Comune di VENARIA
Provincia di Torino
PIANO DI MANUTENZIONE
MANUALE D'USO
(Articolo 40 D.P.R. 554/99)
OGGETTO: VALORIZZAZIONE E RECUPERO DELLA REGGIA DI VENARIA REALE E
DEL BORGO CASTELLO DELLA MANDRIA
REALIZZAZIONE PARCHEGGI E VIABILITA' NEL COMPLESSO DELLA
VENARIA REALE
COMMITTENTE: LA VENARIA REALE
Data, 18/11/2011
IL TECNICO
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Manuale d'Uso
Comune di:
Provincia di:
VENARIA
Torino
Oggetto:
VALORIZZAZIONE E RECUPERO DELLA REGGIA DI VENARIA REALE E
DEL BORGO CASTELLO DELLA MANDRIA
REALIZZAZIONE PARCHEGGI E VIABILITA' NEL COMPLESSO DELLA
VENARIA REALE
Il progetto prevede la realizzazione di due aree a parcheggio (Parcheggi A e B) e di una viabilità di distribuzione e servizio nei pressi
della Reggia della Venaria Reale, all'interno del Parco della Mandria.
La realizzazione dei nuovi parcheggi a servizio della Reggia della Venaria Reale si inquadra all'interno del percorso già tracciato
dall'Accordo di Programma Quadro siglato nel settembre del 1999 tra il Ministero dei Beni e delle Attività Culturali, la Regione
Piemonte, la Provincia di Torino, il Comune di Torino, il Comune di Venaria ed il Comune di Druento. Tale accordo ha come obbiettivo
quello di creare intorno al complesso della Reggia e del Parco della Mandria, facenti parte di un più ampio itinerario costituito dal
circuito delle "Residenze Sabaude", un "Grande Centro di Cultura Europea" e di interesse internazionale incentrato sul valore storico,
architettonico, culturale ed ambientale del complesso stesso.
Tale percorso ha già portato al restauro ed alla valorizzazione della Reggia e del Borgo Castello della Mandria, con un conseguente
ed immediato rafforzamento dell'attrattiva turistica in particolare per la Reggia che, utilizzata per l'organizzazione di importanti eventi,
è diventata uno dei maggiori centri di riferimento turistico - culturale a livello nazionale.
La realizzazione di due nuove aree adibite a parcheggio e la relativa viabilità d'accesso, oggetti del presente appalto, sono interventi
caldeggiati e previsti sia dall'Ente Parco della Mandria (nella sua II Variante al Piano d'Area), sia dallo stesso Comune di Venaria, in
quanto la sistemazione di tali aree consente una razionalizzazione della funzione parcheggio dei flussi di visitatori del complesso
monumentale, in previsione di nuovi e sempre più numerosi eventi artistico - culturali.
Tali flussi trovano, non lontano dai punti di interesse, aree adibite alla sosta adeguate sia dal punto di vista funzionale sia dal punto di
vista paesaggistico, che si inseriscono al meglio all'interno del complesso storico culturale del quale sono a servizio.
La contestuale realizzazione della viabilità a servizio delle aree di sosta consente di liberare e decongestionare la via Carlo Emanuele
II che, ad oggi, è interessata da traffico di tipo industriale (a causa della vicina Magneti Marelli), da quello dei visitatori del Parco, della
Reggia e dei Giardini e dal trasporto pubblico. Grazie a questo intervento si potrà prevedere in futuro la completa pedonalizzazione
del corso cittadino, nella parte confinante con la Reggia.
Le aree destinate a parcheggio risultano comprese tra il torrente Ceronda e l'allineamento compositivo ed architettonico che lungo Via
Mensa conduce alla Reggia e da questa ai Giardini ed ancora al Parco della Mandria. Si tratta quindi di un inserimento di nuove
infrastrutture in un delicato contesto caratterizzato da elementi di grande pregio architettonico e naturalistico - paesaggistico.
Si deve inoltre considerare come le aree in questione costituiscano un grande valore ed una importante occasione di valorizzazione
per la comunità residente, poiché da un lato risultano avulse dal tessuto urbano e produttivo, mentre dall'altro lato risultano costituire il
naturale collegamento tra il centro urbano, il torrente Ceronda ed il Parco della Mandria.
PARCHEGGIO "A"
L'area di intervento si estende su circa 23.000 metri quadri, comprensivi anche della viabilità di accesso, mentre il parcheggio si
sviluppa su un'area complessiva di circa 10.000 metri quadri. I restanti 13.000 metri quadri sono stati adibiti in parte ad area verde ed
in parte sono stati destinati alla realizzazione delle sistemazioni d'alveo e spondali previste lungo il torrente Ceronda.
La viabilità di accesso prevede la realizzazione di un asse stradale a doppio senso di marcia, in affiancamento al torrente Ceronda,
largo complessivamente 7.00m (corsie da 3m e banchina da 0,5m), delimitato con cordolo lato Ceronda e marciapiede rialzato in
malta bituminosa di larghezza 1,5m lato parcheggio e rifinito in conglomerato bituminoso.
Tale asse parte dall'incrocio con Via Castellamonte, gestito mediante la realizzazione di una rotatoria attestata alle quote del terreno
esistente.
La rotatoria Castellamonte presenta un diametro di 33 m, una corona giratoria da 9 m ed un futuro anello sormontabile da 1 m.
La viabilità di acceso al parcheggio si sviluppa per una lunghezza totale pari a circa 135 m.
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Manuale d'Uso
L'asse viabile, superato l'accesso all'area di sosta, si trasforma in un percorso naturalistico di larghezza pari a 3.50 m rifinito in terra
battuta, di sviluppo pari a circa 200 m. e collegato ad un sentiero esistente.
Nelle sistemazioni viarie si prevede inoltre la sistemazione dell'attuale Esedra presente all'incrocio tra la via Castellamonte ed il Viale
Carlo Emanuele II, senza modificare l'intersezione dal punto di vista viario ma intervenendo sulle geometrie e sulla composizione
architettonica dello stesso.
Come già detto, l'area del parcheggio A occupa una superficie di circa 10.000 metri quadri e presenta una capacità di parcamento
pari a 272 posti auto, di cui 6 riservati ai disabili e 24 alle Autorità.
Le geometrie adottate consentono la realizzazione di aree a verde intercalanti le file di stalli aventi una larghezza di circa 1,5 m, atte
alla piantumazione per l'ombreggiamento del parcheggio ed il suo mascheramento visivo.
Le aree di stallo, corrispondenti a circa 1260 m², verranno realizzate con autobloccanti in cls forati ed inerbiti, al fine di garantire la
stabilità meccanica del parcamento e nel contempo consentire la permeabilità del terreno che, unitamente alle aree verdi, forniscono
una superficie permeabile pari a circa 5.000 m².
L'uscita e l'accesso pedonale al parcheggio avviene lungo via Castellamonte attraverso un scalinata ed una rampa disabili, in
corrispondenza dell'incrocio con viale Carlo Emanuele II, ed una seconda scalinata ubicata nel punto del parcheggio più prossimo alla
Reggia. All'interno del parcheggio è previsto un viale centrale in cubetti di porfido allineato all'uscita su Viale Carlo Emanuele II.
Per il parcheggio pubblico è prevista la sosta a pagamento con barriera. È quindi prevista una adeguata segnalazione visiva di
disponibilità di posti. Il parcheggio è inoltre dotato di servizi igienici e di strutture di servizio (guardiola all'accesso, biglietterie
automatiche ecc.).
Unitamente all'area di parcheggio, al fine di garantire una parziale protezione della stessa dal punto di vista idraulico, è prevista la
realizzazione di un rilevato in terra adiacente alla viabilità di accesso allo stesso. Lo stesso risulta arretrato rispetto al viale esistente e
con posizione e quota coerente con le sistemazioni fluviali previste e meglio dettagliate nella parte descrittiva degli studi idraulici.
Da sottolineare che tale rilevato non rappresenta comunque il nuovo manufatto d'argine, ma risulterà, in fase di sistemazione finale, la
parte retrostante ad esso, destinata ad un futuro viale alberato ad uso ciclopedonale.
PARCHEGGIO "B"
Il progetto prevede, a partire dalla rotatoria Castellamonte provvisoria (da definirsi in fase di realizzazione del nuovo ponte sul torrente
Ceronda della Provincia di Torino), la realizzazione di una nuova viabilità che, lungo la sponda destra del Ceronda ed in direzione
ovest, conduce ad una rotatoria che fornisce l'accesso al futuro Parcheggio B ed all'area industriale Magneti Marelli e da questa
prosegue in direzione Sud fino a raccordarsi, mediante un'intersezione canalizzata, con il Viale Carlo Emanuele II oltre l'ingresso
visitatori ai Giardini.
La nuova viabilità ha uno sviluppo complessivo pari a circa 610 m dei quali 420 lungo il Ceronda ed una superficie di circa 7.850 mq.
Si prevede una larghezza complessiva di sedime pari a 9.50 m ed una pavimentazione in conglomerato bituminoso.
La viabilità è affiancata, dal lato del parcheggio B, da un marciapiede rialzato di larghezza 1.50 m con finitura in malta bituminosa.
A circa 75 metri dell'innesto della nuova viabilità con la rotatoria di sbarco del Ponte Castellamonte è presente una corsia
specializzata per la svolta verso l'area residenziale ed al circolo tennistico presente a ridosso delle due palazzine residenziali di viale
Carlo Emanuele II.
Come introdotto precedentemente, in prossimità dell'ingresso dell'area industriale Magneti Marelli si prevede la realizzazione di una
rotatoria al fine di permettere l'accesso alla zona industriale stessa ed al parcheggio B.
La rotatoria ha un diametro esterno di 33,5 m con anello giratorio bitumato da 9.25 m e fascia sormontabile interna.
La risoluzione della confluenza della nuova viabilità con il Viale Carlo Emanuele II è definita con una intersezione a raso canalizzata di
smaltire i flussi di traffico in tutte le direzioni di marcia.
Gli interventi in progetto prevedono inoltre la realizzazione di un'area da destinarsi alla sosta a pagamento, con controllo degli
accessi, ubicata nell'area compresa tra viale Carlo Emanuele II ed il torrente Ceronda, per un'area totale di intervento di circa 45.000
m².
Il parcheggio è servito da un unico accesso fornito dalla rotatoria nei pressi della Magneti Marelli.
La capacità totale di parcamento misura in totale 653 stalli auto, 9 stalli per residenti, 19 per disabili, 17 stalli moto e 66 per bus Gran
Turismo.
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Manuale d'Uso
Anche in questo caso, le geometrie adottate consentono la realizzazione di aree a verde, intercalanti le file di stalli, aventi una
larghezza di circa 1,50 m, atte alla piantumazione per l'ombreggiamento del parcheggio ed il suo mascheramento visivo.
Per il transito pedonale nelle singole aree di parcheggio sono previsti varchi che conducono ai viali principali. Da questi il visitatore è
condotto su Viale Carlo Emanuele II e da qui guidato ai giardini ed alla Reggia. Le aree di sosta bus presentano diverso allineamento
degli stalli (inclinati a 30°) al fine di poter maggiormente sfruttare la superficie disponibile.
Le aree di stallo, complessivamente corrispondenti a circa 13.000 m², verranno realizzate con autobloccanti in calcestruzzo forato ed
inerbito, al fine di garantire la stabilità meccanica del parcamento e nel contempo consentire la permeabilità del terreno che,
unitamente alle aree verdi, forniscono un'elevata superficie permeabile pari a circa 39.000 m².
Essendo l'accesso al parcheggio regolato da barriere, sarà prevista un'adeguata segnalazione visiva di disponibilità di posti.
Il parcheggio è inoltre dotato di servizi igienici e di strutture di servizio (guardiola all'accesso, biglietterie automatiche ecc.).
Ai fini di garantire la sicurezza idraulica del parcheggio è prevista la risistemazione arginale del torrente Ceronda nel tratto in
affiancamento alla viabilità in progetto: tali sistemazioni prevedono l'eliminazione dell'argine esistente e la conseguente realizzazione
di un arginello che verrà sormontato con TR 5 anni collocato a circa 15 m dal livello medio di deflusso del Ceronda. Inoltre verrà
realizzato un argine di protezione di affiancamento al parcheggio progettato secondo un tempo di ritorno pari a 100 anni. Esso verrà
costruito secondo quanto previsto dai Quaderni delle opere tipo PAI con sommità arginale di 3 m e scarpa 2:1, altezza media 3,5-4
metri. Il deflusso delle acque nella golenale verso l'alveo attivo verrà agevolato da una interruzione dell'arginello di circa 30 m nella
zona prossima al ponte. Tale abbassamento verrà protetto adeguatamente con una scogliera di massi e piantumazioni.
Oltre a quanto sopra descritto, il progetto prevede interventi di inserimento a verde su entrambi i parcheggi, la transitabilità di questi
ultimi mediante passaggi faunistici e la ricostituzione del corridoio ecologico del Torrente Ceronda.
Reti idriche
Rete di smaltimento delle acque meteoriche
La rete di smaltimento delle acque meteoriche è stata progettata con l'obiettivo di avere una rete funzionale e di semplice
manutenzione in aree che hanno la possibilità di essere inondate prima del completamento dei lavori di messa in sicurezza del
Ceronda. Al fine quindi di soddisfare questi requisiti, si è optato per una soluzione che prevedesse l'installazione di griglie di accolta
delle acque meteoriche sia nelle zone dei parcheggi che in quelle stradali. Il sistema è stato inoltre progettato in modo che la rete sia
mantenuta più superficiale possibile, al fine di poter scaricare più facilmente a gravità le acque meteoriche all'interno del Torrente
Ceronda.
Rete di smaltimento delle acque reflue
E' stata prevista la realizzazione di rami di rete di smaltimento delle acque reflue provenienti dai servizi igienici dei parcheggi. Questi
vengono allacciati alla rete dell'Ente gestore SMAT che percorre Viale Carlo Emanuele II. Le informazioni reperite in questa fase sono
relative alla condotta che risulta essere in c.a. 500 mm. In seguito a sopralluogo e colloqui con tecnici SMAT si è convenuto che i
pozzetti esistenti della rete nera che attraversa il parcheggio A verranno preservati in modo da garantire l'ispezionabilità una volta
costruito il parcheggio. E' stata inoltre rilevata la presenza di un sifone a doppia canna di attraversamento del Ceronda in zona
parcheggi residenti del parcheggio A. Anche in questo caso si dovrà preservare la sua accessibilità anche a progetto ultimato. La rete
idrica di smaltimento acque reflue verrà realizzata con chiusini a tenuta a causa della realizzazione in zona esondabile.
La Rete acquedottistica
Si prevede di realizzare anche la connessione alla rete di approvvigionamento idrico della SMAT che scorre lungo Viale Carlo
Emanuele II al fine di fornire acqua potabile ai servizi igienici e per l'irrigazione in progetto. I chiusini saranno a tenuta poiché il
progetto è realizzato in zona esondabile.
Le reti tecnologiche
Il progetto prevede la realizzazione degli impianti di illuminazione, di distribuzione correnti forti e correnti deboli completi in ogni loro
parte e di trasmissione dati; in particolare: impianti di illuminazione parcheggi A e B, illuminazione pubblica assi stradali, illuminazione
percorsi pedonali e piste ciclabili, distribuzione Correnti Forti (FM) e Correnti Deboli (CD), impianto controllo accessi (GATE),
predisposizione per impianti videocontrollo (TVCC).
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Manuale d'Uso
Elenco dei Corpi d'Opera:
° 01 OPERE STRADALI
° 02 IMPIANTI TECNOLOGICI
° 03 OPERE A VERDE
° 04 OPERE EDILI
° 05 OPERE IDRAULICHE
° 06 IMPIANTO DI IRRIGAZIONE
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Manuale d'Uso
Corpo d'Opera: 01
OPERE STRADALI
MANUALE D'USO:
Indipendentemente dai tipi di pavimentazione le principali raccomandazioni, per un corretto uso, riguardano
in particolare modo soprattutto:
1. Il rispetto dei carichi massimi per cui le strade, i parcheggi, le piste ciclabili ed i marciapiedi sono abilitati.
2. Il corretto funzionamento dei dispositivi ed approntamenti per lo smaltimento delle acque meteoriche.
3. Il rispetto dei limiti di velocità.
MANUALE DI MANUTENZIONE:
La manutenzione della viabilità stradale, ciclabile e pedonale è, parzialmente, collegata alla manutenzione dei
manufatti fognari, che garantiscono contro la formazione di ristagni d'acqua e, nella stagione invernale, di
conseguenti superfici ghiacciate.
E' inoltre necessario verificare che, per eventuali futuri interventi, siano mantenute le pendenze trasversali
atte a garantire lo smaltimento delle acque meteoriche; siano mantenute le mostre dei cordoli e la pendenza
longitudinale della pavimentazione sul bordo, ricorrendo, ove necessario ad eventuali fresature del
conglomerato bituminoso.
Si considerano infine le diverse tipologie delle pavimentazioni stradali: conglomerato bituminoso per le sedi
stradali, per i marciapiedi ed i parcheggi, elementi autobloccanti (inerbiti) in corrispondenza degli stalli dei
parcheggi, elementi in porfido sulle isole delle rotatorie e su alcuni marciapiedi.
Per ciò che attiene alle pavimentazioni in conglomerato bituminoso, oltre a quanto sopra esposto, si consiglia
una pulizia periodica eseguita con mezzi meccanici (autospazzatrice, aspirafoglie, autoinnaffiatrice) e nella
stagione invernale, in caso di neve, con mezzo meccanico munito di lama orientabile idraulicamente e
facilmente governabile, al fine di evitare dannose collisioni con le cordonate; si consiglia inoltre un moderato
uso dei sali antigelo, poiché, come noto, provocano una forte accelerazione nell'usura dei conglomerati
bituminosi.
Per quanto concerne invece le pavimentazioni pedonali e ciclabili (compreso percorso naturalistico), si
consiglia l'impiego di piccoli mezzi semoventi o a spinta muniti di turbina o con mezzi manuali al fine di non
sollecitare con carichi eccessivi le relative strutture e nello stesso tempo di evitare eccessive abrasioni alle
pavimentazioni stesse, in quanto non compatte o costituite da masselli di cemento autobloccanti.
PROGRAMMA DI MANUTENZIONE
Vengono qui di seguito elencate le operazioni da effettuarsi per una corretta manutenzione:
· Riscontro "visivo" dello stato dei piani viabili (una volta al mese).
· Pulizia a fondo, nel periodo estivo, con acqua e spazzatrice (due volte al mese);
particolare attenzione va posta alle eventuali perdite di olio e di combustibili dagli autoveicoli e ove
riscontrati, immediata diluizione e pulizia con acqua e successiva spazzolatura.
· Eliminazione delle foglie (nel periodo autunnale) con l'impiego di soffiatori, successiva raccolta ed
allontanamento con idoneo mezzo al fine di evitare intasamenti delle caditoie di raccolta e scarico delle acque
meteoriche.
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Manuale d'Uso
· Rifacimento dei tappeti d'usura che, salvo deterioramenti accidentali, dovrà avvenire almeno ogni dieci
anni.
· Rifacimento della segnaletica e della resinatura, che, salvo deterioramenti accidentali, dovrà avvenire ogni
cinque anni.
· Riscontro visivo almeno una volta all'anno dello stato di mantenimento degli elementi autobloccanti e delle
cordonate costituenti parcheggi e percorsi pedonali al fine di accertare eventuali cedimenti con conseguente
instabilità del piano viario.
La cadenza con cui effettuare le visite di controllo sulla viabilità ed i piazzali in progetto sarà la seguente:
1. Controlli speditivi a vista con cadenza annuale;
2. Controlli completi strumentali ogni 5 anni.
Per quanto concerne, invece, la programmazione degli interventi di manutenzione, le operazioni da fare
saranno:
1. Rinnovo della segnaletica orizzontale da prevedersi ogni 5 anni;
2. Interventi di manutenzione programmata della pavimentazione da prevedersi minimo ogni 10 anni;
3. Interventi su chiamate del cittadino o su segnalazione degli organi di Pubblica Sicurezza.
Unità Tecnologiche:
° 01.01 Strade
° 01.02 Parcheggi
° 01.03 Marciapiedi
° 01.04 Piste ciclabili
° 01.05 Segnaletica stradale verticale
° 01.06 Segnaletica stradale orizzontale
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Manuale d'Uso
Unità Tecnologica: 01.01
Strade
Le strade rappresentano parte delle infrastrutture della viabilità che permettono il movimento o la sosta veicolare e il movimento
pedonale. La classificazione e la distinzione delle strade viene fatta in base alla loro natura ed alle loro caratteristiche: a)
autostrade; b) strade extraurbane principali; c) strade extraurbane secondarie; d) strade urbane di scorrimento; e) strade urbane
di quartiere; f) strade locali. Da un punto di vista delle caratteristiche degli elementi della sezione stradale si possono individuare:
a) la carreggiata; b) la banchina; c) il margine centrale; d) i cigli e le cunette; e) le scarpate; f) le piazzole di sosta. Le strade e
tutti gli elementi che ne fanno parte vanno manutenuti periodicamente non solo per assicurare la normale circolazione di veicoli e
pedoni ma soprattutto nel rispetto delle norme sulla sicurezza e la prevenzione di infortuni a mezzi e persone.
L'Unità Tecnologica è composta dai seguenti Elementi Manutenibili:
° 01.01.01 Banchina
° 01.01.02 Carreggiata
° 01.01.03 Cigli o arginelli
° 01.01.04 Pavimentazione stradale in bitumi
° 01.01.05 Scarpate
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Manuale d'Uso
Elemento Manutenibile: 01.01.01
Banchina
Unità Tecnologica: 01.01
Strade
È una parte della strada, libera da qualsiasi ostacolo (segnaletica verticale, delineatori di margine, dispositivi di ritenuta), compresa
tra il margine della carreggiata e il più vicino tra i seguenti elementi longitudinali: a) marciapiede; b) spartitraffico; c) arginello;
d) ciglio interno della cunetta; e) ciglio superiore della scarpata nei rilevati.
Modalità di uso corretto:
Controllare periodicamente l'integrità delle superfici del rivestimento attraverso valutazioni visive mirate a riscontrare anomalie
evidenti. Rinnovare periodicamente gli strati delle pavimentazioni avendo cura delle caratteristiche geometriche e morfologiche
delle strade. Comunque affinché tali controlli risultino efficaci affidarsi a personale tecnico con esperienza.
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Manuale d'Uso
Elemento Manutenibile: 01.01.02
Carreggiata
Unità Tecnologica: 01.01
Strade
È la parte della strada destinata allo scorrimento dei veicoli. Essa può essere composta da una o più corsie di marcia. La superficie
stradale è pavimentata ed è limitata da strisce di margine (segnaletica orizzontale).
Modalità di uso corretto:
Controllare periodicamente l'integrità delle superfici del rivestimento attraverso valutazioni visive mirate a riscontrare anomalie
evidenti. Rinnovare periodicamente gli strati delle pavimentazioni avendo cura delle caratteristiche geometriche e morfologiche
delle strade. Comunque affinché tali controlli risultino efficaci affidarsi a personale tecnico con esperienza.
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Manuale d'Uso
Elemento Manutenibile: 01.01.03
Cigli o arginelli
Unità Tecnologica: 01.01
Strade
I cigli rappresentano delle fasce di raccordo destinati ad accogliere eventuali dispositivi di ritenuta o elementi di arredo.
Modalità di uso corretto:
La dimensione dell'arginello o ciglio varia in funzione dello spazio richiesto per il funzionamento e in base al tipo di strada.
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Manuale d'Uso
Elemento Manutenibile: 01.01.04
Pavimentazione stradale in bitumi
Unità Tecnologica: 01.01
Strade
Si tratta di pavimentazioni stradali realizzate con bitumi per applicazioni stradali ottenuti dai processi di raffinazione, lavorazione
del petrolio greggio. In generale i bitumi per le applicazioni stradali vengono suddivisi in insiemi di classi caratterizzate: a) dai
valori delle penetrazioni nominali; b) dai valori delle viscosità dinamiche. Tali parametri variano a secondo del paese di
utilizzazione.
Modalità di uso corretto:
Controllare periodicamente l'integrità delle superfici del rivestimento attraverso valutazioni visive mirate a riscontrare anomalie
evidenti. Rinnovare periodicamente gli strati delle pavimentazioni avendo cura delle caratteristiche geometriche e morfologiche
delle strade. Comunque affinché tali controlli risultino efficaci affidarsi a personale tecnico con esperienza.
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Manuale d'Uso
Elemento Manutenibile: 01.01.05
Scarpate
Unità Tecnologica: 01.01
Strade
La scarpata rappresenta la parte inclinata al margine esterno alla strada. E' generalmente costituita da terreno ricoperto da manto
erboso e/o da ghiaia e pietrisco.
Modalità di uso corretto:
Controllare periodicamente l'integrità dei pendii e la crescita di vegetazione spontanea. Nel caso che la pendenza della scarpata sia
>= 2/3 oppure nel caso che la differenza di quota tra il ciglio e il piede della scarpata sia > 3,50 m e non sia possibile realizzare una
pendenza < 1/5, la barriera di sicurezza va disposta sullo stesso ciglio.
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Manuale d'Uso
Unità Tecnologica: 01.02
Parcheggi
Si tratta di aree destinate a sosta ad uso frequente di autoveicoli. Essi sono direttamente connessi alla viabilità di scorrimento e
rapportati alla presenza di particolari punti di interesse. I parcheggi devono essere proporzionati alle effettive necessità e fabbisogni
dell'utenza. Devono garantire, nelle zone delle aree urbane ed extraurbane, l'accessibilità ai punti di interesse. Per garantire la
fluidità del traffico bisogna prevedere la separazione delle zone di scorrimento degli autoveicoli da quelle necessarie per le
manovre connesse alla sosta. Le aree di servizio destinate al parcheggio ed alla sosta dei veicoli devono essere dotate di stalli di
sosta con indicazioni e delimitazione segnaletiche (strisce longitudinali bianche e/o blu). Gli stalli di sosta vanno muniti del segnale
di parcheggio. Vanno inoltre adeguatamente dimensionati gli spazi di sosta nonché gli spazi di manovra. Particolare cura va posta
alle uscite ed all'ingresso dei parcheggi per i coni di visibilità. Bisogna inoltre prevedere parcheggi per portatori di handicap
(secondo quanto previsto dalle norme vigenti in materia di barriere architettoniche). Si possono distinguere diverse tipologie di
parcheggio, tra le quali: a) parcheggio a raso; b) parcheggio coperto; c) parcheggi multipiano interrati o fuori terra; d)
parcheggi meccanizzati.
L'Unità Tecnologica è composta dai seguenti Elementi Manutenibili:
° 01.02.01 Delimitazioni
° 01.02.02 Pavimentazioni bituminose
° 01.02.03 Pavimentazioni in masselli prefabbricati in cls
° 01.02.04 Segnaletica
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Manuale d'Uso
Elemento Manutenibile: 01.02.01
Delimitazioni
Unità Tecnologica: 01.02
Parcheggi
Si tratta di linee di divisione a delimitazione degli stalli di sosta realizzati con colorazione mediante vernici speciali rifrangenti o
mediante l'applicazione a caldo di laminati plastici colorati o autoadesivi (strisce bianche, blu, gialle, ecc). In alternativa possono
essere inseriti nella pavimentazione elementi (blocchetti di cls, pietre, ecc.) a colorazioni diverse.
Modalità di uso corretto:
Le delimitazioni devono essere realizzate con materiali tali da essere visibili sia di giorno che di notte anche in presenza di pioggia
o con fondo stradale bagnato. Le attività di manutenzione rivolte alle delimitazioni interessano il controllo dello stato ed il
rifacimento delle linee e della simbologia convenzionale.
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Manuale d'Uso
Elemento Manutenibile: 01.02.02
Pavimentazioni bituminose
Unità Tecnologica: 01.02
Parcheggi
Si tratta di pavimentazioni realizzate con additivi bituminosi ottenuti dai processi di raffinazione e lavorazione del petrolio greggio
utilizzate in parcheggi all'aperto sottoposti a particolare usura.
Modalità di uso corretto:
Controllare periodicamente l'integrità delle superfici del rivestimento attraverso valutazioni visive mirate a riscontrare anomalie
evidenti. Comunque affinché tali controlli risultino efficaci affidarsi a personale tecnico con esperienza.
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Manuale d'Uso
Elemento Manutenibile: 01.02.03
Pavimentazioni in masselli prefabbricati in cls
Unità Tecnologica: 01.02
Parcheggi
Si tratta di prodotti di calcestruzzo realizzati in monostrato o pluristrato, caratterizzati da un ridotto rapporto di unità tra lo spessore
e i lati. Essi trovano largo impiego come rivestimenti per le pavimentazioni ad uso veicolare. I principali tipi di masselli possono
distinguersi in: a) elementi con forma singola; b) elementi con forma composta; c) elementi componibili. Sul mercato si trovano
prodotti con caratteristiche morfologiche del tipo: a) con spessore compreso tra i 40 e 150 mm; b) il rapporto tra il lato piccolo e
lo spessore varia da 0,6 a 2,5; c) il rapporto tra il lato più grande e quello più piccolo varia tra 1 e 3; d) la superficie di appoggio
non deve essere minore di 0,05 m^2; e) la superficie reale maggiore dovrà essere pari al 50% di un rettangolo circoscritto.
Modalità di uso corretto:
La posa può essere eseguita manualmente o a macchina collocando i masselli sul piano di allettamento secondo schemi e disegni
prestabiliti. La compattazione viene eseguita a macchina livellando i vari masselli e curando la sigillatura dei giunti con materiali
idonei. Controllare periodicamente l'integrità degli elementi attraverso valutazioni visive mirate a riscontrare anomalie evidenti.
Comunque affinché tali controlli risultino efficaci affidarsi a personale tecnico con esperienza.
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Manuale d'Uso
Elemento Manutenibile: 01.02.04
Segnaletica
Unità Tecnologica: 01.02
Parcheggi
La segnaletica a servizio delle aree destinate a parcheggi servono a disciplinare gli utenti ad effettuare le operazioni di manovra in
sicurezza degli autoveicoli (sosta, circolazione, uscita, ingresso, ecc.) anche in funzione dei pedoni. Può essere costituita da simboli,
segnali orizzontali e verticali, ecc., e realizzata mediante l'applicazione di pittura, materiali termoplastici, materiali plastici indurenti
a freddo, linee e simboli preformati o mediante altri sistemi.
Modalità di uso corretto:
Tutti i segnali devono essere realizzati con materiali tali da renderli visibili sia di giorno che di notte anche in presenza di pioggia o
con fondo stradale bagnato. Le attività di manutenzione rivolte alla segnaletica interessano il controllo dello stato ed il rifacimento
della simbologia convenzionale dei parcheggi nonché della segnaletica verticale.
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Manuale d'Uso
Unità Tecnologica: 01.03
Marciapiedi
I marciapiedi costituiscono quei percorsi pedonali che possono essere adiacenti alle strade veicolari oppure autonomi rispetto alla
rete viaria. Essi vengono previsti per raccordare funzioni tra loro correlate (residenze, scuole, attrezzature di interesse comune,
ecc.).
L'Unità Tecnologica è composta dai seguenti Elementi Manutenibili:
° 01.03.01 Cordoli e bordure
° 01.03.02 Dissuasori
° 01.03.03 Limitatori di sosta
° 01.03.04 Marciapiedi
° 01.03.05 Pavimentazione pedonale in lastre di pietra
° 01.03.06 Pavimentazioni bituminose
° 01.03.07 Rampe di raccordo
° 01.03.08 Segnaletica
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Manuale d'Uso
Elemento Manutenibile: 01.03.01
Cordoli e bordure
Unità Tecnologica: 01.03
Marciapiedi
I cordoli e le bordure appartengono alla categoria dei manufatti di finitura per le pavimentazioni dei marciapiedi, per la creazione di
isole protettive per alberature, aiuole, spartitraffico, ecc.. Essi hanno la funzione di contenere la spinta verso l'esterno della
pavimentazione che è sottoposta a carichi di normale esercizio. Possono essere realizzati in elementi prefabbricati in calcestruzzo o
in cordoni di pietrarsa.
Modalità di uso corretto:
Vengono messi in opera con strato di allettamento di malta idraulica e/o su riporto di sabbia ponendo particolare attenzione alla
sigillatura dei giunti verticali tra gli elementi contigui. In genere quelli in pietra possono essere lavorati a bocciarda sulla faccia
vista e a scalpello negli assetti. I cordoli sporgenti vanno comunque verificati per eventuali urti provocati dalle ruote dei veicoli.
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Manuale d'Uso
Elemento Manutenibile: 01.03.02
Dissuasori
Unità Tecnologica: 01.03
Marciapiedi
I dissuasori di sosta sono dispositivi stradali con funzione di impedimento materiale della sosta dei veicoli in determinate aree o
zone. In genere i dissuasori vanno armonizzati con altri arredi urbani e stradali per cui hanno quasi sempre un aspetto decorativo.
Svolgono inoltre anche funzione accessorie come quelle di delimitazioni di aree pedonali, aree di parcheggio, aree a verde, zone di
riposo, zone riservate, ecc. In genere la tipologia e la funzione può variare a secondo dei regolamenti urbanistici locali. La loro
forma e funzione può essere diversa: a) colonne a blocchi; b) cordolature; c) pali; d) paletti; e) fioriere; f) cassonetti. La
funzione di impedimento svolta dai dissuasori deve essere esercitata sia come altezza sul piano variabile sia spaziale tra un
elemento ed un altro disposti lungo un perimetro. In genere sono realizzati con materiali diversi: a) legno; b) plastica a fiamma
autoestinguente; c) calcestruzzo; d) rame; e) acciaio zincato; f) ferro; g) ghisa; h) alluminio. Talvolta i dissuasori sono uniti
mediante elementi di materiale diversi, quali, catene in ferro, elementi in legno, ecc.
Modalità di uso corretto:
Devono essere visibili e non devono, per forma od altre caratteristiche, creare pericolo e/o essere fonte di pericoli per i pedoni,
bambini, animali, ecc. Essi devono essere conformi alle norme dettate dal Ministero dei Lavori Pubblici Ispettorato generale per la
circolazione e la sicurezza stradale, dal Codice della Strada, dagli Enti Gestori delle Strade, nonché dai regolamenti comunali locali.
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Manuale d'Uso
Elemento Manutenibile: 01.03.03
Limitatori di sosta
Unità Tecnologica: 01.03
Marciapiedi
I limitatori di sosta sono dispositivi stradali con funzione di impedimento parziale della sosta dei veicoli in determinate aree o zone
o comunque di perimetro di zone dove la sosta è permessa. La loro forma può essere diversa: a) colonne a blocchi; b)
cordolature; c) pali; d) paletti. In genere sono realizzati con materiali diversi: a) legno; b) plastica a fiamma autoestinguente;
c) calcestruzzo; d) rame; e) acciaio zincato; f) ferro; g) ghisa; h) alluminio. Talvolta i limitatori di sosta sono uniti mediante
elementi di materiale diversi, quali, catene in ferro, elementi in legno, ecc..
Modalità di uso corretto:
I limitatori di sosta devono essere visibili e non devono, per forma od altre caratteristiche, creare pericoli e/o essere fonte di pericoli
per i pedoni, bambini, animali, ecc. Essi devono essere conformi alle norme dettate dal Ministero dei Lavori Pubblici Ispettorato
generale per la circolazione e la sicurezza stradale, dal Codice della Strada, dagli Enti Gestori delle Strade, nonché dai regolamenti
comunali locali.
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Manuale d'Uso
Elemento Manutenibile: 01.03.04
Marciapiedi
Unità Tecnologica: 01.03
Marciapiedi
Si tratta di una parte della strada destinata ai pedoni, esterna alla carreggiata, rialzata e/o comunque protetta. Sul marciapiede
possono essere collocati alcuni servizi come pali e supporti per l'illuminazione, segnaletica verticale, cartelloni pubblicitari,
semafori, colonnine di chiamate di soccorso, idranti, edicole, cabine telefoniche, cassonetti, ecc..
Modalità di uso corretto:
La cartellonistica va ubicata nel senso longitudinale alla strada. In caso di occupazione di suolo pubblico da parte di edicole, cabine
telefoniche, cassonetti, ecc., la larghezza minima del passaggio pedonale dovrà essere non inferiore a metri 2.00, salvo diverse
disposizioni di regolamenti locali. Controllare periodicamente lo stato generale al fine di verificare l'assenza di eventuali buche e/o
altre anomalie che possono rappresentare pericolo per la sicurezza ed incolumità delle persone. Ripristinare le parti mancanti e/o
comunque danneggiate con materiali idonei. Provvedere alla pulizia delle superfici ed alla rimozione di depositi o di eventuali
ostacoli.
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Manuale d'Uso
Elemento Manutenibile: 01.03.05
Pavimentazione pedonale in lastre di pietra
Unità Tecnologica: 01.03
Marciapiedi
Per le pavimentazioni esterne sono adatti la maggior parte dei materiali lapidei. In genere la scelta su questi tipi di materiale cade
oltre che per fattori estetici per la elevata resistenza all'usura. La scelta dei materiali va fatta in funzione dei luoghi e dei tipi di
applicazione a cui essi sono destinati. La lavorazione superficiale degli elementi, lo spessore, le dimensioni, ecc. variano anch'essi
in funzione degli ambienti d'impiego. Trovano utilizzo nella fattispecie tutti i tipi di marmo, a meno di ambienti particolarmente
sfavorevoli, i graniti; i travertini. Le pietre: cubetti di porfido; blocchi di basalto; lastre di ardesia; lastre di quarzite. Vi sono inoltre
i marmi-cemento; le marmette e marmettoni; i graniti ricomposti. La tecnica di posa è abbastanza semplice ed avviene per i
rivestimenti continui ad impasto mentre per quelli discontinui a malta o a colla.
Modalità di uso corretto:
Controllare periodicamente l'integrità delle superfici del rivestimento attraverso valutazioni visive mirate a riscontrare anomalie
evidenti. Comunque affinché tali controlli risultino efficaci affidarsi a personale tecnico con esperienza.
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Manuale d'Uso
Elemento Manutenibile: 01.03.06
Pavimentazioni bituminose
Unità Tecnologica: 01.03
Marciapiedi
Si tratta di pavimentazioni con additivi bituminosi. Generalmente vengono utilizzate per aree pedonali di poco pregio e sottoposte a
particolare usura.
Modalità di uso corretto:
Controllare periodicamente l'integrità delle superfici del rivestimento attraverso valutazioni visive mirate a riscontrare anomalie
evidenti. Comunque affinché tali controlli risultino efficaci affidarsi a personale tecnico con esperienza.
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Manuale d'Uso
Elemento Manutenibile: 01.03.07
Rampe di raccordo
Unità Tecnologica: 01.03
Marciapiedi
Le rampe di raccordo o scivoli, rappresentano quegli spazi in dotazione ai marciapiedi realizzati in prossimità degli attraversamenti
pedonali, e/o comunque dove se ne riscontra la necessità, per facilitare i portatori di handicap su carrozzina o per il transito
agevolato di bambini su passeggini e carrozzine. Esse permettono quindi alle persone affette da handicap su carrozzine di poter
circolare nell'ambiente urbano.
Modalità di uso corretto:
E' importante che le rampe di raccordo siano sempre libere da impedimenti (auto, moto, bici in sosta, depositi, ecc.) e ostacoli che
possano intralciarne l'uso e il passaggio. Periodicamente va controllata la pavimentazione e in caso di parti rovinate prontamente
sostituite con elementi idonei senza alterare la pendenza di accesso.
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Manuale d'Uso
Elemento Manutenibile: 01.03.08
Segnaletica
Unità Tecnologica: 01.03
Marciapiedi
La segnaletica a servizio delle aree pedonali serve per guidare gli utenti e per fornire prescrizioni ed utili indicazioni per l'uso. Può
essere costituita da strisce segnaletiche tracciate sulla strada. La segnaletica comprende linee longitudinali, frecce direzionali, linee
trasversali, attraversamenti pedonali o ciclabili, iscrizioni e simboli posti sulla superficie stradale, strisce di delimitazione degli stalli
di sosta o per la sosta riservata, isole di traffico o di presegnalamento di ostacoli entro la carreggiata, strisce di delimitazione della
fermata dei veicoli in servizio di trasporto pubblico di linea, ecc. La segnaletica può essere realizzata mediante l’applicazione di
pittura, materiali termoplastici, materiali plastici indurenti a freddo, linee e simboli preformati o mediante altri sistemi. Nella
maggior parte dei casi, la segnaletica è di colore bianco o giallo ma, in casi particolari, vengono usati anche altri colori.
Modalità di uso corretto:
Tutti i segnali devono essere realizzati con materiali tali da renderli visibili sia di giorno che di notte anche in presenza di pioggia o
con fondo stradale bagnato. Le attività di manutenzione rivolte alla segnaletica interessano il controllo dello stato ed il rifacimento
delle linee e della simbologia convenzionale. Per ragioni di sicurezza è importante che periodicamente venga rinnovata la
simbologia stradale con materiali appropriati (pitture, materiali plastici, ecc.) che tengano conto delle condizioni ambientali.
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Manuale d'Uso
Unità Tecnologica: 01.04
Piste ciclabili
Si tratta di spazi riservati alla circolazione dei velocipedi, individuabili nella parte longitudinale della strada ed opportunamente
delimitati o separati con barriere invalicabili a protezione dei ciclisti dai veicoli a motore. Le piste ciclabili possono essere
realizzate: a) in sede propria ad unico o doppio senso di marcia; b) su corsia riservata ricavata dalla carreggiata stradale; c) su
corsia riservata ricavata dal marciapiede. Più precisamente le piste ciclabili possono riassumersi nelle seguenti categorie: a) piste
ciclabili in sede propria; b) piste ciclabili su corsia riservata; c) percorsi promiscui pedonali e ciclabili; d) percorsi promiscui
ciclabili e veicolari. Nella progettazione e realizzazione delle piste ciclabili è buona norma tener conto delle misure di prevenzione,
in particolare della disposizione lungo i percorsi di: a) alberi; b) caditoie; c) marciapiedi; d) cassonetti; e) parcheggi; f) aree
di sosta; g) passi carrai; h) segnaletica stradale.
L'Unità Tecnologica è composta dai seguenti Elementi Manutenibili:
° 01.04.01 Cordolature
° 01.04.02 Dispositivi di ingresso e di uscita
° 01.04.03 Fasce di protezione laterali
° 01.04.04 Segnaletica di informazione
° 01.04.05 Strisce di demarcazione
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Manuale d'Uso
Elemento Manutenibile: 01.04.01
Cordolature
Unità Tecnologica: 01.04
Piste ciclabili
Le cordolature per piste ciclabili sono dei manufatti di finitura la cui funzione è quella di contenere la spinta verso l'esterno degli
elementi di pavimentazione ciclabile che sono sottoposti a carichi di normale esercizio. Possono essere realizzati in elementi
prefabbricati in calcestruzzo o in cordoni di pietrarsa.
Modalità di uso corretto:
Vengono messi in opera con strato di allettamento di malta idraulica e/o su riporto di sabbia ponendo particolare attenzione alla
sigillatura dei giunti verticali tra gli elementi contigui. I cordoli non devono essere sporgenti ma seguire il filo della pavimentazione
ciclabile. Particolare cura va posta nella sistemazione dei rinterri a ridosso delle cordolature. Controllare, inoltre, periodicamente
l'integrità delle superfici e/o eventuali sporgenze. Verificare l'integrità dei rinterri.
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Manuale d'Uso
Elemento Manutenibile: 01.04.02
Dispositivi di ingresso e di uscita
Unità Tecnologica: 01.04
Piste ciclabili
I dispositivi di ingresso e di uscita per piste ciclabili sono spazi di raccordo e di integrazione con le aree pedonali e stradali che
consentono un uso razionale ed in sicurezza dei percorsi a servizio dei velocipedi e dei ciclisti. In genere gli accessi e le uscite sono
costituiti da rampe realizzate con pendenza adeguata e superfici antisdrucciolo.
Modalità di uso corretto:
Periodicamente va controllata la pavimentazione e, in caso di parti rovinate, sostituita con elementi idonei senza alterare la
pendenza di accesso e di uscita. Evitare l'inserimento di feritoie e griglie lungo le superfici ciclabili.
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Manuale d'Uso
Elemento Manutenibile: 01.04.03
Fasce di protezione laterali
Unità Tecnologica: 01.04
Piste ciclabili
Si tratta di spazi disposti lateralmente lungo i percorsi ciclabili e verso la carreggiata. La loro funzione è quella di creare un ulteriore
margine di sicurezza dalla carreggiata e quindi dal traffico autoveicolare. Possono generalmente essere costituite da tappeti erbosi o
rivestite da pavimentazioni in pietra naturale, elementi prefabbricati in cls. ecc..
Modalità di uso corretto:
Controllare periodicamente l'integrità delle superfici del rivestimento attraverso valutazioni visive mirate a riscontrare anomalie
(buche, mancanza, rottura, ecc.).
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Manuale d'Uso
Elemento Manutenibile: 01.04.04
Segnaletica di informazione
Unità Tecnologica: 01.04
Piste ciclabili
La segnaletica a servizio delle aree predisposte come piste ciclabili serve per guidare e disciplinare i ciclisti e fornire prescrizioni ed
utili indicazioni per l'uso. In particolare può suddividersi in: a) segnaletica di divieto; b) segnaletica di pericolo; c) segnaletica di
indicazione. Può essere costituita da strisce segnaletiche tracciate sulla strada o da elementi inseriti nella pavimentazione
differenziati per colore. La segnaletica comprende linee longitudinali, frecce direzionali, linee trasversali, attraversamenti ciclabili,
iscrizioni e simboli posti sulla superficie stradale, strisce di delimitazione degli stalli di sosta o per le aree di parcheggio dei
velocipedi, ecc.. Essa dovrà integrarsi con la segnaletica stradale. La segnaletica può essere realizzata mediante l'applicazione di
pittura, materiali termoplastici, materiali plastici indurenti a freddo, linee e simboli preformati o mediante altri sistemi. Nella
maggior parte dei casi, la segnaletica è di colore bianco o giallo, ma, in casi particolari, vengono usati anche altri colori.
Modalità di uso corretto:
Tutti i segnali devono essere realizzati con materiali tali da renderli visibili sia di giorno che di notte anche in presenza di pioggia o
con fondo stradale bagnato. Le attività di manutenzione rivolte alla segnaletica interessano il controllo dello stato ed il rifacimento
delle linee e della simbologia convenzionale. Per ragioni di sicurezza è importante che periodicamente venga rinnovata la
simbologia con materiali appropriati (pitture, materiali plastici, ecc.) che tengano conto delle condizioni ambientali. Risulta
essenziale l'integrazione con la segnaletica stradale.
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Manuale d'Uso
Elemento Manutenibile: 01.04.05
Strisce di demarcazione
Unità Tecnologica: 01.04
Piste ciclabili
Si tratta di elementi delimitanti la parte ciclabile da altri spazi (pedonali, per il traffico autoveicolare, ecc.). Possono essere
realizzate con elementi inseriti nella stessa pavimentazione (blocchetti di colore diverso) o in alternativa mediante pitture e/o bande
adesive.
Modalità di uso corretto:
Devono essere realizzati con materiali resistenti all'usura e ai fattori climatici. Periodicamente provvedere alla pulizia e rimozione di
depositi lungo i percorsi interessati o a secondo dei materiali alla sostituzione e/o al loro ripristino. Tenere conto della simbologia
convenzionale integrata con la segnaletica stradale.
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Manuale d'Uso
Unità Tecnologica: 01.05
Segnaletica stradale verticale
I segnali verticali si dividono nelle seguenti categorie: segnali di pericolo; segnali di prescrizione; segnali di indicazione; inoltre il
formato e le dimensioni dei segnali vengono disciplinati dalle norme previste dal nuovo codice della strada. Le caratteristiche dei
sostegni e dei supporti e materiali usati per la segnaletica dovranno essere preferibilmente di metallo. Inoltre, per le sezioni
circolari, devono essere muniti di dispositivo inamovibile antirotazione del segnale rispetto al sostegno e del sostegno rispetto al
terreno. I sostegni, i supporti dei segnali stradali devono essere protetti contro la corrosione. La sezione dei sostegni deve inoltre
garantire la stabilità del segnale da eventuali sollecitazioni di origine ambientale (vento, urti, ecc.).
L'Unità Tecnologica è composta dai seguenti Elementi Manutenibili:
° 01.05.01 Cartelli segnaletici
° 01.05.02 Sostegni, supporti e accessori vari
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Manuale d'Uso
Elemento Manutenibile: 01.05.01
Cartelli segnaletici
Unità Tecnologica: 01.05
Segnaletica stradale verticale
Si tratta di elementi realizzati generalmente in scatolari di lamiera in alluminio e/o acciaio di spessori variabili tra 1,0 - 2,5 mm
verniciati a forno mediante speciali polveri di poliestere opportunamente preparati a grezzo attraverso le operazioni di sgrassaggio,
lavaggio, fosfatazione, passivazione e asciugatura ed infine mediante operazione di primer per alluminio a mano. Essi sono
costituiti da sagome aventi forme geometriche, colori, simbologia grafica e testo con caratteristiche tecniche diverse a secondo del
significato del messaggio trasmesso. In genere i segnali sono prodotti mediante l'applicazione di pellicole rifrangenti di classi
diverse.
Modalità di uso corretto:
Controllare l'assenza di eventuali anomalie. In particolare verificare il corretto posizionamento della segnaletica verticale. In caso di
mancanza e/o usura eccessiva degli elementi provvedere alla sostituzione e/o integrazione degli stessi con altri analoghi e
comunque conformi alle norme stabilite dal Nuovo Codice della Strada (D.Lgs. 30 aprile 1992 n. 285) e dal Regolamento di
attuazione del nuovo codice della strada (D.P.R. 16 dicembre 1992 n. 495).
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Manuale d'Uso
Elemento Manutenibile: 01.05.02
Sostegni, supporti e accessori vari
Unità Tecnologica: 01.05
Segnaletica stradale verticale
Si tratta di elementi accessori alla segnaletica verticale utilizzati per il sostegno e/o il supporto degli stessi. Si possono riassumere
in: a) staffe (per il fissaggio di elementi); b) pali (tubolari in ferro zincato di diametro e altezza diversa per il sostegno della
segnaletica); c) collari (semplici, doppi, ecc., per l'applicazione a palo dei cartelli segnaletici); d) piastre (per l'applicazione di con
staffe, a muro, ecc.); e) bulloni (per il serraggio degli elementi); f) sostegni mobili e fissi (basi per il sostegno degli elementi); g)
basi di fondazione. Essi devono essere realizzati con materiali di prima scelta e opportunamente dimensionati.
Modalità di uso corretto:
Controllare l'assenza di eventuali anomalie. In particolare verificare la corretta stabilità dei supporti a cartelli e/o pannelli
segnaletici. Provvedere periodicamente mediante l'utilizzo di adeguata attrezzatura al serraggio degli elementi accessori e/o alla loro
integrazione con altri di analoghe caratteristiche. Gli interventi di ripristino vanno considerati anche in occasione di eventi
traumatici esterni (urti, atti di vandalismo, ecc.).
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Manuale d'Uso
Unità Tecnologica: 01.06
Segnaletica stradale orizzontale
Si tratta di segnali orizzontali tracciati sulla strada per regolare la circolazione degli autoveicoli e per guidare gli utenti fornendogli
prescrizioni ed indicazioni per particolari comportamenti da seguire. Possono essere realizzati in diversi materiali: a) pitture; b)
materie termoplastiche con applicazione a freddo; c) materiale termoplastico con applicazione a caldo; d) materie plastiche a
freddo; e) materiali da postspruzzare; f) microsfere di vetro da premiscelare; g) inserti stradali; h) materiali preformati. Per
consentire una maggiore visibilità notturna della segnaletica orizzontale possono essere inserite in essa delle particelle sferiche di
vetro trasparente (microsfere di vetro) che sfruttano la retroriflessione dei raggi incidenti provenienti dai proiettori dei veicoli.
Inoltre per conferire proprietà antiderapanti alla segnaletica stradale possono essere inseriti dei granuli duri di origine naturale o
artificiale (granuli antiderapanti). La segnaletica orizzontale può essere costituita da: a) strisce longitudinali; b) strisce trasversali;
c) attraversamenti pedonali o ciclabili; d) frecce direzionali; e) iscrizioni e simboli; f) strisce di delimitazione degli stalli di sosta o
per la sosta riservata; g) isole di traffico o di presegnalamento di ostacoli entro la carreggiata; h) strisce di delimitazione della
fermata dei veicoli in servizio di trasporto pubblico di linea; i) altri segnali stabiliti dal regolamento. La segnaletica stradale deve
essere conformi alle norme vigenti nonché al Nuovo Codice della Strada.
L'Unità Tecnologica è composta dai seguenti Elementi Manutenibili:
° 01.06.01 Altri segnali
° 01.06.02 Attraversamenti ciclabili
° 01.06.03 Attraversamenti pedonali
° 01.06.04 Frecce direzionali
° 01.06.05 Inserti stradali
° 01.06.06 Iscrizioni e simboli
° 01.06.07 Isole di traffico
° 01.06.08 Strisce di delimitazione
° 01.06.09 Strisce longitudinali
° 01.06.10 Strisce trasversali
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Manuale d'Uso
Elemento Manutenibile: 01.06.01
Altri segnali
Unità Tecnologica: 01.06
Segnaletica stradale orizzontale
Vengono elencati tra questi: a) i segnali orizzontali di cantiere; b) i spazi riservati allo stazionamento sulla carreggiata dei
cassonetti per la raccolta dei rifiuti solidi urbani, mediante la realizzazione di una striscia gialla continua di larghezza 12 cm; c)
segni orizzontali consistenti in segmenti alternati di colore giallo e nero tracciati sulla faccia verticale del ciglio del marciapiede o
della parete che delimita la strada in prossimità di tratti di strada lungo i quali la sosta è vietata; d) segnaletica in materiale lapideo
in prossimità dei centri abitati con illuminazione pubblica sufficiente. La realizzazione degli "altri segnali" sono stabilite dal Nuovo
Codice della Strada (D.Lgs. 30 aprile 1992 n. 285) e dal Regolamento di attuazione del nuovo codice della strada (D.P.R. 16
dicembre 1992 n. 495), dalle altri leggi vigenti (Legge 7.12.1999 n.472; Legge 24.11.2006 n.286; Legge 27.12.2006 n.296; Legge
2.4.2007 n.40; D.L. 27.6.2003 n.151; D.Lgs. 23.2.2006 n.149; D.Lgs. 13.3.2006 n.150; D.M. 29.12.2006).
Modalità di uso corretto:
I segnali devono essere realizzati con materiali idonei tali da essere visibili sia di giorno che di notte anche in presenza di pioggia o
con fondo stradale bagnato. Nei casi di elevata frequenza di condizioni atmosferiche avverse possono essere utilizzati materiali
particolari. La loro durata dipende da fattori come la frequenza del passaggio di veicoli, dalla densità del traffico, dalla ruvidità
della superficie stradale e da aspetti relativi alle condizioni locali, quali, per esempio, l'uso di pneumatici antighiaccio con inserti
metallici, ecc.. Le attività di manutenzione interessano il controllo dello stato ed il rifacimento delle linee e della simbologia
convenzionale. Per ragioni di sicurezza è importante che periodicamente venga rinnovata la simbologia stradale con materiali
appropriati (pitture, materiali plastici, ecc.) che tengano conto delle condizioni ambientali e nel rispetto del Codice della Strada.
Pagina 38
Manuale d'Uso
Elemento Manutenibile: 01.06.02
Attraversamenti ciclabili
Unità Tecnologica: 01.06
Segnaletica stradale orizzontale
Gli attraversamenti ciclabili vengono evidenziati sulla carreggiata da due strisce bianche discontinue con larghezza di 50 cm e
segmenti ed intervalli lunghi 50 cm. La distanza minima tra i bordi interni delle strisce trasversali è di 1 m in prossimità degli
attraversamenti a senso unico e di 2 m per gli attraversamenti a doppio senso. Le strisce vengono realizzate mediante l'applicazione
di vernici e/o altri materiali idonei. La realizzazione degli attraversamenti sono stabilite dal Nuovo Codice della Strada (D.Lgs. 30
aprile 1992 n. 285) e dal Regolamento di attuazione del nuovo codice della strada (D.P.R. 16 dicembre 1992 n. 495), dalle altri
leggi vigenti (Legge 7.12.1999 n.472; Legge 24.11.2006 n.286; Legge 27.12.2006 n.296; Legge 2.4.2007 n.40; D.L. 27.6.2003
n.151; D.Lgs. 23.2.2006 n.149; D.Lgs. 13.3.2006 n.150; D.M. 29.12.2006).
Modalità di uso corretto:
I segnali devono essere realizzati con materiali idonei tali da essere visibili sia di giorno che di notte anche in presenza di pioggia o
con fondo stradale bagnato. Nei casi di elevata frequenza di condizioni atmosferiche avverse possono essere utilizzati materiali
particolari. La loro durata dipende da fattori come la frequenza del passaggio di veicoli, dalla densità del traffico, dalla ruvidità
della superficie stradale e da aspetti relativi alle condizioni locali, quali, per esempio, l'uso di pneumatici antighiaccio con inserti
metallici, ecc.. Le attività di manutenzione interessano il controllo dello stato ed il rifacimento delle linee e della simbologia
convenzionale. Per ragioni di sicurezza è importante che periodicamente venga rinnovata la simbologia stradale con materiali
appropriati (pitture, materiali plastici, ecc.) che tengano conto delle condizioni ambientali e nel rispetto del Codice della Strada.
Pagina 39
Manuale d'Uso
Elemento Manutenibile: 01.06.03
Attraversamenti pedonali
Unità Tecnologica: 01.06
Segnaletica stradale orizzontale
Gli attraversamenti pedonali sono evidenziati sulla carreggiata da zebrature con strisce bianche parallele alla direzione di marcia dei
veicoli. Essi hanno una lunghezza non inferiore a 2,50 m, sulle strade locali e a quelle urbane di quartiere, mentre sulle altre strade
la lunghezza non deve essere inferiore a 4 m. La larghezza delle strisce e degli intervalli è fissata in 50 cm. Le strisce vengono
realizzate mediante l'applicazione di vernici, plastiche adesive preformate e/o in materiale lapideo in prossimità dei centri abitati. La
realizzazione degli attraversamenti sono stabilite dal Nuovo Codice della Strada (D.Lgs. 30 aprile 1992 n. 285) e dal Regolamento
di attuazione del nuovo codice della strada (D.P.R. 16 dicembre 1992 n. 495), dalle altri leggi vigenti (Legge 7.12.1999 n.472;
Legge 24.11.2006 n.286; Legge 27.12.2006 n.296; Legge 2.4.2007 n.40; D.L. 27.6.2003 n.151; D.Lgs. 23.2.2006 n.149; D.Lgs.
13.3.2006 n.150; D.M. 29.12.2006).
Modalità di uso corretto:
I segnali devono essere realizzati con materiali idonei tali da essere visibili sia di giorno che di notte anche in presenza di pioggia o
con fondo stradale bagnato. Nei casi di elevata frequenza di condizioni atmosferiche avverse possono essere utilizzati materiali
particolari. La loro durata dipende da fattori come la frequenza del passaggio di veicoli, dalla densità del traffico, dalla ruvidità
della superficie stradale e da aspetti relativi alle condizioni locali, quali, per esempio, l’uso di pneumatici antighiaccio con inserti
metallici, ecc.. . Le attività di manutenzione interessano il controllo dello stato ed il rifacimento delle linee e della simbologia
convenzionale. Per ragioni di sicurezza è importante che periodicamente venga rinnovata la simbologia stradale con materiali
appropriati (pitture, materiali plastici, ecc.) che tengano conto delle condizioni ambientali e nel rispetto del Codice della Strada.
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Manuale d'Uso
Elemento Manutenibile: 01.06.04
Frecce direzionali
Unità Tecnologica: 01.06
Segnaletica stradale orizzontale
Si tratta di segnali di colore bianco per contrassegnare le corsie per consentire la preselezione dei veicoli in prossimità di
intersezioni. Esse possono suddividersi in: a) freccia destra; b) freccia diritta; c) freccia a sinistra; d) freccia a destra abbinata a
freccia diritta; e) freccia a sinistra abbinata a freccia diritta; f) freccia di rientro. I segnali vengono realizzati mediante
l'applicazione di vernici sulle superfici stradali. Le dimensioni delle frecce variano in funzione del tipo di strada su cui vengono
applicate e sono disciplinate dal Nuovo Codice della Strada (D. Lgs. 30 aprile 1992 n. 285) e dal Regolamento di attuazione del
nuovo codice della strada (D.P.R. 16 dicembre 1992 n. 495), dalle altri leggi vigenti (Legge 7.12.1999 n.472; Legge 24.11.2006
n.286; Legge 27.12.2006 n.296; Legge 2.4.2007 n.40; D.L. 27.6.2003 n.151; D.Lgs. 23.2.2006 n.149; D.Lgs. 13.3.2006 n.150;
D.M. 29.12.2006).
Modalità di uso corretto:
I segnali devono essere realizzati con materiali idonei tali da essere visibili sia di giorno che di notte anche in presenza di pioggia o
con fondo stradale bagnato. Nei casi di elevata frequenza di condizioni atmosferiche avverse possono essere utilizzati materiali
particolari. La loro durata dipende da fattori come la frequenza del passaggio di veicoli, dalla densità del traffico, dalla ruvidità
della superficie stradale e da aspetti relativi alle condizioni locali, quali, per esempio, l'uso di pneumatici antighiaccio con inserti
metallici, ecc.. Le attività di manutenzione interessano il controllo dello stato ed il rifacimento delle linee e della simbologia
convenzionale. Per ragioni di sicurezza è importante che periodicamente venga rinnovata la simbologia stradale con materiali
appropriati (pitture, materiali plastici, ecc.) che tengano conto delle condizioni ambientali e nel rispetto del Codice della Strada.
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Manuale d'Uso
Elemento Manutenibile: 01.06.05
Inserti stradali
Unità Tecnologica: 01.06
Segnaletica stradale orizzontale
Si tratta di dispositivi che riflettendo la luce incidente proveniente dai proiettori degli autoveicoli guidano ed informano gli utenti
della strada. Essi possono essere costituiti da una o più parti che possono essere integrate, incollate e/o ancorate nella superficie
stradale. Possono dividersi in: a) inserti stradali catarifrangente; b) catadiottri; c) inserti stradali non a depressione; d) inserti
stradali a depressione; e) inserti stradali incollati; f) inserti stradali autoadesivi; g) miglioratori di adesione; h) inserti stradali
ancorati; i) inserti stradali incassati. La parte catarifrangente può essere del tipo unidirezionale, bidirezionale e/o a depressione e
non. I dispositivi possono essere del tipo P (permanente) o del tipo T (temporaneo). I dispositivi utilizzati come inserti stradali sono
soggetti all'approvazione del Ministero dei lavori pubblici - Ispettorato generale per la circolazione e la sicurezza stradale.
Modalità di uso corretto:
Gli inserti stradali devono essere installati seguendo tutte le istruzioni fornite dal produttore. Gli inserti stradali temporanei devono
consentire la loro rimozione senza arrecare nessun danno alle superfici in uso. Essi devono riportare in marchio le informazioni
inerenti a: -nome e/o marchio del produttore; -tipo di classificazione dell'inserto stradale.
Provvedere al loro ripristino e/o integrazione con altri elementi di analoghe caratteristiche.
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Manuale d'Uso
Elemento Manutenibile: 01.06.06
Iscrizioni e simboli
Unità Tecnologica: 01.06
Segnaletica stradale orizzontale
Si tratta di segnali realizzati mediante l'applicazione di vernici e/o plastiche adesive preformate sulla pavimentazione al fine di
regolamentare il traffico. Le iscrizioni sono realizzate mediante caratteri alfanumerici disciplinati dal Nuovo Codice della Strada
(D.Lgs. 30 aprile 1992 n. 285) e dal Regolamento di attuazione del nuovo codice della strada (D.P.R. 16 dicembre 1992 n. 495),
dalle altri leggi vigenti (Legge 7.12.1999 n.472; Legge 24.11.2006 n.286; Legge 27.12.2006 n.296; Legge 2.4.2007 n.40; D.L.
27.6.2003 n.151; D.Lgs. 23.2.2006 n.149; D.Lgs. 13.3.2006 n.150; D.M. 29.12.2006). Le iscrizioni devono essere di colore bianco
ad eccezione di alcuni termini (BUS, TRAM e TAXI, ecc.) che devono essere invece di colore giallo. Inoltre esse si diversificano in
funzione del tipo di strada.
Modalità di uso corretto:
Le iscrizioni devono fare riferimento a nomi di località e di strade, e comunque essere facilmente comprensibili anche
eventualmente ad utenti stranieri. I segnali devono essere realizzati con materiali idonei tali da essere visibili sia di giorno che di
notte anche in presenza di pioggia o con fondo stradale bagnato. Nei casi di elevata frequenza di condizioni atmosferiche avverse
possono essere utilizzati materiali particolari. La loro durata dipende da fattori come la frequenza del passaggio di veicoli, dalla
densità del traffico, dalla ruvidità della superficie stradale e da aspetti relativi alle condizioni locali, quali, per esempio, l'uso di
pneumatici antighiaccio con inserti metallici, ecc.. Le attività di manutenzione interessano il controllo dello stato ed il rifacimento
delle linee e della simbologia convenzionale. Per ragioni di sicurezza è importante che periodicamente venga rinnovata la
simbologia stradale con materiali appropriati (pitture, materiali plastici, ecc.) che tengano conto delle condizioni ambientali e nel
rispetto del Codice della Strada
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Manuale d'Uso
Elemento Manutenibile: 01.06.07
Isole di traffico
Unità Tecnologica: 01.06
Segnaletica stradale orizzontale
Si tratta di triangoli di segnalazione delle isole di traffico realizzate mediante zebrature poste entro le strisce di raccordo per
l'incanalamento dei veicoli o tra queste ed il bordo della carreggiata. Le strisce vengono realizzate mediante l'applicazione di vernici
pittura con o senza l'aggiunta di microsfere di vetro. Le strisce devono essere di colore bianco ed inclinate con un angolo di almeno
45° rispetto alla corsia di marcia e con larghezza non inferiore a 30 cm. Gli intervalli realizzati tra le strisce devono avere larghezza
doppia rispetto alle quella delle strisce. La realizzazione delle isole di traffico sono stabilite dal Nuovo Codice della Strada (D.Lgs.
30 aprile 1992 n. 285) e dal Regolamento di attuazione del nuovo codice della strada (D.P.R. 16 dicembre 1992 n. 495), dalle altri
leggi vigenti (Legge 7.12.1999 n.472; Legge 24.11.2006 n.286; Legge 27.12.2006 n.296; Legge 2.4.2007 n.40; D.L. 27.6.2003
n.151; D.Lgs. 23.2.2006 n.149; D.Lgs. 13.3.2006 n.150; D.M. 29.12.2006).
Modalità di uso corretto:
I segnali devono essere realizzati con materiali idonei tali da essere visibili sia di giorno che di notte anche in presenza di pioggia o
con fondo stradale bagnato. Nei casi di elevata frequenza di condizioni atmosferiche avverse possono essere utilizzati materiali
particolari. La loro durata dipende da fattori come la frequenza del passaggio di veicoli, dalla densità del traffico, dalla ruvidità
della superficie stradale e da aspetti relativi alle condizioni locali, quali, per esempio, l'uso di pneumatici antighiaccio con inserti
metallici, ecc.. Le attività di manutenzione interessano il controllo dello stato ed il rifacimento delle linee e della simbologia
convenzionale. Per ragioni di sicurezza è importante che periodicamente venga rinnovata la simbologia stradale con materiali
appropriati (pitture, materiali plastici, ecc.) che tengano conto delle condizioni ambientali e nel rispetto del Codice della Strada.
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Manuale d'Uso
Elemento Manutenibile: 01.06.08
Strisce di delimitazione
Unità Tecnologica: 01.06
Segnaletica stradale orizzontale
Si tratta di strisce per la delimitazione degli stalli di sosta o per le soste riservate. Esse vengono realizzate mediante il tracciamento
sulla pavimentazione di strisce di vernice (o in alcuni casi mediante plastiche adesive preformate e/o in materiale lapideo) della
larghezza di 12 cm formanti un rettangolo, oppure con strisce di delimitazione ad L o a T, con indicazione dell'inizio e della fine o
della suddivisione degli stalli al cui interno dovranno essere parcheggiati i veicoli. La delimitazione degli stalli di sosta si
differenzia per colore: a) il bianco per gli stalli di sosta liberi; b) azzurro per gli stalli di sosta a pagamento; c) giallo per gli stalli
di sosta riservati. La realizzazione delle strisce di delimitazione sono stabilite dal Nuovo Codice della Strada (D.Lgs. 30 aprile 1992
n. 285) e dal Regolamento di attuazione del nuovo codice della strada (D.P.R. 16 dicembre 1992 n. 495), dalle altri leggi vigenti
(Legge 7.12.1999 n.472; Legge 24.11.2006 n.286; Legge 27.12.2006 n.296; Legge 2.4.2007 n.40; D.L. 27.6.2003 n.151; D.Lgs.
23.2.2006 n.149; D.Lgs. 13.3.2006 n.150; D.M. 29.12.2006).
Modalità di uso corretto:
I segnali devono essere realizzati con materiali idonei tali da essere visibili sia di giorno che di notte anche in presenza di pioggia o
con fondo stradale bagnato. Nei casi di elevata frequenza di condizioni atmosferiche avverse possono essere utilizzati materiali
particolari. La loro durata dipende da fattori come la frequenza del passaggio di veicoli, dalla densità del traffico, dalla ruvidità
della superficie stradale e da aspetti relativi alle condizioni locali, quali, per esempio, l'uso di pneumatici antighiaccio con inserti
metallici, ecc.. Le attività di manutenzione interessano il controllo dello stato ed il rifacimento delle linee e della simbologia
convenzionale. Per ragioni di sicurezza è importante che periodicamente venga rinnovata la simbologia stradale con materiali
appropriati (pitture, materiali plastici, ecc.) che tengano conto delle condizioni ambientali e nel rispetto del Codice della Strada.
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Manuale d'Uso
Elemento Manutenibile: 01.06.09
Strisce longitudinali
Unità Tecnologica: 01.06
Segnaletica stradale orizzontale
Le strisce longitudinali hanno la funzione di separare i sensi di marcia e/o le corsie di marcia e per la delimitazione delle carreggiate
attraverso la canalizzazione dei veicoli verso determinate direzioni. La larghezza minima della strisce longitudinali, escluse quelle
di margine, è di 15 cm per le autostrade e per le strade extraurbane principali, di 12 cm per le strade extraurbane secondarie, urbane
di scorrimento ed urbane di quartiere e 10 cm per le strade locali. Le strisce longitudinali si suddividono in: a) strisce di
separazione dei sensi di marcia; b) strisce di corsia; c) strisce di margine della carreggiata; d) strisce di raccordo; e) strisce di
guida sulle intersezioni. Le strisce longitudinali possono essere continue o discontinue. Le lunghezze dei tratti e degli intervalli
delle strisce discontinue, nei rettilinei, sono stabilite dal Nuovo Codice della Strada (D.Lgs. 30 aprile 1992 n. 285) e dal
Regolamento di attuazione del nuovo codice della strada (D.P.R. 16 dicembre 1992 n. 495), dalle altri leggi vigenti (Legge
7.12.1999 n.472; Legge 24.11.2006 n.286; Legge 27.12.2006 n.296; Legge 2.4.2007 n.40; D.L. 27.6.2003 n.151; D.Lgs. 23.2.2006
n.149; D.Lgs. 13.3.2006 n.150; D.M. 29.12.2006). Le strisce vengono realizzate mediante l'applicazione di vernici pittura con o
senza l'aggiunta di microsfere di vetro.
Modalità di uso corretto:
I segnali devono essere realizzati con materiali idonei tali da essere visibili sia di giorno che di notte anche in presenza di pioggia o
con fondo stradale bagnato. Nei casi di elevata frequenza di condizioni atmosferiche avverse possono essere utilizzati materiali
particolari. La loro durata dipende da fattori come la frequenza del passaggio di veicoli, dalla densità del traffico, dalla ruvidità
della superficie stradale e da aspetti relativi alle condizioni locali, quali, per esempio, l'uso di pneumatici antighiaccio con inserti
metallici, ecc.. Le attività di manutenzione interessano il controllo dello stato ed il rifacimento delle linee e della simbologia
convenzionale. Per ragioni di sicurezza è importante che periodicamente venga rinnovata la simbologia stradale con materiali
appropriati (pitture, materiali plastici, ecc.) che tengano conto delle condizioni ambientali e nel rispetto del Codice della Strada.
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Manuale d'Uso
Elemento Manutenibile: 01.06.10
Strisce trasversali
Unità Tecnologica: 01.06
Segnaletica stradale orizzontale
Le strisce trasversali definite anche linee di arresto possono essere continue o discontinue e vengono realizzate mediante
l'applicazione di vernici pittura con o senza l'aggiunta di microsfere di vetro, entrambe di colore bianco. Le strisce continue hanno
larghezza minima di 50 cm e vengono utilizzate in prossimità delle intersezioni semaforizzate, degli attraversamenti pedonali
semaforizzati ed in presenza dei segnali di precedenza. Le strisce discontinue vanno usate in presenza dei segnali di precedenza. In
particolare: a) la linea di arresto va tracciata con andamento parallelo rispetto all'asse della strada principale; b) la linea di arresto
deve essere realizzata in modo tale da collegare il margine della carreggiata con la striscia longitudinale di separazione dei sensi di
marcia. Per le strade prive di salvagente od isola spartitraffico, la linea dovrà essere raccordata con la striscia longitudinale continua
per una lunghezza non inferiore a 25 m e a 10 m, rispettivamente fuori e dentro i centri abitati; c) la linea di arresto, in presenza
del segnale di precedenza è realizzata mediante una serie di triangoli bianchi tracciati con la punta rivolta verso il conducente
dell'autoveicolo obbligato a dare la precedenza; tali triangoli hanno una base compresa tra 40 e 60 cm ed un'altezza compresa tra 60
e 70 cm. In particolare: base 60 ed altezza 70 cm su strade di tipo C e D; base 50 e altezza 60 cm su strade di tipo E; base 40 e
altezza 50 su strade di tipo F. La distanza tra due triangoli è pari a circa la metà della base. In prossimità delle intersezioni regolate
da segnali semaforici, la linea di arresto dovrà essere tracciata prima dell'attraversamento pedonale e comunque ad una distanza di 1
m da quest'ultimo. La realizzazione delle strisce trasversali sono stabilite dal Nuovo Codice della Strada (D.Lgs. 30 aprile 1992 n.
285) e dal Regolamento di attuazione del nuovo codice della strada (D.P.R. 16 dicembre 1992 n. 495), dalle altri leggi vigenti
(Legge 7.12.1999 n.472; Legge 24.11.2006 n.286; Legge 27.12.2006 n.296; Legge 2.4.2007 n.40; D.L. 27.6.2003 n.151; D.Lgs.
23.2.2006 n.149; D.Lgs. 13.3.2006 n.150; D.M. 29.12.2006).
Modalità di uso corretto:
I segnali devono essere realizzati con materiali idonei tali da essere visibili sia di giorno che di notte anche in presenza di pioggia o
con fondo stradale bagnato. Nei casi di elevata frequenza di condizioni atmosferiche avverse possono essere utilizzati materiali
particolari. La loro durata dipende da fattori come la frequenza del passaggio di veicoli, dalla densità del traffico, dalla ruvidità
della superficie stradale e da aspetti relativi alle condizioni locali, quali, per esempio, l'uso di pneumatici antighiaccio con inserti
metallici, ecc.. Le attività di manutenzione interessano il controllo dello stato ed il rifacimento delle linee e della simbologia
convenzionale. Per ragioni di sicurezza è importante che periodicamente venga rinnovata la simbologia stradale con materiali
appropriati (pitture, materiali plastici, ecc.) che tengano conto delle condizioni ambientali e nel rispetto del Codice della Strada.
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Manuale d'Uso
Corpo d'Opera: 02
IMPIANTI TECNOLOGICI
Indicazioni generali
La manutenzione degli impianti, sia essa di tipo ordinaria che straordinaria, ha la finalità di mantenere
costante nel tempo le prestazioni degli impianti al fine di conseguire:
- le condizioni di base richieste quali tensione corrente, ecc.;
- le prestazioni di base richieste quali illuminamento, automazione, ecc.;
- la massima efficienza delle apparecchiature.
L'attuazione di una strategia di interventi a carattere preventivo e di un programma di controlli ed ispezioni
consente di massimizzare la durata dei componenti limitando e rallentando gli effetti dell'usura.
Essa comprende quindi tutte le operazioni necessarie all'ottenimento di quanto sopra nonché ad:
1) - ottimizzare i consumi (energia elettrica, gas, etc.);
2) - garantire una lunga vita all'impianto, prevedendo le possibili avarie e riducendo nel tempo i costi di
manutenzione straordinaria che comportano sostituzioni e/o riparazioni di componenti importanti
dell'impianto.
3) Il piano di manutenzione è stato redatto a partire dagli elaborati progettuali utilizzando informazioni, in
particolare quelle relative alle sequenze degli interventi manutentivi e di sostituzione dei componenti, derivate
dall'esperienza e dalle fonti bibliografiche.
4) - tali dati saranno ulteriormente precisati ed integrati in sede di costruzione anche in funzione delle
indicazioni dei produttori dei componenti effettivamente utilizzati.
5) - nel seguito si riportano le definizioni dei limiti delle manutenzioni sia ordinaria che straordinaria.
Manutenzione ordinaria
Si intende ordinaria la manutenzione quando:
- comporta l'impiego di materiali di consumo (stracci, lubrificanti, grassi e simili) o di ricambio
espressamente previsti (fusibili di valvole, filtri a perdere, filtri aria, etc.)
- può essere eseguita in luogo con attrezzi di tipo corrente (chiavi, cacciaviti e simili);
- non richiede parti specifiche di ricambio, ma unicamente minuterie o materiali di normale usura (ranelle,
guarnizioni, materiali di saldatura e simili).
Comprende:
1) tutti gli oneri relativi alle operazioni ordinarie e necessarie per assicurare l'efficienza degli impianti e la
loro conservazione.
Manutenzione straordinaria
Si intende straordinaria la manutenzione quando:
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Manuale d'Uso
- non può essere eseguita in loco oppure quando, eseguita in loco, richiede mezzi di particolare importanza
(ponteggi e mezzi di sollevamento) ed attrezzature particolari (saldature elettriche, filettatrici, etc.)
- comporta l'approvvigionamento di parti di ricambio, oppure la sostituzione di componenti dell'impianto di
uso non corrente.
Unità Tecnologiche:
° 02.01 Impianto elettrico
° 02.02 Impianto di illuminazione
° 02.03 Impianto di diffusione sonora
° 02.04 Impianto di trasmissione fonia e dati
° 02.05 Impianto per automazione
° 02.06 Impianto telefonico
° 02.07 Impianto di messa a terra
° 02.08 Impianto antintrusione e controllo accessi
° 02.09 Impianto audio annunci emergenze
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Manuale d'Uso
Unità Tecnologica: 02.01
Impianto elettrico
L'impianto elettrico, nel caso di edifici per civili abitazioni, ha la funzione di addurre, distribuire ed erogare energia elettrica. Per
potenze non superiori a 50 kW l'ente erogatore fornisce l'energia in bassa tensione mediante un gruppo di misura; da quest'ultimo
parte una linea primaria che alimenta i vari quadri delle singole utenze. Dal quadro di zona parte la linea secondaria che deve essere
sezionata (nel caso di edifici per civili abitazioni) in modo da avere una linea per le utenze di illuminazione e l'altra per le utenze a
maggiore assorbimento ed evitare così che salti tutto l'impianto in caso di corti circuiti. La distribuzione principale dell'energia
avviene con cavi posizionati in apposite canalette; la distribuzione secondaria avviene con conduttori inseriti in apposite guaine di
protezione (di diverso colore: il giallo-verde per la messa a terra, il blu per il neutro, il marrone-grigio per la fase). L'impianto deve
essere progettato secondo le norme CEI vigenti per assicurare una adeguata protezione.
L'Unità Tecnologica è composta dai seguenti Elementi Manutenibili:
° 02.01.01 Canalizzazioni in PVC
° 02.01.02 Contattore
° 02.01.03 Fusibili
° 02.01.04 Interruttori
° 02.01.05 Motori
° 02.01.06 Prese e spine
° 02.01.07 Quadri di bassa tensione
° 02.01.08 Relè a sonde
° 02.01.09 Relè termici
° 02.01.10 Sezionatore
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Manuale d'Uso
Elemento Manutenibile: 02.01.01
Canalizzazioni in PVC
Unità Tecnologica: 02.01
Impianto elettrico
Le "canalette" sono tra gli elementi più semplici per il passaggio dei cavi elettrici. Le canalizzazioni dell'impianto elettrico sono
generalmente realizzate in PVC e devono essere conformi alle prescrizioni di sicurezza delle norme CEI; dovranno essere dotati di
marchio di qualità o certificati secondo le disposizioni di legge.
Modalità di uso corretto:
Generalmente le canalizzazioni utilizzate sono in PVC e possono essere facilmente distinguibili;infatti i tubi protettivi sono
realizzati in:
- serie pesante (colore nero): impiegati in pavimenti e in tutte quelle applicazioni nelle quali è richiesta una particolare resistenza
meccanica;
- serie leggera (colore cenere): impiegati in tutte le applicazioni nelle quali non è richiesta una particolare resistenza meccanica.
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Manuale d'Uso
Elemento Manutenibile: 02.01.02
Contattore
Unità Tecnologica: 02.01
Impianto elettrico
È un apparecchio meccanico di manovra che funziona in ON/OFF ed è comandato da un elettromagnete. Il contattore si chiude
quando la bobina dell'elettromagnete è alimentata e, attraverso i poli, crea il circuito tra la rete di alimentazione e il ricevitore. Le
parti mobili dei poli e dei contatti ausiliari sono comandati dalla parte mobile dell'elettromagnete che si sposta nei seguenti casi: a)
per rotazione, ruotando su un asse; b) per traslazione, scivolando parallelamente sulle parti fisse;
c) con un movimento di traslazione-rotazione.
Quando la bobina è posta fuori tensione il circuito magnetico si smagnetizza e il contattore e il contattore si apre a causa: a) delle
molle di pressione dei poli e della molla di ritorno del circuito magnetico mobile; b) della gravità.
Modalità di uso corretto:
Il contattore rende possibile: -interrompere grandi correnti monofase o polifase operando su un ausiliario di comando attraversato
da bassa corrente; -garantire sia il servizio ad intermittenza che quello continuo; -realizzare a distanza un comando manuale o
automatico per mezzo di cavi di piccola sezione; -aumentare i posti di comando collocandoli vicino all'operatore.
Altri vantaggi del contattore sono: la robustezza e l'affidabilità in quanto non contiene meccanismi delicati; è adattabile
velocemente e facilmente alla tensione di alimentazione del circuito di comando; in caso di interruzione della corrente assicura,
attraverso un comando con pulsanti ad impulso, la sicurezza del personale contro gli avviamenti intempestivi; se non sono state
prese le opportune precauzioni, agevola la distribuzione dei posti di arresto di emergenza e di asservimento impedendo la messa in
moto dell'apparecchio; protegge il ricevitore dalle cadute di tensione consistenti.
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Manuale d'Uso
Elemento Manutenibile: 02.01.03
Fusibili
Unità Tecnologica: 02.01
Impianto elettrico
I fusibili realizzano una protezione fase per fase con un grande potere di interruzione a basso volume e possono essere installati o su
appositi supporti (porta-fusibili) o in sezionatori porta-fusibili al posto di manicotti o barrette. Si classificano in due categorie: a)
fusibili "distribuzione" tipo gG: proteggono sia contro i corto-circuiti sia contro i sovraccarichi i circuiti che non hanno picchi di
corrente elevati, come i circuiti resistivi; devono avere un carico immediatamente superiore alla corrente di pieno carico del circuito
protetto; b) fusibili "motore" tipo aM: proteggono contro i corto-circuiti i circuiti sottoposti ad elevati picchi di corrente, sono fatti
in maniera tale che permettono ai fusibili aM di far passare queste sovracorrenti rendendoli non adatti alla protezione contro i
sovraccarichi; una protezione come questa deve essere fornita di un altro dispositivo quale il relè termico; devono avere un carico
immediatamente superiore alla corrente di pieno carico del circuito protetto.
Modalità di uso corretto:
L'utente deve verificare che i fusibili installati siano idonei rispetto all'impianto. Verificare che i fusibili siano installati
correttamente in modo da evitare guasti all'impianto.
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Manuale d'Uso
Elemento Manutenibile: 02.01.04
Interruttori
Unità Tecnologica: 02.01
Impianto elettrico
Gli interruttori generalmente utilizzati sono del tipo ad interruzione in esafluoruro di zolfo con pressione relativa del SF6 di primo
riempimento a 20 °C uguale a 0,5 bar. Gli interruttori possono essere dotati dei seguenti accessori: a) comando a motore carica
molle; b) sganciatore di apertura; c) sganciatore di chiusura; d) contamanovre meccanico; e) contatti ausiliari per la
segnalazione di aperto-chiuso dell'interruttore.
Modalità di uso corretto:
Tutte le eventuali operazioni, dopo aver tolto la tensione, devono essere effettuate con personale qualificato e dotato di idonei
dispositivi di protezione individuali quali guanti e scarpe isolanti. Gli interruttori devono essere posizionati in modo da essere
facilmente individuabili e quindi di facile utilizzo; la distanza dal pavimento di calpestio deve essere di 17,5 cm se la presa è a
parete, di 7 cm se è in canalina, 4 cm se da torretta, 100-120 cm nei locali di lavoro. I comandi luce sono posizionati in genere a
livello maniglie porte. Il comando meccanico dell'interruttore dovrà essere garantito per almeno 10.000 manovre.
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Manuale d'Uso
Elemento Manutenibile: 02.01.05
Motori
Unità Tecnologica: 02.01
Impianto elettrico
Le parti principali di un motore sono lo statore (induttore) e il rotore (indotto).
Lo statore è la parte fissa del motore formata da un'armatura in ghisa che contiene una corona di lamierini molto sottili in acciaio al
silicio isolati tra loro da ossidazione o vernice isolante. Gli avvolgimenti dello statore che devono innescare il campo rotante (tre in
caso di motore trifase) sono collocati negli appositi incastri di cui sono forniti i lamierini. Ognuno degli avvolgimenti è fatto di
varie bobine che si accoppiano tra loro definendo il numero di coppie di poli del motore e, di conseguenza, la velocità di rotazione.
Il rotore è la parte mobile del motore formata da un impilaggio di lamierini sottili isolati tra loro e che compongono un cilindro
inchiavettato sull'albero del motore. Il rotore può essere dei tipi di seguito descritti.
A gabbia di scoiattolo. Sulla parte esterna del cilindro sono posizionati degli incastri su cui si dispongono dei conduttori collegati ad
ognuna delle estremità da una corona metallica e su cui si esercita la coppia motore generata dal campo rotante. I conduttori sono
inclinati di poco verso l'esterno per fare in modo che la coppia sia regolare, questo conferisce al rotore il tipico aspetto di una
gabbia di scoiattolo. Nei motori di piccole dimensioni la gabbia è un pezzo unico fatta di alluminio iniettato sotto pressione; anche
le alette di raffreddamento sono colate in questo modo e formano un corpo unico con il rotore. La coppia di avviamento di questi
motori è bassa e la corrente assorbita alla messa sotto tensione è molto maggiore rispetto alla corrente nominale.
A doppia gabbia. È il rotore più diffuso; è formato da due gabbie concentriche: una esterna con resistenza maggiore e una interna
con resistenza minore. All'inizio dell'avviamento, le correnti indotte si oppongono alla penetrazione del flusso nella gabbia interna
perché questo ha una frequenza elevata. La coppia prodotta dalla gabbia esterna resistente è elevata e lo spunto di corrente ridotto.
A fine avviamento si ha una diminuzione della frequenza del rotore e, di conseguenza, è più agevole il passaggio del flusso
attraverso la gabbia interna. Il motore, quindi, agisce come se fosse formato da una sola gabbia poco resistente. In regime stabilito
la velocità è inferiore solo di poco a quella del motore a gabbia singola.
A gabbia resistente - Sono molto diffusi, soprattutto in gabbia singola. Di solito la gabbia è racchiusa tra due anelli in inox
resistente. Questi motori, alcuni dei quali sono moto-ventilati, hanno un rendimento meno buono e la variazione di velocità si può
ottenere soltanto agendo sulla tensione. Hanno, però, una buona coppia di avviamento.
Sbobinato (rotore ad anelli). Degli avvolgimenti uguali a quelli dello statore sono collocati negli incastri alla periferia del rotore
che, di solito, è trifase. L'estremità di ogni avvolgimento è collegata ad un punto comune (accoppiamento a stella). Le estremità
libere o si collegano ad un'interfaccia centrifuga o a tre anelli in rame, isolati e integrati al rotore. Su questi anelli si muovono delle
spazzole in grafite collegate direttamente al dispositivo di avviamento. In base al valore delle resistenze inserite nel circuito
rotorico, questo tipo di motore può sviluppare una coppia di avviamento che può arrivare fino ad oltre 2,5 volte la coppia nominale.
Il picco di corrente all'avviamento è uguale a quello della coppia.
Modalità di uso corretto:
Evitare di aprire i dispositivi dei motori in caso di malfunzionamenti. Rivolgersi a personale specializzato e togliere l'alimentazione
per evitare folgorazioni. Evitare inoltre di posizionare i motori in prossimità di possibili contatti con liquidi.
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Manuale d'Uso
Elemento Manutenibile: 02.01.06
Prese e spine
Unità Tecnologica: 02.01
Impianto elettrico
Le prese e le spine dell'impianto elettrico hanno il compito di distribuire alle varie apparecchiature alle quali sono collegati l'energia
elettrica proveniente dalla linea principale di adduzione. Sono generalmente sistemate in appositi spazi ricavati nelle pareti o a
pavimento (cassette).
Modalità di uso corretto:
Tutte le eventuali operazioni, dopo aver tolto la tensione, devono essere effettuate con personale qualificato e dotato di idonei
dispositivi di protezione individuali quali guanti e scarpe isolanti. Nel locale dove è installato il quadro deve essere presente un
cartello sul quale sono riportate le funzioni degli interruttori, le azioni da compiere in caso di emergenza su persone colpite da
folgorazione. Le prese e le spine devono essere posizionate in modo da essere facilmente individuabili e quindi di facile utilizzo; la
distanza dal pavimento di calpestio deve essere di 17,5 cm se la presa è a parete, di 7 cm se è in canalina, 4 cm se da torretta,
100-120 cm nei locali di lavoro. I comandi luce sono posizionati in genere a livello maniglie porte.
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Manuale d'Uso
Elemento Manutenibile: 02.01.07
Quadri di bassa tensione
Unità Tecnologica: 02.01
Impianto elettrico
Le strutture più elementari sono centralini da incasso, in materiale termoplastico autoestinguente, con indice di protezione IP40, fori
asolati e guida per l'assemblaggio degli interruttori e delle morsette. Questi centralini si installano all'interno delle abitazioni e
possono essere anche a parete. Esistono, inoltre, centralini stagni in materiale termoplastico con grado di protezione IP55 adatti per
officine e industrie.
Modalità di uso corretto:
Tutte le eventuali operazioni, dopo aver tolto la tensione, devono essere effettuate da personale qualificato e dotato di idonei
dispositivi di protezione individuali quali guanti e scarpe isolanti. Nel locale dove è installato il quadro deve essere presente un
cartello sul quale sono riportate le funzioni degli interruttori, le azioni da compiere in caso di emergenza su persone colpite da
folgorazione. Inoltre devono essere presenti oltre alla documentazione dell'impianto anche i dispositivi di protezione individuale e i
dispositivi di estinzione incendi.
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Manuale d'Uso
Elemento Manutenibile: 02.01.08
Relè a sonde
Unità Tecnologica: 02.01
Impianto elettrico
Accertano la reale temperatura dell'elemento da proteggere. Questo sistema di protezione è formato da: a) una o più sonde a
termistori con coefficiente di temperatura positivo (PTC), la resistenza delle sonde (componenti statici) aumenta repentinamente
quando la temperatura raggiunge una soglia definita Temperatura Nominale di Funzionamento (TNF); b) un dispositivo
elettronico alimentato a corrente alternata o continua che misura le resistenze delle sonde a lui connesse; un circuito a soglia rileva
il brusco aumento del valore della resistenza se si raggiunge la TNF e comanda il mutamento di stati dei contatti in uscita;
scegliendo differenti tipi di sonde si può adoperare questo sistema di protezione sia per fornire un allarme senza arresto della
macchina, sia per comandare l'arresto; le versioni di relè a sonde sono due: c) a riarmo automatico se la temperatura delle sonde
arriva ad un valore inferiore alla TNF; d) a riarmo manuale locale o a distanza con interruttore di riarmo attivo fino a quando la
temperatura rimane maggiore rispetto alla TNF.
Modalità di uso corretto:
Verificare i seguenti parametri per evitare lo sganciamento del relè:
- superamento della TNF;
- interruzione delle sonde o della linea sonde-relè;
- corto-circuito sulle sonde o sulla linea sonde-relè;
- assenza della tensione di alimentazione del relè.
I relè a sonde preservano i motori dai riscaldamenti in quanto controllano direttamente la temperatura degli avvolgimenti dello
statore; è opportuno sottolineare, però, che questo tipo di protezione è utilizzato soltanto se alcune delle sonde sono state
incorporate agli avvolgimenti durante la fabbricazione del motore o durante un'eventuale ribobinatura. Si utilizzano i relè a sonde
anche per controllare i riscaldamenti degli organi meccanici dei motori o di altri apparecchi che possono ricevere una sonda: piani,
circuiti di ingrassaggio, fluidi di raffreddamento, ecc.. Il numero massimo di sonde che possono essere associate in serie su uno
stesso relè dipende dal modello del relè e dal tipo di sonda.
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Manuale d'Uso
Elemento Manutenibile: 02.01.09
Relè termici
Unità Tecnologica: 02.01
Impianto elettrico
Sono i dispositivi più adoperati per la protezione dei motori contro i sovraccarichi deboli e prolungati. Possono essere utilizzati a
corrente alternata e continua e possono essere: a) tripolari; b) compensati (non sensibili alle modificazioni della temperatura
ambiente); c) sensibili ad una mancanza di fase, evitando la marcia del motore in monofase; d) a riarmo manuale o automatico;
e) graduati in "Ampere motore": impostazione sul relè della corrente segnata sulla piastra segnaletica del motore.
Un relè termico tripolare è formato da tre lamine bimetalliche fatte da due metalli uniti da una laminazione e con coefficienti di
dilatazione molto diversi. Ogni lamina è dotata di un avvolgimento riscaldante ed ogni avvolgimento è collegato in serie ad una fase
del motore. La deformazione delle lamine è causata dal riscaldamento delle lamine a causa della corrente assorbita dal motore; a
seconda dell'intensità della corrente la deformazione è più o meno accentuata.
Modalità di uso corretto:
Le lamine, nel deformarsi, attivano la rotazione della camma o del dispositivo di sganciamento. Nel caso in cui la corrente assorbita
dall'utenza sia maggiore del valore di regolazione del relè la deformazione è tale da consentire al pezzo su cui sono ancorate le parti
mobili dei contatti di liberarsi da una protezione di mantenimento. Ciò provoca la repentina apertura del contatto del relè inserito
nel circuito della bobina del contattore e la chiusura del contatto di segnalazione. Soltanto quando le lamine bimetalliche si saranno
adeguatamente raffreddate sarà possibile effettuare il riarmo.
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Manuale d'Uso
Elemento Manutenibile: 02.01.10
Sezionatore
Unità Tecnologica: 02.01
Impianto elettrico
Il sezionatore è un apparecchio meccanico di connessione che risponde, in posizione di apertura, alle prescrizioni specificate per la
funzione di sezionamento. È formato da un blocco tripolare o tetrapolare, da uno o due contatti ausiliari di preinterruzione e da un
dispositivo di comando che determina l'apertura e la chiusura dei poli.
Modalità di uso corretto:
La velocità di intervento dell'operatore (manovra dipendente manuale) determina la rapidità di apertura e chiusura dei poli. Il
sezionatore è un congegno a "rottura lenta" che non deve essere maneggiato sotto carico: deve essere prima interrotta la corrente nel
circuito d'impiego attraverso l'apparecchio di commutazione. Il contatto ausiliario di preinterruzione si collega in serie con la bobina
del contattore; quindi, in caso di manovra in carico, interrompe l'alimentazione della bobina prima dell'apertura dei poli. Nonostante
questo il contatto ausiliario di preinterruzione non può e non deve essere considerato un dispositivo di comando del contattore che
deve essere dotato del comando Marcia/Arresto. La posizione del dispositivo di comando, l'indicatore meccanico separato
(interruzione completamente apparente) o contatti visibili (interruzione visibile) devono segnalare in modo chiaro e sicuro lo stato
dei contatti. Non deve mai essere possibile la chiusura a lucchetto del sezionatore in posizione di chiuso o se i suoi contatti sono
saldati in conseguenza di un incidente. I fusibili possono sostituire nei sezionatori i tubi o le barrette di sezionamento.
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Manuale d'Uso
Unità Tecnologica: 02.02
Impianto di illuminazione
L'impianto di illuminazione consente di creare condizioni di visibilità negli ambienti. L'impianto di illuminazione deve consentire,
nel rispetto del risparmio energetico, livello ed uniformità di illuminamento, limitazione dell'abbagliamento, direzionalità della luce,
colore e resa della luce. E' costituito generalmente da: a) lampade ad incandescenza; b) lampade fluorescenti; c) lampade
alogene; d) lampade compatte; e) lampade a scariche; f) lampade a ioduri metallici; g) lampade a vapore di mercurio; h)
lampade a vapore di sodio; i) pali per il sostegno dei corpi illuminanti.
L'Unità Tecnologica è composta dai seguenti Elementi Manutenibili:
° 02.02.01 Bollard (paletti)
° 02.02.02 Diffusori
° 02.02.03 Lampade a ioduri metallici
° 02.02.04 Lampade a vapore di sodio
° 02.02.05 Lampade a vapore di mercurio
° 02.02.06 Lampioni a braccio
° 02.02.07 Lampioni singoli
° 02.02.08 Pali per l'illuminazione
° 02.02.09 Pali in acciaio
° 02.02.10 Riflettori
° 02.02.11 Sbracci in acciaio
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Manuale d'Uso
Elemento Manutenibile: 02.02.01
Bollard (paletti)
Unità Tecnologica: 02.02
Impianto di illuminazione
I bollard o paletti sono comunemente utilizzati per l'illuminazione dei percorsi pedonali esterni. I criteri di scelta sono: a) qualità
cromatiche delle sorgenti; b) modalità di distribuzione del flusso luminoso; c) efficienza luminosa.
Modalità di uso corretto:
Nel caso dei bollard è opportuno scegliere un grado di protezione non inferiore ad IP54. Tutte le eventuali operazioni, dopo aver
tolto la tensione, devono essere effettuate con personale qualificato e dotato di idonei dispositivi di protezione individuali quali
guanti e scarpe isolanti. Evitare di smontare le lampade quando sono ancora calde; una volta smontate le lampade con carica
esaurita queste vanno smaltite seguendo le prescrizioni fornite dalla normativa vigente e conservate in luoghi sicuri per evitare
danni alle persone in caso di rottura del bulbo.
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Manuale d'Uso
Elemento Manutenibile: 02.02.02
Diffusori
Unità Tecnologica: 02.02
Impianto di illuminazione
I diffusori sono dei dispositivi che servono per schermare la visione diretta della lampada e sono utilizzati per illuminare gli
ambienti interni ed esterni residenziali ed hanno generalmente forma di globo o similare in plastica o vetro.
Modalità di uso corretto:
Provvedere ad effettuare cicli di pulizia e rimozione di residui e/o macchie che possono compromettere la funzionalità degli schermi
mediante l'uso di prodotti detergenti appropriati. Per le operazioni più specifiche rivolgersi a personale tecnico specializzato.
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Manuale d'Uso
Elemento Manutenibile: 02.02.03
Lampade a ioduri metallici
Unità Tecnologica: 02.02
Impianto di illuminazione
I vari tipi di lampade a scarica sono: lampade a vapori di alogenuri; lampade a vapori di sodio ad alta e bassa pressione; lampade a
vapori di mercurio; lampade a luce miscelata.
Le lampade a vapori di alogenuri, oltre ad abbattere i costi nell’impianto di illuminazione, hanno la peculiarità di un’ottima resa dei
colori che si riesce ad avere allegando al mercurio elementi (che vengono introdotti nel tubo in forma di composti insieme ad uno o
più alogeni - iodio, bromo - al fine di sfruttare il processo ciclico di composizione e scomposizione degli elementi) per completare
la radiazione emessa dall’elemento base. Le sostanze aggiunte possono essere: a) tallio, emissione verde; b) sodio, emissione
gialla; c) litio, emissione rossa; d) indio, emissione blu.
Le lampade a vapori di sodio ad alta pressione emettono una luce giallo-oro e l’indice di resa cromatica arriva fino a 65. Quando si
desidera ridurne il numero si adoperano in alternativa a quelle a vapori di mercurio per illuminazioni industriali e urbane. Hanno
molteplici forme e il tubo in ossido di alluminio sinterizzato. Alcuni tipi hanno bisogno di accenditori a ristori.
Le lampade a vapori di sodio a bassa pressione sono formate da un tubo ripiegato a “U” riempito di neon e sodio. La luce emessa è
monocromatica e consente, quindi, di differenziare bene la forma degli oggetti ma non il colore. È consigliabile il loro utilizzo per
piazzali, strade, svincoli autostradali montandole da una altezza di circa 8-15 m.
Le lampade a vapori di mercurio possono essere a bulbo (per una migliore distribuzione della temperatura) o a cilindro di vetro
termico (per resistere allo sbalzo termico e allo stillicidio). Si adoperano per edifici industriali, possono essere montate fino a 20
metri e hanno bisogno di dispositivi per l’innesco della scarica.
Le lampade a luce miscelata sono costruite in maniera tale da emettere una luce mista mercurio+incandescenza. All’interno del
bulbo vi è un filamento che produce radiazioni rosse mantiene stabile la scarica successiva rendendo inutili accessori di innesco. Si
adoperano per creare effetti di luce.
Modalità di uso corretto:
Tutte le eventuali operazioni, dopo aver tolto la tensione, devono essere effettuate con personale qualificato e dotato di idonei
dispositivi di protezione individuali quali guanti e scarpe isolanti. Evitare di smontare le lampade quando sono ancora calde; una
volta smontate le lampade con carica esaurita queste vanno smaltite seguendo le prescrizioni fornite dalla normativa vigente e
conservate in luoghi sicuri per evitare danni alle persone in caso di rottura del bulbo contenete i gas esauriti.
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Manuale d'Uso
Elemento Manutenibile: 02.02.04
Lampade a vapore di sodio
Unità Tecnologica: 02.02
Impianto di illuminazione
Possono essere del tipo a bassa o alta pressione del vapore di sodio. Le lampade a vapori di sodio ad alta pressione emettono una
luce giallo-oro e l’indice di resa cromatica arriva fino a 65. Quando si desidera ridurne il numero si adoperano in alternativa a
quelle a vapori di mercurio per illuminazioni industriali e urbane. Hanno molteplici forme e il tubo in ossido di alluminio
sinterizzato. Alcuni tipi hanno bisogno di accenditori a ristori.
Le lampade a vapori di sodio a bassa pressione sono formate da un tubo ripiegato a “U” riempito di neon e sodio. La luce emessa è
monocromatica e consente, quindi, di differenziare bene la forma degli oggetti ma non il colore. È consigliabile il loro utilizzo per
piazzali, strade, svincoli autostradali montandole da una altezza di circa 8-15 m.
Modalità di uso corretto:
Tutte le eventuali operazioni, dopo aver tolto la tensione, devono essere effettuate con personale qualificato e dotato di idonei
dispositivi di protezione individuali quali guanti e scarpe isolanti. Evitare di smontare le lampade quando sono ancora calde; una
volta smontate le lampade con carica esaurita queste vanno smaltite seguendo le prescrizioni fornite dalla normativa vigente e
conservate in luoghi sicuri per evitare danni alle persone in caso di rottura del bulbo contenete i gas esauriti.
Pagina 65
Manuale d'Uso
Elemento Manutenibile: 02.02.05
Lampade a vapore di mercurio
Unità Tecnologica: 02.02
Impianto di illuminazione
Possono essere a bulbo (per una migliore distribuzione della temperatura) o a cilindro di vetro termico (per resistere allo sbalzo
termico e allo stillicidio). Si adoperano per edifici industriali, possono essere montate fino a 20 metri e hanno bisogno di dispositivi
per l’innesco della scarica.
Modalità di uso corretto:
Tutte le eventuali operazioni, dopo aver tolto la tensione, devono essere effettuate con personale qualificato e dotato di idonei
dispositivi di protezione individuali quali guanti e scarpe isolanti. Evitare di smontare le lampade quando sono ancora calde; una
volta smontate le lampade con carica esaurita queste vanno smaltite seguendo le prescrizioni fornite dalla normativa vigente e
conservate in luoghi sicuri per evitare danni alle persone in caso di rottura del bulbo contenete i gas esauriti.
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Manuale d'Uso
Elemento Manutenibile: 02.02.06
Lampioni a braccio
Unità Tecnologica: 02.02
Impianto di illuminazione
Questi tipi di lampioni sostengono uno o più apparecchi di illuminazione essendo formati da un fusto, un prolungamento e un
braccio al quale è collegato l'apparecchio illuminante. Possono essere realizzati in acciaio che deve essere del tipo saldabile,
resistente all’invecchiamento e, quando occorre, zincabile a caldo o in alluminio o in materie plastiche. Nel caso siano realizzati in
alluminio i materiali utilizzati devono essere conformi a una delle norme seguenti: UNI EN 485-3, UNI EN 485-4, UNI EN 755-7,
UNI EN 755-8 ed UNI EN 1706. Si deve evitare l’azione elettrolitica tra i bulloni di fondazione e la piastra d’appoggio mediante
isolamento o separazione fisica. Per i bulloni di fondazione deve essere verificato la congruità delle proprietà meccaniche minime
dell’acciaio utilizzato ai requisiti della UNI EN 10025 grado S 235 JR.
Modalità di uso corretto:
Nel caso di eventi eccezionali (temporali, terremoti, ecc.) verificare la stabilità dei pali e dei corpi illuminanti per evitare danni a
cose o persone. I materiali utilizzati devono possedere caratteristiche tecniche rispondenti alle normative vigenti nonché alle
prescrizioni delle norme UNI e CEI ed in ogni caso rispondenti alla regola dell'arte. Tutti i componenti dovranno essere forniti nei
loro imballaggi originali, accompagnati da certificati delle case produttrici e conservati in cantiere in luoghi sicuri e al riparo da
eventuali danni. Tutti i pali e i bracci devono essere marcati in modo chiaro e duraturo con:
- il nome o simbolo del fabbricante;
- l’anno di fabbricazione;
- un riferimento alla norma UNI EN 40;
- un codice prodotto univoco.
La marcatura deve essere forgiata nel materiale o applicata mediante pittura, stampaggio o mediante una targhetta fissata
saldamente.
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Manuale d'Uso
Elemento Manutenibile: 02.02.07
Lampioni singoli
Unità Tecnologica: 02.02
Impianto di illuminazione
Sono formati generalmente da un fusto al quale è collegato un apparecchio illuminante; generalmente sono realizzati in ghisa che
deve rispettare i requisiti minimi richiesti dalla normativa di settore. Nel caso siano realizzati in alluminio i materiali utilizzati
devono essere conformi a una delle norme seguenti: UNI EN 485-3, UNI EN 485-4, UNI EN 755-7, UNI EN 755-8 ed UNI EN
1706. Si deve evitare l’azione elettrolitica tra i bulloni di fondazione e la piastra d’appoggio mediante isolamento o separazione
fisica. Per i bulloni di fondazione deve essere verificato la congruità delle proprietà meccaniche minime dell’acciaio utilizzato ai
requisiti della UNI EN 10025 grado S 235 JR.
Modalità di uso corretto:
Nel caso di eventi eccezionali (temporali, terremoti, ecc.) verificare la stabilità dei pali per evitare danni a cose o persone. I
materiali utilizzati devono possedere caratteristiche tecniche rispondenti alle normative vigenti nonché alle prescrizioni delle norme
UNI e CEI ed in ogni caso rispondenti alla regola dell'arte. Tutti i componenti dovranno essere forniti nei loro imballaggi originali,
accompagnati da certificati delle case produttrici e conservati in cantiere in luoghi sicuri e al riparo da eventuali danni.
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Manuale d'Uso
Elemento Manutenibile: 02.02.08
Pali per l'illuminazione
Unità Tecnologica: 02.02
Impianto di illuminazione
I pali per l’illuminazione pubblica possono essere realizzati con i seguenti materiali: a) acciaio: l’acciaio utilizzato deve essere
saldabile, resistente all’invecchiamento e, quando occorre, zincabile a caldo. L’acciaio deve essere di qualità almeno pari a quella
Fe 360 B della EU 25 o addirittura migliore; b) leghe di alluminio: la lega utilizzata deve essere uguale o migliore delle leghe
specificate nelle ISO/R 164, ISO/R 209, ISO/R 827 e ISO/TR 2136. Deve resistere alla corrosione. Quando il luogo di installazione
presenta particolari e noti problemi di corrosione, la lega utilizzata deve essere oggetto di accordo tra committente e fornitore; c)
calcestruzzo armato: i materiali utilizzati per i pali di calcestruzzo armato devono soddisfare le prescrizioni della UNI EN 40; d)
altri materiali: nell’ipotesi in cui si realizzino pali con materiali differenti da quelli sopra elencati, detti materiali dovranno
soddisfare i requisiti contenuti nelle parti corrispondenti della norma UNI EN 40, nel caso non figurino nella norma le loro
caratteristiche dovranno essere concordate tra committente e fornitore.
L’acciaio utilizzato per i bulloni di ancoraggio deve essere di qualità uguale o migliore di quella prevista per l’ Fe 360 B della EU
25.
Modalità di uso corretto:
I materiali utilizzati devono possedere caratteristiche tecniche rispondenti alle normative vigenti nonché alle prescrizioni delle
norme UNI e CEI ed in ogni caso rispondenti alla regola dell'arte. Tutti i componenti dovranno essere forniti nei loro imballaggi
originali, accompagnati da certificati delle case produttrici e conservati in cantiere in luoghi sicuri e al riparo da eventuali danni.
Pagina 69
Manuale d'Uso
Elemento Manutenibile: 02.02.09
Pali in acciaio
Unità Tecnologica: 02.02
Impianto di illuminazione
I pali sostengono uno o più apparecchi di illuminazione e sono formati generalmente da più parti quali un fusto, un prolungamento
e all'occorrenza un braccio. Possono essere realizzati in acciaio che deve essere del tipo saldabile, resistente all'invecchiamento e,
quando occorre, zincabile a caldo. L'acciaio deve essere di qualità almeno pari a quella Fe 360 B della EU 25 o migliore.
Modalità di uso corretto:
Nel caso di eventi eccezionali (temporali, terremoti, ecc.) verificare la stabilità dei pali per evitare danni a cose o persone. I
materiali utilizzati devono possedere caratteristiche tecniche rispondenti alle normative vigenti nonché alle prescrizioni delle norme
UNI e CEI ed in ogni caso rispondenti alla regola dell'arte. Tutti i componenti dovranno essere forniti nei loro imballaggi originali,
accompagnati da certificati delle case produttrici e conservati in cantiere in luoghi sicuri e al riparo da eventuali danni.
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Manuale d'Uso
Elemento Manutenibile: 02.02.10
Riflettori
Unità Tecnologica: 02.02
Impianto di illuminazione
I riflettori si utilizzano principalmente per ottenere fenomeni di luce diffusa su grandi superfici; i riflettori proiettano il flusso
luminoso in una direzione precisa. Costruttivamente sono costituiti da un involucro di materiale opaco con la faccia interna rivestita
con materiale ad alto grado di riflessione (tale materiale è generalmente metallico).
Modalità di uso corretto:
Data la forte quantità di luce e la temperatura di colore più elevata rispetto alle normali lampade questo tipo di lampade è indicato
per l'illuminazione diffusa di grandi ambienti.
Tutte le eventuali operazioni, dopo aver tolto la tensione, devono essere effettuate con personale qualificato e dotato di idonei
dispositivi di protezione individuali quali guanti e scarpe isolanti. Evitare di smontare le lampade quando sono ancora calde; una
volta smontate le lampade con carica esaurita queste vanno smaltite seguendo le prescrizioni fornite dalla normativa vigente e
conservate in luoghi sicuri per evitare danni alle persone in caso di rottura del bulbo contenente i gas esauriti.
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Manuale d'Uso
Elemento Manutenibile: 02.02.11
Sbracci in acciaio
Unità Tecnologica: 02.02
Impianto di illuminazione
Gli sbracci sono sostenuti generalmente da pali che a loro volta sostengono uno o più apparecchi di illuminazione. Possono essere
realizzati in acciaio che deve essere del tipo saldabile, resistente all'invecchiamento e, quando occorre, zincabile a caldo. L'acciaio
deve essere di qualità almeno pari a quella Fe 360 B della EU 25 o migliore.
Modalità di uso corretto:
Nel caso di eventi eccezionali (temporali, terremoti, ecc.) verificare la stabilità dei pali per evitare danni a cose o persone e la tenuta
degli sbracci. I materiali utilizzati devono possedere caratteristiche tecniche rispondenti alle normative vigenti nonché alle
prescrizioni delle norme UNI e CEI ed in ogni caso rispondenti alla regola dell'arte. Tutti i componenti dovranno essere forniti nei
loro imballaggi originali, accompagnati da certificati delle case produttrici e conservati in cantiere in luoghi sicuri e al riparo da
eventuali danni.
Pagina 72
Manuale d'Uso
Unità Tecnologica: 02.03
Impianto di diffusione sonora
L'impianto di trasmissione fonia e dati consente la diffusione, nei vari ambienti, di dati ai vari utenti. Generalmente è costituito da
una rete di trasmissione (denominata cablaggio) e da una serie di punti di presa ai quali sono collegate le varie postazioni.
L'Unità Tecnologica è composta dai seguenti Elementi Manutenibili:
° 02.03.01 Altoparlanti
° 02.03.02 Microfoni
° 02.03.03 Amplificatori
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Manuale d'Uso
Elemento Manutenibile: 02.03.01
Altoparlanti
Unità Tecnologica: 02.03
Impianto di diffusione sonora
Gli altoparlanti sono dei dispositivi che consentono la diffusione dei segnali audio nei vari ambienti.
Modalità di uso corretto:
Gli altoparlanti devono essere posizionati in modo da essere facilmente udibili dagli utenti degli ambienti. Verificare
periodicamente lo stato delle connessioni e dei pressa cavi.
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Manuale d'Uso
Elemento Manutenibile: 02.03.02
Microfoni
Unità Tecnologica: 02.03
Impianto di diffusione sonora
I microfoni con le relative basi microfoniche sono i terminali utente per la comunicazione di messaggi di paging selettivi per zona,
per aree, o generali e per l’uso comune, come sistema di diffusione sonora.
Modalità di uso corretto:
I dispositivi di diffusione sonora devono essere posizionati in modo da essere facilmente percettibili dagli utenti e dagli addetti alla
sorveglianza. Evitare di esporre i dispositivi di diffusione sonora all'umidità e comunque all'acqua e non farli operare in luoghi in
cui i valori della umidità sono elevati.
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Manuale d'Uso
Elemento Manutenibile: 02.03.03
Amplificatori
Unità Tecnologica: 02.03
Impianto di diffusione sonora
Gli amplificatori sono i dispositivi per mezzo dei quali il segnale sonoro dalla stazione di partenza viene diffuso con la giusta
potenza ai vari elementi terminali quali microfoni ed altoparlanti.
Modalità di uso corretto:
I dispositivi di diffusione sonora devono essere posizionati in modo da essere facilmente percettibili dagli utenti e dagli addetti alla
sorveglianza. Evitare di esporre i dispositivi di diffusione sonora all'umidità e comunque all'acqua e non farli operare in luoghi in
cui i valori della umidità sono elevati.
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Manuale d'Uso
Unità Tecnologica: 02.04
Impianto di trasmissione fonia e dati
L'impianto di trasmissione fonia e dati consente la diffusione, nei vari ambienti, di dati ai vari utenti. Generalmente è costituito da
una rete di trasmissione (denominata cablaggio) e da una serie di punti di presa ai quali sono collegate le varie postazioni.
L'Unità Tecnologica è composta dai seguenti Elementi Manutenibili:
° 02.04.01 Altoparlanti
° 02.04.02 Cablaggio
° 02.04.03 Sistema di trasmissione
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Manuale d'Uso
Elemento Manutenibile: 02.04.01
Altoparlanti
Unità Tecnologica: 02.04
Impianto di trasmissione fonia e dati
Gli altoparlanti sono dei dispositivi che consentono la diffusione dei segnali audio nei vari ambienti.
Modalità di uso corretto:
Gli altoparlanti devono essere posizionati in modo da essere facilmente udibili dagli utenti degli ambienti. Verificare
periodicamente lo stato delle connessioni e dei pressa cavi.
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Manuale d'Uso
Elemento Manutenibile: 02.04.02
Cablaggio
Unità Tecnologica: 02.04
Impianto di trasmissione fonia e dati
Per la diffusione dei dati negli edifici occorre una rete di supporto che generalmente viene denominata cablaggio. Pertanto il
cablaggio degli edifici consente agli utenti di comunicare e scambiare dati attraverso le varie postazioni collegate alla rete di
distribuzione.
Modalità di uso corretto:
Evitare di aprire i quadri di permutazione e le prese di rete nel caso di malfunzionamenti. Rivolgersi sempre al personale
specializzato.
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Manuale d'Uso
Elemento Manutenibile: 02.04.03
Sistema di trasmissione
Unità Tecnologica: 02.04
Impianto di trasmissione fonia e dati
Il sistema di trasmissione consente di realizzare la trasmissione dei dati a tutte le utenze della rete. Tale sistema può essere
realizzato con differenti sistemi; uno dei sistemi più utilizzati è quello che prevede la connessione alla rete LAN e alla rete WAN
mediante l'utilizzo di switched e ruter.
Modalità di uso corretto:
Evitare di aprire i quadri di permutazione e le prese di rete nel caso di malfunzionamenti. Rivolgersi sempre al personale
specializzato.
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Manuale d'Uso
Unità Tecnologica: 02.05
Impianto per automazione
L'impianto per l'automazione comprende tutti quei meccanismi adibiti all'automazione degli elementi ai quali sono collegati: Fanno
parte di questo tipo di impianto le fotocellule che consentono l'apertura e/o la chiusura di una porta al passaggio di una persona, le
coste sensibili che permettono l'apertura e/o la chiusura di una sbarra, i rivelatori di veicoli.
L'Unità Tecnologica è composta dai seguenti Elementi Manutenibili:
° 02.05.01 Coste sensibili
° 02.05.02 Fotocellule
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Manuale d'Uso
Elemento Manutenibile: 02.05.01
Coste sensibili
Unità Tecnologica: 02.05
Impianto per automazione
Le coste sensibili sono dei dispositivi che consentono l'apertura e/o la chiusura di un elemento ad essi collegato quando vengono
toccate da un oggetto (persona, macchina, moto).
Rappresentazione grafica e descrizione
Coste sensibili
Modalità di uso corretto:
I dispositivi di sicurezza da utilizzare devono essere certificati da un organismo notificato in quanto rientrano nell’allegato IV della
Direttiva Macchine.
La norma di riferimento per questi prodotti è il prEN 12978 che fissa i requisiti funzionali, di sicurezza e ambientali che devono
essere soddisfatti sia dai dispositivi sensibili alla pressione (PSPE, Pressure Sensitive Protective Equipment) che di quelli
funzionanti sulla base dei principi elettrici (ESPE, Electro Sensitive Protective Equipment).
L’installatore dovrà assicurarsi che i dispositivi di sicurezza utilizzati siano adeguati a dimensione, peso e velocità del cancello
motorizzato. Sarà compito del costruttore del dispositivo fornire tutti i dati necessari per poter effettuare la scelta del prodotto da
impiegare.
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Manuale d'Uso
Elemento Manutenibile: 02.05.02
Fotocellule
Unità Tecnologica: 02.05
Impianto per automazione
Le fotocellule sono gli elementi per mezzo dei quali si può aprire o chiudere una porta o alzare una sbarra.
Il loro funzionamento è basato sulla trasmissione di un raggio luminoso che parte da una fotocellula ed arriva alla fotocellula
opposta; quando questo fascio luminoso viene interrotto si attiva il circuito e si aziona il dispositivo ad esso collegato
Rappresentazione grafica e descrizione
Fotocellula
Modalità di uso corretto:
Tutte le eventuali operazioni, dopo aver tolto la tensione, devono essere effettuate da personale qualificato e dotato di idonei
dispositivi di protezione individuali quali guanti e scarpe isolanti. Nel locale dove è installato l'armadio deve essere presente un
cartello sul quale sono riportate le funzioni degli interruttori, le azioni da compiere in caso di emergenza su persone colpite da
folgorazione. Inoltre devono essere presenti oltre alla documentazione dell'impianto anche i dispositivi di protezione individuale e i
dispositivi di estinzione incendi.
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Manuale d'Uso
Unità Tecnologica: 02.06
Impianto telefonico
Insieme degli elementi tecnici del sistema edilizio con funzione di distribuire e regolare flussi informativi telefonici. La centrale
telefonica deve essere ubicata in modo da garantire la funzionalità del sistema ed essere installata in locale idoneo.
L'Unità Tecnologica è composta dai seguenti Elementi Manutenibili:
° 02.06.01 Alimentatori
° 02.06.02 Apparecchi telefonici
° 02.06.03 Centrale telefonica
° 02.06.04 Pulsantiere
° 02.06.05 Punti di ripresa ottici
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Manuale d'Uso
Elemento Manutenibile: 02.06.01
Alimentatori
Unità Tecnologica: 02.06
Impianto telefonico
L'alimentatore è un elemento dell'impianto telefonico e citofonico per mezzo del quale i componenti ad esso collegati possono
essere alimentati.
Modalità di uso corretto:
L'alimentatore deve essere fornito completo del certificato del costruttore che deve dichiarare che la costruzione è stata realizzata
applicando un sistema di controllo della qualità e che i componenti dell'alimentatore sono stati selezionati in relazione allo scopo
previsto e che sono idonei ad operare in accordo alle specifiche tecniche. In caso di guasti o di emergenza non cercare di aprire l'
alimentatore senza aver avvisato i tecnici preposti per evitare di danneggiare l'intero apparato. Eseguire periodicamente una pulizia
delle connessioni per eliminare eventuali accumuli di materiale.
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Manuale d'Uso
Elemento Manutenibile: 02.06.02
Apparecchi telefonici
Unità Tecnologica: 02.06
Impianto telefonico
Gli apparecchi telefonici sono elementi dell'impianto telefonico per mezzo dei quali vengono trasmessi i flussi informativi tra un
apparecchio ed un altro.
Modalità di uso corretto:
Gli apparecchi telefonici devono essere forniti completi del certificato del costruttore che deve dichiarare che la costruzione è stata
realizzata applicando un sistema di controllo della qualità e che i componenti utilizzati sono idonei ad operare in accordo alle
specifiche tecniche. Per non causare danni agli apparati telefonici evitare usi impropri ed eseguire una pulizia delle connessioni per
eliminare eventuali accumuli di materiale che possano compromettere il regolare funzionamento degli apparecchi stessi.
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Manuale d'Uso
Elemento Manutenibile: 02.06.03
Centrale telefonica
Unità Tecnologica: 02.06
Impianto telefonico
La centrale telefonica è un elemento dell'impianto telefonico per mezzo del quale i componenti ad essa collegati possono essere
alimentati e monitorati; la centrale, inoltre, consente la trasmissione e la ricezione di segnali verso e da un’apparecchiatura.
Modalità di uso corretto:
La centrale deve essere fornita completa del certificato del costruttore che deve dichiarare che la costruzione è stata realizzata
applicando un sistema di controllo della qualità e che i componenti della centrale sono stati selezionati in relazione allo scopo
previsto e che sono idonei ad operare in accordo alle specifiche tecniche. In caso di guasti o di emergenza non cercare di aprire la
centrale senza aver avvisato i tecnici preposti per evitare di danneggiare i software della centrale. Eseguire periodicamente una
pulizia delle connessioni per eliminare eventuali accumuli di materiale.
Pagina 87
Manuale d'Uso
Elemento Manutenibile: 02.06.04
Pulsantiere
Unità Tecnologica: 02.06
Impianto telefonico
Le pulsantiere sono elementi dell'impianto citofonico per mezzo dei quali vengono attivati e successivamente trasmessi i flussi
informativi tra un apparecchio ed un altro.
Modalità di uso corretto:
Le pulsantiere e gli apparecchi derivati devono essere forniti completi del certificato del costruttore che deve dichiarare che la
costruzione è stata realizzata applicando un sistema di controllo della qualità e che i componenti utilizzati sono idonei ad operare in
accordo alle specifiche tecniche. Per non causare danni agli apparati telefonici e citofonici evitare usi impropri ed eseguire una
pulizia delle connessioni per eliminare eventuali accumuli di materiale che possano compromettere il regolare funzionamento degli
apparecchi stessi.
Pagina 88
Manuale d'Uso
Elemento Manutenibile: 02.06.05
Punti di ripresa ottici
Unità Tecnologica: 02.06
Impianto telefonico
I punti di ripresa ottici sono costituiti da una o più telecamere (a colori o in bianco e nero) che effettuano riprese per la
videocitofonia.
Modalità di uso corretto:
Maneggiare la telecamera con attenzione evitando urti o scosse per prevenire danneggiamenti; nel caso di telecamere da interno
evitare di esporle all'umidità e comunque all'acqua e non farle operare in luoghi in cui i valori della umidità sono elevati. In caso di
mancato funzionamento non tentare di aprire o smontare la telecamera; per evitare scosse elettriche non tentare di rimuovere viti o
coperchi ed in ogni caso rivolgersi a personale specializzato o all'assistenza tecnica del prodotto.
Non toccare il sensore direttamente con le dita ma se necessario utilizzare un panno morbido inumidito con alcool per rimuovere la
polvere; non utilizzare la telecamera rivolta verso il sole per evitare danneggiamenti ai sensori ottici e non farla funzionare quando
le condizioni di temperatura ed umidità superano i valori limiti indicati dal costruttore. Verificare il voltaggio di funzionamento
indicato sulla targhetta posta sulla telecamera ed utilizzare solo i cavetti indicati (tipo e connettori) per il collegamento ai monitor.
Quando la telecamera viene installata all'esterno prevedere un idoneo alloggiamento e nel caso ciò non fosse possibile proteggere la
telecamera con tettuccio parasole.
Pagina 89
Manuale d'Uso
Unità Tecnologica: 02.07
Impianto di messa a terra
L'impianto di messa a terra ha la funzione di collegare determinati punti elettricamente definiti con un conduttore a potenziale
nullo. E’ il sistema migliore per evitare gli infortuni dovuti a contatti indiretti, ossia contatti con parti metalliche in tensione a causa
di mancanza di isolamento o altro. L’impianto di terra deve essere unico e deve collegare le masse di protezione e quelle di
funzionamento, inclusi i centri stella dei trasformatori per i sistemi TN, gli eventuali scaricatori e le discese contro le scariche
atmosferiche ed elettrostatiche. Lo scopo è quello di ridurre allo stesso potenziale, attraverso i dispersori e i conduttori di
collegamento, le parti metalliche dell’impianto e il terreno circostante. Per il collegamento alla rete di terra è possibile utilizzare,
oltre ai dispersori ed ai loro accessori, i ferri dei plinti di fondazione. L’impianto di terra è generalmente composto da collettore di
terra, i conduttori equipotenziali, il conduttore di protezione principale e quelli che raccordano i singoli impianti. I collegamenti
devono essere sconnettibili e il morsetto principale deve avere il contrassegno di terra.
L'Unità Tecnologica è composta dai seguenti Elementi Manutenibili:
° 02.07.01 Conduttori di protezione
° 02.07.02 Sistema di dispersione
° 02.07.03 Sistema di equipotenzializzazione
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Manuale d'Uso
Elemento Manutenibile: 02.07.01
Conduttori di protezione
Unità Tecnologica: 02.07
Impianto di messa a terra
I conduttori di protezione principale o montanti sono quelli che raccolgono i conduttori di terra dai piani dell’edificio.
Modalità di uso corretto:
Generalmente questi conduttori vengono realizzati con un cavo di colore giallo-verde. L'utente deve controllare il serraggio dei
bulloni e che gli elementi siano privi di fenomeni di corrosione.
Pagina 91
Manuale d'Uso
Elemento Manutenibile: 02.07.02
Sistema di dispersione
Unità Tecnologica: 02.07
Impianto di messa a terra
Il sistema di dispersione ha il compito di trasferire le cariche captate dalle calate in un collettore interrato che così realizza un anello
di dispersione.
Rappresentazione grafica e descrizione
Dispersore
Modalità di uso corretto:
Per gli organi di captazione si adoperano in linea di massima tondini e piattine in rame, o in acciaio zincato di sezione 50-70 mm
quadrati: per la bandella piattine di sezione 30 x 40 mm, per motivi di rigidità metallica. Per le coperture metalliche gli spessori non
devono essere inferiori a 10-20 mm per scongiurare perforazioni catalitiche. Una sezione doppia di quella degli organi di captazione
si utilizza per le grondaie e le ringhiere; per le tubazioni e i contenitori in metallo si devono adoperare spessori di 2,5 mm che
arrivano a 4,5 mm per recipienti di combustibili. Gli ancoraggi tra la struttura e gli organi di captazione devono essere fatti con
brasatura forte, saldatura, bullonatura o con morsetti; in ogni caso occorre garantire superfici minime di contatto di 200 mm
quadrati.
Pagina 92
Manuale d'Uso
Elemento Manutenibile: 02.07.03
Sistema di equipotenzializzazione
Unità Tecnologica: 02.07
Impianto di messa a terra
I conduttori equipotenziali principali e supplementari sono quelli che collegano al morsetto principale di terra i tubi metallici.
Modalità di uso corretto:
Generalmente questi conduttori vengono realizzati con un cavo di colore giallo-verde. L'utente deve controllare il serraggio dei
bulloni e che gli elementi siano privi di fenomeni di corrosione.
Pagina 93
Manuale d'Uso
Unità Tecnologica: 02.08
Impianto antintrusione e controllo accessi
L'impianto antintrusione e controlli accessi è l'insieme degli elementi tecnici del sistema edilizio con funzione di prevenire,
eliminare o segnalare l'intrusione di persone non desiderate all'interno degli edifici. L'impianto generalmente si compone di una
centralina elettronica, che può avere sirena incorporata o esterna e punto centrale per i diversi sensori, ripartita in zone che
corrispondono alle zone protette. I sensori per interno possono essere: a) rilevatori radar che coprono zone di circa 90° (non
devono essere installati su pareti soggette a vibrazioni né orientati su pareti riflettenti); b) rilevatori radar a microonde che coprono
zone di oltre 100° ottenendo il massimo rendimento dall'effetto Doppler; c) rilevatori a infrarossi passivi che si servono delle
radiazioni termiche dei corpi animati e sono corredati di lente Fresnel per orientare in maniera corretta il sensore con portate fina a
10 metri. I sensori perimetrali possono essere: a) contatto magnetico di superficie o da incasso; b) interruttore magnetico; c)
sensore inerziale per protezione di muri e recinzioni elettriche; d) sonda a vibrazione; e) barriere a raggi infrarossi e a
microonde per esterno. Gli impianti di allarme dovranno essere realizzati a regola d'arte in rispondenza alla Legge 1 marzo 1968
n.186. Tutti i dispositivi di rivelazione, concentrazione, segnalazione locale/remota (teletrasmissione), nonché di controllo (accessi,
televisione a circuito chiuso), dovranno rispondere alle norme CEI 79-2, 79-3 e 79-4 ai sensi dell'art. 2 della Legge 18 ottobre 1977
n. 791 che richiede l'utilizzo di materiale costruito a regola d'arte. Pertanto dette apparecchiature dovranno riportare il previsto
marchio di conformità o in alternativa di dichiarazione di conformità rilasciata dal costruttore; in ogni caso dovrà essere garantita la
sicurezza d'uso. A tal riguardo tutte le apparecchiature elettriche collegate alle linee di alimentazione in bassa tensione
(trasformatori, interruttori, fusibili, ecc.), dovranno essere conformi alle norme CEI 12-13; tale rispondenza dovrà essere certificata
da apposito attestato di conformità rilasciato da parte degli organismi competenti oppure da dichiarazione di conformità rilasciata
dal costruttore. Tutte le apparecchiature dovranno essere esenti da difetti qualitativi e di lavorazione. Le verifiche da effettuare
anche sulla base della documentazione fornita sono: a) controllo dei materiali installati e delle relative caratteristiche tecniche; b)
controllo a vista del posizionamento, fissaggio ed accessibilità della centrale di gestione, dei singoli rivelatori e ogni altro
dispositivo del sistema, con verifica della conformità a livello di prestazione richiesta; c) controllo dello schema di localizzazione
dei cavi e degli schemi dei collegamenti, verifica della completezza della documentazione tecnica e dei manuali d'uso e tecnici; d)
calcolo teorico dell'autonomia di funzionamento dell'impianto sulla base degli assorbimenti, del tipo delle batterie e del
dimensionamento degli alimentatori installati; e) controllo operativo delle funzioni quali: risposta dell'impianto ad eventi di
allarme, risposta dell'impianto ad eventi temporali e risposta dell'impianto ad interventi manuali.
L'Unità Tecnologica è composta dai seguenti Elementi Manutenibili:
° 02.08.01 Diffusione sonora
° 02.08.02 Monitor
° 02.08.03 Pannello degli allarmi
° 02.08.04 Unità di controllo
Pagina 94
Manuale d'Uso
Elemento Manutenibile: 02.08.01
Diffusione sonora
Unità Tecnologica: 02.08
Impianto antintrusione e controllo accessi
Per la diffusione dei segnali di allarme occorrono dei dispositivi in grado di diffonderli negli ambienti sorvegliati. Le
apparecchiature di allarme acustico comprendono sirene per esterno, sirene per interno, sirene supplementari ed avvisatori acustici,
di servizio e di controllo.
Modalità di uso corretto:
I dispositivi di diffusione sonora devono essere posizionati in modo da essere facilmente percettibili dagli utenti e dagli addetti alla
sorveglianza. Evitare di esporre i dispositivi di diffusione sonora all'umidità e comunque all'acqua e non farli operare in luoghi in
cui i valori della umidità sono elevati.
Pagina 95
Manuale d'Uso
Elemento Manutenibile: 02.08.02
Monitor
Unità Tecnologica: 02.08
Impianto antintrusione e controllo accessi
I monitor sono dei dispositivi (a colori o in bianco e nero) che consentono la visione delle riprese effettuate per la video
sorveglianza ed il controllo.
Modalità di uso corretto:
Evitare urti o scosse per prevenire danneggiamenti ed evitare di esporre i monitor all'umidità e comunque all'acqua e non farli
operare in luoghi in cui i valori della umidità sono elevati. In caso di mancato funzionamento non tentare di aprire o smontare i
monitor e non tentare di rimuovere viti o coperchi ed in ogni caso rivolgersi a personale specializzato o all'assistenza tecnica del
prodotto.
Non toccare il video direttamente con le dita ma se necessario utilizzare un panno morbido inumidito con alcool per rimuovere la
polvere; verificare il voltaggio di funzionamento indicato sulla targhetta posta sul monitor ed utilizzare solo i cavetti indicati (tipo e
connettori) per il collegamento alle telecamere.
Pagina 96
Manuale d'Uso
Elemento Manutenibile: 02.08.03
Pannello degli allarmi
Unità Tecnologica: 02.08
Impianto antintrusione e controllo accessi
I segnali inviati dai rivelatori, attraverso la centrale di controllo e segnalazione a cui sono collegati, vengono visualizzati sotto
forma di segnale di allarme sui pannelli detti appunto degli allarmi.
Modalità di uso corretto:
I dispositivi di segnalazione degli allarmi devono essere posizionati in modo da essere facilmente percettibili dagli addetti alla
sorveglianza e al personale addetto alla manutenzione e riparazione dell'impianto. Nei quadri di controllo e segnalazione sono
installati anche i gruppi trasformatore-raddrizzatore che garantiscono il mantenimento costante della carica delle batterie di
accumulatori che devono alimentare l'impianto in caso di mancanza di energia elettrica. Gli impianti d rivelazione incendi devono
poter servirsi di due fonti di alimentazione di origine diversa in grado di garantire la totale alimentazione: una delle fonti è,
abitualmente, procurata dalla rete elettrica pubblica, l'altra da batterie ricaricabili mantenute sotto carica costante attraverso la
tensione in rete.
Pagina 97
Manuale d'Uso
Elemento Manutenibile: 02.08.04
Unità di controllo
Unità Tecnologica: 02.08
Impianto antintrusione e controllo accessi
Le unità di controllo sono dei dispositivi che consentono di monitorare costantemente gli elementi ad esse collegati quali sensori per
l'illuminazione, rivelatori di movimento, ecc.
Modalità di uso corretto:
Verificare periodicamente lo stato di carica della batteria e il funzionamento degli orologi. Controllare la presenza del materiale di
consumo (sui dispositivi che li prevedono) quali carta e cartucce per le stampanti.
Pagina 98
Manuale d'Uso
Unità Tecnologica: 02.09
Impianto audio annunci emergenze
Il sistema di annunci di emergenza è nella maggioranza dei casi composto dalle seguenti apparecchiature: a) unità centrale che
svolge le funzioni di controllo e supervisione dell’impianto; generalmente è dotata di interfaccia di collegamento per basi
microfoniche digitali, di scheda interna per messaggi di emergenza con memoria a stato solido,di ingressi audio ausiliari per il
collegamento a fonti sonore esterne (tuner, CD, riproduttori di messaggi spot registrati, ecc.), di ingresso per postazione di
emergenza VV.FF., di uscita per l’interfacciamento all’unità di commutazione e selezione zone, di interfaccia seriale per PC o
stampante; b) stazione base microfonica con tastiera e display LCD, per chiamate selettive e generali, con uscita digitale per audio
e controlli, collegabile a bus con cavo categoria 5; c) stazione base microfonica per emergenza (postazione VV.FF.); d) unità
modulare di commutazione per lo smistamento delle linee audio su zone (il numero delle zone dipende dal tipo di centrale) dotata
di amplificatore di riserva e test catena audio con segnale pilota ultrasonico; e) amplificatori di potenza per sistemi di diffusori a
tensione costante; f) diffusori passivi per collegamenti a tensione costante; g) eventuale unità di rilevazione rumore ambiente per
controllo automatico volume; h) gruppo statico di continuità per l’alimentazione di emergenza. L'impianto deve essere progettato
nel rispetto delle funzioni di emergenza previste dalla normativa UNI EN 60849 e nella maggioranza dei casi può funzionare sia
come normale sistema di messaggistica sia di diffusione sonora.
L'Unità Tecnologica è composta dai seguenti Elementi Manutenibili:
° 02.09.01 Amplificatori
° 02.09.02 Base microfonica standard
° 02.09.03 Base microfonica per emergenze
° 02.09.04 Diffusore sonoro
° 02.09.05 Gruppo statico di continuità
° 02.09.06 Unità centrale
Pagina 99
Manuale d'Uso
Elemento Manutenibile: 02.09.01
Amplificatori
Unità Tecnologica: 02.09
Impianto audio annunci emergenze
Gli amplificatori sono i dispositivi per mezzo dei quali il segnale sonoro dalla stazione di partenza viene diffuso con la giusta
potenza ai vari elementi terminali quali microfoni ed altoparlanti.
Modalità di uso corretto:
I dispositivi di diffusione sonora devono essere posizionati in modo da essere facilmente percettibili dagli utenti e dagli addetti alla
sorveglianza. Evitare di esporre i dispositivi di diffusione sonora all'umidità e comunque all'acqua e non farli operare in luoghi in
cui i valori della umidità sono elevati.
Pagina 100
Manuale d'Uso
Elemento Manutenibile: 02.09.02
Base microfonica standard
Unità Tecnologica: 02.09
Impianto audio annunci emergenze
La base microfonica è il terminale utente per la comunicazione di messaggi di paging selettivi per zona, per aree o generali e per
l’uso comune, come sistema di diffusione sonora. Dispone di un microfono a collo d’oca con ghiera luminosa, tastiera numerica per
la selezione della zona e display alfanumerico a cristalli liquidi per la visualizzazione del numero di zona selezionato, messaggi di
stato del sistema e di diagnostica. La comunicazione con l’unità di controllo avviene con audio codificato digitale.
Modalità di uso corretto:
I dispositivi di diffusione sonora devono essere posizionati in modo da essere facilmente percettibili dagli utenti e dagli addetti alla
sorveglianza. Evitare di esporre i dispositivi di diffusione sonora all'umidità e comunque all'acqua e non farli operare in luoghi in
cui i valori della umidità sono elevati.
Pagina 101
Manuale d'Uso
Elemento Manutenibile: 02.09.03
Base microfonica per emergenze
Unità Tecnologica: 02.09
Impianto audio annunci emergenze
Costruita in contenitore metallico per montaggio a parete, dispone di microfono dinamico con pulsante “push-to-talk”. Oltre le
funzioni base delle postazioni microfoniche standard, dispone della funzione di autodiagnostica della capsula microfonica e del
collegamento all’unità centrale, con segnalazione su display di malfunzionamenti o mancanza di collegamento. Un comando di
emergenza consente di by-passare la centrale di controllo in caso di crollo del sistema e di inviare direttamente messaggi alla catena
di amplificazione. Anche in caso di regolare funzionamento, l’attivazione del comando di emergenza determina la priorità di
azionamento della postazione VV.FF. su eventuali basi microfoniche attive o messaggi diffusi in quel momento.
Modalità di uso corretto:
I dispositivi di diffusione sonora devono essere posizionati in modo da essere facilmente percettibili dagli utenti e dagli addetti alla
sorveglianza. Evitare di esporre i dispositivi di diffusione sonora all'umidità e comunque all'acqua e non farli operare in luoghi in
cui i valori della umidità sono elevati.
Pagina 102
Manuale d'Uso
Elemento Manutenibile: 02.09.04
Diffusore sonoro
Unità Tecnologica: 02.09
Impianto audio annunci emergenze
I diffusori sono gli elementi dell'impianto destinati alla riproduzione di messaggi di emergenza; essi devono essere in grado di
sopportare alte temperature e pertanto sono realizzati con involucro in metallo e/o in materiali ignifughi (morsettiera in ceramica e
termofusibile opzionali).
Modalità di uso corretto:
I dispositivi di diffusione sonora devono essere posizionati in modo da essere facilmente percettibili dagli utenti e dagli addetti alla
sorveglianza. Evitare di esporre i dispositivi di diffusione sonora all'umidità e comunque all'acqua e non farli operare in luoghi in
cui i valori della umidità sono elevati.
Pagina 103
Manuale d'Uso
Elemento Manutenibile: 02.09.05
Gruppo statico di continuità
Unità Tecnologica: 02.09
Impianto audio annunci emergenze
Il gruppo statico di continuità fornisce alimentazione al sistema in assenza della tensione di rete. Va dimensionato in funzione della
potenza audio installata, tenendo presente che deve essere garantita una continuità di funzionamento del sistema per almeno 30’ in
assenza di tensione di rete. Il gruppo statico può anche essere previsto come sorgente di alimentazione temporanea prima
dell’intervento di un gruppo di emergenza.
Modalità di uso corretto:
Tutte le eventuali operazioni, dopo aver tolto tensione, devono essere effettuate con personale qualificato e dotato di idonei
dispositivi di protezione individuali quali guanti e scarpe isolanti. Nel locale dove è installato il gruppo deve essere presente un
cartello sul quale sono riportate le azioni da compiere in caso di emergenza su persone colpite da folgorazione.
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Manuale d'Uso
Elemento Manutenibile: 02.09.06
Unità centrale
Unità Tecnologica: 02.09
Impianto audio annunci emergenze
L’unità centrale è il cuore dell'impianto audio per annunci di emergenza. La sua funzione è quella di monitorare, gestire e
controllare i componenti dell’impianto nonché di impostarne i parametri di configurazione.
L’unità centrale dispone dei seguenti ingressi/uscite: a) ingresso per la connessione della linea basi microfoniche; b) ingresso per
la linea privilegiata di emergenza base microfonica VV.FF.; c) ingressi per l’interfacciamento di centrali antincendio e/o pulsanti
di emergenza; d) uscita per il collegamento alla unità di commutazione; e) porta seriale per il collegamento a PC o stampante; f)
ingresso audio con comando Vox programmabile per l’interfacciamento a centralini telefonici; g) ingressi audio per il
collegamento a sorgenti sonore esterne (lettori CD, tuner e simili).
Generalmente è dotata di un pannello con display alfanumerico a cristalli liquidi e pulsanti per mezzo dei quali è possibile
impostare i parametri di configurazione e visualizzare lo stato dell’impianto; inoltre è dotata di una scheda di riproduzione messaggi
con memoria allo stato solido per la riproduzione di messaggi di emergenza (non alterabili dall’esterno) come previsto dalla norma
UNI EN 60849.
Le funzioni di programmazione prevedono la definizione di aree, la selezione della musica di sottofondo per zona, la regolazione
del volume per zona. L’unità centrale gestisce anche le funzioni di diagnostica per le basi microfoniche e per le linee di zona. È
collegabile attraverso porta seriale ad un PC che, oltre alle funzioni di configurazione, può provvedere alla memorizzazione di
eventi (data-logger) per una verifica successiva di quanto accaduto (condizioni di emergenza, guasti, ecc.) In alternativa al PC è
possibile collegare una stampante per la stampa diretta degli eventi in corso. È possibile l’interfacciamento del sistema annunci con
impianti di allarme incendio e/o pulsanti di emergenza per generare automaticamente messaggi corrispondenti. In fase di
configurazione è possibile associare ad ogni ingresso un determinato messaggio e la zona di diffusione dello stesso. In caso di
crollo del sistema o mancato funzionamento dell’unità centrale è possibile by-passare la parte digitale e lanciare annunci di
emergenza attraverso la postazione VV.FF..
Modalità di uso corretto:
La centrale di controllo e segnalazione deve essere in grado di segnalare in modo inequivocabile le seguenti condizioni funzionali:
- condizione di riposo;
- condizione di allarme;
- condizione di guasto;
- condizione di fuori servizio;
- condizione di test;
per tale motivo deve essere ubicata in modo da garantire la massima sicurezza del sistema.
Il costruttore deve approntare la documentazione per l'installazione e per l'uso che deve comprendere:
- una descrizione generale dell'apparecchiatura con l'indicazione delle funzioni;
- le specifiche tecniche sufficientemente dettagliate degli ingressi e delle uscite sufficienti per consentire una valutazione della
compatibilità meccanica, elettrica e logica con altri componenti del sistema;
- i requisiti di alimentazione per il funzionamento;
- il numero massimo di zone, punti, dispositivi di allarme per la centrale;
- i limiti elettrici massimi e minimi di ogni ingresso e uscita;
- le caratteristiche dei cavi e dei fusibili;
- le informazioni sulle modalità d’installazione;
- l'idoneità all'impiego in vari ambienti;
- le istruzioni di montaggio;
- le istruzioni per il collegamento di ingressi e uscite;
- le istruzioni per la configurazione e la messa in servizio;
- le istruzioni operative;
- le informazioni sulla manutenzione.
Questa documentazione deve includere disegni, elenco delle parti, schemi a blocchi, schemi elettrici e descrizione funzionale, tali
da consentire la verifica di rispondenza della centrale sulla sua costruzione elettrica e meccanica.
Pagina 105
Manuale d'Uso
Corpo d'Opera: 03
OPERE A VERDE
Una manutenzione corretta delle opere a verde consente di porre le basi per una buona persistenza della
copertura vegetale e di evitare danni al paesaggio ed agli ecosistemi limitrofi.
Poiché legato a opere di sistemazione caratterizzate da componente biologica difficilmente prevedibile, il
piano di manutenzione delle opere di sistemazione a verde delinea frequenze di intervento come è prevedibile
in condizioni generali di crescita delle piante non potendo tenere conto delle condizioni stazionali future e
delle capacità di attecchimento delle specie vegetali.
La manutenzione sarà intensiva nei primi anni di impianto al fine di assicurare un omogeneo insediamento
delle piante.
Si prevede che la manutenzione sulle opere di inserimento paesaggistico ambientale sia più frequente nei
primi tre anni di vita dell'opera in modo da garantire l'attecchimento del materiale vegetale ed assicurare la
copertura nelle aree verdi in progetto. Successivamente al terzo anno le cure colturali tenderanno a diradarsi
nel tempo, essendo l'obiettivo quello di ottenere formazioni vegetazionali a carattere semi-naturale, in cui si
instaurino dinamiche il più possibile indipendenti dall'intervento dell'uomo.
Il programma di manutenzione è suddiviso tra interventi previsti durante i primi anni dall'impianto e la
manutenzione ordinaria e continuativa.
Unità Tecnologiche:
° 03.01 Aree a verde
Pagina 106
Manuale d'Uso
Unità Tecnologica: 03.01
Aree a verde
Le aree a verde costituiscono l'insieme dei parchi, dei giardini e delle varietà arboree degli spazi urbani ed extra urbani. La
distribuzione degli spazi verdi varia in funzione a standard urbanistici ed esigenze di protezione ambientale. Il verde urbano può
avere molteplici funzioni di protezione ambientale: a) ossigenazione dell'aria; b) assorbimento del calore atmosferico; c)
barriera contro i rumori ed altre fonti di inquinamento.
L'Unità Tecnologica è composta dai seguenti Elementi Manutenibili:
° 03.01.01 Alberi
° 03.01.02 Altre piante
° 03.01.03 Ammendanti, correttivi e fitofarmaci
° 03.01.04 Arbusti e cespugli
° 03.01.05 Cordoli e bordure
° 03.01.06 Fertilizzanti
° 03.01.07 Ghiaia e pietrisco
° 03.01.08 Sementi
° 03.01.09 Substrato di coltivazione
° 03.01.10 Tappeti erbosi
° 03.01.11 Terra di coltivo
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Manuale d'Uso
Elemento Manutenibile: 03.01.01
Alberi
Unità Tecnologica: 03.01
Aree a verde
Si tratta di piante legnose caratterizzate da tronchi eretti e ramificati formanti una chioma posta ad una certa distanza dalla base. Gli
alberi si differenziano per:
-Tipo; -Specie; -Caratteristiche botaniche; -Caratteristiche ornamentali; -Caratteristiche agronomiche; -Caratteristiche ambientali;
-Tipologia d'impiego.
Modalità di uso corretto:
La scelta dei tipi di alberi va fatta:
- in funzione dell'impiego previsto (viali, alberate stradali, filari, giardini, parchi, ecc.);
- delle condizioni al contorno (edifici, impianti, inquinamento atmosferico, ecc.);
- della massima altezza di crescita;
- della velocità di accrescimento;
- delle caratteristiche del terreno;
- delle temperature stagionali;
- dell'umidità;
- del soleggiamento;
- della tolleranza alla salinità, ecc.; In ogni caso in fase di progettazione e scelta di piante affidarsi a personale specializzato
(agronomi, botanici, ecc.). dal punto di vista manutentivo le operazioni previste riguardano:
la potatura, l'irrigazione, la concimazione, contenimento della vegetazione, cura delle malattie, semina, messa a dimora, ecc..
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Manuale d'Uso
Elemento Manutenibile: 03.01.02
Altre piante
Unità Tecnologica: 03.01
Aree a verde
Sotto la questa denominazione vengono raggruppate le seguenti piante:
-acquatiche e palustri; -erbacee annuali, biennali, perenni; -bulbose, rizomatose, tuberose; -tappezzanti; -rampicanti, ricadenti,
sarmentose.
Modalità di uso corretto:
In fase di progettazione di aree a verde e scelta delle piante, affidarsi a personale specializzato (agronomi, botanici, ecc.). Dal punto
di vista manutentivo le operazioni previste riguardano:
la potatura, l'irrigazione, la concimazione, contenimento della vegetazione, cura delle malattie, semina, messa a dimora, ecc..
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Manuale d'Uso
Elemento Manutenibile: 03.01.03
Ammendanti, correttivi e fitofarmaci
Unità Tecnologica: 03.01
Aree a verde
Si tratta di prodotti utilizzati: a) per migliorare le caratteristiche dei terreni (ammendanti); b) per migliorare le reazioni dei terreni
(correttivi); c) ad uso insetticida, diserbante, ecc. (fitofarmaci).
Modalità di uso corretto:
Sulle confezioni vanno indicate la composizione del prodotto, la provenienza, la classe di tossicità, la data di confezionamento e di
scadenza. Attenersi scrupolosamente alle raccomandazioni del fornitore e/o comunque rivolgersi a personale specializzato.
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Manuale d'Uso
Elemento Manutenibile: 03.01.04
Arbusti e cespugli
Unità Tecnologica: 03.01
Aree a verde
Si tratta di piante perenni, legnose, aventi tronco con ramificazioni prevalenti a sviluppo dalla base. Possono essere del tipo a foglia
decidua o sempreverdi.
Modalità di uso corretto:
In fase di progettazione di aree a verde e scelta degli arbusti e/o cespugli, affidarsi a personale specializzato (agronomi, botanici,
ecc.). Dal punto di vista manutentivo le operazioni previste riguardano: la potatura, l'irrigazione, la concimazione, contenimento
della vegetazione, cura delle malattie, semina, messa a dimora, ecc
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Manuale d'Uso
Elemento Manutenibile: 03.01.05
Cordoli e bordure
Unità Tecnologica: 03.01
Aree a verde
Si tratta di manufatti di finitura per la creazione di isole protettive per alberature, aiuole, isole spartitraffico, ecc.. Essi hanno la
funzione di contenere la spinta verso l'esterno de terreno che è sottoposta a carichi di normale esercizio. Possono essere realizzati in
elementi prefabbricati in calcestruzzo, in pietra artificiale, in cordoni di pietrarsa.
Modalità di uso corretto:
Vengono messi in opera con strato di allettamento di malta idraulica e/o su riporto di sabbia ponendo particolare attenzione alla
sigillatura dei giunti verticali tra gli elementi contigui. In genere quelli in pietra possono essere lavorati a bocciarda sulla faccia
vista e a scalpello negli assetti.
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Manuale d'Uso
Elemento Manutenibile: 03.01.06
Fertilizzanti
Unità Tecnologica: 03.01
Aree a verde
Possono essere di origine minerale, vegetale, ecc.. Essi vengono impiegati per migliorare la qualità del terreno di coltivazione
nonché delle specie e/o qualità vegetali in uso.
Modalità di uso corretto:
Sulle confezioni vanno indicate la composizione del prodotto e le date di confezionamento e di scadenza. Attenersi
scrupolosamente alle raccomandazioni del fornitore e/o comunque rivolgersi a personale specializzato.
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Manuale d'Uso
Elemento Manutenibile: 03.01.07
Ghiaia e pietrisco
Unità Tecnologica: 03.01
Aree a verde
Si tratta di materiale alluvionale o proveniente dalla frantumazione di rocce con dimensioni comprese fra i 2 e 50 mm utilizzato
generalmente nella sistemazione di vialetti e percorsi pedonali adiacenti ad aree a verde.
Modalità di uso corretto:
Provvedere alla corretta distribuzione e costipamento del materiale lungo i percorsi in uso nonché al riempimento di zone
sprovviste. Particolare attenzione va posta nella messa in opera in zone adiacenti a tombini o griglie in uso.
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Manuale d'Uso
Elemento Manutenibile: 03.01.08
Sementi
Unità Tecnologica: 03.01
Aree a verde
Le sementi rappresentano le molteplici varietà ed essenze del materiale vegetale vivo utilizzabile sotto forma di semi.
Modalità di uso corretto:
Le sementi dovranno essere fornite sotto forma di confezioni originali e sigillate nonché munite di relative certificazioni. Sulle
confezioni dovranno essere sempre riportate: la data di confezionamento e la relativa scadenza; il grado di purezza; la germinabilità.
Quando non si prevede un uso immediato dei prodotti provvedere alla conservazione in luoghi freschi ma privi di umidità.
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Manuale d'Uso
Elemento Manutenibile: 03.01.09
Substrato di coltivazione
Unità Tecnologica: 03.01
Aree a verde
Si tratta di materiali di origine minerale e/o vegetale impiegati singolarmente o miscelati secondo adeguate proporzioni in funzione
degli impieghi e delle qualità vegetali. Particolari substrati sono rappresentati da: a) compost; b) terriccio di letame; c) torba.
Modalità di uso corretto:
Sulle confezioni vanno indicate i tipi di composizione e l'assenza di agenti patogeni e/o sostanze tossiche. Prima dell'impiego
accertarsi della qualità e provenienza del prodotto anche con opportune analisi.
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Manuale d'Uso
Elemento Manutenibile: 03.01.10
Tappeti erbosi
Unità Tecnologica: 03.01
Aree a verde
Essi vengono utilizzati per la sistemazione a prato di superfici dove è richiesto un rapido inerbimento. Possono essere del tipo a
tappeti erbosi o in strisce a zolle. Le qualità variano a secondo delle specie prative di provenienza: cotica naturale, miscugli di
graminacee e leguminose, ecc..
Modalità di uso corretto:
Le attività manutentive riguardano principalmente: il taglio; l'innaffiaggio; la concimazione. Nel caso di rifacimento dei tappeti
erbosi prevedere le seguenti fasi : a) asportare i vecchi strati; b) rastrellare, rullare ed innaffiare gli strati inferiori del terreno; c)
posare i nuovi tappeti erbosi; d) concimare ed innaffiare. Affidarsi a personale specializzato.
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Manuale d'Uso
Elemento Manutenibile: 03.01.11
Terra di coltivo
Unità Tecnologica: 03.01
Aree a verde
Si tratta di terreno con caratteristiche tali da contribuire ad elevare la qualità degli strati esistenti. In particolare si caratterizza per i
seguenti parametri: a) assenza di elementi estranei (pietre, sassi , radici, rami, ecc.); b) assenza di sostanze tossiche; c) assenza
di agenti patogeni; d) presenza in proporzione di componenti nutritivi; e) presenza in proporzione di sostanze organiche e
microrganismi essenziali; f) reazione neutra; g) tessitura franca con adeguate proporzioni di sabbia, argilla e limo.
Modalità di uso corretto:
Provvedere all'utilizzo di terra di coltivo secondo le effettive necessità e comunque secondo le prescrizioni di personale qualificato
(agronomi, botanici).
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Manuale d'Uso
Corpo d'Opera: 04
OPERE EDILI
Rappresentano l'insieme delle unità tecnologiche e di tutti gli elementi tecnici del sistema edilizio che hanno la funzione di sostenere i carichi del
sistema edilizio stesso e di collegare inoltre staticamente tutte le sue parti.
Unità Tecnologiche:
° 04.01 Strutture in sottosuolo
° 04.02 Pareti di sostegno
° 04.03 Facciate continue
° 04.04 Rivestimenti esterni
° 04.05 Infissi esterni
° 04.06 Coperture piane
° 04.07 Infissi interni
° 04.08 Scale e rampe
° 04.09 Pavimentazioni esterne
° 04.10 Arredo urbano
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Manuale d'Uso
Unità Tecnologica: 04.01
Strutture in sottosuolo
Insieme degli elementi tecnici orizzontali del sistema edilizio avente funzione di separare gli spazi interni del sistema edilizio dal
terreno sottostante e trasmetterne ad esso il peso della struttura e delle altre forze esterne.
L'Unità Tecnologica è composta dai seguenti Elementi Manutenibili:
° 04.01.01 Strutture di fondazione
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Manuale d'Uso
Elemento Manutenibile: 04.01.01
Strutture di fondazione
Unità Tecnologica: 04.01
Strutture in sottosuolo
Insieme degli elementi tecnici orizzontali del sistema edilizio avente funzione di trasmettere al terreno il peso della struttura e delle
altre forze esterne.
Modalità di uso corretto:
L'utente dovrà soltanto accertarsi della comparsa di eventuali anomalie che possano anticipare l'insorgenza di fenomeni di dissesto
e/o cedimenti strutturali.
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Manuale d'Uso
Unità Tecnologica: 04.02
Pareti di sostegno
Si tratta di insiemi di elementi tecnici aventi la funzione di sostenere i carichi derivanti dal terreno e/o eventuali movimenti franosi.
Tali strutture vengono generalmente classificate in base al materiale con il quale vengono realizzate, al principio statico di
funzionamento o alla loro geometria.
L'Unità Tecnologica è composta dai seguenti Elementi Manutenibili:
° 04.02.01 Muri semplici o a gravità
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Manuale d'Uso
Elemento Manutenibile: 04.02.01
Muri semplici o a gravità
Unità Tecnologica: 04.02
Pareti di sostegno
Si tratta di opere di contenimento che contrastano l'azione spingente del terrapieno con la loro massa notevole. Il tipo di
realizzazione è nella maggior parte dei casi a sezione trapezia con inclinazione ed altezza dei paramenti diversa. Essi possono essere
realizzati in: a) muratura di pietrame a secco; b) muratura di pietrame con malta; c) muratura di pietrame con ricorsi in mattoni;
d) cls.
Modalità di uso corretto:
Controllare la stabilità delle strutture e l'assenza di eventuali anomalie. In particolare la comparsa di segni di dissesti evidenti
(fratturazioni, lesioni, principio di ribaltamento, ecc.). In fase di progettazione definire con precisione la spinta "S" derivante dalla
massa di terra e le relative componenti. Verificare le condizioni di stabilità relative: a) al ribaltamento; b) allo scorrimento; c)
allo schiacciamento; d) allo slittamento del complesso terra-muro. Provvedere al ripristino degli elementi per le opere realizzate in
pietrame (con o senza ricorsi), in particolare, dei giunti, dei riquadri, delle lesene, ecc.
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Manuale d'Uso
Unità Tecnologica: 04.03
Facciate continue
Si tratta in genere di pareti leggere con funzione non portante, situate esternamente rispetto alla struttura dell'edificio, ripetute con
elementi modulari di tamponamento. Le facciate continue sono costituite da strutture ausiliarie nelle quali vengono inseriti elementi
tra loro compatibili, fissi o apribili, trasparenti e/o opachi. Esse possono essere completamente trasparenti, colorate o riflettenti a
secondo del diverso trattamento dei vetri. In genere agli elementi trasparenti vengono assemblati pannelli opachi o in alternativa le
facciate sono rivestite con pannelli di natura diversa (pietra, resine, lastre di metallo, ecc.).
L'Unità Tecnologica è composta dai seguenti Elementi Manutenibili:
° 04.03.01 Pannelli in alluminio
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Manuale d'Uso
Elemento Manutenibile: 04.03.01
Pannelli in alluminio
Unità Tecnologica: 04.03
Facciate continue
Si tratta di elementi modulari costituiti da elementi opachi realizzati da pannelli sandwich (in poliuretano e/o altri materiali) rivestiti
in lamine di alluminio. I pannelli possono essere assemblati sul posto o in fabbrica. In genere i sistemi di collegamento sono
costituiti da agganci particolari che possono variare a secondo delle tipologie e tecnologie utilizzate (piastre, bulloni, viti, staffe,
ecc.).
Modalità di uso corretto:
Particolare attenzione va posta nei punti di connessione con gli altri subsistemi dell'edificio e rispetto al transito dei sistemi
impiantistici connessi. Dal punto di vista manutentivo non bisogna compromettere l'integrità delle pareti mediante azioni esterne
(urti violenti, fonti di calore elevate, ecc.). Controllare periodicamente il grado di usura delle parti in vista e dei giunti siliconici.
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Manuale d'Uso
Unità Tecnologica: 04.04
Rivestimenti esterni
Si tratta di strati funzionali, facenti parte delle chiusure verticali, la cui funzione principale è quella di proteggere il sistema di
chiusura dalle sollecitazioni esterne degli edifici e dagli agenti atmosferici nonché di assicurargli un aspetto uniforme ed
ornamentale.
L'Unità Tecnologica è composta dai seguenti Elementi Manutenibili:
° 04.04.01 Rivestimenti in metallo
° 04.04.02 Rivestimenti in laterizio
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Manuale d'Uso
Elemento Manutenibile: 04.04.01
Rivestimenti in metallo
Unità Tecnologica: 04.04
Rivestimenti esterni
I Rivestimenti in metallo trovano applicazione negli ambienti abitativi e in molte soluzioni di arredo. Attraverso processi
tecnologici si possono trovare prodotti con le superfici ad effetti: liscio, decorato, stampato a rilievo, acidato. In particolare per
l'acciaio inox (lucidatura a specchio, spazzolato, modanato, satinato, ecc.), per l'alluminio (levigato, satinato, spazzolato,
anodizzato, plastificato, verniciato, ecc.). Le dimensioni e gli spessori variano a secondo dei prodotti. I fogli metallici trovano
impiego nella copertura di ampie superfici senza necessitare di giunti. in particolare l'alluminio risulta essere resistente, leggero e
richiede poca manutenzione. Vi è inoltre una gamma di pannelli in metallo traforati (punzonato, ondulato, fessurato, allungato, ecc.)
disponibili in una moltitudine di modelli e metalli (alluminio, ottone, rame, acciaio dolce, acciaio galvanico, acciaio inox, leghe
speciali, ecc.)
Modalità di uso corretto:
Controllare periodicamente l'integrità delle superfici del rivestimento attraverso valutazioni visive mirate a riscontrare anomalie
evidenti. Comunque affinché tali controlli risultino efficaci affidarsi a personale tecnico con esperienza.
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Manuale d'Uso
Elemento Manutenibile: 04.04.02
Rivestimenti in laterizio
Unità Tecnologica: 04.04
Rivestimenti esterni
I laterizi impiegati come elementi da rivestimento in vista dovranno essere esenti da difetti quali scagliature o alterazioni
cromatiche. Essi possono assumere formati e spessori diversi a secondo del loro utilizzo. Possono essere con superficie liscia,
scabra o sabbiata ed avere colorazioni diverse. Importante per i rivestimenti in laterizio è la messa in opera. Particolare cura dovrà
essere rivolta al regolare allineamento degli elementi, allo spessore dei giunti orizzontali e verticali che dovranno rispettare i
requisiti di tenuta all'acqua e di resistenza al gelo. E' un tipo di rivestimento che garantisce eccellenti comportamenti nel tempo.
Modalità di uso corretto:
Controllare periodicamente l'integrità delle superfici del rivestimento attraverso valutazioni visive mirate a riscontrare anomalie
evidenti. Comunque affinché tali controlli risultino efficaci affidarsi a personale tecnico con esperienza.
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Manuale d'Uso
Unità Tecnologica: 04.05
Infissi esterni
Gli infissi esterni fanno parte del sistema chiusura del sistema tecnologico. Il loro scopo è quello di soddisfare i requisiti di
benessere quindi di permettere l'illuminazione e la ventilazione naturale degli ambienti, garantendo inoltre le prestazioni di
isolamento termico-acustico. Gli infissi offrono un'ampia gamma di tipologie diverse sia per materiale che per tipo di apertura.
L'Unità Tecnologica è composta dai seguenti Elementi Manutenibili:
° 04.05.01 Serramenti in alluminio
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Manuale d'Uso
Elemento Manutenibile: 04.05.01
Serramenti in alluminio
Unità Tecnologica: 04.05
Infissi esterni
Si tratta di serramenti i cui profili sono ottenuti per estrusione. L'unione dei profili avviene meccanicamente con squadrette interne
in alluminio o acciaio zincato. Le colorazioni diverse avvengono per elettrocolorazione. Particolare attenzione va posta
nell'accostamento fra i diversi materiali; infatti il contatto fra diversi metalli può creare potenziali elettrici in occasione di agenti
atmosferici con conseguente corrosione galvanica del metallo a potenziale elettrico minore. Rispetto agli infissi in legno hanno una
minore manutenzione.
Modalità di uso corretto:
E' necessario provvedere alla manutenzione periodica degli infissi in particolare alla rimozione di residui che possono
compromettere guarnizioni e sigillature e alla regolazione degli organi di manovra. Per le operazioni più specifiche rivolgersi a
personale tecnico specializzato.
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Manuale d'Uso
Unità Tecnologica: 04.06
Coperture piane
Insieme degli elementi tecnici orizzontali o suborizzontali del sistema edilizio aventi funzione di separare gli spazi interni del
sistema edilizio stesso dallo spazio esterno sovrastante. Le coperture piane (o coperture continue) sono caratterizzate dalla presenza
di uno strato di tenuta all'acqua, indipendentemente dalla pendenza della superficie di copertura, che non presenta soluzioni di
continuità ed è composto da materiali impermeabili che posti all'esterno dell'elemento portante svolgono la funzione di barriera alla
penetrazione di acque meteoriche. L'organizzazione e la scelta dei vari strati funzionali nei diversi schemi di funzionamento della
copertura consente di definire la qualità della copertura e soprattutto i requisiti prestazionali. Gli elementi e i strati funzionali si
possono raggruppare in: a) elemento di collegamento; b) elemento di supporto; c) elemento di tenuta; d) elemento portante;
e) elemento isolante; f) strato di barriera al vapore; g) strato di continuità; h) strato della diffusione del vapore; i) strato di
imprimitura; l) strato di ripartizione dei carichi; m) strato di pendenza; n) strato di pendenza; o) strato di protezione; p) strato
di separazione o scorrimento; q) strato di tenuta all'aria; r) strato di ventilazione; s) strato drenante; t) strato filtrante.
L'Unità Tecnologica è composta dai seguenti Elementi Manutenibili:
° 04.06.01 Strati termoisolanti
° 04.06.02 Struttura metallica
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Manuale d'Uso
Elemento Manutenibile: 04.06.01
Strati termoisolanti
Unità Tecnologica: 04.06
Coperture piane
Lo strato termoisolante ha lo scopo di garantire alla copertura il valore richiesto di resistenza termica globale e allo stesso tempo di
attenuare la trasmissione delle onde sonore provocate dai rumori aerei, ecc.. L'isolamento va calcolato in funzione della sua
conducibilità termica e secondo della destinazione d'uso degli ambienti interni. Nelle coperture continue l'isolante, posizionato al di
sotto o al di sopra dell'elemento di tenuta, sarà realizzato per resistere alle sollecitazioni e ai carichi previsti in relazione
dell'accessibilità o meno della copertura. Gli strati termoisolanti possono essere in: a) polistirene espanso; b) poliuretano rivestito
di carta kraft; c) poliuretano rivestito di velo vetro; d) polisocianurato; e) sughero; f) perlite espansa; g) vetro cellulare; h)
materassini di resine espanse; i) materassini in fibre minerali; l) fibre minerali o vegetali sfusi e/a piccoli elementi.
Modalità di uso corretto:
Gli strati termoisolanti sono adottati anche per la riduzione dei consumi energetici e per l'eliminazione dei fenomeni di
condensazione superficiale, ecc. Nelle coperture continue l'elemento termoisolante può essere posizionato al di sopra o al di sotto
dell'elemento di tenuta oppure al di sotto dello strato di irrigidimento e/o ripartizione dei carichi. L'utente dovrà provvedere al
controllo delle condizioni della superficie del manto ponendo particolare attenzione alla presenza di eventuali ristagni di acqua e di
vegetazione sopra la tenuta. In particolare è opportuno effettuare controlli generali del manto in occasione di eventi meteo di una
certa entità che possono aver compromesso l'integrità degli elementi di copertura. Fare attenzione alla praticabilità o meno della
copertura. Se necessario vanno rinnovati gli strati isolanti deteriorati mediante sostituzione localizzata o generale.
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Manuale d'Uso
Elemento Manutenibile: 04.06.02
Struttura metallica
Unità Tecnologica: 04.06
Coperture piane
E' in genere costituita da elementi metallici in profilati d'acciaio (angolari, profili a C e a doppio T, ecc.) disposti a secondo della
geometria e struttura della copertura. In genere gli angolari in acciaio sono usati anche come arcarecci di supporto al manto di
copertura. I profili in acciaio a C e a doppio T sono utilizzati nelle sezioni opportune, come travi. I profili maggiormente utilizzati
sono quelli a doppio T ad ali parallele, ottenuti direttamente per laminazione (travi IPE e travi HE), o mediante saldature di lamiere
a caldo e profilati nelle sezioni composte. La struttura di copertura ha la funzione dominante di reggere o portare il manto e di
resistere ai carichi esterni.
Modalità di uso corretto:
L'utente dovrà provvedere al controllo periodico delle parti in vista finalizzato alla ricerca di anomalie (corrosione, perdita delle
caratteristiche di resistenza, instabilità degli ancoraggi, ecc.).
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Manuale d'Uso
Unità Tecnologica: 04.07
Infissi interni
Gli infissi interni hanno per scopo quello di permettere il controllo della comunicazione tra gli spazi interni dell'organismo edilizio.
In particolare l'utilizzazione dei vari ambienti in modo da permettere o meno il passaggio di persone, cose, luce naturale ed aria tra i
vari ambienti interni.
L'Unità Tecnologica è composta dai seguenti Elementi Manutenibili:
° 04.07.01 Porte
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Manuale d'Uso
Elemento Manutenibile: 04.07.01
Porte
Unità Tecnologica: 04.07
Infissi interni
Le porte hanno funzione di razionalizzare l'utilizzazione dei vari spazi in modo da regolare il passaggio di persone, cose, luce
naturale ed aria fra ambienti adiacenti, oltre che funzioni di ordine estetico e architettonico. La presenza delle porte a secondo della
posizione e delle dimensioni determina lo svolgimento delle varie attività previste negli spazi di destinazione. In commercio esiste
un'ampia gamma di tipologie diverse sia per materiale (legno, metallo, plastica, vetro, ecc.) che per tipo di apertura (a rotazione, a
ventola, scorrevole, a tamburo, ripiegabile, a fisarmonica, basculante, a scomparsa). Le porte interne sono costituite da: a) anta o
battente (l'elemento apribile); b) telaio fisso (l'elemento fissato al controtelaio che contorna la porta e la sostiene per mezzo di
cerniere); c) battuta (la superficie di contatto tra telaio fisso e anta mobile); d) cerniera (l'elemento che sostiene l'anta e ne
permette la rotazione rispetto al telaio fisso); e) controtelaio (formato da due montanti ed una traversa è l'elemento fissato alla
parete che consente l'alloggio al telaio); f) montante (l'elemento verticale del telaio o del controtelaio); g) traversa (l'elemento
orizzontale del telaio o del controtelaio).
Modalità di uso corretto:
E' necessario provvedere alla manutenzione periodica delle porte in particolare al rinnovo degli strati protettivi (qualora il tipo di
rivestimento lo preveda) con prodotti idonei al tipo di materiale ed alla pulizia e rimozione di residui che possono compromettere
l'uso e quindi le manovre di apertura e chiusura. Controllare inoltre l'efficienza delle maniglie, delle serrature, delle cerniere e delle
guarnizioni; provvedere alla loro lubrificazione periodicamente. Per le operazioni più specifiche rivolgersi a personale tecnico
specializzato.
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Manuale d'Uso
Unità Tecnologica: 04.08
Scale e rampe
Si tratta di strutture di collegamento inclinate costituite da strutture a piano inclinato e da strutture gradonate o a gradini la cui
funzione è quella di raggiungere piani posti a quote diverse. Le strutture inclinate si possono dividere in: a) rampe a piano
inclinato (con una pendenza fino all'8%); b) rampe gradonate, costituite da elementi a gradoni (con una pendenza fino a 20°); c)
scale, formate da gradini con pendenze varie in rapporto alla loro funzione (scale esterne, scale di servizio, scale di sicurezza, ecc.).
Le scale possono assumere morfologie diverse: a) ad una o più rampe; b) scale curve; c) scale ellittiche a pozzo; d) scale
circolari a pozzo; e) scale a chiocciola. Le scale e rampe possono essere realizzate secondo molteplici conformazioni strutturali e
in materiali diversi. Si possono avere strutture in acciaio, in legno, in murature, in c.a., prefabbricate, ecc.
L'Unità Tecnologica è composta dai seguenti Elementi Manutenibili:
° 04.08.01 Strutture in c.a.
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Manuale d'Uso
Elemento Manutenibile: 04.08.01
Strutture in c.a.
Unità Tecnologica: 04.08
Scale e rampe
Si tratta di scale o rampe con strutture costruite con getto in opera. La loro realizzazione fa riferimento a soluzioni tecniche quali
solette rampanti, travi rampanti e travi a ginocchio.
Modalità di uso corretto:
Controllo periodico delle parti in vista finalizzato alla ricerca di anomalie (fenomeni di disgregazione, fessurazioni, distacchi,
esposizione delle armature, fenomeni di carbonatazione, ecc.). Interventi mirati al mantenimento dell'efficienza e/o alla sostituzione
degli elementi costituenti quali: a) rivestimenti di pedate e alzate; b) frontalini; c) balaustre; d) corrimano; e) sigillature; f)
vernici protettive.
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Manuale d'Uso
Unità Tecnologica: 04.09
Pavimentazioni esterne
Le pavimentazioni esterne fanno parte delle partizioni orizzontali esterne. La loro funzione, oltre a quella protettiva, è quella di
permettere il transito ai fruitori e la relativa resistenza ai carichi. Importante è che la superficie finale dovrà risultare perfettamente
piana con tolleranze diverse a secondo del tipo di rivestimento e della destinazione d'uso dei luoghi. Gli spessori variano in
funzione al traffico previsto in superficie. La scelta degli elementi, il materiale, la posa, il giunto, le fughe, gli spessori,
l'isolamento, le malte, i collanti, gli impasti ed i fissaggi variano in funzione dei luoghi e del loro impiego. Le pavimentazioni
esterne possono essere di tipo: a) cementizio; b) lapideo; c) resinoso; d) resiliente; e) ceramico; f) lapideo di cava; g)
lapideo in conglomerato.
L'Unità Tecnologica è composta dai seguenti Elementi Manutenibili:
° 04.09.01 Rivestimenti lapidei
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Manuale d'Uso
Elemento Manutenibile: 04.09.01
Rivestimenti lapidei
Unità Tecnologica: 04.09
Pavimentazioni esterne
Per le pavimentazioni esterne sono adatti la maggior parte dei materiali lapidei. In genere la scelta su questi tipi di materiale cade
oltre che per fattori estetici per la elevata resistenza all'usura. La scelta dei materiali va fatta in funzione dei luoghi e dei tipi di
applicazione a cui essi sono destinati. La lavorazione superficiale degli elementi, lo spessore, le dimensioni, ecc. variano anch'essi
in funzione degli ambienti d'impiego. Trovano utilizzo nella fattispecie tutti i tipi di marmo, a meno di ambienti particolarmente
sfavorevoli, i graniti; i travertini. Le pietre: cubetti di porfido; blocchi di basalto; lastre di ardesia; lastre di quarzite. Vi sono inoltre
i marmi-cemento; le marmette e marmettoni; i graniti ricomposti. La tecnica di posa è abbastanza semplice ed avviene per i
rivestimenti continui ad impasto mentre per quelli discontinui a malta o a colla.
Modalità di uso corretto:
Controllare periodicamente l'integrità delle superfici del rivestimento attraverso valutazioni visive mirate a riscontrare anomalie
evidenti. Comunque affinché tali controlli risultino efficaci affidarsi a personale tecnico con esperienza.
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Manuale d'Uso
Unità Tecnologica: 04.10
Arredo urbano
Si tratta di attrezzature utilizzate nella sistemazione degli spazi pubblici. Esse devono relazionarsi con gli spazi creando ambienti
confortevoli e gradevoli sotto i diversi profili. Negli arredi urbani va controllato periodicamente l'integrità degli elementi e della
loro funzionalità anche in rapporto ad attività di pubblico esercizio.
L'Unità Tecnologica è composta dai seguenti Elementi Manutenibili:
° 04.10.01 Fontane
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Manuale d'Uso
Elemento Manutenibile: 04.10.01
Fontane
Unità Tecnologica: 04.10
Arredo urbano
Si tratta elementi di valorizzazione di spazi (piazze, strade, ecc.) caratterizzati da forme monumentali o di semplici geometrie
corredate da impianti e da canalizzazioni di distribuzione dei liquidi in modo da creare effetti e giochi d'acqua. Sono generalmente
costituite da vasche di raccolta dell'acqua con forme geometriche e/o irregolari, all'interno delle quali si sviluppano composizioni
e/o sagome diverse (statue, bassorilievi, incisioni,ecc.) secondo temi artistici o non. La circolazione e la mandata a pressione
dell'acqua nell'impianto è generalmente affidata ad elettropompe unitamente a centraline elettroniche per la gestione degli effetti.
Modalità di uso corretto:
Provvedere ad effettuare cicli di pulizia all'interno delle vasche mediante l'uso di getti d'acqua unitamente all'impiego di prodotti
detergenti idonei. Rimozione di eventuali depositi o altri oggetti estranei lungo le superfici. Ripristino delle finiture e dei valori
cromatici originari mediante l'applicazione di tecniche idonee a secondo dei casi. Controllo e verifica del perfetto funzionamento
delle elettropompe unitamente alle centraline elettroniche di gestione.
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Manuale d'Uso
Corpo d'Opera: 05
OPERE IDRAULICHE
Indicazioni generali
La manutenzione delle reti idriche (fognatura bianca/fognatura nera/acquedotto), sia essa di tipo ordinaria che
straordinaria, ha la finalità di mantenere costante nel tempo le prestazioni degli impianti al fine di conseguire:
- le condizioni di base richieste, corretto smaltimento delle acque ecc.;
- le condizioni di base richieste, corretto approvvigionamento acque ecc.;
- la massima efficienza delle apparecchiature (stazioni di pompaggio)
L'attuazione di una strategia di interventi a carattere preventivo e di un programma di controlli ed ispezioni
consente di massimizzare l'efficacia della rete.
Essa comprende quindi tutte le operazioni necessarie all'ottenimento di quanto sopra nonché ad:
1) - ottimizzare i consumi (energia elettrica stazione di pompaggio);
2) - garantire una lunga vita alla rete, prevedendo i possibili malfunzionamenti e riducendo nel tempo i costi
di manutenzione straordinaria che comportano sostituzioni e/o riparazioni di componenti importanti.
Il piano di manutenzione è stato redatto a partire dagli elaborati progettuali utilizzando informazioni, in
particolare quelle relative alle sequenze degli interventi manutentivi e di sostituzione dei componenti, derivate
dall'esperienza e dalle fonti bibliografiche.
3) Tali dati saranno ulteriormente precisati ed integrati in sede di costruzione anche in funzione delle
indicazioni dei produttori dei componenti effettivamente utilizzati.
4) Nel seguito si riportano le definizioni dei limiti delle manutenzioni sia ordinaria che straordinaria.
Manutenzione ordinaria
1) Si intende ordinaria la manutenzione quando:
2) - comporta l'impiego di materiali di consumo (stracci, lubrificanti, grassi e simili) o di ricambio
espressamente previsti;
3) - Può essere eseguita in luogo con attrezzi di tipo corrente (chiavi, cacciaviti e simili);
4) - non richiede parti specifiche di ricambio, ma unicamente minuterie o materiali di normale usura
(guarnizioni, materiali di saldatura e simili).
Comprende:
5) - tutti gli oneri relativi alle operazioni ordinarie e necessarie per assicurare l'efficienza degli impianti e la
loro conservazione.
Manutenzione straordinaria
1) Si intende straordinaria la manutenzione quando:
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Manuale d'Uso
2) - non può essere eseguita in loco oppure quando, eseguita in loco, richiede mezzi di particolare importanza
(ponteggi e mezzi di sollevamento) ed attrezzature particolari;
- comporta l'approvvigionamento di parti di ricambio, oppure la sostituzione di componenti dell'impianto di
uso non corrente.
Unità Tecnologiche:
° 05.01 Impianto acquedotto
° 05.02 Impianto fognario acque bianche e acque nere
° 05.03 Opere di ingegneria naturalistica
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Manuale d'Uso
Unità Tecnologica: 05.01
Impianto acquedotto
Gli acquedotti consentono la captazione, il trasporto, l'accumulo e la distribuzione dell'acqua destinata a soddisfare i bisogni vari
quali pubblici, privati, industriali, ecc.. La captazione dell'acqua varia a seconda della sorgente dell'acqua (sotterranea di sorgente o
di falda, acque superficiali) ed il trasporto avviene, generalmente, con condotte in pressione alle quali sono allacciate le varie
utenze. A seconda del tipo di utenza gli acquedotti si distinguono in civili, industriali, rurali e possono essere dotati di componenti
che consentono la potabilizzazione dell'acqua o di altri dispositivi (impianti di potabilizzazione, dissalatori, impianti di
sollevamento).
L'Unità Tecnologica è composta dai seguenti Elementi Manutenibili:
° 05.01.01 Misuratori di portata
° 05.01.02 Pozzetti
° 05.01.03 Tubi in polietilene alta densità (PEAD)
° 05.01.04 Tubi in polipropilene (PP)
° 05.01.05 Valvole a saracinesca (saracinesche)
° 05.01.06 Valvole antiritorno
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Manuale d'Uso
Elemento Manutenibile: 05.01.01
Misuratori di portata
Unità Tecnologica: 05.01
Impianto acquedotto
Tra i misuratori di portata a pressione troviamo i venturimetri. I venturimetri unificati possono essere di due tipi, il classico e il
venturimetro-boccaglio: ambedue possono essere lunghi o corti, normali o troncati.
I venturimetri classici sono formati da un tratto troncoconico convergente che permette il passaggio dal diametro D della tubazione
a un diametro d, molto inferiore, che si mantiene per un breve tratto detto gola cui segue un tratto troncoconico divergente alla cui
fine il diametro torna al suo valore originario D.
Il venturimetro-boccaglio unificato è formato a monte da un boccaglio corto a piccolo rapporto di apertura, cui seguono un breve
tratto cilindrico e un tratto divergente con un angolo al centro massimo di 30°. In base alla differenza di lunghezza del tratto
divergente, i venturimetri e i venturimetri-boccagli si distinguono in lunghi e corti.
Modalità di uso corretto:
Gli apparecchi misuratori di portata devono essere protetti dal contatto accidentale e dalla penetrazione di solidi. Le custodie dei
misuratori devono essere verniciate con vernici di tipo epossidico con essiccazione a forno. Il montaggio degli elementi del
misuratore all'interno della custodia deve avvenire in modo tale da consentire un facile accesso successivamente per consentire
operazioni di manutenzione. Verificare la presenza della targa che deve riportare tutte le indicazioni per il corretto funzionamento
del misuratore (nome del costruttore, anno di costruzione, pressione di esercizio, temperatura, ecc.).
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Manuale d'Uso
Elemento Manutenibile: 05.01.02
Pozzetti
Unità Tecnologica: 05.01
Impianto acquedotto
Tutti gli elementi dell'acquedotto (sfiati, valvole riduttrici o regolatrici dei carichi, saracinesche, valvole a farfalla, ecc. ) previsti
lungo la rete di adduzione esterna, quando non sono collocati all'interno di determinati locali devono essere installati all'interno di
appositi manufatti realizzati in calcestruzzo o in muratura, quasi sempre totalmente interrati, chiamati "pozzetti". I pozzetti sono
dotati di chiusini metallici per l'accesso dall'esterno che devono essere forniti di opportuni sistemi di chiusura. Le dimensioni
interne del pozzetto variano a seconda delle apparecchiature installate e devono essere tali da consentire tutte le manovre degli
apparecchi necessarie durante l'esercizio e di eseguire le operazioni di manutenzione ordinaria, di riparazione, di smontaggio e di
sostituzione delle apparecchiature.
Modalità di uso corretto:
L'utente dovrà unicamente accertarsi della comparsa di eventuali anomalie che possano anticipare l'insorgenza di fenomeni di
fessurazioni, disgregazione del materiale, riduzione del copriferro. Verificare l'integrità dei chiusini e la loro movimentazione.
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Manuale d'Uso
Elemento Manutenibile: 05.01.03
Tubi in polietilene alta densità (PEAD)
Unità Tecnologica: 05.01
Impianto acquedotto
I tubi in polietilene ad alta densità (comunemente identificati con la sigla PEAD) sono ottenuti mescolando polimeri di etilene. I
materiali ottenuti da tale processo sono classificati in due categorie a seconda della resistenza alla pressione interna in PE A e PE B.
Modalità di uso corretto:
I materiali utilizzati per la realizzazione dei tubi destinati al trasporto dell'acqua potabile devono possedere caratteristiche tecniche
rispondenti alle prescrizioni igienico sanitarie del Ministero della Sanità. Evitare di introdurre all'interno delle tubazioni oggetti che
possano comprometterne il buon funzionamento. Non immettere fluidi con pressione superiore a quella consentita per il tipo di
tubazione utilizzata.
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Manuale d'Uso
Elemento Manutenibile: 05.01.04
Tubi in polipropilene (PP)
Unità Tecnologica: 05.01
Impianto acquedotto
I tubi in polipropilene (comunemente identificati con la sigla PP e di colore grigio) sono ottenuti da omopolimeri e/o copolimeri del
propilene. Per l'utilizzazione con fluidi alimentari o per il trasporto di acqua potabile possono essere utilizzati solo i tubi del tipo
312.
Modalità di uso corretto:
I materiali utilizzati per la realizzazione dei tubi destinati al trasporto dell'acqua potabile devono possedere caratteristiche tecniche
rispondenti alle prescrizioni igienico sanitarie del Ministero della Sanità. Evitare di introdurre all'interno delle tubazioni oggetti che
possano comprometterne il buon funzionamento. Non immettere fluidi con pressione superiore a quella consentita per il tipo di
tubazione utilizzata.
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Manuale d'Uso
Elemento Manutenibile: 05.01.05
Valvole a saracinesca (saracinesche)
Unità Tecnologica: 05.01
Impianto acquedotto
Per consentire l'interruzione sia parziale sia completa del flusso e per regolare la pressione di esercizio vengono installate, lungo le
tubazioni dell'acquedotto, delle valvole dette appunto di intercettazione e di regolazione. Fanno parte di questa categoria le valvole
a saracinesca che sono più comunemente chiamate saracinesche. Sono realizzate in ghisa o in acciaio e sono dotate di un apparato
otturatore movimentato da un albero a vite. Possono essere del tipo a corpo piatto, ovale e cilindrico.
Modalità di uso corretto:
Le valvole a saracinesca dovrebbero essere adoperate come organi di intercettazione ma possono essere ugualmente utilizzate come
organi di regolazione della pressione. Evitare di forzare il volantino quando bloccato; in questi casi è necessario provvedere alla
rimozione dei depositi che causano il bloccaggio. In caso di precipitazioni meteoriche al di sopra della norma verificare che
l'alloggiamento delle valvole sia libero da ostacoli (acqua di ristagno, terreno, radici) che possano creare danneggiamenti
all'impianto.
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Manuale d'Uso
Elemento Manutenibile: 05.01.06
Valvole antiritorno
Unità Tecnologica: 05.01
Impianto acquedotto
Le valvole antiritorno (dette anche di ritegno o unidirezionali) sono delle valvole che consentono il deflusso in un solo senso; nel
caso in cui il flusso dovesse invertirsi le valvole si chiudono automaticamente. Esistono vari tipi di valvole: "a clapet", "a molla",
"Venturi" o di tipo verticale (per tubazioni in cui il flusso è diretto verso l'alto).
Modalità di uso corretto:
Devono essere installate a valle delle pompe per impedire, in caso di arresto della pompa, il reflusso dell'acqua attraverso il corpo
della pompa. Verificare le prescrizioni fornite dal produttore prima di installare le valvole. Evitare di forzare il volantino quando
bloccato; in questi casi è necessario provvedere alla rimozione dei depositi che causano il bloccaggio.
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Manuale d'Uso
Unità Tecnologica: 05.02
Impianto fognario acque bianche e acque nere
L'impianto fognario è l'insieme degli elementi tecnici aventi la funzione di allontanare e convogliare le acque reflue (acque bianche,
nere, meteoriche) verso l'impianto di depurazione.
L'Unità Tecnologica è composta dai seguenti Elementi Manutenibili:
° 05.02.01 Giunti
° 05.02.02 Pozzetti di scarico
° 05.02.03 Stazioni di sollevamento
° 05.02.04 Tombini
° 05.02.05 Tubazioni in acciaio
° 05.02.06 Tubazioni in c.a.
° 05.02.07 Tubazioni in polietilene
° 05.02.08 Tubazioni in polivinile non plastificato
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Manuale d'Uso
Elemento Manutenibile: 05.02.01
Giunti
Unità Tecnologica: 05.02
Impianto fognario acque bianche e acque
nere
Si utilizzano per collegare tra di loro i tubi prefabbricati e devono necessariamente essere impermeabili, resistenti alla penetrazione
delle radici, flessibili e durevoli. I giunti possono essere dei tipi di seguito descritti.
Giunzioni plastiche a caldo: sono realizzate per sigillare condotti con giunti a bicchiere con un mastice bituminoso colato a caldo e
corda di canapa o iuta catramata. La corda è composta da 3 o 4 funicelle riunite con uno spessore totale di 15 o 20 mm. La corda
deve essere impregnata allo stato secco di catrame vegetale che non deve gocciolare (DIN 4038). La corda, pressata nel bicchiere
del tubo, svolge un'azione statica e garantisce una protezione contro il liquame che ha la tendenza ad entrare nel bicchiere e a
corrodere il mastice bituminoso. Il materiale colato a caldo è una sostanza plastica che, anche dopo il raffredamento, dà alla
tubazione la possibilità di piccoli spostamenti. I prodotti che compongono questa sostanza plastica (bitume, pece di catrame di
carbon fossile, ecc.) devono resistere alle radici, devono avere un punto di rammollimento minimo di 70 °C e devono avere un
punto di fusibilità inferiore ai 180 °C.
Giunzioni plastiche a freddo: sono formati da nastri plastici o mastici spatolati a freddo e si utilizzano per sigillare tubi in
calcestruzzo con giunti a bicchiere o ad incastro. I materiali sigillanti sono composti da sostanze durevolmente plastiche a base di
bitumi, catrame di carbon fossile, materie plastiche o miscele di questi prodotti e sono lavorabili a temperature di circa 20 °C. le
caratteristiche dei materiali sigillanti sono prescritte dalla norma DIN 4062. Per fare il giunto, il mastice o il nastro plastico si
applicano al tubo precedentemente verniciato e già in opera ed il tubo da posare viene sospinto verso il precedente con una forte
pressione. Per i tubi in grès si sono diffusi giunti in resine poliuretaniche applicati nello stesso processo di fabbricazione; i tubi sono
posti in opera come per le giunzioni plastiche a freddo. Da varie verifiche si è appreso che la resina poliuretanica mantiene nel
tempo la compressione senza cedimenti, anche se assoggettata a tensioni di taglio, a differenza delle fasce in PVC plasticizzato che
erano state sperimentate precedentemente.
Anelli elastici: si utilizzano per quasi tutti i tipi di tubi prefabbricati (in grès, fibrocemento, calcestruzzo, ghisa, acciaio) con
differenti forme di giunzione - a manicotto, a bicchiere e ad incastro - a condizione che le pareti del tubo siano abbastanza grosse e
che l'incastro sia orizzontale. L'anello è in gomma naturale (caucciù) o artificiale purché abbia caratteristiche simili a quella
naturale. L'effetto sigillante si ottiene impiegando la forza elastica di ritorno che si sviluppa durante la deformazione dell'anello di
tenuta e che tende a far riprendere all'anello compresso la forma precedente. Occorre particolare attenzione nella scelta del materiale
perché alcune sostanze, sottoposte continuamente a pressione e ad attacchi chimici o biologici, hanno la tendenza a perdere
elasticità ed a diventare plastiche. L'anello non deve essere né troppo duro (per non danneggiare il bicchiere) né troppo molle per
evitare che il peso del tubo, comprimendo troppo l'anello, provochi distacchi dal vertice e, quindi, perdita di impermeabilità.
Modalità di uso corretto:
I giunti delle tubazioni devono essere opportunamente protetti per evitare pericoli di ostruzioni e di intasamenti o di penetrazioni di
radici. Devono essere predisposti dei pozzetti di ispezione per consentire la periodica manutenzione. Utilizzare diametri appropriati
alle dimensioni delle tubazioni per evitare perdite di fluido.
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Manuale d'Uso
Elemento Manutenibile: 05.02.02
Pozzetti di scarico
Unità Tecnologica: 05.02
Impianto fognario acque bianche e acque
nere
Sono generalmente di forma circolare e vengono prodotti in due tipi adatti alle diverse caratteristiche del materiale trattenuto. Quasi
sempre il materiale trattenuto è grossolano ed è quindi sufficiente un apposito cestello forato, fissato sotto la caditoia, che lascia
scorrere soltanto l'acqua; se è necessario trattenere sabbia e fango, che passerebbero facilmente attraverso i buchi del cestello,
occorre far ricorso ad una decantazione in una vaschetta collocata sul fondo del pozzetto.
Il pozzetto con cestello-filtro è formato da vari pezzi prefabbricati in calcestruzzo: un pezzo base ha l'apertura per lo scarico di
fondo con luce di diametro 150 mm e modellato a bicchiere, il tubo di allacciamento deve avere la punta liscia verso il pozzetto. Al
di sopra del pezzo base si colloca il fusto cilindrico e sopra a questo un pezzo ad anello che fa da appoggio alla caditoia. Il cestello è
formato da un tronco di cono in lamiera zincata con il fondo pieno e la parete traforata uniti per mezzo di chiodatura, saldatura,
piegatura degli orli o flangiatura. Il pozzetto che consente l'accumulo del fango sul fondo ha un pezzo base a forma di catino, un
pezzo cilindrico intermedio, un pezzo centrale con scarico a bicchiere del diametro di 150 mm, un pezzo cilindrico superiore senza
sporgenze e l'anello d'appoggio per la copertura.
Modalità di uso corretto:
È necessario verificare e valutare la prestazione dei pozzetti durante la realizzazione dei lavori, al termine dei lavori e anche durante
la vita del sistema. Le verifiche e le valutazioni comprendono per esempio:
- prova di tenuta all'acqua;
- prova di tenuta all'aria;
- prova di infiltrazione;
- esame a vista;
- valutazione della portata in condizioni di tempo asciutto;
- tenuta agli odori.
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Manuale d'Uso
Elemento Manutenibile: 05.02.03
Stazioni di sollevamento
Unità Tecnologica: 05.02
Impianto fognario acque bianche e acque
nere
Le stazioni di pompaggio sono le apparecchiature utilizzate per convogliare le acque di scarico attraverso una tubazione di
sollevamento per portarle in superficie. Le stazioni di pompaggio sono talora necessarie nelle connessioni di scarico e nei collettori
di fognatura a gravità al fine di evitare profondità di posa eccessive o di drenare le zone sotto quota. Possono, inoltre, essere
necessarie per troppopieni di collettori misti o recapiti intermedi per far confluire le acque di scarico negli impianti di trattamento o
nei corpi ricettori
Le pompe per sollevare le acque di fognatura devono essere abbondantemente insensibili alle sostanze ingombranti presenti in
sospensione nei liquami; al fine di scongiurare il pericolo di ostruzioni, sono opportune sezioni di flusso attraverso le pompe il più
semplice e larghe possibile. Delle aperture grandi disposte in maniera conveniente permettono di eliminare facilmente le aperture
che comunque si verificano evitando costosi lavori di smontaggio.
Modalità di uso corretto:
La struttura delle pompe deve essere molto robusta e resistente alla corrosione e all'abrasione da parte delle sostanze presenti
nell'acqua. La ghisa sferoidale a grana fine è un materiale adeguatamente resistente per le acque di scarico di tipo comune; per la
girante e le altri parti più sollecitate si adoperano spesso leghe di ghisa con piccole quantità di cromo, nichel e manganese. In
presenza di acque molto corrosive si adoperano leghe in ghisa-bronzo. Per l'albero è adatto un acciaio Martin-Siemens con
cuscinetti in acciaio cromato. Per la sicurezza dell'impianto è opportuno prevedere un numero adeguato di unità di riserva. Nelle
specifiche per la pompa o per il gruppo di pompaggio, deve essere prestata particolare attenzione agli aspetti particolari delle
condizioni ambientali e/o di lavoro quali:
- temperatura anormale;
- umidità elevata;
- atmosfere corrosive;
- zone a rischio di esplosione e/o incendio;
- polvere, tempeste di sabbia;
- terremoti ed altre condizioni esterne imposte di tipo similare;
- vibrazioni;
- altitudine;
- inondazioni.
Tipo di liquido da pompare, quale:
- liquido pompato (denominazione);
- miscela (analisi);
- contenuto di solidi (contenuto di materia allo stato solido);
- gassoso (contenuto).
Proprietà del liquido nel momento in cui è pompato, quali:
- infiammabile;
- tossico;
- corrosivo;
- abrasivo;
- cristallizzante;
- polimerizzante;
- viscosità.
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Manuale d'Uso
Elemento Manutenibile: 05.02.04
Tombini
Unità Tecnologica: 05.02
Impianto fognario acque bianche e acque
nere
I tombini sono dei dispositivi che consentono l'ispezione e la verifica dei condotti fognari. Vengono posizionati ad intervalli
regolari lungo la tubazione fognaria e possono essere realizzati in vari materiali quali ghisa, acciaio, calcestruzzo armato a seconda
del carico previsto (stradale, pedonale, ecc.).
Modalità di uso corretto:
È necessario verificare e valutare la prestazione dei tombini durante la realizzazione dei lavori, al termine dei lavori e anche
durante la vita del sistema. Le verifiche e le valutazioni comprendono la capacità di apertura e chiusura, la resistenza alla
corrosione, la capacità di tenuta ad infiltrazioni di materiale di risulta.
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Manuale d'Uso
Elemento Manutenibile: 05.02.05
Tubazioni in acciaio
Unità Tecnologica: 05.02
Impianto fognario acque bianche e acque
nere
Pur avendo una ricca varietà di dimensioni, spessori, lunghezze e resistenze, si adoperano soltanto nei tronchi delle fognature in
pressione, soprattutto nell'ambito delle stazioni di pompaggio degli impianti di depurazione e dei sifoni. I tubi in acciaio saldato si
adattano bene ai percorsi tortuosi grazie ai molti pezzi speciali, non hanno bisogno di particolari ancoraggi perché le giunzioni per
saldatura gli danno adeguata rigidezza. Necessitano senza eccezione di meticolosi rivestimenti quali la zincatura a fuoco,
rivestimento in malta di cemento, ecc..
Modalità di uso corretto:
I tubi di acciaio zincato devono rispondere alle normative di settore ed il loro uso deve essere limitato alle acque di scarico con
poche sostanze in sospensione e non saponose. Per la zincatura si fa riferimento alle norme sui trattamenti galvanici.
Per i tubi di acciaio rivestiti, il rivestimento deve essere resistente (polietilene, bitume, ecc.) e comunque non deve essere
danneggiato o staccato; in tal caso deve essere eliminato il tubo.
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Manuale d'Uso
Elemento Manutenibile: 05.02.06
Tubazioni in c.a.
Unità Tecnologica: 05.02
Impianto fognario acque bianche e acque
nere
Le tubazioni dell'impianto di smaltimento delle acque provvedono allo sversamento dell'acqua nei collettori fognari o nelle vasche
di accumulo, se presenti. Tali tubazioni possono essere realizzate in calcestruzzo cementizio armato. I processi di fabbricazione più
usati sono quelli di centrifugazione e di laminazione. Con la centrifugazione il calcestruzzo viene spinto dalla forza centrifuga verso
l'esterno in strati sottili. Nella laminazione il calcestruzzo fresco viene cilindrato in strati sottili.
I tubi sono prevalentemente di forma circolare sia all'interno che all'esterno. I giunti possono essere a bicchiere o a manicotto. Le
eccellenti caratteristiche meccaniche del calcestruzzo, migliorate dall'armatura metallica, rendono possibili maggiori lunghezze e
dimensioni. I diametri variano dai 25 ai 400 cm, la lunghezza è pari ad almeno 2,5 m con un massimo di 6 m. I tubi circolari hanno
un'armatura circolare anulare in uno o più strati che deve essere disposta ad una distanza regolare su tutta la lunghezza del tubo,
compresi il bicchiere. L'armatura è collegata da bacchette longitudinali piegate nel bicchiere ed unite nei punti di giunzione.
Modalità di uso corretto:
I tubi di calcestruzzo armato e precompresso vengono normalmente utilizzati per essere interrati. In un ambiente omogeneo, essi si
comportano in maniera soddisfacente. Tuttavia, ove esista un ambiente eterogeneo possono essere necessarie disposizioni
particolari, concordate tra acquirente e fabbricante.
I dati forniti dal fabbricante devono comprendere un prospetto riassuntivo con riferimento alla posizione dei singoli componenti e al
loro andamento planoaltimetrico indicati sui disegni forniti dall'acquirente. Tale prospetto deve indicare le zone di pressione,
ciascuna delle quali verrà contrassegnata dalla pressione di progetto corrispondente. Il punto di passaggio da una zona alla
successiva deve essere chiaramente indicato con le coordinate topografiche. Il diametro del tubo e la sezione dell'armatura di
acciaio (per unità di lunghezza della parete del tubo) devono essere indicate per ciascun tratto della condotta.
I carichi fissi e quelli mobili, i coefficienti per il calcolo dei momenti e delle spinte e l'angolo di appoggio devono essere determinati
conformemente alle relative norme nazionali, trasponendo le norme EN se disponibili o, in assenza di tali norme, conformemente ai
regolamenti pertinenti o ai metodi riconosciuti e accettati nel luogo dove deve essere posta in opera la condotta.
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Manuale d'Uso
Elemento Manutenibile: 05.02.07
Tubazioni in polietilene
Unità Tecnologica: 05.02
Impianto fognario acque bianche e acque
nere
Le tubazioni dell'impianto di smaltimento delle acque provvedono allo sversamento dell'acqua nei collettori fognari o nelle vasche
di accumulo, se presenti. Possono essere realizzate in polietilene.
Il polietilene si forma dalla polimerizzazione dell'etilene e per gli acquedotti e le fognature se ne usa il tipo ad alta densità. Grazie
alla sua perfetta impermeabilità si adopera nelle condutture subacquee e per la sua flessibilità si utilizza nei sifoni. Di solito
l'aggiunta di nerofumo e di stabilizzatori preserva i materiali in PE dall'invecchiamento e dalle alterazioni provocate dalla luce e dal
calore. Per i tubi a pressione le giunzioni sono fatte o con raccordi mobili a vite in PE, ottone, alluminio, ghisa malleabile, o
attraverso saldatura a 200 °C con termoelementi e successiva pressione a 1,5-2 kg/cm2 della superficie da saldare, o con manicotti
pressati con filettatura interna a denti di sega.
Modalità di uso corretto:
I materiali utilizzati per la realizzazione dei tubi destinati al trasporto delle acque reflue devono possedere caratteristiche tecniche
rispondenti alle prescrizioni igienico sanitarie del Ministero della Sanità. Evitare di introdurre all'interno delle tubazioni oggetti che
possano comprometterne il buon funzionamento. Non immettere fluidi con pressione superiore a quella consentita per il tipo di
tubazione utilizzata.
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Manuale d'Uso
Elemento Manutenibile: 05.02.08
Tubazioni in polivinile non plastificato
Unità Tecnologica: 05.02
Impianto fognario acque bianche e acque
nere
Le tubazioni dell'impianto di smaltimento delle acque provvedono allo sversamento dell'acqua nei collettori fognari o nelle vasche
di accumulo se presenti. Le tubazioni possono essere realizzate in polivinile non plastificato. Per polimerizzazione di acetilene ed
acido cloridrico si ottiene il PVC; se non si aggiungono additivi si ottiene il PVC duro che si utilizza negli acquedotti e nelle
fognature. Questo materiale è difficilmente infiammabile e fonoassorbente. I tubi in PVC hanno lunghezze fino a 10 m e diametri
piccoli, fino a 40 cm. Un limite all'utilizzo dei tubi in PVC è costituito dalla scarichi caldi continui. Per condutture con moto a pelo
libero i tubi si congiungono con la giunzione con anello di gomma a labbro; per condutture in pressione si usano giunzioni a
manicotto.
Modalità di uso corretto:
La materia di base deve essere PVC-U, a cui sono aggiunti gli additivi necessari per facilitare la fabbricazione dei componenti.
Quando calcolato per una composizione conosciuta il tenore di PVC deve essere di almeno l'80% in massa per i tubi e di almeno
l'85% in massa per i raccordi stampati per iniezione.
Le superfici interne ed esterne dei tubi e dei raccordi devono essere lisce, pulite ed esenti da cavità, bolle, impurità, porosità e
qualsiasi altro difetto superficiale. Le estremità dei tubi e dei raccordi devono essere tagliate nettamente, perpendicolarmente
all'asse. I tubi e i raccordi devono essere uniformemente colorati attraverso il loro intero spessore. Il colore raccomandato dei tubi e
dei raccordi è il grigio.
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Manuale d'Uso
Unità Tecnologica: 05.03
Opere di ingegneria naturalistica
L’ingegneria naturalistica si applica per attenuare i danni creati dal dissesto idrogeologico; in particolare essa adopera le piante
vive, abbinate ad altri materiali quali il legno, la pietra, la terra, ecc., per operazioni di consolidamento e interventi antierosivi, per
la riproduzione di ecosistemi simili ai naturali e per l’incremento della biodiversità. I campi di intervento sono: a) consolidamento
dei versanti e delle frane; b) recupero di aree degradate; c) attenuazione degli impatti causati da opere di ingegneria: barriere
antirumore e visive, filtri per le polveri, ecc.; d) inserimento ambientale delle infrastrutture. Le finalità degli interventi sono: a)
tecnico-funzionali; b) naturalistiche; c) estetiche e paesaggistiche; d) economiche. Per realizzare un intervento di ingegneria
naturalistica occorre realizzare un attento studio bibliografico, geologico, geomorfologico, podologico, floristico e vegetazionale
per scegliere le specie e le tipologie vegetazionali d’intervento. Alla fase di studio e di indagine deve seguire l’individuazione dei
criteri progettuali, la definizione delle tipologie di ingegneria naturalistica e la lista delle specie flogistiche da utilizzare.
L'Unità Tecnologica è composta dai seguenti Elementi Manutenibili:
° 05.03.01 Gabbionate
Pagina 160
Manuale d'Uso
Elemento Manutenibile: 05.03.01
Gabbionate
Unità Tecnologica: 05.03
Opere di ingegneria naturalistica
Le gabbionate sono dei dispositivi realizzati con reti metalliche all'interno delle quali sono posizionati conci di pietra. Tali
dispositivi vengono utilizzati per realizzare diaframmi di contenimento lungo scarpate e declivi naturali.
Rappresentazione grafica e descrizione
Gabbionata con talee
Modalità di uso corretto:
Le gabbionate devono essere poste in opera con particolare cura in modo da realizzare un diaframma continuo; per migliorare la
tenuta dei gabbioni possono essere eseguite delle talee di salice vivo che vengono inserite nel terreno dietro ai gabbioni. Inoltre
durante il montaggio cucire tra di loro i gabbioni prima di riempirli con il pietrame e disporre dei tiranti di ferro all'interno della
gabbia per renderla meno deformabile. In seguito a precipitazioni meteoriche eccessive controllare la tenuta delle reti e che non ci
siano depositi di materiale portati dall'acqua che possano compromettere la funzionalità delle gabbionate.
Pagina 161
Manuale d'Uso
Corpo d'Opera: 06
IMPIANTO DI IRRIGAZIONE
Unità Tecnologiche:
° 06.01 Aree a verde
Pagina 162
Manuale d'Uso
Unità Tecnologica: 06.01
Aree a verde
Le aree a verde costituiscono l'insieme dei parchi, dei giardini e delle varietà arboree degli spazi urbani ed extra urbani. La
distribuzione degli spazi verdi varia in funzione a standard urbanistici ed esigenze di protezione ambientale. Il verde urbano può
avere molteplici funzioni di protezione ambientale: a) ossigenazione dell'aria; b) assorbimento del calore atmosferico; c)
barriera contro i rumori ed altre fonti di inquinamento.
L'Unità Tecnologica è composta dai seguenti Elementi Manutenibili:
° 06.01.01 Elettrovalvole
° 06.01.02 Irrigatori statici
° 06.01.03 Programmatori elettronici
° 06.01.04 Tubi in polietilene
Pagina 163
Manuale d'Uso
Elemento Manutenibile: 06.01.01
Elettrovalvole
Unità Tecnologica: 06.01
Aree a verde
Le elettrovalvole in linea sono generalmente realizzate in nylon e vetroresina per offrire una migliore resistenza alla corrosione e
per prevenire perdite e rotture. Sono dotate di un solenoide (dotato di pistoncino e molla in acciaio inossidabile per prevenire la
corrosione) e di un dispositivo di apertura manuale interna per mantenere asciutto il corpo delle valvole.
Modalità di uso corretto:
Verificare che le elettrovalvole siano posizionate secondo lo schema progettuale in modo da coprire tutta la zona da innaffiare
evitando punti scoperti nei quali non arriva l'acqua. In seguito a precipitazioni o eventi meteorici particolari pulire gli irrigatori da
eventuali depositi (polvere, terreno, radici) e riportarli in superficie.
Pagina 164
Manuale d'Uso
Elemento Manutenibile: 06.01.02
Irrigatori statici
Unità Tecnologica: 06.01
Aree a verde
Gli irrigatori sono dei dispositivi dell'impianto di irrigazione che consentono di innaffiare le aree a verde. Tali dispositivi sono detti
statici poiché dirigono il getto di acqua solo in una direzione a differenza degli irrigatori dinamici che consentono l'innaffiamento in
più direzioni.
Modalità di uso corretto:
Verificare che gli irrigatori siano posizionati secondo lo schema progettuale in modo da coprire tutta la zona da innaffiare evitando
punti scoperti nei quali non arriva l'acqua. In seguito a precipitazioni o eventi meteorici particolari pulire gli irrigatori da eventuali
depositi (polvere, terreno, radici) e riportarli in superficie.
Pagina 165
Manuale d'Uso
Elemento Manutenibile: 06.01.03
Programmatori elettronici
Unità Tecnologica: 06.01
Aree a verde
I programmatori elettronici consentono di realizzare l'innaffiamento delle aiuole, dei prati o in genere di spazi verdi. Tali dispositivi
consentono di distribuire l'acqua a tutti gli irrigatori ad essi collegati. Generalmente i programmatori sono alimentati da una
tensione a 220 V e con una tensione di uscita di 24V che consente di impostare il tempo di irrigazione che può variare da settore a
settore essendo gestiti da un software specifico.
Modalità di uso corretto:
I programmatori elettronici sono dotati di dispositivi di regolazione e programmazione per consentire l'innaffiamento di più settori
anche in tempi separati. Verificare il corretto funzionamento della batteria (da 9 V che generalmente è sufficiente per l'intera
stagione).
Pagina 166
Manuale d'Uso
Elemento Manutenibile: 06.01.04
Tubi in polietilene
Unità Tecnologica: 06.01
Aree a verde
I tubi in polietilene ad alta densità (comunemente identificati con la sigla PEAD) sono ottenuti mescolando polimeri di etilene. I
materiali ottenuti da tale processo sono classificati in due categorie a seconda della resistenza alla pressione interna in PE A e PE B.
Modalità di uso corretto:
I materiali utilizzati per la realizzazione dei tubi devono possedere caratteristiche tecniche rispondenti alle prescrizioni igienico
sanitarie del Ministero della Sanità. Non immettere fluidi con pressione superiore a quella consentita per il tipo di tubazione
utilizzata.
Pagina 167
Manuale d'Uso
INDICE
01 OPERE STRADALI
01.01
pag.
6
8
Strade
01.01.01
Banchina
01.01.02
Carreggiata
10
01.01.03
Cigli o arginelli
11
01.01.04
Pavimentazione stradale in bitumi
12
01.01.05
Scarpate
13
01.02
9
Parcheggi
14
01.02.01
Delimitazioni
15
01.02.02
Pavimentazioni bituminose
16
01.02.03
Pavimentazioni in masselli prefabbricati in cls
17
01.02.04
Segnaletica
18
01.03
Marciapiedi
19
01.03.01
Cordoli e bordure
20
01.03.02
Dissuasori
21
01.03.03
Limitatori di sosta
22
01.03.04
Marciapiedi
23
01.03.05
Pavimentazione pedonale in lastre di pietra
24
01.03.06
Pavimentazioni bituminose
25
01.03.07
Rampe di raccordo
26
01.03.08
Segnaletica
27
01.04
28
Piste ciclabili
01.04.01
Cordolature
29
01.04.02
Dispositivi di ingresso e di uscita
30
01.04.03
Fasce di protezione laterali
31
01.04.04
Segnaletica di informazione
32
Strisce di demarcazione
33
01.04.05
01.05
01.05.01
01.05.02
01.06
Segnaletica stradale verticale
34
Cartelli segnaletici
35
Sostegni, supporti e accessori vari
36
Segnaletica stradale orizzontale
37
01.06.01
Altri segnali
38
01.06.02
Attraversamenti ciclabili
39
01.06.03
Attraversamenti pedonali
40
01.06.04
Frecce direzionali
41
01.06.05
Inserti stradali
42
01.06.06
Iscrizioni e simboli
43
01.06.07
Isole di traffico
44
01.06.08
Strisce di delimitazione
45
01.06.09
Strisce longitudinali
46
01.06.10
Strisce trasversali
47
02 IMPIANTI TECNOLOGICI
02.01
Impianto elettrico
pag.
48
50
02.01.01
Canalizzazioni in PVC
51
02.01.02
Contattore
52
02.01.03
Fusibili
53
02.01.04
Interruttori
54
02.01.05
Motori
55
02.01.06
Prese e spine
56
02.01.07
Quadri di bassa tensione
57
Pagina 168
Manuale d'Uso
02.01.08
Relè a sonde
58
02.01.09
Relè termici
59
02.01.10
Sezionatore
60
Impianto di illuminazione
61
02.02.01
Bollard (paletti)
62
02.02.02
Diffusori
63
02.02.03
Lampade a ioduri metallici
64
02.02.04
Lampade a vapore di sodio
65
02.02.05
Lampade a vapore di mercurio
66
02.02.06
Lampioni a braccio
67
02.02.07
Lampioni singoli
68
02.02.08
Pali per l'illuminazione
69
02.02.09
Pali in acciaio
70
02.02.10
Riflettori
71
02.02.11
Sbracci in acciaio
72
02.02
02.03
Impianto di diffusione sonora
73
02.03.01
Altoparlanti
74
02.03.02
Microfoni
75
02.03.03
Amplificatori
76
02.04
Impianto di trasmissione fonia e dati
77
02.04.01
Altoparlanti
78
02.04.02
Cablaggio
79
Sistema di trasmissione
80
02.04.03
02.05
02.05.01
02.05.02
02.06
Impianto per automazione
81
Coste sensibili
82
Fotocellule
83
Impianto telefonico
84
02.06.01
Alimentatori
85
02.06.02
Apparecchi telefonici
86
02.06.03
Centrale telefonica
87
02.06.04
Pulsantiere
88
02.06.05
Punti di ripresa ottici
89
02.07
Impianto di messa a terra
90
02.07.01
Conduttori di protezione
91
02.07.02
Sistema di dispersione
92
02.07.03
Sistema di equipotenzializzazione
93
Impianto antintrusione e controllo accessi
94
02.08
02.08.01
Diffusione sonora
95
02.08.02
Monitor
96
02.08.03
Pannello degli allarmi
97
02.08.04
Unità di controllo
98
02.09
Impianto audio annunci emergenze
99
02.09.01
Amplificatori
100
02.09.02
Base microfonica standard
101
02.09.03
Base microfonica per emergenze
102
02.09.04
Diffusore sonoro
103
02.09.05
Gruppo statico di continuità
104
02.09.06
Unità centrale
105
03 OPERE A VERDE
03.01
Aree a verde
pag.
106
107
03.01.01
Alberi
108
03.01.02
Altre piante
109
Pagina 169
Manuale d'Uso
03.01.03
Ammendanti, correttivi e fitofarmaci
110
03.01.04
Arbusti e cespugli
111
03.01.05
Cordoli e bordure
112
03.01.06
Fertilizzanti
113
03.01.07
Ghiaia e pietrisco
114
03.01.08
Sementi
115
03.01.09
Substrato di coltivazione
116
03.01.10
Tappeti erbosi
117
03.01.11
Terra di coltivo
118
04 OPERE EDILI
04.01
04.01.01
04.02
04.02.01
04.03
04.03.01
04.04
04.04.01
04.04.02
04.05
04.05.01
04.06
04.06.01
04.06.02
04.07
04.07.01
04.08
04.08.01
04.09
04.09.01
04.10
04.10.01
Strutture in sottosuolo
119
120
121
Strutture di fondazione
Pareti di sostegno
122
123
Muri semplici o a gravità
Facciate continue
124
Pannelli in alluminio
125
Rivestimenti esterni
126
Rivestimenti in metallo
127
Rivestimenti in laterizio
128
Infissi esterni
129
Serramenti in alluminio
130
Coperture piane
131
Strati termoisolanti
132
Struttura metallica
133
Infissi interni
134
Porte
135
Scale e rampe
136
Strutture in c.a.
137
Pavimentazioni esterne
138
Rivestimenti lapidei
139
Arredo urbano
140
Fontane
05 OPERE IDRAULICHE
05.01
pag.
Impianto acquedotto
141
pag.
142
144
05.01.01
Misuratori di portata
145
05.01.02
Pozzetti
146
05.01.03
Tubi in polietilene alta densità (PEAD)
147
05.01.04
Tubi in polipropilene (PP)
148
05.01.05
Valvole a saracinesca (saracinesche)
149
05.01.06
Valvole antiritorno
150
05.02
Impianto fognario acque bianche e acque nere
151
05.02.01
Giunti
152
05.02.02
Pozzetti di scarico
153
05.02.03
Stazioni di sollevamento
154
05.02.04
Tombini
155
05.02.05
Tubazioni in acciaio
156
05.02.06
Tubazioni in c.a.
157
05.02.07
Tubazioni in polietilene
158
05.02.08
Tubazioni in polivinile non plastificato
159
05.03
Opere di ingegneria naturalistica
160
Pagina 170
Manuale d'Uso
05.03.01
Gabbionate
161
06 IMPIANTO DI IRRIGAZIONE
06.01
pag.
Aree a verde
162
163
06.01.01
Elettrovalvole
164
06.01.02
Irrigatori statici
165
06.01.03
Programmatori elettronici
166
06.01.04
Tubi in polietilene
167
IL TECNICO
Pagina 171
Comune di VENARIA
Provincia di Torino
PIANO DI MANUTENZIONE
MANUALE DI
MANUTENZIONE
(Articolo 40 D.P.R. 554/99)
OGGETTO: VALORIZZAZIONE E RECUPERO DELLA REGGIA DI VENARIA REALE E
DEL BORGO CASTELLO DELLA MANDRIA
REALIZZAZIONE PARCHEGGI E VIABILITA' NEL COMPLESSO DELLA
VENARIA REALE
COMMITTENTE: LA VENARIA REALE
Data, 18/11/2011
IL TECNICO
Pagina 1
Manuale di Manutenzione
Comune di:
Provincia di:
VENARIA
Torino
Oggetto:
VALORIZZAZIONE E RECUPERO DELLA REGGIA DI VENARIA REALE E
DEL BORGO CASTELLO DELLA MANDRIA
REALIZZAZIONE PARCHEGGI E VIABILITA' NEL COMPLESSO DELLA
VENARIA REALE
Il progetto prevede la realizzazione di due aree a parcheggio (Parcheggi A e B) e di una viabilità di distribuzione e servizio nei pressi
della Reggia della Venaria Reale, all'interno del Parco della Mandria.
La realizzazione dei nuovi parcheggi a servizio della Reggia della Venaria Reale si inquadra all'interno del percorso già tracciato
dall'Accordo di Programma Quadro siglato nel settembre del 1999 tra il Ministero dei Beni e delle Attività Culturali, la Regione
Piemonte, la Provincia di Torino, il Comune di Torino, il Comune di Venaria ed il Comune di Druento. Tale accordo ha come obbiettivo
quello di creare intorno al complesso della Reggia e del Parco della Mandria, facenti parte di un più ampio itinerario costituito dal
circuito delle "Residenze Sabaude", un "Grande Centro di Cultura Europea" e di interesse internazionale incentrato sul valore storico,
architettonico, culturale ed ambientale del complesso stesso.
Tale percorso ha già portato al restauro ed alla valorizzazione della Reggia e del Borgo Castello della Mandria, con un conseguente
ed immediato rafforzamento dell'attrattiva turistica in particolare per la Reggia che, utilizzata per l'organizzazione di importanti eventi,
è diventata uno dei maggiori centri di riferimento turistico - culturale a livello nazionale.
La realizzazione di due nuove aree adibite a parcheggio e la relativa viabilità d'accesso, oggetti del presente appalto, sono interventi
caldeggiati e previsti sia dall'Ente Parco della Mandria (nella sua II Variante al Piano d'Area), sia dallo stesso Comune di Venaria, in
quanto la sistemazione di tali aree consente una razionalizzazione della funzione parcheggio dei flussi di visitatori del complesso
monumentale, in previsione di nuovi e sempre più numerosi eventi artistico - culturali.
Tali flussi trovano, non lontano dai punti di interesse, aree adibite alla sosta adeguate sia dal punto di vista funzionale sia dal punto di
vista paesaggistico, che si inseriscono al meglio all'interno del complesso storico culturale del quale sono a servizio.
La contestuale realizzazione della viabilità a servizio delle aree di sosta consente di liberare e decongestionare la via Carlo Emanuele
II che, ad oggi, è interessata da traffico di tipo industriale (a causa della vicina Magneti Marelli), da quello dei visitatori del Parco, della
Reggia e dei Giardini e dal trasporto pubblico. Grazie a questo intervento si potrà prevedere in futuro la completa pedonalizzazione
del corso cittadino, nella parte confinante con la Reggia.
Le aree destinate a parcheggio risultano comprese tra il torrente Ceronda e l'allineamento compositivo ed architettonico che lungo Via
Mensa conduce alla Reggia e da questa ai Giardini ed ancora al Parco della Mandria. Si tratta quindi di un inserimento di nuove
infrastrutture in un delicato contesto caratterizzato da elementi di grande pregio architettonico e naturalistico - paesaggistico.
Si deve inoltre considerare come le aree in questione costituiscano un grande valore ed una importante occasione di valorizzazione
per la comunità residente, poiché da un lato risultano avulse dal tessuto urbano e produttivo, mentre dall'altro lato risultano costituire il
naturale collegamento tra il centro urbano, il torrente Ceronda ed il Parco della Mandria.
PARCHEGGIO "A"
L'area di intervento si estende su circa 23.000 metri quadri, comprensivi anche della viabilità di accesso, mentre il parcheggio si
sviluppa su un'area complessiva di circa 10.000 metri quadri. I restanti 13.000 metri quadri sono stati adibiti in parte ad area verde ed
in parte sono stati destinati alla realizzazione delle sistemazioni d'alveo e spondali previste lungo il torrente Ceronda.
La viabilità di accesso prevede la realizzazione di un asse stradale a doppio senso di marcia, in affiancamento al torrente Ceronda,
largo complessivamente 7.00m (corsie da 3m e banchina da 0,5m), delimitato con cordolo lato Ceronda e marciapiede rialzato in
malta bituminosa di larghezza 1,5m lato parcheggio e rifinito in conglomerato bituminoso.
Tale asse parte dall'incrocio con Via Castellamonte, gestito mediante la realizzazione di una rotatoria attestata alle quote del terreno
esistente.
La rotatoria Castellamonte presenta un diametro di 33 m, una corona giratoria da 9 m ed un futuro anello sormontabile da 1 m.
La viabilità di acceso al parcheggio si sviluppa per una lunghezza totale pari a circa 135 m.
Pagina 2
Manuale di Manutenzione
L'asse viabile, superato l'accesso all'area di sosta, si trasforma in un percorso naturalistico di larghezza pari a 3.50 m rifinito in terra
battuta, di sviluppo pari a circa 200 m. e collegato ad un sentiero esistente.
Nelle sistemazioni viarie si prevede inoltre la sistemazione dell'attuale Esedra presente all'incrocio tra la via Castellamonte ed il Viale
Carlo Emanuele II, senza modificare l'intersezione dal punto di vista viario ma intervenendo sulle geometrie e sulla composizione
architettonica dello stesso.
Come già detto, l'area del parcheggio A occupa una superficie di circa 10.000 metri quadri e presenta una capacità di parcamento
pari a 272 posti auto, di cui 6 riservati ai disabili e 24 alle Autorità.
Le geometrie adottate consentono la realizzazione di aree a verde intercalanti le file di stalli aventi una larghezza di circa 1,5 m, atte
alla piantumazione per l'ombreggiamento del parcheggio ed il suo mascheramento visivo.
Le aree di stallo, corrispondenti a circa 1260 m², verranno realizzate con autobloccanti in cls forati ed inerbiti, al fine di garantire la
stabilità meccanica del parcamento e nel contempo consentire la permeabilità del terreno che, unitamente alle aree verdi, forniscono
una superficie permeabile pari a circa 5.000 m².
L'uscita e l'accesso pedonale al parcheggio avviene lungo via Castellamonte attraverso un scalinata ed una rampa disabili, in
corrispondenza dell'incrocio con viale Carlo Emanuele II, ed una seconda scalinata ubicata nel punto del parcheggio più prossimo alla
Reggia. All'interno del parcheggio è previsto un viale centrale in cubetti di porfido allineato all'uscita su Viale Carlo Emanuele II.
Per il parcheggio pubblico è prevista la sosta a pagamento con barriera. È quindi prevista una adeguata segnalazione visiva di
disponibilità di posti. Il parcheggio è inoltre dotato di servizi igienici e di strutture di servizio (guardiola all'accesso, biglietterie
automatiche ecc.).
Unitamente all'area di parcheggio, al fine di garantire una parziale protezione della stessa dal punto di vista idraulico, è prevista la
realizzazione di un rilevato in terra adiacente alla viabilità di accesso allo stesso. Lo stesso risulta arretrato rispetto al viale esistente e
con posizione e quota coerente con le sistemazioni fluviali previste e meglio dettagliate nella parte descrittiva degli studi idraulici.
Da sottolineare che tale rilevato non rappresenta comunque il nuovo manufatto d'argine, ma risulterà, in fase di sistemazione finale, la
parte retrostante ad esso, destinata ad un futuro viale alberato ad uso ciclopedonale.
PARCHEGGIO "B"
Il progetto prevede, a partire dalla rotatoria Castellamonte provvisoria (da definirsi in fase di realizzazione del nuovo ponte sul torrente
Ceronda della Provincia di Torino), la realizzazione di una nuova viabilità che, lungo la sponda destra del Ceronda ed in direzione
ovest, conduce ad una rotatoria che fornisce l'accesso al futuro Parcheggio B ed all'area industriale Magneti Marelli e da questa
prosegue in direzione Sud fino a raccordarsi, mediante un'intersezione canalizzata, con il Viale Carlo Emanuele II oltre l'ingresso
visitatori ai Giardini.
La nuova viabilità ha uno sviluppo complessivo pari a circa 610 m dei quali 420 lungo il Ceronda ed una superficie di circa 7.850 mq.
Si prevede una larghezza complessiva di sedime pari a 9.50 m ed una pavimentazione in conglomerato bituminoso.
La viabilità è affiancata, dal lato del parcheggio B, da un marciapiede rialzato di larghezza 1.50 m con finitura in malta bituminosa.
A circa 75 metri dell'innesto della nuova viabilità con la rotatoria di sbarco del Ponte Castellamonte è presente una corsia
specializzata per la svolta verso l'area residenziale ed al circolo tennistico presente a ridosso delle due palazzine residenziali di viale
Carlo Emanuele II.
Come introdotto precedentemente, in prossimità dell'ingresso dell'area industriale Magneti Marelli si prevede la realizzazione di una
rotatoria al fine di permettere l'accesso alla zona industriale stessa ed al parcheggio B.
La rotatoria ha un diametro esterno di 33,5 m con anello giratorio bitumato da 9.25 m e fascia sormontabile interna.
La risoluzione della confluenza della nuova viabilità con il Viale Carlo Emanuele II è definita con una intersezione a raso canalizzata di
smaltire i flussi di traffico in tutte le direzioni di marcia.
Gli interventi in progetto prevedono inoltre la realizzazione di un'area da destinarsi alla sosta a pagamento, con controllo degli
accessi, ubicata nell'area compresa tra viale Carlo Emanuele II ed il torrente Ceronda, per un'area totale di intervento di circa 45.000
m².
Il parcheggio è servito da un unico accesso fornito dalla rotatoria nei pressi della Magneti Marelli.
La capacità totale di parcamento misura in totale 653 stalli auto, 9 stalli per residenti, 19 per disabili, 17 stalli moto e 66 per bus Gran
Turismo.
Pagina 3
Manuale di Manutenzione
Anche in questo caso, le geometrie adottate consentono la realizzazione di aree a verde, intercalanti le file di stalli, aventi una
larghezza di circa 1,50 m, atte alla piantumazione per l'ombreggiamento del parcheggio ed il suo mascheramento visivo.
Per il transito pedonale nelle singole aree di parcheggio sono previsti varchi che conducono ai viali principali. Da questi il visitatore è
condotto su Viale Carlo Emanuele II e da qui guidato ai giardini ed alla Reggia. Le aree di sosta bus presentano diverso allineamento
degli stalli (inclinati a 30°) al fine di poter maggiormente sfruttare la superficie disponibile.
Le aree di stallo, complessivamente corrispondenti a circa 13.000 m², verranno realizzate con autobloccanti in calcestruzzo forato ed
inerbito, al fine di garantire la stabilità meccanica del parcamento e nel contempo consentire la permeabilità del terreno che,
unitamente alle aree verdi, forniscono un'elevata superficie permeabile pari a circa 39.000 m².
Essendo l'accesso al parcheggio regolato da barriere, sarà prevista un'adeguata segnalazione visiva di disponibilità di posti.
Il parcheggio è inoltre dotato di servizi igienici e di strutture di servizio (guardiola all'accesso, biglietterie automatiche ecc.).
Ai fini di garantire la sicurezza idraulica del parcheggio è prevista la risistemazione arginale del torrente Ceronda nel tratto in
affiancamento alla viabilità in progetto: tali sistemazioni prevedono l'eliminazione dell'argine esistente e la conseguente realizzazione
di un arginello che verrà sormontato con TR 5 anni collocato a circa 15 m dal livello medio di deflusso del Ceronda. Inoltre verrà
realizzato un argine di protezione di affiancamento al parcheggio progettato secondo un tempo di ritorno pari a 100 anni. Esso verrà
costruito secondo quanto previsto dai Quaderni delle opere tipo PAI con sommità arginale di 3 m e scarpa 2:1, altezza media 3,5-4
metri. Il deflusso delle acque nella golenale verso l'alveo attivo verrà agevolato da una interruzione dell'arginello di circa 30 m nella
zona prossima al ponte. Tale abbassamento verrà protetto adeguatamente con una scogliera di massi e piantumazioni.
Oltre a quanto sopra descritto, il progetto prevede interventi di inserimento a verde su entrambi i parcheggi, la transitabilità di questi
ultimi mediante passaggi faunistici e la ricostituzione del corridoio ecologico del Torrente Ceronda.
Reti idriche
Rete di smaltimento delle acque meteoriche
La rete di smaltimento delle acque meteoriche è stata progettata con l'obiettivo di avere una rete funzionale e di semplice
manutenzione in aree che hanno la possibilità di essere inondate prima del completamento dei lavori di messa in sicurezza del
Ceronda. Al fine quindi di soddisfare questi requisiti, si è optato per una soluzione che prevedesse l'installazione di griglie di accolta
delle acque meteoriche sia nelle zone dei parcheggi che in quelle stradali. Il sistema è stato inoltre progettato in modo che la rete sia
mantenuta più superficiale possibile, al fine di poter scaricare più facilmente a gravità le acque meteoriche all'interno del Torrente
Ceronda.
Rete di smaltimento delle acque reflue
E' stata prevista la realizzazione di rami di rete di smaltimento delle acque reflue provenienti dai servizi igienici dei parcheggi. Questi
vengono allacciati alla rete dell'Ente gestore SMAT che percorre Viale Carlo Emanuele II. Le informazioni reperite in questa fase sono
relative alla condotta che risulta essere in c.a. 500 mm. In seguito a sopralluogo e colloqui con tecnici SMAT si è convenuto che i
pozzetti esistenti della rete nera che attraversa il parcheggio A verranno preservati in modo da garantire l'ispezionabilità una volta
costruito il parcheggio. E' stata inoltre rilevata la presenza di un sifone a doppia canna di attraversamento del Ceronda in zona
parcheggi residenti del parcheggio A. Anche in questo caso si dovrà preservare la sua accessibilità anche a progetto ultimato. La rete
idrica di smaltimento acque reflue verrà realizzata con chiusini a tenuta a causa della realizzazione in zona esondabile.
La Rete acquedottistica
Si prevede di realizzare anche la connessione alla rete di approvvigionamento idrico della SMAT che scorre lungo Viale Carlo
Emanuele II al fine di fornire acqua potabile ai servizi igienici e per l'irrigazione in progetto. I chiusini saranno a tenuta poiché il
progetto è realizzato in zona esondabile.
Le reti tecnologiche
Il progetto prevede la realizzazione degli impianti di illuminazione, di distribuzione correnti forti e correnti deboli completi in ogni loro
parte e di trasmissione dati; in particolare: impianti di illuminazione parcheggi A e B, illuminazione pubblica assi stradali, illuminazione
percorsi pedonali e piste ciclabili, distribuzione Correnti Forti (FM) e Correnti Deboli (CD), impianto controllo accessi (GATE),
predisposizione per impianti videocontrollo (TVCC).
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Manuale di Manutenzione
Elenco dei Corpi d'Opera:
° 01 OPERE STRADALI
° 02 IMPIANTI TECNOLOGICI
° 03 OPERE A VERDE
° 04 OPERE EDILI
° 05 OPERE IDRAULICHE
° 06 IMPIANTO DI IRRIGAZIONE
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Manuale di Manutenzione
Corpo d'Opera: 01
OPERE STRADALI
MANUALE D'USO:
Indipendentemente dai tipi di pavimentazione le principali raccomandazioni, per un corretto uso, riguardano
in particolare modo soprattutto:
1. Il rispetto dei carichi massimi per cui le strade, i parcheggi, le piste ciclabili ed i marciapiedi sono abilitati.
2. Il corretto funzionamento dei dispositivi ed approntamenti per lo smaltimento delle acque meteoriche.
3. Il rispetto dei limiti di velocità.
MANUALE DI MANUTENZIONE:
La manutenzione della viabilità stradale, ciclabile e pedonale è, parzialmente, collegata alla manutenzione dei
manufatti fognari, che garantiscono contro la formazione di ristagni d'acqua e, nella stagione invernale, di
conseguenti superfici ghiacciate.
E' inoltre necessario verificare che, per eventuali futuri interventi, siano mantenute le pendenze trasversali atte
a garantire lo smaltimento delle acque meteoriche; siano mantenute le mostre dei cordoli e la pendenza
longitudinale della pavimentazione sul bordo, ricorrendo, ove necessario ad eventuali fresature del
conglomerato bituminoso.
Si considerano infine le diverse tipologie delle pavimentazioni stradali: conglomerato bituminoso per le sedi
stradali, per i marciapiedi ed i parcheggi, elementi autobloccanti (inerbiti) in corrispondenza degli stalli dei
parcheggi, elementi in porfido sulle isole delle rotatorie e su alcuni marciapiedi.
Per ciò che attiene alle pavimentazioni in conglomerato bituminoso, oltre a quanto sopra esposto, si consiglia
una pulizia periodica eseguita con mezzi meccanici (autospazzatrice, aspirafoglie, autoinnaffiatrice) e nella
stagione invernale, in caso di neve, con mezzo meccanico munito di lama orientabile idraulicamente e
facilmente governabile, al fine di evitare dannose collisioni con le cordonate; si consiglia inoltre un moderato
uso dei sali antigelo, poiché, come noto, provocano una forte accelerazione nell'usura dei conglomerati
bituminosi.
Per quanto concerne invece le pavimentazioni pedonali e ciclabili (compreso percorso naturalistico), si
consiglia l'impiego di piccoli mezzi semoventi o a spinta muniti di turbina o con mezzi manuali al fine di non
sollecitare con carichi eccessivi le relative strutture e nello stesso tempo di evitare eccessive abrasioni alle
pavimentazioni stesse, in quanto non compatte o costituite da masselli di cemento autobloccanti.
PROGRAMMA DI MANUTENZIONE
Vengono qui di seguito elencate le operazioni da effettuarsi per una corretta manutenzione:
· Riscontro "visivo" dello stato dei piani viabili (una volta al mese).
· Pulizia a fondo, nel periodo estivo, con acqua e spazzatrice (due volte al mese);
particolare attenzione va posta alle eventuali perdite di olio e di combustibili dagli autoveicoli e ove
riscontrati, immediata diluizione e pulizia con acqua e successiva spazzolatura.
· Eliminazione delle foglie (nel periodo autunnale) con l'impiego di soffiatori, successiva raccolta ed
allontanamento con idoneo mezzo al fine di evitare intasamenti delle caditoie di raccolta e scarico delle acque
meteoriche.
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Manuale di Manutenzione
· Rifacimento dei tappeti d'usura che, salvo deterioramenti accidentali, dovrà avvenire almeno ogni dieci anni.
· Rifacimento della segnaletica e della resinatura, che, salvo deterioramenti accidentali, dovrà avvenire ogni
cinque anni.
· Riscontro visivo almeno una volta all'anno dello stato di mantenimento degli elementi autobloccanti e delle
cordonate costituenti parcheggi e percorsi pedonali al fine di accertare eventuali cedimenti con conseguente
instabilità del piano viario.
La cadenza con cui effettuare le visite di controllo sulla viabilità ed i piazzali in progetto sarà la seguente:
1. Controlli speditivi a vista con cadenza annuale;
2. Controlli completi strumentali ogni 5 anni.
Per quanto concerne, invece, la programmazione degli interventi di manutenzione, le operazioni da fare
saranno:
1. Rinnovo della segnaletica orizzontale da prevedersi ogni 5 anni;
2. Interventi di manutenzione programmata della pavimentazione da prevedersi minimo ogni 10 anni;
3. Interventi su chiamate del cittadino o su segnalazione degli organi di Pubblica Sicurezza.
Unità Tecnologiche:
° 01.01 Strade
° 01.02 Parcheggi
° 01.03 Marciapiedi
° 01.04 Piste ciclabili
° 01.05 Segnaletica stradale verticale
° 01.06 Segnaletica stradale orizzontale
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Manuale di Manutenzione
Unità Tecnologica: 01.01
Strade
Le strade rappresentano parte delle infrastrutture della viabilità che permettono il movimento o la sosta veicolare e il movimento
pedonale. La classificazione e la distinzione delle strade viene fatta in base alla loro natura ed alle loro caratteristiche: a)
autostrade; b) strade extraurbane principali; c) strade extraurbane secondarie; d) strade urbane di scorrimento; e) strade urbane
di quartiere; f) strade locali. Da un punto di vista delle caratteristiche degli elementi della sezione stradale si possono individuare:
a) la carreggiata; b) la banchina; c) il margine centrale; d) i cigli e le cunette; e) le scarpate; f) le piazzole di sosta. Le strade e
tutti gli elementi che ne fanno parte vanno manutenuti periodicamente non solo per assicurare la normale circolazione di veicoli e
pedoni ma soprattutto nel rispetto delle norme sulla sicurezza e la prevenzione di infortuni a mezzi e persone.
REQUISITI E PRESTAZIONI (UT)
01.01.R01 Accessibilità
Classe di Requisiti: Funzionalità tecnologica
Classe di Esigenza: Funzionalità
Le strade, le aree a sosta e gli altri elementi della viabilità devono essere dimensionati ed organizzati in modo da essere
raggiungibile e praticabile, garantire inoltre la sicurezza e l'accessibilità durante la circolazione da parte dell'utenza.
Prestazioni:
Le strade, le aree a sosta e gli altri elementi della viabilità devono assicurare la normale circolazione di veicoli e pedoni ma
soprattutto essere conformi alle norme sulla sicurezza e alla prevenzione di infortuni a mezzi e persone.
I tipi di strade possono essere distinti in:
- A (Autostrade extraurbane) con intervallo di velocità (km/h) 90<Vp<=140;
- A (Autostrade urbane) con intervallo di velocità (km/h) 80<Vp<=140;
- B (Strade extraurbane principali) con intervallo di velocità (km/h) 70<Vp<=120;
- C (Strade extraurbane secondarie) con intervallo di velocità (km/h) 60<Vp<=100;
- D (Strade urbane di scorrimento) con intervallo di velocità (km/h) 50<Vp<=80;
- E (Strade urbane di quartiere) con intervallo di velocità (km/h) 40<Vp<=60;
- F (Strade locali extraurbane) con intervallo di velocità (km/h) 40<Vp<=100;
- F (Strade locali urbane) con intervallo di velocità (km/h) 25<Vp<=60.
Livello minimo della prestazione:
CARREGGIATA: larghezza minima pari ai 3,50 m; deve essere dotata di sovrastruttura estesa per una larghezza di 0,30 m da
entrambi i lati della carreggiata;
STRISCIA DI DELIMITAZIONE verso la banchina: deve avere larghezza pari a 0,12 m nelle strade di tipo F, deve avere
larghezza pari a 0,15 m nelle strade di tipo C,D,E; deve avere larghezza pari a 0,25 m nelle strade di tipo A,B; la striscia di
separazione tra una corsia di marcia e una eventuale corsia supplementare per veicoli lenti deve avere larghezza => a 0,20 m;
BANCHINA: deve avere una larghezza minima pari a: 2,50 m nelle strade di tipo A;1,75 m nelle strade di tipo B; 1,50 nelle strade
di tipo C; 1,00 m nelle strade di tipo D e F (extraurbane); 0,50 m nelle strade di tipo E e F (Urbane);
CIGLI O ARGINELLI IN RILEVATO: hanno profondità >= 0,75 m nelle strade di tipo A, D, C, D e >= 0,50 m per le strade di tipo
E e F;
CUNETTE: devono avere una larghezza >= 0,80 m;
PIAZZOLE DI SOSTE: le strade di tipo B, C, e F extraurbane devono essere dotate di piazzole di sosta con dimensioni minime:
larghezza 3,00 m; lunghezza 20,00 m + 25,00 m + 20,00 m;
PENDENZA LONGITUDINALE: nelle strade di tipo A (Urbane), B e D = 6%; nelle strade di tipo C = 7%; nelle strade di tipo E =
8%; nelle strade di tipo F = 10%; nelle strade di tipo A (extraurbane) = 5%;
PENDENZA TRASVERSALE: nei rettifili 2,5 %; nelle curve compresa fra 3,5% e 7%.
CARATTERISTICHE GEOMETRICHE MINIME DELLA SEZIONE STRADALE (BOLL. UFF. CNR N.60 DEL 26.4.1978)
STRADE PRIMARIE
Tipo di carreggiate: a senso unico separate da spartitraffico
Larghezza corsie: 3,50 m
N. corsie per senso di marcia: 2 o più
Larghezza minima spartitraffico centrale: 1,60 m con barriere
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Manuale di Manutenzione
Larghezza corsia di emergenza: 3,00 m
Larghezza banchine: Larghezza minima marciapiedi: Larghezza minima fasce di pertinenza: 20 m
STRADE DI SCORRIMENTO
Tipo di carreggiate: Separate ovunque possibile
Larghezza corsie: 3,25 m
N. corsie per senso di marcia: 2 o più
Larghezza minima spartitraffico centrale: 1,10 m con barriere
Larghezza corsia di emergenza: Larghezza banchine: 1,00 m
Larghezza minima marciapiedi: 3,00 m
Larghezza minima fasce di pertinenza: 15 m
STRADE DI QUARTIERE
Tipo di carreggiate: a unica carreggiata in doppio senso
Larghezza corsie: 3,00 m
N. corsie per senso di marcia: 1 o più con cordolo sagomato o segnaletica
Larghezza minima spartitraffico centrale: 0,50 m
Larghezza corsia di emergenza: Larghezza banchine: 0,50 m
Larghezza minima marciapiedi: 4,00 m
Larghezza minima fasce di pertinenza: 12m
STRADE LOCALI
Tipo di carreggiate: a unica carreggiata in doppio senso
Larghezza corsie: 2,75 m
N. corsie per senso di marcia: 1 o più
Larghezza minima spartitraffico centrale: Larghezza corsia di emergenza: Larghezza banchine: 0,50 m
Larghezza minima marciapiedi: 3,00 m
Larghezza minima fasce di pertinenza: 5,00 m
L'Unità Tecnologica è composta dai seguenti Elementi Manutenibili:
° 01.01.01 Banchina
° 01.01.02 Carreggiata
° 01.01.03 Cigli o arginelli
° 01.01.04 Pavimentazione stradale in bitumi
° 01.01.05 Scarpate
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Manuale di Manutenzione
Elemento Manutenibile: 01.01.01
Banchina
Unità Tecnologica: 01.01
Strade
È una parte della strada, libera da qualsiasi ostacolo (segnaletica verticale, delineatori di margine, dispositivi di ritenuta), compresa
tra il margine della carreggiata e il più vicino tra i seguenti elementi longitudinali: a) marciapiede; b) spartitraffico; c) arginello;
d) ciglio interno della cunetta; e) ciglio superiore della scarpata nei rilevati.
REQUISITI E PRESTAZIONI (EM)
01.01.01.R01 Controllo geometrico
Classe di Requisiti: Controllabilità tecnologica
Classe di Esigenza: Controllabilità
La banchina deve essere realizzata secondo dati geometrici di norma.
Prestazioni:
Per un effettivo utilizzo della banchina, questa dovrà essere realizzata secondo dati dimensionali dettati dalle vigenti norme di
codice stradale.
Livello minimo della prestazione:
Dati dimensionali minimi:
- larghezza compresa fra 1,00 m a 3,00-3,50 m;
- nelle grandi arterie la larghezza minima è di 3,00 m.
ANOMALIE RISCONTRABILI
01.01.01.A01 Cedimenti
Consistono nella variazione della sagoma stradale caratterizzati da avvallamenti e crepe localizzati per cause diverse (frane,
diminuzione e/o insufficienza della consistenza degli strati sottostanti, ecc.)
01.01.01.A02 Deposito
Accumulo di detriti, fogliame e di altri materiali estranei.
01.01.01.A03 Presenza di vegetazione
Presenza di vegetazione caratterizzata dalla formazione di piante, licheni, muschi lungo le superfici stradali.
CONTROLLI ESEGUIBILI DA PERSONALE SPECIALIZZATO
01.01.01.C01 Controllo generale
Cadenza: ogni mese
Tipologia: Controllo
Controllo dello stato generale. Verifica dell'assenza di eventuali buche e/o altre anomalie (cedimenti, sollevamenti, difetti di
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Manuale di Manutenzione
pendenza, fessurazioni, ecc.). Controllo dello stato dei giunti. Controllo dell'integrità della striscia di segnaletica di margine verso la
banchina.
•
•
Requisiti da verificare: 1) Accessibilità; 2) Controllo geometrico.
Anomalie riscontrabili: 1) Cedimenti; 2) Deposito; 3) Presenza di vegetazione.
MANUTENZIONI ESEGUIBILI DA PERSONALE SPECIALIZZATO
01.01.01.I01 Ripristino carreggiata
Cadenza: quando occorre
Riparazioni di eventuali buche e/o fessurazioni mediante ripristino degli strati di fondo, pulizia e rifacimento degli strati superficiali
con l'impiego di bitumi stradali a caldo. Rifacimento di giunti degradati.
•
Ditte specializzate: Specializzati vari.
Elemento Manutenibile: 01.01.02
Carreggiata
Unità Tecnologica: 01.01
Strade
È la parte della strada destinata allo scorrimento dei veicoli. Essa può essere composta da una o più corsie di marcia. La superficie
stradale è pavimentata ed è limitata da strisce di margine (segnaletica orizzontale).
REQUISITI E PRESTAZIONI (EM)
01.01.02.R01 Accessibilità
Classe di Requisiti: Sicurezza d'uso
Classe di Esigenza: Sicurezza
La carreggiata deve essere accessibile ai veicoli ed alle persone se consentito.
Prestazioni:
La carreggiata dovrà essere dimensionata secondo quando previsto dalle norme in materia di circolazione stradale.
Livello minimo della prestazione:
Dimensioni minime:
- la carreggiata dovrà avere una larghezza minima pari a 3,50 m;
- deve essere dotata di sovrastruttura estesa per una larghezza di 0,30 m da entrambi i lati della carreggiata.
ANOMALIE RISCONTRABILI
01.01.02.A01 Buche
Consistono nella mancanza di materiale dalla superficie del manto stradale a carattere localizzato e con geometrie e profondità
irregolari spesso fino a raggiungere gli strati inferiori, ecc.).
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Manuale di Manutenzione
01.01.02.A02 Cedimenti
Consistono nella variazione della sagoma stradale caratterizzati da avvallamenti e crepe localizzati per cause diverse (frane,
diminuzione e/o insufficienza della consistenza degli strati sottostanti, ecc.).
01.01.02.A03 Sollevamento
Variazione localizzata della sagoma stradale con sollevamento di parti interessanti il manto stradale.
01.01.02.A04 Usura manto stradale
Si manifesta con fessurazioni, rotture, mancanza di materiale, buche e sollevamenti del manto stradale e/o della pavimentazione in
genere.
CONTROLLI ESEGUIBILI DA PERSONALE SPECIALIZZATO
01.01.02.C01 Controllo carreggiata
Cadenza: ogni mese
Tipologia: Controllo
Controllo dello stato generale. Verifica dell'assenza di eventuali buche e/o altre anomalie (cedimenti, sollevamenti, difetti di
pendenza, fessurazioni, ecc.). Controllo dello stato dei giunti. Controllo dell'integrità della striscia di segnaletica di margine verso la
banchina.
•
•
Requisiti da verificare: 1) Accessibilità.
Anomalie riscontrabili: 1) Buche; 2) Cedimenti; 3) Sollevamento; 4) Usura manto stradale.
MANUTENZIONI ESEGUIBILI DA PERSONALE SPECIALIZZATO
01.01.02.I01 Ripristino carreggiata
Cadenza: quando occorre
Riparazioni di eventuali buche e/o fessurazioni mediante ripristino degli strati di fondo, pulizia e rifacimento degli strati superficiali
con l'impiego di bitumi stradali a caldo. Rifacimento di giunti degradati.
•
Ditte specializzate: Specializzati vari.
Elemento Manutenibile: 01.01.03
Cigli o arginelli
Unità Tecnologica: 01.01
Strade
I cigli rappresentano delle fasce di raccordo destinati ad accogliere eventuali dispositivi di ritenuta o elementi di arredo.
REQUISITI E PRESTAZIONI (EM)
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Manuale di Manutenzione
01.01.03.R01 Conformità geometrica
Classe di Requisiti: Funzionalità tecnologica
Classe di Esigenza: Funzionalità
I cigli o arginelli dovranno essere dimensionati in conformità alle geometrie stradali.
Prestazioni:
I cigli o arginelli dovranno essere dimensionati in funzione dello spazio richiesto per il funzionamento del dispositivo di ritenuta.
Livello minimo della prestazione:
L'arginello dovrà avere una altezza rispetto la banchina di 5 - 10 cm. Esso sarà raccordato alla scarpata mediante un arco le cui
tangenti siano di lunghezza non inferiore a 0.50 m. Inoltre:
- per le strade di tipo A - B - C - D la dimensione del ciglio o arginello in rilevato sarà >= 0,75 m;
- per le strade di tipo E - F
la dimensione del ciglio o arginello in rilevato sarà >= 0,50 m.
ANOMALIE RISCONTRABILI
01.01.03.A01 Mancanza
Caduta e perdita di parti del materiale dell'elemento.
01.01.03.A02 Riduzione altezza
Riduzione dell'altezza rispetto al piano della banchina per usura degli strati.
CONTROLLI ESEGUIBILI DA PERSONALE SPECIALIZZATO
01.01.03.C01 Controllo generale
Cadenza: ogni 3 mesi
Tipologia: Controllo a vista
Controllo dello stato di cigli e cunette. Verifica del corretto deflusso delle acque e delle pendenze. Controllo dell'assenza di depositi,
detriti e di vegetazione in eccesso.
•
•
Requisiti da verificare: 1) Conformità geometrica.
Anomalie riscontrabili: 1) Mancanza; 2) Riduzione altezza.
MANUTENZIONI ESEGUIBILI DA PERSONALE SPECIALIZZATO
01.01.03.I01 Sistemazione dei cigli
Cadenza: ogni 6 mesi
Sistemazione e raccordo delle banchine con le cunette per mezzo di un ciglio o arginello di larghezza variabile a secondo del tipo di
strada. Pulizia e rimozione di detriti e depositi di fogliame ed altro.
•
Ditte specializzate: Specializzati vari.
Elemento Manutenibile: 01.01.04
Pavimentazione stradale in bitumi
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Manuale di Manutenzione
Unità Tecnologica: 01.01
Strade
Si tratta di pavimentazioni stradali realizzate con bitumi per applicazioni stradali ottenuti dai processi di raffinazione, lavorazione
del petrolio greggio. In generale i bitumi per le applicazioni stradali vengono suddivisi in insiemi di classi caratterizzate: a) dai
valori delle penetrazioni nominali; b) dai valori delle viscosità dinamiche. Tali parametri variano a secondo del paese di
utilizzazione.
REQUISITI E PRESTAZIONI (EM)
01.01.04.R01 Accettabilità della classe
Classe di Requisiti: Controllabilità tecnologica
Classe di Esigenza: Controllabilità
I bitumi stradali dovranno possedere caratteristiche tecnologiche in base alle proprie classi di appartenenza.
Prestazioni:
I bitumi stradali dovranno rispettare le specifiche prestazionali secondo la norma UNI EN 12591: 2002.
Livello minimo della prestazione:
I livelli prestazionali delle classi di bitume maggiormente impiegato in Italia dovranno avere le seguenti caratteristiche:
VALORE DELLA PENETRAZIONE [x 0,1 mm]
Metodo di Prova: EN 1426
Classe 35/50: 35-50; Classe 50/70: 50-70; Classe 70/100: 70-100; Classe 160/220: 160-220.
PUNTO DI RAMMOLLIMENTO [°C]
Metodo di Prova: EN 1427
Classe 35/50: 50-58; Classe 50/70: 46-54; Classe 70/100: 43-51; Classe 160/220: 35-43.
PUNTO DI ROTTURA FRAASS - VALORE MASSIMO [°C]
Metodo di Prova: EN 12593
Classe 35/50: -5; Classe 50/70: -8; Classe 70/100: -10; Classe 160/220: -15.
PUNTO DI INFIAMMABILITA' - VALORE MINIMO [°C]
Metodo di Prova: EN 22592
Classe 35/50: 240; Classe 50/70: 230; Classe 70/100: 230; Classe 160/220: 220.
SOLUBILITA' - VALORE MINIMO [%]
Metodo di Prova: EN 12592
Classe 35/50: 99; Classe 50/70: 99; Classe 70/100: 99; Classe 160/220: 99.
RESISTENZA ALL'INDURIMENTO
Metodo di Prova: EN 12607-1
Classe 35/50: 0,5; Classe 50/70: 0,5; Classe 70/100: 0,8; Classe 160/220: 1.
PENETRAZIONE DOPO L'INDURIMENTO - VALORE MINIMO [%]
Metodo di Prova: EN 1426
Classe 35/50: 53; Classe 50/70: 50; Classe 70/100: 46; Classe 160/220: 37.
RAMMOLLIMENTO DOPO INDURIMENTO - VALORE MINIMO
Metodo di Prova: EN 1427
Classe 35/50: 52; Classe 50/70: 48; Classe 70/100: 45; Classe 160/220: 37.
VARIAZIONE DEL RAMMOLLIMENTO - VALORE MASSIMO
Metodo di Prova: EN 1427
Classe 35/50: 11; Classe 50/70: 11; Classe 70/100: 11; Classe 160/220: 12.
ANOMALIE RISCONTRABILI
01.01.04.A01 Buche
Consistono nella mancanza di materiale dalla superficie del manto stradale a carattere localizzato e con geometrie e profondità
irregolari spesso fino a raggiungere gli strati inferiori, ecc.).
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Manuale di Manutenzione
01.01.04.A02 Difetti di pendenza
Consiste in un errata pendenza longitudinale o trasversale per difetti di esecuzione o per cause esterne.
01.01.04.A03 Distacco
Disgregazione e distacco di parti notevoli del materiale che può manifestarsi anche mediante espulsione di elementi prefabbricati
dalla loro sede.
01.01.04.A04 Fessurazioni
Presenza di rotture singole, ramificate, spesso accompagnate da cedimenti e/o avvallamenti del manto stradale.
01.01.04.A05 Sollevamento
Variazione localizzata della sagoma stradale con sollevamento di parti interessanti il manto stradale.
01.01.04.A06 Usura manto stradale
Si manifesta con fessurazioni, rotture, mancanza di materiale, buche e sollevamenti del manto stradale e/o della pavimentazione in
genere.
CONTROLLI ESEGUIBILI DA PERSONALE SPECIALIZZATO
01.01.04.C01 Controllo manto stradale
Cadenza: ogni 3 mesi
Tipologia: Controllo
Controllo dello stato generale. Verifica dell'assenza di eventuali anomalie della pavimentazione (buche, cedimenti, sollevamenti,
difetti di pendenza, fessurazioni, ecc.).
•
•
Requisiti da verificare: 1) Accettabilità della classe.
Anomalie riscontrabili: 1) Buche; 2) Difetti di pendenza; 3) Distacco; 4) Fessurazioni; 5) Sollevamento; 6) Usura manto
stradale.
MANUTENZIONI ESEGUIBILI DA PERSONALE SPECIALIZZATO
01.01.04.I01 Ripristino manto stradale
Cadenza: quando occorre
Rinnovo del manto stradale con rifacimento parziale o totale della zona degradata e/o usurata. Demolizione ed asportazione del
vecchio manto, pulizia e ripristino degli strati di fondo, pulizia e posa del nuovo manto con l'impiego di bitumi stradali a caldo.
•
Ditte specializzate: Specializzati vari.
Elemento Manutenibile: 01.01.05
Scarpate
Unità Tecnologica: 01.01
Strade
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Manuale di Manutenzione
La scarpata rappresenta la parte inclinata al margine esterno alla strada. E' generalmente costituita da terreno ricoperto da manto
erboso e/o da ghiaia e pietrisco.
ANOMALIE RISCONTRABILI
01.01.05.A01 Deposito
Accumulo di detriti e di altri materiali estranei.
01.01.05.A02 Frane
Movimenti franosi dei pendii in prossimità delle scarpate.
CONTROLLI ESEGUIBILI DA PERSONALE SPECIALIZZATO
01.01.05.C01 Controllo scarpate
Cadenza: ogni settimana
Tipologia: Controllo
Controllo delle scarpate e verifica dell'assenza di erosione. Controllo della corretta tenuta della vegetazione.
•
Anomalie riscontrabili: 1) Deposito; 2) Frane.
MANUTENZIONI ESEGUIBILI DA PERSONALE SPECIALIZZATO
01.01.05.I01 Sistemazione scarpate
Cadenza: ogni 6 mesi
Taglio della vegetazione in eccesso. Sistemazione delle zone erose e ripristino delle pendenze.
•
Ditte specializzate: Specializzati vari.
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Manuale di Manutenzione
Unità Tecnologica: 01.02
Parcheggi
Si tratta di aree destinate a sosta ad uso frequente di autoveicoli. Essi sono direttamente connessi alla viabilità di scorrimento e
rapportati alla presenza di particolari punti di interesse. I parcheggi devono essere proporzionati alle effettive necessità e fabbisogni
dell'utenza. Devono garantire, nelle zone delle aree urbane ed extraurbane, l'accessibilità ai punti di interesse. Per garantire la
fluidità del traffico bisogna prevedere la separazione delle zone di scorrimento degli autoveicoli da quelle necessarie per le
manovre connesse alla sosta. Le aree di servizio destinate al parcheggio ed alla sosta dei veicoli devono essere dotate di stalli di
sosta con indicazioni e delimitazione segnaletiche (strisce longitudinali bianche e/o blu). Gli stalli di sosta vanno muniti del segnale
di parcheggio. Vanno inoltre adeguatamente dimensionati gli spazi di sosta nonché gli spazi di manovra. Particolare cura va posta
alle uscite ed all'ingresso dei parcheggi per i coni di visibilità. Bisogna inoltre prevedere parcheggi per portatori di handicap
(secondo quanto previsto dalle norme vigenti in materia di barriere architettoniche). Si possono distinguere diverse tipologie di
parcheggio, tra le quali: a) parcheggio a raso; b) parcheggio coperto; c) parcheggi multipiano interrati o fuori terra; d)
parcheggi meccanizzati.
REQUISITI E PRESTAZIONI (UT)
01.02.R01 Accessibilità
Classe di Requisiti: Funzionalità d'uso
Classe di Esigenza: Funzionalità
I parcheggi, le aree a sosta, le vie di accesso e di uscita degli stessi devono essere dimensionati ed organizzati in modo da essere
raggiungibile e praticabile, garantire inoltre la sicurezza e l'accessibilità durante la circolazione da parte dell'utenza.
Prestazioni:
I parcheggi, le aree a sosta, le vie di accesso e di uscita degli stessi devono avere le aree dimensionate ed organizzate idoneamente
per veicoli differenti. Inoltre le zone di circolazione dovranno avere spazi distinti da quelli di manovra. In termini urbanistici il
D.M. 2.4.1968 n.1444 prescrive per gli strumenti urbanistici che la dotazione minima per abitante relativa ai parcheggi pubblici sia
di 2,5 m2/abitante da sommare ai parcheggi privati previsti dall'art.18 della Legge 765/67 e modificato dall'art.2 della Legge
122/89, ossia 1 m2 / 10 m3 di costruzione. Lo stesso decreto prevede per le zone di interesse storico-ambientale e zone con
superficie coperta superiore a 1/8 con densità territoriale superiore a 1,5 m3 / m2 la possibilità di attingere aree adiacenti con
valutazione doppia rispetto a quella effettiva. Per gli insediamenti industriali si prevede inoltre una superficie per gli spazi pubblici,
e quindi per i parcheggi, non inferiore al 10 % della superficie totale. Per gli insediamenti a carattere commerciale e direzionale 40
m2 di parcheggi ogni 100 m2 di superficie lorda di pavimentata. In generale comunque il calcolo della quantità di parcheggi
necessari varia in funzione di parametri caratterizzati dalla tipologia di attività, dal tipo di edificio e/o di opera.
Livello minimo della prestazione:
Le aree previste a parcheggio dovranno avere in modo indicativo dimensioni minime:
- autovetture (sistemazione veicoli a 90°): larghezza min. 230-300 cm; lunghezza min. 500-600 cm; zona di manovra min. 450-600
cm;
- autovetture (sistemazione veicoli a 45°): larghezza min. 230-250 cm; lunghezza min. 450-600 cm; zona di manovra min. 350 cm;
- box motocicli (sistemazione veicoli a 45°): larghezza min. 100 cm; lunghezza min. 230 cm; zona di manovra min. 350 cm;
- autobus (sistemazione veicoli a 45°): larghezza min. 350 cm; lunghezza min. 1100 cm; zona di manovra min. 750 cm;
- autocarri con rimorchio (sistemazione veicoli a 45°): larghezza min. 350 cm; lunghezza min. 2000 cm; zona di manovra min. 400
cm;
- autocarri (sistemazione veicoli a 90°): larghezza min. 400 cm; lunghezza min. 1200 cm; zona di manovra min. 1200 cm;
- autocarri con rimorchio (sistemazione veicoli a 90°): larghezza min. 400 cm; lunghezza min. 2000 cm; zona di manovra min. 1200
cm.
INOLTRE NEL RISPETTO DELLA VIABILITÀ:
- soste ed aree a parcheggio dovranno essere previste ad almeno >= 600 cm dagli svincoli;
- le aree di sosta lungo i marciapiedi dovranno avere una larghezza >= 200 cm;
- coni di visibilità di 240 cm per lato (per uscita dei parcheggi con accesso prospiciente a marciapiede);
- coni di visibilità di dimensione per lato che varia in funzione della velocità del traffico (per uscita dei parcheggi con accesso
prospiciente su strada veicolare).
INOLTRE I PARCHEGGI PER PORTATORI DI HANDICAP DOVRANNO AVERE LE SEGUENTI CARATTERISTICHE:
- parcheggio in aderenza al percorso pedonale;
- larghezza minima del parcheggio non inferiore a 300 cm di cui 170 cm previsti per l'ingombro dell'autoveicolo ed 130 cm per il
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Manuale di Manutenzione
movimento del portatore di handicap;
- pendenza masima pari al 20 %;
- pendenza trasversale non superiore al 5%;
- schema distributivo parcheggio a spina di pesce semplice con inclinazione massima di 30°.
L'Unità Tecnologica è composta dai seguenti Elementi Manutenibili:
° 01.02.01 Delimitazioni
° 01.02.02 Pavimentazioni bituminose
° 01.02.03 Pavimentazioni in masselli prefabbricati in cls
° 01.02.04 Segnaletica
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Manuale di Manutenzione
Elemento Manutenibile: 01.02.01
Delimitazioni
Unità Tecnologica: 01.02
Parcheggi
Si tratta di linee di divisione a delimitazione degli stalli di sosta realizzati con colorazione mediante vernici speciali rifrangenti o
mediante l'applicazione a caldo di laminati plastici colorati o autoadesivi (strisce bianche, blu, gialle, ecc). In alternativa possono
essere inseriti nella pavimentazione elementi (blocchetti di cls, pietre, ecc.) a colorazioni diverse.
ANOMALIE RISCONTRABILI
01.02.01.A01 Usura
Perdita di consistenza dei materiali (vernice, laminati plastici, ecc.) dovuto all'azione disgregante dei pneumatici e degli agenti
atmosferici.
CONTROLLI ESEGUIBILI DA PERSONALE SPECIALIZZATO
01.02.01.C01 Controllo dello stato
Cadenza: ogni 6 mesi
Tipologia: Controllo
Controllare periodicamente le condizioni e l'integrità delle delimitazioni. Controllare l'aspetto cromatico ed in particolare la
consistenza dei colori corrispondenti alle diverse simbologie.
•
Anomalie riscontrabili: 1) Usura.
MANUTENZIONI ESEGUIBILI DA PERSONALE SPECIALIZZATO
01.02.01.I01 Ripristino
Cadenza: quando occorre
Ripristino delle vernici speciali rifrangenti o dei laminati plastici colorati autoadesivi mediante l'impiego di materiali idonei e con
caratteristiche specifiche. Sostituzione di eventuali elementi segnaletici della pavimentazione degradati.
•
Ditte specializzate: Specializzati vari.
Elemento Manutenibile: 01.02.02
Pavimentazioni bituminose
Unità Tecnologica: 01.02
Parcheggi
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Manuale di Manutenzione
Si tratta di pavimentazioni realizzate con additivi bituminosi ottenuti dai processi di raffinazione e lavorazione del petrolio greggio
utilizzate in parcheggi all'aperto sottoposti a particolare usura.
ANOMALIE RISCONTRABILI
01.02.02.A01 Deposito superficiale
Accumulo di pulviscolo atmosferico o di altri materiali estranei, di spessore variabile, poco coerente e poco aderente alla superficie
del rivestimento.
01.02.02.A02 Distacco
Disgregazione e distacco di parti notevoli del materiale che può manifestarsi anche mediante espulsione di elementi dalla loro sede.
CONTROLLI ESEGUIBILI DA PERSONALE SPECIALIZZATO
01.02.02.C01 Controllo generale delle parti a vista
Cadenza: ogni anno
Tipologia: Controllo a vista
Controllo dello stato di conservazione delle finiture e verifica del grado di usura o di erosione delle parti in vista. Controllare
l'uniformità dell'aspetto cromatico delle superfici. Riscontro di eventuali anomalie (depositi, distacchi, ecc.).
•
Anomalie riscontrabili: 1) Deposito superficiale; 2) Distacco.
MANUTENZIONI ESEGUIBILI DA PERSONALE SPECIALIZZATO
01.02.02.I01 Pulizia delle superfici
Cadenza: ogni settimana
Pulizia e rimozione dello sporco superficiale mediante spazzolatura manuale degli elementi o con tecniche di rimozione dei depositi,
adatte al tipo di rivestimento, e con detergenti appropriati.
•
Ditte specializzate: Generico.
01.02.02.I02 Ripristino degli strati
Cadenza: quando occorre
Ripristino degli strati, previa accurata pulizia delle superfici, rimozione delle parti disaggregate, riempimento con rivestimenti di
analoghe caratteristiche e successiva compattazione con rullo meccanico.
•
Ditte specializzate: Specializzati vari.
Elemento Manutenibile: 01.02.03
Pavimentazioni in masselli prefabbricati in cls
Unità Tecnologica: 01.02
Parcheggi
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Manuale di Manutenzione
Si tratta di prodotti di calcestruzzo realizzati in monostrato o pluristrato, caratterizzati da un ridotto rapporto di unità tra lo spessore
e i lati. Essi trovano largo impiego come rivestimenti per le pavimentazioni ad uso veicolare. I principali tipi di masselli possono
distinguersi in: a) elementi con forma singola; b) elementi con forma composta; c) elementi componibili. Sul mercato si trovano
prodotti con caratteristiche morfologiche del tipo: a) con spessore compreso tra i 40 e 150 mm; b) il rapporto tra il lato piccolo e
lo spessore varia da 0,6 a 2,5; c) il rapporto tra il lato più grande e quello più piccolo varia tra 1 e 3; d) la superficie di appoggio
non deve essere minore di 0,05 m^2; e) la superficie reale maggiore dovrà essere pari al 50% di un rettangolo circoscritto.
ANOMALIE RISCONTRABILI
01.02.03.A01 Degrado sigillante
Distacco e perdita di elasticità dei materiali utilizzati per le sigillature impermeabilizzanti e dei giunti.
01.02.03.A02 Deposito superficiale
Accumulo di pulviscolo atmosferico o di altri materiali estranei, di spessore variabile, poco coerente e poco aderente alla superficie
del rivestimento.
01.02.03.A03 Distacco
Disgregazione e distacco di parti notevoli del materiale che può manifestarsi anche mediante espulsione di elementi prefabbricati
dalla loro sede.
01.02.03.A04 Perdita di elementi
Perdita di elementi dovuta a traumi esterni.
CONTROLLI ESEGUIBILI DA PERSONALE SPECIALIZZATO
01.02.03.C01 Controllo generale delle parti a vista
Cadenza: ogni 6 mesi
Tipologia: Controllo
Controllo dello stato di conservazione delle finiture e verifica del grado di usura o di erosione delle parti in vista ed in particolare dei
giunti. Controllare l'uniformità dell'aspetto cromatico delle superfici. Riscontro di eventuali anomalie (depositi, fessurazioni, ecc.).
•
Anomalie riscontrabili: 1) Degrado sigillante; 2) Deposito superficiale; 3) Distacco; 4) Perdita di elementi.
MANUTENZIONI ESEGUIBILI DA PERSONALE SPECIALIZZATO
01.02.03.I01 Pulizia delle superfici
Cadenza: ogni settimana
Pulizia e rimozione dello sporco superficiale mediante spazzolatura manuale degli elementi o con tecniche di rimozione dei depositi,
adatte al tipo di rivestimento, e con detergenti appropriati.
•
Ditte specializzate: Generico.
01.02.03.I02 Ripristino giunti
Cadenza: quando occorre
Ripristino della sigillatura e completamento della saturazione dei giunti con materiali idonei eseguita manualmente o a macchina.
•
Ditte specializzate: Specializzati vari.
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Manuale di Manutenzione
01.02.03.I03 Sostituzione degli elementi degradati
Cadenza: quando occorre
Sostituzione dei masselli e/o accessori usurati o rotti con altri analoghi.
•
Ditte specializzate: Specializzati vari.
Elemento Manutenibile: 01.02.04
Segnaletica
Unità Tecnologica: 01.02
Parcheggi
La segnaletica a servizio delle aree destinate a parcheggi servono a disciplinare gli utenti ad effettuare le operazioni di manovra in
sicurezza degli autoveicoli (sosta, circolazione, uscita, ingresso, ecc.) anche in funzione dei pedoni. Può essere costituita da simboli,
segnali orizzontali e verticali, ecc., e realizzata mediante l'applicazione di pittura, materiali termoplastici, materiali plastici indurenti
a freddo, linee e simboli preformati o mediante altri sistemi.
ANOMALIE RISCONTRABILI
01.02.04.A01 Usura
Perdita di consistenza per la perdita di materiale (vernice, materiale plastico, ecc.) dovuto all'usura e agli agenti atmosferici
disgreganti.
CONTROLLI ESEGUIBILI DA PERSONALE SPECIALIZZATO
01.02.04.C01 Controllo dello stato
Cadenza: ogni 6 mesi
Tipologia: Controllo
Controllare periodicamente le condizioni e l'integrità dei simboli. Controllare l'aspetto cromatico ed in particolare la consistenza dei
colori corrispondenti alle diverse simbologie. Controllare l'efficienza della segnaletica ed in particolare la visibilità in condizioni
diverse (diurne, notturne, con luce artificiale, con nebbia, ecc.). Controllare la disposizione dei segnali in funzione della logica e
disciplina di circolazione dell'utenza.
•
Anomalie riscontrabili: 1) Usura .
MANUTENZIONI ESEGUIBILI DA PERSONALE SPECIALIZZATO
01.02.04.I01 Ripristino segnaletica
Cadenza: quando occorre
Rifacimento dei simboli mediante l’applicazione di vernici, materiali termoplastici, materiali plastici indurenti a freddo, linee e
simboli preformati.
•
Ditte specializzate: Specializzati vari.
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Manuale di Manutenzione
Unità Tecnologica: 01.03
Marciapiedi
I marciapiedi costituiscono quei percorsi pedonali che possono essere adiacenti alle strade veicolari oppure autonomi rispetto alla
rete viaria. Essi vengono previsti per raccordare funzioni tra loro correlate (residenze, scuole, attrezzature di interesse comune,
ecc.).
REQUISITI E PRESTAZIONI (UT)
01.03.R01 Accessibilità
Classe di Requisiti: Facilità d'intervento
Classe di Esigenza: Funzionalità
Le aree pedonali ed i marciapiedi devono essere dimensionati ed organizzati in modo da essere raggiungibili e praticabili, garantire
inoltre la sicurezza e l'accessibilità durante la circolazione da parte dell'utenza.
Prestazioni:
Le aree pedonali ed i marciapiedi devono assicurare la normale circolazione dei pedoni ma soprattutto essere conformi alle norme
sulla sicurezza e alla prevenzione di infortuni a mezzi e persone.
Livello minimo della prestazione:
Si prevedono, in funzione dei diversi tipi di strade, le seguenti larghezze minime:
-nelle strade primarie: 0,75 m; 1 m in galleria;
-nelle strade di scorrimento: 3 m; 1,50 m nei tratti in viadotto;
-nelle strade di quartiere: 4 m; 1,50 m nei tratti in viadotto; 5 m nelle zone turistiche e commerciali;
-nelle strade locali: 3 m; 1,50 m nelle zone con minima densità residenziale;
FABBISOGNO DI SPAZIO PER PERCORSI PEDONALI IN AREE RESIDENZIALI
TIPOLOGIA DEL PASSAGGIO: 1 persona;
Larghezza (cm): 60; Note: -;
TIPOLOGIA DEL PASSAGGIO: 2 persone;
Larghezza (cm): 90; Note: passaggio con difficoltà;
TIPOLOGIA DEL PASSAGGIO: 2 persone;
Larghezza (cm): 120; Note: passaggio agevole;
TIPOLOGIA DEL PASSAGGIO: 3 persone;
Larghezza (cm): 187; Note: passaggio agevole;
TIPOLOGIA DEL PASSAGGIO: 1 persona con doppio bagaglio;
Larghezza (cm): 100; Note: -;
TIPOLOGIA DEL PASSAGGIO: 2 persone con doppio bagaglio;
Larghezza (cm): 212,5; Note: -;
TIPOLOGIA DEL PASSAGGIO: 2 persone con ombrello aperto;
Larghezza (cm): 237,5; Note: -;
TIPOLOGIA DEL PASSAGGIO: carrozzina;
Larghezza (cm): 80; Note: -;
TIPOLOGIA DEL PASSAGGIO: 1 carrozzina e 1 bambino;
Larghezza (cm): 115; Note: con bambino al fianco;
TIPOLOGIA DEL PASSAGGIO: 2 carrozzine o 2 sedie a rotelle;
Larghezza (cm): 170; Note: passaggio agevole;
TIPOLOGIA DEL PASSAGGIO: 2 persone con delimitazioni laterali;
Larghezza (cm): 220; Note: passaggio con difficoltà;
TIPOLOGIA DEL PASSAGGIO: 2 persone con delimitazioni laterali;
Larghezza (cm): 260; Note: passaggio agevole.
-le larghezze minime vanno misurate al netto di eventuali aree erbose o alberate, di aree occupate da cabine telefoniche, chioschi o
edicole, ecc.;
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Manuale di Manutenzione
-i marciapiedi prospicienti su carreggiate sottostanti devono essere muniti di parapetto e/o rete di protezione di altezza minima di
2,00 m;
-gli attraversamenti pedonali sono regolamentati secondo la disciplina degli attraversamenti:
DISCIPLINA DEGLI ATTRAVERSAMENTI PEDONALI (BOLLETTINO UFFICIALE DEL CNR N. 60 DEL 26.04.1978)
-STRADE PRIMARIE
Tipo di attraversamento pedonale: a livelli sfalsati
Attraversamenti pedonali - ubicazione e distanza: -STRADE DI SCORRIMENTO
Tipo di attraversamento pedonale: sfalsati o eventualmente semaforizzati
Attraversamenti pedonali - ubicazione e distanza: all’incrocio
-STRADE DI QUARTIERE
Tipo di attraversamento pedonale: semaforizzati o eventualmente zebrati
Attraversamenti pedonali - ubicazione e distanza: all’incrocio
-STRADE LOCALI
Tipo di attraversamento pedonale: zebrati
Attraversamenti pedonali - ubicazione e distanza: 100 m
-negli attraversamenti il raccordo fra marciapiede e strada va realizzato con scivoli per permettere il passaggio di carrozzine;
-i marciapiedi devono poter essere agevolmente usati dai portatori di handicap;
-in corrispondenza di fermate di autobus adiacenti a carreggiate, i marciapiedi devono avere conformazione idonee alla forma delle
piazzole e delle aree di attesa dell'autobus senza costituire intralcio al traffico standard veicolare e pedonale:
CARATTERISTICHE PIAZZOLE PER AUTOBUS
-A LATO DELLE CORSIE DI TRAFFICO PROMISCUO
Lunghezza totale (m): 56
Lunghezza della parte centrale (m): 16*
Profondità (m): 3,0
-A LATO DELLE CORSIE RISERVATE AL MEZZO PUBBLICO
Lunghezza totale (m): 56
Lunghezza della parte centrale (m): 26**
Profondità (m): 3,0
-A LATO DELLE CORSIE RISERVATE AL MEZZO PUBBLICO CON ALTA FREQUENZA VEICOLARE
Lunghezza totale (m): 45
Lunghezza della parte centrale (m): 5,0
Profondità (m): 3,0
* fermata per 1 autobus
** fermata per 2 autobus
L'Unità Tecnologica è composta dai seguenti Elementi Manutenibili:
° 01.03.01 Cordoli e bordure
° 01.03.02 Dissuasori
° 01.03.03 Limitatori di sosta
° 01.03.04 Marciapiedi
° 01.03.05 Pavimentazione pedonale in lastre di pietra
° 01.03.06 Pavimentazioni bituminose
° 01.03.07 Rampe di raccordo
° 01.03.08 Segnaletica
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Manuale di Manutenzione
Elemento Manutenibile: 01.03.01
Cordoli e bordure
Unità Tecnologica: 01.03
Marciapiedi
I cordoli e le bordure appartengono alla categoria dei manufatti di finitura per le pavimentazioni dei marciapiedi, per la creazione di
isole protettive per alberature, aiuole, spartitraffico, ecc.. Essi hanno la funzione di contenere la spinta verso l'esterno della
pavimentazione che è sottoposta a carichi di normale esercizio. Possono essere realizzati in elementi prefabbricati in calcestruzzo o
in cordoni di pietrarsa.
REQUISITI E PRESTAZIONI (EM)
01.03.01.R01 Resistenza a compressione
Classe di Requisiti: Di stabilità
Classe di Esigenza: Sicurezza
Essi dovranno avere una resistenza alle sollecitazioni a compressione.
Prestazioni:
Le prestazioni di resistenza a compressione ed i limiti di accettabilità, per gli elementi in calcestruzzo, vengono esplicitate dalla
norma UNI EN 1338.
Livello minimo della prestazione:
Il valore della resistenza convenzionale alla compressione Rcc, ricavato dalle prove effettuate sui provini campione, dovrà essere
pari almeno a >= 60 N/mm2.
ANOMALIE RISCONTRABILI
01.03.01.A01 Distacco
Disgregazione e distacco di parti notevoli del materiale che può manifestarsi anche mediante espulsione di elementi prefabbricati
dalla loro sede.
01.03.01.A02 Fessurazioni
Presenza di rotture singole, ramificate, spesso accompagnate da cedimenti e/o avvallamenti del manto stradale.
01.03.01.A03 Mancanza
Caduta e perdita di parti del materiale del manufatto.
01.03.01.A04 Rottura
Rottura di parti degli elementi costituenti i manufatti.
CONTROLLI ESEGUIBILI DA PERSONALE SPECIALIZZATO
01.03.01.C01 Controllo generale
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Manuale di Manutenzione
Cadenza: ogni anno
Tipologia: Controllo
Controllo generale delle parti a vista e di eventuali anomalie. Verifica dell'integrità delle parti e dei giunti verticali tra gli elementi
contigui.
•
Anomalie riscontrabili: 1) Distacco; 2) Fessurazioni; 3) Mancanza; 4) Rottura.
MANUTENZIONI ESEGUIBILI DA PERSONALE SPECIALIZZATO
01.03.01.I01 Reintegro dei giunti
Cadenza: quando occorre
Reintegro dei giunti verticali tra gli elementi contigui in caso di sconnessioni o di fuoriuscita di materiale (sabbia di allettamento e/o
di sigillatura).
•
Ditte specializzate: Specializzati vari.
01.03.01.I02 Sostituzione
Cadenza: quando occorre
Sostituzione degli elementi rotti e/o comunque rovinati con altri analoghi.
•
Ditte specializzate: Specializzati vari.
Elemento Manutenibile: 01.03.02
Dissuasori
Unità Tecnologica: 01.03
Marciapiedi
I dissuasori di sosta sono dispositivi stradali con funzione di impedimento materiale della sosta dei veicoli in determinate aree o
zone. In genere i dissuasori vanno armonizzati con altri arredi urbani e stradali per cui hanno quasi sempre un aspetto decorativo.
Svolgono inoltre anche funzione accessorie come quelle di delimitazioni di aree pedonali, aree di parcheggio, aree a verde, zone di
riposo, zone riservate, ecc. In genere la tipologia e la funzione può variare a secondo dei regolamenti urbanistici locali. La loro
forma e funzione può essere diversa: a) colonne a blocchi; b) cordolature; c) pali; d) paletti; e) fioriere; f) cassonetti. La
funzione di impedimento svolta dai dissuasori deve essere esercitata sia come altezza sul piano variabile sia spaziale tra un elemento
ed un altro disposti lungo un perimetro. In genere sono realizzati con materiali diversi: a) legno; b) plastica a fiamma
autoestinguente; c) calcestruzzo; d) rame; e) acciaio zincato; f) ferro; g) ghisa; h) alluminio. Talvolta i dissuasori sono uniti
mediante elementi di materiale diversi, quali, catene in ferro, elementi in legno, ecc.
REQUISITI E PRESTAZIONI (EM)
01.03.02.R01 Integrazione degli spazi
Classe di Requisiti: Adattabilità degli spazi
Classe di Esigenza: Fruibilità
I dissuasori devono integrarsi con gli spazi nei quali vengono immessi.
Prestazioni:
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Manuale di Manutenzione
L'aspetto dei dissuasori va armonizzato con altri arredi urbani e stradali dell'ambiente in cui vengono immessi. In particolare si tiene
conto:
-della funzione principale
-dell'importanza del luogo
-dei materiali
-delle tonalità
-delle caratteristiche di sicurezza
Livello minimo della prestazione:
I livelli prestazionali variano a secondo del loro impiego che è strettamente legato alle conformità dettate dalle norme dal Ministero
dei Lavori Pubblici Ispettorato generale per la circolazione e la sicurezza stradale, dal Codice della Strada, dagli Enti Gestori delle
Strade, nonché dai regolamenti comunali locali.
ANOMALIE RISCONTRABILI
01.03.02.A01 Alterazione cromatica
Alterazione cromatica di parti e/o elementi costituenti.
01.03.02.A02 Depositi
Accumulo di sporco e/o depositi sulle superfici esposte.
01.03.02.A03 Rottura
Rottura di parti degli elementi costituenti i dissuasori.
01.03.02.A04 Variazione sagoma
Variazione della sagoma originaria con sporgenze pericolose a carico di persone e/o cose.
CONTROLLI ESEGUIBILI DA PERSONALE SPECIALIZZATO
01.03.02.C01 Controllo dell'integrità
Cadenza: ogni mese
Tipologia: Controllo a vista
Controllo dell'integrità del manufatto e delle parti costituenti. Verifica di eventuali variazioni della sagoma originaria.
•
Anomalie riscontrabili: 1) Rottura; 2) Variazione sagoma.
01.03.02.C02 Controllo elementi di unione
Cadenza: ogni mese
Tipologia: Controllo
Controllo dell'integrità degli elementi di unione e/o connessione.
•
Anomalie riscontrabili: 1) Rottura.
01.03.02.C03 Controllo posizionamento
Cadenza: ogni mese
Tipologia: Controllo
Controllare la posizione e la distribuzione dei dissuasori lungo il perimetro di protezione delle aree.
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Manuale di Manutenzione
MANUTENZIONI ESEGUIBILI DA PERSONALE SPECIALIZZATO
01.03.02.I01 Pulizia
Cadenza: ogni 6 mesi
Pulizia delle superfici a vista e rimozione di eventuali depositi.
•
Ditte specializzate: Generico.
01.03.02.I02 Ripristino posizione
Cadenza: quando occorre
Ripristino del corretto posizionamento e delle distanze di rispetto.
•
Ditte specializzate: Specializzati vari.
01.03.02.I03 Sostituzione
Cadenza: quando occorre
Sostituzione del manufatto e/o di elementi di connessione con altri analoghi.
•
Ditte specializzate: Specializzati vari.
Elemento Manutenibile: 01.03.03
Limitatori di sosta
Unità Tecnologica: 01.03
Marciapiedi
I limitatori di sosta sono dispositivi stradali con funzione di impedimento parziale della sosta dei veicoli in determinate aree o zone
o comunque di perimetro di zone dove la sosta è permessa. La loro forma può essere diversa: a) colonne a blocchi; b) cordolature;
c) pali; d) paletti. In genere sono realizzati con materiali diversi: a) legno; b) plastica a fiamma autoestinguente; c)
calcestruzzo; d) rame; e) acciaio zincato; f) ferro; g) ghisa; h) alluminio. Talvolta i limitatori di sosta sono uniti mediante
elementi di materiale diversi, quali, catene in ferro, elementi in legno, ecc..
REQUISITI E PRESTAZIONI (EM)
01.03.03.R01 Conformità alle norme stradali
Classe di Requisiti: Sicurezza d'uso
Classe di Esigenza: Sicurezza
I limitatori di sosta dovranno rispettare le conformità dettate dalle norme vigenti.
Prestazioni:
I limitatori di sosta dovranno essere realizzati in conformità alle norme sulla sicurezza stradale. La loro installazione deve tener
conto inoltre della visibilità e degli spazi di manovra dei veicoli. Essi dovranno inoltre integrarsi con la segnaletica stradale
esistente.
Livello minimo della prestazione:
I livelli prestazionali variano a secondo del loro impiego che è strettamente legato alla conformità dettate dalle norme del Ministero
dei Lavori Pubblici Ispettorato generale per la circolazione e la sicurezza stradale, dal Codice della Strada, dagli Enti Gestori delle
Strade, nonché dai regolamenti comunali locali.
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Manuale di Manutenzione
ANOMALIE RISCONTRABILI
01.03.03.A01 Depositi
Accumulo di sporco e/o depositi sulle superfici esposte.
01.03.03.A02 Rottura
Rottura di parti degli elementi costituenti i limitatori di sosta.
01.03.03.A03 Variazione sagoma
Variazione della sagoma originaria con sporgenze pericolose a carico di persone e/o cose.
CONTROLLI ESEGUIBILI DA PERSONALE SPECIALIZZATO
01.03.03.C01 Controllo dell'integrità
Cadenza: ogni mese
Tipologia: Aggiornamento
Controllo dell'integrità dell'elemento e delle parti costituenti. Verifica di eventuali variazioni della sagoma originaria.
•
Anomalie riscontrabili: 1) Rottura.
01.03.03.C02 Controllo posizionamento
Cadenza: ogni mese
Tipologia: Controllo a vista
Controllare la posizione e la distribuzione dei limitatori di sosta rispetto alla posizione originaria.
•
Anomalie riscontrabili: 1) Variazione sagoma.
MANUTENZIONI ESEGUIBILI DA PERSONALE SPECIALIZZATO
01.03.03.I01 Pulizia
Cadenza: ogni 6 mesi
Pulizia delle superfici a vista e rimozione di eventuali depositi.
•
Ditte specializzate: Generico.
01.03.03.I02 Ripristino posizione
Cadenza: ogni settimana
Ripristino del corretto posizionamento e delle distanze di rispetto.
01.03.03.I03 Sostituzione
Cadenza: quando occorre
Sostituzione dell'elemento e/o parti di connessione con altre analoghe.
•
Ditte specializzate: Specializzati vari.
Elemento Manutenibile: 01.03.04
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Manuale di Manutenzione
Marciapiedi
Unità Tecnologica: 01.03
Marciapiedi
Si tratta di una parte della strada destinata ai pedoni, esterna alla carreggiata, rialzata e/o comunque protetta. Sul marciapiede
possono essere collocati alcuni servizi come pali e supporti per l'illuminazione, segnaletica verticale, cartelloni pubblicitari,
semafori, colonnine di chiamate di soccorso, idranti, edicole, cabine telefoniche, cassonetti, ecc..
REQUISITI E PRESTAZIONI (EM)
01.03.04.R01 Accessibilità ai marciapiedi
Classe di Requisiti: Adattabilità degli spazi
Classe di Esigenza: Fruibilità
Le aree pedonali ed i marciapiedi devono essere dimensionati ed organizzati in modo da essere raggiungibili e praticabili; deve
essere garantita, inoltre, la sicurezza e l'accessibilità durante la circolazione da parte dell'utenza.
Prestazioni:
Le aree pedonali ed i marciapiedi devono assicurare la normale circolazione dei pedoni ma soprattutto essere conformi alle norme
sulla sicurezza e alla prevenzione di infortuni a mezzi e persone. La larghezza del marciapiede va considerata al netto di alberature,
strisce erbose, ecc.
Livello minimo della prestazione:
Si prevedono, in funzione dei diversi tipi di strade, le seguenti larghezze minime:
-nelle strade primarie: 0,75 m; 1 m in galleria;
-nelle strade di scorrimento: 3 m; 1,50 m nei tratti in viadotto;
-nelle strade di quartiere: 4 m; 1,50 m nei tratti in viadotto; 5 m nelle zone turistiche e commerciali;
-nelle strade locali: 3 m; 1,50 m nelle zone con minima densità residenziale;
FABBISOGNO DI SPAZIO PER PERCORSI PEDONALI IN AREE RESIDENZIALI
TIPOLOGIA DEL PASSAGGIO: 1 persona;
Larghezza (cm): 60; Note: -;
TIPOLOGIA DEL PASSAGGIO: 2 persone;
Larghezza (cm): 90; Note: passaggio con difficoltà;
TIPOLOGIA DEL PASSAGGIO: 2 persone;
Larghezza (cm): 120; Note: passaggio agevole;
TIPOLOGIA DEL PASSAGGIO: 3 persone;
Larghezza (cm): 187; Note: passaggio agevole;
TIPOLOGIA DEL PASSAGGIO: 1 persona con doppio bagaglio;
Larghezza (cm): 100; Note: -;
TIPOLOGIA DEL PASSAGGIO: 2 persone con doppio bagaglio;
Larghezza (cm): 212,5; Note: -;
TIPOLOGIA DEL PASSAGGIO: 2 persone con ombrello aperto;
Larghezza (cm): 237,5; Note: -;
TIPOLOGIA DEL PASSAGGIO: carrozzina;
Larghezza (cm): 80; Note: -;
TIPOLOGIA DEL PASSAGGIO: 1 carrozzina e 1 bambino;
Larghezza (cm): 115; Note: con bambino al fianco;
TIPOLOGIA DEL PASSAGGIO: 2 carrozzine o 2 sedie a rotelle;
Larghezza (cm): 170; Note: passaggio agevole;
TIPOLOGIA DEL PASSAGGIO: 2 persone con delimitazioni laterali;
Larghezza (cm): 220; Note: passaggio con difficoltà;
TIPOLOGIA DEL PASSAGGIO: 2 persone con delimitazioni laterali;
Larghezza (cm): 260; Note: passaggio agevole.
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Manuale di Manutenzione
-le larghezze minime vanno misurate al netto di eventuali aree erbose o alberate, di aree occupate da cabine telefoniche, chioschi o
edicole, ecc.;
-i marciapiedi prospicienti su carreggiate sottostanti devono essere muniti di parapetto e/o rete di protezione di altezza minima di
2,00 m;
-i marciapiedi vanno protetti con dispositivi di ritenuta, per strade con velocità di progetto (limite superiore) maggiore di 70 km/h;
-gli attraversamenti pedonali sono regolamentati secondo la disciplina degli attraversamenti:
DISCIPLINA DEGLI ATTRAVERSAMENTI PEDONALI (BOLLETTINO UFFICIALE DEL CNR N. 60 DEL 26.04.1978)
-STRADE PRIMARIE
Tipo di attraversamento pedonale: a livelli sfalsati
Attraversamenti pedonali - ubicazione e distanza: -STRADE DI SCORRIMENTO
Tipo di attraversamento pedonale: sfalsati o eventualmente semaforizzati
Attraversamenti pedonali - ubicazione e distanza: all’incrocio
-STRADE DI QUARTIERE
Tipo di attraversamento pedonale: semaforizzati o eventualmente zebrati
Attraversamenti pedonali - ubicazione e distanza: all’incrocio
-STRADE LOCALI
Tipo di attraversamento pedonale: zebrati
Attraversamenti pedonali - ubicazione e distanza: 100 m
-negli attraversamenti il raccordo fra marciapiede e strada va realizzato con scivoli per permettere il passaggio di carrozzine;
-i marciapiedi devono poter essere agevolmente usati dai portatori di handicap;
-in corrispondenza di fermate di autobus adiacenti a carreggiate, i marciapiedi devono avere conformazione idonee alla forma delle
piazzole e delle aree di attesa dell'autobus senza costituire intralcio al traffico standard veicolare e pedonale:
CARATTERISTICHE PIAZZOLE PER AUTOBUS
-A LATO DELLE CORSIE DI TRAFFICO PROMISCUO
Lunghezza totale (m): 56
Lunghezza della parte centrale (m): 16*
Profondità (m): 3,0
-A LATO DELLE CORSIE RISERVATE AL MEZZO PUBBLICO
Lunghezza totale (m): 56
Lunghezza della parte centrale (m): 26**
Profondità (m): 3,0
-A LATO DELLE CORSIE RISERVATE AL MEZZO PUBBLICO CON ALTA FREQUENZA VEICOLARE
Lunghezza totale (m): 45
Lunghezza della parte centrale (m): 5,0
Profondità (m): 3,0
* fermata per 1 autobus
** fermata per 2 autobus
ANOMALIE RISCONTRABILI
01.03.04.A01 Buche
Consistono nella mancanza di materiale dalla superficie del manto stradale a carattere localizzato e con geometrie e profondità
irregolari spesso fino a raggiungere gli strati inferiori, ecc.).
01.03.04.A02 Cedimenti
Consistono nella variazione della sagoma stradale caratterizzati da avvallamenti e crepe localizzati per cause diverse (frane,
diminuzione e/o insufficienza della consistenza degli strati sottostanti, ecc.).
01.03.04.A03 Corrosione
Corrosione degli elementi metallici per perdita del requisito di resistenza agli agenti aggressivi chimici e/o per difetti del materiale.
01.03.04.A04 Deposito
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Manuale di Manutenzione
Accumulo di detriti, fogliame e di altri materiali estranei.
01.03.04.A05 Difetti di pendenza
Consiste in un errata pendenza longitudinale o trasversale per difetti di esecuzione o per cause esterne.
01.03.04.A06 Distacco
Disgregazione e distacco di parti notevoli del materiale che può manifestarsi anche mediante espulsione di elementi prefabbricati
dalla loro sede.
01.03.04.A07 Esposizione dei feri di armatura
Distacchi di parte di calcestruzzo (copriferro) e relativa esposizione dei ferri di armatura a fenomeni di corrosione per l'azione degli
agenti atmosferici.
01.03.04.A08 Fessurazioni
Presenza di rotture singole, ramificate, spesso accompagnate da cedimenti e/o avvallamenti del manto stradale.
01.03.04.A09 Mancanza
Caduta e perdita di parti del materiale del manufatto.
01.03.04.A10 Presenza di vegetazione
Presenza di vegetazione caratterizzata dalla formazione di piante, licheni, muschi lungo le superfici stradali.
01.03.04.A11 Rottura
Rottura di parti degli elementi costituenti i manufatti.
01.03.04.A12 Sollevamento
Variazione localizzata della sagoma stradale con sollevamento di parti interessanti il manto stradale.
01.03.04.A13 Usura manto stradale
Si manifesta con fessurazioni, rotture, mancanza di materiale, buche e sollevamenti del manto stradale e/o della pavimentazione in
genere.
CONTROLLI ESEGUIBILI DA PERSONALE SPECIALIZZATO
01.03.04.C01 Controllo pavimentazione
Cadenza: ogni 3 mesi
Tipologia: Aggiornamento
Controllo dello stato generale al fine di verificare l'assenza di eventuali buche e/o altre anomalie (mancanza di elementi,
sollevamenti, difetti di pendenza, fessurazioni, presenza di vegetazione, ecc.) che possono rappresentare pericolo per la sicurezza ed
incolumità delle persone. Controllo dello stato dei bordi e dei materiali lapidei stradali. Controllo dello stato di pulizia e verificare
l'assenza di depositi e di eventuali ostacoli.
•
•
Requisiti da verificare: 1) Accessibilità ai marciapiedi.
Anomalie riscontrabili: 1) Buche; 2) Cedimenti; 3) Difetti di pendenza; 4) Fessurazioni; 5) Presenza di vegetazione; 6) Rottura;
7) Sollevamento; 8) Usura manto stradale.
01.03.04.C02 Controllo spazi
Cadenza: ogni mese
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Manuale di Manutenzione
Tipologia: Controllo
Controllo dell'accessibilità degli spazi dei marciapiedi e di eventuali ostacoli.
•
•
Requisiti da verificare: 1) Accessibilità ai marciapiedi.
Anomalie riscontrabili: 1) Presenza di vegetazione.
MANUTENZIONI ESEGUIBILI DA PERSONALE SPECIALIZZATO
01.03.04.I01 Pulizia percorsi pedonali
Cadenza: quando occorre
Pulizia periodica delle superfici costituenti i percorsi pedonali e rimozione di depositi e detriti. Lavaggio con prodotti detergenti
idonei al tipo di materiale della pavimentazione in uso.
•
Ditte specializzate: Generico.
01.03.04.I02 Riparazione pavimentazione
Cadenza: quando occorre
Riparazione delle pavimentazioni e/o rivestimenti dei percorsi pedonali con sostituzione localizzata di elementi rotti o fuori sede
oppure sostituzione totale degli elementi della zona degradata e/o usurata. Demolizione ed asportazione dei vecchi elementi, pulizia
e ripristino degli strati di fondo, pulizia e posa dei nuovi elementi con l'impiego di malte, colle, sabbia, bitumi liquidi a caldo. Le
tecniche di posa e di rifiniture variano in funzione dei materiali, delle geometrie e del tipo di percorso pedonale.
•
Ditte specializzate: Specializzati vari.
Elemento Manutenibile: 01.03.05
Pavimentazione pedonale in lastre di pietra
Unità Tecnologica: 01.03
Marciapiedi
Per le pavimentazioni esterne sono adatti la maggior parte dei materiali lapidei. In genere la scelta su questi tipi di materiale cade
oltre che per fattori estetici per la elevata resistenza all'usura. La scelta dei materiali va fatta in funzione dei luoghi e dei tipi di
applicazione a cui essi sono destinati. La lavorazione superficiale degli elementi, lo spessore, le dimensioni, ecc. variano anch'essi in
funzione degli ambienti d'impiego. Trovano utilizzo nella fattispecie tutti i tipi di marmo, a meno di ambienti particolarmente
sfavorevoli, i graniti; i travertini. Le pietre: cubetti di porfido; blocchi di basalto; lastre di ardesia; lastre di quarzite. Vi sono inoltre i
marmi-cemento; le marmette e marmettoni; i graniti ricomposti. La tecnica di posa è abbastanza semplice ed avviene per i
rivestimenti continui ad impasto mentre per quelli discontinui a malta o a colla.
ANOMALIE RISCONTRABILI
01.03.05.A01 Degrado sigillante
Distacco e perdita di elasticità dei materiali utilizzati per le sigillature impermeabilizzanti e dei giunti.
01.03.05.A02 Deposito superficiale
Accumulo di pulviscolo atmosferico o di altri materiali estranei, di spessore variabile, poco coerente e poco aderente alla superficie
del rivestimento.
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Manuale di Manutenzione
01.03.05.A03 Macchie e graffiti
Imbrattamento della superficie con sostanze macchianti in grado di aderire e penetrare nel materiale.
01.03.05.A04 Scheggiature
Distacco di piccole parti di materiale lungo i bordi e gli spigoli delle lastre.
01.03.05.A05 Sollevamento e distacco dal supporto
Sollevamento e distacco dal supporto di uno o più elementi della pavimentazione.
CONTROLLI ESEGUIBILI DA PERSONALE SPECIALIZZATO
01.03.05.C01 Controllo generale delle parti a vista
Cadenza: ogni anno
Tipologia: Controllo a vista
Controllo dello stato di conservazione delle finiture e verifica del grado di usura, di erosione, di brillantezza delle parti in vista.
Controllare l'uniformità dell'aspetto cromatico delle superfici. Riscontro di eventuali anomalie (depositi, macchie, graffi, distacchi,
ecc.).
•
Anomalie riscontrabili: 1) Degrado sigillante; 2) Deposito superficiale; 3) Macchie e graffiti; 4) Scheggiature; 5) Sollevamento e
distacco dal supporto.
MANUTENZIONI ESEGUIBILI DALL'UTENTE
01.03.05.I02 Pulizia delle superfici
Cadenza: ogni settimana
Pulizia delle parti superficiali, rimozione di macchie, depositi e sporco mediante spazzolatura e lavaggio con acqua e soluzioni
adatte al tipo di rivestimento.
•
Ditte specializzate: Pavimentista, Generico.
MANUTENZIONI ESEGUIBILI DA PERSONALE SPECIALIZZATO
01.03.05.I01 Lucidatura superfici
Cadenza: quando occorre
Ripristino degli strati superficiali previa levigatura e rinnovo della lucidatura a piombo (in particolare per marmi, graniti e
marmette). Impregnazione a base di cere per i materiali lapidei usurati.
•
Ditte specializzate: Pavimentista.
01.03.05.I03 Ripristino degli strati protettivi
Cadenza: quando occorre
Ripristino degli strati protettivi, previa accurata pulizia delle superfici, con soluzioni chimiche appropriate che non alterino le
caratteristiche fisico-chimiche dei materiale ed in particolare di quelle visive cromatiche.
•
Ditte specializzate: Specializzati vari.
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Manuale di Manutenzione
01.03.05.I04 Sostituzione degli elementi degradati
Cadenza: quando occorre
Sostituzione degli elementi usurati o rotti con altri analoghi previa rimozione delle parti deteriorate e relativa preparazione del
fondo.
•
Ditte specializzate: Pavimentista.
Elemento Manutenibile: 01.03.06
Pavimentazioni bituminose
Unità Tecnologica: 01.03
Marciapiedi
Si tratta di pavimentazioni con additivi bituminosi. Generalmente vengono utilizzate per aree pedonali di poco pregio e sottoposte a
particolare usura.
REQUISITI E PRESTAZIONI (EM)
01.03.06.R01 Assenza di emissioni di sostanze nocive
Classe di Requisiti: Protezione dagli agenti chimici ed organici
Classe di Esigenza: Sicurezza
Le pavimentazioni non devono, in condizioni normali di esercizio, emettere sostanze tossiche, polveri, gas o altri odori fastidiosi
per gli utenti.
Prestazioni:
I materiali costituenti le pavimentazioni non devono emettere sostanze nocive per gli utenti (gas, vapori, fibre, polveri, radiazioni
nocive, ecc.), sia in condizioni normali che sotto l'azione dell'ambiente (temperatura, tasso di umidità, raggi ultravioletti, ecc.). In
particolare deve essere assente l'emissione di composti chimici organici, quali la formaldeide, nonché la diffusione di fibre di vetro.
Livello minimo della prestazione:
Dovranno essere rispettati i seguenti limiti:
-concentrazione limite di formaldeide non superiore a 0,1 p.p.m. (0,15 mg/m3);
-per la soglia olfattiva valori non superiori a 0,09 p.p.m. (0,135 mg/m3);
-per la soglia di irritazione occhi-naso-gola non superiore 0,66 p.p.m. (1 mg/m3).
01.03.06.R02 Resistenza all'acqua
Classe di Requisiti: Protezione dai rischi d'intervento
Classe di Esigenza: Sicurezza
Le pavimentazioni a contatto con l'acqua, dovranno mantenere inalterate le proprie caratteristiche chimico-fisiche.
Prestazioni:
Non devono verificarsi deterioramenti di alcun tipo dei rivestimenti superficiali delle pavimentazioni, nei limiti indicati dalla
normativa. L'acqua inoltre non deve raggiungere i materiali isolanti né quelli deteriorabili in presenza di umidità.
Livello minimo della prestazione:
In presenza di acqua, non devono verificarsi variazioni dimensionali né tantomeno deformazioni permanenti nell'ordine dei 4-5 mm
rispetto al piano di riferimento.
01.03.06.R03 Resistenza meccanica
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Manuale di Manutenzione
Classe di Requisiti: Di stabilità
Classe di Esigenza: Sicurezza
Le pavimentazioni devono contrastare in modo efficace la manifestazione di eventuali rotture, o deformazioni rilevanti, causate
dall'azione di possibili sollecitazioni.
Prestazioni:
Le pavimentazioni devono essere idonee a contrastare efficacemente il prodursi di rotture o deformazioni gravi sotto l'azione di
sollecitazioni meccaniche in modo da assicurare la durata e la funzionalità nel tempo senza pregiudicare la sicurezza degli utenti.
Livello minimo della prestazione:
Per una analisi più approfondita dei livelli minimi rispetto ai vari componenti e materiali costituenti i rivestimenti si rimanda alle
prescrizioni di legge e di normative vigenti in materia.
ANOMALIE RISCONTRABILI
01.03.06.A01 Deposito superficiale
Accumulo di pulviscolo atmosferico o di altri materiali estranei, di spessore variabile, poco coerente e poco aderente alla superficie
del rivestimento.
01.03.06.A02 Disgregazione
Decoesione caratterizzata da distacco di granuli o cristalli sotto minime sollecitazioni meccaniche.
01.03.06.A03 Distacco
Disgregazione e distacco di parti notevoli del materiale che può manifestarsi anche mediante espulsione di elementi dalla loro sede.
01.03.06.A04 Mancanza
Caduta e perdita di parti del materiale.
01.03.06.A05 Presenza di vegetazione
Presenza di vegetazione caratterizzata dalla formazione di licheni, muschi e piante lungo le superficie.
CONTROLLI ESEGUIBILI DA PERSONALE SPECIALIZZATO
01.03.06.C01 Controllo generale delle parti a vista
Cadenza: ogni anno
Tipologia: Controllo a vista
Controllo dello stato di conservazione delle finiture e verifica del grado di usura o di erosione delle parti in vista ed in particolare dei
giunti. Controllare l'uniformità dell'aspetto cromatico delle superfici. Riscontro di eventuali anomalie (depositi, presenza di
vegetazione, ecc.).
•
•
Requisiti da verificare: 1) Resistenza all'acqua.
Anomalie riscontrabili: 1) Deposito superficiale; 2) Presenza di vegetazione; 3) Disgregazione; 4) Distacco; 5) Mancanza.
MANUTENZIONI ESEGUIBILI DA PERSONALE SPECIALIZZATO
01.03.06.I01 Pulizia delle superfici
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Manuale di Manutenzione
Cadenza: quando occorre
Pulizia e rimozione dello sporco superficiale mediante spazzolatura manuale degli elementi o con tecniche di rimozione dei depositi,
adatte al tipo di rivestimento, e con detergenti appropriati.
•
Ditte specializzate: Specializzati vari.
01.03.06.I02 Ripristino degli strati
Cadenza: quando occorre
Ripristino degli strati, previa accurata pulizia delle superfici, rimozione delle parti disaggregate, riempimento con rivestimenti di
analoghe caratteristiche e successiva compattazione con rullo meccanico.
•
Ditte specializzate: Specializzati vari.
Elemento Manutenibile: 01.03.07
Rampe di raccordo
Unità Tecnologica: 01.03
Marciapiedi
Le rampe di raccordo o scivoli, rappresentano quegli spazi in dotazione ai marciapiedi realizzati in prossimità degli attraversamenti
pedonali, e/o comunque dove se ne riscontra la necessità, per facilitare i portatori di handicap su carrozzina o per il transito
agevolato di bambini su passeggini e carrozzine. Esse permettono quindi alle persone affette da handicap su carrozzine di poter
circolare nell'ambiente urbano.
REQUISITI E PRESTAZIONI (EM)
01.03.07.R01 Accessibilità alle rampe
Classe di Requisiti: Sicurezza d'uso
Classe di Esigenza: Sicurezza
Le rampe di raccordo devono essere accessibili e percorribili.
Prestazioni:
Le rampe di raccordo devono essere realizzate secondo le norme vigenti in materia di barriere architettoniche. Esse devono
facilitare la circolazione negli ambienti urbani da parte di portatori di handicap su carrozzine e di bambini su passeggini. Esse
vanno realizzate con pavimentazione antisdrucciolo.
Livello minimo della prestazione:
Vanno rispettati i seguenti livelli minimi:
-larghezza min. = 1,50 m
-pendenza max. = 15 %
-altezza scivolo max = 0,025 m
-distanza fine rampa al limite marciapiede min. = 1,50 m
ANOMALIE RISCONTRABILI
01.03.07.A01 Ostacoli
Ostacoli causati da impedimenti quali: auto, moto, bici in sosta, depositi, ecc. che vanno a intralciare l'uso e il passaggio.
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Manuale di Manutenzione
01.03.07.A02 Pendenza errata
Errata pendenza longitudinale o trasversale per difetti di esecuzione o per cause esterne.
01.03.07.A03 Rottura
Rottura di parti degli elementi costituenti le pavimentazioni delle rampe.
CONTROLLI ESEGUIBILI DA PERSONALE SPECIALIZZATO
01.03.07.C01 Controllo generale
Cadenza: ogni mese
Tipologia: Aggiornamento
Controllo generale dello stato di consistenza e di conservazione degli elementi costituenti le rampe.
•
Anomalie riscontrabili: 1) Pendenza errata; 2) Rottura.
01.03.07.C02 Controllo ostacoli
Cadenza: ogni giorno
Tipologia: Controllo
Controllare la presenza di eventuali ostacoli che possono essere di intralcio al normale uso delle rampe.
•
Anomalie riscontrabili: 1) Ostacoli.
01.03.07.C03 Verifica della pendenza
Cadenza: ogni 6 mesi
Tipologia: Controllo
Controllo della pendenza minima della rampa
•
•
Requisiti da verificare: 1) Accessibilità alle rampe.
Anomalie riscontrabili: 1) Pendenza errata.
01.03.07.C04 Integrazione con la segnaletica
Cadenza: quando occorre
Tipologia: Controllo
Controllare la posizione delle rampe rispetto all'ubicazione della segnaletica stradale orizzontale.
MANUTENZIONI ESEGUIBILI DA PERSONALE SPECIALIZZATO
01.03.07.I01 Ripristino pavimentazione
Cadenza: quando occorre
Ripristino della pavimentazione delle rampe con materiali idonei con caratteristiche di antisdrucciolo.
•
Ditte specializzate: Specializzati vari.
01.03.07.I02 Ripristino pendenza
Cadenza: quando occorre
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Manuale di Manutenzione
Adeguamento della pendenza minima della rampa rispetto ai limiti di norma.
•
Ditte specializzate: Specializzati vari.
Elemento Manutenibile: 01.03.08
Segnaletica
Unità Tecnologica: 01.03
Marciapiedi
La segnaletica a servizio delle aree pedonali serve per guidare gli utenti e per fornire prescrizioni ed utili indicazioni per l'uso. Può
essere costituita da strisce segnaletiche tracciate sulla strada. La segnaletica comprende linee longitudinali, frecce direzionali, linee
trasversali, attraversamenti pedonali o ciclabili, iscrizioni e simboli posti sulla superficie stradale, strisce di delimitazione degli stalli
di sosta o per la sosta riservata, isole di traffico o di presegnalamento di ostacoli entro la carreggiata, strisce di delimitazione della
fermata dei veicoli in servizio di trasporto pubblico di linea, ecc. La segnaletica può essere realizzata mediante l’applicazione di
pittura, materiali termoplastici, materiali plastici indurenti a freddo, linee e simboli preformati o mediante altri sistemi. Nella
maggior parte dei casi, la segnaletica è di colore bianco o giallo ma, in casi particolari, vengono usati anche altri colori.
ANOMALIE RISCONTRABILI
01.03.08.A01 Usura segnaletica
Le strisce, le bande segnaletiche e le simbologie perdono consistenza per la perdita di materiale (vernice, materiale plastico, ecc.)
dovuto all'usura e agli agenti atmosferici disgreganti.
CONTROLLI ESEGUIBILI DA PERSONALE SPECIALIZZATO
01.03.08.C01 Controllo dello stato
Cadenza: ogni 6 mesi
Tipologia: Controllo
Controllare periodicamente le condizioni e l'integrità delle linee e della simbologia costituita da: linee longitudinali, frecce, linee
trasversali, messaggi e simboli posti sulla superficie stradale. Controllare l'aspetto cromatico ed in particolare la consistenza dei
colori corrispondenti alle diverse simbologie. Controllare l'efficienza della segnaletica ed in particolare la visibilità in condizioni
diverse (diurne, notturne, con luce artificiale, con nebbia, ecc.). Controllare la disposizione dei segnali in funzione della logica e
disciplina di circolazione dell'utenza.
•
Anomalie riscontrabili: 1) Usura segnaletica.
MANUTENZIONI ESEGUIBILI DA PERSONALE SPECIALIZZATO
01.03.08.I01 Rifacimento delle bande e linee
Cadenza: ogni anno
Rifacimento delle bande e linee mediante la squadratura e l'applicazione di materiali idonei e/o altri sistemi: pittura, materiali
termoplastici, materiali plastici indurenti a freddo, linee e simboli preformati.
•
Ditte specializzate: Specializzati vari.
Pagina 39
Manuale di Manutenzione
01.03.08.I02 Sostituzione elementi
Cadenza: quando occorre
Sostituzione degli elementi della segnaletica con elementi analoghi.
•
Ditte specializzate: Specializzati vari.
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Manuale di Manutenzione
Unità Tecnologica: 01.04
Piste ciclabili
Si tratta di spazi riservati alla circolazione dei velocipedi, individuabili nella parte longitudinale della strada ed opportunamente
delimitati o separati con barriere invalicabili a protezione dei ciclisti dai veicoli a motore. Le piste ciclabili possono essere
realizzate: a) in sede propria ad unico o doppio senso di marcia; b) su corsia riservata ricavata dalla carreggiata stradale; c) su
corsia riservata ricavata dal marciapiede. Più precisamente le piste ciclabili possono riassumersi nelle seguenti categorie: a) piste
ciclabili in sede propria; b) piste ciclabili su corsia riservata; c) percorsi promiscui pedonali e ciclabili; d) percorsi promiscui
ciclabili e veicolari. Nella progettazione e realizzazione delle piste ciclabili è buona norma tener conto delle misure di prevenzione,
in particolare della disposizione lungo i percorsi di: a) alberi; b) caditoie; c) marciapiedi; d) cassonetti; e) parcheggi; f) aree
di sosta; g) passi carrai; h) segnaletica stradale.
REQUISITI E PRESTAZIONI (UT)
01.04.R01 Accessibilità in sicurezza
Classe di Requisiti: Sicurezza d'uso
Classe di Esigenza: Sicurezza
Le piste ciclabili devono essere realizzate in modo da essere facilmente accessibili da parte dei velocipedi.
Prestazioni:
La progettazione e la realizzazione di piste ciclabili dovranno tener conto dei seguenti dati dimensionali:
- larghezza
- raggio di curvatura
- velocità di progetto
- pendenza trasversale
- pendenza longitudinale
- sottopassi
Livello minimo della prestazione:
Si prevedo le seguenti dimensioni:
- larghezza min. (se monodirezionali) = 1.50 m
- larghezza min. (se bidirezionali) = 2.00 m
- pendenza longitudinale max (per tratti non sup. a m 200)= 2.5 %
- pendenza longitudinale max (per tratti non sup. a m 50)= 5.0 %
- franco min. laterale = 0.20 m
- franco min. in altezza = 2.25 m
Nella particolarità di piste ciclabili in sottovia, questa dovrà rispettare le seguenti dimensioni:
- lunghezza min. = 5.00 m
- altezza max = 2.40 m
- altezza max (se si superano i 25 m) = 2.70 m
- pendenza rampe = 3% - 5%
01.04.R02 Adeguamento geometrico in funzione del raggio di curvatura
Classe di Requisiti: Sicurezza d'uso
Classe di Esigenza: Sicurezza
Le piste ciclabili dovranno essere progettate e realizzate con raggi di curvatura calcolati secondo dati geometrici.
Prestazioni:
Le piste ciclabili dovranno essere progettate e realizzate con raggi di curvatura in funzione delle velocità, degli allargamenti, delle
pendenze.
Livello minimo della prestazione:
Si considerano alcuni dei seguenti valori minimi:
VELOCITÀ DI PROGETTO: 16 km/h
raggio di curvatura = 4.50 m; allargamento del tratto = 1.10 m
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Manuale di Manutenzione
raggio di curvatura = 6.00 m; allargamento del tratto = 0.80 m
VELOCITÀ DI PROGETTO 24 km/h
raggio di curvatura = 10.00 m; allargamento del tratto = 0.70 m
raggio di curvatura = 20.00 m; allargamento del tratto = 0.33 m
VELOCITÀ DI PROGETTO: 32 km/h
raggio di curvatura = 10.00 m; allargamento del tratto = 1.00 m
VELOCITÀ DI PROGETTO: 40 km/h
raggio di curvatura = 10.00 m; allargamento del tratto = 1.20 m
raggio di curvatura = 20.00 m; allargamento del tratto = 0.57m
L'Unità Tecnologica è composta dai seguenti Elementi Manutenibili:
° 01.04.01 Cordolature
° 01.04.02 Dispositivi di ingresso e di uscita
° 01.04.03 Fasce di protezione laterali
° 01.04.04 Segnaletica di informazione
° 01.04.05 Strisce di demarcazione
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Manuale di Manutenzione
Elemento Manutenibile: 01.04.01
Cordolature
Unità Tecnologica: 01.04
Piste ciclabili
Le cordolature per piste ciclabili sono dei manufatti di finitura la cui funzione è quella di contenere la spinta verso l'esterno degli
elementi di pavimentazione ciclabile che sono sottoposti a carichi di normale esercizio. Possono essere realizzati in elementi
prefabbricati in calcestruzzo o in cordoni di pietrarsa.
ANOMALIE RISCONTRABILI
01.04.01.A01 Distacco
Disgregazione e distacco di parti notevoli del materiale che può manifestarsi anche mediante espulsione di elementi prefabbricati
dalla loro sede.
01.04.01.A02 Mancanza
Mancanza di elementi di cordolatura a corredo delle superfici ciclabili.
01.04.01.A03 Mancanza rinterro
Mancanza del rinterro a ridosso delle cordolature con conseguente perdita di stabilità di quest'ultime.
01.04.01.A04 Rottura
Rottura di parti degli elementi costituenti i manufatti.
01.04.01.A05 Sporgenza
Sporgenza dei cordoli al di sopra del filo della pavimentazione ciclabile.
CONTROLLI ESEGUIBILI DA PERSONALE SPECIALIZZATO
01.04.01.C01 Controllo generale
Cadenza: ogni 6 mesi
Tipologia: Controllo
Controllo dello stato dei giunti verticali tra gli elementi contigui. Verifica della non sporgenza rispetto al filo della pavimentazione
ciclabile. Controllare lo stato dei rinterri a ridosso delle cordolature.
•
Anomalie riscontrabili: 1) Distacco; 2) Mancanza; 3) Mancanza rinterro; 4) Rottura; 5) Sporgenza.
MANUTENZIONI ESEGUIBILI DA PERSONALE SPECIALIZZATO
01.04.01.I01 Ripristino giunti
Cadenza: quando occorre
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Manuale di Manutenzione
Ripristino dei giunti verticali tra gli elementi contigui.
•
Ditte specializzate: Specializzati vari.
01.04.01.I02 Sistemazione sporgenze
Cadenza: quando occorre
Sistemazione delle sporgenze delle cordolature rispetto al filo della pavimentazione ciclabile. Ripristino dei rinterri a ridosso delle
cordolature.
•
Ditte specializzate: Specializzati vari.
Elemento Manutenibile: 01.04.02
Dispositivi di ingresso e di uscita
Unità Tecnologica: 01.04
Piste ciclabili
I dispositivi di ingresso e di uscita per piste ciclabili sono spazi di raccordo e di integrazione con le aree pedonali e stradali che
consentono un uso razionale ed in sicurezza dei percorsi a servizio dei velocipedi e dei ciclisti. In genere gli accessi e le uscite sono
costituiti da rampe realizzate con pendenza adeguata e superfici antisdrucciolo.
ANOMALIE RISCONTRABILI
01.04.02.A01 Pendenza errata
Errata pendenza longitudinale o trasversale per difetti di esecuzione o per cause esterne.
01.04.02.A02 Rottura
Rottura di parti degli elementi costituenti i dispositivi di ingresso e uscita.
CONTROLLI ESEGUIBILI DA PERSONALE SPECIALIZZATO
01.04.02.C01 Controllo generale
Cadenza: ogni mese
Tipologia: Controllo
Controllare lo stato delle pavimentazioni e l'assenza di eventuali anomalie. Verificare la normalità delle pendenze in prossimità di
ingressi ed uscite.
•
Anomalie riscontrabili: 1) Rottura; 2) Pendenza errata.
MANUTENZIONI ESEGUIBILI DA PERSONALE SPECIALIZZATO
01.04.02.I01 Integrazione
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Manuale di Manutenzione
Cadenza: quando occorre
Integrazioni di elementi rovinati e/o usurati nella pavimentazione con elementi di analoghe caratteristiche. Ripristino delle pendenze
di accesso e di uscita.
•
Ditte specializzate: Specializzati vari.
Elemento Manutenibile: 01.04.03
Fasce di protezione laterali
Unità Tecnologica: 01.04
Piste ciclabili
Si tratta di spazi disposti lateralmente lungo i percorsi ciclabili e verso la carreggiata. La loro funzione è quella di creare un ulteriore
margine di sicurezza dalla carreggiata e quindi dal traffico autoveicolare. Possono generalmente essere costituite da tappeti erbosi o
rivestite da pavimentazioni in pietra naturale, elementi prefabbricati in cls. ecc..
ANOMALIE RISCONTRABILI
01.04.03.A01 Deposito
Accumulo di detriti, fogliame ed altri materiali estranei che potrebbero essere anche fonte di pericoli.
01.04.03.A02 Distacco
Disgregazione e distacco di parti notevoli del materiale che può manifestarsi anche mediante espulsione di elementi prefabbricati
dalla loro sede.
01.04.03.A03 Mancanza
Perdita di parti del materiale delle aree adibite a fasce di protezione. Nel caso di tappeti erbosi questa si manifesta mediante l'assenza
di zolle di erba lungo le superfici.
CONTROLLI ESEGUIBILI DA PERSONALE SPECIALIZZATO
01.04.03.C01 Controllo generale
Cadenza: ogni 3 mesi
Tipologia: Controllo a vista
Controllare periodicamente l'integrità delle superfici del rivestimento attraverso valutazioni visive mirate a riscontrare anomalie
(buche, mancanza, rottura, ecc.). In caso di tappeti erbosi controllare l'integrità degli stessi. Verificare l'assenza di depositi e/o
sporgenze lungo i percorsi.
•
Anomalie riscontrabili: 1) Mancanza; 2) Deposito; 3) Distacco.
MANUTENZIONI ESEGUIBILI DA PERSONALE SPECIALIZZATO
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Manuale di Manutenzione
01.04.03.I01 Ripristino superfici
Cadenza: quando occorre
Ripristino delle superfici del rivestimento mediante elementi di analoghe caratteristiche. In caso di tappeti erbosi, risistemazione
delle nuove zolle lungo le superfici scoperte. Rimozione di eventuali depositi e/o sporgenze lungo i percorsi.
•
Ditte specializzate: Specializzati vari.
Elemento Manutenibile: 01.04.04
Segnaletica di informazione
Unità Tecnologica: 01.04
Piste ciclabili
La segnaletica a servizio delle aree predisposte come piste ciclabili serve per guidare e disciplinare i ciclisti e fornire prescrizioni ed
utili indicazioni per l'uso. In particolare può suddividersi in: a) segnaletica di divieto; b) segnaletica di pericolo; c) segnaletica di
indicazione. Può essere costituita da strisce segnaletiche tracciate sulla strada o da elementi inseriti nella pavimentazione
differenziati per colore. La segnaletica comprende linee longitudinali, frecce direzionali, linee trasversali, attraversamenti ciclabili,
iscrizioni e simboli posti sulla superficie stradale, strisce di delimitazione degli stalli di sosta o per le aree di parcheggio dei
velocipedi, ecc.. Essa dovrà integrarsi con la segnaletica stradale. La segnaletica può essere realizzata mediante l'applicazione di
pittura, materiali termoplastici, materiali plastici indurenti a freddo, linee e simboli preformati o mediante altri sistemi. Nella
maggior parte dei casi, la segnaletica è di colore bianco o giallo, ma, in casi particolari, vengono usati anche altri colori.
ANOMALIE RISCONTRABILI
01.04.04.A01 Disposizione errata
Disposizione della segnaletica inerente le piste ciclabili in modo incongruo rispetto alla segnaletica stradale circostante.
01.04.04.A02 Usura segnaletica
La cartellonistica, le strisce, le bande ed altre simbologie, perdono consistenza per la perdita di materiale (vernice, materiale
plastico, ecc.) dovuto all'usura e agli agenti atmosferici disgreganti.
CONTROLLI ESEGUIBILI DA PERSONALE SPECIALIZZATO
01.04.04.C01 Controllo generale
Cadenza: ogni 6 mesi
Tipologia: Controllo
Controllo dello stato generale delle linee e della simbologia convenzionale. Controllare l'integrazione con la segnaletica stradale
circostante.
•
Anomalie riscontrabili: 1) Disposizione errata; 2) Usura segnaletica.
MANUTENZIONI ESEGUIBILI DA PERSONALE SPECIALIZZATO
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Manuale di Manutenzione
01.04.04.I01 Ripristino segnaletica
Cadenza: ogni anno
Rifacimento delle linee usurate e della simbologia convenzionale con materiali idonei (pitture, materiali plastici, ecc.). Integrazione
con la segnaletica stradale circostante.
•
Ditte specializzate: Specializzati vari.
Elemento Manutenibile: 01.04.05
Strisce di demarcazione
Unità Tecnologica: 01.04
Piste ciclabili
Si tratta di elementi delimitanti la parte ciclabile da altri spazi (pedonali, per il traffico autoveicolare, ecc.). Possono essere realizzate
con elementi inseriti nella stessa pavimentazione (blocchetti di colore diverso) o in alternativa mediante pitture e/o bande adesive.
ANOMALIE RISCONTRABILI
01.04.05.A01 Usura
Perdita di consistenza e perdita di materiale (vernice, materiale plastico, ecc.) dovuto all'usura e agli agenti atmosferici disgreganti.
CONTROLLI ESEGUIBILI DA PERSONALE SPECIALIZZATO
01.04.05.C01 Controllo generale
Cadenza: ogni 6 mesi
Tipologia: Controllo
Controllo dello stato generale delle strisce di demarcazione.
•
Anomalie riscontrabili: 1) Usura .
MANUTENZIONI ESEGUIBILI DA PERSONALE SPECIALIZZATO
01.04.05.I01 Ripristino
Cadenza: quando occorre
Rifacimento delle strisce di demarcazione usurate con materiali idonei (pitture, materiali plastici, elementi della pavimentazione,
ecc.).
•
Ditte specializzate: Specializzati vari.
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Manuale di Manutenzione
Unità Tecnologica: 01.05
Segnaletica stradale verticale
I segnali verticali si dividono nelle seguenti categorie: segnali di pericolo; segnali di prescrizione; segnali di indicazione; inoltre il
formato e le dimensioni dei segnali vengono disciplinati dalle norme previste dal nuovo codice della strada. Le caratteristiche dei
sostegni e dei supporti e materiali usati per la segnaletica dovranno essere preferibilmente di metallo. Inoltre, per le sezioni
circolari, devono essere muniti di dispositivo inamovibile antirotazione del segnale rispetto al sostegno e del sostegno rispetto al
terreno. I sostegni, i supporti dei segnali stradali devono essere protetti contro la corrosione. La sezione dei sostegni deve inoltre
garantire la stabilità del segnale da eventuali sollecitazioni di origine ambientale (vento, urti, ecc.).
REQUISITI E PRESTAZIONI (UT)
01.05.R01 Percettibilità
Classe di Requisiti: Funzionalità tecnologica
Classe di Esigenza: Funzionalità
I segnali dovranno essere dimensionati e posizionati in modo da essere visibili dagli utenti della strada.
Prestazioni:
Le prestazioni della segnaletica verticale, relativamente al requisito di percettibilità, sono strettamente legate allo spazio di
avvistamento “d”, alla velocità degli autoveicoli “V” e ad altri parametri dimensionali (altezze, distanza dal ciglio stradale, ecc.).
Livello minimo della prestazione:
Salvo prescrizioni particolari:
POSIZIONAMENTO DEI SEGNALI DI INDICAZIONE IN FUNZIONE DELLE VELOCITÀ
-Velocità (km/h): 50 - Spazio di avvistamento (m): 100
-Velocità (km/h): 70 - Spazio di avvistamento (m): 140
-Velocità (km/h): 90 - Spazio di avvistamento (m): 170
-Velocità (km/h): 110 - Spazio di avvistamento (m): 200
-Velocità (km/h): 130 - Spazio di avvistamento (m): 150
POSIZIONAMENTO DEI SEGNALI DI INDICAZIONE IN FUNZIONE DELLE VELOCITÀ - (Intersezioni con corsia di
decelerazione)
-Velocità (km/h): 90 - Spazio di avvistamento (m): 30
-Velocità (km/h): 110 - Spazio di avvistamento (m): 40
-Velocità (km/h): 130 - Spazio di avvistamento (m): 50
POSIZIONAMENTO DEI SEGNALI DI INDICAZIONE IN FUNZIONE DELLE VELOCITÀ - (Intersezioni senza corsia di
decelerazione)
-Velocità (km/h): 50 - Spazio di avvistamento (m): 60
-Velocità (km/h): 70 - Spazio di avvistamento (m): 80
-Velocità (km/h): 90 - Spazio di avvistamento (m): 100
-Velocità (km/h): 110 - Spazio di avvistamento (m): 130
-I segnali da ubicare lateralmente alla sede stradale devono essere posizionati a distanza <30 cm e non > 100 cm dal ciglio del
marciapiede e/o della banchina;
-I paletti di sostegno dei segnali devono essere posizionati a distanza non inferiore a 50 cm dal ciglio del marciapiede e/o della
banchina;
-I segnali da ubicare lateralmente alla sede stradale devono avere un'altezza minima di 60 cm e massima di 220 cm;
-I segnali da ubicare lungo le strade non devono essere posizionati ad altezze >450 cm;
-I segnali da ubicare lungo i marciapiedi devono essere posizionati ad altezza minima di 220cm;
-I segnali posizionati al di sopra della carreggiata devono avere un'altezza minima di 510 cm.
01.05.R02 Rinfrangenza
Classe di Requisiti: Funzionalità tecnologica
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Manuale di Manutenzione
Classe di Esigenza: Funzionalità
I segnali dovranno avere caratteristiche di rifrangenza.
Prestazioni:
Tutti i segnali dovranno essere in esecuzione rifrangente ed avere caratteristiche colorimetriche, fotometriche e tecnologiche
secondo parametri stabiliti secondo il Nuovo Codice della Strada.
Livello minimo della prestazione:
I segnali potranno essere realizzati mediante applicazione di pellicole retroriflettenti con le seguenti classi di riferimento: -classe 1
(con normale risposta luminosa di durata minima di 7 anni); -classe 2 (ad alta risposta luminosa di durata minima di 10 anni).
L'Unità Tecnologica è composta dai seguenti Elementi Manutenibili:
° 01.05.01 Cartelli segnaletici
° 01.05.02 Sostegni, supporti e accessori vari
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Manuale di Manutenzione
Elemento Manutenibile: 01.05.01
Cartelli segnaletici
Unità Tecnologica: 01.05
Segnaletica stradale verticale
Si tratta di elementi realizzati generalmente in scatolari di lamiera in alluminio e/o acciaio di spessori variabili tra 1,0 - 2,5 mm
verniciati a forno mediante speciali polveri di poliestere opportunamente preparati a grezzo attraverso le operazioni di sgrassaggio,
lavaggio, fosfatazione, passivazione e asciugatura ed infine mediante operazione di primer per alluminio a mano. Essi sono costituiti
da sagome aventi forme geometriche, colori, simbologia grafica e testo con caratteristiche tecniche diverse a secondo del significato
del messaggio trasmesso. In genere i segnali sono prodotti mediante l'applicazione di pellicole rifrangenti di classi diverse.
ANOMALIE RISCONTRABILI
01.05.01.A01 Alterazione Cromatica
Variazione di uno o più parametri che definiscono il colore degli elementi.
01.05.01.A02 Corrosione
Decadimento dei materiali metallici a causa della combinazione con sostanze presenti nell'ambiente (ossigeno, acqua, anidride
carbonica, ecc.).
01.05.01.A03 Usura
I cartelli segnaletici perdono consistenza per la perdita di materiale (pellicola, parti della sagoma, ecc.) dovuto all'usura e agli agenti
atmosferici disgreganti.
CONTROLLI ESEGUIBILI DA PERSONALE SPECIALIZZATO
01.05.01.C01 Controllo generale
Cadenza: ogni 3 mesi
Tipologia: Controllo
Controllare l'assenza di eventuali anomalie. Controllare l'aspetto cromatico ed in particolare la consistenza dei colori corrispondenti
alle diverse simbologie. Controllare l'efficienza della segnaletica ed in particolare la visibilità in condizioni diverse (diurne, notturne,
con luce artificiale, con nebbia, ecc.). Controllare la disposizione dei segnali in funzione della logica e disciplina di circolazione
dell'utenza anche in funzione dei piani di traffico stradale.
•
•
Requisiti da verificare: 1) Percettibilità; 2) Rinfrangenza.
Anomalie riscontrabili: 1) Alterazione Cromatica; 2) Corrosione; 3) Usura .
MANUTENZIONI ESEGUIBILI DA PERSONALE SPECIALIZZATO
01.05.01.I01 Ripristino elementi
Cadenza: quando occorre
Ripristino e/o sostituzione degli elementi usurati della segnaletica con elementi analoghi così come previsto dal nuovo codice della
Pagina 50
Manuale di Manutenzione
strada. Rimozione del cartello segnaletico e riposizionamento del nuovo segnale e verifica dell'integrazione nel sistema della
segnaletica stradale di zona.
•
Ditte specializzate: Specializzati vari.
Elemento Manutenibile: 01.05.02
Sostegni, supporti e accessori vari
Unità Tecnologica: 01.05
Segnaletica stradale verticale
Si tratta di elementi accessori alla segnaletica verticale utilizzati per il sostegno e/o il supporto degli stessi. Si possono riassumere in:
a) staffe (per il fissaggio di elementi); b) pali (tubolari in ferro zincato di diametro e altezza diversa per il sostegno della
segnaletica); c) collari (semplici, doppi, ecc., per l'applicazione a palo dei cartelli segnaletici); d) piastre (per l'applicazione di con
staffe, a muro, ecc.); e) bulloni (per il serraggio degli elementi); f) sostegni mobili e fissi (basi per il sostegno degli elementi); g)
basi di fondazione. Essi devono essere realizzati con materiali di prima scelta e opportunamente dimensionati.
ANOMALIE RISCONTRABILI
01.05.02.A01 Instabilità dei supporti
Perdita di stabilità dei sostegni fissati al suolo e dei supporti accessori tra sagoma ed elemento di sostegno.
01.05.02.A02 Mancanza
Mancanza di parti o elementi accessori di sostegno e/o di fissaggio.
CONTROLLI ESEGUIBILI DA PERSONALE SPECIALIZZATO
01.05.02.C01 Controllo generale
Cadenza: ogni 6 mesi
Tipologia: Controllo
Controllare l'assenza di eventuali anomalie. In particolare verificare la corretta stabilità dei supporti a cartelli e/o pannelli
segnaletici.
•
Anomalie riscontrabili: 1) Instabilità dei supporti; 2) Mancanza.
MANUTENZIONI ESEGUIBILI DA PERSONALE SPECIALIZZATO
01.05.02.I01 Ripristino stabilità
Cadenza: quando occorre
Ripristino delle condizioni di stabilità, mediante l'utilizzo di adeguata attrezzatura, provvedendo al serraggio degli elementi accessori
e/o alla loro integrazione con altri di analoghe caratteristiche. Gli interventi vanno considerati anche in occasione di eventi
traumatici esterni (urti, atti di vandalismo, ecc.).
•
Ditte specializzate: Specializzati vari.
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Manuale di Manutenzione
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Manuale di Manutenzione
Unità Tecnologica: 01.06
Segnaletica stradale orizzontale
Si tratta di segnali orizzontali tracciati sulla strada per regolare la circolazione degli autoveicoli e per guidare gli utenti fornendogli
prescrizioni ed indicazioni per particolari comportamenti da seguire. Possono essere realizzati in diversi materiali: a) pitture; b)
materie termoplastiche con applicazione a freddo; c) materiale termoplastico con applicazione a caldo; d) materie plastiche a
freddo; e) materiali da postspruzzare; f) microsfere di vetro da premiscelare; g) inserti stradali; h) materiali preformati. Per
consentire una maggiore visibilità notturna della segnaletica orizzontale possono essere inserite in essa delle particelle sferiche di
vetro trasparente (microsfere di vetro) che sfruttano la retroriflessione dei raggi incidenti provenienti dai proiettori dei veicoli.
Inoltre per conferire proprietà antiderapanti alla segnaletica stradale possono essere inseriti dei granuli duri di origine naturale o
artificiale (granuli antiderapanti). La segnaletica orizzontale può essere costituita da: a) strisce longitudinali; b) strisce trasversali;
c) attraversamenti pedonali o ciclabili; d) frecce direzionali; e) iscrizioni e simboli; f) strisce di delimitazione degli stalli di sosta o
per la sosta riservata; g) isole di traffico o di presegnalamento di ostacoli entro la carreggiata; h) strisce di delimitazione della
fermata dei veicoli in servizio di trasporto pubblico di linea; i) altri segnali stabiliti dal regolamento. La segnaletica stradale deve
essere conformi alle norme vigenti nonché al Nuovo Codice della Strada.
REQUISITI E PRESTAZIONI (UT)
01.06.R01 Colore
Classe di Requisiti: Funzionalità tecnologica
Classe di Esigenza: Funzionalità
Rappresenta la consistenza della cromaticità che la segnaletica orizzontale deve possedere in condizioni normali.
Prestazioni:
I requisiti specificati riguardano principalmente le prestazioni della segnaletica orizzontale durante la sua durata di vita funzionale. I
requisiti sono espressi attraverso diversi parametri che rappresentano diversi aspetti prestazionali della segnaletica orizzontale e, per
diversi aspetti prestazionali della segnaletica orizzontale.
Livello minimo della prestazione:
Il fattore di luminanza Beta deve essere conforme alla tabella 5 per quanto riguarda la segnaletica orizzontale asciutta. Le
coordinate di cromaticità x, y per segnaletica orizzontale asciutta devono trovarsi all'interno delle regioni definite dai vertici forniti
nella tabella 6 (UNI 1436).
TABELLA 5 - CLASSI DEL FATTORE DI LUMINANZA Beta PER SEGNALETICA ORIZZONTALE ASCIUTTA
COLORE DEL SEGNALE ORIZZONTALE: BIANCO
Tipo di manto stradale: ASFALTO;
- Classe: B0 - Fattore minimo di luminanza Beta: Nessun requisito;
- Classe: B2 - Fattore minimo di luminanza Beta: Beta >= 0,30;
- Classe: B3 - Fattore minimo di luminanza Beta: Beta >= 0,40;
- Classe: B4 - Fattore minimo di luminanza Beta: Beta >= 0,50;
- Classe: B5 - Fattore minimo di luminanza Beta: Beta >= 0,60;
Tipo di manto stradale: CEMENTO;
- Classe: B0 - Fattore minimo di luminanza Beta: Nessun requisito;
- Classe: B3 - Fattore minimo di luminanza Beta: Beta >= 0,40;
- Classe: B4 - Fattore minimo di luminanza Beta: Beta >= 0,50;
- Classe: B5 - Fattore minimo di luminanza Beta: Beta >= 0,60;
COLORE DEL SEGNALE ORIZZONTALE: GIALLO
- Classe: B0 - Fattore minimo di luminanza Beta: Nessun requisito;
- Classe: B1 - Fattore minimo di luminanza Beta: Beta >= 0,20;
- Classe: B2 - Fattore minimo di luminanza Beta: Beta >= 0,30;
- Classe: B3 - Fattore minimo di luminanza Beta: Beta >= 0,40;
NOTE: La classe B0 si applica quando la visibilità di giorno si ottiene attraverso il valore del coefficiente di luminanza in
condizioni di illuminazione diffusa Qd.
TABELLA 6 - VERTICI DELLE REGIONI DI CROMATICITÀ PER SEGNALETICA ORIZZONTALE BIANCA E GIALLA
SEGNALETICA ORIZZONTALE: BIANCA
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Manuale di Manutenzione
- Vertice 1: X=0.355 - Y=0.355;
- Vertice 2: X=0.305 - Y=0.305;
- Vertice 3: X=0.285 - Y=0.325;
- Vertice 4: X=0.335 - Y=0.375;
SEGNALETICA ORIZZONTALE: GIALLA (CLASSE Y1)
- Vertice 1: X=0.443 - Y=0.399;
- Vertice 2: X=0.545 - Y=0.455;
- Vertice 3: X=0.465 - Y=0.535;
- Vertice 4: X=0.389 - Y=0.431;
SEGNALETICA ORIZZONTALE: GIALLA (CLASSE Y2)
- Vertice 1: X=0.494 - Y=0.427;
- Vertice 2: X=0.545 - Y=0.455;
- Vertice 3: X=0.465 - Y=0.535;
- Vertice 4: X=0.427 - Y=0.483;
NOTE: Le classi Y1 e Y2 di segnaletica orizzontale gialla si riferiscono rispettivamente alla segnaletica orizzontale permanente
01.06.R02 Resistenza al derapaggio
Classe di Requisiti: Funzionalità tecnologica
Classe di Esigenza: Funzionalità
Qualità della resistenza al derapaggio (SRT) della superficie stradale bagnata misurata sulla base dell’attrito a bassa velocità
esercitato da un cursore di gomma sulla superficie stessa, abbreviata nel seguito in SRT.
Prestazioni:
I requisiti specificati riguardano principalmente le prestazioni della segnaletica orizzontale durante la sua durata di vita funzionale. I
requisiti sono espressi attraverso diversi parametri che rappresentano diversi aspetti prestazionali della segnaletica orizzontale e, per
alcuni di questi parametri, in termini di classi di prestazioni crescenti. La durata di vita funzionale dipende dalla durata lunga o
breve della segnaletica orizzontale, dalla frequenza del passaggio di veicoli sulla segnaletica orizzontale (per esempio nel caso dei
simboli sulla carreggiata rispetto alle linee laterali), dalla densità del traffico, dalla ruvidità della superficie stradale e da aspetti
relativi alle condizioni locali, quali, per esempio, l’uso di pneumatici antighiaccio con inserti metallici in alcuni Paesi. Le classi
prevedono l’attribuzione di priorità diverse ai vari aspetti delle prestazioni della segnaletica orizzontale a seconda di particolari
circostanze. Non sempre è possibile ottenere classi di prestazioni alte per due o più parametri contemporaneamente.
Livello minimo della prestazione:
Il valore della resistenza al derapaggio, espresso in unità SRT, deve essere conforme a quello specificato nella tabella 7 (UNI 1436).
L'apparecchiatura di prova è costituita da un pendolo oscillante provvisto di un cursore di gomma all'estremità libera. Viene
misurata la perdita di energia causata dall'attrito del cursore su una lunghezza specificata della superficie stradale. Il risultato è
espresso in unità SRT.
TABELLA 7 - CLASSI DI RESISTENZA AL DERAPAGGIO
-Classe: S0 - Valore SRT minimo: Nessun requisito;
-Classe: S1 - Valore SRT minimo: S1 SRT >= 45;
-Classe: S2 - Valore SRT minimo: S1 SRT >= 50;
-Classe: S3 - Valore SRT minimo: S1 SRT >= 55;
-Classe: S4 - Valore SRT minimo: S1 SRT >= 60;
-Classe: S5 - Valore SRT minimo: S1 SRT >= 65;
01.06.R03 Retroriflessione
Classe di Requisiti: Funzionalità tecnologica
Classe di Esigenza: Funzionalità
Rappresenta la riflessione espressa in valori, per gli utenti della strada, della segnaletica orizzontale bianca e gialla in condizioni di
illuminazione con i proiettori dei veicoli.
Prestazioni:
I requisiti specificati riguardano principalmente le prestazioni della segnaletica orizzontale durante la sua durata di vita funzionale. I
requisiti sono espressi attraverso diversi parametri che rappresentano diversi aspetti prestazionali della segnaletica orizzontale e, per
alcuni di questi parametri, in termini di classi di prestazioni crescenti. La durata di vita funzionale dipende dalla durata lunga o
breve della segnaletica orizzontale, dalla frequenza del passaggio di veicoli sulla segnaletica orizzontale (per esempio nel caso dei
simboli sulla carreggiata rispetto alle linee laterali), dalla densità del traffico, dalla ruvidità della superficie stradale e da aspetti
relativi alle condizioni locali, quali, per esempio, l’uso di pneumatici antighiaccio con inserti metallici in alcuni Paesi. Le classi
prevedono l’attribuzione di priorità diverse ai vari aspetti delle prestazioni della segnaletica orizzontale a seconda di particolari
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Manuale di Manutenzione
circostanze. Non sempre è possibile ottenere classi di prestazioni alte per due o più parametri contemporaneamente.
Livello minimo della prestazione:
Per misurare la retroriflessione in condizioni di illuminazione con i proiettori dei veicoli si deve utilizzare il coefficiente di
luminanza retroriflessa R L. La misurazione deve essere espressa come mcd / (m2 · lx). In condizioni di superficie stradale asciutta,
la segnaletica orizzontale deve essere conforme alla tabella 2, mentre, in condizioni di bagnato, deve essere conforme alla tabella 3
e, in condizioni di pioggia, alla tabella 4.
Nota: il coefficiente di luminanza retroriflessa rappresenta la luminosità di un segnale orizzontale come viene percepita dai
conducenti degli autoveicoli in condizioni di illuminazione con i proiettori dei propri veicoli (UNI 1436).
TABELLA 2 - CLASSI DI R L PER SEGNALETICA ORIZZONTALE ASCIUTTA
Tipo e colore del segnale orizzontale: PERMANENTE BIANCO
- Classe: R0; Coeff. Min. di luminanza retroriflessa RL [mcd·(m^-2)·(lx^-1)]: Nessun requisito;
- Classe: R2; Coeff. Min. di luminanza retroriflessa RL [mcd·(m^-2)·(lx^-1)]: RL >= 100;
- Classe: R4; Coeff. Min. di luminanza retroriflessa RL [mcd·(m^-2)·(lx^-1)]: RL >= 200;
- Classe: R5; Coeff. Min. di luminanza retroriflessa RL [mcd·(m^-2)·(lx^-1)]: RL >= 300;
Tipo e colore del segnale orizzontale: PERMANENTE GIALLO
- Classe: R0; Coeff. Min. di luminanza retroriflessa RL [mcd·(m^-2)·(lx^-1)]: Nessun requisito;
- Classe: R1; Coeff. Min. di luminanza retroriflessa RL [mcd·(m^-2)·(lx^-1)]: RL >= 80;
- Classe: R3; Coeff. Min. di luminanza retroriflessa RL [mcd·(m^-2)·(lx^-1)]: RL >= 150;
- Classe: R5; Coeff. Min. di luminanza retroriflessa RL [mcd·(m^-2)·(lx^-1)]: RL >= 200;
Tipo e colore del segnale orizzontale: PROVVISORIO
- Classe: R0; Coeff. Min. di luminanza retroriflessa RL [mcd·(m^-2)·(lx^-1)]: Nessun requisito;
- Classe: R3; Coeff. Min. di luminanza retroriflessa RL [mcd·(m^-2)·(lx^-1)]: RL >= 150;
- Classe: R5; Coeff. Min. di luminanza retroriflessa RL [mcd·(m^-2)·(lx^-1)]: RL >= 300;
NOTE: La classe R0 si applica quando la visibilità della segnaletica orizzontale è ottenuta senza retroriflessione in condizioni di
illuminazione con i proiettori dei veicoli.
TABELLA 3 - CLASSI DI R L PER SEGNALETICA ORIZZONTALE IN CONDIZIONI DI BAGNATO
CONDIZIONI DI BAGNATO: Come si presenta 1 min. dopo l’inondazione della superficie con acqua (*)
- Classe: RW0; Coeff. Min. di luminanza retroriflessa RL [mcd·(m^-2)·(lx^-1)]: Nessun requisito;
- Classe: RW1; Coeff. Min. di luminanza retroriflessa RL [mcd·(m^-2)·(lx^-1)]: RL >= 25;
- Classe: RW2; Coeff. Min. di luminanza retroriflessa RL [mcd·(m^-2)·(lx^-1)]: RL >= 35;
- Classe: RW3; Coeff. Min. di luminanza retroriflessa RL [mcd·(m^-2)·(lx^-1)]: RL >= 50;
NOTE: La classe RW0 riguarda situazioni in cui questo tipo di retroriflessione non è richiesta per ragioni economiche o
tecnologiche.
(*) Tale condizione di prova deve essere creata versando acqua chiara da un secchio di capacità pari a circa 10 l e da un'altezza di
circa 0,5 m dalla superficie. L'acqua deve essere versata in modo uniforme lungo la superficie di prova in modo tale che l’area di
misurazione e l'area circostante siano temporaneamente sommerse da un'ondata d'acqua. Il coefficiente di luminanza retroriflessa R
L in condizioni di bagnato deve essere misurato alle condizioni di prova 1 min dopo aver versato l'acqua.
TABELLA 4 - CLASSI DI R L PER SEGNALETICA ORIZZONTALE IN CONDIZIONI DI PIOGGIA
CONDIZIONI DI BAGNATO: Come si presenta dopo almeno 5 min. di esposizione durante una precipitazione uniforme di
20mm/h (**)
- Classe: RR0; Coeff. Min. di luminanza retroriflessa RL [mcd·(m^-2)·(lx^-1)]: Nessun requisito;
- Classe: RR1; Coeff. Min. di luminanza retroriflessa RL [mcd·(m^-2)·(lx^-1)]: RL >= 25;
- Classe: RR2; Coeff. Min. di luminanza retroriflessa RL [mcd·(m^-2)·(lx^-1)]: RL >= 35;
- Classe: RR3; Coeff. Min. di luminanza retroriflessa RL [mcd·(m^-2)·(lx^-1)]: RL >= 50;
NOTE: La classe RR0 riguarda situazioni in cui questo tipo di retroriflessione non è richiesta per ragioni economiche o
tecnologiche.
(**) Tali condizioni di prova devono essere create utilizzando acqua chiara e simulando una cascata senza foschia né nebbia di
intensità media pari a (20 ± 2 ) mm/h su un'area due volte più larga del campione e non meno di 0,3 m e il 25% più lunga dell’area
di misurazione. Lo scarto fra l'intensità minima e l'intensità massima della cascata non deve essere maggiore del rapporto di 1 a 1,7.
Le misurazioni del coefficiente di luminanza retroriflessa R L in condizioni di pioggia devono essere effettuate dopo 5 min di
pioggia continua e durante la precipitazione di quest'ultima.
01.06.R04 Riflessione alla luce
Classe di Requisiti: Funzionalità tecnologica
Classe di Esigenza: Funzionalità
Rappresenta la riflessione espressa in valori, per gli utenti della strada, della segnaletica orizzontale bianca e gialla in condizioni di
luce diurna e di illuminazione artificiale.
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Manuale di Manutenzione
Prestazioni:
I requisiti specificati riguardano principalmente le prestazioni della segnaletica orizzontale durante la sua durata di vita funzionale. I
requisiti sono espressi attraverso diversi parametri che rappresentano diversi aspetti prestazionali della segnaletica orizzontale e, per
alcuni di questi parametri, in termini di classi di prestazioni crescenti. La durata di vita funzionale dipende dalla durata lunga o
breve della segnaletica orizzontale, dalla frequenza del passaggio di veicoli sulla segnaletica orizzontale (per esempio nel caso dei
simboli sulla carreggiata rispetto alle linee laterali), dalla densità del traffico, dalla ruvidità della superficie stradale e da aspetti
relativi alle condizioni locali, quali, per esempio, l’uso di pneumatici antighiaccio con inserti metallici in alcuni Paesi. Le classi
prevedono l’attribuzione di priorità diverse ai vari aspetti delle prestazioni della segnaletica orizzontale a seconda di particolari
circostanze. Non sempre è possibile ottenere classi di prestazioni alte per due o più parametri contemporaneamente.
Livello minimo della prestazione:
Per misurare la riflessione alla luce del giorno o in presenza di illuminazione stradale si deve utilizzare il coefficiente di luminanza
in condizioni di illuminazione diffusa Qd. La misurazione deve essere espressa in mcd·(m^-2)·(lx^-1). In condizioni di superficie
stradale asciutta, la segnaletica orizzontale deve essere conforme alla tabella 1 (UNI 1436). Il coefficiente di luminanza in
condizioni di illuminazione diffusa rappresenta la luminosità di un segnale orizzontale come viene percepita dai conducenti degli
autoveicoli alla luce del giorno tipica o media o in presenza di illuminazione stradale.
TABELLA 1 - CLASSI DI Qd PER SEGNALETICA ORIZZONTALE ASCIUTTA
COLORE DEL SEGNALE ORIZZONTALE: BIANCO
Tipo di manto stradale. ASFALTO
- Classe Q0; Coeff. di luminanza min. in condizioni di illuminazione diffusa Qd [mcd·(m^-2)·(lx^-1]: Nessun requisito;
- Classe Q2; Coeff. di luminanza min. in condizioni di illuminazione diffusa Qd [mcd·(m^-2)·(lx^-1]: Qd >= 100;
- Classe Q3; Coeff. di luminanza min. in condizioni di illuminazione diffusa Qd [mcd·(m^-2)·(lx^-1]: Qd >= 130;
Tipo di manto stradale. CEMENTO
- Classe Q0; Coeff. di luminanza min. in condizioni di illuminazione diffusa Qd [mcd·(m^-2)·(lx^-1]: Nessun requisito;
- Classe Q3; Coeff. di luminanza min. in condizioni di illuminazione diffusa Qd [mcd·(m^-2)·(lx^-1]: Qd >= 130;
- Classe Q4; Coeff. di luminanza min. in condizioni di illuminazione diffusa Qd [mcd·(m^-2)·(lx^-1]: Qd >= 160;
COLORE DEL SEGNALE ORIZZONTALE: GIALLO
- Classe Q0; Coeff. di luminanza min. in condizioni di illuminazione diffusa Qd [mcd·(m^-2)·(lx^-1]: Nessun requisito;
- Classe Q1; Coeff. di luminanza min. in condizioni di illuminazione diffusa Qd [mcd·(m^-2)·(lx^-1]: Qd >= 80;
- Classe Q2; Coeff. di luminanza min. in condizioni di illuminazione diffusa Qd [mcd·(m^-2)·(lx^-1]: Qd >= 100;
NOTE: La classe Q0 si applica quando la visibilità diurna si ottiene attraverso il valore del fattore di luminanza Beta.
L'Unità Tecnologica è composta dai seguenti Elementi Manutenibili:
° 01.06.01 Altri segnali
° 01.06.02 Attraversamenti ciclabili
° 01.06.03 Attraversamenti pedonali
° 01.06.04 Frecce direzionali
° 01.06.05 Inserti stradali
° 01.06.06 Iscrizioni e simboli
° 01.06.07 Isole di traffico
° 01.06.08 Strisce di delimitazione
° 01.06.09 Strisce longitudinali
° 01.06.10 Strisce trasversali
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Manuale di Manutenzione
Elemento Manutenibile: 01.06.01
Altri segnali
Unità Tecnologica: 01.06
Segnaletica stradale orizzontale
Vengono elencati tra questi: a) i segnali orizzontali di cantiere; b) i spazi riservati allo stazionamento sulla carreggiata dei
cassonetti per la raccolta dei rifiuti solidi urbani, mediante la realizzazione di una striscia gialla continua di larghezza 12 cm; c)
segni orizzontali consistenti in segmenti alternati di colore giallo e nero tracciati sulla faccia verticale del ciglio del marciapiede o
della parete che delimita la strada in prossimità di tratti di strada lungo i quali la sosta è vietata; d) segnaletica in materiale lapideo
in prossimità dei centri abitati con illuminazione pubblica sufficiente. La realizzazione degli "altri segnali" sono stabilite dal Nuovo
Codice della Strada (D.Lgs. 30 aprile 1992 n. 285) e dal Regolamento di attuazione del nuovo codice della strada (D.P.R. 16
dicembre 1992 n. 495), dalle altri leggi vigenti (Legge 7.12.1999 n.472; Legge 24.11.2006 n.286; Legge 27.12.2006 n.296; Legge
2.4.2007 n.40; D.L. 27.6.2003 n.151; D.Lgs. 23.2.2006 n.149; D.Lgs. 13.3.2006 n.150; D.M. 29.12.2006).
ANOMALIE RISCONTRABILI
01.06.01.A01 Usura
Perdita di materiale (vernice, materiale plastico, ecc.) dovuto all'usura provocata dall'azione dei veicoli e degli agenti atmosferici
disgreganti.
CONTROLLI ESEGUIBILI DA PERSONALE SPECIALIZZATO
01.06.01.C01 Controllo dello stato
Cadenza: ogni 6 mesi
Tipologia: Controllo
Controllare periodicamente le condizioni e l'integrità delle linee (strisce di vernice, elementi in materiale lapideo, ecc.). Controllare
l'aspetto cromatico ed in particolare la consistenza dei colori corrispondenti alle diverse simbologie. Controllare l'efficienza della
segnaletica ed in particolare la visibilità in condizioni diverse (diurne, notturne, con luce artificiale, con nebbia, ecc.). Controllare la
disposizione dei segnali in funzione della disciplina di circolazione dei veicoli e comunque nel rispetto del Nuovo Codice della
Strada.
•
Anomalie riscontrabili: 1) Usura.
MANUTENZIONI ESEGUIBILI DA PERSONALE SPECIALIZZATO
01.06.01.I01 Rifacimento
Cadenza: ogni anno
Rifacimento dei segnali mediante la squadratura e l'applicazione di materiali idonei (vernici, vernici speciali, elementi lapidei, ecc.).
•
Ditte specializzate: Specializzati vari.
Elemento Manutenibile: 01.06.02
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Manuale di Manutenzione
Attraversamenti ciclabili
Unità Tecnologica: 01.06
Segnaletica stradale orizzontale
Gli attraversamenti ciclabili vengono evidenziati sulla carreggiata da due strisce bianche discontinue con larghezza di 50 cm e
segmenti ed intervalli lunghi 50 cm. La distanza minima tra i bordi interni delle strisce trasversali è di 1 m in prossimità degli
attraversamenti a senso unico e di 2 m per gli attraversamenti a doppio senso. Le strisce vengono realizzate mediante l'applicazione
di vernici e/o altri materiali idonei. La realizzazione degli attraversamenti sono stabilite dal Nuovo Codice della Strada (D.Lgs. 30
aprile 1992 n. 285) e dal Regolamento di attuazione del nuovo codice della strada (D.P.R. 16 dicembre 1992 n. 495), dalle altri leggi
vigenti (Legge 7.12.1999 n.472; Legge 24.11.2006 n.286; Legge 27.12.2006 n.296; Legge 2.4.2007 n.40; D.L. 27.6.2003 n.151;
D.Lgs. 23.2.2006 n.149; D.Lgs. 13.3.2006 n.150; D.M. 29.12.2006).
ANOMALIE RISCONTRABILI
01.06.02.A01 Usura
Perdita di materiale (vernice, materiale plastico, ecc.) dovuto all'usura provocata dall'azione dei veicoli e degli agenti atmosferici
disgreganti.
CONTROLLI ESEGUIBILI DA PERSONALE SPECIALIZZATO
01.06.02.C01 Controllo dello stato
Cadenza: ogni 6 mesi
Tipologia: Controllo
Controllare periodicamente le condizioni e l'integrità delle linee. Controllare l'aspetto cromatico ed in particolare la consistenza dei
colori corrispondenti alle diverse simbologie. Controllare l'efficienza della segnaletica ed in particolare la visibilità in condizioni
diverse (diurne, notturne, con luce artificiale, con nebbia, ecc.). Controllare la disposizione dei segnali in funzione della disciplina di
circolazione dei veicoli e comunque nel rispetto del Nuovo Codice della Strada.
•
Anomalie riscontrabili: 1) Usura.
MANUTENZIONI ESEGUIBILI DA PERSONALE SPECIALIZZATO
01.06.02.I01 Rifacimento delle strisce
Cadenza: ogni anno
Rifacimento delle strisce mediante la squadratura e l'applicazione di materiali idonei (vernici, vernici speciali con l’aggiunta di
microsfere di vetro, ecc.).
•
Ditte specializzate: Specializzati vari.
Elemento Manutenibile: 01.06.03
Attraversamenti pedonali
Unità Tecnologica: 01.06
Pagina 58
Manuale di Manutenzione
Segnaletica stradale orizzontale
Gli attraversamenti pedonali sono evidenziati sulla carreggiata da zebrature con strisce bianche parallele alla direzione di marcia dei
veicoli. Essi hanno una lunghezza non inferiore a 2,50 m, sulle strade locali e a quelle urbane di quartiere, mentre sulle altre strade
la lunghezza non deve essere inferiore a 4 m. La larghezza delle strisce e degli intervalli è fissata in 50 cm. Le strisce vengono
realizzate mediante l'applicazione di vernici, plastiche adesive preformate e/o in materiale lapideo in prossimità dei centri abitati. La
realizzazione degli attraversamenti sono stabilite dal Nuovo Codice della Strada (D.Lgs. 30 aprile 1992 n. 285) e dal Regolamento
di attuazione del nuovo codice della strada (D.P.R. 16 dicembre 1992 n. 495), dalle altri leggi vigenti (Legge 7.12.1999 n.472;
Legge 24.11.2006 n.286; Legge 27.12.2006 n.296; Legge 2.4.2007 n.40; D.L. 27.6.2003 n.151; D.Lgs. 23.2.2006 n.149; D.Lgs.
13.3.2006 n.150; D.M. 29.12.2006).
ANOMALIE RISCONTRABILI
01.06.03.A01 Usura
Perdita di materiale (vernice, materiale plastico, ecc.) dovuto all'usura provocata dall'azione dei veicoli e degli agenti atmosferici
disgreganti.
CONTROLLI ESEGUIBILI DA PERSONALE SPECIALIZZATO
01.06.03.C01 Controllo dello stato
Cadenza: ogni 6 mesi
Tipologia: Controllo
Controllare periodicamente le condizioni e l'integrità delle strisce. Controllare l'aspetto cromatico ed in particolare la consistenza dei
colori. Controllare l'efficienza della segnaletica ed in particolare la visibilità in condizioni diverse (diurne, notturne, con luce
artificiale, con nebbia, ecc.). Controllare la disposizione dei segnali in funzione della disciplina di circolazione dei veicoli e
comunque nel rispetto del Nuovo Codice della Strada.
•
Anomalie riscontrabili: 1) Usura.
MANUTENZIONI ESEGUIBILI DA PERSONALE SPECIALIZZATO
01.06.03.I01 Rifacimento delle strisce
Cadenza: ogni anno
Rifacimento delle strisce mediante la squadratura e l'applicazione di materiali idonei (vernici, vernici speciali con l’aggiunta di
microsfere di vetro, ecc.).
•
Ditte specializzate: Specializzati vari.
Elemento Manutenibile: 01.06.04
Frecce direzionali
Unità Tecnologica: 01.06
Segnaletica stradale orizzontale
Pagina 59
Manuale di Manutenzione
Si tratta di segnali di colore bianco per contrassegnare le corsie per consentire la preselezione dei veicoli in prossimità di
intersezioni. Esse possono suddividersi in: a) freccia destra; b) freccia diritta; c) freccia a sinistra; d) freccia a destra abbinata a
freccia diritta; e) freccia a sinistra abbinata a freccia diritta; f) freccia di rientro. I segnali vengono realizzati mediante
l'applicazione di vernici sulle superfici stradali. Le dimensioni delle frecce variano in funzione del tipo di strada su cui vengono
applicate e sono disciplinate dal Nuovo Codice della Strada (D. Lgs. 30 aprile 1992 n. 285) e dal Regolamento di attuazione del
nuovo codice della strada (D.P.R. 16 dicembre 1992 n. 495), dalle altri leggi vigenti (Legge 7.12.1999 n.472; Legge 24.11.2006
n.286; Legge 27.12.2006 n.296; Legge 2.4.2007 n.40; D.L. 27.6.2003 n.151; D.Lgs. 23.2.2006 n.149; D.Lgs. 13.3.2006 n.150;
D.M. 29.12.2006).
ANOMALIE RISCONTRABILI
01.06.04.A01 Usura
Perdita di materiale (vernice, materiale plastico, ecc.) dovuto all'usura provocata dall'azione dei veicoli e degli agenti atmosferici
disgreganti.
CONTROLLI ESEGUIBILI DA PERSONALE SPECIALIZZATO
01.06.04.C01 Controllo dello stato
Cadenza: ogni settimana
Tipologia: Controllo
Controllare periodicamente le condizioni e l'integrità dei segnali. Controllare l'aspetto cromatico ed in particolare la consistenza dei
colori corrispondenti alle diverse simbologie. Controllare l'efficienza della segnaletica ed in particolare la visibilità in condizioni
diverse (diurne, notturne, con luce artificiale, con nebbia, ecc.). Controllare la disposizione dei segnali in funzione della disciplina di
circolazione dei veicoli e comunque nel rispetto del Nuovo Codice della Strada.
•
Anomalie riscontrabili: 1) Usura.
MANUTENZIONI ESEGUIBILI DA PERSONALE SPECIALIZZATO
01.06.04.I01 Rifacimento dei simboli
Cadenza: ogni anno
Rifacimento dei simboli mediante la squadratura e l'applicazione di materiali idonei (vernici, vernici speciali con l'aggiunta di
microsfere di vetro, ecc.).
•
Ditte specializzate: Specializzati vari.
Elemento Manutenibile: 01.06.05
Inserti stradali
Unità Tecnologica: 01.06
Segnaletica stradale orizzontale
Si tratta di dispositivi che riflettendo la luce incidente proveniente dai proiettori degli autoveicoli guidano ed informano gli utenti
della strada. Essi possono essere costituiti da una o più parti che possono essere integrate, incollate e/o ancorate nella superficie
stradale. Possono dividersi in: a) inserti stradali catarifrangente; b) catadiottri; c) inserti stradali non a depressione; d) inserti
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Manuale di Manutenzione
stradali a depressione; e) inserti stradali incollati; f) inserti stradali autoadesivi; g) miglioratori di adesione; h) inserti stradali
ancorati; i) inserti stradali incassati. La parte catarifrangente può essere del tipo unidirezionale, bidirezionale e/o a depressione e
non. I dispositivi possono essere del tipo P (permanente) o del tipo T (temporaneo). I dispositivi utilizzati come inserti stradali sono
soggetti all'approvazione del Ministero dei lavori pubblici - Ispettorato generale per la circolazione e la sicurezza stradale.
REQUISITI E PRESTAZIONI (EM)
01.06.05.R01 Adattabilità dimensionale
Classe di Requisiti: Controllabilità tecnologica
Classe di Esigenza: Controllabilità
Gli inserti devono poter essere adattati dimensionalmente rispetto al tipo di superficie e in riferimento alle condizioni di traffico.
Prestazioni:
Gli inserti stradali vanno installati in modo da emergere dalla superficie stradale secondo le classi di destinazione d'uso H.
Livello minimo della prestazione:
-CLASSE H 0 - ALTEZZA: (non idonei al carico di traffico stradale);
-CLASSE H 1 - ALTEZZA <= 18 mm;
-CLASSE H 2 - ALTEZZA >18 mm e <= 20 mm;
-CLASSE H 3 - ALTEZZA >20 mm e <= 25 mm.
ANOMALIE RISCONTRABILI
01.06.05.A01 Sporgenza
Sporgenza degli elementi in uso oltre le altezze consentite dal piano della superficie stradale.
01.06.05.A02 Usura
Usura degli elementi in uso (chiodi, inserti, ecc.) con fuoriuscita dalla sede stradale.
CONTROLLI ESEGUIBILI DA PERSONALE SPECIALIZZATO
01.06.05.C01 Controllo dello stato
Cadenza: ogni 6 mesi
Tipologia: Controllo
Controllare periodicamente le condizioni e l'integrità dei dispositivi in uso. Controllare l'aspetto cromatico ed in particolare la
consistenza dei colori corrispondenti alle diverse simbologie. Controllare la disposizione dei dispositivi in funzione degli altri
segnali e comunque nel rispetto del Nuovo Codice della Strada.
•
Anomalie riscontrabili: 1) Sporgenza; 2) Usura.
MANUTENZIONI ESEGUIBILI DA PERSONALE SPECIALIZZATO
01.06.05.I01 Ripristino
Cadenza: quando occorre
Ripristino degli elementi e/o sostituzione con altri analoghi mediante applicazione a raso nella pavimentazione e con sporgenza non
oltre i limiti consentiti (3 cm).
•
Ditte specializzate: Specializzati vari.
Pagina 61
Manuale di Manutenzione
Elemento Manutenibile: 01.06.06
Iscrizioni e simboli
Unità Tecnologica: 01.06
Segnaletica stradale orizzontale
Si tratta di segnali realizzati mediante l'applicazione di vernici e/o plastiche adesive preformate sulla pavimentazione al fine di
regolamentare il traffico. Le iscrizioni sono realizzate mediante caratteri alfanumerici disciplinati dal Nuovo Codice della Strada
(D.Lgs. 30 aprile 1992 n. 285) e dal Regolamento di attuazione del nuovo codice della strada (D.P.R. 16 dicembre 1992 n. 495),
dalle altri leggi vigenti (Legge 7.12.1999 n.472; Legge 24.11.2006 n.286; Legge 27.12.2006 n.296; Legge 2.4.2007 n.40; D.L.
27.6.2003 n.151; D.Lgs. 23.2.2006 n.149; D.Lgs. 13.3.2006 n.150; D.M. 29.12.2006). Le iscrizioni devono essere di colore bianco
ad eccezione di alcuni termini (BUS, TRAM e TAXI, ecc.) che devono essere invece di colore giallo. Inoltre esse si diversificano in
funzione del tipo di strada.
ANOMALIE RISCONTRABILI
01.06.06.A01 Usura
Perdita di materiale (vernice, materiale plastico, ecc.) dovuto all'usura provocata dall'azione dei veicoli e degli agenti atmosferici
disgreganti.
CONTROLLI ESEGUIBILI DA PERSONALE SPECIALIZZATO
01.06.06.C01 Controllo dello stato
Cadenza: ogni 6 mesi
Tipologia: Controllo
Controllare periodicamente le condizioni e l'integrità dei segnali. Controllare l'aspetto cromatico ed in particolare la consistenza dei
colori corrispondenti alle diverse simbologie. Controllare l'efficienza della segnaletica ed in particolare la visibilità in condizioni
diverse (diurne, notturne, con luce artificiale, con nebbia, ecc.). Controllare la disposizione dei segnali in funzione della disciplina di
circolazione dei veicoli e comunque nel rispetto del Nuovo Codice della Strada.
•
Anomalie riscontrabili: 1) Usura.
MANUTENZIONI ESEGUIBILI DA PERSONALE SPECIALIZZATO
01.06.06.I01 Rifacimento dei simboli
Cadenza: ogni anno
Rifacimento dei simboli e delle iscrizioni mediante ridefinizione delle sagome e dei caratteri alfanumerici con applicazione di
materiali idonei (vernici, vernici speciali, materiali termoplastici, materiali plastici indurenti a freddo, linee e simboli preformati,
ecc.).
•
Ditte specializzate: Specializzati vari.
Elemento Manutenibile: 01.06.07
Pagina 62
Manuale di Manutenzione
Isole di traffico
Unità Tecnologica: 01.06
Segnaletica stradale orizzontale
Si tratta di triangoli di segnalazione delle isole di traffico realizzate mediante zebrature poste entro le strisce di raccordo per
l'incanalamento dei veicoli o tra queste ed il bordo della carreggiata. Le strisce vengono realizzate mediante l'applicazione di vernici
pittura con o senza l'aggiunta di microsfere di vetro. Le strisce devono essere di colore bianco ed inclinate con un angolo di almeno
45° rispetto alla corsia di marcia e con larghezza non inferiore a 30 cm. Gli intervalli realizzati tra le strisce devono avere larghezza
doppia rispetto alle quella delle strisce. La realizzazione delle isole di traffico sono stabilite dal Nuovo Codice della Strada (D.Lgs.
30 aprile 1992 n. 285) e dal Regolamento di attuazione del nuovo codice della strada (D.P.R. 16 dicembre 1992 n. 495), dalle altri
leggi vigenti (Legge 7.12.1999 n.472; Legge 24.11.2006 n.286; Legge 27.12.2006 n.296; Legge 2.4.2007 n.40; D.L. 27.6.2003
n.151; D.Lgs. 23.2.2006 n.149; D.Lgs. 13.3.2006 n.150; D.M. 29.12.2006).
ANOMALIE RISCONTRABILI
01.06.07.A01 Usura
Perdita di materiale (vernice, materiale plastico, ecc.) dovuto all'usura provocata dall'azione dei veicoli e degli agenti atmosferici
disgreganti.
CONTROLLI ESEGUIBILI DA PERSONALE SPECIALIZZATO
01.06.07.C01 Controllo dello stato
Cadenza: ogni 6 mesi
Tipologia: Controllo
Controllare periodicamente le condizioni e l'integrità delle strisce e zebrature. Controllare l'aspetto cromatico ed in particolare la
consistenza dei colori corrispondenti alle diverse simbologie. Controllare l'efficienza della segnaletica ed in particolare la visibilità
in condizioni diverse (diurne, notturne, con luce artificiale, con nebbia, ecc.). Controllare la disposizione dei segnali in funzione
della disciplina di circolazione dei veicoli e comunque nel rispetto del Nuovo Codice della Strada.
•
Anomalie riscontrabili: 1) Usura.
MANUTENZIONI ESEGUIBILI DA PERSONALE SPECIALIZZATO
01.06.07.I01 Rifacimento delle strisce
Cadenza: ogni anno
Rifacimento delle strisce e zebrature mediante la squadratura e l'applicazione di materiali idonei (vernici, vernici speciali con
l'aggiunta di microsfere di vetro, ecc.).
•
Ditte specializzate: Specializzati vari.
Elemento Manutenibile: 01.06.08
Pagina 63
Manuale di Manutenzione
Strisce di delimitazione
Unità Tecnologica: 01.06
Segnaletica stradale orizzontale
Si tratta di strisce per la delimitazione degli stalli di sosta o per le soste riservate. Esse vengono realizzate mediante il tracciamento
sulla pavimentazione di strisce di vernice (o in alcuni casi mediante plastiche adesive preformate e/o in materiale lapideo) della
larghezza di 12 cm formanti un rettangolo, oppure con strisce di delimitazione ad L o a T, con indicazione dell'inizio e della fine o
della suddivisione degli stalli al cui interno dovranno essere parcheggiati i veicoli. La delimitazione degli stalli di sosta si differenzia
per colore: a) il bianco per gli stalli di sosta liberi; b) azzurro per gli stalli di sosta a pagamento; c) giallo per gli stalli di sosta
riservati. La realizzazione delle strisce di delimitazione sono stabilite dal Nuovo Codice della Strada (D.Lgs. 30 aprile 1992 n. 285)
e dal Regolamento di attuazione del nuovo codice della strada (D.P.R. 16 dicembre 1992 n. 495), dalle altri leggi vigenti (Legge
7.12.1999 n.472; Legge 24.11.2006 n.286; Legge 27.12.2006 n.296; Legge 2.4.2007 n.40; D.L. 27.6.2003 n.151; D.Lgs. 23.2.2006
n.149; D.Lgs. 13.3.2006 n.150; D.M. 29.12.2006).
ANOMALIE RISCONTRABILI
01.06.08.A01 Usura
Perdita di materiale (vernice, materiale plastico, ecc.) dovuto all'usura provocata dall'azione dei veicoli e degli agenti atmosferici
disgreganti.
CONTROLLI ESEGUIBILI DA PERSONALE SPECIALIZZATO
01.06.08.C01 Controllo dello stato
Cadenza: ogni 6 mesi
Tipologia: Controllo
Controllare periodicamente le condizioni e l'integrità delle strisce. Controllare l'aspetto cromatico ed in particolare la consistenza dei
colori corrispondenti alle diverse simbologie. Controllare l'efficienza della segnaletica ed in particolare la visibilità in condizioni
diverse (diurne, notturne, con luce artificiale, con nebbia, ecc.). Controllare la disposizione dei segnali in funzione della disciplina di
circolazione dei veicoli e comunque nel rispetto del Nuovo Codice della Strada.
•
Anomalie riscontrabili: 1) Usura.
MANUTENZIONI ESEGUIBILI DA PERSONALE SPECIALIZZATO
01.06.08.I01 Rifacimento delle strisce
Cadenza: ogni anno
Rifacimento delle strisce mediante la squadratura e l'applicazione di materiali idonei (vernici, vernici speciali con l'aggiunta di
microsfere di vetro, ecc.).
•
Ditte specializzate: Specializzati vari.
Elemento Manutenibile: 01.06.09
Pagina 64
Manuale di Manutenzione
Strisce longitudinali
Unità Tecnologica: 01.06
Segnaletica stradale orizzontale
Le strisce longitudinali hanno la funzione di separare i sensi di marcia e/o le corsie di marcia e per la delimitazione delle carreggiate
attraverso la canalizzazione dei veicoli verso determinate direzioni. La larghezza minima della strisce longitudinali, escluse quelle di
margine, è di 15 cm per le autostrade e per le strade extraurbane principali, di 12 cm per le strade extraurbane secondarie, urbane di
scorrimento ed urbane di quartiere e 10 cm per le strade locali. Le strisce longitudinali si suddividono in: a) strisce di separazione
dei sensi di marcia; b) strisce di corsia; c) strisce di margine della carreggiata; d) strisce di raccordo; e) strisce di guida sulle
intersezioni. Le strisce longitudinali possono essere continue o discontinue. Le lunghezze dei tratti e degli intervalli delle strisce
discontinue, nei rettilinei, sono stabilite dal Nuovo Codice della Strada (D.Lgs. 30 aprile 1992 n. 285) e dal Regolamento di
attuazione del nuovo codice della strada (D.P.R. 16 dicembre 1992 n. 495), dalle altri leggi vigenti (Legge 7.12.1999 n.472; Legge
24.11.2006 n.286; Legge 27.12.2006 n.296; Legge 2.4.2007 n.40; D.L. 27.6.2003 n.151; D.Lgs. 23.2.2006 n.149; D.Lgs. 13.3.2006
n.150; D.M. 29.12.2006). Le strisce vengono realizzate mediante l'applicazione di vernici pittura con o senza l'aggiunta di
microsfere di vetro.
ANOMALIE RISCONTRABILI
01.06.09.A01 Usura
Perdita di materiale (vernice, materiale plastico, ecc.) dovuto all'usura provocata dall'azione dei veicoli e degli agenti atmosferici
disgreganti.
CONTROLLI ESEGUIBILI DA PERSONALE SPECIALIZZATO
01.06.09.C01 Controllo dello stato
Cadenza: ogni 6 mesi
Tipologia: Controllo
Controllare periodicamente le condizioni e l'integrità delle linee. Controllare l'aspetto cromatico ed in particolare la consistenza dei
colori corrispondenti alle diverse simbologie. Controllare l'efficienza della segnaletica ed in particolare la visibilità in condizioni
diverse (diurne, notturne, con luce artificiale, con nebbia, ecc.). Controllare la disposizione dei segnali in funzione della disciplina di
circolazione dei veicoli e comunque nel rispetto del Nuovo Codice della Strada.
•
Anomalie riscontrabili: 1) Usura.
MANUTENZIONI ESEGUIBILI DA PERSONALE SPECIALIZZATO
01.06.09.I01 Rifacimento delle strisce
Cadenza: ogni anno
Rifacimento delle strisce mediante la squadratura e l'applicazione di materiali idonei (vernici, vernici speciali con l'aggiunta di
microsfere di vetro, ecc.).
•
Ditte specializzate: Specializzati vari.
Elemento Manutenibile: 01.06.10
Pagina 65
Manuale di Manutenzione
Strisce trasversali
Unità Tecnologica: 01.06
Segnaletica stradale orizzontale
Le strisce trasversali definite anche linee di arresto possono essere continue o discontinue e vengono realizzate mediante
l'applicazione di vernici pittura con o senza l'aggiunta di microsfere di vetro, entrambe di colore bianco. Le strisce continue hanno
larghezza minima di 50 cm e vengono utilizzate in prossimità delle intersezioni semaforizzate, degli attraversamenti pedonali
semaforizzati ed in presenza dei segnali di precedenza. Le strisce discontinue vanno usate in presenza dei segnali di precedenza. In
particolare: a) la linea di arresto va tracciata con andamento parallelo rispetto all'asse della strada principale; b) la linea di arresto
deve essere realizzata in modo tale da collegare il margine della carreggiata con la striscia longitudinale di separazione dei sensi di
marcia. Per le strade prive di salvagente od isola spartitraffico, la linea dovrà essere raccordata con la striscia longitudinale continua
per una lunghezza non inferiore a 25 m e a 10 m, rispettivamente fuori e dentro i centri abitati; c) la linea di arresto, in presenza del
segnale di precedenza è realizzata mediante una serie di triangoli bianchi tracciati con la punta rivolta verso il conducente
dell'autoveicolo obbligato a dare la precedenza; tali triangoli hanno una base compresa tra 40 e 60 cm ed un'altezza compresa tra 60
e 70 cm. In particolare: base 60 ed altezza 70 cm su strade di tipo C e D; base 50 e altezza 60 cm su strade di tipo E; base 40 e
altezza 50 su strade di tipo F. La distanza tra due triangoli è pari a circa la metà della base. In prossimità delle intersezioni regolate
da segnali semaforici, la linea di arresto dovrà essere tracciata prima dell'attraversamento pedonale e comunque ad una distanza di 1
m da quest'ultimo. La realizzazione delle strisce trasversali sono stabilite dal Nuovo Codice della Strada (D.Lgs. 30 aprile 1992 n.
285) e dal Regolamento di attuazione del nuovo codice della strada (D.P.R. 16 dicembre 1992 n. 495), dalle altri leggi vigenti
(Legge 7.12.1999 n.472; Legge 24.11.2006 n.286; Legge 27.12.2006 n.296; Legge 2.4.2007 n.40; D.L. 27.6.2003 n.151; D.Lgs.
23.2.2006 n.149; D.Lgs. 13.3.2006 n.150; D.M. 29.12.2006).
ANOMALIE RISCONTRABILI
01.06.10.A01 Usura
Perdita di materiale (vernice, materiale plastico, ecc.) dovuto all'usura provocata dall'azione dei veicoli e degli agenti atmosferici
disgreganti.
CONTROLLI ESEGUIBILI DA PERSONALE SPECIALIZZATO
01.06.10.C01 Controllo dello stato
Cadenza: ogni 6 mesi
Tipologia: Controllo
Controllare periodicamente le condizioni e l'integrità delle linee. Controllare l'aspetto cromatico ed in particolare la consistenza dei
colori corrispondenti alle diverse simbologie. Controllare l'efficienza della segnaletica ed in particolare la visibilità in condizioni
diverse (diurne, notturne, con luce artificiale, con nebbia, ecc.). Controllare la disposizione dei segnali in funzione della disciplina di
circolazione dei veicoli e comunque nel rispetto del Nuovo Codice della Strada.
•
Anomalie riscontrabili: 1) Usura.
MANUTENZIONI ESEGUIBILI DA PERSONALE SPECIALIZZATO
01.06.10.I01 Rifacimento delle strisce
Cadenza: ogni anno
Rifacimento delle strisce mediante la squadratura e l'applicazione di materiali idonei (vernici, vernici speciali con l'aggiunta di
microsfere di vetro, ecc.).
•
Ditte specializzate: Specializzati vari.
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Manuale di Manutenzione
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Manuale di Manutenzione
Corpo d'Opera: 02
IMPIANTI TECNOLOGICI
Indicazioni generali
La manutenzione degli impianti, sia essa di tipo ordinaria che straordinaria, ha la finalità di mantenere
costante nel tempo le prestazioni degli impianti al fine di conseguire:
- le condizioni di base richieste quali tensione corrente, ecc.;
- le prestazioni di base richieste quali illuminamento, automazione, ecc.;
- la massima efficienza delle apparecchiature.
L'attuazione di una strategia di interventi a carattere preventivo e di un programma di controlli ed ispezioni
consente di massimizzare la durata dei componenti limitando e rallentando gli effetti dell'usura.
Essa comprende quindi tutte le operazioni necessarie all'ottenimento di quanto sopra nonché ad:
1) - ottimizzare i consumi (energia elettrica, gas, etc.);
2) - garantire una lunga vita all'impianto, prevedendo le possibili avarie e riducendo nel tempo i costi di
manutenzione straordinaria che comportano sostituzioni e/o riparazioni di componenti importanti
dell'impianto.
3) Il piano di manutenzione è stato redatto a partire dagli elaborati progettuali utilizzando informazioni, in
particolare quelle relative alle sequenze degli interventi manutentivi e di sostituzione dei componenti, derivate
dall'esperienza e dalle fonti bibliografiche.
4) - tali dati saranno ulteriormente precisati ed integrati in sede di costruzione anche in funzione delle
indicazioni dei produttori dei componenti effettivamente utilizzati.
5) - nel seguito si riportano le definizioni dei limiti delle manutenzioni sia ordinaria che straordinaria.
Manutenzione ordinaria
Si intende ordinaria la manutenzione quando:
- comporta l'impiego di materiali di consumo (stracci, lubrificanti, grassi e simili) o di ricambio espressamente
previsti (fusibili di valvole, filtri a perdere, filtri aria, etc.)
- può essere eseguita in luogo con attrezzi di tipo corrente (chiavi, cacciaviti e simili);
- non richiede parti specifiche di ricambio, ma unicamente minuterie o materiali di normale usura (ranelle,
guarnizioni, materiali di saldatura e simili).
Comprende:
1) tutti gli oneri relativi alle operazioni ordinarie e necessarie per assicurare l'efficienza degli impianti e la
loro conservazione.
Manutenzione straordinaria
Si intende straordinaria la manutenzione quando:
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Manuale di Manutenzione
- non può essere eseguita in loco oppure quando, eseguita in loco, richiede mezzi di particolare importanza
(ponteggi e mezzi di sollevamento) ed attrezzature particolari (saldature elettriche, filettatrici, etc.)
- comporta l'approvvigionamento di parti di ricambio, oppure la sostituzione di componenti dell'impianto di
uso non corrente.
Unità Tecnologiche:
° 02.01 Impianto elettrico
° 02.02 Impianto di illuminazione
° 02.03 Impianto di diffusione sonora
° 02.04 Impianto di trasmissione fonia e dati
° 02.05 Impianto per automazione
° 02.06 Impianto telefonico
° 02.07 Impianto di messa a terra
° 02.08 Impianto antintrusione e controllo accessi
° 02.09 Impianto audio annunci emergenze
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Manuale di Manutenzione
Unità Tecnologica: 02.01
Impianto elettrico
L'impianto elettrico, nel caso di edifici per civili abitazioni, ha la funzione di addurre, distribuire ed erogare energia elettrica. Per
potenze non superiori a 50 kW l'ente erogatore fornisce l'energia in bassa tensione mediante un gruppo di misura; da quest'ultimo
parte una linea primaria che alimenta i vari quadri delle singole utenze. Dal quadro di zona parte la linea secondaria che deve essere
sezionata (nel caso di edifici per civili abitazioni) in modo da avere una linea per le utenze di illuminazione e l'altra per le utenze a
maggiore assorbimento ed evitare così che salti tutto l'impianto in caso di corti circuiti. La distribuzione principale dell'energia
avviene con cavi posizionati in apposite canalette; la distribuzione secondaria avviene con conduttori inseriti in apposite guaine di
protezione (di diverso colore: il giallo-verde per la messa a terra, il blu per il neutro, il marrone-grigio per la fase). L'impianto deve
essere progettato secondo le norme CEI vigenti per assicurare una adeguata protezione.
REQUISITI E PRESTAZIONI (UT)
02.01.R01 (Attitudine al) controllo della condensazione interstiziale
Classe di Requisiti: Sicurezza d'intervento
Classe di Esigenza: Sicurezza
I componenti degli impianti elettrici capaci di condurre elettricità devono essere in grado di evitare la formazione di acqua di
condensa per evitare alle persone qualsiasi pericolo di folgorazioni per contatto diretto secondo quanto prescritto dalla norma CEI
64-8.
Prestazioni:
Si possono controllare i componenti degli impianti elettrici procedendo ad un esame nonché a misure eseguite secondo le norme
CEI vigenti.
Livello minimo della prestazione:
Devono essere rispettati i livelli previsti in sede di progetto.
02.01.R02 (Attitudine al) controllo delle dispersioni elettriche
Classe di Requisiti: Funzionalità d'uso
Classe di Esigenza: Funzionalità
Per evitare qualsiasi pericolo di folgorazione alle persone, causato da un contatto diretto, i componenti degli impianti elettrici
devono essere dotati di collegamenti equipotenziali con l’impianto di terra dell’edificio.
Prestazioni:
Le dispersioni elettriche possono essere verificate controllando i collegamenti equipotenziali e di messa a terra dei componenti degli
impianti mediante misurazioni di resistenza a terra.
Livello minimo della prestazione:
Devono essere rispettati i livelli previsti in sede di progetto e nell’ambito della dichiarazione di conformità prevista dall'art.7 del
D.M. 22 gennaio 2008 n .37.
02.01.R03 Attitudine a limitare i rischi di incendio
Classe di Requisiti: Protezione antincendio
Classe di Esigenza: Sicurezza
I componenti dell'impianto elettrico devono essere realizzati ed installati in modo da limitare i rischi di probabili incendi.
Prestazioni:
Per limitare i rischi di probabili incendi i generatori di calore, funzionanti ad energia elettrica, devono essere installati e funzionare
nel rispetto di quanto prescritto dalle leggi e normative vigenti.
Livello minimo della prestazione:
Devono essere rispettati i livelli previsti in sede di progetto.
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Manuale di Manutenzione
02.01.R04 Impermeabilità ai liquidi
Classe di Requisiti: Sicurezza d'intervento
Classe di Esigenza: Sicurezza
I componenti degli impianti elettrici devono essere in grado di evitare il passaggio di fluidi liquidi per evitare alle persone qualsiasi
pericolo di folgorazione per contatto diretto secondo quanto prescritto dalla normativa.
Prestazioni:
E' opportuno che gli elementi costituenti l'impianto elettrico siano realizzati e posti in opera secondo quanto indicato dalle norme e
come certificato dalle ditte costruttrici di detti materiali e componenti.
Livello minimo della prestazione:
Devono essere rispettati i livelli previsti in sede di progetto.
02.01.R05 Isolamento elettrico
Classe di Requisiti: Protezione elettrica
Classe di Esigenza: Sicurezza
Gli elementi costituenti l'impianto elettrico devono essere in grado di resistere al passaggio di cariche elettriche senza perdere le
proprie caratteristiche.
Prestazioni:
E' opportuno che gli elementi costituenti l'impianto elettrico siano realizzati e posti in opera secondo quanto indicato dalle norme e
come certificato dalle ditte costruttrici di detti materiali e componenti.
Livello minimo della prestazione:
Devono essere rispettati i livelli previsti in sede di progetto.
02.01.R06 Limitazione dei rischi di intervento
Classe di Requisiti: Protezione dai rischi d'intervento
Classe di Esigenza: Sicurezza
Gli elementi costituenti l'impianto elettrico devono essere in grado di consentire ispezioni, manutenzioni e sostituzioni in modo
agevole ed in ogni caso senza arrecare danno a persone o cose.
Prestazioni:
E' opportuno che gli elementi costituenti l'impianto elettrico siano realizzati e posti in opera secondo quanto indicato dalle norme e
come certificato dalle ditte costruttrici di detti materiali e componenti.
Livello minimo della prestazione:
Devono essere rispettati i livelli previsti in sede di progetto.
02.01.R07 Montabilità/Smontabilità
Classe di Requisiti: Facilità d'intervento
Classe di Esigenza: Funzionalità
Gli elementi costituenti l'impianto elettrico devono essere atti a consentire la collocazione in opera di altri elementi in caso di
necessità.
Prestazioni:
Gli elementi costituenti l'impianto elettrico devono essere montati in opera in modo da essere facilmente smontabili senza per
questo smontare o disfare l'intero impianto.
Livello minimo della prestazione:
Devono essere rispettati i livelli previsti in sede di progetto.
02.01.R08 Resistenza meccanica
Classe di Requisiti: Di stabilità
Classe di Esigenza: Sicurezza
Gli impianti elettrici devono essere realizzati con materiali in grado di contrastare in modo efficace il prodursi di deformazioni o
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Manuale di Manutenzione
rotture sotto l'azione di determinate sollecitazioni.
Prestazioni:
Gli elementi costituenti gli impianti elettrici devono essere idonei ad assicurare stabilità e resistenza all’azione di sollecitazioni
meccaniche in modo da garantirne durata e funzionalità nel tempo garantendo allo stesso tempo la sicurezza degli utenti.
Livello minimo della prestazione:
Devono essere rispettati i livelli previsti in sede di progetto.
L'Unità Tecnologica è composta dai seguenti Elementi Manutenibili:
° 02.01.01 Canalizzazioni in PVC
° 02.01.02 Contattore
° 02.01.03 Fusibili
° 02.01.04 Interruttori
° 02.01.05 Motori
° 02.01.06 Prese e spine
° 02.01.07 Quadri di bassa tensione
° 02.01.08 Relè a sonde
° 02.01.09 Relè termici
° 02.01.10 Sezionatore
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Manuale di Manutenzione
Elemento Manutenibile: 02.01.01
Canalizzazioni in PVC
Unità Tecnologica: 02.01
Impianto elettrico
Le "canalette" sono tra gli elementi più semplici per il passaggio dei cavi elettrici. Le canalizzazioni dell'impianto elettrico sono
generalmente realizzate in PVC e devono essere conformi alle prescrizioni di sicurezza delle norme CEI; dovranno essere dotati di
marchio di qualità o certificati secondo le disposizioni di legge.
REQUISITI E PRESTAZIONI (EM)
02.01.01.R01 Resistenza al fuoco
Classe di Requisiti: Protezione antincendio
Classe di Esigenza: Sicurezza
Le canalizzazioni degli impianti elettrici suscettibili di essere sottoposti all’azione del fuoco devono essere classificati secondo
quanto previsto dalla normativa vigente; la resistenza al fuoco deve essere documentata da “marchio di conformità” o
“dichiarazione di conformità”.
Prestazioni:
Le prove per la determinazione della resistenza al fuoco degli elementi sono quelle indicate dalle norme UNI.
Livello minimo della prestazione:
Devono essere rispettati i livelli previsti in sede di progetto.
02.01.01.R02 Stabilità chimico reattiva
Classe di Requisiti: Protezione dagli agenti chimici ed organici
Classe di Esigenza: Sicurezza
Le canalizzazioni degli impianti elettrici devono essere realizzate con materiali in grado di mantenere inalterate nel tempo le proprie
caratteristiche chimico-fisiche.
Prestazioni:
Per garantire la stabilità chimico reattiva i materiali e componenti degli impianti elettrici non devono presentare incompatibilità
chimico-fisica.
Livello minimo della prestazione:
Devono essere rispettati i livelli previsti in sede di progetto.
ANOMALIE RISCONTRABILI
02.01.01.A01 Corto circuiti
Corti circuiti dovuti a difetti nell'impianto di messa a terra, a sbalzi di tensione (sovraccarichi) o ad altro.
02.01.01.A02 Difetti agli interruttori
Difetti agli interruttori magnetotermici e differenziali dovuti all'eccessiva polvere presente all'interno delle connessioni o alla
presenza di umidità ambientale o di condensa.
02.01.01.A03 Difetti di taratura
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Manuale di Manutenzione
Difetti di taratura dei contattori, di collegamento o di taratura della protezione.
02.01.01.A04 Disconnessione dell'alimentazione
Disconnessione dell'alimentazione dovuta a difetti di messa a terra, di sovraccarico di tensione di alimentazione, di corto circuito
imprevisto.
02.01.01.A05 Interruzione dell'alimentazione principale
Interruzione dell'alimentazione principale dovuta ad un interruzione dell'ente erogatore/gestore dell'energia elettrica.
02.01.01.A06 Interruzione dell'alimentazione secondaria
Interruzione dell'alimentazione secondaria dovuta a guasti al circuito secondario o al gruppo elettrogeno.
02.01.01.A07 Surriscaldamento
Surriscaldamento che può provocare difetti di protezione e di isolamento. Può essere dovuto da ossidazione delle masse metalliche.
CONTROLLI ESEGUIBILI DA PERSONALE SPECIALIZZATO
02.01.01.C01 Controllo generale
Cadenza: ogni 6 mesi
Tipologia: Controllo a vista
Controllo dello stato generale e dell'integrità dei contenitori a vista, dei coperchi delle cassette e delle scatole di passaggio.
Verificare inoltre la presenza delle targhette nelle morsetterie.
•
•
Requisiti da verificare: 1) Isolamento elettrico; 2) Resistenza meccanica; 3) Stabilità chimico reattiva.
Anomalie riscontrabili: 1) Difetti agli interruttori; 2) Surriscaldamento.
MANUTENZIONI ESEGUIBILI DA PERSONALE SPECIALIZZATO
02.01.01.I01 Ripristino grado di protezione
Cadenza: quando occorre
Ripristinare il previsto grado di protezione che non deve mai essere inferiore a quello previsto dalla normativa vigente.
•
Ditte specializzate: Elettricista.
Elemento Manutenibile: 02.01.02
Contattore
Unità Tecnologica: 02.01
Impianto elettrico
È un apparecchio meccanico di manovra che funziona in ON/OFF ed è comandato da un elettromagnete. Il contattore si chiude
quando la bobina dell'elettromagnete è alimentata e, attraverso i poli, crea il circuito tra la rete di alimentazione e il ricevitore. Le
parti mobili dei poli e dei contatti ausiliari sono comandati dalla parte mobile dell'elettromagnete che si sposta nei seguenti casi: a)
per rotazione, ruotando su un asse; b) per traslazione, scivolando parallelamente sulle parti fisse;
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Manuale di Manutenzione
c) con un movimento di traslazione-rotazione.
Quando la bobina è posta fuori tensione il circuito magnetico si smagnetizza e il contattore e il contattore si apre a causa: a) delle
molle di pressione dei poli e della molla di ritorno del circuito magnetico mobile; b) della gravità.
ANOMALIE RISCONTRABILI
02.01.02.A01 Anomalie della bobina
Difetti di funzionamento della bobina di avvolgimento.
02.01.02.A02 Anomalie del circuito magnetico
Difetti di funzionamento del circuito magnetico mobile.
02.01.02.A03 Anomalie dell'elettromagnete
Vibrazioni dell'elettromagnete del contattore dovute ad alimentazione non idonea.
02.01.02.A04 Anomalie della molla
Difetti di funzionamento della molla di ritorno.
02.01.02.A05 Anomalie delle viti serrafili
Difetti di tenuta delle viti serrafilo.
02.01.02.A06 Difetti dei passacavo
Difetti di tenuta del coperchio passacavi.
02.01.02.A07 Rumorosità
Eccessivo livello del rumore dovuto ad accumuli di polvere sulle superfici.
CONTROLLI ESEGUIBILI DA PERSONALE SPECIALIZZATO
02.01.02.C01 Controllo generale
Cadenza: ogni 6 mesi
Tipologia: Ispezione a vista
Verificare che i fili siano ben serrati dalle viti e che i cavi siano ben sistemati nel coperchio passacavi. Nel caso di eccessivo rumore
smontare il contattore e verificare lo stato di pulizia delle superfici dell'elettromagnete e della bobina.
•
•
Requisiti da verificare: 1) Limitazione dei rischi di intervento.
Anomalie riscontrabili: 1) Anomalie della bobina; 2) Anomalie del circuito magnetico; 3) Anomalie della molla; 4) Anomalie
delle viti serrafili; 5) Difetti dei passacavo; 6) Anomalie dell'elettromagnete; 7) Rumorosità.
02.01.02.C02 Verifica tensione
Cadenza: ogni anno
Tipologia: Ispezione strumentale
Misurare la tensione ai morsetti di arrivo utilizzando un voltmetro.
•
•
Requisiti da verificare: 1) (Attitudine al) controllo delle dispersioni elettriche.
Anomalie riscontrabili: 1) Anomalie dell'elettromagnete.
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Manuale di Manutenzione
MANUTENZIONI ESEGUIBILI DA PERSONALE SPECIALIZZATO
02.01.02.I01 Pulizia
Cadenza: quando occorre
Eseguire la pulizia delle superfici rettificate dell'elettromagnete utilizzando benzina o tricloretilene.
•
Ditte specializzate: Elettricista.
02.01.02.I02 Serraggio cavi
Cadenza: ogni 6 mesi
Effettuare il serraggio di tutti i cavi in entrata e in uscita dal contattore.
•
Ditte specializzate: Elettricista.
02.01.02.I03 Sostituzione bobina
Cadenza: a guasto
Effettuare la sostituzione della bobina quando necessario con altra dello stesso tipo.
•
Ditte specializzate: Elettricista.
Elemento Manutenibile: 02.01.03
Fusibili
Unità Tecnologica: 02.01
Impianto elettrico
I fusibili realizzano una protezione fase per fase con un grande potere di interruzione a basso volume e possono essere installati o su
appositi supporti (porta-fusibili) o in sezionatori porta-fusibili al posto di manicotti o barrette. Si classificano in due categorie: a)
fusibili "distribuzione" tipo gG: proteggono sia contro i corto-circuiti sia contro i sovraccarichi i circuiti che non hanno picchi di
corrente elevati, come i circuiti resistivi; devono avere un carico immediatamente superiore alla corrente di pieno carico del circuito
protetto; b) fusibili "motore" tipo aM: proteggono contro i corto-circuiti i circuiti sottoposti ad elevati picchi di corrente, sono fatti
in maniera tale che permettono ai fusibili aM di far passare queste sovracorrenti rendendoli non adatti alla protezione contro i
sovraccarichi; una protezione come questa deve essere fornita di un altro dispositivo quale il relè termico; devono avere un carico
immediatamente superiore alla corrente di pieno carico del circuito protetto.
ANOMALIE RISCONTRABILI
02.01.03.A01 Depositi vari
Accumuli di polvere all'interno delle connessioni.
02.01.03.A02 Difetti di funzionamento
Anomalie nel funzionamento dei fusibili dovuti ad erronea posa degli stessi sui porta-fusibili.
02.01.03.A03 Umidità
Presenza di umidità ambientale o di condensa.
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Manuale di Manutenzione
CONTROLLI ESEGUIBILI DA PERSONALE SPECIALIZZATO
02.01.03.C01 Controllo generale
Cadenza: ogni 6 mesi
Tipologia: Ispezione a vista
Verificare la corretta posizione ed il tipo di fusibile installato. Controllare che le connessioni siano efficienti e pulite.
•
Anomalie riscontrabili: 1) Difetti di funzionamento; 2) Depositi vari; 3) Umidità.
MANUTENZIONI ESEGUIBILI DA PERSONALE SPECIALIZZATO
02.01.03.I01 Pulizia
Cadenza: ogni 6 mesi
Eseguire la pulizia delle connessioni dei fusibili sui porta fusibili eliminando polvere, umidità e depositi vari.
•
Ditte specializzate: Elettricista.
02.01.03.I02 Sostituzione dei fusibili
Cadenza: quando occorre
Eseguire la sostituzione dei fusibili quando usurati.
•
Ditte specializzate: Elettricista.
Elemento Manutenibile: 02.01.04
Interruttori
Unità Tecnologica: 02.01
Impianto elettrico
Gli interruttori generalmente utilizzati sono del tipo ad interruzione in esafluoruro di zolfo con pressione relativa del SF6 di primo
riempimento a 20 °C uguale a 0,5 bar. Gli interruttori possono essere dotati dei seguenti accessori: a) comando a motore carica
molle; b) sganciatore di apertura; c) sganciatore di chiusura; d) contamanovre meccanico; e) contatti ausiliari per la
segnalazione di aperto-chiuso dell'interruttore.
REQUISITI E PRESTAZIONI (EM)
02.01.04.R01 Comodità di uso e manovra
Classe di Requisiti: Funzionalità d'uso
Classe di Esigenza: Funzionalità
Gli interruttori devono essere realizzati con materiali e componenti aventi caratteristiche di facilità di uso, di funzionalità e di
manovrabilità.
Prestazioni:
Gli interruttori devono essere disposti in posizione ed altezza dal piano di calpestio tali da rendere il loro utilizzo agevole e sicuro,
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Manuale di Manutenzione
ed essere accessibili anche da parte di persone con impedite o ridotta capacità motoria.
Livello minimo della prestazione:
In particolare l’altezza di installazione dal piano di calpestio dei componenti deve essere compresa fra 0.40 e 1.40 m, ad eccezione
di quei componenti il cui azionamento avviene mediante comando a distanza (ad. es. telecomando a raggi infrarossi).
ANOMALIE RISCONTRABILI
02.01.04.A01 Anomalie dei contatti ausiliari
Difetti di funzionamento dei contatti ausiliari.
02.01.04.A02 Anomalie delle molle
Difetti di funzionamento delle molle.
02.01.04.A03 Anomalie degli sganciatori
Difetti di funzionamento degli sganciatori di apertura e chiusura.
02.01.04.A04 Corto circuiti
Corto circuiti dovuti a difetti nell'impianto di messa a terra, a sbalzi di tensione (sovraccarichi) o ad altro.
02.01.04.A05 Difetti agli interruttori
Difetti agli interruttori magnetotermici e differenziali dovuti all'eccessiva polvere presente all'interno delle connessioni o alla
presenza di umidità ambientale o di condensa.
02.01.04.A06 Difetti di taratura
Difetti di taratura dei contattori, di collegamento o di taratura della protezione.
02.01.04.A07 Disconnessione dell'alimentazione
Disconnessione dell'alimentazione dovuta a difetti di messa a terra, di sovraccarico di tensione di alimentazione, di corto circuito
imprevisto.
02.01.04.A08 Surriscaldamento
Surriscaldamento che può provocare difetti di protezione e di isolamento. Può essere dovuto da ossidazione delle masse metalliche.
CONTROLLI ESEGUIBILI DA PERSONALE SPECIALIZZATO
02.01.04.C01 Controllo generale
Cadenza: ogni mese
Tipologia: Controllo a vista
Verificare la corretta pressione di serraggio delle viti e delle placchette, e dei coperchi delle cassette. Verificare che ci sia un buon
livello di isolamento e di protezione (livello minimo di protezione da assicurare è IP54) onde evitare corto circuiti.
•
•
Requisiti da verificare: 1) (Attitudine al) controllo della condensazione interstiziale; 2) (Attitudine al) controllo delle dispersioni
elettriche; 3) Comodità di uso e manovra; 4) Impermeabilità ai liquidi; 5) Isolamento elettrico; 6) Limitazione dei rischi di
intervento; 7) Montabilità/Smontabilità; 8) Resistenza meccanica.
Anomalie riscontrabili: 1) Corto circuiti; 2) Difetti agli interruttori; 3) Difetti di taratura; 4) Disconnessione dell'alimentazione;
5) Surriscaldamento; 6) Anomalie degli sganciatori.
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Manuale di Manutenzione
MANUTENZIONI ESEGUIBILI DA PERSONALE SPECIALIZZATO
02.01.04.I01 Sostituzioni
Cadenza: quando occorre
Sostituire, quando usurate o non più rispondenti alle norme, parti degli interruttori quali placchette, coperchi, telai porta frutti,
apparecchi di protezione e di comando.
•
Ditte specializzate: Elettricista.
Elemento Manutenibile: 02.01.05
Motori
Unità Tecnologica: 02.01
Impianto elettrico
Le parti principali di un motore sono lo statore (induttore) e il rotore (indotto).
Lo statore è la parte fissa del motore formata da un'armatura in ghisa che contiene una corona di lamierini molto sottili in acciaio al
silicio isolati tra loro da ossidazione o vernice isolante. Gli avvolgimenti dello statore che devono innescare il campo rotante (tre in
caso di motore trifase) sono collocati negli appositi incastri di cui sono forniti i lamierini. Ognuno degli avvolgimenti è fatto di
varie bobine che si accoppiano tra loro definendo il numero di coppie di poli del motore e, di conseguenza, la velocità di rotazione.
Il rotore è la parte mobile del motore formata da un impilaggio di lamierini sottili isolati tra loro e che compongono un cilindro
inchiavettato sull'albero del motore. Il rotore può essere dei tipi di seguito descritti.
A gabbia di scoiattolo. Sulla parte esterna del cilindro sono posizionati degli incastri su cui si dispongono dei conduttori collegati ad
ognuna delle estremità da una corona metallica e su cui si esercita la coppia motore generata dal campo rotante. I conduttori sono
inclinati di poco verso l'esterno per fare in modo che la coppia sia regolare, questo conferisce al rotore il tipico aspetto di una gabbia
di scoiattolo. Nei motori di piccole dimensioni la gabbia è un pezzo unico fatta di alluminio iniettato sotto pressione; anche le alette
di raffreddamento sono colate in questo modo e formano un corpo unico con il rotore. La coppia di avviamento di questi motori è
bassa e la corrente assorbita alla messa sotto tensione è molto maggiore rispetto alla corrente nominale.
A doppia gabbia. È il rotore più diffuso; è formato da due gabbie concentriche: una esterna con resistenza maggiore e una interna
con resistenza minore. All'inizio dell'avviamento, le correnti indotte si oppongono alla penetrazione del flusso nella gabbia interna
perché questo ha una frequenza elevata. La coppia prodotta dalla gabbia esterna resistente è elevata e lo spunto di corrente ridotto.
A fine avviamento si ha una diminuzione della frequenza del rotore e, di conseguenza, è più agevole il passaggio del flusso
attraverso la gabbia interna. Il motore, quindi, agisce come se fosse formato da una sola gabbia poco resistente. In regime stabilito la
velocità è inferiore solo di poco a quella del motore a gabbia singola.
A gabbia resistente - Sono molto diffusi, soprattutto in gabbia singola. Di solito la gabbia è racchiusa tra due anelli in inox
resistente. Questi motori, alcuni dei quali sono moto-ventilati, hanno un rendimento meno buono e la variazione di velocità si può
ottenere soltanto agendo sulla tensione. Hanno, però, una buona coppia di avviamento.
Sbobinato (rotore ad anelli). Degli avvolgimenti uguali a quelli dello statore sono collocati negli incastri alla periferia del rotore che,
di solito, è trifase. L'estremità di ogni avvolgimento è collegata ad un punto comune (accoppiamento a stella). Le estremità libere o
si collegano ad un'interfaccia centrifuga o a tre anelli in rame, isolati e integrati al rotore. Su questi anelli si muovono delle spazzole
in grafite collegate direttamente al dispositivo di avviamento. In base al valore delle resistenze inserite nel circuito rotorico, questo
tipo di motore può sviluppare una coppia di avviamento che può arrivare fino ad oltre 2,5 volte la coppia nominale. Il picco di
corrente all'avviamento è uguale a quello della coppia.
REQUISITI E PRESTAZIONI (EM)
02.01.05.R01 (Attitudine al) controllo del rumore prodotto
Classe di Requisiti: Acustici
Classe di Esigenza: Benessere
I motori devono essere realizzati con materiali e componenti tali da garantire un livello di rumore nell’ambiente esterno entro i
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Manuale di Manutenzione
limiti prescritti dalla normativa.
Prestazioni:
Il livello di rumore può essere oggetto di verifiche sia con gli impianti funzionanti che con gli impianti fermi.
Livello minimo della prestazione:
Devono essere rispettati i valori minimi indicati dalla norma.
ANOMALIE RISCONTRABILI
02.01.05.A01 Anomalie del rotore
Difetti di funzionamento del rotore.
02.01.05.A02 Aumento della temperatura
Valori eccessivi della temperatura ambiente che causano malfunzionamenti.
02.01.05.A03 Difetti del circuito di ventilazione
Anomalie nel funzionamento del circuito di ventilazione.
02.01.05.A04 Difetti delle guarnizioni
Difetti di tenuta delle guarnizioni.
02.01.05.A05 Difetti di marcia
Difetti nella marcia del motore per cui si verificano continui arresti e ripartenze.
02.01.05.A06 Difetti di serraggio
Difetti di tenuta dei serraggi dei vari bulloni.
02.01.05.A07 Difetti dello statore
Difetti di funzionamento dello statore.
02.01.05.A08 Rumorosità
Eccessivo livello del rumore prodotto durante il funzionamento.
02.01.05.A09 Sovraccarico
Eccessivo valore della tensione utilizzata per singolo apparecchio.
CONTROLLI ESEGUIBILI DA PERSONALE SPECIALIZZATO
02.01.05.C01 Controllo della tensione
Cadenza: ogni 6 mesi
Tipologia: Ispezione strumentale
Effettuare una verifica dei valori della tensione di alimentazione per evitare sovraccarichi.
•
•
Requisiti da verificare: 1) (Attitudine al) controllo delle dispersioni elettriche.
Anomalie riscontrabili: 1) Aumento della temperatura; 2) Sovraccarico.
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Manuale di Manutenzione
02.01.05.C02 Controllo generale
Cadenza: ogni 6 mesi
Tipologia: Ispezione a vista
Verificare che il motore giri correttamente e che il livello del rumore prodotto non sia eccessivo. Controllare che non si verifichino
giochi o cigolii.
•
•
Requisiti da verificare: 1) .
Anomalie riscontrabili: 1) Anomalie del rotore; 2) Difetti di marcia; 3) Difetti di serraggio; 4) Difetti dello statore; 5)
Rumorosità.
MANUTENZIONI ESEGUIBILI DA PERSONALE SPECIALIZZATO
02.01.05.I01 Revisione
Cadenza: quando occorre
Eseguire lo smontaggio completo del motore per eseguirne la revisione.
•
Ditte specializzate: Elettricista.
02.01.05.I02 Serraggio bulloni
Cadenza: ogni 6 mesi
Eseguire il serraggio di tutti i bulloni per evitare giochi e malfunzionamenti.
•
Ditte specializzate: Elettricista.
Elemento Manutenibile: 02.01.06
Prese e spine
Unità Tecnologica: 02.01
Impianto elettrico
Le prese e le spine dell'impianto elettrico hanno il compito di distribuire alle varie apparecchiature alle quali sono collegati l'energia
elettrica proveniente dalla linea principale di adduzione. Sono generalmente sistemate in appositi spazi ricavati nelle pareti o a
pavimento (cassette).
REQUISITI E PRESTAZIONI (EM)
02.01.06.R01 Comodità di uso e manovra
Classe di Requisiti: Funzionalità d'uso
Classe di Esigenza: Funzionalità
Le prese e spine devono essere realizzate con materiali e componenti aventi caratteristiche di facilità di uso, di funzionalità e di
manovrabilità.
Prestazioni:
Le prese e spine devono essere disposte in posizione ed altezza dal piano di calpestio tali da rendere il loro utilizzo agevole e sicuro,
ed essere accessibili anche da parte di persone con impedite o ridotta capacità motoria.
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Manuale di Manutenzione
Livello minimo della prestazione:
In particolare l’altezza di installazione dal piano di calpestio dei componenti deve essere compresa fra 0.40 e 1.40 m, ad eccezione
di quei componenti il cui azionamento avviene mediante comando a distanza (ad. es. telecomando a raggi infrarossi).
ANOMALIE RISCONTRABILI
02.01.06.A01 Corto circuiti
Corto circuiti dovuti a difetti nell'impianto di messa a terra, a sbalzi di tensione (sovraccarichi) o ad altro.
02.01.06.A02 Difetti agli interruttori
Difetti agli interruttori magnetotermici e differenziali dovuti all'eccessiva polvere presente all'interno delle connessioni o alla
presenza di umidità ambientale o di condensa.
02.01.06.A03 Difetti di taratura
Difetti di taratura dei contattori, di collegamento o di taratura della protezione.
02.01.06.A04 Disconnessione dell'alimentazione
Disconnessione dell'alimentazione dovuta a difetti di messa a terra, di sovraccarico di tensione di alimentazione, di corto circuito
imprevisto.
02.01.06.A05 Surriscaldamento
Surriscaldamento che può provocare difetti di protezione e di isolamento. Può essere dovuto da ossidazione delle masse metalliche.
CONTROLLI ESEGUIBILI DA PERSONALE SPECIALIZZATO
02.01.06.C01 Controllo generale
Cadenza: ogni mese
Tipologia: Controllo a vista
Verificare la corretta pressione di serraggio delle viti e delle placchette, e dei coperchi delle cassette. Verificare che ci sia un buon
livello di isolamento e di protezione (livello minimo di protezione da assicurare è IP54) onde evitare corto circuiti.
•
•
Requisiti da verificare: 1) (Attitudine al) controllo della condensazione interstiziale; 2) (Attitudine al) controllo delle dispersioni
elettriche; 3) Comodità di uso e manovra; 4) Impermeabilità ai liquidi; 5) Isolamento elettrico; 6) Limitazione dei rischi di
intervento; 7) Montabilità/Smontabilità; 8) Resistenza meccanica.
Anomalie riscontrabili: 1) Corto circuiti; 2) Difetti agli interruttori; 3) Difetti di taratura; 4) Disconnessione dell'alimentazione;
5) Surriscaldamento.
MANUTENZIONI ESEGUIBILI DA PERSONALE SPECIALIZZATO
02.01.06.I01 Sostituzioni
Cadenza: quando occorre
Sostituire, quando usurate o non più rispondenti alle norme, parti di prese e spine quali placchette, coperchi, telai porta frutti,
apparecchi di protezione e di comando.
•
Ditte specializzate: Elettricista.
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Manuale di Manutenzione
Elemento Manutenibile: 02.01.07
Quadri di bassa tensione
Unità Tecnologica: 02.01
Impianto elettrico
Le strutture più elementari sono centralini da incasso, in materiale termoplastico autoestinguente, con indice di protezione IP40, fori
asolati e guida per l'assemblaggio degli interruttori e delle morsette. Questi centralini si installano all'interno delle abitazioni e
possono essere anche a parete. Esistono, inoltre, centralini stagni in materiale termoplastico con grado di protezione IP55 adatti per
officine e industrie.
REQUISITI E PRESTAZIONI (EM)
02.01.07.R01 Accessibilità
Classe di Requisiti: Facilità d'intervento
Classe di Esigenza: Funzionalità
I quadri devono essere facilmente accessibili per consentire un facile utilizzo sia nel normale funzionamento sia in caso di guasti.
Prestazioni:
E' opportuno che sia assicurata la qualità della progettazione, della fabbricazione e dell’installazione dei materiali e componenti con
riferimento a quanto indicato dalle norme e come certificato dalle ditte costruttrici di detti materiali e componenti.
Livello minimo della prestazione:
Devono essere rispettati i livelli previsti in sede di progetto.
02.01.07.R02 Identificabilità
Classe di Requisiti: Facilità d'intervento
Classe di Esigenza: Funzionalità
I quadri devono essere facilmente identificabili per consentire un facile utilizzo. Deve essere presente un cartello sul quale sono
riportate le funzioni degli interruttori nonché le azioni da compiere in caso di emergenza su persone colpite da folgorazione.
Prestazioni:
E' opportuno che gli elementi costituenti l'impianto elettrico siano realizzati e posti in opera secondo quanto indicato dalle norme e
come certificato dalle ditte costruttrici di detti materiali e componenti.
Livello minimo della prestazione:
Devono essere rispettati i livelli previsti in sede di progetto.
ANOMALIE RISCONTRABILI
02.01.07.A01 Anomalie dei contattori
Difetti di funzionamento dei contattori.
02.01.07.A02 Anomalie dei fusibili
Difetti di funzionamento dei fusibili.
02.01.07.A03 Anomalie dell'impianto di rifasamento
Difetti di funzionamento della centralina che gestisce l'impianto di rifasamento.
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Manuale di Manutenzione
02.01.07.A04 Anomalie dei magnetotermici
Difetti di funzionamento degli interruttori magnetotermici.
02.01.07.A05 Anomalie dei relè
Difetti di funzionamento dei relè termici.
02.01.07.A06 Anomalie della resistenza
Difetti di funzionamento della resistenza anticondensa.
02.01.07.A07 Anomalie delle spie di segnalazione
Difetti di funzionamento delle spie e delle lampade di segnalazione.
02.01.07.A08 Anomalie dei termostati
Difetti di funzionamento dei termostati.
02.01.07.A09 Depositi di materiale
Accumulo di polvere sui contatti che provoca malfunzionamenti.
02.01.07.A10 Difetti agli interruttori
Difetti agli interruttori magnetotermici e differenziali dovuti all'eccessiva polvere presente all'interno delle connessioni o alla
presenza di umidità ambientale o di condensa.
CONTROLLI ESEGUIBILI DA PERSONALE SPECIALIZZATO
02.01.07.C01 Controllo centralina di rifasamento
Cadenza: ogni 2 mesi
Tipologia: Controllo a vista
Verificare il corretto funzionamento della centralina di rifasamento.
•
•
Requisiti da verificare: 1) (Attitudine al) controllo delle dispersioni elettriche.
Anomalie riscontrabili: 1) Anomalie dell'impianto di rifasamento.
02.01.07.C02 Verifica dei condensatori
Cadenza: ogni 6 mesi
Tipologia: Ispezione a vista
Verificare l'integrità dei condensatori di rifasamento e dei contattori.
•
•
Requisiti da verificare: 1) Isolamento elettrico.
Anomalie riscontrabili: 1) Anomalie dell'impianto di rifasamento; 2) Anomalie dei contattori.
02.01.07.C03 Verifica messa a terra
Cadenza: ogni 2 mesi
Tipologia: Controllo
Verificare l'efficienza dell'impianto di messa a terra dei quadri.
•
•
Requisiti da verificare: 1) Limitazione dei rischi di intervento; 2) Resistenza meccanica.
Anomalie riscontrabili: 1) Anomalie dei contattori; 2) Anomalie dei magnetotermici.
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Manuale di Manutenzione
02.01.07.C04 Verifica protezioni
Cadenza: ogni 6 mesi
Tipologia: Ispezione a vista
Verificare il corretto funzionamento dei fusibili, degli interruttori automatici e dei relè termici.
•
•
Requisiti da verificare: 1) (Attitudine al) controllo delle dispersioni elettriche.
Anomalie riscontrabili: 1) Anomalie dei fusibili; 2) Anomalie dei magnetotermici; 3) Anomalie dei relè.
MANUTENZIONI ESEGUIBILI DA PERSONALE SPECIALIZZATO
02.01.07.I01 Pulizia generale
Cadenza: ogni 6 mesi
Pulizia generale utilizzando aria secca a bassa pressione.
•
Ditte specializzate: Elettricista.
02.01.07.I02 Serraggio
Cadenza: ogni anno
Eseguire il serraggio di tutti i bulloni, dei morsetti e degli interruttori.
•
Ditte specializzate: Elettricista.
02.01.07.I03 Sostituzione centralina rifasamento
Cadenza: quando occorre
Eseguire la sostituzione della centralina elettronica di rifasamento con altra dello stesso tipo.
•
Ditte specializzate: Elettricista.
02.01.07.I04 Sostituzione quadro
Cadenza: ogni 20 anni
Eseguire la sostituzione del quadro quando usurato o per un adeguamento alla normativa.
•
Ditte specializzate: Elettricista.
Elemento Manutenibile: 02.01.08
Relè a sonde
Unità Tecnologica: 02.01
Impianto elettrico
Accertano la reale temperatura dell'elemento da proteggere. Questo sistema di protezione è formato da: a) una o più sonde a
termistori con coefficiente di temperatura positivo (PTC), la resistenza delle sonde (componenti statici) aumenta repentinamente
quando la temperatura raggiunge una soglia definita Temperatura Nominale di Funzionamento (TNF); b) un dispositivo elettronico
alimentato a corrente alternata o continua che misura le resistenze delle sonde a lui connesse; un circuito a soglia rileva il brusco
aumento del valore della resistenza se si raggiunge la TNF e comanda il mutamento di stati dei contatti in uscita; scegliendo
differenti tipi di sonde si può adoperare questo sistema di protezione sia per fornire un allarme senza arresto della macchina, sia per
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Manuale di Manutenzione
comandare l'arresto; le versioni di relè a sonde sono due: c) a riarmo automatico se la temperatura delle sonde arriva ad un valore
inferiore alla TNF; d) a riarmo manuale locale o a distanza con interruttore di riarmo attivo fino a quando la temperatura rimane
maggiore rispetto alla TNF.
ANOMALIE RISCONTRABILI
02.01.08.A01 Anomalie del collegamento
Difetti di funzionamento del collegamento relè-sonda.
02.01.08.A02 Anomalie delle sonde
Difetti di funzionamento delle sonde dei relè.
02.01.08.A03 Anomalie dei dispositivi di comando
Difetti di funzionamento dei dispositivi di regolazione e comando.
02.01.08.A04 Corto circuito
Corto-circuito sulle sonde o sulla linea sonde-relè.
02.01.08.A05 Difetti di regolazione
Difetti di funzionamento delle viti di regolazione dei relè.
02.01.08.A06 Difetti di serraggio
Difetti di serraggio dei fili dovuti ad anomalie delle viti serrafilo.
02.01.08.A07 Mancanza dell'alimentazione
Mancanza dell'alimentazione del relè.
02.01.08.A08 Sbalzi della temperatura
Aumento improvviso della temperatura e superiore a quella di funzionamento delle sonde.
CONTROLLI ESEGUIBILI DA PERSONALE SPECIALIZZATO
02.01.08.C01 Controllo generale
Cadenza: ogni 6 mesi
Tipologia: Ispezione a vista
Verificare il corretto serraggio dei fili nei rispettivi serrafili e la corretta posizione della sonda. Controllare che tutti i dispositivi di
regolazione e comando siano funzionanti.
•
•
Requisiti da verificare: 1) (Attitudine al) controllo delle dispersioni elettriche.
Anomalie riscontrabili: 1) Anomalie del collegamento; 2) Anomalie delle sonde; 3) Anomalie dei dispositivi di comando; 4)
Corto circuito; 5) Difetti di regolazione; 6) Difetti di serraggio; 7) Mancanza dell'alimentazione; 8) Sbalzi della temperatura.
MANUTENZIONI ESEGUIBILI DA PERSONALE SPECIALIZZATO
02.01.08.I01 Serraggio fili
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Manuale di Manutenzione
Cadenza: ogni 6 mesi
Eseguire il serraggio di tutti i fili in entrata ed in uscita dal relè.
•
Ditte specializzate: Elettricista.
02.01.08.I02 Sostituzione
Cadenza: quando occorre
Eseguire la sostituzione dei relè deteriorati quando necessario con altri dello stesso tipo e numero.
•
Ditte specializzate: Elettricista.
02.01.08.I03 Taratura sonda
Cadenza: quando occorre
Eseguire la taratura della sonda del relè.
•
Ditte specializzate: Elettricista.
Elemento Manutenibile: 02.01.09
Relè termici
Unità Tecnologica: 02.01
Impianto elettrico
Sono i dispositivi più adoperati per la protezione dei motori contro i sovraccarichi deboli e prolungati. Possono essere utilizzati a
corrente alternata e continua e possono essere: a) tripolari; b) compensati (non sensibili alle modificazioni della temperatura
ambiente); c) sensibili ad una mancanza di fase, evitando la marcia del motore in monofase; d) a riarmo manuale o automatico;
e) graduati in "Ampere motore": impostazione sul relè della corrente segnata sulla piastra segnaletica del motore.
Un relè termico tripolare è formato da tre lamine bimetalliche fatte da due metalli uniti da una laminazione e con coefficienti di
dilatazione molto diversi. Ogni lamina è dotata di un avvolgimento riscaldante ed ogni avvolgimento è collegato in serie ad una fase
del motore. La deformazione delle lamine è causata dal riscaldamento delle lamine a causa della corrente assorbita dal motore; a
seconda dell'intensità della corrente la deformazione è più o meno accentuata.
ANOMALIE RISCONTRABILI
02.01.09.A01 Anomalie dei dispositivi di comando
Difetti di funzionamento dei dispositivi di regolazione e comando.
02.01.09.A02 Anomalie della lamina
Difetti di funzionamento della lamina di compensazione.
02.01.09.A03 Difetti di regolazione
Difetti di funzionamento delle viti di regolazione dei relè.
02.01.09.A04 Difetti di serraggio
Difetti di serraggio dei fili dovuti ad anomalie delle viti serrafilo.
02.01.09.A05 Difetti dell'oscillatore
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Manuale di Manutenzione
Difetti di funzionamento dell'oscillatore.
CONTROLLI ESEGUIBILI DA PERSONALE SPECIALIZZATO
02.01.09.C01 Controllo generale
Cadenza: ogni 6 mesi
Tipologia: Ispezione a vista
Verificare il corretto serraggio dei fili nei rispettivi serrafili. Controllare che tutti i dispositivi di regolazione e comando siano
funzionanti.
•
•
Requisiti da verificare: 1) (Attitudine al) controllo delle dispersioni elettriche.
Anomalie riscontrabili: 1) Anomalie dei dispositivi di comando; 2) Difetti di regolazione; 3) Difetti di serraggio.
MANUTENZIONI ESEGUIBILI DA PERSONALE SPECIALIZZATO
02.01.09.I01 Serraggio fili
Cadenza: ogni 6 mesi
Eseguire il serraggio di tutti i fili in entrata ed in uscita dal relè.
•
Ditte specializzate: Elettricista.
02.01.09.I02 Sostituzione
Cadenza: quando occorre
Eseguire la sostituzione dei relè deteriorati quando necessario.
•
Ditte specializzate: Elettricista.
Elemento Manutenibile: 02.01.10
Sezionatore
Unità Tecnologica: 02.01
Impianto elettrico
Il sezionatore è un apparecchio meccanico di connessione che risponde, in posizione di apertura, alle prescrizioni specificate per la
funzione di sezionamento. È formato da un blocco tripolare o tetrapolare, da uno o due contatti ausiliari di preinterruzione e da un
dispositivo di comando che determina l'apertura e la chiusura dei poli.
REQUISITI E PRESTAZIONI (EM)
02.01.10.R01 Comodità di uso e manovra
Classe di Requisiti: Funzionalità d'uso
Classe di Esigenza: Funzionalità
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Manuale di Manutenzione
I sezionatori devono essere realizzati con materiali e componenti aventi caratteristiche di facilità di uso, di funzionalità e di
manovrabilità.
Prestazioni:
I sezionatori devono essere disposti in posizione ed altezza dal piano di calpestio tali da rendere il loro utilizzo agevole e sicuro sia
in condizioni di normale utilizzo sia in caso di emergenza.
Livello minimo della prestazione:
In particolare l’altezza di installazione dal piano di calpestio dei componenti deve essere compresa fra 0.40 e 1.40 m.
ANOMALIE RISCONTRABILI
02.01.10.A01 Anomalie dei contatti ausiliari
Difetti di funzionamento dei contatti ausiliari.
02.01.10.A02 Anomalie delle molle
Difetti di funzionamento delle molle.
02.01.10.A03 Anomalie degli sganciatori
Difetti di funzionamento degli sganciatori di apertura e chiusura.
02.01.10.A04 Corto circuiti
Corto circuiti dovuti a difetti nell'impianto di messa a terra, a sbalzi di tensione (sovraccarichi) o ad altro.
02.01.10.A05 Difetti delle connessioni
Difetti di serraggio delle connessioni in entrata ed in uscita dai sezionatori.
02.01.10.A06 Difetti ai dispositivi di manovra
Difetti agli interruttori dovuti all'eccessiva polvere presente all'interno delle connessioni o alla presenza di umidità ambientale o di
condensa.
02.01.10.A07 Difetti di taratura
Difetti di taratura dei contattori, di collegamento o di taratura della protezione.
02.01.10.A08 Surriscaldamento
Surriscaldamento che può provocare difetti di protezione e di isolamento. Può essere dovuto da ossidazione delle masse metalliche.
CONTROLLI ESEGUIBILI DA PERSONALE SPECIALIZZATO
02.01.10.C01 Controllo generale
Cadenza: ogni mese
Tipologia: Controllo a vista
Verificare la funzionalità dei dispositivi di manovra dei sezionatori. Verificare che ci sia un buon livello di isolamento e di
protezione (livello minimo di protezione da assicurare è IP54) onde evitare corto circuiti.
•
•
Requisiti da verificare: 1) (Attitudine al) controllo della condensazione interstiziale; 2) (Attitudine al) controllo delle dispersioni
elettriche; 3) Comodità di uso e manovra; 4) Impermeabilità ai liquidi; 5) Isolamento elettrico; 6) Limitazione dei rischi di
intervento; 7) Montabilità/Smontabilità; 8) Resistenza meccanica.
Anomalie riscontrabili: 1) Corto circuiti; 2) Difetti ai dispositivi di manovra; 3) Difetti di taratura; 4) Surriscaldamento; 5)
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Manuale di Manutenzione
Anomalie degli sganciatori.
MANUTENZIONI ESEGUIBILI DA PERSONALE SPECIALIZZATO
02.01.10.I01 Sostituzioni
Cadenza: quando occorre
Sostituire, quando usurate o non più rispondenti alle norme, le parti dei sezionatori quali placchette, coperchi, telai porta frutti,
apparecchi di protezione e di comando.
•
Ditte specializzate: Elettricista.
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Manuale di Manutenzione
Unità Tecnologica: 02.02
Impianto di illuminazione
L'impianto di illuminazione consente di creare condizioni di visibilità negli ambienti. L'impianto di illuminazione deve consentire,
nel rispetto del risparmio energetico, livello ed uniformità di illuminamento, limitazione dell'abbagliamento, direzionalità della luce,
colore e resa della luce. E' costituito generalmente da: a) lampade ad incandescenza; b) lampade fluorescenti; c) lampade
alogene; d) lampade compatte; e) lampade a scariche; f) lampade a ioduri metallici; g) lampade a vapore di mercurio; h)
lampade a vapore di sodio; i) pali per il sostegno dei corpi illuminanti.
REQUISITI E PRESTAZIONI (UT)
02.02.R01 (Attitudine al) controllo del flusso luminoso
Classe di Requisiti: Visivi
Classe di Esigenza: Aspetto
I componenti degli impianti di illuminazione devono essere montati in modo da controllare il flusso luminoso emesso al fine di
evitare che i fasci luminosi possano colpire direttamente gli apparati visivi delle persone.
Prestazioni:
E' opportuno che sia assicurata la qualità della progettazione, della fabbricazione e dell’installazione dei materiali e componenti con
riferimento a quanto indicato dalle norme e come certificato dalle ditte costruttrici di detti materiali e componenti.
Livello minimo della prestazione:
Devono essere rispettati i livelli previsti in sede di progetto.
02.02.R02 (Attitudine al) controllo della condensazione interstiziale
Classe di Requisiti: Sicurezza d'intervento
Classe di Esigenza: Sicurezza
I componenti degli impianti di illuminazione capaci di condurre elettricità devono essere in grado di evitare la formazione di acqua
di condensa per evitare alle persone qualsiasi pericolo di folgorazioni per contatto diretto secondo quanto prescritto dalla norma
CEI 64-8.
Prestazioni:
Si possono controllare i componenti degli impianti di illuminazione procedendo ad un esame nonché a misure eseguite secondo le
norme CEI vigenti.
Livello minimo della prestazione:
Devono essere rispettati i livelli previsti in sede di progetto.
02.02.R03 (Attitudine al) controllo delle dispersioni elettriche
Classe di Requisiti: Funzionalità d'uso
Classe di Esigenza: Funzionalità
Per evitare qualsiasi pericolo di folgorazione alle persone, causato da un contatto diretto, i componenti degli impianti di
illuminazione devono essere dotati di collegamenti equipotenziali con l’impianto di terra dell’edificio.
Prestazioni:
Le dispersioni elettriche possono essere verificate controllando i collegamenti equipotenziali e di messa a terra dei componenti degli
impianti mediante misurazioni di resistenza a terra.
Livello minimo della prestazione:
Devono essere rispettati i livelli previsti in sede di progetto e nell’ambito della dichiarazione di conformità prevista dall'art.7 del
D.M. 22 gennaio 2008 n .37.
02.02.R04 Accessibilità
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Manuale di Manutenzione
Classe di Requisiti: Facilità d'intervento
Classe di Esigenza: Funzionalità
Gli elementi costituenti l'impianto di illuminazione devono essere facilmente accessibili per consentire un facile utilizzo sia nel
normale funzionamento sia in caso di guasti.
Prestazioni:
E' opportuno che sia assicurata la qualità della progettazione, della fabbricazione e dell’installazione dei materiali e componenti con
riferimento a quanto indicato dalle norme e come certificato dalle ditte costruttrici di detti materiali e componenti.
Livello minimo della prestazione:
Devono essere rispettati i livelli previsti in sede di progetto.
02.02.R05 Assenza di emissioni di sostanze nocive
Classe di Requisiti: Protezione dagli agenti chimici ed organici
Classe di Esigenza: Sicurezza
Gli elementi degli impianti di illuminazione devono limitare la emissione di sostanze inquinanti o comunque nocive alla salute degli
utenti.
Prestazioni:
Deve essere garantita la qualità della progettazione, della fabbricazione e dell’installazione dei materiali e componenti nel rispetto
delle disposizioni normative.
Livello minimo della prestazione:
Devono essere rispettati i livelli previsti in sede di progetto.
02.02.R06 Comodità di uso e manovra
Classe di Requisiti: Funzionalità d'uso
Classe di Esigenza: Funzionalità
Gli impianti di illuminazione devono essere realizzati con materiali e componenti aventi caratteristiche di facilità di uso, di
funzionalità e di manovrabilità.
Prestazioni:
I componenti degli impianti di illuminazione devono essere disposti in posizione ed altezza dal piano di calpestio tali da rendere il
loro utilizzo agevole e sicuro, ed essere accessibili anche da parte di persone con impedite o ridotta capacità motoria.
Livello minimo della prestazione:
In particolare l’altezza di installazione dal piano di calpestio dei componenti deve essere compresa fra 0.40 e 1.40 m, ad eccezione
di quei componenti il cui azionamento avviene mediante comando a distanza (ad. es. telecomando a raggi infrarossi).
02.02.R07 Efficienza luminosa
Classe di Requisiti: Visivi
Classe di Esigenza: Aspetto
I componenti che sviluppano un flusso luminoso devono garantire una efficienza luminosa non inferiore a quella stabilita dai
costruttori delle lampade.
Prestazioni:
E' opportuno che sia assicurata la qualità della progettazione, della fabbricazione e dell’installazione dei materiali e componenti con
riferimento a quanto indicato dalle norme e come certificato dalle ditte costruttrici di detti materiali e componenti.
Livello minimo della prestazione:
Devono essere rispettati i livelli previsti in sede di progetto.
02.02.R08 Identificabilità
Classe di Requisiti: Facilità d'intervento
Classe di Esigenza: Funzionalità
Gli elementi costituenti l'impianto di illuminazione devono essere facilmente identificabili per consentire un facile utilizzo. Deve
essere presente un cartello sul quale sono riportate le funzioni degli interruttori nonché le azioni da compiere in caso di emergenza
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Manuale di Manutenzione
su persone colpite da folgorazione.
Prestazioni:
E' opportuno che gli elementi costituenti l'impianto di illuminazione siano realizzati e posti in opera secondo quanto indicato dalle
norme e come certificato dalle ditte costruttrici di detti materiali e componenti.
Livello minimo della prestazione:
Devono essere rispettati i livelli previsti in sede di progetto.
02.02.R09 Impermeabilità ai liquidi
Classe di Requisiti: Sicurezza d'intervento
Classe di Esigenza: Sicurezza
I componenti degli impianti di illuminazione devono essere in grado di evitare il passaggio di fluidi liquidi per evitare alle persone
qualsiasi pericolo di folgorazione per contatto diretto secondo quanto prescritto dalla normativa.
Prestazioni:
E' opportuno che gli elementi costituenti l'impianto di illuminazione siano realizzati e posti in opera secondo quanto indicato dalle
norme e come certificato dalle ditte costruttrici di detti materiali e componenti.
Livello minimo della prestazione:
Devono essere rispettati i livelli previsti in sede di progetto.
02.02.R10 Isolamento elettrico
Classe di Requisiti: Protezione elettrica
Classe di Esigenza: Sicurezza
Gli elementi costituenti l'impianto di illuminazione devono essere in grado di resistere al passaggio di cariche elettriche senza
perdere le proprie caratteristiche.
Prestazioni:
E' opportuno che gli elementi costituenti l'impianto di illuminazione siano realizzati e posti in opera secondo quanto indicato dalle
norme e come certificato dalle ditte costruttrici di detti materiali e componenti.
Livello minimo della prestazione:
Devono essere rispettati i livelli previsti in sede di progetto.
02.02.R11 Limitazione dei rischi di intervento
Classe di Requisiti: Protezione dai rischi d'intervento
Classe di Esigenza: Sicurezza
Gli elementi costituenti l'impianto di illuminazione devono essere in grado di consentire ispezioni, manutenzioni e sostituzioni in
modo agevole ed in ogni caso senza arrecare danno a persone o cose.
Prestazioni:
E' opportuno che gli elementi costituenti l'impianto di illuminazione siano realizzati e posti in opera secondo quanto indicato dalle
norme e come certificato dalle ditte costruttrici di detti materiali e componenti.
Livello minimo della prestazione:
Devono essere rispettati i livelli previsti in sede di progetto.
02.02.R12 Montabilità/Smontabilità
Classe di Requisiti: Facilità d'intervento
Classe di Esigenza: Funzionalità
Gli elementi costituenti l'impianto di illuminazione devono essere atti a consentire la collocazione in opera di altri elementi in caso
di necessità.
Prestazioni:
Gli elementi costituenti l'impianto di illuminazione devono essere montati in opera in modo da essere facilmente smontabili senza
per questo smontare o disfare l'intero impianto.
Livello minimo della prestazione:
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Manuale di Manutenzione
Devono essere rispettati i livelli previsti in sede di progetto.
02.02.R13 Regolabilità
Classe di Requisiti: Funzionalità in emergenza
Classe di Esigenza: Funzionalità
I componenti degli impianti di illuminazione devono essere in grado di consentire adeguamenti funzionali da parte di operatori
specializzati.
Prestazioni:
Gli elementi costituenti l'impianto di illuminazione devono essere facilmente modificati o regolati senza per questo smontare o
disfare l'intero impianto.
Livello minimo della prestazione:
Devono essere rispettati i livelli previsti in sede di progetto.
02.02.R14 Resistenza meccanica
Classe di Requisiti: Di stabilità
Classe di Esigenza: Sicurezza
Gli impianti di illuminazione devono essere realizzati con materiali in grado di contrastare in modo efficace il prodursi di
deformazioni o rotture sotto l'azione di determinate sollecitazioni.
Prestazioni:
Gli elementi costituenti gli impianti di illuminazione devono essere idonei ad assicurare stabilità e resistenza all’azione di
sollecitazioni meccaniche in modo da garantirne durata e funzionalità nel tempo garantendo allo stesso tempo la sicurezza degli
utenti.
Livello minimo della prestazione:
Devono essere rispettati i livelli previsti in sede di progetto.
02.02.R15 Stabilità chimico reattiva
Classe di Requisiti: Protezione dagli agenti chimici ed organici
Classe di Esigenza: Sicurezza
L'impianto di illuminazione deve essere realizzato con materiali in grado di mantenere inalterate nel tempo le proprie caratteristiche
chimico-fisiche.
Prestazioni:
Per garantire la stabilità chimico reattiva i materiali e componenti degli impianti di illuminazione non devono presentare
incompatibilità chimico-fisica.
Livello minimo della prestazione:
Devono essere rispettati i livelli previsti in sede di progetto.
L'Unità Tecnologica è composta dai seguenti Elementi Manutenibili:
° 02.02.01 Bollard (paletti)
° 02.02.02 Diffusori
° 02.02.03 Lampade a ioduri metallici
° 02.02.04 Lampade a vapore di sodio
° 02.02.05 Lampade a vapore di mercurio
° 02.02.06 Lampioni a braccio
° 02.02.07 Lampioni singoli
° 02.02.08 Pali per l'illuminazione
° 02.02.09 Pali in acciaio
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Manuale di Manutenzione
° 02.02.10 Riflettori
° 02.02.11 Sbracci in acciaio
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Manuale di Manutenzione
Elemento Manutenibile: 02.02.01
Bollard (paletti)
Unità Tecnologica: 02.02
Impianto di illuminazione
I bollard o paletti sono comunemente utilizzati per l'illuminazione dei percorsi pedonali esterni. I criteri di scelta sono: a) qualità
cromatiche delle sorgenti; b) modalità di distribuzione del flusso luminoso; c) efficienza luminosa.
REQUISITI E PRESTAZIONI (EM)
02.02.01.R01 Efficienza luminosa
Classe di Requisiti: Funzionalità d'uso
Classe di Esigenza: Funzionalità
I componenti che sviluppano un flusso luminoso devono garantire una efficienza luminosa non inferiore a quella stabilita dai
costruttori delle lampade.
Prestazioni:
E' opportuno che sia assicurata la qualità della progettazione, della fabbricazione e dell’installazione dei materiali e componenti con
riferimento a quanto indicato dalle norme e come certificato dalle ditte costruttrici di detti materiali e componenti.
Livello minimo della prestazione:
Devono essere rispettati i livelli previsti in sede di progetto.
02.02.01.R02 Impermeabilità ai liquidi
Classe di Requisiti: Funzionalità d'uso
Classe di Esigenza: Funzionalità
I componenti dei paletti devono essere in grado di evitare il passaggio di fluidi liquidi per evitare alle persone qualsiasi pericolo di
folgorazione per contatto diretto secondo quanto prescritto dalla normativa.
Prestazioni:
E' opportuno che gli elementi costituenti i paletti siano realizzati e posti in opera secondo quanto indicato dalle norme e come
certificato dalle ditte costruttrici di detti materiali e componenti.
Livello minimo della prestazione:
Devono essere garantiti un livello di protezione almeno pari ad IP54.
02.02.01.R03 Isolamento elettrico
Classe di Requisiti: Protezione elettrica
Classe di Esigenza: Sicurezza
Gli elementi costituenti i paletti devono essere in grado di resistere al passaggio di cariche elettriche senza perdere le proprie
caratteristiche.
Prestazioni:
E' opportuno che i paletti siano realizzati e posti in opera secondo quanto indicato dalle norme e come certificato dalle ditte
costruttrici di detti materiali e componenti.
Livello minimo della prestazione:
Devono essere rispettati i livelli previsti in sede di progetto.
Pagina 96
Manuale di Manutenzione
ANOMALIE RISCONTRABILI
02.02.01.A01 Abbassamento del livello di illuminazione
Abbassamento del livello di illuminazione dovuto ad usura delle lampadine, ossidazione dei deflettori, impolveramento delle
lampadine.
02.02.01.A02 Decolorazione
Alterazione cromatica della superficie dovuta alle radiazioni solari con conseguente ingiallimento del colore originario.
02.02.01.A03 Deposito superficiale
Accumulo di pulviscolo atmosferico o di altri materiali estranei, di spessore variabile, poco coerente e poco aderente alla superficie
del rivestimento.
02.02.01.A04 Difetti di messa a terra
Difetti di messa a terra dovuti all'eccessiva polvere all'interno delle connessioni o alla presenza di umidità ambientale o di condensa.
02.02.01.A05 Difetti di serraggio
Abbassamento del livello di serraggio dei bulloni tra palo ed ancoraggio a terra o tra palo e corpo illuminante.
02.02.01.A06 Difetti di stabilità
Difetti di ancoraggio dei paletti al terreno dovuti ad affondamento della piastra di appoggio.
02.02.01.A07 Patina biologica
Strato sottile, morbido e omogeneo, aderente alla superficie e di evidente natura biologica, di colore variabile, per lo più verde. La
patina biologica è costituita prevalentemente da microrganismi cui possono aderire polvere, terriccio.
CONTROLLI ESEGUIBILI DA PERSONALE SPECIALIZZATO
02.02.01.C01 Controllo corpi illuminanti
Cadenza: ogni 3 mesi
Tipologia: Ispezione
Verificare l'efficienza delle lampade e degli altri accessori.
•
Anomalie riscontrabili: 1) Difetti di messa a terra; 2) Difetti di stabilità.
02.02.01.C02 Controllo generale
Cadenza: ogni 3 mesi
Tipologia: Controllo a vista
Controllo dell'integrità dei paletti verificando lo stato di tenuta del rivestimento, delle connessioni e dell'ancoraggio a terra.
•
Anomalie riscontrabili: 1) Difetti di messa a terra; 2) Difetti di serraggio; 3) Difetti di stabilità; 4) Decolorazione; 5) Patina
biologica; 6) Deposito superficiale.
MANUTENZIONI ESEGUIBILI DA PERSONALE SPECIALIZZATO
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Manuale di Manutenzione
02.02.01.I01 Pulizia
Cadenza: ogni 3 mesi
Eseguire la pulizia della coppa e del riflettore mediante straccio umido e detergente.
•
Ditte specializzate: Elettricista.
02.02.01.I02 Sostituzione dei paletti
Cadenza: ogni 15 anni
Sostituzione dei paletti e dei relativi elementi accessori secondo la durata di vita media fornita dal produttore.
•
Ditte specializzate: Elettricista.
02.02.01.I03 Sostituzione lampade
Cadenza: quando occorre
Eseguire la sostituzione delle lampade a periodicità variabile a seconda del tipo di lampada utilizzata:
- ad incandescenza 800 h;
- a ricarica: 8000 h;
- a fluorescenza 6000 h;
- alogena: 1600 h;
- compatta 5000 h.
•
Ditte specializzate: Elettricista.
Elemento Manutenibile: 02.02.02
Diffusori
Unità Tecnologica: 02.02
Impianto di illuminazione
I diffusori sono dei dispositivi che servono per schermare la visione diretta della lampada e sono utilizzati per illuminare gli
ambienti interni ed esterni residenziali ed hanno generalmente forma di globo o similare in plastica o vetro.
ANOMALIE RISCONTRABILI
02.02.02.A01 Deposito superficiale
Accumulo di pulviscolo atmosferico o di altri materiali estranei quali: microrganismi, residui organici, ecc. di spessore variabile.
02.02.02.A02 Difetti di tenuta
Difetti di tenuta degli elementi di ancoraggio del diffusore.
02.02.02.A03 Rotture
Rotture e/o scheggiature della superficie del diffusore in seguito ad eventi traumatici.
CONTROLLI ESEGUIBILI DA PERSONALE SPECIALIZZATO
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Manuale di Manutenzione
02.02.02.C01 Verifica generale
Cadenza: ogni 3 mesi
Tipologia: Verifica
Verificare la corretta posizione e l'integrità superficiale del diffusore.
•
•
Requisiti da verificare: 1) (Attitudine al) controllo del flusso luminoso.
Anomalie riscontrabili: 1) Deposito superficiale; 2) Difetti di tenuta; 3) Rotture.
MANUTENZIONI ESEGUIBILI DALL'UTENTE
02.02.02.I01 Pulizia
Cadenza: ogni mese
Pulizia e rimozione dello sporco e dei depositi superficiali con detergenti idonei.
•
Ditte specializzate: Generico.
MANUTENZIONI ESEGUIBILI DA PERSONALE SPECIALIZZATO
02.02.02.I02 Regolazione degli ancoraggi
Cadenza: ogni 6 mesi
Regolazione degli elementi di ancoraggio dei diffusori.
•
Ditte specializzate: Elettricista.
Elemento Manutenibile: 02.02.03
Lampade a ioduri metallici
Unità Tecnologica: 02.02
Impianto di illuminazione
I vari tipi di lampade a scarica sono: lampade a vapori di alogenuri; lampade a vapori di sodio ad alta e bassa pressione; lampade a
vapori di mercurio; lampade a luce miscelata.
Le lampade a vapori di alogenuri, oltre ad abbattere i costi nell’impianto di illuminazione, hanno la peculiarità di un’ottima resa dei
colori che si riesce ad avere allegando al mercurio elementi (che vengono introdotti nel tubo in forma di composti insieme ad uno o
più alogeni - iodio, bromo - al fine di sfruttare il processo ciclico di composizione e scomposizione degli elementi) per completare la
radiazione emessa dall’elemento base. Le sostanze aggiunte possono essere: a) tallio, emissione verde; b) sodio, emissione gialla;
c) litio, emissione rossa; d) indio, emissione blu.
Le lampade a vapori di sodio ad alta pressione emettono una luce giallo-oro e l’indice di resa cromatica arriva fino a 65. Quando si
desidera ridurne il numero si adoperano in alternativa a quelle a vapori di mercurio per illuminazioni industriali e urbane. Hanno
molteplici forme e il tubo in ossido di alluminio sinterizzato. Alcuni tipi hanno bisogno di accenditori a ristori.
Le lampade a vapori di sodio a bassa pressione sono formate da un tubo ripiegato a “U” riempito di neon e sodio. La luce emessa è
monocromatica e consente, quindi, di differenziare bene la forma degli oggetti ma non il colore. È consigliabile il loro utilizzo per
piazzali, strade, svincoli autostradali montandole da una altezza di circa 8-15 m.
Le lampade a vapori di mercurio possono essere a bulbo (per una migliore distribuzione della temperatura) o a cilindro di vetro
termico (per resistere allo sbalzo termico e allo stillicidio). Si adoperano per edifici industriali, possono essere montate fino a 20
metri e hanno bisogno di dispositivi per l’innesco della scarica.
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Manuale di Manutenzione
Le lampade a luce miscelata sono costruite in maniera tale da emettere una luce mista mercurio+incandescenza. All’interno del
bulbo vi è un filamento che produce radiazioni rosse mantiene stabile la scarica successiva rendendo inutili accessori di innesco. Si
adoperano per creare effetti di luce.
ANOMALIE RISCONTRABILI
02.02.03.A01 Abbassamento livello di illuminazione
Abbassamento del livello di illuminazione dovuto ad usura delle lampadine, ossidazione dei deflettori, impolveramento delle
lampadine.
02.02.03.A02 Avarie
Possibili avarie dovute a corti circuito degli apparecchi, usura degli accessori, apparecchi inadatti.
02.02.03.A03 Difetti agli interruttori
Difetti agli interruttori magnetotermici e differenziali dovuti all'eccessiva polvere presente all'interno delle connessioni o alla
presenza di umidità ambientale o di condensa.
CONTROLLI ESEGUIBILI DA PERSONALE SPECIALIZZATO
02.02.03.C01 Controllo generale
Cadenza: ogni mese
Tipologia: Controllo a vista
Controllo dello stato generale e dell'integrità delle lampadine.
•
•
Requisiti da verificare: 1) (Attitudine al) controllo del flusso luminoso; 2) (Attitudine al) controllo della condensazione
interstiziale; 3) (Attitudine al) controllo delle dispersioni elettriche; 4) Accessibilità; 5) Assenza di emissioni di sostanze nocive;
6) Comodità di uso e manovra; 7) Efficienza luminosa; 8) Identificabilità; 9) Impermeabilità ai liquidi; 10) Isolamento elettrico;
11) Limitazione dei rischi di intervento; 12) Regolabilità; 13) Resistenza meccanica; 14) Stabilità chimico reattiva.
Anomalie riscontrabili: 1) Abbassamento livello di illuminazione.
MANUTENZIONI ESEGUIBILI DA PERSONALE SPECIALIZZATO
02.02.03.I01 Sostituzione delle lampade
Cadenza: ogni 50 mesi
Sostituzione delle lampade e dei relativi elementi accessori secondo la durata di vita media delle lampade fornite dal produttore. Nel
caso delle lampade a ioduri metallici si prevede una durata di vita media pari a 9000 h sottoposta a tre ore consecutive di accensione.
(Ipotizzando, pertanto, un uso giornaliero di 6 ore, dovrà prevedersi la sostituzione della lampada ogni 50 mesi)
•
Ditte specializzate: Elettricista.
Elemento Manutenibile: 02.02.04
Lampade a vapore di sodio
Unità Tecnologica: 02.02
Pagina 100
Manuale di Manutenzione
Impianto di illuminazione
Possono essere del tipo a bassa o alta pressione del vapore di sodio. Le lampade a vapori di sodio ad alta pressione emettono una
luce giallo-oro e l’indice di resa cromatica arriva fino a 65. Quando si desidera ridurne il numero si adoperano in alternativa a quelle
a vapori di mercurio per illuminazioni industriali e urbane. Hanno molteplici forme e il tubo in ossido di alluminio sinterizzato.
Alcuni tipi hanno bisogno di accenditori a ristori.
Le lampade a vapori di sodio a bassa pressione sono formate da un tubo ripiegato a “U” riempito di neon e sodio. La luce emessa è
monocromatica e consente, quindi, di differenziare bene la forma degli oggetti ma non il colore. È consigliabile il loro utilizzo per
piazzali, strade, svincoli autostradali montandole da una altezza di circa 8-15 m.
ANOMALIE RISCONTRABILI
02.02.04.A01 Abbassamento livello di illuminazione
Abbassamento del livello di illuminazione dovuto ad usura delle lampadine, ossidazione dei deflettori, impolveramento delle
lampadine.
02.02.04.A02 Avarie
Possibili avarie dovute a corti circuito degli apparecchi, usura degli accessori, apparecchi inadatti.
02.02.04.A03 Difetti agli interruttori
Difetti agli interruttori magnetotermici e differenziali dovuti all'eccessiva polvere presente all'interno delle connessioni o alla
presenza di umidità ambientale o di condensa.
CONTROLLI ESEGUIBILI DA PERSONALE SPECIALIZZATO
02.02.04.C01 Controllo generale
Cadenza: ogni mese
Tipologia: Controllo a vista
Controllo dello stato generale e dell'integrità delle lampadine.
•
•
Requisiti da verificare: 1) (Attitudine al) controllo del flusso luminoso; 2) (Attitudine al) controllo della condensazione
interstiziale; 3) (Attitudine al) controllo delle dispersioni elettriche; 4) Accessibilità; 5) Assenza di emissioni di sostanze nocive;
6) Comodità di uso e manovra; 7) Efficienza luminosa; 8) Identificabilità; 9) Impermeabilità ai liquidi; 10) Isolamento elettrico;
11) Limitazione dei rischi di intervento; 12) Montabilità/Smontabilità; 13) Regolabilità; 14) Resistenza meccanica; 15) Stabilità
chimico reattiva.
Anomalie riscontrabili: 1) Abbassamento livello di illuminazione.
MANUTENZIONI ESEGUIBILI DA PERSONALE SPECIALIZZATO
02.02.04.I01 Sostituzione delle lampade
Cadenza: ogni 55 mesi
Sostituzione delle lampade e dei relativi elementi accessori secondo la durata di vita media delle lampade fornite dal produttore. Per
le lampade a vapore di sodio si prevede una durata di vita media pari a 10.000 h sottoposta a tre ore consecutive di accensione.
(Ipotizzando, pertanto, un uso giornaliero di 6 ore, dovrà prevedersi la sostituzione della lampada circa ogni 55 mesi)
•
Ditte specializzate: Elettricista.
Elemento Manutenibile: 02.02.05
Pagina 101
Manuale di Manutenzione
Lampade a vapore di mercurio
Unità Tecnologica: 02.02
Impianto di illuminazione
Possono essere a bulbo (per una migliore distribuzione della temperatura) o a cilindro di vetro termico (per resistere allo sbalzo
termico e allo stillicidio). Si adoperano per edifici industriali, possono essere montate fino a 20 metri e hanno bisogno di dispositivi
per l’innesco della scarica.
ANOMALIE RISCONTRABILI
02.02.05.A01 Abbassamento livello di illuminazione
Abbassamento del livello di illuminazione dovuto ad usura delle lampadine, ossidazione dei deflettori, impolveramento delle
lampadine.
02.02.05.A02 Avarie
Possibili avarie dovute a corti circuito degli apparecchi, usura degli accessori, apparecchi inadatti.
02.02.05.A03 Difetti agli interruttori
Difetti agli interruttori magnetotermici e differenziali dovuti all'eccessiva polvere presente all'interno delle connessioni o alla
presenza di umidità ambientale o di condensa.
CONTROLLI ESEGUIBILI DA PERSONALE SPECIALIZZATO
02.02.05.C01 Controllo generale
Cadenza: ogni mese
Tipologia: Controllo a vista
Controllo dello stato generale e dell'integrità delle lampadine.
•
•
Requisiti da verificare: 1) (Attitudine al) controllo del flusso luminoso; 2) (Attitudine al) controllo della condensazione
interstiziale; 3) (Attitudine al) controllo delle dispersioni elettriche; 4) Accessibilità; 5) Assenza di emissioni di sostanze nocive;
6) Comodità di uso e manovra; 7) Efficienza luminosa; 8) Identificabilità; 9) Impermeabilità ai liquidi; 10) Isolamento elettrico;
11) Limitazione dei rischi di intervento; 12) Montabilità/Smontabilità; 13) Regolabilità; 14) Resistenza meccanica; 15) Stabilità
chimico reattiva.
Anomalie riscontrabili: 1) Abbassamento livello di illuminazione.
MANUTENZIONI ESEGUIBILI DA PERSONALE SPECIALIZZATO
02.02.05.I01 Sostituzione delle lampade
Cadenza: ogni 50 mesi
Sostituzione delle lampade e dei relativi elementi accessori secondo la durata di vita media delle lampade fornite dal produttore. Per
le lampade a vapore di mercurio si prevede una durata di vita media pari a 9000 h sottoposta a tre ore consecutive di accensione.
(Ipotizzando, pertanto, un uso giornaliero di 6 ore, dovrà prevedersi la sostituzione della lampada ogni 50 mesi)
•
Ditte specializzate: Elettricista.
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Manuale di Manutenzione
Elemento Manutenibile: 02.02.06
Lampioni a braccio
Unità Tecnologica: 02.02
Impianto di illuminazione
Questi tipi di lampioni sostengono uno o più apparecchi di illuminazione essendo formati da un fusto, un prolungamento e un
braccio al quale è collegato l'apparecchio illuminante. Possono essere realizzati in acciaio che deve essere del tipo saldabile,
resistente all’invecchiamento e, quando occorre, zincabile a caldo o in alluminio o in materie plastiche. Nel caso siano realizzati in
alluminio i materiali utilizzati devono essere conformi a una delle norme seguenti: UNI EN 485-3, UNI EN 485-4, UNI EN 755-7,
UNI EN 755-8 ed UNI EN 1706. Si deve evitare l’azione elettrolitica tra i bulloni di fondazione e la piastra d’appoggio mediante
isolamento o separazione fisica. Per i bulloni di fondazione deve essere verificato la congruità delle proprietà meccaniche minime
dell’acciaio utilizzato ai requisiti della UNI EN 10025 grado S 235 JR.
REQUISITI E PRESTAZIONI (EM)
02.02.06.R01 Efficienza luminosa
Classe di Requisiti: Funzionalità d'uso
Classe di Esigenza: Funzionalità
I componenti che sviluppano un flusso luminoso devono garantire una efficienza luminosa non inferiore a quella stabilita dai
costruttori delle lampade.
Prestazioni:
E' opportuno che sia assicurata la qualità della progettazione, della fabbricazione e dell’installazione dei materiali e componenti con
riferimento a quanto indicato dalle norme e come certificato dalle ditte costruttrici di detti materiali e componenti.
Livello minimo della prestazione:
Devono essere rispettati i livelli previsti in sede di progetto.
02.02.06.R02 Impermeabilità ai liquidi
Classe di Requisiti: Funzionalità d'uso
Classe di Esigenza: Funzionalità
I componenti dei lampioni devono essere in grado di evitare il passaggio di fluidi liquidi per evitare alle persone qualsiasi pericolo
di folgorazione per contatto diretto secondo quanto prescritto dalla normativa.
Prestazioni:
E' opportuno che gli elementi costituenti i lampioni siano realizzati e posti in opera secondo quanto indicato dalle norme e come
certificato dalle ditte costruttrici di detti materiali e componenti.
Livello minimo della prestazione:
Devono essere rispettati i livelli previsti in sede di progetto.
02.02.06.R03 Isolamento elettrico
Classe di Requisiti: Protezione elettrica
Classe di Esigenza: Sicurezza
Gli elementi costituenti i lampioni devono essere in grado di resistere al passaggio di cariche elettriche senza perdere le proprie
caratteristiche.
Prestazioni:
E' opportuno che i lampioni siano realizzati e posti in opera secondo quanto indicato dalle norme e come certificato dalle ditte
costruttrici di detti materiali e componenti.
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Manuale di Manutenzione
Livello minimo della prestazione:
Devono essere rispettati i livelli previsti in sede di progetto.
02.02.06.R04 Resistenza meccanica
Classe di Requisiti: Di stabilità
Classe di Esigenza: Sicurezza
I lampioni ed i relativi elementi devono essere realizzati con materiali in grado di sopportare deformazioni e/o cedimenti.
Prestazioni:
Deve essere garantita la qualità ed efficienza dei materiali utilizzati al fine di evitare cedimenti strutturali derivanti sia dal peso
proprio che dall'azione della spinta del vento.
Livello minimo della prestazione:
Il palo deve essere progettato in modo da sostenere con sicurezza i carichi propri e i carichi del vento specificati nella UNI EN
40-3-1. La progettazione strutturale di un palo per illuminazione pubblica deve essere verificata mediante calcolo in conformità al
UNI EN 40-3-3 oppure mediante prove in conformità alla UNI EN 40-3-2.
02.02.06.R05 Resistenza alla corrosione
Classe di Requisiti: Controllabilità tecnologica
Classe di Esigenza: Controllabilità
I lampioni ed i relativi elementi devono essere realizzati con materiali idonei ad evitare fenomeni di corrosione per non
compromettere il buon funzionamento dell'intero apparato.
Prestazioni:
Ai fini della protezione contro la corrosione si divide il palo nelle zone seguenti:
- zona A: superficie esterna del palo dalla sommità fino a un minimo di 0,2 m sopra al livello del suolo (tale misura consente una
sovrapposizione della protezione) o tutta la parte esteriore per pali con piastra d’appoggio;
- zona B: superficie esterna della parte interrata estesa a una lunghezza minima di 0,25 m sopra il livello del suolo;
- zona C: superficie interna del palo.
Livello minimo della prestazione:
Per garantire un'adeguata protezione e resistenza alla corrosione deve essere eseguito il trattamento superficiale seguente:
- zona A: nessuno;
- zona B: rivestimento bituminoso non poroso che assicuri l’isolamento elettrico con uno spessore di strato minimo di 250 µm, o
qualsiasi altro materiale dello spessore richiesto, in grado di garantire lo stesso grado di protezione, il rivestimento dovrebbe essere
applicato solo dopo sgrassamento e dopo un appropriato trattamento preliminare che ne assicuri l’aderenza;
- zona C: non è necessario alcun trattamento superficiale, ad eccezione della parte interrata, per la quale la protezione dovrebbe
essere applicata come per la zona B.
ANOMALIE RISCONTRABILI
02.02.06.A01 Abbassamento del livello di illuminazione
Abbassamento del livello di illuminazione dovuto ad usura delle lampadine, ossidazione dei deflettori, impolveramento delle
lampadine.
02.02.06.A02 Alterazione cromatica
Alterazione dei colori originali dovuta all'azione degli agenti atmosferici (sole, grandine, pioggia, ecc.).
02.02.06.A03 Anomalie dei corpi illuminanti
Difetti di funzionamento dei corpi illuminanti.
02.02.06.A04 Anomalie del rivestimento
Difetti di tenuta del rivestimento o della zincatura.
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Manuale di Manutenzione
02.02.06.A05 Corrosione
Possibile corrosione dei pali realizzati in acciaio, in ferro o in leghe metalliche dovuta a difetti di tenuta dello strato di protezione
superficiale.
02.02.06.A06 Depositi superficiali
Accumulo di pulviscolo atmosferico o di altri materiali estranei quali: microrganismi, residui organici, ecc.
02.02.06.A07 Difetti di messa a terra
Difetti di messa a terra dovuti all'eccessiva polvere all'interno delle connessioni o alla presenza di umidità ambientale o di condensa.
02.02.06.A08 Difetti di serraggio
Abbassamento del livello di serraggio dei bulloni tra palo ed ancoraggio a terra o tra palo e corpo illuminante.
02.02.06.A09 Difetti di stabilità
Difetti di ancoraggio dei pali al terreno dovuti ad affondamento della piastra di appoggio.
CONTROLLI ESEGUIBILI DA PERSONALE SPECIALIZZATO
02.02.06.C01 Controllo corpi illuminanti
Cadenza: ogni 3 mesi
Tipologia: Ispezione
Verificare l'efficienza dei reattori, starter, condensatori, lampade ed altri accessori.
•
•
Requisiti da verificare: 1) Isolamento elettrico; 2) Efficienza luminosa; 3) Impermeabilità ai liquidi.
Anomalie riscontrabili: 1) Difetti di messa a terra; 2) Difetti di stabilità; 3) Anomalie del rivestimento.
02.02.06.C02 Controllo generale
Cadenza: ogni 3 mesi
Tipologia: Controllo a vista
Controllo dell'integrità dei lampioni verificando lo stato di tenuta del rivestimento, delle connessioni e dell'ancoraggio a terra.
•
•
Requisiti da verificare: 1) Isolamento elettrico; 2) Efficienza luminosa; 3) Impermeabilità ai liquidi; 4) Resistenza meccanica; 5)
Resistenza alla corrosione.
Anomalie riscontrabili: 1) Corrosione; 2) Difetti di serraggio; 3) Difetti di messa a terra; 4) Difetti di stabilità.
MANUTENZIONI ESEGUIBILI DA PERSONALE SPECIALIZZATO
02.02.06.I01 Pulizia
Cadenza: ogni 3 mesi
Eseguire la pulizia della coppa e del riflettore mediante straccio umido e detergente.
•
Ditte specializzate: Elettricista.
02.02.06.I02 Sostituzione dei lampioni
Cadenza: ogni 15 anni
Pagina 105
Manuale di Manutenzione
Sostituzione dei pali e dei relativi elementi accessori secondo la durata di vita media fornita dal produttore.
•
Ditte specializzate: Elettricista.
02.02.06.I03 Sostituzione lampade
Cadenza: quando occorre
Eseguire la sostituzione delle lampade a periodicità variabile a seconda del tipo di lampada utilizzata:
-ad incandescenza 800 h; -a ricarica: 8000 h; -a fluorescenza 6000 h; -alogena: 1600 h; -compatta 5000 h.
•
Ditte specializzate: Elettricista.
02.02.06.I04 Verniciatura
Cadenza: quando occorre
Eseguire un ripristino dello strato protettivo dei lampioni quando occorre.
•
Ditte specializzate: Pittore.
Elemento Manutenibile: 02.02.07
Lampioni singoli
Unità Tecnologica: 02.02
Impianto di illuminazione
Sono formati generalmente da un fusto al quale è collegato un apparecchio illuminante; generalmente sono realizzati in ghisa che
deve rispettare i requisiti minimi richiesti dalla normativa di settore. Nel caso siano realizzati in alluminio i materiali utilizzati
devono essere conformi a una delle norme seguenti: UNI EN 485-3, UNI EN 485-4, UNI EN 755-7, UNI EN 755-8 ed UNI EN
1706. Si deve evitare l’azione elettrolitica tra i bulloni di fondazione e la piastra d’appoggio mediante isolamento o separazione
fisica. Per i bulloni di fondazione deve essere verificato la congruità delle proprietà meccaniche minime dell’acciaio utilizzato ai
requisiti della UNI EN 10025 grado S 235 JR.
REQUISITI E PRESTAZIONI (EM)
02.02.07.R01 Efficienza luminosa
Classe di Requisiti: Funzionalità d'uso
Classe di Esigenza: Funzionalità
I componenti che sviluppano un flusso luminoso devono garantire una efficienza luminosa non inferiore a quella stabilita dai
costruttori delle lampade.
Prestazioni:
E' opportuno che sia assicurata la qualità della progettazione, della fabbricazione e dell’installazione dei materiali e componenti con
riferimento a quanto indicato dalle norme e come certificato dalle ditte costruttrici di detti materiali e componenti.
Livello minimo della prestazione:
Devono essere rispettati i livelli previsti in sede di progetto.
02.02.07.R02 Impermeabilità ai liquidi
Classe di Requisiti: Funzionalità d'uso
Classe di Esigenza: Funzionalità
I componenti dei lampioni devono essere in grado di evitare il passaggio di fluidi liquidi per evitare alle persone qualsiasi pericolo
Pagina 106
Manuale di Manutenzione
di folgorazione per contatto diretto secondo quanto prescritto dalla normativa.
Prestazioni:
E' opportuno che gli elementi costituenti i lampioni siano realizzati e posti in opera secondo quanto indicato dalle norme e come
certificato dalle ditte costruttrici di detti materiali e componenti.
Livello minimo della prestazione:
Devono essere rispettati i livelli previsti in sede di progetto.
02.02.07.R03 Isolamento elettrico
Classe di Requisiti: Protezione elettrica
Classe di Esigenza: Sicurezza
Gli elementi costituenti i lampioni devono essere in grado di resistere al passaggio di cariche elettriche senza perdere le proprie
caratteristiche.
Prestazioni:
E' opportuno che i lampioni siano realizzati e posti in opera secondo quanto indicato dalle norme e come certificato dalle ditte
costruttrici di detti materiali e componenti.
Livello minimo della prestazione:
Devono essere rispettati i livelli previsti in sede di progetto.
02.02.07.R04 Resistenza alla corrosione
Classe di Requisiti: Controllabilità tecnologica
Classe di Esigenza: Controllabilità
I lampioni ed i relativi elementi devono essere realizzati con materiali idonei ad evitare fenomeni di corrosione per non
compromettere il buon funzionamento dell'intero apparato.
Prestazioni:
Ai fini della protezione contro la corrosione si divide il palo nelle zone seguenti:
- zona A: superficie esterna del palo dalla sommità fino a un minimo di 0,2 m sopra al livello del suolo (tale misura consente una
sovrapposizione della protezione) o tutta la parte esteriore per pali con piastra d’appoggio;
- zona B: superficie esterna della parte interrata estesa a una lunghezza minima di 0,25 m sopra il livello del suolo;
- zona C: superficie interna del palo.
Livello minimo della prestazione:
Per garantire un'adeguata protezione e resistenza alla corrosione deve essere eseguito il trattamento superficiale seguente:
- zona A: nessuno;
- zona B: rivestimento bituminoso non poroso che assicuri l’isolamento elettrico con uno spessore di strato minimo di 250 µm, o
qualsiasi altro materiale dello spessore richiesto, in grado di garantire lo stesso grado di protezione, il rivestimento dovrebbe essere
applicato solo dopo sgrassamento e dopo un appropriato trattamento preliminare che ne assicuri l’aderenza;
- zona C: non è necessario alcun trattamento superficiale, ad eccezione della parte interrata, per la quale la protezione dovrebbe
essere applicata come per la zona B.
02.02.07.R05 Resistenza meccanica
Classe di Requisiti: Di stabilità
Classe di Esigenza: Sicurezza
I lampioni ed i relativi elementi devono essere realizzati con materiali in grado di sopportare deformazioni e/o cedimenti.
Prestazioni:
Deve essere garantita la qualità ed efficienza dei materiali utilizzati al fine di evitare cedimenti strutturali derivanti sia dal peso
proprio che dall'azione della spinta del vento.
Livello minimo della prestazione:
Il palo deve essere progettato in modo da sostenere con sicurezza i carichi propri e i carichi del vento specificati nella UNI EN
40-3-1. La progettazione strutturale di un palo per illuminazione pubblica deve essere verificata mediante calcolo in conformità al
UNI EN 40-3-3 oppure mediante prove in conformità alla UNI EN 40-3-2.
Pagina 107
Manuale di Manutenzione
ANOMALIE RISCONTRABILI
02.02.07.A01 Abbassamento del livello di illuminazione
Abbassamento del livello di illuminazione dovuto ad usura delle lampadine, ossidazione dei deflettori, impolveramento delle
lampadine.
02.02.07.A02 Decolorazione
Alterazione cromatica della superficie.
02.02.07.A03 Deposito superficiale
Accumulo di pulviscolo atmosferico o di altri materiali estranei, di spessore variabile, poco coerente e poco aderente alla superficie
del rivestimento.
02.02.07.A04 Difetti di messa a terra
Difetti di messa a terra dovuti all'eccessiva polvere all'interno delle connessioni o alla presenza di umidità ambientale o di condensa.
02.02.07.A05 Difetti di serraggio
Abbassamento del livello di serraggio dei bulloni tra palo ed ancoraggio a terra o tra palo e corpo illuminante.
02.02.07.A06 Difetti di stabilità
Difetti di ancoraggio dei pali al terreno dovuti ad affondamento della piastra di appoggio.
02.02.07.A07 Patina biologica
Strato sottile, morbido e omogeneo, aderente alla superficie e di evidente natura biologica, di colore variabile, per lo più verde. La
patina biologica è costituita prevalentemente da microrganismi cui possono aderire polvere, terriccio.
CONTROLLI ESEGUIBILI DA PERSONALE SPECIALIZZATO
02.02.07.C01 Controllo corpi illuminanti
Cadenza: ogni 3 mesi
Tipologia: Ispezione
Verificare l'efficienza dei reattori, starter, condensatori, lampade ed altri accessori.
•
•
Requisiti da verificare: 1) Isolamento elettrico; 2) Efficienza luminosa.
Anomalie riscontrabili: 1) Difetti di messa a terra; 2) Difetti di stabilità.
02.02.07.C02 Controllo generale
Cadenza: ogni 3 mesi
Tipologia: Controllo a vista
Controllo dell'integrità dei pali verificando lo stato di tenuta del rivestimento, delle connessioni e dell'ancoraggio a terra.
•
•
Requisiti da verificare: 1) Isolamento elettrico; 2) Efficienza luminosa; 3) Impermeabilità ai liquidi.
Anomalie riscontrabili: 1) Difetti di messa a terra; 2) Difetti di serraggio; 3) Difetti di stabilità; 4) Decolorazione; 5) Patina
biologica; 6) Deposito superficiale.
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Manuale di Manutenzione
MANUTENZIONI ESEGUIBILI DA PERSONALE SPECIALIZZATO
02.02.07.I01 Pulizia
Cadenza: ogni 3 mesi
Eseguire la pulizia della coppa e del riflettore mediante straccio umido e detergente.
•
Ditte specializzate: Elettricista.
02.02.07.I02 Sostituzione dei lampioni
Cadenza: ogni 15 anni
Sostituzione dei pali e dei relativi elementi accessori secondo la durata di vita media fornita dal produttore.
•
Ditte specializzate: Elettricista.
02.02.07.I03 Sostituzione lampade
Cadenza: quando occorre
Eseguire la sostituzione delle lampade a periodicità variabile a seconda del tipo di lampada utilizzata:
-ad incandescenza 800 h; -a ricarica: 8000 h; -a fluorescenza 6000 h; -alogena: 1600 h; -compatta 5000 h.
•
Ditte specializzate: Elettricista.
Elemento Manutenibile: 02.02.08
Pali per l'illuminazione
Unità Tecnologica: 02.02
Impianto di illuminazione
I pali per l’illuminazione pubblica possono essere realizzati con i seguenti materiali: a) acciaio: l’acciaio utilizzato deve essere
saldabile, resistente all’invecchiamento e, quando occorre, zincabile a caldo. L’acciaio deve essere di qualità almeno pari a quella Fe
360 B della EU 25 o addirittura migliore; b) leghe di alluminio: la lega utilizzata deve essere uguale o migliore delle leghe
specificate nelle ISO/R 164, ISO/R 209, ISO/R 827 e ISO/TR 2136. Deve resistere alla corrosione. Quando il luogo di installazione
presenta particolari e noti problemi di corrosione, la lega utilizzata deve essere oggetto di accordo tra committente e fornitore; c)
calcestruzzo armato: i materiali utilizzati per i pali di calcestruzzo armato devono soddisfare le prescrizioni della UNI EN 40; d)
altri materiali: nell’ipotesi in cui si realizzino pali con materiali differenti da quelli sopra elencati, detti materiali dovranno
soddisfare i requisiti contenuti nelle parti corrispondenti della norma UNI EN 40, nel caso non figurino nella norma le loro
caratteristiche dovranno essere concordate tra committente e fornitore.
L’acciaio utilizzato per i bulloni di ancoraggio deve essere di qualità uguale o migliore di quella prevista per l’ Fe 360 B della EU
25.
REQUISITI E PRESTAZIONI (EM)
02.02.08.R01 Montabilità/Smontabilità
Classe di Requisiti: Facilità d'intervento
Classe di Esigenza: Funzionalità
I pali per illuminazione devono essere atti a consentire la collocazione in opera di altri elementi in caso di necessità.
Prestazioni:
Gli elementi costituenti i pali devono essere montati in opera in modo da essere facilmente smontabili senza per questo smontare o
Pagina 109
Manuale di Manutenzione
disfare l'intero impianto.
Livello minimo della prestazione:
Devono essere rispettati i livelli previsti in sede di progetto per garantire l'integrazione di altri elementi dell'impianto.
ANOMALIE RISCONTRABILI
02.02.08.A01 Alterazione cromatica
Perdita del colore originale dovuta a fenomeni di soleggiamento eccessivo e/o esposizione ad ambienti umidi.
02.02.08.A02 Anomalie del rivestimento
Difetti di tenuta del rivestimento o della zincatura.
02.02.08.A03 Corrosione
Possibili corrosione dei pali realizzati in acciaio, in ferro o in leghe metalliche dovuta a difetti di tenuta dello strato di protezione
superficiale.
02.02.08.A04 Deposito superficiale
Accumulo di pulviscolo atmosferico o di altri materiali estranei, di spessore variabile, poco coerente e poco aderente alla superficie
del rivestimento.
02.02.08.A05 Difetti di messa a terra
Difetti di messa a terra dovuti all'eccessiva polvere all'interno delle connessioni o alla presenza di umidità ambientale o di condensa.
02.02.08.A06 Difetti di serraggio
Abbassamento del livello di serraggio dei bulloni tra palo ed ancoraggio a terra o tra palo e corpo illuminante.
02.02.08.A07 Difetti di stabilità
Difetti di ancoraggio dei pali al terreno dovuti ad affondamento della piastra di appoggio.
02.02.08.A08 Infracidamento
Degradazione che si manifesta con la formazione di masse scure polverulente dovuta ad umidità e alla scarsa ventilazione.
02.02.08.A09 Patina biologica
Strato sottile, morbido e omogeneo, aderente alla superficie e di evidente natura biologica, di colore variabile, per lo più verde. La
patina biologica è costituita prevalentemente da microrganismi cui possono aderire polvere, terriccio.
CONTROLLI ESEGUIBILI DA PERSONALE SPECIALIZZATO
02.02.08.C01 Controllo generale
Cadenza: ogni 2 anni
Tipologia: Controllo a vista
Controllo dello stato generale e dell'integrità dei pali per l'illuminazione.
•
•
Requisiti da verificare: 1) Montabilità/Smontabilità.
Anomalie riscontrabili: 1) Alterazione cromatica; 2) Anomalie del rivestimento; 3) Deposito superficiale; 4) Difetti di stabilità; 5)
Infracidamento; 6) Patina biologica.
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Manuale di Manutenzione
MANUTENZIONI ESEGUIBILI DA PERSONALE SPECIALIZZATO
02.02.08.I01 Sostituzione dei pali
Cadenza: quando occorre
Sostituzione dei pali e dei relativi elementi accessori secondo la durata di vita media fornita dal produttore. Nel caso di eventi
eccezionali (temporali, terremoti ecc.) verificare la stabilità dei pali per evitare danni a cose o persone.
•
Ditte specializzate: Elettricista.
Elemento Manutenibile: 02.02.09
Pali in acciaio
Unità Tecnologica: 02.02
Impianto di illuminazione
I pali sostengono uno o più apparecchi di illuminazione e sono formati generalmente da più parti quali un fusto, un prolungamento e
all'occorrenza un braccio. Possono essere realizzati in acciaio che deve essere del tipo saldabile, resistente all'invecchiamento e,
quando occorre, zincabile a caldo. L'acciaio deve essere di qualità almeno pari a quella Fe 360 B della EU 25 o migliore.
REQUISITI E PRESTAZIONI (EM)
02.02.09.R01 Efficienza luminosa
Classe di Requisiti: Funzionalità d'uso
Classe di Esigenza: Funzionalità
I componenti che sviluppano un flusso luminoso devono garantire una efficienza luminosa non inferiore a quella stabilita dai
costruttori delle lampade.
Prestazioni:
E' opportuno che sia assicurata la qualità della progettazione, della fabbricazione e dell’installazione dei materiali e componenti con
riferimento a quanto indicato dalle norme e come certificato dalle ditte costruttrici di detti materiali e componenti.
Livello minimo della prestazione:
Devono essere rispettati i livelli previsti in sede di progetto.
02.02.09.R02 Impermeabilità ai liquidi
Classe di Requisiti: Funzionalità d'uso
Classe di Esigenza: Funzionalità
I componenti dei lampioni devono essere in grado di evitare il passaggio di fluidi liquidi per evitare alle persone qualsiasi pericolo
di folgorazione per contatto diretto secondo quanto prescritto dalla normativa.
Prestazioni:
E' opportuno che gli elementi costituenti i lampioni siano realizzati e posti in opera secondo quanto indicato dalle norme e come
certificato dalle ditte costruttrici di detti materiali e componenti.
Livello minimo della prestazione:
Devono essere rispettati i livelli previsti in sede di progetto.
02.02.09.R03 Isolamento elettrico
Pagina 111
Manuale di Manutenzione
Classe di Requisiti: Protezione elettrica
Classe di Esigenza: Sicurezza
Gli elementi costituenti i lampioni devono essere in grado di resistere al passaggio di cariche elettriche senza perdere le proprie
caratteristiche.
Prestazioni:
E' opportuno che i lampioni siano realizzati e posti in opera secondo quanto indicato dalle norme e come certificato dalle ditte
costruttrici di detti materiali e componenti.
Livello minimo della prestazione:
Devono essere rispettati i livelli previsti in sede di progetto.
02.02.09.R04 Resistenza alla corrosione
Classe di Requisiti: Controllabilità tecnologica
Classe di Esigenza: Controllabilità
I lampioni ed i relativi elementi devono essere realizzati con materiali idonei ad evitare fenomeni di corrosione per non
compromettere il buon funzionamento dell'intero apparato.
Prestazioni:
I materiali utilizzati per la realizzazione dei pali in acciaio devono garantire un'adeguata protezione contro la corrosione.
Livello minimo della prestazione:
Devono essere rispettati i valori minimi indicati dalla norma UNI EN 40.
02.02.09.R05 Resistenza meccanica
Classe di Requisiti: Di stabilità
Classe di Esigenza: Sicurezza
I lampioni ed i relativi elementi devono essere realizzati con materiali in grado di sopportare deformazioni e/o cedimenti.
Prestazioni:
Deve essere garantita la qualità ed efficienza dei materiali utilizzati al fine di evitare cedimenti strutturali derivanti sia dal peso
proprio che dall'azione della spinta del vento.
Livello minimo della prestazione:
Il palo deve essere progettato in modo da sostenere con sicurezza i carichi propri e i carichi del vento specificati nella UNI EN
40-3-1. La progettazione strutturale di un palo per illuminazione pubblica deve essere verificata mediante calcolo in conformità al
UNI EN 40-3-3 oppure mediante prove in conformità alla UNI EN 40-3-2.
ANOMALIE RISCONTRABILI
02.02.09.A01 Anomalie del rivestimento
Difetti di tenuta del rivestimento o della zincatura.
02.02.09.A02 Corrosione
Possibili corrosione dei pali realizzati in acciaio, in ferro o in leghe metalliche dovuta a difetti di tenuta dello strato di protezione
superficiale.
02.02.09.A03 Difetti di messa a terra
Difetti di messa a terra dovuti all'eccessiva polvere all'interno delle connessioni o alla presenza di umidità ambientale o di condensa.
02.02.09.A04 Difetti di serraggio
Abbassamento del livello di serraggio dei bulloni tra palo ed ancoraggio a terra o tra palo e corpo illuminante.
Pagina 112
Manuale di Manutenzione
02.02.09.A05 Difetti di stabilità
Difetti di ancoraggio dei pali al terreno dovuti ad affondamento della piastra di appoggio.
CONTROLLI ESEGUIBILI DA PERSONALE SPECIALIZZATO
02.02.09.C01 Controllo corpi illuminanti
Cadenza: ogni 3 mesi
Tipologia: Ispezione
Verificare l'efficienza dei reattori, starter, condensatori, lampade ed altri accessori.
•
•
Requisiti da verificare: 1) Isolamento elettrico; 2) Efficienza luminosa; 3) Impermeabilità ai liquidi.
Anomalie riscontrabili: 1) Difetti di messa a terra; 2) Difetti di stabilità; 3) Anomalie del rivestimento.
02.02.09.C02 Controllo generale
Cadenza: ogni 3 mesi
Tipologia: Controllo a vista
Controllo dell'integrità dei pali verificando lo stato di tenuta del rivestimento, delle connessioni e dell'ancoraggio a terra.
•
•
Requisiti da verificare: 1) Isolamento elettrico; 2) Efficienza luminosa; 3) Impermeabilità ai liquidi; 4) Resistenza alla
corrosione; 5) Resistenza meccanica.
Anomalie riscontrabili: 1) Corrosione; 2) Difetti di serraggio; 3) Difetti di messa a terra; 4) Difetti di stabilità.
MANUTENZIONI ESEGUIBILI DA PERSONALE SPECIALIZZATO
02.02.09.I01 Pulizia
Cadenza: ogni 3 mesi
Eseguire la pulizia della coppa e del riflettore mediante straccio umido e detergente.
•
Ditte specializzate: Elettricista.
02.02.09.I02 Sostituzione dei pali
Cadenza: quando occorre
Sostituzione dei pali e dei relativi elementi accessori secondo la durata di vita media fornita dal produttore.
•
Ditte specializzate: Elettricista.
02.02.09.I03 Verniciatura
Cadenza: quando occorre
Eseguire un ripristino dello strato protettivo dei pali quando occorre.
•
Ditte specializzate: Pittore.
Elemento Manutenibile: 02.02.10
Riflettori
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Manuale di Manutenzione
Unità Tecnologica: 02.02
Impianto di illuminazione
I riflettori si utilizzano principalmente per ottenere fenomeni di luce diffusa su grandi superfici; i riflettori proiettano il flusso
luminoso in una direzione precisa. Costruttivamente sono costituiti da un involucro di materiale opaco con la faccia interna rivestita
con materiale ad alto grado di riflessione (tale materiale è generalmente metallico).
ANOMALIE RISCONTRABILI
02.02.10.A01 Abbassamento livello di illuminazione
Abbassamento del livello di illuminazione dovuto ad usura delle lampadine, ossidazione dei deflettori, impolveramento delle
lampadine.
02.02.10.A02 Avarie
Possibili avarie dovute a corti circuito degli apparecchi, usura degli accessori, apparecchi inadatti.
02.02.10.A03 Depositi superficiali
Accumuli di materiale polveroso sulla superficie dei riflettori.
02.02.10.A04 Difetti di ancoraggio
Difetti di tenuta degli elementi di ancoraggio dei riflettori.
02.02.10.A05 Difetti agli interruttori
Difetti agli interruttori magnetotermici e differenziali dovuti all'eccessiva polvere presente all'interno delle connessioni o alla
presenza di umidità ambientale o di condensa.
CONTROLLI ESEGUIBILI DA PERSONALE SPECIALIZZATO
02.02.10.C01 Controllo generale
Cadenza: ogni mese
Tipologia: Controllo a vista
Controllare la corretta posizione dei riflettori e l'integrità delle lampadine. Verificare la pulizia della superficie dei riflettori.
•
•
Requisiti da verificare: 1) (Attitudine al) controllo del flusso luminoso; 2) (Attitudine al) controllo della condensazione
interstiziale; 3) (Attitudine al) controllo delle dispersioni elettriche; 4) Accessibilità; 5) Assenza di emissioni di sostanze nocive;
6) Comodità di uso e manovra; 7) Efficienza luminosa; 8) Identificabilità; 9) Impermeabilità ai liquidi; 10) Isolamento elettrico;
11) Limitazione dei rischi di intervento; 12) Montabilità/Smontabilità; 13) Regolabilità; 14) Resistenza meccanica; 15) Stabilità
chimico reattiva.
Anomalie riscontrabili: 1) Abbassamento livello di illuminazione; 2) Depositi superficiali; 3) Difetti di ancoraggio.
MANUTENZIONI ESEGUIBILI DA PERSONALE SPECIALIZZATO
02.02.10.I01 Pulizia
Cadenza: ogni mese
Pulizia e rimozione dello sporco e dei depositi superficiali con detergenti idonei.
•
Ditte specializzate: Generico.
Pagina 114
Manuale di Manutenzione
02.02.10.I02 Sostituzione delle lampade
Cadenza: quando occorre
Eseguire la sostituzione delle lampade a periodicità variabile a seconda del tipo di lampada utilizzata:
- ad incandescenza 800 h;
- a ricarica: 8000 h;
- a fluorescenza 6000 h;
- alogena: 1600 h;
- compatta 5000 h.
•
Ditte specializzate: Elettricista.
Elemento Manutenibile: 02.02.11
Sbracci in acciaio
Unità Tecnologica: 02.02
Impianto di illuminazione
Gli sbracci sono sostenuti generalmente da pali che a loro volta sostengono uno o più apparecchi di illuminazione. Possono essere
realizzati in acciaio che deve essere del tipo saldabile, resistente all'invecchiamento e, quando occorre, zincabile a caldo. L'acciaio
deve essere di qualità almeno pari a quella Fe 360 B della EU 25 o migliore.
REQUISITI E PRESTAZIONI (EM)
02.02.11.R01 Efficienza luminosa
Classe di Requisiti: Funzionalità d'uso
Classe di Esigenza: Funzionalità
I componenti che sviluppano un flusso luminoso devono garantire una efficienza luminosa non inferiore a quella stabilita dai
costruttori delle lampade.
Prestazioni:
E' opportuno che sia assicurata la qualità della progettazione, della fabbricazione e dell’installazione dei materiali e componenti con
riferimento a quanto indicato dalle norme e come certificato dalle ditte costruttrici di detti materiali e componenti.
Livello minimo della prestazione:
Devono essere rispettati i livelli previsti in sede di progetto.
02.02.11.R02 Impermeabilità ai liquidi
Classe di Requisiti: Funzionalità d'uso
Classe di Esigenza: Funzionalità
I componenti dei lampioni devono essere in grado di evitare il passaggio di fluidi liquidi per evitare alle persone qualsiasi pericolo
di folgorazione per contatto diretto secondo quanto prescritto dalla normativa.
Prestazioni:
E' opportuno che gli elementi costituenti i lampioni siano realizzati e posti in opera secondo quanto indicato dalle norme e come
certificato dalle ditte costruttrici di detti materiali e componenti.
Livello minimo della prestazione:
Devono essere rispettati i livelli previsti in sede di progetto.
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Manuale di Manutenzione
02.02.11.R03 Isolamento elettrico
Classe di Requisiti: Protezione elettrica
Classe di Esigenza: Sicurezza
Gli elementi costituenti i lampioni devono essere in grado di resistere al passaggio di cariche elettriche senza perdere le proprie
caratteristiche.
Prestazioni:
E' opportuno che i lampioni siano realizzati e posti in opera secondo quanto indicato dalle norme e come certificato dalle ditte
costruttrici di detti materiali e componenti.
Livello minimo della prestazione:
Devono essere rispettati i livelli previsti in sede di progetto.
ANOMALIE RISCONTRABILI
02.02.11.A01 Anomalie del rivestimento
Difetti di tenuta del rivestimento o della zincatura.
02.02.11.A02 Corrosione
Possibili corrosione dei pali realizzati in acciaio, in ferro o in leghe metalliche dovuta a difetti di tenuta dello strato di protezione
superficiale.
02.02.11.A03 Difetti di messa a terra
Difetti di messa a terra dovuti all'eccessiva polvere all'interno delle connessioni o alla presenza di umidità ambientale o di condensa.
02.02.11.A04 Difetti di serraggio
Abbassamento del livello di serraggio dei bulloni tra palo ed ancoraggio a terra o tra sbraccio e corpo illuminante.
02.02.11.A05 Difetti di stabilità
Difetti di ancoraggio dei pali al terreno dovuti ad affondamento della piastra di appoggio.
CONTROLLI ESEGUIBILI DA PERSONALE SPECIALIZZATO
02.02.11.C01 Controllo corpi illuminanti
Cadenza: ogni 3 mesi
Tipologia: Ispezione
Verificare l'efficienza dei reattori, starter, condensatori, lampade ed altri accessori.
•
•
Requisiti da verificare: 1) Isolamento elettrico; 2) Efficienza luminosa; 3) Impermeabilità ai liquidi.
Anomalie riscontrabili: 1) Difetti di messa a terra; 2) Difetti di stabilità; 3) Anomalie del rivestimento.
02.02.11.C02 Controllo generale
Cadenza: ogni 3 mesi
Tipologia: Controllo a vista
Controllo dell'integrità dei pali verificando lo stato di tenuta del rivestimento, delle connessioni e dell'ancoraggio a terra e degli
sbracci.
•
Requisiti da verificare: 1) Isolamento elettrico; 2) Efficienza luminosa; 3) Impermeabilità ai liquidi.
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Manuale di Manutenzione
•
Anomalie riscontrabili: 1) Corrosione; 2) Difetti di serraggio; 3) Difetti di messa a terra; 4) Difetti di stabilità.
MANUTENZIONI ESEGUIBILI DA PERSONALE SPECIALIZZATO
02.02.11.I01 Pulizia
Cadenza: ogni 3 mesi
Eseguire la pulizia della coppa e del riflettore mediante straccio umido e detergente.
•
Ditte specializzate: Elettricista.
02.02.11.I02 Sostituzione
Cadenza: quando occorre
Sostituzione dei pali e dei relativi elementi accessori secondo la durata di vita media fornita dal produttore.
•
Ditte specializzate: Elettricista.
02.02.11.I03 Verniciatura
Cadenza: quando occorre
Eseguire un ripristino dello strato protettivo dei pali e/o degli sbracci quando occorre.
•
Ditte specializzate: Pittore.
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Manuale di Manutenzione
Unità Tecnologica: 02.03
Impianto di diffusione sonora
L'impianto di trasmissione fonia e dati consente la diffusione, nei vari ambienti, di dati ai vari utenti. Generalmente è costituito da
una rete di trasmissione (denominata cablaggio) e da una serie di punti di presa ai quali sono collegate le varie postazioni.
REQUISITI E PRESTAZIONI (UT)
02.03.R01 Isolamento elettrico
Classe di Requisiti: Acustici
Classe di Esigenza: Benessere
I materiali ed i componenti dell'impianto di diffusione sonora devono garantire un livello di protezione contro i contatti diretti ed
indiretti.
Prestazioni:
I componenti dell'impianto devono essere costruiti con caratteristiche di sicurezza onde consentire la separazione fra i circuiti a
bassissima tensione in corrente continua e circuiti a bassa tensione in corrente alternata e per la corretta messa a terra delle parti
metalliche.
Livello minimo della prestazione:
Per accertare la capacità di isolamento elettrico si effettuano una serie di prove secondo le modalità riportate nella norma affinché
non si verifichi nessun surriscaldamento. Inoltre deve essere verificato che le prestazioni e la tensione in uscita siano all’interno
delle specifiche. Tutte le uscite devono essere protette al fine di assicurare che in caso di corto circuito esterno non vi sia alcun
danno dovuto ad un surriscaldamento.
L'Unità Tecnologica è composta dai seguenti Elementi Manutenibili:
° 02.03.01 Altoparlanti
° 02.03.02 Microfoni
° 02.03.03 Amplificatori
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Manuale di Manutenzione
Elemento Manutenibile: 02.03.01
Altoparlanti
Unità Tecnologica: 02.03
Impianto di diffusione sonora
Gli altoparlanti sono dei dispositivi che consentono la diffusione dei segnali audio nei vari ambienti.
ANOMALIE RISCONTRABILI
02.03.01.A01 Anomalie dei rivestimenti
Difetti di tenuta dei rivestimenti di protezione.
02.03.01.A02 Depositi di polvere
Accumuli di polvere sulle connessioni che provocano malfunzionamenti.
02.03.01.A03 Difetti di serraggio
Difetti di serraggio delle connessioni e dei pressacavi.
02.03.01.A04 Presenza di umidità
Eccessivo livello del grado di umidità degli ambienti.
CONTROLLI ESEGUIBILI DA PERSONALE SPECIALIZZATO
02.03.01.C01 Controllo dei cavi
Cadenza: ogni 6 mesi
Tipologia: Ispezione a vista
Verificare lo stato dei cavi e la eventuale presenza di umidità.
•
•
Requisiti da verificare: 1) Isolamento elettrico.
Anomalie riscontrabili: 1) Presenza di umidità.
02.03.01.C02 Controllo generale
Cadenza: ogni 6 mesi
Tipologia: Controllo a vista
Verificare lo stato degli altoparlanti e la tenuta delle connessioni e dei pressacavo.
•
•
Requisiti da verificare: 1) Isolamento elettrico.
Anomalie riscontrabili: 1) Anomalie dei rivestimenti; 2) Depositi di polvere; 3) Difetti di serraggio; 4) Presenza di umidità.
MANUTENZIONI ESEGUIBILI DA PERSONALE SPECIALIZZATO
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Manuale di Manutenzione
02.03.01.I01 Pulizia
Cadenza: ogni 6 mesi
Eseguire la pulizia degli altoparlanti eliminando eventuali depositi di polvere e di umidità.
•
Ditte specializzate: Tecnici di livello superiore.
02.03.01.I02 Serraggio cavi
Cadenza: ogni 6 mesi
Eseguire la pulizia ed il serraggio dei cavi e delle connessioni.
•
Ditte specializzate: Tecnici di livello superiore.
Elemento Manutenibile: 02.03.02
Microfoni
Unità Tecnologica: 02.03
Impianto di diffusione sonora
I microfoni con le relative basi microfoniche sono i terminali utente per la comunicazione di messaggi di paging selettivi per zona,
per aree, o generali e per l’uso comune, come sistema di diffusione sonora.
REQUISITI E PRESTAZIONI (EM)
02.03.02.R01 Comodità d'uso e manovra
Classe di Requisiti: Di funzionamento
Classe di Esigenza: Gestione
I dispositivi di diffusione sonora devono essere posizionati in modo da essere percettibili in ogni punto dell'ambiente sorvegliato.
Prestazioni:
I dispositivi di diffusione sonora devono essere posizionati in modo da non essere manomessi o asportati.
Livello minimo della prestazione:
Devono essere rispettati i valori indicati dalla norma CEI 79-2 ed in particolare:
- sirene per esterno: frequenza fondamentale non eccedente 1800 Hz con suono continuo e modulato; livello di pressione non
inferiore a 100 dB(A) misurato a 3 m;
- sirene per interno: frequenza fondamentale non eccedente 3600 Hz con suono continuo e modulato; livello di pressione non
inferiore a 90 dB(A) misurato a 3 m;
- avvisatori acustici di servizio e di controllo: frequenza fondamentale non eccedente 3600 Hz con suono continuo e modulato;
livello di pressione non inferiore a 70 dB(A) misurato a 3 m.
ANOMALIE RISCONTRABILI
02.03.02.A01 Anomalie display
Difetti di funzionamento del display di segnalazione della base del microfono.
02.03.02.A02 Anomalie tastiera
Pagina 120
Manuale di Manutenzione
Difetti di funzionamento tastiera a servizio del microfono.
02.03.02.A03 Difetti di tenuta morsetti
Difetti di funzionamento e di tenuta dei morsetti di connessione.
02.03.02.A04 Incrostazioni
Accumulo di depositi vari (polvere, ecc.) sugli apparecchi.
02.03.02.A05 Perdite di tensione
Riduzione della tensione di alimentazione principale che provoca malfunzionamenti.
CONTROLLI ESEGUIBILI DA PERSONALE SPECIALIZZATO
02.03.02.C01 Controllo generale
Cadenza: ogni 3 mesi
Tipologia: Ispezione a vista
Controllare l'efficienza dei dispositivi di diffusione sonora contro l'apertura e l'asportazione. Verificare l'efficienza dello stato di
carica della batteria di alimentazione e la funzionalità del display e della tastiera (se presenti).
•
•
Requisiti da verificare: 1) Comodità d'uso e manovra.
Anomalie riscontrabili: 1) Difetti di tenuta morsetti; 2) Incrostazioni; 3) Anomalie display; 4) Anomalie tastiera; 5) Perdite di
tensione.
MANUTENZIONI ESEGUIBILI DA PERSONALE SPECIALIZZATO
02.03.02.I01 Pulizia
Cadenza: ogni 6 mesi
Eseguire la pulizia dei microfoni e verificare la tenuta delle connessioni.
•
Ditte specializzate: Specializzati vari.
02.03.02.I02 Sostituzione
Cadenza: ogni 10 anni
Sostituire gli altoparlanti ed i microfoni quando non rispondenti alla loro originaria funzione.
•
Ditte specializzate: Specializzati vari.
Elemento Manutenibile: 02.03.03
Amplificatori
Unità Tecnologica: 02.03
Impianto di diffusione sonora
Pagina 121
Manuale di Manutenzione
Gli amplificatori sono i dispositivi per mezzo dei quali il segnale sonoro dalla stazione di partenza viene diffuso con la giusta
potenza ai vari elementi terminali quali microfoni ed altoparlanti.
REQUISITI E PRESTAZIONI (EM)
02.03.03.R01 Isolamento elettrico
Classe di Requisiti: Protezione elettrica
Classe di Esigenza: Sicurezza
I materiali ed i componenti degli amplificatori devono garantire un livello di protezione contro i contatti diretti ed indiretti.
Prestazioni:
Gli amplificatori devono essere costruiti con caratteristiche di sicurezza onde consentire la separazione fra i circuiti a bassissima
tensione in corrente continua e circuiti a bassa tensione in corrente alternata e per la corretta messa a terra delle parti metalliche.
Livello minimo della prestazione:
Per accertare la capacità di isolamento elettrico si effettuano una serie di prove secondo le modalità riportate nella norma affinché
non si verifichi nessun surriscaldamento. Inoltre deve essere verificato che le prestazioni e la tensione in uscita siano all’interno
delle specifiche. Tutte le uscite devono essere protette al fine di assicurare che in caso di corto circuito esterno non vi sia alcun
danno dovuto ad un surriscaldamento.
ANOMALIE RISCONTRABILI
02.03.03.A01 Anomalie display
Difetti di funzionamento del display di segnalazione.
02.03.03.A02 Difetti di tenuta morsetti
Difetti di funzionamento e di tenuta dei morsetti di connessione.
02.03.03.A03 Incrostazioni
Accumulo di depositi vari (polvere, ecc.) sugli apparecchi.
02.03.03.A04 Perdita dell'alimentazione
Perdita della sorgente di alimentazione (principale o di riserva).
02.03.03.A05 Perdite di tensione
Riduzione della tensione della batteria ad un valore inferiore a 0,9 volte la tensione nominale della batteria.
CONTROLLI ESEGUIBILI DA PERSONALE SPECIALIZZATO
02.03.03.C01 Controllo generale
Cadenza: ogni 7 giorni
Tipologia: Ispezione a vista
Verificare le connessioni dei vari elementi collegati alla apparecchiatura di amplificazione. Verificare la funzionalità delle spie
luminose del pannello e dei fusibili di protezione.
•
•
Requisiti da verificare: 1) Isolamento elettrico.
Anomalie riscontrabili: 1) Perdita dell'alimentazione; 2) Perdite di tensione.
Pagina 122
Manuale di Manutenzione
MANUTENZIONI ESEGUIBILI DA PERSONALE SPECIALIZZATO
02.03.03.I01 Registrazione connessioni
Cadenza: ogni 12 mesi
Registrare e regolare tutti i morsetti delle connessioni e/o dei fissaggi
•
Ditte specializzate: Specializzati vari.
Pagina 123
Manuale di Manutenzione
Unità Tecnologica: 02.04
Impianto di trasmissione fonia e dati
L'impianto di trasmissione fonia e dati consente la diffusione, nei vari ambienti, di dati ai vari utenti. Generalmente è costituito da
una rete di trasmissione (denominata cablaggio) e da una serie di punti di presa ai quali sono collegate le varie postazioni.
REQUISITI E PRESTAZIONI (UT)
02.04.R01 Efficienza
Classe di Requisiti: Di funzionamento
Classe di Esigenza: Gestione
L'impianto di trasmissione deve essere realizzato con materiali idonei a garantire efficienza del sistema.
Prestazioni:
I materiali utilizzati devono consentire una facile trasmissione dei dati in modo da evitare sovraccarichi della rete.
Livello minimo della prestazione:
Devono essere garantiti i livelli minimi indicati dalle norme e variabili per tipo di rete utilizzato.
L'Unità Tecnologica è composta dai seguenti Elementi Manutenibili:
° 02.04.01 Altoparlanti
° 02.04.02 Cablaggio
° 02.04.03 Sistema di trasmissione
Pagina 124
Manuale di Manutenzione
Elemento Manutenibile: 02.04.01
Altoparlanti
Unità Tecnologica: 02.04
Impianto di trasmissione fonia e dati
Gli altoparlanti sono dei dispositivi che consentono la diffusione dei segnali audio nei vari ambienti.
ANOMALIE RISCONTRABILI
02.04.01.A01 Anomalie dei rivestimenti
Difetti di tenuta dei rivestimenti di protezione.
02.04.01.A02 Depositi di polvere
Accumuli di polvere sulle connessioni che provocano malfunzionamenti.
02.04.01.A03 Difetti di serraggio
Difetti di serraggio delle connessioni e dei pressacavi.
02.04.01.A04 Presenza di umidità
Eccessivo livello del grado di umidità degli ambienti.
CONTROLLI ESEGUIBILI DA PERSONALE SPECIALIZZATO
02.04.01.C01 Controllo dei cavi
Cadenza: ogni 6 mesi
Tipologia: Ispezione a vista
Verificare lo stato dei cavi e la eventuale presenza di umidità.
•
•
Requisiti da verificare: 1) Efficienza.
Anomalie riscontrabili: 1) Presenza di umidità.
02.04.01.C02 Controllo generale
Cadenza: ogni 6 mesi
Tipologia: Controllo a vista
Verificare lo stato degli altoparlanti e la tenuta delle connessioni e dei pressacavo.
•
•
Requisiti da verificare: 1) Efficienza.
Anomalie riscontrabili: 1) Anomalie dei rivestimenti; 2) Depositi di polvere; 3) Difetti di serraggio; 4) Presenza di umidità.
MANUTENZIONI ESEGUIBILI DA PERSONALE SPECIALIZZATO
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Manuale di Manutenzione
02.04.01.I01 Pulizia
Cadenza: ogni 6 mesi
Eseguire la pulizia degli altoparlanti eliminando eventuali depositi di polvere e di umidità.
•
Ditte specializzate: Tecnici di livello superiore.
02.04.01.I02 Serraggio cavi
Cadenza: ogni 6 mesi
Eseguire la pulizia ed il serraggio dei cavi e delle connessioni.
•
Ditte specializzate: Tecnici di livello superiore.
Elemento Manutenibile: 02.04.02
Cablaggio
Unità Tecnologica: 02.04
Impianto di trasmissione fonia e dati
Per la diffusione dei dati negli edifici occorre una rete di supporto che generalmente viene denominata cablaggio. Pertanto il
cablaggio degli edifici consente agli utenti di comunicare e scambiare dati attraverso le varie postazioni collegate alla rete di
distribuzione.
ANOMALIE RISCONTRABILI
02.04.02.A01 Anomalie degli allacci
Difetti di funzionamento delle prese di utenza e dei pannelli degli armadi di permutazione.
02.04.02.A02 Anomalie delle prese
Difetti di tenuta delle placche, dei coperchi e dei connettori.
02.04.02.A03 Difetti di serraggio
Difetti di serraggio di viti ed attacchi dei vari apparecchi di utenza.
02.04.02.A04 Difetti delle canaline
Difetti di tenuta delle canaline porta cavi.
CONTROLLI ESEGUIBILI DA PERSONALE SPECIALIZZATO
02.04.02.C01 Controllo generale
Cadenza: ogni anno
Tipologia: Ispezione a vista
Verificare la corretta posizione delle connessioni negli armadi di permutazione, controllare che tutte le prese siano ben collegate.
•
Anomalie riscontrabili: 1) Difetti di serraggio; 2) Anomalie degli allacci; 3) Anomalie delle prese; 4) Difetti delle canaline.
Pagina 126
Manuale di Manutenzione
MANUTENZIONI ESEGUIBILI DA PERSONALE SPECIALIZZATO
02.04.02.I01 Rifacimento cablaggio
Cadenza: ogni 15 anni
Eseguire il rifacimento totale del cablaggio quando necessario (per adeguamento normativo, o per adeguamento alla classe
superiore).
•
Ditte specializzate: Telefonista.
02.04.02.I02 Serraggio connessione
Cadenza: quando occorre
Effettuare il serraggio di tutte le connessioni.
•
Ditte specializzate: Telefonista.
02.04.02.I03 Sostituzione prese
Cadenza: quando occorre
Sostituire gli elementi delle prese quali placche, coperchi, telai e connettori quando usurati.
•
Ditte specializzate: Telefonista.
Elemento Manutenibile: 02.04.03
Sistema di trasmissione
Unità Tecnologica: 02.04
Impianto di trasmissione fonia e dati
Il sistema di trasmissione consente di realizzare la trasmissione dei dati a tutte le utenze della rete. Tale sistema può essere realizzato
con differenti sistemi; uno dei sistemi più utilizzati è quello che prevede la connessione alla rete LAN e alla rete WAN mediante
l'utilizzo di switched e ruter.
ANOMALIE RISCONTRABILI
02.04.03.A01 Anomalie delle prese
Difetti di tenuta delle placche, dei coperchi e dei connettori.
02.04.03.A02 Depositi vari
Accumulo di materiale (polvere, grassi, ecc.) sulle connessioni.
02.04.03.A03 Difetti di serraggio
Difetti di serraggio di viti ed attacchi dei vari apparecchi di utenza.
Pagina 127
Manuale di Manutenzione
CONTROLLI ESEGUIBILI DA PERSONALE SPECIALIZZATO
02.04.03.C01 Controllo generale
Cadenza: ogni anno
Tipologia: Ispezione a vista
Verificare gli apparati di rete (sia quelli attivi sia quelli passivi) controllando che tutti gli apparecchi funzionino. Controllare che
tutte le viti siano serrate.
•
Anomalie riscontrabili: 1) Anomalie delle prese; 2) Depositi vari; 3) Difetti di serraggio.
MANUTENZIONI ESEGUIBILI DA PERSONALE SPECIALIZZATO
02.04.03.I01 Pulizia
Cadenza: ogni 3 mesi
Eseguire la pulizia di tutte le apparecchiature della rete.
•
Ditte specializzate: Telefonista.
02.04.03.I02 Rifacimento cablaggio
Cadenza: ogni settimana
Eseguire il rifacimento totale del cablaggio quando necessario (per adeguamento normativo, o per adeguamento alla classe
superiore).
Pagina 128
Manuale di Manutenzione
Unità Tecnologica: 02.05
Impianto per automazione
L'impianto per l'automazione comprende tutti quei meccanismi adibiti all'automazione degli elementi ai quali sono collegati: Fanno
parte di questo tipo di impianto le fotocellule che consentono l'apertura e/o la chiusura di una porta al passaggio di una persona, le
coste sensibili che permettono l'apertura e/o la chiusura di una sbarra, i rivelatori di veicoli.
REQUISITI E PRESTAZIONI (UT)
02.05.R01 Resistenza meccanica
Classe di Requisiti: Controllabilità tecnologica
Classe di Esigenza: Controllabilità
Gli elementi dell'impianto di automazione devono essere in grado di resistere a sollecitazioni che possono verificarsi durante il
funzionamento dell'impianto.
Prestazioni:
Gli elementi dell'impianto devono garantire una determinata resistenza meccanica senza compromettere la stabilità dell'intero
apparato.
Livello minimo della prestazione:
Devono essere rispettati i valori minimi previsti dalla normativa.
L'Unità Tecnologica è composta dai seguenti Elementi Manutenibili:
° 02.05.01 Coste sensibili
° 02.05.02 Fotocellule
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Manuale di Manutenzione
Elemento Manutenibile: 02.05.01
Coste sensibili
Unità Tecnologica: 02.05
Impianto per automazione
Le coste sensibili sono dei dispositivi che consentono l'apertura e/o la chiusura di un elemento ad essi collegato quando vengono
toccate da un oggetto (persona, macchina, moto).
Rappresentazione grafica e descrizione
Coste sensibili
ANOMALIE RISCONTRABILI
02.05.01.A01 Difetti di funzionamento
Difetti di funzionamento delle coste per cui si verificano malfunzionamenti
02.05.01.A02 Rotture
Rotture degli elementi superficiali delle coste dovuti a carichi pesanti.
CONTROLLI ESEGUIBILI DA PERSONALE SPECIALIZZATO
02.05.01.C01 Controllo generale
Cadenza: ogni 6 mesi
Tipologia: Prova
Verifica del funzionamento delle coste facendovi passare un carico per la verifica dell'abbassamento.
•
Anomalie riscontrabili: 1) Difetti di funzionamento.
MANUTENZIONI ESEGUIBILI DA PERSONALE SPECIALIZZATO
02.05.01.I01 Ripristini
Cadenza: quando occorre
Eseguire il ripristino degli elementi superficiali delle coste danneggiati.
•
Ditte specializzate: Elettricista.
Elemento Manutenibile: 02.05.02
Pagina 130
Manuale di Manutenzione
Fotocellule
Unità Tecnologica: 02.05
Impianto per automazione
Le fotocellule sono gli elementi per mezzo dei quali si può aprire o chiudere una porta o alzare una sbarra.
Il loro funzionamento è basato sulla trasmissione di un raggio luminoso che parte da una fotocellula ed arriva alla fotocellula
opposta; quando questo fascio luminoso viene interrotto si attiva il circuito e si aziona il dispositivo ad esso collegato
Rappresentazione grafica e descrizione
Fotocellula
ANOMALIE RISCONTRABILI
02.05.02.A01 Difetti dei led
Difetti di funzionamento dei led luminosi.
02.05.02.A02 Disallineamento
Errore di allineamento delle fotocellule trasmittente e ricevente.
02.05.02.A03 Mancanza di alimentazione
Mancanza di alimentazione per cui si verificano malfunzionamenti.
02.05.02.A04 Difetti di ancoraggio
Difetti di posa in opera delle fotocellule.
02.05.02.A05 Corrosione
Fenomeni di corrosione degli elementi deputati al sostegno delle fotocellule.
CONTROLLI ESEGUIBILI DA PERSONALE SPECIALIZZATO
02.05.02.C01 Controllo generale
Cadenza: ogni 3 mesi
Tipologia: Ispezione a vista
Verificare il corretto funzionamento delle fotocellule interponendo un ostacolo tra le stesse.
•
•
Requisiti da verificare: 1) Resistenza meccanica.
Anomalie riscontrabili: 1) Difetti dei led; 2) Disallineamento; 3) Mancanza di alimentazione; 4) Difetti di ancoraggio; 5)
Corrosione.
Pagina 131
Manuale di Manutenzione
MANUTENZIONI ESEGUIBILI DA PERSONALE SPECIALIZZATO
02.05.02.I01 Registrazione
Cadenza: quando occorre
Eseguire la registrazione e la taratura delle fotocellule.
•
Ditte specializzate: Elettricista.
Pagina 132
Manuale di Manutenzione
Unità Tecnologica: 02.06
Impianto telefonico
Insieme degli elementi tecnici del sistema edilizio con funzione di distribuire e regolare flussi informativi telefonici. La centrale
telefonica deve essere ubicata in modo da garantire la funzionalità del sistema ed essere installata in locale idoneo.
REQUISITI E PRESTAZIONI (UT)
02.06.R01 Isolamento elettrostatico
Classe di Requisiti: Protezione elettrica
Classe di Esigenza: Sicurezza
I materiali ed i componenti dell'impianto telefonico devono garantire un livello di isolamento da eventuali scariche elettrostatiche.
Prestazioni:
L'impianto deve essere realizzato con materiali e componenti tali da non provocare scariche elettrostatiche nel caso che persone,
cariche elettrostaticamente, tocchino l'apparecchio.
Livello minimo della prestazione:
Per accertare la capacità di isolamento elettrostatico si effettuano una serie di prove secondo quanto prescritto dalla normativa UNI.
02.06.R02 Resistenza a cali di tensione
Classe di Requisiti: Protezione elettrica
Classe di Esigenza: Sicurezza
I materiali ed i componenti dell'impianto telefonico devono resistere a riduzioni e a brevi interruzioni di tensione.
Prestazioni:
I materiali ed i componenti dell'impianto devono resistere a riduzioni di tensione e a brevi interruzioni di tensione.
Livello minimo della prestazione:
Per accertare la resistenza ai cali di tensione si effettuano delle prove secondo quanto previsto dalle norme.
02.06.R03 Resistenza meccanica
Classe di Requisiti: Di stabilità
Classe di Esigenza: Sicurezza
Gli elementi dell'impianto telefonico devono essere in grado di contrastare in modo efficace il prodursi di deformazioni o rotture
che si dovessero verificare nelle condizioni di impiego.
Prestazioni:
La resistenza meccanica degli elementi dell'impianto telefonico viene verificata sottoponendo la superficie degli stessi a urti tali da
simulare quelli prevedibili nelle condizioni di impiego.
Livello minimo della prestazione:
Per verificare la resistenza meccanica devono essere utilizzate il procedimento e l’apparecchiatura di prova descritti dalla normativa
UNI di riferimento. Al termine della prova deve essere verificata visivamente l’assenza di danni meccanici, sia internamente che
esternamente.
L'Unità Tecnologica è composta dai seguenti Elementi Manutenibili:
° 02.06.01 Alimentatori
° 02.06.02 Apparecchi telefonici
° 02.06.03 Centrale telefonica
° 02.06.04 Pulsantiere
Pagina 133
Manuale di Manutenzione
° 02.06.05 Punti di ripresa ottici
Pagina 134
Manuale di Manutenzione
Elemento Manutenibile: 02.06.01
Alimentatori
Unità Tecnologica: 02.06
Impianto telefonico
L'alimentatore è un elemento dell'impianto telefonico e citofonico per mezzo del quale i componenti ad esso collegati possono
essere alimentati.
REQUISITI E PRESTAZIONI (EM)
02.06.01.R01 Comodità di uso e manovra
Classe di Requisiti: Funzionalità d'uso
Classe di Esigenza: Funzionalità
L'alimentatore ed i suoi componenti devono presentare caratteristiche di facilità di uso, di funzionalità e di manovrabilità.
Prestazioni:
I componenti dell'alimentatore devono essere concepiti e realizzati in forma ergonomicamente corretta ed essere disposti in
posizione ed altezza dal piano di calpestio tali da rendere il loro utilizzo agevole e sicuro.
Livello minimo della prestazione:
E’ possibile controllare l’altezza di installazione dal piano di calpestio dei componenti utilizzabili dagli utenti per le normali
operazioni di comando, regolazione e controllo, verificando anche l’assenza di ostacoli che ne impediscano un’agevole manovra.
02.06.01.R02 Efficienza
Classe di Requisiti: Funzionalità d'uso
Classe di Esigenza: Funzionalità
L'alimentatore deve essere in grado di mantenere inalterate nel tempo le proprie capacità di rendimento assicurando un buon
funzionamento.
Prestazioni:
L'alimentatore deve essere in grado di dare energia a tutti gli apparecchi ad esso collegati in modo che non ci siano interferenze di
segnali.
Livello minimo della prestazione:
Le prestazioni minime richieste all'alimentatore devono essere quelle indicate dal produttore.
ANOMALIE RISCONTRABILI
02.06.01.A01 Perdita di carica accumulatori
Abbassamento del livello di carica della batteria ausiliaria.
02.06.01.A02 Difetti di tenuta dei morsetti
Difetti di funzionamento e di tenuta dei morsetti di connessione.
02.06.01.A03 Difetti di regolazione
Difetti di regolazione del sistema di gestione informatico della centrale.
Pagina 135
Manuale di Manutenzione
02.06.01.A04 Perdite di tensione
Riduzione della tensione di alimentazione.
02.06.01.A05 Incrostazioni
Accumulo di depositi vari (polvere, ecc.) sugli apparati della centrale.
CONTROLLI ESEGUIBILI DA PERSONALE SPECIALIZZATO
02.06.01.C01 Controllo alimentazione
Cadenza: ogni 6 mesi
Tipologia: Ispezione strumentale
Verificare gli alimentatori effettuando delle misurazioni della tensione in ingresso e in uscita. Verificare che gli accumulatori siano
funzionanti, siano carichi e non ci siano problemi di isolamento elettrico.
•
•
Requisiti da verificare: 1) Isolamento elettrostatico; 2) Resistenza a cali di tensione.
Anomalie riscontrabili: 1) Difetti di regolazione; 2) Difetti di tenuta dei morsetti; 3) Perdita di carica accumulatori.
MANUTENZIONI ESEGUIBILI DA PERSONALE SPECIALIZZATO
02.06.01.I01 Sostituzione
Cadenza: quando occorre
Effettuare la sostituzione degli alimentatori quando danneggiati.
•
Ditte specializzate: Telefonista.
Elemento Manutenibile: 02.06.02
Apparecchi telefonici
Unità Tecnologica: 02.06
Impianto telefonico
Gli apparecchi telefonici sono elementi dell'impianto telefonico per mezzo dei quali vengono trasmessi i flussi informativi tra un
apparecchio ed un altro.
REQUISITI E PRESTAZIONI (EM)
02.06.02.R01 Efficienza
Classe di Requisiti: Funzionalità d'uso
Classe di Esigenza: Funzionalità
Gli apparecchi telefonici deve essere in grado di mantenere inalterate nel tempo le proprie capacità di rendimento assicurando un
buon funzionamento.
Pagina 136
Manuale di Manutenzione
Prestazioni:
Gli apparecchi telefonici devono essere in grado di ricevere e trasmettere i segnali assicurando il buon funzionamento dell'impianto
telefonico.
Livello minimo della prestazione:
Le prestazioni minime richieste agli apparecchi telefonici devono essere quelle indicate dal produttore.
ANOMALIE RISCONTRABILI
02.06.02.A01 Incrostazioni
Accumulo di depositi vari (polvere, ecc.) sugli apparecchi.
02.06.02.A02 Difetti di regolazione
Difetti di regolazione del sistema di gestione informatico.
02.06.02.A03 Difetti di tenuta dei morsetti
Difetti di funzionamento e di tenuta dei morsetti di connessione.
CONTROLLI ESEGUIBILI DA PERSONALE SPECIALIZZATO
02.06.02.C01 Controllo generale
Cadenza: ogni 12 mesi
Tipologia: Ispezione a vista
Controllare la funzionalità degli apparecchi telefonici.
•
•
Requisiti da verificare: 1) Efficienza.
Anomalie riscontrabili: 1) Difetti di regolazione; 2) Incrostazioni.
MANUTENZIONI ESEGUIBILI DA PERSONALE SPECIALIZZATO
02.06.02.I01 Pulizia
Cadenza: ogni 12 mesi
Effettuare una pulizia degli apparecchi e delle connessioni per eliminare eventuali accumuli di materiale che possano compromettere
il regolare funzionamento degli apparecchi.
•
Ditte specializzate: Telefonista.
Elemento Manutenibile: 02.06.03
Centrale telefonica
Unità Tecnologica: 02.06
Impianto telefonico
Pagina 137
Manuale di Manutenzione
La centrale telefonica è un elemento dell'impianto telefonico per mezzo del quale i componenti ad essa collegati possono essere
alimentati e monitorati; la centrale, inoltre, consente la trasmissione e la ricezione di segnali verso e da un’apparecchiatura.
REQUISITI E PRESTAZIONI (EM)
02.06.03.R01 Comodità di uso e manovra
Classe di Requisiti: Funzionalità d'uso
Classe di Esigenza: Funzionalità
La centrale telefonica ed i suoi componenti devono presentare caratteristiche di facilità di uso, di funzionalità e di manovrabilità.
Prestazioni:
I componenti della centrale devono essere concepiti e realizzati in forma ergonomicamente corretta ed essere disposti in posizione
ed altezza dal piano di calpestio tali da rendere il loro utilizzo agevole e sicuro.
Livello minimo della prestazione:
E’ possibile controllare l’altezza di installazione dal piano di calpestio dei componenti utilizzabili dagli utenti per le normali
operazioni di comando, regolazione e controllo, verificando anche l’assenza di ostacoli che ne impediscano un’agevole manovra.
Per l'armadietto per terminale unificato, posizionato in apposito incasso, si deve verificare l'altezza dal pavimento che deve essere
compresa tra i 90 e i 120 cm.
02.06.03.R02 Efficienza
Classe di Requisiti: Funzionalità d'uso
Classe di Esigenza: Funzionalità
La centrale telefonica deve essere in grado di mantenere inalterate nel tempo le proprie capacità di rendimento assicurando un buon
funzionamento.
Prestazioni:
La centrale deve essere in grado di ricevere, elaborare e visualizzare segnali provenienti da tutti gli apparecchi ad essa collegati in
modo che non ci siano interferenze di segnali.
Livello minimo della prestazione:
Le prestazioni minime richieste alle centrali telefoniche devono essere quelle indicate dal produttore.
ANOMALIE RISCONTRABILI
02.06.03.A01 Perdita di carica accumulatori
Abbassamento del livello di carica della batteria ausiliaria.
02.06.03.A02 Difetti di tenuta dei morsetti
Difetti di funzionamento e di tenuta dei morsetti di connessione.
02.06.03.A03 Difetti di regolazione
Difetti di regolazione del sistema di gestione informatico della centrale.
02.06.03.A04 Perdite di tensione
Riduzione della tensione di alimentazione.
02.06.03.A05 Incrostazioni
Accumulo di depositi vari (polvere, ecc.) sugli apparati della centrale.
Pagina 138
Manuale di Manutenzione
CONTROLLI ESEGUIBILI DA PERSONALE SPECIALIZZATO
02.06.03.C01 Controllo alimentazione
Cadenza: ogni 6 mesi
Tipologia: Ispezione strumentale
Verificare la stazione di energia effettuando delle misurazioni della tensione in ingresso e in uscita. Verificare che gli accumulatori
siano funzionanti, siano carichi e non ci siano problemi di isolamento elettrico.
•
•
Requisiti da verificare: 1) Isolamento elettrostatico; 2) Resistenza a cali di tensione.
Anomalie riscontrabili: 1) Difetti di regolazione; 2) Difetti di tenuta dei morsetti; 3) Perdita di carica accumulatori.
02.06.03.C02 Controllo generale
Cadenza: ogni 12 mesi
Tipologia: Ispezione a vista
Controllare la funzionalità della centrale e la capacità di carica degli accumulatori.
•
•
Requisiti da verificare: 1) Comodità di uso e manovra; 2) Efficienza.
Anomalie riscontrabili: 1) Difetti di regolazione; 2) Perdita di carica accumulatori.
MANUTENZIONI ESEGUIBILI DA PERSONALE SPECIALIZZATO
02.06.03.I01 Pulizia
Cadenza: ogni 12 mesi
Effettuare una pulizia della centrale telefonica e dei suoi componenti utilizzando aspiratori e raccogliendo in appositi contenitori i
residui della pulizia.
•
Ditte specializzate: Telefonista.
02.06.03.I02 Revisione del sistema
Cadenza: quando occorre
Effettuare una revisione ed un aggiornamento del software di gestione degli apparecchi in caso di necessità.
•
Ditte specializzate: Telefonista.
Elemento Manutenibile: 02.06.04
Pulsantiere
Unità Tecnologica: 02.06
Impianto telefonico
Le pulsantiere sono elementi dell'impianto citofonico per mezzo dei quali vengono attivati e successivamente trasmessi i flussi
informativi tra un apparecchio ed un altro.
Pagina 139
Manuale di Manutenzione
REQUISITI E PRESTAZIONI (EM)
02.06.04.R01 Efficienza
Classe di Requisiti: Funzionalità d'uso
Classe di Esigenza: Funzionalità
Gli apparecchi telefonici deve essere in grado di mantenere inalterate nel tempo le proprie capacità di rendimento assicurando un
buon funzionamento.
Prestazioni:
Gli apparecchi telefonici devono essere in grado di ricevere e trasmettere i segnali assicurando il buon funzionamento dell'impianto
telefonico.
Livello minimo della prestazione:
Le prestazioni minime richieste agli apparecchi telefonici devono essere quelle indicate dal produttore.
ANOMALIE RISCONTRABILI
02.06.04.A01 Incrostazioni
Accumulo di depositi vari (polvere, ecc.) sugli apparecchi.
02.06.04.A02 Difetti dei cavi
Difetti di funzionamento dei cavi di connessione per cui si verificano malfunzionamenti.
02.06.04.A03 Difetti dei pulsanti
Difetti di funzionamento dei pulsanti.
02.06.04.A04 Difetti di regolazione
Difetti di regolazione del sistema di gestione informatico.
02.06.04.A05 Difetti di tenuta dei morsetti
Difetti di funzionamento e di tenuta dei morsetti di connessione.
CONTROLLI ESEGUIBILI DA PERSONALE SPECIALIZZATO
02.06.04.C01 Controllo generale
Cadenza: ogni 12 mesi
Tipologia: Ispezione a vista
Controllare la funzionalità degli apparecchi telefonici.
•
•
Requisiti da verificare: 1) Efficienza.
Anomalie riscontrabili: 1) Difetti di regolazione; 2) Incrostazioni; 3) Difetti dei cavi; 4) Difetti di tenuta dei morsetti; 5) Difetti
dei pulsanti.
MANUTENZIONI ESEGUIBILI DA PERSONALE SPECIALIZZATO
Pagina 140
Manuale di Manutenzione
02.06.04.I01 Pulizia
Cadenza: ogni 12 mesi
Effettuare una pulizia degli apparecchi e delle connessioni per eliminare eventuali accumuli di materiale che possano compromettere
il regolare funzionamento degli apparecchi.
•
Ditte specializzate: Telefonista.
02.06.04.I02 Sostituzione pulsanti
Cadenza: quando occorre
Eseguire la sostituzione dei pulsanti con altri delle stesse tipologie quando deteriorati.
•
Ditte specializzate: Telefonista.
Elemento Manutenibile: 02.06.05
Punti di ripresa ottici
Unità Tecnologica: 02.06
Impianto telefonico
I punti di ripresa ottici sono costituiti da una o più telecamere (a colori o in bianco e nero) che effettuano riprese per la
videocitofonia.
ANOMALIE RISCONTRABILI
02.06.05.A01 Corrosione
Fenomeni di corrosione che interessano gli ancoraggi della telecamera.
02.06.05.A02 Difetti di regolazione
Difetti di regolazione del sistema di ripresa ottico (difetti di taratura, di messa a fuoco).
02.06.05.A03 Difetti di tenuta morsetti
Difetti di funzionamento e di tenuta dei morsetti di connessione.
02.06.05.A04 Incrostazioni
Accumulo di depositi vari (polvere, ecc.) sugli apparecchi.
02.06.05.A05 Mancanza di protezione
Difetti ai tettucci di protezione solare per cui si verificano malfunzionamenti.
CONTROLLI ESEGUIBILI DA PERSONALE SPECIALIZZATO
02.06.05.C01 Controllo generale
Cadenza: ogni 6 mesi
Pagina 141
Manuale di Manutenzione
Tipologia: Ispezione a vista
Controllare la funzionalità degli apparecchi di ripresa ottici verificandone il corretto orientamento. Verificare il corretto serraggio
delle connessioni e la funzionalità del sistema di protezione.
•
•
Requisiti da verificare: 1) Resistenza meccanica.
Anomalie riscontrabili: 1) Difetti di regolazione; 2) Difetti di tenuta morsetti; 3) Incrostazioni; 4) Mancanza di protezione.
MANUTENZIONI ESEGUIBILI DA PERSONALE SPECIALIZZATO
02.06.05.I01 Pulizia
Cadenza: ogni 6 mesi
Effettuare una pulizia degli apparecchi e delle connessioni per eliminare eventuali accumuli di materiale che possano compromettere
il regolare funzionamento degli apparecchi utilizzando un panno morbido imbevuto di alcool.
•
Ditte specializzate: Specializzati vari.
Pagina 142
Manuale di Manutenzione
Unità Tecnologica: 02.07
Impianto di messa a terra
L'impianto di messa a terra ha la funzione di collegare determinati punti elettricamente definiti con un conduttore a potenziale
nullo. E’ il sistema migliore per evitare gli infortuni dovuti a contatti indiretti, ossia contatti con parti metalliche in tensione a causa
di mancanza di isolamento o altro. L’impianto di terra deve essere unico e deve collegare le masse di protezione e quelle di
funzionamento, inclusi i centri stella dei trasformatori per i sistemi TN, gli eventuali scaricatori e le discese contro le scariche
atmosferiche ed elettrostatiche. Lo scopo è quello di ridurre allo stesso potenziale, attraverso i dispersori e i conduttori di
collegamento, le parti metalliche dell’impianto e il terreno circostante. Per il collegamento alla rete di terra è possibile utilizzare,
oltre ai dispersori ed ai loro accessori, i ferri dei plinti di fondazione. L’impianto di terra è generalmente composto da collettore di
terra, i conduttori equipotenziali, il conduttore di protezione principale e quelli che raccordano i singoli impianti. I collegamenti
devono essere sconnettibili e il morsetto principale deve avere il contrassegno di terra.
REQUISITI E PRESTAZIONI (UT)
02.07.R01 Resistenza meccanica
Classe di Requisiti: Di stabilità
Classe di Esigenza: Sicurezza
Gli elementi ed i materiali dell'impianto di messa a terra devono essere in grado di contrastare in modo efficace il prodursi di
deformazioni o rotture.
Prestazioni:
I dispersori per la presa di terra devono essere realizzati con materiale idoneo ed appropriato alla natura e alla condizione del
terreno.
Livello minimo della prestazione:
I dispersori per la presa di terra devono garantire, per il complesso delle derivazioni a terra, una resistenza non superiore a 20 Ohm
per gli impianti utilizzatori a tensione fino a 1000 V. Per tensioni superiori e per le cabine ed officine il dispersore deve presentare
quella minore resistenza e sicurezza adeguata alle caratteristiche dell'impianto.
L'Unità Tecnologica è composta dai seguenti Elementi Manutenibili:
° 02.07.01 Conduttori di protezione
° 02.07.02 Sistema di dispersione
° 02.07.03 Sistema di equipotenzializzazione
Pagina 143
Manuale di Manutenzione
Elemento Manutenibile: 02.07.01
Conduttori di protezione
Unità Tecnologica: 02.07
Impianto di messa a terra
I conduttori di protezione principale o montanti sono quelli che raccolgono i conduttori di terra dai piani dell’edificio.
REQUISITI E PRESTAZIONI (EM)
02.07.01.R01 Resistenza alla corrosione
Classe di Requisiti: Di stabilità
Classe di Esigenza: Sicurezza
Gli elementi ed i materiali del sistema di dispersione dell'impianto di messa a terra devono essere in grado di contrastare in modo
efficace il prodursi di fenomeni di corrosione.
Prestazioni:
La resistenza alla corrosione degli elementi e dei conduttori di protezione viene accertata con le prove e le modalità previste dalla
norma UNI ISO 9227.
Livello minimo della prestazione:
La valutazione della resistenza alla corrosione viene definita con una prova di alcuni campioni posti in una camera a nebbia salina
per un determinato periodo. Al termine della prova devono essere soddisfatti i criteri di valutazione previsti (aspetto dopo la prova,
tempo impiegato per la prima corrosione, variazioni di massa, difetti riscontrabili, ecc.) secondo quanto stabilito dalla norma UNI
ISO 9227.
ANOMALIE RISCONTRABILI
02.07.01.A01 Difetti di connessione
Difetti di connessione delle masse con conseguente interruzione della continuità dei conduttori fino al nodo equipotenziale.
CONTROLLI ESEGUIBILI DA PERSONALE SPECIALIZZATO
02.07.01.C01 Controllo generale
Cadenza: ogni mese
Tipologia: Ispezione strumentale
Verificare con controlli a campione che i conduttori di protezione arrivino fino al nodo equipotenziale.
•
•
Requisiti da verificare: 1) Resistenza alla corrosione; 2) Resistenza meccanica.
Anomalie riscontrabili: 1) Difetti di connessione.
MANUTENZIONI ESEGUIBILI DA PERSONALE SPECIALIZZATO
Pagina 144
Manuale di Manutenzione
02.07.01.I01 Sostituzione conduttori di protezione
Cadenza: quando occorre
Sostituire i conduttori di protezione danneggiati o deteriorati.
•
Ditte specializzate: Elettricista.
Elemento Manutenibile: 02.07.02
Sistema di dispersione
Unità Tecnologica: 02.07
Impianto di messa a terra
Il sistema di dispersione ha il compito di trasferire le cariche captate dalle calate in un collettore interrato che così realizza un anello
di dispersione.
Rappresentazione grafica e descrizione
Dispersore
REQUISITI E PRESTAZIONI (EM)
02.07.02.R01 Resistenza alla corrosione
Classe di Requisiti: Di stabilità
Classe di Esigenza: Sicurezza
Pagina 145
Manuale di Manutenzione
Gli elementi ed i materiali del sistema di dispersione dell'impianto di messa a terra devono essere in grado di contrastare in modo
efficace il prodursi di fenomeni di corrosione.
Prestazioni:
La resistenza alla corrosione degli elementi e dei materiali del sistema di dispersione dell'impianto di messa a terra viene accertata
con le prove e le modalità previste dalla norma UNI ISO 9227
Livello minimo della prestazione:
Per garantire un'adeguata protezione occorre che i dispersori di terra rispettino i valori di Vs indicati dalla norma UNI di settore.
ANOMALIE RISCONTRABILI
02.07.02.A01 Corrosioni
Corrosione del materiale costituente il sistema di dispersione. Evidenti segni di decadimento evidenziato da cambio di colore e
presenza di ruggine in prossimità delle corrosioni.
CONTROLLI ESEGUIBILI DA PERSONALE SPECIALIZZATO
02.07.02.C01 Controllo generale
Cadenza: ogni 12 mesi
Tipologia: Ispezione a vista
Verificare che i componenti (quali connessioni, pozzetti, capicorda, ecc.) del sistema di dispersione siano in buone condizioni e non
ci sia presenza di corrosione di detti elementi. Verificare inoltre la presenza dei cartelli indicatori degli schemi elettrici.
•
•
Requisiti da verificare: 1) Resistenza alla corrosione; 2) Resistenza meccanica.
Anomalie riscontrabili: 1) Corrosioni.
MANUTENZIONI ESEGUIBILI DA PERSONALE SPECIALIZZATO
02.07.02.I01 Misura della resistività del terreno
Cadenza: ogni 12 mesi
Effettuare una misurazione del valore della resistenza di terra.
•
Ditte specializzate: Elettricista.
02.07.02.I02 Sostituzione dispersori
Cadenza: quando occorre
Sostituire i dispersori danneggiati o deteriorati.
•
Ditte specializzate: Elettricista.
Elemento Manutenibile: 02.07.03
Sistema di equipotenzializzazione
Unità Tecnologica: 02.07
Pagina 146
Manuale di Manutenzione
Impianto di messa a terra
I conduttori equipotenziali principali e supplementari sono quelli che collegano al morsetto principale di terra i tubi metallici.
REQUISITI E PRESTAZIONI (EM)
02.07.03.R01 Resistenza alla corrosione
Classe di Requisiti: Di stabilità
Classe di Esigenza: Sicurezza
Il sistema di equipotenzializzazione dell'impianto di messa a terra deve essere in grado di contrastare in modo efficace il prodursi di
fenomeni di corrosione.
Prestazioni:
La resistenza alla corrosione dei conduttori equipotenziali principali e supplementari dell'impianto di messa a terra viene accertata
con le prove e le modalità previste dalla norma di settore.
Livello minimo della prestazione:
Per garantire un'adeguata protezione occorre che i conduttori equipotenziali principali e supplementari rispettino i valori di Vs
indicati dalla norma UNI di settore.
ANOMALIE RISCONTRABILI
02.07.03.A01 Corrosione
Evidenti segni di decadimento evidenziato da cambio di colore e presenza di ruggine in prossimità delle corrosioni.
02.07.03.A02 Difetti di serraggio
Difetti di serraggio dei bulloni del sistema di equipotenzializzazione.
CONTROLLI ESEGUIBILI DA PERSONALE SPECIALIZZATO
02.07.03.C01 Controllo generale
Cadenza: ogni 12 mesi
Tipologia: Ispezione a vista
Verificare che i componenti (quali conduttori, ecc.) siano in buone condizioni. Verificare inoltre che siano in buone condizioni i
serraggi dei bulloni.
•
•
Requisiti da verificare: 1) Resistenza alla corrosione; 2) Resistenza meccanica.
Anomalie riscontrabili: 1) Corrosione; 2) Difetti di serraggio.
MANUTENZIONI ESEGUIBILI DA PERSONALE SPECIALIZZATO
02.07.03.I01 Sostituzione degli equipotenzializzatori
Cadenza: quando occorre
Sostituire gli equipotenzializzatori danneggiati o deteriorati.
•
Ditte specializzate: Elettricista.
Pagina 147
Manuale di Manutenzione
Pagina 148
Manuale di Manutenzione
Unità Tecnologica: 02.08
Impianto antintrusione e controllo accessi
L'impianto antintrusione e controlli accessi è l'insieme degli elementi tecnici del sistema edilizio con funzione di prevenire,
eliminare o segnalare l'intrusione di persone non desiderate all'interno degli edifici. L'impianto generalmente si compone di una
centralina elettronica, che può avere sirena incorporata o esterna e punto centrale per i diversi sensori, ripartita in zone che
corrispondono alle zone protette. I sensori per interno possono essere: a) rilevatori radar che coprono zone di circa 90° (non
devono essere installati su pareti soggette a vibrazioni né orientati su pareti riflettenti); b) rilevatori radar a microonde che coprono
zone di oltre 100° ottenendo il massimo rendimento dall'effetto Doppler; c) rilevatori a infrarossi passivi che si servono delle
radiazioni termiche dei corpi animati e sono corredati di lente Fresnel per orientare in maniera corretta il sensore con portate fina a
10 metri. I sensori perimetrali possono essere: a) contatto magnetico di superficie o da incasso; b) interruttore magnetico; c)
sensore inerziale per protezione di muri e recinzioni elettriche; d) sonda a vibrazione; e) barriere a raggi infrarossi e a
microonde per esterno. Gli impianti di allarme dovranno essere realizzati a regola d'arte in rispondenza alla Legge 1 marzo 1968
n.186. Tutti i dispositivi di rivelazione, concentrazione, segnalazione locale/remota (teletrasmissione), nonché di controllo (accessi,
televisione a circuito chiuso), dovranno rispondere alle norme CEI 79-2, 79-3 e 79-4 ai sensi dell'art. 2 della Legge 18 ottobre 1977
n. 791 che richiede l'utilizzo di materiale costruito a regola d'arte. Pertanto dette apparecchiature dovranno riportare il previsto
marchio di conformità o in alternativa di dichiarazione di conformità rilasciata dal costruttore; in ogni caso dovrà essere garantita la
sicurezza d'uso. A tal riguardo tutte le apparecchiature elettriche collegate alle linee di alimentazione in bassa tensione
(trasformatori, interruttori, fusibili, ecc.), dovranno essere conformi alle norme CEI 12-13; tale rispondenza dovrà essere certificata
da apposito attestato di conformità rilasciato da parte degli organismi competenti oppure da dichiarazione di conformità rilasciata
dal costruttore. Tutte le apparecchiature dovranno essere esenti da difetti qualitativi e di lavorazione. Le verifiche da effettuare
anche sulla base della documentazione fornita sono: a) controllo dei materiali installati e delle relative caratteristiche tecniche; b)
controllo a vista del posizionamento, fissaggio ed accessibilità della centrale di gestione, dei singoli rivelatori e ogni altro
dispositivo del sistema, con verifica della conformità a livello di prestazione richiesta; c) controllo dello schema di localizzazione
dei cavi e degli schemi dei collegamenti, verifica della completezza della documentazione tecnica e dei manuali d'uso e tecnici; d)
calcolo teorico dell'autonomia di funzionamento dell'impianto sulla base degli assorbimenti, del tipo delle batterie e del
dimensionamento degli alimentatori installati; e) controllo operativo delle funzioni quali: risposta dell'impianto ad eventi di
allarme, risposta dell'impianto ad eventi temporali e risposta dell'impianto ad interventi manuali.
REQUISITI E PRESTAZIONI (UT)
02.08.R01 Impermeabilità ai liquidi
Classe di Requisiti: Di stabilità
Classe di Esigenza: Sicurezza
Gli elementi dell'impianto antintrusione installati all'esterno devono essere in grado di evitare infiltrazioni di acqua o di umidità
all'interno del sistema.
Prestazioni:
Gli elementi dell'impianto antintrusione installati all’esterno devono essere idonei a resistere all’azione dell'acqua o dell'umidità
eventualmente presente in modo tale da garantire la funzionalità del sistema.
Livello minimo della prestazione:
I materiali utilizzati possono essere verificati effettuando le prove prescritte dalla normativa vigente e seguendo i metodi di calcolo
da essa previsti.
02.08.R02 Isolamento elettrico
Classe di Requisiti: Protezione elettrica
Classe di Esigenza: Sicurezza
Gli elementi dell'impianto antintrusione devono essere realizzati con materiali in grado di resistere al passaggio di cariche elettriche
senza causare malfunzionamenti.
Prestazioni:
Gli elementi dell'impianto antintrusione devono essere realizzati con materiali e componenti secondo quanto indicato dalle norme e
come certificato dalle ditte costruttrici di detti materiali e componenti.
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Manuale di Manutenzione
Livello minimo della prestazione:
I livelli minimi di protezione elettrica dipendono dalle ditte produttrici e devono rispondere alle prescrizioni delle norme CEI.
02.08.R03 Isolamento elettrostatico
Classe di Requisiti: Protezione elettrica
Classe di Esigenza: Sicurezza
Gli elementi dell'impianto antintrusione devono garantire un livello di isolamento da eventuali scariche elettrostatiche.
Prestazioni:
Gli elementi dell'impianto antintrusione devono essere realizzati con materiali idonei a non provocare scariche elettrostatiche.
Livello minimo della prestazione:
Per accertare la capacità di isolamento elettrostatico degli elementi dell'impianto si effettuano una serie di prove secondo le
modalità riportate nella normativa UNI vigente.
02.08.R04 Resistenza a cali di tensione
Classe di Requisiti: Protezione elettrica
Classe di Esigenza: Sicurezza
Gli elementi dell'impianto antintrusione devono resistere a riduzioni di tensione e a brevi interruzioni di tensione.
Prestazioni:
Gli elementi dell'impianto antintrusione devono resistere a riduzioni di tensione e a brevi interruzioni di tensione.
Livello minimo della prestazione:
Per accertare la resistenza ai cali di tensione si effettuano delle prove secondo quanto previsto dalle norme.
02.08.R05 Resistenza alla corrosione
Classe di Requisiti: Di stabilità
Classe di Esigenza: Sicurezza
Gli elementi dell'impianto antintrusione devono essere in grado di contrastare in modo efficace il prodursi di fenomeni di
corrosione.
Prestazioni:
Gli elementi dell'impianto antintrusione devono essere tali da sopportare gli effetti dell’umidità per lungo tempo nell’ambiente di
utilizzo senza perdere le proprie caratteristiche.
Livello minimo della prestazione:
Per accertare la capacità di resistenza alla corrosione degli elementi dell'impianto si effettuano una serie di prove secondo le
modalità riportate nella norma UNI vigente.
02.08.R06 Resistenza alla vibrazione
Classe di Requisiti: Funzionalità d'uso
Classe di Esigenza: Funzionalità
Gli elementi dell'impianto antintrusione devono essere idonei e posti in opera in modo da resistere alle vibrazioni che dovessero
insorgere nell'ambiente di impiego senza compromettere il regolare funzionamento.
Prestazioni:
La capacità degli elementi dell'impianto antintrusione di resistere alle vibrazioni viene verificata con la prova e con le modalità
contenute nella norma UNI vigente.
Livello minimo della prestazione:
Alla fine della prova il campione deve essere controllato al fine di evidenziare che le tensioni in uscita siano entro le specifiche
dettate dalle norme.
02.08.R07 Resistenza meccanica
Classe di Requisiti: Di stabilità
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Manuale di Manutenzione
Classe di Esigenza: Sicurezza
Gli elementi dell'impianto antintrusione devono essere in grado di contrastare in modo efficace il prodursi di deformazioni o rotture
che si dovessero verificare nelle condizioni di impiego.
Prestazioni:
La resistenza meccanica viene verificata sottoponendo gli elementi dell'impianto a urti tali da simulare quelli prevedibili nelle
condizioni di impiego.
Livello minimo della prestazione:
Per verificare la resistenza meccanica devono essere utilizzate il procedimento e l’apparecchiatura di prova descritti dalla normativa
UNI vigente.
L'Unità Tecnologica è composta dai seguenti Elementi Manutenibili:
° 02.08.01 Diffusione sonora
° 02.08.02 Monitor
° 02.08.03 Pannello degli allarmi
° 02.08.04 Unità di controllo
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Manuale di Manutenzione
Elemento Manutenibile: 02.08.01
Diffusione sonora
Unità Tecnologica: 02.08
Impianto antintrusione e controllo accessi
Per la diffusione dei segnali di allarme occorrono dei dispositivi in grado di diffonderli negli ambienti sorvegliati. Le
apparecchiature di allarme acustico comprendono sirene per esterno, sirene per interno, sirene supplementari ed avvisatori acustici,
di servizio e di controllo.
REQUISITI E PRESTAZIONI (EM)
02.08.01.R01 Comodità d'uso e manovra
Classe di Requisiti: Di funzionamento
Classe di Esigenza: Gestione
I dispositivi di diffusione sonora devono essere posizionati in modo da essere percettibili in ogni punto dell'ambiente sorvegliato.
Prestazioni:
I dispositivi di diffusione sonora devono essere posizionati in modo da non essere manomessi o asportati.
Livello minimo della prestazione:
Devono essere rispettati i valori indicati dalla norma CEI 79-2 ed in particolare:
- sirene per esterno: frequenza fondamentale non eccedente 1800 Hz con suono continuo e modulato; livello di pressione non
inferiore a 100 dB(A) misurato a 3 m;
- sirene per interno: frequenza fondamentale non eccedente 3600 Hz con suono continuo e modulato; livello di pressione non
inferiore a 90 dB(A) misurato a 3 m;
- avvisatori acustici di servizio e di controllo: frequenza fondamentale non eccedente 3600 Hz con suono continuo e modulato;
livello di pressione non inferiore a 70 dB(A) misurato a 3 m.
ANOMALIE RISCONTRABILI
02.08.01.A01 Difetti di tenuta morsetti
Difetti di funzionamento e di tenuta dei morsetti di connessione.
02.08.01.A02 Incrostazioni
Accumulo di depositi vari (polvere, ecc.) sugli apparecchi.
02.08.01.A03 Perdite di tensione
Riduzione della tensione di alimentazione principale che provoca malfunzionamenti.
CONTROLLI ESEGUIBILI DA PERSONALE SPECIALIZZATO
02.08.01.C01 Controllo generale
Cadenza: ogni 3 mesi
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Manuale di Manutenzione
Tipologia: Ispezione a vista
Controllare l'efficienza dei dispositivi di diffusione sonora contro l'apertura e l'asportazione. Verificare l'efficienza dello stato di
carica della batteria di alimentazione.
•
•
Requisiti da verificare: 1) Comodità d'uso e manovra.
Anomalie riscontrabili: 1) Difetti di tenuta morsetti; 2) Incrostazioni.
MANUTENZIONI ESEGUIBILI DA PERSONALE SPECIALIZZATO
02.08.01.I01 Pulizia
Cadenza: ogni 6 mesi
Eseguire la pulizia degli altoparlanti e verificare la tenuta delle connessioni. Verificare che l'ambiente nel quale sono installati gli
altoparlanti siano privi di umidità.
•
Ditte specializzate: Specializzati vari.
02.08.01.I02 Sostituzione
Cadenza: ogni 10 anni
Sostituire gli altoparlanti quando non rispondenti alla loro originaria funzione.
•
Ditte specializzate: Specializzati vari.
Elemento Manutenibile: 02.08.02
Monitor
Unità Tecnologica: 02.08
Impianto antintrusione e controllo accessi
I monitor sono dei dispositivi (a colori o in bianco e nero) che consentono la visione delle riprese effettuate per la video
sorveglianza ed il controllo.
REQUISITI E PRESTAZIONI (EM)
02.08.02.R01 Isolamento elettrico
Classe di Requisiti: Protezione elettrica
Classe di Esigenza: Sicurezza
I monitor ed i relativi dispositivi devono essere in grado di resistere al passaggio di cariche elettriche senza causare
malfunzionamenti.
Prestazioni:
I monitor ed i relativi dispositivi devono essere realizzati con materiali e componenti capaci di non generare scariche elettriche così
come indicato dalle norme e come certificato dalle ditte costruttrici di detti materiali e componenti.
Livello minimo della prestazione:
I livelli minimi di protezione elettrica dipendono dalle ditte produttrici e devono rispondere alle prescrizioni delle norme CEI.
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Manuale di Manutenzione
ANOMALIE RISCONTRABILI
02.08.02.A01 Difetti di regolazione
Difetti di regolazione del sistema di ripresa ottico (difetti di taratura, di messa a fuoco).
02.08.02.A02 Difetti di tenuta morsetti
Difetti di funzionamento e di tenuta dei morsetti di connessione.
02.08.02.A03 Incrostazioni
Accumulo di depositi vari (polvere, ecc.) sugli apparecchi.
CONTROLLI ESEGUIBILI DA PERSONALE SPECIALIZZATO
02.08.02.C01 Controllo generale
Cadenza: ogni 6 mesi
Tipologia: Ispezione a vista
Controllare la funzionalità degli apparecchi di ripresa ottici quali telecamere e monitor. Verificare il corretto serraggio delle
connessioni.
•
•
Requisiti da verificare: 1) .
Anomalie riscontrabili: 1) Incrostazioni; 2) Difetti di tenuta morsetti.
MANUTENZIONI ESEGUIBILI DALL'UTENTE
02.08.02.I01 Pulizia
Cadenza: ogni settimana
Effettuare una pulizia degli apparecchi e delle connessioni per eliminare eventuali accumuli di materiale che possano compromettere
il regolare funzionamento degli apparecchi utilizzando un panno morbido imbevuto di alcool.
•
Ditte specializzate: Generico.
MANUTENZIONI ESEGUIBILI DA PERSONALE SPECIALIZZATO
02.08.02.I02 Sostituzione
Cadenza: ogni 7 anni
Eseguire la sostituzione dei monitor quando usurati.
•
Ditte specializzate: Specializzati vari.
Elemento Manutenibile: 02.08.03
Pannello degli allarmi
Unità Tecnologica: 02.08
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Manuale di Manutenzione
Impianto antintrusione e controllo accessi
I segnali inviati dai rivelatori, attraverso la centrale di controllo e segnalazione a cui sono collegati, vengono visualizzati sotto forma
di segnale di allarme sui pannelli detti appunto degli allarmi.
REQUISITI E PRESTAZIONI (EM)
02.08.03.R01 Efficienza
Classe di Requisiti: Funzionalità d'uso
Classe di Esigenza: Funzionalità
Il pannello degli allarmi deve entrare nella condizione di allarme incendio a seguito della ricezione dei segnali e dopo che gli stessi
siano stati elaborati ed interpretati come allarme incendio dalla centrale.
Prestazioni:
Il pannello degli allarmi deve essere in grado di visualizzare i segnali provenienti da tutte le zone in modo che un segnale
proveniente da una zona non deve falsare l'elaborazione, la memorizzazione e la segnalazione di segnali provenienti da altre zone.
Livello minimo della prestazione:
La condizione di allarme incendio deve essere indicata senza alcun intervento manuale e viene attuata con una segnalazione
luminosa ed una segnalazione visiva delle zone in allarme.
ANOMALIE RISCONTRABILI
02.08.03.A01 Difetti di segnalazione
Difetti del sistema di segnalazione allarmi dovuti a difetti delle spie luminose.
02.08.03.A02 Difetti di tenuta morsetti
Difetti di funzionamento e di tenuta dei morsetti di connessione del pannello alla centrale di controllo e segnalazione.
02.08.03.A03 Incrostazioni
Accumulo di depositi vari (polvere, ecc.) sugli apparecchi.
02.08.03.A04 Perdita di carica della batteria
Abbassamento del livello di carica della batteria ausiliaria.
02.08.03.A05 Perdite di tensione
Riduzione della tensione di alimentazione principale che provoca malfunzionamenti.
CONTROLLI ESEGUIBILI DA PERSONALE SPECIALIZZATO
02.08.03.C01 Controllo generale
Cadenza: ogni 2 settimane
Tipologia: Ispezione a vista
Verificare le connessioni del pannello allarme alla centrale. Verificare inoltre la carica della batteria ausiliaria e la funzionalità delle
spie luminose del pannello.
•
Requisiti da verificare: 1) .
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Manuale di Manutenzione
•
Anomalie riscontrabili: 1) Difetti di segnalazione; 2) Perdita di carica della batteria; 3) Perdite di tensione.
MANUTENZIONI ESEGUIBILI DA PERSONALE SPECIALIZZATO
02.08.03.I01 Registrazione connessioni
Cadenza: ogni 3 mesi
Registrare e regolare tutti i morsetti delle connessioni e/o dei fissaggi.
•
Ditte specializzate: Specializzati vari.
02.08.03.I02 Sostituzione batteria
Cadenza: ogni 6 mesi
Sostituire la batteria di alimentazione ausiliaria quando occorre (preferibilmente ogni 6 mesi).
•
Ditte specializzate: Specializzati vari.
02.08.03.I03 Sostituzione pannello
Cadenza: ogni 15 anni
Eseguire la sostituzione del pannello degli allarmi quando non rispondente alla normativa.
•
Ditte specializzate: Specializzati vari.
Elemento Manutenibile: 02.08.04
Unità di controllo
Unità Tecnologica: 02.08
Impianto antintrusione e controllo accessi
Le unità di controllo sono dei dispositivi che consentono di monitorare costantemente gli elementi ad esse collegati quali sensori per
l'illuminazione, rivelatori di movimento, ecc.
REQUISITI E PRESTAZIONI (EM)
02.08.04.R01 Isolamento elettromagnetico
Classe di Requisiti: Controllabilità tecnologica
Classe di Esigenza: Controllabilità
Le unità di controllo devono garantire un livello di funzionamento anche in presenza di un campo elettromagnetico.
Prestazioni:
I materiali utilizzati per realizzare le unità di controllo devono essere tali da garantire il funzionamento anche in presenza di campi
elettromagnetici che dovessero verificarsi durante il funzionamento.
Livello minimo della prestazione:
Devono essere previsti i livelli minimi indicati dalle normative in materia in particolare quelle dettate dal Consiglio delle Comunità
Europee.
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Manuale di Manutenzione
ANOMALIE RISCONTRABILI
02.08.04.A01 Anomalie batteria
Difetti di funzionamento della batteria per perdita della carica.
02.08.04.A02 Anomalie software
Difetti di funzionamento del software che gestisce l'unità di controllo.
02.08.04.A03 Difetti stampante
Difetti di funzionamento della stampante dovuti a mancanza di carta o delle cartucce.
CONTROLLI ESEGUIBILI DA PERSONALE SPECIALIZZATO
02.08.04.C01 Controllo batteria
Cadenza: ogni 6 mesi
Tipologia: Prova
Verificare l'efficienza della batteria eseguendo la scarica completa della stessa con successiva ricarica.
•
•
Requisiti da verificare: 1) .
Anomalie riscontrabili: 1) Anomalie batteria.
MANUTENZIONI ESEGUIBILI DA PERSONALE SPECIALIZZATO
02.08.04.I01 Sostituzione unità
Cadenza: ogni 15 anni
Effettuare la sostituzione dell'unità di controllo secondo le prescrizioni fornite dal costruttore (generalmente ogni 15 anni).
•
Ditte specializzate: Specializzati vari.
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Manuale di Manutenzione
Unità Tecnologica: 02.09
Impianto audio annunci emergenze
Il sistema di annunci di emergenza è nella maggioranza dei casi composto dalle seguenti apparecchiature: a) unità centrale che
svolge le funzioni di controllo e supervisione dell’impianto; generalmente è dotata di interfaccia di collegamento per basi
microfoniche digitali, di scheda interna per messaggi di emergenza con memoria a stato solido,di ingressi audio ausiliari per il
collegamento a fonti sonore esterne (tuner, CD, riproduttori di messaggi spot registrati, ecc.), di ingresso per postazione di
emergenza VV.FF., di uscita per l’interfacciamento all’unità di commutazione e selezione zone, di interfaccia seriale per PC o
stampante; b) stazione base microfonica con tastiera e display LCD, per chiamate selettive e generali, con uscita digitale per audio
e controlli, collegabile a bus con cavo categoria 5; c) stazione base microfonica per emergenza (postazione VV.FF.); d) unità
modulare di commutazione per lo smistamento delle linee audio su zone (il numero delle zone dipende dal tipo di centrale) dotata
di amplificatore di riserva e test catena audio con segnale pilota ultrasonico; e) amplificatori di potenza per sistemi di diffusori a
tensione costante; f) diffusori passivi per collegamenti a tensione costante; g) eventuale unità di rilevazione rumore ambiente per
controllo automatico volume; h) gruppo statico di continuità per l’alimentazione di emergenza. L'impianto deve essere progettato
nel rispetto delle funzioni di emergenza previste dalla normativa UNI EN 60849 e nella maggioranza dei casi può funzionare sia
come normale sistema di messaggistica sia di diffusione sonora.
REQUISITI E PRESTAZIONI (UT)
02.09.R01 (Attitudine al) controllo delle dispersioni elettriche
Classe di Requisiti: Funzionalità d'uso
Classe di Esigenza: Funzionalità
Per evitare qualsiasi pericolo di folgorazione alle persone, causato da un contatto diretto, i componenti degli impianti audio devono
essere dotati di collegamenti equipotenziali con l’impianto di terra dell’edificio.
Prestazioni:
Le dispersioni elettriche possono essere verificate controllando i collegamenti equipotenziali e di messa a terra dei componenti degli
impianti mediante misurazioni di resistenza a terra.
Livello minimo della prestazione:
Devono essere rispettati i livelli previsti in sede di progetto e nell’ambito della dichiarazione di conformità prevista dall'art.7 del
D.M. 22 gennaio 2008 n .37.
L'Unità Tecnologica è composta dai seguenti Elementi Manutenibili:
° 02.09.01 Amplificatori
° 02.09.02 Base microfonica standard
° 02.09.03 Base microfonica per emergenze
° 02.09.04 Diffusore sonoro
° 02.09.05 Gruppo statico di continuità
° 02.09.06 Unità centrale
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Manuale di Manutenzione
Elemento Manutenibile: 02.09.01
Amplificatori
Unità Tecnologica: 02.09
Impianto audio annunci emergenze
Gli amplificatori sono i dispositivi per mezzo dei quali il segnale sonoro dalla stazione di partenza viene diffuso con la giusta
potenza ai vari elementi terminali quali microfoni ed altoparlanti.
REQUISITI E PRESTAZIONI (EM)
02.09.01.R01 Isolamento elettrico
Classe di Requisiti: Protezione elettrica
Classe di Esigenza: Sicurezza
I materiali ed i componenti degli amplificatori devono garantire un livello di protezione contro i contatti diretti ed indiretti.
Prestazioni:
Gli amplificatori devono essere costruiti con caratteristiche di sicurezza onde consentire la separazione fra i circuiti a bassissima
tensione in corrente continua e circuiti a bassa tensione in corrente alternata e per la corretta messa a terra delle parti metalliche.
Livello minimo della prestazione:
Per accertare la capacità di isolamento elettrico si effettuano una serie di prove secondo le modalità riportate nella norma affinché
non si verifichi nessun surriscaldamento. Inoltre deve essere verificato che le prestazioni e la tensione in uscita siano all’interno
delle specifiche. Tutte le uscite devono essere protette al fine di assicurare che in caso di corto circuito esterno non vi sia alcun
danno dovuto ad un surriscaldamento.
ANOMALIE RISCONTRABILI
02.09.01.A01 Anomalie display
Difetti di funzionamento del display di segnalazione.
02.09.01.A02 Difetti di tenuta morsetti
Difetti di funzionamento e di tenuta dei morsetti di connessione.
02.09.01.A03 Incrostazioni
Accumulo di depositi vari (polvere, ecc.) sugli apparecchi.
02.09.01.A04 Perdita dell'alimentazione
Perdita della sorgente di alimentazione (principale o di riserva).
02.09.01.A05 Perdite di tensione
Riduzione della tensione della batteria ad un valore inferiore a 0,9 volte la tensione nominale della batteria.
CONTROLLI ESEGUIBILI DA PERSONALE SPECIALIZZATO
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Manuale di Manutenzione
02.09.01.C01 Controllo generale
Cadenza: ogni 7 giorni
Tipologia: Ispezione a vista
Verificare le connessioni dei vari elementi collegati alla apparecchiatura di amplificazione. Verificare la funzionalità delle spie
luminose del pannello e dei fusibili di protezione.
•
•
Requisiti da verificare: 1) Isolamento elettrico.
Anomalie riscontrabili: 1) Perdita dell'alimentazione; 2) Perdite di tensione.
MANUTENZIONI ESEGUIBILI DA PERSONALE SPECIALIZZATO
02.09.01.I01 Registrazione connessioni
Cadenza: ogni 12 mesi
Registrare e regolare tutti i morsetti delle connessioni e/o dei fissaggi
•
Ditte specializzate: Specializzati vari.
Elemento Manutenibile: 02.09.02
Base microfonica standard
Unità Tecnologica: 02.09
Impianto audio annunci emergenze
La base microfonica è il terminale utente per la comunicazione di messaggi di paging selettivi per zona, per aree o generali e per
l’uso comune, come sistema di diffusione sonora. Dispone di un microfono a collo d’oca con ghiera luminosa, tastiera numerica per
la selezione della zona e display alfanumerico a cristalli liquidi per la visualizzazione del numero di zona selezionato, messaggi di
stato del sistema e di diagnostica. La comunicazione con l’unità di controllo avviene con audio codificato digitale.
REQUISITI E PRESTAZIONI (EM)
02.09.02.R01 Comodità d'uso e manovra
Classe di Requisiti: Di funzionamento
Classe di Esigenza: Gestione
I dispositivi di diffusione sonora devono essere posizionati in modo da essere percettibili in ogni punto dell'ambiente sorvegliato.
Prestazioni:
I dispositivi di diffusione sonora devono essere posizionati in modo da non essere manomessi o asportati.
Livello minimo della prestazione:
Devono essere rispettati i valori indicati dalla norma CEI 79-2 ed in particolare:
- sirene per esterno: frequenza fondamentale non eccedente 1800 Hz con suono continuo e modulato; livello di pressione non
inferiore a 100 dB(A) misurato a 3 m;
- sirene per interno: frequenza fondamentale non eccedente 3600 Hz con suono continuo e modulato; livello di pressione non
inferiore a 90 dB(A) misurato a 3 m;
- avvisatori acustici di servizio e di controllo: frequenza fondamentale non eccedente 3600 Hz con suono continuo e modulato;
livello di pressione non inferiore a 70 dB(A) misurato a 3 m.
Pagina 160
Manuale di Manutenzione
ANOMALIE RISCONTRABILI
02.09.02.A01 Anomalie display
Difetti di funzionamento del display di segnalazione.
02.09.02.A02 Anomalie tastiera
Difetti di funzionamento tastiera.
02.09.02.A03 Difetti di tenuta morsetti
Difetti di funzionamento e di tenuta dei morsetti di connessione.
02.09.02.A04 Incrostazioni
Accumulo di depositi vari (polvere, ecc.) sugli apparecchi.
02.09.02.A05 Perdite di tensione
Riduzione della tensione di alimentazione principale che provoca malfunzionamenti.
CONTROLLI ESEGUIBILI DA PERSONALE SPECIALIZZATO
02.09.02.C01 Controllo generale
Cadenza: ogni 3 mesi
Tipologia: Ispezione a vista
Controllare l'efficienza dei dispositivi di diffusione sonora contro l'apertura e l'asportazione. Verificare l'efficienza dello stato di
carica della batteria di alimentazione e la funzionalità del display e della tastiera.
•
•
Requisiti da verificare: 1) Comodità d'uso e manovra.
Anomalie riscontrabili: 1) Difetti di tenuta morsetti; 2) Incrostazioni; 3) Anomalie display; 4) Anomalie tastiera; 5) Perdite di
tensione.
MANUTENZIONI ESEGUIBILI DA PERSONALE SPECIALIZZATO
02.09.02.I01 Pulizia
Cadenza: ogni 6 mesi
Eseguire la pulizia dei microfoni e verificare la tenuta delle connessioni.
•
Ditte specializzate: Specializzati vari.
02.09.02.I02 Sostituzione
Cadenza: ogni 10 anni
Sostituire gli altoparlanti ed i microfoni quando non rispondenti alla loro originaria funzione.
•
Ditte specializzate: Specializzati vari.
Elemento Manutenibile: 02.09.03
Pagina 161
Manuale di Manutenzione
Base microfonica per emergenze
Unità Tecnologica: 02.09
Impianto audio annunci emergenze
Costruita in contenitore metallico per montaggio a parete, dispone di microfono dinamico con pulsante “push-to-talk”. Oltre le
funzioni base delle postazioni microfoniche standard, dispone della funzione di autodiagnostica della capsula microfonica e del
collegamento all’unità centrale, con segnalazione su display di malfunzionamenti o mancanza di collegamento. Un comando di
emergenza consente di by-passare la centrale di controllo in caso di crollo del sistema e di inviare direttamente messaggi alla catena
di amplificazione. Anche in caso di regolare funzionamento, l’attivazione del comando di emergenza determina la priorità di
azionamento della postazione VV.FF. su eventuali basi microfoniche attive o messaggi diffusi in quel momento.
ANOMALIE RISCONTRABILI
02.09.03.A01 Difetti di tenuta morsetti
Difetti di funzionamento e di tenuta dei morsetti di connessione.
02.09.03.A02 Incrostazioni
Accumulo di depositi vari (polvere, ecc.) sugli apparecchi.
02.09.03.A03 Perdite di tensione
Riduzione della tensione di alimentazione principale che provoca malfunzionamenti.
02.09.03.A04 Anomalie display
Difetti di funzionamento del display di segnalazione.
02.09.03.A05 Anomalie tastiera
Difetti di funzionamento tastiera.
CONTROLLI ESEGUIBILI DA PERSONALE SPECIALIZZATO
02.09.03.C01 Controllo generale
Cadenza: ogni 3 mesi
Tipologia: Ispezione a vista
Controllare l'efficienza dei dispositivi di diffusione sonora contro l'apertura e l'asportazione. Verificare l'efficienza dello stato di
carica della batteria di alimentazione.
•
•
Requisiti da verificare: 1) Comodità d'uso e manovra.
Anomalie riscontrabili: 1) Difetti di tenuta morsetti; 2) Incrostazioni.
MANUTENZIONI ESEGUIBILI DA PERSONALE SPECIALIZZATO
02.09.03.I01 Pulizia
Pagina 162
Manuale di Manutenzione
Cadenza: ogni 6 mesi
Eseguire la pulizia dei microfoni e verificare la tenuta delle connessioni.
•
Ditte specializzate: Specializzati vari.
02.09.03.I02 Sostituzione
Cadenza: ogni 10 anni
Sostituire gli altoparlanti ed i microfoni quando non rispondenti alla loro originaria funzione.
•
Ditte specializzate: Specializzati vari.
Elemento Manutenibile: 02.09.04
Diffusore sonoro
Unità Tecnologica: 02.09
Impianto audio annunci emergenze
I diffusori sono gli elementi dell'impianto destinati alla riproduzione di messaggi di emergenza; essi devono essere in grado di
sopportare alte temperature e pertanto sono realizzati con involucro in metallo e/o in materiali ignifughi (morsettiera in ceramica e
termofusibile opzionali).
REQUISITI E PRESTAZIONI (EM)
02.09.04.R01 Comodità d'uso e manovra
Classe di Requisiti: Di funzionamento
Classe di Esigenza: Gestione
I dispositivi di diffusione sonora devono essere posizionati in modo da essere percettibili in ogni punto dell'ambiente sorvegliato.
Prestazioni:
I dispositivi di diffusione sonora devono essere posizionati in modo da non essere manomessi o asportati.
Livello minimo della prestazione:
Devono essere rispettati i valori indicati dalla norma CEI 79-2 ed in particolare:
- sirene per esterno: frequenza fondamentale non eccedente 1800 Hz con suono continuo e modulato; livello di pressione non
inferiore a 100 dB(A) misurato a 3 m;
- sirene per interno: frequenza fondamentale non eccedente 3600 Hz con suono continuo e modulato; livello di pressione non
inferiore a 90 dB(A) misurato a 3 m;
- avvisatori acustici di servizio e di controllo: frequenza fondamentale non eccedente 3600 Hz con suono continuo e modulato;
livello di pressione non inferiore a 70 dB(A) misurato a 3 m.
ANOMALIE RISCONTRABILI
02.09.04.A01 Corrosione
Fenomeni di corrosione degli elementi di tenuta dei diffusori.
02.09.04.A02 Difetti di ancoraggio
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Manuale di Manutenzione
Difetti di tenuta degli elementi di ancoraggio a parete.
02.09.04.A03 Difetti di tenuta morsetti
Difetti di funzionamento e di tenuta dei morsetti di connessione.
02.09.04.A04 Incrostazioni
Accumulo di depositi vari (polvere, ecc.) sugli apparecchi.
02.09.04.A05 Perdite di tensione
Riduzione della tensione di alimentazione principale che provoca malfunzionamenti.
CONTROLLI ESEGUIBILI DA PERSONALE SPECIALIZZATO
02.09.04.C01 Controllo generale
Cadenza: ogni 3 mesi
Tipologia: Ispezione a vista
Controllare l'efficienza dei dispositivi di diffusione sonora contro l'apertura e l'asportazione. Verificare l'efficienza dello stato di
carica della batteria di alimentazione.
•
•
Requisiti da verificare: 1) Comodità d'uso e manovra.
Anomalie riscontrabili: 1) Difetti di tenuta morsetti; 2) Incrostazioni.
MANUTENZIONI ESEGUIBILI DA PERSONALE SPECIALIZZATO
02.09.04.I01 Pulizia
Cadenza: ogni 6 mesi
Eseguire la pulizia degli altoparlanti e verificare la tenuta delle connessioni. Verificare che l'ambiente nel quale sono installati gli
altoparlanti siano privi di umidità.
•
Ditte specializzate: Specializzati vari.
02.09.04.I02 Sostituzione
Cadenza: ogni 10 anni
Sostituire gli altoparlanti quando non rispondenti alla loro originaria funzione.
•
Ditte specializzate: Specializzati vari.
Elemento Manutenibile: 02.09.05
Gruppo statico di continuità
Unità Tecnologica: 02.09
Impianto audio annunci emergenze
Pagina 164
Manuale di Manutenzione
Il gruppo statico di continuità fornisce alimentazione al sistema in assenza della tensione di rete. Va dimensionato in funzione della
potenza audio installata, tenendo presente che deve essere garantita una continuità di funzionamento del sistema per almeno 30’ in
assenza di tensione di rete. Il gruppo statico può anche essere previsto come sorgente di alimentazione temporanea prima
dell’intervento di un gruppo di emergenza.
ANOMALIE RISCONTRABILI
02.09.05.A01 Anomalie batterie
Livelli di carica delle batterie insufficiente per cui si verificano malfunzionamenti.
02.09.05.A02 Corto circuiti
Corti circuiti dovuti a difetti nell'impianto di messa a terra, a sbalzi di tensione (sovraccarichi) o ad altro.
02.09.05.A03 Difetti agli interruttori
Difetti agli interruttori magnetotermici e differenziali dovuti all'eccessiva polvere presente all'interno delle connessioni o alla
presenza di umidità ambientale o di condensa.
02.09.05.A04 Difetti spie di segnalazione
Difetti di funzionamento delle spie di segnalazione del pannello di comando.
02.09.05.A05 Difetti di taratura
Difetti di taratura dei contattori, di collegamento o di taratura della protezione.
02.09.05.A06 Surriscaldamento
Surriscaldamento che può provocare difetti di protezione e di isolamento. Può essere dovuto da ossidazione delle masse metalliche.
CONTROLLI ESEGUIBILI DA PERSONALE SPECIALIZZATO
02.09.05.C01 Controllo generale inverter
Cadenza: ogni 2 mesi
Tipologia: Ispezione strumentale
Verificare lo stato di funzionamento del quadro di parallelo invertitori misurando alcuni parametri quali le tensioni, le correnti e le
frequenze di uscita dall'inverter. Effettuare le misurazioni della potenza in uscita su inverter-rete.
•
•
Requisiti da verificare: 1) (Attitudine al) controllo delle dispersioni elettriche.
Anomalie riscontrabili: 1) Difetti di taratura.
02.09.05.C02 Verifica batterie
Cadenza: ogni 2 mesi
Tipologia: Controllo
Verificare l'efficienza delle batterie del gruppo di continuità mediante misura della tensione con la batteria quasi scarica; verificare i
livelli del liquido e lo stato dei morsetti.
•
Anomalie riscontrabili: 1) Difetti di taratura.
MANUTENZIONI ESEGUIBILI DA PERSONALE SPECIALIZZATO
Pagina 165
Manuale di Manutenzione
02.09.05.I01 Ricarica batteria
Cadenza: quando occorre
Ricarica del livello del liquido dell'elettrolita, quando necessario, nelle batterie del gruppo di continuità.
•
Ditte specializzate: Meccanico.
Elemento Manutenibile: 02.09.06
Unità centrale
Unità Tecnologica: 02.09
Impianto audio annunci emergenze
L’unità centrale è il cuore dell'impianto audio per annunci di emergenza. La sua funzione è quella di monitorare, gestire e
controllare i componenti dell’impianto nonché di impostarne i parametri di configurazione.
L’unità centrale dispone dei seguenti ingressi/uscite: a) ingresso per la connessione della linea basi microfoniche; b) ingresso per
la linea privilegiata di emergenza base microfonica VV.FF.; c) ingressi per l’interfacciamento di centrali antincendio e/o pulsanti di
emergenza; d) uscita per il collegamento alla unità di commutazione; e) porta seriale per il collegamento a PC o stampante; f)
ingresso audio con comando Vox programmabile per l’interfacciamento a centralini telefonici; g) ingressi audio per il
collegamento a sorgenti sonore esterne (lettori CD, tuner e simili).
Generalmente è dotata di un pannello con display alfanumerico a cristalli liquidi e pulsanti per mezzo dei quali è possibile impostare
i parametri di configurazione e visualizzare lo stato dell’impianto; inoltre è dotata di una scheda di riproduzione messaggi con
memoria allo stato solido per la riproduzione di messaggi di emergenza (non alterabili dall’esterno) come previsto dalla norma UNI
EN 60849.
Le funzioni di programmazione prevedono la definizione di aree, la selezione della musica di sottofondo per zona, la regolazione
del volume per zona. L’unità centrale gestisce anche le funzioni di diagnostica per le basi microfoniche e per le linee di zona. È
collegabile attraverso porta seriale ad un PC che, oltre alle funzioni di configurazione, può provvedere alla memorizzazione di
eventi (data-logger) per una verifica successiva di quanto accaduto (condizioni di emergenza, guasti, ecc.) In alternativa al PC è
possibile collegare una stampante per la stampa diretta degli eventi in corso. È possibile l’interfacciamento del sistema annunci con
impianti di allarme incendio e/o pulsanti di emergenza per generare automaticamente messaggi corrispondenti. In fase di
configurazione è possibile associare ad ogni ingresso un determinato messaggio e la zona di diffusione dello stesso. In caso di crollo
del sistema o mancato funzionamento dell’unità centrale è possibile by-passare la parte digitale e lanciare annunci di emergenza
attraverso la postazione VV.FF..
REQUISITI E PRESTAZIONI (EM)
02.09.06.R01 Resistenza a cali di tensione
Classe di Requisiti: Protezione elettrica
Classe di Esigenza: Sicurezza
I materiali ed i componenti della unità centrale devono resistere a riduzioni di tensione e a brevi interruzioni di tensione.
Prestazioni:
I materiali ed i componenti della unità centrale devono resistere a riduzioni di tensione e a brevi interruzioni di tensione che
possono essere causate da inserimenti di carico e dall'intervento di dispositivi di protezione sulla rete di distribuzione di energia.
Livello minimo della prestazione:
Deve essere usato un generatore di prova che sia in grado di ridurre l’ampiezza della tensione per una o più semionde ai passaggi
per lo zero. Il campione deve essere nella condizione di funzionamento e deve essere controllato durante il condizionamento. La
tensione di alimentazione deve essere ridotta dal valore nominale della percentuale stabilita per il periodo specificato secondo il
seguente prospetto:
- riduzione della tensione: 50% - durata della riduzione in semiperiodi: 20 s;
- riduzione della tensione: 100% - durata della riduzione in semiperiodi: 10 s.
Ogni riduzione deve essere applicata dieci volte con un intervallo non minore di 1 s e non maggiore di 1,5 s. Alla fine della prova il
Pagina 166
Manuale di Manutenzione
campione deve essere controllato al fine di verificare visivamente l’assenza di danni meccanici, sia internamente che esternamente.
02.09.06.R02 Resistenza alla vibrazione
Classe di Requisiti: Funzionalità d'uso
Classe di Esigenza: Funzionalità
I materiali ed i componenti della unità centrale devono essere realizzati con materiali idonei e posti in opera in modo da resistere
alle vibrazioni che dovessero insorgere nell'ambiente di impiego.
Prestazioni:
La capacità della unità centrale di resistere alle vibrazioni viene verificata con una prova seguendo le prescrizioni contenute nella
norma UNI EN 54/2 e nella norma CEI 68-2-47.
Livello minimo della prestazione:
Il campione deve essere sottoposto alla prova di vibrazioni applicando i seguenti carichi:
- gamma di frequenza: da 10 Hz a 150 Hz;
- ampiezza di accelerazione: 0,981 m/s2;
- numero degli assi: 3;
- numero di cicli per asse: 1 per ciascuna condizione di funzionamento.
Alla fine della prova il campione deve essere controllato al fine di evidenziare che le tensioni in uscita siano entro le specifiche e
deve essere verificata visivamente l’assenza di danni meccanici, sia internamente che esternamente.
02.09.06.R03 Isolamento elettromagnetico
Classe di Requisiti: Protezione elettrica
Classe di Esigenza: Sicurezza
I materiali ed i componenti della unità centrale devono garantire un livello di isolamento da eventuali campi elettromagnetici.
Prestazioni:
I componenti dell'apparecchiatura devono essere realizzati con materiali tali da non essere danneggiati da eventuali campi
elettromagnetici durante il normale funzionamento (esempio: trasmettitori radio portatili, ecc.).
Livello minimo della prestazione:
Per accertare la capacità di isolamento elettromagnetico della unità centrale si effettuano una serie di prove secondo le modalità
riportate nella norma. Il campione deve essere condizionato nel modo seguente:
- gamma di frequenza: da 1 MHz a 1 GHz;
- intensità di campo: 10 V/m;
- modulazione dell’ampiezza sinusoidale: 80% a 1 kHz.
Alla fine della prova il campione deve essere controllato al fine di verificare visivamente l’assenza di danni meccanici, sia
internamente che esternamente.
ANOMALIE RISCONTRABILI
02.09.06.A01 Difetti del pannello di segnalazione
Difetti del sistema di segnalazione allarmi dovuti a difetti delle spie luminose.
02.09.06.A02 Difetti di tenuta morsetti
Difetti di funzionamento e di tenuta dei morsetti di connessione.
02.09.06.A03 Perdita di carica della batteria
Abbassamento del livello di carica della batteria ausiliaria.
02.09.06.A04 Perdite di tensione
Riduzione della tensione di alimentazione.
Pagina 167
Manuale di Manutenzione
CONTROLLI ESEGUIBILI DA PERSONALE SPECIALIZZATO
02.09.06.C01 Controllo generale
Cadenza: ogni 7 giorni
Tipologia: Ispezione a vista
Verificare le connessioni dei vari elementi collegati alla unità centrale. Verificare inoltre la carica della batteria ausiliaria e la
funzionalità delle spie luminose del pannello.
•
•
Requisiti da verificare: 1) Isolamento elettromagnetico; 2) Resistenza a cali di tensione.
Anomalie riscontrabili: 1) Difetti del pannello di segnalazione; 2) Perdita di carica della batteria; 3) Perdite di tensione.
MANUTENZIONI ESEGUIBILI DA PERSONALE SPECIALIZZATO
02.09.06.I01 Registrazione connessioni
Cadenza: ogni 12 mesi
Registrare e regolare tutti i morsetti delle connessioni e/o dei fissaggi.
•
Ditte specializzate: Specializzati vari.
02.09.06.I02 Sostituzione batteria
Cadenza: ogni 6 mesi
Sostituire la batteria di alimentazione ausiliaria quando occorre preferibilmente ogni 6 mesi.
•
Ditte specializzate: Specializzati vari.
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Manuale di Manutenzione
Corpo d'Opera: 03
OPERE A VERDE
Una manutenzione corretta delle opere a verde consente di porre le basi per una buona persistenza della
copertura vegetale e di evitare danni al paesaggio ed agli ecosistemi limitrofi.
Poiché legato a opere di sistemazione caratterizzate da componente biologica difficilmente prevedibile, il
piano di manutenzione delle opere di sistemazione a verde delinea frequenze di intervento come è prevedibile
in condizioni generali di crescita delle piante non potendo tenere conto delle condizioni stazionali future e
delle capacità di attecchimento delle specie vegetali.
La manutenzione sarà intensiva nei primi anni di impianto al fine di assicurare un omogeneo insediamento
delle piante.
Si prevede che la manutenzione sulle opere di inserimento paesaggistico ambientale sia più frequente nei
primi tre anni di vita dell'opera in modo da garantire l'attecchimento del materiale vegetale ed assicurare la
copertura nelle aree verdi in progetto. Successivamente al terzo anno le cure colturali tenderanno a diradarsi
nel tempo, essendo l'obiettivo quello di ottenere formazioni vegetazionali a carattere semi-naturale, in cui si
instaurino dinamiche il più possibile indipendenti dall'intervento dell'uomo.
Il programma di manutenzione è suddiviso tra interventi previsti durante i primi anni dall'impianto e la
manutenzione ordinaria e continuativa.
Unità Tecnologiche:
° 03.01 Aree a verde
Pagina 169
Manuale di Manutenzione
Unità Tecnologica: 03.01
Aree a verde
Le aree a verde costituiscono l'insieme dei parchi, dei giardini e delle varietà arboree degli spazi urbani ed extra urbani. La
distribuzione degli spazi verdi varia in funzione a standard urbanistici ed esigenze di protezione ambientale. Il verde urbano può
avere molteplici funzioni di protezione ambientale: a) ossigenazione dell'aria; b) assorbimento del calore atmosferico; c)
barriera contro i rumori ed altre fonti di inquinamento.
REQUISITI E PRESTAZIONI (UT)
03.01.R01 Integrazione degli spazi
Classe di Requisiti: Adattabilità degli spazi
Classe di Esigenza: Fruibilità
Le aree a verde devono integrarsi con gli spazi circostanti.
Prestazioni:
La distribuzione e la piantumazione di prati, piante, siepi, alberi, arbusti, ecc. deve essere tale da integrarsi con gli spazi in ambito
urbano ed extraurbano.
Livello minimo della prestazione:
- Si devono prevedere almeno 9 m^2/abitante previsti per le aree a spazi pubblici attrezzati a parco e per il gioco e lo sport,
effettivamente utilizzabili per tali impianti con esclusione di fasce verdi lungo le strade;
- Le superfici permeabili ( percentuale di terreno priva di pavimentazioni, attrezzata o mantenuta a prato e piantumata con arbusti
e/o piante di alto fusto) devono essere opportunamente piantumate con specie di alto fusto con indice di piantumazione minima pari
ad 1 albero/60 m^2.
L'Unità Tecnologica è composta dai seguenti Elementi Manutenibili:
° 03.01.01 Alberi
° 03.01.02 Altre piante
° 03.01.03 Ammendanti, correttivi e fitofarmaci
° 03.01.04 Arbusti e cespugli
° 03.01.05 Cordoli e bordure
° 03.01.06 Fertilizzanti
° 03.01.07 Ghiaia e pietrisco
° 03.01.08 Sementi
° 03.01.09 Substrato di coltivazione
° 03.01.10 Tappeti erbosi
° 03.01.11 Terra di coltivo
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Manuale di Manutenzione
Elemento Manutenibile: 03.01.01
Alberi
Unità Tecnologica: 03.01
Aree a verde
Si tratta di piante legnose caratterizzate da tronchi eretti e ramificati formanti una chioma posta ad una certa distanza dalla base. Gli
alberi si differenziano per:
-Tipo; -Specie; -Caratteristiche botaniche; -Caratteristiche ornamentali; -Caratteristiche agronomiche; -Caratteristiche ambientali;
-Tipologia d'impiego.
ANOMALIE RISCONTRABILI
03.01.01.A01 Crescita confusa
Crescita sproporzionata (chioma e/o apparato radici) rispetto all'area di accoglimento.
03.01.01.A02 Malattie a carico delle piante
Le modalità di manifestazione variano a secondo della specie vegetale, accompagnandosi spesso anche dall'attacco di insetti. In
genere si caratterizzano per l'indebolimento della piante con fenomeni di ingiallimento e perdita delle foglie e/o alterazione della
cortecce, nelle piante di alto fusto.
03.01.01.A03 Presenza di insetti
In genere sono visibili ad occhio nudo e si può osservarne l'azione e i danni provocati a carico delle piante. Le molteplici varietà di
specie di insetti dannosi esistenti fa si che vengano analizzati e trattati caso per caso con prodotti specifici. In genere si
caratterizzano per il fatto di cibarsi di parti delle piante e quindi essere motivo di indebolimento e di manifestazioni di malattie che
portano le specie ad esaurimento se non si interviene in tempo ed in modo specifico.
CONTROLLI ESEGUIBILI DA PERSONALE SPECIALIZZATO
03.01.01.C01 Controllo generale
Cadenza: ogni anno
Tipologia: Aggiornamento
Controllo periodico delle piante al fine di rilevarne quelle appassite e deperite.
•
•
Requisiti da verificare: 1) Integrazione degli spazi.
Anomalie riscontrabili: 1) Crescita confusa; 2) Presenza di insetti.
03.01.01.C02 Controllo malattie
Cadenza: ogni anno
Tipologia: Aggiornamento
Controllo periodico delle piante al fine di rilevare eventuali attacchi di malattie o parassiti dannosi alla loro salute. ldentificazione
dei parassiti e delle malattie a carico delle piante per pianificare i successivi interventi e/o trattamenti antiparassitari. Il controllo va
eseguito da personale esperto (botanico, agronomo, ecc.).
Pagina 171
Manuale di Manutenzione
MANUTENZIONI ESEGUIBILI DALL'UTENTE
03.01.01.I02 Innaffiaggio
Cadenza: quando occorre
Innaffiaggio delle piante (Irrigazione di soccorso) L'operazione può essere condotta manualmente oppure da prevedersi con
innaffiatoi automatici a tempo regolati in funzione delle stagioni e dei fabbisogni.
•
Ditte specializzate: Giardiniere, Generico.
MANUTENZIONI ESEGUIBILI DA PERSONALE SPECIALIZZATO
03.01.01.I01 Concimazione piante
Cadenza: ogni anno
Concimazione delle piante con prodotti, specifici al tipo di pianta per favorire la crescita e prevenire le eventuali malattie a carico
delle piante. La periodicità e/o le quantità di somministrazione di concimi e fertilizzanti variano in funzione delle specie arboree e
delle stagioni. Affidarsi a personale specializzato.
•
Ditte specializzate: Giardiniere, Specializzati vari.
03.01.01.I03 Potatura piante
Cadenza: quando occorre
Potatura, taglio e riquadratura periodica delle piante in particolare di rami secchi esauriti, danneggiati o di piante malate non
recuperabili. Taglio di eventuali rami o piante con sporgenze e/o caratteristiche di pericolo per cose e persone (rami consistenti
penzolanti, intralcio aereo in zone confinanti e/o di passaggio, radici invadenti a carico di pavimentazioni e/o impianti tecnologici,
ecc.). La periodicità e la modalità degli interventi variano in funzione delle qualità delle piante, del loro stato e del periodo o
stagione di riferimento.
Nei primi 5 anni dalla messa a dimora a effettuata una potatura annuale di formazione.
•
Ditte specializzate: Giardiniere, Specializzati vari.
03.01.01.I04 Trattamenti antiparassitari
Cadenza: quando occorre
Trattamenti antiparassitari e anticrittogamici con prodotti, idonei al tipo di pianta, per contrastare efficacemente la malattie e gli
organismi parassiti in atto. Tali trattamenti vanno somministrati da personale esperto in possesso di apposito patentino per l'utilizzo
di presidi fitosanitari,ecc., nei periodi favorevoli e in orari idonei. Durante la somministrazione il personale prenderà le opportune
precauzioni di igiene e sicurezza del luogo.
•
Ditte specializzate: Specializzati vari.
Elemento Manutenibile: 03.01.02
Altre piante
Unità Tecnologica: 03.01
Aree a verde
Sotto la questa denominazione vengono raggruppate le seguenti piante:
-acquatiche e palustri; -erbacee annuali, biennali, perenni; -bulbose, rizomatose, tuberose; -tappezzanti; -rampicanti, ricadenti,
sarmentose.
Pagina 172
Manuale di Manutenzione
ANOMALIE RISCONTRABILI
03.01.02.A01 Crescita confusa
Presenza di varietà arboree diverse e sproporzionate all'area di accoglimento.
03.01.02.A02 Malattie a carico delle piante
Le modalità di manifestazione variano a secondo della specie vegetale, accompagnandosi spesso anche dall'attacco di insetti. In
genere si caratterizzano per l'indebolimento della piante con fenomeni di ingiallimento e perdita delle foglie.
03.01.02.A03 Presenza di insetti
In genere sono visibili ad occhio nudo e si può osservarne l'azione e i danni provocati a carico delle piante. Le molteplici varietà di
specie di insetti dannosi esistenti fa si che vengano analizzati e trattati caso per caso con prodotti specifici. In genere si
caratterizzano per il fatto di cibarsi di parti delle piante e quindi essere motivo di indebolimento e di manifestazioni di malattie che
portano le specie ad esaurimento se non si interviene in tempo ed in modo specifico.
03.01.02.A04 Terreno arido
L'aridità del terreno, spesso per mancanza di acqua, si manifesta con spaccature e lesioni degli strati superficiali e con il deperimento
della vegetazione esistente.
CONTROLLI ESEGUIBILI DA PERSONALE SPECIALIZZATO
03.01.02.C01 Controllo generale
Cadenza: ogni anno
Tipologia: Aggiornamento
Controllo periodico delle piante al fine di rilevarne quelle appassite e deperite.
•
•
Requisiti da verificare: 1) Integrazione degli spazi.
Anomalie riscontrabili: 1) Crescita confusa; 2) Terreno arido.
03.01.02.C02 Controllo malattie
Cadenza: ogni anno
Tipologia: Aggiornamento
Controllo periodico delle piante al fine di rilevare eventuali attacchi di malattie o parassiti dannosi alla loro salute. ldentificazione
dei parassiti e delle malattie a carico delle piante per pianificare i successivi interventi e/o trattamenti antiparassitari. Il controllo va
eseguito da personale esperto (botanico, agronomo, ecc.).
•
Anomalie riscontrabili: 1) Malattie a carico delle piante; 2) Presenza di insetti.
MANUTENZIONI ESEGUIBILI DALL'UTENTE
03.01.02.I02 Innaffiaggio
Cadenza: quando occorre
Innaffiaggio delle piante /irrigazione di soccorso). L'operazione può essere condotta manualmente oppure da prevedersi con
innaffiatoi automatici a tempo regolati in funzione delle stagioni e dei fabbisogni.
•
Ditte specializzate: Generico, Giardiniere.
Pagina 173
Manuale di Manutenzione
MANUTENZIONI ESEGUIBILI DA PERSONALE SPECIALIZZATO
03.01.02.I01 Concimazione piante
Cadenza: ogni anno
Concimazione delle piante con prodotti, specifici al tipo di pianta per favorire la crescita e prevenire le eventuali malattie a carico
delle piante. La periodicità e/o le quantità di somministrazione di concimi e fertilizzanti variano in funzione delle specie arboree e
delle stagioni. Affidarsi a personale specializzato.
•
Ditte specializzate: Giardiniere, Specializzati vari.
03.01.02.I03 Potatura piante
Cadenza: ogni anno
Potatura, taglio e riquadratura periodica delle piante in particolare di rami secchi esauriti, danneggiati o di piante malate non
recuperabili. Taglio di eventuali rami o piante con sporgenze e/o caratteristiche di pericolo per cose e persone (rami consistenti
penzolanti, intralcio aereo in zone confinanti e/o di passaggio, radici invadenti a carico di pavimentazioni e/o impianti tecnologici,
ecc.). La periodicità e la modalità degli interventi variano in funzione delle qualità delle piante, del loro stato e del periodo o
stagione di riferimento.
•
Ditte specializzate: Giardiniere, Specializzati vari.
03.01.02.I04 Trattamenti antiparassitari
Cadenza: quando occorre
Trattamenti antiparassitari e anticrittogamici con prodotti, idonei al tipo di pianta, per contrastare efficacemente la malattie e gli
organismi parassiti in atto. Tali trattamenti vanno somministrati da personale esperto in possesso di apposito patentino per l'utilizzo
di presidi fitosanitari, ecc., nei periodi favorevoli e in orari idonei. Durante la somministrazione il personale prenderà le opportune
precauzioni di igiene e sicurezza del luogo.
•
Ditte specializzate: Specializzati vari.
Elemento Manutenibile: 03.01.03
Ammendanti, correttivi e fitofarmaci
Unità Tecnologica: 03.01
Aree a verde
Si tratta di prodotti utilizzati: a) per migliorare le caratteristiche dei terreni (ammendanti); b) per migliorare le reazioni dei terreni
(correttivi); c) ad uso insetticida, diserbante, ecc. (fitofarmaci).
ANOMALIE RISCONTRABILI
03.01.03.A01 Alterazione della composizione
Alterazione della composizione dovuta ad uso inoltrato oltre la data di scadenza riportata sulla confezione del prodotto.
CONTROLLI ESEGUIBILI DA PERSONALE SPECIALIZZATO
Pagina 174
Manuale di Manutenzione
03.01.03.C01 Controllo prodotto
Cadenza: quando occorre
Tipologia: Controllo
Controllo delle indicazioni riportate circa la composizione del prodotto, la provenienza, la classe di tossicità, la data di
confezionamento e di scadenza.
•
Anomalie riscontrabili: 1) Alterazione della composizione.
MANUTENZIONI ESEGUIBILI DA PERSONALE SPECIALIZZATO
03.01.03.I01 Etichettatura
Cadenza: quando occorre
Etichettatura e differenziazione dei diversi prodotti a secondo dell'uso e delle date di scadenza.
•
Ditte specializzate: Specializzati vari, Giardiniere.
Elemento Manutenibile: 03.01.04
Arbusti e cespugli
Unità Tecnologica: 03.01
Aree a verde
Si tratta di piante perenni, legnose, aventi tronco con ramificazioni prevalenti a sviluppo dalla base. Possono essere del tipo a foglia
decidua o sempreverdi.
ANOMALIE RISCONTRABILI
03.01.04.A01 Crescita confusa
Presenza di varietà arboree diverse e sproporzionate all'area di accoglimento.
03.01.04.A02 Malattie a carico delle piante
Le modalità di manifestazione variano a secondo della specie vegetale, accompagnandosi spesso anche dall'attacco di insetti. In
genere si caratterizzano per l'indebolimento della piante con fenomeni di ingiallimento e perdita delle foglie e/o alterazione della
cortecce.
03.01.04.A03 Presenza di insetti
In genere sono visibili ad occhio nudo e si può osservarne l'azione e i danni provocati a carico delle piante. Le molteplici varietà di
specie di insetti dannosi esistenti fa si che vengano analizzati e trattati caso per caso con prodotti specifici. In genere si
caratterizzano per il fatto di cibarsi di parti delle piante e quindi essere motivo di indebolimento e di manifestazioni di malattie che
portano le specie ad esaurimento se non si interviene in tempo ed in modo specifico.
CONTROLLI ESEGUIBILI DA PERSONALE SPECIALIZZATO
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Manuale di Manutenzione
03.01.04.C01 Controllo generale
Cadenza: ogni anno
Tipologia: Aggiornamento
Controllo periodico delle piante al fine di rilevarne quelle appassite e deperite.
•
•
Requisiti da verificare: 1) Integrazione degli spazi.
Anomalie riscontrabili: 1) Crescita confusa.
03.01.04.C02 Controllo malattie
Cadenza: ogni anno
Tipologia: Aggiornamento
Controllo periodico delle piante al fine di rilevare eventuali attacchi di malattie o parassiti dannosi alla loro salute. ldentificazione
dei parassiti e delle malattie a carico delle piante per pianificare i successivi interventi e/o trattamenti antiparassitari. Il controllo va
eseguito da personale esperto (botanico, agronomo, ecc.).
•
Anomalie riscontrabili: 1) Malattie a carico delle piante; 2) Presenza di insetti.
MANUTENZIONI ESEGUIBILI DALL'UTENTE
03.01.04.I02 Innaffiaggio
Cadenza: quando occorre
Innaffiaggio delle piante (irrigazione di soccorso). L'operazione può essere condotta manualmente oppure da prevedersi con
innaffiatoi automatici a tempo regolati in funzione delle stagioni e dei fabbisogni.
•
Ditte specializzate: Giardiniere, Generico.
MANUTENZIONI ESEGUIBILI DA PERSONALE SPECIALIZZATO
03.01.04.I01 Concimazione piante
Cadenza: ogni anno
Concimazione delle piante con prodotti, specifici al tipo di pianta per favorire la crescita e prevenire le eventuali malattie a carico
delle piante. La periodicità e/o le quantità di somministrazione di concimi e fertilizzanti variano in funzione delle specie arboree e
delle stagioni. Affidarsi a personale specializzato.
•
Ditte specializzate: Giardiniere, Specializzati vari.
03.01.04.I03 Potatura piante
Cadenza: ogni anno
Potatura, taglio e riquadratura periodica delle piante in particolare di rami secchi esauriti, danneggiati o di piante malate non
recuperabili. Taglio di eventuali rami o piante con sporgenze e/o caratteristiche di pericolo per cose e persone (rami consistenti
penzolanti, intralcio aereo in zone confinanti e/o di passaggio, radici invadenti a carico di pavimentazioni e/o impianti tecnologici,
ecc.). La periodicità e la modalità degli interventi variano in funzione delle qualità delle piante, del loro stato e del periodo o
stagione di riferimento.
•
Ditte specializzate: Giardiniere.
03.01.04.I04 Trattamenti antiparassitari
Cadenza: quando occorre
Pagina 176
Manuale di Manutenzione
Trattamenti antiparassitari e anticrittogamici con prodotti, idonei al tipo di pianta, per contrastare efficacemente la malattie e gli
organismi parassiti in atto. Tali trattamenti vanno somministrati da personale esperto in possesso di apposito patentino per l'utilizzo
di presidi fitosanitari, ecc., nei periodi favorevoli e in orari idonei. Durante la somministrazione il personale prenderà le opportune
precauzioni di igiene e sicurezza del luogo.
•
Ditte specializzate: Specializzati vari.
Elemento Manutenibile: 03.01.05
Cordoli e bordure
Unità Tecnologica: 03.01
Aree a verde
Si tratta di manufatti di finitura per la creazione di isole protettive per alberature, aiuole, isole spartitraffico, ecc.. Essi hanno la
funzione di contenere la spinta verso l'esterno de terreno che è sottoposta a carichi di normale esercizio. Possono essere realizzati in
elementi prefabbricati in calcestruzzo, in pietra artificiale, in cordoni di pietrarsa.
ANOMALIE RISCONTRABILI
03.01.05.A01 Distacco
Disgregazione e distacco di parti notevoli del materiale che può manifestarsi anche mediante espulsione di elementi prefabbricati
dalla loro sede.
03.01.05.A02 Mancanza
Caduta e perdita di parti del materiale del manufatto.
03.01.05.A03 Rottura
Rottura di parti degli elementi costituenti i manufatti.
CONTROLLI ESEGUIBILI DA PERSONALE SPECIALIZZATO
03.01.05.C01 Controllo generale
Cadenza: ogni anno
Tipologia: Controllo
Controllo generale delle parti a vista e di eventuali anomalie. Verifica dell'integrità delle parti e dei giunti verticali tra gli elementi
contigui.
•
Anomalie riscontrabili: 1) Distacco; 2) Mancanza; 3) Rottura.
MANUTENZIONI ESEGUIBILI DA PERSONALE SPECIALIZZATO
03.01.05.I01 Reintegro dei giunti
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Manuale di Manutenzione
Cadenza: quando occorre
Reintegro dei giunti verticali tra gli elementi contigui in caso di sconnessioni o di fuoriuscita di materiale (sabbia di allettamento e/o
di sigillatura).
•
Ditte specializzate: Specializzati vari.
03.01.05.I02 Sostituzione
Cadenza: quando occorre
Sostituzione degli elementi rotti e/o comunque rovinati con altri analoghi.
•
Ditte specializzate: Specializzati vari.
Elemento Manutenibile: 03.01.06
Fertilizzanti
Unità Tecnologica: 03.01
Aree a verde
Possono essere di origine minerale, vegetale, ecc.. Essi vengono impiegati per migliorare la qualità del terreno di coltivazione
nonché delle specie e/o qualità vegetali in uso.
ANOMALIE RISCONTRABILI
03.01.06.A01 Inefficacia della composizione
Inefficacia della composizione dovuta ad uso inoltrato oltre la data di scadenza riportata sulla confezione del prodotto.
03.01.06.A02 Uso eccessivo
Eccessivo uso di prodotti fertilizzanti con relativo deperimento delle specie vegetali.
CONTROLLI ESEGUIBILI DA PERSONALE SPECIALIZZATO
03.01.06.C01 Controllo prodotto
Cadenza: quando occorre
Tipologia: Controllo
Controllo delle indicazioni riportate circa la composizione del prodotto, le date di confezionamento e di scadenza.
•
Anomalie riscontrabili: 1) Inefficacia della composizione.
MANUTENZIONI ESEGUIBILI DA PERSONALE SPECIALIZZATO
03.01.06.I01 Etichettatura
Pagina 178
Manuale di Manutenzione
Cadenza: quando occorre
Etichettatura e differenziazione dei diversi prodotti a secondo dell'uso e delle date di scadenza.
•
Ditte specializzate: Giardiniere, Specializzati vari.
Elemento Manutenibile: 03.01.07
Ghiaia e pietrisco
Unità Tecnologica: 03.01
Aree a verde
Si tratta di materiale alluvionale o proveniente dalla frantumazione di rocce con dimensioni comprese fra i 2 e 50 mm utilizzato
generalmente nella sistemazione di vialetti e percorsi pedonali adiacenti ad aree a verde.
ANOMALIE RISCONTRABILI
03.01.07.A01 Granulometria irregolare
Granulometria e consistenza del materiale irregolare rispetto ai diametri standard.
03.01.07.A02 Mancanza
Mancanza di materiale lungo le superfici di distribuzione.
CONTROLLI ESEGUIBILI DA PERSONALE SPECIALIZZATO
03.01.07.C01 Controllo generale
Cadenza: ogni 6 mesi
Tipologia: Verifica
Controllo della granulometria del materiale. Verificare la corretta distribuzione e costipamento del materiale lungo i percorsi in uso.
•
Anomalie riscontrabili: 1) Granulometria irregolare; 2) Mancanza.
MANUTENZIONI ESEGUIBILI DA PERSONALE SPECIALIZZATO
03.01.07.I01 Ridistribuzione materiale
Cadenza: ogni 6 mesi
Provvedere alla corretta ridistribuzione e costipamento del materiale, di analoghe caratteristiche, lungo le zone sprovviste e/o
comunque carenti.
•
Ditte specializzate: Giardiniere, Specializzati vari.
Elemento Manutenibile: 03.01.08
Pagina 179
Manuale di Manutenzione
Sementi
Unità Tecnologica: 03.01
Aree a verde
Le sementi rappresentano le molteplici varietà ed essenze del materiale vegetale vivo utilizzabile sotto forma di semi.
ANOMALIE RISCONTRABILI
03.01.08.A01 Assenza di etichettatura
Assenza o insufficienti informazioni su caratteristiche e modalità d'uso del prodotto.
03.01.08.A02 Prodotto scaduto
Utilizzo del prodotto oltre la data utile indicata sulle confezioni.
CONTROLLI ESEGUIBILI DA PERSONALE SPECIALIZZATO
03.01.08.C01 Controllo prodotto
Cadenza: quando occorre
Tipologia: Controllo
Controllo delle indicazioni riportate circa l'utilizzo delle sementi e le caratteristiche (grado di purezza, germinabilità, ecc.) dei
prodotti.
•
Anomalie riscontrabili: 1) Assenza di etichettatura; 2) Prodotto scaduto.
MANUTENZIONI ESEGUIBILI DA PERSONALE SPECIALIZZATO
03.01.08.I01 Etichettatura
Cadenza: quando occorre
Etichettatura e differenziazione delle diverse sementi, a secondo dell'uso, per tipologia, stagione e delle date di scadenza.
•
Ditte specializzate: Giardiniere.
Elemento Manutenibile: 03.01.09
Substrato di coltivazione
Unità Tecnologica: 03.01
Aree a verde
Si tratta di materiali di origine minerale e/o vegetale impiegati singolarmente o miscelati secondo adeguate proporzioni in funzione
Pagina 180
Manuale di Manutenzione
degli impieghi e delle qualità vegetali. Particolari substrati sono rappresentati da: a) compost; b) terriccio di letame; c) torba.
ANOMALIE RISCONTRABILI
03.01.09.A01 Presenza di agenti patogeni
Presenza di agenti patogeni e/o altre sostanze tossiche nelle diverse composizioni di substrato.
CONTROLLI ESEGUIBILI DA PERSONALE SPECIALIZZATO
03.01.09.C01 Analisi composizione
Cadenza: quando occorre
Tipologia: Analisi
Analisi delle composizioni e qualità del prodotto previa verifica di assenza di agenti patogeni e/o sostanze tossiche.
•
Anomalie riscontrabili: 1) Presenza di agenti patogeni.
MANUTENZIONI ESEGUIBILI DA PERSONALE SPECIALIZZATO
03.01.09.I01 Miscelazione prodotti
Cadenza: quando occorre
Miscelazione dei prodotti (minerali, vegetali, compost, ecc.) secondo adeguate proporzioni in funzione degli impieghi e delle qualità
vegetali da trattare.
•
Ditte specializzate: Giardiniere.
Elemento Manutenibile: 03.01.10
Tappeti erbosi
Unità Tecnologica: 03.01
Aree a verde
Essi vengono utilizzati per la sistemazione a prato di superfici dove è richiesto un rapido inerbimento. Possono essere del tipo a
tappeti erbosi o in strisce a zolle. Le qualità variano a secondo delle specie prative di provenienza: cotica naturale, miscugli di
graminacee e leguminose, ecc..
ANOMALIE RISCONTRABILI
03.01.10.A01 Crescita di vegetazione spontanea
Crescita di vegetazione infestante (arborea, arbustiva ed erbacea) con relativo danno fisiologico, meccanico ed estetico delle aree
erbose.
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Manuale di Manutenzione
03.01.10.A02 Prato diradato
Si presenta con zone prive di erba o con zolle scarsamente gremite.
CONTROLLI ESEGUIBILI DA PERSONALE SPECIALIZZATO
03.01.10.C01 Controllo generale
Cadenza: ogni anno
Tipologia: Aggiornamento
Controllare l'integrità dei tappeti erbosi e l'assenza di zolle mancanti lungo le superfici. Verificare l'assenza di crescita di
vegetazione spontanea e depositi, (pietre, rami, ecc.) lungo le superfici erbose.
•
Anomalie riscontrabili: 1) Prato diradato; 2) Crescita di vegetazione spontanea.
MANUTENZIONI ESEGUIBILI DA PERSONALE SPECIALIZZATO
03.01.10.I01 Fertilizzazione
Cadenza: ogni anno
Fertilizzazione dei prati e reintegrazione dei nutrienti mediante l'impiego di concimi chimici ternari ed organo-minerali secondo le
indicazioni del fornitore e comunque in funzione delle qualità vegetali.
•
Ditte specializzate: Giardiniere, Specializzati vari.
03.01.10.I02 Innaffiaggio
Cadenza: quando occorre
Innaffiaggio periodico dei tappeti erbosi mediante dispersione manualmente dell'acqua con getti a pioggia e/o con innaffiatoi
automatici a tempo regolati in funzione delle stagioni e dei fabbisogni delle essenze (irrigazione di soccorso).
•
Ditte specializzate: Giardiniere.
03.01.10.I03 Pulizia
Cadenza: ogni settimana
Rimozione e pulizia di depositi ed oggetti estranei (sassi, carta, lattine, ecc.) mediante l'uso di attrezzatura adeguata (pinze, guanti,
contenitori specifici, ecc.).
•
Ditte specializzate: Generico.
03.01.10.I04 Ripristino tappeti
Cadenza: quando occorre
Preparazione del letto di impianto mediante vangatura, rastrellamento e rullatura del terreno. Semina dei miscugli composti e/o
stensione delle zolle a pronto effetto fino alla copertura delle superfici in uso.
•
Ditte specializzate: Giardiniere.
03.01.10.I05 Taglio
Cadenza: quando occorre
Pulizia accurata dei tappeti erbosi, in condizioni di tempo non piovoso, e rasatura del prato in eccesso eseguito manualmente e/o con
mezzi idonei tagliaerba.
Per le aree verdi all’interno dei parcheggi lo sfalcio periodico del tappeto erboso avviene da fine marzo a fine settembre, con
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Manuale di Manutenzione
frequenza di circa 15-20 giorni, per un totale di 12-15 sfalci a stagione, con modificazioni dovute all’andamento climatico e
comunque ogni qual volta l’erba raggiunge l’altezza massima di 10 cm (nel periodo più rigoglioso la superficie del tappeto erboso
va tagliata molto bassa).
Per le aree a prato naturaliforme (scarpate e corridoio ecologico) è previsto lo sfalcio periodico con la tecnica del mulching, da fine
marzo a fine settembre, per un totale di 2-4 sfalci a stagione, con modificazioni dovute all’andamento climatico.
•
Ditte specializzate: Giardiniere.
Elemento Manutenibile: 03.01.11
Terra di coltivo
Unità Tecnologica: 03.01
Aree a verde
Si tratta di terreno con caratteristiche tali da contribuire ad elevare la qualità degli strati esistenti. In particolare si caratterizza per i
seguenti parametri: a) assenza di elementi estranei (pietre, sassi , radici, rami, ecc.); b) assenza di sostanze tossiche; c) assenza di
agenti patogeni; d) presenza in proporzione di componenti nutritivi; e) presenza in proporzione di sostanze organiche e
microrganismi essenziali; f) reazione neutra; g) tessitura franca con adeguate proporzioni di sabbia, argilla e limo.
ANOMALIE RISCONTRABILI
03.01.11.A01 Presenza di ciottoli e sassi
Presenza di ciottoli e sassi nella composizione della terra di coltivo.
03.01.11.A02 Presenza di radici ed erbe
Presenza di radici ed erbe infestanti nella composizione della terra di coltivo.
CONTROLLI ESEGUIBILI DA PERSONALE SPECIALIZZATO
03.01.11.C01 Controllo composizione
Cadenza: quando occorre
Tipologia: Controllo
Verificare l' assenza di elementi estranei (pietre, sassi , radici, rami, ecc.) e di sostanze tossiche e/o di agenti patogeni. Controllare le
informazioni riportate sulle etichettature circa la presenza in proporzione di componenti nutritivi, sostanze organiche,microrganismi
essenziali, ecc..
•
Anomalie riscontrabili: 1) Presenza di radici ed erbe; 2) Presenza di ciottoli e sassi.
MANUTENZIONI ESEGUIBILI DA PERSONALE SPECIALIZZATO
03.01.11.I01 Preparazione terreni
Cadenza: quando occorre
Preparazione dei terreni in uso secondo le caratteristiche organiche-minerali e delle prescrizioni del fornitore in funzione delle
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Manuale di Manutenzione
varietà vegetali da impiantare.
•
Ditte specializzate: Giardiniere.
Pagina 184
Manuale di Manutenzione
Corpo d'Opera: 04
OPERE EDILI
Rappresentano l'insieme delle unità tecnologiche e di tutti gli elementi tecnici del sistema edilizio che hanno la funzione di sostenere i carichi del
sistema edilizio stesso e di collegare inoltre staticamente tutte le sue parti.
Unità Tecnologiche:
° 04.01 Strutture in sottosuolo
° 04.02 Pareti di sostegno
° 04.03 Facciate continue
° 04.04 Rivestimenti esterni
° 04.05 Infissi esterni
° 04.06 Coperture piane
° 04.07 Infissi interni
° 04.08 Scale e rampe
° 04.09 Pavimentazioni esterne
° 04.10 Arredo urbano
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Manuale di Manutenzione
Unità Tecnologica: 04.01
Strutture in sottosuolo
Insieme degli elementi tecnici orizzontali del sistema edilizio avente funzione di separare gli spazi interni del sistema edilizio dal
terreno sottostante e trasmetterne ad esso il peso della struttura e delle altre forze esterne.
REQUISITI E PRESTAZIONI (UT)
04.01.R01 (Attitudine al) controllo delle dispersioni elettriche
Classe di Requisiti: Protezione elettrica
Classe di Esigenza: Sicurezza
Le strutture in sottosuolo dovranno, in modo idoneo, impedire eventuali dispersioni elettriche.
Prestazioni:
Tutte le parti metalliche facenti parte delle strutture in sottosuolo dovranno essere connesse ad impianti di terra mediante dispersori,
in modo che esse vengano a trovarsi allo stesso potenziale elettrico del terreno.
Livello minimo della prestazione:
Essi variano in funzione delle modalità di progetto.
04.01.R02 Resistenza agli agenti aggressivi
Classe di Requisiti: Protezione dagli agenti chimici ed organici
Classe di Esigenza: Sicurezza
Le strutture in sottosuolo non debbono subire dissoluzioni o disgregazioni e mutamenti di aspetto a causa dell'azione di agenti
aggressivi chimici.
Prestazioni:
Le strutture in sottosuolo dovranno conservare nel tempo, sotto l'azione di agenti chimici (anidride carbonica, solfati, ecc.) presenti
in ambiente, le proprie caratteristiche funzionali.
Livello minimo della prestazione:
Nelle opere e manufatti in calcestruzzo, il D.M. 9.1.1996 prevede che gli spessori minimi del copriferro variano in funzione delle
tipologie costruttive, in particolare l'art.6.1.4 del D.M. recita: “ […] La superficie dell'armatura resistente, comprese le staffe, deve
distare dalle facce esterne del conglomerato di almeno 0,8 cm nel caso di solette, setti e pareti, e di almeno 2 cm nel caso di travi e
pilastri. Tali misure devono essere aumentate, e rispettivamente portate a 2 cm per le solette e a 4 cm per le travi ed i pilastri, in
presenza di salsedine marina, di emanazioni nocive, od in ambiente comunque aggressivo. Copriferri maggiori possono essere
utilizzati in casi specifici (ad es. opere idrauliche)”.
04.01.R03 Resistenza agli attacchi biologici
Classe di Requisiti: Protezione dagli agenti chimici ed organici
Classe di Esigenza: Sicurezza
Le strutture di contenimento a seguito della presenza di organismi viventi (animali, vegetali, microrganismi) non dovranno subire
riduzioni di prestazioni.
Prestazioni:
Le strutture in sottosuolo costituite da elementi in legno non dovranno permettere la crescita di funghi, insetti, muffe, organismi
marini, ecc., ma dovranno conservare nel tempo le proprie caratteristiche funzionali anche in caso di attacchi biologici. Gli elementi
in legno dovranno essere trattati con prodotti protettivi idonei.
Livello minimo della prestazione:
I valori minimi di resistenza agli attacchi biologici variano in funzione dei materiali, dei prodotti utilizzati, delle classi di rischio,
delle situazioni generali di servizio, dell'esposizione a umidificazione e del tipo di agente biologico.
DISTRIBUZIONE DEGLI AGENTI BIOLOGICI PER CLASSI DI RISCHIO (UNI EN 335-1)
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Manuale di Manutenzione
CLASSE DI RISCHIO: 1;
Situazione generale di servizio: non a contatto con terreno, al coperto (secco);
Descrizione dell’esposizione a umidificazione in servizio: nessuna;
Distribuzione degli agenti biologici: a)funghi: -; b)*insetti: U; c)termiti: L; d)organismi marini: -.
CLASSE DI RISCHIO: 2;
Situazione generale di servizio: non a contatto con terreno, al coperto (rischio di umidificazione);
Descrizione dell’esposizione a umidificazione in servizio: occasionale;
Distribuzione degli agenti biologici: a)funghi: U; b)*insetti: U; c)termiti: L; d)organismi marini: -.
CLASSE DI RISCHIO: 3;
Situazione generale di servizio: non a contatto con terreno, non al coperto;
Descrizione dell’esposizione a umidificazione in servizio: frequente;
Distribuzione degli agenti biologici: a)funghi: U; b)*insetti: U; c)termiti: L; d)organismi marini: -;
CLASSE DI RISCHIO: 4;
Situazione generale di servizio: a contatto con terreno o acqua dolce;
Descrizione dell’esposizione a umidificazione in servizio: permanente;
Distribuzione degli agenti biologici: a)funghi: U; b)*insetti: U; c)termiti: L; d)organismi marini: -.
CLASSE DI RISCHIO: 5;
Situazione generale di servizio: in acqua salata;
Descrizione dell’esposizione a umidificazione in servizio: permanente;
Distribuzione degli agenti biologici: a)funghi: U; b)*insetti: U; c)termiti: L; d)organismi marini: U.
DOVE:
U = universalmente presente in Europa
L = localmente presente in Europa
* il rischio di attacco può essere non significativo a seconda delle particolari situazioni di servizio.
04.01.R04 Resistenza al gelo
Classe di Requisiti: Protezione dagli agenti chimici ed organici
Classe di Esigenza: Sicurezza
Le strutture in sottosuolo non dovranno subire disgregazioni e variazioni dimensionali e di aspetto in conseguenza della formazione
di ghiaccio.
Prestazioni:
Le strutture in sottosuolo dovranno conservare nel tempo le proprie caratteristiche funzionali se sottoposte a cause di gelo e disgelo.
In particolare all’insorgere di pressioni interne che ne provocano la degradazione.
Livello minimo della prestazione:
I valori minimi variano in funzione del materiale impiegato. La resistenza al gelo viene determinata secondo prove di laboratorio su
provini di calcestruzzo (provenienti da getti effettuati in cantiere, confezionato in laboratorio o ricavato da calcestruzzo già indurito)
sottoposti a cicli alternati di gelo (in aria raffreddata) e disgelo (in acqua termostatizzata). Le misurazioni della variazione del
modulo elastico, della massa e della lunghezza ne determinano la resistenza al gelo.
04.01.R05 Resistenza meccanica
Classe di Requisiti: Di stabilità
Classe di Esigenza: Sicurezza
Le strutture in sottosuolo dovranno essere in grado di contrastare le eventuali manifestazioni di deformazioni e cedimenti rilevanti
dovuti all'azione di determinate sollecitazioni (carichi, forze sismiche, ecc.).
Prestazioni:
Le strutture in sottosuolo, sotto l'effetto di carichi statici, dinamici e accidentali devono assicurare stabilità e resistenza.
Livello minimo della prestazione:
Per i livelli minimi si rimanda alle prescrizioni di legge e di normative vigenti in materia.
L'Unità Tecnologica è composta dai seguenti Elementi Manutenibili:
° 04.01.01 Strutture di fondazione
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Manuale di Manutenzione
Elemento Manutenibile: 04.01.01
Strutture di fondazione
Unità Tecnologica: 04.01
Strutture in sottosuolo
Insieme degli elementi tecnici orizzontali del sistema edilizio avente funzione di trasmettere al terreno il peso della struttura e delle
altre forze esterne.
ANOMALIE RISCONTRABILI
04.01.01.A01 Cedimenti
Dissesti dovuti a cedimenti di natura e causa diverse, talvolta con manifestazioni dell'abbassamento del piano di imposta della
fondazione.
04.01.01.A02 Distacchi murari
Distacchi dei paramenti murari mediante anche manifestazione di lesioni passanti.
04.01.01.A03 Fessurazioni
Degradazione che si manifesta con la formazione di soluzioni di continuità del materiale e che può implicare lo spostamento
reciproco delle parti.
04.01.01.A04 Lesioni
Si manifestano con l'interruzione del tessuto murario. Le caratteristiche e l'andamento ne caratterizzano l'importanza e il tipo.
04.01.01.A05 Non perpendicolarità del fabbricato
Non perpendicolarità dell'edificio a causa di dissesti o eventi di natura diversa.
04.01.01.A06 Umidità
Presenza di umidità dovuta spesso per risalita capillare.
CONTROLLI ESEGUIBILI DALL'UTENTE
04.01.01.C01 Controllo struttura
Cadenza: ogni 12 mesi
Tipologia: Controllo a vista
Controllare l'integrità delle pareti e dei pilastri verificando l'assenza di eventuali lesioni e/o fessurazioni. Controllare eventuali
smottamenti del terreno circostante alla struttura che possano essere indicatori di cedimenti strutturali. Effettuare verifiche e
controlli approfonditi particolarmente in corrispondenza di manifestazioni a calamità naturali (sisma, nubifragi, ecc.).
•
•
Requisiti da verificare: 1) Resistenza meccanica.
Anomalie riscontrabili: 1) Cedimenti; 2) Distacchi murari; 3) Fessurazioni; 4) Lesioni; 5) Non perpendicolarità del fabbricato;
6) Umidità.
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Manuale di Manutenzione
MANUTENZIONI ESEGUIBILI DA PERSONALE SPECIALIZZATO
04.01.01.I01 Interventi sulle strutture
Cadenza: quando occorre
In seguito alla comparsa di segni di cedimenti strutturali (lesioni, fessurazioni, rotture), effettuare accurati accertamenti per la
diagnosi e la verifica delle strutture , da parte di tecnici qualificati, che possano individuare la causa/effetto del dissesto ed
evidenziare eventuali modificazioni strutturali tali da compromettere la stabilità delle strutture, in particolare verificare la
perpendicolarità del fabbricato. Procedere quindi al consolidamento delle stesse a secondo del tipo di dissesti riscontrati.
•
Ditte specializzate: Specializzati vari.
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Manuale di Manutenzione
Unità Tecnologica: 04.02
Pareti di sostegno
Si tratta di insiemi di elementi tecnici aventi la funzione di sostenere i carichi derivanti dal terreno e/o eventuali movimenti franosi.
Tali strutture vengono generalmente classificate in base al materiale con il quale vengono realizzate, al principio statico di
funzionamento o alla loro geometria.
REQUISITI E PRESTAZIONI (UT)
04.02.R01 Stabilità
Classe di Requisiti: Di stabilità
Classe di Esigenza: Sicurezza
Le pareti di sostegno in fase d'opera dovranno garantire la stabilità in relazione al principio statico di funzionamento.
Prestazioni:
Le prestazioni variano in funzione dei calcoli derivanti: -dalla spinta del terreno contro il muro di sostegno; -dalla geometria del
muro (profilo, dimensioni, ecc.); -dalle verifiche di stabilità.
Livello minimo della prestazione:
Essi variano in funzione delle verifiche di stabilità:
-al ribaltamento = [ Ms (Momento Spingente) < Mr (Momento Ribaltante)];
-allo scorrimento = [S(Spinta della terra ) x f (coeff. di attrito) <= 1,3 x P (Risultante delle forze verticali che agiscono sul muro)];
-allo schiacciamento = [ sigma t lim (tensione del terreno al limite di rottura) / sigma max (tensione normale massima sul piano
della fondazione) >= 2];
-allo slittamento del complesso terra-muro.
L'Unità Tecnologica è composta dai seguenti Elementi Manutenibili:
° 04.02.01 Muri semplici o a gravità
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Manuale di Manutenzione
Elemento Manutenibile: 04.02.01
Muri semplici o a gravità
Unità Tecnologica: 04.02
Pareti di sostegno
Si tratta di opere di contenimento che contrastano l'azione spingente del terrapieno con la loro massa notevole. Il tipo di
realizzazione è nella maggior parte dei casi a sezione trapezia con inclinazione ed altezza dei paramenti diversa. Essi possono essere
realizzati in: a) muratura di pietrame a secco; b) muratura di pietrame con malta; c) muratura di pietrame con ricorsi in mattoni;
d) cls.
ANOMALIE RISCONTRABILI
04.02.01.A01 Distacco
Distacchi di parte di calcestruzzo (copriferro) e relativa esposizione dei ferri di armatura a fenomeni di corrosione per l'azione degli
agenti atmosferici.
04.02.01.A02 Fenomeni di schiacciamento
Fenomeni di schiacciamento della struttura di sostegno in seguito ad eventi straordinari (frane, smottamenti, ecc.) e/o in
conseguenza di errori di progettazione strutturale.
04.02.01.A03 Fessurazioni
Presenza di rotture singole, ramificate, ortogonale o parallele all'armatura che possono interessare parte e/o l'intero spessore
dell'opera.
04.02.01.A04 Mancanza
Mancanza di elementi integrati nelle strutture di contenimento (pietre, parti di rivestimenti, ecc.).
04.02.01.A05 Presenza di vegetazione
Presenza di vegetazione caratterizzata dalla formazione di licheni, muschi e piante lungo le superfici.
04.02.01.A06 Principi di ribaltamento
Fenomeni di ribaltamento della struttura di sostegno in seguito ad eventi straordinari (frane, smottamenti, ecc.) e/o in conseguenza di
errori di progettazione strutturale.
04.02.01.A07 Principi di scorrimento
Fenomeni di scorrimento della struttura di sostegno (scorrimento terra-muro;scorrimento tra sezioni contigue orizzontali interne) in
seguito ad eventi straordinari (frane, smottamenti, ecc.) e/o in conseguenza di errori di progettazione strutturale.
CONTROLLI ESEGUIBILI DA PERSONALE SPECIALIZZATO
04.02.01.C01 Controllo generale
Cadenza: ogni 6 mesi
Tipologia: Controllo
Pagina 191
Manuale di Manutenzione
Controllare la stabilità delle strutture e l'assenza di eventuali anomalie. In particolare la comparsa di segni di dissesti evidenti
(fratturazioni, lesioni, principio di ribaltamento, ecc.) Verifica dello stato del calcestruzzo e controllo del degrado e/o di eventuali
processi di carbonatazione e/o corrosione. Controllare l'efficacia dei sistemi di drenaggio.
•
•
Requisiti da verificare: 1) Stabilità.
Anomalie riscontrabili: 1) Distacco; 2) Fenomeni di schiacciamento; 3) Fessurazioni; 4) Mancanza; 5) Principi di ribaltamento;
6) Principi di scorrimento; 7) Presenza di vegetazione.
04.02.01.C02 Controllo strumentale
Cadenza: quando occorre
Tipologia: Ispezione strumentale
Controlli strumentali basati sul tipo di fenomeno e/o anomalie riscontrate sulle strutture al fine di una corretta diagnosi da effettuarsi
in via preliminare ad eventuali interventi di consolidamento. In particolare le diagnosi possono effettuarsi mediante:
-indagini soniche; -misure per trasparenza; -indagini radar; -indagini magnetometriche; -indagini sclerometriche; -carotaggi
meccanici e rilievi endoscopici; -prove con martinetti piatti; -prove di taglio sui corsi di malta; -prove dilatometriche.
•
Anomalie riscontrabili: 1) Distacco; 2) Fenomeni di schiacciamento; 3) Fessurazioni; 4) Principi di ribaltamento; 5) Principi di
scorrimento.
MANUTENZIONI ESEGUIBILI DA PERSONALE SPECIALIZZATO
04.02.01.I01 Interventi sulle strutture
Cadenza: quando occorre
Gli interventi riparativi dovranno effettuarsi a secondo del tipo di anomalia riscontrata e previa diagnosi delle cause del difetto
accertato.
•
Ditte specializzate: Specializzati vari.
04.02.01.I02 Rimozione vegetazione
Cadenza: ogni 4 mesi
Rimozione della vegetazione (licheni, muschi e piante) in eccesso lungo le superfici a vista.
•
Ditte specializzate: Specializzati vari.
04.02.01.I03 Ripristino drenaggi
Cadenza: ogni anno
Rimozione di eventuali depositi (terreni, fogliame, ecc.) e materiali estranei lungo le zone di drenaggio. Ripristino dei sistemi di
drenaggio situati posteriormente alle strutture di sostegno mediante l'integrazione di pietre di medie dimensioni addossate al
paramento interno.
•
Ditte specializzate: Specializzati vari.
Pagina 192
Manuale di Manutenzione
Unità Tecnologica: 04.03
Facciate continue
Si tratta in genere di pareti leggere con funzione non portante, situate esternamente rispetto alla struttura dell'edificio, ripetute con
elementi modulari di tamponamento. Le facciate continue sono costituite da strutture ausiliarie nelle quali vengono inseriti elementi
tra loro compatibili, fissi o apribili, trasparenti e/o opachi. Esse possono essere completamente trasparenti, colorate o riflettenti a
secondo del diverso trattamento dei vetri. In genere agli elementi trasparenti vengono assemblati pannelli opachi o in alternativa le
facciate sono rivestite con pannelli di natura diversa (pietra, resine, lastre di metallo, ecc.).
REQUISITI E PRESTAZIONI (UT)
04.03.R01 Permeabilità all'aria
Classe di Requisiti: Termici ed igrotermici
Classe di Esigenza: Benessere
Le facciate continue dovranno consentire la permeabilità sia nelle parti fisse che in quelle apribili.
Prestazioni:
Le facciate continue sottoposte alla pressione dell'aria consentiranno un passaggio d'aria attraverso la costruzione in termini di
volume espresso come valore in metri cubi all'ora (m3/h) in funzione dell'area totale della facciata.
Livello minimo della prestazione:
I livelli minimi variano in funzione dei parametri di riferimento di cui alla norma UNI EN 12153.
04.03.R02 Resistenza al carico del vento
Classe di Requisiti: Di stabilità
Classe di Esigenza: Sicurezza
Le facciate continue dovranno produrre una resistenza al carico del vento sia per le parti fisse che di quelle apribili.
Prestazioni:
Le facciate continue sottoposte al carico di vento non dovranno presentare anomalie (sfondamenti, deformazioni, ecc.) nella parete
perimetrale verticale e negli elementi connessi.
Livello minimo della prestazione:
I livelli minimi variano in funzione dei parametri di riferimento di cui alla norma UNI EN 12179.
04.03.R03 Tenuta all'acqua
Classe di Requisiti: Termici ed igrotermici
Classe di Esigenza: Benessere
Le facciate continue dovranno resistere alle infiltrazioni d'acqua.
Prestazioni:
Le facciate continue sottoposte all'azione di acque meteoriche non dovranno produrre penetrazioni e/o infiltrazioni tali da produrre
anomalie alle parti interne ed agli altri elementi connessi.
Livello minimo della prestazione:
I livelli minimi variano in funzione dei parametri di riferimento di cui alle norme UNI EN 12155 e UNI EN 12154.
04.03.R04 Regolarità delle finiture
Classe di Requisiti: Visivi
Classe di Esigenza: Aspetto
Le pareti debbono avere gli strati superficiali in vista privi di difetti, fessurazioni, scagliature o screpolature superficiali e/o
comunque esenti da caratteri che possano rendere difficile la lettura formale.
Pagina 193
Manuale di Manutenzione
Prestazioni:
Le superfici delle pareti perimetrali non devono presentare anomalie e/o comunque fessurazioni, screpolature, sbollature
superficiali, ecc.. Le tonalità dei colori dovranno essere omogenee e non evidenziare eventuali tracce di ripresa di colore e/o
comunque di ritocchi.
Livello minimo della prestazione:
I livelli minimi variano in funzione delle varie esigenze di aspetto come: la planarità; l'assenza di difetti superficiali; l'omogeneità
di colore; l'omogeneità di brillantezza; l'omogeneità di insudiciamento, ecc..
L'Unità Tecnologica è composta dai seguenti Elementi Manutenibili:
° 04.03.01 Pannelli in alluminio
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Manuale di Manutenzione
Elemento Manutenibile: 04.03.01
Pannelli in alluminio
Unità Tecnologica: 04.03
Facciate continue
Si tratta di elementi modulari costituiti da elementi opachi realizzati da pannelli sandwich (in poliuretano e/o altri materiali) rivestiti
in lamine di alluminio. I pannelli possono essere assemblati sul posto o in fabbrica. In genere i sistemi di collegamento sono
costituiti da agganci particolari che possono variare a secondo delle tipologie e tecnologie utilizzate (piastre, bulloni, viti, staffe,
ecc.).
ANOMALIE RISCONTRABILI
04.03.01.A01 Decolorazione
Alterazione cromatica della superficie.
04.03.01.A02 Deposito superficiale
Accumulo di pulviscolo atmosferico o di altri materiali estranei, di spessore variabile, poco coerente e poco aderente alla superficie
del rivestimento.
04.03.01.A03 Distacco
Distacco di lamine di rivestimento dal paramento esterno.
04.03.01.A04 Penetrazione di umidità
Penetrazione di umidità all'interno degli elementi edilizi connessi dovuta alla rottura del sigillante siliconico.
CONTROLLI ESEGUIBILI DA PERSONALE SPECIALIZZATO
04.03.01.C01 Controllo generale
Cadenza: ogni anno
Tipologia: Controllo
Controllo delle superfici e verifica dell'assenza di anomalie rispetto all'integrità dei rivestimenti e dei giunti siliconici.
•
Anomalie riscontrabili: 1) Decolorazione; 2) Deposito superficiale; 3) Distacco; 4) Penetrazione di umidità.
MANUTENZIONI ESEGUIBILI DA PERSONALE SPECIALIZZATO
04.03.01.I01 Pulizia
Cadenza: ogni 3 anni
Pulizia delle superfici con prodotti detergenti idonei al tipo di superficie e rimozioni di eventuali depositi.
•
Ditte specializzate: Specializzati vari.
Pagina 195
Manuale di Manutenzione
04.03.01.I02 Ripristino
Cadenza: a guasto
Ripristino ed integrazione degli elementi di rivestimento usurati o mancanti.
•
Ditte specializzate: Specializzati vari.
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Manuale di Manutenzione
Unità Tecnologica: 04.04
Rivestimenti esterni
Si tratta di strati funzionali, facenti parte delle chiusure verticali, la cui funzione principale è quella di proteggere il sistema di
chiusura dalle sollecitazioni esterne degli edifici e dagli agenti atmosferici nonché di assicurargli un aspetto uniforme ed
ornamentale.
REQUISITI E PRESTAZIONI (UT)
04.04.R01 (Attitudine al) controllo della condensazione interstiziale
Classe di Requisiti: Termici ed igrotermici
Classe di Esigenza: Benessere
I rivestimenti esterni dovranno essere realizzati in modo da evitare la formazione di condensazione nella propria massa.
Prestazioni:
I rivestimenti e gli strati costituenti dovranno limitare e impedire la formazione di fenomeni di condensa in conseguenza dell'azione
dei flussi di energia termica che li attraversano.
Livello minimo della prestazione:
I valori minimi variano in funzione dei materiali e del loro impiego. Si prende in considerazione la norma UNI EN ISO 13788.
04.04.R02 (Attitudine al) controllo della condensazione superficiale
Classe di Requisiti: Termici ed igrotermici
Classe di Esigenza: Benessere
I rivestimenti esterni dovranno essere realizzati in modo da evitare la formazione di condensazione sulla superficie interna.
Prestazioni:
I rivestimenti e gli strati costituenti dovranno limitare e impedire la formazione di fenomeni di condensa in conseguenza dell'azione
dei flussi di energia termica che li attraversano.
Livello minimo della prestazione:
I valori minimi variano in funzione dei materiali e del loro impiego. Si prende in considerazione la norma UNI EN ISO 13788.
04.04.R03 (Attitudine al) controllo dell'inerzia termica
Classe di Requisiti: Termici ed igrotermici
Classe di Esigenza: Benessere
Contribuisce, con l'accumulo di calore, ad assicurare il benessere termico. Un'inerzia più elevata può evitare il veloce abbassamento
della temperatura dei locali con riscaldamento ad attenuazione notturna, o la dispersione di calore in locali soggetti a frequenti
ricambi d'aria e privi di dispositivi per il recupero del calore.
Prestazioni:
In via qualitativa l'inerzia termica esprime l'attitudine di un edificio (o di una sua parte) ad accumulare calore e riemetterlo
successivamente in corrispondenza di una definita variazione di temperatura. I rivestimenti esterni sotto l'azione dell'energia termica
che tende, in condizioni invernali, ad uscire all'esterno e che tende, in condizioni estive, ad entrare, dovranno contribuire a limitare
il flusso di tale energia.
Livello minimo della prestazione:
Da tale punto di vista perciò non si attribuiscono specifici limiti prestazionali ai singoli elementi ma solo all'edificio nel suo
complesso.
04.04.R04 Assenza di emissioni di sostanze nocive
Classe di Requisiti: Protezione dagli agenti chimici ed organici
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Manuale di Manutenzione
Classe di Esigenza: Sicurezza
I rivestimenti non debbono in condizioni normali di esercizio emettere sostanze tossiche, polveri, gas o altri odori fastidiosi per gli
utenti.
Prestazioni:
I materiali costituenti i rivestimenti non devono emettere sostanze nocive per gli utenti (gas, vapori, fibre, polveri, radiazioni nocive
ecc.), sia in condizioni normali che sotto l'azione dell'ambiente (temperatura, tasso di umidità, raggi ultravioletti, ecc.). In
particolare deve essere assente l'emissione di composti chimici organici, quali la formaldeide, nonché la diffusione di fibre di vetro.
Livello minimo della prestazione:
Dovranno essere rispettati i seguenti limiti:
- concentrazione limite di formaldeide non superiore a 0,1 p.p.m. (0,15 mg/m3);
- per la soglia olfattiva valori non superiori a 0,09 p.p.m. (0,135 mg/m3);
- per la soglia di irritazione occhi-naso-gola non superiore 0,66 p.p.m. (1 mg/m3).
04.04.R05 Attrezzabilità
Classe di Requisiti: Facilità d'intervento
Classe di Esigenza: Funzionalità
Le pareti ed i rivestimenti debbono consentire l'installazione di attrezzature.
Prestazioni:
I rivestimenti dovranno consentire modifiche di conformazione geometrica e l'inserimento di attrezzatura (corpi illuminanti,
impianti, tubazioni, ecc.) attraverso semplici operazioni di montaggio e smontaggio.
Livello minimo della prestazione:
Non vi sono livelli minimi prestazionali specifici.
04.04.R06 Isolamento acustico
Classe di Requisiti: Acustici
Classe di Esigenza: Benessere
I rivestimenti dovranno fornire una adeguata resistenza al passaggio dei rumori.
Prestazioni:
I rivestimenti di una parete che separano due ambienti adiacenti, sottoposti all'azione dell'energia sonora aerea che può manifestarsi
in uno dei due ambienti, dovranno contribuire alla riduzione di trasmissione di quest'ultima nell'ambiente contiguo attraverso le
pareti.
Le prestazioni di una chiusura esterna, ai fini dell'isolamento acustico ai rumori esterni, possono essere valutate facendo riferimento
all'indice del potere fonoisolante Rw che essa possiede (dove R = 10 log (W1/W2) dove W1 e W2 sono rispettivamente la potenza
acustica incidente sulla chiusura e quella trasmessa dall’altro lato. Facendo riferimento ai soli valori relativi alla frequenza di 500
Hz la relazione suddetta definisce l’indice di valutazione del potere fonoisolante, Rw).
In relazione a tale grandezza, sono ammesse soltanto chiusure in grado di assicurare un valore di Rw = 40 dB e concorrere
all'isolamento acustico standardizzato DnTw dell'intera facciata (L’isolamento acustico standardizzato DnT fra due ambienti e tra
un ambiente e l’esterno è definito dalla relazione DnT= L1 - L2 + 10 log (T/To) dove L1 ed L2 sono i livelli di pressione sonora nei
due ambienti, T è il tempo di riverberazione del locale ricevente mentre To è convenzionalmente assunto pari a 0,5 s. Facendo
riferimento ai soli valori relativi alla frequenza di 500 Hz la relazione suddetta definisce l’indice di valutazione dell’isolamento
acustico standardizzato, DnTw) in modo che esso corrisponda a quanto riportato in seguito.
GRANDEZZE DI RIFERIMENTO: DEFINIZIONI, METODI DI CALCOLO E MISURE
Le grandezze che caratterizzano i requisiti acustici passivi degli edifici sono:
1. il tempo di riverberazione (T), definito dalla norma ISO 3382:1975;
2. il potere fonoisolante apparente di elementi di separazione tra ambienti (R), definito dalla norma EN ISO 140-5:1996;
3. l’isolamento acustico standardizzato di facciata (D2m,nT), definito da:
D2m,nT = D2m + 10 logT/To
dove:
D2m = L1,2m - L2 è la differenza di livello;
L1,2m è il livello di pressione sonora esterno a 2 metri dalla facciata, prodotto da rumore da traffico se prevalente, o da altoparlante
con incidenza del suono di 45° sulla facciata;
L2 è il livello di pressione sonora medio nell’ambiente ricevente, valutato a partire dai livelli misurati nell’ambiente ricevente
mediante la seguente formula:
- Sommatoria (i=1; i=n) 10^(Li/10)
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Manuale di Manutenzione
le misure dei livelli Li devono essere eseguite in numero di n per ciascuna banda di terzi di ottava. Il numero n è il numero intero
immediatamente superiore ad un decimo del volume dell’ambiente; in ogni caso, il valore minimo di n è cinque;
T è il tempo di riverberazione nell’ambiente ricevente, in secondi;
TO è il tempo di riverberazione di riferimento assunto, pari a 0,5 s;
4. il livello di rumore di calpestio di solai normalizzato (Ln) definito dalla norma EN ISO 140-6: 1996:
5. L ASmax: livello massimo di pressione sonora ponderata A con costante di tempo slow;
6.L Aeq: livello continuo equivalente di pressione sonora ponderata A.
Gli indici di valutazione che caratterizzano i requisiti acustici passivi degli edifici sono:
a. indice del potere fonoisolante apparente di partizioni fra ambienti (Rw) da calcolare secondo le norme UNI EN ISO 140-1; UNI
EN ISO 140-3; UNI EN ISO 140-4;
b. indice dell'isolamento acustico standardizzato di facciata (D2m,nT,w) da calcolare secondo le stesse procedure di cui al
precedente punto a;
c. indici del livello di rumore di calpestio di solai, normalizzato (Ln,w) da calcolare secondo la procedura descritta dalla norma UNI
EN ISO 140-1; UNI EN ISO 140-6; UNI EN ISO 140-7; UNI EN ISO 140-8;
D.P.C.M. 5.12.1997 “DETERMINAZIONE DEI REQUISITI ACUSTICI PASSIVI DEGLI EDIFICI”
TABELLA A - CLASSIFICAZIONE DEGLI AMBIENTI ABITATIVI (art.2)
- categoria A: edifici adibiti a residenza o assimilabili;
- categoria B: edifici adibiti ad uffici e assimilabili;
- categoria C: edifici adibiti ad alberghi, pensioni ed attività assimilabili;
- categoria D: edifici adibiti ad ospedali, cliniche, case di cura e assimilabili;
- categoria E: edifici adibiti ad attività scolastiche a tutti i livelli e assimilabili;
- categoria F: edifici adibiti ad attività ricreative o di culto o assimilabili;
- categoria G: edifici adibiti ad attività commerciali o assimilabili.
TABELLA B - REQUISITI ACUSTICI PASSIVI DEGLI EDIFICI, DEI LORO COMPONENTI E DEGLI IMPIANTI
TECNOLOGICI
CATEGORIA DI CUI ALLA “Tabella A”: D;
Parametri: Rw(*)=55; D 2m,nT,w=45; Lnw=58; L ASmax=35; L Aeq=25.
CATEGORIA DI CUI ALLA “Tabella A”: A,C;
Parametri: Rw(*)=50; D 2m,nT,w=40; Lnw=63; L ASmax=35; L Aeq=35.
CATEGORIA DI CUI ALLA “Tabella A”: E;
Parametri: Rw(*)=50; D 2m,nT,w=48; Lnw=58; L ASmax=35; L Aeq=25.
CATEGORIA DI CUI ALLA “Tabella A”: B,F,G;
Parametri: Rw(*)=50; D 2m,nT,w=42; Lnw=55; L ASmax=35; L Aeq=35.
(*) Valori di Rw riferiti a elementi di separazione tra due distinte unità immobiliari.
D.P.C.M. 1.3.1991 - LIMITI MASSIMI DI IMMISSIONE NELLE SEI ZONE ACUSTICHE, ESPRESSI COME LIVELLO
EQUIVALENTE IN dB(A)
CLASSE DI DESTINAZIONE D’USO DEL TERRITORIO: I (Aree particolarmente protette)
Tempi di riferimento: Diurno=50; Notturno=40.
CLASSE DI DESTINAZIONE D’USO DEL TERRITORIO: II (Aree prevalentemente residenziali)
Tempi di riferimento: Diurno=55; Notturno=45.
CLASSE DI DESTINAZIONE D’USO DEL TERRITORIO: III (Aree di tipo misto)
Tempi di riferimento: Diurno=60; Notturno=50.
CLASSE DI DESTINAZIONE D’USO DEL TERRITORIO: IV (Aree di intensa attività umana)
Tempi di riferimento: Diurno=65; Notturno=55.
CLASSE DI DESTINAZIONE D’USO DEL TERRITORIO: V (Aree prevalentemente industriali)
Tempi di riferimento: Diurno=70; Notturno=60.
CLASSE DI DESTINAZIONE D’USO DEL TERRITORIO: VI (Aree esclusivamente industriali)
Tempi di riferimento: Diurno=70; Notturno=70.
VALORI LIMITE DI EMISSIONE Leq IN dB(A) (art.2)
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Manuale di Manutenzione
CLASSE DI DESTINAZIONE D’USO DEL TERRITORIO: I (Aree particolarmente protette)
Tempi di riferimento: Diurno(06.00-22.00)=45; Notturno(22.00-06.00)=35.
CLASSE DI DESTINAZIONE D’USO DEL TERRITORIO: II (Aree prevalentemente residenziali)
Tempi di riferimento: Diurno(06.00-22.00)=50; Notturno(22.00-06.00)=40.
CLASSE DI DESTINAZIONE D’USO DEL TERRITORIO: III (Aree di tipo misto)
Tempi di riferimento: Diurno(06.00-22.00)=55; Notturno(22.00-06.00)=45.
CLASSE DI DESTINAZIONE D’USO DEL TERRITORIO: IV (Aree di intensa attività umana)
Tempi di riferimento: Diurno(06.00-22.00)=60; Notturno(22.00-06.00)=50.
CLASSE DI DESTINAZIONE D’USO DEL TERRITORIO: V (Aree prevalentemente industriali)
Tempi di riferimento: Diurno(06.00-22.00)=65; Notturno(22.00-06.00)=55.
CLASSE DI DESTINAZIONE D’USO DEL TERRITORIO: VI (Aree esclusivamente industriali)
Tempi di riferimento: Diurno(06.00-22.00)=65; Notturno(22.00-06.00)=65.
VALORI DI QUALITÀ Leq IN dB(A) (art.7)
CLASSE DI DESTINAZIONE D’USO DEL TERRITORIO: I (Aree particolarmente protette)
Tempi di riferimento: Diurno(06.00-22.00)=47; Notturno(22.00-06.00)=37.
CLASSE DI DESTINAZIONE D’USO DEL TERRITORIO: II (Aree prevalentemente residenziali)
Tempi di riferimento: Diurno(06.00-22.00)=52; Notturno(22.00-06.00)=42.
CLASSE DI DESTINAZIONE D’USO DEL TERRITORIO: III (Aree di tipo misto)
Tempi di riferimento: Diurno(06.00-22.00)=57; Notturno(22.00-06.00)=47.
CLASSE DI DESTINAZIONE D’USO DEL TERRITORIO: IV (Aree di intensa attività umana)
Tempi di riferimento: Diurno(06.00-22.00)=62; Notturno(22.00-06.00)=52.
CLASSE DI DESTINAZIONE D’USO DEL TERRITORIO: V (Aree prevalentemente industriali)
Tempi di riferimento: Diurno(06.00-22.00)=67; Notturno(22.00-06.00)=57.
CLASSE DI DESTINAZIONE D’USO DEL TERRITORIO: VI (Aree esclusivamente industriali)
Tempi di riferimento: Diurno(06.00-22.00)=70; Notturno(22.00-06.00)=70.
Livello minimo della prestazione:
Sono ammesse soltanto chiusure in grado di assicurare un valore di Rw >=40 dB come da tabella.
TABELLA A - CLASSIFICAZIONE DEGLI AMBIENTI ABITATIVI (art.2)
- categoria A: edifici adibiti a residenza o assimilabili;
- categoria B: edifici adibiti ad uffici e assimilabili;
- categoria C: edifici adibiti ad alberghi, pensioni ed attività assimilabili;
- categoria D: edifici adibiti ad ospedali, cliniche, case di cura e assimilabili;
- categoria E: edifici adibiti ad attività scolastiche a tutti i livelli e assimilabili;
- categoria F: edifici adibiti ad attività ricreative o di culto o assimilabili;
- categoria G: edifici adibiti ad attività commerciali o assimilabili.
TABELLA B - REQUISITI ACUSTICI PASSIVI DEGLI EDIFICI, DEI LORO COMPONENTI E DEGLI IMPIANTI
TECNOLOGICI
CATEGORIA DI CUI ALLA “Tabella A”: D;
Parametri: Rw(*)=55; D 2m,nT,w=45; Lnw=58; L ASmax=35; L Aeq=25.
CATEGORIA DI CUI ALLA “Tabella A”: A,C;
Parametri: Rw(*)=50; D 2m,nT,w=40; Lnw=63; L ASmax=35; L Aeq=35.
CATEGORIA DI CUI ALLA “Tabella A”: E;
Parametri: Rw(*)=50; D 2m,nT,w=48; Lnw=58; L ASmax=35; L Aeq=25.
CATEGORIA DI CUI ALLA “Tabella A”: B,F,G;
Parametri: Rw(*)=50; D 2m,nT,w=42; Lnw=55; L ASmax=35; L Aeq=35.
(*) Valori di Rw riferiti a elementi di separazione tra due distinte unità immobiliari.
04.04.R07 Isolamento termico
Classe di Requisiti: Termici ed igrotermici
Classe di Esigenza: Benessere
I rivestimenti dovranno conservare la superficie interna a temperature vicine a quelle dell'aria ambiente tale da evitare che vi siano
pareti fredde e comunque fenomeni di condensazione superficiale.
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Manuale di Manutenzione
Prestazioni:
I rivestimenti di pareti e soffitti sottoposti all'azione dell'energia termica che tende ad uscire all'esterno (in condizioni invernali) e
che tende ad entrare (in condizioni estive), dovranno contribuire a limitare il flusso di energia per raggiungere le condizioni
termiche di benessere ambientale. Le prestazioni relative all'isolamento termico di una parete sono valutabili:
- attraverso il calcolo del coefficiente di trasmissione termica tenendo conto delle grandezze riportate nella UNI EN 12831.
Livello minimo della prestazione:
Pur non stabilendo specifici limiti prestazionali per le singole chiusure ai fini del contenimento delle dispersioni, tuttavia i valori di
U e kl devono essere tali da concorrere a contenere il coefficiente volumico di dispersione Cd dell'intero edificio e quello dei singoli
locali nei limiti previsti dalle leggi e normative vigenti.
04.04.R08 Permeabilità all'aria
Classe di Requisiti: Termici ed igrotermici
Classe di Esigenza: Benessere
I Rivestimenti dovranno controllare il passaggio dell'aria a protezione degli ambienti interni e permettere la giusta ventilazione
attraverso delle aperture.
Prestazioni:
Le prestazioni si misurano sulla classificazione basata sul confronto tra la permeabilità all'aria del campione sottoposto a prova
riferito all'intera area, e la permeabilità all'aria riferita alla lunghezza dei lati apribili. In particolare si rimanda alle norme UNI EN
12207; UNI EN 12208; UNI EN 12210.
Livello minimo della prestazione:
UNI EN 1027I livelli prestazionali variano in funzione delle classi, della permeabilità all’aria di riferimento a 100 Pa misurata in
m3 / (h * m2) e della pressione massima di prova misurata in Pa.
04.04.R09 Reazione al fuoco
Classe di Requisiti: Protezione antincendio
Classe di Esigenza: Sicurezza
Livello di partecipazione al fuoco dei materiali combustibili costituenti i rivestimenti.
Prestazioni:
I materiali di rivestimento delle pareti perimetrali devono essere di classe non superiore a 1 (uno) come previsto dalla
classificazione di reazione al fuoco prevista dal D.M. 26.6.1984 ad eccezione di scale e dei passaggi situati all'interno della stessa
unità immobiliare. Le prestazioni di reazione al fuoco dei materiali devono essere certificate da "marchio di conformità" con i dati:
del nome del produttore, dell'anno di produzione, della classe di reazione al fuoco, dell'omologazione del Ministero dell'Interno. Per
altre aree dell'edificio a rischio incendio (autorimesse, depositi di materiali combustibili, centrale termica, ecc.) valgono le
specifiche disposizioni normative in vigore per tali attività.
Livello minimo della prestazione:
I livelli minimi vengono valutati attraverso prove distruttive in laboratorio dei materiali, in particolare:
- attraverso la prova di non combustibilità (UNI ISO 1182);
- attraverso la reazione al fuoco dei materiali sospesi che possono essere investiti da una piccola fiamma su entrambe le facce (UNI
8456);
- attraverso la reazione al fuoco dei materiali che possono essere investiti da una piccola fiamma solamente su una faccia (UNI
8457);
- attraverso la reazione al fuoco dei materiali sottoposti all'azione di una fiamma d'innesco in presenza di calore radiante (UNI
9174).
04.04.R10 Regolarità delle finiture
Classe di Requisiti: Visivi
Classe di Esigenza: Aspetto
I rivestimenti debbono avere gli strati superficiali in vista privi di difetti, fessurazioni, scagliature o screpolature superficiali e/o
comunque esenti da caratteri che possano rendere difficile la lettura formale.
Prestazioni:
Le superfici dei rivestimenti non devono presentare anomalie e/o comunque fessurazioni, screpolature, sbollature superficiali, ecc..
Le tonalità dei colori dovranno essere omogenee e non evidenziare eventuali tracce di ripresa di colore e/o comunque di ritocchi.
Per i rivestimenti ceramici valgono le specifiche relative alle caratteristiche di aspetto e dimensionali di cui alla norma UNI EN ISO
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Manuale di Manutenzione
10545-2.
Livello minimo della prestazione:
I livelli minimi variano in funzione delle varie esigenze di aspetto come: la planarità, l'assenza di difetti superficiali, l'omogeneità di
colore, l'omogeneità di brillantezza, l'omogeneità di insudiciamento, ecc..
04.04.R11 Resistenza agli agenti aggressivi
Classe di Requisiti: Protezione dagli agenti chimici ed organici
Classe di Esigenza: Sicurezza
I rivestimenti non dovranno subire dissoluzioni o disgregazioni e mutamenti di aspetto a causa dell'azione di agenti aggressivi
chimici.
Prestazioni:
I materiali costituenti i rivestimenti esterni ed interni delle pareti perimetrali non devono deteriorarsi o comunque perdere le
prestazioni iniziali in presenza di agenti chimici presenti negli ambienti. I materiali devono comunque consentire le operazioni di
pulizia. I rivestimenti plastici ed i prodotti a base di vernici dovranno essere compatibili chimicamente con la base di supporto.
Livello minimo della prestazione:
I livelli minimi variano in funzione dei materiali utilizzati e del loro impiego.
04.04.R12 Resistenza agli attacchi biologici
Classe di Requisiti: Protezione dagli agenti chimici ed organici
Classe di Esigenza: Sicurezza
I rivestimenti a seguito della presenza di organismi viventi (animali, vegetali, microrganismi) non dovranno subire riduzioni di
prestazioni.
Prestazioni:
I materiali costituenti i rivestimenti non devono permettere lo sviluppo dei funghi, larve di insetto, muffe, radici e microrganismi in
genere, anche quando impiegati in locali umidi. In ogni caso non devono deteriorarsi sotto l'attacco dei suddetti agenti biologici,
resistere all'attacco di eventuali roditori e consentire un'agevole pulizia delle superfici.
Livello minimo della prestazione:
I valori minimi di resistenza agli attacchi biologici variano in funzione dei materiali, dei prodotti utilizzati, delle classi di rischio,
delle situazioni generali di servizio, dell'esposizione a umidificazione e del tipo di agente biologico.
DISTRIBUZIONE DEGLI AGENTI BIOLOGICI PER CLASSI DI RISCHIO (UNI EN 335-1)
CLASSE DI RISCHIO: 1;
Situazione generale di servizio: non a contatto con terreno, al coperto (secco);
Descrizione dell’esposizione a umidificazione in servizio: nessuna;
Distribuzione degli agenti biologici: a)funghi: -; b)*insetti: U; c)termiti: L; d)organismi marini: -.
CLASSE DI RISCHIO: 2;
Situazione generale di servizio: non a contatto con terreno, al coperto (rischio di umidificazione);
Descrizione dell’esposizione a umidificazione in servizio: occasionale;
Distribuzione degli agenti biologici: a)funghi: U; b)*insetti: U; c)termiti: L; d)organismi marini: -.
CLASSE DI RISCHIO: 3;
Situazione generale di servizio: non a contatto con terreno, non al coperto;
Descrizione dell’esposizione a umidificazione in servizio: frequente;
Distribuzione degli agenti biologici: a)funghi: U; b)*insetti: U; c)termiti: L; d)organismi marini: -;
CLASSE DI RISCHIO: 4;
Situazione generale di servizio: a contatto con terreno o acqua dolce;
Descrizione dell’esposizione a umidificazione in servizio: permanente;
Distribuzione degli agenti biologici: a)funghi: U; b)*insetti: U; c)termiti: L; d)organismi marini: -.
CLASSE DI RISCHIO: 5;
Situazione generale di servizio: in acqua salata;
Descrizione dell’esposizione a umidificazione in servizio: permanente;
Distribuzione degli agenti biologici: a)funghi: U; b)*insetti: U; c)termiti: L; d)organismi marini: U.
DOVE:
U = universalmente presente in Europa
L = localmente presente in Europa
* il rischio di attacco può essere non significativo a seconda delle particolari situazioni di servizio.
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Manuale di Manutenzione
04.04.R13 Resistenza agli urti
Classe di Requisiti: Di stabilità
Classe di Esigenza: Sicurezza
I rivestimenti unitamente alle pareti dovranno essere in grado di sopportare urti (definiti dall'energia cinetica di urti-tipo o
convenzionali di corpi duri, come di oggetti scagliati, o molli, come il peso di un corpo che cade) che non debbono compromettere
la stabilità della parete, né provocare il distacco di elementi o frammenti pericolosi a carico degli utenti.
Prestazioni:
Sottoposte alle azioni di urti sulla faccia esterna e su quella interna, i rivestimenti unitamente alle pareti non dovranno manifestare
deterioramenti della finitura (tinteggiatura, rivestimento pellicolare, ecc.) né deformazioni permanenti, anche limitate, o
fessurazioni, senza pericolo di cadute di frammenti, anche leggere.
Livello minimo della prestazione:
I rivestimenti unitamente alle pareti dovranno resistere all'azione di urti sulla faccia esterna ed interna, prodotti secondo le modalità
riportate di seguito che corrispondono a quelle previste dalla norma UNI 9269 P:
TIPO DI PROVA: Urto con corpo duro;
Massa del corpo [Kg] = 0.5;
Energia d’urto applicata [J] = 3;
Note: - ;
TIPO DI PROVA: Urto con corpo molle di grandi dimensioni;
Massa del corpo [Kg] = 50;
Energia d’urto applicata [J] = 300;
Note: Non necessario, per la faccia esterna, oltre il piano terra;
TIPO DI PROVA: Urto con corpo molle di piccole dimensioni;
Massa del corpo [Kg] = 3;
Energia d’urto applicata [J] = 60 - 10 - 30;
Note: Superficie esterna, al piano terra.
04.04.R14 Resistenza al fuoco
Classe di Requisiti: Protezione antincendio
Classe di Esigenza: Sicurezza
I materiali costituenti i rivestimenti, sottoposti all'azione del fuoco non devono subire trasformazioni chimico-fisiche.
Prestazioni:
I rivestimenti unitamente agli elementi strutturali delle pareti perimetrali devono presentare una resistenza al fuoco (REI) non
inferiore a quello determinabile in funzione del carico d'incendio, secondo le modalità specificate nel D.M. 9.3.2007. Le pareti di
aree a rischio specifico interessante l'edificio (depositi di materiali combustibili, autorimesse, centrale termica, locali di vendita,
ecc.) dovranno inoltre rispettare le specifiche disposizioni normative vigenti per tali attività.
Livello minimo della prestazione:
In particolare i rivestimenti unitamente agli elementi costruttivi delle pareti devono avere la resistenza al fuoco indicata di seguito,
espressa in termini di tempo entro il quale conservano stabilità, tenuta alla fiamma e ai fumi e isolamento termico:
Altezza antincendio (m): da 12 a 32 - Classe REI (min): 60;
Altezza antincendio (m): da oltre 32 a 80 - Classe REI (min): 90;
Altezza antincendio (m): oltre 80 - Classe REI (min): 120.
04.04.R15 Resistenza al gelo
Classe di Requisiti: Protezione dagli agenti chimici ed organici
Classe di Esigenza: Sicurezza
I rivestimenti non dovranno subire disgregazioni e variazioni dimensionali e di aspetto in conseguenza della formazione di ghiaccio.
Prestazioni:
I rivestimenti dovranno conservare nel tempo le proprie caratteristiche funzionali se sottoposte a sollecitazioni derivanti da cause di
gelo e disgelo, in particolare all’insorgere di pressioni interne che ne provocano la degradazione.
Livello minimo della prestazione:
I valori minimi variano in funzione del materiale impiegato. La resistenza al gelo viene determinata secondo prove di laboratorio su
provini sottoposti a cicli alternati di gelo (in aria raffreddata) e disgelo (in acqua termostatizzata). Le misurazioni della variazione
del modulo elastico, della massa e della lunghezza ne determinano la resistenza al gelo.
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04.04.R16 Resistenza al vento
Classe di Requisiti: Di stabilità
Classe di Esigenza: Sicurezza
I rivestimenti unitamente alle pareti dovranno resistere alle azioni e depressioni del vento tale da non compromettere la stabilità e la
funzionalità degli strati che le costituiscono.
Prestazioni:
I rivestimenti unitamente alle pareti dovranno essere idonee a resistere all'azione del vento in modo da assicurare durata e
funzionalità nel tempo senza pregiudicare la sicurezza degli utenti. L'azione del vento da considerare è quella prevista dal D.M.
12.2.1982 e dalla norma CNR B.U. 117 (che dividono convenzionalmente il territorio italiano in quattro zone), tenendo conto
dell'altezza dell'edificio, della forma della parete e del tipo di esposizione.
Livello minimo della prestazione:
I livelli minimi variano in funzione di prove di laboratorio basate nella misurazione della differenza di pressione in condizioni di
sovrappressione e in depressione, con cassoni d'aria o cuscini d'aria, di una sezione di parete secondo la ISO 7895.
04.04.R17 Resistenza all'acqua
Classe di Requisiti: Protezione dagli agenti chimici ed organici
Classe di Esigenza: Sicurezza
I rivestimenti costituenti le pareti, a contatto con l'acqua, dovranno mantenere inalterate le proprie caratteristiche chimico-fisiche.
Prestazioni:
Non devono verificarsi deterioramenti di alcun tipo dei rivestimenti superficiali, nei limiti indicati dalla normativa. L'acqua inoltre
non deve raggiungere i materiali isolanti né quelli deteriorabili in presenza di umidità.
Livello minimo della prestazione:
In presenza di acqua, non devono verificarsi variazioni dimensionali né tantomeno deformazioni permanenti nell'ordine dei 4 - 5
mm rispetto al piano di riferimento della parete.
04.04.R18 Resistenza meccanica
Classe di Requisiti: Di stabilità
Classe di Esigenza: Sicurezza
I rivestimenti unitamente alle pareti dovranno limitare la manifestazione di eventuali rotture, o deformazioni rilevanti, causate
dall'azione di possibili sollecitazioni.
Prestazioni:
I rivestimenti unitamente alle pareti dovranno essere idonei a limitare il prodursi di rotture o deformazioni gravi sotto l'azione di
sollecitazioni meccaniche in modo da assicurare la durata e la funzionalità nel tempo senza pregiudicare la sicurezza degli utenti. A
tal fine si considerano le seguenti azioni: carichi dovuti al peso proprio e di esercizio, sollecitazioni da impatto, carichi dovuti a
dilatazioni termiche, assestamenti e deformazioni di strutture portanti.
Livello minimo della prestazione:
Per una analisi più approfondita dei livelli minimi rispetto ai vari componenti e materiali costituenti i rivestimenti si rimanda alle
prescrizioni di legge e di normative vigenti in materia.
04.04.R19 Tenuta all'acqua
Classe di Requisiti: Termici ed igrotermici
Classe di Esigenza: Benessere
La stratificazione dei rivestimenti unitamente alle pareti dovrà essere realizzata in modo da impedire alle acque meteoriche di
penetrare negli ambienti interni provocando macchie di umidità e/o altro ai rivestimenti interni.
Prestazioni:
Le prestazioni si misurano sulla classificazione basata sul confronto tra la permeabilità all'aria del campione sottoposto a prova
riferito all'intera area, e la permeabilità all'aria riferita alla lunghezza dei lati apribili. In particolare si rimanda alle norme UNI EN
12207; UNI EN 12208; UNI EN 12210.
Livello minimo della prestazione:
I livelli prestazionali variano in funzione delle classi, della permeabilità all’aria di riferimento a 100 Pa misurata in m^3 / hm ^2 e
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Manuale di Manutenzione
della pressione massima di prova misurata in Pa.
L'Unità Tecnologica è composta dai seguenti Elementi Manutenibili:
° 04.04.01 Rivestimenti in metallo
° 04.04.02 Rivestimenti in laterizio
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Manuale di Manutenzione
Elemento Manutenibile: 04.04.01
Rivestimenti in metallo
Unità Tecnologica: 04.04
Rivestimenti esterni
I Rivestimenti in metallo trovano applicazione negli ambienti abitativi e in molte soluzioni di arredo. Attraverso processi tecnologici
si possono trovare prodotti con le superfici ad effetti: liscio, decorato, stampato a rilievo, acidato. In particolare per l'acciaio inox
(lucidatura a specchio, spazzolato, modanato, satinato, ecc.), per l'alluminio (levigato, satinato, spazzolato, anodizzato, plastificato,
verniciato, ecc.). Le dimensioni e gli spessori variano a secondo dei prodotti. I fogli metallici trovano impiego nella copertura di
ampie superfici senza necessitare di giunti. in particolare l'alluminio risulta essere resistente, leggero e richiede poca manutenzione.
Vi è inoltre una gamma di pannelli in metallo traforati (punzonato, ondulato, fessurato, allungato, ecc.) disponibili in una
moltitudine di modelli e metalli (alluminio, ottone, rame, acciaio dolce, acciaio galvanico, acciaio inox, leghe speciali, ecc.)
ANOMALIE RISCONTRABILI
04.04.01.A01 Alterazione cromatica
Alterazione che si può manifestare attraverso la variazione di uno o più parametri che definiscono il colore: tinta, chiarezza,
saturazione. Può evidenziarsi in modo localizzato o in zone più ampie diversamente a secondo delle condizioni.
04.04.01.A02 Corrosione
Decadimento dei materiali metallici a causa della combinazione con sostanze presenti nell'ambiente (ossigeno, acqua, anidride
carbonica, ecc.).
04.04.01.A03 Deformazione
Variazione geometriche e morfologiche dei profili e degli elementi di tamponamento per fenomeni di ritiro quali imbarcamento,
svergolamento, ondulazione.
04.04.01.A04 Deposito superficiale
Accumulo di pulviscolo atmosferico o di altri materiali estranei quali: microrganismi, residui organici, ecc. di spessore variabile,
poco coerente e poco aderente al materiale sottostante.
04.04.01.A05 Distacco
Disgregazione e distacco di parti notevoli del materiale che può manifestarsi anche mediante espulsione di elementi prefabbricati
dalla loro sede.
04.04.01.A06 Graffi
Graffi lungo le superfici dei rivestimenti.
04.04.01.A07 Impronte
Impronte digitali lungo le superfici dei rivestimenti.
04.04.01.A08 Macchie
Pigmentazione accidentale e localizzata della superficie.
04.04.01.A09 Patina
Patina lungo le superfici dei rivestimenti accompagnata spesso da processi di ossidazione.
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Manuale di Manutenzione
CONTROLLI ESEGUIBILI DALL'UTENTE
04.04.01.C01 Controllo generale delle parti a vista
Cadenza: ogni 12 mesi
Tipologia: Controllo a vista
Controllo dello stato e verifica del grado di usura delle parti in vista. Controllo dei fissaggi e degli elementi di ancoraggio.
Controllare l'uniformità dell'aspetto cromatico delle superfici e della loro planarità. Riscontro di eventuali anomalie (distacchi,
graffi, macchie,ecc.) e/o difetti di esecuzione.
•
•
Requisiti da verificare: 1) Regolarità delle finiture; 2) Resistenza meccanica.
Anomalie riscontrabili: 1) Deposito superficiale; 2) Distacco.
MANUTENZIONI ESEGUIBILI DA PERSONALE SPECIALIZZATO
04.04.01.I01 Pulizia delle superfici
Cadenza: quando occorre
Pulizia della patina superficiale degradata dell'intonaco mediante lavaggio ad acqua con soluzioni adatte al tipo di rivestimento.
Rimozioni di macchie, graffiti o depositi superficiali mediante l'impiego di tecniche con getto d'acqua a pressione e/o con soluzioni
chimiche appropriate.
•
Ditte specializzate: Specializzati vari.
04.04.01.I02 Sostituzione delle parti più soggette ad usura
Cadenza: quando occorre
Sostituzione delle parti più soggette ad usura o altre forme di degrado mediante l'asportazione delle aree più degradate, pulizia delle
parti sottostanti mediante spazzolatura e preparazione della base di sottofondo previo lavaggio. Ripresa dell'area con materiali
adeguati e/o comunque simili all'intonaco originario ponendo particolare attenzione a non alterare l'aspetto visivo cromatico delle
superfici.
•
Ditte specializzate: Muratore, Intonacatore.
Elemento Manutenibile: 04.04.02
Rivestimenti in laterizio
Unità Tecnologica: 04.04
Rivestimenti esterni
I laterizi impiegati come elementi da rivestimento in vista dovranno essere esenti da difetti quali scagliature o alterazioni
cromatiche. Essi possono assumere formati e spessori diversi a secondo del loro utilizzo. Possono essere con superficie liscia, scabra
o sabbiata ed avere colorazioni diverse. Importante per i rivestimenti in laterizio è la messa in opera. Particolare cura dovrà essere
rivolta al regolare allineamento degli elementi, allo spessore dei giunti orizzontali e verticali che dovranno rispettare i requisiti di
tenuta all'acqua e di resistenza al gelo. E' un tipo di rivestimento che garantisce eccellenti comportamenti nel tempo.
ANOMALIE RISCONTRABILI
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Manuale di Manutenzione
04.04.02.A01 Alveolizzazione
Degradazione che si manifesta con la formazione di cavità di forme e dimensioni variabili. Gli alveoli sono spesso interconnessi e
hanno distribuzione non uniforme. Nel caso particolare in cui il fenomeno si sviluppa essenzialmente in profondità con andamento a
diverticoli si può usare il termine alveolizzazione a cariatura.
04.04.02.A02 Cavillature superficiali
Sottile trama di fessure sulla superficie dell'intonaco.
04.04.02.A03 Crosta
Deposito superficiale di spessore variabile, duro e fragile, generalmente di colore nero.
04.04.02.A04 Decolorazione
Alterazione cromatica della superficie.
04.04.02.A05 Degrado dei giunti
Distacco ed alterazione cromatica dei giunti.
04.04.02.A06 Deposito superficiale
Accumulo di pulviscolo atmosferico o di altri materiali estranei, di spessore variabile, poco coerente e poco aderente alla superficie
del rivestimento.
04.04.02.A07 Disgregazione
Decoesione caratterizzata da distacco di granuli o cristalli sotto minime sollecitazioni meccaniche.
04.04.02.A08 Distacco
Disgregazione e distacco di parti notevoli del materiale che può manifestarsi anche mediante espulsione di elementi prefabbricati
dalla loro sede.
04.04.02.A09 Efflorescenze
Formazione di sostanze, generalmente di colore biancastro e di aspetto cristallino o pulverulento o filamentoso, sulla superficie del
manufatto. Nel caso di efflorescenze saline, la cristallizzazione può talvolta avvenire all'interno del materiale provocando spesso il
distacco delle parti più superficiali: il fenomeno prende allora il nome di criptoefflorescenza o subefflorescenza.
04.04.02.A10 Erosione superficiale
Asportazione di materiale dalla superficie dovuta a processi di natura diversa. Quando sono note le cause di degrado, possono essere
utilizzati anche termini come erosione per abrasione o erosione per corrasione (cause meccaniche), erosione per corrosione (cause
chimiche e biologiche), erosione per usura (cause antropiche).
04.04.02.A11 Esfoliazione
Degradazione che si manifesta con distacco, spesso seguito da caduta, di uno o più strati superficiali subparalleli fra loro,
generalmente causata dagli effetti del gelo.
04.04.02.A12 Fessurazioni
Presenza di rotture singole, ramificate, ortogonale o parallele all'armatura che possono interessare l'intero spessore del manufatto.
04.04.02.A13 Macchie e graffiti
Imbrattamento della superficie con sostanze macchianti in grado di aderire e penetrare nel materiale.
04.04.02.A14 Mancanza
Caduta e perdita di parti del materiale del manufatto.
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Manuale di Manutenzione
04.04.02.A15 Patina biologica
Strato sottile, morbido e omogeneo, aderente alla superficie e di evidente natura biologica, di colore variabile, per lo più verde. La
patina biologica è costituita prevalentemente da microrganismi cui possono aderire polvere, terriccio.
04.04.02.A16 Penetrazione di umidità
Comparsa di macchie di umidità dovute all'assorbimento di acqua.
04.04.02.A17 Pitting
Degradazione puntiforme che si manifesta attraverso la formazione di fori ciechi, numerosi e ravvicinati. I fori hanno forma
tendenzialmente cilindrica con diametro massimo di pochi millimetri.
04.04.02.A18 Polverizzazione
Decoesione che si manifesta con la caduta spontanea dei materiali sotto forma di polvere o granuli.
04.04.02.A19 Presenza di vegetazione
Presenza di vegetazione caratterizzata dalla formazione di licheni, muschi e piante lungo le superficie.
04.04.02.A20 Rigonfiamento
Variazione della sagoma che interessa l’intero spessore del materiale e che si manifesta soprattutto in elementi lastriformi. Ben
riconoscibile essendo dato dal tipico andamento “a bolla” combinato all’azione della gravità.
04.04.02.A21 Scheggiature
Distacco di piccole parti di materiale lungo i bordi e gli spigoli degli elementi di rivestimento.
CONTROLLI ESEGUIBILI DALL'UTENTE
04.04.02.C01 Controllo generale delle parti a vista
Cadenza: ogni 12 mesi
Tipologia: Controllo a vista
Controllo dello stato di conservazione delle finiture e verifica del grado di usura o di erosione delle parti in vista ed in particolare dei
giunti. Controllare l'uniformità dell'aspetto cromatico delle superfici. Riscontro di eventuali anomalie (depositi, macchie, graffiti,
presenza di vegetazione, efflorescenze, microfessurazioni, ecc.).
•
•
Requisiti da verificare: 1) Regolarità delle finiture.
Anomalie riscontrabili: 1) Alveolizzazione; 2) Cavillature superficiali; 3) Crosta; 4) Decolorazione; 5) Deposito superficiale; 6)
Disgregazione; 7) Distacco; 8) Efflorescenze; 9) Erosione superficiale; 10) Esfoliazione; 11) Fessurazioni; 12) Macchie e
graffiti; 13) Mancanza; 14) Patina biologica; 15) Penetrazione di umidità; 16) Pitting; 17) Polverizzazione; 18) Presenza di
vegetazione; 19) Rigonfiamento; 20) Scheggiature.
MANUTENZIONI ESEGUIBILI DA PERSONALE SPECIALIZZATO
04.04.02.I01 Pulizia delle superfici
Cadenza: ogni 5 anni
Pulizia e rimozione dello sporco superficiale mediante spazzolatura manuale degli elementi o con tecniche di rimozione dei depositi,
adatte al tipo di rivestimento, mediante getti di acqua a pressione microsabbiature.
•
Ditte specializzate: Specializzati vari.
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Manuale di Manutenzione
04.04.02.I02 Pulizia e reintegro giunti
Cadenza: ogni 10 anni
Pulizia dei giunti mediante spazzolatura manuale o con tecniche di rimozione dei depositi mediante getti di acqua a pressione.
Reintegro dei giunti degradati mediante nuova listellatura.
•
Ditte specializzate: Specializzati vari.
04.04.02.I03 Ripristino strati protettivi
Cadenza: ogni 5 anni
Ripristino degli strati protettivi, previa accurata pulizia delle superfici, qualora il tipo di elemento in laterizio lo preveda, con
soluzioni chimiche appropriate antimacchia, antigraffiti che non alterino le caratteristiche fisico-chimiche dei materiale ed in
particolare di quelle visive cromatiche.
•
Ditte specializzate: Specializzati vari.
04.04.02.I04 Sostituzione elementi degradati
Cadenza: quando occorre
Sostituzione degli elementi usurati o rotti con altri analoghi. Reintegro dei giunti degradati mediante nuova listellatura.
•
Ditte specializzate: Specializzati vari.
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Manuale di Manutenzione
Unità Tecnologica: 04.05
Infissi esterni
Gli infissi esterni fanno parte del sistema chiusura del sistema tecnologico. Il loro scopo è quello di soddisfare i requisiti di
benessere quindi di permettere l'illuminazione e la ventilazione naturale degli ambienti, garantendo inoltre le prestazioni di
isolamento termico-acustico. Gli infissi offrono un'ampia gamma di tipologie diverse sia per materiale che per tipo di apertura.
REQUISITI E PRESTAZIONI (UT)
04.05.R01 (Attitudine al) controllo del fattore solare
Classe di Requisiti: Termici ed igrotermici
Classe di Esigenza: Benessere
Gli infissi dovranno consentire un adeguato ingresso di energia termica raggiante attraverso le superfici trasparenti (vetri) in
funzione delle condizioni climatiche.
Prestazioni:
Gli infissi esterni verticali dovranno essere provvisti di dispositivi mobili di oscuramento (persiane, avvolgibili, frangisole, ecc.) che
svolgano funzione di regolazione e controllo del passaggio della radiazione solare dall'esterno all'interno limitando il
surriscaldamento estivo degli ambienti e nel rispetto di una adeguata ventilazione. Tali dispositivi dovranno inoltre consentire le
operazioni di manovra dall'interno ed essere facilmente accessibili per tutte le operazioni di manutenzione e/o riparazione.
Livello minimo della prestazione:
Il fattore solare dell'infisso non dovrà superare, con insolazione diretta, il valore di 0,3 con i dispositivi di oscuramento in posizione
di chiusura.
04.05.R02 (Attitudine al) controllo del flusso luminoso
Classe di Requisiti: Funzionalità tecnologica
Classe di Esigenza: Funzionalità
Gli infissi dovranno consentire una adeguata immissione di luce naturale all'interno, in quantità sufficiente per lo svolgimento delle
attività previste e permetterne la regolazione.
Prestazioni:
Gli infissi esterni verticali dovranno essere provvisti di dispositivi mobili di oscuramento (persiane, avvolgibili, frangisole, ecc.) che
svolgano funzione di regolazione e controllo del passaggio della radiazione solare dall'esterno all'interno limitando il
surriscaldamento estivo degli ambienti e nel rispetto di una adeguata ventilazione. Tali dispositivi dovranno inoltre consentire le
operazioni di manovra dall'interno ed essere facilmente accessibili per tutte le operazioni di manutenzione e/o riparazione. In
particolare le finestre e le portefinestre ad eccezione di quelle a servizio dei locali igienici, dei disimpegni, dei corridoi, dei vani
scala, dei ripostigli, ecc., dovranno avere una superficie trasparente dimensionata in modo tale da assicurare un valore idoneo del
fattore medio di luce diurna nell'ambiente interessato.
Livello minimo della prestazione:
La superficie trasparente delle finestre e delle portefinestre deve essere dimensionata in modo da assicurare all'ambiente servito un
valore del fattore medio di luce diurna nell'ambiente non inferiore al 2%. In ogni caso la superficie finestrata apribile non deve
essere inferiore ad 1/8 della superficie del pavimento del locale.
04.05.R03 (Attitudine al) controllo della condensazione superficiale
Classe di Requisiti: Termici ed igrotermici
Classe di Esigenza: Benessere
Gli infissi devono essere realizzati in modo da evitare la formazione di condensazione sulla superficie degli elementi.
Prestazioni:
Gli infissi devono essere realizzati in modo da evitare fenomeni di condensazione interstiziale all'interno dei telai e comunque in
maniera tale che l'acqua di condensa non arrechi danni o deterioramenti permanenti. Inoltre i vetri camera devono essere realizzati
con camera adeguatamente sigillata e riempita di aria secca.
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Manuale di Manutenzione
Livello minimo della prestazione:
Gli infissi esterni verticali se provvisti di sistema di raccolta e smaltimento di acqua da condensa, dovranno conservare una
temperatura superficiale Tsi, su tutte le parti interne, sia esse opache che trasparenti, non inferiore ai valori riportati di seguito, nelle
condizioni che la temperatura dell'aria esterna sia pari a quella di progetto riferita al luogo di ubicazione dell'alloggio:
S < 1.25 - Tsi = 1
1.25 <= S < 1.35 - Tsi = 2
1.35 <= S < 1.50 - Tsi = 3
1.50 <= S < 1.60 - Tsi = 4
1.60 <= S < 1.80 - Tsi = 5
1.80 <= S < 2.10 - Tsi = 6
2.10 <= S < 2.40 - Tsi = 7
2.40 <= S < 2.80 - Tsi = 8
2.80 <= S < 3.50 - Tsi = 9
3.50 <= S < 4.50 - Tsi = 10
4.50 <= S < 6.00 - Tsi = 11
6.00 <= S < 9.00 - Tsi = 12
9.00 <= S < 12.00 - Tsi = 13
S >= 12.00 - Tsi = 14
Dove:
S = Superficie dell’infisso in m^2
Tsi = Temperatura superficiale in °C
04.05.R04 (Attitudine al) controllo delle dispersioni elettriche
Classe di Requisiti: Protezione elettrica
Classe di Esigenza: Sicurezza
Gli infissi devono essere in grado di controllare e disperdere eventuali scariche elettriche e/o comunque pericoli di folgorazioni, a
carico degli utenti, per contatto diretto.
Prestazioni:
Gli infissi esterni verticali, realizzati in materiale metallico e comunque in grado di condurre elettricità qualora, secondo la norma
CEI 64-8, siano da considerarsi come “massa estranea” in quanto capaci di immettere il potenziale di terra, devono essere realizzati
mediante collegamenti equipotenziali con l'impianto di terra predisposto per l'edificio, collegando al conduttore dell'impianto di
terra solamente il telaio metallico dell'infisso, evitando all'utenza qualsiasi pericolo di folgorazioni da contatto.
Livello minimo della prestazione:
Essi variano in funzione delle modalità di progetto.
04.05.R05 Isolamento acustico
Classe di Requisiti: Acustici
Classe di Esigenza: Benessere
E’ l'attitudine a fornire un'idonea resistenza al passaggio dei rumori. Il livello di isolamento richiesto varia in funzione della
tipologia e del tipo di attività svolta e in funzione della classe di destinazione d'uso del territorio.
Prestazioni:
I serramenti esterni devono assicurare all'interno dei locali un adeguato benessere. La classe di prestazione è correlata al livello di
rumorosità esterno, in particolare alla zona di rumore di appartenenza.
D.P.C.M. 5.12.1997 “DETERMINAZIONE DEI REQUISITI ACUSTICI PASSIVI DEGLI EDIFICI”
TABELLA A - CLASSIFICAZIONE DEGLI AMBIENTI ABITATIVI (art.2)
- categoria A: edifici adibiti a residenza o assimilabili;
- categoria B: edifici adibiti ad uffici e assimilabili;
- categoria C: edifici adibiti ad alberghi, pensioni ed attività assimilabili;
- categoria D: edifici adibiti ad ospedali, cliniche, case di cura e assimilabili;
- categoria E: edifici adibiti ad attività scolastiche a tutti i livelli e assimilabili;
- categoria F: edifici adibiti ad attività ricreative o di culto o assimilabili;
- categoria G: edifici adibiti ad attività commerciali o assimilabili.
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Manuale di Manutenzione
TABELLA B - REQUISITI ACUSTICI PASSIVI DEGLI EDIFICI, DEI LORO COMPONENTI E DEGLI IMPIANTI
TECNOLOGICI
CATEGORIA DI CUI ALLA “Tabella A”: D;
Parametri: Rw(*)=55; D 2m,nT,w=45; Lnw=58; L ASmax=35; L Aeq=25.
CATEGORIA DI CUI ALLA “Tabella A”: A,C;
Parametri: Rw(*)=50; D 2m,nT,w=40; Lnw=63; L ASmax=35; L Aeq=35.
CATEGORIA DI CUI ALLA “Tabella A”: E;
Parametri: Rw(*)=50; D 2m,nT,w=48; Lnw=58; L ASmax=35; L Aeq=25.
CATEGORIA DI CUI ALLA “Tabella A”: B,F,G;
Parametri: Rw(*)=50; D 2m,nT,w=42; Lnw=55; L ASmax=35; L Aeq=35.
(*) Valori di Rw riferiti a elementi di separazione tra due distinte unità immobiliari.
D.P.C.M. 1.3.1991 - LIMITI MASSIMI DI IMMISSIONE NELLE SEI ZONE ACUSTICHE, ESPRESSI COME LIVELLO
EQUIVALENTE IN dB(A)
CLASSE DI DESTINAZIONE D’USO DEL TERRITORIO: I (Aree particolarmente protette)
Tempi di riferimento: Diurno=50; Notturno=40.
CLASSE DI DESTINAZIONE D’USO DEL TERRITORIO: II (Aree prevalentemente residenziali)
Tempi di riferimento: Diurno=55; Notturno=45.
CLASSE DI DESTINAZIONE D’USO DEL TERRITORIO: III (Aree di tipo misto)
Tempi di riferimento: Diurno=60; Notturno=50.
CLASSE DI DESTINAZIONE D’USO DEL TERRITORIO: IV (Aree di intensa attività umana)
Tempi di riferimento: Diurno=65; Notturno=55.
CLASSE DI DESTINAZIONE D’USO DEL TERRITORIO: V (Aree prevalentemente industriali)
Tempi di riferimento: Diurno=70; Notturno=60.
CLASSE DI DESTINAZIONE D’USO DEL TERRITORIO: VI (Aree esclusivamente industriali)
Tempi di riferimento: Diurno=70; Notturno=70.
VALORI LIMITE DI EMISSIONE Leq IN dB(A) (art.2)
CLASSE DI DESTINAZIONE D’USO DEL TERRITORIO: I (Aree particolarmente protette)
Tempi di riferimento: Diurno(06.00-22.00)=45; Notturno(22.00-06.00)=35.
CLASSE DI DESTINAZIONE D’USO DEL TERRITORIO: II (Aree prevalentemente residenziali)
Tempi di riferimento: Diurno(06.00-22.00)=50; Notturno(22.00-06.00)=40.
CLASSE DI DESTINAZIONE D’USO DEL TERRITORIO: III (Aree di tipo misto)
Tempi di riferimento: Diurno(06.00-22.00)=55; Notturno(22.00-06.00)=45.
CLASSE DI DESTINAZIONE D’USO DEL TERRITORIO: IV (Aree di intensa attività umana)
Tempi di riferimento: Diurno(06.00-22.00)=60; Notturno(22.00-06.00)=50.
CLASSE DI DESTINAZIONE D’USO DEL TERRITORIO: V (Aree prevalentemente industriali)
Tempi di riferimento: Diurno(06.00-22.00)=65; Notturno(22.00-06.00)=55.
CLASSE DI DESTINAZIONE D’USO DEL TERRITORIO: VI (Aree esclusivamente industriali)
Tempi di riferimento: Diurno(06.00-22.00)=65; Notturno(22.00-06.00)=65.
VALORI DI QUALITÀ Leq IN dB(A) (art.7)
CLASSE DI DESTINAZIONE D’USO DEL TERRITORIO: I (Aree particolarmente protette)
Tempi di riferimento: Diurno(06.00-22.00)=47; Notturno(22.00-06.00)=37.
CLASSE DI DESTINAZIONE D’USO DEL TERRITORIO: II (Aree prevalentemente residenziali)
Tempi di riferimento: Diurno(06.00-22.00)=52; Notturno(22.00-06.00)=42.
CLASSE DI DESTINAZIONE D’USO DEL TERRITORIO: III (Aree di tipo misto)
Tempi di riferimento: Diurno(06.00-22.00)=57; Notturno(22.00-06.00)=47.
CLASSE DI DESTINAZIONE D’USO DEL TERRITORIO: IV (Aree di intensa attività umana)
Tempi di riferimento: Diurno(06.00-22.00)=62; Notturno(22.00-06.00)=52.
CLASSE DI DESTINAZIONE D’USO DEL TERRITORIO: V (Aree prevalentemente industriali)
Tempi di riferimento: Diurno(06.00-22.00)=67; Notturno(22.00-06.00)=57.
CLASSE DI DESTINAZIONE D’USO DEL TERRITORIO: VI (Aree esclusivamente industriali)
Tempi di riferimento: Diurno(06.00-22.00)=70; Notturno(22.00-06.00)=70.
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Livello minimo della prestazione:
In relazione alla destinazione degli ambienti e alla rumorosità della zona di ubicazione i serramenti esterni sono classificati secondo
la UNI 8204:
di classe R1 se 20 <= Rw <= 27 db(A);
di classe R2 se 27 <= Rw <= 35 dB(A);
di classe R3 se Rw > 35 dB(A).
04.05.R06 Isolamento termico
Classe di Requisiti: Termici ed igrotermici
Classe di Esigenza: Benessere
Gli infissi dovranno avere la capacità di limitare le perdite di calore. Al requisito concorrono tutti gli elementi che ne fanno parte.
Prestazioni:
Le prestazioni relative all'isolamento termico di un infisso esterno verticale vengono valutate in base ai valori della trasmittanza
termica unitaria U, relativa all'intero infisso, che tiene conto delle dispersioni termiche eventualmente verificatesi attraverso i
componenti trasparenti ed opachi dei serramenti. E' opportuno comunque prevedere l'utilizzo di telai metallici realizzati con taglio
termico.
Livello minimo della prestazione:
Pur non stabilendo specifici limiti prestazionali per i singoli infissi ai fini del contenimento delle dispersioni, è opportuno
comunque che i valori della trasmittanza termica unitaria U siano tali da contribuire al contenimento del coefficiente volumico di
dispersione Cd riferito all'intero edificio e quello dei singoli locali nei limiti previsti dalle leggi e normative vigenti.
04.05.R07 Oscurabilità
Classe di Requisiti: Funzionalità tecnologica
Classe di Esigenza: Funzionalità
Gli infissi devono, attraverso opportuni schermi e/o dispositivi di oscuramento, provvedere alla regolazione della luce naturale
immessa.
Prestazioni:
I dispositivi di schermatura esterna di cui sono dotati gli infissi esterni verticali devono consentire la regolazione del livello di
illuminamento degli spazi chiusi dell'ambiente servito. Inoltre, devono consentire il controllo di eventuali proiezioni localizzate di
raggi luminosi negli spazi con destinazione di relax e di riposo (camere da letto, ecc.). e comunque oscurare il passaggio di luce,
naturale o artificiale, proveniente dagli ambienti esterni.
Livello minimo della prestazione:
I dispositivi di schermatura esterna di cui sono dotati gli infissi esterni verticali devono consentire una regolazione del livello di
illuminamento negli spazi chiusi degli alloggi fino ad un valore non superiore a 0,2 lux.
04.05.R08 Permeabilità all'aria
Classe di Requisiti: Termici ed igrotermici
Classe di Esigenza: Benessere
Gli infissi devono controllare il passaggio dell'aria a protezione degli ambienti interni e permettere la giusta ventilazione.
Prestazioni:
Gli infissi esterni verticali e le facciate continue devono essere realizzati in modo da ottenere, mediante guarnizioni, camere d'aria,
ecc., la permeabilità all'aria indicata in progetto. Le prestazioni si misurano sulla classificazione basata sul confronto tra la
permeabilità all'aria del campione sottoposto a prova riferito all'intera area, e la permeabilità all'aria riferita alla lunghezza dei lati
apribili. In particolare si rimanda alle norme UNI EN 1026 e UNI EN 12207.
Livello minimo della prestazione:
I livelli prestazionali variano in funzione delle classi, della permeabilità all’aria di riferimento a 100 Pa misurata in m^3/hm^2 e
della pressione massima di prova misurata in Pa. Qualora siano impiegati infissi esterni verticali dotati di tamponamento trasparente
isolante (con trasmittanza termica unitaria U < = 3,5 W/m°C), la classe di permeabilità all'aria non deve essere inferiore ad A2
secondo le norme UNI EN 1026, UNI EN 12519 e UNI EN 12207.
04.05.R09 Protezione dalle cadute
Classe di Requisiti: Sicurezza d'intervento
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Manuale di Manutenzione
Classe di Esigenza: Sicurezza
Gli infissi devono essere posizionati in maniera da evitare possibili cadute anche con l'impiego di dispositivi anticaduta.
Prestazioni:
Le prestazioni sono specifiche solo per aperture prospicienti da dislivelli esterni con altezza superiore al metro. In alternativa
possono prevedersi dispositivi complementari di sicurezza (ringhiere, parapetti, balaustre, ecc.).
Livello minimo della prestazione:
Il margine inferiore dei vano finestre dovrà essere collocato ad una distanza dal pavimento >= 0,90 m. Per infissi costituiti
integralmente da vetro, questi dovranno resistere a un urto di sicurezza da corpo molle che produca una energia di impatto di 900 J.
04.05.R10 Pulibilità
Classe di Requisiti: Facilità d'intervento
Classe di Esigenza: Funzionalità
Gli infissi devono consentire la rimozione di sporcizia, depositi, macchie, ecc.
Prestazioni:
Le superfici degli infissi esterni verticali, siano esse opache o trasparenti, devono essere facilmente accessibili dall'utente e/o
operatori per le operazioni di pulizia, sia dall'esterno che dall'interno. Per le facciate continue o comunque per infissi particolari
dove è richiesto l'impiego di ditte specializzate per la pulizia bisogna comunque prevedere che queste siano idonee e comunque
predisposte per l'esecuzione delle operazioni suddette. In ogni caso gli infissi esterni verticali e le facciate continue, dopo le normali
operazioni di pulizia, effettuate mediante l'impiego di acqua e prodotti specifici, devono essere in grado di conservare le
caratteristiche e prestazioni iniziali.
Livello minimo della prestazione:
Gli infissi devono essere accessibili ed inoltre è necessario che la loro altezza da terra sia inferiore a 200 cm e la larghezza delle
ante non superiore ai 60 cm in modo da consentire le operazioni di pulizia rimanendo dall'interno.
04.05.R11 Regolarità delle finiture
Classe di Requisiti: Visivi
Classe di Esigenza: Aspetto
Gli infissi devono avere gli strati superficiali in vista privi di difetti, e/o comunque esenti da caratteri che possano rendere difficile
la lettura formale. Inoltre gli elementi dovranno combaciare tra di loro in modo idoneo senza comprometterne la loro funzionalità.
Prestazioni:
Gli infissi esterni verticali ed i relativi dispositivi di movimentazione e di manovra nonché quelli di oscuramento esterno, devono
avere le finiture superficiali prive di rugosità, spigoli, ecc.. Gli elementi dei tamponamenti trasparenti inoltre devono essere privi di
difetti e/o anomalie come, bolle, graffi, ecc. ed assicurare una perfetta visione e trasparenza ottica dall'interno verso l'esterno e
viceversa. Più in particolare, i tamponamenti vetrati devono essere privi dei suddetti difetti e comunque corrispondere a quanto
indicato dalla norma 7142, in relazione al tipo di vetro ed alle dimensioni della lastra usata. I giunti di collegamento degli infissi
esterni verticali non devono presentare sconnessioni di alcun tipo con le strutture adiacenti. Infine, la coloritura ed i rivestimenti
superficiali degli infissi ottenuti attraverso processi di verniciatura, ossidazione anodica, trattamento elettrochimico, ecc., dovranno
essere uniformi senza presentare alcun difetto di ripresa del colore o altre macchie visibili.
Livello minimo della prestazione:
Gli infissi esterni verticali non devono presentare finiture superficiali eccessivamente rugose, spigolose, cedevoli né tanto meno
fessurazioni o screpolature superiore al 10% delle superfici totali.
04.05.R12 Resistenza a manovre false e violente
Classe di Requisiti: Sicurezza d'uso
Classe di Esigenza: Sicurezza
L'attitudine a contrastare efficacemente il prodursi di rotture o deformazioni sotto l'azione di sollecitazioni derivanti da manovre
false e violente.
Prestazioni:
Gli infissi esterni verticali, compresi gli organi di movimentazione e gli eventuali elementi di schermatura e/o oscurabilità, devono
conservare inalterate le proprie caratteristiche meccaniche e dimensionali se sottoposti ad azioni derivanti da manovre errate e/o
violente.
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Manuale di Manutenzione
Livello minimo della prestazione:
Gli sforzi per le manovra di apertura e chiusura degli infissi e dei relativi organi di manovra devono essere contenuti entro i limiti
descritti:
A. INFISSI CON ANTE RUOTANTI INTORNO AD UN ASSE VERTICALE O ORIZZONTALE.
a.1) - Sforzi per le operazioni di chiusura ed apertura degli organi di manovra.
Le grandezze applicate sugli organi di manovra per le operazioni di chiusura e apertura identificate nella forza F e il momento M
devono essere contenute entro i limiti:
F < = 100 N
M < = 10 Nm
a.2) - Sforzi per le operazioni movimentazione delle ante.
La forza F utile al movimento di un'anta chiusa, con organo di manovra non bloccato, deve essere contenuta entro limiti:
- anta con asse di rotazione laterale con apertura a vasistas: F < = 80 N;
- anta con asse di rotazione verticale con apertura girevole: 30 N < = F < = 80 N;
- anta, con una maniglia, con asse di rotazione orizzontale con apertura a bilico: F < = 80 N;
- anta, con due maniglie, con asse di rotazione orizzontale con apertura a bilico: F < = 130 N;
B. INFISSI CON ANTE APRIBILI PER TRASLAZIONE CON MOVIMENTO VERTICALE OD ORIZZONTALE.
b.1) - Sforzi per le operazioni di chiusura ed apertura degli organi di manovra.
La forza F da applicarsi sull'organo di manovra per le operazioni di chiusura e di apertura, deve essere contenuta entro i 50 N.
b.2) - Sforzi per le operazioni di spostamento delle ante.
La forza F utile al movimento di un'anta chiusa, con organo di manovra non bloccato, deve essere contenuta entro limiti:
- anta di finestra con movimento a traslazione orizzontale ed apertura scorrevole: F < = 60 N;
- anta di porta o di portafinestra a traslazione orizzontale ed apertura scorrevole: F < = 100 N;
- anta a traslazione verticale ed apertura a saliscendi: F < = 100 N;
C. INFISSI CON APERTURA BASCULANTE
c.1) - Sforzi per le operazioni di chiusura e di apertura degli organi di manovra.
Le grandezze applicate sugli organi di manovra per le operazioni di chiusura e apertura identificate nella forza F e il momento M
devono essere contenute entro i limiti:
F < = 100 N
M < = 10 Nm
c.2) - Sforzi per le operazioni di messa in movimento delle ante.
Nelle condizioni con anta chiusa ed organo di manovra non bloccato, la caduta da un'altezza 20 cm di una massa di 5 kg a sua volta
collegata all'organo di manovra deve mettere in movimento l'anta stessa.
c.3) - Sforzi per le operazioni di spostamento delle ante.
La forza F da applicarsi sull'organo di manovra per le operazioni di chiusura e di apertura, deve essere contenuta entro i 60 N.
D. INFISSI CON APERTURA A PANTOGRAFO
d.1) - Sforzi per le operazioni di chiusura e di apertura degli organi di manovra.
Le grandezze applicate sugli organi di manovra per le operazioni di chiusura e apertura identificate nella forza F e il momento M
devono essere contenute entro i limiti:
F< = 100 N
M < = 10Nm
d.2) - Sforzi per le operazioni di messa in movimento delle ante.
La forza F utile al movimento di un'anta chiusa, con organo di manovra non bloccato, deve essere contenuta entro limiti:
F < = 150 N
d.3) - Sforzi per le operazioni di spostamento delle ante.
La forza F utile al movimento di un'anta dalla posizione di chiusura a quella di apertura e viceversa, con organo di manovra non
bloccato, deve essere contenuta entro limiti:
F < = 100 N
E. INFISSI CON APERTURA A FISARMONICA
e.1) - Sforzi per le operazioni di chiusura e di apertura degli organi di manovra.
Le grandezze applicate sugli organi di manovra per le operazioni di chiusura e apertura identificate nella forza F e il momento M
devono essere contenute entro i limiti:
F< = 100 N
M < = 10Nm
e.2) - Sforzi per le operazioni di messa in movimento delle ante.
La forza F, da applicare con azione parallela al piano dell'infisso, utile al movimento di un'anta chiusa, con organo di manovra non
bloccato, deve essere contenuta entro limiti:
F < = 80 N
e.3) - Sforzi per le operazioni di spostamento delle ante.
La forza F utile al movimento di un'anta dalla posizione di chiusura a quella di apertura e viceversa, con organo di manovra non
bloccato, deve essere contenuta entro limiti:
- anta di finestra: F< = 80 N;
- anta di porta o portafinestra: F < = 120 N.
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Manuale di Manutenzione
F. DISPOSITIVI DI SOLLEVAMENTO
I dispositivi di movimentazione e sollevamento di persiane o avvolgibili devono essere realizzati in modo da assicurare che la forza
manuale necessaria per il sollevamento degli stessi tramite corde e/o cinghie, non vada oltre il valore di 150 N.
04.05.R13 Resistenza agli agenti aggressivi
Classe di Requisiti: Protezione dagli agenti chimici ed organici
Classe di Esigenza: Sicurezza
Gli infissi non dovranno subire dissoluzioni o disgregazioni e mutamenti di aspetto a causa dell'azione di agenti aggressivi chimici.
Prestazioni:
Sotto l'azione degli agenti chimici normalmente presenti nell'ambiente, gli infissi esterni verticali, e gli eventuali dispositivi di
schermatura e di oscurabilità, devono conservare inalterate le caratteristiche chimico-fisiche in modo da assicurare il rispetto dei
limiti prestazionali relativi a tenuta dell'acqua e permeabilità dell'aria. Inoltre non devono manifestarsi, in conseguenza di attacco
chimico, variazioni della planarità generale e locale, e il prodursi di scoloriture non uniformi accompagnate a macchie e/o difetti
particolari.
Livello minimo della prestazione:
In particolare, tutti gli infissi esterni realizzati con materiale metallico come l'alluminio, leghe d'alluminio, acciaio, ecc., devono
essere protetti con sistemi di verniciatura resistenti a processi di corrosione in nebbia salina, se ne sia previsto l'impiego in
atmosfere aggressive (urbane, marine, ecc.) per tempo di 1000 ore, e per un tempo di almeno 500 ore, nel caso ne sia previsto
l'impiego in atmosfere poco aggressive. L'ossidazione anodica, di spessore diverso, degli infissi in alluminio o delle leghe
d'alluminio deve corrispondere ai valori riportati di seguito:
- Ambiente interno - Spessore di ossido: S > = 5 micron;
- Ambiente rurale o urbano - Spessore di ossido: S > 10 micron;
- Ambiente industriale o marino - Spessore di ossido: S > = 15 micron;
- Ambiente marino o inquinato - Spessore di ossido: S > = 20 micron.
04.05.R14 Resistenza agli urti
Classe di Requisiti: Di stabilità
Classe di Esigenza: Sicurezza
Gli infissi dovranno essere in grado di sopportare urti (definiti dall'energia cinetica di urti-tipo o convenzionali di corpi duri, come
di oggetti scagliati, o molli, come il peso di un corpo che cade) che non debbono compromettere la stabilità degli stessi; né
provocare il distacco di elementi o frammenti pericolosi a carico degli utenti.
Prestazioni:
Sotto l'azione degli urti gli infissi devono conservare la loro integrità strutturale; non devono prodursi sconnessioni né deformazioni
sensibili dei collegamenti tra gli infissi e la relativa struttura muraria; non devono verificarsi sfondamenti né fuoriuscite di parti o
componenti; non devono prodursi frammenti o cadute di elementi che possano causare ferite accidentali alle persone che si possono
trovare all'interno o all'esterno. Tutti i componenti degli infissi esterni verticali devono risultare sicuri nel caso d'urto accidentale
dell'utenza. Gli elementi costituenti dei telai fissi e mobili, delle maniglie, dei pannelli, delle cerniere, delle cremonesi, ecc. non
devono presentare parti taglienti o appuntite né spigoli pronunciati.
Livello minimo della prestazione:
Gli infissi esterni verticali, ad esclusione degli elementi di tamponamento, devono resistere all'azione di urti esterni ed interni
realizzati secondo con le modalità indicate di seguito:
TIPO DI INFISSO: Porta esterna;
Corpo d’urto: duro - Massa del corpo [Kg]: 0,5;
Energia d’urto applicata [J]: faccia esterna=3,75 - faccia interna=3,75
Corpo d’urto: molle - Massa del corpo [Kg]: 30;
Energia d’urto applicata [J]: faccia esterna=240 - faccia interna=240
TIPO DI INFISSO: Finestra;
Corpo d’urto: molle - Massa del corpo [Kg]: 50;
Energia d’urto applicata [J]: faccia esterna=900 - faccia interna=900
TIPO DI INFISSO: Portafinestra;
Corpo d’urto: molle - Massa del corpo [Kg]: 50;
Energia d’urto applicata [J]: faccia esterna=700 - faccia interna=700
TIPO DI INFISSO: Facciata continua;
Corpo d’urto: duro - Massa del corpo [Kg]: 1;
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Energia d’urto applicata [J]: faccia esterna=6 - faccia interna= TIPO DI INFISSO: Elementi pieni;
Corpo d’urto: molle - Massa del corpo [Kg]: 50;
Energia d’urto applicata [J]: faccia esterna=700 - faccia interna= -
04.05.R15 Resistenza al fuoco
Classe di Requisiti: Protezione antincendio
Classe di Esigenza: Sicurezza
I materiali costituenti gli infissi, sottoposti all'azione del fuoco non devono subire trasformazioni chimico-fisiche.
Prestazioni:
Gli infissi esterni verticali, sia dei vani scala che dei relativi filtri a prova di fumo, devono avere la resistenza al fuoco (REI)
indicata di seguito, espressa in termini di tempo entro il quale l'infisso conserva stabilità, tenuta; la fiamma e ai fumi nonché
isolamento termico. In particolare le porte ed altri elementi di chiusura, devono avere la resistenza al fuoco (REI) secondo le norme
vigenti.
Livello minimo della prestazione:
I serramenti dovranno essere scelti in base alla individuazione della classe di resistenza al fuoco REI in funzione dell'altezza
dell'edificio e rispettare i seguenti valori:
Altezza antincendio (m): da 12 a 32 - Classe REI (min): 60;
Altezza antincendio (m): da oltre 32 a 80 - Classe REI (min): 90;
Altezza antincendio (m): oltre 80 - Classe REI (min): 120.
04.05.R16 Resistenza al gelo
Classe di Requisiti: Protezione dagli agenti chimici ed organici
Classe di Esigenza: Sicurezza
Gli infissi non dovranno subire disgregazioni e variazioni dimensionali e di aspetto in conseguenza della formazione di ghiaccio.
Prestazioni:
Sotto l'azione del gelo e del disgelo, gli infissi esterni verticali, compresi gli eventuali dispositivi ed elementi di schermatura e di
tenuta, devono conservare inalterate le caratteristiche chimico fisiche, di finitura superficiale, dimensionali e funzionali.
Livello minimo della prestazione:
Specifici livelli di accettabilità inoltre possono essere definiti con riferimento al tipo di materiale utilizzato. Nel caso di profilati in
PVC impiegati per la realizzazione di telai o ante, questi devono resistere alla temperatura di 0°C, senza subire rotture in seguito ad
un urto di 10 J; e di 3 J se impiegati per la costruzione di persiane avvolgibili.
04.05.R17 Resistenza al vento
Classe di Requisiti: Di stabilità
Classe di Esigenza: Sicurezza
Gli infissi debbono resistere alle azioni e depressioni del vento in modo da garantire la sicurezza degli utenti e assicurare la durata e
la funzionalità nel tempo. Inoltre essi devono sopportare l'azione del vento senza compromettere la funzionalità degli elementi che li
costituiscono.
Prestazioni:
Gli infissi esterni verticali e le facciate continue devono essere idonei a resistere all'azione del vento in modo tale da assicurare la
durata e la funzionalità nel tempo e garantire inoltre la sicurezza dell'utenza. Gli infissi devono essere in grado di sopportare il
flusso del vento e i suoi effetti ( turbolenze, sbattimenti, vibrazioni, ecc.). L'azione del vento da considerare è quella prevista dalla
C.M. dei Lavori Pubblici 24.5.1982 n.22631 e dalla norma CNR B.U. 117 (che dividono convenzionalmente il territorio italiano in
4 zone), tenendo conto dell'altezza di installazione dell'infisso e del tipo di esposizione. Gli infissi esterni sottoposti alle
sollecitazioni del vento dovranno:
- presentare una deformazione ammissibile;
- conservare le proprietà;
- consentire la sicurezza agli utenti.
Livello minimo della prestazione:
I livelli minimi variano in funzione di prove di laboratorio basate nella misurazione della differenza di pressioni, riprodotte
convenzionalmente in condizioni di sovrappressione e in depressione secondo la UNI EN 12210 e UNI EN 12211.
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04.05.R18 Resistenza all'acqua
Classe di Requisiti: Protezione dagli agenti chimici ed organici
Classe di Esigenza: Sicurezza
Gli infissi a contatto con l'acqua, dovranno mantenere inalterate le proprie caratteristiche chimico-fisiche.
Prestazioni:
Gli infissi esterni verticali ed eventuali dispositivi di schermatura e di tenuta devono conservare inalterate le caratteristiche
chimico-fisiche, funzionali, dimensionali, e di finitura superficiale, assicurando comunque il rispetto dei limiti prestazionali,
qualora dovessero venire in contatto con acqua di origine diversa (meteorica, di condensa, di lavaggio, ecc.). In particolare non
devono manifestarsi variazioni della planarità delle superfici, macchie o scoloriture non uniformi anche localizzate.
Livello minimo della prestazione:
Sugli infissi campione vanno eseguite delle prove atte alla verifica dei seguenti limiti prestazionali secondo la norma UNI EN
12208:
- Differenza di Pressione [Pa] = 0 - Durata della prova [minuti] 15
- Differenza di Pressione [Pa] = 50 - Durata della prova [minuti] 5
- Differenza di Pressione [Pa] = 100 - Durata della prova [minuti] 5
- Differenza di Pressione [Pa] = 150 - Durata della prova [minuti] 5
- Differenza di Pressione [Pa] = 200 - Durata della prova [minuti] 5
- Differenza di Pressione [Pa] = 300 - Durata della prova [minuti] 5
- Differenza di Pressione [Pa] = 500 - Durata della prova [minuti] 5
04.05.R19 Resistenza alle intrusioni e manomissioni
Classe di Requisiti: Sicurezza da intrusioni
Classe di Esigenza: Sicurezza
Gli infissi dovranno essere in grado di resistere ad eventuali sollecitazioni provenienti da tentativi di intrusioni indesiderate di
persone, animali o cose entro limiti previsti.
Prestazioni:
Le prestazioni sono verificate mediante prove di resistenza ad azioni meccaniche (urto da corpo molle, urto da corpo duro, azioni
localizzate) anche con attrezzi impropri.
Livello minimo della prestazione:
Si prendono inoltre in considerazione i valori desumibili dalle prove secondo le norme UNI 9569, UNI EN 1522 e UNI EN 1523.
04.05.R20 Resistenza all'irraggiamento solare
Classe di Requisiti: Protezione dagli agenti chimici ed organici
Classe di Esigenza: Sicurezza
Gli infissi non devono subire mutamenti di aspetto e di caratteristiche chimico-fisiche a causa dell'esposizione all'irraggiamento
solare.
Prestazioni:
Sotto l'azione dell'irraggiamento solare, gli infissi esterni verticali, le facciate continue ed i dispositivi di schermatura e/o di tenuta,
devono mantenere inalterate le caratteristiche chimico-fisiche, funzionali, dimensionali e di finitura superficiale, assicurando
comunque il mantenimento dei livelli prestazionali secondo le norme vigenti.
Livello minimo della prestazione:
Gli infissi, fino ad un irraggiamento che porti la temperatura delle parti opache esterne e delle facciate continue a valori di 80°C,
non devono manifestare variazioni della planarità generale e locale, né dar luogo a manifestazioni di scoloriture non uniformi,
macchie e/o difetti visibili.
04.05.R21 Riparabilità
Classe di Requisiti: Facilità d'intervento
Classe di Esigenza: Funzionalità
Gli infissi dovranno essere collocati in modo da consentire il ripristino dell'integrità, la funzionalità e l'efficienza di parti ed
elementi soggetti a guasti.
Prestazioni:
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Manuale di Manutenzione
I dispositivi e gli organi di movimentazione (cerniere, cremonesi, maniglie, ecc.) nonché quelli di schermatura esterna (teli,
avvolgibili, ecc.), nel caso necessitano di interventi di manutenzione o riparazione, devono essere facilmente accessibili dall'interno
del locale in modo da rendere agevoli e in modalità di sicurezza tutte le operazioni. E' importante che i vari componenti siano
facilmente smontabili senza la necessità di rimuovere tutto l'insieme. In particolare deve essere possibile lo smontaggio delle ante
mobili senza la necessità di smontare anche i relativi telai fissi.
Livello minimo della prestazione:
Gli infissi devono essere accessibili ed inoltre è necessario che la loro altezza da terra sia inferiore a 200 cm e la larghezza delle
ante non superiore ai 60 cm in modo da consentire le operazioni di pulizia rimanendo dall'interno.
04.05.R22 Sostituibilità
Classe di Requisiti: Facilità d'intervento
Classe di Esigenza: Funzionalità
Gli infissi dovranno essere realizzati e collocati in modo da consentire la loro sostituibilità, e/o la collocazione di parti ed elementi
essi soggetti a guasti.
Prestazioni:
Tutti gli elementi degli infissi soggetti ad eventuali sostituzioni come guarnizioni tra telai, lastre vetrate od opache, profili
fermavetro, scanalature portavetro, devono essere facilmente sostituibili. Analogamente per i dispositivi di movimentazione e
manovra e per gli altri elementi con funzione di schermatura (avvolgibili, cassonetti, rulli avvolgitore, corde, ecc.).
Livello minimo della prestazione:
Onde facilitare la sostituzione di intere parti (ante, telai, ecc.), è inoltre opportuno che l'altezza e la larghezza di coordinazione degli
infissi esterni verticali siano modulari e corrispondenti a quelle previste dalle norme UNI 7864, UNI 7866, UNI 7961, UNI 8861,
UNI 8975 e UNI EN 12519.
04.05.R23 Stabilità chimico reattiva
Classe di Requisiti: Protezione dagli agenti chimici ed organici
Classe di Esigenza: Sicurezza
Gli infissi e i materiali costituenti sotto l'azione di sostanze chimiche con le quali possono venire in contatto non dovranno produrre
reazioni chimiche.
Prestazioni:
Gli infissi esterni verticali devono essere realizzati con materiali e rifiniti in maniera tale che conservino invariate nel tempo le
proprie caratteristiche chimico-fisiche. Bisogna inoltre tener conto degli eventuali fenomeni chimico-fisici che possono svilupparsi
tra i diversi componenti a contatto, in particolare tra gli infissi metallici di natura diversa. Tale presupposto vale anche per tutte le
parti formanti il telaio, i dispositivi di fissaggio alle strutture murarie e gli elementi complementari di tenuta (guarnizioni, etc.). E'
importante che non vengano utilizzati materiali che siano incompatibili dal punto di vista chimico-fisico o comunque che possano
dar luogo a fenomeni di corrosioni elettrolitiche. E' opportuno evitare contatti diretti tra i seguenti metalli: ferro e zinco, ferro e
alluminio, alluminio e piombo, alluminio e zinco. Bisogna evitare inoltre il contatto diretto fra certi metalli ed alcuni materiali
aggressivi, come alluminio o acciaio e il gesso. Va inoltre verificata la compatibilità chimico fisica tra vernice, supporti ed
elementi complementari di tenuta.
Livello minimo della prestazione:
Si fa riferimento alle norme UNI 8753, UNI 8754 e UNI 8758.
04.05.R24 Tenuta all'acqua
Classe di Requisiti: Termici ed igrotermici
Classe di Esigenza: Benessere
Gli infissi devono essere realizzati in modo da impedire, o comunque limitare, alle acque meteoriche o di altra origine di penetrare
negli ambienti interni.
Prestazioni:
In particolare è necessario che tutte le giunzioni di elementi disomogenei (fra davanzali, soglie, e traverse inferiori di finestre, o
portafinestra) assicurino la tenuta all'acqua e permettano un veloce allontanamento dell'acqua piovana.
Livello minimo della prestazione:
I livelli minimi sono individuabili attraverso l'identificazione della classe di tenuta all'acqua in funzione della norma UNI EN
12208.
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Manuale di Manutenzione
CLASSIFICAZIONE SECONDO LA NORMA UNI EN 12208
Note = Il metodo A è indicato per prodotti pienamente esposti; il metodo B è adatto per prodotti parzialmente protetti.
PRESSIONE DI PROVA (Pmax in Pa*)= -;
Classificazione: Metodo di prova A=0 - Metodo di prova B=0;
Specifiche: Nessun requisito;
PRESSIONE DI PROVA (Pmax in Pa*)= 0;
Classificazione: Metodo di prova A= 1A - Metodo di prova B= 1B;
Specifiche: Irrorazione per 15 min;
PRESSIONE DI PROVA (Pmax in Pa*)= 50;
Classificazione: Metodo di prova A= 2A - Metodo di prova B= 2B;
Specifiche: Come classe 1 ÷ 5 min;
PRESSIONE DI PROVA (Pmax in Pa*)= 100;
Classificazione: Metodo di prova A= 3A - Metodo di prova B= 3B;
Specifiche: Come classe 2 ÷ 5 min;
PRESSIONE DI PROVA (Pmax in Pa*)= 150;
Classificazione: Metodo di prova A= 4A - Metodo di prova B= 4B;
Specifiche: Come classe 3 ÷ 5 min;
PRESSIONE DI PROVA (Pmax in Pa*)= 200;
Classificazione: Metodo di prova A= 5A - Metodo di prova B= 5B;
Specifiche: Come classe 4 ÷ 5 min;
PRESSIONE DI PROVA (Pmax in Pa*)= 250;
Classificazione: Metodo di prova A= 6A - Metodo di prova B= 6B;
Specifiche: Come classe 5 ÷ 5 min;
PRESSIONE DI PROVA (Pmax in Pa*)= 300;
Classificazione: Metodo di prova A= 7A - Metodo di prova B= 7B;
Specifiche: Come classe 6 ÷ 5 min;
PRESSIONE DI PROVA (Pmax in Pa*)= 450;
Classificazione: Metodo di prova A= 8A - Metodo di prova B= -;
Specifiche: Come classe 7 ÷ 5 min;
PRESSIONE DI PROVA (Pmax in Pa*)= 600;
Classificazione: Metodo di prova A= 9A - Metodo di prova B= -;
Specifiche: Come classe 8 ÷ 5 min;
PRESSIONE DI PROVA (Pmax in Pa*) > 600;
Classificazione: Metodo di prova A= Exxx - Metodo di prova B= -;
Specifiche: Al di sopra di 600 Pa, con cadenza di 150 Pa, la durata di ciascuna fase deve essere di 50 min;
* dopo 15 min a pressione zero e 5 min alle fasi susseguenti.
04.05.R25 Ventilazione
Classe di Requisiti: Termici ed igrotermici
Classe di Esigenza: Benessere
Gli infissi devono consentire la possibilità di poter ottenere ricambio d'aria per via naturale o meccanica che viene affidato
all'utente, mediante l'apertura del serramento, oppure a griglie di aerazione manovrabili.
Prestazioni:
Gli infissi esterni verticali devono consentire la possibilità di poter ottenere ricambio d'aria per via naturale. I locali tecnici in genere
devono essere dotati di apposite aperture di ventilazione (griglie, feritoie, ecc.) che consentano di assicurare la ventilazione naturale
prevista per tali tipi di attività. Per ciascun locale d'abitazione, l'ampiezza della finestra deve essere proporzionata in modo da
assicurare un valore di fattore luce diurna medio non inferiore al 2%, e comunque la superficie finestrata apribile non dovrà essere
inferiore a 1/8 della superficie del pavimento. Quando le caratteristiche tipologiche degli alloggi diano luogo a condizioni che non
consentano di fruire di ventilazione naturale, si dovrà ricorrere alla ventilazione meccanica centralizzata immettendo aria
opportunamente captata e con requisiti igienici confacenti. E' comunque da assicurare, in ogni caso, l'aspirazione di fumi, vapori ed
esalazioni nei punti di produzione (cucine, gabinetti, ecc.) prima che si diffondano.
Livello minimo della prestazione:
L'ampiezza degli infissi e comunque la superficie finestrata apribile non dovrà essere inferiore a 1/8 della superficie del pavimento.
Gli infissi esterni verticali di un locale dovranno essere dimensionati in modo da avere una superficie apribile complessiva non
inferiore al valore Sm calcolabile mediante la seguente relazione:
Sm = 0,0025 n V (Sommatoria)i (1/(Hi)^0,5) dove:
Pagina 221
Manuale di Manutenzione
n è il numero di ricambi orari dell'aria ambiente;
V è il volume del locale (m^3);
Hi è la dimensione verticale della superficie apribile dell'infisso i esimo del locale (m).
Per una corretta ventilazione la superficie finestrata dei locali abitabili non deve, comunque, essere inferiore a 1/8 della superficie
del pavimento.
L'Unità Tecnologica è composta dai seguenti Elementi Manutenibili:
° 04.05.01 Serramenti in alluminio
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Manuale di Manutenzione
Elemento Manutenibile: 04.05.01
Serramenti in alluminio
Unità Tecnologica: 04.05
Infissi esterni
Si tratta di serramenti i cui profili sono ottenuti per estrusione. L'unione dei profili avviene meccanicamente con squadrette interne
in alluminio o acciaio zincato. Le colorazioni diverse avvengono per elettrocolorazione. Particolare attenzione va posta
nell'accostamento fra i diversi materiali; infatti il contatto fra diversi metalli può creare potenziali elettrici in occasione di agenti
atmosferici con conseguente corrosione galvanica del metallo a potenziale elettrico minore. Rispetto agli infissi in legno hanno una
minore manutenzione.
ANOMALIE RISCONTRABILI
04.05.01.A01 Alterazione cromatica
Alterazione che si può manifestare attraverso la variazione di uno o più parametri che definiscono il colore: tinta, chiarezza,
saturazione. Può evidenziarsi in modo localizzato o in zone più ampie diversamente a secondo delle condizioni.
04.05.01.A02 Bolla
Rigonfiamento della pellicola causato spesso da eccessive temperatura.
04.05.01.A03 Condensa superficiale
Formazione di condensa sulle superfici interne dei telai in prossimità di ponti termici.
04.05.01.A04 Corrosione
Decadimento dei materiali metallici a causa della combinazione con sostanze presenti nell'ambiente (ossigeno, acqua, anidride
carbonica, ecc.).
04.05.01.A05 Deformazione
Variazione geometriche e morfologiche dei profili e degli elementi di tamponamento per fenomeni di ritiro quali imbarcamento,
svergolamento, ondulazione.
04.05.01.A06 Degrado degli organi di manovra
Degrado degli organi di manovra a causa di processi di ossidazione delle parti metalliche ed in particolare di quelle di manovra.
Deformazione e relativa difficoltà di movimentazione degli organi di apertura-chiusura.
04.05.01.A07 Degrado delle guarnizioni
Distacchi delle guarnizioni, perdita di elasticità e loro fessurazione.
04.05.01.A08 Deposito superficiale
Accumulo di pulviscolo atmosferico o di altri materiali estranei quali: microrganismi, residui organici, ecc. di spessore variabile,
poco coerente e poco aderente al materiale sottostante.
04.05.01.A09 Frantumazione
Riduzione della lastra di vetro in frammenti per cause traumatiche.
04.05.01.A10 Macchie
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Manuale di Manutenzione
Pigmentazione accidentale e localizzata della superficie.
04.05.01.A11 Non ortogonalità
La ortogonalità dei telai mobili rispetto a quelli fissi dovuta generalmente per la mancanza di registrazione periodica dei fissaggi.
04.05.01.A12 Perdita di materiale
Mancanza di parti e di piccoli elementi in seguito ad eventi traumatici.
04.05.01.A13 Perdita trasparenza
Perdita di trasparenza ed aumento della fragilità del vetro a causa dell'azione di agenti esterni.
04.05.01.A14 Rottura degli organi di manovra
Rottura degli elementi di manovra con distacco dalle sedi originarie di maniglie, cerniere, aste, ed altri meccanismi.
CONTROLLI ESEGUIBILI DALL'UTENTE
04.05.01.C01 Controllo frangisole
Cadenza: ogni anno
Tipologia: Controllo a vista
Controllo della funzionalità degli organi di manovra e delle parti in vista.
•
•
Requisiti da verificare: 1) (Attitudine al) controllo del fattore solare; 2) (Attitudine al) controllo del flusso luminoso.
Anomalie riscontrabili: 1) Non ortogonalità; 2) Degrado degli organi di manovra; 3) Rottura degli organi di manovra.
04.05.01.C02 Controllo generale
Cadenza: ogni 12 mesi
Tipologia: Controllo a vista
Controllo delle finiture e dello strato di protezione superficiale, controllo dei giochi e planarità delle parti.
•
•
Requisiti da verificare: 1) Permeabilità all'aria; 2) Regolarità delle finiture; 3) Pulibilità; 4) Tenuta all'acqua.
Anomalie riscontrabili: 1) Alterazione cromatica; 2) Bolla; 3) Corrosione; 4) Deformazione; 5) Deposito superficiale; 6)
Frantumazione; 7) Macchie; 8) Non ortogonalità; 9) Perdita di materiale; 10) Perdita trasparenza.
04.05.01.C04 Controllo guide di scorrimento
Cadenza: ogni 12 mesi
Tipologia: Controllo a vista
Controllo della funzionalità delle guide di scorrimento.
•
•
Requisiti da verificare: 1) Permeabilità all'aria; 2) Pulibilità; 3) Tenuta all'acqua.
Anomalie riscontrabili: 1) Deformazione; 2) Non ortogonalità.
04.05.01.C05 Controllo organi di movimentazione
Cadenza: ogni 12 mesi
Tipologia: Controllo a vista
Controllo dell'efficacia delle cerniere e della perfetta chiusura dell'anta col telaio fisso. Controllo degli organi di serraggio con
finestra aperta e controllo dei movimenti delle aste di chiusure.
•
Requisiti da verificare: 1) Permeabilità all'aria; 2) Regolarità delle finiture; 3) Tenuta all'acqua.
Pagina 224
Manuale di Manutenzione
•
Anomalie riscontrabili: 1) Deformazione; 2) Degrado degli organi di manovra; 3) Non ortogonalità; 4) Rottura degli organi di
manovra.
04.05.01.C06 Controllo maniglia
Cadenza: ogni anno
Tipologia: Controllo a vista
Controllo del corretto funzionamento della maniglia.
•
•
Requisiti da verificare: 1) Resistenza a manovre false e violente.
Anomalie riscontrabili: 1) Degrado degli organi di manovra; 2) Rottura degli organi di manovra.
04.05.01.C07 Controllo persiane
Cadenza: ogni 6 mesi
Tipologia: Controllo a vista
Controllo dello stato di conservazione e comunque del grado di usura delle parti in vista. Controllo delle cerniere e dei fissaggi alla
parete.
•
•
Requisiti da verificare: 1) Permeabilità all'aria; 2) Regolarità delle finiture; 3) Resistenza all'acqua; 4) Tenuta all'acqua.
Anomalie riscontrabili: 1) Deformazione.
04.05.01.C09 Controllo serrature
Cadenza: ogni 12 mesi
Tipologia: Controllo a vista
Controllo della loro funzionalità.
•
•
Requisiti da verificare: 1) Resistenza a manovre false e violente.
Anomalie riscontrabili: 1) Corrosione; 2) Non ortogonalità.
04.05.01.C12 Controllo vetri
Cadenza: ogni 6 mesi
Tipologia: Controllo a vista
Controllo uniformità dei vetri e delle sigillature vetro-telaio. Controllare la presenza di depositi o sporco. Verifica di assenza di
anomalie e/o difetti (rottura, depositi, macchie, ecc.).
•
•
Requisiti da verificare: 1) Isolamento acustico; 2) Isolamento termico; 3) Permeabilità all'aria; 4) Pulibilità; 5) Resistenza agli
urti; 6) Resistenza al vento; 7) Tenuta all'acqua.
Anomalie riscontrabili: 1) Condensa superficiale; 2) Deposito superficiale; 3) Frantumazione; 4) Macchie; 5) Perdita
trasparenza.
CONTROLLI ESEGUIBILI DA PERSONALE SPECIALIZZATO
04.05.01.C03 Controllo guarnizioni di tenuta
Cadenza: ogni 12 mesi
Tipologia: Controllo a vista
Controllo dell'efficacia delle guarnizioni. Controllo dell'adesione delle guarnizioni ai profili di contatto dei telai. Controllo del
corretto inserimento nelle proprie sedi delle guarnizioni. Controllo dell'elasticità delle guarnizioni.
•
Requisiti da verificare: 1) Isolamento acustico; 2) Isolamento termico; 3) Permeabilità all'aria; 4) Regolarità delle finiture; 5)
Resistenza agli urti; 6) Resistenza al vento; 7) Tenuta all'acqua.
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Manuale di Manutenzione
•
Anomalie riscontrabili: 1) Deformazione; 2) Degrado delle guarnizioni; 3) Non ortogonalità.
04.05.01.C08 Controllo persiane avvolgibili in plastica
Cadenza: ogni 12 mesi
Tipologia: Controllo a vista
Controllo funzionalità degli organi di manovra e delle parti in vista.
•
•
Requisiti da verificare: 1) Pulibilità; 2) Regolarità delle finiture; 3) Resistenza a manovre false e violente.
Anomalie riscontrabili: 1) Alterazione cromatica; 2) Deformazione; 3) Non ortogonalità.
04.05.01.C10 Controllo telai fissi
Cadenza: ogni 12 mesi
Tipologia: Controllo a vista
Controllo delle asole di drenaggio e del sistema di drenaggio. Controllo dell'ortogonalità dei telai. Controllo del fissaggio del telaio
al vano ed al controtelaio al muro e dei blocchetti di regolazione.
•
•
Requisiti da verificare: 1) Permeabilità all'aria; 2) Regolarità delle finiture; 3) Tenuta all'acqua.
Anomalie riscontrabili: 1) Condensa superficiale; 2) Deformazione; 3) Non ortogonalità.
04.05.01.C11 Controllo telai mobili
Cadenza: ogni 12 mesi
Tipologia: Controllo a vista
Controllo dell'ortogonalità dell'anta e dei cavallotti di unione dei profilati dell'anta.
•
•
Requisiti da verificare: 1) Permeabilità all'aria; 2) Regolarità delle finiture; 3) Tenuta all'acqua.
Anomalie riscontrabili: 1) Condensa superficiale; 2) Non ortogonalità.
MANUTENZIONI ESEGUIBILI DALL'UTENTE
04.05.01.I01 Lubrificazione serrature e cerniere
Cadenza: ogni 6 anni
Lubrificazione ed ingrassaggio delle serrature e cerniere con prodotti siliconici, verifica del corretto funzionamento.
•
Ditte specializzate: Serramentista (Metalli e materie plastiche).
04.05.01.I02 Pulizia delle guide di scorrimento
Cadenza: ogni 6 mesi
Pulizia dei residui organici che possono compromettere la funzionalità delle guide di scorrimento.
•
Ditte specializzate: Serramentista (Metalli e materie plastiche).
04.05.01.I03 Pulizia frangisole
Cadenza: quando occorre
Pulizia e rimozione dello sporco e dei depositi superficiali con detergenti idonei.
•
Ditte specializzate: Generico.
04.05.01.I04 Pulizia guarnizioni di tenuta
Cadenza: ogni 12 mesi
Pagina 226
Manuale di Manutenzione
Pulizia dei residui e depositi che ne possono pregiudicare il buon funzionamento con detergenti non aggressivi.
•
Ditte specializzate: Generico.
04.05.01.I05 Pulizia organi di movimentazione
Cadenza: quando occorre
Pulizia degli organi di movimentazione tramite detergenti comuni.
•
Ditte specializzate: Generico.
04.05.01.I06 Pulizia telai fissi
Cadenza: ogni 6 mesi
Pulizia dei residui organici che possono provocare l'otturazione delle asole, dei canali di drenaggio, dei fori, delle battute. Pulizia del
telaio fisso con detergenti non aggressivi. In particolare per i profili elettrocolorati la pulizia va effettuata con prodotti sgrassanti ed
olio di vaselina per la protezione superficiale; per i profili verniciati a forno, la pulizia dei profili va effettuata con paste abrasive con
base di cere.
•
Ditte specializzate: Generico.
04.05.01.I07 Pulizia telai mobili
Cadenza: ogni 12 mesi
Pulizia dei telai mobili con detergenti non aggressivi.
•
Ditte specializzate: Generico.
04.05.01.I08 Pulizia telai persiane
Cadenza: quando occorre
Pulizia dei telai con detergenti non aggressivi.
•
Ditte specializzate: Generico.
04.05.01.I09 Pulizia vetri
Cadenza: quando occorre
Pulizia e rimozione dello sporco e dei depositi superficiali con detergenti idonei.
•
Ditte specializzate: Generico.
04.05.01.I10 Registrazione maniglia
Cadenza: ogni 6 mesi
Registrazione e lubrificazione della maniglia, delle viti e degli accessori di manovra apertura-chiusura.
•
Ditte specializzate: Serramentista (Metalli e materie plastiche).
MANUTENZIONI ESEGUIBILI DA PERSONALE SPECIALIZZATO
04.05.01.I11 Regolazione guarnizioni di tenuta
Cadenza: ogni 3 anni
Regolazione e riposizionamento delle guarnizioni di tenuta.
•
Ditte specializzate: Serramentista (Metalli e materie plastiche).
04.05.01.I12 Regolazione organi di movimentazione
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Manuale di Manutenzione
Cadenza: ogni 3 anni
Regolazione delle cerniere e della perfetta chiusura dell'anta col telaio fisso. Riposizionamento tramite scorrimento nelle apposite
sedi delle cerniere.
•
Ditte specializzate: Serramentista (Metalli e materie plastiche).
04.05.01.I13 Regolazione telai fissi
Cadenza: ogni 3 anni
Regolazione di ortogonalità del telaio fisso tramite cacciavite sui blocchetti di regolazione e relativo fissaggio. La verifica
dell'ortogonalità sarà effettuata mediante l'impiego di livella torica.
•
Ditte specializzate: Serramentista (Metalli e materie plastiche).
04.05.01.I14 Ripristino fissaggi telai fissi
Cadenza: ogni 3 anni
Ripristino fissaggi dei telai al vano e al controtelaio al muro e riattivazione del fissaggio dei blocchetti di regolazione e fissaggio
tramite cacciavite.
•
Ditte specializzate: Serramentista (Metalli e materie plastiche).
04.05.01.I15 Ripristino ortogonalità telai mobili
Cadenza: ogni 12 mesi
Ripristino dell'ortogonalità delle ante e fissaggio dei cavallotti di unione dei profilati dell'anta.
•
Ditte specializzate: Serramentista (Metalli e materie plastiche).
04.05.01.I16 Sostituzione cinghie avvolgibili
Cadenza: quando occorre
Sostituzione delle cinghie avvolgibili, verifica dei meccanismi di funzionamento quali rulli avvolgitori e lubrificazione degli snodi.
•
Ditte specializzate: Serramentista (Metalli e materie plastiche).
04.05.01.I17 Sostituzione frangisole
Cadenza: quando occorre
Sostituzione dei frangisole impacchettabili con elementi analoghi.
•
Ditte specializzate: Serramentista (Metalli e materie plastiche).
04.05.01.I18 Sostituzione infisso
Cadenza: ogni 30 anni
Sostituzione dell'infisso e del controtelaio mediante smontaggio e posa del nuovo serramento mediante l'impiego di tecniche di
fissaggio, di regolazione e sigillature specifiche al tipo di infisso.
•
Ditte specializzate: Serramentista (Metalli e materie plastiche).
Pagina 228
Manuale di Manutenzione
Unità Tecnologica: 04.06
Coperture piane
Insieme degli elementi tecnici orizzontali o suborizzontali del sistema edilizio aventi funzione di separare gli spazi interni del
sistema edilizio stesso dallo spazio esterno sovrastante. Le coperture piane (o coperture continue) sono caratterizzate dalla presenza
di uno strato di tenuta all'acqua, indipendentemente dalla pendenza della superficie di copertura, che non presenta soluzioni di
continuità ed è composto da materiali impermeabili che posti all'esterno dell'elemento portante svolgono la funzione di barriera alla
penetrazione di acque meteoriche. L'organizzazione e la scelta dei vari strati funzionali nei diversi schemi di funzionamento della
copertura consente di definire la qualità della copertura e soprattutto i requisiti prestazionali. Gli elementi e i strati funzionali si
possono raggruppare in: a) elemento di collegamento; b) elemento di supporto; c) elemento di tenuta; d) elemento portante;
e) elemento isolante; f) strato di barriera al vapore; g) strato di continuità; h) strato della diffusione del vapore; i) strato di
imprimitura; l) strato di ripartizione dei carichi; m) strato di pendenza; n) strato di pendenza; o) strato di protezione; p) strato
di separazione o scorrimento; q) strato di tenuta all'aria; r) strato di ventilazione; s) strato drenante; t) strato filtrante.
REQUISITI E PRESTAZIONI (UT)
04.06.R01 (Attitudine al) controllo della condensazione interstiziale
Classe di Requisiti: Termici ed igrotermici
Classe di Esigenza: Benessere
La copertura dovrà essere realizzata in modo da evitare la formazione di condensazione al suo interno.
Prestazioni:
La copertura dovrà essere realizzata in modo da evitare la formazione di condensazione al suo interno. In particolare in ogni punto
della copertura sia interno che superficiale, il valore della pressione parziale del vapor d'acqua Pv deve essere inferiore alla
corrispondente valore della pressione di saturazione Ps.
Livello minimo della prestazione:
I livelli minimi variano in funzione di prove di laboratorio eseguite secondo le norme vigenti:
- UNI 10351. Materiali da costruzione. Conduttività termica e permeabilità al vapore;
- UNI EN 12086. Isolanti termici per edilizia - Determinazione delle proprietà di trasmissione del vapore acqueo;
- UNI EN ISO 13788. Prestazione igrotermica dei componenti e degli elementi per edilizia - Temperatura superficiale interna per
evitare l'umidità superficiale critica e condensazione interstiziale - Metodo di calcolo.
04.06.R02 (Attitudine al) controllo della condensazione superficiale
Classe di Requisiti: Termici ed igrotermici
Classe di Esigenza: Benessere
La copertura dovrà essere realizzata in modo da evitare la formazione di condensazione sulla superficie degli elementi.
Prestazioni:
La copertura dovrà essere realizzata in modo da evitare la formazione di condensazione sulla superficie degli elementi. La
temperatura superficiale Tsi, presa in considerazione, su tutte le superfici interne delle coperture, dovrà risultare maggiore dei valori
di temperatura di rugiada o di condensazione del vapor d'acqua presente nell'aria nelle condizioni di umidità relativa e di
temperatura dell'aria interna di progetto per il locale preso in esame.
Livello minimo della prestazione:
In tutte le superfici interne delle coperture, con temperatura dell'aria interna di valore Ti=20°C ed umidità relativa interna di valore
U.R. <= 70%) la temperatura superficiale interna Tsi, in considerazione di una temperatura esterna pari a quella di progetto, dovrà
risultare con valore non inferiore ai 14°C.
04.06.R03 (Attitudine al) controllo dell'inerzia termica
Classe di Requisiti: Termici ed igrotermici
Classe di Esigenza: Benessere
Contribuisce, con l'accumulo di calore, al benessere termico. Un'inerzia più elevata, nel caso di coperture a diretto contatto con
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Manuale di Manutenzione
l'ambiente, può evitare il veloce abbassamento della temperatura dei locali con riscaldamento ad attenuazione notturna, o la
dispersione di calore in locali soggetti a frequenti ricambi d'aria e privi di dispositivi per il recupero del calore.
Prestazioni:
L'inerzia termica esprime l'attitudine di un edificio e/o di parte di esso ad accumulare calore e a rimetterlo in circolo in un secondo
tempo in corrispondenza di una certa variazione di temperatura. L'inerzia termica di un solaio di copertura rappresenta la capacità di
ridurre l'influenza delle variazioni della temperatura esterna sull'ambiente interno, ritardando quindi la propagazione e attenuando
l'ampiezza.
Livello minimo della prestazione:
La massa efficace di un solaio di copertura deve rispettare le specifiche previste dalla normativa vigente.
04.06.R04 Impermeabilità ai liquidi
Classe di Requisiti: Termici ed igrotermici
Classe di Esigenza: Benessere
La copertura deve impedire all'acqua meteorica la penetrazione o il contatto con parti o elementi di essa non predisposti.
Prestazioni:
Le coperture devono essere realizzate in modo tale da impedire qualsiasi infiltrazione d'acqua piovana al loro interno, onde evitare
che l'acqua piovana possa raggiungere i materiali sensibili all'umidità che compongono le coperture stesse. Nel caso di coperture
discontinue devono essere rispettate le pendenze minime delle falde, anche in funzione delle località, necessarie ad assicurare la
impermeabilità in base ai prodotti utilizzati e alla qualità della posa in opera degli stessi.
Livello minimo della prestazione:
In particolare, per quanto riguarda i materiali costituenti l'elemento di tenuta, è richiesto che: le membrane per
l'impermeabilizzazione devono resistere alla pressione idrica di 60 kPa per 24 ore, senza manifestazioni di gocciolamenti o passaggi
d'acqua; i prodotti per coperture discontinue del tipo tegole, lastre di cemento o fibrocemento, tegole bituminose e lastre di ardesia
non devono presentare nessun gocciolamento se mantenuti per 24 ore sotto l'azione di una colonna d'acqua d'altezza compresa fra
10 e 250 mm, in relazione al tipo di prodotto impiegato. Gli altri strati complementari di tenuta devono presentare specifici valori
d'impermeabilità.
04.06.R05 Isolamento acustico
Classe di Requisiti: Acustici
Classe di Esigenza: Benessere
La copertura dovrà essere realizzata in modo da fornire una adeguata resistenza al passaggio dei rumori e comunque in modo da
ridurre i rumori aerei (da traffico, da vento, ecc.) e i rumori d'impatto (da pioggia, da grandine, ecc.).
Prestazioni:
Le prestazioni di una copertura, ai fini dell’isolamento acustico ai rumori aerei esterni, si possono valutare facendo riferimento
all'indice di valutazione del potere fonoisolante Rw della soluzione tecnica prescelta o all'isolamento acustico dell'intera chiusura
rispetto ad un locale, espresso come indice di valutazione dell'isolamento acustico standardizzato DnTw. in relazione alle diverse
zone di rumore in cui è ubicato l'edificio stesso.
Livello minimo della prestazione:
Per i valori di Rw si tiene conto delle diverse zone di rumore in cui è ubicato l'edificio stesso. In particolare si fa riferimento alle
norme: UNI EN ISO 140-1, UNI EN ISO 140-3, UNI EN ISO 140-6, UNI EN ISO 140-8, UNI 10708-1, UNI 10708-2, UNI
10708-3, UNI EN ISO 717-1, UNI ISO 717-2, UNI EN 20140-9. Si può comunque fare riferimento ai dati riportati di seguito:
D.P.C.M. 5.12.1997 “DETERMINAZIONE DEI REQUISITI ACUSTICI PASSIVI DEGLI EDIFICI”
TABELLA A - CLASSIFICAZIONE DEGLI AMBIENTI ABITATIVI (art.2)
- categoria A: edifici adibiti a residenza o assimilabili;
- categoria B: edifici adibiti ad uffici e assimilabili;
- categoria C: edifici adibiti ad alberghi, pensioni ed attività assimilabili;
- categoria D: edifici adibiti ad ospedali, cliniche, case di cura e assimilabili;
- categoria E: edifici adibiti ad attività scolastiche a tutti i livelli e assimilabili;
- categoria F: edifici adibiti ad attività ricreative o di culto o assimilabili;
- categoria G: edifici adibiti ad attività commerciali o assimilabili.
TABELLA B - REQUISITI ACUSTICI PASSIVI DEGLI EDIFICI, DEI LORO COMPONENTI E DEGLI IMPIANTI
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Manuale di Manutenzione
TECNOLOGICI
CATEGORIA DI CUI ALLA “Tabella A”: D;
Parametri: Rw(*)=55; D 2m,nT,w=45; Lnw=58; L ASmax=35; L Aeq=25.
CATEGORIA DI CUI ALLA “Tabella A”: A,C;
Parametri: Rw(*)=50; D 2m,nT,w=40; Lnw=63; L ASmax=35; L Aeq=35.
CATEGORIA DI CUI ALLA “Tabella A”: E;
Parametri: Rw(*)=50; D 2m,nT,w=48; Lnw=58; L ASmax=35; L Aeq=25.
CATEGORIA DI CUI ALLA “Tabella A”: B,F,G;
Parametri: Rw(*)=50; D 2m,nT,w=42; Lnw=55; L ASmax=35; L Aeq=35.
(*) Valori di Rw riferiti a elementi di separazione tra due distinte unità immobiliari.
D.P.C.M. 1.3.1991 - LIMITI MASSIMI DI IMMISSIONE NELLE SEI ZONE ACUSTICHE, ESPRESSI COME LIVELLO
EQUIVALENTE IN dB(A)
CLASSE DI DESTINAZIONE D’USO DEL TERRITORIO: I (Aree particolarmente protette)
Tempi di riferimento: Diurno=50; Notturno=40.
CLASSE DI DESTINAZIONE D’USO DEL TERRITORIO: II (Aree prevalentemente residenziali)
Tempi di riferimento: Diurno=55; Notturno=45.
CLASSE DI DESTINAZIONE D’USO DEL TERRITORIO: III (Aree di tipo misto)
Tempi di riferimento: Diurno=60; Notturno=50.
CLASSE DI DESTINAZIONE D’USO DEL TERRITORIO: IV (Aree di intensa attività umana)
Tempi di riferimento: Diurno=65; Notturno=55.
CLASSE DI DESTINAZIONE D’USO DEL TERRITORIO: V (Aree prevalentemente industriali)
Tempi di riferimento: Diurno=70; Notturno=60.
CLASSE DI DESTINAZIONE D’USO DEL TERRITORIO: VI (Aree esclusivamente industriali)
Tempi di riferimento: Diurno=70; Notturno=70.
VALORI LIMITE DI EMISSIONE Leq IN dB(A) (art.2)
CLASSE DI DESTINAZIONE D’USO DEL TERRITORIO: I (Aree particolarmente protette)
Tempi di riferimento: Diurno(06.00-22.00)=45; Notturno(22.00-06.00)=35.
CLASSE DI DESTINAZIONE D’USO DEL TERRITORIO: II (Aree prevalentemente residenziali)
Tempi di riferimento: Diurno(06.00-22.00)=50; Notturno(22.00-06.00)=40.
CLASSE DI DESTINAZIONE D’USO DEL TERRITORIO: III (Aree di tipo misto)
Tempi di riferimento: Diurno(06.00-22.00)=55; Notturno(22.00-06.00)=45.
CLASSE DI DESTINAZIONE D’USO DEL TERRITORIO: IV (Aree di intensa attività umana)
Tempi di riferimento: Diurno(06.00-22.00)=60; Notturno(22.00-06.00)=50.
CLASSE DI DESTINAZIONE D’USO DEL TERRITORIO: V (Aree prevalentemente industriali)
Tempi di riferimento: Diurno(06.00-22.00)=65; Notturno(22.00-06.00)=55.
CLASSE DI DESTINAZIONE D’USO DEL TERRITORIO: VI (Aree esclusivamente industriali)
Tempi di riferimento: Diurno(06.00-22.00)=65; Notturno(22.00-06.00)=65.
VALORI DI QUALITÀ Leq IN dB(A) (art.7)
CLASSE DI DESTINAZIONE D’USO DEL TERRITORIO: I (Aree particolarmente protette)
Tempi di riferimento: Diurno(06.00-22.00)=47; Notturno(22.00-06.00)=37.
CLASSE DI DESTINAZIONE D’USO DEL TERRITORIO: II (Aree prevalentemente residenziali)
Tempi di riferimento: Diurno(06.00-22.00)=52; Notturno(22.00-06.00)=42.
CLASSE DI DESTINAZIONE D’USO DEL TERRITORIO: III (Aree di tipo misto)
Tempi di riferimento: Diurno(06.00-22.00)=57; Notturno(22.00-06.00)=47.
CLASSE DI DESTINAZIONE D’USO DEL TERRITORIO: IV (Aree di intensa attività umana)
Tempi di riferimento: Diurno(06.00-22.00)=62; Notturno(22.00-06.00)=52.
CLASSE DI DESTINAZIONE D’USO DEL TERRITORIO: V (Aree prevalentemente industriali)
Tempi di riferimento: Diurno(06.00-22.00)=67; Notturno(22.00-06.00)=57.
CLASSE DI DESTINAZIONE D’USO DEL TERRITORIO: VI (Aree esclusivamente industriali)
Tempi di riferimento: Diurno(06.00-22.00)=70; Notturno(22.00-06.00)=70.
04.06.R06 Isolamento termico
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Manuale di Manutenzione
Classe di Requisiti: Termici ed igrotermici
Classe di Esigenza: Benessere
La copertura deve conservare la superficie interna a temperature vicine a quelle dell'aria ambiente tale da evitare che vi siano pareti
fredde e comunque fenomeni di condensazione superficiale. In particolare devono essere evitati i ponti termici.
Prestazioni:
Le prestazioni relative all'isolamento termico delle coperture sono valutabili in base alla trasmittanza termica unitaria U ed ai
coefficienti lineari di trasmissione kl per ponti termici o punti singolari che essa possiede.
Livello minimo della prestazione:
Pur non stabilendo specifici limiti prestazionali per le singole chiusure ai fini del contenimento delle dispersioni, tuttavia i valori di
U e kl devono essere tali da concorrere a contenere il coefficiente volumico di dispersione Cd dell'intero edificio e quello dei singoli
locali nei limiti previsti dalle leggi e normative vigenti.
04.06.R07 Reazione al fuoco
Classe di Requisiti: Protezione antincendio
Classe di Esigenza: Sicurezza
Livello di partecipazione al fuoco dei materiali combustibili costituenti la copertura.
Prestazioni:
I materiali di rivestimento e di finitura interna delle coperture (compresi gli eventuali controsoffitti) relativi a vani scala. androni e
passaggi comuni devono essere di classe non superiore a 1 secondo la classificazione di reazione al fuoco prevista dal DM
26.6.1984. Nel caso di utilizzazione di membrane per l'impermeabilizzazione, queste devono essere di classe compresa fra 2 e 5, in
relazione al sistema di copertura, alla posizione ed alla destinazione d'uso degli ambienti sottostanti.
Livello minimo della prestazione:
I livelli minimi variano in funzione dei parametri stabiliti dalla normativa vigente. Per le membrane per impermeabilizzazione si
rimanda alla norma UNI 8202-25.
04.06.R08 Regolarità delle finiture
Classe di Requisiti: Visivi
Classe di Esigenza: Aspetto
La copertura deve avere gli strati superficiali in vista privi di difetti, fessurazioni, scagliature o screpolature superficiali e/o
comunque esenti da caratteri che possano rendere difficile la lettura formale.
Prestazioni:
Le finiture in vista delle coperture non devono presentare difetti di posa in opera dei materiali di copertura e degli elementi
accessori (fessurazioni, scagliature, screpolature, sbollature superficiali, ecc.).
Livello minimo della prestazione:
In particolare per i prodotti per coperture continue si fa riferimento alle specifiche previste dalle norme UNI relative alle
caratteristiche dimensionali (lunghezza, larghezza, spessore, ortogonalità, ecc.): UNI 8091. Edilizia. Coperture. Terminologia
geometrica.
04.06.R09 Resistenza agli agenti aggressivi
Classe di Requisiti: Protezione dagli agenti chimici ed organici
Classe di Esigenza: Sicurezza
La copertura non deve subire dissoluzioni o disgregazioni e mutamenti di aspetto a causa dell'azione di agenti aggressivi chimici.
Prestazioni:
Sotto l'azione degli agenti chimici normalmente presenti nell'ambiente, i materiali costituenti le coperture devono conservare
inalterate le proprie caratteristiche chimico-fisiche, geometriche, funzionali e di finitura superficiale. In particolare gli elementi
utilizzati devono resistere alle azioni chimiche derivanti da inquinamento ambientale (aeriformi, polveri, liquidi) agenti sulle facce
esterne.
Livello minimo della prestazione:
Per le coperture rifinite esternamente in materiale metallico, è necessario adottare una protezione con sistemi di verniciatura
resistenti alla corrosione in nebbia salina per almeno 1000 ore nel caso ne sia previsto l'impiego in atmosfere aggressive (urbane,
marine, inquinate. ecc.), e di almeno 500 ore, nel caso ne sia previsto l'impiego in altre atmosfere.
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Manuale di Manutenzione
04.06.R10 Resistenza agli attacchi biologici
Classe di Requisiti: Protezione dagli agenti chimici ed organici
Classe di Esigenza: Sicurezza
La copertura a seguito della presenza di organismi viventi (animali, vegetali, microrganismi) non dovrà subire riduzioni di
prestazioni.
Prestazioni:
Gli elementi ed i materiali costituenti la copertura non dovranno permettere lo sviluppo di funghi, muffe, insetti, ecc. In particolare
le parti in legno dovranno essere trattate adeguatamente in funzione del loro impiego.
Livello minimo della prestazione:
I livelli minimi variano in funzione dei diversi prodotti per i quali si fa riferimento alle specifiche previste dalle norme UNI.
04.06.R11 Resistenza al fuoco
Classe di Requisiti: Protezione antincendio
Classe di Esigenza: Sicurezza
I materiali costituenti la copertura, sottoposti all'azione del fuoco non devono subire trasformazioni chimico-fisiche.
Prestazioni:
Gli elementi strutturali delle coperture devono presentare una resistenza al fuoco (REI) non inferiore a quello determinabile in
funzione del carico d'incendio, secondo le modalità specificate nel D.M. 9.3.2007. Le coperture di aree a rischio di parti dell'edificio
(autorimesse, depositi di materiali combustibili, centrale termica, locali di esposizione e vendita, ecc.) devono inoltre rispettare le
normative in vigore per tali attività.
Livello minimo della prestazione:
Gli elementi costruttivi delle coperture (compresi gli eventuali controsoffitti), sia dei vani scala o ascensore devono avere la
resistenza al fuoco indicata di seguito, espressa in termini di tempo entro il quale la copertura conserva stabilità, tenuta alla fiamma
e ai fumi e isolamento termico:
Altezza antincendio (m): da 12 a 32 - Classe REI (min): 60;
Altezza antincendio (m): da oltre 32 a 80 - Classe REI (min): 90;
Altezza antincendio (m): oltre 80 - Classe REI (min): 120.
04.06.R12 Resistenza al gelo
Classe di Requisiti: Protezione dagli agenti chimici ed organici
Classe di Esigenza: Sicurezza
La copertura non dovrà subire disgregazioni e variazioni dimensionali e di aspetto in conseguenza della formazione di ghiaccio.
Prestazioni:
Sotto l'azione di gelo e disgelo, gli elementi delle coperture devono conservare inalterate le proprie caratteristiche chimico-fisiche,
geometriche, funzionali e di finitura superficiale. I prodotti per coperture devono resistere a cicli di gelo e disgelo senza che si
manifestino fessurazioni, cavillature o altri segni di degrado.
Livello minimo della prestazione:
I livelli minimi possono essere definiti, per i vari tipi di materiali, facendo riferimento a quanto previsto dalla normativa UNI.
04.06.R13 Resistenza al vento
Classe di Requisiti: Di stabilità
Classe di Esigenza: Sicurezza
La copertura deve resistere alle azioni e depressioni del vento tale da non compromettere la stabilità e la funzionalità degli strati che
la costituiscono.
Prestazioni:
Tutte le parti costituenti una copertura, continua o discontinua, devono essere idonee a resistere all'azione del vento in modo da
assicurare durata e funzionalità nel tempo senza pregiudicare la sicurezza dell'utenza. L'azione del vento da considerare è quella
prevista dal D.M. 12.2.1982, dalla C.M. 24.5.1982 n.22631 e dalla norma CNR B.U. 117 (che dividono convenzionalmente il
territorio italiano in quattro zone). I parametri variano anche in funzione dell'altezza dell'edificio e della forma della copertura. In
ogni caso le caratteristiche delle coperture, relativamente alla funzione strutturale, devono corrispondere a quelle prescritte dalle
leggi e normative vigenti.
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Manuale di Manutenzione
Livello minimo della prestazione:
I livelli minimi variano in funzione degli elementi impiegati per i quali si rinvia alla normativa vigente.
04.06.R14 Resistenza all'acqua
Classe di Requisiti: Protezione dagli agenti chimici ed organici
Classe di Esigenza: Sicurezza
I materiali costituenti la copertura, a contatto con l'acqua, dovranno mantenere inalterate le proprie caratteristiche chimico-fisiche.
Prestazioni:
I materiali costituenti i rivestimenti delle coperture nel caso vengano in contatto con acqua di origine e composizione diversa (acqua
meteorica, acqua di condensa, ecc.) devono conservare inalterate le proprie caratteristiche chimico-fisiche, geometriche e
funzionali.
Livello minimo della prestazione:
Tutti gli elementi di tenuta delle coperture continue o discontinue in seguito all'azione dell'acqua meteorica, devono osservare le
specifiche di imbibizione rispetto al tipo di prodotto secondo le norme vigenti.
04.06.R15 Resistenza all'irraggiamento solare
Classe di Requisiti: Protezione dagli agenti chimici ed organici
Classe di Esigenza: Sicurezza
La copertura non dovrà subire variazioni di aspetto e caratteristiche chimico-fisiche a causa dell'esposizione all'energia raggiante.
Prestazioni:
Sotto l'azione dell'irraggiamento solare, i materiali costituenti le coperture devono conservare inalterate le proprie caratteristiche
chimico fisiche, geometriche, funzionali e di finiture superficiali.
Livello minimo della prestazione:
In particolare gli elementi di tenuta delle coperture continue o discontinue, le membrane per l'impermeabilizzazione, ecc., non
devono deteriorarsi se esposti all'azione di radiazioni U.V. e I.R., se non nei limiti ammessi dalle norme UNI relative ai vari tipi di
prodotto.
04.06.R16 Resistenza meccanica
Classe di Requisiti: Di stabilità
Classe di Esigenza: Sicurezza
La copertura deve garantire una resistenza meccanica rispetto alle condizioni di carico (carichi concentrati e distribuiti) di progetto
in modo da garantire la stabilità e la stabilità degli strati costituenti. Inoltre vanno considerate le caratteristiche dello strato di
supporto che dovranno essere adeguate alle sollecitazioni e alla resistenza degli elementi di tenuta.
Prestazioni:
Tutte le coperture devono essere idonee a contrastare efficacemente il prodursi di rotture o deformazioni gravi sotto l'azione di
sollecitazioni meccaniche in modo da assicurare la durata e la funzionalità nel tempo senza pregiudicare la sicurezza degli utenti. A
tal fine si considerano le seguenti azioni: carichi dovuti al peso proprio e di esercizio, carichi presenti per operazioni di
manutenzione quali pedonamento di addetti, sollecitazioni sismiche, carichi dovuti a dilatazioni termiche, assestamenti e
deformazioni di strutture portanti.
Livello minimo della prestazione:
Comunque, in relazione alla funzione strutturale, le caratteristiche delle coperture devono corrispondere a quelle prescritte dalle
leggi e normative vigenti.
04.06.R17 Sostituibilità
Classe di Requisiti: Facilità d'intervento
Classe di Esigenza: Funzionalità
La copertura dovrà essere costituita da elementi tecnici e materiali che facilitano la collocazione di altri al loro posto.
Prestazioni:
Gli elementi, i materiali ed i prodotti impiegati per le coperture devono essere facilmente sostituibili, senza influenzare e
compromettere altre parti della copertura. E' opportuno quindi che i prodotti impiegati rispettino le dimensioni geometriche secondo
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Manuale di Manutenzione
le norme UNI.
Livello minimo della prestazione:
In particolare per i prodotti per coperture continue si fa riferimento alle specifiche previste dalle norme UNI relative alle
caratteristiche dimensionali (lunghezza, larghezza, spessore, ortogonalità, ecc.):
- UNI 8091. Edilizia. Coperture. Terminologia geometrica;
04.06.R18 Stabilità chimico reattiva
Classe di Requisiti: Protezione dagli agenti chimici ed organici
Classe di Esigenza: Sicurezza
I materiali costituenti la copertura dovranno mantenere inalterate nel tempo le proprie caratteristiche chimico-fisiche.
Prestazioni:
Le coperture e gli altri elementi della copertura devono essere realizzati con materiali e rifinite in maniera tale che conservino
invariate nel tempo le proprie caratteristiche chimico-fisiche. Bisogna inoltre tener conto degli eventuali fenomeni chimico-fisici
che possono svilupparsi tra i diversi componenti a contatto, in particolare tra le parti metalliche di natura diversa. E' importante che
non vengano utilizzati materiali che siano incompatibili dal punto di vista chimico-fisico o comunque che possano dar luogo a
fenomeni di corrosioni elettrolitiche. E' opportuno evitare contatti diretti tra i seguenti metalli: ferro e zinco, ferro e alluminio,
alluminio e piombo, alluminio e zinco. Bisogna evitare inoltre il contatto diretto fra certi metalli ed alcuni materiali aggressivi,
come alluminio o acciaio e il gesso.
Livello minimo della prestazione:
I livelli minimi variano in funzione dei materiali impiegati e della loro compatibilità chimico-fisica stabilita dalle norme vigenti.
04.06.R19 Ventilazione
Classe di Requisiti: Termici ed igrotermici
Classe di Esigenza: Benessere
La copertura dovrà essere realizzata in modo da poter ottenere ricambio d'aria in modo naturale o mediante meccanismi.
Prestazioni:
E' raccomandabile che le coperture dotate di sottotetto siano provviste di apposite aperture di ventilazione che consentano un
adeguato ricambio naturale dell'aria, al fine di proteggere il manto e le strutture superiori dagli sbalzi termici e impedire la
formazione di condensa nel sottotetto.
Livello minimo della prestazione:
Il sottotetto dovrà essere dotato di aperture di ventilazione con sezione => ad 1/500 della superficie coperta o comunque di almeno
10 cm, ripartite tra i due lati opposti della copertura ed il colmo. Nel caso di coperture discontinue deve comunque essere assicurata
una microventilazione della superficie inferiore dell'elemento di tenuta.
L'Unità Tecnologica è composta dai seguenti Elementi Manutenibili:
° 04.06.01 Strati termoisolanti
° 04.06.02 Struttura metallica
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Manuale di Manutenzione
Elemento Manutenibile: 04.06.01
Strati termoisolanti
Unità Tecnologica: 04.06
Coperture piane
Lo strato termoisolante ha lo scopo di garantire alla copertura il valore richiesto di resistenza termica globale e allo stesso tempo di
attenuare la trasmissione delle onde sonore provocate dai rumori aerei, ecc.. L'isolamento va calcolato in funzione della sua
conducibilità termica e secondo della destinazione d'uso degli ambienti interni. Nelle coperture continue l'isolante, posizionato al di
sotto o al di sopra dell'elemento di tenuta, sarà realizzato per resistere alle sollecitazioni e ai carichi previsti in relazione
dell'accessibilità o meno della copertura. Gli strati termoisolanti possono essere in: a) polistirene espanso; b) poliuretano rivestito
di carta kraft; c) poliuretano rivestito di velo vetro; d) polisocianurato; e) sughero; f) perlite espansa; g) vetro cellulare; h)
materassini di resine espanse; i) materassini in fibre minerali; l) fibre minerali o vegetali sfusi e/a piccoli elementi.
ANOMALIE RISCONTRABILI
04.06.01.A01 Deliminazione e scagliatura
Disgregazione in scaglie delle superfici.
04.06.01.A02 Deformazione
Cambiamento della forma iniziale con imbarcamento degli elementi e relativa irregolarità della sovrapposizione degli stessi.
04.06.01.A03 Disgregazione
Disgregazione della massa con polverizzazione degli elementi.
04.06.01.A04 Distacco
Distacco degli elementi dai dispositivi di fissaggio e relativo scorrimento.
04.06.01.A05 Fessurazioni, microfessurazioni
Incrinature localizzate interessanti lo spessore degli elementi.
04.06.01.A06 Imbibizione
Assorbimento di acqua nella composizione porosa dei materiali.
04.06.01.A07 Penetrazione e ristagni d'acqua
Comparsa di macchie da umidità e/o gocciolamento localizzato in prossimità del soffitto e negli angoli per cause diverse quali:
invecchiamento dello strato impermeabilizzante con rottura della guaina protettiva; rottura o spostamenti degli elementi di copertura;
ostruzione delle linee di deflusso acque meteoriche.
04.06.01.A08 Presenza di abrasioni, bolle, rigonfiamenti, incisioni superficiali
Presenza di abrasioni, bolle, rigonfiamenti, incisioni superficiali a carico degli strati impermeabilizzanti per vetustà degli elementi o
per evento esterno (alte temperature, grandine, urti, ecc).
04.06.01.A09 Rottura
Rottura degli elementi costituenti il manto di copertura.
04.06.01.A10 Scollamenti tra membrane, sfaldature
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Manuale di Manutenzione
Scollamento delle membrane e sfaldature delle stesse con localizzazione di aree disconnesse dallo strato inferiore e relativo
innalzamento rispetto al piano di posa originario. In genere per posa in opera errata o per vetustà degli elementi.
CONTROLLI ESEGUIBILI DALL'UTENTE
04.06.01.C01 Controllo dello stato
Cadenza: ogni 12 mesi
Tipologia: Controllo a vista
Controllare le condizioni della superficie del manto ponendo particolare attenzione alla presenza di eventuali ristagni di acqua e di
vegetazione sopra la tenuta.
•
•
Requisiti da verificare: 1) (Attitudine al) controllo della condensazione interstiziale; 2) Impermeabilità ai liquidi; 3) Isolamento
termico.
Anomalie riscontrabili: 1) Deliminazione e scagliatura; 2) Deformazione; 3) Disgregazione; 4) Distacco; 5) Fessurazioni,
microfessurazioni; 6) Imbibizione; 7) Penetrazione e ristagni d'acqua; 8) Presenza di abrasioni, bolle, rigonfiamenti, incisioni
superficiali; 9) Rottura; 10) Scollamenti tra membrane, sfaldature.
MANUTENZIONI ESEGUIBILI DA PERSONALE SPECIALIZZATO
04.06.01.I01 Rinnovo strati isolanti
Cadenza: ogni 20 anni
Rinnovo degli strati isolanti deteriorati mediante sostituzione localizzata o generale. In tal caso rimozione puntuale degli strati di
copertura e ricostituzione dei manti protettivi.
•
Ditte specializzate: Specializzati vari.
Elemento Manutenibile: 04.06.02
Struttura metallica
Unità Tecnologica: 04.06
Coperture piane
E' in genere costituita da elementi metallici in profilati d'acciaio (angolari, profili a C e a doppio T, ecc.) disposti a secondo della
geometria e struttura della copertura. In genere gli angolari in acciaio sono usati anche come arcarecci di supporto al manto di
copertura. I profili in acciaio a C e a doppio T sono utilizzati nelle sezioni opportune, come travi. I profili maggiormente utilizzati
sono quelli a doppio T ad ali parallele, ottenuti direttamente per laminazione (travi IPE e travi HE), o mediante saldature di lamiere
a caldo e profilati nelle sezioni composte. La struttura di copertura ha la funzione dominante di reggere o portare il manto e di
resistere ai carichi esterni.
ANOMALIE RISCONTRABILI
04.06.02.A01 Corrosione
Corrosione degli elementi metallici con relativa riduzione della sezione resistente.
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Manuale di Manutenzione
04.06.02.A02 Deformazione
Cambiamento della forma iniziale con imbarcamento degli elementi e relativa irregolarità della forma geometrica degli stessi.
04.06.02.A03 Distacco
Distacco degli elementi dai dispositivi di fissaggio e relativo scorrimento.
04.06.02.A04 Errori di pendenza
Errore nel calcolo della pendenza (la determinazione in gradi, o in percentuale, rispetto al piano orizzontale di giacitura delle falde)
rispetto alla morfologia del tetto, alla lunghezza di falda (per tetti a falda), alla scabrosità dei materiali, all'area geografica di
riferimento. Insufficiente deflusso delle acque con conseguente ristagno delle stesse.
CONTROLLI ESEGUIBILI DALL'UTENTE
04.06.02.C01 Controllo struttura
Cadenza: ogni 12 mesi
Tipologia: Controllo a vista
Controllo del grado di usura delle parti in vista finalizzato alla ricerca di anomalie (corrosione, difetti di ancoraggi, perdita delle
caratteristiche di resistenza, ecc.).
•
•
Requisiti da verificare: 1) Resistenza meccanica.
Anomalie riscontrabili: 1) Corrosione; 2) Deformazione; 3) Distacco; 4) Errori di pendenza.
MANUTENZIONI ESEGUIBILI DA PERSONALE SPECIALIZZATO
04.06.02.I01 Ripristino protezione
Cadenza: ogni 2 anni
Ripristino delle parti in vista della protezione anticorrosiva previa pulizia delle superfici, mediante rimozione della polvere e di altri
depositi. Trattamento anticorrosivo sulle parti in vista con applicazione a spruzzo o a pennello di protezione anticorrosione.
•
Ditte specializzate: Pittore, Specializzati vari.
04.06.02.I02 Ripristino serraggi bulloni e connessioni metalliche
Cadenza: ogni 2 anni
Ripristino e/o sostituzione degli elementi di connessione e verifica del corretto serraggio degli stessi e sostituzioni di quelli
mancanti. Riparazione della protezione antiruggine degli elementi metallici mediante rimozione della ruggine ed applicazione di
vernici protettive. Riparazione di eventuali corrosioni o fessurazioni mediante saldature in loco con elementi di raccordo.
•
Ditte specializzate: Specializzati vari.
04.06.02.I03 Sostituzione strutture metalliche
Cadenza: quando occorre
Sostituzione parziale o totale degli elementi di struttura degradati per eccessiva corrosione, deformazione e/o riduzione della
sezione. Ripristino degli elementi di copertura.
•
Ditte specializzate: Tecnici di livello superiore, Specializzati vari.
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Manuale di Manutenzione
Unità Tecnologica: 04.07
Infissi interni
Gli infissi interni hanno per scopo quello di permettere il controllo della comunicazione tra gli spazi interni dell'organismo edilizio.
In particolare l'utilizzazione dei vari ambienti in modo da permettere o meno il passaggio di persone, cose, luce naturale ed aria tra i
vari ambienti interni.
REQUISITI E PRESTAZIONI (UT)
04.07.R01 Riparabilità
Classe di Requisiti: Facilità d'intervento
Classe di Esigenza: Funzionalità
Gli infissi dovranno essere collocati in modo da consentire il ripristino dell'integrità, la funzionalità e l'efficienza di parti ed
elementi soggetti a guasti.
Prestazioni:
I dispositivi e gli organi di movimentazione (cerniere, cremonesi, maniglie, ecc.) nonché quelli di schermatura esterna (teli,
avvolgibili, ecc.), nel caso necessitano di interventi di manutenzione o riparazione, devono essere facilmente accessibili in modo da
rendere agevoli e in modalità di sicurezza tutte le operazioni. E' importante che i vari componenti siano facilmente smontabili senza
la necessità di rimuovere tutto l'insieme. In particolare deve essere possibile lo smontaggio delle ante mobili senza la necessità di
smontare anche i relativi telai fissi.
Livello minimo della prestazione:
Gli infissi devono essere accessibili in modo da consentire agevolmente le operazioni di riparazione. La loro collocazione dovrà
rispettare le norme UNI 7864, UNI 7866, UNI 7961, UNI 7962, UNI 8861 e UNI 8975.
04.07.R02 Pulibilità
Classe di Requisiti: Facilità d'intervento
Classe di Esigenza: Funzionalità
Gli infissi devono consentire la rimozione di sporcizia, depositi, macchie, ecc.
Prestazioni:
Le superfici degli infissi, siano esse opache o trasparenti, devono essere facilmente accessibili dall'utenza e dagli addetti alle
operazioni di pulizia, tanto all'esterno quanto all'interno. In particolare, le porte e le portefinestre devono essere realizzate in modo
da non subire alterazioni e/o modifiche prestazionali in seguito a contatti accidentali con i liquidi e/o prodotti utilizzati per la
pulizia.
Livello minimo della prestazione:
Gli infissi devono essere accessibili e dimensionati in modo da consentire le operazioni di pulizia.
04.07.R03 Sostituibilità
Classe di Requisiti: Facilità d'intervento
Classe di Esigenza: Funzionalità
Gli infissi dovranno essere realizzati e collocati in modo da consentire la loro sostituibilità, e/o la collocazione di parti ed elementi
essi soggetti a guasti.
Prestazioni:
Tutti gli elementi degli infissi soggetti ad eventuali sostituzioni come guarnizioni tra telai, lastre vetrate od opache, profili
fermavetro, scanalature portavetro, devono essere facilmente sostituibili. Analogamente per i dispositivi di movimentazione e
manovra e per gli altri elementi con funzione di schermatura (avvolgibili, cassonetti, rulli avvolgitore, corde, ecc.).
Livello minimo della prestazione:
Onde facilitare la sostituzione di intere parti (ante, telai, ecc.), è inoltre opportuno che l'altezza e la larghezza di coordinazione degli
infissi esterni verticali siano modulari e corrispondenti a quelle previste dalle norme UNI 7864, UNI 7866, UNI 7961, UNI 8861,
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Manuale di Manutenzione
UNI 8975 e UNI EN 12519.
04.07.R04 Permeabilità all'aria
Classe di Requisiti: Termici ed igrotermici
Classe di Esigenza: Benessere
Gli infissi devono controllare il passaggio dell'aria a protezione degli ambienti interni e permettere la giusta ventilazione.
Prestazioni:
Gli infissi devono essere realizzati in modo da ottenere, mediante battute, camere d'aria ed eventuali guarnizioni, la permeabilità
all'aria indicata in progetto. Le prestazioni si misurano sulla classificazione basata sul confronto tra la permeabilità all'aria del
campione sottoposto a prova riferito all'intera area, e la permeabilità all'aria riferita alla lunghezza dei lati apribili. In particolare si
rimanda alla norma UNI EN 12207
Livello minimo della prestazione:
I livelli prestazionali variano in funzione delle classi, della permeabilità all’aria di riferimento a 100 Pa misurata in m^3/hm^3 e
della pressione massima di prova misurata in Pa.
04.07.R05 Regolarità delle finiture
Classe di Requisiti: Visivi
Classe di Esigenza: Aspetto
Gli infissi devono avere gli strati superficiali in vista privi di difetti, e/o comunque esenti da caratteri che possano rendere difficile
la lettura formale. Inoltre gli elementi dovranno combaciare tra di loro in modo idoneo senza comprometterne la loro funzionalità.
Prestazioni:
Gli infissi interni ed i relativi dispositivi di movimentazione e di manovra devono avere le finiture superficiali prive di rugosità,
spigoli, ecc.. Gli elementi dei tamponamenti trasparenti inoltre devono essere privi di difetti e/o anomalie come, bolle, graffi, ecc.
ed assicurare una perfetta visione e trasparenza ottica dall'interno verso l'esterno e viceversa. Più in particolare, i tamponamenti
vetrati devono essere privi dei suddetti difetti e comunque corrispondere a quanto indicato dalla norma UNI 7142, in relazione al
tipo di vetro ed alle dimensioni della lastra usata. I giunti di collegamento degli infissi non devono presentare sconnessioni di alcun
tipo con le strutture adiacenti. Infine, la coloritura ed i rivestimenti superficiali degli infissi ottenuti attraverso processi di
verniciatura, ossidazione anodica, trattamento elettrochimico, ecc., dovranno essere uniformi senza presentare alcun difetto di
ripresa del colore o altre macchie visibili.
Livello minimo della prestazione:
Gli infissi non devono presentare finiture superficiali eccessivamente rugose, spigolose, cedevoli né tanto meno fessurazioni o
screpolature superiore al 10% delle superfici totali.
04.07.R06 Oscurabilità
Classe di Requisiti: Funzionalità tecnologica
Classe di Esigenza: Funzionalità
Gli infissi devono, attraverso opportuni schermi e/o dispositivi di oscuramento, provvedere alla regolazione della luce naturale
immessa.
Prestazioni:
I dispositivi di schermatura esterna di cui sono dotati gli infissi interni devono consentire la regolazione del livello di illuminamento
degli spazi chiusi dell'ambiente servito. Inoltre, devono consentire il controllo di eventuali proiezioni localizzate di raggi luminosi
negli spazi con destinazione di relax e di riposo (camere da letto, ecc.). e comunque oscurare il passaggio di luce, naturale o
artificiale, proveniente dagli ambienti esterni.
Livello minimo della prestazione:
I dispositivi di schermatura esterna di cui sono dotati gli infissi interni verticali devono consentire una regolazione del livello di
illuminamento negli spazi chiusi degli alloggi fino ad un valore non superiore a 0,2 lux.
L'Unità Tecnologica è composta dai seguenti Elementi Manutenibili:
° 04.07.01 Porte
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Manuale di Manutenzione
Elemento Manutenibile: 04.07.01
Porte
Unità Tecnologica: 04.07
Infissi interni
Le porte hanno funzione di razionalizzare l'utilizzazione dei vari spazi in modo da regolare il passaggio di persone, cose, luce
naturale ed aria fra ambienti adiacenti, oltre che funzioni di ordine estetico e architettonico. La presenza delle porte a secondo della
posizione e delle dimensioni determina lo svolgimento delle varie attività previste negli spazi di destinazione. In commercio esiste
un'ampia gamma di tipologie diverse sia per materiale (legno, metallo, plastica, vetro, ecc.) che per tipo di apertura (a rotazione, a
ventola, scorrevole, a tamburo, ripiegabile, a fisarmonica, basculante, a scomparsa). Le porte interne sono costituite da: a) anta o
battente (l'elemento apribile); b) telaio fisso (l'elemento fissato al controtelaio che contorna la porta e la sostiene per mezzo di
cerniere); c) battuta (la superficie di contatto tra telaio fisso e anta mobile); d) cerniera (l'elemento che sostiene l'anta e ne
permette la rotazione rispetto al telaio fisso); e) controtelaio (formato da due montanti ed una traversa è l'elemento fissato alla
parete che consente l'alloggio al telaio); f) montante (l'elemento verticale del telaio o del controtelaio); g) traversa (l'elemento
orizzontale del telaio o del controtelaio).
ANOMALIE RISCONTRABILI
04.07.01.A01 Alterazione cromatica
Alterazione che si può manifestare attraverso la variazione di uno o più parametri che definiscono il colore: tinta, chiarezza,
saturazione. Può evidenziarsi in modo localizzato o in zone più ampie diversamente a secondo delle condizioni.
04.07.01.A02 Bolla
Rigonfiamento della pellicola causato spesso da eccessive temperatura.
04.07.01.A03 Corrosione
Decadimento dei materiali metallici a causa della combinazione con sostanze presenti nell'ambiente (ossigeno, acqua, anidride
carbonica, ecc.).
04.07.01.A04 Deformazione
Variazione geometriche e morfologiche dei profili e degli elementi di tamponamento per fenomeni di ritiro quali imbarcamento,
svergolamento, ondulazione.
04.07.01.A05 Deposito superficiale
Accumulo di pulviscolo atmosferico o di altri materiali estranei quali microrganismi, residui organici, ecc., di spessore variabile,
poco coerente e poco aderente al materiale sottostante.
04.07.01.A06 Distacco
Distacco di due o più strati di un pannello per insufficiente adesione delle parti.
04.07.01.A07 Fessurazione
Formazione di soluzioni di continuità nel materiale con distacco macroscopico delle parti.
04.07.01.A08 Frantumazione
Riduzione della lastra di vetro in frammenti per cause traumatiche.
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Manuale di Manutenzione
04.07.01.A09 Fratturazione
Formazione di soluzioni di continuità nel materiale con o senza spostamento delle parti.
04.07.01.A10 Incrostazione
Deposito a strati molto aderente al substrato composto generalmente da sostanze inorganiche o di natura biologica.
04.07.01.A11 Infracidamento
Degradazione che si manifesta con la formazione di masse scure polverulente dovuta ad umidità e alla scarsa ventilazione.
04.07.01.A12 Lesione
Degradazione che si manifesta in seguito ad eventi traumatici con effetti di soluzione di continuità con o senza distacco tra le parti.
04.07.01.A13 Macchie
Pigmentazione accidentale e localizzata della superficie.
04.07.01.A14 Non ortogonalità
La ortogonalità dei telai mobili rispetto a quelli fissi dovuta generalmente per la mancanza di registrazione periodica dei fissaggi.
04.07.01.A15 Patina
Variazione del colore originario del materiale per alterazione della superficie dei materiali per fenomeni non legati a degradazione.
04.07.01.A16 Perdita di lucentezza
Opacizzazione del legno.
04.07.01.A17 Perdita di materiale
Mancanza di parti e di piccoli elementi in seguito ad eventi traumatici.
04.07.01.A18 Perdita di trasparenza
Perdita di trasparenza ed aumento della fragilità del vetro a causa dell'azione di agenti esterni.
04.07.01.A19 Scagliatura, screpolatura
Distacco totale o parziale di parti della pellicola dette scaglie che avviene in prossimità di scollaggi o soluzioni di continuità.
04.07.01.A20 Scollaggi della pellicola
Mancanza di aderenza della pellicola al substrato per cause diverse e successiva scagliatura.
CONTROLLI ESEGUIBILI DALL'UTENTE
04.07.01.C01 Controllo delle serrature
Cadenza: ogni 12 mesi
Tipologia: Controllo a vista
Controllo della loro funzionalità.
•
•
Requisiti da verificare: 1) Riparabilità.
Anomalie riscontrabili: 1) Corrosione.
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Manuale di Manutenzione
04.07.01.C02 Controllo guide di scorrimento
Cadenza: ogni 6 mesi
Tipologia: Controllo a vista
Controllo della loro funzionalità e dell'assenza di depositi nei binari di scorrimento (per porte scorrevoli).
•
•
Requisiti da verificare: 1) Pulibilità; 2) Riparabilità.
Anomalie riscontrabili: 1) Deformazione; 2) Deposito superficiale; 3) Non ortogonalità.
04.07.01.C03 Controllo maniglia
Cadenza: ogni 6 mesi
Tipologia: Controllo a vista
Controllo del corretto funzionamento.
•
Requisiti da verificare: 1) Riparabilità; 2) Sostituibilità.
04.07.01.C04 Controllo parti in vista
Cadenza: ogni 12 mesi
Tipologia: Controllo a vista
Controllo delle parti in vista, delle finiture e dello strato di protezione superficiale (qualora il tipo di rivestimento lo preveda).
Controllo dei fissaggi del telaio al controtelaio.
•
•
Requisiti da verificare: 1) Permeabilità all'aria; 2) Pulibilità; 3) Regolarità delle finiture.
Anomalie riscontrabili: 1) Alterazione cromatica; 2) Bolla; 3) Corrosione; 4) Deformazione; 5) Deposito superficiale; 6)
Distacco; 7) Fessurazione; 8) Frantumazione; 9) Fratturazione; 10) Incrostazione; 11) Infracidamento; 12) Lesione; 13)
Macchie; 14) Non ortogonalità; 15) Patina; 16) Perdita di lucentezza; 17) Perdita di materiale; 18) Perdita di trasparenza; 19)
Scagliatura, screpolatura; 20) Scollaggi della pellicola.
04.07.01.C05 Controllo vetri
Cadenza: ogni 6 mesi
Tipologia: Controllo a vista
Controllo uniformità dei vetri e delle sigillature vetro-telaio. Controllare la presenza di depositi o sporco. Verifica di assenza di
anomalie e/o difetti (rottura, depositi, macchie, ecc.).
•
•
Requisiti da verificare: 1) Oscurabilità; 2) Pulibilità; 3) Sostituibilità.
Anomalie riscontrabili: 1) Deposito superficiale; 2) Frantumazione; 3) Fratturazione; 4) Perdita di lucentezza; 5) Perdita di
trasparenza.
MANUTENZIONI ESEGUIBILI DALL'UTENTE
04.07.01.I01 Lubrificazione serrature, cerniere
Cadenza: ogni 6 mesi
Lubrificazione ed ingrassaggio delle serrature e cerniere con prodotti siliconici, verifica del corretto funzionamento.
•
Ditte specializzate: Serramentista.
04.07.01.I02 Pulizia ante
Cadenza: quando occorre
Pulizia delle ante con prodotti detergenti non aggressivi idonei al tipo di materiale.
•
Ditte specializzate: Generico.
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Manuale di Manutenzione
04.07.01.I03 Pulizia delle guide di scorrimento
Cadenza: ogni 6 mesi
Pulizia dei residui organici che possono compromettere la funzionalità delle guide di scorrimento.
•
Ditte specializzate: Serramentista.
04.07.01.I04 Pulizia organi di movimentazione
Cadenza: quando occorre
Pulizia degli organi di movimentazione tramite detergenti comuni.
•
Ditte specializzate: Generico.
04.07.01.I05 Pulizia telai
Cadenza: ogni 6 mesi
Pulizia del telaio con prodotti detergenti non aggressivi idonei al tipo di materiale.
•
Ditte specializzate: Generico.
04.07.01.I06 Pulizia vetri
Cadenza: quando occorre
Pulizia e rimozione dello sporco e dei depositi superficiali con detergenti idonei.
•
Ditte specializzate: Generico.
04.07.01.I07 Registrazione maniglia
Cadenza: ogni 6 mesi
Registrazione e lubrificazione della maniglia, delle viti e degli accessori di manovra apertura-chiusura.
•
Ditte specializzate: Serramentista.
MANUTENZIONI ESEGUIBILI DA PERSONALE SPECIALIZZATO
04.07.01.I08 Regolazione controtelai
Cadenza: ogni 12 mesi
Regolazione del fissaggio dei controtelai alle pareti.
•
Ditte specializzate: Serramentista.
04.07.01.I09 Ripristino protezione verniciatura parti in legno
Cadenza: ogni 2 anni
Ripristino della protezione di verniciatura previa asportazione del vecchio strato per mezzo di carte abrasive leggere ed otturazione
con stucco per legno di eventuali fessurazioni. Applicazione di uno strato impregnante e rinnovo, a pennello, dello strato protettivo
con l'impiego di prodotti idonei al tipo di legno.
•
Ditte specializzate: Pittore.
04.07.01.I10 Regolazione telai
Cadenza: ogni 12 mesi
Regolazione del fissaggio dei telai ai controtelai.
•
Ditte specializzate: Serramentista.
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Manuale di Manutenzione
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Manuale di Manutenzione
Unità Tecnologica: 04.08
Scale e rampe
Si tratta di strutture di collegamento inclinate costituite da strutture a piano inclinato e da strutture gradonate o a gradini la cui
funzione è quella di raggiungere piani posti a quote diverse. Le strutture inclinate si possono dividere in: a) rampe a piano
inclinato (con una pendenza fino all'8%); b) rampe gradonate, costituite da elementi a gradoni (con una pendenza fino a 20°); c)
scale, formate da gradini con pendenze varie in rapporto alla loro funzione (scale esterne, scale di servizio, scale di sicurezza, ecc.).
Le scale possono assumere morfologie diverse: a) ad una o più rampe; b) scale curve; c) scale ellittiche a pozzo; d) scale
circolari a pozzo; e) scale a chiocciola. Le scale e rampe possono essere realizzate secondo molteplici conformazioni strutturali e
in materiali diversi. Si possono avere strutture in acciaio, in legno, in murature, in c.a., prefabbricate, ecc.
REQUISITI E PRESTAZIONI (UT)
04.08.R01 Resistenza all'usura
Classe di Requisiti: Durabilità tecnologica
Classe di Esigenza: Durabilità
I materiali di rivestimento di gradini e pianerottoli dovranno presentare caratteristiche di resistenza all'usura.
Prestazioni:
I materiali di rivestimento di gradini e pianerottoli dovranno presentare caratteristiche di resistenza all'usura dovute al traffico
pedonale, alle abrasioni, agli urti, a perdite di materiale, a depositi, macchie, ecc..
Livello minimo della prestazione:
I rivestimenti dovranno possedere una resistenza all'usura corrispondente alla classe U3 (ossia di resistenza all'usura per un tempo
non inferiore ai 10 anni) della classificazione UPEC.
04.08.R02 Resistenza meccanica
Classe di Requisiti: Di stabilità
Classe di Esigenza: Sicurezza
Gli elementi strutturali costituenti le scale devono contrastare in modo efficace la manifestazione di eventuali rotture, o
deformazioni rilevanti, causate dall'azione di possibili sollecitazioni.
Prestazioni:
Gli elementi strutturali costituenti le scale e quelli accessori devono essere idonei a contrastare in modo efficace eventuali rotture
e/o deformazioni rilevanti in seguito ad azioni e sollecitazioni meccaniche, garantendo la durata e la funzionalità nel tempo senza
compromettere la sicurezza degli utenti. Si considerano le azioni dovute a: carichi di peso proprio e carichi di esercizio,
sollecitazioni sismiche, dilatazioni termiche, assestamenti e deformazioni di strutture portanti. Comunque, in relazione alla funzione
strutturale, le caratteristiche delle scale devono corrispondere a quelle prescritte dalle leggi e normative vigenti.
Livello minimo della prestazione:
Per una analisi più approfondita dei livelli minimi rispetto ai vari componenti e materiali costituenti i rivestimenti si rimanda alle
prescrizioni di legge e di normative vigenti in materia.
04.08.R03 Resistenza agli agenti aggressivi
Classe di Requisiti: Protezione dagli agenti chimici ed organici
Classe di Esigenza: Sicurezza
I materiali di rivestimento delle scale non debbono subire dissoluzioni o disgregazioni e mutamenti di aspetto a causa dell'azione di
agenti aggressivi chimici.
Prestazioni:
I materiali costituenti i rivestimenti delle scale non devono deteriorarsi o comunque perdere le prestazioni iniziali in presenza di
agenti chimici presenti negli ambienti. I materiali devono comunque consentire le operazioni di pulizia.
Livello minimo della prestazione:
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Manuale di Manutenzione
I rivestimenti dei gradini e dei pianerottoli devono avere una resistenza ai prodotti chimici di uso comune corrispondente alla classe
C2 della classificazione UPEC.
L'Unità Tecnologica è composta dai seguenti Elementi Manutenibili:
° 04.08.01 Strutture in c.a.
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Manuale di Manutenzione
Elemento Manutenibile: 04.08.01
Strutture in c.a.
Unità Tecnologica: 04.08
Scale e rampe
Si tratta di scale o rampe con strutture costruite con getto in opera. La loro realizzazione fa riferimento a soluzioni tecniche quali
solette rampanti, travi rampanti e travi a ginocchio.
ANOMALIE RISCONTRABILI
04.08.01.A01 Alveolizzazione
Degradazione che si manifesta con la formazione di cavità di forme e dimensioni variabili. Gli alveoli sono spesso interconnessi e
hanno distribuzione non uniforme. Nel caso particolare in cui il fenomeno si sviluppa essenzialmente in profondità con andamento a
diverticoli si può usare il termine alveolizzazione a cariatura.
04.08.01.A02 Cavillature superficiali
Sottile trama di fessure sulla superficie del calcestruzzo.
04.08.01.A03 Decolorazione
Alterazione cromatica della superficie
04.08.01.A04 Deposito superficiale
Accumulo di pulviscolo atmosferico o di altri materiali estranei, di spessore variabile, poco coerente e poco aderente alla superficie
del rivestimento.
04.08.01.A05 Disgregazione
Decoesione caratterizzata da distacco di granuli o cristalli sotto minime sollecitazioni meccaniche.
04.08.01.A06 Distacco
Disgregazione e distacco di parti notevoli del materiale che può manifestarsi anche mediante espulsione di elementi prefabbricati
dalla loro sede.
04.08.01.A07 Efflorescenze
Formazione di sostanze, generalmente di colore biancastro e di aspetto cristallino o polverulento o filamentoso, sulla superficie del
manufatto. Nel caso di efflorescenze saline, la cristallizzazione può talvolta avvenire all'interno del materiale provocando spesso il
distacco delle parti più superficiali: il fenomeno prende allora il nome di criptoefflorescenza o subefflorescenza.
04.08.01.A08 Erosione superficiale
Asportazione di materiale dalla superficie dovuta a processi di natura diversa. Quando sono note le cause di degrado, possono essere
utilizzati anche termini come erosione per abrasione o erosione per corrasione (cause meccaniche), erosione per corrosione (cause
chimiche e biologiche), erosione per usura (cause antropiche).
04.08.01.A09 Esfoliazione
Degradazione che si manifesta con distacco, spesso seguito da caduta, di uno o più strati superficiali subparalleli fra loro,
generalmente causata dagli effetti del gelo.
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Manuale di Manutenzione
04.08.01.A10 Esposizione dei ferri di armatura
Distacchi di parte di calcestruzzo (copriferro) e relativa esposizione dei ferri di armatura a fenomeni di corrosione per l'azione degli
agenti atmosferici.
04.08.01.A11 Fessurazioni
Presenza di rotture singole, ramificate, ortogonale o parallele all'armatura che possono interessare l'intero spessore del manufatto.
04.08.01.A12 Macchie e graffiti
Imbrattamento della superficie con sostanze macchianti in grado di aderire e penetrare nel materiale.
04.08.01.A13 Mancanza
Caduta e perdita di parti del materiale del manufatto.
04.08.01.A14 Patina biologica
Strato sottile, morbido e omogeneo, aderente alla superficie e di evidente natura biologica, di colore variabile, per lo più verde. La
patina biologica è costituita prevalentemente da microrganismi cui possono aderire polvere, terriccio.
04.08.01.A15 Penetrazione di umidità
Comparsa di macchie di umidità dovute all'assorbimento di acqua.
04.08.01.A16 Polverizzazione
Decoesione che si manifesta con la caduta spontanea dei materiali sotto forma di polvere o granuli.
04.08.01.A17 Presenza di vegetazione
Presenza di vegetazione caratterizzata dalla formazione di licheni, muschi e piante lungo le superficie.
04.08.01.A18 Rigonfiamento
Variazione della sagoma che interessa l’intero spessore del materiale e che si manifesta soprattutto in elementi lastriformi. Ben
riconoscibile essendo dato dal tipico andamento “a bolla” combinato all’azione della gravità.
04.08.01.A19 Scheggiature
Distacco di piccole parti di materiale lungo i bordi e gli spigoli degli elementi in calcestruzzo.
CONTROLLI ESEGUIBILI DALL'UTENTE
04.08.01.C01 Controllo balaustre e corrimano
Cadenza: ogni 12 mesi
Tipologia: Controllo a vista
Controllo periodico delle condizioni estetiche delle superfici delle balaustre e dei corrimano (macchie, sporco, abrasioni, ecc.).
Verifica della loro stabilità e del corretto serraggio.
•
•
Requisiti da verificare: 1) Resistenza all'usura; 2) Resistenza meccanica.
Anomalie riscontrabili: 1) Alveolizzazione; 2) Cavillature superficiali; 3) Decolorazione; 4) Deposito superficiale; 5)
Disgregazione; 6) Distacco; 7) Efflorescenze; 8) Erosione superficiale; 9) Esfoliazione; 10) Esposizione dei ferri di armatura;
11) Fessurazioni; 12) Penetrazione di umidità; 13) Macchie e graffiti; 14) Mancanza; 15) Patina biologica; 16) Polverizzazione;
17) Presenza di vegetazione; 18) Rigonfiamento; 19) Scheggiature.
04.08.01.C03 Controllo rivestimenti pedate e alzate
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Manuale di Manutenzione
Cadenza: ogni 12 mesi
Tipologia: Controllo a vista
Controllo periodico delle condizioni estetiche delle superfici dei rivestimenti costituenti pedate ed alzate. Verifica di eventuale
presenza di macchie, sporco, efflorescenze, abrasioni, ecc..
•
•
Requisiti da verificare: 1) Resistenza all'usura; 2) Resistenza meccanica.
Anomalie riscontrabili: 1) Alveolizzazione; 2) Cavillature superficiali; 3) Decolorazione; 4) Deposito superficiale; 5)
Disgregazione; 6) Distacco; 7) Efflorescenze; 8) Erosione superficiale; 9) Esfoliazione; 10) Esposizione dei ferri di armatura;
11) Fessurazioni; 12) Penetrazione di umidità; 13) Macchie e graffiti; 14) Mancanza; 15) Patina biologica; 16) Polverizzazione;
17) Presenza di vegetazione; 18) Rigonfiamento; 19) Scheggiature.
CONTROLLI ESEGUIBILI DA PERSONALE SPECIALIZZATO
04.08.01.C02 Controllo strutture
Cadenza: ogni 12 mesi
Tipologia: Controllo a vista
Controllo periodico delle parti in vista finalizzato alla ricerca di anomalie (fenomeni di disgregazioni, scaglionature, fessurazioni,
distacchi, esposizione dei ferri d'armatura, processi di carbonatazione del cls, ecc.).
•
•
Requisiti da verificare: 1) Resistenza agli agenti aggressivi; 2) Resistenza meccanica.
Anomalie riscontrabili: 1) Alveolizzazione; 2) Cavillature superficiali; 3) Decolorazione; 4) Deposito superficiale; 5)
Disgregazione; 6) Distacco; 7) Efflorescenze; 8) Erosione superficiale; 9) Esfoliazione; 10) Esposizione dei ferri di armatura;
11) Fessurazioni; 12) Penetrazione di umidità; 13) Macchie e graffiti; 14) Mancanza; 15) Patina biologica; 16) Polverizzazione;
17) Presenza di vegetazione; 18) Rigonfiamento; 19) Scheggiature.
MANUTENZIONI ESEGUIBILI DA PERSONALE SPECIALIZZATO
04.08.01.I01 Ripresa coloritura
Cadenza: quando occorre
Ritinteggiature delle parti previa rimozione delle parti deteriorate mediante preparazione del fondo. Le modalità di ritinteggiatura, i
prodotti, le attrezzature variano comunque in funzione delle superfici e dei materiali costituenti.
•
Ditte specializzate: Pittore.
04.08.01.I02 Ripristino puntuale pedate e alzate
Cadenza: quando occorre
Ripristino e/o sostituzione degli elementi rotti delle pedate e delle alzate con elementi analoghi.
•
Ditte specializzate: Pavimentista, Muratore.
04.08.01.I03 Ripristino stabilità corrimano e balaustre
Cadenza: quando occorre
Ripristino e/o sostituzione degli elementi di connessione dei corrimano e delle balaustre e verifica del corretto serraggio degli stessi
e sostituzioni di eventuali parti mancanti. Riparazione della protezione antiruggine degli elementi metallici mediante rimozione della
ruggine ed applicazione di vernici protettive. Riparazione di eventuali corrosioni o fessurazioni mediante saldature in loco con
elementi di raccordo.
•
Ditte specializzate: Tecnici di livello superiore, Specializzati vari.
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Manuale di Manutenzione
04.08.01.I04 Sostituzione degli elementi degradati
Cadenza: quando occorre
Sostituzione degli elementi usurati o rotti con altri analoghi. Sostituzione e verifica dei relativi ancoraggi.
•
Ditte specializzate: Specializzati vari.
04.08.01.I05 Ripristino serraggi bulloni e connessioni metalliche
Cadenza: ogni 2 anni
Ripristino e/o sostituzione degli elementi di connessione e verifica del corretto serraggio degli stessi e sostituzioni di quelli
mancanti. Riparazione della protezione antiruggine degli elementi metallici mediante rimozione della ruggine ed applicazione di
vernici protettive. Riparazione di eventuali corrosioni o fessurazioni mediante saldature in loco con elementi di raccordo.
•
Ditte specializzate: Specializzati vari.
Pagina 251
Manuale di Manutenzione
Unità Tecnologica: 04.09
Pavimentazioni esterne
Le pavimentazioni esterne fanno parte delle partizioni orizzontali esterne. La loro funzione, oltre a quella protettiva, è quella di
permettere il transito ai fruitori e la relativa resistenza ai carichi. Importante è che la superficie finale dovrà risultare perfettamente
piana con tolleranze diverse a secondo del tipo di rivestimento e della destinazione d'uso dei luoghi. Gli spessori variano in
funzione al traffico previsto in superficie. La scelta degli elementi, il materiale, la posa, il giunto, le fughe, gli spessori,
l'isolamento, le malte, i collanti, gli impasti ed i fissaggi variano in funzione dei luoghi e del loro impiego. Le pavimentazioni
esterne possono essere di tipo: a) cementizio; b) lapideo; c) resinoso; d) resiliente; e) ceramico; f) lapideo di cava; g)
lapideo in conglomerato.
REQUISITI E PRESTAZIONI (UT)
04.09.R01 Resistenza agli agenti aggressivi
Classe di Requisiti: Protezione dagli agenti chimici ed organici
Classe di Esigenza: Sicurezza
Le pavimentazioni non devono subire dissoluzioni o disgregazioni e mutamenti di aspetto a causa dell'azione di agenti aggressivi
chimici.
Prestazioni:
I materiali costituenti le pavimentazioni non devono deteriorarsi in presenza degli agenti chimici normalmente presenti nell'aria o
provenienti dall'utilizzazione degli ambienti. Devono in ogni caso consentire un'agevole pulizia di eventuali macchie o depositi
formatisi.
Livello minimo della prestazione:
I livelli minimi variano in funzione dei materiali utilizzati e del loro impiego.
04.09.R02 Regolarità delle finiture
Classe di Requisiti: Visivi
Classe di Esigenza: Aspetto
Le pavimentazioni devono avere gli strati superficiali in vista privi di difetti, fessurazioni, scagliature o screpolature superficiali e/o
comunque esenti da caratteri che possano rendere difficile la lettura formale.
Prestazioni:
Le superfici delle pavimentazioni non devono presentare fessurazioni a vista, né screpolature o sbollature superficiali. Le coloriture
devono essere omogenee e non presentare tracce di ripresa di colore, che per altro saranno tollerate solamente su grandi superfici.
Nel caso di rivestimenti ceramici valgono le specifiche relative alle caratteristiche dimensionali e di aspetto di cui alla norma UNI
EN ISO 10545-2.
Livello minimo della prestazione:
I livelli minimi variano in funzione delle varie esigenze di aspetto come: la planarità; l'assenza di difetti superficiali; l'omogeneità
di colore; l'omogeneità di brillantezza; l'omogeneità di insudiciamento, ecc..
04.09.R03 Resistenza meccanica
Classe di Requisiti: Di stabilità
Classe di Esigenza: Sicurezza
Le pavimentazioni devono contrastare in modo efficace la manifestazione di eventuali rotture, o deformazioni rilevanti, causate
dall'azione di possibili sollecitazioni.
Prestazioni:
Le pavimentazioni devono essere idonee a contrastare efficacemente il prodursi di rotture o deformazioni gravi sotto l'azione di
sollecitazioni meccaniche in modo da assicurare la durata e la funzionalità nel tempo senza pregiudicare la sicurezza degli utenti.
Livello minimo della prestazione:
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Manuale di Manutenzione
Per una analisi più approfondita dei livelli minimi rispetto ai vari componenti e materiali costituenti i rivestimenti si rimanda alle
prescrizioni di legge e di normative vigenti in materia.
L'Unità Tecnologica è composta dai seguenti Elementi Manutenibili:
° 04.09.01 Rivestimenti lapidei
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Manuale di Manutenzione
Elemento Manutenibile: 04.09.01
Rivestimenti lapidei
Unità Tecnologica: 04.09
Pavimentazioni esterne
Per le pavimentazioni esterne sono adatti la maggior parte dei materiali lapidei. In genere la scelta su questi tipi di materiale cade
oltre che per fattori estetici per la elevata resistenza all'usura. La scelta dei materiali va fatta in funzione dei luoghi e dei tipi di
applicazione a cui essi sono destinati. La lavorazione superficiale degli elementi, lo spessore, le dimensioni, ecc. variano anch'essi in
funzione degli ambienti d'impiego. Trovano utilizzo nella fattispecie tutti i tipi di marmo, a meno di ambienti particolarmente
sfavorevoli, i graniti; i travertini. Le pietre: cubetti di porfido; blocchi di basalto; lastre di ardesia; lastre di quarzite. Vi sono inoltre i
marmi-cemento; le marmette e marmettoni; i graniti ricomposti. La tecnica di posa è abbastanza semplice ed avviene per i
rivestimenti continui ad impasto mentre per quelli discontinui a malta o a colla.
ANOMALIE RISCONTRABILI
04.09.01.A01 Alterazione cromatica
Variazione di uno o più parametri che definiscono il colore.
04.09.01.A02 Degrado sigillante
Distacco e perdita di elasticità dei materiali utilizzati per le sigillature impermeabilizzanti e dei giunti.
04.09.01.A03 Deposito superficiale
Accumulo di pulviscolo atmosferico o di altri materiali estranei, di spessore variabile, poco coerente e poco aderente alla superficie
del rivestimento.
04.09.01.A04 Disgregazione
Decoesione caratterizzata da distacco di granuli o cristalli sotto minime sollecitazioni meccaniche.
04.09.01.A05 Distacco
Disgregazione e distacco di parti notevoli del materiale che può manifestarsi anche mediante espulsione di elementi prefabbricati
dalla loro sede.
04.09.01.A06 Erosione superficiale
Asportazione di materiale dalla superficie dovuta a processi di natura diversa. Quando sono note le cause di degrado, possono essere
utilizzati anche termini come erosione per abrasione o erosione per corrasione (cause meccaniche), erosione per corrosione (cause
chimiche e biologiche), erosione per usura (cause antropiche).
04.09.01.A07 Fessurazioni
Presenza di discontinuità nel materiale con distacchi macroscopici delle parti.
04.09.01.A08 Macchie e graffiti
Imbrattamento della superficie con sostanze macchianti in grado di aderire e penetrare nel materiale.
04.09.01.A09 Mancanza
Caduta e perdita di parti del materiale del manufatto.
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Manuale di Manutenzione
04.09.01.A10 Perdita di elementi
Perdita di elementi e parti del rivestimento.
04.09.01.A11 Scheggiature
Distacco di piccole parti di materiale lungo i bordi e gli spigoli delle lastre.
04.09.01.A12 Sgretolamento
Disgregazioni e spaccature di parti accompagnate da esfoliazioni profonde e scagliature dei materiali.
04.09.01.A13 Sollevamento e distacco dal supporto
Sollevamento e distacco dal supporto di uno o più elementi della pavimentazione.
CONTROLLI ESEGUIBILI DALL'UTENTE
04.09.01.C01 Controllo generale delle parti a vista
Cadenza: ogni 12 mesi
Tipologia: Controllo a vista
Controllo dello stato di conservazione delle finiture e verifica del grado di usura, di erosione, di brillantezza delle parti in vista.
Controllare l'uniformità dell'aspetto cromatico delle superfici. Riscontro di eventuali anomalie (depositi, macchie, graffi,
efflorescenze, lesioni, microfessurazioni, ecc.).
•
•
Requisiti da verificare: 1) Resistenza agli agenti aggressivi; 2) Regolarità delle finiture; 3) Resistenza meccanica.
Anomalie riscontrabili: 1) Alterazione cromatica; 2) Degrado sigillante; 3) Deposito superficiale; 4) Disgregazione; 5) Distacco;
6) Erosione superficiale; 7) Fessurazioni; 8) Macchie e graffiti; 9) Mancanza; 10) Perdita di elementi; 11) Scheggiature; 12)
Sgretolamento; 13) Sollevamento e distacco dal supporto.
MANUTENZIONI ESEGUIBILI DA PERSONALE SPECIALIZZATO
04.09.01.I01 Lucidatura superfici
Cadenza: quando occorre
Ripristino degli strati superficiali previa levigatura e rinnovo della lucidatura a piombo (in particolare per marmi, graniti e
marmette). Impregnazione a base di cere per i materiali lapidei usurati.
•
Ditte specializzate: Pavimentista.
04.09.01.I02 Pulizia delle superfici
Cadenza: quando occorre
Pulizia delle parti superficiali, rimozione di macchie, depositi e sporco mediante spazzolatura e lavaggio con acqua e soluzioni
adatte al tipo di rivestimento.
•
Ditte specializzate: Pavimentista.
04.09.01.I03 Ripristino degli strati protettivi
Cadenza: quando occorre
Ripristino degli strati protettivi, previa accurata pulizia delle superfici, con soluzioni chimiche appropriate che non alterino le
caratteristiche fisico-chimiche dei materiale ed in particolare di quelle visive cromatiche.
•
Ditte specializzate: Pavimentista.
Pagina 255
Manuale di Manutenzione
04.09.01.I04 Sostituzione degli elementi degradati
Cadenza: quando occorre
Sostituzione degli elementi usurati o rotti con altri analoghi previa rimozione delle parti deteriorate e relativa preparazione del
fondo.
•
Ditte specializzate: Pavimentista.
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Manuale di Manutenzione
Unità Tecnologica: 04.10
Arredo urbano
Si tratta di attrezzature utilizzate nella sistemazione degli spazi pubblici. Esse devono relazionarsi con gli spazi creando ambienti
confortevoli e gradevoli sotto i diversi profili. Negli arredi urbani va controllato periodicamente l'integrità degli elementi e della
loro funzionalità anche in rapporto ad attività di pubblico esercizio.
L'Unità Tecnologica è composta dai seguenti Elementi Manutenibili:
° 04.10.01 Fontane
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Manuale di Manutenzione
Elemento Manutenibile: 04.10.01
Fontane
Unità Tecnologica: 04.10
Arredo urbano
Si tratta elementi di valorizzazione di spazi (piazze, strade, ecc.) caratterizzati da forme monumentali o di semplici geometrie
corredate da impianti e da canalizzazioni di distribuzione dei liquidi in modo da creare effetti e giochi d'acqua. Sono generalmente
costituite da vasche di raccolta dell'acqua con forme geometriche e/o irregolari, all'interno delle quali si sviluppano composizioni e/o
sagome diverse (statue, bassorilievi, incisioni,ecc.) secondo temi artistici o non. La circolazione e la mandata a pressione dell'acqua
nell'impianto è generalmente affidata ad elettropompe unitamente a centraline elettroniche per la gestione degli effetti.
ANOMALIE RISCONTRABILI
04.10.01.A01 Alterazione cromatica
Variazione di uno o più parametri che definiscono il colore degli elementi.
04.10.01.A02 Corrosione
Decadimento dei materiali metallici a causa della combinazione con sostanze presenti nell'ambiente (ossigeno, acqua, anidride
carbonica, ecc.).
04.10.01.A03 Deposito superficiale
Accumulo di pulviscolo atmosferico o di altri materiali estranei, di spessore variabile, poco coerente e poco aderente alla superficie
dell'elemento.
04.10.01.A04 Macchie e graffiti
Imbrattamento della superficie con sostanze macchianti in grado di aderire e penetrare nel materiale del manufatto.
CONTROLLI ESEGUIBILI DA PERSONALE SPECIALIZZATO
04.10.01.C01 Controllo generale
Cadenza: ogni mese
Tipologia: Controllo
Controllare l'integrità dei manufatti e l'assenza di eventuali anomalie. Controllare i flussi e le portate d'acqua in relazione ai
parametri idrici di riferimento. Verificare la perfetta funzionalità degli impianti di elettropompe in relazione alle centraline
elettroniche di gestione.
•
Anomalie riscontrabili: 1) Alterazione cromatica; 2) Deposito superficiale; 3) Macchie e graffiti.
MANUTENZIONI ESEGUIBILI DA PERSONALE SPECIALIZZATO
04.10.01.I01 Pulizia
Cadenza: ogni mese
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Manuale di Manutenzione
Pulizia e rimozione di depositi all'interno delle vasche e/o lungo le superfici mediante l'uso di getti d'acqua unitamente all'impiego di
prodotti disincrostanti ed attrezzature idonee a secondo dei materiali presenti.
•
Ditte specializzate: Specializzati vari.
04.10.01.I02 Rimozione graffiti
Cadenza: quando occorre
Rimozione di macchie e graffiti lungo le superfici mediante l'uso di prodotti idonei antigraffiti. Pulizia e ripristino di parti degradate
e/o delle finiture. Ripristino dei valori cromatici originari mediante l'applicazione di tecniche idonee a secondo dei materiali presenti.
•
Ditte specializzate: Specializzati vari.
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Manuale di Manutenzione
Corpo d'Opera: 05
OPERE IDRAULICHE
Indicazioni generali
La manutenzione delle reti idriche (fognatura bianca/fognatura nera/acquedotto), sia essa di tipo ordinaria che
straordinaria, ha la finalità di mantenere costante nel tempo le prestazioni degli impianti al fine di conseguire:
- le condizioni di base richieste, corretto smaltimento delle acque ecc.;
- le condizioni di base richieste, corretto approvvigionamento acque ecc.;
- la massima efficienza delle apparecchiature (stazioni di pompaggio)
L'attuazione di una strategia di interventi a carattere preventivo e di un programma di controlli ed ispezioni
consente di massimizzare l'efficacia della rete.
Essa comprende quindi tutte le operazioni necessarie all'ottenimento di quanto sopra nonché ad:
1) - ottimizzare i consumi (energia elettrica stazione di pompaggio);
2) - garantire una lunga vita alla rete, prevedendo i possibili malfunzionamenti e riducendo nel tempo i costi
di manutenzione straordinaria che comportano sostituzioni e/o riparazioni di componenti importanti.
Il piano di manutenzione è stato redatto a partire dagli elaborati progettuali utilizzando informazioni, in
particolare quelle relative alle sequenze degli interventi manutentivi e di sostituzione dei componenti, derivate
dall'esperienza e dalle fonti bibliografiche.
3) Tali dati saranno ulteriormente precisati ed integrati in sede di costruzione anche in funzione delle
indicazioni dei produttori dei componenti effettivamente utilizzati.
4) Nel seguito si riportano le definizioni dei limiti delle manutenzioni sia ordinaria che straordinaria.
Manutenzione ordinaria
1) Si intende ordinaria la manutenzione quando:
2) - comporta l'impiego di materiali di consumo (stracci, lubrificanti, grassi e simili) o di ricambio
espressamente previsti;
3) - Può essere eseguita in luogo con attrezzi di tipo corrente (chiavi, cacciaviti e simili);
4) - non richiede parti specifiche di ricambio, ma unicamente minuterie o materiali di normale usura
(guarnizioni, materiali di saldatura e simili).
Comprende:
5) - tutti gli oneri relativi alle operazioni ordinarie e necessarie per assicurare l'efficienza degli impianti e la
loro conservazione.
Manutenzione straordinaria
1) Si intende straordinaria la manutenzione quando:
2) - non può essere eseguita in loco oppure quando, eseguita in loco, richiede mezzi di particolare importanza
Pagina 260
Manuale di Manutenzione
(ponteggi e mezzi di sollevamento) ed attrezzature particolari;
- comporta l'approvvigionamento di parti di ricambio, oppure la sostituzione di componenti dell'impianto di
uso non corrente.
Unità Tecnologiche:
° 05.01 Impianto acquedotto
° 05.02 Impianto fognario acque bianche e acque nere
° 05.03 Opere di ingegneria naturalistica
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Manuale di Manutenzione
Unità Tecnologica: 05.01
Impianto acquedotto
Gli acquedotti consentono la captazione, il trasporto, l'accumulo e la distribuzione dell'acqua destinata a soddisfare i bisogni vari
quali pubblici, privati, industriali, ecc.. La captazione dell'acqua varia a seconda della sorgente dell'acqua (sotterranea di sorgente o
di falda, acque superficiali) ed il trasporto avviene, generalmente, con condotte in pressione alle quali sono allacciate le varie
utenze. A seconda del tipo di utenza gli acquedotti si distinguono in civili, industriali, rurali e possono essere dotati di componenti
che consentono la potabilizzazione dell'acqua o di altri dispositivi (impianti di potabilizzazione, dissalatori, impianti di
sollevamento).
REQUISITI E PRESTAZIONI (UT)
05.01.R01 (Attitudine al) controllo della tenuta
Classe di Requisiti: Durabilità tecnologica
Classe di Esigenza: Durabilità
Gli elementi dell'impianto idrico di adduzione dell'acqua devono essere idonei ad impedire fughe dei fluidi in circolazione per
garantire la funzionalità dell'impianto.
Prestazioni:
Gli impianti devono essere realizzati con materiali e componenti idonei ad impedire fughe o trafilamenti dei fluidi in circolazione in
modo da garantire la funzionalità dell'intero impianto in qualunque condizione di esercizio.
Livello minimo della prestazione:
La capacità di tenuta viene verificata mediante la prova indicata dalla norma UNI di settore. Al termine della prova si deve
verificare la assenza di difetti o segni di cedimento.
05.01.R02 (Attitudine al) controllo dell'aggressività dei fluidi
Classe di Requisiti: Funzionalità tecnologica
Classe di Esigenza: Funzionalità
Le tubazioni dell'impianto idrico non devono dar luogo a fenomeni di incrostazioni, corrosioni, depositi che possano compromettere
il regolare funzionamento degli impianti stessi.
Prestazioni:
L'acqua utilizzata per l'alimentazione delle tubazioni deve essere priva di materie in sospensione e di vegetazione e soprattutto non
deve contenere sostanze corrosive.
Livello minimo della prestazione:
L’analisi delle caratteristiche dell'acqua deve essere ripetuta con frequenza annuale e comunque ogni volta che si verifichi un
cambiamento delle stesse. Devono essere previsti specifici trattamenti dell’acqua in modo che le caratteristiche chimico-fisiche
(aspetto, pH, conduttività elettrica, durezza totale, cloruri, ecc.) corrispondano a quelle riportate dalla normativa. In particolare le
acque destinate al consumo umano che siano state sottoposte ad un trattamento di addolcimento o dissalazione devono presentare le
seguenti concentrazioni minime: durezza totale 60 mg/l Ca, alcalinità >= 30 mg/l HCO3
L'Unità Tecnologica è composta dai seguenti Elementi Manutenibili:
° 05.01.01 Misuratori di portata
° 05.01.02 Pozzetti
° 05.01.03 Tubi in polietilene alta densità (PEAD)
° 05.01.04 Tubi in polipropilene (PP)
° 05.01.05 Valvole a saracinesca (saracinesche)
° 05.01.06 Valvole antiritorno
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Manuale di Manutenzione
Elemento Manutenibile: 05.01.01
Misuratori di portata
Unità Tecnologica: 05.01
Impianto acquedotto
Tra i misuratori di portata a pressione troviamo i venturimetri. I venturimetri unificati possono essere di due tipi, il classico e il
venturimetro-boccaglio: ambedue possono essere lunghi o corti, normali o troncati.
I venturimetri classici sono formati da un tratto troncoconico convergente che permette il passaggio dal diametro D della tubazione
a un diametro d, molto inferiore, che si mantiene per un breve tratto detto gola cui segue un tratto troncoconico divergente alla cui
fine il diametro torna al suo valore originario D.
Il venturimetro-boccaglio unificato è formato a monte da un boccaglio corto a piccolo rapporto di apertura, cui seguono un breve
tratto cilindrico e un tratto divergente con un angolo al centro massimo di 30°. In base alla differenza di lunghezza del tratto
divergente, i venturimetri e i venturimetri-boccagli si distinguono in lunghi e corti.
REQUISITI E PRESTAZIONI (EM)
05.01.01.R01 Isolamento elettrico
Classe di Requisiti: Protezione elettrica
Classe di Esigenza: Sicurezza
I misuratori di portata devono garantire un livello di isolamento elettrico.
Prestazioni:
Tutti gli elementi costituenti il misuratore di portata devono essere in grado di non subire disgregazioni se sottoposti a sbalzi della
tensione di alimentazione.
Livello minimo della prestazione:
La resistenza all'isolamento elettrico viene determinata con la prova indicata nella norma UNI 6894. La prova consiste nel
determinare la variazione dei valori (iniziale e finale) del campo di uscita. Tale variazione viene causata dalla sovrapposizione di un
segnale alternato alla frequenza di rete di 250 V.
ANOMALIE RISCONTRABILI
05.01.01.A01 Difetti dei pennini
Difetti di funzionamento dei pennini.
05.01.01.A02 Difetti dispositivi di regolazione
Difetti di funzionamento dei dispositivi di regolazione del contatore.
05.01.01.A03 Difetti serrature
Difetti di funzionamento delle serrature dei pannelli di chiusura del misuratore.
05.01.01.A04 Mancanza fogli
Mancanza dei fogli su cui vengono riportati i diagrammi risultanti dalle misurazioni.
05.01.01.A05 Mancanza inchiostro
Mancanza di inchiostro nei pennini per cui non si possono effettuare le stampe dei valori rilevati.
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Manuale di Manutenzione
05.01.01.A06 Rotture vetri
Anomalie o rotture dei vetri di protezione dei dispositivi indicatori.
CONTROLLI ESEGUIBILI DA PERSONALE SPECIALIZZATO
05.01.01.C01 Controllo dispositivi di regolazione
Cadenza: ogni 12 mesi
Tipologia: Aggiornamento
Eseguire un controllo della funzionalità dei dispositivi di regolazione e controllo.
•
•
Requisiti da verificare: 1) Isolamento elettrico.
Anomalie riscontrabili: 1) Difetti dispositivi di regolazione.
05.01.01.C02 Controllo dispositivi di stampa
Cadenza: ogni 6 mesi
Tipologia: Verifica
Controllare che i dispositivi di stampa (fogli e pennini) siano perfettamente funzionanti.
•
Anomalie riscontrabili: 1) Mancanza inchiostro; 2) Mancanza fogli.
05.01.01.C03 Controllo generale
Cadenza: ogni 6 mesi
Tipologia: Controllo
Eseguire un controllo della cassetta di custodia verificando l'integrità delle serrature, dei vetri di protezione.
•
•
Requisiti da verificare: 1) Isolamento elettrico.
Anomalie riscontrabili: 1) Difetti serrature; 2) Rotture vetri.
MANUTENZIONI ESEGUIBILI DA PERSONALE SPECIALIZZATO
05.01.01.I01 Integrazione fogli e pennini
Cadenza: quando occorre
Integrare i fogli mancanti ed i pennini per consentire la stampa.
•
Ditte specializzate: Specializzati vari.
05.01.01.I02 Taratura
Cadenza: ogni 12 mesi
Eseguire la taratura dei dispositivi di regolazione dei misuratori.
•
Ditte specializzate: Specializzati vari.
Elemento Manutenibile: 05.01.02
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Manuale di Manutenzione
Pozzetti
Unità Tecnologica: 05.01
Impianto acquedotto
Tutti gli elementi dell'acquedotto (sfiati, valvole riduttrici o regolatrici dei carichi, saracinesche, valvole a farfalla, ecc. ) previsti
lungo la rete di adduzione esterna, quando non sono collocati all'interno di determinati locali devono essere installati all'interno di
appositi manufatti realizzati in calcestruzzo o in muratura, quasi sempre totalmente interrati, chiamati "pozzetti". I pozzetti sono
dotati di chiusini metallici per l'accesso dall'esterno che devono essere forniti di opportuni sistemi di chiusura. Le dimensioni interne
del pozzetto variano a seconda delle apparecchiature installate e devono essere tali da consentire tutte le manovre degli apparecchi
necessarie durante l'esercizio e di eseguire le operazioni di manutenzione ordinaria, di riparazione, di smontaggio e di sostituzione
delle apparecchiature.
REQUISITI E PRESTAZIONI (EM)
05.01.02.R01 Resistenza meccanica
Classe di Requisiti: Di stabilità
Classe di Esigenza: Sicurezza
I pozzetti ed i relativi componenti devono essere in grado di contrastare le eventuali manifestazioni di deformazioni e cedimenti
rilevanti dovuti all'azione di determinate sollecitazioni (carichi, forze sismiche, ecc.).
Prestazioni:
La verifica della resistenza meccanica e di tenuta idraulica può essere eseguita in base al punto 5.2 del prEN 1253-2 e la pressione
da applicare (che può causare il passaggio di aria) deve essere maggiore 400 Pa.
Livello minimo della prestazione:
Si ritiene che pozzetti con separatore di sedimenti con tenuta idraulica avente profondità maggiore di 60 mm soddisfino il presente
requisito.
ANOMALIE RISCONTRABILI
05.01.02.A01 Cavillature superficiali
Sottile trama di fessure sulla superficie del calcestruzzo.
05.01.02.A02 Deposito superficiale
Deposito di materiale vario (polvere, radici, terreno, ecc.) sulla parte superiore dei pozzetti.
05.01.02.A03 Difetti dei chiusini
Difetti di apertura e chiusura dei chiusini dovuti a presenza di terreno, polvere, grassi, ecc..
05.01.02.A04 Distacco
Disgregazione e distacco di parti notevoli del materiale che può manifestarsi anche mediante espulsione di elementi prefabbricati
dalla loro sede.
05.01.02.A05 Efflorescenze
Formazione di sostanze, generalmente di colore biancastro e di aspetto cristallino o polverulento o filamentoso, sulla superficie del
manufatto. Nel caso di efflorescenze saline, la cristallizzazione può talvolta avvenire all'interno del materiale provocando spesso il
distacco delle parti più superficiali: il fenomeno prende allora il nome di criptoefflorescenza o subefflorescenza.
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Manuale di Manutenzione
05.01.02.A06 Erosione superficiale
Asportazione di materiale dalla superficie dovuta a processi di natura diversa.
05.01.02.A07 Esposizione dei ferri di armatura
Distacchi di parte di calcestruzzo (copriferro) e relativa esposizione dei ferri di armatura,dovuti a fenomeni di corrosione per
l'azione degli agenti atmosferici.
05.01.02.A08 Penetrazione di umidità
Comparsa di macchie di umidità dovute all'assorbimento di acqua.
05.01.02.A09 Presenza di vegetazione
Presenza di vegetazione caratterizzata dalla formazione di licheni, muschi e piante lungo le superficie.
CONTROLLI ESEGUIBILI DA PERSONALE SPECIALIZZATO
05.01.02.C01 Controllo chiusini
Cadenza: ogni 6 mesi
Tipologia: Ispezione a vista
Verificare lo stato dei chiusini di accesso ai pozzetti controllando che siano facilmente removibili.
•
•
Requisiti da verificare: 1) .
Anomalie riscontrabili: 1) Difetti dei chiusini.
05.01.02.C02 Controllo struttura
Cadenza: ogni anno
Tipologia: Controllo a vista
Controllare l'integrità delle strutture individuando la presenza di eventuali anomalie come fessurazioni, disgregazioni, distacchi,
riduzione del copriferro e relativa esposizione a processi di corrosione dei ferri d'armatura. Verifica dello stato del calcestruzzo e
controllo del degrado e/o eventuali processi di carbonatazione.
•
•
Requisiti da verificare: 1) .
Anomalie riscontrabili: 1) Cavillature superficiali; 2) Deposito superficiale; 3) Efflorescenze; 4) Esposizione dei ferri di
armatura; 5) Presenza di vegetazione.
MANUTENZIONI ESEGUIBILI DA PERSONALE SPECIALIZZATO
05.01.02.I01 Interventi sulle strutture
Cadenza: quando occorre
Gli interventi riparativi dovranno effettuarsi a secondo del tipo di anomalia riscontrata e previa diagnosi delle cause del difetto
accertato.
•
Ditte specializzate: Specializzati vari.
05.01.02.I02 Disincrostazione chiusini
Cadenza: ogni 6 mesi
Eseguire una disincrostazione dei chiusini di accesso ai pozzetti con prodotti sgrassanti.
•
Ditte specializzate: Tecnici di livello superiore.
Pagina 266
Manuale di Manutenzione
Elemento Manutenibile: 05.01.03
Tubi in polietilene alta densità (PEAD)
Unità Tecnologica: 05.01
Impianto acquedotto
I tubi in polietilene ad alta densità (comunemente identificati con la sigla PEAD) sono ottenuti mescolando polimeri di etilene. I
materiali ottenuti da tale processo sono classificati in due categorie a seconda della resistenza alla pressione interna in PE A e PE B.
REQUISITI E PRESTAZIONI (EM)
05.01.03.R01 (Attitudine al) controllo della tenuta
Classe di Requisiti: Funzionalità tecnologica
Classe di Esigenza: Funzionalità
Le tubazioni ed i raccordi tra valvole e tubi e tra tubi e tubi devono essere in grado di resistere alle pressioni di esercizio.
Prestazioni:
Spezzoni di tubo e relativi giunti vengono sottoposti a prove per verificare la tenuta dei giunti e dei tubi stessi con le modalità ed i
tempi indicati dalla norma UNI 7615.
Livello minimo della prestazione:
I campioni vengono riempiti di acqua ad una pressione massima di 0,05 MPa e ad una temperatura di 20 °C per i tubi della serie
303 e con acqua ad una pressione pari ad 1,5 volte la pressione di esercizio per i tubi della serie 312. Si deve verificare la assenza di
perdite.
05.01.03.R02 Regolarità delle finiture
Classe di Requisiti: Adattabilità delle finiture
Classe di Esigenza: Fruibilità
Le tubazioni devono presentare superficie esterna ed interna e sezione prive di difetti.
Prestazioni:
I materiali e componenti utilizzati per la preparazione di tubi in PE non devono presentare anomalie. In particolare si deve verificare
che per la superficie esterna/interna non vi siano ondulazioni e striature o altri eventuali difetti; per la sezione si deve verificare
l'assenza di bolle o cavità.
Livello minimo della prestazione:
I campioni di tubazione vengono sottoposti ad un esame a vista per accertarne l'idoneità. Le tolleranze ammesse sono:
- 5 mm per le lunghezze;
- 0,05 mm per le dimensioni dei diametri;
- 0,01 mm per le dimensioni degli spessori.
La rettilineità delle tubazioni viene accertata adagiando la tubazione su una superficie piana in assenza di sollecitazione. Deve
essere accertata la freccia massima che si verifica.
05.01.03.R03 Resistenza meccanica
Classe di Requisiti: Di stabilità
Classe di Esigenza: Sicurezza
Le tubazioni e gli elementi accessori quali valvole e rubinetti devono essere in grado di contrastare in modo efficace il prodursi di
deformazioni o rotture sotto l'azione di determinate sollecitazioni.
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Manuale di Manutenzione
Prestazioni:
Le tubazioni e gli elementi accessori devono essere idonei ad assicurare stabilità e resistenza all’azione di sollecitazioni meccaniche
in modo da garantirne durata e funzionalità nel tempo, senza pregiudicare la sicurezza degli utenti. Pertanto gli elementi devono
essere sottoposti a prove di verifica quali resistenza a trazione, a schiacciamento e a curvatura.
Livello minimo della prestazione:
La prova per determinare la resistenza alla pressione interna avviene utilizzando un dispositivo che consente di raggiungere la
pressione interna alla temperatura prescritta per la prova (ricavabile dalla formula indicata sulla norma UNI 7615 e variabile in
funzione del diametro e degli spessori). Deve essere rilevata per ogni provino se la rottura si è verificata prima del tempo stabilito.
Per la validità della prova non devono verificarsi rotture.
ANOMALIE RISCONTRABILI
05.01.03.A01 Alterazioni cromatiche
Presenza di macchie con conseguente variazione della tonalità dei colori e scomparsa del colore originario.
05.01.03.A02 Deformazione
Cambiamento della forma iniziale con imbarcamento degli elementi e relativa irregolarità della sovrapposizione degli stessi.
05.01.03.A03 Difetti ai raccordi o alle connessioni
Perdite del fluido in prossimità di raccordi dovute a errori o sconnessioni delle giunzioni.
05.01.03.A04 Errori di pendenza
Errore nel calcolo della pendenza che causa un riflusso delle acque con conseguente ristagno delle stesse.
CONTROLLI ESEGUIBILI DA PERSONALE SPECIALIZZATO
05.01.03.C01 Controllo generale tubazioni
Cadenza: ogni 12 mesi
Tipologia: Ispezione a vista
Verificare le caratteristiche principali delle tubazioni con particolare riguardo a:
- tenuta delle congiunzioni a flangia;
- giunti per verificare la presenza di lesioni o di sconnessioni;
- la stabilità de sostegni dei tubi;
- presenza di acqua di condensa;
- coibentazione dei tubi.
•
Anomalie riscontrabili: 1) Alterazioni cromatiche; 2) Difetti ai raccordi o alle connessioni; 3) Errori di pendenza; 4)
Deformazione.
MANUTENZIONI ESEGUIBILI DA PERSONALE SPECIALIZZATO
05.01.03.I01 Pulizia
Cadenza: ogni 6 mesi
Pulizia o eventuale sostituzione dei filtri dell'impianto.
•
Ditte specializzate: Idraulico.
Pagina 268
Manuale di Manutenzione
Elemento Manutenibile: 05.01.04
Tubi in polipropilene (PP)
Unità Tecnologica: 05.01
Impianto acquedotto
I tubi in polipropilene (comunemente identificati con la sigla PP e di colore grigio) sono ottenuti da omopolimeri e/o copolimeri del
propilene. Per l'utilizzazione con fluidi alimentari o per il trasporto di acqua potabile possono essere utilizzati solo i tubi del tipo
312.
REQUISITI E PRESTAZIONI (EM)
05.01.04.R01 (Attitudine al) controllo della tenuta
Classe di Requisiti: Funzionalità tecnologica
Classe di Esigenza: Funzionalità
Le tubazioni ed i raccordi tra valvole e tubi e tra tubi e tubi devono essere in grado di resistere alle pressioni di esercizio.
Prestazioni:
Spezzoni di tubo e relativi giunti vengono sottoposti a prove per verificare la tenuta dei giunti e dei tubi stessi con le modalità ed i
tempi indicati dalla norma UNI 7615.
Livello minimo della prestazione:
I campioni vengono riempiti di acqua ad una pressione massima di 1,5 volte la pressione di esercizio per i tubi della serie 312. Si
deve verificare la assenza di perdite e di deformazioni localizzate.
05.01.04.R02 Regolarità delle finiture
Classe di Requisiti: Adattabilità delle finiture
Classe di Esigenza: Fruibilità
Le tubazioni devono presentare superficie esterna ed interna e sezione prive di difetti.
Prestazioni:
I materiali e componenti utilizzati per la preparazione di tubi in PP non devono presentare anomalie. In particolare si deve verificare
che per la superficie esterna/interna non vi siano ondulazioni e striature o altri eventuali difetti; per la sezione si deve verificare
l'assenza di bolle o cavità.
Livello minimo della prestazione:
I campioni di tubazione vengono sottoposti ad un esame a vista per accertarne l'idoneità. Le tolleranze ammesse sono:
- 5 mm per le lunghezze;
- 0,05 mm per le dimensioni dei diametri;
- 0,01 mm per le dimensioni degli spessori.
La rettilineità delle tubazioni viene accertata adagiando la tubazione su una superficie piana in assenza di sollecitazione. Deve
essere accertata la freccia massima che si verifica.
05.01.04.R03 Resistenza agli urti
Classe di Requisiti: Di stabilità
Classe di Esigenza: Sicurezza
Le tubazioni devono essere in grado di contrastare in modo efficace il prodursi di deformazioni o rotture sotto l'azione di
determinate sollecitazioni.
Prestazioni:
La verifica della resistenza agli urti può essere verificata eseguendo una prova in conformità ai metodi di prova come specificato
nel prospetto 9 della norma UNI EN ISO 15874-2.
Pagina 269
Manuale di Manutenzione
Livello minimo della prestazione:
Usando i parametri indicati nel prospetto 9 della norma indicata il tubo deve sopportare la pressione idrostatica (circonferenziale)
senza scoppiare.
05.01.04.R04 Resistenza meccanica
Classe di Requisiti: Di stabilità
Classe di Esigenza: Sicurezza
Le tubazioni e gli elementi accessori quali valvole e rubinetti devono essere in grado di contrastare in modo efficace il prodursi di
deformazioni o rotture sotto l'azione di determinate sollecitazioni.
Prestazioni:
Le tubazioni e gli elementi accessori devono essere idonei ad assicurare stabilità e resistenza all’azione di sollecitazioni meccaniche
in modo da garantirne durata e funzionalità nel tempo, senza pregiudicare la sicurezza degli utenti. Pertanto gli elementi devono
essere sottoposti a prove di verifica quali resistenza a trazione, a schiacciamento e a curvatura.
Livello minimo della prestazione:
La prova per determinare la resistenza alla pressione interna avviene utilizzando un dispositivo che consente di raggiungere la
pressione interna alla temperatura prescritta per la prova. Deve essere rilevata per ogni provino se la rottura si è verificata prima del
tempo stabilito. Per la validità della prova non devono verificarsi rotture.
ANOMALIE RISCONTRABILI
05.01.04.A01 Alterazioni cromatiche
Presenza di macchie con conseguente variazione della tonalità dei colori e scomparsa del colore originario.
05.01.04.A02 Deformazione
Cambiamento della forma iniziale con imbarcamento degli elementi e relativa irregolarità della sovrapposizione degli stessi.
05.01.04.A03 Difetti ai raccordi o alle connessioni
Perdite del fluido in prossimità di raccordi dovute a errori o sconnessioni delle giunzioni.
05.01.04.A04 Errori di pendenza
Errore nel calcolo della pendenza che causa un riflusso delle acque con conseguente ristagno delle stesse.
CONTROLLI ESEGUIBILI DA PERSONALE SPECIALIZZATO
05.01.04.C01 Controllo generale tubazioni
Cadenza: ogni 12 mesi
Tipologia: Ispezione a vista
Verificare le caratteristiche principali delle tubazioni con particolare riguardo a:
- tenuta delle congiunzioni a flangia;
- giunti per verificare la presenza di lesioni o di sconnessioni;
- la stabilità de sostegni dei tubi;
- presenza di acqua di condensa;
- coibentazione dei tubi.
•
Anomalie riscontrabili: 1) Alterazioni cromatiche; 2) Difetti ai raccordi o alle connessioni; 3) Errori di pendenza; 4)
Deformazione.
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Manuale di Manutenzione
MANUTENZIONI ESEGUIBILI DA PERSONALE SPECIALIZZATO
05.01.04.I01 Pulizia
Cadenza: ogni 6 mesi
Pulizia o eventuale sostituzione dei filtri dell'impianto.
•
Ditte specializzate: Idraulico.
Elemento Manutenibile: 05.01.05
Valvole a saracinesca (saracinesche)
Unità Tecnologica: 05.01
Impianto acquedotto
Per consentire l'interruzione sia parziale sia completa del flusso e per regolare la pressione di esercizio vengono installate, lungo le
tubazioni dell'acquedotto, delle valvole dette appunto di intercettazione e di regolazione. Fanno parte di questa categoria le valvole a
saracinesca che sono più comunemente chiamate saracinesche. Sono realizzate in ghisa o in acciaio e sono dotate di un apparato
otturatore movimentato da un albero a vite. Possono essere del tipo a corpo piatto, ovale e cilindrico.
REQUISITI E PRESTAZIONI (EM)
05.01.05.R01 (Attitudine al) controllo della tenuta
Classe di Requisiti: Funzionalità d'uso
Classe di Esigenza: Funzionalità
Le valvole devono garantire la tenuta ad una pressione d’acqua interna uguale al maggiore dei due valori: la pressione di prova
ammissibile (PPA) o 1,5 volte la pressione di esercizio ammissibile (PEA).
Prestazioni:
Le valvole ed i relativi accessori oltre a garantire la tenuta alla pressione interna devono garantire la tenuta all’entrata dall’esterno
di aria, acqua e ogni corpo estraneo.
Livello minimo della prestazione:
Per verificare questo requisito una valvola (montata in opera) viene sottoposta a prova con pressione d’acqua secondo quanto
indicato dalla norma UNI EN 1074 o ad una prova con pressione d’aria a 6 bar. Al termine della prova non deve esserci alcuna
perdita rilevabile visibilmente.
05.01.05.R02 Resistenza a manovre e sforzi d'uso
Classe di Requisiti: Di stabilità
Classe di Esigenza: Sicurezza
Le valvole a saracinesca devono essere in grado di contrastare in modo efficace il prodursi di deformazioni o rotture in seguito ad
operazioni di manovra o di utilizzo.
Prestazioni:
Sotto l’azione di sollecitazioni derivanti da manovre e sforzi d’uso, le valvole ed i relativi dispositivi di tenuta devono conservare
inalterate le caratteristiche funzionali assicurando comunque i livelli prestazionali di specifica.
Livello minimo della prestazione:
Il diametro del volantino e la pressione massima differenziale (alla quale può essere manovrata la valvola a saracinesca senza
by-pass) sono quelli indicati nel punto 5.1 della norma UNI EN 1074.
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Manuale di Manutenzione
ANOMALIE RISCONTRABILI
05.01.05.A01 Difetti di serraggio
Difetti di serraggio dei bulloni della camera a stoppa o dei bulloni del premistoppa che causano perdite di pressione del fluido.
05.01.05.A02 Difetti di tenuta
Difetti di tenuta delle guarnizioni del premistoppa o della camera a stoppa che provocano perdite di fluido.
05.01.05.A03 Difetti del volantino
Difetti di funzionamento del volantino di manovra dovuti a mancanza di lubrificante (oli, grassi, ecc.).
05.01.05.A04 Incrostazioni
Depositi di materiale di varia natura (polveri, grassi, terreno) che provoca malfunzionamenti degli organi di manovra delle
saracinesche.
CONTROLLI ESEGUIBILI DA PERSONALE SPECIALIZZATO
05.01.05.C01 Controllo premistoppa
Cadenza: ogni 6 mesi
Tipologia: Registrazione
Effettuare una verifica della funzionalità del premistoppa accertando la tenuta delle guarnizioni. Eseguire una registrazione dei
bulloni di serraggio del premistoppa e della camera a stoppa.
•
•
Requisiti da verificare: 1) .
Anomalie riscontrabili: 1) Difetti di tenuta; 2) Difetti di serraggio.
05.01.05.C02 Controllo volantino
Cadenza: ogni 6 mesi
Tipologia: Verifica
Verificare la funzionalità del volantino effettuando una serie di manovre di apertura e chiusura.
•
•
Requisiti da verificare: 1) .
Anomalie riscontrabili: 1) Difetti del volantino; 2) Difetti di tenuta; 3) Incrostazioni.
MANUTENZIONI ESEGUIBILI DA PERSONALE SPECIALIZZATO
05.01.05.I01 Disincrostazione volantino
Cadenza: ogni 6 mesi
Eseguire una disincrostazione del volantino con prodotti sgrassanti per ripristinare la funzionalità del volantino stesso.
•
Ditte specializzate: Idraulico.
05.01.05.I02 Registrazione premistoppa
Cadenza: ogni 6 mesi
Eseguire una registrazione del premistoppa serrando i dadi e le guarnizioni per evitare fuoriuscite di fluido.
•
Ditte specializzate: Idraulico.
Pagina 272
Manuale di Manutenzione
05.01.05.I03 Sostituzione valvole
Cadenza: quando occorre
Effettuare la sostituzione delle valvole quando deteriorate con valvole dello stesso tipo ed idonee alle pressioni previste per il
funzionamento.
•
Ditte specializzate: Idraulico.
Elemento Manutenibile: 05.01.06
Valvole antiritorno
Unità Tecnologica: 05.01
Impianto acquedotto
Le valvole antiritorno (dette anche di ritegno o unidirezionali) sono delle valvole che consentono il deflusso in un solo senso; nel
caso in cui il flusso dovesse invertirsi le valvole si chiudono automaticamente. Esistono vari tipi di valvole: "a clapet", "a molla",
"Venturi" o di tipo verticale (per tubazioni in cui il flusso è diretto verso l'alto).
REQUISITI E PRESTAZIONI (EM)
05.01.06.R01 Resistenza a manovre e sforzi d'uso
Classe di Requisiti: Di stabilità
Classe di Esigenza: Sicurezza
Le valvole antiritorno devono essere in grado di contrastare in modo efficace il prodursi di deformazioni o rotture in seguito ad
operazioni di manovra o di utilizzo.
Prestazioni:
Sotto l’azione di sollecitazioni derivanti da manovre e sforzi d’uso, le valvole ed i relativi dispositivi di tenuta devono conservare
inalterate le caratteristiche funzionali assicurando comunque i livelli prestazionali di specifica.
Livello minimo della prestazione:
Il diametro del volantino e la pressione massima differenziale (alla quale può essere manovrata la valvola a saracinesca senza
by-pass) sono quelli indicati nel punto 5.1 della norma UNI EN 1074.
ANOMALIE RISCONTRABILI
05.01.06.A01 Difetti della cerniera
Difetti di funzionamento della cerniera che provoca malfunzionamenti alla valvola.
05.01.06.A02 Difetti di tenuta
Difetti di tenuta delle guarnizioni che provocano perdite di fluido.
05.01.06.A03 Difetti delle molle
Difetti di funzionamento delle molle che regolano le valvole.
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Manuale di Manutenzione
CONTROLLI ESEGUIBILI DA PERSONALE SPECIALIZZATO
05.01.06.C01 Controllo generale
Cadenza: ogni anno
Tipologia: Ispezione a vista
Eseguire un controllo generale delle valvole verificando il buon funzionamento delle guarnizioni, delle cerniere e delle molle.
•
•
Requisiti da verificare: 1) .
Anomalie riscontrabili: 1) Difetti di tenuta; 2) Difetti della cerniera; 3) Difetti delle molle.
MANUTENZIONI ESEGUIBILI DA PERSONALE SPECIALIZZATO
05.01.06.I01 Lubrificazione valvole
Cadenza: ogni 5 anni
Effettuare lo smontaggio delle valvole ed eseguire una lubrificazione delle cerniere e delle molle che regolano le valvole.
•
Ditte specializzate: Idraulico.
05.01.06.I02 Sostituzione valvole
Cadenza: ogni 30 anni
Sostituire le valvole quando non più rispondenti alle normative.
•
Ditte specializzate: Idraulico.
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Manuale di Manutenzione
Unità Tecnologica: 05.02
Impianto fognario acque bianche e acque nere
L'impianto fognario è l'insieme degli elementi tecnici aventi la funzione di allontanare e convogliare le acque reflue (acque bianche,
nere, meteoriche) verso l'impianto di depurazione.
REQUISITI E PRESTAZIONI (UT)
05.02.R01 (Attitudine al) controllo del rumore prodotto
Classe di Requisiti: Acustici
Classe di Esigenza: Benessere
Il sistema di scarico deve essere realizzato con materiali e componenti in grado di non emettere rumori.
Prestazioni:
E' opportuno dimensionare le tubazioni di trasporto dei fluidi in modo che la velocità di tali fluidi non superi i limiti imposti dalla
normativa per non generare rumore eccessivo.
Livello minimo della prestazione:
Per quanto riguarda i livelli fare riferimento a regolamenti e procedure di installazione nazionali e locali.
05.02.R02 (Attitudine al) controllo della tenuta
Classe di Requisiti: Funzionalità tecnologica
Classe di Esigenza: Funzionalità
Gli elementi dell'impianto devono essere in grado di garantire in ogni momento la tenuta dei fluidi.
Prestazioni:
La tenuta deve essere verificata in sede di collaudo (ed annotata sul certificato di collaudo) e successivamente con ispezioni volte
alla verifica di detto requisito.
Livello minimo della prestazione:
Devono essere rispettati i valori minimi previsti dalla vigente normativa.
05.02.R03 Efficienza
Classe di Requisiti: Di funzionamento
Classe di Esigenza: Gestione
I sistemi di scarico devono essere progettati ed installati in modo da non compromettere la salute e la sicurezza degli utenti e delle
persone che si trovano all’interno dell’edificio.
Prestazioni:
I sistemi di scarico devono essere progettati, installati e sottoposti agli appropriati interventi di manutenzione in modo da non
costituire pericolo o arrecare disturbo in condizioni normali di utilizzo.
Livello minimo della prestazione:
Le tubazioni devono essere progettate in modo da essere auto-pulenti, conformemente alla EN 12056-2.
L'Unità Tecnologica è composta dai seguenti Elementi Manutenibili:
° 05.02.01 Giunti
° 05.02.02 Pozzetti di scarico
° 05.02.03 Stazioni di sollevamento
° 05.02.04 Tombini
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Manuale di Manutenzione
° 05.02.05 Tubazioni in acciaio
° 05.02.06 Tubazioni in c.a.
° 05.02.07 Tubazioni in polietilene
° 05.02.08 Tubazioni in polivinile non plastificato
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Manuale di Manutenzione
Elemento Manutenibile: 05.02.01
Giunti
Unità Tecnologica: 05.02
Impianto fognario acque bianche e acque
nere
Si utilizzano per collegare tra di loro i tubi prefabbricati e devono necessariamente essere impermeabili, resistenti alla penetrazione
delle radici, flessibili e durevoli. I giunti possono essere dei tipi di seguito descritti.
Giunzioni plastiche a caldo: sono realizzate per sigillare condotti con giunti a bicchiere con un mastice bituminoso colato a caldo e
corda di canapa o iuta catramata. La corda è composta da 3 o 4 funicelle riunite con uno spessore totale di 15 o 20 mm. La corda
deve essere impregnata allo stato secco di catrame vegetale che non deve gocciolare (DIN 4038). La corda, pressata nel bicchiere
del tubo, svolge un'azione statica e garantisce una protezione contro il liquame che ha la tendenza ad entrare nel bicchiere e a
corrodere il mastice bituminoso. Il materiale colato a caldo è una sostanza plastica che, anche dopo il raffredamento, dà alla
tubazione la possibilità di piccoli spostamenti. I prodotti che compongono questa sostanza plastica (bitume, pece di catrame di
carbon fossile, ecc.) devono resistere alle radici, devono avere un punto di rammollimento minimo di 70 °C e devono avere un
punto di fusibilità inferiore ai 180 °C.
Giunzioni plastiche a freddo: sono formati da nastri plastici o mastici spatolati a freddo e si utilizzano per sigillare tubi in
calcestruzzo con giunti a bicchiere o ad incastro. I materiali sigillanti sono composti da sostanze durevolmente plastiche a base di
bitumi, catrame di carbon fossile, materie plastiche o miscele di questi prodotti e sono lavorabili a temperature di circa 20 °C. le
caratteristiche dei materiali sigillanti sono prescritte dalla norma DIN 4062. Per fare il giunto, il mastice o il nastro plastico si
applicano al tubo precedentemente verniciato e già in opera ed il tubo da posare viene sospinto verso il precedente con una forte
pressione. Per i tubi in grès si sono diffusi giunti in resine poliuretaniche applicati nello stesso processo di fabbricazione; i tubi sono
posti in opera come per le giunzioni plastiche a freddo. Da varie verifiche si è appreso che la resina poliuretanica mantiene nel
tempo la compressione senza cedimenti, anche se assoggettata a tensioni di taglio, a differenza delle fasce in PVC plasticizzato che
erano state sperimentate precedentemente.
Anelli elastici: si utilizzano per quasi tutti i tipi di tubi prefabbricati (in grès, fibrocemento, calcestruzzo, ghisa, acciaio) con
differenti forme di giunzione - a manicotto, a bicchiere e ad incastro - a condizione che le pareti del tubo siano abbastanza grosse e
che l'incastro sia orizzontale. L'anello è in gomma naturale (caucciù) o artificiale purché abbia caratteristiche simili a quella
naturale. L'effetto sigillante si ottiene impiegando la forza elastica di ritorno che si sviluppa durante la deformazione dell'anello di
tenuta e che tende a far riprendere all'anello compresso la forma precedente. Occorre particolare attenzione nella scelta del materiale
perché alcune sostanze, sottoposte continuamente a pressione e ad attacchi chimici o biologici, hanno la tendenza a perdere elasticità
ed a diventare plastiche. L'anello non deve essere né troppo duro (per non danneggiare il bicchiere) né troppo molle per evitare che
il peso del tubo, comprimendo troppo l'anello, provochi distacchi dal vertice e, quindi, perdita di impermeabilità.
REQUISITI E PRESTAZIONI (EM)
05.02.01.R01 (Attitudine al) controllo della tenuta
Classe di Requisiti: Funzionalità tecnologica
Classe di Esigenza: Funzionalità
I giunti devono essere in grado di garantire in ogni momento la tenuta in modo da non compromettere la pressione di esercizio
richiesta per l'impianto.
Prestazioni:
La tenuta deve essere verificata in sede di collaudo (ed annotata sul certificato di collaudo) e successivamente con ispezioni volte
alla verifica di detti valori. Anche i risultati delle ispezioni devono essere riportati su un apposito libretto.
Livello minimo della prestazione:
La tenuta di un giunto assemblato contenente aria alla pressione atmosferica è sottoposto a prova mentre viene sottoposto ad una
pressione idrostatica esterna maggiore della pressione atmosferica all'interno del pezzo in prova.
Fissare la provetta nel serbatoio chiuso o recipiente a pressione e riempire il serbatoio con acqua alla temperatura specificata, +/-2
°C. Aspettare 20 min per il raggiungimento della temperatura di prova ed eliminare ogni segno di umidità dalla superficie interna
della provetta; aspettare altri 10 min ed assicurarsi che la superficie interna sia completamente asciutta. Osservare la superficie
interna della provetta e registrare ogni eventuale segno di perdita osservato, e la pressione a cui si verifica, mentre il giunto è
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Manuale di Manutenzione
assoggettato a pressione esterna, come segue. Applicare una prima pressione di prova, p1, per almeno 1 h e poi gradualmente
aumentare la pressione, senza colpi, fino al secondo livello, p2. Mantenere la pressione di prova p2 per un ulteriore periodo di
almeno 1 h.
I valori della pressione p1 e p2 sono quelli dettati dalla normativa vigente al momento della prova.
ANOMALIE RISCONTRABILI
05.02.01.A01 Accumulo di grasso
Accumulo di grasso che si deposita sulle pareti dei condotti.
05.02.01.A02 Difetti ai raccordi o alle connessioni
Perdite del fluido in prossimità di raccordi dovute a errori o sconnessioni delle giunzioni.
05.02.01.A03 Erosione
Erosione del suolo all’esterno dei tubi che è solitamente causata dall’infiltrazione di terra.
05.02.01.A04 Incrostazioni
Accumulo di depositi minerali sulle pareti dei condotti.
05.02.01.A05 Odori sgradevoli
Setticità delle acque di scarico che può produrre odori sgradevoli accompagnati da gas letali o esplosivi e aggressioni chimiche
rischiose per la salute delle persone.
05.02.01.A06 Penetrazione di radici
Penetrazione all'interno dei condotti di radici vegetali che provocano intasamento del sistema.
05.02.01.A07 Sedimentazione
Accumulo di depositi minerali sul fondo dei condotti che può causare l’ostruzione delle condotte.
CONTROLLI ESEGUIBILI DA PERSONALE SPECIALIZZATO
05.02.01.C01 Controllo generale
Cadenza: ogni 12 mesi
Tipologia: Controllo a vista
Verificare lo stato degli eventuali dilatatori e giunti elastici, la tenuta delle congiunzioni a flangia, la stabilità dei sostegni e degli
eventuali giunti fissi. Verificare inoltre l'assenza di odori sgradevoli e di inflessioni nelle tubazioni. Verificare l'integrità delle
tubazioni con particolare attenzione ai raccordi tra tronchi di tubo.
•
Anomalie riscontrabili: 1) Difetti ai raccordi o alle connessioni.
MANUTENZIONI ESEGUIBILI DA PERSONALE SPECIALIZZATO
05.02.01.I01 Pulizia
Cadenza: ogni 6 mesi
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Manuale di Manutenzione
Eseguire una pulizia dei sedimenti formatisi e che provocano ostruzioni diminuendo la capacità di trasporto dei fluidi.
•
Ditte specializzate: Idraulico.
Elemento Manutenibile: 05.02.02
Pozzetti di scarico
Unità Tecnologica: 05.02
Impianto fognario acque bianche e acque
nere
Sono generalmente di forma circolare e vengono prodotti in due tipi adatti alle diverse caratteristiche del materiale trattenuto. Quasi
sempre il materiale trattenuto è grossolano ed è quindi sufficiente un apposito cestello forato, fissato sotto la caditoia, che lascia
scorrere soltanto l'acqua; se è necessario trattenere sabbia e fango, che passerebbero facilmente attraverso i buchi del cestello,
occorre far ricorso ad una decantazione in una vaschetta collocata sul fondo del pozzetto.
Il pozzetto con cestello-filtro è formato da vari pezzi prefabbricati in calcestruzzo: un pezzo base ha l'apertura per lo scarico di
fondo con luce di diametro 150 mm e modellato a bicchiere, il tubo di allacciamento deve avere la punta liscia verso il pozzetto. Al
di sopra del pezzo base si colloca il fusto cilindrico e sopra a questo un pezzo ad anello che fa da appoggio alla caditoia. Il cestello è
formato da un tronco di cono in lamiera zincata con il fondo pieno e la parete traforata uniti per mezzo di chiodatura, saldatura,
piegatura degli orli o flangiatura. Il pozzetto che consente l'accumulo del fango sul fondo ha un pezzo base a forma di catino, un
pezzo cilindrico intermedio, un pezzo centrale con scarico a bicchiere del diametro di 150 mm, un pezzo cilindrico superiore senza
sporgenze e l'anello d'appoggio per la copertura.
REQUISITI E PRESTAZIONI (EM)
05.02.02.R01 (Attitudine al) controllo della tenuta
Classe di Requisiti: Funzionalità tecnologica
Classe di Esigenza: Funzionalità
I pozzetti di scarico devono essere idonei ad impedire fughe dei fluidi assicurando così la durata e la funzionalità nel tempo.
Prestazioni:
Il controllo della tenuta deve essere garantito in condizioni di pressione e temperatura corrispondenti a quelle massime o minime di
esercizio.
Livello minimo della prestazione:
La capacità di tenuta può essere verificata mediante prova da effettuarsi con le modalità ed i tempi previsti dalla norma UNI EN
1253-2 sottoponendo il pozzetto ad una pressione idrostatica a partire da 0 bar fino a 0,1 bar. La prova deve essere considerata
superata con esito positivo quando, nell’arco di 15 min, non si verificano fuoriuscite di fluido.
05.02.02.R02 Assenza della emissione di odori sgradevoli
Classe di Requisiti: Olfattivi
Classe di Esigenza: Benessere
I pozzetti dell'impianto fognario devono essere realizzati in modo da non emettere odori sgradevoli.
Prestazioni:
I pozzetti di scarico devono essere realizzati con materiali tali da non produrre o riemettere sostanze o odori sgradevoli.
Livello minimo della prestazione:
L'ermeticità degli elementi può essere accertata effettuando la prova indicata dalla norma UNI EN 1253-2.
05.02.02.R03 Pulibilità
Pagina 279
Manuale di Manutenzione
Classe di Requisiti: Di manutenibilità
Classe di Esigenza: Gestione
I pozzetti devono essere autopulibili per assicurare la funzionalità dell'impianto.
Prestazioni:
I pozzetti devono essere realizzati con materiali e finiture tali da essere facilmente autopulibili in modo da evitare depositi di
materiale che possa comprometterne il regolare funzionamento.
Livello minimo della prestazione:
Per la verifica della facilità di pulizia si effettua una prova così come descritto dalla norma UNI EN 1253-2. Si monta il pozzetto
completo della griglia e si versa nel contenitore per la prova acqua fredda a 15-10 °C alla portata di 0,2 l/s, 0,3 l/s, 0,4 l/s e 0,6 l/s.
In corrispondenza di ognuna delle portate, immettere nel pozzetto, attraverso la griglia, 200 cm3 di perline di vetro del diametro di
5 +/- 0,5 mm e della densità da 2,5 g/cm3 a 3,0 g/cm3 , a una velocità costante e uniforme per 30 s. Continuare ad alimentare
l’acqua per ulteriori 30 s. Misurare il volume in cm3 delle perline di vetro uscite dal pozzetto. Eseguire la prova per tre volte per
ogni velocità di mandata. Deve essere considerata la media dei tre risultati.
05.02.02.R04 Resistenza meccanica
Classe di Requisiti: Di stabilità
Classe di Esigenza: Sicurezza
Le caditoie ed i pozzetti devono essere in grado di contrastare in modo efficace il prodursi di deformazioni o rotture sotto l'azione di
determinate sollecitazioni.
Prestazioni:
Le caditoie ed i pozzetti devono essere idonei ad assicurare stabilità e resistenza all’azione di sollecitazioni meccaniche in modo da
garantirne durata e funzionalità nel tempo.
Livello minimo della prestazione:
La resistenza meccanica delle caditoie e dei pozzetti può essere verificata mediante prova da effettuarsi con le modalità ed i tempi
previsti dalla norma UNI EN 1253. Non devono prodursi alcuna incrinatura o frattura prima del raggiungimento del carico di prova.
Inoltre, nel caso di pozzetti o di scatole sifoniche muniti di griglia o di coperchio in ghisa dolce, acciaio, metalli non ferrosi, plastica
oppure in una combinazione di tali materiali con il calcestruzzo, la deformazione permanente non deve essere maggiore dei valori
elencati dalla norma suddetta. Per le griglie deve essere applicato un carico di prova P di 0,25 kN e la deformazione permanente f ai
2/3 del carico di prova non deve essere maggiore di 2,0 mm.
ANOMALIE RISCONTRABILI
05.02.02.A01 Abrasione
Abrasione delle pareti dei pozzetti dovuta agli effetti di particelle dure presenti nelle acque usate e nelle acque di scorrimento
superficiale.
05.02.02.A02 Corrosione
Corrosione delle pareti dei pozzetti dovuta agli effetti di particelle dure presenti nelle acque usate e nelle acque di scorrimento
superficiale e dalle aggressioni del terreno e delle acque freatiche.
05.02.02.A03 Difetti ai raccordi o alle connessioni
Perdite del fluido in prossimità di raccordi dovute a errori o sconnessioni delle giunzioni.
05.02.02.A04 Difetti delle griglie
Rottura delle griglie di filtraggio che causa infiltrazioni di materiali grossolani quali sabbia e pietrame.
05.02.02.A05 Intasamento
Incrostazioni o otturazioni delle griglie dei pozzetti dovute ad accumuli di materiale di risulta quali fogliame, vegetazione, ecc..
05.02.02.A06 Odori sgradevoli
Pagina 280
Manuale di Manutenzione
Setticità delle acque di scarico che può produrre odori sgradevoli accompagnati da gas letali o esplosivi e aggressioni chimiche
rischiose per la salute delle persone.
05.02.02.A07 Sedimentazione
Accumulo di depositi minerali sul fondo dei condotti che può causare l’ostruzione delle condotte.
CONTROLLI ESEGUIBILI DA PERSONALE SPECIALIZZATO
05.02.02.C01 Controllo generale
Cadenza: ogni 12 mesi
Tipologia: Ispezione
Verificare lo stato generale e l'integrità della griglia e della piastra di copertura dei pozzetti, della base di appoggio e delle pareti
laterali.
•
Anomalie riscontrabili: 1) Difetti delle griglie; 2) Intasamento.
MANUTENZIONI ESEGUIBILI DA PERSONALE SPECIALIZZATO
05.02.02.I01 Pulizia
Cadenza: ogni 12 mesi
Eseguire una pulizia dei pozzetti mediante asportazione dei fanghi di deposito e lavaggio con acqua a pressione.
•
Ditte specializzate: Specializzati vari.
Elemento Manutenibile: 05.02.03
Stazioni di sollevamento
Unità Tecnologica: 05.02
Impianto fognario acque bianche e acque
nere
Le stazioni di pompaggio sono le apparecchiature utilizzate per convogliare le acque di scarico attraverso una tubazione di
sollevamento per portarle in superficie. Le stazioni di pompaggio sono talora necessarie nelle connessioni di scarico e nei collettori
di fognatura a gravità al fine di evitare profondità di posa eccessive o di drenare le zone sotto quota. Possono, inoltre, essere
necessarie per troppopieni di collettori misti o recapiti intermedi per far confluire le acque di scarico negli impianti di trattamento o
nei corpi ricettori
Le pompe per sollevare le acque di fognatura devono essere abbondantemente insensibili alle sostanze ingombranti presenti in
sospensione nei liquami; al fine di scongiurare il pericolo di ostruzioni, sono opportune sezioni di flusso attraverso le pompe il più
semplice e larghe possibile. Delle aperture grandi disposte in maniera conveniente permettono di eliminare facilmente le aperture
che comunque si verificano evitando costosi lavori di smontaggio.
REQUISITI E PRESTAZIONI (EM)
Pagina 281
Manuale di Manutenzione
05.02.03.R01 (Attitudine al) controllo della tenuta
Classe di Requisiti: Funzionalità tecnologica
Classe di Esigenza: Funzionalità
Le pompe di sollevamento ed i relativi componenti devono essere idonei ad impedire fughe dei fluidi assicurando così la durata e la
funzionalità nel tempo del sistema.
Prestazioni:
Il controllo della tenuta deve essere garantito in condizioni di pressione e temperatura corrispondenti a quelle massime o minime di
esercizio.
Livello minimo della prestazione:
La capacità di tenuta delle stazioni di pompaggio può essere verificata mediante prova da effettuarsi con le modalità ed i tempi
previsti dalla norma UNI EN 809. In particolare le valvole di intercettazione possono essere controllate immergendole nell’acqua
applicando a monte una pressione d’aria di almeno 6 bar per alcuni secondi (non meno di 20) e verificando che non si determini
alcuna perdita e che quindi non si verificano bolle d’aria nell’acqua di prova.
05.02.03.R02 (Attitudine al) controllo delle dispersioni elettriche
Classe di Requisiti: Funzionalità d'uso
Classe di Esigenza: Funzionalità
Il gruppo di pompaggio deve essere protetto da un morsetto di terra contro la formazione di cariche positive. Il morsetto di terra
deve essere collegato direttamente ad un conduttore di terra.
Prestazioni:
L’alimentazione di energia elettrica al gruppo di pompaggio deve avvenire tramite accorgimenti necessari per garantire l’isolamento
della pompa dall’alimentazione elettrica stessa.
Livello minimo della prestazione:
L’apparecchiatura elettrica deve funzionare in modo sicuro nell’ambiente e nelle condizioni di lavoro specificate ed alle
caratteristiche e tolleranze di alimentazione elettrica dichiarate, tenendo conto delle disfunzioni prevedibili.
05.02.03.R03 Comodità d'uso e manovra
Classe di Requisiti: Protezione dai rischi d'intervento
Classe di Esigenza: Sicurezza
Gli alberi rotanti dotati di linguette o altre protrusioni esposte in grado di provocare tagli o impigliamenti devono essere protetti o
muniti di ripari.
Prestazioni:
Parti esposte in movimento possono costituire pericolo, quindi devono essere incorporati mezzi che ne riducano il rischio.
Livello minimo della prestazione:
Devono essere utilizzate barriere di protezione per la prevenzione del contatto con le parti in movimento, fermi di fine-corsa e ripari
tutti conformi alla normativa di settore.
05.02.03.R04 Stabilità morfologica
Classe di Requisiti: Di stabilità
Classe di Esigenza: Sicurezza
La pompa o il gruppo di pompaggio devono rimanere stabili in tutte le fasi del trasporto,del montaggio e dello smontaggio nelle
condizioni previste quando sono inclinati di un angolo di 10° in qualsiasi direzione rispetto alla loro posizione normale.
Prestazioni:
I dispositivi di supporto devono essere trattati come attrezzature particolari ed i dettagli relativi al loro impiego devono essere
forniti nelle informazioni per l’uso o nelle istruzioni per l’uso.
Livello minimo della prestazione:
Quando la pompa è installata, deve essere resa stabile mediante l’uso di bulloni di fissaggio a terra oppure mediante l’impiego di
altri metodi di ancoraggio. I bulloni per il fissaggio a terra o gli altri metodi di ancoraggio devono essere sufficientemente resistenti
da impedire il movimento fisico accidentale dell’apparecchio.
Pagina 282
Manuale di Manutenzione
ANOMALIE RISCONTRABILI
05.02.03.A01 Difetti ai raccordi o alle connessioni
Perdite del fluido in prossimità di raccordi dovute a errori o sconnessioni delle giunzioni.
05.02.03.A02 Difetti delle griglie
Rottura delle griglie per cui si verificano introduzioni di materiale di risulta.
05.02.03.A03 Difetti di funzionamento delle valvole
Difetti di funzionamento delle valvole dovuti ad errori di posa in opera o al cattivo dimensionamento delle stesse.
05.02.03.A04 Erosione
Erosione del suolo all’esterno dei tubi che è solitamente causata dall’infiltrazione di terra.
05.02.03.A05 Odori sgradevoli
Setticità delle acque di scarico che può produrre odori sgradevoli accompagnati da gas letali o esplosivi e aggressioni chimiche
rischiose per la salute delle persone.
05.02.03.A06 Perdite di carico
Perdite di carico di esercizio delle valvole dovute a cattivo funzionamento delle stesse.
05.02.03.A07 Perdite di olio
Perdite d'olio dalle valvole che si manifestano con macchie di olio sul pavimento.
05.02.03.A08 Rumorosità
Eccessivo livello del rumore prodotto dalle pompe di sollevamento durante il loro normale funzionamento.
05.02.03.A09 Sedimentazione
Accumulo di depositi minerali sul fondo dei condotti che può causare l’ostruzione delle condotte.
CONTROLLI ESEGUIBILI DA PERSONALE SPECIALIZZATO
05.02.03.C01 Controllo generale delle pompe
Cadenza: ogni 6 mesi
Tipologia: Ispezione a vista
Verificare lo stato di funzionalità della pompa accertando che non ci sia stazionamento di aria e che la pompa ruoti nel senso giusto.
•
Anomalie riscontrabili: 1) Perdite di carico; 2) Perdite di olio; 3) Rumorosità.
05.02.03.C02 Controllo organi di tenuta
Cadenza: ogni 6 mesi
Tipologia: Controllo
Verificare tutti gli organi di tenuta per accertarsi che non vi siano perdite eccessive e che il premitraccia non lasci passare l'acqua.
05.02.03.C03 Controllo prevalenza
Cadenza: ogni 2 anni
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Manuale di Manutenzione
Tipologia: Misurazioni
Effettuare un controllo della prevalenza applicando dei manometri sulla tubazione di mandata e su quella di aspirazione al fine di
verificare la compatibilità dei valori registrati con quelli di collaudo.
•
Anomalie riscontrabili: 1) Difetti di funzionamento delle valvole.
MANUTENZIONI ESEGUIBILI DA PERSONALE SPECIALIZZATO
05.02.03.I01 Pulizia
Cadenza: ogni 12 mesi
Eseguire una pulizia delle stazioni di pompaggio mediante asportazione dei fanghi di deposito e lavaggio con acqua a pressione.
•
Ditte specializzate: Specializzati vari.
05.02.03.I02 Revisione generale pompe
Cadenza: ogni 12 mesi
Effettuare una disincrostazione meccanica e se necessario anche chimica biodegradabile della pompa e del girante nonché una
lubrificazione dei cuscinetti. Eseguire una verifica sulle guarnizioni ed eventualmente sostituirle.
•
Ditte specializzate: Specializzati vari.
Elemento Manutenibile: 05.02.04
Tombini
Unità Tecnologica: 05.02
Impianto fognario acque bianche e acque
nere
I tombini sono dei dispositivi che consentono l'ispezione e la verifica dei condotti fognari. Vengono posizionati ad intervalli regolari
lungo la tubazione fognaria e possono essere realizzati in vari materiali quali ghisa, acciaio, calcestruzzo armato a seconda del
carico previsto (stradale, pedonale, ecc.).
REQUISITI E PRESTAZIONI (EM)
05.02.04.R01 Resistenza meccanica
Classe di Requisiti: Di stabilità
Classe di Esigenza: Sicurezza
I tombini devono essere in grado di contrastare in modo efficace il prodursi di deformazioni o rotture sotto l'azione di determinate
sollecitazioni.
Prestazioni:
I tombini devono essere idonei ad assicurare stabilità e resistenza all’azione di sollecitazioni meccaniche in modo da garantirne
durata e funzionalità nel tempo.
Livello minimo della prestazione:
La resistenza meccanica dei tombini può essere verificata mediante prova da effettuarsi con le modalità ed i tempi previsti dalla
norma UNI EN 13380. Non devono prodursi alcuna incrinatura o frattura prima del raggiungimento del carico di prova.
Pagina 284
Manuale di Manutenzione
05.02.04.R02 Attituidine al controllo della tenuta
Classe di Requisiti: Funzionalità tecnologica
Classe di Esigenza: Funzionalità
I componenti ed i materiali con cui sono realizzati i tombini devono sottostare, senza perdite, ad una prova in
pressione idrostatica interna.
Prestazioni:
I tombini devono essere idonei ad assicurare stabilità e resistenza in modo da garantirne durata e funzionalità nel tempo ed
assicurare la portata e la pressione di esercizio dei fluidi.
Livello minimo della prestazione:
Quando destinati alla ristrutturazione o alla riparazione di tubi, pozzetti, raccordi e giunti, i componenti ed i materiali devono
superare una prova di pressione crescente da 0 kPa a 50 kPa.
I componenti ed i materiali dei pozzetti destinati alla ristrutturazione o riparazione di gruppi camere di ispezione da impiegarsi a
profondità pari o minori di 2,0 m devono essere sottoposti ad una prova in pressione idrostatica interna pari alla pressione esercitata
dall’acqua quando completamente pieni.
I pozzi dei gruppi camere di ispezione destinate all’impiego a profondità maggiori di 2,0 m devono essere sottoposti alle prove
previste per i pozzetti.
ANOMALIE RISCONTRABILI
05.02.04.A01 Anomalie piastre
Rottura delle piastre di copertura dei pozzetti o chiusini difettosi, chiusini rotti, incrinati, mal posati o sporgenti.
05.02.04.A02 Cedimenti
Cedimenti strutturali della base di appoggio e delle pareti laterali.
05.02.04.A03 Corrosione
Corrosione dei tombini con evidenti segni di decadimento evidenziato con cambio di colore e presenza di ruggine in prossimità delle
corrosioni.
05.02.04.A04 Presenza di vegetazione
Presenza di vegetazione caratterizzata dalla formazione di piante, licheni, muschi.
05.02.04.A05 Sedimentazione
Accumulo di depositi minerali sui tombini che provoca anomalie nell'apertura e chiusura degli stessi.
05.02.04.A06 Sollevamento
Sollevamento delle coperture dei tombini.
CONTROLLI ESEGUIBILI DA PERSONALE SPECIALIZZATO
05.02.04.C01 Controllo generale
Cadenza: ogni 12 mesi
Tipologia: Ispezione
Verificare lo stato generale e l'integrità della piastra di copertura dei pozzetti, della base di appoggio e delle pareti laterali.
•
Requisiti da verificare: 1) Resistenza meccanica; 2) Attituidine al controllo della tenuta.
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Manuale di Manutenzione
•
Anomalie riscontrabili: 1) Anomalie piastre.
MANUTENZIONI ESEGUIBILI DA PERSONALE SPECIALIZZATO
05.02.04.I01 Pulizia
Cadenza: ogni 6 mesi
Eseguire una pulizia dei tombini ed eseguire una lubrificazione delle cerniere.
•
Ditte specializzate: Specializzati vari.
Elemento Manutenibile: 05.02.05
Tubazioni in acciaio
Unità Tecnologica: 05.02
Impianto fognario acque bianche e acque
nere
Pur avendo una ricca varietà di dimensioni, spessori, lunghezze e resistenze, si adoperano soltanto nei tronchi delle fognature in
pressione, soprattutto nell'ambito delle stazioni di pompaggio degli impianti di depurazione e dei sifoni. I tubi in acciaio saldato si
adattano bene ai percorsi tortuosi grazie ai molti pezzi speciali, non hanno bisogno di particolari ancoraggi perché le giunzioni per
saldatura gli danno adeguata rigidezza. Necessitano senza eccezione di meticolosi rivestimenti quali la zincatura a fuoco,
rivestimento in malta di cemento, ecc..
REQUISITI E PRESTAZIONI (EM)
05.02.05.R01 Regolarità delle finiture
Classe di Requisiti: Visivi
Classe di Esigenza: Aspetto
Le tubazioni ed i relativi accessori (giunti, valvole) devono essere realizzati con materiali privi di impurità.
Prestazioni:
Le tubazioni, ad un esame visivo, non devono presentare irregolarità geometriche evidenti. Le superfici interne ed esterne devono
essere prive di fessure, impurità e vespai.
Livello minimo della prestazione:
La superficie interna deve essere liscia ed esente da qualsiasi cricca o difetto che possa ostacolare il flusso. La superficie interna dei
manicotti deve essere esente da imperfezioni protrudenti. La superficie esterna deve essere liscia ed esente da irregolarità taglienti
che possano danneggiare le guarnizioni di tenuta durante la messa in opera. Le eventuali variazioni del diametro non devono
superare i limiti delle tolleranze massime ammesse nel prospetto 4 della UNI EN 1124-2 o nel prospetto 5 della UNI EN 1124-3.
05.02.05.R02 Tenuta all'acqua
Classe di Requisiti: Di stabilità
Classe di Esigenza: Sicurezza
Le tubazioni in acciaio e le giunzioni devono garantire una tenuta alla pressione di esercizio prevista per l'impianto.
Prestazioni:
La prova per verificare la tenuta all'acqua deve essere effettuata conformemente alle prescrizioni delle norme
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Manuale di Manutenzione
Livello minimo della prestazione:
Tutti i tubi e i raccordi, comprese le giunzioni, devono conservare le loro caratteristiche di tenuta all’acqua alle pressioni interne o
esterne che vanno da 0 kPa a 50 kPa.
05.02.05.R03 Tenuta all'aria
Classe di Requisiti: Di stabilità
Classe di Esigenza: Sicurezza
Le tubazioni in acciaio e le giunzioni devono garantire una tenuta all'aria.
Prestazioni:
La tenuta all'aria può essere verificata conformemente a quanto indicato dalla norma UNI EN 1124 anche con un disassamento di 2°
in corrispondenza della giunzione del tubo; non deve esserci alcuna fuoriuscita di aria qualunque sia la pressione applicata.
Livello minimo della prestazione:
I giunti dei raccordi agli apparecchi sanitari devono resistere a una pressione dell'aria interna di prova di 1 kPa. Le giunzioni dei
tubi devono resistere a una pressione dell'aria interna di prova di 10 kPa.
ANOMALIE RISCONTRABILI
05.02.05.A01 Accumulo di grasso
Accumulo di grasso che si deposita sulle pareti dei condotti.
05.02.05.A02 Corrosione
Corrosione delle tubazioni di adduzione con evidenti segni di decadimento delle stesse evidenziato con cambio di colore e presenza
di ruggine in prossimità delle corrosioni.
05.02.05.A03 Difetti ai raccordi o alle connessioni
Perdite del fluido in prossimità di raccordi dovute a errori o sconnessioni delle giunzioni.
05.02.05.A04 Difetti rivestimenti
Difetti di tenuta dei rivestimenti di protezione che provocano erosione e/o corrosione delle tubazioni.
05.02.05.A05 Erosione
Erosione del suolo all’esterno dei tubi che è solitamente causata dall’infiltrazione di terra.
05.02.05.A06 Incrostazioni
Accumulo di depositi minerali sulle pareti dei condotti.
05.02.05.A07 Odori sgradevoli
Setticità delle acque di scarico che può produrre odori sgradevoli accompagnati da gas letali o esplosivi e aggressioni chimiche
rischiose per la salute delle persone.
05.02.05.A08 Penetrazione di radici
Penetrazione all'interno dei condotti di radici vegetali che provocano intasamento del sistema.
05.02.05.A09 Sedimentazione
Accumulo di depositi minerali sul fondo dei condotti che può causare l’ostruzione delle condotte.
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Manuale di Manutenzione
CONTROLLI ESEGUIBILI DA PERSONALE SPECIALIZZATO
05.02.05.C01 Controllo della manovrabilità valvole
Cadenza: ogni 12 mesi
Tipologia: Controllo
Effettuare una manovra di tutti gli organi di intercettazione per evitare che si blocchino.
•
Anomalie riscontrabili: 1) Difetti ai raccordi o alle connessioni.
05.02.05.C02 Controllo generale
Cadenza: ogni 12 mesi
Tipologia: Controllo a vista
Verificare lo stato degli eventuali dilatatori e giunti elastici, la tenuta delle congiunzioni a flangia, la stabilità dei sostegni e degli
eventuali giunti fissi. Verificare inoltre l'assenza di odori sgradevoli e di inflessioni nelle tubazioni.
•
Anomalie riscontrabili: 1) Corrosione; 2) Difetti ai raccordi o alle connessioni.
05.02.05.C03 Controllo tenuta
Cadenza: ogni 12 mesi
Tipologia: Controllo a vista
Verificare l'integrità delle tubazioni con particolare attenzione ai raccordi tra tronchi di tubo.
•
Anomalie riscontrabili: 1) Corrosione; 2) Difetti ai raccordi o alle connessioni.
MANUTENZIONI ESEGUIBILI DA PERSONALE SPECIALIZZATO
05.02.05.I01 Pulizia
Cadenza: ogni 6 mesi
Eseguire una pulizia dei sedimenti formatisi e che provocano ostruzioni diminuendo la capacità di trasporto dei fluidi.
•
Ditte specializzate: Idraulico.
Elemento Manutenibile: 05.02.06
Tubazioni in c.a.
Unità Tecnologica: 05.02
Impianto fognario acque bianche e acque
nere
Le tubazioni dell'impianto di smaltimento delle acque provvedono allo sversamento dell'acqua nei collettori fognari o nelle vasche
di accumulo, se presenti. Tali tubazioni possono essere realizzate in calcestruzzo cementizio armato. I processi di fabbricazione più
usati sono quelli di centrifugazione e di laminazione. Con la centrifugazione il calcestruzzo viene spinto dalla forza centrifuga verso
l'esterno in strati sottili. Nella laminazione il calcestruzzo fresco viene cilindrato in strati sottili.
I tubi sono prevalentemente di forma circolare sia all'interno che all'esterno. I giunti possono essere a bicchiere o a manicotto. Le
eccellenti caratteristiche meccaniche del calcestruzzo, migliorate dall'armatura metallica, rendono possibili maggiori lunghezze e
dimensioni. I diametri variano dai 25 ai 400 cm, la lunghezza è pari ad almeno 2,5 m con un massimo di 6 m. I tubi circolari hanno
Pagina 288
Manuale di Manutenzione
un'armatura circolare anulare in uno o più strati che deve essere disposta ad una distanza regolare su tutta la lunghezza del tubo,
compresi il bicchiere. L'armatura è collegata da bacchette longitudinali piegate nel bicchiere ed unite nei punti di giunzione.
REQUISITI E PRESTAZIONI (EM)
05.02.06.R01 (Attitudine al) controllo della tenuta
Classe di Requisiti: Funzionalità tecnologica
Classe di Esigenza: Funzionalità
Le tubazioni in cls armato ed i relativi complementi devono essere in grado di garantire in ogni momento la tenuta dei fluidi.
Prestazioni:
La tenuta deve essere verificata in sede di collaudo (ed annotata sul certificato di collaudo) e successivamente con ispezioni volte
alla verifica di detto requisito.
Livello minimo della prestazione:
La prova per verificare la tenuta viene così eseguita:
- riempimento della tubazione fino ad eliminare l'aria;
- incremento della pressione fino al valore della pressione di esercizio.
Le tubazioni devono essere mantenute nella condizione di carico per almeno 15 minuti trascorsi i quali non devono verificarsi
gocciolamenti verso l'esterno della tubazione.
05.02.06.R02 Impermeabilità
Classe di Requisiti: Controllabilità tecnologica
Classe di Esigenza: Controllabilità
Le tubazioni in cls armato devono essere realizzati con cementi ed additivi in modo da non consentire l'assorbimento di acqua.
Prestazioni:
Le tubazioni durante il loro funzionamento non devono assorbire acqua per consentire di rispettare i valori della portata
dell'impianto.
Livello minimo della prestazione:
Devono essere rispettati i valori indicati dalla norma UNI EN 639.
05.02.06.R03 Regolarità delle finiture
Classe di Requisiti: Visivi
Classe di Esigenza: Aspetto
Le tubazioni in calcestruzzo armato devono essere realizzati con materiali privi di impurità.
Prestazioni:
Il calcestruzzo, ad un esame visivo, deve risultare omogeneo e compatto ed i tubi non devono presentare irregolarità geometriche
evidenti. Le superfici interne ed esterne devono essere prive di fessure, impurità e vespai.
Livello minimo della prestazione:
La superficie interna deve essere cilindrica in modo da rispettare le prescrizioni riportate dalla norma UNI EN 639. Il diametro, la
lunghezza e lo spessore devono essere quelli indicati dalla norma UNI EN 639.
05.02.06.R04 Resistenza alla compressione
Classe di Requisiti: Di stabilità
Classe di Esigenza: Sicurezza
Le tubazioni in cls devono essere in grado di resistere a sforzi di compressione che si verificano durante il funzionamento.
Prestazioni:
La resistenza alla compressione da considerare è il valore caratteristico basato su un percentile del 95% ricavato dalle prove
eseguite sui cilindri. Possono essere utilizzati cilindri di dimensioni diverse, a condizione che vengano applicati fattori di
conversione per correlarli alla dimensione normalizzata di 150 mm x 300 mm. Qualora vengano utilizzati dei cubi, devono essere
applicati fattori di conversione.
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Manuale di Manutenzione
Livello minimo della prestazione:
Se vengono utilizzati cubi da 150 mm, i risultati delle prove devono essere divisi per un fattore di conversione di:
- 1,20 per i risultati delle prove minori di 45 MPa;
- 1,10 per i risultati delle prove uguali o maggiori di 45 MPa.
Se vengono utilizzati i cubi da 100 mm, i risultati delle prove devono essere divisi per 1,05 prima di applicare le conversioni
menzionate in precedenza.
ANOMALIE RISCONTRABILI
05.02.06.A01 Accumulo di grasso
Accumulo di grasso che si deposita sulle pareti dei condotti.
05.02.06.A02 Corrosione armature
Corrosione delle armature delle tubazioni con evidenti segni di decadimento delle stesse evidenziato con cambio di colore e
presenza di ruggine in prossimità delle corrosioni.
05.02.06.A03 Difetti ai raccordi o alle connessioni
Perdite del fluido in prossimità di raccordi dovute a errori o sconnessioni delle giunzioni.
05.02.06.A04 Erosione
Erosione del suolo all’esterno dei tubi che è solitamente causata dall’infiltrazione di terra.
05.02.06.A05 Incrostazioni
Accumulo di depositi minerali sulle pareti dei condotti.
05.02.06.A06 Odori sgradevoli
Setticità delle acque di scarico che può produrre odori sgradevoli accompagnati da gas letali o esplosivi e aggressioni chimiche
rischiose per la salute delle persone.
05.02.06.A07 Penetrazione di radici
Penetrazione all'interno dei condotti di radici vegetali che provocano intasamento del sistema.
05.02.06.A08 Sedimentazione
Accumulo di depositi minerali sul fondo dei condotti che può causare l’ostruzione delle condotte.
CONTROLLI ESEGUIBILI DA PERSONALE SPECIALIZZATO
05.02.06.C01 Controllo generale
Cadenza: ogni 12 mesi
Tipologia: Controllo a vista
Verificare lo stato degli eventuali dilatatori e giunti elastici, la tenuta delle congiunzioni a flangia, la stabilità dei sostegni e degli
eventuali giunti fissi. Verificare inoltre l'assenza di odori sgradevoli e di inflessioni nelle tubazioni.
•
•
Requisiti da verificare: 1) Regolarità delle finiture.
Anomalie riscontrabili: 1) Corrosione armature; 2) Difetti ai raccordi o alle connessioni.
05.02.06.C02 Controllo tenuta
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Manuale di Manutenzione
Cadenza: ogni 12 mesi
Tipologia: Controllo a vista
Verificare l'integrità delle tubazioni con particolare attenzione ai raccordi tra tronchi di tubo.
•
•
Requisiti da verificare: 1) .
Anomalie riscontrabili: 1) Corrosione armature; 2) Difetti ai raccordi o alle connessioni.
MANUTENZIONI ESEGUIBILI DA PERSONALE SPECIALIZZATO
05.02.06.I01 Pulizia
Cadenza: ogni 6 mesi
Eseguire una pulizia dei sedimenti formatisi e che provocano ostruzioni diminuendo la capacità di trasporto dei fluidi.
•
Ditte specializzate: Idraulico.
Elemento Manutenibile: 05.02.07
Tubazioni in polietilene
Unità Tecnologica: 05.02
Impianto fognario acque bianche e acque
nere
Le tubazioni dell'impianto di smaltimento delle acque provvedono allo sversamento dell'acqua nei collettori fognari o nelle vasche
di accumulo, se presenti. Possono essere realizzate in polietilene.
Il polietilene si forma dalla polimerizzazione dell'etilene e per gli acquedotti e le fognature se ne usa il tipo ad alta densità. Grazie
alla sua perfetta impermeabilità si adopera nelle condutture subacquee e per la sua flessibilità si utilizza nei sifoni. Di solito
l'aggiunta di nerofumo e di stabilizzatori preserva i materiali in PE dall'invecchiamento e dalle alterazioni provocate dalla luce e dal
calore. Per i tubi a pressione le giunzioni sono fatte o con raccordi mobili a vite in PE, ottone, alluminio, ghisa malleabile, o
attraverso saldatura a 200 °C con termoelementi e successiva pressione a 1,5-2 kg/cm2 della superficie da saldare, o con manicotti
pressati con filettatura interna a denti di sega.
REQUISITI E PRESTAZIONI (EM)
05.02.07.R01 (Attitudine al) controllo della tenuta
Classe di Requisiti: Funzionalità tecnologica
Classe di Esigenza: Funzionalità
Le tubazioni devono essere in grado di garantire in ogni momento la tenuta e la pressione richiesti dall'impianto.
Prestazioni:
La prova deve essere effettuata su tubi in rotoli e su un tratto di tubo in opera comprendente almeno un giunto. Gli elementi su cui
si verifica la tenuta devono essere portati sotto pressione interna per mezzo di acqua.
Livello minimo della prestazione:
Il valore della pressione da mantenere è di 0,05 MPa per il tipo 303, di 1,5 volte il valore normale della pressione per il tipo 312 e di
1,5 la pressione per i tipi P, Q e R, e deve essere raggiunto entro 30 s e mantenuto per circa 2 minuti. Al termine della prova non
devono manifestarsi perdite, deformazioni o altri eventuali irregolarità.
Pagina 291
Manuale di Manutenzione
05.02.07.R02 Regolarità delle finiture
Classe di Requisiti: Visivi
Classe di Esigenza: Aspetto
Le tubazioni in polietilene devono essere realizzate con materiali privi di impurità.
Prestazioni:
Le superfici interne ed esterne dei tubi e dei raccordi devono essere lisce, pulite ed esenti da cavità, bolle, impurità, porosità e
qualsiasi altro difetto superficiale. Le estremità dei tubi e dei raccordi devono essere tagliate nettamente, perpendicolarmente
all'asse.
Livello minimo della prestazione:
Le misurazioni dei parametri caratteristici delle tubazioni devono essere effettuate con strumenti di precisione in grado di garantire
una precisione di:
- 5 mm per la misura della lunghezza;
- 0,05 per la misura dei diametri;
- 0,01 per la misura degli spessori.
ANOMALIE RISCONTRABILI
05.02.07.A01 Accumulo di grasso
Accumulo di grasso che si deposita sulle pareti dei condotti.
05.02.07.A02 Difetti ai raccordi o alle connessioni
Perdite del fluido in prossimità di raccordi dovute a errori o sconnessioni delle giunzioni.
05.02.07.A03 Erosione
Erosione del suolo all’esterno dei tubi che è solitamente causata dall’infiltrazione di terra.
05.02.07.A04 Incrostazioni
Accumulo di depositi minerali sulle pareti dei condotti.
05.02.07.A05 Odori sgradevoli
Setticità delle acque di scarico che può produrre odori sgradevoli accompagnati da gas letali o esplosivi e aggressioni chimiche
rischiose per la salute delle persone.
05.02.07.A06 Penetrazione di radici
Penetrazione all'interno dei condotti di radici vegetali che provocano intasamento del sistema.
05.02.07.A07 Sedimentazione
Accumulo di depositi minerali sul fondo dei condotti che può causare l’ostruzione delle condotte.
CONTROLLI ESEGUIBILI DA PERSONALE SPECIALIZZATO
05.02.07.C01 Controllo della manovrabilità valvole
Cadenza: ogni 12 mesi
Tipologia: Controllo
Effettuare una manovra di tutti gli organi di intercettazione per evitare che si blocchino.
•
Requisiti da verificare: 1) .
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Manuale di Manutenzione
•
Anomalie riscontrabili: 1) Difetti ai raccordi o alle connessioni.
05.02.07.C02 Controllo generale
Cadenza: ogni 12 mesi
Tipologia: Controllo a vista
Verificare lo stato degli eventuali dilatatori e giunti elastici, la tenuta delle congiunzioni a flangia, la stabilità dei sostegni e degli
eventuali giunti fissi. Verificare inoltre l'assenza di odori sgradevoli e di inflessioni nelle tubazioni.
•
•
Requisiti da verificare: 1) ; 2) Regolarità delle finiture.
Anomalie riscontrabili: 1) Difetti ai raccordi o alle connessioni; 2) Odori sgradevoli.
05.02.07.C03 Controllo tenuta
Cadenza: ogni 12 mesi
Tipologia: Controllo a vista
Verificare l'integrità delle tubazioni con particolare attenzione ai raccordi tra tronchi di tubo.
•
•
Requisiti da verificare: 1) .
Anomalie riscontrabili: 1) Difetti ai raccordi o alle connessioni; 2) Accumulo di grasso; 3) Incrostazioni.
MANUTENZIONI ESEGUIBILI DA PERSONALE SPECIALIZZATO
05.02.07.I01 Pulizia
Cadenza: ogni 6 mesi
Eseguire una pulizia dei sedimenti formatisi e che provocano ostruzioni diminuendo la capacità di trasporto dei fluidi.
•
Ditte specializzate: Idraulico.
Elemento Manutenibile: 05.02.08
Tubazioni in polivinile non plastificato
Unità Tecnologica: 05.02
Impianto fognario acque bianche e acque
nere
Le tubazioni dell'impianto di smaltimento delle acque provvedono allo sversamento dell'acqua nei collettori fognari o nelle vasche
di accumulo se presenti. Le tubazioni possono essere realizzate in polivinile non plastificato. Per polimerizzazione di acetilene ed
acido cloridrico si ottiene il PVC; se non si aggiungono additivi si ottiene il PVC duro che si utilizza negli acquedotti e nelle
fognature. Questo materiale è difficilmente infiammabile e fonoassorbente. I tubi in PVC hanno lunghezze fino a 10 m e diametri
piccoli, fino a 40 cm. Un limite all'utilizzo dei tubi in PVC è costituito dalla scarichi caldi continui. Per condutture con moto a pelo
libero i tubi si congiungono con la giunzione con anello di gomma a labbro; per condutture in pressione si usano giunzioni a
manicotto.
REQUISITI E PRESTAZIONI (EM)
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Manuale di Manutenzione
05.02.08.R01 Regolarità delle finiture
Classe di Requisiti: Visivi
Classe di Esigenza: Aspetto
Le tubazioni in polivinile non plastificato devono essere realizzate con materiali privi di impurità.
Prestazioni:
Le superfici interne ed esterne dei tubi e dei raccordi devono essere lisce, pulite ed esenti da cavità, bolle, impurità, porosità e
qualsiasi altro difetto superficiale. Le estremità dei tubi e dei raccordi devono essere tagliate nettamente, perpendicolarmente
all'asse.
Livello minimo della prestazione:
Le dimensioni devono essere misurate secondo la norma UNI EN 1329. In caso di contestazione, la temperatura di riferimento è 23
+/- 2 °C.
05.02.08.R02 Resistenza a sbalzi di temperatura
Classe di Requisiti: Di stabilità
Classe di Esigenza: Sicurezza
Le tubazioni ed i relativi complementi non devono subire disgregazioni o dissoluzioni se sottoposti all'azione di temperature
elevate.
Prestazioni:
I tubi sono sottoposti a prova con i metodi specificati nel prospetto 19 della norma UNI EN 1329, usando i parametri indicati, i tubi
devono presentare caratteristiche fisiche conformi ai requisiti indicati.
Livello minimo della prestazione:
In particolare deve verificarsi un ritiro longitudinale del tubo minore del 5% ed inoltre non deve mostrare bolle o crepe.
05.02.08.R03 Resistenza all'urto
Classe di Requisiti: Di stabilità
Classe di Esigenza: Sicurezza
Le tubazioni devono essere in grado di resistere a sforzi che si verificano durante il funzionamento.
Prestazioni:
I materiali utilizzati per la formazione delle tubazioni in polivinile non plastificato ed eventuali additivi utilizzati per gli impasti
devono essere privi di impurità per evitare fenomeni di schiacciamento.
Livello minimo della prestazione:
Devono essere rispettati i valori minimi indicati dalla norma UNI EN 1329 al punto 7.
ANOMALIE RISCONTRABILI
05.02.08.A01 Accumulo di grasso
Accumulo di grasso che si deposita sulle pareti dei condotti.
05.02.08.A02 Difetti ai raccordi o alle connessioni
Perdite del fluido in prossimità di raccordi dovute a errori o sconnessioni delle giunzioni.
05.02.08.A03 Erosione
Erosione del suolo all’esterno dei tubi che è solitamente causata dall’infiltrazione di terra.
05.02.08.A04 Incrostazioni
Accumulo di depositi minerali sulle pareti dei condotti.
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Manuale di Manutenzione
05.02.08.A05 Odori sgradevoli
Setticità delle acque di scarico che può produrre odori sgradevoli accompagnati da gas letali o esplosivi e aggressioni chimiche
rischiose per la salute delle persone.
05.02.08.A06 Penetrazione di radici
Penetrazione all'interno dei condotti di radici vegetali che provocano intasamento del sistema.
05.02.08.A07 Sedimentazione
Accumulo di depositi minerali sul fondo dei condotti che può causare l’ostruzione delle condotte.
CONTROLLI ESEGUIBILI DA PERSONALE SPECIALIZZATO
05.02.08.C01 Controllo generale
Cadenza: ogni 12 mesi
Tipologia: Controllo a vista
Verificare lo stato degli eventuali dilatatori e giunti elastici, la tenuta delle congiunzioni a flangia, la stabilità dei sostegni e degli
eventuali giunti fissi. Verificare inoltre l'assenza di odori sgradevoli e di inflessioni nelle tubazioni.
•
•
Requisiti da verificare: 1) Regolarità delle finiture.
Anomalie riscontrabili: 1) Difetti ai raccordi o alle connessioni; 2) Odori sgradevoli.
05.02.08.C02 Controllo tenuta
Cadenza: ogni 12 mesi
Tipologia: Controllo a vista
Verificare l'integrità delle tubazioni con particolare attenzione ai raccordi tra tronchi di tubo.
•
•
Requisiti da verificare: 1) Resistenza all'urto.
Anomalie riscontrabili: 1) Difetti ai raccordi o alle connessioni.
MANUTENZIONI ESEGUIBILI DA PERSONALE SPECIALIZZATO
05.02.08.I01 Pulizia
Cadenza: ogni 6 mesi
Eseguire una pulizia dei sedimenti formatisi e che provocano ostruzioni diminuendo la capacità di trasporto dei fluidi.
•
Ditte specializzate: Idraulico.
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Manuale di Manutenzione
Unità Tecnologica: 05.03
Opere di ingegneria naturalistica
L’ingegneria naturalistica si applica per attenuare i danni creati dal dissesto idrogeologico; in particolare essa adopera le piante
vive, abbinate ad altri materiali quali il legno, la pietra, la terra, ecc., per operazioni di consolidamento e interventi antierosivi, per
la riproduzione di ecosistemi simili ai naturali e per l’incremento della biodiversità. I campi di intervento sono: a) consolidamento
dei versanti e delle frane; b) recupero di aree degradate; c) attenuazione degli impatti causati da opere di ingegneria: barriere
antirumore e visive, filtri per le polveri, ecc.; d) inserimento ambientale delle infrastrutture. Le finalità degli interventi sono: a)
tecnico-funzionali; b) naturalistiche; c) estetiche e paesaggistiche; d) economiche. Per realizzare un intervento di ingegneria
naturalistica occorre realizzare un attento studio bibliografico, geologico, geomorfologico, podologico, floristico e vegetazionale
per scegliere le specie e le tipologie vegetazionali d’intervento. Alla fase di studio e di indagine deve seguire l’individuazione dei
criteri progettuali, la definizione delle tipologie di ingegneria naturalistica e la lista delle specie flogistiche da utilizzare.
REQUISITI E PRESTAZIONI (UT)
05.03.R01 Resistenza alla corrosione
Classe di Requisiti: Durabilità tecnologica
Classe di Esigenza: Durabilità
Le reti utilizzate devono essere realizzate con materiali idonei in modo da garantire la funzionalità del sistema.
Prestazioni:
Le reti devono essere realizzate con ferri capaci di non generare fenomeni di corrosione se sottoposti all'azione dell'acqua e del
gelo. Possono essere rivestiti con rivestimenti di zinco e di lega di zinco.
Livello minimo della prestazione:
I materiali utilizzati per la formazione delle reti devono soddisfare i requisiti indicati dalla normativa UNI di settore.
05.03.R02 Resistenza alla trazione
Classe di Requisiti: Di stabilità
Classe di Esigenza: Sicurezza
Gli elementi utilizzati per realizzare opere di ingegneria naturalistica devono garantire resistenza ad eventuali fenomeni di trazione.
Prestazioni:
Le opere devono essere realizzate con materiali idonei a resistere a fenomeni di trazione che potrebbero verificarsi durante il ciclo
di vita.
Livello minimo della prestazione:
Devono essere garantiti i valori previsti in sede di progetto.
L'Unità Tecnologica è composta dai seguenti Elementi Manutenibili:
° 05.03.01 Gabbionate
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Manuale di Manutenzione
Elemento Manutenibile: 05.03.01
Gabbionate
Unità Tecnologica: 05.03
Opere di ingegneria naturalistica
Le gabbionate sono dei dispositivi realizzati con reti metalliche all'interno delle quali sono posizionati conci di pietra. Tali
dispositivi vengono utilizzati per realizzare diaframmi di contenimento lungo scarpate e declivi naturali.
Rappresentazione grafica e descrizione
Gabbionata con talee
ANOMALIE RISCONTRABILI
05.03.01.A01 Corrosione
Fenomeni di corrosione delle reti di protezione dei gabbioni.
05.03.01.A02 Deposito superficiale
Accumulo di pulviscolo atmosferico o di altri materiali estranei.
05.03.01.A03 Difetti di tenuta
Difetti di tenuta dei gabbioni dovuti ad erronea posa in opera degli stessi.
05.03.01.A04 Patina biologica
Strato sottile, morbido e omogeneo, aderente alla superficie e di evidente natura biologica, di colore variabile, per lo più verde. La
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Manuale di Manutenzione
patina biologica è costituita prevalentemente da microrganismi cui possono aderire polvere, terriccio.
05.03.01.A05 Perdita di materiale
Perdita dei conci di pietra che costituiscono i gabbioni.
05.03.01.A06 Rotture
Rotture delle reti di protezione che causano la fuoriuscita dei conci di pietra.
CONTROLLI ESEGUIBILI DA PERSONALE SPECIALIZZATO
05.03.01.C01 Controllo generale
Cadenza: ogni settimana
Tipologia: Ispezione
Verificare la stabilità dei gabbioni controllando che le reti siano efficienti e che non causino la fuoriuscita dei conci di pietra.
•
•
Requisiti da verificare: 1) Resistenza alla corrosione; 2) Resistenza alla trazione.
Anomalie riscontrabili: 1) Corrosione; 2) Deposito superficiale; 3) Difetti di tenuta; 4) Patina biologica; 5) Perdita di materiale;
6) Rotture.
MANUTENZIONI ESEGUIBILI DA PERSONALE SPECIALIZZATO
05.03.01.I01 Pulizia
Cadenza: ogni 6 mesi
Eliminare tutti i depositi e la vegetazione eventualmente accumulatasi sui gabbioni.
•
Ditte specializzate: Specializzati vari.
05.03.01.I02 Sistemazione gabbioni
Cadenza: quando occorre
Sistemare i gabbioni e le reti in seguito ad eventi meteorici eccezionali e in ogni caso quando occorre.
•
Ditte specializzate: Specializzati vari.
Pagina 298
Manuale di Manutenzione
Corpo d'Opera: 06
IMPIANTO DI IRRIGAZIONE
Unità Tecnologiche:
° 06.01 Aree a verde
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Manuale di Manutenzione
Unità Tecnologica: 06.01
Aree a verde
Le aree a verde costituiscono l'insieme dei parchi, dei giardini e delle varietà arboree degli spazi urbani ed extra urbani. La
distribuzione degli spazi verdi varia in funzione a standard urbanistici ed esigenze di protezione ambientale. Il verde urbano può
avere molteplici funzioni di protezione ambientale: a) ossigenazione dell'aria; b) assorbimento del calore atmosferico; c)
barriera contro i rumori ed altre fonti di inquinamento.
L'Unità Tecnologica è composta dai seguenti Elementi Manutenibili:
° 06.01.01 Elettrovalvole
° 06.01.02 Irrigatori statici
° 06.01.03 Programmatori elettronici
° 06.01.04 Tubi in polietilene
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Manuale di Manutenzione
Elemento Manutenibile: 06.01.01
Elettrovalvole
Unità Tecnologica: 06.01
Aree a verde
Le elettrovalvole in linea sono generalmente realizzate in nylon e vetroresina per offrire una migliore resistenza alla corrosione e per
prevenire perdite e rotture. Sono dotate di un solenoide (dotato di pistoncino e molla in acciaio inossidabile per prevenire la
corrosione) e di un dispositivo di apertura manuale interna per mantenere asciutto il corpo delle valvole.
REQUISITI E PRESTAZIONI (EM)
06.01.01.R01 Resistenza agli agenti aggressivi chimici
Classe di Requisiti: Di stabilità
Classe di Esigenza: Sicurezza
Gli elementi dell'impianto di irrigazione devono conservare inalterate le proprie caratteristiche chimico fisiche sotto l'azione di
agenti aggressivi chimici.
Prestazioni:
I materiali e i componenti delle elettrovalvole devono conservare inalterate le proprie caratteristiche chimico-fisiche sotto l'azione di
agenti aggressivi chimici che potrebbero svilupparsi durante il funzionamento.
Livello minimo della prestazione:
Per la valutazione della resistenza agli agenti chimici presenti nell’aria si fa riferimento ai metodi di prova indicati dalle norme
UNI.
06.01.01.R02 Resistenza al gelo
Classe di Requisiti: Funzionalità d'uso
Classe di Esigenza: Funzionalità
Gli elementi costituenti le elettrovalvole devono essere realizzati con materiali in grado di non subire disgregazioni o dissoluzioni
per effetto del ghiaccio.
Prestazioni:
La tenuta ad eventuali infiltrazioni di acqua o di neve deve essere garantita in condizioni di pressione e temperatura corrispondenti a
quelle massime o minime esercizio.
Livello minimo della prestazione:
Per verificare la tenuta ad infiltrazioni di acqua gli elementi dell'impianto vengono sottoposti a prove di verifica con le modalità
indicate dalla norma UNI di settore. Al termine della prova si deve verificare l'assenza di difetti o segni di cedimento.
ANOMALIE RISCONTRABILI
06.01.01.A01 Anomalie delle molle
Difetti di funzionamento della molla che regola il pistone del solenoide.
06.01.01.A02 Corrosione
Fenomeni di corrosione delle parti metalliche degli irrigatori.
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Manuale di Manutenzione
06.01.01.A03 Difetti dei filtri
Difetti di funzionamento dei filtri di protezione dell'elettrovalvole.
06.01.01.A04 Difetti regolatore di flusso
Difetti di funzionamento del regolatore di flusso dell'elettrovalvole.
06.01.01.A05 Difetti delle valvole
Difetti di funzionamento delle valvole antiritorno per cui si verificano perdite di fluido.
CONTROLLI ESEGUIBILI DA PERSONALE SPECIALIZZATO
06.01.01.C01 Controllo generale
Cadenza: ogni mese
Tipologia: Aggiornamento
Eseguire un controllo generale delle valvole verificando il buon funzionamento delle guarnizioni, delle cerniere e delle molle.
•
Anomalie riscontrabili: 1) Corrosione; 2) Anomalie delle molle; 3) Difetti delle valvole.
MANUTENZIONI ESEGUIBILI DA PERSONALE SPECIALIZZATO
06.01.01.I01 Lubrificazione valvole
Cadenza: ogni anno
Effettuare lo smontaggio della valvole ed eseguire una lubrificazione delle cerniere e delle molle che regolano le valvole.
•
Ditte specializzate: Giardiniere.
Elemento Manutenibile: 06.01.02
Irrigatori statici
Unità Tecnologica: 06.01
Aree a verde
Gli irrigatori sono dei dispositivi dell'impianto di irrigazione che consentono di innaffiare le aree a verde. Tali dispositivi sono detti
statici poiché dirigono il getto di acqua solo in una direzione a differenza degli irrigatori dinamici che consentono l'innaffiamento in
più direzioni.
REQUISITI E PRESTAZIONI (EM)
06.01.02.R01 (Attitudine al) controllo della portata dei fluidi
Classe di Requisiti: Funzionalità d'uso
Classe di Esigenza: Funzionalità
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Manuale di Manutenzione
Gli irrigatori devono essere in grado di garantire durante il funzionamento la portata e la pressione richiesti dall'impianto.
Prestazioni:
Le prestazioni e quindi la portata esse devono essere verificate in sede di collaudo e successivamente con ispezioni volte alla
verifica di detti valori.
Livello minimo della prestazione:
I valori della portata variano in funzione del diametro delle tubazioni e degli ugelli degli irrigatori.
ANOMALIE RISCONTRABILI
06.01.02.A01 Anomalie delle guarnizioni
Difetti di tenuta delle guarnizioni per cui si verificano perdite di fluido.
06.01.02.A02 Anomalie delle molle
Difetti di funzionamento delle molle di rientro degli irrigatori.
06.01.02.A03 Difetti di connessione
Difetti di connessione degli ugelli e delle tubazioni di adduzione.
06.01.02.A04 Difetti delle frizioni
Difetti di funzionamento delle frizioni di orientamento del getto.
06.01.02.A05 Difetti delle valvole
Difetti di funzionamento delle valvole antiritorno per cui si verificano perdite di fluido.
06.01.02.A06 Ostruzioni
Ostruzioni degli ugelli dei diffusori dovuti a polvere, terreno, sabbia, ecc.
CONTROLLI ESEGUIBILI DA PERSONALE SPECIALIZZATO
06.01.02.C01 Controllo generale
Cadenza: ogni mese
Tipologia: Aggiornamento
Verificare la corretta posizione degli irrigatori controllando che non vi siano ostacoli che impediscono il getto dell'acqua. Verificare
la tenuta delle valvole e la funzionalità delle molle.
•
•
Requisiti da verificare: 1) (Attitudine al) controllo della portata dei fluidi.
Anomalie riscontrabili: 1) Ostruzioni; 2) Difetti di connessione; 3) Anomalie delle molle; 4) Anomalie delle guarnizioni; 5)
Difetti delle frizioni; 6) Difetti delle valvole.
MANUTENZIONI ESEGUIBILI DA PERSONALE SPECIALIZZATO
06.01.02.I01 Pulizia
Cadenza: ogni mese
Pagina 303
Manuale di Manutenzione
Eseguire la pulizia degli irrigatori da tutti i materiali di risulta che impediscono il regolare getto dell'acqua.
•
Ditte specializzate: Giardiniere.
06.01.02.I02 Sostituzione irrigatori
Cadenza: ogni 15 anni
Eseguire la sostituzione degli irrigatori con altri dello stesso tipo e modello.
•
Ditte specializzate: Giardiniere.
Elemento Manutenibile: 06.01.03
Programmatori elettronici
Unità Tecnologica: 06.01
Aree a verde
I programmatori elettronici consentono di realizzare l'innaffiamento delle aiuole, dei prati o in genere di spazi verdi. Tali dispositivi
consentono di distribuire l'acqua a tutti gli irrigatori ad essi collegati. Generalmente i programmatori sono alimentati da una tensione
a 220 V e con una tensione di uscita di 24V che consente di impostare il tempo di irrigazione che può variare da settore a settore
essendo gestiti da un software specifico.
REQUISITI E PRESTAZIONI (EM)
06.01.03.R01 Isolamento elettrico
Classe di Requisiti: Protezione elettrica
Classe di Esigenza: Sicurezza
I programmatori devono essere in grado di resistere al passaggio di cariche elettriche senza perdere le proprie caratteristiche.
Prestazioni:
E' opportuno che gli elementi costituenti i programmatori siano realizzati e posti in opera secondo quanto indicato dalle norme e
come certificato dalle ditte costruttrici di detti materiali e componenti.
Livello minimo della prestazione:
Devono essere rispettati i livelli previsti in sede di progetto.
ANOMALIE RISCONTRABILI
06.01.03.A01 Anomalie della batteria
Difetti di funzionamento della batteria ausiliaria dei programmatori.
06.01.03.A02 Anomalie del software
Difetti di funzionamento del software di gestione dei programmi di innaffiamento.
06.01.03.A03 Anomalie del trasformatore
Difetti di funzionamento dei trasformatori.
Pagina 304
Manuale di Manutenzione
06.01.03.A04 Difetti agli interruttori
Difetti agli interruttori magnetotermici e differenziali dovuti all'eccessiva polvere presente all'interno delle connessioni o alla
presenza di umidità ambientale o di condensa.
06.01.03.A05 Surriscaldamento
Surriscaldamento che può provocare difetti di protezione e di isolamento. Può essere dovuto a ossidazione delle masse metalliche.
CONTROLLI ESEGUIBILI DA PERSONALE SPECIALIZZATO
06.01.03.C01 Controllo generale
Cadenza: ogni mese
Tipologia: Controllo a vista
Controllo dello stato generale e dell'integrità con particolare attenzione allo stato degli interblocchi elettrici con prova delle manovre
di apertura e chiusura. Verificare che il software sia rispondente alle esigenze progettuali effettuando una serie di apertura e chiusura
dei dispositivi.
•
•
Requisiti da verificare: 1) Isolamento elettrico.
Anomalie riscontrabili: 1) Anomalie del trasformatore; 2) Difetti agli interruttori.
06.01.03.C02 Verifica interruttori
Cadenza: ogni mese
Tipologia: Ispezione a vista
Verificare l'efficienza degli interruttori.
•
•
Requisiti da verificare: 1) Isolamento elettrico.
Anomalie riscontrabili: 1) Difetti agli interruttori.
MANUTENZIONI ESEGUIBILI DA PERSONALE SPECIALIZZATO
06.01.03.I01 Lubrificazione ingranaggi e contatti
Cadenza: ogni 2 mesi
Lubrificare con vaselina pura i contatti, le pinze e le lame dei sezionatori di linea, gli interruttori di manovra, i sezionatori di messa a
terra.
•
Ditte specializzate: Elettricista.
06.01.03.I02 Registrazione
Cadenza: quando occorre
Eseguire un aggiornamento del software di gestione del programmatore.
•
Ditte specializzate: Elettricista.
06.01.03.I03 Ricarica batteria
Cadenza: quando occorre
Effettuare la ricarica della batteria di alimentazione secondaria.
•
Ditte specializzate: Elettricista.
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Manuale di Manutenzione
Elemento Manutenibile: 06.01.04
Tubi in polietilene
Unità Tecnologica: 06.01
Aree a verde
I tubi in polietilene ad alta densità (comunemente identificati con la sigla PEAD) sono ottenuti mescolando polimeri di etilene. I
materiali ottenuti da tale processo sono classificati in due categorie a seconda della resistenza alla pressione interna in PE A e PE B.
REQUISITI E PRESTAZIONI (EM)
06.01.04.R01 (Attitudine al) controllo della tenuta
Classe di Requisiti: Funzionalità tecnologica
Classe di Esigenza: Funzionalità
Le tubazioni ed i raccordi tra valvole e tubi e tra tubi e tubi devono essere in grado di resistere alle pressioni di esercizio.
Prestazioni:
Spezzoni di tubo e relativi giunti vengono sottoposti a prove per verificare la tenuta dei giunti e dei tubi stessi con le modalità ed i
tempi indicati dalla norma UNI 7615.
Livello minimo della prestazione:
I campioni vengono riempiti di acqua ad una pressione massima di 0,05 MPa e ad una temperatura di 20 °C per i tubi della serie
303 e con acqua ad una pressione pari ad 1,5 volte la pressione di esercizio per i tubi della serie 312. Si deve verificare la assenza di
perdite.
06.01.04.R02 Regolarità delle finiture
Classe di Requisiti: Adattabilità delle finiture
Classe di Esigenza: Fruibilità
Le tubazioni devono presentare superficie esterna ed interna e sezione prive di difetti.
Prestazioni:
I materiali e componenti utilizzati per la preparazione di tubi in PE non devono presentare anomalie. In particolare si deve verificare
che per la superficie esterna/interna non vi siano ondulazioni e striature o altri eventuali difetti; per la sezione si deve verificare
l'assenza di bolle o cavità.
Livello minimo della prestazione:
I campioni di tubazione vengono sottoposti ad un esame a vista per accertarne l'idoneità. Le tolleranze ammesse sono 5 mm per le
lunghezze, 0,05 mm per le dimensioni dei diametri e 0,01 mm per le dimensioni degli spessori.
La rettilineità delle tubazioni viene accertata adagiando la tubazione su una superficie piana in assenza di sollecitazione. Deve
essere accertata la freccia massima che si verifica.
ANOMALIE RISCONTRABILI
06.01.04.A01 Alterazioni cromatiche
Presenza di macchie con conseguente variazione della tonalità dei colori e scomparsa del colore originario.
06.01.04.A02 Deformazione
Cambiamento della forma iniziale con imbarcamento degli elementi e relativa irregolarità della sovrapposizione degli stessi.
Pagina 306
Manuale di Manutenzione
06.01.04.A03 Difetti ai raccordi o alle connessioni
Perdite del fluido in prossimità di raccordi dovute a errori o sconnessioni delle giunzioni.
06.01.04.A04 Errori di pendenza
Errore nel calcolo della pendenza che causa un riflusso delle acque con conseguente ristagno delle stesse.
CONTROLLI ESEGUIBILI DA PERSONALE SPECIALIZZATO
06.01.04.C01 Controllo generale tubazioni
Cadenza: ogni 12 mesi
Tipologia: Ispezione a vista
Verificare le caratteristiche principali delle tubazioni con particolare riguardo a:
-tenuta delle congiunzioni a flangia; -giunti per verificare la presenza di lesioni o di sconnessioni; -la stabilità de sostegni dei tubi;
-presenza di acqua di condensa; -coibentazione dei tubi.
•
Anomalie riscontrabili: 1) Alterazioni cromatiche; 2) Difetti ai raccordi o alle connessioni; 3) Errori di pendenza; 4)
Deformazione.
MANUTENZIONI ESEGUIBILI DA PERSONALE SPECIALIZZATO
06.01.04.I01 Pulizia
Cadenza: ogni 6 mesi
Pulizia o eventuale sostituzione dei filtri dell'impianto.
•
Ditte specializzate: Idraulico.
Pagina 307
Manuale di Manutenzione
INDICE
01 OPERE STRADALI
01.01
pag.
Strade
6
8
01.01.01
Banchina
10
01.01.02
Carreggiata
11
01.01.03
Cigli o arginelli
12
01.01.04
Pavimentazione stradale in bitumi
13
Scarpate
15
01.01.05
01.02
Parcheggi
17
01.02.01
Delimitazioni
19
01.02.02
Pavimentazioni bituminose
19
01.02.03
Pavimentazioni in masselli prefabbricati in cls
20
Segnaletica
22
01.02.04
01.03
Marciapiedi
23
01.03.01
Cordoli e bordure
25
01.03.02
Dissuasori
26
01.03.03
Limitatori di sosta
28
01.03.04
Marciapiedi
29
01.03.05
Pavimentazione pedonale in lastre di pietra
33
01.03.06
Pavimentazioni bituminose
35
01.03.07
Rampe di raccordo
37
01.03.08
Segnaletica
39
01.04
Piste ciclabili
41
01.04.01
Cordolature
43
01.04.02
Dispositivi di ingresso e di uscita
44
01.04.03
Fasce di protezione laterali
45
01.04.04
Segnaletica di informazione
46
Strisce di demarcazione
47
01.04.05
Segnaletica stradale verticale
48
01.05.01
Cartelli segnaletici
50
01.05.02
Sostegni, supporti e accessori vari
51
01.05
01.06
Segnaletica stradale orizzontale
53
01.06.01
Altri segnali
57
01.06.02
Attraversamenti ciclabili
57
01.06.03
Attraversamenti pedonali
58
01.06.04
Frecce direzionali
59
01.06.05
Inserti stradali
60
01.06.06
Iscrizioni e simboli
62
01.06.07
Isole di traffico
62
01.06.08
Strisce di delimitazione
63
01.06.09
Strisce longitudinali
64
01.06.10
Strisce trasversali
65
02 IMPIANTI TECNOLOGICI
02.01
Impianto elettrico
pag.
68
70
02.01.01
Canalizzazioni in PVC
73
02.01.02
Contattore
74
02.01.03
Fusibili
76
02.01.04
Interruttori
77
02.01.05
Motori
79
02.01.06
Prese e spine
81
02.01.07
Quadri di bassa tensione
83
Pagina 308
Manuale di Manutenzione
02.01.08
Relè a sonde
85
02.01.09
Relè termici
87
Sezionatore
88
02.01.10
Impianto di illuminazione
91
02.02.01
Bollard (paletti)
96
02.02.02
Diffusori
98
02.02.03
Lampade a ioduri metallici
99
02.02.04
Lampade a vapore di sodio
100
02.02.05
Lampade a vapore di mercurio
101
02.02.06
Lampioni a braccio
103
02.02.07
Lampioni singoli
106
02.02.08
Pali per l'illuminazione
109
02.02.09
Pali in acciaio
111
02.02.10
Riflettori
113
02.02
02.02.11
02.03
Sbracci in acciaio
115
Impianto di diffusione sonora
118
02.03.01
Altoparlanti
119
02.03.02
Microfoni
120
02.03.03
Amplificatori
121
02.04
Impianto di trasmissione fonia e dati
124
02.04.01
Altoparlanti
125
02.04.02
Cablaggio
126
02.04.03
02.05
Sistema di trasmissione
127
Impianto per automazione
129
02.05.01
Coste sensibili
130
02.05.02
Fotocellule
130
Impianto telefonico
133
02.06
02.06.01
Alimentatori
135
02.06.02
Apparecchi telefonici
136
02.06.03
Centrale telefonica
137
02.06.04
Pulsantiere
139
02.06.05
Punti di ripresa ottici
141
02.07
Impianto di messa a terra
143
02.07.01
Conduttori di protezione
144
02.07.02
Sistema di dispersione
145
02.07.03
Sistema di equipotenzializzazione
146
Impianto antintrusione e controllo accessi
149
02.08
02.08.01
Diffusione sonora
152
02.08.02
Monitor
153
02.08.03
Pannello degli allarmi
154
02.08.04
Unità di controllo
156
02.09
Impianto audio annunci emergenze
158
02.09.01
Amplificatori
159
02.09.02
Base microfonica standard
160
02.09.03
Base microfonica per emergenze
161
02.09.04
Diffusore sonoro
163
02.09.05
Gruppo statico di continuità
164
02.09.06
Unità centrale
166
03 OPERE A VERDE
03.01
Aree a verde
pag.
169
170
03.01.01
Alberi
171
03.01.02
Altre piante
172
03.01.03
Ammendanti, correttivi e fitofarmaci
174
Pagina 309
Manuale di Manutenzione
03.01.04
Arbusti e cespugli
175
03.01.05
Cordoli e bordure
177
03.01.06
Fertilizzanti
178
03.01.07
Ghiaia e pietrisco
179
03.01.08
Sementi
179
03.01.09
Substrato di coltivazione
180
03.01.10
Tappeti erbosi
181
03.01.11
Terra di coltivo
183
04 OPERE EDILI
04.01
04.01.01
04.02
04.02.01
04.03
04.03.01
04.04
pag.
Strutture in sottosuolo
185
186
Strutture di fondazione
188
Pareti di sostegno
190
Muri semplici o a gravità
191
Facciate continue
193
Pannelli in alluminio
195
Rivestimenti esterni
197
04.04.01
Rivestimenti in metallo
206
04.04.02
Rivestimenti in laterizio
207
04.05
04.05.01
04.06
Infissi esterni
211
Serramenti in alluminio
223
Coperture piane
229
04.06.01
Strati termoisolanti
236
04.06.02
Struttura metallica
237
04.07
04.07.01
04.08
04.08.01
04.09
04.09.01
04.10
04.10.01
Infissi interni
241
Scale e rampe
246
Strutture in c.a.
248
Pavimentazioni esterne
252
Rivestimenti lapidei
254
Arredo urbano
257
Fontane
05 OPERE IDRAULICHE
05.01
239
Porte
258
pag.
Impianto acquedotto
260
262
05.01.01
Misuratori di portata
263
05.01.02
Pozzetti
264
05.01.03
Tubi in polietilene alta densità (PEAD)
267
05.01.04
Tubi in polipropilene (PP)
269
05.01.05
Valvole a saracinesca (saracinesche)
271
05.01.06
Valvole antiritorno
273
05.02
Impianto fognario acque bianche e acque nere
275
05.02.01
Giunti
277
05.02.02
Pozzetti di scarico
279
05.02.03
Stazioni di sollevamento
281
05.02.04
Tombini
284
05.02.05
Tubazioni in acciaio
286
05.02.06
Tubazioni in c.a.
288
05.02.07
Tubazioni in polietilene
291
05.02.08
05.03
05.03.01
Tubazioni in polivinile non plastificato
293
Opere di ingegneria naturalistica
296
Gabbionate
06 IMPIANTO DI IRRIGAZIONE
297
pag.
299
Pagina 310
Manuale di Manutenzione
06.01
Aree a verde
300
06.01.01
Elettrovalvole
301
06.01.02
Irrigatori statici
302
06.01.03
Programmatori elettronici
304
06.01.04
Tubi in polietilene
306
IL TECNICO
Pagina 311
Comune di VENARIA
Provincia di Torino
PIANO DI MANUTENZIONE
PROGRAMMA DI
MANUTENZIONE
SOTTOPROGRAMMA DELLE PRESTAZIONI
(Articolo 40 D.P.R. 554/99)
OGGETTO: VALORIZZAZIONE E RECUPERO DELLA REGGIA DI VENARIA REALE E
DEL BORGO CASTELLO DELLA MANDRIA
REALIZZAZIONE PARCHEGGI E VIABILITA' NEL COMPLESSO DELLA
VENARIA REALE
COMMITTENTE: LA VENARIA REALE
Data, 18/11/2011
IL TECNICO
Pagina 1
Programma di Manutenzione: Sottoprogramma delle Prestazioni
Classe Requisiti
Acustici
02 - IMPIANTI TECNOLOGICI
02.01 - Impianto elettrico
Codice
Elementi Manutenibili / Requisiti e Prestazioni / Controlli
02.01.05
Motori
02.01.05.R01
Requisito: (Attitudine al) controllo del rumore prodotto
Tipologia
Frequenza
I motori devono essere realizzati con materiali e componenti tali da garantire un livello di rumore
nell’ambiente esterno entro i limiti prescritti dalla normativa.
• Livello minimo della prestazione: Devono essere rispettati i valori minimi indicati dalla norma.
02.03 - Impianto di diffusione sonora
Codice
Elementi Manutenibili / Requisiti e Prestazioni / Controlli
02.03
Impianto di diffusione sonora
02.03.R01
Requisito: Isolamento elettrico
Tipologia
Frequenza
Controllo a vista
ogni 6 mesi
Ispezione a vista
ogni 6 mesi
I materiali ed i componenti dell'impianto di diffusione sonora devono garantire un livello di protezione
contro i contatti diretti ed indiretti.
02.03.01.C02
02.03.01.C01
• Livello minimo della prestazione: Per accertare la capacità di isolamento elettrico si effettuano una
serie di prove secondo le modalità riportate nella norma affinché non si verifichi nessun
surriscaldamento. Inoltre deve essere verificato che le prestazioni e la tensione in uscita siano
all’interno delle specifiche. Tutte le uscite devono essere protette al fine di assicurare che in caso di
corto circuito esterno non vi sia alcun danno dovuto ad un surriscaldamento.
Controllo: Controllo generale
Verificare lo stato degli altoparlanti e la tenuta delle connessioni e dei pressacavo.
Controllo: Controllo dei cavi
Verificare lo stato dei cavi e la eventuale presenza di umidità.
04 - OPERE EDILI
04.04 - Rivestimenti esterni
Codice
Elementi Manutenibili / Requisiti e Prestazioni / Controlli
04.04
Rivestimenti esterni
04.04.R06
Requisito: Isolamento acustico
Tipologia
Frequenza
I rivestimenti dovranno fornire una adeguata resistenza al passaggio dei rumori.
• Livello minimo della prestazione: Sono ammesse soltanto chiusure in grado di assicurare un valore
di Rw >=40 dB come da tabella.
TABELLA A - CLASSIFICAZIONE DEGLI AMBIENTI ABITATIVI (art.2)
- categoria A: edifici adibiti a residenza o assimilabili;
- categoria B: edifici adibiti ad uffici e assimilabili;
- categoria C: edifici adibiti ad alberghi, pensioni ed attività assimilabili;
- categoria D: edifici adibiti ad ospedali, cliniche, case di cura e assimilabili;
- categoria E: edifici adibiti ad attività scolastiche a tutti i livelli e assimilabili;
- categoria F: edifici adibiti ad attività ricreative o di culto o assimilabili;
- categoria G: edifici adibiti ad attività commerciali o assimilabili.
TABELLA B - REQUISITI ACUSTICI PASSIVI DEGLI EDIFICI, DEI LORO COMPONENTI E
DEGLI IMPIANTI TECNOLOGICI
CATEGORIA DI CUI ALLA “Tabella A”: D;
Parametri: Rw(*)=55; D 2m,nT,w=45; Lnw=58; L ASmax=35; L Aeq=25.
CATEGORIA DI CUI ALLA “Tabella A”: A,C;
Parametri: Rw(*)=50; D 2m,nT,w=40; Lnw=63; L ASmax=35; L Aeq=35.
CATEGORIA DI CUI ALLA “Tabella A”: E;
Parametri: Rw(*)=50; D 2m,nT,w=48; Lnw=58; L ASmax=35; L Aeq=25.
CATEGORIA DI CUI ALLA “Tabella A”: B,F,G;
Parametri: Rw(*)=50; D 2m,nT,w=42; Lnw=55; L ASmax=35; L Aeq=35.
(*) Valori di Rw riferiti a elementi di separazione tra due distinte unità immobiliari.
Pagina 2
Programma di Manutenzione: Sottoprogramma delle Prestazioni
04.05 - Infissi esterni
Codice
Elementi Manutenibili / Requisiti e Prestazioni / Controlli
04.05
Infissi esterni
04.05.R05
Requisito: Isolamento acustico
Tipologia
Frequenza
Controllo a vista
ogni 6 mesi
Controllo a vista
ogni 12 mesi
E’ l'attitudine a fornire un'idonea resistenza al passaggio dei rumori. Il livello di isolamento richiesto
varia in funzione della tipologia e del tipo di attività svolta e in funzione della classe di destinazione
d'uso del territorio.
• Livello minimo della prestazione: In relazione alla destinazione degli ambienti e alla rumorosità
della zona di ubicazione i serramenti esterni sono classificati secondo la UNI 8204:
di classe R1 se 20 <= Rw <= 27 db(A);
di classe R2 se 27 <= Rw <= 35 dB(A);
di classe R3 se Rw > 35 dB(A).
04.05.01.C12
04.05.01.C03
Controllo: Controllo vetri
Controllo uniformità dei vetri e delle sigillature vetro-telaio. Controllare la presenza di depositi o
sporco. Verifica di assenza di anomalie e/o difetti (rottura, depositi, macchie, ecc.).
Controllo: Controllo guarnizioni di tenuta
Controllo dell'efficacia delle guarnizioni. Controllo dell'adesione delle guarnizioni ai profili di contatto
dei telai. Controllo del corretto inserimento nelle proprie sedi delle guarnizioni. Controllo
dell'elasticità delle guarnizioni.
04.06 - Coperture piane
Codice
Elementi Manutenibili / Requisiti e Prestazioni / Controlli
04.06
Coperture piane
04.06.R05
Requisito: Isolamento acustico
Tipologia
Frequenza
La copertura dovrà essere realizzata in modo da fornire una adeguata resistenza al passaggio dei
rumori e comunque in modo da ridurre i rumori aerei (da traffico, da vento, ecc.) e i rumori d'impatto
(da pioggia, da grandine, ecc.).
• Livello minimo della prestazione: Per i valori di Rw si tiene conto delle diverse zone di rumore in
cui è ubicato l'edificio stesso. In particolare si fa riferimento alle norme: UNI EN ISO 140-1, UNI
EN ISO 140-3, UNI EN ISO 140-6, UNI EN ISO 140-8, UNI 10708-1, UNI 10708-2, UNI 10708-3,
UNI EN ISO 717-1, UNI ISO 717-2, UNI EN 20140-9. Si può comunque fare riferimento ai dati
riportati di seguito:
D.P.C.M. 5.12.1997 “DETERMINAZIONE DEI REQUISITI ACUSTICI PASSIVI DEGLI EDIFICI”
TABELLA A - CLASSIFICAZIONE DEGLI AMBIENTI ABITATIVI (art.2)
- categoria A: edifici adibiti a residenza o assimilabili;
- categoria B: edifici adibiti ad uffici e assimilabili;
- categoria C: edifici adibiti ad alberghi, pensioni ed attività assimilabili;
- categoria D: edifici adibiti ad ospedali, cliniche, case di cura e assimilabili;
- categoria E: edifici adibiti ad attività scolastiche a tutti i livelli e assimilabili;
- categoria F: edifici adibiti ad attività ricreative o di culto o assimilabili;
- categoria G: edifici adibiti ad attività commerciali o assimilabili.
TABELLA B - REQUISITI ACUSTICI PASSIVI DEGLI EDIFICI, DEI LORO COMPONENTI E
DEGLI IMPIANTI TECNOLOGICI
CATEGORIA DI CUI ALLA “Tabella A”: D;
Parametri: Rw(*)=55; D 2m,nT,w=45; Lnw=58; L ASmax=35; L Aeq=25.
CATEGORIA DI CUI ALLA “Tabella A”: A,C;
Parametri: Rw(*)=50; D 2m,nT,w=40; Lnw=63; L ASmax=35; L Aeq=35.
CATEGORIA DI CUI ALLA “Tabella A”: E;
Parametri: Rw(*)=50; D 2m,nT,w=48; Lnw=58; L ASmax=35; L Aeq=25.
CATEGORIA DI CUI ALLA “Tabella A”: B,F,G;
Parametri: Rw(*)=50; D 2m,nT,w=42; Lnw=55; L ASmax=35; L Aeq=35.
(*) Valori di Rw riferiti a elementi di separazione tra due distinte unità immobiliari.
D.P.C.M. 1.3.1991 - LIMITI MASSIMI DI IMMISSIONE NELLE SEI ZONE ACUSTICHE,
ESPRESSI COME LIVELLO EQUIVALENTE IN dB(A)
CLASSE DI DESTINAZIONE D’USO DEL TERRITORIO: I (Aree particolarmente protette)
Tempi di riferimento: Diurno=50; Notturno=40.
CLASSE DI DESTINAZIONE D’USO DEL TERRITORIO: II (Aree prevalentemente residenziali)
Tempi di riferimento: Diurno=55; Notturno=45.
CLASSE DI DESTINAZIONE D’USO DEL TERRITORIO: III (Aree di tipo misto)
Tempi di riferimento: Diurno=60; Notturno=50.
CLASSE DI DESTINAZIONE D’USO DEL TERRITORIO: IV (Aree di intensa attività umana)
Tempi di riferimento: Diurno=65; Notturno=55.
CLASSE DI DESTINAZIONE D’USO DEL TERRITORIO: V (Aree prevalentemente industriali)
Tempi di riferimento: Diurno=70; Notturno=60.
Pagina 3
Programma di Manutenzione: Sottoprogramma delle Prestazioni
CLASSE DI DESTINAZIONE D’USO DEL TERRITORIO: VI (Aree esclusivamente industriali)
Tempi di riferimento: Diurno=70; Notturno=70.
VALORI LIMITE DI EMISSIONE Leq IN dB(A) (art.2)
CLASSE DI DESTINAZIONE D’USO DEL TERRITORIO: I (Aree particolarmente protette)
Tempi di riferimento: Diurno(06.00-22.00)=45; Notturno(22.00-06.00)=35.
CLASSE DI DESTINAZIONE D’USO DEL TERRITORIO: II (Aree prevalentemente residenziali)
Tempi di riferimento: Diurno(06.00-22.00)=50; Notturno(22.00-06.00)=40.
CLASSE DI DESTINAZIONE D’USO DEL TERRITORIO: III (Aree di tipo misto)
Tempi di riferimento: Diurno(06.00-22.00)=55; Notturno(22.00-06.00)=45.
CLASSE DI DESTINAZIONE D’USO DEL TERRITORIO: IV (Aree di intensa attività umana)
Tempi di riferimento: Diurno(06.00-22.00)=60; Notturno(22.00-06.00)=50.
CLASSE DI DESTINAZIONE D’USO DEL TERRITORIO: V (Aree prevalentemente industriali)
Tempi di riferimento: Diurno(06.00-22.00)=65; Notturno(22.00-06.00)=55.
CLASSE DI DESTINAZIONE D’USO DEL TERRITORIO: VI (Aree esclusivamente industriali)
Tempi di riferimento: Diurno(06.00-22.00)=65; Notturno(22.00-06.00)=65.
VALORI DI QUALITÀ Leq IN dB(A) (art.7)
CLASSE DI DESTINAZIONE D’USO DEL TERRITORIO: I (Aree particolarmente protette)
Tempi di riferimento: Diurno(06.00-22.00)=47; Notturno(22.00-06.00)=37.
CLASSE DI DESTINAZIONE D’USO DEL TERRITORIO: II (Aree prevalentemente residenziali)
Tempi di riferimento: Diurno(06.00-22.00)=52; Notturno(22.00-06.00)=42.
CLASSE DI DESTINAZIONE D’USO DEL TERRITORIO: III (Aree di tipo misto)
Tempi di riferimento: Diurno(06.00-22.00)=57; Notturno(22.00-06.00)=47.
CLASSE DI DESTINAZIONE D’USO DEL TERRITORIO: IV (Aree di intensa attività umana)
Tempi di riferimento: Diurno(06.00-22.00)=62; Notturno(22.00-06.00)=52.
CLASSE DI DESTINAZIONE D’USO DEL TERRITORIO: V (Aree prevalentemente industriali)
Tempi di riferimento: Diurno(06.00-22.00)=67; Notturno(22.00-06.00)=57.
CLASSE DI DESTINAZIONE D’USO DEL TERRITORIO: VI (Aree esclusivamente industriali)
Tempi di riferimento: Diurno(06.00-22.00)=70; Notturno(22.00-06.00)=70.
05 - OPERE IDRAULICHE
05.02 - Impianto fognario acque bianche e
acque nere
Codice
Elementi Manutenibili / Requisiti e Prestazioni / Controlli
05.02
Impianto fognario acque bianche e acque nere
05.02.R01
Requisito: (Attitudine al) controllo del rumore prodotto
Tipologia
Frequenza
Il sistema di scarico deve essere realizzato con materiali e componenti in grado di non emettere
rumori.
• Livello minimo della prestazione: Per quanto riguarda i livelli fare riferimento a regolamenti e
procedure di installazione nazionali e locali.
Pagina 4
Programma di Manutenzione: Sottoprogramma delle Prestazioni
Classe Requisiti
Adattabilità degli spazi
01 - OPERE STRADALI
01.03 - Marciapiedi
Codice
Elementi Manutenibili / Requisiti e Prestazioni / Controlli
01.03.02
Dissuasori
01.03.02.R01
Requisito: Integrazione degli spazi
Tipologia
Frequenza
I dissuasori devono integrarsi con gli spazi nei quali vengono immessi.
• Livello minimo della prestazione: I livelli prestazionali variano a secondo del loro impiego che è
strettamente legato alle conformità dettate dalle norme dal Ministero dei Lavori Pubblici
Ispettorato generale per la circolazione e la sicurezza stradale, dal Codice della Strada, dagli Enti
Gestori delle Strade, nonché dai regolamenti comunali locali.
01.03.04
Marciapiedi
01.03.04.R01
Requisito: Accessibilità ai marciapiedi
Le aree pedonali ed i marciapiedi devono essere dimensionati ed organizzati in modo da essere
raggiungibili e praticabili; deve essere garantita, inoltre, la sicurezza e l'accessibilità durante la
circolazione da parte dell'utenza.
• Livello minimo della prestazione: Si prevedono, in funzione dei diversi tipi di strade, le seguenti
larghezze minime:
-nelle strade primarie: 0,75 m; 1 m in galleria;
-nelle strade di scorrimento: 3 m; 1,50 m nei tratti in viadotto;
-nelle strade di quartiere: 4 m; 1,50 m nei tratti in viadotto; 5 m nelle zone turistiche e commerciali;
-nelle strade locali: 3 m; 1,50 m nelle zone con minima densità residenziale;
FABBISOGNO DI SPAZIO PER PERCORSI PEDONALI IN AREE RESIDENZIALI
TIPOLOGIA DEL PASSAGGIO: 1 persona;
Larghezza (cm): 60; Note: -;
TIPOLOGIA DEL PASSAGGIO: 2 persone;
Larghezza (cm): 90; Note: passaggio con difficoltà;
TIPOLOGIA DEL PASSAGGIO: 2 persone;
Larghezza (cm): 120; Note: passaggio agevole;
TIPOLOGIA DEL PASSAGGIO: 3 persone;
Larghezza (cm): 187; Note: passaggio agevole;
TIPOLOGIA DEL PASSAGGIO: 1 persona con doppio bagaglio;
Larghezza (cm): 100; Note: -;
TIPOLOGIA DEL PASSAGGIO: 2 persone con doppio bagaglio;
Larghezza (cm): 212,5; Note: -;
TIPOLOGIA DEL PASSAGGIO: 2 persone con ombrello aperto;
Larghezza (cm): 237,5; Note: -;
TIPOLOGIA DEL PASSAGGIO: carrozzina;
Larghezza (cm): 80; Note: -;
TIPOLOGIA DEL PASSAGGIO: 1 carrozzina e 1 bambino;
Larghezza (cm): 115; Note: con bambino al fianco;
TIPOLOGIA DEL PASSAGGIO: 2 carrozzine o 2 sedie a rotelle;
Larghezza (cm): 170; Note: passaggio agevole;
TIPOLOGIA DEL PASSAGGIO: 2 persone con delimitazioni laterali;
Larghezza (cm): 220; Note: passaggio con difficoltà;
TIPOLOGIA DEL PASSAGGIO: 2 persone con delimitazioni laterali;
Larghezza (cm): 260; Note: passaggio agevole.
-le larghezze minime vanno misurate al netto di eventuali aree erbose o alberate, di aree occupate
da cabine telefoniche, chioschi o edicole, ecc.;
-i marciapiedi prospicienti su carreggiate sottostanti devono essere muniti di parapetto e/o rete di
protezione di altezza minima di 2,00 m;
-i marciapiedi vanno protetti con dispositivi di ritenuta, per strade con velocità di progetto (limite
superiore) maggiore di 70 km/h;
-gli attraversamenti pedonali sono regolamentati secondo la disciplina degli attraversamenti:
DISCIPLINA DEGLI ATTRAVERSAMENTI PEDONALI (BOLLETTINO UFFICIALE DEL CNR N.
60 DEL 26.04.1978)
-STRADE PRIMARIE
Tipo di attraversamento pedonale: a livelli sfalsati
Attraversamenti pedonali - ubicazione e distanza: -STRADE DI SCORRIMENTO
Tipo di attraversamento pedonale: sfalsati o eventualmente semaforizzati
Attraversamenti pedonali - ubicazione e distanza: all’incrocio
-STRADE DI QUARTIERE
Tipo di attraversamento pedonale: semaforizzati o eventualmente zebrati
Attraversamenti pedonali - ubicazione e distanza: all’incrocio
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Programma di Manutenzione: Sottoprogramma delle Prestazioni
-STRADE LOCALI
Tipo di attraversamento pedonale: zebrati
Attraversamenti pedonali - ubicazione e distanza: 100 m
-negli attraversamenti il raccordo fra marciapiede e strada va realizzato con scivoli per permettere
il passaggio di carrozzine;
-i marciapiedi devono poter essere agevolmente usati dai portatori di handicap;
-in corrispondenza di fermate di autobus adiacenti a carreggiate, i marciapiedi devono avere
conformazione idonee alla forma delle piazzole e delle aree di attesa dell'autobus senza costituire
intralcio al traffico standard veicolare e pedonale:
01.03.04.C02
01.03.04.C01
CARATTERISTICHE PIAZZOLE PER AUTOBUS
-A LATO DELLE CORSIE DI TRAFFICO PROMISCUO
Lunghezza totale (m): 56
Lunghezza della parte centrale (m): 16*
Profondità (m): 3,0
-A LATO DELLE CORSIE RISERVATE AL MEZZO PUBBLICO
Lunghezza totale (m): 56
Lunghezza della parte centrale (m): 26**
Profondità (m): 3,0
-A LATO DELLE CORSIE RISERVATE AL MEZZO PUBBLICO CON ALTA FREQUENZA
VEICOLARE
Lunghezza totale (m): 45
Lunghezza della parte centrale (m): 5,0
Profondità (m): 3,0
* fermata per 1 autobus
** fermata per 2 autobus
Controllo: Controllo spazi
Controllo dell'accessibilità degli spazi dei marciapiedi e di eventuali ostacoli.
Controllo: Controllo pavimentazione
Controllo dello stato generale al fine di verificare l'assenza di eventuali buche e/o altre anomalie
(mancanza di elementi, sollevamenti, difetti di pendenza, fessurazioni, presenza di vegetazione, ecc.)
che possono rappresentare pericolo per la sicurezza ed incolumità delle persone. Controllo dello stato
dei bordi e dei materiali lapidei stradali. Controllo dello stato di pulizia e verificare l'assenza di
depositi e di eventuali ostacoli.
Controllo
ogni mese
Aggiornamento
ogni 3 mesi
03 - OPERE A VERDE
03.01 - Aree a verde
Codice
Elementi Manutenibili / Requisiti e Prestazioni / Controlli
03.01
Aree a verde
03.01.R01
Requisito: Integrazione degli spazi
Tipologia
Frequenza
Aggiornamento
ogni anno
Aggiornamento
ogni anno
Aggiornamento
ogni anno
Le aree a verde devono integrarsi con gli spazi circostanti.
03.01.04.C01
03.01.02.C01
03.01.01.C01
• Livello minimo della prestazione: - Si devono prevedere almeno 9 m^2/abitante previsti per le aree
a spazi pubblici attrezzati a parco e per il gioco e lo sport, effettivamente utilizzabili per tali
impianti con esclusione di fasce verdi lungo le strade;
- Le superfici permeabili ( percentuale di terreno priva di pavimentazioni, attrezzata o mantenuta a
prato e piantumata con arbusti e/o piante di alto fusto) devono essere opportunamente piantumate
con specie di alto fusto con indice di piantumazione minima pari ad 1 albero/60 m^2.
Controllo: Controllo generale
Controllo periodico delle piante al fine di rilevarne quelle appassite e deperite.
Controllo: Controllo generale
Controllo periodico delle piante al fine di rilevarne quelle appassite e deperite.
Controllo: Controllo generale
Controllo periodico delle piante al fine di rilevarne quelle appassite e deperite.
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Programma di Manutenzione: Sottoprogramma delle Prestazioni
Classe Requisiti
Adattabilità delle finiture
05 - OPERE IDRAULICHE
05.01 - Impianto acquedotto
Codice
Elementi Manutenibili / Requisiti e Prestazioni / Controlli
05.01.03
Tubi in polietilene alta densità (PEAD)
05.01.03.R02
Requisito: Regolarità delle finiture
Tipologia
Frequenza
Le tubazioni devono presentare superficie esterna ed interna e sezione prive di difetti.
• Livello minimo della prestazione: I campioni di tubazione vengono sottoposti ad un esame a vista
per accertarne l'idoneità. Le tolleranze ammesse sono:
- 5 mm per le lunghezze;
- 0,05 mm per le dimensioni dei diametri;
- 0,01 mm per le dimensioni degli spessori.
La rettilineità delle tubazioni viene accertata adagiando la tubazione su una superficie piana in
assenza di sollecitazione. Deve essere accertata la freccia massima che si verifica.
05.01.04
Tubi in polipropilene (PP)
05.01.04.R02
Requisito: Regolarità delle finiture
Le tubazioni devono presentare superficie esterna ed interna e sezione prive di difetti.
• Livello minimo della prestazione: I campioni di tubazione vengono sottoposti ad un esame a vista
per accertarne l'idoneità. Le tolleranze ammesse sono:
- 5 mm per le lunghezze;
- 0,05 mm per le dimensioni dei diametri;
- 0,01 mm per le dimensioni degli spessori.
La rettilineità delle tubazioni viene accertata adagiando la tubazione su una superficie piana in
assenza di sollecitazione. Deve essere accertata la freccia massima che si verifica.
06 - IMPIANTO DI IRRIGAZIONE
06.01 - Aree a verde
Codice
Elementi Manutenibili / Requisiti e Prestazioni / Controlli
06.01.04
Tubi in polietilene
06.01.04.R02
Requisito: Regolarità delle finiture
Tipologia
Frequenza
Le tubazioni devono presentare superficie esterna ed interna e sezione prive di difetti.
• Livello minimo della prestazione: I campioni di tubazione vengono sottoposti ad un esame a vista
per accertarne l'idoneità. Le tolleranze ammesse sono 5 mm per le lunghezze, 0,05 mm per le
dimensioni dei diametri e 0,01 mm per le dimensioni degli spessori.
La rettilineità delle tubazioni viene accertata adagiando la tubazione su una superficie piana in
assenza di sollecitazione. Deve essere accertata la freccia massima che si verifica.
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Programma di Manutenzione: Sottoprogramma delle Prestazioni
Classe Requisiti
Controllabilità tecnologica
01 - OPERE STRADALI
01.01 - Strade
Codice
Elementi Manutenibili / Requisiti e Prestazioni / Controlli
01.01.01
Banchina
01.01.01.R01
Requisito: Controllo geometrico
Tipologia
Frequenza
Controllo
ogni mese
Controllo
ogni 3 mesi
La banchina deve essere realizzata secondo dati geometrici di norma.
01.01.01.C01
• Livello minimo della prestazione: Dati dimensionali minimi:
- larghezza compresa fra 1,00 m a 3,00-3,50 m;
- nelle grandi arterie la larghezza minima è di 3,00 m.
Controllo: Controllo generale
Controllo dello stato generale. Verifica dell'assenza di eventuali buche e/o altre anomalie (cedimenti,
sollevamenti, difetti di pendenza, fessurazioni, ecc.). Controllo dello stato dei giunti. Controllo
dell'integrità della striscia di segnaletica di margine verso la banchina.
01.01.04
Pavimentazione stradale in bitumi
01.01.04.R01
Requisito: Accettabilità della classe
I bitumi stradali dovranno possedere caratteristiche tecnologiche in base alle proprie classi di
appartenenza.
• Livello minimo della prestazione: I livelli prestazionali delle classi di bitume maggiormente
impiegato in Italia dovranno avere le seguenti caratteristiche:
VALORE DELLA PENETRAZIONE [x 0,1 mm]
Metodo di Prova: EN 1426
Classe 35/50: 35-50; Classe 50/70: 50-70; Classe 70/100: 70-100; Classe 160/220: 160-220.
PUNTO DI RAMMOLLIMENTO [°C]
Metodo di Prova: EN 1427
Classe 35/50: 50-58; Classe 50/70: 46-54; Classe 70/100: 43-51; Classe 160/220: 35-43.
PUNTO DI ROTTURA FRAASS - VALORE MASSIMO [°C]
Metodo di Prova: EN 12593
Classe 35/50: -5; Classe 50/70: -8; Classe 70/100: -10; Classe 160/220: -15.
PUNTO DI INFIAMMABILITA' - VALORE MINIMO [°C]
Metodo di Prova: EN 22592
Classe 35/50: 240; Classe 50/70: 230; Classe 70/100: 230; Classe 160/220: 220.
SOLUBILITA' - VALORE MINIMO [%]
Metodo di Prova: EN 12592
Classe 35/50: 99; Classe 50/70: 99; Classe 70/100: 99; Classe 160/220: 99.
RESISTENZA ALL'INDURIMENTO
Metodo di Prova: EN 12607-1
Classe 35/50: 0,5; Classe 50/70: 0,5; Classe 70/100: 0,8; Classe 160/220: 1.
PENETRAZIONE DOPO L'INDURIMENTO - VALORE MINIMO [%]
Metodo di Prova: EN 1426
Classe 35/50: 53; Classe 50/70: 50; Classe 70/100: 46; Classe 160/220: 37.
RAMMOLLIMENTO DOPO INDURIMENTO - VALORE MINIMO
Metodo di Prova: EN 1427
Classe 35/50: 52; Classe 50/70: 48; Classe 70/100: 45; Classe 160/220: 37.
VARIAZIONE DEL RAMMOLLIMENTO - VALORE MASSIMO
Metodo di Prova: EN 1427
Classe 35/50: 11; Classe 50/70: 11; Classe 70/100: 11; Classe 160/220: 12.
01.01.04.C01
Controllo: Controllo manto stradale
Controllo dello stato generale. Verifica dell'assenza di eventuali anomalie della pavimentazione
(buche, cedimenti, sollevamenti, difetti di pendenza, fessurazioni, ecc.).
01.06 - Segnaletica stradale orizzontale
Codice
Elementi Manutenibili / Requisiti e Prestazioni / Controlli
01.06.05
Inserti stradali
01.06.05.R01
Requisito: Adattabilità dimensionale
Tipologia
Frequenza
Gli inserti devono poter essere adattati dimensionalmente rispetto al tipo di superficie e in riferimento
alle condizioni di traffico.
• Livello minimo della prestazione: -CLASSE H 0 - ALTEZZA: (non idonei al carico di traffico
stradale);
-CLASSE H 1 - ALTEZZA <= 18 mm;
-CLASSE H 2 - ALTEZZA >18 mm e <= 20 mm;
-CLASSE H 3 - ALTEZZA >20 mm e <= 25 mm.
Pagina 8
Programma di Manutenzione: Sottoprogramma delle Prestazioni
02 - IMPIANTI TECNOLOGICI
02.02 - Impianto di illuminazione
Codice
Elementi Manutenibili / Requisiti e Prestazioni / Controlli
02.02.06
Lampioni a braccio
02.02.06.R05
Requisito: Resistenza alla corrosione
Tipologia
Frequenza
Controllo a vista
ogni 3 mesi
Controllo a vista
ogni 3 mesi
I lampioni ed i relativi elementi devono essere realizzati con materiali idonei ad evitare fenomeni di
corrosione per non compromettere il buon funzionamento dell'intero apparato.
02.02.09.C02
02.02.06.C02
• Livello minimo della prestazione: Per garantire un'adeguata protezione e resistenza alla corrosione
deve essere eseguito il trattamento superficiale seguente:
- zona A: nessuno;
- zona B: rivestimento bituminoso non poroso che assicuri l’isolamento elettrico con uno spessore di
strato minimo di 250 µm, o qualsiasi altro materiale dello spessore richiesto, in grado di garantire
lo stesso grado di protezione, il rivestimento dovrebbe essere applicato solo dopo sgrassamento e
dopo un appropriato trattamento preliminare che ne assicuri l’aderenza;
- zona C: non è necessario alcun trattamento superficiale, ad eccezione della parte interrata, per la
quale la protezione dovrebbe essere applicata come per la zona B.
Controllo: Controllo generale
Controllo dell'integrità dei pali verificando lo stato di tenuta del rivestimento, delle connessioni e
dell'ancoraggio a terra.
Controllo: Controllo generale
Controllo dell'integrità dei lampioni verificando lo stato di tenuta del rivestimento, delle connessioni e
dell'ancoraggio a terra.
02.02.07
Lampioni singoli
02.02.07.R04
Requisito: Resistenza alla corrosione
I lampioni ed i relativi elementi devono essere realizzati con materiali idonei ad evitare fenomeni di
corrosione per non compromettere il buon funzionamento dell'intero apparato.
• Livello minimo della prestazione: Per garantire un'adeguata protezione e resistenza alla corrosione
deve essere eseguito il trattamento superficiale seguente:
- zona A: nessuno;
- zona B: rivestimento bituminoso non poroso che assicuri l’isolamento elettrico con uno spessore di
strato minimo di 250 µm, o qualsiasi altro materiale dello spessore richiesto, in grado di garantire
lo stesso grado di protezione, il rivestimento dovrebbe essere applicato solo dopo sgrassamento e
dopo un appropriato trattamento preliminare che ne assicuri l’aderenza;
- zona C: non è necessario alcun trattamento superficiale, ad eccezione della parte interrata, per la
quale la protezione dovrebbe essere applicata come per la zona B.
02.02.09
Pali in acciaio
02.02.09.R04
Requisito: Resistenza alla corrosione
I lampioni ed i relativi elementi devono essere realizzati con materiali idonei ad evitare fenomeni di
corrosione per non compromettere il buon funzionamento dell'intero apparato.
• Livello minimo della prestazione: Devono essere rispettati i valori minimi indicati dalla norma UNI
EN 40.
02.05 - Impianto per automazione
Codice
Elementi Manutenibili / Requisiti e Prestazioni / Controlli
02.05
Impianto per automazione
02.05.R01
Requisito: Resistenza meccanica
Tipologia
Frequenza
Ispezione a vista
ogni 3 mesi
Gli elementi dell'impianto di automazione devono essere in grado di resistere a sollecitazioni che
possono verificarsi durante il funzionamento dell'impianto.
02.05.02.C01
• Livello minimo della prestazione: Devono essere rispettati i valori minimi previsti dalla normativa.
Controllo: Controllo generale
Verificare il corretto funzionamento delle fotocellule interponendo un ostacolo tra le stesse.
02.08 - Impianto antintrusione e controllo
accessi
Codice
Elementi Manutenibili / Requisiti e Prestazioni / Controlli
02.08.04
Unità di controllo
02.08.04.R01
Requisito: Isolamento elettromagnetico
Tipologia
Frequenza
Le unità di controllo devono garantire un livello di funzionamento anche in presenza di un campo
elettromagnetico.
Pagina 9
Programma di Manutenzione: Sottoprogramma delle Prestazioni
• Livello minimo della prestazione: Devono essere previsti i livelli minimi indicati dalle normative in
materia in particolare quelle dettate dal Consiglio delle Comunità Europee.
05 - OPERE IDRAULICHE
05.02 - Impianto fognario acque bianche e
acque nere
Codice
Elementi Manutenibili / Requisiti e Prestazioni / Controlli
05.02.06
Tubazioni in c.a.
05.02.06.R02
Requisito: Impermeabilità
Tipologia
Frequenza
Le tubazioni in cls armato devono essere realizzati con cementi ed additivi in modo da non consentire
l'assorbimento di acqua.
• Livello minimo della prestazione: Devono essere rispettati i valori indicati dalla norma UNI EN
639.
Pagina 10
Programma di Manutenzione: Sottoprogramma delle Prestazioni
Classe Requisiti
Di funzionamento
02 - IMPIANTI TECNOLOGICI
02.03 - Impianto di diffusione sonora
Codice
Elementi Manutenibili / Requisiti e Prestazioni / Controlli
02.03.02
Microfoni
02.03.02.R01
Requisito: Comodità d'uso e manovra
Tipologia
Frequenza
Ispezione a vista
ogni 3 mesi
I dispositivi di diffusione sonora devono essere posizionati in modo da essere percettibili in ogni punto
dell'ambiente sorvegliato.
• Livello minimo della prestazione: Devono essere rispettati i valori indicati dalla norma CEI 79-2 ed
in particolare:
- sirene per esterno: frequenza fondamentale non eccedente 1800 Hz con suono continuo e
modulato; livello di pressione non inferiore a 100 dB(A) misurato a 3 m;
- sirene per interno: frequenza fondamentale non eccedente 3600 Hz con suono continuo e
modulato; livello di pressione non inferiore a 90 dB(A) misurato a 3 m;
- avvisatori acustici di servizio e di controllo: frequenza fondamentale non eccedente 3600 Hz con
suono continuo e modulato; livello di pressione non inferiore a 70 dB(A) misurato a 3 m.
02.03.02.C01
Controllo: Controllo generale
Controllare l'efficienza dei dispositivi di diffusione sonora contro l'apertura e l'asportazione. Verificare
l'efficienza dello stato di carica della batteria di alimentazione e la funzionalità del display e della
tastiera (se presenti).
02.04 - Impianto di trasmissione fonia e dati
Codice
Elementi Manutenibili / Requisiti e Prestazioni / Controlli
02.04
Impianto di trasmissione fonia e dati
02.04.R01
Requisito: Efficienza
Tipologia
Frequenza
Controllo a vista
ogni 6 mesi
Ispezione a vista
ogni 6 mesi
L'impianto di trasmissione deve essere realizzato con materiali idonei a garantire efficienza del
sistema.
• Livello minimo della prestazione: Devono essere garantiti i livelli minimi indicati dalle norme e
variabili per tipo di rete utilizzato.
02.04.01.C02
02.04.01.C01
Controllo: Controllo generale
Verificare lo stato degli altoparlanti e la tenuta delle connessioni e dei pressacavo.
Controllo: Controllo dei cavi
Verificare lo stato dei cavi e la eventuale presenza di umidità.
02.08 - Impianto antintrusione e controllo
accessi
Codice
Elementi Manutenibili / Requisiti e Prestazioni / Controlli
02.08.01
Diffusione sonora
02.08.01.R01
Requisito: Comodità d'uso e manovra
Tipologia
Frequenza
Ispezione a vista
ogni 3 mesi
I dispositivi di diffusione sonora devono essere posizionati in modo da essere percettibili in ogni punto
dell'ambiente sorvegliato.
02.08.01.C01
• Livello minimo della prestazione: Devono essere rispettati i valori indicati dalla norma CEI 79-2 ed
in particolare:
- sirene per esterno: frequenza fondamentale non eccedente 1800 Hz con suono continuo e
modulato; livello di pressione non inferiore a 100 dB(A) misurato a 3 m;
- sirene per interno: frequenza fondamentale non eccedente 3600 Hz con suono continuo e
modulato; livello di pressione non inferiore a 90 dB(A) misurato a 3 m;
- avvisatori acustici di servizio e di controllo: frequenza fondamentale non eccedente 3600 Hz con
suono continuo e modulato; livello di pressione non inferiore a 70 dB(A) misurato a 3 m.
Controllo: Controllo generale
Controllare l'efficienza dei dispositivi di diffusione sonora contro l'apertura e l'asportazione. Verificare
l'efficienza dello stato di carica della batteria di alimentazione.
02.09 - Impianto audio annunci emergenze
Codice
02.09.02
Elementi Manutenibili / Requisiti e Prestazioni / Controlli
Tipologia
Frequenza
Base microfonica standard
Pagina 11
Programma di Manutenzione: Sottoprogramma delle Prestazioni
02.09.02.R01
Requisito: Comodità d'uso e manovra
I dispositivi di diffusione sonora devono essere posizionati in modo da essere percettibili in ogni punto
dell'ambiente sorvegliato.
• Livello minimo della prestazione: Devono essere rispettati i valori indicati dalla norma CEI 79-2 ed
in particolare:
- sirene per esterno: frequenza fondamentale non eccedente 1800 Hz con suono continuo e
modulato; livello di pressione non inferiore a 100 dB(A) misurato a 3 m;
- sirene per interno: frequenza fondamentale non eccedente 3600 Hz con suono continuo e
modulato; livello di pressione non inferiore a 90 dB(A) misurato a 3 m;
- avvisatori acustici di servizio e di controllo: frequenza fondamentale non eccedente 3600 Hz con
suono continuo e modulato; livello di pressione non inferiore a 70 dB(A) misurato a 3 m.
02.09.04.C01
02.09.03.C01
02.09.02.C01
Controllo: Controllo generale
Controllare l'efficienza dei dispositivi di diffusione sonora contro l'apertura e l'asportazione. Verificare
l'efficienza dello stato di carica della batteria di alimentazione.
Controllo: Controllo generale
Controllare l'efficienza dei dispositivi di diffusione sonora contro l'apertura e l'asportazione. Verificare
l'efficienza dello stato di carica della batteria di alimentazione.
Controllo: Controllo generale
Controllare l'efficienza dei dispositivi di diffusione sonora contro l'apertura e l'asportazione. Verificare
l'efficienza dello stato di carica della batteria di alimentazione e la funzionalità del display e della
tastiera.
02.09.04
Diffusore sonoro
02.09.04.R01
Requisito: Comodità d'uso e manovra
Ispezione a vista
ogni 3 mesi
Ispezione a vista
ogni 3 mesi
Ispezione a vista
ogni 3 mesi
I dispositivi di diffusione sonora devono essere posizionati in modo da essere percettibili in ogni punto
dell'ambiente sorvegliato.
• Livello minimo della prestazione: Devono essere rispettati i valori indicati dalla norma CEI 79-2 ed
in particolare:
- sirene per esterno: frequenza fondamentale non eccedente 1800 Hz con suono continuo e
modulato; livello di pressione non inferiore a 100 dB(A) misurato a 3 m;
- sirene per interno: frequenza fondamentale non eccedente 3600 Hz con suono continuo e
modulato; livello di pressione non inferiore a 90 dB(A) misurato a 3 m;
- avvisatori acustici di servizio e di controllo: frequenza fondamentale non eccedente 3600 Hz con
suono continuo e modulato; livello di pressione non inferiore a 70 dB(A) misurato a 3 m.
05 - OPERE IDRAULICHE
05.02 - Impianto fognario acque bianche e
acque nere
Codice
Elementi Manutenibili / Requisiti e Prestazioni / Controlli
05.02
Impianto fognario acque bianche e acque nere
05.02.R03
Requisito: Efficienza
Tipologia
Frequenza
I sistemi di scarico devono essere progettati ed installati in modo da non compromettere la salute e la
sicurezza degli utenti e delle persone che si trovano all’interno dell’edificio.
• Livello minimo della prestazione: Le tubazioni devono essere progettate in modo da essere autopulenti, conformemente alla EN 12056-2.
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Programma di Manutenzione: Sottoprogramma delle Prestazioni
Classe Requisiti
Di manutenibilità
05 - OPERE IDRAULICHE
05.02 - Impianto fognario acque bianche e
acque nere
Codice
Elementi Manutenibili / Requisiti e Prestazioni / Controlli
05.02.02
Pozzetti di scarico
05.02.02.R03
Requisito: Pulibilità
Tipologia
Frequenza
I pozzetti devono essere autopulibili per assicurare la funzionalità dell'impianto.
• Livello minimo della prestazione: Per la verifica della facilità di pulizia si effettua una prova così
come descritto dalla norma UNI EN 1253-2. Si monta il pozzetto completo della griglia e si versa
nel contenitore per la prova acqua fredda a 15-10 °C alla portata di 0,2 l/s, 0,3 l/s, 0,4 l/s e 0,6 l/s.
In corrispondenza di ognuna delle portate, immettere nel pozzetto, attraverso la griglia, 200 cm3 di
perline di vetro del diametro di 5 +/- 0,5 mm e della densità da 2,5 g/cm3 a 3,0 g/cm3 , a una
velocità costante e uniforme per 30 s. Continuare ad alimentare l’acqua per ulteriori 30 s. Misurare
il volume in cm3 delle perline di vetro uscite dal pozzetto. Eseguire la prova per tre volte per ogni
velocità di mandata. Deve essere considerata la media dei tre risultati.
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Programma di Manutenzione: Sottoprogramma delle Prestazioni
Classe Requisiti
Di stabilità
01 - OPERE STRADALI
01.03 - Marciapiedi
Codice
Elementi Manutenibili / Requisiti e Prestazioni / Controlli
01.03.01
Cordoli e bordure
01.03.01.R01
Requisito: Resistenza a compressione
Tipologia
Frequenza
Essi dovranno avere una resistenza alle sollecitazioni a compressione.
• Livello minimo della prestazione: Il valore della resistenza convenzionale alla compressione Rcc,
ricavato dalle prove effettuate sui provini campione, dovrà essere pari almeno a >= 60 N/mm2.
01.03.06
Pavimentazioni bituminose
01.03.06.R03
Requisito: Resistenza meccanica
Le pavimentazioni devono contrastare in modo efficace la manifestazione di eventuali rotture, o
deformazioni rilevanti, causate dall'azione di possibili sollecitazioni.
• Livello minimo della prestazione: Per una analisi più approfondita dei livelli minimi rispetto ai vari
componenti e materiali costituenti i rivestimenti si rimanda alle prescrizioni di legge e di normative
vigenti in materia.
02 - IMPIANTI TECNOLOGICI
02.01 - Impianto elettrico
Codice
Elementi Manutenibili / Requisiti e Prestazioni / Controlli
02.01
Impianto elettrico
02.01.R08
Requisito: Resistenza meccanica
Tipologia
Frequenza
Controllo a vista
ogni mese
Controllo a vista
ogni mese
Controllo a vista
ogni mese
Controllo
ogni 2 mesi
Controllo a vista
ogni 6 mesi
Gli impianti elettrici devono essere realizzati con materiali in grado di contrastare in modo efficace il
prodursi di deformazioni o rotture sotto l'azione di determinate sollecitazioni.
• Livello minimo della prestazione: Devono essere rispettati i livelli previsti in sede di progetto.
02.01.10.C01
02.01.06.C01
02.01.04.C01
02.01.07.C03
02.01.01.C01
Controllo: Controllo generale
Verificare la funzionalità dei dispositivi di manovra dei sezionatori. Verificare che ci sia un buon
livello di isolamento e di protezione (livello minimo di protezione da assicurare è IP54) onde evitare
corto circuiti.
Controllo: Controllo generale
Verificare la corretta pressione di serraggio delle viti e delle placchette, e dei coperchi delle cassette.
Verificare che ci sia un buon livello di isolamento e di protezione (livello minimo di protezione da
assicurare è IP54) onde evitare corto circuiti.
Controllo: Controllo generale
Verificare la corretta pressione di serraggio delle viti e delle placchette, e dei coperchi delle cassette.
Verificare che ci sia un buon livello di isolamento e di protezione (livello minimo di protezione da
assicurare è IP54) onde evitare corto circuiti.
Controllo: Verifica messa a terra
Verificare l'efficienza dell'impianto di messa a terra dei quadri.
Controllo: Controllo generale
Controllo dello stato generale e dell'integrità dei contenitori a vista, dei coperchi delle cassette e delle
scatole di passaggio. Verificare inoltre la presenza delle targhette nelle morsetterie.
02.02 - Impianto di illuminazione
Codice
Elementi Manutenibili / Requisiti e Prestazioni / Controlli
02.02
Impianto di illuminazione
02.02.R14
Requisito: Resistenza meccanica
Tipologia
Frequenza
Controllo a vista
ogni mese
Controllo a vista
ogni mese
Controllo a vista
ogni mese
Gli impianti di illuminazione devono essere realizzati con materiali in grado di contrastare in modo
efficace il prodursi di deformazioni o rotture sotto l'azione di determinate sollecitazioni.
02.02.10.C01
02.02.05.C01
02.02.04.C01
• Livello minimo della prestazione: Devono essere rispettati i livelli previsti in sede di progetto.
Controllo: Controllo generale
Controllare la corretta posizione dei riflettori e l'integrità delle lampadine. Verificare la pulizia della
superficie dei riflettori.
Controllo: Controllo generale
Controllo dello stato generale e dell'integrità delle lampadine.
Controllo: Controllo generale
Controllo dello stato generale e dell'integrità delle lampadine.
Pagina 14
Programma di Manutenzione: Sottoprogramma delle Prestazioni
02.02.03.C01
02.02.06.C02
Controllo: Controllo generale
Controllo dello stato generale e dell'integrità delle lampadine.
Controllo: Controllo generale
Controllo dell'integrità dei lampioni verificando lo stato di tenuta del rivestimento, delle connessioni e
dell'ancoraggio a terra.
02.02.06
Lampioni a braccio
02.02.06.R04
Requisito: Resistenza meccanica
Controllo a vista
ogni mese
Controllo a vista
ogni 3 mesi
Controllo a vista
ogni 3 mesi
I lampioni ed i relativi elementi devono essere realizzati con materiali in grado di sopportare
deformazioni e/o cedimenti.
• Livello minimo della prestazione: Il palo deve essere progettato in modo da sostenere con sicurezza
i carichi propri e i carichi del vento specificati nella UNI EN 40-3-1. La progettazione strutturale di
un palo per illuminazione pubblica deve essere verificata mediante calcolo in conformità al UNI EN
40-3-3 oppure mediante prove in conformità alla UNI EN 40-3-2.
02.02.09.C02
Controllo: Controllo generale
Controllo dell'integrità dei pali verificando lo stato di tenuta del rivestimento, delle connessioni e
dell'ancoraggio a terra.
02.02.07
Lampioni singoli
02.02.07.R05
Requisito: Resistenza meccanica
I lampioni ed i relativi elementi devono essere realizzati con materiali in grado di sopportare
deformazioni e/o cedimenti.
• Livello minimo della prestazione: Il palo deve essere progettato in modo da sostenere con sicurezza
i carichi propri e i carichi del vento specificati nella UNI EN 40-3-1. La progettazione strutturale di
un palo per illuminazione pubblica deve essere verificata mediante calcolo in conformità al UNI EN
40-3-3 oppure mediante prove in conformità alla UNI EN 40-3-2.
02.02.09
Pali in acciaio
02.02.09.R05
Requisito: Resistenza meccanica
I lampioni ed i relativi elementi devono essere realizzati con materiali in grado di sopportare
deformazioni e/o cedimenti.
• Livello minimo della prestazione: Il palo deve essere progettato in modo da sostenere con sicurezza
i carichi propri e i carichi del vento specificati nella UNI EN 40-3-1. La progettazione strutturale di
un palo per illuminazione pubblica deve essere verificata mediante calcolo in conformità al UNI EN
40-3-3 oppure mediante prove in conformità alla UNI EN 40-3-2.
02.06 - Impianto telefonico
Codice
Elementi Manutenibili / Requisiti e Prestazioni / Controlli
02.06
Impianto telefonico
02.06.R03
Requisito: Resistenza meccanica
Tipologia
Frequenza
Ispezione a vista
ogni 6 mesi
Gli elementi dell'impianto telefonico devono essere in grado di contrastare in modo efficace il prodursi
di deformazioni o rotture che si dovessero verificare nelle condizioni di impiego.
• Livello minimo della prestazione: Per verificare la resistenza meccanica devono essere utilizzate il
procedimento e l’apparecchiatura di prova descritti dalla normativa UNI di riferimento. Al termine
della prova deve essere verificata visivamente l’assenza di danni meccanici, sia internamente che
esternamente.
02.06.05.C01
Controllo: Controllo generale
Controllare la funzionalità degli apparecchi di ripresa ottici verificandone il corretto orientamento.
Verificare il corretto serraggio delle connessioni e la funzionalità del sistema di protezione.
02.07 - Impianto di messa a terra
Codice
Elementi Manutenibili / Requisiti e Prestazioni / Controlli
02.07
Impianto di messa a terra
02.07.R01
Requisito: Resistenza meccanica
Tipologia
Frequenza
Ispezione
strumentale
Ispezione a vista
ogni mese
Gli elementi ed i materiali dell'impianto di messa a terra devono essere in grado di contrastare in
modo efficace il prodursi di deformazioni o rotture.
02.07.01.C01
02.07.03.C01
• Livello minimo della prestazione: I dispersori per la presa di terra devono garantire, per il
complesso delle derivazioni a terra, una resistenza non superiore a 20 Ohm per gli impianti
utilizzatori a tensione fino a 1000 V. Per tensioni superiori e per le cabine ed officine il dispersore
deve presentare quella minore resistenza e sicurezza adeguata alle caratteristiche dell'impianto.
Controllo: Controllo generale
Verificare con controlli a campione che i conduttori di protezione arrivino fino al nodo equipotenziale.
Controllo: Controllo generale
Verificare che i componenti (quali conduttori, ecc.) siano in buone condizioni. Verificare inoltre che
siano in buone condizioni i serraggi dei bulloni.
ogni 12 mesi
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Programma di Manutenzione: Sottoprogramma delle Prestazioni
02.07.02.C01
Controllo: Controllo generale
Verificare che i componenti (quali connessioni, pozzetti, capicorda, ecc.) del sistema di dispersione
siano in buone condizioni e non ci sia presenza di corrosione di detti elementi. Verificare inoltre la
presenza dei cartelli indicatori degli schemi elettrici.
02.07.01
Conduttori di protezione
02.07.01.R01
Requisito: Resistenza alla corrosione
Ispezione a vista
ogni 12 mesi
Ispezione
strumentale
Ispezione a vista
ogni mese
ogni 12 mesi
Ispezione a vista
ogni 12 mesi
Gli elementi ed i materiali del sistema di dispersione dell'impianto di messa a terra devono essere in
grado di contrastare in modo efficace il prodursi di fenomeni di corrosione.
• Livello minimo della prestazione: La valutazione della resistenza alla corrosione viene definita con
una prova di alcuni campioni posti in una camera a nebbia salina per un determinato periodo. Al
termine della prova devono essere soddisfatti i criteri di valutazione previsti (aspetto dopo la prova,
tempo impiegato per la prima corrosione, variazioni di massa, difetti riscontrabili, ecc.) secondo
quanto stabilito dalla norma UNI ISO 9227.
02.07.01.C01
02.07.03.C01
02.07.02.C01
Controllo: Controllo generale
Verificare con controlli a campione che i conduttori di protezione arrivino fino al nodo equipotenziale.
Controllo: Controllo generale
Verificare che i componenti (quali conduttori, ecc.) siano in buone condizioni. Verificare inoltre che
siano in buone condizioni i serraggi dei bulloni.
Controllo: Controllo generale
Verificare che i componenti (quali connessioni, pozzetti, capicorda, ecc.) del sistema di dispersione
siano in buone condizioni e non ci sia presenza di corrosione di detti elementi. Verificare inoltre la
presenza dei cartelli indicatori degli schemi elettrici.
02.07.02
Sistema di dispersione
02.07.02.R01
Requisito: Resistenza alla corrosione
Gli elementi ed i materiali del sistema di dispersione dell'impianto di messa a terra devono essere in
grado di contrastare in modo efficace il prodursi di fenomeni di corrosione.
• Livello minimo della prestazione: Per garantire un'adeguata protezione occorre che i dispersori di
terra rispettino i valori di Vs indicati dalla norma UNI di settore.
02.07.03
Sistema di equipotenzializzazione
02.07.03.R01
Requisito: Resistenza alla corrosione
Il sistema di equipotenzializzazione dell'impianto di messa a terra deve essere in grado di contrastare
in modo efficace il prodursi di fenomeni di corrosione.
• Livello minimo della prestazione: Per garantire un'adeguata protezione occorre che i conduttori
equipotenziali principali e supplementari rispettino i valori di Vs indicati dalla norma UNI di
settore.
02.08 - Impianto antintrusione e controllo
accessi
Codice
Elementi Manutenibili / Requisiti e Prestazioni / Controlli
02.08
Impianto antintrusione e controllo accessi
02.08.R01
Requisito: Impermeabilità ai liquidi
Tipologia
Frequenza
Gli elementi dell'impianto antintrusione installati all'esterno devono essere in grado di evitare
infiltrazioni di acqua o di umidità all'interno del sistema.
• Livello minimo della prestazione: I materiali utilizzati possono essere verificati effettuando le prove
prescritte dalla normativa vigente e seguendo i metodi di calcolo da essa previsti.
02.08.R05
Requisito: Resistenza alla corrosione
Gli elementi dell'impianto antintrusione devono essere in grado di contrastare in modo efficace il
prodursi di fenomeni di corrosione.
• Livello minimo della prestazione: Per accertare la capacità di resistenza alla corrosione degli
elementi dell'impianto si effettuano una serie di prove secondo le modalità riportate nella norma
UNI vigente.
02.08.R07
Requisito: Resistenza meccanica
Gli elementi dell'impianto antintrusione devono essere in grado di contrastare in modo efficace il
prodursi di deformazioni o rotture che si dovessero verificare nelle condizioni di impiego.
• Livello minimo della prestazione: Per verificare la resistenza meccanica devono essere utilizzate il
procedimento e l’apparecchiatura di prova descritti dalla normativa UNI vigente.
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Programma di Manutenzione: Sottoprogramma delle Prestazioni
04 - OPERE EDILI
04.01 - Strutture in sottosuolo
Codice
Elementi Manutenibili / Requisiti e Prestazioni / Controlli
04.01
Strutture in sottosuolo
04.01.R05
Requisito: Resistenza meccanica
Tipologia
Frequenza
Controllo a vista
ogni 12 mesi
Le strutture in sottosuolo dovranno essere in grado di contrastare le eventuali manifestazioni di
deformazioni e cedimenti rilevanti dovuti all'azione di determinate sollecitazioni (carichi, forze
sismiche, ecc.).
04.01.01.C01
• Livello minimo della prestazione: Per i livelli minimi si rimanda alle prescrizioni di legge e di
normative vigenti in materia.
Controllo: Controllo struttura
Controllare l'integrità delle pareti e dei pilastri verificando l'assenza di eventuali lesioni e/o
fessurazioni. Controllare eventuali smottamenti del terreno circostante alla struttura che possano
essere indicatori di cedimenti strutturali. Effettuare verifiche e controlli approfonditi particolarmente
in corrispondenza di manifestazioni a calamità naturali (sisma, nubifragi, ecc.).
04.02 - Pareti di sostegno
Codice
Elementi Manutenibili / Requisiti e Prestazioni / Controlli
04.02
Pareti di sostegno
04.02.R01
Requisito: Stabilità
Tipologia
Frequenza
Controllo
ogni 6 mesi
Le pareti di sostegno in fase d'opera dovranno garantire la stabilità in relazione al principio statico di
funzionamento.
• Livello minimo della prestazione: Essi variano in funzione delle verifiche di stabilità:
-al ribaltamento = [ Ms (Momento Spingente) < Mr (Momento Ribaltante)];
-allo scorrimento = [S(Spinta della terra ) x f (coeff. di attrito) <= 1,3 x P (Risultante delle forze
verticali che agiscono sul muro)];
-allo schiacciamento = [ sigma t lim (tensione del terreno al limite di rottura) / sigma max (tensione
normale massima sul piano della fondazione) >= 2];
-allo slittamento del complesso terra-muro.
04.02.01.C01
Controllo: Controllo generale
Controllare la stabilità delle strutture e l'assenza di eventuali anomalie. In particolare la comparsa di
segni di dissesti evidenti (fratturazioni, lesioni, principio di ribaltamento, ecc.) Verifica dello stato del
calcestruzzo e controllo del degrado e/o di eventuali processi di carbonatazione e/o corrosione.
Controllare l'efficacia dei sistemi di drenaggio.
04.03 - Facciate continue
Codice
Elementi Manutenibili / Requisiti e Prestazioni / Controlli
04.03
Facciate continue
04.03.R02
Requisito: Resistenza al carico del vento
Tipologia
Frequenza
Le facciate continue dovranno produrre una resistenza al carico del vento sia per le parti fisse che di
quelle apribili.
• Livello minimo della prestazione: I livelli minimi variano in funzione dei parametri di riferimento di
cui alla norma UNI EN 12179.
04.04 - Rivestimenti esterni
Codice
Elementi Manutenibili / Requisiti e Prestazioni / Controlli
04.04
Rivestimenti esterni
04.04.R13
Requisito: Resistenza agli urti
Tipologia
Frequenza
I rivestimenti unitamente alle pareti dovranno essere in grado di sopportare urti (definiti dall'energia
cinetica di urti-tipo o convenzionali di corpi duri, come di oggetti scagliati, o molli, come il peso di un
corpo che cade) che non debbono compromettere la stabilità della parete, né provocare il distacco di
elementi o frammenti pericolosi a carico degli utenti.
• Livello minimo della prestazione: I rivestimenti unitamente alle pareti dovranno resistere all'azione
di urti sulla faccia esterna ed interna, prodotti secondo le modalità riportate di seguito che
corrispondono a quelle previste dalla norma UNI 9269 P:
TIPO DI PROVA: Urto con corpo duro;
Massa del corpo [Kg] = 0.5;
Energia d’urto applicata [J] = 3;
Note: - ;
Pagina 17
Programma di Manutenzione: Sottoprogramma delle Prestazioni
TIPO DI PROVA: Urto con corpo molle di grandi dimensioni;
Massa del corpo [Kg] = 50;
Energia d’urto applicata [J] = 300;
Note: Non necessario, per la faccia esterna, oltre il piano terra;
TIPO DI PROVA: Urto con corpo molle di piccole dimensioni;
Massa del corpo [Kg] = 3;
Energia d’urto applicata [J] = 60 - 10 - 30;
Note: Superficie esterna, al piano terra.
04.04.R16
Requisito: Resistenza al vento
I rivestimenti unitamente alle pareti dovranno resistere alle azioni e depressioni del vento tale da non
compromettere la stabilità e la funzionalità degli strati che le costituiscono.
• Livello minimo della prestazione: I livelli minimi variano in funzione di prove di laboratorio basate
nella misurazione della differenza di pressione in condizioni di sovrappressione e in depressione,
con cassoni d'aria o cuscini d'aria, di una sezione di parete secondo la ISO 7895.
04.04.R18
Requisito: Resistenza meccanica
I rivestimenti unitamente alle pareti dovranno limitare la manifestazione di eventuali rotture, o
deformazioni rilevanti, causate dall'azione di possibili sollecitazioni.
04.04.01.C01
• Livello minimo della prestazione: Per una analisi più approfondita dei livelli minimi rispetto ai vari
componenti e materiali costituenti i rivestimenti si rimanda alle prescrizioni di legge e di normative
vigenti in materia.
Controllo: Controllo generale delle parti a vista
Controllo dello stato e verifica del grado di usura delle parti in vista. Controllo dei fissaggi e degli
elementi di ancoraggio. Controllare l'uniformità dell'aspetto cromatico delle superfici e della loro
planarità. Riscontro di eventuali anomalie (distacchi, graffi, macchie,ecc.) e/o difetti di esecuzione.
Controllo a vista
ogni 12 mesi
04.05 - Infissi esterni
Codice
Elementi Manutenibili / Requisiti e Prestazioni / Controlli
04.05
Infissi esterni
04.05.R14
Requisito: Resistenza agli urti
Tipologia
Frequenza
Controllo a vista
ogni 6 mesi
Controllo a vista
ogni 12 mesi
Controllo a vista
ogni 6 mesi
Gli infissi dovranno essere in grado di sopportare urti (definiti dall'energia cinetica di urti-tipo o
convenzionali di corpi duri, come di oggetti scagliati, o molli, come il peso di un corpo che cade) che
non debbono compromettere la stabilità degli stessi; né provocare il distacco di elementi o frammenti
pericolosi a carico degli utenti.
• Livello minimo della prestazione: Gli infissi esterni verticali, ad esclusione degli elementi di
tamponamento, devono resistere all'azione di urti esterni ed interni realizzati secondo con le
modalità indicate di seguito:
TIPO DI INFISSO: Porta esterna;
Corpo d’urto: duro - Massa del corpo [Kg]: 0,5;
Energia d’urto applicata [J]: faccia esterna=3,75 - faccia interna=3,75
Corpo d’urto: molle - Massa del corpo [Kg]: 30;
Energia d’urto applicata [J]: faccia esterna=240 - faccia interna=240
TIPO DI INFISSO: Finestra;
Corpo d’urto: molle - Massa del corpo [Kg]: 50;
Energia d’urto applicata [J]: faccia esterna=900 - faccia interna=900
TIPO DI INFISSO: Portafinestra;
Corpo d’urto: molle - Massa del corpo [Kg]: 50;
Energia d’urto applicata [J]: faccia esterna=700 - faccia interna=700
TIPO DI INFISSO: Facciata continua;
Corpo d’urto: duro - Massa del corpo [Kg]: 1;
Energia d’urto applicata [J]: faccia esterna=6 - faccia interna= TIPO DI INFISSO: Elementi pieni;
Corpo d’urto: molle - Massa del corpo [Kg]: 50;
Energia d’urto applicata [J]: faccia esterna=700 - faccia interna= 04.05.01.C12
04.05.01.C03
Controllo: Controllo vetri
Controllo uniformità dei vetri e delle sigillature vetro-telaio. Controllare la presenza di depositi o
sporco. Verifica di assenza di anomalie e/o difetti (rottura, depositi, macchie, ecc.).
Controllo: Controllo guarnizioni di tenuta
Controllo dell'efficacia delle guarnizioni. Controllo dell'adesione delle guarnizioni ai profili di contatto
dei telai. Controllo del corretto inserimento nelle proprie sedi delle guarnizioni. Controllo
dell'elasticità delle guarnizioni.
04.05.R17
Requisito: Resistenza al vento
Gli infissi debbono resistere alle azioni e depressioni del vento in modo da garantire la sicurezza degli
utenti e assicurare la durata e la funzionalità nel tempo. Inoltre essi devono sopportare l'azione del
vento senza compromettere la funzionalità degli elementi che li costituiscono.
• Livello minimo della prestazione: I livelli minimi variano in funzione di prove di laboratorio basate
nella misurazione della differenza di pressioni, riprodotte convenzionalmente in condizioni di
sovrappressione e in depressione secondo la UNI EN 12210 e UNI EN 12211.
04.05.01.C12
Controllo: Controllo vetri
Controllo uniformità dei vetri e delle sigillature vetro-telaio. Controllare la presenza di depositi o
Pagina 18
Programma di Manutenzione: Sottoprogramma delle Prestazioni
04.05.01.C03
sporco. Verifica di assenza di anomalie e/o difetti (rottura, depositi, macchie, ecc.).
Controllo: Controllo guarnizioni di tenuta
Controllo dell'efficacia delle guarnizioni. Controllo dell'adesione delle guarnizioni ai profili di contatto
dei telai. Controllo del corretto inserimento nelle proprie sedi delle guarnizioni. Controllo
dell'elasticità delle guarnizioni.
Controllo a vista
ogni 12 mesi
04.06 - Coperture piane
Codice
Elementi Manutenibili / Requisiti e Prestazioni / Controlli
04.06
Coperture piane
04.06.R13
Requisito: Resistenza al vento
Tipologia
Frequenza
Controllo a vista
ogni 12 mesi
La copertura deve resistere alle azioni e depressioni del vento tale da non compromettere la stabilità e
la funzionalità degli strati che la costituiscono.
• Livello minimo della prestazione: I livelli minimi variano in funzione degli elementi impiegati per i
quali si rinvia alla normativa vigente.
04.06.R16
Requisito: Resistenza meccanica
La copertura deve garantire una resistenza meccanica rispetto alle condizioni di carico (carichi
concentrati e distribuiti) di progetto in modo da garantire la stabilità e la stabilità degli strati
costituenti. Inoltre vanno considerate le caratteristiche dello strato di supporto che dovranno essere
adeguate alle sollecitazioni e alla resistenza degli elementi di tenuta.
• Livello minimo della prestazione: Comunque, in relazione alla funzione strutturale, le
caratteristiche delle coperture devono corrispondere a quelle prescritte dalle leggi e normative
vigenti.
04.06.02.C01
Controllo: Controllo struttura
Controllo del grado di usura delle parti in vista finalizzato alla ricerca di anomalie (corrosione, difetti
di ancoraggi, perdita delle caratteristiche di resistenza, ecc.).
04.08 - Scale e rampe
Codice
Elementi Manutenibili / Requisiti e Prestazioni / Controlli
04.08
Scale e rampe
04.08.R02
Requisito: Resistenza meccanica
Tipologia
Frequenza
Controllo a vista
ogni 12 mesi
Controllo a vista
ogni 12 mesi
Controllo a vista
ogni 12 mesi
Gli elementi strutturali costituenti le scale devono contrastare in modo efficace la manifestazione di
eventuali rotture, o deformazioni rilevanti, causate dall'azione di possibili sollecitazioni.
• Livello minimo della prestazione: Per una analisi più approfondita dei livelli minimi rispetto ai vari
componenti e materiali costituenti i rivestimenti si rimanda alle prescrizioni di legge e di normative
vigenti in materia.
04.08.01.C03
04.08.01.C02
04.08.01.C01
Controllo: Controllo rivestimenti pedate e alzate
Controllo periodico delle condizioni estetiche delle superfici dei rivestimenti costituenti pedate ed
alzate. Verifica di eventuale presenza di macchie, sporco, efflorescenze, abrasioni, ecc..
Controllo: Controllo strutture
Controllo periodico delle parti in vista finalizzato alla ricerca di anomalie (fenomeni di disgregazioni,
scaglionature, fessurazioni, distacchi, esposizione dei ferri d'armatura, processi di carbonatazione del
cls, ecc.).
Controllo: Controllo balaustre e corrimano
Controllo periodico delle condizioni estetiche delle superfici delle balaustre e dei corrimano (macchie,
sporco, abrasioni, ecc.). Verifica della loro stabilità e del corretto serraggio.
04.09 - Pavimentazioni esterne
Codice
Elementi Manutenibili / Requisiti e Prestazioni / Controlli
04.09
Pavimentazioni esterne
04.09.R03
Requisito: Resistenza meccanica
Tipologia
Frequenza
Controllo a vista
ogni 12 mesi
Le pavimentazioni devono contrastare in modo efficace la manifestazione di eventuali rotture, o
deformazioni rilevanti, causate dall'azione di possibili sollecitazioni.
• Livello minimo della prestazione: Per una analisi più approfondita dei livelli minimi rispetto ai vari
componenti e materiali costituenti i rivestimenti si rimanda alle prescrizioni di legge e di normative
vigenti in materia.
04.09.01.C01
Controllo: Controllo generale delle parti a vista
Controllo dello stato di conservazione delle finiture e verifica del grado di usura, di erosione, di
brillantezza delle parti in vista. Controllare l'uniformità dell'aspetto cromatico delle superfici.
Riscontro di eventuali anomalie (depositi, macchie, graffi, efflorescenze, lesioni, microfessurazioni,
ecc.).
Pagina 19
Programma di Manutenzione: Sottoprogramma delle Prestazioni
05 - OPERE IDRAULICHE
05.01 - Impianto acquedotto
Codice
Elementi Manutenibili / Requisiti e Prestazioni / Controlli
05.01.02
Pozzetti
05.01.02.R01
Requisito: Resistenza meccanica
Tipologia
Frequenza
I pozzetti ed i relativi componenti devono essere in grado di contrastare le eventuali manifestazioni di
deformazioni e cedimenti rilevanti dovuti all'azione di determinate sollecitazioni (carichi, forze
sismiche, ecc.).
• Livello minimo della prestazione: Si ritiene che pozzetti con separatore di sedimenti con tenuta
idraulica avente profondità maggiore di 60 mm soddisfino il presente requisito.
05.01.03
Tubi in polietilene alta densità (PEAD)
05.01.03.R03
Requisito: Resistenza meccanica
Le tubazioni e gli elementi accessori quali valvole e rubinetti devono essere in grado di contrastare in
modo efficace il prodursi di deformazioni o rotture sotto l'azione di determinate sollecitazioni.
• Livello minimo della prestazione: La prova per determinare la resistenza alla pressione interna
avviene utilizzando un dispositivo che consente di raggiungere la pressione interna alla temperatura
prescritta per la prova (ricavabile dalla formula indicata sulla norma UNI 7615 e variabile in
funzione del diametro e degli spessori). Deve essere rilevata per ogni provino se la rottura si è
verificata prima del tempo stabilito. Per la validità della prova non devono verificarsi rotture.
05.01.04
Tubi in polipropilene (PP)
05.01.04.R03
Requisito: Resistenza agli urti
Le tubazioni devono essere in grado di contrastare in modo efficace il prodursi di deformazioni o
rotture sotto l'azione di determinate sollecitazioni.
• Livello minimo della prestazione: Usando i parametri indicati nel prospetto 9 della norma indicata
il tubo deve sopportare la pressione idrostatica (circonferenziale) senza scoppiare.
05.01.04.R04
Requisito: Resistenza meccanica
Le tubazioni e gli elementi accessori quali valvole e rubinetti devono essere in grado di contrastare in
modo efficace il prodursi di deformazioni o rotture sotto l'azione di determinate sollecitazioni.
• Livello minimo della prestazione: La prova per determinare la resistenza alla pressione interna
avviene utilizzando un dispositivo che consente di raggiungere la pressione interna alla temperatura
prescritta per la prova. Deve essere rilevata per ogni provino se la rottura si è verificata prima del
tempo stabilito. Per la validità della prova non devono verificarsi rotture.
05.01.05
Valvole a saracinesca (saracinesche)
05.01.05.R02
Requisito: Resistenza a manovre e sforzi d'uso
Le valvole a saracinesca devono essere in grado di contrastare in modo efficace il prodursi di
deformazioni o rotture in seguito ad operazioni di manovra o di utilizzo.
• Livello minimo della prestazione: Il diametro del volantino e la pressione massima differenziale
(alla quale può essere manovrata la valvola a saracinesca senza by-pass) sono quelli indicati nel
punto 5.1 della norma UNI EN 1074.
05.01.06
Valvole antiritorno
05.01.06.R01
Requisito: Resistenza a manovre e sforzi d'uso
Le valvole antiritorno devono essere in grado di contrastare in modo efficace il prodursi di
deformazioni o rotture in seguito ad operazioni di manovra o di utilizzo.
• Livello minimo della prestazione: Il diametro del volantino e la pressione massima differenziale
(alla quale può essere manovrata la valvola a saracinesca senza by-pass) sono quelli indicati nel
punto 5.1 della norma UNI EN 1074.
05.02 - Impianto fognario acque bianche e
acque nere
Codice
Elementi Manutenibili / Requisiti e Prestazioni / Controlli
05.02.02
Pozzetti di scarico
05.02.02.R04
Requisito: Resistenza meccanica
Tipologia
Frequenza
Le caditoie ed i pozzetti devono essere in grado di contrastare in modo efficace il prodursi di
deformazioni o rotture sotto l'azione di determinate sollecitazioni.
• Livello minimo della prestazione: La resistenza meccanica delle caditoie e dei pozzetti può essere
verificata mediante prova da effettuarsi con le modalità ed i tempi previsti dalla norma UNI EN
1253. Non devono prodursi alcuna incrinatura o frattura prima del raggiungimento del carico di
Pagina 20
Programma di Manutenzione: Sottoprogramma delle Prestazioni
prova. Inoltre, nel caso di pozzetti o di scatole sifoniche muniti di griglia o di coperchio in ghisa
dolce, acciaio, metalli non ferrosi, plastica oppure in una combinazione di tali materiali con il
calcestruzzo, la deformazione permanente non deve essere maggiore dei valori elencati dalla norma
suddetta. Per le griglie deve essere applicato un carico di prova P di 0,25 kN e la deformazione
permanente f ai 2/3 del carico di prova non deve essere maggiore di 2,0 mm.
05.02.04.C01
Controllo: Controllo generale
Verificare lo stato generale e l'integrità della piastra di copertura dei pozzetti, della base di appoggio e
delle pareti laterali.
05.02.03
Stazioni di sollevamento
05.02.03.R04
Requisito: Stabilità morfologica
Ispezione
ogni 12 mesi
Controllo a vista
ogni 12 mesi
La pompa o il gruppo di pompaggio devono rimanere stabili in tutte le fasi del trasporto,del
montaggio e dello smontaggio nelle condizioni previste quando sono inclinati di un angolo di 10° in
qualsiasi direzione rispetto alla loro posizione normale.
• Livello minimo della prestazione: Quando la pompa è installata, deve essere resa stabile mediante
l’uso di bulloni di fissaggio a terra oppure mediante l’impiego di altri metodi di ancoraggio. I
bulloni per il fissaggio a terra o gli altri metodi di ancoraggio devono essere sufficientemente
resistenti da impedire il movimento fisico accidentale dell’apparecchio.
05.02.04
Tombini
05.02.04.R01
Requisito: Resistenza meccanica
I tombini devono essere in grado di contrastare in modo efficace il prodursi di deformazioni o rotture
sotto l'azione di determinate sollecitazioni.
• Livello minimo della prestazione: La resistenza meccanica dei tombini può essere verificata
mediante prova da effettuarsi con le modalità ed i tempi previsti dalla norma UNI EN 13380. Non
devono prodursi alcuna incrinatura o frattura prima del raggiungimento del carico di prova.
05.02.05
Tubazioni in acciaio
05.02.05.R02
Requisito: Tenuta all'acqua
Le tubazioni in acciaio e le giunzioni devono garantire una tenuta alla pressione di esercizio prevista
per l'impianto.
• Livello minimo della prestazione: Tutti i tubi e i raccordi, comprese le giunzioni, devono conservare
le loro caratteristiche di tenuta all’acqua alle pressioni interne o esterne che vanno da 0 kPa a 50
kPa.
05.02.05.R03
Requisito: Tenuta all'aria
Le tubazioni in acciaio e le giunzioni devono garantire una tenuta all'aria.
• Livello minimo della prestazione: I giunti dei raccordi agli apparecchi sanitari devono resistere a
una pressione dell'aria interna di prova di 1 kPa. Le giunzioni dei tubi devono resistere a una
pressione dell'aria interna di prova di 10 kPa.
05.02.06
Tubazioni in c.a.
05.02.06.R04
Requisito: Resistenza alla compressione
Le tubazioni in cls devono essere in grado di resistere a sforzi di compressione che si verificano
durante il funzionamento.
• Livello minimo della prestazione: Se vengono utilizzati cubi da 150 mm, i risultati delle prove
devono essere divisi per un fattore di conversione di:
- 1,20 per i risultati delle prove minori di 45 MPa;
- 1,10 per i risultati delle prove uguali o maggiori di 45 MPa.
Se vengono utilizzati i cubi da 100 mm, i risultati delle prove devono essere divisi per 1,05 prima di
applicare le conversioni menzionate in precedenza.
05.02.08
Tubazioni in polivinile non plastificato
05.02.08.R02
Requisito: Resistenza a sbalzi di temperatura
Le tubazioni ed i relativi complementi non devono subire disgregazioni o dissoluzioni se sottoposti
all'azione di temperature elevate.
• Livello minimo della prestazione: In particolare deve verificarsi un ritiro longitudinale del tubo
minore del 5% ed inoltre non deve mostrare bolle o crepe.
05.02.08.R03
Requisito: Resistenza all'urto
Le tubazioni devono essere in grado di resistere a sforzi che si verificano durante il funzionamento.
• Livello minimo della prestazione: Devono essere rispettati i valori minimi indicati dalla norma UNI
EN 1329 al punto 7.
05.02.08.C02
Controllo: Controllo tenuta
Verificare l'integrità delle tubazioni con particolare attenzione ai raccordi tra tronchi di tubo.
05.03 - Opere di ingegneria naturalistica
Codice
Elementi Manutenibili / Requisiti e Prestazioni / Controlli
Tipologia
Frequenza
Pagina 21
Programma di Manutenzione: Sottoprogramma delle Prestazioni
05.03
Opere di ingegneria naturalistica
05.03.R02
Requisito: Resistenza alla trazione
Gli elementi utilizzati per realizzare opere di ingegneria naturalistica devono garantire resistenza ad
eventuali fenomeni di trazione.
• Livello minimo della prestazione: Devono essere garantiti i valori previsti in sede di progetto.
05.03.01.C01
Controllo: Controllo generale
Verificare la stabilità dei gabbioni controllando che le reti siano efficienti e che non causino la
fuoriuscita dei conci di pietra.
Ispezione
ogni settimana
06 - IMPIANTO DI IRRIGAZIONE
06.01 - Aree a verde
Codice
Elementi Manutenibili / Requisiti e Prestazioni / Controlli
06.01.01
Elettrovalvole
06.01.01.R01
Requisito: Resistenza agli agenti aggressivi chimici
Tipologia
Frequenza
Gli elementi dell'impianto di irrigazione devono conservare inalterate le proprie caratteristiche
chimico fisiche sotto l'azione di agenti aggressivi chimici.
• Livello minimo della prestazione: Per la valutazione della resistenza agli agenti chimici presenti
nell’aria si fa riferimento ai metodi di prova indicati dalle norme UNI.
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Programma di Manutenzione: Sottoprogramma delle Prestazioni
Classe Requisiti
Durabilità tecnologica
04 - OPERE EDILI
04.08 - Scale e rampe
Codice
Elementi Manutenibili / Requisiti e Prestazioni / Controlli
04.08
Scale e rampe
04.08.R01
Requisito: Resistenza all'usura
Tipologia
Frequenza
Controllo a vista
ogni 12 mesi
Controllo a vista
ogni 12 mesi
I materiali di rivestimento di gradini e pianerottoli dovranno presentare caratteristiche di resistenza
all'usura.
04.08.01.C03
04.08.01.C01
• Livello minimo della prestazione: I rivestimenti dovranno possedere una resistenza all'usura
corrispondente alla classe U3 (ossia di resistenza all'usura per un tempo non inferiore ai 10 anni)
della classificazione UPEC.
Controllo: Controllo rivestimenti pedate e alzate
Controllo periodico delle condizioni estetiche delle superfici dei rivestimenti costituenti pedate ed
alzate. Verifica di eventuale presenza di macchie, sporco, efflorescenze, abrasioni, ecc..
Controllo: Controllo balaustre e corrimano
Controllo periodico delle condizioni estetiche delle superfici delle balaustre e dei corrimano (macchie,
sporco, abrasioni, ecc.). Verifica della loro stabilità e del corretto serraggio.
05 - OPERE IDRAULICHE
05.01 - Impianto acquedotto
Codice
Elementi Manutenibili / Requisiti e Prestazioni / Controlli
05.01
Impianto acquedotto
05.01.R01
Requisito: (Attitudine al) controllo della tenuta
Tipologia
Frequenza
Gli elementi dell'impianto idrico di adduzione dell'acqua devono essere idonei ad impedire fughe dei
fluidi in circolazione per garantire la funzionalità dell'impianto.
• Livello minimo della prestazione: La capacità di tenuta viene verificata mediante la prova indicata
dalla norma UNI di settore. Al termine della prova si deve verificare la assenza di difetti o segni di
cedimento.
05.03 - Opere di ingegneria naturalistica
Codice
Elementi Manutenibili / Requisiti e Prestazioni / Controlli
05.03
Opere di ingegneria naturalistica
05.03.R01
Requisito: Resistenza alla corrosione
Tipologia
Frequenza
Ispezione
ogni settimana
Le reti utilizzate devono essere realizzate con materiali idonei in modo da garantire la funzionalità del
sistema.
• Livello minimo della prestazione: I materiali utilizzati per la formazione delle reti devono soddisfare
i requisiti indicati dalla normativa UNI di settore.
05.03.01.C01
Controllo: Controllo generale
Verificare la stabilità dei gabbioni controllando che le reti siano efficienti e che non causino la
fuoriuscita dei conci di pietra.
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Programma di Manutenzione: Sottoprogramma delle Prestazioni
Classe Requisiti
Facilità d'intervento
01 - OPERE STRADALI
01.03 - Marciapiedi
Codice
Elementi Manutenibili / Requisiti e Prestazioni / Controlli
01.03
Marciapiedi
01.03.R01
Requisito: Accessibilità
Tipologia
Frequenza
Le aree pedonali ed i marciapiedi devono essere dimensionati ed organizzati in modo da essere
raggiungibili e praticabili, garantire inoltre la sicurezza e l'accessibilità durante la circolazione da
parte dell'utenza.
• Livello minimo della prestazione: Si prevedono, in funzione dei diversi tipi di strade, le seguenti
larghezze minime:
-nelle strade primarie: 0,75 m; 1 m in galleria;
-nelle strade di scorrimento: 3 m; 1,50 m nei tratti in viadotto;
-nelle strade di quartiere: 4 m; 1,50 m nei tratti in viadotto; 5 m nelle zone turistiche e commerciali;
-nelle strade locali: 3 m; 1,50 m nelle zone con minima densità residenziale;
FABBISOGNO DI SPAZIO PER PERCORSI PEDONALI IN AREE RESIDENZIALI
TIPOLOGIA DEL PASSAGGIO: 1 persona;
Larghezza (cm): 60; Note: -;
TIPOLOGIA DEL PASSAGGIO: 2 persone;
Larghezza (cm): 90; Note: passaggio con difficoltà;
TIPOLOGIA DEL PASSAGGIO: 2 persone;
Larghezza (cm): 120; Note: passaggio agevole;
TIPOLOGIA DEL PASSAGGIO: 3 persone;
Larghezza (cm): 187; Note: passaggio agevole;
TIPOLOGIA DEL PASSAGGIO: 1 persona con doppio bagaglio;
Larghezza (cm): 100; Note: -;
TIPOLOGIA DEL PASSAGGIO: 2 persone con doppio bagaglio;
Larghezza (cm): 212,5; Note: -;
TIPOLOGIA DEL PASSAGGIO: 2 persone con ombrello aperto;
Larghezza (cm): 237,5; Note: -;
TIPOLOGIA DEL PASSAGGIO: carrozzina;
Larghezza (cm): 80; Note: -;
TIPOLOGIA DEL PASSAGGIO: 1 carrozzina e 1 bambino;
Larghezza (cm): 115; Note: con bambino al fianco;
TIPOLOGIA DEL PASSAGGIO: 2 carrozzine o 2 sedie a rotelle;
Larghezza (cm): 170; Note: passaggio agevole;
TIPOLOGIA DEL PASSAGGIO: 2 persone con delimitazioni laterali;
Larghezza (cm): 220; Note: passaggio con difficoltà;
TIPOLOGIA DEL PASSAGGIO: 2 persone con delimitazioni laterali;
Larghezza (cm): 260; Note: passaggio agevole.
-le larghezze minime vanno misurate al netto di eventuali aree erbose o alberate, di aree occupate
da cabine telefoniche, chioschi o edicole, ecc.;
-i marciapiedi prospicienti su carreggiate sottostanti devono essere muniti di parapetto e/o rete di
protezione di altezza minima di 2,00 m;
-gli attraversamenti pedonali sono regolamentati secondo la disciplina degli attraversamenti:
DISCIPLINA DEGLI ATTRAVERSAMENTI PEDONALI (BOLLETTINO UFFICIALE DEL CNR N.
60 DEL 26.04.1978)
-STRADE PRIMARIE
Tipo di attraversamento pedonale: a livelli sfalsati
Attraversamenti pedonali - ubicazione e distanza: -STRADE DI SCORRIMENTO
Tipo di attraversamento pedonale: sfalsati o eventualmente semaforizzati
Attraversamenti pedonali - ubicazione e distanza: all’incrocio
-STRADE DI QUARTIERE
Tipo di attraversamento pedonale: semaforizzati o eventualmente zebrati
Attraversamenti pedonali - ubicazione e distanza: all’incrocio
-STRADE LOCALI
Tipo di attraversamento pedonale: zebrati
Attraversamenti pedonali - ubicazione e distanza: 100 m
-negli attraversamenti il raccordo fra marciapiede e strada va realizzato con scivoli per permettere
il passaggio di carrozzine;
-i marciapiedi devono poter essere agevolmente usati dai portatori di handicap;
-in corrispondenza di fermate di autobus adiacenti a carreggiate, i marciapiedi devono avere
conformazione idonee alla forma delle piazzole e delle aree di attesa dell'autobus senza costituire
intralcio al traffico standard veicolare e pedonale:
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Programma di Manutenzione: Sottoprogramma delle Prestazioni
CARATTERISTICHE PIAZZOLE PER AUTOBUS
-A LATO DELLE CORSIE DI TRAFFICO PROMISCUO
Lunghezza totale (m): 56
Lunghezza della parte centrale (m): 16*
Profondità (m): 3,0
-A LATO DELLE CORSIE RISERVATE AL MEZZO PUBBLICO
Lunghezza totale (m): 56
Lunghezza della parte centrale (m): 26**
Profondità (m): 3,0
-A LATO DELLE CORSIE RISERVATE AL MEZZO PUBBLICO CON ALTA FREQUENZA
VEICOLARE
Lunghezza totale (m): 45
Lunghezza della parte centrale (m): 5,0
Profondità (m): 3,0
* fermata per 1 autobus
** fermata per 2 autobus
02 - IMPIANTI TECNOLOGICI
02.01 - Impianto elettrico
Codice
Elementi Manutenibili / Requisiti e Prestazioni / Controlli
02.01
Impianto elettrico
02.01.R07
Requisito: Montabilità/Smontabilità
Tipologia
Frequenza
Controllo a vista
ogni mese
Controllo a vista
ogni mese
Controllo a vista
ogni mese
Gli elementi costituenti l'impianto elettrico devono essere atti a consentire la collocazione in opera di
altri elementi in caso di necessità.
• Livello minimo della prestazione: Devono essere rispettati i livelli previsti in sede di progetto.
02.01.10.C01
02.01.06.C01
02.01.04.C01
Controllo: Controllo generale
Verificare la funzionalità dei dispositivi di manovra dei sezionatori. Verificare che ci sia un buon
livello di isolamento e di protezione (livello minimo di protezione da assicurare è IP54) onde evitare
corto circuiti.
Controllo: Controllo generale
Verificare la corretta pressione di serraggio delle viti e delle placchette, e dei coperchi delle cassette.
Verificare che ci sia un buon livello di isolamento e di protezione (livello minimo di protezione da
assicurare è IP54) onde evitare corto circuiti.
Controllo: Controllo generale
Verificare la corretta pressione di serraggio delle viti e delle placchette, e dei coperchi delle cassette.
Verificare che ci sia un buon livello di isolamento e di protezione (livello minimo di protezione da
assicurare è IP54) onde evitare corto circuiti.
02.01.07
Quadri di bassa tensione
02.01.07.R01
Requisito: Accessibilità
I quadri devono essere facilmente accessibili per consentire un facile utilizzo sia nel normale
funzionamento sia in caso di guasti.
• Livello minimo della prestazione: Devono essere rispettati i livelli previsti in sede di progetto.
02.01.07.R02
Requisito: Identificabilità
I quadri devono essere facilmente identificabili per consentire un facile utilizzo. Deve essere presente
un cartello sul quale sono riportate le funzioni degli interruttori nonché le azioni da compiere in caso
di emergenza su persone colpite da folgorazione.
• Livello minimo della prestazione: Devono essere rispettati i livelli previsti in sede di progetto.
02.02 - Impianto di illuminazione
Codice
Elementi Manutenibili / Requisiti e Prestazioni / Controlli
02.02
Impianto di illuminazione
02.02.R04
Requisito: Accessibilità
Tipologia
Frequenza
Controllo a vista
ogni mese
Controllo a vista
ogni mese
Controllo a vista
ogni mese
Controllo a vista
ogni mese
Gli elementi costituenti l'impianto di illuminazione devono essere facilmente accessibili per consentire
un facile utilizzo sia nel normale funzionamento sia in caso di guasti.
• Livello minimo della prestazione: Devono essere rispettati i livelli previsti in sede di progetto.
02.02.10.C01
02.02.05.C01
02.02.04.C01
02.02.03.C01
Controllo: Controllo generale
Controllare la corretta posizione dei riflettori e l'integrità delle lampadine. Verificare la pulizia della
superficie dei riflettori.
Controllo: Controllo generale
Controllo dello stato generale e dell'integrità delle lampadine.
Controllo: Controllo generale
Controllo dello stato generale e dell'integrità delle lampadine.
Controllo: Controllo generale
Controllo dello stato generale e dell'integrità delle lampadine.
Pagina 25
Programma di Manutenzione: Sottoprogramma delle Prestazioni
02.02.R08
Requisito: Identificabilità
Gli elementi costituenti l'impianto di illuminazione devono essere facilmente identificabili per
consentire un facile utilizzo. Deve essere presente un cartello sul quale sono riportate le funzioni degli
interruttori nonché le azioni da compiere in caso di emergenza su persone colpite da folgorazione.
• Livello minimo della prestazione: Devono essere rispettati i livelli previsti in sede di progetto.
02.02.10.C01
02.02.05.C01
02.02.04.C01
02.02.03.C01
02.02.R12
Controllo: Controllo generale
Controllare la corretta posizione dei riflettori e l'integrità delle lampadine. Verificare la pulizia della
superficie dei riflettori.
Controllo: Controllo generale
Controllo dello stato generale e dell'integrità delle lampadine.
Controllo: Controllo generale
Controllo dello stato generale e dell'integrità delle lampadine.
Controllo: Controllo generale
Controllo dello stato generale e dell'integrità delle lampadine.
Controllo a vista
ogni mese
Controllo a vista
ogni mese
Controllo a vista
ogni mese
Controllo a vista
ogni mese
Controllo a vista
ogni mese
Controllo a vista
ogni mese
Controllo a vista
ogni mese
Controllo a vista
ogni 2 anni
Requisito: Montabilità/Smontabilità
Gli elementi costituenti l'impianto di illuminazione devono essere atti a consentire la collocazione in
opera di altri elementi in caso di necessità.
02.02.10.C01
02.02.05.C01
02.02.04.C01
• Livello minimo della prestazione: Devono essere rispettati i livelli previsti in sede di progetto.
Controllo: Controllo generale
Controllare la corretta posizione dei riflettori e l'integrità delle lampadine. Verificare la pulizia della
superficie dei riflettori.
Controllo: Controllo generale
Controllo dello stato generale e dell'integrità delle lampadine.
Controllo: Controllo generale
Controllo dello stato generale e dell'integrità delle lampadine.
02.02.08
Pali per l'illuminazione
02.02.08.R01
Requisito: Montabilità/Smontabilità
I pali per illuminazione devono essere atti a consentire la collocazione in opera di altri elementi in
caso di necessità.
• Livello minimo della prestazione: Devono essere rispettati i livelli previsti in sede di progetto per
garantire l'integrazione di altri elementi dell'impianto.
02.02.08.C01
Controllo: Controllo generale
Controllo dello stato generale e dell'integrità dei pali per l'illuminazione.
04 - OPERE EDILI
04.04 - Rivestimenti esterni
Codice
Elementi Manutenibili / Requisiti e Prestazioni / Controlli
04.04
Rivestimenti esterni
04.04.R05
Requisito: Attrezzabilità
Tipologia
Frequenza
Le pareti ed i rivestimenti debbono consentire l'installazione di attrezzature.
• Livello minimo della prestazione: Non vi sono livelli minimi prestazionali specifici.
04.05 - Infissi esterni
Codice
Elementi Manutenibili / Requisiti e Prestazioni / Controlli
04.05
Infissi esterni
04.05.R10
Requisito: Pulibilità
Tipologia
Frequenza
Controllo a vista
ogni 6 mesi
Controllo a vista
ogni 12 mesi
Controllo a vista
ogni 12 mesi
Controllo a vista
ogni 12 mesi
Gli infissi devono consentire la rimozione di sporcizia, depositi, macchie, ecc.
• Livello minimo della prestazione: Gli infissi devono essere accessibili ed inoltre è necessario che la
loro altezza da terra sia inferiore a 200 cm e la larghezza delle ante non superiore ai 60 cm in modo
da consentire le operazioni di pulizia rimanendo dall'interno.
04.05.01.C12
04.05.01.C08
04.05.01.C04
04.05.01.C02
04.05.R21
Controllo: Controllo vetri
Controllo uniformità dei vetri e delle sigillature vetro-telaio. Controllare la presenza di depositi o
sporco. Verifica di assenza di anomalie e/o difetti (rottura, depositi, macchie, ecc.).
Controllo: Controllo persiane avvolgibili in plastica
Controllo funzionalità degli organi di manovra e delle parti in vista.
Controllo: Controllo guide di scorrimento
Controllo della funzionalità delle guide di scorrimento.
Controllo: Controllo generale
Controllo delle finiture e dello strato di protezione superficiale, controllo dei giochi e planarità delle
parti.
Requisito: Riparabilità
Pagina 26
Programma di Manutenzione: Sottoprogramma delle Prestazioni
Gli infissi dovranno essere collocati in modo da consentire il ripristino dell'integrità, la funzionalità e
l'efficienza di parti ed elementi soggetti a guasti.
• Livello minimo della prestazione: Gli infissi devono essere accessibili ed inoltre è necessario che la
loro altezza da terra sia inferiore a 200 cm e la larghezza delle ante non superiore ai 60 cm in modo
da consentire le operazioni di pulizia rimanendo dall'interno.
04.05.R22
Requisito: Sostituibilità
Gli infissi dovranno essere realizzati e collocati in modo da consentire la loro sostituibilità, e/o la
collocazione di parti ed elementi essi soggetti a guasti.
• Livello minimo della prestazione: Onde facilitare la sostituzione di intere parti (ante, telai, ecc.), è
inoltre opportuno che l'altezza e la larghezza di coordinazione degli infissi esterni verticali siano
modulari e corrispondenti a quelle previste dalle norme UNI 7864, UNI 7866, UNI 7961, UNI 8861,
UNI 8975 e UNI EN 12519.
04.06 - Coperture piane
Codice
Elementi Manutenibili / Requisiti e Prestazioni / Controlli
04.06
Coperture piane
04.06.R17
Requisito: Sostituibilità
Tipologia
Frequenza
La copertura dovrà essere costituita da elementi tecnici e materiali che facilitano la collocazione di
altri al loro posto.
• Livello minimo della prestazione: In particolare per i prodotti per coperture continue si fa
riferimento alle specifiche previste dalle norme UNI relative alle caratteristiche dimensionali
(lunghezza, larghezza, spessore, ortogonalità, ecc.):
- UNI 8091. Edilizia. Coperture. Terminologia geometrica;
04.07 - Infissi interni
Codice
Elementi Manutenibili / Requisiti e Prestazioni / Controlli
04.07
Infissi interni
04.07.R01
Requisito: Riparabilità
Tipologia
Frequenza
Controllo a vista
ogni 6 mesi
Controllo a vista
ogni 6 mesi
Controllo a vista
ogni 12 mesi
Controllo a vista
ogni 6 mesi
Controllo a vista
ogni 6 mesi
Controllo a vista
ogni 12 mesi
Controllo a vista
ogni 6 mesi
Controllo a vista
ogni 6 mesi
Gli infissi dovranno essere collocati in modo da consentire il ripristino dell'integrità, la funzionalità e
l'efficienza di parti ed elementi soggetti a guasti.
• Livello minimo della prestazione: Gli infissi devono essere accessibili in modo da consentire
agevolmente le operazioni di riparazione. La loro collocazione dovrà rispettare le norme UNI 7864,
UNI 7866, UNI 7961, UNI 7962, UNI 8861 e UNI 8975.
04.07.01.C03
04.07.01.C02
04.07.01.C01
04.07.R02
Controllo: Controllo maniglia
Controllo del corretto funzionamento.
Controllo: Controllo guide di scorrimento
Controllo della loro funzionalità e dell'assenza di depositi nei binari di scorrimento (per porte
scorrevoli).
Controllo: Controllo delle serrature
Controllo della loro funzionalità.
Requisito: Pulibilità
Gli infissi devono consentire la rimozione di sporcizia, depositi, macchie, ecc.
• Livello minimo della prestazione: Gli infissi devono essere accessibili e dimensionati in modo da
consentire le operazioni di pulizia.
04.07.01.C05
04.07.01.C02
04.07.01.C04
04.07.R03
Controllo: Controllo vetri
Controllo uniformità dei vetri e delle sigillature vetro-telaio. Controllare la presenza di depositi o
sporco. Verifica di assenza di anomalie e/o difetti (rottura, depositi, macchie, ecc.).
Controllo: Controllo guide di scorrimento
Controllo della loro funzionalità e dell'assenza di depositi nei binari di scorrimento (per porte
scorrevoli).
Controllo: Controllo parti in vista
Controllo delle parti in vista, delle finiture e dello strato di protezione superficiale (qualora il tipo di
rivestimento lo preveda). Controllo dei fissaggi del telaio al controtelaio.
Requisito: Sostituibilità
Gli infissi dovranno essere realizzati e collocati in modo da consentire la loro sostituibilità, e/o la
collocazione di parti ed elementi essi soggetti a guasti.
• Livello minimo della prestazione: Onde facilitare la sostituzione di intere parti (ante, telai, ecc.), è
inoltre opportuno che l'altezza e la larghezza di coordinazione degli infissi esterni verticali siano
modulari e corrispondenti a quelle previste dalle norme UNI 7864, UNI 7866, UNI 7961, UNI 8861,
UNI 8975 e UNI EN 12519.
04.07.01.C05
04.07.01.C03
Controllo: Controllo vetri
Controllo uniformità dei vetri e delle sigillature vetro-telaio. Controllare la presenza di depositi o
sporco. Verifica di assenza di anomalie e/o difetti (rottura, depositi, macchie, ecc.).
Controllo: Controllo maniglia
Pagina 27
Programma di Manutenzione: Sottoprogramma delle Prestazioni
Controllo del corretto funzionamento.
Pagina 28
Programma di Manutenzione: Sottoprogramma delle Prestazioni
Classe Requisiti
Funzionalità d'uso
01 - OPERE STRADALI
01.02 - Parcheggi
Codice
Elementi Manutenibili / Requisiti e Prestazioni / Controlli
01.02
Parcheggi
01.02.R01
Requisito: Accessibilità
Tipologia
Frequenza
I parcheggi, le aree a sosta, le vie di accesso e di uscita degli stessi devono essere dimensionati ed
organizzati in modo da essere raggiungibile e praticabile, garantire inoltre la sicurezza e
l'accessibilità durante la circolazione da parte dell'utenza.
• Livello minimo della prestazione: Le aree previste a parcheggio dovranno avere in modo indicativo
dimensioni minime:
- autovetture (sistemazione veicoli a 90°): larghezza min. 230-300 cm; lunghezza min. 500-600 cm;
zona di manovra min. 450-600 cm;
- autovetture (sistemazione veicoli a 45°): larghezza min. 230-250 cm; lunghezza min. 450-600 cm;
zona di manovra min. 350 cm;
- box motocicli (sistemazione veicoli a 45°): larghezza min. 100 cm; lunghezza min. 230 cm; zona di
manovra min. 350 cm;
- autobus (sistemazione veicoli a 45°): larghezza min. 350 cm; lunghezza min. 1100 cm; zona di
manovra min. 750 cm;
- autocarri con rimorchio (sistemazione veicoli a 45°): larghezza min. 350 cm; lunghezza min. 2000
cm; zona di manovra min. 400 cm;
- autocarri (sistemazione veicoli a 90°): larghezza min. 400 cm; lunghezza min. 1200 cm; zona di
manovra min. 1200 cm;
- autocarri con rimorchio (sistemazione veicoli a 90°): larghezza min. 400 cm; lunghezza min. 2000
cm; zona di manovra min. 1200 cm.
INOLTRE NEL RISPETTO DELLA VIABILITÀ:
- soste ed aree a parcheggio dovranno essere previste ad almeno >= 600 cm dagli svincoli;
- le aree di sosta lungo i marciapiedi dovranno avere una larghezza >= 200 cm;
- coni di visibilità di 240 cm per lato (per uscita dei parcheggi con accesso prospiciente a
marciapiede);
- coni di visibilità di dimensione per lato che varia in funzione della velocità del traffico (per uscita
dei parcheggi con accesso prospiciente su strada veicolare).
INOLTRE I PARCHEGGI PER PORTATORI DI HANDICAP DOVRANNO AVERE LE SEGUENTI
CARATTERISTICHE:
- parcheggio in aderenza al percorso pedonale;
- larghezza minima del parcheggio non inferiore a 300 cm di cui 170 cm previsti per l'ingombro
dell'autoveicolo ed 130 cm per il movimento del portatore di handicap;
- pendenza masima pari al 20 %;
- pendenza trasversale non superiore al 5%;
- schema distributivo parcheggio a spina di pesce semplice con inclinazione massima di 30°.
02 - IMPIANTI TECNOLOGICI
02.01 - Impianto elettrico
Codice
Elementi Manutenibili / Requisiti e Prestazioni / Controlli
02.01
Impianto elettrico
02.01.R02
Requisito: (Attitudine al) controllo delle dispersioni elettriche
Tipologia
Frequenza
Controllo a vista
ogni mese
Controllo a vista
ogni mese
Controllo a vista
ogni mese
Controllo a vista
ogni 2 mesi
Ispezione a vista
ogni 6 mesi
Per evitare qualsiasi pericolo di folgorazione alle persone, causato da un contatto diretto, i
componenti degli impianti elettrici devono essere dotati di collegamenti equipotenziali con l’impianto
di terra dell’edificio.
02.01.10.C01
02.01.06.C01
02.01.04.C01
02.01.07.C01
02.01.09.C01
• Livello minimo della prestazione: Devono essere rispettati i livelli previsti in sede di progetto e
nell’ambito della dichiarazione di conformità prevista dall'art.7 del D.M. 22 gennaio 2008 n .37.
Controllo: Controllo generale
Verificare la funzionalità dei dispositivi di manovra dei sezionatori. Verificare che ci sia un buon
livello di isolamento e di protezione (livello minimo di protezione da assicurare è IP54) onde evitare
corto circuiti.
Controllo: Controllo generale
Verificare la corretta pressione di serraggio delle viti e delle placchette, e dei coperchi delle cassette.
Verificare che ci sia un buon livello di isolamento e di protezione (livello minimo di protezione da
assicurare è IP54) onde evitare corto circuiti.
Controllo: Controllo generale
Verificare la corretta pressione di serraggio delle viti e delle placchette, e dei coperchi delle cassette.
Verificare che ci sia un buon livello di isolamento e di protezione (livello minimo di protezione da
assicurare è IP54) onde evitare corto circuiti.
Controllo: Controllo centralina di rifasamento
Verificare il corretto funzionamento della centralina di rifasamento.
Controllo: Controllo generale
Pagina 29
Programma di Manutenzione: Sottoprogramma delle Prestazioni
02.01.08.C01
02.01.07.C04
02.01.05.C01
02.01.02.C02
Verificare il corretto serraggio dei fili nei rispettivi serrafili. Controllare che tutti i dispositivi di
regolazione e comando siano funzionanti.
Controllo: Controllo generale
Verificare il corretto serraggio dei fili nei rispettivi serrafili e la corretta posizione della sonda.
Controllare che tutti i dispositivi di regolazione e comando siano funzionanti.
Controllo: Verifica protezioni
Verificare il corretto funzionamento dei fusibili, degli interruttori automatici e dei relè termici.
Controllo: Controllo della tensione
Effettuare una verifica dei valori della tensione di alimentazione per evitare sovraccarichi.
Controllo: Verifica tensione
Misurare la tensione ai morsetti di arrivo utilizzando un voltmetro.
02.01.04
Interruttori
02.01.04.R01
Requisito: Comodità di uso e manovra
Ispezione a vista
ogni 6 mesi
Ispezione a vista
ogni 6 mesi
Ispezione
strumentale
Ispezione
strumentale
ogni 6 mesi
Controllo a vista
ogni mese
Controllo a vista
ogni mese
Controllo a vista
ogni mese
ogni anno
Gli interruttori devono essere realizzati con materiali e componenti aventi caratteristiche di facilità di
uso, di funzionalità e di manovrabilità.
02.01.10.C01
02.01.06.C01
02.01.04.C01
• Livello minimo della prestazione: In particolare l’altezza di installazione dal piano di calpestio dei
componenti deve essere compresa fra 0.40 e 1.40 m, ad eccezione di quei componenti il cui
azionamento avviene mediante comando a distanza (ad. es. telecomando a raggi infrarossi).
Controllo: Controllo generale
Verificare la funzionalità dei dispositivi di manovra dei sezionatori. Verificare che ci sia un buon
livello di isolamento e di protezione (livello minimo di protezione da assicurare è IP54) onde evitare
corto circuiti.
Controllo: Controllo generale
Verificare la corretta pressione di serraggio delle viti e delle placchette, e dei coperchi delle cassette.
Verificare che ci sia un buon livello di isolamento e di protezione (livello minimo di protezione da
assicurare è IP54) onde evitare corto circuiti.
Controllo: Controllo generale
Verificare la corretta pressione di serraggio delle viti e delle placchette, e dei coperchi delle cassette.
Verificare che ci sia un buon livello di isolamento e di protezione (livello minimo di protezione da
assicurare è IP54) onde evitare corto circuiti.
02.01.06
Prese e spine
02.01.06.R01
Requisito: Comodità di uso e manovra
Le prese e spine devono essere realizzate con materiali e componenti aventi caratteristiche di facilità
di uso, di funzionalità e di manovrabilità.
• Livello minimo della prestazione: In particolare l’altezza di installazione dal piano di calpestio dei
componenti deve essere compresa fra 0.40 e 1.40 m, ad eccezione di quei componenti il cui
azionamento avviene mediante comando a distanza (ad. es. telecomando a raggi infrarossi).
02.01.10
Sezionatore
02.01.10.R01
Requisito: Comodità di uso e manovra
I sezionatori devono essere realizzati con materiali e componenti aventi caratteristiche di facilità di
uso, di funzionalità e di manovrabilità.
• Livello minimo della prestazione: In particolare l’altezza di installazione dal piano di calpestio dei
componenti deve essere compresa fra 0.40 e 1.40 m.
02.02 - Impianto di illuminazione
Codice
Elementi Manutenibili / Requisiti e Prestazioni / Controlli
02.02
Impianto di illuminazione
02.02.R03
Requisito: (Attitudine al) controllo delle dispersioni elettriche
Tipologia
Frequenza
Controllo a vista
ogni mese
Controllo a vista
ogni mese
Controllo a vista
ogni mese
Controllo a vista
ogni mese
Per evitare qualsiasi pericolo di folgorazione alle persone, causato da un contatto diretto, i
componenti degli impianti di illuminazione devono essere dotati di collegamenti equipotenziali con
l’impianto di terra dell’edificio.
02.02.10.C01
02.02.05.C01
02.02.04.C01
02.02.03.C01
02.02.R06
• Livello minimo della prestazione: Devono essere rispettati i livelli previsti in sede di progetto e
nell’ambito della dichiarazione di conformità prevista dall'art.7 del D.M. 22 gennaio 2008 n .37.
Controllo: Controllo generale
Controllare la corretta posizione dei riflettori e l'integrità delle lampadine. Verificare la pulizia della
superficie dei riflettori.
Controllo: Controllo generale
Controllo dello stato generale e dell'integrità delle lampadine.
Controllo: Controllo generale
Controllo dello stato generale e dell'integrità delle lampadine.
Controllo: Controllo generale
Controllo dello stato generale e dell'integrità delle lampadine.
Requisito: Comodità di uso e manovra
Gli impianti di illuminazione devono essere realizzati con materiali e componenti aventi caratteristiche
di facilità di uso, di funzionalità e di manovrabilità.
• Livello minimo della prestazione: In particolare l’altezza di installazione dal piano di calpestio dei
Pagina 30
Programma di Manutenzione: Sottoprogramma delle Prestazioni
componenti deve essere compresa fra 0.40 e 1.40 m, ad eccezione di quei componenti il cui
azionamento avviene mediante comando a distanza (ad. es. telecomando a raggi infrarossi).
02.02.10.C01
02.02.05.C01
02.02.04.C01
02.02.03.C01
Controllo: Controllo generale
Controllare la corretta posizione dei riflettori e l'integrità delle lampadine. Verificare la pulizia della
superficie dei riflettori.
Controllo: Controllo generale
Controllo dello stato generale e dell'integrità delle lampadine.
Controllo: Controllo generale
Controllo dello stato generale e dell'integrità delle lampadine.
Controllo: Controllo generale
Controllo dello stato generale e dell'integrità delle lampadine.
02.02.01
Bollard (paletti)
02.02.01.R01
Requisito: Efficienza luminosa
Controllo a vista
ogni mese
Controllo a vista
ogni mese
Controllo a vista
ogni mese
Controllo a vista
ogni mese
Controllo a vista
ogni 3 mesi
Ispezione
ogni 3 mesi
Controllo a vista
ogni 3 mesi
Ispezione
ogni 3 mesi
Controllo a vista
ogni 3 mesi
Ispezione
ogni 3 mesi
Controllo a vista
ogni 3 mesi
Ispezione
ogni 3 mesi
Controllo a vista
ogni 3 mesi
Ispezione
ogni 3 mesi
Controllo a vista
ogni 3 mesi
Ispezione
ogni 3 mesi
Controllo a vista
ogni 3 mesi
Controllo a vista
ogni 3 mesi
Ispezione
ogni 3 mesi
I componenti che sviluppano un flusso luminoso devono garantire una efficienza luminosa non
inferiore a quella stabilita dai costruttori delle lampade.
• Livello minimo della prestazione: Devono essere rispettati i livelli previsti in sede di progetto.
02.02.11.C02
02.02.11.C01
02.02.09.C02
02.02.09.C01
02.02.07.C02
02.02.07.C01
02.02.06.C02
02.02.06.C01
02.02.01.R02
Controllo: Controllo generale
Controllo dell'integrità dei pali verificando lo stato di tenuta del rivestimento, delle connessioni e
dell'ancoraggio a terra e degli sbracci.
Controllo: Controllo corpi illuminanti
Verificare l'efficienza dei reattori, starter, condensatori, lampade ed altri accessori.
Controllo: Controllo generale
Controllo dell'integrità dei pali verificando lo stato di tenuta del rivestimento, delle connessioni e
dell'ancoraggio a terra.
Controllo: Controllo corpi illuminanti
Verificare l'efficienza dei reattori, starter, condensatori, lampade ed altri accessori.
Controllo: Controllo generale
Controllo dell'integrità dei pali verificando lo stato di tenuta del rivestimento, delle connessioni e
dell'ancoraggio a terra.
Controllo: Controllo corpi illuminanti
Verificare l'efficienza dei reattori, starter, condensatori, lampade ed altri accessori.
Controllo: Controllo generale
Controllo dell'integrità dei lampioni verificando lo stato di tenuta del rivestimento, delle connessioni e
dell'ancoraggio a terra.
Controllo: Controllo corpi illuminanti
Verificare l'efficienza dei reattori, starter, condensatori, lampade ed altri accessori.
Requisito: Impermeabilità ai liquidi
I componenti dei paletti devono essere in grado di evitare il passaggio di fluidi liquidi per evitare alle
persone qualsiasi pericolo di folgorazione per contatto diretto secondo quanto prescritto dalla
normativa.
• Livello minimo della prestazione: Devono essere garantiti un livello di protezione almeno pari ad
IP54.
02.02.11.C02
02.02.11.C01
02.02.09.C02
02.02.09.C01
02.02.07.C02
02.02.06.C02
02.02.06.C01
Controllo: Controllo generale
Controllo dell'integrità dei pali verificando lo stato di tenuta del rivestimento, delle connessioni e
dell'ancoraggio a terra e degli sbracci.
Controllo: Controllo corpi illuminanti
Verificare l'efficienza dei reattori, starter, condensatori, lampade ed altri accessori.
Controllo: Controllo generale
Controllo dell'integrità dei pali verificando lo stato di tenuta del rivestimento, delle connessioni e
dell'ancoraggio a terra.
Controllo: Controllo corpi illuminanti
Verificare l'efficienza dei reattori, starter, condensatori, lampade ed altri accessori.
Controllo: Controllo generale
Controllo dell'integrità dei pali verificando lo stato di tenuta del rivestimento, delle connessioni e
dell'ancoraggio a terra.
Controllo: Controllo generale
Controllo dell'integrità dei lampioni verificando lo stato di tenuta del rivestimento, delle connessioni e
dell'ancoraggio a terra.
Controllo: Controllo corpi illuminanti
Verificare l'efficienza dei reattori, starter, condensatori, lampade ed altri accessori.
02.02.06
Lampioni a braccio
02.02.06.R01
Requisito: Efficienza luminosa
I componenti che sviluppano un flusso luminoso devono garantire una efficienza luminosa non
inferiore a quella stabilita dai costruttori delle lampade.
• Livello minimo della prestazione: Devono essere rispettati i livelli previsti in sede di progetto.
02.02.06.R02
Requisito: Impermeabilità ai liquidi
I componenti dei lampioni devono essere in grado di evitare il passaggio di fluidi liquidi per evitare
alle persone qualsiasi pericolo di folgorazione per contatto diretto secondo quanto prescritto dalla
normativa.
• Livello minimo della prestazione: Devono essere rispettati i livelli previsti in sede di progetto.
Pagina 31
Programma di Manutenzione: Sottoprogramma delle Prestazioni
02.02.07
Lampioni singoli
02.02.07.R01
Requisito: Efficienza luminosa
I componenti che sviluppano un flusso luminoso devono garantire una efficienza luminosa non
inferiore a quella stabilita dai costruttori delle lampade.
• Livello minimo della prestazione: Devono essere rispettati i livelli previsti in sede di progetto.
02.02.07.R02
Requisito: Impermeabilità ai liquidi
I componenti dei lampioni devono essere in grado di evitare il passaggio di fluidi liquidi per evitare
alle persone qualsiasi pericolo di folgorazione per contatto diretto secondo quanto prescritto dalla
normativa.
• Livello minimo della prestazione: Devono essere rispettati i livelli previsti in sede di progetto.
02.02.09
Pali in acciaio
02.02.09.R01
Requisito: Efficienza luminosa
I componenti che sviluppano un flusso luminoso devono garantire una efficienza luminosa non
inferiore a quella stabilita dai costruttori delle lampade.
• Livello minimo della prestazione: Devono essere rispettati i livelli previsti in sede di progetto.
02.02.09.R02
Requisito: Impermeabilità ai liquidi
I componenti dei lampioni devono essere in grado di evitare il passaggio di fluidi liquidi per evitare
alle persone qualsiasi pericolo di folgorazione per contatto diretto secondo quanto prescritto dalla
normativa.
• Livello minimo della prestazione: Devono essere rispettati i livelli previsti in sede di progetto.
02.02.11
Sbracci in acciaio
02.02.11.R01
Requisito: Efficienza luminosa
I componenti che sviluppano un flusso luminoso devono garantire una efficienza luminosa non
inferiore a quella stabilita dai costruttori delle lampade.
• Livello minimo della prestazione: Devono essere rispettati i livelli previsti in sede di progetto.
02.02.11.R02
Requisito: Impermeabilità ai liquidi
I componenti dei lampioni devono essere in grado di evitare il passaggio di fluidi liquidi per evitare
alle persone qualsiasi pericolo di folgorazione per contatto diretto secondo quanto prescritto dalla
normativa.
• Livello minimo della prestazione: Devono essere rispettati i livelli previsti in sede di progetto.
02.06 - Impianto telefonico
Codice
Elementi Manutenibili / Requisiti e Prestazioni / Controlli
02.06.01
Alimentatori
02.06.01.R01
Requisito: Comodità di uso e manovra
Tipologia
Frequenza
Ispezione a vista
ogni 12 mesi
Ispezione a vista
ogni 12 mesi
Ispezione a vista
ogni 12 mesi
Ispezione a vista
ogni 12 mesi
L'alimentatore ed i suoi componenti devono presentare caratteristiche di facilità di uso, di funzionalità
e di manovrabilità.
• Livello minimo della prestazione: E’ possibile controllare l’altezza di installazione dal piano di
calpestio dei componenti utilizzabili dagli utenti per le normali operazioni di comando, regolazione
e controllo, verificando anche l’assenza di ostacoli che ne impediscano un’agevole manovra.
02.06.03.C02
Controllo: Controllo generale
Controllare la funzionalità della centrale e la capacità di carica degli accumulatori.
02.06.01.R02
Requisito: Efficienza
L'alimentatore deve essere in grado di mantenere inalterate nel tempo le proprie capacità di
rendimento assicurando un buon funzionamento.
• Livello minimo della prestazione: Le prestazioni minime richieste all'alimentatore devono essere
quelle indicate dal produttore.
02.06.04.C01
02.06.03.C02
02.06.02.C01
Controllo: Controllo generale
Controllare la funzionalità degli apparecchi telefonici.
Controllo: Controllo generale
Controllare la funzionalità della centrale e la capacità di carica degli accumulatori.
Controllo: Controllo generale
Controllare la funzionalità degli apparecchi telefonici.
02.06.02
Apparecchi telefonici
02.06.02.R01
Requisito: Efficienza
Gli apparecchi telefonici deve essere in grado di mantenere inalterate nel tempo le proprie capacità di
rendimento assicurando un buon funzionamento.
• Livello minimo della prestazione: Le prestazioni minime richieste agli apparecchi telefonici devono
Pagina 32
Programma di Manutenzione: Sottoprogramma delle Prestazioni
essere quelle indicate dal produttore.
02.06.03
Centrale telefonica
02.06.03.R01
Requisito: Comodità di uso e manovra
La centrale telefonica ed i suoi componenti devono presentare caratteristiche di facilità di uso, di
funzionalità e di manovrabilità.
• Livello minimo della prestazione: E’ possibile controllare l’altezza di installazione dal piano di
calpestio dei componenti utilizzabili dagli utenti per le normali operazioni di comando, regolazione
e controllo, verificando anche l’assenza di ostacoli che ne impediscano un’agevole manovra. Per
l'armadietto per terminale unificato, posizionato in apposito incasso, si deve verificare l'altezza dal
pavimento che deve essere compresa tra i 90 e i 120 cm.
02.06.03.R02
Requisito: Efficienza
La centrale telefonica deve essere in grado di mantenere inalterate nel tempo le proprie capacità di
rendimento assicurando un buon funzionamento.
• Livello minimo della prestazione: Le prestazioni minime richieste alle centrali telefoniche devono
essere quelle indicate dal produttore.
02.06.04
Pulsantiere
02.06.04.R01
Requisito: Efficienza
Gli apparecchi telefonici deve essere in grado di mantenere inalterate nel tempo le proprie capacità di
rendimento assicurando un buon funzionamento.
• Livello minimo della prestazione: Le prestazioni minime richieste agli apparecchi telefonici devono
essere quelle indicate dal produttore.
02.08 - Impianto antintrusione e controllo
accessi
Codice
Elementi Manutenibili / Requisiti e Prestazioni / Controlli
02.08
Impianto antintrusione e controllo accessi
02.08.R06
Requisito: Resistenza alla vibrazione
Tipologia
Frequenza
Gli elementi dell'impianto antintrusione devono essere idonei e posti in opera in modo da resistere alle
vibrazioni che dovessero insorgere nell'ambiente di impiego senza compromettere il regolare
funzionamento.
• Livello minimo della prestazione: Alla fine della prova il campione deve essere controllato al fine di
evidenziare che le tensioni in uscita siano entro le specifiche dettate dalle norme.
02.08.03
Pannello degli allarmi
02.08.03.R01
Requisito: Efficienza
Il pannello degli allarmi deve entrare nella condizione di allarme incendio a seguito della ricezione
dei segnali e dopo che gli stessi siano stati elaborati ed interpretati come allarme incendio dalla
centrale.
• Livello minimo della prestazione: La condizione di allarme incendio deve essere indicata senza
alcun intervento manuale e viene attuata con una segnalazione luminosa ed una segnalazione visiva
delle zone in allarme.
02.09 - Impianto audio annunci emergenze
Codice
Elementi Manutenibili / Requisiti e Prestazioni / Controlli
02.09
Impianto audio annunci emergenze
02.09.R01
Requisito: (Attitudine al) controllo delle dispersioni elettriche
Tipologia
Frequenza
Ispezione
strumentale
ogni 2 mesi
Per evitare qualsiasi pericolo di folgorazione alle persone, causato da un contatto diretto, i
componenti degli impianti audio devono essere dotati di collegamenti equipotenziali con l’impianto di
terra dell’edificio.
• Livello minimo della prestazione: Devono essere rispettati i livelli previsti in sede di progetto e
nell’ambito della dichiarazione di conformità prevista dall'art.7 del D.M. 22 gennaio 2008 n .37.
02.09.05.C01
Controllo: Controllo generale inverter
Verificare lo stato di funzionamento del quadro di parallelo invertitori misurando alcuni parametri
quali le tensioni, le correnti e le frequenze di uscita dall'inverter. Effettuare le misurazioni della
potenza in uscita su inverter-rete.
02.09.06
Unità centrale
02.09.06.R02
Requisito: Resistenza alla vibrazione
I materiali ed i componenti della unità centrale devono essere realizzati con materiali idonei e posti in
opera in modo da resistere alle vibrazioni che dovessero insorgere nell'ambiente di impiego.
• Livello minimo della prestazione: Il campione deve essere sottoposto alla prova di vibrazioni
Pagina 33
Programma di Manutenzione: Sottoprogramma delle Prestazioni
applicando i seguenti carichi:
- gamma di frequenza: da 10 Hz a 150 Hz;
- ampiezza di accelerazione: 0,981 m/s2;
- numero degli assi: 3;
- numero di cicli per asse: 1 per ciascuna condizione di funzionamento.
Alla fine della prova il campione deve essere controllato al fine di evidenziare che le tensioni in
uscita siano entro le specifiche e deve essere verificata visivamente l’assenza di danni meccanici,
sia internamente che esternamente.
05 - OPERE IDRAULICHE
05.01 - Impianto acquedotto
Codice
Elementi Manutenibili / Requisiti e Prestazioni / Controlli
05.01.05
Valvole a saracinesca (saracinesche)
05.01.05.R01
Requisito: (Attitudine al) controllo della tenuta
Tipologia
Frequenza
Le valvole devono garantire la tenuta ad una pressione d’acqua interna uguale al maggiore dei due
valori: la pressione di prova ammissibile (PPA) o 1,5 volte la pressione di esercizio ammissibile
(PEA).
• Livello minimo della prestazione: Per verificare questo requisito una valvola (montata in opera)
viene sottoposta a prova con pressione d’acqua secondo quanto indicato dalla norma UNI EN 1074
o ad una prova con pressione d’aria a 6 bar. Al termine della prova non deve esserci alcuna perdita
rilevabile visibilmente.
05.02 - Impianto fognario acque bianche e
acque nere
Codice
Elementi Manutenibili / Requisiti e Prestazioni / Controlli
05.02.03
Stazioni di sollevamento
05.02.03.R02
Requisito: (Attitudine al) controllo delle dispersioni elettriche
Tipologia
Frequenza
Il gruppo di pompaggio deve essere protetto da un morsetto di terra contro la formazione di cariche
positive. Il morsetto di terra deve essere collegato direttamente ad un conduttore di terra.
• Livello minimo della prestazione: L’apparecchiatura elettrica deve funzionare in modo sicuro
nell’ambiente e nelle condizioni di lavoro specificate ed alle caratteristiche e tolleranze di
alimentazione elettrica dichiarate, tenendo conto delle disfunzioni prevedibili.
06 - IMPIANTO DI IRRIGAZIONE
06.01 - Aree a verde
Codice
Elementi Manutenibili / Requisiti e Prestazioni / Controlli
06.01.01
Elettrovalvole
06.01.01.R02
Requisito: Resistenza al gelo
Tipologia
Frequenza
Aggiornamento
ogni mese
Gli elementi costituenti le elettrovalvole devono essere realizzati con materiali in grado di non subire
disgregazioni o dissoluzioni per effetto del ghiaccio.
• Livello minimo della prestazione: Per verificare la tenuta ad infiltrazioni di acqua gli elementi
dell'impianto vengono sottoposti a prove di verifica con le modalità indicate dalla norma UNI di
settore. Al termine della prova si deve verificare l'assenza di difetti o segni di cedimento.
06.01.02
Irrigatori statici
06.01.02.R01
Requisito: (Attitudine al) controllo della portata dei fluidi
Gli irrigatori devono essere in grado di garantire durante il funzionamento la portata e la pressione
richiesti dall'impianto.
• Livello minimo della prestazione: I valori della portata variano in funzione del diametro delle
tubazioni e degli ugelli degli irrigatori.
06.01.02.C01
Controllo: Controllo generale
Verificare la corretta posizione degli irrigatori controllando che non vi siano ostacoli che impediscono
il getto dell'acqua. Verificare la tenuta delle valvole e la funzionalità delle molle.
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Programma di Manutenzione: Sottoprogramma delle Prestazioni
Classe Requisiti
Funzionalità in emergenza
02 - IMPIANTI TECNOLOGICI
02.02 - Impianto di illuminazione
Codice
Elementi Manutenibili / Requisiti e Prestazioni / Controlli
02.02
Impianto di illuminazione
02.02.R13
Requisito: Regolabilità
Tipologia
Frequenza
Controllo a vista
ogni mese
Controllo a vista
ogni mese
Controllo a vista
ogni mese
Controllo a vista
ogni mese
I componenti degli impianti di illuminazione devono essere in grado di consentire adeguamenti
funzionali da parte di operatori specializzati.
• Livello minimo della prestazione: Devono essere rispettati i livelli previsti in sede di progetto.
02.02.10.C01
02.02.05.C01
02.02.04.C01
02.02.03.C01
Controllo: Controllo generale
Controllare la corretta posizione dei riflettori e l'integrità delle lampadine. Verificare la pulizia della
superficie dei riflettori.
Controllo: Controllo generale
Controllo dello stato generale e dell'integrità delle lampadine.
Controllo: Controllo generale
Controllo dello stato generale e dell'integrità delle lampadine.
Controllo: Controllo generale
Controllo dello stato generale e dell'integrità delle lampadine.
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Programma di Manutenzione: Sottoprogramma delle Prestazioni
Classe Requisiti
Funzionalità tecnologica
01 - OPERE STRADALI
01.01 - Strade
Codice
Elementi Manutenibili / Requisiti e Prestazioni / Controlli
01.01
Strade
01.01.R01
Requisito: Accessibilità
Tipologia
Frequenza
Controllo
ogni mese
Le strade, le aree a sosta e gli altri elementi della viabilità devono essere dimensionati ed organizzati
in modo da essere raggiungibile e praticabile, garantire inoltre la sicurezza e l'accessibilità durante la
circolazione da parte dell'utenza.
• Livello minimo della prestazione: CARREGGIATA: larghezza minima pari ai 3,50 m; deve essere
dotata di sovrastruttura estesa per una larghezza di 0,30 m da entrambi i lati della carreggiata;
STRISCIA DI DELIMITAZIONE verso la banchina: deve avere larghezza pari a 0,12 m nelle
strade di tipo F, deve avere larghezza pari a 0,15 m nelle strade di tipo C,D,E; deve avere larghezza
pari a 0,25 m nelle strade di tipo A,B; la striscia di separazione tra una corsia di marcia e una
eventuale corsia supplementare per veicoli lenti deve avere larghezza => a 0,20 m;
BANCHINA: deve avere una larghezza minima pari a: 2,50 m nelle strade di tipo A;1,75 m nelle
strade di tipo B; 1,50 nelle strade di tipo C; 1,00 m nelle strade di tipo D e F (extraurbane); 0,50 m
nelle strade di tipo E e F (Urbane);
CIGLI O ARGINELLI IN RILEVATO: hanno profondità >= 0,75 m nelle strade di tipo A, D, C, D e
>= 0,50 m per le strade di tipo E e F;
CUNETTE: devono avere una larghezza >= 0,80 m;
PIAZZOLE DI SOSTE: le strade di tipo B, C, e F extraurbane devono essere dotate di piazzole di
sosta con dimensioni minime: larghezza 3,00 m; lunghezza 20,00 m + 25,00 m + 20,00 m;
PENDENZA LONGITUDINALE: nelle strade di tipo A (Urbane), B e D = 6%; nelle strade di tipo
C = 7%; nelle strade di tipo E = 8%; nelle strade di tipo F = 10%; nelle strade di tipo A
(extraurbane) = 5%;
PENDENZA TRASVERSALE: nei rettifili 2,5 %; nelle curve compresa fra 3,5% e 7%.
CARATTERISTICHE GEOMETRICHE MINIME DELLA SEZIONE STRADALE (BOLL. UFF. CNR
N.60 DEL 26.4.1978)
STRADE PRIMARIE
Tipo di carreggiate: a senso unico separate da spartitraffico
Larghezza corsie: 3,50 m
N. corsie per senso di marcia: 2 o più
Larghezza minima spartitraffico centrale: 1,60 m con barriere
Larghezza corsia di emergenza: 3,00 m
Larghezza banchine: Larghezza minima marciapiedi: Larghezza minima fasce di pertinenza: 20 m
STRADE DI SCORRIMENTO
Tipo di carreggiate: Separate ovunque possibile
Larghezza corsie: 3,25 m
N. corsie per senso di marcia: 2 o più
Larghezza minima spartitraffico centrale: 1,10 m con barriere
Larghezza corsia di emergenza: Larghezza banchine: 1,00 m
Larghezza minima marciapiedi: 3,00 m
Larghezza minima fasce di pertinenza: 15 m
STRADE DI QUARTIERE
Tipo di carreggiate: a unica carreggiata in doppio senso
Larghezza corsie: 3,00 m
N. corsie per senso di marcia: 1 o più con cordolo sagomato o segnaletica
Larghezza minima spartitraffico centrale: 0,50 m
Larghezza corsia di emergenza: Larghezza banchine: 0,50 m
Larghezza minima marciapiedi: 4,00 m
Larghezza minima fasce di pertinenza: 12m
STRADE LOCALI
Tipo di carreggiate: a unica carreggiata in doppio senso
Larghezza corsie: 2,75 m
N. corsie per senso di marcia: 1 o più
Larghezza minima spartitraffico centrale: Larghezza corsia di emergenza: Larghezza banchine: 0,50 m
Larghezza minima marciapiedi: 3,00 m
Larghezza minima fasce di pertinenza: 5,00 m
01.01.01.C01
Controllo: Controllo generale
Controllo dello stato generale. Verifica dell'assenza di eventuali buche e/o altre anomalie (cedimenti,
sollevamenti, difetti di pendenza, fessurazioni, ecc.). Controllo dello stato dei giunti. Controllo
dell'integrità della striscia di segnaletica di margine verso la banchina.
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Programma di Manutenzione: Sottoprogramma delle Prestazioni
01.01.03
Cigli o arginelli
01.01.03.R01
Requisito: Conformità geometrica
I cigli o arginelli dovranno essere dimensionati in conformità alle geometrie stradali.
• Livello minimo della prestazione: L'arginello dovrà avere una altezza rispetto la banchina di 5 - 10
cm. Esso sarà raccordato alla scarpata mediante un arco le cui tangenti siano di lunghezza non
inferiore a 0.50 m. Inoltre:
- per le strade di tipo A - B - C - D la dimensione del ciglio o arginello in rilevato sarà >= 0,75 m;
- per le strade di tipo E - F
la dimensione del ciglio o arginello in rilevato sarà >= 0,50 m.
01.01.03.C01
Controllo: Controllo generale
Controllo dello stato di cigli e cunette. Verifica del corretto deflusso delle acque e delle pendenze.
Controllo dell'assenza di depositi, detriti e di vegetazione in eccesso.
Controllo a vista
ogni 3 mesi
01.05 - Segnaletica stradale verticale
Codice
Elementi Manutenibili / Requisiti e Prestazioni / Controlli
01.05
Segnaletica stradale verticale
01.05.R01
Requisito: Percettibilità
Tipologia
Frequenza
Controllo
ogni 3 mesi
Controllo
ogni 3 mesi
I segnali dovranno essere dimensionati e posizionati in modo da essere visibili dagli utenti della
strada.
• Livello minimo della prestazione: Salvo prescrizioni particolari:
POSIZIONAMENTO DEI SEGNALI DI INDICAZIONE IN FUNZIONE DELLE VELOCITÀ
-Velocità (km/h): 50 - Spazio di avvistamento (m): 100
-Velocità (km/h): 70 - Spazio di avvistamento (m): 140
-Velocità (km/h): 90 - Spazio di avvistamento (m): 170
-Velocità (km/h): 110 - Spazio di avvistamento (m): 200
-Velocità (km/h): 130 - Spazio di avvistamento (m): 150
POSIZIONAMENTO DEI SEGNALI DI INDICAZIONE IN FUNZIONE DELLE VELOCITÀ (Intersezioni con corsia di decelerazione)
-Velocità (km/h): 90 - Spazio di avvistamento (m): 30
-Velocità (km/h): 110 - Spazio di avvistamento (m): 40
-Velocità (km/h): 130 - Spazio di avvistamento (m): 50
POSIZIONAMENTO DEI SEGNALI DI INDICAZIONE IN FUNZIONE DELLE VELOCITÀ (Intersezioni senza corsia di decelerazione)
-Velocità (km/h): 50 - Spazio di avvistamento (m): 60
-Velocità (km/h): 70 - Spazio di avvistamento (m): 80
-Velocità (km/h): 90 - Spazio di avvistamento (m): 100
-Velocità (km/h): 110 - Spazio di avvistamento (m): 130
01.05.01.C01
01.05.R02
-I segnali da ubicare lateralmente alla sede stradale devono essere posizionati a distanza <30 cm e
non > 100 cm dal ciglio del marciapiede e/o della banchina;
-I paletti di sostegno dei segnali devono essere posizionati a distanza non inferiore a 50 cm dal
ciglio del marciapiede e/o della banchina;
-I segnali da ubicare lateralmente alla sede stradale devono avere un'altezza minima di 60 cm e
massima di 220 cm;
-I segnali da ubicare lungo le strade non devono essere posizionati ad altezze >450 cm;
-I segnali da ubicare lungo i marciapiedi devono essere posizionati ad altezza minima di 220cm;
-I segnali posizionati al di sopra della carreggiata devono avere un'altezza minima di 510 cm.
Controllo: Controllo generale
Controllare l'assenza di eventuali anomalie. Controllare l'aspetto cromatico ed in particolare la
consistenza dei colori corrispondenti alle diverse simbologie. Controllare l'efficienza della segnaletica
ed in particolare la visibilità in condizioni diverse (diurne, notturne, con luce artificiale, con nebbia,
ecc.). Controllare la disposizione dei segnali in funzione della logica e disciplina di circolazione
dell'utenza anche in funzione dei piani di traffico stradale.
Requisito: Rinfrangenza
I segnali dovranno avere caratteristiche di rifrangenza.
• Livello minimo della prestazione: I segnali potranno essere realizzati mediante applicazione di
pellicole retroriflettenti con le seguenti classi di riferimento: -classe 1 (con normale risposta
luminosa di durata minima di 7 anni); -classe 2 (ad alta risposta luminosa di durata minima di 10
anni).
01.05.01.C01
Controllo: Controllo generale
Controllare l'assenza di eventuali anomalie. Controllare l'aspetto cromatico ed in particolare la
consistenza dei colori corrispondenti alle diverse simbologie. Controllare l'efficienza della segnaletica
ed in particolare la visibilità in condizioni diverse (diurne, notturne, con luce artificiale, con nebbia,
ecc.). Controllare la disposizione dei segnali in funzione della logica e disciplina di circolazione
dell'utenza anche in funzione dei piani di traffico stradale.
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Programma di Manutenzione: Sottoprogramma delle Prestazioni
01.06 - Segnaletica stradale orizzontale
Codice
Elementi Manutenibili / Requisiti e Prestazioni / Controlli
01.06
Segnaletica stradale orizzontale
01.06.R01
Requisito: Colore
Tipologia
Frequenza
Rappresenta la consistenza della cromaticità che la segnaletica orizzontale deve possedere in
condizioni normali.
• Livello minimo della prestazione: Il fattore di luminanza Beta deve essere conforme alla tabella 5
per quanto riguarda la segnaletica orizzontale asciutta. Le coordinate di cromaticità x, y per
segnaletica orizzontale asciutta devono trovarsi all'interno delle regioni definite dai vertici forniti
nella tabella 6 (UNI 1436).
TABELLA 5 - CLASSI DEL FATTORE DI LUMINANZA Beta PER SEGNALETICA ORIZZONTALE
ASCIUTTA
COLORE DEL SEGNALE ORIZZONTALE: BIANCO
Tipo di manto stradale: ASFALTO;
- Classe: B0 - Fattore minimo di luminanza Beta: Nessun requisito;
- Classe: B2 - Fattore minimo di luminanza Beta: Beta >= 0,30;
- Classe: B3 - Fattore minimo di luminanza Beta: Beta >= 0,40;
- Classe: B4 - Fattore minimo di luminanza Beta: Beta >= 0,50;
- Classe: B5 - Fattore minimo di luminanza Beta: Beta >= 0,60;
Tipo di manto stradale: CEMENTO;
- Classe: B0 - Fattore minimo di luminanza Beta: Nessun requisito;
- Classe: B3 - Fattore minimo di luminanza Beta: Beta >= 0,40;
- Classe: B4 - Fattore minimo di luminanza Beta: Beta >= 0,50;
- Classe: B5 - Fattore minimo di luminanza Beta: Beta >= 0,60;
COLORE DEL SEGNALE ORIZZONTALE: GIALLO
- Classe: B0 - Fattore minimo di luminanza Beta: Nessun requisito;
- Classe: B1 - Fattore minimo di luminanza Beta: Beta >= 0,20;
- Classe: B2 - Fattore minimo di luminanza Beta: Beta >= 0,30;
- Classe: B3 - Fattore minimo di luminanza Beta: Beta >= 0,40;
NOTE: La classe B0 si applica quando la visibilità di giorno si ottiene attraverso il valore del
coefficiente di luminanza in condizioni di illuminazione diffusa Qd.
TABELLA 6 - VERTICI DELLE REGIONI DI CROMATICITÀ PER SEGNALETICA ORIZZONTALE
BIANCA E GIALLA
SEGNALETICA ORIZZONTALE: BIANCA
- Vertice 1: X=0.355 - Y=0.355;
- Vertice 2: X=0.305 - Y=0.305;
- Vertice 3: X=0.285 - Y=0.325;
- Vertice 4: X=0.335 - Y=0.375;
SEGNALETICA ORIZZONTALE: GIALLA (CLASSE Y1)
- Vertice 1: X=0.443 - Y=0.399;
- Vertice 2: X=0.545 - Y=0.455;
- Vertice 3: X=0.465 - Y=0.535;
- Vertice 4: X=0.389 - Y=0.431;
SEGNALETICA ORIZZONTALE: GIALLA (CLASSE Y2)
- Vertice 1: X=0.494 - Y=0.427;
- Vertice 2: X=0.545 - Y=0.455;
- Vertice 3: X=0.465 - Y=0.535;
- Vertice 4: X=0.427 - Y=0.483;
NOTE: Le classi Y1 e Y2 di segnaletica orizzontale gialla si riferiscono rispettivamente alla
segnaletica orizzontale permanente
01.06.R02
Requisito: Resistenza al derapaggio
Qualità della resistenza al derapaggio (SRT) della superficie stradale bagnata misurata sulla base
dell’attrito a bassa velocità esercitato da un cursore di gomma sulla superficie stessa, abbreviata nel
seguito in SRT.
• Livello minimo della prestazione: Il valore della resistenza al derapaggio, espresso in unità SRT,
deve essere conforme a quello specificato nella tabella 7 (UNI 1436). L'apparecchiatura di prova è
costituita da un pendolo oscillante provvisto di un cursore di gomma all'estremità libera. Viene
misurata la perdita di energia causata dall'attrito del cursore su una lunghezza specificata della
superficie stradale. Il risultato è espresso in unità SRT.
TABELLA 7 - CLASSI DI RESISTENZA AL DERAPAGGIO
-Classe: S0 - Valore SRT minimo: Nessun requisito;
-Classe: S1 - Valore SRT minimo: S1 SRT >= 45;
-Classe: S2 - Valore SRT minimo: S1 SRT >= 50;
-Classe: S3 - Valore SRT minimo: S1 SRT >= 55;
-Classe: S4 - Valore SRT minimo: S1 SRT >= 60;
-Classe: S5 - Valore SRT minimo: S1 SRT >= 65;
01.06.R03
Requisito: Retroriflessione
Rappresenta la riflessione espressa in valori, per gli utenti della strada, della segnaletica orizzontale
bianca e gialla in condizioni di illuminazione con i proiettori dei veicoli.
• Livello minimo della prestazione: Per misurare la retroriflessione in condizioni di illuminazione con
i proiettori dei veicoli si deve utilizzare il coefficiente di luminanza retroriflessa R L. La
Pagina 38
Programma di Manutenzione: Sottoprogramma delle Prestazioni
misurazione deve essere espressa come mcd / (m2 · lx). In condizioni di superficie stradale asciutta,
la segnaletica orizzontale deve essere conforme alla tabella 2, mentre, in condizioni di bagnato,
deve essere conforme alla tabella 3 e, in condizioni di pioggia, alla tabella 4.
Nota: il coefficiente di luminanza retroriflessa rappresenta la luminosità di un segnale orizzontale
come viene percepita dai conducenti degli autoveicoli in condizioni di illuminazione con i proiettori
dei propri veicoli (UNI 1436).
TABELLA 2 - CLASSI DI R L PER SEGNALETICA ORIZZONTALE ASCIUTTA
Tipo e colore del segnale orizzontale: PERMANENTE BIANCO
- Classe: R0; Coeff. Min. di luminanza retroriflessa RL [mcd·(m^-2)·(lx^-1)]: Nessun requisito;
- Classe: R2; Coeff. Min. di luminanza retroriflessa RL [mcd·(m^-2)·(lx^-1)]: RL >= 100;
- Classe: R4; Coeff. Min. di luminanza retroriflessa RL [mcd·(m^-2)·(lx^-1)]: RL >= 200;
- Classe: R5; Coeff. Min. di luminanza retroriflessa RL [mcd·(m^-2)·(lx^-1)]: RL >= 300;
Tipo e colore del segnale orizzontale: PERMANENTE GIALLO
- Classe: R0; Coeff. Min. di luminanza retroriflessa RL [mcd·(m^-2)·(lx^-1)]: Nessun requisito;
- Classe: R1; Coeff. Min. di luminanza retroriflessa RL [mcd·(m^-2)·(lx^-1)]: RL >= 80;
- Classe: R3; Coeff. Min. di luminanza retroriflessa RL [mcd·(m^-2)·(lx^-1)]: RL >= 150;
- Classe: R5; Coeff. Min. di luminanza retroriflessa RL [mcd·(m^-2)·(lx^-1)]: RL >= 200;
Tipo e colore del segnale orizzontale: PROVVISORIO
- Classe: R0; Coeff. Min. di luminanza retroriflessa RL [mcd·(m^-2)·(lx^-1)]: Nessun requisito;
- Classe: R3; Coeff. Min. di luminanza retroriflessa RL [mcd·(m^-2)·(lx^-1)]: RL >= 150;
- Classe: R5; Coeff. Min. di luminanza retroriflessa RL [mcd·(m^-2)·(lx^-1)]: RL >= 300;
NOTE: La classe R0 si applica quando la visibilità della segnaletica orizzontale è ottenuta senza
retroriflessione in condizioni di illuminazione con i proiettori dei veicoli.
TABELLA 3 - CLASSI DI R L PER SEGNALETICA ORIZZONTALE IN CONDIZIONI DI
BAGNATO
CONDIZIONI DI BAGNATO: Come si presenta 1 min. dopo l’inondazione della superficie con
acqua (*)
- Classe: RW0; Coeff. Min. di luminanza retroriflessa RL [mcd·(m^-2)·(lx^-1)]: Nessun requisito;
- Classe: RW1; Coeff. Min. di luminanza retroriflessa RL [mcd·(m^-2)·(lx^-1)]: RL >= 25;
- Classe: RW2; Coeff. Min. di luminanza retroriflessa RL [mcd·(m^-2)·(lx^-1)]: RL >= 35;
- Classe: RW3; Coeff. Min. di luminanza retroriflessa RL [mcd·(m^-2)·(lx^-1)]: RL >= 50;
NOTE: La classe RW0 riguarda situazioni in cui questo tipo di retroriflessione non è richiesta per
ragioni economiche o tecnologiche.
(*) Tale condizione di prova deve essere creata versando acqua chiara da un secchio di capacità
pari a circa 10 l e da un'altezza di circa 0,5 m dalla superficie. L'acqua deve essere versata in modo
uniforme lungo la superficie di prova in modo tale che l’area di misurazione e l'area circostante
siano temporaneamente sommerse da un'ondata d'acqua. Il coefficiente di luminanza retroriflessa R
L in condizioni di bagnato deve essere misurato alle condizioni di prova 1 min dopo aver versato
l'acqua.
TABELLA 4 - CLASSI DI R L PER SEGNALETICA ORIZZONTALE IN CONDIZIONI DI PIOGGIA
CONDIZIONI DI BAGNATO: Come si presenta dopo almeno 5 min. di esposizione durante una
precipitazione uniforme di 20mm/h (**)
- Classe: RR0; Coeff. Min. di luminanza retroriflessa RL [mcd·(m^-2)·(lx^-1)]: Nessun requisito;
- Classe: RR1; Coeff. Min. di luminanza retroriflessa RL [mcd·(m^-2)·(lx^-1)]: RL >= 25;
- Classe: RR2; Coeff. Min. di luminanza retroriflessa RL [mcd·(m^-2)·(lx^-1)]: RL >= 35;
- Classe: RR3; Coeff. Min. di luminanza retroriflessa RL [mcd·(m^-2)·(lx^-1)]: RL >= 50;
NOTE: La classe RR0 riguarda situazioni in cui questo tipo di retroriflessione non è richiesta per
ragioni economiche o tecnologiche.
(**) Tali condizioni di prova devono essere create utilizzando acqua chiara e simulando una
cascata senza foschia né nebbia di intensità media pari a (20 ± 2 ) mm/h su un'area due volte più
larga del campione e non meno di 0,3 m e il 25% più lunga dell’area di misurazione. Lo scarto fra
l'intensità minima e l'intensità massima della cascata non deve essere maggiore del rapporto di 1 a
1,7. Le misurazioni del coefficiente di luminanza retroriflessa R L in condizioni di pioggia devono
essere effettuate dopo 5 min di pioggia continua e durante la precipitazione di quest'ultima.
01.06.R04
Requisito: Riflessione alla luce
Rappresenta la riflessione espressa in valori, per gli utenti della strada, della segnaletica orizzontale
bianca e gialla in condizioni di luce diurna e di illuminazione artificiale.
• Livello minimo della prestazione: Per misurare la riflessione alla luce del giorno o in presenza di
illuminazione stradale si deve utilizzare il coefficiente di luminanza in condizioni di illuminazione
diffusa Qd. La misurazione deve essere espressa in mcd·(m^-2)·(lx^-1). In condizioni di superficie
stradale asciutta, la segnaletica orizzontale deve essere conforme alla tabella 1 (UNI 1436). Il
coefficiente di luminanza in condizioni di illuminazione diffusa rappresenta la luminosità di un
segnale orizzontale come viene percepita dai conducenti degli autoveicoli alla luce del giorno tipica
o media o in presenza di illuminazione stradale.
TABELLA 1 - CLASSI DI Qd PER SEGNALETICA ORIZZONTALE ASCIUTTA
COLORE DEL SEGNALE ORIZZONTALE: BIANCO
Tipo di manto stradale. ASFALTO
- Classe Q0; Coeff. di luminanza min. in condizioni di illuminazione diffusa Qd [mcd·(m^-2)·(lx^-1]:
Nessun requisito;
- Classe Q2; Coeff. di luminanza min. in condizioni di illuminazione diffusa Qd [mcd·(m^-2)·(lx^-1]:
Qd >= 100;
- Classe Q3; Coeff. di luminanza min. in condizioni di illuminazione diffusa Qd [mcd·(m^-2)·(lx^1]: Qd >= 130;
Tipo di manto stradale. CEMENTO
- Classe Q0; Coeff. di luminanza min. in condizioni di illuminazione diffusa Qd [mcd·(m^-2)·(lx^-1]:
Nessun requisito;
- Classe Q3; Coeff. di luminanza min. in condizioni di illuminazione diffusa Qd [mcd·(m^-2)·(lx^
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Programma di Manutenzione: Sottoprogramma delle Prestazioni
1]: Qd >= 130;
- Classe Q4; Coeff. di luminanza min. in condizioni di illuminazione diffusa Qd [mcd·(m^-2)·(lx^1]: Qd >= 160;
COLORE DEL SEGNALE ORIZZONTALE: GIALLO
- Classe Q0; Coeff. di luminanza min. in condizioni di illuminazione diffusa Qd [mcd·(m^-2)·(lx^-1]:
Nessun requisito;
- Classe Q1; Coeff. di luminanza min. in condizioni di illuminazione diffusa Qd [mcd·(m^-2)·(lx^-1]:
Qd >= 80;
- Classe Q2; Coeff. di luminanza min. in condizioni di illuminazione diffusa Qd [mcd·(m^-2)·(lx^1]: Qd >= 100;
NOTE: La classe Q0 si applica quando la visibilità diurna si ottiene attraverso il valore del fattore
di luminanza Beta.
04 - OPERE EDILI
04.05 - Infissi esterni
Codice
Elementi Manutenibili / Requisiti e Prestazioni / Controlli
04.05
Infissi esterni
04.05.R02
Requisito: (Attitudine al) controllo del flusso luminoso
Tipologia
Frequenza
Controllo a vista
ogni anno
Gli infissi dovranno consentire una adeguata immissione di luce naturale all'interno, in quantità
sufficiente per lo svolgimento delle attività previste e permetterne la regolazione.
• Livello minimo della prestazione: La superficie trasparente delle finestre e delle portefinestre deve
essere dimensionata in modo da assicurare all'ambiente servito un valore del fattore medio di luce
diurna nell'ambiente non inferiore al 2%. In ogni caso la superficie finestrata apribile non deve
essere inferiore ad 1/8 della superficie del pavimento del locale.
04.05.01.C01
Controllo: Controllo frangisole
Controllo della funzionalità degli organi di manovra e delle parti in vista.
04.05.R07
Requisito: Oscurabilità
Gli infissi devono, attraverso opportuni schermi e/o dispositivi di oscuramento, provvedere alla
regolazione della luce naturale immessa.
• Livello minimo della prestazione: I dispositivi di schermatura esterna di cui sono dotati gli infissi
esterni verticali devono consentire una regolazione del livello di illuminamento negli spazi chiusi
degli alloggi fino ad un valore non superiore a 0,2 lux.
04.07 - Infissi interni
Codice
Elementi Manutenibili / Requisiti e Prestazioni / Controlli
04.07
Infissi interni
04.07.R06
Requisito: Oscurabilità
Tipologia
Frequenza
Controllo a vista
ogni 6 mesi
Gli infissi devono, attraverso opportuni schermi e/o dispositivi di oscuramento, provvedere alla
regolazione della luce naturale immessa.
• Livello minimo della prestazione: I dispositivi di schermatura esterna di cui sono dotati gli infissi
interni verticali devono consentire una regolazione del livello di illuminamento negli spazi chiusi
degli alloggi fino ad un valore non superiore a 0,2 lux.
04.07.01.C05
Controllo: Controllo vetri
Controllo uniformità dei vetri e delle sigillature vetro-telaio. Controllare la presenza di depositi o
sporco. Verifica di assenza di anomalie e/o difetti (rottura, depositi, macchie, ecc.).
05 - OPERE IDRAULICHE
05.01 - Impianto acquedotto
Codice
Elementi Manutenibili / Requisiti e Prestazioni / Controlli
05.01
Impianto acquedotto
05.01.R02
Requisito: (Attitudine al) controllo dell'aggressività dei fluidi
Tipologia
Frequenza
Le tubazioni dell'impianto idrico non devono dar luogo a fenomeni di incrostazioni, corrosioni,
depositi che possano compromettere il regolare funzionamento degli impianti stessi.
• Livello minimo della prestazione: L’analisi delle caratteristiche dell'acqua deve essere ripetuta con
frequenza annuale e comunque ogni volta che si verifichi un cambiamento delle stesse. Devono
essere previsti specifici trattamenti dell’acqua in modo che le caratteristiche chimico-fisiche
(aspetto, pH, conduttività elettrica, durezza totale, cloruri, ecc.) corrispondano a quelle riportate
dalla normativa. In particolare le acque destinate al consumo umano che siano state sottoposte ad
un trattamento di addolcimento o dissalazione devono presentare le seguenti concentrazioni
minime: durezza totale 60 mg/l Ca, alcalinità >= 30 mg/l HCO3
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Programma di Manutenzione: Sottoprogramma delle Prestazioni
05.01.03
Tubi in polietilene alta densità (PEAD)
05.01.03.R01
Requisito: (Attitudine al) controllo della tenuta
Le tubazioni ed i raccordi tra valvole e tubi e tra tubi e tubi devono essere in grado di resistere alle
pressioni di esercizio.
• Livello minimo della prestazione: I campioni vengono riempiti di acqua ad una pressione massima
di 0,05 MPa e ad una temperatura di 20 °C per i tubi della serie 303 e con acqua ad una pressione
pari ad 1,5 volte la pressione di esercizio per i tubi della serie 312. Si deve verificare la assenza di
perdite.
05.01.04
Tubi in polipropilene (PP)
05.01.04.R01
Requisito: (Attitudine al) controllo della tenuta
Le tubazioni ed i raccordi tra valvole e tubi e tra tubi e tubi devono essere in grado di resistere alle
pressioni di esercizio.
• Livello minimo della prestazione: I campioni vengono riempiti di acqua ad una pressione massima
di 1,5 volte la pressione di esercizio per i tubi della serie 312. Si deve verificare la assenza di
perdite e di deformazioni localizzate.
05.02 - Impianto fognario acque bianche e
acque nere
Codice
Elementi Manutenibili / Requisiti e Prestazioni / Controlli
05.02
Impianto fognario acque bianche e acque nere
05.02.R02
Requisito: (Attitudine al) controllo della tenuta
Tipologia
Frequenza
Gli elementi dell'impianto devono essere in grado di garantire in ogni momento la tenuta dei fluidi.
• Livello minimo della prestazione: Devono essere rispettati i valori minimi previsti dalla vigente
normativa.
05.02.01
Giunti
05