Spedizione in abbonamento postale art. 2 Comma 20 / D - Legge 662 / 96 filiale di Treviso pubblicità inferiore al 70% - Rivista quadrimestrale di informazione bancaria e di cultura locale -
CONTIENE I.P.
CON IL CREDITO TREVIGIANO
N. 1 - APRILE 2007
In Africa…
per caso…
SOMMARIO
1-2 Un triennio fondamentale
per un futuro di sviluppo
3 Nuovi motivi di fiducia
4 L’ora della navigazione a vista
5 Nuovi scenari da valutare
6-7 Quasi un ritorno
8-9 Galliera, terra di Casse Rurali
10 Risparmio amico
© UNICEF / Giacomo Pirozzi
11 Vinci 50 euro in buoni carburante
12-13 L’energia a portata di mano: Il paese del sole
14 Stato sociale in crisi?
15-19 Speciale Ecuador
Marzo 2007
20 I figli non crescono più. Ed i genitori?
21 Quando “la vite era maritata al gelso”
Nel febbraio del 2005 in un albergo sulla spiaggia di
Diani Beach (Oceano Indiano) situato a Sud di Mombasa
(Kenia), è giunto un gruppo costituito da una ventina di
bambini e bambine (5-10 anni di età) accompagnati da due
persone adulte keniote.
Dopo un cenno di saluto da parte del Responsabile,
Sig. Joffry Malagho Mwarigha, i ragazzi, che indossavano la
divisa della scuola, si sono disposti in 3 file. Da un mangiacassette è partita improvvisa la musica, amplificata da
qualche altoparlante, ed il gruppetto si è scatenato in una
serie di danze ritmiche che evidenziavano un’agilità, una
bravura e un senso del ritmo evidentemente innato, suscitando l’entusiasmo e l’ammirazione dei turisti presenti.
La giovane età dei Bambini, la loro bellezza, l’espressività e la dolcezza dei loro occhi e il fatto che stava passando la voce che si trattava di Orfani o Figli di mamme
sole e poverissime, ha fatto sì che alla fine più di una
persona si ritrovasse con gli occhi lucidi.
Terminato lo show, con molta dignità e serenità è stato
spiegato che c’era la possibilità, per chi lo volesse, di aiutare finanziariamente l’organizzazione Born Again
Children di Ukunda (villaggio a 5 km da Diani) che si interessava di loro e di altri 150 bambini con lo scopo di assicurare loro l’alimentazione quotidiana, l’istruzione scolastica (primary school), un minimo di assistenza sanitaria ed il
vestiario.
Dal febbraio 2005 per iniziativa di un gruppo di persone (autonominatosi “Gruppo vacanze Treviso”) di
Caerano, anche Soci del Credito Trevigiano, che si è andato
via via allargando in questi 2 anni, è nato il piccolo “movimento” di sostegno, non solo materiale, per questi piccoli
orfani, cinque dei quali (Titus, Mercy, Victor, Lucky, Salvine)
sono già stati adottati (sostegno a distanza) da 3 famiglie
di amici caeranesi.
Con il contributo (anche piccolo) di altre persone,
l’Associazione ha acquistato un piccolo appezzamento di
terreno e sta lentamente costruendo (gli stati di avanzamento sono determinati dalle offerte) un alloggio che
diventerà il “dormitorio” (un capannone coperto di lamiere
ondulate). Per ora i bambini trovano ospitalità a gruppetti
di 2 o 3 nelle capanne di varie famiglie.
Ora sono arrivate 4 macchine da cucire a pedale, servono per confezionare le divise ai bambini.
Sergio Volpato
22-23 Villa Emo, la fattoria
24-25 Coop. Scolastica S. Floriano
26-27 L’eccellenza nel legno
28-29 Correre con la Ferrari
30-31 A scuola di semplicità e di buon gusto
32-33 Proposte vacanze 2007
SCORCIO DELLA FATTORIA
CENTRO SERVIZI
Sommario
CON IL CREDITO TREVIGIANO
N. 1 - APRILE 2007
Periodico quadrimestrale d’informazione bancaria
e di cultura locale del Credito Trevigiano
via Roma, 15 - 31050 Vedelago (TV) - http://www.creditotrevigiano.it
Reg. St. Trib. TV n. 676 dell’1/2/1988
Direttore Responsabile: Nicola Di Santo
autorizzazione 28/6/2001 delibera n. 362/2001
Comitato di Redazione: Giovanni Scomparin,
Nicola Di Santo, Roberta Romano, Primo Franchetto
Hanno collaborato a questo numero:
Lorenzo Morao, Piero Facin, Enzo Bergamin,
Gianni Lo Martire, Marco Monda, Nicola Bernardi,
Federica Florian, Silvio Bellon, Gioachino Basso,
Alberto Torsello
Progetto grafico e realizzazione:
Studio Grafico Enio Miotto Sas
Stampa: Graficart srl
cyclus
®
1
IL PUNTO CON IL PRESIDENTE
Un triennio fondamentale
per un futuro di sviluppo
L’attività del Credito Trevigiano
è sempre molto intensa. Ma in
questi ultimi due mesi si è fatta
frenetica. È ormai imminente l’assemblea annuale con l’elezione
delle cariche sociali. A seguire c’è
l’inaugurazione del restaurato centro servizi nella Fattoria di villa
Emo, con un contorno di manifestazioni culturali e di intrattenimento. Trovare una soluzione logistica per soddisfare l’arrivo di
migliaia di Soci non è un’operazione semplice, ma si sa che, quando
dirigenti e personale del “Credito”
si muovono, alla fine ogni pedina
va la posto giusto. Con il presidente Nicola Di Santo il colloquio parte
proprio dal bilancio.
Presidente, dopo 36 mesi
di lavoro qual è il bilancio che
il consiglio d’amministrazione presenta ai soci nell’assemblea del 29 aprile?
In ogni bilancio che si rispetti
sono i numeri a parlare. Prima di
tutto quelli dei Soci, giunti a fine
d’anno a 5.841 unità, a formare la
compagine sociale più numerosa
rispetto alle altre BCC venete.
Diventa particolarmente impegnativo gestire un numero così alto di
Soci, che intendono partecipare
alla vita sociale, come hanno confermato con 2.720 presenze negli
incontri natalizi. Basti pensare solo
alla ricerca di parcheggi per l’assemblea e per gli altri eventi.
Continuando: le filiali nel 2003
erano 24 ora sono 29, un aumento del 20%; gli sportelli bancomat
da 22 sono arrivati a 32 (+45%); la
raccolta globale, sempre nel triennio, è aumentata del 36%, gli
impieghi del 45%. Abbiamo incrementato e rafforzato le nostre
dimensioni, la nostra visibilità, la
nostra specificità e la nostra identità. Non dobbiamo, però, pensare
che il futuro sia una ripetizione del
passato. Il passato non si ripete ed
il futuro porta sempre con sé una
certa quantità di rischio, ma anche
opportunità da cogliere.
È necessario, quindi, puntare al
miglioramento della gestione e
dell’organizzazione, dei sistemi di
controllo dei rischi, delle relazioni e
della formazione identitaria.
Queste ultime considerazioni portano dritto ad un
tema cruciale: l’utile della
banca. È il vostro “carburante” ma per fare cosa?
L’utile supera i 12 milioni di
euro. Per la mutualità e socialità
abbiamo erogato oltre 2,5 milioni
di Euro, pari al 20% dell’utile.
Vi sono almeno due buoni
motivi per fare l’utile. Il primo: va a
rafforzare il Patrimonio, che ci è
indispensabile per consentire gli
impieghi verso la clientela, per
fronteggiare tutti i rischi aziendali
e per adeguare le nostre strutture
tecnico-organizzative; solo l’utile
assicura il proseguimento della
vita della Banca, ne permette la
crescita e la creazione di valore sul
territorio.
Il secondo motivo: l’utile non
ha solo una funzione economicopatrimoniale, ma anche sociale, in
quanto consente gli interventi di
“mutualità e socialità”; non sarebbe possibile erogare “ricchezza” ai
Soci ed al Territorio se prima non
la si crea.
2
IL PUNTO CON IL PRESIDENTE
Quindi, quanto più consistente
sarà l’utile, tanto più sarà sicura e
solida la banca e tanto più alte
saranno le ricadute positive sul
territorio con gli interventi che con
esso si possono sostenere.
Dobbiamo insistere nella promozione di progetti e di iniziative
che facciano toccar con mano il
vantaggio di essere Soci. Con l’occhio attento più che al vantaggio
individuale a quello del gruppo e
del territorio, alla sostenibilità sociale ed ambientale dello sviluppo.
Non a caso ci è stato riconosciuto il ruolo di “impresa socialmente responsabile” con l’attribuzione del primo premio nazionale
CSR al “Premio Città di Rovigo”.
Nei prossimi
anni continueremo ad investire
idee e risorse nelle tecnologie dell’informazione, della comunicazione, nella cooperazione con altre
BCC (ma non solo), nell’innovazione dei prodotti, nel consolidamento del nostro patrimonio di fiducia
e di reputazione nei confronti di
soci e clienti.
È questo il segreto della
vostra crescita?
Stiamo diventando sempre più
una banca di relazione nei confronti dei soci, dei clienti, delle
amministrazioni locali, delle istituzioni in genere. Il segreto, se così
si può definire, è la capacità di
lavorare in squadra e la volontà
messa in campo dal consiglio
d’amministrazione di individuare
gli obiettivi generali che poi tutti
si sentono impegnati a realizzare
secondo le proprie competenze.
Abbiamo dimostrato che se c’è
coerenza fra le idee ed il modo di
agire i risultati si ottengono in
tempi ragionevoli e certi. Per fare
un esempio di quanto ci stia a
cuore la formazione dei dipendenti abbiamo realizzato 11 mila ore
di corsi professionali.
Ed allora quali sono gli
obiettivi che avete in agenda
per i prossimi anni ?
I macro obiettivi che riguardano i soci puntano verso i giovani,
gli anziani e l’am-
biente. I giovani sono il futuro,
gli anziani sono il patrimonio del
presente e l’ambiente è il luogo
dove tutti dobbiamo vivere nel
miglior modo possibile, rispettando lo sviluppo e la compatibilità.
Per i giovani segnalo gli incontri con esperti, come il prof. Paolo
Crepet, i vari concorsi che interessano gli studenti, i prodotti dedicati alle donne che intendono aprire
un’impresa, il sostegno alle giovani imprese ed alle famiglie di
recente formazione.
Per gli anziani, ma anche per gli
adulti in genere, abbiamo in cantiere l’iniziativa della Cassa Mutua,
e prodotti bancari dedicati.
L’ambiente poi è la preoccupazione che più ci ha visti attivi nell’ultimo periodo.
Abbiamo ottenuto la certificazione ambientale, unica banca in
Italia, offriamo prodotti che valorizzano ed agevolano il risparmio
energetico e l’uso di energie rinnovabili.
Quello che stiamo realizzando
a villa Emo e nel Centro Servizi è
un esempio che molti altri stanno
imitando.
La nostra affermazione come
banca del territorio si realizza
attraverso la valorizzazione delle
risorse disponibili e delle peculiarità locali, operando, in stretta
sinergia con le associazioni di
categoria e professionali, per riattivare la rete locale delle piccole e
medie imprese.
Il nostro ruolo sarà sempre più quello di essere partner di accompagnamento
dell’impresa e non controparte, in un rapporto schietto di assistenza e di arricchimento reciproco delle
relazioni.
Consapevoli che banca
ed impresa hanno interessi comuni e convergenti:
rischio bancario e rischio
di impresa tendono a
sovrapporsi
specularmente.
Operare per ridurlo e
controllarlo è interesse di entrambi
i partner.
Al centro del nostro progetto
stanno le risorse umane. Le
nostre 11000 ore di formazione
professionale lo dimostrano. I collaboratori (non possiamo definirli
solo dipendenti) devono sentirsi
partecipi del processo di evoluzione del progetto aziendale che
va a vantaggio di tutti, nello spirito della cooperazione.
Tutto questo costituisce un
impegno ed una fatica in più nel
“fare banca”, ma siamo orgogliosi
di questa diversità.
Su questa strada vogliamo
continuare col consenso dei Soci,
degli operatori locali e delle nostre
comunità.
Giovanni Scomparin
3
IL PUNTO CON IL DIRETTORE
Nuovi motivi di fiducia
A colloquio con il Direttore
Roberta Romano.
Come si presenta il bilancio che verrà sottoposto
all’esame dei soci?
L’anno che si è chiuso è stato
particolarmente felice sotto il profilo dei risultati economici, sorretto
anche dalla lungamente attesa
riapertura della forbice dei tassi che
migliora il risultato economico. Il
contributo di buone operazioni di
finanza e di collocamento di prodotti, effettuate in particolare in
prossimità di fine anno, nonchè la
bassa rischiosità del credito, hanno
dato un plusvalore alle performances reddituali. L’utile netto è di 12,1
milioni di euro, e va quasi interamente a rafforzare il patrimonio
della Banca per sostenere la forte
crescita degli impieghi degli ultimi
anni e gli investimenti effettuati.
Voci
Margine di intermediazione
Costi operativi
Utile netto
Raccolta diretta da clientela
Impieghi
Raccolta indiretta
mantenimento dell’equilibrio delle
poste patrimoniali della Banca.
Diventerà strategica l’attenta
selezione degli impieghi e sarà
posta grande attenzione alle concentrazioni di crediti su particolari
settori ritenuti più a rischio.
Sarà invece come sempre privilegiato il credito alle famiglie,
soprattutto quello destinato alla
prima casa di abitazione. Anche il
sostegno alle imprese artigiane ed
ai piccoli e medi operatori economici troverà sempre accoglimento
da parte della BCC.
Sul lato della raccolta si opererà
sul mercato offrendo ai Soci e alla
clientela prodotti innovativi di investimento ed una nuova e più personalizzata consulenza con uno
staff di personale esclusivamente a
ciò dedicato.
Ci avvicineremo al mondo dei
giovani con nuove possibilità di
2006
39.764
24.106
12.110
854.910
1.082.727
308.392
2005
34.786
22.488
9.778
789.105
950.810
268.467
DIFF
%
4.978 +14,3%
1.618 +7,2%
2.331 +23,8%
65.805 +8,3%
124.692 +13,1%
39.925 +14,8%
*nb: tutti i dati, compresi quelli del 2005 sono riclassificati in base ai
nuovi principi contabili IAS/IFRS
Quali sono gli obiettivi per
il prossimo anno?
Il Credito Trevigiano sarà attento osservatore dei cambiamenti in
atto nel mondo economico privilegiando però sempre in primis i Soci
nel rispetto del principio della
mutualità.
Così proseguirà l’attenzione
verso l’applicazione di condizioni di
costo del denaro e di remunerazione della raccolta sempre vantaggiose per il cliente rispetto a quelle
espresse dal mercato.
Particolare cura verrà posta nel
creare rapporti che svilupperanno e
cresceranno nel futuro, convinti
come siamo che questi rappresentino il nostro domani.
Saranno riviste, migliorate e
razionalizzate le condizioni generali praticate alla clientela coniugando al meglio la soddisfazione del
cliente con la necessità da parte
della Banca di ottenere un buon
risultato economico, necessario per
la crescita e per il rafforzamento del
patrimonio elemento, questo, indispensabile per fronteggiare adeguatamente i rischi aziendali e per
consentirci di continuare ad investi-
re sia all’interno che sul territorio.
Con l’inaugurazione del
nuovo centro a villa Emo
come cambia la dislocazione
degli uffici della banca?
Finalmente, dopo 12 anni, tutti
gli uffici di Direzione del Credito
Trevigiano opereranno in un
unico edificio. Questo darà un
forte contributo in termini di efficacia gestionale e di efficienza
organizzativa.
La distribuzione dei nuovi posti
di lavoro ha tenuto conto delle
interrelazioni operative, tenendo
vicini gli uffici che collaborano più
frequentemente nel raggiungimento di obiettivi comuni .
Sono state utilizzate le tecnologie più avanzate e rispettose dell’ambiente come il recupero delle
acque piovane utilizzabili per i servizi igienici e la regolazione automatica dell’intensità luminosa degli uffici in base alla luce esterna.
Giovanni Scomparin
4
FINANZA
L’ora della navigazione
a vista
Ad un rompiscatole che gli
chiedeva giustificazione del suo
mutamento di posizione, Keynes
rispose: “ I fatti sono cambiati e
così le mie opinioni. Lei, cosa
farebbe, Sir ? “.
Anche i gestori di portafogli
(con questo termine intendiamo
coloro che gestiscono il denaro
loro affidato da risparmiatori)
dovrebbero ritrovarsi nel pensiero
del baronetto inglese. La loro azione, infatti, dovrebbe orientarsi
lungo tre direzioni : interpretare le
dinamiche dei fatti economici; prefigurare gli scenari che hanno
maggiori probabilità di realizzarsi;
mixare gli investimenti in modo
tale da massimizzarne il reddito o
minimizzare il rischio.
Se cambiano i fatti economici
e quindi mutano gli scenari,
dovranno cambiare anche gli
investimenti !
A volte - invece - accade esat-
tamente l’opposto. Gestori testardi
anziché rilevare scenari modificati
che necessitano di un nuovo riposizionamento nei mercati finanziari, stanno immobili per non sconfessare previsioni che, alla luce
degli modificati scenari, non paiono più corrette. Questi rigidi gestori scambiano l’inflessibilità del loro
pensiero per solidità di carattere e
di impostazione intellettuale.
Un buon gestore, invece, deve
sapersi muovere in ogni situazione così come un buon canoista
deve restare a galla ed avanzare
nel percorso in ogni condizione. Le
sue conoscenze di idraulica e di
meccanica dei fluidi niente servono a confronto della rapida intuizione di correnti e rigurgiti. Tra le
acque agitate di un torrente un
buon bagaglio di esperienze vale
più di tutto il patrimonio cognitivo
scientifico. Nell’ arte di portare la
canoa sulle rapide si destreggia
CHI ERA KEYNES?
John Maynard Keynes, primo Barone Keynes di
Tilton (Cambridge, 5 giugno 1883 - 21 aprile 1946), da molti
considerato il più grande economista del XX secolo, ha
influenzato grazie alle sue idee sia l’economia che la politica. Viene ricordato soprattutto per aver sostenuto la necessità dell’intervento pubblico nell’economia con misure sia
molto meglio l’ultimo dei Mohicani
che non il primo degli ingegneri. La
pratica ha la meglio sulla teoria.
Torniamo ai mercati. Il buon
senso (la pratica, il Mohicano) ci
dice che è arrivato il momento di
essere più prudenti anche se grandi analisti (la teoria, l’ingegnere)
suggeriscono che nulla è cambiato
nei mercati. E’ arrivata l’ora della
navigazione a vista. Anche se,
solamente un paio di mesi fa, l’inarrestabile salita delle borse sembrava non avere fine.
Bisogna ridurre le vele (la
quota di azioni) per evitare che i
venti possano rovesciare la barca.
La cosa importante, pensiamo, è
essere vigili per cogliere ogni
segnale di cambiamento. Nel bene
e nel male. Siamo pronti a cambiare le nostre strategie. Perché
preferiamo la flessibilità di
Keynes, il suo buon senso, alle
certezze di taluni gestori.
fiscali che monetarie qualora una insufficiente domanda
aggregata non riesca a garantire la piena occupazione. Le
sue idee sono state sviluppate e formalizzate nel dopoguerra dagli economisti keynesiani (della scuola keynesiana). È inoltre considerato il padre della moderna macroeconomia.
Direzione Finanza - Gianni Lo Martire
5
FINANZA
Nuovi scenari
da valutare
La correzione dei mercati azionari è incominciata martedì 27 febbraio, complici alcune dichiarazioni
di Alan Greenspan, l’ex Governatore della Banca Centrale degli
Stati Uniti. Lunedì 26 l’ex Governatore della Fed a borse chiuse
ha commentato che c’è la possibilità di una recessione dell’economia americana entro la fine dell’anno.
A parer suo il ciclo economico
ipotizzato in espansione anche
per il 2007 e 2008 non è più così
certo. Il dubbio nasce per il fatto
che i margini di profitto delle
aziende (Usa) hanno incominciato
a stabilizzarsi.
Nei giorni successivi Greenspan
ha anche precisato il suo punto di
vista: la crescita di questi anni non
avrebbe più la forza di un decennio fa. Per Greenspan gli Usa
potrebbero entrare in recessione
con una probabilità del 30%.
Il 27 febbraio gli indici azionari
cinesi sono calati quasi del 10% e
così le maggiori borse internazionali.
Mercoledì 28: la quiete dopo la
tempesta.
Giovedì 1 marzo: incertezza in
attesa dell’arrivo di alcuni dati economici che non si rivelano poi così
malvagi.
Venerdì 2 marzo: ancora moderata discesa. In totale quattro
giorni su cinque “di rosso”. Ma
un’altro scossone arriva ad inizio
settimana successiva: gli indici
scendono ancora.
Martedì 6 marzo: un altro
strappo, ma questa volta in salita:
arrivano i bargain hunters, coloro
che pensano che ci siano i saldi e
sia giunta l’ora per comprare.
Mercoledì 7 marzo: di nuovo
una certa quiete dopo lo strappo
in salita.
Giovedì 8 marzo: ancora rally,
con gli indici che aprono riprendendo i livelli del venerdì prece-
dente, per poi calare. La terza settimana di marzo è all’insegna dei
“due passi avanti e tre indietro”.
Bilancio totale meno 10% in un
mese.
Che cosa ci dice il diario di queste tre settimane?
I movimenti di borsa in questo
periodo sono molto violenti sia in
discesa che in salita; le discese
ripide sono dovute ai timori di
recessione; le salite altrettanto verticali sono dovute agli investitori
che pensano che questo sia il
momento giusto per comprare.
Ma i mercati non hanno ancora
chiara la direzione da seguire.
Tra un movimento e l’altro ci
sono delle ondate di calma apparente. Ma, pensiamo, i mercati si
muoveranno ancora molto.
Sono, questi, segnali importanti
che impongono maggiore cautela.
Direzione Finanza
Gianni Lo Martire
6
NUOVE FILIALI
Quasi un ritorno…
Forse i più attenti alle cose del
passato e di certo i più anziani
sapranno qualcosa dell’esistenza
di una Cassa Rurale a Cavaso. Era
la Cassa di Prestiti, intitolata,
come del resto la parrocchia, a “S.
Maria ad Elisabetta”, fondata il 7
giugno 1896, in canonica, dal parroco, don Vincenzo Gislon (a
Cavaso dal 1875 al 1910) e da altri
31 soci.
Nell’Asolano erano già sorte
quelle di Pederobba (8.5.1892), di
Paderno (18.2.1893), di Coste
(2.4.1894), di Fietta (21.5.1894) e di
Asolo (24.3.1895). Dopo quella di
Cavaso verranno fondate quelle di
Borso (26.12.1896) e di Possagno
(8.10.1897).
Nel territorio, a cavallo del
secolo, nascono altre cooperative,
come la Latteria di Cavaso, ancora
nel 1887, e poi, nel primo decennio del ‘900, alcune Società operaie di mutuo soccorso, a Cavaso,
come a Fietta, a Paderno ed
Asolo.
Le Casse Rurali asolane si sviluppano rapidamente, in particolare quella di Asolo, che, alla fine
del primo decennio del ‘900, arriva ad avere oltre 400 soci, e quel-
la di Paderno, che, alla stessa
data, ha 266 soci.
La Cassa di Prestiti di Cavaso si
colloca tra le medio-piccole con
un centinaio di soci.
Come banche “parrocchiali”,
sono molto sensibili alle esigenze
delle comunità locali, elargiscono
contributi a beneficio della banda
o del restauro del campanile
(Paderno), delle opere cattoliche
in genere (Fietta) e favoriscono la
diffusione della piccola proprietà e
delle iniziative cooperativistiche.
In genere le Casse Rurali sono
amministrate da qualche persona
colta del paese, sempre sotto l’occhio vigile del Parroco. A Fietta, ad
esempio, c’è il maestro del paese
che funge da segretario, a
Paderno una persona giudicata
“molto capace” dall’Ispettore diocesano.
La Cassa di Prestiti S. Maria
ad Elisabetta, negli anni della
prima guerra mondiale, ha come
Presidente Francesco Sartor, il
noto scultore, che ricopre anche il
ruolo di contabile. Il Consiglio
risulta formato dal presidente
Francesco Sartor, da Sartor, Giovanni, da Marin Giovanni, da
Andrighetto Giovanni, da Pilloni
Urbano, da Baldo Angelo e da
Rostirolla Antonio, segretario-cassiere. Sindaci sono Cappello
Giovanni, De Martin Tito e Marin
Domenico.
Lo si desume dall’unico documento sopravvissuto, il libro dei
verbali del Consiglio di Amministrazione relativi al periodo luglio
1914 - ottobre 1917.
Urbano Pilloni è costretto a
rinunciare all’incarico nel giugno
del 1915 per cambio di domicilio
dovuto “alle sue vicende domestiche”, dimissioni accettate “a
malincuore dal Presidente e dai
Consiglieri, dispiaciuti di dover
perdere in lui una guida sicura”.
Lo sostituisce Cattuzzo Giovanni.
Angelo Baldo, invece, viene
richiamato alle armi nell’aprile del
1915, “in un momento in cui tutti
i cittadini italiani sono chiamati a
compiere il loro dovere per la
sicurezza della Patria”.
Le sedute hanno luogo di
domenica, alle sette del mattino,
prima in un non meglio precisato
“solito locale”, poi in casa del
Presidente a Caniezza.
Alla fine del 1915 i depositi
7
NUOVE FILIALI
ammontano a L. 70.978,18 ed i
prestiti a L. 66.595,26. La guerra
porta ad un “arenamento del
commercio” e ad una progressiva
abbondanza di liquidità, che consiglia, nell’ottobre del 1916, una
limitazione dei depositi, per non
pagare troppi interessi. Interessi
passivi che oscillano tra il 3,50 ed
il 4%, mentre quelli attivi si attestano sul 5,5 - 6%.
La Cassa provvede all’acquisto
collettivo di concimi (in particolare
solfato di rame) da rivendere, poi,
a prezzo scontato e con dilazioni
di pagamento, ai soci. Concede
prestiti anche alla Giunta Municipale di Cavaso, nel luglio del
1917 di L. 7.290, per una “provvista di viveri”. Si stanno avvicinando, infatti, gli anni più duri della
guerra.
La situazione precipita alla fine
di ottobre del 1917 dopo Caporetto. La gente non sa bene quello che è capitato nei giorni del 2425 ottobre, come si può capire dal
verbale di domenica 28:
“Sconcertati un po’ pel grande
movimento di truppe e di artiglierie nel nostro paese, si dà
facoltà al Presidente di usare
quei mezzi quanto sarà possibile
per salvaguardare il capitale ed i
titoli, i registri ecc. Così in fretta si
conclude la seduta alle ore 11
antimeridiane”.
Passano alcuni giorni ed arriva
“improvviso l’ordine di sgombero… fra lo sgomento e la trepidazione di tutti”. L’ultimo verbale è
del 9 novembre, ore 9 antimeridiane:
“Pel precipizio degli eventi e
per lo sgombero e l’allontanamento della popolazione, fu
d’uopo per necessità cessare da
ogni operazione col proposito di
riprendere il lavoro in altro
tempo di maggiore tranquillità e
sicurezza”.
Perché il presente è veramente
drammatico:
“Il sottoscritto, solo in casa,
privo dell’assistenza di alcuno”,
puntualizza il presidente Sartor,
“nell’impossibilità di trovare
mezzi di trasporto, ha potuto
raggruppare tutte le cambiali, i
libretti delle banche, i titoli di rendita ed i libri sociali e riporli in
una valigia con poca biancheria e
vestiti. Collocai tutto su un piccolo barello a due ruote e mi avviai
a piedi alla volta di Riese”.
Non è l’ultimo atto della Cassa
di Prestiti di Cavaso.
La cooperativa di credito può
riprendere la sua attività nel dopoguerra, ma i dirigenti ed i soci
pensano più opportuno farsi assorbire già nel ‘19 o nel ’20 dalla
Banca centrale della cooperazione
di credito diocesana, la S. Liberale, come già aveva fatto nel 1916
l’allora fiorente Cassa Rurale di
Asolo e come faranno nel 1930 le
Casse Rurali di Possagno e di
Paderno, in quel momento al 2°
ed al 3° posto in diocesi come
entità di portafoglio. E poco dopo
la S. Liberale si farà assorbire a
sua volta dalla Cattolica, in ossequio a direttive superiori.
Lorenzo Morao
FLAVIO BORDIN
Direttore
SABRINA BERTUOLA
Vice Direttore
SANTINON EMANUELA
Cassiere
8
NUOVE FILIALI
Galliera Veneta
terra di Casse Rurali
Probabilmente a Galliera non
saranno pochi ad essere informati
dell’esistenza in paese di un’antica
Cassa Rurale di oltre cent’anni fa.
Ma saranno davvero pochissimi a
conoscere la contemporanea esistenza di ben due Casse Rurali.
La prima fu fondata quasi 120
anni fa, il 16 settembre 1888, proprio agli albori della cooperazione
di credito, introdotta per la prima
volta in Italia da Leone Wollemborg, possidente terriero, israelita,
esponente di punta dell’ambiente
liberale progressista ed “illuminato” di Padova.
Poco più che ventenne, dopo
aver studiato l’opera del Raiffeisen,
che aveva fondato poco più di
vent’anni prima, le prime Casse
Sociali di Credito tedesche,
Wollemborg porta l’esperienza in
Italia e fa nascere il 20 giugno
1883 la prima cooperativa di credi-
to italiana, la Cassa Cooperativa di
prestiti di Loreggia.
L’esempio di Loreggia è presto
imitato in altri paesi, la gran parte
in provincia di Udine e di Padova,
dove nascono le Casse di
Trebaseleghe (23.4.1884), S.
Angelo di Piove (19.4.1885),
Campo S. Martino (21.6.1885),
Castelbaldo (5.12.1886), Abano
(23.1.1887) e, dopo quella di
Galliera, quelle di Rovolon
(30.12.1888), di Campodoro
(1.3.1891) e di Torreglia (31.1.1892).
Le ragioni del promettente
avvio sono da ricercarsi in alcune
peculiarità: sono fatte da e per i
contadini, senza scopo di lucro sia
per il Socio che per l’impiegato,
limitate ad una sola parrocchia o
ad un solo Comune perché ci sia
un controllo reciproco dell’uso del
denaro, vere cooperative in cui
ognuno conta per sé stesso e non
MARIO SARTOR
Direttore
PAOLA CIVIERO
Vice Direttore
MICHELE CECCHETTO
Cassiere
per i soldi o le azioni che ha.
Di diverso, rispetto alle Raiffeisen-kassen, hanno un solo tratto:
l’aconfessionalità, cioè non si
richiamano esplicitamente nei loro
Statuti al Cristianesimo od ai principi evangelici. Né può essere altrimenti per la provenienza stessa e
per la formazione culturale del
Wollemborg. Ma non si contrappongono nemmeno al clero locale.
Tant’è vero che la Cassa di
Loreggia ha come vicepresidente il
Cappellano e così parecchie altre
Casse hanno sacerdoti nei posti di
responsabilità.
Ma a partire dal 1892 decollano
le Casse Rurali cattoliche, volute
come tali dal loro fondatore don
Luigi Cerruti e promosse da tanti
altri parroci, che ritengono più affidabili e controllabili le Casse Rurali
confessionali e sicuramente meno
esposte agli attacchi del liberali-
9
NUOVE FILIALI
COLLEZIONE AGOSTINO ZONTA - "EDITORI PIGNATA F.LLI"
smo e del socialismo.
Le Casse cattoliche si diffondono a macchia d’olio e frenano bruscamente la diffusione delle Casse
Wollemborg, che da allora vengono chiamate anche Casse neutre.
Nel 1897 le proporzioni sono
molto significative: di fronte a 125
Casse Wollemborg sono già 779 le
Casse cattoliche.
E la Cassa di Galliera? Sarebbe
interessante approfondire la ricerca sui suoi primi anni di vita, chiarire se è stata promossa da un
possidente terriero locale od addirittura dal Parroco. E soprattutto
come mai pochi anni dopo si sono
create le condizioni per una contrapposizione tra di essa e la Cassa Rurale cattolica, fondata il
4.2.1896, sicuramente per iniziativa parrocchiale.
Fatto sta che per alcuni anni
operano in paese due Casse
Rurali, presumibilmente contrapposte, situazione che in diocesi di
Treviso (perché Galliera è diocesi di
Treviso) si verifica solo a Mirano.
La coesistenza deve risultare
difficile soprattutto per la Cassa
neutra che, all’inizio del ‘900, si
vede circondata da una rete di
Casse cattoliche, tra cui quelle di
Bessica, di Loria, di Castello di
Godego, di Treville, di S. Andrea
oltre Muson, di Tombolo e soprattutto quella di S. Martino di Lupari.
Quest’ultima in particolare beneficia della rivalità tra le due
Casse di Galliera e conosce un
rapido sviluppo, che la porta ad
avere nel 1910 ben 852 soci, addirittura 908 nel 1913, record per
una Rurale. Con l’apporto anche di
un buon numero di soci da Galliera
e dintorni. Segno evidente che la
funzione delle Casse di Galliera è
ormai esaurita.
Cosa c’insegna la storia? Che la
cooperazione di credito può presentarsi attraverso volti diversi,
quello più attento ai valori economici (Cassa Rurale neutra o
Wollemborg) e quello più attento
ai valori sociali (Cassa Rurale cattolica). La scelta dell’indirizzo
dipende dai soci e dagli operatori
locali.
L. M.
DOMENICA
27 MAGGIO 2007
piazzetta antistante il
Municipio di Galliera Veneta
Ore 10.00 saluto delle
autorità convenute e discorsi
di rito, benedizione dei locali
della banca e taglio del nastro.
Seguità buffet per tutti
organizzato dalla
ProLoco di Galliera.
Durante lo stesso weekend
si terrà presso la Villa di
Galliera la mostra d’arte
Extempore, aperta a tutti gli
artisti di qualsiasi tendenza
pittorica.
Nel pomeriggio della domenica ci sarà la premiazione,
per la quale la nostra BCC
ha sponsorizzato il Premio
della Giuria ed il 1° Premio
giovani.
10
RISPARMIO AMICO
Piccoli passi per
crescere insieme.
COS’È
Educare i bambini ed i ragazzi è un compito impegnativo per tutti i genitori, nonni, insegnanti…. e per il Credito
Trevigiano.
Sì, la nostra Banca di Credito Cooperativo ha da sempre
nel proprio DNA la vocazione al risparmio, ed intende
promuoverlo alle famiglie del territorio, non solo come
meccanismo di accumulo, ma come
forma di sviluppo ambientale e progresso economico.
Il risparmio è un motore propulsivo di
partecipazione e solidarietà che garantisce ai più piccoli un futuro sereno.
Infatti, le occasioni per i bambini e
ragazzi di ricevere somme di denaro
sono molteplici: la nascita, il compleanno, le festività, le promozioni
scolastiche, etc.
è la linea di prodotti dedicati ai bambini e
ragazzi da 0 a 17 anni.
Insieme a Chica la formica, scopri in modo semplice e
divertente come mettere da parte i tuoi soldini e, con
l’aiuto del Credito Trevigiano, puoi diventare un piccolo
risparmiatore.
I libretti di deposito o il conto corrente
della linea
possono essere aperti dai tuoi genitori, nonni, zii, parenti… che intendono donarti somme di denaro.
All’apertura del libretto un simpatico omaggio ti
aspetta!
COSA OFFRE
I prodotti della linea
I prodotti della linea
opportunamente creati dal Credito
Trevigiano per i figli di Soci e clienti, sono lo
strumento ideale per far scoprire loro il
valore del risparmio ed aiutarli a realizzare
passo dopo passo obiettivi importanti per
il loro futuro.
In quest’epoca di consumismo e di rincorsa alle mode più trendy facciamo
riscoprire insieme ai nostri ragazzi la tradizione di “far
musina” e portiamoli in Banca ad aprire un libretto di
deposito od un conto corrente per mettere da parte piccoli gruzzoletti!
sono:
: a misura di bambino / ragazzo
: completamente gratuiti
: senza alcuna spesa, nemmeno l’imposta di bollo!
: sempre remunerati con tassi d’interesse
tra i migliori sul mercato
Vieni a scoprire tutte le opportunità ed i servizi a te riservati presso le nostre filiali o sul sito internet della Banca
www.creditotrevigiano.it
Il personale delle nostre filiale rimane a completa
disposizione.
Marco Monda
Servizio Marketing e Prodotti
11
INIZIATIVE
Vinci 50 Euro
in buoni carburante
Cari Soci, avete un amico, un
parente, un cugino che non
conosce la nostra Banca e non è
ancora cliente?
Presentatelo al personale di una
della nostre filiali e se il Lui/Lei
apre un conto corrente ed investe almeno 10.000 Euro dei propri risparmi presso di noi, potete
vincere un blocchetto di buoni
carburante del valore di 50,00
Euro.
Dal 1° marzo 2007 è operativo,
infatti, il concorso a premi
“Porta un amico… E fai un
pieno d’interessi!” con il
quale il Credito Trevigiano ha
messo in palio 1.500 buoni
carburante Agip del valore di
Euro 50,00 cadauno.
La Banca vuole crescere e farsi
conoscere a tutti quelli che, sebbene residenti nei Comuni dove
opera, non sono ancora diventati clienti.
Iniziativa promozionale soggetta a limitazioni.
Operazione a premi valida dal 1/03/07 al 31/12 /07. Per informazioni visionare il regolamento presso le filiali.
Il Credito Trevigiano è una cooperativa di credito e crede che grazie all’impegno di tutti i Soci
potrà svilupparsi ancora di più
per sostenere nuove famiglie e
imprese locali.
Il territorio ha bisogno di noi!
Prendete visione del regolamento completo presso le filiali e…
presentateci un nuovo amico!
Servizio Marketing e Prodotti
Futurlegno 2007: un successo
Il 24 marzo, nella Fornace di Asolo, si è conclusa
la sesta edizione di Futurlegno, l’iniziativa promossa dal gruppo legno-arredo della Confartigianato Marca Trevigiana in collaborazione con
il Credito Trevigiano, volta a sensibilizzare i giovani studenti delle scuole medie della provincia
di Treviso sulle molteplici opportunità offerte dal
comparto. Per la giornata finale del concorso
‘Futurlegno’ si sono classificate otto classi. A
premiare con il 1° premio di 1.500 Euro (borsa di
studio) la classe 2ª B della Scuola Media
“Stefanini” di Treviso è stato il vice direttore della
Filiale di Asolo della nostra Banca. Complimenti
a tutti i partecipanti per l’impegno e la dedizione
dimostrata!
12
POLITICA AMBIENTALE
L’energia a portata di
mano: il Paese del sole
Mai come in questo periodo si
fa un gran parlare di energie rinnovabili, di limitazione dell’effetto
serra o della fine delle scorte di
petrolio; potrete anche notare che
sono in forte aumento le pubblicità che collegano il nome dell’azienda o del prodotto al livello di
“rispetto ambientale” praticato.
I media normalmente tendono a fare sempre riferimento
ad ipotetici scenari internazionali e agli obiettivi fissati
dagli stati sovrani.
Ma le singole famiglie possono portare
beneficio al bilancio
energetico del nostro
Paese?
Con la legge finanziaria e gli
altri decreti legislativi di inizio
anno, il legislatore sta cercando di
dare un forte impulso al risparmio
energetico e alla produzione di
energie cosiddette verdi; in questo
articolo si vuole porre l’attenzione
su due fonti energetiche che nel
complesso di tutte le energie rinnovabili sono facilmente sfruttabili
dalle famiglie.
L’energia del sole è disponibile
a tutti e per il momento rimane
esentasse, questa può essere utilizzata con l’ausilio di due tecnologie differenti: il solare termico
(produzione di acqua calda) ed il
solare fotovoltaico (produzione energia elettrica).
SOLARE TERMICO
Si tratta di una tecnologia semplice e consolidata da decenni che
permette cospicui risparmi oggi
amplificati dal meccanismo della
detrazione IRPEF pari al 55% in tre
anni.
Gli impianti hanno due tipi di
funzionamento. Quelli tradizionali
“a circolazione naturale” sfruttano
il principio dei fluidi accumulando
l’acqua calda direttamente a
monte dei pannelli. Questo determina la tipica visione del vaso di
accumulazione sopra ai tetti.
Il limite estetico di questo piccolo serbatoio di acqua è stato
superato brillantemente con vari
metodi: colorazioni in linea con le
coperture, finti camini ed altro
ancora.
Chi volesse evitare il vaso di
accumulazione sul tetto (lasciando
solo i pannelli) può optare per un
impianto a circuito forzato. Grazie
alla presenza di una pompa elettrica, l’accumulatore di acqua calda
può essere posto all’interno dell’abitazione. Questi impianti hanno
una resa termica leggermente
superiore ai precedenti pur presentando lo svantaggio di necessitare di una minima quantità di
energia elettrica.
Un altro aspetto da conoscere
è che di solito non è l’acqua a venire riscaldata all’interno del pannello solare ma un apposito fluido
(che resiste alle temperature sotto
zero) che poi circolando (in modo
naturale o forzato) cede il suo calo-
re al circuito dell’acqua, riscaldandola. La progettazione dell’impianto deve tener conto dell’utilizzo
che se ne vuole fare: solo produzione di acqua calda sanitaria o
anche integrazione del riscaldamento (realistico solo per chi usa
le “basse temperature” come quelle dell’’impianto a pavimento). In
quest’ultimo caso il sistema va
progettato nel suo complesso
e sarebbe quindi preferibile
scegliere il momento della
nuova costruzione o del cambio della caldaia.
Un metro quadrato di collettore solare può scaldare a
45÷60 °C tra i 40 ed i 250 litri
d’acqua in un giorno, a secondo
del periodo dell’anno.
Le dimensioni orientative per la
scelta di un sistema compatto
sono di circa 0,6–0,8 metri quadrati per persona. Nell’arco dell’anno, con un impianto solare così
dimensionato, si può risparmiare mediamente l’80% dell’energia necessaria alla produzione
dell’acqua calda sanitaria.
Il tempo di rientro economico
dell’investimento dipende dal
sistema che si va a sostituire/integrare: mediamente può essere di
2-4 anni a seconda del tipo di
impianto e dei consumi effettivi.
Oltre ai benefici “al portafoglio”
questo impianto contribuirà a non
immettere in atmosfera una quantità di anidride carbonica che può
arrivare a 2.000 Kg all’anno per
una famiglia di 4 persone !
SOLARE FOTOVOLTAICO
Alcuni possono obiettare che il
fotovoltaico raffrontato con altre
energie alternative abbia costi
eccessivi: allo scopo lo Stato,
ormai 3 anni fa, ha istituito il meccanismo delle tariffe incentivate
13
POLITICA AMBIENTALE
denominato Conto Energia. Il
Governo ha recentemente promulgato il nuovo decreto sul fotovoltaico (DM 19/febbraio/2007)
che fissa l’aggiornamento delle
regole per l’accesso alle tariffe
incentivanti.
Questo sistema prevede il
pagamento di una tariffa per ogni
kWh prodotto dal pannello fotovoltaico per i venti anni successivi
all’attivazione, consentendo di
ridurre notevolmente i tempi di
ritorno economico e addirittura di
procurare un reddito a chi installerà un impianto.
Le modifiche introdotte si possono così riassumere: lo snelli-
mento delle procedure burocratiche per l’ottenimento della tariffa
incentivante; per la prima volta
vengono diversificate le tariffe a
seconda delle caratteristiche di
integrazione architettonica dei
pannelli (vengono fortemente
penalizzati i pannelli a terra e favoriti i piccoli impianti famigliari integrati con l’edificio; per integrato si
intende quando il pannello stesso
con la sua fisicità sostituisce la
struttura edilizia, ad esempio si
pensi alla copertura di una autorimessa o dove il pannello non ricopre le tegole di un tetto, ma le
sostituisce integralmente).
viene riconfermata la decurta-
zione del 2% annuo della tariffa
incentivante per i nuovi impianti le
cui domande saranno inoltrate nel
periodo intercorrente tra il 1 gennaio 2009 e il 31 dicembre 2010.
Viene però inserito un premio
per impianti fotovoltaici abbinati
ad un uso efficiente dell’energia
“pari alla metà della percentuale
di riduzione del fabbisogno di
energia conseguita e dimostrata”
. Ad esempio un miglioramento
del 20% si tradurrebbe in un
+10% della tariffa.
Le tariffe riportate nella tabella
sono riconosciute per 20 anni a
decorrere dalla data di entrata in
esercizio dell’impianto.
Impianti
non integrati
Impianti parzialmente
integrati
0-3
0.40
0.44
0.49
3-20
0.38
0.42
0.46
> 20
0.36
0.40
0.44
Potenza nominale
dell’impianto
Un esempio pratico
Una famiglia italiana tipo arriva a consumare circa 4370 kwh di
energia elettrica all’anno per un costo approssimativo di 790
euro, escludendo le varie tasse e addizionali.
Implementando un impianto fotovoltaico di 3 kw di picco
(approssimativamente 24 mq pari alla copertura di un autorimessa per due automobili) spenderà circa 21.000 euro e produrrà
intorno ai 3500 kwh elettrici all’anno (evitando l’immissione di un
quantitativo di CO2 pari a 2450 kg).
Il beneficio al bilancio famigliare sarà duplice :
5 in primo luogo verranno ricavati 1540 kwh annui erogati dal
gestore della rete elettrica come tariffa incentivante;
5 in secondo luogo non si dovrà pagare l’energia elettrica autoprodotta e consumata, che al prezzo medio di 0,18 euro al kwh
significa un taglio delle bollette di altri 630 euro.
Il vantaggio complessivo è di 2170 euro che pone a circa 10 anni
il tempo di rientro dell’investimento. Gli impianti sono garantiti
come minimo venti anni (durate effettive per oltre 30) e quindi
per i successivi 10 anni l’energia prodotta è “gratis” pur continuando a produrre il reddito del conto energia.
Infine non va sottovalutato il fatto che con un impianto fotovoltaico si blocca la gran parte del proprio costo di energia elettrica
per i prossimi venti anni (mentre le tariffe delle bollette saranno
inesorabilmente destinate a salire).
Impianti
integrati
In conclusione nella realtà attuale
non è possibile sostituire completamente le fonti fossili tradizionali,
ma si può ridurne il consumo in
modo considerevole. Tante famiglie con un comportamento efficiente influiscono positivamente sulle emissioni
di gas serra più di una grande
centrale a fonti rinnovabili.
La cosa importante da ricordare è
che la realizzazione di qualsiasi
sistema di risparmio energetico è
assimilabile ad un investimento
anche da un punto di vista finanziario: non si tratta affatto di soldi
persi ma di guadagni certi !
Ricordiamo inoltre che il Credito
Trevigiano ha da tempo una serie
di prodotti finanziari specifici per
aiutare a sostenere questo tipo di
interventi: se siete interessati
potete consultare la filiale a voi più
vicina che sarà pronta a darvi le
necessarie informazioni …buon
risparmio a tutti !
N.B.
14
ASSISTENZA
Stato sociale in crisi?
Il Credito Trevigiano ha
promosso la costituzione di
una Società di Mutuo Soccorso: tentiamo di spiegarne le
motivazioni, pur nella sintesi obbligata di un articolo.
E’ convinzione diffusa che a
provvedere alla Sanità ed alla
Previdenza dei cittadini sia il
“Pubblico” (Stato o Comune), con
l’obiettivo dichiarato di sanare le
distorsioni conseguenti alla distribuzione non equa della ricchezza
prodotta nel Paese.
Anche la dottrina della Chiesa
è spesso intervenuta sull’argomento; ci limitiamo a citare l’enciclica Quadragesimo anno di Pio
XI (1939), la Centesimus annus e
la Sollecitudo rei socialis di
Giovanni-Paolo 2°, nonché il
documento conciliare Gaudium et
Spes (1967).
Man mano che si venivano
estendendo i diritti di cittadinanza,
civili, politici e sociali, è sorto in
tutti gli Stati europei il cosiddetto
“Welfare state” attraverso due
momenti salienti: in un primo
momento la Stato aiuta e assiste
chi è in difficoltà e nel bisogno e a
chi, lavorando, ha versato i contributi, assicura la pensione. In un
secondo momento, in base al
principio di redistribuzione e tramite pubbliche istituzioni, eroga prestazioni sanitarie e servizi sociali a
tutti i cittadini, in quanto tali, finanziandoli con il prelievo fiscale
Ma a partire dagli anni ’80 il
nostro Welfare ha cominciato a
mostrare evidenti limiti, per molteplici cause. Proviamo a riassumere:
1°- Con la globalizzazione, le
politiche sociali, causa gli elevati
costi ed il forte prelievo fiscale,
mettono in crisi il nostro sistema
economico, soggetto alla concorrenza su scala mondiale.
2°- La elevata “spesa sociale”
contribuisce alla crescita eccessiva
del debito pubblico; si tenta allora
di rivedere il sistema complessivo
delle prestazioni sanitarie e sociali,
introducendo ticket e riformando
più volte il sistema pensionistico
3°- L’ incidenza dei contributi
pagati dalle aziende sbilancia il
costo del lavoro rispetto a quelle
della concorrenza estera.
4°- Il rapporto occupati-pensionati si squilibra.
5°- L’immigrazione crescente,
necessaria al sistema produttivo,
non riesce ad essere regolata
attraverso flussi annui programmati. E’ illusorio l’affermare che i
contributi versati dagli immigranti
“ regolari” riescano a pagare le prestazioni sanitarie e previdenziali a
quanti sono in quiescenza.
6°- Le nuove “malattie sociali”,
tossicodipendenze, alcoolismo,
violenza e reati contro la persona,
spingono a istituire nuovi servizi,
aumentando i costi che gravano
sui bilanci pubblici.
7°- Si sta assistendo ad un profondo cambiamento di mentalità e
di aspettative, con conseguente
caduta del consenso (non sempre
giustificato) rispetto ai servizi erogati, alla loro qualità ed uniformità.
Da alcuni anni, consapevoli un
po’ tutti della crisi irreversibile del
nostro “stato sociale”, si è cambiato rotta: si tenta di costruire un
sistema misto, aperto alle iniziative del “Privato”.
Pur restando il finanziamento
basato sul prelievo fiscale, è stata
consentita la gestione di taluni servizi anche al settore privato, non
profit e profit. Si fa strada il principio di sussidiarietà, non solo
e non tanto contro l’ipertrofia
costosa dell’interventismo dello
Stato, ma facendo leva sulla
responsabilizzazione dei cittadini, sulla loro capacità di iniziativa per far fronte ai diversi problemi. Responsabilità significa abilità
nel rispondere…alle esigenze!
Sussidiarietà e responsabilizzazione devono diventare cultura di gestione quotidiana… avvalendosi di qualche
spunto della nuova legge sull’assistenza, la 328\2000, o recuperando una vecchia legge di fine ‘800,
mai abrogata, sulle Società di
mutuo soccorso.
E’ quanto si è proposto, con
buona volontà, il Cda del Credito
Trevigiano.
Piero Facin
15
SPECIALE ECUADOR
“Nuova filiale” del Credito
Trevigiano sulle Ande
testo e foto di Gioachino Basso - Credito Trevigiano
Con una folta delegazione, guidata dal Presidente Nicola Di
Santo, il Credito Trevigiano ha partecipato al V° incontro Ecuador Italia tenutosi a gennaio in Ecuador a Riobamba, nella provincia
del Chimborazo.
Hanno preso parte al viaggio
Presidenti, Direttori, Consiglieri,
Soci e Dipendenti di varie BCC italiane ed i vertici del Movimento di
Credito Cooperativo Italiano Federcasse, Agrileasing e Iccrea
Banca.
Il convegno si inquadrava nel
più ampio progetto, promosso da
Giuseppe Tonello, originario di
Caerano di San Marco e nostro
socio, di sostegno di Codesarrollo
- una rete di casse rurali
dell’Ecuador - per l’erogazione di
prestiti alle famiglie di campesinos
che si trovano in uno stato di
estrema povertà. L’obiettivo è
quello di dare a queste famiglie la
possibilità di comprare i terreni che
lavorano, affrancandosi dal giogo
dei grandi proprietari terrieri. La
rete di Codesarrollo offre servizi,
assistenza, istruzione, educazione
al risparmio per innescare un circuito virtuoso di piccoli investimenti locali che possono dare però un
grande aiuto alla gente ora relegata
ai margini della società.
Per questo progetto un gruppo
di BCC italiane, coordinate dalla
Federazione nazionale delle Banche di credito cooperativo, ha
effettuato un finanziamento di
oltre 18 milioni di dollari a cui ha
partecipato prontamente anche il
Credito Trevigiano.
Il giro in Ecuador è incominciato con la presentazione della realtà
economica e finanziaria del Gruppo Sociale Fepp e di Codesarrollo,
le due strutture più importanti che
sono il motore dell’intera operazione di sostegno in Ecuador volute
da Tonello.
Entrambe di matrice cattolica,
si ispirano ai principi solidaristici e
di sviluppo dell’enciclica “Populorum progressio” di Paolo VI, che
afferma come gli uomini abbiano il
diritto di essere affrancati dalla
miseria, di avere garantita e sicura
la propria sussistenza, di godere
della salute, di una occupazione
16
SPECIALE ECUADOR
stabile e di essere liberi da ogni
oppressione.
Sono seguite quindi visite ad
importanti cooperative locali sia di
credito che di lavoro e produzione.
Così abbiamo imparato come in
Ecuador le Casse Rurali si chiamino Cooperative di Ahorro y
Credito (risparmio e credito) e
siano molto simili alle nostre
Casse Rurali di un tempo. Stanno
diventando il vero volano di sviluppo locale. L’ac-coglienza che
abbiamo avuto è stata entusiasmante e festosa. Ci si sente quasi
in imbarazzo nell’incontrare comunità di trecento persone che ti
aspettano e ti accolgono! Forse
non meritiamo tanto.
Rincon de Los Andes:
nuova filiale del Credito
Trevigiano in Ecuador
La giornata del 22 gennaio, ha
visto la nostra Banca protagonista
di un evento storico per i campesinos: l’inaugurazione sulle Ande,
a 4150 metri di quota, dove l’altitudine ti fa venire il fiato grosso, di
una casa comune e la consegna
di animali da allevamento per ogni
famiglia del posto. Commovente,
genuina, semplice l’accoglienza
riservata alla delegazione in un
luogo impervio e quasi invivibile,
sotto un cielo grigio ed una pioggia pungente spinta da un vento
gelido, ma in mezzo ad un forte
calore umano.
È stato il coronamento di un
progetto, lanciato dal Credito
Trevigiano tra i propri Soci, Amministratori, Clienti e Dipendenti
che ha superato la raccolta di oltre
40 mila euro. Il programma lanciato lo scorso anno con lo slogan
“una capretta per l’Ecuador” voleva dare sostegno ad una comunità montana estremamente povera
ed isolata.
All’evento ha partecipato l’intera comunità dei campesinos locali
con una festa di folclore, accoglienza, gratitudine, con tanto di banda
musicale e taglio di nastro. La
festa è proseguita per tutta la gior-
nata animando tutta la comunità
che la preparava con cura da mesi.
I campesinos hanno preferito al
posto delle caprette la consegna di
18 lama che meglio si adattano a
quelle altitudini. Sono state fornite
anche centinaia di piantine da utilizzare per la riforestazione.
La casa comune, gradevole ed
accogliente, è l’unico edificio pubblico della comunità che lo userà
per le riunioni locali, per un ambulatorio a servizio in particolare
delle donne, per un’aula scolastica
e per le funzioni religiose. Finalmente questa sperduta comunità
di 50 famiglie potrà avere un
luogo dove trovarsi per iniziare a
risolvere i propri problemi di
sostentamento, di istruzione e per
trovare alternative all’emigrazione.
Idealmente tutto il Credito Trevigiano era lassù con noi.
È per questo che possiamo
quasi dire, con orgoglio, di avere
aperto la nostra trentesima “filiale”
in Ecuador.
Nei giorni seguenti è stata la
volta del convegno a Riobamba
sul tema delle “Rimesse, esportazioni e finanza popolare per promuovere lo sviluppo locale”. Si
voleva focalizzare sulla necessità
ed opportunità di canalizzare i
flussi di denaro che gli emigranti
ecuadoregni nel mondo mandano
a casa, verso investimenti produttivi oltre che ad essere destinati al
consumo e al sostentamento delle
famiglie. Così, fondamentale è
stato la collaborazione tra Codesarrollo e le strutture centrali
Italiane del Credito Cooperativo
per porre in essere gli strumenti
tecnici perché ciò fosse fattibile. Al
convegno hanno partecipato
quasi cinquecento persone con
decine di interventi delle tante
realtà economiche e rurali dell’Ecuador. Ogni comunità voleva
Il Presidente Nicola Di Santo
17
SPECIALE ECUADOR
essere rappresentata perché il
momento ufficiale costituiva una
sorta di riconoscimento e di merito sociale.
Alla presenza delle maggiori
istituzioni finanziarie dell’America
latina, il Presidente del Credito
Trevigiano Di Santo, a nome delle
BCC Italiane, ha portato l’esperienza della realtà veneta, cioè la storia
di un popolo povero che per anni
ha emigrato e che poi è diventato
“ricco”, esportatore di iniziative,
idee, cultura, innovazione.
Ha lanciato cioè un messaggio
positivo lasciando intravedere la
possibilità, per gli attuali immigrati presso di noi, di un futuro
migliore nella terra di origine di
ognuno.
Lo stesso percorso lo sta facendo ora l’Ecuador, un paese di 12
milioni di abitanti con più di 3
milioni di emigranti e con milioni
di persone che vivono sotto la
soglia di povertà, costretti a vivere
con meno di un dollaro al giorno.
Infine un altro momento importante è stato quello dell’inaugura-
Geovanny Cardoso - Codesarrollo, Franco Caleffi - Federcasse, Beppe Tonello,
Giulio Cesare Piccirilli - Ambasciatore d’Italia.
zione della nuova sede di
Codesarrollo nella capitale Quito alla
presenza, tra le altre autorità, del
ministro dell’economia dell’Ecuador
Patiño, dell’ambasciatore italiano
Piccirilli, del direttore di Federasse
Caleffi e di Herrera rappresentante
dell’Autorità di Vigilanza sul sistema
finanziario dell’Ecuador.
Ancora una volta l’esperienza
di questa collaborazione ci ricorda
come la nostra vera mission sia
quella di ricercare e diffondere il
benessere comune dei Soci e della
nostra comunità di riferimento.
Ne beneficeremo tutti, anche le
realtà come l’Ecuador che con il
nostro piccolo aiuto si affacciano
solo ora ad un nuovo modello di
sviluppo.
Ecuador 2007: i figli di Atahualpa
testo e foto di Gioachino Basso gennaio 2007
Torno in Ecuador per la
seconda volta, mi aspetto, come
per la prima, un salto indietro nel
tempo che mi farà vivere come
eravamo qui cinquant’anni fa. Sarà
una maratona fitta di incontri, faticosa ma piena di contatti umani.
Ci attendono comunità intere.
Nella comunità di Cacha,
discendente dall’ultimo imperatore Inca Atahualpa, ucciso dal conquistatore spagnolo Pizarro nel
1532, mi guida Isaura, assieme ai
suoi compagni, una giovane
ragazza che indossa un bellissimo
vestito indigeno. Parla per primo
l’antica lingua quechua e, solo
dopo, lo spagnolo, è fortemente
radicata nella sua storia, ma
proiettata nel futuro del suo
paese.
Subito percepisco che in
questo posto le relazioni umane
sono vissute come valori primari.
Tante mani si stringono e si scambiano tanti saluti. Prevalgono i
valori della solidarietà, della generosità e della grande famiglia in cui
c’è posto per tutti. Valori che sono
diversi rispetto a quelli di tutt’altro
segno che emergono oggi nella
nostra provincia e che ci rimandano alla memoria di un nostro
tempo passato, più a misura d’uomo, del quale esprimiamo spesso
il rimpianto.
Tutto è improntato ad una
grande semplicità: le case, il modo
di vestirsi, il cibo, il tempo. Noi, al
confronto, abbiamo di tutto e di
più ma a prezzo di un costo, forse
esagerato, in termini di “cura
18
SPECIALE ECUADOR
eccessiva dell’immagine”, di
“stress da prestazioni”, soprattutto di “relazioni frettolose” che
subordiniamo al nostro lavoro, per
mantenere uno standard di vita il
più delle volte costruito e che non
ci appartiene veramente.
La povertà. Nonostante l’apparente normalità delle città
(Quito-Riobamba) la povertà esiste e spunta fuori ovunque, basta
guardarla nei visi e nelle mani della
gente, nel tenore di vita, nei bimbi
che non vanno a scuola e che
mendicano per strada, nel pranzo
di festa a base di patate e mais
che i campesinos ti offrono prendendoli da un grande catino per
terra, nel cibo avanzato sui piatti e
raccolto in sacchetti per la mañana (per il giorno dopo), nel villaggio Rincon de los Andes a 4200
metri di altezza, dove inauguriamo
una casa comune, costruita con il
nostro contributo.
Incontriamo Beppe Tonello, promotore del nostro contatto.
Una figura carismaticadella nostra
terra, che ha saputo cogliere, in
trent’anni di lavoro in Ecuador,
assieme a tanti missionari, l’essenza dei bisogni che affliggono quella gente e ha posto in essere una
fitta rete di Casse Rurali, di
Cooperative, di Scuole, di Associazioni che si propongono di
migliorare le condizioni sociali ed
umane. Stupisce la sua capacità di
mettere al primo posto la “persona” più che gli aspetti economici.
Nessuno di noi effettuerebbe investimenti che, come lui propone,
sono assolutamente perdenti
sotto il profilo economico, ma che
nella logica del servizio alla persona trovano invece una ragione di
essere ed una motivazione che va
oltre il semplice tornaconto.
Appare evidente la correlazione stretta tra la storia che ha
interessato il nostro paese e le
nostre Banche di Credito Cooperativo ed il percorso che attualmente si sta facendo in Ecuador.
Noi possiamo dare un grande contributo in termini di vissuto, di
esperienza, di errori da non ripetere e di collaborazione economico
finanziaria.
È un obiettivo che ben si
coniuga con quanto prevede lo
Statuto della nostra BCC. Ne riceveremo in cambio, forse, un po’ di
quell’umanità che nel tempo
abbiamo perso e che ancora laggiù si trova.
Tutte queste sensazioni le
percepisce e le vive anche Isaura
che si attende grandi cose da noi,
perché riconosciamo che lei e la
sua gente esistono e che sono
meritevoli delle nostre attenzioni,
del nostro aiuto che lei, fiera figlia
di Atahualpa non chiede, ma che
dimostra di apprezzare mentre,
dall’alto del pendio che dà sulla
vallata, mi indica il suo mondo ed
un panorama bellissimo, chiuso
all’orizzonte dai vulcani Chimborazo e Tungurahua innevati.
19
SPECIALE ECUADOR
Missione Ecuador
Nell’ambito dei contatti che
annualmente la Federazione
Nazionale delle BCC intrattiene
con l’Ecuador, è stato organizzato
nello scorso gennaio un viaggio
missione con i rappresentanti
delle BCC che sostengono il
Progetto Codesarrollo, cui ha partecipato anche il Credito
Trevigiano con alcuni esponenti
delle Associazioni di categoria
locali ed i più generosi contribuenti all’iniziativa “Rincon de los
Andes”. Da uno dei partecipanti
ci è giunta questa lettera:
Sono per ringraziarvi infinitamente dell’opportunità che mi
avete dato nel partecipare con la
commissione al viaggio di missione suddetto. Devo dire che ero
molto scettico e soprattutto non
preparato psicologicamente a
quello cui andavo incontro. Mi
sono convinto a partecipare pensando che non sarebbe stato un
viaggio di piacere, ma un’occasione per conoscere una realtà profondamente diversa dalla nostra in
cui le condizioni di vita sono molto
più difficili delle nostre. E così è
stato. Innanzitutto, ho conosciuto
una grande persona come Bepi
Tonello: credo che poche sono le
persone che sacrificano la loro vita
a favore dei poveri e dei bisognosi
come ha fatto lui.
Voi mi avete aiutato moltissimo con l’incoraggiamento, con
parole di stimolo, con supporto
logistico, con sincera amicizia. Mi
ha dato coraggio il vedere questi
paesaggi desolati, queste persone
che hanno tanta volontà di andare
avanti e migliorarsi, dimostrando
l’affetto reciproco e la sincerità nel
sostenersi l’un l’altro.
Hanno capito una cosa importante: il bisogno di unirsi in cooperative per poter produrre, competere e cercare di difendersi con la
qualità e la naturalezza dei prodot-
ti. A quanto sembra ci stanno
riuscendo e ci
riusciranno sempre di più se noi,
che abbiamo visto con i nostri
occhi queste coraggiose realtà,
riusciremo a trasmettere a tante
e tante altre persone il messaggio che abbiamo
fatto nostro dopo questa esperienza, cioè la
necessità di dare
solidarietà e aiuto concreto a
queste comunità.
Ricordo i villaggi sperduti e fatiscenti, le persone affaticate dal
lavoro che seguono le proprie tradizioni e il proprio modo di pensare. Ma la cosa che più mi è rimasta
impressa negli occhi e nel cuore
sono stati i bambini: i loro occhi
spenti, mai sorridenti, sempre in
silenzio. Però non sono mai
abbandonati, sono sempre insieme alle loro mamme: da piccolissimi costantemente trasportati sulle
spalle, da grandi le accompagnano
ovunque, anche al lavoro nei
campi. Non mi vergogno ad
ammettere che ho pianto pensando che da noi i bambini hanno di
tutto e di più: solo con il superfluo
di un mese loro vivrebbero bene
per un anno.
Un altro fatto mi ha colpito fortemente. In uno dei villaggi visitati
ho visto un gruppo di 10-12 bambini, riuniti tutti insieme: Bepi mi
detto che era un asilo. Ma come!?
Una baracca di terra cotta e paglia,
il pavimento di terra, come porta
uno steccato alto circa un metro, e
dentro: niente!! Vuol dire che i
bambini o rimangono sempre in
piedi o si siedono sulla terra.
Una volta tornati in corriera, ho
chiesto a Bepi quanto costerebbe
sistemare l’asilo in modo che
questi bambini possano avere
un’aula con banchetti e tavolini,
una lavagna, un pavimento, una
porta e un po’ di didattica e qualche gioco. Servono 7- 8.000
euro. Ho subito detto a Bepi di
preparare il progetto, in modo che
io insieme ad amici e a chiunque
voglia partecipare, possiamo realizzare questa iniziativa umanitaria
a favore dei bambini dell’Equador.
Faccio appello a tutti coloro che
vogliono aderire: confido che sarete tanti e tanti, in fin dei conti con
il costo di qualche cena si possono
aiutare moltissimi bambini.
Concludo ringraziando ancora
il Credito Trevigiano per l’opportunità che mi ha dato. Questa esperienza dimostra come la missione
di una banca deve essere anche
quella di promuovere tali iniziative
umanitarie, e questo fa onore al
Credito Trevigiano.
Silvio Bellon
Per informazioni: 335/388333
20
IMPRESA FAMIGLIA
I figli non crescono più.
Ed i genitori?
Un
altro
corso di quell’educazione permanente che
da tempo ci
.it
tori
eni
www.scuolag
anizzativa:
affligge? Una
0
Segreteria Org
28
701
3 701240 telefono 042 igiano.it
rev
www.creditot
delle ormai
rituali lamentazioni
sui
ieme
Crescere ins meglio
figli…che
è
re
e
per cresc
sempre
più
f.
il pro
Incontro con
difficile capirlo
Pao
li? Od una
CREPET
terapia di
giovedì19
.30
20
e
gruppo sul
aprile 20 07 or
difficile
a:
sul tem
Ù
PI
O
mestiere di
N
CO
ES
R
I FIGLI NON C
g e n i t o r e?
STUMIA”
presso
te “ANTICA PO
Niente di
l’Hotel Ristoran- Vedelago
Via Postumia
tutto questo. Non
sono queste le
finalità.
Si tratta di una serie di incontri,
di conferenze, tenute non da un
luminare che cala dall’alto i risultati dei suoi studi e delle sue ricerche, ma da un esperto, sì, che
però sa condurre il pubblico a
riflessioni pratiche, dettate dallo
studio di comportamenti, dalla lettura dei tempi. Secondo la formula
ormai sperimentata dal prof.
Paolo Crepet, psichiatra e sociologo, che da tempo ha lasciato il
suo lavoro di ricerca per dedicarsi
ai problemi dei giovani nei rapporti con la famiglia, con la scuola,
con la città.
Ed in questo lavoro, che lui
definisce “da tuareg”, continua a
trovare ovunque tanta gente che
ha voglia di uscire di casa, di parlare, di inquietarsi, di incazzarsi.
Tanto che gli è venuta l’idea di
dare forma ed organizzazione a
questi incontri e di fondare una
vera e propria Scuola per geni-
tori, che riesca a coinvolgere
anche gli insegnanti e gli stessi
giovani.
Così è nata l’Impresa famiglia.
Scuola per Genitori di Vicenza,
promossa in collaborazione con
l’Associazione Artigiani della
Provincia di Vicenza, giunta alla
terza edizione e ad un numero di
iscritti che ha dovuto essere bloccato a quota 700.
L’iniziativa è stata mutuata in altre città, Forlì, Terni, Trento,
e dallo scorso anno anche in provincia di Treviso, per iniziativa
dell’Istituto Cavanis e della
Confartigianato di Asolo.
I problemi affrontati sono davvero comuni ed il Credito
Trevigiano ritiene che sia il
momento giusto per proporli alla
riflessione dei genitori e degli educatori della Castellana e della
Pedemontana. Secondo la formula
sperimentata a Vicenza del coinvolgimento degli omologhi rappresentanti del mondo produttivo
locale e cioè della Confartigianato
di Castelfranco e di quella di
Montebelluna.
Per il Credito Trevigiano è il
naturale sviluppo del Progetto
Studenti e dei concorsi I piedi nel
locale, la testa nel globale e
Parole in viaggio, in cui vengono
trattate tematiche simili.
Cosa ci si aspetta? Non certo
soluzioni miracolistiche ai problemi, che sono per loro natura complessi. Sicuramente analisi e riflessioni vicini alle persone, che aiutino ad uscire un po’ alla volta dai
luoghi comuni e dal senso di rassegnazione e di impotenza che da
tempo ha preso la famiglia, la
scuola, le agenzie educative in
genere.
“Col rischio di ripetere
cose scontate, ovvie, quasi banali”, avverte Paolo Crepet, cui resta
affidata la Direzione Scientifica del
progetto, ma quanto mai opportune nella situazione che stiamo
vivendo. E cita a proposito un
verso di Umberto Saba: “Amo
parole trite che pur nessuno osa”.
Come ovvio può risultare l’invito rivolto ai genitori di non essere
eternamente indecisi tra severità e
buonismo, tra controllo e fiducia,
tra il ruolo dell’adulto ed il ruolo
dell’amico, per diventare capaci di
autorevolezza, di dignità, di fermezza, di coerenza. “Di susta,
direbbe mia nonna”, precisa il professore. Se vogliamo aiutare i figli
a vincere le fragilità, le insicurezze,
le disarmanti vulnerabilità, cui li ha
consegnati una società che li ha
fatti crescere senza il senso del
sacrificio, del dolore, della frustrazione.
C’è davvero il rischio che i giovani non si decidano a crescere,
che invecchino senza maturare,
per questo è necessario ascoltarli,
cercare di capirli: “Credo che l’intelligenza di un genitore si verifichi proprio in questa capacità di
amare ciò che si allontana da sè”.
Lorenzo Morao
21
VILLA EMO
Quando “la vite
era maritata al gelso”
I lavori della fattoria sono pressoché completati e si sta provvedendo alla pulizia e alla predisposizione degli arredi, mentre all’esterno si sta ultimando la sistemazione del giardino, delle recinzioni,
degli accessi.
Nel contempo, un’altra fase di
lavori, di particolare importanza, si
è avviata con la sistemazione dei
terreni di un’area a sud del borgo.
L ’occasione è quella dell’inaugurazione del nuovo centro servizi
e dell’assemblea annuale dei soci
della banca, per cui sarà montata
una tensostruttura nell’area a sud
del borgo est, il tema è quello dei
necessari parcheggi per le migliaia
di presenze previste.
In accordo con la Soprintendenza, è stato redatto un progetto
di parcheggio compatibile col paesaggio agrario esistente su tutte le
aree a sud del borgo, in previsione
di eventi periodici che possano
coinvolgere grandi quantità di
utenti.
Dal punto di vista tecnico il progetto è caratterizzato dalla realizzazione di un fondo di materiale
che associa buone caratteristiche
di portata con doti di fertilità ido-
Esempio
di piantumazione
nee a supportare uno strato erboso permanente, steso su uno strato di tessuto-non- tessuto a protezione del terreno sottostante,
senza comportare sbancamenti di
terra. Questa scelta garantisce il
rispetto delle caratteristiche dei
terreni originari e la completa
reversibilità futura dell’intervento.
Un idoneo assetto planimetrico
creerà le pendenze atte ad evitare
ristagni d’acqua e la futura installazione di lampade ad energia solare garantirà l’illuminazione notturna evitando, oltre ai consumi di
energia, anche l’impattante posa
di cavidotti.
A completamento dell’opera
verranno piantumati filari di viti
sostenute da gelsi, per minimizzare l’impatto visivo delle auto in
sosta.
Il riferimento è il paesaggio
agrario veneto della tradizione, nel
quale la “vite maritata al gelso”
costituisce la matrice distintiva.
Nel provvedimento autorizzativo della Soprintendenza, si raccomanda inoltre di provvedere, all’inizio di ogni filare, alla piantumazione di “rosa canina” con funzione di antiparassitario naturale,
come, ben prima dell’introduzione
dei fitofarmaci, si faceva nelle
nostre campagne.
L’intervento, nel suo complesso, costituirà così una testimonianza di quell’assetto del territorio
che l’introduzione della monocultura ha da tempo modificato.
In questa prima fase, a conclusione del cantiere della Fattoria, si
è scelto di realizzare uno stralcio
“pilota” del progetto, per verificare,
in occasione degli eventi previsti a
fine aprile, la corretta esecuzione
dell’intera operazione nel futuro. I
lavori eseguiti riguardano solo la
fase di predisposizione del fondo,
in attesa del necessario consolidamento naturale dello strato di
ghiaia, nonché della stagione propizia per la piantumazione.
Pertanto, per gli eventi dell’assemblea dei soci e dell’inaugurazione, saranno predisposte ulteriori aree a parcheggio in zone circostanti, opportunamente segnalate
negli inviti e sulla viabilità, con la
predisposizione di un servizio continuo e gratuito di bus navetta a
collegamento con Villa Emo.
Enzo Bergamin
22
CENTRO DIREZIONALE
Villa Emo, la fattoria
Ciò che è accaduto in questi
ultimi mesi dietro il muro storico di
Villa Emo, segnalato solo dalla presenza di elementi di comunicazione e da movimenti di mezzi e strumenti del cantiere, è stato fino ad
ora uno spettacolo riservato solo
ai “pochi” che hanno promosso e
portato avanti il restauro della
Fattoria per il nuovo Centro Servizi
del Credito Trevigiano.
Spesso accade, nei cantieri di
restauro, che ciò che trasforma e
ridona splendore al tessuto storico
di un territorio, che riporta in vita e
allo sguardo edifici appartenenti
alla memoria collettiva, rimane un
“segreto” degli addetti ai lavori e
raramente diventa storia condivisa
da chi ha vissuto la propria vita a
fianco di quegli edifici, li ha visti
nascere o vivere trasformandosi, a
volte fino alla decadenza e all’abbandono.
Ma il cantiere della Fattoria di
Villa Emo, caratterizzato nella sua
conduzione da un necessario
riserbo legato alle ragioni della
sicurezza e delle impegnative lavo-
razioni, non vuole rimanere un
pezzo segreto della storia di una
fabbrica che da sempre è vissuta
in simbiosi con il territorio e la sua
gente.
Così, quando tra pochi giorni i
cancelli si apriranno definitivamente per svelare in maniera chiaramente visibile il risultato di tanto
lavoro, ciò che è rimasto tra le
pagine dei ricordi di questi cinquecento giorni di cantiere trova
comunque uno spazio adeguato
di narrazione.
Così nasce il libro La fattoria
di Villa Emo. Il nuovo Centro
Servizi del Credito Trevigiano, edito da Marsilio Editori,
pensato come documento che
consegni, nelle mani di tutti quelli
che a buon diritto ne hanno curiosità, quanto è accaduto in questa
fase della vita della Fattoria.
E se lo scopo è quello di raccontare ciò che di solito è riservato
agli addetti ai lavori, il linguaggio
adottato è proprio quello di chi, a
diverso titolo, ai lavori ha dato vita.
Prende forma così un libro che,
ripercorrendo tutte le fasi della
vicenda che ha dato il via a questa
prima fase di restauro del complesso di Villa Emo per mano del
Credito Trevigiano, nella forma di
un racconto a più voci restituisce
un’immagine completa di questo
periodo di tempo, raccontato da
tutti gli attori che ne hanno preso
parte, secondo i diversi punti di
vista e i diversi registri narrativi, dal
committente promotore, ai “controllori”, agli esecutori.
Partendo quindi da un richiamo a temi peraltro ben già noti,
quali le valenze storiche, artistiche
e monumentali del complesso di
Villa Emo e delle sue particolari
relazioni con il territorio, si dipana
un racconto che non tralascia di
spiegare con cura quante e quali
inevitabili complessità si intrecciano nella gestione del progetto e
dei lavori di un’opera di restauro
così densa e articolata.
La complessità dei temi affrontati discende in misura uguale
dalla particolarità della fabbrica e
del suo contesto e dalla particola-
23
CENTRO DIREZIONALE
rità delle esigenze del Committente, una Banca che, con scelta
coraggiosa, decide di sfidare la
soluzione del difficile binomio edificio storico/edificio per uffici, conservazione/adeguamento tecnologico, in una stimolante avventura
che ripropone spazi di lavoro contemporanei dentro spazi di lavoro
antichi, in un passaggio ideale
dalla forza bracciantile alla velocità
dei sistemi digitali, con la scommessa di riuscire a coniugare esigenze contemporanee e rispetto
della memoria, in un progetto
caratterizzato dalla compatibilità e
dalla sostenibilità delle soluzioni
adottate.
Questa la premessa, chiaramente spiegata e documentata in
apertura del libro.
E quale modo può risultare più
efficace per capire se il gioco è
davvero riuscito se non una ricca
documentazione di immagini?
Così il libro sceglie il linguaggio
visivo come canale preferenziale
per raccontare la vicenda, sviluppando, accanto al filo conduttore
dei sintetici saggi, un altro piano
narrativo che, senza commenti
aggiunti, spieghi da solo le ragioni
della fabbrica e del progetto.
E le immagini risultano strumento particolarmente efficace
per la narrazione di ciò che non è
più visibile, per raccontare la vita
del cantiere fissando in vari scatti
esplicativi e significativi le fasi di
trasformazione
“sotto la pelle” che
hanno prodotto un
risultato ora visibile,
testimoniando la
fatica, la complessità e l’attenzione
dedicata a ciascuno
dei temi affrontati;
svelando tutto ciò
che del progetto
non risulta leggibile
a occhio nudo ma
che ne ha costituito
parte fondamentale
nelle scelte di base;
sviscerando temi
quali le dorsali
impiantistiche
nascoste, i consolidamenti statici e
antisismici necessari a garantire la sicurezza della fabbrica
e dei suoi utilizzatori, i delicati interventi di restauro, condotti con maestria
artigianale pur in un cantiere a
scala “industriale”, per conservare
tutto ciò che era possibile riconvertire e armonizzare nella nuova
funzione.
La linea editoriale scelta, per un
testo che mescola racconti professionali a brani di storia e civiltà
locale, conferma il livello elevato di
tutta la vicenda di Villa Emo, a
scala nazionale e internazionale, e
La vicenda che lega il Credito Trevigiano e il complesso monumentale di Villa Emo si arricchisce di
un’altra importante occasione di riflessione sulla sua
tutela e conservazione.
In occasione dell’acquisto del complesso da
parte del Credito Trevigiano si è avviata infatti una
completa revisione ed estensione dei vincoli di tutela della proprietà da parte della Soprintendenza ai
Beni Paesaggistici e Architettonici del Veneto
Orientale.
Questa vicenda diventa episodio esemplare e
esemplificativo di come le leggi di tutela dei beni
storici e monumentali siano strumento operativo
ed efficace per la conservazione del patrimonio
culturale.
produce uno strumento adeguato
a testimoniare anche fuori dall’ambito locale gli sviluppi e gli esiti di
un progetto etico e sostenibile di
salvaguardia e condivisione di un
bene storico, che si offre ora ad un
vasto pubblico di utenti, così come
la vicenda di Villa Emo e del suo
territorio, emblema dei principi
palladiani, 500 anni fa riecheggiò
ben oltre i confini della proprietà.
A.T.
Il tema è ampiamente sviluppato dalla mostra
documentaria Il vincolo quale strumento di
tutela e conservazione del patrimonio culturale, che la Soprintendenza realizzerà a partire dal
5 maggio 2007, fino a settembre, presso il
Museo Nazionale di Villa Pisani a Stra, incentrata appunto sul percorso di tutela di Villa Emo, a
partire dalla prima legge, la 364/1909, fino al recente Decreto Legislativo 42/2004.
La manifestazione si inserisce negli eventi promossi per la Settimana della Cultura, che annualmente il Ministero per i Beni e le Attività culturali
organizza, e anticipa le iniziative per i cinquecento
anni della nascita del Palladio, che si terrano il prossimo anno.
24
COOPERAZIONE
Dalla serra di San Floriano
fiori di solidarietà e di cooperazione
In un’epoca di imperante individualismo non capita spesso sentir
parlare di cooperazione. Tanto
meno della nascita di una cooperativa.
Se poi si tratta di una cooperativa scolastica la meraviglia è d’obbligo. L’hanno fondata i ragazzi
della I e della II D della Scuola
Media di S. Floriano, assistiti
ed organizzati dalle insegnanti
Alda Daminato (Sostegno),
Lidia Mazzocco (Matematica),
Silvana Petruzzelli (Lettere) e
Margherita Zoncapè (Tecnologia).
È stato veramente emozionante per i ragazzi, lunedì 12 marzo,
giorno dell’inaugurazione ufficiale,
veder giungere a scuola un
Consigliere comunale, a nome del
Sindaco di Castelfranco, il Direttore
della Confcooperative provinciale,
il Presidente del Credito Trevigiano
e numerosi genitori per dare la
giusta solennità all’occasione.
“La prima parte della cerimonia”, scrivono nel loro Diario di
bordo, “si è svolta con la presentazione del nostro progetto, illustrata dal Preside e dalla professoressa Petruzzelli, poi è proseguita con
la lettura di una parte del nostro
diario di bordo; dopo di che siamo
passati alla lettura degli articoli del
nostro Statuto. Questi sono molto
importanti e ogni cooperativa
deve rispettare i propri”.
I ragazzi hanno seguito con
attenzione i vari passaggi, orgogliosi ed anche un po’ meravigliati
del coinvolgimento di esponenti
tanto importanti del mondo
cooperativo, che hanno commentato il loro progetto ed il loro
Statuto, facendo rilevare le analogie con gli Statuti delle proprie
Cooperative. Ed hanno particolarmente gradito l’annuncio del
Presidente dott. Di Santo:
“Il Presidente del Credito
Trevigiano ci ha detto che la
Banca ha aperto un libretto intestato alla nostra Cooperativa con
ben 500 Euro!!!”. A conferma dell’interesse e dell’apprezzamento
con cui viene seguito il progetto.
Poi sono passati all’elezione
delle cariche sociali:
“Per le elezioni ci siamo organizzati in questo modo: abbiamo
sistemato in una stanzetta, accanto a quella in cui eravamo noi, dei
contenitori per mettere i foglietti
con il voto; poi sono stati consegnati i bigliettini, stampati precedentemente, con i nomi e gli
appositi spazi per mettere la crocetta per la preferenza di voto.
Successivamente, ordinatamente,
un po’ alla volta, ci siamo diretti
nella stanzetta per votare.
Quando tutti avevano espresso la
propria preferenza, i nostri compagni scrutatori hanno contato i voti
alla presenza del Direttore della
Conf-cooperative, dott. Filippo
Conte, che ha fatto da notaio”.
25
COOPERAZIONE
Così è nata ufficialmente la
Cooperativa Scolastica “Coltiva la pace”, nome scelto dai
ragazzi ad indicare che a partire da
quella serra, in cui si coltivano già
piantine di ortaggi e bulbi di tulipano, s’intendono sviluppare
anche altri valori, quali l’abitudine
al confronto, la condivisione di
obiettivi, l’autogestione, lo spirito
di collaborazione, la partecipazione democratica, il rispetto degli
altri. Obiettivi propri della cooperazione ed ancor di più dell’educazione della persona, che dovrebbe
essere il compito primario della
Scuola.
Tutto è partito da un’esigenza
scolastica di pressante attualità,
l’integrazione dei ragazzi svantaggiati, a cui si è cercato di dare una
risposta già lo scorso anno, facendo partire il “Progetto Serra”,
appunto per dare motivazioni,
opportunità diverse e nuovi interessi a quanti si trovavano in situazioni di difficoltà.
I buoni risultati dello scorso
anno hanno portato ad un ampliamento del progetto ed all’avvio di
nuove iniziative: l’attività di compostaggio, con il riciclo dei rifiuti
della mensa scolastica, lo studio
dell’ambiente, con la mappatura
delle piante del parco della scuola,
e la costituzione della cooperativa,
che consente, tra l’altro, la commercializzazione dei prodotti della
serra sulle varie piazze.
Il ricavato sarà destinato all’acquisto di strumenti utili alla scuola
e ad un progetto di solidarietà,
che verrà scelto a fine anno, sulla
base delle proposte presentate
dall’Associazione “Insieme si può”
tramite don Edoardo, referente
locale.
Anche in altre scuole si pratica
un’attività di serra, ma in nessuna
ancora, almeno a livello veneto, è
stata inserita all’interno di un progetto così articolato ed originale,
che prevede l’assunzione di
responsabilità dirette da parte dei
ragazzi, la necessità di misurarsi
con obiettivi operativi, l’esercizio di
strumenti associativi propri degli
adulti, il perseguimento di finalità
quanto mai educative e formative.
Merito delle insegnanti, disponibili ad un impegno progettuale
ed operativo che va ben al di là
delle tradizionali attività curricolari,
dei rispettivi Consigli di classe e
dei genitori, che hanno dato il loro
consenso alla realizzazione del
progetto, del Dirigente scolastico,
che l’ha seguito passo passo, e
soprattutto dei ragazzi, divenuti i
veri protagonisti dell’iniziativa.
Non è facile mettere assieme
tutte queste componenti. Alla
Scuola media di S. Floriano ci
sono riusciti.
Da una cooperativa che ha più
di cento anni di vita, come il
Credito Trevigiano, ad una cooperativa appena nata, come la
Cooperativa Scolastica “Coltiva la
pace”, i migliori auguri.
Lorenzo Morao
Cooperativa scolastica
“Coltiva la pace”
Le cariche sociali
Presidente: Pozzobon Andrea
2D
Vicepresidenti: Vigo Mattia 2D,
Cattapan Vanessa 1D
Consiglieri: Cavarzan Elia 1D,
Comacchio Andrea 2D,
Giunto Andrea 1D,
Parisotto Chiara 2D,Trevellin
Sandy 2D, Volpato Ilenia 1D
Sindaci: Cavarzan Marco 2D,
Agnolin Barbara 2D, Zavarise
Melissa 1D
Probiviri: Piccolo Nicholas 1D,
Bellai Ilenia 1D, Piva Alyssa 2D
Segretari: Breda Barbara 2D,
Mattiazzo Davide 2D
Tesorieri: Pellizzato Elena 2D,
Dalla Zanna Andrea 1D
26
SPECIALE AZIENDE
Eccellenza nel legno
L’azienda Giorgio Marin Spa di Fanzolo
lavora e vende legnami pregiati e legno
lamellare, oltre a realizzare pavimenti di classe
Alle spalle 85 anni di esperienza, negli occhi il desiderio di rinnovarsi ogni giorno, per rimanere
competitivi e all’avanguardia nel
mercato globale. L’azienda Giorgio
Marin Spa di Fanzolo di Vedelago,
giunta alla terza generazione, è il
classico esempio di “multinazionale tascabile” del Nord Est: a
caratterizzarla una struttura organizzativa snella, con a capo la
famiglia Marin che dal 1922 acquista legnami, li lavora e commercializza in ogni parte del mondo,
posizionandosi sui mercati internazionali di gamma alta e
medio/alta, con una cura molto
accentuata per il rispetto ambientale, la qualità di prodotto e di servizio.
“La sede centrale di Fanzolo ci spiegano - è stata ideata come
un centro logistico di distribuzione, e dispone di ampi magazzini
riforniti con oltre 80 tipi di essen-
ze pregiate: dai legni duri europei
ed americani (latifoglie), ai legni
esotici africani, sino alle essenze
resinose. Grazie a costanti investimenti in tecnologia siamo inoltre in grado di essiccare oltre
3mila mc di legname al mese.
Circa il 70% della produzione è
destinato all’estero, verso 48
Paesi diversi”.
Negli anni ’90 l’azienda è stata
fra le prime del settore ad affacciarsi sul mercato cinese. Per precisa scelta gestionale Giorgio Marin
Spa ha mantenuto la filosofia della
piccola impresa, aperta al mondo,
capace di adattarsi velocemente
alle mutevoli esigenze dei mercati
e della produzione, in grado di
soddisfare allo stesso tempo sia le
piccole che le grandi forniture, realizzando anche lavorazioni particolari per i clienti più esigenti come
cantieri navali, arredatori, falegnamerie. Quando chiediamo a
Giorgio Marin (presidente) e alla
moglie Silvana (area amministrazione), insieme ai figli Davide
(responsabile commerciale estero)
e Paolo (responsabile area produttiva), di descriverci l’azienda ed i
suoi valori di riferimento, la risposta arriva univoca ed immediata:
“Giorgio Marin Spa è seria, professionale, innovativa e risponde
al cliente con massima responsabilità”. Non a caso l’impresa trevigiana è stata fra le prime in Europa
a conseguire le certificazioni FSC
(Full Chain of Custody) e PEFC, ed
attualmente sta lavorando per l’ottenimento dell’ISO 9001:2000 e
per l’ISO 14001:2004 rispettivamente certificazioni del sistema di
gestione per la qualità e l’ambiente.
L’azienda di Vedelago, che
sorge su una vasta area di oltre
70mila mq di cui 30mila coperti, è
stata fondata da Narciso Marin,
padre dell’attuale presidente Giorgio. Divenuta leader nel mondo
per la fornitura di legnami pregiati
(tronchi da trancia o sega, tavolame refilato e non refilato, naturale
o evaporato, fresco o essiccato,
elementi a dimensione fissa e
quadrotti), oggi ha deciso di investire in altre due importanti linee
prodotto: pavimenti in legno di
elevata qualità, con una vasta
gamma di essenze proposte, talora insolite come ad esempio il
palissandro, e legno lamellare,
destinato prevalentemente all’industria del serramento.
“Abbiamo scelto di diversificare il prodotto, - spiegano i Marin valorizzando la competenza ed il
know how che abbiamo accumu-
27
SPECIALE AZIENDE
lato in tanti anni di lavorazione e
di commercializzazione del legno”.
A tal proposito l’azienda, che
quest’anno festeggerà gli 85 anni
di fondazione, sta allestendo un
apposito show room per la mostra
e la presentazione ai privati dei
pavimenti di sua produzione.
Anche il Credito Trevigiano ha
voluto per il proprio centro servizi
di Villa Emo pavimenti in rovere a
firma Giorgio Marin Spa.
“Per noi - commentano in
azienda - è stato un autentico
orgoglio poter servire la banca di
riferimento del territorio locale,
che abbiamo visto svilupparsi e
crescere nel corso degli anni”.
La catena del successo dell’azienda Marin comincia con la ricerca e selezione delle migliori aree di
approvvigionamento di legno nel
mondo e continua con il controllo
in loco della materia prima.
“Per la scelta del materiale
non teniamo conto solo delle
classifiche ufficiali del legno, ma
valutiamo anche le migliori zone
di crescita degli alberi, i tempi corretti di abbattimento, la stagionalità delle singole essenze. Per noi
la difesa dell’ambiente è infatti un
elemento imprescindibile”.
Una volta trasportati nella sede
di Fanzolo, i tronchi vengono collaudati nuovamente ed accatastati
nel parco apposito, suddiviso in
zone per tipologia di legno; il piazzale è dotato di un impianto a
pioggia artificiale che mantiene
inalterati il colore, la struttura e la
qualità del legno anche nei mesi
più caldi. Quindi si passa alle diverse fasi di lavorazione della materia
prima, mediante impianti all’avanguardia e secondo procedimenti
costantemente sottoposti a controllo qualità, grazie a personale
altamente qualificato: segagione
della materia prima; stagionatura
ed essiccazione, accurate e differenziate a seconda dell’essenza;
impacchettamento ed imballaggio; spedizione del prodotto al
cliente.
“I progetti di miglioramento
che abbiamo in mente sono
tanti, - confidano i Marin - poiché
ogni giorno servono capacità previsionali ed idee innovative per
mantenere posizioni di eccellenza nel mercato odierno, anche in
un settore maturo come il nostro,
che comunque è soggetto a
mode e alla concorrenza dei
Paesi emergenti. Ma la consapevolezza di aver sempre puntato
alla massima qualità del lavoro,
unite alla volontà e all’entusiasmo che ci caratterizzano, ci
fanno guardare positivamente al
futuro”.
Federica Florian
28
SPORT
Correre con la Ferrari…
A tu per tu con GIORGIO
SERNAGIOTTO, campione mondiale Ferrari challenger 2006
Ventiquattro anni, cordiale, espansivo, di una simpatia contagiosa; caeranese, geometra… collabora però nell’autoffica rivendita
d’auto in via Padova. Gli piace il
risotto con radicchio trevigiano e il
rischio calcolato, non la temerarietà e la spavalderia incosciente.
La famiglia lavora da sempre
con il Credito Trevigiano, papà e
mamma soci, il nonno Luigi fu
addirittura amministratore della
vecchia Cra di Caerano.
Dove nasce la passione
per l’auto e le competizioni?
“L ’ ho ereditata da mio papà
(Renzo purtroppo è deceduto
improvvisamente 3 mesi fa); era,
negli anni ’70-’80, uno dei migliori preparatori d’auto rally d’Europa.
Ma cos’è il campionato
mondiale Ferrari Challenge?
Si disputa in una prova unica e
vi possono partecipare solo i
migliori 10 piloti dei vari
Challenge nazionali. L‘anno scorso ai nastri di partenza della finale eravamo in 53.
Quello italiano 2006 si è disputato in 7 gare (2 prove per gara) a
Monza, Mugello, Misano Adriatico,
Imola, Vallelunga, a Le Castellet ,
in Francia, e all’Hungaroring di
Budapest.
Io ho partecipato in Italia a 3
gare soltanto, vincendone due,
conquistando l’accesso alla finale
e centrando poi l’obiettivo del
campionato mondiale, in una gara
accesissima sul circuito di Monza
Ma come hai cominciato?
A11 anni partecipando alle gare
venete di miniKart. Dopo soli tre
anni gareggiavo a livello di competizioni mondiali. Devo proprio
ringraziare papà e mamma… che
mi assistevano e mi portavano in
SPORT
giro nei fine settimana. Quanta
pazienza la loro e quanta gratitudine gli devo!
Ma il salto nelle competizioni d’auto?
Nel 2000. Visti i miei successi
nel Kart –miglior pilota nel 1999si interessò di me uno dei più
famosi dei talent scout, l’irlandese
Henry Morrogh, che mi propose di
partecipare al Campionato Italiano
Formula Ford 1600. Ho vinto il
titolo nel 2000 e nel 2001, collezionando il record di vittorie: 14 su
17 gare.
Quali le doti necessarie
per diventare campione?
Sembrerà strano, ma il 70%
dipende dalle disponibilità finanziarie, il 20% dal talento, il 10%
dalla fortuna. La mia famiglia non
aveva le disponibilità economiche
necessarie per sfondare nell’ambiente delle corse, tuttavia con
volontà, cocciutaggine e modestia
pian piano sono riuscito a guadagnare la stima dei più importanti
manager che alla fine mi hanno
dato l’occasione giusta.
In Formula Ford ho potuto
gareggiare gratis, ma dal 2002
sono stati… sacrifici notevoli.
Qualche sponsor personale mi ha
aiutato ma è stata davvero dura,
anche perché in Italia non esiste
un progetto di sviluppo dei giovani
talenti.
Ripeto, ringrazio la mia famiglia
29
(soprattutto per il sostegno nei
momenti difficili), gli amici
Francesco e Mario e i miei 2 attuali manager Stefano Zambon e
Tiziano Laggioni, che mi hanno
portato al successo mondiale l’anno scorso.
Ma quando ti alleni?
Molto poco in pista, (tanto in
palestra) causa i costi esorbitanti:
una giornata di allenamento in circuito -5 ore di prove- costa quasi
20.000 euro. Mi limito perciò solo
ad alcuni test.
Ma che mondo è quello
dell’auto e delle competizioni?
A mio parere, è molto simile a
quello dello spettacolo (e non
solo). Contano innanzi tutto i soldi
che puoi mettere a disposizione,
piuttosto poco i tuoi talenti. E’ più
facile sfondare se sei figlio di papà
o figlio d’arte. Conta più il cognome che ti porti addosso che le tue
attitudini, le tue capacità!
Fortunatamente, in questo bel
mondo, esistono delle nicchie,
esempio le vetture Gran Turismo
per giovani piloti, dove le componenti umane, le qualità individuali,
fuori e dentro la pista, il rapporto
personale che instauri con i meccanici, i manager, gli sponsor, alla
fin fine riescono ad emergere.
Resto sempre un idealista, un
gran sognatore, uno che ha avuto
un po’ di fortuna dalla sua, incon-
trando le persone giuste.
Prospettive per il 2007?
Ho un contratto biennale con
un Team Ferrari e ciò mi gratifica
non poco, vorrei vincere la Coppa
Giovani Ferrari challenge e arrivare
tra i primi 5 in assoluto.
Poi un sogno: partecipare
entro il 2011 con un top team a Le
Mans e a Daytona.
Perché tanti giovani muoiono sulle strade trevigiane?
Devo proprio pensare che c’è
troppa superficialità nei comportamenti, poca consapevolezza del
rischio sul mezzo che si guida. In
generale non si dà il giusto valore
alle cose, a quello che si fa, a quello che accade. C’è un tipo di educazione “imposta” dai media che
non li aiuta; constato poi poca
informazione, poche occasioni di
aggregazione autentica non massificata, poca educazione alla
autoresponsabilità.
Se un giovane conosce veramente quello cui potrebbe andare
incontro con “una guida errata”,
soprattutto quando ha qualcuno
accanto, di sicuro cerca di non
schiacciare l’acceleratore a tutto
gas, sta più attento (la strada
ormai è diventata un percorso ad
ostacoli pericolosi!).
Scambiare la strada normale
per un circuito o una pista o una
gara… è un errore enorme.
La piacevole conversazione
potrebbe continuare a lungo;
Giorgio è disponibile, espansivo,
sincero. E’ rimasto il Giorgio di
prima, semplice, affabile, estroverso, felice però di essere diventato
un campione del mondo, correndo con una “rossa” di Maranello…
capita davvero a pochissimi!
Un’ultima battura però: Cosa
si prova al volante di una
Ferrari, magari in una gara
per il titolo mondiale? E
Giorgio, prontissimo: “ Una spremuta di emozioni!”
Piero Facin
30
CUCINA
A scuola di semplic
Si è conclusa con grande successo e vivi consensi la quinta edizione di Caerano in cucina, l’ormai tradizionale iniziativa promossa da Danilo Volpato con la collaborazione di Rosa Cimmino,
Graziella Montagner, Flavia
Mosca e Felice Dametto.
Nove serate alla scuola dei più
noti ristoratori ed esperti del settore di Caerano e dintorni, Maurizio
della Trattoria “Da Ciccio”, Michele
Osellame della Trattoria “Al Cristo”,
Massimo Savio e Gelindo Gallina
della “Casa degli Alpini”, Flavio
Volpato della Pasticceria “La
Torinese”, Orlando Brombal dell’omonima Gastronomia, Lele Botter
del Bar Centrale di Asolo, Vittorio
Furlanetto dell’omonima Macelleria, Nicoletta Bordin della “Fioreria
Nicoletta”.
Scelta dei prodotti, educazione
alimentare, principi dietetici, analisi sensoriale, bob ton nella preparazione dei piatti e della tavola,
dimostrazioni pratiche con proposte semplici, rispettose della tradizione ma con qualche tocco di originalità, tutto a misura dei tempi e
della cultura culinaria di una famiglia comune e dell’evoluzione dei
gusti.
In un clima di disponibilità e di
cordialità che hanno reso piacevoli anche i momenti più impegnativi. Culminati nella gara gastronomica finale, in cui le abilità acquisi-
te da ciascun partecipante sono
state sottoposte al vaglio di una
qualificata giuria.
Il corso è a numero chiuso, che
quest’anno è stato contenuto
nelle 70 unità.
I non ammessi per ritardo d’iscrizione e tutti coloro che hanno il
piacere di prendere visione delle
ricette presentate nel corso possono consultare il sito www.caerano.com.
Noi ci limitiamo a proporne
alcune scelte per la semplicità, l’economicità, il buon gusto o qualche tocco originale.
Buon appetito!
E grazie agli amici di Caerano
in cucina!
MANZO SALATO CON CARCIOFI SU LETTINO DI INSALATINE FRESCHE
Preparazione: togliere le foglie esterne ai carciofi, tagliare il gambo
ed in lunghezza il fiore a fette sottili. Tagliare lo speck (comprato a fette
grosse) a Julienne. Mettere olio extra vergine di oliva in una pentola,
prezzemolo tritato, uno spicchio d’aglio. Aggiungere i carciofi e spadellare per qualche minuto. Salare q.b..Mettere in un piatto il radicchio
marinato e lo stracchino, formare un lettino con: rucola, radicchietto, valeriana ed insalatina.
Posizionare il manzo salato e decorare con un po’ di prezzemolo tritato.
MERLUZZO AL FORNO CON PATATE E
POMODORINI
Ingredienti per 4 persone: 600-800 gr merluzzo, 500 gr patate, 200 gr pomodorini, aglio q.b., prezzemolo q.b., 1/2 bicchiere
vino bianco, olio extra vergine d’oliva, farina q.b.
Preparazione: Lavare i filetti di merluzzo e tagliarli in 3-4
pezzi, e infarinarli. Lavare le patate, spellarle ed affettarle nello
spessore di 3-4 millimetri. Sbollentarle in acqua bollente salata per 4 minuti e scolarle delicatamente. Ungere una pirofila
con un filo d’olio, coprirne il fondo con un trito formato da dell’aglio e del prezzemolo, mettervi quindi sopra il merluzzo, versarvi ancora sopra dell’olio d’oliva, aggiungere i pomodorini,
salare e pepare a piacere, mettere quindi un bicchiere di vino
allungato con dell’acqua. Infornare per 30 minuti nel forno preriscaldato a 180/200° C.
31
CUCINA
cità e di buon gusto
SELVAGGINA: LEPRE
La selvaggina è una carne delicata, bisogna prepararla bene all’inizio, la carne “cruda” deve essere macerata per 12 ore con vari aromi,
legumi e verdure.
Per tutta la carne di selvaggina il procedimento di macero è il
seguente: prendiamo un terrina di vetro, aggiungiamo la carne,
cipolla, sedano, carota, salvia, rosmarino, alloro e del buon vino
rosso da coprire tutta la carne, lasciare fermo per 12 ore.
Per la cottura si consiglia: prendere una padella, mettere solo la
carne, (non aggiungere nè oli nè grassi), la carne rilascia il suo liquido, lasciar cucinare per 15 minuti, dopodichè buttare il liquido rilasciato
dalla carne, e poi procedere alla cottura, aggiungendo il condimento.
RICETTA: lepre con radicchio ai ferri e polentina tenera.
Ingredienti per 5 persone: 1000 gr lepre, 100 gr sopressa, 20 gr cipolla, 50 gr sedano, 20 gr carote, un po’
di ginepro, chiodi di garofano, 1/2 limone (a metà cottura di toglie), 1 foglia di alloro, salvia, rosmarino, 1 dado,
sale e pepe q.b.
Aggiungere acqua fino alla cottura (ore 2 e 1/2 circa). Cucinare a fuoco lento.
PASTELLA DI VERDURE
Preparazione: frullare 1/2 litro di acqua tiepida e 1/2 kg di farina 00 ed un pizzico di sale. Montare a neve 6 chiare d’uovo ed
aggiungere il composto preparato precedentemente amalgamando il tutto. Alla fine aggiungere un po’ di birra.
Verdure per pastella: radicchio, mela, carciofi, salvia, fiori
di acacia, asparagi etc. Lavare e pulire la verdura, immergerla
nella pastella e cuocerla con olio bollente per qualche minuto,
Aggiungere sale e zucchero q.b.
PANNA COTTA CON SALSA ALLE FRAGOLE
Ingredienti per 10 stampini: 1 litro di panna fresca da montare, 1/4 di
latte, 150 g di zucchero semolato, 20 g di colla di pesce (gelatina 8/10
fogli della Cameo addensante), 1 bustina di vanillina in polvere.
Preparazione: mettere i fogli di colla di pesce dentro un bicchiere con acqua fredda per 10 minuti circa. Aggiungere in una
pentola la panna fresca, il latte, lo zucchero, la vanillina portando ad ebollizione per qualche minuto. A fuoco spento
aggiungere la colla di pesce. Versare il composto sugli stampini e lasciar raffreddare. Lasciare in frigo per una notte.
Ingredienti per la salsa di fragole: 250 g di fragole, 50 g di
acqua, 40 g di zucchero.
Preparazione: frullare nel mixer le fragole pulite e lavate formando una crema. In una pentola cuocere l’acqua e lo zucchero per
5/6 minuti dopo l’ebollizione. Una volta cotto aggiungere alle fragole
frullate.
32
VACANZE
Proposte vacanze 2007
ROGASKA
ISCHIA
(Slovenia)
Dal 27 ottobre al 3 novembre 2007
Dal 10 al 14 Ottobre 2007
By Agenzia viaggi “Trevigiana tour” – Castelfranco Veneto
By agenzia viaggi “Trevigiana Tour” – Castelfranco Veneto
Hotel Sorriso Thermae
Resort di Forio 4*
Grand Hotel SAVA 4*
Il Credito Trevigiano propone ai propri soci e clienti
un rilassante viaggio a Rogaska Slatina; luogo sorprendente già da secoli visitato da chi cerca gli
effetti benefici dell’acqua termale e dei suoi minerali. L’hotel è circondato da un meraviglioso parco
fiorito, da boschi e sentieri tranquilli, oltre ad avere
un attrezzatissimo fitness center.
Soggiorno di cinque giorni con viaggio in pullman,
trattamento di pensione completa (con bevande ai
pasti), entrata libera nella piscina con acqua termale, alla sauna turca e finlandese, al tepidario e ai
bagni kneipp, assicurazione medica.
Non sono comprese nella quota del viaggio: il supplemento per camera singola, le entrate ai musei,
ai castelli, mance ed extra in genere.
Documento richiesto: carta d’identità valida
Il Credito Trevigiano propone uno splendido soggiorno
a Ischia, la più grande delle Isole del Golfo di Napoli,
nota per le sue spiagge e acque termali, che ne fanno
una frequentatissima meta di soggiorno e di cura.
L’hotel è un complesso alberghiero situato a picco sull’incantevole baia di Citara. Dispone di 3 piscine termali con idromassaggio di cui una coperta. Dispone inoltre
di un nuovissimo reparto terme e benessere con una
vasta gamma di trattamenti curativi ed estetici e diverse tipologie di massaggio. Sauna, palestra, piscina e
bagno turco gratuiti.
La quota comprende: viaggio in pullman, passaggi
marittimi Napoli/Ischia/Napoli, sistemazione in camere
doppie con servizi privati, trattamento di pensione completa con bevande ai pasti, assicurazione medica.
La quota non comprende: supplemento camera singola, entrate ai musei, mance, extra in genere.
Quota individuale di partecipazione:
Quota individuale di partecipazione:
EURO 400,00 SOCI
EURO 460,00 CLIENTI
EURO 550,00 SOCI
EURO 610,00 CLIENTI
ISCRIZIONI ENTRO IL 15 GIUGNO 2007
ISCRIZIONI ENTRO IL 15 GIUGNO 2007
Per informazioni e programma dettagliato del viaggio, rivolgersi alla filiale più vicina del Credito Trevigiano.Il soggiorno verrà effe
33
VACANZE - VISITE GUIDATE
Come ormai di consuetudine, il Credito Trevigiano
propone ai propri soci e clienti una visita ai Mercatini
di Natale. Quest’anno la meta è Vienna, capitale
austriaca, ricca di monumenti e palazzi di arte gotica, rinascimentale, barocca e rococò.
La quota comprende: viaggio in pullman, sistemazione in Hotel 3 stelle in camere doppie con servizi
privati, trattamento di pensione completa con
bevande ai pasti, visita guidata della città come da
programma, assicurazione medica.
La quota non comprende: supplemento camera singola, entrate non indicate nel programma, mance.
Documento richiesto: carta di identità valida.
VIENNA
Dal 30 novembre al 02 Dicembre
2007
By Agenzia viaggi “Trevigiana Tour” – Castelfranco Veneto
Hotel 3* ARNIA
Quota individuale di partecipazione:
EURO 300,00 SOCI
EURO 350,00 CLIENTI
ISCRIZIONI ENTRO IL 15 GIUGNO 2007
PROPOSTE VISITE GUIDATE
VENEZIA
VERONA
Domenica 27 Maggio 2007
Domenica 10 Giugno 2007
Museo Correr: mostra “Sargent and
Venice” e itinerario “Sulle tracce di Vivaldi”
Nelle meravigliose sale del Museo Correr in
Piazza San Marco, saranno esposti molti grandi
oli su tela e decine di acquerelli realizzati con la
tecnica impressionista - en plein air - dell’artista
americano John Singer Sargent, che ha immortalato la città lagunare da punti di vista inediti.
Dopo il pranzo in ristorante, il pomeriggio proseguirà con una visita guidata lungo le calli percorse dal geniale compositore barocco Antonio
Vivaldi.
Quota individuale di partecipazione:
EURO 60,00 SOCI
EURO 70,00 CLIENTI
Partenza dalla stazione ferroviaria di
Castelfranco Veneto alle ore 07.42
Palazzo della Ragione. mostra “Il settimo
splendore” e visita guidata della città
ttuato solo al raggiungimento del numero minimo di partecipanti.
Sede espositiva della collettiva di arte antica,
moderna e contemporanea è il Palazzo della
Ragione, nella centralissima Piazza delle Erbe.
Nel pomeriggio, dopo il pranzo, visita guidata
alle piazze e monumenti della città.
Quota individuale di partecipazione:
EURO 55,00 SOCI
EURO 65,00 CLIENTI
Partenza da Vedelago (piazzale della banca) alle
ore 7.00 puntuali
Nulla consuma il corpo
quanto l’ansia,
ma chi ha fede in Dio
dovrebbe vergognarsi
di essere preoccupato
per qualsiasi cosa.
Gandhi
Scarica

Filo Diretto n° 1 - Credito Trevigiano