Traffico
senza incroci,
l’utopia di Retis
pag
8
Europee, in città
trionfo
di Lega e Pdl
pag
4
Beggiato
e il 1809
“venetista”
pag
13
n° 153
13 giugno 2009
0 50
euro 0,50
Fatti, personaggi e vita vicentina
Direttore responsabile Luca Matteazzi
Un paese per
vecchi
A Vicenza non c’è ricambio nella classe dirigente (tranne poche eccezioni)
I giovani non si fanno avanti, gli anziani non mollano le poltrone
E a rimetterci è tutta la città
Il voto politico
Ciàcole
T
ranquilli, non parliamo di
europee, ma dei cari vecchi
voti delle pagelle scolastiche.
Tutto comincia nell’estate scorsa, quando il ministro Gelmini
annuncia l’ennesima rivoluzione
per il mondo della scuola, questa
volta all’insegna della meritocrazia. Con slogan tipo: basta con
le promozioni facili, in pagella
torneranno i cinque, con una insufficienza si boccia. Peccato solo
che alle dichiarazioni d’intenti sia
poi seguito un mare di circolari
spesso contraddittorie. Che chi ha
provato a dare davvero i cinque in
pagella si sia visto arrivare a scuo-
la gli ispettori ministeriali. E soprattutto che bocciare un ragazzino per un solo cinque non abbia,
il più delle volte, alcun senso.
Nell’incertezza generale, le scuole una soluzione l’avevano anche trovata, rispolverando il sei
politico. C’è un alunno che ha
qualche insufficienza ma che,
a giudizio del consiglio di classe, merita comunque di andare
avanti? Bene, gli si dà un sei di
fiducia, evidenziandolo però con
un asterisco o con il colore rosso.
Ma niente da fare. A due giorni
dalla fine delle lezioni la Gelmini
ha fatto sapere che il “sei politi-
co” non può essere accettato. E
quindi? Quindi, per evitare una
strage di alunni difficilmente
giustificabile, ci si è arrangiati nel peggior stile italiano: con
quattro e cinque che si sono miracolosamente trasformati in sei,
con buona pace dei compagni di
classe che quel sei se l’erano meritato davvero. E, immaginiamo,
senza obiezioni da parte di un
ministero che ha visto salva la
sua campagna, tutta di facciata,
per la meritocrazia.
Caro ministro, questa volta il
voto politico lo meriterebbe lei.
Un due però.
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2
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Franzina: museo al Macello, parcheggi e negozi all’Eretenio
L’idea
D
al 2002 si trascina un progetto di intervento sulle aree
del ex teatro Eretenio e dell’area
dell’ex Macello. Un project financing proposto dalla passata amministrazione e presentato da una
importante azienda vicentina. Si
tratta di realizzare in questi due
vuoti, uno creato dai bombardamenti della seconda guerra mondiale (l’Eretenio), l’altro dismesso
decenni fa e non più utilizzato, dei
parcheggi pertinenziali.
Il project financing prevedeva infatti un riuso fortemente mirato
sulla esigenza di offrire nuove autorimesse private in centro storico. E questa esigenza era ed è una
vera esigenza del centro storico
cittadino, che si rivitalizzerà se diventerà sede di nuova residenza.
Per ottenere questo lo si deve dotare di quei servizi reputati oggi
indispensabili, e fra essi vi è certamente la disponibilità di autorimesse nei pressi della abitazione
di residenza. Ed è per questo che
in quegli anni lavorai al progetto
di otto autorimesse pertinenziali
(legate cioè alla residenza) in centro storico. Delle otto autorimesse
una era nell’area dell’Eretenio.
Ora, passati molti anni, il progetto
non è decollato e forse è opportuna una sua rivisitazione.
Certamente l’esigenza di posti
auto è ancora presente, vi è però
una novità. La novità è l’intelligente idea di recuperare il volume
dell’ex macello comunale per un
museo dell’arte contemporanea.
Lo sottolineo, è una buona idea
ed il sito si presta assolutamente.
L’intervento di recupero ed adattamento dovrà essere “leggero” e
rispettoso della storia del luogo,
come lo è stato il recupero, a Venezia, dei magazzini del sale. Un
contenitore quindi che, riproponendo la sua storia, si trasforma
in luogo dell’arte contemporanea
a Vicenza, in dialogo con i grandi
musei cittadini e con piazza Matteotti.
Come fare a realizzare questa
brillante, ma evidentemente costosa, proposta?
A mio avviso l’accordo con i privati che produsse il project financing
deve solo essere aggiornato alle
nuove esigenze. Tale aggiornamento prevederà il concentrarsi
dell’interesse e dell’utilità pubblica nell’area dell’ ex macello e lo
svilupparsi dell’interesse privato
nell’area dell’ Eretenio.
Nell’area dell’Eretenio potranno quindi trovare localizzazione
alcune centinaia di autorimes-
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Ovviamente i due interventi saranno
se private sotterranee (almeno 4
entrambi a carico del privato, che
piani interrati) e sopra un edificio
troverà il ristoro economico nella vacommerciale, direzionale e resilorizzazione dell’area del ex Eretenio.
denziale, in armoniosa proporIl vantaggio pubblico è triplice. Avere
zione con i volumi esistenti ma di
un nuovo ed importante sito museastile architettonico assolutamente
le in un’area vicina ai musei esistenti
contemporaneo. Un edificio ared alla università, realizzare centichitettonicamente innovativo, che
naia di autorimesse
si componga, anche
destinate alla residenin contrapposizione
za in centro storico, e
architettonica con il
chiudere un vuoto con
contesto, e per la cui
un inserimento archiprogettazione è ne- Trovare
tettonico di grande
cessaria la mano di l’accordo
pregio e qualità.
un grande architet- con il privato
questa è
to contemporaneo.
non dovrebbe Ovviamente
solo una proposta, e
Non faccio nomi, ma
lungo e difficile sarà il
non sono molti quelli essere
percorso realizzativo.
all’altezza della sfida. impossibile
Però le varianti urL’integrazione di ribanistiche recentenascimentale e conmente approvate non
temporaneo potrà
sono in difformità da questa idea e
generare un recupero di un area
quindi serve “solo” l’accordo con il
oggi non usata anche se interesprivato. Accordo che non credo sia
sante e ricca di opportunità. Un
impossibile raggiungere.
pezzo di città, distrutto sessanta
anni fa dall’affronto dei bombarMaurizio Franzina
damenti e mai più ricostruito. Una
consigliere comunale Pdl
ferita che è ora di rimarginare.
La Pfm, Bubola e
De Andrè ridotto a santino
La lettera
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G
entile Sig. Mannino,
condivido pienamente quanto
ha scritto sul concerto della PFM
e sulla la riduzione di De Andrè a
formato “santino” tascabile. Deve
essere la tendenza di certi cattolici a credere che in fondo lo siamo
tutti “anche se non lo sappiamo” e
di certi moderatori nel confondere
la rava con la fava (ortaggio tipicamente genovese). Non sono esenti
certe rock star che accettano di
tuffarsi nel calderone e uscire dalla formaldeide pur di rodare una
tourneè in provincia e pure pagati.
Ho visto la PFM con De Andrè al
palasport di vicenza nel 79. Gran
concerto. Non c’era ombra di “Buona Novella”, album atipico e da
ascoltare in intimità con il solo De
Andrè.
Anche Bubola, credo. ha detto
qualche perla circa il rapporto fra
la chitarra e dio, almeno da quanto
ho letto.
| PFM in concerto
Cosa vuole... in tempi di crisi si
accetta tutto pur di lavorare, io
stesso ero là per questo motivo e
mi sono talmente annoiato che mi
sono quasi depresso.
Complimenti, saluti e W la Madonna Pellegrina!
Alberto Pinato
il fatto
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Animali maltrattati, la denuncia della Lav
Un servizio di Striscia richiama l’attenzione su una questione poco nota: i maltrattamenti al bestiame
durante il trasporto al macello. Per la Lega Antivivisezione, ci sono casi anche nel vicentino
timana fa, con un servizio di “Striscia la notizia”. (Il video è presente
sul sito internet “You tube”, cercando “Striscia trasporto mucche
a terra”).
I casi vicentini
Le immagini del servizio televisivo
testimoniano un’operazione dei caucche a terra trascinate vive
rabinieri padovani del Nas, Nucleo
tramite delle catene dentro
Anti sofisticazioni e Sanità. I miliai camion, le gambe spezzate in
tari denunciano alla Procura vicenpose innaturali. E maltrattamenti
tina per maltrattamento di animali
di inaudita violenza nei macelli agli
e violazione della normativa sul
animali destinati a morire. Una
trasporto i proprietari di tre veicoli
realtà che, secondo la Lega Anti
per il trasporto di animali, tre vicenVivisezione, ha anche casi vicentini di 39, 40 e 43 anni. Il provvetini, e che il legislatore ha cercato
dimento scatta dopo accertamenti
di fermare con normative apposite.
nella stalla di sosta dell’ex mercato
Per gli animalisti, spesso rimaste
del bestiame berico, dove le mucche
disattese.
venivano caricate per essere portate al macello, e il blitz è scaturito da
Il macello
alcuni esposti. I militari fermano il
“Sventrate intere famiglie/ oggi/
camion e ai veterinari che li accomlunedì di intensa macellazione./
pagnano, verificate le gravissime
Una vacca ha partorito un vitello/
condizioni di una delle bestie, non
negli occhi la paura di nascere/ il
resta che ucciderla sul posto e poi
foro in mezzo il nostro contribuscaricarla dal camion con una gru e
to/ a tranquillizzarlo”. Questi versi
portarla via. A detta degli animalisti
sono di Ivano Ferrari, autore della
della Lega anti vivisezione vicentina
raccolta “Macello” (Einaudi, 2004).
c’è anche un altro caso, che risale ad
Ottantaquattro poesie, scritte dal
un paio di mesi fa: «In aprile il Nas
poeta dopo anni passati a lavorare
di Padova – fa infatti sapere la Lav
in un mattatoio bovino. Poche rime
berica – ha denunciato alla Procuper descrivere realtà italiane ignote
ra della Repubblica di Vicenza per
ai più, come il giocare a calcio con il
maltrattamenti di animali e violacuore di un toro al posto della palla,
zione della normativa sul trasporto i
o il mettere per scherzo nella tasca
proprietari di tre mezzi di trasporto
di un altro l’occhio di una mucca, in
per gli animali. Il Nas avrebbe scomodo che lo scopra solo a casa, o
perto i tre intenti a scaricare dai cal’uccidere metà delle
mion gli animali: i cabestie e poi andarserabinieri li hanno visti
ne perché il turno è
maltrattare i bovini,
finito, lasciando tutta
già affetti da evidenti
la notte gli animali
lesioni, scorticazioni,
vivi a fianco dei proabrasioni, malridotti
pri simili già morti. I Nas di
al punto da non riusciE se Ferrari descrive Padova hanno
re a stare in piedi. I veuna realtà interna al
denunciato
per
terinari hanno deciso
macello, ci sono andi abbattere un bovino
che maltrattamenti maltrattamenti
che avvengono fuori, tre trasportatori e porne sotto sequestro cautelativo altri
durante il traspordue». La sensazione,
to, che secondo gli
secondo gli animaliambientalisti sono
sti, è che «i casi nel Vicentino siano
assai diffusi ma difficilmente dimopiù numerosi: purtroppo è una viostrabili. Le immagini di almeno un
lazione dei regolamenti difficile da
caso, vicentino, sono entrate nelle
accertare».
case di tutti gli italiani qualche set-
di Andrea Alba
M
www.vicenzapiu.com
Direttore Responsabile
LUCA MATTEAZZI
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Editore
MANY MEDIA SRL
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12,00 di giovedì 11 giugno 2009.
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Ringraziamo tutti gli autori che ci permettono di utilizzare i loro lavori segnalando il
nome o il link ad un loro spazio web personale. Per maggiori informazioni:
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| Il trasporto di bestiame è spesso fuori norma
Una questione di metodo
Non bisogna fare di tutta l’erba un
fascio, è chiaro. Ma secondo la Lav
i casi di maltrattamento di bovini,
durante il trasporto, ci sono. Quali maltrattamenti? La descrizione,
cruda, non lascia spazio alla fantasia: «A volte – spiega un operatore
Lav che chiede l’anonimato – i certificati veterinari attestano la buona
condizione di salute dell’animale,
quando invece non è così. Per trasportarli è necessario un certificato
di buona salute, ma anche le immagini presenti nel video di Striscia testimoniano che non è sempre così.
Vengono prese le mucche di più
di dieci anni: sfinite dalla fatica e
dai maltrattamenti dell’allevamento intensivo, alle bovine cedono le
gambe e cadono a terra. Per farle
“ripigliare” gli allevatori a volte gli
danno alcool, o zucchero, il tempo
necessario perchè salgano sul camion. Oppure le punzecchiano con
dei punteruoli, perchè vadano avanti. Se è proprio impossibile, nei casi
estremi in cui la mucca non si regge
più in piedi, la legano con delle corde e la trascinano fino al camion o
da un camion all’altro. Non importa
se trascinarle vuol dire spezzargli le
ossa degli arti. E non importa se un
arto rimanga incastrato nel pianale
del camion: un colpo di “menara” e
“zacc”, la mucca viene portata dentro al macello, ancora viva, su tre
zampe. Lo stesso discorso vale, a
volte, per i cavalli». Casi limite, probabilmente, ma il problema è reale.
Quando un animale si sente male in
stalla, non è più in grado di muoversi e non ha prospettive di miglioramento, l’allevatore non ha molte alternative: o lo fa abbattere sul posto,
perdendo però la possibilità di venderne la carne, o lo fa trasportare al
macello. Il punto è che il trasporto
deve avvenire in condizioni adeguate, non bestiali.
Le normative
stabilito il principio della condan«La normativa che regola il trasporna». Il caso, avvenuto qualche mese
to animali è molto recente, si tratta
fa, riguardava un trasporto di suini
del decreto legislativo 151 del 2007.
dall’estero a Bari. L’autotrasporIl regolamento è stato rinnovato
tatore è passato dal Brennero, e la
perchè il problema del maltrattaLav è riuscita a far passare il prinmento esiste. Sono reati penali –
cipio che, visto che il transito aveva
spiegano gli animalisti -: il Nas ad
interessato anche il territorio della
esempio ci ha confermato che anche
procura dell’Alto Adige, il reato fosla denuncia a carico dei tre vicentini
se giudicabile anche da quei giuè stata fatta sia per l’articolo 544 del
dici. «Era un trasporto di maiali,
codice penale, che regola il maltratma erano stati tenuti in condizioni
tamento di animali,
ignobili. Durante il
sia per la violazione
tragitto molti eradella normativa sul
no morti di sete, ed
trasporto». Il maltraterano stati tenuti nel
tamento è difficile da
camion. I magistrati
accertare: quando viebaresi volevano archine scoperto e provato, A Bolzano la
viare il caso, fortunaperò, può far anche prima, storica,
tamente la Procura di
andare in galera il traBolzano ha avocato a
condanna
sportatore e l’allevatosé l’indagine. E i giure. E’ successo, non a per questo tipo dici, condannando il
Vicenza ma a Bolzano, di reati
trasportatore,
handove il camionista ha
no riconosciuto che
patteggiato la pena.
anche nella fase del
«Quello altoatesino
trasporto di animali
per noi è un esempio importantisdestinati al macello, cioè destinati a
simo, il primo dall’entrata in vigomorire, deve esserci un trattamento
re della norma – commentano gli
consono alla loro dignità e alle loro
operatori Lav vicentini –; è stato
caratteristiche».
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Chiuso il lunedì
primo piano
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4
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Europee, la città va a destra
Pdl e Lega sempre più forti. Bene anche l’Italia dei Valori, cresce il partito del non voto
Tracollo del Pd, che rischia in molte amministrazioni locali. Si salva Variati
A
dispetto di una delle campagne elettorale più fiacche degli
ultimi anni, come dimostrano gli
spazi per le pubblicità elettorali
rimasti in gran parte invenduti, il
voto del 6 e 7 giugno è stato tutt’altro che ininfluente. Dalle urne delle europee e delle amministrative,
anzi, sono uscite una serie di indicazioni interessanti, e non solo per
lo scenario nazionale.
un arretramento del Pd lo tocca
solo di striscio. Tanto più che negli
ultimi dodici mesi il sindaco non
si è certo proposto come uomo di
partito: a parte una piccola parentesi alla vigilia delle europee per
sostenere il padovano Franco Frigo, Variati si è tenuto al di fuori dal
dibattito del Pd, ribadendo spesso
che la sua legittimazione viene dal
rapporto diretto con i cittadini.
“Hanno votato me, non i partiti”,
è il pensiero che ha espresso più
volte. E ha ragione: si potrebbe
discutere su quale sia davvero il
suo ruolo nel Pd; si potrebbe accusarlo di non aver voluto troncare
del tutto il legame con il partito
nonostante alcune evidenti divergenze (il Dal Molin su tutte), ma
è un dato di fatto che la posizione di Variati in città ha oggi una
solidità che dipende solo in parte da quella dei democratici. Con
un Pd debole, anzi, Variati è forse
anche più forte. Perché con l’aria
che tira al centrosinistra non resta
che far quadrato attorno all’unica
personalità che ha dimostrato di
saper ribaltare i rapporti di forza.
Metterla in dubbio equivarrebbe
probabilmente ad un
suicidio.
La spallata
A livello locale, erano in tanti ad
avere fissato nelle europee un
primo test per l’amministrazione
Variati. Una specie di sondaggio
per verificare la presa della nuova giunta di centrosisnistra sulla
città e magari anche per provare
a disarcionarla, se dalle urne fosse
uscito un chiaro, chiarissimo, segnale di sfiducia. Ebbene, il Pdl ha
vinto, la Lega di più, il Pd ha perso,
ma l’ipotesi della spallata a Variati appare quanto mai lontana. Gli
stessi leader del centrodestra, nei
commenti del giorno dopo, hanno
sottolineato come Pdl, Lega e Udc
rappresentino la vera maggioranza della gente, hanno chiesto
un rapporto diverso
con l’opposizione in
consiglio comunale,
I vincitori
ma non si sono spinSicuramente il centi oltre; e nessuno ha
trodestra, per cui le
avanzato la richiesta
In città
europee erano quasi
di dimissioni.
delle primarie: serIl fatto è che la vitto- Pdl, Lega
vivano per contarsi,
ria di Variati un anno e Udc insieme
verificare equilibri e
fa non è stata una
rapporti di forza in
vittoria dei partiti sono al
vista dei prossimi apdel centrosinistra. È 56 per cento
puntamenti che constata prima di tutto
tano, regionali 2010
un’affermazione sua.
in testa. E non solo
La città, politicamente
tra Lega e Pdl, ma anche tra le vaparlando, era di centrodestra nel
rie anime del Pdl (ex forzisti contro
2008 tanto come nel 2009: è staex aennisti) e della Lega (Stefani
to Variati, sfruttando al meglio le
e Dal Lago). Le urne hanno detto
proprie carte e approfittando degli
che La Lega si conferma il primo
errori altrui, a ribaltare una situapartito della provincia e guadagna
zione che sulla carta lo vedeva siterreno anche in città, salendo dal
curo perdente. Così, adesso, anche
18 al 21 per cento. Il Pdl, però, ha
retto meglio di quanto non sia avvenuto a livello nazionale: anzi, è
stato uno dei pochi partiti a non
perdere voti (numericamente parlando) rispetto al 2008: 134 mila
voti erano stati raccolti alle politiche di un anno fa, 138 mila voti
sono arrivati adesso (sempre a livello provinciale). Tant’è vero che
la sua percentuale, in provincia, si
è alzata dal 25 al 28 per cento. Da
sottolineare che con l’Udc il centrodestra raggiunge anche in città
ben il 56 per cento dei consensi
(alle politiche dell’anno scorso era
al 52).
A livello personale, Sergio Berlato
si impone nel debry pidiellino con
Lia Sartori: l’ex leader di An vince
sia a livello provinciale (nettamente) che a livello regionale (questa
volta di misura, 58 mila preferenze a 56mila), mentre la Sartori si è
imposta in città (3700 voti contro
2300). Risultati che garantiscono
a tutti e due il ritorno a Strasburgo, ma che lasciano sicuramente
meno soddisfatta l’ex candidata
sindaco, costretta ad incassare, ad
un anno dalla sconfitta alle comunali, anche il sorpasso berlatiano.
Se l’anno prossimo la presidenza
di Galan in regione fosse davvero
rimessa in discussione a favore
della Lega, anche tutta la rete di
WHQGH
H
WHVVXWL
zeccata una: la creazione del Movimento per il Ppe non ha dato i
risultati sperati, la legislatura europea è scorsa via senza interventi da consegnare alle cronache,
e nemmeno il ritorno alla casa
madre democristiana nelle fila
dell’Udc è servito. Così come non
è servito essere uno dei pochi a
investire davvero nella campagna
elettorale (i suoi spot sono stati tra
i più trasmessi). Sopravanzato dalla sorpresa Tiziano Motti, giovane
emiliano rampante e del tutto sconosciuti fino a quattro mesi fa, quando ha cominciato a
Gli sconfitti
tappezzare le città
Tra i vicentini insecon manifesti in cui
riti nelle liste, Emilio
Variati si è
campeggiava il suo
Franzina e Silvano
sorriso smagliante,
Giometto, con due costruito una
Carollo dovrà adesso
candidature di ban- posizione
reinventarsi, anche
diera, non poteva- autonoma
se le 6mila prefeno aspettarsi molto
renze raccolte nel
di più di quello che rispetto a
vicentino potrebbero
hanno effettivamen- quella del Pd
essere un buon punte raccolto (1500
to di partenza per le
voti il primo, 229 il
prossime regionali.
secondo). Chi invece
Fa pensare, inoltre, il fatto che
deve fare i conti con un risultato
anche in un elettorato per defidecisamente deludente è Giornizione moderato come quello
gio Carollo, a cui le quasi 12 mila
dell’Udc. la faccia fotogenica e le
preferenze non sono bastate per
presenza mediatica di un Tiziano
confermare il seggio a Bruxelles.
Motti siano sufficienti per superaL’ex leader di Forza Italia, dopo la
re l’esperienza di un Carollo.
rottura con Galan, non ne ha azrelazioni e di consensi che la Sartori ha gestito in questi anni - con
la sanità, le società controllate e gli
appalti - potrebbe scricchiolare.
Il vero volto nuovo e vincente,
però, è quello di Mara Bizzotto. La
consigliera regionale leghista vola
in Europa forte di oltre 33mila
preferenze personali (e nel vicentino ne ha raccolte addirittura più
di Bossi), e batte il collega di partito Roberto Ciambetti, primo degli esclusi con 25 mila preferenze
(anche lui più votato del sentùr a
livello provinciale).
DUHD
GL&DPSLHOOR*LDQFDUOR
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primo piano
153 del13 giugno 2009
numero
5
pag
| Da sinistra: Lia Sartori, Achille Variati, Mara Bizzotto, Sergio Berlato
Torri di Quartesolo). Certo che se
Il caso Pd
anche le amministrazioni locali
Parlando di sconfitti, non si può
più grosse, tradizionale ancora di
non parlare del Partito Democratisalvezza del centrosinistra berico,
co. In città il partito di Franceschicominciano a vacillare, il percorso
ni scende dal 32 per cento di un
si fa veramente arduo.
anno fa al 24 di oggi; in provincia
è al 18 per cento e perde (o rischia
Di Pietro e il partito
di perdere) amministrazioni locadel non voto
li molto pesanti, a cominciare da
Se la Lega ha vinto, forse ancoArzignano. Se ancora ce ne fosse
ra più sorprendente è il risultato
stato bisogno, non poteva esserci
dell’Italia dei Valori. Che, tra pasegnale più chiaro: il progetto del
rentesi, ha salvato almeno parPd non funziona, soprattutto dalzialmente il bilancio del centrosile nostre parti, dove non solo non
nistra nostrano (Pd,
riesce a sfondare, ma
Idv e Radicali insienemmeno a trovare
me sono attorno al
un base di consensi
36 per cento, proprio
stabile su cui fare
come un anno fa: è il
affidamento. Pesa siPd che è crollato). L’8
curamente il pessimo
per cento raccolto in
momento nazionale, Tra i candidati
città e in provincia
e pesano contraddi- la sorpresa è
Di
zioni evidenti come Mara Bizzotto. dall’accoppiata
Pietro – De Magistris
il caso Dal Molin. Ma
va ricondotto interaha ragione Giuseppe Lo sconfitto
Berlato Sella quando Giorgio Carollo mente, o quasi, alle
dinamiche nazionali,
osserva che “dobperché dalle nostre
biamo scegliere cosa
parti il partito ha una
siamo”. In effetti il
visibilità praticamente pari a zero.
primo passo dovrebbe essere quelPerò è un 8 per cento che dimostra
lo di mettere dei contenuti chiari
due cose. Primo: che c’è una fetta
dentro un contenitore in cui, fino
non trascurabile di città per cui i
ad adesso, è finito un po’ di tutto. E
temi della legalità, della giustizia,
poi prendere esempio da quei casi
della trasparenza sono fondamenin cui l’esperienza civica amminitali. Secondo: che il bipolarismo è
strativa è stata premiata (Dueville,
sentito come una camicia di forza
da una parte rilevante dell’elettorato, e che il dibattito politico non
si può limitare ad un generico confronto tra destra e sinistra, progressisti e conservatori. I risultati
di Lega e Idv sono il premio per i
due partiti con l’identità più forte,
e che più di altri si oppongono al
grande progetto del bipartitismo
perfetto.
E questo porta dritti dritti all’altro
grande vincitore di questa tornata
elettorale: il partito del non voto.
In Europa ha votato poco più del
40 per cento degli aventi diritto.
In Italia la media è oltre il 66 per
cento, grazie anche al traino delle
amministrative (si votava praticamente dappertutto o per i comuni
i per le province), ma l’astensionismo è in continua crescita. E l’euroscetticismo c’entra solo fino ad
un certo punto. È che sempre più
persone vedono ormai la politica,
almeno quella tradizionale, come
qualcosa di distante: un mondo
a sé, fatto da forze politiche che
hanno a cuore prima di tutto i loro
interessi e quelli dei loro amici. Gli
delusi, gli scontenti, quelli che non
si sentono più rappresentati da un
sistema in cui i partiti sembrano
fotocopie l’uno dell’altro, o quelli che “io non vado a votare tanto
non cambia niente e sono tutti
to della città della concia è uno di
quelli che dovrebbe far più riflettere. Se c’era un’amministrazione
che in questi anni veniva additata
come esempio di buon governo
era proprio quella guidata da Stefano Fracasso: aveva approvato
uno dei primi regolamenti edilizi
attenti al risparmio energetico,
era riuscita a gestire i flussi migratori anche con percentuali di
Il voto locale
stranieri sopra al 20 per cento,
La provincia di Vicenza era famoaveva portato a casa risultati imsa per il suo strabismo elettoraportanti nella gestione dei rifiuti.
le: nettamente schierata a destra
Tutto spazzato via
quando in ballo c’era
dall’avanzata
della
un voto politico, ma
Lega e del Pdl guicon molti comuni di
dati da Giorgio Gengrandi dimensioni
tilin, che ha travolto
in mano al centro
Schio,
il centrosinistra già
sinistra: Schio, Arzial primo turno (fosse
gnano, Montecchio, Valdagno,
arrivato al ballottagValdagno. Il voto del Montecchio,
gio, forse, il sindaco
6 e 7 giugno potreb- Bassano:
uscente avrebbe avube porre fine a queto qualche possibilità
sta anomalia: il cen- ecco le partite
in più) e che adesso
trosinistra rischia a ancora aperte
annuncia un’ammiSchio e Valdagno,
nistrazione in stile
dove comunque LuiTosi. Un’inversione
gi Dalla Via e Albert
di rotta totale, che dimostra il raNeri hanno buone possibilità di
dicamento sempre più solido del
confermarsi, rischia ancor di più
centrodestra nel tessuto sociale
a Montecchio, dove il sindaco
della nostra provincia. E che douscente Maurizio Scalabrin deve
vrebbe dare molto da riflettere al
recuperare una decina di punti a
centrosinistra.
Milena Cecchetto. Ma soprattutto
L.M.
ha già perso Arzignano. Il risultauguali” sono ormai stabilmente
il primo partito italiano. E il dato
avrebbe potuto essere anche più
alto, se la Lega e l’Italia dei Valori
non avessero intercettato una fetta
del cosiddetto voto di protesta (a
scapito delle formazioni di estrema destra ed estrema sinistra, ormai ridotte al lumicino).
Se 6 Goloso
di Musica e Notizie
CI PUOI
ASCOLTARE
13 notiziari locali 16 notiziari nazionali al giorno
tutto quello che succede a vicenza e provincia
tutte le partite del vicenza calcio in diretta
100.300
Vicenza, Bassano,
Rosà, Marostica.....
105.600
Schio
104.700
Vallata dell’Astico
99.800
Altopiano di Asiago
107.750
Vallata dell’Agno
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focus
numero
6
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La vecchia
babbiona
Questa città è incapace di rigenerarsi a partire dalla classe dirigente
Nella politica, nella cultura, nell’imprenditoria pochi e nani gli emergenti
Dito puntato contro i giovani
gamin (Cgil) e Gigi Copiello (Cisl)
non sono proprio di primo pelo, e
stentano a uscire dall’anonimato
nuove leve.
Politici vecchi
Se passiamo alla politica va meglio
di poco. La new entry può considerarsi il pupillo del sindaco Achille
Variati (vecchia volpe che ha saputo darsi un’immagine fresca e
adatta ai tempi), ossia Jacopo Bulgarini d’Elci. Non è un politico in
senso stretto, essendo un esperto
di comunicazione messo da Variati
a coordinare la giunta in qualità di
capo di gabinetto e portavoce. Ma
è giovane e ha capito che fare politica, oggi, è soprattutto marketing
(ahinoi). Giovanissima, per i vetusti canoni dell’anagrafe partitica, è
la vicesindaco Alessandra Moretti,
non a caso posizionata alle politiche
giovanili dopo il rovinoso inciampo
di Matteo Quero su un alcol-test.
Brava ragazza, la Moretti, ma il barbuto predecessore dava incoraggianti segni di irrequietezza in misura largamente superiore. Adesso
lui è confinato in Provincia, anche
se piano piano si sta riconquistando
un posto al sole (vedi progetto per
la rinascita di Campo Marzo). Il suo
amico Luca Trivellato, quello delle
Mercedes, è nel cda della Bertoliana, ma a dirigerla è Giovanni Pupillo, ex presidente della Regione col
Pds, non proprio quello che si dice
un giovine virgulto.
L’unica che possa vantare il marchio della novità nell’ammuffito
emiciclo di Sala Bernarda - dove
spadroneggiano vecchie conoscenze come Federico Formisano,
Gianni Rolando, Maurizio Franzina, Gerardo Meridio, Manuela Dal
Lago, Lia Sartori – è Cinzia Botte-
flickr.com/thebbp – foto di Giulio Bernardi
ai vertici delle due più importanti
associazioni padronali, pochissimi
sapevano chi erano. Per il resto, il
gruppo di potere che comandava
su tutto fino ad un anno fa (e che
ha ancora grossa influenza sul quotidiano leader dell’informazione,
il Giornale di Vicenza) è sempre
di Alessio Mannino
composto da inossidabili patriarchi:
da Nicola Amenduni a Gaetano InQuesto articolo è un atto d’accusa.
gui. I figli dello scomparso Rinaldo
Ce l’abbiamo coi giovani di questa
Mezzalira non sono succeduti al
città, con la peggio gioventù vicenpadre nell’influire sugli affari della
tina: spenta, smorta, mediocre e
città. E anche gli altri nomi di spicco
banale. Nell’ultimo lustro non è
sono lì da anni: Maltauro, Beltrastata capace di sfornare che una
me, Mastrotto, Marzotto, Gemmo
misera manciata di personalità di
(con la parziale eccezione di Irene
rilievo nella politica, nella cultura,
Gemmo, che sotto la protezione
nell’imprenditoria, nelle professiodi Galan si è imposta in Regione).
ni, nell’arte, nello sport. In alcuni di
Pure Renzo Rosso e Lino Dainese,
questi campi, a dire il vero, non ha
pur avendo costruito le loro fortune
prodotto nulla di nulla. La microcon prodotti e aziende giovani, sono
società dei Berici è bloccata, non
tutt’altro che facce nuove. Pino Biriesce a rinnovare la sua classe dirisazza non lo troviamo più in prima
gente. La desolazione regna sovralinea nella vita interna del mondo
na, e per spiccicare qualche nome
confindustriale, spazzato dalla crisi
emergente ci si deve scervellare in
e cristallizzato da una pax che tutto
una penosa gara al ribasso.
sommato regge bene.
Paradossalmente, un
Imprenditori etervolto nuovo, almeno
ni
quanto a integrità da
La spina dorsale di
mastino d’alto boruna Vicenza fondata
do, è quello rugoso di
sul motto “lavora, con- Fra gli
Vittorio Mincato, che
suma, crepa” è l’economia. Ebbene, pro- industriali due ha contribuito a far
entrare aria pulita in
prio nell’ambito in cui facce nuove:
quel crogiuolo d’intedovrebbero rifulgere Zuccato e
ressi che è la Camera
le doti innovatrici delDe Marchi
di Commercio di cui
la vicentinità operosa
è presidente. Per
e capital-familista,
il resto, Giovanni
registriamo lo zero
Sbalchiero è inchiodato alla poltrocarbonella. O quasi. Gli unici uomina dell’Assoartigiani, e Sergio Reni nuovi usciti dalle fila della piccole
becca è sempre su quella della Cone media impresa diffusa sono i neofcommercio. Alla guida della Banca
presidenti di Assindustria, Roberto
Popolare regna inossidabile Gianni
Zuccato, e Apindustria, Filippo De
Zonin. Nel sindacato, Marina BerMarchi. Prima della loro elezioni
di inedite weltanschauung. Quelle
ne, la pasionaria del Presidio contro
che, per lo meno in nuce, ci si aspetil Dal Molin americano. Se tutte le
terebbe dai ragazzi delle sezioni
casalinghe vicentine fossero come
giovanili di un Pd (Giacomo Possalei, crollerebbe il mito negativo delmai, Enrico Peroni) o di una Lega
la casalinga di Voghera per far posto
Nord (Alessio Sandoli). E invece
al modello di una donna impegnata
domina la tristezza:
nel pubblico, oltre che
discorsi in grisaglia,
nel domestico. Tra i
fedeltà canina ai suconsiglieri comunali
periori, grigiore senza
Pd c’è un ambizioso
slanci. Spariti dalla
Luca Balzi, benché,
circolazione quelli che
come Marco Palma In politica la
un tempo parevano
(ex segretario dei Copromesse del futuro,
munisti Italiani, ora new entry
i peones delle circouno dei capi di Pon- è un nonscrizioni: chi ha più
te Marchese), abbia politico:
niente di Matgià una certa carriera
Bulgarini d’Elci saputo
teo Tosetto (poi analle spalle, ed endato a Roma a lavotrambi condividano
rare per Scajola), di
un difetto: parlano,
Marco Bonafede (figlioccio dell’ex
agiscono, pensano da politici cononorevole aennista Giorgio Conte),
sumati, all’incirca sulla soglia della
o di Andrea Tapparo, diessino che
sessantina. Nella giunta si fa notare
pareva essere l’erede di un vecchio
il duo Tommaso Ruggeri-Umberto
leone come l’attuale segretario del
Lago. Tuttavia sono tecnici prestaSunia Fulvio Rebesani?
ti alla politica, non certo portatori
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7
pag
| Da sinistra in alto, alcini dei (pochi) volti nuovi della città: Tatianja Guderzo e Cristiano Seganfreddo. Sotto: Alessandra Moretti, Matteo Galvan, Cinzia Bottene
Ghiotto, uno che s’è fatto concerti e
Deserto artistico
concerti in tutta Italia. Ma pittori?
Nello sport qualche speranza viene
Architetti, nella patria di Andrea
da Matteo Galvan, medaglia d’oro
Palladio (uffa, che noia)? Cineasti,
agli europei nella staffetta 4 per 400
dopo l’exploit di anni fa di Gionata
metri. O da Tatiana Guderzo, bronZarantonello e dei suoi “Medley” e
zo olimpionico nel ciclismo su stra“Uncut”? Un Giovanda. Per meriti familiani Roca, architetto che
ri sappiamo essere nel
lavora in Comune, ha
cda del Vicenza Calcio
avuto il sano ardire
e nel consiglio di Lega
di sbeffeggiare la medi serie B un certo Da- Nelle arti
moria palladiana, ma
rio Cassingena, figlio e nello
è stata un’iniziativa
di Sergio. Poca roba,
una tantum. Cristiainsomma. Spettacolo spettacolo
no Seganfreddo metdesertico se ci adden- non si notano
te in piedi mostre di
triamo nello show talenti
successo e detta stile
business e nell’arte.
emergenti
nell’organizzazione
Il ribollire di band e
di eventi culturali,
talenti musicali non
ma si muove a livello
deve far pensare che
di impresario, non di artista. Artisti,
ne sia uscito uno degno di gloria.
semplicemente, non se ne vedono.
Sì, ci sono i thienesi Lost, gruppo di
Ne importa molti dall’estero Alberventenni bellocci che suonano emo,
to Colpo e la sua “Odb”, un booking
il genere rock che va per la mag(agenzia) che fissa date in alcuni logiore, ma quanto dureranno? C’è
cali in città e fuori città a band italiail violoncellista Tommaso Zuccon
ne e straniere, all’insegna del rock,
del punk, del folk, del country. Insomma, della musica meno battuta
dai circuiti commerciali.
Intellettuali scomparsi
Se saliamo, o meglio scendiamo, sul
piano aulico degli scrittori e degli intellettuali in senso lato, viene voglia
di leggere qualche libro di Moravia,
tale è la noia. Dai Piovene ai Parise ai
Meneghello giù fino ad un impegnato Pino Dato, non c’è nessuno che
abbia assunto l’eredità dei grandi del
passato. Né nella scrittura letteraria
né in quella giornalistica, d’attualità
o storica (per quest’ultima siamo fermi a Emilio Franzina, per altro l’unico a sporcarsi le mani con le brutte
faccende dell’oggi, intervenendo direttamente nell’agone politico). L’ultima meteora che ci sovviene è Margherita F., l’adolescente che per un
periodo ha goduto di una certa notorietà come blogger d’avanguardia.
Poi, nisba. E questo la dice lunga,
nezza come corsivista sul Corriere
lunghissima sulla tensione morale
del Veneto. Il solo outsider con meno
ed estetica che circola nelle vene dei
di cinquanta o sessant’anni, autore
vicentini, la cui Accademia Olimpidi inchieste e invettive contro poteri
ca è presidiata da un pezzo di storia
forti, totem e tabù locali è Marco Micome Ferdinando Bandini e il cui
lioni, defenestrato dal Gazzettino (la
culto per Palladio è officiato al Cisa
cui redazione vicentina
da Guido Beltramini,
è perennemente sul
che è sì giovane, ma
punto di smobilitare)
se ne occupa da tempo
ma sempre presente
immemore. Nell’amcol suo blog d’assalto,
bito giornalistico è Intellettuali
“La Sberla”.
peggio che andar di
con meno di
Tanti sono emigrati da
notte. Il direttore del
questo grosso paese di
principale giornale cit- 50 anni non
provincia ripiegato sul
tadino è un Giulio An- ce ne sono.
quieto vivere un po’
tonacci fermo all’osse- I migliori
peloso: pensiamo, per
quio del cattolicume
emigrano
stare alla categoria a
berico. La novità è
cui apparteniamo, ad
Gian Marco Mancasun Paolo Madron,
sola, astro nascente
oggi al Sole 24 Ore, o ad un Paolo
da lui allevato e firma di punta delle
Possamai del gruppo Finegil. Come
cronache politiche. Per trovare una
tutti i centri di provincia, si ha sempenna pungente nella stampa d’estapre la sensazione che sotto ci sia del
blishment bisogna leggere Giuliano
Zoso, vecchia gloria democristiana
torbido. Nel caso di Vicenza, c’è anche ha scoperto una seconda gioviche dell’auto-castrazione.
focus
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Il signore degli anelli.
Del traffico
Dalla circolare elettrica alle zone pedonali nei quartieri,
la rivoluzione della viabilità progettata dall’architetto Gianni Retis:
idee lanciate da dieci anni e mai sviluppate
elettrici, i percorsi protetti per pedoni e ciclisti, le aree pedonali nei quartieri, di cui si torna a parlare anche in
questi mesi.
I tre anelli
Il punto di partenza del piano Retis
era l’analisi di una situazione che
già dieci anni fa era vicina al collase si facesse un sondaggio e si
so. Lungo le vie di scorrimento, si
chiedesse ad un gruppo di vicalcolava all’epoca, c’era un volume
centini quando hanno cominciato a
di traffico di circa 12mila automezzi
sentir parlare di rotatorie, il pensiero
all’ora che si muovono ad una velocidi molti correrebbe ai tanti progetti
tà media di 20 chilometri orari, più o
messi in campo da Claudio Cicero.
meno quella di una bicicletta. Il tutto
E invece c’è chi ha iniziato a studiaper un consumo medio di benzina
re l’eliminazione dei semafori con
stimato in quasi mezzo milione di
le rotatorie ben prima del vulcanico
litri al giorno, con conseguenze faex assessore alla mobilità. Parliamo
cilmente immaginabili sull’inquinadi Gianni Retis, architetto che da
mento. “C’erano 54 semafori in città,
qualche anno si dedica soprattutto
una cosa impossibile”, ricorda oggi
alla famiglia e alla coltivazione di
l’architetto.
un piccolo vigneto, ma che nel corso
Non a caso il suo progetto muovedegli anni 90 aveva elaborato e preva proprio dall’idea di eliminare del
sentato (nel 2000, con il supporto di
tutto i semafori, gli incroci e gli stop.
Italia Nostra) un progetto di riorgaCome? Creando dei grandi anelli vianizzazione della mobilità cittadina
ri in cui incanalare la circolazione,
ambiziosamente chiamato “Vicenza,
spesso con dei sensi unici di marcia,
una città per il futuro”. Il punto non
in modo da fluidificare il traffico. In
è tanto stabilire chi è il padre ideale
pratica ci sarebbe stata
delle tante rotatorie
una circonvallazione
che si vedono in città
esterna (viale Dal Vere in provincia (tra l’alme, via Quadri, viatro, Retis boccia dele del Risorgimento,
cisamente quasi tutte
viale del Sole) in cui
quelle realizzate da CiL’idea di base?
sarebbe stato possibicero, come vedremo).
le circolare a doppio
Ma di capire se in quel Eliminare
senso; un anello più
progetto che in tanti semafori,
interno (viale Milano,
hanno applaudito, e incroci
viale D’Alviano, via
che poi tutti hanno laRodolfi, viale Venesciato ad ammuffire e stop
zia) in cui girare solo
nei cassetti, ci sono
in senso orario; e un
idee che potrebbero
anello dentro al centro storico (via
essere valide anche per la Vicenza
Giuriolo, San Biagio, piazza Castello,
di oggi. Cosa più che probabile, visto
porton del Luzzo) in cui girare solo in
che tra le tante proposte messe in
senso antiorario. I collegamenti tra i
campo dall’architetto c’erano spunti
tre anelli erano assicurati da coppie
come la circolare di mezzi pubblici
di Luca Matteazzi
S
di strade a loro volta a senso unico,
in grado di garantire un passaggio
veloce da un capo all’altro della città.
La creazione di rotatorie negli incroci
più grandi, infine, avrebbe assicurato
la possibilità di inversioni di marcia,
soprattutto lungo la circonvallazione
esterna.
Rotatoria è bello
Ma non sempre
Le rotatorie erano così inserite in un
progetto globale, e non progettate
solo come alternativa al semaforo.
“Con le rotatorie non si risolvono
tutti i problemi – spiega Retis -. Perché le rotatorie funzionano quando
c’è poco traffico ma, se non hanno
le dimensioni adeguate, quando il
traffico aumenta diventano un ostacolo. Guardiamo quella dell’Albera:
se passi alle 6 di mattina funziona
perfettamente, alle 8 no. Lo stesso in
viale Ferrarin, dove nelle ore di punta se non ti butti non riesci ad immetterti in viale Dal Verme. La verità è
che i rondò funzionano quando hanno una dimensione tale da assorbire
il traffico, come quelli che si vedono
adesso su certe strade provinciali.
Quelli che ci sono in città sono tutti
sottodimensionati, e quindi inutili”.
I risultati attesi con il nuovo sistema
di viabilità, abbastanza complicato
da spiegare ma tutto sommato immediato una volta visto sulla carta,
erano importanti: la velocità di scorrimento avrebbe dovuto balzare da
20 a 50 km orari, riducendo di due
terzi i volumi del traffico e di un terzo
il consumo di carburante. E abbattendo di conseguenza anche i tempi
di percorrenza e, cosa ben più importante, le emissioni inquinanti.
Circolare e sottopassi
Questo per quanto riguarda la mobilità su gomma. Ma il piano pren-
“Bastano due piccoli autobus che
deva anche in esame pedoni, ciclisti
girano su questo anello per garantire
e mezzi pubblici. Partiamo dagli auun passaggio ogni 7-8 minuti, mastobus. Per Retis, le tradizionali linee
simo dieci”, spiega Retis. Altri mezzi
di collegamento tra centro e periferia
pubblici ancora più piccoli, infine,
avrebbero potuto arrivare solo fino
quasi dei piccoli taxi, avrebbero assiall’anello di circonvallazione intercurato i collegamenti tra i terminal e
medio (quello di viale Mazzini e viale
il centro storico, peralD’Alviano, per intentro raggiungibile a piederci), per poi girarsi
di in pochi minuti da
e tornare indietro. Lì
ogni stazione. “Linee
sarebbero stati indivicontinue, veloci e punduati sei terminal su
tuali”, riassume Retis.
cui far confluire arriLe rotatorie
Per chi si muove in
vi e partenze: uno in
bicicletta o a piedi, Restazione, uno a Santa funzionano
tis aveva immaginato
Croce, uno in viale solo se hanno
percorsi agevolati e inD’Alviano, uno in zona dimensioni
croci protetti. In pratiOspedale, uno vicino
ca, ad ogni incrocio di
al Rossi, uno in viale adeguate
una certa dimensione
Margherita. Questi
si sarebbero dovuti
sei terminal sarebcostruire dei sottopassi per consenbero stati a loro volta collegati da
tire un attraversamento veloce e
un servizio di circolare da effettuare
senza rischi. O, in alternativa, delle
con piccoli mezzi elettrici, qualcosa
passerelle sopraelevate, ad esemdi molto simile all’idea cui si sta lapio in piazzale Fraccon, in piazza X
vorando in Comune in questi mesi.
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focus
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| Un disegno di come avrebbe potuto essere trasformata piazza Matteotti
anche per la sosta di vetture e per
Giugno o di fronte a parco città. “La
collocarvi i cassonetti delle immontecnica per la realizzazione dei sottodizie. Una pista ciclabile deve partire
passi che avevo proposto permetteva
da un centro urbano e arrivare in un
di realizzare i lavori senza bloccare
altro centro urbano, con un percorso
le strade, con tempi rapidi e a costi
continuo e con sottopassi per l’attratutto sommato contenuti”, aggiunge
versamento delle arterie di grande
l’architetto.
traffico, in modo che
Discorso analogo per
la si possa percorrere
le piste ciclabili, che
senza complicate seravrebbero
dovuto
pentine o senza scensfruttare argini e corridere dalla bicicletta”.
doi naturali per creare
percorsi continui e senE quelle di
Idee per i quartieri
za ostacoli. “Se i ciclisti
E non è tutto. Nel pianon usano le ciclabili Vicenza sono
no Retis si trovano
– scrive Retis in un suo tutte troppo
anche proposte specitesto recente che non piccole.
fiche per alcuni nodi
parla di Vicenza, ma
critici, come l’incroche si può trasferire Quindi inutili
cio di viale Milano,
pari pari al contesto
quello di via Quadri
cittadino -, è perché
o il passaggio a livello dell’Anconetta.
quelle realizzate non sono altro che
Si trovano l’idea di nuovi parcheggi
dei piccoli segmenti di percorso, slemultipiano nelle vicinanze delle fergati tra loro, di difficile e disagevole
mate dei bus. E si trovano anche idee
percorrenza perché sono a ridosso di
per la riqualificazione dei quartieri.
strade e abitazioni e vengono usate
| In alto: i tre anelli di viari attorno a cui è costruito il progetto. Sotto: la rete delle piste ciclabili e il Villaggio del Sole pedonalizzato
“Significa permettere ai cittadini di
riappropriarsi degli spazi sociali:
piazze, chiese e loro sagrati, centri
sportivi, verde pubblico, centri commerciali”. Ecco dunque la proposta
di una decine di aree pedonali nei
quartieri: al villaggio del Sole (con
il primo tratto di viale del Sole tutto
pedonale), alle Cattane, a San Lazzaro, ai Ferrovieri, in viale Mazzini, a
San Bortolo, all’Araceli, a Parco Città, a Sant’Andrea, a San Pio X.
E i soldi?
Il piano di Retis ha il merito di volare alto una visione nuova e globale,
con un progetto di lungo periodo.
La sua fattibilità è però tutta da valutare. A riguardare le tavole realizzate nel 2000 non si può non restare affascinati davanti alle soluzioni
immaginate: a chi non piacerebbe
un Villaggio del Sole a disposizione
dei pedoni, o una ciclabile che passa sotto i ponti di viale Margherita
e corre lungo gli argini del Bacchiglione. Ma quanto costerebbero?
Retis, che non ama le opere faraoniche e costose, sostiene che le
sue idee si possono realizzare quasi
tutte semplicemente riutilizzando
le strutture già esistenti, con interventi minimi e a prezzi contenuti.
Sarà; ma a mettere tutto assieme,
AI
RISTORANTE PIZZERIA
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il conto sarebbe comunque elevato. Basti pensare che in previsione
c’erano una ventina di sottopassaggi ciclopedonali. E viste le difficoltà che spesso ci sono anche per la
realizzazione di una semplice rotatoria, l’impresa appare davvero
difficile. Molti spunti, però, potrebbero essere ancora attuali. “Lo so
che non si può fare tutto subito –
conclude l’architetto -. Ma qui sono
sessant’anni che abbiamo sotto gli
occhi gli stessi problemi e non riusciamo a risolverli. Ci vuole un disegno globale, un programma che
dia la direzione verso cui muoversi.
Poi le risorse si trovano”.
focus
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10
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Metti un cavolo sotto il tendone
Al Presidio di Ponte Marchese è stato organizzato un mercato contadino:
in vendita pane, frutta,verdura, formaggi e miele di piccoli produttori locali. Si replica il 21 giugno
di Giulio Todescan
I
l fenomeno dei mercati alimentari «alternativi», che si basano sul concetto di filiera corta e di
vendita diretta dei prodotti della
terra da parte dei produttori ai
consumatori di una stessa zona,
sta conoscendo un boom nell’ultimo anno. Complice la crisi, l’inflazione, la «sponsorizzazione»
eccellente di una grossa organizzazione come Coldiretti, ma anche una sensibilità sempre maggiore dei consumatori: sempre
più decisi a uscire dalla passività,
guardare dentro i meccanismi
della produzione e distribuzione
del cibo, condividere le scelte con
i propri simili, come nelle esperienze dei gruppi di acquisto solidale.
«Col cavolo!» (sottotitolo. «I frutti dell’altrocomune) è il mercato
organizzato al presidio permanente No Dal Molin, e ha esordito
domenica 24 maggio. L’iniziativa
prende corpo nei mesi scorsi neleconomico, ma la ricerca di una
le riunioni del gruppo d’acquisto
più profonda «indipendenza» dai
solidale nato sotto i tendoni di
meccanismi del mercato.
Ponte Marchese. Una trentina di
«In questi mesi, poi, all’interno del
famiglie che scelgono di ampliaPresidio abbiamo portato avanti
re il discorso «No Dal Molin» a
un ragionamento sul
una più ampia vitema
dell’indipensione di «difesa del
denza, legandolo non
territorio». Quindi
solo alle servitù milicoinvolgono alcuni
tari presenti a Vicenproduttori locali di Vogliamo
za – e, quindi, all’inverdure, carne, vino sperimentare
dipendenza politica
e formaggi, inizianforme di
– ma anche al nostro
do a fare acquisti
modo di intendere la
collettivi: le buste indipendenza
comunità; vogliamo
vengono ritirate una energetica e
sperimentare forme
volta al mese al pre- alimentare
di indipendenza alisidio dalle famiglie
mentare ed energetiche aderiscono. Ai
ca per costruire stili
produttori - ci tendi vita alternativi a quelli che ci
gono a precisare al presidio – è
vengono imposti anche con la mirichiesta una certa affinità con le
litarizzazione del territorio, oltre
motivazioni dei fondatori del Gas:
che con la commercializzazione
non la ricerca del mero risparmio
il buon gelato artigiano
Vice
en
nz
za - Co
Cont
ntrà
rà Frasc
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che
he del Gam
a be
bero 26,
6 0
04
444
4 54
45378
5378
| La prima “edizione” del mercato dei contadini
dei bisogni e la mercificazione dei
beni comuni. È un percorso che
noi identifichiamo nella costruzione dell’“Altrocomune di Vicenza”,
inteso come l’insieme di pratiche
e relazioni fondate non più sul
mercato o sui rapporti di potere,
ma sui legami comunitari e umani». Così recita la lettera inviata ai
contadini e allevatori di vario genere invitati a dar vita al mercato
alternativo.
Una decina di loro hanno risposto:
si sono presentati alle otto e mezza
del mattino di domenica, e a partire dalle 9 fino alle 13 hanno venduto i loro prodotti, utilizzando tavoli, sedie e gazebi del presidio, e
senza pagare agli organizzatori un
euro. «La merce è andata esaurita
in molti banchetti – racconta una
degli organizzatori, Chiara Spadaro –. L’afflusso di gente è stato
«Elemento di disturbo» che ha da
buono, e la mattinata si è conclusa
poco aperto al centro Tecchio di
con un pranzo conviviale, cucinato
Vicenza.
con le vivande donate dalle azienIl mercato si svolge una volta al
de agricole che hanno partecipato
mese: si replica domenica 21 giual mercato».
gno, giorno in cui si
Non solo carote e
terrà anche un corso
zucchine, al mercagratuito di autoproto sotto il tendone: a
duzione della lisciva
«Con cavolo» si ven(ci si può prenode anche il pane fatto Al posto
tare chiamando lo
in casa, il miele, frut- del mercato e
0445/637158). «Per
ta fresca di stagione
dei rapporti
le prossime dome(in questo periodo
niche vorremmo asvanno le ciliegie e le di potere,
sociare al mercato
fragole), ma anche i legami
degli incontri cultulibri di piccole case comunitari
rali, dibattiti, corsi
editrici. C’è poi una
di autoproduzione,
piccola schiera di aupresentazione di libri
toproduttori nel sen– conclude Chiara Spadaro -. Poi
so più radicale del termine: lisciva
vogliamo portare questa piazza dei
(un detersivo naturale ricavato
produttori anche al festival No Dal
dalla cenere), dado vegetale, saMolin di settembre».
pone, le magliette della serigrafia
focus
153 del13 giugno 2009
numero
11
pag
Democrazia diretta?
Sì, ma, forse....
Confronto sui referendum che rivoluzionerebbero il Comune in senso partecipativo
Formisano: “Paletti su quorum e firme”. La Bottene: “Bisogna osare”
Aim-Amcps; bilancio consuntivo
2009; delibera tecnica sul Pat (documento prioritario ma indispensabile alla successiva approvazione del
Pat stesso); delibere urbanistiche,
di Alessio Mannino
patrimoniali, ecc». Nonostante ciò,
rivendica il proprio impegno e fa una
promessa: «Personalmente mi sono
La consultazione del 10 settembre
fatto promotore di due incontri sulla
2006 in cui diecimila vicentini si
questione referendum ma la succesdissero quasi tutti d’accordo col risiva fase di trasferimento al consiglio
formare il regolamento comunale
comunale si è rivelata complessa. Ciò
in senso più partecipativo è ormai
non significa che non possiamo torun vago ricordo. I referendum abronare sulla questione in autunno, una
gativi-propositivi, vincolanti e con
volta approvato il Pat che come è orbasse soglie di voto e raccolta firme
mai cosa nota sarà l’argomento clou
giacciono nel limbo. La responsabilidell’attività consiliare del prossimo
tà oggettiva è anzitutto della passata
mese di settembre». In pratica, se va
maggioranza di centrodestra, ostile
bene, di referendum si potrà parlaper principio alla democrazia diretre a fine anno. Con possibile nuovo
ta, che insabbiò l’esito e non lo portò
slittamento causa approvazione del
mai in consiglio comunale; ma anbilancio previsionale 2010 e varie ed
che di quella attuale, che è di segno
eventuali. Ma a noi viene da porre
opposto. Il comitato promotore, Più
una questione più profonda. ForDemocrazia, è composto da iscritti,
misano rappresenta un partito, che
simpatizzanti o elettori di centrosiin quanto partito non ha interesse a
nistra, dell’attuale Sinistra e Libertà,
cedere sovranità al voto diretto dei
di Vicenza Capoluogo, del Partito
cittadini, perché quello che raccoglie
Democratico. Eppure finora non ha
con le elezioni gli basta e avanza per
trovato soddisfazione fra i banchi
acquisire potere. Nel Pd vicentino,
dei consiglieri “amici”. Nemmeno
inoltre, le voci apertamente contrain Federico Formisano, capogruppo
rie all’istituto referendario di tipo
del Pd in Sala Bernarda, che fa parte
svizzero (chiamiamolo così per indel comitato ai cui lavori partecipò
tenderci) sono maggioritarie e consoprattutto agli inizi.
tano illustri esponenti, a partire dal
Paletti
presidente del consiglio comunale
Lui respinge l’accusa di menefreghiGigi Poletto. Lui, Formisano, è persmo adducendo il carico di lavoro
sonalità di primo piano
sobbarcatosi in questi
di Vicenza Riformista,
mesi: «Abbiamo proassociazione capitanaceduto alla media di
ta dall’ex consigliere
una seduta alla settiUbaldo Alifuoco che
mana, il che è molto
i referendum li vede
di più di quanto si fac- Il Pd
come una degeneraziocia in altri organismi
non dice no.
ne populista. Insom(vedi Regione, Provinma, come la mettiamo?
cia, ecc). Inoltre siamo Ma detta
«Io credo negli istituti
stati impegnati nell’at- alcune
di partecipazione e oggi
tività delle commis- condizioni
sto sostenendo con
sioni consiliari ed in
forza la battaglia per il
molte riunioni di magreferendum elettorale
gioranza». E mette le
assieme ad un comitato vicentino di
mani avanti: «Entro la metà di luglio
cui fanno parte vecchi amici referenquando i lavori consiliari s’interromdari e giovani sostenitori dell’istituto.
peranno per la pausa estiva dovremIn un recente incontro organizzato
mo approvare: pacchetto delibere
nell’ambito della festa del Partito Democratico ho sostenuto la tesi che gli
istituti di partecipazione dovrebbero
essere incentivati a tutti i livelli e che
bisognerebbe introdurre meccanismi di semplificazione del quadro
per esempio attraverso l’introduzione di un diverso quorum che tenga
conto del cosiddetto elettorato attivo.
Ho ribadito in quella sede quello che
ho sempre sostenuto anche nell’ambito del Comitato Più Democrazia
che comunque deve essere previsto un quorum per la validità della
consultazione e che devono essere
previsti meccanismi di raccolta firme
abbastanza seri». La quadratura del
cerchio, per Formisano, sta dunque
nel mettere paletti al quorum e alla
soglia di firme, in modo da restringere il campo d’azione dei referendum.
Non un no per partito preso, ma un
sì condizionato nelle modalità.
Crisi di rappresentanza
Chi invece si schiera a favore senza se
e senza ma è Cinzia Bottene di Vicenza Libera, la lista espressione del Presidio No Dal Molin. «Noi siamo favorevoli a strumenti di partecipazione
e democrazia diretta. Tutta la nostra
esperienza, dopotutto, si fonda proprio su questi criteri. Il referendum è
uno di questi. Non possiamo nasconderci che, nel tempo, c’è stata una
disaffezione a queste forme di consultazione, però penso che, rinnovandolo, rimanga un ottimo elemento per far interagire i cittadini con
il governo della cosa pubblica. Ben
vengano allora proposte che vanno
in questa direzione». La Bottene si fa
portavoce di una concezione critica
della democrazia “rappresentativa”,
cioè dei partiti. La sua analisi parte
da lontano: «Siamo di fronte ad una
crisi profonda della rappresentanza,
per come l’abbiamo conosciuta nel
secolo scorso. Da un lato la ridefinizione e la compressione del ruolo degli stati nazione, sempre più sostituiti da enti e organismi sovranazionali
che poi determinano, di fatto, le politiche dei governi nazionali, dall’altro la fine di un’epoca, quella delle
grandi narrazioni novecentesche e
| Cinzia Bottene, Federico Formisano
di Stato che annullava la delibera del
del ruolo di rappresentanza di bisoconsiglio comunale. Potrebbe essere
gni espresse da masse significative
anche vero che i referendum siano
di persone. Oggi i partiti svolgono
limitativi della democrazia indiretsempre meno il ruolo di rappresenta, quella rappresentativa espressa
tanza e sempre più quello di opinion
dai partiti politici e dagli eletti negli
maker, creando così un corto circuito
organismi, ma io sono un assertore
su cui, non da oggi, ci si interroga da
della necessità di cambiare questa
più parti». Ecco che allora è giunto il
politica e vedo bene le forme di conmomento di rimboccarsi le maniche
sultazione diretta dei cittadini: sono
e osare: «La democrazia diretta, soper le primarie nella scelta dei canprattutto sul piano locale, non inteso
didati alle cariche elettive e sono per
come localismo ma intrecciato con
la consultazione dei cittadini quando
l’influenza del globale, può essere
se ne imponga la necessità». Reuna risposta efficace al bisogno non
sta aperto il problema di chi decide
di essere rappresentati, bensì di essequando questa necessità si imponga
re protagonisti. Oggi bisogna sperio meno. La Bottene invece è disillumentare, ricercare nuove forme, non
sa: «Strumenti che sottraggono cac’è la risposta pronta. L’importante è
pacità decisionali, per ridistribuirle
non rimanere rinchiusi in un limbo
alla collettività, vengono in genere
tra la nostalgia del non più e la paura del non ancora. Bisogna osare la
malvisti da chi pensa di detenere il
speranza, come ci ricorda sempre il
monopolio del governo della res punostro amico don Gallo, anche nella
blica. Penso che la contraddizione sia
ridefinizione del senso e della pratica
lì». E mette in guardia da finte, trucvera di democrazia».
chi e annunci-spot: «Se parliamo di
Necessità
strumenti veri e non di parvenza di
Venendo al sodo, il punto è: ma a
democrazia allora discutiamo, proVariati e company
viamo a vedere quale
conviene auto-limitare
può essere quello più
il proprio potere deciefficace. Se la volontà
sionale introducendo
dei cittadini viene reforme di democrazia
legata ad una sorta di
diretta? Per Formisa- Per
comparsata con cui chi
no, il sindaco è sulla
illude il cittai No Dal Molin governa
sua lunghezza d’ondino di poter contare,
da, cioè per una dose vanno
allora discutiamo di
moderata e corretta di sperimentati
aria fritta. Come diceva
partecipazione: «sono nuovi modelli
Machiavelli, governare
convinto che Variati
è far credere, e anche
sia un sostenitore di
su questo si misura la
questa filosofia. Basti
distanza tra le istituziopensare alla repentina decisione di
ni e la cittadinanza. Figuriamoci poi
trasformare la consultazione sul Dal
in questo paese, in cui c’è qualcuno
Molin in una autogestita quando
che crede che, essendo stato eletto,
pervenne la decisione del Consiglio
può far quello che vuole».
SRWHWHFRQWDWWDUFLGLUHWWDPHQWHDOQXPHURGLWHOHIRQR
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redazionale in collaborazione con Fidas Vicenza
153 del13 giugno 2009
numero
12
pag
Fidas,
una donazione per l’Abruzzo
La sezione vicentina della Fidas festeggia il cinquantennale con poche feste
e molta solidarietà. Obiettivo: ricostruire il centro trasfusionale dell’Aquila
C
inquant’anni di vita alle spalle,
25 mila iscritti (tra cui 4 mila
giovani con meno di 28 anni), oltre 35 mila donazioni all’anno.
Numeri che fanno della Fidas la
prima federazione di donatori di
sangue della regione, e una delle
prime in Italia, ma che non possono certo far abbassare la guardia:
perché quando si parla di donazioni le resistenze da superare sono
sempre tante, e perché di sangue
ce n’è sempre fin troppo bisogno.
Ne abbiamo parlato con Giuseppe
Munaretto, presidente dell’associazione.
Presidente Munaretto, come
si fa a diventare donatori?
E’ sufficiente recarsi in un centro
trasfusionale per la valutazione
dell’idoneità. E’ necessario l’accertamento dell’identità del candidato donatore e la compilazione
di un questionario; poi c’è il colloquio con il medico che determina,
anche dopo alcuni veloci esami, le
condizioni generali di salute.
Chi non può donare?
Non può donare chi ha comportamenti a rischio. Ad esempio i
soggetti che assumono sostanze
stupefacenti o chi ha problemi di
alcolismo e chi fa uso di steroidi
o ormoni anabolizzanti. Inoltre
è vietata la donazione per chi ha
rapporti sessuali ad alto rischio di
trasmissione di malattie infettive,
o chi è affetto da infezione da virus
HIV/AIDS o portatore di epatite B o C. Non esistono comunque
categorie di persone escluse dalla
donazione, ma nella selezione del
donatore sono valutati i comportamenti individuali che possono
risultare a rischio.
La donazione comporta rischi?
Donare il sangue non comporta
alcun rischio per il donatore in
quanto il materiale usato è sterile e
monouso. L’organismo riproduce il
sangue prelevato nel giro di 15- 20
giorni, mentre il compenso immediato è garantito dalla ridistribuzione dei liquidi e delle cellule ematiche (rossi, bianchi e piastrine) norIn termini generali quali
malmente giacenti nei
sono i paramecosiddetti “depositi”
tri a cui biso(spazi extravascolari,
gna
attenersi?
milza, fegato). Invece
L’ età deve esseil plasma si rigenera
re compresa tra 18 Donare
molto rapidamente,
anni e i 60 anni (per
il sangue
di solito é una quecandidarsi a divenstione di ore, e se si
tare donatori di san- garantisce
effettuano donazioni
gue intero), 65 anni un controllo
di solo plasma, l’inter(età massima per costante dello
vallo può essere anproseguire l’attività
che di un solo mese,
di donazione per i stato di salute
senza nessuna condonatori periodici),
seguenza negativa.
ma ci sono deroghe
a giudizio del medico. Il peso non
Che “vantaggi” ha chi diventa
deve essere inferiore a 50 chili e
donatore?
le pulsazioni comprese tra 50Donare sangue periodicamente
100 battiti/min (anche con fregarantisce ai donatori un controllo
quenza inferiore per chi pratica
costante del loro stato di salute, atallenamenti sportivi intensi). La
traverso visite mediche ed accurati
pressione arteriosa sistolica tra
esami di laboratorio che si fanno
110 e 180 ml di mercurio e diaad ogni donazione. Si potrà così
stolica tra 60 e 100 ml di mercuvivere con maggiore tranquillità
rio.
sapendo che il controllo periodico
potrà mettere tempestivamente in
evidenza patologie latenti.
Prima del prelievo come ci si
deve comportare?
Il giorno del prelievo è preferibile
presentarsi dopo una leggera colazione a base di frutta fresca o spremute, thè o caffè poco zuccherati.
Non si possono mangiare cibi solidi
né bere latte. Prima della donazione
si svolge un colloquio con personale
medico per accertare che il candidato donatore abbia i requisiti per
effettuare la donazione e per stabilire il tipo di donazione più indicata:
sangue intero o suoi componenti. Il
prelievo del sangue dura tra i 5 e i 10
minuti ed è del tutto innocuo.
Ai donatori di sangue e di emocomponenti con rapporto di lavoro
dipendente è garantita per legge
l’astensione dal lavoro per l’intera
giornata in cui effettua la donazione,
conservando la normale retribuzione per l’intera giornata lavorativa.
Quante donazioni nell’arco di
un anno possono essere fatte?
La frequenza massima delle donazioni di sangue intero è di quattro
volte l’anno (con intervalli minimi
di 90 giorni fra una donazione l’altra), ma per le donne in età fertile
la frequenza scende a due. Per altri
tipi di donazione l’intervallo tra una
donazione e la successiva è sensibilmente inferiore.
Quali sono i centri di raccolta
in provincia?
Oltre a quello di Vicenza ci sono i
centri di Lonigo, Marostica, Montecchio Maggiore, Noventa, Sandrigo e Thiene.
Ma c’è davvero bisogno di
sangue?
Il sangue è un tessuto fluido, indispensabile alla vita e soprattutto
non riproducibile artificialmente.
Attualmente non esiste un mezzo che lo possa sostituire, l’unico
| Piazza Duomo all’Aquila prima del terremoto
modo per ottenerlo per le trasfusioni è attraverso un atto di responsabilità, sensibilità e amore
per il prossimo che ci farà sentire
fieri di noi stessi: la donazione.
Il suo larghissimo impiego terapeutico rende il sangue sempre
insufficiente. Non c’è istituzione
o singolo che, da solo, possa far
fronte a questa perenne emergenza che può essere superata
solo con la consapevolezza e la
solidarietà di tutti i cittadini. Il
sangue, con i suoi componenti,
costituisce per molti ammalati un
fattore unico e insostituibile di sopravvivenza. Basti ricordare che il
sangue è indispensabile nei servizi
di primo soccorso e di emergenza
urgenza, negli interventi chirurgici e trapianti di organo, nella
cura delle malattie oncologiche e
nelle varie forme di
anemia cronica. Donare il sangue è un
gesto di solidarietà.
della donazione anonima e gratuita del sangue, intesa come atto di
superiore solidarietà umana. La
sede provinciale si trova a Vicenza
in Via F. Baracca 204. Per una più
capillare organizzazione, l’associazione è suddivisa in undici zone.
Come associazione, però, siete attivi con diverse iniziative.
L’ultima delle tante è a favore
dei terremotati dell’Abruzzo?
Come Fidas Vicenza abbiamo
pensato di devolvere la quota di 1
euro per donazione fatta nel 2008
e pertanto abbiamo accantonato
35.000,00. Quest’anno ricorre
poi il cinquantesimo anniversario della nostra fondazione: per
questo abbiamo deciso di limitare i festeggiamenti e di accantonare altri soldi per le popolazioni
dell’Abruzzo. Con il
presidente
Nazionale Aldo Ozino Caligaris, che conosce
molto bene l’Aquila
Il sangue è
zona circostante
Quali altri comindispensabile einlaquanto
insegnava
ponenti (oltre al
all’Università, abbiasangue) possono in moltissime
mo condiviso l’idea
essere donati?
situazioni, dal
di devolvere la somOltre al sangue in- primo soccorso
ma che sarà raccoltero ci sono il plata: l’obiettivo è di
sma, le piastrine alla chirurgia
ricostruire il Cen(piastrinoaferetro
Trasfusionale
si) e la donazione
dell’ospedale che è stato raso al
multipla
di
emocomponenti
suolo.
Che cos’è la Fidas?
Ci sono dei numeri da contatLa Fidas è un’associazione di dotare per avere maggiori innatori di sangue che, a Vicenza, è
formazioni su questa e altre
nata il 20 maggio 1959. L’associainiziative?
zione è apolitica, apartitica, aconSono attivi il numero verde
fessionale e non persegue scopi di
(800979000) oppure i numeri
lucro. L’Associazione si propone di
0444-965636 e 0444-965637.
diffondere e promuovere la pratica
cultura
153 del13 giugno 2009
numero
13
pag
ViPiù
cultura
1809, la storia dei vinti
Ettore Beggiato ricostruisce le ribellioni antinapoleoniche in Veneto. Un movimento popolare
quasi completamente ignorato dalla storia ufficiale: “In Spagna sono considerati eroi, da noi delinquenti: perché?”
L’infame Napoleone
In “1809, l’insorgenza veneta”, questo il titolo del libro, Beggiato cerca
dunque di ricostruire cosa avvenne
nei mesi più caldi di quell’anno, mettendo insieme diari d’epoca, pagine di
di Luca Matteazzi
vecchi libri di storia orami introvabili,
documenti ufficiali. e senza rinunciavete mai sentito parlare di Giure, com’è nel suo stile, a giudizi anche
seppe Marini e Andrea Fiomolti netti. “Napoleone può aver avuri? Niente di troppo grave, siete
to qualche merito ma a Venezia e nel
senz’altro in numerosa e qualificata
Veneto fu un infame, anzi l’Infame”,
compagnia. Fossero stati spagnoli,
scrive in un dei primi capitoli. E in efsarebbero probabilmente considefetti il punto di partenza di tutto è prorati patrioti. Da noi invece sono stati
prio il malcontento antinapoleonico
bollati come briganti, cancellati dalle
che serpeggiava tra la popolazione.
cronache e dimenticati dalla storio“Napoleone, oltre ad aver rapinato la
grafia. A riaprire il dibattito su una
nostra terra come nessuno aveva mai
delle pagine meno note della storia
fatto, pensiamo solo ai quadri che ci
locale ci pensa ancora una volta Etsono oggi al Louvre, aveva portato nel
tore Beggiato. Militante della prima
Veneto miseria e disperazione come
ora della Liga Veneta, per quindici
mai prima nella storia – argomenta
anni consigliere regionale, storico
Beggiato -. E il culmine di tutto questo
per passione, Beggiato è impegnaè proprio nel 1809”.
to da ormai trent’anni in un lavoro
I motivi del malcontento sono abbadi riscoperta e valorizzazione della
stanza facili da ricostruire. “Innanzicultura veneta. La sua ultima fatica,
tutto la coscrizione obbligatoria – riin ristampa proprio in questi giorni,
prende l’autore -. Per la prima volta
è dedicata al 1809, anno in cui nella naja è obbligatoria, perché con la
le campagne di mezzo Veneto, e del
Repubblica di Venezia non c’era. Con
Vicentino in particolare, una fetta
Napoleone, sono quattro anni di naja
importante della popolazione scese
per i giovani tra i 18 e i 25 anni”. Per
in piazza per ribellarsi a Napoleone.
una regione con un’economia quasi
Mai sentito niente? Anche qui, tutto
solamente agricola, è un colpo durisnormale: mentre altre guerre di insimo. “Voleva dire portare via alle fadipendenza sono state raccontate in
miglie le braccia migliori. E molti non
lungo in largo (giustamente, come
tornavano più: nessuno ne parla, ma
nel caso delle battaglie antiaustrianella campagna di Russia, sul fiume
che del 1848, di cui in questi giorni
Beresina, Napoleone portò 27 mila
si festeggia l’anniversario), di questi
veneti: tornarono in mille”. Poi c’eraepisodi nei libri di storia quasi non si
no le nuove tasse: queltrova traccia, e l’ultimo
la sul macinato (“Una
testo specifico risale
vera e propria tassa
addirittura al 1899. “E’
sulla fame”) e quella,
una pagina dimenticaaltrettanto odiata, sul
ta da tutti – conferma Ma quali
sale. E infine giocò un
Beggiato -. Non ne straccioni:
ruolo anche l’attegparla quasi nessuno, e
c’erano anche
giamento della chiesa,
gli storici che ne parladecisamente ostile a
no la descrivono come borghesi,
Napoleone: “Napoleola rivoluzione degli studenti
ne arrivò ad arrestare
straccioni, oppure la e sacerdoti
il Papa, e in generale
liquidano come epispogliò la chiesa di
sodi di brigantaggio,
proprietà e patrimoni
magari da parte di
artistici, sciolse le scuole e le corpobande di alcolizzati. Invece è stata
razioni. E questo si sente anche nel
una vera e propria rivoluzione dal
popolo”.
basso, a cui non hanno partecipato
solo contadini. Fu una sollevazione
La rivolta delle campane
straordinaria, come partecipazioQuesti elementi fecero da detonatone, come coinvolgimento dell’intera
re, e la protesta esplose proprio nel
popolazione – oggi si direbbe inter1809, sulla scia di quanto avveniva
classista -, come riaffermazione delin quel periodo anche in altre regioni
la propria identità e come lotta per
europee come la Spagna o il Tirolo.
riconquistare la libertà, alla quale si
Solo che negli ex territori della Sereagisce con brutalità impressionanrenissima non ci fu un leader carite”.
A
| “Il 3 maggio 1808- fucilazione in montagna del principe Pio” il famoso quadro di Goya sui moti antinapoleonici
smatico in grado di imporsi come
fece Andreas Hofer in Alto Adige,
e nessun Francisco Goya pronto a
immortale nei suoi quadri gli orrori
della guerra. Però le proteste furono
diffuse, soprattutto nell’Alto Vicentino, dove, al suono delle campane a
martello, la gente scendeva in strada
armata di badili e forconi. “Sempre
più si dilata nelle ville la insurrezione
a cagione del decreto sulla macina,
massimamente a Valdagno, a Castelgomberto, a Trissino, a Malo, ad
Isola, a Doville, a Costoza, dove fu
ammazzato un molinaro, a Marola,
a Quinto, a Lisiera....” scrive Arnaldo
Arnaldi Tornieri in una pagina datata 5 luglio. “A Schio si è fondata la
sede del loro governo, il maggior numero vuole San Marco”, annota Ottavia Negri Velo sul suo diario. “Da
noi la protesta ebbe anche il senso di
chiedere un ritorno alla Repubblica
Veneta – conferma Beggiato -. Non
a caso tirarono fuori la bandiera di
Venezia. Tutto l’Alto Vicentino era
in subbuglio, e non è vero che erano
solo contadini e straccioni: c’erano
borghesi, studenti, artigiani. Perfino
preti”. Come quel Giuseppe Marini
da cui siamo partiti, giovane sacerdote fucilato dai francesi in Campo
Marzo nel 1809 e a cui il comune
di Tezze sul Brenta ha recentemente dedicato una via. Andrea Fiori,
invece, non era sacerdote, ma pure
lui rimase ucciso negli scontri con i
francesi.
Una storia tutta da scrivere
La ribellione, comunque, durò poco.
Un po’ per la durissima repressione
messa in campo dai francesi, tra condanne a morte e campane fatte togliere dalle chiese, un po’ per la mancanza
di una leadership capace di unificare il
movimento, nel giro di pochi mesi tutto
tornò sotto controllo. E nel giro di pochi
anni tutto finì nell’oblio, come spesso
accade alla storia dei vinti. “Quello che
mi chiedo io è perché in Spagna gli insorti vengono definiti patrioti e ricordati
con cerimonie a cui partecipano il re e il
primo ministro, e qui da noi quelli che
lottavano per difendere la loro terra, la
loro famiglia, la loro autonomia, vengono chiamati briganti e nessuno ne
parla? Credo che sarebbe giusto riap-
RISTORANTE
PIZZERIA
propriarci, invece, di questa pagina di
storia, e farla conoscere”.
Al di là delle connotazioni politiche
(Beggiato è una delle figure storiche
dell’autonomismo veneto), se questo libro ha un merito è proprio quello di sollevare un velo su un momento storico
di cui si era persa quasi completamente
la memoria. Adesso la palla passa agli
storici di professione, che si solito guardano con un misto di supponenza e sospetto ricerche come quelle di Beggiato.
E che forse, invece, potrebbero trovarvi
spunti interessanti. “Le mie vogliono
essere delle provocazioni, degli stimoli
– conclude Beggiato -. Spero che qualche storico più autorevole di me faccia
una ricerca d’archivio e ci dica come
sono andate le cose all’epoca”.
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Chiuso il lunedì
cultura
153 del13 giugno 2009
numero
A scuola di creatività
Fumetto, animazione, grafica, teatro, arte di strada, critica musicale. Il Comune lancia sei
laboratori artistici per i giovani tra i 16 e i 35 anni. Tra i docenti anche Luca Sofri e Giuliana Musso
14
pag
Estate,
lo spettacolo è Qui
U
na serie di corsi per imparare
a destreggiarsi tra storyboard e
conferenze stampa, animazione digitale e acrobazie sui trampoli. E magari, chissà, riuscire a gettare le basi
per un futuro in cui talento e creatività possano trasformarsi in un vero
e proprio lavoro. L’assessorato alle
politiche giovanili del Comune di Vicenza ha presentato nei giorni scorsi
“PerFormazione, meccanismi per la
creatività”, un progetto pensato per
offrire ai ragazzi tra i 16 e i 35 anni la
possibilità di confrontarsi da vicino
con alcuni professionisti del mondo
artistico. Come? Con l’organizzazione di laboratori e workshop dove
apprendere e sperimentare tecniche
e trucchi del mestiere.
Sei gli ambiti su cui si concentreranno i laboratori, che partiranno nel
prossimo autunno: fumetto, animazione, critica musicale, arte di strada,
teatro e grafica d’arte. Spesso con
nomi prestigiosi, provenienti sia dal
panorama cittadino e che dalla ribalta nazionale. Per chi vorrà immergersi nel mondo delle nuvole parlanti ci saranno alcuni docenti della
Scuola internazionale di Comics che
illustreranno i segreti dei manga, del
genere fantasy, delle storie di robot
e del ritratto. Per il corso di animazione, toccherà a Paola Luciani (tra i
suoi lavori La Freccia Azzurra e Lupo
Laberto) guidare i partecipanti in un
viaggio alla scoperta delle tecniche e
dei linguaggi del settore che ci concluderà, tra decoupage, animazione
a fasi, layout ed effetti speciali, con
la produzione di un cortometraggio.
Chi deciderà di dedicarsi alla critica
musicale avrà tra i docenti anche il
conduttore radiofonico John Vignola (Rai Stereo Notte) per quello che
riguarda la radio come mezzo di diffusione della cultura, e Luca Sofri per
la gestione di un blog. Pippo Gentile
(mimo, clown, equilibrista, musicista
e sputafuoco) e Urana Marchesini
(ex ginnasta di livello internazionale
poi specializzatasi nelle performance
acrobatiche ) saranno i docenti del
laboratorio dedicato all’arte di strada
che si cimenterà con la realizzazione
di un piccolo spettacolo. Nel campo
del teatro, il programma prevede in-
M
vece una serie di incontri con artisti
come Martina Pittarello, Stefano
Rossi e Livio Pacella, e un workshop
intensivo con Giuliana Musso. Per
il laboratorio d’arte grafica, infine,
gli artisti dell’Officina di arte contemporanea prenderanno spunto
dall’esame di libri antichi e moderni
per approfondire le diverse tecniche
di stampa, le regole della composizione, i segreti dell’elaborazione al
computer.
In tutti i casi, i laboratori coniugheranno l’aspetto teorico con una forte attenzione agli aspetti pratici, al
fare concreto. “Abbiamo voluto dare
ai giovani un’occasione di crescita
di alto livello, con laboratori in cui
ci sarà un’occasione reale di sperimentare la prassi artistica – spiega
l’assessore alle politiche giovanili
Alessandra Moretti -. L’obiettivo è
permettergli di sviluppare le proprie
potenzialità, anche per provare a costruire un futuro professionale non
codificato, diverso rispetto a quelli
soliti”.
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Le iscrizioni ai laboratori, che si
svolgeranno poi tra l’autunno 2009
e la primavera 2010, sono aperte
fino al 15 settembre per tutti i ragazzi tra i 16 e i 35 anni d’età. In
tutto i posti a disposizione sono 110:
20 per ogni corso, tranne quello di
grafica d’arte che sarà aperto solo a
10 allievi, in modo di consentire ai
partecipanti di essere accompagnati
anche individualmente. Per chiedere di essere ammessi ai laboratori
serve compilare il modulo pubblicato sul sito del Comune www.comune.vicenza.it alla voce appalti, bandi
e concorsi o sul sito dell’Informagiovani www.informagiovani.vi.it
(Iniziative), consegnandolo personalmente, inviandolo per posta o via
e mail all’Informagiovani, in contrà
Barche 55 (e mail : [email protected] oppure elisabetta.frizzo@
alice.it.
Il costo di iscrizione è di 30 euro,
poco se si considerano quali sono i
prezzi medi che si possono trovare
sul mercato per iniziative analoghe.
usica, teatro, danza, cinema,
feste: è particolarmente composito e destinato a target di pubblico diversi il cartellone di “Estatequi”,
la manifestazione che scandirà l’estate cittadina all’insegna della cultura e
del divertimento. Nata da un progetto dell’Assessorato alla Cultura, Estatequi spazia dalla danza urbana al
teatro d’autore, dalla musica etnica
alla sinfonica, dal teatro per bambini
alle grandi feste aperte a tutti.
In apertura di cartellone, torna per
il secondo anno consecutivo la Festa
europea della musica (domenica 21
giugno) che proporrà appuntamenti
musicali, ma anche teatrali e artistici dal tardo pomeriggio fino a notte,
con apertura prolungata dei musei
cittadini. Dopo la scorpacciata di
musica di domenica 21, la sera successiva (lunedì 22) saranno i cinefili
ad attendere con particolare interesse la tradizionale rassegna di cinema
all’aperto ai Chiostri di Santa Corona. “Esternonotte” proporrà cinquanta film che proseguiranno sino
alla fine di agosto, quasi tutte le sere.
Per tornare alla musica, la Banda
Osiris si esibirà in Superbanda (giovedì 9 luglio), Ascanio Celestini sarà
in concerto con Parole Sante (sabato
25 luglio). Il Festival Internazionale
dell’Ukulele si riproporrà sabato 27
e domenica 28 giugno nel giardino
del Teatro Astra. Ma non mancheranno anche le sonorità pop e jazz
degli Imt Vocal Project (domenica 16 agosto) e i 3 piano solo della
prestigiosa Musik Academie Basel
(domenica 23 agosto). Piatto forte
della programmazione musicale sarà
il concerto dell’Orchestra di Piazza
Vittorio che si esibirà in Piazza dei
Signori domenica 9 agosto alle 21,
SOLARCOM
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in chiusura di una giornata dedicata
alla multiculturalità.
Altro ritorno è rappresentato dagli spettacoli teatrali all’aperto: con
nomi noti come Ottavia Piccolo, protagonista di L’Italia s’è desta (sabato
18 luglio ), con progetti come Parole
per la terra, realizzato per Napoli Teatro Festival Italia (sabato 1 e domenica 2 agosto) e con spettacoli “imprevisti” in cui lo spettatore visita le
varie scene, componendole tra loro
secondo il caso e la propria curiosità.
Uno specifico segmento dell’offerta
teatrale sarà dedicato ai bambini. Il
giardino del Teatro Astra riaprirà i
suoi cancelli a tutte le famiglie con
i due spettacoli vincitori del Premio
Scenario per l’Infanzia: Taniko (venerdì 17 luglio) e Un paese di stelle
e sorrisi (venerdì 24 luglio). Completa il programma, sabato 4 luglio,
Il sogno di una tartaruga, una fiaba
africana.
Le nuove generazioni della danza
contemporanea troveranno spazio
sabato 27 giugno in Urban Dance
Raids: un itinerario di danza con
i finalisti del premio Gda Veneto
2008, che toccherà angoli e piazze
della città. Infine, dal 27 al 30 agosto,
l’appuntamento con la letteratura,
il mondo dei libri in genere e l’editoria è affidato alla quarta edizione
di Libriamo: in programma convegni, letture ad alta voce in centro
storico e nelle librerie di Vicenza,
un’esposizione di carnet di viaggio e
un concorso letterario. A chiudere le
giornate un interessante happening
teatrale ai Chiostri di Santa Corona:
Pino Costalunga con Canto per la
Metropoli Nordest (lunedì 31 agosto)
parlerà del Veneto come metropoli
diffusa.
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cultura
151 del13 giugno 2009
numero
15
pag
Giocasta,
la madre della tragedia
In prima assoluta per il festival il “Suono dell’Olimpico”,
una nuova tragedia lirica rilegge il mito di Edipo dal punto di vista della madre
Sul palco Chiara Muti, Victoria Lyamina e il coro “The Swingle Singers”
S
sizione dedicata
e c’è uno spetal mito di Edipo.
tacolo che è
Il risultato è una
legato a doppio
rilettura contemfilo alla storia e
poranea dell’opealla
tradizione
ra classica, in cui
del teatro Olimcompositore e la
pico, quello non
librettista hanno
può che essere
voluto mettere in
l’Edipo Re. La
luce il personagtragedia di Sogio di Giocasta,
focle ha tenuto
affrontando per
a battesimo il
la prima volta il
capolavoro paldramma dal punladiano, ne ha
to di vista femmisegnato alcune
nile della madredelle
stagioni
amante. “In Sofopiù importanti,
cle – sottolinea
e adesso ritorna
la librettista Madad animarne il
| Chiara Muti dalena Mazzocutpalcoscenico con
Mis – Giocasta
una prima assonon ha una vera
luta che prende
struttura, una personalità definita,
spunto da uno dei suoi personagma è piuttosto funzionale allo svigi più celebri. Il 19 e il 20 giugno,
luppo della narrazione. Qui invece
nell’ambito del festival “Il suono
viene posta al centro del dramma,
dell’Olimpico”, il Teatro Olimpico
in una reinterpretazione che acospiterà infatti “Giocasta”, l’ultima
quista una profondità nuova: Giocomposizione lirica di Azio Corghi
casta è innanzitutto una madre e,
su libretto di Maddalena Mazzocome tale, si rivolge al figlio, figliocut-Mis, che sarà interpretata da
amante. Il suo linguaggio presenta
un cast d’eccezione, come si dice in
sempre una sfumatuquesti casi: in scena ci
ra materna, nella desaranno Chiara Muti
licatezza e nel pudore
come voce recitancon cui racconta i fatti
te, Victoria Lyamina
terribili che ha vissucome mezzosoprano,
to, quasi facendo un
il coro madrigalisti- Composizione
all’unico
co “The Swingle Sindi Azio Corghi, resoconto
sopravvissuto
alla
gers”, Anna Serova
tragedia che ha colcome viola solista e i libretto di
pito l’intera famiglia,
Solisti dell’Orchestra Maddalena
secondo una parabola
del Teatro Olimpico. Mazzocut-Mis
che va dalla nascita
Il tutto con la regia
di Edipo alla morte
di Riccardo Canessa
di Antigone”.
e la direzione di FiPer Azio Corghi, già autore di dilippo Faes, mentre i costumi sono
verse opere con protagoniste femdi Artemio Cabassi.
minili, Giocasta è la prima donna
Il progetto nasce in occasione
messa in scena nella valenza di
del cinquecentenario palladiamadre. “La violenza, fortemente
no, quando Alessandro Panetto
presente nel vissuto di Giocasta
(Ensemble punto It) ha lanciato
– spiega il compositore – rimal’idea di creare una nuova compo-
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ne estranea al linguaggio del personaggio ed è affidata alla parte
strumentale e al canto: da un lato
sfruttando le potenzialità fonetiche del Coro madrigalistico, opportunamente amplificato, dall’altro impiegando il timbro scuro
del Mezzosoprano come “ombra”
della voce recitante. L’organico
strumentale intende valorizzare
sia il colore di ogni strumento che
le diverse possibilità d’impasto a
livello di registro. D’altra parte tutta l’opera ha un impianto in cui gli
elementi tematici sono caratterizzati da timbriche differenti”.
| I Swingle Singers
Oltre alla voce recitante, alla voce
cantata, alla viola e al coro madrigalistico, in scena ci saranno comunque anche Edipo e Antigone,
che il regista Riccardo Canessa ha
scelto di rappresentare nella forma
di mimi. L’opera si apre e si chiude con il gesto materno di Giocasta
che si offre a sostegno del figlio.
“Un figlio che – spiega il regista –
oltre che cieco, è chiuso nella sua
maledizione, e non può mettere le
proprie mani in quelle della madre.
Non la ricorda, non la riconosce.
Solo dopo il racconto di Giocasta,
Edipo torna ad essere figlio, liberato dall’oppressione delle maledizioni”.
Il “Suono” di Haydn
Dieci giorni di grande musica al Teatro Olimpico
Protagonisti I classici: Mozart, Haydn, Beethoven
E
dizione ricca di sfaccettature,
quella de “Il Suono dell’Olimpico” del 2009, il festival in cui l’Orchestra del Teatro Olimpico torna
nel luogo da cui ha preso avvio la
sua storia. “Il “Suono” è l’appuntamento tradizionale dell’Orchestra
del Teatro Olimpico, che proprio
in questo teatro ha iniziato la sua
attività e il suo percorso di crescita
artistica – spiega il direttore artistico, Giancarlo De Lorenzo –. Il monumento palladiano si conferma il
luogo perfetto per la musica e per
un ascolto particolarmente coinvolgente. L’intera sala diventa un
unico strumento, risuonando delle
vibrazioni dell’orchestra”.
Il tema portante della stagione
2009 è il sinfonismo classico, con
un omaggio a Franz Joseph Haydn
nel bicentenario della morte, che
fu un evento storico carico di significati e di coincidenze, visto che
Haydn morì nei giorni in cui Napoleone entrava a Vienna. La data
assume così un valore di fine di
dei più prestigiosi premi, assieme
un’epoca, che ebbe riflessi sia per
all’Orchestra del Teatro Olimpico.
la vita socio-politica dell’intera EuNella notte del solstizio d’estate, il
ropa, sia per quella culturale ed in
21 giugno, il “Suono” si sposta in
particolare musicale. Il programVilla Marcello Curti di Bertesina,
ma include dunque alcune compoper una “Festa della Musica” reasizioni di W.A. Mozart (La sinfonia
lizzata in sinergia con
Praga) e L. van Beeil Comune di Vicenthoven (il primo conza. Il concerto, che
certo per pianoforte
inizierà alle ore 18.00
e orchestra), i due
(ad ingresso libero),
pilastri del classicivede protagonisti i
smo viennese con cui L’Orchestra del
Haydn ebbe a che fare Teatro Olimpico Fiati dell’Orchestra
Teatro Olimpinella sua lunghissima
torna nel luogo del
co, diretti da Guido
carriera.
Corti, in un programIl Festival entrerà nel in cui è iniziata
ma che spazia da F.
vivo a partire dal 15 la sua storia
Krommer a W. A.
giugno, con un conMozart, fino a Dvocerto che ripropone
rak. Il 25 giugno,
musiche di Haydn
infine, tornando nel Teatro Olim(Sinfonia n.1 in Re maggiore e Sinpico, si rende omaggio a L. van
fonia n. 101), accanto al Concerto
Beethoven con il Concerto per
per Pianoforte n. 1 in Do maggiopianoforte n. 4, in Sol maggiore,
re di Ludwig van Beethoven. Ad
interpretato da Ricardo Castro, e a
interpretarlo sarà il pianista coMozart con la Sinfonia n° 38 in Re
reano Yung Wook Yoo, talento di
magg. K504 “Praga”.
fama internazionale e vincitore
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movida
153 del13 giugno 2009 pag16
numero
ViPiù
movida
Letteratura e world music
Gli appuntamenti
Festival doppio
sabato 13
MAURO BALDASSARRE &
FRIENDS
Nuovo Bar Astra – contrà Barche
14, ore 19
Concerto aperitivo - musica jazz
Free entry
Musica&cultura protagoniste tra il 19 e il 21 giugno. A Bassano sesta edizione del Piccolo
festival della letteratura. A Mossano le sperimentazioni di “MettereRadiciPerdere”
di Francesca Danda
sabato 13
SANTA’S ROCK FESTIVAL
Quartiere Sant’Andrea – via S.
Bertilla, ore 20
Maratona rock con concerti di
Dufresne, Cruel Boxes, Random
Coil e altri
Free entry
C
on la bella stagione le manifestazioni di musica&cultura a buon
mercato proliferano come funghi.
Spesso poco saporiti, perché incentrati su proposte generaliste per carpire il grande pubblico. Ma il weekend d’avvio della prossima estate
segnerà la rivincita dei palati più
esigenti. Con una doppia “tre giorni”
che, dal 19 al 21 giugno, richiamerà
il popolo “alternativo” del vicentino
fuori dalla sua bistrattata nicchia per
curiosare tra due festival eccentrici,
l’uno di stampo letterario e l’altro dedicato a musica, pace e spiritualità.
A Bassano ce l’hanno piccolo. Non
per riattizzare recenti diatribe tra
città del Grappa e capoluogo, ma
perché l’attributo “piccolo”, con cui
il festival bassanese è stato battezzato dall’associazione che l’organizza
(Palomar), dice molto della sua personalità. Un’iniziativa di promozione letteraria lontana dalla noiosa e
stantia ingessatura accademica, che
da 5 anni (questa è la sesta edizione)
favorisce l’incontro tra scrittori e lettori in una dimensione giovane, intima, informale e festaiola. Banchetti,
musica, spritz e videoart fanno infatti da cornice ad un fitto calendario di
Vasta. Con una puntata ballerina allo
incontri e reading con protagonisti
Shindy Club il sabato, per la consueautori del panorama nazionale. Neta “festa del festival”. (Infoline www.
gli anni ci sono rimaste impresse le
piccolofestival.it).
incursioni di Brizzi, Scarpa, Nove,
Per chi invece preferisce i Colli BeriCavina, Wu Min, tutti rilassati e dici, è sensibile alle seduzioni di world
sponibili come ad un ritrovo tra amimusic e sperimentaci. Ecco perché sarà
zione sonora, ed ha vocurioso incontrare gli
glia di esplorare i senospiti di quest’anno,
tieri di antropologia,
nella sede del seicentesociologia e filosofia in
sco chiostro del Museo A Bassano
salsa new age, a MosBiblioteca Archivio, la letteratura
sano si terrà la seconda
per scoprire o rilegge- è proposta
edizione del Festival di
re in maniera inedita
in modo
Suono e Pace, “Mettele loro ultime fatiche:
reRadiciPerdere”. Un
La Gang dei Sogni di informale
viaggio tra le culture
Luca Di Fulvio, Il lu- e festaiolo
dei popoli del mondo,
nedì arriva sempre di
con incontri di stretta
domenica pomeriggio
attualità sul tema radidi Massimo Lolli, Sono
camento/sradicamento. Grazie a teio che me ne vado di Violetta Belstimoni diretti e ad esperti informati
locchio, La Zolfa di Heman Zed, La
sui fatti si parlerà di rifugiati e miterra vista dalla luna di Claudio Mogranti “costretti ad andare”, di chi è
rici e Il tempo materiale di Giorgio
sabato 13
ANIMA CARIBE + POMATA
Parco della parrocchia di San Pio
X, ore 21.30
Spiorock 2009 – Concerto reggae
+ concerto ska punk
Free entry
domenica 14
EAST RODEO + MY HEAD FOR
A GOLDFISH
Parco della parrocchia di San Pio
X, ore 21.30
Spiorock 2009 – Concerto rock
alternativo + concerto indie rock
Free entry
domenica 14
BESTIE DEL QUARTIERE +
FONOTIPIA
Sabotage Bar – viale
dell’Industria 12, ore 22
Road to Nettarock contest –
doppio concerto pop rock
Free entry
| Xxx
“costretto a restare” (nel 2009 ricorre il 20° anniversario di Piazza Tian
An Men), o di chi, “deciso a stare”,
lotta per il cambiamento, ad esempio
contro le mafie. E siccome la musica
è il primo strumento espressivo attraverso cui le differenze culturali si
fondono in armonia, grande spazio
verrà riservato alle 7 note. Enrico
Pieranunzi, Ananke, Tammittam
Percussion Ensemble, Petrina, Lino
Cannavacciuolo, Figli di madre ignota, fino alla chiusura di domenica,
affidata ai Radiodervish ed ai solisti
dell’Orchestra di Nazareth (musicisti
arabi, ebrei e musulmani) che, dopo
la prima mondiale al Peace Festival
di Tel Aviv, debutteranno in Italia
proprio al Festival della settecentesca Villa Di Montruglio, con un concerto-ponte tra Oriente e Occidente.
(Infoline: www.suonoepace.it). Per
rinfrancar lo spirito, tra una festa
rock e l’altra.
martedì 16
DAX DJ
Bar Sartea – corso Ss. Felice e
Fortunato 362, ore 21
Dj set open air, nel giardino
estivo
Free entry
martedì 16
RADIO DEAD ONES
Sabotage Bar – viale
dell’Industria 12, ore 22
Concerto punk rock da Berlino
Free entry
mercoledì 17
LOST
Piazza 4 Novembre - Noventa
Vicentina (VI), ore 21
Concerto della rock band
vicentina
Free entry
venerdì 19
GALZI DJ
Nuovo Bar Astra – contrà Barche
14, ore 19
Concerto aperitivo – dj set a 360
gradi
Free entry
venerdì 19
ARGETTI + OSPVE
Bar Sartea – corso Ss. Felice e
Fortunato 362, ore 21
Viaggio in musica, videoe vinili
tra il punk e l’hardcore anni ’80
con il concerto acustico della
band vicentina
Free entry
venerdì 19
MY EVIL ME + EVILMIND
Sabotage Bar – viale
dell’Industria 12, ore 22
Road to Nettarock contest –
doppio concerto hard’n’heavy
Free entry
venerdì 19
BABYLONIA
Contrada Casare – Recoaro Mille
(VI), ore 21
Festival musicale con concerti di
Sarah Schuster e No Seduction +
stand gastronomici
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dal 1982 a Vicenza
SOCIETA’ GENERALE
DI MUTUO SOCCORSO
*69:0+0
05.3,:,:7(.5636;,+,:*6-9(5*,:,
769;6./,:,.0(7765,:,
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movida
153 del13 giugno 2009 pag17
numero
Terminator
è diventato una fiction
Popcorn
Nuovo capitolo della saga del cyborg più celebre del grande schermo
Tanta azione, fiumi di citazioni, velocità esasperata. Tutto di ottimo livello,
ma senza ispirazione. E un nuovo sequel già annunciato
di Giuliano Corà
Q
uanti padri per questo nuovo capitolo: spesso nobili, ma a volte
troppo invadenti: il Medioevo posttecnologico di Mad Max; i robottoni
dei Transformers; i cieli notturni di
Blade Runner; gli antri di Metropolis;
i prigionieri della Guerra dei mondi,
anche se non si può negare a questo
nuovo Terminator grande professionalità e qualche originalità. Così pure,
ossessiva è la quantità di citazioni dai
precedenti Terminator: quasi che
la produzione voglia rassicurarci sul
‘marchio di fabbrica’. Quella che latita è la ‘ispirazione’, il bisogno di raccontare
qualcosa di terribilmente
presente e vero che animava i primi due di J. Cameron
n
e che manca in questo, chee
è poco più di un’operazionee
commerciale, sia pure di ot-timo livello.
Riassunto delle puntate precedenti. Skynet, la rete mondiale di
computer costruita dall’uomo, subito
dopo essere stata attivata è diventata
autocosciente, ha capito che l’uomo,
il suo creatore, poteva essere anche il
suo distruttore, lo ha individuato come
minaccia primaria ed ha cominciato a
combatterlo per eliminarlo. John Connor, figlio di Sarah, guida la resistenza
degli umani superstiti contro le macchine, ma sa anche che il pericolo può
venire da vicino, e che un involucro
di carne non nasconvo
de necessariamente un cuore
umano.
Tutto qui, in sostanza,
um
e dopo un po’ si comincia ad
avvertire
un senso di saturaav
zione:
troppo rumore, troppa
z
velocità,
troppe cose, troppo
v
di
d tutto.
Buona
– chissà se conscia o
B
inconscia
– la cultura neoi
luddista che traspare spesso dalle battute dei personaggi: ‘Le macchine
sono il nostro nemico’ è una frase che
si sente spesso, e forse se anche noi
ce ne rendessimo conto potremmo
provare a costruire un universo più
umano, invece del baratro verso il quale ci stiamo avviando. Tra parentesi, è
curioso che il nome della rete nemica
ricordi tanto quello di un network televisivo che se non manifesta nei nostri
confronti intenzioni omicide, certo si
propone come elemento di omologazione culturale globale. Chissà se Mr
Murdoch se n’è accorto.
Con qualche illogicità nella sceneggiatura (p.e., se il segnale spegne
tutte le macchine, come fa la nave
volante ad arrivare al sommergibile?) ci si avvia alla conclusione, e la
regia non fa nemmeno finta che sia
possibile un sequel: te lo sbatte in
faccia, ad onta di un’altra illogicità
(non è appena stata distrutta la base
centrale di Skynet?), facendoti provare sempre più forte la sensazione
di essere ormai entrati in una fiction
televisiva a puntate. Arrivederci alla
prossima.
Terminator Salvation
(J. McGinty Nichol, USA, 2009)
Coppi e Bartali,
il robot contro l’eroe
Sul comodino
In un saggio di Curzio Malaparte, i due campioni diventano il simbolo di un’Italia a due
facce: da una lato una società ormai scomparsa, dall’altra la solitudine della modernità
di Giovanni Magalotti
N
ella Dopo aver intrapreso con
“Kaputt” la riproposta di alcuni
dei più celebri romanzi di Curzio Malaparte (1898 – 1957), l’editore Adelphi pubblica nella collana “Biblioteca minima” un saggio dello stesso
autore, scritto nel 1949 ed uscito per
la prima volta in Francia con il titolo
“Les deux visages de l’Italie: Coppi et
Bartali”. Dedicato ai due mitici ciclisti
che con i loro duelli infiammarono le
strade e gli italiani, il testo si apre con
un lirico elogio della bicicletta: “In
silenzio trafigge lo spazio, in silenzio
penetra nel tempo. Senza un briciolo di pudore, viola tutti i misteri del
paesaggio, dell’orizzonte, della natura. Scivola sulla strada come sul filo
di un rasoio, inclinandosi con grazia
nelle curve, dondolando dolcemente
in salita, gettandosi alla
cieca verso le verdi vallate,
verso l’abisso delle pianure
assolate”.
Per quanto la distanza anagrafica dei due personaggi
sia piuttosto ridotta (solo
o
5 anni: Bartali è del 1914,,
Coppi del 1919), Malapartee
vede in loro una grande diffferenza. Bartali è l’uomo in
n
senso antico, classico, un eroe più che
un campione; Coppi è invece l’atleta, il
robot quasi, con la benzina nelle vene.
Con un briciolo di approssimazione
si può dire che Bartali rappresenti
la tradizione e Coppi l’innovazione.
Di Bartali, toscano come lui, l’autore
scrive: è “il sopravvissuto di una civiltà che la guerra ha ucciso”. Di Coppi,
invece dice, con notevole acutezza di
sguardo: “comunica un sentimento di
profonda solitudine. Non bisogna la-
sciarsi ingannare dal suo sorriso, dai
suoi occhi vivi e luminosi, dalle parole chiare e lievi, dalle rapide
movenze.
Coppi è un uomo
m
solo,
so un uomo triste. La sua
solitudine,
la sua tristezza,
so
sono
so le stesse delle macchine
n d’acciaio”.
Malaparte
conclude il suo
M
saggio
con una breve e ils
luminante
riflessione che
l
accomuna
i due atleti e che
a
suggerisce
una possibile
s
lettura simbolica della competizione
sportiva in generale: “Ogni impresa
sportiva è un simbolo. […] Nella rivalità fra Bartali e Coppi forse Pindaro
non vedrebbe altro che il simbolo
delle lotte, delle sofferenze, dei sacrifici e delle speranze che le nostre
generazioni offrono alla libertà, alla
pace, alla felicità degli uomini e delle
nazioni”.
Curzio Malaparte, Coppi e Bartali, Adelphi, 64 pp., € 5,50
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sport
153 del13 giugno 2009
numero
19
pag
ViPiù
sport
Una vasca di opportunità
Ginnastica
La vecchia piscina di viale Ferrarin si trasformerà in una palestra di alto livello per la ginnastica artistica
Diventerà la casa della storica Umberto I, fondata nel 1875. Ma dalla Gymnica Vicentina avvertono: ci siamo anche noi
che sullo sport e sull’impiantistica
in particolare non si sta tirando indietro nonostante le difficoltà. “Si
tratta di uno spazio vitale - ha ricordato l’assessore Nicolai in sede
di presentazione dell’intervento
- per questo glorioso sport, rappresentato a Vicenza dall’ultracentedi Paolo Mutterle
naria società Umberto I che potrà
fare da capofila per le altre società
annuncio è stato dato qualche
di questa difficile disciplina”. Nei
mese fa in conferenza stampa
piani della giunta, infatti, lo spodal sindaco Variati: l’ex piscina del
stamento della Umberto I permetpalasport diventerà una palestra
terebbe di liberare la palestra di
per la ginnastica artistica. Dopo
contrà Burci in Piarda, che dopo
decenni in cui ha visto sguazzare
una ristrutturazione potrebbe torgenerazioni di vicentini, la vasca
nare a ospitare il basket.
oggi desolatamente vuota in futuro
“L’anno prossimo festeggeremo il
vedrà volteggiare i piccoli Cassina.
135° anniversario della nostra soRiempita di blocchi di gommapiucietà, il sogno è quello di celebrarma e dotata degli attrezzi necessalo nel nuovo impianto - racconta
ri, la “buca” potrà infatti trasforCarlo Pepe, presidente della Ummarsi in un impianto di alto livello
berto I, che proprio pochi giorni fa
per il perfezionamento agonistico
ha chiuso la stagione sportiva con
e permettere così alle atlete e agli
uno spettacolare saggio al PalaReatleti vicentini - oggi costretti ad
watt di via Goldoni. “È dagli anni
allenarsi in palestre non ottimali
‘60 che i nostri atleti si allenano
o addirittura fatiscenti - di fare il
in Piarda Fanton, ma da vent’ansalto di qualità.
ni a questa parte gli spazi sono
Come faccia una piscina in disuso
diventati inadeguati per la nostra
a diventare un impianto di speciadisciplina, in particolare per la
lizzazione per la ginnastica artistipratica a livello agonistico. Ringraca lo spiega bene il tecnico Corrado
zio Morsoletto per il suo interesse
Rumor, che nella sua lunga carriepersonale, ma con la precedente
ra è stato anche allenatore della
amministrazione non c’era proprio
nazionale olimpica nel 1984: “Per
la volontà politica di costruire una
poter provare in sicurezza l’uscita
nuova palestra. Ora, dopo tanto
dai vari attrezzi serve la cosiddettempo, finalmente è arrivato il nota buca paracadute. Con alcuni
stro turno. Perché noi e non altri?
accorgimenti tecnici e con un arSiamo una società centenaria, e da
redo sportivo adeguato la vasca
almeno vent’anni siamo in fila. Fa
potrà contenere tutti gli attrezzi
piacere che il Comune abbia innecessari per la ginnastica artistidicato la Umberto I come società
ca, come la sbarra, le parallele, gli
capofila per la ginnastica artistica”.
anelli. Buca e pedana elastica sono
E in effetti alla soormai indispensabili
cietà del presidente
per l’agonismo. Per
Pepe non mancano
raggiungere alti livelli
certo i meriti: nel
servono poi almeno
presente, con 190
24 ore di allenamento
tesserati e due squaalla settimana; dover Nicolai:
dre agonistiche con
montare e smontare la società
una ventina di atleti;
ogni volta il castello
nel passato, con una
per gli anelli come ultracentenaria
Stella d’Oro e una
siamo costretti a fare farà da capofila
d’Argento al Merito
nella palestre sco- per questo
Sportivo, diverse melastiche ruba molto
glorioso sport
daglie in manifestatempo”.
zioni internazionali,
I lavori di adegua75 presenze in Maglia
mento della vecchia
Azzurra e 52 Titoli
piscina
dovrebbero
nazionali, la partecipazione a due
iniziare tra qualche mese, forse
Olimpiadi e a sette Campionati del
a novembre. La copertura finanMondo. E anche oggi, nonostanziaria per il costo complessivo di
te la carenza delle strutture, non
950 mila euro è già stata trovamancano i risultati sportivi di un
ta per merito di un vero gioco di
certo livello, pur lontani dai trionsquadra politico: 500 mila sono
fi di una campionessa vicentina
stati stanziati dalla Regione, grazie
come Laura Bortolasi.
all’interessamento dell’assessore
Certo, in una disciplina come la
allo sport Massimo Giorgetti (Pdl)
ginnastica artistica, gli impianti
e del consigliere Claudio Rizzadi allenamento fanno veramente
to (Pd). Va detto che l’intervenla differenza. Non è un caso che in
to rientrava comunque nei piani
regione svettino Fortitudo Schio
dell’amministrazione comunale,
L’
|Il saggio di fine anno della Umberto I. In basso a destra: la vasca del palasport, ora inutilizzata
e Junior 2000 Bassano (i cui atleti già si allenano nelle “buche”),
mentre arrancano nelle zone basse
delle classifiche le due società del
capoluogo. Già, perché nel 1983
alcuni tecnici in disaccordo con
i metodi di Rumor escono dalla
Umberto I per fondare un nuovo
sodalizio, prima affiliato alla Bushido di Egle Maran, poi dal 1988
in autonomia con la denominazione Gymnica Vicentina. Normale
che anche a distanza di anni i rapporti non siano proprio idilliaci.
Ad accomunare tristemente i due
club c’è la cronica insufficienza
degli impianti sportivi cittadini.
“La situazione non va tanto bene
neanche da noi, siamo spesso in
conflitto con gli altri sport - spiega Luciano Pontalti, presidente
della Gymnica - La palestra del
Lampertico, dove ci alleniamo, è
passata alla Provincia, che ha aumentato le tariffe. Noi però non
abbiamo toccato le quote per i
ragazzi, finché riusciamo, anche
perché il nostro scopo non è di
arricchirci”. A sentire Pontalti, i
numeri e i risultati attuali della Vicentina non si discostano da quelli
della Umberto I: 200 tesserati, 19
ragazze nel settore agonistico, un
titolo italiano PGS conquistato.
Uguale soprattutto la necessità,
per decollare, di una palestra dove
potersi allenare in piena sicurezza. Ovvero la “buca”. Ovvio quindi
che l’impianto appena progettato
faccia gola anche alla società più
giovane. “Se faremo domanda in
Comune una volta che la nuova
palestra sarà pronta? Certamente.
Anche noi facciamo agonismo e ne
abbiamo bisogno. Non si è mai visto a Vicenza una palestra costruita per una sola società. Non mi
sembra una cosa equa, e i 135 anni
di storia non possono essere un
argomento a favore della Umberto
I. Da parte nostra i rapporti con il
Comune sono ottimi, anche perché siamo sempre stati disponibili
nei loro confronti. Spero - conclude Pontalti - che valutino bene la
situazione”.
Difficile per il momento che sul
futuro impianto (che sarà inserito in una vera e propria cittadella
dello sport: palazzetto, piscine,
campo di atletica, pattinodromo,
tennis) possano inserirsi ulteriori “appetiti”. Le altre società
cittadine, la Vicenza Ginnastica
di Magrin e la Nastro Rosso, si
dedicano infatti alla ritmica; e
fortunatamente cerchi, clavette e
funi possono lavorare in sicurezza
anche al suolo. La palla, pardon,
la buca, passa ora all’assessore
allo Sport, Umberto Nicolai. Mettendo da parte le vecchie ruggini
tra i club, trovare una soluzione in grado di accontentare tutti
non sembra impossibile. Anche
perché, una volta che la politica
ha dimostrato una grande unione a diversi livelli e tra esponenti
di schieramenti avversi, farebbe
specie se fosse proprio il mondo
dello sport a dividersi.
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sport
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L’avanzata degli alfieri biancorossi
Scacchi
In città cresce il numero di appassionati del “nobil ziogo”, e tre scuole vicentine sono arrivate alle finali nazionali
studentesche. Il maestro Aldo Danese spiega la ricetta del Circolo Scacchistico Palladio
Pare di sì, a giudicare dai risultati:
ben tre squadre vicentine si sono
qualificate per le finali nazionali
dei giochi studenteschi, disputate a Palermo: Laghetto, Vittorino
di Paolo Mutterle
da Feltre e Maffei. Le ragazzine
dell’istituto di Contrà Burci sono
tornate dalla trasferta in Sicilia
olete perdere peso senza fare
con una medaglia di bronzo al colfatica? Giocate a scacchi. Non
lo. Il segreto sta nell’allenamento
è uno scherzo, giura Aldo Danese,
e nell’applicazione, spiega il presiche della disciplina è un maestro
dente dell’unico circolo cittadino;
oltre che il presidente del Circolo
sui banchi delle scuole che hanno
Palladio di Vicenza: “In un camsbaragliato la concorrenza venepionato mondiale il grande Karta nella fase regionale disputata
pov perse tre chili in nove partite”.
a Caldogno siedono infatti molti
E non è tutto: “Al gioco e allo stutesserati del Palladio, associaziodio i professionisti abbinano una
ne che vanta una trentina di soci
regolare attività fisica e un presenior e ben 40 giovani. “Come in
ciso regime alimentare, vengono
ogni altro sport, bisogna dedicarci
seguiti da un preparatore atletico
tempo - prosegue Danese - Almee da un dietologo”. Non a caso gli
no un’ora al giorno è quello che
scacchi, gioco di strategia nato
consigliamo ai ragazzi. All’inizio
nell’area indo-persiana circa 1500
si imparano le aperture, poi si
anni fa, vengono considerati a tutstudiano e si analizzano partite
ti gli effetti uno sport. Uno sport
già giocate. In molti vengono al
della mente, ovviamente presente
circolo e sfidano gli adulti, spesso
ai Mind Sport Games, vere e provincendo. Da noi si ritrovano apprie “Olimpiadi dell’intelletto” che
passionati di tutte le età, dai 6 fino
lo scorso ottobre hanno richiamaagli 82 anni del nostro socio meno
to a Pechino i migliori giocatori
giovane. Tanto che la sede in via
mondiali di bridge, dama, go e
Vaccari, nei locali del Dopolavoro
Xiangqi, gli scacchi cinesi.
ferroviario, sta iniziando a divenNon è difficile convincere il maetare un po’ stretta…”.
stro Danese a parlare del panoraL’esatto contrario di quello che sta
ma scacchistico vicentino. Dalla
succedendo nel resto della provoce si capisce che dopo anni di
vincia: fino a qualche
pratica la passione
anno fa esistevano
è ancora tanta, e si
sette circoli, oggi
comprende
allora
restano solo quello
come,
nonostante
di Vicenza e quello
l’approccio non sia
di Marostica, che si
di quelli più facili, Quest’anno
concentra però più
questa
disciplina i corsi hanno
sull’attività promoabbia tanto succescoinvolto 200
zionale legata alla
so nelle scuole e anpartita-spettacolo
che tra i più giovani. ragazzini delle
con i personaggi vi“Quest’anno abbia- elementari
venti. In Italia i tessemo coinvolto circa
rati sono 25 mila, non
200 ragazzini, facentanti se si considera
do corsi a Vicenza,
che il bacino potenziale è di setCamisano, Dueville e Sovizzo, sote milioni di giocatori. Anche da
prattutto alle elementari. Di solito
questo punto di vista, non ci sono
si inizia tra la seconda e la terza,
differenze con gli altri sport: il
ma c’è anche chi comincia prima”.
successo e la diffusione sono stretE gli scolari del Duemila apprentamente legati alla promozione
dono il “Nobil Ziogo” che rende
nelle scuole. In città si lavora tanto
celebre Marostica nel mondo?
V
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| L’antico gioco persiano attira vicentini di tutte le età. In basso a sinistra: il promettente Alessio Boraso con il maestro Aldo Danese
e si raccoglie tanto. Idem per i colori azzurri a livello internazionale.
“L’Italia sta crescendo molto, grazie
anche al fatto che rispetto a un tempo ora c’è qualche Maestro in più.
Il dominio dei paesi dell’ex Unione
Sovietica comunque non è più così
marcato; ora a vincere sono i cinesi,
gli indiani e anche l’Africa è in ascesa, tanto che il campione mondiale
under 20 è un ragazzo egiziano”.
Tornando in casa Palladio i risultati migliori sono arrivati da
Noemi De Grandi, campionessa
regionale nell’Under 10 femminile, da Isabel Camila Riveros,
talento di origini sudamericane.
Uno dei vanti del circolo presieduto da Aldo Danese è proprio la
bravura e il numero delle ragazzine presenti, di solito una rarità.
Tra i maschietti emergono, tra gli
altri, Nicolò Treu, Bruno Della
Sala e Alessio Boraso, tredicenne
già candidato a diventare maestro
nazionale. E sotto la guida degli
istruttori federali vicentini iniziano a brillare anche baby scacchisti nati negli anni 2001, 2002
e 2003. Ora l’appuntamento è a
Courmayeur, dove dal 28 giugno
al 5 luglio si disputeranno i campionati nazionali giovanili.
sport
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Scudetto senza lacrime
Hockey inline
Il sesto titolo consecutivo dei Vipers arriva dopo i rigori in gara4, la Rigoni di Asiago è ancora Campione d’Italia
Per la Caoduro Diavoli Vicenza è una stagione comunque memorabile, la migliore di sempre
È
finita alla lotteria dei rigori in Vipers si supera in un altro paio di
gara 4 l’avventura dei Caoduro occasione e a fine tempo è Asiago ad
Diavoli Vicenza nella finale play off avere una buona occasione sventata
scudetto contro i Rigoni di Asiago da Kroselj.
Vipers. E’ stata una partita combat- Si riparte nella seconda frazione di
tuta, a tratti intensa e molto bella, gioco con i Diavoli all’attacco e con
a tratti contratta e nervosa, con un il gol di Ciresa al 21,07 che riaccende
Vicenza che ha dimostrato di avere le speranze. Alla penalità chiamata
un cuore da campione che contro a Felicetti però, i Vipers allungano
l’Asiago, però, non è bastato. I Vi- in power play con Rigoni, mentre i
pers hanno conquistato così il sesto vicentini non sfruttano la superioriscudetto consecutivo, in una pista, tà numerica a loro favore, grazie sol’unica, in cui hanno sempre sofferto. prattutto agli interventi di Penko. Gli
Ai Diavoli, oltre alla consapevolezza asiaghesi sentono vicina la vittoria e
di aver dato tutto il possibile e anche sono sempre pericolosi, ma i vicentidi più e di essere stati fra i maggiori ni non mollano. Alla doppia penalità
protagonisti di questa stagione, re- fischiata ai Vipers segnano i Diavoli
sta il rammarico di essere arrivati a con capitan Stevanoni che al 30,48
un soffio da un traguardo sognato e porta sul 3-4 i suoi che tentano il bis
poi sfumato e di non essere riusciti a con Valbusa e riescono a raggiungeportare gli avversari in gara 5, cosa re il pari con Roffo al 31,33. Il pubblico di casa esplode, anche gli ospiti
che avrebbero largamente meritato.
Per quanto riguarda la partita, il pri- si fanno sentire e fra mille emozioni,
mo tempo ha fatto capire subito che penalità, occasioni da entrambe le
sarebbe stata una battaglia che in parti, cambio del portiere in casa Vialcuni momenti la coppia arbitrale pere (fuori Penko e dentro Lobbia) i
di Camporovere non è stata in grado tempi regolamentari si chiudono sul
di gestire, utilizzando valutazioni e pari.
metri di giudizio diversi in situazioni Si va all’overtime e i primi a segnare
simili. I Diavoli iniziano con gran- vincono. Da segnalare nei supplede intensità, ma faticando a trovare mentari il rigore per i vicentini, tiraspazi e i due portieroni sloveni Kro- to da Ciresa sulla traversa, la doppia
selj e Penko sono chiamati da subito inferiorità numerica dei Diavoli che
al lavoro (ottima la prova di entram- riescono a chiudere gli spazi alla cobi, compreso Lobbia entrato quasi razzata Vipers, un gol divorato da
alla fine del secondo tempo). Poi la Felicetti che solo davanti alla porta
non trova la deviazione
serie di penalità, una
vincente e alcuni deciper i Vipers e tre per i
sivi interventi di Krovicentini, sfalsano un
selj nell’ultimo minuto.
po’ gli equilibri con gli
Si arriva così ai rigori
altopianesi che pas- Capitan
Kroselj e Lobbia
sano in vantaggio in
Stevanoni: ce la con
protagonisti nei primi
inferiorità numerica
quattro penalty (paraal 12,10 con Tomasel- siamo giocata
ti da Lobbia i rigori di
lo, bravo a sfruttare fino in fondo.
Ciresa, Felicetti, Roffo
un buco della difesa Dopo Asiago, ci
e Stevanoni, mentre
vicentina, e poi in
siamo noi
Kroselj para su Manpower play allungatese, Riccardo Mosele
no con Mantese, al
e Luca Rigoni, con To10,42, e con Luca Rigoni, all’11.40. Coach Roffo chiama masello che sbaglia) e poi in queltime out e ricompatta i suoi che rie- li a oltranza la differenza la fa… la
scono ad accorciare al 12,11 con Vel- traversa: segnano il quinto rigore
lar e che in power play potrebbero due dei Rigoni presenti,Simone per
fare bis con un bellissimo tiro di Rof- i Diavoli, Sergio per i Vipers e poi
fo tolto però da Penko dal sette della nei tiri decisivi Pozzan centra l’asta
porta. Il portiere sloveno di sponda e Comencini infila Kroselj.
| Il penalty decisivo dell’asiaghese Andrea Comencini, poi sommerso dai compagni di squadra (Foto Guariglia /Dal Sasso, asiagovipers.it)
Alla fine le tribune del pattinodromo gremito all’inverosimile
riservano applausi per tutte e due
le squadre, ma la festa ovviamente è solo in casa Rigoni di Asiago:
Comencini viene sommerso dai
compagni dopo aver trasformato
il rigore decisivo; capitan Tomasello festeggia pattinando con il
bimbo in braccio; il presidente
Fabio Forte fa comparire le magliette celebrative (“Six in the
City”) per il sesto scudetto, che
si va ad aggiungere in bacheca
alle tre Coppe dei Campioni, 4
Coppe Italia e 5 Supercoppe Italiane. Dopo tanti successi però la
gioia prevale ancora sulla noia e
la voglia di festeggiare non viene
meno.
Comprensibile la delusione sul
campo opposto, anche se per la
Caoduro si tratta del miglior risultato di sempre da quando è in A1.
“Ce la siamo giocata fino in fondo ha detto al termine il capitano dei
Diavoli, Massimo Stevanoni - Possiamo dire di non aver rimpianti
per l’impegno, la determinazione
e la voglia di vincere dimostrata.
Abbiamo fatto vedere che dopo
l’Asiago, partito con il favore di
tutti i pronostici, ci siamo noi. Abbiamo disputato un buon campionato, una buona semifinale e una
buona finale. Siamo stati bravi,
ma non i migliori”.
Quel che è certo è che Vicenza ci
riproverà l’anno prossimo, con
una squadra che sarà rinforzata e
che punterà sulla crescita dei giovani come Simone Rigoni, Pozzan, Testa e gli altri ragazzi vicentini. E per quanto riguarda la
sede delle partite si vocifera di un
possibile trasferimento al Centro
Sport Palladio, visto che il catino
di viale Ferrarin non sembra più
sufficiente a contenere l’entusiasmo dei tifosi biancorossi.
Albo d’oro
2000 Avalanche Bolzano
2001 Dragons Gallarate
2002 Dragons Gallarate
2003 Ghosts Padova
2004 Asiago Vipers Tegola Canadese
2005 Asiago Vipers Tegola Canadese
2006 Asiago Vipers Tegola Canadese
2007 Asiago Vipers Tegola Canadese
2008 Asiago Vipers Tegola Canadese
2009 Rigoni di Asiago Vipers
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dalla parte del torto
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Rossi e Neri, ribelli a metà
Un recente episodio vicentino di minacce fra giovani di opposte ideologie mostra come la guerra
fra “camerati”e “compagni” sia un auto-inganno. Che avvantaggia il nemico comune: la finta democrazia
Vecchi dentro
Il guaio è che si tratta di ragazzi.
Di ventenni, quando a vent’anni si
dovrebbe scaraventare dall’altare
gli idoli dei padri e dei nonni. Per
giunta, grattando la superficie delle
di Alessio Mannino
sacre memorie e degli odii risalenti
a cinquanta, ottanta, cento anni fa, si
Lo scorso 6 giugno, un giovane miscopre che quegli sparuti giovanotti
litante di Rifondazione Comuniancora affamati d’ideali ne hanno in
sta che volantinava davanti ad una
comune una grande parte. Proprio
scuola superiore della città è stato
così: gli estremi si toccano. Questi
raggiunto da un sms telefonico ingiovani, della gioventù, hanno il fisiotimidatorio. L’autore, un anonimo
logico spirito di ribellione. Ma con le
che minacciava per conto dei “nazi
loro ideologie e simbologie antiche di
di Vicenza”, scriveva di sapere dove
un secolo, in realtà sono vecchi. Vecabita, perciò la piantasse di fare prochi dentro. Le loro parole d’ordine
paganda. Sottinteso: altrimenti son
sono identiche a quelle dei camerati
botte. I rappresentanti del partito,
e dei compagni degli Anni Settanta.
Claudia Rancati ed Ezio Lovato, hanSi beano di inscenare guerriglie di
no giustamente denunciato il fatto
piazza per celebrare gli album di faalle forze dell’ordine e, in un dispacmiglia. Credono di vivere ancora nel
cio diramato alla stampa cittadina,
1945. Si limitano a un’eterna, stantìa
hanno puntato il dito contro il recommemorazione di defunti. Hanno
sponsabile, «che mostra di ispirarsi
le mani che gli prudono per cambiaad ideologie intolleranti, razziste,
re la società, ma se le amputano da
nostalgiche di un regime dittatosoli facendosi la guerra fra poveri. E
riale disumano quale quello naziintanto il nemico, quello vero, quello
fascista», ennesimo scampolo del
che sta lassù ai piani alti, gode.
«fenomeno delle nuove destre» che
Perché un ventenne che fa il saluto
«rappresenta purtroppo una realtà
romano o uno per cui l’antifascismo
nel nostro territorio». Fin qui, da coè un valore assoluto hanno, ebbene
munisti non pentiti, tutto bene. E’ la
sì, un nemico comune. E’ questo sichiosa finale che non torna. Sentite:
stema di vita. E’ la democrazia che
«Come Rifondazione Comunista ridi democratico non ha nulla, dato
spondiamo a quel messaggio con le
che rappresenta solo
ragioni della memoria
chi ne beneficia in alto
storica e la forza della
e fa strame del popolo
vigilanza democratica;
bue in basso. E’ la maci stringiamo intorfia dei partiti che lincia
no al nostro giovane Neofascisti e
chi osa far politica al di
iscritto, uno dei tanti neocomunisti
fuori dei loro recinti e
che non ha paura e
delle loro batterie per
che preferisce guarda- sono fermi
polli ammaestrati. E’
re al futuro piuttosto ad una guerra
la mistica del progresche al passato e che civile senza
so tecnologico e sociacontinuerà a lottare
più senso
le fatto passare come
in quella direzione».
panacea di tutti i mali,
Al futuro piuttosto che
quando la scia di dispeal passato? Cari comrazione e di sangue che porta con sé
pagni, noi siamo di diverso avviso:
dovrebbe ribattezzarlo come un vero
se c’è un trait d’union fra voi e i cae proprio regresso. E’ la globalizzamerati, questo è proprio il torcicollo
zione, che pretende di uniformare
politico di chi è paralizzato con la tea sé il modo di vivere di ogni uomo
sta all’indietro. E non è il solo: ce ne
trasformandolo in docile consumasono molti altri, ma – reggetevi - in
tore di prodotti, of course, globali. In
positivo.
ERBORISTERIE
1979-2009
definitiva, è una way of life fondata
sul denaro, sul profitto, sull’unica e
totalitaria libertà di arricchirsi a spese della dignità umana e del benessere esistenziale.
Idee simili
Basta analizzare con occhi scevri da
pregiudizi i loro discorsi, per capire
che questi “ribelli a metà” sono più
simili di quel che loro stessi credono.
Entrambi reclamano il diritto alla
casa per tutti. Entrambi intendono
combattere la piaga del carovita.
Entrambi ambiscono a farsi punto
di riferimento per i diseredati, i poveracci, gli ultimi. Entrambi sono
contrari al dio mercato. Entrambi
sono no global. Entrambi odiano i
padroni del vapore e della finanza.
Entrambi non ne possono più del
reality patinato e fasullo che la televisione fa passare come stile di vita per
i loro coetanei. Entrambi ne hanno le
scatole piene dell’imbroglio del bipolarismo, dei palazzi romani, dell’informazione di regime. Entrambi
provano l’irresistibile necessità di
aria pulita, di ideali per cui sacrificare le proprie giornate dopo il lavoro,
di emancipazione dal pensiero unico
liberal-capitalista.
Solo che poi si perdono. Neutralizza-
loro contro i quali credono di resisteno questo ben di dio potenzialmente
re. Tenendosi ben incollato agli occhi
rivoluzionario nel montare la guaril prosciutto del “presidio antifascidia ai propri simboli, alle proprie
sta” o del “Dio, Patria, Famiglia”, si
liturgie e ai propri mostri sacri. Insterilizzano da sè, facendo finire le
dossando gli uni l’uniforme da skinproprie giuste battaglie su un binario
head in giubbotto, anfibi e anticaglie
morto. Col risultato che tutto rimane
nazifasciste, gli altri la divisa da aucosì com’è.
tonomi in perenne emulazione del
Là fuori c’è un mondo che va a rotoli,
’68 e del ’77. E imbrigliando le loro
schiacciato dalla sindrome dell’ineenergie nel riflesso condizionato delluttabile (“sei contro la balla del libela rivalità fra “fasci” e “zecche”, come
ro mercato, la partitobambini che giocano
crazia, l’arroganza Usa
alle lotte di strada. Uno
e il consumismo beospreco di forze davvero
ta? hai ragione, ma orpatetico.
mai ce li teniamo”). E
Libertà sopra tutto
invece i rossi e i neri si
Il nostro non è più Così
accapigliano sui colori
tempo per guerricciole
delle maglia. Sfogando
fra tribù giovanili. Oggi disperdono
la propria carica di rinon bisogna rovesciare la forza
bellione gli uni contro
Mussolini o fare diga di tante idee
gli altri. La guerra fra
contro l’Unione Soviecomuni
schiavi fa felice il patica: bisogna mettere
drone, ragazzi. Perciò,
gambe all’aria la scecari camerati e companeggiata del destrasinigni, piantatela di tenere chiusi gli ocstracentro, i burattinai della finanza
chi alla realtà di oggi, annus domini
e dell’industria, il Grande Fratello
2008. E soprattutto: non cercate mai
televisivo e la dittatura del mercato.
di vietare agli altri la libertà di espriQuei giovani che in assoluta buona
mersi. Perché prima o poi il divieto
fede si trincerano nei centri sociali
potrebbe ritorcersi contro di voi. E il
rossi o neri non si accorgono di fare
padrone non aspetta altro.
un grandissimo favore proprio a co-
Obiettivo 2009:
Mantenersi in salute per superare la crisi
30 anni di professionalità per suggerirti i migliori prodotti naturali
e il modo più corretto per utilizzarli
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botta&risposta
Matteo
Salin
Il tratto principale del mio
carattere
Intuizione.
I miei pittori preferiti
Leonardo da Vinci e
Michelangelo.
La qualità che preferisco in
un uomo
Determinazione.
I miei film preferiti
The Rocky Horror Picture Show,
Il giorno più lungo, A qualcuno
piace caldo, C’era una volta il
west.
La qualità che preferisco in
una donna
Accoglienza.
Quel che detesto più di tutto
La petulanza e la supponenza.
Quel che apprezzo di più nei
miei amici
Mi permettono di dire cose
assurde, provocatorie e
scarsamente obiettive.
Il personaggio storico più
ammirato...
Mi piace molto Barack Obama,
non è ancora personaggio storico
ma spero lo divenga.
Il mio principale difetto
A volte sono troppo sbrigativo.
...e quello più disprezzato
Hitler e nell’attualità Kim Jong-Il.
La mia occupazione preferita
Trovare soluzioni. Divertente
anche se faticoso.
Il dono di natura che vorrei
avere
Velocità e riflessi scattanti.
Il mio sogno di felicità
Pescare in alto mare, al di sopra
di una secca.
Quale sarebbe, per me, la più
grande disgrazia
Perdere i dati del mio pc senza
aver fatto backup.
Quel che vorrei essere
Mi sono dato da fare per essere
quello che sono.
Il paese dove vorrei vivere
Se proprio dovessi espatriare mi
piacerebbe andare in Francia.
Il piatto a cui non so
rinunciare
Gulash con patate.
I miei libri della vita
Tipi psicologici, C.G. Jung, Anni
senza fine, C.D. Simak.
I miei poeti preferiti
Derek Walcott, Giorgos Seferis.
I musicisti che mi piacciono
di più
REM, Pink Floyd, Bach, Haendel.
Come vorrei morire
Di colpo, nel sonno.
Stato attuale del mio animo
Tranquillo.
Il mio prossimo impegno
nella vita
I campionati Italiani di Spada per
Master a Caserta.
Il mio credo politico o ideale
Democrazia, riforme, innovazione
e progresso.
Cosa mi piace e cosa non mi
piace di Vicenza
La piazza dei Signori. L’entrata a
Vicenza da Viale S. Lazzaro
Cosa mi piace e cosa non mi
piace dei vicentini
La voglia di darsi da fare.
La scarsa volontà di farsi
coinvolgere.
Le colpe che mi ispirano
maggiore indulgenza
Quelle contro il nono
comandamento.
Il mio motto
Plus Salis Quam Sumptus.
153 del13 giugno 2009
numero
23
pag
nome e cognome
Matteo Salin
età
55, a settembre 56
luogo di nascita
Vicenza
titolo di studio
Laurea in Fisica
professione
Imprenditore
segni particolari:
Capelli lunghi non sempre troppo
pettinati
hanno detto
Mentana! Lei è l’unico eliminato dal
Grande Fratello senza essere entrato
nella casa.
Fiorello
Corriere – Magazine
11 giugno 2009
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Rischia di essere una pagina buia per
la libertà di informazione in Italia il
disegno di legge Alfano sulle intercettazioni, che prevede una limitazione
drastica a tutta la cronaca giudiziaria… . L’obbiettivo è chiaro: impedire
che i cittadini sappiano cosa accade
nei palazzi di giustizia, soprattutto
quando sotto inchiesta finiscono i
potenti di turno. (…) La difesa della
privacy ha nulla o poco a che vedere con questo disegno di legge, che
sembra avere ben altre finalità. E
cioè oscurare le notizie “scomode” e
tentare di “pilotare” l’informazione
da parte di coloro che non avranno
difficoltà a pagare le pesanti sanzioni
previste dalla legge, pur di attaccare
l’avversario.
Gianluca Amadori,
Ordine Giornalisti Veneto
Corriere del Veneto
10 giugno 2009
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Attenzione, questo non è più il partito padano del dio Po, delle ampolle
e dei miti celtici, ma il partito della
sicurezza, che dà in qualche modo
un’identità al centrodestra che governa a un Pdl che non ha identità,
esattamente come non ne ha il Partito democratico. (…) Il partito di lotta
e di governo è ormai integrato alla
perfezione a Roma, tanto che dispone con Bobo Maroni del simbolo della statualità, il ministero dell’Interno
e i prefetti, oltre a una perfetta conoscenza dei corridoi romani.
Paolo Feltrin
La Repubblica
9 giugno 2009
in questo numero
Animali maltrattati, la denuncia della Lega Anti-vivisezione [pag3] Bilancio
delle elezioni: la città al centrodestra, ma Variati si rafforza [pag4] Mobilità,
una città senza semafori: il piano dimenticato di Gianni Retis [pag8]
Mercati contadini, i piccoli produttori sbarcano al Presidio [pag11] Ettore
Beggiato e le rivolte del 1809: i patrioti cancellati dalla storia [pag13]
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