LA BELLA INCOMPIUTA E’ quel gioiello della “Lunga Via delle Dolomiti” L a più bella pista ciclabile del mondo ancora incompiuta. Quella che è stata battezzata “Lunga via delle Dolomiti” e che fa volare gli appassionati dei pedali attraverso le montagne più spettacolari non riesce a spiccare il tanto auspicato salto di qualità. Questa doveva essere la sua estate, quella del completamento e della promozione. Con tutte le promesse e i buoni propositi inanellati l’anno scorso questa sarebbe dovuta essere la prima stagione veramente positiva per questo eccezionale percorso ciclabile. In realtà, nonostante il tempo nefasto di luglio, i frequentatori stanno aumentando. E anche la loro soddisfazione punta alle stelle. Del resto la pista percorre 35 chilometri al cospetto di quelle montagne che l’Unesco ha proclamato patrimonio dell’umanità: Marmarole, Antelao, Pelmo, Croda Marcora, Tofane…monumenti unici. Per questo la “Lunga via delle Dolomiti” è un gioiello prezioso. “Non capisco come mai non la valorizziate maggiormente.” Ci ha detto un ciclista francese che ha prolungato le vacanze per venire in Cadore a percorrerla. Un giovane polacco è stato più esplicito: “E’ la seconda volta che la percorro. E’ vergognoso non sia stata ancora ultimata. Rappresenta una risorsa importante per questo territorio. Possibile che nessuno intervenga?” Parole sante anche quelle di una ragazza di Cortina che si chiede come mai non si sia ancora ultimato il tratto che interessa il suo comune. Un tedesco che abbiamo incontrato dopo San Vito ci ha espresso due considerazioni che meritano attenzione: “E’ una pista spettacolare che merita maggior rispetto per quanto riguarda la manutenzione che in certi tratti è carente, la segnaletica che manca proprio dove ce ne sarebbe bisogno e poi quell’ultimo tratto che consentirebbe il collegamento asfaltato con Dobbiaco. Avete mai visto come sono curate e vengono gestite le piste ciclabili negli altri Paesi d’Europa? E’ sufficiente andare nel vicino Alto Adige per rendesi conto di come si deve fare.” Mazzate terribili che non consentono repliche. Perché è la verità. Abbiamo un gioiello e non sappiamo “sfruttarlo” al meglio. Abbiamo una piccola miniera e ci stiamo ancora chiedendo a chi spetta decidere come organizzare l’estrazione dell’oro. Inaugurata nel 2003 dal presidente della Regione, non è stata ancora ultimata. E questa la dice lunga per quanto riguarda il come viene tenuta in considerazione la montagna. Ma c’è sicuramente anche una responsabilità territoriale. Fino ad oggi non c’è stata infatti la capacità di mettersi insieme per elaborare un progetto di intervento comune e definitivo. (segue a pag. 2) Bepi Casagrande PADOLA - Primo incontro dei soci Alta Val Comelico con il patron Senfter che ha acquisito l’intera attività INIEZIONE DA 40 MILIONI DI EURO PER NUOVI IMPIANTI E PISTE a sagacia popolare da L tempo lo aveva proclamato “santo subito” e questo atteggiamento riconoscente si è manifestato con un applauso caloroso quando Franz Senfter è entrato nella sala della Regola di Padola dove era in corso l'affollata assemblea dei soci per l'approvazione del bilancio dell'esercizio 2010-2011. Si è trattato del primo incontro ufficiale tra l'imprenditore altoatesino e i soci dell’Alta Val Comelico società che ha ceduto interamente l'attività aziendale connessa alla gestione degli impianti e delle piste di Padola alla N uova Alta Val Comeelico. Grande era l'attesa per conoscere i programmi di sviluppo dell'area sciabile comeliana mirati alla realizzazione del collegamento tra Padola e Sesto, at- traverso Passo Monte Croce Comelico, collegamento che nel mese di luglio ha ottenuto l'ultimo fondamentale passaggio amministrativo con l'approvazione della variante n. 3 al Piano d’Area da parte della Regione Veneto. Rinaldo Tonon, presidente dell'Alta Val Comelico e consigliere nella nuova società, ha illustrato a grandi linee il programma di investimenti per il collegamento sciistico tra il Comelico e la Pusteria. (segue a pag. 10) L.O. “Questo è un grande progetto - ha sottolineato Senfter - di importanza storica per il Comelico e la Pusteria” LOZZO DI CADORE - Dibattito su alcuni aspetti dell’ identità oggi e della sua necessaria salvaguardia IDENTITA’ DA PROMUOVERE per la valorizzazione dentità da promuovere: è Forse che si parla getto della roggia dei mulini di stato questo il tema che I ha fatto discutere domenica tanto d’identità Lozzo e del libro su muretti a 17 luglio all'auditorium di Lozzo di Cadore a conclusione di 15 giorni di mostra sui libri proposta dalla Biblioteca e dal Comune del paese cadorino. Il giornalista Bepi Casagrande ha fatto discutere Iolanda Da Deppo, storica esperta di cultura popolare e curatrice di numerosi musei, Caterina dal Mas, architetto, curatrice del pro- secco e fontane, Flavio Bona, altro architetto esperto di ambiente e insediamenti urbani, Maria Giovanna Coletti, pesidente della Fondazione Tiziano e rappresentante della Magnifica Comunità e Francesca Larese Filon, presidente della Federazione tra le Unioni Ladine del Veneto. perché l’abbiamo persa? (segue a pag. 2) Con l’intitolazione dell’Ospedale a Papa Wojtyla Faccin lancia una proposta STATUA CREATA DA UN’ARTISTA CADORINO H o ricevuto da Nizzardo Tremonti, attivissimo ed entusiasta Sindaco di Lorenzago negli anni in cui Sua Santità onorò ripetutamente il Cadore della Sua presenza, una lettera circolare che chiede appoggio all’iniziativa di dare risalto e compimento alla intitolazione - di fatto realizzatasi quell’indimenticabile 21 Luglio 1996, e in pratica dimenticata dell’Ospedale di Pieve a Papa Giovanni Paolo II. Quando nei primi mesi del 1997, nell’imminenza della venuta del Papa in Cadore, lanciai l’idea - per me naturale, in quanto contemporaneamente dipendente dell’Ospedale e Amministratore del Comune - in qualche modo preconizzai che l’Ospedale avrebbe avuto, in anticipo sulla Sua canonizzazione, un Santo Patrono; allora trovai subito ampli, per non dire unanimi consensi. E’ davvero strano che in seguito l’interesse si sia raffreddato per tanti anni, salvo tornare a galla recentemente, in occasione della Beatificazione di Karol Wojtyla. Io ritengo che “IL CADORE”, in quanto Voce della Magnifica Comunità, sia per sua natura la sede più indicata per ricordare gli impegni assunti, il desiderio di onorarli, e di proclamare, accomunandoli, l’affetto per il Papa che scelse ripetutamente le nostre montagne e le nostre valli per ritemprarsi dalle fatiche del proprio Mandato, e quello per il nostro Ospedale. Mi permetto anche di suggerire di porre accanto alla targa un bassorilievo che riproduca i lineamenti di Sua Santità. Il Cadore possiede Artisti in grado di produrre un’Opera pregevole. Credo che sia facile a tal fine trovare uno “sponsor”. Grato dell’attenzione, porgo i miei più cordiali saluti alla Redazione e ai Lettori. Roberto Faccin Ospedale Govern. di Yaballo Ethiopia CURIOSITA’ STORICHE Che splendore doveva essere a metà Ottocento l’allora nuova chiesa parrocchiale di Perarolo. “... d’ordine bizantino, innalzata ed ornata di altari di marmo delle principali famiglie del luogo”. BRUNO DE DONÀ LA TRADIZIONE DI CIBIANA RIVIVE NEI MURALES CERTOTTICA E I PROGETTI DI SVILUPPO IN SINERGIA Servizio a Pag. 3 Presentato al Cos.Mo. di Pieve di Cadore un progetto innovativo di Fedon e Foves su astucci con occhiali 3D a Pag. 3 a Pag. 17 ESTATE 2011 Inserto ‘Speciale’ La programmazione di Agosto ha sconvolto un po’ le pagine di questo numero che contiene lo “Speciale” ma è privo della rubrica “Lettere e Opinioni”. Che ritornerà naturalmente con il numero di Settembre. Lo “Speciale” contiene proposte e suggerimenti per scoprire e gustare il Cadore ANNO LIX Agosto 2011 2 CICLABILE BELLA INCOMPIUTA dalla prima pagina Con un “patto d’intenti” unitario a livello territoriale l’iniziativa assumerebbe un peso politico capace di richiamare l’attenzione degli enti e degli organismi che hanno voce in capitolo e soprattutto competenze. Fino ad oggi i sette comuni interessati dal percorso della ciclabile hanno fatto del loro meglio per garantire la funzionalità del segmento di pista ciclabile di loro spettanza territoriale. E c’è da dire che, di questi tempi, con risorse sempre più esigue, gli sforzi prodotti dai sette Comuni sono stati esemplari e meritori. Ma non basta. Da aggiungere poi che i sette Comuni, sempre ognuno per conto proprio, hanno cercato di sollecitare interventi politici e istituzionali per risolvere i problemi ancora aper ti. E le promesse non si sono fatte attendere. Promesse e proposte risolutorie: arriva l’Anas… no tocca a Veneto Strade… sarà favorita la gestione privata….ma forse è il caso che siano i Comuni…magari dando l’incarico ad una cooperativa. Ma le soluzioni concrete non sono arrivate. Con agosto la ciclabile è tornata di grande attualità e, neanche farlo apposta, 8 IDENTITA’ DA PROMUOVERE dalla prima pagina Esemplari gli sforzi, ma i problemi della Lunga Via delle Dolomiti sono gli stessi del 2003 riecco far capolino le promesse. Intanto però i problemi sono tutti là. Sono i medesimi del 2003, quando la pista è stata inaugurata. E allora? Allora è urgente che Calalzo, Pieve, Valle, Vodo, Borca, San Vito e Cortina promuovano una conferenza di servizio per fare il punto e per definire le modalità di intervento per risolvere i problemi della grande e bella incompiuta. Non bisogna perder tempo. E’ questa la stagione migliore per gettare le basi di una possibile e condivisa soluzione. Anche perché adesso c’è il supporto animato dei ciclisti. Con l’autunno la pista andrà in letargo ed è sempre difficile parlare di un soggetto inanimato. Questo insomma è il tempo per agire. Altrimenti arriveremo a parlarne la prossima estate. E sarebbe un altro anno perso. B.C. “Già essere qui a parlarne significa averla persa? così è intervenuto Flavio Bona in modo provocatorio e questo ha fatto nascere una serie di interventi in difesa della nostra "Cadorinità" che si manifesta attraverso numerosi aspetti che sono tradizionali e caratteristici: dagli insediamenti abitati- Il ladin non è un dialetto ma una lingua storica di grande espressività e valore vi, i tabias, le case cadorine e quelle del rifabbrico, gli aspetti tipici del nostro paesaggio fra valli e Dolomiti, ma anche i musei che hanno la funzione di fare vedere e ricordare quello che è stato e che oggi non c'è più perchè i tempi sono cambiati. Non musei per guadare indietro con nostalgia ad un passato difficile che gli anziani ricordano bene, ma per guardare avanti per farci conoscere le nostre radici e darci spunti per uno sviluppo che guardi avanti in modo "compatibile" con il nostro territorio caratterizzato da grandi bellezze naturali. E per parlare di identità non si può dimenticare la lingua ladina che si porta dietro i nostri secoli di storia caratterizzati dall'isolamento rispetto alle aree di pianura. Un isolamento che ha fatto in modo che si conservasse una lingua derivante dal latino antico parlato dai nostri originari. “Questa lingua, ha ricordato Francesca Larese Filon, è riconosciuta lingua minoritaria e per questo è degna di tutela e di valorizzazione. Il continuare a parlare ladino cadorino e trasmetterlo ai nostri giovani come lingua materna è un modo importante per conservare la nostra identità e ricordare le nostre radici di popolo che da secoli vive nelle montagne e che ha un "saper fare" che nei secoli ha permesso di sfidare le difficoltà che questi territori hanno sempre avuto. Da questo deriva una "Cadorinità" di cui i giovani devono andare fieri.” Quindi non dialetto di cui vergognarsi ma una lingua storica di grande valore che va parlata e rinnovata, come espressione peculiare della nostra gente. Ma quello che è necessario è che vi sia la consapevolezza del valore aggiunto che ha la vita nel nostro territorio, periferico ma che sa offrire ai suoi abitanti una qualità di vita elevata che dobbiamo difendere. L.F. fondato nel 1953 DIRETTORE RESPONSABILE Renato De Carlo VICE DIRETTORE Livio Olivotto REDAZIONE E AMMINISTRAZIONE Editrice Magnifica Comunità di Cadore Presidente Renzo Bortolot Cancelliere Marco Genova Segreteria Annalisa Santato Palazzo della Comunità - Piazza Tiziano 32044 Pieve di Cadore tel. 0435.32262 fax 0435.32858 EMail: [email protected] - Sito: www.il-cadore.it Spedizione in abbonamento postale - Pubblicità inferiore al 40% Fotocomp.: Aquarello - Il Cadore Stampa: Tipografia Tiziano Pieve di Cadore Reg.Tribunale di Belluno ordinanza del 5.4.1956 COME ACQUISTARE “IL CADORE” NELLE EDICOLE DEL CADORE: una copia € 2.10 - ARRETRATI: il doppio TARIFFE ABBONAMENTO ITALIA €25,00 ESTERO €25,00 PAESI EXTRAEUROPEI €34.00 SOSTENITORE € 50,00 - BENEMERITO da € 75,00 in su COME ABBONARSI UFFICIO: Segreteria Magnifica Comunità di Cadore, Pieve di Cadore POSTE: CONTO CORRENTE POSTALE: N. 12237327 intestato a “Il Cadore” - Piazza Tiziano - 32044 Pieve di Cadore (BL) VAGLIA POSTALE a ”Il Cadore” Piazza Tiziano - 32044 Pieve di Cadore (BL) - Italia BANCHE: BONIFICO presso Unicredit Banca Spa di Pieve di Cadore (BL) intestato a “Magnifica Comunità di Cadore”, causale “abbonamento” DALL’ITALIA: UNCRITB1D41 Codice IBAN IT21I0200861230000000807811 DALL’ESTERO: UNCRITB1M90 codice IBAN IT21I0200861230000000807811 TARIFFE INSERZIONI (per un centimetro di altezza, base una colonna): 12 inserzioni mensili € 13,00; 6 inserzioni mensili € 10.20; a 4 colori e in ultima pagina tariffa doppia. 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Uno di questi, presentato nel corso dell’evento è “Realtà aumentata mediante visione tridimensionale: analisi e sviluppo di montature per occhiali per la visione 3D” realizzato in partnership con il Gruppo Fedon, incaricato di ideare un astuccio in grado di ricaricare l’occhiale 3D, e la FOVS, alla quale sono state affidate la realizzazione del processo produttivo ed il design della montatura. “La Regione punterà sempre di più a promuovere progetti di questo tipo - ha commentato l’assessore regionale Elena Donazzan - presentati da realtà differenti che si stringono in sinergie proiettate allo sviluppo o da aggregazioni di imprese e finalizzati a favorire l’occupazione”. E, muovendosi in questa direzione, Dolomiticert e Certottica hanno intensificato i rapporti per arrivare ad un patto trasversale SVILUPPO IN SINERGIA Si sta lavorando alla visione in 3D con astuccio in grado di ricaricare l’occhiale 3D Partnership con Gruppo Fedon e Fovs sull’asse del Piave che permetta di condividere competenze e apportare benefici a tutti i territori coinvolti. L’occasione è servita anche a ribadire la volontà di appoggiare un’altra iniziativa strategica per il Distretto dell’Occhiale: “Se ci troviamo qui oggi - ha continuato il direttore di Certottica Luigino Boito - è anche perché il Centro CosMo deve diventare la sede della più prestigiosa scuola di design di questo cluster. Dobbiamo radicare tra queste mura, testimonianza forte della storia manifatturiera del nostro territorio, un iter che prepari creativi brillanti, in grado di anticipare le tendenze e di soddisfare le esigenze del mercato. Solo con questo supporto potremo arginare il gap della nostra zona, marginale”. Dopo l’introduzione di Giuseppe Da Cortà, ricercatore di Certottica, che ha evidenziato il sostegno che l’Istituto offre puntualmente alle aziende, Callisto Fedon, Presidente dell’omonimo Gruppo ha sottolineato: “Ogni sistema, cambiando le proprie abitudini e potenziando la propria conoscenza, aumenta la capacità di sviluppo. Innovare vuol dire interpretare al meglio i segnali esterni, adattando anche l’azienda ed i servizi ai nuovi bisogni. Non solo il prodotto. Innovare vuol dire anche produrre un vantaggio, gestire al meglio le risorse, talvolta vuol dire anche risparmiare. In questo momento noi stiamo lavorando sull’aspetto ecologico della nostra produzione. Stiamo sperimentando soprattutto la riduzione delle dimensioni e l’utilizzo di quantità minori di materiale: questo implica un contenimento del packaging, minor volumi di magazzino e, conseguentemente, un maggior risparmio energetico. Anche sugli imballaggi è da tempo che abbiamo diretto la nostra politica verso l’ecologia: i nostri scatoloni sono in cartone riciclato e non sono più colorati come un tempo”. CONOSCI LA MAGNIFICA COMUNITA’ AGENDA L ’11 giugno si è riunita la Giunta Comunitativa, che ha discusso in merito alla conclusione di una serie di progetti che riguardano l’ottenimento di altrettanti contributi relativi ad inter venti sul patrimonio immobiliare. Si è inoltre dato il via per l’approvazione ad alcuni nuovi contratti relativi alle locazioni dell’Area Artigianale di Cima Gogna. Il mese di luglio è stato caratterizzato dall’organizzazione e realizzazione di una serie di eventi volti principalmente a comunicare il ruolo culturale, sociale e istituzionale dell’Ente presso il territorio. La Sala Consiliare infatti, ha ospitato con cadenza quotidiana incontri e dibattiti organizzati dalla Magnifica Comunità di Cadore attraverso i propri partner. Ha preso il via l’ufficio posto presso il book shop dell’Ente la cui funzione sarà anche quella di fungere da punto di raccordo tra le varie iniziative. Una di queste, riguarda la diffusione quotidiana via posta elettronica ad un gruppo di circa 300 nominativi, della rassegna stampa curata dall’Ente relativa alle maggiori iniziative di interesse sociale e culturale attive in Cado- re riportate dagli organi di informazione. Uno degli obiettivi principali di tale azione è dunque quello di creare un pannel concreto e definito, al quale riferire delle iniziative di carattere Comunitario, per attività come queste, e per altre che sono ad oggi in via di definizione. Chi dunque fosse interessato ad aggiungersi a questo database, non esiti a contattare gli uffici della Magnifica Comunità di Cadore. Si sono succeduti inoltre, a vari livelli sia operativi che istituzionali, alcune riunioni relative all’organizzazione dei tradizionali incontri agostani, come la Festa dei Cadorini, che quest’anno si terrà a Vigo di Cadore in collaborazione con la neo eletta amministrazione Comunale. Si è svolto poi, sabato 23 luglio, il primo esperimento d’asta a licitazione privata per la vendita di due lotti di legname presso le proprietà dell’Ente nel comune di Comelico Superiore (Casamazzagno) che ha visto l’aggiudicazione a rialzo da parte di una ditta della Val Pusteria. I lotti, venduti a piante in piedi, saranno presumibilmente tagliati a partire dal prossimo autunno, se le condizioni meteorologiche lo consentiranno. I musei dell’Ente sono rimasti continuativamente aperti al pubblico attraverso il gruppo di volontari che da anni si occupa encomiabilmente della guardiania e che coordinati da Giovanna Deppi, sotto la supervisione della Curatrice Dottoressa Anna Angelini hanno istituito un calendario di incontri attraverso i quali verranno trasferiti informazioni e approfondimenti relativamente al patrimonio dell’Ente. I Comuni del Cadore, le altre realtà istituzionali e gli altri partner della Magnifica Comunità, hanno periodicamente scelto lo storico Ente quale veicolo di Comunicazione della loro identità e volontà di agire in modo organico, gestendo attraverso le proprie strutture, incontri e dibattiti che hanno direttamente coinvolto la Comunità. Marco Genova CONCESSIONARIA RENAULT PER LA PROVINCIA DI BELLUNO DAL PONT - VIA DEL BOSCON n. 73 - TEL. 0437 915050 CARROZZERIA - OFFICINA - SERVIZIO REVISIONI - Mctc n. 42 Ricambi originali - manodopera affidabile e professionale 4 SOCIETà ANNO LIX Agosto 2011 Dieci persone extraeuropee vivono a S. Stefano di Cadore dopo un forzato trasferimento. Non chiedono niente, se non di lavorare HANNO IL DIRITTO D’ESSERE FELICI P ersone che fuggono da un paese in guerra, fuggono, non partono per le ferie, non vogliono rubare il lavoro a nessuno, né tantomeno i sacrosanti diritti che appartengono ai cittadini italiani, sono stati costretti ad arrivare fino a qui… A questo punto vale la pena fare un passo indietro sulla questione “rifugiati politici” mandati qui in Cadore. Queste persone lavoravano in Libia, non sono libici ma stranieri in un paese straniero. Scoppiata la guerra hanno provato a continuare a lavorare ma dovevano seguire un severo coprifuoco, costretti a nascondersi in casa a fine giornata. E’ vita questa? E’ liber tà? I confini terrestri erano stati chiusi, non si poteva (e non si può tuttora) uscire dal paese se non via mare, per cui sono stati costretti a partire in nave, spogliati di tutto. Stipati a centinaia su una ‘carretta’ senza acqua da bere né cibo, in condizioni igieniche non proprio ideali, quasi senz’aria, non tutti ce l’hanno fatta a salvarsi, soprattutto i bimbi. Provate a chiedere a qualcuno di loro se ora sarebbe disposto a rifare l’esperienza... Poi è iniziato il trasferimento per l’Italia: da Lampedusa a Catania, da Catania a Napoli, da Napoli a Verona e da Verona a S. Stefano, quattro giorni in pullman rifiutati da sindaci che di fronte ad una C’è stata solidarietà, ma anche tante resistenze Questi ragazzi hanno bisogno di non sentirci ostili emergenza passano il testimone… Fortunatamente, qui, qualcuno a cui non impor ta la nazionalità ha riconosciuto la reale emergenza e li ha accolti come meglio ha potuto. Qualcuno ricorda i loro sguardi quando sono scesi dai mezzi di trasporto a S. Stefano ? Ci sono dei video eloquenti nel sito di Youtube. Io sono arrivata quando stavano iniziando a rifocillarsi e la prima sensazione entrando in palestra è stata la consapevolezza che l’emergenza non era più solo un servizio televisivo ma toccava ognuno di noi nel più profondo dell’ animo; ho visto persone impaurite, spaesate, sfinite e ho visto il ringraziamento nei loro occhi, per il piatto di pasta, per le brande, per un sorriso e per l’umanità con cui sono stati accolti… Il viaggio per il momento era sospeso. Ora dieci persone extraeuropee vivono qui, non chiedono niente se non di poter lavorare legalmente perché stare a casa a dormire non piace neanche a loro, consapevoli del fatto che già è difficile trovare una occupazione stabile per le persone che sono nate qui; hanno bisogno di chiamare le famiglie e gli amici per far sapere loro che sono vivi (apro un’ ampia parentesi per ricordare la solidarietà e generosità di privati cittadini che hanno donato loro vestiti, Sim card e telefonini; una ragazza delle scuole medie di S. Stefano dopo aver ascoltato da un profugo la sua storia si è alzata e gli ha donato il suo cellulare). Questi ragazzi hanno bisogno di sentire che non siamo ostili. Non hanno già soppor tato abbastanza? E’ il caso di alzarsi e lasciare il bar o la gelateria perché uno di loro entra per una bibita o un gelato? E’ il caso di mettere in giro voci che si ubriacano e si drogano quando non hanno neanche i soldi per comprarsi le caramelle? E’ il caso di contare tutti i mozziconi che, sbagliando, hanno gettato per il paese? E’ il caso di rifiutare qualsiasi approccio da questi ragazzi? Sembra incredibile che non si riesca a capire come questi ragazzi siano degli esseri umani e non un errore della società civile. Non hanno il diritto di essere felici? Veronica Buzzo Contin 8 IL CIRCOLO VOLONTARI AUSER DI PIEVE ACQUISTA UN NUOVO MEZZO R innovo delle cariche associative per il Circolo Volontari AUSER di Pieve di Cadore che continua quella strada di solidarietà sociale intrapresa ben 13 anni fa. Il Consiglio Direttivo per i prossimi 4 anni è così composto: Presidente Giuseppe Carlo Baldessari (confermato), Luigia Giacobbi Vice Presidente, consiglieri Giovanni Monico, Angelo De Marchi e Ezzelino Polzotto, confermato alla Segreteria Giancarlo Pagogna. Nell’illustrare i tanti impegni organizzativi, economici e burocratici che il Circolo ha affrontato, il presidente Baldessari ha espresso soddisfazione sia perché tutto è andato bene, sia perché si è riusciti ad acquistare un nuovo mezzo: un Doblò Fiat attrezzato per il trasporto disabili con carrozzina o con 5 posti. L’acquisto è stato possibile per il contributo di un Cittadino che ha elargito una cifra mirata all’acquisto del nuovo mezzo, unitamente ai risparmi fatti dal Circolo durante questi anni e al prestito del Comitato d’Intesa che dovrà essere restituito entro l’anno corrente. L’inaugurazione è stata fatta in Piazza Tiziano, alla presenza del Sindaco Maria Antonia Ciotti e di tutti i Soci del Circolo, con la benedizione impartita dall’Arcidiacono del Cadore Mons. Renzo Marinello; è seguito al Caffè Tiziano un brindisi di augurio per il buon proseguimento del Servizio. Continua l’attività del Circolo Volontari con il trasporto anziani e disabili ai vari Ospedali della Provincia e alle Farmacie, nonché per altre esigenze degli stessi. Non è questo un servizio ospedaliero e tantomeno di taxi, ma solo sussidiario per persone che non hanno parenti, amici o vicini che li possano aiutare. E’ un servizio gratuito, grazie all’impegno economico del Comune di Pieve di Cadore e del Centro Servizi per il Volontariato, tuttavia sono ben accetti contributi da parte dei cittadini che lo volessero (versamento sul conto corrente del Circolo, presso Unicredit Pieve di Cadore o direttamente al Volontario che provvederà al versamento). 8 ANNO LIX Agosto 2011 i era presentato a Stoccolma per ritiraS re il premio Nobel. In realtà, non era lui il vincitore del prestigioso riconoscimento internazionale. Si trattava, più semplicemente, di una persona entrata in contatto con il dottor Fabio Candeago, primario dell’Unità operativa di psichiatria del Cadore. Così, il mancato premio Nobel, aveva dovuto far ritorno nel suo Comelico con un malinconico foglio di via e una giacca a vento fornitagli, perché faceva molto freddo, dall’ambasciata italiana a Stoccolma. L’episodio, a tanti anni di distanza, viene ricordato oggi dallo psichiatra, bellunese di origine ma trapiantato a San Vito, con una punta di sorridente consapevolezza. Con Candeago avevamo parlato, in un’inter vista apparsa sul numero di giugno de “Il Cadore”, soprattutto della difficoltà di attuare interventi adeguati sul territorio da par te della struttura pubblica, agendo con tempestiva incisività per evitare di affrontare situazioni di rilevante entità, che andrebbero invece analizzate a monte, alla radice. Stavolta ci sof fermiamo prevalentemente sul disagio collegato alle caratteristiche sociali, ambientali ed economiche del territorio cadorino. Almeno come esse appaiono da un punto di vista tutto par ticolare qual è quello della psichiatria. Dottor Candeago, parliamo anzitutto dei giovani. “E’ un problema delicato e impor tante e riguarda soprattutto quella che possiamo definire “perdita della motivazione”. Occorre distinguerla dalla cosiddetta “crisi passeggera” tipica dell’adolescenza. Tuttavia, al momento attuale, i numeri sono confortanti”. In che senso? “Il trend di questo tipo di disagio non appare in aumento. Ma un aspetto da tener d’occhio e da capire riguarda anche l’utilizzo dei nuovi strumenti di comunicazione, come facebook: è facile credere di avere un sacco di amici, mentre in realtà si tratta di contatti occasionali e spesso privi di significato autentico. Poi vi sono i disturbi dell’umore collegati alla depressione. Ma, soprattutto, quella che possiamo definire come “l’epidemia moderna” riguarda gli attacchi di panico”. Sono davvero frequenti? “Sì. L’esordio di questo disturbo è spesso drammatico, si manifesta con senso di soffocamento, mancanza del respiro, un malessere generale per il quale non sembra esistere una spiegazione ragionevole. Di per sé il disturbo non è grave, ma lo può diventare se si innesca una situazione destinata potenzialmente a ripetersi. Nell’attacco di panico, infatti, agiscono elementi di vulnerabilità collegati alla storia personale dei singoli”. 5 Il discorso diventa piuttosto complesso. “Noi psichiatri siamo un po’ esper ti di quello che non va. Ma, volendo ampliare lo sguardo, possiamo anche considerare i momenti di crisi come occasioni per guardare con maggior attenzione dentro a noi stessi. In tale ottica, la psichiatria vista come intervento per tacitare i sintomi, appare un po’ superata. Partendo dalla sofferenza che può riguardare ciascuno di noi, credo occorra ampliare la rete delle relazioni umane, sentirsi dentro ad un mondo di affetti, di conoscenze, capire che si vale qualcosa per qualcuno”. Dove inter venire? “Ad essere carente è soprattutto la comunicazione fra le generazioni. A mio parere, i modelli pedagogici tradizionali non funzionano, è un problema che riguarda le figure maggiormente significative, par tendo dai genitori e continuando con gli insegnanti. Perché la trasmissione dei cosiddetti valori raggiunga gli obiettivi prefissati, appare fondamentale la coerenza”. Facciamo un esempio concreto. “I nostri rappresentanti in Parlamento. Mi sembrano modelli poco credibili, per non usare altri aggettivi. Visto che parlavamo di giovani, sono convinto che la passione per la “polis”, per il bene comune, o nasce entro una certa età o non si avrà più”. Al di là della valutazione etica, cosa suggerisce a livello di operatività pubblica, anche e soprattutto locale? “Mettiamo l’assemblea dei sindaci: dovrebbe essere frequentata per realizzare un confronto autentico sulle priorità. Se consideriamo anche solo il problema della sanità, non ci si può fermare all’elicottero, al 118, ma bisogna uscire allo scoperto, dire cosa si pensa, valutare le necessità per i prossimi anni, se vogliamo che la montagna sia ancora abitata e non diventi un parco per la gente di pianura”. Abbiamo parlato dei giovani. E gli anziani? “Rappresentano una fascia di popolazione debole, alla quale è mancata una adeguata risposta istituzionale. Si è supplito con le “badanti”, qualcosa di strano e nuovo dentro la storia delle nostre famiglie tradizionali. Guai se in questo momento mancassero, intendiamoci. Ma mentre un tempo esisteva una rete di supporto familiare, di sostegno, che in qualche modo teneva, ora stiamo assistendo ad una trasformazione importante delle dinamiche all’interno delle piccole comunità”. Quanto incide il fattore sociale nell’equilibrio delle persone? “Normalmente le pato- DISAGIO PSICHICO E DEPRESSIONE CARENTE LA COMUNICAZIONE FRA GENERAZIONI Il parere del dottor Fabio Candeago su giovani, famiglie e società contemporanea logie sono a genesi multi- “Occorre ampliare la rete delle pla, per questo non possiamo semplificare. Esiste il relazioni umane, sentirsi dentro a fattore genetico, certamen- un mondo d’affetti, di conoscenze” te, ma poi è impor tante l’ambiente familiare, che “I modelli pedagogici tradizionali può risultare decisivo se intervengono traumi parti- non funzionano, perché i valori colari. Basta pensare che in provincia di Belluno il cosidetti raggiungano gli obiettivi venticinque per cento dei matrimoni salta già nel è fondamentale la coerenza” primo anno, con ripercussioni notevoli sui figli, quando ci sono”. E allora cosa fare? “Un aiuto non trascurabile viene dalle possibilità di sostegno presenti nella comunità. Ad esempio il gruppo dei coetanei che si ritrova, a vari livelli: in parrocchia, nel gruppo sportivo o altrove. Ciò che non funziona, invece, è sicuramente l’agonismo sfrenato a cui tante volte assistiamo, la competizione. Oggi appare carente la capacità di sperimentarsi stando insieme agli altri. Ciò era normalità nelle generazioni passate” Dunque ad incidere notevolmente sono le cosiddette reti informali di aggregazione. “Sicuramente, mentre hanno poco rilievo le aggregazioni programmate. Occorre attivare dei veicoli operativi legati alla spontaneità, all’inventiva an- che dei singoli. Il problema è sempre uno: entrare in contatto con la dimensione dell’altro. Invece tutto quello che crea barriere, che esclude, diventa inevitabilmente occasione di sofferenza”. Antonio Chiades 6 TRADIZIONI agra dei Karmen (sagra dei Carmini) a S Selva di Cadore. Una tradizione antichissima ancora for temente sentita nella Valle Fiorentina ma non solo: tante erano infatti le persone accorse anche dai paesi limitrofi il 17 luglio per partecipare alla solenne messa nella chiesa di San Lorenzo, celebrata da Don Sergio Pellizzari con l’affiancamento di Don Lorenzo Dell’Andrea, Monsignor Pier Amort (parroco di San Vendemiano) e il Diacono Gianfranco Fiorin. Presente anche il coro parrocchiale di Selva di Cadore che ha accompagnato la tradizionale processione per le vie del paese, dalla piazza di Selva fino all’abitato di Villa. Una processione come non si vedeva da tempo, dove lo stesso Don Sergio Pellizzari (parroco di Selva e Colle) ha colto ancora più devozione da parte dei fedeli rispetto lo scorso anno. Alla processione c’erano davvero tutti: gli Amici del Museo, gli Alpini, l’Unione dei Ladini con i “suoi” bambini in abito ladino tradizionale, i Vigili Del Fuoco Volontari di Selva, tanti piccoli chierichetti e i giovani Valentino, Gabriele, Asdrubale e Andrea a cui è spettato l’onore di traspor- ANNO LIX Agosto 2011 La “sagra dei Karmen” vanta tradizione antichissima ed è molto sentita dalla popolazione di Selva e della Valle Fiorentina SAGRA DEI CARMINI A SELVA E’ UNA TRADIZIONE 8 tare il baldacchino con la statua della Madonna del Carmine, avvolta nel suo velo bianco e l’abito rosa antico. L’erezione ufficiale della confraternita del Carmine, risale, secondo quanto scritto da G.M Longiarù e L. Nicolai, al 1628 (anche se ci sono testimonianze risalenti già al XV secolo): a causa del grave pericolo di franamenti, nel giugno di quell’anno, la popolazione avrebbe fatto voto di costituire la Scuola del Carmine ottenendo il permesso di costruire un altare nella chiesa di San Lorenzo dedicato alla Vergine del Carmelo. Questo altare sarebbe poi stato consacrato il 25 giugno del 1637 dal Patriarca Gradenigo. Irene Pampanin A ZOPPE’ MUSICA E FORTAIE PER SANT ANA La Confraternita del Carmine che risale al XV sec. volle, a seguito di un voto, costruire un altare dedicato alla Vergine del Carmelo “Un tempo per questa festa si sospendevano tutti i lavori e l pioe da S. Ana, al pioe an mes e na “S stemana”, recita un prover- Cooperativa di San Vito di Cadore Tel. 0436 9117 Cooperativa Outdoor Store di San Vito di Cadore Tel. 0436 99229 House Market e Ferramenta di San Vito di Cadore Tel. 0436 890421 Minimarket Cooperativa di Auronzo di Cadore Tel. 0435 400814 Market Cooperativa di Borca di Cadore Tel. 0435 482662 Market Cooperativa di Calalzo di Cadore Tel. 0435 501708 Market Cooperativa di Cibiana di Cadore Tel. 0435 540162 Market Cooperativa di Laggio di Cadore Tel. 0435 77073 Market Cooperativa di Selva di Cadore Tel. 0437 720613 Minimarket Cooperativa di Santa Fosca Tel. 0437 720140 Market Cooperativa di Zoldo Alto Tel. 0437 788560 Market Cooperativa di Valle di Cadore Tel. 0435 30188 Abbigliamento & Arredocasa di Valle di Cadore Tel. 0435 501534 bio zoppedino in lingua ladina. Per fortuna, il 26 luglio, la pioggia insistente degli ultimi giorni ha lasciato spazio al sereno nei cieli di Zoppè di Cadore, giusto il tempo necessario per celebrare la solenne messa in occasione della festa patronale di Sant’Anna. La messa (nella chiesa di Sant’Anna), presieduta da Monsignor Renato De Vido, Don Romeo Simonetti, Don Luciano De Nadal, Don Moreno Baldo, Don Gigi De Rocco, Don Paolo Arnoldo, Don Floriano Pellegrini, Don Giovanni Raffael, Don Luigi Sfera e Don Francesco Soccol (parroco di Zoppè), è stata anticipata dalla processione che ha guidato i fedeli fino ad un piccolo altare allestito per l’occasione. “La festa di Sant’Anna si è tramandata di anno in anno”, ha raccontato Pompeo Livan, presidente dell’ Union de i Ladign de Zopè, “una volta, in questo giorno, si sospendevano tutti i lavori e si andava a festeggiare. Oggi c’era praticamente tutto il paese presente ma anche fedeli provenienti da altre zone. La processione è stata aperta dalla croce sollevata da Simeone Simonetti, seguita dal confalone di Sant’Anna sorretto, come vuole la tradizione, da un membro di una famiglia Simonetti, Walter Simonetti. A seguire il confalone della Scuola del Santissimo Sacramento portato da Elio Livan e il confalone dell’azione cattolica sostenuto dalle donne”. Ad accompagnare la messa c’era anche il coro parrocchiale e la musica dell’organista Renzo Bortolot (sindaco di Zoppè di Cadore). Non sono mancate nemmeno le tipiche “fortaie” al termine della cerimonia religiosa, gustate in compagnia nel Borgo Sant’Anna e preparate dalle abili mani delle donne zoppedine abbigliate nel tradizionale costume locale. Nel pomeriggio la festa è poi proseguita con la recita dei vespri solenni. Irene Pampanin 8 MANIFESTAZIONI ANNO LIX Agosto 2011 Un libro per celebrare il 90° dalla fondazione del Gruppo Alpini di Calalzo on succede spesso che un gruppo alpini sia più risaN lente rispetto alla Sezione di appartenenza. E' quanto è accaduto al gruppo Alpini di Calalzo, fondato nel 1921, due anni dopo la nascita dell'Associazione Nazionale Alpini, ed un anno prima della formale costituzione della "Sezione Cadorina". Il 90° anniversario è stato quindi celebrato, con il dovuto rilievo, a Calalzo, con la partecipazione degli alpini locali e della Sezione Cadore, di molte autorità militari e civili, e con la rappresentanza delle associazioni combattentistiche e d'arma. Pierluigi Bergamo, già presidente della Sezione negli anni '70 e autore di un opuscolo storico sul Gruppo diffuso nell'occasione, ha ben condotto la cerimonia che ha avuto il suo culmine nella giornata di domenica 24 luglio. Il giorno precedente si era svolto un incontro ufficiale presso la sede del Comune ove lo stesso Bergamo aveva illustrato le ragioni della intitolazione del Gruppo ai "Fratelli Fanton", mentre il gen. Perelli aveva rievocato pagine inedite della storia alpina, con un intervento dal titolo "Sui sentieri della memoria". Nell'occasione sono anche stati premiati gli alpini calaltini impegnati nei campionati Ana e altri benemeriti. L’IMPEGNO ALPINO Domenica 31 luglio, dopo il corteo alpino sfilato per le strade del paese con l'accompagnamento della Fanfara di Conegliano, il commovente momento dell'Onore ai Caduti e quindi gli interventi ufficiali aperti dal capogruppo Danilo Larcher. Ricordati a Calalzo con corteo e commemorazione dei Caduti i 90 anni di storia e di solidarietà del gruppo alpini L'attuale capogruppo ha raccolto il testimone da Mario Toffoli, MOSTRA FOTOGRAFICA NATURALISTICA ' stata inaugurata nella paleE stra delle scuole elementari la 14 mostra fotografica naturalia stica “Osserviamo la natura”, che resterà aperta fino al 21 agosto. Alla vernice di apertura dopo il saluto del sindaco Virginio Menia, l'intervento illustrativo del curatore (ed anche espositore) Bruno Berti, che ha evidenziato la longevità di questa interessante iniziativa che coinvolge fotografi locali ed ospiti. Alla mostra 2011 partecipano Carlo Maddalin Bildo, Ettore Menia, Samuele Pradetto, Giancarlo Aperta a Danta di Cadore, vede la partecipazione di fotografi locali ed ospiti CONCERTO DELL’AMICIZIA TRA COMELICO SUPERIORE E L’AUSTRIACA KARTITSCH 'amicizia tra le due comunità di Comelico Superiore e Kartitsch ha visL suto un nuovo momento a luglio a Padola e Casamazzagno per l'incontro con una delegazione del Comune, formata dal Sindaco, da vari consiglieri e da un rappresentante del Consorzio Turistico, con l'accompagnamento della "Musikapelle" del Comune austriaco che si è esibita in piazza nelle due frazioni del Comune. L'iniziativa rientra nel quadro degli incontri di gemellaggio tra i due Comuni, legati da una lunga storia di vicinanza e scambi economici e culturali di antichissima origine. Comelico Superiore e Kartitsch sono infatti distanti pochi chilometri in linea d'aria, attraverso la cresta di confine. Dalla Casera Rinfreddo in meno di due ore, passando per Passo Silvella e i Frugnoni, si giunge al rifugio dell'Oberstansee Hutte, già in terra austriaca. Dopo il primo concerto a Padola e la cena in allegria preparata ed ospitata dagli alpini del Gruppo Ana di Casamazzagno, il momento ufficiale dei saluti, con l'intervento del sindaco Mario Zandonella, che ha voluto richiamare gli esempi di consolidata amicizia e collaborazione tra i Concerto a Casamazzagno due Comuni, offrendo agli ospiti alcuni doni legati alla cultura e alla gastronomia locale. Gli amici di Kartitsch hanno ricambiato con omaggi della loro terra. Un riconoscimento particolare è andato a Luigini Festini, ultraottantenne, autentico antesignano di questi rapporti di amicizia, ben prima dell'integrazione europea e dell'ingresso nella UE dell'Austria. Fu infatti uno dei promotori dell'incontro tra le due comunità alla Croce d'Europa, sul Monte Cavallino, che anche quest'anno nel mese di agosto, vedrà la partecipazione di decine e decine di persone provenienti dai due versanti transfrontalieri. Il presidente del Consorzio Val Comelico Gianluigi Topran ha evidenziato le occasioni di collaborazione nel settore turistico, ricordando anche la visita a Kartitsch fatta nel 2010, con la partecipazione di molte persone e del Coro Comelico. Quindi è seguito in piazza a Casamazzagno il secondo, applaudito concerto della banda musicale di Kartitsch. Livio Olivotto 7 grande figura di alpino e sportivo che ha retto l'incarico dal 1969 al 2001. Prima di lui Vittorio Carboni (1960-1969), Enzo Rocchi (1954-1960) Grazioso Bertagnin (1930-1940), Fioretto De Zardo (1923-1930) e naturalmente Arturo Fanton e Fausto Englaro, fondatori del Gruppo nel 1921 ed anche primi protagonisti, l'anno successivo della nascita della Sezione Cadorina. Tutti sono stati ricordati con la dovuta riconoscenza negli interventi del presidente sezionale Antonio Cason, del sindaco Luca De Carlo, dell'on. Gidoni, del ten. col. Paolo Sfarra comandante del 7° Alpini, del vice presidente vicario Ana Sebastiano Favaro. In tutti parole di elogio per l'opera svolta dagli alpini in congedo di Calalzo, in questi novant'anni di storia, fatta di impegno, partecipazione, solidarietà verso le persone in difficoltà. Nell'occasione si è anche celebrato il 23° raduno sezionale degli alpini cadorini con una festa che, dopo gli interventi ufficiali e la S. Messa, è proseguita nel teatro tenda allestito presso la zona industriale. Con un appuntamento per tutti al 2012 quando anche la Sezione Cadore ricorderà i propri 90 anni di vita. Livio Olivotto Scarpa, Gianluca Tremonti e Roberto Zanette. L'offerta ambientale e culturale di Danta si arricchisce così di un nuovo tassello. oltre al “Sentiero delle torbiere” realizzato con il contributo dell'Unione Europea e il piccolo, ma interessante, “Museo Paleontologico” del Comune. L. O. 8 ANNO LIX Agosto 2011 hi sale al grazioso e solitario paesetto di Cibiana il C giorno dei ‘Murales’ (quest’anno il 30 e 31 luglio, nella frazione di Pianezze) non può che rimanere affascinato da quel che vi trova: un villaggio di stampo antico con le sue viuzze eternamente in salita e le piazzette risicate, con le case rustiche infiorate dai cui muri pitturati ammiccano gli antichi abitatori in bucolica serenità, i quali ben s’accompagnano agli odierni abitanti pure loro vestiti d’antico che aprono case e s’apprestano in bottega a lavori dimenticati. C’è il fauro a martellare i ferri roventi, la casara che monta il burro, i boscador con i loro attrezzi, l’intagliatore, il gelataio con il suo carretto da vendita, la ricamatrice, il capelér, i negozietti, l’osteria... e tanta cortesia. Ecco, i MURALES VIVENTI non sono una rievocazione, è vita vera che si tramanda, fanno parte del dna di questa gente. Fiera di Cibiana e che Cibiana conservi la sua storia in questo museo all’aperto, mostrata nei ‘murales’ che numerosi sono stati dipinti nelle frazioni di Masariè, di Cibiana di Sotto, di Pianezze. Non solo storia, 31 anni anche di arte perché molti e prestigiosi sono gli artisti che qui sono accorsi per lasciare la firma su di un murale; perché, ancora oggi che non se ne aggiungono più, artisti e restauratori vengono quassù per ridare brillantezza alle opere esposte ai rigori del tempo. Chi è salito a Cibiana ha goduto di tutto questo. Densa di appuntamenti la Settimana dei Murales Moltissimi i visitatori nel paese che ha dipinto la sua storia. La ‘toaia piturada’ sarà assegnata il 10 agosto, festa del patrono San Lorenzo LA TRADIZIONE DI CIBIANA RIVIVE NEI MURALES Servizio di Renato De Carlo Soddisfazione del presidente del Comitato Turistico Christine Zandanel:“C’è proprio un bello spirito di Comunità” ‘MURALES VIVENTI’ E STAND A PIANEZZE P erfetta l’organizzazione che anche quest’anno ha raggiunto il massimo del risultato organizzativo, gratificato dalla presenta massiccia di visitatori fra gli stand a Pianezze e pure lungo i percorsi dei murales nelle altre frazioni. Soddisfatto il sindaco Eusebio Zandanel che ha rivisto molte facce note e ha ricevuto fra l’altro i complimenti del Prefetto Maria Laura Simonetti appositamente in visita a Cibiana. Raggiante la presidente del Comitato turistico e delegata alla Cultura Christine Zandanel che sottolinea come il suo staff di volontari con il supporto della popolazione tutta abbia dato una re- 8 sa ottimale in questi due giorni (sabato 30 e domenica 31 luglio) di MURALES VIVENTI. “La manifestazione sta andando benissimo, nonostante il tempo incerto di ieri il sole è tornato a splendere e c’è una folla di visitatori qui a Pianezze ad ammirare i murales, ad osservare i personaggi in costume impegnati nei vecchi mestieri, a fare fotografie, ad ascoltare la ‘Corale Giulia’ che ci ha accompagnato per tutta la giornata, ad assaporare i cibi tipici offerti negli stand. Abbiamo avuto la visita di varie autorità e pure quella di Reinhold Messner che è stato un po’ qui con noi. La serata è in stile argentino con asado e tango. Vorrei ringraziare il gruppo del Comitato turistico e i volontari del paese, alcune centinaia di persone di tutte le età che si sono presi il tempo per allestire tutto questo e sono qui presenti oggi. Sta nascendo proprio un bello spirito di volontariato, come una volta, ci si aiuta l’un l’altro: c’è uno spirito di comunità. Un ringraziamento anche ai bravissimi restauratori capitanati dal maestro Giovanni Sogne che, quest’anno a Pianezze, hanno lavorato sui murales dell’emigrante e dell’incendio, con risultati miracolosi. Per noi è molto importante che ogni anno ci siano, con il loro grande lavoro di mantenimento dei murales.” A BORTOLO DE VIDO IL PREMIO “MEMORIA E FUTURO” ’ stato assegnato al giornalista Bortolo De Vido, scomparso E circa un anno fa, il premio istituito dal- l’amministrazione comunale ‘Memoria e futuro’: “per la sua attività divulgativa a favore di Cibiana”. Con sobria ma sentita cerimonia il premio è stato consegnato dall’ex sindaco e amico Guido De Zordo alla moglie di De Vido Giuliana Gatticchi, presente al Museo del Ferro con i familiari nella serata del 27 luglio. E un grande sentito applauso si è levato nella sala. “Bortolo ha amato molto il Cadore e Cibiana - ha sottolineato De Zordo -, tanto che ha seguito fin dall’inizio, nel 1980, l’avventura dei Murales diventandone l’interprete. Non a caso fu Bortolo a ricevere quella prima edizione del premio che il Comitato Arte e Cibiana insieme al Comune hanno istituito per la promozione del paese. Ha risposto trattenendo a stento la commozione Giuliana Gatticchi: “Bortolo era una persona generosa, che ha dato tutto quello che poteva alla comunità. Ha amato S. Vito ma al tempo stesso tutto il Cadore. Il riconoscimento assegnatogli da Cibiana mi rende fiera”. 8 ANNO LIX Agosto 2011 rande richiamo di pubblico all’Auditorium di G Lozzo di Cadore sabato 30 luglio per la vernice dei due pittori cadorini Ernesto Da Pra (detto Tapa) e Andrea Costa, che hanno così voluto unire due diverse esperienze pittoriche e presentarle in un contesto storico-architettonico, com’è l’Auditorium, dove per tutto agosto si terranno apprezzati concerti. “Abbiamo scelto l’Auditorium - sottolinea Tapa - per quella magica atmosfera che lo permea, cosicché le tele dei quadri risplenderanno di luce viva nel buio pervaso dalle musiche... Questa mostra è un omaggio alla mia gente di Lozzo: espongo quadri di paesaggi invernali che ritraggono la nostra montagna, ‘Neve e tabià a Pian dei Buoi’. Non sono natura e baite come le puoi vede- 9 re in cartolina, ma l’interpretazione romantica, quasi fiabesca, di luoghi conosciuti e vissuti dalle persone, tanto che da quella baita potrebbe uscire il Rosso e a quel capitello immerso nella neve vedi chi pone dei fiori, tanto che non è solo una croce quella che emerge dalla neve sopra i forti di Col Vidal, come non c’è solo la chiesetta col casermone in quella tela là, in bianco-nero.” Tapa ha voluto per questa serie di tele essere l’impressionista che guarda, gode delle sensazioni che prova, sceglie pennelli o spatola e dipinge istintivamente con una pittura veloce. Non per nulla ama e cita Van Gogh. In questa serie, essendo paesaggi invernali, i colori risultano più sobri di quelli utilizzati in altre occasioni, però il risultato compositivo di un ambien- te come metafora del vissuto umano è certamente riuscito. “Dentro le tele di questi paesaggi ci sono i nostri vecchi che vivevano la montagna in maniera positiva, un rapporto intimo con l’accettazione anche delle fatiche, dove anche la baita non serviva per far festa ma strumento di lavoro. Io credo di aver rappresentato tutto questo.” Come risponderà il pubblico e i critici? Tapa sorride fiducioso. “Spero che il pubblico apprezzi, e penso sia piacevole soprattutto per chi ha percorso questa zona di montagna ritrovarsi in questi miei quadri.” Ernesto Da Pra, detto Tapa in arte, dipinge da circa 13 anni, è stato presente in diverse ‘collettive’ e ha esposto delle ‘personali’ in diversi locali pubblici e bar. L’impressionismo di Ernesto Da Pra come metafora del vissuto umano Servizi di Tony Cardel I BAMBINI A DOMEGGE DISEGNANO CON VETTORI LOZZO - TAPA E COSTA ESPONGONO ALL’AUDITORIUM Le ‘marine’ di Andrea Costa sconfinano quasi nell’arte astratta. Un trionfo di colori e d’emozioni resente all’Auditorium di Lozzo di CaP dore, Andrea Costa ha voluto creare proprio per questa rassegna un ‘Ciclo delle Marine’, pensate e dedicate a questa sala da lui definita suggestiva ed affascinante. Olio su tela, le ‘marine’ creano un forte contrasto visivo con le opere di Tapa. “Questi grandi quadri di ‘marine’ sconfinano quasi nell’arte astratta - introduce Costa - perché ho voluto, attraverso l’utilizzo del colore, imprimere nella tela delle emozioni. Le mie emozioni. Nella mia pittura, non c’è tanto un soggetto quanto l’utilizzo del colore, cosicché su quella tela abbiamo un cielo rosso molto acceso e mosso che rappresenta la passione, il nervosimo, che si contrappone sotto all’azzurro del mare in lontananza e al verde tenue... indice di serenità e calma. Quel quadro rappresenta il mio sogno - illustra Andrea con un fervore da neofita - mentre lo dipingevo ero immerso e il colore si è steso da solo sotto il pennello. Non ho ragionato, non ho ritratto qualcosa di specifico, ho lasciato andare la mia anima sulla tela. Emozioni sue ma che vanno diritte all’osservatore che viene risucchiato nel centro del dipinto in questo trionfo di colori. Ognuno poi naviga con la fantasia sua. Non vuole avere condizionamenti e regole Costa, la sua arte è esenzialmente emozionale e può sconfinare sull’astrattismo; però è un appassionato di Monèt e degli impressionisti per le loro opere di colore, luce, emozioni... Che cosa si aspetta dal pubblico e dalla ‘critica’ qui all’Auditorium? “Curiosità. Mi aspetto che il pubblico mi chieda il perché di queste opere e, naturalmente, apprezzi. Mettermi in discussione è una cosa che mi stimola, che mi mette in confronto con me stesso, un’occasione per crescere.” Andrea Costa dipinge da circa 14 anni, ha realizzato diverse mostre personali: al Museo Estense di Ferrara, presso i Grand Hotels di Cortina d’Ampezzo, alle Terme Dolomiti del Comelico, a Castelfranco Veneto, a Treviso in Piazza dei Signori, ad Auronzo. Con un gruppo di amici artisti ha fondato nel 2006 l’associazione ‘Paspartu Cadorini’ che oggi conta con orgoglio ben 46 pittori. Renata Gatto, diplomata in ragioneria e con esperienze lavorative al Comune di Domegge, mostra sempre una gran voglia di fare. Anche la sua attività nell’impresa familiare è stata una scelta: quella di rimanere in paese. “Sì, in questo momento che i paesi si spopolano di giovani sono rimasta qui, ho sentito il desiderio di fare qualcosa, concorrere a dare un po’ di vita e gioventù al paese. Così gestisco l’Easy shop con mamma Laura e mia sorella, un negozio dove si trova un po’ di tutto ma soprattutto articoli per la scolastica, per i bambini.” Renata sorride, quasi per scusarsi garbatamente di parlare di sé. Riuscitissimo il concorso svoltosi con 80 bambini al Parco di Vallesella. L’idea di invitare il papà delle ‘formiche’ è della giovane Renata dell’Easy shop abio Vettori a Domegge. Non è una novità la F presenza qui in Cadore dell’artista, papà delle ‘formiche’ umanizzate che popolano anche la nostra zona, lui è conosciutissimo dai bambini che non vogliono altro che il suo diario di scuola e oggi 27 luglio fanno la fila all’Easy Shop per un disegno personalizzato. Con i genitori, sì, perché le ‘formichine’ piacciono tanto anche agli adulti! L’idea di questo appuntamento è balenata anni fa alla giovane Renata Gatto di Domegge che nel suo negozio di Domegge, l’Easy Shop and Service appunto, vendeva articoli per la scuola. “Avevo una gran passione per questi disegni, così, conosciuto Vettori tramite il suo sito internet, gli abbiamo proposto di distribuire le sue creazioni anche attraverso il nostro negozio.” Non fu ovviamente un discorso meramente commerciale, e non poteva esserlo. Fabio e Renata sono entrambi (scusate l’accostamento) due persone meravigliose, luminosi nel sorriso, gentili nei modi, semplici. Così Vettori accolse anche l’invito d’essere presente annualmente a Domegge per un concorso di disegno rivolto ai bambini. Un successo l’anno scorso, un grande successo oggi al Tendone di Vallesella dove ben 80 bambini dai 5 ai 13 anni hanno partecipato nel pomeriggio al concorso “A chi voglio bene”: un’ora di disegno e poi l’esposizione delle “opere d’arte” sotto il Tendone per il giudizio insindacabile della giuria, con premio finale per ogni fascia d’età. I premiati sono: Giorgia Baldovin, Alice, Sabina Da Vià, Nicola Seghizzi, Francesco Ceolin, Giulia Barnabò, Elmehdi Rajraji, Agnese Talamini. A sindacare in giuria, oltre a Fabio Vettori, la maestra Tessaro, la dott. De Lorenzo, la prof. Carlet e un’artista di Domegge Claudia Da Vinchie. “L’organizzazione ha funzionato, l’iniziativa è stata resa possibile per il contributo di Easy shop and service, di Vettori che dà sempre la sua disponibilità gratuitamente, nondimeno dalla Pro Loco di Domegge e dall’Associazione S. Vigilio che ha messo a disposizione il Tendone di Vallesella: tanta la voglia d’essere disponibili.” - ci tiene a sottolineare Renata, dando ad ognuno il proprio merito -. 10 ANNO LIX Agosto 2011 ompie 55 anni l’antiquariato del Comelico. C Una bella età per una specialità artistico-artigianale che ha contribuito a qualificare turisticamente la vallata. Le insegne che si incontrano percorrendo la Val Comelico danno l’idea di una presenza preziosa. Di un piccolo mondo che ha saputo far nascere una specificità economicoculturale anche lontano dai grandi centri. E con il mercato l’antiquariato ha richiamato in Comelico anche una particolare attenzione culturale. Perché i mobili antichi, le statuette lignee, i quadri, le stufe e tutti gli oggetti da collezione che si trovano nei magazzini degli antiquari del Comelico raccontano la civiltà dei paesi di provenienza. E sono il frutto di tante esperienze umane che hanno scritto la storia di tante comunità e di popoli interi. Come a dire che la storia dei popoli non è altro che l’insieme di tante microstorie fatte di gesti e di scelte ma anche di oggetti, di mobili e di componenti dell’arredamento abitativo frutto dell’estro e della creatività dell’uomo. Anche il crocifisso ligneo che Antonio ha acquistato alla fine degli anni cinquanta in Val di Zoldo e che conserva gelosamente a casa sua è frutto dell’estro artistico dell’uomo. Antonio si è convinto che sia un Brustolon. Ma non ha mai voluto farlo vedere agli esperti. Un po’ per timore di qualche condizionamento chissà di che tipo e anche per paura di rimanere deluso. Proprio un bel tipo Antonio Sacco Sonador di Dosoledo. E’ lui il capostipite dell’atiquariato del Comelico. E’ stato lui, 55 anni fa, ad intraprendere l’attività che, un po’ alla volta, ha contaminato la vasta parentela dei Sacco Sonador ed altri ancora fino a dar vita ad una tale concentrazione di antiquari in un solo territorio comunale – quello di Comelico Superiore – da farne un caso unico in Italia e non solo. Proprio un bel tipo Antonio Sacco Sonador di Dosoledo capostipite 55 anni fa dell’antiquariato in Comelico OGGETTI DA COLLEZIONE CHE PASSIONE! In programma il 21 agosto a Dosoledo la prima Giornata dell’Antiquariato presso il Palazzo della Regola dove è allestito il Museo Algudnéi Abbiamo incontrato il patriarca Sacco nella casa del figlio Giuliano mentre guardava con tanta passione e spirito critico la tappa del Tour de France. “E’ sempre bello il ciclismo. Da sempre è lo sport migliore. Ma una volta erano più forti”. E lo dice con la consapevole saggezza di chi ne ha già viste tante. Classe 1926, ha cominciato a fare l’antiquario quando non aveva ancora compiuto 30 anni. Era il 1956. “Prima facevo lo stagnino. Un lavoro che, con l’arrivo dei nuovi materiali, è andato via via scomparendo. Avevo cominciato a fare lo stagnino fin da ragazzino in Alto Adige. Da noi in Cadore si faticava a tirare avanti.” Ed è stato proprio in Alto Adige che Antonio ha scoperto l’opportunità che gli avrebbe offerto l’antiquariato. Ma il passaggio non è stato diretto. “Conclusa l’epoca degli stagnini ho cominciato a raccogliere ferro vecchio e Per i tuoi peccati di gola L’AMORE PER LA PROPRIA TERRA ho toccato con mano la possibilità di commercializzare oggetti del passato che piacevano ai collezionisti, agli appassionati. Ricordo ancora l’interesse che richiamavano, ad esempio, le vecchie serrature e altri oggetti forgiati dai fabbri artigiani della Val Pusteria. Poi, un giorno, un signore che aveva già comprato qualcosa mi chiese di procurargli una piccola cassapanca. E’ stata la prima di una lunga serie che gli ho venduto guadagnando un po’ di soldini. E’ fatta, pensati. Mi misi a caccia di mobili in tutte le valli dell’Alto Adige. Ne acquistai tanti da riempire due magazzini.” Ma Antonio pensava che sarebbe stato sufficiente possedere i mobili e aspettare i clienti sulla porta del magazzino-negozio. “E invece - sottolinea, alzando il tono della voce per dar vigore ad un insegnamento che poi ha dato i suoi frutti - e invece è indispensabile promuovere, comunicare, far cono- PASTICCERIA CAFFETTERIA NEL SEGNO DELL’ ACCOGLIENZA Il dolce di produzione propria, la ricerca esclusiva di nuove mète del gusto. Prodotti che coniugano esperienza e innovazione confezionati artigianalmente per ritrovare i sapori di una volta Anche da asporto e su ordinazione In un ambiente confortevole potrai trascorrere momenti indimenticabili assaporando bevande di Tuo maggior gradimento Dosoledo di Comelico Superiore (BL) - Borgata” Sacco Via Roma, 18 - Tel. 0435 68376 Antonio Sacco: “Ci vuole mestiere, ci vuole passione” Davide Zandonella Necca: “Potrebbe nascere un Distretto dell’antiquariato delle Dolomiti” scere. E questo vale anche per il turismo. In Comelico, in Cadore, abbiamo le più belle montagne della terra. Ma se non lo diciamo ai turisti….se non facciamo arrivar loro, magari a casa attraverso la televisione, le immagini delle nostre montagne, come possiamo pretendere che vengano in vacanza da noi.” E Antonio Sacco Sonador ha fatto proprio questo. Ha caricato i mobili e gli oggetti più belli su un camioncino e ha cominciato a visitare gli antiquari delle città e dei centri più importanti dell’Alto Adige. “E’ stato un successo. Ho cominciato a vendere alla grande. Compravo e rivendevo spesso senza neppure restaurare i mobili. Era tutta roba di qualità ma non tutti erano in ordine. Avrebbero avuto bisogno di un intervento. Non avevo il tempo per farlo. Compravo e rivendevo senza fermarmi.” A proposito di restauro c’è da dire che Antonio, oltre ad esser stato un grande lavoratore ha sempre avuto la capacità di imparare al volo arti e mestieri. Così è stato anche per i lavori di falegname e soprattutto di restauratore. “Oggi, molto più di ieri, è indispensabile saper lavorare bene il legno per poter fare bene l’antiquario.” Ma non basta. Ci vuole tanta passione. Ed è proprio questa la lezione che Antonio impartisce quotidianamente ai figli, ai nipoti e ai clienti che arrivano anche da lontano ad acquistare i suoi pezzi di antiquariati. “La passione è fondamentale - ripete - per acquistare gli oggetti, che vanno ricercati con cura, per restaurarli e per venderli. Il cliente si accorge se ci metti passione. Non può essere soltanto un’operazione commerciale.” Quando, dopo aver girato tanto per l’Alto Adige, ha pensato di aprir bottega nella sua Val Comelico, Antonio 8 si è sentito l’uomo più ricco del mondo. E qui ha fatto tanto che è riuscito ad aprire la strada a tanti altro Sacco Sonador. Si chiamano quasi tutti così gli antiquari del Comelico. “Quasi tutti parenti. Hanno seguito la strada che ho intrapreso.” L’orgoglio sprizza anche dai pori della pelle. E’ comprensibile ed è giusto. E’ merito suo se il Comelico oggi è noto anche per l’antioquariato, un settore commerciale che cammina di pari passo con la storia e con l’arte oltre con l’arredamento e l’artigianato. Tutto è cominciato 55 anni fa con le prime avventure commerciali di Antonio Sacco Sonador. E la ricorrenza sarà festeggiata domenica 21 agosto con la prima Giornata dell’Antiquariato in programma a Dosoledo presso il Palazzo della Regola dove è allestito anche il nuovo Museo Algudnéi. L’incontro è fissato per le ore 11. In programma una breve nota storico-economica e, in anteprima, la visita guidata ad alcune autentiche chicche che gli antiquari del Comelico stanno immettendo sul mercato. L’iniziativa - sostiene Davide Zandonella Necca, presidente dalla locale Consulta della Confcommercio - vuole essere il primo passo per arrivare al riconoscimento di una sorta di distretto dell’antiquariato. Potrebbe chiamarsi “Distretto dell’antiquariato delle Dolomiti”. Le condizioni ci sono tutte a cominciare dall’esperienza lunga oramai 55 anni. Molto dipenderà dalla capacità degli operatori di mettersi insieme, superando gli individualismi, per dar vita ad un gruppo compatto. Allora il successo è garantito. E i benefici saranno per tutti: per gli antiquari e per il Comelico dal momento che questo specifico settore economico può essere, a ragione, annoverato tra quelli capaci di richiamare turismo di eccellenza. Bepi Casagrande IMPIANTI SCIISTICI INIEZIONE DA 40 MILIONI DI EURO dalla prima pagina Il presidente Rinaldo Tonon ha evidenziato: è un progetto di circa 40 milioni di euro che comprende tra l'altro due impianti di risalita con cabine, di circa 2900 metri, varie piste di collegamento, innevamento artificiale e naturalmente opere di completamento e supporto come parcheggi, aree attrezzate, viabilità ecc. L'intervento di Franz Senfter è stato molto significativo. "Questo è un grande progetto" ha detto l'imprenditore, "di importanza storica. E devo ammettere che la prima idea per questo collegamento l'avete avuta voi. Quando ne sono venuto a conoscenza l'ho apprezzata molto perchè rappresenta il futuro per l'intera area sciabile. I vantaggi di questo progetto sono reciproci. La Pusteria aumenta la sua offerta sciistica con una serie di piste molto belle che gli amanti dello sci apprezzeranno sicuramente. Il Comelico entrerà in un circuito prestigioso, con un conseguente aumento di turisti. Naturalmente sarà un processo che richiederà del tempo; dopo la realizzazione delle opere ci vorranno degli anni per vedere risultati tangibili. Ma la strada è quella giusta. Voi ci credete, noi ci crediamo". Tra le voci dei soci è emersa la conside- razione sugli investimenti locali, fatti finora, il cui valore è oggi prossimo allo zero, ma Senfter non la pensa cosi. "Prima di tutto se voi non aveste fatto il primo impianto, la seggiovia Col d'La Tenda, oggi non sarebbe possibile parlare di questo progetto grandioso. E poi da moltissimi anni lavoro con gli impianti di risalita e so benissimo che in questo settore non si guadagna mai. Però sono investimenti essenziali per far fiorire tutte le altre attività e i nostri paesi ". In chiusura dell'incontro è intervenuto anche il sindaco Mario Zandonella che ha spiegato in sintesi il contenuto del cosiddetto "fondo Brancher" cui il Comune di Comelico Superiore è titolato ad accedere in quanto confinante diretto con la Provincia di Bolzano. "A fine giugno abbiamo presentato all'organismo competente il progetto di collegamento che centra perfettamente gli obiettivi della legge istitutiva: il riequilibrio delle situazioni socio economiche dei territori veneti confinanti con l'Alto Adige. Attendiamo ora di vedere l'esito nel momento dell'assegnazione di finanziamenti". (nella foto in prima pagina, Franz Senfter al centro con Rinaldo Tonon) SPECIALE ESTATE Inserto del n. 8 Agosto 2011 - Distribuzione gratuita - Direzione e Amministrazione: Pieve di Cadore, P.za Tiziano - Direttore responsabile Renato De Carlo AGOSTO IN CADORE MIRIADE DI PROPOSTE UN’ESTATE IN VETRINA osa offre il Cadore in agoC sto? Moltissimo e di più! Magari non viene confezionato e promosso come si dovrebbe. Forse ci sarebbe bisogno di maggior coordinamento. Di certo questa miriade di proposte non è sostenuta dalle campagne pubblicitarie delle vicine contrade altoatesine, trentine e friulane. Ad ogni modo le proposte cadorine per vivere intensamente qualche ora o qualche giorno di gioia e soddisfazione sono proprio tante. Provate a scorrere queste pagine che sono la vetrina delle offerte estive del Cadore. Ce n’è per tutti i gusti. Non manca la cultura. Quella minuscola e quella maiuscola. Quella delle mostre d’arte e quella delle conferenze e dei libri. Non manca la musica. Provate a contare i concerti strumentali e vocali. Le feste poi si rincorrono di paese in paese esibendo il meglio della tradizione e della modernità. Lo sport, ovviamente, è in primo piano. E anche per quanto riguarda l’escursionismo e l’alpinismo le proposte cadorine non temono concorrenza. Le Dolomiti di casa consentono agli appassionati di vivere, nella natura, autentiche avventure. Come vedete l’offerta è generosissima. B.C. L’estate in Cadore è una miniera di iniziative. Feste, concerti, appuntamenti culturali, escursionismo, sport, rassegne enogastronomiche AGOSTO 2011 lago di Auronzo Quei venerdì lunghi e belli sotto le stelle venerdì di Pieve e Santo StefaI no sono oramai famosi. Sono i venerdì lunghi dell’estate cadorina. Che vanno a sommarsi alle tantissime feste che, in ogni paese, si protraggono fino a notte. E non importa se il tempo meteorologico fa le bizze. Anzi, la presenza in piazza, anche con l’ombrello, ha caratterizzato ancor di più una iniziativa che sta prendendo piede alla grande. E’ un modo per allungare la vacanza. Ma anche un espediente per far conoscere di più e meglio il bello che c’è in Cadore. Che è tanto. Il fatto di esporre in piazza fino a tarda ora i prodotti dell’artigianato o dell’agricoltura è anche un modo per rafforzare quel legame affettivo che lega il turista alla no- stra terra. E considerata la partecipazione di tante famiglie al completo c’è da dire che i risultati sono lusinghieri. Se poi guardiamo alla coreografia che fa da sfondo all’iniziativa, allora bisogna parlare di spettacolo. E non solo perché c’è la musica dal vivo o qualche giocoliere e mimo che si esibisce per strada ma soprattutto perché il clima è di festa vera. In molti sostengono che il modello dei venerdì di Pieve e di Santo Stefano potrebbe diventare un cliché per l’intero Cadore. Potrebbe essere, ad esempio, un “Cadore sotto le stelle” itinerante che coinvolge tutti i paesi del Cadore. Ogni sera un paese diverso. Ovviamente l’operazione necessita di un coordinamento I rifugi del Cadore invitano al grande gioco dell’estate LA CIMA PICCOLA CON 15 TIMBRI SI VINCONO SPECK E FORMAGGI CADORINI COMPIE 130 ANNI Auronzo, 20 agosto Ricordo della prima salita Un calendario di attività per tutti i gusti che coinvolge tutti i paesi Cadorini con iniziative che si rincorrono di giorno in giorno e a tutte le ore. Ne sono esempio le movimentate serata dei venerdì di agosto a Pieve di Cadore con “Pieve sotto le stelle” e a Santo Stefano con “Vita nelle Vie”. Sulla stessa lunghezza d’onda si è sintonizzato anche Lorenzago con “Lorenzago aperta 2011”. Poi ci sono le attività specifiche rivolte agli appassionati di montagna. Quelle promosse dalle Guide alpine di Auronzo, di San Vito e della Stazione Dolomiti. Anche a Sappada, da domenica a lunedì, vengono organizzate gite ed escursioni. Durante tutto il mese di agosto poi la grande protagonista sarà la cultura: dalle visite ai musei alle conferenze, dai dibattiti alle mostre d’arte e storiche come quella sull’Unità d’Italia allestita nella sala consiliare del Municipio di Pieve. Si possono visitare inoltre mostre di pittura a Sappada, Santo Stefano, Lozzo, Auronzo, San Vito e Vigo. E fino al 9 agosto a Lorenzago resta aperta la grande mostra storica sull’alpinismo del Cadore. Pure ad Auronzo, organizzata dalla locale Sezione del Cai. E adesso gli appuntamenti giorno per giorno: LUNEDÌ 1 AURONZO - Mostra Missionaria a Villapiccola. Fino al 31 agosto. - Mostra fotografica su: Ettore e Bruno Castiglioni, due fratelli alpinisti e le Dolomiti. A Palazzo Corte Metto fino al 15 agosto. - Mostra retrospettiva di Alberto Savi. Nella sala esposizioni del Municipio fino al 18 agosto. LOZZO - Inaugurazione Mostra del Cai: “I grandi animali sulle montagne italiane”. Auditorium ore 21. LORENZAGO - Mestieri in Piazza Calvi. MARTEDÌ 2 SAN VITO DI C.- Concerto Rassegna Dino Ciani. Sala Polifunzionale ore 21. SANTO STEFANO DI C. - Mercatino dell’artigianato in Piazza Roma dalle ore 9 alle ore 19. LORENZAGO - Omaggio a Fabrizio De André da parte del Gruppo musicale di Costalta, ore 21. PERAROLO - Passeggiata con il Grest. Partenza ore 9. MERCOLEDÌ 3 AURONZO - Escursione per ragazzi dai 7 anni in su. Con le Guide alpine intorno alle Tre Cime di Lavaredo dove un tempo c’era il mare. Partenza ore 9 dall’Ufficio Turistico di Auronzo. - Il Veneto nell’unità d’Italia. In Municipio,ore 21. PIEVE - Spettacolo di ballo in piazza a Tai, ore 21. BORCA - Rassegna Dino Ciani. Chiesa Nostra Signora del Cadore (ex Villaggio Agip) ore 21. LORENZAGO - L’organo Comelli in un libro. Presentazione nella chiesa parrocchiale, ore 21. CALALZO - Ellis Caraoke in piazza a Calalzo. SAPPADA - Corsa di Sant’Osvaldo. Corsa in montagna. Partenza da Cima Sappada. Partenza ore 17. - Musica a Borgata Ecche, ore 18. PERAROLO - Passeggiata con il Grest, ore 9 dalla canonica. Rifugio Chiggiato a Calalzo GIOVEDÌ 4 PIEVE - Dolomiti: un bene per una valorizzazione di qualità. Conferenza presso la Magnifica Comunità di Cadore, ore 18. l gioco è molto semplice. Consiste nel I visitare 15 rifugi alpini del Cadore, possibilmente mangiare o bere qualcosa, scambiare due parole con il gestore e timbrare, ovviamente con il timbro del rifugio, il libretto “Cadore regno dei rifugi” in distribuzione gratuita presso i rifugi del Cadore. Il libretto con i 15 timbri va presentato alla Stazione Dolomiti che si trova a Caralte di Perarolo (sulla strada che scende dal Cadore verso Belluno e verso l’autostrada). E’ qui che si ritirano i premi in natura, a denominazione d’origine controllata. Si tratta di abbondanti confezioni di formaggio e speck prodotti in Cadore. Ma il regalo più importante che ogni partecipante si porta a casa è rappresentato dagli ambienti naturali e dai paesaggi incoronati dalle Dolomiti, dal silenzio e dalle favolose atmosfere che ha visto, vissuto ed assaporato, percorrendo i sentieri che portano ai rifugi. Provare per credere. Con una festa alpinistica in grande stile sabato 20 agosto alle ore 20,30 in piazza ad Auronzo sarà ricordata la prima salita sulla Cima Piccola di Lavaredo. Rassegna di immagini e testimonianze delle Guide alpine, del Cai e del Soccorso alpino di Auronzo e della Val Pusteria. Iniziativa realizzata con il contributo del Consorzio dei Comuni del Bacino Imbrifero Montano del Piave appartenenti alla Provincia di Belluno II Speciale Estate 2011 AGOSTO IN CADORE MIRIADE DI PROPOSTE - Palio di S.Andrea con presentazione della Squadra che parteciperà al Palio di San Martino. - Escursione storica per il 150° dell’unità d’Italia. Partecipa lo storico Giovanni De Donà. - Concerto di Elena De Michiel ore 21. PELOS - Festa dei canederli. In piazza a Pelos ore 20. CIMA SAPPADA - Festa di Sant’Osvaldo e musica nei borghi, ore 16. VALLE DI C. - Concerto d’organo. Chiesa parrocchiale ore 21. SAPPADA - Concerto di musica da camera nella Chiesa di Santa Margherita, ore 21. - Sprintissimo dei campioni di ski roll. - Musica nei borghi, ore 16. AURONZO - Giro delle Tre Cime di Lavaredo con le Guide alpine. Gita gratuita riservata ai bambini ospiti degli alberghi aderenti al Consorzio Turistico di Auronzo. Partenza ore 8,30 dall’Ufficio Turistico. LUNEDÌ 8 PIEVE - Andrea Schiavone interpreta Tiziano. Magnifica Comunità ore 21. SAPPADA - Trofeo di bocce Lui e Lei. LORENZAGO - La notte della poesia: poeti e cantori recitano e improvvisano, ore 21. AURONZO - Serata con la musica di Guido Mainardi. Piazza Santa Giustina ore 21. CALALZO - Le immagini e i racconti di Antonella Fornari. Municipio ore 21. SAN VITO - Presentazione libro “L’energia del sasso”. Polifunzionale ore 21. SABATO 6 AURONZO - Concerto in memoria dell’alpinista irlandese John Ball. Teatro Kursaal, ore 21. PERAROLO - Festa di Sant’Osvaldo con Messa a Dubbiea. Visite guidate al Museo del Cidolo. Per informazioni telefonare al 340.3303125. - Inaugurazione Mostra Acquarelli di Piermario Del Favero presso ex scuola elementare. DOMEGGE - Mercatino dell’antiquariato e dei prodotti tradizionali. In piazza dalle ore 10. - La pizza in piazza. Piazza dei Martiri dalle ore 19. LORENZAGO - Concerto di musica classica e jazz del Mozart Trio, ore 21. CAMPOLONGO - Balli e giochi dalle ore 15. PIEVE - Sabato al Museo: un giorno su Marte. Museo dell’Occhiale ore 15,30. - Festival Dino Ciani. Concerto al Cos.Mo ore 21. LOZZO - La Sezione Cai compie 40 anni. Festa al Rifugio Ciareido con escursione sulle Marmarole. - Serata di teatro presso le Scuole medie, ore 21. VIGO - LAGGIO - Festa dei Ciantoi: tradizionale mercatino di prodotti artigianali lungo le vie del paese. VALLE DI SAN PIETRO - Prende il via la tradizionale Sagra di San Lorenzo. SAN VITO - Mercatino dell’antiquariato. - Concerto dei Cori San Vito, Maranina e Monte Pasubio. Chiesa parrocchiale ore 21. VALLESINA - Festa con musica e gastronomia doc. Inizio ore 19,30. COSTALTA - Concerto vocale dei cori Comelico e Sorgenti del Piave. BORCA - Concerto d’organo in chiesa, ore 21. DOMENICA 7 AURONZO - Camignada poi siè refuge. Corsa in montagna non competitiva di 30 chilometri con partenza da Misurina e arrivo ad Auronzo. - Auronzo Incentro: negozi aperti e animazione lungo le strade del centro. Dalle ore 21. SANTO STAFANO - Tombola in Palazzetto, ore 21. - Gara di MTB, Partenza ore 9,30. COMELICO SUPERIORE - Spettacolo per bambini in Piazza San Luca a Padola. SAN VITO - A letto bambini che c’è Petrolini. Spettacolo teatrale. Polifunzionale ore 21. PERAROLO - Simposio di pittura. SAPPADA - Serata dell’Ospite con musica e folklore. - Rassegna musicale al Rifugio Calvi, ore 14. LORENZAGO - Festa della Comunità di Lorenzago. MERCOLEDÌ 10 VALLE DI SAN PIETRO - Festa di San Lorenzo. Concerto Coro Comelico, ore 18. BORCA - Festa campestre a Villanova, ore 19. AURONZO - Escursione per ragazzi con le Guide alpine sui Cadini di Misurina. Partenza ore 9 dall’Ufficio Turistico. PIEVE - A letto con Monna Lisa. Magnifica Comunità, ore 21. SAPPADA - Musica neo Borghi. Concerto a Borgo Kottern, ore 18. - Spettacolo Gruppo Musicale di Costalta, ore 20,30. MERCATINI NEI PAESI DEL CADORE Una delle attrazioni dell’estate sono i mercatini dell’usato, dell’antiquariato, del collezionismo. Una bella realtà che si sta allargando anche in Cadore. Scorrendo il calendario delle iniziative del mese di agosto ci si rende conto di quale rilievo abbiano assunto queste iniziative. Si organizzano mercatini a Santo Stefano, Lorenzago, Sappada, Vigo, Domegge, Borca Tai, Dosoledo e Auronzo. Le opportunità non mancano per immergersi in un mondo che racconta la storia delle nostre comunità. Foto Cervo VENERDÌ 5 SELVA DI C. - Presentazione del lungometraggio “Le senza volto: le streghe di Cavarnere” prodotto dall’associazione Belluno Ciak. COMELICO SUPERIORE - Montagna amica e sicura. Incontro con le Guide alpine e il Soccorso alpino sulla prevenzione degli incidenti in montagna. Rifugio Rinfreddo ore 20,30. COSTA - Concerto di musica vocale sacra nella chiesa di San Daniele, ore 20,30. LOZZO - Concerto della Banda Musicale di Feltre in Auditorium comunale, ore 21. CALALZO - Corsa a staffetta all’americana. Sesta edizione della Notturna Panoramica. Partenza ore 19 dalla piazza di Calalzo. LORENZAGO - Un video sui tesori artistici. Cinema parrocchiale ore 21. PERAROLO - Spettacolo con i ragazzi del Grest. Giardino di P. Lazzaris ore 20,30. PELOS - Festa dei Canederli. Cena a tema. CALALZO - Staffetta all’americana in notturna. Partenza dalla piazza di Calalzo ore 18. SAPPADA - Sprintissimo di ski roll dei campioni di fondo in ritiro a Sappada. Inizio ore 18. - Apertura serale del Museo Etnografico. - Concerto di musica da camera. Chiesa S.Margherita ore 21. SANTO STEFANO - Vita nelle Vie. Negozi aperti e musica, teatro e arte per le vie. Dalle ore 21. SAN VITO - Concerto del Venice cello ensemble. Chiesa parrocchiale ore 21. - Spettacolo per bambini. Centro commerciale ore 18. MARTEDÌ 9 LOZZO - Concerto di San Lorenzo per coro, orchestra ad archi, organo e cembalo, ore 21. BORCA - Concerto corale per marimba, ore 21. SAN VITO - Concerto di chitarra nella chiesa della Difesa, ore 21. CALALZO - Baby Dance in piazza, ore 20,30. SAPPADA - Musica a Borgo al Sole, ore 18. LORENZAGO - Tradizionale sagra paesana. Gastronomia e musica. Cibiana e i suoi murales VILLANOVA DI BORCA - Festa campestre, ore 19. CALALZO - Tombola in piazza, ore20,30. LORENZAGO - Festa a Villapiccola. SELVA - Festa di San Lorenzo. LOZZO - Sagra di San Lorenzo con fiera e tombola. PERAROLO - Ballo in piazza a Caralte, ore 21. GIOVEDÌ 11 BORCA - Serata con le immagini e le storie di Antonella Fornari. SAPPADA - Concerto di musica da camera nella Chiesa di Santa Margherira, ore 21. - Mostra collezionismo. Piazza Palù, ore 10. CALALZO - La battaglia di Cadore. Conferenza in Municipio, ore 21. VALLE - Balcone fiorito. Premiazione concorso in Sala Polivalente alle ore 21. COSTALTA - Concerto Coro Comelico, ore 21. AURONZO - Serata con la musica di Guido Mainardi. Piazza Villapiccola, ore 21. SANTO STEFANO - Teatro in Palazzetto, ore 20,30. LOZZO - Il Coro Oltre Piave in Auditorioum, ore 21. SAN VITO - Concerto del Quartetto B. Marcello. Polifunzionale ore 21. VENERDÌ 12 VALLE - Oliviero Mario Olivo, scalatore di Venas tra i primi a superare il 6° grado. Confronto tra alpinisti sulla sua attività che si è svolta nella prima metà del secolo scorso. Immagini inedite e testimonianze di chi l’ha conosciuto e di chi ne ha ripercorso le vie di roccia. Sala Municipio ore 21. BORCA - Concerto del Coro parrocchiale nella Chiesa dei Santi Simone e Giuda, ore 21. - Mostra del pittore Luciano Franzin presso la Scola. SAN VITO - Concerto del Venice Dixie, ore 21. SANTO STEFANO - Vita nelle Vie dalle ore 21. CALALZO - Olimpiadi Cadorine dei giochi di un tempo in piazza a Calalzo. LORENZAGO - Concerto di Musica Medioevale, ore 21. SAPPADA - Sappada d’Estate. Per tre giorni il centro storico resterà chiuso con negozi aperti e festa in strada. - Rassegna di cori. Chiesa Santa Margherita ore 21. - Concerto giovani musicisti. In Municipio, ore 18. AURONZO - Escursione per bambini alla scoperta della vita in malga. Organizzano le Guide alpine e naturalistiche. Partenza ore 9 dall’Ufficio Turistico di Auronzo. Informazioni allo 338.6755223. Speciale Estate 2011 III - Presentazione dell’ultimo libro di Antonella Fornari in Municipio alle ore 21. SABATO 13 CALALZO - Ernesto Bertagnin, Guida alpina protagonista dell’alpinismo cadorino. Immagini e testimonuanze. Ore 20,30 Municipio di Calalzo. VENAS - Festa di Ferragosto con stand enogastronomici, musica e ballo. PIEVE - Sabato al Museo: il Signore degli anelli… Saturno. Museo dell’occhiale ore 15,30. BORCA - Festa campestre a Laguna, ore 19. SAPPADA - Spettaciolo pirotecnico, ore 23. - Musica a Borgata Fontana, ore 18. LOZZO - Il Corpo Musicale Valboite si esibisce in concerto. Auditorium, ore 21. LUNEDÌ 15 FERRAGOSTO CORTINA D’AMPEZZO - Festa delle Guide Alpine del Veneto. Ore 20 sfilata in Corso Italia e premiazione Guide Alpine Emerite. Concerto-omaggio della Banda musicale di Cortina. SELVA - Sagra della Madonna de Aost. CALALZO - Toro allo spiedo. Colonia, ore 12. DOMEGGE - Pic nic di Ferragosto presso la Stalla di Tano. LORENZAGO - Festa dell’Assunta. LOZZO - Inaugurazione Parco Benedetto XVI°. PERAROLO - Lotteria di Ferragosto. Ore 11 in piazza. VIGO - Festa comunitaria a Casera Razzo. AURONZO - Mostra micologica in biblioteca. MARTEDÌ 16 CALALZO - Super mini show. Clown, giocolieri, fachiri FUOCHI ARTIFICIALI Foto Ott. Capri CONCERTI BANDE MUSICALI Concerti e rassegna delle Bande Musicali o Corpi Musicali sono in programma in diversi centri del Cadore. Un modo per immergersi in un’atmosfera festosa che solo le Bande sanno dare. Anche quest’anno, in occasione di Ferragosto ci sono tre gli spettacoli pirotecnici che richiameranno l’attenzione dei Cadorini e dei Turisti in Cadore: quello di Sappada in programma sabato 13 agosto, quello di Santo Stefano domenica 14 agosto e quello di Auronzo in programma martedì 16 agosto in riva al lago. CASERA RAZZO - Pic-nic a Casera Razzo (tutti i giorni fino al 16 agosto). PERAROLO - Torneo di minigolf. Impianti sportivi di Caralte ore 10. - Concerto Coro El Piave. Piazza Caralte ore 21. SAN VITO - Concerto del San Vito Blues & Soul Festival. Polifunzionale ore 21. LORENZAGO - Eccezionale monologo dell’attore Paolo Rossi. Teatro parrocchiale ore 21. -Mercatino dell’antiquariato in Piazza Calvi. in piazza, ore 20,30. SAN VITO - Concerto del Coro San Vito nella chiesetta di Serdes, ore 21. AURONZO - Concerto della Banda Musicale di Auronzo e Spettacolo pirotecnico sul lago. BORCA - Mercatino dell’antiquariato. LOZZO - Serata con le immagini e i racconti di Antonella Fornari. Auditorium ore 20,30. PERAROLO - Concerto sotto le stelle con l’Orchestra Dolomiti Synphonia di Belluno, ore 21. DOMENICA 14 SAPPADA - Discesa dal campanile a corda doppia con il Cai di Sappada, ore 18. LORENZAGO - L’antiquariato in Piazza Calvi. - Concerto d’organo in chiesa parrocchiale, ore 21. CALALZO - Gara di pesca alla trota più grossa. Lagole, ore 8. DOMEGGE - Aspettando Ferragosto. Tutti in piazza: giochi, musica e discesa dal campanile degli Operatori del Soccorso alpino. SANTO STEFANO - Spettacolo Fuochi d’Artificio. Dalle ore 21 alle ore 22,30. MERCOLEDÌ 17 AURONZO - Escursione per bambini sulle Marmarole. Dal Col Agudo al Rifugio Ciareido. Partenza ore 9 dell’Ufficio Turistico di Auronzo. Organizzano le Guide alpine 3Cime di Auronzo. - Festa per il gemellaggio Auronzo-Lipari per le Dolomiti e le Eolie patrimonio dell’Unesco. Teatro Kursaal, ore 21. - Mercato dell’antiquariato. - Laboratorio creativo per bambini, ore 17. SAPPADA - Musica al Rifugio 2000, ore 15. PERAROLO - Le immagini di montagna di Angelo Zangrando in piazza a Caralte, ore 21. SAN VITO - Spettacolo teatrale delle Bretelle Lasche. Polifunzionale ore 21. CALALZO - Karaoke in piazza, ore 20,30. LORENZAGO - Festa Bavarese, ore 19,30. GIOVEDÌ 18 AURONZO - Il Premio Auronzo quest’anno viene assegnato al musicista Giusto Pio. Sala consiliare del Municipio, ore 21. - Gita con le Guide alpine al Rifugio Auronzo. Pasrtenza ore 8,30. Per info. 0435.9359. CIMA SAPPADA - Le più belle melodie di tutti i tempi. Sala Congressi ore 21. VALLE - La lunga marcia dei 54. Documentario sull’eccidio nazifascista di Villamarzana. Sala Municipio ore 21. CALALZO - Torneo di calcio balilla in piazza, ore 17. LORENZAGO - Baby Dance in Piazza Calvi, ore 20,30. PERAROLO - Paesani e villeggianti in festa. Dalle ore 12 presso gli impianti sportivi di Caralte. SAN VITO - Concerto del Corpo musicale della Valboite. Polifunzionale ore 21. VENERDÌ 19 AGOSTO COMELICO SUPERIORE - Alla scoperta dei paesi del Comelico Superioere. Partenza dalla Piazza San Luca di Padola alle ore 9. SANTO STEFANO - Vita nelle Vie. Negozi aperti e spettacoli nelle strade chiuse al traffico. SAN VITO - Concerto del Quartetto d’archi di Venezia. Polifunzionale ore 21. PERAROLO - Concerto di Musica Medioevale eseguito da “In Unum Ensemble”, ore 20,30. CALALZO - Bimbi in festa. Piazza, dalle ore 17. SABATO 20 AURONZO - In piazza Santa Giustina alle ore 20,30 festa per i 130 anni della prima salita alla Cima Piccola di Lavaredo e per i 60 della prima traversata della Cengia Gabriella. Nel corso della festa si effettuerà la calata dal campanile di Santa Giustina da parte degli alpinisti del Cai, Guide alpine e Operatori del Soccorso alpino. La manifestazione inizia alle ore 21. Nel caso di pioggia si svolgerà in municipio. - Concerto per tromba e organo. Chiesa di Santa Giustina ore 21. - AuronzoINcentro dalle ore 21 lungo le vie del centro. SELVA - Premiazione Concorso di disegno e fotografia “Luci e Colori”. Le opere devono pervenire al Museo Cazzetta entro il 7 agosto (www.valfiorentina.it). In occasione delle premiazioni sarà consegnato il 1° Memorial Palmieri-Mazzotti per la diffusione della cultura locale. Venas - Festa di San Rocco con ballo e stand gastronomico a partire dalle ore 19,30 LOZZO - Gara di corsa delle Burele. PIEVE - Tiziano in vendita spunti dal collezionismo e dal mercato veneziano. Magnifica Comunità, ore 21. BORCA - Premiazione balcone fiorito all’Happy Park ore 21. - L’Albero delle streghe: laboratorio didattico per ragazzi. Inizia alle ore 20 presso la Conchiglia. VALLE - Festa di San Rocco. Sappada - Serata di moda e party. Sfilata in Piazza Palù, ore 20,30. - Rassegna di cori nella Chiesa di Santa Margherira, ore 21. - Ex tempore per bambini con Fabio Vettori. CALALZO - Torneo di Calcio balilla in piazza. GREA - Festa della patata. LORENZAGO - Festa dello sport. Centro sportivo Cridola ore 8. Simmetria Distorta in concerto. Cinema parrocchiale ore 21. LOZZO - Corsa delle Burele presso le Scuole Elementari. LAGGIO - Karaoke con Elio Grandelis. In Arena ore 20,30. TAI - Tai in festa. Musica e gastronomia dalle ore 12 in località Manzago. - Mercatino dell’antiquariato e del collezionismo in piazza a Tai. SANTO STEFANO - Bell’Italia: mercatino di prodotti tipici, dalle ore 9 alle ore 19. AVVENTURA E NATURA CON LE GUIDE ALPINE Con le Guide Alpine di Auronzo, San Vito e della Stazione Dolomiti le Vie classiche delle Dolomiti possono essere affrontate da tutti... o quasi. Ci sono salite al Pelmo, alla Civetta, al Cimon del Froppa sulle Marmarole, alle Tofane... PER SAPERNE DI PIÙ telefonare allo 339.1330005 oppure all’Ufficio Turistico di Auronzo 0435.9359. PER SAPERNE DI PIU’ Il calendario delle manifestazioni e degli appuntamenti è stato redatto grazie alla collaborazione dell’Azienda di Promozione Turistica della Provincia di Belluno che può essere facilmente interpellata attraverso il sito: www.infodolomiti.it Per informazioni e delucidazioni ecco i numeri di telefono degli Uffici di Informazione e di Assistenza Turistica presenti sul territorio cadorino: AURONZO - 0435.9359 CALALZO - 0435.32348 SANTO STEFANO DI C. - 0435.62230 SAPPADA - 0435.469131 TAI - PIEVE DI CADORE 0435.31644 SAN VITO DI CADORE - 0436.9119 IV Speciale Estate 2011 DOMENICA 21 DOSOLEDO - Giornata dell’antiquariato. Confronto sulle radici storiche dell’antiquariato in Comelico e visita guidata ad alcuni “pezzi” preziosi e storici dell’antiquariato locale. Museo Algudnei ore 11. CASERA RAZZO - Festa delle casere. SAN VITO - Concerto d’organo. Chiesa parrocchiale, ore 21. LORENZAGO - Festa dello Sport. Centro sportivo Cridola ore 8. - Premiazioni Festa dello Sport ore 21. CAMPOLONGO - Festa della Madonna della Salute con messe, processione, mercatini di prodotti locali e ballo in piazza. AURONZO - Conversazione su Tiziano. Sala del Municipio ore 21. - Mostra di scultura di Andrea Decani. In Municipio fino all’11 settembre. - Mercatino dell’Artigianato artistico a Reane. LUNEDÌ 22 BORCA - Una giornata con il disegnatore Fabio Vettori. Dalle ore 10 presso la Scola. SAN VITO - Tiziano giovane. Conferenza sala municipale, ore 21,15. LORENZAGO - Baby Dance in piazza, ore 20,30. AURONZO - Incontro con lo scrittore Gian Antonio Stella. Teatro Kursaal, ore 21. MARTEDÌ 23 SAPPADA - Musica nei Borghi. Concerto in Borgata Fontana, ore 18. MERCOLEDÌ 24 PIEVE - Il fantasma di Giorgione. Conferenza in Magnifica Comunità, ore 21. AURONZO - Escursione per bambini alla Torbiera di Dante con le Guide alpine. - Laboratorio per bambini. Piazzetta Ospitale, ore 17. CALALZO - Torneo di briscola in piazza. LORENZAGO - Il Veneto nell’Unità d’Italia. Conferenza in Cinema parrocchiale ore 20,30. LAGGIO - Ballo in piazza rioservato ai bambini. In Arena ore 20,30. GIOVEDÌ 25 AURONZO - Serata con la musica di Guido Mainardi. Piazza Reane ore 21. - Gita sul Monte Piana con le Guide alpine. Per informazioni telefonare allo 0435.9359. PERAROLO - Dal Cadore al Nepal: immagini e racconti di avventura della Guida alpina Michele Barbiero. Stazione Dolomiti a Caralte ore 21. LOZZO - L’Egitto di Tiziano. Conferenza a Palazzo Pellegrini, ore 21. VENERDÌ 26 ZOPPÈ - Incontro Europeo dei Carbonai. Interverranno delegazioni di Germania, Polonia, Svizzera, Austria, Olanda, Belgio e Francia. L’incontro inizierà giovedì 25 a Forno di Zoldo e continuerà il 27 a Zoldo Alto per concludersi domenica 28 agosto a Pieve di Cadore. SAPPADA - Concerto di musica da camera. Chiesa Santa Margherita ore 21. SAN VITO - Concerto Coro San Vito. A la Schola, ore 21. - Spettacolo per bambini. Centro commerciale ore 18. Santo Stefano - Escursione al Monte Zovo. Partenza ore 9 da Piazza Roma. - Vita nelle Vie dalle ore 21 alle ore 23,30. COMELICO SUPERIORE - Spettacolo teatrale de “I Comelianti”. Rifugio Rinfreddo, ore 18. BORCA - Arriva Nane Gnoko. Laguna dalle 17,30. Concerto Coro San Vito, Scola ore 21. SABATO 27 BORCA - Incontro con la scrittrice Irene Pampanin. A la Schola, ore 21. AURONZO - Serata di canti di montagna. Sala del Municipio ore 21. - Prove del Gran Premio Motonautico del Cadore. Pieve - Sabato al Museo dell’Occhiale. Pomeriggio con i bambini dai 5 ai 10 anni. SAPPADA - Concerto nella chiesa di Santa Margherita, ore 21. - Rassegna note al Rifugio Sorgenti del Piave, ore 14. VALLE - Ghe xè poco da ridere. Teatro-cabaret in lingua veneta. Teatro parrocchiale ore 21. LORENZAGO - I pascoli di Lorenzago. Immagini e storie. Cinema parrocchiale ore 21. SAN VITO - Torneo di calcio Memorial Paolo Dal Pont. Campo sportivo ore 9. CALALZO - Festa del volontariato. Teatro tenda, ore 19,30. LOZZO - Concerto del Coro Cantores Pagenges e dell’Orchestra Barocca. Auditorium ore 21. LAGGIO - Musica, patate e formai. In Arena ore 20,30. DOMENICA 28 AURONZO - 61° Gran Premio Motonautico del Cadore. LOZZO - Concorso “Cadore in fiore”. SAN VITO - Concerto dei Lastrain. Parco, ore 17 Un patrimonio culturale che attrae e affascina TI INVITO AL MUSEO etti in preventivo un giorno di brutto tempo duranM te le vacanze e il Cadore ti da tanti buoni motivi per non rimpiangere il sole. Tutto merito del patrimonio culturale che questa terra possiede. Un tesoro inestimabile che, almeno in parte, si trova custodito nei musei del Cadore. Una rete di musei che custodisce ed esibisce vita, morte e miracoli delle valli cadorine. Iniziamo il nostro giro da PIEVE DI CADORE che è la storica capitale del Cadore ed è sede della Magnifica Comunità di Cadore che affonda le radici nel tardo Medioevo (XIII secolo) e nelle esperienze di autogoverno che hanno lasciato forti valori identitari. L’offerta culturale ripresenta qui quell’interessante percorso che dall’epoca antica porta a quella contemporanea e ci fa capire l’importanza ed il fondamentale ruolo svolto dal Cadore nel passato. Partendo dalle vestigia preromane del IV sec. a.C. e romane raccolte nel Museo Archeologico, si passa all’affascinante storia medievale e moderna rappresentata dal Palazzo Comunitativo pregno di testimonianze che hanno sempre profondamente legato le genti cadorine; a qualche centinaio di metri, si può visitare la Casa Natale di Tiziano dove ci s’immerge ancora nella magica atmosfera dei ricordi del sommo pittore; si passa poi all’età contemporanea, ben rappresentata dal Museo dell’Occhiale, che offre uno spaccato delle attività che hanno caratterizzato lo sviluppo industriale del Cadore nell’ultimo secolo e contiene una ricca collezione databile dal XVI secolo; non può mancare inoltre la visita alla Chiesa Arcidiaconale che espone i suoi tesori d’arte sacra e fra tutte quella tela della Madonna tra i Santi dove Tiziano ha ritratto i figli e se stesso. A Dosoledo un nuovo museo ALGUDNEI, LA TRADIZIONE La rete museale del Cadore si è arricchita di un nuovo spazio. E’ il Museo “Algudnei” di Dosoledo. Raccoglie le testimonianze di mille anni di storia e di tradizioni del Comelico. Si divide in tre sezioni: Storia delle Regole, Storia del rifabbrico e il Carnevale. Un nuovo spazio che arricchisce ulteriormente la già prestigiosa offerta culturale contenuta nei musei del Cadore. Nel piccolo paese di PERAROLO DI CADORE vi è raccontata invece un’altra storia, quella economica del Cadore quando i boschi ed il commercio del legname rappresentavano una parte importante del sostentamento. Qui si può visitare il Museo del Cidolo e del Legname. A LOZZO DI CADORE troviamo il Museo della Latteria, dove foto ed oggetti raccontano la storia dell’alpeggio e della trasformazione del latte, momenti importanti nella vita della comunità. Salendo a LORENZAGO, troviamo il Museo del Papa, contenente oggetti appartenuti a papa Wojtyla. Arriviamo ad AURONZO, dove il Museo Multitematico - Flora e Fauna di Palazzo Corte Metto espone fossili e reperti archeologici del periodo romano, nonché minerali, fiori e animali tipici della zona. Continuando verso il Comelico, si può visitare il Museo Paleontologico di DANTA DI CADORE, che conserva dei reperti eccezionali, come quel cucciolo di Pasittacosaurus... A PADOLA DI COMELICO sono esposte al Museo della Cultura Alpina diverse collezioni di attrezzi agricoli ed artigianali, mentre nella vicina DOSOLEDO vi si trova il Museo Algudnei che racconta la storia del carnevale, delle Regole e del rifabbrico. Spostandoci a SAPPADA da visitare è il Museo Civico Etnografico che raccoglie manufatti dell’antica Plodn. Nella Valle del Boite, a BORCA DI CADORE, troviamo un museo naturalistico e a SAN VITO il Museo delle Tradizioni popolari. Più oltre ancora, a SELVA DI CADORE, si possono ammirare orme di dinosauri e il famoso uomo di Mondeval (7000 anni fa) al Museo Civico Cazzetta. Godibilissimo Museo all’aperto è quello dei MURALES di CIBIANA che descrivono artisticamente con le pitture sui muri delle case tradizioni e personaggi di questo paesino veramente unico. E’ questo ai MUSEI un viaggio interessante che val la pena di abbinarlo alle visite delle tante CHIESE d’epoca, un patrimonio d’arte, d’architettura e di devozione che non lascia indifferenti. Non c’è che da rimanere stupiti dalla storia e dalla cultura che in Cadore vi si trova. SUPER CONCERTI CON GLI ORGANI STORICI CADORINI La Magnifica Comunità di Cadore, l’Associazione Organi storici, le Parrocchie e i Comuni insieme per valorizzare il prezioso patrimonio organistico conservato in Cadore. L’alleanza sta dando buoni frutti. Anche quest’anno il calendario di concerti d’organo è di alto profilo qualitativo. Ampi consensi e molti giudizi positivi sono stati attribuiti a quelli tenuti durante il mese di luglio. E sulla medesima lunghezza d’onda saranno sicuramente quelli programmati per il mese di agosto. Ecco il calendario: Martedì 2 agosto ore 21 Chiesa di Zoppè Concerto d’organo (Giovanna Franzoni) Giovedì 4 agosto ore 21 Chiesa di Valle Concerto per Cori e Ensemble strumentale con Allez Regretz, I Gregorianisti del Coro Monte Cimon, all’organo Claudio Caretta, dirige Carlo Rebeschini Sabato 6 agosto ore 21 Chiesa parrocchiale di Borca Concerto d’organo (Matteo Ventura) in memoria di don Osvaldo Bortolot Domenica 7 agosto ore 21 Chiesa parrocchiale di Santo Stefano Concerto di San Lorenzo con Archicembalo Ensemble, Coro Andrea Palladio e Organo (Nicola Lamon). Dirige Enrico Zanovello. Alla fine premiazione “Tromboncino d’Oro” 11esima edizione. Domenica 14 agosto ore 21 Chiesa di Lorenzago Concerto d’organo (Gustav Auzinger) Martedì 16 agosto ore 21 Chiesa di Candide Concerto d’organo (Roberto Antonello) Giovedì 18 agosto ore 21 Chiesa di Costa di San Nicolò Concerto d’organo (Ruggero Livieri) Sabato 20 agosto ore 21 Pieve di Santa Giustina di Auronzo Concerto per tromba (Jonathan Pia) e organo (Margherita Dalla Vecchia) Domenica 21 agosto ore 21 Chiesa parrocchiale di Selva Concerto d’organo (Gustavo Delgado) Lunedì 22 agosto ore 21 Santuario Madonna della Difesa a Cortina d’Ampezzo Concerto d’organo (Silvio Celeghin) con la mezzosoprano Laura Rizzetto Giovedì 25 agosto ore 21 Pieve di San Vito Concerto d’organo (Marija Jovanovic) 8 ANNO LIX Agosto 2011 15 Fontana Arreda Santo Stefano di Cadore Ambientazioni personalizzate anche su misura Via Medola, 21 - Tel. 0435.62377 Fax 0435.62985 - Cell. 338.9418974 e-mail: [email protected] 16 STORIA l cappio del boia”: così s’intitola il capitolo “I nel quale il giornalista-scrittore Patrick O’Donnell nel suo libro “The Brenner Assignment, The untold story of the most daring spy mission of World War II” (Missione Brennero, storia inedita della più audace operazione di spionaggio della seconda guerra mondiale, Capo Press, 2008), descrive gli agghiaccianti particolari dell’uccisione del capitano dei servizi segreti americani Roderick Steve Hall. Nell’estate del 1944, il giovane ufficiale americano dell’OSS, veniva paracadutato in Carnia e dopo aver trascorso i mesi di agosto e settembre con la Brigata “Calvi” in Comelico, raggiunse Selva di Cadore, dove voleva utilizzare la neonata Brigata “Val Cordevole” come supporto per una incredibile operazione nella valle dell’Isarco: tagliare l’arteria stradale e ferroviaria del Brennero, utilizzando esplosivi paracadutati sul posto. Catturato a Cortina il 25 gennaio 1945 finì invece incarcerato a Bolzano, dove conobbe gli orrori del lager e dei suoi aguzzini, capeggiati da August Schiffer, trovandovi la morte 23 giorni dopo. O’Donnell, consultando documenti inediti con gli interrogatori di Schiffer e dei suoi sgherri, Andergassen e Storz, ritrovati negli Archivi Nazionali a Washington, ha ricostruito le agghiaccianti fasi dell’esecuzione di Hall. Era il 17 febbraio 1945 quando Schiffer chiamò i suoi collaboratori, vera “incarnazione del sadismo e della brutalità”, per pro- ANNO LIX Agosto 2011 Testimonianze sull’uccisione dell’agente americano Hall, 65 anni fa Il giovane ufficiale fu catturato a Cortina e morì nel lager di Bolzano SPIONAGGIO ED ORRORI DI GUERRA i tedeschi Schiffer e Storz Nel libro di O’Donnell le testimonianze di Schiffer e camerati che hanno programmato l’esecuzione dell’americano grammare assieme l’esecuzione dell’americano che, come quella del dott. Longon del CLN di Bolzano, doveva sembrare un suicidio per impiccagione. Schiffer, convinto nazionalsocialista, era giunto a questa decisione poiché esistevano in materia le direttive del Capo dell’Ufficio di Sicurezza del Reich, E. Kaltenbrunner, in base alle quali si dovevano applicare le misure più rigide contro i membri delle così dette “bande terroristiche”. Il giorno dopo Schiffer e Storz scesero nella sala caldaie dell’edificio del Corpo d’Armata, umida e piena di tubi, dove Andergassen aveva condotto Hall. Una volta sprangata la porta, gli aguzzini legarono i polsi del prigioniero con una catena e lo bendarono con un fazzoletto grigio. Schiffer, nell’interrogatorio, riferì freddamente: “Andergassen tirò fuori una corda per stendere la biancheria, grossa quanto un mignolo, che aveva già un cappio. Andergassen arrotolò la corda intorno a una prima manovella, assicurandola con un nodo a una seconda, infilando poi il cappio intorno alla testa di Hall e posandoglielo sulle spalle. Mentre Hall si stava voltando leggermente verso destra, Storz gli sollevò bruscamente le gambe da terra, così che Hall cadde direttamente entro il cappio QUEL GENIO MATEMATICO NACQUE A PIEVE er tutti gli appassionati di matematica il torineP se Giuseppe Peano (18581932) è ancor oggi un mito. Si tratta dello studioso che raggiunse in questo campo il maggior prestigio nella comunità scientifica internazionale, con al suo attivo una ventina di libri ed oltre quattrocento scritti. Universalmente riconosciuto come uno dei padri fondatori della logica matematica, dedicò le sue energie a partire dal 1891 al Formulario Mathematico, contenente oltre 4000 tra teoremi e formule, un progetto gran- Hall venne paracadutato in Carnia, trascorse dei mesi con la Brigata ‘Calvi’ in Comelico e raggiunse Selva di Cadore con l’intento di utilizzare la Brigata ‘Val Cordevole’ Roderck Steve All dioso, alla cui realizzazione si dedicarono pure molti suoi assistenti e allievi. Figura carismatica, durante i cinquant'anni di insegnamento nell'Università di Torino, Peano riuscì infatti a raccogliere attorno a sé un folto gruppo di allievi e di insegnanti che collaborarono con entusiasmo alle iniziative da lui promosse. Ebbene, una di queste assistenti fu Tiziana Tersilla Comi, nata a Pieve di Cadore il 17 settembre 1891 da Enrico e Delfina Armandi. Il padre era Colonnello degli Alpini e divenne pure coman- dante del 7° Alpini, dopo Francesco Somale e prima di Tommaso Salsa: il nome dato alla figlia richiamava evidentemente il profondo legame instauratosi con la terra e la gente del Cadore, in virtù di un lungo servizio qui prestato, proprio negli anni in cui sorgeva il campo trincerato di Pieve e lievitavano gli interessi strategici per queste montagne. Tiziana Tersilla Comi, dopo aver frequentato il R. Istituto tecnico Sommeiller di Torino, si iscrisse nel 1910 al corso di studi in Matematica dell’Ateneo sabaudo, dove si che gli si impegnò immediatamente intorno al collo. Andergassen, che aveva le mani libere, premeva – se ben ricordo – sulle spalle di Hall per accelerare l’esecuzione”. Gli assassini lo lasciarono appeso al cappio per 15 minuti, poi verificarono il decesso oscultandogli il cuore e accendendogli un fiammifero davanti agli occhi. Hall era morto. Schiffer poi mise in atto il suo piano per simulare il suicidio dell’americano: ordinò ad Hans Butz, suo amico, di interdire il corridoio a persone indesiderate, mentre i suoi scagnozzi trasferivano il cadavere di Hall nella sua cella. Qui il corpo fu appoggiato alla spalliera di una sedia allo scopo di simulare l’impiccagione. Tutto era pronto perché una guardia si accorgesse “dell’inattesa” morte. Schiffer, visibilmente soddisfatto, esternò ai suoi gregari la propria soddisfazione per il buon lavoro compiuto. Passò però un’intera giornata, senza che nessuno scoprisse il cadavere, cosicché, irritato, Schiffer telefonò alle guardie perché “controllassero l’alimentazione dei detenuti” e di lì a poco il sergente di guardia riferì che l’ufficiale americano si era suicidato. Nonostante il contrattempo tutto sembrava procedere secondo il piano. Il corpo di 8 di Walter Musizza Giovanni De Donà Hall fu portato al campo di concentramento di Bolzano avvolto in una coperta e gettato bruscamente in una bara. Poiché il “rigor mortis” ormai avanzato rendeva difficile maneggiare il cadavere, uno degli uomini lo forzò entro la bara con il piede. Al dott. Pittschieler fu ordinato di eseguire una ricognizione necroscopica e il giorno dopo fu steso il certificato di morte di “un individuo apolide di nome Holl”, deceduto per “paralisi cardiaca”, depositato con efficienza teutonica in municipio. Gli assassini seppellirono Hall in una fossa superficiale nel campo E, Fila I, tomba 17, nel Cimitero Resurrecturis di Bolzano. A questo punto Schiffer informò il suo superiore, l’SS Sturmbahnführer Rudolf Thyrolf, che ricevette il rapporto “con un sorriso”. Dopo la guerra le spoglie di Hall furono traslate a Mirandola presso Modena ed infine ad Anzio. Alla sua memoria il Presidente degli Stati Uniti concesse l'alta decorazione “Legion of Merit, Purple Heart” e la sua vicenda fu raccontata ed esaltata su giornali e riviste di tutto il mondo. I suoi esecutori furono processati e giustiziati e chissà se Schiffer, al momento di pagare i suoi crimini, avrà guardato l’orologio da polso di Hall che gli scandiva minuto per minuto l’avvicinarsi dell’ora X, quello stesso orologio che qualche mese prima, al momento dell’incarcerazione, aveva sequestrato all’americano “per maggior sicurezza”. Tiziana Tersilla Comi, geniale studiosa, fu allieva del grande Giuseppe Peano ai primi del ‘900 Suo padre era colonnello degli Alpini a Pieve di Cadore e divenne comandante del 7° Alpini laureò il 9 luglio 1914. Per l’occasione discusse una tesi intitolata “Questioni varie sul movimento di un punto soggetto a forze centrali” e presentò le tre sottotesi “Alcune proprietà delle trasformazioni piane univoche involuto rie”, “Azimut di un piano che passa per un punto e per la normale in un altro punto” e “Teorema di Lambert sulla curvatura apparente delle orbite planetarie”. Il 14 luglio 1914 conseguì pure il diploma nella sezione di Matematica della Scuola di Magistero e nell’anno accademico 1915-16 fu assistente 8 ANNO LIX Agosto 2011 17 CURIOSITÀ STORICHE Nel 1862, solenne benedizione della ricostruita chiesa parrocchiale di Perarolo he splendore doveva C essere la nuova chiesa parrocchiale di Perarolo. L’immagine che nella seconda metà dell’Ottocento colpiva il visitatore è quella che, ad occhi chiusi, possiamo trarre da “Il Cadore” del lorenzaghese Venanzio Donà (1877), ormai introvabile manuale ad uso del viaggiatore, dove il paese veniva così presentato: “E’ abitato, quale Comune da 1200 anime. Alberghi: Kofler, S. Anna; ufficio postale e telegrafico. Palazzi e case pulite, abitanti svegliati e civili, vita e moto. Compariscente la dimora del Senatore Costantini col giardino. A fianco la sontuosa chiesa parrocchiale d’ordine bizantino, innalzata ed ancora ornata di nuovi altari di marmo dalle principali famiglie del luogo”. Certo chi s’addentrava nel paese, punto di riferimento per il traffico di legname e dimora di alcune delle più note famiglie cadorine che con quel commercio si erano notevolmente arricchite, non poteva non essere richiamato dall’aspetto della parrocchiale, riedificata tra il 1862 e il 1863. Il precedente edificio settecentesco era stato demolito alcuni anni prima, a seguito dei danni subiti da una frana. Certo per dotare nuovamente il paese di una chiesa adeguata ad un contesto in cui spiccavano distinte dimore e palazzi bisognava disporre di ingenti risorse. Ma a questo provvide il notabilato locale, che generosamente sovvenne per realizzare il progetto. Ricordano al riguardo Maria Silvia e Antonella Guzzon nel loro Quaderno di Architettura ed Arte dedicato a Perarolo che a farsi avanti fu Luigia Lazzaris (1819-1907) la quale, assecondando le volontà testamentarie del padre Bortolo, con il concorso della popolazione, consentì la realizzazione dell’opera, concepita - precisano le due studiose - in parte come tempio della comunità, in parte come cappella palatina con accesso diretto dalla villa e palco riservato alla famiglia. E IL RICCO PAESE DI PERAROLO SI DOTO’ DI NUOVA CHIESA La chiesa fu concepita come tempio della comunità di Perarolo e come cappella palatina della villa Lazzaris Il progetto affidato all’architetto Caregaro Negrin Il progetto venne affidato all’architetto Antonio Caregaro Negrin. Luigia Lazzaris era la consorte di Girolamo Costantini (1815-1880) originario di Valle, personaggio di primo spicco nel Cadore dell’epoca, primo senatore della provincia di Belluno nel Senato italiano. La ricostruzione della parrocchiale sarebbe stata insomma a misura ed immagine della grandezza di due famiglie già ampiamente reputate anche al di fuori dei confini del Cadore. Quando si arrivò al compimento dell’impresa, si ritenne come minimo doveroso lasciarne un segno ai posteri, in modo che di tanta magnanimità rimanesse lunga memoria. E il 21 settembre 1862 si presentava la circostanza adatta, ricordata attraverso la pubblicazione dell’ opuscolo Nella Solenne Benedizione della Nuova Chiesa Parrocchiale di Perarolo, pubblicato a Venezia dalla tipografia Cecchini, che veniva ovviamente dedicato ai coniugi Girolamo e Luigia Costantini. Toni esultanti quelli con cui si celebrava il fausto evento: “Della quale esaltazione quanto è giusto, sacro, generoso in tutti il motivo”, scriveva l’abate Bernardo Zambelli. Che, rivolto all’augusta coppia , così proseguiva: “Molto più lo deve essere in Voi, generosissimi Coniugi, i quali, non già soltanto con tutti gli altri, né di pari passo con la famiglia de Zuliani, (altra nobile e illustre schiatta locale ndr), splendidamente benefica anch’essa; ma primi di tutti gli altri; ma immensamente sopra tutti alla grande impresa avete con la vostra generosità cooperato”. all’Osservatorio astronomico di Torino, diretto da Giovanni Boccardi. E proprio su temi di argomento astronomico pubblicò le sue prime due note: “Osservazioni meteorologiche fatte nell’anno 1914”, edita all’Accademia delle Scienze di Torino ed “Effemeridi del Sole e della Luna pel 1917”, apparsa nell’Annuario Astronomico dell’Osservatorio di Pino Torinese. Passata poi ad insegnare nelle scuole secondarie, Tiziana Comi partecipò attivamente alle Conferenze Matematiche, istituite nell’Ateneo torinese da Giuseppe Peano, Tommaso Boggio e Matteo Bottasso per l’aggiornamento degli insegnanti e in quest’ambito si occupò di ricerche di calcolo numerico, ispirate da specifici lavori di Peano o di suoi allievi. In occasione delle Conferenze Matematiche presentò nell’autunno del 1918 una prima ricerca sulle Formule sommatorie, con la finalità di calcolare il resto, ed una seconda sullo Sviluppo delle radici in prodotto decimale, entrambe apparse negli Atti dell’Accademia delle Scienze di Torino. Nel primo articolo si notano in più punti aspetti caratteristici della Scuo- Non poteva mancare un cenno, carico di gratitudine, nei confronti di Bortolo Lazzaris, che era stato il promotore della felice iniziativa. Se non ci fosse stato lui non se ne sarebbe certo fatto nulla dato che né la parrocchia né il Comune disponevano dei mezzi adeguati per accingersi all’ardito progetto. L’abate riteneva quindi opportuno rammentare che fin dal 1857, pochi mesi prima della sua morte, Lazzaris “chiamava a Venezia l’amico D. Giovanni Talamini, ed io ne fui testimonio, egli nella grave sua età, ma ringiovanito per la magnanimità del pensiero con ardente zelo progettava la rifabbrica della Chiesa di Perarolo, sua cara Patria, e raccomandava caldamente all’amico di raccogliere a tal uopo oblazioni”. Non gli fu concesso di vedere portata a compimento la sua aspirazione ma, soggiungeva Zambelli “ne lasciò a Voi l’onorevole retaggio, non solo eredi dei suoi averi, ma della sua Religione altresì, del suo zelo, dell’impareggiabile suo cuore”. E in omaggio alla coppia lodevole per tanta larghezza veniva pubblicata la fotografia del Tempio, prezioso documento tratto dal disegno dell’architetto, che campeggia nella pubblicazione aumentandone quello che oggi possiamo considerare il pregio bibliografico. Meritava proprio di essere pubblicata quella foto, “anche per ammirare più da vicino - concludeva l’abate - la sacra semplicità dello stile Cristiano delicatamente sulle sue basi pennelleggiata, per togliere dall’occhio il soverchio bianco di calce; perché come pensa un illustre scrittore d’arte: Il bianco di calce troppo vergognoso riparatore delle vecchie Chiese è turpe abbellimento delle nuove…”. Bruno De Donà OLGA DE DONA’, EDUCATRICE DI TANTE GENERAZIONI A VIGO DI CADORE o scorso mese di aprile è scom- a laurearsi in lettere era poi diventata inparsa a Laggio, all’età di 97 anni, segnante a Biella e Vicenza, spendenL la maestra Olga Luigia De Donà. Se n’è do tutta la sua vita in favore dei giovaandata in punta di piedi, quasi in silenzio, fedele a quel suo stile di vita tanto riservato che l’aveva caratterizzata per una vita intera. Nessuno si è occupato di lei, nemmeno una riga sui giornali, un fatto che ci induce a ricordarla oggi, seppure brevemente e tardivamente. La maestra “Gigetta”, così era affettuosamente conosciuta dai suoi tanti alunni, è stata una dei benemeriti insegnanti delle scuole elementari di Vigo della seconda metà del secolo scorso, assieme ad altre figure esemplari come Teresa Palatini, Marina Focarelli, Annamaria Zanetto (quest’ultima vivente), nonché Giovanni Da Rin Puppel, scomparso lo scorso anno. Insegnante di vecchio stampo, certamente aveva l’insegnamento nel Dna, infatti la zia paterna, suor Gabriella (1898 1981) era stata la prima donna del Comune di Vigo la di Peano: i precisi riferimenti storici a matematici dell’antichità, come i greci Teone e Diofanto, o di epoca moderna, come L. Euler e C. Maclaurin, o a matematici contemporanei, come C. J. Malmsten. Sono infine frequenti i rimandi al Formulario Mathematico di Peano e sono segnalate le dimostrazioni alternative di esponenti vicini a Peano, come quella di Matteo Bottasso di una formula di Euler, apparsa nel 1914 sulla Rivista Italiana di Ragioneria, o quella di Giuliano Pagliero nel 1911 sull’espressione del resto, fornita da Lubbock. Tiziana Comi sposò Luigi Quagliotti da cui ebbe figli e morì a Torino il 24 gennaio 1961. Di questa singolare figura, certo eccezionale alla luce dei tempi e soprattutto degli ostacoli incontrati allora da una donna nel raggiungimento di così alti traguardi scientifici, si è occupata recentemente Clara Silvia Roero in Peano e l’altra metà del cielo, in Giuseppe Peano Matematica, Cultura e Società, Cuneo, 2001, cui rimandiamo tutti coloro che volessero approfondire l’argomento. Walter Musizza Giovanni De Donà ni. Era nata nel 1914 e ricordava ancora i prigionieri russi, che nel 1918, quando lei era ancora piccolissima, giravano per le case di Vigo alla questua di cibo. Durante il secondo conflitto mondiale aveva tenuto un diario degli avvenimenti locali, che poi aveva donato allo storico cadorino prof. Giovanni Fabbiani. Per lei l’insegnamento era una vera missione, che portava avanti con grande impegno e professionalità, cosa che i suoi tanti allievi ancora oggi possono testimoniare. La maestra “Gigetta” non ha preparato le future generazioni solamente con mere nozioni di aritmetica o grammatica, ma ha saputo instillare in esse i sentimenti più profondi di umanità, rispetto per il prossimo, amore per la patria, la famiglia, la fede… Suo grande merito è stato poi quello di far amare ai ragazzi il proprio paese, attraverso la realizzazione del “quaderno del mio paese”, che molti suoi alunni conservano ancora gelosamente. Storia, arte, toponomastica, ambiente, vita quotidiana della comunità rivivono a tanti anni di distanza in quelle pagine a righe scritte ancora con pennino ed inchiostro. Nell’ottobre del 1961 le era stata conferita la medaglia di bronzo ed il diploma di benemerenza di terza classe. Le notizie qui riportate sono tutto sommato scarne e probabilmente molto di più potrebbe dire in proposito la nipote, suor Angela De Podestà, attenta lettrice del nostro giornale. W. M.- G.D.D. uomini di i eri 18 P erucon: un cognome ben noto, per un trentennio, a Pieve e circostante mandamento. Era il 1938 quando il cav. Arrigo, proveniente dal Polesine (Trecenta), vi approdava, con la moglie Ada Scappini, insegnante elementare, munito della nomina a Cancelliere della Magnifica Comunità di Cadore, allora presieduta dal cavaliere del lavoro Lucio Lozza: una nomina cercata e ottenuta, nell'intento di assicurare al figlio Azio un ambiente idoneo a farlo beneficiare delle terapie e del riposo di cui necessitava, anche per proseguire proficuamente negli studi. Per singolare coincidenza, erano passati esattamente sei secoli dalla nascita dei nostri Statuti, riconosciuti alcuni anni dopo (1347) dal patriarca di Aquileia, Bertrando. Non era tuttavia riuscito a sopravvivere, ahinoi!, l'organo di autogoverno delle popolazioni cadorine, articolato in dieci centurie, rispettato per quasi altri quattro secoli (1420-1797) anche dalla Repubblica di Venezia, dal momento che lo aveva sciolto un decreto napoleonico del 1807. Tuttavia, qualche anno dopo l'an- CURIOSITÀ STORICHE Era il 1938 quando Arrigo Perucon venne nominato Cancelliere della Magnifica Comunità e nel corso di un ventennio affiancò ben 5 Presidenti IL CADORE DIVENNE LA SUA TERRA nessione del Veneto al Regno d'Italia, in forza di un regio decreto del 1875, rinasceva almeno l'immagine della prestigiosa istituzione, sotto forma di un ente morale, cui era affidato il “compito di conservare e promuovere l'unità spirituale e culturale della regione”. Ben poca cosa a fronte delle attese riposte dal più tenace promotore di questa rinascita, il prof. don Natale Talamini, primo deputato cadorino al parlamento italiano, “il padre della nostra piccola e non ignobile patria”. Ugualmente non poteva considerare all'altezza delle generali aspettative il nuovo ente, dopo sessanta e più anni di vita, nemmeno l'autore dell'ormai storica definizione, il prof. mons. Angelo Fiori, da poco (1937) eletto - per l'ultima volta dal consiglio generale comunitativo (la nomina dei successori sarà di esclusiva competenza diocesana) - arcidiacono del Cadore e, come tale, membro di diritto del consiglio stesso. Merito di Perucon fu il riordino dell’Ente - rinato con l’annessione del Veneto al Regno d’Italia con la funzione di coordinamento nelle iniziative cadorine d’interesse comune In questo contesto, merito precipuo dell'ex direttore di banca, che affrontava il nuovo incarico di cancelliere nella suggestione di un ambiente evocatore di secolari tradizioni, è stato l'avvertire subito l'esigenza di mobilitare in pienezza il limitato strumento amministrativo a sua disposizione, nell'impegno di rispondere a questo antico richiamo. Si può ben dire che ha impiegato ogni sua energia per ridonare all'ente, ancorché privo degli antichi poteri territoriali, ed anzi attaccato anche nelle residue prerogative formali, almeno la funzione di coordinamento nelle iniziative di comune interesse, precorrendo, in qualche misura, le modalità operative che sarebbero divenute proprie, nel dopoguerra, delle nuove comunità montane. A dar conto dell'entità e della qualità dell'impegno profuso, basti il seguente giudizio sulla sua attività: “Riempì così le sue giornate d'un operare incessante, che riportasse indietro nell'ora, quasi ad un lavacro incorrotto, le fonti della tradizione. Nei vent'anni durante i quali Pieve di Cadore ospitò le sue fatiche, la Comunità rinasceva […]. Fu lui a ridarle quella patina di esteriore dignità, che nella sostanza significava colleganza di sentimenti, di idee, di etica ad una età per la quale gli uomini erano stati COME MORI’ ANITA GARIBALDI? non numeri ma persone”. Il 7 aprile del 1958, un lunedì di Pasqua, alle 17,30, mentre transitava in auto nei pressi dell'Istituto Dolomiti Pio X, il cav. Arrigo Perucon, a sessantasei anni, perdeva la vita in un violento scontro, mentre la moglie, pur gravemente ferita, trasportata immediatamente alla Clinica Crignes dei fratelli Giovanni e Giulio Malagò, loro conterranei ed amici, riusciva a sopravvivere. Nella commemorazione tenuta all'inizio della seduta consiliare il 26 aprile 1958, il presidente ing. Pietro Vecellio così ricordava come il cancelliere, affiancando nel corso di un ventennio l'azione di cinque presidenti, avesse ininterrottamente lavorato per la rinascita operosa dell'Ente. “Arredate con molto decoro le sale principali, sistemato l'atrio, ordinato il piano superiore: chi visita la sede della Comunità riporta un'impressione di dignità veramente adeguata alla storia secolare del nostro popolo. Si era dedicato con grande amore al riordino dell'archivio, al restauro e riordino della casa di Tiziano, e alla raccolta di riproduzioni delle opere del grande maestro. ANNO LIX Agosto 2011 8 Sempre in riferimento al patrimonio della comunità, voglio ricordare l'interessamento del defunto per la proprietà in Gogna, per il terreno in Jesolo, per l'acquisto a Bibione dell'area su cui sorgerà la nostra colonia marina, per l'ampliamento dell'edificio che ospita in Pieve la Scuola di avviamento e Istituto professionale e prossimamente ospiterà la Scuola d'ottica, per l'erezione in Cadore di un ospedale...”. Nella cronaca dei funerali svoltisi il 9 aprile, riportata dal Gazzettino del 10, si legge: “Uno scrittore, familiare in Cadore, lo aveva definito or è qualche tempo 'sacello di antica dignità'”. È la definizione che si attaglia all'uomo sceso, un giorno volge, nel sepolcro. C'era qualcosa di austero nel suo incedere d'ogni momento, nel dire, nel gestire: come se sul telaio dei suoi sentimenti fosse perennemente aleggiato uno spirito antico. E antica fu la nobiltà del suo vivere, del suo sentire, del suo ricordare quotidiano. Fossero ancora esistite le leggi del forestiero, le magistrature di un tempo lo avrebbero immesso nella falange degli 'uomini di Cadore'. Titolo: il battagliare diuturno per questa terra, che era ormai diventata la sua, seminata dalle sue fatiche, prosperosa delle sue energie”. Giuseppe De Sandre A Santa Caterina in Brasile un monumento dove Anita Garibaldi nacque Q uando dissero che nei pressi della città di Tubarao, che si trova nello Stato di Santa Caterina del Brasile, c'è un monumento eretto ad Anita Garibaldi con l'effige del fascio, rimasi alquanto scettico. Si sa che durante la II guerra mondiale il Brasile era contro l'Italia e, agli italiani e tedeschi residenti in Brasile il Governo brasiliano aveva proibito che parlassero nella loro lingua madre, pena il carcere. In Italia, con la caduta del fascismo caddero anche i monumenti, ma che un monumento fascista, unico nel Brasile, rimanesse intatto al suo posto, con tutto quello che era successo, essere scettici diventa anche logico. Invece, nella zona denominata “La Madre”, (niente a che vedere con la famiglia di Anita) tra i pochi resti rimasti delle fondamenta di una casa dove nacque Anita, si trova appunto il monumento a lei eretto. L'unico referente è il prof. Amadio Vettoretti, discendente da avi di Miane provincia di Treviso, che tuttora è direttore dell'archivio storico e civile della città, nonché storico nella sua professione e, profondo studioso della vi- ta su Anita, sia nell'America Latina che in Italia. Prof. Vettoretti, quali sentimenti prevalsero all'epoca per erigere il monumento? "Per capire abbastanza bene la figura di Anita si deve fare un passo indietro quando Anita era sposata ad un ciabattino di Laguna. Non aveva figli, essendo lei una bella e giovane diciottenne che durante la giornata non aveva niente da fare, all'arrivo di Giuseppe Garibaldi, uomo che in questa circostanza si dimostrò senza scrupoli, se ne invaghì portandola via al ciabattino. Commettere a quei Il prof. Vettoretti (segue a pag 19) 8 ANNO LIX Agosto 2011 19 rgomento intrigante quello A in calendario al Grand Hotel Savoia di Cortina d’Ampezzo il 29 - 30 agosto, per quei riflessi che perdurano ancor oggi. Il convegno internazionale italo-austriaco “La presa del Castello di Botestagno. 1511” ha comunque già ricevuto un’illustre adesione con il conferimento della medaglia di partecipazione del Presidente della Repubblica, on. dott. Giorgio Napolitano. “La scelta di una collaborazione tra istituzioni culturali di aree geografiche lontane sottolinea come la cultura non abbia e non possa avere assolutamente confini geografici. Gli studiosi italiani ed austriaci si confronteranno fonti alla mano. Gli avvenimenti del passato saranno letti in funzione di un futuro sempre mutante che dovrà avere come obiettivo la pace delle future generazioni: il grande sogno dell’umanità a tutte le latitudini. L’importante iniziativa culturale, che ha come promotori la Fondazione Tiziano Vecellio e Cadore di Pieve di Cadore ed il Centro Studi Storici e Socio-Religiosi in Puglia-Bari Sezione Veneta, intende accendere i fari, a livello internazionale, sulla storia di un territorio di confine, il Cadore, area di transito per gli eserciti provenienti dal Nord, in particolare in quel tragico secolo che sconvolse l’Europa: il ‘500. Ampezzo di Cadore, oggi Cortina d’Ampezzo, attraverso le sue vicissitudini, testimonia l’universalità della teoria del grande storico francese Fernand Braudel sulla “grande storia”, formata da infinite “microstorie” con valenze locali, ma soprattutto come tasselli della grande storia mondiale: la storia delle tra- Ampezzo e Europa del ‘500 a confronto in un convegno a Cortina LA PRESA DEL CASTELLO DI BOTESTAGNO Studiosi italiani e austriaci si confronteranno il 29 - 30 agosto sugli avvenimenti del passato che hanno diviso l’Ampezzo dalla Comunità di Cadore sformazioni grandi e piccole del cammino della civiltà. Già nel 1949, in un discorso dal titolo “Meditazione sull’Europa”, pronunciato a Berlino da José Ortega y Gasset, aveva affermato: “L’Europa come società esiste anteriormente all’esistenza delle nazioni europee. La comunità di vita sotto un sistema di usi può avere i gradi più diversi di densità. In questo senso, le nazioni dell’Occidente si sono andate formando a poco a poco come nuclei ‘più densi’ entro la più ampia società europea che preesisteva ad esse. Questo spazio storico impregnato di usi in buona parte comuni fu creato dall’impero romano (...) L’uomo europeo è vissuto sempre, nello stesso tempo, in due spazi storici, in due società, una meno densa ma più ampia, l’Europa, un’altra più densa ma territorialmente più ridotta, cioè l’area di ogni nazione. E’ quindi un errore pensare che l’Europa sia una figura utopistica che forse nel futuro si riuscirà a realizzare? No: l’Europa non è soltanto futuro ma anche qualcosa che è già lì da un passato remoto, e per di più l’Europa esiste prima delle na- zioni. Lungi dall’essere l’unità europea un mero programma politico per l’immediato avvenire, è l’unico principio per capire l’Occidente”. Ampezzo di Cadore, con il Castello di Botestagno, nel 1511, rappresentava l’ultimo avamposto fortificato della Repubblica di San Marco, la Serenissima, la ricchissima regina dei mari, sul confine del Sacro Romano Impero. Una valle di montagna abitata da agricoltori e boscaioli organizzati nella Comunità Regoliera, istituzione che consentiva la gestione delle ricchezze del luogo in maniera comunitaria, assicurando al gruppo, indipendenza economica e solidarietà sociale. Questo piccolo mondo organizzato ed equilibrato si trovò improvvisamente coinvolto nelle guerre provocate dall’ingordigia di potere, soprattutto economico, dei potenti che andavano scomponendo il Sacro Romano Impero per realizzare ai grandi Il prof. Vettoretti interviene nella querelle sulla morte di Anita Gli italiani di Urussanga finanziarono la spesa del monumento tempi un'azione così vergognosa ha comportato per Anita una diffamazione peggio che se non alle donne di strada.(Tutt'oggi a Laguna per offendere esprimono una frase usando il nome di Anita). Questa pessima opinione nei suoi confronti venne meno quando un gruppo di italiani di Urussanga, che di riflesso godevano dell'immagine dell'Italia fascista, a centoundici anni dalla nascita di Anita avvenuta nel 1821, posarono in suo ricordo il 1 maggio 1932 una placca di bronzo che venne poi inaugurata il 18 dicembre dello stesso anno. Il disegno fu dall’architetto italiano Itarin e a Torino avvenne la fusione con impressa la scrittura in latino. La spesa fu per intero sostenuta dagli italiani di Urussanga”. Prof. Vettoretti, un giornalista di Tubarao ha detto che secondo lui Anita venne soffocata; un dipendente dell'Archivio Storico di Padova è stato informato da un suo collega austriaco dell'Archivio Storico di Vienna che le spararono alla tempia... . “No. Non è vero niente, quella austriaca poi è assurda. Giuseppe amava Anita, anche se le sue condizioni di salute fossero state pessime, non avrebbe mai ucciso la madre dei suoi figli. In quanto al soffocamento, si deve sempre considerare il periodo. Una volta l'ignoranza faceva da padrona e questi uomini, che hanno recuperato le spoglie mortali di Anita, potrebbero aver pensato che fosse morta di tifo, dunque è fattibile che per non toccarla abbiano usato una corda, passandola appunto attorno al collo affinché trascinare il corpo verso la sua sepoltura. Questo è il mio pensiero”. Sottacere ora sulle cause e come sia morta Anita non sarebbe corretto. Milo Mazzucco Stati nazionali che formeranno faticosissimamente le grandi monarchie europee. Ampezzo di Cadore è la goccia di un oceano, il granello di sabbia di un deserto, ma è collocata geograficamente lungo un percorso strategico Nord-Sud, che è ritenuto essenziale per Massimiliano I d’Asburgo nelle sue mire su Venezia e i suoi mercati e che gli avrebbe garantito la sicurezza economica. Il suo primo tentativo di raggiungere questo scopo andò fallito nel 1508 con la sua sconfitta a Ru Secco, battaglia del Cadore: perse 2000 soldati pusteresi in qualche ora, grazie all’accorta strategia del comandante veneziano, l’Alviano. Il secondo tentativo nel 1511 andò meglio, grazie all’impiego delle armi da fuoco, con le quali conquistò Botestagno. Il confine si spostò così a Sud di Ampezzo di Cadore. L’odierno toponimo di Dogana Vecchia segna l’antico confine che tale rimase fino al 1918, fine della 1a Guerra Mondiale. Sono trascorsi 500 anni. La Valle d’Ampezzo è sempre splendida. Le “Regole d’Ampezzo” continuano a gestire e tutelare il patrimo- CONVEGNO INTERNAZIONALE IL 29-30 AGOSTO pprezzata presentazione di “Estate Cultura 2011” A alla sala convegni del Grand Hotel Savoia di Cortina d’Ampezzo, giovedì 28 luglio, per introdurre la serie di conferenze promosse dalla Fondazione Tiziano e Cadore e dal Centro Studi Storici - Sezione Veneta, presieduta dalla prof. Liana Bertoldi Lenoci, con le collaborazioni della giornalista Rosanna Ghedina e del comm. Santino Galbiati. Undici gli appuntamenti che si concluderanno con il Convegno internazionale del 29 - 30 agosto proprio con la Bertoldi (del Comitato scientifico fanno parte il prof. E. Bernardi, il prof. K. Brandstatter, il dott. G. Bocher, il dott. R. Santoro, numerosi i relatori) sul tema “La presa del Castello di Botestagno. 1511”, periodo quello di un’Europa del ‘500 devastata dalle guerre ma già pronta a plasmare un nuovo assetto del mondo. L’appuntamento del 29-30 agosto segue, per l’argomento, l’indagine storica sulla battaglia di Rusecco del 1508 a Valle di Cadore, convegno internazionale promosso dalla Magnifica Comunità di Cadore e tenutosi il 26 settembre 2009 a Pieve di Cadore. nio boschivo e la pastorizia stanziale e transumante come nel ‘500. In questo felice contesto, la nuova forza economica è rappresentata dal turismo internazionale che si alimenta con iniziative culturali di alto livello scientifico, sempre tenendo conto della cultura e delle tradizioni locali dagli orizzonti aperti a ogni apporto esterno, nell’ottica della moderna integrazione culturale dei popoli d’Europa”. Liana Bertoldi Lenoci ANNO LIX Agosto 2011 20 Inte chesto sfoi se dora la grafia de l Istituto Ladin de la Dolomites a cura di FRANCESCA LARESE FILON Cadorins Gauda dle stange e dle multe VISDENDE D ISTEDE, LA VAL DLE COMEDIE n Visdende, cuön ch taI ca l istede, taca anche el comedie su ple machine ch ch inà calch ativité lainze inà pensó da bötse dacordo par ciapà un bon numar d parcheges dante i so anbientes riva, su pla stangia in Zima e mai dì contra li autorites. E Cianà par föi pagà l entrada, csi par i ane passade duce su pr i parcheges su la strada podee dì inze e magare evio zun calche piön ingiaró. La tee da pagà al bilieto, didön cuestion inera tacada zal chi saraa dude a marenda 1987, in cl ön ch è rivó papa zun cöl o clautro ristorante. Wojtyla zal cianpöi de PramaSt ota la comedia iné gnurin a dì mössa. In cal 12 d luio da fora par l aumöinto dal bial mier de dente ch era rivelieto, da 3 a 5 euro a dornada da ogni banda avee scoda, e par el multe dade da un gnù lassà la machina zun navigile, su ordin dal Comun d sché postes anche dalonde San Piöro, a tance ch inavee da Pramarin e rivé a pe zal farmó la machina sul Ponte cianpöi. Sta ocasion avee fato dal Lotarié par dì a Dignas. stuzilé l idea da continué con Multe no da pöce euro, ma sto sistema, par föi capì a i da 200 euro par ogni machitance ch rivee in Visdende na fora di postes signede. La da rispeté al bel ecuilibrio dla famöia che inà tlosto in afito val intrà prades e bosches. la casera d cöi da Ciadada s è Ma d in primo insù la roba ne lamantada e à scognù föi rin à piadù ai regoliöre, ch vocorso al Tar, parcheche al lee dì inante e indoi sul “so” sindaco d San Piöro n vö laszenza regole e limitaziogn. sà ch le machine vada su fi Inclota è stada na batalia, con zun parchegio fato sul taanche un atentato, ch inà do rögn dla Regola d Costauta, fögo a la baraca d lögn gno arente al ponte dal Lotarié, gno ch la strada se dvide par dì dröta a Londo o par giré verso Dignas. A sintì el comedie d Viaresa l’è duđa a se conprà an pèr de ciauèi. Da- sdende, tance turiste e anspò an’óra che la érca e che la no se deiđe, la che tance comeliane preferis stà a ceda o dì da un autra ghen ciàta an pèr che i piaśe: banda, gno ch iné aria bona e « Golaràe saé se i tiene l’aga». «Ie e fòra, ie e fòra par Guóite!» Al dis chel che bosches e prades conpagn d ilò e n se paga al bilieto e n vende ciauèi. se ciapa la multa. Cösse iné i «E la sòles éles bònes ?» resultates d aministratores «Su e đó, su e đó par la ròa!» con pöco zal ció e zenza nsuTaresa la è convinta. La paga e l’è daòs sendì. Canche la rùa daveśin de la pòrta la se gira e la dis: na vision dal svilupo d Visdende. « E cuanto duri»? «Se ti bétes ie armerón, na vita intera, na vita intieLucio Eicher Clere ra…!» che s pagaa al bilieto par entrà in Visdende e carì un parchegio. E da cla prima esperienza inà continuó ogni ön a föi pagà al bilieto ai foreste e lassà passà i regoliöre. Con proteste, reclame de derite senpro avude, voia da sarà su la val, o, come ch inà dito un capregola, “samnà vipere dlongo par che n i rive i foreste a robà i fonghe”. Su la cuestion da föi paga l entrada el discussiogn à senpro tacó d insuda e se chiataa via pl otono. Ma n è mai stó fato un studio par capì l inportanza da tutelé cla bela val; n s è mai dude in zerca dle parsone ch podössa insigné e föi conosse sta iniziativa in giro pl Italia e l Europa. E csi la cuestion d Visdende è senpro stada “stangia si, stangia no” e “cuanto föi pagà al bilieto”. Inveze da studié sora come creà antares par gode Visdende bonora e dasöra, cöi CONTÀLA IÙSTA T Piero De Ghetto 8 VAL DE SAN MARTIN: NA TRADIZION DE OGNI AN nche sto al terzo sabo e domenia de A luio Val de San Martin à verto i tabias e le stale e se à trasformou nte come che era i nostre poste zento ane fa (o forse manco). Chesta tradizion la continua grazie a la pasion de tanta dente che co alegria se da da fei par verde le ciase vecie, bete aposto i tabias, fei vede chel che se fasea na ota, da i dei a i scarpete, da descosolà i fasuoi a fei al butiro. E dute i é vestide come na ota co le femene co cotole longhe, la ciamesa de cianepa, l corpeto e al fazoleto su la testa. I omin co le braghe sote l denuogio e i calzetoi e al ciapel su la testa. Ruà a Val chel dì é come fei n sauto ndrio de tante ane ma se se acorde che le ciase é restade an- cora come na ota par la pasion de la dente de là che no à volesto canbià ma che con pasion à ristruturou tegnendo chel che era: l larin ogno' che se fase al fuou, le sale de pera e de len, i podui, le cusine economiche, le bance de len. Fora femene e omin che vendea fugaze, crostui, pete, salame, formai. E po' é chi che vende le erbe e chi che fa ceramiche, chi che laora la zera e chi che fila la lana dorando l corleto. Inte nte i tabias se ciata cambre co i liete fate co i lenzuo' de na ota e le ntimele de cianepa, i bocai e i ciadin par lavase. Sote la stala co le ciaure e nte na ciasa le femene che parecia l butiro e la puina co le erbe da magnase. Nte n autra ciasa se ciata ancora la cusina economica co la bala par tostà l café e i brondin tacade fora come che se usea na ota. Fora de l tabià n on cuza la fau par pareciase a seà. Na manifestazion che ne porta ndrio a la nostra storia, chela che à vivesto le nostre mare e none ma che noi co avon vivesto, parché i tenpe era canbiate. Val par doi dì la se trasforma nte n museo verto agno' che se po' vede ntoco de storia che par l resto de l an resta sconto davoi ale porte. E propio da bela manifestazion che ciama dente da duta l Italia e che la é na testimonianza de n toco de la storia de la nostra dente. Brae dute chi che se da da fei par trasformà val nte n museo verto a dute! FLF LENGHE VIVE E LENGHE MOR TE e lenghe vive le canbia parché noi L canbion, la nostra vita, le robe da fei, le tradizion, la tecnologia ne fa canbià n presa e così canbia la lenga che la à da adatase a l nuou. Così canbia l talian che l à ciapou su parole nuove o che vien da l inglese. Così suziede anche al nostro dialeto ladin che ncuoi l é diverso da chel che l era zento ane fa. Penson a dute le parole che se dorea par i laore de na ota, i atreze che se dorea inte stala, chi par fei su i tabias: cheste parole no ser ve pì parché no se fa pì cheste laore. I resta inte i ricorde de i pì vece e inte i vocabolari, ma i serve solo a documentà la storia de na ota da bete nte i libre o inte un museo. Chesto toco de lenga l é destonou a morì parché l é leou a chel che se fasea na ota e no se fa pì. Ades avon i computer, i telefonini, internet e pason pì tenpo sentade e de inte. La nostra mare lenga par forza l à da canbià ciapando su' parole che vien da l talian o da l inglese. Me par che sea normal, no dovon spasemase: chesto suziede daporduto. Ma chel che dovon pensà é che l fato de dorà parole nuove no vo dì che stason perdendo al nostro ladin ma che la nostra lenga canbia come che canbion noi e la nostra vita. Chel che dovon fei é acetà l nuou zercando de trasformà la parola nuova par feila someà pì visina a la nostra mare lenga. Chesto no é algo che ne nbastardise ma é chel che vien fato agno' che vien dorade autre leghe: par fei n esenpio i ladini de i Griscion de la Svizera i à n ufizio aposta che parecia le parole nuove: par esenpio l computer l é diventou computadora par luore. E n laoro che zerca de no fei morì le lenghe parlade da poca dente biciando inte parole che se adata de pì a l vive de l dì de n cuoi. Dovon acetà chesto fato parché dei e fau no se li dorarà pì ma podon avé n nome ladin de ciamà l computer (computador?) o internet (la talarena?). Se fason chesto la nostra lenga la resta viva e la continuerà a ese dorada. Se no la canbia la servirà solo par i musei e i vocabolari ma la dirà persa. Alora penson avanti e penson al nuou se volon fei vive al nostro ladin. FLF Néto Petòla 3 uaśi duta la đènte dei paés del CaC dore i à an soranòme : Magna carta da Pieve, Talarèi da Venàs, Iàtes da Guóđo, Race da Peèi, Pica ciàures da Bórcia , Ferài da Cianìa, Cèi da Vinego, Porelùte da San Vìđo…. A Vìnego, par tradiión, al dì de San Duàne i sonàa canpanòto par tre dìs. Chi da Guóđo, par i fèi an dispèto, i e duđe a óra a robà i batòce de la cianpànes e a i scònde. Inchel’òta nó i à pođù sonà canpanòto. Can che la festa de San Duàne l'èra pasàđa un da San Vido al i a dito a Nèto Petòla che l èra mónego a Vinego : «Ve aè lasà robà i batòce, nó èrelo an ciàn de guarđia…». «Nò», l à dito Néto, «par fortuna che daspò cuàtro dìs i aón ciatàđe; ma chi cuàtro porelùte che l é scanpà fòra de stàu a S.Viđo l an pasà i à ancora da i ciatà !». Piero De Ghetto (LIBRO AN TIN PAR SÒRTE) 8 BAND - LIBRI ANNO LIX Agosto 2011 ati il dicembre scorso per partecipare al concorso muN sicale organizzato dalla Grove Factory, una scuola di musica con sale di registrazione di Udine, il “Grove Factory Contest”, i “Beyond The Sound” sono pronti oggi a spiccare il volo e diventare una band a tutti gli effetti. Il tutto prende vita nel convitto dove i quattro ragazzi che compongono il gruppo alloggiano per seguire i corsi universitari: Micheal Filippo, 21 anni, chitarrista principale, originario di Laggio, Gloria De Sandre, chitarrista di accompagnamento, 20 anni, di Pelos, Gregorio De Podestà, bassista ventenne di Laggio e Enrico Ruzzene, ventunenne veneziano, che suona la batteria. “Il tutto è nato da Micheal” commenta Gloria - “che viene a conoscenza del “Contest” e mi propone di formare un gruppo per parteciparvi. La cosa era molto interessante, perché si trattava di un concorso musicale per brani inediti, che avrebbe visto la partecipazione di ventiquattro band in quattro puntate televisive, in onda su “Free Tv” e “Antenna 3”. Accettai così di buon grado e successivamente si unirono a noi anche Gregorio ed Enrico. Per quanto riguarda il nome, abbiamo scelto di partire da quella che è la nostra concezione musicale, ovvero di una musica che va oltre il banale ascolto di una melodia, letteralmente significa “oltre il suono”, ovvero di una musica che colpisce la parte interiore di una persona, il suo cuore e la sua mente.” Il passo successivo per i Beyond Beyond The Sound “Oltre il suono”, la loro è una musica che colpisce interiormente Ora i ragazzi si stanno “Importante per la band è stata dedicando ai pezzi per la partecipazione al concorso l’incisione di un disco e ai televisivo su Free Tv e prossimi concerti Antenna3”, sottolinea Gloria The Sound è la composizione del brano per prendere parte alla competizione e la scelta del genere musicale da proporre. “Musicalmente parlando” continua Gloria “arriviamo tutti da generi diversi, quindi inizialmente ci siamo dedicati a uniformare i nostri gusti in un unico stile che potesse accomunare tutti noi: io e Greg amiamo soprattutto il blues, Mike è più incentrato sul metal, mentre Enrico suona davvero di tutto! Alla fine abbiamo scelto di proporre un brano hard rock, il cui testo è una mia poesia tradotta in inglese, che parla appunto della nostra concezione della musica e che abbiamo deciso di intitolare “Floating Mind”. Il 17 aprile scorso Gloria e compagni si ritrovano alla Grove Fac- RUMORE APPENA VISIBILE DI SCARPE CHIODATE a cura di Ennio Rossignoli tory per la registrazione della puntata. “Il tutto è cominciato con un’intervista, in cui ci siamo veramente divertiti un sacco, con il nostro batterista che si era presentato con una fantastica parrucca che gli ha fatto guadagnare il sopranome di “Sailor Moon”. Poi ci siamo esibiti davanti ad una giuria qualificata di tre persone addette ai lavori: il loro giudizio 21 andava poi a sommarsi con i voti provenienti da casa tramite mail. Purtroppo non siamo riusciti a raggiungere la fase finale del programma, dove avremmo potuto presentare un secondo brano, ma la cosa più importante è aver partecipato ad un concorso simile, che per un gruppo come il nostro è davvero molto importante.” Per i prossimi mesi, l’obbiettivo è formare un repertorio del gruppo che consenta poi l’incisione di un disco. “Il nostro primo progetto da portare a termine è lo sviluppo di alcune che al momento sono solo idee in brani concreti da suonare in un live e incidere poi su un disco. I testi delle canzoni sono già pronti, se non altro nelle linee generali, dobbiamo elaborare le musiche e provarle insieme: il tutto è rinviato a settembre con l’inizio dei corsi universitari. Un altro brano è comunque già pronto, sarebbe stato infatti l’eventuale secondo pezzo per la finale del concorso, e si intitola “Infinite Void”. Quest’ ultimo, nato dall’unione di due poesie, una mia e una di Mike, tratta di un tema più profondo che ha come oggetto la piccolezza dell’uomo nei confronti dell’Universo; tutti i nostri testi si basano infatti su concetti filosofici che sentiamo nostri e che vogliamo rielaborare in una nostra chiave interpretativa. Oltre al disco, inizieremo una collaborazione con un noto complesso metal bellunese i ‘Draconarium’, che dopo aver visto la nostra esibizione ci hanno proposto di fare un concerto con loro, molto probabilmente a novembre o dicembre.” Mario Da Rin PELOS DI CADORE LA STORIA IN DVD teorici del linguagI percorsi di Antonella gio la chiamano siI nestesia, un termine tec- ‘ stato presentato lo scorso maggio il nuovo DVD intitolato “Pelos di Cadore e dintorni, dagli albori alla scoE perta delle nostre radici”. Si tratta di un documentario storico nico per un suggestivo gioco di significati che nasce dall'accostamento di parole appartenenti a sfere sensoriali diverse. Antonella Fornari ne ha fatto un titolo intrigante, perché in quel “rumore appena visibile di scarpe chiodate” si raccolgono in una insolita vicinanza il suono ritmato del passo alpino e la visione evocata di un cammino impervio di guerra - “quella” guerra - sui sentieri ripercorsi negli anni dai viaggiatori della montagna e della memoria che la montagna in sé racchiude e conserva. Lei è una alpinista provetta, ma di una specie particolare, poiché i suoi percorsi non soltanto sfidano la roccia, ma ne avvertono l'anima, ne cercano la storia, come di una compagna che induce a riflettere, con la quale dividere i pensieri, a cui chiedere risposte al- (Ed. Emmaus Film- prod. Sergiomada Film) della durata di 62 minuti, diretto da Giorgio Sernagiotto e Marco D’Ambros con il contributo di BIM Piave. Un paese forse piccolo ed appartato oggi, ma che per molti secoli era tappa importante sulla strada fra il Cadore e il Friuli attraverso il Passo della Mauria. Qui transitavano derrate alimentari e colonne militari, amiche e nemiche, qui arrivò probabilmente l’evangelizzazione con i Santi Ermacora e Fortunato, qui sostarono i Patriarchi di Aquileia ed i loro legati, da qui partivano tanti futuri sacerdoti alla volta del Seminario di Udine. La piccola piazza era un vero e proprio quadrivio, da cui si dipartivano quattro importanti strade, rispettivamente verso Vigo, verso Lorenzago e il Mauria, verso il ponte “Pelos” sul Piave e il resto del Cadore e infine verso il bosco per arrivare a Vigo o a Treponti. La storia di Pelos è molto antica e il suo nome appare addirittura nell’atto più importante che abbia il Cadore, ovvero lo Statuto cadorino del 1338. Quel testo di leggi civili e penali venne redatto dal Vicario della Comunità e dei 12 uomini eletti dai Centenari che lo assecondarono in quest’impresa c’era pure “Paesio da Pelòs Officiale di Cadore”. Di questo e di molto altro parla il DVD, grazie alla voce di Martina Valentinuzzi, alle foto di Vito Vecellio e ai testi ed alla sceneggiatura di Myriam Da Rin, di antico casato locale, con il contributo materiale e fattivo di altre persone di Pelos. Vengono via via presentati i personaggi, le famiglie, le antiche case, la piccola industria basata su molini e segherie sul Piova, stalle e fienili, il dialetto con le sue peculiarità, la cucina e perfino la poesia di Orazio Da Rin. Il tutto sempre proiettato naturalmente sul più ampio sfondo delle grandi vicende che hanno interessato nei secoli l’intero Cadore. L’obiettivo è di far entrare questo documentario in ogni famiglia “pelosita”, di farlo conoscere ai tanti emigranti sparsi per il mondo e a tutti coloro che amano la storia del Cadore. Perché, come ribadiscono gli autori, chi è curioso per natura migliora la propria vita. Walter Musizza – Giovanni De Donà Fornari, alpinista provetta, non soltanto sfidano la roccia, ma cercano la storia (1915-17) e ne avvertono l’anima trove impossibili. E' la gioia dell'alta serenità delle cime -ma l'inquietudine è in agguato - , il dialogo con la bellezza dei grandi silenzi - ma anche pieni di dubbi e di incognite - , il sentore di echi lontani: occorre fermarsi per ascoltare, per afferrare i sussurri della natura e farne poesia. Davvero una alpinista insolita, Antonella. Sale per le vie che portano lassù, Auronzo, Dobbiaco, Sesto di Pusteria, la “Trinità di pietra” delle Lavaredo. Una lunga strada per il fronte, tante strade dentro una terribile sequenza di morte, di eroismi oscuri, di im- prese disperate: in quegli anni bui dal 1915 al '17, austriaci e italiani aggrappati alle asprezze dolomitiche e alla tragica illusione delle baionette. Così il libro procede come una dolorosa esplorazione nelle retrovie della cronaca maggiore, una retrostoria fatta di episodi guerrieri, di strategie ignorate, e insieme come una serie di notizie utili e precise per il viandante: itinerari, segnavie, dislivelli, tempi di percorrenza, Val Giralba “per conquistare una mezzaluna di cielo”, Col dei Tocci, Val Popena, Val Sassovecchio... Ha scritto molto Antonella, soprattutto Edizioni Grafica Sanvitese sui luoghi, i fatti, gli uomini, “le lacrime di pietra” della inutile strage sui monti dolomitici: ogni libro un canto che si aggiunge a una epopea di guerra che, nel fondo, resta un canto di pace, di amore per una terra così vicina al cielo. Una terra in cui il sangue di una generazione si è come rappreso nel ricordo di quanti non hanno mai smesso di dedicarle la carezza della storia. Antonella è una di loro. 22 SPORT bdoullha Bamoussa, 25enne marocchino A ormai alpagoto d'adozione e Veronica De Martin Pinter, apprezzata fondista padolese specializzata nelle grandi distanze, sono i vincitori della 16a edizione del Trofeo "Ribul Nin", con circa 100 partecipanti, ormai classica corsa in montagna sui dieci chilometri da Padola al Rifugio Berti, che si disputa la prima domenica di luglio. Bamoussa non ha avuto avversari distanziando all'arrivo di quasi due minuti il compagno di squadra dell'Atletica Brugnera, Zahidi, e di quasi tre, l'altro compagno di squadra Filippo Barizza. Tra gli atleti cadorini buon quinto posto di Mirko Da Vià, società Marciatori Calalzo e di Matteo De Bernardo che corre per i Vigili del Fuoco, giunto al 15° posto. Tra le donne dominio assoluto dell'Atletica Comelico con quattro atlete tra le prime sette. Lotta serrata per la vittoria con Veronica De Martin che riesce a precedere Patrizia Zanette, già vincitrice in una edizione precedente del Trofeo. Sul traguardo del Rifugio Berti solo 10 secondi hanno diviso le due atlete. Al terzo posto Virginia De Martin, giovane speranza azzura del fondo da poco entrata nella nazionale maggiore. Ottimi piazzamenti per le altre atlete locali, Francesca Di Sopra, Marlene De Martin e ANNO LIX Agosto 2011 8 CORSA IN MONTAGNA - cento i partecipanti alla classica CLASSIFICHE 10 km da Padola al Rifugio Berti - Bamaussa distanzia tutti Maschile 16° TROFEO RIBUL NIN A PADOLA Bamaussa distanzia di quasi 2 minuti il compagno dell’Atletica Brugnera Zahidi Al femminile, vittoria della forte fondista padolese Veronica De Martin Arianna De Martin, al 7°, 8° e 10° posto. Durante la cerimonia di premiazione presenti il vice sindaco Raffaella Mario, il gen. Girolamo Scozzaro e il gen. Primo Gadia, ultimo comandante della Brigata Cadore, assieme ai figli del Nin, Valentino e Maria Giovanna, è stata ricordata la figura di Gerolamo Ribul, grande alpino, ma soprattutto grande uomo, eroe sul fronte del Don, decorato con la medaglia d'argento al Valor Militare, che una volta tornato a casa, fu sempre disponibile per aiutare chi era in difficoltà, con semplicità, modestia e grandissima umanità. Non c'è modo migliore per onorarne la memoria che promouovere la 1° A. Bamoussa (Atl Brugnera) 45.47.08 - 2° M. Zahidi (id.) 47.02.09 - 3° F. Barizza (id.) 48.47.04 - 4° O. Da Prà (VV.FF.) 50.09.03 5° S. Daniel (Atl. Tre Comuni) 53.20.09 - 6°M. Da Vià ((Marciatori Calalzo) 53.33.09 - 7° A.Viel (GS Quantin) 53.53.03 - 8° E. Rosolem (Atl. Dolomiti) 54.07.00 - 9° P.Rizzotto (GS Alano) 54.18.02 - 10° M. Andrich (Atl. Comando) 54.29.09. Femminile 1a Veronica De Martin Pinter (Atl Comelico) 58.48.09 - 2a P. Zanette (Atl. Dolomiti) 58.58.04 - 3a Virginia De Martin (Atl. Comelico) 59.27.00 - 4a S. Serafini (Atl. Tre Comuni) 59.59.01 5a M. Moro ( Pro loco Trichiana) 1.01.20.6 - 6a F. Di Sopra (Atl. Comelico) 1.01.28.6 - 7a M. De Martin (id.) 1.02.52.4 - 8a N. De Francesch (Caprioli San Vito) 1.06.07.0 - 9a A. Perenzin (Ana Feltre) 1.07.07.2 - 10a Arianna De Martin Pinter (Atl. Comelico) 1.07.43.6. Ricordata la figura di Gerolamo Ribul, eroe alpino sul Gruppo Ana di Comelico fronte del Don e Superiore, del Comune e grande uomo del Comando Truppe Alpi- pratica dello sport in montagna, come fa tutti gli anni l'Atletica Comelico, in collaborazione con il GruppoA- ne. sti 95 e con il patrocinio del Livio Olivotto KARATE TRADIZIONALE 16 NUOVE CINTURE NERE E rica e Chiara Da Val di Valle di Cadore, Gianmarco Ghezzi di Tai di Cadore, Carlo Franchin di Vigo di Cadore, Giulia Da Prà di Lozzo di Cadore, Dana Genova di Pieve di Cadore, Davide e Marco De Silvestro di Domegge di Cadore, Micol di Girolamo di Tai di Cadore, Fabio Ciotti di Sottocastello, Veronica Bettio di San Vito di Cadore, Daniel Da Corte di Tai di Cadore, Nicolò Belfi di Vodo di Cadore, Camilla Somacal di Belluno, WalterMontecchio di Lozzo di Cadore, Cristiano Da Rin di Vigo di Cadore: sedici nuove cinture nere neo diplomate per il T.S.K.S. la scuola di karate tradizionale della provincia di Belluno. Grande soddisfazione per il Presidente Ferdinando Rizzo e per il Direttore Tecnico M° Roberto Bacchilega. “Tra questi vi sono sicuramente alcuni campioni di domani, tra loro già molti hanno conquistato medaglie importanti, è un gruppo che lavora molto seriamente e che ha sempre dato grandi soddisfazioni.” 8 ANNO LIX Agosto 2011 23 ndrea Tabacchi si è Andrea Tabacchi vince la stracittadina di Pieve di Cadore A imposto nella CORRIPIEVE 2011, la stracittagiunta alla sua terza edizione. Oltre 100 atleti con le giovanili dina di Pieve di Cadore giunta alla terza edizione. Sui 5 giri del ner voso tracciato, l'atleta di casa ha subito imposto un alto ritmo alla gara, con passaggi regolari. Mohamed Zahidi e Adriano Pagotto hanno tentato di opporsi, classificandosi nell'ordine. Tabacchi (terzo lo scorso anno), si è così aggiudicato il Trofeo SPORTLER per il miglior tempo maschile. Nel settore femminile netta affermazione di Isadora Castellani (Maratonina Udinese) con l'ottimo tempo di 11.03, record della gara. Al secondo posto Sara Tomè (Atl Vittorio Veneto), terza Giorgia Pompanin (Atletica Cortina). Al via anche le categorie Giovanili per un totale di oltre cento atleti con una ricca dotazione di premi. Apripista di eccezione l’azzurro del ciclocross Mirko Tabacchi. Organizzata grazie al Comitato Operatori Economici, la competizione è stata supportata da SPORTLER, LOOK occhiali, BERNARDI Arredamenti e GRAN CAFFE' TIZIANO, quest'ultimo autore di un ottimo RISO PARTY particolarmente apprezzato. Roberto Tabacchi CORRIPIEVE 2011 Informazione pubblicitaria. Le condizioni e i fogli informativi sono a disposizione del pubblico in tutte le nostre filiali, presso i nostri consulenti o su www.bancapopolare.it. CORRIPIEVE 2011 è stata organizzata grazie all’apporto degli operatori economici di Pieve di Cadore sms b@nking, la banca in un palmo di mano: ricarica cellulare, richiesta saldo e movimenti… basta un SMS! Informazioni presso la tua filiale oppure su www.smsbanking.it www.bancapopolare.it