LI .C G9175P GuastallaIl Rosolino Poliziano volgari LI. C G9H5p e del secolo i poeti XV. ori min- PRESENTED TO THE LIBRARY BY PROFESSOR MILTON OF DEPARTMENT OF A. BUCHANAN THE ITALIAN 1906-1946 AND SPANISH ANTOLOGIA DELLA LETTERATURA ITALIANA IX. - POLIZIANO IL E I POETI MINORI VOLGARI DEL SECOLOXV SCÉLTE LETTURE ANNOTATE E RR.Scuole Normali ad uso delle DA ROSOLINO Insegnantedi GUASTALLA Lettelo Normale nella R. Scuola ài Maschile Oneglia. FIRENZE R. MILANO BKMPORAD - Via Agnello,6 TORINO, S. FIGLIO " Lattes " | ROMA C. BOLOGNA - - Prezzo: Mmattc, NAPOLI, Società Ditta GENOVA Via, — - Nicola Edoardo Cent. Librai-Editori 27 | Commerciale Zanichelli Smotti 40, l'ISA - Bottoborj Libraria PROPRIETÀ Editori degli Firenze, Società 11-1906 - LETTERARIA R. Bemporad Tipografica " Figlio. Via Fiorentina - S. Gallo, 33. GIUSTINIANI LEONARDO (1388-144(5). Lamento Ai che me, da Quel tolto "» mio o 0 bel ohe viso che z" d' zorno le per Le Ine ben '-' pace. partito. thesoro, hai in testa d'oro! corona; donne el porli dio, pei e' ' le flore! domando, bellezze, riocte per li va penando zenlilezze. bellezze in signorile! e 'utile ogni e lue me che acorta belle fiore s'è persona, Misericordia, o mio el e vaga, dèle mi colonna, ghirlande onesta, da e caro biondo, angelica paradiso. viso core, viver brezze Son o el auzoleta, al naia polito suo m'ha del ferito son anzoleta una () amoroso. pene, adorne e mai non trovo locò. " 4 _ Questo honesta, che inver Mi, ti mercè de Dolce questo sperare, * adimandare. pace mia, ti sia per al amore posto in bando? tuto racomando te Amore, in ti mercè piace speranza el nostro sia bandito. non alcideria ; me tu, che vo che credeste non eh' el te pur crudele ! Adele, se Dio, l sii chiama tu chiamo, te orata, Dio, quella mi servo me, per inam stella ; per esser, Oi che più lucente non : vivi, madonna, te ora partito. acostumata e bella e vaga mal a messo e zentile,savia sei Tu so foco amoroso posto in guai m'ha — to eh' el servo, sia bandito. non DE' CONTI GIUSTO (1379?-1449). il Benedice Sia mi ferito Amor Che E 1 « mille chiamata. Benedetto sia '1 mille mi giorno '1 a mi sparse mese V alta e donna. e tene spene affanno. tanto stanno infra 3 ucciderei. e mi ancor vita che sua primo inganno che morte accese a 2 a la mia volle le faville A il si prese la primamente benedetto dunque Onde vide che giorno 1' le cfr. anno vene ; Petrarca, ». sonetto : eh' io Torà E Per benedetto Sia mi Che che occhi gli di fuggendo Corsi, x"fc"" ii mio per della GIOVANNI DI DOMENICO sembiante il caldo ombra dolce Alla fanno. ardore soave il bel benedetto,quando Sia mi lampo d'un percosse dir notte e l'amoroso eh' io vidi Il di bene scopersilauto umano. scampo d'altro bella Mano. BURCHIELLO IL detto amor (1404-1449). Per il fauci ul Quando Castigai E da' sette il Prova E figliuoli. piccolo scioccheggia in anni e su, la sferza quindici in da' da la scopa con Adoperar Se i correggere e la baston, che si vuole si e correggia: ei pur su parole, con folleggia altro vuole, suole gliene dà, che, dove tante ci non Disubbidirti, perdonanza chieggia; E se quivi E se in métterlo Fa E in da' venti dai in trenta mio, Amico di Che presso ei t' affatica su prigion a ei pur castigar Partii che Me' E 1 fai allontanalo. tu 2 * puoi, benché ragion 2 che fa' conto, fa non : male, pili fatica durar trent' anni cale, ne tei nutrica anno un su non te se vale non te cotale li sia gran da ti sia : duolo, figliuolo. Sul moglie. prender CANZONETTA. Pratel Se ti Io mio, chieder voler Non Se vuoi Che in e' è Ciel '1 Sotto degnarci Per E questo E per Che il Quella gloria E e' è Sotto Fratel E l'ho Clic Di 1 senza mento. che ho sia che desio riso, e n'avviso) te pena d'aver mio, : 3 moglie. etc provato moglie chiesto. ; disciplena provato tormento ? suo senza l'ho che so moglie. aver Paradiso (io tal Ciel '1 tormento canto s' ha : etc al scampar non 1' Dio 2 era non contento e mio, fece lo perché ; perìglio tal che ! : meglio maggior Fratel lo doglie pigliare lieto star non consiglio il tuo far entrare Se il moglie vuo' tu Non Io e voglio consigliare Senza Sai tormenti vuoi non pigliar mogli* non e a e di 2 1' tutte ore, parentato dolore. farci degni. 3 disciplina, tor Vuo' la Non giuro, io come Tutto grasso Questo avvien Questo bene che è il E' l'onorate le immense i' lio E il gran tributi mia sedia al gran palazzo, l'allegrezza,il piacere,il sollazzo, Che in Con ogni Di 1 glorie, già ricevuti, nella Stando tempo vittorie le spesse magnificenzie, e' Pisa). grandi onori e' ricevute, e e da il dolce signori le Ch' di Fucino d'Antonio pompe, trionfi E Pisa. e' gran tutti gran etc.... rimembrando e Già smarrito di Lamento Da dritto nome mio, Fratel Pensando marito son pigliamoglie. qualunque (attribuito a Pacino lasso e sbalordito. marito, anzi Di E polito, e quanto Non etc... smagrito son or Dio, doglie maggior ero Trionfai, bello Ed fé' di in mio, Fratel Guarda frate] mio, e' è le non migliore ì tuo tórre, o Clie io li Che lo far tu senso ogni gran modo er' usata piacere canti, di viole, giostre e resta sospeso. d'avere, ballo * Tal volta piacere, ero per Accompagnata Non divin altre volte Poi bel Domo bel Camposanto. alquanto dei V arche e Giovanni san piacere per diversi Gli Chi in questo in e Di N' me, era E una per vedere Al mondo le da barca mio e Di pifferie quete galee tutta in mai tal viole di e fiuti flauti. 3 compagnia. melodia liuti 2 D'arpe, d'organetti 2 d'oro, ornata donzelletti di avere maree l di canti, udire. core cento fu a maggiore concestoro non Di d' né nel quanto Donzelle quel giardino stavo vantarsi pari avuto Accompagnata In cammino. fiori e uccelletti potrebbe Diletto in colori svernanti mai defonti, ero Cogliendo violette,rose Di l'omo, le fonti mio Del Poi storie visitar A bel rimirato avevo belle Le si muta el mio vedere ch'io Poi bellezza. più piacevolezza, al mio a lei tanta in i"iù voler Andava diletto per cospetto per di Come cittade tutta Salia,vedendo E degnitade. gran la mia per Vagheggiandola nel di donne e cavalcando Su rei ini, gran cittadina come D'uomini E come eavallo a e di salteri strumenti ;3 musicali a corda. Al mondo fu non Come compagnia tal lo bel Per Qual potrebbe agosto alla gran di Veder si nobil mezzo da Giucare Colle Or chi a Con 0 cui Vieni Qui Vien se tu Come 1 V la festa imperatore sopraveste, struzzi creste e di e paoni e le con Gismondo4 imperiai voce in mazze mano ! , risona, piglia corona: Che tua virtù e pensi più? il mondo per Vieni stendardi, principe mostra Tutto E, la e stai? ? pedoni scudi grandi In bei e di i buon serenissimo Che divise pennacchi Armati 3 quelle schiere fiocchi,pennoncelli con drudo gagliardi diverse Con visiere piazza sotto Giovanetti Con dorate e e scudo e veduto in letizia maggior quel popol franco vermiglie Venire Elmi mai mazza avesse milizia? tanta esser veder a l festa gesta8 Accompagnata Come maggior allegrezza esser potrebbe indarno gentilezza. tanta Come Qual stando non d'Arno nume andar Vedere maggior piaceri, inai te li tuoi acquistare magnanimo per l'universo Sigismondo sedere ornai : che pensi ? onore Signore, n'hai 2 di a censi il disiato se' dell'Assunta. Vieni chiama, gran potere. gran la compagnia. Lussemburgo. fama, 3 baldanzoso. 10 — Vieni Vieni acquistare veder a Che pel Non Deh Che sai che Per mantener ! prendati Si che più LEON : e mossa ornai me : ossa, stato, ho tuo di passaggio fatto polpa oltraggio. cotanto far aver paia non bordello publico dovessi ornai Dovesti bella gioiello, tuo me castella, e camera un comportare sol per città tue la tua è diventata Vieni Se ti chiama II alia Tulla — consumalo. peccato abbandonata in tutto.. ALBERTI BATTISTA (1406? -1472). L'Amicizia. il certame (Per Eccomi, i' son e tutti li omini falso 2 e già Scesa, cercavo Pront' a j la volete. loco chi con la tra per primo Principi,d' Fammisi in de' casa onde contro, cfr. Dante, Purg., V. volesse patrizi simili Degna 1 amor maligna coppia una a gente, ricetto. Darne Vennine : soglio superno dal star solete fuggitiva dirli Or Eccomi 1441). degli amici, qui Dea Quella, qual Mordere, del coronario 2 a palagi famiglia. torto, latinismo. 1 1 è Livor V Cinto macilente, tristo, uno d' odii serpi e con Falsità» V altra fraudolenta dea e coperto Gridano () Dea plebea Della Che animosa mortale vai troppo, petulante ino2 Spinta dal In varii e fatto d' il loco verso Che la fortuna ha Tal clic vedendo troppo ! . rilevato vii turba Tanto ricorsi. stolida,impedita, ricrearmi Diva Ma potessi. pensiero nichilato il mio Perché 1' insulsa ed Pompa, ricchi, si governa dove almanco Esser manca e stupida insieme stomacoso Stavano Troppo prolisso riferir Gli empii strazi Empii, e eli' io li che da Po' che tutti gli omini schernita in Vidimi, strinsi gli forma bullona, arcaica. latinismo. ' dn 2 lusso dentro. soffersi, molesti. infugata, popolar omeri I V ond' 1 4 onore Troppo Po' astritrice sarebbe meritando certo . gli aditi potenti cresi,:{ dove io . di coloro Dentro IVrch' iridi, colori Credula Fuggi' mi * rigiri? revoluta e f scurra scellerato cielo forma tua : s|)ecienemica, errando t'ha tuo me ver Donde Qua! : ora, astringere, dal e tumulto sali' mi era latino scesa. modo. :* credetti, 12 — Ora sentendo 1' odierna né Torno, Si che — se fuggo qui fama V abitar la terra rimaner volete me Lieta Pur che con Grazia mia meco, ardente Possino rimango, Fede e star, qnal famiglia, cara * candidata dove Da voi sol Parità mio voglio per pace. e amore bene laude, e censo sacro voglio : rifattovi Gaudio ricette son Portano 1 sempiterno : State beati. FEO BELCARl (1410-U84). di San Panunzio. Rappresentazione quando San Pannunzio pregò Iddio Rappresentazione La che gli rivelassi quale a egliJ'ussisimile santo nomo sopra terra. IJ Angelo Anime annunzia elette Che vorrei Gesù seguir le E questo mondo Un bello State 1 dalla in veste virtù fare silenzio candida. ognuno al tutto in ad 2 può intendere, incomprensibile quanto esempio si non 1' amore Cristo,e E : indicibile quel bene grandezza qui per Mostrar Di a dice e è accendere, possibile vilipendere: questo di v' annunzio udir le San quali. Panunzio. ; hi 13 — Panunzio Sw — orazione s'inginocchia,e fa a D'io cosi dicendo: padre eterno, I' priego te con U o Che degni far rivelarmi E Qual santo Simil a E Un tutto quanto il Ma amore Acciò che Dell' se' suona e quel dice 0 povero Al Di due della s' è vòlto te sie ben si ; ardita, tien vestita sepoltoj sublimo questo borgo primo. parte, e San Panunzio, cose tu non se' se' venuto or austera l'ima i' ho veduto veder per tua quel che padri santi di mente questo sonator ha gran pulisco. stando risposta dell'Angelo,dipoi vita ti convien Che o a glirisponde: infinita cantor la Panunzio, paragon Da' nunzio, e : Delle 0 cosi in canta alquanto stupefattoper millesimo sofferto Va '1 vizio questo V Angelo detto i' ho alla domanda tua che a : parlar semplice molto l' alma tu rio diserto. dolcezza e umiltà, Simil Che il tuo amore questo gran in San guardando non Con * eh' è carità Dio, desio, servitore quanto affanno a core questo mondo fedel tuo ajypare Cognosce grande tuo quel eh' i' pato Angelo el mio contento sia in me, L' immenso E Signor mio, per sai ben Tu dolci' virili,che tu fede : vera : se' tenuto sincera, qualche al mondo cosa sta nascosa. a sé 14 — Ora al di Dio nome io vo' cognoscer La vita Se qui ho fatto Non si ravvolse tiene Chi el vuoi Fa' che Panunzio tempo dà dolor, come l'uom mena Rallegrati del ben E San Panunzio, Salviti V Dio, E farmi Ma legno te certo ti il della a tondo me dolce da sol un con non rimossa tu sai, tua : fossa; e caro : amaro, parola mi vita sia molto telaio,per el bene giova tenderei Sonatore: -, dubbio tua al umilmente ; avaro tempo, veggio, passa saperlo del te grazia sola una per : guai questo, dice priego che perché Dimmi Che udito ossa perdono. peccatiaver levarmi può' Però 1' ogni buono, con fra tei mio a vengo Tu 1 de' spera SONATORE, assai ; alla insino per il : senza sie da ogni colpa l subbio trovare a ra lieto vive il passare : questo dubbio. trista fa disseccar L' accidia E sul tela in a cor suo L' anima Se bagno canta, cosi dicendo e snona guadagno, gran di lacrime mai questo, San che truovalo compagno, luogo si molesto, fo io intorno Come o poco il viso spesso detto questo mie in Glie presto, farà manifesto mi eremita Stando E andianne Ch' sua — : vola e '1 male e e vale. i fili e la seta. 16 — Mostrava Ond' onesta Per mi Non Ma contenta una pur dirò, perché El mie marito E debito Ancor abbiamo Per Mi voglion Ma Dio nella Ancor Che cosi soggiorno.3 cosse, donai, '1 marito molte riscosse, e pene guai, li feci lieti : e' mie rimane secreti. maggior alquanto stupefattoper al gliocchi la carità mando cielo,cosi escla- : Gresil Per delle detto giorno : mosse, Sonatore,dipoi, alzando dice 1 Gesù per v' ho figlie cospetto la cibai ; le presi in Panunzio del O ella e' stretto. terzo far mi tanto monete stavon Ora ndita spelonca trecento Che E mia la carità Ond' al lor di lei mi allor molto luogo sanza duoli si gran e innanzi m'aiuta, Misericordia E predetto, cibo, questo è il senza : figliuoli tre commi pene jiresa in fuggendo vo Per del tante a divora è tormentato. prigion le gravezze oltre E fune in Ed mi cor 2 incarcerato, comune colla spesso desiri ; pianti e saspiri in sta ; dimora senza '1 : martiri tutti tuo a Io Per tapinando? e' mie star serva errando rispose allora rinnovare * nazione. va' tu cosi e mi far son Come San perché questo luogo gentil donna La di nobil e io le dissi: — Cristo,mio me nascimento. Vite de' Santi 4 furon non 2 signore e padre, cioè Padri. per fatte mai debito di (Al. D'Ancona). tal cose. Comune, 3 come indugio. ha 4 il testo da me. 17 — Costui vivendo fatto opere Ila E forse ancor Perché 0 Pel mondo Dio non Non ti farsi fama per : udito t' tanto : ama ti Signor chiama, convito, suo lasciar '1 mondo, amor sarai udite : è molto '1 suo più tanto delibera di vita dicendo negligenteal Sonatore zio sano. e quant' io gradito, se' priego, se esser Che ordine : bello, è mondo cuore Cristo voglia per Ma strano vestimento Panunzio di merito Però, uccello in modo abbia credo Gesù dolce Che un Sonatore notizia El come gente di virtù vestita. Tra' monaci un di sauto. tengo mondano, in ciascun Dipoisi volgeal me : abito risguarda el che nascose fratello suo mercatando Si truova El fuor vada dentro, se Però Di il reggia in lo perché Ma io mi ladro, ed Perché molte porta l'ammanto: giudichimai Nessun leggiadre si e son dell'umiltà Chiamasi chiose, sante o degne ne gènteladre, le infra libri sacri Senz'aver — ciel nel le dolci monaco, giocondo. umili e cosi e di parole San a San ti Pa- Panunzio sponde ri- : Essendo Di voi, Panunzio, sani Non di virtù e vo' che tal Dappoi eli' i' L' opere mie, Con nell'elmo E2 voi conila Gesti Km itade olino mi perfetta, in sermon e voglio in miei padre Guastalla. noto veggio (pianto a7 vizi è tanto — in sia vólo. me ('risto esser remoto vita- molto sempre acceda far stretta, guerra: ciclo,e voi in terza* li rullziauo, eto. 2 18 — detto E e il Sonatore le abbraccia s1 ancora questo in cosi dicendo : Grazie ti abbraccia sai trar Non risguardando bene mi dobbiam Andiamo, Servendo Dio Sonatore semplicissimo con seguitò San noi che E' m' se ha benefizio in stare : : solitudine, sollecitudine. nell'ermo A lo è la Ciascun tornar senza la Vedovella. disa tutto '1 ciel ci dà mio con un fuggir ch'io se un sarò non Pury. X, 73 e segg. cara! Io vedutamente, e dice: tórre! dolore nessun sarà . i correndo per Misericordia,Iddei, datemi Dante, » autore). incerto giustiziaa con colpa, e Omè, omè, di Ignazio l'imperatore sa debbe Sant' ma vedova una la vita quel che Sua di Imperatore eh' io tremo Omè, cfr. vizio propizio: Panunzio e dello Figliuolo il figlimidi 1 Dio dilettissimo, Rappresentazione « Traiano Omè, dir gran (del secolo XV, ammazza ringrazia al mie a dipoi casa. Dalla El il Sonatore, nostro adunque, pogna zam- Panunzio di ciascun ripensar tal a San e Panunzio fratel mio par, via la dolcissimo, inverso se' stato Che propria bacia e mio rendo, Signor Che Onde alla Panunzio, piede amendua, San Tutto EH e getta s'inginocchia gambe di San inginocchia,e rialzandosi — : può torre. l'errore: cavai corre. creduto, aiuto. 19 — della /'// Amico La dice Vedova lassa Dov'è Lo dela Vedova va '1 tuo è per morte sua il conforto? : disperar,dolce È di Traiano dice dice iinperator non Cagion e speranza ti ! meschinella vedova vedova non morto. : la tua Deh, "è stato figliuol tuo me, a alla //Amico La sorella: farti torto. del e tuo duolo proprio figliuolo. suo dov" è il jUjliuolmorto, e abbracciandolo : 0 : risponde: El 0 dice ci è ì Amico La e dice: Vedova Che V la novella gliporta porti) assai trista novella. i' ti Donna, vedova — figliuolmio, caro 0 refrigeriospento, 0 alma misera afflitta, () santa deità, datemi Per me sarà Per me il peccato Per me non sarà Cosi la la morte Aiuto, aiuto, tua a niun elle tante Doverla l ilo\ rà. ehi voler suo fa conosciuto, parli in corte; fia la mia gli è giusto che aiuto. fia Clic, se so smarrita, non Il vo' portar dinanzi Io e perduto, giustizia impedita aiuto il ben o vita. e speranza mal pene: al e morte. signor mio, giustizia mani voler non iene ([nel eh' io. de' aver hene, 20 — Né pietà de' Tenterò Ma »' baroni sua E m' Se non potenzia mia la pirati; lor con di ogni forza per de' sozopra va non pruovo, saccheggiati 0 capitan, rassegna col Vedova del in figliuolomorto palazzo, e '1 tuo Questo paterno dolendosi gii ha Morte perder Che mio vo' tanto Lassami dolor Del Fallo non ; son morte me per col nutrisce. tormento, suo mio vedova contento. dice : signor, che certa tornato giustiziafarassi. alV Imperatore or, fìgliolcompagno, mio quand' io sarò delitto suo Vedova te alla andar impedisce, quanto ragion patisce: fa contento Imperatore a m' ; gli sarà guadagno non el mio Quieta Io dato, : magno non figlio,al te a se dice tu vivo ; braccio,riscontra dice e amor muovo soldati. e' tuo giusto imperator, famoso E dice nuovo questa è la cagion perdi' io mi Il esce. corte, Z'Imperatoe la E Se La di lettere el regno /nova Lo '1 mal se : incresce. m' tentar verso pio : Sarem 0 va è non fla il dolor la vedova è venuto Ch' Là quel che pur che ehi trovar maggior Mentre - se' : obbligato : tornassi. peratore V Im- 21 — Lo risponde: [mperatore Lo Vedova il facessi, e' di' '1 che ver : or tornano.2 indrieto su, sedia,3la in torna è la V è Questa è la è questo Dianzi angor4 Vedova el posa figliuole Tu n' hai tolto Imperatore Dimmi, donde mio non al io costei quel che che del stata sarebbe. transitivo. - sia. : angue che passò vostra dar non puoi : noi. dice è mal torniamo. far cosa dolorosa, far ragione. : mai i viventi la questione '.' ella quanto dolendosi Fortuna diee e ; dice: figliuol posto qui per son sangue caro so ben langue. mia Imperatore quel derivò /";/ Figliuolo È V come figliuol, Vedi E del or che carne imperador, fa' giustizia fra o E la pestifer,crudel, mortifer () Lo madre della il sangue madre, ero ria morte de carnei de volgerial figliuol E mia di morte Questo E Beato Traiano. : Questa 1 1 sarò' non rispmide: Imperatoi; Mentre dice risponde: lui Tu lo stato quanto la ragion portassi. Farebbe Se terrà che 1' altro S' io morrò, La — posa8 non prima cagione: :5 sella-. ' dolore. :" in iignia 22 — — . ira Non Causa Ho sdegno, o fu che La forza In in Condussi da Costei la forza là con constretta difende, io eh' innanzi fin sia contenta IJ Imperatore mi Ragion L' amor L' onor la difendo Un è E nella noni sé facci bene Syte Per 1 nella che eh' sé a e a meglio questa al raffrena, tigne : m' cosa eh' io mi a è doglia, voglia. far giustizia mente ragione : sia presente sia testimone. ragion virilmente lor esecuzione metta da non ci arien sé che offender a ; noi dice figlino!, morte spigne j o della e pena: mi sé drento a giudicar gii Dei sede. 4 sedia strigne, mi cuoce ogni giudicassimo Imperatore è costui accusi triemi Sentenzi, e Gli dà conforta V Imperatore Paura Lo mena, crudeltà e : : giustiziami e e~ vuol, la memoria A diee ritien,1' altro conscienza La sai tu pietà mi giudicar quel so 1' di la carbon che Barone E e sprona, come non Segua mi un mi Segua E medesimo sforza : lieto farai. me se m'incita Costei Et muove 1' Cosi da mi e : aspetta. grida vendetta te a : correndo la mia Fagli, padre, giustizia,se Che la morte. cavai un al fin che ragion mi La diedi sorte o altri combattendo e fu qua, costui a combattuto, destino ma morir poi. : Giove offendere ti condanno. ; 24 Dando sovente martiro. agro viveasi el giovane gagliardo: Né pensando al suo Né certo Cotal Solea Ali ninfe mai Mai potè Facea sempre difendea gioioso a 'n Si godea se talor carmi nelle Si l'assaliva lascivia e di le sua di due crudel amorose te a stesso Non nudrir Che di Costui crudele. di che lusinghe 2 '1 vulgo le Muse. e errore, altrui un dilettare. porge: furore van d'ozio errante 3 sante. gogne, il cieco fura, ad pigra lascivia luci avvinto rampogne: agre te piante, gli avesse cor dal petto Scuoti, ineschili, Ch' amante, pietà dipinto 1' alma con Diana. con miserello il umana, labirinto nemica Amore ; petti destava: ne' cieco un stelle, morelle2 nove le Muse della 3 le magion tornava amor carco, pascer faggio. fiammelle con dolor Preso verde virtù mille nel dove raggio cantava, vedeva Seguir petto. solar o delle chiamando Errar piegorno, soggiorno dal inno con gli alti Cosi, noi disio versi d'antica Li pianti il freddo sua compagnia Celesti E ' giovinetto, già nel ciel parean Poi, quando Di diro rigido in aspetto; e ghirlanda di Tutto il pe' boschi sovente Con e sospirorno! amanti riscaldarsi '1 vólto E futuri sempre le ninfe Inculto E lui per si altero Che Con acerbo gabbarsi degli afflitti amanti. fu E fato de' suo' ancor quante Ma E, fere a sorge.4 chiama 4 Amore nasce. 21 È insania dolce Si bel titol d'Amor A cicca una quanto è Ah Per donna, qua! per 0 crede a Che E il di fugge, vien, e 0 tra' fiori un Che quanto Più cela è Seguir L'erbe Udir E Le E covil valle e' dolce capre, Destar Veder nascosta. vento ' a e pascer la sua terra 8 La viva :i muro all' ombra, e ghiaccia! e l'onde, rimbombar ! fronde le questo puro chiara un'erta pender da, zampogna, di o l'aer e quel virgulto ; e pili conserta, '1 inculto! verso pomi coperta, spoglia clic propriamente (pici cantare ' primavera. piace "? sicuro fossa mormorai' mirar montanaro, la, seno. più di '1 colle e fior,l'acqua al giova '1 è pieno di beltà lunga traccia ! per gli aiigei svernar, Quanto più fallace nel orgoglio! el fero antichi,fuor la dolente fuggitive in caccia, le fere lor scoglio, acuto pilidolce, quanto spiar Veder l'onde. il vólto inganni Fra boschi E alla riva ; giovinociserpente del vecchio scoglio2 può soffrir di donna Quanto s' asconde mare Chi ha disvuole: e più miseri fra' è quanto un fuor imi pur foglia, eh' al vento veramente bel sotto ver come parole ! sue la vuol chi a spoglia e vuole sembra Quasi Ah a, più legger donna Uscito "?"! è volte vanne Giovane 1 sembianti ! s'allegra o dole si suoi giocondo. cangia voglia che lei per scorge: il mondo mal un a lei di libertà chi Segue mai acato dato meschin, o sempre mille più ha peste, noni E E * chi a Lasciano clic i serpenti, usciti «lei verno 3 tari-, can- l'anno 26 — Ogni arbor Veder cozar E Or da' suo' frutti ondeggiar pecorelle il Si vede alla Poi, quando Dolce Non notar a Le dure Or la contadinella cotal Si crede esser Né ancor fatte morti Né si credeva Xé del case Ch' avean nel Del crudel Viveansi E, in Fortuna, Ruppe ogni legge, Lussuria la entrò fecondo : quiete petti e quel gente chiama meschina ghiande. inondo: in pietà misse e ne' bel era lor a grande e genti liete le invidiosa il toro: ne' rami nel entrata libertà ; sete solcato, il campo non Che oro : a' vènti, querce la scelerata ancor vita mèi, tronco oro * lavoro ancóra fronzute eron d' dolenti eran la giogo doleasi Lor era al secol ancor balza. una genti figlial marzia] 3 scalza e 1' antiche le madri De' la marra; filar sotto godute ' garra. col rastro scinta a guisa già domar maneggiar l'oche con vincastro suo ciascuna a il villan zolle,or '1 co come si vede ! mare aprir la sbarra: lor Or Star In è fa il mastro torma move ; mugghiare, come rozo sua quasi occulto vacche monton, le biade delle — fondo : furore amore. IL La Zefiro già Avea 1 senso di be' fioretti adorno de' monti rimprovera. lato si dico Caccia. 2 anche tolta la guerra. della nove, ogni pruina 3 4 si affidava. ghiaccio,etc. 4 ». « Brina : e in un (Fornaciai!). 27 — fatto Àvea La al Risonava Soavemente predando Giva frenare Verso la Preso il cammino selva archi Del Givan Di fischi Del Giove tal Con il Con Megera Qua! animai Quale 1 aura. ~ dell'aria (linci ). :" del orror serra di al stiza ventre :{ guardia, prodotto il fulmine. " 4 piomba: gente assorda, rimbomba: ingorda sangue li par la tromba. si roda; coda. tremante diversi infernale. suona: discorda percosso. dai rumore: nube la la tartarea era: bosco aer d'alta latin odore. il ciel rintruona. il Nil cateratte tale Sonò 1' qual' ora fuoco5 il el tutto lungo chiuso cresce tumulto, onde Dall'alte il de' corni rimbombar tal romor, Di 3 bussi e ogni fera; can e stormir, d'abbaiar Di corni, e orrore grave e' bracchi lacci da varco con si destava seguendo Ogni Con già e covil suo adorni dardi spiedi e e stretta) caccia a * riserbo buon la lieta schiera avea bosco: Il tolto superbo, la schiera can lacci e eireundata civetta, sotto fa mestieri ciò die Con (e acerbo gente eletta sua con de' fedel Segala la il corridoi* Fatto albore fiore. altro ancóra torna : primo al or giorno eh' al tufo Allor Già mattutina mio or Julio, al L'ardito Di ! óra air intorno ingegnosa pecchia la E pellegrina: intorno selva la ritorno già nido suo rondinella stanca — l « Intendasi strepili e tuoni della ». sonanza dis- (Car 28 -- Spargesi la tutta Altri alle Chi serba Chi già Chi sprona in i ean, coppia Chi in El setole Spunta cervi Timor lepri Di sua al stordita vie lacci Vedesi Fuor el or fa o qua el Zefiro il Spargendolo di di in frotta del in rotta paventare, fero là mastino. volare giovan peregrino: Julio mette assale. II. di Venere. rugiada bagna mille vaghi odori : spenti : il meschino: fier cavai Giardino prato ha armenti riusciva, veltro il fera qua! grotta una i vecchi teme LIBRO Il d' ogni belva: si or sciliera bosco il (laido. naie porco d'ogni trista riguardo: vanno esce del par lieto folto già volpe pur alletta : i denti ; più sagaci e campagna s'acconcia ruota assalto picciol bracco De' E primo le '1 cervio buon cavrinol; già lupo Ma la pel pian fuggendo tana l'inselvato Pel '1 per chi e ar gli scompagna; '1 richiama chi a gì' inganni della Le Del e stretta. aspetta: il burron van L'astuto E arriccia giù 2 ramo spiede entro porco De' lo chi armato un sopra pili destrier fera man via ammette, suo '1 buon si sta le compagna, alla CI li l'adirata Già 1 bella reti, altri '1 Chi — ale; : 29 — Ovunque Dì vola, di Bianca cilestra sue lieta più Questa di verde che L' altra nutrica L'alba Gialle Descritto veste Adon lingue si copro d' come scritto Minante del ai, fu sole: Venere, nacque clic rosso, cui u' superba il Sol 2 essendo Un sdito lime un in si da mozzo il Adone, nome «letto un di dio nelle dolore. di cambiata ?' quel e che nome, voce girasole.(F.). fiore uccise; questo abbia Ini 7 avviva. mai non arriva comincia ad aprirsi. giovinetto,il quale, giuocando un fiore di dea '1 mondo cappello. un in del (F.). anemone fiocco sangue alcuna 4 fiore detto da- Clizia al un volta era elitropioche diviso oinghiale,dal anemolo. in (Y.). tre 7 3 cinto Ja- volontari disco, in- di lui fé' sorgere cacciatore, caro o /all'erano. Apollo con foglie giovane ucciso 5 Acanto. ride e colle alza chioma pianto, suo l'erba gemme il verde si a 6 stagion che ombrosa L' il Croco mostra novella Sovresso un lembo purpureo Venere a rivesti di tante La era ; grembo: suole: specchia come con rinfresca Tre 1 in Jacinto 4 specchia Clizia pallidettaal sole, Si Mai viole. dolor suo al rio si bianca In il ha Narcisso nembo candide e ora pur pratelloinfiora. d'amoroso sanguigne ardea foco il bel e i 2 sportel vezosa: dolce cade Languida rosa: incappella: s' allo ; bella e al sol la gemma 'n vergognosa e ridente seno si mostra Quella onesta più aprire il Ardisce meraviglia ha verginella bassi gli occhi vie fiori: e pallidae vermiglia. la mammoletta Ma campagna bellezze L'erba Con la veste gigli violette rose Trema — (F.). cordoni dove. che pare ninfa una equivale molto alla sangue ° di di Croco, color 30 — E vel sotto Fresca di Con si pura Clie gli occhi Che con E Dalle suo cui '1 E Cresce L'elee chiome fu, Il alletta pino 5 dire di che tesse pili fiorenti i secondo morto questo poeti, un se e un suo cervo, nome. (F.). maggio, po' monti, gialli,spioventi in con il il giù. (F.). al : maggio: 3 in 5 agli alle loro quale, venne o lento, selvaggio: il' premio (F.). pioppo. grappoli e continuamente Apollo, impietositosene non 4 faggio, intorno giovinetto bel il fischi il vento rende belli. piacque4 all' acque. lambiva 2 bionde, 3 e Ercol pur scorrendo piti ad '1 frassin scorrendo col fecondarli ombre distese ghirlandette pinti fiori. (F.). gli occhi umido suoi con cervio alto fronde; sue '1 salcio cornio, e fronzuto, e l'onde; mezo intorno et cerro L'olmo ucciso di tanto si trastulla vuol crescano già platan L'avornio loro e gara. trabocchi; già aspre Col il in pel or il a fa bramar tanto : nocchi tutta che Nodoso seminata di mèi rende avara; cresca Borea a 1' alber robusto non senza Ma Surge 1 e ' agli arbor dell'altro l'ale che distilla umor mensa Cipresso ancor Bagna Con a scende; 1 fonte di lor ombre par il laur E al grato schietto che tranquilla orma un l' un spander mena. sospende; monte indi sua si pasce l'abeto Da il bel arco labra che par vena pomice zampilla premio Ciascun viva, offesi al fondo non Pingendo ogni Che fontana una fiorito solco per serba tranquilla e chiara viva da L' acqua spessi rami gelata e — tanto lo riva alberi delle radici, sicché Cipresso avendo una Ciparisso o mente sprovvedutadolore nelP mutava eytisns lubarum pannocchie di che fiori rebbe sa- albero fiorisce bianchi a o 32 - dove di La rimbomba, che l'ombra sotto ogni passeretta gracchia il Bacia la il pavon Spiega la bianchi E presso Il pappagallo squittisce e Da sua sonar ; proda: tortorella vaga favella. di favola La « coda: la colomba E alla romba: gemmata sposo cigni fan annoda ramo attorno e sua dolce suo lor diletto. a ramo Eco selva cime: sue pel boschetto scorge in ramo della canto Ma gli amor Salton Al alle potria sormontare Non E — Orfeo » . Canzona. Udite, selve, mie La '1 E udir di nostra suon non cura: Di ciò Né vuol bagnare il grifo in acqua Né vuol toccar del Tanto suo cornuto la tenera si cura La ninfa La bella Anzi Ella Come di si ninfa che ferro, anzi fugge da me di dole, parole. amante; ha sasso 1' ha sempre il core, di diamante d' : avante, agnella del lupo fuggir sòie. dolci Udite, selve, mie Digli, zampogna Co e pastore: dello cura pura verdura; dolci del l'armento non armento, pastor gì'incresce Udite, selve, mie Ben lamento fistula lagna il mio si vuole. non al mio è sorda ninfa bella parole, mia la ninfa che Poi dolci gli anni mia, insieme come via parole. fugge la bellezza snella; 33 il diglicome E Né l'età sappi usar mai sempre non suo' torma son rose dolci Udite, selve,mie dolci Portate,vènti, questi Dentro Dite che E consuma si la mia regnator di C hanno Al perduta che Udite natura la Pietoso Non Tua posso Ma se Ogni Ogni il mio mia rapina acerba istalla. in voi amore niente a si serba avete, bella rendete. fine a voi a ritorna, voi la luna li core al dolore. antico celebrato vita mortale ";i : mia. anzi donna, alcuna Quanto cerchia live duce l'erba e memoria, nel cosa lamenti. passi è nascosa resistere \"»stio Euridice produce; pei- la donna più la, vecchia, Se il ciel la vita in pena meno Né Del luce; gli elementi, de' miei tolse la mia io la superna de' nostri serpe tra' fior Orni' vòle. Plutone. a ciò che cagion solamente; Mi non Cerber legar fo questa via, per Ma udir mia sotto Amor parole quelle genti tutte qua! discende Ciò al sole. Orfeo di sia: dolci la ninfa che mia; versi non brina come Preghiera 0 paiole. fugge via vita Udite, selve,mie Poi viole. versi pregate che crudel lei bella, della ninfa all' orecchie : e (piani'io per lei lacrime Dite E distrugge, ne si l'innovella mai persa Digli che (Mie tempo ricade con : SUO1 Poliziano, eto. corna 34 — Convien Chi eli' arrivi pilichi convien che cerchi Questo è de' nostri passi Cosi di noi tenete mia la ninfa Quando Or Tagliata Chi E è che non ve pel Pel sonante che pome E se Io pur non vo' di d' te è prestanza. Acheronte, nacque, Flegetonte; già, regina, rnacque pria nostro orizonte. nieghi iniqua sorte chieggio morte. ma Baccanti. delle indignata invita Baccante speranza: acque di a erba, don; questa ardor tornar; su in el mondo Coro Una la mia tutto la me dura. in le torbide lasciasti Quando acerba uva me chieggo onde caos natura. ella sia matura? a per segno: regno. la sementa palude stigiae Della E '1 priego ne Pel miete ve estremo la falce con rendete Dunque 1' e aspettieh' non Io avete queste strade: gli darà vite la tenera : si serba voi morte sua l più lungo per contrade .superisoggiorna; Ognun Poi Io alle vostre tra' men — le compagne alla Orfeo. quel che Ecco 0 o l'amor sorelle! diamogli o o dispreza! nostro morte. quel Tu scaglia il tirso;e tu Tu piglia un fuoco, e getta forte; Giri, percorra sasso ; cfr. o Dante, ramo Purg., XIV, speza; 1. morte bo — corri,e quella pianta là Tu O ""! t'acciaiti che 0 o! lo la ""! O o! o Per tutto Tal di' membro In molti pezi Or vada e biasmi vuol in Vegna Gli è Ognun Io del Dammi vóto un Questo Ognun Come vede vale per vaso bere; in la pevera genere. mi. ancor Bacco, pò ti. per te. il mio già corno; 3 '1 bottazzo in qua. gira intorno, a spasso va. in e fare qua a segua, 2 fiaccola matrimoniale. il soverchio qui. pevere ancor corra Ognun 1 bevere 8 monte cervello El vuol come vino segua, ho di Bacco. onore bever, veglia a ve' bever lo legittima! oè! chi imbottate Voi * te! Bacco bever, lacerato questa vittima. Bacco, Bacco, eù Chi cosi: strazio. teda la accetta segua, dice sazio: sangue membro a Sacrificio (Ielle Baccanti Ognun e stracciato suo crudele con Bacco! Orfeo, ringrazio. 1' abbiamo ogni sterpo è del a di testa io ti Bacco! il bosco L' abbiamo ! lo scellerato! è morto porte. petto fora. mora la con Evoè, Bacco, Evoè, dei cor scellerato,mora Baccante scaveza. il tristo pena el caviamgli Mora Tonni — "• :; là me. Bacco, te. imbottare veramente altra in sorta significa gonfiare ima ili sorta vaso di per imbuto: vino. per qui 36 — F mi Son io Star ebra, siet' com' Ognun succi come Poi Bevi V Bacco sapea che cosa V non facea del mio riverito ho che Ben mille il mio I' ti mando S' poi Da 1 strage a volte che sol parlar ch'io di mia cor, ma in core. cima, signore: lo mio si strazio, ringrazio. bene, contente, volta donato vino: vita dolze alcuna l'ho di ne teco con stima, cotanto me il di teco te fiaschi di ; al freddo mio come amore inimico della faccia Ben Da fu ». prima, fussi drento giunse che in ti vidi quando non poi te continuati Rispetti I' Infili die più. oè! eù Bacco, « ! me tu. e Bacco, segua, Dai ' fiacco. gridi: Eù, oè, Ognun Ognun te. giù: farem ballar posso so. Bacco, vin del tu, e lo Bacco suoni tu, non ponno. io fò: segua, cacci con non me, gridi Bacco pur no? o piò facci E L' i Ognun Ognun Ma si o ebrie, eli' io Ognun a sonno. i"iùritti Voi Miser' di già moro — viene, interamente; è vocabolo piuttosto raro. M — Che sol sai che E Tu lo Ch' è Volse te fedele mi pel saria Poi che t'amando Ben mi si io eh' mille Che Tanto Amor mi non Sarebbon strazio chiedesti mi Né d' altri che Dai « t' non il il core, di te sole; parole. i' tei donai; sarà non mai. spicciolati Ippolita amassi, mostrassi le lor Rispetti Madonna quanto vuole; mi invan Tu torre. '1 comandassi altri amanti tutte potrà far fermare potrebbe mille se Per contrapporre, me me sorte. per di diamante: potrebbe far eh' io Quanto E dato t' ami non morte; costante. manco fortuna far di può la i' sarei può volte grave me a forte amante, sarei fusti tu tolto. fedele te per non Non Ma suo sciolto, e ti sarà mai e già piangendo eli' io so libero lasciar iene, acconsente. m' amor suo ben morir Non Se vii a Tisbe lo mani speranza puoi a Siccome E questa — ». Leoncina da Prato. I. Per mille volte ben trovata sia, mio bene, Ipolitagentil,caro Viva speranza, dolze vita Deli guarda quel che Deh fagli udir Dà a mia. rivederti la tuo' dolce viene; armonia; questo refrigerioalle suo' pene. Se '1 Ino Allor allor contento bel canto gli farai sentire è di morire. ss IL Io mi sento Ogni E ogni accento ossa ogni paiola: nota d' altro che par mi non pascer possa * piacere questo piacer imbola: Ch'ogni E infili nell' passare io fussi crederrei,s7 ^Risuscitare al di vostra suon voi, nel volar gola: nello io fussi Crederrei,quando Sentendo la fossa entro inferno, eterno. regno III. Io In alto àlbore2 Sanza il ciel Ch' sforzo io spero fortuna, veggio istella, né mi contro pervenire salvo rauna: tal nocchier da il cammin Pure da e timonj o suo bruna, e gli scogli,meschinella, e da' vènti Combattuta irata 1' onda tra mar le secche Tra E navicella la sventurata son è m' in scòrto, porto. IV. La è notte Ma Se '1 Più giorno è che mai chi a grande a a ognun chi vive e 2 albero. tardi sospire, pace: lo desire fallace; di lor torna giunge in possiede in 1' aspettare al fin non giace: contento a il chi dormire, può non la speranza Ma, quando Già è trapassa volte chi a è breve ancóra Presto Vero lunga il poi viene, vero bene. 40 II. Dolorosa ìncschinella e via Sento voi, da Che L' afflitta Sospirando Per miei Occhi Deli Or 0 spirto in S' andrà sempre 0 mio Ogni cor Converrà Lacrimoso 'n : e quando? amando vano distempre; ardendo Converrà che Per doglia gran dolente come? e ti consumi. lamentando tristo che partendo ardente foco Kivedremla? piangendo mi doglia gran sciolto, voi da che : tolto! vita qui or pascete fia di morissi Prima Per io fuss' vólto, bel vi ci tosto me, consumi. quel occhi begli core piangete, pur guardate De' 0 che '1 si doglia gran Amore; che par : sbigottita e innanzi forte Piange partita far pur alma stella, lucente convien Mi vita mia fuggir ti sempre consumi. n DALL'AQUILA DE'CIMINELLl SERAFINO (140G-1500). SONETTI. I. i Sceglie L' col che aquila i soi Tutti Simile qual 1' occide Presto è Questo Che quel Perché eli' al la mente Spesso Che ciascun e convien per mi conoscer fa abaglia, vista el vidi stato se aguaglia; mio pcnser lei tanto alto che è cosa saglia Dio. II. Ad 0 (elice Tutti un libretto di' E '1 vói come della soi madonna el mio trar sua donna. si spesso ove i secreti Deh, se libretto del cor foco io come * nisiun mio altiera duole. ne altra ognun schiera; a donna si non ogni '1 vedesse se Diria eh' sol fiera vole. nati mia la mai e spera, e lo son a donna. suole che mira non la a non e sua sole ci prova nido la per può, sdegnata non pensier poi soi Clic affisa fai' naia mente spesso De' sguardo tra' del lo Morto pensieri tìgliancor qual fissar E suoi fra' migliori scrive con ove essa 1' ha vive messo. 42 Io dà soli Tu tocchi Oh' io Se Che Ch' E te moro se accendi, essendo de dell'altre la concesso. contento e arido vedo io pianto fuor dive degno lieto col arri ve, non fusse ognor che serria io essendo se presso. par ine abraso e non Arso a onore non io al maraviglio tanto eh' l'alma volta da tu e convieu ove sol ine Di lunge, porria uua ben E lei dà come legno; sento o sostegno me drente son III. Contro corte, d' ogni beu Invida Nuda de fede Scola de tradimenti inferno Terrestre Radice Deh ! Ma fia quando di aprir s' io 1 ostile. 2 tuoi 2 di mai manifestare. fatica giù ; dal cielo i fieri dardi fondo, e l ostica che avanti seguaci mendica. malignitate fraudi al e adversitate Vulcano tante vederte falsitate sempre già moro non Spero Con de impiotate, priva fonte fortuna lieta a Scendano Ad e abondante Rivo Et virtù miseria, de d' e Roma. nimica, colma e ogni altra d' E di Corte la e tanti inganni? il bianco benché perfidi pelo tardi tiranni. CAMMELLI ANTONIO IL detto PISTOIA (1440-1602). il Passò che fé' mai non legno in Col resta alle nemici Con Cesare E' nemici E costui, come Madre di questo la ho in che di Mida hai C dato a Discordia con vel un i tuoi Tutti 2 transirte nel il Se ben Mai del si non de Di cent' fanne Fatte mondo In anni Italiani. ' il mani, te intrica poca le confine 3 galline. vole come imaginò il fine ; vituperio. natura potea di più disegno passarti. il tuo stesso. se * : fatica acquistasti l' imperio più quanto fin tolse con gallo estinguerà disfatte e occhi figlidiventar Di Pili nelle gli Sia germani. nemica, Che In netto. si dica o Marte Vener via 1 de' taliani ciel : lontano quel, passò al petto. mano va Insubri, galli,cimbri, indi Concabina al mano letto, can e in spada acquistò, pili non Cesare romano, inanti e mano un vituperata Se cui dispetto, popul con spalle domòr Mordendo '1 e di Scipion, e (1495). Taro franco, Italia,al tuo re Cosa del battaglia la Dopo difforme mille forine. alla paura. i confini. u Gli ocelli mi Come è ad Né in naso è la con Il Dalla in centina L' giù dritto come son in dna dita e V altro uccei Pigliala più Bisogna fu Si sarà il ranocchi il serpe Mandòli che Non cercati Che vien E vita il ciel Perché 3 fu peggior il lupo Che ad degiun dal ogni modo in albero è il cattivo. tenga vivo, vel cibar pastor d' ogni gregge. altro tristo raglia la legge, o regge, Chi Resta rivo, nostro peggior dopo pregate che oggi rio. e quel che prio. furore, a signore il '1 protettore; mosso mutar che disio lor questo a migliore; un venenoso sempre 4 Desiderati in sete signore suo già questo tal volontà a Iddio avesse e ci governa. chi di legno per un love, voi secondo, ebber Avendo 0 n' finita civetta. una al agosto, bacchetta una pregò vita morendo che Venne I che già togliessela Che che contenti esser donna Una a : vita.2 arboro figura, in cima mia misura. spalle,posto. settembre va in accosto, Quando La né colorita, non pie guarda un Vo le : conforme tondo, notte petto fu, dove dorine e al mento punta è dalla viso in triangolané * ventura, a veglia il mio alcun faccia La la bocca e scrivendo fa chi Non Il fece vite. dir si elegge pasto porta il basto. e 3 cercate. 4 augurate. 45 — VINCIGUERRA ANTONIO (?-1502). fu la Beata età della Lode prima gente agresto, Che, regnante Saturno, Di N'erano1 fra' ciechi Nate le Né Né Ma clie è Trovato avea Ch' per oggi sol tutto E fan 2 mèi ibleo, castagne, la Senza il nitor de 'nvece Sten dea Nò le che Fien di 1 e non oggetto erano. : il noce e la cucina il era ghiande antico grande. pudico e quercia, or una e crassa superbia, che 4 in ogni cui sonante a di non più musa 2 da celer sua un lieo. la tomba fama cassa. tromba terso che oriscalco colomba [bla, città della soggetto (Iella lassa sotto questa supina rimau Dietro Ma de chiudendo fortunato propensa. pastorellascalza sotto Ignorante 0 3 piume la si vedea Morte vivande famigliolail padre Nutrì 1' ali. mensa la virtù a mali, battendo di povere natura i immensa la sobria età tisse. tempio di tutti va ornar Quell' aurea Di cagion al questa libido cercava Che onesta. e mortali miseri e spoglie superbe V oro, visse sanguinenti risse le ancor in terra utile fatica dolce sua saturnia. proposi/ione ! Sicilia. e la morte. '• splendore; 46 - Fu quella prima etade ripiena d' Tutta Simplicitade,e Né vi Ma innocente di non chi la Peneia a gli antri Chi Dice la incalma. 3 aspira f fronde vii e lira 1' arboro di Elicona sciocca * industre. avare 1' eburnea di immortalità or alma et palma palestre eli' a Che illustre, tutta la onorata recavan Altre - PANDOLFO abita 2 f onora e plebe delira. COLLENUCCIO (1444-1504). Canzone Qual peregrin nel vago De' lunghi Per lochi Fatto Al dolce de' Le paterne ossa Di se di Tal In canuto e bianco, si rimembra e novella sua e 4 etade ; piotate stesso prende disia ; nel le affannate e loco membra già nacque ove prima gli piacque ; io, che sogni, industrie. Par., J, viaggi patrioalbergo cammina E suoi pensier Sospirando Posar stanco errore faticosi e Morte. aspri e selvaggi già Tenera 1 alla 32-33. 2 ai in peggior fumi, arcaismo 4 in per anni oramai vanitati innestare. giovanile. 5 sono vergo, avvolto 3 L'alloro vòlto. : te, cfr. Dan- 4X - Di A consorte .spiriti magnanimi te mi dal ciel,puro immortai animo L' Ove in Del lume Fra paura si tutto Dolor, di gloria in gli contrarii vènti dal rende Da te la Questa e' ha dolce * 2 falso più Che Con pace, quella, tu Madre, eh' e' vii pronto. porto e ; delle mortai lungi chi ne pene ; spoglia voglia. generosa E' nostri sono fia Non se' Tu 1 libertade '1 fine1 attendon : I guerra diporto savii dicon E e questo sol bene Natura, in tanti mal A' stento, e matrigna Questa acerba per in terra lamento, e Dolore, infermità,terrore Pose sorte pietosa Morte. fatica,affanno è che Sospir, pianto ; crudel alla mia man, vita nome altro pio e pietade adunque la tua Che ! libertade pura sua mire, pondo onesto soccorso Chiedendo, aspetto Per '1 ciel infimo terrestre breve ire, ; mai tia,se cosa Gli ed gli elementi e pugna orbo, ingrato mondo tuo cammino, suo sdegni letizie, Tra Dell' spoglia. questa desio, e natura E in spoglia Ove Gravato divino, e nostro sua vane Mirabil Morte. volgo, generosa vien Candido — sei quella benigna pensier de' petti sgombri, inali adombri 2 a torto; cfr. pag. 10, nota 2. 49 — imniortal lunga oblivion, d' Di Soccormi adunque, — l scòrie: graziosa Morte. "" ingegni è maggior gloria, Ebrei, Greci, Latini. Arabi e Persi, famosi di Qual stil diversi. lingue e Di Quanti1 scritto lian Te l'antiche disiata ! e beato Molti con torte tu breve, Tu t'acil, naturai, calamità Benigna Ben La del Me Che sotto 1 Cristo. fronde Sua Infinita bontà ministra Leve la tua " celeste '-' di discorso, van colpe asconde soccorso : copra; sua boutade virtute '1 fatai crine7 fine — 7 // separi. 4 desiderata, il capello della vita. :{ quanti. u.i.a. ° opra. poi di guardi, osservi. i il mie' errori soli man sue Fida guide. legno, ; chiedo dolor amaro al il sangue delle il peso Con Ed Morte. sopra fragilstato mio Caduca, arida Delle che * pietade sua del aminone mondi, placidoe benegno. e 6 Non che prego chiaro asperga tolta, vepre, estinse dell' orribil angue suo Attenda e giustae grata, pronta, che sepie3 valorosa, optata e rabbia Che cerco e prima quel prego nasce, non stolta ! comune, Il bel fior dalle : : 1* han non Tu Nostre chi man turba,e Grave s" aspetta disser fasce in moie più diletta; vita quando la Chi, quando men Altri, Molti chi alcun, disse Felice, memoria fan carie Poliziano, etc. Gesù ?• 4 50 — le sacrosante Apri — aurate Cara, opportuna, porte Morte. desiata e forte Canzon, costante, altera,uniil,ma Col * Tesbite Quel Signor n' per non Dolce e bella di esser ; grazia scarso, sua le' la Morte. morendo GARETH BENEDETTO Tarso adora, e prega Che, quel da andrai, con IL CAR1TEO detto (1450M515). d' Pene la notte Ecco Di stelle E si Non Ogni Ma • del d' Anzi, la notte sementato Elia. 3 in '1 frutto San mio scende, prato le 'n selva o placide onde petto Amore, il fine ) furore. suo del mezzo mio rende 3 cuore spine avvelenate clie mi Paolo. s' intende. non riposo prende, cresce pungenti, 2 or asconde ogni creato, acerbo Amor E mar mortai riposa nel Mille in erba move corpo non il nido fere ciel tacita del splende e gioconde ; e al mondo si stan Chete Ha ardenti, lucide umana voce rugiada La el ciel scintilla : vaghi augelli e I amore. è di seminato. dolore. fronde ; ; Lasciando Secondi) dolce patria mia, Sirena, Partenope gentil, casta di Nido D' ogni Vivete voi È la le Dal Io in fui dai soffersi dolci ; pena in etade. nulla contrade ! frena. non finita io ; altro, in chiamato son faticosa vita. inopinato venne che lasciai fati iniqui giorno piena tal con lacrime cui mi mal nullo e fortuna sua fato un delicie dio, a felici,a già D' Mai ! ([iliragion Or di et !, io inai amici dio, cittade, nobiltade, e ti lascio lasso Qual, A vertute dolor (al Con leggiadria 1501. nel Napoli la * : patria esercitato. avita 2 3 SASSO PANFILO (1447-1527). Strambotti. III. Produce Ride ogni de Piange, Et ogni tmpre veduto. radice vestita uovo 0 mio parte - tristo de el erba ogni la e mia Barcellona. terra fiore, : doloroso vita core, atterra. ' travagliato. 52 — animai Ogni Et fa pace io crudele — 1' aiuole, con dispietataguerra. e Eterno, sarà, credo, el mio che Dopo più sempre dolore ni' aferra. stretto IV. S' el di El villanel S' el Se la notte Ma Assai rinfranca s' affatica alla rivera è la luna s' io el bove almen la notte de son L' inverno Se Ne nel almen bon 2 la fortuna S' el tortorin Ma E s' che non lamenta se ritorna V al tanto ; canto, amara ma manca, doglia la Sirena 1' altro di juango un e ; * pena, alfìn pur il compagno, Perso si spera affanno filomena piange ; 1' anca, posar piange poi ; peggior voglia. non tempo sera mena patisco el giorno primavera piange a la posa se al Sole quando stanca almen camina, giorno Quando Se peregrinae vechiarella La tempra mi il pianto lamento il tormento. cresce XXIV. Gridati Al 1 Y 3 tutti amanti foco che me : tutti insieme Al dove usignolo. 2 bruscia la foco, al strage per Correte loco Al « a loco lo mio tempesta. 3 amore a foco ! ; loco core, gridate. » 53 vederete E vita Questa mai E De come non poco strage se è 1' amor che a poco mortai non mal a e sazio si sazio serva se a more: strazio. maggior XXXI. Io La son Clic Io pecorellaafflitta piangendo va Che 10 cercando che la madre son 1' Seguendo Temo de '1 del orma spirto è pronto, 11 trista e mugendo va vacca i ; petto si spacca la ma pecorino : il bucino perso mancar non el dreto la dolorosa son fiacca e bambino : 8 stracca: carne el camino. per XXXVI. tutti amanti Andiamo Ove s'oda non Andiam A E El non Se lor dinar vai di qua cristiani. in diventar e la virtù per nominar tutti meschini sbatizarsi Che in barbarla compagnia pagani discacian s' esaltan via li villani né fede, amor cortesia gioca, tuoi pensier non : ; vani. son LV. Menar voglio " ) ve persona Senza ('«ni 1 vitello. la vita pan, le fere - efr. mai senza in deserto un vista non vili, senza sia coperto, selvagie in compagnia, Petrarca, son. 151 in Vita di M. L. 54 — bassi gli occhi Con la mia Piangendo Guardar Come colui che col e viso coperto acerba sorte il ciel voglio non — : perché noi m'erto scaciato ognun ria e ha via. LVII. dicali Non 2 Quellor Non salmi, eh' al mio foco Sia strascinato e Il corpo A ignudo ciò che in trovi vita troveranno me panno o in morte pegio e : porte affanno. maggior con inganno come le ; scorte per abito senza male mi Sempre a de fuora forte se stradato cor un morir nanti portilicroce Ma i biastemin ma LXXTV. solitario fa il passer Come la mia Piangendo la madre Come Ch' Io el Che per è Ch' ha perso trista il afflitto tanto sorte : figliolo forte lamenta se e solo acceptaria la morte, compagno meglio assai morir de Esser e che rimasto son cruda cercando va i' volo vita, più che eh' essendo vivo morto, privo. SONETTO. È Or lieto ti fa Or terra, corpo, ti fa orrendo Che 1 dell' avvicinarsi bestemmino. a a poco 2 or e poco coloro. della morte. ti fa smorto pauroso specchio, al fin i' m'apparecchio 56 Apri 1' uscio fa Et bel Tien dilectoso il viaggio, alto che tua Et poi Se ne orma sua ti armenti. abeti, et orecchie de' teman Li agnelli mansueti, il mondo in bianche Et le spine V Pendan Et de Et nodose, e intacte lacte. fiori et li fieri animali le loro Lassen li Vegnian asprezze Scherzando con i e pecti crudi ; vaghi Amori fiammelle Senza Poi ; quercie alte puro erbette Nascan prime dure le mei le fontane Corran usanze rose, mature uve di Suden quelle a le cime per I cerri per ; lupi non Fioriscan rime basse le mie a Et tome : rupi, et Cipressi,alni Ma stella lamenti, i bianchi vicine Porgete dorma; pian pian ciascuna ben Guardasti Valli la per se ; sorella l'usato vegna Che, maggio tempo, fiorito et che Più raggio ; colore, più Acciò chiaro il ciel col innanzi naturai Un pastore, vermeglio Mostrane Con tempo, per almo Ligiadro — strali o pargolecti insieme tutti lor studi Canten le bianche Et con abiti Canten Fauni Nini fé strani et Selvani ; e ignudi ; : Et novoli Venti, In Per racqui in faggi Tal che Che non anni eh' adolcir Quella per cui le Nell'alto pini che mar gli amanti gli Le man, Di quella che Per Che foglie, in il occhi mi dolce nome le chiome e si fa e di fausto sia sempre ed accoglie; terra; quest' aspra, è li doglie et lunga guerra amara cara. cortesia, Canzon, Quel amor con speme fìa noto m' pungenti fonti Vivran Vita tosco, adiro. mi aran fra cui mio errando, Mentre Per ogne murmurando Correran Sempre pianta basta et fiere li vivi Mentre vergo questi monti li alti Et tergo: sospiro, piango per Andran a Amaranta chiami cui et è non Quella Mentre ; bosco ogne ornai gettata avea scrivo io questo Per albergo staro mondo il cieco tant' qua! Per oggi. beltade castitade Conobbe La pioggie. 1' alma questo ; giocondo le virtudi Et limfe * ogie o di questo Nacque I vedan si non le correnti prati et li Ridai! tu ameno, sereno. pregherai ; 58 ? TEBALDEO ANTONIO (1466-1635). Dalle dice Clearco perdio Non Ma Ivi fu mi in rider Vedea E ogni i Vedea i miei Gusta van, dal lupo Contra Certi : in farsi E Dissi S' io 1' m' vo di scabbia. male perdere terren Questo peggio pensier da volte il tòsco gusto graziosi. conosco : muterommi cielo,in altro eh' ognor stella mia in più avea velenosi sott' altro empia tolte eran disposi inteso tal natura di ; le stelle volte 1' uman a le labbia con rabbia 1' acqua ognor Persia altro strade serpenti, da Qui steril pianta mi : Forse Di di frutti Posti che però ; al fiume ciò che e disperato mi me, Partir ; morbo dal o io tutte vedendo Ma e vènti da e campi tócco pecorellecardie Le E parea ; grassi e gli armenti, magri lor generava L' erba 0 miei d' altrui greggi Sempre grandine esser anno profeta. biade 1' altrui e guaste da mie Le pianeta è alcun patria non le viti : accade, contrario,come Clie accetto lieta e coi rai scaldi fatai il mio perché sempre si vaga '1 sol che : abbandonai ; eli' egli è un' altra Come ». Paleno a sia bella non patria mia La Ecloghe « con suoi 1' animo bosco. guidommi occulti levommi. inganni 51) — ninfa Leggiadra Che Scudo Ma lei infili Poi che Che d' qual diversi Con lei Per Prima Per ben Il Da le Fuggendo E Qui le Qui In 1 la me sotto colgo me frutto grande d' ; son e, amor ; suo intoppo. risse anni io mi io persi partisse. soffersi taccio il gran grido coi versi. queste ville * Cupido venni pianta il era acquistai da e pecorelle spente ; le ne questa mie giogo ninfe • il groppo dieci ben mio agitato fortuna m' abbandonar gregge tra mille suo servirla pover Che dal : divenisse in e difese. stretto poi ; giovili troppo amor serpe stato che io cruda pastori gli affanni. che prese, ben si un son mi contr' fa m'accese non bella, eli' ebbe parve panni tanto la se troppo qnell' età Risemi sé scordai fu maraviglia Né di che stesso me verdi sotto omini, Mosti — in ho fatto il nido. tranquille : quel che più son le faville. fama. ?pr-s^ mi piace, INDICE Li Giustiniani \kim" ""\ Lamento Giusto Pag. amoroso Di.' Conti Benedice il Domenico che giorno Giovanni di 3 : Per correggere Sul prender vide primamente la donna. sua 4 . (il Burchiello): i figliuoli 5 moglie 6 Pisa 7 D'Antonio? Pucino di Lamento Battista Leon L' Alberti : amicizia 10 Belcari Feo : : di Rappresentazione lucerlo diilorc Dalla Rappresentazione La » di quelli » : Traiano La Con» Julio : preferiscei diletti della caccia 23 amore di Venere di Orfeo favola delle di Orfeo 28 » Dui « Rispettispicciolati» continuati Prato Ballato 32 33 34 Rispetti « Canzona baccanti « «la : Plutone a Dai oina e 26 Preghiera Dalle Ignazio Caccia Il Giardino « Sant' (il Poliziano): Giostra La a Ha di 18 Ambeogini « 12 ........ Vedovella la Da Panunzio : « Angelo San » 36 » : Per Madonna Ippolita Leon37 39 62 — — de' Serafino Ad suoi della libretto un fra' migliori i Sceglie dall'Aquila: Cimixklli pensieri per la sua donna. 41 Pag. ivi donna sua . di Corte la Contro Cammelli Antonio Di (il Pistoia) del battaglia la Dopo 42 Roma Taro : 43 (1495) ivi stesso se Bisogna Vinciguerra Antonio d' Pene 44 45 46 Morte Gareth Benedetto governa : alla Canzone ci saturnia età Collenuccio Paxdolfo chi : della Lodo di contenti essere Cariteo) (il : 50 amore . Lasciando Sasso Panfilo nel Napoli 51 1501 : ivi Strambotti È dell' lieto Sannazzaro Iacobo Da Antonio « L' « morte 54 : Arcadia Tebaldeo Dalle della avvicinarsi Ecloghe » : Canzone 55 : » .58 Firenze -R. Bemporad e Editori Figlio, Firenze] - BOGHEN-CONIGLIANI EMMA STORIADELLA LETTERATURAITALIANA USO AD Volume primo. RR. DELLE SCUOLE SECOLI - NORMALI. XIII XIV. e Con L. Volume secondo. Con - SECOLI XVI XV, Volume terzo. L. SECOLI - XVIII XIX. e Con L. strazioni Nuova 2. 50 XVIL e illustrazioni strazioni illu- 2. 50 iilu- 2. 75 pubblicazione. ANTOLOGIA DELL» LETTERATURA Letturescelte RR. ScuoleNormali e annotatead uso delle I. Età — delle Dante — Poesia - e Prosa (Sec* XIII) Boghen-Conigliani Emma II. origini L. Alighieri: Opere minori di Emma L. III. Petrarca Francesco — di Emma V. La Prosa Romagnoli — Poeti — ascetica nel XIV secolo del secolo XIV di Paolina L. Vi. Cronache — Ada Vii. volgarizzamenti del sec. Borsi Giovanni — e secolo XIV XIV IX. — — Lorenzo 0. 50 0. 60 0. 40 chi Tac0. 40 di L. 0. 50 Boccaccio e i novellisti minori di Emma L. Boghen-Conigliani. del . Vili. ghen-Conigl Bo- di Laura L. minori 0. 5" gliani Boghen-Coni- ." L. IV. dì de' Medici di R. Errerà Il Poliziano minori e i Poeti di Rosolino XV Guastalla . . volgari L. del L. 0. 70 0. 25 colo se- 0. 40