Comune di VENARIA Provincia di Torino PIANO DI MANUTENZIONE MANUALE D'USO (Articolo 40 D.P.R. 554/99) OGGETTO: VALORIZZAZIONE E RECUPERO DELLA REGGIA DI VENARIA REALE E DEL BORGO CASTELLO DELLA MANDRIA REALIZZAZIONE PARCHEGGI E VIABILITA' NEL COMPLESSO DELLA VENARIA REALE COMMITTENTE: LA VENARIA REALE Data, 18/11/2011 IL TECNICO Pagina 1 Manuale d'Uso Comune di: Provincia di: VENARIA Torino Oggetto: VALORIZZAZIONE E RECUPERO DELLA REGGIA DI VENARIA REALE E DEL BORGO CASTELLO DELLA MANDRIA REALIZZAZIONE PARCHEGGI E VIABILITA' NEL COMPLESSO DELLA VENARIA REALE Il progetto prevede la realizzazione di due aree a parcheggio (Parcheggi A e B) e di una viabilità di distribuzione e servizio nei pressi della Reggia della Venaria Reale, all'interno del Parco della Mandria. La realizzazione dei nuovi parcheggi a servizio della Reggia della Venaria Reale si inquadra all'interno del percorso già tracciato dall'Accordo di Programma Quadro siglato nel settembre del 1999 tra il Ministero dei Beni e delle Attività Culturali, la Regione Piemonte, la Provincia di Torino, il Comune di Torino, il Comune di Venaria ed il Comune di Druento. Tale accordo ha come obbiettivo quello di creare intorno al complesso della Reggia e del Parco della Mandria, facenti parte di un più ampio itinerario costituito dal circuito delle "Residenze Sabaude", un "Grande Centro di Cultura Europea" e di interesse internazionale incentrato sul valore storico, architettonico, culturale ed ambientale del complesso stesso. Tale percorso ha già portato al restauro ed alla valorizzazione della Reggia e del Borgo Castello della Mandria, con un conseguente ed immediato rafforzamento dell'attrattiva turistica in particolare per la Reggia che, utilizzata per l'organizzazione di importanti eventi, è diventata uno dei maggiori centri di riferimento turistico - culturale a livello nazionale. La realizzazione di due nuove aree adibite a parcheggio e la relativa viabilità d'accesso, oggetti del presente appalto, sono interventi caldeggiati e previsti sia dall'Ente Parco della Mandria (nella sua II Variante al Piano d'Area), sia dallo stesso Comune di Venaria, in quanto la sistemazione di tali aree consente una razionalizzazione della funzione parcheggio dei flussi di visitatori del complesso monumentale, in previsione di nuovi e sempre più numerosi eventi artistico - culturali. Tali flussi trovano, non lontano dai punti di interesse, aree adibite alla sosta adeguate sia dal punto di vista funzionale sia dal punto di vista paesaggistico, che si inseriscono al meglio all'interno del complesso storico culturale del quale sono a servizio. La contestuale realizzazione della viabilità a servizio delle aree di sosta consente di liberare e decongestionare la via Carlo Emanuele II che, ad oggi, è interessata da traffico di tipo industriale (a causa della vicina Magneti Marelli), da quello dei visitatori del Parco, della Reggia e dei Giardini e dal trasporto pubblico. Grazie a questo intervento si potrà prevedere in futuro la completa pedonalizzazione del corso cittadino, nella parte confinante con la Reggia. Le aree destinate a parcheggio risultano comprese tra il torrente Ceronda e l'allineamento compositivo ed architettonico che lungo Via Mensa conduce alla Reggia e da questa ai Giardini ed ancora al Parco della Mandria. Si tratta quindi di un inserimento di nuove infrastrutture in un delicato contesto caratterizzato da elementi di grande pregio architettonico e naturalistico - paesaggistico. Si deve inoltre considerare come le aree in questione costituiscano un grande valore ed una importante occasione di valorizzazione per la comunità residente, poiché da un lato risultano avulse dal tessuto urbano e produttivo, mentre dall'altro lato risultano costituire il naturale collegamento tra il centro urbano, il torrente Ceronda ed il Parco della Mandria. PARCHEGGIO "A" L'area di intervento si estende su circa 23.000 metri quadri, comprensivi anche della viabilità di accesso, mentre il parcheggio si sviluppa su un'area complessiva di circa 10.000 metri quadri. I restanti 13.000 metri quadri sono stati adibiti in parte ad area verde ed in parte sono stati destinati alla realizzazione delle sistemazioni d'alveo e spondali previste lungo il torrente Ceronda. La viabilità di accesso prevede la realizzazione di un asse stradale a doppio senso di marcia, in affiancamento al torrente Ceronda, largo complessivamente 7.00m (corsie da 3m e banchina da 0,5m), delimitato con cordolo lato Ceronda e marciapiede rialzato in malta bituminosa di larghezza 1,5m lato parcheggio e rifinito in conglomerato bituminoso. Tale asse parte dall'incrocio con Via Castellamonte, gestito mediante la realizzazione di una rotatoria attestata alle quote del terreno esistente. La rotatoria Castellamonte presenta un diametro di 33 m, una corona giratoria da 9 m ed un futuro anello sormontabile da 1 m. La viabilità di acceso al parcheggio si sviluppa per una lunghezza totale pari a circa 135 m. Pagina 2 Manuale d'Uso L'asse viabile, superato l'accesso all'area di sosta, si trasforma in un percorso naturalistico di larghezza pari a 3.50 m rifinito in terra battuta, di sviluppo pari a circa 200 m. e collegato ad un sentiero esistente. Nelle sistemazioni viarie si prevede inoltre la sistemazione dell'attuale Esedra presente all'incrocio tra la via Castellamonte ed il Viale Carlo Emanuele II, senza modificare l'intersezione dal punto di vista viario ma intervenendo sulle geometrie e sulla composizione architettonica dello stesso. Come già detto, l'area del parcheggio A occupa una superficie di circa 10.000 metri quadri e presenta una capacità di parcamento pari a 272 posti auto, di cui 6 riservati ai disabili e 24 alle Autorità. Le geometrie adottate consentono la realizzazione di aree a verde intercalanti le file di stalli aventi una larghezza di circa 1,5 m, atte alla piantumazione per l'ombreggiamento del parcheggio ed il suo mascheramento visivo. Le aree di stallo, corrispondenti a circa 1260 m², verranno realizzate con autobloccanti in cls forati ed inerbiti, al fine di garantire la stabilità meccanica del parcamento e nel contempo consentire la permeabilità del terreno che, unitamente alle aree verdi, forniscono una superficie permeabile pari a circa 5.000 m². L'uscita e l'accesso pedonale al parcheggio avviene lungo via Castellamonte attraverso un scalinata ed una rampa disabili, in corrispondenza dell'incrocio con viale Carlo Emanuele II, ed una seconda scalinata ubicata nel punto del parcheggio più prossimo alla Reggia. All'interno del parcheggio è previsto un viale centrale in cubetti di porfido allineato all'uscita su Viale Carlo Emanuele II. Per il parcheggio pubblico è prevista la sosta a pagamento con barriera. È quindi prevista una adeguata segnalazione visiva di disponibilità di posti. Il parcheggio è inoltre dotato di servizi igienici e di strutture di servizio (guardiola all'accesso, biglietterie automatiche ecc.). Unitamente all'area di parcheggio, al fine di garantire una parziale protezione della stessa dal punto di vista idraulico, è prevista la realizzazione di un rilevato in terra adiacente alla viabilità di accesso allo stesso. Lo stesso risulta arretrato rispetto al viale esistente e con posizione e quota coerente con le sistemazioni fluviali previste e meglio dettagliate nella parte descrittiva degli studi idraulici. Da sottolineare che tale rilevato non rappresenta comunque il nuovo manufatto d'argine, ma risulterà, in fase di sistemazione finale, la parte retrostante ad esso, destinata ad un futuro viale alberato ad uso ciclopedonale. PARCHEGGIO "B" Il progetto prevede, a partire dalla rotatoria Castellamonte provvisoria (da definirsi in fase di realizzazione del nuovo ponte sul torrente Ceronda della Provincia di Torino), la realizzazione di una nuova viabilità che, lungo la sponda destra del Ceronda ed in direzione ovest, conduce ad una rotatoria che fornisce l'accesso al futuro Parcheggio B ed all'area industriale Magneti Marelli e da questa prosegue in direzione Sud fino a raccordarsi, mediante un'intersezione canalizzata, con il Viale Carlo Emanuele II oltre l'ingresso visitatori ai Giardini. La nuova viabilità ha uno sviluppo complessivo pari a circa 610 m dei quali 420 lungo il Ceronda ed una superficie di circa 7.850 mq. Si prevede una larghezza complessiva di sedime pari a 9.50 m ed una pavimentazione in conglomerato bituminoso. La viabilità è affiancata, dal lato del parcheggio B, da un marciapiede rialzato di larghezza 1.50 m con finitura in malta bituminosa. A circa 75 metri dell'innesto della nuova viabilità con la rotatoria di sbarco del Ponte Castellamonte è presente una corsia specializzata per la svolta verso l'area residenziale ed al circolo tennistico presente a ridosso delle due palazzine residenziali di viale Carlo Emanuele II. Come introdotto precedentemente, in prossimità dell'ingresso dell'area industriale Magneti Marelli si prevede la realizzazione di una rotatoria al fine di permettere l'accesso alla zona industriale stessa ed al parcheggio B. La rotatoria ha un diametro esterno di 33,5 m con anello giratorio bitumato da 9.25 m e fascia sormontabile interna. La risoluzione della confluenza della nuova viabilità con il Viale Carlo Emanuele II è definita con una intersezione a raso canalizzata di smaltire i flussi di traffico in tutte le direzioni di marcia. Gli interventi in progetto prevedono inoltre la realizzazione di un'area da destinarsi alla sosta a pagamento, con controllo degli accessi, ubicata nell'area compresa tra viale Carlo Emanuele II ed il torrente Ceronda, per un'area totale di intervento di circa 45.000 m². Il parcheggio è servito da un unico accesso fornito dalla rotatoria nei pressi della Magneti Marelli. La capacità totale di parcamento misura in totale 653 stalli auto, 9 stalli per residenti, 19 per disabili, 17 stalli moto e 66 per bus Gran Turismo. Pagina 3 Manuale d'Uso Anche in questo caso, le geometrie adottate consentono la realizzazione di aree a verde, intercalanti le file di stalli, aventi una larghezza di circa 1,50 m, atte alla piantumazione per l'ombreggiamento del parcheggio ed il suo mascheramento visivo. Per il transito pedonale nelle singole aree di parcheggio sono previsti varchi che conducono ai viali principali. Da questi il visitatore è condotto su Viale Carlo Emanuele II e da qui guidato ai giardini ed alla Reggia. Le aree di sosta bus presentano diverso allineamento degli stalli (inclinati a 30°) al fine di poter maggiormente sfruttare la superficie disponibile. Le aree di stallo, complessivamente corrispondenti a circa 13.000 m², verranno realizzate con autobloccanti in calcestruzzo forato ed inerbito, al fine di garantire la stabilità meccanica del parcamento e nel contempo consentire la permeabilità del terreno che, unitamente alle aree verdi, forniscono un'elevata superficie permeabile pari a circa 39.000 m². Essendo l'accesso al parcheggio regolato da barriere, sarà prevista un'adeguata segnalazione visiva di disponibilità di posti. Il parcheggio è inoltre dotato di servizi igienici e di strutture di servizio (guardiola all'accesso, biglietterie automatiche ecc.). Ai fini di garantire la sicurezza idraulica del parcheggio è prevista la risistemazione arginale del torrente Ceronda nel tratto in affiancamento alla viabilità in progetto: tali sistemazioni prevedono l'eliminazione dell'argine esistente e la conseguente realizzazione di un arginello che verrà sormontato con TR 5 anni collocato a circa 15 m dal livello medio di deflusso del Ceronda. Inoltre verrà realizzato un argine di protezione di affiancamento al parcheggio progettato secondo un tempo di ritorno pari a 100 anni. Esso verrà costruito secondo quanto previsto dai Quaderni delle opere tipo PAI con sommità arginale di 3 m e scarpa 2:1, altezza media 3,5-4 metri. Il deflusso delle acque nella golenale verso l'alveo attivo verrà agevolato da una interruzione dell'arginello di circa 30 m nella zona prossima al ponte. Tale abbassamento verrà protetto adeguatamente con una scogliera di massi e piantumazioni. Oltre a quanto sopra descritto, il progetto prevede interventi di inserimento a verde su entrambi i parcheggi, la transitabilità di questi ultimi mediante passaggi faunistici e la ricostituzione del corridoio ecologico del Torrente Ceronda. Reti idriche Rete di smaltimento delle acque meteoriche La rete di smaltimento delle acque meteoriche è stata progettata con l'obiettivo di avere una rete funzionale e di semplice manutenzione in aree che hanno la possibilità di essere inondate prima del completamento dei lavori di messa in sicurezza del Ceronda. Al fine quindi di soddisfare questi requisiti, si è optato per una soluzione che prevedesse l'installazione di griglie di accolta delle acque meteoriche sia nelle zone dei parcheggi che in quelle stradali. Il sistema è stato inoltre progettato in modo che la rete sia mantenuta più superficiale possibile, al fine di poter scaricare più facilmente a gravità le acque meteoriche all'interno del Torrente Ceronda. Rete di smaltimento delle acque reflue E' stata prevista la realizzazione di rami di rete di smaltimento delle acque reflue provenienti dai servizi igienici dei parcheggi. Questi vengono allacciati alla rete dell'Ente gestore SMAT che percorre Viale Carlo Emanuele II. Le informazioni reperite in questa fase sono relative alla condotta che risulta essere in c.a. 500 mm. In seguito a sopralluogo e colloqui con tecnici SMAT si è convenuto che i pozzetti esistenti della rete nera che attraversa il parcheggio A verranno preservati in modo da garantire l'ispezionabilità una volta costruito il parcheggio. E' stata inoltre rilevata la presenza di un sifone a doppia canna di attraversamento del Ceronda in zona parcheggi residenti del parcheggio A. Anche in questo caso si dovrà preservare la sua accessibilità anche a progetto ultimato. La rete idrica di smaltimento acque reflue verrà realizzata con chiusini a tenuta a causa della realizzazione in zona esondabile. La Rete acquedottistica Si prevede di realizzare anche la connessione alla rete di approvvigionamento idrico della SMAT che scorre lungo Viale Carlo Emanuele II al fine di fornire acqua potabile ai servizi igienici e per l'irrigazione in progetto. I chiusini saranno a tenuta poiché il progetto è realizzato in zona esondabile. Le reti tecnologiche Il progetto prevede la realizzazione degli impianti di illuminazione, di distribuzione correnti forti e correnti deboli completi in ogni loro parte e di trasmissione dati; in particolare: impianti di illuminazione parcheggi A e B, illuminazione pubblica assi stradali, illuminazione percorsi pedonali e piste ciclabili, distribuzione Correnti Forti (FM) e Correnti Deboli (CD), impianto controllo accessi (GATE), predisposizione per impianti videocontrollo (TVCC). Pagina 4 Manuale d'Uso Elenco dei Corpi d'Opera: ° 01 OPERE STRADALI ° 02 IMPIANTI TECNOLOGICI ° 03 OPERE A VERDE ° 04 OPERE EDILI ° 05 OPERE IDRAULICHE ° 06 IMPIANTO DI IRRIGAZIONE Pagina 5 Manuale d'Uso Corpo d'Opera: 01 OPERE STRADALI MANUALE D'USO: Indipendentemente dai tipi di pavimentazione le principali raccomandazioni, per un corretto uso, riguardano in particolare modo soprattutto: 1. Il rispetto dei carichi massimi per cui le strade, i parcheggi, le piste ciclabili ed i marciapiedi sono abilitati. 2. Il corretto funzionamento dei dispositivi ed approntamenti per lo smaltimento delle acque meteoriche. 3. Il rispetto dei limiti di velocità. MANUALE DI MANUTENZIONE: La manutenzione della viabilità stradale, ciclabile e pedonale è, parzialmente, collegata alla manutenzione dei manufatti fognari, che garantiscono contro la formazione di ristagni d'acqua e, nella stagione invernale, di conseguenti superfici ghiacciate. E' inoltre necessario verificare che, per eventuali futuri interventi, siano mantenute le pendenze trasversali atte a garantire lo smaltimento delle acque meteoriche; siano mantenute le mostre dei cordoli e la pendenza longitudinale della pavimentazione sul bordo, ricorrendo, ove necessario ad eventuali fresature del conglomerato bituminoso. Si considerano infine le diverse tipologie delle pavimentazioni stradali: conglomerato bituminoso per le sedi stradali, per i marciapiedi ed i parcheggi, elementi autobloccanti (inerbiti) in corrispondenza degli stalli dei parcheggi, elementi in porfido sulle isole delle rotatorie e su alcuni marciapiedi. Per ciò che attiene alle pavimentazioni in conglomerato bituminoso, oltre a quanto sopra esposto, si consiglia una pulizia periodica eseguita con mezzi meccanici (autospazzatrice, aspirafoglie, autoinnaffiatrice) e nella stagione invernale, in caso di neve, con mezzo meccanico munito di lama orientabile idraulicamente e facilmente governabile, al fine di evitare dannose collisioni con le cordonate; si consiglia inoltre un moderato uso dei sali antigelo, poiché, come noto, provocano una forte accelerazione nell'usura dei conglomerati bituminosi. Per quanto concerne invece le pavimentazioni pedonali e ciclabili (compreso percorso naturalistico), si consiglia l'impiego di piccoli mezzi semoventi o a spinta muniti di turbina o con mezzi manuali al fine di non sollecitare con carichi eccessivi le relative strutture e nello stesso tempo di evitare eccessive abrasioni alle pavimentazioni stesse, in quanto non compatte o costituite da masselli di cemento autobloccanti. PROGRAMMA DI MANUTENZIONE Vengono qui di seguito elencate le operazioni da effettuarsi per una corretta manutenzione: · Riscontro "visivo" dello stato dei piani viabili (una volta al mese). · Pulizia a fondo, nel periodo estivo, con acqua e spazzatrice (due volte al mese); particolare attenzione va posta alle eventuali perdite di olio e di combustibili dagli autoveicoli e ove riscontrati, immediata diluizione e pulizia con acqua e successiva spazzolatura. · Eliminazione delle foglie (nel periodo autunnale) con l'impiego di soffiatori, successiva raccolta ed allontanamento con idoneo mezzo al fine di evitare intasamenti delle caditoie di raccolta e scarico delle acque meteoriche. Pagina 6 Manuale d'Uso · Rifacimento dei tappeti d'usura che, salvo deterioramenti accidentali, dovrà avvenire almeno ogni dieci anni. · Rifacimento della segnaletica e della resinatura, che, salvo deterioramenti accidentali, dovrà avvenire ogni cinque anni. · Riscontro visivo almeno una volta all'anno dello stato di mantenimento degli elementi autobloccanti e delle cordonate costituenti parcheggi e percorsi pedonali al fine di accertare eventuali cedimenti con conseguente instabilità del piano viario. La cadenza con cui effettuare le visite di controllo sulla viabilità ed i piazzali in progetto sarà la seguente: 1. Controlli speditivi a vista con cadenza annuale; 2. Controlli completi strumentali ogni 5 anni. Per quanto concerne, invece, la programmazione degli interventi di manutenzione, le operazioni da fare saranno: 1. Rinnovo della segnaletica orizzontale da prevedersi ogni 5 anni; 2. Interventi di manutenzione programmata della pavimentazione da prevedersi minimo ogni 10 anni; 3. Interventi su chiamate del cittadino o su segnalazione degli organi di Pubblica Sicurezza. Unità Tecnologiche: ° 01.01 Strade ° 01.02 Parcheggi ° 01.03 Marciapiedi ° 01.04 Piste ciclabili ° 01.05 Segnaletica stradale verticale ° 01.06 Segnaletica stradale orizzontale Pagina 7 Manuale d'Uso Unità Tecnologica: 01.01 Strade Le strade rappresentano parte delle infrastrutture della viabilità che permettono il movimento o la sosta veicolare e il movimento pedonale. La classificazione e la distinzione delle strade viene fatta in base alla loro natura ed alle loro caratteristiche: a) autostrade; b) strade extraurbane principali; c) strade extraurbane secondarie; d) strade urbane di scorrimento; e) strade urbane di quartiere; f) strade locali. Da un punto di vista delle caratteristiche degli elementi della sezione stradale si possono individuare: a) la carreggiata; b) la banchina; c) il margine centrale; d) i cigli e le cunette; e) le scarpate; f) le piazzole di sosta. Le strade e tutti gli elementi che ne fanno parte vanno manutenuti periodicamente non solo per assicurare la normale circolazione di veicoli e pedoni ma soprattutto nel rispetto delle norme sulla sicurezza e la prevenzione di infortuni a mezzi e persone. L'Unità Tecnologica è composta dai seguenti Elementi Manutenibili: ° 01.01.01 Banchina ° 01.01.02 Carreggiata ° 01.01.03 Cigli o arginelli ° 01.01.04 Pavimentazione stradale in bitumi ° 01.01.05 Scarpate Pagina 8 Manuale d'Uso Elemento Manutenibile: 01.01.01 Banchina Unità Tecnologica: 01.01 Strade È una parte della strada, libera da qualsiasi ostacolo (segnaletica verticale, delineatori di margine, dispositivi di ritenuta), compresa tra il margine della carreggiata e il più vicino tra i seguenti elementi longitudinali: a) marciapiede; b) spartitraffico; c) arginello; d) ciglio interno della cunetta; e) ciglio superiore della scarpata nei rilevati. Modalità di uso corretto: Controllare periodicamente l'integrità delle superfici del rivestimento attraverso valutazioni visive mirate a riscontrare anomalie evidenti. Rinnovare periodicamente gli strati delle pavimentazioni avendo cura delle caratteristiche geometriche e morfologiche delle strade. Comunque affinché tali controlli risultino efficaci affidarsi a personale tecnico con esperienza. Pagina 9 Manuale d'Uso Elemento Manutenibile: 01.01.02 Carreggiata Unità Tecnologica: 01.01 Strade È la parte della strada destinata allo scorrimento dei veicoli. Essa può essere composta da una o più corsie di marcia. La superficie stradale è pavimentata ed è limitata da strisce di margine (segnaletica orizzontale). Modalità di uso corretto: Controllare periodicamente l'integrità delle superfici del rivestimento attraverso valutazioni visive mirate a riscontrare anomalie evidenti. Rinnovare periodicamente gli strati delle pavimentazioni avendo cura delle caratteristiche geometriche e morfologiche delle strade. Comunque affinché tali controlli risultino efficaci affidarsi a personale tecnico con esperienza. Pagina 10 Manuale d'Uso Elemento Manutenibile: 01.01.03 Cigli o arginelli Unità Tecnologica: 01.01 Strade I cigli rappresentano delle fasce di raccordo destinati ad accogliere eventuali dispositivi di ritenuta o elementi di arredo. Modalità di uso corretto: La dimensione dell'arginello o ciglio varia in funzione dello spazio richiesto per il funzionamento e in base al tipo di strada. Pagina 11 Manuale d'Uso Elemento Manutenibile: 01.01.04 Pavimentazione stradale in bitumi Unità Tecnologica: 01.01 Strade Si tratta di pavimentazioni stradali realizzate con bitumi per applicazioni stradali ottenuti dai processi di raffinazione, lavorazione del petrolio greggio. In generale i bitumi per le applicazioni stradali vengono suddivisi in insiemi di classi caratterizzate: a) dai valori delle penetrazioni nominali; b) dai valori delle viscosità dinamiche. Tali parametri variano a secondo del paese di utilizzazione. Modalità di uso corretto: Controllare periodicamente l'integrità delle superfici del rivestimento attraverso valutazioni visive mirate a riscontrare anomalie evidenti. Rinnovare periodicamente gli strati delle pavimentazioni avendo cura delle caratteristiche geometriche e morfologiche delle strade. Comunque affinché tali controlli risultino efficaci affidarsi a personale tecnico con esperienza. Pagina 12 Manuale d'Uso Elemento Manutenibile: 01.01.05 Scarpate Unità Tecnologica: 01.01 Strade La scarpata rappresenta la parte inclinata al margine esterno alla strada. E' generalmente costituita da terreno ricoperto da manto erboso e/o da ghiaia e pietrisco. Modalità di uso corretto: Controllare periodicamente l'integrità dei pendii e la crescita di vegetazione spontanea. Nel caso che la pendenza della scarpata sia >= 2/3 oppure nel caso che la differenza di quota tra il ciglio e il piede della scarpata sia > 3,50 m e non sia possibile realizzare una pendenza < 1/5, la barriera di sicurezza va disposta sullo stesso ciglio. Pagina 13 Manuale d'Uso Unità Tecnologica: 01.02 Parcheggi Si tratta di aree destinate a sosta ad uso frequente di autoveicoli. Essi sono direttamente connessi alla viabilità di scorrimento e rapportati alla presenza di particolari punti di interesse. I parcheggi devono essere proporzionati alle effettive necessità e fabbisogni dell'utenza. Devono garantire, nelle zone delle aree urbane ed extraurbane, l'accessibilità ai punti di interesse. Per garantire la fluidità del traffico bisogna prevedere la separazione delle zone di scorrimento degli autoveicoli da quelle necessarie per le manovre connesse alla sosta. Le aree di servizio destinate al parcheggio ed alla sosta dei veicoli devono essere dotate di stalli di sosta con indicazioni e delimitazione segnaletiche (strisce longitudinali bianche e/o blu). Gli stalli di sosta vanno muniti del segnale di parcheggio. Vanno inoltre adeguatamente dimensionati gli spazi di sosta nonché gli spazi di manovra. Particolare cura va posta alle uscite ed all'ingresso dei parcheggi per i coni di visibilità. Bisogna inoltre prevedere parcheggi per portatori di handicap (secondo quanto previsto dalle norme vigenti in materia di barriere architettoniche). Si possono distinguere diverse tipologie di parcheggio, tra le quali: a) parcheggio a raso; b) parcheggio coperto; c) parcheggi multipiano interrati o fuori terra; d) parcheggi meccanizzati. L'Unità Tecnologica è composta dai seguenti Elementi Manutenibili: ° 01.02.01 Delimitazioni ° 01.02.02 Pavimentazioni bituminose ° 01.02.03 Pavimentazioni in masselli prefabbricati in cls ° 01.02.04 Segnaletica Pagina 14 Manuale d'Uso Elemento Manutenibile: 01.02.01 Delimitazioni Unità Tecnologica: 01.02 Parcheggi Si tratta di linee di divisione a delimitazione degli stalli di sosta realizzati con colorazione mediante vernici speciali rifrangenti o mediante l'applicazione a caldo di laminati plastici colorati o autoadesivi (strisce bianche, blu, gialle, ecc). In alternativa possono essere inseriti nella pavimentazione elementi (blocchetti di cls, pietre, ecc.) a colorazioni diverse. Modalità di uso corretto: Le delimitazioni devono essere realizzate con materiali tali da essere visibili sia di giorno che di notte anche in presenza di pioggia o con fondo stradale bagnato. Le attività di manutenzione rivolte alle delimitazioni interessano il controllo dello stato ed il rifacimento delle linee e della simbologia convenzionale. Pagina 15 Manuale d'Uso Elemento Manutenibile: 01.02.02 Pavimentazioni bituminose Unità Tecnologica: 01.02 Parcheggi Si tratta di pavimentazioni realizzate con additivi bituminosi ottenuti dai processi di raffinazione e lavorazione del petrolio greggio utilizzate in parcheggi all'aperto sottoposti a particolare usura. Modalità di uso corretto: Controllare periodicamente l'integrità delle superfici del rivestimento attraverso valutazioni visive mirate a riscontrare anomalie evidenti. Comunque affinché tali controlli risultino efficaci affidarsi a personale tecnico con esperienza. Pagina 16 Manuale d'Uso Elemento Manutenibile: 01.02.03 Pavimentazioni in masselli prefabbricati in cls Unità Tecnologica: 01.02 Parcheggi Si tratta di prodotti di calcestruzzo realizzati in monostrato o pluristrato, caratterizzati da un ridotto rapporto di unità tra lo spessore e i lati. Essi trovano largo impiego come rivestimenti per le pavimentazioni ad uso veicolare. I principali tipi di masselli possono distinguersi in: a) elementi con forma singola; b) elementi con forma composta; c) elementi componibili. Sul mercato si trovano prodotti con caratteristiche morfologiche del tipo: a) con spessore compreso tra i 40 e 150 mm; b) il rapporto tra il lato piccolo e lo spessore varia da 0,6 a 2,5; c) il rapporto tra il lato più grande e quello più piccolo varia tra 1 e 3; d) la superficie di appoggio non deve essere minore di 0,05 m^2; e) la superficie reale maggiore dovrà essere pari al 50% di un rettangolo circoscritto. Modalità di uso corretto: La posa può essere eseguita manualmente o a macchina collocando i masselli sul piano di allettamento secondo schemi e disegni prestabiliti. La compattazione viene eseguita a macchina livellando i vari masselli e curando la sigillatura dei giunti con materiali idonei. Controllare periodicamente l'integrità degli elementi attraverso valutazioni visive mirate a riscontrare anomalie evidenti. Comunque affinché tali controlli risultino efficaci affidarsi a personale tecnico con esperienza. Pagina 17 Manuale d'Uso Elemento Manutenibile: 01.02.04 Segnaletica Unità Tecnologica: 01.02 Parcheggi La segnaletica a servizio delle aree destinate a parcheggi servono a disciplinare gli utenti ad effettuare le operazioni di manovra in sicurezza degli autoveicoli (sosta, circolazione, uscita, ingresso, ecc.) anche in funzione dei pedoni. Può essere costituita da simboli, segnali orizzontali e verticali, ecc., e realizzata mediante l'applicazione di pittura, materiali termoplastici, materiali plastici indurenti a freddo, linee e simboli preformati o mediante altri sistemi. Modalità di uso corretto: Tutti i segnali devono essere realizzati con materiali tali da renderli visibili sia di giorno che di notte anche in presenza di pioggia o con fondo stradale bagnato. Le attività di manutenzione rivolte alla segnaletica interessano il controllo dello stato ed il rifacimento della simbologia convenzionale dei parcheggi nonché della segnaletica verticale. Pagina 18 Manuale d'Uso Unità Tecnologica: 01.03 Marciapiedi I marciapiedi costituiscono quei percorsi pedonali che possono essere adiacenti alle strade veicolari oppure autonomi rispetto alla rete viaria. Essi vengono previsti per raccordare funzioni tra loro correlate (residenze, scuole, attrezzature di interesse comune, ecc.). L'Unità Tecnologica è composta dai seguenti Elementi Manutenibili: ° 01.03.01 Cordoli e bordure ° 01.03.02 Dissuasori ° 01.03.03 Limitatori di sosta ° 01.03.04 Marciapiedi ° 01.03.05 Pavimentazione pedonale in lastre di pietra ° 01.03.06 Pavimentazioni bituminose ° 01.03.07 Rampe di raccordo ° 01.03.08 Segnaletica Pagina 19 Manuale d'Uso Elemento Manutenibile: 01.03.01 Cordoli e bordure Unità Tecnologica: 01.03 Marciapiedi I cordoli e le bordure appartengono alla categoria dei manufatti di finitura per le pavimentazioni dei marciapiedi, per la creazione di isole protettive per alberature, aiuole, spartitraffico, ecc.. Essi hanno la funzione di contenere la spinta verso l'esterno della pavimentazione che è sottoposta a carichi di normale esercizio. Possono essere realizzati in elementi prefabbricati in calcestruzzo o in cordoni di pietrarsa. Modalità di uso corretto: Vengono messi in opera con strato di allettamento di malta idraulica e/o su riporto di sabbia ponendo particolare attenzione alla sigillatura dei giunti verticali tra gli elementi contigui. In genere quelli in pietra possono essere lavorati a bocciarda sulla faccia vista e a scalpello negli assetti. I cordoli sporgenti vanno comunque verificati per eventuali urti provocati dalle ruote dei veicoli. Pagina 20 Manuale d'Uso Elemento Manutenibile: 01.03.02 Dissuasori Unità Tecnologica: 01.03 Marciapiedi I dissuasori di sosta sono dispositivi stradali con funzione di impedimento materiale della sosta dei veicoli in determinate aree o zone. In genere i dissuasori vanno armonizzati con altri arredi urbani e stradali per cui hanno quasi sempre un aspetto decorativo. Svolgono inoltre anche funzione accessorie come quelle di delimitazioni di aree pedonali, aree di parcheggio, aree a verde, zone di riposo, zone riservate, ecc. In genere la tipologia e la funzione può variare a secondo dei regolamenti urbanistici locali. La loro forma e funzione può essere diversa: a) colonne a blocchi; b) cordolature; c) pali; d) paletti; e) fioriere; f) cassonetti. La funzione di impedimento svolta dai dissuasori deve essere esercitata sia come altezza sul piano variabile sia spaziale tra un elemento ed un altro disposti lungo un perimetro. In genere sono realizzati con materiali diversi: a) legno; b) plastica a fiamma autoestinguente; c) calcestruzzo; d) rame; e) acciaio zincato; f) ferro; g) ghisa; h) alluminio. Talvolta i dissuasori sono uniti mediante elementi di materiale diversi, quali, catene in ferro, elementi in legno, ecc. Modalità di uso corretto: Devono essere visibili e non devono, per forma od altre caratteristiche, creare pericolo e/o essere fonte di pericoli per i pedoni, bambini, animali, ecc. Essi devono essere conformi alle norme dettate dal Ministero dei Lavori Pubblici Ispettorato generale per la circolazione e la sicurezza stradale, dal Codice della Strada, dagli Enti Gestori delle Strade, nonché dai regolamenti comunali locali. Pagina 21 Manuale d'Uso Elemento Manutenibile: 01.03.03 Limitatori di sosta Unità Tecnologica: 01.03 Marciapiedi I limitatori di sosta sono dispositivi stradali con funzione di impedimento parziale della sosta dei veicoli in determinate aree o zone o comunque di perimetro di zone dove la sosta è permessa. La loro forma può essere diversa: a) colonne a blocchi; b) cordolature; c) pali; d) paletti. In genere sono realizzati con materiali diversi: a) legno; b) plastica a fiamma autoestinguente; c) calcestruzzo; d) rame; e) acciaio zincato; f) ferro; g) ghisa; h) alluminio. Talvolta i limitatori di sosta sono uniti mediante elementi di materiale diversi, quali, catene in ferro, elementi in legno, ecc.. Modalità di uso corretto: I limitatori di sosta devono essere visibili e non devono, per forma od altre caratteristiche, creare pericoli e/o essere fonte di pericoli per i pedoni, bambini, animali, ecc. Essi devono essere conformi alle norme dettate dal Ministero dei Lavori Pubblici Ispettorato generale per la circolazione e la sicurezza stradale, dal Codice della Strada, dagli Enti Gestori delle Strade, nonché dai regolamenti comunali locali. Pagina 22 Manuale d'Uso Elemento Manutenibile: 01.03.04 Marciapiedi Unità Tecnologica: 01.03 Marciapiedi Si tratta di una parte della strada destinata ai pedoni, esterna alla carreggiata, rialzata e/o comunque protetta. Sul marciapiede possono essere collocati alcuni servizi come pali e supporti per l'illuminazione, segnaletica verticale, cartelloni pubblicitari, semafori, colonnine di chiamate di soccorso, idranti, edicole, cabine telefoniche, cassonetti, ecc.. Modalità di uso corretto: La cartellonistica va ubicata nel senso longitudinale alla strada. In caso di occupazione di suolo pubblico da parte di edicole, cabine telefoniche, cassonetti, ecc., la larghezza minima del passaggio pedonale dovrà essere non inferiore a metri 2.00, salvo diverse disposizioni di regolamenti locali. Controllare periodicamente lo stato generale al fine di verificare l'assenza di eventuali buche e/o altre anomalie che possono rappresentare pericolo per la sicurezza ed incolumità delle persone. Ripristinare le parti mancanti e/o comunque danneggiate con materiali idonei. Provvedere alla pulizia delle superfici ed alla rimozione di depositi o di eventuali ostacoli. Pagina 23 Manuale d'Uso Elemento Manutenibile: 01.03.05 Pavimentazione pedonale in lastre di pietra Unità Tecnologica: 01.03 Marciapiedi Per le pavimentazioni esterne sono adatti la maggior parte dei materiali lapidei. In genere la scelta su questi tipi di materiale cade oltre che per fattori estetici per la elevata resistenza all'usura. La scelta dei materiali va fatta in funzione dei luoghi e dei tipi di applicazione a cui essi sono destinati. La lavorazione superficiale degli elementi, lo spessore, le dimensioni, ecc. variano anch'essi in funzione degli ambienti d'impiego. Trovano utilizzo nella fattispecie tutti i tipi di marmo, a meno di ambienti particolarmente sfavorevoli, i graniti; i travertini. Le pietre: cubetti di porfido; blocchi di basalto; lastre di ardesia; lastre di quarzite. Vi sono inoltre i marmi-cemento; le marmette e marmettoni; i graniti ricomposti. La tecnica di posa è abbastanza semplice ed avviene per i rivestimenti continui ad impasto mentre per quelli discontinui a malta o a colla. Modalità di uso corretto: Controllare periodicamente l'integrità delle superfici del rivestimento attraverso valutazioni visive mirate a riscontrare anomalie evidenti. Comunque affinché tali controlli risultino efficaci affidarsi a personale tecnico con esperienza. Pagina 24 Manuale d'Uso Elemento Manutenibile: 01.03.06 Pavimentazioni bituminose Unità Tecnologica: 01.03 Marciapiedi Si tratta di pavimentazioni con additivi bituminosi. Generalmente vengono utilizzate per aree pedonali di poco pregio e sottoposte a particolare usura. Modalità di uso corretto: Controllare periodicamente l'integrità delle superfici del rivestimento attraverso valutazioni visive mirate a riscontrare anomalie evidenti. Comunque affinché tali controlli risultino efficaci affidarsi a personale tecnico con esperienza. Pagina 25 Manuale d'Uso Elemento Manutenibile: 01.03.07 Rampe di raccordo Unità Tecnologica: 01.03 Marciapiedi Le rampe di raccordo o scivoli, rappresentano quegli spazi in dotazione ai marciapiedi realizzati in prossimità degli attraversamenti pedonali, e/o comunque dove se ne riscontra la necessità, per facilitare i portatori di handicap su carrozzina o per il transito agevolato di bambini su passeggini e carrozzine. Esse permettono quindi alle persone affette da handicap su carrozzine di poter circolare nell'ambiente urbano. Modalità di uso corretto: E' importante che le rampe di raccordo siano sempre libere da impedimenti (auto, moto, bici in sosta, depositi, ecc.) e ostacoli che possano intralciarne l'uso e il passaggio. Periodicamente va controllata la pavimentazione e in caso di parti rovinate prontamente sostituite con elementi idonei senza alterare la pendenza di accesso. Pagina 26 Manuale d'Uso Elemento Manutenibile: 01.03.08 Segnaletica Unità Tecnologica: 01.03 Marciapiedi La segnaletica a servizio delle aree pedonali serve per guidare gli utenti e per fornire prescrizioni ed utili indicazioni per l'uso. Può essere costituita da strisce segnaletiche tracciate sulla strada. La segnaletica comprende linee longitudinali, frecce direzionali, linee trasversali, attraversamenti pedonali o ciclabili, iscrizioni e simboli posti sulla superficie stradale, strisce di delimitazione degli stalli di sosta o per la sosta riservata, isole di traffico o di presegnalamento di ostacoli entro la carreggiata, strisce di delimitazione della fermata dei veicoli in servizio di trasporto pubblico di linea, ecc. La segnaletica può essere realizzata mediante l’applicazione di pittura, materiali termoplastici, materiali plastici indurenti a freddo, linee e simboli preformati o mediante altri sistemi. Nella maggior parte dei casi, la segnaletica è di colore bianco o giallo ma, in casi particolari, vengono usati anche altri colori. Modalità di uso corretto: Tutti i segnali devono essere realizzati con materiali tali da renderli visibili sia di giorno che di notte anche in presenza di pioggia o con fondo stradale bagnato. Le attività di manutenzione rivolte alla segnaletica interessano il controllo dello stato ed il rifacimento delle linee e della simbologia convenzionale. Per ragioni di sicurezza è importante che periodicamente venga rinnovata la simbologia stradale con materiali appropriati (pitture, materiali plastici, ecc.) che tengano conto delle condizioni ambientali. Pagina 27 Manuale d'Uso Unità Tecnologica: 01.04 Piste ciclabili Si tratta di spazi riservati alla circolazione dei velocipedi, individuabili nella parte longitudinale della strada ed opportunamente delimitati o separati con barriere invalicabili a protezione dei ciclisti dai veicoli a motore. Le piste ciclabili possono essere realizzate: a) in sede propria ad unico o doppio senso di marcia; b) su corsia riservata ricavata dalla carreggiata stradale; c) su corsia riservata ricavata dal marciapiede. Più precisamente le piste ciclabili possono riassumersi nelle seguenti categorie: a) piste ciclabili in sede propria; b) piste ciclabili su corsia riservata; c) percorsi promiscui pedonali e ciclabili; d) percorsi promiscui ciclabili e veicolari. Nella progettazione e realizzazione delle piste ciclabili è buona norma tener conto delle misure di prevenzione, in particolare della disposizione lungo i percorsi di: a) alberi; b) caditoie; c) marciapiedi; d) cassonetti; e) parcheggi; f) aree di sosta; g) passi carrai; h) segnaletica stradale. L'Unità Tecnologica è composta dai seguenti Elementi Manutenibili: ° 01.04.01 Cordolature ° 01.04.02 Dispositivi di ingresso e di uscita ° 01.04.03 Fasce di protezione laterali ° 01.04.04 Segnaletica di informazione ° 01.04.05 Strisce di demarcazione Pagina 28 Manuale d'Uso Elemento Manutenibile: 01.04.01 Cordolature Unità Tecnologica: 01.04 Piste ciclabili Le cordolature per piste ciclabili sono dei manufatti di finitura la cui funzione è quella di contenere la spinta verso l'esterno degli elementi di pavimentazione ciclabile che sono sottoposti a carichi di normale esercizio. Possono essere realizzati in elementi prefabbricati in calcestruzzo o in cordoni di pietrarsa. Modalità di uso corretto: Vengono messi in opera con strato di allettamento di malta idraulica e/o su riporto di sabbia ponendo particolare attenzione alla sigillatura dei giunti verticali tra gli elementi contigui. I cordoli non devono essere sporgenti ma seguire il filo della pavimentazione ciclabile. Particolare cura va posta nella sistemazione dei rinterri a ridosso delle cordolature. Controllare, inoltre, periodicamente l'integrità delle superfici e/o eventuali sporgenze. Verificare l'integrità dei rinterri. Pagina 29 Manuale d'Uso Elemento Manutenibile: 01.04.02 Dispositivi di ingresso e di uscita Unità Tecnologica: 01.04 Piste ciclabili I dispositivi di ingresso e di uscita per piste ciclabili sono spazi di raccordo e di integrazione con le aree pedonali e stradali che consentono un uso razionale ed in sicurezza dei percorsi a servizio dei velocipedi e dei ciclisti. In genere gli accessi e le uscite sono costituiti da rampe realizzate con pendenza adeguata e superfici antisdrucciolo. Modalità di uso corretto: Periodicamente va controllata la pavimentazione e, in caso di parti rovinate, sostituita con elementi idonei senza alterare la pendenza di accesso e di uscita. Evitare l'inserimento di feritoie e griglie lungo le superfici ciclabili. Pagina 30 Manuale d'Uso Elemento Manutenibile: 01.04.03 Fasce di protezione laterali Unità Tecnologica: 01.04 Piste ciclabili Si tratta di spazi disposti lateralmente lungo i percorsi ciclabili e verso la carreggiata. La loro funzione è quella di creare un ulteriore margine di sicurezza dalla carreggiata e quindi dal traffico autoveicolare. Possono generalmente essere costituite da tappeti erbosi o rivestite da pavimentazioni in pietra naturale, elementi prefabbricati in cls. ecc.. Modalità di uso corretto: Controllare periodicamente l'integrità delle superfici del rivestimento attraverso valutazioni visive mirate a riscontrare anomalie (buche, mancanza, rottura, ecc.). Pagina 31 Manuale d'Uso Elemento Manutenibile: 01.04.04 Segnaletica di informazione Unità Tecnologica: 01.04 Piste ciclabili La segnaletica a servizio delle aree predisposte come piste ciclabili serve per guidare e disciplinare i ciclisti e fornire prescrizioni ed utili indicazioni per l'uso. In particolare può suddividersi in: a) segnaletica di divieto; b) segnaletica di pericolo; c) segnaletica di indicazione. Può essere costituita da strisce segnaletiche tracciate sulla strada o da elementi inseriti nella pavimentazione differenziati per colore. La segnaletica comprende linee longitudinali, frecce direzionali, linee trasversali, attraversamenti ciclabili, iscrizioni e simboli posti sulla superficie stradale, strisce di delimitazione degli stalli di sosta o per le aree di parcheggio dei velocipedi, ecc.. Essa dovrà integrarsi con la segnaletica stradale. La segnaletica può essere realizzata mediante l'applicazione di pittura, materiali termoplastici, materiali plastici indurenti a freddo, linee e simboli preformati o mediante altri sistemi. Nella maggior parte dei casi, la segnaletica è di colore bianco o giallo, ma, in casi particolari, vengono usati anche altri colori. Modalità di uso corretto: Tutti i segnali devono essere realizzati con materiali tali da renderli visibili sia di giorno che di notte anche in presenza di pioggia o con fondo stradale bagnato. Le attività di manutenzione rivolte alla segnaletica interessano il controllo dello stato ed il rifacimento delle linee e della simbologia convenzionale. Per ragioni di sicurezza è importante che periodicamente venga rinnovata la simbologia con materiali appropriati (pitture, materiali plastici, ecc.) che tengano conto delle condizioni ambientali. Risulta essenziale l'integrazione con la segnaletica stradale. Pagina 32 Manuale d'Uso Elemento Manutenibile: 01.04.05 Strisce di demarcazione Unità Tecnologica: 01.04 Piste ciclabili Si tratta di elementi delimitanti la parte ciclabile da altri spazi (pedonali, per il traffico autoveicolare, ecc.). Possono essere realizzate con elementi inseriti nella stessa pavimentazione (blocchetti di colore diverso) o in alternativa mediante pitture e/o bande adesive. Modalità di uso corretto: Devono essere realizzati con materiali resistenti all'usura e ai fattori climatici. Periodicamente provvedere alla pulizia e rimozione di depositi lungo i percorsi interessati o a secondo dei materiali alla sostituzione e/o al loro ripristino. Tenere conto della simbologia convenzionale integrata con la segnaletica stradale. Pagina 33 Manuale d'Uso Unità Tecnologica: 01.05 Segnaletica stradale verticale I segnali verticali si dividono nelle seguenti categorie: segnali di pericolo; segnali di prescrizione; segnali di indicazione; inoltre il formato e le dimensioni dei segnali vengono disciplinati dalle norme previste dal nuovo codice della strada. Le caratteristiche dei sostegni e dei supporti e materiali usati per la segnaletica dovranno essere preferibilmente di metallo. Inoltre, per le sezioni circolari, devono essere muniti di dispositivo inamovibile antirotazione del segnale rispetto al sostegno e del sostegno rispetto al terreno. I sostegni, i supporti dei segnali stradali devono essere protetti contro la corrosione. La sezione dei sostegni deve inoltre garantire la stabilità del segnale da eventuali sollecitazioni di origine ambientale (vento, urti, ecc.). L'Unità Tecnologica è composta dai seguenti Elementi Manutenibili: ° 01.05.01 Cartelli segnaletici ° 01.05.02 Sostegni, supporti e accessori vari Pagina 34 Manuale d'Uso Elemento Manutenibile: 01.05.01 Cartelli segnaletici Unità Tecnologica: 01.05 Segnaletica stradale verticale Si tratta di elementi realizzati generalmente in scatolari di lamiera in alluminio e/o acciaio di spessori variabili tra 1,0 - 2,5 mm verniciati a forno mediante speciali polveri di poliestere opportunamente preparati a grezzo attraverso le operazioni di sgrassaggio, lavaggio, fosfatazione, passivazione e asciugatura ed infine mediante operazione di primer per alluminio a mano. Essi sono costituiti da sagome aventi forme geometriche, colori, simbologia grafica e testo con caratteristiche tecniche diverse a secondo del significato del messaggio trasmesso. In genere i segnali sono prodotti mediante l'applicazione di pellicole rifrangenti di classi diverse. Modalità di uso corretto: Controllare l'assenza di eventuali anomalie. In particolare verificare il corretto posizionamento della segnaletica verticale. In caso di mancanza e/o usura eccessiva degli elementi provvedere alla sostituzione e/o integrazione degli stessi con altri analoghi e comunque conformi alle norme stabilite dal Nuovo Codice della Strada (D.Lgs. 30 aprile 1992 n. 285) e dal Regolamento di attuazione del nuovo codice della strada (D.P.R. 16 dicembre 1992 n. 495). Pagina 35 Manuale d'Uso Elemento Manutenibile: 01.05.02 Sostegni, supporti e accessori vari Unità Tecnologica: 01.05 Segnaletica stradale verticale Si tratta di elementi accessori alla segnaletica verticale utilizzati per il sostegno e/o il supporto degli stessi. Si possono riassumere in: a) staffe (per il fissaggio di elementi); b) pali (tubolari in ferro zincato di diametro e altezza diversa per il sostegno della segnaletica); c) collari (semplici, doppi, ecc., per l'applicazione a palo dei cartelli segnaletici); d) piastre (per l'applicazione di con staffe, a muro, ecc.); e) bulloni (per il serraggio degli elementi); f) sostegni mobili e fissi (basi per il sostegno degli elementi); g) basi di fondazione. Essi devono essere realizzati con materiali di prima scelta e opportunamente dimensionati. Modalità di uso corretto: Controllare l'assenza di eventuali anomalie. In particolare verificare la corretta stabilità dei supporti a cartelli e/o pannelli segnaletici. Provvedere periodicamente mediante l'utilizzo di adeguata attrezzatura al serraggio degli elementi accessori e/o alla loro integrazione con altri di analoghe caratteristiche. Gli interventi di ripristino vanno considerati anche in occasione di eventi traumatici esterni (urti, atti di vandalismo, ecc.). Pagina 36 Manuale d'Uso Unità Tecnologica: 01.06 Segnaletica stradale orizzontale Si tratta di segnali orizzontali tracciati sulla strada per regolare la circolazione degli autoveicoli e per guidare gli utenti fornendogli prescrizioni ed indicazioni per particolari comportamenti da seguire. Possono essere realizzati in diversi materiali: a) pitture; b) materie termoplastiche con applicazione a freddo; c) materiale termoplastico con applicazione a caldo; d) materie plastiche a freddo; e) materiali da postspruzzare; f) microsfere di vetro da premiscelare; g) inserti stradali; h) materiali preformati. Per consentire una maggiore visibilità notturna della segnaletica orizzontale possono essere inserite in essa delle particelle sferiche di vetro trasparente (microsfere di vetro) che sfruttano la retroriflessione dei raggi incidenti provenienti dai proiettori dei veicoli. Inoltre per conferire proprietà antiderapanti alla segnaletica stradale possono essere inseriti dei granuli duri di origine naturale o artificiale (granuli antiderapanti). La segnaletica orizzontale può essere costituita da: a) strisce longitudinali; b) strisce trasversali; c) attraversamenti pedonali o ciclabili; d) frecce direzionali; e) iscrizioni e simboli; f) strisce di delimitazione degli stalli di sosta o per la sosta riservata; g) isole di traffico o di presegnalamento di ostacoli entro la carreggiata; h) strisce di delimitazione della fermata dei veicoli in servizio di trasporto pubblico di linea; i) altri segnali stabiliti dal regolamento. La segnaletica stradale deve essere conformi alle norme vigenti nonché al Nuovo Codice della Strada. L'Unità Tecnologica è composta dai seguenti Elementi Manutenibili: ° 01.06.01 Altri segnali ° 01.06.02 Attraversamenti ciclabili ° 01.06.03 Attraversamenti pedonali ° 01.06.04 Frecce direzionali ° 01.06.05 Inserti stradali ° 01.06.06 Iscrizioni e simboli ° 01.06.07 Isole di traffico ° 01.06.08 Strisce di delimitazione ° 01.06.09 Strisce longitudinali ° 01.06.10 Strisce trasversali Pagina 37 Manuale d'Uso Elemento Manutenibile: 01.06.01 Altri segnali Unità Tecnologica: 01.06 Segnaletica stradale orizzontale Vengono elencati tra questi: a) i segnali orizzontali di cantiere; b) i spazi riservati allo stazionamento sulla carreggiata dei cassonetti per la raccolta dei rifiuti solidi urbani, mediante la realizzazione di una striscia gialla continua di larghezza 12 cm; c) segni orizzontali consistenti in segmenti alternati di colore giallo e nero tracciati sulla faccia verticale del ciglio del marciapiede o della parete che delimita la strada in prossimità di tratti di strada lungo i quali la sosta è vietata; d) segnaletica in materiale lapideo in prossimità dei centri abitati con illuminazione pubblica sufficiente. La realizzazione degli "altri segnali" sono stabilite dal Nuovo Codice della Strada (D.Lgs. 30 aprile 1992 n. 285) e dal Regolamento di attuazione del nuovo codice della strada (D.P.R. 16 dicembre 1992 n. 495), dalle altri leggi vigenti (Legge 7.12.1999 n.472; Legge 24.11.2006 n.286; Legge 27.12.2006 n.296; Legge 2.4.2007 n.40; D.L. 27.6.2003 n.151; D.Lgs. 23.2.2006 n.149; D.Lgs. 13.3.2006 n.150; D.M. 29.12.2006). Modalità di uso corretto: I segnali devono essere realizzati con materiali idonei tali da essere visibili sia di giorno che di notte anche in presenza di pioggia o con fondo stradale bagnato. Nei casi di elevata frequenza di condizioni atmosferiche avverse possono essere utilizzati materiali particolari. La loro durata dipende da fattori come la frequenza del passaggio di veicoli, dalla densità del traffico, dalla ruvidità della superficie stradale e da aspetti relativi alle condizioni locali, quali, per esempio, l'uso di pneumatici antighiaccio con inserti metallici, ecc.. Le attività di manutenzione interessano il controllo dello stato ed il rifacimento delle linee e della simbologia convenzionale. Per ragioni di sicurezza è importante che periodicamente venga rinnovata la simbologia stradale con materiali appropriati (pitture, materiali plastici, ecc.) che tengano conto delle condizioni ambientali e nel rispetto del Codice della Strada. Pagina 38 Manuale d'Uso Elemento Manutenibile: 01.06.02 Attraversamenti ciclabili Unità Tecnologica: 01.06 Segnaletica stradale orizzontale Gli attraversamenti ciclabili vengono evidenziati sulla carreggiata da due strisce bianche discontinue con larghezza di 50 cm e segmenti ed intervalli lunghi 50 cm. La distanza minima tra i bordi interni delle strisce trasversali è di 1 m in prossimità degli attraversamenti a senso unico e di 2 m per gli attraversamenti a doppio senso. Le strisce vengono realizzate mediante l'applicazione di vernici e/o altri materiali idonei. La realizzazione degli attraversamenti sono stabilite dal Nuovo Codice della Strada (D.Lgs. 30 aprile 1992 n. 285) e dal Regolamento di attuazione del nuovo codice della strada (D.P.R. 16 dicembre 1992 n. 495), dalle altri leggi vigenti (Legge 7.12.1999 n.472; Legge 24.11.2006 n.286; Legge 27.12.2006 n.296; Legge 2.4.2007 n.40; D.L. 27.6.2003 n.151; D.Lgs. 23.2.2006 n.149; D.Lgs. 13.3.2006 n.150; D.M. 29.12.2006). Modalità di uso corretto: I segnali devono essere realizzati con materiali idonei tali da essere visibili sia di giorno che di notte anche in presenza di pioggia o con fondo stradale bagnato. Nei casi di elevata frequenza di condizioni atmosferiche avverse possono essere utilizzati materiali particolari. La loro durata dipende da fattori come la frequenza del passaggio di veicoli, dalla densità del traffico, dalla ruvidità della superficie stradale e da aspetti relativi alle condizioni locali, quali, per esempio, l'uso di pneumatici antighiaccio con inserti metallici, ecc.. Le attività di manutenzione interessano il controllo dello stato ed il rifacimento delle linee e della simbologia convenzionale. Per ragioni di sicurezza è importante che periodicamente venga rinnovata la simbologia stradale con materiali appropriati (pitture, materiali plastici, ecc.) che tengano conto delle condizioni ambientali e nel rispetto del Codice della Strada. Pagina 39 Manuale d'Uso Elemento Manutenibile: 01.06.03 Attraversamenti pedonali Unità Tecnologica: 01.06 Segnaletica stradale orizzontale Gli attraversamenti pedonali sono evidenziati sulla carreggiata da zebrature con strisce bianche parallele alla direzione di marcia dei veicoli. Essi hanno una lunghezza non inferiore a 2,50 m, sulle strade locali e a quelle urbane di quartiere, mentre sulle altre strade la lunghezza non deve essere inferiore a 4 m. La larghezza delle strisce e degli intervalli è fissata in 50 cm. Le strisce vengono realizzate mediante l'applicazione di vernici, plastiche adesive preformate e/o in materiale lapideo in prossimità dei centri abitati. La realizzazione degli attraversamenti sono stabilite dal Nuovo Codice della Strada (D.Lgs. 30 aprile 1992 n. 285) e dal Regolamento di attuazione del nuovo codice della strada (D.P.R. 16 dicembre 1992 n. 495), dalle altri leggi vigenti (Legge 7.12.1999 n.472; Legge 24.11.2006 n.286; Legge 27.12.2006 n.296; Legge 2.4.2007 n.40; D.L. 27.6.2003 n.151; D.Lgs. 23.2.2006 n.149; D.Lgs. 13.3.2006 n.150; D.M. 29.12.2006). Modalità di uso corretto: I segnali devono essere realizzati con materiali idonei tali da essere visibili sia di giorno che di notte anche in presenza di pioggia o con fondo stradale bagnato. Nei casi di elevata frequenza di condizioni atmosferiche avverse possono essere utilizzati materiali particolari. La loro durata dipende da fattori come la frequenza del passaggio di veicoli, dalla densità del traffico, dalla ruvidità della superficie stradale e da aspetti relativi alle condizioni locali, quali, per esempio, l’uso di pneumatici antighiaccio con inserti metallici, ecc.. . Le attività di manutenzione interessano il controllo dello stato ed il rifacimento delle linee e della simbologia convenzionale. Per ragioni di sicurezza è importante che periodicamente venga rinnovata la simbologia stradale con materiali appropriati (pitture, materiali plastici, ecc.) che tengano conto delle condizioni ambientali e nel rispetto del Codice della Strada. Pagina 40 Manuale d'Uso Elemento Manutenibile: 01.06.04 Frecce direzionali Unità Tecnologica: 01.06 Segnaletica stradale orizzontale Si tratta di segnali di colore bianco per contrassegnare le corsie per consentire la preselezione dei veicoli in prossimità di intersezioni. Esse possono suddividersi in: a) freccia destra; b) freccia diritta; c) freccia a sinistra; d) freccia a destra abbinata a freccia diritta; e) freccia a sinistra abbinata a freccia diritta; f) freccia di rientro. I segnali vengono realizzati mediante l'applicazione di vernici sulle superfici stradali. Le dimensioni delle frecce variano in funzione del tipo di strada su cui vengono applicate e sono disciplinate dal Nuovo Codice della Strada (D. Lgs. 30 aprile 1992 n. 285) e dal Regolamento di attuazione del nuovo codice della strada (D.P.R. 16 dicembre 1992 n. 495), dalle altri leggi vigenti (Legge 7.12.1999 n.472; Legge 24.11.2006 n.286; Legge 27.12.2006 n.296; Legge 2.4.2007 n.40; D.L. 27.6.2003 n.151; D.Lgs. 23.2.2006 n.149; D.Lgs. 13.3.2006 n.150; D.M. 29.12.2006). Modalità di uso corretto: I segnali devono essere realizzati con materiali idonei tali da essere visibili sia di giorno che di notte anche in presenza di pioggia o con fondo stradale bagnato. Nei casi di elevata frequenza di condizioni atmosferiche avverse possono essere utilizzati materiali particolari. La loro durata dipende da fattori come la frequenza del passaggio di veicoli, dalla densità del traffico, dalla ruvidità della superficie stradale e da aspetti relativi alle condizioni locali, quali, per esempio, l'uso di pneumatici antighiaccio con inserti metallici, ecc.. Le attività di manutenzione interessano il controllo dello stato ed il rifacimento delle linee e della simbologia convenzionale. Per ragioni di sicurezza è importante che periodicamente venga rinnovata la simbologia stradale con materiali appropriati (pitture, materiali plastici, ecc.) che tengano conto delle condizioni ambientali e nel rispetto del Codice della Strada. Pagina 41 Manuale d'Uso Elemento Manutenibile: 01.06.05 Inserti stradali Unità Tecnologica: 01.06 Segnaletica stradale orizzontale Si tratta di dispositivi che riflettendo la luce incidente proveniente dai proiettori degli autoveicoli guidano ed informano gli utenti della strada. Essi possono essere costituiti da una o più parti che possono essere integrate, incollate e/o ancorate nella superficie stradale. Possono dividersi in: a) inserti stradali catarifrangente; b) catadiottri; c) inserti stradali non a depressione; d) inserti stradali a depressione; e) inserti stradali incollati; f) inserti stradali autoadesivi; g) miglioratori di adesione; h) inserti stradali ancorati; i) inserti stradali incassati. La parte catarifrangente può essere del tipo unidirezionale, bidirezionale e/o a depressione e non. I dispositivi possono essere del tipo P (permanente) o del tipo T (temporaneo). I dispositivi utilizzati come inserti stradali sono soggetti all'approvazione del Ministero dei lavori pubblici - Ispettorato generale per la circolazione e la sicurezza stradale. Modalità di uso corretto: Gli inserti stradali devono essere installati seguendo tutte le istruzioni fornite dal produttore. Gli inserti stradali temporanei devono consentire la loro rimozione senza arrecare nessun danno alle superfici in uso. Essi devono riportare in marchio le informazioni inerenti a: -nome e/o marchio del produttore; -tipo di classificazione dell'inserto stradale. Provvedere al loro ripristino e/o integrazione con altri elementi di analoghe caratteristiche. Pagina 42 Manuale d'Uso Elemento Manutenibile: 01.06.06 Iscrizioni e simboli Unità Tecnologica: 01.06 Segnaletica stradale orizzontale Si tratta di segnali realizzati mediante l'applicazione di vernici e/o plastiche adesive preformate sulla pavimentazione al fine di regolamentare il traffico. Le iscrizioni sono realizzate mediante caratteri alfanumerici disciplinati dal Nuovo Codice della Strada (D.Lgs. 30 aprile 1992 n. 285) e dal Regolamento di attuazione del nuovo codice della strada (D.P.R. 16 dicembre 1992 n. 495), dalle altri leggi vigenti (Legge 7.12.1999 n.472; Legge 24.11.2006 n.286; Legge 27.12.2006 n.296; Legge 2.4.2007 n.40; D.L. 27.6.2003 n.151; D.Lgs. 23.2.2006 n.149; D.Lgs. 13.3.2006 n.150; D.M. 29.12.2006). Le iscrizioni devono essere di colore bianco ad eccezione di alcuni termini (BUS, TRAM e TAXI, ecc.) che devono essere invece di colore giallo. Inoltre esse si diversificano in funzione del tipo di strada. Modalità di uso corretto: Le iscrizioni devono fare riferimento a nomi di località e di strade, e comunque essere facilmente comprensibili anche eventualmente ad utenti stranieri. I segnali devono essere realizzati con materiali idonei tali da essere visibili sia di giorno che di notte anche in presenza di pioggia o con fondo stradale bagnato. Nei casi di elevata frequenza di condizioni atmosferiche avverse possono essere utilizzati materiali particolari. La loro durata dipende da fattori come la frequenza del passaggio di veicoli, dalla densità del traffico, dalla ruvidità della superficie stradale e da aspetti relativi alle condizioni locali, quali, per esempio, l'uso di pneumatici antighiaccio con inserti metallici, ecc.. Le attività di manutenzione interessano il controllo dello stato ed il rifacimento delle linee e della simbologia convenzionale. Per ragioni di sicurezza è importante che periodicamente venga rinnovata la simbologia stradale con materiali appropriati (pitture, materiali plastici, ecc.) che tengano conto delle condizioni ambientali e nel rispetto del Codice della Strada Pagina 43 Manuale d'Uso Elemento Manutenibile: 01.06.07 Isole di traffico Unità Tecnologica: 01.06 Segnaletica stradale orizzontale Si tratta di triangoli di segnalazione delle isole di traffico realizzate mediante zebrature poste entro le strisce di raccordo per l'incanalamento dei veicoli o tra queste ed il bordo della carreggiata. Le strisce vengono realizzate mediante l'applicazione di vernici pittura con o senza l'aggiunta di microsfere di vetro. Le strisce devono essere di colore bianco ed inclinate con un angolo di almeno 45° rispetto alla corsia di marcia e con larghezza non inferiore a 30 cm. Gli intervalli realizzati tra le strisce devono avere larghezza doppia rispetto alle quella delle strisce. La realizzazione delle isole di traffico sono stabilite dal Nuovo Codice della Strada (D.Lgs. 30 aprile 1992 n. 285) e dal Regolamento di attuazione del nuovo codice della strada (D.P.R. 16 dicembre 1992 n. 495), dalle altri leggi vigenti (Legge 7.12.1999 n.472; Legge 24.11.2006 n.286; Legge 27.12.2006 n.296; Legge 2.4.2007 n.40; D.L. 27.6.2003 n.151; D.Lgs. 23.2.2006 n.149; D.Lgs. 13.3.2006 n.150; D.M. 29.12.2006). Modalità di uso corretto: I segnali devono essere realizzati con materiali idonei tali da essere visibili sia di giorno che di notte anche in presenza di pioggia o con fondo stradale bagnato. Nei casi di elevata frequenza di condizioni atmosferiche avverse possono essere utilizzati materiali particolari. La loro durata dipende da fattori come la frequenza del passaggio di veicoli, dalla densità del traffico, dalla ruvidità della superficie stradale e da aspetti relativi alle condizioni locali, quali, per esempio, l'uso di pneumatici antighiaccio con inserti metallici, ecc.. Le attività di manutenzione interessano il controllo dello stato ed il rifacimento delle linee e della simbologia convenzionale. Per ragioni di sicurezza è importante che periodicamente venga rinnovata la simbologia stradale con materiali appropriati (pitture, materiali plastici, ecc.) che tengano conto delle condizioni ambientali e nel rispetto del Codice della Strada. Pagina 44 Manuale d'Uso Elemento Manutenibile: 01.06.08 Strisce di delimitazione Unità Tecnologica: 01.06 Segnaletica stradale orizzontale Si tratta di strisce per la delimitazione degli stalli di sosta o per le soste riservate. Esse vengono realizzate mediante il tracciamento sulla pavimentazione di strisce di vernice (o in alcuni casi mediante plastiche adesive preformate e/o in materiale lapideo) della larghezza di 12 cm formanti un rettangolo, oppure con strisce di delimitazione ad L o a T, con indicazione dell'inizio e della fine o della suddivisione degli stalli al cui interno dovranno essere parcheggiati i veicoli. La delimitazione degli stalli di sosta si differenzia per colore: a) il bianco per gli stalli di sosta liberi; b) azzurro per gli stalli di sosta a pagamento; c) giallo per gli stalli di sosta riservati. La realizzazione delle strisce di delimitazione sono stabilite dal Nuovo Codice della Strada (D.Lgs. 30 aprile 1992 n. 285) e dal Regolamento di attuazione del nuovo codice della strada (D.P.R. 16 dicembre 1992 n. 495), dalle altri leggi vigenti (Legge 7.12.1999 n.472; Legge 24.11.2006 n.286; Legge 27.12.2006 n.296; Legge 2.4.2007 n.40; D.L. 27.6.2003 n.151; D.Lgs. 23.2.2006 n.149; D.Lgs. 13.3.2006 n.150; D.M. 29.12.2006). Modalità di uso corretto: I segnali devono essere realizzati con materiali idonei tali da essere visibili sia di giorno che di notte anche in presenza di pioggia o con fondo stradale bagnato. Nei casi di elevata frequenza di condizioni atmosferiche avverse possono essere utilizzati materiali particolari. La loro durata dipende da fattori come la frequenza del passaggio di veicoli, dalla densità del traffico, dalla ruvidità della superficie stradale e da aspetti relativi alle condizioni locali, quali, per esempio, l'uso di pneumatici antighiaccio con inserti metallici, ecc.. Le attività di manutenzione interessano il controllo dello stato ed il rifacimento delle linee e della simbologia convenzionale. Per ragioni di sicurezza è importante che periodicamente venga rinnovata la simbologia stradale con materiali appropriati (pitture, materiali plastici, ecc.) che tengano conto delle condizioni ambientali e nel rispetto del Codice della Strada. Pagina 45 Manuale d'Uso Elemento Manutenibile: 01.06.09 Strisce longitudinali Unità Tecnologica: 01.06 Segnaletica stradale orizzontale Le strisce longitudinali hanno la funzione di separare i sensi di marcia e/o le corsie di marcia e per la delimitazione delle carreggiate attraverso la canalizzazione dei veicoli verso determinate direzioni. La larghezza minima della strisce longitudinali, escluse quelle di margine, è di 15 cm per le autostrade e per le strade extraurbane principali, di 12 cm per le strade extraurbane secondarie, urbane di scorrimento ed urbane di quartiere e 10 cm per le strade locali. Le strisce longitudinali si suddividono in: a) strisce di separazione dei sensi di marcia; b) strisce di corsia; c) strisce di margine della carreggiata; d) strisce di raccordo; e) strisce di guida sulle intersezioni. Le strisce longitudinali possono essere continue o discontinue. Le lunghezze dei tratti e degli intervalli delle strisce discontinue, nei rettilinei, sono stabilite dal Nuovo Codice della Strada (D.Lgs. 30 aprile 1992 n. 285) e dal Regolamento di attuazione del nuovo codice della strada (D.P.R. 16 dicembre 1992 n. 495), dalle altri leggi vigenti (Legge 7.12.1999 n.472; Legge 24.11.2006 n.286; Legge 27.12.2006 n.296; Legge 2.4.2007 n.40; D.L. 27.6.2003 n.151; D.Lgs. 23.2.2006 n.149; D.Lgs. 13.3.2006 n.150; D.M. 29.12.2006). Le strisce vengono realizzate mediante l'applicazione di vernici pittura con o senza l'aggiunta di microsfere di vetro. Modalità di uso corretto: I segnali devono essere realizzati con materiali idonei tali da essere visibili sia di giorno che di notte anche in presenza di pioggia o con fondo stradale bagnato. Nei casi di elevata frequenza di condizioni atmosferiche avverse possono essere utilizzati materiali particolari. La loro durata dipende da fattori come la frequenza del passaggio di veicoli, dalla densità del traffico, dalla ruvidità della superficie stradale e da aspetti relativi alle condizioni locali, quali, per esempio, l'uso di pneumatici antighiaccio con inserti metallici, ecc.. Le attività di manutenzione interessano il controllo dello stato ed il rifacimento delle linee e della simbologia convenzionale. Per ragioni di sicurezza è importante che periodicamente venga rinnovata la simbologia stradale con materiali appropriati (pitture, materiali plastici, ecc.) che tengano conto delle condizioni ambientali e nel rispetto del Codice della Strada. Pagina 46 Manuale d'Uso Elemento Manutenibile: 01.06.10 Strisce trasversali Unità Tecnologica: 01.06 Segnaletica stradale orizzontale Le strisce trasversali definite anche linee di arresto possono essere continue o discontinue e vengono realizzate mediante l'applicazione di vernici pittura con o senza l'aggiunta di microsfere di vetro, entrambe di colore bianco. Le strisce continue hanno larghezza minima di 50 cm e vengono utilizzate in prossimità delle intersezioni semaforizzate, degli attraversamenti pedonali semaforizzati ed in presenza dei segnali di precedenza. Le strisce discontinue vanno usate in presenza dei segnali di precedenza. In particolare: a) la linea di arresto va tracciata con andamento parallelo rispetto all'asse della strada principale; b) la linea di arresto deve essere realizzata in modo tale da collegare il margine della carreggiata con la striscia longitudinale di separazione dei sensi di marcia. Per le strade prive di salvagente od isola spartitraffico, la linea dovrà essere raccordata con la striscia longitudinale continua per una lunghezza non inferiore a 25 m e a 10 m, rispettivamente fuori e dentro i centri abitati; c) la linea di arresto, in presenza del segnale di precedenza è realizzata mediante una serie di triangoli bianchi tracciati con la punta rivolta verso il conducente dell'autoveicolo obbligato a dare la precedenza; tali triangoli hanno una base compresa tra 40 e 60 cm ed un'altezza compresa tra 60 e 70 cm. In particolare: base 60 ed altezza 70 cm su strade di tipo C e D; base 50 e altezza 60 cm su strade di tipo E; base 40 e altezza 50 su strade di tipo F. La distanza tra due triangoli è pari a circa la metà della base. In prossimità delle intersezioni regolate da segnali semaforici, la linea di arresto dovrà essere tracciata prima dell'attraversamento pedonale e comunque ad una distanza di 1 m da quest'ultimo. La realizzazione delle strisce trasversali sono stabilite dal Nuovo Codice della Strada (D.Lgs. 30 aprile 1992 n. 285) e dal Regolamento di attuazione del nuovo codice della strada (D.P.R. 16 dicembre 1992 n. 495), dalle altri leggi vigenti (Legge 7.12.1999 n.472; Legge 24.11.2006 n.286; Legge 27.12.2006 n.296; Legge 2.4.2007 n.40; D.L. 27.6.2003 n.151; D.Lgs. 23.2.2006 n.149; D.Lgs. 13.3.2006 n.150; D.M. 29.12.2006). Modalità di uso corretto: I segnali devono essere realizzati con materiali idonei tali da essere visibili sia di giorno che di notte anche in presenza di pioggia o con fondo stradale bagnato. Nei casi di elevata frequenza di condizioni atmosferiche avverse possono essere utilizzati materiali particolari. La loro durata dipende da fattori come la frequenza del passaggio di veicoli, dalla densità del traffico, dalla ruvidità della superficie stradale e da aspetti relativi alle condizioni locali, quali, per esempio, l'uso di pneumatici antighiaccio con inserti metallici, ecc.. Le attività di manutenzione interessano il controllo dello stato ed il rifacimento delle linee e della simbologia convenzionale. Per ragioni di sicurezza è importante che periodicamente venga rinnovata la simbologia stradale con materiali appropriati (pitture, materiali plastici, ecc.) che tengano conto delle condizioni ambientali e nel rispetto del Codice della Strada. Pagina 47 Manuale d'Uso Corpo d'Opera: 02 IMPIANTI TECNOLOGICI Indicazioni generali La manutenzione degli impianti, sia essa di tipo ordinaria che straordinaria, ha la finalità di mantenere costante nel tempo le prestazioni degli impianti al fine di conseguire: - le condizioni di base richieste quali tensione corrente, ecc.; - le prestazioni di base richieste quali illuminamento, automazione, ecc.; - la massima efficienza delle apparecchiature. L'attuazione di una strategia di interventi a carattere preventivo e di un programma di controlli ed ispezioni consente di massimizzare la durata dei componenti limitando e rallentando gli effetti dell'usura. Essa comprende quindi tutte le operazioni necessarie all'ottenimento di quanto sopra nonché ad: 1) - ottimizzare i consumi (energia elettrica, gas, etc.); 2) - garantire una lunga vita all'impianto, prevedendo le possibili avarie e riducendo nel tempo i costi di manutenzione straordinaria che comportano sostituzioni e/o riparazioni di componenti importanti dell'impianto. 3) Il piano di manutenzione è stato redatto a partire dagli elaborati progettuali utilizzando informazioni, in particolare quelle relative alle sequenze degli interventi manutentivi e di sostituzione dei componenti, derivate dall'esperienza e dalle fonti bibliografiche. 4) - tali dati saranno ulteriormente precisati ed integrati in sede di costruzione anche in funzione delle indicazioni dei produttori dei componenti effettivamente utilizzati. 5) - nel seguito si riportano le definizioni dei limiti delle manutenzioni sia ordinaria che straordinaria. Manutenzione ordinaria Si intende ordinaria la manutenzione quando: - comporta l'impiego di materiali di consumo (stracci, lubrificanti, grassi e simili) o di ricambio espressamente previsti (fusibili di valvole, filtri a perdere, filtri aria, etc.) - può essere eseguita in luogo con attrezzi di tipo corrente (chiavi, cacciaviti e simili); - non richiede parti specifiche di ricambio, ma unicamente minuterie o materiali di normale usura (ranelle, guarnizioni, materiali di saldatura e simili). Comprende: 1) tutti gli oneri relativi alle operazioni ordinarie e necessarie per assicurare l'efficienza degli impianti e la loro conservazione. Manutenzione straordinaria Si intende straordinaria la manutenzione quando: Pagina 48 Manuale d'Uso - non può essere eseguita in loco oppure quando, eseguita in loco, richiede mezzi di particolare importanza (ponteggi e mezzi di sollevamento) ed attrezzature particolari (saldature elettriche, filettatrici, etc.) - comporta l'approvvigionamento di parti di ricambio, oppure la sostituzione di componenti dell'impianto di uso non corrente. Unità Tecnologiche: ° 02.01 Impianto elettrico ° 02.02 Impianto di illuminazione ° 02.03 Impianto di diffusione sonora ° 02.04 Impianto di trasmissione fonia e dati ° 02.05 Impianto per automazione ° 02.06 Impianto telefonico ° 02.07 Impianto di messa a terra ° 02.08 Impianto antintrusione e controllo accessi ° 02.09 Impianto audio annunci emergenze Pagina 49 Manuale d'Uso Unità Tecnologica: 02.01 Impianto elettrico L'impianto elettrico, nel caso di edifici per civili abitazioni, ha la funzione di addurre, distribuire ed erogare energia elettrica. Per potenze non superiori a 50 kW l'ente erogatore fornisce l'energia in bassa tensione mediante un gruppo di misura; da quest'ultimo parte una linea primaria che alimenta i vari quadri delle singole utenze. Dal quadro di zona parte la linea secondaria che deve essere sezionata (nel caso di edifici per civili abitazioni) in modo da avere una linea per le utenze di illuminazione e l'altra per le utenze a maggiore assorbimento ed evitare così che salti tutto l'impianto in caso di corti circuiti. La distribuzione principale dell'energia avviene con cavi posizionati in apposite canalette; la distribuzione secondaria avviene con conduttori inseriti in apposite guaine di protezione (di diverso colore: il giallo-verde per la messa a terra, il blu per il neutro, il marrone-grigio per la fase). L'impianto deve essere progettato secondo le norme CEI vigenti per assicurare una adeguata protezione. L'Unità Tecnologica è composta dai seguenti Elementi Manutenibili: ° 02.01.01 Canalizzazioni in PVC ° 02.01.02 Contattore ° 02.01.03 Fusibili ° 02.01.04 Interruttori ° 02.01.05 Motori ° 02.01.06 Prese e spine ° 02.01.07 Quadri di bassa tensione ° 02.01.08 Relè a sonde ° 02.01.09 Relè termici ° 02.01.10 Sezionatore Pagina 50 Manuale d'Uso Elemento Manutenibile: 02.01.01 Canalizzazioni in PVC Unità Tecnologica: 02.01 Impianto elettrico Le "canalette" sono tra gli elementi più semplici per il passaggio dei cavi elettrici. Le canalizzazioni dell'impianto elettrico sono generalmente realizzate in PVC e devono essere conformi alle prescrizioni di sicurezza delle norme CEI; dovranno essere dotati di marchio di qualità o certificati secondo le disposizioni di legge. Modalità di uso corretto: Generalmente le canalizzazioni utilizzate sono in PVC e possono essere facilmente distinguibili;infatti i tubi protettivi sono realizzati in: - serie pesante (colore nero): impiegati in pavimenti e in tutte quelle applicazioni nelle quali è richiesta una particolare resistenza meccanica; - serie leggera (colore cenere): impiegati in tutte le applicazioni nelle quali non è richiesta una particolare resistenza meccanica. Pagina 51 Manuale d'Uso Elemento Manutenibile: 02.01.02 Contattore Unità Tecnologica: 02.01 Impianto elettrico È un apparecchio meccanico di manovra che funziona in ON/OFF ed è comandato da un elettromagnete. Il contattore si chiude quando la bobina dell'elettromagnete è alimentata e, attraverso i poli, crea il circuito tra la rete di alimentazione e il ricevitore. Le parti mobili dei poli e dei contatti ausiliari sono comandati dalla parte mobile dell'elettromagnete che si sposta nei seguenti casi: a) per rotazione, ruotando su un asse; b) per traslazione, scivolando parallelamente sulle parti fisse; c) con un movimento di traslazione-rotazione. Quando la bobina è posta fuori tensione il circuito magnetico si smagnetizza e il contattore e il contattore si apre a causa: a) delle molle di pressione dei poli e della molla di ritorno del circuito magnetico mobile; b) della gravità. Modalità di uso corretto: Il contattore rende possibile: -interrompere grandi correnti monofase o polifase operando su un ausiliario di comando attraversato da bassa corrente; -garantire sia il servizio ad intermittenza che quello continuo; -realizzare a distanza un comando manuale o automatico per mezzo di cavi di piccola sezione; -aumentare i posti di comando collocandoli vicino all'operatore. Altri vantaggi del contattore sono: la robustezza e l'affidabilità in quanto non contiene meccanismi delicati; è adattabile velocemente e facilmente alla tensione di alimentazione del circuito di comando; in caso di interruzione della corrente assicura, attraverso un comando con pulsanti ad impulso, la sicurezza del personale contro gli avviamenti intempestivi; se non sono state prese le opportune precauzioni, agevola la distribuzione dei posti di arresto di emergenza e di asservimento impedendo la messa in moto dell'apparecchio; protegge il ricevitore dalle cadute di tensione consistenti. Pagina 52 Manuale d'Uso Elemento Manutenibile: 02.01.03 Fusibili Unità Tecnologica: 02.01 Impianto elettrico I fusibili realizzano una protezione fase per fase con un grande potere di interruzione a basso volume e possono essere installati o su appositi supporti (porta-fusibili) o in sezionatori porta-fusibili al posto di manicotti o barrette. Si classificano in due categorie: a) fusibili "distribuzione" tipo gG: proteggono sia contro i corto-circuiti sia contro i sovraccarichi i circuiti che non hanno picchi di corrente elevati, come i circuiti resistivi; devono avere un carico immediatamente superiore alla corrente di pieno carico del circuito protetto; b) fusibili "motore" tipo aM: proteggono contro i corto-circuiti i circuiti sottoposti ad elevati picchi di corrente, sono fatti in maniera tale che permettono ai fusibili aM di far passare queste sovracorrenti rendendoli non adatti alla protezione contro i sovraccarichi; una protezione come questa deve essere fornita di un altro dispositivo quale il relè termico; devono avere un carico immediatamente superiore alla corrente di pieno carico del circuito protetto. Modalità di uso corretto: L'utente deve verificare che i fusibili installati siano idonei rispetto all'impianto. Verificare che i fusibili siano installati correttamente in modo da evitare guasti all'impianto. Pagina 53 Manuale d'Uso Elemento Manutenibile: 02.01.04 Interruttori Unità Tecnologica: 02.01 Impianto elettrico Gli interruttori generalmente utilizzati sono del tipo ad interruzione in esafluoruro di zolfo con pressione relativa del SF6 di primo riempimento a 20 °C uguale a 0,5 bar. Gli interruttori possono essere dotati dei seguenti accessori: a) comando a motore carica molle; b) sganciatore di apertura; c) sganciatore di chiusura; d) contamanovre meccanico; e) contatti ausiliari per la segnalazione di aperto-chiuso dell'interruttore. Modalità di uso corretto: Tutte le eventuali operazioni, dopo aver tolto la tensione, devono essere effettuate con personale qualificato e dotato di idonei dispositivi di protezione individuali quali guanti e scarpe isolanti. Gli interruttori devono essere posizionati in modo da essere facilmente individuabili e quindi di facile utilizzo; la distanza dal pavimento di calpestio deve essere di 17,5 cm se la presa è a parete, di 7 cm se è in canalina, 4 cm se da torretta, 100-120 cm nei locali di lavoro. I comandi luce sono posizionati in genere a livello maniglie porte. Il comando meccanico dell'interruttore dovrà essere garantito per almeno 10.000 manovre. Pagina 54 Manuale d'Uso Elemento Manutenibile: 02.01.05 Motori Unità Tecnologica: 02.01 Impianto elettrico Le parti principali di un motore sono lo statore (induttore) e il rotore (indotto). Lo statore è la parte fissa del motore formata da un'armatura in ghisa che contiene una corona di lamierini molto sottili in acciaio al silicio isolati tra loro da ossidazione o vernice isolante. Gli avvolgimenti dello statore che devono innescare il campo rotante (tre in caso di motore trifase) sono collocati negli appositi incastri di cui sono forniti i lamierini. Ognuno degli avvolgimenti è fatto di varie bobine che si accoppiano tra loro definendo il numero di coppie di poli del motore e, di conseguenza, la velocità di rotazione. Il rotore è la parte mobile del motore formata da un impilaggio di lamierini sottili isolati tra loro e che compongono un cilindro inchiavettato sull'albero del motore. Il rotore può essere dei tipi di seguito descritti. A gabbia di scoiattolo. Sulla parte esterna del cilindro sono posizionati degli incastri su cui si dispongono dei conduttori collegati ad ognuna delle estremità da una corona metallica e su cui si esercita la coppia motore generata dal campo rotante. I conduttori sono inclinati di poco verso l'esterno per fare in modo che la coppia sia regolare, questo conferisce al rotore il tipico aspetto di una gabbia di scoiattolo. Nei motori di piccole dimensioni la gabbia è un pezzo unico fatta di alluminio iniettato sotto pressione; anche le alette di raffreddamento sono colate in questo modo e formano un corpo unico con il rotore. La coppia di avviamento di questi motori è bassa e la corrente assorbita alla messa sotto tensione è molto maggiore rispetto alla corrente nominale. A doppia gabbia. È il rotore più diffuso; è formato da due gabbie concentriche: una esterna con resistenza maggiore e una interna con resistenza minore. All'inizio dell'avviamento, le correnti indotte si oppongono alla penetrazione del flusso nella gabbia interna perché questo ha una frequenza elevata. La coppia prodotta dalla gabbia esterna resistente è elevata e lo spunto di corrente ridotto. A fine avviamento si ha una diminuzione della frequenza del rotore e, di conseguenza, è più agevole il passaggio del flusso attraverso la gabbia interna. Il motore, quindi, agisce come se fosse formato da una sola gabbia poco resistente. In regime stabilito la velocità è inferiore solo di poco a quella del motore a gabbia singola. A gabbia resistente - Sono molto diffusi, soprattutto in gabbia singola. Di solito la gabbia è racchiusa tra due anelli in inox resistente. Questi motori, alcuni dei quali sono moto-ventilati, hanno un rendimento meno buono e la variazione di velocità si può ottenere soltanto agendo sulla tensione. Hanno, però, una buona coppia di avviamento. Sbobinato (rotore ad anelli). Degli avvolgimenti uguali a quelli dello statore sono collocati negli incastri alla periferia del rotore che, di solito, è trifase. L'estremità di ogni avvolgimento è collegata ad un punto comune (accoppiamento a stella). Le estremità libere o si collegano ad un'interfaccia centrifuga o a tre anelli in rame, isolati e integrati al rotore. Su questi anelli si muovono delle spazzole in grafite collegate direttamente al dispositivo di avviamento. In base al valore delle resistenze inserite nel circuito rotorico, questo tipo di motore può sviluppare una coppia di avviamento che può arrivare fino ad oltre 2,5 volte la coppia nominale. Il picco di corrente all'avviamento è uguale a quello della coppia. Modalità di uso corretto: Evitare di aprire i dispositivi dei motori in caso di malfunzionamenti. Rivolgersi a personale specializzato e togliere l'alimentazione per evitare folgorazioni. Evitare inoltre di posizionare i motori in prossimità di possibili contatti con liquidi. Pagina 55 Manuale d'Uso Elemento Manutenibile: 02.01.06 Prese e spine Unità Tecnologica: 02.01 Impianto elettrico Le prese e le spine dell'impianto elettrico hanno il compito di distribuire alle varie apparecchiature alle quali sono collegati l'energia elettrica proveniente dalla linea principale di adduzione. Sono generalmente sistemate in appositi spazi ricavati nelle pareti o a pavimento (cassette). Modalità di uso corretto: Tutte le eventuali operazioni, dopo aver tolto la tensione, devono essere effettuate con personale qualificato e dotato di idonei dispositivi di protezione individuali quali guanti e scarpe isolanti. Nel locale dove è installato il quadro deve essere presente un cartello sul quale sono riportate le funzioni degli interruttori, le azioni da compiere in caso di emergenza su persone colpite da folgorazione. Le prese e le spine devono essere posizionate in modo da essere facilmente individuabili e quindi di facile utilizzo; la distanza dal pavimento di calpestio deve essere di 17,5 cm se la presa è a parete, di 7 cm se è in canalina, 4 cm se da torretta, 100-120 cm nei locali di lavoro. I comandi luce sono posizionati in genere a livello maniglie porte. Pagina 56 Manuale d'Uso Elemento Manutenibile: 02.01.07 Quadri di bassa tensione Unità Tecnologica: 02.01 Impianto elettrico Le strutture più elementari sono centralini da incasso, in materiale termoplastico autoestinguente, con indice di protezione IP40, fori asolati e guida per l'assemblaggio degli interruttori e delle morsette. Questi centralini si installano all'interno delle abitazioni e possono essere anche a parete. Esistono, inoltre, centralini stagni in materiale termoplastico con grado di protezione IP55 adatti per officine e industrie. Modalità di uso corretto: Tutte le eventuali operazioni, dopo aver tolto la tensione, devono essere effettuate da personale qualificato e dotato di idonei dispositivi di protezione individuali quali guanti e scarpe isolanti. Nel locale dove è installato il quadro deve essere presente un cartello sul quale sono riportate le funzioni degli interruttori, le azioni da compiere in caso di emergenza su persone colpite da folgorazione. Inoltre devono essere presenti oltre alla documentazione dell'impianto anche i dispositivi di protezione individuale e i dispositivi di estinzione incendi. Pagina 57 Manuale d'Uso Elemento Manutenibile: 02.01.08 Relè a sonde Unità Tecnologica: 02.01 Impianto elettrico Accertano la reale temperatura dell'elemento da proteggere. Questo sistema di protezione è formato da: a) una o più sonde a termistori con coefficiente di temperatura positivo (PTC), la resistenza delle sonde (componenti statici) aumenta repentinamente quando la temperatura raggiunge una soglia definita Temperatura Nominale di Funzionamento (TNF); b) un dispositivo elettronico alimentato a corrente alternata o continua che misura le resistenze delle sonde a lui connesse; un circuito a soglia rileva il brusco aumento del valore della resistenza se si raggiunge la TNF e comanda il mutamento di stati dei contatti in uscita; scegliendo differenti tipi di sonde si può adoperare questo sistema di protezione sia per fornire un allarme senza arresto della macchina, sia per comandare l'arresto; le versioni di relè a sonde sono due: c) a riarmo automatico se la temperatura delle sonde arriva ad un valore inferiore alla TNF; d) a riarmo manuale locale o a distanza con interruttore di riarmo attivo fino a quando la temperatura rimane maggiore rispetto alla TNF. Modalità di uso corretto: Verificare i seguenti parametri per evitare lo sganciamento del relè: - superamento della TNF; - interruzione delle sonde o della linea sonde-relè; - corto-circuito sulle sonde o sulla linea sonde-relè; - assenza della tensione di alimentazione del relè. I relè a sonde preservano i motori dai riscaldamenti in quanto controllano direttamente la temperatura degli avvolgimenti dello statore; è opportuno sottolineare, però, che questo tipo di protezione è utilizzato soltanto se alcune delle sonde sono state incorporate agli avvolgimenti durante la fabbricazione del motore o durante un'eventuale ribobinatura. Si utilizzano i relè a sonde anche per controllare i riscaldamenti degli organi meccanici dei motori o di altri apparecchi che possono ricevere una sonda: piani, circuiti di ingrassaggio, fluidi di raffreddamento, ecc.. Il numero massimo di sonde che possono essere associate in serie su uno stesso relè dipende dal modello del relè e dal tipo di sonda. Pagina 58 Manuale d'Uso Elemento Manutenibile: 02.01.09 Relè termici Unità Tecnologica: 02.01 Impianto elettrico Sono i dispositivi più adoperati per la protezione dei motori contro i sovraccarichi deboli e prolungati. Possono essere utilizzati a corrente alternata e continua e possono essere: a) tripolari; b) compensati (non sensibili alle modificazioni della temperatura ambiente); c) sensibili ad una mancanza di fase, evitando la marcia del motore in monofase; d) a riarmo manuale o automatico; e) graduati in "Ampere motore": impostazione sul relè della corrente segnata sulla piastra segnaletica del motore. Un relè termico tripolare è formato da tre lamine bimetalliche fatte da due metalli uniti da una laminazione e con coefficienti di dilatazione molto diversi. Ogni lamina è dotata di un avvolgimento riscaldante ed ogni avvolgimento è collegato in serie ad una fase del motore. La deformazione delle lamine è causata dal riscaldamento delle lamine a causa della corrente assorbita dal motore; a seconda dell'intensità della corrente la deformazione è più o meno accentuata. Modalità di uso corretto: Le lamine, nel deformarsi, attivano la rotazione della camma o del dispositivo di sganciamento. Nel caso in cui la corrente assorbita dall'utenza sia maggiore del valore di regolazione del relè la deformazione è tale da consentire al pezzo su cui sono ancorate le parti mobili dei contatti di liberarsi da una protezione di mantenimento. Ciò provoca la repentina apertura del contatto del relè inserito nel circuito della bobina del contattore e la chiusura del contatto di segnalazione. Soltanto quando le lamine bimetalliche si saranno adeguatamente raffreddate sarà possibile effettuare il riarmo. Pagina 59 Manuale d'Uso Elemento Manutenibile: 02.01.10 Sezionatore Unità Tecnologica: 02.01 Impianto elettrico Il sezionatore è un apparecchio meccanico di connessione che risponde, in posizione di apertura, alle prescrizioni specificate per la funzione di sezionamento. È formato da un blocco tripolare o tetrapolare, da uno o due contatti ausiliari di preinterruzione e da un dispositivo di comando che determina l'apertura e la chiusura dei poli. Modalità di uso corretto: La velocità di intervento dell'operatore (manovra dipendente manuale) determina la rapidità di apertura e chiusura dei poli. Il sezionatore è un congegno a "rottura lenta" che non deve essere maneggiato sotto carico: deve essere prima interrotta la corrente nel circuito d'impiego attraverso l'apparecchio di commutazione. Il contatto ausiliario di preinterruzione si collega in serie con la bobina del contattore; quindi, in caso di manovra in carico, interrompe l'alimentazione della bobina prima dell'apertura dei poli. Nonostante questo il contatto ausiliario di preinterruzione non può e non deve essere considerato un dispositivo di comando del contattore che deve essere dotato del comando Marcia/Arresto. La posizione del dispositivo di comando, l'indicatore meccanico separato (interruzione completamente apparente) o contatti visibili (interruzione visibile) devono segnalare in modo chiaro e sicuro lo stato dei contatti. Non deve mai essere possibile la chiusura a lucchetto del sezionatore in posizione di chiuso o se i suoi contatti sono saldati in conseguenza di un incidente. I fusibili possono sostituire nei sezionatori i tubi o le barrette di sezionamento. Pagina 60 Manuale d'Uso Unità Tecnologica: 02.02 Impianto di illuminazione L'impianto di illuminazione consente di creare condizioni di visibilità negli ambienti. L'impianto di illuminazione deve consentire, nel rispetto del risparmio energetico, livello ed uniformità di illuminamento, limitazione dell'abbagliamento, direzionalità della luce, colore e resa della luce. E' costituito generalmente da: a) lampade ad incandescenza; b) lampade fluorescenti; c) lampade alogene; d) lampade compatte; e) lampade a scariche; f) lampade a ioduri metallici; g) lampade a vapore di mercurio; h) lampade a vapore di sodio; i) pali per il sostegno dei corpi illuminanti. L'Unità Tecnologica è composta dai seguenti Elementi Manutenibili: ° 02.02.01 Bollard (paletti) ° 02.02.02 Diffusori ° 02.02.03 Lampade a ioduri metallici ° 02.02.04 Lampade a vapore di sodio ° 02.02.05 Lampade a vapore di mercurio ° 02.02.06 Lampioni a braccio ° 02.02.07 Lampioni singoli ° 02.02.08 Pali per l'illuminazione ° 02.02.09 Pali in acciaio ° 02.02.10 Riflettori ° 02.02.11 Sbracci in acciaio Pagina 61 Manuale d'Uso Elemento Manutenibile: 02.02.01 Bollard (paletti) Unità Tecnologica: 02.02 Impianto di illuminazione I bollard o paletti sono comunemente utilizzati per l'illuminazione dei percorsi pedonali esterni. I criteri di scelta sono: a) qualità cromatiche delle sorgenti; b) modalità di distribuzione del flusso luminoso; c) efficienza luminosa. Modalità di uso corretto: Nel caso dei bollard è opportuno scegliere un grado di protezione non inferiore ad IP54. Tutte le eventuali operazioni, dopo aver tolto la tensione, devono essere effettuate con personale qualificato e dotato di idonei dispositivi di protezione individuali quali guanti e scarpe isolanti. Evitare di smontare le lampade quando sono ancora calde; una volta smontate le lampade con carica esaurita queste vanno smaltite seguendo le prescrizioni fornite dalla normativa vigente e conservate in luoghi sicuri per evitare danni alle persone in caso di rottura del bulbo. Pagina 62 Manuale d'Uso Elemento Manutenibile: 02.02.02 Diffusori Unità Tecnologica: 02.02 Impianto di illuminazione I diffusori sono dei dispositivi che servono per schermare la visione diretta della lampada e sono utilizzati per illuminare gli ambienti interni ed esterni residenziali ed hanno generalmente forma di globo o similare in plastica o vetro. Modalità di uso corretto: Provvedere ad effettuare cicli di pulizia e rimozione di residui e/o macchie che possono compromettere la funzionalità degli schermi mediante l'uso di prodotti detergenti appropriati. Per le operazioni più specifiche rivolgersi a personale tecnico specializzato. Pagina 63 Manuale d'Uso Elemento Manutenibile: 02.02.03 Lampade a ioduri metallici Unità Tecnologica: 02.02 Impianto di illuminazione I vari tipi di lampade a scarica sono: lampade a vapori di alogenuri; lampade a vapori di sodio ad alta e bassa pressione; lampade a vapori di mercurio; lampade a luce miscelata. Le lampade a vapori di alogenuri, oltre ad abbattere i costi nell’impianto di illuminazione, hanno la peculiarità di un’ottima resa dei colori che si riesce ad avere allegando al mercurio elementi (che vengono introdotti nel tubo in forma di composti insieme ad uno o più alogeni - iodio, bromo - al fine di sfruttare il processo ciclico di composizione e scomposizione degli elementi) per completare la radiazione emessa dall’elemento base. Le sostanze aggiunte possono essere: a) tallio, emissione verde; b) sodio, emissione gialla; c) litio, emissione rossa; d) indio, emissione blu. Le lampade a vapori di sodio ad alta pressione emettono una luce giallo-oro e l’indice di resa cromatica arriva fino a 65. Quando si desidera ridurne il numero si adoperano in alternativa a quelle a vapori di mercurio per illuminazioni industriali e urbane. Hanno molteplici forme e il tubo in ossido di alluminio sinterizzato. Alcuni tipi hanno bisogno di accenditori a ristori. Le lampade a vapori di sodio a bassa pressione sono formate da un tubo ripiegato a “U” riempito di neon e sodio. La luce emessa è monocromatica e consente, quindi, di differenziare bene la forma degli oggetti ma non il colore. È consigliabile il loro utilizzo per piazzali, strade, svincoli autostradali montandole da una altezza di circa 8-15 m. Le lampade a vapori di mercurio possono essere a bulbo (per una migliore distribuzione della temperatura) o a cilindro di vetro termico (per resistere allo sbalzo termico e allo stillicidio). Si adoperano per edifici industriali, possono essere montate fino a 20 metri e hanno bisogno di dispositivi per l’innesco della scarica. Le lampade a luce miscelata sono costruite in maniera tale da emettere una luce mista mercurio+incandescenza. All’interno del bulbo vi è un filamento che produce radiazioni rosse mantiene stabile la scarica successiva rendendo inutili accessori di innesco. Si adoperano per creare effetti di luce. Modalità di uso corretto: Tutte le eventuali operazioni, dopo aver tolto la tensione, devono essere effettuate con personale qualificato e dotato di idonei dispositivi di protezione individuali quali guanti e scarpe isolanti. Evitare di smontare le lampade quando sono ancora calde; una volta smontate le lampade con carica esaurita queste vanno smaltite seguendo le prescrizioni fornite dalla normativa vigente e conservate in luoghi sicuri per evitare danni alle persone in caso di rottura del bulbo contenete i gas esauriti. Pagina 64 Manuale d'Uso Elemento Manutenibile: 02.02.04 Lampade a vapore di sodio Unità Tecnologica: 02.02 Impianto di illuminazione Possono essere del tipo a bassa o alta pressione del vapore di sodio. Le lampade a vapori di sodio ad alta pressione emettono una luce giallo-oro e l’indice di resa cromatica arriva fino a 65. Quando si desidera ridurne il numero si adoperano in alternativa a quelle a vapori di mercurio per illuminazioni industriali e urbane. Hanno molteplici forme e il tubo in ossido di alluminio sinterizzato. Alcuni tipi hanno bisogno di accenditori a ristori. Le lampade a vapori di sodio a bassa pressione sono formate da un tubo ripiegato a “U” riempito di neon e sodio. La luce emessa è monocromatica e consente, quindi, di differenziare bene la forma degli oggetti ma non il colore. È consigliabile il loro utilizzo per piazzali, strade, svincoli autostradali montandole da una altezza di circa 8-15 m. Modalità di uso corretto: Tutte le eventuali operazioni, dopo aver tolto la tensione, devono essere effettuate con personale qualificato e dotato di idonei dispositivi di protezione individuali quali guanti e scarpe isolanti. Evitare di smontare le lampade quando sono ancora calde; una volta smontate le lampade con carica esaurita queste vanno smaltite seguendo le prescrizioni fornite dalla normativa vigente e conservate in luoghi sicuri per evitare danni alle persone in caso di rottura del bulbo contenete i gas esauriti. Pagina 65 Manuale d'Uso Elemento Manutenibile: 02.02.05 Lampade a vapore di mercurio Unità Tecnologica: 02.02 Impianto di illuminazione Possono essere a bulbo (per una migliore distribuzione della temperatura) o a cilindro di vetro termico (per resistere allo sbalzo termico e allo stillicidio). Si adoperano per edifici industriali, possono essere montate fino a 20 metri e hanno bisogno di dispositivi per l’innesco della scarica. Modalità di uso corretto: Tutte le eventuali operazioni, dopo aver tolto la tensione, devono essere effettuate con personale qualificato e dotato di idonei dispositivi di protezione individuali quali guanti e scarpe isolanti. Evitare di smontare le lampade quando sono ancora calde; una volta smontate le lampade con carica esaurita queste vanno smaltite seguendo le prescrizioni fornite dalla normativa vigente e conservate in luoghi sicuri per evitare danni alle persone in caso di rottura del bulbo contenete i gas esauriti. Pagina 66 Manuale d'Uso Elemento Manutenibile: 02.02.06 Lampioni a braccio Unità Tecnologica: 02.02 Impianto di illuminazione Questi tipi di lampioni sostengono uno o più apparecchi di illuminazione essendo formati da un fusto, un prolungamento e un braccio al quale è collegato l'apparecchio illuminante. Possono essere realizzati in acciaio che deve essere del tipo saldabile, resistente all’invecchiamento e, quando occorre, zincabile a caldo o in alluminio o in materie plastiche. Nel caso siano realizzati in alluminio i materiali utilizzati devono essere conformi a una delle norme seguenti: UNI EN 485-3, UNI EN 485-4, UNI EN 755-7, UNI EN 755-8 ed UNI EN 1706. Si deve evitare l’azione elettrolitica tra i bulloni di fondazione e la piastra d’appoggio mediante isolamento o separazione fisica. Per i bulloni di fondazione deve essere verificato la congruità delle proprietà meccaniche minime dell’acciaio utilizzato ai requisiti della UNI EN 10025 grado S 235 JR. Modalità di uso corretto: Nel caso di eventi eccezionali (temporali, terremoti, ecc.) verificare la stabilità dei pali e dei corpi illuminanti per evitare danni a cose o persone. I materiali utilizzati devono possedere caratteristiche tecniche rispondenti alle normative vigenti nonché alle prescrizioni delle norme UNI e CEI ed in ogni caso rispondenti alla regola dell'arte. Tutti i componenti dovranno essere forniti nei loro imballaggi originali, accompagnati da certificati delle case produttrici e conservati in cantiere in luoghi sicuri e al riparo da eventuali danni. Tutti i pali e i bracci devono essere marcati in modo chiaro e duraturo con: - il nome o simbolo del fabbricante; - l’anno di fabbricazione; - un riferimento alla norma UNI EN 40; - un codice prodotto univoco. La marcatura deve essere forgiata nel materiale o applicata mediante pittura, stampaggio o mediante una targhetta fissata saldamente. Pagina 67 Manuale d'Uso Elemento Manutenibile: 02.02.07 Lampioni singoli Unità Tecnologica: 02.02 Impianto di illuminazione Sono formati generalmente da un fusto al quale è collegato un apparecchio illuminante; generalmente sono realizzati in ghisa che deve rispettare i requisiti minimi richiesti dalla normativa di settore. Nel caso siano realizzati in alluminio i materiali utilizzati devono essere conformi a una delle norme seguenti: UNI EN 485-3, UNI EN 485-4, UNI EN 755-7, UNI EN 755-8 ed UNI EN 1706. Si deve evitare l’azione elettrolitica tra i bulloni di fondazione e la piastra d’appoggio mediante isolamento o separazione fisica. Per i bulloni di fondazione deve essere verificato la congruità delle proprietà meccaniche minime dell’acciaio utilizzato ai requisiti della UNI EN 10025 grado S 235 JR. Modalità di uso corretto: Nel caso di eventi eccezionali (temporali, terremoti, ecc.) verificare la stabilità dei pali per evitare danni a cose o persone. I materiali utilizzati devono possedere caratteristiche tecniche rispondenti alle normative vigenti nonché alle prescrizioni delle norme UNI e CEI ed in ogni caso rispondenti alla regola dell'arte. Tutti i componenti dovranno essere forniti nei loro imballaggi originali, accompagnati da certificati delle case produttrici e conservati in cantiere in luoghi sicuri e al riparo da eventuali danni. Pagina 68 Manuale d'Uso Elemento Manutenibile: 02.02.08 Pali per l'illuminazione Unità Tecnologica: 02.02 Impianto di illuminazione I pali per l’illuminazione pubblica possono essere realizzati con i seguenti materiali: a) acciaio: l’acciaio utilizzato deve essere saldabile, resistente all’invecchiamento e, quando occorre, zincabile a caldo. L’acciaio deve essere di qualità almeno pari a quella Fe 360 B della EU 25 o addirittura migliore; b) leghe di alluminio: la lega utilizzata deve essere uguale o migliore delle leghe specificate nelle ISO/R 164, ISO/R 209, ISO/R 827 e ISO/TR 2136. Deve resistere alla corrosione. Quando il luogo di installazione presenta particolari e noti problemi di corrosione, la lega utilizzata deve essere oggetto di accordo tra committente e fornitore; c) calcestruzzo armato: i materiali utilizzati per i pali di calcestruzzo armato devono soddisfare le prescrizioni della UNI EN 40; d) altri materiali: nell’ipotesi in cui si realizzino pali con materiali differenti da quelli sopra elencati, detti materiali dovranno soddisfare i requisiti contenuti nelle parti corrispondenti della norma UNI EN 40, nel caso non figurino nella norma le loro caratteristiche dovranno essere concordate tra committente e fornitore. L’acciaio utilizzato per i bulloni di ancoraggio deve essere di qualità uguale o migliore di quella prevista per l’ Fe 360 B della EU 25. Modalità di uso corretto: I materiali utilizzati devono possedere caratteristiche tecniche rispondenti alle normative vigenti nonché alle prescrizioni delle norme UNI e CEI ed in ogni caso rispondenti alla regola dell'arte. Tutti i componenti dovranno essere forniti nei loro imballaggi originali, accompagnati da certificati delle case produttrici e conservati in cantiere in luoghi sicuri e al riparo da eventuali danni. Pagina 69 Manuale d'Uso Elemento Manutenibile: 02.02.09 Pali in acciaio Unità Tecnologica: 02.02 Impianto di illuminazione I pali sostengono uno o più apparecchi di illuminazione e sono formati generalmente da più parti quali un fusto, un prolungamento e all'occorrenza un braccio. Possono essere realizzati in acciaio che deve essere del tipo saldabile, resistente all'invecchiamento e, quando occorre, zincabile a caldo. L'acciaio deve essere di qualità almeno pari a quella Fe 360 B della EU 25 o migliore. Modalità di uso corretto: Nel caso di eventi eccezionali (temporali, terremoti, ecc.) verificare la stabilità dei pali per evitare danni a cose o persone. I materiali utilizzati devono possedere caratteristiche tecniche rispondenti alle normative vigenti nonché alle prescrizioni delle norme UNI e CEI ed in ogni caso rispondenti alla regola dell'arte. Tutti i componenti dovranno essere forniti nei loro imballaggi originali, accompagnati da certificati delle case produttrici e conservati in cantiere in luoghi sicuri e al riparo da eventuali danni. Pagina 70 Manuale d'Uso Elemento Manutenibile: 02.02.10 Riflettori Unità Tecnologica: 02.02 Impianto di illuminazione I riflettori si utilizzano principalmente per ottenere fenomeni di luce diffusa su grandi superfici; i riflettori proiettano il flusso luminoso in una direzione precisa. Costruttivamente sono costituiti da un involucro di materiale opaco con la faccia interna rivestita con materiale ad alto grado di riflessione (tale materiale è generalmente metallico). Modalità di uso corretto: Data la forte quantità di luce e la temperatura di colore più elevata rispetto alle normali lampade questo tipo di lampade è indicato per l'illuminazione diffusa di grandi ambienti. Tutte le eventuali operazioni, dopo aver tolto la tensione, devono essere effettuate con personale qualificato e dotato di idonei dispositivi di protezione individuali quali guanti e scarpe isolanti. Evitare di smontare le lampade quando sono ancora calde; una volta smontate le lampade con carica esaurita queste vanno smaltite seguendo le prescrizioni fornite dalla normativa vigente e conservate in luoghi sicuri per evitare danni alle persone in caso di rottura del bulbo contenente i gas esauriti. Pagina 71 Manuale d'Uso Elemento Manutenibile: 02.02.11 Sbracci in acciaio Unità Tecnologica: 02.02 Impianto di illuminazione Gli sbracci sono sostenuti generalmente da pali che a loro volta sostengono uno o più apparecchi di illuminazione. Possono essere realizzati in acciaio che deve essere del tipo saldabile, resistente all'invecchiamento e, quando occorre, zincabile a caldo. L'acciaio deve essere di qualità almeno pari a quella Fe 360 B della EU 25 o migliore. Modalità di uso corretto: Nel caso di eventi eccezionali (temporali, terremoti, ecc.) verificare la stabilità dei pali per evitare danni a cose o persone e la tenuta degli sbracci. I materiali utilizzati devono possedere caratteristiche tecniche rispondenti alle normative vigenti nonché alle prescrizioni delle norme UNI e CEI ed in ogni caso rispondenti alla regola dell'arte. Tutti i componenti dovranno essere forniti nei loro imballaggi originali, accompagnati da certificati delle case produttrici e conservati in cantiere in luoghi sicuri e al riparo da eventuali danni. Pagina 72 Manuale d'Uso Unità Tecnologica: 02.03 Impianto di diffusione sonora L'impianto di trasmissione fonia e dati consente la diffusione, nei vari ambienti, di dati ai vari utenti. Generalmente è costituito da una rete di trasmissione (denominata cablaggio) e da una serie di punti di presa ai quali sono collegate le varie postazioni. L'Unità Tecnologica è composta dai seguenti Elementi Manutenibili: ° 02.03.01 Altoparlanti ° 02.03.02 Microfoni ° 02.03.03 Amplificatori Pagina 73 Manuale d'Uso Elemento Manutenibile: 02.03.01 Altoparlanti Unità Tecnologica: 02.03 Impianto di diffusione sonora Gli altoparlanti sono dei dispositivi che consentono la diffusione dei segnali audio nei vari ambienti. Modalità di uso corretto: Gli altoparlanti devono essere posizionati in modo da essere facilmente udibili dagli utenti degli ambienti. Verificare periodicamente lo stato delle connessioni e dei pressa cavi. Pagina 74 Manuale d'Uso Elemento Manutenibile: 02.03.02 Microfoni Unità Tecnologica: 02.03 Impianto di diffusione sonora I microfoni con le relative basi microfoniche sono i terminali utente per la comunicazione di messaggi di paging selettivi per zona, per aree, o generali e per l’uso comune, come sistema di diffusione sonora. Modalità di uso corretto: I dispositivi di diffusione sonora devono essere posizionati in modo da essere facilmente percettibili dagli utenti e dagli addetti alla sorveglianza. Evitare di esporre i dispositivi di diffusione sonora all'umidità e comunque all'acqua e non farli operare in luoghi in cui i valori della umidità sono elevati. Pagina 75 Manuale d'Uso Elemento Manutenibile: 02.03.03 Amplificatori Unità Tecnologica: 02.03 Impianto di diffusione sonora Gli amplificatori sono i dispositivi per mezzo dei quali il segnale sonoro dalla stazione di partenza viene diffuso con la giusta potenza ai vari elementi terminali quali microfoni ed altoparlanti. Modalità di uso corretto: I dispositivi di diffusione sonora devono essere posizionati in modo da essere facilmente percettibili dagli utenti e dagli addetti alla sorveglianza. Evitare di esporre i dispositivi di diffusione sonora all'umidità e comunque all'acqua e non farli operare in luoghi in cui i valori della umidità sono elevati. Pagina 76 Manuale d'Uso Unità Tecnologica: 02.04 Impianto di trasmissione fonia e dati L'impianto di trasmissione fonia e dati consente la diffusione, nei vari ambienti, di dati ai vari utenti. Generalmente è costituito da una rete di trasmissione (denominata cablaggio) e da una serie di punti di presa ai quali sono collegate le varie postazioni. L'Unità Tecnologica è composta dai seguenti Elementi Manutenibili: ° 02.04.01 Altoparlanti ° 02.04.02 Cablaggio ° 02.04.03 Sistema di trasmissione Pagina 77 Manuale d'Uso Elemento Manutenibile: 02.04.01 Altoparlanti Unità Tecnologica: 02.04 Impianto di trasmissione fonia e dati Gli altoparlanti sono dei dispositivi che consentono la diffusione dei segnali audio nei vari ambienti. Modalità di uso corretto: Gli altoparlanti devono essere posizionati in modo da essere facilmente udibili dagli utenti degli ambienti. Verificare periodicamente lo stato delle connessioni e dei pressa cavi. Pagina 78 Manuale d'Uso Elemento Manutenibile: 02.04.02 Cablaggio Unità Tecnologica: 02.04 Impianto di trasmissione fonia e dati Per la diffusione dei dati negli edifici occorre una rete di supporto che generalmente viene denominata cablaggio. Pertanto il cablaggio degli edifici consente agli utenti di comunicare e scambiare dati attraverso le varie postazioni collegate alla rete di distribuzione. Modalità di uso corretto: Evitare di aprire i quadri di permutazione e le prese di rete nel caso di malfunzionamenti. Rivolgersi sempre al personale specializzato. Pagina 79 Manuale d'Uso Elemento Manutenibile: 02.04.03 Sistema di trasmissione Unità Tecnologica: 02.04 Impianto di trasmissione fonia e dati Il sistema di trasmissione consente di realizzare la trasmissione dei dati a tutte le utenze della rete. Tale sistema può essere realizzato con differenti sistemi; uno dei sistemi più utilizzati è quello che prevede la connessione alla rete LAN e alla rete WAN mediante l'utilizzo di switched e ruter. Modalità di uso corretto: Evitare di aprire i quadri di permutazione e le prese di rete nel caso di malfunzionamenti. Rivolgersi sempre al personale specializzato. Pagina 80 Manuale d'Uso Unità Tecnologica: 02.05 Impianto per automazione L'impianto per l'automazione comprende tutti quei meccanismi adibiti all'automazione degli elementi ai quali sono collegati: Fanno parte di questo tipo di impianto le fotocellule che consentono l'apertura e/o la chiusura di una porta al passaggio di una persona, le coste sensibili che permettono l'apertura e/o la chiusura di una sbarra, i rivelatori di veicoli. L'Unità Tecnologica è composta dai seguenti Elementi Manutenibili: ° 02.05.01 Coste sensibili ° 02.05.02 Fotocellule Pagina 81 Manuale d'Uso Elemento Manutenibile: 02.05.01 Coste sensibili Unità Tecnologica: 02.05 Impianto per automazione Le coste sensibili sono dei dispositivi che consentono l'apertura e/o la chiusura di un elemento ad essi collegato quando vengono toccate da un oggetto (persona, macchina, moto). Rappresentazione grafica e descrizione Coste sensibili Modalità di uso corretto: I dispositivi di sicurezza da utilizzare devono essere certificati da un organismo notificato in quanto rientrano nell’allegato IV della Direttiva Macchine. La norma di riferimento per questi prodotti è il prEN 12978 che fissa i requisiti funzionali, di sicurezza e ambientali che devono essere soddisfatti sia dai dispositivi sensibili alla pressione (PSPE, Pressure Sensitive Protective Equipment) che di quelli funzionanti sulla base dei principi elettrici (ESPE, Electro Sensitive Protective Equipment). L’installatore dovrà assicurarsi che i dispositivi di sicurezza utilizzati siano adeguati a dimensione, peso e velocità del cancello motorizzato. Sarà compito del costruttore del dispositivo fornire tutti i dati necessari per poter effettuare la scelta del prodotto da impiegare. Pagina 82 Manuale d'Uso Elemento Manutenibile: 02.05.02 Fotocellule Unità Tecnologica: 02.05 Impianto per automazione Le fotocellule sono gli elementi per mezzo dei quali si può aprire o chiudere una porta o alzare una sbarra. Il loro funzionamento è basato sulla trasmissione di un raggio luminoso che parte da una fotocellula ed arriva alla fotocellula opposta; quando questo fascio luminoso viene interrotto si attiva il circuito e si aziona il dispositivo ad esso collegato Rappresentazione grafica e descrizione Fotocellula Modalità di uso corretto: Tutte le eventuali operazioni, dopo aver tolto la tensione, devono essere effettuate da personale qualificato e dotato di idonei dispositivi di protezione individuali quali guanti e scarpe isolanti. Nel locale dove è installato l'armadio deve essere presente un cartello sul quale sono riportate le funzioni degli interruttori, le azioni da compiere in caso di emergenza su persone colpite da folgorazione. Inoltre devono essere presenti oltre alla documentazione dell'impianto anche i dispositivi di protezione individuale e i dispositivi di estinzione incendi. Pagina 83 Manuale d'Uso Unità Tecnologica: 02.06 Impianto telefonico Insieme degli elementi tecnici del sistema edilizio con funzione di distribuire e regolare flussi informativi telefonici. La centrale telefonica deve essere ubicata in modo da garantire la funzionalità del sistema ed essere installata in locale idoneo. L'Unità Tecnologica è composta dai seguenti Elementi Manutenibili: ° 02.06.01 Alimentatori ° 02.06.02 Apparecchi telefonici ° 02.06.03 Centrale telefonica ° 02.06.04 Pulsantiere ° 02.06.05 Punti di ripresa ottici Pagina 84 Manuale d'Uso Elemento Manutenibile: 02.06.01 Alimentatori Unità Tecnologica: 02.06 Impianto telefonico L'alimentatore è un elemento dell'impianto telefonico e citofonico per mezzo del quale i componenti ad esso collegati possono essere alimentati. Modalità di uso corretto: L'alimentatore deve essere fornito completo del certificato del costruttore che deve dichiarare che la costruzione è stata realizzata applicando un sistema di controllo della qualità e che i componenti dell'alimentatore sono stati selezionati in relazione allo scopo previsto e che sono idonei ad operare in accordo alle specifiche tecniche. In caso di guasti o di emergenza non cercare di aprire l' alimentatore senza aver avvisato i tecnici preposti per evitare di danneggiare l'intero apparato. Eseguire periodicamente una pulizia delle connessioni per eliminare eventuali accumuli di materiale. Pagina 85 Manuale d'Uso Elemento Manutenibile: 02.06.02 Apparecchi telefonici Unità Tecnologica: 02.06 Impianto telefonico Gli apparecchi telefonici sono elementi dell'impianto telefonico per mezzo dei quali vengono trasmessi i flussi informativi tra un apparecchio ed un altro. Modalità di uso corretto: Gli apparecchi telefonici devono essere forniti completi del certificato del costruttore che deve dichiarare che la costruzione è stata realizzata applicando un sistema di controllo della qualità e che i componenti utilizzati sono idonei ad operare in accordo alle specifiche tecniche. Per non causare danni agli apparati telefonici evitare usi impropri ed eseguire una pulizia delle connessioni per eliminare eventuali accumuli di materiale che possano compromettere il regolare funzionamento degli apparecchi stessi. Pagina 86 Manuale d'Uso Elemento Manutenibile: 02.06.03 Centrale telefonica Unità Tecnologica: 02.06 Impianto telefonico La centrale telefonica è un elemento dell'impianto telefonico per mezzo del quale i componenti ad essa collegati possono essere alimentati e monitorati; la centrale, inoltre, consente la trasmissione e la ricezione di segnali verso e da un’apparecchiatura. Modalità di uso corretto: La centrale deve essere fornita completa del certificato del costruttore che deve dichiarare che la costruzione è stata realizzata applicando un sistema di controllo della qualità e che i componenti della centrale sono stati selezionati in relazione allo scopo previsto e che sono idonei ad operare in accordo alle specifiche tecniche. In caso di guasti o di emergenza non cercare di aprire la centrale senza aver avvisato i tecnici preposti per evitare di danneggiare i software della centrale. Eseguire periodicamente una pulizia delle connessioni per eliminare eventuali accumuli di materiale. Pagina 87 Manuale d'Uso Elemento Manutenibile: 02.06.04 Pulsantiere Unità Tecnologica: 02.06 Impianto telefonico Le pulsantiere sono elementi dell'impianto citofonico per mezzo dei quali vengono attivati e successivamente trasmessi i flussi informativi tra un apparecchio ed un altro. Modalità di uso corretto: Le pulsantiere e gli apparecchi derivati devono essere forniti completi del certificato del costruttore che deve dichiarare che la costruzione è stata realizzata applicando un sistema di controllo della qualità e che i componenti utilizzati sono idonei ad operare in accordo alle specifiche tecniche. Per non causare danni agli apparati telefonici e citofonici evitare usi impropri ed eseguire una pulizia delle connessioni per eliminare eventuali accumuli di materiale che possano compromettere il regolare funzionamento degli apparecchi stessi. Pagina 88 Manuale d'Uso Elemento Manutenibile: 02.06.05 Punti di ripresa ottici Unità Tecnologica: 02.06 Impianto telefonico I punti di ripresa ottici sono costituiti da una o più telecamere (a colori o in bianco e nero) che effettuano riprese per la videocitofonia. Modalità di uso corretto: Maneggiare la telecamera con attenzione evitando urti o scosse per prevenire danneggiamenti; nel caso di telecamere da interno evitare di esporle all'umidità e comunque all'acqua e non farle operare in luoghi in cui i valori della umidità sono elevati. In caso di mancato funzionamento non tentare di aprire o smontare la telecamera; per evitare scosse elettriche non tentare di rimuovere viti o coperchi ed in ogni caso rivolgersi a personale specializzato o all'assistenza tecnica del prodotto. Non toccare il sensore direttamente con le dita ma se necessario utilizzare un panno morbido inumidito con alcool per rimuovere la polvere; non utilizzare la telecamera rivolta verso il sole per evitare danneggiamenti ai sensori ottici e non farla funzionare quando le condizioni di temperatura ed umidità superano i valori limiti indicati dal costruttore. Verificare il voltaggio di funzionamento indicato sulla targhetta posta sulla telecamera ed utilizzare solo i cavetti indicati (tipo e connettori) per il collegamento ai monitor. Quando la telecamera viene installata all'esterno prevedere un idoneo alloggiamento e nel caso ciò non fosse possibile proteggere la telecamera con tettuccio parasole. Pagina 89 Manuale d'Uso Unità Tecnologica: 02.07 Impianto di messa a terra L'impianto di messa a terra ha la funzione di collegare determinati punti elettricamente definiti con un conduttore a potenziale nullo. E’ il sistema migliore per evitare gli infortuni dovuti a contatti indiretti, ossia contatti con parti metalliche in tensione a causa di mancanza di isolamento o altro. L’impianto di terra deve essere unico e deve collegare le masse di protezione e quelle di funzionamento, inclusi i centri stella dei trasformatori per i sistemi TN, gli eventuali scaricatori e le discese contro le scariche atmosferiche ed elettrostatiche. Lo scopo è quello di ridurre allo stesso potenziale, attraverso i dispersori e i conduttori di collegamento, le parti metalliche dell’impianto e il terreno circostante. Per il collegamento alla rete di terra è possibile utilizzare, oltre ai dispersori ed ai loro accessori, i ferri dei plinti di fondazione. L’impianto di terra è generalmente composto da collettore di terra, i conduttori equipotenziali, il conduttore di protezione principale e quelli che raccordano i singoli impianti. I collegamenti devono essere sconnettibili e il morsetto principale deve avere il contrassegno di terra. L'Unità Tecnologica è composta dai seguenti Elementi Manutenibili: ° 02.07.01 Conduttori di protezione ° 02.07.02 Sistema di dispersione ° 02.07.03 Sistema di equipotenzializzazione Pagina 90 Manuale d'Uso Elemento Manutenibile: 02.07.01 Conduttori di protezione Unità Tecnologica: 02.07 Impianto di messa a terra I conduttori di protezione principale o montanti sono quelli che raccolgono i conduttori di terra dai piani dell’edificio. Modalità di uso corretto: Generalmente questi conduttori vengono realizzati con un cavo di colore giallo-verde. L'utente deve controllare il serraggio dei bulloni e che gli elementi siano privi di fenomeni di corrosione. Pagina 91 Manuale d'Uso Elemento Manutenibile: 02.07.02 Sistema di dispersione Unità Tecnologica: 02.07 Impianto di messa a terra Il sistema di dispersione ha il compito di trasferire le cariche captate dalle calate in un collettore interrato che così realizza un anello di dispersione. Rappresentazione grafica e descrizione Dispersore Modalità di uso corretto: Per gli organi di captazione si adoperano in linea di massima tondini e piattine in rame, o in acciaio zincato di sezione 50-70 mm quadrati: per la bandella piattine di sezione 30 x 40 mm, per motivi di rigidità metallica. Per le coperture metalliche gli spessori non devono essere inferiori a 10-20 mm per scongiurare perforazioni catalitiche. Una sezione doppia di quella degli organi di captazione si utilizza per le grondaie e le ringhiere; per le tubazioni e i contenitori in metallo si devono adoperare spessori di 2,5 mm che arrivano a 4,5 mm per recipienti di combustibili. Gli ancoraggi tra la struttura e gli organi di captazione devono essere fatti con brasatura forte, saldatura, bullonatura o con morsetti; in ogni caso occorre garantire superfici minime di contatto di 200 mm quadrati. Pagina 92 Manuale d'Uso Elemento Manutenibile: 02.07.03 Sistema di equipotenzializzazione Unità Tecnologica: 02.07 Impianto di messa a terra I conduttori equipotenziali principali e supplementari sono quelli che collegano al morsetto principale di terra i tubi metallici. Modalità di uso corretto: Generalmente questi conduttori vengono realizzati con un cavo di colore giallo-verde. L'utente deve controllare il serraggio dei bulloni e che gli elementi siano privi di fenomeni di corrosione. Pagina 93 Manuale d'Uso Unità Tecnologica: 02.08 Impianto antintrusione e controllo accessi L'impianto antintrusione e controlli accessi è l'insieme degli elementi tecnici del sistema edilizio con funzione di prevenire, eliminare o segnalare l'intrusione di persone non desiderate all'interno degli edifici. L'impianto generalmente si compone di una centralina elettronica, che può avere sirena incorporata o esterna e punto centrale per i diversi sensori, ripartita in zone che corrispondono alle zone protette. I sensori per interno possono essere: a) rilevatori radar che coprono zone di circa 90° (non devono essere installati su pareti soggette a vibrazioni né orientati su pareti riflettenti); b) rilevatori radar a microonde che coprono zone di oltre 100° ottenendo il massimo rendimento dall'effetto Doppler; c) rilevatori a infrarossi passivi che si servono delle radiazioni termiche dei corpi animati e sono corredati di lente Fresnel per orientare in maniera corretta il sensore con portate fina a 10 metri. I sensori perimetrali possono essere: a) contatto magnetico di superficie o da incasso; b) interruttore magnetico; c) sensore inerziale per protezione di muri e recinzioni elettriche; d) sonda a vibrazione; e) barriere a raggi infrarossi e a microonde per esterno. Gli impianti di allarme dovranno essere realizzati a regola d'arte in rispondenza alla Legge 1 marzo 1968 n.186. Tutti i dispositivi di rivelazione, concentrazione, segnalazione locale/remota (teletrasmissione), nonché di controllo (accessi, televisione a circuito chiuso), dovranno rispondere alle norme CEI 79-2, 79-3 e 79-4 ai sensi dell'art. 2 della Legge 18 ottobre 1977 n. 791 che richiede l'utilizzo di materiale costruito a regola d'arte. Pertanto dette apparecchiature dovranno riportare il previsto marchio di conformità o in alternativa di dichiarazione di conformità rilasciata dal costruttore; in ogni caso dovrà essere garantita la sicurezza d'uso. A tal riguardo tutte le apparecchiature elettriche collegate alle linee di alimentazione in bassa tensione (trasformatori, interruttori, fusibili, ecc.), dovranno essere conformi alle norme CEI 12-13; tale rispondenza dovrà essere certificata da apposito attestato di conformità rilasciato da parte degli organismi competenti oppure da dichiarazione di conformità rilasciata dal costruttore. Tutte le apparecchiature dovranno essere esenti da difetti qualitativi e di lavorazione. Le verifiche da effettuare anche sulla base della documentazione fornita sono: a) controllo dei materiali installati e delle relative caratteristiche tecniche; b) controllo a vista del posizionamento, fissaggio ed accessibilità della centrale di gestione, dei singoli rivelatori e ogni altro dispositivo del sistema, con verifica della conformità a livello di prestazione richiesta; c) controllo dello schema di localizzazione dei cavi e degli schemi dei collegamenti, verifica della completezza della documentazione tecnica e dei manuali d'uso e tecnici; d) calcolo teorico dell'autonomia di funzionamento dell'impianto sulla base degli assorbimenti, del tipo delle batterie e del dimensionamento degli alimentatori installati; e) controllo operativo delle funzioni quali: risposta dell'impianto ad eventi di allarme, risposta dell'impianto ad eventi temporali e risposta dell'impianto ad interventi manuali. L'Unità Tecnologica è composta dai seguenti Elementi Manutenibili: ° 02.08.01 Diffusione sonora ° 02.08.02 Monitor ° 02.08.03 Pannello degli allarmi ° 02.08.04 Unità di controllo Pagina 94 Manuale d'Uso Elemento Manutenibile: 02.08.01 Diffusione sonora Unità Tecnologica: 02.08 Impianto antintrusione e controllo accessi Per la diffusione dei segnali di allarme occorrono dei dispositivi in grado di diffonderli negli ambienti sorvegliati. Le apparecchiature di allarme acustico comprendono sirene per esterno, sirene per interno, sirene supplementari ed avvisatori acustici, di servizio e di controllo. Modalità di uso corretto: I dispositivi di diffusione sonora devono essere posizionati in modo da essere facilmente percettibili dagli utenti e dagli addetti alla sorveglianza. Evitare di esporre i dispositivi di diffusione sonora all'umidità e comunque all'acqua e non farli operare in luoghi in cui i valori della umidità sono elevati. Pagina 95 Manuale d'Uso Elemento Manutenibile: 02.08.02 Monitor Unità Tecnologica: 02.08 Impianto antintrusione e controllo accessi I monitor sono dei dispositivi (a colori o in bianco e nero) che consentono la visione delle riprese effettuate per la video sorveglianza ed il controllo. Modalità di uso corretto: Evitare urti o scosse per prevenire danneggiamenti ed evitare di esporre i monitor all'umidità e comunque all'acqua e non farli operare in luoghi in cui i valori della umidità sono elevati. In caso di mancato funzionamento non tentare di aprire o smontare i monitor e non tentare di rimuovere viti o coperchi ed in ogni caso rivolgersi a personale specializzato o all'assistenza tecnica del prodotto. Non toccare il video direttamente con le dita ma se necessario utilizzare un panno morbido inumidito con alcool per rimuovere la polvere; verificare il voltaggio di funzionamento indicato sulla targhetta posta sul monitor ed utilizzare solo i cavetti indicati (tipo e connettori) per il collegamento alle telecamere. Pagina 96 Manuale d'Uso Elemento Manutenibile: 02.08.03 Pannello degli allarmi Unità Tecnologica: 02.08 Impianto antintrusione e controllo accessi I segnali inviati dai rivelatori, attraverso la centrale di controllo e segnalazione a cui sono collegati, vengono visualizzati sotto forma di segnale di allarme sui pannelli detti appunto degli allarmi. Modalità di uso corretto: I dispositivi di segnalazione degli allarmi devono essere posizionati in modo da essere facilmente percettibili dagli addetti alla sorveglianza e al personale addetto alla manutenzione e riparazione dell'impianto. Nei quadri di controllo e segnalazione sono installati anche i gruppi trasformatore-raddrizzatore che garantiscono il mantenimento costante della carica delle batterie di accumulatori che devono alimentare l'impianto in caso di mancanza di energia elettrica. Gli impianti d rivelazione incendi devono poter servirsi di due fonti di alimentazione di origine diversa in grado di garantire la totale alimentazione: una delle fonti è, abitualmente, procurata dalla rete elettrica pubblica, l'altra da batterie ricaricabili mantenute sotto carica costante attraverso la tensione in rete. Pagina 97 Manuale d'Uso Elemento Manutenibile: 02.08.04 Unità di controllo Unità Tecnologica: 02.08 Impianto antintrusione e controllo accessi Le unità di controllo sono dei dispositivi che consentono di monitorare costantemente gli elementi ad esse collegati quali sensori per l'illuminazione, rivelatori di movimento, ecc. Modalità di uso corretto: Verificare periodicamente lo stato di carica della batteria e il funzionamento degli orologi. Controllare la presenza del materiale di consumo (sui dispositivi che li prevedono) quali carta e cartucce per le stampanti. Pagina 98 Manuale d'Uso Unità Tecnologica: 02.09 Impianto audio annunci emergenze Il sistema di annunci di emergenza è nella maggioranza dei casi composto dalle seguenti apparecchiature: a) unità centrale che svolge le funzioni di controllo e supervisione dell’impianto; generalmente è dotata di interfaccia di collegamento per basi microfoniche digitali, di scheda interna per messaggi di emergenza con memoria a stato solido,di ingressi audio ausiliari per il collegamento a fonti sonore esterne (tuner, CD, riproduttori di messaggi spot registrati, ecc.), di ingresso per postazione di emergenza VV.FF., di uscita per l’interfacciamento all’unità di commutazione e selezione zone, di interfaccia seriale per PC o stampante; b) stazione base microfonica con tastiera e display LCD, per chiamate selettive e generali, con uscita digitale per audio e controlli, collegabile a bus con cavo categoria 5; c) stazione base microfonica per emergenza (postazione VV.FF.); d) unità modulare di commutazione per lo smistamento delle linee audio su zone (il numero delle zone dipende dal tipo di centrale) dotata di amplificatore di riserva e test catena audio con segnale pilota ultrasonico; e) amplificatori di potenza per sistemi di diffusori a tensione costante; f) diffusori passivi per collegamenti a tensione costante; g) eventuale unità di rilevazione rumore ambiente per controllo automatico volume; h) gruppo statico di continuità per l’alimentazione di emergenza. L'impianto deve essere progettato nel rispetto delle funzioni di emergenza previste dalla normativa UNI EN 60849 e nella maggioranza dei casi può funzionare sia come normale sistema di messaggistica sia di diffusione sonora. L'Unità Tecnologica è composta dai seguenti Elementi Manutenibili: ° 02.09.01 Amplificatori ° 02.09.02 Base microfonica standard ° 02.09.03 Base microfonica per emergenze ° 02.09.04 Diffusore sonoro ° 02.09.05 Gruppo statico di continuità ° 02.09.06 Unità centrale Pagina 99 Manuale d'Uso Elemento Manutenibile: 02.09.01 Amplificatori Unità Tecnologica: 02.09 Impianto audio annunci emergenze Gli amplificatori sono i dispositivi per mezzo dei quali il segnale sonoro dalla stazione di partenza viene diffuso con la giusta potenza ai vari elementi terminali quali microfoni ed altoparlanti. Modalità di uso corretto: I dispositivi di diffusione sonora devono essere posizionati in modo da essere facilmente percettibili dagli utenti e dagli addetti alla sorveglianza. Evitare di esporre i dispositivi di diffusione sonora all'umidità e comunque all'acqua e non farli operare in luoghi in cui i valori della umidità sono elevati. Pagina 100 Manuale d'Uso Elemento Manutenibile: 02.09.02 Base microfonica standard Unità Tecnologica: 02.09 Impianto audio annunci emergenze La base microfonica è il terminale utente per la comunicazione di messaggi di paging selettivi per zona, per aree o generali e per l’uso comune, come sistema di diffusione sonora. Dispone di un microfono a collo d’oca con ghiera luminosa, tastiera numerica per la selezione della zona e display alfanumerico a cristalli liquidi per la visualizzazione del numero di zona selezionato, messaggi di stato del sistema e di diagnostica. La comunicazione con l’unità di controllo avviene con audio codificato digitale. Modalità di uso corretto: I dispositivi di diffusione sonora devono essere posizionati in modo da essere facilmente percettibili dagli utenti e dagli addetti alla sorveglianza. Evitare di esporre i dispositivi di diffusione sonora all'umidità e comunque all'acqua e non farli operare in luoghi in cui i valori della umidità sono elevati. Pagina 101 Manuale d'Uso Elemento Manutenibile: 02.09.03 Base microfonica per emergenze Unità Tecnologica: 02.09 Impianto audio annunci emergenze Costruita in contenitore metallico per montaggio a parete, dispone di microfono dinamico con pulsante “push-to-talk”. Oltre le funzioni base delle postazioni microfoniche standard, dispone della funzione di autodiagnostica della capsula microfonica e del collegamento all’unità centrale, con segnalazione su display di malfunzionamenti o mancanza di collegamento. Un comando di emergenza consente di by-passare la centrale di controllo in caso di crollo del sistema e di inviare direttamente messaggi alla catena di amplificazione. Anche in caso di regolare funzionamento, l’attivazione del comando di emergenza determina la priorità di azionamento della postazione VV.FF. su eventuali basi microfoniche attive o messaggi diffusi in quel momento. Modalità di uso corretto: I dispositivi di diffusione sonora devono essere posizionati in modo da essere facilmente percettibili dagli utenti e dagli addetti alla sorveglianza. Evitare di esporre i dispositivi di diffusione sonora all'umidità e comunque all'acqua e non farli operare in luoghi in cui i valori della umidità sono elevati. Pagina 102 Manuale d'Uso Elemento Manutenibile: 02.09.04 Diffusore sonoro Unità Tecnologica: 02.09 Impianto audio annunci emergenze I diffusori sono gli elementi dell'impianto destinati alla riproduzione di messaggi di emergenza; essi devono essere in grado di sopportare alte temperature e pertanto sono realizzati con involucro in metallo e/o in materiali ignifughi (morsettiera in ceramica e termofusibile opzionali). Modalità di uso corretto: I dispositivi di diffusione sonora devono essere posizionati in modo da essere facilmente percettibili dagli utenti e dagli addetti alla sorveglianza. Evitare di esporre i dispositivi di diffusione sonora all'umidità e comunque all'acqua e non farli operare in luoghi in cui i valori della umidità sono elevati. Pagina 103 Manuale d'Uso Elemento Manutenibile: 02.09.05 Gruppo statico di continuità Unità Tecnologica: 02.09 Impianto audio annunci emergenze Il gruppo statico di continuità fornisce alimentazione al sistema in assenza della tensione di rete. Va dimensionato in funzione della potenza audio installata, tenendo presente che deve essere garantita una continuità di funzionamento del sistema per almeno 30’ in assenza di tensione di rete. Il gruppo statico può anche essere previsto come sorgente di alimentazione temporanea prima dell’intervento di un gruppo di emergenza. Modalità di uso corretto: Tutte le eventuali operazioni, dopo aver tolto tensione, devono essere effettuate con personale qualificato e dotato di idonei dispositivi di protezione individuali quali guanti e scarpe isolanti. Nel locale dove è installato il gruppo deve essere presente un cartello sul quale sono riportate le azioni da compiere in caso di emergenza su persone colpite da folgorazione. Pagina 104 Manuale d'Uso Elemento Manutenibile: 02.09.06 Unità centrale Unità Tecnologica: 02.09 Impianto audio annunci emergenze L’unità centrale è il cuore dell'impianto audio per annunci di emergenza. La sua funzione è quella di monitorare, gestire e controllare i componenti dell’impianto nonché di impostarne i parametri di configurazione. L’unità centrale dispone dei seguenti ingressi/uscite: a) ingresso per la connessione della linea basi microfoniche; b) ingresso per la linea privilegiata di emergenza base microfonica VV.FF.; c) ingressi per l’interfacciamento di centrali antincendio e/o pulsanti di emergenza; d) uscita per il collegamento alla unità di commutazione; e) porta seriale per il collegamento a PC o stampante; f) ingresso audio con comando Vox programmabile per l’interfacciamento a centralini telefonici; g) ingressi audio per il collegamento a sorgenti sonore esterne (lettori CD, tuner e simili). Generalmente è dotata di un pannello con display alfanumerico a cristalli liquidi e pulsanti per mezzo dei quali è possibile impostare i parametri di configurazione e visualizzare lo stato dell’impianto; inoltre è dotata di una scheda di riproduzione messaggi con memoria allo stato solido per la riproduzione di messaggi di emergenza (non alterabili dall’esterno) come previsto dalla norma UNI EN 60849. Le funzioni di programmazione prevedono la definizione di aree, la selezione della musica di sottofondo per zona, la regolazione del volume per zona. L’unità centrale gestisce anche le funzioni di diagnostica per le basi microfoniche e per le linee di zona. È collegabile attraverso porta seriale ad un PC che, oltre alle funzioni di configurazione, può provvedere alla memorizzazione di eventi (data-logger) per una verifica successiva di quanto accaduto (condizioni di emergenza, guasti, ecc.) In alternativa al PC è possibile collegare una stampante per la stampa diretta degli eventi in corso. È possibile l’interfacciamento del sistema annunci con impianti di allarme incendio e/o pulsanti di emergenza per generare automaticamente messaggi corrispondenti. In fase di configurazione è possibile associare ad ogni ingresso un determinato messaggio e la zona di diffusione dello stesso. In caso di crollo del sistema o mancato funzionamento dell’unità centrale è possibile by-passare la parte digitale e lanciare annunci di emergenza attraverso la postazione VV.FF.. Modalità di uso corretto: La centrale di controllo e segnalazione deve essere in grado di segnalare in modo inequivocabile le seguenti condizioni funzionali: - condizione di riposo; - condizione di allarme; - condizione di guasto; - condizione di fuori servizio; - condizione di test; per tale motivo deve essere ubicata in modo da garantire la massima sicurezza del sistema. Il costruttore deve approntare la documentazione per l'installazione e per l'uso che deve comprendere: - una descrizione generale dell'apparecchiatura con l'indicazione delle funzioni; - le specifiche tecniche sufficientemente dettagliate degli ingressi e delle uscite sufficienti per consentire una valutazione della compatibilità meccanica, elettrica e logica con altri componenti del sistema; - i requisiti di alimentazione per il funzionamento; - il numero massimo di zone, punti, dispositivi di allarme per la centrale; - i limiti elettrici massimi e minimi di ogni ingresso e uscita; - le caratteristiche dei cavi e dei fusibili; - le informazioni sulle modalità d’installazione; - l'idoneità all'impiego in vari ambienti; - le istruzioni di montaggio; - le istruzioni per il collegamento di ingressi e uscite; - le istruzioni per la configurazione e la messa in servizio; - le istruzioni operative; - le informazioni sulla manutenzione. Questa documentazione deve includere disegni, elenco delle parti, schemi a blocchi, schemi elettrici e descrizione funzionale, tali da consentire la verifica di rispondenza della centrale sulla sua costruzione elettrica e meccanica. Pagina 105 Manuale d'Uso Corpo d'Opera: 03 OPERE A VERDE Una manutenzione corretta delle opere a verde consente di porre le basi per una buona persistenza della copertura vegetale e di evitare danni al paesaggio ed agli ecosistemi limitrofi. Poiché legato a opere di sistemazione caratterizzate da componente biologica difficilmente prevedibile, il piano di manutenzione delle opere di sistemazione a verde delinea frequenze di intervento come è prevedibile in condizioni generali di crescita delle piante non potendo tenere conto delle condizioni stazionali future e delle capacità di attecchimento delle specie vegetali. La manutenzione sarà intensiva nei primi anni di impianto al fine di assicurare un omogeneo insediamento delle piante. Si prevede che la manutenzione sulle opere di inserimento paesaggistico ambientale sia più frequente nei primi tre anni di vita dell'opera in modo da garantire l'attecchimento del materiale vegetale ed assicurare la copertura nelle aree verdi in progetto. Successivamente al terzo anno le cure colturali tenderanno a diradarsi nel tempo, essendo l'obiettivo quello di ottenere formazioni vegetazionali a carattere semi-naturale, in cui si instaurino dinamiche il più possibile indipendenti dall'intervento dell'uomo. Il programma di manutenzione è suddiviso tra interventi previsti durante i primi anni dall'impianto e la manutenzione ordinaria e continuativa. Unità Tecnologiche: ° 03.01 Aree a verde Pagina 106 Manuale d'Uso Unità Tecnologica: 03.01 Aree a verde Le aree a verde costituiscono l'insieme dei parchi, dei giardini e delle varietà arboree degli spazi urbani ed extra urbani. La distribuzione degli spazi verdi varia in funzione a standard urbanistici ed esigenze di protezione ambientale. Il verde urbano può avere molteplici funzioni di protezione ambientale: a) ossigenazione dell'aria; b) assorbimento del calore atmosferico; c) barriera contro i rumori ed altre fonti di inquinamento. L'Unità Tecnologica è composta dai seguenti Elementi Manutenibili: ° 03.01.01 Alberi ° 03.01.02 Altre piante ° 03.01.03 Ammendanti, correttivi e fitofarmaci ° 03.01.04 Arbusti e cespugli ° 03.01.05 Cordoli e bordure ° 03.01.06 Fertilizzanti ° 03.01.07 Ghiaia e pietrisco ° 03.01.08 Sementi ° 03.01.09 Substrato di coltivazione ° 03.01.10 Tappeti erbosi ° 03.01.11 Terra di coltivo Pagina 107 Manuale d'Uso Elemento Manutenibile: 03.01.01 Alberi Unità Tecnologica: 03.01 Aree a verde Si tratta di piante legnose caratterizzate da tronchi eretti e ramificati formanti una chioma posta ad una certa distanza dalla base. Gli alberi si differenziano per: -Tipo; -Specie; -Caratteristiche botaniche; -Caratteristiche ornamentali; -Caratteristiche agronomiche; -Caratteristiche ambientali; -Tipologia d'impiego. Modalità di uso corretto: La scelta dei tipi di alberi va fatta: - in funzione dell'impiego previsto (viali, alberate stradali, filari, giardini, parchi, ecc.); - delle condizioni al contorno (edifici, impianti, inquinamento atmosferico, ecc.); - della massima altezza di crescita; - della velocità di accrescimento; - delle caratteristiche del terreno; - delle temperature stagionali; - dell'umidità; - del soleggiamento; - della tolleranza alla salinità, ecc.; In ogni caso in fase di progettazione e scelta di piante affidarsi a personale specializzato (agronomi, botanici, ecc.). dal punto di vista manutentivo le operazioni previste riguardano: la potatura, l'irrigazione, la concimazione, contenimento della vegetazione, cura delle malattie, semina, messa a dimora, ecc.. Pagina 108 Manuale d'Uso Elemento Manutenibile: 03.01.02 Altre piante Unità Tecnologica: 03.01 Aree a verde Sotto la questa denominazione vengono raggruppate le seguenti piante: -acquatiche e palustri; -erbacee annuali, biennali, perenni; -bulbose, rizomatose, tuberose; -tappezzanti; -rampicanti, ricadenti, sarmentose. Modalità di uso corretto: In fase di progettazione di aree a verde e scelta delle piante, affidarsi a personale specializzato (agronomi, botanici, ecc.). Dal punto di vista manutentivo le operazioni previste riguardano: la potatura, l'irrigazione, la concimazione, contenimento della vegetazione, cura delle malattie, semina, messa a dimora, ecc.. Pagina 109 Manuale d'Uso Elemento Manutenibile: 03.01.03 Ammendanti, correttivi e fitofarmaci Unità Tecnologica: 03.01 Aree a verde Si tratta di prodotti utilizzati: a) per migliorare le caratteristiche dei terreni (ammendanti); b) per migliorare le reazioni dei terreni (correttivi); c) ad uso insetticida, diserbante, ecc. (fitofarmaci). Modalità di uso corretto: Sulle confezioni vanno indicate la composizione del prodotto, la provenienza, la classe di tossicità, la data di confezionamento e di scadenza. Attenersi scrupolosamente alle raccomandazioni del fornitore e/o comunque rivolgersi a personale specializzato. Pagina 110 Manuale d'Uso Elemento Manutenibile: 03.01.04 Arbusti e cespugli Unità Tecnologica: 03.01 Aree a verde Si tratta di piante perenni, legnose, aventi tronco con ramificazioni prevalenti a sviluppo dalla base. Possono essere del tipo a foglia decidua o sempreverdi. Modalità di uso corretto: In fase di progettazione di aree a verde e scelta degli arbusti e/o cespugli, affidarsi a personale specializzato (agronomi, botanici, ecc.). Dal punto di vista manutentivo le operazioni previste riguardano: la potatura, l'irrigazione, la concimazione, contenimento della vegetazione, cura delle malattie, semina, messa a dimora, ecc Pagina 111 Manuale d'Uso Elemento Manutenibile: 03.01.05 Cordoli e bordure Unità Tecnologica: 03.01 Aree a verde Si tratta di manufatti di finitura per la creazione di isole protettive per alberature, aiuole, isole spartitraffico, ecc.. Essi hanno la funzione di contenere la spinta verso l'esterno de terreno che è sottoposta a carichi di normale esercizio. Possono essere realizzati in elementi prefabbricati in calcestruzzo, in pietra artificiale, in cordoni di pietrarsa. Modalità di uso corretto: Vengono messi in opera con strato di allettamento di malta idraulica e/o su riporto di sabbia ponendo particolare attenzione alla sigillatura dei giunti verticali tra gli elementi contigui. In genere quelli in pietra possono essere lavorati a bocciarda sulla faccia vista e a scalpello negli assetti. Pagina 112 Manuale d'Uso Elemento Manutenibile: 03.01.06 Fertilizzanti Unità Tecnologica: 03.01 Aree a verde Possono essere di origine minerale, vegetale, ecc.. Essi vengono impiegati per migliorare la qualità del terreno di coltivazione nonché delle specie e/o qualità vegetali in uso. Modalità di uso corretto: Sulle confezioni vanno indicate la composizione del prodotto e le date di confezionamento e di scadenza. Attenersi scrupolosamente alle raccomandazioni del fornitore e/o comunque rivolgersi a personale specializzato. Pagina 113 Manuale d'Uso Elemento Manutenibile: 03.01.07 Ghiaia e pietrisco Unità Tecnologica: 03.01 Aree a verde Si tratta di materiale alluvionale o proveniente dalla frantumazione di rocce con dimensioni comprese fra i 2 e 50 mm utilizzato generalmente nella sistemazione di vialetti e percorsi pedonali adiacenti ad aree a verde. Modalità di uso corretto: Provvedere alla corretta distribuzione e costipamento del materiale lungo i percorsi in uso nonché al riempimento di zone sprovviste. Particolare attenzione va posta nella messa in opera in zone adiacenti a tombini o griglie in uso. Pagina 114 Manuale d'Uso Elemento Manutenibile: 03.01.08 Sementi Unità Tecnologica: 03.01 Aree a verde Le sementi rappresentano le molteplici varietà ed essenze del materiale vegetale vivo utilizzabile sotto forma di semi. Modalità di uso corretto: Le sementi dovranno essere fornite sotto forma di confezioni originali e sigillate nonché munite di relative certificazioni. Sulle confezioni dovranno essere sempre riportate: la data di confezionamento e la relativa scadenza; il grado di purezza; la germinabilità. Quando non si prevede un uso immediato dei prodotti provvedere alla conservazione in luoghi freschi ma privi di umidità. Pagina 115 Manuale d'Uso Elemento Manutenibile: 03.01.09 Substrato di coltivazione Unità Tecnologica: 03.01 Aree a verde Si tratta di materiali di origine minerale e/o vegetale impiegati singolarmente o miscelati secondo adeguate proporzioni in funzione degli impieghi e delle qualità vegetali. Particolari substrati sono rappresentati da: a) compost; b) terriccio di letame; c) torba. Modalità di uso corretto: Sulle confezioni vanno indicate i tipi di composizione e l'assenza di agenti patogeni e/o sostanze tossiche. Prima dell'impiego accertarsi della qualità e provenienza del prodotto anche con opportune analisi. Pagina 116 Manuale d'Uso Elemento Manutenibile: 03.01.10 Tappeti erbosi Unità Tecnologica: 03.01 Aree a verde Essi vengono utilizzati per la sistemazione a prato di superfici dove è richiesto un rapido inerbimento. Possono essere del tipo a tappeti erbosi o in strisce a zolle. Le qualità variano a secondo delle specie prative di provenienza: cotica naturale, miscugli di graminacee e leguminose, ecc.. Modalità di uso corretto: Le attività manutentive riguardano principalmente: il taglio; l'innaffiaggio; la concimazione. Nel caso di rifacimento dei tappeti erbosi prevedere le seguenti fasi : a) asportare i vecchi strati; b) rastrellare, rullare ed innaffiare gli strati inferiori del terreno; c) posare i nuovi tappeti erbosi; d) concimare ed innaffiare. Affidarsi a personale specializzato. Pagina 117 Manuale d'Uso Elemento Manutenibile: 03.01.11 Terra di coltivo Unità Tecnologica: 03.01 Aree a verde Si tratta di terreno con caratteristiche tali da contribuire ad elevare la qualità degli strati esistenti. In particolare si caratterizza per i seguenti parametri: a) assenza di elementi estranei (pietre, sassi , radici, rami, ecc.); b) assenza di sostanze tossiche; c) assenza di agenti patogeni; d) presenza in proporzione di componenti nutritivi; e) presenza in proporzione di sostanze organiche e microrganismi essenziali; f) reazione neutra; g) tessitura franca con adeguate proporzioni di sabbia, argilla e limo. Modalità di uso corretto: Provvedere all'utilizzo di terra di coltivo secondo le effettive necessità e comunque secondo le prescrizioni di personale qualificato (agronomi, botanici). Pagina 118 Manuale d'Uso Corpo d'Opera: 04 OPERE EDILI Rappresentano l'insieme delle unità tecnologiche e di tutti gli elementi tecnici del sistema edilizio che hanno la funzione di sostenere i carichi del sistema edilizio stesso e di collegare inoltre staticamente tutte le sue parti. Unità Tecnologiche: ° 04.01 Strutture in sottosuolo ° 04.02 Pareti di sostegno ° 04.03 Facciate continue ° 04.04 Rivestimenti esterni ° 04.05 Infissi esterni ° 04.06 Coperture piane ° 04.07 Infissi interni ° 04.08 Scale e rampe ° 04.09 Pavimentazioni esterne ° 04.10 Arredo urbano Pagina 119 Manuale d'Uso Unità Tecnologica: 04.01 Strutture in sottosuolo Insieme degli elementi tecnici orizzontali del sistema edilizio avente funzione di separare gli spazi interni del sistema edilizio dal terreno sottostante e trasmetterne ad esso il peso della struttura e delle altre forze esterne. L'Unità Tecnologica è composta dai seguenti Elementi Manutenibili: ° 04.01.01 Strutture di fondazione Pagina 120 Manuale d'Uso Elemento Manutenibile: 04.01.01 Strutture di fondazione Unità Tecnologica: 04.01 Strutture in sottosuolo Insieme degli elementi tecnici orizzontali del sistema edilizio avente funzione di trasmettere al terreno il peso della struttura e delle altre forze esterne. Modalità di uso corretto: L'utente dovrà soltanto accertarsi della comparsa di eventuali anomalie che possano anticipare l'insorgenza di fenomeni di dissesto e/o cedimenti strutturali. Pagina 121 Manuale d'Uso Unità Tecnologica: 04.02 Pareti di sostegno Si tratta di insiemi di elementi tecnici aventi la funzione di sostenere i carichi derivanti dal terreno e/o eventuali movimenti franosi. Tali strutture vengono generalmente classificate in base al materiale con il quale vengono realizzate, al principio statico di funzionamento o alla loro geometria. L'Unità Tecnologica è composta dai seguenti Elementi Manutenibili: ° 04.02.01 Muri semplici o a gravità Pagina 122 Manuale d'Uso Elemento Manutenibile: 04.02.01 Muri semplici o a gravità Unità Tecnologica: 04.02 Pareti di sostegno Si tratta di opere di contenimento che contrastano l'azione spingente del terrapieno con la loro massa notevole. Il tipo di realizzazione è nella maggior parte dei casi a sezione trapezia con inclinazione ed altezza dei paramenti diversa. Essi possono essere realizzati in: a) muratura di pietrame a secco; b) muratura di pietrame con malta; c) muratura di pietrame con ricorsi in mattoni; d) cls. Modalità di uso corretto: Controllare la stabilità delle strutture e l'assenza di eventuali anomalie. In particolare la comparsa di segni di dissesti evidenti (fratturazioni, lesioni, principio di ribaltamento, ecc.). In fase di progettazione definire con precisione la spinta "S" derivante dalla massa di terra e le relative componenti. Verificare le condizioni di stabilità relative: a) al ribaltamento; b) allo scorrimento; c) allo schiacciamento; d) allo slittamento del complesso terra-muro. Provvedere al ripristino degli elementi per le opere realizzate in pietrame (con o senza ricorsi), in particolare, dei giunti, dei riquadri, delle lesene, ecc. Pagina 123 Manuale d'Uso Unità Tecnologica: 04.03 Facciate continue Si tratta in genere di pareti leggere con funzione non portante, situate esternamente rispetto alla struttura dell'edificio, ripetute con elementi modulari di tamponamento. Le facciate continue sono costituite da strutture ausiliarie nelle quali vengono inseriti elementi tra loro compatibili, fissi o apribili, trasparenti e/o opachi. Esse possono essere completamente trasparenti, colorate o riflettenti a secondo del diverso trattamento dei vetri. In genere agli elementi trasparenti vengono assemblati pannelli opachi o in alternativa le facciate sono rivestite con pannelli di natura diversa (pietra, resine, lastre di metallo, ecc.). L'Unità Tecnologica è composta dai seguenti Elementi Manutenibili: ° 04.03.01 Pannelli in alluminio Pagina 124 Manuale d'Uso Elemento Manutenibile: 04.03.01 Pannelli in alluminio Unità Tecnologica: 04.03 Facciate continue Si tratta di elementi modulari costituiti da elementi opachi realizzati da pannelli sandwich (in poliuretano e/o altri materiali) rivestiti in lamine di alluminio. I pannelli possono essere assemblati sul posto o in fabbrica. In genere i sistemi di collegamento sono costituiti da agganci particolari che possono variare a secondo delle tipologie e tecnologie utilizzate (piastre, bulloni, viti, staffe, ecc.). Modalità di uso corretto: Particolare attenzione va posta nei punti di connessione con gli altri subsistemi dell'edificio e rispetto al transito dei sistemi impiantistici connessi. Dal punto di vista manutentivo non bisogna compromettere l'integrità delle pareti mediante azioni esterne (urti violenti, fonti di calore elevate, ecc.). Controllare periodicamente il grado di usura delle parti in vista e dei giunti siliconici. Pagina 125 Manuale d'Uso Unità Tecnologica: 04.04 Rivestimenti esterni Si tratta di strati funzionali, facenti parte delle chiusure verticali, la cui funzione principale è quella di proteggere il sistema di chiusura dalle sollecitazioni esterne degli edifici e dagli agenti atmosferici nonché di assicurargli un aspetto uniforme ed ornamentale. L'Unità Tecnologica è composta dai seguenti Elementi Manutenibili: ° 04.04.01 Rivestimenti in metallo ° 04.04.02 Rivestimenti in laterizio Pagina 126 Manuale d'Uso Elemento Manutenibile: 04.04.01 Rivestimenti in metallo Unità Tecnologica: 04.04 Rivestimenti esterni I Rivestimenti in metallo trovano applicazione negli ambienti abitativi e in molte soluzioni di arredo. Attraverso processi tecnologici si possono trovare prodotti con le superfici ad effetti: liscio, decorato, stampato a rilievo, acidato. In particolare per l'acciaio inox (lucidatura a specchio, spazzolato, modanato, satinato, ecc.), per l'alluminio (levigato, satinato, spazzolato, anodizzato, plastificato, verniciato, ecc.). Le dimensioni e gli spessori variano a secondo dei prodotti. I fogli metallici trovano impiego nella copertura di ampie superfici senza necessitare di giunti. in particolare l'alluminio risulta essere resistente, leggero e richiede poca manutenzione. Vi è inoltre una gamma di pannelli in metallo traforati (punzonato, ondulato, fessurato, allungato, ecc.) disponibili in una moltitudine di modelli e metalli (alluminio, ottone, rame, acciaio dolce, acciaio galvanico, acciaio inox, leghe speciali, ecc.) Modalità di uso corretto: Controllare periodicamente l'integrità delle superfici del rivestimento attraverso valutazioni visive mirate a riscontrare anomalie evidenti. Comunque affinché tali controlli risultino efficaci affidarsi a personale tecnico con esperienza. Pagina 127 Manuale d'Uso Elemento Manutenibile: 04.04.02 Rivestimenti in laterizio Unità Tecnologica: 04.04 Rivestimenti esterni I laterizi impiegati come elementi da rivestimento in vista dovranno essere esenti da difetti quali scagliature o alterazioni cromatiche. Essi possono assumere formati e spessori diversi a secondo del loro utilizzo. Possono essere con superficie liscia, scabra o sabbiata ed avere colorazioni diverse. Importante per i rivestimenti in laterizio è la messa in opera. Particolare cura dovrà essere rivolta al regolare allineamento degli elementi, allo spessore dei giunti orizzontali e verticali che dovranno rispettare i requisiti di tenuta all'acqua e di resistenza al gelo. E' un tipo di rivestimento che garantisce eccellenti comportamenti nel tempo. Modalità di uso corretto: Controllare periodicamente l'integrità delle superfici del rivestimento attraverso valutazioni visive mirate a riscontrare anomalie evidenti. Comunque affinché tali controlli risultino efficaci affidarsi a personale tecnico con esperienza. Pagina 128 Manuale d'Uso Unità Tecnologica: 04.05 Infissi esterni Gli infissi esterni fanno parte del sistema chiusura del sistema tecnologico. Il loro scopo è quello di soddisfare i requisiti di benessere quindi di permettere l'illuminazione e la ventilazione naturale degli ambienti, garantendo inoltre le prestazioni di isolamento termico-acustico. Gli infissi offrono un'ampia gamma di tipologie diverse sia per materiale che per tipo di apertura. L'Unità Tecnologica è composta dai seguenti Elementi Manutenibili: ° 04.05.01 Serramenti in alluminio Pagina 129 Manuale d'Uso Elemento Manutenibile: 04.05.01 Serramenti in alluminio Unità Tecnologica: 04.05 Infissi esterni Si tratta di serramenti i cui profili sono ottenuti per estrusione. L'unione dei profili avviene meccanicamente con squadrette interne in alluminio o acciaio zincato. Le colorazioni diverse avvengono per elettrocolorazione. Particolare attenzione va posta nell'accostamento fra i diversi materiali; infatti il contatto fra diversi metalli può creare potenziali elettrici in occasione di agenti atmosferici con conseguente corrosione galvanica del metallo a potenziale elettrico minore. Rispetto agli infissi in legno hanno una minore manutenzione. Modalità di uso corretto: E' necessario provvedere alla manutenzione periodica degli infissi in particolare alla rimozione di residui che possono compromettere guarnizioni e sigillature e alla regolazione degli organi di manovra. Per le operazioni più specifiche rivolgersi a personale tecnico specializzato. Pagina 130 Manuale d'Uso Unità Tecnologica: 04.06 Coperture piane Insieme degli elementi tecnici orizzontali o suborizzontali del sistema edilizio aventi funzione di separare gli spazi interni del sistema edilizio stesso dallo spazio esterno sovrastante. Le coperture piane (o coperture continue) sono caratterizzate dalla presenza di uno strato di tenuta all'acqua, indipendentemente dalla pendenza della superficie di copertura, che non presenta soluzioni di continuità ed è composto da materiali impermeabili che posti all'esterno dell'elemento portante svolgono la funzione di barriera alla penetrazione di acque meteoriche. L'organizzazione e la scelta dei vari strati funzionali nei diversi schemi di funzionamento della copertura consente di definire la qualità della copertura e soprattutto i requisiti prestazionali. Gli elementi e i strati funzionali si possono raggruppare in: a) elemento di collegamento; b) elemento di supporto; c) elemento di tenuta; d) elemento portante; e) elemento isolante; f) strato di barriera al vapore; g) strato di continuità; h) strato della diffusione del vapore; i) strato di imprimitura; l) strato di ripartizione dei carichi; m) strato di pendenza; n) strato di pendenza; o) strato di protezione; p) strato di separazione o scorrimento; q) strato di tenuta all'aria; r) strato di ventilazione; s) strato drenante; t) strato filtrante. L'Unità Tecnologica è composta dai seguenti Elementi Manutenibili: ° 04.06.01 Strati termoisolanti ° 04.06.02 Struttura metallica Pagina 131 Manuale d'Uso Elemento Manutenibile: 04.06.01 Strati termoisolanti Unità Tecnologica: 04.06 Coperture piane Lo strato termoisolante ha lo scopo di garantire alla copertura il valore richiesto di resistenza termica globale e allo stesso tempo di attenuare la trasmissione delle onde sonore provocate dai rumori aerei, ecc.. L'isolamento va calcolato in funzione della sua conducibilità termica e secondo della destinazione d'uso degli ambienti interni. Nelle coperture continue l'isolante, posizionato al di sotto o al di sopra dell'elemento di tenuta, sarà realizzato per resistere alle sollecitazioni e ai carichi previsti in relazione dell'accessibilità o meno della copertura. Gli strati termoisolanti possono essere in: a) polistirene espanso; b) poliuretano rivestito di carta kraft; c) poliuretano rivestito di velo vetro; d) polisocianurato; e) sughero; f) perlite espansa; g) vetro cellulare; h) materassini di resine espanse; i) materassini in fibre minerali; l) fibre minerali o vegetali sfusi e/a piccoli elementi. Modalità di uso corretto: Gli strati termoisolanti sono adottati anche per la riduzione dei consumi energetici e per l'eliminazione dei fenomeni di condensazione superficiale, ecc. Nelle coperture continue l'elemento termoisolante può essere posizionato al di sopra o al di sotto dell'elemento di tenuta oppure al di sotto dello strato di irrigidimento e/o ripartizione dei carichi. L'utente dovrà provvedere al controllo delle condizioni della superficie del manto ponendo particolare attenzione alla presenza di eventuali ristagni di acqua e di vegetazione sopra la tenuta. In particolare è opportuno effettuare controlli generali del manto in occasione di eventi meteo di una certa entità che possono aver compromesso l'integrità degli elementi di copertura. Fare attenzione alla praticabilità o meno della copertura. Se necessario vanno rinnovati gli strati isolanti deteriorati mediante sostituzione localizzata o generale. Pagina 132 Manuale d'Uso Elemento Manutenibile: 04.06.02 Struttura metallica Unità Tecnologica: 04.06 Coperture piane E' in genere costituita da elementi metallici in profilati d'acciaio (angolari, profili a C e a doppio T, ecc.) disposti a secondo della geometria e struttura della copertura. In genere gli angolari in acciaio sono usati anche come arcarecci di supporto al manto di copertura. I profili in acciaio a C e a doppio T sono utilizzati nelle sezioni opportune, come travi. I profili maggiormente utilizzati sono quelli a doppio T ad ali parallele, ottenuti direttamente per laminazione (travi IPE e travi HE), o mediante saldature di lamiere a caldo e profilati nelle sezioni composte. La struttura di copertura ha la funzione dominante di reggere o portare il manto e di resistere ai carichi esterni. Modalità di uso corretto: L'utente dovrà provvedere al controllo periodico delle parti in vista finalizzato alla ricerca di anomalie (corrosione, perdita delle caratteristiche di resistenza, instabilità degli ancoraggi, ecc.). Pagina 133 Manuale d'Uso Unità Tecnologica: 04.07 Infissi interni Gli infissi interni hanno per scopo quello di permettere il controllo della comunicazione tra gli spazi interni dell'organismo edilizio. In particolare l'utilizzazione dei vari ambienti in modo da permettere o meno il passaggio di persone, cose, luce naturale ed aria tra i vari ambienti interni. L'Unità Tecnologica è composta dai seguenti Elementi Manutenibili: ° 04.07.01 Porte Pagina 134 Manuale d'Uso Elemento Manutenibile: 04.07.01 Porte Unità Tecnologica: 04.07 Infissi interni Le porte hanno funzione di razionalizzare l'utilizzazione dei vari spazi in modo da regolare il passaggio di persone, cose, luce naturale ed aria fra ambienti adiacenti, oltre che funzioni di ordine estetico e architettonico. La presenza delle porte a secondo della posizione e delle dimensioni determina lo svolgimento delle varie attività previste negli spazi di destinazione. In commercio esiste un'ampia gamma di tipologie diverse sia per materiale (legno, metallo, plastica, vetro, ecc.) che per tipo di apertura (a rotazione, a ventola, scorrevole, a tamburo, ripiegabile, a fisarmonica, basculante, a scomparsa). Le porte interne sono costituite da: a) anta o battente (l'elemento apribile); b) telaio fisso (l'elemento fissato al controtelaio che contorna la porta e la sostiene per mezzo di cerniere); c) battuta (la superficie di contatto tra telaio fisso e anta mobile); d) cerniera (l'elemento che sostiene l'anta e ne permette la rotazione rispetto al telaio fisso); e) controtelaio (formato da due montanti ed una traversa è l'elemento fissato alla parete che consente l'alloggio al telaio); f) montante (l'elemento verticale del telaio o del controtelaio); g) traversa (l'elemento orizzontale del telaio o del controtelaio). Modalità di uso corretto: E' necessario provvedere alla manutenzione periodica delle porte in particolare al rinnovo degli strati protettivi (qualora il tipo di rivestimento lo preveda) con prodotti idonei al tipo di materiale ed alla pulizia e rimozione di residui che possono compromettere l'uso e quindi le manovre di apertura e chiusura. Controllare inoltre l'efficienza delle maniglie, delle serrature, delle cerniere e delle guarnizioni; provvedere alla loro lubrificazione periodicamente. Per le operazioni più specifiche rivolgersi a personale tecnico specializzato. Pagina 135 Manuale d'Uso Unità Tecnologica: 04.08 Scale e rampe Si tratta di strutture di collegamento inclinate costituite da strutture a piano inclinato e da strutture gradonate o a gradini la cui funzione è quella di raggiungere piani posti a quote diverse. Le strutture inclinate si possono dividere in: a) rampe a piano inclinato (con una pendenza fino all'8%); b) rampe gradonate, costituite da elementi a gradoni (con una pendenza fino a 20°); c) scale, formate da gradini con pendenze varie in rapporto alla loro funzione (scale esterne, scale di servizio, scale di sicurezza, ecc.). Le scale possono assumere morfologie diverse: a) ad una o più rampe; b) scale curve; c) scale ellittiche a pozzo; d) scale circolari a pozzo; e) scale a chiocciola. Le scale e rampe possono essere realizzate secondo molteplici conformazioni strutturali e in materiali diversi. Si possono avere strutture in acciaio, in legno, in murature, in c.a., prefabbricate, ecc. L'Unità Tecnologica è composta dai seguenti Elementi Manutenibili: ° 04.08.01 Strutture in c.a. Pagina 136 Manuale d'Uso Elemento Manutenibile: 04.08.01 Strutture in c.a. Unità Tecnologica: 04.08 Scale e rampe Si tratta di scale o rampe con strutture costruite con getto in opera. La loro realizzazione fa riferimento a soluzioni tecniche quali solette rampanti, travi rampanti e travi a ginocchio. Modalità di uso corretto: Controllo periodico delle parti in vista finalizzato alla ricerca di anomalie (fenomeni di disgregazione, fessurazioni, distacchi, esposizione delle armature, fenomeni di carbonatazione, ecc.). Interventi mirati al mantenimento dell'efficienza e/o alla sostituzione degli elementi costituenti quali: a) rivestimenti di pedate e alzate; b) frontalini; c) balaustre; d) corrimano; e) sigillature; f) vernici protettive. Pagina 137 Manuale d'Uso Unità Tecnologica: 04.09 Pavimentazioni esterne Le pavimentazioni esterne fanno parte delle partizioni orizzontali esterne. La loro funzione, oltre a quella protettiva, è quella di permettere il transito ai fruitori e la relativa resistenza ai carichi. Importante è che la superficie finale dovrà risultare perfettamente piana con tolleranze diverse a secondo del tipo di rivestimento e della destinazione d'uso dei luoghi. Gli spessori variano in funzione al traffico previsto in superficie. La scelta degli elementi, il materiale, la posa, il giunto, le fughe, gli spessori, l'isolamento, le malte, i collanti, gli impasti ed i fissaggi variano in funzione dei luoghi e del loro impiego. Le pavimentazioni esterne possono essere di tipo: a) cementizio; b) lapideo; c) resinoso; d) resiliente; e) ceramico; f) lapideo di cava; g) lapideo in conglomerato. L'Unità Tecnologica è composta dai seguenti Elementi Manutenibili: ° 04.09.01 Rivestimenti lapidei Pagina 138 Manuale d'Uso Elemento Manutenibile: 04.09.01 Rivestimenti lapidei Unità Tecnologica: 04.09 Pavimentazioni esterne Per le pavimentazioni esterne sono adatti la maggior parte dei materiali lapidei. In genere la scelta su questi tipi di materiale cade oltre che per fattori estetici per la elevata resistenza all'usura. La scelta dei materiali va fatta in funzione dei luoghi e dei tipi di applicazione a cui essi sono destinati. La lavorazione superficiale degli elementi, lo spessore, le dimensioni, ecc. variano anch'essi in funzione degli ambienti d'impiego. Trovano utilizzo nella fattispecie tutti i tipi di marmo, a meno di ambienti particolarmente sfavorevoli, i graniti; i travertini. Le pietre: cubetti di porfido; blocchi di basalto; lastre di ardesia; lastre di quarzite. Vi sono inoltre i marmi-cemento; le marmette e marmettoni; i graniti ricomposti. La tecnica di posa è abbastanza semplice ed avviene per i rivestimenti continui ad impasto mentre per quelli discontinui a malta o a colla. Modalità di uso corretto: Controllare periodicamente l'integrità delle superfici del rivestimento attraverso valutazioni visive mirate a riscontrare anomalie evidenti. Comunque affinché tali controlli risultino efficaci affidarsi a personale tecnico con esperienza. Pagina 139 Manuale d'Uso Unità Tecnologica: 04.10 Arredo urbano Si tratta di attrezzature utilizzate nella sistemazione degli spazi pubblici. Esse devono relazionarsi con gli spazi creando ambienti confortevoli e gradevoli sotto i diversi profili. Negli arredi urbani va controllato periodicamente l'integrità degli elementi e della loro funzionalità anche in rapporto ad attività di pubblico esercizio. L'Unità Tecnologica è composta dai seguenti Elementi Manutenibili: ° 04.10.01 Fontane Pagina 140 Manuale d'Uso Elemento Manutenibile: 04.10.01 Fontane Unità Tecnologica: 04.10 Arredo urbano Si tratta elementi di valorizzazione di spazi (piazze, strade, ecc.) caratterizzati da forme monumentali o di semplici geometrie corredate da impianti e da canalizzazioni di distribuzione dei liquidi in modo da creare effetti e giochi d'acqua. Sono generalmente costituite da vasche di raccolta dell'acqua con forme geometriche e/o irregolari, all'interno delle quali si sviluppano composizioni e/o sagome diverse (statue, bassorilievi, incisioni,ecc.) secondo temi artistici o non. La circolazione e la mandata a pressione dell'acqua nell'impianto è generalmente affidata ad elettropompe unitamente a centraline elettroniche per la gestione degli effetti. Modalità di uso corretto: Provvedere ad effettuare cicli di pulizia all'interno delle vasche mediante l'uso di getti d'acqua unitamente all'impiego di prodotti detergenti idonei. Rimozione di eventuali depositi o altri oggetti estranei lungo le superfici. Ripristino delle finiture e dei valori cromatici originari mediante l'applicazione di tecniche idonee a secondo dei casi. Controllo e verifica del perfetto funzionamento delle elettropompe unitamente alle centraline elettroniche di gestione. Pagina 141 Manuale d'Uso Corpo d'Opera: 05 OPERE IDRAULICHE Indicazioni generali La manutenzione delle reti idriche (fognatura bianca/fognatura nera/acquedotto), sia essa di tipo ordinaria che straordinaria, ha la finalità di mantenere costante nel tempo le prestazioni degli impianti al fine di conseguire: - le condizioni di base richieste, corretto smaltimento delle acque ecc.; - le condizioni di base richieste, corretto approvvigionamento acque ecc.; - la massima efficienza delle apparecchiature (stazioni di pompaggio) L'attuazione di una strategia di interventi a carattere preventivo e di un programma di controlli ed ispezioni consente di massimizzare l'efficacia della rete. Essa comprende quindi tutte le operazioni necessarie all'ottenimento di quanto sopra nonché ad: 1) - ottimizzare i consumi (energia elettrica stazione di pompaggio); 2) - garantire una lunga vita alla rete, prevedendo i possibili malfunzionamenti e riducendo nel tempo i costi di manutenzione straordinaria che comportano sostituzioni e/o riparazioni di componenti importanti. Il piano di manutenzione è stato redatto a partire dagli elaborati progettuali utilizzando informazioni, in particolare quelle relative alle sequenze degli interventi manutentivi e di sostituzione dei componenti, derivate dall'esperienza e dalle fonti bibliografiche. 3) Tali dati saranno ulteriormente precisati ed integrati in sede di costruzione anche in funzione delle indicazioni dei produttori dei componenti effettivamente utilizzati. 4) Nel seguito si riportano le definizioni dei limiti delle manutenzioni sia ordinaria che straordinaria. Manutenzione ordinaria 1) Si intende ordinaria la manutenzione quando: 2) - comporta l'impiego di materiali di consumo (stracci, lubrificanti, grassi e simili) o di ricambio espressamente previsti; 3) - Può essere eseguita in luogo con attrezzi di tipo corrente (chiavi, cacciaviti e simili); 4) - non richiede parti specifiche di ricambio, ma unicamente minuterie o materiali di normale usura (guarnizioni, materiali di saldatura e simili). Comprende: 5) - tutti gli oneri relativi alle operazioni ordinarie e necessarie per assicurare l'efficienza degli impianti e la loro conservazione. Manutenzione straordinaria 1) Si intende straordinaria la manutenzione quando: Pagina 142 Manuale d'Uso 2) - non può essere eseguita in loco oppure quando, eseguita in loco, richiede mezzi di particolare importanza (ponteggi e mezzi di sollevamento) ed attrezzature particolari; - comporta l'approvvigionamento di parti di ricambio, oppure la sostituzione di componenti dell'impianto di uso non corrente. Unità Tecnologiche: ° 05.01 Impianto acquedotto ° 05.02 Impianto fognario acque bianche e acque nere ° 05.03 Opere di ingegneria naturalistica Pagina 143 Manuale d'Uso Unità Tecnologica: 05.01 Impianto acquedotto Gli acquedotti consentono la captazione, il trasporto, l'accumulo e la distribuzione dell'acqua destinata a soddisfare i bisogni vari quali pubblici, privati, industriali, ecc.. La captazione dell'acqua varia a seconda della sorgente dell'acqua (sotterranea di sorgente o di falda, acque superficiali) ed il trasporto avviene, generalmente, con condotte in pressione alle quali sono allacciate le varie utenze. A seconda del tipo di utenza gli acquedotti si distinguono in civili, industriali, rurali e possono essere dotati di componenti che consentono la potabilizzazione dell'acqua o di altri dispositivi (impianti di potabilizzazione, dissalatori, impianti di sollevamento). L'Unità Tecnologica è composta dai seguenti Elementi Manutenibili: ° 05.01.01 Misuratori di portata ° 05.01.02 Pozzetti ° 05.01.03 Tubi in polietilene alta densità (PEAD) ° 05.01.04 Tubi in polipropilene (PP) ° 05.01.05 Valvole a saracinesca (saracinesche) ° 05.01.06 Valvole antiritorno Pagina 144 Manuale d'Uso Elemento Manutenibile: 05.01.01 Misuratori di portata Unità Tecnologica: 05.01 Impianto acquedotto Tra i misuratori di portata a pressione troviamo i venturimetri. I venturimetri unificati possono essere di due tipi, il classico e il venturimetro-boccaglio: ambedue possono essere lunghi o corti, normali o troncati. I venturimetri classici sono formati da un tratto troncoconico convergente che permette il passaggio dal diametro D della tubazione a un diametro d, molto inferiore, che si mantiene per un breve tratto detto gola cui segue un tratto troncoconico divergente alla cui fine il diametro torna al suo valore originario D. Il venturimetro-boccaglio unificato è formato a monte da un boccaglio corto a piccolo rapporto di apertura, cui seguono un breve tratto cilindrico e un tratto divergente con un angolo al centro massimo di 30°. In base alla differenza di lunghezza del tratto divergente, i venturimetri e i venturimetri-boccagli si distinguono in lunghi e corti. Modalità di uso corretto: Gli apparecchi misuratori di portata devono essere protetti dal contatto accidentale e dalla penetrazione di solidi. Le custodie dei misuratori devono essere verniciate con vernici di tipo epossidico con essiccazione a forno. Il montaggio degli elementi del misuratore all'interno della custodia deve avvenire in modo tale da consentire un facile accesso successivamente per consentire operazioni di manutenzione. Verificare la presenza della targa che deve riportare tutte le indicazioni per il corretto funzionamento del misuratore (nome del costruttore, anno di costruzione, pressione di esercizio, temperatura, ecc.). Pagina 145 Manuale d'Uso Elemento Manutenibile: 05.01.02 Pozzetti Unità Tecnologica: 05.01 Impianto acquedotto Tutti gli elementi dell'acquedotto (sfiati, valvole riduttrici o regolatrici dei carichi, saracinesche, valvole a farfalla, ecc. ) previsti lungo la rete di adduzione esterna, quando non sono collocati all'interno di determinati locali devono essere installati all'interno di appositi manufatti realizzati in calcestruzzo o in muratura, quasi sempre totalmente interrati, chiamati "pozzetti". I pozzetti sono dotati di chiusini metallici per l'accesso dall'esterno che devono essere forniti di opportuni sistemi di chiusura. Le dimensioni interne del pozzetto variano a seconda delle apparecchiature installate e devono essere tali da consentire tutte le manovre degli apparecchi necessarie durante l'esercizio e di eseguire le operazioni di manutenzione ordinaria, di riparazione, di smontaggio e di sostituzione delle apparecchiature. Modalità di uso corretto: L'utente dovrà unicamente accertarsi della comparsa di eventuali anomalie che possano anticipare l'insorgenza di fenomeni di fessurazioni, disgregazione del materiale, riduzione del copriferro. Verificare l'integrità dei chiusini e la loro movimentazione. Pagina 146 Manuale d'Uso Elemento Manutenibile: 05.01.03 Tubi in polietilene alta densità (PEAD) Unità Tecnologica: 05.01 Impianto acquedotto I tubi in polietilene ad alta densità (comunemente identificati con la sigla PEAD) sono ottenuti mescolando polimeri di etilene. I materiali ottenuti da tale processo sono classificati in due categorie a seconda della resistenza alla pressione interna in PE A e PE B. Modalità di uso corretto: I materiali utilizzati per la realizzazione dei tubi destinati al trasporto dell'acqua potabile devono possedere caratteristiche tecniche rispondenti alle prescrizioni igienico sanitarie del Ministero della Sanità. Evitare di introdurre all'interno delle tubazioni oggetti che possano comprometterne il buon funzionamento. Non immettere fluidi con pressione superiore a quella consentita per il tipo di tubazione utilizzata. Pagina 147 Manuale d'Uso Elemento Manutenibile: 05.01.04 Tubi in polipropilene (PP) Unità Tecnologica: 05.01 Impianto acquedotto I tubi in polipropilene (comunemente identificati con la sigla PP e di colore grigio) sono ottenuti da omopolimeri e/o copolimeri del propilene. Per l'utilizzazione con fluidi alimentari o per il trasporto di acqua potabile possono essere utilizzati solo i tubi del tipo 312. Modalità di uso corretto: I materiali utilizzati per la realizzazione dei tubi destinati al trasporto dell'acqua potabile devono possedere caratteristiche tecniche rispondenti alle prescrizioni igienico sanitarie del Ministero della Sanità. Evitare di introdurre all'interno delle tubazioni oggetti che possano comprometterne il buon funzionamento. Non immettere fluidi con pressione superiore a quella consentita per il tipo di tubazione utilizzata. Pagina 148 Manuale d'Uso Elemento Manutenibile: 05.01.05 Valvole a saracinesca (saracinesche) Unità Tecnologica: 05.01 Impianto acquedotto Per consentire l'interruzione sia parziale sia completa del flusso e per regolare la pressione di esercizio vengono installate, lungo le tubazioni dell'acquedotto, delle valvole dette appunto di intercettazione e di regolazione. Fanno parte di questa categoria le valvole a saracinesca che sono più comunemente chiamate saracinesche. Sono realizzate in ghisa o in acciaio e sono dotate di un apparato otturatore movimentato da un albero a vite. Possono essere del tipo a corpo piatto, ovale e cilindrico. Modalità di uso corretto: Le valvole a saracinesca dovrebbero essere adoperate come organi di intercettazione ma possono essere ugualmente utilizzate come organi di regolazione della pressione. Evitare di forzare il volantino quando bloccato; in questi casi è necessario provvedere alla rimozione dei depositi che causano il bloccaggio. In caso di precipitazioni meteoriche al di sopra della norma verificare che l'alloggiamento delle valvole sia libero da ostacoli (acqua di ristagno, terreno, radici) che possano creare danneggiamenti all'impianto. Pagina 149 Manuale d'Uso Elemento Manutenibile: 05.01.06 Valvole antiritorno Unità Tecnologica: 05.01 Impianto acquedotto Le valvole antiritorno (dette anche di ritegno o unidirezionali) sono delle valvole che consentono il deflusso in un solo senso; nel caso in cui il flusso dovesse invertirsi le valvole si chiudono automaticamente. Esistono vari tipi di valvole: "a clapet", "a molla", "Venturi" o di tipo verticale (per tubazioni in cui il flusso è diretto verso l'alto). Modalità di uso corretto: Devono essere installate a valle delle pompe per impedire, in caso di arresto della pompa, il reflusso dell'acqua attraverso il corpo della pompa. Verificare le prescrizioni fornite dal produttore prima di installare le valvole. Evitare di forzare il volantino quando bloccato; in questi casi è necessario provvedere alla rimozione dei depositi che causano il bloccaggio. Pagina 150 Manuale d'Uso Unità Tecnologica: 05.02 Impianto fognario acque bianche e acque nere L'impianto fognario è l'insieme degli elementi tecnici aventi la funzione di allontanare e convogliare le acque reflue (acque bianche, nere, meteoriche) verso l'impianto di depurazione. L'Unità Tecnologica è composta dai seguenti Elementi Manutenibili: ° 05.02.01 Giunti ° 05.02.02 Pozzetti di scarico ° 05.02.03 Stazioni di sollevamento ° 05.02.04 Tombini ° 05.02.05 Tubazioni in acciaio ° 05.02.06 Tubazioni in c.a. ° 05.02.07 Tubazioni in polietilene ° 05.02.08 Tubazioni in polivinile non plastificato Pagina 151 Manuale d'Uso Elemento Manutenibile: 05.02.01 Giunti Unità Tecnologica: 05.02 Impianto fognario acque bianche e acque nere Si utilizzano per collegare tra di loro i tubi prefabbricati e devono necessariamente essere impermeabili, resistenti alla penetrazione delle radici, flessibili e durevoli. I giunti possono essere dei tipi di seguito descritti. Giunzioni plastiche a caldo: sono realizzate per sigillare condotti con giunti a bicchiere con un mastice bituminoso colato a caldo e corda di canapa o iuta catramata. La corda è composta da 3 o 4 funicelle riunite con uno spessore totale di 15 o 20 mm. La corda deve essere impregnata allo stato secco di catrame vegetale che non deve gocciolare (DIN 4038). La corda, pressata nel bicchiere del tubo, svolge un'azione statica e garantisce una protezione contro il liquame che ha la tendenza ad entrare nel bicchiere e a corrodere il mastice bituminoso. Il materiale colato a caldo è una sostanza plastica che, anche dopo il raffredamento, dà alla tubazione la possibilità di piccoli spostamenti. I prodotti che compongono questa sostanza plastica (bitume, pece di catrame di carbon fossile, ecc.) devono resistere alle radici, devono avere un punto di rammollimento minimo di 70 °C e devono avere un punto di fusibilità inferiore ai 180 °C. Giunzioni plastiche a freddo: sono formati da nastri plastici o mastici spatolati a freddo e si utilizzano per sigillare tubi in calcestruzzo con giunti a bicchiere o ad incastro. I materiali sigillanti sono composti da sostanze durevolmente plastiche a base di bitumi, catrame di carbon fossile, materie plastiche o miscele di questi prodotti e sono lavorabili a temperature di circa 20 °C. le caratteristiche dei materiali sigillanti sono prescritte dalla norma DIN 4062. Per fare il giunto, il mastice o il nastro plastico si applicano al tubo precedentemente verniciato e già in opera ed il tubo da posare viene sospinto verso il precedente con una forte pressione. Per i tubi in grès si sono diffusi giunti in resine poliuretaniche applicati nello stesso processo di fabbricazione; i tubi sono posti in opera come per le giunzioni plastiche a freddo. Da varie verifiche si è appreso che la resina poliuretanica mantiene nel tempo la compressione senza cedimenti, anche se assoggettata a tensioni di taglio, a differenza delle fasce in PVC plasticizzato che erano state sperimentate precedentemente. Anelli elastici: si utilizzano per quasi tutti i tipi di tubi prefabbricati (in grès, fibrocemento, calcestruzzo, ghisa, acciaio) con differenti forme di giunzione - a manicotto, a bicchiere e ad incastro - a condizione che le pareti del tubo siano abbastanza grosse e che l'incastro sia orizzontale. L'anello è in gomma naturale (caucciù) o artificiale purché abbia caratteristiche simili a quella naturale. L'effetto sigillante si ottiene impiegando la forza elastica di ritorno che si sviluppa durante la deformazione dell'anello di tenuta e che tende a far riprendere all'anello compresso la forma precedente. Occorre particolare attenzione nella scelta del materiale perché alcune sostanze, sottoposte continuamente a pressione e ad attacchi chimici o biologici, hanno la tendenza a perdere elasticità ed a diventare plastiche. L'anello non deve essere né troppo duro (per non danneggiare il bicchiere) né troppo molle per evitare che il peso del tubo, comprimendo troppo l'anello, provochi distacchi dal vertice e, quindi, perdita di impermeabilità. Modalità di uso corretto: I giunti delle tubazioni devono essere opportunamente protetti per evitare pericoli di ostruzioni e di intasamenti o di penetrazioni di radici. Devono essere predisposti dei pozzetti di ispezione per consentire la periodica manutenzione. Utilizzare diametri appropriati alle dimensioni delle tubazioni per evitare perdite di fluido. Pagina 152 Manuale d'Uso Elemento Manutenibile: 05.02.02 Pozzetti di scarico Unità Tecnologica: 05.02 Impianto fognario acque bianche e acque nere Sono generalmente di forma circolare e vengono prodotti in due tipi adatti alle diverse caratteristiche del materiale trattenuto. Quasi sempre il materiale trattenuto è grossolano ed è quindi sufficiente un apposito cestello forato, fissato sotto la caditoia, che lascia scorrere soltanto l'acqua; se è necessario trattenere sabbia e fango, che passerebbero facilmente attraverso i buchi del cestello, occorre far ricorso ad una decantazione in una vaschetta collocata sul fondo del pozzetto. Il pozzetto con cestello-filtro è formato da vari pezzi prefabbricati in calcestruzzo: un pezzo base ha l'apertura per lo scarico di fondo con luce di diametro 150 mm e modellato a bicchiere, il tubo di allacciamento deve avere la punta liscia verso il pozzetto. Al di sopra del pezzo base si colloca il fusto cilindrico e sopra a questo un pezzo ad anello che fa da appoggio alla caditoia. Il cestello è formato da un tronco di cono in lamiera zincata con il fondo pieno e la parete traforata uniti per mezzo di chiodatura, saldatura, piegatura degli orli o flangiatura. Il pozzetto che consente l'accumulo del fango sul fondo ha un pezzo base a forma di catino, un pezzo cilindrico intermedio, un pezzo centrale con scarico a bicchiere del diametro di 150 mm, un pezzo cilindrico superiore senza sporgenze e l'anello d'appoggio per la copertura. Modalità di uso corretto: È necessario verificare e valutare la prestazione dei pozzetti durante la realizzazione dei lavori, al termine dei lavori e anche durante la vita del sistema. Le verifiche e le valutazioni comprendono per esempio: - prova di tenuta all'acqua; - prova di tenuta all'aria; - prova di infiltrazione; - esame a vista; - valutazione della portata in condizioni di tempo asciutto; - tenuta agli odori. Pagina 153 Manuale d'Uso Elemento Manutenibile: 05.02.03 Stazioni di sollevamento Unità Tecnologica: 05.02 Impianto fognario acque bianche e acque nere Le stazioni di pompaggio sono le apparecchiature utilizzate per convogliare le acque di scarico attraverso una tubazione di sollevamento per portarle in superficie. Le stazioni di pompaggio sono talora necessarie nelle connessioni di scarico e nei collettori di fognatura a gravità al fine di evitare profondità di posa eccessive o di drenare le zone sotto quota. Possono, inoltre, essere necessarie per troppopieni di collettori misti o recapiti intermedi per far confluire le acque di scarico negli impianti di trattamento o nei corpi ricettori Le pompe per sollevare le acque di fognatura devono essere abbondantemente insensibili alle sostanze ingombranti presenti in sospensione nei liquami; al fine di scongiurare il pericolo di ostruzioni, sono opportune sezioni di flusso attraverso le pompe il più semplice e larghe possibile. Delle aperture grandi disposte in maniera conveniente permettono di eliminare facilmente le aperture che comunque si verificano evitando costosi lavori di smontaggio. Modalità di uso corretto: La struttura delle pompe deve essere molto robusta e resistente alla corrosione e all'abrasione da parte delle sostanze presenti nell'acqua. La ghisa sferoidale a grana fine è un materiale adeguatamente resistente per le acque di scarico di tipo comune; per la girante e le altri parti più sollecitate si adoperano spesso leghe di ghisa con piccole quantità di cromo, nichel e manganese. In presenza di acque molto corrosive si adoperano leghe in ghisa-bronzo. Per l'albero è adatto un acciaio Martin-Siemens con cuscinetti in acciaio cromato. Per la sicurezza dell'impianto è opportuno prevedere un numero adeguato di unità di riserva. Nelle specifiche per la pompa o per il gruppo di pompaggio, deve essere prestata particolare attenzione agli aspetti particolari delle condizioni ambientali e/o di lavoro quali: - temperatura anormale; - umidità elevata; - atmosfere corrosive; - zone a rischio di esplosione e/o incendio; - polvere, tempeste di sabbia; - terremoti ed altre condizioni esterne imposte di tipo similare; - vibrazioni; - altitudine; - inondazioni. Tipo di liquido da pompare, quale: - liquido pompato (denominazione); - miscela (analisi); - contenuto di solidi (contenuto di materia allo stato solido); - gassoso (contenuto). Proprietà del liquido nel momento in cui è pompato, quali: - infiammabile; - tossico; - corrosivo; - abrasivo; - cristallizzante; - polimerizzante; - viscosità. Pagina 154 Manuale d'Uso Elemento Manutenibile: 05.02.04 Tombini Unità Tecnologica: 05.02 Impianto fognario acque bianche e acque nere I tombini sono dei dispositivi che consentono l'ispezione e la verifica dei condotti fognari. Vengono posizionati ad intervalli regolari lungo la tubazione fognaria e possono essere realizzati in vari materiali quali ghisa, acciaio, calcestruzzo armato a seconda del carico previsto (stradale, pedonale, ecc.). Modalità di uso corretto: È necessario verificare e valutare la prestazione dei tombini durante la realizzazione dei lavori, al termine dei lavori e anche durante la vita del sistema. Le verifiche e le valutazioni comprendono la capacità di apertura e chiusura, la resistenza alla corrosione, la capacità di tenuta ad infiltrazioni di materiale di risulta. Pagina 155 Manuale d'Uso Elemento Manutenibile: 05.02.05 Tubazioni in acciaio Unità Tecnologica: 05.02 Impianto fognario acque bianche e acque nere Pur avendo una ricca varietà di dimensioni, spessori, lunghezze e resistenze, si adoperano soltanto nei tronchi delle fognature in pressione, soprattutto nell'ambito delle stazioni di pompaggio degli impianti di depurazione e dei sifoni. I tubi in acciaio saldato si adattano bene ai percorsi tortuosi grazie ai molti pezzi speciali, non hanno bisogno di particolari ancoraggi perché le giunzioni per saldatura gli danno adeguata rigidezza. Necessitano senza eccezione di meticolosi rivestimenti quali la zincatura a fuoco, rivestimento in malta di cemento, ecc.. Modalità di uso corretto: I tubi di acciaio zincato devono rispondere alle normative di settore ed il loro uso deve essere limitato alle acque di scarico con poche sostanze in sospensione e non saponose. Per la zincatura si fa riferimento alle norme sui trattamenti galvanici. Per i tubi di acciaio rivestiti, il rivestimento deve essere resistente (polietilene, bitume, ecc.) e comunque non deve essere danneggiato o staccato; in tal caso deve essere eliminato il tubo. Pagina 156 Manuale d'Uso Elemento Manutenibile: 05.02.06 Tubazioni in c.a. Unità Tecnologica: 05.02 Impianto fognario acque bianche e acque nere Le tubazioni dell'impianto di smaltimento delle acque provvedono allo sversamento dell'acqua nei collettori fognari o nelle vasche di accumulo, se presenti. Tali tubazioni possono essere realizzate in calcestruzzo cementizio armato. I processi di fabbricazione più usati sono quelli di centrifugazione e di laminazione. Con la centrifugazione il calcestruzzo viene spinto dalla forza centrifuga verso l'esterno in strati sottili. Nella laminazione il calcestruzzo fresco viene cilindrato in strati sottili. I tubi sono prevalentemente di forma circolare sia all'interno che all'esterno. I giunti possono essere a bicchiere o a manicotto. Le eccellenti caratteristiche meccaniche del calcestruzzo, migliorate dall'armatura metallica, rendono possibili maggiori lunghezze e dimensioni. I diametri variano dai 25 ai 400 cm, la lunghezza è pari ad almeno 2,5 m con un massimo di 6 m. I tubi circolari hanno un'armatura circolare anulare in uno o più strati che deve essere disposta ad una distanza regolare su tutta la lunghezza del tubo, compresi il bicchiere. L'armatura è collegata da bacchette longitudinali piegate nel bicchiere ed unite nei punti di giunzione. Modalità di uso corretto: I tubi di calcestruzzo armato e precompresso vengono normalmente utilizzati per essere interrati. In un ambiente omogeneo, essi si comportano in maniera soddisfacente. Tuttavia, ove esista un ambiente eterogeneo possono essere necessarie disposizioni particolari, concordate tra acquirente e fabbricante. I dati forniti dal fabbricante devono comprendere un prospetto riassuntivo con riferimento alla posizione dei singoli componenti e al loro andamento planoaltimetrico indicati sui disegni forniti dall'acquirente. Tale prospetto deve indicare le zone di pressione, ciascuna delle quali verrà contrassegnata dalla pressione di progetto corrispondente. Il punto di passaggio da una zona alla successiva deve essere chiaramente indicato con le coordinate topografiche. Il diametro del tubo e la sezione dell'armatura di acciaio (per unità di lunghezza della parete del tubo) devono essere indicate per ciascun tratto della condotta. I carichi fissi e quelli mobili, i coefficienti per il calcolo dei momenti e delle spinte e l'angolo di appoggio devono essere determinati conformemente alle relative norme nazionali, trasponendo le norme EN se disponibili o, in assenza di tali norme, conformemente ai regolamenti pertinenti o ai metodi riconosciuti e accettati nel luogo dove deve essere posta in opera la condotta. Pagina 157 Manuale d'Uso Elemento Manutenibile: 05.02.07 Tubazioni in polietilene Unità Tecnologica: 05.02 Impianto fognario acque bianche e acque nere Le tubazioni dell'impianto di smaltimento delle acque provvedono allo sversamento dell'acqua nei collettori fognari o nelle vasche di accumulo, se presenti. Possono essere realizzate in polietilene. Il polietilene si forma dalla polimerizzazione dell'etilene e per gli acquedotti e le fognature se ne usa il tipo ad alta densità. Grazie alla sua perfetta impermeabilità si adopera nelle condutture subacquee e per la sua flessibilità si utilizza nei sifoni. Di solito l'aggiunta di nerofumo e di stabilizzatori preserva i materiali in PE dall'invecchiamento e dalle alterazioni provocate dalla luce e dal calore. Per i tubi a pressione le giunzioni sono fatte o con raccordi mobili a vite in PE, ottone, alluminio, ghisa malleabile, o attraverso saldatura a 200 °C con termoelementi e successiva pressione a 1,5-2 kg/cm2 della superficie da saldare, o con manicotti pressati con filettatura interna a denti di sega. Modalità di uso corretto: I materiali utilizzati per la realizzazione dei tubi destinati al trasporto delle acque reflue devono possedere caratteristiche tecniche rispondenti alle prescrizioni igienico sanitarie del Ministero della Sanità. Evitare di introdurre all'interno delle tubazioni oggetti che possano comprometterne il buon funzionamento. Non immettere fluidi con pressione superiore a quella consentita per il tipo di tubazione utilizzata. Pagina 158 Manuale d'Uso Elemento Manutenibile: 05.02.08 Tubazioni in polivinile non plastificato Unità Tecnologica: 05.02 Impianto fognario acque bianche e acque nere Le tubazioni dell'impianto di smaltimento delle acque provvedono allo sversamento dell'acqua nei collettori fognari o nelle vasche di accumulo se presenti. Le tubazioni possono essere realizzate in polivinile non plastificato. Per polimerizzazione di acetilene ed acido cloridrico si ottiene il PVC; se non si aggiungono additivi si ottiene il PVC duro che si utilizza negli acquedotti e nelle fognature. Questo materiale è difficilmente infiammabile e fonoassorbente. I tubi in PVC hanno lunghezze fino a 10 m e diametri piccoli, fino a 40 cm. Un limite all'utilizzo dei tubi in PVC è costituito dalla scarichi caldi continui. Per condutture con moto a pelo libero i tubi si congiungono con la giunzione con anello di gomma a labbro; per condutture in pressione si usano giunzioni a manicotto. Modalità di uso corretto: La materia di base deve essere PVC-U, a cui sono aggiunti gli additivi necessari per facilitare la fabbricazione dei componenti. Quando calcolato per una composizione conosciuta il tenore di PVC deve essere di almeno l'80% in massa per i tubi e di almeno l'85% in massa per i raccordi stampati per iniezione. Le superfici interne ed esterne dei tubi e dei raccordi devono essere lisce, pulite ed esenti da cavità, bolle, impurità, porosità e qualsiasi altro difetto superficiale. Le estremità dei tubi e dei raccordi devono essere tagliate nettamente, perpendicolarmente all'asse. I tubi e i raccordi devono essere uniformemente colorati attraverso il loro intero spessore. Il colore raccomandato dei tubi e dei raccordi è il grigio. Pagina 159 Manuale d'Uso Unità Tecnologica: 05.03 Opere di ingegneria naturalistica L’ingegneria naturalistica si applica per attenuare i danni creati dal dissesto idrogeologico; in particolare essa adopera le piante vive, abbinate ad altri materiali quali il legno, la pietra, la terra, ecc., per operazioni di consolidamento e interventi antierosivi, per la riproduzione di ecosistemi simili ai naturali e per l’incremento della biodiversità. I campi di intervento sono: a) consolidamento dei versanti e delle frane; b) recupero di aree degradate; c) attenuazione degli impatti causati da opere di ingegneria: barriere antirumore e visive, filtri per le polveri, ecc.; d) inserimento ambientale delle infrastrutture. Le finalità degli interventi sono: a) tecnico-funzionali; b) naturalistiche; c) estetiche e paesaggistiche; d) economiche. Per realizzare un intervento di ingegneria naturalistica occorre realizzare un attento studio bibliografico, geologico, geomorfologico, podologico, floristico e vegetazionale per scegliere le specie e le tipologie vegetazionali d’intervento. Alla fase di studio e di indagine deve seguire l’individuazione dei criteri progettuali, la definizione delle tipologie di ingegneria naturalistica e la lista delle specie flogistiche da utilizzare. L'Unità Tecnologica è composta dai seguenti Elementi Manutenibili: ° 05.03.01 Gabbionate Pagina 160 Manuale d'Uso Elemento Manutenibile: 05.03.01 Gabbionate Unità Tecnologica: 05.03 Opere di ingegneria naturalistica Le gabbionate sono dei dispositivi realizzati con reti metalliche all'interno delle quali sono posizionati conci di pietra. Tali dispositivi vengono utilizzati per realizzare diaframmi di contenimento lungo scarpate e declivi naturali. Rappresentazione grafica e descrizione Gabbionata con talee Modalità di uso corretto: Le gabbionate devono essere poste in opera con particolare cura in modo da realizzare un diaframma continuo; per migliorare la tenuta dei gabbioni possono essere eseguite delle talee di salice vivo che vengono inserite nel terreno dietro ai gabbioni. Inoltre durante il montaggio cucire tra di loro i gabbioni prima di riempirli con il pietrame e disporre dei tiranti di ferro all'interno della gabbia per renderla meno deformabile. In seguito a precipitazioni meteoriche eccessive controllare la tenuta delle reti e che non ci siano depositi di materiale portati dall'acqua che possano compromettere la funzionalità delle gabbionate. Pagina 161 Manuale d'Uso Corpo d'Opera: 06 IMPIANTO DI IRRIGAZIONE Unità Tecnologiche: ° 06.01 Aree a verde Pagina 162 Manuale d'Uso Unità Tecnologica: 06.01 Aree a verde Le aree a verde costituiscono l'insieme dei parchi, dei giardini e delle varietà arboree degli spazi urbani ed extra urbani. La distribuzione degli spazi verdi varia in funzione a standard urbanistici ed esigenze di protezione ambientale. Il verde urbano può avere molteplici funzioni di protezione ambientale: a) ossigenazione dell'aria; b) assorbimento del calore atmosferico; c) barriera contro i rumori ed altre fonti di inquinamento. L'Unità Tecnologica è composta dai seguenti Elementi Manutenibili: ° 06.01.01 Elettrovalvole ° 06.01.02 Irrigatori statici ° 06.01.03 Programmatori elettronici ° 06.01.04 Tubi in polietilene Pagina 163 Manuale d'Uso Elemento Manutenibile: 06.01.01 Elettrovalvole Unità Tecnologica: 06.01 Aree a verde Le elettrovalvole in linea sono generalmente realizzate in nylon e vetroresina per offrire una migliore resistenza alla corrosione e per prevenire perdite e rotture. Sono dotate di un solenoide (dotato di pistoncino e molla in acciaio inossidabile per prevenire la corrosione) e di un dispositivo di apertura manuale interna per mantenere asciutto il corpo delle valvole. Modalità di uso corretto: Verificare che le elettrovalvole siano posizionate secondo lo schema progettuale in modo da coprire tutta la zona da innaffiare evitando punti scoperti nei quali non arriva l'acqua. In seguito a precipitazioni o eventi meteorici particolari pulire gli irrigatori da eventuali depositi (polvere, terreno, radici) e riportarli in superficie. Pagina 164 Manuale d'Uso Elemento Manutenibile: 06.01.02 Irrigatori statici Unità Tecnologica: 06.01 Aree a verde Gli irrigatori sono dei dispositivi dell'impianto di irrigazione che consentono di innaffiare le aree a verde. Tali dispositivi sono detti statici poiché dirigono il getto di acqua solo in una direzione a differenza degli irrigatori dinamici che consentono l'innaffiamento in più direzioni. Modalità di uso corretto: Verificare che gli irrigatori siano posizionati secondo lo schema progettuale in modo da coprire tutta la zona da innaffiare evitando punti scoperti nei quali non arriva l'acqua. In seguito a precipitazioni o eventi meteorici particolari pulire gli irrigatori da eventuali depositi (polvere, terreno, radici) e riportarli in superficie. Pagina 165 Manuale d'Uso Elemento Manutenibile: 06.01.03 Programmatori elettronici Unità Tecnologica: 06.01 Aree a verde I programmatori elettronici consentono di realizzare l'innaffiamento delle aiuole, dei prati o in genere di spazi verdi. Tali dispositivi consentono di distribuire l'acqua a tutti gli irrigatori ad essi collegati. Generalmente i programmatori sono alimentati da una tensione a 220 V e con una tensione di uscita di 24V che consente di impostare il tempo di irrigazione che può variare da settore a settore essendo gestiti da un software specifico. Modalità di uso corretto: I programmatori elettronici sono dotati di dispositivi di regolazione e programmazione per consentire l'innaffiamento di più settori anche in tempi separati. Verificare il corretto funzionamento della batteria (da 9 V che generalmente è sufficiente per l'intera stagione). Pagina 166 Manuale d'Uso Elemento Manutenibile: 06.01.04 Tubi in polietilene Unità Tecnologica: 06.01 Aree a verde I tubi in polietilene ad alta densità (comunemente identificati con la sigla PEAD) sono ottenuti mescolando polimeri di etilene. I materiali ottenuti da tale processo sono classificati in due categorie a seconda della resistenza alla pressione interna in PE A e PE B. Modalità di uso corretto: I materiali utilizzati per la realizzazione dei tubi devono possedere caratteristiche tecniche rispondenti alle prescrizioni igienico sanitarie del Ministero della Sanità. Non immettere fluidi con pressione superiore a quella consentita per il tipo di tubazione utilizzata. Pagina 167 Manuale d'Uso INDICE 01 OPERE STRADALI 01.01 pag. 6 8 Strade 01.01.01 Banchina 01.01.02 Carreggiata 10 01.01.03 Cigli o arginelli 11 01.01.04 Pavimentazione stradale in bitumi 12 01.01.05 Scarpate 13 01.02 9 Parcheggi 14 01.02.01 Delimitazioni 15 01.02.02 Pavimentazioni bituminose 16 01.02.03 Pavimentazioni in masselli prefabbricati in cls 17 01.02.04 Segnaletica 18 01.03 Marciapiedi 19 01.03.01 Cordoli e bordure 20 01.03.02 Dissuasori 21 01.03.03 Limitatori di sosta 22 01.03.04 Marciapiedi 23 01.03.05 Pavimentazione pedonale in lastre di pietra 24 01.03.06 Pavimentazioni bituminose 25 01.03.07 Rampe di raccordo 26 01.03.08 Segnaletica 27 01.04 28 Piste ciclabili 01.04.01 Cordolature 29 01.04.02 Dispositivi di ingresso e di uscita 30 01.04.03 Fasce di protezione laterali 31 01.04.04 Segnaletica di informazione 32 Strisce di demarcazione 33 01.04.05 01.05 01.05.01 01.05.02 01.06 Segnaletica stradale verticale 34 Cartelli segnaletici 35 Sostegni, supporti e accessori vari 36 Segnaletica stradale orizzontale 37 01.06.01 Altri segnali 38 01.06.02 Attraversamenti ciclabili 39 01.06.03 Attraversamenti pedonali 40 01.06.04 Frecce direzionali 41 01.06.05 Inserti stradali 42 01.06.06 Iscrizioni e simboli 43 01.06.07 Isole di traffico 44 01.06.08 Strisce di delimitazione 45 01.06.09 Strisce longitudinali 46 01.06.10 Strisce trasversali 47 02 IMPIANTI TECNOLOGICI 02.01 Impianto elettrico pag. 48 50 02.01.01 Canalizzazioni in PVC 51 02.01.02 Contattore 52 02.01.03 Fusibili 53 02.01.04 Interruttori 54 02.01.05 Motori 55 02.01.06 Prese e spine 56 02.01.07 Quadri di bassa tensione 57 Pagina 168 Manuale d'Uso 02.01.08 Relè a sonde 58 02.01.09 Relè termici 59 02.01.10 Sezionatore 60 Impianto di illuminazione 61 02.02.01 Bollard (paletti) 62 02.02.02 Diffusori 63 02.02.03 Lampade a ioduri metallici 64 02.02.04 Lampade a vapore di sodio 65 02.02.05 Lampade a vapore di mercurio 66 02.02.06 Lampioni a braccio 67 02.02.07 Lampioni singoli 68 02.02.08 Pali per l'illuminazione 69 02.02.09 Pali in acciaio 70 02.02.10 Riflettori 71 02.02.11 Sbracci in acciaio 72 02.02 02.03 Impianto di diffusione sonora 73 02.03.01 Altoparlanti 74 02.03.02 Microfoni 75 02.03.03 Amplificatori 76 02.04 Impianto di trasmissione fonia e dati 77 02.04.01 Altoparlanti 78 02.04.02 Cablaggio 79 Sistema di trasmissione 80 02.04.03 02.05 02.05.01 02.05.02 02.06 Impianto per automazione 81 Coste sensibili 82 Fotocellule 83 Impianto telefonico 84 02.06.01 Alimentatori 85 02.06.02 Apparecchi telefonici 86 02.06.03 Centrale telefonica 87 02.06.04 Pulsantiere 88 02.06.05 Punti di ripresa ottici 89 02.07 Impianto di messa a terra 90 02.07.01 Conduttori di protezione 91 02.07.02 Sistema di dispersione 92 02.07.03 Sistema di equipotenzializzazione 93 Impianto antintrusione e controllo accessi 94 02.08 02.08.01 Diffusione sonora 95 02.08.02 Monitor 96 02.08.03 Pannello degli allarmi 97 02.08.04 Unità di controllo 98 02.09 Impianto audio annunci emergenze 99 02.09.01 Amplificatori 100 02.09.02 Base microfonica standard 101 02.09.03 Base microfonica per emergenze 102 02.09.04 Diffusore sonoro 103 02.09.05 Gruppo statico di continuità 104 02.09.06 Unità centrale 105 03 OPERE A VERDE 03.01 Aree a verde pag. 106 107 03.01.01 Alberi 108 03.01.02 Altre piante 109 Pagina 169 Manuale d'Uso 03.01.03 Ammendanti, correttivi e fitofarmaci 110 03.01.04 Arbusti e cespugli 111 03.01.05 Cordoli e bordure 112 03.01.06 Fertilizzanti 113 03.01.07 Ghiaia e pietrisco 114 03.01.08 Sementi 115 03.01.09 Substrato di coltivazione 116 03.01.10 Tappeti erbosi 117 03.01.11 Terra di coltivo 118 04 OPERE EDILI 04.01 04.01.01 04.02 04.02.01 04.03 04.03.01 04.04 04.04.01 04.04.02 04.05 04.05.01 04.06 04.06.01 04.06.02 04.07 04.07.01 04.08 04.08.01 04.09 04.09.01 04.10 04.10.01 Strutture in sottosuolo 119 120 121 Strutture di fondazione Pareti di sostegno 122 123 Muri semplici o a gravità Facciate continue 124 Pannelli in alluminio 125 Rivestimenti esterni 126 Rivestimenti in metallo 127 Rivestimenti in laterizio 128 Infissi esterni 129 Serramenti in alluminio 130 Coperture piane 131 Strati termoisolanti 132 Struttura metallica 133 Infissi interni 134 Porte 135 Scale e rampe 136 Strutture in c.a. 137 Pavimentazioni esterne 138 Rivestimenti lapidei 139 Arredo urbano 140 Fontane 05 OPERE IDRAULICHE 05.01 pag. Impianto acquedotto 141 pag. 142 144 05.01.01 Misuratori di portata 145 05.01.02 Pozzetti 146 05.01.03 Tubi in polietilene alta densità (PEAD) 147 05.01.04 Tubi in polipropilene (PP) 148 05.01.05 Valvole a saracinesca (saracinesche) 149 05.01.06 Valvole antiritorno 150 05.02 Impianto fognario acque bianche e acque nere 151 05.02.01 Giunti 152 05.02.02 Pozzetti di scarico 153 05.02.03 Stazioni di sollevamento 154 05.02.04 Tombini 155 05.02.05 Tubazioni in acciaio 156 05.02.06 Tubazioni in c.a. 157 05.02.07 Tubazioni in polietilene 158 05.02.08 Tubazioni in polivinile non plastificato 159 05.03 Opere di ingegneria naturalistica 160 Pagina 170 Manuale d'Uso 05.03.01 Gabbionate 161 06 IMPIANTO DI IRRIGAZIONE 06.01 pag. Aree a verde 162 163 06.01.01 Elettrovalvole 164 06.01.02 Irrigatori statici 165 06.01.03 Programmatori elettronici 166 06.01.04 Tubi in polietilene 167 IL TECNICO Pagina 171 Comune di VENARIA Provincia di Torino PIANO DI MANUTENZIONE MANUALE DI MANUTENZIONE (Articolo 40 D.P.R. 554/99) OGGETTO: VALORIZZAZIONE E RECUPERO DELLA REGGIA DI VENARIA REALE E DEL BORGO CASTELLO DELLA MANDRIA REALIZZAZIONE PARCHEGGI E VIABILITA' NEL COMPLESSO DELLA VENARIA REALE COMMITTENTE: LA VENARIA REALE Data, 18/11/2011 IL TECNICO Pagina 1 Manuale di Manutenzione Comune di: Provincia di: VENARIA Torino Oggetto: VALORIZZAZIONE E RECUPERO DELLA REGGIA DI VENARIA REALE E DEL BORGO CASTELLO DELLA MANDRIA REALIZZAZIONE PARCHEGGI E VIABILITA' NEL COMPLESSO DELLA VENARIA REALE Il progetto prevede la realizzazione di due aree a parcheggio (Parcheggi A e B) e di una viabilità di distribuzione e servizio nei pressi della Reggia della Venaria Reale, all'interno del Parco della Mandria. La realizzazione dei nuovi parcheggi a servizio della Reggia della Venaria Reale si inquadra all'interno del percorso già tracciato dall'Accordo di Programma Quadro siglato nel settembre del 1999 tra il Ministero dei Beni e delle Attività Culturali, la Regione Piemonte, la Provincia di Torino, il Comune di Torino, il Comune di Venaria ed il Comune di Druento. Tale accordo ha come obbiettivo quello di creare intorno al complesso della Reggia e del Parco della Mandria, facenti parte di un più ampio itinerario costituito dal circuito delle "Residenze Sabaude", un "Grande Centro di Cultura Europea" e di interesse internazionale incentrato sul valore storico, architettonico, culturale ed ambientale del complesso stesso. Tale percorso ha già portato al restauro ed alla valorizzazione della Reggia e del Borgo Castello della Mandria, con un conseguente ed immediato rafforzamento dell'attrattiva turistica in particolare per la Reggia che, utilizzata per l'organizzazione di importanti eventi, è diventata uno dei maggiori centri di riferimento turistico - culturale a livello nazionale. La realizzazione di due nuove aree adibite a parcheggio e la relativa viabilità d'accesso, oggetti del presente appalto, sono interventi caldeggiati e previsti sia dall'Ente Parco della Mandria (nella sua II Variante al Piano d'Area), sia dallo stesso Comune di Venaria, in quanto la sistemazione di tali aree consente una razionalizzazione della funzione parcheggio dei flussi di visitatori del complesso monumentale, in previsione di nuovi e sempre più numerosi eventi artistico - culturali. Tali flussi trovano, non lontano dai punti di interesse, aree adibite alla sosta adeguate sia dal punto di vista funzionale sia dal punto di vista paesaggistico, che si inseriscono al meglio all'interno del complesso storico culturale del quale sono a servizio. La contestuale realizzazione della viabilità a servizio delle aree di sosta consente di liberare e decongestionare la via Carlo Emanuele II che, ad oggi, è interessata da traffico di tipo industriale (a causa della vicina Magneti Marelli), da quello dei visitatori del Parco, della Reggia e dei Giardini e dal trasporto pubblico. Grazie a questo intervento si potrà prevedere in futuro la completa pedonalizzazione del corso cittadino, nella parte confinante con la Reggia. Le aree destinate a parcheggio risultano comprese tra il torrente Ceronda e l'allineamento compositivo ed architettonico che lungo Via Mensa conduce alla Reggia e da questa ai Giardini ed ancora al Parco della Mandria. Si tratta quindi di un inserimento di nuove infrastrutture in un delicato contesto caratterizzato da elementi di grande pregio architettonico e naturalistico - paesaggistico. Si deve inoltre considerare come le aree in questione costituiscano un grande valore ed una importante occasione di valorizzazione per la comunità residente, poiché da un lato risultano avulse dal tessuto urbano e produttivo, mentre dall'altro lato risultano costituire il naturale collegamento tra il centro urbano, il torrente Ceronda ed il Parco della Mandria. PARCHEGGIO "A" L'area di intervento si estende su circa 23.000 metri quadri, comprensivi anche della viabilità di accesso, mentre il parcheggio si sviluppa su un'area complessiva di circa 10.000 metri quadri. I restanti 13.000 metri quadri sono stati adibiti in parte ad area verde ed in parte sono stati destinati alla realizzazione delle sistemazioni d'alveo e spondali previste lungo il torrente Ceronda. La viabilità di accesso prevede la realizzazione di un asse stradale a doppio senso di marcia, in affiancamento al torrente Ceronda, largo complessivamente 7.00m (corsie da 3m e banchina da 0,5m), delimitato con cordolo lato Ceronda e marciapiede rialzato in malta bituminosa di larghezza 1,5m lato parcheggio e rifinito in conglomerato bituminoso. Tale asse parte dall'incrocio con Via Castellamonte, gestito mediante la realizzazione di una rotatoria attestata alle quote del terreno esistente. La rotatoria Castellamonte presenta un diametro di 33 m, una corona giratoria da 9 m ed un futuro anello sormontabile da 1 m. La viabilità di acceso al parcheggio si sviluppa per una lunghezza totale pari a circa 135 m. Pagina 2 Manuale di Manutenzione L'asse viabile, superato l'accesso all'area di sosta, si trasforma in un percorso naturalistico di larghezza pari a 3.50 m rifinito in terra battuta, di sviluppo pari a circa 200 m. e collegato ad un sentiero esistente. Nelle sistemazioni viarie si prevede inoltre la sistemazione dell'attuale Esedra presente all'incrocio tra la via Castellamonte ed il Viale Carlo Emanuele II, senza modificare l'intersezione dal punto di vista viario ma intervenendo sulle geometrie e sulla composizione architettonica dello stesso. Come già detto, l'area del parcheggio A occupa una superficie di circa 10.000 metri quadri e presenta una capacità di parcamento pari a 272 posti auto, di cui 6 riservati ai disabili e 24 alle Autorità. Le geometrie adottate consentono la realizzazione di aree a verde intercalanti le file di stalli aventi una larghezza di circa 1,5 m, atte alla piantumazione per l'ombreggiamento del parcheggio ed il suo mascheramento visivo. Le aree di stallo, corrispondenti a circa 1260 m², verranno realizzate con autobloccanti in cls forati ed inerbiti, al fine di garantire la stabilità meccanica del parcamento e nel contempo consentire la permeabilità del terreno che, unitamente alle aree verdi, forniscono una superficie permeabile pari a circa 5.000 m². L'uscita e l'accesso pedonale al parcheggio avviene lungo via Castellamonte attraverso un scalinata ed una rampa disabili, in corrispondenza dell'incrocio con viale Carlo Emanuele II, ed una seconda scalinata ubicata nel punto del parcheggio più prossimo alla Reggia. All'interno del parcheggio è previsto un viale centrale in cubetti di porfido allineato all'uscita su Viale Carlo Emanuele II. Per il parcheggio pubblico è prevista la sosta a pagamento con barriera. È quindi prevista una adeguata segnalazione visiva di disponibilità di posti. Il parcheggio è inoltre dotato di servizi igienici e di strutture di servizio (guardiola all'accesso, biglietterie automatiche ecc.). Unitamente all'area di parcheggio, al fine di garantire una parziale protezione della stessa dal punto di vista idraulico, è prevista la realizzazione di un rilevato in terra adiacente alla viabilità di accesso allo stesso. Lo stesso risulta arretrato rispetto al viale esistente e con posizione e quota coerente con le sistemazioni fluviali previste e meglio dettagliate nella parte descrittiva degli studi idraulici. Da sottolineare che tale rilevato non rappresenta comunque il nuovo manufatto d'argine, ma risulterà, in fase di sistemazione finale, la parte retrostante ad esso, destinata ad un futuro viale alberato ad uso ciclopedonale. PARCHEGGIO "B" Il progetto prevede, a partire dalla rotatoria Castellamonte provvisoria (da definirsi in fase di realizzazione del nuovo ponte sul torrente Ceronda della Provincia di Torino), la realizzazione di una nuova viabilità che, lungo la sponda destra del Ceronda ed in direzione ovest, conduce ad una rotatoria che fornisce l'accesso al futuro Parcheggio B ed all'area industriale Magneti Marelli e da questa prosegue in direzione Sud fino a raccordarsi, mediante un'intersezione canalizzata, con il Viale Carlo Emanuele II oltre l'ingresso visitatori ai Giardini. La nuova viabilità ha uno sviluppo complessivo pari a circa 610 m dei quali 420 lungo il Ceronda ed una superficie di circa 7.850 mq. Si prevede una larghezza complessiva di sedime pari a 9.50 m ed una pavimentazione in conglomerato bituminoso. La viabilità è affiancata, dal lato del parcheggio B, da un marciapiede rialzato di larghezza 1.50 m con finitura in malta bituminosa. A circa 75 metri dell'innesto della nuova viabilità con la rotatoria di sbarco del Ponte Castellamonte è presente una corsia specializzata per la svolta verso l'area residenziale ed al circolo tennistico presente a ridosso delle due palazzine residenziali di viale Carlo Emanuele II. Come introdotto precedentemente, in prossimità dell'ingresso dell'area industriale Magneti Marelli si prevede la realizzazione di una rotatoria al fine di permettere l'accesso alla zona industriale stessa ed al parcheggio B. La rotatoria ha un diametro esterno di 33,5 m con anello giratorio bitumato da 9.25 m e fascia sormontabile interna. La risoluzione della confluenza della nuova viabilità con il Viale Carlo Emanuele II è definita con una intersezione a raso canalizzata di smaltire i flussi di traffico in tutte le direzioni di marcia. Gli interventi in progetto prevedono inoltre la realizzazione di un'area da destinarsi alla sosta a pagamento, con controllo degli accessi, ubicata nell'area compresa tra viale Carlo Emanuele II ed il torrente Ceronda, per un'area totale di intervento di circa 45.000 m². Il parcheggio è servito da un unico accesso fornito dalla rotatoria nei pressi della Magneti Marelli. La capacità totale di parcamento misura in totale 653 stalli auto, 9 stalli per residenti, 19 per disabili, 17 stalli moto e 66 per bus Gran Turismo. Pagina 3 Manuale di Manutenzione Anche in questo caso, le geometrie adottate consentono la realizzazione di aree a verde, intercalanti le file di stalli, aventi una larghezza di circa 1,50 m, atte alla piantumazione per l'ombreggiamento del parcheggio ed il suo mascheramento visivo. Per il transito pedonale nelle singole aree di parcheggio sono previsti varchi che conducono ai viali principali. Da questi il visitatore è condotto su Viale Carlo Emanuele II e da qui guidato ai giardini ed alla Reggia. Le aree di sosta bus presentano diverso allineamento degli stalli (inclinati a 30°) al fine di poter maggiormente sfruttare la superficie disponibile. Le aree di stallo, complessivamente corrispondenti a circa 13.000 m², verranno realizzate con autobloccanti in calcestruzzo forato ed inerbito, al fine di garantire la stabilità meccanica del parcamento e nel contempo consentire la permeabilità del terreno che, unitamente alle aree verdi, forniscono un'elevata superficie permeabile pari a circa 39.000 m². Essendo l'accesso al parcheggio regolato da barriere, sarà prevista un'adeguata segnalazione visiva di disponibilità di posti. Il parcheggio è inoltre dotato di servizi igienici e di strutture di servizio (guardiola all'accesso, biglietterie automatiche ecc.). Ai fini di garantire la sicurezza idraulica del parcheggio è prevista la risistemazione arginale del torrente Ceronda nel tratto in affiancamento alla viabilità in progetto: tali sistemazioni prevedono l'eliminazione dell'argine esistente e la conseguente realizzazione di un arginello che verrà sormontato con TR 5 anni collocato a circa 15 m dal livello medio di deflusso del Ceronda. Inoltre verrà realizzato un argine di protezione di affiancamento al parcheggio progettato secondo un tempo di ritorno pari a 100 anni. Esso verrà costruito secondo quanto previsto dai Quaderni delle opere tipo PAI con sommità arginale di 3 m e scarpa 2:1, altezza media 3,5-4 metri. Il deflusso delle acque nella golenale verso l'alveo attivo verrà agevolato da una interruzione dell'arginello di circa 30 m nella zona prossima al ponte. Tale abbassamento verrà protetto adeguatamente con una scogliera di massi e piantumazioni. Oltre a quanto sopra descritto, il progetto prevede interventi di inserimento a verde su entrambi i parcheggi, la transitabilità di questi ultimi mediante passaggi faunistici e la ricostituzione del corridoio ecologico del Torrente Ceronda. Reti idriche Rete di smaltimento delle acque meteoriche La rete di smaltimento delle acque meteoriche è stata progettata con l'obiettivo di avere una rete funzionale e di semplice manutenzione in aree che hanno la possibilità di essere inondate prima del completamento dei lavori di messa in sicurezza del Ceronda. Al fine quindi di soddisfare questi requisiti, si è optato per una soluzione che prevedesse l'installazione di griglie di accolta delle acque meteoriche sia nelle zone dei parcheggi che in quelle stradali. Il sistema è stato inoltre progettato in modo che la rete sia mantenuta più superficiale possibile, al fine di poter scaricare più facilmente a gravità le acque meteoriche all'interno del Torrente Ceronda. Rete di smaltimento delle acque reflue E' stata prevista la realizzazione di rami di rete di smaltimento delle acque reflue provenienti dai servizi igienici dei parcheggi. Questi vengono allacciati alla rete dell'Ente gestore SMAT che percorre Viale Carlo Emanuele II. Le informazioni reperite in questa fase sono relative alla condotta che risulta essere in c.a. 500 mm. In seguito a sopralluogo e colloqui con tecnici SMAT si è convenuto che i pozzetti esistenti della rete nera che attraversa il parcheggio A verranno preservati in modo da garantire l'ispezionabilità una volta costruito il parcheggio. E' stata inoltre rilevata la presenza di un sifone a doppia canna di attraversamento del Ceronda in zona parcheggi residenti del parcheggio A. Anche in questo caso si dovrà preservare la sua accessibilità anche a progetto ultimato. La rete idrica di smaltimento acque reflue verrà realizzata con chiusini a tenuta a causa della realizzazione in zona esondabile. La Rete acquedottistica Si prevede di realizzare anche la connessione alla rete di approvvigionamento idrico della SMAT che scorre lungo Viale Carlo Emanuele II al fine di fornire acqua potabile ai servizi igienici e per l'irrigazione in progetto. I chiusini saranno a tenuta poiché il progetto è realizzato in zona esondabile. Le reti tecnologiche Il progetto prevede la realizzazione degli impianti di illuminazione, di distribuzione correnti forti e correnti deboli completi in ogni loro parte e di trasmissione dati; in particolare: impianti di illuminazione parcheggi A e B, illuminazione pubblica assi stradali, illuminazione percorsi pedonali e piste ciclabili, distribuzione Correnti Forti (FM) e Correnti Deboli (CD), impianto controllo accessi (GATE), predisposizione per impianti videocontrollo (TVCC). Pagina 4 Manuale di Manutenzione Elenco dei Corpi d'Opera: ° 01 OPERE STRADALI ° 02 IMPIANTI TECNOLOGICI ° 03 OPERE A VERDE ° 04 OPERE EDILI ° 05 OPERE IDRAULICHE ° 06 IMPIANTO DI IRRIGAZIONE Pagina 5 Manuale di Manutenzione Corpo d'Opera: 01 OPERE STRADALI MANUALE D'USO: Indipendentemente dai tipi di pavimentazione le principali raccomandazioni, per un corretto uso, riguardano in particolare modo soprattutto: 1. Il rispetto dei carichi massimi per cui le strade, i parcheggi, le piste ciclabili ed i marciapiedi sono abilitati. 2. Il corretto funzionamento dei dispositivi ed approntamenti per lo smaltimento delle acque meteoriche. 3. Il rispetto dei limiti di velocità. MANUALE DI MANUTENZIONE: La manutenzione della viabilità stradale, ciclabile e pedonale è, parzialmente, collegata alla manutenzione dei manufatti fognari, che garantiscono contro la formazione di ristagni d'acqua e, nella stagione invernale, di conseguenti superfici ghiacciate. E' inoltre necessario verificare che, per eventuali futuri interventi, siano mantenute le pendenze trasversali atte a garantire lo smaltimento delle acque meteoriche; siano mantenute le mostre dei cordoli e la pendenza longitudinale della pavimentazione sul bordo, ricorrendo, ove necessario ad eventuali fresature del conglomerato bituminoso. Si considerano infine le diverse tipologie delle pavimentazioni stradali: conglomerato bituminoso per le sedi stradali, per i marciapiedi ed i parcheggi, elementi autobloccanti (inerbiti) in corrispondenza degli stalli dei parcheggi, elementi in porfido sulle isole delle rotatorie e su alcuni marciapiedi. Per ciò che attiene alle pavimentazioni in conglomerato bituminoso, oltre a quanto sopra esposto, si consiglia una pulizia periodica eseguita con mezzi meccanici (autospazzatrice, aspirafoglie, autoinnaffiatrice) e nella stagione invernale, in caso di neve, con mezzo meccanico munito di lama orientabile idraulicamente e facilmente governabile, al fine di evitare dannose collisioni con le cordonate; si consiglia inoltre un moderato uso dei sali antigelo, poiché, come noto, provocano una forte accelerazione nell'usura dei conglomerati bituminosi. Per quanto concerne invece le pavimentazioni pedonali e ciclabili (compreso percorso naturalistico), si consiglia l'impiego di piccoli mezzi semoventi o a spinta muniti di turbina o con mezzi manuali al fine di non sollecitare con carichi eccessivi le relative strutture e nello stesso tempo di evitare eccessive abrasioni alle pavimentazioni stesse, in quanto non compatte o costituite da masselli di cemento autobloccanti. PROGRAMMA DI MANUTENZIONE Vengono qui di seguito elencate le operazioni da effettuarsi per una corretta manutenzione: · Riscontro "visivo" dello stato dei piani viabili (una volta al mese). · Pulizia a fondo, nel periodo estivo, con acqua e spazzatrice (due volte al mese); particolare attenzione va posta alle eventuali perdite di olio e di combustibili dagli autoveicoli e ove riscontrati, immediata diluizione e pulizia con acqua e successiva spazzolatura. · Eliminazione delle foglie (nel periodo autunnale) con l'impiego di soffiatori, successiva raccolta ed allontanamento con idoneo mezzo al fine di evitare intasamenti delle caditoie di raccolta e scarico delle acque meteoriche. Pagina 6 Manuale di Manutenzione · Rifacimento dei tappeti d'usura che, salvo deterioramenti accidentali, dovrà avvenire almeno ogni dieci anni. · Rifacimento della segnaletica e della resinatura, che, salvo deterioramenti accidentali, dovrà avvenire ogni cinque anni. · Riscontro visivo almeno una volta all'anno dello stato di mantenimento degli elementi autobloccanti e delle cordonate costituenti parcheggi e percorsi pedonali al fine di accertare eventuali cedimenti con conseguente instabilità del piano viario. La cadenza con cui effettuare le visite di controllo sulla viabilità ed i piazzali in progetto sarà la seguente: 1. Controlli speditivi a vista con cadenza annuale; 2. Controlli completi strumentali ogni 5 anni. Per quanto concerne, invece, la programmazione degli interventi di manutenzione, le operazioni da fare saranno: 1. Rinnovo della segnaletica orizzontale da prevedersi ogni 5 anni; 2. Interventi di manutenzione programmata della pavimentazione da prevedersi minimo ogni 10 anni; 3. Interventi su chiamate del cittadino o su segnalazione degli organi di Pubblica Sicurezza. Unità Tecnologiche: ° 01.01 Strade ° 01.02 Parcheggi ° 01.03 Marciapiedi ° 01.04 Piste ciclabili ° 01.05 Segnaletica stradale verticale ° 01.06 Segnaletica stradale orizzontale Pagina 7 Manuale di Manutenzione Unità Tecnologica: 01.01 Strade Le strade rappresentano parte delle infrastrutture della viabilità che permettono il movimento o la sosta veicolare e il movimento pedonale. La classificazione e la distinzione delle strade viene fatta in base alla loro natura ed alle loro caratteristiche: a) autostrade; b) strade extraurbane principali; c) strade extraurbane secondarie; d) strade urbane di scorrimento; e) strade urbane di quartiere; f) strade locali. Da un punto di vista delle caratteristiche degli elementi della sezione stradale si possono individuare: a) la carreggiata; b) la banchina; c) il margine centrale; d) i cigli e le cunette; e) le scarpate; f) le piazzole di sosta. Le strade e tutti gli elementi che ne fanno parte vanno manutenuti periodicamente non solo per assicurare la normale circolazione di veicoli e pedoni ma soprattutto nel rispetto delle norme sulla sicurezza e la prevenzione di infortuni a mezzi e persone. REQUISITI E PRESTAZIONI (UT) 01.01.R01 Accessibilità Classe di Requisiti: Funzionalità tecnologica Classe di Esigenza: Funzionalità Le strade, le aree a sosta e gli altri elementi della viabilità devono essere dimensionati ed organizzati in modo da essere raggiungibile e praticabile, garantire inoltre la sicurezza e l'accessibilità durante la circolazione da parte dell'utenza. Prestazioni: Le strade, le aree a sosta e gli altri elementi della viabilità devono assicurare la normale circolazione di veicoli e pedoni ma soprattutto essere conformi alle norme sulla sicurezza e alla prevenzione di infortuni a mezzi e persone. I tipi di strade possono essere distinti in: - A (Autostrade extraurbane) con intervallo di velocità (km/h) 90<Vp<=140; - A (Autostrade urbane) con intervallo di velocità (km/h) 80<Vp<=140; - B (Strade extraurbane principali) con intervallo di velocità (km/h) 70<Vp<=120; - C (Strade extraurbane secondarie) con intervallo di velocità (km/h) 60<Vp<=100; - D (Strade urbane di scorrimento) con intervallo di velocità (km/h) 50<Vp<=80; - E (Strade urbane di quartiere) con intervallo di velocità (km/h) 40<Vp<=60; - F (Strade locali extraurbane) con intervallo di velocità (km/h) 40<Vp<=100; - F (Strade locali urbane) con intervallo di velocità (km/h) 25<Vp<=60. Livello minimo della prestazione: CARREGGIATA: larghezza minima pari ai 3,50 m; deve essere dotata di sovrastruttura estesa per una larghezza di 0,30 m da entrambi i lati della carreggiata; STRISCIA DI DELIMITAZIONE verso la banchina: deve avere larghezza pari a 0,12 m nelle strade di tipo F, deve avere larghezza pari a 0,15 m nelle strade di tipo C,D,E; deve avere larghezza pari a 0,25 m nelle strade di tipo A,B; la striscia di separazione tra una corsia di marcia e una eventuale corsia supplementare per veicoli lenti deve avere larghezza => a 0,20 m; BANCHINA: deve avere una larghezza minima pari a: 2,50 m nelle strade di tipo A;1,75 m nelle strade di tipo B; 1,50 nelle strade di tipo C; 1,00 m nelle strade di tipo D e F (extraurbane); 0,50 m nelle strade di tipo E e F (Urbane); CIGLI O ARGINELLI IN RILEVATO: hanno profondità >= 0,75 m nelle strade di tipo A, D, C, D e >= 0,50 m per le strade di tipo E e F; CUNETTE: devono avere una larghezza >= 0,80 m; PIAZZOLE DI SOSTE: le strade di tipo B, C, e F extraurbane devono essere dotate di piazzole di sosta con dimensioni minime: larghezza 3,00 m; lunghezza 20,00 m + 25,00 m + 20,00 m; PENDENZA LONGITUDINALE: nelle strade di tipo A (Urbane), B e D = 6%; nelle strade di tipo C = 7%; nelle strade di tipo E = 8%; nelle strade di tipo F = 10%; nelle strade di tipo A (extraurbane) = 5%; PENDENZA TRASVERSALE: nei rettifili 2,5 %; nelle curve compresa fra 3,5% e 7%. CARATTERISTICHE GEOMETRICHE MINIME DELLA SEZIONE STRADALE (BOLL. UFF. CNR N.60 DEL 26.4.1978) STRADE PRIMARIE Tipo di carreggiate: a senso unico separate da spartitraffico Larghezza corsie: 3,50 m N. corsie per senso di marcia: 2 o più Larghezza minima spartitraffico centrale: 1,60 m con barriere Pagina 8 Manuale di Manutenzione Larghezza corsia di emergenza: 3,00 m Larghezza banchine: Larghezza minima marciapiedi: Larghezza minima fasce di pertinenza: 20 m STRADE DI SCORRIMENTO Tipo di carreggiate: Separate ovunque possibile Larghezza corsie: 3,25 m N. corsie per senso di marcia: 2 o più Larghezza minima spartitraffico centrale: 1,10 m con barriere Larghezza corsia di emergenza: Larghezza banchine: 1,00 m Larghezza minima marciapiedi: 3,00 m Larghezza minima fasce di pertinenza: 15 m STRADE DI QUARTIERE Tipo di carreggiate: a unica carreggiata in doppio senso Larghezza corsie: 3,00 m N. corsie per senso di marcia: 1 o più con cordolo sagomato o segnaletica Larghezza minima spartitraffico centrale: 0,50 m Larghezza corsia di emergenza: Larghezza banchine: 0,50 m Larghezza minima marciapiedi: 4,00 m Larghezza minima fasce di pertinenza: 12m STRADE LOCALI Tipo di carreggiate: a unica carreggiata in doppio senso Larghezza corsie: 2,75 m N. corsie per senso di marcia: 1 o più Larghezza minima spartitraffico centrale: Larghezza corsia di emergenza: Larghezza banchine: 0,50 m Larghezza minima marciapiedi: 3,00 m Larghezza minima fasce di pertinenza: 5,00 m L'Unità Tecnologica è composta dai seguenti Elementi Manutenibili: ° 01.01.01 Banchina ° 01.01.02 Carreggiata ° 01.01.03 Cigli o arginelli ° 01.01.04 Pavimentazione stradale in bitumi ° 01.01.05 Scarpate Pagina 9 Manuale di Manutenzione Elemento Manutenibile: 01.01.01 Banchina Unità Tecnologica: 01.01 Strade È una parte della strada, libera da qualsiasi ostacolo (segnaletica verticale, delineatori di margine, dispositivi di ritenuta), compresa tra il margine della carreggiata e il più vicino tra i seguenti elementi longitudinali: a) marciapiede; b) spartitraffico; c) arginello; d) ciglio interno della cunetta; e) ciglio superiore della scarpata nei rilevati. REQUISITI E PRESTAZIONI (EM) 01.01.01.R01 Controllo geometrico Classe di Requisiti: Controllabilità tecnologica Classe di Esigenza: Controllabilità La banchina deve essere realizzata secondo dati geometrici di norma. Prestazioni: Per un effettivo utilizzo della banchina, questa dovrà essere realizzata secondo dati dimensionali dettati dalle vigenti norme di codice stradale. Livello minimo della prestazione: Dati dimensionali minimi: - larghezza compresa fra 1,00 m a 3,00-3,50 m; - nelle grandi arterie la larghezza minima è di 3,00 m. ANOMALIE RISCONTRABILI 01.01.01.A01 Cedimenti Consistono nella variazione della sagoma stradale caratterizzati da avvallamenti e crepe localizzati per cause diverse (frane, diminuzione e/o insufficienza della consistenza degli strati sottostanti, ecc.) 01.01.01.A02 Deposito Accumulo di detriti, fogliame e di altri materiali estranei. 01.01.01.A03 Presenza di vegetazione Presenza di vegetazione caratterizzata dalla formazione di piante, licheni, muschi lungo le superfici stradali. CONTROLLI ESEGUIBILI DA PERSONALE SPECIALIZZATO 01.01.01.C01 Controllo generale Cadenza: ogni mese Tipologia: Controllo Controllo dello stato generale. Verifica dell'assenza di eventuali buche e/o altre anomalie (cedimenti, sollevamenti, difetti di Pagina 10 Manuale di Manutenzione pendenza, fessurazioni, ecc.). Controllo dello stato dei giunti. Controllo dell'integrità della striscia di segnaletica di margine verso la banchina. • • Requisiti da verificare: 1) Accessibilità; 2) Controllo geometrico. Anomalie riscontrabili: 1) Cedimenti; 2) Deposito; 3) Presenza di vegetazione. MANUTENZIONI ESEGUIBILI DA PERSONALE SPECIALIZZATO 01.01.01.I01 Ripristino carreggiata Cadenza: quando occorre Riparazioni di eventuali buche e/o fessurazioni mediante ripristino degli strati di fondo, pulizia e rifacimento degli strati superficiali con l'impiego di bitumi stradali a caldo. Rifacimento di giunti degradati. • Ditte specializzate: Specializzati vari. Elemento Manutenibile: 01.01.02 Carreggiata Unità Tecnologica: 01.01 Strade È la parte della strada destinata allo scorrimento dei veicoli. Essa può essere composta da una o più corsie di marcia. La superficie stradale è pavimentata ed è limitata da strisce di margine (segnaletica orizzontale). REQUISITI E PRESTAZIONI (EM) 01.01.02.R01 Accessibilità Classe di Requisiti: Sicurezza d'uso Classe di Esigenza: Sicurezza La carreggiata deve essere accessibile ai veicoli ed alle persone se consentito. Prestazioni: La carreggiata dovrà essere dimensionata secondo quando previsto dalle norme in materia di circolazione stradale. Livello minimo della prestazione: Dimensioni minime: - la carreggiata dovrà avere una larghezza minima pari a 3,50 m; - deve essere dotata di sovrastruttura estesa per una larghezza di 0,30 m da entrambi i lati della carreggiata. ANOMALIE RISCONTRABILI 01.01.02.A01 Buche Consistono nella mancanza di materiale dalla superficie del manto stradale a carattere localizzato e con geometrie e profondità irregolari spesso fino a raggiungere gli strati inferiori, ecc.). Pagina 11 Manuale di Manutenzione 01.01.02.A02 Cedimenti Consistono nella variazione della sagoma stradale caratterizzati da avvallamenti e crepe localizzati per cause diverse (frane, diminuzione e/o insufficienza della consistenza degli strati sottostanti, ecc.). 01.01.02.A03 Sollevamento Variazione localizzata della sagoma stradale con sollevamento di parti interessanti il manto stradale. 01.01.02.A04 Usura manto stradale Si manifesta con fessurazioni, rotture, mancanza di materiale, buche e sollevamenti del manto stradale e/o della pavimentazione in genere. CONTROLLI ESEGUIBILI DA PERSONALE SPECIALIZZATO 01.01.02.C01 Controllo carreggiata Cadenza: ogni mese Tipologia: Controllo Controllo dello stato generale. Verifica dell'assenza di eventuali buche e/o altre anomalie (cedimenti, sollevamenti, difetti di pendenza, fessurazioni, ecc.). Controllo dello stato dei giunti. Controllo dell'integrità della striscia di segnaletica di margine verso la banchina. • • Requisiti da verificare: 1) Accessibilità. Anomalie riscontrabili: 1) Buche; 2) Cedimenti; 3) Sollevamento; 4) Usura manto stradale. MANUTENZIONI ESEGUIBILI DA PERSONALE SPECIALIZZATO 01.01.02.I01 Ripristino carreggiata Cadenza: quando occorre Riparazioni di eventuali buche e/o fessurazioni mediante ripristino degli strati di fondo, pulizia e rifacimento degli strati superficiali con l'impiego di bitumi stradali a caldo. Rifacimento di giunti degradati. • Ditte specializzate: Specializzati vari. Elemento Manutenibile: 01.01.03 Cigli o arginelli Unità Tecnologica: 01.01 Strade I cigli rappresentano delle fasce di raccordo destinati ad accogliere eventuali dispositivi di ritenuta o elementi di arredo. REQUISITI E PRESTAZIONI (EM) Pagina 12 Manuale di Manutenzione 01.01.03.R01 Conformità geometrica Classe di Requisiti: Funzionalità tecnologica Classe di Esigenza: Funzionalità I cigli o arginelli dovranno essere dimensionati in conformità alle geometrie stradali. Prestazioni: I cigli o arginelli dovranno essere dimensionati in funzione dello spazio richiesto per il funzionamento del dispositivo di ritenuta. Livello minimo della prestazione: L'arginello dovrà avere una altezza rispetto la banchina di 5 - 10 cm. Esso sarà raccordato alla scarpata mediante un arco le cui tangenti siano di lunghezza non inferiore a 0.50 m. Inoltre: - per le strade di tipo A - B - C - D la dimensione del ciglio o arginello in rilevato sarà >= 0,75 m; - per le strade di tipo E - F la dimensione del ciglio o arginello in rilevato sarà >= 0,50 m. ANOMALIE RISCONTRABILI 01.01.03.A01 Mancanza Caduta e perdita di parti del materiale dell'elemento. 01.01.03.A02 Riduzione altezza Riduzione dell'altezza rispetto al piano della banchina per usura degli strati. CONTROLLI ESEGUIBILI DA PERSONALE SPECIALIZZATO 01.01.03.C01 Controllo generale Cadenza: ogni 3 mesi Tipologia: Controllo a vista Controllo dello stato di cigli e cunette. Verifica del corretto deflusso delle acque e delle pendenze. Controllo dell'assenza di depositi, detriti e di vegetazione in eccesso. • • Requisiti da verificare: 1) Conformità geometrica. Anomalie riscontrabili: 1) Mancanza; 2) Riduzione altezza. MANUTENZIONI ESEGUIBILI DA PERSONALE SPECIALIZZATO 01.01.03.I01 Sistemazione dei cigli Cadenza: ogni 6 mesi Sistemazione e raccordo delle banchine con le cunette per mezzo di un ciglio o arginello di larghezza variabile a secondo del tipo di strada. Pulizia e rimozione di detriti e depositi di fogliame ed altro. • Ditte specializzate: Specializzati vari. Elemento Manutenibile: 01.01.04 Pavimentazione stradale in bitumi Pagina 13 Manuale di Manutenzione Unità Tecnologica: 01.01 Strade Si tratta di pavimentazioni stradali realizzate con bitumi per applicazioni stradali ottenuti dai processi di raffinazione, lavorazione del petrolio greggio. In generale i bitumi per le applicazioni stradali vengono suddivisi in insiemi di classi caratterizzate: a) dai valori delle penetrazioni nominali; b) dai valori delle viscosità dinamiche. Tali parametri variano a secondo del paese di utilizzazione. REQUISITI E PRESTAZIONI (EM) 01.01.04.R01 Accettabilità della classe Classe di Requisiti: Controllabilità tecnologica Classe di Esigenza: Controllabilità I bitumi stradali dovranno possedere caratteristiche tecnologiche in base alle proprie classi di appartenenza. Prestazioni: I bitumi stradali dovranno rispettare le specifiche prestazionali secondo la norma UNI EN 12591: 2002. Livello minimo della prestazione: I livelli prestazionali delle classi di bitume maggiormente impiegato in Italia dovranno avere le seguenti caratteristiche: VALORE DELLA PENETRAZIONE [x 0,1 mm] Metodo di Prova: EN 1426 Classe 35/50: 35-50; Classe 50/70: 50-70; Classe 70/100: 70-100; Classe 160/220: 160-220. PUNTO DI RAMMOLLIMENTO [°C] Metodo di Prova: EN 1427 Classe 35/50: 50-58; Classe 50/70: 46-54; Classe 70/100: 43-51; Classe 160/220: 35-43. PUNTO DI ROTTURA FRAASS - VALORE MASSIMO [°C] Metodo di Prova: EN 12593 Classe 35/50: -5; Classe 50/70: -8; Classe 70/100: -10; Classe 160/220: -15. PUNTO DI INFIAMMABILITA' - VALORE MINIMO [°C] Metodo di Prova: EN 22592 Classe 35/50: 240; Classe 50/70: 230; Classe 70/100: 230; Classe 160/220: 220. SOLUBILITA' - VALORE MINIMO [%] Metodo di Prova: EN 12592 Classe 35/50: 99; Classe 50/70: 99; Classe 70/100: 99; Classe 160/220: 99. RESISTENZA ALL'INDURIMENTO Metodo di Prova: EN 12607-1 Classe 35/50: 0,5; Classe 50/70: 0,5; Classe 70/100: 0,8; Classe 160/220: 1. PENETRAZIONE DOPO L'INDURIMENTO - VALORE MINIMO [%] Metodo di Prova: EN 1426 Classe 35/50: 53; Classe 50/70: 50; Classe 70/100: 46; Classe 160/220: 37. RAMMOLLIMENTO DOPO INDURIMENTO - VALORE MINIMO Metodo di Prova: EN 1427 Classe 35/50: 52; Classe 50/70: 48; Classe 70/100: 45; Classe 160/220: 37. VARIAZIONE DEL RAMMOLLIMENTO - VALORE MASSIMO Metodo di Prova: EN 1427 Classe 35/50: 11; Classe 50/70: 11; Classe 70/100: 11; Classe 160/220: 12. ANOMALIE RISCONTRABILI 01.01.04.A01 Buche Consistono nella mancanza di materiale dalla superficie del manto stradale a carattere localizzato e con geometrie e profondità irregolari spesso fino a raggiungere gli strati inferiori, ecc.). Pagina 14 Manuale di Manutenzione 01.01.04.A02 Difetti di pendenza Consiste in un errata pendenza longitudinale o trasversale per difetti di esecuzione o per cause esterne. 01.01.04.A03 Distacco Disgregazione e distacco di parti notevoli del materiale che può manifestarsi anche mediante espulsione di elementi prefabbricati dalla loro sede. 01.01.04.A04 Fessurazioni Presenza di rotture singole, ramificate, spesso accompagnate da cedimenti e/o avvallamenti del manto stradale. 01.01.04.A05 Sollevamento Variazione localizzata della sagoma stradale con sollevamento di parti interessanti il manto stradale. 01.01.04.A06 Usura manto stradale Si manifesta con fessurazioni, rotture, mancanza di materiale, buche e sollevamenti del manto stradale e/o della pavimentazione in genere. CONTROLLI ESEGUIBILI DA PERSONALE SPECIALIZZATO 01.01.04.C01 Controllo manto stradale Cadenza: ogni 3 mesi Tipologia: Controllo Controllo dello stato generale. Verifica dell'assenza di eventuali anomalie della pavimentazione (buche, cedimenti, sollevamenti, difetti di pendenza, fessurazioni, ecc.). • • Requisiti da verificare: 1) Accettabilità della classe. Anomalie riscontrabili: 1) Buche; 2) Difetti di pendenza; 3) Distacco; 4) Fessurazioni; 5) Sollevamento; 6) Usura manto stradale. MANUTENZIONI ESEGUIBILI DA PERSONALE SPECIALIZZATO 01.01.04.I01 Ripristino manto stradale Cadenza: quando occorre Rinnovo del manto stradale con rifacimento parziale o totale della zona degradata e/o usurata. Demolizione ed asportazione del vecchio manto, pulizia e ripristino degli strati di fondo, pulizia e posa del nuovo manto con l'impiego di bitumi stradali a caldo. • Ditte specializzate: Specializzati vari. Elemento Manutenibile: 01.01.05 Scarpate Unità Tecnologica: 01.01 Strade Pagina 15 Manuale di Manutenzione La scarpata rappresenta la parte inclinata al margine esterno alla strada. E' generalmente costituita da terreno ricoperto da manto erboso e/o da ghiaia e pietrisco. ANOMALIE RISCONTRABILI 01.01.05.A01 Deposito Accumulo di detriti e di altri materiali estranei. 01.01.05.A02 Frane Movimenti franosi dei pendii in prossimità delle scarpate. CONTROLLI ESEGUIBILI DA PERSONALE SPECIALIZZATO 01.01.05.C01 Controllo scarpate Cadenza: ogni settimana Tipologia: Controllo Controllo delle scarpate e verifica dell'assenza di erosione. Controllo della corretta tenuta della vegetazione. • Anomalie riscontrabili: 1) Deposito; 2) Frane. MANUTENZIONI ESEGUIBILI DA PERSONALE SPECIALIZZATO 01.01.05.I01 Sistemazione scarpate Cadenza: ogni 6 mesi Taglio della vegetazione in eccesso. Sistemazione delle zone erose e ripristino delle pendenze. • Ditte specializzate: Specializzati vari. Pagina 16 Manuale di Manutenzione Unità Tecnologica: 01.02 Parcheggi Si tratta di aree destinate a sosta ad uso frequente di autoveicoli. Essi sono direttamente connessi alla viabilità di scorrimento e rapportati alla presenza di particolari punti di interesse. I parcheggi devono essere proporzionati alle effettive necessità e fabbisogni dell'utenza. Devono garantire, nelle zone delle aree urbane ed extraurbane, l'accessibilità ai punti di interesse. Per garantire la fluidità del traffico bisogna prevedere la separazione delle zone di scorrimento degli autoveicoli da quelle necessarie per le manovre connesse alla sosta. Le aree di servizio destinate al parcheggio ed alla sosta dei veicoli devono essere dotate di stalli di sosta con indicazioni e delimitazione segnaletiche (strisce longitudinali bianche e/o blu). Gli stalli di sosta vanno muniti del segnale di parcheggio. Vanno inoltre adeguatamente dimensionati gli spazi di sosta nonché gli spazi di manovra. Particolare cura va posta alle uscite ed all'ingresso dei parcheggi per i coni di visibilità. Bisogna inoltre prevedere parcheggi per portatori di handicap (secondo quanto previsto dalle norme vigenti in materia di barriere architettoniche). Si possono distinguere diverse tipologie di parcheggio, tra le quali: a) parcheggio a raso; b) parcheggio coperto; c) parcheggi multipiano interrati o fuori terra; d) parcheggi meccanizzati. REQUISITI E PRESTAZIONI (UT) 01.02.R01 Accessibilità Classe di Requisiti: Funzionalità d'uso Classe di Esigenza: Funzionalità I parcheggi, le aree a sosta, le vie di accesso e di uscita degli stessi devono essere dimensionati ed organizzati in modo da essere raggiungibile e praticabile, garantire inoltre la sicurezza e l'accessibilità durante la circolazione da parte dell'utenza. Prestazioni: I parcheggi, le aree a sosta, le vie di accesso e di uscita degli stessi devono avere le aree dimensionate ed organizzate idoneamente per veicoli differenti. Inoltre le zone di circolazione dovranno avere spazi distinti da quelli di manovra. In termini urbanistici il D.M. 2.4.1968 n.1444 prescrive per gli strumenti urbanistici che la dotazione minima per abitante relativa ai parcheggi pubblici sia di 2,5 m2/abitante da sommare ai parcheggi privati previsti dall'art.18 della Legge 765/67 e modificato dall'art.2 della Legge 122/89, ossia 1 m2 / 10 m3 di costruzione. Lo stesso decreto prevede per le zone di interesse storico-ambientale e zone con superficie coperta superiore a 1/8 con densità territoriale superiore a 1,5 m3 / m2 la possibilità di attingere aree adiacenti con valutazione doppia rispetto a quella effettiva. Per gli insediamenti industriali si prevede inoltre una superficie per gli spazi pubblici, e quindi per i parcheggi, non inferiore al 10 % della superficie totale. Per gli insediamenti a carattere commerciale e direzionale 40 m2 di parcheggi ogni 100 m2 di superficie lorda di pavimentata. In generale comunque il calcolo della quantità di parcheggi necessari varia in funzione di parametri caratterizzati dalla tipologia di attività, dal tipo di edificio e/o di opera. Livello minimo della prestazione: Le aree previste a parcheggio dovranno avere in modo indicativo dimensioni minime: - autovetture (sistemazione veicoli a 90°): larghezza min. 230-300 cm; lunghezza min. 500-600 cm; zona di manovra min. 450-600 cm; - autovetture (sistemazione veicoli a 45°): larghezza min. 230-250 cm; lunghezza min. 450-600 cm; zona di manovra min. 350 cm; - box motocicli (sistemazione veicoli a 45°): larghezza min. 100 cm; lunghezza min. 230 cm; zona di manovra min. 350 cm; - autobus (sistemazione veicoli a 45°): larghezza min. 350 cm; lunghezza min. 1100 cm; zona di manovra min. 750 cm; - autocarri con rimorchio (sistemazione veicoli a 45°): larghezza min. 350 cm; lunghezza min. 2000 cm; zona di manovra min. 400 cm; - autocarri (sistemazione veicoli a 90°): larghezza min. 400 cm; lunghezza min. 1200 cm; zona di manovra min. 1200 cm; - autocarri con rimorchio (sistemazione veicoli a 90°): larghezza min. 400 cm; lunghezza min. 2000 cm; zona di manovra min. 1200 cm. INOLTRE NEL RISPETTO DELLA VIABILITÀ: - soste ed aree a parcheggio dovranno essere previste ad almeno >= 600 cm dagli svincoli; - le aree di sosta lungo i marciapiedi dovranno avere una larghezza >= 200 cm; - coni di visibilità di 240 cm per lato (per uscita dei parcheggi con accesso prospiciente a marciapiede); - coni di visibilità di dimensione per lato che varia in funzione della velocità del traffico (per uscita dei parcheggi con accesso prospiciente su strada veicolare). INOLTRE I PARCHEGGI PER PORTATORI DI HANDICAP DOVRANNO AVERE LE SEGUENTI CARATTERISTICHE: - parcheggio in aderenza al percorso pedonale; - larghezza minima del parcheggio non inferiore a 300 cm di cui 170 cm previsti per l'ingombro dell'autoveicolo ed 130 cm per il Pagina 17 Manuale di Manutenzione movimento del portatore di handicap; - pendenza masima pari al 20 %; - pendenza trasversale non superiore al 5%; - schema distributivo parcheggio a spina di pesce semplice con inclinazione massima di 30°. L'Unità Tecnologica è composta dai seguenti Elementi Manutenibili: ° 01.02.01 Delimitazioni ° 01.02.02 Pavimentazioni bituminose ° 01.02.03 Pavimentazioni in masselli prefabbricati in cls ° 01.02.04 Segnaletica Pagina 18 Manuale di Manutenzione Elemento Manutenibile: 01.02.01 Delimitazioni Unità Tecnologica: 01.02 Parcheggi Si tratta di linee di divisione a delimitazione degli stalli di sosta realizzati con colorazione mediante vernici speciali rifrangenti o mediante l'applicazione a caldo di laminati plastici colorati o autoadesivi (strisce bianche, blu, gialle, ecc). In alternativa possono essere inseriti nella pavimentazione elementi (blocchetti di cls, pietre, ecc.) a colorazioni diverse. ANOMALIE RISCONTRABILI 01.02.01.A01 Usura Perdita di consistenza dei materiali (vernice, laminati plastici, ecc.) dovuto all'azione disgregante dei pneumatici e degli agenti atmosferici. CONTROLLI ESEGUIBILI DA PERSONALE SPECIALIZZATO 01.02.01.C01 Controllo dello stato Cadenza: ogni 6 mesi Tipologia: Controllo Controllare periodicamente le condizioni e l'integrità delle delimitazioni. Controllare l'aspetto cromatico ed in particolare la consistenza dei colori corrispondenti alle diverse simbologie. • Anomalie riscontrabili: 1) Usura. MANUTENZIONI ESEGUIBILI DA PERSONALE SPECIALIZZATO 01.02.01.I01 Ripristino Cadenza: quando occorre Ripristino delle vernici speciali rifrangenti o dei laminati plastici colorati autoadesivi mediante l'impiego di materiali idonei e con caratteristiche specifiche. Sostituzione di eventuali elementi segnaletici della pavimentazione degradati. • Ditte specializzate: Specializzati vari. Elemento Manutenibile: 01.02.02 Pavimentazioni bituminose Unità Tecnologica: 01.02 Parcheggi Pagina 19 Manuale di Manutenzione Si tratta di pavimentazioni realizzate con additivi bituminosi ottenuti dai processi di raffinazione e lavorazione del petrolio greggio utilizzate in parcheggi all'aperto sottoposti a particolare usura. ANOMALIE RISCONTRABILI 01.02.02.A01 Deposito superficiale Accumulo di pulviscolo atmosferico o di altri materiali estranei, di spessore variabile, poco coerente e poco aderente alla superficie del rivestimento. 01.02.02.A02 Distacco Disgregazione e distacco di parti notevoli del materiale che può manifestarsi anche mediante espulsione di elementi dalla loro sede. CONTROLLI ESEGUIBILI DA PERSONALE SPECIALIZZATO 01.02.02.C01 Controllo generale delle parti a vista Cadenza: ogni anno Tipologia: Controllo a vista Controllo dello stato di conservazione delle finiture e verifica del grado di usura o di erosione delle parti in vista. Controllare l'uniformità dell'aspetto cromatico delle superfici. Riscontro di eventuali anomalie (depositi, distacchi, ecc.). • Anomalie riscontrabili: 1) Deposito superficiale; 2) Distacco. MANUTENZIONI ESEGUIBILI DA PERSONALE SPECIALIZZATO 01.02.02.I01 Pulizia delle superfici Cadenza: ogni settimana Pulizia e rimozione dello sporco superficiale mediante spazzolatura manuale degli elementi o con tecniche di rimozione dei depositi, adatte al tipo di rivestimento, e con detergenti appropriati. • Ditte specializzate: Generico. 01.02.02.I02 Ripristino degli strati Cadenza: quando occorre Ripristino degli strati, previa accurata pulizia delle superfici, rimozione delle parti disaggregate, riempimento con rivestimenti di analoghe caratteristiche e successiva compattazione con rullo meccanico. • Ditte specializzate: Specializzati vari. Elemento Manutenibile: 01.02.03 Pavimentazioni in masselli prefabbricati in cls Unità Tecnologica: 01.02 Parcheggi Pagina 20 Manuale di Manutenzione Si tratta di prodotti di calcestruzzo realizzati in monostrato o pluristrato, caratterizzati da un ridotto rapporto di unità tra lo spessore e i lati. Essi trovano largo impiego come rivestimenti per le pavimentazioni ad uso veicolare. I principali tipi di masselli possono distinguersi in: a) elementi con forma singola; b) elementi con forma composta; c) elementi componibili. Sul mercato si trovano prodotti con caratteristiche morfologiche del tipo: a) con spessore compreso tra i 40 e 150 mm; b) il rapporto tra il lato piccolo e lo spessore varia da 0,6 a 2,5; c) il rapporto tra il lato più grande e quello più piccolo varia tra 1 e 3; d) la superficie di appoggio non deve essere minore di 0,05 m^2; e) la superficie reale maggiore dovrà essere pari al 50% di un rettangolo circoscritto. ANOMALIE RISCONTRABILI 01.02.03.A01 Degrado sigillante Distacco e perdita di elasticità dei materiali utilizzati per le sigillature impermeabilizzanti e dei giunti. 01.02.03.A02 Deposito superficiale Accumulo di pulviscolo atmosferico o di altri materiali estranei, di spessore variabile, poco coerente e poco aderente alla superficie del rivestimento. 01.02.03.A03 Distacco Disgregazione e distacco di parti notevoli del materiale che può manifestarsi anche mediante espulsione di elementi prefabbricati dalla loro sede. 01.02.03.A04 Perdita di elementi Perdita di elementi dovuta a traumi esterni. CONTROLLI ESEGUIBILI DA PERSONALE SPECIALIZZATO 01.02.03.C01 Controllo generale delle parti a vista Cadenza: ogni 6 mesi Tipologia: Controllo Controllo dello stato di conservazione delle finiture e verifica del grado di usura o di erosione delle parti in vista ed in particolare dei giunti. Controllare l'uniformità dell'aspetto cromatico delle superfici. Riscontro di eventuali anomalie (depositi, fessurazioni, ecc.). • Anomalie riscontrabili: 1) Degrado sigillante; 2) Deposito superficiale; 3) Distacco; 4) Perdita di elementi. MANUTENZIONI ESEGUIBILI DA PERSONALE SPECIALIZZATO 01.02.03.I01 Pulizia delle superfici Cadenza: ogni settimana Pulizia e rimozione dello sporco superficiale mediante spazzolatura manuale degli elementi o con tecniche di rimozione dei depositi, adatte al tipo di rivestimento, e con detergenti appropriati. • Ditte specializzate: Generico. 01.02.03.I02 Ripristino giunti Cadenza: quando occorre Ripristino della sigillatura e completamento della saturazione dei giunti con materiali idonei eseguita manualmente o a macchina. • Ditte specializzate: Specializzati vari. Pagina 21 Manuale di Manutenzione 01.02.03.I03 Sostituzione degli elementi degradati Cadenza: quando occorre Sostituzione dei masselli e/o accessori usurati o rotti con altri analoghi. • Ditte specializzate: Specializzati vari. Elemento Manutenibile: 01.02.04 Segnaletica Unità Tecnologica: 01.02 Parcheggi La segnaletica a servizio delle aree destinate a parcheggi servono a disciplinare gli utenti ad effettuare le operazioni di manovra in sicurezza degli autoveicoli (sosta, circolazione, uscita, ingresso, ecc.) anche in funzione dei pedoni. Può essere costituita da simboli, segnali orizzontali e verticali, ecc., e realizzata mediante l'applicazione di pittura, materiali termoplastici, materiali plastici indurenti a freddo, linee e simboli preformati o mediante altri sistemi. ANOMALIE RISCONTRABILI 01.02.04.A01 Usura Perdita di consistenza per la perdita di materiale (vernice, materiale plastico, ecc.) dovuto all'usura e agli agenti atmosferici disgreganti. CONTROLLI ESEGUIBILI DA PERSONALE SPECIALIZZATO 01.02.04.C01 Controllo dello stato Cadenza: ogni 6 mesi Tipologia: Controllo Controllare periodicamente le condizioni e l'integrità dei simboli. Controllare l'aspetto cromatico ed in particolare la consistenza dei colori corrispondenti alle diverse simbologie. Controllare l'efficienza della segnaletica ed in particolare la visibilità in condizioni diverse (diurne, notturne, con luce artificiale, con nebbia, ecc.). Controllare la disposizione dei segnali in funzione della logica e disciplina di circolazione dell'utenza. • Anomalie riscontrabili: 1) Usura . MANUTENZIONI ESEGUIBILI DA PERSONALE SPECIALIZZATO 01.02.04.I01 Ripristino segnaletica Cadenza: quando occorre Rifacimento dei simboli mediante l’applicazione di vernici, materiali termoplastici, materiali plastici indurenti a freddo, linee e simboli preformati. • Ditte specializzate: Specializzati vari. Pagina 22 Manuale di Manutenzione Unità Tecnologica: 01.03 Marciapiedi I marciapiedi costituiscono quei percorsi pedonali che possono essere adiacenti alle strade veicolari oppure autonomi rispetto alla rete viaria. Essi vengono previsti per raccordare funzioni tra loro correlate (residenze, scuole, attrezzature di interesse comune, ecc.). REQUISITI E PRESTAZIONI (UT) 01.03.R01 Accessibilità Classe di Requisiti: Facilità d'intervento Classe di Esigenza: Funzionalità Le aree pedonali ed i marciapiedi devono essere dimensionati ed organizzati in modo da essere raggiungibili e praticabili, garantire inoltre la sicurezza e l'accessibilità durante la circolazione da parte dell'utenza. Prestazioni: Le aree pedonali ed i marciapiedi devono assicurare la normale circolazione dei pedoni ma soprattutto essere conformi alle norme sulla sicurezza e alla prevenzione di infortuni a mezzi e persone. Livello minimo della prestazione: Si prevedono, in funzione dei diversi tipi di strade, le seguenti larghezze minime: -nelle strade primarie: 0,75 m; 1 m in galleria; -nelle strade di scorrimento: 3 m; 1,50 m nei tratti in viadotto; -nelle strade di quartiere: 4 m; 1,50 m nei tratti in viadotto; 5 m nelle zone turistiche e commerciali; -nelle strade locali: 3 m; 1,50 m nelle zone con minima densità residenziale; FABBISOGNO DI SPAZIO PER PERCORSI PEDONALI IN AREE RESIDENZIALI TIPOLOGIA DEL PASSAGGIO: 1 persona; Larghezza (cm): 60; Note: -; TIPOLOGIA DEL PASSAGGIO: 2 persone; Larghezza (cm): 90; Note: passaggio con difficoltà; TIPOLOGIA DEL PASSAGGIO: 2 persone; Larghezza (cm): 120; Note: passaggio agevole; TIPOLOGIA DEL PASSAGGIO: 3 persone; Larghezza (cm): 187; Note: passaggio agevole; TIPOLOGIA DEL PASSAGGIO: 1 persona con doppio bagaglio; Larghezza (cm): 100; Note: -; TIPOLOGIA DEL PASSAGGIO: 2 persone con doppio bagaglio; Larghezza (cm): 212,5; Note: -; TIPOLOGIA DEL PASSAGGIO: 2 persone con ombrello aperto; Larghezza (cm): 237,5; Note: -; TIPOLOGIA DEL PASSAGGIO: carrozzina; Larghezza (cm): 80; Note: -; TIPOLOGIA DEL PASSAGGIO: 1 carrozzina e 1 bambino; Larghezza (cm): 115; Note: con bambino al fianco; TIPOLOGIA DEL PASSAGGIO: 2 carrozzine o 2 sedie a rotelle; Larghezza (cm): 170; Note: passaggio agevole; TIPOLOGIA DEL PASSAGGIO: 2 persone con delimitazioni laterali; Larghezza (cm): 220; Note: passaggio con difficoltà; TIPOLOGIA DEL PASSAGGIO: 2 persone con delimitazioni laterali; Larghezza (cm): 260; Note: passaggio agevole. -le larghezze minime vanno misurate al netto di eventuali aree erbose o alberate, di aree occupate da cabine telefoniche, chioschi o edicole, ecc.; Pagina 23 Manuale di Manutenzione -i marciapiedi prospicienti su carreggiate sottostanti devono essere muniti di parapetto e/o rete di protezione di altezza minima di 2,00 m; -gli attraversamenti pedonali sono regolamentati secondo la disciplina degli attraversamenti: DISCIPLINA DEGLI ATTRAVERSAMENTI PEDONALI (BOLLETTINO UFFICIALE DEL CNR N. 60 DEL 26.04.1978) -STRADE PRIMARIE Tipo di attraversamento pedonale: a livelli sfalsati Attraversamenti pedonali - ubicazione e distanza: -STRADE DI SCORRIMENTO Tipo di attraversamento pedonale: sfalsati o eventualmente semaforizzati Attraversamenti pedonali - ubicazione e distanza: all’incrocio -STRADE DI QUARTIERE Tipo di attraversamento pedonale: semaforizzati o eventualmente zebrati Attraversamenti pedonali - ubicazione e distanza: all’incrocio -STRADE LOCALI Tipo di attraversamento pedonale: zebrati Attraversamenti pedonali - ubicazione e distanza: 100 m -negli attraversamenti il raccordo fra marciapiede e strada va realizzato con scivoli per permettere il passaggio di carrozzine; -i marciapiedi devono poter essere agevolmente usati dai portatori di handicap; -in corrispondenza di fermate di autobus adiacenti a carreggiate, i marciapiedi devono avere conformazione idonee alla forma delle piazzole e delle aree di attesa dell'autobus senza costituire intralcio al traffico standard veicolare e pedonale: CARATTERISTICHE PIAZZOLE PER AUTOBUS -A LATO DELLE CORSIE DI TRAFFICO PROMISCUO Lunghezza totale (m): 56 Lunghezza della parte centrale (m): 16* Profondità (m): 3,0 -A LATO DELLE CORSIE RISERVATE AL MEZZO PUBBLICO Lunghezza totale (m): 56 Lunghezza della parte centrale (m): 26** Profondità (m): 3,0 -A LATO DELLE CORSIE RISERVATE AL MEZZO PUBBLICO CON ALTA FREQUENZA VEICOLARE Lunghezza totale (m): 45 Lunghezza della parte centrale (m): 5,0 Profondità (m): 3,0 * fermata per 1 autobus ** fermata per 2 autobus L'Unità Tecnologica è composta dai seguenti Elementi Manutenibili: ° 01.03.01 Cordoli e bordure ° 01.03.02 Dissuasori ° 01.03.03 Limitatori di sosta ° 01.03.04 Marciapiedi ° 01.03.05 Pavimentazione pedonale in lastre di pietra ° 01.03.06 Pavimentazioni bituminose ° 01.03.07 Rampe di raccordo ° 01.03.08 Segnaletica Pagina 24 Manuale di Manutenzione Elemento Manutenibile: 01.03.01 Cordoli e bordure Unità Tecnologica: 01.03 Marciapiedi I cordoli e le bordure appartengono alla categoria dei manufatti di finitura per le pavimentazioni dei marciapiedi, per la creazione di isole protettive per alberature, aiuole, spartitraffico, ecc.. Essi hanno la funzione di contenere la spinta verso l'esterno della pavimentazione che è sottoposta a carichi di normale esercizio. Possono essere realizzati in elementi prefabbricati in calcestruzzo o in cordoni di pietrarsa. REQUISITI E PRESTAZIONI (EM) 01.03.01.R01 Resistenza a compressione Classe di Requisiti: Di stabilità Classe di Esigenza: Sicurezza Essi dovranno avere una resistenza alle sollecitazioni a compressione. Prestazioni: Le prestazioni di resistenza a compressione ed i limiti di accettabilità, per gli elementi in calcestruzzo, vengono esplicitate dalla norma UNI EN 1338. Livello minimo della prestazione: Il valore della resistenza convenzionale alla compressione Rcc, ricavato dalle prove effettuate sui provini campione, dovrà essere pari almeno a >= 60 N/mm2. ANOMALIE RISCONTRABILI 01.03.01.A01 Distacco Disgregazione e distacco di parti notevoli del materiale che può manifestarsi anche mediante espulsione di elementi prefabbricati dalla loro sede. 01.03.01.A02 Fessurazioni Presenza di rotture singole, ramificate, spesso accompagnate da cedimenti e/o avvallamenti del manto stradale. 01.03.01.A03 Mancanza Caduta e perdita di parti del materiale del manufatto. 01.03.01.A04 Rottura Rottura di parti degli elementi costituenti i manufatti. CONTROLLI ESEGUIBILI DA PERSONALE SPECIALIZZATO 01.03.01.C01 Controllo generale Pagina 25 Manuale di Manutenzione Cadenza: ogni anno Tipologia: Controllo Controllo generale delle parti a vista e di eventuali anomalie. Verifica dell'integrità delle parti e dei giunti verticali tra gli elementi contigui. • Anomalie riscontrabili: 1) Distacco; 2) Fessurazioni; 3) Mancanza; 4) Rottura. MANUTENZIONI ESEGUIBILI DA PERSONALE SPECIALIZZATO 01.03.01.I01 Reintegro dei giunti Cadenza: quando occorre Reintegro dei giunti verticali tra gli elementi contigui in caso di sconnessioni o di fuoriuscita di materiale (sabbia di allettamento e/o di sigillatura). • Ditte specializzate: Specializzati vari. 01.03.01.I02 Sostituzione Cadenza: quando occorre Sostituzione degli elementi rotti e/o comunque rovinati con altri analoghi. • Ditte specializzate: Specializzati vari. Elemento Manutenibile: 01.03.02 Dissuasori Unità Tecnologica: 01.03 Marciapiedi I dissuasori di sosta sono dispositivi stradali con funzione di impedimento materiale della sosta dei veicoli in determinate aree o zone. In genere i dissuasori vanno armonizzati con altri arredi urbani e stradali per cui hanno quasi sempre un aspetto decorativo. Svolgono inoltre anche funzione accessorie come quelle di delimitazioni di aree pedonali, aree di parcheggio, aree a verde, zone di riposo, zone riservate, ecc. In genere la tipologia e la funzione può variare a secondo dei regolamenti urbanistici locali. La loro forma e funzione può essere diversa: a) colonne a blocchi; b) cordolature; c) pali; d) paletti; e) fioriere; f) cassonetti. La funzione di impedimento svolta dai dissuasori deve essere esercitata sia come altezza sul piano variabile sia spaziale tra un elemento ed un altro disposti lungo un perimetro. In genere sono realizzati con materiali diversi: a) legno; b) plastica a fiamma autoestinguente; c) calcestruzzo; d) rame; e) acciaio zincato; f) ferro; g) ghisa; h) alluminio. Talvolta i dissuasori sono uniti mediante elementi di materiale diversi, quali, catene in ferro, elementi in legno, ecc. REQUISITI E PRESTAZIONI (EM) 01.03.02.R01 Integrazione degli spazi Classe di Requisiti: Adattabilità degli spazi Classe di Esigenza: Fruibilità I dissuasori devono integrarsi con gli spazi nei quali vengono immessi. Prestazioni: Pagina 26 Manuale di Manutenzione L'aspetto dei dissuasori va armonizzato con altri arredi urbani e stradali dell'ambiente in cui vengono immessi. In particolare si tiene conto: -della funzione principale -dell'importanza del luogo -dei materiali -delle tonalità -delle caratteristiche di sicurezza Livello minimo della prestazione: I livelli prestazionali variano a secondo del loro impiego che è strettamente legato alle conformità dettate dalle norme dal Ministero dei Lavori Pubblici Ispettorato generale per la circolazione e la sicurezza stradale, dal Codice della Strada, dagli Enti Gestori delle Strade, nonché dai regolamenti comunali locali. ANOMALIE RISCONTRABILI 01.03.02.A01 Alterazione cromatica Alterazione cromatica di parti e/o elementi costituenti. 01.03.02.A02 Depositi Accumulo di sporco e/o depositi sulle superfici esposte. 01.03.02.A03 Rottura Rottura di parti degli elementi costituenti i dissuasori. 01.03.02.A04 Variazione sagoma Variazione della sagoma originaria con sporgenze pericolose a carico di persone e/o cose. CONTROLLI ESEGUIBILI DA PERSONALE SPECIALIZZATO 01.03.02.C01 Controllo dell'integrità Cadenza: ogni mese Tipologia: Controllo a vista Controllo dell'integrità del manufatto e delle parti costituenti. Verifica di eventuali variazioni della sagoma originaria. • Anomalie riscontrabili: 1) Rottura; 2) Variazione sagoma. 01.03.02.C02 Controllo elementi di unione Cadenza: ogni mese Tipologia: Controllo Controllo dell'integrità degli elementi di unione e/o connessione. • Anomalie riscontrabili: 1) Rottura. 01.03.02.C03 Controllo posizionamento Cadenza: ogni mese Tipologia: Controllo Controllare la posizione e la distribuzione dei dissuasori lungo il perimetro di protezione delle aree. Pagina 27 Manuale di Manutenzione MANUTENZIONI ESEGUIBILI DA PERSONALE SPECIALIZZATO 01.03.02.I01 Pulizia Cadenza: ogni 6 mesi Pulizia delle superfici a vista e rimozione di eventuali depositi. • Ditte specializzate: Generico. 01.03.02.I02 Ripristino posizione Cadenza: quando occorre Ripristino del corretto posizionamento e delle distanze di rispetto. • Ditte specializzate: Specializzati vari. 01.03.02.I03 Sostituzione Cadenza: quando occorre Sostituzione del manufatto e/o di elementi di connessione con altri analoghi. • Ditte specializzate: Specializzati vari. Elemento Manutenibile: 01.03.03 Limitatori di sosta Unità Tecnologica: 01.03 Marciapiedi I limitatori di sosta sono dispositivi stradali con funzione di impedimento parziale della sosta dei veicoli in determinate aree o zone o comunque di perimetro di zone dove la sosta è permessa. La loro forma può essere diversa: a) colonne a blocchi; b) cordolature; c) pali; d) paletti. In genere sono realizzati con materiali diversi: a) legno; b) plastica a fiamma autoestinguente; c) calcestruzzo; d) rame; e) acciaio zincato; f) ferro; g) ghisa; h) alluminio. Talvolta i limitatori di sosta sono uniti mediante elementi di materiale diversi, quali, catene in ferro, elementi in legno, ecc.. REQUISITI E PRESTAZIONI (EM) 01.03.03.R01 Conformità alle norme stradali Classe di Requisiti: Sicurezza d'uso Classe di Esigenza: Sicurezza I limitatori di sosta dovranno rispettare le conformità dettate dalle norme vigenti. Prestazioni: I limitatori di sosta dovranno essere realizzati in conformità alle norme sulla sicurezza stradale. La loro installazione deve tener conto inoltre della visibilità e degli spazi di manovra dei veicoli. Essi dovranno inoltre integrarsi con la segnaletica stradale esistente. Livello minimo della prestazione: I livelli prestazionali variano a secondo del loro impiego che è strettamente legato alla conformità dettate dalle norme del Ministero dei Lavori Pubblici Ispettorato generale per la circolazione e la sicurezza stradale, dal Codice della Strada, dagli Enti Gestori delle Strade, nonché dai regolamenti comunali locali. Pagina 28 Manuale di Manutenzione ANOMALIE RISCONTRABILI 01.03.03.A01 Depositi Accumulo di sporco e/o depositi sulle superfici esposte. 01.03.03.A02 Rottura Rottura di parti degli elementi costituenti i limitatori di sosta. 01.03.03.A03 Variazione sagoma Variazione della sagoma originaria con sporgenze pericolose a carico di persone e/o cose. CONTROLLI ESEGUIBILI DA PERSONALE SPECIALIZZATO 01.03.03.C01 Controllo dell'integrità Cadenza: ogni mese Tipologia: Aggiornamento Controllo dell'integrità dell'elemento e delle parti costituenti. Verifica di eventuali variazioni della sagoma originaria. • Anomalie riscontrabili: 1) Rottura. 01.03.03.C02 Controllo posizionamento Cadenza: ogni mese Tipologia: Controllo a vista Controllare la posizione e la distribuzione dei limitatori di sosta rispetto alla posizione originaria. • Anomalie riscontrabili: 1) Variazione sagoma. MANUTENZIONI ESEGUIBILI DA PERSONALE SPECIALIZZATO 01.03.03.I01 Pulizia Cadenza: ogni 6 mesi Pulizia delle superfici a vista e rimozione di eventuali depositi. • Ditte specializzate: Generico. 01.03.03.I02 Ripristino posizione Cadenza: ogni settimana Ripristino del corretto posizionamento e delle distanze di rispetto. 01.03.03.I03 Sostituzione Cadenza: quando occorre Sostituzione dell'elemento e/o parti di connessione con altre analoghe. • Ditte specializzate: Specializzati vari. Elemento Manutenibile: 01.03.04 Pagina 29 Manuale di Manutenzione Marciapiedi Unità Tecnologica: 01.03 Marciapiedi Si tratta di una parte della strada destinata ai pedoni, esterna alla carreggiata, rialzata e/o comunque protetta. Sul marciapiede possono essere collocati alcuni servizi come pali e supporti per l'illuminazione, segnaletica verticale, cartelloni pubblicitari, semafori, colonnine di chiamate di soccorso, idranti, edicole, cabine telefoniche, cassonetti, ecc.. REQUISITI E PRESTAZIONI (EM) 01.03.04.R01 Accessibilità ai marciapiedi Classe di Requisiti: Adattabilità degli spazi Classe di Esigenza: Fruibilità Le aree pedonali ed i marciapiedi devono essere dimensionati ed organizzati in modo da essere raggiungibili e praticabili; deve essere garantita, inoltre, la sicurezza e l'accessibilità durante la circolazione da parte dell'utenza. Prestazioni: Le aree pedonali ed i marciapiedi devono assicurare la normale circolazione dei pedoni ma soprattutto essere conformi alle norme sulla sicurezza e alla prevenzione di infortuni a mezzi e persone. La larghezza del marciapiede va considerata al netto di alberature, strisce erbose, ecc. Livello minimo della prestazione: Si prevedono, in funzione dei diversi tipi di strade, le seguenti larghezze minime: -nelle strade primarie: 0,75 m; 1 m in galleria; -nelle strade di scorrimento: 3 m; 1,50 m nei tratti in viadotto; -nelle strade di quartiere: 4 m; 1,50 m nei tratti in viadotto; 5 m nelle zone turistiche e commerciali; -nelle strade locali: 3 m; 1,50 m nelle zone con minima densità residenziale; FABBISOGNO DI SPAZIO PER PERCORSI PEDONALI IN AREE RESIDENZIALI TIPOLOGIA DEL PASSAGGIO: 1 persona; Larghezza (cm): 60; Note: -; TIPOLOGIA DEL PASSAGGIO: 2 persone; Larghezza (cm): 90; Note: passaggio con difficoltà; TIPOLOGIA DEL PASSAGGIO: 2 persone; Larghezza (cm): 120; Note: passaggio agevole; TIPOLOGIA DEL PASSAGGIO: 3 persone; Larghezza (cm): 187; Note: passaggio agevole; TIPOLOGIA DEL PASSAGGIO: 1 persona con doppio bagaglio; Larghezza (cm): 100; Note: -; TIPOLOGIA DEL PASSAGGIO: 2 persone con doppio bagaglio; Larghezza (cm): 212,5; Note: -; TIPOLOGIA DEL PASSAGGIO: 2 persone con ombrello aperto; Larghezza (cm): 237,5; Note: -; TIPOLOGIA DEL PASSAGGIO: carrozzina; Larghezza (cm): 80; Note: -; TIPOLOGIA DEL PASSAGGIO: 1 carrozzina e 1 bambino; Larghezza (cm): 115; Note: con bambino al fianco; TIPOLOGIA DEL PASSAGGIO: 2 carrozzine o 2 sedie a rotelle; Larghezza (cm): 170; Note: passaggio agevole; TIPOLOGIA DEL PASSAGGIO: 2 persone con delimitazioni laterali; Larghezza (cm): 220; Note: passaggio con difficoltà; TIPOLOGIA DEL PASSAGGIO: 2 persone con delimitazioni laterali; Larghezza (cm): 260; Note: passaggio agevole. Pagina 30 Manuale di Manutenzione -le larghezze minime vanno misurate al netto di eventuali aree erbose o alberate, di aree occupate da cabine telefoniche, chioschi o edicole, ecc.; -i marciapiedi prospicienti su carreggiate sottostanti devono essere muniti di parapetto e/o rete di protezione di altezza minima di 2,00 m; -i marciapiedi vanno protetti con dispositivi di ritenuta, per strade con velocità di progetto (limite superiore) maggiore di 70 km/h; -gli attraversamenti pedonali sono regolamentati secondo la disciplina degli attraversamenti: DISCIPLINA DEGLI ATTRAVERSAMENTI PEDONALI (BOLLETTINO UFFICIALE DEL CNR N. 60 DEL 26.04.1978) -STRADE PRIMARIE Tipo di attraversamento pedonale: a livelli sfalsati Attraversamenti pedonali - ubicazione e distanza: -STRADE DI SCORRIMENTO Tipo di attraversamento pedonale: sfalsati o eventualmente semaforizzati Attraversamenti pedonali - ubicazione e distanza: all’incrocio -STRADE DI QUARTIERE Tipo di attraversamento pedonale: semaforizzati o eventualmente zebrati Attraversamenti pedonali - ubicazione e distanza: all’incrocio -STRADE LOCALI Tipo di attraversamento pedonale: zebrati Attraversamenti pedonali - ubicazione e distanza: 100 m -negli attraversamenti il raccordo fra marciapiede e strada va realizzato con scivoli per permettere il passaggio di carrozzine; -i marciapiedi devono poter essere agevolmente usati dai portatori di handicap; -in corrispondenza di fermate di autobus adiacenti a carreggiate, i marciapiedi devono avere conformazione idonee alla forma delle piazzole e delle aree di attesa dell'autobus senza costituire intralcio al traffico standard veicolare e pedonale: CARATTERISTICHE PIAZZOLE PER AUTOBUS -A LATO DELLE CORSIE DI TRAFFICO PROMISCUO Lunghezza totale (m): 56 Lunghezza della parte centrale (m): 16* Profondità (m): 3,0 -A LATO DELLE CORSIE RISERVATE AL MEZZO PUBBLICO Lunghezza totale (m): 56 Lunghezza della parte centrale (m): 26** Profondità (m): 3,0 -A LATO DELLE CORSIE RISERVATE AL MEZZO PUBBLICO CON ALTA FREQUENZA VEICOLARE Lunghezza totale (m): 45 Lunghezza della parte centrale (m): 5,0 Profondità (m): 3,0 * fermata per 1 autobus ** fermata per 2 autobus ANOMALIE RISCONTRABILI 01.03.04.A01 Buche Consistono nella mancanza di materiale dalla superficie del manto stradale a carattere localizzato e con geometrie e profondità irregolari spesso fino a raggiungere gli strati inferiori, ecc.). 01.03.04.A02 Cedimenti Consistono nella variazione della sagoma stradale caratterizzati da avvallamenti e crepe localizzati per cause diverse (frane, diminuzione e/o insufficienza della consistenza degli strati sottostanti, ecc.). 01.03.04.A03 Corrosione Corrosione degli elementi metallici per perdita del requisito di resistenza agli agenti aggressivi chimici e/o per difetti del materiale. 01.03.04.A04 Deposito Pagina 31 Manuale di Manutenzione Accumulo di detriti, fogliame e di altri materiali estranei. 01.03.04.A05 Difetti di pendenza Consiste in un errata pendenza longitudinale o trasversale per difetti di esecuzione o per cause esterne. 01.03.04.A06 Distacco Disgregazione e distacco di parti notevoli del materiale che può manifestarsi anche mediante espulsione di elementi prefabbricati dalla loro sede. 01.03.04.A07 Esposizione dei feri di armatura Distacchi di parte di calcestruzzo (copriferro) e relativa esposizione dei ferri di armatura a fenomeni di corrosione per l'azione degli agenti atmosferici. 01.03.04.A08 Fessurazioni Presenza di rotture singole, ramificate, spesso accompagnate da cedimenti e/o avvallamenti del manto stradale. 01.03.04.A09 Mancanza Caduta e perdita di parti del materiale del manufatto. 01.03.04.A10 Presenza di vegetazione Presenza di vegetazione caratterizzata dalla formazione di piante, licheni, muschi lungo le superfici stradali. 01.03.04.A11 Rottura Rottura di parti degli elementi costituenti i manufatti. 01.03.04.A12 Sollevamento Variazione localizzata della sagoma stradale con sollevamento di parti interessanti il manto stradale. 01.03.04.A13 Usura manto stradale Si manifesta con fessurazioni, rotture, mancanza di materiale, buche e sollevamenti del manto stradale e/o della pavimentazione in genere. CONTROLLI ESEGUIBILI DA PERSONALE SPECIALIZZATO 01.03.04.C01 Controllo pavimentazione Cadenza: ogni 3 mesi Tipologia: Aggiornamento Controllo dello stato generale al fine di verificare l'assenza di eventuali buche e/o altre anomalie (mancanza di elementi, sollevamenti, difetti di pendenza, fessurazioni, presenza di vegetazione, ecc.) che possono rappresentare pericolo per la sicurezza ed incolumità delle persone. Controllo dello stato dei bordi e dei materiali lapidei stradali. Controllo dello stato di pulizia e verificare l'assenza di depositi e di eventuali ostacoli. • • Requisiti da verificare: 1) Accessibilità ai marciapiedi. Anomalie riscontrabili: 1) Buche; 2) Cedimenti; 3) Difetti di pendenza; 4) Fessurazioni; 5) Presenza di vegetazione; 6) Rottura; 7) Sollevamento; 8) Usura manto stradale. 01.03.04.C02 Controllo spazi Cadenza: ogni mese Pagina 32 Manuale di Manutenzione Tipologia: Controllo Controllo dell'accessibilità degli spazi dei marciapiedi e di eventuali ostacoli. • • Requisiti da verificare: 1) Accessibilità ai marciapiedi. Anomalie riscontrabili: 1) Presenza di vegetazione. MANUTENZIONI ESEGUIBILI DA PERSONALE SPECIALIZZATO 01.03.04.I01 Pulizia percorsi pedonali Cadenza: quando occorre Pulizia periodica delle superfici costituenti i percorsi pedonali e rimozione di depositi e detriti. Lavaggio con prodotti detergenti idonei al tipo di materiale della pavimentazione in uso. • Ditte specializzate: Generico. 01.03.04.I02 Riparazione pavimentazione Cadenza: quando occorre Riparazione delle pavimentazioni e/o rivestimenti dei percorsi pedonali con sostituzione localizzata di elementi rotti o fuori sede oppure sostituzione totale degli elementi della zona degradata e/o usurata. Demolizione ed asportazione dei vecchi elementi, pulizia e ripristino degli strati di fondo, pulizia e posa dei nuovi elementi con l'impiego di malte, colle, sabbia, bitumi liquidi a caldo. Le tecniche di posa e di rifiniture variano in funzione dei materiali, delle geometrie e del tipo di percorso pedonale. • Ditte specializzate: Specializzati vari. Elemento Manutenibile: 01.03.05 Pavimentazione pedonale in lastre di pietra Unità Tecnologica: 01.03 Marciapiedi Per le pavimentazioni esterne sono adatti la maggior parte dei materiali lapidei. In genere la scelta su questi tipi di materiale cade oltre che per fattori estetici per la elevata resistenza all'usura. La scelta dei materiali va fatta in funzione dei luoghi e dei tipi di applicazione a cui essi sono destinati. La lavorazione superficiale degli elementi, lo spessore, le dimensioni, ecc. variano anch'essi in funzione degli ambienti d'impiego. Trovano utilizzo nella fattispecie tutti i tipi di marmo, a meno di ambienti particolarmente sfavorevoli, i graniti; i travertini. Le pietre: cubetti di porfido; blocchi di basalto; lastre di ardesia; lastre di quarzite. Vi sono inoltre i marmi-cemento; le marmette e marmettoni; i graniti ricomposti. La tecnica di posa è abbastanza semplice ed avviene per i rivestimenti continui ad impasto mentre per quelli discontinui a malta o a colla. ANOMALIE RISCONTRABILI 01.03.05.A01 Degrado sigillante Distacco e perdita di elasticità dei materiali utilizzati per le sigillature impermeabilizzanti e dei giunti. 01.03.05.A02 Deposito superficiale Accumulo di pulviscolo atmosferico o di altri materiali estranei, di spessore variabile, poco coerente e poco aderente alla superficie del rivestimento. Pagina 33 Manuale di Manutenzione 01.03.05.A03 Macchie e graffiti Imbrattamento della superficie con sostanze macchianti in grado di aderire e penetrare nel materiale. 01.03.05.A04 Scheggiature Distacco di piccole parti di materiale lungo i bordi e gli spigoli delle lastre. 01.03.05.A05 Sollevamento e distacco dal supporto Sollevamento e distacco dal supporto di uno o più elementi della pavimentazione. CONTROLLI ESEGUIBILI DA PERSONALE SPECIALIZZATO 01.03.05.C01 Controllo generale delle parti a vista Cadenza: ogni anno Tipologia: Controllo a vista Controllo dello stato di conservazione delle finiture e verifica del grado di usura, di erosione, di brillantezza delle parti in vista. Controllare l'uniformità dell'aspetto cromatico delle superfici. Riscontro di eventuali anomalie (depositi, macchie, graffi, distacchi, ecc.). • Anomalie riscontrabili: 1) Degrado sigillante; 2) Deposito superficiale; 3) Macchie e graffiti; 4) Scheggiature; 5) Sollevamento e distacco dal supporto. MANUTENZIONI ESEGUIBILI DALL'UTENTE 01.03.05.I02 Pulizia delle superfici Cadenza: ogni settimana Pulizia delle parti superficiali, rimozione di macchie, depositi e sporco mediante spazzolatura e lavaggio con acqua e soluzioni adatte al tipo di rivestimento. • Ditte specializzate: Pavimentista, Generico. MANUTENZIONI ESEGUIBILI DA PERSONALE SPECIALIZZATO 01.03.05.I01 Lucidatura superfici Cadenza: quando occorre Ripristino degli strati superficiali previa levigatura e rinnovo della lucidatura a piombo (in particolare per marmi, graniti e marmette). Impregnazione a base di cere per i materiali lapidei usurati. • Ditte specializzate: Pavimentista. 01.03.05.I03 Ripristino degli strati protettivi Cadenza: quando occorre Ripristino degli strati protettivi, previa accurata pulizia delle superfici, con soluzioni chimiche appropriate che non alterino le caratteristiche fisico-chimiche dei materiale ed in particolare di quelle visive cromatiche. • Ditte specializzate: Specializzati vari. Pagina 34 Manuale di Manutenzione 01.03.05.I04 Sostituzione degli elementi degradati Cadenza: quando occorre Sostituzione degli elementi usurati o rotti con altri analoghi previa rimozione delle parti deteriorate e relativa preparazione del fondo. • Ditte specializzate: Pavimentista. Elemento Manutenibile: 01.03.06 Pavimentazioni bituminose Unità Tecnologica: 01.03 Marciapiedi Si tratta di pavimentazioni con additivi bituminosi. Generalmente vengono utilizzate per aree pedonali di poco pregio e sottoposte a particolare usura. REQUISITI E PRESTAZIONI (EM) 01.03.06.R01 Assenza di emissioni di sostanze nocive Classe di Requisiti: Protezione dagli agenti chimici ed organici Classe di Esigenza: Sicurezza Le pavimentazioni non devono, in condizioni normali di esercizio, emettere sostanze tossiche, polveri, gas o altri odori fastidiosi per gli utenti. Prestazioni: I materiali costituenti le pavimentazioni non devono emettere sostanze nocive per gli utenti (gas, vapori, fibre, polveri, radiazioni nocive, ecc.), sia in condizioni normali che sotto l'azione dell'ambiente (temperatura, tasso di umidità, raggi ultravioletti, ecc.). In particolare deve essere assente l'emissione di composti chimici organici, quali la formaldeide, nonché la diffusione di fibre di vetro. Livello minimo della prestazione: Dovranno essere rispettati i seguenti limiti: -concentrazione limite di formaldeide non superiore a 0,1 p.p.m. (0,15 mg/m3); -per la soglia olfattiva valori non superiori a 0,09 p.p.m. (0,135 mg/m3); -per la soglia di irritazione occhi-naso-gola non superiore 0,66 p.p.m. (1 mg/m3). 01.03.06.R02 Resistenza all'acqua Classe di Requisiti: Protezione dai rischi d'intervento Classe di Esigenza: Sicurezza Le pavimentazioni a contatto con l'acqua, dovranno mantenere inalterate le proprie caratteristiche chimico-fisiche. Prestazioni: Non devono verificarsi deterioramenti di alcun tipo dei rivestimenti superficiali delle pavimentazioni, nei limiti indicati dalla normativa. L'acqua inoltre non deve raggiungere i materiali isolanti né quelli deteriorabili in presenza di umidità. Livello minimo della prestazione: In presenza di acqua, non devono verificarsi variazioni dimensionali né tantomeno deformazioni permanenti nell'ordine dei 4-5 mm rispetto al piano di riferimento. 01.03.06.R03 Resistenza meccanica Pagina 35 Manuale di Manutenzione Classe di Requisiti: Di stabilità Classe di Esigenza: Sicurezza Le pavimentazioni devono contrastare in modo efficace la manifestazione di eventuali rotture, o deformazioni rilevanti, causate dall'azione di possibili sollecitazioni. Prestazioni: Le pavimentazioni devono essere idonee a contrastare efficacemente il prodursi di rotture o deformazioni gravi sotto l'azione di sollecitazioni meccaniche in modo da assicurare la durata e la funzionalità nel tempo senza pregiudicare la sicurezza degli utenti. Livello minimo della prestazione: Per una analisi più approfondita dei livelli minimi rispetto ai vari componenti e materiali costituenti i rivestimenti si rimanda alle prescrizioni di legge e di normative vigenti in materia. ANOMALIE RISCONTRABILI 01.03.06.A01 Deposito superficiale Accumulo di pulviscolo atmosferico o di altri materiali estranei, di spessore variabile, poco coerente e poco aderente alla superficie del rivestimento. 01.03.06.A02 Disgregazione Decoesione caratterizzata da distacco di granuli o cristalli sotto minime sollecitazioni meccaniche. 01.03.06.A03 Distacco Disgregazione e distacco di parti notevoli del materiale che può manifestarsi anche mediante espulsione di elementi dalla loro sede. 01.03.06.A04 Mancanza Caduta e perdita di parti del materiale. 01.03.06.A05 Presenza di vegetazione Presenza di vegetazione caratterizzata dalla formazione di licheni, muschi e piante lungo le superficie. CONTROLLI ESEGUIBILI DA PERSONALE SPECIALIZZATO 01.03.06.C01 Controllo generale delle parti a vista Cadenza: ogni anno Tipologia: Controllo a vista Controllo dello stato di conservazione delle finiture e verifica del grado di usura o di erosione delle parti in vista ed in particolare dei giunti. Controllare l'uniformità dell'aspetto cromatico delle superfici. Riscontro di eventuali anomalie (depositi, presenza di vegetazione, ecc.). • • Requisiti da verificare: 1) Resistenza all'acqua. Anomalie riscontrabili: 1) Deposito superficiale; 2) Presenza di vegetazione; 3) Disgregazione; 4) Distacco; 5) Mancanza. MANUTENZIONI ESEGUIBILI DA PERSONALE SPECIALIZZATO 01.03.06.I01 Pulizia delle superfici Pagina 36 Manuale di Manutenzione Cadenza: quando occorre Pulizia e rimozione dello sporco superficiale mediante spazzolatura manuale degli elementi o con tecniche di rimozione dei depositi, adatte al tipo di rivestimento, e con detergenti appropriati. • Ditte specializzate: Specializzati vari. 01.03.06.I02 Ripristino degli strati Cadenza: quando occorre Ripristino degli strati, previa accurata pulizia delle superfici, rimozione delle parti disaggregate, riempimento con rivestimenti di analoghe caratteristiche e successiva compattazione con rullo meccanico. • Ditte specializzate: Specializzati vari. Elemento Manutenibile: 01.03.07 Rampe di raccordo Unità Tecnologica: 01.03 Marciapiedi Le rampe di raccordo o scivoli, rappresentano quegli spazi in dotazione ai marciapiedi realizzati in prossimità degli attraversamenti pedonali, e/o comunque dove se ne riscontra la necessità, per facilitare i portatori di handicap su carrozzina o per il transito agevolato di bambini su passeggini e carrozzine. Esse permettono quindi alle persone affette da handicap su carrozzine di poter circolare nell'ambiente urbano. REQUISITI E PRESTAZIONI (EM) 01.03.07.R01 Accessibilità alle rampe Classe di Requisiti: Sicurezza d'uso Classe di Esigenza: Sicurezza Le rampe di raccordo devono essere accessibili e percorribili. Prestazioni: Le rampe di raccordo devono essere realizzate secondo le norme vigenti in materia di barriere architettoniche. Esse devono facilitare la circolazione negli ambienti urbani da parte di portatori di handicap su carrozzine e di bambini su passeggini. Esse vanno realizzate con pavimentazione antisdrucciolo. Livello minimo della prestazione: Vanno rispettati i seguenti livelli minimi: -larghezza min. = 1,50 m -pendenza max. = 15 % -altezza scivolo max = 0,025 m -distanza fine rampa al limite marciapiede min. = 1,50 m ANOMALIE RISCONTRABILI 01.03.07.A01 Ostacoli Ostacoli causati da impedimenti quali: auto, moto, bici in sosta, depositi, ecc. che vanno a intralciare l'uso e il passaggio. Pagina 37 Manuale di Manutenzione 01.03.07.A02 Pendenza errata Errata pendenza longitudinale o trasversale per difetti di esecuzione o per cause esterne. 01.03.07.A03 Rottura Rottura di parti degli elementi costituenti le pavimentazioni delle rampe. CONTROLLI ESEGUIBILI DA PERSONALE SPECIALIZZATO 01.03.07.C01 Controllo generale Cadenza: ogni mese Tipologia: Aggiornamento Controllo generale dello stato di consistenza e di conservazione degli elementi costituenti le rampe. • Anomalie riscontrabili: 1) Pendenza errata; 2) Rottura. 01.03.07.C02 Controllo ostacoli Cadenza: ogni giorno Tipologia: Controllo Controllare la presenza di eventuali ostacoli che possono essere di intralcio al normale uso delle rampe. • Anomalie riscontrabili: 1) Ostacoli. 01.03.07.C03 Verifica della pendenza Cadenza: ogni 6 mesi Tipologia: Controllo Controllo della pendenza minima della rampa • • Requisiti da verificare: 1) Accessibilità alle rampe. Anomalie riscontrabili: 1) Pendenza errata. 01.03.07.C04 Integrazione con la segnaletica Cadenza: quando occorre Tipologia: Controllo Controllare la posizione delle rampe rispetto all'ubicazione della segnaletica stradale orizzontale. MANUTENZIONI ESEGUIBILI DA PERSONALE SPECIALIZZATO 01.03.07.I01 Ripristino pavimentazione Cadenza: quando occorre Ripristino della pavimentazione delle rampe con materiali idonei con caratteristiche di antisdrucciolo. • Ditte specializzate: Specializzati vari. 01.03.07.I02 Ripristino pendenza Cadenza: quando occorre Pagina 38 Manuale di Manutenzione Adeguamento della pendenza minima della rampa rispetto ai limiti di norma. • Ditte specializzate: Specializzati vari. Elemento Manutenibile: 01.03.08 Segnaletica Unità Tecnologica: 01.03 Marciapiedi La segnaletica a servizio delle aree pedonali serve per guidare gli utenti e per fornire prescrizioni ed utili indicazioni per l'uso. Può essere costituita da strisce segnaletiche tracciate sulla strada. La segnaletica comprende linee longitudinali, frecce direzionali, linee trasversali, attraversamenti pedonali o ciclabili, iscrizioni e simboli posti sulla superficie stradale, strisce di delimitazione degli stalli di sosta o per la sosta riservata, isole di traffico o di presegnalamento di ostacoli entro la carreggiata, strisce di delimitazione della fermata dei veicoli in servizio di trasporto pubblico di linea, ecc. La segnaletica può essere realizzata mediante l’applicazione di pittura, materiali termoplastici, materiali plastici indurenti a freddo, linee e simboli preformati o mediante altri sistemi. Nella maggior parte dei casi, la segnaletica è di colore bianco o giallo ma, in casi particolari, vengono usati anche altri colori. ANOMALIE RISCONTRABILI 01.03.08.A01 Usura segnaletica Le strisce, le bande segnaletiche e le simbologie perdono consistenza per la perdita di materiale (vernice, materiale plastico, ecc.) dovuto all'usura e agli agenti atmosferici disgreganti. CONTROLLI ESEGUIBILI DA PERSONALE SPECIALIZZATO 01.03.08.C01 Controllo dello stato Cadenza: ogni 6 mesi Tipologia: Controllo Controllare periodicamente le condizioni e l'integrità delle linee e della simbologia costituita da: linee longitudinali, frecce, linee trasversali, messaggi e simboli posti sulla superficie stradale. Controllare l'aspetto cromatico ed in particolare la consistenza dei colori corrispondenti alle diverse simbologie. Controllare l'efficienza della segnaletica ed in particolare la visibilità in condizioni diverse (diurne, notturne, con luce artificiale, con nebbia, ecc.). Controllare la disposizione dei segnali in funzione della logica e disciplina di circolazione dell'utenza. • Anomalie riscontrabili: 1) Usura segnaletica. MANUTENZIONI ESEGUIBILI DA PERSONALE SPECIALIZZATO 01.03.08.I01 Rifacimento delle bande e linee Cadenza: ogni anno Rifacimento delle bande e linee mediante la squadratura e l'applicazione di materiali idonei e/o altri sistemi: pittura, materiali termoplastici, materiali plastici indurenti a freddo, linee e simboli preformati. • Ditte specializzate: Specializzati vari. Pagina 39 Manuale di Manutenzione 01.03.08.I02 Sostituzione elementi Cadenza: quando occorre Sostituzione degli elementi della segnaletica con elementi analoghi. • Ditte specializzate: Specializzati vari. Pagina 40 Manuale di Manutenzione Unità Tecnologica: 01.04 Piste ciclabili Si tratta di spazi riservati alla circolazione dei velocipedi, individuabili nella parte longitudinale della strada ed opportunamente delimitati o separati con barriere invalicabili a protezione dei ciclisti dai veicoli a motore. Le piste ciclabili possono essere realizzate: a) in sede propria ad unico o doppio senso di marcia; b) su corsia riservata ricavata dalla carreggiata stradale; c) su corsia riservata ricavata dal marciapiede. Più precisamente le piste ciclabili possono riassumersi nelle seguenti categorie: a) piste ciclabili in sede propria; b) piste ciclabili su corsia riservata; c) percorsi promiscui pedonali e ciclabili; d) percorsi promiscui ciclabili e veicolari. Nella progettazione e realizzazione delle piste ciclabili è buona norma tener conto delle misure di prevenzione, in particolare della disposizione lungo i percorsi di: a) alberi; b) caditoie; c) marciapiedi; d) cassonetti; e) parcheggi; f) aree di sosta; g) passi carrai; h) segnaletica stradale. REQUISITI E PRESTAZIONI (UT) 01.04.R01 Accessibilità in sicurezza Classe di Requisiti: Sicurezza d'uso Classe di Esigenza: Sicurezza Le piste ciclabili devono essere realizzate in modo da essere facilmente accessibili da parte dei velocipedi. Prestazioni: La progettazione e la realizzazione di piste ciclabili dovranno tener conto dei seguenti dati dimensionali: - larghezza - raggio di curvatura - velocità di progetto - pendenza trasversale - pendenza longitudinale - sottopassi Livello minimo della prestazione: Si prevedo le seguenti dimensioni: - larghezza min. (se monodirezionali) = 1.50 m - larghezza min. (se bidirezionali) = 2.00 m - pendenza longitudinale max (per tratti non sup. a m 200)= 2.5 % - pendenza longitudinale max (per tratti non sup. a m 50)= 5.0 % - franco min. laterale = 0.20 m - franco min. in altezza = 2.25 m Nella particolarità di piste ciclabili in sottovia, questa dovrà rispettare le seguenti dimensioni: - lunghezza min. = 5.00 m - altezza max = 2.40 m - altezza max (se si superano i 25 m) = 2.70 m - pendenza rampe = 3% - 5% 01.04.R02 Adeguamento geometrico in funzione del raggio di curvatura Classe di Requisiti: Sicurezza d'uso Classe di Esigenza: Sicurezza Le piste ciclabili dovranno essere progettate e realizzate con raggi di curvatura calcolati secondo dati geometrici. Prestazioni: Le piste ciclabili dovranno essere progettate e realizzate con raggi di curvatura in funzione delle velocità, degli allargamenti, delle pendenze. Livello minimo della prestazione: Si considerano alcuni dei seguenti valori minimi: VELOCITÀ DI PROGETTO: 16 km/h raggio di curvatura = 4.50 m; allargamento del tratto = 1.10 m Pagina 41 Manuale di Manutenzione raggio di curvatura = 6.00 m; allargamento del tratto = 0.80 m VELOCITÀ DI PROGETTO 24 km/h raggio di curvatura = 10.00 m; allargamento del tratto = 0.70 m raggio di curvatura = 20.00 m; allargamento del tratto = 0.33 m VELOCITÀ DI PROGETTO: 32 km/h raggio di curvatura = 10.00 m; allargamento del tratto = 1.00 m VELOCITÀ DI PROGETTO: 40 km/h raggio di curvatura = 10.00 m; allargamento del tratto = 1.20 m raggio di curvatura = 20.00 m; allargamento del tratto = 0.57m L'Unità Tecnologica è composta dai seguenti Elementi Manutenibili: ° 01.04.01 Cordolature ° 01.04.02 Dispositivi di ingresso e di uscita ° 01.04.03 Fasce di protezione laterali ° 01.04.04 Segnaletica di informazione ° 01.04.05 Strisce di demarcazione Pagina 42 Manuale di Manutenzione Elemento Manutenibile: 01.04.01 Cordolature Unità Tecnologica: 01.04 Piste ciclabili Le cordolature per piste ciclabili sono dei manufatti di finitura la cui funzione è quella di contenere la spinta verso l'esterno degli elementi di pavimentazione ciclabile che sono sottoposti a carichi di normale esercizio. Possono essere realizzati in elementi prefabbricati in calcestruzzo o in cordoni di pietrarsa. ANOMALIE RISCONTRABILI 01.04.01.A01 Distacco Disgregazione e distacco di parti notevoli del materiale che può manifestarsi anche mediante espulsione di elementi prefabbricati dalla loro sede. 01.04.01.A02 Mancanza Mancanza di elementi di cordolatura a corredo delle superfici ciclabili. 01.04.01.A03 Mancanza rinterro Mancanza del rinterro a ridosso delle cordolature con conseguente perdita di stabilità di quest'ultime. 01.04.01.A04 Rottura Rottura di parti degli elementi costituenti i manufatti. 01.04.01.A05 Sporgenza Sporgenza dei cordoli al di sopra del filo della pavimentazione ciclabile. CONTROLLI ESEGUIBILI DA PERSONALE SPECIALIZZATO 01.04.01.C01 Controllo generale Cadenza: ogni 6 mesi Tipologia: Controllo Controllo dello stato dei giunti verticali tra gli elementi contigui. Verifica della non sporgenza rispetto al filo della pavimentazione ciclabile. Controllare lo stato dei rinterri a ridosso delle cordolature. • Anomalie riscontrabili: 1) Distacco; 2) Mancanza; 3) Mancanza rinterro; 4) Rottura; 5) Sporgenza. MANUTENZIONI ESEGUIBILI DA PERSONALE SPECIALIZZATO 01.04.01.I01 Ripristino giunti Cadenza: quando occorre Pagina 43 Manuale di Manutenzione Ripristino dei giunti verticali tra gli elementi contigui. • Ditte specializzate: Specializzati vari. 01.04.01.I02 Sistemazione sporgenze Cadenza: quando occorre Sistemazione delle sporgenze delle cordolature rispetto al filo della pavimentazione ciclabile. Ripristino dei rinterri a ridosso delle cordolature. • Ditte specializzate: Specializzati vari. Elemento Manutenibile: 01.04.02 Dispositivi di ingresso e di uscita Unità Tecnologica: 01.04 Piste ciclabili I dispositivi di ingresso e di uscita per piste ciclabili sono spazi di raccordo e di integrazione con le aree pedonali e stradali che consentono un uso razionale ed in sicurezza dei percorsi a servizio dei velocipedi e dei ciclisti. In genere gli accessi e le uscite sono costituiti da rampe realizzate con pendenza adeguata e superfici antisdrucciolo. ANOMALIE RISCONTRABILI 01.04.02.A01 Pendenza errata Errata pendenza longitudinale o trasversale per difetti di esecuzione o per cause esterne. 01.04.02.A02 Rottura Rottura di parti degli elementi costituenti i dispositivi di ingresso e uscita. CONTROLLI ESEGUIBILI DA PERSONALE SPECIALIZZATO 01.04.02.C01 Controllo generale Cadenza: ogni mese Tipologia: Controllo Controllare lo stato delle pavimentazioni e l'assenza di eventuali anomalie. Verificare la normalità delle pendenze in prossimità di ingressi ed uscite. • Anomalie riscontrabili: 1) Rottura; 2) Pendenza errata. MANUTENZIONI ESEGUIBILI DA PERSONALE SPECIALIZZATO 01.04.02.I01 Integrazione Pagina 44 Manuale di Manutenzione Cadenza: quando occorre Integrazioni di elementi rovinati e/o usurati nella pavimentazione con elementi di analoghe caratteristiche. Ripristino delle pendenze di accesso e di uscita. • Ditte specializzate: Specializzati vari. Elemento Manutenibile: 01.04.03 Fasce di protezione laterali Unità Tecnologica: 01.04 Piste ciclabili Si tratta di spazi disposti lateralmente lungo i percorsi ciclabili e verso la carreggiata. La loro funzione è quella di creare un ulteriore margine di sicurezza dalla carreggiata e quindi dal traffico autoveicolare. Possono generalmente essere costituite da tappeti erbosi o rivestite da pavimentazioni in pietra naturale, elementi prefabbricati in cls. ecc.. ANOMALIE RISCONTRABILI 01.04.03.A01 Deposito Accumulo di detriti, fogliame ed altri materiali estranei che potrebbero essere anche fonte di pericoli. 01.04.03.A02 Distacco Disgregazione e distacco di parti notevoli del materiale che può manifestarsi anche mediante espulsione di elementi prefabbricati dalla loro sede. 01.04.03.A03 Mancanza Perdita di parti del materiale delle aree adibite a fasce di protezione. Nel caso di tappeti erbosi questa si manifesta mediante l'assenza di zolle di erba lungo le superfici. CONTROLLI ESEGUIBILI DA PERSONALE SPECIALIZZATO 01.04.03.C01 Controllo generale Cadenza: ogni 3 mesi Tipologia: Controllo a vista Controllare periodicamente l'integrità delle superfici del rivestimento attraverso valutazioni visive mirate a riscontrare anomalie (buche, mancanza, rottura, ecc.). In caso di tappeti erbosi controllare l'integrità degli stessi. Verificare l'assenza di depositi e/o sporgenze lungo i percorsi. • Anomalie riscontrabili: 1) Mancanza; 2) Deposito; 3) Distacco. MANUTENZIONI ESEGUIBILI DA PERSONALE SPECIALIZZATO Pagina 45 Manuale di Manutenzione 01.04.03.I01 Ripristino superfici Cadenza: quando occorre Ripristino delle superfici del rivestimento mediante elementi di analoghe caratteristiche. In caso di tappeti erbosi, risistemazione delle nuove zolle lungo le superfici scoperte. Rimozione di eventuali depositi e/o sporgenze lungo i percorsi. • Ditte specializzate: Specializzati vari. Elemento Manutenibile: 01.04.04 Segnaletica di informazione Unità Tecnologica: 01.04 Piste ciclabili La segnaletica a servizio delle aree predisposte come piste ciclabili serve per guidare e disciplinare i ciclisti e fornire prescrizioni ed utili indicazioni per l'uso. In particolare può suddividersi in: a) segnaletica di divieto; b) segnaletica di pericolo; c) segnaletica di indicazione. Può essere costituita da strisce segnaletiche tracciate sulla strada o da elementi inseriti nella pavimentazione differenziati per colore. La segnaletica comprende linee longitudinali, frecce direzionali, linee trasversali, attraversamenti ciclabili, iscrizioni e simboli posti sulla superficie stradale, strisce di delimitazione degli stalli di sosta o per le aree di parcheggio dei velocipedi, ecc.. Essa dovrà integrarsi con la segnaletica stradale. La segnaletica può essere realizzata mediante l'applicazione di pittura, materiali termoplastici, materiali plastici indurenti a freddo, linee e simboli preformati o mediante altri sistemi. Nella maggior parte dei casi, la segnaletica è di colore bianco o giallo, ma, in casi particolari, vengono usati anche altri colori. ANOMALIE RISCONTRABILI 01.04.04.A01 Disposizione errata Disposizione della segnaletica inerente le piste ciclabili in modo incongruo rispetto alla segnaletica stradale circostante. 01.04.04.A02 Usura segnaletica La cartellonistica, le strisce, le bande ed altre simbologie, perdono consistenza per la perdita di materiale (vernice, materiale plastico, ecc.) dovuto all'usura e agli agenti atmosferici disgreganti. CONTROLLI ESEGUIBILI DA PERSONALE SPECIALIZZATO 01.04.04.C01 Controllo generale Cadenza: ogni 6 mesi Tipologia: Controllo Controllo dello stato generale delle linee e della simbologia convenzionale. Controllare l'integrazione con la segnaletica stradale circostante. • Anomalie riscontrabili: 1) Disposizione errata; 2) Usura segnaletica. MANUTENZIONI ESEGUIBILI DA PERSONALE SPECIALIZZATO Pagina 46 Manuale di Manutenzione 01.04.04.I01 Ripristino segnaletica Cadenza: ogni anno Rifacimento delle linee usurate e della simbologia convenzionale con materiali idonei (pitture, materiali plastici, ecc.). Integrazione con la segnaletica stradale circostante. • Ditte specializzate: Specializzati vari. Elemento Manutenibile: 01.04.05 Strisce di demarcazione Unità Tecnologica: 01.04 Piste ciclabili Si tratta di elementi delimitanti la parte ciclabile da altri spazi (pedonali, per il traffico autoveicolare, ecc.). Possono essere realizzate con elementi inseriti nella stessa pavimentazione (blocchetti di colore diverso) o in alternativa mediante pitture e/o bande adesive. ANOMALIE RISCONTRABILI 01.04.05.A01 Usura Perdita di consistenza e perdita di materiale (vernice, materiale plastico, ecc.) dovuto all'usura e agli agenti atmosferici disgreganti. CONTROLLI ESEGUIBILI DA PERSONALE SPECIALIZZATO 01.04.05.C01 Controllo generale Cadenza: ogni 6 mesi Tipologia: Controllo Controllo dello stato generale delle strisce di demarcazione. • Anomalie riscontrabili: 1) Usura . MANUTENZIONI ESEGUIBILI DA PERSONALE SPECIALIZZATO 01.04.05.I01 Ripristino Cadenza: quando occorre Rifacimento delle strisce di demarcazione usurate con materiali idonei (pitture, materiali plastici, elementi della pavimentazione, ecc.). • Ditte specializzate: Specializzati vari. Pagina 47 Manuale di Manutenzione Unità Tecnologica: 01.05 Segnaletica stradale verticale I segnali verticali si dividono nelle seguenti categorie: segnali di pericolo; segnali di prescrizione; segnali di indicazione; inoltre il formato e le dimensioni dei segnali vengono disciplinati dalle norme previste dal nuovo codice della strada. Le caratteristiche dei sostegni e dei supporti e materiali usati per la segnaletica dovranno essere preferibilmente di metallo. Inoltre, per le sezioni circolari, devono essere muniti di dispositivo inamovibile antirotazione del segnale rispetto al sostegno e del sostegno rispetto al terreno. I sostegni, i supporti dei segnali stradali devono essere protetti contro la corrosione. La sezione dei sostegni deve inoltre garantire la stabilità del segnale da eventuali sollecitazioni di origine ambientale (vento, urti, ecc.). REQUISITI E PRESTAZIONI (UT) 01.05.R01 Percettibilità Classe di Requisiti: Funzionalità tecnologica Classe di Esigenza: Funzionalità I segnali dovranno essere dimensionati e posizionati in modo da essere visibili dagli utenti della strada. Prestazioni: Le prestazioni della segnaletica verticale, relativamente al requisito di percettibilità, sono strettamente legate allo spazio di avvistamento “d”, alla velocità degli autoveicoli “V” e ad altri parametri dimensionali (altezze, distanza dal ciglio stradale, ecc.). Livello minimo della prestazione: Salvo prescrizioni particolari: POSIZIONAMENTO DEI SEGNALI DI INDICAZIONE IN FUNZIONE DELLE VELOCITÀ -Velocità (km/h): 50 - Spazio di avvistamento (m): 100 -Velocità (km/h): 70 - Spazio di avvistamento (m): 140 -Velocità (km/h): 90 - Spazio di avvistamento (m): 170 -Velocità (km/h): 110 - Spazio di avvistamento (m): 200 -Velocità (km/h): 130 - Spazio di avvistamento (m): 150 POSIZIONAMENTO DEI SEGNALI DI INDICAZIONE IN FUNZIONE DELLE VELOCITÀ - (Intersezioni con corsia di decelerazione) -Velocità (km/h): 90 - Spazio di avvistamento (m): 30 -Velocità (km/h): 110 - Spazio di avvistamento (m): 40 -Velocità (km/h): 130 - Spazio di avvistamento (m): 50 POSIZIONAMENTO DEI SEGNALI DI INDICAZIONE IN FUNZIONE DELLE VELOCITÀ - (Intersezioni senza corsia di decelerazione) -Velocità (km/h): 50 - Spazio di avvistamento (m): 60 -Velocità (km/h): 70 - Spazio di avvistamento (m): 80 -Velocità (km/h): 90 - Spazio di avvistamento (m): 100 -Velocità (km/h): 110 - Spazio di avvistamento (m): 130 -I segnali da ubicare lateralmente alla sede stradale devono essere posizionati a distanza <30 cm e non > 100 cm dal ciglio del marciapiede e/o della banchina; -I paletti di sostegno dei segnali devono essere posizionati a distanza non inferiore a 50 cm dal ciglio del marciapiede e/o della banchina; -I segnali da ubicare lateralmente alla sede stradale devono avere un'altezza minima di 60 cm e massima di 220 cm; -I segnali da ubicare lungo le strade non devono essere posizionati ad altezze >450 cm; -I segnali da ubicare lungo i marciapiedi devono essere posizionati ad altezza minima di 220cm; -I segnali posizionati al di sopra della carreggiata devono avere un'altezza minima di 510 cm. 01.05.R02 Rinfrangenza Classe di Requisiti: Funzionalità tecnologica Pagina 48 Manuale di Manutenzione Classe di Esigenza: Funzionalità I segnali dovranno avere caratteristiche di rifrangenza. Prestazioni: Tutti i segnali dovranno essere in esecuzione rifrangente ed avere caratteristiche colorimetriche, fotometriche e tecnologiche secondo parametri stabiliti secondo il Nuovo Codice della Strada. Livello minimo della prestazione: I segnali potranno essere realizzati mediante applicazione di pellicole retroriflettenti con le seguenti classi di riferimento: -classe 1 (con normale risposta luminosa di durata minima di 7 anni); -classe 2 (ad alta risposta luminosa di durata minima di 10 anni). L'Unità Tecnologica è composta dai seguenti Elementi Manutenibili: ° 01.05.01 Cartelli segnaletici ° 01.05.02 Sostegni, supporti e accessori vari Pagina 49 Manuale di Manutenzione Elemento Manutenibile: 01.05.01 Cartelli segnaletici Unità Tecnologica: 01.05 Segnaletica stradale verticale Si tratta di elementi realizzati generalmente in scatolari di lamiera in alluminio e/o acciaio di spessori variabili tra 1,0 - 2,5 mm verniciati a forno mediante speciali polveri di poliestere opportunamente preparati a grezzo attraverso le operazioni di sgrassaggio, lavaggio, fosfatazione, passivazione e asciugatura ed infine mediante operazione di primer per alluminio a mano. Essi sono costituiti da sagome aventi forme geometriche, colori, simbologia grafica e testo con caratteristiche tecniche diverse a secondo del significato del messaggio trasmesso. In genere i segnali sono prodotti mediante l'applicazione di pellicole rifrangenti di classi diverse. ANOMALIE RISCONTRABILI 01.05.01.A01 Alterazione Cromatica Variazione di uno o più parametri che definiscono il colore degli elementi. 01.05.01.A02 Corrosione Decadimento dei materiali metallici a causa della combinazione con sostanze presenti nell'ambiente (ossigeno, acqua, anidride carbonica, ecc.). 01.05.01.A03 Usura I cartelli segnaletici perdono consistenza per la perdita di materiale (pellicola, parti della sagoma, ecc.) dovuto all'usura e agli agenti atmosferici disgreganti. CONTROLLI ESEGUIBILI DA PERSONALE SPECIALIZZATO 01.05.01.C01 Controllo generale Cadenza: ogni 3 mesi Tipologia: Controllo Controllare l'assenza di eventuali anomalie. Controllare l'aspetto cromatico ed in particolare la consistenza dei colori corrispondenti alle diverse simbologie. Controllare l'efficienza della segnaletica ed in particolare la visibilità in condizioni diverse (diurne, notturne, con luce artificiale, con nebbia, ecc.). Controllare la disposizione dei segnali in funzione della logica e disciplina di circolazione dell'utenza anche in funzione dei piani di traffico stradale. • • Requisiti da verificare: 1) Percettibilità; 2) Rinfrangenza. Anomalie riscontrabili: 1) Alterazione Cromatica; 2) Corrosione; 3) Usura . MANUTENZIONI ESEGUIBILI DA PERSONALE SPECIALIZZATO 01.05.01.I01 Ripristino elementi Cadenza: quando occorre Ripristino e/o sostituzione degli elementi usurati della segnaletica con elementi analoghi così come previsto dal nuovo codice della Pagina 50 Manuale di Manutenzione strada. Rimozione del cartello segnaletico e riposizionamento del nuovo segnale e verifica dell'integrazione nel sistema della segnaletica stradale di zona. • Ditte specializzate: Specializzati vari. Elemento Manutenibile: 01.05.02 Sostegni, supporti e accessori vari Unità Tecnologica: 01.05 Segnaletica stradale verticale Si tratta di elementi accessori alla segnaletica verticale utilizzati per il sostegno e/o il supporto degli stessi. Si possono riassumere in: a) staffe (per il fissaggio di elementi); b) pali (tubolari in ferro zincato di diametro e altezza diversa per il sostegno della segnaletica); c) collari (semplici, doppi, ecc., per l'applicazione a palo dei cartelli segnaletici); d) piastre (per l'applicazione di con staffe, a muro, ecc.); e) bulloni (per il serraggio degli elementi); f) sostegni mobili e fissi (basi per il sostegno degli elementi); g) basi di fondazione. Essi devono essere realizzati con materiali di prima scelta e opportunamente dimensionati. ANOMALIE RISCONTRABILI 01.05.02.A01 Instabilità dei supporti Perdita di stabilità dei sostegni fissati al suolo e dei supporti accessori tra sagoma ed elemento di sostegno. 01.05.02.A02 Mancanza Mancanza di parti o elementi accessori di sostegno e/o di fissaggio. CONTROLLI ESEGUIBILI DA PERSONALE SPECIALIZZATO 01.05.02.C01 Controllo generale Cadenza: ogni 6 mesi Tipologia: Controllo Controllare l'assenza di eventuali anomalie. In particolare verificare la corretta stabilità dei supporti a cartelli e/o pannelli segnaletici. • Anomalie riscontrabili: 1) Instabilità dei supporti; 2) Mancanza. MANUTENZIONI ESEGUIBILI DA PERSONALE SPECIALIZZATO 01.05.02.I01 Ripristino stabilità Cadenza: quando occorre Ripristino delle condizioni di stabilità, mediante l'utilizzo di adeguata attrezzatura, provvedendo al serraggio degli elementi accessori e/o alla loro integrazione con altri di analoghe caratteristiche. Gli interventi vanno considerati anche in occasione di eventi traumatici esterni (urti, atti di vandalismo, ecc.). • Ditte specializzate: Specializzati vari. Pagina 51 Manuale di Manutenzione Pagina 52 Manuale di Manutenzione Unità Tecnologica: 01.06 Segnaletica stradale orizzontale Si tratta di segnali orizzontali tracciati sulla strada per regolare la circolazione degli autoveicoli e per guidare gli utenti fornendogli prescrizioni ed indicazioni per particolari comportamenti da seguire. Possono essere realizzati in diversi materiali: a) pitture; b) materie termoplastiche con applicazione a freddo; c) materiale termoplastico con applicazione a caldo; d) materie plastiche a freddo; e) materiali da postspruzzare; f) microsfere di vetro da premiscelare; g) inserti stradali; h) materiali preformati. Per consentire una maggiore visibilità notturna della segnaletica orizzontale possono essere inserite in essa delle particelle sferiche di vetro trasparente (microsfere di vetro) che sfruttano la retroriflessione dei raggi incidenti provenienti dai proiettori dei veicoli. Inoltre per conferire proprietà antiderapanti alla segnaletica stradale possono essere inseriti dei granuli duri di origine naturale o artificiale (granuli antiderapanti). La segnaletica orizzontale può essere costituita da: a) strisce longitudinali; b) strisce trasversali; c) attraversamenti pedonali o ciclabili; d) frecce direzionali; e) iscrizioni e simboli; f) strisce di delimitazione degli stalli di sosta o per la sosta riservata; g) isole di traffico o di presegnalamento di ostacoli entro la carreggiata; h) strisce di delimitazione della fermata dei veicoli in servizio di trasporto pubblico di linea; i) altri segnali stabiliti dal regolamento. La segnaletica stradale deve essere conformi alle norme vigenti nonché al Nuovo Codice della Strada. REQUISITI E PRESTAZIONI (UT) 01.06.R01 Colore Classe di Requisiti: Funzionalità tecnologica Classe di Esigenza: Funzionalità Rappresenta la consistenza della cromaticità che la segnaletica orizzontale deve possedere in condizioni normali. Prestazioni: I requisiti specificati riguardano principalmente le prestazioni della segnaletica orizzontale durante la sua durata di vita funzionale. I requisiti sono espressi attraverso diversi parametri che rappresentano diversi aspetti prestazionali della segnaletica orizzontale e, per diversi aspetti prestazionali della segnaletica orizzontale. Livello minimo della prestazione: Il fattore di luminanza Beta deve essere conforme alla tabella 5 per quanto riguarda la segnaletica orizzontale asciutta. Le coordinate di cromaticità x, y per segnaletica orizzontale asciutta devono trovarsi all'interno delle regioni definite dai vertici forniti nella tabella 6 (UNI 1436). TABELLA 5 - CLASSI DEL FATTORE DI LUMINANZA Beta PER SEGNALETICA ORIZZONTALE ASCIUTTA COLORE DEL SEGNALE ORIZZONTALE: BIANCO Tipo di manto stradale: ASFALTO; - Classe: B0 - Fattore minimo di luminanza Beta: Nessun requisito; - Classe: B2 - Fattore minimo di luminanza Beta: Beta >= 0,30; - Classe: B3 - Fattore minimo di luminanza Beta: Beta >= 0,40; - Classe: B4 - Fattore minimo di luminanza Beta: Beta >= 0,50; - Classe: B5 - Fattore minimo di luminanza Beta: Beta >= 0,60; Tipo di manto stradale: CEMENTO; - Classe: B0 - Fattore minimo di luminanza Beta: Nessun requisito; - Classe: B3 - Fattore minimo di luminanza Beta: Beta >= 0,40; - Classe: B4 - Fattore minimo di luminanza Beta: Beta >= 0,50; - Classe: B5 - Fattore minimo di luminanza Beta: Beta >= 0,60; COLORE DEL SEGNALE ORIZZONTALE: GIALLO - Classe: B0 - Fattore minimo di luminanza Beta: Nessun requisito; - Classe: B1 - Fattore minimo di luminanza Beta: Beta >= 0,20; - Classe: B2 - Fattore minimo di luminanza Beta: Beta >= 0,30; - Classe: B3 - Fattore minimo di luminanza Beta: Beta >= 0,40; NOTE: La classe B0 si applica quando la visibilità di giorno si ottiene attraverso il valore del coefficiente di luminanza in condizioni di illuminazione diffusa Qd. TABELLA 6 - VERTICI DELLE REGIONI DI CROMATICITÀ PER SEGNALETICA ORIZZONTALE BIANCA E GIALLA SEGNALETICA ORIZZONTALE: BIANCA Pagina 53 Manuale di Manutenzione - Vertice 1: X=0.355 - Y=0.355; - Vertice 2: X=0.305 - Y=0.305; - Vertice 3: X=0.285 - Y=0.325; - Vertice 4: X=0.335 - Y=0.375; SEGNALETICA ORIZZONTALE: GIALLA (CLASSE Y1) - Vertice 1: X=0.443 - Y=0.399; - Vertice 2: X=0.545 - Y=0.455; - Vertice 3: X=0.465 - Y=0.535; - Vertice 4: X=0.389 - Y=0.431; SEGNALETICA ORIZZONTALE: GIALLA (CLASSE Y2) - Vertice 1: X=0.494 - Y=0.427; - Vertice 2: X=0.545 - Y=0.455; - Vertice 3: X=0.465 - Y=0.535; - Vertice 4: X=0.427 - Y=0.483; NOTE: Le classi Y1 e Y2 di segnaletica orizzontale gialla si riferiscono rispettivamente alla segnaletica orizzontale permanente 01.06.R02 Resistenza al derapaggio Classe di Requisiti: Funzionalità tecnologica Classe di Esigenza: Funzionalità Qualità della resistenza al derapaggio (SRT) della superficie stradale bagnata misurata sulla base dell’attrito a bassa velocità esercitato da un cursore di gomma sulla superficie stessa, abbreviata nel seguito in SRT. Prestazioni: I requisiti specificati riguardano principalmente le prestazioni della segnaletica orizzontale durante la sua durata di vita funzionale. I requisiti sono espressi attraverso diversi parametri che rappresentano diversi aspetti prestazionali della segnaletica orizzontale e, per alcuni di questi parametri, in termini di classi di prestazioni crescenti. La durata di vita funzionale dipende dalla durata lunga o breve della segnaletica orizzontale, dalla frequenza del passaggio di veicoli sulla segnaletica orizzontale (per esempio nel caso dei simboli sulla carreggiata rispetto alle linee laterali), dalla densità del traffico, dalla ruvidità della superficie stradale e da aspetti relativi alle condizioni locali, quali, per esempio, l’uso di pneumatici antighiaccio con inserti metallici in alcuni Paesi. Le classi prevedono l’attribuzione di priorità diverse ai vari aspetti delle prestazioni della segnaletica orizzontale a seconda di particolari circostanze. Non sempre è possibile ottenere classi di prestazioni alte per due o più parametri contemporaneamente. Livello minimo della prestazione: Il valore della resistenza al derapaggio, espresso in unità SRT, deve essere conforme a quello specificato nella tabella 7 (UNI 1436). L'apparecchiatura di prova è costituita da un pendolo oscillante provvisto di un cursore di gomma all'estremità libera. Viene misurata la perdita di energia causata dall'attrito del cursore su una lunghezza specificata della superficie stradale. Il risultato è espresso in unità SRT. TABELLA 7 - CLASSI DI RESISTENZA AL DERAPAGGIO -Classe: S0 - Valore SRT minimo: Nessun requisito; -Classe: S1 - Valore SRT minimo: S1 SRT >= 45; -Classe: S2 - Valore SRT minimo: S1 SRT >= 50; -Classe: S3 - Valore SRT minimo: S1 SRT >= 55; -Classe: S4 - Valore SRT minimo: S1 SRT >= 60; -Classe: S5 - Valore SRT minimo: S1 SRT >= 65; 01.06.R03 Retroriflessione Classe di Requisiti: Funzionalità tecnologica Classe di Esigenza: Funzionalità Rappresenta la riflessione espressa in valori, per gli utenti della strada, della segnaletica orizzontale bianca e gialla in condizioni di illuminazione con i proiettori dei veicoli. Prestazioni: I requisiti specificati riguardano principalmente le prestazioni della segnaletica orizzontale durante la sua durata di vita funzionale. I requisiti sono espressi attraverso diversi parametri che rappresentano diversi aspetti prestazionali della segnaletica orizzontale e, per alcuni di questi parametri, in termini di classi di prestazioni crescenti. La durata di vita funzionale dipende dalla durata lunga o breve della segnaletica orizzontale, dalla frequenza del passaggio di veicoli sulla segnaletica orizzontale (per esempio nel caso dei simboli sulla carreggiata rispetto alle linee laterali), dalla densità del traffico, dalla ruvidità della superficie stradale e da aspetti relativi alle condizioni locali, quali, per esempio, l’uso di pneumatici antighiaccio con inserti metallici in alcuni Paesi. Le classi prevedono l’attribuzione di priorità diverse ai vari aspetti delle prestazioni della segnaletica orizzontale a seconda di particolari Pagina 54 Manuale di Manutenzione circostanze. Non sempre è possibile ottenere classi di prestazioni alte per due o più parametri contemporaneamente. Livello minimo della prestazione: Per misurare la retroriflessione in condizioni di illuminazione con i proiettori dei veicoli si deve utilizzare il coefficiente di luminanza retroriflessa R L. La misurazione deve essere espressa come mcd / (m2 · lx). In condizioni di superficie stradale asciutta, la segnaletica orizzontale deve essere conforme alla tabella 2, mentre, in condizioni di bagnato, deve essere conforme alla tabella 3 e, in condizioni di pioggia, alla tabella 4. Nota: il coefficiente di luminanza retroriflessa rappresenta la luminosità di un segnale orizzontale come viene percepita dai conducenti degli autoveicoli in condizioni di illuminazione con i proiettori dei propri veicoli (UNI 1436). TABELLA 2 - CLASSI DI R L PER SEGNALETICA ORIZZONTALE ASCIUTTA Tipo e colore del segnale orizzontale: PERMANENTE BIANCO - Classe: R0; Coeff. Min. di luminanza retroriflessa RL [mcd·(m^-2)·(lx^-1)]: Nessun requisito; - Classe: R2; Coeff. Min. di luminanza retroriflessa RL [mcd·(m^-2)·(lx^-1)]: RL >= 100; - Classe: R4; Coeff. Min. di luminanza retroriflessa RL [mcd·(m^-2)·(lx^-1)]: RL >= 200; - Classe: R5; Coeff. Min. di luminanza retroriflessa RL [mcd·(m^-2)·(lx^-1)]: RL >= 300; Tipo e colore del segnale orizzontale: PERMANENTE GIALLO - Classe: R0; Coeff. Min. di luminanza retroriflessa RL [mcd·(m^-2)·(lx^-1)]: Nessun requisito; - Classe: R1; Coeff. Min. di luminanza retroriflessa RL [mcd·(m^-2)·(lx^-1)]: RL >= 80; - Classe: R3; Coeff. Min. di luminanza retroriflessa RL [mcd·(m^-2)·(lx^-1)]: RL >= 150; - Classe: R5; Coeff. Min. di luminanza retroriflessa RL [mcd·(m^-2)·(lx^-1)]: RL >= 200; Tipo e colore del segnale orizzontale: PROVVISORIO - Classe: R0; Coeff. Min. di luminanza retroriflessa RL [mcd·(m^-2)·(lx^-1)]: Nessun requisito; - Classe: R3; Coeff. Min. di luminanza retroriflessa RL [mcd·(m^-2)·(lx^-1)]: RL >= 150; - Classe: R5; Coeff. Min. di luminanza retroriflessa RL [mcd·(m^-2)·(lx^-1)]: RL >= 300; NOTE: La classe R0 si applica quando la visibilità della segnaletica orizzontale è ottenuta senza retroriflessione in condizioni di illuminazione con i proiettori dei veicoli. TABELLA 3 - CLASSI DI R L PER SEGNALETICA ORIZZONTALE IN CONDIZIONI DI BAGNATO CONDIZIONI DI BAGNATO: Come si presenta 1 min. dopo l’inondazione della superficie con acqua (*) - Classe: RW0; Coeff. Min. di luminanza retroriflessa RL [mcd·(m^-2)·(lx^-1)]: Nessun requisito; - Classe: RW1; Coeff. Min. di luminanza retroriflessa RL [mcd·(m^-2)·(lx^-1)]: RL >= 25; - Classe: RW2; Coeff. Min. di luminanza retroriflessa RL [mcd·(m^-2)·(lx^-1)]: RL >= 35; - Classe: RW3; Coeff. Min. di luminanza retroriflessa RL [mcd·(m^-2)·(lx^-1)]: RL >= 50; NOTE: La classe RW0 riguarda situazioni in cui questo tipo di retroriflessione non è richiesta per ragioni economiche o tecnologiche. (*) Tale condizione di prova deve essere creata versando acqua chiara da un secchio di capacità pari a circa 10 l e da un'altezza di circa 0,5 m dalla superficie. L'acqua deve essere versata in modo uniforme lungo la superficie di prova in modo tale che l’area di misurazione e l'area circostante siano temporaneamente sommerse da un'ondata d'acqua. Il coefficiente di luminanza retroriflessa R L in condizioni di bagnato deve essere misurato alle condizioni di prova 1 min dopo aver versato l'acqua. TABELLA 4 - CLASSI DI R L PER SEGNALETICA ORIZZONTALE IN CONDIZIONI DI PIOGGIA CONDIZIONI DI BAGNATO: Come si presenta dopo almeno 5 min. di esposizione durante una precipitazione uniforme di 20mm/h (**) - Classe: RR0; Coeff. Min. di luminanza retroriflessa RL [mcd·(m^-2)·(lx^-1)]: Nessun requisito; - Classe: RR1; Coeff. Min. di luminanza retroriflessa RL [mcd·(m^-2)·(lx^-1)]: RL >= 25; - Classe: RR2; Coeff. Min. di luminanza retroriflessa RL [mcd·(m^-2)·(lx^-1)]: RL >= 35; - Classe: RR3; Coeff. Min. di luminanza retroriflessa RL [mcd·(m^-2)·(lx^-1)]: RL >= 50; NOTE: La classe RR0 riguarda situazioni in cui questo tipo di retroriflessione non è richiesta per ragioni economiche o tecnologiche. (**) Tali condizioni di prova devono essere create utilizzando acqua chiara e simulando una cascata senza foschia né nebbia di intensità media pari a (20 ± 2 ) mm/h su un'area due volte più larga del campione e non meno di 0,3 m e il 25% più lunga dell’area di misurazione. Lo scarto fra l'intensità minima e l'intensità massima della cascata non deve essere maggiore del rapporto di 1 a 1,7. Le misurazioni del coefficiente di luminanza retroriflessa R L in condizioni di pioggia devono essere effettuate dopo 5 min di pioggia continua e durante la precipitazione di quest'ultima. 01.06.R04 Riflessione alla luce Classe di Requisiti: Funzionalità tecnologica Classe di Esigenza: Funzionalità Rappresenta la riflessione espressa in valori, per gli utenti della strada, della segnaletica orizzontale bianca e gialla in condizioni di luce diurna e di illuminazione artificiale. Pagina 55 Manuale di Manutenzione Prestazioni: I requisiti specificati riguardano principalmente le prestazioni della segnaletica orizzontale durante la sua durata di vita funzionale. I requisiti sono espressi attraverso diversi parametri che rappresentano diversi aspetti prestazionali della segnaletica orizzontale e, per alcuni di questi parametri, in termini di classi di prestazioni crescenti. La durata di vita funzionale dipende dalla durata lunga o breve della segnaletica orizzontale, dalla frequenza del passaggio di veicoli sulla segnaletica orizzontale (per esempio nel caso dei simboli sulla carreggiata rispetto alle linee laterali), dalla densità del traffico, dalla ruvidità della superficie stradale e da aspetti relativi alle condizioni locali, quali, per esempio, l’uso di pneumatici antighiaccio con inserti metallici in alcuni Paesi. Le classi prevedono l’attribuzione di priorità diverse ai vari aspetti delle prestazioni della segnaletica orizzontale a seconda di particolari circostanze. Non sempre è possibile ottenere classi di prestazioni alte per due o più parametri contemporaneamente. Livello minimo della prestazione: Per misurare la riflessione alla luce del giorno o in presenza di illuminazione stradale si deve utilizzare il coefficiente di luminanza in condizioni di illuminazione diffusa Qd. La misurazione deve essere espressa in mcd·(m^-2)·(lx^-1). In condizioni di superficie stradale asciutta, la segnaletica orizzontale deve essere conforme alla tabella 1 (UNI 1436). Il coefficiente di luminanza in condizioni di illuminazione diffusa rappresenta la luminosità di un segnale orizzontale come viene percepita dai conducenti degli autoveicoli alla luce del giorno tipica o media o in presenza di illuminazione stradale. TABELLA 1 - CLASSI DI Qd PER SEGNALETICA ORIZZONTALE ASCIUTTA COLORE DEL SEGNALE ORIZZONTALE: BIANCO Tipo di manto stradale. ASFALTO - Classe Q0; Coeff. di luminanza min. in condizioni di illuminazione diffusa Qd [mcd·(m^-2)·(lx^-1]: Nessun requisito; - Classe Q2; Coeff. di luminanza min. in condizioni di illuminazione diffusa Qd [mcd·(m^-2)·(lx^-1]: Qd >= 100; - Classe Q3; Coeff. di luminanza min. in condizioni di illuminazione diffusa Qd [mcd·(m^-2)·(lx^-1]: Qd >= 130; Tipo di manto stradale. CEMENTO - Classe Q0; Coeff. di luminanza min. in condizioni di illuminazione diffusa Qd [mcd·(m^-2)·(lx^-1]: Nessun requisito; - Classe Q3; Coeff. di luminanza min. in condizioni di illuminazione diffusa Qd [mcd·(m^-2)·(lx^-1]: Qd >= 130; - Classe Q4; Coeff. di luminanza min. in condizioni di illuminazione diffusa Qd [mcd·(m^-2)·(lx^-1]: Qd >= 160; COLORE DEL SEGNALE ORIZZONTALE: GIALLO - Classe Q0; Coeff. di luminanza min. in condizioni di illuminazione diffusa Qd [mcd·(m^-2)·(lx^-1]: Nessun requisito; - Classe Q1; Coeff. di luminanza min. in condizioni di illuminazione diffusa Qd [mcd·(m^-2)·(lx^-1]: Qd >= 80; - Classe Q2; Coeff. di luminanza min. in condizioni di illuminazione diffusa Qd [mcd·(m^-2)·(lx^-1]: Qd >= 100; NOTE: La classe Q0 si applica quando la visibilità diurna si ottiene attraverso il valore del fattore di luminanza Beta. L'Unità Tecnologica è composta dai seguenti Elementi Manutenibili: ° 01.06.01 Altri segnali ° 01.06.02 Attraversamenti ciclabili ° 01.06.03 Attraversamenti pedonali ° 01.06.04 Frecce direzionali ° 01.06.05 Inserti stradali ° 01.06.06 Iscrizioni e simboli ° 01.06.07 Isole di traffico ° 01.06.08 Strisce di delimitazione ° 01.06.09 Strisce longitudinali ° 01.06.10 Strisce trasversali Pagina 56 Manuale di Manutenzione Elemento Manutenibile: 01.06.01 Altri segnali Unità Tecnologica: 01.06 Segnaletica stradale orizzontale Vengono elencati tra questi: a) i segnali orizzontali di cantiere; b) i spazi riservati allo stazionamento sulla carreggiata dei cassonetti per la raccolta dei rifiuti solidi urbani, mediante la realizzazione di una striscia gialla continua di larghezza 12 cm; c) segni orizzontali consistenti in segmenti alternati di colore giallo e nero tracciati sulla faccia verticale del ciglio del marciapiede o della parete che delimita la strada in prossimità di tratti di strada lungo i quali la sosta è vietata; d) segnaletica in materiale lapideo in prossimità dei centri abitati con illuminazione pubblica sufficiente. La realizzazione degli "altri segnali" sono stabilite dal Nuovo Codice della Strada (D.Lgs. 30 aprile 1992 n. 285) e dal Regolamento di attuazione del nuovo codice della strada (D.P.R. 16 dicembre 1992 n. 495), dalle altri leggi vigenti (Legge 7.12.1999 n.472; Legge 24.11.2006 n.286; Legge 27.12.2006 n.296; Legge 2.4.2007 n.40; D.L. 27.6.2003 n.151; D.Lgs. 23.2.2006 n.149; D.Lgs. 13.3.2006 n.150; D.M. 29.12.2006). ANOMALIE RISCONTRABILI 01.06.01.A01 Usura Perdita di materiale (vernice, materiale plastico, ecc.) dovuto all'usura provocata dall'azione dei veicoli e degli agenti atmosferici disgreganti. CONTROLLI ESEGUIBILI DA PERSONALE SPECIALIZZATO 01.06.01.C01 Controllo dello stato Cadenza: ogni 6 mesi Tipologia: Controllo Controllare periodicamente le condizioni e l'integrità delle linee (strisce di vernice, elementi in materiale lapideo, ecc.). Controllare l'aspetto cromatico ed in particolare la consistenza dei colori corrispondenti alle diverse simbologie. Controllare l'efficienza della segnaletica ed in particolare la visibilità in condizioni diverse (diurne, notturne, con luce artificiale, con nebbia, ecc.). Controllare la disposizione dei segnali in funzione della disciplina di circolazione dei veicoli e comunque nel rispetto del Nuovo Codice della Strada. • Anomalie riscontrabili: 1) Usura. MANUTENZIONI ESEGUIBILI DA PERSONALE SPECIALIZZATO 01.06.01.I01 Rifacimento Cadenza: ogni anno Rifacimento dei segnali mediante la squadratura e l'applicazione di materiali idonei (vernici, vernici speciali, elementi lapidei, ecc.). • Ditte specializzate: Specializzati vari. Elemento Manutenibile: 01.06.02 Pagina 57 Manuale di Manutenzione Attraversamenti ciclabili Unità Tecnologica: 01.06 Segnaletica stradale orizzontale Gli attraversamenti ciclabili vengono evidenziati sulla carreggiata da due strisce bianche discontinue con larghezza di 50 cm e segmenti ed intervalli lunghi 50 cm. La distanza minima tra i bordi interni delle strisce trasversali è di 1 m in prossimità degli attraversamenti a senso unico e di 2 m per gli attraversamenti a doppio senso. Le strisce vengono realizzate mediante l'applicazione di vernici e/o altri materiali idonei. La realizzazione degli attraversamenti sono stabilite dal Nuovo Codice della Strada (D.Lgs. 30 aprile 1992 n. 285) e dal Regolamento di attuazione del nuovo codice della strada (D.P.R. 16 dicembre 1992 n. 495), dalle altri leggi vigenti (Legge 7.12.1999 n.472; Legge 24.11.2006 n.286; Legge 27.12.2006 n.296; Legge 2.4.2007 n.40; D.L. 27.6.2003 n.151; D.Lgs. 23.2.2006 n.149; D.Lgs. 13.3.2006 n.150; D.M. 29.12.2006). ANOMALIE RISCONTRABILI 01.06.02.A01 Usura Perdita di materiale (vernice, materiale plastico, ecc.) dovuto all'usura provocata dall'azione dei veicoli e degli agenti atmosferici disgreganti. CONTROLLI ESEGUIBILI DA PERSONALE SPECIALIZZATO 01.06.02.C01 Controllo dello stato Cadenza: ogni 6 mesi Tipologia: Controllo Controllare periodicamente le condizioni e l'integrità delle linee. Controllare l'aspetto cromatico ed in particolare la consistenza dei colori corrispondenti alle diverse simbologie. Controllare l'efficienza della segnaletica ed in particolare la visibilità in condizioni diverse (diurne, notturne, con luce artificiale, con nebbia, ecc.). Controllare la disposizione dei segnali in funzione della disciplina di circolazione dei veicoli e comunque nel rispetto del Nuovo Codice della Strada. • Anomalie riscontrabili: 1) Usura. MANUTENZIONI ESEGUIBILI DA PERSONALE SPECIALIZZATO 01.06.02.I01 Rifacimento delle strisce Cadenza: ogni anno Rifacimento delle strisce mediante la squadratura e l'applicazione di materiali idonei (vernici, vernici speciali con l’aggiunta di microsfere di vetro, ecc.). • Ditte specializzate: Specializzati vari. Elemento Manutenibile: 01.06.03 Attraversamenti pedonali Unità Tecnologica: 01.06 Pagina 58 Manuale di Manutenzione Segnaletica stradale orizzontale Gli attraversamenti pedonali sono evidenziati sulla carreggiata da zebrature con strisce bianche parallele alla direzione di marcia dei veicoli. Essi hanno una lunghezza non inferiore a 2,50 m, sulle strade locali e a quelle urbane di quartiere, mentre sulle altre strade la lunghezza non deve essere inferiore a 4 m. La larghezza delle strisce e degli intervalli è fissata in 50 cm. Le strisce vengono realizzate mediante l'applicazione di vernici, plastiche adesive preformate e/o in materiale lapideo in prossimità dei centri abitati. La realizzazione degli attraversamenti sono stabilite dal Nuovo Codice della Strada (D.Lgs. 30 aprile 1992 n. 285) e dal Regolamento di attuazione del nuovo codice della strada (D.P.R. 16 dicembre 1992 n. 495), dalle altri leggi vigenti (Legge 7.12.1999 n.472; Legge 24.11.2006 n.286; Legge 27.12.2006 n.296; Legge 2.4.2007 n.40; D.L. 27.6.2003 n.151; D.Lgs. 23.2.2006 n.149; D.Lgs. 13.3.2006 n.150; D.M. 29.12.2006). ANOMALIE RISCONTRABILI 01.06.03.A01 Usura Perdita di materiale (vernice, materiale plastico, ecc.) dovuto all'usura provocata dall'azione dei veicoli e degli agenti atmosferici disgreganti. CONTROLLI ESEGUIBILI DA PERSONALE SPECIALIZZATO 01.06.03.C01 Controllo dello stato Cadenza: ogni 6 mesi Tipologia: Controllo Controllare periodicamente le condizioni e l'integrità delle strisce. Controllare l'aspetto cromatico ed in particolare la consistenza dei colori. Controllare l'efficienza della segnaletica ed in particolare la visibilità in condizioni diverse (diurne, notturne, con luce artificiale, con nebbia, ecc.). Controllare la disposizione dei segnali in funzione della disciplina di circolazione dei veicoli e comunque nel rispetto del Nuovo Codice della Strada. • Anomalie riscontrabili: 1) Usura. MANUTENZIONI ESEGUIBILI DA PERSONALE SPECIALIZZATO 01.06.03.I01 Rifacimento delle strisce Cadenza: ogni anno Rifacimento delle strisce mediante la squadratura e l'applicazione di materiali idonei (vernici, vernici speciali con l’aggiunta di microsfere di vetro, ecc.). • Ditte specializzate: Specializzati vari. Elemento Manutenibile: 01.06.04 Frecce direzionali Unità Tecnologica: 01.06 Segnaletica stradale orizzontale Pagina 59 Manuale di Manutenzione Si tratta di segnali di colore bianco per contrassegnare le corsie per consentire la preselezione dei veicoli in prossimità di intersezioni. Esse possono suddividersi in: a) freccia destra; b) freccia diritta; c) freccia a sinistra; d) freccia a destra abbinata a freccia diritta; e) freccia a sinistra abbinata a freccia diritta; f) freccia di rientro. I segnali vengono realizzati mediante l'applicazione di vernici sulle superfici stradali. Le dimensioni delle frecce variano in funzione del tipo di strada su cui vengono applicate e sono disciplinate dal Nuovo Codice della Strada (D. Lgs. 30 aprile 1992 n. 285) e dal Regolamento di attuazione del nuovo codice della strada (D.P.R. 16 dicembre 1992 n. 495), dalle altri leggi vigenti (Legge 7.12.1999 n.472; Legge 24.11.2006 n.286; Legge 27.12.2006 n.296; Legge 2.4.2007 n.40; D.L. 27.6.2003 n.151; D.Lgs. 23.2.2006 n.149; D.Lgs. 13.3.2006 n.150; D.M. 29.12.2006). ANOMALIE RISCONTRABILI 01.06.04.A01 Usura Perdita di materiale (vernice, materiale plastico, ecc.) dovuto all'usura provocata dall'azione dei veicoli e degli agenti atmosferici disgreganti. CONTROLLI ESEGUIBILI DA PERSONALE SPECIALIZZATO 01.06.04.C01 Controllo dello stato Cadenza: ogni settimana Tipologia: Controllo Controllare periodicamente le condizioni e l'integrità dei segnali. Controllare l'aspetto cromatico ed in particolare la consistenza dei colori corrispondenti alle diverse simbologie. Controllare l'efficienza della segnaletica ed in particolare la visibilità in condizioni diverse (diurne, notturne, con luce artificiale, con nebbia, ecc.). Controllare la disposizione dei segnali in funzione della disciplina di circolazione dei veicoli e comunque nel rispetto del Nuovo Codice della Strada. • Anomalie riscontrabili: 1) Usura. MANUTENZIONI ESEGUIBILI DA PERSONALE SPECIALIZZATO 01.06.04.I01 Rifacimento dei simboli Cadenza: ogni anno Rifacimento dei simboli mediante la squadratura e l'applicazione di materiali idonei (vernici, vernici speciali con l'aggiunta di microsfere di vetro, ecc.). • Ditte specializzate: Specializzati vari. Elemento Manutenibile: 01.06.05 Inserti stradali Unità Tecnologica: 01.06 Segnaletica stradale orizzontale Si tratta di dispositivi che riflettendo la luce incidente proveniente dai proiettori degli autoveicoli guidano ed informano gli utenti della strada. Essi possono essere costituiti da una o più parti che possono essere integrate, incollate e/o ancorate nella superficie stradale. Possono dividersi in: a) inserti stradali catarifrangente; b) catadiottri; c) inserti stradali non a depressione; d) inserti Pagina 60 Manuale di Manutenzione stradali a depressione; e) inserti stradali incollati; f) inserti stradali autoadesivi; g) miglioratori di adesione; h) inserti stradali ancorati; i) inserti stradali incassati. La parte catarifrangente può essere del tipo unidirezionale, bidirezionale e/o a depressione e non. I dispositivi possono essere del tipo P (permanente) o del tipo T (temporaneo). I dispositivi utilizzati come inserti stradali sono soggetti all'approvazione del Ministero dei lavori pubblici - Ispettorato generale per la circolazione e la sicurezza stradale. REQUISITI E PRESTAZIONI (EM) 01.06.05.R01 Adattabilità dimensionale Classe di Requisiti: Controllabilità tecnologica Classe di Esigenza: Controllabilità Gli inserti devono poter essere adattati dimensionalmente rispetto al tipo di superficie e in riferimento alle condizioni di traffico. Prestazioni: Gli inserti stradali vanno installati in modo da emergere dalla superficie stradale secondo le classi di destinazione d'uso H. Livello minimo della prestazione: -CLASSE H 0 - ALTEZZA: (non idonei al carico di traffico stradale); -CLASSE H 1 - ALTEZZA <= 18 mm; -CLASSE H 2 - ALTEZZA >18 mm e <= 20 mm; -CLASSE H 3 - ALTEZZA >20 mm e <= 25 mm. ANOMALIE RISCONTRABILI 01.06.05.A01 Sporgenza Sporgenza degli elementi in uso oltre le altezze consentite dal piano della superficie stradale. 01.06.05.A02 Usura Usura degli elementi in uso (chiodi, inserti, ecc.) con fuoriuscita dalla sede stradale. CONTROLLI ESEGUIBILI DA PERSONALE SPECIALIZZATO 01.06.05.C01 Controllo dello stato Cadenza: ogni 6 mesi Tipologia: Controllo Controllare periodicamente le condizioni e l'integrità dei dispositivi in uso. Controllare l'aspetto cromatico ed in particolare la consistenza dei colori corrispondenti alle diverse simbologie. Controllare la disposizione dei dispositivi in funzione degli altri segnali e comunque nel rispetto del Nuovo Codice della Strada. • Anomalie riscontrabili: 1) Sporgenza; 2) Usura. MANUTENZIONI ESEGUIBILI DA PERSONALE SPECIALIZZATO 01.06.05.I01 Ripristino Cadenza: quando occorre Ripristino degli elementi e/o sostituzione con altri analoghi mediante applicazione a raso nella pavimentazione e con sporgenza non oltre i limiti consentiti (3 cm). • Ditte specializzate: Specializzati vari. Pagina 61 Manuale di Manutenzione Elemento Manutenibile: 01.06.06 Iscrizioni e simboli Unità Tecnologica: 01.06 Segnaletica stradale orizzontale Si tratta di segnali realizzati mediante l'applicazione di vernici e/o plastiche adesive preformate sulla pavimentazione al fine di regolamentare il traffico. Le iscrizioni sono realizzate mediante caratteri alfanumerici disciplinati dal Nuovo Codice della Strada (D.Lgs. 30 aprile 1992 n. 285) e dal Regolamento di attuazione del nuovo codice della strada (D.P.R. 16 dicembre 1992 n. 495), dalle altri leggi vigenti (Legge 7.12.1999 n.472; Legge 24.11.2006 n.286; Legge 27.12.2006 n.296; Legge 2.4.2007 n.40; D.L. 27.6.2003 n.151; D.Lgs. 23.2.2006 n.149; D.Lgs. 13.3.2006 n.150; D.M. 29.12.2006). Le iscrizioni devono essere di colore bianco ad eccezione di alcuni termini (BUS, TRAM e TAXI, ecc.) che devono essere invece di colore giallo. Inoltre esse si diversificano in funzione del tipo di strada. ANOMALIE RISCONTRABILI 01.06.06.A01 Usura Perdita di materiale (vernice, materiale plastico, ecc.) dovuto all'usura provocata dall'azione dei veicoli e degli agenti atmosferici disgreganti. CONTROLLI ESEGUIBILI DA PERSONALE SPECIALIZZATO 01.06.06.C01 Controllo dello stato Cadenza: ogni 6 mesi Tipologia: Controllo Controllare periodicamente le condizioni e l'integrità dei segnali. Controllare l'aspetto cromatico ed in particolare la consistenza dei colori corrispondenti alle diverse simbologie. Controllare l'efficienza della segnaletica ed in particolare la visibilità in condizioni diverse (diurne, notturne, con luce artificiale, con nebbia, ecc.). Controllare la disposizione dei segnali in funzione della disciplina di circolazione dei veicoli e comunque nel rispetto del Nuovo Codice della Strada. • Anomalie riscontrabili: 1) Usura. MANUTENZIONI ESEGUIBILI DA PERSONALE SPECIALIZZATO 01.06.06.I01 Rifacimento dei simboli Cadenza: ogni anno Rifacimento dei simboli e delle iscrizioni mediante ridefinizione delle sagome e dei caratteri alfanumerici con applicazione di materiali idonei (vernici, vernici speciali, materiali termoplastici, materiali plastici indurenti a freddo, linee e simboli preformati, ecc.). • Ditte specializzate: Specializzati vari. Elemento Manutenibile: 01.06.07 Pagina 62 Manuale di Manutenzione Isole di traffico Unità Tecnologica: 01.06 Segnaletica stradale orizzontale Si tratta di triangoli di segnalazione delle isole di traffico realizzate mediante zebrature poste entro le strisce di raccordo per l'incanalamento dei veicoli o tra queste ed il bordo della carreggiata. Le strisce vengono realizzate mediante l'applicazione di vernici pittura con o senza l'aggiunta di microsfere di vetro. Le strisce devono essere di colore bianco ed inclinate con un angolo di almeno 45° rispetto alla corsia di marcia e con larghezza non inferiore a 30 cm. Gli intervalli realizzati tra le strisce devono avere larghezza doppia rispetto alle quella delle strisce. La realizzazione delle isole di traffico sono stabilite dal Nuovo Codice della Strada (D.Lgs. 30 aprile 1992 n. 285) e dal Regolamento di attuazione del nuovo codice della strada (D.P.R. 16 dicembre 1992 n. 495), dalle altri leggi vigenti (Legge 7.12.1999 n.472; Legge 24.11.2006 n.286; Legge 27.12.2006 n.296; Legge 2.4.2007 n.40; D.L. 27.6.2003 n.151; D.Lgs. 23.2.2006 n.149; D.Lgs. 13.3.2006 n.150; D.M. 29.12.2006). ANOMALIE RISCONTRABILI 01.06.07.A01 Usura Perdita di materiale (vernice, materiale plastico, ecc.) dovuto all'usura provocata dall'azione dei veicoli e degli agenti atmosferici disgreganti. CONTROLLI ESEGUIBILI DA PERSONALE SPECIALIZZATO 01.06.07.C01 Controllo dello stato Cadenza: ogni 6 mesi Tipologia: Controllo Controllare periodicamente le condizioni e l'integrità delle strisce e zebrature. Controllare l'aspetto cromatico ed in particolare la consistenza dei colori corrispondenti alle diverse simbologie. Controllare l'efficienza della segnaletica ed in particolare la visibilità in condizioni diverse (diurne, notturne, con luce artificiale, con nebbia, ecc.). Controllare la disposizione dei segnali in funzione della disciplina di circolazione dei veicoli e comunque nel rispetto del Nuovo Codice della Strada. • Anomalie riscontrabili: 1) Usura. MANUTENZIONI ESEGUIBILI DA PERSONALE SPECIALIZZATO 01.06.07.I01 Rifacimento delle strisce Cadenza: ogni anno Rifacimento delle strisce e zebrature mediante la squadratura e l'applicazione di materiali idonei (vernici, vernici speciali con l'aggiunta di microsfere di vetro, ecc.). • Ditte specializzate: Specializzati vari. Elemento Manutenibile: 01.06.08 Pagina 63 Manuale di Manutenzione Strisce di delimitazione Unità Tecnologica: 01.06 Segnaletica stradale orizzontale Si tratta di strisce per la delimitazione degli stalli di sosta o per le soste riservate. Esse vengono realizzate mediante il tracciamento sulla pavimentazione di strisce di vernice (o in alcuni casi mediante plastiche adesive preformate e/o in materiale lapideo) della larghezza di 12 cm formanti un rettangolo, oppure con strisce di delimitazione ad L o a T, con indicazione dell'inizio e della fine o della suddivisione degli stalli al cui interno dovranno essere parcheggiati i veicoli. La delimitazione degli stalli di sosta si differenzia per colore: a) il bianco per gli stalli di sosta liberi; b) azzurro per gli stalli di sosta a pagamento; c) giallo per gli stalli di sosta riservati. La realizzazione delle strisce di delimitazione sono stabilite dal Nuovo Codice della Strada (D.Lgs. 30 aprile 1992 n. 285) e dal Regolamento di attuazione del nuovo codice della strada (D.P.R. 16 dicembre 1992 n. 495), dalle altri leggi vigenti (Legge 7.12.1999 n.472; Legge 24.11.2006 n.286; Legge 27.12.2006 n.296; Legge 2.4.2007 n.40; D.L. 27.6.2003 n.151; D.Lgs. 23.2.2006 n.149; D.Lgs. 13.3.2006 n.150; D.M. 29.12.2006). ANOMALIE RISCONTRABILI 01.06.08.A01 Usura Perdita di materiale (vernice, materiale plastico, ecc.) dovuto all'usura provocata dall'azione dei veicoli e degli agenti atmosferici disgreganti. CONTROLLI ESEGUIBILI DA PERSONALE SPECIALIZZATO 01.06.08.C01 Controllo dello stato Cadenza: ogni 6 mesi Tipologia: Controllo Controllare periodicamente le condizioni e l'integrità delle strisce. Controllare l'aspetto cromatico ed in particolare la consistenza dei colori corrispondenti alle diverse simbologie. Controllare l'efficienza della segnaletica ed in particolare la visibilità in condizioni diverse (diurne, notturne, con luce artificiale, con nebbia, ecc.). Controllare la disposizione dei segnali in funzione della disciplina di circolazione dei veicoli e comunque nel rispetto del Nuovo Codice della Strada. • Anomalie riscontrabili: 1) Usura. MANUTENZIONI ESEGUIBILI DA PERSONALE SPECIALIZZATO 01.06.08.I01 Rifacimento delle strisce Cadenza: ogni anno Rifacimento delle strisce mediante la squadratura e l'applicazione di materiali idonei (vernici, vernici speciali con l'aggiunta di microsfere di vetro, ecc.). • Ditte specializzate: Specializzati vari. Elemento Manutenibile: 01.06.09 Pagina 64 Manuale di Manutenzione Strisce longitudinali Unità Tecnologica: 01.06 Segnaletica stradale orizzontale Le strisce longitudinali hanno la funzione di separare i sensi di marcia e/o le corsie di marcia e per la delimitazione delle carreggiate attraverso la canalizzazione dei veicoli verso determinate direzioni. La larghezza minima della strisce longitudinali, escluse quelle di margine, è di 15 cm per le autostrade e per le strade extraurbane principali, di 12 cm per le strade extraurbane secondarie, urbane di scorrimento ed urbane di quartiere e 10 cm per le strade locali. Le strisce longitudinali si suddividono in: a) strisce di separazione dei sensi di marcia; b) strisce di corsia; c) strisce di margine della carreggiata; d) strisce di raccordo; e) strisce di guida sulle intersezioni. Le strisce longitudinali possono essere continue o discontinue. Le lunghezze dei tratti e degli intervalli delle strisce discontinue, nei rettilinei, sono stabilite dal Nuovo Codice della Strada (D.Lgs. 30 aprile 1992 n. 285) e dal Regolamento di attuazione del nuovo codice della strada (D.P.R. 16 dicembre 1992 n. 495), dalle altri leggi vigenti (Legge 7.12.1999 n.472; Legge 24.11.2006 n.286; Legge 27.12.2006 n.296; Legge 2.4.2007 n.40; D.L. 27.6.2003 n.151; D.Lgs. 23.2.2006 n.149; D.Lgs. 13.3.2006 n.150; D.M. 29.12.2006). Le strisce vengono realizzate mediante l'applicazione di vernici pittura con o senza l'aggiunta di microsfere di vetro. ANOMALIE RISCONTRABILI 01.06.09.A01 Usura Perdita di materiale (vernice, materiale plastico, ecc.) dovuto all'usura provocata dall'azione dei veicoli e degli agenti atmosferici disgreganti. CONTROLLI ESEGUIBILI DA PERSONALE SPECIALIZZATO 01.06.09.C01 Controllo dello stato Cadenza: ogni 6 mesi Tipologia: Controllo Controllare periodicamente le condizioni e l'integrità delle linee. Controllare l'aspetto cromatico ed in particolare la consistenza dei colori corrispondenti alle diverse simbologie. Controllare l'efficienza della segnaletica ed in particolare la visibilità in condizioni diverse (diurne, notturne, con luce artificiale, con nebbia, ecc.). Controllare la disposizione dei segnali in funzione della disciplina di circolazione dei veicoli e comunque nel rispetto del Nuovo Codice della Strada. • Anomalie riscontrabili: 1) Usura. MANUTENZIONI ESEGUIBILI DA PERSONALE SPECIALIZZATO 01.06.09.I01 Rifacimento delle strisce Cadenza: ogni anno Rifacimento delle strisce mediante la squadratura e l'applicazione di materiali idonei (vernici, vernici speciali con l'aggiunta di microsfere di vetro, ecc.). • Ditte specializzate: Specializzati vari. Elemento Manutenibile: 01.06.10 Pagina 65 Manuale di Manutenzione Strisce trasversali Unità Tecnologica: 01.06 Segnaletica stradale orizzontale Le strisce trasversali definite anche linee di arresto possono essere continue o discontinue e vengono realizzate mediante l'applicazione di vernici pittura con o senza l'aggiunta di microsfere di vetro, entrambe di colore bianco. Le strisce continue hanno larghezza minima di 50 cm e vengono utilizzate in prossimità delle intersezioni semaforizzate, degli attraversamenti pedonali semaforizzati ed in presenza dei segnali di precedenza. Le strisce discontinue vanno usate in presenza dei segnali di precedenza. In particolare: a) la linea di arresto va tracciata con andamento parallelo rispetto all'asse della strada principale; b) la linea di arresto deve essere realizzata in modo tale da collegare il margine della carreggiata con la striscia longitudinale di separazione dei sensi di marcia. Per le strade prive di salvagente od isola spartitraffico, la linea dovrà essere raccordata con la striscia longitudinale continua per una lunghezza non inferiore a 25 m e a 10 m, rispettivamente fuori e dentro i centri abitati; c) la linea di arresto, in presenza del segnale di precedenza è realizzata mediante una serie di triangoli bianchi tracciati con la punta rivolta verso il conducente dell'autoveicolo obbligato a dare la precedenza; tali triangoli hanno una base compresa tra 40 e 60 cm ed un'altezza compresa tra 60 e 70 cm. In particolare: base 60 ed altezza 70 cm su strade di tipo C e D; base 50 e altezza 60 cm su strade di tipo E; base 40 e altezza 50 su strade di tipo F. La distanza tra due triangoli è pari a circa la metà della base. In prossimità delle intersezioni regolate da segnali semaforici, la linea di arresto dovrà essere tracciata prima dell'attraversamento pedonale e comunque ad una distanza di 1 m da quest'ultimo. La realizzazione delle strisce trasversali sono stabilite dal Nuovo Codice della Strada (D.Lgs. 30 aprile 1992 n. 285) e dal Regolamento di attuazione del nuovo codice della strada (D.P.R. 16 dicembre 1992 n. 495), dalle altri leggi vigenti (Legge 7.12.1999 n.472; Legge 24.11.2006 n.286; Legge 27.12.2006 n.296; Legge 2.4.2007 n.40; D.L. 27.6.2003 n.151; D.Lgs. 23.2.2006 n.149; D.Lgs. 13.3.2006 n.150; D.M. 29.12.2006). ANOMALIE RISCONTRABILI 01.06.10.A01 Usura Perdita di materiale (vernice, materiale plastico, ecc.) dovuto all'usura provocata dall'azione dei veicoli e degli agenti atmosferici disgreganti. CONTROLLI ESEGUIBILI DA PERSONALE SPECIALIZZATO 01.06.10.C01 Controllo dello stato Cadenza: ogni 6 mesi Tipologia: Controllo Controllare periodicamente le condizioni e l'integrità delle linee. Controllare l'aspetto cromatico ed in particolare la consistenza dei colori corrispondenti alle diverse simbologie. Controllare l'efficienza della segnaletica ed in particolare la visibilità in condizioni diverse (diurne, notturne, con luce artificiale, con nebbia, ecc.). Controllare la disposizione dei segnali in funzione della disciplina di circolazione dei veicoli e comunque nel rispetto del Nuovo Codice della Strada. • Anomalie riscontrabili: 1) Usura. MANUTENZIONI ESEGUIBILI DA PERSONALE SPECIALIZZATO 01.06.10.I01 Rifacimento delle strisce Cadenza: ogni anno Rifacimento delle strisce mediante la squadratura e l'applicazione di materiali idonei (vernici, vernici speciali con l'aggiunta di microsfere di vetro, ecc.). • Ditte specializzate: Specializzati vari. Pagina 66 Manuale di Manutenzione Pagina 67 Manuale di Manutenzione Corpo d'Opera: 02 IMPIANTI TECNOLOGICI Indicazioni generali La manutenzione degli impianti, sia essa di tipo ordinaria che straordinaria, ha la finalità di mantenere costante nel tempo le prestazioni degli impianti al fine di conseguire: - le condizioni di base richieste quali tensione corrente, ecc.; - le prestazioni di base richieste quali illuminamento, automazione, ecc.; - la massima efficienza delle apparecchiature. L'attuazione di una strategia di interventi a carattere preventivo e di un programma di controlli ed ispezioni consente di massimizzare la durata dei componenti limitando e rallentando gli effetti dell'usura. Essa comprende quindi tutte le operazioni necessarie all'ottenimento di quanto sopra nonché ad: 1) - ottimizzare i consumi (energia elettrica, gas, etc.); 2) - garantire una lunga vita all'impianto, prevedendo le possibili avarie e riducendo nel tempo i costi di manutenzione straordinaria che comportano sostituzioni e/o riparazioni di componenti importanti dell'impianto. 3) Il piano di manutenzione è stato redatto a partire dagli elaborati progettuali utilizzando informazioni, in particolare quelle relative alle sequenze degli interventi manutentivi e di sostituzione dei componenti, derivate dall'esperienza e dalle fonti bibliografiche. 4) - tali dati saranno ulteriormente precisati ed integrati in sede di costruzione anche in funzione delle indicazioni dei produttori dei componenti effettivamente utilizzati. 5) - nel seguito si riportano le definizioni dei limiti delle manutenzioni sia ordinaria che straordinaria. Manutenzione ordinaria Si intende ordinaria la manutenzione quando: - comporta l'impiego di materiali di consumo (stracci, lubrificanti, grassi e simili) o di ricambio espressamente previsti (fusibili di valvole, filtri a perdere, filtri aria, etc.) - può essere eseguita in luogo con attrezzi di tipo corrente (chiavi, cacciaviti e simili); - non richiede parti specifiche di ricambio, ma unicamente minuterie o materiali di normale usura (ranelle, guarnizioni, materiali di saldatura e simili). Comprende: 1) tutti gli oneri relativi alle operazioni ordinarie e necessarie per assicurare l'efficienza degli impianti e la loro conservazione. Manutenzione straordinaria Si intende straordinaria la manutenzione quando: Pagina 68 Manuale di Manutenzione - non può essere eseguita in loco oppure quando, eseguita in loco, richiede mezzi di particolare importanza (ponteggi e mezzi di sollevamento) ed attrezzature particolari (saldature elettriche, filettatrici, etc.) - comporta l'approvvigionamento di parti di ricambio, oppure la sostituzione di componenti dell'impianto di uso non corrente. Unità Tecnologiche: ° 02.01 Impianto elettrico ° 02.02 Impianto di illuminazione ° 02.03 Impianto di diffusione sonora ° 02.04 Impianto di trasmissione fonia e dati ° 02.05 Impianto per automazione ° 02.06 Impianto telefonico ° 02.07 Impianto di messa a terra ° 02.08 Impianto antintrusione e controllo accessi ° 02.09 Impianto audio annunci emergenze Pagina 69 Manuale di Manutenzione Unità Tecnologica: 02.01 Impianto elettrico L'impianto elettrico, nel caso di edifici per civili abitazioni, ha la funzione di addurre, distribuire ed erogare energia elettrica. Per potenze non superiori a 50 kW l'ente erogatore fornisce l'energia in bassa tensione mediante un gruppo di misura; da quest'ultimo parte una linea primaria che alimenta i vari quadri delle singole utenze. Dal quadro di zona parte la linea secondaria che deve essere sezionata (nel caso di edifici per civili abitazioni) in modo da avere una linea per le utenze di illuminazione e l'altra per le utenze a maggiore assorbimento ed evitare così che salti tutto l'impianto in caso di corti circuiti. La distribuzione principale dell'energia avviene con cavi posizionati in apposite canalette; la distribuzione secondaria avviene con conduttori inseriti in apposite guaine di protezione (di diverso colore: il giallo-verde per la messa a terra, il blu per il neutro, il marrone-grigio per la fase). L'impianto deve essere progettato secondo le norme CEI vigenti per assicurare una adeguata protezione. REQUISITI E PRESTAZIONI (UT) 02.01.R01 (Attitudine al) controllo della condensazione interstiziale Classe di Requisiti: Sicurezza d'intervento Classe di Esigenza: Sicurezza I componenti degli impianti elettrici capaci di condurre elettricità devono essere in grado di evitare la formazione di acqua di condensa per evitare alle persone qualsiasi pericolo di folgorazioni per contatto diretto secondo quanto prescritto dalla norma CEI 64-8. Prestazioni: Si possono controllare i componenti degli impianti elettrici procedendo ad un esame nonché a misure eseguite secondo le norme CEI vigenti. Livello minimo della prestazione: Devono essere rispettati i livelli previsti in sede di progetto. 02.01.R02 (Attitudine al) controllo delle dispersioni elettriche Classe di Requisiti: Funzionalità d'uso Classe di Esigenza: Funzionalità Per evitare qualsiasi pericolo di folgorazione alle persone, causato da un contatto diretto, i componenti degli impianti elettrici devono essere dotati di collegamenti equipotenziali con l’impianto di terra dell’edificio. Prestazioni: Le dispersioni elettriche possono essere verificate controllando i collegamenti equipotenziali e di messa a terra dei componenti degli impianti mediante misurazioni di resistenza a terra. Livello minimo della prestazione: Devono essere rispettati i livelli previsti in sede di progetto e nell’ambito della dichiarazione di conformità prevista dall'art.7 del D.M. 22 gennaio 2008 n .37. 02.01.R03 Attitudine a limitare i rischi di incendio Classe di Requisiti: Protezione antincendio Classe di Esigenza: Sicurezza I componenti dell'impianto elettrico devono essere realizzati ed installati in modo da limitare i rischi di probabili incendi. Prestazioni: Per limitare i rischi di probabili incendi i generatori di calore, funzionanti ad energia elettrica, devono essere installati e funzionare nel rispetto di quanto prescritto dalle leggi e normative vigenti. Livello minimo della prestazione: Devono essere rispettati i livelli previsti in sede di progetto. Pagina 70 Manuale di Manutenzione 02.01.R04 Impermeabilità ai liquidi Classe di Requisiti: Sicurezza d'intervento Classe di Esigenza: Sicurezza I componenti degli impianti elettrici devono essere in grado di evitare il passaggio di fluidi liquidi per evitare alle persone qualsiasi pericolo di folgorazione per contatto diretto secondo quanto prescritto dalla normativa. Prestazioni: E' opportuno che gli elementi costituenti l'impianto elettrico siano realizzati e posti in opera secondo quanto indicato dalle norme e come certificato dalle ditte costruttrici di detti materiali e componenti. Livello minimo della prestazione: Devono essere rispettati i livelli previsti in sede di progetto. 02.01.R05 Isolamento elettrico Classe di Requisiti: Protezione elettrica Classe di Esigenza: Sicurezza Gli elementi costituenti l'impianto elettrico devono essere in grado di resistere al passaggio di cariche elettriche senza perdere le proprie caratteristiche. Prestazioni: E' opportuno che gli elementi costituenti l'impianto elettrico siano realizzati e posti in opera secondo quanto indicato dalle norme e come certificato dalle ditte costruttrici di detti materiali e componenti. Livello minimo della prestazione: Devono essere rispettati i livelli previsti in sede di progetto. 02.01.R06 Limitazione dei rischi di intervento Classe di Requisiti: Protezione dai rischi d'intervento Classe di Esigenza: Sicurezza Gli elementi costituenti l'impianto elettrico devono essere in grado di consentire ispezioni, manutenzioni e sostituzioni in modo agevole ed in ogni caso senza arrecare danno a persone o cose. Prestazioni: E' opportuno che gli elementi costituenti l'impianto elettrico siano realizzati e posti in opera secondo quanto indicato dalle norme e come certificato dalle ditte costruttrici di detti materiali e componenti. Livello minimo della prestazione: Devono essere rispettati i livelli previsti in sede di progetto. 02.01.R07 Montabilità/Smontabilità Classe di Requisiti: Facilità d'intervento Classe di Esigenza: Funzionalità Gli elementi costituenti l'impianto elettrico devono essere atti a consentire la collocazione in opera di altri elementi in caso di necessità. Prestazioni: Gli elementi costituenti l'impianto elettrico devono essere montati in opera in modo da essere facilmente smontabili senza per questo smontare o disfare l'intero impianto. Livello minimo della prestazione: Devono essere rispettati i livelli previsti in sede di progetto. 02.01.R08 Resistenza meccanica Classe di Requisiti: Di stabilità Classe di Esigenza: Sicurezza Gli impianti elettrici devono essere realizzati con materiali in grado di contrastare in modo efficace il prodursi di deformazioni o Pagina 71 Manuale di Manutenzione rotture sotto l'azione di determinate sollecitazioni. Prestazioni: Gli elementi costituenti gli impianti elettrici devono essere idonei ad assicurare stabilità e resistenza all’azione di sollecitazioni meccaniche in modo da garantirne durata e funzionalità nel tempo garantendo allo stesso tempo la sicurezza degli utenti. Livello minimo della prestazione: Devono essere rispettati i livelli previsti in sede di progetto. L'Unità Tecnologica è composta dai seguenti Elementi Manutenibili: ° 02.01.01 Canalizzazioni in PVC ° 02.01.02 Contattore ° 02.01.03 Fusibili ° 02.01.04 Interruttori ° 02.01.05 Motori ° 02.01.06 Prese e spine ° 02.01.07 Quadri di bassa tensione ° 02.01.08 Relè a sonde ° 02.01.09 Relè termici ° 02.01.10 Sezionatore Pagina 72 Manuale di Manutenzione Elemento Manutenibile: 02.01.01 Canalizzazioni in PVC Unità Tecnologica: 02.01 Impianto elettrico Le "canalette" sono tra gli elementi più semplici per il passaggio dei cavi elettrici. Le canalizzazioni dell'impianto elettrico sono generalmente realizzate in PVC e devono essere conformi alle prescrizioni di sicurezza delle norme CEI; dovranno essere dotati di marchio di qualità o certificati secondo le disposizioni di legge. REQUISITI E PRESTAZIONI (EM) 02.01.01.R01 Resistenza al fuoco Classe di Requisiti: Protezione antincendio Classe di Esigenza: Sicurezza Le canalizzazioni degli impianti elettrici suscettibili di essere sottoposti all’azione del fuoco devono essere classificati secondo quanto previsto dalla normativa vigente; la resistenza al fuoco deve essere documentata da “marchio di conformità” o “dichiarazione di conformità”. Prestazioni: Le prove per la determinazione della resistenza al fuoco degli elementi sono quelle indicate dalle norme UNI. Livello minimo della prestazione: Devono essere rispettati i livelli previsti in sede di progetto. 02.01.01.R02 Stabilità chimico reattiva Classe di Requisiti: Protezione dagli agenti chimici ed organici Classe di Esigenza: Sicurezza Le canalizzazioni degli impianti elettrici devono essere realizzate con materiali in grado di mantenere inalterate nel tempo le proprie caratteristiche chimico-fisiche. Prestazioni: Per garantire la stabilità chimico reattiva i materiali e componenti degli impianti elettrici non devono presentare incompatibilità chimico-fisica. Livello minimo della prestazione: Devono essere rispettati i livelli previsti in sede di progetto. ANOMALIE RISCONTRABILI 02.01.01.A01 Corto circuiti Corti circuiti dovuti a difetti nell'impianto di messa a terra, a sbalzi di tensione (sovraccarichi) o ad altro. 02.01.01.A02 Difetti agli interruttori Difetti agli interruttori magnetotermici e differenziali dovuti all'eccessiva polvere presente all'interno delle connessioni o alla presenza di umidità ambientale o di condensa. 02.01.01.A03 Difetti di taratura Pagina 73 Manuale di Manutenzione Difetti di taratura dei contattori, di collegamento o di taratura della protezione. 02.01.01.A04 Disconnessione dell'alimentazione Disconnessione dell'alimentazione dovuta a difetti di messa a terra, di sovraccarico di tensione di alimentazione, di corto circuito imprevisto. 02.01.01.A05 Interruzione dell'alimentazione principale Interruzione dell'alimentazione principale dovuta ad un interruzione dell'ente erogatore/gestore dell'energia elettrica. 02.01.01.A06 Interruzione dell'alimentazione secondaria Interruzione dell'alimentazione secondaria dovuta a guasti al circuito secondario o al gruppo elettrogeno. 02.01.01.A07 Surriscaldamento Surriscaldamento che può provocare difetti di protezione e di isolamento. Può essere dovuto da ossidazione delle masse metalliche. CONTROLLI ESEGUIBILI DA PERSONALE SPECIALIZZATO 02.01.01.C01 Controllo generale Cadenza: ogni 6 mesi Tipologia: Controllo a vista Controllo dello stato generale e dell'integrità dei contenitori a vista, dei coperchi delle cassette e delle scatole di passaggio. Verificare inoltre la presenza delle targhette nelle morsetterie. • • Requisiti da verificare: 1) Isolamento elettrico; 2) Resistenza meccanica; 3) Stabilità chimico reattiva. Anomalie riscontrabili: 1) Difetti agli interruttori; 2) Surriscaldamento. MANUTENZIONI ESEGUIBILI DA PERSONALE SPECIALIZZATO 02.01.01.I01 Ripristino grado di protezione Cadenza: quando occorre Ripristinare il previsto grado di protezione che non deve mai essere inferiore a quello previsto dalla normativa vigente. • Ditte specializzate: Elettricista. Elemento Manutenibile: 02.01.02 Contattore Unità Tecnologica: 02.01 Impianto elettrico È un apparecchio meccanico di manovra che funziona in ON/OFF ed è comandato da un elettromagnete. Il contattore si chiude quando la bobina dell'elettromagnete è alimentata e, attraverso i poli, crea il circuito tra la rete di alimentazione e il ricevitore. Le parti mobili dei poli e dei contatti ausiliari sono comandati dalla parte mobile dell'elettromagnete che si sposta nei seguenti casi: a) per rotazione, ruotando su un asse; b) per traslazione, scivolando parallelamente sulle parti fisse; Pagina 74 Manuale di Manutenzione c) con un movimento di traslazione-rotazione. Quando la bobina è posta fuori tensione il circuito magnetico si smagnetizza e il contattore e il contattore si apre a causa: a) delle molle di pressione dei poli e della molla di ritorno del circuito magnetico mobile; b) della gravità. ANOMALIE RISCONTRABILI 02.01.02.A01 Anomalie della bobina Difetti di funzionamento della bobina di avvolgimento. 02.01.02.A02 Anomalie del circuito magnetico Difetti di funzionamento del circuito magnetico mobile. 02.01.02.A03 Anomalie dell'elettromagnete Vibrazioni dell'elettromagnete del contattore dovute ad alimentazione non idonea. 02.01.02.A04 Anomalie della molla Difetti di funzionamento della molla di ritorno. 02.01.02.A05 Anomalie delle viti serrafili Difetti di tenuta delle viti serrafilo. 02.01.02.A06 Difetti dei passacavo Difetti di tenuta del coperchio passacavi. 02.01.02.A07 Rumorosità Eccessivo livello del rumore dovuto ad accumuli di polvere sulle superfici. CONTROLLI ESEGUIBILI DA PERSONALE SPECIALIZZATO 02.01.02.C01 Controllo generale Cadenza: ogni 6 mesi Tipologia: Ispezione a vista Verificare che i fili siano ben serrati dalle viti e che i cavi siano ben sistemati nel coperchio passacavi. Nel caso di eccessivo rumore smontare il contattore e verificare lo stato di pulizia delle superfici dell'elettromagnete e della bobina. • • Requisiti da verificare: 1) Limitazione dei rischi di intervento. Anomalie riscontrabili: 1) Anomalie della bobina; 2) Anomalie del circuito magnetico; 3) Anomalie della molla; 4) Anomalie delle viti serrafili; 5) Difetti dei passacavo; 6) Anomalie dell'elettromagnete; 7) Rumorosità. 02.01.02.C02 Verifica tensione Cadenza: ogni anno Tipologia: Ispezione strumentale Misurare la tensione ai morsetti di arrivo utilizzando un voltmetro. • • Requisiti da verificare: 1) (Attitudine al) controllo delle dispersioni elettriche. Anomalie riscontrabili: 1) Anomalie dell'elettromagnete. Pagina 75 Manuale di Manutenzione MANUTENZIONI ESEGUIBILI DA PERSONALE SPECIALIZZATO 02.01.02.I01 Pulizia Cadenza: quando occorre Eseguire la pulizia delle superfici rettificate dell'elettromagnete utilizzando benzina o tricloretilene. • Ditte specializzate: Elettricista. 02.01.02.I02 Serraggio cavi Cadenza: ogni 6 mesi Effettuare il serraggio di tutti i cavi in entrata e in uscita dal contattore. • Ditte specializzate: Elettricista. 02.01.02.I03 Sostituzione bobina Cadenza: a guasto Effettuare la sostituzione della bobina quando necessario con altra dello stesso tipo. • Ditte specializzate: Elettricista. Elemento Manutenibile: 02.01.03 Fusibili Unità Tecnologica: 02.01 Impianto elettrico I fusibili realizzano una protezione fase per fase con un grande potere di interruzione a basso volume e possono essere installati o su appositi supporti (porta-fusibili) o in sezionatori porta-fusibili al posto di manicotti o barrette. Si classificano in due categorie: a) fusibili "distribuzione" tipo gG: proteggono sia contro i corto-circuiti sia contro i sovraccarichi i circuiti che non hanno picchi di corrente elevati, come i circuiti resistivi; devono avere un carico immediatamente superiore alla corrente di pieno carico del circuito protetto; b) fusibili "motore" tipo aM: proteggono contro i corto-circuiti i circuiti sottoposti ad elevati picchi di corrente, sono fatti in maniera tale che permettono ai fusibili aM di far passare queste sovracorrenti rendendoli non adatti alla protezione contro i sovraccarichi; una protezione come questa deve essere fornita di un altro dispositivo quale il relè termico; devono avere un carico immediatamente superiore alla corrente di pieno carico del circuito protetto. ANOMALIE RISCONTRABILI 02.01.03.A01 Depositi vari Accumuli di polvere all'interno delle connessioni. 02.01.03.A02 Difetti di funzionamento Anomalie nel funzionamento dei fusibili dovuti ad erronea posa degli stessi sui porta-fusibili. 02.01.03.A03 Umidità Presenza di umidità ambientale o di condensa. Pagina 76 Manuale di Manutenzione CONTROLLI ESEGUIBILI DA PERSONALE SPECIALIZZATO 02.01.03.C01 Controllo generale Cadenza: ogni 6 mesi Tipologia: Ispezione a vista Verificare la corretta posizione ed il tipo di fusibile installato. Controllare che le connessioni siano efficienti e pulite. • Anomalie riscontrabili: 1) Difetti di funzionamento; 2) Depositi vari; 3) Umidità. MANUTENZIONI ESEGUIBILI DA PERSONALE SPECIALIZZATO 02.01.03.I01 Pulizia Cadenza: ogni 6 mesi Eseguire la pulizia delle connessioni dei fusibili sui porta fusibili eliminando polvere, umidità e depositi vari. • Ditte specializzate: Elettricista. 02.01.03.I02 Sostituzione dei fusibili Cadenza: quando occorre Eseguire la sostituzione dei fusibili quando usurati. • Ditte specializzate: Elettricista. Elemento Manutenibile: 02.01.04 Interruttori Unità Tecnologica: 02.01 Impianto elettrico Gli interruttori generalmente utilizzati sono del tipo ad interruzione in esafluoruro di zolfo con pressione relativa del SF6 di primo riempimento a 20 °C uguale a 0,5 bar. Gli interruttori possono essere dotati dei seguenti accessori: a) comando a motore carica molle; b) sganciatore di apertura; c) sganciatore di chiusura; d) contamanovre meccanico; e) contatti ausiliari per la segnalazione di aperto-chiuso dell'interruttore. REQUISITI E PRESTAZIONI (EM) 02.01.04.R01 Comodità di uso e manovra Classe di Requisiti: Funzionalità d'uso Classe di Esigenza: Funzionalità Gli interruttori devono essere realizzati con materiali e componenti aventi caratteristiche di facilità di uso, di funzionalità e di manovrabilità. Prestazioni: Gli interruttori devono essere disposti in posizione ed altezza dal piano di calpestio tali da rendere il loro utilizzo agevole e sicuro, Pagina 77 Manuale di Manutenzione ed essere accessibili anche da parte di persone con impedite o ridotta capacità motoria. Livello minimo della prestazione: In particolare l’altezza di installazione dal piano di calpestio dei componenti deve essere compresa fra 0.40 e 1.40 m, ad eccezione di quei componenti il cui azionamento avviene mediante comando a distanza (ad. es. telecomando a raggi infrarossi). ANOMALIE RISCONTRABILI 02.01.04.A01 Anomalie dei contatti ausiliari Difetti di funzionamento dei contatti ausiliari. 02.01.04.A02 Anomalie delle molle Difetti di funzionamento delle molle. 02.01.04.A03 Anomalie degli sganciatori Difetti di funzionamento degli sganciatori di apertura e chiusura. 02.01.04.A04 Corto circuiti Corto circuiti dovuti a difetti nell'impianto di messa a terra, a sbalzi di tensione (sovraccarichi) o ad altro. 02.01.04.A05 Difetti agli interruttori Difetti agli interruttori magnetotermici e differenziali dovuti all'eccessiva polvere presente all'interno delle connessioni o alla presenza di umidità ambientale o di condensa. 02.01.04.A06 Difetti di taratura Difetti di taratura dei contattori, di collegamento o di taratura della protezione. 02.01.04.A07 Disconnessione dell'alimentazione Disconnessione dell'alimentazione dovuta a difetti di messa a terra, di sovraccarico di tensione di alimentazione, di corto circuito imprevisto. 02.01.04.A08 Surriscaldamento Surriscaldamento che può provocare difetti di protezione e di isolamento. Può essere dovuto da ossidazione delle masse metalliche. CONTROLLI ESEGUIBILI DA PERSONALE SPECIALIZZATO 02.01.04.C01 Controllo generale Cadenza: ogni mese Tipologia: Controllo a vista Verificare la corretta pressione di serraggio delle viti e delle placchette, e dei coperchi delle cassette. Verificare che ci sia un buon livello di isolamento e di protezione (livello minimo di protezione da assicurare è IP54) onde evitare corto circuiti. • • Requisiti da verificare: 1) (Attitudine al) controllo della condensazione interstiziale; 2) (Attitudine al) controllo delle dispersioni elettriche; 3) Comodità di uso e manovra; 4) Impermeabilità ai liquidi; 5) Isolamento elettrico; 6) Limitazione dei rischi di intervento; 7) Montabilità/Smontabilità; 8) Resistenza meccanica. Anomalie riscontrabili: 1) Corto circuiti; 2) Difetti agli interruttori; 3) Difetti di taratura; 4) Disconnessione dell'alimentazione; 5) Surriscaldamento; 6) Anomalie degli sganciatori. Pagina 78 Manuale di Manutenzione MANUTENZIONI ESEGUIBILI DA PERSONALE SPECIALIZZATO 02.01.04.I01 Sostituzioni Cadenza: quando occorre Sostituire, quando usurate o non più rispondenti alle norme, parti degli interruttori quali placchette, coperchi, telai porta frutti, apparecchi di protezione e di comando. • Ditte specializzate: Elettricista. Elemento Manutenibile: 02.01.05 Motori Unità Tecnologica: 02.01 Impianto elettrico Le parti principali di un motore sono lo statore (induttore) e il rotore (indotto). Lo statore è la parte fissa del motore formata da un'armatura in ghisa che contiene una corona di lamierini molto sottili in acciaio al silicio isolati tra loro da ossidazione o vernice isolante. Gli avvolgimenti dello statore che devono innescare il campo rotante (tre in caso di motore trifase) sono collocati negli appositi incastri di cui sono forniti i lamierini. Ognuno degli avvolgimenti è fatto di varie bobine che si accoppiano tra loro definendo il numero di coppie di poli del motore e, di conseguenza, la velocità di rotazione. Il rotore è la parte mobile del motore formata da un impilaggio di lamierini sottili isolati tra loro e che compongono un cilindro inchiavettato sull'albero del motore. Il rotore può essere dei tipi di seguito descritti. A gabbia di scoiattolo. Sulla parte esterna del cilindro sono posizionati degli incastri su cui si dispongono dei conduttori collegati ad ognuna delle estremità da una corona metallica e su cui si esercita la coppia motore generata dal campo rotante. I conduttori sono inclinati di poco verso l'esterno per fare in modo che la coppia sia regolare, questo conferisce al rotore il tipico aspetto di una gabbia di scoiattolo. Nei motori di piccole dimensioni la gabbia è un pezzo unico fatta di alluminio iniettato sotto pressione; anche le alette di raffreddamento sono colate in questo modo e formano un corpo unico con il rotore. La coppia di avviamento di questi motori è bassa e la corrente assorbita alla messa sotto tensione è molto maggiore rispetto alla corrente nominale. A doppia gabbia. È il rotore più diffuso; è formato da due gabbie concentriche: una esterna con resistenza maggiore e una interna con resistenza minore. All'inizio dell'avviamento, le correnti indotte si oppongono alla penetrazione del flusso nella gabbia interna perché questo ha una frequenza elevata. La coppia prodotta dalla gabbia esterna resistente è elevata e lo spunto di corrente ridotto. A fine avviamento si ha una diminuzione della frequenza del rotore e, di conseguenza, è più agevole il passaggio del flusso attraverso la gabbia interna. Il motore, quindi, agisce come se fosse formato da una sola gabbia poco resistente. In regime stabilito la velocità è inferiore solo di poco a quella del motore a gabbia singola. A gabbia resistente - Sono molto diffusi, soprattutto in gabbia singola. Di solito la gabbia è racchiusa tra due anelli in inox resistente. Questi motori, alcuni dei quali sono moto-ventilati, hanno un rendimento meno buono e la variazione di velocità si può ottenere soltanto agendo sulla tensione. Hanno, però, una buona coppia di avviamento. Sbobinato (rotore ad anelli). Degli avvolgimenti uguali a quelli dello statore sono collocati negli incastri alla periferia del rotore che, di solito, è trifase. L'estremità di ogni avvolgimento è collegata ad un punto comune (accoppiamento a stella). Le estremità libere o si collegano ad un'interfaccia centrifuga o a tre anelli in rame, isolati e integrati al rotore. Su questi anelli si muovono delle spazzole in grafite collegate direttamente al dispositivo di avviamento. In base al valore delle resistenze inserite nel circuito rotorico, questo tipo di motore può sviluppare una coppia di avviamento che può arrivare fino ad oltre 2,5 volte la coppia nominale. Il picco di corrente all'avviamento è uguale a quello della coppia. REQUISITI E PRESTAZIONI (EM) 02.01.05.R01 (Attitudine al) controllo del rumore prodotto Classe di Requisiti: Acustici Classe di Esigenza: Benessere I motori devono essere realizzati con materiali e componenti tali da garantire un livello di rumore nell’ambiente esterno entro i Pagina 79 Manuale di Manutenzione limiti prescritti dalla normativa. Prestazioni: Il livello di rumore può essere oggetto di verifiche sia con gli impianti funzionanti che con gli impianti fermi. Livello minimo della prestazione: Devono essere rispettati i valori minimi indicati dalla norma. ANOMALIE RISCONTRABILI 02.01.05.A01 Anomalie del rotore Difetti di funzionamento del rotore. 02.01.05.A02 Aumento della temperatura Valori eccessivi della temperatura ambiente che causano malfunzionamenti. 02.01.05.A03 Difetti del circuito di ventilazione Anomalie nel funzionamento del circuito di ventilazione. 02.01.05.A04 Difetti delle guarnizioni Difetti di tenuta delle guarnizioni. 02.01.05.A05 Difetti di marcia Difetti nella marcia del motore per cui si verificano continui arresti e ripartenze. 02.01.05.A06 Difetti di serraggio Difetti di tenuta dei serraggi dei vari bulloni. 02.01.05.A07 Difetti dello statore Difetti di funzionamento dello statore. 02.01.05.A08 Rumorosità Eccessivo livello del rumore prodotto durante il funzionamento. 02.01.05.A09 Sovraccarico Eccessivo valore della tensione utilizzata per singolo apparecchio. CONTROLLI ESEGUIBILI DA PERSONALE SPECIALIZZATO 02.01.05.C01 Controllo della tensione Cadenza: ogni 6 mesi Tipologia: Ispezione strumentale Effettuare una verifica dei valori della tensione di alimentazione per evitare sovraccarichi. • • Requisiti da verificare: 1) (Attitudine al) controllo delle dispersioni elettriche. Anomalie riscontrabili: 1) Aumento della temperatura; 2) Sovraccarico. Pagina 80 Manuale di Manutenzione 02.01.05.C02 Controllo generale Cadenza: ogni 6 mesi Tipologia: Ispezione a vista Verificare che il motore giri correttamente e che il livello del rumore prodotto non sia eccessivo. Controllare che non si verifichino giochi o cigolii. • • Requisiti da verificare: 1) . Anomalie riscontrabili: 1) Anomalie del rotore; 2) Difetti di marcia; 3) Difetti di serraggio; 4) Difetti dello statore; 5) Rumorosità. MANUTENZIONI ESEGUIBILI DA PERSONALE SPECIALIZZATO 02.01.05.I01 Revisione Cadenza: quando occorre Eseguire lo smontaggio completo del motore per eseguirne la revisione. • Ditte specializzate: Elettricista. 02.01.05.I02 Serraggio bulloni Cadenza: ogni 6 mesi Eseguire il serraggio di tutti i bulloni per evitare giochi e malfunzionamenti. • Ditte specializzate: Elettricista. Elemento Manutenibile: 02.01.06 Prese e spine Unità Tecnologica: 02.01 Impianto elettrico Le prese e le spine dell'impianto elettrico hanno il compito di distribuire alle varie apparecchiature alle quali sono collegati l'energia elettrica proveniente dalla linea principale di adduzione. Sono generalmente sistemate in appositi spazi ricavati nelle pareti o a pavimento (cassette). REQUISITI E PRESTAZIONI (EM) 02.01.06.R01 Comodità di uso e manovra Classe di Requisiti: Funzionalità d'uso Classe di Esigenza: Funzionalità Le prese e spine devono essere realizzate con materiali e componenti aventi caratteristiche di facilità di uso, di funzionalità e di manovrabilità. Prestazioni: Le prese e spine devono essere disposte in posizione ed altezza dal piano di calpestio tali da rendere il loro utilizzo agevole e sicuro, ed essere accessibili anche da parte di persone con impedite o ridotta capacità motoria. Pagina 81 Manuale di Manutenzione Livello minimo della prestazione: In particolare l’altezza di installazione dal piano di calpestio dei componenti deve essere compresa fra 0.40 e 1.40 m, ad eccezione di quei componenti il cui azionamento avviene mediante comando a distanza (ad. es. telecomando a raggi infrarossi). ANOMALIE RISCONTRABILI 02.01.06.A01 Corto circuiti Corto circuiti dovuti a difetti nell'impianto di messa a terra, a sbalzi di tensione (sovraccarichi) o ad altro. 02.01.06.A02 Difetti agli interruttori Difetti agli interruttori magnetotermici e differenziali dovuti all'eccessiva polvere presente all'interno delle connessioni o alla presenza di umidità ambientale o di condensa. 02.01.06.A03 Difetti di taratura Difetti di taratura dei contattori, di collegamento o di taratura della protezione. 02.01.06.A04 Disconnessione dell'alimentazione Disconnessione dell'alimentazione dovuta a difetti di messa a terra, di sovraccarico di tensione di alimentazione, di corto circuito imprevisto. 02.01.06.A05 Surriscaldamento Surriscaldamento che può provocare difetti di protezione e di isolamento. Può essere dovuto da ossidazione delle masse metalliche. CONTROLLI ESEGUIBILI DA PERSONALE SPECIALIZZATO 02.01.06.C01 Controllo generale Cadenza: ogni mese Tipologia: Controllo a vista Verificare la corretta pressione di serraggio delle viti e delle placchette, e dei coperchi delle cassette. Verificare che ci sia un buon livello di isolamento e di protezione (livello minimo di protezione da assicurare è IP54) onde evitare corto circuiti. • • Requisiti da verificare: 1) (Attitudine al) controllo della condensazione interstiziale; 2) (Attitudine al) controllo delle dispersioni elettriche; 3) Comodità di uso e manovra; 4) Impermeabilità ai liquidi; 5) Isolamento elettrico; 6) Limitazione dei rischi di intervento; 7) Montabilità/Smontabilità; 8) Resistenza meccanica. Anomalie riscontrabili: 1) Corto circuiti; 2) Difetti agli interruttori; 3) Difetti di taratura; 4) Disconnessione dell'alimentazione; 5) Surriscaldamento. MANUTENZIONI ESEGUIBILI DA PERSONALE SPECIALIZZATO 02.01.06.I01 Sostituzioni Cadenza: quando occorre Sostituire, quando usurate o non più rispondenti alle norme, parti di prese e spine quali placchette, coperchi, telai porta frutti, apparecchi di protezione e di comando. • Ditte specializzate: Elettricista. Pagina 82 Manuale di Manutenzione Elemento Manutenibile: 02.01.07 Quadri di bassa tensione Unità Tecnologica: 02.01 Impianto elettrico Le strutture più elementari sono centralini da incasso, in materiale termoplastico autoestinguente, con indice di protezione IP40, fori asolati e guida per l'assemblaggio degli interruttori e delle morsette. Questi centralini si installano all'interno delle abitazioni e possono essere anche a parete. Esistono, inoltre, centralini stagni in materiale termoplastico con grado di protezione IP55 adatti per officine e industrie. REQUISITI E PRESTAZIONI (EM) 02.01.07.R01 Accessibilità Classe di Requisiti: Facilità d'intervento Classe di Esigenza: Funzionalità I quadri devono essere facilmente accessibili per consentire un facile utilizzo sia nel normale funzionamento sia in caso di guasti. Prestazioni: E' opportuno che sia assicurata la qualità della progettazione, della fabbricazione e dell’installazione dei materiali e componenti con riferimento a quanto indicato dalle norme e come certificato dalle ditte costruttrici di detti materiali e componenti. Livello minimo della prestazione: Devono essere rispettati i livelli previsti in sede di progetto. 02.01.07.R02 Identificabilità Classe di Requisiti: Facilità d'intervento Classe di Esigenza: Funzionalità I quadri devono essere facilmente identificabili per consentire un facile utilizzo. Deve essere presente un cartello sul quale sono riportate le funzioni degli interruttori nonché le azioni da compiere in caso di emergenza su persone colpite da folgorazione. Prestazioni: E' opportuno che gli elementi costituenti l'impianto elettrico siano realizzati e posti in opera secondo quanto indicato dalle norme e come certificato dalle ditte costruttrici di detti materiali e componenti. Livello minimo della prestazione: Devono essere rispettati i livelli previsti in sede di progetto. ANOMALIE RISCONTRABILI 02.01.07.A01 Anomalie dei contattori Difetti di funzionamento dei contattori. 02.01.07.A02 Anomalie dei fusibili Difetti di funzionamento dei fusibili. 02.01.07.A03 Anomalie dell'impianto di rifasamento Difetti di funzionamento della centralina che gestisce l'impianto di rifasamento. Pagina 83 Manuale di Manutenzione 02.01.07.A04 Anomalie dei magnetotermici Difetti di funzionamento degli interruttori magnetotermici. 02.01.07.A05 Anomalie dei relè Difetti di funzionamento dei relè termici. 02.01.07.A06 Anomalie della resistenza Difetti di funzionamento della resistenza anticondensa. 02.01.07.A07 Anomalie delle spie di segnalazione Difetti di funzionamento delle spie e delle lampade di segnalazione. 02.01.07.A08 Anomalie dei termostati Difetti di funzionamento dei termostati. 02.01.07.A09 Depositi di materiale Accumulo di polvere sui contatti che provoca malfunzionamenti. 02.01.07.A10 Difetti agli interruttori Difetti agli interruttori magnetotermici e differenziali dovuti all'eccessiva polvere presente all'interno delle connessioni o alla presenza di umidità ambientale o di condensa. CONTROLLI ESEGUIBILI DA PERSONALE SPECIALIZZATO 02.01.07.C01 Controllo centralina di rifasamento Cadenza: ogni 2 mesi Tipologia: Controllo a vista Verificare il corretto funzionamento della centralina di rifasamento. • • Requisiti da verificare: 1) (Attitudine al) controllo delle dispersioni elettriche. Anomalie riscontrabili: 1) Anomalie dell'impianto di rifasamento. 02.01.07.C02 Verifica dei condensatori Cadenza: ogni 6 mesi Tipologia: Ispezione a vista Verificare l'integrità dei condensatori di rifasamento e dei contattori. • • Requisiti da verificare: 1) Isolamento elettrico. Anomalie riscontrabili: 1) Anomalie dell'impianto di rifasamento; 2) Anomalie dei contattori. 02.01.07.C03 Verifica messa a terra Cadenza: ogni 2 mesi Tipologia: Controllo Verificare l'efficienza dell'impianto di messa a terra dei quadri. • • Requisiti da verificare: 1) Limitazione dei rischi di intervento; 2) Resistenza meccanica. Anomalie riscontrabili: 1) Anomalie dei contattori; 2) Anomalie dei magnetotermici. Pagina 84 Manuale di Manutenzione 02.01.07.C04 Verifica protezioni Cadenza: ogni 6 mesi Tipologia: Ispezione a vista Verificare il corretto funzionamento dei fusibili, degli interruttori automatici e dei relè termici. • • Requisiti da verificare: 1) (Attitudine al) controllo delle dispersioni elettriche. Anomalie riscontrabili: 1) Anomalie dei fusibili; 2) Anomalie dei magnetotermici; 3) Anomalie dei relè. MANUTENZIONI ESEGUIBILI DA PERSONALE SPECIALIZZATO 02.01.07.I01 Pulizia generale Cadenza: ogni 6 mesi Pulizia generale utilizzando aria secca a bassa pressione. • Ditte specializzate: Elettricista. 02.01.07.I02 Serraggio Cadenza: ogni anno Eseguire il serraggio di tutti i bulloni, dei morsetti e degli interruttori. • Ditte specializzate: Elettricista. 02.01.07.I03 Sostituzione centralina rifasamento Cadenza: quando occorre Eseguire la sostituzione della centralina elettronica di rifasamento con altra dello stesso tipo. • Ditte specializzate: Elettricista. 02.01.07.I04 Sostituzione quadro Cadenza: ogni 20 anni Eseguire la sostituzione del quadro quando usurato o per un adeguamento alla normativa. • Ditte specializzate: Elettricista. Elemento Manutenibile: 02.01.08 Relè a sonde Unità Tecnologica: 02.01 Impianto elettrico Accertano la reale temperatura dell'elemento da proteggere. Questo sistema di protezione è formato da: a) una o più sonde a termistori con coefficiente di temperatura positivo (PTC), la resistenza delle sonde (componenti statici) aumenta repentinamente quando la temperatura raggiunge una soglia definita Temperatura Nominale di Funzionamento (TNF); b) un dispositivo elettronico alimentato a corrente alternata o continua che misura le resistenze delle sonde a lui connesse; un circuito a soglia rileva il brusco aumento del valore della resistenza se si raggiunge la TNF e comanda il mutamento di stati dei contatti in uscita; scegliendo differenti tipi di sonde si può adoperare questo sistema di protezione sia per fornire un allarme senza arresto della macchina, sia per Pagina 85 Manuale di Manutenzione comandare l'arresto; le versioni di relè a sonde sono due: c) a riarmo automatico se la temperatura delle sonde arriva ad un valore inferiore alla TNF; d) a riarmo manuale locale o a distanza con interruttore di riarmo attivo fino a quando la temperatura rimane maggiore rispetto alla TNF. ANOMALIE RISCONTRABILI 02.01.08.A01 Anomalie del collegamento Difetti di funzionamento del collegamento relè-sonda. 02.01.08.A02 Anomalie delle sonde Difetti di funzionamento delle sonde dei relè. 02.01.08.A03 Anomalie dei dispositivi di comando Difetti di funzionamento dei dispositivi di regolazione e comando. 02.01.08.A04 Corto circuito Corto-circuito sulle sonde o sulla linea sonde-relè. 02.01.08.A05 Difetti di regolazione Difetti di funzionamento delle viti di regolazione dei relè. 02.01.08.A06 Difetti di serraggio Difetti di serraggio dei fili dovuti ad anomalie delle viti serrafilo. 02.01.08.A07 Mancanza dell'alimentazione Mancanza dell'alimentazione del relè. 02.01.08.A08 Sbalzi della temperatura Aumento improvviso della temperatura e superiore a quella di funzionamento delle sonde. CONTROLLI ESEGUIBILI DA PERSONALE SPECIALIZZATO 02.01.08.C01 Controllo generale Cadenza: ogni 6 mesi Tipologia: Ispezione a vista Verificare il corretto serraggio dei fili nei rispettivi serrafili e la corretta posizione della sonda. Controllare che tutti i dispositivi di regolazione e comando siano funzionanti. • • Requisiti da verificare: 1) (Attitudine al) controllo delle dispersioni elettriche. Anomalie riscontrabili: 1) Anomalie del collegamento; 2) Anomalie delle sonde; 3) Anomalie dei dispositivi di comando; 4) Corto circuito; 5) Difetti di regolazione; 6) Difetti di serraggio; 7) Mancanza dell'alimentazione; 8) Sbalzi della temperatura. MANUTENZIONI ESEGUIBILI DA PERSONALE SPECIALIZZATO 02.01.08.I01 Serraggio fili Pagina 86 Manuale di Manutenzione Cadenza: ogni 6 mesi Eseguire il serraggio di tutti i fili in entrata ed in uscita dal relè. • Ditte specializzate: Elettricista. 02.01.08.I02 Sostituzione Cadenza: quando occorre Eseguire la sostituzione dei relè deteriorati quando necessario con altri dello stesso tipo e numero. • Ditte specializzate: Elettricista. 02.01.08.I03 Taratura sonda Cadenza: quando occorre Eseguire la taratura della sonda del relè. • Ditte specializzate: Elettricista. Elemento Manutenibile: 02.01.09 Relè termici Unità Tecnologica: 02.01 Impianto elettrico Sono i dispositivi più adoperati per la protezione dei motori contro i sovraccarichi deboli e prolungati. Possono essere utilizzati a corrente alternata e continua e possono essere: a) tripolari; b) compensati (non sensibili alle modificazioni della temperatura ambiente); c) sensibili ad una mancanza di fase, evitando la marcia del motore in monofase; d) a riarmo manuale o automatico; e) graduati in "Ampere motore": impostazione sul relè della corrente segnata sulla piastra segnaletica del motore. Un relè termico tripolare è formato da tre lamine bimetalliche fatte da due metalli uniti da una laminazione e con coefficienti di dilatazione molto diversi. Ogni lamina è dotata di un avvolgimento riscaldante ed ogni avvolgimento è collegato in serie ad una fase del motore. La deformazione delle lamine è causata dal riscaldamento delle lamine a causa della corrente assorbita dal motore; a seconda dell'intensità della corrente la deformazione è più o meno accentuata. ANOMALIE RISCONTRABILI 02.01.09.A01 Anomalie dei dispositivi di comando Difetti di funzionamento dei dispositivi di regolazione e comando. 02.01.09.A02 Anomalie della lamina Difetti di funzionamento della lamina di compensazione. 02.01.09.A03 Difetti di regolazione Difetti di funzionamento delle viti di regolazione dei relè. 02.01.09.A04 Difetti di serraggio Difetti di serraggio dei fili dovuti ad anomalie delle viti serrafilo. 02.01.09.A05 Difetti dell'oscillatore Pagina 87 Manuale di Manutenzione Difetti di funzionamento dell'oscillatore. CONTROLLI ESEGUIBILI DA PERSONALE SPECIALIZZATO 02.01.09.C01 Controllo generale Cadenza: ogni 6 mesi Tipologia: Ispezione a vista Verificare il corretto serraggio dei fili nei rispettivi serrafili. Controllare che tutti i dispositivi di regolazione e comando siano funzionanti. • • Requisiti da verificare: 1) (Attitudine al) controllo delle dispersioni elettriche. Anomalie riscontrabili: 1) Anomalie dei dispositivi di comando; 2) Difetti di regolazione; 3) Difetti di serraggio. MANUTENZIONI ESEGUIBILI DA PERSONALE SPECIALIZZATO 02.01.09.I01 Serraggio fili Cadenza: ogni 6 mesi Eseguire il serraggio di tutti i fili in entrata ed in uscita dal relè. • Ditte specializzate: Elettricista. 02.01.09.I02 Sostituzione Cadenza: quando occorre Eseguire la sostituzione dei relè deteriorati quando necessario. • Ditte specializzate: Elettricista. Elemento Manutenibile: 02.01.10 Sezionatore Unità Tecnologica: 02.01 Impianto elettrico Il sezionatore è un apparecchio meccanico di connessione che risponde, in posizione di apertura, alle prescrizioni specificate per la funzione di sezionamento. È formato da un blocco tripolare o tetrapolare, da uno o due contatti ausiliari di preinterruzione e da un dispositivo di comando che determina l'apertura e la chiusura dei poli. REQUISITI E PRESTAZIONI (EM) 02.01.10.R01 Comodità di uso e manovra Classe di Requisiti: Funzionalità d'uso Classe di Esigenza: Funzionalità Pagina 88 Manuale di Manutenzione I sezionatori devono essere realizzati con materiali e componenti aventi caratteristiche di facilità di uso, di funzionalità e di manovrabilità. Prestazioni: I sezionatori devono essere disposti in posizione ed altezza dal piano di calpestio tali da rendere il loro utilizzo agevole e sicuro sia in condizioni di normale utilizzo sia in caso di emergenza. Livello minimo della prestazione: In particolare l’altezza di installazione dal piano di calpestio dei componenti deve essere compresa fra 0.40 e 1.40 m. ANOMALIE RISCONTRABILI 02.01.10.A01 Anomalie dei contatti ausiliari Difetti di funzionamento dei contatti ausiliari. 02.01.10.A02 Anomalie delle molle Difetti di funzionamento delle molle. 02.01.10.A03 Anomalie degli sganciatori Difetti di funzionamento degli sganciatori di apertura e chiusura. 02.01.10.A04 Corto circuiti Corto circuiti dovuti a difetti nell'impianto di messa a terra, a sbalzi di tensione (sovraccarichi) o ad altro. 02.01.10.A05 Difetti delle connessioni Difetti di serraggio delle connessioni in entrata ed in uscita dai sezionatori. 02.01.10.A06 Difetti ai dispositivi di manovra Difetti agli interruttori dovuti all'eccessiva polvere presente all'interno delle connessioni o alla presenza di umidità ambientale o di condensa. 02.01.10.A07 Difetti di taratura Difetti di taratura dei contattori, di collegamento o di taratura della protezione. 02.01.10.A08 Surriscaldamento Surriscaldamento che può provocare difetti di protezione e di isolamento. Può essere dovuto da ossidazione delle masse metalliche. CONTROLLI ESEGUIBILI DA PERSONALE SPECIALIZZATO 02.01.10.C01 Controllo generale Cadenza: ogni mese Tipologia: Controllo a vista Verificare la funzionalità dei dispositivi di manovra dei sezionatori. Verificare che ci sia un buon livello di isolamento e di protezione (livello minimo di protezione da assicurare è IP54) onde evitare corto circuiti. • • Requisiti da verificare: 1) (Attitudine al) controllo della condensazione interstiziale; 2) (Attitudine al) controllo delle dispersioni elettriche; 3) Comodità di uso e manovra; 4) Impermeabilità ai liquidi; 5) Isolamento elettrico; 6) Limitazione dei rischi di intervento; 7) Montabilità/Smontabilità; 8) Resistenza meccanica. Anomalie riscontrabili: 1) Corto circuiti; 2) Difetti ai dispositivi di manovra; 3) Difetti di taratura; 4) Surriscaldamento; 5) Pagina 89 Manuale di Manutenzione Anomalie degli sganciatori. MANUTENZIONI ESEGUIBILI DA PERSONALE SPECIALIZZATO 02.01.10.I01 Sostituzioni Cadenza: quando occorre Sostituire, quando usurate o non più rispondenti alle norme, le parti dei sezionatori quali placchette, coperchi, telai porta frutti, apparecchi di protezione e di comando. • Ditte specializzate: Elettricista. Pagina 90 Manuale di Manutenzione Unità Tecnologica: 02.02 Impianto di illuminazione L'impianto di illuminazione consente di creare condizioni di visibilità negli ambienti. L'impianto di illuminazione deve consentire, nel rispetto del risparmio energetico, livello ed uniformità di illuminamento, limitazione dell'abbagliamento, direzionalità della luce, colore e resa della luce. E' costituito generalmente da: a) lampade ad incandescenza; b) lampade fluorescenti; c) lampade alogene; d) lampade compatte; e) lampade a scariche; f) lampade a ioduri metallici; g) lampade a vapore di mercurio; h) lampade a vapore di sodio; i) pali per il sostegno dei corpi illuminanti. REQUISITI E PRESTAZIONI (UT) 02.02.R01 (Attitudine al) controllo del flusso luminoso Classe di Requisiti: Visivi Classe di Esigenza: Aspetto I componenti degli impianti di illuminazione devono essere montati in modo da controllare il flusso luminoso emesso al fine di evitare che i fasci luminosi possano colpire direttamente gli apparati visivi delle persone. Prestazioni: E' opportuno che sia assicurata la qualità della progettazione, della fabbricazione e dell’installazione dei materiali e componenti con riferimento a quanto indicato dalle norme e come certificato dalle ditte costruttrici di detti materiali e componenti. Livello minimo della prestazione: Devono essere rispettati i livelli previsti in sede di progetto. 02.02.R02 (Attitudine al) controllo della condensazione interstiziale Classe di Requisiti: Sicurezza d'intervento Classe di Esigenza: Sicurezza I componenti degli impianti di illuminazione capaci di condurre elettricità devono essere in grado di evitare la formazione di acqua di condensa per evitare alle persone qualsiasi pericolo di folgorazioni per contatto diretto secondo quanto prescritto dalla norma CEI 64-8. Prestazioni: Si possono controllare i componenti degli impianti di illuminazione procedendo ad un esame nonché a misure eseguite secondo le norme CEI vigenti. Livello minimo della prestazione: Devono essere rispettati i livelli previsti in sede di progetto. 02.02.R03 (Attitudine al) controllo delle dispersioni elettriche Classe di Requisiti: Funzionalità d'uso Classe di Esigenza: Funzionalità Per evitare qualsiasi pericolo di folgorazione alle persone, causato da un contatto diretto, i componenti degli impianti di illuminazione devono essere dotati di collegamenti equipotenziali con l’impianto di terra dell’edificio. Prestazioni: Le dispersioni elettriche possono essere verificate controllando i collegamenti equipotenziali e di messa a terra dei componenti degli impianti mediante misurazioni di resistenza a terra. Livello minimo della prestazione: Devono essere rispettati i livelli previsti in sede di progetto e nell’ambito della dichiarazione di conformità prevista dall'art.7 del D.M. 22 gennaio 2008 n .37. 02.02.R04 Accessibilità Pagina 91 Manuale di Manutenzione Classe di Requisiti: Facilità d'intervento Classe di Esigenza: Funzionalità Gli elementi costituenti l'impianto di illuminazione devono essere facilmente accessibili per consentire un facile utilizzo sia nel normale funzionamento sia in caso di guasti. Prestazioni: E' opportuno che sia assicurata la qualità della progettazione, della fabbricazione e dell’installazione dei materiali e componenti con riferimento a quanto indicato dalle norme e come certificato dalle ditte costruttrici di detti materiali e componenti. Livello minimo della prestazione: Devono essere rispettati i livelli previsti in sede di progetto. 02.02.R05 Assenza di emissioni di sostanze nocive Classe di Requisiti: Protezione dagli agenti chimici ed organici Classe di Esigenza: Sicurezza Gli elementi degli impianti di illuminazione devono limitare la emissione di sostanze inquinanti o comunque nocive alla salute degli utenti. Prestazioni: Deve essere garantita la qualità della progettazione, della fabbricazione e dell’installazione dei materiali e componenti nel rispetto delle disposizioni normative. Livello minimo della prestazione: Devono essere rispettati i livelli previsti in sede di progetto. 02.02.R06 Comodità di uso e manovra Classe di Requisiti: Funzionalità d'uso Classe di Esigenza: Funzionalità Gli impianti di illuminazione devono essere realizzati con materiali e componenti aventi caratteristiche di facilità di uso, di funzionalità e di manovrabilità. Prestazioni: I componenti degli impianti di illuminazione devono essere disposti in posizione ed altezza dal piano di calpestio tali da rendere il loro utilizzo agevole e sicuro, ed essere accessibili anche da parte di persone con impedite o ridotta capacità motoria. Livello minimo della prestazione: In particolare l’altezza di installazione dal piano di calpestio dei componenti deve essere compresa fra 0.40 e 1.40 m, ad eccezione di quei componenti il cui azionamento avviene mediante comando a distanza (ad. es. telecomando a raggi infrarossi). 02.02.R07 Efficienza luminosa Classe di Requisiti: Visivi Classe di Esigenza: Aspetto I componenti che sviluppano un flusso luminoso devono garantire una efficienza luminosa non inferiore a quella stabilita dai costruttori delle lampade. Prestazioni: E' opportuno che sia assicurata la qualità della progettazione, della fabbricazione e dell’installazione dei materiali e componenti con riferimento a quanto indicato dalle norme e come certificato dalle ditte costruttrici di detti materiali e componenti. Livello minimo della prestazione: Devono essere rispettati i livelli previsti in sede di progetto. 02.02.R08 Identificabilità Classe di Requisiti: Facilità d'intervento Classe di Esigenza: Funzionalità Gli elementi costituenti l'impianto di illuminazione devono essere facilmente identificabili per consentire un facile utilizzo. Deve essere presente un cartello sul quale sono riportate le funzioni degli interruttori nonché le azioni da compiere in caso di emergenza Pagina 92 Manuale di Manutenzione su persone colpite da folgorazione. Prestazioni: E' opportuno che gli elementi costituenti l'impianto di illuminazione siano realizzati e posti in opera secondo quanto indicato dalle norme e come certificato dalle ditte costruttrici di detti materiali e componenti. Livello minimo della prestazione: Devono essere rispettati i livelli previsti in sede di progetto. 02.02.R09 Impermeabilità ai liquidi Classe di Requisiti: Sicurezza d'intervento Classe di Esigenza: Sicurezza I componenti degli impianti di illuminazione devono essere in grado di evitare il passaggio di fluidi liquidi per evitare alle persone qualsiasi pericolo di folgorazione per contatto diretto secondo quanto prescritto dalla normativa. Prestazioni: E' opportuno che gli elementi costituenti l'impianto di illuminazione siano realizzati e posti in opera secondo quanto indicato dalle norme e come certificato dalle ditte costruttrici di detti materiali e componenti. Livello minimo della prestazione: Devono essere rispettati i livelli previsti in sede di progetto. 02.02.R10 Isolamento elettrico Classe di Requisiti: Protezione elettrica Classe di Esigenza: Sicurezza Gli elementi costituenti l'impianto di illuminazione devono essere in grado di resistere al passaggio di cariche elettriche senza perdere le proprie caratteristiche. Prestazioni: E' opportuno che gli elementi costituenti l'impianto di illuminazione siano realizzati e posti in opera secondo quanto indicato dalle norme e come certificato dalle ditte costruttrici di detti materiali e componenti. Livello minimo della prestazione: Devono essere rispettati i livelli previsti in sede di progetto. 02.02.R11 Limitazione dei rischi di intervento Classe di Requisiti: Protezione dai rischi d'intervento Classe di Esigenza: Sicurezza Gli elementi costituenti l'impianto di illuminazione devono essere in grado di consentire ispezioni, manutenzioni e sostituzioni in modo agevole ed in ogni caso senza arrecare danno a persone o cose. Prestazioni: E' opportuno che gli elementi costituenti l'impianto di illuminazione siano realizzati e posti in opera secondo quanto indicato dalle norme e come certificato dalle ditte costruttrici di detti materiali e componenti. Livello minimo della prestazione: Devono essere rispettati i livelli previsti in sede di progetto. 02.02.R12 Montabilità/Smontabilità Classe di Requisiti: Facilità d'intervento Classe di Esigenza: Funzionalità Gli elementi costituenti l'impianto di illuminazione devono essere atti a consentire la collocazione in opera di altri elementi in caso di necessità. Prestazioni: Gli elementi costituenti l'impianto di illuminazione devono essere montati in opera in modo da essere facilmente smontabili senza per questo smontare o disfare l'intero impianto. Livello minimo della prestazione: Pagina 93 Manuale di Manutenzione Devono essere rispettati i livelli previsti in sede di progetto. 02.02.R13 Regolabilità Classe di Requisiti: Funzionalità in emergenza Classe di Esigenza: Funzionalità I componenti degli impianti di illuminazione devono essere in grado di consentire adeguamenti funzionali da parte di operatori specializzati. Prestazioni: Gli elementi costituenti l'impianto di illuminazione devono essere facilmente modificati o regolati senza per questo smontare o disfare l'intero impianto. Livello minimo della prestazione: Devono essere rispettati i livelli previsti in sede di progetto. 02.02.R14 Resistenza meccanica Classe di Requisiti: Di stabilità Classe di Esigenza: Sicurezza Gli impianti di illuminazione devono essere realizzati con materiali in grado di contrastare in modo efficace il prodursi di deformazioni o rotture sotto l'azione di determinate sollecitazioni. Prestazioni: Gli elementi costituenti gli impianti di illuminazione devono essere idonei ad assicurare stabilità e resistenza all’azione di sollecitazioni meccaniche in modo da garantirne durata e funzionalità nel tempo garantendo allo stesso tempo la sicurezza degli utenti. Livello minimo della prestazione: Devono essere rispettati i livelli previsti in sede di progetto. 02.02.R15 Stabilità chimico reattiva Classe di Requisiti: Protezione dagli agenti chimici ed organici Classe di Esigenza: Sicurezza L'impianto di illuminazione deve essere realizzato con materiali in grado di mantenere inalterate nel tempo le proprie caratteristiche chimico-fisiche. Prestazioni: Per garantire la stabilità chimico reattiva i materiali e componenti degli impianti di illuminazione non devono presentare incompatibilità chimico-fisica. Livello minimo della prestazione: Devono essere rispettati i livelli previsti in sede di progetto. L'Unità Tecnologica è composta dai seguenti Elementi Manutenibili: ° 02.02.01 Bollard (paletti) ° 02.02.02 Diffusori ° 02.02.03 Lampade a ioduri metallici ° 02.02.04 Lampade a vapore di sodio ° 02.02.05 Lampade a vapore di mercurio ° 02.02.06 Lampioni a braccio ° 02.02.07 Lampioni singoli ° 02.02.08 Pali per l'illuminazione ° 02.02.09 Pali in acciaio Pagina 94 Manuale di Manutenzione ° 02.02.10 Riflettori ° 02.02.11 Sbracci in acciaio Pagina 95 Manuale di Manutenzione Elemento Manutenibile: 02.02.01 Bollard (paletti) Unità Tecnologica: 02.02 Impianto di illuminazione I bollard o paletti sono comunemente utilizzati per l'illuminazione dei percorsi pedonali esterni. I criteri di scelta sono: a) qualità cromatiche delle sorgenti; b) modalità di distribuzione del flusso luminoso; c) efficienza luminosa. REQUISITI E PRESTAZIONI (EM) 02.02.01.R01 Efficienza luminosa Classe di Requisiti: Funzionalità d'uso Classe di Esigenza: Funzionalità I componenti che sviluppano un flusso luminoso devono garantire una efficienza luminosa non inferiore a quella stabilita dai costruttori delle lampade. Prestazioni: E' opportuno che sia assicurata la qualità della progettazione, della fabbricazione e dell’installazione dei materiali e componenti con riferimento a quanto indicato dalle norme e come certificato dalle ditte costruttrici di detti materiali e componenti. Livello minimo della prestazione: Devono essere rispettati i livelli previsti in sede di progetto. 02.02.01.R02 Impermeabilità ai liquidi Classe di Requisiti: Funzionalità d'uso Classe di Esigenza: Funzionalità I componenti dei paletti devono essere in grado di evitare il passaggio di fluidi liquidi per evitare alle persone qualsiasi pericolo di folgorazione per contatto diretto secondo quanto prescritto dalla normativa. Prestazioni: E' opportuno che gli elementi costituenti i paletti siano realizzati e posti in opera secondo quanto indicato dalle norme e come certificato dalle ditte costruttrici di detti materiali e componenti. Livello minimo della prestazione: Devono essere garantiti un livello di protezione almeno pari ad IP54. 02.02.01.R03 Isolamento elettrico Classe di Requisiti: Protezione elettrica Classe di Esigenza: Sicurezza Gli elementi costituenti i paletti devono essere in grado di resistere al passaggio di cariche elettriche senza perdere le proprie caratteristiche. Prestazioni: E' opportuno che i paletti siano realizzati e posti in opera secondo quanto indicato dalle norme e come certificato dalle ditte costruttrici di detti materiali e componenti. Livello minimo della prestazione: Devono essere rispettati i livelli previsti in sede di progetto. Pagina 96 Manuale di Manutenzione ANOMALIE RISCONTRABILI 02.02.01.A01 Abbassamento del livello di illuminazione Abbassamento del livello di illuminazione dovuto ad usura delle lampadine, ossidazione dei deflettori, impolveramento delle lampadine. 02.02.01.A02 Decolorazione Alterazione cromatica della superficie dovuta alle radiazioni solari con conseguente ingiallimento del colore originario. 02.02.01.A03 Deposito superficiale Accumulo di pulviscolo atmosferico o di altri materiali estranei, di spessore variabile, poco coerente e poco aderente alla superficie del rivestimento. 02.02.01.A04 Difetti di messa a terra Difetti di messa a terra dovuti all'eccessiva polvere all'interno delle connessioni o alla presenza di umidità ambientale o di condensa. 02.02.01.A05 Difetti di serraggio Abbassamento del livello di serraggio dei bulloni tra palo ed ancoraggio a terra o tra palo e corpo illuminante. 02.02.01.A06 Difetti di stabilità Difetti di ancoraggio dei paletti al terreno dovuti ad affondamento della piastra di appoggio. 02.02.01.A07 Patina biologica Strato sottile, morbido e omogeneo, aderente alla superficie e di evidente natura biologica, di colore variabile, per lo più verde. La patina biologica è costituita prevalentemente da microrganismi cui possono aderire polvere, terriccio. CONTROLLI ESEGUIBILI DA PERSONALE SPECIALIZZATO 02.02.01.C01 Controllo corpi illuminanti Cadenza: ogni 3 mesi Tipologia: Ispezione Verificare l'efficienza delle lampade e degli altri accessori. • Anomalie riscontrabili: 1) Difetti di messa a terra; 2) Difetti di stabilità. 02.02.01.C02 Controllo generale Cadenza: ogni 3 mesi Tipologia: Controllo a vista Controllo dell'integrità dei paletti verificando lo stato di tenuta del rivestimento, delle connessioni e dell'ancoraggio a terra. • Anomalie riscontrabili: 1) Difetti di messa a terra; 2) Difetti di serraggio; 3) Difetti di stabilità; 4) Decolorazione; 5) Patina biologica; 6) Deposito superficiale. MANUTENZIONI ESEGUIBILI DA PERSONALE SPECIALIZZATO Pagina 97 Manuale di Manutenzione 02.02.01.I01 Pulizia Cadenza: ogni 3 mesi Eseguire la pulizia della coppa e del riflettore mediante straccio umido e detergente. • Ditte specializzate: Elettricista. 02.02.01.I02 Sostituzione dei paletti Cadenza: ogni 15 anni Sostituzione dei paletti e dei relativi elementi accessori secondo la durata di vita media fornita dal produttore. • Ditte specializzate: Elettricista. 02.02.01.I03 Sostituzione lampade Cadenza: quando occorre Eseguire la sostituzione delle lampade a periodicità variabile a seconda del tipo di lampada utilizzata: - ad incandescenza 800 h; - a ricarica: 8000 h; - a fluorescenza 6000 h; - alogena: 1600 h; - compatta 5000 h. • Ditte specializzate: Elettricista. Elemento Manutenibile: 02.02.02 Diffusori Unità Tecnologica: 02.02 Impianto di illuminazione I diffusori sono dei dispositivi che servono per schermare la visione diretta della lampada e sono utilizzati per illuminare gli ambienti interni ed esterni residenziali ed hanno generalmente forma di globo o similare in plastica o vetro. ANOMALIE RISCONTRABILI 02.02.02.A01 Deposito superficiale Accumulo di pulviscolo atmosferico o di altri materiali estranei quali: microrganismi, residui organici, ecc. di spessore variabile. 02.02.02.A02 Difetti di tenuta Difetti di tenuta degli elementi di ancoraggio del diffusore. 02.02.02.A03 Rotture Rotture e/o scheggiature della superficie del diffusore in seguito ad eventi traumatici. CONTROLLI ESEGUIBILI DA PERSONALE SPECIALIZZATO Pagina 98 Manuale di Manutenzione 02.02.02.C01 Verifica generale Cadenza: ogni 3 mesi Tipologia: Verifica Verificare la corretta posizione e l'integrità superficiale del diffusore. • • Requisiti da verificare: 1) (Attitudine al) controllo del flusso luminoso. Anomalie riscontrabili: 1) Deposito superficiale; 2) Difetti di tenuta; 3) Rotture. MANUTENZIONI ESEGUIBILI DALL'UTENTE 02.02.02.I01 Pulizia Cadenza: ogni mese Pulizia e rimozione dello sporco e dei depositi superficiali con detergenti idonei. • Ditte specializzate: Generico. MANUTENZIONI ESEGUIBILI DA PERSONALE SPECIALIZZATO 02.02.02.I02 Regolazione degli ancoraggi Cadenza: ogni 6 mesi Regolazione degli elementi di ancoraggio dei diffusori. • Ditte specializzate: Elettricista. Elemento Manutenibile: 02.02.03 Lampade a ioduri metallici Unità Tecnologica: 02.02 Impianto di illuminazione I vari tipi di lampade a scarica sono: lampade a vapori di alogenuri; lampade a vapori di sodio ad alta e bassa pressione; lampade a vapori di mercurio; lampade a luce miscelata. Le lampade a vapori di alogenuri, oltre ad abbattere i costi nell’impianto di illuminazione, hanno la peculiarità di un’ottima resa dei colori che si riesce ad avere allegando al mercurio elementi (che vengono introdotti nel tubo in forma di composti insieme ad uno o più alogeni - iodio, bromo - al fine di sfruttare il processo ciclico di composizione e scomposizione degli elementi) per completare la radiazione emessa dall’elemento base. Le sostanze aggiunte possono essere: a) tallio, emissione verde; b) sodio, emissione gialla; c) litio, emissione rossa; d) indio, emissione blu. Le lampade a vapori di sodio ad alta pressione emettono una luce giallo-oro e l’indice di resa cromatica arriva fino a 65. Quando si desidera ridurne il numero si adoperano in alternativa a quelle a vapori di mercurio per illuminazioni industriali e urbane. Hanno molteplici forme e il tubo in ossido di alluminio sinterizzato. Alcuni tipi hanno bisogno di accenditori a ristori. Le lampade a vapori di sodio a bassa pressione sono formate da un tubo ripiegato a “U” riempito di neon e sodio. La luce emessa è monocromatica e consente, quindi, di differenziare bene la forma degli oggetti ma non il colore. È consigliabile il loro utilizzo per piazzali, strade, svincoli autostradali montandole da una altezza di circa 8-15 m. Le lampade a vapori di mercurio possono essere a bulbo (per una migliore distribuzione della temperatura) o a cilindro di vetro termico (per resistere allo sbalzo termico e allo stillicidio). Si adoperano per edifici industriali, possono essere montate fino a 20 metri e hanno bisogno di dispositivi per l’innesco della scarica. Pagina 99 Manuale di Manutenzione Le lampade a luce miscelata sono costruite in maniera tale da emettere una luce mista mercurio+incandescenza. All’interno del bulbo vi è un filamento che produce radiazioni rosse mantiene stabile la scarica successiva rendendo inutili accessori di innesco. Si adoperano per creare effetti di luce. ANOMALIE RISCONTRABILI 02.02.03.A01 Abbassamento livello di illuminazione Abbassamento del livello di illuminazione dovuto ad usura delle lampadine, ossidazione dei deflettori, impolveramento delle lampadine. 02.02.03.A02 Avarie Possibili avarie dovute a corti circuito degli apparecchi, usura degli accessori, apparecchi inadatti. 02.02.03.A03 Difetti agli interruttori Difetti agli interruttori magnetotermici e differenziali dovuti all'eccessiva polvere presente all'interno delle connessioni o alla presenza di umidità ambientale o di condensa. CONTROLLI ESEGUIBILI DA PERSONALE SPECIALIZZATO 02.02.03.C01 Controllo generale Cadenza: ogni mese Tipologia: Controllo a vista Controllo dello stato generale e dell'integrità delle lampadine. • • Requisiti da verificare: 1) (Attitudine al) controllo del flusso luminoso; 2) (Attitudine al) controllo della condensazione interstiziale; 3) (Attitudine al) controllo delle dispersioni elettriche; 4) Accessibilità; 5) Assenza di emissioni di sostanze nocive; 6) Comodità di uso e manovra; 7) Efficienza luminosa; 8) Identificabilità; 9) Impermeabilità ai liquidi; 10) Isolamento elettrico; 11) Limitazione dei rischi di intervento; 12) Regolabilità; 13) Resistenza meccanica; 14) Stabilità chimico reattiva. Anomalie riscontrabili: 1) Abbassamento livello di illuminazione. MANUTENZIONI ESEGUIBILI DA PERSONALE SPECIALIZZATO 02.02.03.I01 Sostituzione delle lampade Cadenza: ogni 50 mesi Sostituzione delle lampade e dei relativi elementi accessori secondo la durata di vita media delle lampade fornite dal produttore. Nel caso delle lampade a ioduri metallici si prevede una durata di vita media pari a 9000 h sottoposta a tre ore consecutive di accensione. (Ipotizzando, pertanto, un uso giornaliero di 6 ore, dovrà prevedersi la sostituzione della lampada ogni 50 mesi) • Ditte specializzate: Elettricista. Elemento Manutenibile: 02.02.04 Lampade a vapore di sodio Unità Tecnologica: 02.02 Pagina 100 Manuale di Manutenzione Impianto di illuminazione Possono essere del tipo a bassa o alta pressione del vapore di sodio. Le lampade a vapori di sodio ad alta pressione emettono una luce giallo-oro e l’indice di resa cromatica arriva fino a 65. Quando si desidera ridurne il numero si adoperano in alternativa a quelle a vapori di mercurio per illuminazioni industriali e urbane. Hanno molteplici forme e il tubo in ossido di alluminio sinterizzato. Alcuni tipi hanno bisogno di accenditori a ristori. Le lampade a vapori di sodio a bassa pressione sono formate da un tubo ripiegato a “U” riempito di neon e sodio. La luce emessa è monocromatica e consente, quindi, di differenziare bene la forma degli oggetti ma non il colore. È consigliabile il loro utilizzo per piazzali, strade, svincoli autostradali montandole da una altezza di circa 8-15 m. ANOMALIE RISCONTRABILI 02.02.04.A01 Abbassamento livello di illuminazione Abbassamento del livello di illuminazione dovuto ad usura delle lampadine, ossidazione dei deflettori, impolveramento delle lampadine. 02.02.04.A02 Avarie Possibili avarie dovute a corti circuito degli apparecchi, usura degli accessori, apparecchi inadatti. 02.02.04.A03 Difetti agli interruttori Difetti agli interruttori magnetotermici e differenziali dovuti all'eccessiva polvere presente all'interno delle connessioni o alla presenza di umidità ambientale o di condensa. CONTROLLI ESEGUIBILI DA PERSONALE SPECIALIZZATO 02.02.04.C01 Controllo generale Cadenza: ogni mese Tipologia: Controllo a vista Controllo dello stato generale e dell'integrità delle lampadine. • • Requisiti da verificare: 1) (Attitudine al) controllo del flusso luminoso; 2) (Attitudine al) controllo della condensazione interstiziale; 3) (Attitudine al) controllo delle dispersioni elettriche; 4) Accessibilità; 5) Assenza di emissioni di sostanze nocive; 6) Comodità di uso e manovra; 7) Efficienza luminosa; 8) Identificabilità; 9) Impermeabilità ai liquidi; 10) Isolamento elettrico; 11) Limitazione dei rischi di intervento; 12) Montabilità/Smontabilità; 13) Regolabilità; 14) Resistenza meccanica; 15) Stabilità chimico reattiva. Anomalie riscontrabili: 1) Abbassamento livello di illuminazione. MANUTENZIONI ESEGUIBILI DA PERSONALE SPECIALIZZATO 02.02.04.I01 Sostituzione delle lampade Cadenza: ogni 55 mesi Sostituzione delle lampade e dei relativi elementi accessori secondo la durata di vita media delle lampade fornite dal produttore. Per le lampade a vapore di sodio si prevede una durata di vita media pari a 10.000 h sottoposta a tre ore consecutive di accensione. (Ipotizzando, pertanto, un uso giornaliero di 6 ore, dovrà prevedersi la sostituzione della lampada circa ogni 55 mesi) • Ditte specializzate: Elettricista. Elemento Manutenibile: 02.02.05 Pagina 101 Manuale di Manutenzione Lampade a vapore di mercurio Unità Tecnologica: 02.02 Impianto di illuminazione Possono essere a bulbo (per una migliore distribuzione della temperatura) o a cilindro di vetro termico (per resistere allo sbalzo termico e allo stillicidio). Si adoperano per edifici industriali, possono essere montate fino a 20 metri e hanno bisogno di dispositivi per l’innesco della scarica. ANOMALIE RISCONTRABILI 02.02.05.A01 Abbassamento livello di illuminazione Abbassamento del livello di illuminazione dovuto ad usura delle lampadine, ossidazione dei deflettori, impolveramento delle lampadine. 02.02.05.A02 Avarie Possibili avarie dovute a corti circuito degli apparecchi, usura degli accessori, apparecchi inadatti. 02.02.05.A03 Difetti agli interruttori Difetti agli interruttori magnetotermici e differenziali dovuti all'eccessiva polvere presente all'interno delle connessioni o alla presenza di umidità ambientale o di condensa. CONTROLLI ESEGUIBILI DA PERSONALE SPECIALIZZATO 02.02.05.C01 Controllo generale Cadenza: ogni mese Tipologia: Controllo a vista Controllo dello stato generale e dell'integrità delle lampadine. • • Requisiti da verificare: 1) (Attitudine al) controllo del flusso luminoso; 2) (Attitudine al) controllo della condensazione interstiziale; 3) (Attitudine al) controllo delle dispersioni elettriche; 4) Accessibilità; 5) Assenza di emissioni di sostanze nocive; 6) Comodità di uso e manovra; 7) Efficienza luminosa; 8) Identificabilità; 9) Impermeabilità ai liquidi; 10) Isolamento elettrico; 11) Limitazione dei rischi di intervento; 12) Montabilità/Smontabilità; 13) Regolabilità; 14) Resistenza meccanica; 15) Stabilità chimico reattiva. Anomalie riscontrabili: 1) Abbassamento livello di illuminazione. MANUTENZIONI ESEGUIBILI DA PERSONALE SPECIALIZZATO 02.02.05.I01 Sostituzione delle lampade Cadenza: ogni 50 mesi Sostituzione delle lampade e dei relativi elementi accessori secondo la durata di vita media delle lampade fornite dal produttore. Per le lampade a vapore di mercurio si prevede una durata di vita media pari a 9000 h sottoposta a tre ore consecutive di accensione. (Ipotizzando, pertanto, un uso giornaliero di 6 ore, dovrà prevedersi la sostituzione della lampada ogni 50 mesi) • Ditte specializzate: Elettricista. Pagina 102 Manuale di Manutenzione Elemento Manutenibile: 02.02.06 Lampioni a braccio Unità Tecnologica: 02.02 Impianto di illuminazione Questi tipi di lampioni sostengono uno o più apparecchi di illuminazione essendo formati da un fusto, un prolungamento e un braccio al quale è collegato l'apparecchio illuminante. Possono essere realizzati in acciaio che deve essere del tipo saldabile, resistente all’invecchiamento e, quando occorre, zincabile a caldo o in alluminio o in materie plastiche. Nel caso siano realizzati in alluminio i materiali utilizzati devono essere conformi a una delle norme seguenti: UNI EN 485-3, UNI EN 485-4, UNI EN 755-7, UNI EN 755-8 ed UNI EN 1706. Si deve evitare l’azione elettrolitica tra i bulloni di fondazione e la piastra d’appoggio mediante isolamento o separazione fisica. Per i bulloni di fondazione deve essere verificato la congruità delle proprietà meccaniche minime dell’acciaio utilizzato ai requisiti della UNI EN 10025 grado S 235 JR. REQUISITI E PRESTAZIONI (EM) 02.02.06.R01 Efficienza luminosa Classe di Requisiti: Funzionalità d'uso Classe di Esigenza: Funzionalità I componenti che sviluppano un flusso luminoso devono garantire una efficienza luminosa non inferiore a quella stabilita dai costruttori delle lampade. Prestazioni: E' opportuno che sia assicurata la qualità della progettazione, della fabbricazione e dell’installazione dei materiali e componenti con riferimento a quanto indicato dalle norme e come certificato dalle ditte costruttrici di detti materiali e componenti. Livello minimo della prestazione: Devono essere rispettati i livelli previsti in sede di progetto. 02.02.06.R02 Impermeabilità ai liquidi Classe di Requisiti: Funzionalità d'uso Classe di Esigenza: Funzionalità I componenti dei lampioni devono essere in grado di evitare il passaggio di fluidi liquidi per evitare alle persone qualsiasi pericolo di folgorazione per contatto diretto secondo quanto prescritto dalla normativa. Prestazioni: E' opportuno che gli elementi costituenti i lampioni siano realizzati e posti in opera secondo quanto indicato dalle norme e come certificato dalle ditte costruttrici di detti materiali e componenti. Livello minimo della prestazione: Devono essere rispettati i livelli previsti in sede di progetto. 02.02.06.R03 Isolamento elettrico Classe di Requisiti: Protezione elettrica Classe di Esigenza: Sicurezza Gli elementi costituenti i lampioni devono essere in grado di resistere al passaggio di cariche elettriche senza perdere le proprie caratteristiche. Prestazioni: E' opportuno che i lampioni siano realizzati e posti in opera secondo quanto indicato dalle norme e come certificato dalle ditte costruttrici di detti materiali e componenti. Pagina 103 Manuale di Manutenzione Livello minimo della prestazione: Devono essere rispettati i livelli previsti in sede di progetto. 02.02.06.R04 Resistenza meccanica Classe di Requisiti: Di stabilità Classe di Esigenza: Sicurezza I lampioni ed i relativi elementi devono essere realizzati con materiali in grado di sopportare deformazioni e/o cedimenti. Prestazioni: Deve essere garantita la qualità ed efficienza dei materiali utilizzati al fine di evitare cedimenti strutturali derivanti sia dal peso proprio che dall'azione della spinta del vento. Livello minimo della prestazione: Il palo deve essere progettato in modo da sostenere con sicurezza i carichi propri e i carichi del vento specificati nella UNI EN 40-3-1. La progettazione strutturale di un palo per illuminazione pubblica deve essere verificata mediante calcolo in conformità al UNI EN 40-3-3 oppure mediante prove in conformità alla UNI EN 40-3-2. 02.02.06.R05 Resistenza alla corrosione Classe di Requisiti: Controllabilità tecnologica Classe di Esigenza: Controllabilità I lampioni ed i relativi elementi devono essere realizzati con materiali idonei ad evitare fenomeni di corrosione per non compromettere il buon funzionamento dell'intero apparato. Prestazioni: Ai fini della protezione contro la corrosione si divide il palo nelle zone seguenti: - zona A: superficie esterna del palo dalla sommità fino a un minimo di 0,2 m sopra al livello del suolo (tale misura consente una sovrapposizione della protezione) o tutta la parte esteriore per pali con piastra d’appoggio; - zona B: superficie esterna della parte interrata estesa a una lunghezza minima di 0,25 m sopra il livello del suolo; - zona C: superficie interna del palo. Livello minimo della prestazione: Per garantire un'adeguata protezione e resistenza alla corrosione deve essere eseguito il trattamento superficiale seguente: - zona A: nessuno; - zona B: rivestimento bituminoso non poroso che assicuri l’isolamento elettrico con uno spessore di strato minimo di 250 µm, o qualsiasi altro materiale dello spessore richiesto, in grado di garantire lo stesso grado di protezione, il rivestimento dovrebbe essere applicato solo dopo sgrassamento e dopo un appropriato trattamento preliminare che ne assicuri l’aderenza; - zona C: non è necessario alcun trattamento superficiale, ad eccezione della parte interrata, per la quale la protezione dovrebbe essere applicata come per la zona B. ANOMALIE RISCONTRABILI 02.02.06.A01 Abbassamento del livello di illuminazione Abbassamento del livello di illuminazione dovuto ad usura delle lampadine, ossidazione dei deflettori, impolveramento delle lampadine. 02.02.06.A02 Alterazione cromatica Alterazione dei colori originali dovuta all'azione degli agenti atmosferici (sole, grandine, pioggia, ecc.). 02.02.06.A03 Anomalie dei corpi illuminanti Difetti di funzionamento dei corpi illuminanti. 02.02.06.A04 Anomalie del rivestimento Difetti di tenuta del rivestimento o della zincatura. Pagina 104 Manuale di Manutenzione 02.02.06.A05 Corrosione Possibile corrosione dei pali realizzati in acciaio, in ferro o in leghe metalliche dovuta a difetti di tenuta dello strato di protezione superficiale. 02.02.06.A06 Depositi superficiali Accumulo di pulviscolo atmosferico o di altri materiali estranei quali: microrganismi, residui organici, ecc. 02.02.06.A07 Difetti di messa a terra Difetti di messa a terra dovuti all'eccessiva polvere all'interno delle connessioni o alla presenza di umidità ambientale o di condensa. 02.02.06.A08 Difetti di serraggio Abbassamento del livello di serraggio dei bulloni tra palo ed ancoraggio a terra o tra palo e corpo illuminante. 02.02.06.A09 Difetti di stabilità Difetti di ancoraggio dei pali al terreno dovuti ad affondamento della piastra di appoggio. CONTROLLI ESEGUIBILI DA PERSONALE SPECIALIZZATO 02.02.06.C01 Controllo corpi illuminanti Cadenza: ogni 3 mesi Tipologia: Ispezione Verificare l'efficienza dei reattori, starter, condensatori, lampade ed altri accessori. • • Requisiti da verificare: 1) Isolamento elettrico; 2) Efficienza luminosa; 3) Impermeabilità ai liquidi. Anomalie riscontrabili: 1) Difetti di messa a terra; 2) Difetti di stabilità; 3) Anomalie del rivestimento. 02.02.06.C02 Controllo generale Cadenza: ogni 3 mesi Tipologia: Controllo a vista Controllo dell'integrità dei lampioni verificando lo stato di tenuta del rivestimento, delle connessioni e dell'ancoraggio a terra. • • Requisiti da verificare: 1) Isolamento elettrico; 2) Efficienza luminosa; 3) Impermeabilità ai liquidi; 4) Resistenza meccanica; 5) Resistenza alla corrosione. Anomalie riscontrabili: 1) Corrosione; 2) Difetti di serraggio; 3) Difetti di messa a terra; 4) Difetti di stabilità. MANUTENZIONI ESEGUIBILI DA PERSONALE SPECIALIZZATO 02.02.06.I01 Pulizia Cadenza: ogni 3 mesi Eseguire la pulizia della coppa e del riflettore mediante straccio umido e detergente. • Ditte specializzate: Elettricista. 02.02.06.I02 Sostituzione dei lampioni Cadenza: ogni 15 anni Pagina 105 Manuale di Manutenzione Sostituzione dei pali e dei relativi elementi accessori secondo la durata di vita media fornita dal produttore. • Ditte specializzate: Elettricista. 02.02.06.I03 Sostituzione lampade Cadenza: quando occorre Eseguire la sostituzione delle lampade a periodicità variabile a seconda del tipo di lampada utilizzata: -ad incandescenza 800 h; -a ricarica: 8000 h; -a fluorescenza 6000 h; -alogena: 1600 h; -compatta 5000 h. • Ditte specializzate: Elettricista. 02.02.06.I04 Verniciatura Cadenza: quando occorre Eseguire un ripristino dello strato protettivo dei lampioni quando occorre. • Ditte specializzate: Pittore. Elemento Manutenibile: 02.02.07 Lampioni singoli Unità Tecnologica: 02.02 Impianto di illuminazione Sono formati generalmente da un fusto al quale è collegato un apparecchio illuminante; generalmente sono realizzati in ghisa che deve rispettare i requisiti minimi richiesti dalla normativa di settore. Nel caso siano realizzati in alluminio i materiali utilizzati devono essere conformi a una delle norme seguenti: UNI EN 485-3, UNI EN 485-4, UNI EN 755-7, UNI EN 755-8 ed UNI EN 1706. Si deve evitare l’azione elettrolitica tra i bulloni di fondazione e la piastra d’appoggio mediante isolamento o separazione fisica. Per i bulloni di fondazione deve essere verificato la congruità delle proprietà meccaniche minime dell’acciaio utilizzato ai requisiti della UNI EN 10025 grado S 235 JR. REQUISITI E PRESTAZIONI (EM) 02.02.07.R01 Efficienza luminosa Classe di Requisiti: Funzionalità d'uso Classe di Esigenza: Funzionalità I componenti che sviluppano un flusso luminoso devono garantire una efficienza luminosa non inferiore a quella stabilita dai costruttori delle lampade. Prestazioni: E' opportuno che sia assicurata la qualità della progettazione, della fabbricazione e dell’installazione dei materiali e componenti con riferimento a quanto indicato dalle norme e come certificato dalle ditte costruttrici di detti materiali e componenti. Livello minimo della prestazione: Devono essere rispettati i livelli previsti in sede di progetto. 02.02.07.R02 Impermeabilità ai liquidi Classe di Requisiti: Funzionalità d'uso Classe di Esigenza: Funzionalità I componenti dei lampioni devono essere in grado di evitare il passaggio di fluidi liquidi per evitare alle persone qualsiasi pericolo Pagina 106 Manuale di Manutenzione di folgorazione per contatto diretto secondo quanto prescritto dalla normativa. Prestazioni: E' opportuno che gli elementi costituenti i lampioni siano realizzati e posti in opera secondo quanto indicato dalle norme e come certificato dalle ditte costruttrici di detti materiali e componenti. Livello minimo della prestazione: Devono essere rispettati i livelli previsti in sede di progetto. 02.02.07.R03 Isolamento elettrico Classe di Requisiti: Protezione elettrica Classe di Esigenza: Sicurezza Gli elementi costituenti i lampioni devono essere in grado di resistere al passaggio di cariche elettriche senza perdere le proprie caratteristiche. Prestazioni: E' opportuno che i lampioni siano realizzati e posti in opera secondo quanto indicato dalle norme e come certificato dalle ditte costruttrici di detti materiali e componenti. Livello minimo della prestazione: Devono essere rispettati i livelli previsti in sede di progetto. 02.02.07.R04 Resistenza alla corrosione Classe di Requisiti: Controllabilità tecnologica Classe di Esigenza: Controllabilità I lampioni ed i relativi elementi devono essere realizzati con materiali idonei ad evitare fenomeni di corrosione per non compromettere il buon funzionamento dell'intero apparato. Prestazioni: Ai fini della protezione contro la corrosione si divide il palo nelle zone seguenti: - zona A: superficie esterna del palo dalla sommità fino a un minimo di 0,2 m sopra al livello del suolo (tale misura consente una sovrapposizione della protezione) o tutta la parte esteriore per pali con piastra d’appoggio; - zona B: superficie esterna della parte interrata estesa a una lunghezza minima di 0,25 m sopra il livello del suolo; - zona C: superficie interna del palo. Livello minimo della prestazione: Per garantire un'adeguata protezione e resistenza alla corrosione deve essere eseguito il trattamento superficiale seguente: - zona A: nessuno; - zona B: rivestimento bituminoso non poroso che assicuri l’isolamento elettrico con uno spessore di strato minimo di 250 µm, o qualsiasi altro materiale dello spessore richiesto, in grado di garantire lo stesso grado di protezione, il rivestimento dovrebbe essere applicato solo dopo sgrassamento e dopo un appropriato trattamento preliminare che ne assicuri l’aderenza; - zona C: non è necessario alcun trattamento superficiale, ad eccezione della parte interrata, per la quale la protezione dovrebbe essere applicata come per la zona B. 02.02.07.R05 Resistenza meccanica Classe di Requisiti: Di stabilità Classe di Esigenza: Sicurezza I lampioni ed i relativi elementi devono essere realizzati con materiali in grado di sopportare deformazioni e/o cedimenti. Prestazioni: Deve essere garantita la qualità ed efficienza dei materiali utilizzati al fine di evitare cedimenti strutturali derivanti sia dal peso proprio che dall'azione della spinta del vento. Livello minimo della prestazione: Il palo deve essere progettato in modo da sostenere con sicurezza i carichi propri e i carichi del vento specificati nella UNI EN 40-3-1. La progettazione strutturale di un palo per illuminazione pubblica deve essere verificata mediante calcolo in conformità al UNI EN 40-3-3 oppure mediante prove in conformità alla UNI EN 40-3-2. Pagina 107 Manuale di Manutenzione ANOMALIE RISCONTRABILI 02.02.07.A01 Abbassamento del livello di illuminazione Abbassamento del livello di illuminazione dovuto ad usura delle lampadine, ossidazione dei deflettori, impolveramento delle lampadine. 02.02.07.A02 Decolorazione Alterazione cromatica della superficie. 02.02.07.A03 Deposito superficiale Accumulo di pulviscolo atmosferico o di altri materiali estranei, di spessore variabile, poco coerente e poco aderente alla superficie del rivestimento. 02.02.07.A04 Difetti di messa a terra Difetti di messa a terra dovuti all'eccessiva polvere all'interno delle connessioni o alla presenza di umidità ambientale o di condensa. 02.02.07.A05 Difetti di serraggio Abbassamento del livello di serraggio dei bulloni tra palo ed ancoraggio a terra o tra palo e corpo illuminante. 02.02.07.A06 Difetti di stabilità Difetti di ancoraggio dei pali al terreno dovuti ad affondamento della piastra di appoggio. 02.02.07.A07 Patina biologica Strato sottile, morbido e omogeneo, aderente alla superficie e di evidente natura biologica, di colore variabile, per lo più verde. La patina biologica è costituita prevalentemente da microrganismi cui possono aderire polvere, terriccio. CONTROLLI ESEGUIBILI DA PERSONALE SPECIALIZZATO 02.02.07.C01 Controllo corpi illuminanti Cadenza: ogni 3 mesi Tipologia: Ispezione Verificare l'efficienza dei reattori, starter, condensatori, lampade ed altri accessori. • • Requisiti da verificare: 1) Isolamento elettrico; 2) Efficienza luminosa. Anomalie riscontrabili: 1) Difetti di messa a terra; 2) Difetti di stabilità. 02.02.07.C02 Controllo generale Cadenza: ogni 3 mesi Tipologia: Controllo a vista Controllo dell'integrità dei pali verificando lo stato di tenuta del rivestimento, delle connessioni e dell'ancoraggio a terra. • • Requisiti da verificare: 1) Isolamento elettrico; 2) Efficienza luminosa; 3) Impermeabilità ai liquidi. Anomalie riscontrabili: 1) Difetti di messa a terra; 2) Difetti di serraggio; 3) Difetti di stabilità; 4) Decolorazione; 5) Patina biologica; 6) Deposito superficiale. Pagina 108 Manuale di Manutenzione MANUTENZIONI ESEGUIBILI DA PERSONALE SPECIALIZZATO 02.02.07.I01 Pulizia Cadenza: ogni 3 mesi Eseguire la pulizia della coppa e del riflettore mediante straccio umido e detergente. • Ditte specializzate: Elettricista. 02.02.07.I02 Sostituzione dei lampioni Cadenza: ogni 15 anni Sostituzione dei pali e dei relativi elementi accessori secondo la durata di vita media fornita dal produttore. • Ditte specializzate: Elettricista. 02.02.07.I03 Sostituzione lampade Cadenza: quando occorre Eseguire la sostituzione delle lampade a periodicità variabile a seconda del tipo di lampada utilizzata: -ad incandescenza 800 h; -a ricarica: 8000 h; -a fluorescenza 6000 h; -alogena: 1600 h; -compatta 5000 h. • Ditte specializzate: Elettricista. Elemento Manutenibile: 02.02.08 Pali per l'illuminazione Unità Tecnologica: 02.02 Impianto di illuminazione I pali per l’illuminazione pubblica possono essere realizzati con i seguenti materiali: a) acciaio: l’acciaio utilizzato deve essere saldabile, resistente all’invecchiamento e, quando occorre, zincabile a caldo. L’acciaio deve essere di qualità almeno pari a quella Fe 360 B della EU 25 o addirittura migliore; b) leghe di alluminio: la lega utilizzata deve essere uguale o migliore delle leghe specificate nelle ISO/R 164, ISO/R 209, ISO/R 827 e ISO/TR 2136. Deve resistere alla corrosione. Quando il luogo di installazione presenta particolari e noti problemi di corrosione, la lega utilizzata deve essere oggetto di accordo tra committente e fornitore; c) calcestruzzo armato: i materiali utilizzati per i pali di calcestruzzo armato devono soddisfare le prescrizioni della UNI EN 40; d) altri materiali: nell’ipotesi in cui si realizzino pali con materiali differenti da quelli sopra elencati, detti materiali dovranno soddisfare i requisiti contenuti nelle parti corrispondenti della norma UNI EN 40, nel caso non figurino nella norma le loro caratteristiche dovranno essere concordate tra committente e fornitore. L’acciaio utilizzato per i bulloni di ancoraggio deve essere di qualità uguale o migliore di quella prevista per l’ Fe 360 B della EU 25. REQUISITI E PRESTAZIONI (EM) 02.02.08.R01 Montabilità/Smontabilità Classe di Requisiti: Facilità d'intervento Classe di Esigenza: Funzionalità I pali per illuminazione devono essere atti a consentire la collocazione in opera di altri elementi in caso di necessità. Prestazioni: Gli elementi costituenti i pali devono essere montati in opera in modo da essere facilmente smontabili senza per questo smontare o Pagina 109 Manuale di Manutenzione disfare l'intero impianto. Livello minimo della prestazione: Devono essere rispettati i livelli previsti in sede di progetto per garantire l'integrazione di altri elementi dell'impianto. ANOMALIE RISCONTRABILI 02.02.08.A01 Alterazione cromatica Perdita del colore originale dovuta a fenomeni di soleggiamento eccessivo e/o esposizione ad ambienti umidi. 02.02.08.A02 Anomalie del rivestimento Difetti di tenuta del rivestimento o della zincatura. 02.02.08.A03 Corrosione Possibili corrosione dei pali realizzati in acciaio, in ferro o in leghe metalliche dovuta a difetti di tenuta dello strato di protezione superficiale. 02.02.08.A04 Deposito superficiale Accumulo di pulviscolo atmosferico o di altri materiali estranei, di spessore variabile, poco coerente e poco aderente alla superficie del rivestimento. 02.02.08.A05 Difetti di messa a terra Difetti di messa a terra dovuti all'eccessiva polvere all'interno delle connessioni o alla presenza di umidità ambientale o di condensa. 02.02.08.A06 Difetti di serraggio Abbassamento del livello di serraggio dei bulloni tra palo ed ancoraggio a terra o tra palo e corpo illuminante. 02.02.08.A07 Difetti di stabilità Difetti di ancoraggio dei pali al terreno dovuti ad affondamento della piastra di appoggio. 02.02.08.A08 Infracidamento Degradazione che si manifesta con la formazione di masse scure polverulente dovuta ad umidità e alla scarsa ventilazione. 02.02.08.A09 Patina biologica Strato sottile, morbido e omogeneo, aderente alla superficie e di evidente natura biologica, di colore variabile, per lo più verde. La patina biologica è costituita prevalentemente da microrganismi cui possono aderire polvere, terriccio. CONTROLLI ESEGUIBILI DA PERSONALE SPECIALIZZATO 02.02.08.C01 Controllo generale Cadenza: ogni 2 anni Tipologia: Controllo a vista Controllo dello stato generale e dell'integrità dei pali per l'illuminazione. • • Requisiti da verificare: 1) Montabilità/Smontabilità. Anomalie riscontrabili: 1) Alterazione cromatica; 2) Anomalie del rivestimento; 3) Deposito superficiale; 4) Difetti di stabilità; 5) Infracidamento; 6) Patina biologica. Pagina 110 Manuale di Manutenzione MANUTENZIONI ESEGUIBILI DA PERSONALE SPECIALIZZATO 02.02.08.I01 Sostituzione dei pali Cadenza: quando occorre Sostituzione dei pali e dei relativi elementi accessori secondo la durata di vita media fornita dal produttore. Nel caso di eventi eccezionali (temporali, terremoti ecc.) verificare la stabilità dei pali per evitare danni a cose o persone. • Ditte specializzate: Elettricista. Elemento Manutenibile: 02.02.09 Pali in acciaio Unità Tecnologica: 02.02 Impianto di illuminazione I pali sostengono uno o più apparecchi di illuminazione e sono formati generalmente da più parti quali un fusto, un prolungamento e all'occorrenza un braccio. Possono essere realizzati in acciaio che deve essere del tipo saldabile, resistente all'invecchiamento e, quando occorre, zincabile a caldo. L'acciaio deve essere di qualità almeno pari a quella Fe 360 B della EU 25 o migliore. REQUISITI E PRESTAZIONI (EM) 02.02.09.R01 Efficienza luminosa Classe di Requisiti: Funzionalità d'uso Classe di Esigenza: Funzionalità I componenti che sviluppano un flusso luminoso devono garantire una efficienza luminosa non inferiore a quella stabilita dai costruttori delle lampade. Prestazioni: E' opportuno che sia assicurata la qualità della progettazione, della fabbricazione e dell’installazione dei materiali e componenti con riferimento a quanto indicato dalle norme e come certificato dalle ditte costruttrici di detti materiali e componenti. Livello minimo della prestazione: Devono essere rispettati i livelli previsti in sede di progetto. 02.02.09.R02 Impermeabilità ai liquidi Classe di Requisiti: Funzionalità d'uso Classe di Esigenza: Funzionalità I componenti dei lampioni devono essere in grado di evitare il passaggio di fluidi liquidi per evitare alle persone qualsiasi pericolo di folgorazione per contatto diretto secondo quanto prescritto dalla normativa. Prestazioni: E' opportuno che gli elementi costituenti i lampioni siano realizzati e posti in opera secondo quanto indicato dalle norme e come certificato dalle ditte costruttrici di detti materiali e componenti. Livello minimo della prestazione: Devono essere rispettati i livelli previsti in sede di progetto. 02.02.09.R03 Isolamento elettrico Pagina 111 Manuale di Manutenzione Classe di Requisiti: Protezione elettrica Classe di Esigenza: Sicurezza Gli elementi costituenti i lampioni devono essere in grado di resistere al passaggio di cariche elettriche senza perdere le proprie caratteristiche. Prestazioni: E' opportuno che i lampioni siano realizzati e posti in opera secondo quanto indicato dalle norme e come certificato dalle ditte costruttrici di detti materiali e componenti. Livello minimo della prestazione: Devono essere rispettati i livelli previsti in sede di progetto. 02.02.09.R04 Resistenza alla corrosione Classe di Requisiti: Controllabilità tecnologica Classe di Esigenza: Controllabilità I lampioni ed i relativi elementi devono essere realizzati con materiali idonei ad evitare fenomeni di corrosione per non compromettere il buon funzionamento dell'intero apparato. Prestazioni: I materiali utilizzati per la realizzazione dei pali in acciaio devono garantire un'adeguata protezione contro la corrosione. Livello minimo della prestazione: Devono essere rispettati i valori minimi indicati dalla norma UNI EN 40. 02.02.09.R05 Resistenza meccanica Classe di Requisiti: Di stabilità Classe di Esigenza: Sicurezza I lampioni ed i relativi elementi devono essere realizzati con materiali in grado di sopportare deformazioni e/o cedimenti. Prestazioni: Deve essere garantita la qualità ed efficienza dei materiali utilizzati al fine di evitare cedimenti strutturali derivanti sia dal peso proprio che dall'azione della spinta del vento. Livello minimo della prestazione: Il palo deve essere progettato in modo da sostenere con sicurezza i carichi propri e i carichi del vento specificati nella UNI EN 40-3-1. La progettazione strutturale di un palo per illuminazione pubblica deve essere verificata mediante calcolo in conformità al UNI EN 40-3-3 oppure mediante prove in conformità alla UNI EN 40-3-2. ANOMALIE RISCONTRABILI 02.02.09.A01 Anomalie del rivestimento Difetti di tenuta del rivestimento o della zincatura. 02.02.09.A02 Corrosione Possibili corrosione dei pali realizzati in acciaio, in ferro o in leghe metalliche dovuta a difetti di tenuta dello strato di protezione superficiale. 02.02.09.A03 Difetti di messa a terra Difetti di messa a terra dovuti all'eccessiva polvere all'interno delle connessioni o alla presenza di umidità ambientale o di condensa. 02.02.09.A04 Difetti di serraggio Abbassamento del livello di serraggio dei bulloni tra palo ed ancoraggio a terra o tra palo e corpo illuminante. Pagina 112 Manuale di Manutenzione 02.02.09.A05 Difetti di stabilità Difetti di ancoraggio dei pali al terreno dovuti ad affondamento della piastra di appoggio. CONTROLLI ESEGUIBILI DA PERSONALE SPECIALIZZATO 02.02.09.C01 Controllo corpi illuminanti Cadenza: ogni 3 mesi Tipologia: Ispezione Verificare l'efficienza dei reattori, starter, condensatori, lampade ed altri accessori. • • Requisiti da verificare: 1) Isolamento elettrico; 2) Efficienza luminosa; 3) Impermeabilità ai liquidi. Anomalie riscontrabili: 1) Difetti di messa a terra; 2) Difetti di stabilità; 3) Anomalie del rivestimento. 02.02.09.C02 Controllo generale Cadenza: ogni 3 mesi Tipologia: Controllo a vista Controllo dell'integrità dei pali verificando lo stato di tenuta del rivestimento, delle connessioni e dell'ancoraggio a terra. • • Requisiti da verificare: 1) Isolamento elettrico; 2) Efficienza luminosa; 3) Impermeabilità ai liquidi; 4) Resistenza alla corrosione; 5) Resistenza meccanica. Anomalie riscontrabili: 1) Corrosione; 2) Difetti di serraggio; 3) Difetti di messa a terra; 4) Difetti di stabilità. MANUTENZIONI ESEGUIBILI DA PERSONALE SPECIALIZZATO 02.02.09.I01 Pulizia Cadenza: ogni 3 mesi Eseguire la pulizia della coppa e del riflettore mediante straccio umido e detergente. • Ditte specializzate: Elettricista. 02.02.09.I02 Sostituzione dei pali Cadenza: quando occorre Sostituzione dei pali e dei relativi elementi accessori secondo la durata di vita media fornita dal produttore. • Ditte specializzate: Elettricista. 02.02.09.I03 Verniciatura Cadenza: quando occorre Eseguire un ripristino dello strato protettivo dei pali quando occorre. • Ditte specializzate: Pittore. Elemento Manutenibile: 02.02.10 Riflettori Pagina 113 Manuale di Manutenzione Unità Tecnologica: 02.02 Impianto di illuminazione I riflettori si utilizzano principalmente per ottenere fenomeni di luce diffusa su grandi superfici; i riflettori proiettano il flusso luminoso in una direzione precisa. Costruttivamente sono costituiti da un involucro di materiale opaco con la faccia interna rivestita con materiale ad alto grado di riflessione (tale materiale è generalmente metallico). ANOMALIE RISCONTRABILI 02.02.10.A01 Abbassamento livello di illuminazione Abbassamento del livello di illuminazione dovuto ad usura delle lampadine, ossidazione dei deflettori, impolveramento delle lampadine. 02.02.10.A02 Avarie Possibili avarie dovute a corti circuito degli apparecchi, usura degli accessori, apparecchi inadatti. 02.02.10.A03 Depositi superficiali Accumuli di materiale polveroso sulla superficie dei riflettori. 02.02.10.A04 Difetti di ancoraggio Difetti di tenuta degli elementi di ancoraggio dei riflettori. 02.02.10.A05 Difetti agli interruttori Difetti agli interruttori magnetotermici e differenziali dovuti all'eccessiva polvere presente all'interno delle connessioni o alla presenza di umidità ambientale o di condensa. CONTROLLI ESEGUIBILI DA PERSONALE SPECIALIZZATO 02.02.10.C01 Controllo generale Cadenza: ogni mese Tipologia: Controllo a vista Controllare la corretta posizione dei riflettori e l'integrità delle lampadine. Verificare la pulizia della superficie dei riflettori. • • Requisiti da verificare: 1) (Attitudine al) controllo del flusso luminoso; 2) (Attitudine al) controllo della condensazione interstiziale; 3) (Attitudine al) controllo delle dispersioni elettriche; 4) Accessibilità; 5) Assenza di emissioni di sostanze nocive; 6) Comodità di uso e manovra; 7) Efficienza luminosa; 8) Identificabilità; 9) Impermeabilità ai liquidi; 10) Isolamento elettrico; 11) Limitazione dei rischi di intervento; 12) Montabilità/Smontabilità; 13) Regolabilità; 14) Resistenza meccanica; 15) Stabilità chimico reattiva. Anomalie riscontrabili: 1) Abbassamento livello di illuminazione; 2) Depositi superficiali; 3) Difetti di ancoraggio. MANUTENZIONI ESEGUIBILI DA PERSONALE SPECIALIZZATO 02.02.10.I01 Pulizia Cadenza: ogni mese Pulizia e rimozione dello sporco e dei depositi superficiali con detergenti idonei. • Ditte specializzate: Generico. Pagina 114 Manuale di Manutenzione 02.02.10.I02 Sostituzione delle lampade Cadenza: quando occorre Eseguire la sostituzione delle lampade a periodicità variabile a seconda del tipo di lampada utilizzata: - ad incandescenza 800 h; - a ricarica: 8000 h; - a fluorescenza 6000 h; - alogena: 1600 h; - compatta 5000 h. • Ditte specializzate: Elettricista. Elemento Manutenibile: 02.02.11 Sbracci in acciaio Unità Tecnologica: 02.02 Impianto di illuminazione Gli sbracci sono sostenuti generalmente da pali che a loro volta sostengono uno o più apparecchi di illuminazione. Possono essere realizzati in acciaio che deve essere del tipo saldabile, resistente all'invecchiamento e, quando occorre, zincabile a caldo. L'acciaio deve essere di qualità almeno pari a quella Fe 360 B della EU 25 o migliore. REQUISITI E PRESTAZIONI (EM) 02.02.11.R01 Efficienza luminosa Classe di Requisiti: Funzionalità d'uso Classe di Esigenza: Funzionalità I componenti che sviluppano un flusso luminoso devono garantire una efficienza luminosa non inferiore a quella stabilita dai costruttori delle lampade. Prestazioni: E' opportuno che sia assicurata la qualità della progettazione, della fabbricazione e dell’installazione dei materiali e componenti con riferimento a quanto indicato dalle norme e come certificato dalle ditte costruttrici di detti materiali e componenti. Livello minimo della prestazione: Devono essere rispettati i livelli previsti in sede di progetto. 02.02.11.R02 Impermeabilità ai liquidi Classe di Requisiti: Funzionalità d'uso Classe di Esigenza: Funzionalità I componenti dei lampioni devono essere in grado di evitare il passaggio di fluidi liquidi per evitare alle persone qualsiasi pericolo di folgorazione per contatto diretto secondo quanto prescritto dalla normativa. Prestazioni: E' opportuno che gli elementi costituenti i lampioni siano realizzati e posti in opera secondo quanto indicato dalle norme e come certificato dalle ditte costruttrici di detti materiali e componenti. Livello minimo della prestazione: Devono essere rispettati i livelli previsti in sede di progetto. Pagina 115 Manuale di Manutenzione 02.02.11.R03 Isolamento elettrico Classe di Requisiti: Protezione elettrica Classe di Esigenza: Sicurezza Gli elementi costituenti i lampioni devono essere in grado di resistere al passaggio di cariche elettriche senza perdere le proprie caratteristiche. Prestazioni: E' opportuno che i lampioni siano realizzati e posti in opera secondo quanto indicato dalle norme e come certificato dalle ditte costruttrici di detti materiali e componenti. Livello minimo della prestazione: Devono essere rispettati i livelli previsti in sede di progetto. ANOMALIE RISCONTRABILI 02.02.11.A01 Anomalie del rivestimento Difetti di tenuta del rivestimento o della zincatura. 02.02.11.A02 Corrosione Possibili corrosione dei pali realizzati in acciaio, in ferro o in leghe metalliche dovuta a difetti di tenuta dello strato di protezione superficiale. 02.02.11.A03 Difetti di messa a terra Difetti di messa a terra dovuti all'eccessiva polvere all'interno delle connessioni o alla presenza di umidità ambientale o di condensa. 02.02.11.A04 Difetti di serraggio Abbassamento del livello di serraggio dei bulloni tra palo ed ancoraggio a terra o tra sbraccio e corpo illuminante. 02.02.11.A05 Difetti di stabilità Difetti di ancoraggio dei pali al terreno dovuti ad affondamento della piastra di appoggio. CONTROLLI ESEGUIBILI DA PERSONALE SPECIALIZZATO 02.02.11.C01 Controllo corpi illuminanti Cadenza: ogni 3 mesi Tipologia: Ispezione Verificare l'efficienza dei reattori, starter, condensatori, lampade ed altri accessori. • • Requisiti da verificare: 1) Isolamento elettrico; 2) Efficienza luminosa; 3) Impermeabilità ai liquidi. Anomalie riscontrabili: 1) Difetti di messa a terra; 2) Difetti di stabilità; 3) Anomalie del rivestimento. 02.02.11.C02 Controllo generale Cadenza: ogni 3 mesi Tipologia: Controllo a vista Controllo dell'integrità dei pali verificando lo stato di tenuta del rivestimento, delle connessioni e dell'ancoraggio a terra e degli sbracci. • Requisiti da verificare: 1) Isolamento elettrico; 2) Efficienza luminosa; 3) Impermeabilità ai liquidi. Pagina 116 Manuale di Manutenzione • Anomalie riscontrabili: 1) Corrosione; 2) Difetti di serraggio; 3) Difetti di messa a terra; 4) Difetti di stabilità. MANUTENZIONI ESEGUIBILI DA PERSONALE SPECIALIZZATO 02.02.11.I01 Pulizia Cadenza: ogni 3 mesi Eseguire la pulizia della coppa e del riflettore mediante straccio umido e detergente. • Ditte specializzate: Elettricista. 02.02.11.I02 Sostituzione Cadenza: quando occorre Sostituzione dei pali e dei relativi elementi accessori secondo la durata di vita media fornita dal produttore. • Ditte specializzate: Elettricista. 02.02.11.I03 Verniciatura Cadenza: quando occorre Eseguire un ripristino dello strato protettivo dei pali e/o degli sbracci quando occorre. • Ditte specializzate: Pittore. Pagina 117 Manuale di Manutenzione Unità Tecnologica: 02.03 Impianto di diffusione sonora L'impianto di trasmissione fonia e dati consente la diffusione, nei vari ambienti, di dati ai vari utenti. Generalmente è costituito da una rete di trasmissione (denominata cablaggio) e da una serie di punti di presa ai quali sono collegate le varie postazioni. REQUISITI E PRESTAZIONI (UT) 02.03.R01 Isolamento elettrico Classe di Requisiti: Acustici Classe di Esigenza: Benessere I materiali ed i componenti dell'impianto di diffusione sonora devono garantire un livello di protezione contro i contatti diretti ed indiretti. Prestazioni: I componenti dell'impianto devono essere costruiti con caratteristiche di sicurezza onde consentire la separazione fra i circuiti a bassissima tensione in corrente continua e circuiti a bassa tensione in corrente alternata e per la corretta messa a terra delle parti metalliche. Livello minimo della prestazione: Per accertare la capacità di isolamento elettrico si effettuano una serie di prove secondo le modalità riportate nella norma affinché non si verifichi nessun surriscaldamento. Inoltre deve essere verificato che le prestazioni e la tensione in uscita siano all’interno delle specifiche. Tutte le uscite devono essere protette al fine di assicurare che in caso di corto circuito esterno non vi sia alcun danno dovuto ad un surriscaldamento. L'Unità Tecnologica è composta dai seguenti Elementi Manutenibili: ° 02.03.01 Altoparlanti ° 02.03.02 Microfoni ° 02.03.03 Amplificatori Pagina 118 Manuale di Manutenzione Elemento Manutenibile: 02.03.01 Altoparlanti Unità Tecnologica: 02.03 Impianto di diffusione sonora Gli altoparlanti sono dei dispositivi che consentono la diffusione dei segnali audio nei vari ambienti. ANOMALIE RISCONTRABILI 02.03.01.A01 Anomalie dei rivestimenti Difetti di tenuta dei rivestimenti di protezione. 02.03.01.A02 Depositi di polvere Accumuli di polvere sulle connessioni che provocano malfunzionamenti. 02.03.01.A03 Difetti di serraggio Difetti di serraggio delle connessioni e dei pressacavi. 02.03.01.A04 Presenza di umidità Eccessivo livello del grado di umidità degli ambienti. CONTROLLI ESEGUIBILI DA PERSONALE SPECIALIZZATO 02.03.01.C01 Controllo dei cavi Cadenza: ogni 6 mesi Tipologia: Ispezione a vista Verificare lo stato dei cavi e la eventuale presenza di umidità. • • Requisiti da verificare: 1) Isolamento elettrico. Anomalie riscontrabili: 1) Presenza di umidità. 02.03.01.C02 Controllo generale Cadenza: ogni 6 mesi Tipologia: Controllo a vista Verificare lo stato degli altoparlanti e la tenuta delle connessioni e dei pressacavo. • • Requisiti da verificare: 1) Isolamento elettrico. Anomalie riscontrabili: 1) Anomalie dei rivestimenti; 2) Depositi di polvere; 3) Difetti di serraggio; 4) Presenza di umidità. MANUTENZIONI ESEGUIBILI DA PERSONALE SPECIALIZZATO Pagina 119 Manuale di Manutenzione 02.03.01.I01 Pulizia Cadenza: ogni 6 mesi Eseguire la pulizia degli altoparlanti eliminando eventuali depositi di polvere e di umidità. • Ditte specializzate: Tecnici di livello superiore. 02.03.01.I02 Serraggio cavi Cadenza: ogni 6 mesi Eseguire la pulizia ed il serraggio dei cavi e delle connessioni. • Ditte specializzate: Tecnici di livello superiore. Elemento Manutenibile: 02.03.02 Microfoni Unità Tecnologica: 02.03 Impianto di diffusione sonora I microfoni con le relative basi microfoniche sono i terminali utente per la comunicazione di messaggi di paging selettivi per zona, per aree, o generali e per l’uso comune, come sistema di diffusione sonora. REQUISITI E PRESTAZIONI (EM) 02.03.02.R01 Comodità d'uso e manovra Classe di Requisiti: Di funzionamento Classe di Esigenza: Gestione I dispositivi di diffusione sonora devono essere posizionati in modo da essere percettibili in ogni punto dell'ambiente sorvegliato. Prestazioni: I dispositivi di diffusione sonora devono essere posizionati in modo da non essere manomessi o asportati. Livello minimo della prestazione: Devono essere rispettati i valori indicati dalla norma CEI 79-2 ed in particolare: - sirene per esterno: frequenza fondamentale non eccedente 1800 Hz con suono continuo e modulato; livello di pressione non inferiore a 100 dB(A) misurato a 3 m; - sirene per interno: frequenza fondamentale non eccedente 3600 Hz con suono continuo e modulato; livello di pressione non inferiore a 90 dB(A) misurato a 3 m; - avvisatori acustici di servizio e di controllo: frequenza fondamentale non eccedente 3600 Hz con suono continuo e modulato; livello di pressione non inferiore a 70 dB(A) misurato a 3 m. ANOMALIE RISCONTRABILI 02.03.02.A01 Anomalie display Difetti di funzionamento del display di segnalazione della base del microfono. 02.03.02.A02 Anomalie tastiera Pagina 120 Manuale di Manutenzione Difetti di funzionamento tastiera a servizio del microfono. 02.03.02.A03 Difetti di tenuta morsetti Difetti di funzionamento e di tenuta dei morsetti di connessione. 02.03.02.A04 Incrostazioni Accumulo di depositi vari (polvere, ecc.) sugli apparecchi. 02.03.02.A05 Perdite di tensione Riduzione della tensione di alimentazione principale che provoca malfunzionamenti. CONTROLLI ESEGUIBILI DA PERSONALE SPECIALIZZATO 02.03.02.C01 Controllo generale Cadenza: ogni 3 mesi Tipologia: Ispezione a vista Controllare l'efficienza dei dispositivi di diffusione sonora contro l'apertura e l'asportazione. Verificare l'efficienza dello stato di carica della batteria di alimentazione e la funzionalità del display e della tastiera (se presenti). • • Requisiti da verificare: 1) Comodità d'uso e manovra. Anomalie riscontrabili: 1) Difetti di tenuta morsetti; 2) Incrostazioni; 3) Anomalie display; 4) Anomalie tastiera; 5) Perdite di tensione. MANUTENZIONI ESEGUIBILI DA PERSONALE SPECIALIZZATO 02.03.02.I01 Pulizia Cadenza: ogni 6 mesi Eseguire la pulizia dei microfoni e verificare la tenuta delle connessioni. • Ditte specializzate: Specializzati vari. 02.03.02.I02 Sostituzione Cadenza: ogni 10 anni Sostituire gli altoparlanti ed i microfoni quando non rispondenti alla loro originaria funzione. • Ditte specializzate: Specializzati vari. Elemento Manutenibile: 02.03.03 Amplificatori Unità Tecnologica: 02.03 Impianto di diffusione sonora Pagina 121 Manuale di Manutenzione Gli amplificatori sono i dispositivi per mezzo dei quali il segnale sonoro dalla stazione di partenza viene diffuso con la giusta potenza ai vari elementi terminali quali microfoni ed altoparlanti. REQUISITI E PRESTAZIONI (EM) 02.03.03.R01 Isolamento elettrico Classe di Requisiti: Protezione elettrica Classe di Esigenza: Sicurezza I materiali ed i componenti degli amplificatori devono garantire un livello di protezione contro i contatti diretti ed indiretti. Prestazioni: Gli amplificatori devono essere costruiti con caratteristiche di sicurezza onde consentire la separazione fra i circuiti a bassissima tensione in corrente continua e circuiti a bassa tensione in corrente alternata e per la corretta messa a terra delle parti metalliche. Livello minimo della prestazione: Per accertare la capacità di isolamento elettrico si effettuano una serie di prove secondo le modalità riportate nella norma affinché non si verifichi nessun surriscaldamento. Inoltre deve essere verificato che le prestazioni e la tensione in uscita siano all’interno delle specifiche. Tutte le uscite devono essere protette al fine di assicurare che in caso di corto circuito esterno non vi sia alcun danno dovuto ad un surriscaldamento. ANOMALIE RISCONTRABILI 02.03.03.A01 Anomalie display Difetti di funzionamento del display di segnalazione. 02.03.03.A02 Difetti di tenuta morsetti Difetti di funzionamento e di tenuta dei morsetti di connessione. 02.03.03.A03 Incrostazioni Accumulo di depositi vari (polvere, ecc.) sugli apparecchi. 02.03.03.A04 Perdita dell'alimentazione Perdita della sorgente di alimentazione (principale o di riserva). 02.03.03.A05 Perdite di tensione Riduzione della tensione della batteria ad un valore inferiore a 0,9 volte la tensione nominale della batteria. CONTROLLI ESEGUIBILI DA PERSONALE SPECIALIZZATO 02.03.03.C01 Controllo generale Cadenza: ogni 7 giorni Tipologia: Ispezione a vista Verificare le connessioni dei vari elementi collegati alla apparecchiatura di amplificazione. Verificare la funzionalità delle spie luminose del pannello e dei fusibili di protezione. • • Requisiti da verificare: 1) Isolamento elettrico. Anomalie riscontrabili: 1) Perdita dell'alimentazione; 2) Perdite di tensione. Pagina 122 Manuale di Manutenzione MANUTENZIONI ESEGUIBILI DA PERSONALE SPECIALIZZATO 02.03.03.I01 Registrazione connessioni Cadenza: ogni 12 mesi Registrare e regolare tutti i morsetti delle connessioni e/o dei fissaggi • Ditte specializzate: Specializzati vari. Pagina 123 Manuale di Manutenzione Unità Tecnologica: 02.04 Impianto di trasmissione fonia e dati L'impianto di trasmissione fonia e dati consente la diffusione, nei vari ambienti, di dati ai vari utenti. Generalmente è costituito da una rete di trasmissione (denominata cablaggio) e da una serie di punti di presa ai quali sono collegate le varie postazioni. REQUISITI E PRESTAZIONI (UT) 02.04.R01 Efficienza Classe di Requisiti: Di funzionamento Classe di Esigenza: Gestione L'impianto di trasmissione deve essere realizzato con materiali idonei a garantire efficienza del sistema. Prestazioni: I materiali utilizzati devono consentire una facile trasmissione dei dati in modo da evitare sovraccarichi della rete. Livello minimo della prestazione: Devono essere garantiti i livelli minimi indicati dalle norme e variabili per tipo di rete utilizzato. L'Unità Tecnologica è composta dai seguenti Elementi Manutenibili: ° 02.04.01 Altoparlanti ° 02.04.02 Cablaggio ° 02.04.03 Sistema di trasmissione Pagina 124 Manuale di Manutenzione Elemento Manutenibile: 02.04.01 Altoparlanti Unità Tecnologica: 02.04 Impianto di trasmissione fonia e dati Gli altoparlanti sono dei dispositivi che consentono la diffusione dei segnali audio nei vari ambienti. ANOMALIE RISCONTRABILI 02.04.01.A01 Anomalie dei rivestimenti Difetti di tenuta dei rivestimenti di protezione. 02.04.01.A02 Depositi di polvere Accumuli di polvere sulle connessioni che provocano malfunzionamenti. 02.04.01.A03 Difetti di serraggio Difetti di serraggio delle connessioni e dei pressacavi. 02.04.01.A04 Presenza di umidità Eccessivo livello del grado di umidità degli ambienti. CONTROLLI ESEGUIBILI DA PERSONALE SPECIALIZZATO 02.04.01.C01 Controllo dei cavi Cadenza: ogni 6 mesi Tipologia: Ispezione a vista Verificare lo stato dei cavi e la eventuale presenza di umidità. • • Requisiti da verificare: 1) Efficienza. Anomalie riscontrabili: 1) Presenza di umidità. 02.04.01.C02 Controllo generale Cadenza: ogni 6 mesi Tipologia: Controllo a vista Verificare lo stato degli altoparlanti e la tenuta delle connessioni e dei pressacavo. • • Requisiti da verificare: 1) Efficienza. Anomalie riscontrabili: 1) Anomalie dei rivestimenti; 2) Depositi di polvere; 3) Difetti di serraggio; 4) Presenza di umidità. MANUTENZIONI ESEGUIBILI DA PERSONALE SPECIALIZZATO Pagina 125 Manuale di Manutenzione 02.04.01.I01 Pulizia Cadenza: ogni 6 mesi Eseguire la pulizia degli altoparlanti eliminando eventuali depositi di polvere e di umidità. • Ditte specializzate: Tecnici di livello superiore. 02.04.01.I02 Serraggio cavi Cadenza: ogni 6 mesi Eseguire la pulizia ed il serraggio dei cavi e delle connessioni. • Ditte specializzate: Tecnici di livello superiore. Elemento Manutenibile: 02.04.02 Cablaggio Unità Tecnologica: 02.04 Impianto di trasmissione fonia e dati Per la diffusione dei dati negli edifici occorre una rete di supporto che generalmente viene denominata cablaggio. Pertanto il cablaggio degli edifici consente agli utenti di comunicare e scambiare dati attraverso le varie postazioni collegate alla rete di distribuzione. ANOMALIE RISCONTRABILI 02.04.02.A01 Anomalie degli allacci Difetti di funzionamento delle prese di utenza e dei pannelli degli armadi di permutazione. 02.04.02.A02 Anomalie delle prese Difetti di tenuta delle placche, dei coperchi e dei connettori. 02.04.02.A03 Difetti di serraggio Difetti di serraggio di viti ed attacchi dei vari apparecchi di utenza. 02.04.02.A04 Difetti delle canaline Difetti di tenuta delle canaline porta cavi. CONTROLLI ESEGUIBILI DA PERSONALE SPECIALIZZATO 02.04.02.C01 Controllo generale Cadenza: ogni anno Tipologia: Ispezione a vista Verificare la corretta posizione delle connessioni negli armadi di permutazione, controllare che tutte le prese siano ben collegate. • Anomalie riscontrabili: 1) Difetti di serraggio; 2) Anomalie degli allacci; 3) Anomalie delle prese; 4) Difetti delle canaline. Pagina 126 Manuale di Manutenzione MANUTENZIONI ESEGUIBILI DA PERSONALE SPECIALIZZATO 02.04.02.I01 Rifacimento cablaggio Cadenza: ogni 15 anni Eseguire il rifacimento totale del cablaggio quando necessario (per adeguamento normativo, o per adeguamento alla classe superiore). • Ditte specializzate: Telefonista. 02.04.02.I02 Serraggio connessione Cadenza: quando occorre Effettuare il serraggio di tutte le connessioni. • Ditte specializzate: Telefonista. 02.04.02.I03 Sostituzione prese Cadenza: quando occorre Sostituire gli elementi delle prese quali placche, coperchi, telai e connettori quando usurati. • Ditte specializzate: Telefonista. Elemento Manutenibile: 02.04.03 Sistema di trasmissione Unità Tecnologica: 02.04 Impianto di trasmissione fonia e dati Il sistema di trasmissione consente di realizzare la trasmissione dei dati a tutte le utenze della rete. Tale sistema può essere realizzato con differenti sistemi; uno dei sistemi più utilizzati è quello che prevede la connessione alla rete LAN e alla rete WAN mediante l'utilizzo di switched e ruter. ANOMALIE RISCONTRABILI 02.04.03.A01 Anomalie delle prese Difetti di tenuta delle placche, dei coperchi e dei connettori. 02.04.03.A02 Depositi vari Accumulo di materiale (polvere, grassi, ecc.) sulle connessioni. 02.04.03.A03 Difetti di serraggio Difetti di serraggio di viti ed attacchi dei vari apparecchi di utenza. Pagina 127 Manuale di Manutenzione CONTROLLI ESEGUIBILI DA PERSONALE SPECIALIZZATO 02.04.03.C01 Controllo generale Cadenza: ogni anno Tipologia: Ispezione a vista Verificare gli apparati di rete (sia quelli attivi sia quelli passivi) controllando che tutti gli apparecchi funzionino. Controllare che tutte le viti siano serrate. • Anomalie riscontrabili: 1) Anomalie delle prese; 2) Depositi vari; 3) Difetti di serraggio. MANUTENZIONI ESEGUIBILI DA PERSONALE SPECIALIZZATO 02.04.03.I01 Pulizia Cadenza: ogni 3 mesi Eseguire la pulizia di tutte le apparecchiature della rete. • Ditte specializzate: Telefonista. 02.04.03.I02 Rifacimento cablaggio Cadenza: ogni settimana Eseguire il rifacimento totale del cablaggio quando necessario (per adeguamento normativo, o per adeguamento alla classe superiore). Pagina 128 Manuale di Manutenzione Unità Tecnologica: 02.05 Impianto per automazione L'impianto per l'automazione comprende tutti quei meccanismi adibiti all'automazione degli elementi ai quali sono collegati: Fanno parte di questo tipo di impianto le fotocellule che consentono l'apertura e/o la chiusura di una porta al passaggio di una persona, le coste sensibili che permettono l'apertura e/o la chiusura di una sbarra, i rivelatori di veicoli. REQUISITI E PRESTAZIONI (UT) 02.05.R01 Resistenza meccanica Classe di Requisiti: Controllabilità tecnologica Classe di Esigenza: Controllabilità Gli elementi dell'impianto di automazione devono essere in grado di resistere a sollecitazioni che possono verificarsi durante il funzionamento dell'impianto. Prestazioni: Gli elementi dell'impianto devono garantire una determinata resistenza meccanica senza compromettere la stabilità dell'intero apparato. Livello minimo della prestazione: Devono essere rispettati i valori minimi previsti dalla normativa. L'Unità Tecnologica è composta dai seguenti Elementi Manutenibili: ° 02.05.01 Coste sensibili ° 02.05.02 Fotocellule Pagina 129 Manuale di Manutenzione Elemento Manutenibile: 02.05.01 Coste sensibili Unità Tecnologica: 02.05 Impianto per automazione Le coste sensibili sono dei dispositivi che consentono l'apertura e/o la chiusura di un elemento ad essi collegato quando vengono toccate da un oggetto (persona, macchina, moto). Rappresentazione grafica e descrizione Coste sensibili ANOMALIE RISCONTRABILI 02.05.01.A01 Difetti di funzionamento Difetti di funzionamento delle coste per cui si verificano malfunzionamenti 02.05.01.A02 Rotture Rotture degli elementi superficiali delle coste dovuti a carichi pesanti. CONTROLLI ESEGUIBILI DA PERSONALE SPECIALIZZATO 02.05.01.C01 Controllo generale Cadenza: ogni 6 mesi Tipologia: Prova Verifica del funzionamento delle coste facendovi passare un carico per la verifica dell'abbassamento. • Anomalie riscontrabili: 1) Difetti di funzionamento. MANUTENZIONI ESEGUIBILI DA PERSONALE SPECIALIZZATO 02.05.01.I01 Ripristini Cadenza: quando occorre Eseguire il ripristino degli elementi superficiali delle coste danneggiati. • Ditte specializzate: Elettricista. Elemento Manutenibile: 02.05.02 Pagina 130 Manuale di Manutenzione Fotocellule Unità Tecnologica: 02.05 Impianto per automazione Le fotocellule sono gli elementi per mezzo dei quali si può aprire o chiudere una porta o alzare una sbarra. Il loro funzionamento è basato sulla trasmissione di un raggio luminoso che parte da una fotocellula ed arriva alla fotocellula opposta; quando questo fascio luminoso viene interrotto si attiva il circuito e si aziona il dispositivo ad esso collegato Rappresentazione grafica e descrizione Fotocellula ANOMALIE RISCONTRABILI 02.05.02.A01 Difetti dei led Difetti di funzionamento dei led luminosi. 02.05.02.A02 Disallineamento Errore di allineamento delle fotocellule trasmittente e ricevente. 02.05.02.A03 Mancanza di alimentazione Mancanza di alimentazione per cui si verificano malfunzionamenti. 02.05.02.A04 Difetti di ancoraggio Difetti di posa in opera delle fotocellule. 02.05.02.A05 Corrosione Fenomeni di corrosione degli elementi deputati al sostegno delle fotocellule. CONTROLLI ESEGUIBILI DA PERSONALE SPECIALIZZATO 02.05.02.C01 Controllo generale Cadenza: ogni 3 mesi Tipologia: Ispezione a vista Verificare il corretto funzionamento delle fotocellule interponendo un ostacolo tra le stesse. • • Requisiti da verificare: 1) Resistenza meccanica. Anomalie riscontrabili: 1) Difetti dei led; 2) Disallineamento; 3) Mancanza di alimentazione; 4) Difetti di ancoraggio; 5) Corrosione. Pagina 131 Manuale di Manutenzione MANUTENZIONI ESEGUIBILI DA PERSONALE SPECIALIZZATO 02.05.02.I01 Registrazione Cadenza: quando occorre Eseguire la registrazione e la taratura delle fotocellule. • Ditte specializzate: Elettricista. Pagina 132 Manuale di Manutenzione Unità Tecnologica: 02.06 Impianto telefonico Insieme degli elementi tecnici del sistema edilizio con funzione di distribuire e regolare flussi informativi telefonici. La centrale telefonica deve essere ubicata in modo da garantire la funzionalità del sistema ed essere installata in locale idoneo. REQUISITI E PRESTAZIONI (UT) 02.06.R01 Isolamento elettrostatico Classe di Requisiti: Protezione elettrica Classe di Esigenza: Sicurezza I materiali ed i componenti dell'impianto telefonico devono garantire un livello di isolamento da eventuali scariche elettrostatiche. Prestazioni: L'impianto deve essere realizzato con materiali e componenti tali da non provocare scariche elettrostatiche nel caso che persone, cariche elettrostaticamente, tocchino l'apparecchio. Livello minimo della prestazione: Per accertare la capacità di isolamento elettrostatico si effettuano una serie di prove secondo quanto prescritto dalla normativa UNI. 02.06.R02 Resistenza a cali di tensione Classe di Requisiti: Protezione elettrica Classe di Esigenza: Sicurezza I materiali ed i componenti dell'impianto telefonico devono resistere a riduzioni e a brevi interruzioni di tensione. Prestazioni: I materiali ed i componenti dell'impianto devono resistere a riduzioni di tensione e a brevi interruzioni di tensione. Livello minimo della prestazione: Per accertare la resistenza ai cali di tensione si effettuano delle prove secondo quanto previsto dalle norme. 02.06.R03 Resistenza meccanica Classe di Requisiti: Di stabilità Classe di Esigenza: Sicurezza Gli elementi dell'impianto telefonico devono essere in grado di contrastare in modo efficace il prodursi di deformazioni o rotture che si dovessero verificare nelle condizioni di impiego. Prestazioni: La resistenza meccanica degli elementi dell'impianto telefonico viene verificata sottoponendo la superficie degli stessi a urti tali da simulare quelli prevedibili nelle condizioni di impiego. Livello minimo della prestazione: Per verificare la resistenza meccanica devono essere utilizzate il procedimento e l’apparecchiatura di prova descritti dalla normativa UNI di riferimento. Al termine della prova deve essere verificata visivamente l’assenza di danni meccanici, sia internamente che esternamente. L'Unità Tecnologica è composta dai seguenti Elementi Manutenibili: ° 02.06.01 Alimentatori ° 02.06.02 Apparecchi telefonici ° 02.06.03 Centrale telefonica ° 02.06.04 Pulsantiere Pagina 133 Manuale di Manutenzione ° 02.06.05 Punti di ripresa ottici Pagina 134 Manuale di Manutenzione Elemento Manutenibile: 02.06.01 Alimentatori Unità Tecnologica: 02.06 Impianto telefonico L'alimentatore è un elemento dell'impianto telefonico e citofonico per mezzo del quale i componenti ad esso collegati possono essere alimentati. REQUISITI E PRESTAZIONI (EM) 02.06.01.R01 Comodità di uso e manovra Classe di Requisiti: Funzionalità d'uso Classe di Esigenza: Funzionalità L'alimentatore ed i suoi componenti devono presentare caratteristiche di facilità di uso, di funzionalità e di manovrabilità. Prestazioni: I componenti dell'alimentatore devono essere concepiti e realizzati in forma ergonomicamente corretta ed essere disposti in posizione ed altezza dal piano di calpestio tali da rendere il loro utilizzo agevole e sicuro. Livello minimo della prestazione: E’ possibile controllare l’altezza di installazione dal piano di calpestio dei componenti utilizzabili dagli utenti per le normali operazioni di comando, regolazione e controllo, verificando anche l’assenza di ostacoli che ne impediscano un’agevole manovra. 02.06.01.R02 Efficienza Classe di Requisiti: Funzionalità d'uso Classe di Esigenza: Funzionalità L'alimentatore deve essere in grado di mantenere inalterate nel tempo le proprie capacità di rendimento assicurando un buon funzionamento. Prestazioni: L'alimentatore deve essere in grado di dare energia a tutti gli apparecchi ad esso collegati in modo che non ci siano interferenze di segnali. Livello minimo della prestazione: Le prestazioni minime richieste all'alimentatore devono essere quelle indicate dal produttore. ANOMALIE RISCONTRABILI 02.06.01.A01 Perdita di carica accumulatori Abbassamento del livello di carica della batteria ausiliaria. 02.06.01.A02 Difetti di tenuta dei morsetti Difetti di funzionamento e di tenuta dei morsetti di connessione. 02.06.01.A03 Difetti di regolazione Difetti di regolazione del sistema di gestione informatico della centrale. Pagina 135 Manuale di Manutenzione 02.06.01.A04 Perdite di tensione Riduzione della tensione di alimentazione. 02.06.01.A05 Incrostazioni Accumulo di depositi vari (polvere, ecc.) sugli apparati della centrale. CONTROLLI ESEGUIBILI DA PERSONALE SPECIALIZZATO 02.06.01.C01 Controllo alimentazione Cadenza: ogni 6 mesi Tipologia: Ispezione strumentale Verificare gli alimentatori effettuando delle misurazioni della tensione in ingresso e in uscita. Verificare che gli accumulatori siano funzionanti, siano carichi e non ci siano problemi di isolamento elettrico. • • Requisiti da verificare: 1) Isolamento elettrostatico; 2) Resistenza a cali di tensione. Anomalie riscontrabili: 1) Difetti di regolazione; 2) Difetti di tenuta dei morsetti; 3) Perdita di carica accumulatori. MANUTENZIONI ESEGUIBILI DA PERSONALE SPECIALIZZATO 02.06.01.I01 Sostituzione Cadenza: quando occorre Effettuare la sostituzione degli alimentatori quando danneggiati. • Ditte specializzate: Telefonista. Elemento Manutenibile: 02.06.02 Apparecchi telefonici Unità Tecnologica: 02.06 Impianto telefonico Gli apparecchi telefonici sono elementi dell'impianto telefonico per mezzo dei quali vengono trasmessi i flussi informativi tra un apparecchio ed un altro. REQUISITI E PRESTAZIONI (EM) 02.06.02.R01 Efficienza Classe di Requisiti: Funzionalità d'uso Classe di Esigenza: Funzionalità Gli apparecchi telefonici deve essere in grado di mantenere inalterate nel tempo le proprie capacità di rendimento assicurando un buon funzionamento. Pagina 136 Manuale di Manutenzione Prestazioni: Gli apparecchi telefonici devono essere in grado di ricevere e trasmettere i segnali assicurando il buon funzionamento dell'impianto telefonico. Livello minimo della prestazione: Le prestazioni minime richieste agli apparecchi telefonici devono essere quelle indicate dal produttore. ANOMALIE RISCONTRABILI 02.06.02.A01 Incrostazioni Accumulo di depositi vari (polvere, ecc.) sugli apparecchi. 02.06.02.A02 Difetti di regolazione Difetti di regolazione del sistema di gestione informatico. 02.06.02.A03 Difetti di tenuta dei morsetti Difetti di funzionamento e di tenuta dei morsetti di connessione. CONTROLLI ESEGUIBILI DA PERSONALE SPECIALIZZATO 02.06.02.C01 Controllo generale Cadenza: ogni 12 mesi Tipologia: Ispezione a vista Controllare la funzionalità degli apparecchi telefonici. • • Requisiti da verificare: 1) Efficienza. Anomalie riscontrabili: 1) Difetti di regolazione; 2) Incrostazioni. MANUTENZIONI ESEGUIBILI DA PERSONALE SPECIALIZZATO 02.06.02.I01 Pulizia Cadenza: ogni 12 mesi Effettuare una pulizia degli apparecchi e delle connessioni per eliminare eventuali accumuli di materiale che possano compromettere il regolare funzionamento degli apparecchi. • Ditte specializzate: Telefonista. Elemento Manutenibile: 02.06.03 Centrale telefonica Unità Tecnologica: 02.06 Impianto telefonico Pagina 137 Manuale di Manutenzione La centrale telefonica è un elemento dell'impianto telefonico per mezzo del quale i componenti ad essa collegati possono essere alimentati e monitorati; la centrale, inoltre, consente la trasmissione e la ricezione di segnali verso e da un’apparecchiatura. REQUISITI E PRESTAZIONI (EM) 02.06.03.R01 Comodità di uso e manovra Classe di Requisiti: Funzionalità d'uso Classe di Esigenza: Funzionalità La centrale telefonica ed i suoi componenti devono presentare caratteristiche di facilità di uso, di funzionalità e di manovrabilità. Prestazioni: I componenti della centrale devono essere concepiti e realizzati in forma ergonomicamente corretta ed essere disposti in posizione ed altezza dal piano di calpestio tali da rendere il loro utilizzo agevole e sicuro. Livello minimo della prestazione: E’ possibile controllare l’altezza di installazione dal piano di calpestio dei componenti utilizzabili dagli utenti per le normali operazioni di comando, regolazione e controllo, verificando anche l’assenza di ostacoli che ne impediscano un’agevole manovra. Per l'armadietto per terminale unificato, posizionato in apposito incasso, si deve verificare l'altezza dal pavimento che deve essere compresa tra i 90 e i 120 cm. 02.06.03.R02 Efficienza Classe di Requisiti: Funzionalità d'uso Classe di Esigenza: Funzionalità La centrale telefonica deve essere in grado di mantenere inalterate nel tempo le proprie capacità di rendimento assicurando un buon funzionamento. Prestazioni: La centrale deve essere in grado di ricevere, elaborare e visualizzare segnali provenienti da tutti gli apparecchi ad essa collegati in modo che non ci siano interferenze di segnali. Livello minimo della prestazione: Le prestazioni minime richieste alle centrali telefoniche devono essere quelle indicate dal produttore. ANOMALIE RISCONTRABILI 02.06.03.A01 Perdita di carica accumulatori Abbassamento del livello di carica della batteria ausiliaria. 02.06.03.A02 Difetti di tenuta dei morsetti Difetti di funzionamento e di tenuta dei morsetti di connessione. 02.06.03.A03 Difetti di regolazione Difetti di regolazione del sistema di gestione informatico della centrale. 02.06.03.A04 Perdite di tensione Riduzione della tensione di alimentazione. 02.06.03.A05 Incrostazioni Accumulo di depositi vari (polvere, ecc.) sugli apparati della centrale. Pagina 138 Manuale di Manutenzione CONTROLLI ESEGUIBILI DA PERSONALE SPECIALIZZATO 02.06.03.C01 Controllo alimentazione Cadenza: ogni 6 mesi Tipologia: Ispezione strumentale Verificare la stazione di energia effettuando delle misurazioni della tensione in ingresso e in uscita. Verificare che gli accumulatori siano funzionanti, siano carichi e non ci siano problemi di isolamento elettrico. • • Requisiti da verificare: 1) Isolamento elettrostatico; 2) Resistenza a cali di tensione. Anomalie riscontrabili: 1) Difetti di regolazione; 2) Difetti di tenuta dei morsetti; 3) Perdita di carica accumulatori. 02.06.03.C02 Controllo generale Cadenza: ogni 12 mesi Tipologia: Ispezione a vista Controllare la funzionalità della centrale e la capacità di carica degli accumulatori. • • Requisiti da verificare: 1) Comodità di uso e manovra; 2) Efficienza. Anomalie riscontrabili: 1) Difetti di regolazione; 2) Perdita di carica accumulatori. MANUTENZIONI ESEGUIBILI DA PERSONALE SPECIALIZZATO 02.06.03.I01 Pulizia Cadenza: ogni 12 mesi Effettuare una pulizia della centrale telefonica e dei suoi componenti utilizzando aspiratori e raccogliendo in appositi contenitori i residui della pulizia. • Ditte specializzate: Telefonista. 02.06.03.I02 Revisione del sistema Cadenza: quando occorre Effettuare una revisione ed un aggiornamento del software di gestione degli apparecchi in caso di necessità. • Ditte specializzate: Telefonista. Elemento Manutenibile: 02.06.04 Pulsantiere Unità Tecnologica: 02.06 Impianto telefonico Le pulsantiere sono elementi dell'impianto citofonico per mezzo dei quali vengono attivati e successivamente trasmessi i flussi informativi tra un apparecchio ed un altro. Pagina 139 Manuale di Manutenzione REQUISITI E PRESTAZIONI (EM) 02.06.04.R01 Efficienza Classe di Requisiti: Funzionalità d'uso Classe di Esigenza: Funzionalità Gli apparecchi telefonici deve essere in grado di mantenere inalterate nel tempo le proprie capacità di rendimento assicurando un buon funzionamento. Prestazioni: Gli apparecchi telefonici devono essere in grado di ricevere e trasmettere i segnali assicurando il buon funzionamento dell'impianto telefonico. Livello minimo della prestazione: Le prestazioni minime richieste agli apparecchi telefonici devono essere quelle indicate dal produttore. ANOMALIE RISCONTRABILI 02.06.04.A01 Incrostazioni Accumulo di depositi vari (polvere, ecc.) sugli apparecchi. 02.06.04.A02 Difetti dei cavi Difetti di funzionamento dei cavi di connessione per cui si verificano malfunzionamenti. 02.06.04.A03 Difetti dei pulsanti Difetti di funzionamento dei pulsanti. 02.06.04.A04 Difetti di regolazione Difetti di regolazione del sistema di gestione informatico. 02.06.04.A05 Difetti di tenuta dei morsetti Difetti di funzionamento e di tenuta dei morsetti di connessione. CONTROLLI ESEGUIBILI DA PERSONALE SPECIALIZZATO 02.06.04.C01 Controllo generale Cadenza: ogni 12 mesi Tipologia: Ispezione a vista Controllare la funzionalità degli apparecchi telefonici. • • Requisiti da verificare: 1) Efficienza. Anomalie riscontrabili: 1) Difetti di regolazione; 2) Incrostazioni; 3) Difetti dei cavi; 4) Difetti di tenuta dei morsetti; 5) Difetti dei pulsanti. MANUTENZIONI ESEGUIBILI DA PERSONALE SPECIALIZZATO Pagina 140 Manuale di Manutenzione 02.06.04.I01 Pulizia Cadenza: ogni 12 mesi Effettuare una pulizia degli apparecchi e delle connessioni per eliminare eventuali accumuli di materiale che possano compromettere il regolare funzionamento degli apparecchi. • Ditte specializzate: Telefonista. 02.06.04.I02 Sostituzione pulsanti Cadenza: quando occorre Eseguire la sostituzione dei pulsanti con altri delle stesse tipologie quando deteriorati. • Ditte specializzate: Telefonista. Elemento Manutenibile: 02.06.05 Punti di ripresa ottici Unità Tecnologica: 02.06 Impianto telefonico I punti di ripresa ottici sono costituiti da una o più telecamere (a colori o in bianco e nero) che effettuano riprese per la videocitofonia. ANOMALIE RISCONTRABILI 02.06.05.A01 Corrosione Fenomeni di corrosione che interessano gli ancoraggi della telecamera. 02.06.05.A02 Difetti di regolazione Difetti di regolazione del sistema di ripresa ottico (difetti di taratura, di messa a fuoco). 02.06.05.A03 Difetti di tenuta morsetti Difetti di funzionamento e di tenuta dei morsetti di connessione. 02.06.05.A04 Incrostazioni Accumulo di depositi vari (polvere, ecc.) sugli apparecchi. 02.06.05.A05 Mancanza di protezione Difetti ai tettucci di protezione solare per cui si verificano malfunzionamenti. CONTROLLI ESEGUIBILI DA PERSONALE SPECIALIZZATO 02.06.05.C01 Controllo generale Cadenza: ogni 6 mesi Pagina 141 Manuale di Manutenzione Tipologia: Ispezione a vista Controllare la funzionalità degli apparecchi di ripresa ottici verificandone il corretto orientamento. Verificare il corretto serraggio delle connessioni e la funzionalità del sistema di protezione. • • Requisiti da verificare: 1) Resistenza meccanica. Anomalie riscontrabili: 1) Difetti di regolazione; 2) Difetti di tenuta morsetti; 3) Incrostazioni; 4) Mancanza di protezione. MANUTENZIONI ESEGUIBILI DA PERSONALE SPECIALIZZATO 02.06.05.I01 Pulizia Cadenza: ogni 6 mesi Effettuare una pulizia degli apparecchi e delle connessioni per eliminare eventuali accumuli di materiale che possano compromettere il regolare funzionamento degli apparecchi utilizzando un panno morbido imbevuto di alcool. • Ditte specializzate: Specializzati vari. Pagina 142 Manuale di Manutenzione Unità Tecnologica: 02.07 Impianto di messa a terra L'impianto di messa a terra ha la funzione di collegare determinati punti elettricamente definiti con un conduttore a potenziale nullo. E’ il sistema migliore per evitare gli infortuni dovuti a contatti indiretti, ossia contatti con parti metalliche in tensione a causa di mancanza di isolamento o altro. L’impianto di terra deve essere unico e deve collegare le masse di protezione e quelle di funzionamento, inclusi i centri stella dei trasformatori per i sistemi TN, gli eventuali scaricatori e le discese contro le scariche atmosferiche ed elettrostatiche. Lo scopo è quello di ridurre allo stesso potenziale, attraverso i dispersori e i conduttori di collegamento, le parti metalliche dell’impianto e il terreno circostante. Per il collegamento alla rete di terra è possibile utilizzare, oltre ai dispersori ed ai loro accessori, i ferri dei plinti di fondazione. L’impianto di terra è generalmente composto da collettore di terra, i conduttori equipotenziali, il conduttore di protezione principale e quelli che raccordano i singoli impianti. I collegamenti devono essere sconnettibili e il morsetto principale deve avere il contrassegno di terra. REQUISITI E PRESTAZIONI (UT) 02.07.R01 Resistenza meccanica Classe di Requisiti: Di stabilità Classe di Esigenza: Sicurezza Gli elementi ed i materiali dell'impianto di messa a terra devono essere in grado di contrastare in modo efficace il prodursi di deformazioni o rotture. Prestazioni: I dispersori per la presa di terra devono essere realizzati con materiale idoneo ed appropriato alla natura e alla condizione del terreno. Livello minimo della prestazione: I dispersori per la presa di terra devono garantire, per il complesso delle derivazioni a terra, una resistenza non superiore a 20 Ohm per gli impianti utilizzatori a tensione fino a 1000 V. Per tensioni superiori e per le cabine ed officine il dispersore deve presentare quella minore resistenza e sicurezza adeguata alle caratteristiche dell'impianto. L'Unità Tecnologica è composta dai seguenti Elementi Manutenibili: ° 02.07.01 Conduttori di protezione ° 02.07.02 Sistema di dispersione ° 02.07.03 Sistema di equipotenzializzazione Pagina 143 Manuale di Manutenzione Elemento Manutenibile: 02.07.01 Conduttori di protezione Unità Tecnologica: 02.07 Impianto di messa a terra I conduttori di protezione principale o montanti sono quelli che raccolgono i conduttori di terra dai piani dell’edificio. REQUISITI E PRESTAZIONI (EM) 02.07.01.R01 Resistenza alla corrosione Classe di Requisiti: Di stabilità Classe di Esigenza: Sicurezza Gli elementi ed i materiali del sistema di dispersione dell'impianto di messa a terra devono essere in grado di contrastare in modo efficace il prodursi di fenomeni di corrosione. Prestazioni: La resistenza alla corrosione degli elementi e dei conduttori di protezione viene accertata con le prove e le modalità previste dalla norma UNI ISO 9227. Livello minimo della prestazione: La valutazione della resistenza alla corrosione viene definita con una prova di alcuni campioni posti in una camera a nebbia salina per un determinato periodo. Al termine della prova devono essere soddisfatti i criteri di valutazione previsti (aspetto dopo la prova, tempo impiegato per la prima corrosione, variazioni di massa, difetti riscontrabili, ecc.) secondo quanto stabilito dalla norma UNI ISO 9227. ANOMALIE RISCONTRABILI 02.07.01.A01 Difetti di connessione Difetti di connessione delle masse con conseguente interruzione della continuità dei conduttori fino al nodo equipotenziale. CONTROLLI ESEGUIBILI DA PERSONALE SPECIALIZZATO 02.07.01.C01 Controllo generale Cadenza: ogni mese Tipologia: Ispezione strumentale Verificare con controlli a campione che i conduttori di protezione arrivino fino al nodo equipotenziale. • • Requisiti da verificare: 1) Resistenza alla corrosione; 2) Resistenza meccanica. Anomalie riscontrabili: 1) Difetti di connessione. MANUTENZIONI ESEGUIBILI DA PERSONALE SPECIALIZZATO Pagina 144 Manuale di Manutenzione 02.07.01.I01 Sostituzione conduttori di protezione Cadenza: quando occorre Sostituire i conduttori di protezione danneggiati o deteriorati. • Ditte specializzate: Elettricista. Elemento Manutenibile: 02.07.02 Sistema di dispersione Unità Tecnologica: 02.07 Impianto di messa a terra Il sistema di dispersione ha il compito di trasferire le cariche captate dalle calate in un collettore interrato che così realizza un anello di dispersione. Rappresentazione grafica e descrizione Dispersore REQUISITI E PRESTAZIONI (EM) 02.07.02.R01 Resistenza alla corrosione Classe di Requisiti: Di stabilità Classe di Esigenza: Sicurezza Pagina 145 Manuale di Manutenzione Gli elementi ed i materiali del sistema di dispersione dell'impianto di messa a terra devono essere in grado di contrastare in modo efficace il prodursi di fenomeni di corrosione. Prestazioni: La resistenza alla corrosione degli elementi e dei materiali del sistema di dispersione dell'impianto di messa a terra viene accertata con le prove e le modalità previste dalla norma UNI ISO 9227 Livello minimo della prestazione: Per garantire un'adeguata protezione occorre che i dispersori di terra rispettino i valori di Vs indicati dalla norma UNI di settore. ANOMALIE RISCONTRABILI 02.07.02.A01 Corrosioni Corrosione del materiale costituente il sistema di dispersione. Evidenti segni di decadimento evidenziato da cambio di colore e presenza di ruggine in prossimità delle corrosioni. CONTROLLI ESEGUIBILI DA PERSONALE SPECIALIZZATO 02.07.02.C01 Controllo generale Cadenza: ogni 12 mesi Tipologia: Ispezione a vista Verificare che i componenti (quali connessioni, pozzetti, capicorda, ecc.) del sistema di dispersione siano in buone condizioni e non ci sia presenza di corrosione di detti elementi. Verificare inoltre la presenza dei cartelli indicatori degli schemi elettrici. • • Requisiti da verificare: 1) Resistenza alla corrosione; 2) Resistenza meccanica. Anomalie riscontrabili: 1) Corrosioni. MANUTENZIONI ESEGUIBILI DA PERSONALE SPECIALIZZATO 02.07.02.I01 Misura della resistività del terreno Cadenza: ogni 12 mesi Effettuare una misurazione del valore della resistenza di terra. • Ditte specializzate: Elettricista. 02.07.02.I02 Sostituzione dispersori Cadenza: quando occorre Sostituire i dispersori danneggiati o deteriorati. • Ditte specializzate: Elettricista. Elemento Manutenibile: 02.07.03 Sistema di equipotenzializzazione Unità Tecnologica: 02.07 Pagina 146 Manuale di Manutenzione Impianto di messa a terra I conduttori equipotenziali principali e supplementari sono quelli che collegano al morsetto principale di terra i tubi metallici. REQUISITI E PRESTAZIONI (EM) 02.07.03.R01 Resistenza alla corrosione Classe di Requisiti: Di stabilità Classe di Esigenza: Sicurezza Il sistema di equipotenzializzazione dell'impianto di messa a terra deve essere in grado di contrastare in modo efficace il prodursi di fenomeni di corrosione. Prestazioni: La resistenza alla corrosione dei conduttori equipotenziali principali e supplementari dell'impianto di messa a terra viene accertata con le prove e le modalità previste dalla norma di settore. Livello minimo della prestazione: Per garantire un'adeguata protezione occorre che i conduttori equipotenziali principali e supplementari rispettino i valori di Vs indicati dalla norma UNI di settore. ANOMALIE RISCONTRABILI 02.07.03.A01 Corrosione Evidenti segni di decadimento evidenziato da cambio di colore e presenza di ruggine in prossimità delle corrosioni. 02.07.03.A02 Difetti di serraggio Difetti di serraggio dei bulloni del sistema di equipotenzializzazione. CONTROLLI ESEGUIBILI DA PERSONALE SPECIALIZZATO 02.07.03.C01 Controllo generale Cadenza: ogni 12 mesi Tipologia: Ispezione a vista Verificare che i componenti (quali conduttori, ecc.) siano in buone condizioni. Verificare inoltre che siano in buone condizioni i serraggi dei bulloni. • • Requisiti da verificare: 1) Resistenza alla corrosione; 2) Resistenza meccanica. Anomalie riscontrabili: 1) Corrosione; 2) Difetti di serraggio. MANUTENZIONI ESEGUIBILI DA PERSONALE SPECIALIZZATO 02.07.03.I01 Sostituzione degli equipotenzializzatori Cadenza: quando occorre Sostituire gli equipotenzializzatori danneggiati o deteriorati. • Ditte specializzate: Elettricista. Pagina 147 Manuale di Manutenzione Pagina 148 Manuale di Manutenzione Unità Tecnologica: 02.08 Impianto antintrusione e controllo accessi L'impianto antintrusione e controlli accessi è l'insieme degli elementi tecnici del sistema edilizio con funzione di prevenire, eliminare o segnalare l'intrusione di persone non desiderate all'interno degli edifici. L'impianto generalmente si compone di una centralina elettronica, che può avere sirena incorporata o esterna e punto centrale per i diversi sensori, ripartita in zone che corrispondono alle zone protette. I sensori per interno possono essere: a) rilevatori radar che coprono zone di circa 90° (non devono essere installati su pareti soggette a vibrazioni né orientati su pareti riflettenti); b) rilevatori radar a microonde che coprono zone di oltre 100° ottenendo il massimo rendimento dall'effetto Doppler; c) rilevatori a infrarossi passivi che si servono delle radiazioni termiche dei corpi animati e sono corredati di lente Fresnel per orientare in maniera corretta il sensore con portate fina a 10 metri. I sensori perimetrali possono essere: a) contatto magnetico di superficie o da incasso; b) interruttore magnetico; c) sensore inerziale per protezione di muri e recinzioni elettriche; d) sonda a vibrazione; e) barriere a raggi infrarossi e a microonde per esterno. Gli impianti di allarme dovranno essere realizzati a regola d'arte in rispondenza alla Legge 1 marzo 1968 n.186. Tutti i dispositivi di rivelazione, concentrazione, segnalazione locale/remota (teletrasmissione), nonché di controllo (accessi, televisione a circuito chiuso), dovranno rispondere alle norme CEI 79-2, 79-3 e 79-4 ai sensi dell'art. 2 della Legge 18 ottobre 1977 n. 791 che richiede l'utilizzo di materiale costruito a regola d'arte. Pertanto dette apparecchiature dovranno riportare il previsto marchio di conformità o in alternativa di dichiarazione di conformità rilasciata dal costruttore; in ogni caso dovrà essere garantita la sicurezza d'uso. A tal riguardo tutte le apparecchiature elettriche collegate alle linee di alimentazione in bassa tensione (trasformatori, interruttori, fusibili, ecc.), dovranno essere conformi alle norme CEI 12-13; tale rispondenza dovrà essere certificata da apposito attestato di conformità rilasciato da parte degli organismi competenti oppure da dichiarazione di conformità rilasciata dal costruttore. Tutte le apparecchiature dovranno essere esenti da difetti qualitativi e di lavorazione. Le verifiche da effettuare anche sulla base della documentazione fornita sono: a) controllo dei materiali installati e delle relative caratteristiche tecniche; b) controllo a vista del posizionamento, fissaggio ed accessibilità della centrale di gestione, dei singoli rivelatori e ogni altro dispositivo del sistema, con verifica della conformità a livello di prestazione richiesta; c) controllo dello schema di localizzazione dei cavi e degli schemi dei collegamenti, verifica della completezza della documentazione tecnica e dei manuali d'uso e tecnici; d) calcolo teorico dell'autonomia di funzionamento dell'impianto sulla base degli assorbimenti, del tipo delle batterie e del dimensionamento degli alimentatori installati; e) controllo operativo delle funzioni quali: risposta dell'impianto ad eventi di allarme, risposta dell'impianto ad eventi temporali e risposta dell'impianto ad interventi manuali. REQUISITI E PRESTAZIONI (UT) 02.08.R01 Impermeabilità ai liquidi Classe di Requisiti: Di stabilità Classe di Esigenza: Sicurezza Gli elementi dell'impianto antintrusione installati all'esterno devono essere in grado di evitare infiltrazioni di acqua o di umidità all'interno del sistema. Prestazioni: Gli elementi dell'impianto antintrusione installati all’esterno devono essere idonei a resistere all’azione dell'acqua o dell'umidità eventualmente presente in modo tale da garantire la funzionalità del sistema. Livello minimo della prestazione: I materiali utilizzati possono essere verificati effettuando le prove prescritte dalla normativa vigente e seguendo i metodi di calcolo da essa previsti. 02.08.R02 Isolamento elettrico Classe di Requisiti: Protezione elettrica Classe di Esigenza: Sicurezza Gli elementi dell'impianto antintrusione devono essere realizzati con materiali in grado di resistere al passaggio di cariche elettriche senza causare malfunzionamenti. Prestazioni: Gli elementi dell'impianto antintrusione devono essere realizzati con materiali e componenti secondo quanto indicato dalle norme e come certificato dalle ditte costruttrici di detti materiali e componenti. Pagina 149 Manuale di Manutenzione Livello minimo della prestazione: I livelli minimi di protezione elettrica dipendono dalle ditte produttrici e devono rispondere alle prescrizioni delle norme CEI. 02.08.R03 Isolamento elettrostatico Classe di Requisiti: Protezione elettrica Classe di Esigenza: Sicurezza Gli elementi dell'impianto antintrusione devono garantire un livello di isolamento da eventuali scariche elettrostatiche. Prestazioni: Gli elementi dell'impianto antintrusione devono essere realizzati con materiali idonei a non provocare scariche elettrostatiche. Livello minimo della prestazione: Per accertare la capacità di isolamento elettrostatico degli elementi dell'impianto si effettuano una serie di prove secondo le modalità riportate nella normativa UNI vigente. 02.08.R04 Resistenza a cali di tensione Classe di Requisiti: Protezione elettrica Classe di Esigenza: Sicurezza Gli elementi dell'impianto antintrusione devono resistere a riduzioni di tensione e a brevi interruzioni di tensione. Prestazioni: Gli elementi dell'impianto antintrusione devono resistere a riduzioni di tensione e a brevi interruzioni di tensione. Livello minimo della prestazione: Per accertare la resistenza ai cali di tensione si effettuano delle prove secondo quanto previsto dalle norme. 02.08.R05 Resistenza alla corrosione Classe di Requisiti: Di stabilità Classe di Esigenza: Sicurezza Gli elementi dell'impianto antintrusione devono essere in grado di contrastare in modo efficace il prodursi di fenomeni di corrosione. Prestazioni: Gli elementi dell'impianto antintrusione devono essere tali da sopportare gli effetti dell’umidità per lungo tempo nell’ambiente di utilizzo senza perdere le proprie caratteristiche. Livello minimo della prestazione: Per accertare la capacità di resistenza alla corrosione degli elementi dell'impianto si effettuano una serie di prove secondo le modalità riportate nella norma UNI vigente. 02.08.R06 Resistenza alla vibrazione Classe di Requisiti: Funzionalità d'uso Classe di Esigenza: Funzionalità Gli elementi dell'impianto antintrusione devono essere idonei e posti in opera in modo da resistere alle vibrazioni che dovessero insorgere nell'ambiente di impiego senza compromettere il regolare funzionamento. Prestazioni: La capacità degli elementi dell'impianto antintrusione di resistere alle vibrazioni viene verificata con la prova e con le modalità contenute nella norma UNI vigente. Livello minimo della prestazione: Alla fine della prova il campione deve essere controllato al fine di evidenziare che le tensioni in uscita siano entro le specifiche dettate dalle norme. 02.08.R07 Resistenza meccanica Classe di Requisiti: Di stabilità Pagina 150 Manuale di Manutenzione Classe di Esigenza: Sicurezza Gli elementi dell'impianto antintrusione devono essere in grado di contrastare in modo efficace il prodursi di deformazioni o rotture che si dovessero verificare nelle condizioni di impiego. Prestazioni: La resistenza meccanica viene verificata sottoponendo gli elementi dell'impianto a urti tali da simulare quelli prevedibili nelle condizioni di impiego. Livello minimo della prestazione: Per verificare la resistenza meccanica devono essere utilizzate il procedimento e l’apparecchiatura di prova descritti dalla normativa UNI vigente. L'Unità Tecnologica è composta dai seguenti Elementi Manutenibili: ° 02.08.01 Diffusione sonora ° 02.08.02 Monitor ° 02.08.03 Pannello degli allarmi ° 02.08.04 Unità di controllo Pagina 151 Manuale di Manutenzione Elemento Manutenibile: 02.08.01 Diffusione sonora Unità Tecnologica: 02.08 Impianto antintrusione e controllo accessi Per la diffusione dei segnali di allarme occorrono dei dispositivi in grado di diffonderli negli ambienti sorvegliati. Le apparecchiature di allarme acustico comprendono sirene per esterno, sirene per interno, sirene supplementari ed avvisatori acustici, di servizio e di controllo. REQUISITI E PRESTAZIONI (EM) 02.08.01.R01 Comodità d'uso e manovra Classe di Requisiti: Di funzionamento Classe di Esigenza: Gestione I dispositivi di diffusione sonora devono essere posizionati in modo da essere percettibili in ogni punto dell'ambiente sorvegliato. Prestazioni: I dispositivi di diffusione sonora devono essere posizionati in modo da non essere manomessi o asportati. Livello minimo della prestazione: Devono essere rispettati i valori indicati dalla norma CEI 79-2 ed in particolare: - sirene per esterno: frequenza fondamentale non eccedente 1800 Hz con suono continuo e modulato; livello di pressione non inferiore a 100 dB(A) misurato a 3 m; - sirene per interno: frequenza fondamentale non eccedente 3600 Hz con suono continuo e modulato; livello di pressione non inferiore a 90 dB(A) misurato a 3 m; - avvisatori acustici di servizio e di controllo: frequenza fondamentale non eccedente 3600 Hz con suono continuo e modulato; livello di pressione non inferiore a 70 dB(A) misurato a 3 m. ANOMALIE RISCONTRABILI 02.08.01.A01 Difetti di tenuta morsetti Difetti di funzionamento e di tenuta dei morsetti di connessione. 02.08.01.A02 Incrostazioni Accumulo di depositi vari (polvere, ecc.) sugli apparecchi. 02.08.01.A03 Perdite di tensione Riduzione della tensione di alimentazione principale che provoca malfunzionamenti. CONTROLLI ESEGUIBILI DA PERSONALE SPECIALIZZATO 02.08.01.C01 Controllo generale Cadenza: ogni 3 mesi Pagina 152 Manuale di Manutenzione Tipologia: Ispezione a vista Controllare l'efficienza dei dispositivi di diffusione sonora contro l'apertura e l'asportazione. Verificare l'efficienza dello stato di carica della batteria di alimentazione. • • Requisiti da verificare: 1) Comodità d'uso e manovra. Anomalie riscontrabili: 1) Difetti di tenuta morsetti; 2) Incrostazioni. MANUTENZIONI ESEGUIBILI DA PERSONALE SPECIALIZZATO 02.08.01.I01 Pulizia Cadenza: ogni 6 mesi Eseguire la pulizia degli altoparlanti e verificare la tenuta delle connessioni. Verificare che l'ambiente nel quale sono installati gli altoparlanti siano privi di umidità. • Ditte specializzate: Specializzati vari. 02.08.01.I02 Sostituzione Cadenza: ogni 10 anni Sostituire gli altoparlanti quando non rispondenti alla loro originaria funzione. • Ditte specializzate: Specializzati vari. Elemento Manutenibile: 02.08.02 Monitor Unità Tecnologica: 02.08 Impianto antintrusione e controllo accessi I monitor sono dei dispositivi (a colori o in bianco e nero) che consentono la visione delle riprese effettuate per la video sorveglianza ed il controllo. REQUISITI E PRESTAZIONI (EM) 02.08.02.R01 Isolamento elettrico Classe di Requisiti: Protezione elettrica Classe di Esigenza: Sicurezza I monitor ed i relativi dispositivi devono essere in grado di resistere al passaggio di cariche elettriche senza causare malfunzionamenti. Prestazioni: I monitor ed i relativi dispositivi devono essere realizzati con materiali e componenti capaci di non generare scariche elettriche così come indicato dalle norme e come certificato dalle ditte costruttrici di detti materiali e componenti. Livello minimo della prestazione: I livelli minimi di protezione elettrica dipendono dalle ditte produttrici e devono rispondere alle prescrizioni delle norme CEI. Pagina 153 Manuale di Manutenzione ANOMALIE RISCONTRABILI 02.08.02.A01 Difetti di regolazione Difetti di regolazione del sistema di ripresa ottico (difetti di taratura, di messa a fuoco). 02.08.02.A02 Difetti di tenuta morsetti Difetti di funzionamento e di tenuta dei morsetti di connessione. 02.08.02.A03 Incrostazioni Accumulo di depositi vari (polvere, ecc.) sugli apparecchi. CONTROLLI ESEGUIBILI DA PERSONALE SPECIALIZZATO 02.08.02.C01 Controllo generale Cadenza: ogni 6 mesi Tipologia: Ispezione a vista Controllare la funzionalità degli apparecchi di ripresa ottici quali telecamere e monitor. Verificare il corretto serraggio delle connessioni. • • Requisiti da verificare: 1) . Anomalie riscontrabili: 1) Incrostazioni; 2) Difetti di tenuta morsetti. MANUTENZIONI ESEGUIBILI DALL'UTENTE 02.08.02.I01 Pulizia Cadenza: ogni settimana Effettuare una pulizia degli apparecchi e delle connessioni per eliminare eventuali accumuli di materiale che possano compromettere il regolare funzionamento degli apparecchi utilizzando un panno morbido imbevuto di alcool. • Ditte specializzate: Generico. MANUTENZIONI ESEGUIBILI DA PERSONALE SPECIALIZZATO 02.08.02.I02 Sostituzione Cadenza: ogni 7 anni Eseguire la sostituzione dei monitor quando usurati. • Ditte specializzate: Specializzati vari. Elemento Manutenibile: 02.08.03 Pannello degli allarmi Unità Tecnologica: 02.08 Pagina 154 Manuale di Manutenzione Impianto antintrusione e controllo accessi I segnali inviati dai rivelatori, attraverso la centrale di controllo e segnalazione a cui sono collegati, vengono visualizzati sotto forma di segnale di allarme sui pannelli detti appunto degli allarmi. REQUISITI E PRESTAZIONI (EM) 02.08.03.R01 Efficienza Classe di Requisiti: Funzionalità d'uso Classe di Esigenza: Funzionalità Il pannello degli allarmi deve entrare nella condizione di allarme incendio a seguito della ricezione dei segnali e dopo che gli stessi siano stati elaborati ed interpretati come allarme incendio dalla centrale. Prestazioni: Il pannello degli allarmi deve essere in grado di visualizzare i segnali provenienti da tutte le zone in modo che un segnale proveniente da una zona non deve falsare l'elaborazione, la memorizzazione e la segnalazione di segnali provenienti da altre zone. Livello minimo della prestazione: La condizione di allarme incendio deve essere indicata senza alcun intervento manuale e viene attuata con una segnalazione luminosa ed una segnalazione visiva delle zone in allarme. ANOMALIE RISCONTRABILI 02.08.03.A01 Difetti di segnalazione Difetti del sistema di segnalazione allarmi dovuti a difetti delle spie luminose. 02.08.03.A02 Difetti di tenuta morsetti Difetti di funzionamento e di tenuta dei morsetti di connessione del pannello alla centrale di controllo e segnalazione. 02.08.03.A03 Incrostazioni Accumulo di depositi vari (polvere, ecc.) sugli apparecchi. 02.08.03.A04 Perdita di carica della batteria Abbassamento del livello di carica della batteria ausiliaria. 02.08.03.A05 Perdite di tensione Riduzione della tensione di alimentazione principale che provoca malfunzionamenti. CONTROLLI ESEGUIBILI DA PERSONALE SPECIALIZZATO 02.08.03.C01 Controllo generale Cadenza: ogni 2 settimane Tipologia: Ispezione a vista Verificare le connessioni del pannello allarme alla centrale. Verificare inoltre la carica della batteria ausiliaria e la funzionalità delle spie luminose del pannello. • Requisiti da verificare: 1) . Pagina 155 Manuale di Manutenzione • Anomalie riscontrabili: 1) Difetti di segnalazione; 2) Perdita di carica della batteria; 3) Perdite di tensione. MANUTENZIONI ESEGUIBILI DA PERSONALE SPECIALIZZATO 02.08.03.I01 Registrazione connessioni Cadenza: ogni 3 mesi Registrare e regolare tutti i morsetti delle connessioni e/o dei fissaggi. • Ditte specializzate: Specializzati vari. 02.08.03.I02 Sostituzione batteria Cadenza: ogni 6 mesi Sostituire la batteria di alimentazione ausiliaria quando occorre (preferibilmente ogni 6 mesi). • Ditte specializzate: Specializzati vari. 02.08.03.I03 Sostituzione pannello Cadenza: ogni 15 anni Eseguire la sostituzione del pannello degli allarmi quando non rispondente alla normativa. • Ditte specializzate: Specializzati vari. Elemento Manutenibile: 02.08.04 Unità di controllo Unità Tecnologica: 02.08 Impianto antintrusione e controllo accessi Le unità di controllo sono dei dispositivi che consentono di monitorare costantemente gli elementi ad esse collegati quali sensori per l'illuminazione, rivelatori di movimento, ecc. REQUISITI E PRESTAZIONI (EM) 02.08.04.R01 Isolamento elettromagnetico Classe di Requisiti: Controllabilità tecnologica Classe di Esigenza: Controllabilità Le unità di controllo devono garantire un livello di funzionamento anche in presenza di un campo elettromagnetico. Prestazioni: I materiali utilizzati per realizzare le unità di controllo devono essere tali da garantire il funzionamento anche in presenza di campi elettromagnetici che dovessero verificarsi durante il funzionamento. Livello minimo della prestazione: Devono essere previsti i livelli minimi indicati dalle normative in materia in particolare quelle dettate dal Consiglio delle Comunità Europee. Pagina 156 Manuale di Manutenzione ANOMALIE RISCONTRABILI 02.08.04.A01 Anomalie batteria Difetti di funzionamento della batteria per perdita della carica. 02.08.04.A02 Anomalie software Difetti di funzionamento del software che gestisce l'unità di controllo. 02.08.04.A03 Difetti stampante Difetti di funzionamento della stampante dovuti a mancanza di carta o delle cartucce. CONTROLLI ESEGUIBILI DA PERSONALE SPECIALIZZATO 02.08.04.C01 Controllo batteria Cadenza: ogni 6 mesi Tipologia: Prova Verificare l'efficienza della batteria eseguendo la scarica completa della stessa con successiva ricarica. • • Requisiti da verificare: 1) . Anomalie riscontrabili: 1) Anomalie batteria. MANUTENZIONI ESEGUIBILI DA PERSONALE SPECIALIZZATO 02.08.04.I01 Sostituzione unità Cadenza: ogni 15 anni Effettuare la sostituzione dell'unità di controllo secondo le prescrizioni fornite dal costruttore (generalmente ogni 15 anni). • Ditte specializzate: Specializzati vari. Pagina 157 Manuale di Manutenzione Unità Tecnologica: 02.09 Impianto audio annunci emergenze Il sistema di annunci di emergenza è nella maggioranza dei casi composto dalle seguenti apparecchiature: a) unità centrale che svolge le funzioni di controllo e supervisione dell’impianto; generalmente è dotata di interfaccia di collegamento per basi microfoniche digitali, di scheda interna per messaggi di emergenza con memoria a stato solido,di ingressi audio ausiliari per il collegamento a fonti sonore esterne (tuner, CD, riproduttori di messaggi spot registrati, ecc.), di ingresso per postazione di emergenza VV.FF., di uscita per l’interfacciamento all’unità di commutazione e selezione zone, di interfaccia seriale per PC o stampante; b) stazione base microfonica con tastiera e display LCD, per chiamate selettive e generali, con uscita digitale per audio e controlli, collegabile a bus con cavo categoria 5; c) stazione base microfonica per emergenza (postazione VV.FF.); d) unità modulare di commutazione per lo smistamento delle linee audio su zone (il numero delle zone dipende dal tipo di centrale) dotata di amplificatore di riserva e test catena audio con segnale pilota ultrasonico; e) amplificatori di potenza per sistemi di diffusori a tensione costante; f) diffusori passivi per collegamenti a tensione costante; g) eventuale unità di rilevazione rumore ambiente per controllo automatico volume; h) gruppo statico di continuità per l’alimentazione di emergenza. L'impianto deve essere progettato nel rispetto delle funzioni di emergenza previste dalla normativa UNI EN 60849 e nella maggioranza dei casi può funzionare sia come normale sistema di messaggistica sia di diffusione sonora. REQUISITI E PRESTAZIONI (UT) 02.09.R01 (Attitudine al) controllo delle dispersioni elettriche Classe di Requisiti: Funzionalità d'uso Classe di Esigenza: Funzionalità Per evitare qualsiasi pericolo di folgorazione alle persone, causato da un contatto diretto, i componenti degli impianti audio devono essere dotati di collegamenti equipotenziali con l’impianto di terra dell’edificio. Prestazioni: Le dispersioni elettriche possono essere verificate controllando i collegamenti equipotenziali e di messa a terra dei componenti degli impianti mediante misurazioni di resistenza a terra. Livello minimo della prestazione: Devono essere rispettati i livelli previsti in sede di progetto e nell’ambito della dichiarazione di conformità prevista dall'art.7 del D.M. 22 gennaio 2008 n .37. L'Unità Tecnologica è composta dai seguenti Elementi Manutenibili: ° 02.09.01 Amplificatori ° 02.09.02 Base microfonica standard ° 02.09.03 Base microfonica per emergenze ° 02.09.04 Diffusore sonoro ° 02.09.05 Gruppo statico di continuità ° 02.09.06 Unità centrale Pagina 158 Manuale di Manutenzione Elemento Manutenibile: 02.09.01 Amplificatori Unità Tecnologica: 02.09 Impianto audio annunci emergenze Gli amplificatori sono i dispositivi per mezzo dei quali il segnale sonoro dalla stazione di partenza viene diffuso con la giusta potenza ai vari elementi terminali quali microfoni ed altoparlanti. REQUISITI E PRESTAZIONI (EM) 02.09.01.R01 Isolamento elettrico Classe di Requisiti: Protezione elettrica Classe di Esigenza: Sicurezza I materiali ed i componenti degli amplificatori devono garantire un livello di protezione contro i contatti diretti ed indiretti. Prestazioni: Gli amplificatori devono essere costruiti con caratteristiche di sicurezza onde consentire la separazione fra i circuiti a bassissima tensione in corrente continua e circuiti a bassa tensione in corrente alternata e per la corretta messa a terra delle parti metalliche. Livello minimo della prestazione: Per accertare la capacità di isolamento elettrico si effettuano una serie di prove secondo le modalità riportate nella norma affinché non si verifichi nessun surriscaldamento. Inoltre deve essere verificato che le prestazioni e la tensione in uscita siano all’interno delle specifiche. Tutte le uscite devono essere protette al fine di assicurare che in caso di corto circuito esterno non vi sia alcun danno dovuto ad un surriscaldamento. ANOMALIE RISCONTRABILI 02.09.01.A01 Anomalie display Difetti di funzionamento del display di segnalazione. 02.09.01.A02 Difetti di tenuta morsetti Difetti di funzionamento e di tenuta dei morsetti di connessione. 02.09.01.A03 Incrostazioni Accumulo di depositi vari (polvere, ecc.) sugli apparecchi. 02.09.01.A04 Perdita dell'alimentazione Perdita della sorgente di alimentazione (principale o di riserva). 02.09.01.A05 Perdite di tensione Riduzione della tensione della batteria ad un valore inferiore a 0,9 volte la tensione nominale della batteria. CONTROLLI ESEGUIBILI DA PERSONALE SPECIALIZZATO Pagina 159 Manuale di Manutenzione 02.09.01.C01 Controllo generale Cadenza: ogni 7 giorni Tipologia: Ispezione a vista Verificare le connessioni dei vari elementi collegati alla apparecchiatura di amplificazione. Verificare la funzionalità delle spie luminose del pannello e dei fusibili di protezione. • • Requisiti da verificare: 1) Isolamento elettrico. Anomalie riscontrabili: 1) Perdita dell'alimentazione; 2) Perdite di tensione. MANUTENZIONI ESEGUIBILI DA PERSONALE SPECIALIZZATO 02.09.01.I01 Registrazione connessioni Cadenza: ogni 12 mesi Registrare e regolare tutti i morsetti delle connessioni e/o dei fissaggi • Ditte specializzate: Specializzati vari. Elemento Manutenibile: 02.09.02 Base microfonica standard Unità Tecnologica: 02.09 Impianto audio annunci emergenze La base microfonica è il terminale utente per la comunicazione di messaggi di paging selettivi per zona, per aree o generali e per l’uso comune, come sistema di diffusione sonora. Dispone di un microfono a collo d’oca con ghiera luminosa, tastiera numerica per la selezione della zona e display alfanumerico a cristalli liquidi per la visualizzazione del numero di zona selezionato, messaggi di stato del sistema e di diagnostica. La comunicazione con l’unità di controllo avviene con audio codificato digitale. REQUISITI E PRESTAZIONI (EM) 02.09.02.R01 Comodità d'uso e manovra Classe di Requisiti: Di funzionamento Classe di Esigenza: Gestione I dispositivi di diffusione sonora devono essere posizionati in modo da essere percettibili in ogni punto dell'ambiente sorvegliato. Prestazioni: I dispositivi di diffusione sonora devono essere posizionati in modo da non essere manomessi o asportati. Livello minimo della prestazione: Devono essere rispettati i valori indicati dalla norma CEI 79-2 ed in particolare: - sirene per esterno: frequenza fondamentale non eccedente 1800 Hz con suono continuo e modulato; livello di pressione non inferiore a 100 dB(A) misurato a 3 m; - sirene per interno: frequenza fondamentale non eccedente 3600 Hz con suono continuo e modulato; livello di pressione non inferiore a 90 dB(A) misurato a 3 m; - avvisatori acustici di servizio e di controllo: frequenza fondamentale non eccedente 3600 Hz con suono continuo e modulato; livello di pressione non inferiore a 70 dB(A) misurato a 3 m. Pagina 160 Manuale di Manutenzione ANOMALIE RISCONTRABILI 02.09.02.A01 Anomalie display Difetti di funzionamento del display di segnalazione. 02.09.02.A02 Anomalie tastiera Difetti di funzionamento tastiera. 02.09.02.A03 Difetti di tenuta morsetti Difetti di funzionamento e di tenuta dei morsetti di connessione. 02.09.02.A04 Incrostazioni Accumulo di depositi vari (polvere, ecc.) sugli apparecchi. 02.09.02.A05 Perdite di tensione Riduzione della tensione di alimentazione principale che provoca malfunzionamenti. CONTROLLI ESEGUIBILI DA PERSONALE SPECIALIZZATO 02.09.02.C01 Controllo generale Cadenza: ogni 3 mesi Tipologia: Ispezione a vista Controllare l'efficienza dei dispositivi di diffusione sonora contro l'apertura e l'asportazione. Verificare l'efficienza dello stato di carica della batteria di alimentazione e la funzionalità del display e della tastiera. • • Requisiti da verificare: 1) Comodità d'uso e manovra. Anomalie riscontrabili: 1) Difetti di tenuta morsetti; 2) Incrostazioni; 3) Anomalie display; 4) Anomalie tastiera; 5) Perdite di tensione. MANUTENZIONI ESEGUIBILI DA PERSONALE SPECIALIZZATO 02.09.02.I01 Pulizia Cadenza: ogni 6 mesi Eseguire la pulizia dei microfoni e verificare la tenuta delle connessioni. • Ditte specializzate: Specializzati vari. 02.09.02.I02 Sostituzione Cadenza: ogni 10 anni Sostituire gli altoparlanti ed i microfoni quando non rispondenti alla loro originaria funzione. • Ditte specializzate: Specializzati vari. Elemento Manutenibile: 02.09.03 Pagina 161 Manuale di Manutenzione Base microfonica per emergenze Unità Tecnologica: 02.09 Impianto audio annunci emergenze Costruita in contenitore metallico per montaggio a parete, dispone di microfono dinamico con pulsante “push-to-talk”. Oltre le funzioni base delle postazioni microfoniche standard, dispone della funzione di autodiagnostica della capsula microfonica e del collegamento all’unità centrale, con segnalazione su display di malfunzionamenti o mancanza di collegamento. Un comando di emergenza consente di by-passare la centrale di controllo in caso di crollo del sistema e di inviare direttamente messaggi alla catena di amplificazione. Anche in caso di regolare funzionamento, l’attivazione del comando di emergenza determina la priorità di azionamento della postazione VV.FF. su eventuali basi microfoniche attive o messaggi diffusi in quel momento. ANOMALIE RISCONTRABILI 02.09.03.A01 Difetti di tenuta morsetti Difetti di funzionamento e di tenuta dei morsetti di connessione. 02.09.03.A02 Incrostazioni Accumulo di depositi vari (polvere, ecc.) sugli apparecchi. 02.09.03.A03 Perdite di tensione Riduzione della tensione di alimentazione principale che provoca malfunzionamenti. 02.09.03.A04 Anomalie display Difetti di funzionamento del display di segnalazione. 02.09.03.A05 Anomalie tastiera Difetti di funzionamento tastiera. CONTROLLI ESEGUIBILI DA PERSONALE SPECIALIZZATO 02.09.03.C01 Controllo generale Cadenza: ogni 3 mesi Tipologia: Ispezione a vista Controllare l'efficienza dei dispositivi di diffusione sonora contro l'apertura e l'asportazione. Verificare l'efficienza dello stato di carica della batteria di alimentazione. • • Requisiti da verificare: 1) Comodità d'uso e manovra. Anomalie riscontrabili: 1) Difetti di tenuta morsetti; 2) Incrostazioni. MANUTENZIONI ESEGUIBILI DA PERSONALE SPECIALIZZATO 02.09.03.I01 Pulizia Pagina 162 Manuale di Manutenzione Cadenza: ogni 6 mesi Eseguire la pulizia dei microfoni e verificare la tenuta delle connessioni. • Ditte specializzate: Specializzati vari. 02.09.03.I02 Sostituzione Cadenza: ogni 10 anni Sostituire gli altoparlanti ed i microfoni quando non rispondenti alla loro originaria funzione. • Ditte specializzate: Specializzati vari. Elemento Manutenibile: 02.09.04 Diffusore sonoro Unità Tecnologica: 02.09 Impianto audio annunci emergenze I diffusori sono gli elementi dell'impianto destinati alla riproduzione di messaggi di emergenza; essi devono essere in grado di sopportare alte temperature e pertanto sono realizzati con involucro in metallo e/o in materiali ignifughi (morsettiera in ceramica e termofusibile opzionali). REQUISITI E PRESTAZIONI (EM) 02.09.04.R01 Comodità d'uso e manovra Classe di Requisiti: Di funzionamento Classe di Esigenza: Gestione I dispositivi di diffusione sonora devono essere posizionati in modo da essere percettibili in ogni punto dell'ambiente sorvegliato. Prestazioni: I dispositivi di diffusione sonora devono essere posizionati in modo da non essere manomessi o asportati. Livello minimo della prestazione: Devono essere rispettati i valori indicati dalla norma CEI 79-2 ed in particolare: - sirene per esterno: frequenza fondamentale non eccedente 1800 Hz con suono continuo e modulato; livello di pressione non inferiore a 100 dB(A) misurato a 3 m; - sirene per interno: frequenza fondamentale non eccedente 3600 Hz con suono continuo e modulato; livello di pressione non inferiore a 90 dB(A) misurato a 3 m; - avvisatori acustici di servizio e di controllo: frequenza fondamentale non eccedente 3600 Hz con suono continuo e modulato; livello di pressione non inferiore a 70 dB(A) misurato a 3 m. ANOMALIE RISCONTRABILI 02.09.04.A01 Corrosione Fenomeni di corrosione degli elementi di tenuta dei diffusori. 02.09.04.A02 Difetti di ancoraggio Pagina 163 Manuale di Manutenzione Difetti di tenuta degli elementi di ancoraggio a parete. 02.09.04.A03 Difetti di tenuta morsetti Difetti di funzionamento e di tenuta dei morsetti di connessione. 02.09.04.A04 Incrostazioni Accumulo di depositi vari (polvere, ecc.) sugli apparecchi. 02.09.04.A05 Perdite di tensione Riduzione della tensione di alimentazione principale che provoca malfunzionamenti. CONTROLLI ESEGUIBILI DA PERSONALE SPECIALIZZATO 02.09.04.C01 Controllo generale Cadenza: ogni 3 mesi Tipologia: Ispezione a vista Controllare l'efficienza dei dispositivi di diffusione sonora contro l'apertura e l'asportazione. Verificare l'efficienza dello stato di carica della batteria di alimentazione. • • Requisiti da verificare: 1) Comodità d'uso e manovra. Anomalie riscontrabili: 1) Difetti di tenuta morsetti; 2) Incrostazioni. MANUTENZIONI ESEGUIBILI DA PERSONALE SPECIALIZZATO 02.09.04.I01 Pulizia Cadenza: ogni 6 mesi Eseguire la pulizia degli altoparlanti e verificare la tenuta delle connessioni. Verificare che l'ambiente nel quale sono installati gli altoparlanti siano privi di umidità. • Ditte specializzate: Specializzati vari. 02.09.04.I02 Sostituzione Cadenza: ogni 10 anni Sostituire gli altoparlanti quando non rispondenti alla loro originaria funzione. • Ditte specializzate: Specializzati vari. Elemento Manutenibile: 02.09.05 Gruppo statico di continuità Unità Tecnologica: 02.09 Impianto audio annunci emergenze Pagina 164 Manuale di Manutenzione Il gruppo statico di continuità fornisce alimentazione al sistema in assenza della tensione di rete. Va dimensionato in funzione della potenza audio installata, tenendo presente che deve essere garantita una continuità di funzionamento del sistema per almeno 30’ in assenza di tensione di rete. Il gruppo statico può anche essere previsto come sorgente di alimentazione temporanea prima dell’intervento di un gruppo di emergenza. ANOMALIE RISCONTRABILI 02.09.05.A01 Anomalie batterie Livelli di carica delle batterie insufficiente per cui si verificano malfunzionamenti. 02.09.05.A02 Corto circuiti Corti circuiti dovuti a difetti nell'impianto di messa a terra, a sbalzi di tensione (sovraccarichi) o ad altro. 02.09.05.A03 Difetti agli interruttori Difetti agli interruttori magnetotermici e differenziali dovuti all'eccessiva polvere presente all'interno delle connessioni o alla presenza di umidità ambientale o di condensa. 02.09.05.A04 Difetti spie di segnalazione Difetti di funzionamento delle spie di segnalazione del pannello di comando. 02.09.05.A05 Difetti di taratura Difetti di taratura dei contattori, di collegamento o di taratura della protezione. 02.09.05.A06 Surriscaldamento Surriscaldamento che può provocare difetti di protezione e di isolamento. Può essere dovuto da ossidazione delle masse metalliche. CONTROLLI ESEGUIBILI DA PERSONALE SPECIALIZZATO 02.09.05.C01 Controllo generale inverter Cadenza: ogni 2 mesi Tipologia: Ispezione strumentale Verificare lo stato di funzionamento del quadro di parallelo invertitori misurando alcuni parametri quali le tensioni, le correnti e le frequenze di uscita dall'inverter. Effettuare le misurazioni della potenza in uscita su inverter-rete. • • Requisiti da verificare: 1) (Attitudine al) controllo delle dispersioni elettriche. Anomalie riscontrabili: 1) Difetti di taratura. 02.09.05.C02 Verifica batterie Cadenza: ogni 2 mesi Tipologia: Controllo Verificare l'efficienza delle batterie del gruppo di continuità mediante misura della tensione con la batteria quasi scarica; verificare i livelli del liquido e lo stato dei morsetti. • Anomalie riscontrabili: 1) Difetti di taratura. MANUTENZIONI ESEGUIBILI DA PERSONALE SPECIALIZZATO Pagina 165 Manuale di Manutenzione 02.09.05.I01 Ricarica batteria Cadenza: quando occorre Ricarica del livello del liquido dell'elettrolita, quando necessario, nelle batterie del gruppo di continuità. • Ditte specializzate: Meccanico. Elemento Manutenibile: 02.09.06 Unità centrale Unità Tecnologica: 02.09 Impianto audio annunci emergenze L’unità centrale è il cuore dell'impianto audio per annunci di emergenza. La sua funzione è quella di monitorare, gestire e controllare i componenti dell’impianto nonché di impostarne i parametri di configurazione. L’unità centrale dispone dei seguenti ingressi/uscite: a) ingresso per la connessione della linea basi microfoniche; b) ingresso per la linea privilegiata di emergenza base microfonica VV.FF.; c) ingressi per l’interfacciamento di centrali antincendio e/o pulsanti di emergenza; d) uscita per il collegamento alla unità di commutazione; e) porta seriale per il collegamento a PC o stampante; f) ingresso audio con comando Vox programmabile per l’interfacciamento a centralini telefonici; g) ingressi audio per il collegamento a sorgenti sonore esterne (lettori CD, tuner e simili). Generalmente è dotata di un pannello con display alfanumerico a cristalli liquidi e pulsanti per mezzo dei quali è possibile impostare i parametri di configurazione e visualizzare lo stato dell’impianto; inoltre è dotata di una scheda di riproduzione messaggi con memoria allo stato solido per la riproduzione di messaggi di emergenza (non alterabili dall’esterno) come previsto dalla norma UNI EN 60849. Le funzioni di programmazione prevedono la definizione di aree, la selezione della musica di sottofondo per zona, la regolazione del volume per zona. L’unità centrale gestisce anche le funzioni di diagnostica per le basi microfoniche e per le linee di zona. È collegabile attraverso porta seriale ad un PC che, oltre alle funzioni di configurazione, può provvedere alla memorizzazione di eventi (data-logger) per una verifica successiva di quanto accaduto (condizioni di emergenza, guasti, ecc.) In alternativa al PC è possibile collegare una stampante per la stampa diretta degli eventi in corso. È possibile l’interfacciamento del sistema annunci con impianti di allarme incendio e/o pulsanti di emergenza per generare automaticamente messaggi corrispondenti. In fase di configurazione è possibile associare ad ogni ingresso un determinato messaggio e la zona di diffusione dello stesso. In caso di crollo del sistema o mancato funzionamento dell’unità centrale è possibile by-passare la parte digitale e lanciare annunci di emergenza attraverso la postazione VV.FF.. REQUISITI E PRESTAZIONI (EM) 02.09.06.R01 Resistenza a cali di tensione Classe di Requisiti: Protezione elettrica Classe di Esigenza: Sicurezza I materiali ed i componenti della unità centrale devono resistere a riduzioni di tensione e a brevi interruzioni di tensione. Prestazioni: I materiali ed i componenti della unità centrale devono resistere a riduzioni di tensione e a brevi interruzioni di tensione che possono essere causate da inserimenti di carico e dall'intervento di dispositivi di protezione sulla rete di distribuzione di energia. Livello minimo della prestazione: Deve essere usato un generatore di prova che sia in grado di ridurre l’ampiezza della tensione per una o più semionde ai passaggi per lo zero. Il campione deve essere nella condizione di funzionamento e deve essere controllato durante il condizionamento. La tensione di alimentazione deve essere ridotta dal valore nominale della percentuale stabilita per il periodo specificato secondo il seguente prospetto: - riduzione della tensione: 50% - durata della riduzione in semiperiodi: 20 s; - riduzione della tensione: 100% - durata della riduzione in semiperiodi: 10 s. Ogni riduzione deve essere applicata dieci volte con un intervallo non minore di 1 s e non maggiore di 1,5 s. Alla fine della prova il Pagina 166 Manuale di Manutenzione campione deve essere controllato al fine di verificare visivamente l’assenza di danni meccanici, sia internamente che esternamente. 02.09.06.R02 Resistenza alla vibrazione Classe di Requisiti: Funzionalità d'uso Classe di Esigenza: Funzionalità I materiali ed i componenti della unità centrale devono essere realizzati con materiali idonei e posti in opera in modo da resistere alle vibrazioni che dovessero insorgere nell'ambiente di impiego. Prestazioni: La capacità della unità centrale di resistere alle vibrazioni viene verificata con una prova seguendo le prescrizioni contenute nella norma UNI EN 54/2 e nella norma CEI 68-2-47. Livello minimo della prestazione: Il campione deve essere sottoposto alla prova di vibrazioni applicando i seguenti carichi: - gamma di frequenza: da 10 Hz a 150 Hz; - ampiezza di accelerazione: 0,981 m/s2; - numero degli assi: 3; - numero di cicli per asse: 1 per ciascuna condizione di funzionamento. Alla fine della prova il campione deve essere controllato al fine di evidenziare che le tensioni in uscita siano entro le specifiche e deve essere verificata visivamente l’assenza di danni meccanici, sia internamente che esternamente. 02.09.06.R03 Isolamento elettromagnetico Classe di Requisiti: Protezione elettrica Classe di Esigenza: Sicurezza I materiali ed i componenti della unità centrale devono garantire un livello di isolamento da eventuali campi elettromagnetici. Prestazioni: I componenti dell'apparecchiatura devono essere realizzati con materiali tali da non essere danneggiati da eventuali campi elettromagnetici durante il normale funzionamento (esempio: trasmettitori radio portatili, ecc.). Livello minimo della prestazione: Per accertare la capacità di isolamento elettromagnetico della unità centrale si effettuano una serie di prove secondo le modalità riportate nella norma. Il campione deve essere condizionato nel modo seguente: - gamma di frequenza: da 1 MHz a 1 GHz; - intensità di campo: 10 V/m; - modulazione dell’ampiezza sinusoidale: 80% a 1 kHz. Alla fine della prova il campione deve essere controllato al fine di verificare visivamente l’assenza di danni meccanici, sia internamente che esternamente. ANOMALIE RISCONTRABILI 02.09.06.A01 Difetti del pannello di segnalazione Difetti del sistema di segnalazione allarmi dovuti a difetti delle spie luminose. 02.09.06.A02 Difetti di tenuta morsetti Difetti di funzionamento e di tenuta dei morsetti di connessione. 02.09.06.A03 Perdita di carica della batteria Abbassamento del livello di carica della batteria ausiliaria. 02.09.06.A04 Perdite di tensione Riduzione della tensione di alimentazione. Pagina 167 Manuale di Manutenzione CONTROLLI ESEGUIBILI DA PERSONALE SPECIALIZZATO 02.09.06.C01 Controllo generale Cadenza: ogni 7 giorni Tipologia: Ispezione a vista Verificare le connessioni dei vari elementi collegati alla unità centrale. Verificare inoltre la carica della batteria ausiliaria e la funzionalità delle spie luminose del pannello. • • Requisiti da verificare: 1) Isolamento elettromagnetico; 2) Resistenza a cali di tensione. Anomalie riscontrabili: 1) Difetti del pannello di segnalazione; 2) Perdita di carica della batteria; 3) Perdite di tensione. MANUTENZIONI ESEGUIBILI DA PERSONALE SPECIALIZZATO 02.09.06.I01 Registrazione connessioni Cadenza: ogni 12 mesi Registrare e regolare tutti i morsetti delle connessioni e/o dei fissaggi. • Ditte specializzate: Specializzati vari. 02.09.06.I02 Sostituzione batteria Cadenza: ogni 6 mesi Sostituire la batteria di alimentazione ausiliaria quando occorre preferibilmente ogni 6 mesi. • Ditte specializzate: Specializzati vari. Pagina 168 Manuale di Manutenzione Corpo d'Opera: 03 OPERE A VERDE Una manutenzione corretta delle opere a verde consente di porre le basi per una buona persistenza della copertura vegetale e di evitare danni al paesaggio ed agli ecosistemi limitrofi. Poiché legato a opere di sistemazione caratterizzate da componente biologica difficilmente prevedibile, il piano di manutenzione delle opere di sistemazione a verde delinea frequenze di intervento come è prevedibile in condizioni generali di crescita delle piante non potendo tenere conto delle condizioni stazionali future e delle capacità di attecchimento delle specie vegetali. La manutenzione sarà intensiva nei primi anni di impianto al fine di assicurare un omogeneo insediamento delle piante. Si prevede che la manutenzione sulle opere di inserimento paesaggistico ambientale sia più frequente nei primi tre anni di vita dell'opera in modo da garantire l'attecchimento del materiale vegetale ed assicurare la copertura nelle aree verdi in progetto. Successivamente al terzo anno le cure colturali tenderanno a diradarsi nel tempo, essendo l'obiettivo quello di ottenere formazioni vegetazionali a carattere semi-naturale, in cui si instaurino dinamiche il più possibile indipendenti dall'intervento dell'uomo. Il programma di manutenzione è suddiviso tra interventi previsti durante i primi anni dall'impianto e la manutenzione ordinaria e continuativa. Unità Tecnologiche: ° 03.01 Aree a verde Pagina 169 Manuale di Manutenzione Unità Tecnologica: 03.01 Aree a verde Le aree a verde costituiscono l'insieme dei parchi, dei giardini e delle varietà arboree degli spazi urbani ed extra urbani. La distribuzione degli spazi verdi varia in funzione a standard urbanistici ed esigenze di protezione ambientale. Il verde urbano può avere molteplici funzioni di protezione ambientale: a) ossigenazione dell'aria; b) assorbimento del calore atmosferico; c) barriera contro i rumori ed altre fonti di inquinamento. REQUISITI E PRESTAZIONI (UT) 03.01.R01 Integrazione degli spazi Classe di Requisiti: Adattabilità degli spazi Classe di Esigenza: Fruibilità Le aree a verde devono integrarsi con gli spazi circostanti. Prestazioni: La distribuzione e la piantumazione di prati, piante, siepi, alberi, arbusti, ecc. deve essere tale da integrarsi con gli spazi in ambito urbano ed extraurbano. Livello minimo della prestazione: - Si devono prevedere almeno 9 m^2/abitante previsti per le aree a spazi pubblici attrezzati a parco e per il gioco e lo sport, effettivamente utilizzabili per tali impianti con esclusione di fasce verdi lungo le strade; - Le superfici permeabili ( percentuale di terreno priva di pavimentazioni, attrezzata o mantenuta a prato e piantumata con arbusti e/o piante di alto fusto) devono essere opportunamente piantumate con specie di alto fusto con indice di piantumazione minima pari ad 1 albero/60 m^2. L'Unità Tecnologica è composta dai seguenti Elementi Manutenibili: ° 03.01.01 Alberi ° 03.01.02 Altre piante ° 03.01.03 Ammendanti, correttivi e fitofarmaci ° 03.01.04 Arbusti e cespugli ° 03.01.05 Cordoli e bordure ° 03.01.06 Fertilizzanti ° 03.01.07 Ghiaia e pietrisco ° 03.01.08 Sementi ° 03.01.09 Substrato di coltivazione ° 03.01.10 Tappeti erbosi ° 03.01.11 Terra di coltivo Pagina 170 Manuale di Manutenzione Elemento Manutenibile: 03.01.01 Alberi Unità Tecnologica: 03.01 Aree a verde Si tratta di piante legnose caratterizzate da tronchi eretti e ramificati formanti una chioma posta ad una certa distanza dalla base. Gli alberi si differenziano per: -Tipo; -Specie; -Caratteristiche botaniche; -Caratteristiche ornamentali; -Caratteristiche agronomiche; -Caratteristiche ambientali; -Tipologia d'impiego. ANOMALIE RISCONTRABILI 03.01.01.A01 Crescita confusa Crescita sproporzionata (chioma e/o apparato radici) rispetto all'area di accoglimento. 03.01.01.A02 Malattie a carico delle piante Le modalità di manifestazione variano a secondo della specie vegetale, accompagnandosi spesso anche dall'attacco di insetti. In genere si caratterizzano per l'indebolimento della piante con fenomeni di ingiallimento e perdita delle foglie e/o alterazione della cortecce, nelle piante di alto fusto. 03.01.01.A03 Presenza di insetti In genere sono visibili ad occhio nudo e si può osservarne l'azione e i danni provocati a carico delle piante. Le molteplici varietà di specie di insetti dannosi esistenti fa si che vengano analizzati e trattati caso per caso con prodotti specifici. In genere si caratterizzano per il fatto di cibarsi di parti delle piante e quindi essere motivo di indebolimento e di manifestazioni di malattie che portano le specie ad esaurimento se non si interviene in tempo ed in modo specifico. CONTROLLI ESEGUIBILI DA PERSONALE SPECIALIZZATO 03.01.01.C01 Controllo generale Cadenza: ogni anno Tipologia: Aggiornamento Controllo periodico delle piante al fine di rilevarne quelle appassite e deperite. • • Requisiti da verificare: 1) Integrazione degli spazi. Anomalie riscontrabili: 1) Crescita confusa; 2) Presenza di insetti. 03.01.01.C02 Controllo malattie Cadenza: ogni anno Tipologia: Aggiornamento Controllo periodico delle piante al fine di rilevare eventuali attacchi di malattie o parassiti dannosi alla loro salute. ldentificazione dei parassiti e delle malattie a carico delle piante per pianificare i successivi interventi e/o trattamenti antiparassitari. Il controllo va eseguito da personale esperto (botanico, agronomo, ecc.). Pagina 171 Manuale di Manutenzione MANUTENZIONI ESEGUIBILI DALL'UTENTE 03.01.01.I02 Innaffiaggio Cadenza: quando occorre Innaffiaggio delle piante (Irrigazione di soccorso) L'operazione può essere condotta manualmente oppure da prevedersi con innaffiatoi automatici a tempo regolati in funzione delle stagioni e dei fabbisogni. • Ditte specializzate: Giardiniere, Generico. MANUTENZIONI ESEGUIBILI DA PERSONALE SPECIALIZZATO 03.01.01.I01 Concimazione piante Cadenza: ogni anno Concimazione delle piante con prodotti, specifici al tipo di pianta per favorire la crescita e prevenire le eventuali malattie a carico delle piante. La periodicità e/o le quantità di somministrazione di concimi e fertilizzanti variano in funzione delle specie arboree e delle stagioni. Affidarsi a personale specializzato. • Ditte specializzate: Giardiniere, Specializzati vari. 03.01.01.I03 Potatura piante Cadenza: quando occorre Potatura, taglio e riquadratura periodica delle piante in particolare di rami secchi esauriti, danneggiati o di piante malate non recuperabili. Taglio di eventuali rami o piante con sporgenze e/o caratteristiche di pericolo per cose e persone (rami consistenti penzolanti, intralcio aereo in zone confinanti e/o di passaggio, radici invadenti a carico di pavimentazioni e/o impianti tecnologici, ecc.). La periodicità e la modalità degli interventi variano in funzione delle qualità delle piante, del loro stato e del periodo o stagione di riferimento. Nei primi 5 anni dalla messa a dimora a effettuata una potatura annuale di formazione. • Ditte specializzate: Giardiniere, Specializzati vari. 03.01.01.I04 Trattamenti antiparassitari Cadenza: quando occorre Trattamenti antiparassitari e anticrittogamici con prodotti, idonei al tipo di pianta, per contrastare efficacemente la malattie e gli organismi parassiti in atto. Tali trattamenti vanno somministrati da personale esperto in possesso di apposito patentino per l'utilizzo di presidi fitosanitari,ecc., nei periodi favorevoli e in orari idonei. Durante la somministrazione il personale prenderà le opportune precauzioni di igiene e sicurezza del luogo. • Ditte specializzate: Specializzati vari. Elemento Manutenibile: 03.01.02 Altre piante Unità Tecnologica: 03.01 Aree a verde Sotto la questa denominazione vengono raggruppate le seguenti piante: -acquatiche e palustri; -erbacee annuali, biennali, perenni; -bulbose, rizomatose, tuberose; -tappezzanti; -rampicanti, ricadenti, sarmentose. Pagina 172 Manuale di Manutenzione ANOMALIE RISCONTRABILI 03.01.02.A01 Crescita confusa Presenza di varietà arboree diverse e sproporzionate all'area di accoglimento. 03.01.02.A02 Malattie a carico delle piante Le modalità di manifestazione variano a secondo della specie vegetale, accompagnandosi spesso anche dall'attacco di insetti. In genere si caratterizzano per l'indebolimento della piante con fenomeni di ingiallimento e perdita delle foglie. 03.01.02.A03 Presenza di insetti In genere sono visibili ad occhio nudo e si può osservarne l'azione e i danni provocati a carico delle piante. Le molteplici varietà di specie di insetti dannosi esistenti fa si che vengano analizzati e trattati caso per caso con prodotti specifici. In genere si caratterizzano per il fatto di cibarsi di parti delle piante e quindi essere motivo di indebolimento e di manifestazioni di malattie che portano le specie ad esaurimento se non si interviene in tempo ed in modo specifico. 03.01.02.A04 Terreno arido L'aridità del terreno, spesso per mancanza di acqua, si manifesta con spaccature e lesioni degli strati superficiali e con il deperimento della vegetazione esistente. CONTROLLI ESEGUIBILI DA PERSONALE SPECIALIZZATO 03.01.02.C01 Controllo generale Cadenza: ogni anno Tipologia: Aggiornamento Controllo periodico delle piante al fine di rilevarne quelle appassite e deperite. • • Requisiti da verificare: 1) Integrazione degli spazi. Anomalie riscontrabili: 1) Crescita confusa; 2) Terreno arido. 03.01.02.C02 Controllo malattie Cadenza: ogni anno Tipologia: Aggiornamento Controllo periodico delle piante al fine di rilevare eventuali attacchi di malattie o parassiti dannosi alla loro salute. ldentificazione dei parassiti e delle malattie a carico delle piante per pianificare i successivi interventi e/o trattamenti antiparassitari. Il controllo va eseguito da personale esperto (botanico, agronomo, ecc.). • Anomalie riscontrabili: 1) Malattie a carico delle piante; 2) Presenza di insetti. MANUTENZIONI ESEGUIBILI DALL'UTENTE 03.01.02.I02 Innaffiaggio Cadenza: quando occorre Innaffiaggio delle piante /irrigazione di soccorso). L'operazione può essere condotta manualmente oppure da prevedersi con innaffiatoi automatici a tempo regolati in funzione delle stagioni e dei fabbisogni. • Ditte specializzate: Generico, Giardiniere. Pagina 173 Manuale di Manutenzione MANUTENZIONI ESEGUIBILI DA PERSONALE SPECIALIZZATO 03.01.02.I01 Concimazione piante Cadenza: ogni anno Concimazione delle piante con prodotti, specifici al tipo di pianta per favorire la crescita e prevenire le eventuali malattie a carico delle piante. La periodicità e/o le quantità di somministrazione di concimi e fertilizzanti variano in funzione delle specie arboree e delle stagioni. Affidarsi a personale specializzato. • Ditte specializzate: Giardiniere, Specializzati vari. 03.01.02.I03 Potatura piante Cadenza: ogni anno Potatura, taglio e riquadratura periodica delle piante in particolare di rami secchi esauriti, danneggiati o di piante malate non recuperabili. Taglio di eventuali rami o piante con sporgenze e/o caratteristiche di pericolo per cose e persone (rami consistenti penzolanti, intralcio aereo in zone confinanti e/o di passaggio, radici invadenti a carico di pavimentazioni e/o impianti tecnologici, ecc.). La periodicità e la modalità degli interventi variano in funzione delle qualità delle piante, del loro stato e del periodo o stagione di riferimento. • Ditte specializzate: Giardiniere, Specializzati vari. 03.01.02.I04 Trattamenti antiparassitari Cadenza: quando occorre Trattamenti antiparassitari e anticrittogamici con prodotti, idonei al tipo di pianta, per contrastare efficacemente la malattie e gli organismi parassiti in atto. Tali trattamenti vanno somministrati da personale esperto in possesso di apposito patentino per l'utilizzo di presidi fitosanitari, ecc., nei periodi favorevoli e in orari idonei. Durante la somministrazione il personale prenderà le opportune precauzioni di igiene e sicurezza del luogo. • Ditte specializzate: Specializzati vari. Elemento Manutenibile: 03.01.03 Ammendanti, correttivi e fitofarmaci Unità Tecnologica: 03.01 Aree a verde Si tratta di prodotti utilizzati: a) per migliorare le caratteristiche dei terreni (ammendanti); b) per migliorare le reazioni dei terreni (correttivi); c) ad uso insetticida, diserbante, ecc. (fitofarmaci). ANOMALIE RISCONTRABILI 03.01.03.A01 Alterazione della composizione Alterazione della composizione dovuta ad uso inoltrato oltre la data di scadenza riportata sulla confezione del prodotto. CONTROLLI ESEGUIBILI DA PERSONALE SPECIALIZZATO Pagina 174 Manuale di Manutenzione 03.01.03.C01 Controllo prodotto Cadenza: quando occorre Tipologia: Controllo Controllo delle indicazioni riportate circa la composizione del prodotto, la provenienza, la classe di tossicità, la data di confezionamento e di scadenza. • Anomalie riscontrabili: 1) Alterazione della composizione. MANUTENZIONI ESEGUIBILI DA PERSONALE SPECIALIZZATO 03.01.03.I01 Etichettatura Cadenza: quando occorre Etichettatura e differenziazione dei diversi prodotti a secondo dell'uso e delle date di scadenza. • Ditte specializzate: Specializzati vari, Giardiniere. Elemento Manutenibile: 03.01.04 Arbusti e cespugli Unità Tecnologica: 03.01 Aree a verde Si tratta di piante perenni, legnose, aventi tronco con ramificazioni prevalenti a sviluppo dalla base. Possono essere del tipo a foglia decidua o sempreverdi. ANOMALIE RISCONTRABILI 03.01.04.A01 Crescita confusa Presenza di varietà arboree diverse e sproporzionate all'area di accoglimento. 03.01.04.A02 Malattie a carico delle piante Le modalità di manifestazione variano a secondo della specie vegetale, accompagnandosi spesso anche dall'attacco di insetti. In genere si caratterizzano per l'indebolimento della piante con fenomeni di ingiallimento e perdita delle foglie e/o alterazione della cortecce. 03.01.04.A03 Presenza di insetti In genere sono visibili ad occhio nudo e si può osservarne l'azione e i danni provocati a carico delle piante. Le molteplici varietà di specie di insetti dannosi esistenti fa si che vengano analizzati e trattati caso per caso con prodotti specifici. In genere si caratterizzano per il fatto di cibarsi di parti delle piante e quindi essere motivo di indebolimento e di manifestazioni di malattie che portano le specie ad esaurimento se non si interviene in tempo ed in modo specifico. CONTROLLI ESEGUIBILI DA PERSONALE SPECIALIZZATO Pagina 175 Manuale di Manutenzione 03.01.04.C01 Controllo generale Cadenza: ogni anno Tipologia: Aggiornamento Controllo periodico delle piante al fine di rilevarne quelle appassite e deperite. • • Requisiti da verificare: 1) Integrazione degli spazi. Anomalie riscontrabili: 1) Crescita confusa. 03.01.04.C02 Controllo malattie Cadenza: ogni anno Tipologia: Aggiornamento Controllo periodico delle piante al fine di rilevare eventuali attacchi di malattie o parassiti dannosi alla loro salute. ldentificazione dei parassiti e delle malattie a carico delle piante per pianificare i successivi interventi e/o trattamenti antiparassitari. Il controllo va eseguito da personale esperto (botanico, agronomo, ecc.). • Anomalie riscontrabili: 1) Malattie a carico delle piante; 2) Presenza di insetti. MANUTENZIONI ESEGUIBILI DALL'UTENTE 03.01.04.I02 Innaffiaggio Cadenza: quando occorre Innaffiaggio delle piante (irrigazione di soccorso). L'operazione può essere condotta manualmente oppure da prevedersi con innaffiatoi automatici a tempo regolati in funzione delle stagioni e dei fabbisogni. • Ditte specializzate: Giardiniere, Generico. MANUTENZIONI ESEGUIBILI DA PERSONALE SPECIALIZZATO 03.01.04.I01 Concimazione piante Cadenza: ogni anno Concimazione delle piante con prodotti, specifici al tipo di pianta per favorire la crescita e prevenire le eventuali malattie a carico delle piante. La periodicità e/o le quantità di somministrazione di concimi e fertilizzanti variano in funzione delle specie arboree e delle stagioni. Affidarsi a personale specializzato. • Ditte specializzate: Giardiniere, Specializzati vari. 03.01.04.I03 Potatura piante Cadenza: ogni anno Potatura, taglio e riquadratura periodica delle piante in particolare di rami secchi esauriti, danneggiati o di piante malate non recuperabili. Taglio di eventuali rami o piante con sporgenze e/o caratteristiche di pericolo per cose e persone (rami consistenti penzolanti, intralcio aereo in zone confinanti e/o di passaggio, radici invadenti a carico di pavimentazioni e/o impianti tecnologici, ecc.). La periodicità e la modalità degli interventi variano in funzione delle qualità delle piante, del loro stato e del periodo o stagione di riferimento. • Ditte specializzate: Giardiniere. 03.01.04.I04 Trattamenti antiparassitari Cadenza: quando occorre Pagina 176 Manuale di Manutenzione Trattamenti antiparassitari e anticrittogamici con prodotti, idonei al tipo di pianta, per contrastare efficacemente la malattie e gli organismi parassiti in atto. Tali trattamenti vanno somministrati da personale esperto in possesso di apposito patentino per l'utilizzo di presidi fitosanitari, ecc., nei periodi favorevoli e in orari idonei. Durante la somministrazione il personale prenderà le opportune precauzioni di igiene e sicurezza del luogo. • Ditte specializzate: Specializzati vari. Elemento Manutenibile: 03.01.05 Cordoli e bordure Unità Tecnologica: 03.01 Aree a verde Si tratta di manufatti di finitura per la creazione di isole protettive per alberature, aiuole, isole spartitraffico, ecc.. Essi hanno la funzione di contenere la spinta verso l'esterno de terreno che è sottoposta a carichi di normale esercizio. Possono essere realizzati in elementi prefabbricati in calcestruzzo, in pietra artificiale, in cordoni di pietrarsa. ANOMALIE RISCONTRABILI 03.01.05.A01 Distacco Disgregazione e distacco di parti notevoli del materiale che può manifestarsi anche mediante espulsione di elementi prefabbricati dalla loro sede. 03.01.05.A02 Mancanza Caduta e perdita di parti del materiale del manufatto. 03.01.05.A03 Rottura Rottura di parti degli elementi costituenti i manufatti. CONTROLLI ESEGUIBILI DA PERSONALE SPECIALIZZATO 03.01.05.C01 Controllo generale Cadenza: ogni anno Tipologia: Controllo Controllo generale delle parti a vista e di eventuali anomalie. Verifica dell'integrità delle parti e dei giunti verticali tra gli elementi contigui. • Anomalie riscontrabili: 1) Distacco; 2) Mancanza; 3) Rottura. MANUTENZIONI ESEGUIBILI DA PERSONALE SPECIALIZZATO 03.01.05.I01 Reintegro dei giunti Pagina 177 Manuale di Manutenzione Cadenza: quando occorre Reintegro dei giunti verticali tra gli elementi contigui in caso di sconnessioni o di fuoriuscita di materiale (sabbia di allettamento e/o di sigillatura). • Ditte specializzate: Specializzati vari. 03.01.05.I02 Sostituzione Cadenza: quando occorre Sostituzione degli elementi rotti e/o comunque rovinati con altri analoghi. • Ditte specializzate: Specializzati vari. Elemento Manutenibile: 03.01.06 Fertilizzanti Unità Tecnologica: 03.01 Aree a verde Possono essere di origine minerale, vegetale, ecc.. Essi vengono impiegati per migliorare la qualità del terreno di coltivazione nonché delle specie e/o qualità vegetali in uso. ANOMALIE RISCONTRABILI 03.01.06.A01 Inefficacia della composizione Inefficacia della composizione dovuta ad uso inoltrato oltre la data di scadenza riportata sulla confezione del prodotto. 03.01.06.A02 Uso eccessivo Eccessivo uso di prodotti fertilizzanti con relativo deperimento delle specie vegetali. CONTROLLI ESEGUIBILI DA PERSONALE SPECIALIZZATO 03.01.06.C01 Controllo prodotto Cadenza: quando occorre Tipologia: Controllo Controllo delle indicazioni riportate circa la composizione del prodotto, le date di confezionamento e di scadenza. • Anomalie riscontrabili: 1) Inefficacia della composizione. MANUTENZIONI ESEGUIBILI DA PERSONALE SPECIALIZZATO 03.01.06.I01 Etichettatura Pagina 178 Manuale di Manutenzione Cadenza: quando occorre Etichettatura e differenziazione dei diversi prodotti a secondo dell'uso e delle date di scadenza. • Ditte specializzate: Giardiniere, Specializzati vari. Elemento Manutenibile: 03.01.07 Ghiaia e pietrisco Unità Tecnologica: 03.01 Aree a verde Si tratta di materiale alluvionale o proveniente dalla frantumazione di rocce con dimensioni comprese fra i 2 e 50 mm utilizzato generalmente nella sistemazione di vialetti e percorsi pedonali adiacenti ad aree a verde. ANOMALIE RISCONTRABILI 03.01.07.A01 Granulometria irregolare Granulometria e consistenza del materiale irregolare rispetto ai diametri standard. 03.01.07.A02 Mancanza Mancanza di materiale lungo le superfici di distribuzione. CONTROLLI ESEGUIBILI DA PERSONALE SPECIALIZZATO 03.01.07.C01 Controllo generale Cadenza: ogni 6 mesi Tipologia: Verifica Controllo della granulometria del materiale. Verificare la corretta distribuzione e costipamento del materiale lungo i percorsi in uso. • Anomalie riscontrabili: 1) Granulometria irregolare; 2) Mancanza. MANUTENZIONI ESEGUIBILI DA PERSONALE SPECIALIZZATO 03.01.07.I01 Ridistribuzione materiale Cadenza: ogni 6 mesi Provvedere alla corretta ridistribuzione e costipamento del materiale, di analoghe caratteristiche, lungo le zone sprovviste e/o comunque carenti. • Ditte specializzate: Giardiniere, Specializzati vari. Elemento Manutenibile: 03.01.08 Pagina 179 Manuale di Manutenzione Sementi Unità Tecnologica: 03.01 Aree a verde Le sementi rappresentano le molteplici varietà ed essenze del materiale vegetale vivo utilizzabile sotto forma di semi. ANOMALIE RISCONTRABILI 03.01.08.A01 Assenza di etichettatura Assenza o insufficienti informazioni su caratteristiche e modalità d'uso del prodotto. 03.01.08.A02 Prodotto scaduto Utilizzo del prodotto oltre la data utile indicata sulle confezioni. CONTROLLI ESEGUIBILI DA PERSONALE SPECIALIZZATO 03.01.08.C01 Controllo prodotto Cadenza: quando occorre Tipologia: Controllo Controllo delle indicazioni riportate circa l'utilizzo delle sementi e le caratteristiche (grado di purezza, germinabilità, ecc.) dei prodotti. • Anomalie riscontrabili: 1) Assenza di etichettatura; 2) Prodotto scaduto. MANUTENZIONI ESEGUIBILI DA PERSONALE SPECIALIZZATO 03.01.08.I01 Etichettatura Cadenza: quando occorre Etichettatura e differenziazione delle diverse sementi, a secondo dell'uso, per tipologia, stagione e delle date di scadenza. • Ditte specializzate: Giardiniere. Elemento Manutenibile: 03.01.09 Substrato di coltivazione Unità Tecnologica: 03.01 Aree a verde Si tratta di materiali di origine minerale e/o vegetale impiegati singolarmente o miscelati secondo adeguate proporzioni in funzione Pagina 180 Manuale di Manutenzione degli impieghi e delle qualità vegetali. Particolari substrati sono rappresentati da: a) compost; b) terriccio di letame; c) torba. ANOMALIE RISCONTRABILI 03.01.09.A01 Presenza di agenti patogeni Presenza di agenti patogeni e/o altre sostanze tossiche nelle diverse composizioni di substrato. CONTROLLI ESEGUIBILI DA PERSONALE SPECIALIZZATO 03.01.09.C01 Analisi composizione Cadenza: quando occorre Tipologia: Analisi Analisi delle composizioni e qualità del prodotto previa verifica di assenza di agenti patogeni e/o sostanze tossiche. • Anomalie riscontrabili: 1) Presenza di agenti patogeni. MANUTENZIONI ESEGUIBILI DA PERSONALE SPECIALIZZATO 03.01.09.I01 Miscelazione prodotti Cadenza: quando occorre Miscelazione dei prodotti (minerali, vegetali, compost, ecc.) secondo adeguate proporzioni in funzione degli impieghi e delle qualità vegetali da trattare. • Ditte specializzate: Giardiniere. Elemento Manutenibile: 03.01.10 Tappeti erbosi Unità Tecnologica: 03.01 Aree a verde Essi vengono utilizzati per la sistemazione a prato di superfici dove è richiesto un rapido inerbimento. Possono essere del tipo a tappeti erbosi o in strisce a zolle. Le qualità variano a secondo delle specie prative di provenienza: cotica naturale, miscugli di graminacee e leguminose, ecc.. ANOMALIE RISCONTRABILI 03.01.10.A01 Crescita di vegetazione spontanea Crescita di vegetazione infestante (arborea, arbustiva ed erbacea) con relativo danno fisiologico, meccanico ed estetico delle aree erbose. Pagina 181 Manuale di Manutenzione 03.01.10.A02 Prato diradato Si presenta con zone prive di erba o con zolle scarsamente gremite. CONTROLLI ESEGUIBILI DA PERSONALE SPECIALIZZATO 03.01.10.C01 Controllo generale Cadenza: ogni anno Tipologia: Aggiornamento Controllare l'integrità dei tappeti erbosi e l'assenza di zolle mancanti lungo le superfici. Verificare l'assenza di crescita di vegetazione spontanea e depositi, (pietre, rami, ecc.) lungo le superfici erbose. • Anomalie riscontrabili: 1) Prato diradato; 2) Crescita di vegetazione spontanea. MANUTENZIONI ESEGUIBILI DA PERSONALE SPECIALIZZATO 03.01.10.I01 Fertilizzazione Cadenza: ogni anno Fertilizzazione dei prati e reintegrazione dei nutrienti mediante l'impiego di concimi chimici ternari ed organo-minerali secondo le indicazioni del fornitore e comunque in funzione delle qualità vegetali. • Ditte specializzate: Giardiniere, Specializzati vari. 03.01.10.I02 Innaffiaggio Cadenza: quando occorre Innaffiaggio periodico dei tappeti erbosi mediante dispersione manualmente dell'acqua con getti a pioggia e/o con innaffiatoi automatici a tempo regolati in funzione delle stagioni e dei fabbisogni delle essenze (irrigazione di soccorso). • Ditte specializzate: Giardiniere. 03.01.10.I03 Pulizia Cadenza: ogni settimana Rimozione e pulizia di depositi ed oggetti estranei (sassi, carta, lattine, ecc.) mediante l'uso di attrezzatura adeguata (pinze, guanti, contenitori specifici, ecc.). • Ditte specializzate: Generico. 03.01.10.I04 Ripristino tappeti Cadenza: quando occorre Preparazione del letto di impianto mediante vangatura, rastrellamento e rullatura del terreno. Semina dei miscugli composti e/o stensione delle zolle a pronto effetto fino alla copertura delle superfici in uso. • Ditte specializzate: Giardiniere. 03.01.10.I05 Taglio Cadenza: quando occorre Pulizia accurata dei tappeti erbosi, in condizioni di tempo non piovoso, e rasatura del prato in eccesso eseguito manualmente e/o con mezzi idonei tagliaerba. Per le aree verdi all’interno dei parcheggi lo sfalcio periodico del tappeto erboso avviene da fine marzo a fine settembre, con Pagina 182 Manuale di Manutenzione frequenza di circa 15-20 giorni, per un totale di 12-15 sfalci a stagione, con modificazioni dovute all’andamento climatico e comunque ogni qual volta l’erba raggiunge l’altezza massima di 10 cm (nel periodo più rigoglioso la superficie del tappeto erboso va tagliata molto bassa). Per le aree a prato naturaliforme (scarpate e corridoio ecologico) è previsto lo sfalcio periodico con la tecnica del mulching, da fine marzo a fine settembre, per un totale di 2-4 sfalci a stagione, con modificazioni dovute all’andamento climatico. • Ditte specializzate: Giardiniere. Elemento Manutenibile: 03.01.11 Terra di coltivo Unità Tecnologica: 03.01 Aree a verde Si tratta di terreno con caratteristiche tali da contribuire ad elevare la qualità degli strati esistenti. In particolare si caratterizza per i seguenti parametri: a) assenza di elementi estranei (pietre, sassi , radici, rami, ecc.); b) assenza di sostanze tossiche; c) assenza di agenti patogeni; d) presenza in proporzione di componenti nutritivi; e) presenza in proporzione di sostanze organiche e microrganismi essenziali; f) reazione neutra; g) tessitura franca con adeguate proporzioni di sabbia, argilla e limo. ANOMALIE RISCONTRABILI 03.01.11.A01 Presenza di ciottoli e sassi Presenza di ciottoli e sassi nella composizione della terra di coltivo. 03.01.11.A02 Presenza di radici ed erbe Presenza di radici ed erbe infestanti nella composizione della terra di coltivo. CONTROLLI ESEGUIBILI DA PERSONALE SPECIALIZZATO 03.01.11.C01 Controllo composizione Cadenza: quando occorre Tipologia: Controllo Verificare l' assenza di elementi estranei (pietre, sassi , radici, rami, ecc.) e di sostanze tossiche e/o di agenti patogeni. Controllare le informazioni riportate sulle etichettature circa la presenza in proporzione di componenti nutritivi, sostanze organiche,microrganismi essenziali, ecc.. • Anomalie riscontrabili: 1) Presenza di radici ed erbe; 2) Presenza di ciottoli e sassi. MANUTENZIONI ESEGUIBILI DA PERSONALE SPECIALIZZATO 03.01.11.I01 Preparazione terreni Cadenza: quando occorre Preparazione dei terreni in uso secondo le caratteristiche organiche-minerali e delle prescrizioni del fornitore in funzione delle Pagina 183 Manuale di Manutenzione varietà vegetali da impiantare. • Ditte specializzate: Giardiniere. Pagina 184 Manuale di Manutenzione Corpo d'Opera: 04 OPERE EDILI Rappresentano l'insieme delle unità tecnologiche e di tutti gli elementi tecnici del sistema edilizio che hanno la funzione di sostenere i carichi del sistema edilizio stesso e di collegare inoltre staticamente tutte le sue parti. Unità Tecnologiche: ° 04.01 Strutture in sottosuolo ° 04.02 Pareti di sostegno ° 04.03 Facciate continue ° 04.04 Rivestimenti esterni ° 04.05 Infissi esterni ° 04.06 Coperture piane ° 04.07 Infissi interni ° 04.08 Scale e rampe ° 04.09 Pavimentazioni esterne ° 04.10 Arredo urbano Pagina 185 Manuale di Manutenzione Unità Tecnologica: 04.01 Strutture in sottosuolo Insieme degli elementi tecnici orizzontali del sistema edilizio avente funzione di separare gli spazi interni del sistema edilizio dal terreno sottostante e trasmetterne ad esso il peso della struttura e delle altre forze esterne. REQUISITI E PRESTAZIONI (UT) 04.01.R01 (Attitudine al) controllo delle dispersioni elettriche Classe di Requisiti: Protezione elettrica Classe di Esigenza: Sicurezza Le strutture in sottosuolo dovranno, in modo idoneo, impedire eventuali dispersioni elettriche. Prestazioni: Tutte le parti metalliche facenti parte delle strutture in sottosuolo dovranno essere connesse ad impianti di terra mediante dispersori, in modo che esse vengano a trovarsi allo stesso potenziale elettrico del terreno. Livello minimo della prestazione: Essi variano in funzione delle modalità di progetto. 04.01.R02 Resistenza agli agenti aggressivi Classe di Requisiti: Protezione dagli agenti chimici ed organici Classe di Esigenza: Sicurezza Le strutture in sottosuolo non debbono subire dissoluzioni o disgregazioni e mutamenti di aspetto a causa dell'azione di agenti aggressivi chimici. Prestazioni: Le strutture in sottosuolo dovranno conservare nel tempo, sotto l'azione di agenti chimici (anidride carbonica, solfati, ecc.) presenti in ambiente, le proprie caratteristiche funzionali. Livello minimo della prestazione: Nelle opere e manufatti in calcestruzzo, il D.M. 9.1.1996 prevede che gli spessori minimi del copriferro variano in funzione delle tipologie costruttive, in particolare l'art.6.1.4 del D.M. recita: “ […] La superficie dell'armatura resistente, comprese le staffe, deve distare dalle facce esterne del conglomerato di almeno 0,8 cm nel caso di solette, setti e pareti, e di almeno 2 cm nel caso di travi e pilastri. Tali misure devono essere aumentate, e rispettivamente portate a 2 cm per le solette e a 4 cm per le travi ed i pilastri, in presenza di salsedine marina, di emanazioni nocive, od in ambiente comunque aggressivo. Copriferri maggiori possono essere utilizzati in casi specifici (ad es. opere idrauliche)”. 04.01.R03 Resistenza agli attacchi biologici Classe di Requisiti: Protezione dagli agenti chimici ed organici Classe di Esigenza: Sicurezza Le strutture di contenimento a seguito della presenza di organismi viventi (animali, vegetali, microrganismi) non dovranno subire riduzioni di prestazioni. Prestazioni: Le strutture in sottosuolo costituite da elementi in legno non dovranno permettere la crescita di funghi, insetti, muffe, organismi marini, ecc., ma dovranno conservare nel tempo le proprie caratteristiche funzionali anche in caso di attacchi biologici. Gli elementi in legno dovranno essere trattati con prodotti protettivi idonei. Livello minimo della prestazione: I valori minimi di resistenza agli attacchi biologici variano in funzione dei materiali, dei prodotti utilizzati, delle classi di rischio, delle situazioni generali di servizio, dell'esposizione a umidificazione e del tipo di agente biologico. DISTRIBUZIONE DEGLI AGENTI BIOLOGICI PER CLASSI DI RISCHIO (UNI EN 335-1) Pagina 186 Manuale di Manutenzione CLASSE DI RISCHIO: 1; Situazione generale di servizio: non a contatto con terreno, al coperto (secco); Descrizione dell’esposizione a umidificazione in servizio: nessuna; Distribuzione degli agenti biologici: a)funghi: -; b)*insetti: U; c)termiti: L; d)organismi marini: -. CLASSE DI RISCHIO: 2; Situazione generale di servizio: non a contatto con terreno, al coperto (rischio di umidificazione); Descrizione dell’esposizione a umidificazione in servizio: occasionale; Distribuzione degli agenti biologici: a)funghi: U; b)*insetti: U; c)termiti: L; d)organismi marini: -. CLASSE DI RISCHIO: 3; Situazione generale di servizio: non a contatto con terreno, non al coperto; Descrizione dell’esposizione a umidificazione in servizio: frequente; Distribuzione degli agenti biologici: a)funghi: U; b)*insetti: U; c)termiti: L; d)organismi marini: -; CLASSE DI RISCHIO: 4; Situazione generale di servizio: a contatto con terreno o acqua dolce; Descrizione dell’esposizione a umidificazione in servizio: permanente; Distribuzione degli agenti biologici: a)funghi: U; b)*insetti: U; c)termiti: L; d)organismi marini: -. CLASSE DI RISCHIO: 5; Situazione generale di servizio: in acqua salata; Descrizione dell’esposizione a umidificazione in servizio: permanente; Distribuzione degli agenti biologici: a)funghi: U; b)*insetti: U; c)termiti: L; d)organismi marini: U. DOVE: U = universalmente presente in Europa L = localmente presente in Europa * il rischio di attacco può essere non significativo a seconda delle particolari situazioni di servizio. 04.01.R04 Resistenza al gelo Classe di Requisiti: Protezione dagli agenti chimici ed organici Classe di Esigenza: Sicurezza Le strutture in sottosuolo non dovranno subire disgregazioni e variazioni dimensionali e di aspetto in conseguenza della formazione di ghiaccio. Prestazioni: Le strutture in sottosuolo dovranno conservare nel tempo le proprie caratteristiche funzionali se sottoposte a cause di gelo e disgelo. In particolare all’insorgere di pressioni interne che ne provocano la degradazione. Livello minimo della prestazione: I valori minimi variano in funzione del materiale impiegato. La resistenza al gelo viene determinata secondo prove di laboratorio su provini di calcestruzzo (provenienti da getti effettuati in cantiere, confezionato in laboratorio o ricavato da calcestruzzo già indurito) sottoposti a cicli alternati di gelo (in aria raffreddata) e disgelo (in acqua termostatizzata). Le misurazioni della variazione del modulo elastico, della massa e della lunghezza ne determinano la resistenza al gelo. 04.01.R05 Resistenza meccanica Classe di Requisiti: Di stabilità Classe di Esigenza: Sicurezza Le strutture in sottosuolo dovranno essere in grado di contrastare le eventuali manifestazioni di deformazioni e cedimenti rilevanti dovuti all'azione di determinate sollecitazioni (carichi, forze sismiche, ecc.). Prestazioni: Le strutture in sottosuolo, sotto l'effetto di carichi statici, dinamici e accidentali devono assicurare stabilità e resistenza. Livello minimo della prestazione: Per i livelli minimi si rimanda alle prescrizioni di legge e di normative vigenti in materia. L'Unità Tecnologica è composta dai seguenti Elementi Manutenibili: ° 04.01.01 Strutture di fondazione Pagina 187 Manuale di Manutenzione Elemento Manutenibile: 04.01.01 Strutture di fondazione Unità Tecnologica: 04.01 Strutture in sottosuolo Insieme degli elementi tecnici orizzontali del sistema edilizio avente funzione di trasmettere al terreno il peso della struttura e delle altre forze esterne. ANOMALIE RISCONTRABILI 04.01.01.A01 Cedimenti Dissesti dovuti a cedimenti di natura e causa diverse, talvolta con manifestazioni dell'abbassamento del piano di imposta della fondazione. 04.01.01.A02 Distacchi murari Distacchi dei paramenti murari mediante anche manifestazione di lesioni passanti. 04.01.01.A03 Fessurazioni Degradazione che si manifesta con la formazione di soluzioni di continuità del materiale e che può implicare lo spostamento reciproco delle parti. 04.01.01.A04 Lesioni Si manifestano con l'interruzione del tessuto murario. Le caratteristiche e l'andamento ne caratterizzano l'importanza e il tipo. 04.01.01.A05 Non perpendicolarità del fabbricato Non perpendicolarità dell'edificio a causa di dissesti o eventi di natura diversa. 04.01.01.A06 Umidità Presenza di umidità dovuta spesso per risalita capillare. CONTROLLI ESEGUIBILI DALL'UTENTE 04.01.01.C01 Controllo struttura Cadenza: ogni 12 mesi Tipologia: Controllo a vista Controllare l'integrità delle pareti e dei pilastri verificando l'assenza di eventuali lesioni e/o fessurazioni. Controllare eventuali smottamenti del terreno circostante alla struttura che possano essere indicatori di cedimenti strutturali. Effettuare verifiche e controlli approfonditi particolarmente in corrispondenza di manifestazioni a calamità naturali (sisma, nubifragi, ecc.). • • Requisiti da verificare: 1) Resistenza meccanica. Anomalie riscontrabili: 1) Cedimenti; 2) Distacchi murari; 3) Fessurazioni; 4) Lesioni; 5) Non perpendicolarità del fabbricato; 6) Umidità. Pagina 188 Manuale di Manutenzione MANUTENZIONI ESEGUIBILI DA PERSONALE SPECIALIZZATO 04.01.01.I01 Interventi sulle strutture Cadenza: quando occorre In seguito alla comparsa di segni di cedimenti strutturali (lesioni, fessurazioni, rotture), effettuare accurati accertamenti per la diagnosi e la verifica delle strutture , da parte di tecnici qualificati, che possano individuare la causa/effetto del dissesto ed evidenziare eventuali modificazioni strutturali tali da compromettere la stabilità delle strutture, in particolare verificare la perpendicolarità del fabbricato. Procedere quindi al consolidamento delle stesse a secondo del tipo di dissesti riscontrati. • Ditte specializzate: Specializzati vari. Pagina 189 Manuale di Manutenzione Unità Tecnologica: 04.02 Pareti di sostegno Si tratta di insiemi di elementi tecnici aventi la funzione di sostenere i carichi derivanti dal terreno e/o eventuali movimenti franosi. Tali strutture vengono generalmente classificate in base al materiale con il quale vengono realizzate, al principio statico di funzionamento o alla loro geometria. REQUISITI E PRESTAZIONI (UT) 04.02.R01 Stabilità Classe di Requisiti: Di stabilità Classe di Esigenza: Sicurezza Le pareti di sostegno in fase d'opera dovranno garantire la stabilità in relazione al principio statico di funzionamento. Prestazioni: Le prestazioni variano in funzione dei calcoli derivanti: -dalla spinta del terreno contro il muro di sostegno; -dalla geometria del muro (profilo, dimensioni, ecc.); -dalle verifiche di stabilità. Livello minimo della prestazione: Essi variano in funzione delle verifiche di stabilità: -al ribaltamento = [ Ms (Momento Spingente) < Mr (Momento Ribaltante)]; -allo scorrimento = [S(Spinta della terra ) x f (coeff. di attrito) <= 1,3 x P (Risultante delle forze verticali che agiscono sul muro)]; -allo schiacciamento = [ sigma t lim (tensione del terreno al limite di rottura) / sigma max (tensione normale massima sul piano della fondazione) >= 2]; -allo slittamento del complesso terra-muro. L'Unità Tecnologica è composta dai seguenti Elementi Manutenibili: ° 04.02.01 Muri semplici o a gravità Pagina 190 Manuale di Manutenzione Elemento Manutenibile: 04.02.01 Muri semplici o a gravità Unità Tecnologica: 04.02 Pareti di sostegno Si tratta di opere di contenimento che contrastano l'azione spingente del terrapieno con la loro massa notevole. Il tipo di realizzazione è nella maggior parte dei casi a sezione trapezia con inclinazione ed altezza dei paramenti diversa. Essi possono essere realizzati in: a) muratura di pietrame a secco; b) muratura di pietrame con malta; c) muratura di pietrame con ricorsi in mattoni; d) cls. ANOMALIE RISCONTRABILI 04.02.01.A01 Distacco Distacchi di parte di calcestruzzo (copriferro) e relativa esposizione dei ferri di armatura a fenomeni di corrosione per l'azione degli agenti atmosferici. 04.02.01.A02 Fenomeni di schiacciamento Fenomeni di schiacciamento della struttura di sostegno in seguito ad eventi straordinari (frane, smottamenti, ecc.) e/o in conseguenza di errori di progettazione strutturale. 04.02.01.A03 Fessurazioni Presenza di rotture singole, ramificate, ortogonale o parallele all'armatura che possono interessare parte e/o l'intero spessore dell'opera. 04.02.01.A04 Mancanza Mancanza di elementi integrati nelle strutture di contenimento (pietre, parti di rivestimenti, ecc.). 04.02.01.A05 Presenza di vegetazione Presenza di vegetazione caratterizzata dalla formazione di licheni, muschi e piante lungo le superfici. 04.02.01.A06 Principi di ribaltamento Fenomeni di ribaltamento della struttura di sostegno in seguito ad eventi straordinari (frane, smottamenti, ecc.) e/o in conseguenza di errori di progettazione strutturale. 04.02.01.A07 Principi di scorrimento Fenomeni di scorrimento della struttura di sostegno (scorrimento terra-muro;scorrimento tra sezioni contigue orizzontali interne) in seguito ad eventi straordinari (frane, smottamenti, ecc.) e/o in conseguenza di errori di progettazione strutturale. CONTROLLI ESEGUIBILI DA PERSONALE SPECIALIZZATO 04.02.01.C01 Controllo generale Cadenza: ogni 6 mesi Tipologia: Controllo Pagina 191 Manuale di Manutenzione Controllare la stabilità delle strutture e l'assenza di eventuali anomalie. In particolare la comparsa di segni di dissesti evidenti (fratturazioni, lesioni, principio di ribaltamento, ecc.) Verifica dello stato del calcestruzzo e controllo del degrado e/o di eventuali processi di carbonatazione e/o corrosione. Controllare l'efficacia dei sistemi di drenaggio. • • Requisiti da verificare: 1) Stabilità. Anomalie riscontrabili: 1) Distacco; 2) Fenomeni di schiacciamento; 3) Fessurazioni; 4) Mancanza; 5) Principi di ribaltamento; 6) Principi di scorrimento; 7) Presenza di vegetazione. 04.02.01.C02 Controllo strumentale Cadenza: quando occorre Tipologia: Ispezione strumentale Controlli strumentali basati sul tipo di fenomeno e/o anomalie riscontrate sulle strutture al fine di una corretta diagnosi da effettuarsi in via preliminare ad eventuali interventi di consolidamento. In particolare le diagnosi possono effettuarsi mediante: -indagini soniche; -misure per trasparenza; -indagini radar; -indagini magnetometriche; -indagini sclerometriche; -carotaggi meccanici e rilievi endoscopici; -prove con martinetti piatti; -prove di taglio sui corsi di malta; -prove dilatometriche. • Anomalie riscontrabili: 1) Distacco; 2) Fenomeni di schiacciamento; 3) Fessurazioni; 4) Principi di ribaltamento; 5) Principi di scorrimento. MANUTENZIONI ESEGUIBILI DA PERSONALE SPECIALIZZATO 04.02.01.I01 Interventi sulle strutture Cadenza: quando occorre Gli interventi riparativi dovranno effettuarsi a secondo del tipo di anomalia riscontrata e previa diagnosi delle cause del difetto accertato. • Ditte specializzate: Specializzati vari. 04.02.01.I02 Rimozione vegetazione Cadenza: ogni 4 mesi Rimozione della vegetazione (licheni, muschi e piante) in eccesso lungo le superfici a vista. • Ditte specializzate: Specializzati vari. 04.02.01.I03 Ripristino drenaggi Cadenza: ogni anno Rimozione di eventuali depositi (terreni, fogliame, ecc.) e materiali estranei lungo le zone di drenaggio. Ripristino dei sistemi di drenaggio situati posteriormente alle strutture di sostegno mediante l'integrazione di pietre di medie dimensioni addossate al paramento interno. • Ditte specializzate: Specializzati vari. Pagina 192 Manuale di Manutenzione Unità Tecnologica: 04.03 Facciate continue Si tratta in genere di pareti leggere con funzione non portante, situate esternamente rispetto alla struttura dell'edificio, ripetute con elementi modulari di tamponamento. Le facciate continue sono costituite da strutture ausiliarie nelle quali vengono inseriti elementi tra loro compatibili, fissi o apribili, trasparenti e/o opachi. Esse possono essere completamente trasparenti, colorate o riflettenti a secondo del diverso trattamento dei vetri. In genere agli elementi trasparenti vengono assemblati pannelli opachi o in alternativa le facciate sono rivestite con pannelli di natura diversa (pietra, resine, lastre di metallo, ecc.). REQUISITI E PRESTAZIONI (UT) 04.03.R01 Permeabilità all'aria Classe di Requisiti: Termici ed igrotermici Classe di Esigenza: Benessere Le facciate continue dovranno consentire la permeabilità sia nelle parti fisse che in quelle apribili. Prestazioni: Le facciate continue sottoposte alla pressione dell'aria consentiranno un passaggio d'aria attraverso la costruzione in termini di volume espresso come valore in metri cubi all'ora (m3/h) in funzione dell'area totale della facciata. Livello minimo della prestazione: I livelli minimi variano in funzione dei parametri di riferimento di cui alla norma UNI EN 12153. 04.03.R02 Resistenza al carico del vento Classe di Requisiti: Di stabilità Classe di Esigenza: Sicurezza Le facciate continue dovranno produrre una resistenza al carico del vento sia per le parti fisse che di quelle apribili. Prestazioni: Le facciate continue sottoposte al carico di vento non dovranno presentare anomalie (sfondamenti, deformazioni, ecc.) nella parete perimetrale verticale e negli elementi connessi. Livello minimo della prestazione: I livelli minimi variano in funzione dei parametri di riferimento di cui alla norma UNI EN 12179. 04.03.R03 Tenuta all'acqua Classe di Requisiti: Termici ed igrotermici Classe di Esigenza: Benessere Le facciate continue dovranno resistere alle infiltrazioni d'acqua. Prestazioni: Le facciate continue sottoposte all'azione di acque meteoriche non dovranno produrre penetrazioni e/o infiltrazioni tali da produrre anomalie alle parti interne ed agli altri elementi connessi. Livello minimo della prestazione: I livelli minimi variano in funzione dei parametri di riferimento di cui alle norme UNI EN 12155 e UNI EN 12154. 04.03.R04 Regolarità delle finiture Classe di Requisiti: Visivi Classe di Esigenza: Aspetto Le pareti debbono avere gli strati superficiali in vista privi di difetti, fessurazioni, scagliature o screpolature superficiali e/o comunque esenti da caratteri che possano rendere difficile la lettura formale. Pagina 193 Manuale di Manutenzione Prestazioni: Le superfici delle pareti perimetrali non devono presentare anomalie e/o comunque fessurazioni, screpolature, sbollature superficiali, ecc.. Le tonalità dei colori dovranno essere omogenee e non evidenziare eventuali tracce di ripresa di colore e/o comunque di ritocchi. Livello minimo della prestazione: I livelli minimi variano in funzione delle varie esigenze di aspetto come: la planarità; l'assenza di difetti superficiali; l'omogeneità di colore; l'omogeneità di brillantezza; l'omogeneità di insudiciamento, ecc.. L'Unità Tecnologica è composta dai seguenti Elementi Manutenibili: ° 04.03.01 Pannelli in alluminio Pagina 194 Manuale di Manutenzione Elemento Manutenibile: 04.03.01 Pannelli in alluminio Unità Tecnologica: 04.03 Facciate continue Si tratta di elementi modulari costituiti da elementi opachi realizzati da pannelli sandwich (in poliuretano e/o altri materiali) rivestiti in lamine di alluminio. I pannelli possono essere assemblati sul posto o in fabbrica. In genere i sistemi di collegamento sono costituiti da agganci particolari che possono variare a secondo delle tipologie e tecnologie utilizzate (piastre, bulloni, viti, staffe, ecc.). ANOMALIE RISCONTRABILI 04.03.01.A01 Decolorazione Alterazione cromatica della superficie. 04.03.01.A02 Deposito superficiale Accumulo di pulviscolo atmosferico o di altri materiali estranei, di spessore variabile, poco coerente e poco aderente alla superficie del rivestimento. 04.03.01.A03 Distacco Distacco di lamine di rivestimento dal paramento esterno. 04.03.01.A04 Penetrazione di umidità Penetrazione di umidità all'interno degli elementi edilizi connessi dovuta alla rottura del sigillante siliconico. CONTROLLI ESEGUIBILI DA PERSONALE SPECIALIZZATO 04.03.01.C01 Controllo generale Cadenza: ogni anno Tipologia: Controllo Controllo delle superfici e verifica dell'assenza di anomalie rispetto all'integrità dei rivestimenti e dei giunti siliconici. • Anomalie riscontrabili: 1) Decolorazione; 2) Deposito superficiale; 3) Distacco; 4) Penetrazione di umidità. MANUTENZIONI ESEGUIBILI DA PERSONALE SPECIALIZZATO 04.03.01.I01 Pulizia Cadenza: ogni 3 anni Pulizia delle superfici con prodotti detergenti idonei al tipo di superficie e rimozioni di eventuali depositi. • Ditte specializzate: Specializzati vari. Pagina 195 Manuale di Manutenzione 04.03.01.I02 Ripristino Cadenza: a guasto Ripristino ed integrazione degli elementi di rivestimento usurati o mancanti. • Ditte specializzate: Specializzati vari. Pagina 196 Manuale di Manutenzione Unità Tecnologica: 04.04 Rivestimenti esterni Si tratta di strati funzionali, facenti parte delle chiusure verticali, la cui funzione principale è quella di proteggere il sistema di chiusura dalle sollecitazioni esterne degli edifici e dagli agenti atmosferici nonché di assicurargli un aspetto uniforme ed ornamentale. REQUISITI E PRESTAZIONI (UT) 04.04.R01 (Attitudine al) controllo della condensazione interstiziale Classe di Requisiti: Termici ed igrotermici Classe di Esigenza: Benessere I rivestimenti esterni dovranno essere realizzati in modo da evitare la formazione di condensazione nella propria massa. Prestazioni: I rivestimenti e gli strati costituenti dovranno limitare e impedire la formazione di fenomeni di condensa in conseguenza dell'azione dei flussi di energia termica che li attraversano. Livello minimo della prestazione: I valori minimi variano in funzione dei materiali e del loro impiego. Si prende in considerazione la norma UNI EN ISO 13788. 04.04.R02 (Attitudine al) controllo della condensazione superficiale Classe di Requisiti: Termici ed igrotermici Classe di Esigenza: Benessere I rivestimenti esterni dovranno essere realizzati in modo da evitare la formazione di condensazione sulla superficie interna. Prestazioni: I rivestimenti e gli strati costituenti dovranno limitare e impedire la formazione di fenomeni di condensa in conseguenza dell'azione dei flussi di energia termica che li attraversano. Livello minimo della prestazione: I valori minimi variano in funzione dei materiali e del loro impiego. Si prende in considerazione la norma UNI EN ISO 13788. 04.04.R03 (Attitudine al) controllo dell'inerzia termica Classe di Requisiti: Termici ed igrotermici Classe di Esigenza: Benessere Contribuisce, con l'accumulo di calore, ad assicurare il benessere termico. Un'inerzia più elevata può evitare il veloce abbassamento della temperatura dei locali con riscaldamento ad attenuazione notturna, o la dispersione di calore in locali soggetti a frequenti ricambi d'aria e privi di dispositivi per il recupero del calore. Prestazioni: In via qualitativa l'inerzia termica esprime l'attitudine di un edificio (o di una sua parte) ad accumulare calore e riemetterlo successivamente in corrispondenza di una definita variazione di temperatura. I rivestimenti esterni sotto l'azione dell'energia termica che tende, in condizioni invernali, ad uscire all'esterno e che tende, in condizioni estive, ad entrare, dovranno contribuire a limitare il flusso di tale energia. Livello minimo della prestazione: Da tale punto di vista perciò non si attribuiscono specifici limiti prestazionali ai singoli elementi ma solo all'edificio nel suo complesso. 04.04.R04 Assenza di emissioni di sostanze nocive Classe di Requisiti: Protezione dagli agenti chimici ed organici Pagina 197 Manuale di Manutenzione Classe di Esigenza: Sicurezza I rivestimenti non debbono in condizioni normali di esercizio emettere sostanze tossiche, polveri, gas o altri odori fastidiosi per gli utenti. Prestazioni: I materiali costituenti i rivestimenti non devono emettere sostanze nocive per gli utenti (gas, vapori, fibre, polveri, radiazioni nocive ecc.), sia in condizioni normali che sotto l'azione dell'ambiente (temperatura, tasso di umidità, raggi ultravioletti, ecc.). In particolare deve essere assente l'emissione di composti chimici organici, quali la formaldeide, nonché la diffusione di fibre di vetro. Livello minimo della prestazione: Dovranno essere rispettati i seguenti limiti: - concentrazione limite di formaldeide non superiore a 0,1 p.p.m. (0,15 mg/m3); - per la soglia olfattiva valori non superiori a 0,09 p.p.m. (0,135 mg/m3); - per la soglia di irritazione occhi-naso-gola non superiore 0,66 p.p.m. (1 mg/m3). 04.04.R05 Attrezzabilità Classe di Requisiti: Facilità d'intervento Classe di Esigenza: Funzionalità Le pareti ed i rivestimenti debbono consentire l'installazione di attrezzature. Prestazioni: I rivestimenti dovranno consentire modifiche di conformazione geometrica e l'inserimento di attrezzatura (corpi illuminanti, impianti, tubazioni, ecc.) attraverso semplici operazioni di montaggio e smontaggio. Livello minimo della prestazione: Non vi sono livelli minimi prestazionali specifici. 04.04.R06 Isolamento acustico Classe di Requisiti: Acustici Classe di Esigenza: Benessere I rivestimenti dovranno fornire una adeguata resistenza al passaggio dei rumori. Prestazioni: I rivestimenti di una parete che separano due ambienti adiacenti, sottoposti all'azione dell'energia sonora aerea che può manifestarsi in uno dei due ambienti, dovranno contribuire alla riduzione di trasmissione di quest'ultima nell'ambiente contiguo attraverso le pareti. Le prestazioni di una chiusura esterna, ai fini dell'isolamento acustico ai rumori esterni, possono essere valutate facendo riferimento all'indice del potere fonoisolante Rw che essa possiede (dove R = 10 log (W1/W2) dove W1 e W2 sono rispettivamente la potenza acustica incidente sulla chiusura e quella trasmessa dall’altro lato. Facendo riferimento ai soli valori relativi alla frequenza di 500 Hz la relazione suddetta definisce l’indice di valutazione del potere fonoisolante, Rw). In relazione a tale grandezza, sono ammesse soltanto chiusure in grado di assicurare un valore di Rw = 40 dB e concorrere all'isolamento acustico standardizzato DnTw dell'intera facciata (L’isolamento acustico standardizzato DnT fra due ambienti e tra un ambiente e l’esterno è definito dalla relazione DnT= L1 - L2 + 10 log (T/To) dove L1 ed L2 sono i livelli di pressione sonora nei due ambienti, T è il tempo di riverberazione del locale ricevente mentre To è convenzionalmente assunto pari a 0,5 s. Facendo riferimento ai soli valori relativi alla frequenza di 500 Hz la relazione suddetta definisce l’indice di valutazione dell’isolamento acustico standardizzato, DnTw) in modo che esso corrisponda a quanto riportato in seguito. GRANDEZZE DI RIFERIMENTO: DEFINIZIONI, METODI DI CALCOLO E MISURE Le grandezze che caratterizzano i requisiti acustici passivi degli edifici sono: 1. il tempo di riverberazione (T), definito dalla norma ISO 3382:1975; 2. il potere fonoisolante apparente di elementi di separazione tra ambienti (R), definito dalla norma EN ISO 140-5:1996; 3. l’isolamento acustico standardizzato di facciata (D2m,nT), definito da: D2m,nT = D2m + 10 logT/To dove: D2m = L1,2m - L2 è la differenza di livello; L1,2m è il livello di pressione sonora esterno a 2 metri dalla facciata, prodotto da rumore da traffico se prevalente, o da altoparlante con incidenza del suono di 45° sulla facciata; L2 è il livello di pressione sonora medio nell’ambiente ricevente, valutato a partire dai livelli misurati nell’ambiente ricevente mediante la seguente formula: - Sommatoria (i=1; i=n) 10^(Li/10) Pagina 198 Manuale di Manutenzione le misure dei livelli Li devono essere eseguite in numero di n per ciascuna banda di terzi di ottava. Il numero n è il numero intero immediatamente superiore ad un decimo del volume dell’ambiente; in ogni caso, il valore minimo di n è cinque; T è il tempo di riverberazione nell’ambiente ricevente, in secondi; TO è il tempo di riverberazione di riferimento assunto, pari a 0,5 s; 4. il livello di rumore di calpestio di solai normalizzato (Ln) definito dalla norma EN ISO 140-6: 1996: 5. L ASmax: livello massimo di pressione sonora ponderata A con costante di tempo slow; 6.L Aeq: livello continuo equivalente di pressione sonora ponderata A. Gli indici di valutazione che caratterizzano i requisiti acustici passivi degli edifici sono: a. indice del potere fonoisolante apparente di partizioni fra ambienti (Rw) da calcolare secondo le norme UNI EN ISO 140-1; UNI EN ISO 140-3; UNI EN ISO 140-4; b. indice dell'isolamento acustico standardizzato di facciata (D2m,nT,w) da calcolare secondo le stesse procedure di cui al precedente punto a; c. indici del livello di rumore di calpestio di solai, normalizzato (Ln,w) da calcolare secondo la procedura descritta dalla norma UNI EN ISO 140-1; UNI EN ISO 140-6; UNI EN ISO 140-7; UNI EN ISO 140-8; D.P.C.M. 5.12.1997 “DETERMINAZIONE DEI REQUISITI ACUSTICI PASSIVI DEGLI EDIFICI” TABELLA A - CLASSIFICAZIONE DEGLI AMBIENTI ABITATIVI (art.2) - categoria A: edifici adibiti a residenza o assimilabili; - categoria B: edifici adibiti ad uffici e assimilabili; - categoria C: edifici adibiti ad alberghi, pensioni ed attività assimilabili; - categoria D: edifici adibiti ad ospedali, cliniche, case di cura e assimilabili; - categoria E: edifici adibiti ad attività scolastiche a tutti i livelli e assimilabili; - categoria F: edifici adibiti ad attività ricreative o di culto o assimilabili; - categoria G: edifici adibiti ad attività commerciali o assimilabili. TABELLA B - REQUISITI ACUSTICI PASSIVI DEGLI EDIFICI, DEI LORO COMPONENTI E DEGLI IMPIANTI TECNOLOGICI CATEGORIA DI CUI ALLA “Tabella A”: D; Parametri: Rw(*)=55; D 2m,nT,w=45; Lnw=58; L ASmax=35; L Aeq=25. CATEGORIA DI CUI ALLA “Tabella A”: A,C; Parametri: Rw(*)=50; D 2m,nT,w=40; Lnw=63; L ASmax=35; L Aeq=35. CATEGORIA DI CUI ALLA “Tabella A”: E; Parametri: Rw(*)=50; D 2m,nT,w=48; Lnw=58; L ASmax=35; L Aeq=25. CATEGORIA DI CUI ALLA “Tabella A”: B,F,G; Parametri: Rw(*)=50; D 2m,nT,w=42; Lnw=55; L ASmax=35; L Aeq=35. (*) Valori di Rw riferiti a elementi di separazione tra due distinte unità immobiliari. D.P.C.M. 1.3.1991 - LIMITI MASSIMI DI IMMISSIONE NELLE SEI ZONE ACUSTICHE, ESPRESSI COME LIVELLO EQUIVALENTE IN dB(A) CLASSE DI DESTINAZIONE D’USO DEL TERRITORIO: I (Aree particolarmente protette) Tempi di riferimento: Diurno=50; Notturno=40. CLASSE DI DESTINAZIONE D’USO DEL TERRITORIO: II (Aree prevalentemente residenziali) Tempi di riferimento: Diurno=55; Notturno=45. CLASSE DI DESTINAZIONE D’USO DEL TERRITORIO: III (Aree di tipo misto) Tempi di riferimento: Diurno=60; Notturno=50. CLASSE DI DESTINAZIONE D’USO DEL TERRITORIO: IV (Aree di intensa attività umana) Tempi di riferimento: Diurno=65; Notturno=55. CLASSE DI DESTINAZIONE D’USO DEL TERRITORIO: V (Aree prevalentemente industriali) Tempi di riferimento: Diurno=70; Notturno=60. CLASSE DI DESTINAZIONE D’USO DEL TERRITORIO: VI (Aree esclusivamente industriali) Tempi di riferimento: Diurno=70; Notturno=70. VALORI LIMITE DI EMISSIONE Leq IN dB(A) (art.2) Pagina 199 Manuale di Manutenzione CLASSE DI DESTINAZIONE D’USO DEL TERRITORIO: I (Aree particolarmente protette) Tempi di riferimento: Diurno(06.00-22.00)=45; Notturno(22.00-06.00)=35. CLASSE DI DESTINAZIONE D’USO DEL TERRITORIO: II (Aree prevalentemente residenziali) Tempi di riferimento: Diurno(06.00-22.00)=50; Notturno(22.00-06.00)=40. CLASSE DI DESTINAZIONE D’USO DEL TERRITORIO: III (Aree di tipo misto) Tempi di riferimento: Diurno(06.00-22.00)=55; Notturno(22.00-06.00)=45. CLASSE DI DESTINAZIONE D’USO DEL TERRITORIO: IV (Aree di intensa attività umana) Tempi di riferimento: Diurno(06.00-22.00)=60; Notturno(22.00-06.00)=50. CLASSE DI DESTINAZIONE D’USO DEL TERRITORIO: V (Aree prevalentemente industriali) Tempi di riferimento: Diurno(06.00-22.00)=65; Notturno(22.00-06.00)=55. CLASSE DI DESTINAZIONE D’USO DEL TERRITORIO: VI (Aree esclusivamente industriali) Tempi di riferimento: Diurno(06.00-22.00)=65; Notturno(22.00-06.00)=65. VALORI DI QUALITÀ Leq IN dB(A) (art.7) CLASSE DI DESTINAZIONE D’USO DEL TERRITORIO: I (Aree particolarmente protette) Tempi di riferimento: Diurno(06.00-22.00)=47; Notturno(22.00-06.00)=37. CLASSE DI DESTINAZIONE D’USO DEL TERRITORIO: II (Aree prevalentemente residenziali) Tempi di riferimento: Diurno(06.00-22.00)=52; Notturno(22.00-06.00)=42. CLASSE DI DESTINAZIONE D’USO DEL TERRITORIO: III (Aree di tipo misto) Tempi di riferimento: Diurno(06.00-22.00)=57; Notturno(22.00-06.00)=47. CLASSE DI DESTINAZIONE D’USO DEL TERRITORIO: IV (Aree di intensa attività umana) Tempi di riferimento: Diurno(06.00-22.00)=62; Notturno(22.00-06.00)=52. CLASSE DI DESTINAZIONE D’USO DEL TERRITORIO: V (Aree prevalentemente industriali) Tempi di riferimento: Diurno(06.00-22.00)=67; Notturno(22.00-06.00)=57. CLASSE DI DESTINAZIONE D’USO DEL TERRITORIO: VI (Aree esclusivamente industriali) Tempi di riferimento: Diurno(06.00-22.00)=70; Notturno(22.00-06.00)=70. Livello minimo della prestazione: Sono ammesse soltanto chiusure in grado di assicurare un valore di Rw >=40 dB come da tabella. TABELLA A - CLASSIFICAZIONE DEGLI AMBIENTI ABITATIVI (art.2) - categoria A: edifici adibiti a residenza o assimilabili; - categoria B: edifici adibiti ad uffici e assimilabili; - categoria C: edifici adibiti ad alberghi, pensioni ed attività assimilabili; - categoria D: edifici adibiti ad ospedali, cliniche, case di cura e assimilabili; - categoria E: edifici adibiti ad attività scolastiche a tutti i livelli e assimilabili; - categoria F: edifici adibiti ad attività ricreative o di culto o assimilabili; - categoria G: edifici adibiti ad attività commerciali o assimilabili. TABELLA B - REQUISITI ACUSTICI PASSIVI DEGLI EDIFICI, DEI LORO COMPONENTI E DEGLI IMPIANTI TECNOLOGICI CATEGORIA DI CUI ALLA “Tabella A”: D; Parametri: Rw(*)=55; D 2m,nT,w=45; Lnw=58; L ASmax=35; L Aeq=25. CATEGORIA DI CUI ALLA “Tabella A”: A,C; Parametri: Rw(*)=50; D 2m,nT,w=40; Lnw=63; L ASmax=35; L Aeq=35. CATEGORIA DI CUI ALLA “Tabella A”: E; Parametri: Rw(*)=50; D 2m,nT,w=48; Lnw=58; L ASmax=35; L Aeq=25. CATEGORIA DI CUI ALLA “Tabella A”: B,F,G; Parametri: Rw(*)=50; D 2m,nT,w=42; Lnw=55; L ASmax=35; L Aeq=35. (*) Valori di Rw riferiti a elementi di separazione tra due distinte unità immobiliari. 04.04.R07 Isolamento termico Classe di Requisiti: Termici ed igrotermici Classe di Esigenza: Benessere I rivestimenti dovranno conservare la superficie interna a temperature vicine a quelle dell'aria ambiente tale da evitare che vi siano pareti fredde e comunque fenomeni di condensazione superficiale. Pagina 200 Manuale di Manutenzione Prestazioni: I rivestimenti di pareti e soffitti sottoposti all'azione dell'energia termica che tende ad uscire all'esterno (in condizioni invernali) e che tende ad entrare (in condizioni estive), dovranno contribuire a limitare il flusso di energia per raggiungere le condizioni termiche di benessere ambientale. Le prestazioni relative all'isolamento termico di una parete sono valutabili: - attraverso il calcolo del coefficiente di trasmissione termica tenendo conto delle grandezze riportate nella UNI EN 12831. Livello minimo della prestazione: Pur non stabilendo specifici limiti prestazionali per le singole chiusure ai fini del contenimento delle dispersioni, tuttavia i valori di U e kl devono essere tali da concorrere a contenere il coefficiente volumico di dispersione Cd dell'intero edificio e quello dei singoli locali nei limiti previsti dalle leggi e normative vigenti. 04.04.R08 Permeabilità all'aria Classe di Requisiti: Termici ed igrotermici Classe di Esigenza: Benessere I Rivestimenti dovranno controllare il passaggio dell'aria a protezione degli ambienti interni e permettere la giusta ventilazione attraverso delle aperture. Prestazioni: Le prestazioni si misurano sulla classificazione basata sul confronto tra la permeabilità all'aria del campione sottoposto a prova riferito all'intera area, e la permeabilità all'aria riferita alla lunghezza dei lati apribili. In particolare si rimanda alle norme UNI EN 12207; UNI EN 12208; UNI EN 12210. Livello minimo della prestazione: UNI EN 1027I livelli prestazionali variano in funzione delle classi, della permeabilità all’aria di riferimento a 100 Pa misurata in m3 / (h * m2) e della pressione massima di prova misurata in Pa. 04.04.R09 Reazione al fuoco Classe di Requisiti: Protezione antincendio Classe di Esigenza: Sicurezza Livello di partecipazione al fuoco dei materiali combustibili costituenti i rivestimenti. Prestazioni: I materiali di rivestimento delle pareti perimetrali devono essere di classe non superiore a 1 (uno) come previsto dalla classificazione di reazione al fuoco prevista dal D.M. 26.6.1984 ad eccezione di scale e dei passaggi situati all'interno della stessa unità immobiliare. Le prestazioni di reazione al fuoco dei materiali devono essere certificate da "marchio di conformità" con i dati: del nome del produttore, dell'anno di produzione, della classe di reazione al fuoco, dell'omologazione del Ministero dell'Interno. Per altre aree dell'edificio a rischio incendio (autorimesse, depositi di materiali combustibili, centrale termica, ecc.) valgono le specifiche disposizioni normative in vigore per tali attività. Livello minimo della prestazione: I livelli minimi vengono valutati attraverso prove distruttive in laboratorio dei materiali, in particolare: - attraverso la prova di non combustibilità (UNI ISO 1182); - attraverso la reazione al fuoco dei materiali sospesi che possono essere investiti da una piccola fiamma su entrambe le facce (UNI 8456); - attraverso la reazione al fuoco dei materiali che possono essere investiti da una piccola fiamma solamente su una faccia (UNI 8457); - attraverso la reazione al fuoco dei materiali sottoposti all'azione di una fiamma d'innesco in presenza di calore radiante (UNI 9174). 04.04.R10 Regolarità delle finiture Classe di Requisiti: Visivi Classe di Esigenza: Aspetto I rivestimenti debbono avere gli strati superficiali in vista privi di difetti, fessurazioni, scagliature o screpolature superficiali e/o comunque esenti da caratteri che possano rendere difficile la lettura formale. Prestazioni: Le superfici dei rivestimenti non devono presentare anomalie e/o comunque fessurazioni, screpolature, sbollature superficiali, ecc.. Le tonalità dei colori dovranno essere omogenee e non evidenziare eventuali tracce di ripresa di colore e/o comunque di ritocchi. Per i rivestimenti ceramici valgono le specifiche relative alle caratteristiche di aspetto e dimensionali di cui alla norma UNI EN ISO Pagina 201 Manuale di Manutenzione 10545-2. Livello minimo della prestazione: I livelli minimi variano in funzione delle varie esigenze di aspetto come: la planarità, l'assenza di difetti superficiali, l'omogeneità di colore, l'omogeneità di brillantezza, l'omogeneità di insudiciamento, ecc.. 04.04.R11 Resistenza agli agenti aggressivi Classe di Requisiti: Protezione dagli agenti chimici ed organici Classe di Esigenza: Sicurezza I rivestimenti non dovranno subire dissoluzioni o disgregazioni e mutamenti di aspetto a causa dell'azione di agenti aggressivi chimici. Prestazioni: I materiali costituenti i rivestimenti esterni ed interni delle pareti perimetrali non devono deteriorarsi o comunque perdere le prestazioni iniziali in presenza di agenti chimici presenti negli ambienti. I materiali devono comunque consentire le operazioni di pulizia. I rivestimenti plastici ed i prodotti a base di vernici dovranno essere compatibili chimicamente con la base di supporto. Livello minimo della prestazione: I livelli minimi variano in funzione dei materiali utilizzati e del loro impiego. 04.04.R12 Resistenza agli attacchi biologici Classe di Requisiti: Protezione dagli agenti chimici ed organici Classe di Esigenza: Sicurezza I rivestimenti a seguito della presenza di organismi viventi (animali, vegetali, microrganismi) non dovranno subire riduzioni di prestazioni. Prestazioni: I materiali costituenti i rivestimenti non devono permettere lo sviluppo dei funghi, larve di insetto, muffe, radici e microrganismi in genere, anche quando impiegati in locali umidi. In ogni caso non devono deteriorarsi sotto l'attacco dei suddetti agenti biologici, resistere all'attacco di eventuali roditori e consentire un'agevole pulizia delle superfici. Livello minimo della prestazione: I valori minimi di resistenza agli attacchi biologici variano in funzione dei materiali, dei prodotti utilizzati, delle classi di rischio, delle situazioni generali di servizio, dell'esposizione a umidificazione e del tipo di agente biologico. DISTRIBUZIONE DEGLI AGENTI BIOLOGICI PER CLASSI DI RISCHIO (UNI EN 335-1) CLASSE DI RISCHIO: 1; Situazione generale di servizio: non a contatto con terreno, al coperto (secco); Descrizione dell’esposizione a umidificazione in servizio: nessuna; Distribuzione degli agenti biologici: a)funghi: -; b)*insetti: U; c)termiti: L; d)organismi marini: -. CLASSE DI RISCHIO: 2; Situazione generale di servizio: non a contatto con terreno, al coperto (rischio di umidificazione); Descrizione dell’esposizione a umidificazione in servizio: occasionale; Distribuzione degli agenti biologici: a)funghi: U; b)*insetti: U; c)termiti: L; d)organismi marini: -. CLASSE DI RISCHIO: 3; Situazione generale di servizio: non a contatto con terreno, non al coperto; Descrizione dell’esposizione a umidificazione in servizio: frequente; Distribuzione degli agenti biologici: a)funghi: U; b)*insetti: U; c)termiti: L; d)organismi marini: -; CLASSE DI RISCHIO: 4; Situazione generale di servizio: a contatto con terreno o acqua dolce; Descrizione dell’esposizione a umidificazione in servizio: permanente; Distribuzione degli agenti biologici: a)funghi: U; b)*insetti: U; c)termiti: L; d)organismi marini: -. CLASSE DI RISCHIO: 5; Situazione generale di servizio: in acqua salata; Descrizione dell’esposizione a umidificazione in servizio: permanente; Distribuzione degli agenti biologici: a)funghi: U; b)*insetti: U; c)termiti: L; d)organismi marini: U. DOVE: U = universalmente presente in Europa L = localmente presente in Europa * il rischio di attacco può essere non significativo a seconda delle particolari situazioni di servizio. Pagina 202 Manuale di Manutenzione 04.04.R13 Resistenza agli urti Classe di Requisiti: Di stabilità Classe di Esigenza: Sicurezza I rivestimenti unitamente alle pareti dovranno essere in grado di sopportare urti (definiti dall'energia cinetica di urti-tipo o convenzionali di corpi duri, come di oggetti scagliati, o molli, come il peso di un corpo che cade) che non debbono compromettere la stabilità della parete, né provocare il distacco di elementi o frammenti pericolosi a carico degli utenti. Prestazioni: Sottoposte alle azioni di urti sulla faccia esterna e su quella interna, i rivestimenti unitamente alle pareti non dovranno manifestare deterioramenti della finitura (tinteggiatura, rivestimento pellicolare, ecc.) né deformazioni permanenti, anche limitate, o fessurazioni, senza pericolo di cadute di frammenti, anche leggere. Livello minimo della prestazione: I rivestimenti unitamente alle pareti dovranno resistere all'azione di urti sulla faccia esterna ed interna, prodotti secondo le modalità riportate di seguito che corrispondono a quelle previste dalla norma UNI 9269 P: TIPO DI PROVA: Urto con corpo duro; Massa del corpo [Kg] = 0.5; Energia d’urto applicata [J] = 3; Note: - ; TIPO DI PROVA: Urto con corpo molle di grandi dimensioni; Massa del corpo [Kg] = 50; Energia d’urto applicata [J] = 300; Note: Non necessario, per la faccia esterna, oltre il piano terra; TIPO DI PROVA: Urto con corpo molle di piccole dimensioni; Massa del corpo [Kg] = 3; Energia d’urto applicata [J] = 60 - 10 - 30; Note: Superficie esterna, al piano terra. 04.04.R14 Resistenza al fuoco Classe di Requisiti: Protezione antincendio Classe di Esigenza: Sicurezza I materiali costituenti i rivestimenti, sottoposti all'azione del fuoco non devono subire trasformazioni chimico-fisiche. Prestazioni: I rivestimenti unitamente agli elementi strutturali delle pareti perimetrali devono presentare una resistenza al fuoco (REI) non inferiore a quello determinabile in funzione del carico d'incendio, secondo le modalità specificate nel D.M. 9.3.2007. Le pareti di aree a rischio specifico interessante l'edificio (depositi di materiali combustibili, autorimesse, centrale termica, locali di vendita, ecc.) dovranno inoltre rispettare le specifiche disposizioni normative vigenti per tali attività. Livello minimo della prestazione: In particolare i rivestimenti unitamente agli elementi costruttivi delle pareti devono avere la resistenza al fuoco indicata di seguito, espressa in termini di tempo entro il quale conservano stabilità, tenuta alla fiamma e ai fumi e isolamento termico: Altezza antincendio (m): da 12 a 32 - Classe REI (min): 60; Altezza antincendio (m): da oltre 32 a 80 - Classe REI (min): 90; Altezza antincendio (m): oltre 80 - Classe REI (min): 120. 04.04.R15 Resistenza al gelo Classe di Requisiti: Protezione dagli agenti chimici ed organici Classe di Esigenza: Sicurezza I rivestimenti non dovranno subire disgregazioni e variazioni dimensionali e di aspetto in conseguenza della formazione di ghiaccio. Prestazioni: I rivestimenti dovranno conservare nel tempo le proprie caratteristiche funzionali se sottoposte a sollecitazioni derivanti da cause di gelo e disgelo, in particolare all’insorgere di pressioni interne che ne provocano la degradazione. Livello minimo della prestazione: I valori minimi variano in funzione del materiale impiegato. La resistenza al gelo viene determinata secondo prove di laboratorio su provini sottoposti a cicli alternati di gelo (in aria raffreddata) e disgelo (in acqua termostatizzata). Le misurazioni della variazione del modulo elastico, della massa e della lunghezza ne determinano la resistenza al gelo. Pagina 203 Manuale di Manutenzione 04.04.R16 Resistenza al vento Classe di Requisiti: Di stabilità Classe di Esigenza: Sicurezza I rivestimenti unitamente alle pareti dovranno resistere alle azioni e depressioni del vento tale da non compromettere la stabilità e la funzionalità degli strati che le costituiscono. Prestazioni: I rivestimenti unitamente alle pareti dovranno essere idonee a resistere all'azione del vento in modo da assicurare durata e funzionalità nel tempo senza pregiudicare la sicurezza degli utenti. L'azione del vento da considerare è quella prevista dal D.M. 12.2.1982 e dalla norma CNR B.U. 117 (che dividono convenzionalmente il territorio italiano in quattro zone), tenendo conto dell'altezza dell'edificio, della forma della parete e del tipo di esposizione. Livello minimo della prestazione: I livelli minimi variano in funzione di prove di laboratorio basate nella misurazione della differenza di pressione in condizioni di sovrappressione e in depressione, con cassoni d'aria o cuscini d'aria, di una sezione di parete secondo la ISO 7895. 04.04.R17 Resistenza all'acqua Classe di Requisiti: Protezione dagli agenti chimici ed organici Classe di Esigenza: Sicurezza I rivestimenti costituenti le pareti, a contatto con l'acqua, dovranno mantenere inalterate le proprie caratteristiche chimico-fisiche. Prestazioni: Non devono verificarsi deterioramenti di alcun tipo dei rivestimenti superficiali, nei limiti indicati dalla normativa. L'acqua inoltre non deve raggiungere i materiali isolanti né quelli deteriorabili in presenza di umidità. Livello minimo della prestazione: In presenza di acqua, non devono verificarsi variazioni dimensionali né tantomeno deformazioni permanenti nell'ordine dei 4 - 5 mm rispetto al piano di riferimento della parete. 04.04.R18 Resistenza meccanica Classe di Requisiti: Di stabilità Classe di Esigenza: Sicurezza I rivestimenti unitamente alle pareti dovranno limitare la manifestazione di eventuali rotture, o deformazioni rilevanti, causate dall'azione di possibili sollecitazioni. Prestazioni: I rivestimenti unitamente alle pareti dovranno essere idonei a limitare il prodursi di rotture o deformazioni gravi sotto l'azione di sollecitazioni meccaniche in modo da assicurare la durata e la funzionalità nel tempo senza pregiudicare la sicurezza degli utenti. A tal fine si considerano le seguenti azioni: carichi dovuti al peso proprio e di esercizio, sollecitazioni da impatto, carichi dovuti a dilatazioni termiche, assestamenti e deformazioni di strutture portanti. Livello minimo della prestazione: Per una analisi più approfondita dei livelli minimi rispetto ai vari componenti e materiali costituenti i rivestimenti si rimanda alle prescrizioni di legge e di normative vigenti in materia. 04.04.R19 Tenuta all'acqua Classe di Requisiti: Termici ed igrotermici Classe di Esigenza: Benessere La stratificazione dei rivestimenti unitamente alle pareti dovrà essere realizzata in modo da impedire alle acque meteoriche di penetrare negli ambienti interni provocando macchie di umidità e/o altro ai rivestimenti interni. Prestazioni: Le prestazioni si misurano sulla classificazione basata sul confronto tra la permeabilità all'aria del campione sottoposto a prova riferito all'intera area, e la permeabilità all'aria riferita alla lunghezza dei lati apribili. In particolare si rimanda alle norme UNI EN 12207; UNI EN 12208; UNI EN 12210. Livello minimo della prestazione: I livelli prestazionali variano in funzione delle classi, della permeabilità all’aria di riferimento a 100 Pa misurata in m^3 / hm ^2 e Pagina 204 Manuale di Manutenzione della pressione massima di prova misurata in Pa. L'Unità Tecnologica è composta dai seguenti Elementi Manutenibili: ° 04.04.01 Rivestimenti in metallo ° 04.04.02 Rivestimenti in laterizio Pagina 205 Manuale di Manutenzione Elemento Manutenibile: 04.04.01 Rivestimenti in metallo Unità Tecnologica: 04.04 Rivestimenti esterni I Rivestimenti in metallo trovano applicazione negli ambienti abitativi e in molte soluzioni di arredo. Attraverso processi tecnologici si possono trovare prodotti con le superfici ad effetti: liscio, decorato, stampato a rilievo, acidato. In particolare per l'acciaio inox (lucidatura a specchio, spazzolato, modanato, satinato, ecc.), per l'alluminio (levigato, satinato, spazzolato, anodizzato, plastificato, verniciato, ecc.). Le dimensioni e gli spessori variano a secondo dei prodotti. I fogli metallici trovano impiego nella copertura di ampie superfici senza necessitare di giunti. in particolare l'alluminio risulta essere resistente, leggero e richiede poca manutenzione. Vi è inoltre una gamma di pannelli in metallo traforati (punzonato, ondulato, fessurato, allungato, ecc.) disponibili in una moltitudine di modelli e metalli (alluminio, ottone, rame, acciaio dolce, acciaio galvanico, acciaio inox, leghe speciali, ecc.) ANOMALIE RISCONTRABILI 04.04.01.A01 Alterazione cromatica Alterazione che si può manifestare attraverso la variazione di uno o più parametri che definiscono il colore: tinta, chiarezza, saturazione. Può evidenziarsi in modo localizzato o in zone più ampie diversamente a secondo delle condizioni. 04.04.01.A02 Corrosione Decadimento dei materiali metallici a causa della combinazione con sostanze presenti nell'ambiente (ossigeno, acqua, anidride carbonica, ecc.). 04.04.01.A03 Deformazione Variazione geometriche e morfologiche dei profili e degli elementi di tamponamento per fenomeni di ritiro quali imbarcamento, svergolamento, ondulazione. 04.04.01.A04 Deposito superficiale Accumulo di pulviscolo atmosferico o di altri materiali estranei quali: microrganismi, residui organici, ecc. di spessore variabile, poco coerente e poco aderente al materiale sottostante. 04.04.01.A05 Distacco Disgregazione e distacco di parti notevoli del materiale che può manifestarsi anche mediante espulsione di elementi prefabbricati dalla loro sede. 04.04.01.A06 Graffi Graffi lungo le superfici dei rivestimenti. 04.04.01.A07 Impronte Impronte digitali lungo le superfici dei rivestimenti. 04.04.01.A08 Macchie Pigmentazione accidentale e localizzata della superficie. 04.04.01.A09 Patina Patina lungo le superfici dei rivestimenti accompagnata spesso da processi di ossidazione. Pagina 206 Manuale di Manutenzione CONTROLLI ESEGUIBILI DALL'UTENTE 04.04.01.C01 Controllo generale delle parti a vista Cadenza: ogni 12 mesi Tipologia: Controllo a vista Controllo dello stato e verifica del grado di usura delle parti in vista. Controllo dei fissaggi e degli elementi di ancoraggio. Controllare l'uniformità dell'aspetto cromatico delle superfici e della loro planarità. Riscontro di eventuali anomalie (distacchi, graffi, macchie,ecc.) e/o difetti di esecuzione. • • Requisiti da verificare: 1) Regolarità delle finiture; 2) Resistenza meccanica. Anomalie riscontrabili: 1) Deposito superficiale; 2) Distacco. MANUTENZIONI ESEGUIBILI DA PERSONALE SPECIALIZZATO 04.04.01.I01 Pulizia delle superfici Cadenza: quando occorre Pulizia della patina superficiale degradata dell'intonaco mediante lavaggio ad acqua con soluzioni adatte al tipo di rivestimento. Rimozioni di macchie, graffiti o depositi superficiali mediante l'impiego di tecniche con getto d'acqua a pressione e/o con soluzioni chimiche appropriate. • Ditte specializzate: Specializzati vari. 04.04.01.I02 Sostituzione delle parti più soggette ad usura Cadenza: quando occorre Sostituzione delle parti più soggette ad usura o altre forme di degrado mediante l'asportazione delle aree più degradate, pulizia delle parti sottostanti mediante spazzolatura e preparazione della base di sottofondo previo lavaggio. Ripresa dell'area con materiali adeguati e/o comunque simili all'intonaco originario ponendo particolare attenzione a non alterare l'aspetto visivo cromatico delle superfici. • Ditte specializzate: Muratore, Intonacatore. Elemento Manutenibile: 04.04.02 Rivestimenti in laterizio Unità Tecnologica: 04.04 Rivestimenti esterni I laterizi impiegati come elementi da rivestimento in vista dovranno essere esenti da difetti quali scagliature o alterazioni cromatiche. Essi possono assumere formati e spessori diversi a secondo del loro utilizzo. Possono essere con superficie liscia, scabra o sabbiata ed avere colorazioni diverse. Importante per i rivestimenti in laterizio è la messa in opera. Particolare cura dovrà essere rivolta al regolare allineamento degli elementi, allo spessore dei giunti orizzontali e verticali che dovranno rispettare i requisiti di tenuta all'acqua e di resistenza al gelo. E' un tipo di rivestimento che garantisce eccellenti comportamenti nel tempo. ANOMALIE RISCONTRABILI Pagina 207 Manuale di Manutenzione 04.04.02.A01 Alveolizzazione Degradazione che si manifesta con la formazione di cavità di forme e dimensioni variabili. Gli alveoli sono spesso interconnessi e hanno distribuzione non uniforme. Nel caso particolare in cui il fenomeno si sviluppa essenzialmente in profondità con andamento a diverticoli si può usare il termine alveolizzazione a cariatura. 04.04.02.A02 Cavillature superficiali Sottile trama di fessure sulla superficie dell'intonaco. 04.04.02.A03 Crosta Deposito superficiale di spessore variabile, duro e fragile, generalmente di colore nero. 04.04.02.A04 Decolorazione Alterazione cromatica della superficie. 04.04.02.A05 Degrado dei giunti Distacco ed alterazione cromatica dei giunti. 04.04.02.A06 Deposito superficiale Accumulo di pulviscolo atmosferico o di altri materiali estranei, di spessore variabile, poco coerente e poco aderente alla superficie del rivestimento. 04.04.02.A07 Disgregazione Decoesione caratterizzata da distacco di granuli o cristalli sotto minime sollecitazioni meccaniche. 04.04.02.A08 Distacco Disgregazione e distacco di parti notevoli del materiale che può manifestarsi anche mediante espulsione di elementi prefabbricati dalla loro sede. 04.04.02.A09 Efflorescenze Formazione di sostanze, generalmente di colore biancastro e di aspetto cristallino o pulverulento o filamentoso, sulla superficie del manufatto. Nel caso di efflorescenze saline, la cristallizzazione può talvolta avvenire all'interno del materiale provocando spesso il distacco delle parti più superficiali: il fenomeno prende allora il nome di criptoefflorescenza o subefflorescenza. 04.04.02.A10 Erosione superficiale Asportazione di materiale dalla superficie dovuta a processi di natura diversa. Quando sono note le cause di degrado, possono essere utilizzati anche termini come erosione per abrasione o erosione per corrasione (cause meccaniche), erosione per corrosione (cause chimiche e biologiche), erosione per usura (cause antropiche). 04.04.02.A11 Esfoliazione Degradazione che si manifesta con distacco, spesso seguito da caduta, di uno o più strati superficiali subparalleli fra loro, generalmente causata dagli effetti del gelo. 04.04.02.A12 Fessurazioni Presenza di rotture singole, ramificate, ortogonale o parallele all'armatura che possono interessare l'intero spessore del manufatto. 04.04.02.A13 Macchie e graffiti Imbrattamento della superficie con sostanze macchianti in grado di aderire e penetrare nel materiale. 04.04.02.A14 Mancanza Caduta e perdita di parti del materiale del manufatto. Pagina 208 Manuale di Manutenzione 04.04.02.A15 Patina biologica Strato sottile, morbido e omogeneo, aderente alla superficie e di evidente natura biologica, di colore variabile, per lo più verde. La patina biologica è costituita prevalentemente da microrganismi cui possono aderire polvere, terriccio. 04.04.02.A16 Penetrazione di umidità Comparsa di macchie di umidità dovute all'assorbimento di acqua. 04.04.02.A17 Pitting Degradazione puntiforme che si manifesta attraverso la formazione di fori ciechi, numerosi e ravvicinati. I fori hanno forma tendenzialmente cilindrica con diametro massimo di pochi millimetri. 04.04.02.A18 Polverizzazione Decoesione che si manifesta con la caduta spontanea dei materiali sotto forma di polvere o granuli. 04.04.02.A19 Presenza di vegetazione Presenza di vegetazione caratterizzata dalla formazione di licheni, muschi e piante lungo le superficie. 04.04.02.A20 Rigonfiamento Variazione della sagoma che interessa l’intero spessore del materiale e che si manifesta soprattutto in elementi lastriformi. Ben riconoscibile essendo dato dal tipico andamento “a bolla” combinato all’azione della gravità. 04.04.02.A21 Scheggiature Distacco di piccole parti di materiale lungo i bordi e gli spigoli degli elementi di rivestimento. CONTROLLI ESEGUIBILI DALL'UTENTE 04.04.02.C01 Controllo generale delle parti a vista Cadenza: ogni 12 mesi Tipologia: Controllo a vista Controllo dello stato di conservazione delle finiture e verifica del grado di usura o di erosione delle parti in vista ed in particolare dei giunti. Controllare l'uniformità dell'aspetto cromatico delle superfici. Riscontro di eventuali anomalie (depositi, macchie, graffiti, presenza di vegetazione, efflorescenze, microfessurazioni, ecc.). • • Requisiti da verificare: 1) Regolarità delle finiture. Anomalie riscontrabili: 1) Alveolizzazione; 2) Cavillature superficiali; 3) Crosta; 4) Decolorazione; 5) Deposito superficiale; 6) Disgregazione; 7) Distacco; 8) Efflorescenze; 9) Erosione superficiale; 10) Esfoliazione; 11) Fessurazioni; 12) Macchie e graffiti; 13) Mancanza; 14) Patina biologica; 15) Penetrazione di umidità; 16) Pitting; 17) Polverizzazione; 18) Presenza di vegetazione; 19) Rigonfiamento; 20) Scheggiature. MANUTENZIONI ESEGUIBILI DA PERSONALE SPECIALIZZATO 04.04.02.I01 Pulizia delle superfici Cadenza: ogni 5 anni Pulizia e rimozione dello sporco superficiale mediante spazzolatura manuale degli elementi o con tecniche di rimozione dei depositi, adatte al tipo di rivestimento, mediante getti di acqua a pressione microsabbiature. • Ditte specializzate: Specializzati vari. Pagina 209 Manuale di Manutenzione 04.04.02.I02 Pulizia e reintegro giunti Cadenza: ogni 10 anni Pulizia dei giunti mediante spazzolatura manuale o con tecniche di rimozione dei depositi mediante getti di acqua a pressione. Reintegro dei giunti degradati mediante nuova listellatura. • Ditte specializzate: Specializzati vari. 04.04.02.I03 Ripristino strati protettivi Cadenza: ogni 5 anni Ripristino degli strati protettivi, previa accurata pulizia delle superfici, qualora il tipo di elemento in laterizio lo preveda, con soluzioni chimiche appropriate antimacchia, antigraffiti che non alterino le caratteristiche fisico-chimiche dei materiale ed in particolare di quelle visive cromatiche. • Ditte specializzate: Specializzati vari. 04.04.02.I04 Sostituzione elementi degradati Cadenza: quando occorre Sostituzione degli elementi usurati o rotti con altri analoghi. Reintegro dei giunti degradati mediante nuova listellatura. • Ditte specializzate: Specializzati vari. Pagina 210 Manuale di Manutenzione Unità Tecnologica: 04.05 Infissi esterni Gli infissi esterni fanno parte del sistema chiusura del sistema tecnologico. Il loro scopo è quello di soddisfare i requisiti di benessere quindi di permettere l'illuminazione e la ventilazione naturale degli ambienti, garantendo inoltre le prestazioni di isolamento termico-acustico. Gli infissi offrono un'ampia gamma di tipologie diverse sia per materiale che per tipo di apertura. REQUISITI E PRESTAZIONI (UT) 04.05.R01 (Attitudine al) controllo del fattore solare Classe di Requisiti: Termici ed igrotermici Classe di Esigenza: Benessere Gli infissi dovranno consentire un adeguato ingresso di energia termica raggiante attraverso le superfici trasparenti (vetri) in funzione delle condizioni climatiche. Prestazioni: Gli infissi esterni verticali dovranno essere provvisti di dispositivi mobili di oscuramento (persiane, avvolgibili, frangisole, ecc.) che svolgano funzione di regolazione e controllo del passaggio della radiazione solare dall'esterno all'interno limitando il surriscaldamento estivo degli ambienti e nel rispetto di una adeguata ventilazione. Tali dispositivi dovranno inoltre consentire le operazioni di manovra dall'interno ed essere facilmente accessibili per tutte le operazioni di manutenzione e/o riparazione. Livello minimo della prestazione: Il fattore solare dell'infisso non dovrà superare, con insolazione diretta, il valore di 0,3 con i dispositivi di oscuramento in posizione di chiusura. 04.05.R02 (Attitudine al) controllo del flusso luminoso Classe di Requisiti: Funzionalità tecnologica Classe di Esigenza: Funzionalità Gli infissi dovranno consentire una adeguata immissione di luce naturale all'interno, in quantità sufficiente per lo svolgimento delle attività previste e permetterne la regolazione. Prestazioni: Gli infissi esterni verticali dovranno essere provvisti di dispositivi mobili di oscuramento (persiane, avvolgibili, frangisole, ecc.) che svolgano funzione di regolazione e controllo del passaggio della radiazione solare dall'esterno all'interno limitando il surriscaldamento estivo degli ambienti e nel rispetto di una adeguata ventilazione. Tali dispositivi dovranno inoltre consentire le operazioni di manovra dall'interno ed essere facilmente accessibili per tutte le operazioni di manutenzione e/o riparazione. In particolare le finestre e le portefinestre ad eccezione di quelle a servizio dei locali igienici, dei disimpegni, dei corridoi, dei vani scala, dei ripostigli, ecc., dovranno avere una superficie trasparente dimensionata in modo tale da assicurare un valore idoneo del fattore medio di luce diurna nell'ambiente interessato. Livello minimo della prestazione: La superficie trasparente delle finestre e delle portefinestre deve essere dimensionata in modo da assicurare all'ambiente servito un valore del fattore medio di luce diurna nell'ambiente non inferiore al 2%. In ogni caso la superficie finestrata apribile non deve essere inferiore ad 1/8 della superficie del pavimento del locale. 04.05.R03 (Attitudine al) controllo della condensazione superficiale Classe di Requisiti: Termici ed igrotermici Classe di Esigenza: Benessere Gli infissi devono essere realizzati in modo da evitare la formazione di condensazione sulla superficie degli elementi. Prestazioni: Gli infissi devono essere realizzati in modo da evitare fenomeni di condensazione interstiziale all'interno dei telai e comunque in maniera tale che l'acqua di condensa non arrechi danni o deterioramenti permanenti. Inoltre i vetri camera devono essere realizzati con camera adeguatamente sigillata e riempita di aria secca. Pagina 211 Manuale di Manutenzione Livello minimo della prestazione: Gli infissi esterni verticali se provvisti di sistema di raccolta e smaltimento di acqua da condensa, dovranno conservare una temperatura superficiale Tsi, su tutte le parti interne, sia esse opache che trasparenti, non inferiore ai valori riportati di seguito, nelle condizioni che la temperatura dell'aria esterna sia pari a quella di progetto riferita al luogo di ubicazione dell'alloggio: S < 1.25 - Tsi = 1 1.25 <= S < 1.35 - Tsi = 2 1.35 <= S < 1.50 - Tsi = 3 1.50 <= S < 1.60 - Tsi = 4 1.60 <= S < 1.80 - Tsi = 5 1.80 <= S < 2.10 - Tsi = 6 2.10 <= S < 2.40 - Tsi = 7 2.40 <= S < 2.80 - Tsi = 8 2.80 <= S < 3.50 - Tsi = 9 3.50 <= S < 4.50 - Tsi = 10 4.50 <= S < 6.00 - Tsi = 11 6.00 <= S < 9.00 - Tsi = 12 9.00 <= S < 12.00 - Tsi = 13 S >= 12.00 - Tsi = 14 Dove: S = Superficie dell’infisso in m^2 Tsi = Temperatura superficiale in °C 04.05.R04 (Attitudine al) controllo delle dispersioni elettriche Classe di Requisiti: Protezione elettrica Classe di Esigenza: Sicurezza Gli infissi devono essere in grado di controllare e disperdere eventuali scariche elettriche e/o comunque pericoli di folgorazioni, a carico degli utenti, per contatto diretto. Prestazioni: Gli infissi esterni verticali, realizzati in materiale metallico e comunque in grado di condurre elettricità qualora, secondo la norma CEI 64-8, siano da considerarsi come “massa estranea” in quanto capaci di immettere il potenziale di terra, devono essere realizzati mediante collegamenti equipotenziali con l'impianto di terra predisposto per l'edificio, collegando al conduttore dell'impianto di terra solamente il telaio metallico dell'infisso, evitando all'utenza qualsiasi pericolo di folgorazioni da contatto. Livello minimo della prestazione: Essi variano in funzione delle modalità di progetto. 04.05.R05 Isolamento acustico Classe di Requisiti: Acustici Classe di Esigenza: Benessere E’ l'attitudine a fornire un'idonea resistenza al passaggio dei rumori. Il livello di isolamento richiesto varia in funzione della tipologia e del tipo di attività svolta e in funzione della classe di destinazione d'uso del territorio. Prestazioni: I serramenti esterni devono assicurare all'interno dei locali un adeguato benessere. La classe di prestazione è correlata al livello di rumorosità esterno, in particolare alla zona di rumore di appartenenza. D.P.C.M. 5.12.1997 “DETERMINAZIONE DEI REQUISITI ACUSTICI PASSIVI DEGLI EDIFICI” TABELLA A - CLASSIFICAZIONE DEGLI AMBIENTI ABITATIVI (art.2) - categoria A: edifici adibiti a residenza o assimilabili; - categoria B: edifici adibiti ad uffici e assimilabili; - categoria C: edifici adibiti ad alberghi, pensioni ed attività assimilabili; - categoria D: edifici adibiti ad ospedali, cliniche, case di cura e assimilabili; - categoria E: edifici adibiti ad attività scolastiche a tutti i livelli e assimilabili; - categoria F: edifici adibiti ad attività ricreative o di culto o assimilabili; - categoria G: edifici adibiti ad attività commerciali o assimilabili. Pagina 212 Manuale di Manutenzione TABELLA B - REQUISITI ACUSTICI PASSIVI DEGLI EDIFICI, DEI LORO COMPONENTI E DEGLI IMPIANTI TECNOLOGICI CATEGORIA DI CUI ALLA “Tabella A”: D; Parametri: Rw(*)=55; D 2m,nT,w=45; Lnw=58; L ASmax=35; L Aeq=25. CATEGORIA DI CUI ALLA “Tabella A”: A,C; Parametri: Rw(*)=50; D 2m,nT,w=40; Lnw=63; L ASmax=35; L Aeq=35. CATEGORIA DI CUI ALLA “Tabella A”: E; Parametri: Rw(*)=50; D 2m,nT,w=48; Lnw=58; L ASmax=35; L Aeq=25. CATEGORIA DI CUI ALLA “Tabella A”: B,F,G; Parametri: Rw(*)=50; D 2m,nT,w=42; Lnw=55; L ASmax=35; L Aeq=35. (*) Valori di Rw riferiti a elementi di separazione tra due distinte unità immobiliari. D.P.C.M. 1.3.1991 - LIMITI MASSIMI DI IMMISSIONE NELLE SEI ZONE ACUSTICHE, ESPRESSI COME LIVELLO EQUIVALENTE IN dB(A) CLASSE DI DESTINAZIONE D’USO DEL TERRITORIO: I (Aree particolarmente protette) Tempi di riferimento: Diurno=50; Notturno=40. CLASSE DI DESTINAZIONE D’USO DEL TERRITORIO: II (Aree prevalentemente residenziali) Tempi di riferimento: Diurno=55; Notturno=45. CLASSE DI DESTINAZIONE D’USO DEL TERRITORIO: III (Aree di tipo misto) Tempi di riferimento: Diurno=60; Notturno=50. CLASSE DI DESTINAZIONE D’USO DEL TERRITORIO: IV (Aree di intensa attività umana) Tempi di riferimento: Diurno=65; Notturno=55. CLASSE DI DESTINAZIONE D’USO DEL TERRITORIO: V (Aree prevalentemente industriali) Tempi di riferimento: Diurno=70; Notturno=60. CLASSE DI DESTINAZIONE D’USO DEL TERRITORIO: VI (Aree esclusivamente industriali) Tempi di riferimento: Diurno=70; Notturno=70. VALORI LIMITE DI EMISSIONE Leq IN dB(A) (art.2) CLASSE DI DESTINAZIONE D’USO DEL TERRITORIO: I (Aree particolarmente protette) Tempi di riferimento: Diurno(06.00-22.00)=45; Notturno(22.00-06.00)=35. CLASSE DI DESTINAZIONE D’USO DEL TERRITORIO: II (Aree prevalentemente residenziali) Tempi di riferimento: Diurno(06.00-22.00)=50; Notturno(22.00-06.00)=40. CLASSE DI DESTINAZIONE D’USO DEL TERRITORIO: III (Aree di tipo misto) Tempi di riferimento: Diurno(06.00-22.00)=55; Notturno(22.00-06.00)=45. CLASSE DI DESTINAZIONE D’USO DEL TERRITORIO: IV (Aree di intensa attività umana) Tempi di riferimento: Diurno(06.00-22.00)=60; Notturno(22.00-06.00)=50. CLASSE DI DESTINAZIONE D’USO DEL TERRITORIO: V (Aree prevalentemente industriali) Tempi di riferimento: Diurno(06.00-22.00)=65; Notturno(22.00-06.00)=55. CLASSE DI DESTINAZIONE D’USO DEL TERRITORIO: VI (Aree esclusivamente industriali) Tempi di riferimento: Diurno(06.00-22.00)=65; Notturno(22.00-06.00)=65. VALORI DI QUALITÀ Leq IN dB(A) (art.7) CLASSE DI DESTINAZIONE D’USO DEL TERRITORIO: I (Aree particolarmente protette) Tempi di riferimento: Diurno(06.00-22.00)=47; Notturno(22.00-06.00)=37. CLASSE DI DESTINAZIONE D’USO DEL TERRITORIO: II (Aree prevalentemente residenziali) Tempi di riferimento: Diurno(06.00-22.00)=52; Notturno(22.00-06.00)=42. CLASSE DI DESTINAZIONE D’USO DEL TERRITORIO: III (Aree di tipo misto) Tempi di riferimento: Diurno(06.00-22.00)=57; Notturno(22.00-06.00)=47. CLASSE DI DESTINAZIONE D’USO DEL TERRITORIO: IV (Aree di intensa attività umana) Tempi di riferimento: Diurno(06.00-22.00)=62; Notturno(22.00-06.00)=52. CLASSE DI DESTINAZIONE D’USO DEL TERRITORIO: V (Aree prevalentemente industriali) Tempi di riferimento: Diurno(06.00-22.00)=67; Notturno(22.00-06.00)=57. CLASSE DI DESTINAZIONE D’USO DEL TERRITORIO: VI (Aree esclusivamente industriali) Tempi di riferimento: Diurno(06.00-22.00)=70; Notturno(22.00-06.00)=70. Pagina 213 Manuale di Manutenzione Livello minimo della prestazione: In relazione alla destinazione degli ambienti e alla rumorosità della zona di ubicazione i serramenti esterni sono classificati secondo la UNI 8204: di classe R1 se 20 <= Rw <= 27 db(A); di classe R2 se 27 <= Rw <= 35 dB(A); di classe R3 se Rw > 35 dB(A). 04.05.R06 Isolamento termico Classe di Requisiti: Termici ed igrotermici Classe di Esigenza: Benessere Gli infissi dovranno avere la capacità di limitare le perdite di calore. Al requisito concorrono tutti gli elementi che ne fanno parte. Prestazioni: Le prestazioni relative all'isolamento termico di un infisso esterno verticale vengono valutate in base ai valori della trasmittanza termica unitaria U, relativa all'intero infisso, che tiene conto delle dispersioni termiche eventualmente verificatesi attraverso i componenti trasparenti ed opachi dei serramenti. E' opportuno comunque prevedere l'utilizzo di telai metallici realizzati con taglio termico. Livello minimo della prestazione: Pur non stabilendo specifici limiti prestazionali per i singoli infissi ai fini del contenimento delle dispersioni, è opportuno comunque che i valori della trasmittanza termica unitaria U siano tali da contribuire al contenimento del coefficiente volumico di dispersione Cd riferito all'intero edificio e quello dei singoli locali nei limiti previsti dalle leggi e normative vigenti. 04.05.R07 Oscurabilità Classe di Requisiti: Funzionalità tecnologica Classe di Esigenza: Funzionalità Gli infissi devono, attraverso opportuni schermi e/o dispositivi di oscuramento, provvedere alla regolazione della luce naturale immessa. Prestazioni: I dispositivi di schermatura esterna di cui sono dotati gli infissi esterni verticali devono consentire la regolazione del livello di illuminamento degli spazi chiusi dell'ambiente servito. Inoltre, devono consentire il controllo di eventuali proiezioni localizzate di raggi luminosi negli spazi con destinazione di relax e di riposo (camere da letto, ecc.). e comunque oscurare il passaggio di luce, naturale o artificiale, proveniente dagli ambienti esterni. Livello minimo della prestazione: I dispositivi di schermatura esterna di cui sono dotati gli infissi esterni verticali devono consentire una regolazione del livello di illuminamento negli spazi chiusi degli alloggi fino ad un valore non superiore a 0,2 lux. 04.05.R08 Permeabilità all'aria Classe di Requisiti: Termici ed igrotermici Classe di Esigenza: Benessere Gli infissi devono controllare il passaggio dell'aria a protezione degli ambienti interni e permettere la giusta ventilazione. Prestazioni: Gli infissi esterni verticali e le facciate continue devono essere realizzati in modo da ottenere, mediante guarnizioni, camere d'aria, ecc., la permeabilità all'aria indicata in progetto. Le prestazioni si misurano sulla classificazione basata sul confronto tra la permeabilità all'aria del campione sottoposto a prova riferito all'intera area, e la permeabilità all'aria riferita alla lunghezza dei lati apribili. In particolare si rimanda alle norme UNI EN 1026 e UNI EN 12207. Livello minimo della prestazione: I livelli prestazionali variano in funzione delle classi, della permeabilità all’aria di riferimento a 100 Pa misurata in m^3/hm^2 e della pressione massima di prova misurata in Pa. Qualora siano impiegati infissi esterni verticali dotati di tamponamento trasparente isolante (con trasmittanza termica unitaria U < = 3,5 W/m°C), la classe di permeabilità all'aria non deve essere inferiore ad A2 secondo le norme UNI EN 1026, UNI EN 12519 e UNI EN 12207. 04.05.R09 Protezione dalle cadute Classe di Requisiti: Sicurezza d'intervento Pagina 214 Manuale di Manutenzione Classe di Esigenza: Sicurezza Gli infissi devono essere posizionati in maniera da evitare possibili cadute anche con l'impiego di dispositivi anticaduta. Prestazioni: Le prestazioni sono specifiche solo per aperture prospicienti da dislivelli esterni con altezza superiore al metro. In alternativa possono prevedersi dispositivi complementari di sicurezza (ringhiere, parapetti, balaustre, ecc.). Livello minimo della prestazione: Il margine inferiore dei vano finestre dovrà essere collocato ad una distanza dal pavimento >= 0,90 m. Per infissi costituiti integralmente da vetro, questi dovranno resistere a un urto di sicurezza da corpo molle che produca una energia di impatto di 900 J. 04.05.R10 Pulibilità Classe di Requisiti: Facilità d'intervento Classe di Esigenza: Funzionalità Gli infissi devono consentire la rimozione di sporcizia, depositi, macchie, ecc. Prestazioni: Le superfici degli infissi esterni verticali, siano esse opache o trasparenti, devono essere facilmente accessibili dall'utente e/o operatori per le operazioni di pulizia, sia dall'esterno che dall'interno. Per le facciate continue o comunque per infissi particolari dove è richiesto l'impiego di ditte specializzate per la pulizia bisogna comunque prevedere che queste siano idonee e comunque predisposte per l'esecuzione delle operazioni suddette. In ogni caso gli infissi esterni verticali e le facciate continue, dopo le normali operazioni di pulizia, effettuate mediante l'impiego di acqua e prodotti specifici, devono essere in grado di conservare le caratteristiche e prestazioni iniziali. Livello minimo della prestazione: Gli infissi devono essere accessibili ed inoltre è necessario che la loro altezza da terra sia inferiore a 200 cm e la larghezza delle ante non superiore ai 60 cm in modo da consentire le operazioni di pulizia rimanendo dall'interno. 04.05.R11 Regolarità delle finiture Classe di Requisiti: Visivi Classe di Esigenza: Aspetto Gli infissi devono avere gli strati superficiali in vista privi di difetti, e/o comunque esenti da caratteri che possano rendere difficile la lettura formale. Inoltre gli elementi dovranno combaciare tra di loro in modo idoneo senza comprometterne la loro funzionalità. Prestazioni: Gli infissi esterni verticali ed i relativi dispositivi di movimentazione e di manovra nonché quelli di oscuramento esterno, devono avere le finiture superficiali prive di rugosità, spigoli, ecc.. Gli elementi dei tamponamenti trasparenti inoltre devono essere privi di difetti e/o anomalie come, bolle, graffi, ecc. ed assicurare una perfetta visione e trasparenza ottica dall'interno verso l'esterno e viceversa. Più in particolare, i tamponamenti vetrati devono essere privi dei suddetti difetti e comunque corrispondere a quanto indicato dalla norma 7142, in relazione al tipo di vetro ed alle dimensioni della lastra usata. I giunti di collegamento degli infissi esterni verticali non devono presentare sconnessioni di alcun tipo con le strutture adiacenti. Infine, la coloritura ed i rivestimenti superficiali degli infissi ottenuti attraverso processi di verniciatura, ossidazione anodica, trattamento elettrochimico, ecc., dovranno essere uniformi senza presentare alcun difetto di ripresa del colore o altre macchie visibili. Livello minimo della prestazione: Gli infissi esterni verticali non devono presentare finiture superficiali eccessivamente rugose, spigolose, cedevoli né tanto meno fessurazioni o screpolature superiore al 10% delle superfici totali. 04.05.R12 Resistenza a manovre false e violente Classe di Requisiti: Sicurezza d'uso Classe di Esigenza: Sicurezza L'attitudine a contrastare efficacemente il prodursi di rotture o deformazioni sotto l'azione di sollecitazioni derivanti da manovre false e violente. Prestazioni: Gli infissi esterni verticali, compresi gli organi di movimentazione e gli eventuali elementi di schermatura e/o oscurabilità, devono conservare inalterate le proprie caratteristiche meccaniche e dimensionali se sottoposti ad azioni derivanti da manovre errate e/o violente. Pagina 215 Manuale di Manutenzione Livello minimo della prestazione: Gli sforzi per le manovra di apertura e chiusura degli infissi e dei relativi organi di manovra devono essere contenuti entro i limiti descritti: A. INFISSI CON ANTE RUOTANTI INTORNO AD UN ASSE VERTICALE O ORIZZONTALE. a.1) - Sforzi per le operazioni di chiusura ed apertura degli organi di manovra. Le grandezze applicate sugli organi di manovra per le operazioni di chiusura e apertura identificate nella forza F e il momento M devono essere contenute entro i limiti: F < = 100 N M < = 10 Nm a.2) - Sforzi per le operazioni movimentazione delle ante. La forza F utile al movimento di un'anta chiusa, con organo di manovra non bloccato, deve essere contenuta entro limiti: - anta con asse di rotazione laterale con apertura a vasistas: F < = 80 N; - anta con asse di rotazione verticale con apertura girevole: 30 N < = F < = 80 N; - anta, con una maniglia, con asse di rotazione orizzontale con apertura a bilico: F < = 80 N; - anta, con due maniglie, con asse di rotazione orizzontale con apertura a bilico: F < = 130 N; B. INFISSI CON ANTE APRIBILI PER TRASLAZIONE CON MOVIMENTO VERTICALE OD ORIZZONTALE. b.1) - Sforzi per le operazioni di chiusura ed apertura degli organi di manovra. La forza F da applicarsi sull'organo di manovra per le operazioni di chiusura e di apertura, deve essere contenuta entro i 50 N. b.2) - Sforzi per le operazioni di spostamento delle ante. La forza F utile al movimento di un'anta chiusa, con organo di manovra non bloccato, deve essere contenuta entro limiti: - anta di finestra con movimento a traslazione orizzontale ed apertura scorrevole: F < = 60 N; - anta di porta o di portafinestra a traslazione orizzontale ed apertura scorrevole: F < = 100 N; - anta a traslazione verticale ed apertura a saliscendi: F < = 100 N; C. INFISSI CON APERTURA BASCULANTE c.1) - Sforzi per le operazioni di chiusura e di apertura degli organi di manovra. Le grandezze applicate sugli organi di manovra per le operazioni di chiusura e apertura identificate nella forza F e il momento M devono essere contenute entro i limiti: F < = 100 N M < = 10 Nm c.2) - Sforzi per le operazioni di messa in movimento delle ante. Nelle condizioni con anta chiusa ed organo di manovra non bloccato, la caduta da un'altezza 20 cm di una massa di 5 kg a sua volta collegata all'organo di manovra deve mettere in movimento l'anta stessa. c.3) - Sforzi per le operazioni di spostamento delle ante. La forza F da applicarsi sull'organo di manovra per le operazioni di chiusura e di apertura, deve essere contenuta entro i 60 N. D. INFISSI CON APERTURA A PANTOGRAFO d.1) - Sforzi per le operazioni di chiusura e di apertura degli organi di manovra. Le grandezze applicate sugli organi di manovra per le operazioni di chiusura e apertura identificate nella forza F e il momento M devono essere contenute entro i limiti: F< = 100 N M < = 10Nm d.2) - Sforzi per le operazioni di messa in movimento delle ante. La forza F utile al movimento di un'anta chiusa, con organo di manovra non bloccato, deve essere contenuta entro limiti: F < = 150 N d.3) - Sforzi per le operazioni di spostamento delle ante. La forza F utile al movimento di un'anta dalla posizione di chiusura a quella di apertura e viceversa, con organo di manovra non bloccato, deve essere contenuta entro limiti: F < = 100 N E. INFISSI CON APERTURA A FISARMONICA e.1) - Sforzi per le operazioni di chiusura e di apertura degli organi di manovra. Le grandezze applicate sugli organi di manovra per le operazioni di chiusura e apertura identificate nella forza F e il momento M devono essere contenute entro i limiti: F< = 100 N M < = 10Nm e.2) - Sforzi per le operazioni di messa in movimento delle ante. La forza F, da applicare con azione parallela al piano dell'infisso, utile al movimento di un'anta chiusa, con organo di manovra non bloccato, deve essere contenuta entro limiti: F < = 80 N e.3) - Sforzi per le operazioni di spostamento delle ante. La forza F utile al movimento di un'anta dalla posizione di chiusura a quella di apertura e viceversa, con organo di manovra non bloccato, deve essere contenuta entro limiti: - anta di finestra: F< = 80 N; - anta di porta o portafinestra: F < = 120 N. Pagina 216 Manuale di Manutenzione F. DISPOSITIVI DI SOLLEVAMENTO I dispositivi di movimentazione e sollevamento di persiane o avvolgibili devono essere realizzati in modo da assicurare che la forza manuale necessaria per il sollevamento degli stessi tramite corde e/o cinghie, non vada oltre il valore di 150 N. 04.05.R13 Resistenza agli agenti aggressivi Classe di Requisiti: Protezione dagli agenti chimici ed organici Classe di Esigenza: Sicurezza Gli infissi non dovranno subire dissoluzioni o disgregazioni e mutamenti di aspetto a causa dell'azione di agenti aggressivi chimici. Prestazioni: Sotto l'azione degli agenti chimici normalmente presenti nell'ambiente, gli infissi esterni verticali, e gli eventuali dispositivi di schermatura e di oscurabilità, devono conservare inalterate le caratteristiche chimico-fisiche in modo da assicurare il rispetto dei limiti prestazionali relativi a tenuta dell'acqua e permeabilità dell'aria. Inoltre non devono manifestarsi, in conseguenza di attacco chimico, variazioni della planarità generale e locale, e il prodursi di scoloriture non uniformi accompagnate a macchie e/o difetti particolari. Livello minimo della prestazione: In particolare, tutti gli infissi esterni realizzati con materiale metallico come l'alluminio, leghe d'alluminio, acciaio, ecc., devono essere protetti con sistemi di verniciatura resistenti a processi di corrosione in nebbia salina, se ne sia previsto l'impiego in atmosfere aggressive (urbane, marine, ecc.) per tempo di 1000 ore, e per un tempo di almeno 500 ore, nel caso ne sia previsto l'impiego in atmosfere poco aggressive. L'ossidazione anodica, di spessore diverso, degli infissi in alluminio o delle leghe d'alluminio deve corrispondere ai valori riportati di seguito: - Ambiente interno - Spessore di ossido: S > = 5 micron; - Ambiente rurale o urbano - Spessore di ossido: S > 10 micron; - Ambiente industriale o marino - Spessore di ossido: S > = 15 micron; - Ambiente marino o inquinato - Spessore di ossido: S > = 20 micron. 04.05.R14 Resistenza agli urti Classe di Requisiti: Di stabilità Classe di Esigenza: Sicurezza Gli infissi dovranno essere in grado di sopportare urti (definiti dall'energia cinetica di urti-tipo o convenzionali di corpi duri, come di oggetti scagliati, o molli, come il peso di un corpo che cade) che non debbono compromettere la stabilità degli stessi; né provocare il distacco di elementi o frammenti pericolosi a carico degli utenti. Prestazioni: Sotto l'azione degli urti gli infissi devono conservare la loro integrità strutturale; non devono prodursi sconnessioni né deformazioni sensibili dei collegamenti tra gli infissi e la relativa struttura muraria; non devono verificarsi sfondamenti né fuoriuscite di parti o componenti; non devono prodursi frammenti o cadute di elementi che possano causare ferite accidentali alle persone che si possono trovare all'interno o all'esterno. Tutti i componenti degli infissi esterni verticali devono risultare sicuri nel caso d'urto accidentale dell'utenza. Gli elementi costituenti dei telai fissi e mobili, delle maniglie, dei pannelli, delle cerniere, delle cremonesi, ecc. non devono presentare parti taglienti o appuntite né spigoli pronunciati. Livello minimo della prestazione: Gli infissi esterni verticali, ad esclusione degli elementi di tamponamento, devono resistere all'azione di urti esterni ed interni realizzati secondo con le modalità indicate di seguito: TIPO DI INFISSO: Porta esterna; Corpo d’urto: duro - Massa del corpo [Kg]: 0,5; Energia d’urto applicata [J]: faccia esterna=3,75 - faccia interna=3,75 Corpo d’urto: molle - Massa del corpo [Kg]: 30; Energia d’urto applicata [J]: faccia esterna=240 - faccia interna=240 TIPO DI INFISSO: Finestra; Corpo d’urto: molle - Massa del corpo [Kg]: 50; Energia d’urto applicata [J]: faccia esterna=900 - faccia interna=900 TIPO DI INFISSO: Portafinestra; Corpo d’urto: molle - Massa del corpo [Kg]: 50; Energia d’urto applicata [J]: faccia esterna=700 - faccia interna=700 TIPO DI INFISSO: Facciata continua; Corpo d’urto: duro - Massa del corpo [Kg]: 1; Pagina 217 Manuale di Manutenzione Energia d’urto applicata [J]: faccia esterna=6 - faccia interna= TIPO DI INFISSO: Elementi pieni; Corpo d’urto: molle - Massa del corpo [Kg]: 50; Energia d’urto applicata [J]: faccia esterna=700 - faccia interna= - 04.05.R15 Resistenza al fuoco Classe di Requisiti: Protezione antincendio Classe di Esigenza: Sicurezza I materiali costituenti gli infissi, sottoposti all'azione del fuoco non devono subire trasformazioni chimico-fisiche. Prestazioni: Gli infissi esterni verticali, sia dei vani scala che dei relativi filtri a prova di fumo, devono avere la resistenza al fuoco (REI) indicata di seguito, espressa in termini di tempo entro il quale l'infisso conserva stabilità, tenuta; la fiamma e ai fumi nonché isolamento termico. In particolare le porte ed altri elementi di chiusura, devono avere la resistenza al fuoco (REI) secondo le norme vigenti. Livello minimo della prestazione: I serramenti dovranno essere scelti in base alla individuazione della classe di resistenza al fuoco REI in funzione dell'altezza dell'edificio e rispettare i seguenti valori: Altezza antincendio (m): da 12 a 32 - Classe REI (min): 60; Altezza antincendio (m): da oltre 32 a 80 - Classe REI (min): 90; Altezza antincendio (m): oltre 80 - Classe REI (min): 120. 04.05.R16 Resistenza al gelo Classe di Requisiti: Protezione dagli agenti chimici ed organici Classe di Esigenza: Sicurezza Gli infissi non dovranno subire disgregazioni e variazioni dimensionali e di aspetto in conseguenza della formazione di ghiaccio. Prestazioni: Sotto l'azione del gelo e del disgelo, gli infissi esterni verticali, compresi gli eventuali dispositivi ed elementi di schermatura e di tenuta, devono conservare inalterate le caratteristiche chimico fisiche, di finitura superficiale, dimensionali e funzionali. Livello minimo della prestazione: Specifici livelli di accettabilità inoltre possono essere definiti con riferimento al tipo di materiale utilizzato. Nel caso di profilati in PVC impiegati per la realizzazione di telai o ante, questi devono resistere alla temperatura di 0°C, senza subire rotture in seguito ad un urto di 10 J; e di 3 J se impiegati per la costruzione di persiane avvolgibili. 04.05.R17 Resistenza al vento Classe di Requisiti: Di stabilità Classe di Esigenza: Sicurezza Gli infissi debbono resistere alle azioni e depressioni del vento in modo da garantire la sicurezza degli utenti e assicurare la durata e la funzionalità nel tempo. Inoltre essi devono sopportare l'azione del vento senza compromettere la funzionalità degli elementi che li costituiscono. Prestazioni: Gli infissi esterni verticali e le facciate continue devono essere idonei a resistere all'azione del vento in modo tale da assicurare la durata e la funzionalità nel tempo e garantire inoltre la sicurezza dell'utenza. Gli infissi devono essere in grado di sopportare il flusso del vento e i suoi effetti ( turbolenze, sbattimenti, vibrazioni, ecc.). L'azione del vento da considerare è quella prevista dalla C.M. dei Lavori Pubblici 24.5.1982 n.22631 e dalla norma CNR B.U. 117 (che dividono convenzionalmente il territorio italiano in 4 zone), tenendo conto dell'altezza di installazione dell'infisso e del tipo di esposizione. Gli infissi esterni sottoposti alle sollecitazioni del vento dovranno: - presentare una deformazione ammissibile; - conservare le proprietà; - consentire la sicurezza agli utenti. Livello minimo della prestazione: I livelli minimi variano in funzione di prove di laboratorio basate nella misurazione della differenza di pressioni, riprodotte convenzionalmente in condizioni di sovrappressione e in depressione secondo la UNI EN 12210 e UNI EN 12211. Pagina 218 Manuale di Manutenzione 04.05.R18 Resistenza all'acqua Classe di Requisiti: Protezione dagli agenti chimici ed organici Classe di Esigenza: Sicurezza Gli infissi a contatto con l'acqua, dovranno mantenere inalterate le proprie caratteristiche chimico-fisiche. Prestazioni: Gli infissi esterni verticali ed eventuali dispositivi di schermatura e di tenuta devono conservare inalterate le caratteristiche chimico-fisiche, funzionali, dimensionali, e di finitura superficiale, assicurando comunque il rispetto dei limiti prestazionali, qualora dovessero venire in contatto con acqua di origine diversa (meteorica, di condensa, di lavaggio, ecc.). In particolare non devono manifestarsi variazioni della planarità delle superfici, macchie o scoloriture non uniformi anche localizzate. Livello minimo della prestazione: Sugli infissi campione vanno eseguite delle prove atte alla verifica dei seguenti limiti prestazionali secondo la norma UNI EN 12208: - Differenza di Pressione [Pa] = 0 - Durata della prova [minuti] 15 - Differenza di Pressione [Pa] = 50 - Durata della prova [minuti] 5 - Differenza di Pressione [Pa] = 100 - Durata della prova [minuti] 5 - Differenza di Pressione [Pa] = 150 - Durata della prova [minuti] 5 - Differenza di Pressione [Pa] = 200 - Durata della prova [minuti] 5 - Differenza di Pressione [Pa] = 300 - Durata della prova [minuti] 5 - Differenza di Pressione [Pa] = 500 - Durata della prova [minuti] 5 04.05.R19 Resistenza alle intrusioni e manomissioni Classe di Requisiti: Sicurezza da intrusioni Classe di Esigenza: Sicurezza Gli infissi dovranno essere in grado di resistere ad eventuali sollecitazioni provenienti da tentativi di intrusioni indesiderate di persone, animali o cose entro limiti previsti. Prestazioni: Le prestazioni sono verificate mediante prove di resistenza ad azioni meccaniche (urto da corpo molle, urto da corpo duro, azioni localizzate) anche con attrezzi impropri. Livello minimo della prestazione: Si prendono inoltre in considerazione i valori desumibili dalle prove secondo le norme UNI 9569, UNI EN 1522 e UNI EN 1523. 04.05.R20 Resistenza all'irraggiamento solare Classe di Requisiti: Protezione dagli agenti chimici ed organici Classe di Esigenza: Sicurezza Gli infissi non devono subire mutamenti di aspetto e di caratteristiche chimico-fisiche a causa dell'esposizione all'irraggiamento solare. Prestazioni: Sotto l'azione dell'irraggiamento solare, gli infissi esterni verticali, le facciate continue ed i dispositivi di schermatura e/o di tenuta, devono mantenere inalterate le caratteristiche chimico-fisiche, funzionali, dimensionali e di finitura superficiale, assicurando comunque il mantenimento dei livelli prestazionali secondo le norme vigenti. Livello minimo della prestazione: Gli infissi, fino ad un irraggiamento che porti la temperatura delle parti opache esterne e delle facciate continue a valori di 80°C, non devono manifestare variazioni della planarità generale e locale, né dar luogo a manifestazioni di scoloriture non uniformi, macchie e/o difetti visibili. 04.05.R21 Riparabilità Classe di Requisiti: Facilità d'intervento Classe di Esigenza: Funzionalità Gli infissi dovranno essere collocati in modo da consentire il ripristino dell'integrità, la funzionalità e l'efficienza di parti ed elementi soggetti a guasti. Prestazioni: Pagina 219 Manuale di Manutenzione I dispositivi e gli organi di movimentazione (cerniere, cremonesi, maniglie, ecc.) nonché quelli di schermatura esterna (teli, avvolgibili, ecc.), nel caso necessitano di interventi di manutenzione o riparazione, devono essere facilmente accessibili dall'interno del locale in modo da rendere agevoli e in modalità di sicurezza tutte le operazioni. E' importante che i vari componenti siano facilmente smontabili senza la necessità di rimuovere tutto l'insieme. In particolare deve essere possibile lo smontaggio delle ante mobili senza la necessità di smontare anche i relativi telai fissi. Livello minimo della prestazione: Gli infissi devono essere accessibili ed inoltre è necessario che la loro altezza da terra sia inferiore a 200 cm e la larghezza delle ante non superiore ai 60 cm in modo da consentire le operazioni di pulizia rimanendo dall'interno. 04.05.R22 Sostituibilità Classe di Requisiti: Facilità d'intervento Classe di Esigenza: Funzionalità Gli infissi dovranno essere realizzati e collocati in modo da consentire la loro sostituibilità, e/o la collocazione di parti ed elementi essi soggetti a guasti. Prestazioni: Tutti gli elementi degli infissi soggetti ad eventuali sostituzioni come guarnizioni tra telai, lastre vetrate od opache, profili fermavetro, scanalature portavetro, devono essere facilmente sostituibili. Analogamente per i dispositivi di movimentazione e manovra e per gli altri elementi con funzione di schermatura (avvolgibili, cassonetti, rulli avvolgitore, corde, ecc.). Livello minimo della prestazione: Onde facilitare la sostituzione di intere parti (ante, telai, ecc.), è inoltre opportuno che l'altezza e la larghezza di coordinazione degli infissi esterni verticali siano modulari e corrispondenti a quelle previste dalle norme UNI 7864, UNI 7866, UNI 7961, UNI 8861, UNI 8975 e UNI EN 12519. 04.05.R23 Stabilità chimico reattiva Classe di Requisiti: Protezione dagli agenti chimici ed organici Classe di Esigenza: Sicurezza Gli infissi e i materiali costituenti sotto l'azione di sostanze chimiche con le quali possono venire in contatto non dovranno produrre reazioni chimiche. Prestazioni: Gli infissi esterni verticali devono essere realizzati con materiali e rifiniti in maniera tale che conservino invariate nel tempo le proprie caratteristiche chimico-fisiche. Bisogna inoltre tener conto degli eventuali fenomeni chimico-fisici che possono svilupparsi tra i diversi componenti a contatto, in particolare tra gli infissi metallici di natura diversa. Tale presupposto vale anche per tutte le parti formanti il telaio, i dispositivi di fissaggio alle strutture murarie e gli elementi complementari di tenuta (guarnizioni, etc.). E' importante che non vengano utilizzati materiali che siano incompatibili dal punto di vista chimico-fisico o comunque che possano dar luogo a fenomeni di corrosioni elettrolitiche. E' opportuno evitare contatti diretti tra i seguenti metalli: ferro e zinco, ferro e alluminio, alluminio e piombo, alluminio e zinco. Bisogna evitare inoltre il contatto diretto fra certi metalli ed alcuni materiali aggressivi, come alluminio o acciaio e il gesso. Va inoltre verificata la compatibilità chimico fisica tra vernice, supporti ed elementi complementari di tenuta. Livello minimo della prestazione: Si fa riferimento alle norme UNI 8753, UNI 8754 e UNI 8758. 04.05.R24 Tenuta all'acqua Classe di Requisiti: Termici ed igrotermici Classe di Esigenza: Benessere Gli infissi devono essere realizzati in modo da impedire, o comunque limitare, alle acque meteoriche o di altra origine di penetrare negli ambienti interni. Prestazioni: In particolare è necessario che tutte le giunzioni di elementi disomogenei (fra davanzali, soglie, e traverse inferiori di finestre, o portafinestra) assicurino la tenuta all'acqua e permettano un veloce allontanamento dell'acqua piovana. Livello minimo della prestazione: I livelli minimi sono individuabili attraverso l'identificazione della classe di tenuta all'acqua in funzione della norma UNI EN 12208. Pagina 220 Manuale di Manutenzione CLASSIFICAZIONE SECONDO LA NORMA UNI EN 12208 Note = Il metodo A è indicato per prodotti pienamente esposti; il metodo B è adatto per prodotti parzialmente protetti. PRESSIONE DI PROVA (Pmax in Pa*)= -; Classificazione: Metodo di prova A=0 - Metodo di prova B=0; Specifiche: Nessun requisito; PRESSIONE DI PROVA (Pmax in Pa*)= 0; Classificazione: Metodo di prova A= 1A - Metodo di prova B= 1B; Specifiche: Irrorazione per 15 min; PRESSIONE DI PROVA (Pmax in Pa*)= 50; Classificazione: Metodo di prova A= 2A - Metodo di prova B= 2B; Specifiche: Come classe 1 ÷ 5 min; PRESSIONE DI PROVA (Pmax in Pa*)= 100; Classificazione: Metodo di prova A= 3A - Metodo di prova B= 3B; Specifiche: Come classe 2 ÷ 5 min; PRESSIONE DI PROVA (Pmax in Pa*)= 150; Classificazione: Metodo di prova A= 4A - Metodo di prova B= 4B; Specifiche: Come classe 3 ÷ 5 min; PRESSIONE DI PROVA (Pmax in Pa*)= 200; Classificazione: Metodo di prova A= 5A - Metodo di prova B= 5B; Specifiche: Come classe 4 ÷ 5 min; PRESSIONE DI PROVA (Pmax in Pa*)= 250; Classificazione: Metodo di prova A= 6A - Metodo di prova B= 6B; Specifiche: Come classe 5 ÷ 5 min; PRESSIONE DI PROVA (Pmax in Pa*)= 300; Classificazione: Metodo di prova A= 7A - Metodo di prova B= 7B; Specifiche: Come classe 6 ÷ 5 min; PRESSIONE DI PROVA (Pmax in Pa*)= 450; Classificazione: Metodo di prova A= 8A - Metodo di prova B= -; Specifiche: Come classe 7 ÷ 5 min; PRESSIONE DI PROVA (Pmax in Pa*)= 600; Classificazione: Metodo di prova A= 9A - Metodo di prova B= -; Specifiche: Come classe 8 ÷ 5 min; PRESSIONE DI PROVA (Pmax in Pa*) > 600; Classificazione: Metodo di prova A= Exxx - Metodo di prova B= -; Specifiche: Al di sopra di 600 Pa, con cadenza di 150 Pa, la durata di ciascuna fase deve essere di 50 min; * dopo 15 min a pressione zero e 5 min alle fasi susseguenti. 04.05.R25 Ventilazione Classe di Requisiti: Termici ed igrotermici Classe di Esigenza: Benessere Gli infissi devono consentire la possibilità di poter ottenere ricambio d'aria per via naturale o meccanica che viene affidato all'utente, mediante l'apertura del serramento, oppure a griglie di aerazione manovrabili. Prestazioni: Gli infissi esterni verticali devono consentire la possibilità di poter ottenere ricambio d'aria per via naturale. I locali tecnici in genere devono essere dotati di apposite aperture di ventilazione (griglie, feritoie, ecc.) che consentano di assicurare la ventilazione naturale prevista per tali tipi di attività. Per ciascun locale d'abitazione, l'ampiezza della finestra deve essere proporzionata in modo da assicurare un valore di fattore luce diurna medio non inferiore al 2%, e comunque la superficie finestrata apribile non dovrà essere inferiore a 1/8 della superficie del pavimento. Quando le caratteristiche tipologiche degli alloggi diano luogo a condizioni che non consentano di fruire di ventilazione naturale, si dovrà ricorrere alla ventilazione meccanica centralizzata immettendo aria opportunamente captata e con requisiti igienici confacenti. E' comunque da assicurare, in ogni caso, l'aspirazione di fumi, vapori ed esalazioni nei punti di produzione (cucine, gabinetti, ecc.) prima che si diffondano. Livello minimo della prestazione: L'ampiezza degli infissi e comunque la superficie finestrata apribile non dovrà essere inferiore a 1/8 della superficie del pavimento. Gli infissi esterni verticali di un locale dovranno essere dimensionati in modo da avere una superficie apribile complessiva non inferiore al valore Sm calcolabile mediante la seguente relazione: Sm = 0,0025 n V (Sommatoria)i (1/(Hi)^0,5) dove: Pagina 221 Manuale di Manutenzione n è il numero di ricambi orari dell'aria ambiente; V è il volume del locale (m^3); Hi è la dimensione verticale della superficie apribile dell'infisso i esimo del locale (m). Per una corretta ventilazione la superficie finestrata dei locali abitabili non deve, comunque, essere inferiore a 1/8 della superficie del pavimento. L'Unità Tecnologica è composta dai seguenti Elementi Manutenibili: ° 04.05.01 Serramenti in alluminio Pagina 222 Manuale di Manutenzione Elemento Manutenibile: 04.05.01 Serramenti in alluminio Unità Tecnologica: 04.05 Infissi esterni Si tratta di serramenti i cui profili sono ottenuti per estrusione. L'unione dei profili avviene meccanicamente con squadrette interne in alluminio o acciaio zincato. Le colorazioni diverse avvengono per elettrocolorazione. Particolare attenzione va posta nell'accostamento fra i diversi materiali; infatti il contatto fra diversi metalli può creare potenziali elettrici in occasione di agenti atmosferici con conseguente corrosione galvanica del metallo a potenziale elettrico minore. Rispetto agli infissi in legno hanno una minore manutenzione. ANOMALIE RISCONTRABILI 04.05.01.A01 Alterazione cromatica Alterazione che si può manifestare attraverso la variazione di uno o più parametri che definiscono il colore: tinta, chiarezza, saturazione. Può evidenziarsi in modo localizzato o in zone più ampie diversamente a secondo delle condizioni. 04.05.01.A02 Bolla Rigonfiamento della pellicola causato spesso da eccessive temperatura. 04.05.01.A03 Condensa superficiale Formazione di condensa sulle superfici interne dei telai in prossimità di ponti termici. 04.05.01.A04 Corrosione Decadimento dei materiali metallici a causa della combinazione con sostanze presenti nell'ambiente (ossigeno, acqua, anidride carbonica, ecc.). 04.05.01.A05 Deformazione Variazione geometriche e morfologiche dei profili e degli elementi di tamponamento per fenomeni di ritiro quali imbarcamento, svergolamento, ondulazione. 04.05.01.A06 Degrado degli organi di manovra Degrado degli organi di manovra a causa di processi di ossidazione delle parti metalliche ed in particolare di quelle di manovra. Deformazione e relativa difficoltà di movimentazione degli organi di apertura-chiusura. 04.05.01.A07 Degrado delle guarnizioni Distacchi delle guarnizioni, perdita di elasticità e loro fessurazione. 04.05.01.A08 Deposito superficiale Accumulo di pulviscolo atmosferico o di altri materiali estranei quali: microrganismi, residui organici, ecc. di spessore variabile, poco coerente e poco aderente al materiale sottostante. 04.05.01.A09 Frantumazione Riduzione della lastra di vetro in frammenti per cause traumatiche. 04.05.01.A10 Macchie Pagina 223 Manuale di Manutenzione Pigmentazione accidentale e localizzata della superficie. 04.05.01.A11 Non ortogonalità La ortogonalità dei telai mobili rispetto a quelli fissi dovuta generalmente per la mancanza di registrazione periodica dei fissaggi. 04.05.01.A12 Perdita di materiale Mancanza di parti e di piccoli elementi in seguito ad eventi traumatici. 04.05.01.A13 Perdita trasparenza Perdita di trasparenza ed aumento della fragilità del vetro a causa dell'azione di agenti esterni. 04.05.01.A14 Rottura degli organi di manovra Rottura degli elementi di manovra con distacco dalle sedi originarie di maniglie, cerniere, aste, ed altri meccanismi. CONTROLLI ESEGUIBILI DALL'UTENTE 04.05.01.C01 Controllo frangisole Cadenza: ogni anno Tipologia: Controllo a vista Controllo della funzionalità degli organi di manovra e delle parti in vista. • • Requisiti da verificare: 1) (Attitudine al) controllo del fattore solare; 2) (Attitudine al) controllo del flusso luminoso. Anomalie riscontrabili: 1) Non ortogonalità; 2) Degrado degli organi di manovra; 3) Rottura degli organi di manovra. 04.05.01.C02 Controllo generale Cadenza: ogni 12 mesi Tipologia: Controllo a vista Controllo delle finiture e dello strato di protezione superficiale, controllo dei giochi e planarità delle parti. • • Requisiti da verificare: 1) Permeabilità all'aria; 2) Regolarità delle finiture; 3) Pulibilità; 4) Tenuta all'acqua. Anomalie riscontrabili: 1) Alterazione cromatica; 2) Bolla; 3) Corrosione; 4) Deformazione; 5) Deposito superficiale; 6) Frantumazione; 7) Macchie; 8) Non ortogonalità; 9) Perdita di materiale; 10) Perdita trasparenza. 04.05.01.C04 Controllo guide di scorrimento Cadenza: ogni 12 mesi Tipologia: Controllo a vista Controllo della funzionalità delle guide di scorrimento. • • Requisiti da verificare: 1) Permeabilità all'aria; 2) Pulibilità; 3) Tenuta all'acqua. Anomalie riscontrabili: 1) Deformazione; 2) Non ortogonalità. 04.05.01.C05 Controllo organi di movimentazione Cadenza: ogni 12 mesi Tipologia: Controllo a vista Controllo dell'efficacia delle cerniere e della perfetta chiusura dell'anta col telaio fisso. Controllo degli organi di serraggio con finestra aperta e controllo dei movimenti delle aste di chiusure. • Requisiti da verificare: 1) Permeabilità all'aria; 2) Regolarità delle finiture; 3) Tenuta all'acqua. Pagina 224 Manuale di Manutenzione • Anomalie riscontrabili: 1) Deformazione; 2) Degrado degli organi di manovra; 3) Non ortogonalità; 4) Rottura degli organi di manovra. 04.05.01.C06 Controllo maniglia Cadenza: ogni anno Tipologia: Controllo a vista Controllo del corretto funzionamento della maniglia. • • Requisiti da verificare: 1) Resistenza a manovre false e violente. Anomalie riscontrabili: 1) Degrado degli organi di manovra; 2) Rottura degli organi di manovra. 04.05.01.C07 Controllo persiane Cadenza: ogni 6 mesi Tipologia: Controllo a vista Controllo dello stato di conservazione e comunque del grado di usura delle parti in vista. Controllo delle cerniere e dei fissaggi alla parete. • • Requisiti da verificare: 1) Permeabilità all'aria; 2) Regolarità delle finiture; 3) Resistenza all'acqua; 4) Tenuta all'acqua. Anomalie riscontrabili: 1) Deformazione. 04.05.01.C09 Controllo serrature Cadenza: ogni 12 mesi Tipologia: Controllo a vista Controllo della loro funzionalità. • • Requisiti da verificare: 1) Resistenza a manovre false e violente. Anomalie riscontrabili: 1) Corrosione; 2) Non ortogonalità. 04.05.01.C12 Controllo vetri Cadenza: ogni 6 mesi Tipologia: Controllo a vista Controllo uniformità dei vetri e delle sigillature vetro-telaio. Controllare la presenza di depositi o sporco. Verifica di assenza di anomalie e/o difetti (rottura, depositi, macchie, ecc.). • • Requisiti da verificare: 1) Isolamento acustico; 2) Isolamento termico; 3) Permeabilità all'aria; 4) Pulibilità; 5) Resistenza agli urti; 6) Resistenza al vento; 7) Tenuta all'acqua. Anomalie riscontrabili: 1) Condensa superficiale; 2) Deposito superficiale; 3) Frantumazione; 4) Macchie; 5) Perdita trasparenza. CONTROLLI ESEGUIBILI DA PERSONALE SPECIALIZZATO 04.05.01.C03 Controllo guarnizioni di tenuta Cadenza: ogni 12 mesi Tipologia: Controllo a vista Controllo dell'efficacia delle guarnizioni. Controllo dell'adesione delle guarnizioni ai profili di contatto dei telai. Controllo del corretto inserimento nelle proprie sedi delle guarnizioni. Controllo dell'elasticità delle guarnizioni. • Requisiti da verificare: 1) Isolamento acustico; 2) Isolamento termico; 3) Permeabilità all'aria; 4) Regolarità delle finiture; 5) Resistenza agli urti; 6) Resistenza al vento; 7) Tenuta all'acqua. Pagina 225 Manuale di Manutenzione • Anomalie riscontrabili: 1) Deformazione; 2) Degrado delle guarnizioni; 3) Non ortogonalità. 04.05.01.C08 Controllo persiane avvolgibili in plastica Cadenza: ogni 12 mesi Tipologia: Controllo a vista Controllo funzionalità degli organi di manovra e delle parti in vista. • • Requisiti da verificare: 1) Pulibilità; 2) Regolarità delle finiture; 3) Resistenza a manovre false e violente. Anomalie riscontrabili: 1) Alterazione cromatica; 2) Deformazione; 3) Non ortogonalità. 04.05.01.C10 Controllo telai fissi Cadenza: ogni 12 mesi Tipologia: Controllo a vista Controllo delle asole di drenaggio e del sistema di drenaggio. Controllo dell'ortogonalità dei telai. Controllo del fissaggio del telaio al vano ed al controtelaio al muro e dei blocchetti di regolazione. • • Requisiti da verificare: 1) Permeabilità all'aria; 2) Regolarità delle finiture; 3) Tenuta all'acqua. Anomalie riscontrabili: 1) Condensa superficiale; 2) Deformazione; 3) Non ortogonalità. 04.05.01.C11 Controllo telai mobili Cadenza: ogni 12 mesi Tipologia: Controllo a vista Controllo dell'ortogonalità dell'anta e dei cavallotti di unione dei profilati dell'anta. • • Requisiti da verificare: 1) Permeabilità all'aria; 2) Regolarità delle finiture; 3) Tenuta all'acqua. Anomalie riscontrabili: 1) Condensa superficiale; 2) Non ortogonalità. MANUTENZIONI ESEGUIBILI DALL'UTENTE 04.05.01.I01 Lubrificazione serrature e cerniere Cadenza: ogni 6 anni Lubrificazione ed ingrassaggio delle serrature e cerniere con prodotti siliconici, verifica del corretto funzionamento. • Ditte specializzate: Serramentista (Metalli e materie plastiche). 04.05.01.I02 Pulizia delle guide di scorrimento Cadenza: ogni 6 mesi Pulizia dei residui organici che possono compromettere la funzionalità delle guide di scorrimento. • Ditte specializzate: Serramentista (Metalli e materie plastiche). 04.05.01.I03 Pulizia frangisole Cadenza: quando occorre Pulizia e rimozione dello sporco e dei depositi superficiali con detergenti idonei. • Ditte specializzate: Generico. 04.05.01.I04 Pulizia guarnizioni di tenuta Cadenza: ogni 12 mesi Pagina 226 Manuale di Manutenzione Pulizia dei residui e depositi che ne possono pregiudicare il buon funzionamento con detergenti non aggressivi. • Ditte specializzate: Generico. 04.05.01.I05 Pulizia organi di movimentazione Cadenza: quando occorre Pulizia degli organi di movimentazione tramite detergenti comuni. • Ditte specializzate: Generico. 04.05.01.I06 Pulizia telai fissi Cadenza: ogni 6 mesi Pulizia dei residui organici che possono provocare l'otturazione delle asole, dei canali di drenaggio, dei fori, delle battute. Pulizia del telaio fisso con detergenti non aggressivi. In particolare per i profili elettrocolorati la pulizia va effettuata con prodotti sgrassanti ed olio di vaselina per la protezione superficiale; per i profili verniciati a forno, la pulizia dei profili va effettuata con paste abrasive con base di cere. • Ditte specializzate: Generico. 04.05.01.I07 Pulizia telai mobili Cadenza: ogni 12 mesi Pulizia dei telai mobili con detergenti non aggressivi. • Ditte specializzate: Generico. 04.05.01.I08 Pulizia telai persiane Cadenza: quando occorre Pulizia dei telai con detergenti non aggressivi. • Ditte specializzate: Generico. 04.05.01.I09 Pulizia vetri Cadenza: quando occorre Pulizia e rimozione dello sporco e dei depositi superficiali con detergenti idonei. • Ditte specializzate: Generico. 04.05.01.I10 Registrazione maniglia Cadenza: ogni 6 mesi Registrazione e lubrificazione della maniglia, delle viti e degli accessori di manovra apertura-chiusura. • Ditte specializzate: Serramentista (Metalli e materie plastiche). MANUTENZIONI ESEGUIBILI DA PERSONALE SPECIALIZZATO 04.05.01.I11 Regolazione guarnizioni di tenuta Cadenza: ogni 3 anni Regolazione e riposizionamento delle guarnizioni di tenuta. • Ditte specializzate: Serramentista (Metalli e materie plastiche). 04.05.01.I12 Regolazione organi di movimentazione Pagina 227 Manuale di Manutenzione Cadenza: ogni 3 anni Regolazione delle cerniere e della perfetta chiusura dell'anta col telaio fisso. Riposizionamento tramite scorrimento nelle apposite sedi delle cerniere. • Ditte specializzate: Serramentista (Metalli e materie plastiche). 04.05.01.I13 Regolazione telai fissi Cadenza: ogni 3 anni Regolazione di ortogonalità del telaio fisso tramite cacciavite sui blocchetti di regolazione e relativo fissaggio. La verifica dell'ortogonalità sarà effettuata mediante l'impiego di livella torica. • Ditte specializzate: Serramentista (Metalli e materie plastiche). 04.05.01.I14 Ripristino fissaggi telai fissi Cadenza: ogni 3 anni Ripristino fissaggi dei telai al vano e al controtelaio al muro e riattivazione del fissaggio dei blocchetti di regolazione e fissaggio tramite cacciavite. • Ditte specializzate: Serramentista (Metalli e materie plastiche). 04.05.01.I15 Ripristino ortogonalità telai mobili Cadenza: ogni 12 mesi Ripristino dell'ortogonalità delle ante e fissaggio dei cavallotti di unione dei profilati dell'anta. • Ditte specializzate: Serramentista (Metalli e materie plastiche). 04.05.01.I16 Sostituzione cinghie avvolgibili Cadenza: quando occorre Sostituzione delle cinghie avvolgibili, verifica dei meccanismi di funzionamento quali rulli avvolgitori e lubrificazione degli snodi. • Ditte specializzate: Serramentista (Metalli e materie plastiche). 04.05.01.I17 Sostituzione frangisole Cadenza: quando occorre Sostituzione dei frangisole impacchettabili con elementi analoghi. • Ditte specializzate: Serramentista (Metalli e materie plastiche). 04.05.01.I18 Sostituzione infisso Cadenza: ogni 30 anni Sostituzione dell'infisso e del controtelaio mediante smontaggio e posa del nuovo serramento mediante l'impiego di tecniche di fissaggio, di regolazione e sigillature specifiche al tipo di infisso. • Ditte specializzate: Serramentista (Metalli e materie plastiche). Pagina 228 Manuale di Manutenzione Unità Tecnologica: 04.06 Coperture piane Insieme degli elementi tecnici orizzontali o suborizzontali del sistema edilizio aventi funzione di separare gli spazi interni del sistema edilizio stesso dallo spazio esterno sovrastante. Le coperture piane (o coperture continue) sono caratterizzate dalla presenza di uno strato di tenuta all'acqua, indipendentemente dalla pendenza della superficie di copertura, che non presenta soluzioni di continuità ed è composto da materiali impermeabili che posti all'esterno dell'elemento portante svolgono la funzione di barriera alla penetrazione di acque meteoriche. L'organizzazione e la scelta dei vari strati funzionali nei diversi schemi di funzionamento della copertura consente di definire la qualità della copertura e soprattutto i requisiti prestazionali. Gli elementi e i strati funzionali si possono raggruppare in: a) elemento di collegamento; b) elemento di supporto; c) elemento di tenuta; d) elemento portante; e) elemento isolante; f) strato di barriera al vapore; g) strato di continuità; h) strato della diffusione del vapore; i) strato di imprimitura; l) strato di ripartizione dei carichi; m) strato di pendenza; n) strato di pendenza; o) strato di protezione; p) strato di separazione o scorrimento; q) strato di tenuta all'aria; r) strato di ventilazione; s) strato drenante; t) strato filtrante. REQUISITI E PRESTAZIONI (UT) 04.06.R01 (Attitudine al) controllo della condensazione interstiziale Classe di Requisiti: Termici ed igrotermici Classe di Esigenza: Benessere La copertura dovrà essere realizzata in modo da evitare la formazione di condensazione al suo interno. Prestazioni: La copertura dovrà essere realizzata in modo da evitare la formazione di condensazione al suo interno. In particolare in ogni punto della copertura sia interno che superficiale, il valore della pressione parziale del vapor d'acqua Pv deve essere inferiore alla corrispondente valore della pressione di saturazione Ps. Livello minimo della prestazione: I livelli minimi variano in funzione di prove di laboratorio eseguite secondo le norme vigenti: - UNI 10351. Materiali da costruzione. Conduttività termica e permeabilità al vapore; - UNI EN 12086. Isolanti termici per edilizia - Determinazione delle proprietà di trasmissione del vapore acqueo; - UNI EN ISO 13788. Prestazione igrotermica dei componenti e degli elementi per edilizia - Temperatura superficiale interna per evitare l'umidità superficiale critica e condensazione interstiziale - Metodo di calcolo. 04.06.R02 (Attitudine al) controllo della condensazione superficiale Classe di Requisiti: Termici ed igrotermici Classe di Esigenza: Benessere La copertura dovrà essere realizzata in modo da evitare la formazione di condensazione sulla superficie degli elementi. Prestazioni: La copertura dovrà essere realizzata in modo da evitare la formazione di condensazione sulla superficie degli elementi. La temperatura superficiale Tsi, presa in considerazione, su tutte le superfici interne delle coperture, dovrà risultare maggiore dei valori di temperatura di rugiada o di condensazione del vapor d'acqua presente nell'aria nelle condizioni di umidità relativa e di temperatura dell'aria interna di progetto per il locale preso in esame. Livello minimo della prestazione: In tutte le superfici interne delle coperture, con temperatura dell'aria interna di valore Ti=20°C ed umidità relativa interna di valore U.R. <= 70%) la temperatura superficiale interna Tsi, in considerazione di una temperatura esterna pari a quella di progetto, dovrà risultare con valore non inferiore ai 14°C. 04.06.R03 (Attitudine al) controllo dell'inerzia termica Classe di Requisiti: Termici ed igrotermici Classe di Esigenza: Benessere Contribuisce, con l'accumulo di calore, al benessere termico. Un'inerzia più elevata, nel caso di coperture a diretto contatto con Pagina 229 Manuale di Manutenzione l'ambiente, può evitare il veloce abbassamento della temperatura dei locali con riscaldamento ad attenuazione notturna, o la dispersione di calore in locali soggetti a frequenti ricambi d'aria e privi di dispositivi per il recupero del calore. Prestazioni: L'inerzia termica esprime l'attitudine di un edificio e/o di parte di esso ad accumulare calore e a rimetterlo in circolo in un secondo tempo in corrispondenza di una certa variazione di temperatura. L'inerzia termica di un solaio di copertura rappresenta la capacità di ridurre l'influenza delle variazioni della temperatura esterna sull'ambiente interno, ritardando quindi la propagazione e attenuando l'ampiezza. Livello minimo della prestazione: La massa efficace di un solaio di copertura deve rispettare le specifiche previste dalla normativa vigente. 04.06.R04 Impermeabilità ai liquidi Classe di Requisiti: Termici ed igrotermici Classe di Esigenza: Benessere La copertura deve impedire all'acqua meteorica la penetrazione o il contatto con parti o elementi di essa non predisposti. Prestazioni: Le coperture devono essere realizzate in modo tale da impedire qualsiasi infiltrazione d'acqua piovana al loro interno, onde evitare che l'acqua piovana possa raggiungere i materiali sensibili all'umidità che compongono le coperture stesse. Nel caso di coperture discontinue devono essere rispettate le pendenze minime delle falde, anche in funzione delle località, necessarie ad assicurare la impermeabilità in base ai prodotti utilizzati e alla qualità della posa in opera degli stessi. Livello minimo della prestazione: In particolare, per quanto riguarda i materiali costituenti l'elemento di tenuta, è richiesto che: le membrane per l'impermeabilizzazione devono resistere alla pressione idrica di 60 kPa per 24 ore, senza manifestazioni di gocciolamenti o passaggi d'acqua; i prodotti per coperture discontinue del tipo tegole, lastre di cemento o fibrocemento, tegole bituminose e lastre di ardesia non devono presentare nessun gocciolamento se mantenuti per 24 ore sotto l'azione di una colonna d'acqua d'altezza compresa fra 10 e 250 mm, in relazione al tipo di prodotto impiegato. Gli altri strati complementari di tenuta devono presentare specifici valori d'impermeabilità. 04.06.R05 Isolamento acustico Classe di Requisiti: Acustici Classe di Esigenza: Benessere La copertura dovrà essere realizzata in modo da fornire una adeguata resistenza al passaggio dei rumori e comunque in modo da ridurre i rumori aerei (da traffico, da vento, ecc.) e i rumori d'impatto (da pioggia, da grandine, ecc.). Prestazioni: Le prestazioni di una copertura, ai fini dell’isolamento acustico ai rumori aerei esterni, si possono valutare facendo riferimento all'indice di valutazione del potere fonoisolante Rw della soluzione tecnica prescelta o all'isolamento acustico dell'intera chiusura rispetto ad un locale, espresso come indice di valutazione dell'isolamento acustico standardizzato DnTw. in relazione alle diverse zone di rumore in cui è ubicato l'edificio stesso. Livello minimo della prestazione: Per i valori di Rw si tiene conto delle diverse zone di rumore in cui è ubicato l'edificio stesso. In particolare si fa riferimento alle norme: UNI EN ISO 140-1, UNI EN ISO 140-3, UNI EN ISO 140-6, UNI EN ISO 140-8, UNI 10708-1, UNI 10708-2, UNI 10708-3, UNI EN ISO 717-1, UNI ISO 717-2, UNI EN 20140-9. Si può comunque fare riferimento ai dati riportati di seguito: D.P.C.M. 5.12.1997 “DETERMINAZIONE DEI REQUISITI ACUSTICI PASSIVI DEGLI EDIFICI” TABELLA A - CLASSIFICAZIONE DEGLI AMBIENTI ABITATIVI (art.2) - categoria A: edifici adibiti a residenza o assimilabili; - categoria B: edifici adibiti ad uffici e assimilabili; - categoria C: edifici adibiti ad alberghi, pensioni ed attività assimilabili; - categoria D: edifici adibiti ad ospedali, cliniche, case di cura e assimilabili; - categoria E: edifici adibiti ad attività scolastiche a tutti i livelli e assimilabili; - categoria F: edifici adibiti ad attività ricreative o di culto o assimilabili; - categoria G: edifici adibiti ad attività commerciali o assimilabili. TABELLA B - REQUISITI ACUSTICI PASSIVI DEGLI EDIFICI, DEI LORO COMPONENTI E DEGLI IMPIANTI Pagina 230 Manuale di Manutenzione TECNOLOGICI CATEGORIA DI CUI ALLA “Tabella A”: D; Parametri: Rw(*)=55; D 2m,nT,w=45; Lnw=58; L ASmax=35; L Aeq=25. CATEGORIA DI CUI ALLA “Tabella A”: A,C; Parametri: Rw(*)=50; D 2m,nT,w=40; Lnw=63; L ASmax=35; L Aeq=35. CATEGORIA DI CUI ALLA “Tabella A”: E; Parametri: Rw(*)=50; D 2m,nT,w=48; Lnw=58; L ASmax=35; L Aeq=25. CATEGORIA DI CUI ALLA “Tabella A”: B,F,G; Parametri: Rw(*)=50; D 2m,nT,w=42; Lnw=55; L ASmax=35; L Aeq=35. (*) Valori di Rw riferiti a elementi di separazione tra due distinte unità immobiliari. D.P.C.M. 1.3.1991 - LIMITI MASSIMI DI IMMISSIONE NELLE SEI ZONE ACUSTICHE, ESPRESSI COME LIVELLO EQUIVALENTE IN dB(A) CLASSE DI DESTINAZIONE D’USO DEL TERRITORIO: I (Aree particolarmente protette) Tempi di riferimento: Diurno=50; Notturno=40. CLASSE DI DESTINAZIONE D’USO DEL TERRITORIO: II (Aree prevalentemente residenziali) Tempi di riferimento: Diurno=55; Notturno=45. CLASSE DI DESTINAZIONE D’USO DEL TERRITORIO: III (Aree di tipo misto) Tempi di riferimento: Diurno=60; Notturno=50. CLASSE DI DESTINAZIONE D’USO DEL TERRITORIO: IV (Aree di intensa attività umana) Tempi di riferimento: Diurno=65; Notturno=55. CLASSE DI DESTINAZIONE D’USO DEL TERRITORIO: V (Aree prevalentemente industriali) Tempi di riferimento: Diurno=70; Notturno=60. CLASSE DI DESTINAZIONE D’USO DEL TERRITORIO: VI (Aree esclusivamente industriali) Tempi di riferimento: Diurno=70; Notturno=70. VALORI LIMITE DI EMISSIONE Leq IN dB(A) (art.2) CLASSE DI DESTINAZIONE D’USO DEL TERRITORIO: I (Aree particolarmente protette) Tempi di riferimento: Diurno(06.00-22.00)=45; Notturno(22.00-06.00)=35. CLASSE DI DESTINAZIONE D’USO DEL TERRITORIO: II (Aree prevalentemente residenziali) Tempi di riferimento: Diurno(06.00-22.00)=50; Notturno(22.00-06.00)=40. CLASSE DI DESTINAZIONE D’USO DEL TERRITORIO: III (Aree di tipo misto) Tempi di riferimento: Diurno(06.00-22.00)=55; Notturno(22.00-06.00)=45. CLASSE DI DESTINAZIONE D’USO DEL TERRITORIO: IV (Aree di intensa attività umana) Tempi di riferimento: Diurno(06.00-22.00)=60; Notturno(22.00-06.00)=50. CLASSE DI DESTINAZIONE D’USO DEL TERRITORIO: V (Aree prevalentemente industriali) Tempi di riferimento: Diurno(06.00-22.00)=65; Notturno(22.00-06.00)=55. CLASSE DI DESTINAZIONE D’USO DEL TERRITORIO: VI (Aree esclusivamente industriali) Tempi di riferimento: Diurno(06.00-22.00)=65; Notturno(22.00-06.00)=65. VALORI DI QUALITÀ Leq IN dB(A) (art.7) CLASSE DI DESTINAZIONE D’USO DEL TERRITORIO: I (Aree particolarmente protette) Tempi di riferimento: Diurno(06.00-22.00)=47; Notturno(22.00-06.00)=37. CLASSE DI DESTINAZIONE D’USO DEL TERRITORIO: II (Aree prevalentemente residenziali) Tempi di riferimento: Diurno(06.00-22.00)=52; Notturno(22.00-06.00)=42. CLASSE DI DESTINAZIONE D’USO DEL TERRITORIO: III (Aree di tipo misto) Tempi di riferimento: Diurno(06.00-22.00)=57; Notturno(22.00-06.00)=47. CLASSE DI DESTINAZIONE D’USO DEL TERRITORIO: IV (Aree di intensa attività umana) Tempi di riferimento: Diurno(06.00-22.00)=62; Notturno(22.00-06.00)=52. CLASSE DI DESTINAZIONE D’USO DEL TERRITORIO: V (Aree prevalentemente industriali) Tempi di riferimento: Diurno(06.00-22.00)=67; Notturno(22.00-06.00)=57. CLASSE DI DESTINAZIONE D’USO DEL TERRITORIO: VI (Aree esclusivamente industriali) Tempi di riferimento: Diurno(06.00-22.00)=70; Notturno(22.00-06.00)=70. 04.06.R06 Isolamento termico Pagina 231 Manuale di Manutenzione Classe di Requisiti: Termici ed igrotermici Classe di Esigenza: Benessere La copertura deve conservare la superficie interna a temperature vicine a quelle dell'aria ambiente tale da evitare che vi siano pareti fredde e comunque fenomeni di condensazione superficiale. In particolare devono essere evitati i ponti termici. Prestazioni: Le prestazioni relative all'isolamento termico delle coperture sono valutabili in base alla trasmittanza termica unitaria U ed ai coefficienti lineari di trasmissione kl per ponti termici o punti singolari che essa possiede. Livello minimo della prestazione: Pur non stabilendo specifici limiti prestazionali per le singole chiusure ai fini del contenimento delle dispersioni, tuttavia i valori di U e kl devono essere tali da concorrere a contenere il coefficiente volumico di dispersione Cd dell'intero edificio e quello dei singoli locali nei limiti previsti dalle leggi e normative vigenti. 04.06.R07 Reazione al fuoco Classe di Requisiti: Protezione antincendio Classe di Esigenza: Sicurezza Livello di partecipazione al fuoco dei materiali combustibili costituenti la copertura. Prestazioni: I materiali di rivestimento e di finitura interna delle coperture (compresi gli eventuali controsoffitti) relativi a vani scala. androni e passaggi comuni devono essere di classe non superiore a 1 secondo la classificazione di reazione al fuoco prevista dal DM 26.6.1984. Nel caso di utilizzazione di membrane per l'impermeabilizzazione, queste devono essere di classe compresa fra 2 e 5, in relazione al sistema di copertura, alla posizione ed alla destinazione d'uso degli ambienti sottostanti. Livello minimo della prestazione: I livelli minimi variano in funzione dei parametri stabiliti dalla normativa vigente. Per le membrane per impermeabilizzazione si rimanda alla norma UNI 8202-25. 04.06.R08 Regolarità delle finiture Classe di Requisiti: Visivi Classe di Esigenza: Aspetto La copertura deve avere gli strati superficiali in vista privi di difetti, fessurazioni, scagliature o screpolature superficiali e/o comunque esenti da caratteri che possano rendere difficile la lettura formale. Prestazioni: Le finiture in vista delle coperture non devono presentare difetti di posa in opera dei materiali di copertura e degli elementi accessori (fessurazioni, scagliature, screpolature, sbollature superficiali, ecc.). Livello minimo della prestazione: In particolare per i prodotti per coperture continue si fa riferimento alle specifiche previste dalle norme UNI relative alle caratteristiche dimensionali (lunghezza, larghezza, spessore, ortogonalità, ecc.): UNI 8091. Edilizia. Coperture. Terminologia geometrica. 04.06.R09 Resistenza agli agenti aggressivi Classe di Requisiti: Protezione dagli agenti chimici ed organici Classe di Esigenza: Sicurezza La copertura non deve subire dissoluzioni o disgregazioni e mutamenti di aspetto a causa dell'azione di agenti aggressivi chimici. Prestazioni: Sotto l'azione degli agenti chimici normalmente presenti nell'ambiente, i materiali costituenti le coperture devono conservare inalterate le proprie caratteristiche chimico-fisiche, geometriche, funzionali e di finitura superficiale. In particolare gli elementi utilizzati devono resistere alle azioni chimiche derivanti da inquinamento ambientale (aeriformi, polveri, liquidi) agenti sulle facce esterne. Livello minimo della prestazione: Per le coperture rifinite esternamente in materiale metallico, è necessario adottare una protezione con sistemi di verniciatura resistenti alla corrosione in nebbia salina per almeno 1000 ore nel caso ne sia previsto l'impiego in atmosfere aggressive (urbane, marine, inquinate. ecc.), e di almeno 500 ore, nel caso ne sia previsto l'impiego in altre atmosfere. Pagina 232 Manuale di Manutenzione 04.06.R10 Resistenza agli attacchi biologici Classe di Requisiti: Protezione dagli agenti chimici ed organici Classe di Esigenza: Sicurezza La copertura a seguito della presenza di organismi viventi (animali, vegetali, microrganismi) non dovrà subire riduzioni di prestazioni. Prestazioni: Gli elementi ed i materiali costituenti la copertura non dovranno permettere lo sviluppo di funghi, muffe, insetti, ecc. In particolare le parti in legno dovranno essere trattate adeguatamente in funzione del loro impiego. Livello minimo della prestazione: I livelli minimi variano in funzione dei diversi prodotti per i quali si fa riferimento alle specifiche previste dalle norme UNI. 04.06.R11 Resistenza al fuoco Classe di Requisiti: Protezione antincendio Classe di Esigenza: Sicurezza I materiali costituenti la copertura, sottoposti all'azione del fuoco non devono subire trasformazioni chimico-fisiche. Prestazioni: Gli elementi strutturali delle coperture devono presentare una resistenza al fuoco (REI) non inferiore a quello determinabile in funzione del carico d'incendio, secondo le modalità specificate nel D.M. 9.3.2007. Le coperture di aree a rischio di parti dell'edificio (autorimesse, depositi di materiali combustibili, centrale termica, locali di esposizione e vendita, ecc.) devono inoltre rispettare le normative in vigore per tali attività. Livello minimo della prestazione: Gli elementi costruttivi delle coperture (compresi gli eventuali controsoffitti), sia dei vani scala o ascensore devono avere la resistenza al fuoco indicata di seguito, espressa in termini di tempo entro il quale la copertura conserva stabilità, tenuta alla fiamma e ai fumi e isolamento termico: Altezza antincendio (m): da 12 a 32 - Classe REI (min): 60; Altezza antincendio (m): da oltre 32 a 80 - Classe REI (min): 90; Altezza antincendio (m): oltre 80 - Classe REI (min): 120. 04.06.R12 Resistenza al gelo Classe di Requisiti: Protezione dagli agenti chimici ed organici Classe di Esigenza: Sicurezza La copertura non dovrà subire disgregazioni e variazioni dimensionali e di aspetto in conseguenza della formazione di ghiaccio. Prestazioni: Sotto l'azione di gelo e disgelo, gli elementi delle coperture devono conservare inalterate le proprie caratteristiche chimico-fisiche, geometriche, funzionali e di finitura superficiale. I prodotti per coperture devono resistere a cicli di gelo e disgelo senza che si manifestino fessurazioni, cavillature o altri segni di degrado. Livello minimo della prestazione: I livelli minimi possono essere definiti, per i vari tipi di materiali, facendo riferimento a quanto previsto dalla normativa UNI. 04.06.R13 Resistenza al vento Classe di Requisiti: Di stabilità Classe di Esigenza: Sicurezza La copertura deve resistere alle azioni e depressioni del vento tale da non compromettere la stabilità e la funzionalità degli strati che la costituiscono. Prestazioni: Tutte le parti costituenti una copertura, continua o discontinua, devono essere idonee a resistere all'azione del vento in modo da assicurare durata e funzionalità nel tempo senza pregiudicare la sicurezza dell'utenza. L'azione del vento da considerare è quella prevista dal D.M. 12.2.1982, dalla C.M. 24.5.1982 n.22631 e dalla norma CNR B.U. 117 (che dividono convenzionalmente il territorio italiano in quattro zone). I parametri variano anche in funzione dell'altezza dell'edificio e della forma della copertura. In ogni caso le caratteristiche delle coperture, relativamente alla funzione strutturale, devono corrispondere a quelle prescritte dalle leggi e normative vigenti. Pagina 233 Manuale di Manutenzione Livello minimo della prestazione: I livelli minimi variano in funzione degli elementi impiegati per i quali si rinvia alla normativa vigente. 04.06.R14 Resistenza all'acqua Classe di Requisiti: Protezione dagli agenti chimici ed organici Classe di Esigenza: Sicurezza I materiali costituenti la copertura, a contatto con l'acqua, dovranno mantenere inalterate le proprie caratteristiche chimico-fisiche. Prestazioni: I materiali costituenti i rivestimenti delle coperture nel caso vengano in contatto con acqua di origine e composizione diversa (acqua meteorica, acqua di condensa, ecc.) devono conservare inalterate le proprie caratteristiche chimico-fisiche, geometriche e funzionali. Livello minimo della prestazione: Tutti gli elementi di tenuta delle coperture continue o discontinue in seguito all'azione dell'acqua meteorica, devono osservare le specifiche di imbibizione rispetto al tipo di prodotto secondo le norme vigenti. 04.06.R15 Resistenza all'irraggiamento solare Classe di Requisiti: Protezione dagli agenti chimici ed organici Classe di Esigenza: Sicurezza La copertura non dovrà subire variazioni di aspetto e caratteristiche chimico-fisiche a causa dell'esposizione all'energia raggiante. Prestazioni: Sotto l'azione dell'irraggiamento solare, i materiali costituenti le coperture devono conservare inalterate le proprie caratteristiche chimico fisiche, geometriche, funzionali e di finiture superficiali. Livello minimo della prestazione: In particolare gli elementi di tenuta delle coperture continue o discontinue, le membrane per l'impermeabilizzazione, ecc., non devono deteriorarsi se esposti all'azione di radiazioni U.V. e I.R., se non nei limiti ammessi dalle norme UNI relative ai vari tipi di prodotto. 04.06.R16 Resistenza meccanica Classe di Requisiti: Di stabilità Classe di Esigenza: Sicurezza La copertura deve garantire una resistenza meccanica rispetto alle condizioni di carico (carichi concentrati e distribuiti) di progetto in modo da garantire la stabilità e la stabilità degli strati costituenti. Inoltre vanno considerate le caratteristiche dello strato di supporto che dovranno essere adeguate alle sollecitazioni e alla resistenza degli elementi di tenuta. Prestazioni: Tutte le coperture devono essere idonee a contrastare efficacemente il prodursi di rotture o deformazioni gravi sotto l'azione di sollecitazioni meccaniche in modo da assicurare la durata e la funzionalità nel tempo senza pregiudicare la sicurezza degli utenti. A tal fine si considerano le seguenti azioni: carichi dovuti al peso proprio e di esercizio, carichi presenti per operazioni di manutenzione quali pedonamento di addetti, sollecitazioni sismiche, carichi dovuti a dilatazioni termiche, assestamenti e deformazioni di strutture portanti. Livello minimo della prestazione: Comunque, in relazione alla funzione strutturale, le caratteristiche delle coperture devono corrispondere a quelle prescritte dalle leggi e normative vigenti. 04.06.R17 Sostituibilità Classe di Requisiti: Facilità d'intervento Classe di Esigenza: Funzionalità La copertura dovrà essere costituita da elementi tecnici e materiali che facilitano la collocazione di altri al loro posto. Prestazioni: Gli elementi, i materiali ed i prodotti impiegati per le coperture devono essere facilmente sostituibili, senza influenzare e compromettere altre parti della copertura. E' opportuno quindi che i prodotti impiegati rispettino le dimensioni geometriche secondo Pagina 234 Manuale di Manutenzione le norme UNI. Livello minimo della prestazione: In particolare per i prodotti per coperture continue si fa riferimento alle specifiche previste dalle norme UNI relative alle caratteristiche dimensionali (lunghezza, larghezza, spessore, ortogonalità, ecc.): - UNI 8091. Edilizia. Coperture. Terminologia geometrica; 04.06.R18 Stabilità chimico reattiva Classe di Requisiti: Protezione dagli agenti chimici ed organici Classe di Esigenza: Sicurezza I materiali costituenti la copertura dovranno mantenere inalterate nel tempo le proprie caratteristiche chimico-fisiche. Prestazioni: Le coperture e gli altri elementi della copertura devono essere realizzati con materiali e rifinite in maniera tale che conservino invariate nel tempo le proprie caratteristiche chimico-fisiche. Bisogna inoltre tener conto degli eventuali fenomeni chimico-fisici che possono svilupparsi tra i diversi componenti a contatto, in particolare tra le parti metalliche di natura diversa. E' importante che non vengano utilizzati materiali che siano incompatibili dal punto di vista chimico-fisico o comunque che possano dar luogo a fenomeni di corrosioni elettrolitiche. E' opportuno evitare contatti diretti tra i seguenti metalli: ferro e zinco, ferro e alluminio, alluminio e piombo, alluminio e zinco. Bisogna evitare inoltre il contatto diretto fra certi metalli ed alcuni materiali aggressivi, come alluminio o acciaio e il gesso. Livello minimo della prestazione: I livelli minimi variano in funzione dei materiali impiegati e della loro compatibilità chimico-fisica stabilita dalle norme vigenti. 04.06.R19 Ventilazione Classe di Requisiti: Termici ed igrotermici Classe di Esigenza: Benessere La copertura dovrà essere realizzata in modo da poter ottenere ricambio d'aria in modo naturale o mediante meccanismi. Prestazioni: E' raccomandabile che le coperture dotate di sottotetto siano provviste di apposite aperture di ventilazione che consentano un adeguato ricambio naturale dell'aria, al fine di proteggere il manto e le strutture superiori dagli sbalzi termici e impedire la formazione di condensa nel sottotetto. Livello minimo della prestazione: Il sottotetto dovrà essere dotato di aperture di ventilazione con sezione => ad 1/500 della superficie coperta o comunque di almeno 10 cm, ripartite tra i due lati opposti della copertura ed il colmo. Nel caso di coperture discontinue deve comunque essere assicurata una microventilazione della superficie inferiore dell'elemento di tenuta. L'Unità Tecnologica è composta dai seguenti Elementi Manutenibili: ° 04.06.01 Strati termoisolanti ° 04.06.02 Struttura metallica Pagina 235 Manuale di Manutenzione Elemento Manutenibile: 04.06.01 Strati termoisolanti Unità Tecnologica: 04.06 Coperture piane Lo strato termoisolante ha lo scopo di garantire alla copertura il valore richiesto di resistenza termica globale e allo stesso tempo di attenuare la trasmissione delle onde sonore provocate dai rumori aerei, ecc.. L'isolamento va calcolato in funzione della sua conducibilità termica e secondo della destinazione d'uso degli ambienti interni. Nelle coperture continue l'isolante, posizionato al di sotto o al di sopra dell'elemento di tenuta, sarà realizzato per resistere alle sollecitazioni e ai carichi previsti in relazione dell'accessibilità o meno della copertura. Gli strati termoisolanti possono essere in: a) polistirene espanso; b) poliuretano rivestito di carta kraft; c) poliuretano rivestito di velo vetro; d) polisocianurato; e) sughero; f) perlite espansa; g) vetro cellulare; h) materassini di resine espanse; i) materassini in fibre minerali; l) fibre minerali o vegetali sfusi e/a piccoli elementi. ANOMALIE RISCONTRABILI 04.06.01.A01 Deliminazione e scagliatura Disgregazione in scaglie delle superfici. 04.06.01.A02 Deformazione Cambiamento della forma iniziale con imbarcamento degli elementi e relativa irregolarità della sovrapposizione degli stessi. 04.06.01.A03 Disgregazione Disgregazione della massa con polverizzazione degli elementi. 04.06.01.A04 Distacco Distacco degli elementi dai dispositivi di fissaggio e relativo scorrimento. 04.06.01.A05 Fessurazioni, microfessurazioni Incrinature localizzate interessanti lo spessore degli elementi. 04.06.01.A06 Imbibizione Assorbimento di acqua nella composizione porosa dei materiali. 04.06.01.A07 Penetrazione e ristagni d'acqua Comparsa di macchie da umidità e/o gocciolamento localizzato in prossimità del soffitto e negli angoli per cause diverse quali: invecchiamento dello strato impermeabilizzante con rottura della guaina protettiva; rottura o spostamenti degli elementi di copertura; ostruzione delle linee di deflusso acque meteoriche. 04.06.01.A08 Presenza di abrasioni, bolle, rigonfiamenti, incisioni superficiali Presenza di abrasioni, bolle, rigonfiamenti, incisioni superficiali a carico degli strati impermeabilizzanti per vetustà degli elementi o per evento esterno (alte temperature, grandine, urti, ecc). 04.06.01.A09 Rottura Rottura degli elementi costituenti il manto di copertura. 04.06.01.A10 Scollamenti tra membrane, sfaldature Pagina 236 Manuale di Manutenzione Scollamento delle membrane e sfaldature delle stesse con localizzazione di aree disconnesse dallo strato inferiore e relativo innalzamento rispetto al piano di posa originario. In genere per posa in opera errata o per vetustà degli elementi. CONTROLLI ESEGUIBILI DALL'UTENTE 04.06.01.C01 Controllo dello stato Cadenza: ogni 12 mesi Tipologia: Controllo a vista Controllare le condizioni della superficie del manto ponendo particolare attenzione alla presenza di eventuali ristagni di acqua e di vegetazione sopra la tenuta. • • Requisiti da verificare: 1) (Attitudine al) controllo della condensazione interstiziale; 2) Impermeabilità ai liquidi; 3) Isolamento termico. Anomalie riscontrabili: 1) Deliminazione e scagliatura; 2) Deformazione; 3) Disgregazione; 4) Distacco; 5) Fessurazioni, microfessurazioni; 6) Imbibizione; 7) Penetrazione e ristagni d'acqua; 8) Presenza di abrasioni, bolle, rigonfiamenti, incisioni superficiali; 9) Rottura; 10) Scollamenti tra membrane, sfaldature. MANUTENZIONI ESEGUIBILI DA PERSONALE SPECIALIZZATO 04.06.01.I01 Rinnovo strati isolanti Cadenza: ogni 20 anni Rinnovo degli strati isolanti deteriorati mediante sostituzione localizzata o generale. In tal caso rimozione puntuale degli strati di copertura e ricostituzione dei manti protettivi. • Ditte specializzate: Specializzati vari. Elemento Manutenibile: 04.06.02 Struttura metallica Unità Tecnologica: 04.06 Coperture piane E' in genere costituita da elementi metallici in profilati d'acciaio (angolari, profili a C e a doppio T, ecc.) disposti a secondo della geometria e struttura della copertura. In genere gli angolari in acciaio sono usati anche come arcarecci di supporto al manto di copertura. I profili in acciaio a C e a doppio T sono utilizzati nelle sezioni opportune, come travi. I profili maggiormente utilizzati sono quelli a doppio T ad ali parallele, ottenuti direttamente per laminazione (travi IPE e travi HE), o mediante saldature di lamiere a caldo e profilati nelle sezioni composte. La struttura di copertura ha la funzione dominante di reggere o portare il manto e di resistere ai carichi esterni. ANOMALIE RISCONTRABILI 04.06.02.A01 Corrosione Corrosione degli elementi metallici con relativa riduzione della sezione resistente. Pagina 237 Manuale di Manutenzione 04.06.02.A02 Deformazione Cambiamento della forma iniziale con imbarcamento degli elementi e relativa irregolarità della forma geometrica degli stessi. 04.06.02.A03 Distacco Distacco degli elementi dai dispositivi di fissaggio e relativo scorrimento. 04.06.02.A04 Errori di pendenza Errore nel calcolo della pendenza (la determinazione in gradi, o in percentuale, rispetto al piano orizzontale di giacitura delle falde) rispetto alla morfologia del tetto, alla lunghezza di falda (per tetti a falda), alla scabrosità dei materiali, all'area geografica di riferimento. Insufficiente deflusso delle acque con conseguente ristagno delle stesse. CONTROLLI ESEGUIBILI DALL'UTENTE 04.06.02.C01 Controllo struttura Cadenza: ogni 12 mesi Tipologia: Controllo a vista Controllo del grado di usura delle parti in vista finalizzato alla ricerca di anomalie (corrosione, difetti di ancoraggi, perdita delle caratteristiche di resistenza, ecc.). • • Requisiti da verificare: 1) Resistenza meccanica. Anomalie riscontrabili: 1) Corrosione; 2) Deformazione; 3) Distacco; 4) Errori di pendenza. MANUTENZIONI ESEGUIBILI DA PERSONALE SPECIALIZZATO 04.06.02.I01 Ripristino protezione Cadenza: ogni 2 anni Ripristino delle parti in vista della protezione anticorrosiva previa pulizia delle superfici, mediante rimozione della polvere e di altri depositi. Trattamento anticorrosivo sulle parti in vista con applicazione a spruzzo o a pennello di protezione anticorrosione. • Ditte specializzate: Pittore, Specializzati vari. 04.06.02.I02 Ripristino serraggi bulloni e connessioni metalliche Cadenza: ogni 2 anni Ripristino e/o sostituzione degli elementi di connessione e verifica del corretto serraggio degli stessi e sostituzioni di quelli mancanti. Riparazione della protezione antiruggine degli elementi metallici mediante rimozione della ruggine ed applicazione di vernici protettive. Riparazione di eventuali corrosioni o fessurazioni mediante saldature in loco con elementi di raccordo. • Ditte specializzate: Specializzati vari. 04.06.02.I03 Sostituzione strutture metalliche Cadenza: quando occorre Sostituzione parziale o totale degli elementi di struttura degradati per eccessiva corrosione, deformazione e/o riduzione della sezione. Ripristino degli elementi di copertura. • Ditte specializzate: Tecnici di livello superiore, Specializzati vari. Pagina 238 Manuale di Manutenzione Unità Tecnologica: 04.07 Infissi interni Gli infissi interni hanno per scopo quello di permettere il controllo della comunicazione tra gli spazi interni dell'organismo edilizio. In particolare l'utilizzazione dei vari ambienti in modo da permettere o meno il passaggio di persone, cose, luce naturale ed aria tra i vari ambienti interni. REQUISITI E PRESTAZIONI (UT) 04.07.R01 Riparabilità Classe di Requisiti: Facilità d'intervento Classe di Esigenza: Funzionalità Gli infissi dovranno essere collocati in modo da consentire il ripristino dell'integrità, la funzionalità e l'efficienza di parti ed elementi soggetti a guasti. Prestazioni: I dispositivi e gli organi di movimentazione (cerniere, cremonesi, maniglie, ecc.) nonché quelli di schermatura esterna (teli, avvolgibili, ecc.), nel caso necessitano di interventi di manutenzione o riparazione, devono essere facilmente accessibili in modo da rendere agevoli e in modalità di sicurezza tutte le operazioni. E' importante che i vari componenti siano facilmente smontabili senza la necessità di rimuovere tutto l'insieme. In particolare deve essere possibile lo smontaggio delle ante mobili senza la necessità di smontare anche i relativi telai fissi. Livello minimo della prestazione: Gli infissi devono essere accessibili in modo da consentire agevolmente le operazioni di riparazione. La loro collocazione dovrà rispettare le norme UNI 7864, UNI 7866, UNI 7961, UNI 7962, UNI 8861 e UNI 8975. 04.07.R02 Pulibilità Classe di Requisiti: Facilità d'intervento Classe di Esigenza: Funzionalità Gli infissi devono consentire la rimozione di sporcizia, depositi, macchie, ecc. Prestazioni: Le superfici degli infissi, siano esse opache o trasparenti, devono essere facilmente accessibili dall'utenza e dagli addetti alle operazioni di pulizia, tanto all'esterno quanto all'interno. In particolare, le porte e le portefinestre devono essere realizzate in modo da non subire alterazioni e/o modifiche prestazionali in seguito a contatti accidentali con i liquidi e/o prodotti utilizzati per la pulizia. Livello minimo della prestazione: Gli infissi devono essere accessibili e dimensionati in modo da consentire le operazioni di pulizia. 04.07.R03 Sostituibilità Classe di Requisiti: Facilità d'intervento Classe di Esigenza: Funzionalità Gli infissi dovranno essere realizzati e collocati in modo da consentire la loro sostituibilità, e/o la collocazione di parti ed elementi essi soggetti a guasti. Prestazioni: Tutti gli elementi degli infissi soggetti ad eventuali sostituzioni come guarnizioni tra telai, lastre vetrate od opache, profili fermavetro, scanalature portavetro, devono essere facilmente sostituibili. Analogamente per i dispositivi di movimentazione e manovra e per gli altri elementi con funzione di schermatura (avvolgibili, cassonetti, rulli avvolgitore, corde, ecc.). Livello minimo della prestazione: Onde facilitare la sostituzione di intere parti (ante, telai, ecc.), è inoltre opportuno che l'altezza e la larghezza di coordinazione degli infissi esterni verticali siano modulari e corrispondenti a quelle previste dalle norme UNI 7864, UNI 7866, UNI 7961, UNI 8861, Pagina 239 Manuale di Manutenzione UNI 8975 e UNI EN 12519. 04.07.R04 Permeabilità all'aria Classe di Requisiti: Termici ed igrotermici Classe di Esigenza: Benessere Gli infissi devono controllare il passaggio dell'aria a protezione degli ambienti interni e permettere la giusta ventilazione. Prestazioni: Gli infissi devono essere realizzati in modo da ottenere, mediante battute, camere d'aria ed eventuali guarnizioni, la permeabilità all'aria indicata in progetto. Le prestazioni si misurano sulla classificazione basata sul confronto tra la permeabilità all'aria del campione sottoposto a prova riferito all'intera area, e la permeabilità all'aria riferita alla lunghezza dei lati apribili. In particolare si rimanda alla norma UNI EN 12207 Livello minimo della prestazione: I livelli prestazionali variano in funzione delle classi, della permeabilità all’aria di riferimento a 100 Pa misurata in m^3/hm^3 e della pressione massima di prova misurata in Pa. 04.07.R05 Regolarità delle finiture Classe di Requisiti: Visivi Classe di Esigenza: Aspetto Gli infissi devono avere gli strati superficiali in vista privi di difetti, e/o comunque esenti da caratteri che possano rendere difficile la lettura formale. Inoltre gli elementi dovranno combaciare tra di loro in modo idoneo senza comprometterne la loro funzionalità. Prestazioni: Gli infissi interni ed i relativi dispositivi di movimentazione e di manovra devono avere le finiture superficiali prive di rugosità, spigoli, ecc.. Gli elementi dei tamponamenti trasparenti inoltre devono essere privi di difetti e/o anomalie come, bolle, graffi, ecc. ed assicurare una perfetta visione e trasparenza ottica dall'interno verso l'esterno e viceversa. Più in particolare, i tamponamenti vetrati devono essere privi dei suddetti difetti e comunque corrispondere a quanto indicato dalla norma UNI 7142, in relazione al tipo di vetro ed alle dimensioni della lastra usata. I giunti di collegamento degli infissi non devono presentare sconnessioni di alcun tipo con le strutture adiacenti. Infine, la coloritura ed i rivestimenti superficiali degli infissi ottenuti attraverso processi di verniciatura, ossidazione anodica, trattamento elettrochimico, ecc., dovranno essere uniformi senza presentare alcun difetto di ripresa del colore o altre macchie visibili. Livello minimo della prestazione: Gli infissi non devono presentare finiture superficiali eccessivamente rugose, spigolose, cedevoli né tanto meno fessurazioni o screpolature superiore al 10% delle superfici totali. 04.07.R06 Oscurabilità Classe di Requisiti: Funzionalità tecnologica Classe di Esigenza: Funzionalità Gli infissi devono, attraverso opportuni schermi e/o dispositivi di oscuramento, provvedere alla regolazione della luce naturale immessa. Prestazioni: I dispositivi di schermatura esterna di cui sono dotati gli infissi interni devono consentire la regolazione del livello di illuminamento degli spazi chiusi dell'ambiente servito. Inoltre, devono consentire il controllo di eventuali proiezioni localizzate di raggi luminosi negli spazi con destinazione di relax e di riposo (camere da letto, ecc.). e comunque oscurare il passaggio di luce, naturale o artificiale, proveniente dagli ambienti esterni. Livello minimo della prestazione: I dispositivi di schermatura esterna di cui sono dotati gli infissi interni verticali devono consentire una regolazione del livello di illuminamento negli spazi chiusi degli alloggi fino ad un valore non superiore a 0,2 lux. L'Unità Tecnologica è composta dai seguenti Elementi Manutenibili: ° 04.07.01 Porte Pagina 240 Manuale di Manutenzione Elemento Manutenibile: 04.07.01 Porte Unità Tecnologica: 04.07 Infissi interni Le porte hanno funzione di razionalizzare l'utilizzazione dei vari spazi in modo da regolare il passaggio di persone, cose, luce naturale ed aria fra ambienti adiacenti, oltre che funzioni di ordine estetico e architettonico. La presenza delle porte a secondo della posizione e delle dimensioni determina lo svolgimento delle varie attività previste negli spazi di destinazione. In commercio esiste un'ampia gamma di tipologie diverse sia per materiale (legno, metallo, plastica, vetro, ecc.) che per tipo di apertura (a rotazione, a ventola, scorrevole, a tamburo, ripiegabile, a fisarmonica, basculante, a scomparsa). Le porte interne sono costituite da: a) anta o battente (l'elemento apribile); b) telaio fisso (l'elemento fissato al controtelaio che contorna la porta e la sostiene per mezzo di cerniere); c) battuta (la superficie di contatto tra telaio fisso e anta mobile); d) cerniera (l'elemento che sostiene l'anta e ne permette la rotazione rispetto al telaio fisso); e) controtelaio (formato da due montanti ed una traversa è l'elemento fissato alla parete che consente l'alloggio al telaio); f) montante (l'elemento verticale del telaio o del controtelaio); g) traversa (l'elemento orizzontale del telaio o del controtelaio). ANOMALIE RISCONTRABILI 04.07.01.A01 Alterazione cromatica Alterazione che si può manifestare attraverso la variazione di uno o più parametri che definiscono il colore: tinta, chiarezza, saturazione. Può evidenziarsi in modo localizzato o in zone più ampie diversamente a secondo delle condizioni. 04.07.01.A02 Bolla Rigonfiamento della pellicola causato spesso da eccessive temperatura. 04.07.01.A03 Corrosione Decadimento dei materiali metallici a causa della combinazione con sostanze presenti nell'ambiente (ossigeno, acqua, anidride carbonica, ecc.). 04.07.01.A04 Deformazione Variazione geometriche e morfologiche dei profili e degli elementi di tamponamento per fenomeni di ritiro quali imbarcamento, svergolamento, ondulazione. 04.07.01.A05 Deposito superficiale Accumulo di pulviscolo atmosferico o di altri materiali estranei quali microrganismi, residui organici, ecc., di spessore variabile, poco coerente e poco aderente al materiale sottostante. 04.07.01.A06 Distacco Distacco di due o più strati di un pannello per insufficiente adesione delle parti. 04.07.01.A07 Fessurazione Formazione di soluzioni di continuità nel materiale con distacco macroscopico delle parti. 04.07.01.A08 Frantumazione Riduzione della lastra di vetro in frammenti per cause traumatiche. Pagina 241 Manuale di Manutenzione 04.07.01.A09 Fratturazione Formazione di soluzioni di continuità nel materiale con o senza spostamento delle parti. 04.07.01.A10 Incrostazione Deposito a strati molto aderente al substrato composto generalmente da sostanze inorganiche o di natura biologica. 04.07.01.A11 Infracidamento Degradazione che si manifesta con la formazione di masse scure polverulente dovuta ad umidità e alla scarsa ventilazione. 04.07.01.A12 Lesione Degradazione che si manifesta in seguito ad eventi traumatici con effetti di soluzione di continuità con o senza distacco tra le parti. 04.07.01.A13 Macchie Pigmentazione accidentale e localizzata della superficie. 04.07.01.A14 Non ortogonalità La ortogonalità dei telai mobili rispetto a quelli fissi dovuta generalmente per la mancanza di registrazione periodica dei fissaggi. 04.07.01.A15 Patina Variazione del colore originario del materiale per alterazione della superficie dei materiali per fenomeni non legati a degradazione. 04.07.01.A16 Perdita di lucentezza Opacizzazione del legno. 04.07.01.A17 Perdita di materiale Mancanza di parti e di piccoli elementi in seguito ad eventi traumatici. 04.07.01.A18 Perdita di trasparenza Perdita di trasparenza ed aumento della fragilità del vetro a causa dell'azione di agenti esterni. 04.07.01.A19 Scagliatura, screpolatura Distacco totale o parziale di parti della pellicola dette scaglie che avviene in prossimità di scollaggi o soluzioni di continuità. 04.07.01.A20 Scollaggi della pellicola Mancanza di aderenza della pellicola al substrato per cause diverse e successiva scagliatura. CONTROLLI ESEGUIBILI DALL'UTENTE 04.07.01.C01 Controllo delle serrature Cadenza: ogni 12 mesi Tipologia: Controllo a vista Controllo della loro funzionalità. • • Requisiti da verificare: 1) Riparabilità. Anomalie riscontrabili: 1) Corrosione. Pagina 242 Manuale di Manutenzione 04.07.01.C02 Controllo guide di scorrimento Cadenza: ogni 6 mesi Tipologia: Controllo a vista Controllo della loro funzionalità e dell'assenza di depositi nei binari di scorrimento (per porte scorrevoli). • • Requisiti da verificare: 1) Pulibilità; 2) Riparabilità. Anomalie riscontrabili: 1) Deformazione; 2) Deposito superficiale; 3) Non ortogonalità. 04.07.01.C03 Controllo maniglia Cadenza: ogni 6 mesi Tipologia: Controllo a vista Controllo del corretto funzionamento. • Requisiti da verificare: 1) Riparabilità; 2) Sostituibilità. 04.07.01.C04 Controllo parti in vista Cadenza: ogni 12 mesi Tipologia: Controllo a vista Controllo delle parti in vista, delle finiture e dello strato di protezione superficiale (qualora il tipo di rivestimento lo preveda). Controllo dei fissaggi del telaio al controtelaio. • • Requisiti da verificare: 1) Permeabilità all'aria; 2) Pulibilità; 3) Regolarità delle finiture. Anomalie riscontrabili: 1) Alterazione cromatica; 2) Bolla; 3) Corrosione; 4) Deformazione; 5) Deposito superficiale; 6) Distacco; 7) Fessurazione; 8) Frantumazione; 9) Fratturazione; 10) Incrostazione; 11) Infracidamento; 12) Lesione; 13) Macchie; 14) Non ortogonalità; 15) Patina; 16) Perdita di lucentezza; 17) Perdita di materiale; 18) Perdita di trasparenza; 19) Scagliatura, screpolatura; 20) Scollaggi della pellicola. 04.07.01.C05 Controllo vetri Cadenza: ogni 6 mesi Tipologia: Controllo a vista Controllo uniformità dei vetri e delle sigillature vetro-telaio. Controllare la presenza di depositi o sporco. Verifica di assenza di anomalie e/o difetti (rottura, depositi, macchie, ecc.). • • Requisiti da verificare: 1) Oscurabilità; 2) Pulibilità; 3) Sostituibilità. Anomalie riscontrabili: 1) Deposito superficiale; 2) Frantumazione; 3) Fratturazione; 4) Perdita di lucentezza; 5) Perdita di trasparenza. MANUTENZIONI ESEGUIBILI DALL'UTENTE 04.07.01.I01 Lubrificazione serrature, cerniere Cadenza: ogni 6 mesi Lubrificazione ed ingrassaggio delle serrature e cerniere con prodotti siliconici, verifica del corretto funzionamento. • Ditte specializzate: Serramentista. 04.07.01.I02 Pulizia ante Cadenza: quando occorre Pulizia delle ante con prodotti detergenti non aggressivi idonei al tipo di materiale. • Ditte specializzate: Generico. Pagina 243 Manuale di Manutenzione 04.07.01.I03 Pulizia delle guide di scorrimento Cadenza: ogni 6 mesi Pulizia dei residui organici che possono compromettere la funzionalità delle guide di scorrimento. • Ditte specializzate: Serramentista. 04.07.01.I04 Pulizia organi di movimentazione Cadenza: quando occorre Pulizia degli organi di movimentazione tramite detergenti comuni. • Ditte specializzate: Generico. 04.07.01.I05 Pulizia telai Cadenza: ogni 6 mesi Pulizia del telaio con prodotti detergenti non aggressivi idonei al tipo di materiale. • Ditte specializzate: Generico. 04.07.01.I06 Pulizia vetri Cadenza: quando occorre Pulizia e rimozione dello sporco e dei depositi superficiali con detergenti idonei. • Ditte specializzate: Generico. 04.07.01.I07 Registrazione maniglia Cadenza: ogni 6 mesi Registrazione e lubrificazione della maniglia, delle viti e degli accessori di manovra apertura-chiusura. • Ditte specializzate: Serramentista. MANUTENZIONI ESEGUIBILI DA PERSONALE SPECIALIZZATO 04.07.01.I08 Regolazione controtelai Cadenza: ogni 12 mesi Regolazione del fissaggio dei controtelai alle pareti. • Ditte specializzate: Serramentista. 04.07.01.I09 Ripristino protezione verniciatura parti in legno Cadenza: ogni 2 anni Ripristino della protezione di verniciatura previa asportazione del vecchio strato per mezzo di carte abrasive leggere ed otturazione con stucco per legno di eventuali fessurazioni. Applicazione di uno strato impregnante e rinnovo, a pennello, dello strato protettivo con l'impiego di prodotti idonei al tipo di legno. • Ditte specializzate: Pittore. 04.07.01.I10 Regolazione telai Cadenza: ogni 12 mesi Regolazione del fissaggio dei telai ai controtelai. • Ditte specializzate: Serramentista. Pagina 244 Manuale di Manutenzione Pagina 245 Manuale di Manutenzione Unità Tecnologica: 04.08 Scale e rampe Si tratta di strutture di collegamento inclinate costituite da strutture a piano inclinato e da strutture gradonate o a gradini la cui funzione è quella di raggiungere piani posti a quote diverse. Le strutture inclinate si possono dividere in: a) rampe a piano inclinato (con una pendenza fino all'8%); b) rampe gradonate, costituite da elementi a gradoni (con una pendenza fino a 20°); c) scale, formate da gradini con pendenze varie in rapporto alla loro funzione (scale esterne, scale di servizio, scale di sicurezza, ecc.). Le scale possono assumere morfologie diverse: a) ad una o più rampe; b) scale curve; c) scale ellittiche a pozzo; d) scale circolari a pozzo; e) scale a chiocciola. Le scale e rampe possono essere realizzate secondo molteplici conformazioni strutturali e in materiali diversi. Si possono avere strutture in acciaio, in legno, in murature, in c.a., prefabbricate, ecc. REQUISITI E PRESTAZIONI (UT) 04.08.R01 Resistenza all'usura Classe di Requisiti: Durabilità tecnologica Classe di Esigenza: Durabilità I materiali di rivestimento di gradini e pianerottoli dovranno presentare caratteristiche di resistenza all'usura. Prestazioni: I materiali di rivestimento di gradini e pianerottoli dovranno presentare caratteristiche di resistenza all'usura dovute al traffico pedonale, alle abrasioni, agli urti, a perdite di materiale, a depositi, macchie, ecc.. Livello minimo della prestazione: I rivestimenti dovranno possedere una resistenza all'usura corrispondente alla classe U3 (ossia di resistenza all'usura per un tempo non inferiore ai 10 anni) della classificazione UPEC. 04.08.R02 Resistenza meccanica Classe di Requisiti: Di stabilità Classe di Esigenza: Sicurezza Gli elementi strutturali costituenti le scale devono contrastare in modo efficace la manifestazione di eventuali rotture, o deformazioni rilevanti, causate dall'azione di possibili sollecitazioni. Prestazioni: Gli elementi strutturali costituenti le scale e quelli accessori devono essere idonei a contrastare in modo efficace eventuali rotture e/o deformazioni rilevanti in seguito ad azioni e sollecitazioni meccaniche, garantendo la durata e la funzionalità nel tempo senza compromettere la sicurezza degli utenti. Si considerano le azioni dovute a: carichi di peso proprio e carichi di esercizio, sollecitazioni sismiche, dilatazioni termiche, assestamenti e deformazioni di strutture portanti. Comunque, in relazione alla funzione strutturale, le caratteristiche delle scale devono corrispondere a quelle prescritte dalle leggi e normative vigenti. Livello minimo della prestazione: Per una analisi più approfondita dei livelli minimi rispetto ai vari componenti e materiali costituenti i rivestimenti si rimanda alle prescrizioni di legge e di normative vigenti in materia. 04.08.R03 Resistenza agli agenti aggressivi Classe di Requisiti: Protezione dagli agenti chimici ed organici Classe di Esigenza: Sicurezza I materiali di rivestimento delle scale non debbono subire dissoluzioni o disgregazioni e mutamenti di aspetto a causa dell'azione di agenti aggressivi chimici. Prestazioni: I materiali costituenti i rivestimenti delle scale non devono deteriorarsi o comunque perdere le prestazioni iniziali in presenza di agenti chimici presenti negli ambienti. I materiali devono comunque consentire le operazioni di pulizia. Livello minimo della prestazione: Pagina 246 Manuale di Manutenzione I rivestimenti dei gradini e dei pianerottoli devono avere una resistenza ai prodotti chimici di uso comune corrispondente alla classe C2 della classificazione UPEC. L'Unità Tecnologica è composta dai seguenti Elementi Manutenibili: ° 04.08.01 Strutture in c.a. Pagina 247 Manuale di Manutenzione Elemento Manutenibile: 04.08.01 Strutture in c.a. Unità Tecnologica: 04.08 Scale e rampe Si tratta di scale o rampe con strutture costruite con getto in opera. La loro realizzazione fa riferimento a soluzioni tecniche quali solette rampanti, travi rampanti e travi a ginocchio. ANOMALIE RISCONTRABILI 04.08.01.A01 Alveolizzazione Degradazione che si manifesta con la formazione di cavità di forme e dimensioni variabili. Gli alveoli sono spesso interconnessi e hanno distribuzione non uniforme. Nel caso particolare in cui il fenomeno si sviluppa essenzialmente in profondità con andamento a diverticoli si può usare il termine alveolizzazione a cariatura. 04.08.01.A02 Cavillature superficiali Sottile trama di fessure sulla superficie del calcestruzzo. 04.08.01.A03 Decolorazione Alterazione cromatica della superficie 04.08.01.A04 Deposito superficiale Accumulo di pulviscolo atmosferico o di altri materiali estranei, di spessore variabile, poco coerente e poco aderente alla superficie del rivestimento. 04.08.01.A05 Disgregazione Decoesione caratterizzata da distacco di granuli o cristalli sotto minime sollecitazioni meccaniche. 04.08.01.A06 Distacco Disgregazione e distacco di parti notevoli del materiale che può manifestarsi anche mediante espulsione di elementi prefabbricati dalla loro sede. 04.08.01.A07 Efflorescenze Formazione di sostanze, generalmente di colore biancastro e di aspetto cristallino o polverulento o filamentoso, sulla superficie del manufatto. Nel caso di efflorescenze saline, la cristallizzazione può talvolta avvenire all'interno del materiale provocando spesso il distacco delle parti più superficiali: il fenomeno prende allora il nome di criptoefflorescenza o subefflorescenza. 04.08.01.A08 Erosione superficiale Asportazione di materiale dalla superficie dovuta a processi di natura diversa. Quando sono note le cause di degrado, possono essere utilizzati anche termini come erosione per abrasione o erosione per corrasione (cause meccaniche), erosione per corrosione (cause chimiche e biologiche), erosione per usura (cause antropiche). 04.08.01.A09 Esfoliazione Degradazione che si manifesta con distacco, spesso seguito da caduta, di uno o più strati superficiali subparalleli fra loro, generalmente causata dagli effetti del gelo. Pagina 248 Manuale di Manutenzione 04.08.01.A10 Esposizione dei ferri di armatura Distacchi di parte di calcestruzzo (copriferro) e relativa esposizione dei ferri di armatura a fenomeni di corrosione per l'azione degli agenti atmosferici. 04.08.01.A11 Fessurazioni Presenza di rotture singole, ramificate, ortogonale o parallele all'armatura che possono interessare l'intero spessore del manufatto. 04.08.01.A12 Macchie e graffiti Imbrattamento della superficie con sostanze macchianti in grado di aderire e penetrare nel materiale. 04.08.01.A13 Mancanza Caduta e perdita di parti del materiale del manufatto. 04.08.01.A14 Patina biologica Strato sottile, morbido e omogeneo, aderente alla superficie e di evidente natura biologica, di colore variabile, per lo più verde. La patina biologica è costituita prevalentemente da microrganismi cui possono aderire polvere, terriccio. 04.08.01.A15 Penetrazione di umidità Comparsa di macchie di umidità dovute all'assorbimento di acqua. 04.08.01.A16 Polverizzazione Decoesione che si manifesta con la caduta spontanea dei materiali sotto forma di polvere o granuli. 04.08.01.A17 Presenza di vegetazione Presenza di vegetazione caratterizzata dalla formazione di licheni, muschi e piante lungo le superficie. 04.08.01.A18 Rigonfiamento Variazione della sagoma che interessa l’intero spessore del materiale e che si manifesta soprattutto in elementi lastriformi. Ben riconoscibile essendo dato dal tipico andamento “a bolla” combinato all’azione della gravità. 04.08.01.A19 Scheggiature Distacco di piccole parti di materiale lungo i bordi e gli spigoli degli elementi in calcestruzzo. CONTROLLI ESEGUIBILI DALL'UTENTE 04.08.01.C01 Controllo balaustre e corrimano Cadenza: ogni 12 mesi Tipologia: Controllo a vista Controllo periodico delle condizioni estetiche delle superfici delle balaustre e dei corrimano (macchie, sporco, abrasioni, ecc.). Verifica della loro stabilità e del corretto serraggio. • • Requisiti da verificare: 1) Resistenza all'usura; 2) Resistenza meccanica. Anomalie riscontrabili: 1) Alveolizzazione; 2) Cavillature superficiali; 3) Decolorazione; 4) Deposito superficiale; 5) Disgregazione; 6) Distacco; 7) Efflorescenze; 8) Erosione superficiale; 9) Esfoliazione; 10) Esposizione dei ferri di armatura; 11) Fessurazioni; 12) Penetrazione di umidità; 13) Macchie e graffiti; 14) Mancanza; 15) Patina biologica; 16) Polverizzazione; 17) Presenza di vegetazione; 18) Rigonfiamento; 19) Scheggiature. 04.08.01.C03 Controllo rivestimenti pedate e alzate Pagina 249 Manuale di Manutenzione Cadenza: ogni 12 mesi Tipologia: Controllo a vista Controllo periodico delle condizioni estetiche delle superfici dei rivestimenti costituenti pedate ed alzate. Verifica di eventuale presenza di macchie, sporco, efflorescenze, abrasioni, ecc.. • • Requisiti da verificare: 1) Resistenza all'usura; 2) Resistenza meccanica. Anomalie riscontrabili: 1) Alveolizzazione; 2) Cavillature superficiali; 3) Decolorazione; 4) Deposito superficiale; 5) Disgregazione; 6) Distacco; 7) Efflorescenze; 8) Erosione superficiale; 9) Esfoliazione; 10) Esposizione dei ferri di armatura; 11) Fessurazioni; 12) Penetrazione di umidità; 13) Macchie e graffiti; 14) Mancanza; 15) Patina biologica; 16) Polverizzazione; 17) Presenza di vegetazione; 18) Rigonfiamento; 19) Scheggiature. CONTROLLI ESEGUIBILI DA PERSONALE SPECIALIZZATO 04.08.01.C02 Controllo strutture Cadenza: ogni 12 mesi Tipologia: Controllo a vista Controllo periodico delle parti in vista finalizzato alla ricerca di anomalie (fenomeni di disgregazioni, scaglionature, fessurazioni, distacchi, esposizione dei ferri d'armatura, processi di carbonatazione del cls, ecc.). • • Requisiti da verificare: 1) Resistenza agli agenti aggressivi; 2) Resistenza meccanica. Anomalie riscontrabili: 1) Alveolizzazione; 2) Cavillature superficiali; 3) Decolorazione; 4) Deposito superficiale; 5) Disgregazione; 6) Distacco; 7) Efflorescenze; 8) Erosione superficiale; 9) Esfoliazione; 10) Esposizione dei ferri di armatura; 11) Fessurazioni; 12) Penetrazione di umidità; 13) Macchie e graffiti; 14) Mancanza; 15) Patina biologica; 16) Polverizzazione; 17) Presenza di vegetazione; 18) Rigonfiamento; 19) Scheggiature. MANUTENZIONI ESEGUIBILI DA PERSONALE SPECIALIZZATO 04.08.01.I01 Ripresa coloritura Cadenza: quando occorre Ritinteggiature delle parti previa rimozione delle parti deteriorate mediante preparazione del fondo. Le modalità di ritinteggiatura, i prodotti, le attrezzature variano comunque in funzione delle superfici e dei materiali costituenti. • Ditte specializzate: Pittore. 04.08.01.I02 Ripristino puntuale pedate e alzate Cadenza: quando occorre Ripristino e/o sostituzione degli elementi rotti delle pedate e delle alzate con elementi analoghi. • Ditte specializzate: Pavimentista, Muratore. 04.08.01.I03 Ripristino stabilità corrimano e balaustre Cadenza: quando occorre Ripristino e/o sostituzione degli elementi di connessione dei corrimano e delle balaustre e verifica del corretto serraggio degli stessi e sostituzioni di eventuali parti mancanti. Riparazione della protezione antiruggine degli elementi metallici mediante rimozione della ruggine ed applicazione di vernici protettive. Riparazione di eventuali corrosioni o fessurazioni mediante saldature in loco con elementi di raccordo. • Ditte specializzate: Tecnici di livello superiore, Specializzati vari. Pagina 250 Manuale di Manutenzione 04.08.01.I04 Sostituzione degli elementi degradati Cadenza: quando occorre Sostituzione degli elementi usurati o rotti con altri analoghi. Sostituzione e verifica dei relativi ancoraggi. • Ditte specializzate: Specializzati vari. 04.08.01.I05 Ripristino serraggi bulloni e connessioni metalliche Cadenza: ogni 2 anni Ripristino e/o sostituzione degli elementi di connessione e verifica del corretto serraggio degli stessi e sostituzioni di quelli mancanti. Riparazione della protezione antiruggine degli elementi metallici mediante rimozione della ruggine ed applicazione di vernici protettive. Riparazione di eventuali corrosioni o fessurazioni mediante saldature in loco con elementi di raccordo. • Ditte specializzate: Specializzati vari. Pagina 251 Manuale di Manutenzione Unità Tecnologica: 04.09 Pavimentazioni esterne Le pavimentazioni esterne fanno parte delle partizioni orizzontali esterne. La loro funzione, oltre a quella protettiva, è quella di permettere il transito ai fruitori e la relativa resistenza ai carichi. Importante è che la superficie finale dovrà risultare perfettamente piana con tolleranze diverse a secondo del tipo di rivestimento e della destinazione d'uso dei luoghi. Gli spessori variano in funzione al traffico previsto in superficie. La scelta degli elementi, il materiale, la posa, il giunto, le fughe, gli spessori, l'isolamento, le malte, i collanti, gli impasti ed i fissaggi variano in funzione dei luoghi e del loro impiego. Le pavimentazioni esterne possono essere di tipo: a) cementizio; b) lapideo; c) resinoso; d) resiliente; e) ceramico; f) lapideo di cava; g) lapideo in conglomerato. REQUISITI E PRESTAZIONI (UT) 04.09.R01 Resistenza agli agenti aggressivi Classe di Requisiti: Protezione dagli agenti chimici ed organici Classe di Esigenza: Sicurezza Le pavimentazioni non devono subire dissoluzioni o disgregazioni e mutamenti di aspetto a causa dell'azione di agenti aggressivi chimici. Prestazioni: I materiali costituenti le pavimentazioni non devono deteriorarsi in presenza degli agenti chimici normalmente presenti nell'aria o provenienti dall'utilizzazione degli ambienti. Devono in ogni caso consentire un'agevole pulizia di eventuali macchie o depositi formatisi. Livello minimo della prestazione: I livelli minimi variano in funzione dei materiali utilizzati e del loro impiego. 04.09.R02 Regolarità delle finiture Classe di Requisiti: Visivi Classe di Esigenza: Aspetto Le pavimentazioni devono avere gli strati superficiali in vista privi di difetti, fessurazioni, scagliature o screpolature superficiali e/o comunque esenti da caratteri che possano rendere difficile la lettura formale. Prestazioni: Le superfici delle pavimentazioni non devono presentare fessurazioni a vista, né screpolature o sbollature superficiali. Le coloriture devono essere omogenee e non presentare tracce di ripresa di colore, che per altro saranno tollerate solamente su grandi superfici. Nel caso di rivestimenti ceramici valgono le specifiche relative alle caratteristiche dimensionali e di aspetto di cui alla norma UNI EN ISO 10545-2. Livello minimo della prestazione: I livelli minimi variano in funzione delle varie esigenze di aspetto come: la planarità; l'assenza di difetti superficiali; l'omogeneità di colore; l'omogeneità di brillantezza; l'omogeneità di insudiciamento, ecc.. 04.09.R03 Resistenza meccanica Classe di Requisiti: Di stabilità Classe di Esigenza: Sicurezza Le pavimentazioni devono contrastare in modo efficace la manifestazione di eventuali rotture, o deformazioni rilevanti, causate dall'azione di possibili sollecitazioni. Prestazioni: Le pavimentazioni devono essere idonee a contrastare efficacemente il prodursi di rotture o deformazioni gravi sotto l'azione di sollecitazioni meccaniche in modo da assicurare la durata e la funzionalità nel tempo senza pregiudicare la sicurezza degli utenti. Livello minimo della prestazione: Pagina 252 Manuale di Manutenzione Per una analisi più approfondita dei livelli minimi rispetto ai vari componenti e materiali costituenti i rivestimenti si rimanda alle prescrizioni di legge e di normative vigenti in materia. L'Unità Tecnologica è composta dai seguenti Elementi Manutenibili: ° 04.09.01 Rivestimenti lapidei Pagina 253 Manuale di Manutenzione Elemento Manutenibile: 04.09.01 Rivestimenti lapidei Unità Tecnologica: 04.09 Pavimentazioni esterne Per le pavimentazioni esterne sono adatti la maggior parte dei materiali lapidei. In genere la scelta su questi tipi di materiale cade oltre che per fattori estetici per la elevata resistenza all'usura. La scelta dei materiali va fatta in funzione dei luoghi e dei tipi di applicazione a cui essi sono destinati. La lavorazione superficiale degli elementi, lo spessore, le dimensioni, ecc. variano anch'essi in funzione degli ambienti d'impiego. Trovano utilizzo nella fattispecie tutti i tipi di marmo, a meno di ambienti particolarmente sfavorevoli, i graniti; i travertini. Le pietre: cubetti di porfido; blocchi di basalto; lastre di ardesia; lastre di quarzite. Vi sono inoltre i marmi-cemento; le marmette e marmettoni; i graniti ricomposti. La tecnica di posa è abbastanza semplice ed avviene per i rivestimenti continui ad impasto mentre per quelli discontinui a malta o a colla. ANOMALIE RISCONTRABILI 04.09.01.A01 Alterazione cromatica Variazione di uno o più parametri che definiscono il colore. 04.09.01.A02 Degrado sigillante Distacco e perdita di elasticità dei materiali utilizzati per le sigillature impermeabilizzanti e dei giunti. 04.09.01.A03 Deposito superficiale Accumulo di pulviscolo atmosferico o di altri materiali estranei, di spessore variabile, poco coerente e poco aderente alla superficie del rivestimento. 04.09.01.A04 Disgregazione Decoesione caratterizzata da distacco di granuli o cristalli sotto minime sollecitazioni meccaniche. 04.09.01.A05 Distacco Disgregazione e distacco di parti notevoli del materiale che può manifestarsi anche mediante espulsione di elementi prefabbricati dalla loro sede. 04.09.01.A06 Erosione superficiale Asportazione di materiale dalla superficie dovuta a processi di natura diversa. Quando sono note le cause di degrado, possono essere utilizzati anche termini come erosione per abrasione o erosione per corrasione (cause meccaniche), erosione per corrosione (cause chimiche e biologiche), erosione per usura (cause antropiche). 04.09.01.A07 Fessurazioni Presenza di discontinuità nel materiale con distacchi macroscopici delle parti. 04.09.01.A08 Macchie e graffiti Imbrattamento della superficie con sostanze macchianti in grado di aderire e penetrare nel materiale. 04.09.01.A09 Mancanza Caduta e perdita di parti del materiale del manufatto. Pagina 254 Manuale di Manutenzione 04.09.01.A10 Perdita di elementi Perdita di elementi e parti del rivestimento. 04.09.01.A11 Scheggiature Distacco di piccole parti di materiale lungo i bordi e gli spigoli delle lastre. 04.09.01.A12 Sgretolamento Disgregazioni e spaccature di parti accompagnate da esfoliazioni profonde e scagliature dei materiali. 04.09.01.A13 Sollevamento e distacco dal supporto Sollevamento e distacco dal supporto di uno o più elementi della pavimentazione. CONTROLLI ESEGUIBILI DALL'UTENTE 04.09.01.C01 Controllo generale delle parti a vista Cadenza: ogni 12 mesi Tipologia: Controllo a vista Controllo dello stato di conservazione delle finiture e verifica del grado di usura, di erosione, di brillantezza delle parti in vista. Controllare l'uniformità dell'aspetto cromatico delle superfici. Riscontro di eventuali anomalie (depositi, macchie, graffi, efflorescenze, lesioni, microfessurazioni, ecc.). • • Requisiti da verificare: 1) Resistenza agli agenti aggressivi; 2) Regolarità delle finiture; 3) Resistenza meccanica. Anomalie riscontrabili: 1) Alterazione cromatica; 2) Degrado sigillante; 3) Deposito superficiale; 4) Disgregazione; 5) Distacco; 6) Erosione superficiale; 7) Fessurazioni; 8) Macchie e graffiti; 9) Mancanza; 10) Perdita di elementi; 11) Scheggiature; 12) Sgretolamento; 13) Sollevamento e distacco dal supporto. MANUTENZIONI ESEGUIBILI DA PERSONALE SPECIALIZZATO 04.09.01.I01 Lucidatura superfici Cadenza: quando occorre Ripristino degli strati superficiali previa levigatura e rinnovo della lucidatura a piombo (in particolare per marmi, graniti e marmette). Impregnazione a base di cere per i materiali lapidei usurati. • Ditte specializzate: Pavimentista. 04.09.01.I02 Pulizia delle superfici Cadenza: quando occorre Pulizia delle parti superficiali, rimozione di macchie, depositi e sporco mediante spazzolatura e lavaggio con acqua e soluzioni adatte al tipo di rivestimento. • Ditte specializzate: Pavimentista. 04.09.01.I03 Ripristino degli strati protettivi Cadenza: quando occorre Ripristino degli strati protettivi, previa accurata pulizia delle superfici, con soluzioni chimiche appropriate che non alterino le caratteristiche fisico-chimiche dei materiale ed in particolare di quelle visive cromatiche. • Ditte specializzate: Pavimentista. Pagina 255 Manuale di Manutenzione 04.09.01.I04 Sostituzione degli elementi degradati Cadenza: quando occorre Sostituzione degli elementi usurati o rotti con altri analoghi previa rimozione delle parti deteriorate e relativa preparazione del fondo. • Ditte specializzate: Pavimentista. Pagina 256 Manuale di Manutenzione Unità Tecnologica: 04.10 Arredo urbano Si tratta di attrezzature utilizzate nella sistemazione degli spazi pubblici. Esse devono relazionarsi con gli spazi creando ambienti confortevoli e gradevoli sotto i diversi profili. Negli arredi urbani va controllato periodicamente l'integrità degli elementi e della loro funzionalità anche in rapporto ad attività di pubblico esercizio. L'Unità Tecnologica è composta dai seguenti Elementi Manutenibili: ° 04.10.01 Fontane Pagina 257 Manuale di Manutenzione Elemento Manutenibile: 04.10.01 Fontane Unità Tecnologica: 04.10 Arredo urbano Si tratta elementi di valorizzazione di spazi (piazze, strade, ecc.) caratterizzati da forme monumentali o di semplici geometrie corredate da impianti e da canalizzazioni di distribuzione dei liquidi in modo da creare effetti e giochi d'acqua. Sono generalmente costituite da vasche di raccolta dell'acqua con forme geometriche e/o irregolari, all'interno delle quali si sviluppano composizioni e/o sagome diverse (statue, bassorilievi, incisioni,ecc.) secondo temi artistici o non. La circolazione e la mandata a pressione dell'acqua nell'impianto è generalmente affidata ad elettropompe unitamente a centraline elettroniche per la gestione degli effetti. ANOMALIE RISCONTRABILI 04.10.01.A01 Alterazione cromatica Variazione di uno o più parametri che definiscono il colore degli elementi. 04.10.01.A02 Corrosione Decadimento dei materiali metallici a causa della combinazione con sostanze presenti nell'ambiente (ossigeno, acqua, anidride carbonica, ecc.). 04.10.01.A03 Deposito superficiale Accumulo di pulviscolo atmosferico o di altri materiali estranei, di spessore variabile, poco coerente e poco aderente alla superficie dell'elemento. 04.10.01.A04 Macchie e graffiti Imbrattamento della superficie con sostanze macchianti in grado di aderire e penetrare nel materiale del manufatto. CONTROLLI ESEGUIBILI DA PERSONALE SPECIALIZZATO 04.10.01.C01 Controllo generale Cadenza: ogni mese Tipologia: Controllo Controllare l'integrità dei manufatti e l'assenza di eventuali anomalie. Controllare i flussi e le portate d'acqua in relazione ai parametri idrici di riferimento. Verificare la perfetta funzionalità degli impianti di elettropompe in relazione alle centraline elettroniche di gestione. • Anomalie riscontrabili: 1) Alterazione cromatica; 2) Deposito superficiale; 3) Macchie e graffiti. MANUTENZIONI ESEGUIBILI DA PERSONALE SPECIALIZZATO 04.10.01.I01 Pulizia Cadenza: ogni mese Pagina 258 Manuale di Manutenzione Pulizia e rimozione di depositi all'interno delle vasche e/o lungo le superfici mediante l'uso di getti d'acqua unitamente all'impiego di prodotti disincrostanti ed attrezzature idonee a secondo dei materiali presenti. • Ditte specializzate: Specializzati vari. 04.10.01.I02 Rimozione graffiti Cadenza: quando occorre Rimozione di macchie e graffiti lungo le superfici mediante l'uso di prodotti idonei antigraffiti. Pulizia e ripristino di parti degradate e/o delle finiture. Ripristino dei valori cromatici originari mediante l'applicazione di tecniche idonee a secondo dei materiali presenti. • Ditte specializzate: Specializzati vari. Pagina 259 Manuale di Manutenzione Corpo d'Opera: 05 OPERE IDRAULICHE Indicazioni generali La manutenzione delle reti idriche (fognatura bianca/fognatura nera/acquedotto), sia essa di tipo ordinaria che straordinaria, ha la finalità di mantenere costante nel tempo le prestazioni degli impianti al fine di conseguire: - le condizioni di base richieste, corretto smaltimento delle acque ecc.; - le condizioni di base richieste, corretto approvvigionamento acque ecc.; - la massima efficienza delle apparecchiature (stazioni di pompaggio) L'attuazione di una strategia di interventi a carattere preventivo e di un programma di controlli ed ispezioni consente di massimizzare l'efficacia della rete. Essa comprende quindi tutte le operazioni necessarie all'ottenimento di quanto sopra nonché ad: 1) - ottimizzare i consumi (energia elettrica stazione di pompaggio); 2) - garantire una lunga vita alla rete, prevedendo i possibili malfunzionamenti e riducendo nel tempo i costi di manutenzione straordinaria che comportano sostituzioni e/o riparazioni di componenti importanti. Il piano di manutenzione è stato redatto a partire dagli elaborati progettuali utilizzando informazioni, in particolare quelle relative alle sequenze degli interventi manutentivi e di sostituzione dei componenti, derivate dall'esperienza e dalle fonti bibliografiche. 3) Tali dati saranno ulteriormente precisati ed integrati in sede di costruzione anche in funzione delle indicazioni dei produttori dei componenti effettivamente utilizzati. 4) Nel seguito si riportano le definizioni dei limiti delle manutenzioni sia ordinaria che straordinaria. Manutenzione ordinaria 1) Si intende ordinaria la manutenzione quando: 2) - comporta l'impiego di materiali di consumo (stracci, lubrificanti, grassi e simili) o di ricambio espressamente previsti; 3) - Può essere eseguita in luogo con attrezzi di tipo corrente (chiavi, cacciaviti e simili); 4) - non richiede parti specifiche di ricambio, ma unicamente minuterie o materiali di normale usura (guarnizioni, materiali di saldatura e simili). Comprende: 5) - tutti gli oneri relativi alle operazioni ordinarie e necessarie per assicurare l'efficienza degli impianti e la loro conservazione. Manutenzione straordinaria 1) Si intende straordinaria la manutenzione quando: 2) - non può essere eseguita in loco oppure quando, eseguita in loco, richiede mezzi di particolare importanza Pagina 260 Manuale di Manutenzione (ponteggi e mezzi di sollevamento) ed attrezzature particolari; - comporta l'approvvigionamento di parti di ricambio, oppure la sostituzione di componenti dell'impianto di uso non corrente. Unità Tecnologiche: ° 05.01 Impianto acquedotto ° 05.02 Impianto fognario acque bianche e acque nere ° 05.03 Opere di ingegneria naturalistica Pagina 261 Manuale di Manutenzione Unità Tecnologica: 05.01 Impianto acquedotto Gli acquedotti consentono la captazione, il trasporto, l'accumulo e la distribuzione dell'acqua destinata a soddisfare i bisogni vari quali pubblici, privati, industriali, ecc.. La captazione dell'acqua varia a seconda della sorgente dell'acqua (sotterranea di sorgente o di falda, acque superficiali) ed il trasporto avviene, generalmente, con condotte in pressione alle quali sono allacciate le varie utenze. A seconda del tipo di utenza gli acquedotti si distinguono in civili, industriali, rurali e possono essere dotati di componenti che consentono la potabilizzazione dell'acqua o di altri dispositivi (impianti di potabilizzazione, dissalatori, impianti di sollevamento). REQUISITI E PRESTAZIONI (UT) 05.01.R01 (Attitudine al) controllo della tenuta Classe di Requisiti: Durabilità tecnologica Classe di Esigenza: Durabilità Gli elementi dell'impianto idrico di adduzione dell'acqua devono essere idonei ad impedire fughe dei fluidi in circolazione per garantire la funzionalità dell'impianto. Prestazioni: Gli impianti devono essere realizzati con materiali e componenti idonei ad impedire fughe o trafilamenti dei fluidi in circolazione in modo da garantire la funzionalità dell'intero impianto in qualunque condizione di esercizio. Livello minimo della prestazione: La capacità di tenuta viene verificata mediante la prova indicata dalla norma UNI di settore. Al termine della prova si deve verificare la assenza di difetti o segni di cedimento. 05.01.R02 (Attitudine al) controllo dell'aggressività dei fluidi Classe di Requisiti: Funzionalità tecnologica Classe di Esigenza: Funzionalità Le tubazioni dell'impianto idrico non devono dar luogo a fenomeni di incrostazioni, corrosioni, depositi che possano compromettere il regolare funzionamento degli impianti stessi. Prestazioni: L'acqua utilizzata per l'alimentazione delle tubazioni deve essere priva di materie in sospensione e di vegetazione e soprattutto non deve contenere sostanze corrosive. Livello minimo della prestazione: L’analisi delle caratteristiche dell'acqua deve essere ripetuta con frequenza annuale e comunque ogni volta che si verifichi un cambiamento delle stesse. Devono essere previsti specifici trattamenti dell’acqua in modo che le caratteristiche chimico-fisiche (aspetto, pH, conduttività elettrica, durezza totale, cloruri, ecc.) corrispondano a quelle riportate dalla normativa. In particolare le acque destinate al consumo umano che siano state sottoposte ad un trattamento di addolcimento o dissalazione devono presentare le seguenti concentrazioni minime: durezza totale 60 mg/l Ca, alcalinità >= 30 mg/l HCO3 L'Unità Tecnologica è composta dai seguenti Elementi Manutenibili: ° 05.01.01 Misuratori di portata ° 05.01.02 Pozzetti ° 05.01.03 Tubi in polietilene alta densità (PEAD) ° 05.01.04 Tubi in polipropilene (PP) ° 05.01.05 Valvole a saracinesca (saracinesche) ° 05.01.06 Valvole antiritorno Pagina 262 Manuale di Manutenzione Elemento Manutenibile: 05.01.01 Misuratori di portata Unità Tecnologica: 05.01 Impianto acquedotto Tra i misuratori di portata a pressione troviamo i venturimetri. I venturimetri unificati possono essere di due tipi, il classico e il venturimetro-boccaglio: ambedue possono essere lunghi o corti, normali o troncati. I venturimetri classici sono formati da un tratto troncoconico convergente che permette il passaggio dal diametro D della tubazione a un diametro d, molto inferiore, che si mantiene per un breve tratto detto gola cui segue un tratto troncoconico divergente alla cui fine il diametro torna al suo valore originario D. Il venturimetro-boccaglio unificato è formato a monte da un boccaglio corto a piccolo rapporto di apertura, cui seguono un breve tratto cilindrico e un tratto divergente con un angolo al centro massimo di 30°. In base alla differenza di lunghezza del tratto divergente, i venturimetri e i venturimetri-boccagli si distinguono in lunghi e corti. REQUISITI E PRESTAZIONI (EM) 05.01.01.R01 Isolamento elettrico Classe di Requisiti: Protezione elettrica Classe di Esigenza: Sicurezza I misuratori di portata devono garantire un livello di isolamento elettrico. Prestazioni: Tutti gli elementi costituenti il misuratore di portata devono essere in grado di non subire disgregazioni se sottoposti a sbalzi della tensione di alimentazione. Livello minimo della prestazione: La resistenza all'isolamento elettrico viene determinata con la prova indicata nella norma UNI 6894. La prova consiste nel determinare la variazione dei valori (iniziale e finale) del campo di uscita. Tale variazione viene causata dalla sovrapposizione di un segnale alternato alla frequenza di rete di 250 V. ANOMALIE RISCONTRABILI 05.01.01.A01 Difetti dei pennini Difetti di funzionamento dei pennini. 05.01.01.A02 Difetti dispositivi di regolazione Difetti di funzionamento dei dispositivi di regolazione del contatore. 05.01.01.A03 Difetti serrature Difetti di funzionamento delle serrature dei pannelli di chiusura del misuratore. 05.01.01.A04 Mancanza fogli Mancanza dei fogli su cui vengono riportati i diagrammi risultanti dalle misurazioni. 05.01.01.A05 Mancanza inchiostro Mancanza di inchiostro nei pennini per cui non si possono effettuare le stampe dei valori rilevati. Pagina 263 Manuale di Manutenzione 05.01.01.A06 Rotture vetri Anomalie o rotture dei vetri di protezione dei dispositivi indicatori. CONTROLLI ESEGUIBILI DA PERSONALE SPECIALIZZATO 05.01.01.C01 Controllo dispositivi di regolazione Cadenza: ogni 12 mesi Tipologia: Aggiornamento Eseguire un controllo della funzionalità dei dispositivi di regolazione e controllo. • • Requisiti da verificare: 1) Isolamento elettrico. Anomalie riscontrabili: 1) Difetti dispositivi di regolazione. 05.01.01.C02 Controllo dispositivi di stampa Cadenza: ogni 6 mesi Tipologia: Verifica Controllare che i dispositivi di stampa (fogli e pennini) siano perfettamente funzionanti. • Anomalie riscontrabili: 1) Mancanza inchiostro; 2) Mancanza fogli. 05.01.01.C03 Controllo generale Cadenza: ogni 6 mesi Tipologia: Controllo Eseguire un controllo della cassetta di custodia verificando l'integrità delle serrature, dei vetri di protezione. • • Requisiti da verificare: 1) Isolamento elettrico. Anomalie riscontrabili: 1) Difetti serrature; 2) Rotture vetri. MANUTENZIONI ESEGUIBILI DA PERSONALE SPECIALIZZATO 05.01.01.I01 Integrazione fogli e pennini Cadenza: quando occorre Integrare i fogli mancanti ed i pennini per consentire la stampa. • Ditte specializzate: Specializzati vari. 05.01.01.I02 Taratura Cadenza: ogni 12 mesi Eseguire la taratura dei dispositivi di regolazione dei misuratori. • Ditte specializzate: Specializzati vari. Elemento Manutenibile: 05.01.02 Pagina 264 Manuale di Manutenzione Pozzetti Unità Tecnologica: 05.01 Impianto acquedotto Tutti gli elementi dell'acquedotto (sfiati, valvole riduttrici o regolatrici dei carichi, saracinesche, valvole a farfalla, ecc. ) previsti lungo la rete di adduzione esterna, quando non sono collocati all'interno di determinati locali devono essere installati all'interno di appositi manufatti realizzati in calcestruzzo o in muratura, quasi sempre totalmente interrati, chiamati "pozzetti". I pozzetti sono dotati di chiusini metallici per l'accesso dall'esterno che devono essere forniti di opportuni sistemi di chiusura. Le dimensioni interne del pozzetto variano a seconda delle apparecchiature installate e devono essere tali da consentire tutte le manovre degli apparecchi necessarie durante l'esercizio e di eseguire le operazioni di manutenzione ordinaria, di riparazione, di smontaggio e di sostituzione delle apparecchiature. REQUISITI E PRESTAZIONI (EM) 05.01.02.R01 Resistenza meccanica Classe di Requisiti: Di stabilità Classe di Esigenza: Sicurezza I pozzetti ed i relativi componenti devono essere in grado di contrastare le eventuali manifestazioni di deformazioni e cedimenti rilevanti dovuti all'azione di determinate sollecitazioni (carichi, forze sismiche, ecc.). Prestazioni: La verifica della resistenza meccanica e di tenuta idraulica può essere eseguita in base al punto 5.2 del prEN 1253-2 e la pressione da applicare (che può causare il passaggio di aria) deve essere maggiore 400 Pa. Livello minimo della prestazione: Si ritiene che pozzetti con separatore di sedimenti con tenuta idraulica avente profondità maggiore di 60 mm soddisfino il presente requisito. ANOMALIE RISCONTRABILI 05.01.02.A01 Cavillature superficiali Sottile trama di fessure sulla superficie del calcestruzzo. 05.01.02.A02 Deposito superficiale Deposito di materiale vario (polvere, radici, terreno, ecc.) sulla parte superiore dei pozzetti. 05.01.02.A03 Difetti dei chiusini Difetti di apertura e chiusura dei chiusini dovuti a presenza di terreno, polvere, grassi, ecc.. 05.01.02.A04 Distacco Disgregazione e distacco di parti notevoli del materiale che può manifestarsi anche mediante espulsione di elementi prefabbricati dalla loro sede. 05.01.02.A05 Efflorescenze Formazione di sostanze, generalmente di colore biancastro e di aspetto cristallino o polverulento o filamentoso, sulla superficie del manufatto. Nel caso di efflorescenze saline, la cristallizzazione può talvolta avvenire all'interno del materiale provocando spesso il distacco delle parti più superficiali: il fenomeno prende allora il nome di criptoefflorescenza o subefflorescenza. Pagina 265 Manuale di Manutenzione 05.01.02.A06 Erosione superficiale Asportazione di materiale dalla superficie dovuta a processi di natura diversa. 05.01.02.A07 Esposizione dei ferri di armatura Distacchi di parte di calcestruzzo (copriferro) e relativa esposizione dei ferri di armatura,dovuti a fenomeni di corrosione per l'azione degli agenti atmosferici. 05.01.02.A08 Penetrazione di umidità Comparsa di macchie di umidità dovute all'assorbimento di acqua. 05.01.02.A09 Presenza di vegetazione Presenza di vegetazione caratterizzata dalla formazione di licheni, muschi e piante lungo le superficie. CONTROLLI ESEGUIBILI DA PERSONALE SPECIALIZZATO 05.01.02.C01 Controllo chiusini Cadenza: ogni 6 mesi Tipologia: Ispezione a vista Verificare lo stato dei chiusini di accesso ai pozzetti controllando che siano facilmente removibili. • • Requisiti da verificare: 1) . Anomalie riscontrabili: 1) Difetti dei chiusini. 05.01.02.C02 Controllo struttura Cadenza: ogni anno Tipologia: Controllo a vista Controllare l'integrità delle strutture individuando la presenza di eventuali anomalie come fessurazioni, disgregazioni, distacchi, riduzione del copriferro e relativa esposizione a processi di corrosione dei ferri d'armatura. Verifica dello stato del calcestruzzo e controllo del degrado e/o eventuali processi di carbonatazione. • • Requisiti da verificare: 1) . Anomalie riscontrabili: 1) Cavillature superficiali; 2) Deposito superficiale; 3) Efflorescenze; 4) Esposizione dei ferri di armatura; 5) Presenza di vegetazione. MANUTENZIONI ESEGUIBILI DA PERSONALE SPECIALIZZATO 05.01.02.I01 Interventi sulle strutture Cadenza: quando occorre Gli interventi riparativi dovranno effettuarsi a secondo del tipo di anomalia riscontrata e previa diagnosi delle cause del difetto accertato. • Ditte specializzate: Specializzati vari. 05.01.02.I02 Disincrostazione chiusini Cadenza: ogni 6 mesi Eseguire una disincrostazione dei chiusini di accesso ai pozzetti con prodotti sgrassanti. • Ditte specializzate: Tecnici di livello superiore. Pagina 266 Manuale di Manutenzione Elemento Manutenibile: 05.01.03 Tubi in polietilene alta densità (PEAD) Unità Tecnologica: 05.01 Impianto acquedotto I tubi in polietilene ad alta densità (comunemente identificati con la sigla PEAD) sono ottenuti mescolando polimeri di etilene. I materiali ottenuti da tale processo sono classificati in due categorie a seconda della resistenza alla pressione interna in PE A e PE B. REQUISITI E PRESTAZIONI (EM) 05.01.03.R01 (Attitudine al) controllo della tenuta Classe di Requisiti: Funzionalità tecnologica Classe di Esigenza: Funzionalità Le tubazioni ed i raccordi tra valvole e tubi e tra tubi e tubi devono essere in grado di resistere alle pressioni di esercizio. Prestazioni: Spezzoni di tubo e relativi giunti vengono sottoposti a prove per verificare la tenuta dei giunti e dei tubi stessi con le modalità ed i tempi indicati dalla norma UNI 7615. Livello minimo della prestazione: I campioni vengono riempiti di acqua ad una pressione massima di 0,05 MPa e ad una temperatura di 20 °C per i tubi della serie 303 e con acqua ad una pressione pari ad 1,5 volte la pressione di esercizio per i tubi della serie 312. Si deve verificare la assenza di perdite. 05.01.03.R02 Regolarità delle finiture Classe di Requisiti: Adattabilità delle finiture Classe di Esigenza: Fruibilità Le tubazioni devono presentare superficie esterna ed interna e sezione prive di difetti. Prestazioni: I materiali e componenti utilizzati per la preparazione di tubi in PE non devono presentare anomalie. In particolare si deve verificare che per la superficie esterna/interna non vi siano ondulazioni e striature o altri eventuali difetti; per la sezione si deve verificare l'assenza di bolle o cavità. Livello minimo della prestazione: I campioni di tubazione vengono sottoposti ad un esame a vista per accertarne l'idoneità. Le tolleranze ammesse sono: - 5 mm per le lunghezze; - 0,05 mm per le dimensioni dei diametri; - 0,01 mm per le dimensioni degli spessori. La rettilineità delle tubazioni viene accertata adagiando la tubazione su una superficie piana in assenza di sollecitazione. Deve essere accertata la freccia massima che si verifica. 05.01.03.R03 Resistenza meccanica Classe di Requisiti: Di stabilità Classe di Esigenza: Sicurezza Le tubazioni e gli elementi accessori quali valvole e rubinetti devono essere in grado di contrastare in modo efficace il prodursi di deformazioni o rotture sotto l'azione di determinate sollecitazioni. Pagina 267 Manuale di Manutenzione Prestazioni: Le tubazioni e gli elementi accessori devono essere idonei ad assicurare stabilità e resistenza all’azione di sollecitazioni meccaniche in modo da garantirne durata e funzionalità nel tempo, senza pregiudicare la sicurezza degli utenti. Pertanto gli elementi devono essere sottoposti a prove di verifica quali resistenza a trazione, a schiacciamento e a curvatura. Livello minimo della prestazione: La prova per determinare la resistenza alla pressione interna avviene utilizzando un dispositivo che consente di raggiungere la pressione interna alla temperatura prescritta per la prova (ricavabile dalla formula indicata sulla norma UNI 7615 e variabile in funzione del diametro e degli spessori). Deve essere rilevata per ogni provino se la rottura si è verificata prima del tempo stabilito. Per la validità della prova non devono verificarsi rotture. ANOMALIE RISCONTRABILI 05.01.03.A01 Alterazioni cromatiche Presenza di macchie con conseguente variazione della tonalità dei colori e scomparsa del colore originario. 05.01.03.A02 Deformazione Cambiamento della forma iniziale con imbarcamento degli elementi e relativa irregolarità della sovrapposizione degli stessi. 05.01.03.A03 Difetti ai raccordi o alle connessioni Perdite del fluido in prossimità di raccordi dovute a errori o sconnessioni delle giunzioni. 05.01.03.A04 Errori di pendenza Errore nel calcolo della pendenza che causa un riflusso delle acque con conseguente ristagno delle stesse. CONTROLLI ESEGUIBILI DA PERSONALE SPECIALIZZATO 05.01.03.C01 Controllo generale tubazioni Cadenza: ogni 12 mesi Tipologia: Ispezione a vista Verificare le caratteristiche principali delle tubazioni con particolare riguardo a: - tenuta delle congiunzioni a flangia; - giunti per verificare la presenza di lesioni o di sconnessioni; - la stabilità de sostegni dei tubi; - presenza di acqua di condensa; - coibentazione dei tubi. • Anomalie riscontrabili: 1) Alterazioni cromatiche; 2) Difetti ai raccordi o alle connessioni; 3) Errori di pendenza; 4) Deformazione. MANUTENZIONI ESEGUIBILI DA PERSONALE SPECIALIZZATO 05.01.03.I01 Pulizia Cadenza: ogni 6 mesi Pulizia o eventuale sostituzione dei filtri dell'impianto. • Ditte specializzate: Idraulico. Pagina 268 Manuale di Manutenzione Elemento Manutenibile: 05.01.04 Tubi in polipropilene (PP) Unità Tecnologica: 05.01 Impianto acquedotto I tubi in polipropilene (comunemente identificati con la sigla PP e di colore grigio) sono ottenuti da omopolimeri e/o copolimeri del propilene. Per l'utilizzazione con fluidi alimentari o per il trasporto di acqua potabile possono essere utilizzati solo i tubi del tipo 312. REQUISITI E PRESTAZIONI (EM) 05.01.04.R01 (Attitudine al) controllo della tenuta Classe di Requisiti: Funzionalità tecnologica Classe di Esigenza: Funzionalità Le tubazioni ed i raccordi tra valvole e tubi e tra tubi e tubi devono essere in grado di resistere alle pressioni di esercizio. Prestazioni: Spezzoni di tubo e relativi giunti vengono sottoposti a prove per verificare la tenuta dei giunti e dei tubi stessi con le modalità ed i tempi indicati dalla norma UNI 7615. Livello minimo della prestazione: I campioni vengono riempiti di acqua ad una pressione massima di 1,5 volte la pressione di esercizio per i tubi della serie 312. Si deve verificare la assenza di perdite e di deformazioni localizzate. 05.01.04.R02 Regolarità delle finiture Classe di Requisiti: Adattabilità delle finiture Classe di Esigenza: Fruibilità Le tubazioni devono presentare superficie esterna ed interna e sezione prive di difetti. Prestazioni: I materiali e componenti utilizzati per la preparazione di tubi in PP non devono presentare anomalie. In particolare si deve verificare che per la superficie esterna/interna non vi siano ondulazioni e striature o altri eventuali difetti; per la sezione si deve verificare l'assenza di bolle o cavità. Livello minimo della prestazione: I campioni di tubazione vengono sottoposti ad un esame a vista per accertarne l'idoneità. Le tolleranze ammesse sono: - 5 mm per le lunghezze; - 0,05 mm per le dimensioni dei diametri; - 0,01 mm per le dimensioni degli spessori. La rettilineità delle tubazioni viene accertata adagiando la tubazione su una superficie piana in assenza di sollecitazione. Deve essere accertata la freccia massima che si verifica. 05.01.04.R03 Resistenza agli urti Classe di Requisiti: Di stabilità Classe di Esigenza: Sicurezza Le tubazioni devono essere in grado di contrastare in modo efficace il prodursi di deformazioni o rotture sotto l'azione di determinate sollecitazioni. Prestazioni: La verifica della resistenza agli urti può essere verificata eseguendo una prova in conformità ai metodi di prova come specificato nel prospetto 9 della norma UNI EN ISO 15874-2. Pagina 269 Manuale di Manutenzione Livello minimo della prestazione: Usando i parametri indicati nel prospetto 9 della norma indicata il tubo deve sopportare la pressione idrostatica (circonferenziale) senza scoppiare. 05.01.04.R04 Resistenza meccanica Classe di Requisiti: Di stabilità Classe di Esigenza: Sicurezza Le tubazioni e gli elementi accessori quali valvole e rubinetti devono essere in grado di contrastare in modo efficace il prodursi di deformazioni o rotture sotto l'azione di determinate sollecitazioni. Prestazioni: Le tubazioni e gli elementi accessori devono essere idonei ad assicurare stabilità e resistenza all’azione di sollecitazioni meccaniche in modo da garantirne durata e funzionalità nel tempo, senza pregiudicare la sicurezza degli utenti. Pertanto gli elementi devono essere sottoposti a prove di verifica quali resistenza a trazione, a schiacciamento e a curvatura. Livello minimo della prestazione: La prova per determinare la resistenza alla pressione interna avviene utilizzando un dispositivo che consente di raggiungere la pressione interna alla temperatura prescritta per la prova. Deve essere rilevata per ogni provino se la rottura si è verificata prima del tempo stabilito. Per la validità della prova non devono verificarsi rotture. ANOMALIE RISCONTRABILI 05.01.04.A01 Alterazioni cromatiche Presenza di macchie con conseguente variazione della tonalità dei colori e scomparsa del colore originario. 05.01.04.A02 Deformazione Cambiamento della forma iniziale con imbarcamento degli elementi e relativa irregolarità della sovrapposizione degli stessi. 05.01.04.A03 Difetti ai raccordi o alle connessioni Perdite del fluido in prossimità di raccordi dovute a errori o sconnessioni delle giunzioni. 05.01.04.A04 Errori di pendenza Errore nel calcolo della pendenza che causa un riflusso delle acque con conseguente ristagno delle stesse. CONTROLLI ESEGUIBILI DA PERSONALE SPECIALIZZATO 05.01.04.C01 Controllo generale tubazioni Cadenza: ogni 12 mesi Tipologia: Ispezione a vista Verificare le caratteristiche principali delle tubazioni con particolare riguardo a: - tenuta delle congiunzioni a flangia; - giunti per verificare la presenza di lesioni o di sconnessioni; - la stabilità de sostegni dei tubi; - presenza di acqua di condensa; - coibentazione dei tubi. • Anomalie riscontrabili: 1) Alterazioni cromatiche; 2) Difetti ai raccordi o alle connessioni; 3) Errori di pendenza; 4) Deformazione. Pagina 270 Manuale di Manutenzione MANUTENZIONI ESEGUIBILI DA PERSONALE SPECIALIZZATO 05.01.04.I01 Pulizia Cadenza: ogni 6 mesi Pulizia o eventuale sostituzione dei filtri dell'impianto. • Ditte specializzate: Idraulico. Elemento Manutenibile: 05.01.05 Valvole a saracinesca (saracinesche) Unità Tecnologica: 05.01 Impianto acquedotto Per consentire l'interruzione sia parziale sia completa del flusso e per regolare la pressione di esercizio vengono installate, lungo le tubazioni dell'acquedotto, delle valvole dette appunto di intercettazione e di regolazione. Fanno parte di questa categoria le valvole a saracinesca che sono più comunemente chiamate saracinesche. Sono realizzate in ghisa o in acciaio e sono dotate di un apparato otturatore movimentato da un albero a vite. Possono essere del tipo a corpo piatto, ovale e cilindrico. REQUISITI E PRESTAZIONI (EM) 05.01.05.R01 (Attitudine al) controllo della tenuta Classe di Requisiti: Funzionalità d'uso Classe di Esigenza: Funzionalità Le valvole devono garantire la tenuta ad una pressione d’acqua interna uguale al maggiore dei due valori: la pressione di prova ammissibile (PPA) o 1,5 volte la pressione di esercizio ammissibile (PEA). Prestazioni: Le valvole ed i relativi accessori oltre a garantire la tenuta alla pressione interna devono garantire la tenuta all’entrata dall’esterno di aria, acqua e ogni corpo estraneo. Livello minimo della prestazione: Per verificare questo requisito una valvola (montata in opera) viene sottoposta a prova con pressione d’acqua secondo quanto indicato dalla norma UNI EN 1074 o ad una prova con pressione d’aria a 6 bar. Al termine della prova non deve esserci alcuna perdita rilevabile visibilmente. 05.01.05.R02 Resistenza a manovre e sforzi d'uso Classe di Requisiti: Di stabilità Classe di Esigenza: Sicurezza Le valvole a saracinesca devono essere in grado di contrastare in modo efficace il prodursi di deformazioni o rotture in seguito ad operazioni di manovra o di utilizzo. Prestazioni: Sotto l’azione di sollecitazioni derivanti da manovre e sforzi d’uso, le valvole ed i relativi dispositivi di tenuta devono conservare inalterate le caratteristiche funzionali assicurando comunque i livelli prestazionali di specifica. Livello minimo della prestazione: Il diametro del volantino e la pressione massima differenziale (alla quale può essere manovrata la valvola a saracinesca senza by-pass) sono quelli indicati nel punto 5.1 della norma UNI EN 1074. Pagina 271 Manuale di Manutenzione ANOMALIE RISCONTRABILI 05.01.05.A01 Difetti di serraggio Difetti di serraggio dei bulloni della camera a stoppa o dei bulloni del premistoppa che causano perdite di pressione del fluido. 05.01.05.A02 Difetti di tenuta Difetti di tenuta delle guarnizioni del premistoppa o della camera a stoppa che provocano perdite di fluido. 05.01.05.A03 Difetti del volantino Difetti di funzionamento del volantino di manovra dovuti a mancanza di lubrificante (oli, grassi, ecc.). 05.01.05.A04 Incrostazioni Depositi di materiale di varia natura (polveri, grassi, terreno) che provoca malfunzionamenti degli organi di manovra delle saracinesche. CONTROLLI ESEGUIBILI DA PERSONALE SPECIALIZZATO 05.01.05.C01 Controllo premistoppa Cadenza: ogni 6 mesi Tipologia: Registrazione Effettuare una verifica della funzionalità del premistoppa accertando la tenuta delle guarnizioni. Eseguire una registrazione dei bulloni di serraggio del premistoppa e della camera a stoppa. • • Requisiti da verificare: 1) . Anomalie riscontrabili: 1) Difetti di tenuta; 2) Difetti di serraggio. 05.01.05.C02 Controllo volantino Cadenza: ogni 6 mesi Tipologia: Verifica Verificare la funzionalità del volantino effettuando una serie di manovre di apertura e chiusura. • • Requisiti da verificare: 1) . Anomalie riscontrabili: 1) Difetti del volantino; 2) Difetti di tenuta; 3) Incrostazioni. MANUTENZIONI ESEGUIBILI DA PERSONALE SPECIALIZZATO 05.01.05.I01 Disincrostazione volantino Cadenza: ogni 6 mesi Eseguire una disincrostazione del volantino con prodotti sgrassanti per ripristinare la funzionalità del volantino stesso. • Ditte specializzate: Idraulico. 05.01.05.I02 Registrazione premistoppa Cadenza: ogni 6 mesi Eseguire una registrazione del premistoppa serrando i dadi e le guarnizioni per evitare fuoriuscite di fluido. • Ditte specializzate: Idraulico. Pagina 272 Manuale di Manutenzione 05.01.05.I03 Sostituzione valvole Cadenza: quando occorre Effettuare la sostituzione delle valvole quando deteriorate con valvole dello stesso tipo ed idonee alle pressioni previste per il funzionamento. • Ditte specializzate: Idraulico. Elemento Manutenibile: 05.01.06 Valvole antiritorno Unità Tecnologica: 05.01 Impianto acquedotto Le valvole antiritorno (dette anche di ritegno o unidirezionali) sono delle valvole che consentono il deflusso in un solo senso; nel caso in cui il flusso dovesse invertirsi le valvole si chiudono automaticamente. Esistono vari tipi di valvole: "a clapet", "a molla", "Venturi" o di tipo verticale (per tubazioni in cui il flusso è diretto verso l'alto). REQUISITI E PRESTAZIONI (EM) 05.01.06.R01 Resistenza a manovre e sforzi d'uso Classe di Requisiti: Di stabilità Classe di Esigenza: Sicurezza Le valvole antiritorno devono essere in grado di contrastare in modo efficace il prodursi di deformazioni o rotture in seguito ad operazioni di manovra o di utilizzo. Prestazioni: Sotto l’azione di sollecitazioni derivanti da manovre e sforzi d’uso, le valvole ed i relativi dispositivi di tenuta devono conservare inalterate le caratteristiche funzionali assicurando comunque i livelli prestazionali di specifica. Livello minimo della prestazione: Il diametro del volantino e la pressione massima differenziale (alla quale può essere manovrata la valvola a saracinesca senza by-pass) sono quelli indicati nel punto 5.1 della norma UNI EN 1074. ANOMALIE RISCONTRABILI 05.01.06.A01 Difetti della cerniera Difetti di funzionamento della cerniera che provoca malfunzionamenti alla valvola. 05.01.06.A02 Difetti di tenuta Difetti di tenuta delle guarnizioni che provocano perdite di fluido. 05.01.06.A03 Difetti delle molle Difetti di funzionamento delle molle che regolano le valvole. Pagina 273 Manuale di Manutenzione CONTROLLI ESEGUIBILI DA PERSONALE SPECIALIZZATO 05.01.06.C01 Controllo generale Cadenza: ogni anno Tipologia: Ispezione a vista Eseguire un controllo generale delle valvole verificando il buon funzionamento delle guarnizioni, delle cerniere e delle molle. • • Requisiti da verificare: 1) . Anomalie riscontrabili: 1) Difetti di tenuta; 2) Difetti della cerniera; 3) Difetti delle molle. MANUTENZIONI ESEGUIBILI DA PERSONALE SPECIALIZZATO 05.01.06.I01 Lubrificazione valvole Cadenza: ogni 5 anni Effettuare lo smontaggio delle valvole ed eseguire una lubrificazione delle cerniere e delle molle che regolano le valvole. • Ditte specializzate: Idraulico. 05.01.06.I02 Sostituzione valvole Cadenza: ogni 30 anni Sostituire le valvole quando non più rispondenti alle normative. • Ditte specializzate: Idraulico. Pagina 274 Manuale di Manutenzione Unità Tecnologica: 05.02 Impianto fognario acque bianche e acque nere L'impianto fognario è l'insieme degli elementi tecnici aventi la funzione di allontanare e convogliare le acque reflue (acque bianche, nere, meteoriche) verso l'impianto di depurazione. REQUISITI E PRESTAZIONI (UT) 05.02.R01 (Attitudine al) controllo del rumore prodotto Classe di Requisiti: Acustici Classe di Esigenza: Benessere Il sistema di scarico deve essere realizzato con materiali e componenti in grado di non emettere rumori. Prestazioni: E' opportuno dimensionare le tubazioni di trasporto dei fluidi in modo che la velocità di tali fluidi non superi i limiti imposti dalla normativa per non generare rumore eccessivo. Livello minimo della prestazione: Per quanto riguarda i livelli fare riferimento a regolamenti e procedure di installazione nazionali e locali. 05.02.R02 (Attitudine al) controllo della tenuta Classe di Requisiti: Funzionalità tecnologica Classe di Esigenza: Funzionalità Gli elementi dell'impianto devono essere in grado di garantire in ogni momento la tenuta dei fluidi. Prestazioni: La tenuta deve essere verificata in sede di collaudo (ed annotata sul certificato di collaudo) e successivamente con ispezioni volte alla verifica di detto requisito. Livello minimo della prestazione: Devono essere rispettati i valori minimi previsti dalla vigente normativa. 05.02.R03 Efficienza Classe di Requisiti: Di funzionamento Classe di Esigenza: Gestione I sistemi di scarico devono essere progettati ed installati in modo da non compromettere la salute e la sicurezza degli utenti e delle persone che si trovano all’interno dell’edificio. Prestazioni: I sistemi di scarico devono essere progettati, installati e sottoposti agli appropriati interventi di manutenzione in modo da non costituire pericolo o arrecare disturbo in condizioni normali di utilizzo. Livello minimo della prestazione: Le tubazioni devono essere progettate in modo da essere auto-pulenti, conformemente alla EN 12056-2. L'Unità Tecnologica è composta dai seguenti Elementi Manutenibili: ° 05.02.01 Giunti ° 05.02.02 Pozzetti di scarico ° 05.02.03 Stazioni di sollevamento ° 05.02.04 Tombini Pagina 275 Manuale di Manutenzione ° 05.02.05 Tubazioni in acciaio ° 05.02.06 Tubazioni in c.a. ° 05.02.07 Tubazioni in polietilene ° 05.02.08 Tubazioni in polivinile non plastificato Pagina 276 Manuale di Manutenzione Elemento Manutenibile: 05.02.01 Giunti Unità Tecnologica: 05.02 Impianto fognario acque bianche e acque nere Si utilizzano per collegare tra di loro i tubi prefabbricati e devono necessariamente essere impermeabili, resistenti alla penetrazione delle radici, flessibili e durevoli. I giunti possono essere dei tipi di seguito descritti. Giunzioni plastiche a caldo: sono realizzate per sigillare condotti con giunti a bicchiere con un mastice bituminoso colato a caldo e corda di canapa o iuta catramata. La corda è composta da 3 o 4 funicelle riunite con uno spessore totale di 15 o 20 mm. La corda deve essere impregnata allo stato secco di catrame vegetale che non deve gocciolare (DIN 4038). La corda, pressata nel bicchiere del tubo, svolge un'azione statica e garantisce una protezione contro il liquame che ha la tendenza ad entrare nel bicchiere e a corrodere il mastice bituminoso. Il materiale colato a caldo è una sostanza plastica che, anche dopo il raffredamento, dà alla tubazione la possibilità di piccoli spostamenti. I prodotti che compongono questa sostanza plastica (bitume, pece di catrame di carbon fossile, ecc.) devono resistere alle radici, devono avere un punto di rammollimento minimo di 70 °C e devono avere un punto di fusibilità inferiore ai 180 °C. Giunzioni plastiche a freddo: sono formati da nastri plastici o mastici spatolati a freddo e si utilizzano per sigillare tubi in calcestruzzo con giunti a bicchiere o ad incastro. I materiali sigillanti sono composti da sostanze durevolmente plastiche a base di bitumi, catrame di carbon fossile, materie plastiche o miscele di questi prodotti e sono lavorabili a temperature di circa 20 °C. le caratteristiche dei materiali sigillanti sono prescritte dalla norma DIN 4062. Per fare il giunto, il mastice o il nastro plastico si applicano al tubo precedentemente verniciato e già in opera ed il tubo da posare viene sospinto verso il precedente con una forte pressione. Per i tubi in grès si sono diffusi giunti in resine poliuretaniche applicati nello stesso processo di fabbricazione; i tubi sono posti in opera come per le giunzioni plastiche a freddo. Da varie verifiche si è appreso che la resina poliuretanica mantiene nel tempo la compressione senza cedimenti, anche se assoggettata a tensioni di taglio, a differenza delle fasce in PVC plasticizzato che erano state sperimentate precedentemente. Anelli elastici: si utilizzano per quasi tutti i tipi di tubi prefabbricati (in grès, fibrocemento, calcestruzzo, ghisa, acciaio) con differenti forme di giunzione - a manicotto, a bicchiere e ad incastro - a condizione che le pareti del tubo siano abbastanza grosse e che l'incastro sia orizzontale. L'anello è in gomma naturale (caucciù) o artificiale purché abbia caratteristiche simili a quella naturale. L'effetto sigillante si ottiene impiegando la forza elastica di ritorno che si sviluppa durante la deformazione dell'anello di tenuta e che tende a far riprendere all'anello compresso la forma precedente. Occorre particolare attenzione nella scelta del materiale perché alcune sostanze, sottoposte continuamente a pressione e ad attacchi chimici o biologici, hanno la tendenza a perdere elasticità ed a diventare plastiche. L'anello non deve essere né troppo duro (per non danneggiare il bicchiere) né troppo molle per evitare che il peso del tubo, comprimendo troppo l'anello, provochi distacchi dal vertice e, quindi, perdita di impermeabilità. REQUISITI E PRESTAZIONI (EM) 05.02.01.R01 (Attitudine al) controllo della tenuta Classe di Requisiti: Funzionalità tecnologica Classe di Esigenza: Funzionalità I giunti devono essere in grado di garantire in ogni momento la tenuta in modo da non compromettere la pressione di esercizio richiesta per l'impianto. Prestazioni: La tenuta deve essere verificata in sede di collaudo (ed annotata sul certificato di collaudo) e successivamente con ispezioni volte alla verifica di detti valori. Anche i risultati delle ispezioni devono essere riportati su un apposito libretto. Livello minimo della prestazione: La tenuta di un giunto assemblato contenente aria alla pressione atmosferica è sottoposto a prova mentre viene sottoposto ad una pressione idrostatica esterna maggiore della pressione atmosferica all'interno del pezzo in prova. Fissare la provetta nel serbatoio chiuso o recipiente a pressione e riempire il serbatoio con acqua alla temperatura specificata, +/-2 °C. Aspettare 20 min per il raggiungimento della temperatura di prova ed eliminare ogni segno di umidità dalla superficie interna della provetta; aspettare altri 10 min ed assicurarsi che la superficie interna sia completamente asciutta. Osservare la superficie interna della provetta e registrare ogni eventuale segno di perdita osservato, e la pressione a cui si verifica, mentre il giunto è Pagina 277 Manuale di Manutenzione assoggettato a pressione esterna, come segue. Applicare una prima pressione di prova, p1, per almeno 1 h e poi gradualmente aumentare la pressione, senza colpi, fino al secondo livello, p2. Mantenere la pressione di prova p2 per un ulteriore periodo di almeno 1 h. I valori della pressione p1 e p2 sono quelli dettati dalla normativa vigente al momento della prova. ANOMALIE RISCONTRABILI 05.02.01.A01 Accumulo di grasso Accumulo di grasso che si deposita sulle pareti dei condotti. 05.02.01.A02 Difetti ai raccordi o alle connessioni Perdite del fluido in prossimità di raccordi dovute a errori o sconnessioni delle giunzioni. 05.02.01.A03 Erosione Erosione del suolo all’esterno dei tubi che è solitamente causata dall’infiltrazione di terra. 05.02.01.A04 Incrostazioni Accumulo di depositi minerali sulle pareti dei condotti. 05.02.01.A05 Odori sgradevoli Setticità delle acque di scarico che può produrre odori sgradevoli accompagnati da gas letali o esplosivi e aggressioni chimiche rischiose per la salute delle persone. 05.02.01.A06 Penetrazione di radici Penetrazione all'interno dei condotti di radici vegetali che provocano intasamento del sistema. 05.02.01.A07 Sedimentazione Accumulo di depositi minerali sul fondo dei condotti che può causare l’ostruzione delle condotte. CONTROLLI ESEGUIBILI DA PERSONALE SPECIALIZZATO 05.02.01.C01 Controllo generale Cadenza: ogni 12 mesi Tipologia: Controllo a vista Verificare lo stato degli eventuali dilatatori e giunti elastici, la tenuta delle congiunzioni a flangia, la stabilità dei sostegni e degli eventuali giunti fissi. Verificare inoltre l'assenza di odori sgradevoli e di inflessioni nelle tubazioni. Verificare l'integrità delle tubazioni con particolare attenzione ai raccordi tra tronchi di tubo. • Anomalie riscontrabili: 1) Difetti ai raccordi o alle connessioni. MANUTENZIONI ESEGUIBILI DA PERSONALE SPECIALIZZATO 05.02.01.I01 Pulizia Cadenza: ogni 6 mesi Pagina 278 Manuale di Manutenzione Eseguire una pulizia dei sedimenti formatisi e che provocano ostruzioni diminuendo la capacità di trasporto dei fluidi. • Ditte specializzate: Idraulico. Elemento Manutenibile: 05.02.02 Pozzetti di scarico Unità Tecnologica: 05.02 Impianto fognario acque bianche e acque nere Sono generalmente di forma circolare e vengono prodotti in due tipi adatti alle diverse caratteristiche del materiale trattenuto. Quasi sempre il materiale trattenuto è grossolano ed è quindi sufficiente un apposito cestello forato, fissato sotto la caditoia, che lascia scorrere soltanto l'acqua; se è necessario trattenere sabbia e fango, che passerebbero facilmente attraverso i buchi del cestello, occorre far ricorso ad una decantazione in una vaschetta collocata sul fondo del pozzetto. Il pozzetto con cestello-filtro è formato da vari pezzi prefabbricati in calcestruzzo: un pezzo base ha l'apertura per lo scarico di fondo con luce di diametro 150 mm e modellato a bicchiere, il tubo di allacciamento deve avere la punta liscia verso il pozzetto. Al di sopra del pezzo base si colloca il fusto cilindrico e sopra a questo un pezzo ad anello che fa da appoggio alla caditoia. Il cestello è formato da un tronco di cono in lamiera zincata con il fondo pieno e la parete traforata uniti per mezzo di chiodatura, saldatura, piegatura degli orli o flangiatura. Il pozzetto che consente l'accumulo del fango sul fondo ha un pezzo base a forma di catino, un pezzo cilindrico intermedio, un pezzo centrale con scarico a bicchiere del diametro di 150 mm, un pezzo cilindrico superiore senza sporgenze e l'anello d'appoggio per la copertura. REQUISITI E PRESTAZIONI (EM) 05.02.02.R01 (Attitudine al) controllo della tenuta Classe di Requisiti: Funzionalità tecnologica Classe di Esigenza: Funzionalità I pozzetti di scarico devono essere idonei ad impedire fughe dei fluidi assicurando così la durata e la funzionalità nel tempo. Prestazioni: Il controllo della tenuta deve essere garantito in condizioni di pressione e temperatura corrispondenti a quelle massime o minime di esercizio. Livello minimo della prestazione: La capacità di tenuta può essere verificata mediante prova da effettuarsi con le modalità ed i tempi previsti dalla norma UNI EN 1253-2 sottoponendo il pozzetto ad una pressione idrostatica a partire da 0 bar fino a 0,1 bar. La prova deve essere considerata superata con esito positivo quando, nell’arco di 15 min, non si verificano fuoriuscite di fluido. 05.02.02.R02 Assenza della emissione di odori sgradevoli Classe di Requisiti: Olfattivi Classe di Esigenza: Benessere I pozzetti dell'impianto fognario devono essere realizzati in modo da non emettere odori sgradevoli. Prestazioni: I pozzetti di scarico devono essere realizzati con materiali tali da non produrre o riemettere sostanze o odori sgradevoli. Livello minimo della prestazione: L'ermeticità degli elementi può essere accertata effettuando la prova indicata dalla norma UNI EN 1253-2. 05.02.02.R03 Pulibilità Pagina 279 Manuale di Manutenzione Classe di Requisiti: Di manutenibilità Classe di Esigenza: Gestione I pozzetti devono essere autopulibili per assicurare la funzionalità dell'impianto. Prestazioni: I pozzetti devono essere realizzati con materiali e finiture tali da essere facilmente autopulibili in modo da evitare depositi di materiale che possa comprometterne il regolare funzionamento. Livello minimo della prestazione: Per la verifica della facilità di pulizia si effettua una prova così come descritto dalla norma UNI EN 1253-2. Si monta il pozzetto completo della griglia e si versa nel contenitore per la prova acqua fredda a 15-10 °C alla portata di 0,2 l/s, 0,3 l/s, 0,4 l/s e 0,6 l/s. In corrispondenza di ognuna delle portate, immettere nel pozzetto, attraverso la griglia, 200 cm3 di perline di vetro del diametro di 5 +/- 0,5 mm e della densità da 2,5 g/cm3 a 3,0 g/cm3 , a una velocità costante e uniforme per 30 s. Continuare ad alimentare l’acqua per ulteriori 30 s. Misurare il volume in cm3 delle perline di vetro uscite dal pozzetto. Eseguire la prova per tre volte per ogni velocità di mandata. Deve essere considerata la media dei tre risultati. 05.02.02.R04 Resistenza meccanica Classe di Requisiti: Di stabilità Classe di Esigenza: Sicurezza Le caditoie ed i pozzetti devono essere in grado di contrastare in modo efficace il prodursi di deformazioni o rotture sotto l'azione di determinate sollecitazioni. Prestazioni: Le caditoie ed i pozzetti devono essere idonei ad assicurare stabilità e resistenza all’azione di sollecitazioni meccaniche in modo da garantirne durata e funzionalità nel tempo. Livello minimo della prestazione: La resistenza meccanica delle caditoie e dei pozzetti può essere verificata mediante prova da effettuarsi con le modalità ed i tempi previsti dalla norma UNI EN 1253. Non devono prodursi alcuna incrinatura o frattura prima del raggiungimento del carico di prova. Inoltre, nel caso di pozzetti o di scatole sifoniche muniti di griglia o di coperchio in ghisa dolce, acciaio, metalli non ferrosi, plastica oppure in una combinazione di tali materiali con il calcestruzzo, la deformazione permanente non deve essere maggiore dei valori elencati dalla norma suddetta. Per le griglie deve essere applicato un carico di prova P di 0,25 kN e la deformazione permanente f ai 2/3 del carico di prova non deve essere maggiore di 2,0 mm. ANOMALIE RISCONTRABILI 05.02.02.A01 Abrasione Abrasione delle pareti dei pozzetti dovuta agli effetti di particelle dure presenti nelle acque usate e nelle acque di scorrimento superficiale. 05.02.02.A02 Corrosione Corrosione delle pareti dei pozzetti dovuta agli effetti di particelle dure presenti nelle acque usate e nelle acque di scorrimento superficiale e dalle aggressioni del terreno e delle acque freatiche. 05.02.02.A03 Difetti ai raccordi o alle connessioni Perdite del fluido in prossimità di raccordi dovute a errori o sconnessioni delle giunzioni. 05.02.02.A04 Difetti delle griglie Rottura delle griglie di filtraggio che causa infiltrazioni di materiali grossolani quali sabbia e pietrame. 05.02.02.A05 Intasamento Incrostazioni o otturazioni delle griglie dei pozzetti dovute ad accumuli di materiale di risulta quali fogliame, vegetazione, ecc.. 05.02.02.A06 Odori sgradevoli Pagina 280 Manuale di Manutenzione Setticità delle acque di scarico che può produrre odori sgradevoli accompagnati da gas letali o esplosivi e aggressioni chimiche rischiose per la salute delle persone. 05.02.02.A07 Sedimentazione Accumulo di depositi minerali sul fondo dei condotti che può causare l’ostruzione delle condotte. CONTROLLI ESEGUIBILI DA PERSONALE SPECIALIZZATO 05.02.02.C01 Controllo generale Cadenza: ogni 12 mesi Tipologia: Ispezione Verificare lo stato generale e l'integrità della griglia e della piastra di copertura dei pozzetti, della base di appoggio e delle pareti laterali. • Anomalie riscontrabili: 1) Difetti delle griglie; 2) Intasamento. MANUTENZIONI ESEGUIBILI DA PERSONALE SPECIALIZZATO 05.02.02.I01 Pulizia Cadenza: ogni 12 mesi Eseguire una pulizia dei pozzetti mediante asportazione dei fanghi di deposito e lavaggio con acqua a pressione. • Ditte specializzate: Specializzati vari. Elemento Manutenibile: 05.02.03 Stazioni di sollevamento Unità Tecnologica: 05.02 Impianto fognario acque bianche e acque nere Le stazioni di pompaggio sono le apparecchiature utilizzate per convogliare le acque di scarico attraverso una tubazione di sollevamento per portarle in superficie. Le stazioni di pompaggio sono talora necessarie nelle connessioni di scarico e nei collettori di fognatura a gravità al fine di evitare profondità di posa eccessive o di drenare le zone sotto quota. Possono, inoltre, essere necessarie per troppopieni di collettori misti o recapiti intermedi per far confluire le acque di scarico negli impianti di trattamento o nei corpi ricettori Le pompe per sollevare le acque di fognatura devono essere abbondantemente insensibili alle sostanze ingombranti presenti in sospensione nei liquami; al fine di scongiurare il pericolo di ostruzioni, sono opportune sezioni di flusso attraverso le pompe il più semplice e larghe possibile. Delle aperture grandi disposte in maniera conveniente permettono di eliminare facilmente le aperture che comunque si verificano evitando costosi lavori di smontaggio. REQUISITI E PRESTAZIONI (EM) Pagina 281 Manuale di Manutenzione 05.02.03.R01 (Attitudine al) controllo della tenuta Classe di Requisiti: Funzionalità tecnologica Classe di Esigenza: Funzionalità Le pompe di sollevamento ed i relativi componenti devono essere idonei ad impedire fughe dei fluidi assicurando così la durata e la funzionalità nel tempo del sistema. Prestazioni: Il controllo della tenuta deve essere garantito in condizioni di pressione e temperatura corrispondenti a quelle massime o minime di esercizio. Livello minimo della prestazione: La capacità di tenuta delle stazioni di pompaggio può essere verificata mediante prova da effettuarsi con le modalità ed i tempi previsti dalla norma UNI EN 809. In particolare le valvole di intercettazione possono essere controllate immergendole nell’acqua applicando a monte una pressione d’aria di almeno 6 bar per alcuni secondi (non meno di 20) e verificando che non si determini alcuna perdita e che quindi non si verificano bolle d’aria nell’acqua di prova. 05.02.03.R02 (Attitudine al) controllo delle dispersioni elettriche Classe di Requisiti: Funzionalità d'uso Classe di Esigenza: Funzionalità Il gruppo di pompaggio deve essere protetto da un morsetto di terra contro la formazione di cariche positive. Il morsetto di terra deve essere collegato direttamente ad un conduttore di terra. Prestazioni: L’alimentazione di energia elettrica al gruppo di pompaggio deve avvenire tramite accorgimenti necessari per garantire l’isolamento della pompa dall’alimentazione elettrica stessa. Livello minimo della prestazione: L’apparecchiatura elettrica deve funzionare in modo sicuro nell’ambiente e nelle condizioni di lavoro specificate ed alle caratteristiche e tolleranze di alimentazione elettrica dichiarate, tenendo conto delle disfunzioni prevedibili. 05.02.03.R03 Comodità d'uso e manovra Classe di Requisiti: Protezione dai rischi d'intervento Classe di Esigenza: Sicurezza Gli alberi rotanti dotati di linguette o altre protrusioni esposte in grado di provocare tagli o impigliamenti devono essere protetti o muniti di ripari. Prestazioni: Parti esposte in movimento possono costituire pericolo, quindi devono essere incorporati mezzi che ne riducano il rischio. Livello minimo della prestazione: Devono essere utilizzate barriere di protezione per la prevenzione del contatto con le parti in movimento, fermi di fine-corsa e ripari tutti conformi alla normativa di settore. 05.02.03.R04 Stabilità morfologica Classe di Requisiti: Di stabilità Classe di Esigenza: Sicurezza La pompa o il gruppo di pompaggio devono rimanere stabili in tutte le fasi del trasporto,del montaggio e dello smontaggio nelle condizioni previste quando sono inclinati di un angolo di 10° in qualsiasi direzione rispetto alla loro posizione normale. Prestazioni: I dispositivi di supporto devono essere trattati come attrezzature particolari ed i dettagli relativi al loro impiego devono essere forniti nelle informazioni per l’uso o nelle istruzioni per l’uso. Livello minimo della prestazione: Quando la pompa è installata, deve essere resa stabile mediante l’uso di bulloni di fissaggio a terra oppure mediante l’impiego di altri metodi di ancoraggio. I bulloni per il fissaggio a terra o gli altri metodi di ancoraggio devono essere sufficientemente resistenti da impedire il movimento fisico accidentale dell’apparecchio. Pagina 282 Manuale di Manutenzione ANOMALIE RISCONTRABILI 05.02.03.A01 Difetti ai raccordi o alle connessioni Perdite del fluido in prossimità di raccordi dovute a errori o sconnessioni delle giunzioni. 05.02.03.A02 Difetti delle griglie Rottura delle griglie per cui si verificano introduzioni di materiale di risulta. 05.02.03.A03 Difetti di funzionamento delle valvole Difetti di funzionamento delle valvole dovuti ad errori di posa in opera o al cattivo dimensionamento delle stesse. 05.02.03.A04 Erosione Erosione del suolo all’esterno dei tubi che è solitamente causata dall’infiltrazione di terra. 05.02.03.A05 Odori sgradevoli Setticità delle acque di scarico che può produrre odori sgradevoli accompagnati da gas letali o esplosivi e aggressioni chimiche rischiose per la salute delle persone. 05.02.03.A06 Perdite di carico Perdite di carico di esercizio delle valvole dovute a cattivo funzionamento delle stesse. 05.02.03.A07 Perdite di olio Perdite d'olio dalle valvole che si manifestano con macchie di olio sul pavimento. 05.02.03.A08 Rumorosità Eccessivo livello del rumore prodotto dalle pompe di sollevamento durante il loro normale funzionamento. 05.02.03.A09 Sedimentazione Accumulo di depositi minerali sul fondo dei condotti che può causare l’ostruzione delle condotte. CONTROLLI ESEGUIBILI DA PERSONALE SPECIALIZZATO 05.02.03.C01 Controllo generale delle pompe Cadenza: ogni 6 mesi Tipologia: Ispezione a vista Verificare lo stato di funzionalità della pompa accertando che non ci sia stazionamento di aria e che la pompa ruoti nel senso giusto. • Anomalie riscontrabili: 1) Perdite di carico; 2) Perdite di olio; 3) Rumorosità. 05.02.03.C02 Controllo organi di tenuta Cadenza: ogni 6 mesi Tipologia: Controllo Verificare tutti gli organi di tenuta per accertarsi che non vi siano perdite eccessive e che il premitraccia non lasci passare l'acqua. 05.02.03.C03 Controllo prevalenza Cadenza: ogni 2 anni Pagina 283 Manuale di Manutenzione Tipologia: Misurazioni Effettuare un controllo della prevalenza applicando dei manometri sulla tubazione di mandata e su quella di aspirazione al fine di verificare la compatibilità dei valori registrati con quelli di collaudo. • Anomalie riscontrabili: 1) Difetti di funzionamento delle valvole. MANUTENZIONI ESEGUIBILI DA PERSONALE SPECIALIZZATO 05.02.03.I01 Pulizia Cadenza: ogni 12 mesi Eseguire una pulizia delle stazioni di pompaggio mediante asportazione dei fanghi di deposito e lavaggio con acqua a pressione. • Ditte specializzate: Specializzati vari. 05.02.03.I02 Revisione generale pompe Cadenza: ogni 12 mesi Effettuare una disincrostazione meccanica e se necessario anche chimica biodegradabile della pompa e del girante nonché una lubrificazione dei cuscinetti. Eseguire una verifica sulle guarnizioni ed eventualmente sostituirle. • Ditte specializzate: Specializzati vari. Elemento Manutenibile: 05.02.04 Tombini Unità Tecnologica: 05.02 Impianto fognario acque bianche e acque nere I tombini sono dei dispositivi che consentono l'ispezione e la verifica dei condotti fognari. Vengono posizionati ad intervalli regolari lungo la tubazione fognaria e possono essere realizzati in vari materiali quali ghisa, acciaio, calcestruzzo armato a seconda del carico previsto (stradale, pedonale, ecc.). REQUISITI E PRESTAZIONI (EM) 05.02.04.R01 Resistenza meccanica Classe di Requisiti: Di stabilità Classe di Esigenza: Sicurezza I tombini devono essere in grado di contrastare in modo efficace il prodursi di deformazioni o rotture sotto l'azione di determinate sollecitazioni. Prestazioni: I tombini devono essere idonei ad assicurare stabilità e resistenza all’azione di sollecitazioni meccaniche in modo da garantirne durata e funzionalità nel tempo. Livello minimo della prestazione: La resistenza meccanica dei tombini può essere verificata mediante prova da effettuarsi con le modalità ed i tempi previsti dalla norma UNI EN 13380. Non devono prodursi alcuna incrinatura o frattura prima del raggiungimento del carico di prova. Pagina 284 Manuale di Manutenzione 05.02.04.R02 Attituidine al controllo della tenuta Classe di Requisiti: Funzionalità tecnologica Classe di Esigenza: Funzionalità I componenti ed i materiali con cui sono realizzati i tombini devono sottostare, senza perdite, ad una prova in pressione idrostatica interna. Prestazioni: I tombini devono essere idonei ad assicurare stabilità e resistenza in modo da garantirne durata e funzionalità nel tempo ed assicurare la portata e la pressione di esercizio dei fluidi. Livello minimo della prestazione: Quando destinati alla ristrutturazione o alla riparazione di tubi, pozzetti, raccordi e giunti, i componenti ed i materiali devono superare una prova di pressione crescente da 0 kPa a 50 kPa. I componenti ed i materiali dei pozzetti destinati alla ristrutturazione o riparazione di gruppi camere di ispezione da impiegarsi a profondità pari o minori di 2,0 m devono essere sottoposti ad una prova in pressione idrostatica interna pari alla pressione esercitata dall’acqua quando completamente pieni. I pozzi dei gruppi camere di ispezione destinate all’impiego a profondità maggiori di 2,0 m devono essere sottoposti alle prove previste per i pozzetti. ANOMALIE RISCONTRABILI 05.02.04.A01 Anomalie piastre Rottura delle piastre di copertura dei pozzetti o chiusini difettosi, chiusini rotti, incrinati, mal posati o sporgenti. 05.02.04.A02 Cedimenti Cedimenti strutturali della base di appoggio e delle pareti laterali. 05.02.04.A03 Corrosione Corrosione dei tombini con evidenti segni di decadimento evidenziato con cambio di colore e presenza di ruggine in prossimità delle corrosioni. 05.02.04.A04 Presenza di vegetazione Presenza di vegetazione caratterizzata dalla formazione di piante, licheni, muschi. 05.02.04.A05 Sedimentazione Accumulo di depositi minerali sui tombini che provoca anomalie nell'apertura e chiusura degli stessi. 05.02.04.A06 Sollevamento Sollevamento delle coperture dei tombini. CONTROLLI ESEGUIBILI DA PERSONALE SPECIALIZZATO 05.02.04.C01 Controllo generale Cadenza: ogni 12 mesi Tipologia: Ispezione Verificare lo stato generale e l'integrità della piastra di copertura dei pozzetti, della base di appoggio e delle pareti laterali. • Requisiti da verificare: 1) Resistenza meccanica; 2) Attituidine al controllo della tenuta. Pagina 285 Manuale di Manutenzione • Anomalie riscontrabili: 1) Anomalie piastre. MANUTENZIONI ESEGUIBILI DA PERSONALE SPECIALIZZATO 05.02.04.I01 Pulizia Cadenza: ogni 6 mesi Eseguire una pulizia dei tombini ed eseguire una lubrificazione delle cerniere. • Ditte specializzate: Specializzati vari. Elemento Manutenibile: 05.02.05 Tubazioni in acciaio Unità Tecnologica: 05.02 Impianto fognario acque bianche e acque nere Pur avendo una ricca varietà di dimensioni, spessori, lunghezze e resistenze, si adoperano soltanto nei tronchi delle fognature in pressione, soprattutto nell'ambito delle stazioni di pompaggio degli impianti di depurazione e dei sifoni. I tubi in acciaio saldato si adattano bene ai percorsi tortuosi grazie ai molti pezzi speciali, non hanno bisogno di particolari ancoraggi perché le giunzioni per saldatura gli danno adeguata rigidezza. Necessitano senza eccezione di meticolosi rivestimenti quali la zincatura a fuoco, rivestimento in malta di cemento, ecc.. REQUISITI E PRESTAZIONI (EM) 05.02.05.R01 Regolarità delle finiture Classe di Requisiti: Visivi Classe di Esigenza: Aspetto Le tubazioni ed i relativi accessori (giunti, valvole) devono essere realizzati con materiali privi di impurità. Prestazioni: Le tubazioni, ad un esame visivo, non devono presentare irregolarità geometriche evidenti. Le superfici interne ed esterne devono essere prive di fessure, impurità e vespai. Livello minimo della prestazione: La superficie interna deve essere liscia ed esente da qualsiasi cricca o difetto che possa ostacolare il flusso. La superficie interna dei manicotti deve essere esente da imperfezioni protrudenti. La superficie esterna deve essere liscia ed esente da irregolarità taglienti che possano danneggiare le guarnizioni di tenuta durante la messa in opera. Le eventuali variazioni del diametro non devono superare i limiti delle tolleranze massime ammesse nel prospetto 4 della UNI EN 1124-2 o nel prospetto 5 della UNI EN 1124-3. 05.02.05.R02 Tenuta all'acqua Classe di Requisiti: Di stabilità Classe di Esigenza: Sicurezza Le tubazioni in acciaio e le giunzioni devono garantire una tenuta alla pressione di esercizio prevista per l'impianto. Prestazioni: La prova per verificare la tenuta all'acqua deve essere effettuata conformemente alle prescrizioni delle norme Pagina 286 Manuale di Manutenzione Livello minimo della prestazione: Tutti i tubi e i raccordi, comprese le giunzioni, devono conservare le loro caratteristiche di tenuta all’acqua alle pressioni interne o esterne che vanno da 0 kPa a 50 kPa. 05.02.05.R03 Tenuta all'aria Classe di Requisiti: Di stabilità Classe di Esigenza: Sicurezza Le tubazioni in acciaio e le giunzioni devono garantire una tenuta all'aria. Prestazioni: La tenuta all'aria può essere verificata conformemente a quanto indicato dalla norma UNI EN 1124 anche con un disassamento di 2° in corrispondenza della giunzione del tubo; non deve esserci alcuna fuoriuscita di aria qualunque sia la pressione applicata. Livello minimo della prestazione: I giunti dei raccordi agli apparecchi sanitari devono resistere a una pressione dell'aria interna di prova di 1 kPa. Le giunzioni dei tubi devono resistere a una pressione dell'aria interna di prova di 10 kPa. ANOMALIE RISCONTRABILI 05.02.05.A01 Accumulo di grasso Accumulo di grasso che si deposita sulle pareti dei condotti. 05.02.05.A02 Corrosione Corrosione delle tubazioni di adduzione con evidenti segni di decadimento delle stesse evidenziato con cambio di colore e presenza di ruggine in prossimità delle corrosioni. 05.02.05.A03 Difetti ai raccordi o alle connessioni Perdite del fluido in prossimità di raccordi dovute a errori o sconnessioni delle giunzioni. 05.02.05.A04 Difetti rivestimenti Difetti di tenuta dei rivestimenti di protezione che provocano erosione e/o corrosione delle tubazioni. 05.02.05.A05 Erosione Erosione del suolo all’esterno dei tubi che è solitamente causata dall’infiltrazione di terra. 05.02.05.A06 Incrostazioni Accumulo di depositi minerali sulle pareti dei condotti. 05.02.05.A07 Odori sgradevoli Setticità delle acque di scarico che può produrre odori sgradevoli accompagnati da gas letali o esplosivi e aggressioni chimiche rischiose per la salute delle persone. 05.02.05.A08 Penetrazione di radici Penetrazione all'interno dei condotti di radici vegetali che provocano intasamento del sistema. 05.02.05.A09 Sedimentazione Accumulo di depositi minerali sul fondo dei condotti che può causare l’ostruzione delle condotte. Pagina 287 Manuale di Manutenzione CONTROLLI ESEGUIBILI DA PERSONALE SPECIALIZZATO 05.02.05.C01 Controllo della manovrabilità valvole Cadenza: ogni 12 mesi Tipologia: Controllo Effettuare una manovra di tutti gli organi di intercettazione per evitare che si blocchino. • Anomalie riscontrabili: 1) Difetti ai raccordi o alle connessioni. 05.02.05.C02 Controllo generale Cadenza: ogni 12 mesi Tipologia: Controllo a vista Verificare lo stato degli eventuali dilatatori e giunti elastici, la tenuta delle congiunzioni a flangia, la stabilità dei sostegni e degli eventuali giunti fissi. Verificare inoltre l'assenza di odori sgradevoli e di inflessioni nelle tubazioni. • Anomalie riscontrabili: 1) Corrosione; 2) Difetti ai raccordi o alle connessioni. 05.02.05.C03 Controllo tenuta Cadenza: ogni 12 mesi Tipologia: Controllo a vista Verificare l'integrità delle tubazioni con particolare attenzione ai raccordi tra tronchi di tubo. • Anomalie riscontrabili: 1) Corrosione; 2) Difetti ai raccordi o alle connessioni. MANUTENZIONI ESEGUIBILI DA PERSONALE SPECIALIZZATO 05.02.05.I01 Pulizia Cadenza: ogni 6 mesi Eseguire una pulizia dei sedimenti formatisi e che provocano ostruzioni diminuendo la capacità di trasporto dei fluidi. • Ditte specializzate: Idraulico. Elemento Manutenibile: 05.02.06 Tubazioni in c.a. Unità Tecnologica: 05.02 Impianto fognario acque bianche e acque nere Le tubazioni dell'impianto di smaltimento delle acque provvedono allo sversamento dell'acqua nei collettori fognari o nelle vasche di accumulo, se presenti. Tali tubazioni possono essere realizzate in calcestruzzo cementizio armato. I processi di fabbricazione più usati sono quelli di centrifugazione e di laminazione. Con la centrifugazione il calcestruzzo viene spinto dalla forza centrifuga verso l'esterno in strati sottili. Nella laminazione il calcestruzzo fresco viene cilindrato in strati sottili. I tubi sono prevalentemente di forma circolare sia all'interno che all'esterno. I giunti possono essere a bicchiere o a manicotto. Le eccellenti caratteristiche meccaniche del calcestruzzo, migliorate dall'armatura metallica, rendono possibili maggiori lunghezze e dimensioni. I diametri variano dai 25 ai 400 cm, la lunghezza è pari ad almeno 2,5 m con un massimo di 6 m. I tubi circolari hanno Pagina 288 Manuale di Manutenzione un'armatura circolare anulare in uno o più strati che deve essere disposta ad una distanza regolare su tutta la lunghezza del tubo, compresi il bicchiere. L'armatura è collegata da bacchette longitudinali piegate nel bicchiere ed unite nei punti di giunzione. REQUISITI E PRESTAZIONI (EM) 05.02.06.R01 (Attitudine al) controllo della tenuta Classe di Requisiti: Funzionalità tecnologica Classe di Esigenza: Funzionalità Le tubazioni in cls armato ed i relativi complementi devono essere in grado di garantire in ogni momento la tenuta dei fluidi. Prestazioni: La tenuta deve essere verificata in sede di collaudo (ed annotata sul certificato di collaudo) e successivamente con ispezioni volte alla verifica di detto requisito. Livello minimo della prestazione: La prova per verificare la tenuta viene così eseguita: - riempimento della tubazione fino ad eliminare l'aria; - incremento della pressione fino al valore della pressione di esercizio. Le tubazioni devono essere mantenute nella condizione di carico per almeno 15 minuti trascorsi i quali non devono verificarsi gocciolamenti verso l'esterno della tubazione. 05.02.06.R02 Impermeabilità Classe di Requisiti: Controllabilità tecnologica Classe di Esigenza: Controllabilità Le tubazioni in cls armato devono essere realizzati con cementi ed additivi in modo da non consentire l'assorbimento di acqua. Prestazioni: Le tubazioni durante il loro funzionamento non devono assorbire acqua per consentire di rispettare i valori della portata dell'impianto. Livello minimo della prestazione: Devono essere rispettati i valori indicati dalla norma UNI EN 639. 05.02.06.R03 Regolarità delle finiture Classe di Requisiti: Visivi Classe di Esigenza: Aspetto Le tubazioni in calcestruzzo armato devono essere realizzati con materiali privi di impurità. Prestazioni: Il calcestruzzo, ad un esame visivo, deve risultare omogeneo e compatto ed i tubi non devono presentare irregolarità geometriche evidenti. Le superfici interne ed esterne devono essere prive di fessure, impurità e vespai. Livello minimo della prestazione: La superficie interna deve essere cilindrica in modo da rispettare le prescrizioni riportate dalla norma UNI EN 639. Il diametro, la lunghezza e lo spessore devono essere quelli indicati dalla norma UNI EN 639. 05.02.06.R04 Resistenza alla compressione Classe di Requisiti: Di stabilità Classe di Esigenza: Sicurezza Le tubazioni in cls devono essere in grado di resistere a sforzi di compressione che si verificano durante il funzionamento. Prestazioni: La resistenza alla compressione da considerare è il valore caratteristico basato su un percentile del 95% ricavato dalle prove eseguite sui cilindri. Possono essere utilizzati cilindri di dimensioni diverse, a condizione che vengano applicati fattori di conversione per correlarli alla dimensione normalizzata di 150 mm x 300 mm. Qualora vengano utilizzati dei cubi, devono essere applicati fattori di conversione. Pagina 289 Manuale di Manutenzione Livello minimo della prestazione: Se vengono utilizzati cubi da 150 mm, i risultati delle prove devono essere divisi per un fattore di conversione di: - 1,20 per i risultati delle prove minori di 45 MPa; - 1,10 per i risultati delle prove uguali o maggiori di 45 MPa. Se vengono utilizzati i cubi da 100 mm, i risultati delle prove devono essere divisi per 1,05 prima di applicare le conversioni menzionate in precedenza. ANOMALIE RISCONTRABILI 05.02.06.A01 Accumulo di grasso Accumulo di grasso che si deposita sulle pareti dei condotti. 05.02.06.A02 Corrosione armature Corrosione delle armature delle tubazioni con evidenti segni di decadimento delle stesse evidenziato con cambio di colore e presenza di ruggine in prossimità delle corrosioni. 05.02.06.A03 Difetti ai raccordi o alle connessioni Perdite del fluido in prossimità di raccordi dovute a errori o sconnessioni delle giunzioni. 05.02.06.A04 Erosione Erosione del suolo all’esterno dei tubi che è solitamente causata dall’infiltrazione di terra. 05.02.06.A05 Incrostazioni Accumulo di depositi minerali sulle pareti dei condotti. 05.02.06.A06 Odori sgradevoli Setticità delle acque di scarico che può produrre odori sgradevoli accompagnati da gas letali o esplosivi e aggressioni chimiche rischiose per la salute delle persone. 05.02.06.A07 Penetrazione di radici Penetrazione all'interno dei condotti di radici vegetali che provocano intasamento del sistema. 05.02.06.A08 Sedimentazione Accumulo di depositi minerali sul fondo dei condotti che può causare l’ostruzione delle condotte. CONTROLLI ESEGUIBILI DA PERSONALE SPECIALIZZATO 05.02.06.C01 Controllo generale Cadenza: ogni 12 mesi Tipologia: Controllo a vista Verificare lo stato degli eventuali dilatatori e giunti elastici, la tenuta delle congiunzioni a flangia, la stabilità dei sostegni e degli eventuali giunti fissi. Verificare inoltre l'assenza di odori sgradevoli e di inflessioni nelle tubazioni. • • Requisiti da verificare: 1) Regolarità delle finiture. Anomalie riscontrabili: 1) Corrosione armature; 2) Difetti ai raccordi o alle connessioni. 05.02.06.C02 Controllo tenuta Pagina 290 Manuale di Manutenzione Cadenza: ogni 12 mesi Tipologia: Controllo a vista Verificare l'integrità delle tubazioni con particolare attenzione ai raccordi tra tronchi di tubo. • • Requisiti da verificare: 1) . Anomalie riscontrabili: 1) Corrosione armature; 2) Difetti ai raccordi o alle connessioni. MANUTENZIONI ESEGUIBILI DA PERSONALE SPECIALIZZATO 05.02.06.I01 Pulizia Cadenza: ogni 6 mesi Eseguire una pulizia dei sedimenti formatisi e che provocano ostruzioni diminuendo la capacità di trasporto dei fluidi. • Ditte specializzate: Idraulico. Elemento Manutenibile: 05.02.07 Tubazioni in polietilene Unità Tecnologica: 05.02 Impianto fognario acque bianche e acque nere Le tubazioni dell'impianto di smaltimento delle acque provvedono allo sversamento dell'acqua nei collettori fognari o nelle vasche di accumulo, se presenti. Possono essere realizzate in polietilene. Il polietilene si forma dalla polimerizzazione dell'etilene e per gli acquedotti e le fognature se ne usa il tipo ad alta densità. Grazie alla sua perfetta impermeabilità si adopera nelle condutture subacquee e per la sua flessibilità si utilizza nei sifoni. Di solito l'aggiunta di nerofumo e di stabilizzatori preserva i materiali in PE dall'invecchiamento e dalle alterazioni provocate dalla luce e dal calore. Per i tubi a pressione le giunzioni sono fatte o con raccordi mobili a vite in PE, ottone, alluminio, ghisa malleabile, o attraverso saldatura a 200 °C con termoelementi e successiva pressione a 1,5-2 kg/cm2 della superficie da saldare, o con manicotti pressati con filettatura interna a denti di sega. REQUISITI E PRESTAZIONI (EM) 05.02.07.R01 (Attitudine al) controllo della tenuta Classe di Requisiti: Funzionalità tecnologica Classe di Esigenza: Funzionalità Le tubazioni devono essere in grado di garantire in ogni momento la tenuta e la pressione richiesti dall'impianto. Prestazioni: La prova deve essere effettuata su tubi in rotoli e su un tratto di tubo in opera comprendente almeno un giunto. Gli elementi su cui si verifica la tenuta devono essere portati sotto pressione interna per mezzo di acqua. Livello minimo della prestazione: Il valore della pressione da mantenere è di 0,05 MPa per il tipo 303, di 1,5 volte il valore normale della pressione per il tipo 312 e di 1,5 la pressione per i tipi P, Q e R, e deve essere raggiunto entro 30 s e mantenuto per circa 2 minuti. Al termine della prova non devono manifestarsi perdite, deformazioni o altri eventuali irregolarità. Pagina 291 Manuale di Manutenzione 05.02.07.R02 Regolarità delle finiture Classe di Requisiti: Visivi Classe di Esigenza: Aspetto Le tubazioni in polietilene devono essere realizzate con materiali privi di impurità. Prestazioni: Le superfici interne ed esterne dei tubi e dei raccordi devono essere lisce, pulite ed esenti da cavità, bolle, impurità, porosità e qualsiasi altro difetto superficiale. Le estremità dei tubi e dei raccordi devono essere tagliate nettamente, perpendicolarmente all'asse. Livello minimo della prestazione: Le misurazioni dei parametri caratteristici delle tubazioni devono essere effettuate con strumenti di precisione in grado di garantire una precisione di: - 5 mm per la misura della lunghezza; - 0,05 per la misura dei diametri; - 0,01 per la misura degli spessori. ANOMALIE RISCONTRABILI 05.02.07.A01 Accumulo di grasso Accumulo di grasso che si deposita sulle pareti dei condotti. 05.02.07.A02 Difetti ai raccordi o alle connessioni Perdite del fluido in prossimità di raccordi dovute a errori o sconnessioni delle giunzioni. 05.02.07.A03 Erosione Erosione del suolo all’esterno dei tubi che è solitamente causata dall’infiltrazione di terra. 05.02.07.A04 Incrostazioni Accumulo di depositi minerali sulle pareti dei condotti. 05.02.07.A05 Odori sgradevoli Setticità delle acque di scarico che può produrre odori sgradevoli accompagnati da gas letali o esplosivi e aggressioni chimiche rischiose per la salute delle persone. 05.02.07.A06 Penetrazione di radici Penetrazione all'interno dei condotti di radici vegetali che provocano intasamento del sistema. 05.02.07.A07 Sedimentazione Accumulo di depositi minerali sul fondo dei condotti che può causare l’ostruzione delle condotte. CONTROLLI ESEGUIBILI DA PERSONALE SPECIALIZZATO 05.02.07.C01 Controllo della manovrabilità valvole Cadenza: ogni 12 mesi Tipologia: Controllo Effettuare una manovra di tutti gli organi di intercettazione per evitare che si blocchino. • Requisiti da verificare: 1) . Pagina 292 Manuale di Manutenzione • Anomalie riscontrabili: 1) Difetti ai raccordi o alle connessioni. 05.02.07.C02 Controllo generale Cadenza: ogni 12 mesi Tipologia: Controllo a vista Verificare lo stato degli eventuali dilatatori e giunti elastici, la tenuta delle congiunzioni a flangia, la stabilità dei sostegni e degli eventuali giunti fissi. Verificare inoltre l'assenza di odori sgradevoli e di inflessioni nelle tubazioni. • • Requisiti da verificare: 1) ; 2) Regolarità delle finiture. Anomalie riscontrabili: 1) Difetti ai raccordi o alle connessioni; 2) Odori sgradevoli. 05.02.07.C03 Controllo tenuta Cadenza: ogni 12 mesi Tipologia: Controllo a vista Verificare l'integrità delle tubazioni con particolare attenzione ai raccordi tra tronchi di tubo. • • Requisiti da verificare: 1) . Anomalie riscontrabili: 1) Difetti ai raccordi o alle connessioni; 2) Accumulo di grasso; 3) Incrostazioni. MANUTENZIONI ESEGUIBILI DA PERSONALE SPECIALIZZATO 05.02.07.I01 Pulizia Cadenza: ogni 6 mesi Eseguire una pulizia dei sedimenti formatisi e che provocano ostruzioni diminuendo la capacità di trasporto dei fluidi. • Ditte specializzate: Idraulico. Elemento Manutenibile: 05.02.08 Tubazioni in polivinile non plastificato Unità Tecnologica: 05.02 Impianto fognario acque bianche e acque nere Le tubazioni dell'impianto di smaltimento delle acque provvedono allo sversamento dell'acqua nei collettori fognari o nelle vasche di accumulo se presenti. Le tubazioni possono essere realizzate in polivinile non plastificato. Per polimerizzazione di acetilene ed acido cloridrico si ottiene il PVC; se non si aggiungono additivi si ottiene il PVC duro che si utilizza negli acquedotti e nelle fognature. Questo materiale è difficilmente infiammabile e fonoassorbente. I tubi in PVC hanno lunghezze fino a 10 m e diametri piccoli, fino a 40 cm. Un limite all'utilizzo dei tubi in PVC è costituito dalla scarichi caldi continui. Per condutture con moto a pelo libero i tubi si congiungono con la giunzione con anello di gomma a labbro; per condutture in pressione si usano giunzioni a manicotto. REQUISITI E PRESTAZIONI (EM) Pagina 293 Manuale di Manutenzione 05.02.08.R01 Regolarità delle finiture Classe di Requisiti: Visivi Classe di Esigenza: Aspetto Le tubazioni in polivinile non plastificato devono essere realizzate con materiali privi di impurità. Prestazioni: Le superfici interne ed esterne dei tubi e dei raccordi devono essere lisce, pulite ed esenti da cavità, bolle, impurità, porosità e qualsiasi altro difetto superficiale. Le estremità dei tubi e dei raccordi devono essere tagliate nettamente, perpendicolarmente all'asse. Livello minimo della prestazione: Le dimensioni devono essere misurate secondo la norma UNI EN 1329. In caso di contestazione, la temperatura di riferimento è 23 +/- 2 °C. 05.02.08.R02 Resistenza a sbalzi di temperatura Classe di Requisiti: Di stabilità Classe di Esigenza: Sicurezza Le tubazioni ed i relativi complementi non devono subire disgregazioni o dissoluzioni se sottoposti all'azione di temperature elevate. Prestazioni: I tubi sono sottoposti a prova con i metodi specificati nel prospetto 19 della norma UNI EN 1329, usando i parametri indicati, i tubi devono presentare caratteristiche fisiche conformi ai requisiti indicati. Livello minimo della prestazione: In particolare deve verificarsi un ritiro longitudinale del tubo minore del 5% ed inoltre non deve mostrare bolle o crepe. 05.02.08.R03 Resistenza all'urto Classe di Requisiti: Di stabilità Classe di Esigenza: Sicurezza Le tubazioni devono essere in grado di resistere a sforzi che si verificano durante il funzionamento. Prestazioni: I materiali utilizzati per la formazione delle tubazioni in polivinile non plastificato ed eventuali additivi utilizzati per gli impasti devono essere privi di impurità per evitare fenomeni di schiacciamento. Livello minimo della prestazione: Devono essere rispettati i valori minimi indicati dalla norma UNI EN 1329 al punto 7. ANOMALIE RISCONTRABILI 05.02.08.A01 Accumulo di grasso Accumulo di grasso che si deposita sulle pareti dei condotti. 05.02.08.A02 Difetti ai raccordi o alle connessioni Perdite del fluido in prossimità di raccordi dovute a errori o sconnessioni delle giunzioni. 05.02.08.A03 Erosione Erosione del suolo all’esterno dei tubi che è solitamente causata dall’infiltrazione di terra. 05.02.08.A04 Incrostazioni Accumulo di depositi minerali sulle pareti dei condotti. Pagina 294 Manuale di Manutenzione 05.02.08.A05 Odori sgradevoli Setticità delle acque di scarico che può produrre odori sgradevoli accompagnati da gas letali o esplosivi e aggressioni chimiche rischiose per la salute delle persone. 05.02.08.A06 Penetrazione di radici Penetrazione all'interno dei condotti di radici vegetali che provocano intasamento del sistema. 05.02.08.A07 Sedimentazione Accumulo di depositi minerali sul fondo dei condotti che può causare l’ostruzione delle condotte. CONTROLLI ESEGUIBILI DA PERSONALE SPECIALIZZATO 05.02.08.C01 Controllo generale Cadenza: ogni 12 mesi Tipologia: Controllo a vista Verificare lo stato degli eventuali dilatatori e giunti elastici, la tenuta delle congiunzioni a flangia, la stabilità dei sostegni e degli eventuali giunti fissi. Verificare inoltre l'assenza di odori sgradevoli e di inflessioni nelle tubazioni. • • Requisiti da verificare: 1) Regolarità delle finiture. Anomalie riscontrabili: 1) Difetti ai raccordi o alle connessioni; 2) Odori sgradevoli. 05.02.08.C02 Controllo tenuta Cadenza: ogni 12 mesi Tipologia: Controllo a vista Verificare l'integrità delle tubazioni con particolare attenzione ai raccordi tra tronchi di tubo. • • Requisiti da verificare: 1) Resistenza all'urto. Anomalie riscontrabili: 1) Difetti ai raccordi o alle connessioni. MANUTENZIONI ESEGUIBILI DA PERSONALE SPECIALIZZATO 05.02.08.I01 Pulizia Cadenza: ogni 6 mesi Eseguire una pulizia dei sedimenti formatisi e che provocano ostruzioni diminuendo la capacità di trasporto dei fluidi. • Ditte specializzate: Idraulico. Pagina 295 Manuale di Manutenzione Unità Tecnologica: 05.03 Opere di ingegneria naturalistica L’ingegneria naturalistica si applica per attenuare i danni creati dal dissesto idrogeologico; in particolare essa adopera le piante vive, abbinate ad altri materiali quali il legno, la pietra, la terra, ecc., per operazioni di consolidamento e interventi antierosivi, per la riproduzione di ecosistemi simili ai naturali e per l’incremento della biodiversità. I campi di intervento sono: a) consolidamento dei versanti e delle frane; b) recupero di aree degradate; c) attenuazione degli impatti causati da opere di ingegneria: barriere antirumore e visive, filtri per le polveri, ecc.; d) inserimento ambientale delle infrastrutture. Le finalità degli interventi sono: a) tecnico-funzionali; b) naturalistiche; c) estetiche e paesaggistiche; d) economiche. Per realizzare un intervento di ingegneria naturalistica occorre realizzare un attento studio bibliografico, geologico, geomorfologico, podologico, floristico e vegetazionale per scegliere le specie e le tipologie vegetazionali d’intervento. Alla fase di studio e di indagine deve seguire l’individuazione dei criteri progettuali, la definizione delle tipologie di ingegneria naturalistica e la lista delle specie flogistiche da utilizzare. REQUISITI E PRESTAZIONI (UT) 05.03.R01 Resistenza alla corrosione Classe di Requisiti: Durabilità tecnologica Classe di Esigenza: Durabilità Le reti utilizzate devono essere realizzate con materiali idonei in modo da garantire la funzionalità del sistema. Prestazioni: Le reti devono essere realizzate con ferri capaci di non generare fenomeni di corrosione se sottoposti all'azione dell'acqua e del gelo. Possono essere rivestiti con rivestimenti di zinco e di lega di zinco. Livello minimo della prestazione: I materiali utilizzati per la formazione delle reti devono soddisfare i requisiti indicati dalla normativa UNI di settore. 05.03.R02 Resistenza alla trazione Classe di Requisiti: Di stabilità Classe di Esigenza: Sicurezza Gli elementi utilizzati per realizzare opere di ingegneria naturalistica devono garantire resistenza ad eventuali fenomeni di trazione. Prestazioni: Le opere devono essere realizzate con materiali idonei a resistere a fenomeni di trazione che potrebbero verificarsi durante il ciclo di vita. Livello minimo della prestazione: Devono essere garantiti i valori previsti in sede di progetto. L'Unità Tecnologica è composta dai seguenti Elementi Manutenibili: ° 05.03.01 Gabbionate Pagina 296 Manuale di Manutenzione Elemento Manutenibile: 05.03.01 Gabbionate Unità Tecnologica: 05.03 Opere di ingegneria naturalistica Le gabbionate sono dei dispositivi realizzati con reti metalliche all'interno delle quali sono posizionati conci di pietra. Tali dispositivi vengono utilizzati per realizzare diaframmi di contenimento lungo scarpate e declivi naturali. Rappresentazione grafica e descrizione Gabbionata con talee ANOMALIE RISCONTRABILI 05.03.01.A01 Corrosione Fenomeni di corrosione delle reti di protezione dei gabbioni. 05.03.01.A02 Deposito superficiale Accumulo di pulviscolo atmosferico o di altri materiali estranei. 05.03.01.A03 Difetti di tenuta Difetti di tenuta dei gabbioni dovuti ad erronea posa in opera degli stessi. 05.03.01.A04 Patina biologica Strato sottile, morbido e omogeneo, aderente alla superficie e di evidente natura biologica, di colore variabile, per lo più verde. La Pagina 297 Manuale di Manutenzione patina biologica è costituita prevalentemente da microrganismi cui possono aderire polvere, terriccio. 05.03.01.A05 Perdita di materiale Perdita dei conci di pietra che costituiscono i gabbioni. 05.03.01.A06 Rotture Rotture delle reti di protezione che causano la fuoriuscita dei conci di pietra. CONTROLLI ESEGUIBILI DA PERSONALE SPECIALIZZATO 05.03.01.C01 Controllo generale Cadenza: ogni settimana Tipologia: Ispezione Verificare la stabilità dei gabbioni controllando che le reti siano efficienti e che non causino la fuoriuscita dei conci di pietra. • • Requisiti da verificare: 1) Resistenza alla corrosione; 2) Resistenza alla trazione. Anomalie riscontrabili: 1) Corrosione; 2) Deposito superficiale; 3) Difetti di tenuta; 4) Patina biologica; 5) Perdita di materiale; 6) Rotture. MANUTENZIONI ESEGUIBILI DA PERSONALE SPECIALIZZATO 05.03.01.I01 Pulizia Cadenza: ogni 6 mesi Eliminare tutti i depositi e la vegetazione eventualmente accumulatasi sui gabbioni. • Ditte specializzate: Specializzati vari. 05.03.01.I02 Sistemazione gabbioni Cadenza: quando occorre Sistemare i gabbioni e le reti in seguito ad eventi meteorici eccezionali e in ogni caso quando occorre. • Ditte specializzate: Specializzati vari. Pagina 298 Manuale di Manutenzione Corpo d'Opera: 06 IMPIANTO DI IRRIGAZIONE Unità Tecnologiche: ° 06.01 Aree a verde Pagina 299 Manuale di Manutenzione Unità Tecnologica: 06.01 Aree a verde Le aree a verde costituiscono l'insieme dei parchi, dei giardini e delle varietà arboree degli spazi urbani ed extra urbani. La distribuzione degli spazi verdi varia in funzione a standard urbanistici ed esigenze di protezione ambientale. Il verde urbano può avere molteplici funzioni di protezione ambientale: a) ossigenazione dell'aria; b) assorbimento del calore atmosferico; c) barriera contro i rumori ed altre fonti di inquinamento. L'Unità Tecnologica è composta dai seguenti Elementi Manutenibili: ° 06.01.01 Elettrovalvole ° 06.01.02 Irrigatori statici ° 06.01.03 Programmatori elettronici ° 06.01.04 Tubi in polietilene Pagina 300 Manuale di Manutenzione Elemento Manutenibile: 06.01.01 Elettrovalvole Unità Tecnologica: 06.01 Aree a verde Le elettrovalvole in linea sono generalmente realizzate in nylon e vetroresina per offrire una migliore resistenza alla corrosione e per prevenire perdite e rotture. Sono dotate di un solenoide (dotato di pistoncino e molla in acciaio inossidabile per prevenire la corrosione) e di un dispositivo di apertura manuale interna per mantenere asciutto il corpo delle valvole. REQUISITI E PRESTAZIONI (EM) 06.01.01.R01 Resistenza agli agenti aggressivi chimici Classe di Requisiti: Di stabilità Classe di Esigenza: Sicurezza Gli elementi dell'impianto di irrigazione devono conservare inalterate le proprie caratteristiche chimico fisiche sotto l'azione di agenti aggressivi chimici. Prestazioni: I materiali e i componenti delle elettrovalvole devono conservare inalterate le proprie caratteristiche chimico-fisiche sotto l'azione di agenti aggressivi chimici che potrebbero svilupparsi durante il funzionamento. Livello minimo della prestazione: Per la valutazione della resistenza agli agenti chimici presenti nell’aria si fa riferimento ai metodi di prova indicati dalle norme UNI. 06.01.01.R02 Resistenza al gelo Classe di Requisiti: Funzionalità d'uso Classe di Esigenza: Funzionalità Gli elementi costituenti le elettrovalvole devono essere realizzati con materiali in grado di non subire disgregazioni o dissoluzioni per effetto del ghiaccio. Prestazioni: La tenuta ad eventuali infiltrazioni di acqua o di neve deve essere garantita in condizioni di pressione e temperatura corrispondenti a quelle massime o minime esercizio. Livello minimo della prestazione: Per verificare la tenuta ad infiltrazioni di acqua gli elementi dell'impianto vengono sottoposti a prove di verifica con le modalità indicate dalla norma UNI di settore. Al termine della prova si deve verificare l'assenza di difetti o segni di cedimento. ANOMALIE RISCONTRABILI 06.01.01.A01 Anomalie delle molle Difetti di funzionamento della molla che regola il pistone del solenoide. 06.01.01.A02 Corrosione Fenomeni di corrosione delle parti metalliche degli irrigatori. Pagina 301 Manuale di Manutenzione 06.01.01.A03 Difetti dei filtri Difetti di funzionamento dei filtri di protezione dell'elettrovalvole. 06.01.01.A04 Difetti regolatore di flusso Difetti di funzionamento del regolatore di flusso dell'elettrovalvole. 06.01.01.A05 Difetti delle valvole Difetti di funzionamento delle valvole antiritorno per cui si verificano perdite di fluido. CONTROLLI ESEGUIBILI DA PERSONALE SPECIALIZZATO 06.01.01.C01 Controllo generale Cadenza: ogni mese Tipologia: Aggiornamento Eseguire un controllo generale delle valvole verificando il buon funzionamento delle guarnizioni, delle cerniere e delle molle. • Anomalie riscontrabili: 1) Corrosione; 2) Anomalie delle molle; 3) Difetti delle valvole. MANUTENZIONI ESEGUIBILI DA PERSONALE SPECIALIZZATO 06.01.01.I01 Lubrificazione valvole Cadenza: ogni anno Effettuare lo smontaggio della valvole ed eseguire una lubrificazione delle cerniere e delle molle che regolano le valvole. • Ditte specializzate: Giardiniere. Elemento Manutenibile: 06.01.02 Irrigatori statici Unità Tecnologica: 06.01 Aree a verde Gli irrigatori sono dei dispositivi dell'impianto di irrigazione che consentono di innaffiare le aree a verde. Tali dispositivi sono detti statici poiché dirigono il getto di acqua solo in una direzione a differenza degli irrigatori dinamici che consentono l'innaffiamento in più direzioni. REQUISITI E PRESTAZIONI (EM) 06.01.02.R01 (Attitudine al) controllo della portata dei fluidi Classe di Requisiti: Funzionalità d'uso Classe di Esigenza: Funzionalità Pagina 302 Manuale di Manutenzione Gli irrigatori devono essere in grado di garantire durante il funzionamento la portata e la pressione richiesti dall'impianto. Prestazioni: Le prestazioni e quindi la portata esse devono essere verificate in sede di collaudo e successivamente con ispezioni volte alla verifica di detti valori. Livello minimo della prestazione: I valori della portata variano in funzione del diametro delle tubazioni e degli ugelli degli irrigatori. ANOMALIE RISCONTRABILI 06.01.02.A01 Anomalie delle guarnizioni Difetti di tenuta delle guarnizioni per cui si verificano perdite di fluido. 06.01.02.A02 Anomalie delle molle Difetti di funzionamento delle molle di rientro degli irrigatori. 06.01.02.A03 Difetti di connessione Difetti di connessione degli ugelli e delle tubazioni di adduzione. 06.01.02.A04 Difetti delle frizioni Difetti di funzionamento delle frizioni di orientamento del getto. 06.01.02.A05 Difetti delle valvole Difetti di funzionamento delle valvole antiritorno per cui si verificano perdite di fluido. 06.01.02.A06 Ostruzioni Ostruzioni degli ugelli dei diffusori dovuti a polvere, terreno, sabbia, ecc. CONTROLLI ESEGUIBILI DA PERSONALE SPECIALIZZATO 06.01.02.C01 Controllo generale Cadenza: ogni mese Tipologia: Aggiornamento Verificare la corretta posizione degli irrigatori controllando che non vi siano ostacoli che impediscono il getto dell'acqua. Verificare la tenuta delle valvole e la funzionalità delle molle. • • Requisiti da verificare: 1) (Attitudine al) controllo della portata dei fluidi. Anomalie riscontrabili: 1) Ostruzioni; 2) Difetti di connessione; 3) Anomalie delle molle; 4) Anomalie delle guarnizioni; 5) Difetti delle frizioni; 6) Difetti delle valvole. MANUTENZIONI ESEGUIBILI DA PERSONALE SPECIALIZZATO 06.01.02.I01 Pulizia Cadenza: ogni mese Pagina 303 Manuale di Manutenzione Eseguire la pulizia degli irrigatori da tutti i materiali di risulta che impediscono il regolare getto dell'acqua. • Ditte specializzate: Giardiniere. 06.01.02.I02 Sostituzione irrigatori Cadenza: ogni 15 anni Eseguire la sostituzione degli irrigatori con altri dello stesso tipo e modello. • Ditte specializzate: Giardiniere. Elemento Manutenibile: 06.01.03 Programmatori elettronici Unità Tecnologica: 06.01 Aree a verde I programmatori elettronici consentono di realizzare l'innaffiamento delle aiuole, dei prati o in genere di spazi verdi. Tali dispositivi consentono di distribuire l'acqua a tutti gli irrigatori ad essi collegati. Generalmente i programmatori sono alimentati da una tensione a 220 V e con una tensione di uscita di 24V che consente di impostare il tempo di irrigazione che può variare da settore a settore essendo gestiti da un software specifico. REQUISITI E PRESTAZIONI (EM) 06.01.03.R01 Isolamento elettrico Classe di Requisiti: Protezione elettrica Classe di Esigenza: Sicurezza I programmatori devono essere in grado di resistere al passaggio di cariche elettriche senza perdere le proprie caratteristiche. Prestazioni: E' opportuno che gli elementi costituenti i programmatori siano realizzati e posti in opera secondo quanto indicato dalle norme e come certificato dalle ditte costruttrici di detti materiali e componenti. Livello minimo della prestazione: Devono essere rispettati i livelli previsti in sede di progetto. ANOMALIE RISCONTRABILI 06.01.03.A01 Anomalie della batteria Difetti di funzionamento della batteria ausiliaria dei programmatori. 06.01.03.A02 Anomalie del software Difetti di funzionamento del software di gestione dei programmi di innaffiamento. 06.01.03.A03 Anomalie del trasformatore Difetti di funzionamento dei trasformatori. Pagina 304 Manuale di Manutenzione 06.01.03.A04 Difetti agli interruttori Difetti agli interruttori magnetotermici e differenziali dovuti all'eccessiva polvere presente all'interno delle connessioni o alla presenza di umidità ambientale o di condensa. 06.01.03.A05 Surriscaldamento Surriscaldamento che può provocare difetti di protezione e di isolamento. Può essere dovuto a ossidazione delle masse metalliche. CONTROLLI ESEGUIBILI DA PERSONALE SPECIALIZZATO 06.01.03.C01 Controllo generale Cadenza: ogni mese Tipologia: Controllo a vista Controllo dello stato generale e dell'integrità con particolare attenzione allo stato degli interblocchi elettrici con prova delle manovre di apertura e chiusura. Verificare che il software sia rispondente alle esigenze progettuali effettuando una serie di apertura e chiusura dei dispositivi. • • Requisiti da verificare: 1) Isolamento elettrico. Anomalie riscontrabili: 1) Anomalie del trasformatore; 2) Difetti agli interruttori. 06.01.03.C02 Verifica interruttori Cadenza: ogni mese Tipologia: Ispezione a vista Verificare l'efficienza degli interruttori. • • Requisiti da verificare: 1) Isolamento elettrico. Anomalie riscontrabili: 1) Difetti agli interruttori. MANUTENZIONI ESEGUIBILI DA PERSONALE SPECIALIZZATO 06.01.03.I01 Lubrificazione ingranaggi e contatti Cadenza: ogni 2 mesi Lubrificare con vaselina pura i contatti, le pinze e le lame dei sezionatori di linea, gli interruttori di manovra, i sezionatori di messa a terra. • Ditte specializzate: Elettricista. 06.01.03.I02 Registrazione Cadenza: quando occorre Eseguire un aggiornamento del software di gestione del programmatore. • Ditte specializzate: Elettricista. 06.01.03.I03 Ricarica batteria Cadenza: quando occorre Effettuare la ricarica della batteria di alimentazione secondaria. • Ditte specializzate: Elettricista. Pagina 305 Manuale di Manutenzione Elemento Manutenibile: 06.01.04 Tubi in polietilene Unità Tecnologica: 06.01 Aree a verde I tubi in polietilene ad alta densità (comunemente identificati con la sigla PEAD) sono ottenuti mescolando polimeri di etilene. I materiali ottenuti da tale processo sono classificati in due categorie a seconda della resistenza alla pressione interna in PE A e PE B. REQUISITI E PRESTAZIONI (EM) 06.01.04.R01 (Attitudine al) controllo della tenuta Classe di Requisiti: Funzionalità tecnologica Classe di Esigenza: Funzionalità Le tubazioni ed i raccordi tra valvole e tubi e tra tubi e tubi devono essere in grado di resistere alle pressioni di esercizio. Prestazioni: Spezzoni di tubo e relativi giunti vengono sottoposti a prove per verificare la tenuta dei giunti e dei tubi stessi con le modalità ed i tempi indicati dalla norma UNI 7615. Livello minimo della prestazione: I campioni vengono riempiti di acqua ad una pressione massima di 0,05 MPa e ad una temperatura di 20 °C per i tubi della serie 303 e con acqua ad una pressione pari ad 1,5 volte la pressione di esercizio per i tubi della serie 312. Si deve verificare la assenza di perdite. 06.01.04.R02 Regolarità delle finiture Classe di Requisiti: Adattabilità delle finiture Classe di Esigenza: Fruibilità Le tubazioni devono presentare superficie esterna ed interna e sezione prive di difetti. Prestazioni: I materiali e componenti utilizzati per la preparazione di tubi in PE non devono presentare anomalie. In particolare si deve verificare che per la superficie esterna/interna non vi siano ondulazioni e striature o altri eventuali difetti; per la sezione si deve verificare l'assenza di bolle o cavità. Livello minimo della prestazione: I campioni di tubazione vengono sottoposti ad un esame a vista per accertarne l'idoneità. Le tolleranze ammesse sono 5 mm per le lunghezze, 0,05 mm per le dimensioni dei diametri e 0,01 mm per le dimensioni degli spessori. La rettilineità delle tubazioni viene accertata adagiando la tubazione su una superficie piana in assenza di sollecitazione. Deve essere accertata la freccia massima che si verifica. ANOMALIE RISCONTRABILI 06.01.04.A01 Alterazioni cromatiche Presenza di macchie con conseguente variazione della tonalità dei colori e scomparsa del colore originario. 06.01.04.A02 Deformazione Cambiamento della forma iniziale con imbarcamento degli elementi e relativa irregolarità della sovrapposizione degli stessi. Pagina 306 Manuale di Manutenzione 06.01.04.A03 Difetti ai raccordi o alle connessioni Perdite del fluido in prossimità di raccordi dovute a errori o sconnessioni delle giunzioni. 06.01.04.A04 Errori di pendenza Errore nel calcolo della pendenza che causa un riflusso delle acque con conseguente ristagno delle stesse. CONTROLLI ESEGUIBILI DA PERSONALE SPECIALIZZATO 06.01.04.C01 Controllo generale tubazioni Cadenza: ogni 12 mesi Tipologia: Ispezione a vista Verificare le caratteristiche principali delle tubazioni con particolare riguardo a: -tenuta delle congiunzioni a flangia; -giunti per verificare la presenza di lesioni o di sconnessioni; -la stabilità de sostegni dei tubi; -presenza di acqua di condensa; -coibentazione dei tubi. • Anomalie riscontrabili: 1) Alterazioni cromatiche; 2) Difetti ai raccordi o alle connessioni; 3) Errori di pendenza; 4) Deformazione. MANUTENZIONI ESEGUIBILI DA PERSONALE SPECIALIZZATO 06.01.04.I01 Pulizia Cadenza: ogni 6 mesi Pulizia o eventuale sostituzione dei filtri dell'impianto. • Ditte specializzate: Idraulico. Pagina 307 Manuale di Manutenzione INDICE 01 OPERE STRADALI 01.01 pag. Strade 6 8 01.01.01 Banchina 10 01.01.02 Carreggiata 11 01.01.03 Cigli o arginelli 12 01.01.04 Pavimentazione stradale in bitumi 13 Scarpate 15 01.01.05 01.02 Parcheggi 17 01.02.01 Delimitazioni 19 01.02.02 Pavimentazioni bituminose 19 01.02.03 Pavimentazioni in masselli prefabbricati in cls 20 Segnaletica 22 01.02.04 01.03 Marciapiedi 23 01.03.01 Cordoli e bordure 25 01.03.02 Dissuasori 26 01.03.03 Limitatori di sosta 28 01.03.04 Marciapiedi 29 01.03.05 Pavimentazione pedonale in lastre di pietra 33 01.03.06 Pavimentazioni bituminose 35 01.03.07 Rampe di raccordo 37 01.03.08 Segnaletica 39 01.04 Piste ciclabili 41 01.04.01 Cordolature 43 01.04.02 Dispositivi di ingresso e di uscita 44 01.04.03 Fasce di protezione laterali 45 01.04.04 Segnaletica di informazione 46 Strisce di demarcazione 47 01.04.05 Segnaletica stradale verticale 48 01.05.01 Cartelli segnaletici 50 01.05.02 Sostegni, supporti e accessori vari 51 01.05 01.06 Segnaletica stradale orizzontale 53 01.06.01 Altri segnali 57 01.06.02 Attraversamenti ciclabili 57 01.06.03 Attraversamenti pedonali 58 01.06.04 Frecce direzionali 59 01.06.05 Inserti stradali 60 01.06.06 Iscrizioni e simboli 62 01.06.07 Isole di traffico 62 01.06.08 Strisce di delimitazione 63 01.06.09 Strisce longitudinali 64 01.06.10 Strisce trasversali 65 02 IMPIANTI TECNOLOGICI 02.01 Impianto elettrico pag. 68 70 02.01.01 Canalizzazioni in PVC 73 02.01.02 Contattore 74 02.01.03 Fusibili 76 02.01.04 Interruttori 77 02.01.05 Motori 79 02.01.06 Prese e spine 81 02.01.07 Quadri di bassa tensione 83 Pagina 308 Manuale di Manutenzione 02.01.08 Relè a sonde 85 02.01.09 Relè termici 87 Sezionatore 88 02.01.10 Impianto di illuminazione 91 02.02.01 Bollard (paletti) 96 02.02.02 Diffusori 98 02.02.03 Lampade a ioduri metallici 99 02.02.04 Lampade a vapore di sodio 100 02.02.05 Lampade a vapore di mercurio 101 02.02.06 Lampioni a braccio 103 02.02.07 Lampioni singoli 106 02.02.08 Pali per l'illuminazione 109 02.02.09 Pali in acciaio 111 02.02.10 Riflettori 113 02.02 02.02.11 02.03 Sbracci in acciaio 115 Impianto di diffusione sonora 118 02.03.01 Altoparlanti 119 02.03.02 Microfoni 120 02.03.03 Amplificatori 121 02.04 Impianto di trasmissione fonia e dati 124 02.04.01 Altoparlanti 125 02.04.02 Cablaggio 126 02.04.03 02.05 Sistema di trasmissione 127 Impianto per automazione 129 02.05.01 Coste sensibili 130 02.05.02 Fotocellule 130 Impianto telefonico 133 02.06 02.06.01 Alimentatori 135 02.06.02 Apparecchi telefonici 136 02.06.03 Centrale telefonica 137 02.06.04 Pulsantiere 139 02.06.05 Punti di ripresa ottici 141 02.07 Impianto di messa a terra 143 02.07.01 Conduttori di protezione 144 02.07.02 Sistema di dispersione 145 02.07.03 Sistema di equipotenzializzazione 146 Impianto antintrusione e controllo accessi 149 02.08 02.08.01 Diffusione sonora 152 02.08.02 Monitor 153 02.08.03 Pannello degli allarmi 154 02.08.04 Unità di controllo 156 02.09 Impianto audio annunci emergenze 158 02.09.01 Amplificatori 159 02.09.02 Base microfonica standard 160 02.09.03 Base microfonica per emergenze 161 02.09.04 Diffusore sonoro 163 02.09.05 Gruppo statico di continuità 164 02.09.06 Unità centrale 166 03 OPERE A VERDE 03.01 Aree a verde pag. 169 170 03.01.01 Alberi 171 03.01.02 Altre piante 172 03.01.03 Ammendanti, correttivi e fitofarmaci 174 Pagina 309 Manuale di Manutenzione 03.01.04 Arbusti e cespugli 175 03.01.05 Cordoli e bordure 177 03.01.06 Fertilizzanti 178 03.01.07 Ghiaia e pietrisco 179 03.01.08 Sementi 179 03.01.09 Substrato di coltivazione 180 03.01.10 Tappeti erbosi 181 03.01.11 Terra di coltivo 183 04 OPERE EDILI 04.01 04.01.01 04.02 04.02.01 04.03 04.03.01 04.04 pag. Strutture in sottosuolo 185 186 Strutture di fondazione 188 Pareti di sostegno 190 Muri semplici o a gravità 191 Facciate continue 193 Pannelli in alluminio 195 Rivestimenti esterni 197 04.04.01 Rivestimenti in metallo 206 04.04.02 Rivestimenti in laterizio 207 04.05 04.05.01 04.06 Infissi esterni 211 Serramenti in alluminio 223 Coperture piane 229 04.06.01 Strati termoisolanti 236 04.06.02 Struttura metallica 237 04.07 04.07.01 04.08 04.08.01 04.09 04.09.01 04.10 04.10.01 Infissi interni 241 Scale e rampe 246 Strutture in c.a. 248 Pavimentazioni esterne 252 Rivestimenti lapidei 254 Arredo urbano 257 Fontane 05 OPERE IDRAULICHE 05.01 239 Porte 258 pag. Impianto acquedotto 260 262 05.01.01 Misuratori di portata 263 05.01.02 Pozzetti 264 05.01.03 Tubi in polietilene alta densità (PEAD) 267 05.01.04 Tubi in polipropilene (PP) 269 05.01.05 Valvole a saracinesca (saracinesche) 271 05.01.06 Valvole antiritorno 273 05.02 Impianto fognario acque bianche e acque nere 275 05.02.01 Giunti 277 05.02.02 Pozzetti di scarico 279 05.02.03 Stazioni di sollevamento 281 05.02.04 Tombini 284 05.02.05 Tubazioni in acciaio 286 05.02.06 Tubazioni in c.a. 288 05.02.07 Tubazioni in polietilene 291 05.02.08 05.03 05.03.01 Tubazioni in polivinile non plastificato 293 Opere di ingegneria naturalistica 296 Gabbionate 06 IMPIANTO DI IRRIGAZIONE 297 pag. 299 Pagina 310 Manuale di Manutenzione 06.01 Aree a verde 300 06.01.01 Elettrovalvole 301 06.01.02 Irrigatori statici 302 06.01.03 Programmatori elettronici 304 06.01.04 Tubi in polietilene 306 IL TECNICO Pagina 311 Comune di VENARIA Provincia di Torino PIANO DI MANUTENZIONE PROGRAMMA DI MANUTENZIONE SOTTOPROGRAMMA DELLE PRESTAZIONI (Articolo 40 D.P.R. 554/99) OGGETTO: VALORIZZAZIONE E RECUPERO DELLA REGGIA DI VENARIA REALE E DEL BORGO CASTELLO DELLA MANDRIA REALIZZAZIONE PARCHEGGI E VIABILITA' NEL COMPLESSO DELLA VENARIA REALE COMMITTENTE: LA VENARIA REALE Data, 18/11/2011 IL TECNICO Pagina 1 Programma di Manutenzione: Sottoprogramma delle Prestazioni Classe Requisiti Acustici 02 - IMPIANTI TECNOLOGICI 02.01 - Impianto elettrico Codice Elementi Manutenibili / Requisiti e Prestazioni / Controlli 02.01.05 Motori 02.01.05.R01 Requisito: (Attitudine al) controllo del rumore prodotto Tipologia Frequenza I motori devono essere realizzati con materiali e componenti tali da garantire un livello di rumore nell’ambiente esterno entro i limiti prescritti dalla normativa. • Livello minimo della prestazione: Devono essere rispettati i valori minimi indicati dalla norma. 02.03 - Impianto di diffusione sonora Codice Elementi Manutenibili / Requisiti e Prestazioni / Controlli 02.03 Impianto di diffusione sonora 02.03.R01 Requisito: Isolamento elettrico Tipologia Frequenza Controllo a vista ogni 6 mesi Ispezione a vista ogni 6 mesi I materiali ed i componenti dell'impianto di diffusione sonora devono garantire un livello di protezione contro i contatti diretti ed indiretti. 02.03.01.C02 02.03.01.C01 • Livello minimo della prestazione: Per accertare la capacità di isolamento elettrico si effettuano una serie di prove secondo le modalità riportate nella norma affinché non si verifichi nessun surriscaldamento. Inoltre deve essere verificato che le prestazioni e la tensione in uscita siano all’interno delle specifiche. Tutte le uscite devono essere protette al fine di assicurare che in caso di corto circuito esterno non vi sia alcun danno dovuto ad un surriscaldamento. Controllo: Controllo generale Verificare lo stato degli altoparlanti e la tenuta delle connessioni e dei pressacavo. Controllo: Controllo dei cavi Verificare lo stato dei cavi e la eventuale presenza di umidità. 04 - OPERE EDILI 04.04 - Rivestimenti esterni Codice Elementi Manutenibili / Requisiti e Prestazioni / Controlli 04.04 Rivestimenti esterni 04.04.R06 Requisito: Isolamento acustico Tipologia Frequenza I rivestimenti dovranno fornire una adeguata resistenza al passaggio dei rumori. • Livello minimo della prestazione: Sono ammesse soltanto chiusure in grado di assicurare un valore di Rw >=40 dB come da tabella. TABELLA A - CLASSIFICAZIONE DEGLI AMBIENTI ABITATIVI (art.2) - categoria A: edifici adibiti a residenza o assimilabili; - categoria B: edifici adibiti ad uffici e assimilabili; - categoria C: edifici adibiti ad alberghi, pensioni ed attività assimilabili; - categoria D: edifici adibiti ad ospedali, cliniche, case di cura e assimilabili; - categoria E: edifici adibiti ad attività scolastiche a tutti i livelli e assimilabili; - categoria F: edifici adibiti ad attività ricreative o di culto o assimilabili; - categoria G: edifici adibiti ad attività commerciali o assimilabili. TABELLA B - REQUISITI ACUSTICI PASSIVI DEGLI EDIFICI, DEI LORO COMPONENTI E DEGLI IMPIANTI TECNOLOGICI CATEGORIA DI CUI ALLA “Tabella A”: D; Parametri: Rw(*)=55; D 2m,nT,w=45; Lnw=58; L ASmax=35; L Aeq=25. CATEGORIA DI CUI ALLA “Tabella A”: A,C; Parametri: Rw(*)=50; D 2m,nT,w=40; Lnw=63; L ASmax=35; L Aeq=35. CATEGORIA DI CUI ALLA “Tabella A”: E; Parametri: Rw(*)=50; D 2m,nT,w=48; Lnw=58; L ASmax=35; L Aeq=25. CATEGORIA DI CUI ALLA “Tabella A”: B,F,G; Parametri: Rw(*)=50; D 2m,nT,w=42; Lnw=55; L ASmax=35; L Aeq=35. (*) Valori di Rw riferiti a elementi di separazione tra due distinte unità immobiliari. Pagina 2 Programma di Manutenzione: Sottoprogramma delle Prestazioni 04.05 - Infissi esterni Codice Elementi Manutenibili / Requisiti e Prestazioni / Controlli 04.05 Infissi esterni 04.05.R05 Requisito: Isolamento acustico Tipologia Frequenza Controllo a vista ogni 6 mesi Controllo a vista ogni 12 mesi E’ l'attitudine a fornire un'idonea resistenza al passaggio dei rumori. Il livello di isolamento richiesto varia in funzione della tipologia e del tipo di attività svolta e in funzione della classe di destinazione d'uso del territorio. • Livello minimo della prestazione: In relazione alla destinazione degli ambienti e alla rumorosità della zona di ubicazione i serramenti esterni sono classificati secondo la UNI 8204: di classe R1 se 20 <= Rw <= 27 db(A); di classe R2 se 27 <= Rw <= 35 dB(A); di classe R3 se Rw > 35 dB(A). 04.05.01.C12 04.05.01.C03 Controllo: Controllo vetri Controllo uniformità dei vetri e delle sigillature vetro-telaio. Controllare la presenza di depositi o sporco. Verifica di assenza di anomalie e/o difetti (rottura, depositi, macchie, ecc.). Controllo: Controllo guarnizioni di tenuta Controllo dell'efficacia delle guarnizioni. Controllo dell'adesione delle guarnizioni ai profili di contatto dei telai. Controllo del corretto inserimento nelle proprie sedi delle guarnizioni. Controllo dell'elasticità delle guarnizioni. 04.06 - Coperture piane Codice Elementi Manutenibili / Requisiti e Prestazioni / Controlli 04.06 Coperture piane 04.06.R05 Requisito: Isolamento acustico Tipologia Frequenza La copertura dovrà essere realizzata in modo da fornire una adeguata resistenza al passaggio dei rumori e comunque in modo da ridurre i rumori aerei (da traffico, da vento, ecc.) e i rumori d'impatto (da pioggia, da grandine, ecc.). • Livello minimo della prestazione: Per i valori di Rw si tiene conto delle diverse zone di rumore in cui è ubicato l'edificio stesso. In particolare si fa riferimento alle norme: UNI EN ISO 140-1, UNI EN ISO 140-3, UNI EN ISO 140-6, UNI EN ISO 140-8, UNI 10708-1, UNI 10708-2, UNI 10708-3, UNI EN ISO 717-1, UNI ISO 717-2, UNI EN 20140-9. Si può comunque fare riferimento ai dati riportati di seguito: D.P.C.M. 5.12.1997 “DETERMINAZIONE DEI REQUISITI ACUSTICI PASSIVI DEGLI EDIFICI” TABELLA A - CLASSIFICAZIONE DEGLI AMBIENTI ABITATIVI (art.2) - categoria A: edifici adibiti a residenza o assimilabili; - categoria B: edifici adibiti ad uffici e assimilabili; - categoria C: edifici adibiti ad alberghi, pensioni ed attività assimilabili; - categoria D: edifici adibiti ad ospedali, cliniche, case di cura e assimilabili; - categoria E: edifici adibiti ad attività scolastiche a tutti i livelli e assimilabili; - categoria F: edifici adibiti ad attività ricreative o di culto o assimilabili; - categoria G: edifici adibiti ad attività commerciali o assimilabili. TABELLA B - REQUISITI ACUSTICI PASSIVI DEGLI EDIFICI, DEI LORO COMPONENTI E DEGLI IMPIANTI TECNOLOGICI CATEGORIA DI CUI ALLA “Tabella A”: D; Parametri: Rw(*)=55; D 2m,nT,w=45; Lnw=58; L ASmax=35; L Aeq=25. CATEGORIA DI CUI ALLA “Tabella A”: A,C; Parametri: Rw(*)=50; D 2m,nT,w=40; Lnw=63; L ASmax=35; L Aeq=35. CATEGORIA DI CUI ALLA “Tabella A”: E; Parametri: Rw(*)=50; D 2m,nT,w=48; Lnw=58; L ASmax=35; L Aeq=25. CATEGORIA DI CUI ALLA “Tabella A”: B,F,G; Parametri: Rw(*)=50; D 2m,nT,w=42; Lnw=55; L ASmax=35; L Aeq=35. (*) Valori di Rw riferiti a elementi di separazione tra due distinte unità immobiliari. D.P.C.M. 1.3.1991 - LIMITI MASSIMI DI IMMISSIONE NELLE SEI ZONE ACUSTICHE, ESPRESSI COME LIVELLO EQUIVALENTE IN dB(A) CLASSE DI DESTINAZIONE D’USO DEL TERRITORIO: I (Aree particolarmente protette) Tempi di riferimento: Diurno=50; Notturno=40. CLASSE DI DESTINAZIONE D’USO DEL TERRITORIO: II (Aree prevalentemente residenziali) Tempi di riferimento: Diurno=55; Notturno=45. CLASSE DI DESTINAZIONE D’USO DEL TERRITORIO: III (Aree di tipo misto) Tempi di riferimento: Diurno=60; Notturno=50. CLASSE DI DESTINAZIONE D’USO DEL TERRITORIO: IV (Aree di intensa attività umana) Tempi di riferimento: Diurno=65; Notturno=55. CLASSE DI DESTINAZIONE D’USO DEL TERRITORIO: V (Aree prevalentemente industriali) Tempi di riferimento: Diurno=70; Notturno=60. Pagina 3 Programma di Manutenzione: Sottoprogramma delle Prestazioni CLASSE DI DESTINAZIONE D’USO DEL TERRITORIO: VI (Aree esclusivamente industriali) Tempi di riferimento: Diurno=70; Notturno=70. VALORI LIMITE DI EMISSIONE Leq IN dB(A) (art.2) CLASSE DI DESTINAZIONE D’USO DEL TERRITORIO: I (Aree particolarmente protette) Tempi di riferimento: Diurno(06.00-22.00)=45; Notturno(22.00-06.00)=35. CLASSE DI DESTINAZIONE D’USO DEL TERRITORIO: II (Aree prevalentemente residenziali) Tempi di riferimento: Diurno(06.00-22.00)=50; Notturno(22.00-06.00)=40. CLASSE DI DESTINAZIONE D’USO DEL TERRITORIO: III (Aree di tipo misto) Tempi di riferimento: Diurno(06.00-22.00)=55; Notturno(22.00-06.00)=45. CLASSE DI DESTINAZIONE D’USO DEL TERRITORIO: IV (Aree di intensa attività umana) Tempi di riferimento: Diurno(06.00-22.00)=60; Notturno(22.00-06.00)=50. CLASSE DI DESTINAZIONE D’USO DEL TERRITORIO: V (Aree prevalentemente industriali) Tempi di riferimento: Diurno(06.00-22.00)=65; Notturno(22.00-06.00)=55. CLASSE DI DESTINAZIONE D’USO DEL TERRITORIO: VI (Aree esclusivamente industriali) Tempi di riferimento: Diurno(06.00-22.00)=65; Notturno(22.00-06.00)=65. VALORI DI QUALITÀ Leq IN dB(A) (art.7) CLASSE DI DESTINAZIONE D’USO DEL TERRITORIO: I (Aree particolarmente protette) Tempi di riferimento: Diurno(06.00-22.00)=47; Notturno(22.00-06.00)=37. CLASSE DI DESTINAZIONE D’USO DEL TERRITORIO: II (Aree prevalentemente residenziali) Tempi di riferimento: Diurno(06.00-22.00)=52; Notturno(22.00-06.00)=42. CLASSE DI DESTINAZIONE D’USO DEL TERRITORIO: III (Aree di tipo misto) Tempi di riferimento: Diurno(06.00-22.00)=57; Notturno(22.00-06.00)=47. CLASSE DI DESTINAZIONE D’USO DEL TERRITORIO: IV (Aree di intensa attività umana) Tempi di riferimento: Diurno(06.00-22.00)=62; Notturno(22.00-06.00)=52. CLASSE DI DESTINAZIONE D’USO DEL TERRITORIO: V (Aree prevalentemente industriali) Tempi di riferimento: Diurno(06.00-22.00)=67; Notturno(22.00-06.00)=57. CLASSE DI DESTINAZIONE D’USO DEL TERRITORIO: VI (Aree esclusivamente industriali) Tempi di riferimento: Diurno(06.00-22.00)=70; Notturno(22.00-06.00)=70. 05 - OPERE IDRAULICHE 05.02 - Impianto fognario acque bianche e acque nere Codice Elementi Manutenibili / Requisiti e Prestazioni / Controlli 05.02 Impianto fognario acque bianche e acque nere 05.02.R01 Requisito: (Attitudine al) controllo del rumore prodotto Tipologia Frequenza Il sistema di scarico deve essere realizzato con materiali e componenti in grado di non emettere rumori. • Livello minimo della prestazione: Per quanto riguarda i livelli fare riferimento a regolamenti e procedure di installazione nazionali e locali. Pagina 4 Programma di Manutenzione: Sottoprogramma delle Prestazioni Classe Requisiti Adattabilità degli spazi 01 - OPERE STRADALI 01.03 - Marciapiedi Codice Elementi Manutenibili / Requisiti e Prestazioni / Controlli 01.03.02 Dissuasori 01.03.02.R01 Requisito: Integrazione degli spazi Tipologia Frequenza I dissuasori devono integrarsi con gli spazi nei quali vengono immessi. • Livello minimo della prestazione: I livelli prestazionali variano a secondo del loro impiego che è strettamente legato alle conformità dettate dalle norme dal Ministero dei Lavori Pubblici Ispettorato generale per la circolazione e la sicurezza stradale, dal Codice della Strada, dagli Enti Gestori delle Strade, nonché dai regolamenti comunali locali. 01.03.04 Marciapiedi 01.03.04.R01 Requisito: Accessibilità ai marciapiedi Le aree pedonali ed i marciapiedi devono essere dimensionati ed organizzati in modo da essere raggiungibili e praticabili; deve essere garantita, inoltre, la sicurezza e l'accessibilità durante la circolazione da parte dell'utenza. • Livello minimo della prestazione: Si prevedono, in funzione dei diversi tipi di strade, le seguenti larghezze minime: -nelle strade primarie: 0,75 m; 1 m in galleria; -nelle strade di scorrimento: 3 m; 1,50 m nei tratti in viadotto; -nelle strade di quartiere: 4 m; 1,50 m nei tratti in viadotto; 5 m nelle zone turistiche e commerciali; -nelle strade locali: 3 m; 1,50 m nelle zone con minima densità residenziale; FABBISOGNO DI SPAZIO PER PERCORSI PEDONALI IN AREE RESIDENZIALI TIPOLOGIA DEL PASSAGGIO: 1 persona; Larghezza (cm): 60; Note: -; TIPOLOGIA DEL PASSAGGIO: 2 persone; Larghezza (cm): 90; Note: passaggio con difficoltà; TIPOLOGIA DEL PASSAGGIO: 2 persone; Larghezza (cm): 120; Note: passaggio agevole; TIPOLOGIA DEL PASSAGGIO: 3 persone; Larghezza (cm): 187; Note: passaggio agevole; TIPOLOGIA DEL PASSAGGIO: 1 persona con doppio bagaglio; Larghezza (cm): 100; Note: -; TIPOLOGIA DEL PASSAGGIO: 2 persone con doppio bagaglio; Larghezza (cm): 212,5; Note: -; TIPOLOGIA DEL PASSAGGIO: 2 persone con ombrello aperto; Larghezza (cm): 237,5; Note: -; TIPOLOGIA DEL PASSAGGIO: carrozzina; Larghezza (cm): 80; Note: -; TIPOLOGIA DEL PASSAGGIO: 1 carrozzina e 1 bambino; Larghezza (cm): 115; Note: con bambino al fianco; TIPOLOGIA DEL PASSAGGIO: 2 carrozzine o 2 sedie a rotelle; Larghezza (cm): 170; Note: passaggio agevole; TIPOLOGIA DEL PASSAGGIO: 2 persone con delimitazioni laterali; Larghezza (cm): 220; Note: passaggio con difficoltà; TIPOLOGIA DEL PASSAGGIO: 2 persone con delimitazioni laterali; Larghezza (cm): 260; Note: passaggio agevole. -le larghezze minime vanno misurate al netto di eventuali aree erbose o alberate, di aree occupate da cabine telefoniche, chioschi o edicole, ecc.; -i marciapiedi prospicienti su carreggiate sottostanti devono essere muniti di parapetto e/o rete di protezione di altezza minima di 2,00 m; -i marciapiedi vanno protetti con dispositivi di ritenuta, per strade con velocità di progetto (limite superiore) maggiore di 70 km/h; -gli attraversamenti pedonali sono regolamentati secondo la disciplina degli attraversamenti: DISCIPLINA DEGLI ATTRAVERSAMENTI PEDONALI (BOLLETTINO UFFICIALE DEL CNR N. 60 DEL 26.04.1978) -STRADE PRIMARIE Tipo di attraversamento pedonale: a livelli sfalsati Attraversamenti pedonali - ubicazione e distanza: -STRADE DI SCORRIMENTO Tipo di attraversamento pedonale: sfalsati o eventualmente semaforizzati Attraversamenti pedonali - ubicazione e distanza: all’incrocio -STRADE DI QUARTIERE Tipo di attraversamento pedonale: semaforizzati o eventualmente zebrati Attraversamenti pedonali - ubicazione e distanza: all’incrocio Pagina 5 Programma di Manutenzione: Sottoprogramma delle Prestazioni -STRADE LOCALI Tipo di attraversamento pedonale: zebrati Attraversamenti pedonali - ubicazione e distanza: 100 m -negli attraversamenti il raccordo fra marciapiede e strada va realizzato con scivoli per permettere il passaggio di carrozzine; -i marciapiedi devono poter essere agevolmente usati dai portatori di handicap; -in corrispondenza di fermate di autobus adiacenti a carreggiate, i marciapiedi devono avere conformazione idonee alla forma delle piazzole e delle aree di attesa dell'autobus senza costituire intralcio al traffico standard veicolare e pedonale: 01.03.04.C02 01.03.04.C01 CARATTERISTICHE PIAZZOLE PER AUTOBUS -A LATO DELLE CORSIE DI TRAFFICO PROMISCUO Lunghezza totale (m): 56 Lunghezza della parte centrale (m): 16* Profondità (m): 3,0 -A LATO DELLE CORSIE RISERVATE AL MEZZO PUBBLICO Lunghezza totale (m): 56 Lunghezza della parte centrale (m): 26** Profondità (m): 3,0 -A LATO DELLE CORSIE RISERVATE AL MEZZO PUBBLICO CON ALTA FREQUENZA VEICOLARE Lunghezza totale (m): 45 Lunghezza della parte centrale (m): 5,0 Profondità (m): 3,0 * fermata per 1 autobus ** fermata per 2 autobus Controllo: Controllo spazi Controllo dell'accessibilità degli spazi dei marciapiedi e di eventuali ostacoli. Controllo: Controllo pavimentazione Controllo dello stato generale al fine di verificare l'assenza di eventuali buche e/o altre anomalie (mancanza di elementi, sollevamenti, difetti di pendenza, fessurazioni, presenza di vegetazione, ecc.) che possono rappresentare pericolo per la sicurezza ed incolumità delle persone. Controllo dello stato dei bordi e dei materiali lapidei stradali. Controllo dello stato di pulizia e verificare l'assenza di depositi e di eventuali ostacoli. Controllo ogni mese Aggiornamento ogni 3 mesi 03 - OPERE A VERDE 03.01 - Aree a verde Codice Elementi Manutenibili / Requisiti e Prestazioni / Controlli 03.01 Aree a verde 03.01.R01 Requisito: Integrazione degli spazi Tipologia Frequenza Aggiornamento ogni anno Aggiornamento ogni anno Aggiornamento ogni anno Le aree a verde devono integrarsi con gli spazi circostanti. 03.01.04.C01 03.01.02.C01 03.01.01.C01 • Livello minimo della prestazione: - Si devono prevedere almeno 9 m^2/abitante previsti per le aree a spazi pubblici attrezzati a parco e per il gioco e lo sport, effettivamente utilizzabili per tali impianti con esclusione di fasce verdi lungo le strade; - Le superfici permeabili ( percentuale di terreno priva di pavimentazioni, attrezzata o mantenuta a prato e piantumata con arbusti e/o piante di alto fusto) devono essere opportunamente piantumate con specie di alto fusto con indice di piantumazione minima pari ad 1 albero/60 m^2. Controllo: Controllo generale Controllo periodico delle piante al fine di rilevarne quelle appassite e deperite. Controllo: Controllo generale Controllo periodico delle piante al fine di rilevarne quelle appassite e deperite. Controllo: Controllo generale Controllo periodico delle piante al fine di rilevarne quelle appassite e deperite. Pagina 6 Programma di Manutenzione: Sottoprogramma delle Prestazioni Classe Requisiti Adattabilità delle finiture 05 - OPERE IDRAULICHE 05.01 - Impianto acquedotto Codice Elementi Manutenibili / Requisiti e Prestazioni / Controlli 05.01.03 Tubi in polietilene alta densità (PEAD) 05.01.03.R02 Requisito: Regolarità delle finiture Tipologia Frequenza Le tubazioni devono presentare superficie esterna ed interna e sezione prive di difetti. • Livello minimo della prestazione: I campioni di tubazione vengono sottoposti ad un esame a vista per accertarne l'idoneità. Le tolleranze ammesse sono: - 5 mm per le lunghezze; - 0,05 mm per le dimensioni dei diametri; - 0,01 mm per le dimensioni degli spessori. La rettilineità delle tubazioni viene accertata adagiando la tubazione su una superficie piana in assenza di sollecitazione. Deve essere accertata la freccia massima che si verifica. 05.01.04 Tubi in polipropilene (PP) 05.01.04.R02 Requisito: Regolarità delle finiture Le tubazioni devono presentare superficie esterna ed interna e sezione prive di difetti. • Livello minimo della prestazione: I campioni di tubazione vengono sottoposti ad un esame a vista per accertarne l'idoneità. Le tolleranze ammesse sono: - 5 mm per le lunghezze; - 0,05 mm per le dimensioni dei diametri; - 0,01 mm per le dimensioni degli spessori. La rettilineità delle tubazioni viene accertata adagiando la tubazione su una superficie piana in assenza di sollecitazione. Deve essere accertata la freccia massima che si verifica. 06 - IMPIANTO DI IRRIGAZIONE 06.01 - Aree a verde Codice Elementi Manutenibili / Requisiti e Prestazioni / Controlli 06.01.04 Tubi in polietilene 06.01.04.R02 Requisito: Regolarità delle finiture Tipologia Frequenza Le tubazioni devono presentare superficie esterna ed interna e sezione prive di difetti. • Livello minimo della prestazione: I campioni di tubazione vengono sottoposti ad un esame a vista per accertarne l'idoneità. Le tolleranze ammesse sono 5 mm per le lunghezze, 0,05 mm per le dimensioni dei diametri e 0,01 mm per le dimensioni degli spessori. La rettilineità delle tubazioni viene accertata adagiando la tubazione su una superficie piana in assenza di sollecitazione. Deve essere accertata la freccia massima che si verifica. Pagina 7 Programma di Manutenzione: Sottoprogramma delle Prestazioni Classe Requisiti Controllabilità tecnologica 01 - OPERE STRADALI 01.01 - Strade Codice Elementi Manutenibili / Requisiti e Prestazioni / Controlli 01.01.01 Banchina 01.01.01.R01 Requisito: Controllo geometrico Tipologia Frequenza Controllo ogni mese Controllo ogni 3 mesi La banchina deve essere realizzata secondo dati geometrici di norma. 01.01.01.C01 • Livello minimo della prestazione: Dati dimensionali minimi: - larghezza compresa fra 1,00 m a 3,00-3,50 m; - nelle grandi arterie la larghezza minima è di 3,00 m. Controllo: Controllo generale Controllo dello stato generale. Verifica dell'assenza di eventuali buche e/o altre anomalie (cedimenti, sollevamenti, difetti di pendenza, fessurazioni, ecc.). Controllo dello stato dei giunti. Controllo dell'integrità della striscia di segnaletica di margine verso la banchina. 01.01.04 Pavimentazione stradale in bitumi 01.01.04.R01 Requisito: Accettabilità della classe I bitumi stradali dovranno possedere caratteristiche tecnologiche in base alle proprie classi di appartenenza. • Livello minimo della prestazione: I livelli prestazionali delle classi di bitume maggiormente impiegato in Italia dovranno avere le seguenti caratteristiche: VALORE DELLA PENETRAZIONE [x 0,1 mm] Metodo di Prova: EN 1426 Classe 35/50: 35-50; Classe 50/70: 50-70; Classe 70/100: 70-100; Classe 160/220: 160-220. PUNTO DI RAMMOLLIMENTO [°C] Metodo di Prova: EN 1427 Classe 35/50: 50-58; Classe 50/70: 46-54; Classe 70/100: 43-51; Classe 160/220: 35-43. PUNTO DI ROTTURA FRAASS - VALORE MASSIMO [°C] Metodo di Prova: EN 12593 Classe 35/50: -5; Classe 50/70: -8; Classe 70/100: -10; Classe 160/220: -15. PUNTO DI INFIAMMABILITA' - VALORE MINIMO [°C] Metodo di Prova: EN 22592 Classe 35/50: 240; Classe 50/70: 230; Classe 70/100: 230; Classe 160/220: 220. SOLUBILITA' - VALORE MINIMO [%] Metodo di Prova: EN 12592 Classe 35/50: 99; Classe 50/70: 99; Classe 70/100: 99; Classe 160/220: 99. RESISTENZA ALL'INDURIMENTO Metodo di Prova: EN 12607-1 Classe 35/50: 0,5; Classe 50/70: 0,5; Classe 70/100: 0,8; Classe 160/220: 1. PENETRAZIONE DOPO L'INDURIMENTO - VALORE MINIMO [%] Metodo di Prova: EN 1426 Classe 35/50: 53; Classe 50/70: 50; Classe 70/100: 46; Classe 160/220: 37. RAMMOLLIMENTO DOPO INDURIMENTO - VALORE MINIMO Metodo di Prova: EN 1427 Classe 35/50: 52; Classe 50/70: 48; Classe 70/100: 45; Classe 160/220: 37. VARIAZIONE DEL RAMMOLLIMENTO - VALORE MASSIMO Metodo di Prova: EN 1427 Classe 35/50: 11; Classe 50/70: 11; Classe 70/100: 11; Classe 160/220: 12. 01.01.04.C01 Controllo: Controllo manto stradale Controllo dello stato generale. Verifica dell'assenza di eventuali anomalie della pavimentazione (buche, cedimenti, sollevamenti, difetti di pendenza, fessurazioni, ecc.). 01.06 - Segnaletica stradale orizzontale Codice Elementi Manutenibili / Requisiti e Prestazioni / Controlli 01.06.05 Inserti stradali 01.06.05.R01 Requisito: Adattabilità dimensionale Tipologia Frequenza Gli inserti devono poter essere adattati dimensionalmente rispetto al tipo di superficie e in riferimento alle condizioni di traffico. • Livello minimo della prestazione: -CLASSE H 0 - ALTEZZA: (non idonei al carico di traffico stradale); -CLASSE H 1 - ALTEZZA <= 18 mm; -CLASSE H 2 - ALTEZZA >18 mm e <= 20 mm; -CLASSE H 3 - ALTEZZA >20 mm e <= 25 mm. Pagina 8 Programma di Manutenzione: Sottoprogramma delle Prestazioni 02 - IMPIANTI TECNOLOGICI 02.02 - Impianto di illuminazione Codice Elementi Manutenibili / Requisiti e Prestazioni / Controlli 02.02.06 Lampioni a braccio 02.02.06.R05 Requisito: Resistenza alla corrosione Tipologia Frequenza Controllo a vista ogni 3 mesi Controllo a vista ogni 3 mesi I lampioni ed i relativi elementi devono essere realizzati con materiali idonei ad evitare fenomeni di corrosione per non compromettere il buon funzionamento dell'intero apparato. 02.02.09.C02 02.02.06.C02 • Livello minimo della prestazione: Per garantire un'adeguata protezione e resistenza alla corrosione deve essere eseguito il trattamento superficiale seguente: - zona A: nessuno; - zona B: rivestimento bituminoso non poroso che assicuri l’isolamento elettrico con uno spessore di strato minimo di 250 µm, o qualsiasi altro materiale dello spessore richiesto, in grado di garantire lo stesso grado di protezione, il rivestimento dovrebbe essere applicato solo dopo sgrassamento e dopo un appropriato trattamento preliminare che ne assicuri l’aderenza; - zona C: non è necessario alcun trattamento superficiale, ad eccezione della parte interrata, per la quale la protezione dovrebbe essere applicata come per la zona B. Controllo: Controllo generale Controllo dell'integrità dei pali verificando lo stato di tenuta del rivestimento, delle connessioni e dell'ancoraggio a terra. Controllo: Controllo generale Controllo dell'integrità dei lampioni verificando lo stato di tenuta del rivestimento, delle connessioni e dell'ancoraggio a terra. 02.02.07 Lampioni singoli 02.02.07.R04 Requisito: Resistenza alla corrosione I lampioni ed i relativi elementi devono essere realizzati con materiali idonei ad evitare fenomeni di corrosione per non compromettere il buon funzionamento dell'intero apparato. • Livello minimo della prestazione: Per garantire un'adeguata protezione e resistenza alla corrosione deve essere eseguito il trattamento superficiale seguente: - zona A: nessuno; - zona B: rivestimento bituminoso non poroso che assicuri l’isolamento elettrico con uno spessore di strato minimo di 250 µm, o qualsiasi altro materiale dello spessore richiesto, in grado di garantire lo stesso grado di protezione, il rivestimento dovrebbe essere applicato solo dopo sgrassamento e dopo un appropriato trattamento preliminare che ne assicuri l’aderenza; - zona C: non è necessario alcun trattamento superficiale, ad eccezione della parte interrata, per la quale la protezione dovrebbe essere applicata come per la zona B. 02.02.09 Pali in acciaio 02.02.09.R04 Requisito: Resistenza alla corrosione I lampioni ed i relativi elementi devono essere realizzati con materiali idonei ad evitare fenomeni di corrosione per non compromettere il buon funzionamento dell'intero apparato. • Livello minimo della prestazione: Devono essere rispettati i valori minimi indicati dalla norma UNI EN 40. 02.05 - Impianto per automazione Codice Elementi Manutenibili / Requisiti e Prestazioni / Controlli 02.05 Impianto per automazione 02.05.R01 Requisito: Resistenza meccanica Tipologia Frequenza Ispezione a vista ogni 3 mesi Gli elementi dell'impianto di automazione devono essere in grado di resistere a sollecitazioni che possono verificarsi durante il funzionamento dell'impianto. 02.05.02.C01 • Livello minimo della prestazione: Devono essere rispettati i valori minimi previsti dalla normativa. Controllo: Controllo generale Verificare il corretto funzionamento delle fotocellule interponendo un ostacolo tra le stesse. 02.08 - Impianto antintrusione e controllo accessi Codice Elementi Manutenibili / Requisiti e Prestazioni / Controlli 02.08.04 Unità di controllo 02.08.04.R01 Requisito: Isolamento elettromagnetico Tipologia Frequenza Le unità di controllo devono garantire un livello di funzionamento anche in presenza di un campo elettromagnetico. Pagina 9 Programma di Manutenzione: Sottoprogramma delle Prestazioni • Livello minimo della prestazione: Devono essere previsti i livelli minimi indicati dalle normative in materia in particolare quelle dettate dal Consiglio delle Comunità Europee. 05 - OPERE IDRAULICHE 05.02 - Impianto fognario acque bianche e acque nere Codice Elementi Manutenibili / Requisiti e Prestazioni / Controlli 05.02.06 Tubazioni in c.a. 05.02.06.R02 Requisito: Impermeabilità Tipologia Frequenza Le tubazioni in cls armato devono essere realizzati con cementi ed additivi in modo da non consentire l'assorbimento di acqua. • Livello minimo della prestazione: Devono essere rispettati i valori indicati dalla norma UNI EN 639. Pagina 10 Programma di Manutenzione: Sottoprogramma delle Prestazioni Classe Requisiti Di funzionamento 02 - IMPIANTI TECNOLOGICI 02.03 - Impianto di diffusione sonora Codice Elementi Manutenibili / Requisiti e Prestazioni / Controlli 02.03.02 Microfoni 02.03.02.R01 Requisito: Comodità d'uso e manovra Tipologia Frequenza Ispezione a vista ogni 3 mesi I dispositivi di diffusione sonora devono essere posizionati in modo da essere percettibili in ogni punto dell'ambiente sorvegliato. • Livello minimo della prestazione: Devono essere rispettati i valori indicati dalla norma CEI 79-2 ed in particolare: - sirene per esterno: frequenza fondamentale non eccedente 1800 Hz con suono continuo e modulato; livello di pressione non inferiore a 100 dB(A) misurato a 3 m; - sirene per interno: frequenza fondamentale non eccedente 3600 Hz con suono continuo e modulato; livello di pressione non inferiore a 90 dB(A) misurato a 3 m; - avvisatori acustici di servizio e di controllo: frequenza fondamentale non eccedente 3600 Hz con suono continuo e modulato; livello di pressione non inferiore a 70 dB(A) misurato a 3 m. 02.03.02.C01 Controllo: Controllo generale Controllare l'efficienza dei dispositivi di diffusione sonora contro l'apertura e l'asportazione. Verificare l'efficienza dello stato di carica della batteria di alimentazione e la funzionalità del display e della tastiera (se presenti). 02.04 - Impianto di trasmissione fonia e dati Codice Elementi Manutenibili / Requisiti e Prestazioni / Controlli 02.04 Impianto di trasmissione fonia e dati 02.04.R01 Requisito: Efficienza Tipologia Frequenza Controllo a vista ogni 6 mesi Ispezione a vista ogni 6 mesi L'impianto di trasmissione deve essere realizzato con materiali idonei a garantire efficienza del sistema. • Livello minimo della prestazione: Devono essere garantiti i livelli minimi indicati dalle norme e variabili per tipo di rete utilizzato. 02.04.01.C02 02.04.01.C01 Controllo: Controllo generale Verificare lo stato degli altoparlanti e la tenuta delle connessioni e dei pressacavo. Controllo: Controllo dei cavi Verificare lo stato dei cavi e la eventuale presenza di umidità. 02.08 - Impianto antintrusione e controllo accessi Codice Elementi Manutenibili / Requisiti e Prestazioni / Controlli 02.08.01 Diffusione sonora 02.08.01.R01 Requisito: Comodità d'uso e manovra Tipologia Frequenza Ispezione a vista ogni 3 mesi I dispositivi di diffusione sonora devono essere posizionati in modo da essere percettibili in ogni punto dell'ambiente sorvegliato. 02.08.01.C01 • Livello minimo della prestazione: Devono essere rispettati i valori indicati dalla norma CEI 79-2 ed in particolare: - sirene per esterno: frequenza fondamentale non eccedente 1800 Hz con suono continuo e modulato; livello di pressione non inferiore a 100 dB(A) misurato a 3 m; - sirene per interno: frequenza fondamentale non eccedente 3600 Hz con suono continuo e modulato; livello di pressione non inferiore a 90 dB(A) misurato a 3 m; - avvisatori acustici di servizio e di controllo: frequenza fondamentale non eccedente 3600 Hz con suono continuo e modulato; livello di pressione non inferiore a 70 dB(A) misurato a 3 m. Controllo: Controllo generale Controllare l'efficienza dei dispositivi di diffusione sonora contro l'apertura e l'asportazione. Verificare l'efficienza dello stato di carica della batteria di alimentazione. 02.09 - Impianto audio annunci emergenze Codice 02.09.02 Elementi Manutenibili / Requisiti e Prestazioni / Controlli Tipologia Frequenza Base microfonica standard Pagina 11 Programma di Manutenzione: Sottoprogramma delle Prestazioni 02.09.02.R01 Requisito: Comodità d'uso e manovra I dispositivi di diffusione sonora devono essere posizionati in modo da essere percettibili in ogni punto dell'ambiente sorvegliato. • Livello minimo della prestazione: Devono essere rispettati i valori indicati dalla norma CEI 79-2 ed in particolare: - sirene per esterno: frequenza fondamentale non eccedente 1800 Hz con suono continuo e modulato; livello di pressione non inferiore a 100 dB(A) misurato a 3 m; - sirene per interno: frequenza fondamentale non eccedente 3600 Hz con suono continuo e modulato; livello di pressione non inferiore a 90 dB(A) misurato a 3 m; - avvisatori acustici di servizio e di controllo: frequenza fondamentale non eccedente 3600 Hz con suono continuo e modulato; livello di pressione non inferiore a 70 dB(A) misurato a 3 m. 02.09.04.C01 02.09.03.C01 02.09.02.C01 Controllo: Controllo generale Controllare l'efficienza dei dispositivi di diffusione sonora contro l'apertura e l'asportazione. Verificare l'efficienza dello stato di carica della batteria di alimentazione. Controllo: Controllo generale Controllare l'efficienza dei dispositivi di diffusione sonora contro l'apertura e l'asportazione. Verificare l'efficienza dello stato di carica della batteria di alimentazione. Controllo: Controllo generale Controllare l'efficienza dei dispositivi di diffusione sonora contro l'apertura e l'asportazione. Verificare l'efficienza dello stato di carica della batteria di alimentazione e la funzionalità del display e della tastiera. 02.09.04 Diffusore sonoro 02.09.04.R01 Requisito: Comodità d'uso e manovra Ispezione a vista ogni 3 mesi Ispezione a vista ogni 3 mesi Ispezione a vista ogni 3 mesi I dispositivi di diffusione sonora devono essere posizionati in modo da essere percettibili in ogni punto dell'ambiente sorvegliato. • Livello minimo della prestazione: Devono essere rispettati i valori indicati dalla norma CEI 79-2 ed in particolare: - sirene per esterno: frequenza fondamentale non eccedente 1800 Hz con suono continuo e modulato; livello di pressione non inferiore a 100 dB(A) misurato a 3 m; - sirene per interno: frequenza fondamentale non eccedente 3600 Hz con suono continuo e modulato; livello di pressione non inferiore a 90 dB(A) misurato a 3 m; - avvisatori acustici di servizio e di controllo: frequenza fondamentale non eccedente 3600 Hz con suono continuo e modulato; livello di pressione non inferiore a 70 dB(A) misurato a 3 m. 05 - OPERE IDRAULICHE 05.02 - Impianto fognario acque bianche e acque nere Codice Elementi Manutenibili / Requisiti e Prestazioni / Controlli 05.02 Impianto fognario acque bianche e acque nere 05.02.R03 Requisito: Efficienza Tipologia Frequenza I sistemi di scarico devono essere progettati ed installati in modo da non compromettere la salute e la sicurezza degli utenti e delle persone che si trovano all’interno dell’edificio. • Livello minimo della prestazione: Le tubazioni devono essere progettate in modo da essere autopulenti, conformemente alla EN 12056-2. Pagina 12 Programma di Manutenzione: Sottoprogramma delle Prestazioni Classe Requisiti Di manutenibilità 05 - OPERE IDRAULICHE 05.02 - Impianto fognario acque bianche e acque nere Codice Elementi Manutenibili / Requisiti e Prestazioni / Controlli 05.02.02 Pozzetti di scarico 05.02.02.R03 Requisito: Pulibilità Tipologia Frequenza I pozzetti devono essere autopulibili per assicurare la funzionalità dell'impianto. • Livello minimo della prestazione: Per la verifica della facilità di pulizia si effettua una prova così come descritto dalla norma UNI EN 1253-2. Si monta il pozzetto completo della griglia e si versa nel contenitore per la prova acqua fredda a 15-10 °C alla portata di 0,2 l/s, 0,3 l/s, 0,4 l/s e 0,6 l/s. In corrispondenza di ognuna delle portate, immettere nel pozzetto, attraverso la griglia, 200 cm3 di perline di vetro del diametro di 5 +/- 0,5 mm e della densità da 2,5 g/cm3 a 3,0 g/cm3 , a una velocità costante e uniforme per 30 s. Continuare ad alimentare l’acqua per ulteriori 30 s. Misurare il volume in cm3 delle perline di vetro uscite dal pozzetto. Eseguire la prova per tre volte per ogni velocità di mandata. Deve essere considerata la media dei tre risultati. Pagina 13 Programma di Manutenzione: Sottoprogramma delle Prestazioni Classe Requisiti Di stabilità 01 - OPERE STRADALI 01.03 - Marciapiedi Codice Elementi Manutenibili / Requisiti e Prestazioni / Controlli 01.03.01 Cordoli e bordure 01.03.01.R01 Requisito: Resistenza a compressione Tipologia Frequenza Essi dovranno avere una resistenza alle sollecitazioni a compressione. • Livello minimo della prestazione: Il valore della resistenza convenzionale alla compressione Rcc, ricavato dalle prove effettuate sui provini campione, dovrà essere pari almeno a >= 60 N/mm2. 01.03.06 Pavimentazioni bituminose 01.03.06.R03 Requisito: Resistenza meccanica Le pavimentazioni devono contrastare in modo efficace la manifestazione di eventuali rotture, o deformazioni rilevanti, causate dall'azione di possibili sollecitazioni. • Livello minimo della prestazione: Per una analisi più approfondita dei livelli minimi rispetto ai vari componenti e materiali costituenti i rivestimenti si rimanda alle prescrizioni di legge e di normative vigenti in materia. 02 - IMPIANTI TECNOLOGICI 02.01 - Impianto elettrico Codice Elementi Manutenibili / Requisiti e Prestazioni / Controlli 02.01 Impianto elettrico 02.01.R08 Requisito: Resistenza meccanica Tipologia Frequenza Controllo a vista ogni mese Controllo a vista ogni mese Controllo a vista ogni mese Controllo ogni 2 mesi Controllo a vista ogni 6 mesi Gli impianti elettrici devono essere realizzati con materiali in grado di contrastare in modo efficace il prodursi di deformazioni o rotture sotto l'azione di determinate sollecitazioni. • Livello minimo della prestazione: Devono essere rispettati i livelli previsti in sede di progetto. 02.01.10.C01 02.01.06.C01 02.01.04.C01 02.01.07.C03 02.01.01.C01 Controllo: Controllo generale Verificare la funzionalità dei dispositivi di manovra dei sezionatori. Verificare che ci sia un buon livello di isolamento e di protezione (livello minimo di protezione da assicurare è IP54) onde evitare corto circuiti. Controllo: Controllo generale Verificare la corretta pressione di serraggio delle viti e delle placchette, e dei coperchi delle cassette. Verificare che ci sia un buon livello di isolamento e di protezione (livello minimo di protezione da assicurare è IP54) onde evitare corto circuiti. Controllo: Controllo generale Verificare la corretta pressione di serraggio delle viti e delle placchette, e dei coperchi delle cassette. Verificare che ci sia un buon livello di isolamento e di protezione (livello minimo di protezione da assicurare è IP54) onde evitare corto circuiti. Controllo: Verifica messa a terra Verificare l'efficienza dell'impianto di messa a terra dei quadri. Controllo: Controllo generale Controllo dello stato generale e dell'integrità dei contenitori a vista, dei coperchi delle cassette e delle scatole di passaggio. Verificare inoltre la presenza delle targhette nelle morsetterie. 02.02 - Impianto di illuminazione Codice Elementi Manutenibili / Requisiti e Prestazioni / Controlli 02.02 Impianto di illuminazione 02.02.R14 Requisito: Resistenza meccanica Tipologia Frequenza Controllo a vista ogni mese Controllo a vista ogni mese Controllo a vista ogni mese Gli impianti di illuminazione devono essere realizzati con materiali in grado di contrastare in modo efficace il prodursi di deformazioni o rotture sotto l'azione di determinate sollecitazioni. 02.02.10.C01 02.02.05.C01 02.02.04.C01 • Livello minimo della prestazione: Devono essere rispettati i livelli previsti in sede di progetto. Controllo: Controllo generale Controllare la corretta posizione dei riflettori e l'integrità delle lampadine. Verificare la pulizia della superficie dei riflettori. Controllo: Controllo generale Controllo dello stato generale e dell'integrità delle lampadine. Controllo: Controllo generale Controllo dello stato generale e dell'integrità delle lampadine. Pagina 14 Programma di Manutenzione: Sottoprogramma delle Prestazioni 02.02.03.C01 02.02.06.C02 Controllo: Controllo generale Controllo dello stato generale e dell'integrità delle lampadine. Controllo: Controllo generale Controllo dell'integrità dei lampioni verificando lo stato di tenuta del rivestimento, delle connessioni e dell'ancoraggio a terra. 02.02.06 Lampioni a braccio 02.02.06.R04 Requisito: Resistenza meccanica Controllo a vista ogni mese Controllo a vista ogni 3 mesi Controllo a vista ogni 3 mesi I lampioni ed i relativi elementi devono essere realizzati con materiali in grado di sopportare deformazioni e/o cedimenti. • Livello minimo della prestazione: Il palo deve essere progettato in modo da sostenere con sicurezza i carichi propri e i carichi del vento specificati nella UNI EN 40-3-1. La progettazione strutturale di un palo per illuminazione pubblica deve essere verificata mediante calcolo in conformità al UNI EN 40-3-3 oppure mediante prove in conformità alla UNI EN 40-3-2. 02.02.09.C02 Controllo: Controllo generale Controllo dell'integrità dei pali verificando lo stato di tenuta del rivestimento, delle connessioni e dell'ancoraggio a terra. 02.02.07 Lampioni singoli 02.02.07.R05 Requisito: Resistenza meccanica I lampioni ed i relativi elementi devono essere realizzati con materiali in grado di sopportare deformazioni e/o cedimenti. • Livello minimo della prestazione: Il palo deve essere progettato in modo da sostenere con sicurezza i carichi propri e i carichi del vento specificati nella UNI EN 40-3-1. La progettazione strutturale di un palo per illuminazione pubblica deve essere verificata mediante calcolo in conformità al UNI EN 40-3-3 oppure mediante prove in conformità alla UNI EN 40-3-2. 02.02.09 Pali in acciaio 02.02.09.R05 Requisito: Resistenza meccanica I lampioni ed i relativi elementi devono essere realizzati con materiali in grado di sopportare deformazioni e/o cedimenti. • Livello minimo della prestazione: Il palo deve essere progettato in modo da sostenere con sicurezza i carichi propri e i carichi del vento specificati nella UNI EN 40-3-1. La progettazione strutturale di un palo per illuminazione pubblica deve essere verificata mediante calcolo in conformità al UNI EN 40-3-3 oppure mediante prove in conformità alla UNI EN 40-3-2. 02.06 - Impianto telefonico Codice Elementi Manutenibili / Requisiti e Prestazioni / Controlli 02.06 Impianto telefonico 02.06.R03 Requisito: Resistenza meccanica Tipologia Frequenza Ispezione a vista ogni 6 mesi Gli elementi dell'impianto telefonico devono essere in grado di contrastare in modo efficace il prodursi di deformazioni o rotture che si dovessero verificare nelle condizioni di impiego. • Livello minimo della prestazione: Per verificare la resistenza meccanica devono essere utilizzate il procedimento e l’apparecchiatura di prova descritti dalla normativa UNI di riferimento. Al termine della prova deve essere verificata visivamente l’assenza di danni meccanici, sia internamente che esternamente. 02.06.05.C01 Controllo: Controllo generale Controllare la funzionalità degli apparecchi di ripresa ottici verificandone il corretto orientamento. Verificare il corretto serraggio delle connessioni e la funzionalità del sistema di protezione. 02.07 - Impianto di messa a terra Codice Elementi Manutenibili / Requisiti e Prestazioni / Controlli 02.07 Impianto di messa a terra 02.07.R01 Requisito: Resistenza meccanica Tipologia Frequenza Ispezione strumentale Ispezione a vista ogni mese Gli elementi ed i materiali dell'impianto di messa a terra devono essere in grado di contrastare in modo efficace il prodursi di deformazioni o rotture. 02.07.01.C01 02.07.03.C01 • Livello minimo della prestazione: I dispersori per la presa di terra devono garantire, per il complesso delle derivazioni a terra, una resistenza non superiore a 20 Ohm per gli impianti utilizzatori a tensione fino a 1000 V. Per tensioni superiori e per le cabine ed officine il dispersore deve presentare quella minore resistenza e sicurezza adeguata alle caratteristiche dell'impianto. Controllo: Controllo generale Verificare con controlli a campione che i conduttori di protezione arrivino fino al nodo equipotenziale. Controllo: Controllo generale Verificare che i componenti (quali conduttori, ecc.) siano in buone condizioni. Verificare inoltre che siano in buone condizioni i serraggi dei bulloni. ogni 12 mesi Pagina 15 Programma di Manutenzione: Sottoprogramma delle Prestazioni 02.07.02.C01 Controllo: Controllo generale Verificare che i componenti (quali connessioni, pozzetti, capicorda, ecc.) del sistema di dispersione siano in buone condizioni e non ci sia presenza di corrosione di detti elementi. Verificare inoltre la presenza dei cartelli indicatori degli schemi elettrici. 02.07.01 Conduttori di protezione 02.07.01.R01 Requisito: Resistenza alla corrosione Ispezione a vista ogni 12 mesi Ispezione strumentale Ispezione a vista ogni mese ogni 12 mesi Ispezione a vista ogni 12 mesi Gli elementi ed i materiali del sistema di dispersione dell'impianto di messa a terra devono essere in grado di contrastare in modo efficace il prodursi di fenomeni di corrosione. • Livello minimo della prestazione: La valutazione della resistenza alla corrosione viene definita con una prova di alcuni campioni posti in una camera a nebbia salina per un determinato periodo. Al termine della prova devono essere soddisfatti i criteri di valutazione previsti (aspetto dopo la prova, tempo impiegato per la prima corrosione, variazioni di massa, difetti riscontrabili, ecc.) secondo quanto stabilito dalla norma UNI ISO 9227. 02.07.01.C01 02.07.03.C01 02.07.02.C01 Controllo: Controllo generale Verificare con controlli a campione che i conduttori di protezione arrivino fino al nodo equipotenziale. Controllo: Controllo generale Verificare che i componenti (quali conduttori, ecc.) siano in buone condizioni. Verificare inoltre che siano in buone condizioni i serraggi dei bulloni. Controllo: Controllo generale Verificare che i componenti (quali connessioni, pozzetti, capicorda, ecc.) del sistema di dispersione siano in buone condizioni e non ci sia presenza di corrosione di detti elementi. Verificare inoltre la presenza dei cartelli indicatori degli schemi elettrici. 02.07.02 Sistema di dispersione 02.07.02.R01 Requisito: Resistenza alla corrosione Gli elementi ed i materiali del sistema di dispersione dell'impianto di messa a terra devono essere in grado di contrastare in modo efficace il prodursi di fenomeni di corrosione. • Livello minimo della prestazione: Per garantire un'adeguata protezione occorre che i dispersori di terra rispettino i valori di Vs indicati dalla norma UNI di settore. 02.07.03 Sistema di equipotenzializzazione 02.07.03.R01 Requisito: Resistenza alla corrosione Il sistema di equipotenzializzazione dell'impianto di messa a terra deve essere in grado di contrastare in modo efficace il prodursi di fenomeni di corrosione. • Livello minimo della prestazione: Per garantire un'adeguata protezione occorre che i conduttori equipotenziali principali e supplementari rispettino i valori di Vs indicati dalla norma UNI di settore. 02.08 - Impianto antintrusione e controllo accessi Codice Elementi Manutenibili / Requisiti e Prestazioni / Controlli 02.08 Impianto antintrusione e controllo accessi 02.08.R01 Requisito: Impermeabilità ai liquidi Tipologia Frequenza Gli elementi dell'impianto antintrusione installati all'esterno devono essere in grado di evitare infiltrazioni di acqua o di umidità all'interno del sistema. • Livello minimo della prestazione: I materiali utilizzati possono essere verificati effettuando le prove prescritte dalla normativa vigente e seguendo i metodi di calcolo da essa previsti. 02.08.R05 Requisito: Resistenza alla corrosione Gli elementi dell'impianto antintrusione devono essere in grado di contrastare in modo efficace il prodursi di fenomeni di corrosione. • Livello minimo della prestazione: Per accertare la capacità di resistenza alla corrosione degli elementi dell'impianto si effettuano una serie di prove secondo le modalità riportate nella norma UNI vigente. 02.08.R07 Requisito: Resistenza meccanica Gli elementi dell'impianto antintrusione devono essere in grado di contrastare in modo efficace il prodursi di deformazioni o rotture che si dovessero verificare nelle condizioni di impiego. • Livello minimo della prestazione: Per verificare la resistenza meccanica devono essere utilizzate il procedimento e l’apparecchiatura di prova descritti dalla normativa UNI vigente. Pagina 16 Programma di Manutenzione: Sottoprogramma delle Prestazioni 04 - OPERE EDILI 04.01 - Strutture in sottosuolo Codice Elementi Manutenibili / Requisiti e Prestazioni / Controlli 04.01 Strutture in sottosuolo 04.01.R05 Requisito: Resistenza meccanica Tipologia Frequenza Controllo a vista ogni 12 mesi Le strutture in sottosuolo dovranno essere in grado di contrastare le eventuali manifestazioni di deformazioni e cedimenti rilevanti dovuti all'azione di determinate sollecitazioni (carichi, forze sismiche, ecc.). 04.01.01.C01 • Livello minimo della prestazione: Per i livelli minimi si rimanda alle prescrizioni di legge e di normative vigenti in materia. Controllo: Controllo struttura Controllare l'integrità delle pareti e dei pilastri verificando l'assenza di eventuali lesioni e/o fessurazioni. Controllare eventuali smottamenti del terreno circostante alla struttura che possano essere indicatori di cedimenti strutturali. Effettuare verifiche e controlli approfonditi particolarmente in corrispondenza di manifestazioni a calamità naturali (sisma, nubifragi, ecc.). 04.02 - Pareti di sostegno Codice Elementi Manutenibili / Requisiti e Prestazioni / Controlli 04.02 Pareti di sostegno 04.02.R01 Requisito: Stabilità Tipologia Frequenza Controllo ogni 6 mesi Le pareti di sostegno in fase d'opera dovranno garantire la stabilità in relazione al principio statico di funzionamento. • Livello minimo della prestazione: Essi variano in funzione delle verifiche di stabilità: -al ribaltamento = [ Ms (Momento Spingente) < Mr (Momento Ribaltante)]; -allo scorrimento = [S(Spinta della terra ) x f (coeff. di attrito) <= 1,3 x P (Risultante delle forze verticali che agiscono sul muro)]; -allo schiacciamento = [ sigma t lim (tensione del terreno al limite di rottura) / sigma max (tensione normale massima sul piano della fondazione) >= 2]; -allo slittamento del complesso terra-muro. 04.02.01.C01 Controllo: Controllo generale Controllare la stabilità delle strutture e l'assenza di eventuali anomalie. In particolare la comparsa di segni di dissesti evidenti (fratturazioni, lesioni, principio di ribaltamento, ecc.) Verifica dello stato del calcestruzzo e controllo del degrado e/o di eventuali processi di carbonatazione e/o corrosione. Controllare l'efficacia dei sistemi di drenaggio. 04.03 - Facciate continue Codice Elementi Manutenibili / Requisiti e Prestazioni / Controlli 04.03 Facciate continue 04.03.R02 Requisito: Resistenza al carico del vento Tipologia Frequenza Le facciate continue dovranno produrre una resistenza al carico del vento sia per le parti fisse che di quelle apribili. • Livello minimo della prestazione: I livelli minimi variano in funzione dei parametri di riferimento di cui alla norma UNI EN 12179. 04.04 - Rivestimenti esterni Codice Elementi Manutenibili / Requisiti e Prestazioni / Controlli 04.04 Rivestimenti esterni 04.04.R13 Requisito: Resistenza agli urti Tipologia Frequenza I rivestimenti unitamente alle pareti dovranno essere in grado di sopportare urti (definiti dall'energia cinetica di urti-tipo o convenzionali di corpi duri, come di oggetti scagliati, o molli, come il peso di un corpo che cade) che non debbono compromettere la stabilità della parete, né provocare il distacco di elementi o frammenti pericolosi a carico degli utenti. • Livello minimo della prestazione: I rivestimenti unitamente alle pareti dovranno resistere all'azione di urti sulla faccia esterna ed interna, prodotti secondo le modalità riportate di seguito che corrispondono a quelle previste dalla norma UNI 9269 P: TIPO DI PROVA: Urto con corpo duro; Massa del corpo [Kg] = 0.5; Energia d’urto applicata [J] = 3; Note: - ; Pagina 17 Programma di Manutenzione: Sottoprogramma delle Prestazioni TIPO DI PROVA: Urto con corpo molle di grandi dimensioni; Massa del corpo [Kg] = 50; Energia d’urto applicata [J] = 300; Note: Non necessario, per la faccia esterna, oltre il piano terra; TIPO DI PROVA: Urto con corpo molle di piccole dimensioni; Massa del corpo [Kg] = 3; Energia d’urto applicata [J] = 60 - 10 - 30; Note: Superficie esterna, al piano terra. 04.04.R16 Requisito: Resistenza al vento I rivestimenti unitamente alle pareti dovranno resistere alle azioni e depressioni del vento tale da non compromettere la stabilità e la funzionalità degli strati che le costituiscono. • Livello minimo della prestazione: I livelli minimi variano in funzione di prove di laboratorio basate nella misurazione della differenza di pressione in condizioni di sovrappressione e in depressione, con cassoni d'aria o cuscini d'aria, di una sezione di parete secondo la ISO 7895. 04.04.R18 Requisito: Resistenza meccanica I rivestimenti unitamente alle pareti dovranno limitare la manifestazione di eventuali rotture, o deformazioni rilevanti, causate dall'azione di possibili sollecitazioni. 04.04.01.C01 • Livello minimo della prestazione: Per una analisi più approfondita dei livelli minimi rispetto ai vari componenti e materiali costituenti i rivestimenti si rimanda alle prescrizioni di legge e di normative vigenti in materia. Controllo: Controllo generale delle parti a vista Controllo dello stato e verifica del grado di usura delle parti in vista. Controllo dei fissaggi e degli elementi di ancoraggio. Controllare l'uniformità dell'aspetto cromatico delle superfici e della loro planarità. Riscontro di eventuali anomalie (distacchi, graffi, macchie,ecc.) e/o difetti di esecuzione. Controllo a vista ogni 12 mesi 04.05 - Infissi esterni Codice Elementi Manutenibili / Requisiti e Prestazioni / Controlli 04.05 Infissi esterni 04.05.R14 Requisito: Resistenza agli urti Tipologia Frequenza Controllo a vista ogni 6 mesi Controllo a vista ogni 12 mesi Controllo a vista ogni 6 mesi Gli infissi dovranno essere in grado di sopportare urti (definiti dall'energia cinetica di urti-tipo o convenzionali di corpi duri, come di oggetti scagliati, o molli, come il peso di un corpo che cade) che non debbono compromettere la stabilità degli stessi; né provocare il distacco di elementi o frammenti pericolosi a carico degli utenti. • Livello minimo della prestazione: Gli infissi esterni verticali, ad esclusione degli elementi di tamponamento, devono resistere all'azione di urti esterni ed interni realizzati secondo con le modalità indicate di seguito: TIPO DI INFISSO: Porta esterna; Corpo d’urto: duro - Massa del corpo [Kg]: 0,5; Energia d’urto applicata [J]: faccia esterna=3,75 - faccia interna=3,75 Corpo d’urto: molle - Massa del corpo [Kg]: 30; Energia d’urto applicata [J]: faccia esterna=240 - faccia interna=240 TIPO DI INFISSO: Finestra; Corpo d’urto: molle - Massa del corpo [Kg]: 50; Energia d’urto applicata [J]: faccia esterna=900 - faccia interna=900 TIPO DI INFISSO: Portafinestra; Corpo d’urto: molle - Massa del corpo [Kg]: 50; Energia d’urto applicata [J]: faccia esterna=700 - faccia interna=700 TIPO DI INFISSO: Facciata continua; Corpo d’urto: duro - Massa del corpo [Kg]: 1; Energia d’urto applicata [J]: faccia esterna=6 - faccia interna= TIPO DI INFISSO: Elementi pieni; Corpo d’urto: molle - Massa del corpo [Kg]: 50; Energia d’urto applicata [J]: faccia esterna=700 - faccia interna= 04.05.01.C12 04.05.01.C03 Controllo: Controllo vetri Controllo uniformità dei vetri e delle sigillature vetro-telaio. Controllare la presenza di depositi o sporco. Verifica di assenza di anomalie e/o difetti (rottura, depositi, macchie, ecc.). Controllo: Controllo guarnizioni di tenuta Controllo dell'efficacia delle guarnizioni. Controllo dell'adesione delle guarnizioni ai profili di contatto dei telai. Controllo del corretto inserimento nelle proprie sedi delle guarnizioni. Controllo dell'elasticità delle guarnizioni. 04.05.R17 Requisito: Resistenza al vento Gli infissi debbono resistere alle azioni e depressioni del vento in modo da garantire la sicurezza degli utenti e assicurare la durata e la funzionalità nel tempo. Inoltre essi devono sopportare l'azione del vento senza compromettere la funzionalità degli elementi che li costituiscono. • Livello minimo della prestazione: I livelli minimi variano in funzione di prove di laboratorio basate nella misurazione della differenza di pressioni, riprodotte convenzionalmente in condizioni di sovrappressione e in depressione secondo la UNI EN 12210 e UNI EN 12211. 04.05.01.C12 Controllo: Controllo vetri Controllo uniformità dei vetri e delle sigillature vetro-telaio. Controllare la presenza di depositi o Pagina 18 Programma di Manutenzione: Sottoprogramma delle Prestazioni 04.05.01.C03 sporco. Verifica di assenza di anomalie e/o difetti (rottura, depositi, macchie, ecc.). Controllo: Controllo guarnizioni di tenuta Controllo dell'efficacia delle guarnizioni. Controllo dell'adesione delle guarnizioni ai profili di contatto dei telai. Controllo del corretto inserimento nelle proprie sedi delle guarnizioni. Controllo dell'elasticità delle guarnizioni. Controllo a vista ogni 12 mesi 04.06 - Coperture piane Codice Elementi Manutenibili / Requisiti e Prestazioni / Controlli 04.06 Coperture piane 04.06.R13 Requisito: Resistenza al vento Tipologia Frequenza Controllo a vista ogni 12 mesi La copertura deve resistere alle azioni e depressioni del vento tale da non compromettere la stabilità e la funzionalità degli strati che la costituiscono. • Livello minimo della prestazione: I livelli minimi variano in funzione degli elementi impiegati per i quali si rinvia alla normativa vigente. 04.06.R16 Requisito: Resistenza meccanica La copertura deve garantire una resistenza meccanica rispetto alle condizioni di carico (carichi concentrati e distribuiti) di progetto in modo da garantire la stabilità e la stabilità degli strati costituenti. Inoltre vanno considerate le caratteristiche dello strato di supporto che dovranno essere adeguate alle sollecitazioni e alla resistenza degli elementi di tenuta. • Livello minimo della prestazione: Comunque, in relazione alla funzione strutturale, le caratteristiche delle coperture devono corrispondere a quelle prescritte dalle leggi e normative vigenti. 04.06.02.C01 Controllo: Controllo struttura Controllo del grado di usura delle parti in vista finalizzato alla ricerca di anomalie (corrosione, difetti di ancoraggi, perdita delle caratteristiche di resistenza, ecc.). 04.08 - Scale e rampe Codice Elementi Manutenibili / Requisiti e Prestazioni / Controlli 04.08 Scale e rampe 04.08.R02 Requisito: Resistenza meccanica Tipologia Frequenza Controllo a vista ogni 12 mesi Controllo a vista ogni 12 mesi Controllo a vista ogni 12 mesi Gli elementi strutturali costituenti le scale devono contrastare in modo efficace la manifestazione di eventuali rotture, o deformazioni rilevanti, causate dall'azione di possibili sollecitazioni. • Livello minimo della prestazione: Per una analisi più approfondita dei livelli minimi rispetto ai vari componenti e materiali costituenti i rivestimenti si rimanda alle prescrizioni di legge e di normative vigenti in materia. 04.08.01.C03 04.08.01.C02 04.08.01.C01 Controllo: Controllo rivestimenti pedate e alzate Controllo periodico delle condizioni estetiche delle superfici dei rivestimenti costituenti pedate ed alzate. Verifica di eventuale presenza di macchie, sporco, efflorescenze, abrasioni, ecc.. Controllo: Controllo strutture Controllo periodico delle parti in vista finalizzato alla ricerca di anomalie (fenomeni di disgregazioni, scaglionature, fessurazioni, distacchi, esposizione dei ferri d'armatura, processi di carbonatazione del cls, ecc.). Controllo: Controllo balaustre e corrimano Controllo periodico delle condizioni estetiche delle superfici delle balaustre e dei corrimano (macchie, sporco, abrasioni, ecc.). Verifica della loro stabilità e del corretto serraggio. 04.09 - Pavimentazioni esterne Codice Elementi Manutenibili / Requisiti e Prestazioni / Controlli 04.09 Pavimentazioni esterne 04.09.R03 Requisito: Resistenza meccanica Tipologia Frequenza Controllo a vista ogni 12 mesi Le pavimentazioni devono contrastare in modo efficace la manifestazione di eventuali rotture, o deformazioni rilevanti, causate dall'azione di possibili sollecitazioni. • Livello minimo della prestazione: Per una analisi più approfondita dei livelli minimi rispetto ai vari componenti e materiali costituenti i rivestimenti si rimanda alle prescrizioni di legge e di normative vigenti in materia. 04.09.01.C01 Controllo: Controllo generale delle parti a vista Controllo dello stato di conservazione delle finiture e verifica del grado di usura, di erosione, di brillantezza delle parti in vista. Controllare l'uniformità dell'aspetto cromatico delle superfici. Riscontro di eventuali anomalie (depositi, macchie, graffi, efflorescenze, lesioni, microfessurazioni, ecc.). Pagina 19 Programma di Manutenzione: Sottoprogramma delle Prestazioni 05 - OPERE IDRAULICHE 05.01 - Impianto acquedotto Codice Elementi Manutenibili / Requisiti e Prestazioni / Controlli 05.01.02 Pozzetti 05.01.02.R01 Requisito: Resistenza meccanica Tipologia Frequenza I pozzetti ed i relativi componenti devono essere in grado di contrastare le eventuali manifestazioni di deformazioni e cedimenti rilevanti dovuti all'azione di determinate sollecitazioni (carichi, forze sismiche, ecc.). • Livello minimo della prestazione: Si ritiene che pozzetti con separatore di sedimenti con tenuta idraulica avente profondità maggiore di 60 mm soddisfino il presente requisito. 05.01.03 Tubi in polietilene alta densità (PEAD) 05.01.03.R03 Requisito: Resistenza meccanica Le tubazioni e gli elementi accessori quali valvole e rubinetti devono essere in grado di contrastare in modo efficace il prodursi di deformazioni o rotture sotto l'azione di determinate sollecitazioni. • Livello minimo della prestazione: La prova per determinare la resistenza alla pressione interna avviene utilizzando un dispositivo che consente di raggiungere la pressione interna alla temperatura prescritta per la prova (ricavabile dalla formula indicata sulla norma UNI 7615 e variabile in funzione del diametro e degli spessori). Deve essere rilevata per ogni provino se la rottura si è verificata prima del tempo stabilito. Per la validità della prova non devono verificarsi rotture. 05.01.04 Tubi in polipropilene (PP) 05.01.04.R03 Requisito: Resistenza agli urti Le tubazioni devono essere in grado di contrastare in modo efficace il prodursi di deformazioni o rotture sotto l'azione di determinate sollecitazioni. • Livello minimo della prestazione: Usando i parametri indicati nel prospetto 9 della norma indicata il tubo deve sopportare la pressione idrostatica (circonferenziale) senza scoppiare. 05.01.04.R04 Requisito: Resistenza meccanica Le tubazioni e gli elementi accessori quali valvole e rubinetti devono essere in grado di contrastare in modo efficace il prodursi di deformazioni o rotture sotto l'azione di determinate sollecitazioni. • Livello minimo della prestazione: La prova per determinare la resistenza alla pressione interna avviene utilizzando un dispositivo che consente di raggiungere la pressione interna alla temperatura prescritta per la prova. Deve essere rilevata per ogni provino se la rottura si è verificata prima del tempo stabilito. Per la validità della prova non devono verificarsi rotture. 05.01.05 Valvole a saracinesca (saracinesche) 05.01.05.R02 Requisito: Resistenza a manovre e sforzi d'uso Le valvole a saracinesca devono essere in grado di contrastare in modo efficace il prodursi di deformazioni o rotture in seguito ad operazioni di manovra o di utilizzo. • Livello minimo della prestazione: Il diametro del volantino e la pressione massima differenziale (alla quale può essere manovrata la valvola a saracinesca senza by-pass) sono quelli indicati nel punto 5.1 della norma UNI EN 1074. 05.01.06 Valvole antiritorno 05.01.06.R01 Requisito: Resistenza a manovre e sforzi d'uso Le valvole antiritorno devono essere in grado di contrastare in modo efficace il prodursi di deformazioni o rotture in seguito ad operazioni di manovra o di utilizzo. • Livello minimo della prestazione: Il diametro del volantino e la pressione massima differenziale (alla quale può essere manovrata la valvola a saracinesca senza by-pass) sono quelli indicati nel punto 5.1 della norma UNI EN 1074. 05.02 - Impianto fognario acque bianche e acque nere Codice Elementi Manutenibili / Requisiti e Prestazioni / Controlli 05.02.02 Pozzetti di scarico 05.02.02.R04 Requisito: Resistenza meccanica Tipologia Frequenza Le caditoie ed i pozzetti devono essere in grado di contrastare in modo efficace il prodursi di deformazioni o rotture sotto l'azione di determinate sollecitazioni. • Livello minimo della prestazione: La resistenza meccanica delle caditoie e dei pozzetti può essere verificata mediante prova da effettuarsi con le modalità ed i tempi previsti dalla norma UNI EN 1253. Non devono prodursi alcuna incrinatura o frattura prima del raggiungimento del carico di Pagina 20 Programma di Manutenzione: Sottoprogramma delle Prestazioni prova. Inoltre, nel caso di pozzetti o di scatole sifoniche muniti di griglia o di coperchio in ghisa dolce, acciaio, metalli non ferrosi, plastica oppure in una combinazione di tali materiali con il calcestruzzo, la deformazione permanente non deve essere maggiore dei valori elencati dalla norma suddetta. Per le griglie deve essere applicato un carico di prova P di 0,25 kN e la deformazione permanente f ai 2/3 del carico di prova non deve essere maggiore di 2,0 mm. 05.02.04.C01 Controllo: Controllo generale Verificare lo stato generale e l'integrità della piastra di copertura dei pozzetti, della base di appoggio e delle pareti laterali. 05.02.03 Stazioni di sollevamento 05.02.03.R04 Requisito: Stabilità morfologica Ispezione ogni 12 mesi Controllo a vista ogni 12 mesi La pompa o il gruppo di pompaggio devono rimanere stabili in tutte le fasi del trasporto,del montaggio e dello smontaggio nelle condizioni previste quando sono inclinati di un angolo di 10° in qualsiasi direzione rispetto alla loro posizione normale. • Livello minimo della prestazione: Quando la pompa è installata, deve essere resa stabile mediante l’uso di bulloni di fissaggio a terra oppure mediante l’impiego di altri metodi di ancoraggio. I bulloni per il fissaggio a terra o gli altri metodi di ancoraggio devono essere sufficientemente resistenti da impedire il movimento fisico accidentale dell’apparecchio. 05.02.04 Tombini 05.02.04.R01 Requisito: Resistenza meccanica I tombini devono essere in grado di contrastare in modo efficace il prodursi di deformazioni o rotture sotto l'azione di determinate sollecitazioni. • Livello minimo della prestazione: La resistenza meccanica dei tombini può essere verificata mediante prova da effettuarsi con le modalità ed i tempi previsti dalla norma UNI EN 13380. Non devono prodursi alcuna incrinatura o frattura prima del raggiungimento del carico di prova. 05.02.05 Tubazioni in acciaio 05.02.05.R02 Requisito: Tenuta all'acqua Le tubazioni in acciaio e le giunzioni devono garantire una tenuta alla pressione di esercizio prevista per l'impianto. • Livello minimo della prestazione: Tutti i tubi e i raccordi, comprese le giunzioni, devono conservare le loro caratteristiche di tenuta all’acqua alle pressioni interne o esterne che vanno da 0 kPa a 50 kPa. 05.02.05.R03 Requisito: Tenuta all'aria Le tubazioni in acciaio e le giunzioni devono garantire una tenuta all'aria. • Livello minimo della prestazione: I giunti dei raccordi agli apparecchi sanitari devono resistere a una pressione dell'aria interna di prova di 1 kPa. Le giunzioni dei tubi devono resistere a una pressione dell'aria interna di prova di 10 kPa. 05.02.06 Tubazioni in c.a. 05.02.06.R04 Requisito: Resistenza alla compressione Le tubazioni in cls devono essere in grado di resistere a sforzi di compressione che si verificano durante il funzionamento. • Livello minimo della prestazione: Se vengono utilizzati cubi da 150 mm, i risultati delle prove devono essere divisi per un fattore di conversione di: - 1,20 per i risultati delle prove minori di 45 MPa; - 1,10 per i risultati delle prove uguali o maggiori di 45 MPa. Se vengono utilizzati i cubi da 100 mm, i risultati delle prove devono essere divisi per 1,05 prima di applicare le conversioni menzionate in precedenza. 05.02.08 Tubazioni in polivinile non plastificato 05.02.08.R02 Requisito: Resistenza a sbalzi di temperatura Le tubazioni ed i relativi complementi non devono subire disgregazioni o dissoluzioni se sottoposti all'azione di temperature elevate. • Livello minimo della prestazione: In particolare deve verificarsi un ritiro longitudinale del tubo minore del 5% ed inoltre non deve mostrare bolle o crepe. 05.02.08.R03 Requisito: Resistenza all'urto Le tubazioni devono essere in grado di resistere a sforzi che si verificano durante il funzionamento. • Livello minimo della prestazione: Devono essere rispettati i valori minimi indicati dalla norma UNI EN 1329 al punto 7. 05.02.08.C02 Controllo: Controllo tenuta Verificare l'integrità delle tubazioni con particolare attenzione ai raccordi tra tronchi di tubo. 05.03 - Opere di ingegneria naturalistica Codice Elementi Manutenibili / Requisiti e Prestazioni / Controlli Tipologia Frequenza Pagina 21 Programma di Manutenzione: Sottoprogramma delle Prestazioni 05.03 Opere di ingegneria naturalistica 05.03.R02 Requisito: Resistenza alla trazione Gli elementi utilizzati per realizzare opere di ingegneria naturalistica devono garantire resistenza ad eventuali fenomeni di trazione. • Livello minimo della prestazione: Devono essere garantiti i valori previsti in sede di progetto. 05.03.01.C01 Controllo: Controllo generale Verificare la stabilità dei gabbioni controllando che le reti siano efficienti e che non causino la fuoriuscita dei conci di pietra. Ispezione ogni settimana 06 - IMPIANTO DI IRRIGAZIONE 06.01 - Aree a verde Codice Elementi Manutenibili / Requisiti e Prestazioni / Controlli 06.01.01 Elettrovalvole 06.01.01.R01 Requisito: Resistenza agli agenti aggressivi chimici Tipologia Frequenza Gli elementi dell'impianto di irrigazione devono conservare inalterate le proprie caratteristiche chimico fisiche sotto l'azione di agenti aggressivi chimici. • Livello minimo della prestazione: Per la valutazione della resistenza agli agenti chimici presenti nell’aria si fa riferimento ai metodi di prova indicati dalle norme UNI. Pagina 22 Programma di Manutenzione: Sottoprogramma delle Prestazioni Classe Requisiti Durabilità tecnologica 04 - OPERE EDILI 04.08 - Scale e rampe Codice Elementi Manutenibili / Requisiti e Prestazioni / Controlli 04.08 Scale e rampe 04.08.R01 Requisito: Resistenza all'usura Tipologia Frequenza Controllo a vista ogni 12 mesi Controllo a vista ogni 12 mesi I materiali di rivestimento di gradini e pianerottoli dovranno presentare caratteristiche di resistenza all'usura. 04.08.01.C03 04.08.01.C01 • Livello minimo della prestazione: I rivestimenti dovranno possedere una resistenza all'usura corrispondente alla classe U3 (ossia di resistenza all'usura per un tempo non inferiore ai 10 anni) della classificazione UPEC. Controllo: Controllo rivestimenti pedate e alzate Controllo periodico delle condizioni estetiche delle superfici dei rivestimenti costituenti pedate ed alzate. Verifica di eventuale presenza di macchie, sporco, efflorescenze, abrasioni, ecc.. Controllo: Controllo balaustre e corrimano Controllo periodico delle condizioni estetiche delle superfici delle balaustre e dei corrimano (macchie, sporco, abrasioni, ecc.). Verifica della loro stabilità e del corretto serraggio. 05 - OPERE IDRAULICHE 05.01 - Impianto acquedotto Codice Elementi Manutenibili / Requisiti e Prestazioni / Controlli 05.01 Impianto acquedotto 05.01.R01 Requisito: (Attitudine al) controllo della tenuta Tipologia Frequenza Gli elementi dell'impianto idrico di adduzione dell'acqua devono essere idonei ad impedire fughe dei fluidi in circolazione per garantire la funzionalità dell'impianto. • Livello minimo della prestazione: La capacità di tenuta viene verificata mediante la prova indicata dalla norma UNI di settore. Al termine della prova si deve verificare la assenza di difetti o segni di cedimento. 05.03 - Opere di ingegneria naturalistica Codice Elementi Manutenibili / Requisiti e Prestazioni / Controlli 05.03 Opere di ingegneria naturalistica 05.03.R01 Requisito: Resistenza alla corrosione Tipologia Frequenza Ispezione ogni settimana Le reti utilizzate devono essere realizzate con materiali idonei in modo da garantire la funzionalità del sistema. • Livello minimo della prestazione: I materiali utilizzati per la formazione delle reti devono soddisfare i requisiti indicati dalla normativa UNI di settore. 05.03.01.C01 Controllo: Controllo generale Verificare la stabilità dei gabbioni controllando che le reti siano efficienti e che non causino la fuoriuscita dei conci di pietra. Pagina 23 Programma di Manutenzione: Sottoprogramma delle Prestazioni Classe Requisiti Facilità d'intervento 01 - OPERE STRADALI 01.03 - Marciapiedi Codice Elementi Manutenibili / Requisiti e Prestazioni / Controlli 01.03 Marciapiedi 01.03.R01 Requisito: Accessibilità Tipologia Frequenza Le aree pedonali ed i marciapiedi devono essere dimensionati ed organizzati in modo da essere raggiungibili e praticabili, garantire inoltre la sicurezza e l'accessibilità durante la circolazione da parte dell'utenza. • Livello minimo della prestazione: Si prevedono, in funzione dei diversi tipi di strade, le seguenti larghezze minime: -nelle strade primarie: 0,75 m; 1 m in galleria; -nelle strade di scorrimento: 3 m; 1,50 m nei tratti in viadotto; -nelle strade di quartiere: 4 m; 1,50 m nei tratti in viadotto; 5 m nelle zone turistiche e commerciali; -nelle strade locali: 3 m; 1,50 m nelle zone con minima densità residenziale; FABBISOGNO DI SPAZIO PER PERCORSI PEDONALI IN AREE RESIDENZIALI TIPOLOGIA DEL PASSAGGIO: 1 persona; Larghezza (cm): 60; Note: -; TIPOLOGIA DEL PASSAGGIO: 2 persone; Larghezza (cm): 90; Note: passaggio con difficoltà; TIPOLOGIA DEL PASSAGGIO: 2 persone; Larghezza (cm): 120; Note: passaggio agevole; TIPOLOGIA DEL PASSAGGIO: 3 persone; Larghezza (cm): 187; Note: passaggio agevole; TIPOLOGIA DEL PASSAGGIO: 1 persona con doppio bagaglio; Larghezza (cm): 100; Note: -; TIPOLOGIA DEL PASSAGGIO: 2 persone con doppio bagaglio; Larghezza (cm): 212,5; Note: -; TIPOLOGIA DEL PASSAGGIO: 2 persone con ombrello aperto; Larghezza (cm): 237,5; Note: -; TIPOLOGIA DEL PASSAGGIO: carrozzina; Larghezza (cm): 80; Note: -; TIPOLOGIA DEL PASSAGGIO: 1 carrozzina e 1 bambino; Larghezza (cm): 115; Note: con bambino al fianco; TIPOLOGIA DEL PASSAGGIO: 2 carrozzine o 2 sedie a rotelle; Larghezza (cm): 170; Note: passaggio agevole; TIPOLOGIA DEL PASSAGGIO: 2 persone con delimitazioni laterali; Larghezza (cm): 220; Note: passaggio con difficoltà; TIPOLOGIA DEL PASSAGGIO: 2 persone con delimitazioni laterali; Larghezza (cm): 260; Note: passaggio agevole. -le larghezze minime vanno misurate al netto di eventuali aree erbose o alberate, di aree occupate da cabine telefoniche, chioschi o edicole, ecc.; -i marciapiedi prospicienti su carreggiate sottostanti devono essere muniti di parapetto e/o rete di protezione di altezza minima di 2,00 m; -gli attraversamenti pedonali sono regolamentati secondo la disciplina degli attraversamenti: DISCIPLINA DEGLI ATTRAVERSAMENTI PEDONALI (BOLLETTINO UFFICIALE DEL CNR N. 60 DEL 26.04.1978) -STRADE PRIMARIE Tipo di attraversamento pedonale: a livelli sfalsati Attraversamenti pedonali - ubicazione e distanza: -STRADE DI SCORRIMENTO Tipo di attraversamento pedonale: sfalsati o eventualmente semaforizzati Attraversamenti pedonali - ubicazione e distanza: all’incrocio -STRADE DI QUARTIERE Tipo di attraversamento pedonale: semaforizzati o eventualmente zebrati Attraversamenti pedonali - ubicazione e distanza: all’incrocio -STRADE LOCALI Tipo di attraversamento pedonale: zebrati Attraversamenti pedonali - ubicazione e distanza: 100 m -negli attraversamenti il raccordo fra marciapiede e strada va realizzato con scivoli per permettere il passaggio di carrozzine; -i marciapiedi devono poter essere agevolmente usati dai portatori di handicap; -in corrispondenza di fermate di autobus adiacenti a carreggiate, i marciapiedi devono avere conformazione idonee alla forma delle piazzole e delle aree di attesa dell'autobus senza costituire intralcio al traffico standard veicolare e pedonale: Pagina 24 Programma di Manutenzione: Sottoprogramma delle Prestazioni CARATTERISTICHE PIAZZOLE PER AUTOBUS -A LATO DELLE CORSIE DI TRAFFICO PROMISCUO Lunghezza totale (m): 56 Lunghezza della parte centrale (m): 16* Profondità (m): 3,0 -A LATO DELLE CORSIE RISERVATE AL MEZZO PUBBLICO Lunghezza totale (m): 56 Lunghezza della parte centrale (m): 26** Profondità (m): 3,0 -A LATO DELLE CORSIE RISERVATE AL MEZZO PUBBLICO CON ALTA FREQUENZA VEICOLARE Lunghezza totale (m): 45 Lunghezza della parte centrale (m): 5,0 Profondità (m): 3,0 * fermata per 1 autobus ** fermata per 2 autobus 02 - IMPIANTI TECNOLOGICI 02.01 - Impianto elettrico Codice Elementi Manutenibili / Requisiti e Prestazioni / Controlli 02.01 Impianto elettrico 02.01.R07 Requisito: Montabilità/Smontabilità Tipologia Frequenza Controllo a vista ogni mese Controllo a vista ogni mese Controllo a vista ogni mese Gli elementi costituenti l'impianto elettrico devono essere atti a consentire la collocazione in opera di altri elementi in caso di necessità. • Livello minimo della prestazione: Devono essere rispettati i livelli previsti in sede di progetto. 02.01.10.C01 02.01.06.C01 02.01.04.C01 Controllo: Controllo generale Verificare la funzionalità dei dispositivi di manovra dei sezionatori. Verificare che ci sia un buon livello di isolamento e di protezione (livello minimo di protezione da assicurare è IP54) onde evitare corto circuiti. Controllo: Controllo generale Verificare la corretta pressione di serraggio delle viti e delle placchette, e dei coperchi delle cassette. Verificare che ci sia un buon livello di isolamento e di protezione (livello minimo di protezione da assicurare è IP54) onde evitare corto circuiti. Controllo: Controllo generale Verificare la corretta pressione di serraggio delle viti e delle placchette, e dei coperchi delle cassette. Verificare che ci sia un buon livello di isolamento e di protezione (livello minimo di protezione da assicurare è IP54) onde evitare corto circuiti. 02.01.07 Quadri di bassa tensione 02.01.07.R01 Requisito: Accessibilità I quadri devono essere facilmente accessibili per consentire un facile utilizzo sia nel normale funzionamento sia in caso di guasti. • Livello minimo della prestazione: Devono essere rispettati i livelli previsti in sede di progetto. 02.01.07.R02 Requisito: Identificabilità I quadri devono essere facilmente identificabili per consentire un facile utilizzo. Deve essere presente un cartello sul quale sono riportate le funzioni degli interruttori nonché le azioni da compiere in caso di emergenza su persone colpite da folgorazione. • Livello minimo della prestazione: Devono essere rispettati i livelli previsti in sede di progetto. 02.02 - Impianto di illuminazione Codice Elementi Manutenibili / Requisiti e Prestazioni / Controlli 02.02 Impianto di illuminazione 02.02.R04 Requisito: Accessibilità Tipologia Frequenza Controllo a vista ogni mese Controllo a vista ogni mese Controllo a vista ogni mese Controllo a vista ogni mese Gli elementi costituenti l'impianto di illuminazione devono essere facilmente accessibili per consentire un facile utilizzo sia nel normale funzionamento sia in caso di guasti. • Livello minimo della prestazione: Devono essere rispettati i livelli previsti in sede di progetto. 02.02.10.C01 02.02.05.C01 02.02.04.C01 02.02.03.C01 Controllo: Controllo generale Controllare la corretta posizione dei riflettori e l'integrità delle lampadine. Verificare la pulizia della superficie dei riflettori. Controllo: Controllo generale Controllo dello stato generale e dell'integrità delle lampadine. Controllo: Controllo generale Controllo dello stato generale e dell'integrità delle lampadine. Controllo: Controllo generale Controllo dello stato generale e dell'integrità delle lampadine. Pagina 25 Programma di Manutenzione: Sottoprogramma delle Prestazioni 02.02.R08 Requisito: Identificabilità Gli elementi costituenti l'impianto di illuminazione devono essere facilmente identificabili per consentire un facile utilizzo. Deve essere presente un cartello sul quale sono riportate le funzioni degli interruttori nonché le azioni da compiere in caso di emergenza su persone colpite da folgorazione. • Livello minimo della prestazione: Devono essere rispettati i livelli previsti in sede di progetto. 02.02.10.C01 02.02.05.C01 02.02.04.C01 02.02.03.C01 02.02.R12 Controllo: Controllo generale Controllare la corretta posizione dei riflettori e l'integrità delle lampadine. Verificare la pulizia della superficie dei riflettori. Controllo: Controllo generale Controllo dello stato generale e dell'integrità delle lampadine. Controllo: Controllo generale Controllo dello stato generale e dell'integrità delle lampadine. Controllo: Controllo generale Controllo dello stato generale e dell'integrità delle lampadine. Controllo a vista ogni mese Controllo a vista ogni mese Controllo a vista ogni mese Controllo a vista ogni mese Controllo a vista ogni mese Controllo a vista ogni mese Controllo a vista ogni mese Controllo a vista ogni 2 anni Requisito: Montabilità/Smontabilità Gli elementi costituenti l'impianto di illuminazione devono essere atti a consentire la collocazione in opera di altri elementi in caso di necessità. 02.02.10.C01 02.02.05.C01 02.02.04.C01 • Livello minimo della prestazione: Devono essere rispettati i livelli previsti in sede di progetto. Controllo: Controllo generale Controllare la corretta posizione dei riflettori e l'integrità delle lampadine. Verificare la pulizia della superficie dei riflettori. Controllo: Controllo generale Controllo dello stato generale e dell'integrità delle lampadine. Controllo: Controllo generale Controllo dello stato generale e dell'integrità delle lampadine. 02.02.08 Pali per l'illuminazione 02.02.08.R01 Requisito: Montabilità/Smontabilità I pali per illuminazione devono essere atti a consentire la collocazione in opera di altri elementi in caso di necessità. • Livello minimo della prestazione: Devono essere rispettati i livelli previsti in sede di progetto per garantire l'integrazione di altri elementi dell'impianto. 02.02.08.C01 Controllo: Controllo generale Controllo dello stato generale e dell'integrità dei pali per l'illuminazione. 04 - OPERE EDILI 04.04 - Rivestimenti esterni Codice Elementi Manutenibili / Requisiti e Prestazioni / Controlli 04.04 Rivestimenti esterni 04.04.R05 Requisito: Attrezzabilità Tipologia Frequenza Le pareti ed i rivestimenti debbono consentire l'installazione di attrezzature. • Livello minimo della prestazione: Non vi sono livelli minimi prestazionali specifici. 04.05 - Infissi esterni Codice Elementi Manutenibili / Requisiti e Prestazioni / Controlli 04.05 Infissi esterni 04.05.R10 Requisito: Pulibilità Tipologia Frequenza Controllo a vista ogni 6 mesi Controllo a vista ogni 12 mesi Controllo a vista ogni 12 mesi Controllo a vista ogni 12 mesi Gli infissi devono consentire la rimozione di sporcizia, depositi, macchie, ecc. • Livello minimo della prestazione: Gli infissi devono essere accessibili ed inoltre è necessario che la loro altezza da terra sia inferiore a 200 cm e la larghezza delle ante non superiore ai 60 cm in modo da consentire le operazioni di pulizia rimanendo dall'interno. 04.05.01.C12 04.05.01.C08 04.05.01.C04 04.05.01.C02 04.05.R21 Controllo: Controllo vetri Controllo uniformità dei vetri e delle sigillature vetro-telaio. Controllare la presenza di depositi o sporco. Verifica di assenza di anomalie e/o difetti (rottura, depositi, macchie, ecc.). Controllo: Controllo persiane avvolgibili in plastica Controllo funzionalità degli organi di manovra e delle parti in vista. Controllo: Controllo guide di scorrimento Controllo della funzionalità delle guide di scorrimento. Controllo: Controllo generale Controllo delle finiture e dello strato di protezione superficiale, controllo dei giochi e planarità delle parti. Requisito: Riparabilità Pagina 26 Programma di Manutenzione: Sottoprogramma delle Prestazioni Gli infissi dovranno essere collocati in modo da consentire il ripristino dell'integrità, la funzionalità e l'efficienza di parti ed elementi soggetti a guasti. • Livello minimo della prestazione: Gli infissi devono essere accessibili ed inoltre è necessario che la loro altezza da terra sia inferiore a 200 cm e la larghezza delle ante non superiore ai 60 cm in modo da consentire le operazioni di pulizia rimanendo dall'interno. 04.05.R22 Requisito: Sostituibilità Gli infissi dovranno essere realizzati e collocati in modo da consentire la loro sostituibilità, e/o la collocazione di parti ed elementi essi soggetti a guasti. • Livello minimo della prestazione: Onde facilitare la sostituzione di intere parti (ante, telai, ecc.), è inoltre opportuno che l'altezza e la larghezza di coordinazione degli infissi esterni verticali siano modulari e corrispondenti a quelle previste dalle norme UNI 7864, UNI 7866, UNI 7961, UNI 8861, UNI 8975 e UNI EN 12519. 04.06 - Coperture piane Codice Elementi Manutenibili / Requisiti e Prestazioni / Controlli 04.06 Coperture piane 04.06.R17 Requisito: Sostituibilità Tipologia Frequenza La copertura dovrà essere costituita da elementi tecnici e materiali che facilitano la collocazione di altri al loro posto. • Livello minimo della prestazione: In particolare per i prodotti per coperture continue si fa riferimento alle specifiche previste dalle norme UNI relative alle caratteristiche dimensionali (lunghezza, larghezza, spessore, ortogonalità, ecc.): - UNI 8091. Edilizia. Coperture. Terminologia geometrica; 04.07 - Infissi interni Codice Elementi Manutenibili / Requisiti e Prestazioni / Controlli 04.07 Infissi interni 04.07.R01 Requisito: Riparabilità Tipologia Frequenza Controllo a vista ogni 6 mesi Controllo a vista ogni 6 mesi Controllo a vista ogni 12 mesi Controllo a vista ogni 6 mesi Controllo a vista ogni 6 mesi Controllo a vista ogni 12 mesi Controllo a vista ogni 6 mesi Controllo a vista ogni 6 mesi Gli infissi dovranno essere collocati in modo da consentire il ripristino dell'integrità, la funzionalità e l'efficienza di parti ed elementi soggetti a guasti. • Livello minimo della prestazione: Gli infissi devono essere accessibili in modo da consentire agevolmente le operazioni di riparazione. La loro collocazione dovrà rispettare le norme UNI 7864, UNI 7866, UNI 7961, UNI 7962, UNI 8861 e UNI 8975. 04.07.01.C03 04.07.01.C02 04.07.01.C01 04.07.R02 Controllo: Controllo maniglia Controllo del corretto funzionamento. Controllo: Controllo guide di scorrimento Controllo della loro funzionalità e dell'assenza di depositi nei binari di scorrimento (per porte scorrevoli). Controllo: Controllo delle serrature Controllo della loro funzionalità. Requisito: Pulibilità Gli infissi devono consentire la rimozione di sporcizia, depositi, macchie, ecc. • Livello minimo della prestazione: Gli infissi devono essere accessibili e dimensionati in modo da consentire le operazioni di pulizia. 04.07.01.C05 04.07.01.C02 04.07.01.C04 04.07.R03 Controllo: Controllo vetri Controllo uniformità dei vetri e delle sigillature vetro-telaio. Controllare la presenza di depositi o sporco. Verifica di assenza di anomalie e/o difetti (rottura, depositi, macchie, ecc.). Controllo: Controllo guide di scorrimento Controllo della loro funzionalità e dell'assenza di depositi nei binari di scorrimento (per porte scorrevoli). Controllo: Controllo parti in vista Controllo delle parti in vista, delle finiture e dello strato di protezione superficiale (qualora il tipo di rivestimento lo preveda). Controllo dei fissaggi del telaio al controtelaio. Requisito: Sostituibilità Gli infissi dovranno essere realizzati e collocati in modo da consentire la loro sostituibilità, e/o la collocazione di parti ed elementi essi soggetti a guasti. • Livello minimo della prestazione: Onde facilitare la sostituzione di intere parti (ante, telai, ecc.), è inoltre opportuno che l'altezza e la larghezza di coordinazione degli infissi esterni verticali siano modulari e corrispondenti a quelle previste dalle norme UNI 7864, UNI 7866, UNI 7961, UNI 8861, UNI 8975 e UNI EN 12519. 04.07.01.C05 04.07.01.C03 Controllo: Controllo vetri Controllo uniformità dei vetri e delle sigillature vetro-telaio. Controllare la presenza di depositi o sporco. Verifica di assenza di anomalie e/o difetti (rottura, depositi, macchie, ecc.). Controllo: Controllo maniglia Pagina 27 Programma di Manutenzione: Sottoprogramma delle Prestazioni Controllo del corretto funzionamento. Pagina 28 Programma di Manutenzione: Sottoprogramma delle Prestazioni Classe Requisiti Funzionalità d'uso 01 - OPERE STRADALI 01.02 - Parcheggi Codice Elementi Manutenibili / Requisiti e Prestazioni / Controlli 01.02 Parcheggi 01.02.R01 Requisito: Accessibilità Tipologia Frequenza I parcheggi, le aree a sosta, le vie di accesso e di uscita degli stessi devono essere dimensionati ed organizzati in modo da essere raggiungibile e praticabile, garantire inoltre la sicurezza e l'accessibilità durante la circolazione da parte dell'utenza. • Livello minimo della prestazione: Le aree previste a parcheggio dovranno avere in modo indicativo dimensioni minime: - autovetture (sistemazione veicoli a 90°): larghezza min. 230-300 cm; lunghezza min. 500-600 cm; zona di manovra min. 450-600 cm; - autovetture (sistemazione veicoli a 45°): larghezza min. 230-250 cm; lunghezza min. 450-600 cm; zona di manovra min. 350 cm; - box motocicli (sistemazione veicoli a 45°): larghezza min. 100 cm; lunghezza min. 230 cm; zona di manovra min. 350 cm; - autobus (sistemazione veicoli a 45°): larghezza min. 350 cm; lunghezza min. 1100 cm; zona di manovra min. 750 cm; - autocarri con rimorchio (sistemazione veicoli a 45°): larghezza min. 350 cm; lunghezza min. 2000 cm; zona di manovra min. 400 cm; - autocarri (sistemazione veicoli a 90°): larghezza min. 400 cm; lunghezza min. 1200 cm; zona di manovra min. 1200 cm; - autocarri con rimorchio (sistemazione veicoli a 90°): larghezza min. 400 cm; lunghezza min. 2000 cm; zona di manovra min. 1200 cm. INOLTRE NEL RISPETTO DELLA VIABILITÀ: - soste ed aree a parcheggio dovranno essere previste ad almeno >= 600 cm dagli svincoli; - le aree di sosta lungo i marciapiedi dovranno avere una larghezza >= 200 cm; - coni di visibilità di 240 cm per lato (per uscita dei parcheggi con accesso prospiciente a marciapiede); - coni di visibilità di dimensione per lato che varia in funzione della velocità del traffico (per uscita dei parcheggi con accesso prospiciente su strada veicolare). INOLTRE I PARCHEGGI PER PORTATORI DI HANDICAP DOVRANNO AVERE LE SEGUENTI CARATTERISTICHE: - parcheggio in aderenza al percorso pedonale; - larghezza minima del parcheggio non inferiore a 300 cm di cui 170 cm previsti per l'ingombro dell'autoveicolo ed 130 cm per il movimento del portatore di handicap; - pendenza masima pari al 20 %; - pendenza trasversale non superiore al 5%; - schema distributivo parcheggio a spina di pesce semplice con inclinazione massima di 30°. 02 - IMPIANTI TECNOLOGICI 02.01 - Impianto elettrico Codice Elementi Manutenibili / Requisiti e Prestazioni / Controlli 02.01 Impianto elettrico 02.01.R02 Requisito: (Attitudine al) controllo delle dispersioni elettriche Tipologia Frequenza Controllo a vista ogni mese Controllo a vista ogni mese Controllo a vista ogni mese Controllo a vista ogni 2 mesi Ispezione a vista ogni 6 mesi Per evitare qualsiasi pericolo di folgorazione alle persone, causato da un contatto diretto, i componenti degli impianti elettrici devono essere dotati di collegamenti equipotenziali con l’impianto di terra dell’edificio. 02.01.10.C01 02.01.06.C01 02.01.04.C01 02.01.07.C01 02.01.09.C01 • Livello minimo della prestazione: Devono essere rispettati i livelli previsti in sede di progetto e nell’ambito della dichiarazione di conformità prevista dall'art.7 del D.M. 22 gennaio 2008 n .37. Controllo: Controllo generale Verificare la funzionalità dei dispositivi di manovra dei sezionatori. Verificare che ci sia un buon livello di isolamento e di protezione (livello minimo di protezione da assicurare è IP54) onde evitare corto circuiti. Controllo: Controllo generale Verificare la corretta pressione di serraggio delle viti e delle placchette, e dei coperchi delle cassette. Verificare che ci sia un buon livello di isolamento e di protezione (livello minimo di protezione da assicurare è IP54) onde evitare corto circuiti. Controllo: Controllo generale Verificare la corretta pressione di serraggio delle viti e delle placchette, e dei coperchi delle cassette. Verificare che ci sia un buon livello di isolamento e di protezione (livello minimo di protezione da assicurare è IP54) onde evitare corto circuiti. Controllo: Controllo centralina di rifasamento Verificare il corretto funzionamento della centralina di rifasamento. Controllo: Controllo generale Pagina 29 Programma di Manutenzione: Sottoprogramma delle Prestazioni 02.01.08.C01 02.01.07.C04 02.01.05.C01 02.01.02.C02 Verificare il corretto serraggio dei fili nei rispettivi serrafili. Controllare che tutti i dispositivi di regolazione e comando siano funzionanti. Controllo: Controllo generale Verificare il corretto serraggio dei fili nei rispettivi serrafili e la corretta posizione della sonda. Controllare che tutti i dispositivi di regolazione e comando siano funzionanti. Controllo: Verifica protezioni Verificare il corretto funzionamento dei fusibili, degli interruttori automatici e dei relè termici. Controllo: Controllo della tensione Effettuare una verifica dei valori della tensione di alimentazione per evitare sovraccarichi. Controllo: Verifica tensione Misurare la tensione ai morsetti di arrivo utilizzando un voltmetro. 02.01.04 Interruttori 02.01.04.R01 Requisito: Comodità di uso e manovra Ispezione a vista ogni 6 mesi Ispezione a vista ogni 6 mesi Ispezione strumentale Ispezione strumentale ogni 6 mesi Controllo a vista ogni mese Controllo a vista ogni mese Controllo a vista ogni mese ogni anno Gli interruttori devono essere realizzati con materiali e componenti aventi caratteristiche di facilità di uso, di funzionalità e di manovrabilità. 02.01.10.C01 02.01.06.C01 02.01.04.C01 • Livello minimo della prestazione: In particolare l’altezza di installazione dal piano di calpestio dei componenti deve essere compresa fra 0.40 e 1.40 m, ad eccezione di quei componenti il cui azionamento avviene mediante comando a distanza (ad. es. telecomando a raggi infrarossi). Controllo: Controllo generale Verificare la funzionalità dei dispositivi di manovra dei sezionatori. Verificare che ci sia un buon livello di isolamento e di protezione (livello minimo di protezione da assicurare è IP54) onde evitare corto circuiti. Controllo: Controllo generale Verificare la corretta pressione di serraggio delle viti e delle placchette, e dei coperchi delle cassette. Verificare che ci sia un buon livello di isolamento e di protezione (livello minimo di protezione da assicurare è IP54) onde evitare corto circuiti. Controllo: Controllo generale Verificare la corretta pressione di serraggio delle viti e delle placchette, e dei coperchi delle cassette. Verificare che ci sia un buon livello di isolamento e di protezione (livello minimo di protezione da assicurare è IP54) onde evitare corto circuiti. 02.01.06 Prese e spine 02.01.06.R01 Requisito: Comodità di uso e manovra Le prese e spine devono essere realizzate con materiali e componenti aventi caratteristiche di facilità di uso, di funzionalità e di manovrabilità. • Livello minimo della prestazione: In particolare l’altezza di installazione dal piano di calpestio dei componenti deve essere compresa fra 0.40 e 1.40 m, ad eccezione di quei componenti il cui azionamento avviene mediante comando a distanza (ad. es. telecomando a raggi infrarossi). 02.01.10 Sezionatore 02.01.10.R01 Requisito: Comodità di uso e manovra I sezionatori devono essere realizzati con materiali e componenti aventi caratteristiche di facilità di uso, di funzionalità e di manovrabilità. • Livello minimo della prestazione: In particolare l’altezza di installazione dal piano di calpestio dei componenti deve essere compresa fra 0.40 e 1.40 m. 02.02 - Impianto di illuminazione Codice Elementi Manutenibili / Requisiti e Prestazioni / Controlli 02.02 Impianto di illuminazione 02.02.R03 Requisito: (Attitudine al) controllo delle dispersioni elettriche Tipologia Frequenza Controllo a vista ogni mese Controllo a vista ogni mese Controllo a vista ogni mese Controllo a vista ogni mese Per evitare qualsiasi pericolo di folgorazione alle persone, causato da un contatto diretto, i componenti degli impianti di illuminazione devono essere dotati di collegamenti equipotenziali con l’impianto di terra dell’edificio. 02.02.10.C01 02.02.05.C01 02.02.04.C01 02.02.03.C01 02.02.R06 • Livello minimo della prestazione: Devono essere rispettati i livelli previsti in sede di progetto e nell’ambito della dichiarazione di conformità prevista dall'art.7 del D.M. 22 gennaio 2008 n .37. Controllo: Controllo generale Controllare la corretta posizione dei riflettori e l'integrità delle lampadine. Verificare la pulizia della superficie dei riflettori. Controllo: Controllo generale Controllo dello stato generale e dell'integrità delle lampadine. Controllo: Controllo generale Controllo dello stato generale e dell'integrità delle lampadine. Controllo: Controllo generale Controllo dello stato generale e dell'integrità delle lampadine. Requisito: Comodità di uso e manovra Gli impianti di illuminazione devono essere realizzati con materiali e componenti aventi caratteristiche di facilità di uso, di funzionalità e di manovrabilità. • Livello minimo della prestazione: In particolare l’altezza di installazione dal piano di calpestio dei Pagina 30 Programma di Manutenzione: Sottoprogramma delle Prestazioni componenti deve essere compresa fra 0.40 e 1.40 m, ad eccezione di quei componenti il cui azionamento avviene mediante comando a distanza (ad. es. telecomando a raggi infrarossi). 02.02.10.C01 02.02.05.C01 02.02.04.C01 02.02.03.C01 Controllo: Controllo generale Controllare la corretta posizione dei riflettori e l'integrità delle lampadine. Verificare la pulizia della superficie dei riflettori. Controllo: Controllo generale Controllo dello stato generale e dell'integrità delle lampadine. Controllo: Controllo generale Controllo dello stato generale e dell'integrità delle lampadine. Controllo: Controllo generale Controllo dello stato generale e dell'integrità delle lampadine. 02.02.01 Bollard (paletti) 02.02.01.R01 Requisito: Efficienza luminosa Controllo a vista ogni mese Controllo a vista ogni mese Controllo a vista ogni mese Controllo a vista ogni mese Controllo a vista ogni 3 mesi Ispezione ogni 3 mesi Controllo a vista ogni 3 mesi Ispezione ogni 3 mesi Controllo a vista ogni 3 mesi Ispezione ogni 3 mesi Controllo a vista ogni 3 mesi Ispezione ogni 3 mesi Controllo a vista ogni 3 mesi Ispezione ogni 3 mesi Controllo a vista ogni 3 mesi Ispezione ogni 3 mesi Controllo a vista ogni 3 mesi Controllo a vista ogni 3 mesi Ispezione ogni 3 mesi I componenti che sviluppano un flusso luminoso devono garantire una efficienza luminosa non inferiore a quella stabilita dai costruttori delle lampade. • Livello minimo della prestazione: Devono essere rispettati i livelli previsti in sede di progetto. 02.02.11.C02 02.02.11.C01 02.02.09.C02 02.02.09.C01 02.02.07.C02 02.02.07.C01 02.02.06.C02 02.02.06.C01 02.02.01.R02 Controllo: Controllo generale Controllo dell'integrità dei pali verificando lo stato di tenuta del rivestimento, delle connessioni e dell'ancoraggio a terra e degli sbracci. Controllo: Controllo corpi illuminanti Verificare l'efficienza dei reattori, starter, condensatori, lampade ed altri accessori. Controllo: Controllo generale Controllo dell'integrità dei pali verificando lo stato di tenuta del rivestimento, delle connessioni e dell'ancoraggio a terra. Controllo: Controllo corpi illuminanti Verificare l'efficienza dei reattori, starter, condensatori, lampade ed altri accessori. Controllo: Controllo generale Controllo dell'integrità dei pali verificando lo stato di tenuta del rivestimento, delle connessioni e dell'ancoraggio a terra. Controllo: Controllo corpi illuminanti Verificare l'efficienza dei reattori, starter, condensatori, lampade ed altri accessori. Controllo: Controllo generale Controllo dell'integrità dei lampioni verificando lo stato di tenuta del rivestimento, delle connessioni e dell'ancoraggio a terra. Controllo: Controllo corpi illuminanti Verificare l'efficienza dei reattori, starter, condensatori, lampade ed altri accessori. Requisito: Impermeabilità ai liquidi I componenti dei paletti devono essere in grado di evitare il passaggio di fluidi liquidi per evitare alle persone qualsiasi pericolo di folgorazione per contatto diretto secondo quanto prescritto dalla normativa. • Livello minimo della prestazione: Devono essere garantiti un livello di protezione almeno pari ad IP54. 02.02.11.C02 02.02.11.C01 02.02.09.C02 02.02.09.C01 02.02.07.C02 02.02.06.C02 02.02.06.C01 Controllo: Controllo generale Controllo dell'integrità dei pali verificando lo stato di tenuta del rivestimento, delle connessioni e dell'ancoraggio a terra e degli sbracci. Controllo: Controllo corpi illuminanti Verificare l'efficienza dei reattori, starter, condensatori, lampade ed altri accessori. Controllo: Controllo generale Controllo dell'integrità dei pali verificando lo stato di tenuta del rivestimento, delle connessioni e dell'ancoraggio a terra. Controllo: Controllo corpi illuminanti Verificare l'efficienza dei reattori, starter, condensatori, lampade ed altri accessori. Controllo: Controllo generale Controllo dell'integrità dei pali verificando lo stato di tenuta del rivestimento, delle connessioni e dell'ancoraggio a terra. Controllo: Controllo generale Controllo dell'integrità dei lampioni verificando lo stato di tenuta del rivestimento, delle connessioni e dell'ancoraggio a terra. Controllo: Controllo corpi illuminanti Verificare l'efficienza dei reattori, starter, condensatori, lampade ed altri accessori. 02.02.06 Lampioni a braccio 02.02.06.R01 Requisito: Efficienza luminosa I componenti che sviluppano un flusso luminoso devono garantire una efficienza luminosa non inferiore a quella stabilita dai costruttori delle lampade. • Livello minimo della prestazione: Devono essere rispettati i livelli previsti in sede di progetto. 02.02.06.R02 Requisito: Impermeabilità ai liquidi I componenti dei lampioni devono essere in grado di evitare il passaggio di fluidi liquidi per evitare alle persone qualsiasi pericolo di folgorazione per contatto diretto secondo quanto prescritto dalla normativa. • Livello minimo della prestazione: Devono essere rispettati i livelli previsti in sede di progetto. Pagina 31 Programma di Manutenzione: Sottoprogramma delle Prestazioni 02.02.07 Lampioni singoli 02.02.07.R01 Requisito: Efficienza luminosa I componenti che sviluppano un flusso luminoso devono garantire una efficienza luminosa non inferiore a quella stabilita dai costruttori delle lampade. • Livello minimo della prestazione: Devono essere rispettati i livelli previsti in sede di progetto. 02.02.07.R02 Requisito: Impermeabilità ai liquidi I componenti dei lampioni devono essere in grado di evitare il passaggio di fluidi liquidi per evitare alle persone qualsiasi pericolo di folgorazione per contatto diretto secondo quanto prescritto dalla normativa. • Livello minimo della prestazione: Devono essere rispettati i livelli previsti in sede di progetto. 02.02.09 Pali in acciaio 02.02.09.R01 Requisito: Efficienza luminosa I componenti che sviluppano un flusso luminoso devono garantire una efficienza luminosa non inferiore a quella stabilita dai costruttori delle lampade. • Livello minimo della prestazione: Devono essere rispettati i livelli previsti in sede di progetto. 02.02.09.R02 Requisito: Impermeabilità ai liquidi I componenti dei lampioni devono essere in grado di evitare il passaggio di fluidi liquidi per evitare alle persone qualsiasi pericolo di folgorazione per contatto diretto secondo quanto prescritto dalla normativa. • Livello minimo della prestazione: Devono essere rispettati i livelli previsti in sede di progetto. 02.02.11 Sbracci in acciaio 02.02.11.R01 Requisito: Efficienza luminosa I componenti che sviluppano un flusso luminoso devono garantire una efficienza luminosa non inferiore a quella stabilita dai costruttori delle lampade. • Livello minimo della prestazione: Devono essere rispettati i livelli previsti in sede di progetto. 02.02.11.R02 Requisito: Impermeabilità ai liquidi I componenti dei lampioni devono essere in grado di evitare il passaggio di fluidi liquidi per evitare alle persone qualsiasi pericolo di folgorazione per contatto diretto secondo quanto prescritto dalla normativa. • Livello minimo della prestazione: Devono essere rispettati i livelli previsti in sede di progetto. 02.06 - Impianto telefonico Codice Elementi Manutenibili / Requisiti e Prestazioni / Controlli 02.06.01 Alimentatori 02.06.01.R01 Requisito: Comodità di uso e manovra Tipologia Frequenza Ispezione a vista ogni 12 mesi Ispezione a vista ogni 12 mesi Ispezione a vista ogni 12 mesi Ispezione a vista ogni 12 mesi L'alimentatore ed i suoi componenti devono presentare caratteristiche di facilità di uso, di funzionalità e di manovrabilità. • Livello minimo della prestazione: E’ possibile controllare l’altezza di installazione dal piano di calpestio dei componenti utilizzabili dagli utenti per le normali operazioni di comando, regolazione e controllo, verificando anche l’assenza di ostacoli che ne impediscano un’agevole manovra. 02.06.03.C02 Controllo: Controllo generale Controllare la funzionalità della centrale e la capacità di carica degli accumulatori. 02.06.01.R02 Requisito: Efficienza L'alimentatore deve essere in grado di mantenere inalterate nel tempo le proprie capacità di rendimento assicurando un buon funzionamento. • Livello minimo della prestazione: Le prestazioni minime richieste all'alimentatore devono essere quelle indicate dal produttore. 02.06.04.C01 02.06.03.C02 02.06.02.C01 Controllo: Controllo generale Controllare la funzionalità degli apparecchi telefonici. Controllo: Controllo generale Controllare la funzionalità della centrale e la capacità di carica degli accumulatori. Controllo: Controllo generale Controllare la funzionalità degli apparecchi telefonici. 02.06.02 Apparecchi telefonici 02.06.02.R01 Requisito: Efficienza Gli apparecchi telefonici deve essere in grado di mantenere inalterate nel tempo le proprie capacità di rendimento assicurando un buon funzionamento. • Livello minimo della prestazione: Le prestazioni minime richieste agli apparecchi telefonici devono Pagina 32 Programma di Manutenzione: Sottoprogramma delle Prestazioni essere quelle indicate dal produttore. 02.06.03 Centrale telefonica 02.06.03.R01 Requisito: Comodità di uso e manovra La centrale telefonica ed i suoi componenti devono presentare caratteristiche di facilità di uso, di funzionalità e di manovrabilità. • Livello minimo della prestazione: E’ possibile controllare l’altezza di installazione dal piano di calpestio dei componenti utilizzabili dagli utenti per le normali operazioni di comando, regolazione e controllo, verificando anche l’assenza di ostacoli che ne impediscano un’agevole manovra. Per l'armadietto per terminale unificato, posizionato in apposito incasso, si deve verificare l'altezza dal pavimento che deve essere compresa tra i 90 e i 120 cm. 02.06.03.R02 Requisito: Efficienza La centrale telefonica deve essere in grado di mantenere inalterate nel tempo le proprie capacità di rendimento assicurando un buon funzionamento. • Livello minimo della prestazione: Le prestazioni minime richieste alle centrali telefoniche devono essere quelle indicate dal produttore. 02.06.04 Pulsantiere 02.06.04.R01 Requisito: Efficienza Gli apparecchi telefonici deve essere in grado di mantenere inalterate nel tempo le proprie capacità di rendimento assicurando un buon funzionamento. • Livello minimo della prestazione: Le prestazioni minime richieste agli apparecchi telefonici devono essere quelle indicate dal produttore. 02.08 - Impianto antintrusione e controllo accessi Codice Elementi Manutenibili / Requisiti e Prestazioni / Controlli 02.08 Impianto antintrusione e controllo accessi 02.08.R06 Requisito: Resistenza alla vibrazione Tipologia Frequenza Gli elementi dell'impianto antintrusione devono essere idonei e posti in opera in modo da resistere alle vibrazioni che dovessero insorgere nell'ambiente di impiego senza compromettere il regolare funzionamento. • Livello minimo della prestazione: Alla fine della prova il campione deve essere controllato al fine di evidenziare che le tensioni in uscita siano entro le specifiche dettate dalle norme. 02.08.03 Pannello degli allarmi 02.08.03.R01 Requisito: Efficienza Il pannello degli allarmi deve entrare nella condizione di allarme incendio a seguito della ricezione dei segnali e dopo che gli stessi siano stati elaborati ed interpretati come allarme incendio dalla centrale. • Livello minimo della prestazione: La condizione di allarme incendio deve essere indicata senza alcun intervento manuale e viene attuata con una segnalazione luminosa ed una segnalazione visiva delle zone in allarme. 02.09 - Impianto audio annunci emergenze Codice Elementi Manutenibili / Requisiti e Prestazioni / Controlli 02.09 Impianto audio annunci emergenze 02.09.R01 Requisito: (Attitudine al) controllo delle dispersioni elettriche Tipologia Frequenza Ispezione strumentale ogni 2 mesi Per evitare qualsiasi pericolo di folgorazione alle persone, causato da un contatto diretto, i componenti degli impianti audio devono essere dotati di collegamenti equipotenziali con l’impianto di terra dell’edificio. • Livello minimo della prestazione: Devono essere rispettati i livelli previsti in sede di progetto e nell’ambito della dichiarazione di conformità prevista dall'art.7 del D.M. 22 gennaio 2008 n .37. 02.09.05.C01 Controllo: Controllo generale inverter Verificare lo stato di funzionamento del quadro di parallelo invertitori misurando alcuni parametri quali le tensioni, le correnti e le frequenze di uscita dall'inverter. Effettuare le misurazioni della potenza in uscita su inverter-rete. 02.09.06 Unità centrale 02.09.06.R02 Requisito: Resistenza alla vibrazione I materiali ed i componenti della unità centrale devono essere realizzati con materiali idonei e posti in opera in modo da resistere alle vibrazioni che dovessero insorgere nell'ambiente di impiego. • Livello minimo della prestazione: Il campione deve essere sottoposto alla prova di vibrazioni Pagina 33 Programma di Manutenzione: Sottoprogramma delle Prestazioni applicando i seguenti carichi: - gamma di frequenza: da 10 Hz a 150 Hz; - ampiezza di accelerazione: 0,981 m/s2; - numero degli assi: 3; - numero di cicli per asse: 1 per ciascuna condizione di funzionamento. Alla fine della prova il campione deve essere controllato al fine di evidenziare che le tensioni in uscita siano entro le specifiche e deve essere verificata visivamente l’assenza di danni meccanici, sia internamente che esternamente. 05 - OPERE IDRAULICHE 05.01 - Impianto acquedotto Codice Elementi Manutenibili / Requisiti e Prestazioni / Controlli 05.01.05 Valvole a saracinesca (saracinesche) 05.01.05.R01 Requisito: (Attitudine al) controllo della tenuta Tipologia Frequenza Le valvole devono garantire la tenuta ad una pressione d’acqua interna uguale al maggiore dei due valori: la pressione di prova ammissibile (PPA) o 1,5 volte la pressione di esercizio ammissibile (PEA). • Livello minimo della prestazione: Per verificare questo requisito una valvola (montata in opera) viene sottoposta a prova con pressione d’acqua secondo quanto indicato dalla norma UNI EN 1074 o ad una prova con pressione d’aria a 6 bar. Al termine della prova non deve esserci alcuna perdita rilevabile visibilmente. 05.02 - Impianto fognario acque bianche e acque nere Codice Elementi Manutenibili / Requisiti e Prestazioni / Controlli 05.02.03 Stazioni di sollevamento 05.02.03.R02 Requisito: (Attitudine al) controllo delle dispersioni elettriche Tipologia Frequenza Il gruppo di pompaggio deve essere protetto da un morsetto di terra contro la formazione di cariche positive. Il morsetto di terra deve essere collegato direttamente ad un conduttore di terra. • Livello minimo della prestazione: L’apparecchiatura elettrica deve funzionare in modo sicuro nell’ambiente e nelle condizioni di lavoro specificate ed alle caratteristiche e tolleranze di alimentazione elettrica dichiarate, tenendo conto delle disfunzioni prevedibili. 06 - IMPIANTO DI IRRIGAZIONE 06.01 - Aree a verde Codice Elementi Manutenibili / Requisiti e Prestazioni / Controlli 06.01.01 Elettrovalvole 06.01.01.R02 Requisito: Resistenza al gelo Tipologia Frequenza Aggiornamento ogni mese Gli elementi costituenti le elettrovalvole devono essere realizzati con materiali in grado di non subire disgregazioni o dissoluzioni per effetto del ghiaccio. • Livello minimo della prestazione: Per verificare la tenuta ad infiltrazioni di acqua gli elementi dell'impianto vengono sottoposti a prove di verifica con le modalità indicate dalla norma UNI di settore. Al termine della prova si deve verificare l'assenza di difetti o segni di cedimento. 06.01.02 Irrigatori statici 06.01.02.R01 Requisito: (Attitudine al) controllo della portata dei fluidi Gli irrigatori devono essere in grado di garantire durante il funzionamento la portata e la pressione richiesti dall'impianto. • Livello minimo della prestazione: I valori della portata variano in funzione del diametro delle tubazioni e degli ugelli degli irrigatori. 06.01.02.C01 Controllo: Controllo generale Verificare la corretta posizione degli irrigatori controllando che non vi siano ostacoli che impediscono il getto dell'acqua. Verificare la tenuta delle valvole e la funzionalità delle molle. Pagina 34 Programma di Manutenzione: Sottoprogramma delle Prestazioni Classe Requisiti Funzionalità in emergenza 02 - IMPIANTI TECNOLOGICI 02.02 - Impianto di illuminazione Codice Elementi Manutenibili / Requisiti e Prestazioni / Controlli 02.02 Impianto di illuminazione 02.02.R13 Requisito: Regolabilità Tipologia Frequenza Controllo a vista ogni mese Controllo a vista ogni mese Controllo a vista ogni mese Controllo a vista ogni mese I componenti degli impianti di illuminazione devono essere in grado di consentire adeguamenti funzionali da parte di operatori specializzati. • Livello minimo della prestazione: Devono essere rispettati i livelli previsti in sede di progetto. 02.02.10.C01 02.02.05.C01 02.02.04.C01 02.02.03.C01 Controllo: Controllo generale Controllare la corretta posizione dei riflettori e l'integrità delle lampadine. Verificare la pulizia della superficie dei riflettori. Controllo: Controllo generale Controllo dello stato generale e dell'integrità delle lampadine. Controllo: Controllo generale Controllo dello stato generale e dell'integrità delle lampadine. Controllo: Controllo generale Controllo dello stato generale e dell'integrità delle lampadine. Pagina 35 Programma di Manutenzione: Sottoprogramma delle Prestazioni Classe Requisiti Funzionalità tecnologica 01 - OPERE STRADALI 01.01 - Strade Codice Elementi Manutenibili / Requisiti e Prestazioni / Controlli 01.01 Strade 01.01.R01 Requisito: Accessibilità Tipologia Frequenza Controllo ogni mese Le strade, le aree a sosta e gli altri elementi della viabilità devono essere dimensionati ed organizzati in modo da essere raggiungibile e praticabile, garantire inoltre la sicurezza e l'accessibilità durante la circolazione da parte dell'utenza. • Livello minimo della prestazione: CARREGGIATA: larghezza minima pari ai 3,50 m; deve essere dotata di sovrastruttura estesa per una larghezza di 0,30 m da entrambi i lati della carreggiata; STRISCIA DI DELIMITAZIONE verso la banchina: deve avere larghezza pari a 0,12 m nelle strade di tipo F, deve avere larghezza pari a 0,15 m nelle strade di tipo C,D,E; deve avere larghezza pari a 0,25 m nelle strade di tipo A,B; la striscia di separazione tra una corsia di marcia e una eventuale corsia supplementare per veicoli lenti deve avere larghezza => a 0,20 m; BANCHINA: deve avere una larghezza minima pari a: 2,50 m nelle strade di tipo A;1,75 m nelle strade di tipo B; 1,50 nelle strade di tipo C; 1,00 m nelle strade di tipo D e F (extraurbane); 0,50 m nelle strade di tipo E e F (Urbane); CIGLI O ARGINELLI IN RILEVATO: hanno profondità >= 0,75 m nelle strade di tipo A, D, C, D e >= 0,50 m per le strade di tipo E e F; CUNETTE: devono avere una larghezza >= 0,80 m; PIAZZOLE DI SOSTE: le strade di tipo B, C, e F extraurbane devono essere dotate di piazzole di sosta con dimensioni minime: larghezza 3,00 m; lunghezza 20,00 m + 25,00 m + 20,00 m; PENDENZA LONGITUDINALE: nelle strade di tipo A (Urbane), B e D = 6%; nelle strade di tipo C = 7%; nelle strade di tipo E = 8%; nelle strade di tipo F = 10%; nelle strade di tipo A (extraurbane) = 5%; PENDENZA TRASVERSALE: nei rettifili 2,5 %; nelle curve compresa fra 3,5% e 7%. CARATTERISTICHE GEOMETRICHE MINIME DELLA SEZIONE STRADALE (BOLL. UFF. CNR N.60 DEL 26.4.1978) STRADE PRIMARIE Tipo di carreggiate: a senso unico separate da spartitraffico Larghezza corsie: 3,50 m N. corsie per senso di marcia: 2 o più Larghezza minima spartitraffico centrale: 1,60 m con barriere Larghezza corsia di emergenza: 3,00 m Larghezza banchine: Larghezza minima marciapiedi: Larghezza minima fasce di pertinenza: 20 m STRADE DI SCORRIMENTO Tipo di carreggiate: Separate ovunque possibile Larghezza corsie: 3,25 m N. corsie per senso di marcia: 2 o più Larghezza minima spartitraffico centrale: 1,10 m con barriere Larghezza corsia di emergenza: Larghezza banchine: 1,00 m Larghezza minima marciapiedi: 3,00 m Larghezza minima fasce di pertinenza: 15 m STRADE DI QUARTIERE Tipo di carreggiate: a unica carreggiata in doppio senso Larghezza corsie: 3,00 m N. corsie per senso di marcia: 1 o più con cordolo sagomato o segnaletica Larghezza minima spartitraffico centrale: 0,50 m Larghezza corsia di emergenza: Larghezza banchine: 0,50 m Larghezza minima marciapiedi: 4,00 m Larghezza minima fasce di pertinenza: 12m STRADE LOCALI Tipo di carreggiate: a unica carreggiata in doppio senso Larghezza corsie: 2,75 m N. corsie per senso di marcia: 1 o più Larghezza minima spartitraffico centrale: Larghezza corsia di emergenza: Larghezza banchine: 0,50 m Larghezza minima marciapiedi: 3,00 m Larghezza minima fasce di pertinenza: 5,00 m 01.01.01.C01 Controllo: Controllo generale Controllo dello stato generale. Verifica dell'assenza di eventuali buche e/o altre anomalie (cedimenti, sollevamenti, difetti di pendenza, fessurazioni, ecc.). Controllo dello stato dei giunti. Controllo dell'integrità della striscia di segnaletica di margine verso la banchina. Pagina 36 Programma di Manutenzione: Sottoprogramma delle Prestazioni 01.01.03 Cigli o arginelli 01.01.03.R01 Requisito: Conformità geometrica I cigli o arginelli dovranno essere dimensionati in conformità alle geometrie stradali. • Livello minimo della prestazione: L'arginello dovrà avere una altezza rispetto la banchina di 5 - 10 cm. Esso sarà raccordato alla scarpata mediante un arco le cui tangenti siano di lunghezza non inferiore a 0.50 m. Inoltre: - per le strade di tipo A - B - C - D la dimensione del ciglio o arginello in rilevato sarà >= 0,75 m; - per le strade di tipo E - F la dimensione del ciglio o arginello in rilevato sarà >= 0,50 m. 01.01.03.C01 Controllo: Controllo generale Controllo dello stato di cigli e cunette. Verifica del corretto deflusso delle acque e delle pendenze. Controllo dell'assenza di depositi, detriti e di vegetazione in eccesso. Controllo a vista ogni 3 mesi 01.05 - Segnaletica stradale verticale Codice Elementi Manutenibili / Requisiti e Prestazioni / Controlli 01.05 Segnaletica stradale verticale 01.05.R01 Requisito: Percettibilità Tipologia Frequenza Controllo ogni 3 mesi Controllo ogni 3 mesi I segnali dovranno essere dimensionati e posizionati in modo da essere visibili dagli utenti della strada. • Livello minimo della prestazione: Salvo prescrizioni particolari: POSIZIONAMENTO DEI SEGNALI DI INDICAZIONE IN FUNZIONE DELLE VELOCITÀ -Velocità (km/h): 50 - Spazio di avvistamento (m): 100 -Velocità (km/h): 70 - Spazio di avvistamento (m): 140 -Velocità (km/h): 90 - Spazio di avvistamento (m): 170 -Velocità (km/h): 110 - Spazio di avvistamento (m): 200 -Velocità (km/h): 130 - Spazio di avvistamento (m): 150 POSIZIONAMENTO DEI SEGNALI DI INDICAZIONE IN FUNZIONE DELLE VELOCITÀ (Intersezioni con corsia di decelerazione) -Velocità (km/h): 90 - Spazio di avvistamento (m): 30 -Velocità (km/h): 110 - Spazio di avvistamento (m): 40 -Velocità (km/h): 130 - Spazio di avvistamento (m): 50 POSIZIONAMENTO DEI SEGNALI DI INDICAZIONE IN FUNZIONE DELLE VELOCITÀ (Intersezioni senza corsia di decelerazione) -Velocità (km/h): 50 - Spazio di avvistamento (m): 60 -Velocità (km/h): 70 - Spazio di avvistamento (m): 80 -Velocità (km/h): 90 - Spazio di avvistamento (m): 100 -Velocità (km/h): 110 - Spazio di avvistamento (m): 130 01.05.01.C01 01.05.R02 -I segnali da ubicare lateralmente alla sede stradale devono essere posizionati a distanza <30 cm e non > 100 cm dal ciglio del marciapiede e/o della banchina; -I paletti di sostegno dei segnali devono essere posizionati a distanza non inferiore a 50 cm dal ciglio del marciapiede e/o della banchina; -I segnali da ubicare lateralmente alla sede stradale devono avere un'altezza minima di 60 cm e massima di 220 cm; -I segnali da ubicare lungo le strade non devono essere posizionati ad altezze >450 cm; -I segnali da ubicare lungo i marciapiedi devono essere posizionati ad altezza minima di 220cm; -I segnali posizionati al di sopra della carreggiata devono avere un'altezza minima di 510 cm. Controllo: Controllo generale Controllare l'assenza di eventuali anomalie. Controllare l'aspetto cromatico ed in particolare la consistenza dei colori corrispondenti alle diverse simbologie. Controllare l'efficienza della segnaletica ed in particolare la visibilità in condizioni diverse (diurne, notturne, con luce artificiale, con nebbia, ecc.). Controllare la disposizione dei segnali in funzione della logica e disciplina di circolazione dell'utenza anche in funzione dei piani di traffico stradale. Requisito: Rinfrangenza I segnali dovranno avere caratteristiche di rifrangenza. • Livello minimo della prestazione: I segnali potranno essere realizzati mediante applicazione di pellicole retroriflettenti con le seguenti classi di riferimento: -classe 1 (con normale risposta luminosa di durata minima di 7 anni); -classe 2 (ad alta risposta luminosa di durata minima di 10 anni). 01.05.01.C01 Controllo: Controllo generale Controllare l'assenza di eventuali anomalie. Controllare l'aspetto cromatico ed in particolare la consistenza dei colori corrispondenti alle diverse simbologie. Controllare l'efficienza della segnaletica ed in particolare la visibilità in condizioni diverse (diurne, notturne, con luce artificiale, con nebbia, ecc.). Controllare la disposizione dei segnali in funzione della logica e disciplina di circolazione dell'utenza anche in funzione dei piani di traffico stradale. Pagina 37 Programma di Manutenzione: Sottoprogramma delle Prestazioni 01.06 - Segnaletica stradale orizzontale Codice Elementi Manutenibili / Requisiti e Prestazioni / Controlli 01.06 Segnaletica stradale orizzontale 01.06.R01 Requisito: Colore Tipologia Frequenza Rappresenta la consistenza della cromaticità che la segnaletica orizzontale deve possedere in condizioni normali. • Livello minimo della prestazione: Il fattore di luminanza Beta deve essere conforme alla tabella 5 per quanto riguarda la segnaletica orizzontale asciutta. Le coordinate di cromaticità x, y per segnaletica orizzontale asciutta devono trovarsi all'interno delle regioni definite dai vertici forniti nella tabella 6 (UNI 1436). TABELLA 5 - CLASSI DEL FATTORE DI LUMINANZA Beta PER SEGNALETICA ORIZZONTALE ASCIUTTA COLORE DEL SEGNALE ORIZZONTALE: BIANCO Tipo di manto stradale: ASFALTO; - Classe: B0 - Fattore minimo di luminanza Beta: Nessun requisito; - Classe: B2 - Fattore minimo di luminanza Beta: Beta >= 0,30; - Classe: B3 - Fattore minimo di luminanza Beta: Beta >= 0,40; - Classe: B4 - Fattore minimo di luminanza Beta: Beta >= 0,50; - Classe: B5 - Fattore minimo di luminanza Beta: Beta >= 0,60; Tipo di manto stradale: CEMENTO; - Classe: B0 - Fattore minimo di luminanza Beta: Nessun requisito; - Classe: B3 - Fattore minimo di luminanza Beta: Beta >= 0,40; - Classe: B4 - Fattore minimo di luminanza Beta: Beta >= 0,50; - Classe: B5 - Fattore minimo di luminanza Beta: Beta >= 0,60; COLORE DEL SEGNALE ORIZZONTALE: GIALLO - Classe: B0 - Fattore minimo di luminanza Beta: Nessun requisito; - Classe: B1 - Fattore minimo di luminanza Beta: Beta >= 0,20; - Classe: B2 - Fattore minimo di luminanza Beta: Beta >= 0,30; - Classe: B3 - Fattore minimo di luminanza Beta: Beta >= 0,40; NOTE: La classe B0 si applica quando la visibilità di giorno si ottiene attraverso il valore del coefficiente di luminanza in condizioni di illuminazione diffusa Qd. TABELLA 6 - VERTICI DELLE REGIONI DI CROMATICITÀ PER SEGNALETICA ORIZZONTALE BIANCA E GIALLA SEGNALETICA ORIZZONTALE: BIANCA - Vertice 1: X=0.355 - Y=0.355; - Vertice 2: X=0.305 - Y=0.305; - Vertice 3: X=0.285 - Y=0.325; - Vertice 4: X=0.335 - Y=0.375; SEGNALETICA ORIZZONTALE: GIALLA (CLASSE Y1) - Vertice 1: X=0.443 - Y=0.399; - Vertice 2: X=0.545 - Y=0.455; - Vertice 3: X=0.465 - Y=0.535; - Vertice 4: X=0.389 - Y=0.431; SEGNALETICA ORIZZONTALE: GIALLA (CLASSE Y2) - Vertice 1: X=0.494 - Y=0.427; - Vertice 2: X=0.545 - Y=0.455; - Vertice 3: X=0.465 - Y=0.535; - Vertice 4: X=0.427 - Y=0.483; NOTE: Le classi Y1 e Y2 di segnaletica orizzontale gialla si riferiscono rispettivamente alla segnaletica orizzontale permanente 01.06.R02 Requisito: Resistenza al derapaggio Qualità della resistenza al derapaggio (SRT) della superficie stradale bagnata misurata sulla base dell’attrito a bassa velocità esercitato da un cursore di gomma sulla superficie stessa, abbreviata nel seguito in SRT. • Livello minimo della prestazione: Il valore della resistenza al derapaggio, espresso in unità SRT, deve essere conforme a quello specificato nella tabella 7 (UNI 1436). L'apparecchiatura di prova è costituita da un pendolo oscillante provvisto di un cursore di gomma all'estremità libera. Viene misurata la perdita di energia causata dall'attrito del cursore su una lunghezza specificata della superficie stradale. Il risultato è espresso in unità SRT. TABELLA 7 - CLASSI DI RESISTENZA AL DERAPAGGIO -Classe: S0 - Valore SRT minimo: Nessun requisito; -Classe: S1 - Valore SRT minimo: S1 SRT >= 45; -Classe: S2 - Valore SRT minimo: S1 SRT >= 50; -Classe: S3 - Valore SRT minimo: S1 SRT >= 55; -Classe: S4 - Valore SRT minimo: S1 SRT >= 60; -Classe: S5 - Valore SRT minimo: S1 SRT >= 65; 01.06.R03 Requisito: Retroriflessione Rappresenta la riflessione espressa in valori, per gli utenti della strada, della segnaletica orizzontale bianca e gialla in condizioni di illuminazione con i proiettori dei veicoli. • Livello minimo della prestazione: Per misurare la retroriflessione in condizioni di illuminazione con i proiettori dei veicoli si deve utilizzare il coefficiente di luminanza retroriflessa R L. La Pagina 38 Programma di Manutenzione: Sottoprogramma delle Prestazioni misurazione deve essere espressa come mcd / (m2 · lx). In condizioni di superficie stradale asciutta, la segnaletica orizzontale deve essere conforme alla tabella 2, mentre, in condizioni di bagnato, deve essere conforme alla tabella 3 e, in condizioni di pioggia, alla tabella 4. Nota: il coefficiente di luminanza retroriflessa rappresenta la luminosità di un segnale orizzontale come viene percepita dai conducenti degli autoveicoli in condizioni di illuminazione con i proiettori dei propri veicoli (UNI 1436). TABELLA 2 - CLASSI DI R L PER SEGNALETICA ORIZZONTALE ASCIUTTA Tipo e colore del segnale orizzontale: PERMANENTE BIANCO - Classe: R0; Coeff. Min. di luminanza retroriflessa RL [mcd·(m^-2)·(lx^-1)]: Nessun requisito; - Classe: R2; Coeff. Min. di luminanza retroriflessa RL [mcd·(m^-2)·(lx^-1)]: RL >= 100; - Classe: R4; Coeff. Min. di luminanza retroriflessa RL [mcd·(m^-2)·(lx^-1)]: RL >= 200; - Classe: R5; Coeff. Min. di luminanza retroriflessa RL [mcd·(m^-2)·(lx^-1)]: RL >= 300; Tipo e colore del segnale orizzontale: PERMANENTE GIALLO - Classe: R0; Coeff. Min. di luminanza retroriflessa RL [mcd·(m^-2)·(lx^-1)]: Nessun requisito; - Classe: R1; Coeff. Min. di luminanza retroriflessa RL [mcd·(m^-2)·(lx^-1)]: RL >= 80; - Classe: R3; Coeff. Min. di luminanza retroriflessa RL [mcd·(m^-2)·(lx^-1)]: RL >= 150; - Classe: R5; Coeff. Min. di luminanza retroriflessa RL [mcd·(m^-2)·(lx^-1)]: RL >= 200; Tipo e colore del segnale orizzontale: PROVVISORIO - Classe: R0; Coeff. Min. di luminanza retroriflessa RL [mcd·(m^-2)·(lx^-1)]: Nessun requisito; - Classe: R3; Coeff. Min. di luminanza retroriflessa RL [mcd·(m^-2)·(lx^-1)]: RL >= 150; - Classe: R5; Coeff. Min. di luminanza retroriflessa RL [mcd·(m^-2)·(lx^-1)]: RL >= 300; NOTE: La classe R0 si applica quando la visibilità della segnaletica orizzontale è ottenuta senza retroriflessione in condizioni di illuminazione con i proiettori dei veicoli. TABELLA 3 - CLASSI DI R L PER SEGNALETICA ORIZZONTALE IN CONDIZIONI DI BAGNATO CONDIZIONI DI BAGNATO: Come si presenta 1 min. dopo l’inondazione della superficie con acqua (*) - Classe: RW0; Coeff. Min. di luminanza retroriflessa RL [mcd·(m^-2)·(lx^-1)]: Nessun requisito; - Classe: RW1; Coeff. Min. di luminanza retroriflessa RL [mcd·(m^-2)·(lx^-1)]: RL >= 25; - Classe: RW2; Coeff. Min. di luminanza retroriflessa RL [mcd·(m^-2)·(lx^-1)]: RL >= 35; - Classe: RW3; Coeff. Min. di luminanza retroriflessa RL [mcd·(m^-2)·(lx^-1)]: RL >= 50; NOTE: La classe RW0 riguarda situazioni in cui questo tipo di retroriflessione non è richiesta per ragioni economiche o tecnologiche. (*) Tale condizione di prova deve essere creata versando acqua chiara da un secchio di capacità pari a circa 10 l e da un'altezza di circa 0,5 m dalla superficie. L'acqua deve essere versata in modo uniforme lungo la superficie di prova in modo tale che l’area di misurazione e l'area circostante siano temporaneamente sommerse da un'ondata d'acqua. Il coefficiente di luminanza retroriflessa R L in condizioni di bagnato deve essere misurato alle condizioni di prova 1 min dopo aver versato l'acqua. TABELLA 4 - CLASSI DI R L PER SEGNALETICA ORIZZONTALE IN CONDIZIONI DI PIOGGIA CONDIZIONI DI BAGNATO: Come si presenta dopo almeno 5 min. di esposizione durante una precipitazione uniforme di 20mm/h (**) - Classe: RR0; Coeff. Min. di luminanza retroriflessa RL [mcd·(m^-2)·(lx^-1)]: Nessun requisito; - Classe: RR1; Coeff. Min. di luminanza retroriflessa RL [mcd·(m^-2)·(lx^-1)]: RL >= 25; - Classe: RR2; Coeff. Min. di luminanza retroriflessa RL [mcd·(m^-2)·(lx^-1)]: RL >= 35; - Classe: RR3; Coeff. Min. di luminanza retroriflessa RL [mcd·(m^-2)·(lx^-1)]: RL >= 50; NOTE: La classe RR0 riguarda situazioni in cui questo tipo di retroriflessione non è richiesta per ragioni economiche o tecnologiche. (**) Tali condizioni di prova devono essere create utilizzando acqua chiara e simulando una cascata senza foschia né nebbia di intensità media pari a (20 ± 2 ) mm/h su un'area due volte più larga del campione e non meno di 0,3 m e il 25% più lunga dell’area di misurazione. Lo scarto fra l'intensità minima e l'intensità massima della cascata non deve essere maggiore del rapporto di 1 a 1,7. Le misurazioni del coefficiente di luminanza retroriflessa R L in condizioni di pioggia devono essere effettuate dopo 5 min di pioggia continua e durante la precipitazione di quest'ultima. 01.06.R04 Requisito: Riflessione alla luce Rappresenta la riflessione espressa in valori, per gli utenti della strada, della segnaletica orizzontale bianca e gialla in condizioni di luce diurna e di illuminazione artificiale. • Livello minimo della prestazione: Per misurare la riflessione alla luce del giorno o in presenza di illuminazione stradale si deve utilizzare il coefficiente di luminanza in condizioni di illuminazione diffusa Qd. La misurazione deve essere espressa in mcd·(m^-2)·(lx^-1). In condizioni di superficie stradale asciutta, la segnaletica orizzontale deve essere conforme alla tabella 1 (UNI 1436). Il coefficiente di luminanza in condizioni di illuminazione diffusa rappresenta la luminosità di un segnale orizzontale come viene percepita dai conducenti degli autoveicoli alla luce del giorno tipica o media o in presenza di illuminazione stradale. TABELLA 1 - CLASSI DI Qd PER SEGNALETICA ORIZZONTALE ASCIUTTA COLORE DEL SEGNALE ORIZZONTALE: BIANCO Tipo di manto stradale. ASFALTO - Classe Q0; Coeff. di luminanza min. in condizioni di illuminazione diffusa Qd [mcd·(m^-2)·(lx^-1]: Nessun requisito; - Classe Q2; Coeff. di luminanza min. in condizioni di illuminazione diffusa Qd [mcd·(m^-2)·(lx^-1]: Qd >= 100; - Classe Q3; Coeff. di luminanza min. in condizioni di illuminazione diffusa Qd [mcd·(m^-2)·(lx^1]: Qd >= 130; Tipo di manto stradale. CEMENTO - Classe Q0; Coeff. di luminanza min. in condizioni di illuminazione diffusa Qd [mcd·(m^-2)·(lx^-1]: Nessun requisito; - Classe Q3; Coeff. di luminanza min. in condizioni di illuminazione diffusa Qd [mcd·(m^-2)·(lx^ Pagina 39 Programma di Manutenzione: Sottoprogramma delle Prestazioni 1]: Qd >= 130; - Classe Q4; Coeff. di luminanza min. in condizioni di illuminazione diffusa Qd [mcd·(m^-2)·(lx^1]: Qd >= 160; COLORE DEL SEGNALE ORIZZONTALE: GIALLO - Classe Q0; Coeff. di luminanza min. in condizioni di illuminazione diffusa Qd [mcd·(m^-2)·(lx^-1]: Nessun requisito; - Classe Q1; Coeff. di luminanza min. in condizioni di illuminazione diffusa Qd [mcd·(m^-2)·(lx^-1]: Qd >= 80; - Classe Q2; Coeff. di luminanza min. in condizioni di illuminazione diffusa Qd [mcd·(m^-2)·(lx^1]: Qd >= 100; NOTE: La classe Q0 si applica quando la visibilità diurna si ottiene attraverso il valore del fattore di luminanza Beta. 04 - OPERE EDILI 04.05 - Infissi esterni Codice Elementi Manutenibili / Requisiti e Prestazioni / Controlli 04.05 Infissi esterni 04.05.R02 Requisito: (Attitudine al) controllo del flusso luminoso Tipologia Frequenza Controllo a vista ogni anno Gli infissi dovranno consentire una adeguata immissione di luce naturale all'interno, in quantità sufficiente per lo svolgimento delle attività previste e permetterne la regolazione. • Livello minimo della prestazione: La superficie trasparente delle finestre e delle portefinestre deve essere dimensionata in modo da assicurare all'ambiente servito un valore del fattore medio di luce diurna nell'ambiente non inferiore al 2%. In ogni caso la superficie finestrata apribile non deve essere inferiore ad 1/8 della superficie del pavimento del locale. 04.05.01.C01 Controllo: Controllo frangisole Controllo della funzionalità degli organi di manovra e delle parti in vista. 04.05.R07 Requisito: Oscurabilità Gli infissi devono, attraverso opportuni schermi e/o dispositivi di oscuramento, provvedere alla regolazione della luce naturale immessa. • Livello minimo della prestazione: I dispositivi di schermatura esterna di cui sono dotati gli infissi esterni verticali devono consentire una regolazione del livello di illuminamento negli spazi chiusi degli alloggi fino ad un valore non superiore a 0,2 lux. 04.07 - Infissi interni Codice Elementi Manutenibili / Requisiti e Prestazioni / Controlli 04.07 Infissi interni 04.07.R06 Requisito: Oscurabilità Tipologia Frequenza Controllo a vista ogni 6 mesi Gli infissi devono, attraverso opportuni schermi e/o dispositivi di oscuramento, provvedere alla regolazione della luce naturale immessa. • Livello minimo della prestazione: I dispositivi di schermatura esterna di cui sono dotati gli infissi interni verticali devono consentire una regolazione del livello di illuminamento negli spazi chiusi degli alloggi fino ad un valore non superiore a 0,2 lux. 04.07.01.C05 Controllo: Controllo vetri Controllo uniformità dei vetri e delle sigillature vetro-telaio. Controllare la presenza di depositi o sporco. Verifica di assenza di anomalie e/o difetti (rottura, depositi, macchie, ecc.). 05 - OPERE IDRAULICHE 05.01 - Impianto acquedotto Codice Elementi Manutenibili / Requisiti e Prestazioni / Controlli 05.01 Impianto acquedotto 05.01.R02 Requisito: (Attitudine al) controllo dell'aggressività dei fluidi Tipologia Frequenza Le tubazioni dell'impianto idrico non devono dar luogo a fenomeni di incrostazioni, corrosioni, depositi che possano compromettere il regolare funzionamento degli impianti stessi. • Livello minimo della prestazione: L’analisi delle caratteristiche dell'acqua deve essere ripetuta con frequenza annuale e comunque ogni volta che si verifichi un cambiamento delle stesse. Devono essere previsti specifici trattamenti dell’acqua in modo che le caratteristiche chimico-fisiche (aspetto, pH, conduttività elettrica, durezza totale, cloruri, ecc.) corrispondano a quelle riportate dalla normativa. In particolare le acque destinate al consumo umano che siano state sottoposte ad un trattamento di addolcimento o dissalazione devono presentare le seguenti concentrazioni minime: durezza totale 60 mg/l Ca, alcalinità >= 30 mg/l HCO3 Pagina 40 Programma di Manutenzione: Sottoprogramma delle Prestazioni 05.01.03 Tubi in polietilene alta densità (PEAD) 05.01.03.R01 Requisito: (Attitudine al) controllo della tenuta Le tubazioni ed i raccordi tra valvole e tubi e tra tubi e tubi devono essere in grado di resistere alle pressioni di esercizio. • Livello minimo della prestazione: I campioni vengono riempiti di acqua ad una pressione massima di 0,05 MPa e ad una temperatura di 20 °C per i tubi della serie 303 e con acqua ad una pressione pari ad 1,5 volte la pressione di esercizio per i tubi della serie 312. Si deve verificare la assenza di perdite. 05.01.04 Tubi in polipropilene (PP) 05.01.04.R01 Requisito: (Attitudine al) controllo della tenuta Le tubazioni ed i raccordi tra valvole e tubi e tra tubi e tubi devono essere in grado di resistere alle pressioni di esercizio. • Livello minimo della prestazione: I campioni vengono riempiti di acqua ad una pressione massima di 1,5 volte la pressione di esercizio per i tubi della serie 312. Si deve verificare la assenza di perdite e di deformazioni localizzate. 05.02 - Impianto fognario acque bianche e acque nere Codice Elementi Manutenibili / Requisiti e Prestazioni / Controlli 05.02 Impianto fognario acque bianche e acque nere 05.02.R02 Requisito: (Attitudine al) controllo della tenuta Tipologia Frequenza Gli elementi dell'impianto devono essere in grado di garantire in ogni momento la tenuta dei fluidi. • Livello minimo della prestazione: Devono essere rispettati i valori minimi previsti dalla vigente normativa. 05.02.01 Giunti 05