Cittadella (primo successo nel 2011), ma anche il quinto
posto, vista la vittoria del Torino a Bergamo, contro l'Albinoleffe, che proietta i granata a quota 50, alla vigilia dello
scontro diretto all'“Olimpico” della
prossima settimana. Decide il gol di
Piovaccari al 9'. Al 35', Sarno insacca a
gioco fermo per un fuorigioco che non
c'è. Ma la Reggina, nella ripresa, ha un
possesso palla sterile, che non produce occasioni da gol.
LAMPO. Il Cittadella parte fortissimo, passando di fatto in vantaggio alla
prima occasione da rete. Dalla Bona
verticalizza per Nassi, che di testa anticipa Adejo e innesca Piovaccari. L'ex
Treviso, lasciato libero di affondare da
Acerbi, entra in area e batte Puggioni
con un diagonale mancino rasoterra. I
padroni di casa ci mettono un po'
prima di risvegliarsi, rischiando lo 0-2.
Rischio scongiurato dal liscio del solito Piovaccari all'11'. La prima vera
occasione della Reggina arriva al 31',
quando Bonazzoli viene chiuso da Villanova e Nocentini dopo un cross di
Colombo. Al 35' Sarno segna, ma a
gioco fermo per una segnalazione
errata dell'assistente Giallatini, che
alza la bandierina sicuro di aver visto il
fantasista in fuorigioco. La Reggina
continua a spingere e al 42' è Campagnacci a sprecare da ottima posizione.
Poco prima dell'intervallo, il sinistro di
Colombo, che però non sorprende
Villanova.
STERILITÀ. Nella ripresa, la Reggina gioca di fatto per tutti i 45' nella
metà campo avversaria, ma senza
costruire grosse occasioni da gol.
Fuori Adejo per De Rose, con la squadra che passa a un 4-3-3. Tanti calci
d'angolo, tante punizioni, ma pochissimi tiri. Al 56' la squadra dello Stretto
rischia addirittura il tracollo, con
Cosenza che tenta un dribbling, da
ultimo uomo, su Piovaccari. Che gli
ruba palla, ma non riesce a superare
Puggioni, in uscita. La Reggina si vede
al 65' con Bonazzoli, che alza sopra la
traversa di testa una punizione calciata da Sarno. A 10' dalla fine, doppio
cross di Colombo prima per Alessio
Viola poi per Acerbi. Le loro incornate, però, terminano sul fondo. All'85'
Castiglia viene trattenuto in piena
area, ma Candussio non batte ciglio.
All'89' altro gol annullato ad Acerbi,
improvvisatosi ariete, che ribadisce in
rete un colpo di testa finito sul palo di
Campagnacci. In questo caso, però, il
fuorigioco dell'ex attaccante del Giulianova è evidente. Nei 4' di recupero
non succede più niente. La Reggina
perde la sua seconda partita in casa in
questa stagione, dopo quella con l'Albinoleffe. Con il Torino, a sei dalla
fine, diventa fondamentale non perdere.
Simone Vazzana
[email protected]
Reggina, play off a rischio
nonostante una B modesta
La Reggina rischia i
Play Off. Dopo una stagione passata sempre
nella primissime posizioni, proprio il rush
finale potrebbe costare
carissimo alla squadra
di Atzori.
La Reggina non
merita i play off, la
squadra difetta in tutti i
reparti da inizio anno, e
l’alta classifica è stata
mantenuta solo grazie
alla pochezza delle
avversarie. Solo due
quelle degne di essere
chiamate squadre di
calcio, Atalanta e Siena,
guardacaso prima e
seconda e pronte al
ritorno in A. Il resto
lascia a desidere talmente tanto che a Varese e Novara basta l’entusiasmo post promozione per assicurarsi
terza e quarta piazza.
Poi il vuoto con ben
nove squadre in sei
punti, tutte possibili
qualificate per gli spareggi che varranno la A.
La Reggina ha sempre
messo il cuore, ma l’aridità dell’organico rimane un handicap serio,
un handicap che
potrebbe costare le ultime speranze di tornare
in A. Sogno non troppo
nascosto degli ultimi
nostalgici di una realtà
che non esiste più.
MARCATORI
0-0
1-2
0-0
4-1
3-1
0-2
0-1
2-0
0-0
3-1
17 RETI
CACIA (PIACENZA), PIOVACCARI
(CITTADELLA)
15 RETI
SUCCI (PADOVA), CORALLI
(EMPOLI), BIANCHI (TORINO),
BONAZZOLI (REGGINA)
14 RETI
ABBRUSCATO (VICENZA)
CLASSIFICA
SIENA
ATALANTA
NOVARA
VARESE
TORINO
REGGINA
PESCARA
VICENZA
LIVORNO
PADOVA
EMPOLI
69
67
59
58
50
49
48
48
46
45
45
MODENA
GROSSETO
CROTONE
SASSUOLO
PIACENZA
CITTADELLA
ALBINOLEFFE
ASCOLI
PORTOGRUARO
FROSINONE
TRIESTINA
45
44
43
41
41
40
39
37
37
33
31
Sala Stampa
Atzori, “E’ un peccato, ma da
ora pensiamo al Torino”
Il primo ad arrivare in sala
stampa è Puggioni, che lascia
ancora aperti i giochi per i
playoff: «Apprezziamo il sostegno dei tifosi, perché la Reggina
è vostra, non è dei calciatori che
sono di passaggio. Adesso andiamo a Torino, viene da tre vittorie, può anche fermarsi».
Queste invece le parole
di Foscarini: «Quello che avevamo preparato, era il grande
sacrificio degli esterni a livello
difensivo e cercare di ripartire.
Lo abbiamo fatto nella prima
parte, un pò nel secondo tempo
e poi abbiamo sofferto, ma è
normale. Però lo spirito di sacrificio per una squadra come la
nostra è importante. La rabbia
per i punti persi con il Varese, ci
ha dato la spinta»
Più
malinconico
Atzori:
«Abbiamo concesso lo 0-1, non è
mai facile riprendere le partite,
le occasioni le abbiamo avute e
alla fine è un risultato che premia loro. Il pareggio era comunque alla nostra portata ed era
una delusione. Oggi mancano
sette gare e ogni punto diventa
pesantissimo. Quella con il Torino e quella con il Cittadella,
hanno la stessa importanza.
Oggi comunque i ragazzi hanno
dato tutto. Da martedì prepareremo la gara con il Torino».
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Sport
Serie A
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Prandelli tifa Napoli? Galliani chiama la Figc
L'amministratore del Milan Adriano Galliani,
con una telefonata al presidente della Federcalcio Giancarlo Abete ha manifestato tutto il suo
"stupore" per le ultime dichiarazioni del commissario tecnico della Nazionale Cesare Pran-
delli, che ieri ha preso posizione sulla corsa allo
scudetto dicendo: "Tifo Napoli".
A quanto si apprende, leggendo queste dichiarazioni, Galliani è rimasto "dispiaciuto e sorpreso" dal fatto che il ct della Nazionale si sia sbi-
lanciato a favore di una squadra del massimo
campionato italiano. Da qui la decisione di
telefonare direttamente a Giancarlo Abete per
manifestare il proprio disappunto per la vicenda.
Il campionato dell’imprevedibilità
Da oggi al ventidue di maggio,
ultima giornata di campionato, ne
vedremo delle belle. Ne abbiamo
avuto prova nel turno precedente,
dove alcuni risultati più o meno
sorprendenti stanno avvalorando
l'imprevedibilità di questo torneo,
sia in testa che in coda.
In zona salvezza il Lecce, lanciatissimo dalla vittoria ottenuta
sull'Udinese è impegnato nello
scontro salvezza al Marassi contro
la formazione allenata da Cavasin.
Con un solo punto a distanziare le
due squadre, formazioni tipo per
entrambi i tecnici. De Canio quindi darà ancora spazio a Bertolacci,
in gol domenica scorsa, mentre il
tecnico blucerchiato spera di
ritrovare la vittoria grazie ai gol di
Big Mac e Pozzi.
L'altra squadra genovese, il
Genoa, apre il turno domenicale
all'ora di pranzo facendo visita
alla Juventus. I bianconeri, che
dopo tanto rivedono l'Europa
dopo il 2 a 0 rifilato alla Roma,
possono e devono continuare la
loro rincorsa. Della partita però
non farà parte Buffon alle prese,
ancora (?), con un fastidioso dolore alla schiena. L'inedita coppia
d'attacco per i bianconeri dovrebbe essere formata da Pepe e
Matri, visto che Del Piero ha lavorato a parte per l'intera settimana.
Problemi nel reparto avanzato
anche per il Grifone, vista l'assenza quasi certa di Palacio, tant'è
che Paloschi e Boselli si contendono una maglia per giocare accanto
a Floro Flores.
Il Catania, che domenica col
poker rifilato al Palermo ha contribuito all'esonero di Cosmi,
cerca ulteriori punti salvezza a
Bari.
La formazione pugliese, nonostante la vittoria di Parma ricopre
sempre l'ultima posizione, con il
quartultimo posto distante undici
punti. Nulla è ancora scritto, ma
una vittoria degli etnei sarebbe un
segnale forte nella lotta per non
retrocedere. La seconda forza del
campionato, il Napoli, gioca a
Bologna.
Senza lo squalificato Cavani,
Mazzarri avanza Lavezzi come
punta centrale e consegna una
maglia da titolare a Mascara. I
rossoblu, in una situazione di classifica abbastanza tranquilla, vorranno rifarsi dopo la brutta prestazione di Brescia che è sfociata
in una sconfitta. E proprio il Brescia sarà ospite del Cagliari.
I sardi hanno la mente ormai
sgombra dopo una salvezza raggiunta con largo anticipo, al contrario dei lombardi che devono
vincere e ancora vincere per non
ricadere dopo un solo anno nella
cadetteria. Un pareggio potrebbe
I rossoneri devono guardarsi dal Napoli che vuole
vincere a Bologna. Retrocessione, tutto in gioco
non bastare, visto che domenica
prossima incontra il Genoa a
Marassi e fra due settimane ha in
casa il Milan. La Lazio che aveva
sfiorato l'impresa al San Paolo,
ospita il Parma del neo allenatore
Colomba subentrato a Marino.
Ancora panchina per il profeta
Hernanes, in evidente calo di
forma.
Nei gialloblu, fuori Morrone
per squalifica, il suo posto sarà
preso da Galloppa. E a proposito
di allenatori che subentrano,
Delio Rossi risiede nuovamente in
panchina dopo esser stato richiamato da Zamparini. Il suo Palermo, contestato in settimana per la
sconfitta del derby, ha l'occasione
contro il Cesena di risalire la classifica e puntare all'Europa League.
Il tecnico rosanero non potrà
contare sull'apporto di Pastore e
MARCATORI
GIORNATA 32
INTER - CHIEVO
UDINESE - ROMA
JUVENTUS - GENOA
BARI - CATANIA
BOLOGNA - NAPOLI
CAGLIARI - BRESCIA
LAZIO - PARMA
PALERMO - CESENA
SAMPDORIA - LECCE
FIORENTINA - MILAN
2-0
25 RETI
DI NATALE (UDINESE), CAVANI (NAPOLI)
19 RETI
ETO ‘O (INTER), DI VAIO (BOLOGNA)
17 RETI
MATRI (JUVENTUS)
14 RETI
IBRAHIMOVIC (MILAN)
13 RETI
PATO (MILAN)
CLASSIFICA
MILAN
INTER*
NAPOLI
UDINESE
LAZIO
ROMA
JUVENTUS
PALERMO
FIORENTINA
CAGLIARI
65
63
62
56
54
50
48
43
42
42
BOLOGNA
GENOA
CHIEVO
CATANIA
SAMPDORIA
PARMA
LECCE
CESENA
BRESCIA
BARI
40
39
36
35
32
32
31
30
29
20
Anno Sociale 2010/2011
Centro Sportivo
Siderno
Palestra & Piscina
L’ anticipo
Leonardo,
prima suda, poi
esulta
Inter
Chievo
Migliaccio, fermati dal giudice
sportivo. Nel Cesena, Rosina
potrebbe accomodarsi inizialmente in panchina, con Malonga e
Jimenez in attacco, per il resto
non dovrebbero esserci sorprese
nell'undici iniziale.
Il posticipo di questa trentaduesima giornata di campionato
andrà di scena all'Artemio Franchi di Firenze dove i padroni di
casa se la vedranno contro la
capolista Milan. Nei rossoneri
rientra Ibrahimovic dopo la doppia squalifica, costringendo, probabilmente Robinho all'iniziale
panchina. La Fiorentina sostituisce Mutu, fermato per un turno
con Vargas spostato in attacco e il
conseguente inserimento di Marchionni in linea di mediana. Senza
voler fare gli indovini, ma sono
previsti altri scossoni in classifica.
Massimo Petrungar
2
0
I l Rompipallone
Moratti crede ancora nella
Champions: "Se riesco a
cedere Leo allo Shalke
entro mercoledì mattina ce
la possiamo fare”
Il gran caldo di S. Siro
condiziona da subito una partita
che stenta a decollare. Per i primi
15 minuti, difatti, non succede
praticamente nulla.
Una partita soporifera, come si
suol dire, con i padroni di casa
che non si affannano più di tanto
per rendere vivo il match.
Leonardo cambia Pazzini con
Milito e l'argentino crea il caos
giusto che porta al gol di
Cambiasso. Azione impostata da
Lucio, cross di Maicon e piattone
dell’argentino che, anche grazie
ad una leggera deviazione di un
difensore, spiazza Andreolli.
Il Chievo tenta di reagire ma
Uribe in area di rigore interista
non idovina l’angolo giusto.
L'Inter allora si difende, entra
Thiago Motta al posto di Eto'o
ma è Pellissier a mancare il gol
dal dischetto del rigore. Al 40',
però, Maicon sigla il raddoppio
regalando un poco di serenità a
Leonardo che, anche a causa
delle temperature estive di
queste giorni, ha sicuramente
sudato parecchio.
Body Building
Cardiofitness
Rieducaz.Funzionale
Step-Gag
Aerobica
Corpo Libero
Spinning
Scuola Nuoto Bambini
Scuola Nuoto Adulti (anche per i non galleggianti)
Corsi per Assistenti bagnanti
Gym
Hydrobike
Rieducazione Funzionale in acqua
Attività Agonistica
Squadra Nuoto Master
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28
Sport
CND
la Riviera DOMENICA 10 APRILE 2011
Campionato riaperto.
Sambiase è quasi play off
La Forza e Coraggio avvicina l’Ebolitana. A -3 campionato riaperto
Costa caro all’Ebolitana il
turno di riposo di domenica
scorsa; la sua unica antagonista, la beneventana Forza
e Coraggio vincendo in trasferta a Modica si porta a
meno tre e di fatto riapre il
campionato.
Saranno quindi decisive le
ultime quattro giornate al
fine di stabilire quale delle
due sarà la formazione che
l’anno prossimo prenderà
parte al campionato di
Seconda Divisione Nazionale. Le calabresi in lotta per i
play off abbandonano il plurale, visto che Hinterreggio e
Valle Grecanica predendo
hanno praticamente abdica-
Eccellenza
to. Il Sambiase, invece, che
ha battuto nel derby proprio
i reggini invece si ritaglia una
grossa possibilità di accesso
agli spareggi salvezza. In
ottica salvezza passo in avanti della Rossanese, ora a -1
dall’accesso ai play out. Evitare la retrocessione diretta
sarebbe già un miracolo.
CLASSIFICA
GIORNATA 35
NOLA - ACIREALE
MESSINA - CASERTANA
SAMBIASE - INTERPIANA
SAPRI - EBOLITANA
V. GRECANICA - MAZARA
NOTO - MODICA
TURRIS - NISSA
MARSALA - REAL NOCERA
F. & CORAGGIO - ROSSANESE
RIPOSA: HINTERREGGIO
28
EBOLITANA
FORZA E CORAGGIO
CASERTANA
SAMBIASE
TURRIS
NISSA
VALLE GRECANICA
HINTERREGGIO
SAPRI
MESSINA
77
74
64
55
53
52
49
48
44
44
NOTO
INTERPIANA
REAL NOCERA
ACIREALE
MODICA
MARSALA
ROSSANESE
MAZARA
ATLETICO NOLA
42
40
38
36
32
31
30
27
9
Eccellenza, tutto da decidere
Giornata cruciale l’ultima. Acri e Montalto si giocano il Cnd. Tanti gli scontri in ottica Play Off e Play Out
La penultima giornata che
ha sancito le retrocessioni al
torneo di Promozione di
Real Sersale e Cutro. Il
Cutro si trova a tredici lunghezze dal Castrovillari,
quintultimo. Da regolamento
se tra la dodicesima e la quindicesima ci sono minimo
dieci punti lo spareggio retrocessione non si disputa. Sicuro anche il quattordicesimo
posto dell'Isolab Bocale.
Cutro e Real Sersale sono
rispettivamente a sei e sette
punti, mentre la Bovalinese
ha cinque punti in più. Così
la squadra dei fratelli
Cogliandro dovrà conoscere
dopo la giornata odierna l'antagonista che andrà ad incontrare nei play out in condizine di svantaggio con prima
gara in casa, e in caso di
parità di punti e di goal dopo
il doppio confronto a retrocedere sarebbe la squadra di
mister Giovinazzo.
Una fra Bovalinese e
Castrovillari. I rosso neri del
Pollino hanno due punti di
vantaggio nei confronti della
formazione del presidente
Ferrigno.
Di conseguenza i ragazzi di
Panarello non hanno alternative alla vittoria giocando a
Soverato, i bianco rossi di
Galati
matematicamente
hanno conquistato il quarto
posto, ma devono sperare in
una sconfitta dei rivali a
Gioia Tauro.
Il Castrovillari con un
punto al Polivalente avrebbe
la quasi certezza della permanenza in Eccellenza, la
Bovalinese dovrebbe sbancare il Baldassare Sinopoli con
un roboante 7 a 0, e nel caso
il Castrovillari pareggiasse
con goal, il compito sarebbe
ancora più arduo. Le due
squadre infatti sono a parità
di punti e di goal dopo i due
scontri diretti in campionato,
ma la squadra del presidente
Di Diego può vantare una
migliore differenza reti generale.
Nella parte alta della graduatoria tutto ancora da
decidere.
Il primo posto se lo giocano Acri e C. Montalto.
La squadra (Acri) di
Andreoli può vantare due
punti in più sui rivali e vincendo contro il Roccella
corona il sogno della serie D
senza aspettare il responso di
Montalto-Rende. Potrebbe
anche pareggiare, ma il C.
Montalto non dovrà vincere
e addirittura i rosso neri
potrebbero anche perdere,
sempre che Varrà e soci non
vincano. Spareggio solo in un
caso. Divisione della posta in
palio fra Roccella e Acri, e
vittoria del C. Montalto. Flebile possibilità del salto diretto dei Petrucci boys che
dovranno vincere l'incontro
con i bianco rossi di Paschetta e augurarsi la vittoria del
Roccella.
Il terzo posto molto probabilmente sarà dello Scalea,
ha un punto in più del Soverato. Infatti non dovrebbe
avere nessuna difficoltà ad
ottenere il massimo a Cutro.
Il Soverato sicuro quanto
meno del quarto posto. Infatti se venisse raggiunto dall'Isola Capo Rizzuto o dal Roccella, o addirittura da
entrambe, entrerebbe in
ballo la classifica avulsa fra le
tre formazioni, che dice che il
Soverato è in vantaggio con
tutte e di conseguenza la
quarta piazza è sua. Isola e
Roccella spareggerebbero
per decidere chi occuperà il
quinto gradino.
Da conoscere solo la quarta squadra che occuperà il
quinto posto che consentirà
di spareggiare per la promozione. Tre la formazioni che
possono ambire a tale evenienza, Roccela, Isola Capo
CLASSIFICA
GIORNATA 30
ACRI - ROCCELLA
MONTALTO - RENDE
CUTRO - SCALEA
GUARDAVALLE - ISOLA C.R.
BOCALE - SERSALE
N.GIOIESE - CASTROVILLARI
R. SERSALE - PALMESE
SOVERATO - BOVALINESE
Rizzuto e Sersale, con le
prime due appaiate e avanti
di due lunghezze. Il compito
più facile è per il Sersale che
andrà ad incontrare una
demotivata Isolab Bocale già
con la testa ai play out, e le
motivazioni degli ospiti
potrebbero avere il sopravvento. Ne consegue che sia
Isola che Roccella dovranno
gioco forza rispondere con
una vittoria, ma non sarà
facile, specie per gli amaranto di Figliomeni che avranno
il compito più difficile, far
visita all'Acri. Meno impegnativa la trasferta dell'Isola
Capo Rizzuto che viaggerà
alla volta di Guardavalle,
anche se i giallo rossi di Riitano vorranno chiudere una
stagione tutto sommato positiva con una buona prestazione. Nel caso il trio dovesse
terminare a pari punti, a spareggiare sarebbero Isola e
Sersale, nella classifica avulsa
il Roccella è ultimo. Poi se
Roccella e Isola dovessero
terminare da sole appaiate in
graduatoria, vittoria per
entrambe, sconfitta per tutte
e due col Sersale non vincente, a spareggiare sarebbero
gli uomini di Caligiuri e quelli di Figliomeni. Comunque
poi come al solito sarà il rettangolo di gioco il vero giudice, e stasera intorno alle
18,00 si saprà se fra tre giorni
(mercoledì) qualcuno spareggerà, in vista dell'inizio dei
play off. Primo turno, andata
1 maggio, ritorno, 4 maggio.
Secondo turno, andata 8
maggio, ritorno 15 maggio.
Mentre per i play out un solo
turno, con l'andata in calendario domenica 1 maggio, il
ritorno una settimana dopo
(8 maggio) ovviamente a
campi invertiti, con l'Isolab
Bocale che viaggerà alla volta
di un'altra provincia ? Chissà...
Gibal
ACRI
MONTALTO
SCALEA
SOVERATO
ISOLA C.R.
ROCCELLA
SERSALE
RENDE
62
60
48
47
44
44
42
39
N.GIOIESE
PALMESE
GUARDAVALLE
CASTROVILLARI
BOVALINESE
BOCALE
CUTRO
REAL SERSALE
39
36
35
32
30
25
19
18
la Riviera DOMENICA 10 APRILE 2011
Promozione
29
Siderno, due volte il Catona?
Incredibile lo scenario che si potrebbe delineare nei play off, con i reggini del Catona che
potrebbero soffiare il posto alla Taurianovese e sfidare i biancazzurri. Se vincono oggi a Siderno...
Qual’è la la squadra più battibile per il Siderno nei Play Off?
Si saranno fatti, di sicuro, questa
domanda i dirigenti e la squadra
biancazzurra.
E bene si, potrebbero essere
proprio loro gli artefici del proprio destino, visto che oggi
incontrano un Catona che ha
già acceso la freccia del sorpasso
sulla Taurianovese.
Con il Gioiosa di Cosimo Silvano che molto probabilmente si
confermerà al quarto posto,
visto l’incontro casalingo contro
una più che tranquilla Nuova
Rizziconese, restano due le ipotesi praticabili per il quinto
posto, quello dell’antagonista
del Siderno nei play off, Taurianovese o proprio Catona.
I giallorossi della piana hanno
tenuto sempre la parte alta della
classifica, giocandosi un campionato sempre tra la terza e la
quarta posizione. Ora il Marina
di Gioiosa ha effettuato il sorpasso lasciando i pianigiani
quinti, e che oggi dovranno
sudare per confermarsi in zona
play off, visto che si giocheranno
una partita all’ultimo sangue
contro la Cittanovese che rincorre la salvezza.
Il Catona che oggi arriva a
Siderno, in caso di vittoria
potrebbe realizzare il miracolo
sorpasso che varrebbe i play off,
ancora contro il Siderno che,
come abbiamo detto, incontreranno domani .
Ovvio che non sarà fa cile fare
punti al Raciti, visto che i biancazzurri sono, senza alcun dubbio, la seconda squadra più forte
MARINA DI GIOIOSA
Il 17 potrebbe portare
bene al Marina di
Gioiosa
In caso di risultato utile si potrebbe allungare a 17 la
striscia senza sconfitte. I Play Off contro il Reggio Sud?
Oggi il Marina di Gioiosa potrebbe
toccare quota diciassette, un numero che non piace, considerato sfortunato, ovviamente fanno gli scongiuri i calciatori giallo rossi. Infatti
la squadra di mister Silvano con
l'affermazione piena di sette giorni
fa ottenuta nel penultimo turno del
torneo al comunale di Via Cusmano di Locri, purtroppo gli amaranto di Sainato con una giornata di
anticipo retrocedono in Prima
categoria, hanno conseguito il sedicesimo risultato utile consecutivo
(tre pareggi e tredici vittorie).
Tre punti che hanno consentito
anche di mettere quasi una serie
ipoteca alla partecipazione ai play
off. Comunque delle tre, le altre
(Taurianovese e Catona), che si giocano i rimanenti due posti, il compito sulla carta più agevole è proprio del Marina di Gioiosa che al
“G. Lombardo” ospiterà la N. Rizziconese che non deve chiedere più
niente alla sua dignitosa stagione. I
posti disponibili sono due, questo
perché uno è del Siderno che matematicamente concluderà in seconda posizione, dietro al già promosso (meritatamente) Brancaleone,
l'altro è del Reggio Sud.
La Taurianovese, le due antagoniste sono appaiate al quarto posto,
due punti più giù il Catona, sarà
impegnata a Cittanova al cospetto
dei padroni di casa alla ricerca di
punti utili a conquistare almeno
una posizione di privilegio nella griglia play out. Comunque se Frascà
e compagni riusciranno a fare proprio l'incontro avranno la certezza
del quarto posto, evitando almeno
nella gara di semifinale il derby col
Siderno. Nel caso dovessero concludere la regular season a pari
punti con i giallo rossi della piana,
avrebbero sempre la meglio sugli
uomini di mister Papalia per la
migliore differenza reti generale,
questo perché i due scontri diretti si
sono conclusi con una vittoria a
testa e sempre con lo stesso punteggio.
Un vero miracolo a cui hanno contribuito, ovviamente i calciatori, la
dirigenza, la tifoseria, ma soprattutto mister Silvano ed il suo staff tecnico, che in silenzio e tanta competenza ha lavorato con passione, non
abbattendosi nei momenti critici.
E giocare la tanta agognata appendice del campionato è il giusto epilogo ad un torneo iniziato male e
concluso alla grande. Nessuno e
dico nessuno, avrebbe scommesso
un centesimo sulla salvezza, addirittura si giocherà per tentare la
scalata al torneo superiore dalla
porta secondaria (play off).
Comunque vada sarà una stagione
da incorniciare.
CLASSIFICA
BRANCALEONE
SIDERNO
REGGIO SUD
M. DI GIOIOSA
TAURIANOVESE
CATONA
DAVOLI
N. RIZZICONESE
64
59
50
46
46
44
35
35
MAMERTRESELICESE
MONTEPAONE
GALLICESE
BAGNARESE
SAN LUCA
CITTANOVESE
AFRICO
LOCRI
GIORNATA 30
34
34
31
30
29
28
25
21
AFRICO - BRAN CALEONE
BAGNARESE - DAVOLI
CITTANOVESE - TAURIANOVESE
GALLICESE - LOCRI
M. DI GIOIOSA - RIZZICONESE
MONTEPAONE - MAMER
SAN LUCA - REGGIOSUD
SIDERNO - CATONA
del girone, ma le motivazioni
sono di sicuro diverse, e i reggini
scenderanno in campo con l’obiettivo di potersi giocare gli
spareggi salvezza.
Di sicuro la Taurianovese deve
giocare alla morte per difendere
quel posto che, per quanto visto
quest’anno, gli spetterebbe.
Al Siderno chiederanno la
grinta della grande squadra, Fiorenza e i suoi uomini, siamo
sicuri, non difettaranno in impegno.
Giuseppe Ritorto
Play Off e Play neColin BrancaleoEccellenza
e il Locri in
Out si decide prima categoria
ancora
tutto domani restano
da decidere tutte
gli scontri Play
Off e Play Out. Per quanto riguarda
la parte alta della classifica Siderno e
Reggio Sud aspettano di conoscere i
proprio avversari con Marina di
Gioiosa, Taurianovese e Catona in
lotta per due posti. Chi rimarrà
fuori? La gara più difficile è quella
che i giallorossi della piana dovranno
giocare contro una Cittanovese che
spera ancora nella salvezza diretta, o
quantomeno di scalare qualche posizione per giocarsi gli spareggi in condizione favorevole.
In coda, oltre ai Cittanovesi, la
Gallicese, che battendo il Locri in
casa si salverebbe direttamente
lasciando nei Play Out, oltre la Cittanovese anche Africo, San Luca e
Bagnarese. Possibile addirittura un
derby serratissimo tra le due squadre
della locride che sperano, a ragione,
di evitarsi a vicenda.
Lr
30
Sport
CALCIO, VERSACE ALL’UTA ARAD
Bartolomeo Versace classe 1986, centrocampista, cresciuto nelle fila
della Reggina, girovagando per i campionati di serie D, è riuscito a
coronare il sogno della vita, grazie al suo Manager Domenico Mafrica.
Firmato infatti il passaggio ai rumeni dell’Uta Arad
DOMENICA 10
APRILE 2011
Prima Categoria
PRIMA CATEGORIA D
Gioiosa-Bianco,
continua la sfida
NICODEMO BARILLARO
Si è clamorosamente riaperto
il campionato di Prima categoria. Il Gioiosa Jonica di mister
Rocco Logozzo dopo gli ultimi
due pareggi
in altrettanti
campi difficili quelli di San
Roberto e Gioia Tauro, vede il
distacco dalla diretta inseguitrice Bianco ridursi a solo un
punto. Dal canto suo il Bianco
di Sandro Stivala continua a
credere al possibile sorpasso
in classifica.
Oggi la compagine del presidente Mario Carone sarà di
scena sul terreno difficile di
Delianova contro la Nuova
Deliese terreno dove la capolista Gioiosa Jonica ha conosciuto l'unica sconfitta di questo campionato.
Certamente dalle super sfide
di oggi Gioiosa Jonica Motta
San Giovanni e Nuova Deliese Bianco si capirà dopo il
novantesimo chi delle due
squadre avrà compiuto l'allungo in classifica che potrebbe
essere quello decisivo per la
vittoria finale del campionato.
Sulla Carta più favorevole
l'impegno dei biancorossi
Gioiosani al cospetto del proprio pubblico contro i Reggini,
mentre per il Bianco l'impegno è di quelli più severi in
terra pianigiana. Il Motta San
Giovanni si trova a ridosso
della zona play off, infatti il
Polistena quarto in classifica si
trova a solo un punto di
distanza.
Tutti disponibili oggi
per
mister Rocco Logozzo, assente il solo difensore Lucà colpito da squalifica e l'attaccante
Ficara fermo da ormai più di
un mese. Oggi pomeriggio i
tifosi del Gioiosa Jonica si
augurano che i propri beniamini
disputino una grande
partita ottenendo i tre punti
e anche per far capire al Bianco che il Gioiosa non mollerà
facilmente il primo posto in
classifica, visto che è da inizio
campionato che la squadra
biancorossa si trova alla guida
del girone grazie ad un grande
torneo giocato ad alti livelli
esibendo un gioco spettacolare da meritarsi i complimenti
da tutti.
A tre giornata dalla fine della
stagione regolare il Caulonia
di Scigliano ottiene la matematica salvezza grazie ad un
finale di torneo in crescendo
grazie soprattutto alla premiata ditta del goal Roccisano
Scuteri pronti ad incantare a
suon di reti oggi pomeriggio
anche il comunale di Mammola.
Oggi i ragazzi del presidente
Napolitano cercheranno il colpaccio a Mammola per incrementare ulteriormente la
buona posizione in classifica.
In queste ultime tre giornate
aperto anche il discorso griglia
play off con Mammola, Antonimina e Polistena favoriti,
ma occhio alle altre squadra
Nuova Deliese, Lazzaro e
Motta San Giovanni. Fino
alla fine di questo avvincente
campionato di prima categoria
tutto può ancora accadere.
CONCORSO N 17
Regolamento
- Le schedine possono essere
convalidate GRATUITAMENTE,
a fronte di un acquisto minimo solo
presso il bar tabaccheria Rescigno
di Gioiosa Jonica
- Le giocate devono pervenire
entro le ore 12.00 del sabato che
precede le gare
- In Caso di più 14 e 14 +1 il
premio verrà estratto tra chi ne ha
diritto (i pronosticatori non estratti
avranno diritto a caffè per una settimana)
I premi
14+1:
Cellulare Nokia C3
14 pronostici:
Buono da E 60,00 spendibile
presso Pneumatici Rescigno
13 pronostici:
Cappuccino + Cornetto per
una settimana
12 pronostici:
2 Aperitivi (Crodino)
11 pronostici:
1 Aperitivo (Crodino)
Da 6 a 10 pronostici:
1 Caffè
Gare del 17 Aprile
1) LIVORNO - CROTONE
2) CASERTANA - V. GRECANICA
3) REAL NOCERA - SAMBIASE
4) ROSSANESE - NOTO
5) INTERPIANA - HINTERREGGIO
6) MONASTERACE - NICOTERA
7) S. CRISTINA - SAN ROBERTO
8) POLISTENA - MAMMOLA
9) MOTTA - ACCIARELLO
10) FALCHI M. - SANGIORGESE
11) LAZZARO - REAL
12) CAULONIA - N. DELIESE
13) BIANCO - BENESTARNATILESE
14) ANTONIMINA - GIOIOSA J.
14 + 1) TORINO - REGGINA(RIS.ESATTO)
Viale delle Rimembranze, 160
Gioiosa Jonica (Rc)
Convalid
1)
2)
3)
4)
5)
6)
7)
8)
9)
10)
11)
12)
13)
14)
14 + 1)
a
CLASSIFICA
GIOIOSA J.
BIANCO
MAMMOLA
ANTONIMINA
POLISTENA
N. DELIESE
MOTTA S.G.
LAZZARO
58
57
45
45
44
44
43
42
GIORNATA 28
38
CAULONIA
BENESTARNATILESE 37
36
SANGIORGESE
29
REAL
28
SAN ROBERTO
23
S. CRISTINA
18
ACCIARELLO
FALCHI MAROPATI 11
ACCIARELLO - REAL
BENESTARNAT - S. CRISTINA
LAZZARO - FALCHI M.
GIOIOSA J. - MOTTA
MAMMOLA - CAULONIA
N.DELIESE - BIANCO
SANGIORGESE - POLISTENA
SAN ROBERTO - ANTONIMINA
Scuole Calcio
A Gioiosa la
prima giornata
del portiere
Nasce da un accrdo tra
Scuola Calcio Gioiosa
Jonica e Aiac, l’ associazione
degli
Allenatori di
Calcio,
la prima
giornata del
portiere.
Un giorno dedicato completamente al ruolo forse più
importante nel
gioco del calcio,
quello dell’estremo difensore.
D o m e n i c o
R e s c i g n o ,
responsabile della
scuola calcio gioiosana, e ex portiere,
si è avvalso della collaborazione di Firmo
Micheli,
presidente
regionale Aiac hanno
indetto questo stage per
migliorare le condizioni di
allenamento dei portieri,
partendo già dalle scuole
calcio.
Ospite un numero uno di
livello nazionale nell’allenamento dei portieri che
farà conoscere a tutti i presenti le nuove metodologie
di allenamento.
Invitati tutti gli allentori
delle scuole calcio, e i loro
piccoli portieri che gratuitamente potranno partecipare
e apprendere le nuove tecniche. Ancora da stabilire il
giorno che sarà reso noto
dallo staff della scuola calcio
nei prossimi giorni.
GiuRit
31
ILBOVALINO CALCIO A5 FINALMENTE TROVACASA
Finalmente le richieste della società bovalinese hanno trovato accoglimento. Da parte degli organi competenti è
ufficialmente arrivata la concessione straordinaria che permetterà al BOVALINO CALCIO A 5 di disputare
presso la struttura adiacente il Liceo Scientifico “F. La Cava” le partite ufficiali per le competizioni alle quali
partecipa, nonché il permesso di svolgere gli allenamenti settimanali di preparazione ai match
31
DOMENICA 10
APRILE 2011
Sport Vari
[email protected]
Pesca sportiva
Marcello Nicchi, inaugura
la nuova sede Aia di Locri
Non solo dell'inagurazione della nuova
sede, ma soprattutto del ruolo dell'arbitro
in questo particolare momento storico, si è
discusso all'incontro supportato dall'Associazione Scannapieco e dall'Amministrazione di Locri.
Dopo il saluto del Vescovo si sono alternati il Sindaco di Locri, Francesco
Macrì,l'Assessore Maria Teresa Larosa,
Roberto Rispoli, Presidente della sezione
Locri, Marcello Nicchi, Presidente nazionale Arbitri, il vicesindaco Lucia Pelle, il
Presidente Nazionale AIA ,Filippo Capelluto, Antonio Cosentino e Saverio Mirarchi.
A condurre il prof. Ugo Mollica. In rappresentanza dei sindaci della locride, Salvatore Galluzzo, Sindaco di Gerace.
Come puntualizzato dal Presidente Rispoli, è fondamentale rivalutare la figura dell'arbitro, il suo ruolo, specie in un settore
che è in crisi a livello nazionale. Fortuna-
tamente nella locride sempre maggiori
sono le figure giovanili, desiderose di ricoprire il ruolo dell'arbitro,una figura onesta
come scelta di vita.
Un ruolo che deve essere rivalutato, poichè, -commenta Galluzzo- “gli arbitri svolgono un lavoro difficile, di confronto tutte
le volte- la sede di Locri ha un alto compito: raccogliere fiducia”. E conferma Tucci
“si deve crescere con l'unico comune
denominatore che è la convinzione che si
devono rispettare le regole:questa è la
vera rivoluzione culturale”.
Fondamentale il supporto delle istituzioni,
la possibilità di partecipare a progetti .
L'augurio è che presto si possa vedere un
nuovo mondo del calcio, dove l'arbitro ha
il diritto di poter sbagliare senza che nessuno possa pensare che ci sia sotto qualcosa di preordinato, che sia considerato per
quello che è: onesto e corretto.
Marilene Bonavita
Sport Fishing; Seconda
tappa a Massimo Panetta
Una piacevole giornata ha accompagnato la seconda gara del campionato Sport Fishing, che si è tenuta domenica 3 Aprile in Siderno
nel tratto di spiaggia antistante l'Hotel Stella del Ionio.
I partecipanti si sono incontrati alle ore 06.00 nel piazzale dell'hotel, a
cui va un ringraziamento particolare per la gentile ospitalità, e dopo
aver effettuato i saluti di rito si sono diretti presso i box, sorteggiati il
giorno prima nella sede dell'associazione.
Alle ore 07.10 i giudici di gara hanno dato il via alla gara che si è protratta per tre ore e mezza ed ognuno dei concorrenti si è impegnato
dimostrando il meglio di sé cercando di accaparrarsi una posizione
vantaggiosa per il torneo e quindi di classificarsi tra i primi 10 posti per
poter così acquisire punteggio ai fini della classifica generale.
Non sono mancati i momenti emozionanti che hanno caratterizzato
la competizione sportiva e naturalmente anche gli “sfidini” personali
lanciati ad inizio gara sono stati mantenuti ed hanno dimostrato
senz'altro la propria spiritosa e colorata originalità.
Tra l'altro gli sfottò iniziali ed i continui “BUONA PESCA” sono stati
all'ordine del giorno, ma è così che tutti i soci intendono partecipare
alle gare dello Sport Fishing e dimostrano di farlo accompagnati da
grande entusiasmo, aggregazione, passione e sportività.
Alla fine della competizione tutti concorrenti si sono recati al box
pesatura prede e ad aggiudicarsi la prima posizione è stato Massimo
Panetta '89, seguito dal fratello Cosimo Panetta al secondo posto,
mentre al terzo gradino è salito Adriano Cusato; subito dopo si è stilata la classifica generale, comprendente le due gare fin qui disputate,
che è la seguente:
1) PANETTA COSIMO
24 PUNTI
2) PANETTA MASSIMO '89
15 PUNTI
3) PELLEGRINO SALVATORE
15 PUNTI
4) PASQUALINO TONINO
14 PUNTI
5) CUSATO ADRIANO
9 PUNTI
L'evento, che ha visto la partecipazione di concorrenti di qualsiasi età,
ha riscosso un enorme successo, infatti a contendersi il primo posto di
questa seconda giornata del torneo sono stati in trenta ed al fischio d'inizio tutti si sono cimentati ad utilizzare tecniche diverse l'una dall'altra per riuscire a battere i propri avversari.
La manifestazione si è dimostrata come un momento di aggregazione, di spirito di gruppo, di socializzazione e nello stesso tempo è stata
ricca di agonismo e sportività proveniente da tutti i partecipanti che si
sono divertiti ed hanno impiegato il massimo dell'impegno per riuscire a vincere.
Si comunica che il prossimo appuntamento riservato a tutti i tesserati è previsto per domenica 8 Maggio in notturna a Siderno; anche chi
non dovesse essere in possesso della tessera è sempre in tempo di
farlo per poter gareggiare, quindi chiunque volesse partecipare è pregato di rivolgersi ai sede dell'Associazione sita in Siderno in Via Papa
Giovanni XXIII° n° 4.
32
la Riviera DOMENICA 10APRILE 2011
Jonica spettacoli
domenica 24 aprile il
primo evento: il vip Party
P
arte del Centro Commerciale “LA GRU” , il
24 aprile 2011, alle ore 23:30 , la prima edizione del "VIP PARTY" , la spettacolare manifestazione capace di offire una vetrina importante a nuovi talenti che attendono solo di essere “scoperti”. Sul palco , insieme a personaggi noti del mondo
della televisione e della musica, ci sarà Lele Mora, il
talent scout dei vip, oltre che patron della “LM Managements”, che parteciperà con la Jonica Spettacoli all’evento inaugurale lanciato dalla società calabrese.che
inaugura la propria agenzia in prossimità dell'evento da
lei organizzato . La presenza di questo guru dello spettacolo , dotato di indiscusso carisma , arricchirà lo stage
e lo trasformerà in "opportunità di successo". Tra i vip
presenti alla serata-evento , la vincitrice de “la pupa e il
secchione” Francesca Cipriani ex concorrente del GF ,
il tronista di uomini e donne Cristian Gallella , il vincitore del GF 2010 Mauro Marin e la velina Francesca
Muggeri . I vip presenti alla serata metteranno a disposizione dei ragazzi presenti in sala tutta la loro esperienza , maturata in anni di palcoscenico . Alcuni aspiranti
artisti potranno sfruttare questa grande occasione , raggiungendo i loro beniamini sul palco e dando prova di
ciò che sanno fare . “Il VIP PARTY” non è un concorso
che prevede un vincitore , ma un seminario di avvicinamento al mondo dello spettacolo , una sorta di
“palestra” , dove a contare maggiormente
saranno le capacità creative e artistiche
dei partecipanti. L'organizzazione
non promette l'entrata diretta al
"VIP PARTY" ,
mondo dello spettacolo, ma si
impegna a far sì che la serata sia
la spettacolare
un momento di aggregazione ,
manifestazione capace di
intrattenimento e conoscenza
per gli appassionati di tv, musica
offire una vetrina importante
e cinema . La serata sarà seguita
a nuovi talenti che
da radiosidernolacometa che è
anche la radio ufficiale dell'evenattendono solo di essere
to . Al centro commerciale la gru
saranno presenti 2 bellissime cubi“scoperti”.
ste che si esibiranno in balletti e
arricchiranno sempre di più la serata .
Tutti possono partecipare al “VIP
PARTY”, senza limiti d'età, purchè maggiorenni e residenti in Italia. Insomma alla Gru sarà spettacolo vero.
A PASQUA LA GRU
FA IL PIENO DI VIP
32
I Cartoni animati del Plesso Casanova scuola primaria di Siderno
Noi alunni del plesso Casanova quest’anno abbiamo partecipato al progetto extracurricolare “ANIMANDO
MANIA”. Abbiamo inventato una storia realizzando, con varie tecniche, diversi ambienti nei quali far vivere i
tanti personaggi.Con l’aiuto del professore Angelo Riccobene, esperto in cartoni animati, abbiamo costruito
un plastico utilizzando del materiale riciclato e animato i vari personaggi.
33
DOMENICA 10
APRILE 2010
Società
Pianeta Scuola
Un progetto diverso
Protagonisti gli alunni delle terze, della Scuola elementare “Pascoli” di Siderno
FILIPPO TODARO
UN GRAN FINALE
che sarà mai?... Un progetto
come tanti. Uno dei tanti che
si pensano e si attuano nella
scuola
di
oggi,
quotidianamente.
Una attività extracurriculare, come si
dice di solito, con un termine brutto e
un po’ inquietante.
Ma questo crediamo non sia stato
come gli altri. Nessuno ce ne voglia. Ci
è sembrato diverso. Soprattutto così
evidentemente formativo e istruttivo,
forse come pochi tra i tanti, da non
lasciare alcun dubbio. E lo diciamo
senza retorica o frasi di circostanza,
ma solo perché questo abbiamo intra-
E
Miti e leggende, un invito
alla lettura: Un libro per
amico è stato presentato
questa settimana
alla libreria
Mondadori di Siderno
visto e letto nella espressione entusiasta e felice dei bambini che vi hanno
partecipato. Seduti sul pavimento,
ordinati e sereni, i genitori a far loro
da corona e le insegnanti davanti,
emozionate come non mai, appassionate ed entusiaste, come sempre in
ogni loro attività. E soddisfatte.
Stiamo parlando di “Miti e leggende”,
un invito alla lettura, “Un libro per
amico”, che si è concluso nei giorni
scorsi a Siderno, presso la libreria
Mondadori, protagonisti gli alunni
delle terze della Scuola elementare
“Pascoli” di Siderno.
Un tuffo nel nostro passato per raggiungere due obiettivi fondamentali:
la scoperta delle storie, vere o fantasiose, e l’esercitazione alla lettura e
alla riflessione “… per condurre i piccoli lettori sui sentieri antichi della
nostra civiltà, dove ritrovare l’essenza
vera della nostra terra”, come scrive
Anna Maria Malafarina nella introduzione del libro realizzato e consegnato
a ciuscun alunno.
Soddisfatto il dirigente, prof. Pino
Callipari che ha avuto parole di elogio
meritato per le insegnanti Antonietta
Ursino, Vincenza Mittica, Marvy
Vigliarolo, Maria Giuditta Lombardo, realizzatrici del progetto, e per il
cantastorie Nino Racco.
Come Virgilio comanda...
La Giovanni Pascoli c’è, nonostante un sistema scolastico
nazionale che invece di sostegni piazza zavorre. La scuola
elementare al centro del Corso Garibaldi di Siderno è una
frontiera. Tradizione e innovazione, per questo
plesso dal profumo antico che annovera tra le sue
fila guide come Virgilio comanda.
“Un libro per amico… volta la pagina e scopri …
MITI E LEGGENDE” , accolto a primo acchito
dalla direzione didattica statale 2° circolo di
Siderno, ha vissuto un gran finale alla Libreria
Mondadori, partner di lusso. Genitori e appassionati hanno toccato con mano il lavoro svolto da
chi diverrà, se si continua di questo passo, una nuova classe
dirigente preparata e competente.
Per adesso siamo felici di registrare che, nel contenitore più
importante, c’è qualcuno che quando guarda, vede.(em)
34
Società
MODAE ACCONCIATURE: LE NOVITA’SFILANO ALNOIR DI LOCRI
Sfileranno giovedì 21 Aprile al Noir di Locri le ultime novità moda e acconciature in vista
dell’estate 2011 ormai alle porte. Ad organizzare la kermesse Adriana Bonavita e il suo Bonavita
Fashion, situato in c.so Vittorio Emanuele, e Stefania Macrì titolare del salone Elisir di Via
Matteotti. Sulla passerella lo stile dei migliori marchi come Twin Set, Hoss Intropia, Miss Money
Money, Kaos e le ultime tendenze in tema di acconciature riproposte dagli hair stylist di Elisir
DOMENICA 10
APRILE 2010
Attualità
ECCELLENZE DI CALABRIA
La comunità
MAMMOLA A PUNTO
evangelica di Locri
ha una nuova sede D’INCONTRO
Metti una sera a Mammola si parla di eccelDopo 18 anni, la comunità evangelica di
Locri - via Tevere - cambia sede.
Sabato 26 marzo sono stati inaugurati i
nuovi locali della Chiesa Cristiana Evangelica Apostolica siti in via Roma 180,
dietro il Tribunale Penale (ex aule Istituto d'Arte).
Almeno 150 cittadini della Locride
erano presenti all'evento oltre ai visitatori provenienti da tutta la provincia di
Reggio Calabria, da Crotone, da Messina e il Presidente della Chiesa Apostolica in Italia, Pastore Elia Landi accompagnato dalla moglie, provenienti da Grosseto.
Hanno risposto all'invito del responsabile della comunità Antonio Mangiola
anche il Sindaco Macrì e l'Assessore
Raschellà che con la loro presenza
hanno evidenziato l'importanza della
comunità evangelica come realtà appartenente a tutta la cittadinanza locrese. La
Chiesa Evangelica è stata negli anni, e
continuerà ad esserlo nella sua nuova
sede, un centro di ascolto e sostegno per
le famiglie e i giovani, un punto di riferimento per la distribuzione di alimenti a
favore dei cittadini meno abbienti.
E continuerà anche la sua missione di
centro culturale: a tal proposito, tra le
attività culturali svolte (che come tutte le
attività proposte sono state sempre aperte al pubblico e gratuite), ricordiamo la
Mini-Rassegna di cartoni educativi per
bambini del 2010 e le già tre edizioni passate della Rassegna Cinematografica
“Visioni” (di cui l'ultima svolta nell'auditorium comunale) con proiezione di film
provenienti da circuiti alternativi a quelli
normalmente promossi dalle sale cinematografiche.
Una piccola biblioteca di teologia aperta
al pubblico con in cantiere un ambizioso
progetto di espansione.
Con gli strumenti che gli sono propri, la
realtà evangelica di Locri vuole contribuire a portare un pensiero positivo e di
speranza in questo territorio problematico.
Per maggiori info:
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Melina Rubino
ZALEX, IL
NORMAL-EROE
DI MATT PAPP
E NAIC
PEZZPER
ENERGIECALABRIA
La Regola della
settimana
"Studiare per
conoscere e' una
regola fondamentale"
lenze, di prodotti tipici, di bella calabria,
cosa non rara visto che la cittadina della
Vallata dello Stilaro si è sempre distinta per
le eccellenze culinarie e non.
Quello che non capita tutti i giorni che si
discuta in Tv, a “Punto d’Incontro” precisamente, programma condotto dal bravissimo
Ugo Floro con la regia di Marcello Le
Piane. Ospiti in studio, il primo cittadino di
Mammola, Totò Longo, Vincenzo Nizzardo, proprietario del ristorante “Il Mulino”,
Rosario Condarcuri, editore de “La Riviera”, Pino Agostino, presidente della Pro
loco. Mammola entra a pieno diritto tra le
eccellenze di Calabria, la sua storia, la sua
cucina, i suoi mille punti di forza trovano un
volano importante nella tv. Un Eccellenza
meritata...
Piano Spiaggia... Quale?
Internet Wi Fi, parco fotovoltaico e tanti altri progetti
per una locride migliore, passando dal Piano Spiaggia
E' stato un dibattito dai toni accesi quello tra il Presidente dell'associazione “Città balneare della locride” Gino LaScala e l'Assessore Romeo, tenutosi presso la sede dell'Urban
Center di Piazza Nassiria a Locri, conclusosi comunque in modo più che cordiale, grazie
anche all'intervendo dell'arch. Pasquale Giurleo, che ha chiarito la posizione del presidente Lascala, specificando che non voleva essere un attacco, ma un semplice intento di collaborazione con l'amministrazione per tutelare, non solo i diritti degli associati, ma gli interessi della città tutta.
Presente l'assessore Tommaso Raschillà, che ha rappresentato come si sia data da fare l'amministrazione puntando non solo sul risparmio energetico, con la previsione della realizzazione di un Parco fotovoltaico, per il quale dovranno essere identificati, circa due ettari di
terreno, ma sulla città turistica ed in particolare sulla bellezza costiera e sul mare.
Ha comunicato che non solo tutto il lungomare, ma quasi tutta la cittadina sarà coperta da
rete wi-fi per permettere a tutti di potersi collegare tra loro in una rete locale in modo wireless, specificando che sarà possibile reperire la password anche presso tutti gli stabilimenti
balneari. Molte le domande da parte dei cittadini intervenuti. Molti i dubbi sull'attuazione
della pulizia della spiaggia entro maggio e relativamente alla situazione degli scarichi
maleodoranti. Presente anche l'architetto De Nise ed il geometra Romeo, responsabile e
istruttore delle pratiche all'ufficio demanio. Antonello Romeo ha dichiarato che il vecchio
Piano Spiaggia, redatto dall'arch. Macrì a suo tempo e poi variato (quando?)è già stato presentato, adottato e pubblicato dal lontano 2006 e che ormai è solo in attesa di acquisizione
dei pareri da parte della Provincia e dunque non ci sono più i margini per ulteriori osservazioni. A cosa è servito dunque questo incontro? Certamente si è chiarito come sia stata fondamentale la presenza dell'arch. De Nise all'interno del Comune per dare la spinta giusta
all'iniziativa ma, visto che non sarà più possibile dare suggerimenti sull'attuale Piano Spiaggia, l'Assessore Romeo ha comunque promesso di fornire, entro lunedì prossimo, le risposte a tutte le domande avanzate sul Piano strutturale.
Marilene Bonavita
A LOCRI SI DISCUTE
DI ACCOGLIENZA
E INTEGRAZIONE
Domani, durante la manifestazione
organizzata dal Cis Ata,
interverranno: Lucetta Scaraffia,
docente di storia contemporanea,
Don Antonio Sciortino, direttore di
“Famiglia Cristina” e Domenico
Lucano, sindaco di Riace
35
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IL SEQUESTRO CARTISANO DIVENTA FUMETTO
Esce per la Round Robin Editrice “Lollo' Cartisano, l'ultima foto alla 'ndrangheta”, un romanzo
a fumetti che racconta la tragica vicenda del fotografo di Bovalino, sequestrato e ucciso dalla
'ndrangheta. Il libro attraverso il viaggio di un insolito protagonista di fantasia, il reporter Gino
Durante, e ripercorre gli itinerari e le strade che portano alla montagna di Pietracappa, posto
amato dal fotografo, quello dove fu ritrovato il corpo
DOMENICA 10
APRILE 2010
ANCHE I GIOVANI SIDERNESI OGGI A LOCRI PROTAGONISTA
AVRANNO L’URBAN CENTER
L’ACQUA
Un gruppo di giovani professionisti del rione
sbarre capitanati dall’attore sidenese Lele
Nucera e da Nino Tarzia, desiderosi di
rivalutare il quartiere, con la creazione di
questa forma istituzionale, daranno un
contributo attivo all'Amministrazione locale.
In Italia si contano oggi ancora pochi urban
center, istituiti nelle principali città italiane.
La volontà condivisa da molte di queste
strutture è di confrontare le proprie attività e
metodologie, scambiarsi informazioni,
riflettere, elaborare e proporre nuove
soluzioni urbanistiche e non, questi in poche
parole gli scopi che perseguiranno questi
ragazzi e il loro Urban Center.
La costituzione di un nuovo centro di
aggregazione urbana si colloca accanto a
quello già esistente presente a Locri in Piazza
Nassiria, ma allo stesso tempo deve collocarsi
all'interno di un progetto di rete ancora più
vasto e che riesca a portare risultati tangibili.
Marilene Belvedere
on poteva esserci momento più adatto, visti gli
eventi drammatici di questi giorni, per un convegno-dibattito che ha come
tema “Una sola razza, la razza umana!
Accoglienza e integrazione” che si
svolgerà lunedì 11 aprile, ore 15,00,
nel Palazzo della Cultura di Locri.
Durante la manifestazione, organizzata dal C.I.S. ATA, è previsto uno spazio di discussione con tre importanti
specialisti che affronteranno questa
delicata problematica con taglio
diverso. Si tratta della Prof.ssa Lucetta Scaraffia, docente di storia contemporanea alla Sapienza di Roma (che si
occuperà degli aspetti storici), Don
Antonio Sciortino, direttore del settimanale “Famiglia Cristiana” (che si
soffermerà sulle implicazioni di carattere etico), e Domenico Lucano, Sindaco di Riace (che testimonierà l’esperienza in atto che ha permesso al
suo comune di rinvigorire grazie ad
un’intelligente “apertura” verso il
fenomeno migratorio).
Nel corso del convegno sarà proiettato il cortometraggio di Wim Wenders
“il Volo”, che racconta la storia dell'accoglienza in Calabria.
Nella nuova struttura del Palazzo
N
della Cultura, interverranno anche il
sindaco di Locri, Francesco Macrì,
che si è dimostrato sensibile all’iniziativa concedendo il patrocinio, e l'Assessore alla cultura, Francesco Commisso.
Un evento importante, dunque, che
vede il C.I.S. (Consorzio tra Istituzioni Scolastiche finalizzato all'aggiornamento del personale Amministrativo,
Tecnico ed Ausiliario) impegnato a
presentare un confronto di grande
interesse verso quella che appare una
vera e propria “emergenza epocale”.
Il CIS è attivo da oltre 10 anni e ne
fanno parte, oltre all'Istituto secondario di 1° grado “ Pedullà” di Siderno,
scuola capofila, il Liceo Classico di
Locri, l'Istituto Comprensivo di Bianco, l'Istituto Comprensivo di Marina
di Gioiosa, l'Istituto Superiore “
Zanotti Bianco” di Marina di Gioiosa,
l'Istituto Comprensivo GrotteriaGioiosa Jonica e l'Istituto Superiore “
Mazzone” di Roccella.
L'iniziativa segue di pochi mesi il convegno che ha registrato la presenza
dell'ex magistrato di Mani Pulite dott.
Gherardo Colombo, con il quale si è
tenuta un'interessantissima conversazione sul rispetto delle regole.
DS
“Il connubio acqua arte ci attraversa e ci provoca emozioni”. L’acqua è l’elemento naturale
fondamentale nella vita di ogni essere vivente. La letteratura, l’architettura e l’arte si sono
nutriti di questo elemento restituendone una gamma sconfinata di valori simbolici, evocativi,
estetici. L’acqua è diventata, di volta in volta, metafora di purificazione e rinascita, di vita e
morte, di viaggio e trasformazione; essa ispira significati nascosti e palesi, spirituali e politici e
il problema della privatizzazione dell’acqua sta provocando conflitti e tensioni che toccano la
sensibilità di molti artisti.
Le possibilità di coinvolgimento multisensoriale provocate da questo elemento sono estese e
l’arte può aprire varchi per nuove visioni o per maggiore consapevolezza. L’acqua è un
elemento fondamentale nel percorso artistico e personale ma la sua carica simbolica produce
altresì percorsi di relazione e di scambio, originando sinergie in campo artistico.
E’ quanto già avvenuto sull’asse Roma- Lamezia in un ben riuscito progetto condiviso tra
Cromedrop, Acrobax Expo, CantinArtaud e Ant’Art. L’intento di questa rassegna,
denominata acquArte, è di mettere insieme espressioni, tecniche ed idee che gravitano
intorno alla rappresentazione dell’acqua offrendo al contempo uno spaccato sui possibili
rischi derivanti dalla speculazione intorno a questo bene comune e fondamentale per la vita.
L’arte nelle sue forme diverse (fotografie, installazioni, concerti e performance, videoarte,
poesia e live painting) evidenzierà la pregnanza dell’acqua, e sarà lanciato, con strumenti non
necessariamente sovrapponibili all’evento artistico, un appello che denunci ogni violazione e
speculazione.
L’evento acquArte sarà a Locri - dal 10 al 17 aprile 2011 - negli spazi espositivi del nuovo
Palazzo della Cultura, contenitore di situazioni artistico-culturali, in cui i cittadini possono
vivere momenti di crescita partecipata e dove l’arte e la cultura offrono stimoli per futuri
percorsi virtuosi. Il Palazzo della Cultura si trasforma in luogo espositivo per opere pittoriche,
fotografiche e video installazioni.
Oggi, sarà la grande jam session con interventi musicali e performances, con particolare risalto
all’incontro tra poesia, testo letterario e installazioni sonore. In alcune sale saranno le
proiezioni video e una grande installazione visiva sulla facciata d’ingresso. Attraverso
linguaggi e forme artistiche differenti, facendo seguito a un momento seminariale e a un
convegno, organizzati rispettivamente il 4/6 marzo e il 22 marzo, l’acqua è il soggetto
protagonista di stupore, emozioni, incontri e riflessioni AcquArte non è finanziato da alcun
ente pubblico o privato ma è reso possibile grazie alla collaborazione volontaria e all’impegno
delle persone e delle associazioni indicate di seguito e al patrocinio del Comune di Locri che
ha messo a disposizione il Palazzo della Cultura. Gli artisti della Locride e anche quelli
provenienti da luoghi lontani partecipano, di persona o mettendo a disposizione un proprio
contributo poetico, letterario, artistico a titolo assolutamente gratuito e amichevole riguardo
chi organizza, con una straordinaria volontà di aderire ad un progetto comune e corale che
abbia la Locride come scenario “fluido”, dimostrando una forte sensibilità civica e politica
rispetto al tema e ai rischi connessi alla privatizzazione dell’acqua.
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Siderno e Reggio Calabria,
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Box office
La classifica dei film
più visti al cinema
questa settimana
1
Nessuno mi può
giudicare
€ 668.136,00
2
di Massimiliano Bruno
con Paola Cortellesi,
APRILE 2010
€ 478.300,00
di Dennis Dugan
con Adam Sandler,
Raoul Bova,Rocco
Papaleo
DOMENICA 10
Mia moglie per
finta
Jennifer Aniston,
Nicole Kidman
3
Hop
€ 457.541,00
di Tim Hill
con Kaley Cuoco,
Russell Brand, James
Marsden
Cinema e Musica
MICROFONI E ARTISTI AL POSTO DEL FIORETTO. A PASQUETTA E’ GUERRA A CHI COINVOLGERA’ PIÙ GENTE
LA RECENSIONE
Il cigno nero
di ANTONIO FALCONE
Film d'apertura, in concorso, alla 67ma
Mostra del cinema di Venezia, Il cigno
nero è un'opera che può anche far discutere, ma non lascia indifferenti, vuoi per la
regia di Darren Aronofsky (The Wrestler) volta a ravvivare un plot narrativo
(Andrés Heinz, Mark Heyman, John J.
McLaughlin) prevedibile nel suo insieme,
ricco di richiami a molti classici del cinema, vuoi, in particolare, per la toccante
interpretazione di Natalie Portman, insignita al riguardo dell'Oscar come miglior
attrice protagonista. Nina Sayers (Portman) è una ballerina professionista del
New York City Ballett, la danza è tutto
nella sua vita, sul suo altare ha offerto
dedizione e sacrificio estremo, spinta
anche dalla madre iperprotettiva, Erica
(Barbara Hershey), la quale, ex ballerina,
ha riversato su di lei ogni aspettativa di
successo; il direttore artistico Leroy (Vincent Cassel) ha scelto come balletto d'apertura della nuova stagione Il lago dei
cigni di Cajkovskij e, contemporaneamente, deciso la sostituzione dell' etoile
Beth (Winona Ryder): proprio Nina è la
prescelta, anche se Leroy ha ancora molti
dubbi, visto che l'indubbia tecnica di Nina,
la sua perfezione maniacale, il suo severo
controllo del corpo, insieme all'evidente
candore ed ingenuità, sono certo indubbie doti per interpretare al meglio Odette, la principessa tramutata in cigno da un
mago e che solo l'amore libererà dall'incantesimo, ma non il suo doppio Odle, il
cigno nero, dotata di fascino, seduzione,
astuzia, sensualità; la collega Lilly (Mila
Kunis) sembrerebbe la più adatta ad
incarnare i due opposti aspetti … Aronofsky è un regista estremamente sanguigno,
corporale, ed il mondo della danza classica, etereo ed elegante, funge da contrasto
e pretesto narrativo per visualizzare ed
estremizzare, sfruttando il tema della
dualità espresso dal citato balletto di
Cajkovskij, quel classico gioco di specchi
che è la vita, nello specifico oggetto di uno
scambio di coppie con l'Arte, nell'eterno
conflitto fisicità- spiritualità, tra ciò che
siamo, ciò che vorremmo essere e che esitiamo a divenire; la macchina da presa è
incollata agli attori, ai loro corpi e volti, in
particolare la protagonista viene costantemente monitorata in primo piano, in ogni
attimo della sua vita, dal duro allenamento cui si sottopone, alle manifestazioni
visive dei suoi disagi interiori, i graffi o le
scorticature che si infligge, puntando in
sostanza più sull'effetto che sulla causa dei
moti inquieti della psiche; il tutto è connotato dal regista con punte horror-thriller,
piuttosto grezze e violente, e rappresentazioni oniriche e simboliche, anche a
sfondo sessuale, puntando, in definitiva,
ad evidenziare l'estremo sacrificio di sé
per arrivare ad acquisire una propria
identità, riuscendo a venire a patti anche
con il proprio lato oscuro, accettandolo
come parte della propria personalità.
Disturbante, sgradevole a tratti, Il cigno
nero è comunque un film da vedere, non
fosse altro per quel moto inquieto dell'anima che provoca anche a giorni dalla
visione, espressione in fondo di puro cinema e della sua originaria magia.
Antonio Tassone sfida Mimmo Cavallaro
U
GIUSEPPE RITORTO
n anno fa, di questi tempi,
Mimmo Cavallaro, se mai ne
avesse avuto bisogno, ha confermato il suo strapotere musicale.
Era proprio Pasquetta, quando
le strade di Marina di Gioiosa sono state un
fiume in piena, un fiume coloratissimo di tarantellati a saltare, ballare, bere tutti insieme e
divertirsi con le note di uno degli artisti più
seguiti nella storia della locride. Ovvia la decisione di riproporre quella strategia vincente;
infatti anche quest’anno a animare la città del
sorriso ci saranno ancora lui, “il caddararo” e il
travolgente ritmo delle loro tarantelle.
Siderno però, quest’anno, non sta a guardare.
Dopo la celebre “sguta” di panettiana memoria, croce e delizia per anni della pasquetta
sidernese, Antonio Tassone, giornalista, presidente dell’Associazione “L’Eco di Siderno”
organizzando la “Pasquetta Sidernese” ha
preso in mano le redini della situazione snocciolando un programma che già da ora sta iniziando a coinvolgere la gente.
Arte, cultura, musica, spettacolo, artisti di strada. C’è di tutto per una giornata che potrebbe
diventare una piacevole abitudine se questa
manifestazione dovesse essere confermata.
Fabio Macagnino e gli Scialaruga, i Marvanza
Reggae Sound, Lisarusa, nomi di primissimo
piano nell’ambiente musicale della locride, e
poi ancora il cabaret, con Piero Procopio, gli
artisti di strada della “Gurfata”, lo spazio arte di
Piazza Portosalvo, dove tutti gli artisti della
Locride potranno portare ed esporre le proprie
opere...
Di sicuro Mimmo Cavallaro stavolta non avrà
vita facile, il colosso dei concerti calabresi se la
dovrà vedere con un parterre de roi che avrà la
stessa voglia far divertire e ballare.
L’arida locride per un volta mette il vestito
SUNSET BOULEVARD
migliore e offre una bella giornata alla gente,
Siderno o Marina di Gioiosa che scelgano.
La sfida stavolta farà divertire qualsiasi sia l’opzione scelta. Antonio Tassone e Mimmo Cavallaro (e ovviamente l’Amministrazione Comunale di Marina di Gioiosa), protagonisti della
rinascita del divertimento...
Siderno o Gioiosa che sia, godiamoceli tutti...
di Antonio Falcone
Catene (1950)
R
affaello Matarazzo (1906-1966) è stato, nell'ambito del nostro cinema popolare, uno degli autori più validi e apprezzati dal grande pubblico, il quale riusciva ad identificarsi nei suoi film più di quanto avvenisse con il filone neorealista, pur se il regista ne manteneva i contatti, a
livello di estetica, grazie ad una descrizione ambientale veritiera, sulla cui base venivano installati temi cari alla tradizione italiana, e propri
della cultura collettiva, quali, tra gli altri, il melodramma e l'opera lirica. Matarazzo esordisce nel '33 con la commedia Treno popolare, proseguendo per questa strada sino al primo dopoguerra, quando la Titanus gli offre la regia di un melodramma a basso costo, Catene, che si
rivelerà un enorme successo.
Napoli. Guglielmo (Amedeo Nazzari), meccanico, e Rosa (Yvonne Sanson), sono una coppia felice, due bambini, la cui tranquillità familiare viene turbata dal casuale arrivo dell'ex fidanzato di Rosa, Emilio (Aldo Nicodemi), un poco di buono, ancora invaghito di lei; la donna,
per quanto combattuta, è perentoria nel tenerlo a distanza ed esasperata dalle sue continue minacce di rivelare tutto al marito e dalla proposta di partire insieme, accetta un incontro, a scopo chiarificatore, ma viene raggiunta dal consorte, il quale, in seguito ad una colluttazione, uccide involontariamente Emilio; costretto a fuggire in America e poi fatto rimpatriare per il processo, Guglielmo viene assolto (“delitto d'onore”) grazie a Rosa, che su consiglio dell' avvocato, si proclama adultera…
Sulla base di una solida sceneggiatura (A. De Benedetti e N. Manzari), costruita sui canoni classici dell'accumulo di figure e moduli conosciuti, oltre che su un progressivo crescendo drammatico, sfruttando comunque una situazione verosimile e ben calata nel reale, la regia di
Matarazzo si rivela attenta a sostenere il ritmo, vedi il citato crescendo del dramma, spesso assecondato da un uso accorto delle musiche, a
sottolineare gesti ed azioni dei protagonisti.
Ottima anche la direzione degli attori, che, visti i temi, ed una contrapposizione tra bene e male piuttosto netta, si poteva prestare a gratuiti eccessi; si delineano poi le caratteristiche proprie dei personaggi del cinema di Matarazzo: l'uomo lavoratore, onesto e dai forti ideali, la
donna angelicata, dalla passionalità repressa, che una volta ceduto ai sentimenti dovrà subire un processo di degradazione, umiliata sia da
chi le vuole bene, sia dalla giustizia, per poi definitivamente sublimarsi nell' “estremo sacrificio”, nel riscatto salvifico di chiara matrice cattolica, nel cammino che attraverso la sofferenza porta al perdono. Sono, in sostanza, estremizzati i valori e i sentimenti di un'Italia contadina, non ancora oggetto del boom economico, che infatti connoterà del successo tale genere sino alla fine degli anni '50, per poi scemare
progressivamente, anche se echi della filmografia di Matarazzo possono oggi riscontrarsi in varie fiction o soap nostrane, non sempre con
la stessa validità di messa in scena.
37
MAMMA (RADIO)RAI INTERVISTA I MARVANZA
Il disco dei Marvanza, “Frontiere” è stato selezionato, al Mei di Faenza come uno dei dischi più interessanti del panorama
musicale italiano. Ne parleranno Ivan Skankaman Lentini e Valeria Oppenherimer, conduttrice del programma di Radio Rai
wr8, in un’intervista sul canale web di Radio Rai WWW.WR8.RAI.IT che andrà in onda questo martedì serà. Durante il
programma saranno anche selezionati alcuni brani del gruppo monasteracese
DOMENICA 10
APRILE 2010
L’opera di Stefano Simonetta punta a ritagliarsi un posto di primo piano nel cantatourato italiano
Melodie e testi, la doppia forza dei Mujura
Dosare le parole è fondamentale nel recensire
il primo lavoro di Mujura.
Le due sfere canoniche, melodica e testuale,
che assemblandosi completano la produzione
di un disco sembrano non bastare a descrivere
l'opera del roccellese Stefano Simonetta, in
arte Mujura.
C'è dell'altro.
Innanzitutto un'esperienza in giro per il
mondo con Eugenio Bennato, restituita alla
Calabria sotto forma di opera discografica che
ascolta e discute la nostra terra in un caleidoscopio di immagini che compongono una
complessa realtà: la criminalità e la deriva
sociale (i brani: A crapa, Sparami, Parti, Sdegnu di carceratu, Mancu li cani), il rapporto
col passato e con la cultura popolare (i brani:
Ngravachjumbu, Mani chini, Mujura), lo sbarco dei clandestini (il brano Amir), la natura
selvaggia, la storia e l'isolazionismo (i brani:
Blu, Suli).
Undici brani missati da Jd Foster (Calexico,
Marc Ribot, Capossela) e fortemente sostenuti da Taranta Power che segnano una nuova
strada nella dimensione del cantautorato e del
folk italiano.
Un piccolo capolavoro che non ambisce certamente ad una proiezione locale ma punta dritto e di diritto a collocarsi nelle straordinarie
perle che il cantautorato italiano ci ha sempre
donato.
Mujura scorre piacevole, lasciando all'ascoltatore spazi di riflessione costanti. Ogni frase di
ogni canzone non è scritta per far combaciare
una rima o rendere melodica la sequenza
parole&musica, ma accoglie dettagliatamente
significati profondi, pur riuscendo a trovare un
difficilissimo equilibrio di senso, emozioni e
musicalità, segno evidente del lungo lavoro
che Stefano Simonetta ha svolto prima dell'uscita di questo piccolo capolavoro.
Mujura appare diretto, da canticchiare immediatamente “A crapa non si scanna se non
passa la fiumara”, ma al tempo stesso indiretto, da cogliere e interpretare con attenzione:
particolari, riferimenti, elementi musicali svelati e colti, dopo una serie di ascolti, innalzano
a un livello poetico e denso di bellezza questo
disco.
Sfumature da ricercare, elementi da cogliere,
per ritrovarsi soddisfatti come dopo aver colto
il senso di una poesia meravigliosa: “Radice
che affiori, ti porterò via, giocando a cambiare
gli altari, con la mia follia...”. Venir fuori dall'anonimato con un codice proprio e conosciuto,
regalando un'inquisizione pubblica alla tradizione alla quale si è succhiato il fiato, in un
martedì costante in cui non ci si sposa e non si
parte, ma si contempla la particolare luce del
cielo bloccata da nubi di pioggia che non scatenano acqua ne fanno filtrare il sole, ma
lasciano il senso di poter decidere su entrambe le atmosfere: Mujura.
Un disco che racconta la Calabria nella sua
interezza è forse una delle cose più difficili che
si possa fare.
Il progetto musicale di Stefano Simonetta,
appare da questo punto di vista, lucido e convinto, tanto da tracciare profili inediti ad una
terra che nel descriversi è sempre radicale sia
nelle accezioni positivi che negative.
Una linea musicale innovativa che racconta le
contraddizioni della Calabria “non come
rivendicazione geografica o per motivi campanilistici - dice Mujura - ma perché è l'argomento che conosco meglio di altri e sentivo di
dover restituire un mondo del quale si hanno
notizie parziali, frastagliate e imprecise. Quello dell'abbandono, della deturpazione, della
malavita, della lentezza, del familismo e dell'isolazionismo in un mondo veloce e globalizzato”.
È a questo punto che l'uso del dialetto si inserisce in modo originale e ricercato, grazie alle
profonde ricerche del cantautore e ad un
Rolfhs come amico affettuoso e vicino.
La riesumazione di parole dimenticate non
appare come un' osannazione del passato ma
come un elemento di incredibile portata culturale nuova e originale: “Ngravachjumbu, lippu
supa o muru, cardaciàri, nchiaccandu lucerti,
arcegliami, gramigna, ecc. ecc.”
Mujura è un cuore che passeggia davanti allo
jonio d'inverno, riflette sull'eterna nostalgia del
partire o del restare, evita una golf che sgomma, ammira le bellezze che scorge tra lattine e
buste abbandonate sulla spiaggia.
Un piccolo gioiello da custodire e ascoltare
dopo aver fatto una passeggiata nel proprio
paese.
U diavulu è calabrisi.
Ruggero Brizzi
Andiamo
al
Cinema
MULTISALA LUMIERE
Reggio Calabria, info: 0965/ 51036
SALA DE CURTIS
Gnomeo e Juliet/ 17.00
SALA SORDI
Mia moglie per finta/ 18.15 - 20.40-23.00
SALA MASTROIANNI
Kick Ass / 18.00 - 20.20 - 22.40
SALA DE SICA
Amici, amanti e... / 18.45-20.50-22.50
CINEMA NUOVA PERGOLA
Reggio Calabria, info: 0965/ 21515
Boris-Il Film/ 18.10-20.20-22.30
CINEMA ODEON
Reggio Calabria, info: 0965/ 898168
La versione di Barney/ 17.30-19.45-22.00
CINEMA AURORA
Reggio Calabria, info: 0965/ 45373
Space Dogs 3d / 18.10
CINEMA GARIBALDI
Polistena, info: 0966/ 932622
Nessuno mi può giudicare/ 16.00 - 19.15 21.30
CINEMA POLITEAMA
Gioia Tauro, info: 0966/ 51498
Nessuno mi può giudicare/ 18.00-21.00
CINEMA MODERNO
Vibo Valentia, info: 0963/ 41173
Siderno rimandato il gran cabaret.
Alberto Alivernini a data da destinarsi
Alberto Alivernini, uno dei personaggi comici più completi e più
apprezzati non ci sarà domani sera
al Fifth Avenue di Siderno.
Per problemi di ordine pubblico, lo
spettacolo è stato rimandato a data
da destinarsi.
I sidernesi e il pubblico della Locride innamorata del gran cabaret non
potranno assistere, almeno per ora a
uno spettacolo, che parte dalla falsariga della magiae approda e in
un continuo di battute e doppisensi condotto con il giusto
ritmo dal comico che di certo
non ci lascia distrarre nemmeno per un secondo
e buonumore.
La direzione del noto
locale sidernese comunicherà ai sui clienti la
data dello spettacolo.
Per adesso si scusa per
il disagio con chi già
pregustava una serata
differente dalle solite.
La volontà è quella di
ospitare
grandi
eventi
anche in questo luogo dove
raramente si incontrano artisti
di assoluto livello nell’ambito
nazionale.
La sfida è quella di sempre, rendere
il nostro territorio simile ad altri
normali. C’è ambizione e desiderio
di eccellere.
Cordiali saluti.
la direzione
L’appuntamento con il
comico di Zelig non
svolgerà questa sera .
La direzione del Fifht
Avenue comunicherà,
nei giorni a seguire la
data dello spettacolo
Boris Il Film/ 17.00-19.15-21.30
CINEMA NUOVO
Siderno, info: 0964/ 342776
Rango/ 16.00-18.00
CINEMA GOLDEN
Roccella J. info: 0964/ 85409 - 333/7672151
Il Rito/ 18.00- 20.00- 22.00
CINEMA VITTORIA
Locri, info: 339/7153696
Vinci
il Cinema
Nessuno mi può giudicare/ 20.00 - 22.00
Vinci un biglietto per il film “Sotto il vestito
niente” rispondendo alla nostra domanda
[email protected]
Come si chiama lo stilista per il
quale lavora la modella Alexandra?
la Riviera DOMENICA 10 APRILE 2011
Libri
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ANTONIO CALABRO’
L’INTELLETTUALE OGGI
“Un libro ci salverà”. Quando la cultura dovrebbe salvarci o, almeno, redimerci.
FRANCESCA RAPPOCCIO
Antonio Calabrò è l’emblema di ciò
che di innovativo ed interessante la
cultura riesce a produrre oggi in città.
Ha una storia particolare questo scrittore reggino. Del resto, come ogni
grande narratore di vite non poteva
essere da meno. Egli innanzitutto non
ha avuto un percorso “culturale”
lineare, eppure ha sempre fagocitato
libri, scritti nonostante abbia svolto e
continui a fare altro. Certo, voi direte,
questi non sono elementi sufficienti
che possano distinguerlo da altri sedicenti intellettuali. Eppure merita
attenzione per la vis polemica, per il
senso critico con cui osserva la realtà,
per il suo schierarsi e non avere
mezze misure.
“Un libro ci salverà” (Leonida edizioni) è la sua terza pubblicazione ed è
stato presentato mercoledì 6 aprile
presso la libreria Happy Place, in collaborazione con il Circolo Culturale
HP. L’incontro è stato moderato dalla
giornalista Angelita Tomaselli e presentato dalla giovane Alessia Cotroneo alla presenza dello scrittore. Il
titolo è certamente perentorio e volutamente idealista, ma trasmette in
pieno la passione culturale che
accompagna quest’uomo in tutta la
vita.
Rappresenta parte del suo conoscibile, una summa letteraria, cinematografica, musicale nella quale il lettore
potrà identificarsi, ritrovando comuni
passioni o scoprendone di nuove. Il
protagonista immagina di aggirarsi,
con iniziale confusione, nei meandri
oscuri dell’iter letterario accompagnato da Melville, indimenticabile
autore del Moby Dick, sua guida virgiliana sempre pronta a spronarlo
nell’inseguire una storia da narrare.
Melville però non sarà l’unico a esser
presente. Le voci di tanti autori fungono da prefazione a ogni capitolo; si
alternano Calasso, Tolstoj, Stendhal,
McCarthy, Bulgakov, Borges ciascuno dei quali ha contribuito a rendere
Calabrò un intellettuale in costante
ricezione.
Anche la sua scrittura è così, romanticamente moderna, appassionata del
nuovo e in attesa del cambiamento
CERIMONIA DEGLI ADDII
Margherita Errigo
Il 5 aprile ha preso congedo da questa vita Margherita Errigo.
Aveva 99 anni. Tutti vissuti secondo i principi dell'inarrivabile etica
meridionale: laboriosità, onestà, sentimento alto dell'onore , commovente attaccamento alla famiglia. Era vedova di Giovanni
Crocé, un uomo saldo nei principi, di parola, ardente comunista e
combattente disinteressato per la causa dei lavoratori. Lei, Margherita, era di religione evangelica e nella chiesa evangelica, affollatissima, sono stati celebrati i funerali. Lui, don Giovanni, comunista, se non propriamente ateo, mangiapreti, non ostacolò mai il
libro dispiegarsi del sentimento religioso della moglie. Nel tempo,
che viviamo, fatto di decadenza e di disfacimento dei valori morali, avremmo bisogno, tanto bisogno, di madri meridionali, come lo
fu Margherita Errigo. Ailla gamiglia tutta le condoglianze de
<<la Riviera>>, che riserva un saluto particolare al genero Ciccio Zampaglione, per gli amici e i compagni Sciatica.
originato dal guizzo dell’anima. Le
sue opere non sono un’accozzaglia di
nozioni gettati lì, a caso, come fumo
negli occhi con l’intento di affascinare e creare una corte intorno a sé. Al
contrario, ha una dote che molti
appassionati “conoscitori” non possiedono: la passione per la Letteratura che diviene parte integrante dell’esistenza di un individuo. È un piacere
ascoltarlo, poiché rappresenta il
moderno mecenate, catalizzatore di
giovani, ammaliatore e giocoliere
delle parole, che riesce a ridestare
anche nell’animo più frustrato il desiderio di conoscere e scoprire vissuti
altrui, coinvolgendoli in un entusiasmo generale. La cultura e gli intellettuali dovrebbero avere questa funzione: spronare da torpori esistenziali,
contribuire alla crescita personale e
collettiva, trasformare atteggiamenti
ingrigiti dall’appiattimento, ma
soprattutto spingere all’azione, provocando il comune sdegno.
È l’indignazione ciò che manca al
popolo italiano e Antonio Calabrò lo
afferma con vigore sperando di “redimerlo”.
Giacché siamo realmente convinti
che la crescita di un Paese passi attraverso la cultura, la formazione e la
passione non possiamo non apprezzare il contributo di uomini simili.
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Eurokom
la Riviera DOMENICA 10 APRILE 2011
S E R V I Z I O D I I N F O R M A Z I O N E P E R I C I T TA D I N I , n u m e ro v e rd e :
INDIRIZZO
“ CALABRIA & Europa”
www.eurokomonline.eu
39
800 678 910 11
Tutti i bandi sono disponibili sul sito dell’Unione Europea e della Commissione
Europea Rappresentanza in Italia: www.europa.eu.int www.europa.eu.in/italia - Per maggiori informazioni è possibile contattare i nostri
uffici: Centro di informazione dell’UE - Europe Direct “Calabria&Europa”
info: Palazzo Ameduri, piazza dei Martiri 89046 Gioiosa Ionica
Tel: 00 39 0964 412400 - fax 0964 342022
email associazioneeurokom@tiscali. it
Sabato 16 è di scena l’altra Calabria in positivo:
Italia ti racconto una bella storia
Si terrà il prossimo sabato a Reggio Calabria
presso la sala del Consiglio regionale la manifestazione Calabria Day con sottotitolo Italia ti
racconto una bella storia. Vi parteciperanno
personaggi politici e del sociale organismi del
non profit e del mondo del volontariato tra i
quali a fare il punto sulla situazione delle politiche comunitarie e lo sport non poteva mancare con interventi ed uno stand dedicato l’Associazione Eurokom con l’Ufficio Europe
Direct Calabria&Europa. La Plenaria di presentazione del Calabria Day prevede i saluti del
Presidente del Cons. Regionale, Francesco
Talarico quindi la discussione Il Calabria Day
siamo noi : in cui si confronteranno un rappresentante per gli imprenditori; un rappresentante per le amministrazioni locali; un rappresentante per le associazioni. Dalle 11:30 alle 13:30
andrà di scena L’altra Calabria in positivo con
diverse Sessioni tematiche in contemporanea.
Quindi sino alle 15:00 la degustazione dei prodotti della Calabria e dalle 16.00 alle 17.00 il
Parco Tommaso Campanella presenta :Viaggio
sentimentale. La discussione di chiusura prevede sino alle 19.00 il confronto Costruire la
Calabria ri-partendo dal Calabria Day. I lavori
si terranno nell’Auditorium Calipari coordinati
dalla giornalista Rossella Galati. Interverranno: Nino Amadore, Innovazione e crescita economica:facciamo il punto; Lino Patruno, Dal
territorio la prospettiva per un futuro sostenibile; Oliviero Beha, La cultura che produce economia e sostenibilità; Pino Aprile, La solidarietà motore dello sviluppo e Pier Virgilio
Dastoli, Presidente del CIME con la chiusura
dedicata a “Guardare la Calabria con occhio
“europeo”. A chiudere la convention Francesco Delzio con come dare “la scossa” al Sud
partendo dal Sud. La sessione cui prenderà
parte attiva l’Ed Calabria&Europa con l’intervento del direttore Alessandra Tuzza riguarderà Sport e impegno nel sociale: Costruiamo
una società solidale e sostenibile I lavori si articoleranno come una tavola rotonda: due gruppi di interventi intervallati dalla possibilità del
pubblico di porre delle domane. La traccia che
la sessione dovrà seguire per creare il dibattito
è la seguente: valorizzare l’importanza che lo
sport si coniughi alle attività di crescita personale e professionale dei giovani perché fonte di
disciplina ed educazione al lavoro e all’impegno nel rispetto di regole ben precise e delle
persone con le quali si costruisce un lavoro di
squadra. Costruire una lobby positiva tra soggetti che valorizzano lo sport per progettare
con le istituzioni e le aziende del territorio
opportunità per i giovani di praticare libera-
mente lo sport, di lavorare nello sport generando anche qui un potenziale economico importante. L’altro importante tema, la solidarietà,
genera anch’essa percorsi di cooperazione che
producono servizi e lavoro per soggetti svantaggiati e non solo. L’impegno nel sociale è una
carta vincente anche per le aziende che decidono di tradurre la classica attività di beneficienza
in Responsabilità Sociale d’Impresa per investire nel sociale, nella comunità locale generando
meccanismi virtuosi di sviluppo locale coordinato e intelligente. Le realtà che lavorano nel
sociale o investono in queste attività possono
migliorare le proprie perfomance se scelgono
di collaborare su progetti e attività legate al territorio in cui operano, in questo modo si genera una sana responsabilità sociale del territorio,
ovvero il futuro economico della nostra regione
e del Paese.”
Uno studio europeo sottolinea che La popolazione dell’UE è sempre più anziana
povertà e segmentazione dominano e più diversificata - afferma il nuovo rapporto
il mercato del lavoro comunitario
demografico di Eurobarometro
I lavoratori poveri e la segmentazione del mercato del lavoro hanno bisogno di essere presi
in considerazione con più forza nella strategia dell’UE per combattere la povertà e l’esclusione sociale nel futuro. Ben 17 milioni i lavoratori dell’Unione europea sono estremamente poveri e rappresentano il 15% dei 120 milioni di persone incluse nella nuova Europa
2020 l’inclusione sociale. La povertà è, quindi, potrebbe diventare una questione più importante in futuro. La Commissione europea ha pubblicato una perizia sulla povertà di analisi sul lavoro e la segmentazione del mercato del lavoro in cui suggerisce come il progresso
possa essere fatto su questo tema. L’analisi mostra variazioni importanti nella scala sulla
povertà in lavoro in tutta l’UE. Secondo gli esperti nazionali, queste differenze possono
essere spiegate da differenze strutturali nelle economie e il grado di segmentazione del
mercato del lavoro. Tuttavia, la misura in cui gli Stati membri possono intervenire sia per
limitare e regolare la quantità di segmentazione del mercato del lavoro ed in particolare
per alleviare i suoi effetti peggiori (attraverso salario minimo, fiscali e di politiche di protezione sociale) svolge un ruolo molto significativo.
Sulla base delle analisi degli esperti e gli esempi di paesi che hanno attuato politiche di successo, la relazione conclude che il progresso deve essere fatto in quattro aree principali:
sensibilizzare l’opinione pubblica e la priorità politica; migliorare le analisi dei dati; Migliorare il controllo e comunicazioni migliorare l’integrazione degli obiettivi di inclusione sociale nelle politiche economiche e dell’occupazione. La relazione di sintesi si basa su una serie
di relazioni nazionali elaborate dalla rete di esperti indipendenti in materia di inclusione
sociale incaricato di assistere la Commissione europea nel monitoraggio delle politiche di
inclusione sociale. Il lavoro si è sviluppato come un contributo al monitoraggio della UE
“inclusione attiva” processo, che è stato lanciato alla fine del 2008 e che è una parte cruciale della UE la lotta contro la povertà e l’esclusione sociale.
Scadenza 25/05/2011
Descrizione:
La carta universitaria Erasmus inquadra a grandi linee le attività di cooperazione a livello europeo che un istituto d’istruzione superiore può
svolgere nell’ambito del programma Erasmus, il
quale fa parte del programma per l’apprendimento permanente (PAP).
Ottenere la Carta universitaria Erasmus è condizione preliminare per gli istituti d’istruzione
superiore che vogliano organizzare la mobilità
degli studenti e del personale docente o di altro
tipo, impartire corsi di lingua e programmi Erasmus intensivi, presentare la propria candidatura a progetti multilaterali, reti e misure di
accompagnamento, organizzare visite preparatorie.
Obiettivi:
Gli obiettivi specifici del Programma per l’apprendimento permanente figurano sono:
a) contribuire allo sviluppo di un apprendimento permanente di qualità e promuovere risultati
Il terzo Rapporto sulla Demografia di Eurobarometro è stato pubblicato venerdì 1 Aprile in collaborazione con Eurostat rivela europei vivono più a lungo e una vita più sana. Un trend positivo che emerge dal rapporto è che la fertilità continua lentamente a salire. Esso è aumentato da sotto 1,45 figli per
donna a 1.6. Tuttavia, affinché la popolazione possa essere autosufficiente sarebbero necessari 2,1 figli
per donna. La relazione indica le politiche della famiglia moderna come un buon modo per migliorare l’occupazione attraverso una migliore conciliazione tra lavoro retribuito e gli impegni familiari.
Anche i dati sull’aspettativa di vita parlano di un aumento in continua ed uniforme tendenza quasi al
ritmo di 2-3 mesi ogni anno. Quindi problema principale nascosto dietro il dato è l’inesorabile invecchiamento della popolazione.
Allo stesso tempo, crescono la sfida demografica e quella geografica con le popolazioni di quattro Stati
membri (Bulgaria, Lituania, Lettonia e Romania) che diminuiscono rapidamente sotto gli effetti della
crescita naturale (muoiono più persone di quante ne nascano) e della migrazione verso l’esterno. Il
report mostra inoltre come la crescita della popolazione di Europa è ancora alimentata principalmente da immigrazione. I cittadini non UE vanno ad incrementare le loro presenze a una velocità di 12.000.000 all’anno ed anche la mobilità intra-UE è aumentata. Entro il 2060 la percentuale dei migranti e dei loro discendenti raddoppierà. Anche se l’immigrazione netta nell’UE risulta dimezzata a seguito della crisi, il numero complessivo di cittadini extra-UE entro i confini comunitari continua ancora a
crescere.
elevati, l’innovazione e una dimensione europea
nei sistemi e nelle prassi del settore;
b) sostenere la realizzazione di uno spazio europeo dell’apprendimento permanente;
c) contribuire a migliorare la qualità, l’attrattiva
e l’accessibilità delle opportunità di apprendimento permanente disponibili negli Stati membri;
d) rafforzare il contributo dell’apprendimento
permanente alla coesione sociale, alla cittadinanza attiva, al dialogo interculturale, alla parità
tra le donne e gli uomini e alla realizzazione personale;
e) contribuire a promuovere la creatività, la
competitività, l’occupabilità e lo sviluppo di uno
spirito imprenditoriale;
contribuire a una maggiore partecipazione di
persone di tutte le età, comprese quelle con particolari esigenze e le categorie svantaggiate,
all’apprendimento permanente a prescindere
dal retroterra socioeconomico;
g) promuovere l’apprendimento delle lingue e la
Programmi e bandi in scadenza:
Istruzione e Cultura - APPRENDIMENTO PERMANENTE- Erasmus
diversità linguistica;
h) promuovere lo sviluppo, nel campo dell’apprendimento permanente, di contenuti, servizi,
soluzioni pedagogiche e prassi a carattere innovativo basati sulle TIC;
i) rafforzare il ruolo dell’apprendimento permanente nello sviluppo di un sentimento di cittadinanza europea basato sulla comprensione e sul
rispetto dei diritti dell’uomo e della democrazia
e nella promozione della tolleranza e del rispetto degli altri popoli e della altre culture;
j) promuovere la cooperazione in materia di
garanzia della qualità in tutti i settori dell’istruzione e della formazione in Europa;
k) incoraggiare il migliore utilizzo di risultati, di
prodotti e di processi innovativi e scambiare le
buone prassi nei settori disciplinati dal programma di apprendimento permanente, al fine di
migliorare la qualità dell’istruzione e della formazione.
Beneficiari:
La Carta universitaria Erasmus è valida per tutti
gli istituti di istruzione superiore che rientrano
nella seguente definizione:
a) qualsiasi tipo di istituto di istruzione superiore, secondo la legislazione o la prassi nazionale,
che rilasci lauree riconosciute o altre qualificazioni riconosciute di livello terziario, a prescindere dalla rispettiva denominazione negli Stati
membri;
b) qualsiasi istituto, secondo la legislazione o la
prassi nazionale, che offra istruzione o formazione professionale di livello terziario;
I candidati devono essere stabiliti in uno dei
seguenti Paesi:
- i 27 Stati membri dell’Unione europea,
- i paesi EFTA: Islanda, Liechtenstein, Norvegia, Svizzera
- i paesi candidati: Turchia, Croazia
Modalità di partecipazione:
Le candidature vanno presentate seguendo le
istruzioni fornite dall’Agenzia esecutiva per l’istruzione, gli audiovisivi e la cultura
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la Riviera DOMENICA 10 APRILE 2011
CULTURA
La Signora di Ellis Island
di Mimmo Gangemi
Un romanzo
Iridescente,
un capolavoro
Ma non ci avevano detto che la letteratura meridionale,
cioè la letteratura d'impianto sociale, la letteratura, che racconta cose e non parole, era morta e seppellita ? E che
questa, tuttalpiù, poteva essere soppiantata dalla letteratura dell'obitorio, cioè della letteratura che racconta per l'Italia e all'Italia i morti di ndrangheta, mafia e camorra?
Orbene, i necrofori , razza sempre con la tromba del giudizio in bocca, sono stati messi a tacere dall'iridiscente
romanzo di Mimmo Gangemi, La Signora di Ellis Island
(Einaudi 2011), che ha piegato anche la dura cervice di
Curzio Maltese, più disposto a farsi estrarre due denti
senza anestesia che a fare un riconoscimento. Figurarsi poi
se si tratta di un autore calabrese. E, invece, ha riconosciuto (Corsera 24 marzo)che il romanzo di Mimmo Gangemi
è “uno dei rari capolavori della letteratura italiana della
nostra epoca”. Benissimo, si fa letteratura, letteratura alta,
tornando a impastare la penna nella realtà. Ma di questo in
altra occasione.
Qui e ora vogliamo sottolineare che La Signora di Ellis
Island non ha precedenti in tutta la letteratura d'emigrazione. Non c'entra Corrado Alvaro, chiamato illecitamente
in causa da Giancarlo De Cataldo, e non c'entra neppure
Francesco Perri il cui epocale romanzo Emigranti (Mondadori 1928) è più narrazione degli effetti dell'emigrazione
che sull'emigrazione e la vita degli emigrati in America. Né
vale richiamare, altresì, Saverio Strati, nonostante che la
sua narrativa sia tutta narrativa della fuga. Ma in q uesta
narrativa della fuga è solo l'Emilio di Mani vuote (Mondadori 1960) che va verso l'America, e la sua esistenza in
America è taciuta.
Dunque, per la prima volta come vissero il paradiso americano , subito sentito quale inferno, gli emigrati dai paesi
calabresi ci è stato raccontato da Mimmo Gangemi. Una
novità assoluta, e in letteratura contano più le novità di
contenuto che le carambole del linguaggio. E, a questo
punto, dobbiamo recriminare con forza che sulla quarta di
copertina il romanzo sia qualificato come “una saga” familiare quando vero è che è l'epopea dei poveri e degli sfruttati , che finalmente scampano dalla nostalgia e dalla sconfitta. E pure questo dice la novità del romanzo di Mimmo
Gangemi, che, recalcitrando come un mulo, non intende
rientrare nella biblioteca della sconfitta e della catastrofe,
che è stata la delizia, cioè il vero, e la croce, l'ossessione,
della letteratura meridionale, assecondata dalla letteratura
italiana.
Roderigo di Castiglia
CHI È
Domenico Gangemi ( Santa
Cristina d’Aspromonte, Reggio
Calabria, 19 ottobre 1950), di
professione ingegnere, ha
pubblicato: Un anno in Aspromonte (Soveria Mannelli, Rubbettino, 1995: Premio Internazionale dei due mari “Il pino
d’oro” 1996 e Premio “Vincenzo Tieri” 1998); Quell’acre
odore di aglio (REM Edizioni,
Palmi 1998), Pietre nel levante (So.Se.d, Rosarno 2001); Il
passo del cordaio (Il Sole24
ore, Torino 2002); ’25 nero (
Pellegrini, Cosenza 2004); . ll
giudice meschino (Einaudi,
Torino 2009), La Signora di
Ellis Island (Ivi 2011). È collaboratore del quotidiano <<La
Stampa>>.
Parola di Mimmo Gangemi
“Il meglio dei calabresi
non è fuggito”
M
di Cristina Briguglio
immo Gangemi, dopo il successo
de “Il giudice meschino”, vincitore, tra l’altro, del premio selezione
Bancarella, come mai ha deciso
di cambiare completamente genere e di dedicarsi
ad un’opera certamente non facile e poco di moda,
“La signora di Ellis Island”,che è racconto d’una
saga familiare?
Ho sempre spaziato tra vari generi. Mi ero già
cimentato in una saga familiare contadina, Quell’acre odore di aglio, che sarà ripubblicato da
Einaudi.
Non bado alle mode letterarie. E, comunque,
non credo che raccontare il passaggio degli umili
attraverso la storia, senza esserne protagonisti
appieno ma subendone gli eventi, sia una letteratura secondaria. A me pare piuttosto il noir un
gradino più in basso. Il super Campiello 2007 è
stato vinto da Mille anni che sto qui, una saga
familiare della mia amica Mariolina Venezia,
anche lei di Einaudi Stile Libero.
Inoltre, è un momento in cui la ’ndrangheta,
essa sì, è troppo di moda in Italia e di essa si scrive spesso a sproposito, per fare scandalo e vendere copie, con un cinismo che non si cura dei
guasti prodotti né di questa nostra terra martoriata che viene fatta apparire solo ’ndrangheta,
quando invece esistono positività, sconosciute
alle cronache e che altrove vanno scomparendo,
come la solidarietà, il calore umano, il senso
della famiglia, la generosità. Stavolta, ho inteso
distanziarmi, rinviando a tempi più adatti un
paio di romanzi, già pronti, con protagonista
anche la ’ndrangheta e i suoi uomini del nostro
disonore.
“La signora di Ellis Island” è essenzialmente una
storia di emigrazione dalla Calabria verso una
“terra promessa”, qual era l’America. L’Italia da
terra di emigrazione è diventata paese di immigrazione. Il suo romanzo che cosa lascia all’attualità?
Lascia tante cose, specialmente la riflessione che
non si deve dimenticare il proprio passato, quando erano i nostri nonni a percorrere le stesse
strade di miseria: in America vivevano da bordanti ammassati dentro luride stanze su giacigli
affollati da pulci che si portavano a spasso le
coperte, si consumavano la salute e la vita nei
lavori che i locali sdegnavano, subivano le giornaliere umiliazioni di vedersi etichettati “dago”
(una storpiatura di they go, inteso come “questi
se ne devono andare”) o “non visibilmente
negri”, venivano linciati o dovevano sopportare
tacendo i cartelli, affissi all’entrata dei locali
pubblici, con la scritta “no indians, no italians,
no dogs”. Mi anima la speranza che, riflettendo,
si guardi con occhi più benevoli ai disperati di
oggi. Non dico che bisogna accoglierli tutti – l’Italia non ha le potenzialità che aveva l’America
negli anni a cavallo tra ’800 e ’900 – ma almeno
trattarli con umanità, e senza mortificarne la
dignità.
Spesso tra gli intellettuali del mezzogiorno e, per
quanto ci riguarda della Calabria, si avverte un
velato senso di inferiorità. Lei che in questi ultimi
mesi ha avuto modo di confrontarsi con altre realtà
del Paese, scrivendo anche su un quotidiano come
<<La Stampa>>, che idea si è fatto della percezione che nel resto d’Italia si ha della Calabria e più
in generale del meridione?
Le cronache, spesso faziose, hanno fatto sì che i
calabresi provino, nel rapportarsi, un disagio che
viene scambiato per senso di inferiorità, ma che
tale non è, non vedo perché dovremmo sentirci
inferiori, dato che non lo siamo. È che si è storpiata l’immagine del territorio e di chi lo vive e
questo incide quando ci si interfaccia con realtà
diverse e lontane. Nel corso, per esempio, delle
presentazioni de Il giudice meschino, ho avuto
modo di rilevare che al Nord si sono fatti l’idea
che da noi sia come nel Far West, che prima di
uscire controlliamo che la pistola abbia il colpo
in canna e che il giubbotto antiproiettile sia
indossato bene, o che nello svoltare l’angolo di
una traversa stiamo accorti a che non provengano pallottole in senso inverso.
Colpa della cattiva stampa, colpa di qualche
scrittore che specula sulle disgrazie, colpa di un
razzismo dilagante, e per certi versi utile a chi lo
utilizza. E, specialmente, colpa di alcuni di quelli che ci rappresentano, troppo spesso miracolati della politica: piuttosto che opporsi e, attraverso le azioni meritorie, ergersi fieri dell’appartenenza, aggiungono palate di letame a quello
che gli altri ci scaricano addosso con studiato
calcolo.
Il prossimo 16 aprile presenterà “La signora di
Ellis Island” a Marina di Gioiosa Jonica, invitato
da i Presìdi del Libro - Locride. Diversi decenni fa
suo nonno scappava, da contadino, in cerca di fortuna. Oggi lei è un ingegnere apprezzato e uno scrittore che pubblica con Einaudi, ma allora anche da
queste parti, in Calabria, nella Locride, mettendoci
la faccia e tanta buona volontà, si possono fare cose
importanti, senza per forza lamentarsi o fuggire?
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la Riviera DOMENICA 10APRILE 2011
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CULTURA
L’Associazione Culturale “I presìdi del libro Locride”
presenta il romanzo “La signora di Ellis Island”,
sabato 16 aprile alle ore 18.30 presso la Biblioteca Comunale "Mario
Pellicano Castagna" Piazza dei Mille, Marina di Gioiosa Jonica.
Sarà presente l’autore Mimmo Gangemi.
Info: http://ipresididellibrolocride.webs.com/ - e mail: [email protected]
“
La 'ndrangheta è
troppo di moda in
Italia e di essa si
scrive spesso a
sproposito, per
fare scandalo e
vendere copie,
con un cinismo
che non si cura
dei guasti prodotti
né di questa
nostra terra
Sicuro che anche qua si possono fare cose importanti, non è il luogo che le determina. Quaggiù
c’è però bisogno di molta più gavetta per far
emergere le cose importanti che hai fatto – a me
ne è toccata tanta prima di arrivare alla grande
editoria – e, ahinoi, c’è bisogno che si accorgano
di te lontano da qui, magari in quel Nord di quella Lega che non vuole essere Italia, o, quantomeno, non vuole esserlo assieme a noi. Così, capita
che da lì ti esportino nella terra dove vivi, in una
sorta di andata e ritorno che non fa onore alla
Calabria.
Io non sono tra coloro che pensano che il meglio
dei calabresi sia fuggito altrove – persino un Prefetto, calabrese, di una città del Nord me lo ha
rinfacciato, ricevendosi la mia irritata protesta! –
e che qua siamo rimasti i peggiori, come sembra
emergere da certe cronache.
Abbiamo esportato uomini e donne che hanno
saputo farsi e farci onore – anche altri che onore
ci tolgono, in verità. E qui è rimasta una stragrande maggioranza di gente sana e capace. Per
dimostrarlo, occorre smettere di piangersi
addosso, acquistare coscienza e confidare in se
stessi per uscire dal pantano della ’ndrangheta e
del malcostume. Non sono pessimista a riguardo:
dal tunnel buio, in lontananza già intravedo un
foro di luce.
I CANARINI IN MINIERA
MIMMO GANGEMI
Tale il contenuto del romanzo di Mimmo Gangemi, “La signora di
Ellis Island”, così come viene riassunto nella seconda di copertina:
“È il 1902 e molti italiani partono a cercare fortuna in America.
Anche Giuseppe, ventun anni, figlio maggiore di una famiglia contadina dell’Aspromonte, lascia tutto quello che ha e attraversa l’oceano, con la promessa di tornare. Sbarcato a Ellis Island, non supera
la visita di controllo e viene isolato in attesa di essere rispedito indietro. Ma gli appare una signora vestita d’azzurro e con un bimbo in
braccio, che gli spalanca le porte dell’America. Dopo cinque anni
nell’aria viziata delle miniere e delle fonderie, Giuseppe torna in
Calabria”. Di seguito riproduciamo, per gentile concessione dell’editore, le pagine, davvero inedite non solo sul piano narrativo, sulla terribile condizione dei lavori forzati fino alla morte dei nostri emigrati
nelle miniere americane, che ebbero unicamente come amiche, sentinelle della loro salute, i canarini.
Sempre contro don Giulio , colpevole di averli affamati e di averne spinto i passi fin lì. Chi lavorava da poco in miniera non aveva
la tosse . La saliva annerita, sì. Pure a sciacquarsi la bocca ogni cinque minuti, un po' di scuro rimaneva. Giuseppe se ne preoccupava. Temeva guai seri ai polmoni.
- La tosse passa. Basta un mese all'aria degli ulivi nostri, in una
campagna nostra, e li aggiustiamo, i polmoni, la mandiamo di
corpo, questa polvere nera, - lo rassicurava zio Rosario. Per rassicurare se stesso, che non aveva ancora pareggiato i propositi e che
aveva in paese moglie e figli piccoli che contavano molto più della
tosse . Giuseppe aveva preso a fare i conti pure lui. Nell' ultimo
periodo aveva incontrato una vena particolarmente carica, che
nessuno gli aveva potuto sottrarre - per regola non scritta, chi la
trovava acquisiva il diritto di sfruttarla fino al fondo . Attorno, i
carpentieri puntellavano i tratti in cui progredivano le gallerie,
collocando travi in legno, a portale con altre ancorate nel terreno,
e tavolati a sostegno delle volte. Era loro competenza decidere se
fosse il caso d 'intervenire o se non c'era pericolo di crollo. I minatori si fidavano , mai erano capitati franamenti dove i carpentieri
avevano garantito non sarebbe successo. Ugualmente tutti insistevano a che puntellassero sopra le loro teste .Per scaramanzia,
per purgarsi in salute, per scrupolo, per non doverselo rinfacciare se succedeva un guaio. Faceva fresco là sotto. Quando esplose
l'estate, uscendo «al giorno », un 'aria arroventata friggeva la
pelle, ancor più per la temperatura sopportata dieci ore di fila. Fu
a metà luglio che il tamtam dei minatori parlò di grisou. Che si
era sprigionato in una delle gallerie più profonde, che i minatori
lo avevano respirato e fatto in tempo a uscire prima di asfissiarsi.
Non comparvero però testimoni diretti.
LA SIGNORA DI ELLIS ISLAND PARTE PRIMA
Mentre dormicchiava nel patio, sul tavolato imbevuto di un'acqua
che, appena sparsa, aveva sollevato fumi dal legno. La scena,
nello spiazzo antistante la miniera. Di fronte a lui, con il bambino
in braccio, nella identica posa di quando se l' era trovata davanti
a Ellis Island, nitida nei dettagli. La vide corrucciarsi in viso.
Lungo le guance le calarono due lacrime silenti. Che, al bordo del
mento, si staccarono, caddero con un tonfo di cui vibrò la terra e
scavarono un grosso buco circolare. Le chiese cosa avesse. Lei
rispose con un sorriso triste. E scomparve dentro il sogno stesso.
La mattina dopo, a un abruzzese, al lavoro assieme a due figli,
mori il canarino. Si era rannicchiato nella gabbietta e aveva boccheggiato per qualche secondo prima di cedere inerme la testa.
Se ne accorse il ragazzo più grande. Lo gridò allarmato al padre.
Che mollò tutto, afferrò per il braccio i figli e li spinse verso i montacarichi. - Il gas, il gas, - gridavano correndo. Quelle urla ne anticiparono i passi, percorsero veloci i cunicoli, penetrarono ovunque. I lavoranti si lanciarono in una fuga precipitosa. Qualcuno
suonò la campana. Ne rimbombarono gli echi, cupi e malefici . Fu
poi la volta del lamento della sirena. Una massa vociante spuntava dalle gallerie. Si accalcava negli incroci. Che diventavano
imbuti dove la marea si strozzava, sbandava, spintonava, forzava
per guadagnare posizioni, si usava prepotenze. Riuscivano infine
a schizzare in avanti, come tappi da un vino frizzante. Alcuni
cadevano e venivano calpestati, altri si tiravano da parte rassegnati, gli occhi alla volta e la disperazione nel cuore. Nel buio, grida
di paura e dolore, i pianti degli sconfitti, i lamenti dei feriti, imprecazioni, inascoltate richieste di soccorso, scene di violenta prevaricazione per guadagnarsi la salita al “giorno”. I montacarichi
andavano su e giù con più persone di quante ne potessero portare. Qualcuno si aggrappava pericolosamente da fuori. Giuseppe
si trovava in una delle gallerie più distanti dalle zone d 'u scita. Gli
era parso di sentire uno scoppio lontano, poi altri più ovattati.
Forse una frana. Scappò appena senti la campana. Si bloccò
davanti alla ressa che forzava l'ultimo imbuto. E non provò a passare. Il panico era incontenibile. E l'ingorgo, caotico, forsennato.
Non si sturava, con i nuovi arrivati che vi si catapultavano accecati dal terrore e non facevano che intricarlo di più. Quando finalmente si sturò, restarono in terra i resti della battaglia: uomini che
si trascinavano doloranti, altri inermi, o che stentavano a rialzarsi. Tra questi, il ragazzo muto. Sanguinava dalle labbra e dal naso.
Appena si sollevò da terra, non gli riuscirono i passi e strascicò la
gamba nel riprendere la via ora sgombra. Giuseppe se lo caricò
sulle spalle. Appena nei pressi dei montacarichi, trovarono una
nuova ressa, più selvaggia, più vociante. Giuseppe scelse di non
accalcarsi e si tenne da parte. Vide Antoni sul montacarichi. Gli
riuscì di passargli il ragazzo. Lui dovette attendere altri due turni.
Appena “al giorno”, s’inginocchio e pregò. Nel rialzarsi, si trovò
accanto Antoni che sorreggeva il ragazzo muto. - Grazie - disse
questo, la smorfia di un sorriso sofferente. - Allora parli - si meravigliò Giuseppe. - E sei dei nostri, italiano. - Ha un piede rotto, rivelò Antoni. Il ragazzo sorrise. - Grazie, - ripetè. Alzò la mano
al saluto e lasciò che lo adagiassero su di una barella. Lungo il percorso si girava verso di loro per rinnovare il sorriso. - Come ti chiami?- gli gridò dietro Giuseppe. - Ehitù, - rispose. E tirò lunga una
risata. Ci furono soltanto feriti. Vittime del panico. L'unico morto,
il canarino: la prova che il grisou c'era stato. Ma i responsabili
della miniera lo decisero morto per cause naturali, non essendo
successo ad altri. I minatori non si tranquillizzarono: se grisou era
stato, avrebbe replicato prima o poi, magari in quantità da uccidere .In parecchi lasciarono il lavoro. Furono rimpiazzati da
quanti erano in attesa che si liberassero posti, ancora italiani e
ungheresi. L'uomo del canarino fu licenziato. Ne diede notizia il
boss , la mattina appresso. Ridendosela. Antoni manifestò a sera
l'intento di andarsene .Giuseppe non provò a convincerlo a restare: non se la sentiva di caricarsi la coscienza di fronte a un pericolo ora reale. - Antoni, ma quale grisou... Non c'è stato affatto, sminuì invece zio Rosario . - Non gli dava da mangiare , a quel
canarino. Gli è morto per fame. Giuseppe lo guardò per capire se
ci credeva o se non intendeva rinunciare ai pochi mesi che gli
mancavano . Non lo decifrò . - Secondo te , c'era? - chiese Antoni a Giuseppe. - Uno scoppio mi pare d'averlo sentito. Ma forse
erano tutte quelle voci e tutta quella confusione.- Ho saputo di
altri che hanno sentito. lo no, a essere sincero. Se c' è stato e l'ha
causato il gas.. . Ci moriamo là sotto, esplode tutto e non ci trovano più. Nemmeno sprecano soldi per recuperare i cadaveri.
Manco il funerale, come le bestie. Giuseppe non seppe cosa
rispondere. La pensava allo stesso modo . - Dovesse succedere a
me, non lo fare sapere in paese. Non la voglio dare la soddisfazione di sapermi morto. - Che pensieri vai facendo. ..- Tu promettimelo. Giuramelo anzi, - s'impuntò. Non ci fu verso, Giuseppe
dovette giurare. Lui intendeva rimanere. Guadagnava bene, più
delle stime sul piroscafo. Aveva raggiunto con se stesso il compromesso di credere al grisou ma di pensarlo presente in quantità
innocua. Dopo l'accaduto, vedeva sotto una luce diversa la signora con il bambino. Non era un caso, non poteva essere un caso
che comparisse nei momenti del bisogno, la prima volta quando
non era stato ammesso in America, la seconda nel sogno la notte
precedente alla presunta uscita di gas. Pensò che lo proteggeva.
Pensò che era , che era ..lo sapeva benissimo chi era, lo aveva sempre saputo, sin da Ellis Island. Si trattava però di una conoscenza
da custodire gelosamente, da tenere ai bordi della mente e non
ufficializzare in un pensiero compiuto, troppo grande e smisurata, troppo superba - e la superbia conduce dritti all'inferno - e lui,
un uomo troppo qualunque, perché la Madonna se ne potesse
interessare. Antoni restò senza che Giuseppe tentasse di convincerlo .
La paura continuò a essere palpabile. Si allarmavano al minimo
rumore inusuale. Non c'era tratto di galleria dove non fosse appesa una gabbietta con un canarino . Non ne mori nemmeno uno.
Dieci giorni dopo, circolò la voce che tre ungheresi erano
rimasti sepolti sotto la volta crollata. La trascinò un vento di sussurri. Che s' incuneò in ogni galleria, penetrò le case
dei bordanti. E trovò parziale conferma nello sbarramento di un
tratto della miniera dove prima scavavano. Nessuno tuttavia riusci ad appiccicare un volto ai tre. Solo gli ungheresi insistevano.
Senza troppa convinzione: con i tanti che si erano licenziati, non
era più possibile scovare assenze che confermassero la disgrazia.
I sorveglianti si misero d'impegno per sedare le voci.
- E uno , - ammonivano minacciosi chi sorprendevano a parlarne
, intendendo che il due avrebbe portato al licenziamento
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la Riviera DOMENICA 10 APRILE 2011
Blob
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of the week
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le più interessanti,
pubblicandole
settimanalmente su
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DAPOZZUOLI ALLAPIANADI GIOIA
Caro Marco Minniti, avevi promesso un
consiglio provinciale urgente a Caulonia.
Noi non lo abbiamo dimenticato e ti
rammenteremo ogni mese
L’uovo sodo tra
quelli di Pasqua
di spalle Nuccio Barillà
chiede a Gianni Nucera
«Tutto mi potevo aspettare caro
Gianni, ma che qualcuno ti candidasse
a Presidente della Provincia di Reggio
non me lo potevo proprio aspettare»
Se domani va
all’AcquArte di
Marò D’Agostino ci
sarà incompatibilità
con la sua classe
“Onorevole allora Tripodi va a
sinistra Mazza va a destra Loiero e
Imperitura (spero) rimangono in
montagna, ma dove va l’UDC?
Sarebbe stato lui il
candidato migliore
per la città di Locri?
Franco Candia parla
con l’On Mario Tassone
Siderno 8,00 di mattina.
Ancora passano i camion pieni
di spazzatura lasciando dietro di
se solo un leggero ... profumo.
Pane e tastiere per
il saggio del PC
AMOR PROFANO
E qualcuno si
posò sul nido
del Director
CICCIO LASCALA,
SECONDA LEZIONE:
IL CALCIO DI RIGORE
CON COLPO SOTTO
«Where have all the Flowers gone?», «Dove sono finiti tutti i fiori?» cantava
Marlene Dietrich. Guardiamo Ruby, nome d’arte di una graziosa marocchina di
facili costumi, e pensiamo ai suoi fiori dispensati allegramente nelle feste e nelle
discoteche e nelle alcove, e che prima o poi finiranno, perché tempus fugit, più
lesto di un piacere donato, più lesto di un piacere ottenuto in cambio. Fanno
scandalo gli anziani desiderosi di avere accanto un corpo di ragazza per ridare
calore e vigore alle loro membra o semplicemente per compagnia ristoratrice, si
dimentica invece la dolce immagine biblica della giovane serva che scalda con i
suoi seni il vecchio re Davide. Il processo con rito immediato era ancora di là da
venire.
(Fabrizio Spinella)
S. Ilario. Grande sorpresa nel
pellegrinaggio a S.Giovanni Rotondo.
Per il compleanno di Rosita e Patrizia,
“l’apparizione” di Nonna Cata
Competenza
e freschezza
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la Riviera DOMENICA 10 APRILE 2011
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BIBLIOTECA MERIDIONALISTA
Per la vita perpetua di Giacomo Mancini
L’uomo politico,
che, piu’ di tutti, ha fatto
per il Mezzogiorno
e la Calabria del 900
PASQUINO CRUPI
rovenivo dalle fila del PCI
e ne fui radiato al principio
degli anni Settanta per eresia .
Me ne stetti a guardare per un
po’ d’anni. Poi, nel 1974 , Sisinio
Zito, dicendomi che nel Psi c’erano, addirittura, anche i troschisti, mi convinse ad
entrare nel PSI, in preda, fin dalla sua
nascita, alle correnti. Un neofita non ha
diritto di schierarsi, questo lo sapevo. E
così decisi di schierarmi dalla parte del
segretario nazionale, che, almeno formalmente rappresentava tutti i tesserati, ,
anche se non da tutti i tesserati, i militanti
di base, i dirigenti locali e nazionali era
riconosciuto e rispettato. Il segretario
nazionale era Giacomo Mancini, che con
cieca faziosità era combattuto e avversato
dal PCI nazionale e calabrese. E di quella
cieca faziosità io feci parte.
Con Giacomo Mancini sono rimasto sino
alla conclusione della sua vita, 8 aprile
2002 ( Era nato a Cosenza il 21 aprile
1916). Vita attiva, operosa, dinamica, che,
come un personaggio da tragedia scespiriana, lo vide, negli ultimi anni di sua esistenza, trascinarsi su una sedia a rotelle,
negli uffici del Comune di Cosenza , per
il bene della sua Città, la città di Cosenza.
Su <<calabriaora>> ( 8 aprile) l’infaticabile Bruno Gemelli ha ricordato Giacomo Mancini come il “ leone socialista”.
Mai definizione fu più appropriata. Ma
vero è che anche i leoni muoiono, e il loro
proprio è morire con la criniera in alto.
Tale fu Giacomo Mancini. Un leone ruggente nelle prima fila per rialzare la questione meridionale, per riproporla come
questione nazionale, per ricollocarla al
centro dell’agenda politica nazionale. Fu la
sua delizia e fu la sua croce.
La guerra, che mai cessò contro Giacomo
Mancini con odio teologico- ha riposo
solo con la morte dell’avversario- comincia proprio dalla sua accanita e mai intermessa battaglia per la soluzione della questione meridionale , dal tentativo, cioè, di
cambiare i rapporti tra Nord e Sud, di
mutare le leggi di funzionamento dell’economia capitalistica . La quale mentre produce ricchezza al Nord, accumula miseria
e arretratezza al Sud.
E in questa direzione Giacomo Mancini,
da segretario nazionale del PSI, da ministro- unico ministro non ministeriale,
unico ministro non chiamato al Governo
per produrre azioni contro il Mezzogiorno,
come fu d’uso ed è- riattizzò l’ idea dell’industrializzazione come via alla soluzione
della questione meridionale, in ciò collegandosi con il radicale Francesco Saverio
Nitti, con il cattolico Luigi Sturzo, con il
socialista Rodolfo Morandi.
Senza tralasciare, però, di ricordare che
una sola leva- anche la leva dell’industrializzazione- non bastava a assicurare il passaggio del Mezzogiorno e della Calabria
dal sottosviluppo allo sviluppo. Nella sua
Introduzione al volume Il PSI per il Centro
siderurgico (Roma 1972) scriveva a proposito del destino della Calabria contro i
monoideici d’una sola leva di sollevamento: “ [Abbiamo respinto] le tesi di quanti,
di volta in volta, puntavano per la Calabria
sulla sola agricoltura, sul solo turismo,
sulla sola industrializzazione : abbiamo,
invece, ritenuto che tutte queste leve
P
dovessero venire azionate contemporaneamente per recuperare i ritardi accumulati in Calabria dalle classi dirigenti nei
decenni precedenti, quando la regione,
secondo l’opinione corrente era “una
palla di piombo” per lo sviluppo dell’economia del paese, una regione da assistere
con provvedimenti speciali e straordinari a
causa della sua perifericità, dell’accidentalità del suo territorio, delle difficoltà di
comunicazioni e di attraversamento interno”.
E ci si mise su questa strada , traducendo il
meridionalismo speculativo in meridionalismo pragmatico . Un’impresa ciclopica
cui il Mezzogiorno e la Calabria non avevano mai assistito e che una sorta di meridionalismo realizzativo avevano vissuto
solo nella fase della lotta per la conquista
delle terre incolte e malcoltivate.
Con Giacomo Mancini, uomo politico e
uomo al governo- non di governo- cessò l’isolamento della Calabria grazie all’autostrada. Si profilava l’uscita dall’era della
zappa e dell’emigrazione coatta con l’industrializzazione . che aveva il suo nerbo nella
costruzione del Quinto centro siderurgico.
E fu a questa svolta che i poteri forti lo presero alla gola. non solo mani destre, ma
anche mani sinistre . Sinistre, in tutti sensi.
Avvinsero pure le toghe e gli ermellini, che
Giacomo Mancini ci ha
insegnato che la questione
meridionale è la religione
dei meridionali, ed essa impone
ai meridionali di abbattere l'albero,
farne una croce, e poi portarla
ogni giorno....
non tollerarono le sue battaglie garantiste,
oggi più attuali di ieri. Anche questo aveva
capito Giacomo Mancini, innovando il
meridionalismo classico e rivoluzionario :
che il meridionalismo, per dir così, sociale
è zoppo se non si completa con il meridionalismo garantista, cioè con una battaglia
che tenda a togliere il Mezzogiorno e la
Calabria dal loro status di territorio dove
ha valso e vale l’applicazione normale
delle leggi speciali di polizia e dove mai
sono state applicate le leggi normali dello
Stato. Il che altro non significava nel suo
pensiero e nella sua azione che la questione meridionale non poteva essere ridotta
a questione criminale.
Questi sono stati i suoi insegnamenti.
Disattesi. “E dopo Mancini il diluvio”, intitola il suo editoriale dell’8 aprile Piero Sansonetti. Accadde, accade. Poiché è stato
dimenticato un altro insegnamento, questa
volta etico, di Giacomo Mancini. La questione meridionale ha da essere la religione dei meridionali, ed essa impone ai meridionali, servendoci delle parole di Simone
Well- di abbattere l'albero, farne una croce, e
poi portarla ogni giorno....
Lui ciò fece. E noi?.
Giacomo Mancini
La nuova realtà meridionale
Riproduciamo, quasi integralmente il discorso pronunciato a Napoli da Giacomo Mancini il 28
marzo 1974 nell’incontro con i Presidenti delle
regioni meridionali, pubblicato su « Calabria oggi »
(18 aprile 1984). E poi in Giacomo Mancini, “Il
caso Gioia Tauro” (Casa del Libro , Reggio Calabria 1977), pp 43,53.
Quella che si chiama la centralità della questione
meridionale svanirebbe, perderebbe concretezza
di connotati, se ad organizzare concretamente i
contenuti di questa definizione non ci fossero le
Regioni, con la loro capacità di immediatezza e di
sensibilità, con la loro capacità di elaborazione
autonoma, con il loro modo di vivere i problemi,
i drammi, le tensioni che esistono nel Mezzogiorno.
Il pluralismo, che si realizza con le Regioni, è un
fattore importante per reagire a quei pericoli di
disgregazione,
a quei fatti di disgregazione ch e sono tra i mali
più acuti e gravi del Mezzogio rno. Sono le
Regioni e il dialogo con le Regioni i pun ti di fo
rza per evitare la ricostruzione di un tessuto sociale, vivo, articolato, che
non soffoca, ma libera energie, iniziative, forze
che possano assumere il ruolo di protagonista
della rinascita del Mezzogiorno. In questa prospettiva, riguardo al ruolo del Ministero per gli
interventi straordinari nel Mezzogiorno, ho già
avuto occasione di dire che non si tratta di un
superministero e che non intende esserlo. Vuole
essere un centro di iniziativa politica che orienti,
nel dialogo con le Regioni, gli indirizzi di un'azione concreta per affrontare i nodi e alcuni problemi più incalzanti della condizione del Mezzogiorno. Un rapporto di analoga qualità va stabilito
con le organizzazioni sindacali il cui senso di
responsabilità e i cui comportamenti hanno risolto situazioni difficili. Non dimentichiamo quante
volte i lavoratori e le loro organizzazioni,
qui a Napoli, e in altri centri del Sud hanno colmato vuoti di potere, deficienze e inerzie. Alle
Regioni e ai sindacati ci rivolgiamo, quindi, in
questo momento nel quale stiamo compiendo
uno sforzo concreto per risanare alcune delle piaghe più acerbe del Mezzogiorno. Uno sforzo concreto che viene dopo tanti dibattiti teorici, che
sono utili se portano le situazioni a livelli più elevati sul piano democratico e dello sviluppo sociale; che utili non sono quando sono strumento di
diversivi e alibi per I'inazione. Dibattiti che consideriamo sempre necessari, ma che mai devono
produrre diaframmi, ostacoli, impedimenti tra il
momento della discussione e il momento degli
interventi immediati su problemi la cui urgenza è
la più imprescrittibile ragione per agire con rapidità. Voci stonate sono a volte risuonate in questi
dibattiti. C'è una scoperta del Mezzogiorno da
parte di alcuni organi di stampa che non è sincera. E' la scoperta del clientelismo, dei torti, della
inettitudine della classe dirigente meridionale.
Non neghiamo che ci siano vizi e difetti, ma è
certo che, se ci sono, essi discendono anche dai
comportamenti dei grandi centri industriali e dei
grandi potentati economici, che nel perseguire il
Ioro interesse a lasciare le cose come stanno, stru-
mentalmente affermano che nel Mezzogiorno
non c'è niente di buono e niente di buono si può
fare. Abbiamo condotto e conduciamo una battaglia all'interno del Mezzogiorno e delle sue classi politiche per combattere vizi e difetti; e non ci
scandalizziamo se altri ne parlano. Ci scandalizza
che ne parlino come se il Mezzogiorno fosse fuori
dei confini d'Italia, come se il Mezzogiorno non
riguardasse tutti.
E qui a Napoli le ragioni del Mezzogiorno si
manifestano in modo travolgente e drammatico.
Perciò la scelta di Napoli non è di circostanza. La
capitale del Mezzogiorno, come si diceva una
volta, è diventata la capitale dei problemi del
Mezzogiorno. E' un dato di fatto che a Napoli
sono esplose in epoca lontana fenomeni come il
laurismo, e tensioni recenti in una loro forma specifica, tensioni che sono presenti anche in altre
regioni e città, in forma diversa o in forma meno
acuta. A Napoli si concentrano i problemi delle
grandi aree urbane del Mezzogiorno, i problemi
che tutti conoscono, di cui parleremo più dettagliatamente in seguito, i problemi di una città
congestionata, sconvolta, esposta ai pericoli di
tempi remoti, il colera, le infezioni, la disumanizzazione della collettività. Questa diagnosi che facciamo su Napoli, riguarda tante altre città, ma
vogliamo partire da Napoli perché qui i problemi
assumono un carattere ancora più drammatico e
contengono una carica politica estremamente
pericolosa. Aver chiari i problemi di Napoli,
affrontarli subito. E quello che riusciremo a fare
in questo incontro dovrà avere un valore pratico
la Riviera DOMENICA 10 APRILE 2011 45
BIBLIOTECA MERIDIONALISTA
In alto : Casignana 22 settembre 1972. Giacomo Mancini, circondato dai
dirigenti socialisti, in presenza del primo Presidente della Regione Calabria,
prof. Antonio Guarasci, ricorda la strage di Casignana: Tra gli oratori anche
il nostro direttore, Pasquino Crupi, allora trentaduenne (foto sovrastante).
In basso. Siderno 1968. Giacomo Mancini tra Cosimo Iannapollo, indimenticabile sindaco di Siderno, e Oreste Sorace, esempio di virtù socialista
dimenticata.
e operativo per interventi rapidi su tutto il complesso dei problemi dei grandi centri urbani del
Sud. L'impegno meridionalistico è un punto
fermo del programma governativo : un impegno
da tempo enunciato al quale occorre dare un
nuovo contenuto concretamente operativo, valido per l'immediato e per il futuro. E' importante
perciò ribadire che nell'azione di politica economica necessaria per fronteggiare questi problemi
non devono essere mai dimenticate le responsabilità del Paese verso i drammatici problemi del
Mezzogiorno e la impossibilità di risolverli con
impostazioni, come quella dei due tempi - prima
il Nord e poi il Sud - che sono servite soltanto ad
accentuare gli squilibri in atto ed a rinviare sistematicamente gli impegni assunti di fronte al
Paese. La dimensione dei problemi meridionali
è illustrata da due cifre: nel decennio 1961-1972
l'esodo di popolazione dal Sud è più che raddoppiata rispetto al decennio precedente, mentre
ancora nel 1973 l'incremento dell'occupazione
nazionale (che è stato pari a circa 170 milaunità)
si è concentrato quasi esclusivamente nel centroNord. Inoltre, come è stato più volte ricordato, il
problema fondamentale del Mezzogiorno è
quello di recuperare all'economia nazionale
risorse umane finora inutilizzate o costrette alla
emigrazione. Ma esso, per quanto riluttante è
meno importante, per l'intera collettività nazionale, di quello politico che nasce dalla necessità
di contrastare sul piano concreto i fenomeni di
violenza fascista che s'innestano sulla strumenta-
lizzazione di effettive ed antiche esigenze delle
popolazioni. Questi fenomeni, come abbiamo
già detto, vanno combattuti decisamente e duramente, non soltanto con dichiarazioni di antifascismo e di fedeltà alla Carta Costituzionale; ma
anche - e soprattutto - con una continua ed efficace azione dei pubblici poteri, che elimini alle
radici i motivi di tensione sociale e di rabbiosa
reazione che derivano dalle promesse non mantenute, dai ritardi, dalla continua invenzione dei
nuovi programmi e di nuove parole che troppo
spesso coprono soltanto incapacità operative o
manovre politiche, ormai non più accettabili. La
Cassa, che ha rapprsentato, infatti, fin dal 1950 il
punto di maggiore rilievo della Enea politica
meridionalista ed ha assolto con capacità tecnica
questo ruolo, rimane - pur nell'evoluzione della
legislazione sul Mezzogiorno e di fronte all 'affermarsi del ruolo primario delle Regioni - il centro
di responsabilità operativa e di riferimento unitario all'azione che il Governo intende portare
avanti per il Mezzogiorno.
La legge 853, in questo senso, ha posto in giusta
luce questo ruolo che dovrà essere tenuto presente anche nelle future necessarie integrazioni
o perfezionamenti della Iegislazione sul Mezzogiorno, e per svolgere il quale si richiederanno
adeguamenti organizzativi capaci di rendere la
Cassa sempre più all'altezza dei suoi difficili compiti. In questi ultimi anni il dibattito sul Mezzogiorno si è largamente sviluppato, con l' elaborazione di indirizzi e contenuti innovatori, che sono
stati adeguatamente approfonditi anche in sede
parlamentare. In particolare: è stata riconosciuta
la necessità di favorire le industrie grandi e piccole che garantiscono una maggiore occupazione
operaia e quelle che possono essere distribuite
sul territorio in maniera da contrastare la tendenza alla concentrazione di popolazione e di
attività economiche in pochi "poli" di sviluppo
che esaltano gli squilibri territoriali e sociali, provocando lo svuotamento delle aree interne e la
'Conseguente degradazione fisica del territorio;
è stata di conseguenza acquisita la necessità oggi imposta anche dalla difficile situazione della
bilancia dei pagamenti - di rilanciare l'agricoltura, così da utilizzare risorse reali del Paese che
nel passato sono state tenute in poca considerazione; è stata riconosciuta l'esigenza di superare
la logica dei programmi di opere singole, organizzando gli interventi prima in complessi organici e poi in progetti speciali, che, partendo dalla
realtà del territorio e dagli obiettivi di sviluppo
settoriale, devono essere realizzati in un processo dialettico che si incentra sull'istituto regionale
e sulla grande capacità realizzativa della Cassa
per il Mezzogiorno; è stata inoltre riconosciuta la
necessità di recuperare e riqualificare il patrimonio urbano ed insediativo esistente, migliorando
le abitazioni, le attrezzature sociali e quelle igieniche e sanitarie : il colera nel Mezzogiorno ha
messo in luce i profondi mali delle città meridionali, che per tanti anni erano stati parzialmente
mimetizzate da opere appariscenti e di dubbia
utilità sociale; la crisi dell'energia ha riproposto in
termini più tangibili e drammatici del passato il
problema della qualità della vita nella città, nel
territorio, nella struttura produttiva. Un rilevante contributo al dibattito meridionalistico è stato
fornito poi - occorre ribadirlo - dal movimento
sindacale, che ha assunto - unitariamente - la
soluzione del problema del Mezzogiorno come
vertenza nazionale superando decisamente i
limiti di rivendicazioni settoriali ed aziendali, pur
comprensibili in momenti di difficoltà economiche ed occupazionali, come quello attuale.Ulteriori ritardi, anche se giustificati dall'intento di
perfezionare il quadro programmatico e quello
legislativo, non sarebbero tollerabili e soprattutto non potrebbero essere tollerati dalle popolazioni meridionali che vedono sempre più compresso il loro fondamentale diritto: la fonte di
lavoro. Questo non significa, ovviamente, tornare alla politica delle piccole opere, slegate e causali, da realizzare rapidamente solo per dimostrare un generico efficientismo
dei pubblici poteri. Significa invece partire dalle
cose più modeste per arrivare alle grandi e recuperare, nell'attività costruttiva, la capacità operativa di tutti i centri di spesa - e soprattutto degli
enti locali - e la credibilità dell'azione pubblica
presso le popolazioni meridionali. E proprio
questi temi, specifici e precisi, dovranno essere
sviluppati in via preliminare in questo nostro
incontro, che è un incontro di lavoro e vuol essere soltanto l'inizio di un colloquio che il Ministro
per il Mezzogiorno intende avviare e mantenere
con gli amministratori di tutte le regioni meridionali. [...] Naturalmente l'aver indicato alcuni temi
specifici non significa ridurre il dibattito esclusivamente alla loro trattazione. Ma è importante
prendere atto del fatto che, nonostante gli allarmismi che, talvolta strumentalmente, sono stati
diffusi in merito al blocco dell'intervento straordinario per mancanza di fondi, ancora sono
disponibili consistenti finanziamenti per garantire non soltanto la continuità nella realizzazione
delle opere, ma anche un forte rilancio delle iniziative già pronte a partire, opportunamente
selezionate, in base alla loro coerenza con gli
obiettivi regionali di sviluppo. Certamente
occorrono altri fondi e mi propongo di presentare subito una legge di rifinanziamento, della 853
per un importo di mille miliardi, al fine di garantire la continuità degli investimenti, non soltanto
nelle opere pubbliche, ma anche nell'industria e
nell' agricoltura e di consentire l'avvio delle iniziative di più ampio respiro, non appena i relativi progetti saranno definiti e completi. Anche del
rifinanziamento della 853 si parla da circa sei
mesi; è tempo perciò di presentare il disegno di
legge e portarlo all'approvazione. Nell'immediato futuro sarà anche necessario assumere diretti
contatti con le aziende pubbliche e private, le
quali - soprattutto le maggiori - potranno così
precisare i loro programmi generali, portando
elementi di chiarezza ad un dibattito che troppo
spesso si è svolto - ed è stato strumentalmente
distorto - sulla base di dati imprecisi e talvolta
contraddittorii. Ciò è successo nel passato per la
localizzazione del V Centro Siderurgico a Gioia
Tauro di cui non si può più ritardare la definizione in concreto ed è auspicabile che, nelle future
occasioni, si abbandoni la via delle tardive recriminazioni e delle diversioni tattiche, per scegliere quella, ben più produttiva, della definizione
dei programmi a livello nazionale e dei relativi
investimenti e tempi di attuazione, con particolare riferimento alla occupazione operaia.
Calabria oggi
BRUNO GEMELLI
La ricorrenza del nono anniversario
della morte di Giacomo Mancini richiama uno degli strumenti di comunicazione utilizzate dal leader socialista in
Calabria. Il periodico <<Calabria
oggi>>, che nacque settimanale e poi
divenne quindicinale in un lungo arco di
tempo, dalla fine degli anni ’60 alla fine
degli anni ’80. Ebbe due tempi. La
prima edizione si stampava a Roma
nella tipografia dell’Avanti ed era diretta da Enrico Landolfi. Una delle firme
di punta fu un giovanissimo Pasquino
Crupi, fresco di espulsione dal Pci perché eretico, che modificò il quadro stagnante della pubblicistica di allora. Non
a caso s’era formato sulle pagine del
<<Gazzettino del Jonio>> di Titta
Foti.
Per essere più vicino ai temi calabresi
<<Calabria oggi>> si trasferì in Calabria e la direzione fu affidata a Pasquino Crupi. Si stampava nella mitica tipografia La Rocca nella zona di Ravagnese. La linotype suonava una musica
creativa, affascinante, carbonara. Allora c’era il piombo e le bozze si correggevano sul banco del proto. Pasquino
Crupi fece un giornale corsaro, irregolare e irriverente. Un foglio di elaborazione della cultura meridionalista, di
denunce, di inchieste, ma anche di
riflessioni. Polemista a tutto tondo. Tra
Il giornale si caratterizzò
per aver condotto, ,
battaglie garantiste,
talvolta solitarie ,
sempre arrischiate.
Ricordo, quando,
celebrandosi il processo
alla ndrangheta della
Piana, Giacomo Mancini
uscì sulla prima pagina di
<<Calabria oggi>> con
un articolo intitolato: “Se
esiste un diritto speciale
per i mafiosi”.
le firme più prestigiose che collaborarono occorre ricordare quelle di Mario La
Cava, Saverio Strati, Sharo Gambino,
Antonio Piromalli, Gaetano Greco
Naccarato, Salvatore Santagata, Oscar
Caporose (pseudonimo di Enzo Arcuri), Luigi Gullo, sempre presente con la
sua rubrica <<Questi italiani>> un
ultima pagina, come aveva voluto, e mai
puntuale. A tal punto che il pezzo di
Gullo arrivava in tipografia con il suo
autista o qualcuno doveva recarsi in tribunale per la consegna o, addirittura,
alle quattro del mattino veniva dettato
per telefono al Direttore. Il giornale si
caratterizzò per aver condotto, , battaglie garantiste, talvolta solitarie , sempre arrischiate. Ricordo, quando, celebrandosi il processo alla ndrangheta
della Piana, Giacomo Mancini uscì sulla
prima pagina di <<Calabria oggi>>
con un articolo intitolato: “Se esiste un
diritto speciale per i mafiosi”. Ma il
quindicinale fu anche luogo di riferimenti storici delle lotte contadine, elaborazione del pensiero meridionalista.
Lotta politica sui temi scottanti dello
sviluppo economico e contro i potentati nordisti. Rimane ancora oggi l’unico
giornale che fece un’inchiesta strutturata sul neo-fascismo calabrese.
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la Riviera DOMENICA 10 APRILE 2011
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Cuccioli abbandonati sul lungomare di Siderno
Anche dalle nostre parti, purtroppo, sempre più spesso avviene di imbattersi in cuccioli di cane abbandonati. E’ un’azione incivile che condanniamo poiché dimostra una forte insensibilità. Ultimamente, ad esempio, due cagnolini
sono stati lasciati perfino sul lungomare di Siderno. Noi de La Riviera, a tal proposito, vogliamo sperare che la frase
attribuita a Madame de Sévigné (vissuta nella seconda metà del 1600) “quanto più conosco gli uomini, tanto più
ammiro i cani”, possa, nel 2011, risultare anacronistica.
ZonaCesarini di Benjamin Boson
A PELO D’UOMO
A poil, completamente nudi. Le guardie di Fleury, dopo averti messo a soqquadro la cella, e rovesciato ogni cosa sul pavimento, continuano l'umiliazione con la perquisizione corporale a pelo. Ti mettono le mani addosso, come se sotto la pelle
potessi nascondere qualcosa. Non trovano mai nulla, perché i cattivi celano bene i loro segreti. I primi tempi li odiavo, pensavo che indossare una divisa comportasse di per se una devianza mentale, poi mi sono ricordato di averla portata anch'io
l'uniforme e di quanto pensassi che il bene andasse perseguito con tutti i mezzi, per i primi tempi. Non li odio più i ragazzi
in divisa, mi piace credere che siano sempre in buona fede, e non sappiano del male che fanno le manette e le mani addosso. Lui, invece, non si è ancora abituato, e dire che nelle sue tante vite ne ha viste di brutture. In Francia è avvocato, il mio
avvocato, in Spagna insegna e negli Stati Uniti cucina. In Italia scrive, ma lì c'è nato, e non può nascondere chi è e da dove
viene. Lì i gendarmi gli stanno addosso, ogni tanto gli ricordano i suoi natali, le sue amicizie. In verità sono in molti a stargli
dietro. Fa il grillo parlante, da che ha iniziato a balbettare: “sbagliate tutto” ce lo dice da una vita, ma è convinto che anche
in noi ci sia del buono, e se ci fossero state le condizioni l'avremmo tirato fuori. Mi dispiace per lui, in noi non c'è del buono,
siamo marci da sempre. Il male lo amiamo, e all'inferno ci andremo di sicuro. Però conosciamo tanta gente, malvagia quanto noi anche se ammantata di bene, e per il nostro commiato col mondo ce ne porteremo via il più possibile. E' un modo
per ripagare lui e quanti si sono persi dietro a noi, quelli che non si sono fermati davanti alle manette o al piombo. Quelli
che non si rassegnano alle perquisizioni a pelo d'uomo. Quelli che non indosseranno mai una divisa, perché credono che il
male vada affrontato senza armi. Faremo pulizia, per i pazzi che il male lo affrontano a mani nude, finendone falciati. E ai
ragazzi in uniforme dico di lasciarlo stare, e prima di mettere le mani addosso a un uomo si accertino che sia veramente
necessario. E difficile convertire il male, ma basta un attimo a trasformare in demoni gli angeli. Lui è venuto a dirmi di lasciar
perdere la fuga, quantomeno mi ha fatto giurare che non ci saranno spargimenti di sangue. Povero grillo, per quanto ancora correrai dietro alle anime, non volendo ammettere che sono, irrimediabilmente, nere.
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DOMENICA 10
APRILE 2010
L’OROSCOPO
ARIETE
In questa settimana è perfettamente vero che avrete bisogno di molta onestà, ma dovrete anche
darne agli altri o meglio, essere onesti anche con
voi stessi. La sincerità spesso non vi ha ripagato,
ma soltanto perché voi non eravate onesti maistintivi e a volte anche cattivi!
TORO
Forse in questa giornata fareste meglio a sfogarvi
in altri mille modi, piuttosto che nel parlare, poiché
parlando potreste ferire qualcuno, mentre facendo
altro, grazie alla quale cosa riuscirete a trovare una
vostra dimensione, eviterete molte rogne ed anche
di chiedere scusa troppo spesso!
GEMELLI
Se si presenteà un problema che non saprete esattamente come risolvere, farete bene a chiedere a qualcuno che ne possa sapere più di voi, come ad un familiareo al massimo ad un amico, altrimenti a che servirebbero queste persone che vi sono vicino e dicono di
amarvi?
CANCRO
In questa settimana potreste cercare rifugio tra le
braccia delle persone che amate e questo è perfettamente normale, ma non dovrete esagerare nel
chiedere loro qualcosa che non potranno darvi. I
vostri problemi sarebbe meglio risolveli per proprio conto e non trovare giustificazioni inutili!
LEONE
Vorreste tornare indietro e rivevere determinati
momenti della vostra vita in modo diverso, più
intensamente o forse per prendervi delle rivincite e
fare qualcosa che implicherebbe quel coraggio che
non avete ora. Sapete che non potete farlo, ma
potete sempre cercare di cambiare il futuro!
ReggioCalabria
Ancora una volta la periferia reggina frana sotto i
temporali invernali che hanno devastato Intere
zone della nostra città.L'ultimo temporale di qualche settimana fa ha , definitivamente, smottato un
pezzo di strada che porta ad Aretina, frazione collinare di Reggio.In pratica è la strada principale ,
le altre due sono quella da Armo e una dalla località Gurnali, ma entrambe molto strette ed
anch'esse interessate da piccole frane, ora rimosse,che da Reggio (Strada Saracinello-Bovetto)
conduce nelle località Aretina, S. Andrea, Contrada Papa, Arcoleo.
L’angolo
VERGINE
Le stelle hanno scelto una donna, con il nome
che incomincia con la lettera “A” e abita in un
paese che inizia con la “C”, per essere sedotta
da un australiano che la porterà in un’isola del
Pacifico. Qui, di vergine rimarrà solo il segno
zodiacale. Attenti, inoltre, allo tsunami.
BILANCIA
Periodo “fortunato” per le Carmele. Vi candiderete e vincerete le elezioni comunali. Poi vincerete al super-enalotto e riceverete un’eredità
dall’America. Ma per una banale disattenzione
vostro marito sperpererà tutto. Amatelo lo stesso!
di Parrello
L'ospedale di Siderno… la voce del silenzio
Cammino in una via periferica, quando sento una voce che mi chiama. Mi volto e
non vedo nessuno. Mi sarò sbagliato. Dopo qualche secondo di nuovo la voce : “Ma
Franco, non mi senti? Sono l'ospedale”. Subito gli domandai: “Come stai?”. “Male
- rispose - non vedi che non c'è più nessuno? Ma tu, quando sei stato ricoverato nei
vari reparti, e una volta anche di notte al pronto soccorso, sei stato trattato bene?”.
“Bene, sia dai medici, sia da tutto il personale, sempre pronti al rapporto umano”.
“Io - continua l'ospedale - ero considerato uno dei più efficienti della Calabria”. “Ti
ricorderò sempre con affetto” - risposi. “Dove vai adesso?” “A passeggiare sul Lungomare, luogo di pace e di solitudine”.
Franco Parrello
Il ricordo
A distanza di un mese dalla Tua dipartita,
vogliamo ricordarTi solare e sorridente
come sei sempre stata e come - siamo sicuri
- continui ad essere nel Paradiso, dove Ti
hanno preceduta ed accompagnata il Tuo
amore concreto per la famiglia, la Tua
instancabile laboriosità e la fortezza e il
coraggio che Ti hanno sempre contraddistinta nonostante i limiti della natura umana.
Arrivederci in cielo, zia Franca!!!
I tuoi nipoti Cimarosa, Bruzzese, Congiusta e Condino
SCORPIONE
Prendete un gran respriro in questa giornata e poi
iniziate dalla cosa più semplice per poi arrivare
man mano a tutto il resto. Procedete per piccoli
passi, affrettarsi non servirà a nulla, anche perché
non siete di certo pronti per affrontare troppe cose
tutte insieme! Ci vorrebbe più allenamento!
SAGITTARIO
Forse non importa il tipo di persone con le quali in
questa giornata deciderete di trascorrere il vostro
tempo, l'importante è il vostro benessere. Se vedete che non vi trovate bene, sarà inutile continuare
a restare nello stesso luogo, cercate di andare via in
un modo o nell'altro!
CAPRICORNO
Non vi interesserà nulla che non riguardi la vostra famiglia, quindi tutto o quasi passerà in secondo piano. Non
avete poi grandi possibilità di andare avanti con i vostri
rapporti se non prenderete di petto alcune situazioni,
quindi meglio affrontarle suito e per il tempo necessario!
ACQUARIO
Chi ha una jep rossa e la barba lunga avrà due
strade da percorrere in primavera. Cioè vincere
le elezioni del suo paese e diventare povero o
perderle e diventare ricco. Attento ad un conoscente con i capelli all’insù stile Dragon Ball.
PESCI
Potrete finalmente avere prontezza di alcune questioni che vi erano rimaste oscur a causa della
eccessiva premura usata nei vostri confronti da
alcune persone che vi sono vicino e che farebbero
di tutto per evitarvi alcune sofferenze! Pensiero
gentile ma inutile!
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