LA BELLA
INCOMPIUTA
E’ quel gioiello
della “Lunga Via
delle Dolomiti”
L
a più bella pista ciclabile del mondo ancora incompiuta. Quella che
è stata battezzata “Lunga via delle Dolomiti” e che fa volare gli appassionati dei
pedali attraverso le montagne più spettacolari non riesce a spiccare il tanto auspicato salto di qualità. Questa doveva
essere la sua estate, quella del completamento e della promozione. Con tutte
le promesse e i buoni propositi inanellati l’anno scorso questa sarebbe dovuta
essere la prima stagione veramente positiva per questo eccezionale percorso
ciclabile. In realtà, nonostante il tempo
nefasto di luglio, i frequentatori stanno
aumentando. E anche la loro soddisfazione punta alle stelle. Del resto la pista
percorre 35 chilometri al cospetto di
quelle montagne che l’Unesco ha proclamato patrimonio dell’umanità: Marmarole, Antelao, Pelmo, Croda Marcora, Tofane…monumenti unici. Per questo la “Lunga via delle Dolomiti” è un
gioiello prezioso.
“Non capisco come mai non la valorizziate maggiormente.” Ci ha detto un ciclista francese che ha prolungato le vacanze per venire in Cadore a percorrerla. Un giovane polacco è stato più esplicito: “E’ la seconda volta che la percorro.
E’ vergognoso non sia stata ancora ultimata. Rappresenta una risorsa importante per questo territorio. Possibile che
nessuno intervenga?” Parole sante anche quelle di una ragazza di Cortina che
si chiede come mai non si sia ancora ultimato il tratto che interessa il suo comune. Un tedesco che abbiamo incontrato dopo San Vito ci ha espresso due
considerazioni che meritano attenzione:
“E’ una pista spettacolare che merita
maggior rispetto per quanto riguarda la
manutenzione che in certi tratti è carente, la segnaletica che manca proprio dove
ce ne sarebbe bisogno e poi quell’ultimo
tratto che consentirebbe il collegamento
asfaltato con Dobbiaco. Avete mai visto
come sono curate e vengono gestite le piste ciclabili negli altri Paesi d’Europa?
E’ sufficiente andare nel vicino Alto Adige per rendesi conto di come si deve fare.”
Mazzate terribili che non consentono
repliche. Perché è la verità. Abbiamo un
gioiello e non sappiamo “sfruttarlo” al
meglio. Abbiamo una piccola miniera e
ci stiamo ancora chiedendo a chi spetta
decidere come organizzare l’estrazione
dell’oro. Inaugurata nel 2003 dal presidente della Regione, non è stata ancora
ultimata. E questa la dice lunga per
quanto riguarda il come viene tenuta in
considerazione la montagna. Ma c’è sicuramente anche una responsabilità
territoriale. Fino ad oggi non c’è stata
infatti la capacità di mettersi insieme
per elaborare un progetto di intervento
comune e definitivo.
(segue a pag. 2)
Bepi Casagrande
PADOLA - Primo incontro dei soci Alta Val Comelico
con il patron Senfter che ha acquisito l’intera attività
INIEZIONE DA 40 MILIONI DI EURO
PER NUOVI IMPIANTI E PISTE
a sagacia popolare da
L
tempo lo aveva proclamato “santo subito” e questo
atteggiamento riconoscente
si è manifestato con un applauso caloroso quando
Franz Senfter è entrato nella sala della Regola di Padola
dove era in corso l'affollata
assemblea dei soci per l'approvazione del bilancio dell'esercizio 2010-2011. Si è
trattato del primo incontro
ufficiale tra l'imprenditore altoatesino e i soci dell’Alta Val
Comelico società che ha ceduto interamente l'attività
aziendale connessa alla gestione degli impianti e delle
piste di Padola alla N uova
Alta Val Comeelico. Grande
era l'attesa per conoscere i
programmi di sviluppo dell'area sciabile comeliana mirati
alla realizzazione del collegamento tra Padola e Sesto, at-
traverso Passo Monte Croce
Comelico, collegamento che
nel mese di luglio ha ottenuto l'ultimo fondamentale passaggio amministrativo con
l'approvazione della variante
n. 3 al Piano d’Area da parte
della Regione Veneto.
Rinaldo Tonon, presidente dell'Alta Val Comelico e
consigliere nella nuova società, ha illustrato a grandi linee
il programma di investimenti
per il collegamento sciistico
tra il Comelico e la Pusteria.
(segue a pag. 10)
L.O.
“Questo è un grande progetto - ha
sottolineato Senfter - di importanza
storica per il Comelico e la Pusteria”
LOZZO DI CADORE - Dibattito su alcuni aspetti dell’
identità oggi e della sua necessaria salvaguardia
IDENTITA’ DA PROMUOVERE
per la valorizzazione
dentità da promuovere: è
Forse che si parla getto
della roggia dei mulini di
stato questo il tema che
I
ha fatto discutere domenica
tanto d’identità Lozzo e del libro su muretti a
17 luglio all'auditorium di
Lozzo di Cadore a conclusione di 15 giorni di mostra sui
libri proposta dalla Biblioteca
e dal Comune del paese cadorino. Il giornalista Bepi Casagrande ha fatto discutere Iolanda Da Deppo, storica esperta di cultura
popolare e curatrice di numerosi musei, Caterina dal Mas, architetto, curatrice del pro-
secco e fontane, Flavio Bona, altro architetto esperto di
ambiente e insediamenti urbani, Maria Giovanna Coletti, pesidente della Fondazione Tiziano e
rappresentante della Magnifica Comunità e
Francesca Larese Filon, presidente della
Federazione tra le Unioni Ladine del Veneto.
perché l’abbiamo
persa?
(segue a pag. 2)
Con l’intitolazione
dell’Ospedale a
Papa Wojtyla Faccin
lancia una proposta
STATUA CREATA
DA UN’ARTISTA
CADORINO
H
o ricevuto da Nizzardo Tremonti,
attivissimo ed entusiasta Sindaco
di Lorenzago negli anni in cui Sua Santità onorò ripetutamente il Cadore della
Sua presenza, una lettera circolare che
chiede appoggio all’iniziativa di dare risalto e compimento alla intitolazione - di
fatto realizzatasi quell’indimenticabile
21 Luglio 1996, e in pratica dimenticata dell’Ospedale di Pieve a Papa Giovanni
Paolo II. Quando nei primi mesi del
1997, nell’imminenza della venuta del
Papa in Cadore, lanciai l’idea - per me
naturale, in quanto contemporaneamente dipendente dell’Ospedale e Amministratore del Comune - in qualche modo
preconizzai che l’Ospedale avrebbe avuto, in anticipo sulla Sua canonizzazione,
un Santo Patrono; allora trovai subito
ampli, per non dire unanimi consensi. E’
davvero strano che in seguito l’interesse si sia raffreddato per tanti anni, salvo
tornare a galla recentemente, in occasione della Beatificazione di Karol
Wojtyla.
Io ritengo che “IL CADORE”, in quanto Voce della Magnifica Comunità, sia
per sua natura la sede più indicata per
ricordare gli impegni assunti, il desiderio di onorarli, e di proclamare, accomunandoli, l’affetto per il Papa che scelse
ripetutamente le nostre montagne e le
nostre valli per ritemprarsi dalle fatiche
del proprio Mandato, e quello per il nostro Ospedale. Mi permetto anche di
suggerire di porre accanto alla targa un
bassorilievo che riproduca i lineamenti
di Sua Santità. Il Cadore possiede Artisti
in grado di produrre un’Opera pregevole. Credo che sia facile a tal fine trovare
uno “sponsor”.
Grato dell’attenzione, porgo i miei più
cordiali saluti alla Redazione e ai Lettori.
Roberto Faccin
Ospedale Govern. di Yaballo
Ethiopia
CURIOSITA’
STORICHE
Che splendore doveva essere a metà
Ottocento l’allora nuova chiesa parrocchiale di Perarolo. “... d’ordine bizantino, innalzata ed ornata di altari di marmo delle principali famiglie del luogo”.
BRUNO DE DONÀ
LA TRADIZIONE DI CIBIANA
RIVIVE NEI MURALES
CERTOTTICA E I PROGETTI
DI SVILUPPO IN SINERGIA
Servizio a Pag. 3
Presentato al Cos.Mo. di Pieve di
Cadore un progetto innovativo di Fedon
e Foves su astucci con occhiali 3D
a Pag. 3
a Pag. 17
ESTATE 2011 Inserto ‘Speciale’
La programmazione di
Agosto ha sconvolto un
po’ le pagine di questo
numero che contiene lo
“Speciale” ma è privo
della rubrica “Lettere e
Opinioni”. Che ritornerà
naturalmente con il numero di Settembre.
Lo “Speciale” contiene proposte e suggerimenti per scoprire e gustare il Cadore
ANNO LIX
Agosto 2011
2
CICLABILE
BELLA INCOMPIUTA
dalla prima pagina
Con un “patto d’intenti” unitario a livello territoriale l’iniziativa assumerebbe un peso politico
capace di richiamare l’attenzione degli enti e degli
organismi che hanno voce
in capitolo e soprattutto
competenze. Fino ad oggi
i sette comuni interessati
dal percorso della ciclabile hanno fatto del loro meglio per garantire la funzionalità del segmento di
pista ciclabile di loro spettanza territoriale. E c’è da
dire che, di questi tempi,
con risorse sempre più
esigue, gli sforzi prodotti
dai sette Comuni sono stati esemplari e meritori.
Ma non basta. Da aggiungere poi che i sette Comuni, sempre ognuno per
conto proprio, hanno cercato di sollecitare interventi politici e istituzionali
per risolvere i problemi
ancora aper ti. E le promesse non si sono fatte attendere. Promesse e proposte risolutorie: arriva
l’Anas… no tocca a Veneto
Strade… sarà favorita la
gestione privata….ma forse è il caso che siano i Comuni…magari dando l’incarico ad una cooperativa.
Ma le soluzioni concrete
non sono arrivate.
Con agosto la ciclabile è
tornata di grande attualità
e, neanche farlo apposta,
8
IDENTITA’
DA PROMUOVERE
dalla prima pagina
Esemplari gli
sforzi, ma
i problemi della
Lunga Via delle
Dolomiti sono
gli stessi
del 2003
riecco far capolino le promesse. Intanto però i problemi sono tutti là. Sono i
medesimi del 2003, quando la pista è stata inaugurata. E allora? Allora è urgente che Calalzo, Pieve,
Valle, Vodo, Borca, San Vito e Cortina promuovano
una conferenza di servizio
per fare il punto e per definire le modalità di intervento per risolvere i problemi della grande e bella
incompiuta. Non bisogna
perder tempo. E’ questa la
stagione migliore per gettare le basi di una possibile e condivisa soluzione.
Anche perché adesso c’è
il supporto animato dei ciclisti. Con l’autunno la pista andrà in letargo ed è
sempre difficile parlare di
un soggetto inanimato.
Questo insomma è il tempo per agire. Altrimenti
arriveremo a parlarne la
prossima estate. E sarebbe un altro anno perso.
B.C.
“Già essere qui a parlarne significa averla persa? così è intervenuto Flavio
Bona in modo provocatorio
e questo ha fatto nascere
una serie di interventi in difesa della nostra "Cadorinità" che si manifesta attraverso numerosi aspetti che sono tradizionali e caratteristici: dagli insediamenti abitati-
Il ladin non è un
dialetto ma una
lingua storica
di grande
espressività
e valore
vi, i tabias, le case cadorine e
quelle del rifabbrico, gli
aspetti tipici del nostro paesaggio fra valli e Dolomiti,
ma anche i musei che hanno
la funzione di fare vedere e
ricordare quello che è stato
e che oggi non c'è più perchè i tempi sono cambiati.
Non musei per guadare indietro con nostalgia ad un
passato difficile che gli anziani ricordano bene, ma per
guardare avanti per farci conoscere le nostre radici e
darci spunti per uno sviluppo che guardi avanti in modo "compatibile" con il nostro territorio caratterizzato
da grandi bellezze naturali.
E per parlare di identità
non si può dimenticare la lingua ladina che si porta dietro
i nostri secoli di storia caratterizzati dall'isolamento rispetto alle aree di pianura.
Un isolamento che ha fatto in
modo che si conservasse una
lingua derivante dal latino
antico parlato dai nostri originari. “Questa lingua, ha ricordato Francesca Larese
Filon, è riconosciuta lingua
minoritaria e per questo è degna di tutela e di valorizzazione. Il continuare a parlare
ladino cadorino e trasmetterlo ai nostri giovani come lingua materna è un modo importante per conservare la
nostra identità e ricordare le
nostre radici di popolo che da
secoli vive nelle montagne e
che ha un "saper fare" che nei
secoli ha permesso di sfidare
le difficoltà che questi territori hanno sempre avuto. Da
questo deriva una "Cadorinità" di cui i giovani devono
andare fieri.”
Quindi non dialetto di cui
vergognarsi ma una lingua
storica di grande valore che
va parlata e rinnovata, come
espressione peculiare della
nostra gente. Ma quello
che è necessario è che vi
sia la consapevolezza del
valore aggiunto che ha la vita nel nostro territorio, periferico ma che sa offrire ai
suoi abitanti una qualità di
vita elevata che dobbiamo
difendere.
L.F.
fondato nel 1953
DIRETTORE RESPONSABILE
Renato De Carlo
VICE DIRETTORE
Livio Olivotto
REDAZIONE E AMMINISTRAZIONE
Editrice
Magnifica Comunità di Cadore
Presidente
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COME ACQUISTARE “IL CADORE”
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Resp. trattamento dati (ex D.lgs 30.6.03 n.196): Renato De Carlo
QUESTO NUMERO È STATO CHIUSO AL 3.8.2011
8
ANNO LIX
Agosto 2011
3
Certottica rilancia l’iniziativa strategica per una
prestigiosa sede di design a Pieve di Cadore
lta cultura, reti aziendali e meta distrettuali, PROGETTI DI
A
processi e prodotti all’avanguardia: questi i punti cardine dell’evento “Formazione, ricerca e innovazione:
elementi imprescindibili
per la competitività aziendale”, promosso da Certottica al Centro CosMo - Museo
dell’Occhiale di Pieve di Cadore il 18 luglio. Certottica
da diversi anni promuove
corsi di formazione di alto livello e porta avanti in prima
linea progetti nei bandi regionali, a livello ministeriale ed
in ambito Interreg. Uno di
questi, presentato nel corso
dell’evento è “Realtà aumentata mediante visione tridimensionale: analisi e sviluppo di montature per occhiali
per la visione 3D” realizzato
in partnership con il Gruppo
Fedon, incaricato di ideare
un astuccio in grado di ricaricare l’occhiale 3D, e la
FOVS, alla quale sono state
affidate la realizzazione del
processo produttivo ed il design della montatura.
“La Regione punterà sempre
di più a promuovere progetti
di questo tipo - ha commentato l’assessore regionale
Elena Donazzan - presentati
da realtà differenti che si stringono in sinergie proiettate allo
sviluppo o da aggregazioni di
imprese e finalizzati a favorire
l’occupazione”. E, muovendosi in questa direzione, Dolomiticert e Certottica hanno
intensificato i rapporti per arrivare ad un patto trasversale
SVILUPPO
IN SINERGIA
Si sta lavorando alla visione in 3D
con astuccio in grado di ricaricare
l’occhiale 3D
Partnership con Gruppo Fedon e Fovs
sull’asse del Piave che permetta di condividere competenze e apportare benefici a
tutti i territori coinvolti.
L’occasione è servita anche a ribadire la volontà di
appoggiare un’altra iniziativa
strategica per il Distretto dell’Occhiale: “Se ci troviamo
qui oggi - ha continuato il direttore di Certottica Luigino Boito - è anche perché il
Centro CosMo deve diventare
la sede della più prestigiosa
scuola di design di questo cluster. Dobbiamo radicare tra
queste mura, testimonianza
forte della storia manifatturiera del nostro territorio, un
iter che prepari creativi brillanti, in grado di anticipare le
tendenze e di soddisfare le esigenze del mercato. Solo con
questo supporto potremo arginare il gap della nostra zona,
marginale”.
Dopo l’introduzione di
Giuseppe Da Cortà, ricercatore di Certottica, che ha
evidenziato il sostegno che
l’Istituto offre puntualmente
alle aziende, Callisto Fedon,
Presidente dell’omonimo
Gruppo ha sottolineato:
“Ogni sistema, cambiando le
proprie abitudini e potenziando la propria conoscenza, aumenta la capacità di sviluppo.
Innovare vuol dire interpretare al meglio i segnali esterni,
adattando anche l’azienda ed
i servizi ai nuovi bisogni. Non
solo il prodotto. Innovare vuol
dire anche produrre un vantaggio, gestire al meglio le risorse, talvolta vuol dire anche
risparmiare. In questo momento noi stiamo lavorando
sull’aspetto ecologico della nostra produzione. Stiamo sperimentando soprattutto la riduzione delle dimensioni e l’utilizzo di quantità minori di
materiale: questo implica un
contenimento del packaging,
minor volumi di magazzino e,
conseguentemente, un maggior risparmio energetico. Anche sugli imballaggi è da tempo che abbiamo diretto la nostra politica verso l’ecologia: i
nostri scatoloni sono in cartone riciclato e non sono più colorati come un tempo”.
CONOSCI LA
MAGNIFICA COMUNITA’
AGENDA
L
’11 giugno si è riunita
la Giunta Comunitativa, che ha discusso in merito alla conclusione di una
serie di progetti che riguardano l’ottenimento di altrettanti contributi relativi
ad inter venti sul patrimonio immobiliare. Si è inoltre dato il via per l’approvazione ad alcuni nuovi contratti relativi alle locazioni
dell’Area Artigianale di Cima Gogna.
Il mese di luglio è stato
caratterizzato dall’organizzazione e realizzazione di
una serie di eventi volti principalmente a comunicare il
ruolo culturale, sociale e
istituzionale dell’Ente presso il territorio. La Sala Consiliare infatti, ha ospitato
con cadenza quotidiana incontri e dibattiti organizzati
dalla Magnifica Comunità
di Cadore attraverso i propri partner.
Ha preso il via l’ufficio
posto presso il book
shop dell’Ente la cui funzione sarà anche quella di fungere da punto di raccordo
tra le varie iniziative. Una di
queste, riguarda la diffusione quotidiana via posta elettronica ad un gruppo di circa 300 nominativi, della rassegna stampa curata dall’Ente relativa alle maggiori
iniziative di interesse sociale e culturale attive in Cado-
re riportate dagli organi di
informazione. Uno degli
obiettivi principali di tale
azione è dunque quello di
creare un pannel concreto e
definito, al quale riferire delle iniziative di carattere Comunitario, per attività come
queste, e per altre che sono
ad oggi in via di definizione.
Chi dunque fosse interessato ad aggiungersi a questo
database, non esiti a contattare gli uffici della Magnifica Comunità di Cadore.
Si sono succeduti inoltre,
a vari livelli sia operativi che
istituzionali, alcune riunioni
relative all’organizzazione
dei tradizionali incontri agostani, come la Festa dei
Cadorini, che quest’anno
si terrà a Vigo di Cadore
in collaborazione con la neo
eletta amministrazione Comunale.
Si è svolto poi, sabato 23
luglio, il primo esperimento d’asta a licitazione privata per la vendita di due
lotti di legname presso le
proprietà dell’Ente nel comune di Comelico Superiore (Casamazzagno) che ha
visto l’aggiudicazione a rialzo da parte di una ditta della
Val Pusteria. I lotti, venduti a
piante in piedi, saranno presumibilmente tagliati a partire dal prossimo autunno,
se le condizioni meteorologiche lo consentiranno.
I musei dell’Ente sono
rimasti continuativamente aperti al pubblico attraverso il gruppo di volontari che da anni si occupa encomiabilmente della
guardiania e che coordinati
da Giovanna Deppi, sotto la
supervisione della Curatrice Dottoressa Anna Angelini hanno istituito un calendario di incontri attraverso i
quali verranno trasferiti informazioni e approfondimenti relativamente al patrimonio dell’Ente.
I Comuni del Cadore, le
altre realtà istituzionali e gli
altri partner della Magnifica
Comunità, hanno periodicamente scelto lo storico
Ente quale veicolo di Comunicazione della loro
identità e volontà di agire
in modo organico, gestendo attraverso le proprie
strutture, incontri e dibattiti
che hanno direttamente coinvolto la Comunità.
Marco Genova
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4
SOCIETà
ANNO LIX
Agosto 2011
Dieci persone extraeuropee vivono a S. Stefano di Cadore dopo
un forzato trasferimento. Non chiedono niente, se non di lavorare
HANNO IL DIRITTO D’ESSERE FELICI
P
ersone che fuggono
da un paese in guerra, fuggono, non partono
per le ferie, non vogliono
rubare il lavoro a nessuno, né tantomeno i sacrosanti diritti che appartengono ai cittadini italiani,
sono stati costretti ad arrivare fino a qui…
A questo punto vale la
pena fare un passo indietro sulla questione “rifugiati politici” mandati qui
in Cadore. Queste persone lavoravano in Libia,
non sono libici ma stranieri in un paese straniero.
Scoppiata la guerra hanno
provato a continuare a lavorare ma dovevano seguire un severo coprifuoco, costretti a nascondersi
in casa a fine giornata. E’
vita questa? E’ liber tà? I
confini terrestri erano stati chiusi, non si poteva (e
non si può tuttora) uscire
dal paese se non via mare,
per cui sono stati costretti
a partire in nave, spogliati
di tutto. Stipati a centinaia
su una ‘carretta’ senza acqua da bere né cibo, in
condizioni igieniche non
proprio ideali, quasi senz’aria, non tutti ce l’hanno
fatta a salvarsi, soprattutto i bimbi. Provate a chiedere a qualcuno di loro se
ora sarebbe disposto a rifare l’esperienza...
Poi è iniziato il trasferimento per l’Italia: da Lampedusa a Catania, da Catania a Napoli, da Napoli a
Verona e da Verona a S.
Stefano, quattro giorni in
pullman rifiutati da sindaci che di fronte ad una
C’è stata solidarietà, ma anche tante resistenze
Questi ragazzi hanno bisogno di non sentirci ostili
emergenza passano il testimone… Fortunatamente, qui, qualcuno a cui non
impor ta la nazionalità ha
riconosciuto la reale
emergenza e li ha accolti
come meglio ha potuto.
Qualcuno ricorda i loro
sguardi quando sono scesi dai mezzi di trasporto a
S. Stefano ? Ci sono dei video eloquenti nel sito di
Youtube. Io sono arrivata
quando stavano iniziando
a rifocillarsi e la prima
sensazione entrando in
palestra è stata la consapevolezza che l’emergenza non era più solo un servizio televisivo ma toccava
ognuno di noi nel più profondo dell’ animo; ho visto
persone impaurite, spaesate, sfinite e ho visto il
ringraziamento nei loro
occhi, per il piatto di pasta, per le brande, per un
sorriso e per l’umanità
con cui sono stati accolti… Il viaggio per il momento era sospeso.
Ora dieci persone extraeuropee vivono qui,
non chiedono niente se
non di poter lavorare legalmente perché stare a
casa a dormire non piace
neanche a loro, consapevoli del fatto che già è difficile trovare una occupazione stabile per le persone che sono nate qui; hanno bisogno di chiamare le
famiglie e gli amici per far
sapere loro che sono vivi
(apro un’ ampia parentesi
per ricordare la solidarietà e generosità di privati
cittadini che hanno donato loro vestiti, Sim card e
telefonini; una ragazza
delle scuole medie di S.
Stefano dopo aver ascoltato da un profugo la sua
storia si è alzata e gli ha
donato il suo cellulare).
Questi ragazzi hanno bisogno di sentire che non
siamo ostili. Non hanno
già soppor tato abbastanza? E’ il caso di alzarsi e
lasciare il bar o la gelateria perché uno di loro entra per una bibita o un gelato? E’ il caso di mettere
in giro voci che si ubriacano e si drogano quando
non hanno neanche i soldi
per comprarsi le caramelle? E’ il caso di contare
tutti i mozziconi che, sbagliando, hanno gettato per
il paese? E’ il caso di rifiutare qualsiasi approccio
da questi ragazzi?
Sembra incredibile che
non si riesca a capire come questi ragazzi siano
degli esseri umani e non
un errore della società civile. Non hanno il diritto
di essere felici?
Veronica
Buzzo Contin
8
IL CIRCOLO VOLONTARI
AUSER DI PIEVE ACQUISTA
UN NUOVO MEZZO
R
innovo delle cariche associative per il Circolo Volontari AUSER di Pieve di Cadore che continua quella strada di solidarietà sociale intrapresa ben 13 anni fa. Il Consiglio Direttivo per i prossimi 4 anni è così composto: Presidente Giuseppe Carlo Baldessari (confermato), Luigia
Giacobbi Vice Presidente, consiglieri Giovanni Monico,
Angelo De Marchi e Ezzelino Polzotto, confermato alla
Segreteria Giancarlo Pagogna.
Nell’illustrare i tanti impegni organizzativi, economici e
burocratici che il Circolo ha affrontato, il presidente Baldessari ha espresso soddisfazione sia perché tutto è andato bene, sia perché si è riusciti ad acquistare un nuovo mezzo: un
Doblò Fiat attrezzato per il trasporto disabili con carrozzina
o con 5 posti. L’acquisto è stato possibile per il contributo di
un Cittadino che ha elargito una cifra mirata all’acquisto del
nuovo mezzo, unitamente ai risparmi fatti dal Circolo durante questi anni e al prestito del Comitato d’Intesa che dovrà
essere restituito entro l’anno corrente. L’inaugurazione è stata fatta in Piazza Tiziano, alla presenza del Sindaco Maria
Antonia Ciotti e di tutti i Soci del Circolo, con la benedizione impartita dall’Arcidiacono del Cadore Mons. Renzo Marinello; è seguito al Caffè Tiziano un brindisi di augurio per
il buon proseguimento del Servizio.
Continua l’attività del Circolo Volontari con il trasporto anziani e disabili ai vari Ospedali della Provincia e alle Farmacie, nonché per altre esigenze degli stessi. Non è questo un
servizio ospedaliero e tantomeno di taxi, ma solo sussidiario
per persone che non hanno parenti, amici o vicini che li possano aiutare. E’ un servizio gratuito, grazie all’impegno economico del Comune di Pieve di Cadore e del Centro Servizi
per il Volontariato, tuttavia sono ben accetti contributi da parte dei cittadini che lo volessero (versamento sul conto corrente del Circolo, presso Unicredit Pieve di Cadore o direttamente
al Volontario che provvederà al versamento).
8
ANNO LIX
Agosto 2011
i era presentato a
Stoccolma per ritiraS
re il premio Nobel. In realtà, non era lui il vincitore
del prestigioso riconoscimento internazionale. Si
trattava, più semplicemente, di una persona entrata
in contatto con il dottor
Fabio Candeago, primario
dell’Unità operativa di psichiatria del Cadore. Così,
il mancato premio Nobel,
aveva dovuto far ritorno
nel suo Comelico con un
malinconico foglio di via e
una giacca a vento fornitagli, perché faceva molto
freddo, dall’ambasciata
italiana a Stoccolma. L’episodio, a tanti anni di distanza, viene ricordato oggi dallo psichiatra, bellunese di origine ma trapiantato a San Vito, con
una punta di sorridente
consapevolezza.
Con Candeago avevamo
parlato, in un’inter vista
apparsa sul numero di
giugno de “Il Cadore”, soprattutto della difficoltà di
attuare interventi adeguati sul territorio da par te
della struttura pubblica,
agendo con tempestiva incisività per evitare di affrontare situazioni di rilevante entità, che andrebbero invece analizzate a
monte, alla radice. Stavolta ci sof fermiamo prevalentemente sul disagio
collegato alle caratteristiche sociali, ambientali ed
economiche del territorio
cadorino. Almeno come
esse appaiono da un punto
di vista tutto par ticolare
qual è quello della psichiatria.
Dottor Candeago, parliamo anzitutto dei giovani.
“E’ un problema delicato
e impor tante e riguarda
soprattutto quella che possiamo definire “perdita della motivazione”. Occorre
distinguerla dalla cosiddetta “crisi passeggera” tipica
dell’adolescenza. Tuttavia,
al momento attuale, i numeri sono confortanti”.
In che senso?
“Il trend di questo tipo di
disagio non appare in aumento. Ma un aspetto da
tener d’occhio e da capire
riguarda anche l’utilizzo
dei nuovi strumenti di comunicazione, come facebook: è facile credere di
avere un sacco di amici,
mentre in realtà si tratta
di contatti occasionali e
spesso privi di significato
autentico. Poi vi sono i disturbi dell’umore collegati
alla depressione. Ma, soprattutto, quella che possiamo definire come “l’epidemia moderna” riguarda
gli attacchi di panico”.
Sono davvero frequenti?
“Sì. L’esordio di questo
disturbo è spesso drammatico, si manifesta con senso di soffocamento, mancanza del respiro, un malessere generale per il quale non sembra esistere una
spiegazione ragionevole.
Di per sé il disturbo non è
grave, ma lo può diventare
se si innesca una situazione destinata potenzialmente a ripetersi. Nell’attacco
di panico, infatti, agiscono
elementi di vulnerabilità
collegati alla storia personale dei singoli”.
5
Il discorso diventa
piuttosto complesso.
“Noi psichiatri siamo un
po’ esper ti di quello che
non va. Ma, volendo ampliare lo sguardo, possiamo anche considerare i
momenti di crisi come occasioni per guardare con
maggior attenzione dentro
a noi stessi. In tale ottica,
la psichiatria vista come
intervento per tacitare i
sintomi, appare un po’ superata. Partendo dalla sofferenza che può riguardare
ciascuno di noi, credo occorra ampliare la rete delle relazioni umane, sentirsi dentro ad un mondo di
affetti, di conoscenze, capire che si vale qualcosa per
qualcuno”.
Dove inter venire?
“Ad essere carente è soprattutto la comunicazione
fra le generazioni. A mio
parere, i modelli pedagogici tradizionali non funzionano, è un problema che
riguarda le figure maggiormente significative,
par tendo dai genitori e
continuando con gli insegnanti. Perché la trasmissione dei cosiddetti
valori raggiunga gli
obiettivi prefissati, appare fondamentale la coerenza”.
Facciamo un esempio concreto.
“I nostri rappresentanti in Parlamento. Mi
sembrano modelli poco
credibili, per non usare
altri aggettivi. Visto che
parlavamo di giovani,
sono convinto che la passione per la “polis”, per il
bene comune, o nasce entro una certa età o non si
avrà più”.
Al di là della valutazione etica, cosa suggerisce a livello di
operatività pubblica,
anche e soprattutto locale?
“Mettiamo l’assemblea
dei sindaci: dovrebbe essere frequentata per realizzare un confronto autentico sulle priorità. Se
consideriamo anche solo
il problema della sanità,
non ci si può fermare all’elicottero, al 118, ma
bisogna uscire allo scoperto, dire cosa si pensa,
valutare le necessità per i
prossimi anni, se vogliamo che la montagna sia
ancora abitata e non diventi un parco per la
gente di pianura”.
Abbiamo parlato dei
giovani. E gli anziani?
“Rappresentano una
fascia di popolazione debole, alla quale è mancata una adeguata risposta
istituzionale. Si è supplito con le “badanti”, qualcosa di strano e nuovo
dentro la storia delle nostre famiglie tradizionali. Guai se in questo momento mancassero, intendiamoci. Ma mentre
un tempo esisteva una rete di supporto familiare,
di sostegno, che in qualche modo teneva, ora
stiamo assistendo ad una
trasformazione importante delle dinamiche all’interno delle piccole comunità”.
Quanto incide il fattore sociale nell’equilibrio delle persone?
“Normalmente le pato-
DISAGIO PSICHICO E DEPRESSIONE
CARENTE LA COMUNICAZIONE FRA GENERAZIONI
Il parere del dottor Fabio Candeago su
giovani, famiglie e società contemporanea
logie sono a genesi multi- “Occorre ampliare la rete delle
pla, per questo non possiamo semplificare. Esiste il relazioni umane, sentirsi dentro a
fattore genetico, certamen- un mondo d’affetti, di conoscenze”
te, ma poi è impor tante
l’ambiente familiare, che
“I modelli pedagogici tradizionali
può risultare decisivo se
intervengono traumi parti- non funzionano, perché i valori
colari. Basta pensare che
in provincia di Belluno il cosidetti raggiungano gli obiettivi
venticinque per cento dei
matrimoni salta già nel è fondamentale la coerenza”
primo anno, con ripercussioni notevoli sui figli,
quando ci sono”.
E allora cosa fare?
“Un aiuto non trascurabile viene dalle possibilità
di sostegno presenti nella
comunità. Ad esempio il
gruppo dei coetanei che si
ritrova, a vari livelli: in
parrocchia, nel gruppo
sportivo o altrove. Ciò che
non funziona, invece, è sicuramente l’agonismo sfrenato a cui tante volte assistiamo, la competizione.
Oggi appare carente la capacità di sperimentarsi
stando insieme agli altri.
Ciò era normalità nelle generazioni passate”
Dunque ad incidere
notevolmente sono le
cosiddette reti informali
di aggregazione.
“Sicuramente, mentre
hanno poco rilievo le aggregazioni programmate.
Occorre attivare dei veicoli
operativi legati alla spontaneità, all’inventiva an-
che dei singoli. Il problema
è sempre uno: entrare in
contatto con la dimensione
dell’altro. Invece tutto
quello che crea barriere,
che esclude, diventa inevitabilmente occasione di
sofferenza”.
Antonio Chiades
6
TRADIZIONI
agra dei Karmen (sagra dei Carmini) a
S
Selva di Cadore. Una tradizione antichissima ancora
for temente sentita nella
Valle Fiorentina ma non solo: tante erano infatti le
persone accorse anche dai
paesi limitrofi il 17 luglio
per partecipare alla solenne messa nella chiesa di
San Lorenzo, celebrata da
Don Sergio Pellizzari con
l’affiancamento di Don Lorenzo Dell’Andrea, Monsignor Pier Amort (parroco
di San Vendemiano) e il
Diacono Gianfranco Fiorin. Presente anche il coro
parrocchiale di Selva di Cadore che ha accompagnato
la tradizionale processione
per le vie del paese, dalla
piazza di Selva fino all’abitato di Villa. Una processione come non si vedeva
da tempo, dove lo stesso
Don Sergio Pellizzari (parroco di Selva e Colle) ha
colto ancora più devozione
da parte dei fedeli rispetto
lo scorso anno.
Alla processione c’erano
davvero tutti: gli Amici del
Museo, gli Alpini, l’Unione
dei Ladini con i “suoi”
bambini in abito ladino tradizionale, i Vigili Del Fuoco Volontari di Selva, tanti
piccoli chierichetti e i giovani Valentino, Gabriele,
Asdrubale e Andrea a cui è
spettato l’onore di traspor-
ANNO LIX
Agosto 2011
La “sagra dei Karmen” vanta tradizione antichissima ed è molto
sentita dalla popolazione di Selva e della Valle Fiorentina
SAGRA DEI CARMINI
A SELVA E’ UNA TRADIZIONE
8
tare il baldacchino con la
statua della Madonna del
Carmine, avvolta nel suo
velo bianco e l’abito rosa
antico.
L’erezione ufficiale della
confraternita del Carmine,
risale, secondo quanto
scritto da G.M Longiarù e
L. Nicolai, al 1628 (anche
se ci sono testimonianze risalenti già al XV secolo): a
causa del grave pericolo di
franamenti, nel giugno di
quell’anno, la popolazione
avrebbe fatto voto di costituire la Scuola del Carmine
ottenendo il permesso di
costruire un altare nella
chiesa di San Lorenzo dedicato alla Vergine del Carmelo. Questo altare sarebbe poi stato consacrato il
25 giugno del 1637 dal Patriarca Gradenigo.
Irene Pampanin
A ZOPPE’ MUSICA
E FORTAIE PER
SANT ANA
La Confraternita
del Carmine che
risale al XV sec.
volle, a seguito di
un voto, costruire
un altare dedicato
alla Vergine
del Carmelo
“Un tempo per questa festa si
sospendevano tutti i lavori
e l pioe da S. Ana,
al pioe an mes e na
“S
stemana”, recita un prover-
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bio zoppedino in lingua ladina. Per
fortuna, il 26 luglio, la pioggia insistente degli ultimi giorni ha lasciato spazio al sereno nei cieli di Zoppè di Cadore, giusto il tempo necessario per celebrare la solenne
messa in occasione della festa patronale di Sant’Anna. La messa
(nella chiesa di Sant’Anna), presieduta da Monsignor Renato De Vido, Don Romeo Simonetti, Don
Luciano De Nadal, Don Moreno
Baldo, Don Gigi De Rocco, Don
Paolo Arnoldo, Don Floriano Pellegrini, Don Giovanni Raffael, Don
Luigi Sfera e Don Francesco Soccol (parroco di Zoppè), è stata anticipata dalla processione che ha
guidato i fedeli fino ad un piccolo
altare allestito per l’occasione.
“La festa di Sant’Anna si è tramandata di anno in anno”, ha raccontato Pompeo Livan, presidente
dell’ Union de i Ladign de Zopè,
“una volta, in questo giorno, si sospendevano tutti i lavori e si andava a festeggiare. Oggi c’era praticamente tutto il paese presente ma anche fedeli provenienti da altre zone.
La processione è stata aperta dalla
croce sollevata da Simeone Simonetti, seguita dal confalone di Sant’Anna sorretto, come vuole la tradizione, da un membro di una famiglia Simonetti, Walter Simonetti. A
seguire il confalone della Scuola del
Santissimo Sacramento portato da
Elio Livan e il confalone dell’azione
cattolica sostenuto dalle donne”.
Ad accompagnare la messa c’era
anche il coro parrocchiale e la musica dell’organista Renzo Bortolot
(sindaco di Zoppè di Cadore). Non
sono mancate nemmeno le tipiche
“fortaie” al termine della cerimonia
religiosa, gustate in compagnia nel
Borgo Sant’Anna e preparate dalle
abili mani delle donne zoppedine
abbigliate nel tradizionale costume
locale. Nel pomeriggio la festa è
poi proseguita con la recita dei vespri solenni.
Irene Pampanin
8
MANIFESTAZIONI
ANNO LIX
Agosto 2011
Un libro per celebrare il 90° dalla
fondazione del Gruppo Alpini di Calalzo
on succede spesso che un
gruppo alpini sia più risaN
lente rispetto alla Sezione di appartenenza. E' quanto è accaduto
al gruppo Alpini di Calalzo, fondato nel 1921, due anni dopo la
nascita dell'Associazione Nazionale Alpini, ed un anno prima della formale costituzione della "Sezione Cadorina".
Il 90° anniversario è stato quindi celebrato, con il dovuto rilievo,
a Calalzo, con la partecipazione
degli alpini locali e della Sezione
Cadore, di molte autorità militari
e civili, e con la rappresentanza
delle associazioni combattentistiche e d'arma. Pierluigi Bergamo, già presidente della Sezione
negli anni '70 e autore di un opuscolo storico sul Gruppo diffuso
nell'occasione, ha ben condotto la
cerimonia che ha avuto il suo culmine nella giornata di domenica
24 luglio. Il giorno precedente si
era svolto un incontro ufficiale
presso la sede del Comune ove lo
stesso Bergamo aveva illustrato
le ragioni della intitolazione del
Gruppo ai "Fratelli Fanton", mentre il gen. Perelli aveva rievocato
pagine inedite della storia alpina,
con un intervento dal titolo "Sui
sentieri della memoria". Nell'occasione sono anche stati premiati
gli alpini calaltini impegnati nei
campionati Ana e altri benemeriti.
L’IMPEGNO ALPINO
Domenica 31 luglio, dopo il corteo alpino sfilato per le strade del
paese con l'accompagnamento
della Fanfara di Conegliano, il
commovente momento dell'Onore ai Caduti e quindi gli interventi ufficiali aperti dal capogruppo
Danilo Larcher.
Ricordati a Calalzo con corteo
e commemorazione dei Caduti
i 90 anni di storia e di solidarietà
del gruppo alpini
L'attuale capogruppo ha raccolto il testimone da Mario Toffoli,
MOSTRA FOTOGRAFICA NATURALISTICA
' stata inaugurata nella paleE
stra delle scuole elementari
la 14 mostra fotografica naturalia
stica “Osserviamo la natura”, che
resterà aperta fino al 21 agosto.
Alla vernice di apertura dopo il saluto del sindaco Virginio
Menia, l'intervento illustrativo
del curatore (ed anche espositore) Bruno Berti, che ha evidenziato la longevità di questa interessante iniziativa che coinvolge
fotografi locali ed ospiti. Alla mostra 2011 partecipano Carlo
Maddalin Bildo, Ettore Menia,
Samuele Pradetto, Giancarlo
Aperta a Danta
di Cadore, vede
la partecipazione
di fotografi locali
ed ospiti
CONCERTO DELL’AMICIZIA
TRA COMELICO SUPERIORE
E L’AUSTRIACA KARTITSCH
'amicizia tra le due comunità di Comelico Superiore e Kartitsch ha visL
suto un nuovo momento a luglio a Padola e
Casamazzagno per l'incontro con una delegazione del Comune, formata dal Sindaco,
da vari consiglieri e da un rappresentante
del Consorzio Turistico, con l'accompagnamento della "Musikapelle" del Comune austriaco che si è esibita in piazza nelle due
frazioni del Comune. L'iniziativa rientra nel
quadro degli incontri di gemellaggio tra i
due Comuni, legati da una lunga storia di
vicinanza e scambi economici e culturali di
antichissima origine. Comelico Superiore e
Kartitsch sono infatti distanti pochi chilometri in linea d'aria, attraverso la cresta di
confine. Dalla Casera Rinfreddo in meno di
due ore, passando per Passo Silvella e i
Frugnoni, si giunge al rifugio dell'Oberstansee Hutte, già in terra austriaca.
Dopo il primo concerto a Padola e la cena in allegria preparata ed ospitata dagli
alpini del Gruppo Ana di Casamazzagno, il
momento ufficiale dei saluti, con l'intervento del sindaco Mario Zandonella,
che ha voluto richiamare gli esempi di
consolidata amicizia e collaborazione tra i
Concerto
a Casamazzagno
due Comuni, offrendo agli ospiti alcuni
doni legati alla cultura e alla gastronomia
locale. Gli amici di Kartitsch hanno ricambiato con omaggi della loro terra. Un riconoscimento particolare è andato a Luigini
Festini, ultraottantenne, autentico antesignano di questi rapporti di amicizia, ben
prima dell'integrazione europea e dell'ingresso nella UE dell'Austria. Fu infatti
uno dei promotori dell'incontro tra le due
comunità alla Croce d'Europa, sul Monte
Cavallino, che anche quest'anno nel mese
di agosto, vedrà la partecipazione di decine e decine di persone provenienti dai due
versanti transfrontalieri.
Il presidente del Consorzio Val Comelico Gianluigi Topran ha evidenziato le occasioni di collaborazione nel settore turistico, ricordando anche la visita
a Kartitsch fatta nel 2010, con la
partecipazione di molte persone e del Coro Comelico. Quindi
è seguito in piazza a Casamazzagno il secondo, applaudito
concerto della banda musicale
di Kartitsch.
Livio Olivotto
7
grande figura di alpino e sportivo
che ha retto l'incarico dal 1969 al
2001. Prima di lui Vittorio Carboni (1960-1969), Enzo Rocchi
(1954-1960) Grazioso Bertagnin
(1930-1940), Fioretto De Zardo
(1923-1930) e naturalmente Arturo Fanton e Fausto Englaro, fondatori del Gruppo nel 1921 ed anche primi protagonisti, l'anno
successivo della nascita della Sezione Cadorina. Tutti sono stati
ricordati con la dovuta riconoscenza negli interventi del presidente sezionale Antonio Cason, del sindaco Luca De Carlo, dell'on. Gidoni, del ten. col.
Paolo Sfarra comandante del
7° Alpini, del vice presidente
vicario Ana Sebastiano Favaro. In tutti parole di elogio per l'opera svolta dagli alpini in congedo di Calalzo, in questi novant'anni di storia, fatta di impegno, partecipazione, solidarietà verso le
persone in difficoltà.
Nell'occasione si è anche celebrato il 23° raduno sezionale degli alpini cadorini con una festa
che, dopo gli interventi ufficiali e
la S. Messa, è proseguita nel teatro tenda allestito presso la zona
industriale. Con un appuntamento per tutti al 2012 quando anche
la Sezione Cadore ricorderà i propri 90 anni di vita.
Livio Olivotto
Scarpa, Gianluca Tremonti
e Roberto Zanette.
L'offerta ambientale e culturale di Danta si arricchisce
così di un nuovo tassello. oltre al “Sentiero delle torbiere”
realizzato con il contributo
dell'Unione Europea e il piccolo, ma interessante, “Museo
Paleontologico” del Comune.
L. O.
8
ANNO LIX
Agosto 2011
hi sale al grazioso e solitario paesetto di Cibiana il
C
giorno dei ‘Murales’ (quest’anno
il 30 e 31 luglio, nella frazione di
Pianezze) non può che rimanere
affascinato da quel che vi trova:
un villaggio di stampo antico con
le sue viuzze eternamente in salita e le piazzette risicate, con le case rustiche infiorate dai cui muri
pitturati ammiccano gli antichi
abitatori in bucolica serenità, i
quali ben s’accompagnano agli
odierni abitanti pure loro vestiti
d’antico che aprono case e s’apprestano in bottega a lavori dimenticati. C’è il fauro a martellare
i ferri roventi, la casara che monta
il burro, i boscador con i loro attrezzi, l’intagliatore, il gelataio
con il suo carretto da vendita, la
ricamatrice, il capelér, i negozietti, l’osteria... e tanta cortesia.
Ecco, i MURALES VIVENTI
non sono una rievocazione, è vita
vera che si tramanda, fanno parte
del dna di questa gente. Fiera di
Cibiana e che Cibiana conservi la
sua storia in questo museo all’aperto, mostrata nei ‘murales’ che
numerosi sono stati dipinti nelle
frazioni di Masariè, di Cibiana di
Sotto, di Pianezze. Non solo storia, 31 anni anche di arte perché
molti e prestigiosi sono gli artisti
che qui sono accorsi per lasciare
la firma su di un murale; perché,
ancora oggi che non se ne aggiungono più, artisti e restauratori vengono quassù per ridare brillantezza alle opere esposte ai rigori del tempo.
Chi è salito a Cibiana ha goduto
di tutto questo.
Densa
di appuntamenti
la Settimana
dei Murales
Moltissimi i visitatori nel paese che ha dipinto
la sua storia. La ‘toaia piturada’ sarà assegnata
il 10 agosto, festa del patrono San Lorenzo
LA TRADIZIONE DI CIBIANA
RIVIVE NEI MURALES
Servizio di
Renato De Carlo
Soddisfazione del presidente del Comitato Turistico
Christine Zandanel:“C’è proprio un bello spirito di Comunità”
‘MURALES VIVENTI’ E STAND A PIANEZZE
P
erfetta l’organizzazione che anche quest’anno ha raggiunto il massimo
del risultato organizzativo,
gratificato dalla presenta
massiccia di visitatori fra gli
stand a Pianezze e pure lungo i percorsi dei murales
nelle altre frazioni.
Soddisfatto il sindaco
Eusebio Zandanel che ha
rivisto molte facce note e ha
ricevuto fra l’altro i complimenti del Prefetto Maria
Laura Simonetti appositamente in visita a Cibiana.
Raggiante la presidente
del Comitato turistico e delegata alla Cultura Christine
Zandanel che sottolinea come il suo staff di volontari
con il supporto della popolazione tutta abbia dato una re-
8
sa ottimale in questi due
giorni (sabato 30 e domenica 31 luglio) di MURALES
VIVENTI. “La manifestazione sta andando benissimo,
nonostante il tempo incerto
di ieri il sole è tornato a
splendere e c’è una folla di visitatori qui a Pianezze ad
ammirare i murales, ad osservare i personaggi in costume impegnati nei vecchi mestieri, a fare fotografie, ad
ascoltare la ‘Corale Giulia’
che ci ha accompagnato per
tutta la giornata, ad assaporare i cibi tipici offerti negli
stand. Abbiamo avuto la visita di varie autorità e pure
quella di Reinhold Messner
che è stato un po’ qui con noi.
La serata è in stile argentino
con asado e tango.
Vorrei ringraziare il gruppo del Comitato turistico e i
volontari del paese, alcune
centinaia di persone di tutte
le età che si sono presi il tempo per allestire tutto questo e
sono qui presenti oggi. Sta
nascendo proprio un bello spirito di volontariato, come
una volta, ci si aiuta l’un l’altro: c’è uno spirito di comunità. Un ringraziamento anche
ai bravissimi restauratori capitanati dal maestro Giovanni Sogne che, quest’anno a
Pianezze, hanno lavorato sui
murales dell’emigrante e dell’incendio, con risultati miracolosi. Per noi è molto importante che ogni anno ci siano,
con il loro grande lavoro di
mantenimento dei murales.”
A BORTOLO DE VIDO IL PREMIO
“MEMORIA E FUTURO”
’ stato assegnato al giornalista
Bortolo De Vido, scomparso
E
circa un anno fa, il premio istituito dal-
l’amministrazione comunale ‘Memoria e futuro’: “per la sua attività divulgativa a favore di Cibiana”. Con sobria ma sentita cerimonia il premio è
stato consegnato dall’ex sindaco e
amico Guido De Zordo alla moglie di
De Vido Giuliana Gatticchi, presente
al Museo del Ferro con i familiari nella serata del 27 luglio. E un grande
sentito applauso si è levato nella sala.
“Bortolo ha amato molto il Cadore e
Cibiana - ha sottolineato De Zordo -,
tanto che ha seguito fin dall’inizio, nel
1980, l’avventura dei Murales diventandone l’interprete. Non a caso fu Bortolo a ricevere quella prima edizione
del premio che il Comitato Arte e Cibiana insieme al Comune hanno istituito per la promozione del paese.
Ha risposto trattenendo a stento la commozione Giuliana Gatticchi: “Bortolo era una persona generosa, che ha dato tutto quello che poteva alla comunità. Ha amato S. Vito ma al tempo stesso tutto il Cadore. Il riconoscimento assegnatogli da Cibiana mi rende fiera”.
8
ANNO LIX
Agosto 2011
rande richiamo di pubblico all’Auditorium di
G
Lozzo di Cadore sabato 30 luglio per la vernice dei due pittori cadorini Ernesto Da Pra
(detto Tapa) e Andrea Costa,
che hanno così voluto unire
due diverse esperienze pittoriche e presentarle in un contesto storico-architettonico,
com’è l’Auditorium, dove per
tutto agosto si terranno apprezzati concerti.
“Abbiamo scelto l’Auditorium - sottolinea Tapa - per
quella magica atmosfera che
lo permea, cosicché le tele dei
quadri risplenderanno di luce
viva nel buio pervaso dalle
musiche... Questa mostra è un
omaggio alla mia gente di Lozzo: espongo quadri di paesaggi
invernali che ritraggono la nostra montagna, ‘Neve e tabià
a Pian dei Buoi’. Non sono natura e baite come le puoi vede-
9
re in cartolina, ma l’interpretazione romantica, quasi fiabesca, di luoghi conosciuti e
vissuti dalle persone, tanto che
da quella baita potrebbe uscire
il Rosso e a quel capitello immerso nella neve vedi chi pone
dei fiori, tanto che non è solo
una croce quella che emerge
dalla neve sopra i forti di Col
Vidal, come non c’è solo la
chiesetta col casermone in
quella tela là, in bianco-nero.”
Tapa ha voluto per questa
serie di tele essere l’impressionista che guarda, gode
delle sensazioni che prova,
sceglie pennelli o spatola e dipinge istintivamente con una
pittura veloce. Non per nulla
ama e cita Van Gogh. In questa serie, essendo paesaggi
invernali, i colori risultano
più sobri di quelli utilizzati in
altre occasioni, però il risultato compositivo di un ambien-
te come metafora del vissuto
umano è certamente riuscito.
“Dentro le tele di questi paesaggi ci sono i nostri vecchi che
vivevano la montagna in maniera positiva, un rapporto intimo con l’accettazione anche
delle fatiche, dove anche la
baita non serviva per far festa
ma strumento di lavoro. Io
credo di aver rappresentato
tutto questo.”
Come risponderà il pubblico e i critici? Tapa sorride fiducioso. “Spero che il pubblico
apprezzi, e penso sia piacevole
soprattutto per chi ha percorso
questa zona di montagna ritrovarsi in questi miei
quadri.”
Ernesto Da Pra, detto Tapa
in arte, dipinge da circa 13
anni, è stato presente in diverse ‘collettive’ e ha esposto
delle ‘personali’ in diversi locali pubblici e bar.
L’impressionismo di Ernesto Da Pra
come metafora del vissuto umano
Servizi
di
Tony
Cardel
I BAMBINI A DOMEGGE
DISEGNANO CON VETTORI
LOZZO - TAPA E COSTA
ESPONGONO ALL’AUDITORIUM
Le ‘marine’ di Andrea Costa sconfinano quasi
nell’arte astratta. Un trionfo di colori e d’emozioni
resente all’Auditorium di Lozzo di CaP
dore, Andrea Costa ha voluto creare proprio per questa rassegna un ‘Ciclo delle
Marine’, pensate e dedicate
a questa sala da lui definita
suggestiva ed affascinante.
Olio su tela, le ‘marine’
creano un forte contrasto
visivo con le opere di Tapa.
“Questi grandi quadri di
‘marine’ sconfinano quasi
nell’arte astratta - introduce Costa - perché ho voluto,
attraverso l’utilizzo del colore, imprimere nella tela delle emozioni. Le mie emozioni. Nella mia pittura, non
c’è tanto un soggetto quanto
l’utilizzo del colore, cosicché
su quella tela abbiamo un
cielo rosso molto acceso e
mosso che rappresenta la
passione, il nervosimo, che
si contrappone sotto all’azzurro del mare in lontananza e al verde tenue... indice
di serenità e calma. Quel
quadro rappresenta il mio
sogno - illustra Andrea con
un fervore da neofita - mentre lo dipingevo ero immerso
e il colore si è steso da solo
sotto il pennello. Non ho ragionato, non ho ritratto
qualcosa di specifico, ho lasciato andare la mia anima
sulla tela.
Emozioni sue ma che
vanno diritte all’osservatore che viene risucchiato nel
centro del dipinto in questo
trionfo di colori. Ognuno
poi naviga con la fantasia
sua. Non vuole avere condizionamenti e regole Costa,
la sua arte è esenzialmente
emozionale e può sconfinare sull’astrattismo; però è
un appassionato di Monèt e
degli impressionisti per le
loro opere di colore, luce,
emozioni...
Che cosa si aspetta dal
pubblico e dalla ‘critica’ qui
all’Auditorium? “Curiosità.
Mi aspetto che il pubblico mi
chieda il perché di queste
opere e, naturalmente, apprezzi. Mettermi in discussione è una cosa che mi stimola, che mi mette in confronto con me stesso, un’occasione per crescere.”
Andrea Costa dipinge da
circa 14 anni, ha realizzato
diverse mostre personali:
al Museo Estense di Ferrara, presso i Grand Hotels di
Cortina d’Ampezzo, alle
Terme Dolomiti del Comelico, a Castelfranco Veneto,
a Treviso in Piazza dei Signori, ad Auronzo. Con un
gruppo di amici artisti ha
fondato nel 2006 l’associazione ‘Paspartu Cadorini’
che oggi conta con orgoglio ben 46 pittori.
Renata Gatto, diplomata
in ragioneria e con esperienze lavorative al Comune di Domegge, mostra
sempre una gran voglia di
fare. Anche la sua attività
nell’impresa familiare è
stata una scelta: quella di
rimanere in paese. “Sì, in
questo momento che i paesi
si spopolano di giovani sono
rimasta qui, ho sentito il desiderio di fare qualcosa,
concorrere a dare un po’ di
vita e gioventù al paese. Così gestisco l’Easy shop con
mamma Laura e mia sorella, un negozio dove si trova
un po’ di tutto ma soprattutto articoli per la scolastica,
per i bambini.”
Renata sorride, quasi per
scusarsi garbatamente di
parlare di sé.
Riuscitissimo il concorso svoltosi con 80 bambini
al Parco di Vallesella. L’idea di invitare il papà delle
‘formiche’ è della giovane Renata dell’Easy shop
abio Vettori a Domegge. Non è una novità la
F
presenza qui in Cadore dell’artista, papà delle ‘formiche’
umanizzate che popolano anche la nostra zona, lui è conosciutissimo dai bambini che
non vogliono altro che il suo
diario di scuola e oggi 27 luglio fanno la fila all’Easy
Shop per un disegno personalizzato. Con i genitori, sì,
perché le ‘formichine’ piacciono tanto anche agli adulti!
L’idea di questo appuntamento è balenata anni fa alla
giovane Renata Gatto di Domegge che nel suo negozio
di Domegge, l’Easy Shop
and Service appunto, vendeva articoli per la scuola.
“Avevo una gran passione
per questi disegni, così, conosciuto Vettori tramite il suo
sito internet, gli abbiamo proposto di distribuire le sue
creazioni anche attraverso il
nostro negozio.”
Non fu ovviamente un discorso meramente commerciale, e non poteva esserlo.
Fabio e Renata sono entrambi (scusate l’accostamento)
due persone meravigliose,
luminosi nel sorriso, gentili
nei modi, semplici. Così Vettori accolse anche l’invito
d’essere presente annualmente a Domegge per un
concorso di disegno rivolto
ai bambini. Un successo
l’anno scorso, un grande
successo oggi al Tendone di
Vallesella dove ben 80 bambini dai 5 ai 13 anni hanno
partecipato nel pomeriggio
al concorso “A chi voglio bene”: un’ora di disegno e poi
l’esposizione delle “opere
d’arte” sotto il Tendone per
il giudizio insindacabile della giuria, con premio finale
per ogni fascia d’età. I premiati sono: Giorgia Baldovin, Alice, Sabina Da Vià, Nicola Seghizzi, Francesco
Ceolin, Giulia Barnabò, Elmehdi Rajraji, Agnese Talamini. A sindacare in giuria,
oltre a Fabio Vettori, la maestra Tessaro, la dott. De Lorenzo, la prof. Carlet e un’artista di Domegge Claudia
Da Vinchie.
“L’organizzazione ha funzionato, l’iniziativa è stata resa possibile per il contributo di
Easy shop and service, di Vettori che dà sempre la sua disponibilità
gratuitamente,
nondimeno dalla Pro Loco di
Domegge e dall’Associazione
S. Vigilio che ha messo a disposizione il Tendone di Vallesella: tanta la voglia d’essere
disponibili.” - ci tiene a sottolineare Renata, dando ad
ognuno il proprio merito -.
10
ANNO LIX
Agosto 2011
ompie 55 anni l’antiquariato del Comelico.
C
Una bella età per una specialità artistico-artigianale che
ha contribuito a qualificare
turisticamente la vallata. Le
insegne che si incontrano
percorrendo la Val Comelico
danno l’idea di una presenza
preziosa. Di un piccolo mondo che ha saputo far nascere
una specificità economicoculturale anche lontano dai
grandi centri. E con il mercato l’antiquariato ha richiamato in Comelico anche una
particolare attenzione culturale. Perché i mobili antichi,
le statuette lignee, i quadri,
le stufe e tutti gli oggetti da
collezione che si trovano nei
magazzini degli antiquari del
Comelico raccontano la civiltà dei paesi di provenienza. E
sono il frutto di tante esperienze umane che hanno
scritto la storia di tante comunità e di popoli interi. Come a dire che la storia dei popoli non è altro che l’insieme
di tante microstorie fatte di
gesti e di scelte ma anche di
oggetti, di mobili e di componenti dell’arredamento abitativo frutto dell’estro e della
creatività dell’uomo.
Anche il crocifisso ligneo
che Antonio ha acquistato
alla fine degli anni cinquanta
in Val di Zoldo e che conserva gelosamente a casa sua è
frutto dell’estro artistico dell’uomo. Antonio si è convinto che sia un Brustolon. Ma
non ha mai voluto farlo vedere agli esperti. Un po’ per
timore di qualche condizionamento chissà di che tipo e
anche per paura di rimanere
deluso. Proprio un bel tipo Antonio Sacco Sonador di Dosoledo. E’ lui il
capostipite dell’atiquariato del Comelico. E’ stato
lui, 55 anni fa, ad intraprendere l’attività che, un po’ alla
volta, ha contaminato la vasta parentela dei Sacco Sonador ed altri ancora fino a
dar vita ad una tale concentrazione di antiquari in un
solo territorio comunale –
quello di Comelico Superiore – da farne un caso unico
in Italia e non solo.
Proprio un bel tipo Antonio Sacco Sonador di Dosoledo
capostipite 55 anni fa dell’antiquariato in Comelico
OGGETTI DA COLLEZIONE
CHE PASSIONE!
In programma il 21 agosto
a Dosoledo la prima
Giornata dell’Antiquariato
presso il Palazzo della Regola
dove è allestito il Museo Algudnéi
Abbiamo incontrato il patriarca Sacco nella casa del
figlio Giuliano mentre guardava con tanta passione e
spirito critico la tappa del
Tour de France. “E’ sempre
bello il ciclismo. Da sempre è
lo sport migliore. Ma una volta erano più forti”. E lo dice
con la consapevole saggezza
di chi ne ha già viste tante.
Classe 1926, ha cominciato a
fare l’antiquario quando non
aveva ancora compiuto 30
anni. Era il 1956.
“Prima facevo lo stagnino.
Un lavoro che, con l’arrivo
dei nuovi materiali, è andato
via via scomparendo. Avevo
cominciato a fare lo stagnino
fin da ragazzino in Alto Adige. Da noi in Cadore si faticava a tirare avanti.”
Ed è stato proprio in Alto
Adige che Antonio ha scoperto l’opportunità che gli
avrebbe offerto l’antiquariato. Ma il passaggio non è stato diretto. “Conclusa l’epoca
degli stagnini ho cominciato
a raccogliere ferro vecchio e
Per i tuoi
peccati di gola
L’AMORE PER
LA PROPRIA TERRA
ho toccato con mano la possibilità di commercializzare oggetti del passato che piacevano ai collezionisti, agli appassionati. Ricordo ancora l’interesse che richiamavano, ad
esempio, le vecchie serrature
e altri oggetti forgiati dai fabbri artigiani della Val Pusteria. Poi, un giorno, un signore che aveva già comprato
qualcosa mi chiese di procurargli una piccola cassapanca. E’ stata la prima di una
lunga serie che gli ho venduto
guadagnando un po’ di soldini. E’ fatta, pensati. Mi misi
a caccia di mobili in tutte le
valli dell’Alto Adige. Ne acquistai tanti da riempire due
magazzini.” Ma Antonio pensava che sarebbe stato sufficiente possedere i mobili e
aspettare i clienti sulla porta
del magazzino-negozio. “E
invece - sottolinea, alzando il
tono della voce per dar vigore ad un insegnamento che
poi ha dato i suoi frutti - e invece è indispensabile promuovere, comunicare, far cono-
PASTICCERIA
CAFFETTERIA
NEL SEGNO
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Il dolce di produzione propria, la ricerca esclusiva di nuove mète
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Antonio Sacco: “Ci vuole
mestiere, ci vuole passione”
Davide Zandonella Necca:
“Potrebbe nascere un Distretto
dell’antiquariato delle Dolomiti”
scere. E questo vale anche per
il turismo. In Comelico, in
Cadore, abbiamo le più belle
montagne della terra. Ma se
non lo diciamo ai turisti….se
non facciamo arrivar loro,
magari a casa attraverso la
televisione, le immagini delle
nostre montagne, come possiamo pretendere che vengano in vacanza da noi.” E Antonio Sacco Sonador ha fatto
proprio questo. Ha caricato i
mobili e gli oggetti più belli
su un camioncino e ha cominciato a visitare gli antiquari delle città e dei centri
più importanti dell’Alto Adige. “E’ stato un successo. Ho
cominciato a vendere alla
grande. Compravo e rivendevo spesso senza neppure restaurare i mobili. Era tutta
roba di qualità ma non tutti
erano in ordine. Avrebbero
avuto bisogno di un intervento. Non avevo il tempo per
farlo. Compravo e rivendevo
senza fermarmi.”
A proposito di restauro c’è
da dire che Antonio, oltre ad
esser stato un grande lavoratore ha sempre avuto la capacità di imparare al volo arti
e mestieri. Così è stato anche per i lavori di falegname
e soprattutto di restauratore.
“Oggi, molto più di ieri, è indispensabile saper lavorare
bene il legno per poter fare bene l’antiquario.” Ma non basta. Ci vuole tanta passione.
Ed è proprio questa la lezione che Antonio impartisce
quotidianamente ai figli, ai
nipoti e ai clienti che arrivano anche da lontano ad acquistare i suoi pezzi di antiquariati. “La passione è fondamentale - ripete - per acquistare gli oggetti, che vanno ricercati con cura, per restaurarli e per venderli. Il cliente
si accorge se ci metti passione.
Non può essere soltanto un’operazione
commerciale.”
Quando, dopo aver girato
tanto per l’Alto Adige, ha
pensato di aprir bottega nella sua Val Comelico, Antonio
8
si è sentito l’uomo più ricco
del mondo. E qui ha fatto
tanto che è riuscito ad aprire
la strada a tanti altro Sacco
Sonador. Si chiamano quasi
tutti così gli antiquari del Comelico. “Quasi tutti parenti.
Hanno seguito la strada che
ho intrapreso.” L’orgoglio
sprizza anche dai pori della
pelle. E’ comprensibile ed è
giusto. E’ merito suo se il Comelico oggi è noto anche per
l’antioquariato, un settore
commerciale che cammina
di pari passo con la storia e
con l’arte oltre con l’arredamento e l’artigianato. Tutto
è cominciato 55 anni fa con
le prime avventure commerciali di Antonio Sacco Sonador. E la ricorrenza sarà festeggiata domenica 21 agosto con la prima Giornata
dell’Antiquariato in programma a Dosoledo presso il Palazzo della Regola dove è allestito anche il nuovo Museo
Algudnéi. L’incontro è fissato
per le ore 11. In programma
una breve nota storico-economica e, in anteprima, la visita guidata ad alcune autentiche chicche che gli antiquari del Comelico stanno
immettendo sul mercato.
L’iniziativa - sostiene Davide Zandonella Necca,
presidente dalla locale
Consulta della Confcommercio - vuole essere il primo passo per arrivare al riconoscimento di una sorta di
distretto dell’antiquariato.
Potrebbe chiamarsi “Distretto dell’antiquariato delle Dolomiti”. Le condizioni ci sono
tutte a cominciare dall’esperienza lunga oramai 55 anni.
Molto dipenderà dalla capacità degli operatori di mettersi insieme, superando gli individualismi, per dar vita ad
un gruppo compatto. Allora
il successo è garantito. E i
benefici saranno per tutti:
per gli antiquari e per il Comelico dal momento che
questo specifico settore economico può essere, a ragione, annoverato tra quelli capaci di richiamare turismo
di eccellenza.
Bepi Casagrande
IMPIANTI SCIISTICI
INIEZIONE DA 40 MILIONI DI EURO
dalla prima pagina
Il presidente Rinaldo Tonon
ha evidenziato: è un progetto di circa 40
milioni di euro che comprende tra l'altro
due impianti di risalita con cabine, di circa 2900 metri, varie piste di collegamento, innevamento artificiale e naturalmente opere di completamento e supporto come parcheggi, aree attrezzate, viabilità
ecc.
L'intervento di Franz Senfter è stato
molto significativo. "Questo è un grande
progetto" ha detto l'imprenditore, "di importanza storica. E devo ammettere che la
prima idea per questo collegamento l'avete
avuta voi. Quando ne sono venuto a conoscenza l'ho apprezzata molto perchè rappresenta il futuro per l'intera area sciabile.
I vantaggi di questo progetto sono reciproci. La Pusteria aumenta la sua offerta sciistica con una serie di piste molto belle che gli amanti dello sci apprezzeranno
sicuramente. Il Comelico entrerà in un circuito prestigioso, con un conseguente aumento di turisti. Naturalmente sarà un
processo che richiederà del tempo; dopo la
realizzazione delle opere ci vorranno degli
anni per vedere risultati tangibili. Ma la
strada è quella giusta. Voi ci credete, noi ci
crediamo".
Tra le voci dei soci è emersa la conside-
razione sugli investimenti locali, fatti finora, il cui valore è oggi prossimo allo zero,
ma Senfter non la pensa cosi. "Prima di
tutto se voi non aveste fatto il primo impianto, la seggiovia Col d'La Tenda, oggi non sarebbe possibile parlare di
questo progetto grandioso. E poi da moltissimi anni lavoro con gli impianti di risalita e so benissimo che in questo settore non
si guadagna mai. Però sono investimenti
essenziali per far fiorire tutte le altre attività e i nostri paesi ".
In chiusura dell'incontro è intervenuto
anche il sindaco Mario Zandonella che
ha spiegato in sintesi il contenuto del cosiddetto "fondo Brancher" cui il Comune
di Comelico Superiore è titolato ad accedere in quanto confinante diretto con la
Provincia di Bolzano. "A fine giugno abbiamo presentato all'organismo competente il progetto di collegamento che centra
perfettamente gli obiettivi della legge istitutiva: il riequilibrio delle situazioni socio
economiche dei territori veneti confinanti
con l'Alto Adige. Attendiamo ora di vedere
l'esito nel momento dell'assegnazione di finanziamenti".
(nella foto in prima pagina,
Franz Senfter al centro con Rinaldo Tonon)
SPECIALE ESTATE
Inserto del n. 8 Agosto 2011 - Distribuzione gratuita - Direzione e Amministrazione: Pieve di Cadore, P.za Tiziano - Direttore responsabile Renato De Carlo
AGOSTO IN CADORE
MIRIADE DI PROPOSTE
UN’ESTATE
IN VETRINA
osa offre il Cadore in agoC
sto? Moltissimo e di più! Magari non viene confezionato e promosso come si dovrebbe. Forse ci
sarebbe bisogno di maggior coordinamento. Di certo questa miriade di proposte non è sostenuta dalle campagne pubblicitarie delle vicine contrade altoatesine, trentine
e friulane. Ad ogni modo le proposte cadorine per vivere intensamente qualche ora o qualche giorno di gioia e soddisfazione sono
proprio tante.
Provate a scorrere queste pagine che sono la vetrina delle offerte
estive del Cadore. Ce n’è per tutti i
gusti. Non manca la cultura. Quella minuscola e quella maiuscola.
Quella delle mostre d’arte e quella
delle conferenze e dei libri. Non
manca la musica. Provate a contare i concerti strumentali e vocali.
Le feste poi si rincorrono di paese
in paese esibendo il meglio della
tradizione e della modernità. Lo
sport, ovviamente, è in primo piano. E anche per quanto riguarda
l’escursionismo e l’alpinismo le
proposte cadorine non temono
concorrenza. Le Dolomiti di casa
consentono agli appassionati di vivere, nella natura, autentiche avventure.
Come vedete l’offerta è generosissima.
B.C.
L’estate in Cadore è una miniera di
iniziative. Feste, concerti, appuntamenti culturali, escursionismo,
sport, rassegne enogastronomiche
AGOSTO 2011
lago di Auronzo
Quei venerdì lunghi
e belli sotto le stelle
venerdì di Pieve e Santo StefaI
no sono oramai famosi. Sono i
venerdì lunghi dell’estate cadorina. Che vanno a sommarsi alle
tantissime feste che, in ogni paese, si protraggono fino a notte. E
non importa se il tempo meteorologico fa le bizze. Anzi, la presenza
in piazza, anche con l’ombrello, ha
caratterizzato ancor di più una iniziativa che sta prendendo piede alla grande. E’ un modo per allungare la vacanza. Ma anche un espediente per far conoscere di più e
meglio il bello che c’è in Cadore.
Che è tanto.
Il fatto di esporre in piazza fino
a tarda ora i prodotti dell’artigianato o dell’agricoltura è anche un
modo per rafforzare quel legame
affettivo che lega il turista alla no-
stra terra. E considerata la partecipazione di tante famiglie al completo c’è da dire che i risultati sono lusinghieri. Se poi guardiamo
alla coreografia che fa da sfondo
all’iniziativa, allora bisogna parlare di spettacolo. E non solo perché c’è la musica dal vivo o qualche giocoliere e mimo che si esibisce per strada ma soprattutto
perché il clima è di festa vera.
In molti sostengono che il modello dei venerdì di Pieve e di
Santo Stefano potrebbe diventare
un cliché per l’intero Cadore. Potrebbe essere, ad esempio, un
“Cadore sotto le stelle” itinerante
che coinvolge tutti i paesi del Cadore. Ogni sera un paese diverso.
Ovviamente l’operazione necessita di un coordinamento
I rifugi del Cadore invitano al grande gioco dell’estate LA CIMA PICCOLA
CON 15 TIMBRI SI VINCONO
SPECK E FORMAGGI CADORINI
COMPIE 130 ANNI
Auronzo, 20 agosto
Ricordo della
prima salita
Un calendario di attività per tutti i gusti che coinvolge
tutti i paesi Cadorini con iniziative che si rincorrono di
giorno in giorno e a tutte le ore. Ne sono esempio le movimentate serata dei venerdì di agosto a Pieve di Cadore
con “Pieve sotto le stelle” e a Santo Stefano con “Vita nelle Vie”. Sulla stessa lunghezza d’onda si è sintonizzato
anche Lorenzago con “Lorenzago aperta 2011”. Poi ci sono le attività specifiche rivolte agli appassionati di montagna. Quelle promosse dalle Guide alpine di Auronzo,
di San Vito e della Stazione Dolomiti. Anche a Sappada,
da domenica a lunedì, vengono organizzate gite ed
escursioni. Durante tutto il mese di agosto poi la grande
protagonista sarà la cultura: dalle visite ai musei alle conferenze, dai dibattiti alle mostre d’arte e storiche come
quella sull’Unità d’Italia allestita nella sala consiliare del
Municipio di Pieve. Si possono visitare inoltre mostre di
pittura a Sappada, Santo Stefano, Lozzo, Auronzo, San
Vito e Vigo. E fino al 9 agosto a Lorenzago resta aperta
la grande mostra storica sull’alpinismo del Cadore. Pure
ad Auronzo, organizzata dalla locale Sezione del Cai.
E adesso gli appuntamenti giorno per giorno:
LUNEDÌ 1
AURONZO - Mostra Missionaria a Villapiccola. Fino al
31 agosto.
- Mostra fotografica su: Ettore e Bruno Castiglioni, due
fratelli alpinisti e le Dolomiti. A Palazzo Corte Metto fino al 15 agosto.
- Mostra retrospettiva di Alberto Savi. Nella sala esposizioni del Municipio fino al 18 agosto.
LOZZO - Inaugurazione Mostra del Cai: “I grandi animali sulle montagne italiane”. Auditorium ore 21.
LORENZAGO - Mestieri in Piazza Calvi.
MARTEDÌ 2
SAN VITO DI C.- Concerto Rassegna Dino Ciani. Sala
Polifunzionale ore 21.
SANTO STEFANO DI C. - Mercatino dell’artigianato in
Piazza Roma dalle ore 9 alle ore 19.
LORENZAGO - Omaggio a Fabrizio De André da parte
del Gruppo musicale di Costalta, ore 21.
PERAROLO - Passeggiata con il Grest. Partenza ore 9.
MERCOLEDÌ 3
AURONZO - Escursione per ragazzi dai 7 anni in su.
Con le Guide alpine intorno alle Tre Cime di Lavaredo
dove un tempo c’era il mare. Partenza ore 9 dall’Ufficio
Turistico di Auronzo.
- Il Veneto nell’unità d’Italia. In Municipio,ore 21.
PIEVE - Spettacolo di ballo in piazza a Tai, ore 21.
BORCA - Rassegna Dino Ciani. Chiesa Nostra Signora
del Cadore (ex Villaggio Agip) ore 21.
LORENZAGO - L’organo Comelli in un libro. Presentazione nella chiesa parrocchiale, ore 21.
CALALZO - Ellis Caraoke in piazza a Calalzo.
SAPPADA - Corsa di Sant’Osvaldo. Corsa in montagna.
Partenza da Cima Sappada. Partenza ore 17.
- Musica a Borgata Ecche, ore 18.
PERAROLO - Passeggiata con il Grest, ore 9 dalla canonica.
Rifugio Chiggiato a Calalzo
GIOVEDÌ 4
PIEVE - Dolomiti: un bene per una valorizzazione di
qualità. Conferenza presso la Magnifica Comunità di
Cadore, ore 18.
l gioco è molto semplice. Consiste nel
I
visitare 15 rifugi alpini del Cadore,
possibilmente mangiare o bere qualcosa,
scambiare due parole con il gestore e timbrare, ovviamente con il timbro del rifugio, il libretto “Cadore regno dei rifugi” in
distribuzione gratuita presso i rifugi del
Cadore. Il libretto con i 15 timbri va presentato alla Stazione Dolomiti che si trova
a Caralte di Perarolo (sulla strada che
scende dal Cadore verso Belluno e verso
l’autostrada). E’ qui che si ritirano i premi
in natura, a denominazione d’origine controllata. Si tratta di abbondanti confezioni
di formaggio e speck prodotti in Cadore.
Ma il regalo più importante che ogni
partecipante si porta a casa è rappresentato dagli ambienti naturali e dai paesaggi
incoronati dalle Dolomiti, dal silenzio e
dalle favolose atmosfere che ha visto, vissuto ed assaporato, percorrendo i sentieri
che portano ai rifugi. Provare per credere.
Con una festa alpinistica in grande stile sabato
20 agosto alle ore 20,30 in
piazza ad Auronzo sarà ricordata la prima salita
sulla Cima Piccola di Lavaredo. Rassegna di immagini e testimonianze delle
Guide alpine, del Cai e del
Soccorso alpino di Auronzo e della Val Pusteria.
Iniziativa realizzata con il contributo del Consorzio dei Comuni del Bacino
Imbrifero Montano del Piave appartenenti alla Provincia di Belluno
II Speciale Estate 2011
AGOSTO IN CADORE
MIRIADE DI PROPOSTE
- Palio di S.Andrea con presentazione della Squadra che
parteciperà al Palio di San Martino.
- Escursione storica per il 150° dell’unità d’Italia. Partecipa lo storico Giovanni De Donà.
- Concerto di Elena De Michiel ore 21.
PELOS - Festa dei canederli. In piazza a Pelos ore 20.
CIMA SAPPADA - Festa di Sant’Osvaldo e musica nei
borghi, ore 16.
VALLE DI C. - Concerto d’organo. Chiesa parrocchiale
ore 21.
SAPPADA - Concerto di musica da camera nella Chiesa
di Santa Margherita, ore 21.
- Sprintissimo dei campioni di ski roll.
- Musica nei borghi, ore 16.
AURONZO - Giro delle Tre Cime di Lavaredo con le
Guide alpine. Gita gratuita riservata ai bambini ospiti
degli alberghi aderenti al Consorzio Turistico di Auronzo. Partenza ore 8,30 dall’Ufficio Turistico.
LUNEDÌ 8
PIEVE - Andrea Schiavone interpreta Tiziano. Magnifica Comunità ore 21.
SAPPADA - Trofeo di bocce Lui e Lei.
LORENZAGO - La notte della poesia: poeti e cantori recitano e improvvisano, ore 21.
AURONZO - Serata con la musica di Guido Mainardi.
Piazza Santa Giustina ore 21.
CALALZO - Le immagini e i racconti di Antonella Fornari. Municipio ore 21.
SAN VITO - Presentazione libro “L’energia del sasso”.
Polifunzionale ore 21.
SABATO 6
AURONZO - Concerto in memoria dell’alpinista irlandese John Ball. Teatro Kursaal, ore 21.
PERAROLO - Festa di Sant’Osvaldo con Messa a Dubbiea. Visite guidate al Museo del Cidolo.
Per informazioni telefonare al 340.3303125.
- Inaugurazione Mostra Acquarelli di Piermario Del Favero presso ex scuola elementare.
DOMEGGE - Mercatino dell’antiquariato e dei prodotti
tradizionali. In piazza dalle ore 10.
- La pizza in piazza. Piazza dei Martiri dalle ore 19.
LORENZAGO - Concerto di musica classica e jazz del
Mozart Trio, ore 21.
CAMPOLONGO - Balli e giochi dalle ore 15.
PIEVE - Sabato al Museo: un giorno su Marte. Museo
dell’Occhiale ore 15,30.
- Festival Dino Ciani. Concerto al Cos.Mo ore 21.
LOZZO - La Sezione Cai compie 40 anni. Festa al Rifugio
Ciareido con escursione sulle Marmarole.
- Serata di teatro presso le Scuole medie, ore 21.
VIGO - LAGGIO - Festa dei Ciantoi: tradizionale mercatino di prodotti artigianali lungo le vie del paese.
VALLE DI SAN PIETRO - Prende il via la tradizionale
Sagra di San Lorenzo.
SAN VITO - Mercatino dell’antiquariato.
- Concerto dei Cori San Vito, Maranina e Monte Pasubio. Chiesa parrocchiale ore 21.
VALLESINA - Festa con musica e gastronomia doc. Inizio ore 19,30.
COSTALTA - Concerto vocale dei cori Comelico e Sorgenti del Piave.
BORCA - Concerto d’organo in chiesa, ore 21.
DOMENICA 7
AURONZO - Camignada poi siè refuge. Corsa in montagna non competitiva di 30 chilometri con partenza da
Misurina e arrivo ad Auronzo.
- Auronzo Incentro: negozi aperti e animazione lungo le
strade del centro. Dalle ore 21.
SANTO STAFANO - Tombola in Palazzetto, ore 21.
- Gara di MTB, Partenza ore 9,30.
COMELICO SUPERIORE - Spettacolo per bambini in
Piazza San Luca a Padola.
SAN VITO - A letto bambini che c’è Petrolini. Spettacolo teatrale. Polifunzionale ore 21.
PERAROLO - Simposio di pittura.
SAPPADA - Serata dell’Ospite con musica e folklore.
- Rassegna musicale al Rifugio Calvi, ore 14.
LORENZAGO - Festa della Comunità di Lorenzago.
MERCOLEDÌ 10
VALLE DI SAN PIETRO - Festa di San Lorenzo. Concerto Coro Comelico, ore 18.
BORCA - Festa campestre a Villanova, ore 19.
AURONZO - Escursione per ragazzi con le Guide alpine
sui Cadini di Misurina. Partenza ore 9 dall’Ufficio Turistico.
PIEVE - A letto con Monna Lisa. Magnifica Comunità,
ore 21.
SAPPADA - Musica neo Borghi. Concerto a Borgo Kottern, ore 18.
- Spettacolo Gruppo Musicale di Costalta, ore 20,30.
MERCATINI NEI PAESI DEL CADORE
Una delle attrazioni dell’estate sono i mercatini dell’usato, dell’antiquariato, del collezionismo. Una bella
realtà che si sta allargando anche in Cadore. Scorrendo il calendario delle iniziative del mese di agosto ci si
rende conto di quale rilievo abbiano assunto queste
iniziative. Si organizzano mercatini a Santo Stefano,
Lorenzago, Sappada, Vigo, Domegge, Borca Tai, Dosoledo e Auronzo.
Le opportunità non mancano per immergersi in un
mondo che racconta la storia delle nostre comunità.
Foto Cervo
VENERDÌ 5
SELVA DI C. - Presentazione del lungometraggio “Le
senza volto: le streghe di Cavarnere” prodotto dall’associazione Belluno Ciak.
COMELICO SUPERIORE - Montagna amica e sicura.
Incontro con le Guide alpine e il Soccorso alpino sulla
prevenzione degli incidenti in montagna. Rifugio Rinfreddo ore 20,30.
COSTA - Concerto di musica vocale sacra nella chiesa
di San Daniele, ore 20,30.
LOZZO - Concerto della Banda Musicale di Feltre in Auditorium comunale, ore 21.
CALALZO - Corsa a staffetta all’americana. Sesta edizione della Notturna Panoramica. Partenza ore 19 dalla
piazza di Calalzo.
LORENZAGO - Un video sui tesori artistici. Cinema
parrocchiale ore 21.
PERAROLO - Spettacolo con i ragazzi del Grest. Giardino di P. Lazzaris ore 20,30.
PELOS - Festa dei Canederli. Cena a tema.
CALALZO - Staffetta all’americana in notturna. Partenza dalla piazza di Calalzo ore 18.
SAPPADA - Sprintissimo di ski roll dei campioni di fondo in ritiro a Sappada. Inizio ore 18.
- Apertura serale del Museo Etnografico.
- Concerto di musica da camera. Chiesa S.Margherita
ore 21.
SANTO STEFANO - Vita nelle Vie. Negozi aperti e musica, teatro e arte per le vie. Dalle ore 21.
SAN VITO - Concerto del Venice cello ensemble. Chiesa parrocchiale ore 21.
- Spettacolo per bambini. Centro commerciale ore 18.
MARTEDÌ 9
LOZZO - Concerto di San Lorenzo per coro, orchestra
ad archi, organo e cembalo, ore 21.
BORCA - Concerto corale per marimba, ore 21.
SAN VITO - Concerto di chitarra nella chiesa della Difesa, ore 21.
CALALZO - Baby Dance in piazza, ore 20,30.
SAPPADA - Musica a Borgo al Sole, ore 18.
LORENZAGO - Tradizionale sagra paesana. Gastronomia e musica.
Cibiana e i suoi murales
VILLANOVA DI BORCA - Festa campestre, ore 19.
CALALZO - Tombola in piazza, ore20,30.
LORENZAGO - Festa a Villapiccola.
SELVA - Festa di San Lorenzo.
LOZZO - Sagra di San Lorenzo con fiera e tombola.
PERAROLO - Ballo in piazza a Caralte, ore 21.
GIOVEDÌ 11
BORCA - Serata con le immagini e le storie di Antonella Fornari.
SAPPADA - Concerto di musica da camera nella Chiesa di Santa Margherira, ore 21.
- Mostra collezionismo. Piazza Palù, ore 10.
CALALZO - La battaglia di Cadore. Conferenza in Municipio, ore 21.
VALLE - Balcone fiorito. Premiazione concorso in Sala
Polivalente alle ore 21.
COSTALTA - Concerto Coro Comelico, ore 21.
AURONZO - Serata con la musica di Guido Mainardi.
Piazza Villapiccola, ore 21.
SANTO STEFANO - Teatro in Palazzetto, ore 20,30.
LOZZO - Il Coro Oltre Piave in Auditorioum, ore 21.
SAN VITO - Concerto del Quartetto B. Marcello. Polifunzionale ore 21.
VENERDÌ 12
VALLE - Oliviero Mario Olivo, scalatore di Venas tra i
primi a superare il 6° grado. Confronto tra alpinisti sulla sua attività che si è svolta nella prima metà del secolo scorso. Immagini inedite e testimonianze di chi l’ha
conosciuto e di chi ne ha ripercorso le vie di roccia. Sala Municipio ore 21.
BORCA - Concerto del Coro parrocchiale nella Chiesa
dei Santi Simone e Giuda, ore 21.
- Mostra del pittore Luciano Franzin presso la Scola.
SAN VITO - Concerto del Venice Dixie, ore 21.
SANTO STEFANO - Vita nelle Vie dalle ore 21.
CALALZO - Olimpiadi Cadorine dei giochi di un tempo in piazza a Calalzo.
LORENZAGO - Concerto di Musica Medioevale, ore 21.
SAPPADA - Sappada d’Estate. Per tre giorni il centro storico resterà chiuso con negozi aperti e festa in strada.
- Rassegna di cori. Chiesa Santa Margherita ore 21.
- Concerto giovani musicisti. In Municipio, ore 18.
AURONZO - Escursione per bambini alla scoperta
della vita in malga. Organizzano le Guide alpine e naturalistiche. Partenza ore 9 dall’Ufficio Turistico di Auronzo. Informazioni allo 338.6755223.
Speciale Estate 2011 III
- Presentazione dell’ultimo libro di Antonella Fornari in
Municipio alle ore 21.
SABATO 13
CALALZO - Ernesto Bertagnin, Guida alpina protagonista dell’alpinismo cadorino. Immagini e testimonuanze.
Ore 20,30 Municipio di Calalzo.
VENAS - Festa di Ferragosto con stand enogastronomici,
musica e ballo.
PIEVE - Sabato al Museo: il Signore degli anelli… Saturno. Museo dell’occhiale ore 15,30.
BORCA - Festa campestre a Laguna, ore 19.
SAPPADA - Spettaciolo pirotecnico, ore 23.
- Musica a Borgata Fontana, ore 18.
LOZZO - Il Corpo Musicale Valboite si esibisce in concerto. Auditorium, ore 21.
LUNEDÌ 15 FERRAGOSTO
CORTINA D’AMPEZZO - Festa delle Guide Alpine del
Veneto. Ore 20 sfilata in Corso Italia e premiazione Guide Alpine Emerite. Concerto-omaggio della Banda musicale di Cortina.
SELVA - Sagra della Madonna de Aost.
CALALZO - Toro allo spiedo. Colonia, ore 12.
DOMEGGE - Pic nic di Ferragosto presso la Stalla di
Tano.
LORENZAGO - Festa dell’Assunta.
LOZZO - Inaugurazione Parco Benedetto XVI°.
PERAROLO - Lotteria di Ferragosto. Ore 11 in piazza.
VIGO - Festa comunitaria a Casera Razzo.
AURONZO - Mostra micologica in biblioteca.
MARTEDÌ 16
CALALZO - Super mini show. Clown, giocolieri, fachiri
FUOCHI ARTIFICIALI
Foto Ott. Capri
CONCERTI BANDE MUSICALI
Concerti e rassegna delle Bande Musicali o Corpi Musicali sono in programma in diversi centri del Cadore. Un modo per immergersi in un’atmosfera festosa che solo le Bande sanno dare.
Anche quest’anno, in occasione di Ferragosto ci sono tre gli spettacoli pirotecnici che richiameranno l’attenzione dei
Cadorini e dei Turisti in Cadore: quello di
Sappada in programma sabato 13 agosto,
quello di Santo Stefano domenica 14 agosto e quello di Auronzo in programma
martedì 16 agosto in riva al lago.
CASERA RAZZO - Pic-nic a Casera Razzo (tutti i giorni fino al 16 agosto).
PERAROLO - Torneo di minigolf. Impianti sportivi di Caralte ore 10.
- Concerto Coro El Piave. Piazza Caralte ore 21.
SAN VITO - Concerto del San Vito Blues & Soul Festival.
Polifunzionale ore 21.
LORENZAGO - Eccezionale monologo dell’attore Paolo
Rossi. Teatro parrocchiale ore 21.
-Mercatino dell’antiquariato in Piazza Calvi.
in piazza, ore 20,30.
SAN VITO - Concerto del Coro San Vito nella chiesetta
di Serdes, ore 21.
AURONZO - Concerto della Banda Musicale di Auronzo e Spettacolo pirotecnico sul lago.
BORCA - Mercatino dell’antiquariato.
LOZZO - Serata con le immagini e i racconti di Antonella Fornari. Auditorium ore 20,30.
PERAROLO - Concerto sotto le stelle con l’Orchestra
Dolomiti Synphonia di Belluno, ore 21.
DOMENICA 14
SAPPADA - Discesa dal campanile a corda doppia con il
Cai di Sappada, ore 18.
LORENZAGO - L’antiquariato in Piazza Calvi.
- Concerto d’organo in chiesa parrocchiale, ore 21.
CALALZO - Gara di pesca alla trota più grossa. Lagole,
ore 8.
DOMEGGE - Aspettando Ferragosto. Tutti in piazza: giochi, musica e discesa dal campanile degli Operatori del
Soccorso alpino.
SANTO STEFANO - Spettacolo Fuochi d’Artificio. Dalle
ore 21 alle ore 22,30.
MERCOLEDÌ 17
AURONZO - Escursione per bambini sulle Marmarole.
Dal Col Agudo al Rifugio Ciareido. Partenza ore 9 dell’Ufficio Turistico di Auronzo. Organizzano le Guide alpine 3Cime di Auronzo.
- Festa per il gemellaggio Auronzo-Lipari per le Dolomiti e
le Eolie patrimonio dell’Unesco. Teatro Kursaal, ore 21.
- Mercato dell’antiquariato.
- Laboratorio creativo per bambini, ore 17.
SAPPADA - Musica al Rifugio 2000, ore 15.
PERAROLO - Le immagini di montagna di Angelo Zangrando in piazza a Caralte, ore 21.
SAN VITO - Spettacolo teatrale delle Bretelle Lasche.
Polifunzionale ore 21.
CALALZO - Karaoke in piazza, ore 20,30.
LORENZAGO - Festa Bavarese, ore 19,30.
GIOVEDÌ 18
AURONZO - Il Premio Auronzo quest’anno viene assegnato al musicista Giusto Pio. Sala consiliare del Municipio, ore 21.
- Gita con le Guide alpine al Rifugio Auronzo. Pasrtenza
ore 8,30. Per info. 0435.9359.
CIMA SAPPADA - Le più belle melodie di tutti i tempi.
Sala Congressi ore 21.
VALLE - La lunga marcia dei 54. Documentario sull’eccidio nazifascista di Villamarzana. Sala Municipio ore
21.
CALALZO - Torneo di calcio balilla in piazza, ore 17.
LORENZAGO - Baby Dance in Piazza Calvi, ore 20,30.
PERAROLO - Paesani e villeggianti in festa. Dalle ore 12
presso gli impianti sportivi di Caralte.
SAN VITO - Concerto del Corpo musicale della Valboite. Polifunzionale ore 21.
VENERDÌ 19 AGOSTO
COMELICO SUPERIORE - Alla scoperta dei paesi del
Comelico Superioere. Partenza dalla Piazza San Luca di
Padola alle ore 9.
SANTO STEFANO - Vita nelle Vie. Negozi aperti e spettacoli nelle strade chiuse al traffico.
SAN VITO - Concerto del Quartetto d’archi di Venezia.
Polifunzionale ore 21.
PERAROLO - Concerto di Musica Medioevale eseguito
da “In Unum Ensemble”, ore 20,30.
CALALZO - Bimbi in festa. Piazza, dalle ore 17.
SABATO 20
AURONZO - In piazza Santa Giustina alle ore 20,30 festa per i 130 anni della prima salita alla Cima Piccola di
Lavaredo e per i 60 della prima traversata della Cengia
Gabriella. Nel corso della festa si effettuerà la calata
dal campanile di Santa Giustina da parte degli alpinisti
del Cai, Guide alpine e Operatori del Soccorso alpino.
La manifestazione inizia alle ore 21. Nel caso di pioggia si svolgerà in municipio.
- Concerto per tromba e organo. Chiesa di Santa Giustina ore 21.
- AuronzoINcentro dalle ore 21 lungo le vie del centro.
SELVA - Premiazione Concorso di disegno e fotografia
“Luci e Colori”. Le opere devono pervenire al Museo
Cazzetta entro il 7 agosto (www.valfiorentina.it). In occasione delle premiazioni sarà consegnato il 1° Memorial Palmieri-Mazzotti per la diffusione della cultura
locale.
Venas - Festa di San Rocco con ballo e stand gastronomico a partire dalle ore 19,30
LOZZO - Gara di corsa delle Burele.
PIEVE - Tiziano in vendita spunti dal collezionismo e
dal mercato veneziano. Magnifica Comunità, ore 21.
BORCA - Premiazione balcone fiorito all’Happy Park
ore 21.
- L’Albero delle streghe: laboratorio didattico per ragazzi. Inizia alle ore 20 presso la Conchiglia.
VALLE - Festa di San Rocco.
Sappada - Serata di moda e party. Sfilata in Piazza Palù,
ore 20,30.
- Rassegna di cori nella Chiesa di Santa Margherira,
ore 21.
- Ex tempore per bambini con Fabio Vettori.
CALALZO - Torneo di Calcio balilla in piazza.
GREA - Festa della patata.
LORENZAGO - Festa dello sport. Centro sportivo Cridola ore 8.
Simmetria Distorta in concerto. Cinema parrocchiale
ore 21.
LOZZO - Corsa delle Burele presso le Scuole Elementari.
LAGGIO - Karaoke con Elio Grandelis. In Arena ore
20,30.
TAI - Tai in festa. Musica e gastronomia dalle ore 12 in
località Manzago.
- Mercatino dell’antiquariato e del collezionismo in
piazza a Tai.
SANTO STEFANO - Bell’Italia: mercatino di prodotti
tipici, dalle ore 9 alle ore 19.
AVVENTURA E NATURA
CON LE GUIDE ALPINE
Con le Guide Alpine di Auronzo, San Vito e della
Stazione Dolomiti le Vie classiche delle Dolomiti
possono essere affrontate da tutti... o quasi. Ci sono
salite al Pelmo, alla Civetta, al Cimon del Froppa sulle Marmarole, alle Tofane...
PER SAPERNE DI PIÙ telefonare allo 339.1330005
oppure all’Ufficio Turistico di Auronzo 0435.9359.
PER SAPERNE DI PIU’
Il calendario delle manifestazioni e degli appuntamenti è stato redatto grazie alla collaborazione dell’Azienda di Promozione Turistica della Provincia
di Belluno che può essere facilmente interpellata
attraverso il sito:
www.infodolomiti.it
Per informazioni e delucidazioni ecco
i numeri di telefono degli Uffici di
Informazione e di Assistenza Turistica
presenti sul territorio cadorino:
AURONZO - 0435.9359
CALALZO - 0435.32348
SANTO STEFANO DI C. - 0435.62230
SAPPADA - 0435.469131
TAI - PIEVE DI CADORE 0435.31644
SAN VITO DI CADORE - 0436.9119
IV Speciale Estate 2011
DOMENICA 21
DOSOLEDO - Giornata dell’antiquariato. Confronto sulle
radici storiche dell’antiquariato in Comelico e visita guidata ad alcuni “pezzi” preziosi e storici dell’antiquariato locale. Museo Algudnei ore 11.
CASERA RAZZO - Festa delle casere.
SAN VITO - Concerto d’organo. Chiesa parrocchiale, ore
21.
LORENZAGO - Festa dello Sport. Centro sportivo Cridola ore 8.
- Premiazioni Festa dello Sport ore 21.
CAMPOLONGO - Festa della Madonna della Salute con
messe, processione, mercatini di prodotti locali e ballo in
piazza.
AURONZO - Conversazione su Tiziano. Sala del Municipio ore 21.
- Mostra di scultura di Andrea Decani. In Municipio fino
all’11 settembre.
- Mercatino dell’Artigianato artistico a Reane.
LUNEDÌ 22
BORCA - Una giornata con il disegnatore Fabio Vettori.
Dalle ore 10 presso la Scola.
SAN VITO - Tiziano giovane. Conferenza sala municipale,
ore 21,15.
LORENZAGO - Baby Dance in piazza, ore 20,30.
AURONZO - Incontro con lo scrittore Gian Antonio Stella. Teatro Kursaal, ore 21.
MARTEDÌ 23
SAPPADA - Musica nei Borghi. Concerto in Borgata Fontana, ore 18.
MERCOLEDÌ 24
PIEVE - Il fantasma di Giorgione. Conferenza in Magnifica Comunità, ore 21.
AURONZO - Escursione per bambini alla Torbiera di
Dante con le Guide alpine.
- Laboratorio per bambini. Piazzetta Ospitale, ore 17.
CALALZO - Torneo di briscola in piazza.
LORENZAGO - Il Veneto nell’Unità d’Italia. Conferenza in
Cinema parrocchiale ore 20,30.
LAGGIO - Ballo in piazza rioservato ai bambini. In Arena
ore 20,30.
GIOVEDÌ 25
AURONZO - Serata con la musica di Guido Mainardi.
Piazza Reane ore 21.
- Gita sul Monte Piana con le Guide alpine. Per informazioni telefonare allo 0435.9359.
PERAROLO - Dal Cadore al Nepal: immagini e racconti di
avventura della Guida alpina Michele Barbiero. Stazione
Dolomiti a Caralte ore 21.
LOZZO - L’Egitto di Tiziano. Conferenza a Palazzo Pellegrini, ore 21.
VENERDÌ 26
ZOPPÈ - Incontro Europeo dei Carbonai. Interverranno
delegazioni di Germania, Polonia, Svizzera, Austria, Olanda, Belgio e Francia. L’incontro inizierà giovedì 25 a Forno di Zoldo e continuerà il 27 a Zoldo Alto per concludersi domenica 28 agosto a Pieve di Cadore.
SAPPADA - Concerto di musica da camera. Chiesa Santa
Margherita ore 21.
SAN VITO - Concerto Coro San Vito. A la Schola, ore 21.
- Spettacolo per bambini. Centro commerciale ore 18.
Santo Stefano - Escursione al Monte Zovo. Partenza ore 9
da Piazza Roma.
- Vita nelle Vie dalle ore 21 alle ore 23,30.
COMELICO SUPERIORE - Spettacolo teatrale de “I Comelianti”. Rifugio Rinfreddo, ore 18.
BORCA - Arriva Nane Gnoko. Laguna dalle 17,30.
Concerto Coro San Vito, Scola ore 21.
SABATO 27
BORCA - Incontro con la scrittrice Irene Pampanin. A la
Schola, ore 21.
AURONZO - Serata di canti di montagna. Sala del Municipio ore 21.
- Prove del Gran Premio Motonautico del Cadore.
Pieve - Sabato al Museo dell’Occhiale. Pomeriggio con i
bambini dai 5 ai 10 anni.
SAPPADA - Concerto nella chiesa di Santa Margherita,
ore 21.
- Rassegna note al Rifugio Sorgenti del Piave, ore 14.
VALLE - Ghe xè poco da ridere. Teatro-cabaret in lingua
veneta. Teatro parrocchiale ore 21.
LORENZAGO - I pascoli di Lorenzago. Immagini e storie.
Cinema parrocchiale ore 21.
SAN VITO - Torneo di calcio Memorial Paolo Dal Pont.
Campo sportivo ore 9.
CALALZO - Festa del volontariato. Teatro tenda, ore
19,30.
LOZZO - Concerto del Coro Cantores Pagenges e dell’Orchestra Barocca. Auditorium ore 21.
LAGGIO - Musica, patate e formai. In Arena ore 20,30.
DOMENICA 28
AURONZO - 61° Gran Premio Motonautico del Cadore.
LOZZO - Concorso “Cadore in fiore”.
SAN VITO - Concerto dei Lastrain. Parco, ore 17
Un patrimonio
culturale
che attrae
e affascina
TI INVITO
AL MUSEO
etti in preventivo un giorno di brutto tempo duranM
te le vacanze e il Cadore ti da tanti
buoni motivi per non rimpiangere
il sole.
Tutto merito del patrimonio culturale che questa terra possiede.
Un tesoro inestimabile che, almeno in parte, si trova custodito nei
musei del Cadore. Una rete di musei che custodisce ed esibisce vita, morte e miracoli delle valli cadorine.
Iniziamo il nostro giro da PIEVE DI CADORE che è la storica
capitale del Cadore ed è sede della
Magnifica Comunità di Cadore
che affonda le radici nel tardo Medioevo (XIII secolo) e nelle esperienze di autogoverno che hanno lasciato forti valori identitari. L’offerta
culturale ripresenta qui quell’interessante percorso che dall’epoca antica porta a quella contemporanea e
ci fa capire l’importanza ed il fondamentale ruolo svolto dal Cadore nel
passato. Partendo dalle vestigia preromane del IV sec. a.C. e romane
raccolte nel Museo Archeologico,
si passa all’affascinante storia medievale e moderna rappresentata
dal Palazzo Comunitativo pregno
di testimonianze che hanno sempre
profondamente legato le genti cadorine; a qualche centinaio di metri, si
può visitare la Casa Natale di Tiziano dove ci s’immerge ancora nella magica atmosfera dei ricordi del
sommo pittore; si passa poi all’età
contemporanea, ben rappresentata
dal Museo dell’Occhiale, che offre uno spaccato delle attività che
hanno caratterizzato lo sviluppo industriale del Cadore nell’ultimo secolo e contiene una ricca collezione
databile dal XVI secolo; non può
mancare inoltre la visita alla Chiesa
Arcidiaconale che espone i suoi tesori d’arte sacra e fra tutte quella tela della Madonna tra i Santi dove
Tiziano ha ritratto i figli e se stesso.
A Dosoledo un nuovo museo
ALGUDNEI, LA TRADIZIONE
La rete museale del Cadore si è arricchita di un nuovo spazio.
E’ il Museo “Algudnei” di Dosoledo. Raccoglie le testimonianze
di mille anni di storia e di tradizioni del Comelico. Si divide in
tre sezioni: Storia delle Regole, Storia del rifabbrico e il Carnevale. Un nuovo spazio che arricchisce ulteriormente la già prestigiosa offerta culturale contenuta nei musei del Cadore.
Nel piccolo paese di PERAROLO DI CADORE vi è raccontata invece un’altra storia, quella economica del Cadore quando i boschi ed il
commercio del legname rappresentavano una parte importante del sostentamento. Qui si può visitare il
Museo del Cidolo e del Legname.
A LOZZO DI CADORE troviamo il Museo della Latteria, dove
foto ed oggetti raccontano la storia
dell’alpeggio e della trasformazione
del latte, momenti importanti nella
vita della comunità.
Salendo a LORENZAGO, troviamo il Museo del Papa, contenente
oggetti appartenuti a papa Wojtyla.
Arriviamo ad AURONZO, dove il
Museo Multitematico - Flora e
Fauna di Palazzo Corte Metto espone fossili e reperti archeologici del
periodo romano, nonché minerali,
fiori e animali tipici della zona.
Continuando verso il Comelico, si
può visitare il Museo Paleontologico di DANTA DI CADORE, che
conserva dei reperti eccezionali, come quel cucciolo di Pasittacosaurus...
A PADOLA DI COMELICO sono esposte al Museo della Cultura
Alpina diverse collezioni di attrezzi
agricoli ed artigianali, mentre nella
vicina DOSOLEDO vi si trova il
Museo Algudnei che racconta la
storia del carnevale, delle Regole e
del rifabbrico.
Spostandoci a SAPPADA da visitare è il Museo Civico Etnografico che raccoglie manufatti dell’antica Plodn.
Nella Valle del Boite, a BORCA
DI CADORE, troviamo un museo
naturalistico e a SAN VITO il
Museo delle Tradizioni popolari.
Più oltre ancora, a SELVA DI
CADORE, si possono ammirare orme di dinosauri e il famoso uomo di
Mondeval (7000 anni fa) al Museo
Civico Cazzetta.
Godibilissimo Museo all’aperto è
quello dei MURALES di CIBIANA che descrivono artisticamente
con le pitture sui muri delle case tradizioni e personaggi di questo paesino veramente unico.
E’ questo ai MUSEI un viaggio interessante che val la pena di abbinarlo alle visite delle tante CHIESE
d’epoca, un patrimonio d’arte, d’architettura e di devozione che non lascia indifferenti.
Non c’è che da rimanere stupiti
dalla storia e dalla cultura che in Cadore vi si trova.
SUPER CONCERTI
CON GLI ORGANI
STORICI CADORINI
La Magnifica Comunità di Cadore, l’Associazione Organi storici, le Parrocchie e i Comuni insieme per valorizzare il prezioso patrimonio organistico conservato in
Cadore. L’alleanza sta dando buoni frutti. Anche quest’anno il calendario di concerti d’organo è di alto profilo qualitativo. Ampi consensi e molti giudizi positivi
sono stati attribuiti a quelli tenuti durante il mese di luglio. E sulla medesima lunghezza d’onda saranno sicuramente quelli programmati per il mese di agosto.
Ecco il calendario:
Martedì 2 agosto ore 21 Chiesa di Zoppè
Concerto d’organo (Giovanna Franzoni)
Giovedì 4 agosto ore 21 Chiesa di Valle
Concerto per Cori e Ensemble strumentale con Allez
Regretz, I Gregorianisti del Coro Monte Cimon, all’organo Claudio Caretta, dirige Carlo Rebeschini
Sabato 6 agosto ore 21 Chiesa parrocchiale di Borca
Concerto d’organo (Matteo Ventura) in memoria di
don Osvaldo Bortolot
Domenica 7 agosto ore 21 Chiesa parrocchiale di Santo Stefano
Concerto di San Lorenzo con Archicembalo Ensemble, Coro Andrea Palladio e Organo (Nicola Lamon).
Dirige Enrico Zanovello. Alla fine premiazione “Tromboncino d’Oro” 11esima edizione.
Domenica 14 agosto ore 21 Chiesa di Lorenzago
Concerto d’organo (Gustav Auzinger)
Martedì 16 agosto ore 21 Chiesa di Candide
Concerto d’organo (Roberto Antonello)
Giovedì 18 agosto ore 21 Chiesa di Costa di San
Nicolò
Concerto d’organo (Ruggero Livieri)
Sabato 20 agosto ore 21 Pieve di Santa Giustina di Auronzo
Concerto per tromba (Jonathan Pia) e organo (Margherita Dalla Vecchia)
Domenica 21 agosto ore 21 Chiesa parrocchiale di Selva
Concerto d’organo (Gustavo Delgado)
Lunedì 22 agosto ore 21 Santuario Madonna della Difesa a Cortina d’Ampezzo
Concerto d’organo (Silvio Celeghin) con la mezzosoprano Laura Rizzetto
Giovedì 25 agosto ore 21 Pieve di San Vito
Concerto d’organo (Marija Jovanovic)
8
ANNO LIX
Agosto 2011
15
Fontana
Arreda
Santo Stefano di Cadore
Ambientazioni personalizzate anche su misura
Via Medola, 21 - Tel. 0435.62377 Fax 0435.62985 - Cell. 338.9418974 e-mail: [email protected]
16
STORIA
l cappio del boia”: così
s’intitola il capitolo
“I
nel quale il giornalista-scrittore Patrick O’Donnell nel
suo libro “The Brenner Assignment, The untold story of
the most daring spy mission of
World War II” (Missione
Brennero, storia inedita della
più audace operazione di
spionaggio della seconda
guerra mondiale, Capo Press,
2008), descrive gli agghiaccianti particolari dell’uccisione del capitano dei servizi
segreti americani Roderick
Steve Hall.
Nell’estate del 1944, il giovane ufficiale americano
dell’OSS, veniva paracadutato in Carnia e dopo aver trascorso i mesi di agosto e settembre con la Brigata “Calvi” in Comelico, raggiunse
Selva di Cadore, dove voleva utilizzare la neonata Brigata “Val Cordevole” come
supporto per una incredibile operazione nella valle dell’Isarco: tagliare l’arteria
stradale e ferroviaria del
Brennero, utilizzando esplosivi paracadutati sul posto.
Catturato a Cortina il 25
gennaio 1945 finì invece incarcerato a Bolzano, dove
conobbe gli orrori del lager
e dei suoi aguzzini, capeggiati da August Schiffer, trovandovi la morte 23 giorni
dopo.
O’Donnell, consultando
documenti inediti con gli interrogatori di Schiffer e dei
suoi sgherri, Andergassen e
Storz, ritrovati negli Archivi
Nazionali a Washington, ha
ricostruito le agghiaccianti
fasi dell’esecuzione di Hall.
Era il 17 febbraio 1945
quando Schiffer chiamò i
suoi collaboratori, vera “incarnazione del sadismo e
della brutalità”, per pro-
ANNO LIX
Agosto 2011
Testimonianze sull’uccisione dell’agente americano Hall, 65 anni fa
Il giovane ufficiale fu catturato a Cortina e morì nel lager di Bolzano
SPIONAGGIO ED ORRORI DI GUERRA
i tedeschi Schiffer e Storz
Nel libro di O’Donnell
le testimonianze di
Schiffer e camerati
che hanno
programmato l’esecuzione dell’americano
grammare assieme l’esecuzione dell’americano che, come quella del dott. Longon
del CLN di Bolzano, doveva
sembrare un suicidio per impiccagione. Schiffer, convinto nazionalsocialista, era
giunto a questa decisione
poiché esistevano in materia
le direttive del Capo dell’Ufficio di Sicurezza del Reich,
E. Kaltenbrunner, in base alle quali si dovevano applicare le misure più rigide contro i membri delle così dette
“bande terroristiche”. Il giorno dopo Schiffer e Storz scesero nella sala caldaie dell’edificio del Corpo d’Armata,
umida e piena di tubi, dove
Andergassen aveva condotto
Hall. Una volta sprangata la
porta, gli aguzzini legarono i
polsi del prigioniero con una
catena e lo bendarono con
un fazzoletto grigio.
Schiffer, nell’interrogatorio, riferì freddamente: “Andergassen tirò fuori una corda per stendere la biancheria, grossa quanto un mignolo, che aveva già un cappio.
Andergassen arrotolò la corda intorno a una prima manovella, assicurandola con un
nodo a una seconda, infilando poi il cappio intorno alla
testa di Hall e posandoglielo
sulle spalle. Mentre Hall si
stava voltando leggermente
verso destra, Storz gli sollevò
bruscamente le gambe da
terra, così che Hall cadde direttamente entro il cappio
QUEL GENIO MATEMATICO
NACQUE A PIEVE
er tutti gli appassionati
di matematica il torineP
se Giuseppe Peano (18581932) è ancor oggi un mito.
Si tratta dello studioso che
raggiunse in questo campo il
maggior prestigio nella comunità scientifica internazionale, con al suo attivo una
ventina di libri ed oltre quattrocento scritti.
Universalmente riconosciuto come uno dei padri
fondatori della logica matematica, dedicò le sue energie
a partire dal 1891 al Formulario Mathematico, contenente oltre 4000 tra teoremi
e formule, un progetto gran-
Hall venne paracadutato in Carnia,
trascorse dei mesi con la Brigata
‘Calvi’ in Comelico e raggiunse
Selva di Cadore con l’intento di
utilizzare la Brigata ‘Val Cordevole’
Roderck
Steve All
dioso, alla cui realizzazione
si dedicarono pure molti
suoi assistenti e allievi. Figura carismatica, durante i cinquant'anni di insegnamento
nell'Università di Torino,
Peano riuscì infatti a raccogliere attorno a sé un folto
gruppo di allievi e di insegnanti che collaborarono
con entusiasmo alle iniziative da lui promosse.
Ebbene, una di queste assistenti fu Tiziana Tersilla
Comi, nata a Pieve di Cadore
il 17 settembre 1891 da Enrico e Delfina Armandi. Il padre era Colonnello degli Alpini e divenne pure coman-
dante del 7° Alpini, dopo
Francesco Somale e prima di
Tommaso Salsa: il nome dato alla figlia richiamava evidentemente il profondo legame instauratosi con la terra e
la gente del Cadore, in virtù
di un lungo servizio qui prestato, proprio negli anni in
cui sorgeva il campo trincerato di Pieve e lievitavano gli
interessi strategici per queste montagne.
Tiziana Tersilla Comi, dopo aver frequentato il R. Istituto tecnico Sommeiller di
Torino, si iscrisse nel 1910 al
corso di studi in Matematica
dell’Ateneo sabaudo, dove si
che gli si impegnò immediatamente intorno al collo. Andergassen, che aveva le mani
libere, premeva – se ben ricordo – sulle spalle di Hall
per accelerare l’esecuzione”.
Gli assassini lo lasciarono appeso al cappio per 15 minuti,
poi verificarono il decesso
oscultandogli il cuore e accendendogli un fiammifero
davanti agli occhi. Hall era
morto. Schiffer poi mise in
atto il suo piano per simulare
il suicidio dell’americano: ordinò ad Hans Butz, suo amico, di interdire il corridoio a
persone indesiderate, mentre i suoi scagnozzi trasferivano il cadavere di Hall nella
sua cella. Qui il corpo fu appoggiato alla spalliera di una
sedia allo scopo di simulare
l’impiccagione. Tutto era
pronto perché una guardia si
accorgesse “dell’inattesa”
morte. Schiffer, visibilmente
soddisfatto, esternò ai suoi
gregari la propria soddisfazione per il buon lavoro
compiuto.
Passò però un’intera giornata, senza che nessuno scoprisse il cadavere, cosicché,
irritato, Schiffer telefonò alle
guardie perché “controllassero l’alimentazione dei detenuti” e di lì a poco il sergente di guardia riferì che
l’ufficiale americano si era
suicidato.
Nonostante il contrattempo tutto sembrava procedere
secondo il piano. Il corpo di
8
di Walter Musizza Giovanni De Donà
Hall fu portato al campo di
concentramento di Bolzano
avvolto in una coperta e gettato bruscamente in una bara. Poiché il “rigor mortis”
ormai avanzato rendeva difficile maneggiare il cadavere,
uno degli uomini lo forzò entro la bara con il piede. Al
dott. Pittschieler fu ordinato
di eseguire una ricognizione
necroscopica e il giorno dopo fu steso il certificato di
morte di “un individuo apolide di nome Holl”, deceduto
per “paralisi cardiaca”, depositato con efficienza teutonica in municipio. Gli assassini seppellirono Hall in una
fossa superficiale nel campo
E, Fila I, tomba 17, nel Cimitero Resurrecturis di Bolzano. A questo punto Schiffer
informò il suo superiore, l’SS
Sturmbahnführer
Rudolf
Thyrolf, che ricevette il rapporto “con un sorriso”.
Dopo la guerra le spoglie
di Hall furono traslate a Mirandola presso Modena ed
infine ad Anzio. Alla sua memoria il Presidente degli Stati Uniti concesse l'alta decorazione “Legion of Merit,
Purple Heart” e la sua vicenda fu raccontata ed esaltata
su giornali e riviste di tutto il
mondo. I suoi esecutori furono processati e giustiziati e
chissà se Schiffer, al momento di pagare i suoi crimini,
avrà guardato l’orologio da
polso di Hall che gli scandiva
minuto per minuto l’avvicinarsi dell’ora X, quello stesso orologio che qualche mese prima, al momento dell’incarcerazione, aveva sequestrato all’americano “per
maggior sicurezza”.
Tiziana Tersilla Comi, geniale studiosa, fu allieva
del grande Giuseppe Peano ai primi del ‘900
Suo padre era colonnello degli Alpini a Pieve
di Cadore e divenne comandante del 7° Alpini
laureò il 9 luglio 1914. Per
l’occasione discusse una tesi
intitolata “Questioni varie sul
movimento di un punto soggetto a forze centrali” e presentò le tre sottotesi “Alcune
proprietà delle trasformazioni piane univoche involuto
rie”, “Azimut di un piano che
passa per un punto e per la
normale in un altro punto” e
“Teorema di Lambert sulla
curvatura apparente delle orbite planetarie”. Il 14 luglio
1914 conseguì pure il diploma nella sezione di Matematica della Scuola di Magistero e nell’anno accademico
1915-16 fu assistente
8
ANNO LIX
Agosto 2011
17
CURIOSITÀ STORICHE Nel 1862, solenne benedizione della ricostruita chiesa parrocchiale di Perarolo
he splendore doveva
C
essere la nuova chiesa
parrocchiale di Perarolo.
L’immagine che nella seconda metà dell’Ottocento colpiva il visitatore è quella che,
ad occhi chiusi, possiamo
trarre da “Il Cadore” del lorenzaghese Venanzio Donà
(1877), ormai introvabile
manuale ad uso del viaggiatore, dove il paese veniva così presentato: “E’ abitato,
quale Comune da 1200 anime. Alberghi: Kofler, S. Anna;
ufficio postale e telegrafico.
Palazzi e case pulite, abitanti
svegliati e civili, vita e moto.
Compariscente la dimora del
Senatore Costantini col giardino. A fianco la sontuosa
chiesa parrocchiale d’ordine
bizantino, innalzata ed ancora ornata di nuovi altari di
marmo dalle principali famiglie del luogo”.
Certo chi s’addentrava nel
paese, punto di riferimento
per il traffico di legname e dimora di alcune delle più note famiglie cadorine che con
quel commercio si erano notevolmente arricchite, non
poteva non essere richiamato dall’aspetto della parrocchiale, riedificata tra il 1862 e
il 1863. Il precedente edificio
settecentesco era stato demolito alcuni anni prima, a
seguito dei danni subiti da
una frana.
Certo per dotare nuovamente il paese di una chiesa
adeguata ad un contesto in
cui spiccavano distinte dimore e palazzi bisognava disporre di ingenti risorse. Ma
a questo provvide il notabilato locale, che generosamente sovvenne per realizzare il
progetto.
Ricordano al riguardo Maria Silvia e Antonella Guzzon
nel loro Quaderno di Architettura ed Arte dedicato a
Perarolo che a farsi avanti fu
Luigia Lazzaris (1819-1907)
la quale, assecondando le volontà testamentarie del padre Bortolo, con il concorso
della popolazione, consentì
la realizzazione dell’opera,
concepita - precisano le due
studiose - in parte come tempio della comunità, in parte
come cappella palatina con
accesso diretto dalla villa e
palco riservato alla famiglia.
E IL RICCO PAESE DI PERAROLO
SI DOTO’ DI NUOVA CHIESA
La chiesa fu concepita come tempio
della comunità di Perarolo e come cappella
palatina della villa Lazzaris
Il progetto affidato all’architetto Caregaro Negrin
Il progetto venne affidato all’architetto Antonio Caregaro Negrin.
Luigia Lazzaris era la consorte di Girolamo Costantini
(1815-1880) originario di Valle, personaggio di primo
spicco nel Cadore dell’epoca, primo senatore della provincia di Belluno nel Senato
italiano. La ricostruzione della parrocchiale sarebbe stata
insomma a misura ed immagine della grandezza di due
famiglie già ampiamente reputate anche al di fuori dei
confini del Cadore.
Quando si arrivò al compimento dell’impresa, si ritenne come minimo doveroso
lasciarne un segno ai posteri,
in modo che di tanta magnanimità rimanesse lunga memoria. E il 21 settembre 1862
si presentava la circostanza
adatta, ricordata attraverso la
pubblicazione dell’ opuscolo
Nella Solenne Benedizione
della Nuova Chiesa Parrocchiale di Perarolo, pubblicato a Venezia dalla tipografia
Cecchini, che veniva ovviamente dedicato ai coniugi Girolamo e Luigia Costantini.
Toni esultanti quelli con cui
si celebrava il fausto evento:
“Della quale esaltazione
quanto è giusto, sacro, generoso in tutti il motivo”, scriveva
l’abate Bernardo Zambelli.
Che, rivolto all’augusta coppia , così proseguiva: “Molto
più lo deve essere in Voi, generosissimi Coniugi, i quali,
non già soltanto con tutti gli
altri, né di pari passo con la
famiglia de Zuliani, (altra nobile e illustre schiatta locale
ndr), splendidamente benefica anch’essa; ma primi di tutti gli altri; ma immensamente
sopra tutti alla grande impresa avete con la vostra generosità cooperato”.
all’Osservatorio astronomico di
Torino, diretto da Giovanni Boccardi.
E proprio su temi di argomento
astronomico pubblicò le sue prime
due note: “Osservazioni meteorologiche fatte nell’anno 1914”, edita all’Accademia delle Scienze di Torino ed
“Effemeridi del Sole e della Luna pel
1917”, apparsa nell’Annuario Astronomico dell’Osservatorio di Pino Torinese.
Passata poi ad insegnare nelle
scuole secondarie, Tiziana Comi partecipò attivamente alle Conferenze
Matematiche, istituite nell’Ateneo torinese da Giuseppe Peano, Tommaso
Boggio e Matteo Bottasso per l’aggiornamento degli insegnanti e in
quest’ambito si occupò di ricerche di
calcolo numerico, ispirate da specifici
lavori di Peano o di suoi allievi.
In occasione delle Conferenze Matematiche presentò nell’autunno del
1918 una prima ricerca sulle Formule
sommatorie, con la finalità di calcolare il resto, ed una seconda sullo Sviluppo delle radici in prodotto decimale, entrambe apparse negli Atti dell’Accademia delle Scienze di Torino.
Nel primo articolo si notano in più
punti aspetti caratteristici della Scuo-
Non poteva mancare un
cenno, carico di gratitudine,
nei confronti di Bortolo Lazzaris, che era stato il promotore della felice iniziativa. Se
non ci fosse stato lui non se
ne sarebbe certo fatto nulla
dato che né la parrocchia né
il Comune disponevano dei
mezzi adeguati per accingersi all’ardito progetto. L’abate
riteneva quindi opportuno
rammentare che fin dal
1857, pochi mesi prima della
sua morte, Lazzaris “chiamava a Venezia l’amico D. Giovanni Talamini, ed
io ne fui testimonio, egli nella
grave sua età,
ma ringiovanito
per la magnanimità del pensiero con ardente
zelo progettava la rifabbrica
della Chiesa di Perarolo, sua
cara Patria, e raccomandava
caldamente all’amico di raccogliere a tal uopo oblazioni”.
Non gli fu concesso di vedere portata a compimento la
sua aspirazione ma, soggiungeva Zambelli “ne lasciò a
Voi l’onorevole retaggio, non
solo eredi dei suoi averi, ma
della sua Religione altresì, del
suo zelo, dell’impareggiabile
suo cuore”. E in omaggio alla
coppia lodevole per tanta larghezza veniva pubblicata la
fotografia del Tempio, prezioso documento tratto dal
disegno dell’architetto, che
campeggia nella pubblicazione aumentandone quello che
oggi possiamo considerare il
pregio bibliografico.
Meritava proprio di essere
pubblicata quella foto, “anche per ammirare più da vicino - concludeva l’abate - la
sacra semplicità dello stile
Cristiano delicatamente sulle
sue basi pennelleggiata, per
togliere dall’occhio il soverchio bianco di calce; perché
come pensa un illustre scrittore d’arte: Il bianco di calce
troppo vergognoso riparatore
delle vecchie Chiese è turpe
abbellimento delle nuove…”.
Bruno De Donà
OLGA DE DONA’, EDUCATRICE DI TANTE
GENERAZIONI A VIGO DI CADORE
o scorso mese di aprile è scom- a laurearsi in lettere era poi diventata inparsa a Laggio, all’età di 97 anni, segnante a Biella e Vicenza, spendenL
la maestra Olga Luigia De Donà. Se n’è do tutta la sua vita in favore dei giovaandata in punta di piedi, quasi in silenzio, fedele a quel suo stile di vita tanto
riservato che l’aveva caratterizzata per
una vita intera. Nessuno si è occupato
di lei, nemmeno una riga sui giornali,
un fatto che ci induce a ricordarla oggi,
seppure brevemente e tardivamente.
La maestra “Gigetta”, così era affettuosamente conosciuta dai suoi tanti
alunni, è stata una dei benemeriti
insegnanti delle scuole elementari
di Vigo della seconda metà del secolo scorso, assieme ad altre figure
esemplari come Teresa Palatini, Marina Focarelli, Annamaria Zanetto (quest’ultima vivente), nonché Giovanni Da
Rin Puppel, scomparso lo scorso anno.
Insegnante di vecchio stampo, certamente aveva l’insegnamento nel
Dna, infatti la
zia paterna,
suor Gabriella (1898 1981) era stata la prima
donna del Comune di Vigo
la di Peano: i precisi riferimenti storici a matematici dell’antichità, come i
greci Teone e Diofanto, o di epoca
moderna, come L. Euler e C. Maclaurin, o a matematici contemporanei,
come C. J. Malmsten. Sono infine frequenti i rimandi al Formulario Mathematico di Peano e sono segnalate
le dimostrazioni alternative di esponenti vicini a Peano, come quella di
Matteo Bottasso di una formula di
Euler, apparsa nel 1914 sulla Rivista
Italiana di Ragioneria, o quella di Giuliano Pagliero nel 1911 sull’espressione del resto, fornita da Lubbock.
Tiziana Comi sposò Luigi Quagliotti da cui ebbe figli e morì a Torino il
24 gennaio 1961.
Di questa singolare figura, certo
eccezionale alla luce dei tempi e soprattutto degli ostacoli incontrati allora da una donna nel raggiungimento
di così alti traguardi scientifici, si è
occupata recentemente Clara Silvia
Roero in Peano e l’altra metà del cielo, in Giuseppe Peano Matematica,
Cultura e Società, Cuneo, 2001, cui rimandiamo tutti coloro che volessero
approfondire l’argomento.
Walter Musizza
Giovanni De Donà
ni. Era nata nel 1914 e ricordava ancora i prigionieri russi, che nel 1918,
quando lei era ancora piccolissima, giravano per le case di Vigo alla questua
di cibo. Durante il secondo conflitto
mondiale aveva tenuto un diario degli
avvenimenti locali, che poi aveva donato allo storico cadorino prof. Giovanni Fabbiani.
Per lei l’insegnamento era una vera
missione, che portava avanti con
grande impegno e professionalità, cosa che i suoi tanti allievi ancora oggi
possono testimoniare. La maestra “Gigetta” non ha preparato le future generazioni solamente con mere nozioni
di aritmetica o grammatica, ma ha saputo instillare in esse i sentimenti più
profondi di umanità, rispetto per il
prossimo, amore per la patria, la famiglia, la fede… Suo grande merito è
stato poi quello di far amare ai ragazzi
il proprio paese, attraverso la realizzazione del “quaderno del mio paese”,
che molti suoi alunni conservano ancora gelosamente. Storia, arte, toponomastica, ambiente, vita quotidiana
della comunità rivivono a tanti anni di
distanza in quelle pagine a righe scritte ancora con pennino ed inchiostro.
Nell’ottobre del 1961 le era stata
conferita la medaglia di bronzo ed il diploma di benemerenza di terza classe.
Le notizie qui riportate sono tutto
sommato scarne e probabilmente
molto di più potrebbe dire in proposito la nipote, suor Angela De Podestà,
attenta lettrice del nostro giornale.
W. M.- G.D.D.
uomini di i
eri
18
P
erucon: un cognome
ben noto, per un trentennio, a Pieve e circostante
mandamento. Era il 1938
quando il cav. Arrigo, proveniente dal Polesine (Trecenta), vi approdava, con la moglie Ada Scappini, insegnante elementare, munito della
nomina a Cancelliere della
Magnifica Comunità di
Cadore, allora presieduta dal cavaliere del lavoro Lucio Lozza: una nomina cercata e ottenuta, nell'intento di assicurare al figlio Azio un ambiente idoneo a farlo beneficiare delle
terapie e del riposo di cui
necessitava, anche per proseguire proficuamente negli studi.
Per singolare coincidenza, erano passati esattamente sei secoli dalla nascita dei
nostri Statuti, riconosciuti
alcuni anni dopo (1347) dal
patriarca di Aquileia, Bertrando. Non era tuttavia riuscito a sopravvivere, ahinoi!, l'organo di autogoverno delle popolazioni cadorine, articolato in dieci centurie, rispettato per quasi altri
quattro secoli (1420-1797)
anche dalla Repubblica di
Venezia, dal momento che
lo aveva sciolto un decreto
napoleonico del 1807. Tuttavia, qualche anno dopo l'an-
CURIOSITÀ
STORICHE
Era il 1938 quando Arrigo Perucon venne nominato Cancelliere della
Magnifica Comunità e nel corso di un ventennio affiancò ben 5 Presidenti
IL CADORE DIVENNE LA SUA TERRA
nessione del Veneto al Regno d'Italia, in forza di un
regio decreto del 1875, rinasceva almeno l'immagine
della prestigiosa istituzione,
sotto forma di un ente morale, cui era affidato il “compito di conservare e promuovere l'unità spirituale e culturale della regione”. Ben
poca cosa a fronte delle attese riposte dal più tenace
promotore di questa rinascita, il prof. don Natale Talamini, primo deputato cadorino al parlamento italiano,
“il padre della nostra piccola
e non ignobile patria”.
Ugualmente non poteva
considerare all'altezza delle
generali aspettative il nuovo
ente, dopo sessanta e più
anni di vita, nemmeno l'autore dell'ormai storica definizione, il prof. mons. Angelo Fiori, da poco
(1937) eletto - per l'ultima
volta dal consiglio generale
comunitativo (la nomina dei
successori sarà di esclusiva
competenza diocesana) - arcidiacono del Cadore e,
come tale, membro di diritto del consiglio stesso.
Merito di Perucon fu il riordino
dell’Ente - rinato con l’annessione
del Veneto al Regno d’Italia con la funzione di coordinamento
nelle iniziative cadorine
d’interesse comune
In questo contesto, merito precipuo dell'ex direttore
di banca, che affrontava il
nuovo incarico di cancelliere nella suggestione di un
ambiente evocatore di secolari tradizioni, è stato l'avvertire subito l'esigenza di
mobilitare in pienezza il limitato strumento amministrativo a sua disposizione,
nell'impegno di rispondere
a questo antico richiamo. Si
può ben dire che ha impiegato ogni sua energia per ridonare all'ente, ancorché
privo degli antichi poteri
territoriali, ed anzi attaccato
anche nelle residue prerogative formali, almeno la
funzione di coordinamento
nelle iniziative di comune
interesse, precorrendo, in
qualche misura, le modalità
operative che sarebbero divenute proprie, nel dopoguerra, delle nuove comunità montane. A dar conto dell'entità e della qualità dell'impegno profuso, basti il
seguente giudizio sulla sua
attività: “Riempì così le sue
giornate d'un operare incessante, che riportasse indietro
nell'ora, quasi ad un lavacro
incorrotto, le fonti della tradizione. Nei vent'anni durante i quali Pieve di Cadore
ospitò le sue fatiche, la Comunità rinasceva […]. Fu
lui a ridarle quella patina di
esteriore dignità, che nella
sostanza significava colleganza di sentimenti, di idee,
di etica ad una età per la
quale gli uomini erano stati
COME MORI’ ANITA GARIBALDI?
non numeri ma persone”.
Il 7 aprile del 1958, un lunedì di Pasqua, alle 17,30,
mentre transitava in auto nei
pressi dell'Istituto Dolomiti
Pio X, il cav. Arrigo Perucon, a sessantasei anni, perdeva la vita in un violento
scontro, mentre la moglie,
pur gravemente ferita, trasportata immediatamente
alla Clinica Crignes dei fratelli Giovanni e Giulio Malagò, loro conterranei ed amici, riusciva a sopravvivere.
Nella commemorazione tenuta all'inizio della seduta
consiliare il 26 aprile 1958, il
presidente ing. Pietro Vecellio così ricordava come
il cancelliere, affiancando
nel corso di un ventennio l'azione di cinque presidenti,
avesse ininterrottamente lavorato per la rinascita operosa dell'Ente. “Arredate con
molto decoro le sale principali, sistemato l'atrio, ordinato
il piano superiore: chi visita
la sede della Comunità riporta un'impressione di dignità
veramente adeguata alla storia secolare del nostro popolo. Si era dedicato con grande amore al riordino dell'archivio, al restauro e riordino
della casa di Tiziano, e alla
raccolta di riproduzioni delle
opere del grande maestro.
ANNO LIX
Agosto 2011
8
Sempre in riferimento al patrimonio della comunità, voglio ricordare l'interessamento del defunto per la proprietà in Gogna, per il terreno in
Jesolo, per l'acquisto a Bibione dell'area su cui sorgerà la
nostra colonia marina, per
l'ampliamento dell'edificio
che ospita in Pieve la Scuola
di avviamento e Istituto professionale e prossimamente
ospiterà la Scuola d'ottica,
per l'erezione in Cadore di un
ospedale...”.
Nella cronaca dei funerali
svoltisi il 9 aprile, riportata
dal Gazzettino del 10, si legge: “Uno scrittore, familiare
in Cadore, lo aveva definito
or è qualche tempo 'sacello
di antica dignità'”. È la definizione che si attaglia all'uomo sceso, un giorno volge,
nel sepolcro.
C'era qualcosa di austero
nel suo incedere d'ogni momento, nel dire, nel gestire:
come se sul telaio dei suoi
sentimenti fosse perennemente aleggiato uno spirito
antico. E antica fu la nobiltà
del suo vivere, del suo sentire, del suo ricordare quotidiano. Fossero ancora esistite le leggi del forestiero,
le magistrature di un tempo
lo avrebbero immesso nella
falange degli 'uomini di Cadore'. Titolo: il battagliare
diuturno per questa terra,
che era ormai diventata la
sua, seminata dalle sue fatiche, prosperosa delle sue
energie”.
Giuseppe De Sandre
A Santa Caterina in Brasile un monumento dove Anita Garibaldi nacque
Q
uando dissero che nei
pressi della città di
Tubarao, che si trova nello
Stato di Santa Caterina del
Brasile, c'è un monumento
eretto ad Anita Garibaldi con
l'effige del fascio, rimasi alquanto scettico. Si sa che durante la II guerra mondiale il
Brasile era contro l'Italia e,
agli italiani e tedeschi residenti in Brasile il Governo
brasiliano aveva proibito che
parlassero nella loro lingua
madre, pena il carcere. In Italia, con la caduta del fascismo caddero anche i monumenti, ma che un monumento fascista, unico nel Brasile,
rimanesse intatto al suo posto, con tutto quello che era
successo, essere scettici diventa anche logico. Invece,
nella zona denominata “La
Madre”, (niente a che vedere con la famiglia di Anita)
tra i pochi resti rimasti delle
fondamenta di una casa dove
nacque Anita, si trova appunto il monumento a lei eretto.
L'unico referente è il prof.
Amadio Vettoretti, discendente da avi di Miane provincia di Treviso, che tuttora è
direttore dell'archivio storico
e civile della città, nonché
storico nella sua professione
e, profondo studioso della vi-
ta su Anita, sia nell'America
Latina che in Italia. Prof.
Vettoretti, quali sentimenti prevalsero all'epoca per
erigere il monumento?
"Per capire abbastanza bene la figura di Anita si deve
fare un passo indietro quando
Anita era sposata ad un ciabattino di Laguna. Non aveva
figli, essendo lei una bella e
giovane diciottenne che durante la giornata non aveva
niente da fare, all'arrivo di
Giuseppe Garibaldi, uomo
che in questa circostanza si dimostrò senza scrupoli, se ne
invaghì portandola via al ciabattino. Commettere a quei
Il prof.
Vettoretti
(segue a pag 19)
8
ANNO LIX
Agosto 2011
19
rgomento intrigante quello
A
in calendario al Grand Hotel Savoia di Cortina d’Ampezzo
il 29 - 30 agosto, per quei riflessi
che perdurano ancor oggi. Il convegno internazionale italo-austriaco “La presa del Castello di
Botestagno. 1511” ha comunque
già ricevuto un’illustre adesione
con il conferimento della medaglia di partecipazione del Presidente della Repubblica, on. dott.
Giorgio Napolitano.
“La scelta di una collaborazione
tra istituzioni culturali di aree geografiche lontane sottolinea come la
cultura non abbia e non possa avere assolutamente confini geografici. Gli studiosi italiani ed austriaci si
confronteranno fonti alla mano. Gli
avvenimenti del passato saranno
letti in funzione di un futuro sempre mutante che dovrà avere come
obiettivo la pace delle future generazioni: il grande sogno dell’umanità a tutte le latitudini. L’importante
iniziativa culturale, che ha come
promotori la Fondazione Tiziano
Vecellio e Cadore di Pieve di Cadore ed il Centro Studi Storici e
Socio-Religiosi in Puglia-Bari Sezione Veneta, intende accendere
i fari, a livello internazionale, sulla
storia di un territorio di confine, il
Cadore, area di transito per gli
eserciti provenienti dal Nord, in
particolare in quel tragico secolo
che sconvolse l’Europa: il ‘500.
Ampezzo di Cadore, oggi Cortina d’Ampezzo, attraverso le sue vicissitudini, testimonia l’universalità
della teoria del grande storico francese Fernand Braudel sulla “grande storia”, formata da infinite “microstorie” con valenze locali, ma soprattutto come tasselli della grande
storia mondiale: la storia delle tra-
Ampezzo e Europa del ‘500 a confronto in un convegno a Cortina
LA PRESA DEL CASTELLO
DI BOTESTAGNO
Studiosi italiani e austriaci
si confronteranno il 29 - 30 agosto
sugli avvenimenti del passato
che hanno diviso l’Ampezzo
dalla Comunità di Cadore
sformazioni grandi e piccole del
cammino della civiltà. Già nel 1949,
in un discorso dal titolo “Meditazione sull’Europa”, pronunciato a Berlino da José Ortega y Gasset, aveva
affermato: “L’Europa come società
esiste anteriormente all’esistenza delle nazioni europee. La comunità di
vita sotto un sistema di usi può avere
i gradi più diversi di densità. In questo senso, le nazioni dell’Occidente si
sono andate formando a poco a poco
come nuclei ‘più densi’ entro la più
ampia società europea che preesisteva ad esse. Questo spazio storico impregnato di usi in buona parte comuni fu creato dall’impero romano
(...) L’uomo europeo è vissuto sempre, nello stesso tempo, in due spazi
storici, in due società, una meno
densa ma più ampia, l’Europa,
un’altra più densa ma territorialmente più ridotta, cioè l’area di ogni
nazione. E’ quindi un errore pensare
che l’Europa sia una figura utopistica che forse nel futuro si riuscirà a
realizzare? No: l’Europa non è soltanto futuro ma anche qualcosa che
è già lì da un passato remoto, e per
di più l’Europa esiste prima delle na-
zioni. Lungi dall’essere l’unità europea
un mero programma politico per l’immediato avvenire, è
l’unico principio per
capire l’Occidente”.
Ampezzo di Cadore, con il Castello
di Botestagno, nel
1511, rappresentava l’ultimo avamposto fortificato
della Repubblica di San Marco, la
Serenissima, la ricchissima regina
dei mari, sul confine del Sacro Romano Impero. Una valle di montagna abitata da agricoltori e boscaioli organizzati nella Comunità Regoliera, istituzione che consentiva la
gestione delle ricchezze del luogo
in maniera comunitaria, assicurando al gruppo, indipendenza economica e solidarietà sociale. Questo
piccolo mondo organizzato ed equilibrato si trovò improvvisamente
coinvolto nelle guerre provocate
dall’ingordigia di potere, soprattutto economico, dei potenti che andavano scomponendo il Sacro Romano Impero per realizzare ai grandi
Il prof. Vettoretti interviene nella querelle sulla morte di Anita
Gli italiani di Urussanga finanziarono la spesa del monumento
tempi un'azione così vergognosa ha comportato per Anita una diffamazione peggio che
se non alle donne di strada.(Tutt'oggi a Laguna per offendere esprimono una frase
usando il nome di Anita). Questa pessima opinione nei suoi
confronti venne meno quando
un gruppo di italiani di Urussanga, che di riflesso godevano
dell'immagine dell'Italia fascista, a centoundici anni dalla
nascita di Anita avvenuta nel
1821, posarono in suo ricordo il
1 maggio 1932 una placca di
bronzo che venne poi inaugurata il 18 dicembre dello stesso anno. Il disegno fu dall’architetto
italiano Itarin e a Torino avvenne la fusione con impressa la
scrittura in latino. La spesa fu
per intero sostenuta dagli italiani di Urussanga”.
Prof. Vettoretti, un giornalista di Tubarao ha detto che
secondo lui Anita venne soffocata; un dipendente dell'Archivio Storico di Padova
è stato informato da un suo
collega austriaco dell'Archivio Storico di Vienna che le
spararono alla tempia... .
“No. Non è vero niente, quella
austriaca poi è assurda. Giuseppe amava Anita, anche se le sue
condizioni di salute fossero state
pessime, non avrebbe mai ucciso
la madre dei suoi figli. In quanto al soffocamento, si deve sempre considerare il periodo. Una
volta l'ignoranza faceva da padrona e questi uomini, che hanno recuperato le spoglie mortali
di Anita, potrebbero aver pensato che fosse morta di tifo, dunque è fattibile che per non toccarla abbiano usato una corda,
passandola appunto attorno al
collo affinché trascinare il corpo
verso la sua sepoltura. Questo è
il mio pensiero”.
Sottacere ora sulle cause e
come sia morta Anita non sarebbe corretto.
Milo Mazzucco
Stati nazionali che formeranno faticosissimamente le grandi monarchie europee. Ampezzo di Cadore
è la goccia di un oceano, il granello
di sabbia di un deserto, ma è collocata geograficamente lungo un
percorso strategico Nord-Sud, che
è ritenuto essenziale per Massimiliano I d’Asburgo nelle sue mire su
Venezia e i suoi mercati e che gli
avrebbe garantito la sicurezza economica. Il suo primo tentativo di
raggiungere questo scopo andò
fallito nel 1508 con la sua sconfitta
a Ru Secco, battaglia del Cadore:
perse 2000 soldati pusteresi in
qualche ora, grazie all’accorta strategia del comandante veneziano,
l’Alviano. Il secondo tentativo nel
1511 andò meglio, grazie all’impiego delle armi da fuoco, con le quali
conquistò Botestagno. Il confine si
spostò così a Sud di Ampezzo di
Cadore. L’odierno toponimo di Dogana Vecchia segna l’antico confine che tale rimase fino al 1918, fine
della 1a Guerra Mondiale.
Sono trascorsi 500 anni. La Valle
d’Ampezzo è sempre splendida.
Le “Regole d’Ampezzo” continuano a gestire e tutelare il patrimo-
CONVEGNO
INTERNAZIONALE
IL 29-30 AGOSTO
pprezzata presentazione
di “Estate Cultura 2011”
A
alla sala convegni del Grand
Hotel Savoia di Cortina d’Ampezzo, giovedì 28 luglio, per
introdurre la serie di conferenze promosse dalla Fondazione Tiziano e Cadore e dal
Centro Studi Storici - Sezione
Veneta, presieduta dalla prof.
Liana Bertoldi Lenoci, con le
collaborazioni della giornalista Rosanna Ghedina e del
comm. Santino Galbiati. Undici gli appuntamenti che si concluderanno con il Convegno
internazionale del 29 - 30 agosto proprio con la Bertoldi (del
Comitato scientifico fanno parte il prof. E. Bernardi, il prof.
K. Brandstatter, il dott. G. Bocher, il dott. R. Santoro, numerosi i relatori) sul tema “La
presa del Castello di Botestagno. 1511”, periodo quello di un’Europa del ‘500 devastata dalle guerre ma già pronta a plasmare un nuovo assetto
del mondo.
L’appuntamento del 29-30
agosto segue, per l’argomento, l’indagine storica sulla battaglia di Rusecco del 1508 a
Valle di Cadore, convegno internazionale promosso dalla
Magnifica Comunità di Cadore e tenutosi il 26 settembre
2009 a Pieve di Cadore.
nio boschivo e la pastorizia stanziale e transumante come nel ‘500.
In questo felice contesto, la nuova
forza economica è rappresentata
dal turismo internazionale che si
alimenta con iniziative culturali di
alto livello scientifico, sempre tenendo conto della cultura e delle
tradizioni locali dagli orizzonti
aperti a ogni apporto esterno, nell’ottica della moderna integrazione culturale dei popoli d’Europa”.
Liana Bertoldi Lenoci
ANNO LIX
Agosto 2011
20
Inte chesto sfoi se dora la
grafia de l Istituto Ladin
de la Dolomites
a cura di FRANCESCA LARESE FILON
Cadorins
Gauda dle stange e dle multe
VISDENDE D ISTEDE,
LA VAL DLE COMEDIE
n Visdende, cuön ch taI
ca l istede, taca anche el
comedie su ple machine ch
ch inà calch ativité lainze inà
pensó da bötse dacordo par
ciapà un bon numar d parcheges dante i so anbientes
riva, su pla stangia in Zima
e mai dì contra li autorites. E
Cianà par föi pagà l entrada,
csi par i ane passade duce
su pr i parcheges su la strada
podee dì inze e magare evio zun calche piön ingiaró. La
tee da pagà al bilieto, didön
cuestion inera tacada zal
chi saraa dude a marenda
1987, in cl ön ch è rivó papa
zun cöl o clautro ristorante.
Wojtyla zal cianpöi de PramaSt ota la comedia iné gnurin a dì mössa. In cal 12 d luio
da fora par l aumöinto dal bial mier de dente ch era rivelieto, da 3 a 5 euro a dornada da ogni banda avee scoda, e par el multe dade da un
gnù lassà la machina zun navigile, su ordin dal Comun d
sché postes anche dalonde
San Piöro, a tance ch inavee
da Pramarin e rivé a pe zal
farmó la machina sul Ponte
cianpöi. Sta ocasion avee fato
dal Lotarié par dì a Dignas.
stuzilé l idea da continué con
Multe no da pöce euro, ma
sto sistema, par föi capì a i
da 200 euro par ogni machitance ch rivee in Visdende
na fora di postes signede. La
da rispeté al bel ecuilibrio dla
famöia che inà tlosto in afito
val intrà prades e bosches.
la casera d cöi da Ciadada s è
Ma d in primo insù la roba ne
lamantada e à scognù föi rin à piadù ai regoliöre, ch vocorso al Tar, parcheche al
lee dì inante e indoi sul “so”
sindaco d San Piöro n vö laszenza regole e limitaziogn.
sà ch le machine vada su fi
Inclota è stada na batalia, con
zun parchegio fato sul taanche un atentato, ch inà do
rögn dla Regola d Costauta,
fögo a la baraca d lögn gno
arente al ponte dal Lotarié,
gno ch la strada se dvide par
dì dröta a Londo o par giré
verso Dignas.
A sintì el comedie d Viaresa l’è duđa a se conprà an pèr de ciauèi. Da- sdende, tance turiste e anspò an’óra che la érca e che la no se deiđe, la che tance comeliane preferis
stà a ceda o dì da un autra
ghen ciàta an pèr che i piaśe:
banda, gno ch iné aria bona e
« Golaràe saé se i tiene l’aga».
«Ie e fòra, ie e fòra par Guóite!» Al dis chel che bosches e prades conpagn d
ilò e n se paga al bilieto e n
vende ciauèi.
se ciapa la multa. Cösse iné i
«E la sòles éles bònes ?»
resultates d aministratores
«Su e đó, su e đó par la ròa!»
con pöco zal ció e zenza nsuTaresa la è convinta. La paga e l’è daòs sendì.
Canche la rùa daveśin de la pòrta la se gira e la dis: na vision dal svilupo d Visdende.
« E cuanto duri»?
«Se ti bétes ie armerón, na vita intera, na vita intieLucio Eicher Clere
ra…!»
che s pagaa al bilieto par entrà in Visdende e carì un parchegio. E da cla prima esperienza inà continuó ogni ön a
föi pagà al bilieto ai foreste e
lassà passà i regoliöre. Con
proteste, reclame de derite
senpro avude, voia da sarà su
la val, o, come ch inà dito un
capregola, “samnà vipere
dlongo par che n i rive i foreste a robà i fonghe”. Su la
cuestion da föi paga l entrada
el discussiogn à senpro tacó
d insuda e se chiataa via pl
otono. Ma n è mai stó fato un
studio par capì l inportanza
da tutelé cla bela val; n s è
mai dude in zerca dle parsone ch podössa insigné e föi
conosse sta iniziativa in giro
pl Italia e l Europa. E csi la
cuestion d Visdende è senpro stada “stangia si, stangia
no” e “cuanto föi pagà al bilieto”.
Inveze da studié sora come creà antares par gode Visdende bonora e dasöra, cöi
CONTÀLA IÙSTA
T
Piero De Ghetto
8
VAL DE SAN MARTIN:
NA TRADIZION DE OGNI AN
nche sto al terzo sabo e domenia de
A
luio Val de San Martin à
verto i tabias e le stale e se
à trasformou nte come
che era i nostre poste zento ane fa (o forse manco).
Chesta tradizion la continua grazie a la pasion de
tanta dente che co alegria
se da da fei par verde le
ciase vecie, bete aposto i
tabias, fei vede chel che se
fasea na ota, da i dei a i
scarpete, da descosolà i
fasuoi a fei al butiro. E dute i é vestide come na ota
co le femene co cotole longhe, la ciamesa de cianepa, l corpeto e al fazoleto
su la testa. I omin co le
braghe sote l denuogio e i
calzetoi e al ciapel su la testa. Ruà a Val chel dì é come fei n sauto ndrio de
tante ane ma se se acorde
che le ciase é restade an-
cora come na ota par la pasion de la dente de là che
no à volesto canbià ma
che con pasion à ristruturou tegnendo chel che
era: l larin ogno' che se fase al fuou, le sale de pera e
de len, i podui, le cusine
economiche, le bance de
len. Fora femene e omin
che vendea fugaze, crostui, pete, salame, formai.
E po' é chi che vende le erbe e chi che fa ceramiche,
chi che laora la zera e chi
che fila la lana dorando l
corleto. Inte nte i tabias se
ciata cambre co i liete fate
co i lenzuo' de na ota e le
ntimele de cianepa, i bocai
e i ciadin par lavase. Sote
la stala co le ciaure e nte
na ciasa le femene che parecia l butiro e la puina co
le erbe da magnase. Nte n
autra ciasa se ciata ancora
la cusina economica co la
bala par tostà l café e i
brondin tacade fora come
che se usea na ota. Fora
de l tabià n on cuza la fau
par pareciase a seà. Na
manifestazion che ne porta ndrio a la nostra storia,
chela che à vivesto le nostre mare e none ma che
noi co avon vivesto, parché i tenpe era canbiate.
Val par doi dì la se trasforma nte n museo verto
agno' che se po' vede ntoco de storia che par l resto
de l an resta sconto davoi
ale porte.
E propio da bela manifestazion che ciama dente
da duta l Italia e che la é
na testimonianza de n toco de la storia de la nostra
dente. Brae dute chi che
se da da fei par trasformà
val nte n museo verto a
dute!
FLF
LENGHE VIVE E
LENGHE MOR TE
e lenghe vive le canbia parché noi
L
canbion, la nostra vita, le robe da
fei, le tradizion, la tecnologia ne fa canbià n presa e così canbia la lenga che la
à da adatase a l nuou. Così canbia l talian che l à ciapou su parole nuove o che
vien da l inglese. Così suziede anche al
nostro dialeto ladin che ncuoi l é diverso da chel che l era zento ane fa. Penson
a dute le parole che se dorea par i laore
de na ota, i atreze che se dorea inte stala, chi par fei su i tabias: cheste parole
no ser ve pì parché no se fa pì cheste
laore. I resta inte i ricorde de i pì vece e
inte i vocabolari, ma i serve solo a documentà la storia de na ota da bete nte i
libre o inte un museo. Chesto toco de
lenga l é destonou a morì parché l é
leou a chel che se fasea na ota e no se fa
pì. Ades avon i computer, i telefonini, internet e pason pì tenpo sentade e de inte. La nostra mare lenga par forza l à da
canbià ciapando su' parole che vien da l
talian o da l inglese. Me par che sea normal, no dovon spasemase: chesto suziede daporduto. Ma chel che dovon pensà
é che l fato de dorà parole nuove no vo
dì che stason perdendo al nostro ladin
ma che la nostra lenga canbia come che
canbion noi e la nostra vita.
Chel che dovon fei é acetà l nuou zercando de trasformà la parola nuova par
feila someà pì visina a la nostra mare
lenga. Chesto no é algo che ne nbastardise ma é chel che vien fato agno' che
vien dorade autre leghe: par fei n esenpio i ladini de i Griscion de la Svizera i à
n ufizio aposta che parecia le parole
nuove: par esenpio l computer l é diventou computadora par luore. E n laoro
che zerca de no fei morì le lenghe parlade da poca dente biciando inte parole
che se adata de pì a l vive de l dì de n
cuoi. Dovon acetà chesto fato parché
dei e fau no se li dorarà pì ma podon avé
n nome ladin de ciamà l computer
(computador?) o internet (la talarena?).
Se fason chesto la nostra lenga la resta
viva e la continuerà a ese dorada. Se no
la canbia la servirà solo par i musei e i
vocabolari ma la dirà persa. Alora penson avanti e penson al nuou se volon fei
vive al nostro ladin.
FLF
Néto Petòla 3
uaśi duta la đènte dei paés del CaC
dore i à an soranòme : Magna carta da Pieve, Talarèi da Venàs, Iàtes da
Guóđo, Race da Peèi, Pica ciàures da
Bórcia , Ferài da Cianìa, Cèi da Vinego, Porelùte da San Vìđo….
A Vìnego, par tradiión, al dì de San
Duàne i sonàa canpanòto par tre dìs.
Chi da Guóđo, par i fèi an dispèto, i e
duđe a óra a robà i batòce de la cianpànes e a i scònde.
Inchel’òta nó i à pođù sonà canpanòto. Can che la festa de San Duàne l'èra
pasàđa un da San Vido al i a dito a Nèto
Petòla che l èra mónego a Vinego : «Ve
aè lasà robà i batòce, nó èrelo an ciàn
de guarđia…».
«Nò», l à dito Néto, «par fortuna che
daspò cuàtro dìs i aón ciatàđe; ma chi
cuàtro porelùte che l é scanpà fòra de
stàu a S.Viđo l an pasà i à ancora da i
ciatà !».
Piero De Ghetto
(LIBRO AN TIN PAR SÒRTE)
8
BAND - LIBRI
ANNO LIX
Agosto 2011
ati il dicembre scorso per
partecipare al concorso muN
sicale organizzato dalla Grove Factory, una scuola di musica con sale
di registrazione di Udine, il “Grove
Factory Contest”, i “Beyond The
Sound” sono pronti oggi a spiccare
il volo e diventare una band a tutti
gli effetti. Il tutto prende vita nel
convitto dove i quattro ragazzi che
compongono il gruppo alloggiano
per seguire i corsi universitari: Micheal Filippo, 21 anni, chitarrista
principale, originario di Laggio,
Gloria De Sandre, chitarrista di
accompagnamento, 20 anni, di Pelos, Gregorio De Podestà, bassista ventenne di Laggio e Enrico
Ruzzene, ventunenne veneziano,
che suona la batteria.
“Il tutto è nato da Micheal” commenta Gloria - “che viene a
conoscenza del “Contest” e mi propone di formare un gruppo per parteciparvi. La cosa era molto interessante, perché si trattava di un concorso musicale per brani inediti, che
avrebbe visto la partecipazione di
ventiquattro band in quattro puntate televisive, in onda su “Free Tv” e
“Antenna 3”. Accettai così di buon
grado e successivamente si unirono
a noi anche Gregorio ed Enrico. Per
quanto riguarda il nome, abbiamo
scelto di partire da quella che è la
nostra concezione musicale, ovvero
di una musica che va oltre il banale
ascolto di una melodia, letteralmente significa “oltre il suono”, ovvero di
una musica che colpisce la parte interiore di una persona, il suo cuore e
la sua mente.”
Il passo successivo per i Beyond
Beyond The Sound
“Oltre il suono”, la loro è una musica che colpisce interiormente
Ora i ragazzi si stanno
“Importante per la band è stata
dedicando ai pezzi per
la partecipazione al concorso
l’incisione di un disco e ai
televisivo su Free Tv e
prossimi concerti
Antenna3”, sottolinea Gloria
The Sound è la composizione del
brano per prendere parte alla competizione e la scelta del genere musicale da proporre. “Musicalmente
parlando” continua Gloria “arriviamo tutti da generi diversi, quindi inizialmente ci siamo dedicati a uniformare i nostri gusti in un unico stile
che potesse accomunare tutti noi: io e
Greg amiamo soprattutto il blues,
Mike è più incentrato sul metal,
mentre Enrico suona davvero di tutto! Alla fine abbiamo scelto di proporre un brano hard rock, il cui testo
è una mia poesia tradotta in inglese,
che parla appunto della nostra concezione della musica e che abbiamo
deciso di intitolare “Floating Mind”.
Il 17 aprile scorso Gloria e compagni si ritrovano alla Grove Fac-
RUMORE APPENA VISIBILE
DI SCARPE CHIODATE
a cura di
Ennio Rossignoli
tory per la registrazione della puntata. “Il tutto è cominciato con un’intervista, in cui ci siamo veramente
divertiti un sacco, con il nostro batterista che si era presentato con una
fantastica parrucca che gli ha fatto
guadagnare il sopranome di “Sailor
Moon”. Poi ci siamo esibiti davanti
ad una giuria qualificata di tre persone addette ai lavori: il loro giudizio
21
andava poi a sommarsi con i voti
provenienti da casa tramite mail.
Purtroppo non siamo riusciti a raggiungere la fase finale del programma, dove avremmo potuto presentare un secondo brano, ma la cosa più
importante è aver partecipato ad un
concorso simile, che per un gruppo
come il nostro è davvero molto importante.”
Per i prossimi mesi, l’obbiettivo è
formare un repertorio del gruppo
che consenta poi l’incisione di un
disco. “Il nostro primo progetto da
portare a termine è lo sviluppo di alcune che al momento sono solo idee
in brani concreti da suonare in un live e incidere poi su un disco. I testi
delle canzoni sono già pronti, se non
altro nelle linee generali, dobbiamo
elaborare le musiche e provarle insieme: il tutto è rinviato a settembre con
l’inizio dei corsi universitari. Un altro brano è comunque già pronto, sarebbe stato infatti l’eventuale secondo
pezzo per la finale del concorso, e si
intitola “Infinite Void”. Quest’ ultimo, nato dall’unione di due poesie,
una mia e una di Mike, tratta di un
tema più profondo che ha come oggetto la piccolezza dell’uomo nei confronti dell’Universo; tutti i nostri testi
si basano infatti su concetti filosofici
che sentiamo nostri e che vogliamo
rielaborare in una nostra chiave interpretativa. Oltre al disco, inizieremo una collaborazione con un noto
complesso metal bellunese i ‘Draconarium’, che dopo aver visto la nostra esibizione ci hanno proposto di
fare un concerto con loro, molto probabilmente a novembre o dicembre.”
Mario Da Rin
PELOS DI CADORE
LA STORIA IN DVD
teorici del linguagI percorsi di Antonella
gio la chiamano siI
nestesia, un termine tec-
‘ stato presentato lo scorso maggio il nuovo DVD intitolato “Pelos di Cadore e dintorni, dagli albori alla scoE
perta delle nostre radici”. Si tratta di un documentario storico
nico per un suggestivo
gioco di significati che
nasce dall'accostamento
di parole appartenenti a
sfere sensoriali diverse.
Antonella Fornari ne ha
fatto un titolo intrigante,
perché in quel “rumore
appena visibile di scarpe
chiodate” si raccolgono
in una insolita vicinanza
il suono ritmato del passo alpino e la visione evocata di un cammino impervio di guerra - “quella” guerra - sui sentieri
ripercorsi negli anni dai
viaggiatori della montagna e della memoria che
la montagna in sé racchiude e conserva.
Lei è una alpinista provetta, ma di una specie
particolare, poiché i suoi
percorsi non soltanto sfidano la roccia, ma ne avvertono l'anima, ne cercano la storia, come di
una compagna che induce a riflettere, con la quale dividere i pensieri, a
cui chiedere risposte al-
(Ed. Emmaus Film- prod. Sergiomada Film) della durata di 62 minuti, diretto da Giorgio Sernagiotto e Marco D’Ambros con il contributo di BIM Piave.
Un paese forse piccolo ed appartato oggi, ma che per molti secoli
era tappa importante sulla strada fra il Cadore e il Friuli attraverso il
Passo della Mauria. Qui transitavano derrate alimentari e colonne
militari, amiche e nemiche, qui arrivò probabilmente l’evangelizzazione con i Santi Ermacora e Fortunato, qui sostarono i Patriarchi di
Aquileia ed i loro legati, da qui partivano tanti futuri sacerdoti alla volta del Seminario di Udine.
La piccola piazza era un vero e proprio quadrivio, da cui si dipartivano quattro importanti strade, rispettivamente verso Vigo, verso Lorenzago e il Mauria, verso il ponte “Pelos” sul Piave e il resto del Cadore e infine verso il bosco per arrivare a Vigo o a Treponti. La storia
di Pelos è molto antica e il suo nome appare addirittura nell’atto più
importante che abbia il Cadore, ovvero lo Statuto cadorino del 1338.
Quel testo di leggi civili e penali venne redatto dal Vicario della Comunità e dei 12 uomini eletti dai Centenari che lo assecondarono in
quest’impresa c’era pure “Paesio da Pelòs Officiale di Cadore”.
Di questo e di molto altro parla il DVD, grazie alla voce di Martina
Valentinuzzi, alle foto di Vito Vecellio e ai testi ed alla sceneggiatura di Myriam Da Rin, di antico casato locale, con il contributo materiale e fattivo di altre persone di Pelos. Vengono via via presentati i
personaggi, le famiglie, le antiche case, la piccola industria basata su
molini e segherie sul Piova, stalle e fienili, il dialetto con le sue peculiarità, la cucina e perfino la poesia di Orazio Da Rin. Il tutto sempre
proiettato naturalmente sul più ampio sfondo delle grandi vicende
che hanno interessato nei secoli l’intero Cadore.
L’obiettivo è di far entrare questo documentario in ogni famiglia
“pelosita”, di farlo conoscere ai tanti emigranti sparsi per il mondo e
a tutti coloro che amano la storia del Cadore. Perché, come ribadiscono gli autori, chi è curioso per natura migliora la propria vita.
Walter Musizza – Giovanni De Donà
Fornari, alpinista provetta,
non soltanto sfidano la
roccia, ma cercano
la storia (1915-17)
e ne avvertono l’anima
trove impossibili. E' la
gioia dell'alta serenità
delle cime -ma l'inquietudine è in agguato - , il
dialogo con la bellezza
dei grandi silenzi - ma
anche pieni di dubbi e di
incognite - , il sentore di
echi lontani: occorre fermarsi per ascoltare, per
afferrare i sussurri della
natura e farne poesia.
Davvero una alpinista insolita, Antonella. Sale
per le vie che portano
lassù, Auronzo, Dobbiaco, Sesto di Pusteria, la
“Trinità di pietra” delle
Lavaredo. Una lunga
strada per il fronte, tante
strade dentro una terribile sequenza di morte,
di eroismi oscuri, di im-
prese disperate: in quegli anni bui dal 1915 al
'17, austriaci e italiani aggrappati alle asprezze
dolomitiche e alla tragica
illusione delle baionette.
Così il libro procede come una dolorosa esplorazione nelle retrovie della
cronaca maggiore, una
retrostoria fatta di episodi guerrieri, di strategie
ignorate, e insieme come
una serie di notizie utili e
precise per il viandante:
itinerari, segnavie, dislivelli, tempi di percorrenza, Val Giralba “per conquistare una mezzaluna
di cielo”, Col dei Tocci,
Val Popena, Val Sassovecchio... Ha scritto molto Antonella, soprattutto
Edizioni
Grafica Sanvitese
sui luoghi, i fatti, gli uomini, “le lacrime di pietra” della inutile strage
sui monti dolomitici:
ogni libro un canto che
si aggiunge a una epopea
di guerra che, nel fondo,
resta un canto di pace, di
amore per una terra così
vicina al cielo. Una terra
in cui il sangue di una
generazione si è come
rappreso nel ricordo di
quanti non hanno mai
smesso di dedicarle la
carezza della storia. Antonella è una di loro.
22
SPORT
bdoullha Bamoussa,
25enne marocchino
A
ormai alpagoto d'adozione
e Veronica De Martin Pinter, apprezzata fondista padolese specializzata nelle
grandi distanze, sono i vincitori della 16a edizione del
Trofeo "Ribul Nin", con circa 100 partecipanti, ormai
classica corsa in montagna
sui dieci chilometri da Padola al Rifugio Berti, che si
disputa la prima domenica
di luglio.
Bamoussa non ha avuto
avversari distanziando all'arrivo di quasi due minuti
il compagno di squadra dell'Atletica
Brugnera,
Zahidi, e di quasi tre, l'altro compagno di squadra
Filippo Barizza. Tra gli atleti cadorini buon quinto posto di Mirko Da Vià, società Marciatori Calalzo e di
Matteo De Bernardo che
corre per i Vigili del Fuoco,
giunto al 15° posto.
Tra le donne dominio assoluto dell'Atletica Comelico con quattro atlete tra le
prime sette. Lotta serrata
per la vittoria con Veronica
De Martin che riesce a
precedere Patrizia Zanette, già vincitrice in una edizione precedente del Trofeo. Sul traguardo del Rifugio Berti solo 10 secondi
hanno diviso le due atlete.
Al terzo posto Virginia De
Martin, giovane speranza
azzura del fondo da poco
entrata nella nazionale
maggiore. Ottimi piazzamenti per le altre atlete locali, Francesca Di Sopra,
Marlene De Martin e
ANNO LIX
Agosto 2011
8
CORSA IN MONTAGNA - cento i partecipanti alla classica CLASSIFICHE
10 km da Padola al Rifugio Berti - Bamaussa distanzia tutti Maschile
16° TROFEO RIBUL NIN A PADOLA
Bamaussa
distanzia di
quasi 2 minuti
il compagno
dell’Atletica
Brugnera Zahidi
Al femminile,
vittoria della
forte fondista
padolese
Veronica
De Martin
Arianna De Martin, al 7°,
8° e 10° posto.
Durante la cerimonia di
premiazione presenti il vice sindaco Raffaella Mario, il gen. Girolamo
Scozzaro e il gen. Primo
Gadia, ultimo comandante
della Brigata Cadore, assieme ai figli del Nin, Valentino e Maria Giovanna, è
stata ricordata la figura
di Gerolamo Ribul, grande alpino, ma soprattutto
grande uomo, eroe sul fronte del Don, decorato con la
medaglia d'argento al Valor
Militare, che una volta tornato a casa, fu sempre disponibile per aiutare chi era
in difficoltà, con semplicità,
modestia e grandissima
umanità. Non c'è modo migliore per onorarne la memoria che promouovere la
1° A. Bamoussa (Atl Brugnera) 45.47.08 - 2° M. Zahidi (id.) 47.02.09 - 3° F. Barizza (id.) 48.47.04 - 4° O.
Da Prà (VV.FF.) 50.09.03 5° S. Daniel (Atl. Tre Comuni) 53.20.09 - 6°M. Da
Vià ((Marciatori Calalzo)
53.33.09 - 7° A.Viel (GS
Quantin) 53.53.03 - 8° E.
Rosolem (Atl. Dolomiti)
54.07.00 - 9° P.Rizzotto (GS
Alano) 54.18.02 - 10° M. Andrich (Atl. Comando)
54.29.09.
Femminile
1a Veronica De Martin
Pinter (Atl Comelico)
58.48.09 - 2a P. Zanette (Atl.
Dolomiti) 58.58.04 - 3a Virginia De Martin (Atl. Comelico) 59.27.00 - 4a S. Serafini
(Atl. Tre Comuni) 59.59.01 5a M. Moro ( Pro loco Trichiana) 1.01.20.6 - 6a F. Di
Sopra (Atl. Comelico)
1.01.28.6 - 7a M. De Martin
(id.) 1.02.52.4 - 8a N. De
Francesch (Caprioli San Vito) 1.06.07.0 - 9a A. Perenzin
(Ana Feltre) 1.07.07.2 - 10a
Arianna De Martin Pinter
(Atl. Comelico) 1.07.43.6.
Ricordata la figura
di Gerolamo
Ribul,
eroe alpino sul
Gruppo Ana di Comelico
fronte del Don e
Superiore, del Comune e
grande uomo
del Comando Truppe Alpi-
pratica dello sport in montagna, come fa tutti gli anni
l'Atletica Comelico, in collaborazione con il GruppoA- ne.
sti 95 e con il patrocinio del
Livio Olivotto
KARATE TRADIZIONALE
16 NUOVE CINTURE NERE
E
rica e Chiara Da Val di Valle di Cadore, Gianmarco Ghezzi di
Tai di Cadore, Carlo Franchin di Vigo di Cadore, Giulia Da Prà
di Lozzo di Cadore, Dana Genova di Pieve di Cadore, Davide e Marco
De Silvestro di Domegge di Cadore, Micol di Girolamo di Tai di Cadore, Fabio Ciotti di Sottocastello, Veronica Bettio di San Vito di Cadore, Daniel Da Corte di Tai di Cadore, Nicolò Belfi di Vodo di Cadore, Camilla Somacal di Belluno, WalterMontecchio di Lozzo di Cadore, Cristiano Da Rin di Vigo di Cadore: sedici nuove cinture nere neo
diplomate per il T.S.K.S. la scuola di karate tradizionale della provincia
di Belluno. Grande soddisfazione per il Presidente Ferdinando Rizzo e per il Direttore Tecnico M° Roberto Bacchilega. “Tra questi vi
sono sicuramente alcuni campioni di domani, tra loro già molti hanno
conquistato medaglie importanti, è un gruppo che lavora molto seriamente e che ha sempre dato grandi soddisfazioni.”
8
ANNO LIX
Agosto 2011
23
ndrea Tabacchi si è
Andrea Tabacchi vince la stracittadina di Pieve di Cadore
A
imposto nella CORRIPIEVE 2011, la stracittagiunta alla sua terza edizione. Oltre 100 atleti con le giovanili
dina di Pieve di Cadore
giunta alla terza edizione.
Sui 5 giri del ner voso
tracciato, l'atleta di casa ha
subito imposto un alto ritmo alla gara, con passaggi
regolari. Mohamed Zahidi
e Adriano Pagotto hanno
tentato di opporsi, classificandosi nell'ordine.
Tabacchi (terzo lo scorso anno), si è così aggiudicato il Trofeo SPORTLER
per il miglior tempo maschile.
Nel settore femminile
netta affermazione di Isadora Castellani (Maratonina Udinese) con l'ottimo
tempo di 11.03, record della gara. Al secondo posto
Sara Tomè (Atl Vittorio
Veneto), terza Giorgia
Pompanin (Atletica Cortina).
Al via anche le categorie
Giovanili per un totale di
oltre cento atleti con una
ricca dotazione di premi.
Apripista di eccezione
l’azzurro del ciclocross
Mirko Tabacchi.
Organizzata grazie al
Comitato Operatori Economici, la competizione è
stata
supportata
da
SPORTLER, LOOK occhiali, BERNARDI Arredamenti e GRAN CAFFE' TIZIANO, quest'ultimo autore di un ottimo RISO
PARTY particolarmente
apprezzato.
Roberto Tabacchi
CORRIPIEVE 2011
Informazione pubblicitaria. Le condizioni e i fogli informativi sono a disposizione del pubblico in tutte le nostre filiali, presso i nostri consulenti o su www.bancapopolare.it.
CORRIPIEVE 2011 è stata
organizzata grazie
all’apporto degli operatori
economici di Pieve di Cadore
sms b@nking,
la banca in un palmo di mano:
ricarica cellulare, richiesta saldo e movimenti… basta un SMS!
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identita` da promuovere iniezione da 40 milioni di euro