Il programma scelto per questo concerto propone due novità: il trittico Mity di Karol
Szymanowski (opera che appartiene al grande repertorio violinistico del Novecento
e certamente in prima esecuzione a Bari) e Orna buio ciel di Fabio Vacchi (proposta
nella nostra città alla presenza del compositore).
Il nome di Karol Szymanowski è annoverato tra i principali rappresentanti della cultura
musicale polacca, ovviamente dopo il rilevante ruolo (pur temporaneo) svolto da
Chopin in quel paese. Le opere di Szymanowski costituiscono uno straordinario
percorso stilistico: nutrite di tradizioni popolari, di conoscenza del grande patrimonio
musicale accademico, ma volte anche alla ricerca e alla sperimentazione in linea con
le conquiste del primo Novecento. Muovendo dalla tradizione musicale tedesca di
stampo romantico e tardo romantico (in particolare il maestro polacco subì l’immediato
fascino di Reger e Strauss) egli si interessò, con un repentino cambiamento di gusto,
a nuove prospettive formali e costruttive: grazie ad alcuni viaggi effettuati in Italia e
in Africa del Nord tra il 1908 e il 1914 giunse ad elaborare un linguaggio fortemente
innovativo, aperto alle suggestioni sonore extraeuropee ma anche influenzato dalla
musica francese di Debussy (nelle sue componenti modali) e dalla virata atonale di
Skrjabin e Schoenberg. È ascrivibile al periodo del primo conflitto mondiale la creazione
di Mythes (Mity), Tre Poemi per violino e pianoforte op.30 (1915), scintillante
partitura nella quale i due strumenti, in ingegnosa simbiosi, offrono una dimensione
sonora davvero inedita. I tre brani (dedicati a Zofia Kochanska) nacquero anche grazie
alla collaborazione ed amicizia con il violinista polacco Paul Kochanski; di lì in poi
l’opera entrò nel repertorio di grandi interpreti come Heifezt, Menuhin, Thibaud e
dello stesso Szigeti che la eseguì nel 1921 a Budapest con Béla Bartok al pianoforte.
Il trittico si ispira a tre miti greci; pur non configurandosi come musica a programma,
i miti della fontana di Aretusa (la storia del fiume Alfeo e della ninfa Aretusa che si
trasforma in un fiume sotterraneo che sgorga nell’isola di Ortigia, a Siracusa), della
figura di Narciso (figlio di un fiume che si trasforma in fiore) e delle ninfe delle querce,
le Driadi, accompagnate dal flauto di Pan, dio dei boschi, delineano una raffinata
evocazione di atmosfere fluttuanti, di lievi riverberi costruiti con sapienti sfumature
timbriche. L’elemento acquatico è reso nei primi due brani grazie all’utilizzo di piani
sonori prossimi all’impercettibilità, ad accorgimenti armonici cangianti e ad effetti
timbrici speciali riservati al violino (armonici, trilli, glissandi e quarti di tono).
Nell’ultimo brano si risvegliano energie orgiastiche: le Driadi e Pan intonano liberamente
i propri richiami (la simulazione del flauto è affidata al violino con un lento risuonare
di corde vuote e armonici, le Driadi compiono evoluzioni con un cromatismo di doppie
note trillate e con quarte in glissando e finanche combinate con trillo).
Il compositore bolognese Fabio Vacchi ha al suo attivo una produzione molto vasta:
dopo aver iniziato gli studi musicali con G. Manzoni e T. Gotti vince nel 1974 il
prestigioso premio per la composizione “Koussevitzsky” (Tanglewood, USA). Inizia
così un’intensa attività creativa, che spazia dalla musiche operistiche, balletti e musiche
di scena alle musiche corali e vocali, dalle musiche sinfoniche alle opere per strumento
solista e orchestra, dalle musiche cameristiche al repertorio solistico, dalle collaborazioni
per il cinema alle trascrizioni e rielaborazioni. Vanta inoltre numerosi premi e
riconoscimenti e una discografia particolarmente ricca. Le sue opere sono state eseguite
alla Biennale di Venezia, al Maggio Musicale Fiorentino, al Teatro alla Scala di Milano,
all’Auditorium Parco della Musica di Roma, al Festival di Salisburgo, a Bruxelles, alla
Philarmonie di Berlino, negli Stati Uniti, all’Accademia Chigiana di Siena e all’Accademia
Nazionale di Santa Cecilia di Roma. Ha intrapreso numerose collaborazioni con
protagonisti della cultura italiana come Tonino Guerra, Giuseppe Pontiggia, Michele
Serra, Aldo Nove, Franco Marcoaldi, Arnaldo Pomodoro, Ermanno Olmi e scrittori
stranieri come Amos Oz (a breve l’andata in scena a Bari della sua nuova opera su
libretto di Oz, Lo stesso mare, su commissione della Fondazione lirico-sinfonica Teatro
Petruzzelli). Il suo stile fortemente riconoscibile predilige le modalità di impiego del
materiale sonoro piuttosto che la sua semplice utilizzazione, al fine di provocare nel
pubblico una reazione sensoriale e affettiva e rendere comunicativo il messaggio
artistico. Orna buio ciel per violino, violoncello e pianoforte è una breve composizione
che nasce nel 2000, in occasione del 75° compleanno di Luciano Berio (il titolo è
l’anagramma del suo nome). La pagina si presenta suddivisa in tre sezioni di differente
lunghezza. Nella prima un profilo melodico è affidato al pianoforte, sostenuto dagli
archi. Nella seconda domina il violino, mentre il violoncello lo sostiene con arpeggi.
Segue una zona di espansione sonora che vede il pianoforte in primo piano, con densità
sonore affidate agli archi. Una successione di trilli al pianoforte sembra contrarre la
discorsività: ad essa subentra una breve cadenza pianistica che riporta all’elemento
melodico della prima sezione.
La seconda parte del programma è dedicata a Franz Schubert. Il maestro viennese
ha composto due Trii con pianoforte, ritenuti i capolavori della sua maturità: il primo,
in si bemolle maggiore (D898), seguito subito dal secondo, in mi bemolle maggiore
(D929). Probabilmente creato nell’estate 1827, per la formazione costituita dal pianista
virtuoso ed amico Carl Maria Bocklet, dal violinista Ignaz Schuppanzigh (dedicatario
del Quartetto D804 e primo esecutore anche dell’Ottetto schubertiano) e dal violoncellista
Joseph Lincke, il Trio D898 fu eseguito in forma privata nel 1828 (ultimo anno di vita
di Schubert). L’opera fu pubblicata solo nel 1836 dall’editore Diabelli. A tale proposito
un celebre commento chiarificatore di Robert Schumann rende pubblica la grandezza
dell’ancor sconosciuto artista: “Dopo aver gettato uno sguardo al Trio di Schubert
queste vicende umane già svaniscono nel nulla e il mondo risplende come se nascesse…
Il Trio, pubblicato postumo, non sembra essere uno dei primi. Dallo stile non si
identificano delle antecedenze e potrebbe essere stato scritto poco prima di quello già
noto, in mi bemolle maggiore. Intrinsecamente essi sono molto differenti. Il primo
tempo… è grazioso, ingenuo e quasi virginale. L’Adagio... ha la qualità visionaria di
un sogno di beatitudine e il vivo palpito di un’emozione squisitamente umana. Gli
Scherzi sono invece molto simili: ma trovo superiore quello del Trio in si bemolle
maggiore. Tra gli ultimi due movimenti non tento neppure di fare una scelta. Riassumendo,
mentre il Trio in mi bemolle è attivo, virile, drammatico, quello in si bemolle è passivo,
femminile, lirico. Che quest’opera ci rimanga cara come segno di un’eredità preziosa!
Il tempo, per quanto generi un’infinità di cose belle, non riuscirà a creare nel tempo
breve della nostra epoca un altro Schubert”.
“Padronanza tecnica dello strumento, la maturità delle scelte interpretative, la
capacità di mantenere un costante livello di tensione emotiva” (Deutsch Sudkurier).
“Pregevole fattura e impeccabilità […] ammutolendo il suo pubblico, mostrando
sicura professionalità nell’approccio ai diversi temi musicali” (Schwabischezeitung).
Salutata da pubblico e critica, Mariarosaria D’Aprile, violinista versatile e attiva
nel panorama concertistico nazionale e internazionale, si esibisce regolamente in
importante rassegne concertistiche come solista e come camerista: Festival “Monte
San Savino”, Festival Piceno, “Settimane musicali” (Isola d’Elba), Festival delle
Nazioni e Festival Pontino (Sermoneta), Accent08 (Stati Uniti) in Orchestra all’European
Youth Festival (Berlino, Germania), Charleston Manor Festival (Regno Unito) e con
famose orchestre quali Filarmonici di Roma, Gli Archi della Vallisa, I Solisti di Pavia,
I Virtuosi del Conservatorio della Svizzera Italiana, la World Youth Orchestra, sotto
la direzione di prestigiose bacchette quali Pierluigi Urbini, Uto Ughi, Enrico Dindo,
George Pretre, Lu Ja, Giorgio Bernasconi, Robert Cohen, Damiano Giuranna, Neal
Gittleman.
Le sue spiccate qualità musicali, la duttilità e l’espressività del suono, le hanno
meritato apprezzamenti e lodi di compositori contemporanei e importanti direttori
d’orchestra. Numerosi i concorsi che hanno visto Mariarosaria D’Aprile sul podio dei
vincitori: ricordiamo, come solista, “Città di Agropoli” (1995), “Giovani Promesse”
(Taranto, 1996), “Concorso Perosi” (Biella, 1997), “Concorso Internazionale
Postacchini” (Fermo, 1998) e in ambito cameristico, “G. Rospigliosi” (Lamporecchio)
e Accent08 (Cincinnati, Stati Uniti). Ha conseguito inoltre il primo premio assoluto
al concorso “C. Vitale” tenutosi a Fasano e presso la prestigiosa rassegna violinista
“Premio Vittorio Veneto”. Ha all’attivo dischi in veste di solista con musiche di Vivaldi
e l’Ensemble “La Corte Sveva” e con musiche di Piazzolla come membro del duo
“Doble A”. Ha inoltre registrato per la Radio della Svizzera Italiana. Diplomatasi
giovanissima e con il massimo dei voti presso il Conservatorio “Duni” di Matera sotto
la guida di Alessandro Perpich, Mariarosaria D’Aprile si trasferisce a Lugano dove
studia presso il Conservatorio della Svizzera Italiana. Consegue il Diploma cum laude
di “Perfezionamento” e “Solista” sotto la guida di Massimo Quarta. Si perfeziona
inoltre con Corrado Romano, Ivry Gitlis, Marco Rizzi e Anna Chumachenko. Presso
il Mozarteum studia con Igor Ozim.
E’ stata insignita di cospicue borse di studio da parte di prestigiose fondazioni
quali “Lyra Stiftung”, “Geza Anda” e “A. Sprecher”.
Attiva come didatta, nel 2003, dopo aver conseguito il Diploma di Pedagogia,
vince la cattedra come docente della Scuola di Musica del Conservatorio della Svizzera
Italiana. Inoltre e’ docente di Violino e Musica da camera presso il Corso estivo
annuale “Polignano Campus Musica” a Polignano a Mare.
E’ direttrice artistica e promotrice del Festival d’Autunno di Gravina in Puglia.
Suona su un violino del liutaio Paolo Sorgentone (Firenze) costruito nel 1998.
Nicola Fiorino, nato ad Altamura nel 1965, ha iniziato gli studi presso il Conservatorio “N. Piccinni” di Bari sotto la guida del M° Gianlorenzo Sarno. Avendo
manifestato sin da giovanissimo il suo naturale talento musicale, è stato premiato in
diversi concorsi ed è stato invitato dal M° Rocco Filippini a studiare nella sua classe
presso il Conservatorio “G. Verdi” di Milano, dove si è diplomato. Ha poi frequentato
i corsi di Antonio Janigro e Mario Brunello a Brescia e l’Accademia “W. Stauffer”
a Cremona, oltre a numerosi altri corsi di perfezionamento.
All’estero ha proseguito gli studi sotto la guida di Marzio Carneiro presso la
Musikhochschule di Detmold diplomandosi con il massimo dei voti e con Johannes
Goritzki alla “R. Schumann” Musikhochschule di Düsseldorf dove nel 1996 ha
conseguito il Diploma da Solista (Konzertexamen).
Gli anni trascorsi in Germania sono stati caratterizzati da una intensa attività
musicale decisiva per l’evoluzione dei suoi approfondimenti stilistici grazie al contatto
con la tradizione musicale mitteleuropea e alla collaborazione con straordinari musicisti
provenienti da ogni parte del mondo. Queste esperienze gli hanno inoltre permesso
sul piano didattico di maturare un approccio pedagogico volto a proporre le metodologie
e gli approcci stilistici di celebri scuole violoncellistiche internazionali. Si è reinserito
nella compagine musicale italiana dopo aver vinto il Concorso Nazionale per
l’insegnamento nei Conservatori, divenendo così titolare di cattedra di Violoncello
presso il Conservatorio “N. Piccinni” di Bari.
Tra le sue registrazioni figurano i “Fantasiestücke” di R. Schumann per Radio 2,
due LP come primo violoncello solista della Camerata Accademica Lucana, i cui brani
sono stati frequentemente trasmessi da Radio 3, e CD, tra cui uno su musiche di L.
Leo per l’etichetta Tactus.
Si è esibito con successo in Italia ed all’estero con un repertorio che spazia dalla
“Sonata” per violoncello solo di Z. Kodály al repertorio di duo col pianoforte, col
violino, in trio d’archi e con pianoforte, al repertorio solistico con orchestra: Società
Aquilana “Barattelli”; Museo d’Arte Moderna di Torino; Ente Manifestazioni Pescaresi;
“Primavera di S. Lorenzo, Milano; Metz e Festival di Lille, Francia; Losanne, Svizzera;
Festival delle Accademie d’Arte della Nordrhein Westfalen “Spektakel” di Essen, Bad
Hersfeld, Doerentrup, Düsseldorf, Detmold, Germania, ricevendo recensioni che lo
elogiano “per la bellezza del suono, la tecnica ferratissima ed una sensibilità vibrante”,
per “la densa e avvincente vocalità”, e viene riconosciuta chiaramente la sua “grande
musicalità nonché la sua tecnica poderosa che gli consente di affrontare anche i
passaggi più complessi con evidente naturalità”. La sua attività concertistica lo ha
visto impegnato inoltre in prestigiose tournées con la European Community Chamber
Orchestra, con la Detmolder Kammerorchester e con la Jeunesses Musicales World
Orchestra (Festival di Ludwigsburg, Wiesbaden, Accademia d’Arte di Berlino,
Kulturpalast di Dresda, Sala Tchaikowsky e Conservatorio di Mosca). È componente
dell’ensemble dei “Solisti Dauni”, con cui ha eseguito il repertorio cameristico più
celebre dal trio al nonetto, ed è primo violoncello della “Laborintus Chamber
Orchestra”, con cui si è esibito anche in veste solistica sotto la direzione di Karl
Martin. Come solista con orchestra risaltano numerose sue esecuzioni della “Sinfonia
Concertante” di Sergej Prokofiev per violoncello e orchestra e del “Concerto” di E.
Lalo nella stagione sinfonica dell’Orchestra della Provincia di Bari, del “Triplo
Concerto” di L. van Beethoven con l’Orchestra Sinfonica della Magna Grecia, della
“Kammermusik” di P. Hindemith per il Festival Frentano di Lanciano e delle “Variations
de Concert” di J. Françaix.
Francesco Basanisi, nato a Trinitapoli (Fg), ha intrapreso lo studio del pianoforte
all’età di otto anni con il Maestro Antonio Balestrieri. Nel 1996 consegue a pieni voti
la Maturità Scientifica. Nel 1997 ha conseguito il diploma in Pianoforte con il massimo
dei voti, la lode e la menzione d’onore, presso il Conservatorio di musica “N. Piccinni”
di Bari sotto la guida della prof.ssa Mariarita Alfino. Ha partecipato a numerosi
concorsi pianistici nazionali ed internazionali (Barletta, 1° premio assoluto; Camerino,
2° premio; S. Ferdinando di P., 1° premio; Giovinazzo, 1° premio; Mola di Bari, 2°
premio; Città di Ruvo di Puglia, 2° premio con premio speciale “Cassano”; Torre
Canne “C. Vitale”, 1° premio; Città di Apricena, 1° premio con menzione ecc.). Nel
1997 è risultato vincitore di una borsa di studio come miglior diplomato presso il
Conservatorio di musica “N. Piccinni”, offerta dal Rotary Club International. Ha
preso parte attiva alle numerose attività del Conservatorio “N. Piccinni” esibendosi
spesso come solista e con l’orchestra, eseguendo nel giugno 1998 il “Concerto op.
58” di Beethoven. Ha seguito corsi di perfezionamento pianistico e masterclasses con
i pianisti Lazar Berman, Riccardo Risaliti, Fou T’song. In occasione della masterclass
con la nota pianista Laura De Fusco, (già allieva del grande didatta Vincenzo Vitale),
si è esibito con successo al concerto finale dei migliori corsisti all’interno del “Festival
Pianistico del Gargano 1997”. Con la pianista Laura De Fusco approfondisce i suoi
studi presso l’Accademia Internazionale “V. Kandinsky” di Avellino. Ha studiato
Composizione sperimentale presso il Conservatorio “N. Piccinni” sotto la guida dei
Maestri P. Rotili e B. Putignano. Si è esibito sia come solista che in versione cameristica
in varie città italiane quali Bari (Circolo “Barion”, Auditorium “Vallisa”), Reggio
Emilia (Istituto Pareggiato “Peri”), Lucera (Ass. Amici della Musica “Paisiello”),
Barletta (Associazione “Curci”), Laureana Cilento, Poggiardo, Teramo, e straniere
(Bruxelles, Theatres des Martyrs, Sede Istituto Italiano di Cultura; Skopje, Conservatorio
di Musica, Podgorica ecc.). Nel 2004 ottiene un premio speciale al Concorso
Internazionale di Musica Contemporanea di Gioia del Colle.
Dal 1999 collabora attivamente con l ’Accademia dei Cameristi di Bari partecipando
ad ogni stagione concertistica, in formazioni che vanno dal duo al quintetto e con un
repertorio che spazia dagli autori classici ai romantici e moderni. Nel dicembre 2006
si è esibito come solista presso la Sala Giuseppina del Kursaal Santalucia (Bari)
eseguendo il “Concerto in re minore” di Mendelsshon per pianoforte, violino e orchestra
d’archi con l’Orchestra Società dei Concerti di Bari riscuotendo ampi consensi di
pubblico e critica.
Nel corso dell’anno accademico 2006/2007 ha conseguito con il massimo dei voti,
la lode e il plauso della Commissione d’esame, il Diploma Accademico di II livello
in Pianoforte presso il Conservatorio “N. Piccinni” di Bari sotto la guida della prof.
Mariarita Alfino.
E’ docente di Pianoforte presso la Scuola Media ad indirizzo musicale “A. De
Bonis” di San Giovanni Rotondo e presso l’Istituto Margherita di Bari.
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