Voci dal Sud
Anno IX° - n. 02 - Febbraio
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2013
Anno IX° nr. 2 Febbraio 2013
OMAGG IO
Euro 1,55
Come un fulmine a ciel sereno
l ’ a n n u n c i o d i Pa p a B e n e d e t t o X V I ° d i
dimettersi dal suo Ministero - Alle
ore 20 del 28 febbraio tornerà ad essere
s e m p l i c e m e n t e Jo s e p f R a t z i n g e r e
Voci dal Sud
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Anno IX° nr. 2 Febbraio 2013
Voci dal Sud
... ai quattro venti
Periodico indipendente di Attualità, Storia
e Cultura
Rassegna stampa dai mass media
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nr. 01/05 (fasc. 183/05) del 28/4/2005-2/05/2005
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Sommario
Editoriale:
pag. 5 - Alea
di Franz Rodi Morabito
iacta est !
pag. 6 - Città del Vaticano - Benedetto XVI° si dimette da Papa!
Emergenza Rifiuti
pag. 7 - Piana - I Sindaci dei Comuni de “La Città della Piana” si mobilitano
e bloccano le colonne di compattatori da altre province
pag. 7 - Piana - Polistena,Tripodi: chiederemo il danno d’immagine
pag. 8 - Piana - I sindaci protestano contro il Commissario Speranza: basta
corsie preferenziali
pag. 9 - La Capitaneria salva una testuggine “Caretta Caretta”
pag. 10 - Gioia Tauro - Riparte la locomotiva ex Calabro-Lucana da Gioia a
Palmi
pag. 11 - Laureana di Borrello e Candidoni - Gli uffici postali di questi due
popolosi Comuni chiusi senza preavviso
pag. 12 - Oppido Mamertina - Al via i corsi di specializzazione per trattorista
pag. 12 - Oppido Mamertina ricorda il soldato Francesco Mittica
pag. 13 - Reggio Calabria e Lametia Terme - Interventi strutturali e novità per gli
aereoporti delle due Città calabresi
Per non dimenticare
pag. 14 - Le foibe: Una storia vergognosa celata per 60 anni!
pag. 15 - Auschwitz: Uomo contro uomo: la scoperta che fece storia !
pag. 16 - Anche a Ferramonti di Tarsia (CS) c’era un lager ... ma dal volto
umano!
pag. 18 - Beethoven suonò a Ferramonti
pag. 19 - Scene di vita quotidiana in comunità nel Campo di Ferramonti di
Tarsia (Cosenza)
Nuove norme per la circolazione stradale
pag. 20 - Multe più salate e addio al patentino: le novità della patente
pag. 21 - Dal 2013 le nuove patenti diventano 15 categorie
pag. 22 - Torna la vecchia patente agricola
... continua a pagina successiva
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Pianeta Giustizia (?)
pag. 23 - Ruba un panino nel market dove lavora - Licenziata in tronco
pag. 23 - Ruba 5 dollari, bimbo arrestato e interrogato per ore nel Bronx
pag. 24 - Se si dovessero accertare (come si spera) la responsabilità delle
sottrazioni di enormi somme dalle casse pubbliche, proporzionalmente
cosa avverrebbe?
pag. 25 - EC3, un centro europeo contro il cybercrimine
Tecnologia
pag. 26 - E’ a Bologna il computer più potente del mondo - Si chiama
“Europa”
pag.27 - Grafene, un’altra magia in arrivo: superfoglio stropicciabile per
super foglio stropicciabile per cellulari
Telefonia
pag.28 - Cambiare gestore è spesso un percorso di guerra !
pag.29 - Pronto? Sì, ma non offenda...
Medicina
pag.30 - Influenza: con il freddo si avvicina il “picco”, tutto quello che c’è
da sapere per domare il virus
pag.32 - La prostata: un problema tutto maschile - Quando la prostata si
ingrossa
Brevi di follia umana
pag.33 - «Violentiamo l’ebrea»
pag.33 - Fa sesso con pupazzo di neve efinisce in ospedale col pene
congelato
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Editoriale
di Franz Rodi-Morabito
Alea iacta est!
e si, cari amici ormai ci siamo! fra una settimana ci saranno
le elezioni politiche in Italia e mai il periodo preelettorale
si è presentato così confuso!
Noi ci siamo prefissi di astenerci dal fare commenti anche
e sopratutto perchè non sapremmo assolutamente che dire!
Vincerà la destra o vincerà la sinistra?
Ma poi ci chiediamo quale è la destra e quale è la sinstra?
Ormai i partiti sono talmente frazionati che non si sa più in
che area si pongono!
Addirittura sorge il dubbio che siano iscritti a più partiti le
stesse persone, altrimenti dove si troverebbero tanti
candidati per formare ben 47 liste?
Vincerà Grillo o Ingroia? E che dire del IDV che pare
improvvisamente essersi estraniato dal quadro politico
italiano?
Ormai qui la lotta non è più politica, ma ad personam.
Lo stesso Big del Pd lo ha detto a chiare note, la mia
soddsfazione è di battere Berlusconi.
... e l’ Italia? non conta nulla per i politici la nostra nazione
offesa e vilipesa anche dall’estero tanto è vero che un
ministro tedesco ha addirittura osato dire: Non fate vincere
Berlusconi!
La cosa è di estrema gravità dal momento che mai nessuno aveva
osato intercenire nei tensoni politici da straniero!
Praticamente ci ha spogliati della nostra dignità di Stato Sovrano
relegandoci allo status di Stato sotto controllo!
Ma il peggio è che nessuno è intervenuto, nessuno ha fatto una
nota ufficiale di protesta e di rischiesta di scuse, e questo
avrebbe dovuto farlo la nostra massima Autorità in nome
dell’Italia e degli italiani: il Presidente della Repubblica!
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Citta del Vaticano
Un fulmine a ciel sereno
Benedetto XVI°
si dimette da Papa!
Se c’è al mondo un qualcuno che lo si crede
intramontabile è proprio il Papa.
Fin’oggi siamo stati tutti convinti che il Ministero
del Papa fosse vita natural durante ed, anche volendolo l’interessato, non ci potesse dimettere.
Unica possibilità di dismisione della carica per
l’immaginario collettivo, era la morte!
Ed invece l’altra mattina accendiamo la televisione e sentiamo che nientemeno il Papa si è dimesso!
La notizia ha immediatamente fatto il firo del mondo intero ed in tutti ha generato un senso di vuoto,
di sconforto, di delusione.
Immediatamente si sono messe in moto una valanga di illazioni sulle ragioni che hanno determinato l’evento, ma, a dire il vero sono apparse tutte
valide e plausibili, meno ... quella ufficiale della causa
di salute.
Forse la salute e la sua addotta debolezza ci sono
potute entrare, ma non per la normale routine, bensì
per i gravissimi scandali in cui ,pare, il Vaticano non
sia completamente estraneo.
Beghe interne, lotte intestine, pedofilia, matrimoni gay, scandali finanziari, coinvolgimenti? chi lo sa !
e, naturamente, nessuno lo saprà mai con certezza;
tutto rimarrà imbozzolato in quella sfera di silenzio
assoluto che ha sempre cicondato la vita interna dello
Stato del Vaticano!
Perciò saranno in molti che la sibillina frase che il
Papa ha pronunciato “ l’ho fatto per il bene della
Chiesa” dice tutto e non dice nulla!
Ma a questo punto si pongono problemi che potrebbero essere piccoli, ma che alla fine assumono
dimensioni gigantesche.
Uno di questi è come ci si dovrà rivolgere all’ex
Papa che “Santità” non è più, e nemmeno Eccellenza perchè non è più nemmeno Cardinale.
Si dovrà coniare un nuovo termine? un
neologismo?
L’ “Ex” andrà a vivere in un appartamentino che
fa parte del convento di Clausura che vi è nell’area
del Vaticano che a questo punto vede due Papi (il
deposto e il vigente) contemporaneamente presenti
nell’area dello Stato.
Il Presidente della Repubblica, quando termina il
suo mandato presidenziale, rimane Presidente emerito
e diviene Senatore a Vita, e per il Papa cosa avverrà? che diritti conserverà (o gli si creeranno) e che
limitazioni dovrà subìre?
Come lo si dovrà chiamare? che staus giuridico
assumerà?
Non sarà facile anche perchè solamente 6 o 7
Papi si sono dimessi, ed i tempi erano profondamente diversi e non è possibile prendere ad esempio episodi passati.
L’ultimo, il relativamente più prossimo a noi, è stato
Celestino V° , al secolo Pietro Angelerio, detto Pietro del Morrone.
Era un frate eremita e fu incoronato Papa a
L’aquila il 5 luglio 1294, ma fu costretto a dimmettersi
dopo poco più di quattro mesi e finanche imprigionato nella fortezza del Morrone di proprietà del papato stesso.
Quando si dimise tornò a l suo status di eremita
per cui nessuna delle complicanze attuali si sono presentate e poi, come fare paralleli a distanza di ben
719 anni? Non ci resta che attendere ed aggiungere anche
questa insolita esperienza alla nostra vita che ha visto molti eventi straordinari che ci hanno resi vittime
e protagonisti di eventi che mai si sono realizzati in
un lasso così di breve di tempo.
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La Piana
RIFIUTI: E’ ormai emergenza in tutta La Piana !
I Sindaci dei Comuni de “La Città della
Piana” si mobilitano e bloccano le
colonne di compattatori da altre
province
Ormai non sono “episodi locali” ma l’intera Piana è a rischio pandemia
Rientra ma solo per il momento la clamorosa protesta dei
sindaci della Piana, che venerdì scorso hanno piantonato
per tutto il giorno il termo-valorizzatore bloccando l’accesso
agli autocompattatori provenienti anche da altre province.
Il presidio è stato sciolto proprio nella tarda serata di
venerdì, quando è stata emessa dal commissario all’emergenza rifiuti in Calabria, Vincenzo Speranza, l’ordinanza che
dovrebbe regolamentare una volta per tutte il conferimento
dai vari centri della Piana.
Ma i primi cittadini restano sempre sul chi va là, come
tengono a precisare in una nota a firma del presidente del
comitato “Città degli Ulivi”, Emanuele Oliveri, e del presidente dell’assemblea Salvatore Foti.
Ribadito ancora una volta che non si tratta di una protesta contro il comune di Gioia (che nei giorni scorsi aveva
ottenuto di poter conferire dopo una protesta popolare)
bensì di una mobilitazione per garantire maggiore certezza
e continuità di conferimento da parte di tutti i Comuni, i
sindaci “avvertono” che continueranno a monitorare la
situazione per vedere gli effetti concreti della nuova ordinanza.
«Nel prendere atto degli impegni istituzionali assunti
dal governatore della Regione Calabria Giuseppe
Scopelliti e dal Presidente della Provincia Giuseppe Raffa
- si legge nella nota- i sindaci fanno presente che a far
data da lunedì, presiederanno l’impianto al fine di verificare l’applicazione dell’ordinanza e nel caso in cui la
stessa non venisse rispettata preannunciano sin da adesso il blocco totale e ad oltranza dell’impianto di contrada
Cicerna, nonchè ogni altra iniziativa tesa a garantire la
salute dei cittadini quale l’emanazione di un’ordinanza
sindacale di chiusura delle scuole e dei pubblici uffici».
Quindi un doveroso ringraziamento alle maestranze per
il conferimento “straordinario” di venerdì pomeriggio proprio in seguito alla protesta, nonchè alle forze dell’ordine
per la preziosa opera di mediazione.
Ma la protesta, ad ogni modo, è solo “congelata”.
Evidentemente stanchi si subire le proteste dei cittadini
per un’emergenza che li vede in gran parte incolpevoli e
impotenti, i sindaci della Piana proseguono dunque nella
loro azione decisa per ottenere al più presto risposte concrete.
Un intervento istituzionale forte come non si vedeva da
tempo nella Piana, nato dall’esasperazione per un’emergenza che va avanti da mesi e si è aggravata in particolar
modo dal mese di dicembre.
In questo senso, il conferimento parziale di venerdì non
è bastato certo a garantire il ritorno alla normalità.
Visti i ritardi accumulati, le strade della Piana continuano
ad essere invase da montagne di rifiuti. Con rischi anche
per l’ordine pubblico, come dimostra peraltro la protesta
innescata a Gioia dai residenti imbufaliti, con roghi e blocchi stradali in pieno centro.
Francesco Russo - Calabria Ora
Polistena,Tripodi:
chiederemo il danno
d’immagine
Angelo Siciliano Isabella Galimi
Se non si porrà rimedio in tempi brevi alla situazione della spazzatura
nelle strade, il comune di Polistena chiederà il risarcimento dei danni
d’immagine nei confronti dell’ufficio del commissario per l’emergenza
rifiuti e della Regione. Usa toni durissimi il sindaco Michele Tripodi nel
suo j’accuse che intreccia salute ambientale, diritti dei cittadini e responsabilità dell’informazione. «Qui sta avvenendo un’apocalisse rifiuti, scrive
Tripodi in una nota, che in primis il presidente della Regione, Giuseppe
Scopelliti, avrebbe dovuto denunciare in quanto massima espressione
istituzionale del territorio». E ancora: «Si tenta di imbavagliare e nascondere attraverso i mezzi mediatici la realtà della Calabria da due mesi a
questa parte sommersa dalla spazzatura - osserva Tripodi - facendo
pagare ai comuni un prezzo di immagine e un costo di democrazia
dinanzi ai cittadini, giustamente imbufaliti per non ricevere un servizio
per il quale pagano».
Da qui l’annuncio di una possibile azione legale che ripari simbolicamente la faccia deturpata del paese, nonché la lesione ai diritti di cittadinanza. Per non dire dei rischi sanitari. Dichiara dunque Tripodi:
«Ove non verranno presi adeguati provvedimenti per normalizzare la
situazione, l’amministrazione comunale di Polistena è pronta a chiedere
all’espressione del governo nazionale sul territorio, l’ufficio del commissario, e alla Regione colpevolmente indifferente, il risarcimento del danno
di immagine che stiamo subendo per responsabilità altrui, dovute al non
corretto funzionamento del ciclo dei rifiuti in Calabria». Ma dure critiche
arrivano anche dal rappresentante provinciale de “La Destra” , oltre che
consigliere comunale di Melicucco, Salvatore Impusino.
«Le rassicurazioni del Commissario per l’emergenza rifiuti, ad essere
sincero, non mi tranquillizzano più di tanto». Per Impusino «l’unica
certezza, l’unico elemento fuori discussione è il fallimento della gestione
commissariale, costata lacrime e sangue ai comuni calabresi». Ad allarmare il consigliere, la non considerazione degli organi competenti della
«pericolosità di un’emergenza che non è solo paesaggistica (ha smesso
oramai di esserlo da un pezzo), ma soprattutto igienico-sanitaria. Ad
essere in pericolo è la salute dei cittadini calabresi, degli anziani, dei
bambini».
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La Piana
I sindaci protestano contro il Commissario
Speranza: basta corsie preferenziali
Malcontento tra i primi cittadini per l’ordinanza di costituzione di una “corsia
preferenziale a favore di Gioia Tauro
Calabria Ora
L’indignazione è forte, è taciuta ma c’è.
I sindaci sono sul piede di guerra, temono che la Piana
diventi il peggiore spettacolo della Calabria, con un’emergenza rifiuti senza fine.
La notizia della chiusura della discarica di Melicuccà ha
creato sgomento, ma forse ancor di più la gestione di questa fase emergenziale e le presunte corsie preferenziali.
Stamattina, stando ad indiscrezioni della serata di ieri,
potrebbe esserci un drappello di primi cittadini pronti a
recarsi ancora una volta all’inceneritore per vedere di persona come stanno andando le cose.
Non è certo amato Vincenzo Speranza, commissario per
l’emergenza ambientale, e lo è ancora meno da quando ha
dato il via libera per il conferimento di Gioia Tauro.
Stamani a Rosarno, ed altri comuni, potrebbe essere
spiccata un’ordinanza di chiusura di scuole, uffici e
sospensione del mercato settimanale.
Qualche sindaco ha parlato di ordinanze beffa di Speranza e comuni penalizzati oltremodo.
Altri primi cittadini, pur rammaricati dalla situazione,
hanno intravisto un naufragio del modello Piana, con una
sostanziale divisione tra gli amministratori. Oggi, comunque sia, sarà una giornata importante, si attendono
novità da Catanzaro e soprattutto molti comuni attendono di poter scaricare, qualora gli impianti non accogliessero i camion della Piana, c’è pronto un piano-B, e cioè
una protesta forte e vibrata in tutti i luoghi deputati alle
decisioni sul ciclo dei rifiuti.
A detta degli amministratori locali, la Piana sarebbe l’area
più colpita dall’emergenza, posto che è anche quella che
ospita l’unico inceneritore calabrese.
Questo non fa altro che accrescere la rabbia di sindaci
e assessori che ogni giorno si sentono contestare dai
cittadini per le condizioni precarie dal punto di vista igienico sanitario.
Nella convulsa giornata di ieri, in cui molte telefonate si
sono accavallate tra i vari municipi, è emersa l’esigenza di
lanciare un monito chiaro al commissario: “o scaricano
tutti i comuni, oppure nessuno”. Il riferimento è chiaro,
non ci possono essere enti locali che mandano in discarica le loro immondizia e tutti gli altri ad attendere novità
che non arrivano. La situazione, quindi, rischia di degenerare non solo sotto il profilo igienico sanitario, ma piuttosto per ciò che concerne l’ordine pubblico e, per di più,
con rapporti tesissimi con il commissario e tra comuni. Se
non inizierà un trasferimento di fos fuori regione, e quindi
una decongestionamento delle discariche, la situazione sarà
esplosiva.
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Gioia Tauro
La Capitaneria salva una
testuggine “Caretta Caretta”
Eva Saltalamacchia
Caretta caretta, si chiama così la specie di tartaruga marina che é stata rinvenuta lo scorso fine settimana sulle
spiagge di San Ferdinando dalla Capitaneria di porto di
Gioia Tauro.
Con i suoi sessanta centimetri di lunghezza e trenta chili
di peso, la testuggine, che riportava alcuni ami impigliati
nella cavità buccale, é stata curata e trasferita al Centro
recupero tartarughe marine di Brancaleone.
A comunicarlo é stata la stessa Capitaneria di Porto,
intervenuta subito dopo una segnalazione pervenuta alla
sala operativa.
Queste specie di tartarughe sono animali onnivori che si
nutrono di molluschi, crostacei, gasteropodi, pesci e meduse, ma spesso nei loro stomaci viene
oramai rinvenuto di tutto, dalle buste di plastica, probabilmente scambiate per meduse, a
tappi di plastica, portachiavi ed altri oggetti pericolosi per gli esemplari.
La testuggine ritrovata a San Ferdinando é stata ricoverata al centro di Brancaleone per i
dovuti accertamenti, e dopo che avrà subito tutti i controlli del caso sarà liberata in mare.
In oltre 10 anni sulle spiagge calabresi si è assistito alla nascita di quasi 2000 tartarughe, la
media di sopravvivenza è di una su mille.
I luoghi di nidificazione sono sparsi su tutta la costa ionica della provincia di Reggio, tra San
Lorenzo e Ferruzzano si sono avute negli ultimi anni una media di 19 nidi.
Le spiagge di riproduzione individuate in Calabria sono: Bova Marina, Galati, Brancaleone,
Marina di San Lorenzo, Bruzzano, Ferruzzano e la spiaggia di Torre Lupo di Reggio Calabria.
Si rivela sempre fervida e proficua l’attività della Capitaneria di porto di Gioia Tauro in fatto
di controllo e tutela delle fauna marina protetta, anche riguardo alla repressione nel territorio
della pesca di specie ittiche non consentite dalle norme in vigore.
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Gioia Tauro
Riparte la locomotiva ex
Calabro-Lucana da Gioia a Palmi
Sopralluogo sulla tratta ferroviaria chiusa da tre anni per motivi di sicurezza
Gazzetta del Sud.it
Riapertura della tratta Gioia
Tauro-Palmi delle Ferrovie della
Calabria.
Quella che era, fino a poco tempo addietro, solo una speranza potrebbe concretizzarsi in una nuova
realtà destinata a dare un contributo
notevole per la rinascita del territorio.
Giorni addietro presso gli impianti
delle Ferrovie Taurensi si è registrato un fatto sicuramente importante
rappresentato dal sopralluogo dell’assessore regionale ai Trasporti Luigi Fedele, del presidente del Consigli di Amministrazione dell’azienda ferroviaria, dott. Angelo Mautone, che era accompagnato dai due
componenti dell’organismo esecutivo dott. Giuseppe Pedà e dott. Marco D’Onofrio.
Nei prossimi giorni - è stato anticipato - saranno effettuati sulla tratta e in particolare sul ponte che
supera il fiume Petrace, a sud di Gioia, dei controlli tecnico-statici per una nuova e definitiva presa d’atto
delle “condizioni” per l’avvio del progetto di intervento che sarà curato dai tecnici, già appositamente
incaricati, indicati dalle Università di Reggio Calabria e Cosenza.
Si apre, finalmente, per la tratta Gioia Tauro-Palmi, in tutto 12 km, chiusa esattamente per ragioni di
sicurezza il 13 febbraio di tre anni fa, una fase nuova con una riapertura, non più impossibile, all’esercizio,
in un breve lasso di tempo destinata soprattutto a riassicurare alla Piana di Gioia Tauro un servizio pubblico nel settore trasporti per il quale in questi anni gli appelli e con essi le promesse non erano sicuramente
mancati.
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Laureana di Borrello
e Candidoni
Gli uffici di questi due popolosi
Comuni chiusi senza preavviso
Salvatore Larocca
Non sembra sortire nessun effetto ai vertici della
Direzione Provinciale delle Poste, l’indignazione e il
malcontento provocato dalle continue chiusure degli
uffici postali dell’intero territorio di questa zona di
Alta Piana.
Dopo la rideterminazione degli uffici tra chiusure e
aperture a giorni alterni, diventa davvero difficile, particolarmente per la popolazione anziana, usufruire di
un servizio essenziale, come quello postale, trovandosi sempre più spesso d’avanti a serrate selvagge,
ipso facto, senza nessuno avviso né comunicazioni
che ne spiegano i motivi ai Comuni interessati.
E’ di oggi, in effetti, l’ulteriore serrata sia dell’ufficio di Laureana di Borrello sia del vicino Candidoni,
che già funziona a giorni alterni, lasciando, di fatto,
l’intero territorio scoperto dal servizio.
Nessuno sa nulla, nessuno dice nulla, si assiste ad
un continuo andirivieni di utenti, particolarmente a
Laureana di Borrello, davanti all’ufficio postale e
cercare di capire perché l’ufficio è chiuso, alcuni
guardandosi attorno, nello stupore totale.
All’interno qualche figura si muove, nell’assoluta
indifferenza di quanti fuori cercano spiegazioni, quasi con sufficienza a testimonianza di una problematica
strutturale che ormai attanaglia l’Italia.
E’ assolutamente improbabile capire come in un
Comune di circa ottomila persone, tra residenti e
fluttuanti, un servizio come quello della posta possa
interrompersi, di
continuo,
senza nessun avviso
né preavviso, quasi con atto di arroganza nei confronti degli utenti e
non solo.
Tale situazione, inoltre, si ripercuote sui piccoli uffici del circondario, di conseguenza intasati dalla gente
che cerca uno sportello aperto.
Un disservizio che fotografa appieno, ormai, lo
stato di abbandono dei centri periferici, rispetto ai
centri direzionali, che non si limita, purtroppo, solo a
qualche servizio, seppur essenziale, ma che diventa
strutturale e dipendente da scelte operate spesso da
chi non conosce il territorio.
Compare, così, magari sul finire dell’orario di servizio, qualche cartello che segnala l’ormai
onnipresente problema di linea il quale stranamente
preclude tutti i servizi, mentre a Candidoni ci si trova
semplicemente davanti ad una serranda abbassata,
che si traduce in cinque giorni di chiusura senza che
nessuno pretenda spiegazioni e chissà cosa succederà, dice qualcuno, con la città metropolitana, vista la
considerazione di oggi per le periferie.
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Oppido
Mamertina
Al via i corsi di specializzazione
per trattorista
Francesca Carpinelli
Il Consorzio di Bonifica “Tirreno Reggino” di Rosarno ed edilizio.
in collaborazione con la Coldiretti provinciale, al fine di
Destinatari saranno i lavoratori autonomi e di imprese
garantire la sicurezza nel mondo del lavoro, organizza a agricole ed agroindustriali, i coltivatori diretti, i componenti
Oppido Mamertina un corso teorico
di imprese familiari e soci di società
e pratico a pagamento per conseguisemplici che usano trattori agricoli
Ormai le Leggi Antinfortunistiche
re il patentino abilitativo alla guida
e forestali ed attrezzature edili quali
sono sempre più severe e per gli
del trattore e di qualsiasi tipo di macmuletti, gru ed escavatori.
addetti alle macchine è rischiesto un
china legata al ramo dell’agricoltura
Al termine del corso di formazioe dell’edilizia.
corso di specializzazione all’uso
ne, questi “insoliti studenti” entreL’iniziativa risponde alle prescriranno in possesso del patentino e,
della macchina stessa . Tuttavia per
zioni dei decreti legislativi numero
in ottemperanza ai decreti legislativi
quanto concerne le trattrici agricole
81 del 2008 e 106 del 2009 e al decrelegati alla sicurezza nel mondo del
non si è riuscito a stabilire se il
to numero 60 del 2012 pubblicato
lavoro, saranno abilitati alla guida
“Patentino” serve solo per la guida
sulla Gazzetta Ufficiale. Il corso sarà
del mezzo di competenza nel campo
tenuto dagli esperti dell’Efei (Ente
su strada (anche per chi ha una
agricolo o edilizio.
paritetico bilaterale nazionale per la
Un corso “obbligatorio” per tupaatente di guida di un
formazione) di Roma e si terrà il 30
telare sé stessi, dunque, e per “imAutoarticolato!) oppure vale anche
gennaio presso la Cooperativa
parare” ad usare gli accorgimenti
come utilizzaztore del mezzo in
“Agrioppido”.
necessari per il corretto uso di quellavorazione
Un’iniziativa rivolta ai territori a
le macchine con cui quotidianamenvocazione prettamente agricola per
te i lavoratori hanno a che fare.
tutelare l’incolumità di quanti operano nel settore agricolo
Oppido ricorda il soldato
Francesco Mittica
Scoperta la targa del militare morto nel campo di prigionia di Fullen
In occasione della giornata della memoria il Comune di Oppido Mamertina in collaborazione con la Deputazione di
storia patria per la Calabria e l’Istituto comprensivo statale Oppido-Molochio-Varapodio ha ricordato la figura del
sottotenente medico di complemento Francesco Mittica, morto il 15 gennaio 1945, a soli 33 anni nel lager nazista di
Fullen(Germania), con la cerimonia di intitolazione della via che si affaccia sulla Chiesa del Calvario.
Una cerimonia iniziata nell’Auditorium della Scuola primaria “Mariangela Ansa-lone” con un convegno sul valoroso
concittadino che dopo aver servito la patria in Italia, in Iugoslavia e in Grecia, è stato fatto prigioniero dai tedeschi e
deportato nei campi di concentramento di Deblin-Irena e di Dortmund, facendo olocausto di se stesso nel famoso
“Campo della morte” di Fullen.
Una cerimonia basata sulle riflessioni del sindaco Bruno Barillaro, sull’intervento del dirigente scolastico Pietro Paolo Meduri e sulla relazione del professore Rocco Liberti, deputato di Storia
Patria per la Calabria e autore del libro “Un soldato di Cristo. Il sottotenente medico Francesco Mittica e la sua odissea
nei lager tedeschi”.
Una cerimonia che, curata dagli alunni delle classi quinte della Scuola primaria, ha interessato anche gli studenti della
Scuola secondaria di primo grado, impegnati a riproporre all’attenzione dei presenti brani estratti da lettere e da testimonianze del giovane dottore. Una cerimonia terminata con lo scoprimento della targa intitolata al sottotenente Francesco Mittica, un uomo che, nonostante la prigionia, mostrando grande coraggio e umiltà, ha messo al primo posto la
propria vocazione di medico in quei campi di concentramento in cui, unitamente a sei milioni di ebrei, ha perso la sua vita
in quella che è stata la più grande tragedia di tutti i tempi.
FRANCESCA [email protected]
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Anno IX° nr. 2 Febbraio 2013
Reggio Calabria
Lametia Terme
Interventi strutturali e novità per
gli aereoporti delle due
Città calabresi
Trentuno aeroporti di interesse nazionale (da Milano Malpensa, Fiumicino e
Venezia sino a Napoli per arrivare a Lampedusa e Pantelleria), che saranno
oggetto di interventi infrastrutturali, e nessun nuovo scalo: non saranno dunque
realizzati Grazzanise (Caserta) e Viterbo.
Gazzetta del Sud.it
L’atto di indirizzo per la definizione del Piano nazionale per lo sviluppo aeroportuale, emanato dal
ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti Corrado
Passera, pone le basi per un riordino organico degli
scali italiani, sotto il profilo infrastrutturale, dei servizi e delle gestioni.
La proposta sarà ora sottoposta alla Conferenza
Stato-Regioni.
Gli scali non di interesse nazionale invece dovranno essere trasferiti alle Regioni competenti, che ne
valuteranno la diversa destinazione d’uso e/o la possibilità di chiusura.
Oggi sono 112, in Italia, gli aeroporti operativi.
Di questi, 90 sono aperti al solo traffico civile (43
aperti a voli commerciali, 47 a voli civili non di linea); 11 militari aperti al traffico civile (3 scali aperti
a voli commerciali, 8 a voli civili non di linea), 11
esclusivamente a uso militare.
Sono, quindi, nel complesso 46 gli aeroporti commerciali: ai 43 civili se ne aggiungono i 3 militari
(Grosseto, Pisa e Trapani Birgi).
I 31 aeroporti di interesse nazionale individuati
nella proposta sono classificati in base alla rilevanza
e al traffico: 10 sono inseriti nella ‘Core Network’,
cioé considerati di rilevanza strategica a livello Ue in
quanto pertinenti a città o nodi primari; 19 in totale
nella ‘Comprehensive Network’, tra quelli con traffico superiore a 1 milione di passeggeri annui (13) e
quelli con traffico superiore a 500mila passeggeri
annui e con specifiche caratteristiche territoriali (6),
compresa la continuità; a cui si aggiungono altri due
aeroporti non facenti parte delle reti europee, ma in
espansione.
10 SUPER BIG: Bergamo Orio al Serio, Bologna, Genova, Milano Linate, Milano Malpensa,
Napoli, Palermo, Roma Fiumicino, Torino, Venezia.
13 CON OLTRE 1 MLN PASSEGGERI
L’ANNO. Alghero, Bari, Brindisi, Cagliari, Catania, Firenze, Lamezia Terme, Olbia, Pisa, Roma
Ciampino, Trapani, Treviso, Verona.
6 CON TRAFFICO SOPRA I 500MILA E
CONTINUITA’ TERRITORIALE: Ancona,
Pescara, Reggio Calabria, Trieste. A cui si aggiungono i due “indispensabili” per la continuità territoriale: Lampedusa e Pantelleria.
2 ‘FUORI-RETE’: sono Rimini e Salerno.
Non fanno parte delle reti europee, ma l’uno con
traffico vicino al milione di passeggeri ed un trend in
crescita (Rimini); l’altro, Salerno, destinato a
delocalizzare il traffico di Napoli.
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. . . per non dimenticare !
Una storia vergognosa celata per
60 anni!
Nell’area Griso Laboccetta la commemorazione nel nome di Norma
GIUSI MAURO - Calabria Ora
Per ricordare le vittime del regime comunista di Tito, silenzio istile associazioni culturali e meta politiche: Centro Studi tuendo, con
Tradizione e Partecipazione, Reggio-namenti, e dal la legge n°
Comitato 10 Febbraio hanno organizzato «anche 92 del 30
quest’anno, nel giorno della memoria, una mani- marzo,
il
festazione per non dimenticare un eccidio che la Giorno del
storia ha sempre considerato di serie “b” - dice Ricordo’’.
Giuseppe Agliano - non abbiamo mai dimenticato
Ed è una
le 350.000 vittime delle Foibe».
manifestazioLa commemorazione si è tenuta presso l’area ne, precisa
archeologica ‘’Griso-Laboccetta’’ in via del Torrione, P i e t r o
per non dimenticare le migliaia di Italiani che tra il L u c i s a n o
1943 ed il 1945 furono assassinati nelle foibe.
«per ricorUn oblio, durato sessant’anni, che «molti ancora- dare le radiaggiunge Agliano - non considerano genocidio, ci di coloro
perché è questo di ciò che si tratta; migliaia di che non le
italiani uccisi barbaramente dalle truppe jugoslave v o g l i o n o
del MarescialloTito.
dimenticare,
In questa nostra Italia, divisa anche sulla me- per non cemoria e sulla verità storica, sono serviti 60 anni dere il passo
per restituire dignità - chiosa
Agliano - ad una pagina tragica
Addirittura con del fil di
Norma Cossetto, Medaglia D’oro
segnata dalla barbarie comunista
ferro venivano legati i
Civile, era una studentessa di 15 anni
e dalla sofferenza di un popolo».
corpi di una persona viva e
torturata e violentata prima di essere
Giornata del ricordo in memoria
quello di un morto e
gettata viva in una foiba. Nell’altra
delle vittime delle foibe e dell’esodo
buttati legati nella
foto i cadaveri estratti dalla voragine
giuliano-dalmata consumatosi sul savoragine carsica profonda
dopo il 1945 ed i parenti che tentano
cro confine orientale della Patria, tra
parecchie decine di metri
una difficile identificazione dei corpi
il 1943 e il 1945, per opera dei partiove venivano lasciati
giani comunisti italo-jugoslavi, attramorire come bestie!
verso l’eccidio anche di bambini, donne, preti e suore gettati vivi in queste
a chi (ne caso della globalizzazione
cavità carsiche e abbandonati ad una morte terrifi- ndr) queste tradizioni le vuole sdradicare».
cante, solo a causa della propria italianità.
Nella Città di Reggio Calabria la scelta del luogo in
Origini storiche che affondano nel fatto che Istria e cui riunirsi non è casuale; in quest’occasione viene
Dalmazia alla fine della prima guerra mondiale ricordato e reso omaggio ad uno dei simboli di questa
passarono dall’Austria all’Italia.
vergogna storica, la fulgida figura di Norma
Il nostro Paese vittorioso ottenne le terre ma con la Cossetto.
seconda guerra cambio tutto.
Una giovane studentessa istriana di soli 15 anni che
La Jugoslavia di Tito occupò i territori italiani nei è stata sottoposta a tortura e violenze inimmaginabili
Balcani, col favore dell’Unione Sovietica.
e gettata in una delle tante fosse nel 1943; insignita
Fu una strage, una pulizia etnica meticolosa.
della Medaglia d’Oro al Valor Civile, a lei è stata deGli italiani, donne e bambini inclusi, furono assassi- dicata la targa, posta nel 2005 dall’associazione
nati, a prescindere dal legame col fascismo, ma per- Reggio-namenti, proprio presso l’area archeologica
ché simbolo di una classe dirigenziale straniera sin dal Griso–Laboccetta, come monito affinché tragedie di
questo tipo non debbano mai più ripetersi.
tempo degli Asburgo».
Ed è una storia rimasta celata troppi anni.
«Oblio terminato soltanto nel 2004, con il governo Berlusconi, il quale, ha posto fine a questo
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. . . per non dimenticare !
Uomo contro uomo: la scoperta
che fece storia !
Il 27 gennaio del 1945 le truppe dell’Armata Rossa varcarono i cancelli di
Auschwitz scoprendo l’orrore della Shoah
Nunzia Capitano
«E’ possibile che il mondo sia tanto pericoloso? Un fischio e, in un attimo, il silenzio. Fra di noi pronunciamo una
preghiera quieta. Ma c’è qualcuno che ci può sentire?».
E’ un passo tratto da uno scritto di Krystyna Zywulska,
del settembre 1943.
Il 27 gennaio del 1945 le truppe sovietiche dell’Armata
Rossa arrivarono ad Auschwitz e scoprirono l’orrore del
campo di concentramento, liberando i pochi superstiti, vittime della follia del nazismo e dell’Olocausto.
Oggi, 27 gennaio, il ricordo della Shoah, lo sterminio del
popolo ebreo, è celebrato dagli stati membri dell’Onu, tra
cui l’Italia.
Ma la data dell’abbattimento dei cancelli di Auschwitz,
che coincide con il nostro giorno della Memoria, non segnò la fine di un incubo.
Paradossalmente, quel giorno ci fu un inizio.
L’uomo scoprì che era capace di pensare e fare cose
contronatura, disumane, spaventosamente crudeli e pazze, e ne ebbe paura.
Fu come aprire il vaso di Pandora.
Quei cancelli spalancarono le porte di un inferno che
nessuno aveva osato mai immaginare, e che eppure esisteva!
Esisteva davvero e l’uomo capì.
Da quel giorno avrebbe dovuto spaventarsi della sua
stessa mente, perchè poteva generare mostri, perchè poteva tradirlo, poteva renderlo schiavo di un’idea, di un pensiero, e annichilirlo, ucciderlo, o peggio ancora, manovrarlo.
Niente fu più come prima.
E chi nega l’Olocausto non offende soltanto le vittime,
le loro famiglie, e tutto il popolo ebraico, offende la Storia,
e nega a sè stesso l’idea di poter arrivare a tanto.
Accadde! “Uomo contro uomo”.
E’ un’espressione che i calabresi conoscono perchè legata al delitto d’onore, ma che potrebbe benissimo riferirsi
alle ombre della Shoah.
Valli di ossa secche, nessuna lapide, nessun rispetto
per la vita o la morte.
Carri di gente buttata e ammassata come sacchi vuoti,
svestita di tutto, stuprata della loro essenza vitale.
Messa in fila, tatuata, sono numeri da cancellare.
«Ci contano con arroganza sprezzante.
Loro la razza più nobile.
Sono i tedeschi, la nuova avanguardia. Che conta la
marmaglia a strisce, senza volto», scrive ancora Krystyna.
Non possiamo chiedere perdono per questi errori, non
possiamo tornare indietro nel tempo per evitarli. L’unica
cosa che possiamo e dobbiamo fare è non dimenticare.
Perchè chi ricorda non ripete lo stesso sbaglio.
Ricordare, per non “ghettizzare”, “mortificare”, “alienare” mai più.
Ricordare per rispettare chi ha subìto quell’insensata
cattiveria di cui l’uomo, e solo l’uomo, è stato capace.
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. . . per non dimenticare !
Anche a Ferramonti di Tarsia (CS)
c’era un lager ... ma dal volto umano!
da Internet pagine del Comune di Tarsia
http://www.comune.tarsia.cs.it/storia/ferramonti.htm © 2005
proseguivano a piedi per circa 6 Km. Alcune volte, venivano fatti scendere direttamente al Casello Ferroviario di
La costruzione, del Campo di concentramento di Ferramonti, a pochi metri dall’ingresso del Campo.
Ferramonti di Tarsia, ha avuto inizio nel maggio 1940 ed è
Il primo Commissario di P.S., nominato dal Ministero destata eseguita dalla ditta Parrini di Roma; alla stessa è stata gli Interni a dirigere il campo fu Paolo SALVATORE.
affidata successivamente la manutenzione di tutto il CamIl 10 Luglio la Direzione del campo, rese noto il regolapo.
mento disciplinare a cui dovevano attenersi gli internati,
Il Campo, a differenza degli altri Campi di Concentramen- che, riportava quanto previsto dalla Circolare ministeriale
to italiani fu costruito ad hoc, e, nell’aspetto esteriore ricor- n. 442/12267, emanata l’8 giugno 1940 ed avente ad oggetdava chiaramente un lager nazista, fatto com’era da lunghi to la prescrizione per i campi di concentramento e le località
capannoni e posto nell’immediata vicinanza della linea fer- di confino.
roviaria Sibari-Cosenza.
Sottoposti a 3 appelli giornalieri, gli internati non poteÈ stato il più grande ed importante Campo di Concentra- vano uscire dalle baracche prima delle 7.00 e dopo le 21.00,
mento fascista Italiano, con una presenza media di oltre o superare i limiti del Campo senza uno speciale
2000 persone ed una punta massima, raggiunta nell’estate lasciapassare. Non potevano occuparsi di politica, né leg1943, di 2.700 persone.
gere, senza autorizzazione, pubblicazioni estere e la corriEra costituito da 92 baracche su un territorio di circa mq. spondenza. Pure proibiti erano la detenzione e l’uso di ap160.000 circondato da un recinto di filo spinato, sorveglia- parecchi fotografici e radiofoniche e di carte da gioco. Non
to dall’esterno lungo il suo perimetro dalla Milizia Fascista era invece previsto l’obbligo di lavorare, chi non aveva
(gente del luogo e dei paesi vicini), mentre all’interno era altri redditi per il proprio mantenimento, riceveva un sussisorvegliato da un Commissariato di Pubblica Sicurezza alle dio governativo.
cui dipendenze vi erano un gruppo di agenti ed un MareGli internati realizzarono ben presto una organizzazione
sciallo.
interna a carattere democratico basato sull’elezione diretta
Il Campo sorgeva nella Valle del Fiume Crati, a circa 6 Km di un delegato per ogni baracca. Essi si riunivano tutte le
dal paese di TARSIA, in una zona malsana, malarica e palu- settimane in una sorta di Assemblea dei delegati delle badosa, dove erano in corso lavori di bonifica. Durante il racche, che eleggeva al suo interno un rappresentante geperiodo di prigionia molti internati si ammalarono e moriro- nerale di tutti gli internati, il Capo dei Capi delle baracche. Il
no di malaria. Esso entrò ufficialmente in funzione il 20 Giu- più prestigioso fu GIANNI MANN.
gno 1940.
Il Direttore del campo riconosceva ufficiosamente l’esiTra la fine di giugno e luglio 1940, giunsero a Ferramonti, stenza degli organi di autogestione e si appoggiava volenprovenienti da varie città dell’Italia Centro-settentrionale, tieri ad essi per mantenere quella tranquillità necessaria
più di un centinaio di Ebrei, solo uomini. Giorno dopo gior- specialmente con l’arrivo delle donne e dei bambini.
no arrivarono centinaia di persone così da formare, all’inCon l’arrivo dei bambini sorsero nuovi problemi in orditerno del Campo, una varietà di culture, lingue e usanze, ma ne alle scarse capacità alimentari e all’istruzione. Un sodando anche luogo a non poche difficoltà dovute all’ec- stanziale aiuto venne dato dalla organizzazione di ISRAEL
cessiva popolazione ed alle ristrettezze economiche.
KALK.
Dall’autunno del 1941 gli internati di Ferramonti non fuCon il beneplacito del Ministero degli Interni e della
rono più soltanto Ebrei, Dalla Jugoslavia occupata, comin- direzione, l’ing. Kalk poté dare il suo sostegno materiale e
ciarono ad arrivare moltissimi internati ariani, uomini politi- morale in quei duri anni agli internati di Ferramonti.
ci e semplici cittadini che avevano avuto contatti con i
Gestiti degli stessi internati funzionarono una scuola, un
partigiani.
asilo, un ambulatorio medico e, inoltre, si svilupparono varie
Nel novembre 1941 arrivarono a Ferramonti i primi nuclei attività artistiche, culturali e religiose, sia ebraiche che cridi Cinesi, altri profughi fuggiti dai Campi di concentramen- stiane.
to della Germania e della Polonia giunsero da Rodi, si trattaTra gli internati del Campo vi erano decine di medici, tre
va per lo più di Ungheresi imbarcatisi a Bratislava, il 16 rabbini, illustri pittori e musicisti, numerosissimi insegnanti
Maggio 1940 sul “Pentcho”.
e studenti universitari. Ognuno cercava di svolgere varie
Gli internati arrivarono a Ferramonti sempre ammanetta- attività. La scuola del campo, fondata nell’autunno del 1940
ti, accompagnati da Carabinieri, venivano fatti scendere da ERICH WITTENBERG (profugo dalla Cecoslovacchia,
alla stazione ferroviaria della vicina Mongrassano e da qui che fu il primo direttore) si arricchì di nuovi corsi e fu affian-
La Storia del campo
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. . . per non dimenticare !
cata da un asilo per i più piccoli. All’interno del Campo
vennero aperte anche 3 Sinagoghe.
Il 22 Maggio 1941, il Campo di Ferramonti, veniva visitato
dal Nunzio Apostolico presso il governo italiano,
Monsignor Francesco BORGONCINI-DUCA.
In occasione della visita del Nunzio Apostolico, gli ebrei
chiesero di avere a Ferramonti una continua assistenza
spirituale. Due mesi dopo fu inviato nel Campo il Cappuccino sessantacinquenne Padre Calisto LOPINOT, che presto
riuscì ad accattivarsi la stima anche degli internati non Cattolici.
Visitò più volte il Campo di Ferramonti il Rabbino Capo
di Genova dottor Riccardo PACIFICI, il quale celebrò solenni cerimonie nel Campo. Frequenti le manifestazioni artistiche e dibattiti culturali a Ferramonti: la vita culturale fu
particolarmente intensa se non altro perché al suo interno
si trovarono riuniti molti artisti di talento, vennero organizzati spettacoli teatrali, mostre di arte, corsi per adulti, conferenze.
La vita musicale era curata dal Maestro LAV MIRSKI,
che prima della guerra era stato direttore d’orchestra all’Opera di OSIJEK (Jugoslavia). Anche lo sport ebbe grande impulso e in esso primeggiò il calcio, molto seguiti erano
i tornei di scacchi .
I numerosi medici internati, spesso, alla fine della guerra
furono autorizzati a curare anche persone dei paesi vicini.
Uno di essi, dopo la liberazione, si trasferì proprio nel paese di Tarsia, dove rimase per circa 1 anno; un altro impiantò
lo studio a Castrovillari, una cittadina a circa 30 Km. da
Tarsia.
Nel 1943 fin dal primo mese avvennero numerosi episodi
che mutarono le condizioni all’interno del Campo. Il 22 Giugno 1943 il direttore del Campo Paolo SALVATORE, venne
trasferito, fu sostituito nel ruolo da Mario FRATICELLI.
Nell’estate 1943 la malnutrizione e la fame erano ormai
una consuetudine a Ferramonti. Giungevano nel Campo
una nuova categoria di internati, gli antifascisti italiani trasferiti da altri luoghi di detenzione.
Il 25 luglio 1943, un telegramma del Sottosegretario di
Stato, diretto al Capo della Polizia chiedeva il trasferimento
degli internati di Ferramonti di Tarsia nella Provincia di
Bolzano ad un tiro di schioppo dalla fortezza tedesca. Ma
quel giorno la storia avrebbe riservato altri avvenimenti:
MUSSOLINI venne deposto e gli internati, temporaneamente, furono salvi.
Il 14 Settembre del 1943, verso le otto del mattino, sulla
strada di Ferramonti apparivano i carri dell’VIII Armata Britannica. La Liberazione di Ferramonti avvenne in modo del
tutto imprevisto.
La maggior parte degli internati, anche dopo l’arrivo degli alleati, non sapendo esattamente dove andare e cosa
fare rimase a Ferramonti o si trasferì nella vicina Cosenza.
L’abbandono del Campo si è avuto solo alla fine della seconda guerra Mondiale con la liberazione di tutta l’Europa
dal giogo nazi-fascista.
Successivamente all’abbandono completo, da parte de-
gli internati, le baracche che erano ben tenute non vennero in alcun modo vigilate e così iniziarono veri e propri
saccheggi che vennero completati alla fine degli anni ‘60
dai lavori autostradali (A3 SA/RC) che ha diviso e sventrato in due tronconi le baracche esistenti.
Oggi poco è rimasto: le uniche baracche sono quelle
che, durante il funzionamento del Campo, erano state utilizzate dalla Direzione e dagli uffici dell’Amministrazione
del Campo, grazie alla cura dei coniugi PETRONI, dipendenti della Ditta PARRINI, che vi dimorarono fino alla loro
morte (primi anni ’90).
Del Campo di Concentramento nessuno parlò fino alla
metà degli anni ‘70. Il Prof. Franco FOLINO, professore di
lettere della vicina Roggiano Gravina, alla luce dei racconti
di cittadini che hanno vissuto personalmente quegli anni,
ha voluto approfondire questi racconti regalando così il
suo primo libro su Ferramonti.
Ma solo alla fine degli anni 80, le istituzioni cominciarono a rendersi veramente conto ed a conoscere di nuovo
Ferramonti ex Campo di Concentramento.
Così negli anni ‘90 l’Amministrazione Comunale di Tarsia, ha iniziato a mettere in atto iniziative concrete tese a
valorizzare il “ patrimonio “Ferramonti, così si è resa protagonista di atti formali, quale appunto far sottoporre, in
data 30/08/1999, l’area a vincolo da parte del Ministero per
i Beni e le Attività Culturali e procedendo alla recinzione di
tutto il terreno.
Avendo registrato grande interesse, soprattutto da parte delle scuole, e vista la poca sensibilità da parte delle
istituzioni sovra-comunali, L’Amministrazione Comunale
di Tarsia, in collaborazione con il Comitato PROFERRAMONTI, oggi Fondazione “ Museo della Memoria
Ferramonti di Tarsia “, ha voluto dare un segnale forte
realizzando all’interno di una baracca, il Museo della Memoria, che, ripercorre, con documenti e fotografie, gli anni
in cui il Campo di Ferramonti è rimasto attivo. Il tutto è
stato interamente realizzato con finanziamenti Comunali.
Il Museo è stato inaugurato il 25 Aprile 2004 ed è gestito dalla “ Fondazione Museo della Memoria Ferramonti di
Tarsia “, di nuova costituzione.
BIBLIOGRAFIA ESSENZIALE:
• F. Folino: “ Ferramonti un lager di Mussolini “, Editore
Brenner, Cosenza 1985;
• C. S. Capogreco: “ Ferramonti, la vita e gli uomini del più
grande campo di concentramento fascista (1940-1945) “,
Giustina, Firenze 1987;
• F. Folino: “ Ebrei destinazione Calabria (1940-1943) “,
Editore Sellerio, Palermo 1988;
• F. Folino: “ Ferramonti? Un misfatto senza sconti “, Editore
Brenner, Cosenza 2004.
Per qualsiasi informazione telefonare al n. 0981-951881.
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Un lager del tutto particolare dove si viveva in buona armonia con un
“fiorire” di attività culturali e sociali
Beethoven suonò a Ferramonti
Padre Lapinot nel suo diario ricorda il repertorio dei concerti organizzati nel
campo
Dante Prato
COSENZA - Era il 20 giugno 1940 quando il campo di no.
Riferisce padre Lopinot: «L’armonium donato dal Somconcentramento di Ferramonti di Tarsia, piccolo paese a 40
mo Pontefice Pio XII giovò molto ad aumentare il decoro
km da Cosenza, venne ufficialmente inaugurato.
Il governo fascista, a seguito delle leggi razziali, decise del nostro coro; con il canto infatti e la direzione del coro
di costruire questa imponente struttura per recludere ebrei del maestro di musica Mirski non solo una volta la sacra
cappella risuonò per alcuni melodici concerti di altri
e altri stranieri non graditi
insigni musicisti secondo
al regime.
Nel Campo di concentramento di Ferramonti di Tarsia
la perfetta armonia di queNei 92 capannoni di
(CS) la vita scorreva regolare ed in armonia sia fra “le
sto strumento».
Ferramonti fino al 1943,
Autorità”che governavano il campo e sia sia fra gli
Lav Mirski, ebreo, era
anno in cui fu liberato dalle
stessi internati.
stato direttore deltruppe inglesi, vennero
Concerti, sport, attività culturali riempivano le
l’orchestra di Osijek, in Jugiornate degli internati se4nza distinzioni di etnie o di
recluse oltre duemila persocredi religiosi.
goslavia:
attorno
ne, principalmente ebrei
Poichè fra gli internati vi erano illustri medici, spesso
all’armonium insomma si
provenienti dalla Germania
venivano autorizzati ad uscire dal Campo per visitare e
radunavano i cristiani, sia
o dai paesi dell’est Europa.
curare gli abitanti di tarsia e delle campagne
cattolici che ortodossi, ma
Il campo di concentracircostanti.
anche gli ebrei.
Quando il Campo venne “liberato” dalle truppe anglomento calabrese fu, dunamericane, molti, no0n sapendo dove andae, chiesero
«In occasione delle
que, un luogo orribile, in cui
eed ottennero di rimane4re nel campo e lo rfecero fino
maggiori festività - agil regime fascista non negò
alla comleta liberazione di tutta l’Italia.giunge Lopinot - quando
solo la liberta, ma sottopoAlcuni si stabilirono definitivamente in zona ove
si compiva il sacrificio
se gli internati ad un annulaprirono i loro studi professionali. Durante
eucaristico cantavano e
l’internamento nacquero anche molti bambini una
lamento della propria dignidella quali ricordò la propria infanzia anni addietro in
durante tutto il mese di
tà.
TV Rai.
maggio i giudei in persona
Eppure, sebbene possa
Grande figura fu quella del maresciallo reggino
erano presenti alle cerisembrare paradossale,
Marrari, responsabile militare del Campo, che ebbe
monie.
Ferramonti è stato definito
l’onore di avere un albero piantato a Gerusalemme sul
Del resto - a giudicare
Viale della Memoria come “amico degli ebrei”
un campo dal volto “umadai documenti pervenuti no”, che in molti casi peril repertorio dei concerti ormise a numerosi ebrei di scampare alla morte.
L’umanità di Ferramonti consisteva di alcune concessio- ganizzati a Ferramonti era molto vario e spaziava da
ni: i detenuti non erano costretti ai lavori forzati, potevano Beethoven a Schubert, da Verdi a Wagner.
Inoltre padre Lapinot fu una persona che lavorò sopratgiocare a calcio o praticare altre attività sportive e potevatutto sul senso di solidarietà reciproco, riuscendo a guadano ascoltare la radio.
Il fulcro del campo era costituito dalla chiesa, dove oltre gnarsi il rispetto di tutti: «Merita dire - testimonia Mirko
alle funzioni religiose, si svolgevano tutte una serie di atti- Haler, uno degli internati - che padre Lopinot aveva nel
campo molti amici tra gli ebrei, ma non l’ho mai sentito
vità legate alla musica.
Ed è proprio la musica, che nell’orrore di una prigionia fare propaganda per convincerli a cambiare religione».
Alla liberazione del campo nel 1943 - sempre secondo il
forzata e disumana, restituiva ai detenuti un certo sapore di
diario del padre francescano - «l’armonium è stato portato
libertà e la capacità di sentirsi ancora uomini.
Nel 1942 al campo arrivo una cassa con un indirizzo mol- a Cosenza presso la chiesa del SS. Crocifisso».
Dopo poco tempo, dello strumento si persero le tracce.
to particolare.
Riscoperto e restaurato negli ultimi anni, è oggi conserPadre Callisto Lopinot, francescano cappuccino di origini alsaziane, nel suo diario ricorda: «Oggi è arrivato final- vato nella chiesa di Sant’Antonio di Castiglione Cosentino,
mente l’armonium che è stato donato al campo dal S. da dove spesso parte per varie manifestazioni, affinché
anche attraverso la musica si possa riuscire a non dimentiPadre».
Uno strumento di sintonia ecumenica, la cui storia è sta- care una delle pagine più terrificanti della storia calabrese.
ta ricostruita proprio grazie agli scritti del padre cappucci-
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Scene di vita in comunità nel Campo di
Ferramonti di Tarsia
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Circolazione
Multe più salate e addio al
patentino: le novità della patente
Altroconsumo News
Le infrazioni al volante costano di più: rincari del esempio l’indirizzo di residenza, non ci saranno più
5,9%, in adeguamento al costo della vita.
etichette adesive sulla patente: il tagliando verrà riAltra novità: stop ai “patentini” nelle scuole per stampato.
chi ha almeno 14 anni.
Chi vuole conseguire la patente per i ciclomotori
deve rivolgersi a un’autoscuola.
Pagando, ovviamente.
Multe più salate, cambiamenti nel meccanismo dei
Il “patentino” va in pensione
punti, stop al patentino per i motorini. Sono le novità
della nuova patente.
Addio al certificato di idoneità alla guida del ciclomotore, meglio conosciuto come “patentino”.
Multe più care del 5,9% Dal 19 gennaio, infatti, questo sarà sostituito dalla
patente di categoria AM, per ciclomotori e microCome previsto dal Codice della strada, ogni 2 anni car, per chi ha più di 14 anni.
le sanzioni vengono adeguate al costo della vita.
Per chi lo ha già conseguito, comunque, i diritti
In quest’ottica, dal primo gennaio 2013, tutte le acquisiti sono tutelati.
sanzioni sono aumentate del 5.9%.
Decade così anche l’obbligo per istituzioni scolaGuidare senza cinture adesso può far rischiare una stiche e autoscuole di organizzare i corsi teorici dumulta di 80 euro, contro i 76 dello scorso anno.
rante l’anno scolastico.
La sanzione per chi viene sorpreso a guidare al
Se prima gli studenti delle scuole medie e superiotelefono, invece, è passata da 152 a 161 euro.
ri potevano partecipare gratuitamente ai corsi tenuti
Anche il divieto di sosta ha subito un aumento: dai dagli istituti, adesso i genitori che vorranno fare abi39 ai 41 euro di multa.
litare il proprio figlio lo dovranno mandare a seguire
Non fermarsi a un semaforo rosso costerà 8 euro i corsi tenuti da un’autoscuola privata.
in più (si passa dai 154 ai 162 euro), mentre un ecIl che significa, naturalmente, una spesa in più per
cesso di velocità ci fa rischiare di pagare 168 euro, le famiglie.
contro gli attuali 159.
Anche chi guida un motorino dovrà avere una patente vera!
Se hai preso una multa ingiusta, ecco come
L’esame diventa uguale a quello per la patente A
fare il ricorso.
e, anche in questo caso, verrà applicata la logica
della sottrazione dei punti.
Limiti di velocità e revisione
Finalmente, anche chi si mette alla guida di un ciclomotore, dovrà essere in possesso di una patente
Per i neopatentati, ovvero coloro che hanno conse- vera e propria.
guito la licenza da meno di 3 anni, la decurtazione
Tra le altre novità, infine, segnaliamo anche l’indei punti raddoppia.
troduzione della nuova sottocategoria B1.
Quando il monte punti viene azzerato scatta l’obSaranno necessari 16 anni per conseguirla e
bligo di revisione della patente, nel caso in cui sussi- permetterà di guidare i quadricicli (le cosiddette
stano sospetti di mancati requisiti fisici o tecnici.
minicar) con massa a vuoto inferiore o pari a 400
Per maggiori informazioni sui punti, rimandiamo al kg.
sito della Polizia, dove è possibile anche trovare i
dettagli relativi ai limiti di velocità.
In caso di rinnovo o di cambio dei dati, come ad
Voci dal Sud
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Anno IX° nr. 2 Febbraio 2013
Circolazione
Dal 2013 le nuove patenti
diventano 15 categorie
Emiliano Caretti | Word Net - Yahoo News
Rivoluzione in arrivo nell’ambito delle patenti di
guida.
Chi già la possiede non si deve preoccupare - non
cambierà nulla – ma coloro che vorranno conseguire
una nuova licenza (di qualunque tipo) è bene che
facciano attenzione a tutte le nuove denominazioni:
dal prossimo 19 gennaio avremo infatti un panorama
di ben 15 categorie tra cui scegliere.
Le novità maggiori le avremo nell’ambito delle licenze di guida per le moto (dove “sparisce” il
patentino, sostituito dalla categoria AM) e l’introduzione delle categorie B1, C1, C1E, D1 e D1E.
Vediamole tutte più nel dettaglio.
A (o A3)
Permette di eliminare tutte le limitazioni nella guida di veicoli a due ruote, ma da quest’anno potrà
essere conseguita direttamente solo a 24 anni, oppure dopo almeno due anni di “apprendistato” con
la patente A2: per usufruire di questa “scorciatoia”
sarà però necessario rifare l’esame pratico con una
moto idonea.
B1
Altra “new entry” della riforma 2013, permetterà di
guidare le classiche microcar, ovvero i quadricicli
con massa a vuoto inferiore o pari a 400 Kg – escluse
AM
le batterie per i veicoli elettrici – e con potenza masPer i giovanissimi è la novità maggiore, dato che sima di 15 KW/20 CV.
Si potrà ottenere a 16 anni.
sostituisce il vecchio Patentino, introdotto nel 2003:
la categoria AM è ora una vera e propria tipologia di
B
patente, con esami uguali a quelli della patente A e
dalla quale possono essere sottratti i punti.
E’ la classica patente, quella che tutti conosciamo
I mezzi guidabili con questa licenza sono principalmente i ciclomotori a due ruote (da 50 cc di cilin- e che ci permette di guidare le nostre autovetture: a
drata) con velocità massima non superiore a 45 Km/ livello normativo ci permette di utilizzare autoveicoli
h, ma si potranno condurre anche veicoli a tre e quat- con massa inferiore a 3.500 Kg e con massimo nove
tro ruote con caratteristiche simili, anche a propul- posti a sedere.
sione elettrica. L’età minima per la patente AM è di
BE
14 anni.
In questa categoria rientrano tutti quei “complessi di veicoli” composti da una motrice appartenente
Conseguibile a 16 anni, consente di guidare alla categoria B e da un rimorchio o semirimorchio
motocicli di massimo 125 cc, con potenza fino a 11 di massa inferiore a 3.500 Kg.
KW (circa 15 CV) e rapporto potenza/peso non suC1
periore a 0,1 KW/Kg. Con essa si possono guidare
anche tricicli fino a 15 KW (20 CV).
Con questa licenza di guida si potranno guidare
autoveicoli diversi da quelli delle categorie D1 o D,
A2
con massa compresa tra 3.500 e 7.500 Kg, adibiti al
Altra novità importante, non tanto per l’età neces- trasporto di non più di otto passeggeri oltre al consaria – che rimane 18 anni – quanto per la potenza ducente.
A questa mezzi si può agganciare un rimorchio di
massima delle moto che si potranno cavalcare: si arriva infatti fino a 35 KW (48 CV), con rapporto po- massimo 750 Kg. Si può ottenere a 18 anni.
tenza/peso non superiore a 0,2 KW/Kg e che non
C1E
siano derivate da versioni che sviluppano oltre il
doppio
della
potenza
massima.
In questa categoria rientrano i veicoli composti da
A1
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Anno IX° nr. 2 Febbraio 2013
Circolazione
una motrice della categoria C1 (o B) e da un rimorchio/semirimorchio con massa superiore a 750 Kg
(o 3.500 Kg), per una somma che non oltrepassi le 12
tonnellate.
C
Ritorno al passato ...
Torna la vecchia
patente agricola
E’ l a “ve cc hia ” pa te nte d a ca mion is t a ed è
ottenibile da 21 anni in su: con essa ci si potrà metOvviamente per guidare un mezzo a motore serve una
tere al comando di mezzi diversi da quelle delle catepreparazione
e, quindi, una abilitazione conseguita dopo
gorie D1/D, con massa superiore a 3.500 Kg e proche
si
sono
espletate
prove tecniche di conduzione.
gettati e costruiti per il trasporto di non più di otto
Per
tale
ragione
abbiamo
visto con favore la patente di
passeggeri, oltre al conducente.
abilitazione alla guida di motorini (2, 3 o 4 ruote) che oggi in
barba alle severe limitazioni (sulla carta) relativamente alla
CE
velocità con piccolissimi accorgimenti e/o modificazioni,
Con questa tipologia si potranno guidare mezzi sfrecciano al pari ( o peggio) di una vettura.
Anche le trattrici agricole che oggi sono in grado di ragpesanti composti da una motrice della categoria C e
giungere
velocità che sfiorano i 50 Km/h e che danno dida un rimorchio/semirimorchio con massa superiomensioni
pari se non superiori ad un autovettura, debbono
re a 750 Kg.
essere condotte da persone idonee alla guida.
Ma ... est modus in rebus, dicevano i latini per cui troviaD1
mo assolutamente opinabile l’obbligo di una speciale paPer avere questa licenza di guida sarà necessario tente di guida che ci riporta indietro agli anni 50/60 quando
aver compiuto 21 anni; consentirà di comandare ve- le patenti era solo di 4 tipologie (I° grado, libretto blu per le
icoli adibiti al trasporto di massimo 16 persone (oltre autovetture ed autocarri leggeri sotto i 3,5 ton complessivi,
al conducente) e con lunghezza massima di 8 metri. II° grado libretto rosso per i camions che eccedevano tale
peso ed a loro volta questa seconda tipologia aveva una
seconda classificaone che abilitava anche anche alla guida
D1E
di autocarri conm alimentazione Diesel che comunemente
Una delle altre novità 2013, comprende i veicoli era denominata II° e II°.
Esisteva poi una patente per mezzi agricoli con libretto
composti da una motrice della categoria D1 e da un
colore
verde che abilitava alla guida di trattrici agricole.
rimorchio con massa superiore a 750 Kg.
Poi si capì che chi aveva una patente che abilitava alla
guida di un autocarro era uguamente abile a condurre un
D
trattore agricolo che all’epoca aveva una velocità massima
Per ottenere questa patente il limite minimo è 24 di 25 Km7h e, se cingolate, addirittura 15 Km/h per cui venanni; in questa categoria sono compresi i mezzi adi- ne abolita.
Per la cronaca in qualche recondi fond di libreria io conbiti al trasporto di più di 8 persone oltre al conduservo
ancora questa patente!
cente.
Ebbe comunque il sopravvento che ... il più grosso includesse il più piccolo, per cui chi aveva un 2° grado potesDE
se gidare i mezzi della categoria pià bassa.
Oggi, invece si può essere abilitato alla guida di un autoIn maniera simile alla categoria D1E, la DE consenbus
articolato o motrice e rimorchio che trasmora oltre 100
te di guidare veicoli composti da una motrice della
persone,
MA non si pù condurre un mortocoltivatore che
categoria D e da un rimorchio del peso superiore a
raggiunge
i 10 Km/h !
750 Kg.
Perciò altra scuola guida, altro esame, altro attestato di
abilitazione ed, ovviamente, altri soldi, tanti soldi, spesi !
PARE POI che l’abilitazione alla guida valga solamente
per condurre la trattrice su strada, MA NON VALGA per
lavorare i campi per cui ci si deve munire di un certificato di
abilitazione all’uso ed all’utlizzo del mezzo!
Voci dal Sud
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Anno IX° nr. 2 Febbraio 2013
Pianeta Giustizia (?)
Ruba un panino nel market dove
lavora - Licenziata in tronco
Il giudice dà ragione all’azienda - I Legali agguerriti della donna hanno
annunciato battaglia definendo la sentenza abnorme, eccessiva e
sproporzionata rispetto al suo comportamento
Calabria Ora
Gli avvocati della donna definiscono la sanzione del liTERAMO Licenziata in tronco per aver mangiato un panino preparato con prodotti prelevati dallo scaffale duran- cenziamento «abnorme, eccessiva e sproporzionata» rispetto a un comportamento che,
te l’orario di servizio.
dicono, «al massimo poteIl giudice del lavoro ha daLa Legge recita che la pena deve
va condurre ad una multa
to ragione all’azienda e così
essere proporzionata all’entità ed
o a una sospensione» e anuna donna di cinquant’anni,
all’ importanza del reato
nunciano battaglia.
sposata e con figli, impiegata
«Stiamo già predispoin un supermercato di
Francamente non ci sembra che in
nendo – spiega Frattarelli –
Giulianova (Teramo), ha perquesti due casi si siano rispettati
l’immediata impugnativa
so per ora la speranza di riotdel provvedimento emesso
tenere il posto di lavoro che
tali principi basilari
dal Giudice che depositeoccupava da quattordici anni
remo nei prossimi giorni
con mansioni di addetta alle
sperando che, in sede di riesame previsto dal nuovo rito
vendite.
A respingere il ricorso presentato dai suoi avvocati, Ga- Fornero, la decisione possa essere ribaltata e che la dibriele Rapali e Sigmar Frattarelli, è stato il giudice del lavoro pendente possa tornare sul proprio posto di lavoro come
merita».
del tribunale di Teramo, Alessandro Verrico.
In un’ordinanza di sei pagine, il magistrato addebita alla
donna la «sottrazione di beni aziendali», fattispecie per la
quale il contratto collettivo del commercio prevede appunil caso a new york
to il recesso senza preavviso.
I fatti si sono svolti lo scorso 8 agosto. La donna, secondo i titolari dell’azienda (che gestisce una nota catena di
supermercati presenti nelle regioni del centro Italia), avrebbe preso dagli scaffali del punto vendita una confezione di
salmone, una bibita dissetante e un panino e, dopo averli
consumati, non li avrebbe voluti pagare.
Calabria Ora
«Tutt’altro – affermano i suoi legali – anche dall’istrutNEW YORK - Un bambino di sette anni di New York, è
toria è emerso chiaramente che la lavoratrice ha prelevastato ammanettato e interrogato per 10 ore dal dipartimento
to i prodotti senza nascondersi o occultarli e li ha consudi polizia di New York con l’accusa, poi ritirata, di avere
mati davanti a tutti, tant’è vero che è stata subito vista
rubato una banconota da cinque dollari a un suo amico di
dai responsabili aziendali e ha gettato le confezioni nelnove anni.
lo stesso cestino del bancone dove lavorava dove tutti
Il quotidiano New York Post ha riferito che la famiglia del
quindi potevano vederle e trovarle, mentre se avesse vopiccolo ha sporto denuncia chiedendo alla città di New
luto occultarli li avrebbe certamente fatti sparire in altro
York e alla polizia un risarcimento danni di 250 milioni di
modo».
dollari.
Per il giudice, che dà invece per accertata «la volontà
Wilson Reyes, questo il nome del bambino, era stato
della ricorrente di nascondere gli elementi identificativi
accusato dall’altro bambino di avergli rubato la banconota
dei prodotti sottratti», a nulla varrebbe il modesto valore
e la polizia di un distretto del Bronx - dove si trova la scuola
dei prodotti prelevati in considerazione della natura delle
- lo ha prelevato dalla classe durante la lezione, lo ha ammamansioni della lavoratrice che «implicano un contatto conettato e lo ha interrogato prima per quattro ore nella stesstante del lavoratore con la merce esposta e il riconosa scuola e poi per altre sei nella centrale del 44esimo discimento da parte del datore di una particolare fiducia
stretto.
nei suoi confronti».
Ruba 5 dollari, bimbo
arrestato e interrogato per
ore nel Bronx
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Anno IX° nr. 2 Febbraio 2013
Pianeta Giustizia (?)
Se si dovessero accertare (come si
spera) la responsabilità delle sottrazioni
di enormi somme dalle casse pubbliche,
proporzionalmente cosa avverrebbe?
I recenti casi di sottazione dai Fondi de “La Margherita”, della Lega Nord, dalle
Casse della Regione Lombardia e Campania, dalla Regione Lazio e della Banca
Monte Paschi di Siena (per ora citiamo ad esempio solo questi esempi emblematici
di attualità), paragonandoli ai due episodi della pagina precedente, ci portano a chiederci perplessi quanti secoli di carcere duro si dovrebbero infliggere ai responsabili!
Ed invece chi sta male ed in carcere è dimagrito di un etto, chi soffre di claustrofobia,
chi ha avuto improvvise crisi mistiche tanto da ritirarsi in Convento sono tutti agli
arresti domiciliari nelle loro ville da Mille ed una Notte !
Ovviamente i processi tirano a lungo per cui il tempo, medico di tutti i mali ... non
dico cancella, ma quantomeno toglie indignazione popolare alle sottrazioni che, pare,
ammontino a milioni di Euro (molti miliardi di vecchie, amate e compiante Vecchie
Lire).
La convinzione popolare è che tanto si tira il can per l’aia fin quando il “popolo
sovrano” dimenticherà gli episdi e smetterà di essere indignato.
Intanto i sottrattori si saranno goduto il duro carcere domiciliare, e dopo, si saranno
fatto qualche mese di “carcere” ad Honolulu dal momento che le carceri italiane sono
in sovraffollamento per cui si è chiesto ospitalità a quei Paesi.
Chiaramente il bambino di New Yorck e la signora di Teramo troveranno alloggio in
un carcere italiano del tipo “cavalli 8, uomini 40” come all’epoca dei vagoni bestiame che deportavano verso i campi di concentramento i nostri fratelli.
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Anno IX° nr. 2 Febbraio 2013
Pianeta Giustizia (?)
EC3, un centro europeo contro il
cybercrimine
Il nuovo fronte del crimine è il web. E l’Ue risponde con l’European Cybercrime
Centre, una struttura dedicata con 7 milioni di euro di budget, inserita nell’Europol.
Per combattere frodi informatiche, ma non solo: pedopornografia, traffico di armi e
droga e furti di identità si sono ormai spostati su internet
di RORY CAPPELLI - © La repubblica.it
HACKER, cyberterroristi, cyberattivisti tremate: arriva
l’European Cybercrime Centre - o EC3, come è stato simpaticamente acronomizzato - che, annunciato nove mesi fa,
dall’11 gennaio è attivo e ha dato ufficialmente inizio alle
sue operazioni. La sede si trova a L’Aja, nei Paesi Bassi,
nello stesso palazzone grigio dell’Europol (Ufficio europeo
di polizia): e un uomo dell’Europol, Troels Oerting, lo guida. E uomini e donne dell’Europol ne sono parte, ognuno
con il suo expertise. Come ha detto la commissiaria europea
agli Affari interni, Cecilia Malmström, presentando l’EC3, il
Centre «servirà a proteggere la sicurezza di cittadini e imprese nell’ambito delle nuove tecnologie e delle reti informatiche e di telecomunicazione». Perché un fatto è certo:
ormai il crimine si è evoluto e si sta sempre più rapidamente
spostando sul web.
IMMAGINI: DENTRO L’EC3
È da lì che parte, si convoglia, si dirama e si diffonde in
maniera virale, per esempio, la pedopornografia e il suo
sfruttamento. È da lì che passa il traffico di esseri umani. È
sulla rete - grazie alla dark net - che trova le sue (nascoste)
autostrade il traffico di droga, di medicinali, di armi, di sesso e anche di reperti e opere d’arte. Per non parlare delle
frodi informatiche, vera piaga della contemporaneità, e flagello degli analfabeti digitali o quasi che non riescono a
distinguere un sito fake da uno autentico o che non si
rendono conto di cadere nella rete della rete. Anche per chi
analfabeta digitale non è, spesso è difficile sfuggire da
clonazioni o trafugamenti di dati cosidetti sensibili.
«Quando ho iniziato a lavorare all’Interpol» spiega Troels,
«credevo che tutto fosse bianco o nero: che il criminale
fosse facilmente individuabile: un ladro, un assassino. Oggi
so che la criminalità organizzata si sposta in qualsiasi settore, va dove c’è un’opportunità o una possibilità di crescita». Non c’è bisogno dunque di tirare fuori un coltello
per commettere un crimine. Magari si sta comodamente
seduti in mutande nel salotto di casa e nel frattempo si
aiuta qualcuno a preparare una bomba o si trafugano i risparmi di una vita con un clic.
«La media mondiale di persone collegate alla rete è del 34
per cento: in Europa siamo al 72 per cento. C’è dunque un
assoluto bisogno di un Centro per la lotta alla criminalità
informatica» dice ancora Troels. Non a caso Jaap van Oss,
esperto di crimini informatici dell’EC3, ha un’area di lavoro
che «è quella di mappare - e quindi rintracciare - i gruppi
cybercriminali che operano nel mondo virtuale e che attaccano l’Europa o lavorano in Europa». Anche perché continua Oerting, «noi europei siamo dipendenti da internet:
siamo sui social media, risparmiamo, compriamo e immagazziniamo tutte le nostre informazioni su internet: non è
dunque sufficiente che internet sia trasparente e libera. Deve
essere anche sicura».
Victoria Baines, Strategic Advisor in Cybercrime per l’EC3,
spiega come «mirando al 2020 stiamo immaginando scenari
per il futuro del business, dei cittadini e dei governi. Tra
l’altro qui, all’European Cybercrime Centre, lavoriamo tantissimo con
esperti esterni: finanziari,
commerciali
ma anche
dell’industria
della sicurezza
su
internet».
D’altra parte
quanto a volume di affari
non si scherza davvero:
Norton ha rilevato che nel
2012
il
cybercrime è
costato ai consumatori di tutto il mondo 110 miliardi di dollari, 16 miliardi in Europa (21 negli States e 46 in Cina). Di
più: secondo la Ue le perdite annuali totali, riferite però al
2011, sono state di 290 miliardi di euro. Di certo non
noccioline. Grzegorz Mazurkiewicz, specialista in frodi bancarie all’EC3, parla di un miliardo e mezzo di euro rubati
ogni anno «anche perché la Ue quanto a transazioni con
carte di credito costituisce il mercato più grande».
Eppure i criminali informatici sembrano essere sempre
un passo avanti. «I criminali informatici sono intelligenti e
veloci nell’utilizzare le nuove tecnologie per scopi criminali. Ma il Centro EC3 ci aiuterà a diventare più intelligenti e
veloci di loro» dichiara Cecilia Malmström.
L’Italia come lavorerà? Sempre Troels Oerting spiega che
tutti i Paesi membri aiuteranno lo sviluppo dell’organizzazione e saranno aiutati da un punto di vista tecnico, analitico e giudiziario». E i fondi? La Ue ha stanziato 7 milioni di
euro per l’European Cybercrime Centre, che sono parte del
budget dedicato all’Europol. All’opera oggi, nel giorno del
suo avvio ufficiale, ci sono trenta persone: che nel corso
del 2013 diventeranno 40. Lavoreranno tutte insieme in uffici bianchi, senza finestre, piene di schermi. Per acchiappare quei fantasmi un po’inquietanti che si aggirano per l’Europa.
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Tecnologia
E’ a Bologna il computer più
potente del mondo - Si chiama
“Europa”
E’ completamente italiano “doc” ed è stato installato al Cineca, il consorzio senza
scopo di lucro formato da 54 università italiane - Ha un’efficienza energetica
superiore del 30 % al top dei maxielaboratori nel mondo - Alla sua costruzione
hanno collaborato Eurotech e Nvidia
AGNESE ANANASSO - La Repubblica.it ( © Riproduzione riservata )
Si chiama Eurora ed è italiano doc il computer più “verde” ed efficiente del mondo.
È installato a Bologna, per la precisione a Casalecchio di
Reno, al Cineca, il consorzio senza scopo di lucro formato
da 54 università italiane, Cnr e Istituto di Oceanografia e
dal Miur, punto di riferimento italiano ed europeo per la
ricerca scientifica e tecnologica.
Eurora, prototipo già pronto a sbarcare sul mercato, nasce dalla collaborazione tra il consorzio, l’italiana Eurotech,
e l’americana Nvidia.
Eurotech ci ha messo l’architettura della sua macchina
Aurora Tigon e la tecnologia di raffreddamento Aurora
Hot water Cooling, Nvidia gli acceleratori Gpu Tesla K20
basati su Kepler.
“La combinazione del raffreddamento a liquido a temperatura ambiente ma anche con acqua calda fino a 55 gradi
centigradi e gli acceleratori hanno ci hanno permesso di
sviluppare una macchina in grado di superare del 30 per
cento l’efficienza energetica del Supercomputer al top della
classifica mondiale dei Supercomputer più green” spiega
Giampietro Tecchiolli, chief technology officer di Eurotech,
superando così il primo in classifica, un cervellone americano del Tennessee. “Il criterio del raffreddamento a liquido è lo stesso adottato dai motori delle automobili.
Abbiamo inoltre tolto le ventole, che consumano il 10
per cento di energia e ottimizzato la fase di conversione
della corrente elettrica, recuperando così un altro 2 per
cento di efficienza”.
Eurora è stato sviluppato nell’ambito del programma europeo Prace (Partnership for Advanced Computing in
Europe) proprio puntando sulla riduzione e
sull’efficientamento energetico, progetto a cui Cineca,
Eurotech e Nvidia hanno lavorato dal 2011.
“Il problema energetico è diventato una priorità nel
settore della ricerca scientifica dove si richiede una grande potenza e velocità di calcolo e la voce di costo per il
raffreddamento delle macchine spesso raggiunge livelli
esorbitanti” dice Edmondo Orlotti, di Nvidia, costo che
spesso supera l’investimento dell’acquisto della macchina
stessa. “L’applicazione degli acceleratori Kepler che
vediamo qui al Cineca è la più efficiente al mondo.
Gli stessi Kepler sono utilizzati nel Supercomputer più
potente al mondo, il Titan negli Stati Uniti, che ne implementa 18mila, qui se ne utilizzano 128”.
Gli acceleratori Gpu Kepler Nvidia sono in grado di moltiplicare per 10 le performance dei chip e per 5 il livello di
efficienza energetica dei sistemi senza acceleratori.
Potenzialmente si possono ridurre fino a un massimo del
50 per cento le bollette energetiche dei data center e del 30-
50 per cento
il costo totale di proprietà.
Le ricadute
sul
fronte della
ricerca
scientifica
sono enormi, come
sottolinea
S a n zi o
Bassini, direttore del
dipartimento
High
performing
computer
del Cineca:
“Europa offrirà ai ricercatori
europei le
risorse di
calcolo necessarie per
studiare sistemi fisici e biologici di ogni tipo mantenendo la bolletta sotto controllo”.
Ricerca scientifica che va dalla farmaceutica a quella che
studia il meteo e i terremoti, dalla fisica fino alla ricerca
medica.
Settori in cui il Cineca rappresenta un punto di riferimento a livello nazionale e internazionale.
E lo sarà ancora di più nei prossimi anni, visto che il
consorzio fa parte dei 90 istituti di eccellenza sparsi nel
Vecchio Continente coinvolti nel progetto Humain Brain
Project, finanziato con un miliardo di euro dalla Commissione Europea, per ricostruire e simulare la struttura e il funzionamento del cervello umano.
Il centro bolognese metterà in campo la potenza di calcolo del suo cervellone, che è in buona compagnia, visto che
sempre a Casalecchio è installato un altro megacomputer, il
Fermi di Ibm, al nono posto nella classifica dei 500 calcolatori più potenti al mondo.
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Tecnologia
Grafene, un’altra magia in arrivo:
super foglio stropicciabile per cellulari
Realizzato un team di ricercatori internazionali con la partecipazione
dell’Università di Trento, oltre a condurre elettricità ed essere flessibile è anche
trasparente e idrorepellente a comando
La Repubblica.it - © Riproduzione riservata
ROMA - E’ in arrivo un’altra magia
di quello che viene considerato da
sempre più scienziati come il “materiale delle meraviglie”, il grafene.
Grazie alla struttura composta proprio di questo materiale, si sta mettendo a punto nei laboratori una spec i e d i “ f o g l io ” i n t e ll ig e nt e e
supersottile in grado di contrarsi e
allungarsi a comando.
Uno strato che potrebbe adattarsi a numerose possibili applicazioni, tra cui
muscoli artificiali e telefoni cellulari flessibili.
Il superfoglio, realizzato da un gruppo di ricercatori internazionale con l’importante partecipazione dell’Università di Trento e pubblicato su Nature
Materials, oltre a condurre elettricità ed essere flessibile, è anche trasparente
e idrorepellente a comando.
Il materiale nasce dall’unione di due diverse strutture, una “morbida” e
deformabile a comando e un’altra, il grafene, estremamente resistente e in
grado di condurre elettricità.
Sfruttando le differenti proprietà di questi due materiali, i ricercatori sono
riusciti a realizzare una struttura resistentissima e in grado di condurre elettricità ma allo stesso tempo deformabile, si può cioé allungare o accorciare, a
comando.
Il foglio “stropicciabile” può anche modificare altre sue proprietà fisiche,
diventando trasparente o idrorepellente, proponendosi così come materiale
ideale per molte applicazioni tecnologiche, come a esempio muscoli artificiali
o dispositivi elettronici flessibili e cellulari “morbidi”.
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T e l e f o n i e Ge s t o r i
Cambiare gestore è spesso un
percorso di guerra !
“Prigionieri” di un gestore, uscirne è come una evasione da Alcatraz!
Mille difficoltà (e spese) poste dal gestore che si intende lasciare
Alessandro Longo Kataweb Consumi (La Repubblica)
La domanda che la lettrice della testata La Repubblica ,
che riportiamo in fondo pagina con la risosta di Alessandro
Longo, pone al noto quotidiano è qualcosa che giornalmente si presenta ad una miriade di utenti dei numerosi
gestori telefonici che occupano ormai lo spazio telefonico
e ADSL Internet italiano.
Infatti la famosa “migrazione” è divenuta una transumanza
che se si potesse rappresentare graficamente darebbe uno
spaccato insospettato di quanto mobile sia il settore.
Ma ... quando si aderisce alla Società fornitrice sembra
cosa facilissima uscirne quando lo si vuole, invece si scopre che è una gabbia molto solida da cui uscire è una impresa titanica.
Appena si richede telefonicamente alla società cui si vuole
aderire ci si sente candidamente rispondere che servono
20/30 giorni e che provvedono a tutto loro con la vecchia.
Ma il tempo scorre e non succede nulla ed ai solleciti si
ottiene senpre risposta “ Noi siamo pronti, ma sono quelli
della vecchia società che non hanno ancora “mollata” la
sua utenza! ”.- Ovviamente contattiamo le vecchia società
che la maggior parte delle volte manco risponde per cui
esperienza personale è stata quella di chiamare l’opzione
numerica ove si chiede di aderire alla loro società ... che
srisponde subito, e poi chiedere che ci venga passato il
numero utile; spesso funziona, ma alcune volte cade inesorabilmente la linea!
Quando, finalmente sei riuscito a farti mollare ecco che ti
giunge un bel vaglia in una lettera raccomandata in cui ti
viene spiegato che avendo disdetto prima di un certo tempo prestabilito (sconosciuto all’utenza) si deve pagare una
penale che alcune volte è anche salata.
Inoltre sei costretto a rispedire PRIMA il modem, ma non
sapendo dove , ti metti inconsciamente in mora per cui ...
altri addebiti.
A questo punto, signori, ponderate bene prima di
aderire ad un fornitore, perchè dopo, uscirne non sarà
impresa facile !
Maria Sole Dalmonte
Ho richiesto di rientrare in Telecom sia per la linea telefonica sia per l’Adsl (prima ero Fastweb) direttamente attraverso
un operatore Telecom dunque senza contattare né inviare raccomandate a Fastweb. L’operatore di Telecom mi ha detto
che avrebbero fatto tutto loro e così è stato. Adesso ho linea telefonica e Adsl con Telecom. Succede però che Fastweb
ha fatto più di una chiamata per dirmi che per disdire la linea Adsl non basta il rientro fatto con Telecom ma devo inviare
un raccomandata e pagare le spese di disdetta. Telecom mi dice invece che non devo fare alcuna raccomandata perché
hanno pensato a tutto loro (infatti io ho l’Adsl Telecom).
Ma è vero che nonostante la pratica di rientro si debba fare la raccomandata di disdetta? E soprattutto non è che
Fastweb vuole che io faccia questa raccomandata solo per potermi applicare il costo della disdetta che invece con rientro
in Telecom non sarebbe dovuto? Cosa mi consigliate?
Simona Patti
Risposta de La Repubblica:
Sembra siano sorti un po’ di equivoci nella comunicazione tra Fastweb e il lettore. Le regole, ormai da anni, permettono
agli utenti di mandare semplicemente una richiesta di attivazione al nuovo operatore (Telecom), che sbrigherà le pratiche
con il vecchio (Fastweb) e subentrerà nella linea. Quella richiesta di attivazione include, quindi, anche una disdetta
dell’attuale abbonamento. La disdetta va inviata direttamente al proprio operatore solo se non vogliamo un cambio bensì
un completo distacco della linea. L’utente ha fatto bene, quindi. Deve comunque pagare i costi di disdetta, che si
applicano anche se non si è mandata la raccomandata al vecchio operatore. In quei costi possiamo trovarci anche
eventuali canoni arretrati. Attenzione, entro 45 giorni dalla richiesta di cambio operatore dobbiamo restituire il modem a
nostre spese.
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Anno IX° nr. 2 Febbraio 2013
Vita da call center
Pronto? Sì, ma non offenda...
Le risposte improbabili dei clienti-utenti contattati per la promozione di servizi e offerte commerciali
- Ci si dimentica spesso che dietro la cornetta c’è un essere umano che ha bisogno di lavorare nel
rispetto della propria dignità
PIER PAOLO CAMBARERI - Calabria Ora
Quanta simpatia... indubbiamente, simpatici e spesso teCOSENZA Il telefono allunga la vita, ma sa renderla...
tri». In che senso? «Dopo la mia presentazione, l’altro giorinvivibile.
Non è solo questione di uso, o abuso, che si fa con le no, mi sono sentita rispondere che avrei dovuto parlare
con il titolare della linea telefonica.
moderne evoluzioni dell’indimenticata cornetta.
Quando ho chiesto l’orario in cui avrei potuto trovarlo,
È un fatto di buona creanza, e di rispetto del lavoro altrui.
Hanno tante gatte da pelare i giovani eroi impiegati nel mi sono sentita rispondere che avrei potuto fare con comocall center: a stipendi da fame, e sfruttamento che talvolta do, senza alcuna fretta, tanto era passato a miglior vita».
Ma ci sono anche i maleducati. «Esatto – aggiunge un’alrasenta la follia, devono aggiungere di continuo il ricorso a
un self control da guinness dei primati perché te le tirano, tra operatrice telefonica. E. – maleducati all’ennesima potalvolta, gli utenti delle società incaricate di vendere pro- tenza: dopo la presentazione, si lasciano andare a epiteti
dotti o servizi tramite il telefono.
irripetibili, riferiti quasi sempre alla figura femminile. Ha caIl lavoro è sacro, ma sacro dovrebbe essere il rispetto pito?». Più o meno, si potrebbe intuire...
dovuto a coloro i quali lottano con i denti – mordendosi
«Dunque, per farle intuire meglio ecco una risposta classpesso la lingua – per difendere il diritto a guadagnare sica che ci si sente ripetere di frequente: “Invece di rompere
i c. perché non vai a fare la p. così faresti felice molta genqualcosa a fine mese.
Resta solo l’ironia per metabolizzare le tante perle di sag- te?». (n.d.r. : Ci sarebbe da risponcere non lo faccio per togliere il
lavoto a tua madre e tua sorella!)
gezza regalate dagli utenti dei call center.
Sì, effettivamente ora c’è poco da intuire.
Il compendio delle frasi a effetto che gli operatori telefo«Ma non sempre si incontrano persone scortesi.
nici si sentono riferire (intuizioni geniali, a volte) è un bozLe persone anziane, ad esempio, sanno essere fin troppo
zetto che rappresenta la cultura, e la mentalità dei tempi
gentili, al punto da farti anche perdere troppo tempo: mi
nostri.
fanno i complimenti per il nome, e mi chiedono se conosco
Con i tappi alle orecchie...
La raccontano due ragazze la dura realtà del lavoro a loro familiari o figli, se sono mai stata da loro ma non si
“contatto-indiretto” tra venditore di servizi e potenziale soffermano affatto sulla proposta commerciale».
Il dialogo tipo? «“Hai un bel nome, come mia cugina. Si
acquirente.
Lavorano a Rende, per una società che offre prodotti di chiamava come te. Adesso stavo cucinando il sugo. Di che
si tratta? Comunque, se ne occupa mia figlia che viene una
carattere telematico.
Hanno raccolto – memorizzandole a caratteri cubitali – le volta la settimana. Tu la conosci Rita? Mia figlia, Rita, inserisposte più singolari che si sentono quotidianamente ripe- gna...” e via discorrendo. Tocca a noi, a quel punto, chiudere e contattare altri clienti». Ma c’è anche chi non ha il
tere dai loro clienti.
coraggio di declinare subito l’offerta, e tergiversa rifugian«All’inizio era umiliante sentirsi dire certe cose.
Poi ci abbiamo fatto quasi l’abitudine, anche se a volte dosi nella frase tipo: “Sono interessato, ma devo partire”.
«A quel punto – racconta una delle operatrici – gli chiedo
certe considerazioni non si riesce a digerirle proprio».
Del tipo? «Il nostro approccio, professionale, è e deve di risentirci il giorno successivo, ma la risposta è immediata: “No, parto proprio domani”. Allora la prossima settimaessere sempre lo stesso.
Di questo genere: “Buongiorno, sono C. e la chiamo na? “No, neanche”. E allora quando? Senta signori’, vado
da...”. Alcuni rispondono al saluto, e ti lasciano parlare per in Brasile, mi lasci stare”».
C’è chi si contraddice nell’arco di tre secondi, come le
ascoltare cosa hai da dire. Altri...». Altri? «Ecco, sono consegretarie di certi studi professionali: «“Guardi, ora il titolasentite anche le parolacce?».
Dipende, a tutto c’è un limite... «E allora: trovi il cliente re non c’è, ma mi ha appena detto che la proposta non gli
che ti chiude il telefono in faccia e che poi non risponderà interessa...”». Altre tipologie di clienti? «Sì, quelli con tendenze simil maniacali, che iniziano a prendere tempo sulla
più per almeno un paio di giorni.
Ma trovi dell’altro. Stamattina, ad esempio, appena mi proposta per farti domande di carattere personale: occhi,
presento, mi sento dire testualmente: Ah, allora: risponde altezza, colore dei capelli e cose del genere...». C’è di tutto,
la segreteria telefonica del signor..., inviate un fax premen- dunque: simpatici, maleducati, profittatori e ingenui. Ovvero, il variegato mondo della società attuale...
do il tasto 1.
Chiaramente, la comunicazione viene subito interrotta».
Gente molto impegnata, insomma. «Sì, sì, al pari di coloro
i quali, invece, hanno dei veri e propri colpi di genio su
questa falsariga: Guardi, non mi interessa alcuna offerta
perché il telefono lo uso soltanto per rispondere ai rompi p.
come lei”».
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Medicina
Influenza: con il freddo si avvicina il
“picco”, tutto quello che c’è da
sapere per domare il virus
Peppe Caridi - www.meteoweb.it
Si avvicina il picco della stagione influenzale.
Quelle prossime (11/23 febbraio) potrebbero essere le settimane piu’ ‘calde’,
con migliaia di italiani a letto con febbre,
tosse e raffreddore.
Secondo l’ultimo rapporto Influnet,
continua infatti “l’ascesa della curva epidemica”, alimentata soprattutto dai bambini.
In vista del picco, e’ bene quindi conoscere tutto dell’influenza.
Una mano in tal senso la da’ il ministero della Salute, che sul proprio sito web
ha dedicato un’intera sezione al tema, con
domande e risposte.
Eccone alcune:
Che cos’e’l’influenza? L’influenza e’ una malattia provocata da virus (virus influenzali) che infettano le vie aeree (naso, gola, polmoni).
E’ molto contagiosa, perche’ si trasmette facilmente
attraverso goccioline di muco e di saliva, anche semplicemente parlando vicino a un’altra persona.
Quali sono i sintomi? I sintomi sono comuni a
molte altre malattie: febbre (generalmente accompagnata da brividi), mal di testa, malessere
generale,mancanza di appetito, dolori muscolari e
osteoarticolari, sintomi respiratori (tosse, mal di gola,
congestione nasale), congiuntivite.
Soprattutto nei bambini si possono manifestare anche sintomi a carico dell’apparato gastro-intestinale
(nausea, vomito, diarrea).
Come si trasmette l’influenza? L’influenza si
trasmette per via aerea, attraverso le goccioline di
saliva e le secrezioni respiratorie, in maniera: diretta
(tosse, starnuti, colloquio a distanza molto ravvicinata); indiretta (dispersione delle goccioline e secrezioni su oggetti e superfici).
Per questa ragione e’ fortemente raccomandato
seguire alcune precauzioni generali, come: evitare
luoghi affollati e manifestazioni di massa; lavare regolarmente e frequentemente le mani con acqua e
sapone; evitare di portare le mani non pulite a contatto con occhi, naso e bocca; coprire la bocca e il
naso con un fazzoletto di carta quando si tossisce e
starnutisce e gettare il fazzoletto usato nella spazzatura; aerare regolarmente le stanze di soggiorno.
Da quando e per quanto tempo una persona
con influenza e’ contagiosa per gli altri? I pazienti affetti da influenza sono gia’ contagiosi durante
il periodo d’incubazione, prima della manifestazione
dei sintomi.
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Medicina
Una persona adulta puo’ trasmettere il virus da tre
a sette giorni dopo l’inizio della malattia.
I bambini invece sono contagiosi piu’ a lungo.
Quali sono le complicanze dell’influenza? Le
complicanze vanno dalle polmoniti batteriche, alla
disidratazione, al peggioramento di malattie
preesistenti (ad esempio malattie croniche dell’apparato cardiovascolare o respiratorio), alle sinusiti e
alle otiti (queste ultime soprattutto nei bambini).
Come si previene l’influenza? Ci sono alcune
semplici azioni che aiutano a prevenire la diffusione
di malattie infettive in generale, e quelle che si trasmettono per via aerea come l’influenza: coprire naso
e bocca con un fazzoletto (possibilmente di carta)
quando si tossisce e starnutisce e gettare immediatamente il fazzoletto usato nella spazzatura o nella
biancheria da lavare; lavare spesso le mani con acqua e sapone, e in particolare dopo avere tossito e
starnutito, o dopo avere frequentato luoghi e mezzi
di trasporto pubblici; evitare di toccare occhi, naso
e bocca con le mani non lavate; i germi, e non soltanto quelli dell’influenza, si diffondono in questo
modo.
E ancora: rimanere a casa se malati, evitando di
intraprendere viaggi e di recarvi al lavoro o a scuola,
in modo da limitare contatti possibilmente infettanti
con altre persone, nonche’ ridurre il rischio di complicazioni e infezioni concomitanti (superinfezioni) da
parte di altri batteri o virus.
Oltre a queste regole igieniche, e’ possibile prevenire l’influenza anche mediante la somministrazione
di vaccini specifici antinfluenzali; sono disponibili
anche farmaci antivirali dotati di azione specifica
contro i virus influenzali; il loro impiego a scopo preventivo e’ riservato a situazioni particolari, ovvero in
soggetti in cui l’influenza rappresenta un alto rischio
ma non e’ possibile utilizzare il vaccino a causa di
controindicazioni.
Si puo’ allattare con l’influenza? Il virus influenzale e’ diffuso in tutto l’organismo e quindi anche nel latte, dove peraltro sono presenti anche gli
anticorpi.
La trasmissione dell’infezione, pero’, avviene soprattutto per via aerea, quindi, per evitare di contagiare il bambino e’ consigliabile allattare mettendo,
per esempio, una mascherina sulla bocca.
Che differenza c’e’ tra vaccino e farmaco
antivirale? Gli antivirali sono medicinali usati per il
trattamento dell’influenza.
Se assunti tempestivamente entro 48 ore dalla
comparsa dei sintomi, possono ridurre i sintomi, la
durata della malattia e le complicanze dell’influenza.
Possono ridurre la capacita’ del virus di replicarsi
(e quindi la durata del periodo di contagiosita’ della
persona infetta) ma non stimolano la produzione di
anticorpi come i vaccini e quindi non danno protezione immunitaria.
Nei bambini e negli adolescenti, l’uso degli antivirali
deve essere limitato a: bambini che accusano
sintomi influenzali e che appartengono ai gruppi a
rischio per gravi complicanze; bambini senza fattori
di rischio, ma ricoverati in ospedale per sintomi gravi attribuibili alla infezione con virus AH1N1; bambini a rischio di gravi complicanze, non vaccinati che
abbiano avuto contatti stretti con persone infette,
come chemioprofilassi.
Nelle donne in stato di gravidanza l’uso dei farmaci antivirali deve essere limitato a donne che presentino malattie croniche preesistenti alla gravidanza, nonche’ ai casi di malattia influenzale con decorso complicato.
In questi casi il trattamento puo’ essere effettuato
anche nel I° trimestre, nel piu’ breve tempo possibile dall’insorgere dei sintomi.
Il ministero della Salute ricorda inoltre che “ogni
farmaco, in quanto tale, va rigorosamente prescritto
dal proprio medico di riferimento (medico di famiglia, pediatra, ginecologo, cardiologo o altro specialista) previa visita”.
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Medicina
LA PROSTATA: UN
PROBLEMA TUTTO
MASCHILE
Quando la prostata si ingrossa
Calabria Ora
La prostata è una ghiandola maschile che si trova al di sotto della vescica e davanti al retto; circonda la uretra, il condotto che permette all’urina e al
liquido seminale di fuoriuscire dal pene.
La prostata nell’uomo adulto ha la grandezza di
una castagna (20g). La prostata è fondamentalmente deputata alla produzione del liquido seminale, che
contiene sostanze nutritive per gli spermatozoi e altre proteine, che hanno il compito di mantenere fluido il seme dopo la sua emissione.
La ghiandola prostatica comprende una zona periferica, una centrale, una anteriore e una di transizione.
La zona periferica è l’area di sviluppo di quasi
tutti i carcinomi, mentre quella centrale tende a essere priva di processi patologici specifici.
L’iperplasia prostatica, meglio conosciuta
come ipertrofia prostatica, ed identificata anche
con la sigla IPB, si intende il lento e progressivo
accrescimento di volume della prostata, che inizia
nell’uomo a partire dai 40-50 anni, per arrivare al
massimo sviluppo entro i 70-80 anni di vita.
L’iperplasia prostatica origina dalla zona di transizione della ghiandola, che è quell’area della prostata
sita nella regione periuretrale (attorno all’uretra) dove
si verifica un aumento del numero e del volume delle
cellule del tessuto ghiandolare e fibroso.
L’aumento volumetrico della prostata è estremamente variabile tra gli individui, sia per le dimensioni
che la ghiandola può raggiungere (nell’età adulta
anche 100-150 gr e oltre) sia per la morfologia acquisita dalla ghiandola. Infatti si può avere un aumento di volume dei solo lobi laterali , del lobo medio oppure un aumento sia dei lobi laterali che del
lobo medio.
QUALI SONO LE CAUSE ED I SINTOMI
DELL’IPERTROFIA PROSTATICA? Lo svilupparsi di un’ipertrofia prostatica è un fenomeno
quasi universale nell’uomo anziano, ma non sono
ancora note le cause e la patogenesi di tale malattia.
I due fattori principali necessari per l’instaurarsi
dell’ipertrofia prostatica benigna nell’uomo sono rappresentati dalla presenza dei testicoli quale fonte di
ormoni maschili e dall’età.
SINTOMI: I disturbi minzionali sono suddivisi
in :sintomi della fase di riempimento vescicale (o irritativi) della fase di svuotamento vescicale (o ostruttivi).
Inizialmente tendono ad essere “irritativi”:
Pollachiuria ( Aumento della frequenza della
minzione), Urgenza o Minzione imperiosa (necessità impellente di urinare fino all’incapacità a trattenere l’urine), Nicturia : (è il disturbo in seguito al quale
il paziente deve svegliarsi una o più volte per notte
per urinare) .Successivamente i sintomi diventano
“ostruttivi” ( a volte compaiono insieme): 1) Esitazione minzionale (difficoltà ad iniziare la minzione)è
il primo sintomo che avverte la maggior parte dei
pazienti affetti da IPB;
2) Riduzione del flusso
(Mitto ipovalido),durante la minzione si nota che la
pressione del flusso dell’urina è ridotto; 3) Mitto in
due tempi” (necessità di dovere mingere nuovamente dopo pochi minuti per svuotare la vescica); 4)
Flusso intermittente il paziente descrive il flusso
dell’ urina, che si ferma e riprende, in una o più occasioni, durante la minzione.5) Minzione prolungata
( aumento del tempo di svuotamento vescica); 6)
Sgocciolamento ( è l’emissione di alcune gocce
di urina al termine della minzione): 7) Minzione
con sforzo :il paziente descrive lo sforzo muscolare necessario sia per iniziare che per mantenere o
aumentare il flusso urinario; 8) Gocciolamento finale (il paziente descrive una prolungata fase finale
di minzione, quando il flusso si è ridotto ad un
gocciolamento) Sintomi post-minzione: Sensazione di svuotamento incompleto :indica la sensazione
avvertita dal paziente dopo che l’urina è uscita.
Gocciolamento post minzione: si ha la perdita involontaria di urina immediatamente dopo che ha finito di urinare, di solito dopo essere usciti dal bagno.
EVOLUZIONE : L’ostruzione determinata dalla
ghiandola prostatica aumentata di volume determina
con il tempo due conseguenze:Ipertrofia del muscolo
della
vescica
per
cui
le
pareti vescicali assumono un aspet
to a celle e colonne, che rappresenta
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Medicina
l’iniziale azione di compenso della ve
scica all’ostruzione (vescica da sforzo).
Presenza di residuo urinario postminzionale, segno di ostruzione e ini
ziale scompenso detrusoriale.
Esso aumenta la suscettibilità alle infezioni del
basso tratto urinario con conseguente
comparsa o peggioramento della sin
tomatologia irritativa. Nelle fasi avan
zate si può andare incontro a ritenzio
ne urinaria acuta che rappresenta la
principale complicanza dell’iperplasia
p
r
o
s
t
a
t
i
c
a
ostruttiva
e
può
essere
c o n s i d e r a t a
segno di scompenso funzionale del muscolo
vescicale.
Inoltre le infezioni del basso tratto urinario causate dall’alterato svuotamento vescicale possono trasmettersi all’alta via escretrice con comparsa di quadri di pielonefrite acuta o cronica.
L’insufficienza renale rappresenta oggi una complicanza piuttosto rara.
DIAGNOSI La prima fase è la raccolta della storia
clinica del paziente che è molto importante per escludere altre patologie, non solo urologiche, che si manifestano clinicamente con identici sintomi; IPSS: E’
un test che consiste in delle domande alle quali viene
assegnato un punteggio che alla fine ci permette di
stabilire, in base al punteggio totale , la gravità della
sintomatologia e l’alterazione della qualità di vita del
paziente. Esplorazione rettale permette di valutare:1) la situazione neurologica locale (tono sfintere
anale) 2)le dimensioni prostatiche 3)le alterazioni di
morfologia, consistenza e dolorabilità della prostata. Dosaggio sierico del PSA Un esame importante ( nonostante le varie opinioni contrastanti attualmente presenti) riguarda la determinazione dell’
antigene prostatico specifico (PSA) .
Il PSA è una glicoproteina prodotta dalle cellule
epiteliali prostatiche con la funzione di contribuire
alla liquefazione del liquido seminale durante
l’eiaculazione. Viene dosato nel sangue.
Il PSA è un marcatore d’organo ed è
biologicamente specifico di malattia
prostatica:aumenta infatti nell’IPB, nelle prostatiti, e
nel carcinoma prostatico.
Per cui un suo innalzamento, rispetto ai valori di
normalità rapportati per l’età, non necessariamente
indica un cancro alla prostata, ma da solo indica che
questo organo può avere qualche problema: infiammatorio, congestizio, di ingrossamento legato all’età
etc. Sarà poi lo specialista con un adeguato inquadramento a formulare la diagnosi corretta.
Quindi ,in ambito medico si dice che è dotato di
alta sensibilità ma scarsa specificità.
E’ molto importante che questo tipo di esame venga
effettuato solo ed esclusivamente dopo aver sentito
il parere del proprio Medico di Medicina Generale
o dello Specialista Urologo.
Altro esame importante è l’ecografia prostatica
(sovra pubica e trans rettale), con valutazione del
residuo post-minzionale (l’urina che rimane)
TERAPIA MEDICA in vescica dopo la
minzione, che rappresenta il metodo più efficace per
descrivere la morfologia della prostata e le sue dimensioni con possibilità di calcolare il suo peso totale e dell’adenoma ( l’adenoma rappresenta le cellule prostatiche aumentate di numero e volume).
Un ultimo esame da effettuare è l’Uroflussometria,
che rappresenta un metodo semplice, non invasivo,
ripetibile, poco costoso per valutare in maniera obiettiva la qualità del flusso urinario.Ovviamente ,in base
al grado della patologia , il Medico valuterà la necessità di eseguire ulteriori esami come : Esami della
funzionalità renale; Esame urodinamico completo;
Urografia perfusionale endovenosa; URO- TAC;
Uretrocistoscopia.
Abbiamo a disposizione dei farmaci specifici che
rallentano la progressione della IPB e ne diminuiscono i disturbi.
Tali farmaci possono essere utilizzati in
monoterapia o in associazione.
Il meccanismo d’azione degli agenti fitoterapici è
generalmente non ben conosciuto.
Esistono in commercio numerosi prodotti che contengono più sostanze in associazione che determinano
un potenziamento degli effetti terapeutici
TERAPIA CHIRURGICA - L’adenomectomia
prostatica a cielo aperto (senza taglio chirurgico) rimane per prostate di notevoli dimensioni sempre attuale ed utilizzata.
TUR-P (Resezione prostatica transuretrale)
Attualmente è considerato il trattamento
ottimale .
Esistono inoltre numerosi altri trattamenti
alternativi che però vengono utilizzati in pazienti
con problematiche particolari (TUIP, TULIP ecc)
Laser ad Olmio (Ho-LEP)
Questo di tipo di trattamento è ormai da considerarsi come la più valida alternativa alla TURP in quando con tale metodica si riescono ad asportare
adenomi prostatici di notevoli dimensioni (anche di
200gr).E’ possibile effettuare l’esame istologico del
tessuto asportato ed inoltre i vantaggi offerti da questa tecnica sono vari:breve degenza, trascurabile
perdita di sangue,(indicato soprattutto nei pazienti
con importanti disturbi della coagulazione.) nessuna cicatrice, ridotta possibilità di infezioni e
recupero più rapido.
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Anno IX° nr. 2 Febbraio 2013
Brevi e curiosità
«Violentiamo l’ebrea»
Un gruppo di giovani fra cui anche una ragazza!
NAPOLI - Blitz dei Ros contro esponenti di
estrema destra.
Dieci persone destinatarie di altrettante ordinanze
sono accusate di aver partecipato a scontri di piazza
a Napoli e a numerose aggressioni nei confronti di
avversari politici.
Tra di loro è finita agli arresti domiciliari anche
Emmanuela Florino, la figlia dell’ex senatore di
destra Michele Florino, che peraltro è candidata col
movimento CasaPound alle politiche del 24 e 25 febbraio.
Dall’indagine napoletana è anche emerso che al-
cuni degli indagati progettavano di violentare una
studentessa universitaria ebrea : («Quella studentessa ebrea mi “stizza”.
Io a questa qua la devo “vattere” (picchiare)
o la picchio o la stupro e le faccio uscire il sangue dal c...» si legge nelle intercettazioni).
Nelle conversazioni si parlava anche della possibilità di dare fuoco a un’oreficeria di proprietà di un
ebreo.
Nel corso dell’operazione, i Carabinieri hanno
sequestrato la sede in cui gli indagati si riunivano,
l’ex sezione «Berta» del Msi in via Foria, a Napoli.
Fa sesso con pupazzo di neve efinisce
in ospedale col pene congelato
Può capitare di fare sesso con una donna alquanto frigida, ma ... tutto ha un limite
BLACKBURN (GB) Una notizia che sicuramente riuscirà a far sorridere, o meglio,
scompisciare il lettore.
Peccato però che per il malcapitato uomo, vittima
del “freddo” , abbia trascorso un vero e prorpio brutto
quarto d’ora.
Fa sesso con un pupazzo di neve: Kenneth
Guillespie, un senzatetto inglese di 64 anni è stato
trovato mezzo nudo in strada, a Blackburn, dopo
aver provato ad avere un rapporto sessuale con un
pupazzo di neve.
Guillespie aveva il pene congelato.
E’ stato portato subito in ospedale e i medici sono
allibiti di fronte al loro “originale” paziente.
L’uomo, hanno raccontato dei testimoni a Busted
in Acadiana, era solito ubriacarsi e gridare in mezzo
alla strada.
“Ma questa è la cosa più strana che gli sia suc-
cessa”.
Il congelamento del pene, hanno spiegato i medici, sembra una cosa divertente ma è invece una
cosa seria.
Può causare un’infezione e la cancrena, e persino richiedere l‘amputazione del membro”.
Guillespie però se l’è cavata.
Adesso il timore è per come reagirà la comunità
di Blackburn, cittadina del Lancashire.
“Se quello schifoso torna qui dopo quello che
ha fatto non sarò responsabile della reazione della comunità”, ha detto Ian Jessoip, del Ramsgreave
and Brownhill Community Securi-ty.
“Molte persone hanno già detto di volerlo riempire di botte dopo quello che ha fatto al pupazzo
di neve dei bambini”.
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