Spedizione in abbonamento postale art. 2 Comma 20 / D - Legge 662 / 96 filiale di Treviso pubblicità inferiore al 70% - Rivista quadrimestrale di informazione bancaria e di cultura locale - CONTIENE I.P. CON IL CREDITO TREVIGIANO N. 1 - APRILE 2007 In Africa… per caso… SOMMARIO 1-2 Un triennio fondamentale per un futuro di sviluppo 3 Nuovi motivi di fiducia 4 L’ora della navigazione a vista 5 Nuovi scenari da valutare 6-7 Quasi un ritorno 8-9 Galliera, terra di Casse Rurali 10 Risparmio amico © UNICEF / Giacomo Pirozzi 11 Vinci 50 euro in buoni carburante 12-13 L’energia a portata di mano: Il paese del sole 14 Stato sociale in crisi? 15-19 Speciale Ecuador Marzo 2007 20 I figli non crescono più. Ed i genitori? 21 Quando “la vite era maritata al gelso” Nel febbraio del 2005 in un albergo sulla spiaggia di Diani Beach (Oceano Indiano) situato a Sud di Mombasa (Kenia), è giunto un gruppo costituito da una ventina di bambini e bambine (5-10 anni di età) accompagnati da due persone adulte keniote. Dopo un cenno di saluto da parte del Responsabile, Sig. Joffry Malagho Mwarigha, i ragazzi, che indossavano la divisa della scuola, si sono disposti in 3 file. Da un mangiacassette è partita improvvisa la musica, amplificata da qualche altoparlante, ed il gruppetto si è scatenato in una serie di danze ritmiche che evidenziavano un’agilità, una bravura e un senso del ritmo evidentemente innato, suscitando l’entusiasmo e l’ammirazione dei turisti presenti. La giovane età dei Bambini, la loro bellezza, l’espressività e la dolcezza dei loro occhi e il fatto che stava passando la voce che si trattava di Orfani o Figli di mamme sole e poverissime, ha fatto sì che alla fine più di una persona si ritrovasse con gli occhi lucidi. Terminato lo show, con molta dignità e serenità è stato spiegato che c’era la possibilità, per chi lo volesse, di aiutare finanziariamente l’organizzazione Born Again Children di Ukunda (villaggio a 5 km da Diani) che si interessava di loro e di altri 150 bambini con lo scopo di assicurare loro l’alimentazione quotidiana, l’istruzione scolastica (primary school), un minimo di assistenza sanitaria ed il vestiario. Dal febbraio 2005 per iniziativa di un gruppo di persone (autonominatosi “Gruppo vacanze Treviso”) di Caerano, anche Soci del Credito Trevigiano, che si è andato via via allargando in questi 2 anni, è nato il piccolo “movimento” di sostegno, non solo materiale, per questi piccoli orfani, cinque dei quali (Titus, Mercy, Victor, Lucky, Salvine) sono già stati adottati (sostegno a distanza) da 3 famiglie di amici caeranesi. Con il contributo (anche piccolo) di altre persone, l’Associazione ha acquistato un piccolo appezzamento di terreno e sta lentamente costruendo (gli stati di avanzamento sono determinati dalle offerte) un alloggio che diventerà il “dormitorio” (un capannone coperto di lamiere ondulate). Per ora i bambini trovano ospitalità a gruppetti di 2 o 3 nelle capanne di varie famiglie. Ora sono arrivate 4 macchine da cucire a pedale, servono per confezionare le divise ai bambini. Sergio Volpato 22-23 Villa Emo, la fattoria 24-25 Coop. Scolastica S. Floriano 26-27 L’eccellenza nel legno 28-29 Correre con la Ferrari 30-31 A scuola di semplicità e di buon gusto 32-33 Proposte vacanze 2007 SCORCIO DELLA FATTORIA CENTRO SERVIZI Sommario CON IL CREDITO TREVIGIANO N. 1 - APRILE 2007 Periodico quadrimestrale d’informazione bancaria e di cultura locale del Credito Trevigiano via Roma, 15 - 31050 Vedelago (TV) - http://www.creditotrevigiano.it Reg. St. Trib. TV n. 676 dell’1/2/1988 Direttore Responsabile: Nicola Di Santo autorizzazione 28/6/2001 delibera n. 362/2001 Comitato di Redazione: Giovanni Scomparin, Nicola Di Santo, Roberta Romano, Primo Franchetto Hanno collaborato a questo numero: Lorenzo Morao, Piero Facin, Enzo Bergamin, Gianni Lo Martire, Marco Monda, Nicola Bernardi, Federica Florian, Silvio Bellon, Gioachino Basso, Alberto Torsello Progetto grafico e realizzazione: Studio Grafico Enio Miotto Sas Stampa: Graficart srl cyclus ® 1 IL PUNTO CON IL PRESIDENTE Un triennio fondamentale per un futuro di sviluppo L’attività del Credito Trevigiano è sempre molto intensa. Ma in questi ultimi due mesi si è fatta frenetica. È ormai imminente l’assemblea annuale con l’elezione delle cariche sociali. A seguire c’è l’inaugurazione del restaurato centro servizi nella Fattoria di villa Emo, con un contorno di manifestazioni culturali e di intrattenimento. Trovare una soluzione logistica per soddisfare l’arrivo di migliaia di Soci non è un’operazione semplice, ma si sa che, quando dirigenti e personale del “Credito” si muovono, alla fine ogni pedina va la posto giusto. Con il presidente Nicola Di Santo il colloquio parte proprio dal bilancio. Presidente, dopo 36 mesi di lavoro qual è il bilancio che il consiglio d’amministrazione presenta ai soci nell’assemblea del 29 aprile? In ogni bilancio che si rispetti sono i numeri a parlare. Prima di tutto quelli dei Soci, giunti a fine d’anno a 5.841 unità, a formare la compagine sociale più numerosa rispetto alle altre BCC venete. Diventa particolarmente impegnativo gestire un numero così alto di Soci, che intendono partecipare alla vita sociale, come hanno confermato con 2.720 presenze negli incontri natalizi. Basti pensare solo alla ricerca di parcheggi per l’assemblea e per gli altri eventi. Continuando: le filiali nel 2003 erano 24 ora sono 29, un aumento del 20%; gli sportelli bancomat da 22 sono arrivati a 32 (+45%); la raccolta globale, sempre nel triennio, è aumentata del 36%, gli impieghi del 45%. Abbiamo incrementato e rafforzato le nostre dimensioni, la nostra visibilità, la nostra specificità e la nostra identità. Non dobbiamo, però, pensare che il futuro sia una ripetizione del passato. Il passato non si ripete ed il futuro porta sempre con sé una certa quantità di rischio, ma anche opportunità da cogliere. È necessario, quindi, puntare al miglioramento della gestione e dell’organizzazione, dei sistemi di controllo dei rischi, delle relazioni e della formazione identitaria. Queste ultime considerazioni portano dritto ad un tema cruciale: l’utile della banca. È il vostro “carburante” ma per fare cosa? L’utile supera i 12 milioni di euro. Per la mutualità e socialità abbiamo erogato oltre 2,5 milioni di Euro, pari al 20% dell’utile. Vi sono almeno due buoni motivi per fare l’utile. Il primo: va a rafforzare il Patrimonio, che ci è indispensabile per consentire gli impieghi verso la clientela, per fronteggiare tutti i rischi aziendali e per adeguare le nostre strutture tecnico-organizzative; solo l’utile assicura il proseguimento della vita della Banca, ne permette la crescita e la creazione di valore sul territorio. Il secondo motivo: l’utile non ha solo una funzione economicopatrimoniale, ma anche sociale, in quanto consente gli interventi di “mutualità e socialità”; non sarebbe possibile erogare “ricchezza” ai Soci ed al Territorio se prima non la si crea. 2 IL PUNTO CON IL PRESIDENTE Quindi, quanto più consistente sarà l’utile, tanto più sarà sicura e solida la banca e tanto più alte saranno le ricadute positive sul territorio con gli interventi che con esso si possono sostenere. Dobbiamo insistere nella promozione di progetti e di iniziative che facciano toccar con mano il vantaggio di essere Soci. Con l’occhio attento più che al vantaggio individuale a quello del gruppo e del territorio, alla sostenibilità sociale ed ambientale dello sviluppo. Non a caso ci è stato riconosciuto il ruolo di “impresa socialmente responsabile” con l’attribuzione del primo premio nazionale CSR al “Premio Città di Rovigo”. Nei prossimi anni continueremo ad investire idee e risorse nelle tecnologie dell’informazione, della comunicazione, nella cooperazione con altre BCC (ma non solo), nell’innovazione dei prodotti, nel consolidamento del nostro patrimonio di fiducia e di reputazione nei confronti di soci e clienti. È questo il segreto della vostra crescita? Stiamo diventando sempre più una banca di relazione nei confronti dei soci, dei clienti, delle amministrazioni locali, delle istituzioni in genere. Il segreto, se così si può definire, è la capacità di lavorare in squadra e la volontà messa in campo dal consiglio d’amministrazione di individuare gli obiettivi generali che poi tutti si sentono impegnati a realizzare secondo le proprie competenze. Abbiamo dimostrato che se c’è coerenza fra le idee ed il modo di agire i risultati si ottengono in tempi ragionevoli e certi. Per fare un esempio di quanto ci stia a cuore la formazione dei dipendenti abbiamo realizzato 11 mila ore di corsi professionali. Ed allora quali sono gli obiettivi che avete in agenda per i prossimi anni ? I macro obiettivi che riguardano i soci puntano verso i giovani, gli anziani e l’am- biente. I giovani sono il futuro, gli anziani sono il patrimonio del presente e l’ambiente è il luogo dove tutti dobbiamo vivere nel miglior modo possibile, rispettando lo sviluppo e la compatibilità. Per i giovani segnalo gli incontri con esperti, come il prof. Paolo Crepet, i vari concorsi che interessano gli studenti, i prodotti dedicati alle donne che intendono aprire un’impresa, il sostegno alle giovani imprese ed alle famiglie di recente formazione. Per gli anziani, ma anche per gli adulti in genere, abbiamo in cantiere l’iniziativa della Cassa Mutua, e prodotti bancari dedicati. L’ambiente poi è la preoccupazione che più ci ha visti attivi nell’ultimo periodo. Abbiamo ottenuto la certificazione ambientale, unica banca in Italia, offriamo prodotti che valorizzano ed agevolano il risparmio energetico e l’uso di energie rinnovabili. Quello che stiamo realizzando a villa Emo e nel Centro Servizi è un esempio che molti altri stanno imitando. La nostra affermazione come banca del territorio si realizza attraverso la valorizzazione delle risorse disponibili e delle peculiarità locali, operando, in stretta sinergia con le associazioni di categoria e professionali, per riattivare la rete locale delle piccole e medie imprese. Il nostro ruolo sarà sempre più quello di essere partner di accompagnamento dell’impresa e non controparte, in un rapporto schietto di assistenza e di arricchimento reciproco delle relazioni. Consapevoli che banca ed impresa hanno interessi comuni e convergenti: rischio bancario e rischio di impresa tendono a sovrapporsi specularmente. Operare per ridurlo e controllarlo è interesse di entrambi i partner. Al centro del nostro progetto stanno le risorse umane. Le nostre 11000 ore di formazione professionale lo dimostrano. I collaboratori (non possiamo definirli solo dipendenti) devono sentirsi partecipi del processo di evoluzione del progetto aziendale che va a vantaggio di tutti, nello spirito della cooperazione. Tutto questo costituisce un impegno ed una fatica in più nel “fare banca”, ma siamo orgogliosi di questa diversità. Su questa strada vogliamo continuare col consenso dei Soci, degli operatori locali e delle nostre comunità. Giovanni Scomparin 3 IL PUNTO CON IL DIRETTORE Nuovi motivi di fiducia A colloquio con il Direttore Roberta Romano. Come si presenta il bilancio che verrà sottoposto all’esame dei soci? L’anno che si è chiuso è stato particolarmente felice sotto il profilo dei risultati economici, sorretto anche dalla lungamente attesa riapertura della forbice dei tassi che migliora il risultato economico. Il contributo di buone operazioni di finanza e di collocamento di prodotti, effettuate in particolare in prossimità di fine anno, nonchè la bassa rischiosità del credito, hanno dato un plusvalore alle performances reddituali. L’utile netto è di 12,1 milioni di euro, e va quasi interamente a rafforzare il patrimonio della Banca per sostenere la forte crescita degli impieghi degli ultimi anni e gli investimenti effettuati. Voci Margine di intermediazione Costi operativi Utile netto Raccolta diretta da clientela Impieghi Raccolta indiretta mantenimento dell’equilibrio delle poste patrimoniali della Banca. Diventerà strategica l’attenta selezione degli impieghi e sarà posta grande attenzione alle concentrazioni di crediti su particolari settori ritenuti più a rischio. Sarà invece come sempre privilegiato il credito alle famiglie, soprattutto quello destinato alla prima casa di abitazione. Anche il sostegno alle imprese artigiane ed ai piccoli e medi operatori economici troverà sempre accoglimento da parte della BCC. Sul lato della raccolta si opererà sul mercato offrendo ai Soci e alla clientela prodotti innovativi di investimento ed una nuova e più personalizzata consulenza con uno staff di personale esclusivamente a ciò dedicato. Ci avvicineremo al mondo dei giovani con nuove possibilità di 2006 39.764 24.106 12.110 854.910 1.082.727 308.392 2005 34.786 22.488 9.778 789.105 950.810 268.467 DIFF % 4.978 +14,3% 1.618 +7,2% 2.331 +23,8% 65.805 +8,3% 124.692 +13,1% 39.925 +14,8% *nb: tutti i dati, compresi quelli del 2005 sono riclassificati in base ai nuovi principi contabili IAS/IFRS Quali sono gli obiettivi per il prossimo anno? Il Credito Trevigiano sarà attento osservatore dei cambiamenti in atto nel mondo economico privilegiando però sempre in primis i Soci nel rispetto del principio della mutualità. Così proseguirà l’attenzione verso l’applicazione di condizioni di costo del denaro e di remunerazione della raccolta sempre vantaggiose per il cliente rispetto a quelle espresse dal mercato. Particolare cura verrà posta nel creare rapporti che svilupperanno e cresceranno nel futuro, convinti come siamo che questi rappresentino il nostro domani. Saranno riviste, migliorate e razionalizzate le condizioni generali praticate alla clientela coniugando al meglio la soddisfazione del cliente con la necessità da parte della Banca di ottenere un buon risultato economico, necessario per la crescita e per il rafforzamento del patrimonio elemento, questo, indispensabile per fronteggiare adeguatamente i rischi aziendali e per consentirci di continuare ad investi- re sia all’interno che sul territorio. Con l’inaugurazione del nuovo centro a villa Emo come cambia la dislocazione degli uffici della banca? Finalmente, dopo 12 anni, tutti gli uffici di Direzione del Credito Trevigiano opereranno in un unico edificio. Questo darà un forte contributo in termini di efficacia gestionale e di efficienza organizzativa. La distribuzione dei nuovi posti di lavoro ha tenuto conto delle interrelazioni operative, tenendo vicini gli uffici che collaborano più frequentemente nel raggiungimento di obiettivi comuni . Sono state utilizzate le tecnologie più avanzate e rispettose dell’ambiente come il recupero delle acque piovane utilizzabili per i servizi igienici e la regolazione automatica dell’intensità luminosa degli uffici in base alla luce esterna. Giovanni Scomparin 4 FINANZA L’ora della navigazione a vista Ad un rompiscatole che gli chiedeva giustificazione del suo mutamento di posizione, Keynes rispose: “ I fatti sono cambiati e così le mie opinioni. Lei, cosa farebbe, Sir ? “. Anche i gestori di portafogli (con questo termine intendiamo coloro che gestiscono il denaro loro affidato da risparmiatori) dovrebbero ritrovarsi nel pensiero del baronetto inglese. La loro azione, infatti, dovrebbe orientarsi lungo tre direzioni : interpretare le dinamiche dei fatti economici; prefigurare gli scenari che hanno maggiori probabilità di realizzarsi; mixare gli investimenti in modo tale da massimizzarne il reddito o minimizzare il rischio. Se cambiano i fatti economici e quindi mutano gli scenari, dovranno cambiare anche gli investimenti ! A volte - invece - accade esat- tamente l’opposto. Gestori testardi anziché rilevare scenari modificati che necessitano di un nuovo riposizionamento nei mercati finanziari, stanno immobili per non sconfessare previsioni che, alla luce degli modificati scenari, non paiono più corrette. Questi rigidi gestori scambiano l’inflessibilità del loro pensiero per solidità di carattere e di impostazione intellettuale. Un buon gestore, invece, deve sapersi muovere in ogni situazione così come un buon canoista deve restare a galla ed avanzare nel percorso in ogni condizione. Le sue conoscenze di idraulica e di meccanica dei fluidi niente servono a confronto della rapida intuizione di correnti e rigurgiti. Tra le acque agitate di un torrente un buon bagaglio di esperienze vale più di tutto il patrimonio cognitivo scientifico. Nell’ arte di portare la canoa sulle rapide si destreggia CHI ERA KEYNES? John Maynard Keynes, primo Barone Keynes di Tilton (Cambridge, 5 giugno 1883 - 21 aprile 1946), da molti considerato il più grande economista del XX secolo, ha influenzato grazie alle sue idee sia l’economia che la politica. Viene ricordato soprattutto per aver sostenuto la necessità dell’intervento pubblico nell’economia con misure sia molto meglio l’ultimo dei Mohicani che non il primo degli ingegneri. La pratica ha la meglio sulla teoria. Torniamo ai mercati. Il buon senso (la pratica, il Mohicano) ci dice che è arrivato il momento di essere più prudenti anche se grandi analisti (la teoria, l’ingegnere) suggeriscono che nulla è cambiato nei mercati. E’ arrivata l’ora della navigazione a vista. Anche se, solamente un paio di mesi fa, l’inarrestabile salita delle borse sembrava non avere fine. Bisogna ridurre le vele (la quota di azioni) per evitare che i venti possano rovesciare la barca. La cosa importante, pensiamo, è essere vigili per cogliere ogni segnale di cambiamento. Nel bene e nel male. Siamo pronti a cambiare le nostre strategie. Perché preferiamo la flessibilità di Keynes, il suo buon senso, alle certezze di taluni gestori. fiscali che monetarie qualora una insufficiente domanda aggregata non riesca a garantire la piena occupazione. Le sue idee sono state sviluppate e formalizzate nel dopoguerra dagli economisti keynesiani (della scuola keynesiana). È inoltre considerato il padre della moderna macroeconomia. Direzione Finanza - Gianni Lo Martire 5 FINANZA Nuovi scenari da valutare La correzione dei mercati azionari è incominciata martedì 27 febbraio, complici alcune dichiarazioni di Alan Greenspan, l’ex Governatore della Banca Centrale degli Stati Uniti. Lunedì 26 l’ex Governatore della Fed a borse chiuse ha commentato che c’è la possibilità di una recessione dell’economia americana entro la fine dell’anno. A parer suo il ciclo economico ipotizzato in espansione anche per il 2007 e 2008 non è più così certo. Il dubbio nasce per il fatto che i margini di profitto delle aziende (Usa) hanno incominciato a stabilizzarsi. Nei giorni successivi Greenspan ha anche precisato il suo punto di vista: la crescita di questi anni non avrebbe più la forza di un decennio fa. Per Greenspan gli Usa potrebbero entrare in recessione con una probabilità del 30%. Il 27 febbraio gli indici azionari cinesi sono calati quasi del 10% e così le maggiori borse internazionali. Mercoledì 28: la quiete dopo la tempesta. Giovedì 1 marzo: incertezza in attesa dell’arrivo di alcuni dati economici che non si rivelano poi così malvagi. Venerdì 2 marzo: ancora moderata discesa. In totale quattro giorni su cinque “di rosso”. Ma un’altro scossone arriva ad inizio settimana successiva: gli indici scendono ancora. Martedì 6 marzo: un altro strappo, ma questa volta in salita: arrivano i bargain hunters, coloro che pensano che ci siano i saldi e sia giunta l’ora per comprare. Mercoledì 7 marzo: di nuovo una certa quiete dopo lo strappo in salita. Giovedì 8 marzo: ancora rally, con gli indici che aprono riprendendo i livelli del venerdì prece- dente, per poi calare. La terza settimana di marzo è all’insegna dei “due passi avanti e tre indietro”. Bilancio totale meno 10% in un mese. Che cosa ci dice il diario di queste tre settimane? I movimenti di borsa in questo periodo sono molto violenti sia in discesa che in salita; le discese ripide sono dovute ai timori di recessione; le salite altrettanto verticali sono dovute agli investitori che pensano che questo sia il momento giusto per comprare. Ma i mercati non hanno ancora chiara la direzione da seguire. Tra un movimento e l’altro ci sono delle ondate di calma apparente. Ma, pensiamo, i mercati si muoveranno ancora molto. Sono, questi, segnali importanti che impongono maggiore cautela. Direzione Finanza Gianni Lo Martire 6 NUOVE FILIALI Quasi un ritorno… Forse i più attenti alle cose del passato e di certo i più anziani sapranno qualcosa dell’esistenza di una Cassa Rurale a Cavaso. Era la Cassa di Prestiti, intitolata, come del resto la parrocchia, a “S. Maria ad Elisabetta”, fondata il 7 giugno 1896, in canonica, dal parroco, don Vincenzo Gislon (a Cavaso dal 1875 al 1910) e da altri 31 soci. Nell’Asolano erano già sorte quelle di Pederobba (8.5.1892), di Paderno (18.2.1893), di Coste (2.4.1894), di Fietta (21.5.1894) e di Asolo (24.3.1895). Dopo quella di Cavaso verranno fondate quelle di Borso (26.12.1896) e di Possagno (8.10.1897). Nel territorio, a cavallo del secolo, nascono altre cooperative, come la Latteria di Cavaso, ancora nel 1887, e poi, nel primo decennio del ‘900, alcune Società operaie di mutuo soccorso, a Cavaso, come a Fietta, a Paderno ed Asolo. Le Casse Rurali asolane si sviluppano rapidamente, in particolare quella di Asolo, che, alla fine del primo decennio del ‘900, arriva ad avere oltre 400 soci, e quel- la di Paderno, che, alla stessa data, ha 266 soci. La Cassa di Prestiti di Cavaso si colloca tra le medio-piccole con un centinaio di soci. Come banche “parrocchiali”, sono molto sensibili alle esigenze delle comunità locali, elargiscono contributi a beneficio della banda o del restauro del campanile (Paderno), delle opere cattoliche in genere (Fietta) e favoriscono la diffusione della piccola proprietà e delle iniziative cooperativistiche. In genere le Casse Rurali sono amministrate da qualche persona colta del paese, sempre sotto l’occhio vigile del Parroco. A Fietta, ad esempio, c’è il maestro del paese che funge da segretario, a Paderno una persona giudicata “molto capace” dall’Ispettore diocesano. La Cassa di Prestiti S. Maria ad Elisabetta, negli anni della prima guerra mondiale, ha come Presidente Francesco Sartor, il noto scultore, che ricopre anche il ruolo di contabile. Il Consiglio risulta formato dal presidente Francesco Sartor, da Sartor, Giovanni, da Marin Giovanni, da Andrighetto Giovanni, da Pilloni Urbano, da Baldo Angelo e da Rostirolla Antonio, segretario-cassiere. Sindaci sono Cappello Giovanni, De Martin Tito e Marin Domenico. Lo si desume dall’unico documento sopravvissuto, il libro dei verbali del Consiglio di Amministrazione relativi al periodo luglio 1914 - ottobre 1917. Urbano Pilloni è costretto a rinunciare all’incarico nel giugno del 1915 per cambio di domicilio dovuto “alle sue vicende domestiche”, dimissioni accettate “a malincuore dal Presidente e dai Consiglieri, dispiaciuti di dover perdere in lui una guida sicura”. Lo sostituisce Cattuzzo Giovanni. Angelo Baldo, invece, viene richiamato alle armi nell’aprile del 1915, “in un momento in cui tutti i cittadini italiani sono chiamati a compiere il loro dovere per la sicurezza della Patria”. Le sedute hanno luogo di domenica, alle sette del mattino, prima in un non meglio precisato “solito locale”, poi in casa del Presidente a Caniezza. Alla fine del 1915 i depositi 7 NUOVE FILIALI ammontano a L. 70.978,18 ed i prestiti a L. 66.595,26. La guerra porta ad un “arenamento del commercio” e ad una progressiva abbondanza di liquidità, che consiglia, nell’ottobre del 1916, una limitazione dei depositi, per non pagare troppi interessi. Interessi passivi che oscillano tra il 3,50 ed il 4%, mentre quelli attivi si attestano sul 5,5 - 6%. La Cassa provvede all’acquisto collettivo di concimi (in particolare solfato di rame) da rivendere, poi, a prezzo scontato e con dilazioni di pagamento, ai soci. Concede prestiti anche alla Giunta Municipale di Cavaso, nel luglio del 1917 di L. 7.290, per una “provvista di viveri”. Si stanno avvicinando, infatti, gli anni più duri della guerra. La situazione precipita alla fine di ottobre del 1917 dopo Caporetto. La gente non sa bene quello che è capitato nei giorni del 2425 ottobre, come si può capire dal verbale di domenica 28: “Sconcertati un po’ pel grande movimento di truppe e di artiglierie nel nostro paese, si dà facoltà al Presidente di usare quei mezzi quanto sarà possibile per salvaguardare il capitale ed i titoli, i registri ecc. Così in fretta si conclude la seduta alle ore 11 antimeridiane”. Passano alcuni giorni ed arriva “improvviso l’ordine di sgombero… fra lo sgomento e la trepidazione di tutti”. L’ultimo verbale è del 9 novembre, ore 9 antimeridiane: “Pel precipizio degli eventi e per lo sgombero e l’allontanamento della popolazione, fu d’uopo per necessità cessare da ogni operazione col proposito di riprendere il lavoro in altro tempo di maggiore tranquillità e sicurezza”. Perché il presente è veramente drammatico: “Il sottoscritto, solo in casa, privo dell’assistenza di alcuno”, puntualizza il presidente Sartor, “nell’impossibilità di trovare mezzi di trasporto, ha potuto raggruppare tutte le cambiali, i libretti delle banche, i titoli di rendita ed i libri sociali e riporli in una valigia con poca biancheria e vestiti. Collocai tutto su un piccolo barello a due ruote e mi avviai a piedi alla volta di Riese”. Non è l’ultimo atto della Cassa di Prestiti di Cavaso. La cooperativa di credito può riprendere la sua attività nel dopoguerra, ma i dirigenti ed i soci pensano più opportuno farsi assorbire già nel ‘19 o nel ’20 dalla Banca centrale della cooperazione di credito diocesana, la S. Liberale, come già aveva fatto nel 1916 l’allora fiorente Cassa Rurale di Asolo e come faranno nel 1930 le Casse Rurali di Possagno e di Paderno, in quel momento al 2° ed al 3° posto in diocesi come entità di portafoglio. E poco dopo la S. Liberale si farà assorbire a sua volta dalla Cattolica, in ossequio a direttive superiori. Lorenzo Morao FLAVIO BORDIN Direttore SABRINA BERTUOLA Vice Direttore SANTINON EMANUELA Cassiere 8 NUOVE FILIALI Galliera Veneta terra di Casse Rurali Probabilmente a Galliera non saranno pochi ad essere informati dell’esistenza in paese di un’antica Cassa Rurale di oltre cent’anni fa. Ma saranno davvero pochissimi a conoscere la contemporanea esistenza di ben due Casse Rurali. La prima fu fondata quasi 120 anni fa, il 16 settembre 1888, proprio agli albori della cooperazione di credito, introdotta per la prima volta in Italia da Leone Wollemborg, possidente terriero, israelita, esponente di punta dell’ambiente liberale progressista ed “illuminato” di Padova. Poco più che ventenne, dopo aver studiato l’opera del Raiffeisen, che aveva fondato poco più di vent’anni prima, le prime Casse Sociali di Credito tedesche, Wollemborg porta l’esperienza in Italia e fa nascere il 20 giugno 1883 la prima cooperativa di credi- to italiana, la Cassa Cooperativa di prestiti di Loreggia. L’esempio di Loreggia è presto imitato in altri paesi, la gran parte in provincia di Udine e di Padova, dove nascono le Casse di Trebaseleghe (23.4.1884), S. Angelo di Piove (19.4.1885), Campo S. Martino (21.6.1885), Castelbaldo (5.12.1886), Abano (23.1.1887) e, dopo quella di Galliera, quelle di Rovolon (30.12.1888), di Campodoro (1.3.1891) e di Torreglia (31.1.1892). Le ragioni del promettente avvio sono da ricercarsi in alcune peculiarità: sono fatte da e per i contadini, senza scopo di lucro sia per il Socio che per l’impiegato, limitate ad una sola parrocchia o ad un solo Comune perché ci sia un controllo reciproco dell’uso del denaro, vere cooperative in cui ognuno conta per sé stesso e non MARIO SARTOR Direttore PAOLA CIVIERO Vice Direttore MICHELE CECCHETTO Cassiere per i soldi o le azioni che ha. Di diverso, rispetto alle Raiffeisen-kassen, hanno un solo tratto: l’aconfessionalità, cioè non si richiamano esplicitamente nei loro Statuti al Cristianesimo od ai principi evangelici. Né può essere altrimenti per la provenienza stessa e per la formazione culturale del Wollemborg. Ma non si contrappongono nemmeno al clero locale. Tant’è vero che la Cassa di Loreggia ha come vicepresidente il Cappellano e così parecchie altre Casse hanno sacerdoti nei posti di responsabilità. Ma a partire dal 1892 decollano le Casse Rurali cattoliche, volute come tali dal loro fondatore don Luigi Cerruti e promosse da tanti altri parroci, che ritengono più affidabili e controllabili le Casse Rurali confessionali e sicuramente meno esposte agli attacchi del liberali- 9 NUOVE FILIALI COLLEZIONE AGOSTINO ZONTA - "EDITORI PIGNATA F.LLI" smo e del socialismo. Le Casse cattoliche si diffondono a macchia d’olio e frenano bruscamente la diffusione delle Casse Wollemborg, che da allora vengono chiamate anche Casse neutre. Nel 1897 le proporzioni sono molto significative: di fronte a 125 Casse Wollemborg sono già 779 le Casse cattoliche. E la Cassa di Galliera? Sarebbe interessante approfondire la ricerca sui suoi primi anni di vita, chiarire se è stata promossa da un possidente terriero locale od addirittura dal Parroco. E soprattutto come mai pochi anni dopo si sono create le condizioni per una contrapposizione tra di essa e la Cassa Rurale cattolica, fondata il 4.2.1896, sicuramente per iniziativa parrocchiale. Fatto sta che per alcuni anni operano in paese due Casse Rurali, presumibilmente contrapposte, situazione che in diocesi di Treviso (perché Galliera è diocesi di Treviso) si verifica solo a Mirano. La coesistenza deve risultare difficile soprattutto per la Cassa neutra che, all’inizio del ‘900, si vede circondata da una rete di Casse cattoliche, tra cui quelle di Bessica, di Loria, di Castello di Godego, di Treville, di S. Andrea oltre Muson, di Tombolo e soprattutto quella di S. Martino di Lupari. Quest’ultima in particolare beneficia della rivalità tra le due Casse di Galliera e conosce un rapido sviluppo, che la porta ad avere nel 1910 ben 852 soci, addirittura 908 nel 1913, record per una Rurale. Con l’apporto anche di un buon numero di soci da Galliera e dintorni. Segno evidente che la funzione delle Casse di Galliera è ormai esaurita. Cosa c’insegna la storia? Che la cooperazione di credito può presentarsi attraverso volti diversi, quello più attento ai valori economici (Cassa Rurale neutra o Wollemborg) e quello più attento ai valori sociali (Cassa Rurale cattolica). La scelta dell’indirizzo dipende dai soci e dagli operatori locali. L. M. DOMENICA 27 MAGGIO 2007 piazzetta antistante il Municipio di Galliera Veneta Ore 10.00 saluto delle autorità convenute e discorsi di rito, benedizione dei locali della banca e taglio del nastro. Seguità buffet per tutti organizzato dalla ProLoco di Galliera. Durante lo stesso weekend si terrà presso la Villa di Galliera la mostra d’arte Extempore, aperta a tutti gli artisti di qualsiasi tendenza pittorica. Nel pomeriggio della domenica ci sarà la premiazione, per la quale la nostra BCC ha sponsorizzato il Premio della Giuria ed il 1° Premio giovani. 10 RISPARMIO AMICO Piccoli passi per crescere insieme. COS’È Educare i bambini ed i ragazzi è un compito impegnativo per tutti i genitori, nonni, insegnanti…. e per il Credito Trevigiano. Sì, la nostra Banca di Credito Cooperativo ha da sempre nel proprio DNA la vocazione al risparmio, ed intende promuoverlo alle famiglie del territorio, non solo come meccanismo di accumulo, ma come forma di sviluppo ambientale e progresso economico. Il risparmio è un motore propulsivo di partecipazione e solidarietà che garantisce ai più piccoli un futuro sereno. Infatti, le occasioni per i bambini e ragazzi di ricevere somme di denaro sono molteplici: la nascita, il compleanno, le festività, le promozioni scolastiche, etc. è la linea di prodotti dedicati ai bambini e ragazzi da 0 a 17 anni. Insieme a Chica la formica, scopri in modo semplice e divertente come mettere da parte i tuoi soldini e, con l’aiuto del Credito Trevigiano, puoi diventare un piccolo risparmiatore. I libretti di deposito o il conto corrente della linea possono essere aperti dai tuoi genitori, nonni, zii, parenti… che intendono donarti somme di denaro. All’apertura del libretto un simpatico omaggio ti aspetta! COSA OFFRE I prodotti della linea I prodotti della linea opportunamente creati dal Credito Trevigiano per i figli di Soci e clienti, sono lo strumento ideale per far scoprire loro il valore del risparmio ed aiutarli a realizzare passo dopo passo obiettivi importanti per il loro futuro. In quest’epoca di consumismo e di rincorsa alle mode più trendy facciamo riscoprire insieme ai nostri ragazzi la tradizione di “far musina” e portiamoli in Banca ad aprire un libretto di deposito od un conto corrente per mettere da parte piccoli gruzzoletti! sono: : a misura di bambino / ragazzo : completamente gratuiti : senza alcuna spesa, nemmeno l’imposta di bollo! : sempre remunerati con tassi d’interesse tra i migliori sul mercato Vieni a scoprire tutte le opportunità ed i servizi a te riservati presso le nostre filiali o sul sito internet della Banca www.creditotrevigiano.it Il personale delle nostre filiale rimane a completa disposizione. Marco Monda Servizio Marketing e Prodotti 11 INIZIATIVE Vinci 50 Euro in buoni carburante Cari Soci, avete un amico, un parente, un cugino che non conosce la nostra Banca e non è ancora cliente? Presentatelo al personale di una della nostre filiali e se il Lui/Lei apre un conto corrente ed investe almeno 10.000 Euro dei propri risparmi presso di noi, potete vincere un blocchetto di buoni carburante del valore di 50,00 Euro. Dal 1° marzo 2007 è operativo, infatti, il concorso a premi “Porta un amico… E fai un pieno d’interessi!” con il quale il Credito Trevigiano ha messo in palio 1.500 buoni carburante Agip del valore di Euro 50,00 cadauno. La Banca vuole crescere e farsi conoscere a tutti quelli che, sebbene residenti nei Comuni dove opera, non sono ancora diventati clienti. Iniziativa promozionale soggetta a limitazioni. Operazione a premi valida dal 1/03/07 al 31/12 /07. Per informazioni visionare il regolamento presso le filiali. Il Credito Trevigiano è una cooperativa di credito e crede che grazie all’impegno di tutti i Soci potrà svilupparsi ancora di più per sostenere nuove famiglie e imprese locali. Il territorio ha bisogno di noi! Prendete visione del regolamento completo presso le filiali e… presentateci un nuovo amico! Servizio Marketing e Prodotti Futurlegno 2007: un successo Il 24 marzo, nella Fornace di Asolo, si è conclusa la sesta edizione di Futurlegno, l’iniziativa promossa dal gruppo legno-arredo della Confartigianato Marca Trevigiana in collaborazione con il Credito Trevigiano, volta a sensibilizzare i giovani studenti delle scuole medie della provincia di Treviso sulle molteplici opportunità offerte dal comparto. Per la giornata finale del concorso ‘Futurlegno’ si sono classificate otto classi. A premiare con il 1° premio di 1.500 Euro (borsa di studio) la classe 2ª B della Scuola Media “Stefanini” di Treviso è stato il vice direttore della Filiale di Asolo della nostra Banca. Complimenti a tutti i partecipanti per l’impegno e la dedizione dimostrata! 12 POLITICA AMBIENTALE L’energia a portata di mano: il Paese del sole Mai come in questo periodo si fa un gran parlare di energie rinnovabili, di limitazione dell’effetto serra o della fine delle scorte di petrolio; potrete anche notare che sono in forte aumento le pubblicità che collegano il nome dell’azienda o del prodotto al livello di “rispetto ambientale” praticato. I media normalmente tendono a fare sempre riferimento ad ipotetici scenari internazionali e agli obiettivi fissati dagli stati sovrani. Ma le singole famiglie possono portare beneficio al bilancio energetico del nostro Paese? Con la legge finanziaria e gli altri decreti legislativi di inizio anno, il legislatore sta cercando di dare un forte impulso al risparmio energetico e alla produzione di energie cosiddette verdi; in questo articolo si vuole porre l’attenzione su due fonti energetiche che nel complesso di tutte le energie rinnovabili sono facilmente sfruttabili dalle famiglie. L’energia del sole è disponibile a tutti e per il momento rimane esentasse, questa può essere utilizzata con l’ausilio di due tecnologie differenti: il solare termico (produzione di acqua calda) ed il solare fotovoltaico (produzione energia elettrica). SOLARE TERMICO Si tratta di una tecnologia semplice e consolidata da decenni che permette cospicui risparmi oggi amplificati dal meccanismo della detrazione IRPEF pari al 55% in tre anni. Gli impianti hanno due tipi di funzionamento. Quelli tradizionali “a circolazione naturale” sfruttano il principio dei fluidi accumulando l’acqua calda direttamente a monte dei pannelli. Questo determina la tipica visione del vaso di accumulazione sopra ai tetti. Il limite estetico di questo piccolo serbatoio di acqua è stato superato brillantemente con vari metodi: colorazioni in linea con le coperture, finti camini ed altro ancora. Chi volesse evitare il vaso di accumulazione sul tetto (lasciando solo i pannelli) può optare per un impianto a circuito forzato. Grazie alla presenza di una pompa elettrica, l’accumulatore di acqua calda può essere posto all’interno dell’abitazione. Questi impianti hanno una resa termica leggermente superiore ai precedenti pur presentando lo svantaggio di necessitare di una minima quantità di energia elettrica. Un altro aspetto da conoscere è che di solito non è l’acqua a venire riscaldata all’interno del pannello solare ma un apposito fluido (che resiste alle temperature sotto zero) che poi circolando (in modo naturale o forzato) cede il suo calo- re al circuito dell’acqua, riscaldandola. La progettazione dell’impianto deve tener conto dell’utilizzo che se ne vuole fare: solo produzione di acqua calda sanitaria o anche integrazione del riscaldamento (realistico solo per chi usa le “basse temperature” come quelle dell’’impianto a pavimento). In quest’ultimo caso il sistema va progettato nel suo complesso e sarebbe quindi preferibile scegliere il momento della nuova costruzione o del cambio della caldaia. Un metro quadrato di collettore solare può scaldare a 45÷60 °C tra i 40 ed i 250 litri d’acqua in un giorno, a secondo del periodo dell’anno. Le dimensioni orientative per la scelta di un sistema compatto sono di circa 0,6–0,8 metri quadrati per persona. Nell’arco dell’anno, con un impianto solare così dimensionato, si può risparmiare mediamente l’80% dell’energia necessaria alla produzione dell’acqua calda sanitaria. Il tempo di rientro economico dell’investimento dipende dal sistema che si va a sostituire/integrare: mediamente può essere di 2-4 anni a seconda del tipo di impianto e dei consumi effettivi. Oltre ai benefici “al portafoglio” questo impianto contribuirà a non immettere in atmosfera una quantità di anidride carbonica che può arrivare a 2.000 Kg all’anno per una famiglia di 4 persone ! SOLARE FOTOVOLTAICO Alcuni possono obiettare che il fotovoltaico raffrontato con altre energie alternative abbia costi eccessivi: allo scopo lo Stato, ormai 3 anni fa, ha istituito il meccanismo delle tariffe incentivate 13 POLITICA AMBIENTALE denominato Conto Energia. Il Governo ha recentemente promulgato il nuovo decreto sul fotovoltaico (DM 19/febbraio/2007) che fissa l’aggiornamento delle regole per l’accesso alle tariffe incentivanti. Questo sistema prevede il pagamento di una tariffa per ogni kWh prodotto dal pannello fotovoltaico per i venti anni successivi all’attivazione, consentendo di ridurre notevolmente i tempi di ritorno economico e addirittura di procurare un reddito a chi installerà un impianto. Le modifiche introdotte si possono così riassumere: lo snelli- mento delle procedure burocratiche per l’ottenimento della tariffa incentivante; per la prima volta vengono diversificate le tariffe a seconda delle caratteristiche di integrazione architettonica dei pannelli (vengono fortemente penalizzati i pannelli a terra e favoriti i piccoli impianti famigliari integrati con l’edificio; per integrato si intende quando il pannello stesso con la sua fisicità sostituisce la struttura edilizia, ad esempio si pensi alla copertura di una autorimessa o dove il pannello non ricopre le tegole di un tetto, ma le sostituisce integralmente). viene riconfermata la decurta- zione del 2% annuo della tariffa incentivante per i nuovi impianti le cui domande saranno inoltrate nel periodo intercorrente tra il 1 gennaio 2009 e il 31 dicembre 2010. Viene però inserito un premio per impianti fotovoltaici abbinati ad un uso efficiente dell’energia “pari alla metà della percentuale di riduzione del fabbisogno di energia conseguita e dimostrata” . Ad esempio un miglioramento del 20% si tradurrebbe in un +10% della tariffa. Le tariffe riportate nella tabella sono riconosciute per 20 anni a decorrere dalla data di entrata in esercizio dell’impianto. Impianti non integrati Impianti parzialmente integrati 0-3 0.40 0.44 0.49 3-20 0.38 0.42 0.46 > 20 0.36 0.40 0.44 Potenza nominale dell’impianto Un esempio pratico Una famiglia italiana tipo arriva a consumare circa 4370 kwh di energia elettrica all’anno per un costo approssimativo di 790 euro, escludendo le varie tasse e addizionali. Implementando un impianto fotovoltaico di 3 kw di picco (approssimativamente 24 mq pari alla copertura di un autorimessa per due automobili) spenderà circa 21.000 euro e produrrà intorno ai 3500 kwh elettrici all’anno (evitando l’immissione di un quantitativo di CO2 pari a 2450 kg). Il beneficio al bilancio famigliare sarà duplice : 5 in primo luogo verranno ricavati 1540 kwh annui erogati dal gestore della rete elettrica come tariffa incentivante; 5 in secondo luogo non si dovrà pagare l’energia elettrica autoprodotta e consumata, che al prezzo medio di 0,18 euro al kwh significa un taglio delle bollette di altri 630 euro. Il vantaggio complessivo è di 2170 euro che pone a circa 10 anni il tempo di rientro dell’investimento. Gli impianti sono garantiti come minimo venti anni (durate effettive per oltre 30) e quindi per i successivi 10 anni l’energia prodotta è “gratis” pur continuando a produrre il reddito del conto energia. Infine non va sottovalutato il fatto che con un impianto fotovoltaico si blocca la gran parte del proprio costo di energia elettrica per i prossimi venti anni (mentre le tariffe delle bollette saranno inesorabilmente destinate a salire). Impianti integrati In conclusione nella realtà attuale non è possibile sostituire completamente le fonti fossili tradizionali, ma si può ridurne il consumo in modo considerevole. Tante famiglie con un comportamento efficiente influiscono positivamente sulle emissioni di gas serra più di una grande centrale a fonti rinnovabili. La cosa importante da ricordare è che la realizzazione di qualsiasi sistema di risparmio energetico è assimilabile ad un investimento anche da un punto di vista finanziario: non si tratta affatto di soldi persi ma di guadagni certi ! Ricordiamo inoltre che il Credito Trevigiano ha da tempo una serie di prodotti finanziari specifici per aiutare a sostenere questo tipo di interventi: se siete interessati potete consultare la filiale a voi più vicina che sarà pronta a darvi le necessarie informazioni …buon risparmio a tutti ! N.B. 14 ASSISTENZA Stato sociale in crisi? Il Credito Trevigiano ha promosso la costituzione di una Società di Mutuo Soccorso: tentiamo di spiegarne le motivazioni, pur nella sintesi obbligata di un articolo. E’ convinzione diffusa che a provvedere alla Sanità ed alla Previdenza dei cittadini sia il “Pubblico” (Stato o Comune), con l’obiettivo dichiarato di sanare le distorsioni conseguenti alla distribuzione non equa della ricchezza prodotta nel Paese. Anche la dottrina della Chiesa è spesso intervenuta sull’argomento; ci limitiamo a citare l’enciclica Quadragesimo anno di Pio XI (1939), la Centesimus annus e la Sollecitudo rei socialis di Giovanni-Paolo 2°, nonché il documento conciliare Gaudium et Spes (1967). Man mano che si venivano estendendo i diritti di cittadinanza, civili, politici e sociali, è sorto in tutti gli Stati europei il cosiddetto “Welfare state” attraverso due momenti salienti: in un primo momento la Stato aiuta e assiste chi è in difficoltà e nel bisogno e a chi, lavorando, ha versato i contributi, assicura la pensione. In un secondo momento, in base al principio di redistribuzione e tramite pubbliche istituzioni, eroga prestazioni sanitarie e servizi sociali a tutti i cittadini, in quanto tali, finanziandoli con il prelievo fiscale Ma a partire dagli anni ’80 il nostro Welfare ha cominciato a mostrare evidenti limiti, per molteplici cause. Proviamo a riassumere: 1°- Con la globalizzazione, le politiche sociali, causa gli elevati costi ed il forte prelievo fiscale, mettono in crisi il nostro sistema economico, soggetto alla concorrenza su scala mondiale. 2°- La elevata “spesa sociale” contribuisce alla crescita eccessiva del debito pubblico; si tenta allora di rivedere il sistema complessivo delle prestazioni sanitarie e sociali, introducendo ticket e riformando più volte il sistema pensionistico 3°- L’ incidenza dei contributi pagati dalle aziende sbilancia il costo del lavoro rispetto a quelle della concorrenza estera. 4°- Il rapporto occupati-pensionati si squilibra. 5°- L’immigrazione crescente, necessaria al sistema produttivo, non riesce ad essere regolata attraverso flussi annui programmati. E’ illusorio l’affermare che i contributi versati dagli immigranti “ regolari” riescano a pagare le prestazioni sanitarie e previdenziali a quanti sono in quiescenza. 6°- Le nuove “malattie sociali”, tossicodipendenze, alcoolismo, violenza e reati contro la persona, spingono a istituire nuovi servizi, aumentando i costi che gravano sui bilanci pubblici. 7°- Si sta assistendo ad un profondo cambiamento di mentalità e di aspettative, con conseguente caduta del consenso (non sempre giustificato) rispetto ai servizi erogati, alla loro qualità ed uniformità. Da alcuni anni, consapevoli un po’ tutti della crisi irreversibile del nostro “stato sociale”, si è cambiato rotta: si tenta di costruire un sistema misto, aperto alle iniziative del “Privato”. Pur restando il finanziamento basato sul prelievo fiscale, è stata consentita la gestione di taluni servizi anche al settore privato, non profit e profit. Si fa strada il principio di sussidiarietà, non solo e non tanto contro l’ipertrofia costosa dell’interventismo dello Stato, ma facendo leva sulla responsabilizzazione dei cittadini, sulla loro capacità di iniziativa per far fronte ai diversi problemi. Responsabilità significa abilità nel rispondere…alle esigenze! Sussidiarietà e responsabilizzazione devono diventare cultura di gestione quotidiana… avvalendosi di qualche spunto della nuova legge sull’assistenza, la 328\2000, o recuperando una vecchia legge di fine ‘800, mai abrogata, sulle Società di mutuo soccorso. E’ quanto si è proposto, con buona volontà, il Cda del Credito Trevigiano. Piero Facin 15 SPECIALE ECUADOR “Nuova filiale” del Credito Trevigiano sulle Ande testo e foto di Gioachino Basso - Credito Trevigiano Con una folta delegazione, guidata dal Presidente Nicola Di Santo, il Credito Trevigiano ha partecipato al V° incontro Ecuador Italia tenutosi a gennaio in Ecuador a Riobamba, nella provincia del Chimborazo. Hanno preso parte al viaggio Presidenti, Direttori, Consiglieri, Soci e Dipendenti di varie BCC italiane ed i vertici del Movimento di Credito Cooperativo Italiano Federcasse, Agrileasing e Iccrea Banca. Il convegno si inquadrava nel più ampio progetto, promosso da Giuseppe Tonello, originario di Caerano di San Marco e nostro socio, di sostegno di Codesarrollo - una rete di casse rurali dell’Ecuador - per l’erogazione di prestiti alle famiglie di campesinos che si trovano in uno stato di estrema povertà. L’obiettivo è quello di dare a queste famiglie la possibilità di comprare i terreni che lavorano, affrancandosi dal giogo dei grandi proprietari terrieri. La rete di Codesarrollo offre servizi, assistenza, istruzione, educazione al risparmio per innescare un circuito virtuoso di piccoli investimenti locali che possono dare però un grande aiuto alla gente ora relegata ai margini della società. Per questo progetto un gruppo di BCC italiane, coordinate dalla Federazione nazionale delle Banche di credito cooperativo, ha effettuato un finanziamento di oltre 18 milioni di dollari a cui ha partecipato prontamente anche il Credito Trevigiano. Il giro in Ecuador è incominciato con la presentazione della realtà economica e finanziaria del Gruppo Sociale Fepp e di Codesarrollo, le due strutture più importanti che sono il motore dell’intera operazione di sostegno in Ecuador volute da Tonello. Entrambe di matrice cattolica, si ispirano ai principi solidaristici e di sviluppo dell’enciclica “Populorum progressio” di Paolo VI, che afferma come gli uomini abbiano il diritto di essere affrancati dalla miseria, di avere garantita e sicura la propria sussistenza, di godere della salute, di una occupazione 16 SPECIALE ECUADOR stabile e di essere liberi da ogni oppressione. Sono seguite quindi visite ad importanti cooperative locali sia di credito che di lavoro e produzione. Così abbiamo imparato come in Ecuador le Casse Rurali si chiamino Cooperative di Ahorro y Credito (risparmio e credito) e siano molto simili alle nostre Casse Rurali di un tempo. Stanno diventando il vero volano di sviluppo locale. L’ac-coglienza che abbiamo avuto è stata entusiasmante e festosa. Ci si sente quasi in imbarazzo nell’incontrare comunità di trecento persone che ti aspettano e ti accolgono! Forse non meritiamo tanto. Rincon de Los Andes: nuova filiale del Credito Trevigiano in Ecuador La giornata del 22 gennaio, ha visto la nostra Banca protagonista di un evento storico per i campesinos: l’inaugurazione sulle Ande, a 4150 metri di quota, dove l’altitudine ti fa venire il fiato grosso, di una casa comune e la consegna di animali da allevamento per ogni famiglia del posto. Commovente, genuina, semplice l’accoglienza riservata alla delegazione in un luogo impervio e quasi invivibile, sotto un cielo grigio ed una pioggia pungente spinta da un vento gelido, ma in mezzo ad un forte calore umano. È stato il coronamento di un progetto, lanciato dal Credito Trevigiano tra i propri Soci, Amministratori, Clienti e Dipendenti che ha superato la raccolta di oltre 40 mila euro. Il programma lanciato lo scorso anno con lo slogan “una capretta per l’Ecuador” voleva dare sostegno ad una comunità montana estremamente povera ed isolata. All’evento ha partecipato l’intera comunità dei campesinos locali con una festa di folclore, accoglienza, gratitudine, con tanto di banda musicale e taglio di nastro. La festa è proseguita per tutta la gior- nata animando tutta la comunità che la preparava con cura da mesi. I campesinos hanno preferito al posto delle caprette la consegna di 18 lama che meglio si adattano a quelle altitudini. Sono state fornite anche centinaia di piantine da utilizzare per la riforestazione. La casa comune, gradevole ed accogliente, è l’unico edificio pubblico della comunità che lo userà per le riunioni locali, per un ambulatorio a servizio in particolare delle donne, per un’aula scolastica e per le funzioni religiose. Finalmente questa sperduta comunità di 50 famiglie potrà avere un luogo dove trovarsi per iniziare a risolvere i propri problemi di sostentamento, di istruzione e per trovare alternative all’emigrazione. Idealmente tutto il Credito Trevigiano era lassù con noi. È per questo che possiamo quasi dire, con orgoglio, di avere aperto la nostra trentesima “filiale” in Ecuador. Nei giorni seguenti è stata la volta del convegno a Riobamba sul tema delle “Rimesse, esportazioni e finanza popolare per promuovere lo sviluppo locale”. Si voleva focalizzare sulla necessità ed opportunità di canalizzare i flussi di denaro che gli emigranti ecuadoregni nel mondo mandano a casa, verso investimenti produttivi oltre che ad essere destinati al consumo e al sostentamento delle famiglie. Così, fondamentale è stato la collaborazione tra Codesarrollo e le strutture centrali Italiane del Credito Cooperativo per porre in essere gli strumenti tecnici perché ciò fosse fattibile. Al convegno hanno partecipato quasi cinquecento persone con decine di interventi delle tante realtà economiche e rurali dell’Ecuador. Ogni comunità voleva Il Presidente Nicola Di Santo 17 SPECIALE ECUADOR essere rappresentata perché il momento ufficiale costituiva una sorta di riconoscimento e di merito sociale. Alla presenza delle maggiori istituzioni finanziarie dell’America latina, il Presidente del Credito Trevigiano Di Santo, a nome delle BCC Italiane, ha portato l’esperienza della realtà veneta, cioè la storia di un popolo povero che per anni ha emigrato e che poi è diventato “ricco”, esportatore di iniziative, idee, cultura, innovazione. Ha lanciato cioè un messaggio positivo lasciando intravedere la possibilità, per gli attuali immigrati presso di noi, di un futuro migliore nella terra di origine di ognuno. Lo stesso percorso lo sta facendo ora l’Ecuador, un paese di 12 milioni di abitanti con più di 3 milioni di emigranti e con milioni di persone che vivono sotto la soglia di povertà, costretti a vivere con meno di un dollaro al giorno. Infine un altro momento importante è stato quello dell’inaugura- Geovanny Cardoso - Codesarrollo, Franco Caleffi - Federcasse, Beppe Tonello, Giulio Cesare Piccirilli - Ambasciatore d’Italia. zione della nuova sede di Codesarrollo nella capitale Quito alla presenza, tra le altre autorità, del ministro dell’economia dell’Ecuador Patiño, dell’ambasciatore italiano Piccirilli, del direttore di Federasse Caleffi e di Herrera rappresentante dell’Autorità di Vigilanza sul sistema finanziario dell’Ecuador. Ancora una volta l’esperienza di questa collaborazione ci ricorda come la nostra vera mission sia quella di ricercare e diffondere il benessere comune dei Soci e della nostra comunità di riferimento. Ne beneficeremo tutti, anche le realtà come l’Ecuador che con il nostro piccolo aiuto si affacciano solo ora ad un nuovo modello di sviluppo. Ecuador 2007: i figli di Atahualpa testo e foto di Gioachino Basso gennaio 2007 Torno in Ecuador per la seconda volta, mi aspetto, come per la prima, un salto indietro nel tempo che mi farà vivere come eravamo qui cinquant’anni fa. Sarà una maratona fitta di incontri, faticosa ma piena di contatti umani. Ci attendono comunità intere. Nella comunità di Cacha, discendente dall’ultimo imperatore Inca Atahualpa, ucciso dal conquistatore spagnolo Pizarro nel 1532, mi guida Isaura, assieme ai suoi compagni, una giovane ragazza che indossa un bellissimo vestito indigeno. Parla per primo l’antica lingua quechua e, solo dopo, lo spagnolo, è fortemente radicata nella sua storia, ma proiettata nel futuro del suo paese. Subito percepisco che in questo posto le relazioni umane sono vissute come valori primari. Tante mani si stringono e si scambiano tanti saluti. Prevalgono i valori della solidarietà, della generosità e della grande famiglia in cui c’è posto per tutti. Valori che sono diversi rispetto a quelli di tutt’altro segno che emergono oggi nella nostra provincia e che ci rimandano alla memoria di un nostro tempo passato, più a misura d’uomo, del quale esprimiamo spesso il rimpianto. Tutto è improntato ad una grande semplicità: le case, il modo di vestirsi, il cibo, il tempo. Noi, al confronto, abbiamo di tutto e di più ma a prezzo di un costo, forse esagerato, in termini di “cura 18 SPECIALE ECUADOR eccessiva dell’immagine”, di “stress da prestazioni”, soprattutto di “relazioni frettolose” che subordiniamo al nostro lavoro, per mantenere uno standard di vita il più delle volte costruito e che non ci appartiene veramente. La povertà. Nonostante l’apparente normalità delle città (Quito-Riobamba) la povertà esiste e spunta fuori ovunque, basta guardarla nei visi e nelle mani della gente, nel tenore di vita, nei bimbi che non vanno a scuola e che mendicano per strada, nel pranzo di festa a base di patate e mais che i campesinos ti offrono prendendoli da un grande catino per terra, nel cibo avanzato sui piatti e raccolto in sacchetti per la mañana (per il giorno dopo), nel villaggio Rincon de los Andes a 4200 metri di altezza, dove inauguriamo una casa comune, costruita con il nostro contributo. Incontriamo Beppe Tonello, promotore del nostro contatto. Una figura carismaticadella nostra terra, che ha saputo cogliere, in trent’anni di lavoro in Ecuador, assieme a tanti missionari, l’essenza dei bisogni che affliggono quella gente e ha posto in essere una fitta rete di Casse Rurali, di Cooperative, di Scuole, di Associazioni che si propongono di migliorare le condizioni sociali ed umane. Stupisce la sua capacità di mettere al primo posto la “persona” più che gli aspetti economici. Nessuno di noi effettuerebbe investimenti che, come lui propone, sono assolutamente perdenti sotto il profilo economico, ma che nella logica del servizio alla persona trovano invece una ragione di essere ed una motivazione che va oltre il semplice tornaconto. Appare evidente la correlazione stretta tra la storia che ha interessato il nostro paese e le nostre Banche di Credito Cooperativo ed il percorso che attualmente si sta facendo in Ecuador. Noi possiamo dare un grande contributo in termini di vissuto, di esperienza, di errori da non ripetere e di collaborazione economico finanziaria. È un obiettivo che ben si coniuga con quanto prevede lo Statuto della nostra BCC. Ne riceveremo in cambio, forse, un po’ di quell’umanità che nel tempo abbiamo perso e che ancora laggiù si trova. Tutte queste sensazioni le percepisce e le vive anche Isaura che si attende grandi cose da noi, perché riconosciamo che lei e la sua gente esistono e che sono meritevoli delle nostre attenzioni, del nostro aiuto che lei, fiera figlia di Atahualpa non chiede, ma che dimostra di apprezzare mentre, dall’alto del pendio che dà sulla vallata, mi indica il suo mondo ed un panorama bellissimo, chiuso all’orizzonte dai vulcani Chimborazo e Tungurahua innevati. 19 SPECIALE ECUADOR Missione Ecuador Nell’ambito dei contatti che annualmente la Federazione Nazionale delle BCC intrattiene con l’Ecuador, è stato organizzato nello scorso gennaio un viaggio missione con i rappresentanti delle BCC che sostengono il Progetto Codesarrollo, cui ha partecipato anche il Credito Trevigiano con alcuni esponenti delle Associazioni di categoria locali ed i più generosi contribuenti all’iniziativa “Rincon de los Andes”. Da uno dei partecipanti ci è giunta questa lettera: Sono per ringraziarvi infinitamente dell’opportunità che mi avete dato nel partecipare con la commissione al viaggio di missione suddetto. Devo dire che ero molto scettico e soprattutto non preparato psicologicamente a quello cui andavo incontro. Mi sono convinto a partecipare pensando che non sarebbe stato un viaggio di piacere, ma un’occasione per conoscere una realtà profondamente diversa dalla nostra in cui le condizioni di vita sono molto più difficili delle nostre. E così è stato. Innanzitutto, ho conosciuto una grande persona come Bepi Tonello: credo che poche sono le persone che sacrificano la loro vita a favore dei poveri e dei bisognosi come ha fatto lui. Voi mi avete aiutato moltissimo con l’incoraggiamento, con parole di stimolo, con supporto logistico, con sincera amicizia. Mi ha dato coraggio il vedere questi paesaggi desolati, queste persone che hanno tanta volontà di andare avanti e migliorarsi, dimostrando l’affetto reciproco e la sincerità nel sostenersi l’un l’altro. Hanno capito una cosa importante: il bisogno di unirsi in cooperative per poter produrre, competere e cercare di difendersi con la qualità e la naturalezza dei prodot- ti. A quanto sembra ci stanno riuscendo e ci riusciranno sempre di più se noi, che abbiamo visto con i nostri occhi queste coraggiose realtà, riusciremo a trasmettere a tante e tante altre persone il messaggio che abbiamo fatto nostro dopo questa esperienza, cioè la necessità di dare solidarietà e aiuto concreto a queste comunità. Ricordo i villaggi sperduti e fatiscenti, le persone affaticate dal lavoro che seguono le proprie tradizioni e il proprio modo di pensare. Ma la cosa che più mi è rimasta impressa negli occhi e nel cuore sono stati i bambini: i loro occhi spenti, mai sorridenti, sempre in silenzio. Però non sono mai abbandonati, sono sempre insieme alle loro mamme: da piccolissimi costantemente trasportati sulle spalle, da grandi le accompagnano ovunque, anche al lavoro nei campi. Non mi vergogno ad ammettere che ho pianto pensando che da noi i bambini hanno di tutto e di più: solo con il superfluo di un mese loro vivrebbero bene per un anno. Un altro fatto mi ha colpito fortemente. In uno dei villaggi visitati ho visto un gruppo di 10-12 bambini, riuniti tutti insieme: Bepi mi detto che era un asilo. Ma come!? Una baracca di terra cotta e paglia, il pavimento di terra, come porta uno steccato alto circa un metro, e dentro: niente!! Vuol dire che i bambini o rimangono sempre in piedi o si siedono sulla terra. Una volta tornati in corriera, ho chiesto a Bepi quanto costerebbe sistemare l’asilo in modo che questi bambini possano avere un’aula con banchetti e tavolini, una lavagna, un pavimento, una porta e un po’ di didattica e qualche gioco. Servono 7- 8.000 euro. Ho subito detto a Bepi di preparare il progetto, in modo che io insieme ad amici e a chiunque voglia partecipare, possiamo realizzare questa iniziativa umanitaria a favore dei bambini dell’Equador. Faccio appello a tutti coloro che vogliono aderire: confido che sarete tanti e tanti, in fin dei conti con il costo di qualche cena si possono aiutare moltissimi bambini. Concludo ringraziando ancora il Credito Trevigiano per l’opportunità che mi ha dato. Questa esperienza dimostra come la missione di una banca deve essere anche quella di promuovere tali iniziative umanitarie, e questo fa onore al Credito Trevigiano. Silvio Bellon Per informazioni: 335/388333 20 IMPRESA FAMIGLIA I figli non crescono più. Ed i genitori? Un altro corso di quell’educazione permanente che da tempo ci .it tori eni www.scuolag anizzativa: affligge? Una 0 Segreteria Org 28 701 3 701240 telefono 042 igiano.it rev www.creditot delle ormai rituali lamentazioni sui ieme Crescere ins meglio figli…che è re e per cresc sempre più f. il pro Incontro con difficile capirlo Pao li? Od una CREPET terapia di giovedì19 .30 20 e gruppo sul aprile 20 07 or difficile a: sul tem Ù PI O mestiere di N CO ES R I FIGLI NON C g e n i t o r e? STUMIA” presso te “ANTICA PO Niente di l’Hotel Ristoran- Vedelago Via Postumia tutto questo. Non sono queste le finalità. Si tratta di una serie di incontri, di conferenze, tenute non da un luminare che cala dall’alto i risultati dei suoi studi e delle sue ricerche, ma da un esperto, sì, che però sa condurre il pubblico a riflessioni pratiche, dettate dallo studio di comportamenti, dalla lettura dei tempi. Secondo la formula ormai sperimentata dal prof. Paolo Crepet, psichiatra e sociologo, che da tempo ha lasciato il suo lavoro di ricerca per dedicarsi ai problemi dei giovani nei rapporti con la famiglia, con la scuola, con la città. Ed in questo lavoro, che lui definisce “da tuareg”, continua a trovare ovunque tanta gente che ha voglia di uscire di casa, di parlare, di inquietarsi, di incazzarsi. Tanto che gli è venuta l’idea di dare forma ed organizzazione a questi incontri e di fondare una vera e propria Scuola per geni- tori, che riesca a coinvolgere anche gli insegnanti e gli stessi giovani. Così è nata l’Impresa famiglia. Scuola per Genitori di Vicenza, promossa in collaborazione con l’Associazione Artigiani della Provincia di Vicenza, giunta alla terza edizione e ad un numero di iscritti che ha dovuto essere bloccato a quota 700. L’iniziativa è stata mutuata in altre città, Forlì, Terni, Trento, e dallo scorso anno anche in provincia di Treviso, per iniziativa dell’Istituto Cavanis e della Confartigianato di Asolo. I problemi affrontati sono davvero comuni ed il Credito Trevigiano ritiene che sia il momento giusto per proporli alla riflessione dei genitori e degli educatori della Castellana e della Pedemontana. Secondo la formula sperimentata a Vicenza del coinvolgimento degli omologhi rappresentanti del mondo produttivo locale e cioè della Confartigianato di Castelfranco e di quella di Montebelluna. Per il Credito Trevigiano è il naturale sviluppo del Progetto Studenti e dei concorsi I piedi nel locale, la testa nel globale e Parole in viaggio, in cui vengono trattate tematiche simili. Cosa ci si aspetta? Non certo soluzioni miracolistiche ai problemi, che sono per loro natura complessi. Sicuramente analisi e riflessioni vicini alle persone, che aiutino ad uscire un po’ alla volta dai luoghi comuni e dal senso di rassegnazione e di impotenza che da tempo ha preso la famiglia, la scuola, le agenzie educative in genere. “Col rischio di ripetere cose scontate, ovvie, quasi banali”, avverte Paolo Crepet, cui resta affidata la Direzione Scientifica del progetto, ma quanto mai opportune nella situazione che stiamo vivendo. E cita a proposito un verso di Umberto Saba: “Amo parole trite che pur nessuno osa”. Come ovvio può risultare l’invito rivolto ai genitori di non essere eternamente indecisi tra severità e buonismo, tra controllo e fiducia, tra il ruolo dell’adulto ed il ruolo dell’amico, per diventare capaci di autorevolezza, di dignità, di fermezza, di coerenza. “Di susta, direbbe mia nonna”, precisa il professore. Se vogliamo aiutare i figli a vincere le fragilità, le insicurezze, le disarmanti vulnerabilità, cui li ha consegnati una società che li ha fatti crescere senza il senso del sacrificio, del dolore, della frustrazione. C’è davvero il rischio che i giovani non si decidano a crescere, che invecchino senza maturare, per questo è necessario ascoltarli, cercare di capirli: “Credo che l’intelligenza di un genitore si verifichi proprio in questa capacità di amare ciò che si allontana da sè”. Lorenzo Morao 21 VILLA EMO Quando “la vite era maritata al gelso” I lavori della fattoria sono pressoché completati e si sta provvedendo alla pulizia e alla predisposizione degli arredi, mentre all’esterno si sta ultimando la sistemazione del giardino, delle recinzioni, degli accessi. Nel contempo, un’altra fase di lavori, di particolare importanza, si è avviata con la sistemazione dei terreni di un’area a sud del borgo. L ’occasione è quella dell’inaugurazione del nuovo centro servizi e dell’assemblea annuale dei soci della banca, per cui sarà montata una tensostruttura nell’area a sud del borgo est, il tema è quello dei necessari parcheggi per le migliaia di presenze previste. In accordo con la Soprintendenza, è stato redatto un progetto di parcheggio compatibile col paesaggio agrario esistente su tutte le aree a sud del borgo, in previsione di eventi periodici che possano coinvolgere grandi quantità di utenti. Dal punto di vista tecnico il progetto è caratterizzato dalla realizzazione di un fondo di materiale che associa buone caratteristiche di portata con doti di fertilità ido- Esempio di piantumazione nee a supportare uno strato erboso permanente, steso su uno strato di tessuto-non- tessuto a protezione del terreno sottostante, senza comportare sbancamenti di terra. Questa scelta garantisce il rispetto delle caratteristiche dei terreni originari e la completa reversibilità futura dell’intervento. Un idoneo assetto planimetrico creerà le pendenze atte ad evitare ristagni d’acqua e la futura installazione di lampade ad energia solare garantirà l’illuminazione notturna evitando, oltre ai consumi di energia, anche l’impattante posa di cavidotti. A completamento dell’opera verranno piantumati filari di viti sostenute da gelsi, per minimizzare l’impatto visivo delle auto in sosta. Il riferimento è il paesaggio agrario veneto della tradizione, nel quale la “vite maritata al gelso” costituisce la matrice distintiva. Nel provvedimento autorizzativo della Soprintendenza, si raccomanda inoltre di provvedere, all’inizio di ogni filare, alla piantumazione di “rosa canina” con funzione di antiparassitario naturale, come, ben prima dell’introduzione dei fitofarmaci, si faceva nelle nostre campagne. L’intervento, nel suo complesso, costituirà così una testimonianza di quell’assetto del territorio che l’introduzione della monocultura ha da tempo modificato. In questa prima fase, a conclusione del cantiere della Fattoria, si è scelto di realizzare uno stralcio “pilota” del progetto, per verificare, in occasione degli eventi previsti a fine aprile, la corretta esecuzione dell’intera operazione nel futuro. I lavori eseguiti riguardano solo la fase di predisposizione del fondo, in attesa del necessario consolidamento naturale dello strato di ghiaia, nonché della stagione propizia per la piantumazione. Pertanto, per gli eventi dell’assemblea dei soci e dell’inaugurazione, saranno predisposte ulteriori aree a parcheggio in zone circostanti, opportunamente segnalate negli inviti e sulla viabilità, con la predisposizione di un servizio continuo e gratuito di bus navetta a collegamento con Villa Emo. Enzo Bergamin 22 CENTRO DIREZIONALE Villa Emo, la fattoria Ciò che è accaduto in questi ultimi mesi dietro il muro storico di Villa Emo, segnalato solo dalla presenza di elementi di comunicazione e da movimenti di mezzi e strumenti del cantiere, è stato fino ad ora uno spettacolo riservato solo ai “pochi” che hanno promosso e portato avanti il restauro della Fattoria per il nuovo Centro Servizi del Credito Trevigiano. Spesso accade, nei cantieri di restauro, che ciò che trasforma e ridona splendore al tessuto storico di un territorio, che riporta in vita e allo sguardo edifici appartenenti alla memoria collettiva, rimane un “segreto” degli addetti ai lavori e raramente diventa storia condivisa da chi ha vissuto la propria vita a fianco di quegli edifici, li ha visti nascere o vivere trasformandosi, a volte fino alla decadenza e all’abbandono. Ma il cantiere della Fattoria di Villa Emo, caratterizzato nella sua conduzione da un necessario riserbo legato alle ragioni della sicurezza e delle impegnative lavo- razioni, non vuole rimanere un pezzo segreto della storia di una fabbrica che da sempre è vissuta in simbiosi con il territorio e la sua gente. Così, quando tra pochi giorni i cancelli si apriranno definitivamente per svelare in maniera chiaramente visibile il risultato di tanto lavoro, ciò che è rimasto tra le pagine dei ricordi di questi cinquecento giorni di cantiere trova comunque uno spazio adeguato di narrazione. Così nasce il libro La fattoria di Villa Emo. Il nuovo Centro Servizi del Credito Trevigiano, edito da Marsilio Editori, pensato come documento che consegni, nelle mani di tutti quelli che a buon diritto ne hanno curiosità, quanto è accaduto in questa fase della vita della Fattoria. E se lo scopo è quello di raccontare ciò che di solito è riservato agli addetti ai lavori, il linguaggio adottato è proprio quello di chi, a diverso titolo, ai lavori ha dato vita. Prende forma così un libro che, ripercorrendo tutte le fasi della vicenda che ha dato il via a questa prima fase di restauro del complesso di Villa Emo per mano del Credito Trevigiano, nella forma di un racconto a più voci restituisce un’immagine completa di questo periodo di tempo, raccontato da tutti gli attori che ne hanno preso parte, secondo i diversi punti di vista e i diversi registri narrativi, dal committente promotore, ai “controllori”, agli esecutori. Partendo quindi da un richiamo a temi peraltro ben già noti, quali le valenze storiche, artistiche e monumentali del complesso di Villa Emo e delle sue particolari relazioni con il territorio, si dipana un racconto che non tralascia di spiegare con cura quante e quali inevitabili complessità si intrecciano nella gestione del progetto e dei lavori di un’opera di restauro così densa e articolata. La complessità dei temi affrontati discende in misura uguale dalla particolarità della fabbrica e del suo contesto e dalla particola- 23 CENTRO DIREZIONALE rità delle esigenze del Committente, una Banca che, con scelta coraggiosa, decide di sfidare la soluzione del difficile binomio edificio storico/edificio per uffici, conservazione/adeguamento tecnologico, in una stimolante avventura che ripropone spazi di lavoro contemporanei dentro spazi di lavoro antichi, in un passaggio ideale dalla forza bracciantile alla velocità dei sistemi digitali, con la scommessa di riuscire a coniugare esigenze contemporanee e rispetto della memoria, in un progetto caratterizzato dalla compatibilità e dalla sostenibilità delle soluzioni adottate. Questa la premessa, chiaramente spiegata e documentata in apertura del libro. E quale modo può risultare più efficace per capire se il gioco è davvero riuscito se non una ricca documentazione di immagini? Così il libro sceglie il linguaggio visivo come canale preferenziale per raccontare la vicenda, sviluppando, accanto al filo conduttore dei sintetici saggi, un altro piano narrativo che, senza commenti aggiunti, spieghi da solo le ragioni della fabbrica e del progetto. E le immagini risultano strumento particolarmente efficace per la narrazione di ciò che non è più visibile, per raccontare la vita del cantiere fissando in vari scatti esplicativi e significativi le fasi di trasformazione “sotto la pelle” che hanno prodotto un risultato ora visibile, testimoniando la fatica, la complessità e l’attenzione dedicata a ciascuno dei temi affrontati; svelando tutto ciò che del progetto non risulta leggibile a occhio nudo ma che ne ha costituito parte fondamentale nelle scelte di base; sviscerando temi quali le dorsali impiantistiche nascoste, i consolidamenti statici e antisismici necessari a garantire la sicurezza della fabbrica e dei suoi utilizzatori, i delicati interventi di restauro, condotti con maestria artigianale pur in un cantiere a scala “industriale”, per conservare tutto ciò che era possibile riconvertire e armonizzare nella nuova funzione. La linea editoriale scelta, per un testo che mescola racconti professionali a brani di storia e civiltà locale, conferma il livello elevato di tutta la vicenda di Villa Emo, a scala nazionale e internazionale, e La vicenda che lega il Credito Trevigiano e il complesso monumentale di Villa Emo si arricchisce di un’altra importante occasione di riflessione sulla sua tutela e conservazione. In occasione dell’acquisto del complesso da parte del Credito Trevigiano si è avviata infatti una completa revisione ed estensione dei vincoli di tutela della proprietà da parte della Soprintendenza ai Beni Paesaggistici e Architettonici del Veneto Orientale. Questa vicenda diventa episodio esemplare e esemplificativo di come le leggi di tutela dei beni storici e monumentali siano strumento operativo ed efficace per la conservazione del patrimonio culturale. produce uno strumento adeguato a testimoniare anche fuori dall’ambito locale gli sviluppi e gli esiti di un progetto etico e sostenibile di salvaguardia e condivisione di un bene storico, che si offre ora ad un vasto pubblico di utenti, così come la vicenda di Villa Emo e del suo territorio, emblema dei principi palladiani, 500 anni fa riecheggiò ben oltre i confini della proprietà. A.T. Il tema è ampiamente sviluppato dalla mostra documentaria Il vincolo quale strumento di tutela e conservazione del patrimonio culturale, che la Soprintendenza realizzerà a partire dal 5 maggio 2007, fino a settembre, presso il Museo Nazionale di Villa Pisani a Stra, incentrata appunto sul percorso di tutela di Villa Emo, a partire dalla prima legge, la 364/1909, fino al recente Decreto Legislativo 42/2004. La manifestazione si inserisce negli eventi promossi per la Settimana della Cultura, che annualmente il Ministero per i Beni e le Attività culturali organizza, e anticipa le iniziative per i cinquecento anni della nascita del Palladio, che si terrano il prossimo anno. 24 COOPERAZIONE Dalla serra di San Floriano fiori di solidarietà e di cooperazione In un’epoca di imperante individualismo non capita spesso sentir parlare di cooperazione. Tanto meno della nascita di una cooperativa. Se poi si tratta di una cooperativa scolastica la meraviglia è d’obbligo. L’hanno fondata i ragazzi della I e della II D della Scuola Media di S. Floriano, assistiti ed organizzati dalle insegnanti Alda Daminato (Sostegno), Lidia Mazzocco (Matematica), Silvana Petruzzelli (Lettere) e Margherita Zoncapè (Tecnologia). È stato veramente emozionante per i ragazzi, lunedì 12 marzo, giorno dell’inaugurazione ufficiale, veder giungere a scuola un Consigliere comunale, a nome del Sindaco di Castelfranco, il Direttore della Confcooperative provinciale, il Presidente del Credito Trevigiano e numerosi genitori per dare la giusta solennità all’occasione. “La prima parte della cerimonia”, scrivono nel loro Diario di bordo, “si è svolta con la presentazione del nostro progetto, illustrata dal Preside e dalla professoressa Petruzzelli, poi è proseguita con la lettura di una parte del nostro diario di bordo; dopo di che siamo passati alla lettura degli articoli del nostro Statuto. Questi sono molto importanti e ogni cooperativa deve rispettare i propri”. I ragazzi hanno seguito con attenzione i vari passaggi, orgogliosi ed anche un po’ meravigliati del coinvolgimento di esponenti tanto importanti del mondo cooperativo, che hanno commentato il loro progetto ed il loro Statuto, facendo rilevare le analogie con gli Statuti delle proprie Cooperative. Ed hanno particolarmente gradito l’annuncio del Presidente dott. Di Santo: “Il Presidente del Credito Trevigiano ci ha detto che la Banca ha aperto un libretto intestato alla nostra Cooperativa con ben 500 Euro!!!”. A conferma dell’interesse e dell’apprezzamento con cui viene seguito il progetto. Poi sono passati all’elezione delle cariche sociali: “Per le elezioni ci siamo organizzati in questo modo: abbiamo sistemato in una stanzetta, accanto a quella in cui eravamo noi, dei contenitori per mettere i foglietti con il voto; poi sono stati consegnati i bigliettini, stampati precedentemente, con i nomi e gli appositi spazi per mettere la crocetta per la preferenza di voto. Successivamente, ordinatamente, un po’ alla volta, ci siamo diretti nella stanzetta per votare. Quando tutti avevano espresso la propria preferenza, i nostri compagni scrutatori hanno contato i voti alla presenza del Direttore della Conf-cooperative, dott. Filippo Conte, che ha fatto da notaio”. 25 COOPERAZIONE Così è nata ufficialmente la Cooperativa Scolastica “Coltiva la pace”, nome scelto dai ragazzi ad indicare che a partire da quella serra, in cui si coltivano già piantine di ortaggi e bulbi di tulipano, s’intendono sviluppare anche altri valori, quali l’abitudine al confronto, la condivisione di obiettivi, l’autogestione, lo spirito di collaborazione, la partecipazione democratica, il rispetto degli altri. Obiettivi propri della cooperazione ed ancor di più dell’educazione della persona, che dovrebbe essere il compito primario della Scuola. Tutto è partito da un’esigenza scolastica di pressante attualità, l’integrazione dei ragazzi svantaggiati, a cui si è cercato di dare una risposta già lo scorso anno, facendo partire il “Progetto Serra”, appunto per dare motivazioni, opportunità diverse e nuovi interessi a quanti si trovavano in situazioni di difficoltà. I buoni risultati dello scorso anno hanno portato ad un ampliamento del progetto ed all’avvio di nuove iniziative: l’attività di compostaggio, con il riciclo dei rifiuti della mensa scolastica, lo studio dell’ambiente, con la mappatura delle piante del parco della scuola, e la costituzione della cooperativa, che consente, tra l’altro, la commercializzazione dei prodotti della serra sulle varie piazze. Il ricavato sarà destinato all’acquisto di strumenti utili alla scuola e ad un progetto di solidarietà, che verrà scelto a fine anno, sulla base delle proposte presentate dall’Associazione “Insieme si può” tramite don Edoardo, referente locale. Anche in altre scuole si pratica un’attività di serra, ma in nessuna ancora, almeno a livello veneto, è stata inserita all’interno di un progetto così articolato ed originale, che prevede l’assunzione di responsabilità dirette da parte dei ragazzi, la necessità di misurarsi con obiettivi operativi, l’esercizio di strumenti associativi propri degli adulti, il perseguimento di finalità quanto mai educative e formative. Merito delle insegnanti, disponibili ad un impegno progettuale ed operativo che va ben al di là delle tradizionali attività curricolari, dei rispettivi Consigli di classe e dei genitori, che hanno dato il loro consenso alla realizzazione del progetto, del Dirigente scolastico, che l’ha seguito passo passo, e soprattutto dei ragazzi, divenuti i veri protagonisti dell’iniziativa. Non è facile mettere assieme tutte queste componenti. Alla Scuola media di S. Floriano ci sono riusciti. Da una cooperativa che ha più di cento anni di vita, come il Credito Trevigiano, ad una cooperativa appena nata, come la Cooperativa Scolastica “Coltiva la pace”, i migliori auguri. Lorenzo Morao Cooperativa scolastica “Coltiva la pace” Le cariche sociali Presidente: Pozzobon Andrea 2D Vicepresidenti: Vigo Mattia 2D, Cattapan Vanessa 1D Consiglieri: Cavarzan Elia 1D, Comacchio Andrea 2D, Giunto Andrea 1D, Parisotto Chiara 2D,Trevellin Sandy 2D, Volpato Ilenia 1D Sindaci: Cavarzan Marco 2D, Agnolin Barbara 2D, Zavarise Melissa 1D Probiviri: Piccolo Nicholas 1D, Bellai Ilenia 1D, Piva Alyssa 2D Segretari: Breda Barbara 2D, Mattiazzo Davide 2D Tesorieri: Pellizzato Elena 2D, Dalla Zanna Andrea 1D 26 SPECIALE AZIENDE Eccellenza nel legno L’azienda Giorgio Marin Spa di Fanzolo lavora e vende legnami pregiati e legno lamellare, oltre a realizzare pavimenti di classe Alle spalle 85 anni di esperienza, negli occhi il desiderio di rinnovarsi ogni giorno, per rimanere competitivi e all’avanguardia nel mercato globale. L’azienda Giorgio Marin Spa di Fanzolo di Vedelago, giunta alla terza generazione, è il classico esempio di “multinazionale tascabile” del Nord Est: a caratterizzarla una struttura organizzativa snella, con a capo la famiglia Marin che dal 1922 acquista legnami, li lavora e commercializza in ogni parte del mondo, posizionandosi sui mercati internazionali di gamma alta e medio/alta, con una cura molto accentuata per il rispetto ambientale, la qualità di prodotto e di servizio. “La sede centrale di Fanzolo ci spiegano - è stata ideata come un centro logistico di distribuzione, e dispone di ampi magazzini riforniti con oltre 80 tipi di essen- ze pregiate: dai legni duri europei ed americani (latifoglie), ai legni esotici africani, sino alle essenze resinose. Grazie a costanti investimenti in tecnologia siamo inoltre in grado di essiccare oltre 3mila mc di legname al mese. Circa il 70% della produzione è destinato all’estero, verso 48 Paesi diversi”. Negli anni ’90 l’azienda è stata fra le prime del settore ad affacciarsi sul mercato cinese. Per precisa scelta gestionale Giorgio Marin Spa ha mantenuto la filosofia della piccola impresa, aperta al mondo, capace di adattarsi velocemente alle mutevoli esigenze dei mercati e della produzione, in grado di soddisfare allo stesso tempo sia le piccole che le grandi forniture, realizzando anche lavorazioni particolari per i clienti più esigenti come cantieri navali, arredatori, falegnamerie. Quando chiediamo a Giorgio Marin (presidente) e alla moglie Silvana (area amministrazione), insieme ai figli Davide (responsabile commerciale estero) e Paolo (responsabile area produttiva), di descriverci l’azienda ed i suoi valori di riferimento, la risposta arriva univoca ed immediata: “Giorgio Marin Spa è seria, professionale, innovativa e risponde al cliente con massima responsabilità”. Non a caso l’impresa trevigiana è stata fra le prime in Europa a conseguire le certificazioni FSC (Full Chain of Custody) e PEFC, ed attualmente sta lavorando per l’ottenimento dell’ISO 9001:2000 e per l’ISO 14001:2004 rispettivamente certificazioni del sistema di gestione per la qualità e l’ambiente. L’azienda di Vedelago, che sorge su una vasta area di oltre 70mila mq di cui 30mila coperti, è stata fondata da Narciso Marin, padre dell’attuale presidente Giorgio. Divenuta leader nel mondo per la fornitura di legnami pregiati (tronchi da trancia o sega, tavolame refilato e non refilato, naturale o evaporato, fresco o essiccato, elementi a dimensione fissa e quadrotti), oggi ha deciso di investire in altre due importanti linee prodotto: pavimenti in legno di elevata qualità, con una vasta gamma di essenze proposte, talora insolite come ad esempio il palissandro, e legno lamellare, destinato prevalentemente all’industria del serramento. “Abbiamo scelto di diversificare il prodotto, - spiegano i Marin valorizzando la competenza ed il know how che abbiamo accumu- 27 SPECIALE AZIENDE lato in tanti anni di lavorazione e di commercializzazione del legno”. A tal proposito l’azienda, che quest’anno festeggerà gli 85 anni di fondazione, sta allestendo un apposito show room per la mostra e la presentazione ai privati dei pavimenti di sua produzione. Anche il Credito Trevigiano ha voluto per il proprio centro servizi di Villa Emo pavimenti in rovere a firma Giorgio Marin Spa. “Per noi - commentano in azienda - è stato un autentico orgoglio poter servire la banca di riferimento del territorio locale, che abbiamo visto svilupparsi e crescere nel corso degli anni”. La catena del successo dell’azienda Marin comincia con la ricerca e selezione delle migliori aree di approvvigionamento di legno nel mondo e continua con il controllo in loco della materia prima. “Per la scelta del materiale non teniamo conto solo delle classifiche ufficiali del legno, ma valutiamo anche le migliori zone di crescita degli alberi, i tempi corretti di abbattimento, la stagionalità delle singole essenze. Per noi la difesa dell’ambiente è infatti un elemento imprescindibile”. Una volta trasportati nella sede di Fanzolo, i tronchi vengono collaudati nuovamente ed accatastati nel parco apposito, suddiviso in zone per tipologia di legno; il piazzale è dotato di un impianto a pioggia artificiale che mantiene inalterati il colore, la struttura e la qualità del legno anche nei mesi più caldi. Quindi si passa alle diverse fasi di lavorazione della materia prima, mediante impianti all’avanguardia e secondo procedimenti costantemente sottoposti a controllo qualità, grazie a personale altamente qualificato: segagione della materia prima; stagionatura ed essiccazione, accurate e differenziate a seconda dell’essenza; impacchettamento ed imballaggio; spedizione del prodotto al cliente. “I progetti di miglioramento che abbiamo in mente sono tanti, - confidano i Marin - poiché ogni giorno servono capacità previsionali ed idee innovative per mantenere posizioni di eccellenza nel mercato odierno, anche in un settore maturo come il nostro, che comunque è soggetto a mode e alla concorrenza dei Paesi emergenti. Ma la consapevolezza di aver sempre puntato alla massima qualità del lavoro, unite alla volontà e all’entusiasmo che ci caratterizzano, ci fanno guardare positivamente al futuro”. Federica Florian 28 SPORT Correre con la Ferrari… A tu per tu con GIORGIO SERNAGIOTTO, campione mondiale Ferrari challenger 2006 Ventiquattro anni, cordiale, espansivo, di una simpatia contagiosa; caeranese, geometra… collabora però nell’autoffica rivendita d’auto in via Padova. Gli piace il risotto con radicchio trevigiano e il rischio calcolato, non la temerarietà e la spavalderia incosciente. La famiglia lavora da sempre con il Credito Trevigiano, papà e mamma soci, il nonno Luigi fu addirittura amministratore della vecchia Cra di Caerano. Dove nasce la passione per l’auto e le competizioni? “L ’ ho ereditata da mio papà (Renzo purtroppo è deceduto improvvisamente 3 mesi fa); era, negli anni ’70-’80, uno dei migliori preparatori d’auto rally d’Europa. Ma cos’è il campionato mondiale Ferrari Challenge? Si disputa in una prova unica e vi possono partecipare solo i migliori 10 piloti dei vari Challenge nazionali. L‘anno scorso ai nastri di partenza della finale eravamo in 53. Quello italiano 2006 si è disputato in 7 gare (2 prove per gara) a Monza, Mugello, Misano Adriatico, Imola, Vallelunga, a Le Castellet , in Francia, e all’Hungaroring di Budapest. Io ho partecipato in Italia a 3 gare soltanto, vincendone due, conquistando l’accesso alla finale e centrando poi l’obiettivo del campionato mondiale, in una gara accesissima sul circuito di Monza Ma come hai cominciato? A11 anni partecipando alle gare venete di miniKart. Dopo soli tre anni gareggiavo a livello di competizioni mondiali. Devo proprio ringraziare papà e mamma… che mi assistevano e mi portavano in SPORT giro nei fine settimana. Quanta pazienza la loro e quanta gratitudine gli devo! Ma il salto nelle competizioni d’auto? Nel 2000. Visti i miei successi nel Kart –miglior pilota nel 1999si interessò di me uno dei più famosi dei talent scout, l’irlandese Henry Morrogh, che mi propose di partecipare al Campionato Italiano Formula Ford 1600. Ho vinto il titolo nel 2000 e nel 2001, collezionando il record di vittorie: 14 su 17 gare. Quali le doti necessarie per diventare campione? Sembrerà strano, ma il 70% dipende dalle disponibilità finanziarie, il 20% dal talento, il 10% dalla fortuna. La mia famiglia non aveva le disponibilità economiche necessarie per sfondare nell’ambiente delle corse, tuttavia con volontà, cocciutaggine e modestia pian piano sono riuscito a guadagnare la stima dei più importanti manager che alla fine mi hanno dato l’occasione giusta. In Formula Ford ho potuto gareggiare gratis, ma dal 2002 sono stati… sacrifici notevoli. Qualche sponsor personale mi ha aiutato ma è stata davvero dura, anche perché in Italia non esiste un progetto di sviluppo dei giovani talenti. Ripeto, ringrazio la mia famiglia 29 (soprattutto per il sostegno nei momenti difficili), gli amici Francesco e Mario e i miei 2 attuali manager Stefano Zambon e Tiziano Laggioni, che mi hanno portato al successo mondiale l’anno scorso. Ma quando ti alleni? Molto poco in pista, (tanto in palestra) causa i costi esorbitanti: una giornata di allenamento in circuito -5 ore di prove- costa quasi 20.000 euro. Mi limito perciò solo ad alcuni test. Ma che mondo è quello dell’auto e delle competizioni? A mio parere, è molto simile a quello dello spettacolo (e non solo). Contano innanzi tutto i soldi che puoi mettere a disposizione, piuttosto poco i tuoi talenti. E’ più facile sfondare se sei figlio di papà o figlio d’arte. Conta più il cognome che ti porti addosso che le tue attitudini, le tue capacità! Fortunatamente, in questo bel mondo, esistono delle nicchie, esempio le vetture Gran Turismo per giovani piloti, dove le componenti umane, le qualità individuali, fuori e dentro la pista, il rapporto personale che instauri con i meccanici, i manager, gli sponsor, alla fin fine riescono ad emergere. Resto sempre un idealista, un gran sognatore, uno che ha avuto un po’ di fortuna dalla sua, incon- trando le persone giuste. Prospettive per il 2007? Ho un contratto biennale con un Team Ferrari e ciò mi gratifica non poco, vorrei vincere la Coppa Giovani Ferrari challenge e arrivare tra i primi 5 in assoluto. Poi un sogno: partecipare entro il 2011 con un top team a Le Mans e a Daytona. Perché tanti giovani muoiono sulle strade trevigiane? Devo proprio pensare che c’è troppa superficialità nei comportamenti, poca consapevolezza del rischio sul mezzo che si guida. In generale non si dà il giusto valore alle cose, a quello che si fa, a quello che accade. C’è un tipo di educazione “imposta” dai media che non li aiuta; constato poi poca informazione, poche occasioni di aggregazione autentica non massificata, poca educazione alla autoresponsabilità. Se un giovane conosce veramente quello cui potrebbe andare incontro con “una guida errata”, soprattutto quando ha qualcuno accanto, di sicuro cerca di non schiacciare l’acceleratore a tutto gas, sta più attento (la strada ormai è diventata un percorso ad ostacoli pericolosi!). Scambiare la strada normale per un circuito o una pista o una gara… è un errore enorme. La piacevole conversazione potrebbe continuare a lungo; Giorgio è disponibile, espansivo, sincero. E’ rimasto il Giorgio di prima, semplice, affabile, estroverso, felice però di essere diventato un campione del mondo, correndo con una “rossa” di Maranello… capita davvero a pochissimi! Un’ultima battura però: Cosa si prova al volante di una Ferrari, magari in una gara per il titolo mondiale? E Giorgio, prontissimo: “ Una spremuta di emozioni!” Piero Facin 30 CUCINA A scuola di semplic Si è conclusa con grande successo e vivi consensi la quinta edizione di Caerano in cucina, l’ormai tradizionale iniziativa promossa da Danilo Volpato con la collaborazione di Rosa Cimmino, Graziella Montagner, Flavia Mosca e Felice Dametto. Nove serate alla scuola dei più noti ristoratori ed esperti del settore di Caerano e dintorni, Maurizio della Trattoria “Da Ciccio”, Michele Osellame della Trattoria “Al Cristo”, Massimo Savio e Gelindo Gallina della “Casa degli Alpini”, Flavio Volpato della Pasticceria “La Torinese”, Orlando Brombal dell’omonima Gastronomia, Lele Botter del Bar Centrale di Asolo, Vittorio Furlanetto dell’omonima Macelleria, Nicoletta Bordin della “Fioreria Nicoletta”. Scelta dei prodotti, educazione alimentare, principi dietetici, analisi sensoriale, bob ton nella preparazione dei piatti e della tavola, dimostrazioni pratiche con proposte semplici, rispettose della tradizione ma con qualche tocco di originalità, tutto a misura dei tempi e della cultura culinaria di una famiglia comune e dell’evoluzione dei gusti. In un clima di disponibilità e di cordialità che hanno reso piacevoli anche i momenti più impegnativi. Culminati nella gara gastronomica finale, in cui le abilità acquisi- te da ciascun partecipante sono state sottoposte al vaglio di una qualificata giuria. Il corso è a numero chiuso, che quest’anno è stato contenuto nelle 70 unità. I non ammessi per ritardo d’iscrizione e tutti coloro che hanno il piacere di prendere visione delle ricette presentate nel corso possono consultare il sito www.caerano.com. Noi ci limitiamo a proporne alcune scelte per la semplicità, l’economicità, il buon gusto o qualche tocco originale. Buon appetito! E grazie agli amici di Caerano in cucina! MANZO SALATO CON CARCIOFI SU LETTINO DI INSALATINE FRESCHE Preparazione: togliere le foglie esterne ai carciofi, tagliare il gambo ed in lunghezza il fiore a fette sottili. Tagliare lo speck (comprato a fette grosse) a Julienne. Mettere olio extra vergine di oliva in una pentola, prezzemolo tritato, uno spicchio d’aglio. Aggiungere i carciofi e spadellare per qualche minuto. Salare q.b..Mettere in un piatto il radicchio marinato e lo stracchino, formare un lettino con: rucola, radicchietto, valeriana ed insalatina. Posizionare il manzo salato e decorare con un po’ di prezzemolo tritato. MERLUZZO AL FORNO CON PATATE E POMODORINI Ingredienti per 4 persone: 600-800 gr merluzzo, 500 gr patate, 200 gr pomodorini, aglio q.b., prezzemolo q.b., 1/2 bicchiere vino bianco, olio extra vergine d’oliva, farina q.b. Preparazione: Lavare i filetti di merluzzo e tagliarli in 3-4 pezzi, e infarinarli. Lavare le patate, spellarle ed affettarle nello spessore di 3-4 millimetri. Sbollentarle in acqua bollente salata per 4 minuti e scolarle delicatamente. Ungere una pirofila con un filo d’olio, coprirne il fondo con un trito formato da dell’aglio e del prezzemolo, mettervi quindi sopra il merluzzo, versarvi ancora sopra dell’olio d’oliva, aggiungere i pomodorini, salare e pepare a piacere, mettere quindi un bicchiere di vino allungato con dell’acqua. Infornare per 30 minuti nel forno preriscaldato a 180/200° C. 31 CUCINA cità e di buon gusto SELVAGGINA: LEPRE La selvaggina è una carne delicata, bisogna prepararla bene all’inizio, la carne “cruda” deve essere macerata per 12 ore con vari aromi, legumi e verdure. Per tutta la carne di selvaggina il procedimento di macero è il seguente: prendiamo un terrina di vetro, aggiungiamo la carne, cipolla, sedano, carota, salvia, rosmarino, alloro e del buon vino rosso da coprire tutta la carne, lasciare fermo per 12 ore. Per la cottura si consiglia: prendere una padella, mettere solo la carne, (non aggiungere nè oli nè grassi), la carne rilascia il suo liquido, lasciar cucinare per 15 minuti, dopodichè buttare il liquido rilasciato dalla carne, e poi procedere alla cottura, aggiungendo il condimento. RICETTA: lepre con radicchio ai ferri e polentina tenera. Ingredienti per 5 persone: 1000 gr lepre, 100 gr sopressa, 20 gr cipolla, 50 gr sedano, 20 gr carote, un po’ di ginepro, chiodi di garofano, 1/2 limone (a metà cottura di toglie), 1 foglia di alloro, salvia, rosmarino, 1 dado, sale e pepe q.b. Aggiungere acqua fino alla cottura (ore 2 e 1/2 circa). Cucinare a fuoco lento. PASTELLA DI VERDURE Preparazione: frullare 1/2 litro di acqua tiepida e 1/2 kg di farina 00 ed un pizzico di sale. Montare a neve 6 chiare d’uovo ed aggiungere il composto preparato precedentemente amalgamando il tutto. Alla fine aggiungere un po’ di birra. Verdure per pastella: radicchio, mela, carciofi, salvia, fiori di acacia, asparagi etc. Lavare e pulire la verdura, immergerla nella pastella e cuocerla con olio bollente per qualche minuto, Aggiungere sale e zucchero q.b. PANNA COTTA CON SALSA ALLE FRAGOLE Ingredienti per 10 stampini: 1 litro di panna fresca da montare, 1/4 di latte, 150 g di zucchero semolato, 20 g di colla di pesce (gelatina 8/10 fogli della Cameo addensante), 1 bustina di vanillina in polvere. Preparazione: mettere i fogli di colla di pesce dentro un bicchiere con acqua fredda per 10 minuti circa. Aggiungere in una pentola la panna fresca, il latte, lo zucchero, la vanillina portando ad ebollizione per qualche minuto. A fuoco spento aggiungere la colla di pesce. Versare il composto sugli stampini e lasciar raffreddare. Lasciare in frigo per una notte. Ingredienti per la salsa di fragole: 250 g di fragole, 50 g di acqua, 40 g di zucchero. Preparazione: frullare nel mixer le fragole pulite e lavate formando una crema. In una pentola cuocere l’acqua e lo zucchero per 5/6 minuti dopo l’ebollizione. Una volta cotto aggiungere alle fragole frullate. 32 VACANZE Proposte vacanze 2007 ROGASKA ISCHIA (Slovenia) Dal 27 ottobre al 3 novembre 2007 Dal 10 al 14 Ottobre 2007 By Agenzia viaggi “Trevigiana tour” – Castelfranco Veneto By agenzia viaggi “Trevigiana Tour” – Castelfranco Veneto Hotel Sorriso Thermae Resort di Forio 4* Grand Hotel SAVA 4* Il Credito Trevigiano propone ai propri soci e clienti un rilassante viaggio a Rogaska Slatina; luogo sorprendente già da secoli visitato da chi cerca gli effetti benefici dell’acqua termale e dei suoi minerali. L’hotel è circondato da un meraviglioso parco fiorito, da boschi e sentieri tranquilli, oltre ad avere un attrezzatissimo fitness center. Soggiorno di cinque giorni con viaggio in pullman, trattamento di pensione completa (con bevande ai pasti), entrata libera nella piscina con acqua termale, alla sauna turca e finlandese, al tepidario e ai bagni kneipp, assicurazione medica. Non sono comprese nella quota del viaggio: il supplemento per camera singola, le entrate ai musei, ai castelli, mance ed extra in genere. Documento richiesto: carta d’identità valida Il Credito Trevigiano propone uno splendido soggiorno a Ischia, la più grande delle Isole del Golfo di Napoli, nota per le sue spiagge e acque termali, che ne fanno una frequentatissima meta di soggiorno e di cura. L’hotel è un complesso alberghiero situato a picco sull’incantevole baia di Citara. Dispone di 3 piscine termali con idromassaggio di cui una coperta. Dispone inoltre di un nuovissimo reparto terme e benessere con una vasta gamma di trattamenti curativi ed estetici e diverse tipologie di massaggio. Sauna, palestra, piscina e bagno turco gratuiti. La quota comprende: viaggio in pullman, passaggi marittimi Napoli/Ischia/Napoli, sistemazione in camere doppie con servizi privati, trattamento di pensione completa con bevande ai pasti, assicurazione medica. La quota non comprende: supplemento camera singola, entrate ai musei, mance, extra in genere. Quota individuale di partecipazione: Quota individuale di partecipazione: EURO 400,00 SOCI EURO 460,00 CLIENTI EURO 550,00 SOCI EURO 610,00 CLIENTI ISCRIZIONI ENTRO IL 15 GIUGNO 2007 ISCRIZIONI ENTRO IL 15 GIUGNO 2007 Per informazioni e programma dettagliato del viaggio, rivolgersi alla filiale più vicina del Credito Trevigiano.Il soggiorno verrà effe 33 VACANZE - VISITE GUIDATE Come ormai di consuetudine, il Credito Trevigiano propone ai propri soci e clienti una visita ai Mercatini di Natale. Quest’anno la meta è Vienna, capitale austriaca, ricca di monumenti e palazzi di arte gotica, rinascimentale, barocca e rococò. La quota comprende: viaggio in pullman, sistemazione in Hotel 3 stelle in camere doppie con servizi privati, trattamento di pensione completa con bevande ai pasti, visita guidata della città come da programma, assicurazione medica. La quota non comprende: supplemento camera singola, entrate non indicate nel programma, mance. Documento richiesto: carta di identità valida. VIENNA Dal 30 novembre al 02 Dicembre 2007 By Agenzia viaggi “Trevigiana Tour” – Castelfranco Veneto Hotel 3* ARNIA Quota individuale di partecipazione: EURO 300,00 SOCI EURO 350,00 CLIENTI ISCRIZIONI ENTRO IL 15 GIUGNO 2007 PROPOSTE VISITE GUIDATE VENEZIA VERONA Domenica 27 Maggio 2007 Domenica 10 Giugno 2007 Museo Correr: mostra “Sargent and Venice” e itinerario “Sulle tracce di Vivaldi” Nelle meravigliose sale del Museo Correr in Piazza San Marco, saranno esposti molti grandi oli su tela e decine di acquerelli realizzati con la tecnica impressionista - en plein air - dell’artista americano John Singer Sargent, che ha immortalato la città lagunare da punti di vista inediti. Dopo il pranzo in ristorante, il pomeriggio proseguirà con una visita guidata lungo le calli percorse dal geniale compositore barocco Antonio Vivaldi. Quota individuale di partecipazione: EURO 60,00 SOCI EURO 70,00 CLIENTI Partenza dalla stazione ferroviaria di Castelfranco Veneto alle ore 07.42 Palazzo della Ragione. mostra “Il settimo splendore” e visita guidata della città ttuato solo al raggiungimento del numero minimo di partecipanti. Sede espositiva della collettiva di arte antica, moderna e contemporanea è il Palazzo della Ragione, nella centralissima Piazza delle Erbe. Nel pomeriggio, dopo il pranzo, visita guidata alle piazze e monumenti della città. Quota individuale di partecipazione: EURO 55,00 SOCI EURO 65,00 CLIENTI Partenza da Vedelago (piazzale della banca) alle ore 7.00 puntuali Nulla consuma il corpo quanto l’ansia, ma chi ha fede in Dio dovrebbe vergognarsi di essere preoccupato per qualsiasi cosa. Gandhi