LI
.C
G9175P
GuastallaIl
Rosolino
Poliziano
volgari
LI.
C
G9H5p
e
del
secolo
i
poeti
XV.
ori
min-
PRESENTED
TO
THE
LIBRARY
BY
PROFESSOR
MILTON
OF
DEPARTMENT
OF
A.
BUCHANAN
THE
ITALIAN
1906-1946
AND
SPANISH
ANTOLOGIA DELLA LETTERATURA ITALIANA
IX.
-
POLIZIANO
IL
E I POETI MINORI VOLGARI DEL SECOLOXV
SCÉLTE
LETTURE
ANNOTATE
E
RR.Scuole
Normali
ad uso delle
DA
ROSOLINO
Insegnantedi
GUASTALLA
Lettelo
Normale
nella R. Scuola
ài
Maschile
Oneglia.
FIRENZE
R.
MILANO
BKMPORAD
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11-1906
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LETTERARIA
R.
Bemporad
Tipografica
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Figlio.
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S.
Gallo,
33.
GIUSTINIANI
LEONARDO
(1388-144(5).
Lamento
Ai
che
me,
da
Quel
tolto
"»
mio
o
0
bel
ohe
viso
che
z"
d'
zorno
le
per
Le
Ine
ben
'-'
pace.
partito.
thesoro,
hai
in
testa
d'oro!
corona;
donne
el
porli
dio,
pei
e'
'
le
flore!
domando,
bellezze,
riocte
per
li
va
penando
zenlilezze.
bellezze
in
signorile!
e
'utile
ogni
e
lue
me
che
acorta
belle
fiore
s'è
persona,
Misericordia,
o
mio
el
e
vaga,
dèle
mi
colonna,
ghirlande
onesta,
da
e
caro
biondo,
angelica
paradiso.
viso
core,
viver
brezze
Son
o
el
auzoleta,
al
naia
polito
suo
m'ha
del
ferito
son
anzoleta
una
()
amoroso.
pene,
adorne
e
mai
non
trovo
locò.
"
4
_
Questo
honesta,
che
inver
Mi,
ti
mercè
de
Dolce
questo
sperare,
*
adimandare.
pace
mia,
ti sia
per
al
amore
posto in bando?
tuto
racomando
te
Amore,
in ti mercè
piace
speranza
el nostro
sia bandito.
non
alcideria ;
me
tu, che
vo
che
credeste
non
eh' el te
pur
crudele !
Adele,
se
Dio,
l
sii chiama
tu
chiamo,
te
orata,
Dio, quella
mi
servo
me,
per
inam
stella ;
per
esser,
Oi
che
più
lucente
non
:
vivi, madonna,
te
ora
partito.
acostumata
e
bella
e
vaga
mal
a
messo
e
zentile,savia
sei
Tu
so
foco
amoroso
posto in guai
m'ha
—
to
eh' el
servo,
sia bandito.
non
DE' CONTI
GIUSTO
(1379?-1449).
il
Benedice
Sia
mi
ferito
Amor
Che
E
1
«
mille
chiamata.
Benedetto
sia '1
mille
mi
giorno
'1
a
mi
sparse
mese
V alta
e
donna.
e
tene
spene
affanno.
tanto
stanno
infra
3
ucciderei.
e
mi
ancor
vita
che
sua
primo inganno
che
morte
accese
a
2
a
la mia
volle
le faville
A
il
si
prese
la
primamente
benedetto
dunque
Onde
vide
che
giorno
1'
le
cfr.
anno
vene
;
Petrarca,
».
sonetto
:
eh' io
Torà
E
Per
benedetto
Sia
mi
Che
che
occhi
gli
di
fuggendo
Corsi,
x"fc""
ii
mio
per
della
GIOVANNI
DI
DOMENICO
sembiante
il caldo
ombra
dolce
Alla
fanno.
ardore
soave
il bel
benedetto,quando
Sia
mi
lampo
d'un
percosse
dir
notte
e
l'amoroso
eh' io vidi
Il di
bene
scopersilauto
umano.
scampo
d'altro
bella
Mano.
BURCHIELLO
IL
detto
amor
(1404-1449).
Per
il fauci ul
Quando
Castigai
E
da' sette
il
Prova
E
figliuoli.
piccolo scioccheggia
in
anni
e
su,
la sferza
quindici in
da'
da
la scopa
con
Adoperar
Se
i
correggere
e
la
baston, che
si vuole
si
e
correggia:
ei pur
su
parole,
con
folleggia
altro
vuole,
suole
gliene dà, che, dove
tante
ci
non
Disubbidirti, perdonanza chieggia;
E
se
quivi
E
se
in
métterlo
Fa
E
in
da' venti
dai
in
trenta
mio,
Amico
di
Che
presso
ei t' affatica
su
prigion
a
ei pur
castigar
Partii
che
Me'
E
1
fai
allontanalo.
tu
2
*
puoi, benché
ragion
2
che
fa' conto,
fa
non
:
male,
pili fatica
durar
trent' anni
cale,
ne
tei nutrica
anno
un
su
non
te
se
vale
non
te
cotale
li sia
gran
da
ti sia
:
duolo,
figliuolo.
Sul
moglie.
prender
CANZONETTA.
Pratel
Se
ti
Io
mio,
chieder
voler
Non
Se
vuoi
Che
in
e' è
Ciel
'1
Sotto
degnarci
Per
E
questo
E
per
Che
il
Quella
gloria
E
e' è
Sotto
Fratel
E
l'ho
Clic
Di
1
senza
mento.
che
ho
sia
che
desio
riso,
e
n'avviso)
te
pena
d'aver
mio,
:
3
moglie.
etc
provato
moglie
chiesto.
;
disciplena
provato
tormento
?
suo
senza
l'ho
che
so
moglie.
aver
Paradiso
(io
tal
Ciel
'1
tormento
canto
s' ha
:
etc
al
scampar
non
1'
Dio
2
era
non
contento
e
mio,
fece
lo
perché
;
perìglio
tal
che
!
:
meglio
maggior
Fratel
lo
doglie
pigliare
lieto
star
non
consiglio
il tuo
far
entrare
Se
il
moglie
vuo'
tu
Non
Io
e
voglio consigliare
Senza
Sai
tormenti
vuoi
non
pigliar mogli*
non
e
a
e
di
2
1'
tutte
ore,
parentato
dolore.
farci
degni.
3
disciplina,
tor
Vuo'
la
Non
giuro,
io
come
Tutto
grasso
Questo
avvien
Questo
bene
che
è
il
E'
l'onorate
le immense
i' lio
E
il
gran
tributi
mia
sedia
al gran
palazzo,
l'allegrezza,il piacere,il sollazzo,
Che
in
Con
ogni
Di
1
glorie,
già ricevuti,
nella
Stando
tempo
vittorie
le spesse
magnificenzie, e'
Pisa).
grandi onori
e'
ricevute, e
e
da
il dolce
signori
le
Ch'
di Fucino
d'Antonio
pompe,
trionfi
E
Pisa.
e' gran
tutti
gran
etc....
rimembrando
e
Già
smarrito
di
Lamento
Da
dritto
nome
mio,
Fratel
Pensando
marito
son
pigliamoglie.
qualunque
(attribuito a Pacino
lasso
e
sbalordito.
marito, anzi
Di
E
polito,
e
quanto
Non
etc...
smagrito
son
or
Dio,
doglie
maggior
ero
Trionfai, bello
Ed
fé' di
in
mio,
Fratel
Guarda
frate] mio,
e' è le
non
migliore ì
tuo
tórre, o
Clie io li
Che
lo
far
tu
senso
ogni
gran
modo
er' usata
piacere
canti, di viole, giostre e
resta
sospeso.
d'avere,
ballo
*
Tal
volta
piacere, ero
per
Accompagnata
Non
divin
altre
volte
Poi
bel
Domo
bel
Camposanto.
alquanto
dei
V arche
e
Giovanni
san
piacere
per
diversi
Gli
Chi
in
questo
in
e
Di
N'
me,
era
E
una
per
vedere
Al
mondo
le
da
barca
mio
e
Di
pifferie
quete
galee
tutta
in
mai
tal
viole
di
e
fiuti
flauti.
3
compagnia.
melodia
liuti
2
D'arpe, d'organetti
2
d'oro,
ornata
donzelletti
di
avere
maree
l
di
canti,
udire.
core
cento
fu
a
maggiore
concestoro
non
Di
d'
né
nel
quanto
Donzelle
quel giardino
stavo
vantarsi
pari
avuto
Accompagnata
In
cammino.
fiori
e
uccelletti
potrebbe
Diletto
in
colori
svernanti
mai
defonti,
ero
Cogliendo violette,rose
Di
l'omo,
le fonti
mio
Del
Poi
storie
visitar
A
bel
rimirato
avevo
belle
Le
si muta
el mio
vedere
ch'io
Poi
bellezza.
più piacevolezza,
al mio
a
lei tanta
in
i"iù voler
Andava
diletto
per
cospetto
per
di
Come
cittade
tutta
Salia,vedendo
E
degnitade.
gran
la mia
per
Vagheggiandola
nel
di
donne
e
cavalcando
Su
rei ini,
gran
cittadina
come
D'uomini
E
come
eavallo
a
e
di
salteri
strumenti
;3
musicali
a
corda.
Al
mondo
fu
non
Come
compagnia
tal
lo bel
Per
Qual potrebbe
agosto alla gran
di
Veder
si nobil
mezzo
da
Giucare
Colle
Or
chi
a
Con
0
cui
Vieni
Qui
Vien
se
tu
Come
1
V
la
festa
imperatore
sopraveste,
struzzi
creste
e
di
e
paoni
e
le
con
Gismondo4
imperiai
voce
in
mazze
mano
!
,
risona,
piglia corona:
Che
tua
virtù
e
pensi più?
il mondo
per
Vieni
stendardi,
principe
mostra
Tutto
E,
la
e
stai?
?
pedoni
scudi
grandi
In
bei
e
di
i buon
serenissimo
Che
divise
pennacchi
Armati
3
quelle schiere
fiocchi,pennoncelli
con
drudo
gagliardi
diverse
Con
visiere
piazza sotto
Giovanetti
Con
dorate
e
e
scudo
e
veduto
in
letizia
maggior
quel popol franco
vermiglie
Venire
Elmi
mai
mazza
avesse
milizia?
tanta
esser
veder
a
l
festa
gesta8
Accompagnata
Come
maggior allegrezza
esser
potrebbe
indarno
gentilezza.
tanta
Come
Qual
stando
non
d'Arno
nume
andar
Vedere
maggior piaceri,
inai
te
li tuoi
acquistare
magnanimo
per
l'universo
Sigismondo
sedere
ornai
:
che
pensi ?
onore
Signore,
n'hai
2
di
a
censi
il disiato
se'
dell'Assunta.
Vieni
chiama,
gran
potere.
gran
la
compagnia.
Lussemburgo.
fama,
3
baldanzoso.
10
—
Vieni
Vieni
acquistare
veder
a
Che
pel
Non
Deh
Che
sai che
Per
mantener
!
prendati
Si che
più
LEON
:
e
mossa
ornai
me
:
ossa,
stato, ho
tuo
di
passaggio
fatto
polpa
oltraggio.
cotanto
far
aver
paia
non
bordello
publico
dovessi
ornai
Dovesti
bella
gioiello,
tuo
me
castella,
e
camera
un
comportare
sol per
città
tue
la tua
è diventata
Vieni
Se
ti chiama
II alia
Tulla
—
consumalo.
peccato
abbandonata
in
tutto..
ALBERTI
BATTISTA
(1406? -1472).
L'Amicizia.
il certame
(Per
Eccomi,
i' son
e
tutti li omini
falso
2
e
già
Scesa,
cercavo
Pront'
a
j
la volete.
loco
chi
con
la
tra
per
primo
Principi,d'
Fammisi
in
de'
casa
onde
contro,
cfr.
Dante,
Purg.,
V.
volesse
patrizi
simili
Degna
1
amor
maligna coppia
una
a
gente,
ricetto.
Darne
Vennine
:
soglio superno
dal
star
solete
fuggitiva dirli
Or
Eccomi
1441).
degli amici,
qui Dea
Quella, qual
Mordere,
del
coronario
2
a
palagi
famiglia.
torto, latinismo.
1 1
è
Livor
V
Cinto
macilente, tristo,
uno
d' odii
serpi e
con
Falsità» V altra
fraudolenta
dea
e
coperto
Gridano
()
Dea
plebea
Della
Che
animosa
mortale
vai
troppo,
petulante
ino2
Spinta dal
In
varii
e
fatto
d'
il loco
verso
Che
la fortuna
ha
Tal
clic vedendo
troppo !
.
rilevato
vii turba
Tanto
ricorsi.
stolida,impedita,
ricrearmi
Diva
Ma
potessi.
pensiero nichilato
il mio
Perché
1' insulsa
ed
Pompa,
ricchi,
si governa
dove
almanco
Esser
manca
e
stupida
insieme
stomacoso
Stavano
Troppo prolisso riferir
Gli
empii strazi
Empii, e
eli' io li
che
da
Po' che
tutti
gli omini
schernita
in
Vidimi, strinsi gli
forma
bullona,
arcaica.
latinismo.
'
dn
2
lusso
dentro.
soffersi,
molesti.
infugata,
popolar
omeri
I V ond'
1
4
onore
Troppo
Po'
astritrice
sarebbe
meritando
certo
.
gli aditi potenti
cresi,:{ dove
io
.
di coloro
Dentro
IVrch'
iridi,
colori
Credula
Fuggi' mi
*
rigiri?
revoluta
e
f
scurra
scellerato
cielo
forma
tua
:
s|)ecienemica,
errando
t'ha
tuo
me
ver
Donde
Qua!
:
ora,
astringere,
dal
e
tumulto
sali' mi
era
latino
scesa.
modo.
:*
credetti,
12
—
Ora
sentendo
1' odierna
né
Torno,
Si che
—
se
fuggo
qui
fama
V abitar
la terra
rimaner
volete
me
Lieta
Pur
che
con
Grazia
mia
meco,
ardente
Possino
rimango,
Fede
e
star, qnal
famiglia,
cara
*
candidata
dove
Da
voi
sol
Parità
mio
voglio per
pace.
e
amore
bene
laude, e
censo
sacro
voglio : rifattovi
Gaudio
ricette
son
Portano
1
sempiterno :
State beati.
FEO
BELCARl
(1410-U84).
di
San
Panunzio.
Rappresentazione quando
San
Pannunzio pregò Iddio
Rappresentazione
La
che
gli rivelassi
quale
a
egliJ'ussisimile
santo
nomo
sopra
terra.
IJ Angelo
Anime
annunzia
elette
Che
vorrei
Gesù
seguir le
E
questo mondo
Un
bello
State
1
dalla
in
veste
virtù
fare
silenzio
candida.
ognuno
al tutto
in
ad
2
può intendere,
incomprensibile
quanto
esempio
si
non
1' amore
Cristo,e
E
:
indicibile
quel bene
grandezza qui
per
Mostrar
Di
a
dice
e
è
accendere,
possibile
vilipendere:
questo di v' annunzio
udir
le
San
quali.
Panunzio.
;
hi
13
—
Panunzio
Sw
—
orazione
s'inginocchia,e fa
a
D'io cosi
dicendo:
padre eterno,
I' priego te con
U
o
Che
degni far
rivelarmi
E
Qual
santo
Simil
a
E
Un
tutto
quanto il
Ma
amore
Acciò
che
Dell'
se'
suona
e
quel
dice
0
povero
Al
Di
due
della
s' è vòlto
te
sie ben
si
;
ardita,
tien
vestita
sepoltoj
sublimo
questo borgo primo.
parte,
e
San
Panunzio,
cose
tu
non
se'
se' venuto
or
austera
l'ima
i' ho
veduto
veder
per
tua
quel che
padri santi
di mente
questo sonator
ha
gran
pulisco.
stando
risposta dell'Angelo,dipoi
vita
ti convien
Che
o
a
glirisponde:
infinita
cantor
la
Panunzio,
paragon
Da'
nunzio, e
:
Delle
0
cosi
in
canta
alquanto stupefattoper
millesimo
sofferto
Va
'1 vizio
questo V Angelo
detto
i' ho
alla domanda
tua
che
a
:
parlar semplice molto
l' alma
tu
rio
diserto.
dolcezza
e
umiltà,
Simil
Che
il tuo
amore
questo gran
in
San
guardando
non
Con
*
eh' è carità
Dio,
desio,
servitore
quanto affanno
a
core
questo mondo
fedel
tuo
ajypare
Cognosce
grande
tuo
quel eh' i' pato
Angelo
el mio
contento
sia in
me,
L' immenso
E
Signor mio,
per
sai ben
Tu
dolci'
virili,che
tu
fede
:
vera
:
se' tenuto
sincera,
qualche
al mondo
cosa
sta
nascosa.
a
sé
14
—
Ora
al
di Dio
nome
io vo' cognoscer
La
vita
Se
qui ho
fatto
Non
si ravvolse
tiene
Chi
el
vuoi
Fa'
che
Panunzio
tempo
dà
dolor, come
l'uom
mena
Rallegrati del ben
E
San
Panunzio,
Salviti
V
Dio,
E
farmi
Ma
legno
te
certo
ti
il
della
a
tondo
me
dolce
da
sol
un
con
non
rimossa
tu
sai,
tua
:
fossa;
e
caro
:
amaro,
parola
mi
vita
sia
molto
telaio,per
el bene
giova
tenderei
Sonatore:
-,
dubbio
tua
al
umilmente
;
avaro
tempo, veggio, passa
saperlo
del
te
grazia sola
una
per
:
guai
questo, dice
priego che
perché
Dimmi
Che
udito
ossa
perdono.
peccatiaver
levarmi
può'
Però
1'
ogni buono,
con
fra tei mio
a
vengo
Tu
1
de'
spera
SONATORE,
assai ;
alla
insino
per
il
:
senza
sie da
ogni colpa
l
subbio
trovare
a
ra
lieto vive
il
passare
:
questo dubbio.
trista fa disseccar
L' accidia
E
sul
tela in
a
cor
suo
L' anima
Se
bagno
canta, cosi dicendo
e
snona
guadagno,
gran
di lacrime
mai
questo, San
che
truovalo
compagno,
luogo si molesto,
fo io intorno
Come
o
poco
il viso
spesso
detto
questo mie
in
Glie
presto,
farà manifesto
mi
eremita
Stando
E
andianne
Ch'
sua
—
:
vola
e
'1 male
e
e
vale.
i fili
e
la
seta.
16
—
Mostrava
Ond'
onesta
Per
mi
Non
Ma
contenta
una
pur
dirò, perché
El
mie
marito
E
debito
Ancor
abbiamo
Per
Mi
voglion
Ma
Dio
nella
Ancor
Che
cosi
soggiorno.3
cosse,
donai,
'1 marito
molte
riscosse,
e
pene
guai,
li feci lieti :
e' mie
rimane
secreti.
maggior
alquanto stupefattoper
al
gliocchi
la
carità
mando
cielo,cosi escla-
:
Gresil
Per
delle
detto
giorno :
mosse,
Sonatore,dipoi, alzando
dice
1
Gesù
per
v' ho
figlie
cospetto
la cibai ;
le
presi in
Panunzio
del
O
ella e'
stretto.
terzo
far
mi
tanto
monete
stavon
Ora
ndita
spelonca
trecento
Che
E
mia
la carità
Ond'
al lor
di lei mi
allor
molto
luogo
sanza
duoli
si gran
e
innanzi
m'aiuta,
Misericordia
E
predetto,
cibo, questo è il
senza
:
figliuoli
tre
commi
pene
jiresa in
fuggendo
vo
Per
del
tante
a
divora
è tormentato.
prigion
le gravezze
oltre
E
fune
in
Ed
mi
cor
2
incarcerato,
comune
colla
spesso
desiri ;
pianti e saspiri
in
sta
;
dimora
senza
'1
:
martiri
tutti tuo
a
Io
Per
tapinando?
e' mie
star
serva
errando
rispose allora
rinnovare
*
nazione.
va' tu
cosi
e
mi
far
son
Come
San
perché
questo luogo
gentil donna
La
di nobil
e
io le dissi:
—
Cristo,mio
me
nascimento.
Vite de' Santi
4
furon
non
2
signore e padre,
cioè
Padri.
per
fatte mai
debito
di
(Al. D'Ancona).
tal
cose.
Comune,
3
come
indugio.
ha
4
il testo
da
me.
17
—
Costui
vivendo
fatto opere
Ila
E
forse
ancor
Perché
0
Pel
mondo
Dio
non
Non
ti
farsi
fama
per
:
udito
t'
tanto
:
ama
ti
Signor
chiama,
convito,
suo
lasciar '1 mondo,
amor
sarai
udite
:
è molto
'1
suo
più
tanto
delibera
di vita
dicendo
negligenteal
Sonatore
zio
sano.
e
quant' io gradito,
se'
priego, se
esser
Che
ordine
:
bello,
è mondo
cuore
Cristo
voglia per
Ma
strano
vestimento
Panunzio
di merito
Però,
uccello
in modo
abbia
credo
Gesù
dolce
Che
un
Sonatore
notizia
El
come
gente di virtù vestita.
Tra' monaci
un
di
sauto.
tengo
mondano,
in ciascun
Dipoisi volgeal
me
:
abito
risguarda el
che
nascose
fratello
suo
mercatando
Si truova
El
fuor
vada
dentro, se
Però
Di
il
reggia in
lo
perché
Ma
io mi
ladro, ed
Perché
molte
porta l'ammanto:
giudichimai
Nessun
leggiadre
si
e
son
dell'umiltà
Chiamasi
chiose,
sante
o
degne
ne
gènteladre,
le
infra
libri sacri
Senz'aver
—
ciel
nel
le dolci
monaco,
giocondo.
umili
e
cosi
e
di
parole
San
a
San
ti
Pa-
Panunzio
sponde
ri-
:
Essendo
Di
voi, Panunzio,
sani
Non
di virtù
e
vo' che
tal
Dappoi
eli' i'
L' opere
mie,
Con
nell'elmo
E2
voi
conila
Gesti
Km
itade
olino
mi
perfetta,
in
sermon
e
voglio
in
miei
padre
Guastalla.
noto
veggio (pianto
a7 vizi
è
tanto
—
in
sia vólo.
me
('risto
esser
remoto
vita- molto
sempre
acceda
far
stretta,
guerra:
ciclo,e voi in terza*
li rullziauo, eto.
2
18
—
detto
E
e
il Sonatore
le
abbraccia
s1
ancora
questo
in
cosi dicendo
:
Grazie
ti
abbraccia
sai trar
Non
risguardando
bene
mi
dobbiam
Andiamo,
Servendo
Dio
Sonatore
semplicissimo
con
seguitò San
noi
che
E'
m'
se
ha
benefizio
in
stare
:
:
solitudine,
sollecitudine.
nell'ermo
A
lo
è la
Ciascun
tornar
senza
la
Vedovella.
disa
tutto
'1 ciel ci dà
mio
con
un
fuggir
ch'io
se
un
sarò
non
Pury. X,
73
e
segg.
cara! Io
vedutamente, e dice:
tórre!
dolore
nessun
sarà
.
i
correndo
per
Misericordia,Iddei, datemi
Dante,
»
autore).
incerto
giustiziaa
con
colpa, e
Omè, omè,
di
Ignazio
l'imperatore
sa
debbe
Sant'
ma
vedova
una
la vita
quel che
Sua
di
Imperatore
eh' io tremo
Omè,
cfr.
vizio
propizio:
Panunzio
e
dello
Figliuolo
il figlimidi
1
Dio
dilettissimo,
Rappresentazione
«
Traiano
Omè,
dir
gran
(del secolo XV,
ammazza
ringrazia
al mie
a
dipoi
casa.
Dalla
El
il Sonatore,
nostro
adunque,
pogna
zam-
Panunzio
di ciascun
ripensar tal
a
San
e
Panunzio
fratel mio
par,
via la
dolcissimo,
inverso
se' stato
Che
propria
bacia
e
mio
rendo, Signor
Che
Onde
alla
Panunzio,
piede amendua, San
Tutto
EH
e getta
s'inginocchia
gambe di San
inginocchia,e
rialzandosi
—
:
può
torre.
l'errore:
cavai
corre.
creduto,
aiuto.
19
—
della
/'// Amico
La
dice
Vedova
lassa
Dov'è
Lo
dela
Vedova
va
'1 tuo
è per
morte
sua
il
conforto?
:
disperar,dolce
È di Traiano
dice
dice
iinperator non
Cagion
e
speranza
ti
!
meschinella
vedova
vedova
non
morto.
:
la tua
Deh,
"è stato
figliuol
tuo
me,
a
alla
//Amico
La
sorella:
farti torto.
del
e
tuo
duolo
proprio figliuolo.
suo
dov" è il
jUjliuolmorto,
e
abbracciandolo
:
0
:
risponde:
El
0
dice
ci è ì
Amico
La
e
dice:
Vedova
Che
V
la novella
gliporta
porti) assai trista novella.
i' ti
Donna,
vedova
—
figliuolmio,
caro
0
refrigeriospento,
0
alma
misera
afflitta,
()
santa
deità, datemi
Per
me
sarà
Per
me
il
peccato
Per
me
non
sarà
Cosi
la
la morte
Aiuto, aiuto,
tua
a
niun
elle
tante
Doverla
l
ilo\ rà.
ehi
voler
suo
fa
conosciuto,
parli in corte;
fia la mia
gli è giusto
che
aiuto.
fia
Clic, se
so
smarrita,
non
Il vo' portar dinanzi
Io
e
perduto,
giustizia impedita
aiuto
il
ben
o
vita.
e
speranza
mal
pene:
al
e
morte.
signor mio,
giustizia mani
voler
non
iene
([nel eh' io.
de'
aver
hene,
20
—
Né
pietà de'
Tenterò
Ma
»'
baroni
sua
E
m'
Se
non
potenzia mia
la
pirati;
lor
con
di
ogni
forza
per
de'
sozopra
va
non
pruovo,
saccheggiati
0
capitan, rassegna
col
Vedova
del
in
figliuolomorto
palazzo, e
'1 tuo
Questo
paterno
dolendosi
gii ha
Morte
perder
Che
mio
vo'
tanto
Lassami
dolor
Del
Fallo
non
;
son
morte
me
per
col
nutrisce.
tormento,
suo
mio
vedova
contento.
dice
:
signor, che
certa
tornato
giustiziafarassi.
alV Imperatore
or,
fìgliolcompagno,
mio
quand' io sarò
delitto
suo
Vedova
te
alla
andar
impedisce,
quanto ragion patisce:
fa contento
Imperatore
a
m'
;
gli sarà guadagno
non
el mio
Quieta
Io
dato,
:
magno
non
figlio,al
te
a
se
dice
tu
vivo
;
braccio,riscontra
dice
e
amor
muovo
soldati.
e' tuo
giusto imperator, famoso
E
dice
nuovo
questa è la cagion perdi' io mi
Il
esce.
corte, Z'Imperatoe
la
E
Se
La
di
lettere
el regno
/nova
Lo
'1 mal
se
:
incresce.
m'
tentar
verso
pio
:
Sarem
0
va
è
non
fla il dolor
la vedova
è venuto
Ch'
Là
quel che
pur
che
ehi
trovar
maggior
Mentre
-
se'
:
obbligato :
tornassi.
peratore
V Im-
21
—
Lo
risponde:
[mperatore
Lo
Vedova
il facessi, e'
di' '1
che
ver
:
or
tornano.2
indrieto
su,
sedia,3la
in
torna
è
la
V
è
Questa
è la
è
questo
Dianzi
angor4
Vedova
el
posa
figliuole
Tu
n' hai
tolto
Imperatore
Dimmi,
donde
mio
non
al
io
costei
quel che
che
del
stata
sarebbe.
transitivo.
-
sia.
:
angue
che
passò
vostra
dar
non
puoi
:
noi.
dice
è
mal
torniamo.
far
cosa
dolorosa,
far
ragione.
:
mai
i viventi
la
questione '.'
ella
quanto
dolendosi
Fortuna
diee
e
;
dice:
figliuol
posto qui per
son
sangue
caro
so
ben
langue.
mia
Imperatore
quel
derivò
/";/ Figliuolo
È
V
come
figliuol,
Vedi
E
del
or
che
carne
imperador, fa' giustizia fra
o
E
la
pestifer,crudel, mortifer
()
Lo
madre
della
il sangue
madre,
ero
ria
morte
de
carnei
de
volgerial figliuol
E
mia
di
morte
Questo
E
Beato
Traiano.
:
Questa
1
1
sarò'
non
rispmide:
Imperatoi;
Mentre
dice
risponde:
lui
Tu
lo stato
quanto la ragion portassi.
Farebbe
Se
terrà
che
1' altro
S' io morrò,
La
—
posa8
non
prima cagione:
:5
sella-.
'
dolore.
:"
in
iignia
22
—
—
.
ira
Non
Causa
Ho
sdegno,
o
fu
che
La
forza
In
in
Condussi
da
Costei
la forza
là
con
constretta
difende, io
eh' innanzi
fin
sia contenta
IJ Imperatore
mi
Ragion
L'
amor
L'
onor
la difendo
Un
è
E
nella
noni
sé facci
bene
Syte
Per
1
nella
che
eh'
sé
a
e
a
meglio
questa
al
raffrena,
tigne :
m'
cosa
eh' io mi
a
è
doglia,
voglia.
far giustizia
mente
ragione :
sia
presente
sia testimone.
ragion virilmente
lor
esecuzione
metta
da
non
ci arien
sé che
offender
a
;
noi
dice
figlino!,
morte
spigne j
o
della
e
pena:
mi
sé drento
a
giudicar gii Dei
sede.
4
sedia
strigne,
mi
cuoce
ogni
giudicassimo
Imperatore
è
costui
accusi
triemi
Sentenzi, e
Gli
dà
conforta V Imperatore
Paura
Lo
mena,
crudeltà
e
:
:
giustiziami
e
e~
vuol,
la memoria
A
diee
ritien,1' altro
conscienza
La
sai
tu
pietà mi
giudicar quel
so
1'
di
la
carbon
che
Barone
E
e
sprona,
come
non
Segua
mi
un
mi
Segua
E
medesimo
sforza
:
lieto farai.
me
se
m'incita
Costei
Et
muove
1'
Cosi
da
mi
e
:
aspetta.
grida vendetta
te
a
:
correndo
la mia
Fagli, padre, giustizia,se
Che
la morte.
cavai
un
al fin che
ragion mi
La
diedi
sorte
o
altri combattendo
e
fu
qua,
costui
a
combattuto,
destino
ma
morir
poi.
:
Giove
offendere
ti condanno.
;
24
Dando
sovente
martiro.
agro
viveasi
el
giovane gagliardo:
Né
pensando
al
suo
Né
certo
Cotal
Solea
Ali
ninfe
mai
Mai
potè
Facea
sempre
difendea
gioioso a
'n
Si
godea
se
talor
carmi
nelle
Si l'assaliva
lascivia
e
di
le
sua
di
due
crudel
amorose
te
a
stesso
Non
nudrir
Che
di
Costui
crudele.
di
che
lusinghe
2
'1 vulgo
le Muse.
e
errore,
altrui
un
dilettare.
porge:
furore
van
d'ozio
errante
3
sante.
gogne,
il cieco
fura, ad
pigra lascivia
luci
avvinto
rampogne:
agre
te
piante,
gli avesse
cor
dal petto
Scuoti, ineschili,
Ch'
amante,
pietà dipinto
1' alma
con
Diana.
con
miserello
il
umana,
labirinto
nemica
Amore
;
petti destava:
ne'
cieco
un
stelle,
morelle2
nove
le Muse
della
3
le
magion tornava
amor
carco,
pascer
faggio.
fiammelle
con
dolor
Preso
verde
virtù mille
nel
dove
raggio
cantava,
vedeva
Seguir
petto.
solar
o
delle
chiamando
Errar
piegorno,
soggiorno
dal
inno
con
gli alti
Cosi,
noi
disio
versi
d'antica
Li
pianti
il freddo
sua
compagnia
Celesti
E
'
giovinetto,
già nel ciel parean
Poi, quando
Di
diro
rigido in aspetto;
e
ghirlanda di
Tutto
il
pe' boschi
sovente
Con
e
sospirorno!
amanti
riscaldarsi
'1 vólto
E
futuri
sempre
le ninfe
Inculto
E
lui
per
si altero
Che
Con
acerbo
gabbarsi degli afflitti amanti.
fu
E
fato
de' suo'
ancor
quante
Ma
E,
fere
a
sorge.4
chiama
4
Amore
nasce.
21
È
insania
dolce
Si bel
titol d'Amor
A
cicca
una
quanto è
Ah
Per
donna,
qua!
per
0
crede
a
Che
E
il di
fugge,
vien,
e
0
tra' fiori
un
Che
quanto
Più
cela
è
Seguir
L'erbe
Udir
E
Le
E
covil
valle
e'
dolce
capre,
Destar
Veder
nascosta.
vento
'
a
e
pascer
la
sua
terra
8
La
viva
:i
muro
all' ombra,
e
ghiaccia!
e
l'onde,
rimbombar
!
fronde
le
questo
puro
chiara
un'erta
pender da,
zampogna,
di
o
l'aer
e
quel virgulto ;
e
pili conserta,
'1
inculto!
verso
pomi coperta,
spoglia
clic
propriamente (pici cantare
'
primavera.
piace
"?
sicuro
fossa
mormorai'
mirar
montanaro,
la,
seno.
più
di
'1 colle
e
fior,l'acqua
al
giova
'1
è
pieno
di beltà
lunga traccia !
per
gli aiigei svernar,
Quanto
più
fallace
nel
orgoglio!
el fero
antichi,fuor
la
dolente
fuggitive in caccia,
le fere
lor
scoglio,
acuto
pilidolce, quanto
spiar
Veder
l'onde.
il vólto
inganni
Fra boschi
E
alla riva
;
giovinociserpente
del vecchio
scoglio2
può soffrir di donna
Quanto
s' asconde
mare
Chi
ha
disvuole:
e
più miseri
fra'
è
quanto
un
fuor
imi
pur
foglia,
eh' al vento
veramente
bel
sotto
ver
come
parole !
sue
la vuol
chi
a
spoglia
e
vuole
sembra
Quasi
Ah
a,
più legger
donna
Uscito
"?"!
è
volte
vanne
Giovane
1
sembianti
!
s'allegra o dole
si
suoi
giocondo.
cangia voglia
che
lei
per
scorge:
il mondo
mal
un
a
lei di libertà
chi
Segue
mai
acato
dato
meschin,
o
sempre
mille
più
ha
peste,
noni
E
E
*
chi
a
Lasciano
clic
i
serpenti,
usciti
«lei verno
3
tari-,
can-
l'anno
26
—
Ogni
arbor
Veder
cozar
E
Or
da' suo' frutti
ondeggiar
pecorelle il
Si vede
alla
Poi, quando
Dolce
Non
notar
a
Le
dure
Or
la contadinella
cotal
Si crede
esser
Né
ancor
fatte
morti
Né
si credeva
Xé
del
case
Ch'
avean
nel
Del
crudel
Viveansi
E,
in
Fortuna,
Ruppe
ogni legge,
Lussuria
la
entrò
fecondo
:
quiete
petti e quel
gente chiama
meschina
ghiande.
inondo:
in
pietà misse
e
ne'
bel
era
lor
a
grande
e
genti liete
le
invidiosa
il toro:
ne' rami
nel
entrata
libertà
;
sete
solcato, il campo
non
Che
oro
:
a' vènti,
querce
la scelerata
ancor
vita
mèi,
tronco
oro
*
lavoro
ancóra
fronzute
eron
d'
dolenti
eran
la
giogo doleasi
Lor
era
al secol
ancor
balza.
una
genti
figlial marzia]
3
scalza
e
1' antiche
le madri
De'
la marra;
filar sotto
godute
'
garra.
col rastro
scinta
a
guisa già
domar
maneggiar
l'oche
con
vincastro
suo
ciascuna
a
il villan
zolle,or
'1
co
come
si vede
!
mare
aprir la sbarra:
lor
Or
Star
In
è
fa il
mastro
torma
move
;
mugghiare,
come
rozo
sua
quasi occulto
vacche
monton,
le biade
delle
—
fondo
:
furore
amore.
IL
La
Zefiro
già
Avea
1
senso
di be' fioretti adorno
de' monti
rimprovera.
lato
si dico
Caccia.
2
anche
tolta
la guerra.
della
nove,
ogni pruina
3
4
si affidava.
ghiaccio,etc.
4
».
«
Brina
: e
in
un
(Fornaciai!).
27
—
fatto
Àvea
La
al
Risonava
Soavemente
predando
Giva
frenare
Verso
la
Preso
il cammino
selva
archi
Del
Givan
Di
fischi
Del
Giove
tal
Con
il
Con
Megera
Qua! animai
Quale
1
aura.
~
dell'aria
(linci ).
:"
del
orror
serra
di
al
stiza
ventre
:{
guardia,
prodotto
il fulmine.
"
4
piomba:
gente assorda,
rimbomba:
ingorda
sangue
li
par
la
tromba.
si
roda;
coda.
tremante
diversi
infernale.
suona:
discorda
percosso.
dai
rumore:
nube
la
la tartarea
era:
bosco
aer
d'alta
latin
odore.
il ciel rintruona.
il Nil
cateratte
tale
Sonò
1'
qual' ora
fuoco5
il
el
tutto
lungo
chiuso
cresce
tumulto, onde
Dall'alte
il
de' corni
rimbombar
tal romor,
Di
3
bussi
e
ogni fera;
can
e
stormir, d'abbaiar
Di
corni,
e
orrore
grave
e' bracchi
lacci
da
varco
con
si destava
seguendo
Ogni
Con
già
e
covil
suo
adorni
dardi
spiedi e
e
stretta)
caccia
a
*
riserbo
buon
la lieta schiera
avea
bosco:
Il tolto
superbo,
la schiera
can
lacci
e
eireundata
civetta,
sotto
fa mestieri
ciò die
Con
(e
acerbo
gente eletta
sua
con
de' fedel
Segala
la
il corridoi*
Fatto
albore
fiore.
altro
ancóra
torna
:
primo
al
or
giorno
eh' al tufo
Allor
Già
mattutina
mio
or
Julio, al
L'ardito
Di
!
óra
air
intorno
ingegnosa pecchia
la
E
pellegrina:
intorno
selva
la
ritorno
già
nido
suo
rondinella
stanca
—
l
«
Intendasi
strepili e
tuoni
della
».
sonanza
dis-
(Car
28
--
Spargesi
la
tutta
Altri
alle
Chi
serba
Chi
già
Chi
sprona
in
i ean,
coppia
Chi
in
El
setole
Spunta
cervi
Timor
lepri
Di
sua
al
stordita
vie
lacci
Vedesi
Fuor
el
or
fa
o
qua
el
Zefiro
il
Spargendolo
di
di
in
frotta
del
in
rotta
paventare,
fero
là
mastino.
volare
giovan peregrino:
Julio
mette
assale.
II.
di
Venere.
rugiada bagna
mille
vaghi
odori
:
spenti :
il meschino:
fier cavai
Giardino
prato
ha
armenti
riusciva,
veltro
il
fera
qua!
grotta
una
i vecchi
teme
LIBRO
Il
d'
ogni belva:
si
or
sciliera
bosco
il (laido.
naie
porco
d'ogni
trista
riguardo:
vanno
esce
del
par
lieto
folto
già
volpe
pur
alletta
:
i denti
;
più
sagaci
e
campagna
s'acconcia
ruota
assalto
picciol bracco
De'
E
primo
le
'1 cervio
buon
cavrinol; già
lupo
Ma
la
pel pian fuggendo
tana
l'inselvato
Pel
'1
per
chi
e
ar
gli scompagna;
'1 richiama
chi
a
gì' inganni della
Le
Del
e
stretta.
aspetta:
il burron
van
L'astuto
E
arriccia
giù
2
ramo
spiede
entro
porco
De'
lo
chi
armato
un
sopra
pili
destrier
fera
man
via
ammette,
suo
'1 buon
si sta
le
compagna,
alla
CI li l'adirata
Già
1
bella
reti, altri
'1
Chi
—
ale;
:
29
—
Ovunque
Dì
vola,
di
Bianca
cilestra
sue
lieta
più
Questa di verde
che
L' altra
nutrica
L'alba
Gialle
Descritto
veste
Adon
lingue
si copro
d'
come
scritto
Minante
del
ai,
fu
sole:
Venere,
nacque
clic
rosso,
cui
u'
superba
il Sol
2
essendo
Un
sdito
lime
un
in
si da
mozzo
il
Adone,
nome
«letto
un
di
dio
nelle
dolore.
di
cambiata
?'
quel
e
che
nome,
voce
girasole.(F.).
fiore
uccise;
questo
abbia
Ini
7
avviva.
mai
non
arriva
comincia
ad
aprirsi.
giovinetto,il quale, giuocando
un
fiore di
dea
'1 mondo
cappello.
un
in
del
(F.).
anemone
fiocco
sangue
alcuna
4
fiore detto
da-
Clizia
al
un
volta
era
elitropioche
diviso
oinghiale,dal
anemolo.
in
(Y.).
tre
7
3
cinto
Ja-
volontari
disco, in-
di lui fé' sorgere
cacciatore, caro
o
/all'erano.
Apollo
con
foglie
giovane
ucciso
5
Acanto.
ride
e
colle alza
chioma
pianto,
suo
l'erba
gemme
il verde
si
a
6
stagion che
ombrosa
L'
il
Croco
mostra
novella
Sovresso
un
lembo
purpureo
Venere
a
rivesti di tante
La
era
;
grembo:
suole:
specchia come
con
rinfresca
Tre
1
in
Jacinto
4
specchia Clizia pallidettaal sole,
Si
Mai
viole.
dolor
suo
al rio si
bianca
In
il
ha
Narcisso
nembo
candide
e
ora
pur
pratelloinfiora.
d'amoroso
sanguigne
ardea
foco
il bel
e
i
2
sportel vezosa:
dolce
cade
Languida
rosa:
incappella:
s'
allo
;
bella
e
al sol la
gemma
'n
vergognosa
e
ridente
seno
si mostra
Quella
onesta
più
aprire il
Ardisce
meraviglia
ha
verginella
bassi
gli occhi
vie
fiori:
e
pallidae vermiglia.
la mammoletta
Ma
campagna
bellezze
L'erba
Con
la
veste
gigli violette
rose
Trema
—
(F.).
cordoni
dove.
che
pare
ninfa
una
equivale
molto
alla
sangue
°
di
di
Croco,
color
30
—
E
vel
sotto
Fresca
di
Con
si pura
Clie
gli occhi
Che
con
E
Dalle
suo
cui
'1
E
Cresce
L'elee
chiome
fu,
Il
alletta
pino
5
dire
di
che
tesse
pili fiorenti
i
secondo
morto
questo
poeti,
un
se
e
un
suo
cervo,
nome.
(F.).
maggio, po' monti,
gialli,spioventi
in
con
il
il
giù. (F.).
al
:
maggio:
3
in
5
agli
alle loro
quale,
venne
o
lento,
selvaggio:
il' premio
(F.).
pioppo.
grappoli
e
continuamente
Apollo, impietositosene non
4
faggio,
intorno
giovinetto
bel
il
fischi il vento
rende
belli.
piacque4
all' acque.
lambiva
2
bionde, 3
e
Ercol
pur
scorrendo
piti
ad
'1 frassin
scorrendo
col fecondarli
ombre
distese
ghirlandette
pinti fiori. (F.).
gli occhi
umido
suoi
con
cervio
alto
fronde;
sue
'1 salcio
cornio, e
fronzuto, e
l'onde;
mezo
intorno
et
cerro
L'olmo
ucciso
di
tanto
si trastulla
vuol
crescano
già
platan
L'avornio
loro
e
gara.
trabocchi;
già
aspre
Col
il
in
pel
or
il
a
fa bramar
tanto
:
nocchi
tutta
che
Nodoso
seminata
di mèi
rende
avara;
cresca
Borea
a
1' alber
robusto
non
senza
Ma
Surge
1
e
'
agli arbor
dell'altro
l'ale
che
distilla
umor
mensa
Cipresso ancor
Bagna
Con
a
scende; 1
fonte
di lor ombre
par
il laur
E
al
grato
schietto
che
tranquilla
orma
un
l' un
spander
mena.
sospende;
monte
indi
sua
si pasce
l'abeto
Da
il bel
arco
labra
che
par
vena
pomice zampilla
premio
Ciascun
viva,
offesi al fondo
non
Pingendo ogni
Che
fontana
una
fiorito solco
per
serba
tranquilla e chiara
viva
da
L' acqua
spessi rami
gelata
e
—
tanto
lo
riva
alberi
delle
radici, sicché
Cipresso
avendo
una
Ciparisso
o
mente
sprovvedutadolore
nelP
mutava
eytisns lubarum
pannocchie
di
che
fiori
rebbe
sa-
albero
fiorisce
bianchi
a
o
32
-
dove
di
La
rimbomba,
che
l'ombra
sotto
ogni
passeretta gracchia
il
Bacia
la
il pavon
Spiega
la
bianchi
E
presso
Il
pappagallo squittisce e
Da
sua
sonar
;
proda:
tortorella
vaga
favella.
di
favola
La
«
coda:
la colomba
E
alla
romba:
gemmata
sposo
cigni fan
annoda
ramo
attorno
e
sua
dolce
suo
lor diletto.
a
ramo
Eco
selva
cime:
sue
pel boschetto
scorge
in
ramo
della
canto
Ma
gli
amor
Salton
Al
alle
potria sormontare
Non
E
—
Orfeo
»
.
Canzona.
Udite, selve, mie
La
'1
E
udir
di nostra
suon
non
cura:
Di
ciò
Né
vuol
bagnare il grifo in acqua
Né
vuol
toccar
del
Tanto
suo
cornuto
la tenera
si
cura
La
ninfa
La
bella
Anzi
Ella
Come
di
si
ninfa
che
ferro, anzi
fugge da
me
di
dole,
parole.
amante;
ha
sasso
1' ha
sempre
il core,
di diamante
d'
:
avante,
agnella del lupo fuggir sòie.
dolci
Udite, selve, mie
Digli, zampogna
Co
e
pastore:
dello
cura
pura
verdura;
dolci
del
l'armento
non
armento,
pastor gì'incresce
Udite, selve, mie
Ben
lamento
fistula
lagna il mio
si
vuole.
non
al mio
è sorda
ninfa
bella
parole,
mia
la ninfa
che
Poi
dolci
gli anni
mia,
insieme
come
via
parole.
fugge
la bellezza
snella;
33
il
diglicome
E
Né
l'età
sappi
usar
mai
sempre
non
suo'
torma
son
rose
dolci
Udite, selve,mie
dolci
Portate,vènti, questi
Dentro
Dite
che
E
consuma
si
la mia
regnator di
C
hanno
Al
perduta
che
Udite
natura
la
Pietoso
Non
Tua
posso
Ma
se
Ogni
Ogni
il mio
mia
rapina
acerba
istalla.
in voi
amore
niente
a
si serba
avete,
bella rendete.
fine
a
voi
a
ritorna,
voi
la luna
li
core
al dolore.
antico
celebrato
vita mortale
";i
:
mia.
anzi
donna,
alcuna
Quanto cerchia
live
duce
l'erba
e
memoria,
nel
cosa
lamenti.
passi è
nascosa
resistere
\"»stio
Euridice
produce;
pei- la donna
più
la, vecchia,
Se
il ciel
la vita in pena
meno
Né
Del
luce;
gli elementi,
de' miei
tolse la mia
io
la superna
de' nostri
serpe tra' fior
Orni'
vòle.
Plutone.
a
ciò che
cagion
solamente;
Mi
non
Cerber legar fo questa via,
per
Ma
udir
mia
sotto
Amor
parole
quelle genti
tutte
qua! discende
Ciò
al sole.
Orfeo
di
sia:
dolci
la ninfa
che
mia;
versi
non
brina
come
Preghiera
0
paiole.
fugge via
vita
Udite, selve,mie
Poi
viole.
versi
pregate che crudel
lei
bella,
della ninfa
all' orecchie
:
e
(piani'io per lei lacrime
Dite
E
distrugge,
ne
si l'innovella
mai
persa
Digli che
(Mie
tempo
ricade
con
:
SUO1
Poliziano, eto.
corna
34
—
Convien
Chi
eli' arrivi
pilichi
convien
che
cerchi
Questo
è de' nostri
passi
Cosi
di noi
tenete
mia
la ninfa
Quando
Or
Tagliata
Chi
E
è che
non
ve
pel
Pel
sonante
che
pome
E
se
Io
pur
non
vo'
di
d'
te
è
prestanza.
Acheronte,
nacque,
Flegetonte;
già, regina, rnacque
pria nostro
orizonte.
nieghi iniqua
sorte
chieggio morte.
ma
Baccanti.
delle
indignata invita
Baccante
speranza:
acque
di
a
erba,
don; questa
ardor
tornar;
su
in
el mondo
Coro
Una
la mia
tutto
la
me
dura.
in
le torbide
lasciasti
Quando
acerba
uva
me
chieggo
onde
caos
natura.
ella sia matura?
a
per
segno:
regno.
la sementa
palude stigiae
Della
E
'1
priego
ne
Pel
miete
ve
estremo
la falce
con
rendete
Dunque
1'
e
aspettieh'
non
Io
avete
queste strade:
gli darà
vite
la tenera
:
si serba
voi
morte
sua
l
più lungo
per
contrade
.superisoggiorna;
Ognun
Poi
Io
alle vostre
tra'
men
—
le
compagne
alla
Orfeo.
quel che
Ecco
0
o
l'amor
sorelle!
diamogli
o
o
dispreza!
nostro
morte.
quel
Tu
scaglia il tirso;e
tu
Tu
piglia un
fuoco, e getta forte;
Giri,
percorra
sasso
; cfr.
o
Dante,
ramo
Purg., XIV,
speza;
1.
morte
bo
—
corri,e quella pianta là
Tu
O
""! t'acciaiti che
0
o!
lo
la
""!
O
o!
o
Per
tutto
Tal
di'
membro
In
molti
pezi
Or
vada
e
biasmi
vuol
in
Vegna
Gli
è
Ognun
Io
del
Dammi
vóto
un
Questo
Ognun
Come
vede
vale
per
vaso
bere;
in
la pevera
genere.
mi.
ancor
Bacco,
pò
ti.
per
te.
il mio
già
corno;
3
'1 bottazzo
in qua.
gira intorno,
a
spasso
va.
in
e
fare
qua
a
segua,
2
fiaccola matrimoniale.
il soverchio
qui.
pevere
ancor
corra
Ognun
1
bevere
8
monte
cervello
El
vuol
come
vino
segua,
ho
di Bacco.
onore
bever, veglia
a
ve' bever
lo
legittima!
oè!
chi
imbottate
Voi
*
te!
Bacco
bever,
lacerato
questa vittima.
Bacco, Bacco, eù
Chi
cosi:
strazio.
teda
la
accetta
segua,
dice
sazio:
sangue
membro
a
Sacrificio (Ielle Baccanti
Ognun
e
stracciato
suo
crudele
con
Bacco!
Orfeo,
ringrazio.
1' abbiamo
ogni sterpo è del
a
di
testa
io ti
Bacco!
il bosco
L' abbiamo
!
lo scellerato!
è
morto
porte.
petto fora.
mora
la
con
Evoè, Bacco,
Evoè,
dei
cor
scellerato,mora
Baccante
scaveza.
il tristo
pena
el
caviamgli
Mora
Tonni
—
"•
:;
là
me.
Bacco,
te.
imbottare
veramente
altra
in
sorta
significa gonfiare
ima
ili
sorta
vaso
di
per
imbuto:
vino.
per
qui
36
—
F
mi
Son
io
Star
ebra,
siet'
com'
Ognun
succi
come
Poi
Bevi
V
Bacco
sapea
che
cosa
V
non
facea
del
mio
riverito
ho
che
Ben
mille
il mio
I' ti mando
S'
poi
Da
1
strage
a
volte
che
sol
parlar
ch'io
di
mia
cor,
ma
in
core.
cima,
signore:
lo
mio
si
strazio,
ringrazio.
bene,
contente,
volta
donato
vino:
vita
dolze
alcuna
l'ho
di
ne
teco
con
stima,
cotanto
me
il di
teco
te
fiaschi
di
;
al freddo
mio
come
amore
inimico
della
faccia
Ben
Da
fu
».
prima,
fussi
drento
giunse
che
in
ti vidi
quando
non
poi
te
continuati
Rispetti
I'
Infili die
più.
oè!
eù
Bacco,
«
!
me
tu.
e
Bacco,
segua,
Dai
'
fiacco.
gridi: Eù, oè,
Ognun
Ognun
te.
giù:
farem
ballar
posso
so.
Bacco,
vin
del
tu,
e
lo
Bacco
suoni
tu,
non
ponno.
io fò:
segua,
cacci
con
non
me,
gridi Bacco
pur
no?
o
piò
facci
E
L'
i
Ognun
Ognun
Ma
si
o
ebrie, eli' io
Ognun
a
sonno.
i"iùritti
Voi
Miser'
di
già
moro
—
viene,
interamente;
è vocabolo
piuttosto raro.
M
—
Che
sol
sai che
E
Tu
lo
Ch'
è
Volse
te
fedele
mi
pel
saria
Poi
che
t'amando
Ben
mi
si
io
eh'
mille
Che
Tanto
Amor
mi
non
Sarebbon
strazio
chiedesti
mi
Né
d' altri che
Dai
«
t'
non
il
il core,
di te
sole;
parole.
i' tei
donai;
sarà
non
mai.
spicciolati
Ippolita
amassi,
mostrassi
le lor
Rispetti
Madonna
quanto vuole;
mi
invan
Tu
torre.
'1 comandassi
altri amanti
tutte
potrà
far fermare
potrebbe
mille
se
Per
contrapporre,
me
me
sorte.
per
di diamante:
potrebbe far eh' io
Quanto
E
dato
t' ami
non
morte;
costante.
manco
fortuna
far di
può
la
i' sarei
può
volte
grave
me
a
forte
amante,
sarei
fusti
tu
tolto.
fedele
te
per
non
Non
Ma
suo
sciolto,
e
ti sarà
mai
e
già piangendo
eli' io
so
libero
lasciar
iene,
acconsente.
m'
amor
suo
ben
morir
Non
Se
vii a
Tisbe
lo mani
speranza
puoi
a
Siccome
E
questa
—
».
Leoncina
da
Prato.
I.
Per
mille
volte
ben
trovata
sia,
mio
bene,
Ipolitagentil,caro
Viva
speranza,
dolze
vita
Deli
guarda quel che
Deh
fagli udir
Dà
a
mia.
rivederti
la tuo' dolce
viene;
armonia;
questo refrigerioalle suo' pene.
Se '1
Ino
Allor
allor contento
bel canto
gli farai
sentire
è di morire.
ss
IL
Io mi
sento
Ogni
E
ogni
accento
ossa
ogni paiola:
nota
d' altro
che
par
mi
non
pascer
possa
*
piacere questo piacer imbola:
Ch'ogni
E
infili nell'
passare
io fussi
crederrei,s7
^Risuscitare
al
di vostra
suon
voi,
nel
volar
gola:
nello
io fussi
Crederrei,quando
Sentendo
la fossa
entro
inferno,
eterno.
regno
III.
Io
In
alto
àlbore2
Sanza
il ciel
Ch'
sforzo
io spero
fortuna,
veggio istella,
né
mi
contro
pervenire
salvo
rauna:
tal nocchier
da
il cammin
Pure
da
e
timonj
o
suo
bruna,
e
gli scogli,meschinella,
e
da' vènti
Combattuta
irata
1' onda
tra
mar
le secche
Tra
E
navicella
la sventurata
son
è
m'
in
scòrto,
porto.
IV.
La
è
notte
Ma
Se
'1
Più
giorno
è che
mai
chi
a
grande
a
a
ognun
chi
vive
e
2
albero.
tardi
sospire,
pace:
lo desire
fallace;
di lor torna
giunge
in
possiede in
1' aspettare al fin
non
giace:
contento
a
il
chi
dormire,
può
non
la speranza
Ma, quando
Già
è
trapassa
volte
chi
a
è breve
ancóra
Presto
Vero
lunga
il
poi viene,
vero
bene.
40
II.
Dolorosa
ìncschinella
e
via
Sento
voi,
da
Che
L'
afflitta
Sospirando
Per
miei
Occhi
Deli
Or
0
spirto
in
S'
andrà
sempre
0
mio
Ogni
cor
Converrà
Lacrimoso
'n
:
e
quando?
amando
vano
distempre;
ardendo
Converrà
che
Per
doglia
gran
dolente
come?
e
ti
consumi.
lamentando
tristo
che
partendo
ardente
foco
Kivedremla?
piangendo
mi
doglia
gran
sciolto,
voi
da
che
:
tolto!
vita
qui
or
pascete
fia
di
morissi
Prima
Per
io
fuss'
vólto,
bel
vi
ci
tosto
me,
consumi.
quel
occhi
begli
core
piangete,
pur
guardate
De'
0
che
'1
si
doglia
gran
Amore;
che
par
:
sbigottita
e
innanzi
forte
Piange
partita
far
pur
alma
stella,
lucente
convien
Mi
vita
mia
fuggir
ti
sempre
consumi.
n
DALL'AQUILA
DE'CIMINELLl
SERAFINO
(140G-1500).
SONETTI.
I.
i
Sceglie
L'
col
che
aquila
i soi
Tutti
Simile
qual
1' occide
Presto
è
Questo
Che
quel
Perché
eli' al
la
mente
Spesso
Che
ciascun
e
convien
per
mi
conoscer
fa
abaglia,
vista
el
vidi
stato
se
aguaglia;
mio
pcnser
lei tanto
alto
che
è
cosa
saglia
Dio.
II.
Ad
0
(elice
Tutti
un
libretto
di'
E
'1 vói
come
della
soi
madonna
el mio
trar
sua
donna.
si spesso
ove
i secreti
Deh,
se
libretto
del
cor
foco
io
come
*
nisiun
mio
altiera
duole.
ne
altra
ognun
schiera;
a
donna
si
non
ogni
'1 vedesse
se
Diria
eh'
sol
fiera
vole.
nati
mia
la
mai
e
spera,
e
lo
son
a
donna.
suole
che
mira
non
la
a
non
e
sua
sole
ci
prova
nido
la
per
può, sdegnata
non
pensier poi
soi
Clic
affisa
fai' naia mente
spesso
De'
sguardo
tra' del
lo
Morto
pensieri
tìgliancor
qual fissar
E
suoi
fra'
migliori
scrive
con
ove
essa
1' ha
vive
messo.
42
Io
dà
soli
Tu
tocchi
Oh'
io
Se
Che
Ch'
E
te
moro
se
accendi,
essendo
de
dell'altre
la
concesso.
contento
e
arido
vedo
io
pianto
fuor
dive
degno
lieto
col
arri ve,
non
fusse
ognor
che
serria
io
essendo
se
presso.
par
ine
abraso
e
non
Arso
a
onore
non
io
al
maraviglio
tanto
eh'
l'alma
volta
da
tu
e
convieu
ove
sol
ine
Di
lunge,
porria
uua
ben
E
lei dà
come
legno;
sento
o
sostegno
me
drente
son
III.
Contro
corte, d' ogni beu
Invida
Nuda
de
fede
Scola
de
tradimenti
inferno
Terrestre
Radice
Deh
!
Ma
fia
quando
di
aprir
s' io
1
ostile.
2
tuoi
2
di
mai
manifestare.
fatica
giù
;
dal
cielo
i fieri dardi
fondo,
e
l
ostica
che
avanti
seguaci
mendica.
malignitate
fraudi
al
e
adversitate
Vulcano
tante
vederte
falsitate
sempre
già
moro
non
Spero
Con
de
impiotate,
priva
fonte
fortuna
lieta
a
Scendano
Ad
e
abondante
Rivo
Et
virtù
miseria,
de
d'
e
Roma.
nimica,
colma
e
ogni altra
d'
E
di
Corte
la
e
tanti
inganni?
il bianco
benché
perfidi
pelo
tardi
tiranni.
CAMMELLI
ANTONIO
IL
detto
PISTOIA
(1440-1602).
il
Passò
che
fé' mai
non
legno in
Col
resta
alle
nemici
Con
Cesare
E'
nemici
E
costui, come
Madre
di
questo
la
ho
in
che
di
Mida
hai
C
dato
a
Discordia
con
vel
un
i tuoi
Tutti
2
transirte
nel
il
Se
ben
Mai
del
si
non
de
Di
cent'
fanne
Fatte
mondo
In
anni
Italiani.
'
il
mani,
te
intrica
poca
le confine
3
galline.
vole
come
imaginò
il fine ;
vituperio.
natura
potea
di
più
disegno
passarti.
il tuo
stesso.
se
*
:
fatica
acquistasti l' imperio
più quanto
fin tolse
con
gallo
estinguerà
disfatte
e
occhi
figlidiventar
Di
Pili
nelle
gli
Sia
germani.
nemica,
Che
In
netto.
si dica
o
Marte
Vener
via
1
de' taliani
ciel
:
lontano
quel, passò
al
petto.
mano
va
Insubri, galli,cimbri, indi
Concabina
al
mano
letto,
can
e
in
spada
acquistò, pili non
Cesare
romano,
inanti
e
mano
un
vituperata
Se
cui
dispetto,
popul
con
spalle
domòr
Mordendo
'1
e
di
Scipion,
e
(1495).
Taro
franco, Italia,al tuo
re
Cosa
del
battaglia
la
Dopo
difforme
mille
forine.
alla paura.
i confini.
u
Gli
ocelli mi
Come
è ad
Né
in
naso
è
la
con
Il
Dalla
in
centina
L'
giù
dritto
come
son
in
dna
dita
e
V altro
uccei
Pigliala più
Bisogna
fu
Si
sarà
il
ranocchi
il serpe
Mandòli
che
Non
cercati
Che
vien
E
vita
il ciel
Perché
3
fu
peggior
il
lupo
Che
ad
degiun
dal
ogni
modo
in
albero
è
il cattivo.
tenga vivo,
vel
cibar
pastor d' ogni gregge.
altro
tristo
raglia
la
legge,
o
regge,
Chi
Resta
rivo,
nostro
peggior dopo
pregate che
oggi
rio.
e
quel che
prio.
furore,
a
signore
il
'1
protettore;
mosso
mutar
che
disio
lor
questo
a
migliore;
un
venenoso
sempre
4
Desiderati
in
sete
signore
suo
già questo
tal volontà
a
Iddio
avesse
e
ci governa.
chi
di
legno per
un
love,
voi
secondo,
ebber
Avendo
0
n'
finita
civetta.
una
al
agosto,
bacchetta
una
pregò
vita
morendo
che
Venne
I
che
già
togliessela
Che
che
contenti
esser
donna
Una
a
:
vita.2
arboro
figura, in cima
mia
misura.
spalle,posto.
settembre
va
in
accosto,
Quando
La
né
colorita,
non
pie guarda
un
Vo
le
:
conforme
tondo,
notte
petto fu, dove
dorine
e
al mento
punta
è dalla
viso
in
triangolané
*
ventura,
a
veglia
il mio
alcun
faccia
La
la bocca
e
scrivendo
fa chi
Non
Il
fece
vite.
dir
si
elegge
pasto
porta il basto.
e
3
cercate.
4
augurate.
45
—
VINCIGUERRA
ANTONIO
(?-1502).
fu la
Beata
età
della
Lode
prima gente agresto,
Che, regnante Saturno,
Di
N'erano1
fra' ciechi
Nate
le
Né
Né
Ma
clie è
Trovato
avea
Ch'
per
oggi
sol
tutto
E
fan
2
mèi
ibleo, castagne,
la
Senza
il nitor
de
'nvece
Sten dea
Nò
le
che
Fien
di
1
e
non
oggetto
erano.
:
il
noce
e
la cucina
il
era
ghiande
antico
grande.
pudico
e
quercia, or
una
e
crassa
superbia, che
4
in
ogni
cui sonante
a
di
non
più
musa
2
da
celer
sua
un
lieo.
la tomba
fama
cassa.
tromba
terso
che
oriscalco
colomba
[bla, città della
soggetto (Iella
lassa
sotto
questa supina
rimau
Dietro
Ma
de
chiudendo
fortunato
propensa.
pastorellascalza
sotto
Ignorante
0
3
piume
la
si vedea
Morte
vivande
famigliolail padre
Nutrì
1' ali.
mensa
la virtù
a
mali,
battendo
di povere
natura
i
immensa
la sobria
età
tisse.
tempio
di tutti
va
ornar
Quell' aurea
Di
cagion
al
questa libido
cercava
Che
onesta.
e
mortali
miseri
e
spoglie superbe
V oro,
visse
sanguinenti risse
le
ancor
in terra
utile
fatica
dolce
sua
saturnia.
proposi/ione
!
Sicilia.
e
la morte.
'•
splendore;
46
-
Fu
quella prima etade
ripiena d'
Tutta
Simplicitade,e
Né
vi
Ma
innocente
di
non
chi
la Peneia
a
gli antri
Chi
Dice
la
incalma.
3
aspira f
fronde
vii
e
lira
1' arboro
di Elicona
sciocca
*
industre.
avare
1' eburnea
di immortalità
or
alma
et
palma
palestre eli' a
Che
illustre,
tutta
la onorata
recavan
Altre
-
PANDOLFO
abita
2
f
onora
e
plebe delira.
COLLENUCCIO
(1444-1504).
Canzone
Qual
peregrin nel vago
De'
lunghi
Per
lochi
Fatto
Al
dolce
de'
Le
paterne
ossa
Di
se
di
Tal
In
canuto
e
bianco,
si rimembra
e
novella
sua
e
4
etade
;
piotate
stesso
prende
disia
;
nel
le affannate
e
loco
membra
già nacque
ove
prima gli piacque ;
io, che
sogni,
industrie.
Par., J,
viaggi
patrioalbergo
cammina
E
suoi
pensier
Sospirando
Posar
stanco
errore
faticosi
e
Morte.
aspri e selvaggi
già
Tenera
1
alla
32-33.
2
ai
in
peggior
fumi,
arcaismo
4
in
per
anni
oramai
vanitati
innestare.
giovanile.
5
sono
vergo,
avvolto
3
L'alloro
vòlto.
:
te,
cfr. Dan-
4X
-
Di
A
consorte
.spiriti
magnanimi
te mi
dal
ciel,puro
immortai
animo
L'
Ove
in
Del
lume
Fra
paura
si
tutto
Dolor,
di
gloria in
gli contrarii
vènti
dal
rende
Da
te
la
Questa e' ha
dolce
*
2
falso
più
Che
Con
pace,
quella, tu
Madre,
eh' e' vii
pronto.
porto
e
;
delle
mortai
lungi chi
ne
pene
;
spoglia
voglia.
generosa
E' nostri
sono
fia
Non
se'
Tu
1
libertade
'1 fine1 attendon
:
I
guerra
diporto
savii
dicon
E
e
questo sol bene
Natura, in tanti mal
A'
stento,
e
matrigna
Questa acerba
per
in terra
lamento,
e
Dolore, infermità,terrore
Pose
sorte
pietosa Morte.
fatica,affanno
è che
Sospir, pianto
;
crudel
alla mia
man,
vita
nome
altro
pio
e
pietade
adunque
la tua
Che
!
libertade
pura
sua
mire,
pondo
onesto
soccorso
Chiedendo, aspetto
Per
'1 ciel
infimo
terrestre
breve
ire,
;
mai
tia,se
cosa
Gli
ed
gli elementi
e
pugna
orbo, ingrato mondo
tuo
cammino,
suo
sdegni
letizie,
Tra
Dell'
spoglia.
questa
desio,
e
natura
E
in
spoglia
Ove
Gravato
divino,
e
nostro
sua
vane
Mirabil
Morte.
volgo, generosa
vien
Candido
—
sei
quella benigna
pensier de' petti sgombri,
inali adombri
2
a
torto;
cfr.
pag.
10,
nota
2.
49
—
imniortal
lunga oblivion, d'
Di
Soccormi
adunque,
—
l
scòrie:
graziosa Morte.
""
ingegni è maggior gloria,
Ebrei, Greci, Latini. Arabi e Persi,
famosi
di
Qual
stil diversi.
lingue e
Di
Quanti1
scritto
lian
Te
l'antiche
disiata !
e
beato
Molti
con
torte
tu
breve,
Tu
t'acil, naturai,
calamità
Benigna
Ben
La
del
Me
Che
sotto
1
Cristo.
fronde
Sua
Infinita bontà
ministra
Leve
la tua
"
celeste
'-'
di
discorso,
van
colpe asconde
soccorso
:
copra;
sua
boutade
virtute '1 fatai crine7
fine
—
7
//
separi. 4 desiderata,
il capello della
vita.
:{
quanti.
u.i.a.
°
opra.
poi di
guardi, osservi.
i
il
mie' errori
soli
man
sue
Fida
guide.
legno,
;
chiedo
dolor
amaro
al
il
sangue
delle
il peso
Con
Ed
Morte.
sopra
fragilstato
mio
Caduca, arida
Delle
che
*
pietade
sua
del
aminone
mondi, placidoe benegno.
e
6
Non
che
prego
chiaro
asperga
tolta,
vepre,
estinse dell' orribil angue
suo
Attenda
e
giustae grata,
pronta, che sepie3
valorosa, optata
e
rabbia
Che
cerco
e
prima quel
prego
nasce,
non
stolta !
comune,
Il bel fior dalle
:
:
1* han
non
Tu
Nostre
chi
man
turba,e
Grave
s" aspetta
disser
fasce
in
moie
più diletta;
vita
quando la
Chi, quando men
Altri,
Molti
chi
alcun,
disse
Felice,
memoria
fan
carie
Poliziano, etc.
Gesù
?•
4
50
—
le sacrosante
Apri
—
aurate
Cara, opportuna,
porte
Morte.
desiata
e
forte
Canzon, costante, altera,uniil,ma
Col
*
Tesbite
Quel Signor
n'
per
non
Dolce
e
bella
di
esser
;
grazia scarso,
sua
le' la Morte.
morendo
GARETH
BENEDETTO
Tarso
adora,
e
prega
Che,
quel da
andrai, con
IL CAR1TEO
detto
(1450M515).
d'
Pene
la notte
Ecco
Di
stelle
E
si
Non
Ogni
Ma
•
del
d'
Anzi,
la notte
sementato
Elia.
3
in
'1 frutto
San
mio
scende,
prato
le
'n selva
o
placide onde
petto Amore,
il
fine )
furore.
suo
del
mezzo
mio
rende
3
cuore
spine
avvelenate
clie mi
Paolo.
s' intende.
non
riposo prende,
cresce
pungenti,
2
or
asconde
ogni creato, acerbo
Amor
E
mar
mortai
riposa nel
Mille
in
erba
move
corpo
non
il nido
fere
ciel tacita
del
splende
e
gioconde ;
e
al mondo
si stan
Chete
Ha
ardenti, lucide
umana
voce
rugiada
La
el ciel scintilla
:
vaghi augelli e
I
amore.
è di
seminato.
dolore.
fronde
;
;
Lasciando
Secondi)
dolce
patria mia,
Sirena,
Partenope gentil, casta
di
Nido
D'
ogni
Vivete
voi
È
la
le
Dal
Io
in
fui
dai
soffersi
dolci
;
pena
in
etade.
nulla
contrade
!
frena.
non
finita
io
;
altro,
in
chiamato
son
faticosa
vita.
inopinato
venne
che
lasciai
fati
iniqui
giorno
piena
tal
con
lacrime
cui
mi
mal
nullo
e
fortuna
sua
fato
un
delicie
dio,
a
felici,a
già
D'
Mai
!
([iliragion
Or
di
et
!, io inai
amici
dio,
cittade,
nobiltade,
e
ti lascio
lasso
Qual,
A
vertute
dolor
(al
Con
leggiadria
1501.
nel
Napoli
la
*
:
patria
esercitato.
avita
2
3
SASSO
PANFILO
(1447-1527).
Strambotti.
III.
Produce
Ride
ogni
de
Piange,
Et
ogni
tmpre veduto.
radice
vestita
uovo
0
mio
parte
-
tristo
de
el
erba
ogni
la
e
mia
Barcellona.
terra
fiore,
:
doloroso
vita
core,
atterra.
'
travagliato.
52
—
animai
Ogni
Et
fa pace
io crudele
—
1' aiuole,
con
dispietataguerra.
e
Eterno, sarà, credo, el mio
che
Dopo
più
sempre
dolore
ni' aferra.
stretto
IV.
S'
el di
El
villanel
S' el
Se
la notte
Ma
Assai
rinfranca
s' affatica
alla rivera
è la luna
s' io
el bove
almen
la notte
de
son
L' inverno
Se
Ne
nel
almen
bon
2
la fortuna
S' el tortorin
Ma
E
s'
che
non
lamenta
se
ritorna
V
al
tanto
;
canto,
amara
ma
manca,
doglia
la Sirena
1' altro
di juango
un
e
;
*
pena,
alfìn pur
il compagno,
Perso
si spera
affanno
filomena
piange
;
1' anca,
posar
piange
poi
;
peggior voglia.
non
tempo
sera
mena
patisco el giorno
primavera piange
a
la
posa
se
al Sole
quando
stanca
almen
camina,
giorno
Quando
Se
peregrinae
vechiarella
La
tempra
mi
il
pianto
lamento
il tormento.
cresce
XXIV.
Gridati
Al
1
Y
3
tutti amanti
foco
che
me
:
tutti insieme
Al
dove
usignolo.
2
bruscia
la
foco, al
strage per
Correte
loco
Al
«
a
loco
lo mio
tempesta.
3
amore
a
foco !
;
loco
core,
gridate.
»
53
vederete
E
vita
Questa
mai
E
De
come
non
poco
strage
se
è 1' amor
che
a
poco
mortai
non
mal
a
e
sazio
si sazio
serva
se
a
more:
strazio.
maggior
XXXI.
Io
La
son
Clic
Io
pecorellaafflitta
piangendo
va
Che
10
cercando
che
la madre
son
1'
Seguendo
Temo
de
'1
del
orma
spirto è pronto,
11
trista
e
mugendo
va
vacca
i
;
petto si spacca
la
ma
pecorino :
il bucino
perso
mancar
non
el
dreto
la dolorosa
son
fiacca
e
bambino
:
8
stracca:
carne
el camino.
per
XXXVI.
tutti amanti
Andiamo
Ove
s'oda
non
Andiam
A
E
El
non
Se
lor
dinar
vai
di qua
cristiani.
in
diventar
e
la virtù
per
nominar
tutti meschini
sbatizarsi
Che
in barbarla
compagnia
pagani
discacian
s' esaltan
via
li villani
né
fede, amor
cortesia
gioca, tuoi pensier
non
:
;
vani.
son
LV.
Menar
voglio
" ) ve
persona
Senza
('«ni
1
vitello.
la vita
pan,
le
fere
-
efr.
mai
senza
in
deserto
un
vista
non
vili, senza
sia
coperto,
selvagie in compagnia,
Petrarca,
son.
151
in
Vita
di M.
L.
54
—
bassi
gli occhi
Con
la mia
Piangendo
Guardar
Come
colui
che
col
e
viso
coperto
acerba
sorte
il ciel
voglio
non
—
:
perché noi m'erto
scaciato
ognun
ria
e
ha
via.
LVII.
dicali
Non
2
Quellor
Non
salmi,
eh' al mio
foco
Sia
strascinato
e
Il corpo
A
ignudo
ciò che
in
trovi
vita
troveranno
me
panno
o
in morte
pegio
e
:
porte
affanno.
maggior
con
inganno
come
le
;
scorte
per
abito
senza
male
mi
Sempre
a
de
fuora
forte
se
stradato
cor
un
morir
nanti
portilicroce
Ma
i
biastemin
ma
LXXTV.
solitario
fa il passer
Come
la mia
Piangendo
la madre
Come
Ch'
Io
el
Che
per
è
Ch'
ha
perso
trista
il
afflitto
tanto
sorte
:
figliolo
forte
lamenta
se
e
solo
acceptaria la morte,
compagno
meglio assai morir
de
Esser
e
che
rimasto
son
cruda
cercando
va
i' volo
vita, più
che
eh' essendo
vivo
morto, privo.
SONETTO.
È
Or
lieto
ti fa
Or
terra, corpo,
ti fa orrendo
Che
1
dell' avvicinarsi
bestemmino.
a
a
poco
2
or
e
poco
coloro.
della
morte.
ti fa smorto
pauroso
specchio,
al fin i'
m'apparecchio
56
Apri
1' uscio
fa
Et
bel
Tien
dilectoso
il
viaggio,
alto
che
tua
Et
poi
Se
ne
orma
sua
ti
armenti.
abeti,
et
orecchie
de'
teman
Li
agnelli mansueti,
il mondo
in
bianche
Et
le
spine
V
Pendan
Et
de
Et
nodose,
e
intacte
lacte.
fiori
et
li fieri animali
le loro
Lassen
li
Vegnian
asprezze
Scherzando
con
i
e
pecti crudi
;
vaghi Amori
fiammelle
Senza
Poi
;
quercie alte
puro
erbette
Nascan
prime
dure
le
mei
le fontane
Corran
usanze
rose,
mature
uve
di
Suden
quelle
a
le cime
per
I cerri
per
;
lupi
non
Fioriscan
rime
basse
le mie
a
Et
tome
:
rupi,
et
Cipressi,alni
Ma
stella
lamenti,
i bianchi
vicine
Porgete
dorma;
pian pian ciascuna
ben
Guardasti
Valli
la
per
se
;
sorella
l'usato
vegna
Che,
maggio
tempo,
fiorito et
che
Più
raggio ;
colore,
più
Acciò
chiaro
il ciel col
innanzi
naturai
Un
pastore,
vermeglio
Mostrane
Con
tempo,
per
almo
Ligiadro
—
strali
o
pargolecti
insieme
tutti
lor studi
Canten
le bianche
Et
con
abiti
Canten
Fauni
Nini fé
strani
et
Selvani
;
e
ignudi ;
:
Et
novoli
Venti,
In
Per
racqui
in
faggi
Tal
che
Che
non
anni
eh' adolcir
Quella
per
cui
le
Nell'alto
pini
che
mar
gli amanti
gli
Le
man,
Di
quella che
Per
Che
foglie,
in
il
occhi
mi
dolce
nome
le chiome
e
si
fa
e
di
fausto
sia
sempre
ed
accoglie;
terra;
quest' aspra,
è
li
doglie
et
lunga
guerra
amara
cara.
cortesia, Canzon,
Quel
amor
con
speme
fìa noto
m'
pungenti
fonti
Vivran
Vita
tosco,
adiro.
mi
aran
fra
cui
mio
errando,
Mentre
Per
ogne
murmurando
Correran
Sempre
pianta
basta
et
fiere
li vivi
Mentre
vergo
questi monti
li alti
Et
tergo:
sospiro,
piango
per
Andran
a
Amaranta
chiami
cui
et
è
non
Quella
Mentre
;
bosco
ogne
ornai
gettata
avea
scrivo
io
questo
Per
albergo
staro
mondo
il cieco
tant'
qua!
Per
oggi.
beltade
castitade
Conobbe
La
pioggie.
1' alma
questo
;
giocondo
le virtudi
Et
limfe
*
ogie
o
di
questo
Nacque
I
vedan
si
non
le correnti
prati et
li
Ridai!
tu
ameno,
sereno.
pregherai
;
58
?
TEBALDEO
ANTONIO
(1466-1635).
Dalle
dice
Clearco
perdio
Non
Ma
Ivi
fu
mi
in
rider
Vedea
E
ogni
i
Vedea
i miei
Gusta van,
dal
lupo
Contra
Certi
:
in
farsi
E
Dissi
S' io
1'
m'
vo
di scabbia.
male
perdere
terren
Questo
peggio
pensier da
volte
il tòsco
gusto graziosi.
conosco
:
muterommi
cielo,in
altro
eh' ognor
stella mia
in
più
avea
velenosi
sott' altro
empia
tolte
eran
disposi
inteso
tal natura
di
;
le stelle volte
1' uman
a
le labbia
con
rabbia
1' acqua
ognor
Persia
altro
strade
serpenti,
da
Qui steril pianta mi
:
Forse
Di
di
frutti
Posti
che
però
;
al fiume
ciò che
e
disperato mi
me,
Partir
;
morbo
dal
o
io tutte
vedendo
Ma
e
vènti
da
e
campi
tócco
pecorellecardie
Le
E
parea
;
grassi e gli armenti,
magri
lor generava
L' erba
0
miei
d' altrui
greggi
Sempre
grandine
esser
anno
profeta.
biade
1' altrui
e
guaste da
mie
Le
pianeta
è alcun
patria non
le viti
:
accade,
contrario,come
Clie accetto
lieta
e
coi rai
scaldi
fatai
il mio
perché sempre
si vaga
'1 sol
che
:
abbandonai
; eli' egli è
un' altra
Come
».
Paleno
a
sia bella
non
patria mia
La
Ecloghe
«
con
suoi
1' animo
bosco.
guidommi
occulti
levommi.
inganni
51)
—
ninfa
Leggiadra
Che
Scudo
Ma
lei
infili
Poi
che
Che
d'
qual
diversi
Con
lei
Per
Prima
Per
ben
Il
Da
le
Fuggendo
E
Qui
le
Qui
In
1
la
me
sotto
colgo
me
frutto
grande
d'
;
son
e,
amor
;
suo
intoppo.
risse
anni
io
mi
io
persi
partisse.
soffersi
taccio
il gran
grido
coi
versi.
queste
ville
*
Cupido
venni
pianta
il
era
acquistai
da
e
pecorelle
spente
;
le
ne
questa
mie
giogo
ninfe
•
il groppo
dieci
ben
mio
agitato
fortuna
m'
abbandonar
gregge
tra
mille
suo
servirla
pover
Che
dal
:
divenisse
in
e
difese.
stretto
poi
;
giovili troppo
amor
serpe
stato
che
io
cruda
pastori
gli affanni.
che
prese,
ben
si
un
son
mi
contr'
fa
m'accese
non
bella,
eli' ebbe
parve
panni
tanto
la
se
troppo
qnell' età
Risemi
sé
scordai
fu
maraviglia
Né
di
che
stesso
me
verdi
sotto
omini,
Mosti
—
in
ho
fatto
il nido.
tranquille
:
quel
che
più
son
le
faville.
fama.
?pr-s^
mi
piace,
INDICE
Li
Giustiniani
\kim"
""\
Lamento
Giusto
Pag.
amoroso
Di.' Conti
Benedice
il
Domenico
che
giorno
Giovanni
di
3
:
Per
correggere
Sul
prender
vide
primamente
la
donna.
sua
4
.
(il Burchiello):
i
figliuoli
5
moglie
6
Pisa
7
D'Antonio?
Pucino
di
Lamento
Battista
Leon
L'
Alberti
:
amicizia
10
Belcari
Feo
:
:
di
Rappresentazione
lucerlo
diilorc
Dalla
Rappresentazione
La
»
di
quelli
»
:
Traiano
La
Con»
Julio
:
preferiscei
diletti
della
caccia
23
amore
di
Venere
di
Orfeo
favola
delle
di
Orfeo
28
»
Dui
«
Rispettispicciolati»
continuati
Prato
Ballato
32
33
34
Rispetti
«
Canzona
baccanti
«
«la
:
Plutone
a
Dai
oina
e
26
Preghiera
Dalle
Ignazio
Caccia
Il Giardino
«
Sant'
(il Poliziano):
Giostra
La
a
Ha
di
18
Ambeogini
«
12
........
Vedovella
la
Da
Panunzio
:
«
Angelo
San
»
36
»
:
Per
Madonna
Ippolita
Leon37
39
62
—
—
de'
Serafino
Ad
suoi
della
libretto
un
fra'
migliori
i
Sceglie
dall'Aquila:
Cimixklli
pensieri
per
la
sua
donna.
41
Pag.
ivi
donna
sua
.
di
Corte
la
Contro
Cammelli
Antonio
Di
(il
Pistoia)
del
battaglia
la
Dopo
42
Roma
Taro
:
43
(1495)
ivi
stesso
se
Bisogna
Vinciguerra
Antonio
d'
Pene
44
45
46
Morte
Gareth
Benedetto
governa
:
alla
Canzone
ci
saturnia
età
Collenuccio
Paxdolfo
chi
:
della
Lodo
di
contenti
essere
Cariteo)
(il
:
50
amore
.
Lasciando
Sasso
Panfilo
nel
Napoli
51
1501
:
ivi
Strambotti
È
dell'
lieto
Sannazzaro
Iacobo
Da
Antonio
«
L'
«
morte
54
:
Arcadia
Tebaldeo
Dalle
della
avvicinarsi
Ecloghe
»
:
Canzone
55
:
»
.58
Firenze
-R.
Bemporad
e
Editori
Figlio,
Firenze]
-
BOGHEN-CONIGLIANI
EMMA
STORIADELLA LETTERATURAITALIANA
USO
AD
Volume
primo.
RR.
DELLE
SCUOLE
SECOLI
-
NORMALI.
XIII
XIV.
e
Con
L.
Volume
secondo.
Con
-
SECOLI
XVI
XV,
Volume
terzo.
L.
SECOLI
-
XVIII
XIX.
e
Con
L.
strazioni
Nuova
2. 50
XVIL
e
illustrazioni
strazioni
illu-
2. 50
iilu-
2. 75
pubblicazione.
ANTOLOGIA
DELL»
LETTERATURA
Letturescelte
RR. ScuoleNormali
e annotatead uso delle
I.
Età
—
delle
Dante
—
Poesia
-
e
Prosa
(Sec* XIII)
Boghen-Conigliani
Emma
II.
origini
L.
Alighieri: Opere
minori
di
Emma
L.
III.
Petrarca
Francesco
—
di
Emma
V.
La
Prosa
Romagnoli
—
Poeti
—
ascetica
nel
XIV
secolo
del
secolo
XIV
di Paolina
L.
Vi.
Cronache
—
Ada
Vii.
volgarizzamenti
del
sec.
Borsi
Giovanni
—
e
secolo
XIV
XIV
IX.
—
—
Lorenzo
0. 50
0. 60
0. 40
chi
Tac0. 40
di
L.
0. 50
Boccaccio
e i novellisti minori
di Emma
L.
Boghen-Conigliani.
del
.
Vili.
ghen-Conigl
Bo-
di Laura
L.
minori
0. 5"
gliani
Boghen-Coni-
." L.
IV.
dì
de' Medici
di
R.
Errerà
Il Poliziano
minori
e i Poeti
di Rosolino
XV
Guastalla
.
.
volgari
L.
del
L.
0. 70
0. 25
colo
se-
0. 40
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