Anno XXV
Numero 237 Settembre 2012
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Cari Parrocchiani; con grande gioia mi rivolgo a voi.
Come è stato comunicato, il Signore nella sua
Provvidenza mi chiama a servire la Sua Chiesa con
l'incarico di nuovo Parroco della nostra parrocchia. E'
certamente un impegno di grande responsabilità, ma
sono fiducioso e sereno; del resto è Lui che guida nei
secoli la Sua Chiesa. Vi chiedo già da adesso di pregare
lo Spirito Santo, nostro patrono, perché mi sostenga
nell'ufficio affidatomi, e perché illumini il cammino di
ciascuno secondo la propria vocazione per portare tutti
frutti abbondanti per il Regno dei Cieli. Come Pastore e
guida della nostra comunità esorto ciascuno che in forza
del battesimo è parte della chiesa, porzione del popolo di
Dio, membro della nostra comunità: più ne siamo
convinti maggiormente cresceremo nell'appartenenza ad
essa, vivendo nella comunione vicendevole e con Cristo.
Nell'Anno della Fede che il Papa inaugurerà a Ottobre,
non limitiamo lo spazio del nostro essere dono per ...
altre priorità. “Il cristiano non può mai pensare che
credere sia un fatto privato. La fede è decidere di stare
con il Signore per vivere con Lui. E questo “stare con
lui” introduce alla comprensione delle ragioni per cui si
crede. La fede, proprio perché è atto della libertà, esige
anche la responsabilità sociale di ciò che si crede. La
Chiesa nel giorno di Pentecoste mostra con tutta
evidenza questa dimensione pubblica del credere e
dell'annunciare senza timore la propria fede ad ogni
persona. E' il dono dello Spirito Santo che abilita alla
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nostra missione e fortifica la nostra testimonianza,
rendendola franca e coraggiosa” (Motu proprio “Porta
Fidei” B. XVI). Sono ben certo che se ciascuno sarà più
libero nel dire “SI” al Signore riceverà tante consolazioni.
E' pur vero che la crisi economica che stiamo attraversando
ci preoccupa e ci spaventa. Papa Benedetto XVI nel
messaggio della pace 2012 così descrive il nostro tempo:
“viviamo in un mondo in cui la famiglia, e anche la vita
stessa, sono costantemente minacciate e. non di rado,
frammentate. Condizioni di lavoro spesso poco
armonizzabili
con
le
responsabilità
familiari,
preoccupazioni per il futuro, ritmi di vita frenetici,
migrazioni in ricerca di un adeguato sostentamento, se non
della semplice sopravvivenza, finiscono per rendere
difficile la possibilità di assicurare ai figli uno dei beni più
preziosi... ai genitori desidero dire di non perdersi d'animo!
Con l'esempio della loro vita esortino i figli a porre la
speranza anzitutto in Dio, da cui solo sorgono giustizia e
pace autentiche”. In forza dunque del
battesimo e della fede ricevute, crediamo che
Dio è il Bene per l'uomo, nostra speranza e
fiducia; se ci affidiamo all'Amore di Dio, la
Pace renderà docile il cuore di ciascuno.
Implorando la benedizione del Signore sulle
famiglie della nostra Parrocchia, auguro a
ciascuno di lasciarsi incontrare dal Signore
come avvenne per i due discepoli di Emmaus.
Don Michele Palermo
Saluto di Don Tarcisio
Carissimi, eccomi al termine della mia missione
romana di Parroco; quando leggerete queste righe, forse,
sarò già nella mia nuova destinazione a Trapani, nella
parrocchia di S. Giuseppe alle Fontanelle. Qualcuno mi
ha chiesto se torno volentieri in Sicilia ove ho già passato
diversi anni e se non mi dispiace lasciare la Comunità di
Roma. Certo che mi dispiace! Cinque anni di cammino
assieme non possono essere cancellati, come non può
essere annullata la vicendevole stima, la fiducia, la
generosità, la testimonianza di carità verso i più
bisognosi di cui sono stato testimone e l’accoglienza e
l’affetto che sempre mi avete sempre mostrato. Il
dispiacere rimane anche se so che a Trapani troverò una
comunità altrettanto viva ed accogliente. Ma se così
vuole il Signore, così sia fatto, perché questo è il bene di
tutti. Personalmente ne sono più che certo. Il sentimento
che prevale in me, ora, è quello di gratitudine: verso il
Signore che mi ha chiamato a servirlo nella vigna
privilegiata di Roma, la Chiesa Madre, e verso di voi per
il dono di tutti voi e della intera Comunità parrocchiale.
Nessun avvenimento e nessun incontro è mai casuale. Il
Signore ha voluto arricchirmi di tante nuove persone,
ognuna con le proprie grandi capacità irripetibili, con le
quali ho condiviso per cinque anni gioie e sofferenze,
fatiche e speranze. Ora i nostri cammini divergono: voi qui,
con la consueta generosità e fiducia, a servire la comunità
guidata da don Michele, io a Trapani; sostenuti sempre, voi
ed io, dall’affetto e dalla stima che ci siamo scambiata e
che conserveremo nel cuore. Il Signore guida sempre i
nostri passi sulla via del bene. Un grazie di cuore, quindi, a
tutti, ad iniziare da don Michele, ai membri del CPP, ai
collaboratori nell’ambito dell’Oratorio, della Catechesi,
della Carità e della Liturgia. Un grazie a tutti per la
pazienza con cui avete sopportato i miei limiti e le mie
incapacità. Un grazie particolare agli ammalati per la
stupenda testimonianza di fede che mi hanno donato.
Spesso ho potuto constatare i prodigi di grazia che il
Signore continua a riversare sui suoi figli sofferenti. Da
loro ho molto ricevuto. A tutti chiedo una preghiera ed il
perdono non tanto per ciò che ho fatto, quanto per ciò che
ho tralasciato di fare. Non mi resta ora nel lasciarvi che
affidarvi “al Signore e alla Parola della sua grazia che ha il
potere di edificare” (At 20.32). Concludo con un pensiero
rosminiano di saluto e di augurio: che il Signore faccia
scoprire a tutti “che non vi è altra sapienza che in
Dio” (Rosmini) che è l’essenziale per la vita.
Buon proseguimento del cammino.
Don Tarcisio
C O M UN I T A ’ VI VA
Grazie don Tarcisio!
Sul finire dell'anno pastorale e l'avvento dell'estate,
come i primi venti estivi preannunciano la venuta
dell'autunno, così tra i preti arrivano gli avvicendamenti
e i trasferimenti. Stavolta hanno toccato il nostro don
Tarcisio, che da settembre lascerà la parrocchia per
tornare a Trapani. Ormai ci siamo abituati e siamo
avvezzi a riconoscere lo spirito di servizio e obbedienza
che li animano e che, in parte, abbiamo imparato noi
stessi ad accettare. Don Tarcisio si “insediò” nel 2007,
con un leggero ritardo temporale dovuto a seri problemi
fisici, poi brillantemente superati. Ora ci lascia con un
certo anticipo in rapporto ai 7-8 anni di possibile
permanenza nella stessa sede. In questi 5 anni ha
conquistato l'affetto e la considerazione di tutti. E' stato
un parroco mite – non do giudizi ma esprimo sentimenti
-; nella predicazione era “piano” e profondo. Amava
spiegare la Parola mettendo in contrapposizione il senso
e il significato di gesti e frasi, la prassi antica col
moderno, l'atteggiamento narrato e il nostro operato.
Talora l'architettura esplicativa era così suggestiva che
chi scrive ha liberamente riscritto sotto forma di poesia
il contenuto di alcune prediche. A scopo esemplificativo
e come ricordo di don Tarcisio, qui di seguito
pubblichiamo la poesia “La strada”. Don Tarcisio è
stato il primo parroco ad aver conferito per ben due
volte nella santa notte della vigilia di Pasqua i
sacramenti del battesimo, cresima ed eucaristia a nostri
catecumeni; è stato il parroco del XXX. Egli ha gestito
l'incontro col Card. Vicario ed ha reso possibile la
pubblicazione del libretto “Trent'anni di cammino
comune”, che sarà eco della nostra storia per i venturi.
Di Roma porterà ricordi, nomi, sensazioni... e pure tre
numeri di prestigiosi giornali (L'Osservatore romano,
Avvenire-Roma sette, Il Timone) che lo ritraggono
vicino al Papa. Ed è proprio a Roma che si ispira il
piccolo dono consegnatogli in occasione della “festa del
grazie”: una icona di S. Pietro e Paolo. La comunità lo
ha salutato i primi di settembre, con un simpatico
buffet, confidenze e ricordi, scambio di indirizzi e con
la lettura di una poesia a lui dedicata, scritta da Edda Di
Biagio, il “Tito Livio” della nostra storia, che appresso
pubblichiamo. Ora torna a Trapani, dove continuerà a
fare bene e del bene, non dimentico dell'esperienza
romana. Ci dividiamo ma non ci separiamo: lui e noi
battezzati, missionari, rosminiani... per vie diverse ma
convergenti, continueremo a rispondere alla rispettiva
chiamata. Grazie di tutto, grazie di cuore, don Tarcisio,
ed auguri tanti, di ogni bene.
La strada
La strada è praticata da gente in movimento,
è frequentata da persone che inseguono progetti.
Ai poveri non è consentito praticarla:
essi sono relegati ai margini di essa,
ad implorare, a imprecare.
La strada è luogo di incontro, scambi, accordi:
la si percorre e frequenta
al sole accecante
e nelle tenebre artificialmente illuminate.
La folla che cerca vantaggi e profitti
non sente il gemito dei miseri,
e cerca di zittirli.
Solo il saggio, il giusto li ode,
dà loro fede, speranza, coraggio.
Alcuni poveracci li seguono
e percorrono con loro strade e sentieri
per trovare la retta via della vita.
A.P.
dall'omelia tenuta da don Tarcisio De Tomasi il 25.X.2009
sul Vangelo di Marco (10,46-52) sulla guarigione del cieco.
Don Michele tocca a te
Se don Tarcisio è stato poco tra di noi, don Michele è
uno dei nostri. Egli, difatti, iniziò a collaborare nella
nostra parrocchia, quando era ancora studente. Poi, per
ben due volte fu nostro vice parroco. Esercitò il suo
ministero pure a Milano, Montecompatri, S. Carlo. Ed
ora gli è pervenuta la nomina a parroco, ed è il primo
che è diventato tale in costanza di servizio; forse, anche
per questo, il primo al quale do del tu, pur avendo
accennato a dargli del lei e prontamente esonerato da lui
stesso. E' il 5° parroco della nostra storia! Come corre il
tempo: don Giuseppe dell'anno zero, della baracca, della
costruzione della chiesa; don Vito del decennale, del
campanile e dei quadri, del bicentenario di Rosmini;
don Mario del XXV, don Tarcisio della beatificazione e
del XXX! Ne siamo lieti, perché la reciproca
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conoscenza ci aiuterà a camminare più speditamente
con lo stesso passo. A te, caro e giovane don Michele –
è infatti nato ad Erice il 19.3.1963 e fu ordinato
sacerdote il 26.9.2000 -, che conosci l'oratorio, i
ministranti, i collaboratori laici, il modo attualmente in
essere delle nostre celebrazioni liturgiche e di fare il
Consiglio pastorale..., ora che ti assumi in prima
persona la responsabilità del buon andamento della
comunità parrocchiale, non ti accogliamo con un
“benvenuto” ma con un “andiamo avanti”, assicurandoti
obbedienza, collaborazione, sequela.
A.P.
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A don Tarcisio
Carissimo don Tarcisio
è con cuore contrito
unito alla tristezza e rincrescimento
per l'improvviso ed imprevisto evento.
Il tuo arrivo alla nostra Parrocchia
è opera dello Spirito Santo
che di bene te ne vuole tanto
facendone partecipe chiunque segue te
come puoi e sai farlo solo te.
Breve ma intensa
è stata la tua presenza.
Hai abbracciato ogni parrocchiano
anche se dalla chiesa lontano
con amore
riuscendo ad aprire le porte del suo cuore.
Ci hai fatto piacere al Signore
e di ciò ti ringraziamo e lodiamo con fervore.
Sei riuscito a farci vivere e respirare la spiritualità
rosminiana
anche se a noi sconosciuta e lontana.
In te abbiamo trovato il Padre amorevole
sorridente, a braccia aperte,
pronto a perdonare
e così a ricominciare
e la pace riconquistare.
Sei ricco di doni spirituali
ma quello che provoca più emozione
è il Sacramento della Riconciliazione
che impartisci a tutte le ore
con gioia ed amore
riportando al Signore
chiunque bussa al tuo cuore.
Credo che ognuno di noi
occupi in te un posto importante
perchè la tua amicizia, serenità, affabilità
non si potranno mai dimenticar.
Tutti, grandi e piccini, ci siamo sentiti amati, sorretti
guidati, mai trascurati
perchè alle tue cure affidati.
In questa epoca di crisi e precariato
dove quasi tutto sembra al caso affidato
l'unica cosa certa e definitiva è l'al di là
dove ognuno di noi spera di poter approdà
e te rincontrà.
La tua figura ascetica e gentile
ci fa molto sperare in u mondo migliore
dove regni la carità, la pace e l'amore
perchè è questo che tu ci hai insegnato
ed in noi inculcato.
Le tue omelie
sono pietre vive
da incastonare nella memoria
come una perenne novella aurora
meditandole in profondità
perchè in noi debbono fruttà e restà.
Come tutte le cose belle
ad un capolinea devono arrivare
lasciando nel nostro cuore
tanto rammarico ed amore.
Ti accompagnano nel tuo santo cammino
le preghiere di chi ti è stato vicino
perchè tanto hai seminato
e di ciò ringraziamo il Creato.
Eravamo come bambini
e sotto l'egida del Beato Rosmimi
ci hai fatto crescere in cammini
di santità, obbedienza e carità.
Ad Erice torni contento
e si stanno preparando a questo felice evento
conoscono la tua elevatura, pazienza e costanza
e di gioia ne provano tanta.
Di tutto ringraziamo il creato
fiduciosi che anche da lontano
ci darai sempre una mano
perchè lungo è il cammino
e vorremmo sempre sentirti molto vicino.
Oportet illum crescere
me autem minuit.
Con tanta devozione e affetto, Edda
Anagrafe Parrocchiale (Gen-Giu 2012)
BATTESIMI: Lorenzo Maria de Manzoni Garberini
8.1, Sophy Bogino, Sara Bogino, Melanie Zoppis,
Tyron Ferrandino 19.1 tutti circensi che si esibivano in
zona, battezzati dal loro “cappellano” Fra Giuseppe
Rosato; Luca Angelini 19.2, Tommaso Quercetti 8.4,
Valentina Ravaccia 15.4, Andrea Piscetta 22.4, Stefania
Ascanio 6.5, Melissa Monaco, Davide Di Giorgio 13.5,
Sofia Genzano 20.5, Riccardo Gnisci, Diego Emidi 9.6
MATRIMONI: Marisa Bernardi e Piero Cipriani 14.1
DEFUNTI: Vincenzo Dominijanni, Enrico Camilli,
Laura Baglioni 20.1, di soli 32 anni; Enrichetta
Giacomin 25.1, Vittoria Paolozzi 1.2, alla bella ed
invidiabile età di 104 anni; Caterina Pelosi, 17.2, altra
ultracentenaria (101); Enrico Colizza 23.2, Leonardo
Regoli 28.2, Grazia Pidatella 10.3, Eugenio Mancini
18.3, Maria Damiani 3.4, giovane di appena 27 anni;
Maria Antonia Patriarca 10.4, Anita Rossi 12.4,
Giovanni Rizzi 1.5, Giuseppe Molinari 5.5, Anna
Braglia 6.5, Bruna Trombetti 10.5, Giuditta Secco 12.5,
Angelo Centonze 14.5, Leopoldo Cesari, Carlo Cortesi
24.5, Giuseppina Di Gangi 31.5, Anna Maria Totaro
2.6, Mario Dadone, Maria Rosa Proietti 21.6
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C O M UN I T A ’ VI VA
Riprendiamo. Riprendiamoci!
Sperando che le vacanze siano state per tutti serene e
proficue, auguriamo un ben tornati e una buona ripresa. Si,
riprendiamo. Se, tuttavia, ci aspetta un altro periodo di
disoccupazione o sottoccupazione o precarietà, e aumento di
prezzi e tasse... allora la ripresa ci preoccupa. Riprendiamo,
quindi, ma soprattutto: riprendiamoci! E cioè: basta col “si
dovrebbe fare” ciò che tutti sanno; semmai domandiamoci
“come?”, ma ancora di più chiediamoci “chi?”. Il problema è
trovare la leva per disarcionare incompetenti e disonesti e
sostituirli con persone capaci e rette. L'obiettivo è rompere la
piovra del potere e trasformare l'impegno politico in servizio
alla comunità. La risposta è molto difficile. Ma proprio per
abbordarne ed abbozzarne una, la sua individuazione cade sui
cristiani e sugli uomini di buona volontà, sui liberi e forti.
Ciò dico in quanto cristiani e benpensanti, se veramente tali,
posseggono per loro natura il principio del perseguimento del
bene comune, della giustizia, del servizio e sono chiamati alla
solidarietà e alla sobrietà. Inoltre, cristiani e benpensanti non
necessitano di costituirsi in partito, essendo bastante che
formino la maggioranza. Cristiani e benpensanti non sono
“invitati” ad interessarsi di politica ma “chiamati”, per
esercitare un'alta forma di carità e contribuire al trionfo del
bene. Cristiani e benpensanti, beati se poveri di spirito, si
occupano di economia avendo il dovere di assicurare a sé e
alla propria famiglia un adeguato tenore di vita. Né le leggi
né
i
sistemi
economici
(comunismo/capitalismo,
liberalismo...)
o
politici
(monarchia,
oligarchia,
democrazia...) salveranno l'umanità, ma i cristiani capaci di
rapportarsi agli altri come a se stessi. Quindi, acta, non verba!
Noi cristiani riconosciamo nostro leader e Maestro il Cristo;
abbiamo come nostra Costituzione il Decalogo – che da solo
basterebbe a riportare il paradiso in terra - , come Codice il
Vangelo; come inno il Magnificat (ha innalzato gli umili, ha
ricolmato di beni gli affamati...); la nostra bandiera dispiega i
colori dell'arcobaleno, alleanza tra Dio e l'Uomo. Il cristiano
– se veramente tale – si accosta e tratta i problemi
addentrandosi
empaticamente,
fraternamente
ed
amorevolmente nelle profondità di essi. Ad esempio: in
presenza di atti di matrice rivoluzionaria non si limita a
condannarli, non gli basta condividere il dolore delle vittime
ma si interpella sulle ragioni che determinano tali
atteggiamenti e ricerca, facendosene carico, le cause, le
concause, le omissioni che, come concime, fanno
germogliare e crescere simili comportamenti e vede non già
nella repressione ma nella eliminazione di esse la soluzione
ai problemi. Il cristiano – se veramente tale – opera scelte
non solo secondo coscienza ma facendosi pure carico morale
delle responsabilità che da esso potrebbero derivare. Per
esempio: quando i cittadini furono chiamati ad esprimersi per
l'introduzione del divorzio, il cristiano non doveva solo
confermare l'indissolubilità del matrimonio ma avrebbe
dovuto astenersi dal porre nelle mani dei propri fratelli uno
strumento pericoloso per l'istituto familiare, come i fatti
hanno dimostrato. Oppure, pur sapendo che il “consumo”
promuove vivacità di scambi, il cristiano riduce il consumo
generale o di un determinato e di più specifici beni al fine di
promuovere iniziative (riduzione tasse, diminuzione prezzi,
aumento di lavoro e stipendi...) che creino le condizioni per
una motivata ripresa dei consumi medesimi. Qui di seguito
forniamo una serie di possibili azioni che contrastino il
consumismo, riducano le spese, attuino sobrietà e magari
solidarietà. Non sono suggerimenti inutili, se si pensa che in
altre fasi della crisi (iniziata, per chi non ricorda o non c'era
negli anni 1970 con la crisi petrolifera che determinò
l'austherity con le prime “domeniche a piedi”, le finanziarie,
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le manovre...) Ministri della Repubblica con appelli e
provvedimenti hanno stabilito orari e periodi per l'accensione
del riscaldamento, la facoltà per i dipendenti pubblici di stare
d'estate in ufficio senza giacca e cravatta per diminuire
l'energia dei condizionatori, l'opportunità di ridurre e regolare,
anche con erogatori rompigetto (poi distribuiti da ACEA) il
flusso d'acqua del rubinetto... Vari suggerimenti sono stati
diffusi da associazioni di consumatori e riviste: spegnere le
spie stand by, non aprire spesso il frigorifero, non fare
accelerazioni veloci con l'auto, chiudere il rubinetto nel lavarsi
i denti... Noi aggiungiamo: sfruttare la luce naturale,
privilegiando le ore del mattino, fare qualche piano a piedi e
camminare anziché usare la macchina per piccoli tragitti,
cucinare e mangiare ordinatamente per consumare i cibi senza
che scadano o vengano dimenticati in frigo... Noi proponiamo
anche atteggiamenti che possono avere un significativo
impatto sociale: privilegiare, frequentare, sostenere ditte,
negozi, professionisti, artigiani... che, per onestà, competenza,
concorrenza, prestano un “servizio commerciale” e disertare
quelli che mirano solo al profitto; ognuno curi le proprie cose
(erbacce sul marciapiede, occlusione tombini...) senza
attendere e gravare sulla società; non provocare aggravio di
problemi (come spazzatura fuori dei cassonetti, rotture di cose
pubbliche...); individuare se c'è qualcuno interessato ad usare
ciò di cui vogliamo disfarci (giornali, libri, dischi...) e
rivolgersi a persone o istituzioni che possano utilizzare e/o
conservare nostre donazioni; trattare i beni con cura per non
dover destinare parte del reddito a riparazione o sostituzione
dello stesso oggetto anziché al miglioramento... Il cristiano,
che sa di aver tutto ricevuto in gratuito dono, applica la
solidarietà professionale (reciproco scambio di competenze) e
sociale (unione di anziani per acquisti, compagnia,
assistenza...) e, sapendo che siamo tutti fratelli, pratica la coresidenzialità, realizzando strutture e servizi utili a tanti vicini.
Il cristiano, che ama smisuratamente il creato e il mondo che
vuole riportare a meraviglia di Dio e a casa dell'umanità,
acquisisce una sempre crescente e migliore sua capacità
nell'essere ora consumatore, ora compratore, o cliente, utente,
contribuente, operando scelte, contrastando abusi, disertando
offerte non convenienti. Il cristiano, memore che i beni son di
tutti, che le capacità individuali sono la varietà di carismi da
utilizzare per il bene comune, che i diritti naturali
appartengono ad ogni persona e che il troppo è ingiusto e lo
spreco è dannoso anche per chi ha molto, attua la sobrietà
come valore e dovere, ne propugna l'attuazione e non muta,
semmai aumenta, rispetto e stima per la persona sobria. Il
cristiano, messo in guardia dai falsi profeti, non “crede” (non
disponendo di carte e conti) a parole, numeri, promesse...ma,
seguace del consiglio “il vostro fare e parlare sia si si, no no”,
“tocca con mano” e “misura” col metro e la livella del
benessere (occupazione, costi, consumi, risparmi...) i risultati
conseguiti in rapporto ai programmi e soprattutto ai contributi
richiesti e ai benefici ottenuti. Come negare che un
comportamento corretto attuato da milioni – altro che quorum!
- di cristiani e uomini di buona volontà non possa provocare il
rovesciamento di certa pratica politica e l'instaurazione di un
nuovo ordinamento, non miracolistico ma condivisibile come
il comportamento, sia pur imperfetto e condizionato, del bonus
pater familias? A condizione, naturalmente, che si abbia a che
fare con cristiani veri, non dichiarati o chiamati tali!
Antonio Pillucci
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“L’altra faccia della scuola”
Un importante ambito che riprende le attività è la
scuola. L'istruzione scolastica è un istituto relativamente
“giovane”, molto complesso per la molteplicità di fattori
che concorrono al suo buon funzionamento (alunni,
famiglie, docenti, aule, programmi, indirizzi, libri...),
importantissimo per l'educazione e la formazione delle
nuove generazioni. Per questo motivo, auguriamo a tutti
gli studenti ed operatori scolastici un buon lavoro. Al
riguardo, con piacere comunichiamo che sull'argomento
è di recente uscito il libro “L'altra faccia della scuola”,
scritto dal nostro parrocchiano Anselmo Di Giorgio. Il
Prof. Di Giorgio è nato a Pignataro Interamna (Cassino)
ed è a Ferratella dal 1979: un pioniere! Sposato con la
Prof.ssa Silvana Broccoletti, alla cui scuola si sono
formati molti nostri giovani, è stato insegnante a
Cassino, Roma, Frosinone, indi sostituto del preside al
I.P.C. “T. Confalonieri” di Roma, preside al “P. Della
Valle” di Roma, dirigente scolastico all'istituto
professionale “Gino Zappa” di Ostia, “fondatore” del
“G. Verne” di Acilia e della succursale di Piazza
Tarantelli, nonché del liceo classico “Plauto” di Roma.
E' stato anche presidente del Distretto scolastico Eur,
divenendo l'inventore dell “OrientaEur”, una
manifestazione espositiva effettuata per una settimana
dalle varie scuole per esporre le proprie caratteristiche e
facilitare il libero ma consapevole orientamento degli
studenti. Ha pure svolto attività sindacale. Ha scritto
una quindicina di libri: diversi di normativa scolastica,
due romanzi “sociali” (“La svolta”sulle condizioni degli
italiani durante la guerra e “Oltre il segno del male”sul
Mezzogiorno d'Italia) ed ora il libro sulla scuola, per far
conoscere il “buono” della scuola, a dispetto del facile e
generale catastrofismo sollevato da più parti. Lo fa,
raccontando le sue “lotte” per migliorare l'istituzione
affidatagli; con buona volontà ed impegno è riuscito, tra
l'altro, a “trasportare” l'istituto Zappa dai fatiscenti
locali della ex colonia Vittorio Emanuele ad altro
edificio in Via dell'Idroscalo, interessando le competenti
Amministrazioni ed inscenando proteste per smuovere i
pubblici poteri. Anche il liceo Plauto fu completamente
ristrutturato. Tante sono le “lotte” sostenute e spesso
vinte dal Prof. Di Giorgio che si possono leggere nel
libro, a dimostrazione del fatto che, per quanto difficile,
si può riuscire a spuntarla, ribaltando il luogo comune
che tutto è sempre stagnante. Un lavoro effettuato con
la collaborazione tra docenti, alunni, famiglie che
forniscano reciproco aiuto su interventi formativi e sul
rendimento scolastico degli alunni, la cui educazione e
formazione compete ad ognuno di essi, compreso il
potere pubblico, che deve capire che i “tagli” alla scuola
e alla sanità sono “tagli” alla società medesima, mentre
le necessarie strutture, attrezzature e personale
darebbero la giusta forza alla linfa vitale che già scorre
in molti onesti e generosi attori della scuola. E' questo il
positivo messaggio di speranza che Di Giorgio affida
agli operatori e fruitori scolastici d'oggi!
Antonio Pillucci
Compagnia teatrale “Spiri) Allegri”
Nei giorni 27.5 e 1.6 u.s., in occasione della nostra
festa patronale di Pentecoste, come ormai tradizione, gli
“attori” della nostra parrocchia hanno presentato
un'opera teatrale, la commedia in tre atti dal titolo
“Ninotchka” di Marc Gilbert Sauvajon, uno dei grandi
maestri della commedia francese. Per l'occasione, è stata
data notizia che la compagnia teatrale della parrocchia
aveva assunto un proprio nome, quello di “Spiriti
Allegri”. La Compagnia nasce nel 2004 dalla fusione di
molteplici realtà teatrali del nostro oratorio,
genericamente conosciuta come Compagnia dello
Spirito Santo. Oggi si è voluto dare un'identità alla
Compagnia stessa, composta da persone che con il loro
impegno amano comunicare la cultura del sorriso e del
buonumore. Con l'occasione è opportuno ricordare
alcuni titoli di commedie rappresentate: da un filone
italiano con “Caviale e lenticchie” di Scarnicci e
Tarabusi e “Il povero Piero” di Achille campanile; ad un
filone napoletano con “Natale in casa Cupiello” del
grande Eduardo e “Sogno di una notte di mezza
sbornia” e “Non è vero ma ci credo” di Peppino De
Filippo; fino all'humor anglo-francese con “Spirito
Allegro” di Coward, “Arsenico e vecchi merletti” di
Kesselring, “Tredici a tavola” e “Ninotchka” di
Sauvajon, un romantico intreccio, quest'ultimo, di
spionaggio internazionale con divertenti colpi di scena.
Una nota divertente da sottolineare al riguardo è che la
vicenda narrata è stata una sceneggiatura per un famoso
film degli anni '30 interpretato da Greta Garbo, e che il
canale digitale RAI dedicato ai film lo ha mandato in
onda in vari orari per gran parte del mese di maggio e di
giugno, in pratica contemporaneamente alla nostra
programmazione. Della Compagnia fanno parte (in
ordine alfabetico): Aldieri Eligio, Annibali Barbara,
Barletta Daria, Cerroni Mario, Contini Cristina, Del
Noce Mario, De Santis Mario, Garofalo Giorgia,
Girardi Chiara, Ladi Francesco, Maravalli Gianpiero,
Ricciardi Vincenzo (regista).
Bruna Francesconi
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C O M UN I T A ’ VI VA
Il Geriatra
Anche oggi il nostro quartiere pullula di umanità
“diversamente giovane” o con il legno, in stampelle, in
carrozzina. In certi istanti, più tranquilli te li vedi per
strada, col passo incerto, il volto mesto, dal vissuto
pesante. E quindi, quale miracolo la presenza del
Geriatra, colui che penetra a fondo il fisico in declino. E
lo abbiamo, Giovane dal volto aperto di Ragazzone
Scanzonato che però sa curvarsi umilmente e
fraternamente sulla sofferenza dell’anziano e la sua
voce quieta ed educata suona consolante e rapisce
l’anima. Ora Primario, lo si direbbe “l’Atleta della
Corsa” per i vari impegni e acciuffarlo talora resta
un’impresa. Si sa, gli anziani sono speso: esigenti e
fastidiosi ed allora qui, ricordiamo questa dolce
esortazione: chi si china sui deboli è amico dei cieli, da
ogni suo gesto di umiltà e carità gli verranno
centuplicati i Doni Celesti. Diamogli retta e le giornate
ci
sembreranno
più
agevoli
e
luminose.
Grazie, caro Geriatra del nostro quartiere, resta tu:
miracolo di amore per gli “sfiniti della vita”.
Vittoria Cattani
Effervescenza di fresche risate
Sotto l’indulgente fronzuto annoso gelso, un tempo,
sicuramente sotto la sua ombra amica, alitava fragrante
di accettabili afrori agresti un umile aia, dal fumante,
caldo pastone del letame, dove col suo forchettone al
centro, come una gloria, allietava le non sdegnose nari
di passanti e avventori. Però stasera il nostro amico
gelso fronzuto è lieto ospitare “ una verde brigata di
amiche” in attesa di una cenetta doc. E quante
confidenze in libertà, ironie e varie … cui non fa difetto
anche qualche barzelletta “osé”, vittoriosamente accolta.
Si sa, ormai siamo tutti convinti, come pure sbandiera la
saggezza dello yoga indiano, che la risata è il “Mantra”
che fa vivere a lungo e lo ricorda persino quel Museo
Berlinese, il quale sulla mostra interessante riguardo
l’evoluzione
dell’umanità
“Dalla
Nascita Alla Fine” suggerisce, in Buona Lingua
Tedesca, di prendersi cura della risata potente alleata di
lungo benessere. Ed io, guardandovi tutte con gli occhi
dell’anima, vi scorgo giovinette nell’armonia della
vostra allegrezza. E assieme al Gelso Amico vi
abbraccio e vi dico: Grazie per questa serata unica.
Vittoria Cattani
Ti regalerò un sogno
Puoi sognare qualsiasi cosa,
ad occhi chiusi o aperti
restando presente
alla tua realtà.
Puoi desiderare l'amore
pur sapendo che solo
dopo la sofferenza
potrai apprezzarlo.
Puoi dedicarti agli altri
e restare nella solitudine,
cercare la quiete
e trovare solo la guerra.
Forse avresti dovuto chiederti
perché non hai mai riflettuto.
In fondo la vita è una infinita
opportunità di occasioni
per capire dove sbagliamo.
Ti regalerò un sogno...
sta a te farlo diventare
quella magica realtà
che sfugge ad ogni
tuo risveglio.
Maurizio Lai
Puoi vedere le tue speranze
svanire con la gioventù.
Notiziario della Parrocchia Spirito Santo alla Ferratella - Padri Rosminiani
Direttore Responsabile: Don Vito Nardin
Direttore editoriale: Don Michele Palermo
Redazione: C.Fucelli Pessot del Bò - A.Pillucci Progetto grafico: A.Cerroni
Reg. Tribunale di Roma: n°565 del 03.10.1990 - Stampa in proprio - Distribuzione gratuita
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