Conferenza di Organizzazione Cgil del Trentino – Riva del Garda, 3 aprile 2008 Ordini del giorno approvati 1) “Licenziamenti Oria e Ccnl Terziario” La conferenza di organizzazione della Cgil del Trentino esprime piena solidarietà alla 4 lavoratrici che sono state licenziate dal titolare della ORIA srl, Padron Mirio Spaggiari in spregio alle norme Costituzionali e senza nessun preavviso ma solo per il fatto che hanno scioperato per i loro diritti e la loro dignità La Cgil del Trentino condanna senza mezzi termini la chiusura, per ritorsione, del negozio di Pergine. Una chiusura che ha il chiaro obiettivo di zittire le lavoratrici che hanno “osato” rivendicare i loro diritti di lavoratrici, ma anche mandare un preciso segnale alle altre dipendenti del gruppo. Un comportamento inaccettabile, ricattatorio e minaccioso che deve trovare la condanna di tutta la società civile Trentina che non può accettare atteggiamenti di tale truculenza. Un atteggiamento arrogante che si accomuna a quella espressa dal padronato al tavolo del rinnovo del Contratto nazionale della Distribuzione Cooperativa e del Terziario. Infatti queste due vicende, anche se diverse, sono collegate da un unico filo conduttore: RIVENDICARE i tuoi diritti (dalla paga al contratto) per i padroni non è più tollerabile. Vogliono tutto dalla tua intelligenza fino al tuo tempo. Infatti nel primo caso hanno chiuso il negozio nel secondo caso i capi reparto hanno messo in atto pressioni inaccettabili (fino a dei veri e propri ricatti) nei confronti di chi voleva scioperare. Il CCNL della distribuzione cooperativa e del Terziario sono scaduti da oltre 15 mesi e gli atteggiamenti dilatori sono accompagnati dalla richiesta di liberalizzare l'orario di lavoro, giornaliero, settimanale e domenicale che ha portato alla rottura delle trattative ed allo sciopero del 21 marzo scorso. Uno sciopero pienamente riuscito che ha visto una grande partecipazione, anche di una giovane generazione al primo sciopero, che ai presidi e alla manifestazione di Trento da parte delle lavoratrici e dei lavoratori. La Cgil nel mentre esprime la sua piena solidarietà alle lavoratrici ed ai lavoratori del settore per la difficile lotta che hanno davanti per la conquista del loro contratto nazionale di lavoro esprime forte condanna per la protervia che le controparti padronali stanno mostrando al tavolo negoziale e nello stesso tempo condanna gli atteggiamenti di pressioni messi in essere da parte delle aziende e delle stesse Cooperative in occasione dello sciopero. 2) “Applicazione legge 194” La campagna antiabortista in atto è diventata concreta violenza sulle donne e segno rivelatore della volontà di creare una società autoritaria, chiusa ed intollerante. Ne è chiaro sintomo quanto è successo a Napoli con l'’irruzione da parte delle forze dell’ordine all’ospedale civile e l’interrogatorio inflitto ad una donna appena uscita dalla sala operatoria, dove era stata sottoposta ad un intervento di aborto terapeutico per gravi malformazioni del feto. Tale episodio suscita indignazione, sdegno e rabbia. Appaiono sconcertanti le modalità con le quali è stato eseguito il blitz, finalizzato ad una verifica della legalità dell’intervento operatorio, si presume, in funzione della difesa di un’eventuale vita, quella del feto e senza alcuna considerazione e rispetto per una vita reale e concreta: quella della donna, per di più appena segnata da un’esperienza e da una scelta dolorosa e drammatica. Questo è solo brutale cinismo, che rimanda a vicende nelle quali le donne, la loro mente, il loro corpo sono stati vittime di repressione, in nome di ideologie e poteri patriarcali e clericali. Si è superato il limite, a causa di una campagna condotta con furore ideologico e fanatismo contro una legge dello Stato (L.194/78) che, in realtà, nel corso di questi anni ha ridotto drasticamente il ricorso all'interruzione di gravidanza e ha posto fine alla piaga dell'aborto clandestino. Questa legge, pertanto, va salvaguardata, per il riconoscimento che dà alle donne del diritto ad una maternità libera e consapevole, riconoscendo la loro libera autodeterminazione. La Conferenza di Organizzazione della Cgil del Trentino mentre esprime la propria solidarietà alla donna che è stata vittima di tale violenza, dichiara il proprio impegno affinché: − si dia piena attuazione alla L.194/78, nella parte relativa alla prevenzione; − si potenzino i consultori pubblici come luoghi che informino anche sulle pratiche di contraccezione, che sostengano la libera scelta di procreazione soprattutto per le donne più deboli, in particolare le migranti, e che impediscano il pericolo di un ritorno all'illegalità- di cui già si avvertono le prime avvisaglie- salvaguardando la sicurezza e la salute delle donne; − si creino luoghi dedicati ai giovani, formando e mettendo a disposizione personale capace di dialogare con questa importante fascia di cittadini. 3) “Progetti Spi Cgil per favorire il rinnovamento” Il rinnovamento dei quadri sindacali rappresenta uno dei temi strategici della nostra organizzazione. La conferenza di organizzazione riconferma che lo strumento principe del rinnovamento sia quello della formazione dei quadri e dell’ avvio di processi di mobilità orizzontale e verticale del gruppo dirigente. La conferenza conferma la regola statutaria degli otto anni di mandato a tutti i livelli dell’organizzazione giacché consente di avviare il rinnovamento che deve puntare sull’inserimento delle nuove generazioni. L’inserimento nello Spi di limiti massimi di età per la permanenza e l’individuazione di nuovi quadri negli incarichi a tutti i livelli va nella direzione di favorire il processo di rinnovamento nel quale sono ben identificabili le stratificazioni anagrafiche, culturali e sociali tipiche della società e alle quali bisogna dare risposte anche organizzative, diversificate, anche con l’obiettivo di ridurre, tra l’altro, la distanza tra gli iscritti e le strutture. La conferenza di organizzazione ritiene che la Cgil del Trentino debba favorire in tempi brevi l’entrata di giovani e donne a tutti i livelli dell’organizzazione, dai posti di lavoro fino alle massime responsabilità di categoria e confederali. La conferenza di organizzazione invita lo Spi Cgil a sostenere appositi progetti di potenziamento delle categorie e che vedano l’inserimento di giovani, donne e migranti nell’organizzazione sindacale. La conferenza di organizzazione ritiene che le collaborazioni presenti nella Cgil, nelle categorie e in particolare nello Spi, rappresentano un utile strumento per apportare conoscenze e saperi, nonché contributi utili all’intera organizzazione sindacale. Le collaborazioni possono liberare risorse economiche molto sostanziali per consentire, attraverso percorsi aggiuntivi di formazione e di mobilità, sia orizzontale, sia verticale, l’entrata di nuovi dirigenti sindacali. 4) “Gestione economica delle categorie” La conferenza di organizzazione invita la segreteria della Cgil del Trentino ad una più puntuale applicazione dei deliberati assunti dal Comitato direttivo in materia di distribuzione delle risorse economiche. La costituzione del Fondo che raggruppa l’insieme delle nostre risorse è stata una grande intuizione che ha consentito di superare momenti difficili e di ampliare il nostro patrimonio immobiliare. Il Fondo comune, inoltre, ha permesso di svolgere una funzione di regolatore dei flussi economici con una forte attenzione alla solidarietà tra le categorie e in particolare quelle che strutturalmente sono in difficoltà. Il Fondo comune, altresì, prevede che le categorie che sforano il livello di guardia e producono dei passivi devono chiedere, per il proseguimento della propria attività, l’autorizzazione alla Segreteria confederale che funge da garante. Si chiede, altresì, che le categorie che per due bilanci consecutivi non siano in grado di riportare il pareggio di bilancio vengano sottoposte ad approfondita indagine. Qualora la Segreteria confederale ritenesse che la non perfetta gestione sia da imputarsi al modo poco accorto nel dirigere la categoria, sarebbe opportuno fossero adottati i provvedimenti necessari al caso, non escluso il commissariamento, al fine di evitare che le categorie che operano risparmi sul materiale, sui permessi e sull’apparato politico, nonché usano con parsimonia tutte le proprie risorse, siano doppiamente penalizzate. Si ritiene che il Fondo comune non debba diventare un pozzo di “S. Patrizio”, cui nessuno risponde o che lasci spazi per allargare apparati o intraprendere iniziative fuori dagli ambiti dell’ interesse della categoria. 5) “Salute e sicurezza nei luoghi di lavoro” Le tragedie alle acciaierie Tyssen Krupp di Torino e alla Truck Center di Molfetta hanno suscitato una vasta eco costringendo le forze politiche ad introdurre rapidamente nuove e più stringenti regole in materia di sicurezza e tutela della salute nei luoghi di lavoro. Proprio qualche giorno fa il decreto legislativo in materia, licenziato dal Governo Prodi, è stato approvato definitivamente. Ora l'Italia possiede un testo unico che aumenta le sanzioni per chi viola le norme sulla sicurezza e per chi utilizza personale in modo irregolare, include nelle tutele tutte le tipologie di lavoro – autonomi, precari, dipendenti -, istituisce il libretto sanitario e di rischio, rafforza il ruolo degli rls, stanzia nuove risorse per campagne di informazione tra le lavoratrici e tra i lavoratori. La soddisfazione della Cgil del Trentino per aver raggiunto un obiettivo tanto ambizioso, si mescola inevitabilmente all'amarezza e alla rabbia nel dover ammettere che questo decreto nasce dal sangue versato dai lavoratori di Torino e Molfetta e dalle migliaia di vittime di incidenti sul lavoro che si verificano inesorabilmente ogni anno. Solo se questo decreto verrà applicato con puntualità e la dovuta severità, potremo dire che quelle morti non sono state vane. Anche in Trentino le morti sul lavoro si susseguono con una frequenza inaccettabile. Furono 20 le vittime del lavoro nel 2006, 10 nel 2007, e nell'anno appena iniziato i morti sono già stati due. Arigo Zucal di Vigo di Ton ed Ezio Nardelli di Sporminore, i due agricoltori schiacciati dal proprio mezzo a pochi giorni di distanza l'uno dall'altro in val di Non. A questi due incidenti va aggiunto l'infortunio mortale occorso all'operaio edile Rinaldo Potrich in un cantiere di Verona. Di lavoro si continua a morire in Italia come in Trentino. Il settore più colpito da questa strage quotidiana è quello dell'edilizia. Anche nella nostra provincia questo settore paga e ha pagato un tributo di sangue insostenibile. Lo scorso anno furono sei le vittime tra operai edili e del legno. Fermare questo stillicidio è un dovere civile dell'Italia e del Trentino. Vogliamo infatti che il lavoro non sia più protagonista delle pagine di cronaca nera. Perché ciò accada servono regole, ma anche controlli e una diffusa cultura della sicurezza. Per questi motivi l'assemblea della Conferenza di organizzazione della Cgil del Trentino − chiede che anche in Trentino i controlli sul rispetto delle norme di sicurezza nei luoghi di lavoro vengano potenziati, così come previsto dal protocollo d'intesa firmato lo scorso anno da Cgil Cisl Uil e l'assessore provinciale alla salute; − sollecita il Consiglio della Provincia Autonoma di Trento ad approvare la riforma degli appalti, frutto della concertazione tra Giunta provinciale, categorie imprenditoriali e sindacati, che garantisce norme più tutelanti in materia di regolarità dei rapporti di lavoro; − sostiene la necessità di continuare nell'opera di informazione e sensibilizzazione tra le lavoratrici e i lavoratori trentini sul tema della sicurezza, anche grazie ad iniziative unitarie pubbliche come quella che si terrà a Trento il prossimo 9 aprile con la proiezione del film “Morire di lavoro”; − chiede alla Cgil nazionale di farsi promotrice di una grande mobilitazione nazionale qualora non fossero applicate con la dovuta solerzia e determinazione le norme contenute nel nuovo testo unico sulla sicurezza e la tutela della salute nei luoghi di lavoro.