Anno XLVI n° 12 - Dicembre 2006 - Spedizione in abb. post. 70% - Filiale di Verona
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Convegno barriere architettoniche
Deducibilità dei costi legati ai veicoli
La nuova generazione di CAD intelligenti
L’ascensore tra normativa e tecnica
Indice generale 2006
Il “Geometra Veronese” - Ottobre 2005
Società Cooperativa Geometri Veronesi - Vicolo Orologio, 3 - 37129 VERONA
Sommario
anno XLVI - n° 12 - dicembre 2006
Pubblicazione Mensile
del Collegio dei Geometri
di Verona e Provincia
Autorizzata dal Trib. c.p. di VR
con decreto n. 140 del 22 dicembre
1960.
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37129 VERONA - Vicolo Orologio, 3
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VITA DEL COLLEGIO
Oltre le barriere, progettare per... l’utenza ampliata .................................................................................................
Innovazione sostenibile e risparmio energetico.......................................................................................................................
New York, una “s-corsa” alla città .......................................................................................................................................................................................
FATTI E NOTIZIE
L’arbitrato rituale ed irrituale...........................................................................................................................................................................................................
La nuova generazione di CAD intelligenti .........................................................................................................................................
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AGGIORNAMENTO PROFESSIONALE
Professionisti: riduzione della deducibilità
dei costi legati ai veicoli.............................................................................................................................................................................................................................
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Ampliati i poteri degli uffici sulle attività finanziarie .............................................................................................
L’ascensore tra normativa e tecnica .................................................................................................................................................................
ATTI E DOCUMENTI DEL COLLEGIO
Stampa
Sprinter srl - Via Meucci, 24
37036 SAN MARTINO B.A. (VR)
Consiglio Direttivo del 30 ottobre 2006 .................................................................................................................................................
Editore
Società Cooperativa
Geometri Veronesi
37129 VERONA - Vicolo Orologio, 3
INDICE ANNO 2006
Il “Geometra Veronese” è un mensile di
informazione e aggiornamento professionale edito dalla “Società Cooperativa
Geometri Veronesi”.
La collaborazione è aperta agli organi
rappresentativi di categoria e a tutti i
singoli professionisti.
Ogni redattore risponde delle proprie affermazioni ed il suo nome è sempre
reperibile presso la redazione.
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Indice generale 2006 ............................................................................................................................................................................................................................................
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Per un Augurio di serene Festività e un prospero Anno Nuovo Per un Augurio di serene Festività e un prospero Anno Nuovo Per un Augurio di
serene Festività e un prospero Anno Nuovo Per un Augurio di serene Festività e un prospero Anno Nuovo Per un Augurio di serene Festività e
un prospero Anno Nuovo Per un Augurio di serene Festività e un prospero Anno Nuovo Per un Augurio di serene Festività e un prospero Anno
Nuovo Per un Augurio di serene Festività e un prospero Anno Nuovo Per un Augurio di serene Festività e un prospero Anno Nuovo Per un Augurio
di serene Festività e un prospero Anno Nuovo Per un Augurio di serene Festività e un prospero Anno Nuovo Per un Augurio di serene Festività e
un prospero Anno Nuovo Per un Augurio di serene Festività e un prospero Anno Nuovo Per un Augurio di serene Festività e un prospero Anno
Nuovo Per un Augurio di serene Festività e un prospero Anno Nuovo Per un Augurio di serene Festività e un prospero Anno Nuovo Per un Augurio
di serene Festività e un prospero Anno Nuovo Per un Augurio di serene Festività e un prospero Anno Nuovo Per un Augurio di serene Festività e
un prospero Anno Nuovo Per un Augurio di serene Festività e un prospero Anno Nuovo Per un Augurio di serene Festività e un prospero Anno
Nuovo Per un Augurio di serene Festività e un prospero Anno Nuovo Per un Augurio di serene Festività e un prospero Anno Nuovo Per un Augurio
di serene Festività e un prospero Anno Nuovo Per un Augurio di serene Festività e un prospero Anno Nuovo Per un Augurio di serene Festività e
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di serene Festività e un prospero
Anno Nuovo Pered
un Augurio
di serene Festività
e un prosperoilAnno
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Il Presidente
il Consiglio
del Collegio,
Consiglio
di Augurio di serene Festività e
un prospero Anno Nuovo Per un Augurio di serene Festività e un prospero Anno Nuovo Per un Augurio di serene Festività e un prospero Anno
Amministrazione
della
“Società
Cooperativa
Nuovo Per un Augurio di serene
Festività e un prospero Anno
Nuovo
Per un Augurio
di serene FestivitàGeometri
e un prospero Anno Nuovo Per un Augurio
di serene Festività e un prospero
Anno
Nuovo
Per
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Augurio
di
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Festività
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Anno Nuovo Per
Veronesi", la Redazione de “Il Geometra
e un
la Augurio di serene Festività e
un prospero Anno Nuovo Per un Augurio di serene Festività e un prospero Anno Nuovo Per un Augurio di serene Festività e un prospero Anno
Segreteria
Collegio
augurano
addiIscritti
e Praticanti
Nuovo Per un Augurio di serene
Festività e undel
prospero
Anno Nuovo
Per un Augurio
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e un prospero Anno Nuovo Per un Augurio
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un prospero Anno Nuovo Per un Augurio di serene Festività e un prospero Anno Nuovo Per un Augurio di serene Festività e un prospero Anno
Nuovo Per un Augurio di serene Festività e un prospero Anno Nuovo Per un Augurio di serene Festività e un prospero Anno Nuovo Per un Augurio
di serene Festività e un prospero Anno Nuovo Per un Augurio di serene Festività e un prospero Anno Nuovo Per un Augurio di serene Festività e
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Nuovo Per un Augurio di serene Festività e un prospero Anno Nuovo Per un Augurio di serene Festività e un prospero Anno Nuovo Per un Augurio
Buone Feste
e Felice Anno Nuovo
VITA DEL COLLEGIO
Oltre le barriere, progettare per...
l’utenza ampliata
Oltre le barriere, progettare per...
l'utenza ampliata
Un importante convegno per il superamento e l'eliminazione
delle barriere architettoniche
Adeguabile, adattabile, fruibile... Troppi sono stati
gli aggettivi usati al condizionale echeggiati a più
riprese nell'aula magna dell'Istituto tecnico per
geometri "Cangrande della Scala" in Verona, nell'ambito del convegno regionale tenutosi sabato
11 novembre dal titolo "Oltre le barriere".
Organizzato dall'Anmic di Verona, ha visto
un'ampia partecipazione, ad iniziare dagli assessori Stefano Valdegamberi (Regione), Maria
Luisa Tezza (Provincia) e Elio Pernigo (Comune) ai rappresentanti di numerose istituzioni ed
associazioni, fra cui Maurizio Mariotto presidente dell'Unione italiana ciechi, Tino Boaretti
presidente dell'ente nazionale sordi, Francesca
Stivan presidente dell'Anmic-Fand del Veneto,
Paola Bonuzzi vicepresidente dell'Ordine degli
Architetti, Ilaria Segala dell'Ordine degli Ingegneri, Renzo Cacciatori del Collegio Costruttori e Nicola Turri del Collegio Geometri.
3. promozione di buone prassi nelle tematiche
della mobilità, dell'accessibilità degli spazi ed il
sostegno di esperienze pilota di progettazione
senza barriere.
La cassa di risonanza del laboratorio è rappresentata dal sito web -www.balab.it-; ricca ed importante fonte di aggiornamento dalla quale i tecnici potranno attingere dati di ogni tipo in materia di barriere architettoniche.
In stretto collegamento con il sito è stato istituito
uno sportello denominato SEBA indirizzato a
chiunque, tecnici e professionisti compresi, avesse necessità di informazioni sulle barriere.
Lo sportello è attivo gratuitamente presso la sede
provinciale Anmic di Verona, aperto a tutti gli
utenti nei giorni di martedì dalle 15.00 - 19.00 e
presso gli uffici della Provincia, in via delle Franceschine 10, nelle giornate di lunedì dalle 15,00
alle 18,30 e mercoledì dalle 9,30 alle 12,30.
Nato all'inizio del 2006, è stato ufficialmente presentato da Mirco Croce, presidente Anmic-Fand
Verona, il BALAB, acronimo che sta per laboratorio abbattimento barriere architettoniche; il convegno ha voluto festeggiare la "nascita" di questo
nuovo soggetto che riunisce sotto un unico ombrello enti, istituzioni, ordini e collegi con lo scopo di portare alla luce, ancora una volta, un problema di enorme portata civile: la disabilità.
L'arch. Roberto Verdolini, coordinatore e collaboratore Anmic, ha sottolineato le finalità del laboratorio, vero diffusore di nuove idee e buone
prassi che per perseguire i propri scopi si prefigge essenzialmente tre obbiettivi:
1. informazione, sensibilizzazione e formazione
sul tema delle barriere architettoniche
2. ricerca, documentazione e diffusione di elaborazioni e dati relativi a situazioni presenti sul territorio ed esperienze realizzate.
Nicola Turri - consigliere Collegio Geometri
Il “Geometra Veronese” - Dicembre 2006
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VITA DEL COLLEGIO
Oltre le barriere, progettare per...
l’utenza ampliata
I lavori del convegno sono proseguiti con l'intervento, molto apprezzato dai presenti in sala compresi i molti studenti delle classi IV e V dell'istituto tecnico ospitante, dell'Arch. Paola Bucciarelli del HB group di Milano, laboratorio di esperienze e progetti nazionali ed internazionali.
Il confronto tra l'Italia e gli altri Paesi della comunità europea sul tema della disabilità è a dir poco
sconcertante; sebbene il nostro Paese si sia dotato di una normativa specifica, questa viene continuamente disattesa anche e soprattutto da quegli
organi che dovrebbero avere la vigilanza ed il
controllo.
Verosimilmente, Paesi che non hanno specifiche
normative in materia sono all'avanguardia nell’adottare criteri, misure e progetti sostenibili, usufruibili
in primis da chi normodotato non è.
L'eliminazione delle barriere e l'adozione di una
progettualità per una utenza ampliata deve essere la sfida possibile del nuovo millennio, atto finale di un percorso che integri socialità e pari
opportunità di diritti.
Non spezziamo l'anello più debole della catena
con inaccettabili vessazioni, discriminazioni e reticenze indegne in un Paese civile.
In tale ottica il Collegio dei Geometri della provincia di Verona ha favorevolmente aderito e dato piena disponibilità a partecipare e collaborare
al laboratorio permanente per l'abbattimento delle barriere architettoniche creato dall'Amministrazione della Provincia di Verona in sinergia con
quei soggetti particolarmente sensibili coinvolti
"in prima linea" sul territorio di fronte ad un problema sociale così diffuso, come gli Ordini e Collegi Professionali, le associazioni Nazionali mutilati ed invalidi civili ed il mondo della scuola, rappresentato dall'Istituto Tecnico per Geometri
"Cangrande della Scala".
Il contributo interdisciplinare e documentale che
questo laboratorio saprà dare rappresenta una
evoluzione nella formazione e l'aggiornamento
dei nostri iscritti sempre più sensibili nell'approccio alle tematiche per una cultura dell'handicap, sullo sfondo della sociologia urbana, dei rapporti interpersonali e della uguaglianza di opportunità.
geom. Nicola Turri
Maria Luisa Tezza - Assessore Provincia di Verona
Il “Geometra Veronese” - Dicembre 2006
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VITA DEL COLLEGIO
Innovazione sostenibile
e risparmio energetico
Innovazione sostenibile
e risparmio energetico
Giovedì 9 novembre presso la sala Aida dell'Hotel
Montresor di Bussolengo si è tenuto un interessante seminario dal titolo "Tecnologia stratificata a secco". Organizzato dal Politecnico di Milano
con il patrocinio degli Ordini e collegi veronesi, ha
visto la partecipazione di tecnici relatori, ad iniziare del prof. Ing. Marco Imperadori, professore di
tecnologia stratificata presso il politecnico di Milano, all'arch. Stefano Fattor già assessore al Comune
di Bolzano, al Professore di tecnologia degli elementi presso il politecnico di Milano, Ettore Zambelli.
L'intervento di Imperadori si è basato essenzialmente su esempi ed esperienze di progetto in Italia
e all'estero di edifici costruiti a basso consumo
energetico, mentre Fattor ha portato l'esperienza di
Casa Clima di Bolzano divenuto ormai da qualche
decennio un importante ente certificatore a livello
nazionale ed europeo. Zambelli ha infine proposto
delle tecniche costruttive e metodologie "spinte"
testate su edifici a particolare destinazione.
Gli interventi hanno coinvolto la numerosissima
platea di tecnici e professionisti, evidentemente
sempre più sensibili alle tematiche sull'ambiente
anche a seguito delle nuove normative susseguitesi
dalla Legge 10/91 fino ad arrivare al D.Lgs.192/05.
Le problematiche legate all'inquinamento del suolo e dell'aria, al continuo fabbisogno di energia so-
no ormai argomento quotidiano così come l'imminente redazione obbligatoria del certificato energetico degli edifici. La via di non ritorno è stata
dunque imboccata. La progettazione sostenibile, finora vista come elemento a se stante, diventerà lo
standard da qui in avanti. Maggiore sarà il rispetto
dell'ambiente che tutti i cittadini ed in particolare
i tecnici terranno, maggiormente incisivo sarà il
cambio di rotta sopratutto attraverso l'introduzione e l'adozione di nuove tecniche e metodologie
costruttive. L'esperienza di protocolli e certificazioni, l'esempio di Casa Clima è evidente, già collaudate da decenni su territori a noi limitrofi, ha dato risultati incontrovertibili. Un'altra chiave di lettura, sicuramente non sottovalutabile, sono le nuove opportunità di lavoro, oggi considerato nicchia,
alle quali non dovremmo sottrarci, attraverso la
crescita professionale, la capacità di disciplina formativa e di apprendimento. Il collegio geometri ha
recepito l'importanza della materia già da tempo,
visto che è partecipe del tavolo tecnico promosso
dal Comune di Verona per la stesura di un regolamento edilizio sostenibile.
Lo sforzo necessario potrà dare vigore ed entusiasmo anche e soprattutto alle nuove generazioni e,
speriamo ai futuri geometri progettisti, sulle quali
si basa la nostra scommessa.
geom. Nicola Turri
Il “Geometra Veronese” - Dicembre 2006
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VITA DEL COLLEGIO
New York, una “s-corsa” alla città
New York, una “s-corsa” alla città
Racconto dalla maratona internazionale
Vista l’emozionante ed unica esperienza vissuta dal Consigliere Fasoli negli Stati Uniti, ritengo utile la pubblicazione del trascinante e coinvolgente susseguirsi di emozioni di gioia, scoramento, fatica e grande soddisfazione vissuti
prima, durante e dopo la maratona internazionale che ha visto la presenza di un geometra lungo le strade di una grande metropoli caratterizzata per essere sempre all’avanguardia
per sviluppo industriale, politico-economico, di
integrazione socio-culturale ma anche per le
sue grandi contraddizioni.
Il Presidente – geom. Domenico Romanelli
Ormai da centinaia di metri d’altezza, un ultimo,
già nostalgico sguardo a una città ricca, brulicante, intensa e produttiva. A New York.
Alla particolarissima relazione tra l’acqua e il costruito, l’isola artificiale di Manhattan, ai suoi edifici spettacolari, alle infrastrutture, alle strade, ai
ponti.
Al ponte di Verazzano, che solo due giorni fa lasciava trentottomila atleti a bocca aperta per la
dimensione straordinaria, il disegno elegante e sinuoso e per la sconvolgente elasticità che si è palesata all’improvviso sotto i nostri piedi in corsa,
in questa leggendaria maratona.
Il “Geometra Veronese” - Dicembre 2006
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VITA DEL COLLEGIO
New York, una “s-corsa” alla città
5 novembre 2006.
Finalmente si avvera un sogno iniziato otto mesi
fa. Allenamenti giornalieri, prima da neofiti poi,
giorno per giorno, sempre più da esperti, controllando il peso, il respiro, il dolore, la fatica, la
velocità...
E, soprattutto, controllando il “controllo-di-sé”,
l’autostima, lavorando per superare la paura di
non farcela... E, infine, controllando l’entusiasmo,
ormai incontenibile, prima della partenza.
New York è una città strepitosa.
Oggi non è nemmeno più una città.
Non ci sono strade, né case, né grattacieli.
È solo un grande indefinito oceano di persone.
Gente ovunque occupa ogni metro quadrato di
spazio.
Spettatori corretti e ordinati ai bordi delle strade,
ti guardano e sorridono, e se dai segni di stanchezza o cedimento, ti si avvicinano solidali per
incitarti.
Al terzo “Gianluca, let’s go!” generoso e spontaneo non te la senti più di stare accasciato a terra,
ceduto al dolore.
Ti alzi. Fai un respiro profondo, muovi qualche
passo e in cuor tuo li ringrazi uno per uno perché
hanno reso possibile (loro e i loro sorrisi) ciò che
ormai sembrava irraggiungibile o terribilmente
compromesso.
“Thank you!” Una sensazione mai provata, ma radicata immediatamente e, ora, indelebile.
E lungo le strade urbane, contenuta dalle transenne, una fiumana interminabile di persone in movimento, una “strada umana” non che consente il
movimento di mezzi, ma in movimento essa stessa. Con un ritmo costante, una aderenza totale
con il suolo, fusa con il disegno ordinato e ortogonale delle strade di Manhattan, con l’allegria
dei bambini che ti salutano e ti chiedono di partecipare con te alla festa della gara più famosa del
mondo, ai bordi delle strade tranquille e dimesse
di Brooklyn, con l’apparente degrado del Bronx,
con il maestoso benvenuto di Central Park.
Faticosissimo lo sforzo, quasi insopportabile la fatica, ma tutto direttamente proporzionato e istantaneamente annullato dalla gioia convulsiva dell’arrivo al traguardo.
Una visita in-corsa, di-corsa, solo il tempo di una
s-corsa veloce in quelle tre ore e cinquantacinque
minuti che hanno separato lo start dal mio arrivo
a Central Park.
Una visita veloce, quella di New York, ma intensa
da desiderare ora, che da questo piccolo oblò, a
queste altezze, nemmeno più si scorge il suo skyline, di rivederla presto, di riviverla, di ripercorrerla con lo stesso passo veloce, nonostante l’impegno, e la fatica di quarantadue chilometri nelle
gambe, ma con una leggerezza indescrivibile nella mente e nel cuore.
È stata un’esperienza unica.
Non sarà l’unica esperienza!
geom. Gianluca Fasoli
Il “Geometra Veronese” - Dicembre 2006
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FATTI E NOTIZIE
L’arbitrato rituale ed irrituale
L'arbitrato rituale ed irrituale
Controversie risolte con la giustizia alternativa
L'arbitrato è uno strumento con cui si risolvono (o
si tentano di risolvere!) le controversie civili e commerciali, in alternativa alla via giudiziaria.
È la facoltà, riconosciuta dal nostro ordinamento,
che le parti hanno di sottoporre spontaneamente
le controversie a soggetti diversi dai giudici istituiti
dallo Stato.
Si tratta di una sorta di giustizia "privata".
Sono proprio le parti, infatti, in accordo tra loro, a
scegliere chi deciderà la loro controversia: tali soggetti decisori sono gli "arbitri", dei veri e propri
"giudici privati".
L'arbitrato è un istituto necessariamente connaturato alla libertà contrattuale dei privati; come essi
possano liberamente agire e determinare con la
propria volontà il contenuto dei contratti che concludono (come il prezzo, il termine, le condizioni),
necessariamente possono, decidere di devolvere liberamente a chi meglio credono le controversie
che possano insorgere fra di loro.
Il tutto salvo che per alcuni diritti c.d. indisponibili
che non possono formare oggetto di arbitrato. Non
tutte le controversie possono, infatti, essere decise
dagli arbitri: il D.Lgs n. 40/06 non indica espressamente quali sono le materie di competenza degli
arbitri, ma stabilisce che non sono compromettibili in arbitri le vertenze riguardanti i diritti indisponibili (quali, ad esempio, quelli di famiglia, del matrimonio, dei figli, etc.), salvo inoltre ogni espresso
divieto di legge.
Anche le controversie individuali di lavoro non sono compromettibili in arbitri, se non previsto dalla
legge o da contratti o accordi collettivi.
La materia dell'arbitrato è stata recentemente oggetto di modifica avvenuta con l'entrata in vigore
del Decreto legislativo 2.02.2006 n.40 con il quale
il legislatore torna a novellare tale istituto introducendo talune significative novità.
Il nostro ordinamento fa riferimento a tre tipologie
di arbitrato: arbitrato rituale, irrituale ed internazionale. In tale articolo inquadriamo la disciplina
dell'arbitrato rituale ed irrituale e distinguiamo questi da una figura diversa, l'arbitraggio.
L'arbitrato internazionale, invece, raro, non lo trattiamo. Sia l'arbitrato, rituale e irrituale, sia l'arbitrag-
gio, sono istituti di rilevante importanza per un
geometra che può, infatti, venir nominato arbitro o
arbitratore o comunque partecipare a contratti ed
affari che lo prevedono (ad esempio nello stesso
contratto di incarico professionale).
Vari sono i motivi vantaggiosi per cui le parti optano per far risolvere una controversia agli arbitri:
• far dirimere una questione a persone particolarmente esperte in un specifico settore (rapporti
commerciali, settore delle opere pubbliche, questioni societarie, etc.) scelte direttamente da loro;
• far risolvere i rapporti controversi da persone che godono di particolare fiducia da parte dei contendenti;
• non è necessario che le parti si facciano rappresentare da un avvocato;
• rapidità della decisione (la decisione può avvenire anche solo con un'udienza).
Non si possono, però, tralasciare gli aspetti negativi
dell'arbitrato:
• procedura piuttosto complicata;
• talvolta questioni giuridiche complesse che non
vengono adeguatamente trattate dagli arbitri perché sconosciute;
• procedimento piuttosto costoso (gli arbitri si pagano come da Tariffa Professionale, il Giudice ordinario no).
ARBITRATO RITUALE
È la forma più complessa di arbitrato, regolato dal
codice di procedura civile (artt. 806 - 840).
Si tratta di un procedimento che non ha solo la funzione, ma anche la struttura di un vero e proprio
giudizio che si conclude con una decisione, il lodo
arbitrale, con gli effetti di una sentenza.
È un giudizio privato posto in essere da soggetti
che operano in qualità di giudici pur essendo
sprovvisti dei poteri autoritativi propri della giurisdizione ordinaria, ma tuttavia operanti perché conferiti loro contrattualmente. Possono essere oggetto di decisione arbitrale che nel caso del "rituale" è
un vero e proprio "giudizio", sia le liti già sorte sia
quelle che non lo sono ancora, inerenti un contratto in essere tra le parti. Il procedimento arbitrale
comprende quattro fasi sostanziali: la previsione di
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FATTI E NOTIZIE
L’arbitrato rituale ed irrituale
una clausola compromissoria o di un compromesso, la nomina degli arbitri, il procedimento da seguire per addivenire ad una decisione e l'emissione
del lodo arbitrale.
1) Compromesso e clausola
compromissoria
Si tratta della prima fase, genetica, dell'arbitrato.
Le parti contraenti, al momento della stipulazione
di un contratto (ad esempio, in materia di contratti
di compravendita, di appalto, nella divisione), possono, infatti, stabilire che 1e eventuali liti, tutte o solo alcuni aspetti dì questi, che potrebbero sorgere
dall'applicazione del contratto stesso, vengano decise da un arbitro o da un collegio arbitrale.
Le parti affidano agli arbitri la soluzione della controversia manifestando tale scelta al momento della
redazione del contratto, inserendo in esso una
clausola compromissoria, che preveda che tutte
o alcune controversie nascenti dal contratto siano
decise dagli arbitri.
Facciamo un esempio di clausola compromissoria:
“Le parti convengono di sottoporre tutte le controversie che potessero sorgere intorno all'interpretazione e all'esecuzione del presente contratto alla
decisione di tre arbitri che si nomineranno un arbitro per parte ed il terzo, in veste di presidente,
verrà nominato dagli arbitri di parte. In difetto di
tale ultima nomina, Vi provvederà, su ricorso dei
due arbitri, il Presidente del Tribunale di...”
Diversamente, in seguito al sorgere di una controversia inerente una lite già esistente, le parti possono stabilire con un compromesso, cioè un atto separato, ossia un contratto ad hoc, che la soluzione
della lite già insorta sia demandata agli arbitri invece che ai giudici ordinari.
A pena di nullità, il compromesso deve avere forma
scritta (anche se per messaggio telematico), deve
determinare l'oggetto della controversia e contenere la nomina degli arbitri oppure stabilirne il numero e le modalità per nominarli.
Indichiamo un compromesso “tipo”:“Tizio e Caio
convengono di far decidere la controversia tra loro insorta ad arbitri, che saranno di numero tre,
dei quali due sono nominati da ciascuna parte,
sin d'ora, nella persona di Mevio e di Sempronio,
mentre la designazione del terzo sarà richiesta al
Presidente del Tribunale di...”
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Ora facciamo un esempio concreto di compromesso. Nominate eredi, le parti, per provvedere alla divisione giudiziale dei beni ereditati, possono, con
un compromesso, nominare uno o più geometri
quali arbitri, che decidano in merito alla divisione
ed alla stima di tali beni.
2) Nomina degli arbitri
La seconda fase dell'arbitrato riguarda la nomina
degli arbitri ad opera delle parti, o in mancanza di
una loro indicazione, ad opera del Presidente del
Tribunale competente.
Il procedimento arbitrale non inizia, distinguendosi
da quello giudiziale con un atto di citazione o con
ricorso, ma, quindi, con la comunicazione di nomina di arbitro notificata alla controparte. L'istanza di
nomina dovrà contenere le generalità del proprio
arbitro, con espresso invito a controparte di provvedere a' sensi dell'art. 810 c.p.c. e, quindi, entro e
non oltre 20 giorni dalla notifica dell'atto alla nomina del proprio arbitro con l'avvertimento che, in
difetto, sarà presentato rituale ricorso al Presidente
del Tribunale.
All'esito di tale nomina, gli arbitri di parte, se previsto della clausola compromissoria, interesseranno
direttamente il Tribunale per la nomina del terzo arbitro con funzioni di Presidente.
Il numero degli arbitri viene rimesso alla volontà
delle parti che nel compromesso o nella clausola
compromissoria devono almeno indicarne il numero, che, in ogni caso, deve essere dispari (da un
arbitro unico, ad un collegio arbitrale composto da
3 arbitri o più, ma sempre dispari).
La sede dell'arbitrato è stabilita dalle parti o, in mancanza, dagli arbitri. Salvo differente indicazione delle parti o degli arbitri, può essere sede dell'arbitrato
il luogo in cui è stata stipulata la convenzione.
Le parti possono nominare come arbitri i geometri,
soprattutto se per risolvere una controversia è necessaria una competenza più tecnica, quella appunto di un geometra, e, ad esempio, meno giuridica.
3) Procedimento arbitrale
Terza fase dell'arbitrato. Una volta che gli arbitri di
parte e l'arbitro super partes hanno accettato l'incarico, si insedia il collegio arbitrale che deve svolgere il proprio compito assicurando alle parti il diritto di difesa e garantendo il principio del contraddittorio. Le parti, nel corso del procedimento,
FATTI E NOTIZIE
L’arbitrato rituale ed irrituale
hanno la facoltà di produrre documenti, di collaborare nell'accertamento dei fatti, di formulare le loro
rispettive domande, e di conoscere, in tempo utile,
le istanze e le richieste avversarie alle quali controdedurre e replicare, nonché presentare memorie
istruttorie a prova diretta e contraria.
I geometri chiamati ad arbitrare una controversia
sappiano che gli arbitri, alla luce della recente riforma, godono di ampi poteri istruttori: essi possono assumere direttamente le testimonianze o deliberare l'assunzione della deposizione di un teste
nella sua abitazione o in ufficio, ma possono anche
richiedere al Presidente del Tribunale di ordinare la
comparizione del testimone, qualora il teste rifiuti
di comparire dinanzi a loro.
Oltre ai poteri-doveri, gli arbitri, e quindi anche i
geometri nominati tali, hanno diritto al rimborso
delle spese ed all'onorario per l'opera prestata. Bisogna inoltre ricordare che, con la riforma, gli arbitri possono subordinare la prosecuzione del procedimento arbitrale al versamento anticipato, ad opera delle parti, delle spese prevedibili (spese vive per
bolli, imposte di registro...).
4) Emissione del lodo arbitrale
Quarta ed ultima fase del procedimento arbitrale
consiste nell'emissione, da parte degli arbitri, del lodo arbitrale, cioè della decisione che essi hanno
preso in merito ad una determinata questione controversa. Il procedimento arbitrale termina, a 'sensi
del nuovo art. 820 c.p.c., entro il termine legale di
240 giorni dall'accettazione della nomina, salvo diversa indicazione della parti, con l'emissione del lodo arbitrale: la decisione degli arbitri in merito alla
vertenza.
La decisione arbitrale deve esser presa a maggioranza. Il lodo deve essere redatto in forma scritta e
deve contenere, per essere valido, l'indicazione degli arbitri e delle parti, della sede dell'arbitrato, della convenzione di arbitrato e delle conclusioni delle parti, dell'esposizione sommaria dei motivi e del
dispositivo, nonché la sottoscrizione della maggioranza degli arbitri e la data della stessa.
Il lodo arbitrale produce gli effetti di una sentenza
(produce effetti erga omnes) e deve essere comunicato e consegnato alle parti, entro dieci giorni
dall'ultima sottoscrizione.
Nonostante il lodo arbitrale produca effetti di sen-
tenza pronunciata dal Giudice italiano, l'omologazione giudiziale continua ad essere necessaria al fine di attribuire efficacia esecutiva al lodo.
La parte che intende, infatti, far eseguire il lodo nel
territorio italiano, deve, infatti, proporre un'istanza
al Tribunale ove ha sede l'arbitrato che deciderà,
con decreto, se dichiarare o no esecutivo il lodo.
Contro il decreto è ammesso, entro trenta giorni, il
reclamo alla Corte d'Appello.
Data la sua esecutività, il lodo arbitrale può essere
oggetto di impugnazione (per nullità, revocazione
ed opposizione di terzo). Competente per decidere
sull'impugnazione del lodo è la Corte d'Appello
che, qualora accolga l'impugnazione, ne dichiara
con sentenza la nullità totale o parziale.
ARBITRATO IRRITUALE
o libero o contrattuale
I lettori devono sapere che estremamente più diffuso dell'arbitrato rituale, è l'arbitrato irrituale (o libero), di cui si fa ampio uso anche nel commercio
internazionale.
Quando un geometra è nominato dalle parti arbitro
“libero”, il suo compito è quello di decidere le controversie sulla base degli stessi principi e modalità
seguite dagli arbitri rituali, nel necessario rispetto
del contraddittorio, garantendo alle parti parità di
prerogative.
Per chiarezza espositiva, riprendiamo il medesimo
ordine seguito per l'arbitrato rituale, considerando
le singole fasi:
• la fase genetica dell'arbitrato irrituale (clausola
compromissoria o compromesso), essa è uguale a
quella del rituale. Facciamo un esempio di clausola
compromissoria “tipo” utilizzata nell'arbitrato irrituale: “Le parti, per le eventuali controversie nascenti dal contratto, si rimetteranno al giudizio
di un unico arbitro, amichevole compositore
inappellabile, al quale esse chiedono di formulare una composizione equitativa del loro contrasto o un giudizio giuridico sulle proprie ragioni
e torti, l'uno o l'altro, tuttavia, destinati a venir
recepiti e a valere giuridicamente come contenuto di un contratto tra i litiganti;”
- la seconda fase inerente la nomina degli arbitri, è
uguale a quella del rituale;
Il “Geometra Veronese” - Dicembre 2006
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FATTI E NOTIZIE
L’arbitrato rituale ed irrituale
- la terza fase, relativa al procedimento da seguire, è
più snella, in quanto non ci sono termini da seguire in modo rigoroso e, pertanto, è più rapida;
- la quarta fase, nella quale gli arbitri emettono il lodo, è diversa dall'arbitrato rituale. Alla base dell'arbitrato libero o contrattuale sta, infatti, il fatto che le
parti non vogliono un processo, una sentenza o un
giudicato per risolvere le loro controversie. Esse ritengono che il modo migliore per risolvere una lite
sia un procedimento negoziale che sfoci in un vincolo contrattuale, vincolante solo per loro, e non in
una sentenza.
La differenza più rilevante tra arbitrato rituale e libero sta, infatti, nel valore che la decisione degli arbitri assume per l'ordinamento giuridico: il lodo rituale, la decisione finale, produce gli effetti di una
sentenza, mentre il lodo irrituale ha valore di un
contratto. I geometri nominati arbitri rituali pronunciano una decisione (il lodo arbitrale) che ha valore erga omnes, producendo i medesimi effetti di
una sentenza.
Gli arbitri irrituali, invece, dopo aver seguito tutta la
procedura arbitrale, giunti alla fase decisionale, non
emettono un lodo con effetti di sentenza (come
quelli prodotti dal lodo rituale) ma un lodo con effetti di un contratto stipulato tra le parti e vincolante. La decisione risultante dall'arbitrato irrituale,
quindi, non acquista il valore di sentenza, non è un
titolo esecutivo, ma assume valore vincolante solo
per le parti contraenti (efficacia inter partes).
L'arbitrato irrituale trova la sua forza vincolante nel
consenso e nell'accettazione preventiva delle parti
e nel rispetto del contraddittorio.
Il c.d. "lodo per biancosegno" si inquadra nello
schema dell'arbitrato irrituale in quanto si caratterizza per il fatto che le parti conferiscono agli arbitri l'incarico di risolvere una lite, mediante un regolamento da trascrivere su fogli precedentemente fumati in bianco. Tali fogli, firmati in bianco, assumono il valore di una diretta manifestazione di volontà
delle parti. Se la decisione finale, pur vincolante,
non dovesse essere osservata dalla parte soccombente, bisognerà fare una nuova causa (ordinaria)
non certo per ridiscutere i termini della lite originaria, ma per vedere condannata controparte, con
una sentenza che diverrà titolo esecutivo, ad adempiere alla decisione arbitrale (contratto).
ARBITRAGGIO
L'arbitraggio è uno strumento completamente diverso dall'arbitrato (sia rituale sia irrituale) e non va
con questi confuso! Con l'arbitraggio le parti non
demandano ad un terzo arbitratore, non arbitro,
quale può essere certamente anche un geometra, il
compito di risolvere divergenze sorte in ordine ad
un rapporto precostituito in tutti i suoi elementi,
ma il completamento di un rapporto giuridico in
via di formazione, di un contratto già definito. Facciamo alcuni esempi concreti. Le parti stipulano un
contratto preliminare di compravendita di un terreno, nulla indicando in merito al prezzo, che pattuiscono sarà determinato da un terzo arbitratore
(o collegio di arbitratori), quale potrà essere un geometra, dotato della necessaria competenza. Analogamente, in tema di assicurazione contro i danni, la
clausola di polizza che devolva a terzi l'accertamento del danno risarcibile, configura la perizia
contrattuale che può essere effettuata da un geometra, che assume, pertanto, le vesti di arbitratore.
In entrambi i casi, le parti demandano ad un geometra, terzo arbitratore, il completamento di un
contratto: nel primo esempio, il geometra arbitratore è chiamato ad indicare il prezzo, nel secondo dovrà redigere una perizia contrattuale. Il terzo concorre, infatti, con le parti, alla formazione del contenuto del contratto ancora privo di uno o più elementi. L'arbitratore svolge, infatti, un'attività sostitutiva a quella delle parti e non deve decidere su
questioni controverse poiché nell'arbitraggio, diversamente dall'arbitrato, non ci sono rapporti controversi da risolvere. L'arbitratore, al quale è stata affidata la determinazione della prestazione dedotta
nel contratto, può decidere secondo un criterio individuale in quanto le partì hanno riposto piena fiducia nella sua correttezza ed imparzialità, oltre che
nella sua competenza e capacità di discernimento.
Il suo apprezzamento si sottrae ad ogni controllo
nel merito della decisione e le parti possono impugnare la determinazione effettuata solo dimostrando che egli ha agito con manifesta iniquità, a danno
di una delle parti. È una figura, comunque, rara.
dott.ssa Lucia Tomasini
avv. Massimiliano Debiasi
da “Prospettive Geometri”
Il “Geometra Veronese” - Dicembre 2006
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VITAFATTI
DEL COLLEGIO
E NOTIZIE
Presentate le commissioni
del collegio
La nuova generazione
Cooperativa: rinnovate
cariche
di CAD le
intelligenti
La nuova generazione
di CAD intelligenti
L'utilizzo di strumenti di disegno assistito è divenuto una parte dell'attività professionale sempre più richiesta a chi si occupa di progettazione architettonica. L'affermarsi di
figure progettuali qualificate e specialistiche ha determinanto una crescente difficoltà
nella definizione delle informazioni che debbono essere condivise tra i progettisti e le figure professionali che operano interno al progetto. La necessità di conoscenza e comprensione del progetto divengono sempre più articolate e dettagliate in funzione della
complessità edilizia ed impiantistica; diviene obbligatorio il passaggio da un semplice
strumento di automazione del disegno a un applicativo moderno e flessibile, che possa
gestire agilmente ed integralmente le informazioni legate al processo progettuale.
I software CAD tradizionali dispongono di strumenti per la realizzazione principalmente di elementi grafici in due o tre dimensioni, offrendo molte agevolazioni sia nel processo di composizione
del progetto sia nella fase di restituzione grafica.
Se queste peculiarità hanno permesso una rapida
diffusione degli applicativi più conosciuti (tipicamente applicativi autoCAD o microstation), nei
settori specialistici ben presto ci si è resi conto
dei limiti oggettivi dei programmi e delle funzionalità che andrebbero introdotte per aumentare
la capacità di interazione tra i diversi aspetti di
uno stesso progetto.
Nel corso degli anni sono state sviluppate, infatti,
diverse applicazioni verticali finalizzate a una progettazione specialistica ben specifica in grado di
formulare simulazioni e restituzioni di discipline
tecniche quali la progettazione impiantistica, strutturale, acustica, illuminotecnica e antincendio.
Capita sovente che lo stesso progetto architettonico sia utilizzato dai progettisti impiantistici per caratterizzare gli aspetti tecnologici da considerare;
ogni figura utilizzerà il progetto architettonico come modello da utilizzare tramite le parti che lo
compongono a seconda degli obiettivi specifici.
I risultati ottenuti dalle diverse applicazioni sono
visualizzati e restituiti in formati proprietari che
rendono difficile o addirittura impossibile l'inserimento e l'integrazione nel progetto architettonico.
Nel pratica odierna, i problemi principali sono riconducibili ai seguenti punti:
• mancanza di standard;
• scarsa coordinazione delle applicazioni software;
• necessità di continue e ripetitive operazioni di
input dei dati;
• ridondanza dell'informazione;
• rischio di inefficienza e di errori;
• basso grado di sicurezza;
• scambio dei dati non garantito.
Spesso, però, non è possibile utilizzare in modo
pratico e flessibile tutte le informazioni che risiedono nei disegni; l'estrazione, la normalizzazione
e la condivisione di informazioni e dei dati comporta necessari passaggi manuali che possono generare errori e interpretazioni sbagliate.
Viene a mancare, quindi, la disponibilità delle informazioni e la loro predisposizione per il riutilizzo durante tutto il ciclo di vita, dal progetto
preliminare alla gestione dei costruito, dell'edificio o del patrimonio immobiliare.
I diversi approcci alla progettazione rendono
dunque necessari strumenti che possano interpretare e restituire un modello di progetto che includa al suo interno tutte le variabili tecniche sia
esse siano architettoniche o specialistiche; si tratta perciò di definire uno standard universale utilizzabile come struttura fondamentale che renda
omogenea l'interpretazione del progetto senza la
Il “Geometra Veronese” - Dicembre 2006
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FATTI E NOTIZIE
La nuova generazione
di CAD intelligenti
possibilità di valutazioni errate o informazioni
mancanti.
Lo standard necessariamente deve rappresentare
la dovute garanzie di interoperabilità dei dati progettuali; questa caratteristica è sostanzialmente la
capacità di questi di scambiare informazioni e
condividerle in modo automatico e sicuro senza
alcun intervento manuale e senza perdita di informazioni.
In sostanza, quello che è auspicabile come risultato dello sviluppo di questo sistema è:
• minori costi degli edifici lungo tutto l'arco della loro vita;
• la semplificazione delle procedure;
• la semplificazione della manutenzione e dell'aggiornamento;
• il taglio dei costi e dei tempi di progetto non necessari;
• la riduzione degli errori di elaborazione;
• la valorizzazione del progetto.
La definizione e la creazione di un insieme di informazioni di progetto, utile lungo tutto il ciclo di
vita dell'edificio, basato su un unico modello concettuale e orientato verso l'utilizzo di oggetti "intelligenti", condiviso da tutti i soggetti coinvolti e,
inoltre, con la possibilità di leggere correttamente gli oggetti creati da un'applicazione CAD ad altri software, permette la generazione di informazioni progettuali integrate e condivise.
Bisogna considerare, il processo edilizio come un
flusso di informazioni che utilizza un linguaggio
universale, considerabile, dai diversi interlocutori
che hanno obiettivi specifici ma sempre inerenti
lo stesso progetto; l'aspetto comune è rappresentato dalle applicazioni software che sono innovative per il loro concreto aiuto ai progettisti e che
possono risolvere i problemi di tutte le fasi del
processo progettuale, dallo sviluppo dell'idea, alla
modellazione solida fino alla realizzazione finale,
consentendo quindi la "cattura" di tutte le informazioni sviluppate senza la perdita di informazioni relative all'immobile.
BIM, MODELLI AVANZATI ED EVOLUTI
La risposta degli sviluppatori di software è il crescente interesse a utilizzare i modelli avanzati ed
evoluti chiamati BIM (building information moIl “Geometra Veronese” - Dicembre 2006
20
del) come chiave di interpretazione di tutte le variabili precedentemente descritte.
Ovviamente ogni produttore di applicativi CAD
ha orientato l'approccio e l'interpretazione dei
modelli inserendoli nella propria offerta di pacchetti software: i concetti fondamentali rimangono comuni e sono interpretati secondo le diverse
implementazioni. La realizzazione di questi concetti si scontra con le politiche commerciali della società che producono gli applicativi; ogni
team di sviluppo ha strategie che corrispondono
alla visione e alla strategia aziendale.
Oltre a questo motivo di fondo, ogni produttore
si riferisce, almeno inizialmente, al contesto nazionale nel quale nasce, e opera, sviluppando sistemi ad hoc per la realtà di origine.
L'utilizzo di formati intelligenti secondo la logica
del modello a oggetti permette, quindi, di aggregare informazioni per diversi scopi e in tempi successivi alla progettazione integrata vera e propria.
La centralità, infatti, viene riposta negli elementi
fondamentali che compongono il progetto: ogni
oggetto di costruzione viene descritto una sola
volta nel modello digitale rendendolo così utilizzabile in ogni applicazione; ogni successiva modifica o cambiamento dell'oggetto si riflette automaticamente in tutte le parti del progetto nel
quale è inserito comunicando all'utilizzatore le
eventuali incoerenze.
La creazione e l'utilizzo di oggetti intelligenti e
parametrici consente, quindi, di velocizzare sostanzialmente molteplici aspetti.
Ovviamente la struttura gerarchica degli oggetti
consente la definizione di quali informazioni debbano essere inserite e legate tra di loro, sia geometricamente sia funzionalmente, ad altre famiglie di oggetti ed entità; attraverso la caratterizzazione di queste informazioni il modello sarà dettagliato in ogni sua parte e componente.
Questa funzionalità permette di creare un sistema di relazioni facilmente modificabile e aggiornabile in tempi brevi, per lo sviluppo di progetti
accurati. L'inserimento in ogni oggetto di caratteristiche e specificità legate ad aspetti tecnici e
tecnologici permette una flessibile gestione delle
informazioni che vanno sostanzialmente solo
estrapolate e restituite in funzione del loro utiliz-
FATTI E NOTIZIE
La nuova generazione
di CAD intelligenti
zo: per esempio creare le quantità di materiali per
la formulazione del computo metrico risulta essere motto semplice e di semplice deduzione
sommando le caratteristiche spaziali di un elemento specifico; il rendering delle superfici per
la creazione dì un modello tridimensionale considererà le caratteristiche formali e la mappatura
dei materiali grazie alle specifiche descrittive degli oggetti che compongono la forma e l'ingombro del progetto. Volendo sottoporre il progetto a
una simulazione sismica, la fase di conversione e
caratterizzazione non è più necessaria per poter
interpretare il modello nel CAD strutturale; le
specifiche dei materiali e delle forme sono già incluse e vanno solo considerate dall'applicativo
che è mirato a evidenziare le sollecitazioni strutturali alle quali l'immobile sarà sottoposto.
Oppure la stesura di un piano di manutenzione
verrà generata automaticamente perché considera solo le specifiche tecniche descritte delle parti che necessitano di attività e che dettagliano oltre alle caratteristiche intrinseche, anche le frequenze, le attività e te relazioni che vanno considerate necessariamente nello sviluppo di attività
finalizzate alla conservazione e il mantenimento
dell'efficienza operativa.
Sarà possibile, quindi, considerare e restituire diversi aspetti del progetto a seconda delle necessità specialistiche senza necessariamente meditare i
diversi componenti del progetto.
Queste innovazioni comportano cambiamenti sostanziali anche per gli operatori dei sistemi CAD;
concettualmente i passaggi operativi finora erano
incentrati nella creazione del modello in due dimensioni, la successiva creazione del modello in
tre dimensioni tramite assemblaggio dei prospetti
e delle strutture in elevazione e caratterizzazione
delle superfici in funzione dei materiali utilizzati.
Oggi, con l'introduzione dei modelli basati su
BIM, è possibile "pensare" e utilizzare gli oggetti
direttamente in tre dimensioni per poi successivamente creare le restituzioni grafiche necessarie
in base alle esigenze specifiche (per esempio, le
tavole in due dimensioni utilizzate per l'approvazione del progetto presso gli enti preposti sono
contenute nel modello stesso e vanno solo assemblate per la stampa degli elaborati).
Ovviamente sarà possibile fare condividere le informazioni tra diversi applicativi senza correre il
rischio di perdersi elementi caratterizzanti, dato
che la struttura delle informazioni include già le
diverse variabili con la necessità di essere solamente specificate e popolate.
Un'ulteriore caratteristica, diffusa tra le applicazioni più affermate, è la possibilità di condividere
le informazioni necessarie allo sviluppo del progetto attraverso un approccio sempre più orientato allo sviluppo dei sistemi informativi a livello
di impresa, secondo il modello caratteristico della nuova economia: quello della "impresa rete".
L'annullamento delle distanze e l'abbattimento
dei costi di connessione contribuiscono notevolmente allo sviluppo di strumenti di collaborazione che permettono risultati e risparmi finora impensabili; il concetto della progettazione collaborativa si sta evolvendo con notevole rapidità.
Lo sviluppo di Internet permette a diversi utenti,
anche in luoghi geografici distanti, di lavorare sullo
stesso progetto; il nuovo approccio implica la necessità di comunicare tramite un "linguaggio progettuale" comune e la distribuzione di tutte le informazioni necessarie allo sviluppo del progetto.
Stefano Bellini
da “Consulente Immobiliare”
Il “Geometra Veronese” - Dicembre 2006
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AGGIORNAMENTO PROFESSIONALE
Professionisti: riduzione della deducibilità
dei costi legati ai veicolii
Professionisti: riduzione della
deducibilità dei costi legati ai veicoli
Il Decreto Legge n. 262/06 collegato alla Finanziaria
2007 (approvato dalla Camera e in attesa di conversione in legge da parte del Senato) dispone - al
fine di compensare i minori introiti di IVA dovuti alla Sentenza Comunitaria - la riduzione della percentuale di deducibilità dei costi legati alle autovetture e ai motocicli già per l'esercizio in corso. In
modo particolare, dal 2006, per le imprese la deducibilità risulta pari a "zero", in quanto tutti i costi
quali ammortamento, carburanti, assicurazioni, bolli, manutenzioni e riparazioni, diventano indeducibili. Per i lavoratori autonomi (artisti e professionisti) la quota deducibile si riduce dal 50% al 25%.
Ridotta anche la deducibilità per le autovetture date in uso promiscuo dalle imprese o dai professio-
nisti ai loro dipendenti.
Per comprendere l'incidenza del provvedimento
nei confronti dei professionisti, di seguito si presenta un caso concreto.
Si ipotizzi che un professionista acquisti una vettura nel 2006 del valore di € 25.000 oltre IVA (costo
complessivo € 30.000). La detrazione forfetaria IVA
è considerata pari al 50%. L'aliquota media Irpef è
presunta al 33%, l'Irap al 4,25%; le spese di gestione
dell'auto (carburante e manutenzioni) sono fatte
pari a € 3.000 oltre IVA, mentre i costi per assicurazione e bollo auto sono presunti pari a € 2.000.
La tabella che segue mostra le conseguenze del
provvedimento legislativo, mettendo a confronto la
vecchia e la nuova normativa.
COMPARTO IVA
DESCRIZIONE
ANNO 2006
IVA Acq. Auto
IVA Detraibile
IVA Indetraibile
Costo fiscale
Tetto Massimo
Deducibile
Amm.to 2006
Irpef + Irap su ded.
IVA Carburanti e Man.
IVA Detraibile
Costo fiscale Carb./Man.
Costo fiscale Assic./Bolli
Irpef + Irap su ded.
Beneficio IVA
Maggiori Imposte
SALDO NETTO 2006
ANNO 2007
Amm.to 2007
Irpef + Irap su ded.
IVA detraibile carb./Man.
Costo fiscale Carb./Man.
Costo fiscale Assic./Bolli
Irpef + Irap su ded.
Beneficio IVA
Maggiori Imposte
SALDO NETTO 2007
SALDO NETTO 2008
SALDO NETTO 2009
VECCHIO
COMPARTO DIRETTE
VECCHIO
NUOVO
NUOVO
5.000
750
4.250
600
0
5.000
2.500
2.500
29.250
18.076
9.038
2.260
842
27.500
18.076
4.519
1.130
421
1.800
1.000
1.043
825
500
493
600
300
2.050 (2.500 - 750 + 300)
971 (842 + 1.043 - 421 - 493)
+ 1.079 (2.050 - 971)
Minori imposte
0
2.260
842
1.130
421
1.800
1.000
1.043
825
500
493
300
300
Maggiori imposte
Maggiori imposte
Maggiori imposte
N.B. : Il prospetto - per semplicità espositiva - non evidenzia l'incidenza fiscale del
maggior reddito negli anni
2006, 2007, 2008 e 2009 in
termini di maggiori imposte
per addizionali regionali e comunali, e il conseguente incremento dei contributi previdenziali alla Cassa di previdenza e assistenza.
Se l'autovettura è stata acquistata prima del 2006, gli effetti della nuova normativa sono
sostanzialmente negativi (non
avendo il professionista detratto il 50% dell'IVA sull'acquisto della vettura), e, a parità di condizioni, comportano
un aggravio d'imposta di €
671 per gli anni dov'è ancora
possibile fruire dell'ammortamento ed € 550 per gli anni
successivi.
Dott. Giulio Gastaldello
971 (842 + 1.043 -421 - 493)
- 671 (300 - 971)
- 671 (300 - 971)
- 671 (300 - 971)
Il “Geometra Veronese” - Dicembre 2006
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AGGIORNAMENTO PROFESSIONALE
Ampliati i poteri degli uffici
sulle attività finanziarie
Ampliati i poteri degli uffici
sulle attività finanziarie
NORMA E PRASSI
Per l'avvio dell'indagine finanziarie la norma non
prevede nessun elemento legittimante.
L'indagine finanziaria costituisce un'autonoma attività istruttoria che può essere esercitata anche
indipendentemente da precedenti attività di controllo, quali verifiche o ispezioni documentali.
La C.M. 32/E/2006 prevede che il suo innesco
non possa avvenire liberamente da parte degli organi procedenti, richiedendosi invece che sia comunque iniziata un'attività di controllo, anche in
funzione selettiva nell'ambito della programmazione dell'attività stessa.
Viene poi detto che persiste pertanto la necessità della sussistenza di motivi che, seppure non
più tassativamente indicati ex legge art 35, D.P.R.
600/1973 e art. 51-bis D.P.R. 633/1972 - sono tuttavia rinvenibili nelle disposizioni che regolano in
merito all'attività di controllo degli uffici dell'Agenzia. Resta il fatto che si tratta di una tutela al
quanto limitata di fronte al valore probatorio degli elementi raccolti. Ulteriori motivi di innesco
delle indagini in questione sono individuabili nelle ipotesi delineate nella C.M. 30/07/1994 n.
131/E.
In merito si veda inoltre la C.M. 39/E/1995 e la
circolare Guardia di Finanza n. 106900 del 1998.
AUTORIZZAZIONE
Agli intermediari finanziari l'autorizzazione non
dovrà più essere allegata come prevede la C.M.
327E/2006.
Di conseguenza, solo in seguito all'eventuale notifica dell'avviso di accertamento il contribuente
potrà verificare l'esistenza dei requisiti formali e
sostanziali che legittimano l'avvio delle indagini
finanziarie a suo carico.
Peraltro l'autorizzazione, sebbene atto discrezionale, secondo l'Amministrazione non è autonomamente impugnabile in quanto non assume rilevanza esterna, in quanto non immediatamente
né certamente lesiva sotto il profilo tributario
della posizione giuridica del contribuente interessato che non ha ancora subito o potrebbe addirittura non subire alcun atto impositivo.
A prescindere dalla correttezza di quest'ultima affermazione, resta il fatto che l'art 12, L
27/07/2000, n. 212 prevede, al comma 6, che il
contribuente, nel caso ritenga che i verificatori
procedano con modalità non conformi alla legge,
possa rivolgersi al GARANTE del Contribuente.
Il che implica la necessità che il contribuente
possa avere immediato accesso agli atti istruttori
ancorché privi di rilevanza esterna.
PRESUNZIONE PROCEDIMENTALE
La richiesta di operazioni fuori conto è stata introdotta con L. 30 dicembre 2004, n. 311. La C.M.
10/E/ 2005 ritiene che tale disposizione abbia carattere procedimentale, e quindi i nuovi poteri
siano utilizzabili anche per le annualità pregresse.
In tal senso si orienta anche la C.M. 32/E/2006 la
quale però evidenzia che le operazioni realizzate
anteriormente al 1° gennaio 2006 la norma si applica solamente a quelle che hanno alimentato
l'Archivio unico informatico antiriciclaggio e,
quindi, con la possibilità acquisitiva riferita esclusivamente alle operazioni di importo superiore a
euro 12.500.
La dottrina ha sostenuto la tesi della valenza sostanziale della modifica.
Perplessità sono state espresse da Abi, Assonime
e Comando generale della Guardia di Finanza.
Nella circolare è stato precisato che la funzione
legittimante dell'autorizzazione si estendeva, oltre ai conti intestati e contestati al soggetto controllato, anche a quelli nella sua disponibilità; risulta pertanto superata l'esigenza di una doppia
richiesta per l'acquisizione dei predetti conti in
disponibilità, ferma restando l'esclusione di una
specifica autorizzazione, diversamente da quanto
invece necessita per le predette ipotesi di interposizione soggettiva fittizia.
Il “Geometra Veronese” - Dicembre 2006
25
AGGIORNAMENTO PROFESSIONALE
Ampliati i poteri degli uffici
sulle attività finanziarie
INFORMATIVA AL CONTRIBUENTE
La Guardia di Finanza o il capo dell'Ufficio non
hanno nessun obbligo di informazione dell'avvio
dell'indagine. L'unico elemento a presidio dell'esigenza di conoscibilità dell'indagine da parte del
contribuente rimane l'obbligo che l'operatore finanziario ha di dare immediata notizia al cliente
dell'avvio a suo nome dell'indagine bancaria.
Quest'obbligo va effettuato appena ricevuta notifica della richiesta da parte del Fisco e i modi per
effettuare la comunicazione non sono previsti
dalla legge, che neppure prevede sanzioni per le
banche in caso di ritardi o omissioni.
L'opinione dominante è che la mancata comunicazione non infici la validità del successo dell'accertamento; tutt'al più, potrebbe essere contestata all'istituto del contribuente, sul piano civilistico.
FACOLTÀ DELL'UFFICIO
AL CONTRADDITORIO
La C.M. 32/E/2006 parla di passaggio opportuno
cioè, si tratta di una facoltà dell'ufficio di invitare
i contribuenti a comparire per confrontarsi con i
verificatori, ma non un diritto del contribuente a
ottenere il contraddittorio (sentenze Cassazione
Sez. V nn. 11094/1999, 7239/2003, 7267/2003)
La mancata instaurazione del contraddittorio non
degrada la prevista presunzionelegale a presunzione semplice, fermo restando, quindi, l'onere
probatorio contrario in capo al contribuente.
(Cassazione, 8253/2006 e n. 5365/2006)
PARERE DI CHI SCRIVE
L'ufficio, nell'utilizzare la presunzione procedimentale non dovrà tenere un'impostazione rigida e formale.
Questo perché, nei confronti delle imprese e dei
professionisti dovrà tener conto che alcuni prelevamenti possono non rivestire rilevanza fiscale,
sia per la loro esiguità che per al loro occasionalità, e, comunque, devono essere rapportati al tenore di vita del contribuente.
Le affermazioni dell'Agenzia non convincono
perché, non possono essere considerate procedurali disposizioni che costringono il contribuente a reperire prove che, all'epoca dei fatti, non doveva precostituirsi.
Dott. Gian Franco Gaino
GUIDA AI CONTROLLI FISCALI
“Guida ai Controlli Fiscali” è la nuova rivista mensile di aggiornamento professionale dedicata ai temi dell’accertamento tributario e della difesa del contribuente, destinata ai professionisti del settore.
“Guida ai Controlli Fiscali” si caratterizza per il taglio pratico-operativo
tipico del metodo Frizzera: fornisce intatti un’ampia e utorevole rassegna di
questioni e casi concreti di accertamento fornendone la soluzione.
Il periodico è arricchito da preziosi contributi di autorevoli esponenti del mondo delle istituzioni (Ministero dell’Economia e delle
Finanze e Guardia di Finanza) che rappresentano testimonianze di centrale importanza nell’analisi e nell’individuazione di soluzioni immediate e
concrete.
Rassegna
Il “Geometra Veronese” - Dicembre 2006
26
Sistema Frizzera
Editore: Il Sole 24 Ore
AGGIORNAMENTO PROFESSIONALE
L’ascensore tra normativa
e tecnica
L'ascensore tra normativa
e tecnica
L'ascensore:definizione tecnica; riferimenti legislativi; normativa tecnica europea
UNI EN 81-80 e adeguamento per ascensori preesistenti installati prima del 1999 e
ascensori di nuova installazione; schede tecniche e dimensionali delle singole parti,
suddivise per tipologia e destinazione d'uso degli edifici (locale macchine, cabina e
vano di corsa); dettaglio dei contenuti di ogni documentazione.
Definizione tecnica
L'ascensore secondo il D.P.R. 162 del 30 aprile
1999, è «un apparecchio a motore che collega
piani definiti, mediante una cabina che si sposta
lungo guide rigide e la cui inclinazione sull'orizzontale è superiore a 15 gradi, destinata al trasporto di persone, di persone e, cose, o soltanto
di cose se la cabina è accessibile, ossia se una persona può entrarvi senza difficoltà, e munita di comandi situati al suo interno o alla portata di una
persona che si trova al suo interno». Possiamo distinguere due diversi tipi di ascensori (Figura 1):
- elettrico (a contrappeso);
- oleodinamico (detto anche idraulico).
FIGURA 1
ascensore elettrico (a contrappeso) a sx
e oleodinamico (o idraulico) a dx
L'ascensore elettrico è quello tradizionalmente
più utilizzato in passato. Dalla ruota dell'argano,
posto in alto, scendono le funi a sostenere da una
parte la cabina e dall'altra un contrappeso.
Questo tipo di ascensore ha, tuttavia, un inconveniente: prevede appunto che sopra il vano di corsa esista un locale macchine adeguato a ospitare
l'argano e tutte le apparecchiature appartenenti
all'impianto elevatore (compreso il quadro elettrico e di comando). Non sempre tale locale è ricavabile con facilità nel sottotetto o sopra i tetti
piani, anche perché occorre che la soletta su cui
poggia l'argano sia particolarmente resistente.
Inoltre tale locale macchine, quando sporge dalla
sagoma dell'edificio, ha un effetto estetico ben
poco gradevole. Gli ascensori oleodinamici non
necessitano invece di un argano, che viene sostituito dal pistone, posto in basso nella fossa.
Normalmente tale pistone solleva per via indiretta la cabina utilizzando a tale scopo una puleggia
e delle funi. Più raramente il pistone spinge direttamente verso l'alto la cabina (impianti di questo
tipo esigono infatti una trivellazione particolarmente profonda).
L'ascensore oleodinamico è senz'altro il più diffuso: un tempo era anche molto più costoso ma
attualmente le differenze di prezzo tra i due sistemi si sono attenuate.
Ha, però, due difetti. Innanzitutto è più lento (0,6
m al secondo, in casi eccezionali un metro al secondo): e fin qui, poco male. In secondo luogo è
inadatto agli edifici con più di 7-8 piani di altezza:
in palazzi più elevati, infatti, il rapporto costo-prestazioni è senz'altro a favore, di quello elettrico.
Il “Geometra Veronese” - Dicembre 2006
27
AGGIORNAMENTO PROFESSIONALE
L’ascensore tra normativa
e tecnica
Riferimenti legislativi
In Italia, il quadro legislativo che regola, o comunque influenza, i dimensionamenti degli
ascensori è costituito da:
- D.P.R. 162 del 30 aprile 1999 che recepisce in
Italia la direttiva Europea 95/16/CE;
- norme armonizzate EN 81/99: gli ascensori costruiti, seguendo tali norme, rispettano i requisiti
essenziali di sicurezza della direttiva 95/16/CE;
- legge 13 del 9 gennaio 1989, attuata dal D.M. 236
14 giugno 1989 la cui finalità è di rendere, per
quanto possibile, accessibili gli edifici alle persone con difficoltà motorie o sensoriali;
- D.P.R. 503 del 24 luglio 1996 che estende il campo di applicazione della legge 13 anche agli edifici pubblici e privati aperti al pubblico, con la conseguente abrogazione del D.P.R. 384 del 27 aprile
1978;
- L.R. Lombardia 6 del 20 febbraio 1989, con le
stesse finalità della legge 13/1989, prevede diverse specifiche dimensionali. La direttiva 95/16/CE,
definita anche "Direttiva ascensori", è in vigore in
Italia dal 25 giugno 1999 e definisce i requisiti essenziali di sicurezza e di tutela della salute per
componenti di sicurezza e per ascensori, a cui devono dimostrare di rispondere, prima di essere
immessi sul mercato o posti in servizio.
Lo scopo primario di tale direttiva è di rimuovere
le barriere per la produzione e il libero commercio, uniformando, nei Paesi della Comunità europea, i requisiti tecnici riguardanti la sicurezza.
Il provvedimento si applica agli ascensori in servizio permanente negli edifici e nelle costruzioni
e ai componenti di sicurezza utilizzati in tali
ascensori, cioè dispositivi di bloccaggio delle porte di piano, paracadute che impediscono la caduta della cabina o il movimento ascendente incontrollato, limitatori di velocità, ammortizzatori, dispositivi elettrici con funzione di interruttori di sicurezza.
Per rispettare la direttiva (Procedura di valutazione della conformità), si possono seguire due vie:
1. mettere in funzione ascensori e componenti di
sicurezza che siano stati progettati, prodotti, installati e collaudati in accordo con un apposito Sistema di qualità certificato (ISO 9000 più esten-
sione alla direttiva ascensori 95/16/CE, approvato
da un Ente notificato);
2. dimostrare la rispondenza alla direttiva attraverso un Ente notificato che verifichi il rispetto
integrale delle norme tecniche oppure, se ciò
non accade, che l'analisi dei rischi sia tale da rispettare tutti i requisiti essenziali di sicurezza e di
salute riportati nella direttiva.
I principali cambiamenti nel prodotto apportati
dal provvedimento sono:
• dispositivo contro i movimenti incontrollati in
salita della cabina;
• misuratore sovraccarico in cabina collegato a
segnalazione audio o visiva;
• sistema di comunicazione bidirezionale connesso a un numero telefonico presidiato 24 ore su 24;
• possibilità di usare porte in vetro;
• interruttori quadretto in locale macchina dotati
di lucchetto per impedire il ripristino non voluto
della tensione;
• protezione degli organi in movimento in locale
macchina;
• balaustra sul tetto di cabina:
• interruttore luce vano anche in fondo fossa;
• protezione in fondo fossa tra cabina e contrappeso;
• pulsante di allarme sul tetto di cabina e in fondo fossa.
Inoltre, in cabina deve essere applicato il marchio
CE riportante il numero di identificazione europeo assegnato all'Ente notificato. Tale direttiva è
norma di riferimento sia per gli ascensori preesistenti alla data di entrata in vigore della stessa
(1999), all'incirca 600 mila in Italia, sia per gli impianti di nuova costruzione.
Attività tecnica europea UNI EN 81-80
É stata pubblicata sulla G.U. 27 del 2 febbraio
2006 scorso la norma tecnica europea UNI EN
81-80 relativa al miglioramento della sicurezza degli impianti di ascensori.
Si tratta di un provvedimento che può essere utilizzato come linea guida per le autorità nazionali
nel determinare un proprio programma di implementazione graduale, i proprietari che vogliano
adempiere alle proprie responsabilità secondo i
Il “Geometra Veronese” - Dicembre 2006
29
AGGIORNAMENTO PROFESSIONALE
L’ascensore tra normativa
e tecnica
regolamenti esistenti, le ditte di manutenzione e
gli organismi di verifica per informare i proprietari sul livello di sicurezza dei loro impianti, e i
proprietari che vogliano aggiornare gli ascensori
esistenti su base volontaria, qualora non esista alcun regolamento.
Ricordiamo che con il decreto del 26 ottobre
2005 il Ministero delle attività produttive ha definito i tempi entro cui tutti gli ascensori installati
prima del 25 giugno 1999 dovranno essere adeguati alle norme europee, raccolte nella UNI EN
80-81: qualora il pericolo risulti "alto", l'adeguamento dell'impianto dovrà avvenire entro 6 mesi
dalla avvenuta verifica: da 2 a 4 anni se il livello di
rischio viene dichiarato "medio"; e infine da 4 a 6
anni qualora il rischio sia "basso".
In caso di particolari ed eccezionali rischi per
l'incolumità delle persone, l'impianto è sottoposto a fermo e le prescrizioni per l'adeguamento
devono indicare gli interventi ritenuti indispensabili per la prosecuzione dell'esercizio dell'impianto in condizioni di sicurezza.
Per le modalità di svolgimento delle verifiche si
attendeva un ulteriore decreto da parte del Ministero delle infrastrutture, il cui termine di adozione era fissato entro il 60° giorno dall'entrata in vigore del D.M. 26 ottobre 2005, e cioè entro il 28
gennaio 2006. È quanto previsto all'art. 2, comma
5, del decreto stesso.
Al libretto di impianto devono essere allegati i risultati dell'analisi dei rischi e le prescrizioni impartite.
L'autorità competente o l'organismo di certificazione annotano sul libretto l'avvenuta esecuzione
delle prescrizioni richieste: il manutentore annota le operazioni di manutenzione effettuate ai
sensi dell'art. 15 del D.P.R. 162/1999.
Il proprietario dell'immobile è tenuto alla corretta custodia del libretto dell'impianto. Ricordiamo
intanto che il 6 febbraio scorso sono entrate in vigore le nuove norme antincendio per gli ascensori, disciplinate dal D.M. interno del 15 settembre 2005 le quali prevedono che, sugli impianti
esistenti, siano realizzati interventi di adeguamento per impedire che i vani trasportino gli
eventuali incendi e per renderli sicuri in caso di
emergenza.
Il “Geometra Veronese” - Dicembre 2006
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Schede tecniche delle singole parti
Locale macchine
Ribadito il concetto che i locali di cui sopra sono
destinati ad accogliere esclusivamente le apparecchiature appartenenti all'impianto elevatore e
che l'accesso è consentito alle sole persone autorizzate, la normativa comunitaria puntualizza alcuni particolari riguardanti l'accesso ai locali stessi disponendo che:
- l'accesso avvenga direttamente dalla pubblica
via, in condizioni di sicurezza, senza attraversare
o interessare locali privati (quindi non è più consentito il passaggio attraverso luoghi interni a
unità abitative, nemmeno se gravate dal vincolo
di servitù di passaggio);
- le stesse vie d'accesso abbiano altezza non inferiore a 1,80 m, con soglie o eventuali traverse da
scavalcare di altezza non superiore a 0,40 m;
- l'accesso avvenga, di preferenza, utilizzando le
scale in muratura del fabbricato, o in caso di impossibilità, mediante scale inclinabili (70-76° rispetto all'orizzonte) e asportabili (con punti fissi ai
quali ancorarle), purché esse siano espressamente
riservate per accedere ai locali in questione e disponibili in prossimità del luogo di impiego;
- la porta di accesso, con apertura rivolta verso
l'esterno dei locali, abbia larghezza non inferiore
a 1,80 m oppure 1,40 m, rispettivamente per il locale del macchinario e per il locale delle pulegge:
- l'accesso ai due locali può avvenire anche attraverso una botola di dimensioni non inferiori a
0,80 x 0,80 m, apribile verso l'alto a meno che
sia collegata a scala scorrevole;
- per facilitare il trasporto e il sollevamento del
materiale pesante, sia all'atto del montaggio sia
per eventuali successive sostituzioni, sul soffitto
del locale macchinario devono essere tassativamente applicati ganci o meglio travi, disposte e
dimensionate in modo opportuno con indicazione del carico massimo ivi applicabile;
- il dimensionamento dei locali deve consentire di
accedere in condizioni di sicurezza a tutte le parti del macchinario e delle apparecchiature elettriche, prevedendo "spazi liberi" secondo precise
"distanze di rispetto" tra i vari organi: le altezze
minime sono comunque stabilite dalla EN 81 in 2
m per il locale del macchinario e 1,70 m per il lo-
AGGIORNAMENTO PROFESSIONALE
L’ascensore tra normativa
e tecnica
cale delle pulegge di rinvio; l'illuminazione del locale macchinario, a livello del pavimento, non deve essere inferiore a 200 Ix (mentre per il locale
pulegge è richiesta una illuminazione "adeguata"
ma senza condizioni restrittive); quando la destinazione degli edifici lo esiga (locali di abitazione,
alberghi, ospedali, scuole, biblioteche ecc.) le pareti, le solette, i soffitti del locale dei macchinario
devono assorbire notevolmente i rumori dovuti
al funzionamento degli ascensori. È necessario
pertanto che il progettista edile eviti, per quanto
possibile, che i locali nei quali il rumore può risultare più fastidioso (camere da letto, da riposo
ecc.) vengano a trovarsi in posizione adiacente al
funzionamento dell'elevatore; all'interno del locale macchinario le temperature, devono essere
comprese tra i 5°C e 40°C, è quindi consentita
l'installazione nel locale stesso di idonee apparecchiature di riscaldamento (eccetto quello a vapore) o per il condizionamento.
Cabina
Come tutte le normative, anche quella comunitaria
stabilisce una stretta correlazione tra la portata dell'elevatore e la "superficie interna della cabina", intendendosi per quest'ultima la "superficie della cabina misurata a 1 m dal pavimento, senza tener
conto di eventuali sbarre d'appoggio, che può essere occupata da passeggeri e cose durante il funzionamento dell'ascensore". Mentre il vecchio
D.P.R. 1497/1963 dava una formula matematica
per correlare la portata con la superficie, l'Euronorma EN 81 Fornisce un prospetto da intendersi
valido per tutti gli elevatori (tabella 1).
Il numero massimo di persone è ottenuto con la
formula: portata/75 (arrotondando al numero intero inferiore). Quando la portata eccede più del
15% quella indicata nei prospetto per la superficie utile massima della cabina, il numero massimo
di persone ammissibile deve corrispondere a detta superficie.
I valori presenti nella tabella sono calcolati indipendentemente dalla destinazione (trasporto di
persone o di cose accompagnate da persone) e
dal tipo di porte previste per la cabina, con la sola eccezione dei monta-auto riservati agli "utenti
autorizzati ed esperti", cioè utilizzati da persone
che siano state autorizzate dal responsabile del
servizio e il cui funzionamento sia possibile solo
impiegando apposita chiave o siano ubicati in locali il cui accesso è interdetto al pubblico (praticamente autorimesse e autosili), eccezione secondo la quale la portata non deve essere inferiore a 200 kg/m2 di superficie utile della cabina.
TABELLA 1
CORRELAZIONE
PORTATA/SUPERFICIE/CAPIENZA CABINE
Portata - carico
Nominale (Kg)
Superficie utile
massima (m2)
Numero
massimo
persone
(capienza)
100
0,40
1
180
0,50
2
225
0,70
3
300
0,90
4
375
1,10
5
400
1,17
5
450
1,30
6
525
1,45
7
600
1,60
8
630
1,66
8
675
1,75
9
750
1,90
10
800
2,00
10
825
2,05
11
900
2,20
12
1.100
2,40
14
1.125
2,65
15
1.200
2,80
16
1.350
3,10
18
1.425
3,25
19
1.500
3,40
20
1.600
3,56
21
1.800
3,88
24
2.100
4,36
28
2.500
5,00
33
Il “Geometra Veronese” - Dicembre 2006
31
AGGIORNAMENTO PROFESSIONALE
L’ascensore tra normativa
e tecnica
Il prospetto della EN 81 è stato riportato per poter soddisfare qualsiasi esigenza, anche se, in sede
di normalizzazione internazionale, sono stati scelti precisi valori di portata. A prescindere da quanto sopra detto, la cabina deve avere:
- altezza libera interna non minore di 2 m;
- pavimento, tetto e pareti in elementi pieni (con
divieto quindi per reti, traforati, grigliati ecc.) di
sufficiente resistenza meccanica, con materiale
non pericoloso per la sua infiammabilità o per la
natura di gas e fumi che possono essere emessi;
- gli accessi muniti "in ogni caso" di porte, queste
cieche (cioè senza aperture, ma con possibilità di
spie, come quelle già viste per le porte dei piani)
a chiusura completa del vano di accesso;
- il tetto realizzato - oltre che con elementi pieni in maniera da sopportare in qualsiasi punto senza deformazione permanente, gli effetti di una
forza pari a 2000 N e da consentire una superficie piana e libera di 0,12 m2 (con la più piccola
dimensione non minore di 0,25 m) sulla quale si
possa stazionare:
- una robusta protezione verticale sotto la soglia
della porta, di altezza non inferiore a 0,75 m, con
bordo inferiore inclinato;
- abbondante aerazione, ottenuta mediante aperture di ventilazione ubicate nella parte alta e nella parte bassa della cabina. con superficie effettiva uguale complessivamente ad almeno il 2% (1%
in alto e 1% in basso) della superficie utile della
cabina, dette aperture concepite e realizzate in
modo tale che non sia possibile attraversare le pareti della cabina dall'interno con una barra rigida
e dritta del diametro di 10 mm: gli interstizi delle
porte della cabina possono essere presi in considerazione, per il calcolo della superficie delle
aperture di ventilazione, ma limitatamente al 50%
della superficie effettiva richiesta;
- impianto elettrico permanente di illuminazione,
con disponibilità di un alimentatore di emergenza a caricamento automatico capace di intervenire in caso di interruzione della corrente in linea.
Vano di corsa
La EN 81 definisce come vano di corsa «Il volume
entro il quale si spostano la cabina e il contrappeso, se esiste»: si noti, quindi, che un ascensore
Il “Geometra Veronese” - Dicembre 2006
32
può essere logicamente realizzato senza contrappeso (per esempio con azionamento idraulico),
ma che, se il contrappeso è previsto, quest'ultimo
deve muoversi nello stessa vano della cabina.
Ciò premesso, il vano di corsa (figura 2) deve risultare:
- completamente chiuso con pareti, pavimento di
base e soffitti "ciechi" (cioè senza fori passanti come avviene per le reti, lamiere forate ecc.);
FIGURA 2
Vano di corsa
- salvo il caso "particolare" in cui il vano stesso
non debba partecipare alla protezione dell'edificio contro il propagarsi dell'incendio (quindi praticamente, con l'approvazione dei Vigili del fuoco): in tal caso infatti le pareti laterali e la parete
dorsale, pur sempre cieche, possono avere altezza limitata a 2,5 m; la parete frontale può non essere cieca al di sopra di 2,5 m rispetto al piano di
sbarco e quindi sostituita da reti, lamiere forate
ecc. (purché i fori abbiano dimensioni inferiori a
75 mm, sia in senso orizzontale che verticale) o
anche non avere protezioni di sorta-sempre al di
sopra di 2,5 m - quando la porta di cabina sia
bloccata con adatto dispositivo elettromeccanico
prevedibile, a richiesta, dal costruttore dell'ascensore. La tabella 2 esplicita le dimensioni in mm
raffigurate nella figura 2, laddove la capienza del
vano corsa (muratura interno-interno-AxB), della
cabina (CxD), delle aperture per consentire il
passaggio (E-F-G), sono espresse in funzione della
AGGIORNAMENTO PROFESSIONALE
L’ascensore tra normativa
e tecnica
tipologia edilizia (edifici in ristrutturazione, residenziali di nuova costruzione, non residenziali di
nuova costruzione, pubblici) e delle relative portate standard (da 400 Kg a 860 Kg).
Quanto sopra riveste particolare importanza per
ascensori siti nel vano delle scale, per i quali si è
fatto sinora largo impiego di reti e grigliati; di conseguenza - salvo il caso "particolare" di cui sopra
- potranno ora essere utilizzati soltanto muratura
di conveniente spessore o eventualmente altri
materiali come il vetrocemento, sempre che i Vigili del fuoco non esprimano parere contrario.
Per quanto riguarda lo spessore da assegnare alle
pareti del vano di corsa, la EN 81 non fornisce indicazioni particolari, salvo stabilire che le pareti
in questione devono presentare sufficiente resistenza alle azioni dei carichi trasmessi dalle guide
durante l'intervento dei paracadute (cabina, eventuale contrappeso), durante le operazioni di carico e scarico della cabina, durante la corsa per effetto di eventuali decentramenti del carico in cabina. Conseguentemente, occorrerà effettuare
una verifica di resistenza dei pilastrini di ancoraggio in fondo fossa, e qualora esistano focali
praticabili sotto la fossa, pure una verifica della
soletta che costituisce il fondo della fossa adottando i criteri stabiliti dalla EN 81.
Per quanto concerne la profondità da assegnare
alla fossa (che Euronorma definisce come "la parte del vano di corsa situato sotto il livello del piano più basso servito dalla cabina") e l'altezza da
assegnare alla testata (termine d'uso corrente, anche se non definito dall'Euronorma, che preferisce parlare di «spazio libero all'estremità superiore del vano di corsa»), la normativa comunitaria
non si discosta. molto da quella del vecchio D.P.R.
1497, introducendo però l'obbligatorietà di ammortizzatori nella fossa, in corrispondenza della
cabina e del contrappeso. Terminiamo questa rassegna normativa per il vano di corsa, richiamando
le prescrizioni seguenti:
- nel vano di corsa non devono essere installate
tubazioni, canalizzazioni o qualsiasi altra apparecchiatura estranea all'ascensore; in particolari condizioni è consentita l'installazione di un impianto
di riscaldamento nel vano con il divieto di riscaldamento a mezzo acqua calda o vapore e con
l'obbligo che i relativi comandi di regolazione
vengano posti all'esterno del vano di corsa;
- il vano di corsa deve essere convenientemente
illuminato, con la prescrizione di adottare una
lampada in testata e una in fossa, oltre a una serie
di lampade a distanza di almeno 7 m una dall'altra;
- porte "di soccorso" (con luce non inferiore a
1,80 x 0,35 m) devono essere previste se la distanza tra due soglie di piano consecutive supera
11 m, ma possono essere omesse, quando, nello
stesso vano, scorrano due o più cabine adiacenti,
munite di porte che consentano ai passeggeri di
passare da una cabina all'altra.
TABELLA 2
Porte
standard
CAPIENZA
400 Kg
*
5 PERS.
480 Kg
**
6 PERS.
630 Kg
***
8 PERS.
860 Kg
****
11 PERS.
A
1.400
1.550
1.700
1.950
B
1.600
1.700
1.800
1.900
C
800
950
1.100
1.370
D
1.200
1.300
1.400
1.500
E
750
800
800
900
F
1.000
1.050
1.050
1.150
G
575
600
600
650
* Edifici in ristrutturazione
** Edifici residenziali di nuova costruzione
*** Edifici non residenziali di nuova costruzione
**** Edifici pubblici
Il “Geometra Veronese” - Dicembre 2006
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AGGIORNAMENTO PROFESSIONALE
L’ascensore tra normativa
e tecnica
Dettaglio dei contenuti
di ogni documentazione
Per ogni ascensore è obbligatorio che siano presenti, ed è responsabilità del proprietario dell'ascen-
sore che siano resi disponibili per ogni verifica
sull'ascensore, una serie di documenti che riportiamo nel riquadro.
LA DOCUMENTAZIONE
DOCUMENTAZIONE DI BASE
- Dichiarazione di conformità a Direttiva ascensori;
- rapporto di collaudo;
- caratteristiche base;
- registro;
- modulo di ricevuta documentazione;
- modulo per notifica alla ditta di manutenzione del cambio di proprietario.
DOCUMENTAZIONE TECNICA
- Pianta dell'ascensore all'interno dell'edificio (disegno di disposizione);
- schema elettrico principale;
- schema idraulico;
- componenti di sicurezza;
- caratteristiche base di funi e catene.
ISTRUZIONI DI MANUTENZIONE
- Istruzioni generali di manutenzione per l'ascensore;
- istruzioni di manutenzione per i componenti di sicurezza.
ISTRUZIONI PER L'USO
- Istruzioni per il normale uso dell'ascensore;
- istruzioni per le operazioni di evacuazione.
IMPIANTI A NORMA
Gli impianti, inoltre, sono a norma se rispondono ulteriormente alle seguenti condizioni, nel rispetto delle leggi
più volte citate:
- EN 81.1 - EN 81.2 / D. A. 95/16/CE - legge 13/ D.M. 236, 14 giugno 1989 - D.P.R. 384
- il vano corsa e il locale macchina devono essere costruiti con materiale durevole e che non favorisca la formazione di polvere aerazione vano di corsa ≥ 1% dell'area in pianta del vano di corsa (normativa standard: si consiglia la verifica presso il competente comando dei vigili del fuoco);
- il locale macchina deve essere ventilato e la temperatura deve essere mantenuta tra 5 e 40°C.
Ivan Meo e Angelo Pesce
da “Consulente Immobiliare”
Il “Geometra Veronese” - Dicembre 2006
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ATTI E DOCUMENTI DEL COLLEGIO
Consiglio Direttivo
del 30 ottobre 2006
Consiglio Direttivo
del 30 ottobre 2006
Variazioni Albo
Nuove iscrizioni
n. 3143) geom. Tonellotto Fabio - via Bottazzo, 6 - Villabartolomea
n. 3137) geom. Zago Mirko - Corso Venezia, 85 - San Bonifacio
n. 3138) geom. Zambanello Roberto - via Michellorie, 3 - Albaredo d'Adige
Cancellazioni per dimissioni
n. 335) geom. Patuzzo Giancarlo - via A.Scarlatti, 2 - Verona
n. 1373) geom. Guglielmi Tiziano - via Montanara, 4 - Verona
Variazioni di indirizzo
- geom. Cavalleri Gabriele - via R.Kennedy, 17 - Lugagnano/Sona (studio)
- geom. Mainente Paolo - via Garofoli, 20/a - S.Giovanni Lupatoto (studio)
- geom. Mazzali Aldino - via Olga Visentini, 2 - Cerea (studio)
- geom. Tosetto Nicola - via Liguria, 3 - Legnago (studio)
- geom. Martin Stefano - via dell'Amicizia, 21 - Villafranca (abitaz.-studio)
- geom. Pasquato Matteo - via Luigi Parziale, 7 - Villabartolomea (abitaz.-studio)
- geom. Fasolo Amedeo - via Beccarie, 66 - Lugagnano/Sona (abitaz.)
- geom. Tollini Laura - via Isonzo, 4 - Cerea (abitaz.-studio)
- geom. Lollato Mariano - via Don Nicola Mazza, 16 - Buttapietra (abitaz.)
- geom. Zanini Alberto - Via Luigi Carrara, 11/a - Lugo/Grezzana (abitaz.)
- geom. Zanini Alberto - via Papa Giovanni XXIII, 15 - Cerro Veronese (studio)
- geom. Scandola Mirna - Via Madonna, 96 - Castel d'Azzano (abitaz.-studio)
- geom. Campostrini Rinaldo - via Giulio Verne, 1 - Dossobuono/Villafranca (abitaz.)
Il “Geometra Veronese” - Dicembre 2006
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ATTI E DOCUMENTI DEL COLLEGIO
Consiglio Direttivo
del 30 ottobre 2006
Registro Praticanti
n. 3513) geom. Cisamola Marco, Badia Calavena - presso geom. Brazzarola Giovanni, Soave
n. 3514) geom. Giarola Lucia, Montorio - presso arch. Vantini Mirco, Verona
n. 3515) geom. Franceschetti Chiara, Ronco all'Adige - presso geom. Massafra Leonardo, Oppeano
n. 3516) geom. Peretti Damiano, Mazzano/Negrar - presso geom. Peretti Marco, Verona
n. 3517) geom. Meneghello Marco, Legnago - presso ing. Marini Paolo, Legnago
n. 3518) geom. Dalla Verde Enrico, S.Giovanni Ilarione - presso geom. Vicentini Bruno, Montecchia C.
n. 3519) geom. Vantini Marco, Povegliano Ver.se - presso geom. Brunelli Angelo, Povegliano Ver.se
n. 3520) geom. Baldan Alessandro,Torri del Benaco - presso geom. Pescetta Michele,Torri del Benaco
n. 3521) geom. Bedoni Martina, Isola della Scala - presso ing. Bodini Lorenzo, Vigasio
n. 3522) geom. Grinati Stefano, Verona - presso geom. Dall'Occhio Carlo, Verona
n. 3523) geom. Massella Sergio, Pescantina - presso geom. Daldosso Massimo, Boscochiesanuova
n. 3524) geom. Ferrari Alda, Verona - presso ing. Lonardi Claudio, Ostiglia
n. 3525) geom. Pasetto Mattia, S.Giovanni Lupatoto - presso geom. Casagrande Antonio, Verona
n. 3526) geom. Pietropoli Fabio, Palazzolo/Sona - presso geom. Mascalzoni Giuseppe, Palazzolo/Sona
n. 3527) geom. Giordano Giuseppe, Verona - presso arch. Guasti Mauro, Castelnuovo d.Garda
n. 3528) geom. Merlugo Veronica, Zevio - presso arch. Rodighiero Luigi, Verona
n. 3529) geom. Vallicella Enrico, Caldiero - presso geom. Vallicella Giorgio, Caldiero
n. 3530) geom. Rinaldi Gianpietro, S.Giovanni Lupatoto - presso arch. Rodighiero Luigi, Verona
n. 3531) geom. Piacentini Mattia, Fumane - presso arch. Beghini Alessandro, S.Pietro Incariano
n. 3532) geom. Beghini Federico, S.Floriano - presso arch. Beghini Alessandro, S.Pietro Incariano
n. 3533) geom. Berzacola Michele, Bussolengo - presso geom. Castelluccio Davide, Verona
n. 3534) geom. Zanetti Mario, Affi - presso geom. Isalberti Alessandro, Caprino Veronese
n. 3535) geom. Cortese Luca, Boscochiesanuova - presso Benedetti Giorgio, Boscochiesanuova
n. 3536) geom. Bertolazzi Lena, Gazzo Veronese - presso geom. Marconcini Massimiliano, Gazzo Ver.se
n. 3537) geom. Garonzi Fabio, Grezzana - presso geom. Castelli Andrea, Grezzana
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INDICE ANNO 2006
Indice generale
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VITA DEL COLLEGIO
- Un anno nuovo all'insegna della formazione e dell'aggiornamento
- 45 anni e non li dimostra: buon compleanno "Geometra Veronese"
- Esami di Stato 2005: commissioni, testi ed abilitati
- Avviso agli iscritti - quota associativa, privacy, terreni
- Se n'è andato Annio Delibori
- La problematica delle sanzioni catastali
- Avvisi e comunicazioni - quota, compravendite, rurali
- I corsi per praticanti
- L'Assemblea annuale degli iscritti all'albo
- Rendiconto finanziario 2005
- Bilancio Preventivo 2006
- Società Cooperativa: assemblea annuale soci
- Acustica in edilizia, teoria e applicazioni
- Avvisi agli iscritti - scalimetro, cassa previdenza
- Il nuovo Consiglio del Collegio
- Formazione delle commissioni esaminatrici esami 2006
- Avvisi agli iscritti - costi orari manodopera, tariffe d'estimo
- Volture, seminario di approfondimento
- Convegno sulla sicurezza nei cantieri: costruzioni solai in opera o prefabbricati
- Corso di estimo immobiliare
- Oltre le barriere, progettare per... l’utenza ampliata
- Innovazione sostenibile e risparmio energetico
- New York, una “s-corsa” alla città
FATTI E NOTIZIE
- In campo per formazione e qualità
- Regione Veneto: urbanistica, sì alle varianti
- Parcheggi, scompare la pertinenza
- Albi, l'istruzione estende il tirocinio
- Semplificazione in arrivo al catasto
- Durc, lavoratori autonomi esclusi se sono senza dipendenti
- Rivalutazioni, arbitra il Prg
- Un titolo doc per l'Europa
- Commissione tributaria e "nota di deposito"
- Per i geometri aggiornamento obbligatorio
- Permesso di costruire, nessun diniego senza contradditorio
- Sul condono edilizio censurate tre regioni
- Pertinenze vendute singolarmente, il valore catastale è applicabile
- Quando chi ristruttura l'immobile ha diritto ai benefici di legge
- On line le mappe del catasto
- Edilizia con modello unico digitale
- Ristrutturazioni, punto per punto le nuove aliquote
- Autorimessa prima casa, Iva al 4%
- Capannoni, condono ampio
- Rendite catastali, validità allargata
Il “Geometra Veronese” - Dicembre 2006
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INDICE ANNO 2006
Indice generale
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- Dia a efficacia rinforzata
- Il Catasto accorcia i termini
- Non residenziale, condono ampio
- La "prima casa", i dubbi più frequenti
- Quattro sfide per il nuovo governo
- Ristrutturazione edilizia, una nuova interpretazione
- Un po' di.... giurisprudenza
- Esecuzioni mobiliari, novità per i creditori
- Patologie e difetti delle murature faccia a vista
- Solo 30 giorni per le denunce catastali
- Il contributo degli enti locali nella progettazione sostenibile
- Geometri obbligati all'assicurazione
- Per l'edificabilità nuovi atti comunali
- Edifici, arriva l'attestato energia
- Targa, lo studio esentasse
- Professionisti e decreto Bersani, in sintesi le principali novità
- Metodi e tecnologie geometriche Ue
- Immobili, più Ici se cambia l'uso
- Al rogito con le idee chiare sull'acquisto
- Ristrutturazioni, per l'Iva al 10% conta solo il momento della fattura
- Nuovi spazi per la ristrutturazione con ricomposizione volumetrica
- Commissione tecnica fra Collegi del Veneto ed Agenzia del Territorio
- Tributi speciali catastali
- Consulta: un vano grande ed autonomo va suddiviso
- Due tipi di accertamento tecnico preventivo
- L’arbitrato rituale ed irrituale
- La nuova generazione di CAD intelligenti
AGGIORNAMENTO PROFESSIONALE
- Con il testo unico costruzioni mai più progetti realizzati senza il modello geologico
- La Dia non si può impugnare, ricorsi solo contro
l'inerzia del Comune sulla vigilanza
- Ascensori da adeguare alla Ue con la check-list di 74 rischi
riportata nella Uni En 81-80
- Ma l'oblazione per il condono è deducibile dal reddito?
- Le ristrutturazioni edilizie godono di un doppio beneficio Iva-Irpef
- T.U. edilizia, le numerose modifiche apportate dopo l'entrata in vigore
- Cementi, l'ora degli ingegnerizzati
- Norme tecniche, monito Uni: più di 100 elementi
di conflitto tra Eurocodici e testo unico
- Parcheggi, decade il vincolo pertinenza
- Industria e tecnologia: sensori, microchip, micro-processori e ponti con la plastica
- Le problematiche del Supercondominio
- Accertamento nullo basato su perquisizione non autorizzata
- Gli incrementi delle rendite immobiliari
- L'esperto per la valutazione degli immobili pignorati
- Strutture di calcestruzzo, pubblicato l'Eurocodice 2
- Distanze fra le costruzioni
Il “Geometra Veronese” - Dicembre 2006
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INDICE ANNO 2006
Indice generale
2006
- Due diligence, come eseguire la radiografia per conoscere e valorizzare gli edifici
- Risparmio energetico con materiali ad hoc
- Al catasto restyling sanzionato
- Ascensori all'appello della sicurezza
- La pietra si "veste" di interattività
- Brevetto made in Italy per il calore terra-aria
- Il comfort della casa "bio"
- Ok della regione per l'edificabilità
- Successioni: l'operatività delle misure fisse ipo-catastali
- Conciliazione della controversia, i nuovi poteri del CTU
- Eliminazione delle barriere architettoniche
- La progettazione degli edifici e degli impianti dopo il Dl 192/2005
- Distanze legali di piantagione
- Una tegola fotovoltaica dedicata ai tetti a falda
- Protezione dai fulmini: il CEI aggiorna la normativa
- Scatta la semplificazione per la vendita di piccoli terreni
- Nell'albo chi trasporta rifiuti edili
- Distanze tra fabbricati
- Accatastamento fabbricati rurali
- La piscina condominiale: uso, spese e responsabilità
- La protezione passiva dal fuoco con BPB Italia
- Consiglio Nazionale Geometri: cantieri edili e tessera di riconoscmento
- Terreno edificabile decorrenza ed effetti sulla nuova definizione
- Sull'OK alla piscina decide l'urbanistica
- Luci e vedute
- Condono, sanzioni e rischi per documenti non presentati
- Iva sulle autovetture, nuovo regime di detraibilità
- Il recesso unilaterale nel contratto d'opera intellettuale
- Pertinenze, prassi e giurisprudenza
- Prestazione energetica e riflessi sul valore degli edifici
- Con le norme tecniche sulle costruzioni aumentano i compiti del
direttore dei lavori
- Cambio di destinazione d'uso: DIA o permesso di costruire?
- Edificabilità del terreno e Iva
- Professionisti: riduzione della deducibilità dei costi legati ai veicoli
- Ampliati i poteri degli uffici sulle attività finanziarie
- L’ascensore tra normativa e tecnica
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PREVIDENZA
- Cassa Geometri: ultime importanti novità
- Cassa Previdenza e obbligo di iscrizione
- Il geometra in pensione può continuare a lavorare
- Cassa Previdenza: Franco Minucci nuovo Direttore Generale
- Cassa Previdenza: obbligo invio telematico modello 17/2006
comunicazione obbligatoria
- Cassa Previdenza: domande e risposte
- Il contributo integrativo è deducibile solo in parte
- Le nuove norme sulla pensione di anzianità e sulla contribuzione
Il “Geometra Veronese” - Dicembre 2006
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INDICE ANNO 2006
Indice generale
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- Disponibile la carta di credito per gli iscritti alla Cassa
- Età pensionabile delle donne geometra anticipata a 55 anni
- Convenzione per mutui ipotecari
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COSTRUZIONI IN ZONA SISMICA
(edizione speciale Agosto/Settembre)
- Presentazione
- Attuazione della zona sismica
- Dissesti statici nelle costruzioni edilizie anche in zona sismica
- Illustrazioni di alcune lesioni provocate dal sisma
e proposte di recupero strutturale
- Esempio di nuovo edificio costruito in zona sismica "2"
STATISTICHE
- Commissione provinciale per la determinazione dell'indennità
di esproprio di Verona
RECENSIONI
- Il calcolo delle strutture in cemento armato
- Comune di Verona - Guida all'edilizia
- Condono edilizio
- Le distanze in edilizia
- I progettisti e le assicurazioni
- Norme di prevenzione incendi
- La progettazione antincendio
- I sistemi di misurazione immobiliare
- Iva in edilizia
- Le distanze in edilizia
- Guida ai controlli fiscali
ATTI E DOCUMENTI DEL COLLEGIO
- Consiglio Direttivo del 25.11.2005
- Consiglio Direttivo del 19.12.2005
- Consiglio Direttivo del 13.01.2006
- Consiglio Direttivo del 06.02.2006
- Consiglio Direttivo del 20.03.2006
- Consiglio Direttivo del 10.04.2006
- Consiglio Direttivo del 09.05.2006
- Consiglio Direttivo del 29.05.2006
- Consiglio Direttivo del 07.06.2006
- Consiglio Direttivo del 10.07.2006
- Consiglio Direttivo del 01.08.2006
- Consiglio Direttivo del 18.09.2006
- Consiglio Direttivo del 30.10.2006
INDICE GENERALE
- Indice generale 2006
Il “Geometra Veronese” - Dicembre 2006
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La nuova generazione di CAD intelligenti