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ANCHE LE BANCHE “FALLISCONO”
IL BAIL-IN SPIEGATO AI CITTADINI
La direttiva Europea 59/2014/UE introdotta nel nostro
paese il 1 gennaio 2016, prevede che “in caso di crisi “di
una banca, siano “la banca stessa e i suoi clienti a
pagare” e non, come avveniva prima, lo Stato; e quindi il
salvataggio era a carico “di tutti i cittadini italiani”.
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Un po’ di storia
• Fino ad ora in Italia i soldi in banca erano considerati sicuri. Ora non
più. L’introduzione delle nuove regole europee (bail-in) poco più di un
mese dopo la bancarotta di quattro banche in crisi, ha gettato nel
panico il mondo dei risparmiatori. Improvvisamente si scopre che non
solo i bond bancari ma anche i depositi sopra i 100mila euro, sono
sicuri.
• In verità, non esiste nulla di sicuro al mondo. Ma tutti i sistemi
finanziari abbisognano di un sistema sicuro per fare i pagamenti, e in
tutti i sistemi finanziari moderni questo strumento è rappresentato dai
depositi bancari. La loro sicurezza è offerta dal capitale di altri
investitori più sofisticati che assorbono per primi le perdite e/o dallo
stato.
• Il capitale è rappresentato dal numero di azioni in circolazione ma i
banchieri italiani non amano emettere azioni, perché metterebbero in
gioco “la loro poltrona”. Per questo hanno fatto pressioni sul
governo affinchè comprasse (a prezzi inflazionati) i crediti inesigibili.
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Cos’è il BAIL-IN?
• Il bail in - letteralmente 'cauzione interna' - è il cuore della normativa
sul risparmio entrata in vigore lo scorso 1° gennaio nei Paesi
aderenti all'Unione europea. Si basa sul concetto che, per il
salvataggio di una banca, a pagare debbano essere in primo luogo gli
azionisti dell'istituto stesso, senza ricorrere ad aiuti esterni, di un'altra
società o, in particolare, dello Stato (in questo caso ci troveremmo di
fronte a un bail out). L'obiettivo della direttiva Brrd, acronimo che sta
per Bank Recovery and Resolution Directive, è quello di evitare altri
salassi pubblici come nel caso dell'Abn Amro e di alcuni istituti
tedeschi, travolti dalla crisi dei mutui subprime e rimasti in vita grazie
a pesanti iniezioni di denaro pubblico. (in Italia “Banco Ambrosiano,
ndr).
• Sulle procedure vigileranno la Banca centrale europea (Bce) e,
entro i nostri confini, Bankitalia e Consob.
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IL PRECEDENTE
• Un anticipo di questo meccanismo in Italia si è visto con il
salvataggio delle quattro banche commissariate: Banca
Etruria, Carichieti, Carife e Banca Marche. Con la
differenza che, in questo caso, il governo ha messo a
disposizione un paracadute da 100 milioni di euro per i
risparmiatori, e gli istituti - diventante good bank - si sono
rimesse in piedi grazie ai soldi anticipati dal Fondo
interbancario e dal prestito concesso dalle banche più
grosse (Banca Intesa, Unicredit e Ubi><banca).
• In tutto, una manovra da quasi 4 miliardi di euro.
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Banca del Territorio addio?
• L’evoluzione verso l’Unione Bancaria e l’Unione del
mercato dei Capitali lasciano poco spazio per le vecchie
“Banche del Territorio”:
1) Rischi troppo concentrati per forti legami tra raccolta e impieghi.
2) Costi di “compliance” troppo elevati, sia
per la banca sia per il regolatore.
3) eccessiva frammentazione finanziaria del mercato
dei capitali, specie per le imprese.
4) potenziali conflitti d’interesse sulla governance.
Rassegnamoci: Il nuovo “Territorio” di riferimento è
l’Europa
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Di padre in figlio, di generazione in generazione …
“Siamo sempre andati lì, mio nonno andava lì, mio padre andava lì, io
mi fidavo e andavo lì”
La banca si ereditava, come un vecchio comò di famiglia, di padre in.
figlio.
Più che una banca, un albero genealogico.
La si trovava sotto casa, come il droghiere e il giornalaio. Oggi
andiamo al Grande Centro Commerciale – o usiamo Amazon.
Ma la banca è sempre lì, sotto casa.
Oggi la banca va scelta con attenzione –
Visto che la si paga …
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CHI RISCHIA
• Dunque, chi rischia davvero con il bail in? In prima linea ci
sono gli azionisti che, come nel caso dei quattro istituti
salvati di recente, vedranno azzerato il valore delle
proprie azioni. Se la cifra non è sufficiente, si andrà ad
agire sulle 'azioni di risparmio' e sulle obbligazioni
convertibili in azioni (subordinate) emesse dall'istituto
bancario in crisi. Al terzo gradino di rischio, troviamo i
«titoli subordinati senza garanzia», ovvero quelle
obbligazioni subordinate diventate tristemente famose
con il crac delle quattro banche. E poi ancora alle altre
obbligazioni non garantite, tra cui quelle 'senior
insecured'.
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Graduatoria dei rischi per i risparmiatori
grafico
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CHI E' TUTELATO
• E i correntisti cosa rischiano? Quelli con conti inferiori ai 100mila
euro nulla. Questi risparmi, infatti, vengono comunque coperti dal
Fondo di garanzia dei depositi (la cifra sale a 200mila se il conto è
cointestato). La cosa vale anche per le piccole e medie imprese. Ci si
può rifare sull'impresa o la persona fisica più ricca, invece, cioè con
un conto di oltre 100mila euro, ma solo per la parte eccedente quella
somma. Salve anche le obbligazioni bancarie garantite (ad esempio
i covered bond), i titoli depositati in un conto titoli (se non sono stati
emessi dalla banca coinvolta nel bail-in); le disponibilità dei clienti
custodite presso la banca, come il contenuto delle cassette di
sicurezza; i debiti della banca verso dipendenti, fornitori, fisco ed enti
previdenziali ovvero quanto riguarda retribuzioni, prestazioni
pensionistiche e servizi essenziali per il funzionamento della banca.
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Le obbligazioni bancarie
• Nel mercato esistono varie tipologie di obbligazioni bancarie, ma
•
•
•
•
due sono gli elementi fondamentali che il risparmiatore deve tenere
a mente:
il tipo di rischio sopportato, che dipende dall’obbligazione acquistata
(soprattutto il rischio di default, cioè di fallimento dell’emittente);
il rendimento che è lecito attendersi.
Che cosa è un’obbligazione (un bond, un titolo obbligazionario)
abbiamo visto che le banche sono emittenti abituali di bond. Inoltre le
Banche possono emettere obbligazioni con diversi gradi di
rischio, o subordinazione. Cosa significa?
A seconda del livello di subordinazione del bond sarà diversa
per l’investitore la priorità di rimborso in caso di fallimento
dell’emittente.
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Le obbligazioni bancarie continua:
• La lista d’attesa per accedere al patrimonio fallimentare è, quindi,
tanto più lunga quanto più basso è il livello di subordinazione
dell ’ obbligazione. Il grafico seguente illustra i vari gradi di
subordinazione, con le relative prospettive di rischio e rendimento.
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gradi di subordinazione delle obbligazioni bancarie
• 1. Obbligazioni ordinarie senior
• Sono i bond più sicuri emessi da una banca. Con queste
obbligazioni, infatti, in caso di default dell’emittente, il detentore
verrebbe rimborsato per primo con il patrimonio derivante dalla
liquidazione degli attivi, ovvero con i soldi ricavabili dalla vendita del
patrimonio della banca. Attenzione però: essere rimborsati per primi
non significa necessariamente essere rimborsati integralmente. Tra i
bond senior, i titoli obbligazionari covered e quelli senior secured
sono altresì garantiti da parti specifiche del patrimonio dell’emittente
e, quindi, sono relativamente più sicuri, mentre i senior unsecured
sono privi di garanzie reali.
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Continua:
• L’ipotesi del mancato pagamento di una cedola non è contemplata
per le obbligazioni senior: tale evento si tradurrebbe in un default. Le
obbligazioni senior possono avere scadenze e cedole di varie tipologie
(ne abbiamo parlato precedentemente), la normativa non impone vincoli.
Tipicamente le obbligazioni senior hanno un rendimento più basso ed
un rating più alto di altri bond bancari, ma ATTENZIONE: è difficile che
un’obbligazione bancaria renda meno del BTP di pari scadenza! A voi la
scelta.
• 2. Obbligazioni Lower Tier II (o LT2)
• Rappresentano il primo grado di subordinazione per un’obbligazione.
Il mercato italiano ne è ricco. I Lower Tier II sono tipicamente emessi con
scadenza 10 anni e, comunque, non possono avere una scadenza
inferiore ai 5 anni. I bond decennali hanno una cedola fissa fino al
quinto anno, data nella quale è possibile per l’emittente richiamare
(ricomprarsi a 100) l’obbligazione, che poi si trasforma in un tasso
variabile più uno spread.
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Continua :
• 3. Obbligazioni Upper Tier II
Scendendo nella scala di subordinazione incontriamo questi titoli che,
tipicamente, presentano tasso fisso e scadenza 10 anni. Per queste
obbligazione è possibile che l ’ emittente NON paghi la cedola
periodica in casi particolari. Il mancato pagamento di una cedola NON
costituisce evento di default, ma le cedole sono cumulate (prima o poi
l’emittente le dovrà pagare).
• 4. Obbligazioni Lower Tier III (o LT3)
Sono bond del tutto simili ai LT2, ma possono avere scadenze inferiori
ai 5 anni.
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Continua :
• 5. Obbligazioni Tier I
• Il grado più basso (junior) di subordinazione implica che queste
obbligazioni sono le prime a subire le conseguenze dei problemi
della banca. Tipicamente sono bond perpetui (senza scadenza), ma
richiamabili a partire dal decimo anno. Anche qui è prevista una
trasformazione in tasso variabile con uno “step-up” (in breve, la
cedola aumenta nel tempo).
• A seconda di quanto c’è scritto nel prospetto, è possibile che per
l’emittente sia obbligatorio cancellare il pagamento delle cedole in
alcuni casi particolari.
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Continua:
• Tali cedole, contrariamente agli altri subordinati NON sono cumulabili,
cioè se “saltano” l’investitore le perde. In alcuni casi può essere
prevista una riduzione del valore nominale dell’obbligazione (se il
bilancio della banca è particolarmente “brutto” il valore nominale
scenderà).
• Cioè, per essere chiari, pur in assenza di fallimento è possibile che
il capitale possa o debba essere ridotto. I Tier 1 sono i bond che
vengono per ultimi (appena prima delle azioni) in caso di
procedura fallimentare dell’emittente.
• Rischio non da poco.
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riepilogando
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Per concludere:
• Come avete visto, in alcuni tipi di obbligazioni subordinate l’emittente
ha la facoltà (e l ’ obbligo in alcune circostanze) di non pagare
l’interesse periodico, cioè la cedola, senza incorrere per questo in un
fallimento,
come
invece
normalmente
avverrebbe
per
un’obbligazione NON subordinata, cioè senior.
• Su alcuni siti internet, è possibile misurare quotidianamente e in
modo gratuito il rischio di ogni strumento finanziario (insieme
all’andamento del prezzo e della liquidità) e di ogni portafoglio di
investimento che vorrete creare.
• La consapevolezza dell ’ investitore è importantissima perché,
come ripetiamo spesso, un risparmiatore che impara a conoscere gli
strumenti finanziari impara a evitare problemi.
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Suggerimento:
• Per
qualsiasi
altro
dubbio,
sul
sito
dell'Associazione bancaria italiana (www.abi.it)
c'è una guida alle nuove norme sul risparmio con
dieci domande e altrettante risposte sul tema.
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QUALI SONO LE FORME DI INVESTIMENTO
ESCLUSE DAL ‘BAIL IN’
• Sono completamente esclusi dall ’ ambito di applicazione e non
possono quindi essere né svalutati né convertiti in capitale:
• i depositi protetti dal sistema di garanzia dei depositi, cioè quelli di
importo fino a 100.000 euro;
•
le passività garantite, inclusi i covered bonds e altri strumenti
garantiti;
• le passività derivanti dalla detenzione di beni della clientela o in virtù
di una relazione fiduciaria, come ad esempio il contenuto delle
cassette di sicurezza o i titoli detenuti in un conto apposito;
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QUALI SONO LE FORME DI INVESTIMENTO
ESCLUSE DAL ‘BAIL IN
• le passività interbancarie (ad esclusione dei rapporti infragruppo)
con durata originaria inferiore a 7 giorni;
• le passività derivanti dalla partecipazione ai sistemi di pagamento
con una durata residua inferiore a 7 giorni;
• i debiti verso i dipendenti, i debiti commerciali e quelli fiscali purché
privilegiati dalla normativa fallimentare.
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COSA RISCHIANO I DEPOSITANTI
• I depositi fino a 100mila euro, quelli cioè protetti dal Fondo di
garanzia, sono esclusi dal bail-in. Questa protezione riguarda, ad
esempio, le somme sul conto corrente o in un libretto di deposito e i
certificati di deposito coperti dal Fondo di garanzia. Anche per la parte
eccedente i 100mila euro, i depositi delle persone fisiche e delle
piccole e medie imprese hanno un trattamento preferenziale:
sopporterebbero un sacrificio solo nel caso in cui il bail-in di tutti gli
strumenti con un grado di protezione minore non fosse sufficiente a
coprire le perdite e a ripristinare un livello adeguato di capitale.
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Meglio prevenire che seppellire,
Prima di applicare il “bail-in” l’Europa”controlla che il
“recovery plan” venga applicato in modo corretto, e cioè:
• Verifica degli attivi (AQR) con riconoscimento
•
•
•
•
sofferenze e accantonamenti forzati
Aumenti di capitale
Conversione forzosa delle obbligazioni
Sospensione dei pagamenti di cedole e dividendi
Cambiamenti di Management e Governance.
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Prevenire è meglio che curare:
• Possibili reazioni gestionali:
• Aumento “a tappeto” delle commissioni
• Chiusura filiali e taglio dei servizi ai clienti
• Drastica riduzione del personale
• Riduzione degli investimenti tecnologici.
prevention
C
u
r
e
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BCE: le cinque priorità di vigilanza dal 2016
1) Rischio di modello imprenditoriale e di redditività
2) Rischio di credito
3) Adeguatezza patrimoniale
4) Governo dei rischi e qualità dei dati digitali
5) liquidità
Rischio di
modello
imrenditoriale
e di redditività
Rischio di
credito
Adeguatezza
patrimoiale
Governo
dei rischi
e qualità
dei dati
digitali
Liquidità
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La tempesta perfetta del modello bancario
tradizionale
• L’altro ieri:
crisi del modello distributivo
Dovranno essere ristrutturate migliaia di filiali
• Ieri:
crisi della struttura patrimoniale
I requisiti di solidità sono sempre più rigorosi
• oggi:
Crisi del conto economico
• domani:
crisi del rapporto con famiglie ed imprese
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COSA RISCHIANO I DEPOSITANTI
II Parte
• I depositi al dettaglio oltre i 100mila euro possono essere esclusi dal
bail-in per evitare rischi di contagio e preservare la stabilità
finanziaria, sempre che il bail-in sia stato applicato ad almeno l’8%
del totale delle passività e al 5% dell’indebitamento complessivo.
proponiamo un piccolo esempio di “carta dei diritti dei
risparmiatori” di cui siamo fautori:
• Qui
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carta dei diritti dei risparmiatori
• Hai diritto di sapere dove, come e in che cosa stai investendo:
l ’ asset allocation (cioè la ripartizione degli investimenti per
esempio in azioni e obbligazioni, area geografica e valute), i
meccanismi che portano a produrre utili o perdite e le
caratteristiche giuridiche cruciali – come la subordinazione delle
obbligazioni bancarie, per citare un argomento molto in voga in
questi giorni.
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I rendiconti, cioè i documenti in cui è riassunto l’andamento dei propri
investimenti in un determinato periodo, devono fornire tutte le
informazioni rilevanti sulla storia dei vostri risparmi, esponendole in modo
chiaro e comprensibile a qualsiasi risparmiatore. Non solo: i rendiconti
devono essere facilmente accessibili e per questo è bene che siano
disponibili anche in versione digitale.
30
.
• Deve essere chiaro quali rischi correte e che cosa può accadere ai
vostri risparmi se le cose vanno male.
• Il rischio deve essere quantificato in modo comprensibile a chiunque.
La domanda “ Quanto posso perdere e perché? ” deve avere
risposte trasparenti.
31
.
• Deve essere possibile smobilizzare gli investimenti in modo
rapido e senza costi aggiuntivi.
• Se gli investimenti non sono liquidi, deve essere chiaramente detto
perché e quali sono le potenziali conseguenze sul risultato finale.
• Per esempio, se un’obbligazione bancaria non è quotata e non ha
mercato, deve essere detto esplicitamente
32
.
• I costi devono essere espressi senza ambiguità.
• Deve essere chiaro sia il totale dei costi, sia la loro composizione
– cioè chi e che cosa viene remunerato – evidenziando i conflitti
d ’ interesse tra il risparmiatore e chi gli vende i prodotti
d’investimento.
• I costi sono l’elemento più “misurabile” degli investimenti e hanno
una grande incidenza sul risultato finale, quindi devono essere
trasparenti
33
.
• Spesso chi vuole farvi fare un determinato investimento ha un
interesse in conflitto con il vostro: deve dirvelo chiaramente.
• Il conflitto d’interesse tra risparmiatori e reti bancarie e di promotori
costa ai risparmiatori italiani circa l’1,5% del PIL all’anno
34
.
• Tutti dovrebbero avere accesso a servizi di consulenza finanziaria
ai propri investimenti, anche senza possedere un conto milionario:
grazie alla tecnologia oggi questo è possibile a costi contenuti, quindi
pretendetelo
35
.
• I prodotti d’investimento disponibili sul mercato sono moltissimi: è
importante poter ricevere indicazioni mirate che permettano di trovare
soluzioni coerenti con i propri obiettivi, profilo ed esigenze.
36
.
• Per ogni obiettivo d ’ investimento devono essere offerte diverse
soluzioni, visto che il panorama dei prodotti d ’ investimento è
ampissimo: le principali differenze devono essere chiaramente
evidenziate, in particolare i costi e i rischi associati all’investimento.
37
.
• Il mero atto di acquisto e vendita di uno strumento finanziario deve
poter avvenire a costi molto bassi. Questo perché la tecnologia ha
ridotto sensibilmente la distanza tra il risparmiatore e il mercato.
• Migliaia di prodotti di largo consumo sono venduti e acquistati su
Amazon a costi economici: non ci sono ragioni per cui non si possa
fare lo stesso con i prodotti finanziari
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Per concludere:
• Cosa c’entrano i bancari?
• Ribadiamo che i “ bancari ”
NON sono i “ banchieri ” , cioè i
dipendenti sono lavoratori che per guadagnarsi lo stipendio,
debbono sottostare alle direttive impartite dai responsabili delle
banche.
• Cioè se una banca crea un prodotto finanziario, il dipendente è
“obbligato” o meglio “gentilmente invitato” a “collocarlo sul mercato”
cioè a venderlo a tutti i clienti che entrano in banca.
• Spesso le banche legano premi (leggi “sistemi incentivanti”) alla
quantità di prodotti creati dalla banca stessa e venduti alla clientela,
per cui i dipendenti sono “gentilmente invitati” a vendere PRIMA i
prodotti che la banca ha creato e poi ………. quello che il cliente
chiede.
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E ancora:
• Gli ultimi scandali delle quattro banche italiane di cui non riportiamo il
nome, stanno distruggendo la fiducia dei risparmiatori nei confronti
NON delle Banche ma delle donne e degli uomini che lavorano nelle
banche, cioè dei BANCARI.
• Come sindacato che tutela chi lavora nelle banche, vogliamo
gridare
a voi cittadini che ci state ascoltando che i lavoratori del credito NON
c’entrano con i prodotti che le banche vendono ma addirittura, le
organizzazioni sindacali che li rappresentano hanno chiesto a gran
voce:
40
E ancora:
.
CHE VENGA STUDIATO UN “NUOVO MODO DI
FARE BANCA”
CHE L’ETICA, INTESA COME CORRETTEZZA ,
DIVENTI IL VERO MODO DI OPERARE ALL’INTERNO DEL
SETTORE
41
E ancora:
CHE I PREMI CHE VENGONO DATI AI
DIPENDENTI SIANO LEGATI ALLA “CORRETTEZZA “ NEL
VENDERE E NON SOLO ALLE QUANTITA’ VENDUTE
CHE IL RUOLO SOCIALE DELLE BANCHE
DIVENTI ANCHE UN MODO PER DIFFONDERE LE
CONOSCENZE SUL MONDO DELLA FINANZA
42
E ancora:
•
Quanto sta avvenendo nel mondo del credito può minare alle
fondamenta il corretto rapporto di fiducia che deve esistere tra il
lavoratore bancario e i risparmiatori, nella consapevolezza che
entrambi divengono i soggetti deboli quando l ’ attività bancaria
diventa insana speculazione e ricerca spasmodica del profitto.
RICORDATEVI:
La Banca è come una AZIENDA, vende ciò che produce,
43
Le pillole di “nonna Pina”
• Quando entrate in banca dovete avere ben presente quello che volete
ottenere
• Pretendete sempre di avere informazioni, più ne saprete, meno rischi
correte
• Se volete un mutuo, chiedete più preventivi in più banche
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Le pillole di “nonna Pina”
• Se volete fare un investimento, fatevi dare la “MIFID” cioè quel
questionario che evidenzia la vostra propensione al rischio e quindi al
tipo di investimento che volete fare.
• MAI fidarsi di alti rendimenti e/o di rendimenti SOPRA quello che
rendono i titoli di stato a breve o a lungo, in quanto le banche giocano
su quello.
45
E in ultimo ……..
• Chiedete SEMRE alle Associazioni di consumatori e/o ai
Sindacati di categoria,
• Se avete dei dubbi PRIMA chiedete e poi andate in Banca
RICORDATEVI:
In caso vi riteniate “imbrogliati” potete rivolgervi
all’ARBITRO BANCARIO”
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Il bail-in interessa anche rapporti aperti ad
Enti ed Istituzioni ed i loro rapporti di Tesoreria?
• Dal bail-in sono sempre esclusi i depositi della clientela
della Banca (compresi quindi i clienti diversi da persone
fisiche, microimprese, piccole e medie imprese) di importo
pari o inferiore a Euro 100.000 I depositi di liquidità
eccedenti Euro 100.000 dei clienti diversi da persone
fisiche, microimprese, piccole e medie imprese sono
equiparati alle obbligazioni senior fino al 31/12/2018. A
partire dal 1° gennaio 2019, tali depositi saranno
interessati dal bail-in in subordine rispetto alle
obbligazioni senior.
47
e ancora:
• UIL.C.A – il sindacato dei cittadini (“da una sola parte,
dalla parte dei lavoratori”)
• BSVA – lo studio legale che affianca il sindacato e i
cittadini
e poi: ……………
STATE
SERENI
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2016.02.11_UILCA convegno 18marzo