pro manu scripto
✝
Marzo 2005 • n. 67
QUARTIERE ADRIANO - Chiesa Parrocchiale GESÙ A NAZARET
Via Trasimeno, 53 - 20128 Milano - Tel. 02/259.25.30 - Fax 02/259.02.329
Ricordando il “Gius”
Lo chiamavamo così don Luigi Giussani,
sacerdote milanese che ha “generato” di
fatto CL, Comunione e Liberazione, anche
se lui ha sempre detto di non aver voluto
fondare niente. Aveva iniziato nel 1954 con
la proposta fatta agli studenti delle medie
superiori di Milano, di essere una presenza
visibile nell’ambiente scuola, come era ad
esempio la presenza dei “comunisti”.
Questa prima iniziativa si chiamò GS
(Gioventù Studentesca). L’ho conosciuto agli
inizi di questa sua esperienza che mi affascinava come proposta di una Chiesa viva,
combattiva, in missione negli ambienti e,
per la fiducia che mi ha data affidandomi
subito un “raggio” (gruppo di studenti di una
scuola) da guidare, l’ho seguito cercando di
comprendere la sua proposta che nasceva
solo dall’amore a Gesù e alla Chiesa. Una
delle sue espressioni più significative fatta
il 30 Maggio ’98 davanti al Papa nella giornata di tutti i Movimenti ecclesiali riuniti a
Roma è stata: “L’esistenza si esprime, come
ultimo ideale, nella mendicanza. Il vero
protagonista della storia è il mendicante:
Cristo, mendicante del cuore dell’uomo e
il cuore dell’uomo mendicante di Cristo.”
Sono certo della mendicanza di Cristo che,
”Dio” e uomo, si è accompagnato all’umanità e come buon samaritano si è chinato
sulle mie ferite, sulle nostre ferite; ma non
sono certo del cuore umano mendicante di
Cristo, riflettendo sull’ambiente, sulle persone anche, della città e del quartiere che
mi circonda.
Il motivo di questa mia perplessità è il constatare la grande distrazione che determina
il pensare (!) e l’agire delle persone: non si
guarda alla realtà per quelle che essa è, in
tutte le sue componenti, ma a quello che al
momento mi piace (giudizio estetico) o mi
attira (istintività). Faccio perché mi va di
fare così. Nessuna mendicanza, nessun
grido, nessuna domanda a Cristo. Non mi
pare ci sia stata mendicanza di Cristo nella
risposta alle proposte di questa Quaresima,
di riflessione sulla Domenica o sul significato della Cena del Signore, di preghiera
più intensa con le Lodi o i Vesperi, o del salvadanaio per educarci a condividere.
Come si può essere mendicanti di Cristo e
come è possibile che Lui, mendicante
dell’umanità, mi incontri e io lo possa accogliere? Propongo le tappe della possibile
risposta indicate dal primo libretto di don
Giussani: “Tracce d’esperienza cristiana”.
Impostare il problema umano: dobbiamo
prima di tutto aprirci a noi stessi, prendere
sul serio quello che proviamo, cercarne
tutto il significato. Ne viene un senso di solitudine e di impotenza perché ci accorgiamo
che le nostre esigenze non possiamo risolverle da noi, né lo possono gli altri che sono
come noi. Allora ci si mette insieme con altri
che vivono il nostro stesso ambiente, fraternamente solidali con l’”io” di ogni persona, come me alla ricerca della soluzione alle
stesse esigenze. In questa ricerca ci è di
aiuto l’incontro con qualche persona che ci
pare autorevole perché sta vivendo con un
senso la propria umanità, e la si segue, mantenendo vivo l’atteggiamento di chi cerca, in
un “Altro” misterioso, la risposta definitiva:
è la preghiera.
L’incontro con Cristo è l’avvenimento che
ha suscitato da sempre la domanda: “Chi è
costui?” È l’incontro con una presenza
straordinaria (perdona, conforta…), domina
la natura, ci conosce e ci comprende, parla
affascinando, è come un pastore buono…
L’incontro con Lui è un fatto anche per tutti
noi oggi, starci a questo incontro è libero: se
rischi verificando la sua proposta inizia allora “la grande avventura che fa della vita un
Buona Santa
Pasqua!”
cammino colmo di senso invece di una dissoluzione di istanti”.
Il dono dello Spirito è dato se rimani, anche
se non comprendi, come è stato per i primi,
e l’esperienza della Pentecoste è la scoperta definitiva della “luce che illumina ogni
uomo che viene in questo mondo”. È la cultura cristiana che illumina tutta l’esperienza umana dal punto di vista di “Dio”/ Cristo
Gesù. Non si è più soli, esistere diventa un
dialogo profondo con Colui che mi ama “il
mio vivere è Cristo”. La vera vita dell’uomo,
il senso dell’esistenza è Cristo; e se è per te
capisci che è per tutti. Nasce la comunità,
essenziale alla vita stessa di ognuno, la solidarietà diventa Chiesa, e la comunità cristiana crea nuova civiltà: è qualche cosa di
nuovo, stupisce. Dentro la comunità cristiana, la Chiesa, il Mistero di Cristo viene proposto senza sosta. “Come il Padre ha mandato Me, così io mando voi… tu sei Pietro e
su questa pietra edificherò la mia
Chiesa”(Gv 20). È una autorità nuova cui
obbedisci per amore.
Nella storia, quando l’autorità non è stata
vigile, o viene combattuta, il cammino
umano si complica e ne viene la divisione;
se ascoltata la convivenza umana diventa
capace di vera civiltà. Frutto supremo di
questa presenza nuova, dono dello Spirito,
è una nuova parola e un nuovo gesto di cui
l’umanità diventa capace: la preghiera cristiana il “Padre nostro…”, la Liturgia, i
Sacramenti: gesti e parole nei quali agisce
Gesù.
L’esistenza cristiana diventa allora consapevolezza che esistere è vocazione al progetto di “Dio” che mi ama; e la vocazione
personale si determina vivendo la domanda: “Come posso, con quello che sono,
donarmi per servire di più a Cristo, al sua
Regno?”, e il fare cristiano diventa carità
come condivisione e partecipazione alla vita
dell’altro per amore di Cristo. “l’avete fatto
a Me…”, e il motivo dell’impegno va oltre i
volti e le persone e diventa sguardo universale, l’abbraccio al mondo, universalità.
Mi piacerebbe iniziare qui in parrocchia una
presenza fondata sulla mendicanza di Cristo
e nostra. Se vuoi fatti presente.
don Egidio
Considerazioni generali sulla
frequentazione delle Sante Messe
Mi sembra utile proporre a tutti i dati sulla frequenza alla Cena del Signore
la Domenica, emersi dall'inchiesta fatta il 28 Ottobre u.s. nella nostra parrocchia
con alcune considerazioni tecniche del dott.Giorgio Villani che ha fatto questo lavoro
per la sua parrocchia di santa Bernadetta in Milano.
Sono considerazioni sulla realtà che meriterebbero una riflessione pastorale:
come reagire per rinnovare l'annuncio cristano e il valore della Liturgia?
Sulla modalità e sulla qualità celebrativa della Domenica vedi al termine
le indicazioni emerse nel Consiglio Pastorale Parrocchiale.
E tu cosa ne pensi? Fatti sentire!!!
I primi grafici danno immediatamente l’idea di come sia formata – complessivamente – l’assemblea che partecipa alle messe
del weekend nella parrocchia:
% maschi - femmine
% parrocchia - fuori parrocchia
100
70
88
60
60
30
25
40
40
30
20
60
20
40
15
maschi
femmine
parrocchia
17
0
fuori
7-12 13-17 18-25 26-40 41-60 61-70 oltre 70
ripartizione in gruppi di età (tot = 100)
40
70
64
60
60
20
50
0
30
9
10
0
sempre
spesso
poco
2
quasi mai
20
giovani (7-25)
adulti (26-60)
Si vede dunque che le donne che frequentano sono molto più
numerose degli uomini, la stragrande maggioranza delle persone
abita il territorio della parrocchia, gli adulti sono la categoria più
rappresentata e – all’interno di questa – la classe prevalente sono
le persone della fascia 41-60 anni, seguita dai 26-40enni. È abbastanza positiva anche la frequenza alla messa, perché l’89% dei
partecipanti ci va sempre o quasi sempre: è comunque da ricordare che c’è un comandamento che dice che a messa ci si dovreb-
quale messa frequentano i GIOVANI
(tot = 100)
60
50
32
20
7
8
sa 18.30
do 9.30
do 18.30
0
44
28
12
16
0
sa 18.30
do 9.30
do 11.00
do 18.30
quale messa frequentano i SENIOR
(tot = 100)
60
27
13
34
40
26
30
16
20
10
do 11.00
anni
50
30
20
anni
be andare sempre, e non un po’ sì e ogni tanto no…. invece è il
64% dei fedeli ad andarci tutte le domeniche. La messa principale della comunità è quella della domenica alle 11 che è scelta da
quasi la metà dei partecipanti, molto frequentata è comunque
anche quella della domenica sera.
Nei grafici sotto si possono vedere nel dettaglio quali sono le messe
preferite da ciascun gruppo di età, e si trova la conferma della
messa delle 11 come prima scelta da parte di tutti.
44
30
0
senior (oltre 60)
40
40
10
20
quale messa frequentano gli ADULTI
(tot = 100)
50
52
anni
10
10
0
anni
30
28
20
20
anni
40
40
25
30
anni
quali sono le messe più frequentate in %
(tot = 100)
50
52
50
40
8
3
anni
% frequenza alla messa (tot = 100)
12
8
5
10
0
21
10
12
20
0
32
35
80
50
ripartizione in base all’età (tot = 100)
22
18
10
sa 18.30
do 9.30
do 11.00
do 18.30
0
sa 18.30
do 9.30
do 11.00
do 18.30
Nei grafici si nota anche che i giovani non amano andare a messa
il sabato sera e neppure alzarsi presto alla domenica mattina,
anche gli adulti hanno una preferenza spiccata per i due orari principali della domenica mentre la categoria dei senior si distribuisce
tra tutte le messe.
Un diverso modo di leggere i dati aiuta invece a capire chi frequenta le varie messe in termini di fascia d’età, e questo può esse-
re utile ad esempio per pensare a diversi modi di animazione della
celebrazione in relazione all’età media dei partecipanti: i grafici
sotto riportati evidenziano allora come le due messe principali
della domenica – 11 e 18.30 – vedono una ridotta partecipazione
di Senior e una schiacciante maggioranza di Giovani ed Adulti,
mentre al sabato e alla domenica mattina circa uno su tre partecipanti è ‘aver 60’ (e molti altri più vicini ai 60 che ai 40).
sabato 18.30: composizione per età
(tot = 100)
sabato 9.30: composizione per età
(tot = 100)
54
60
50
50
40
30
17
20
20
10
15
10
giovani (7-25)
adulti (26-60)
senior (oltre 60)
0
domenica 11.00: composizione per età
(tot = 100)
60
giovani (7-25)
adulti (26-60)
senior (oltre 60)
domenica 18.30: composizione per età
(tot = 100)
60
52
50
52
50
40
40
33
30
32
30
15
20
16
20
10
0
32
40
29
30
0
53
60
10
giovani (7-25)
adulti (26-60)
senior (oltre 60)
0
giovani (7-25)
adulti (26-60)
senior (oltre 60)
Dai numeri emerge anche che l’11% delle persone che frequenta
la messa lo fa “raramente” o “quasi mai”: chi sono queste persone? Che età hanno? Sono parrocchiani oppure è gente “di passaggio” nella nostra chiesa?
Esaminando i dati contenuti nelle schede si capisce che sono in
prevalenza MASCHI, abitano nel territorio della PARROCCHIA e
frequentano preferibilmente la messa della DOMENICA SERA: dal
punto di vista anagrafico appartengono alla categoria dei GIOVANI e – in particolare – alla classe di età 18-25 anni. Si possono leggere i grafici qui sotto, che confermano quanto appena scritto ed
aiutano ad introdurre alcune considerazioni specifiche sulle varie
fasce d’età.
% di non frequentanti in ogni classe di età
quale messe frequenta chi partecipa
poco o mai (tot = 100)
20
50
17
15
41
12
11
13
31
30
10
9
10
40
7
5
0
20
16
12
10
0
7-12 13-17 18-25 26-40 41-60 61-70 oltre 70
anni
anni
anni
anni
anni
anni
sa 18.30
do 9.30
do 11.00
do 18.30
anni
COSA FANNO I GIOVANI (dai 7 ai 25 anni)
I “giovani” formano un gruppo numeroso nel suo complesso ma,
analizzando meglio i dati, si nota che accanto ai tanti bambini (712 anni) c’è un numero inferiore di adolescenti (13-17 anni) e una
molto esigua minoranza di ragazzi dai 18 ai 25 anni: sarebbe ad
esempio interessante capire se nel quartiere i ragazzi di questa
fascia di età sono realmente pochi, oppure se sono numerosi ma
il problema è che non frequentano la messa. Tra i ragazzi 1825enni che frequentano – e che abbiamo visto essere già molto
pochi in termini numerici – c’è l’ulteriore elemento critico per cui
quasi uno su cinque (il 17%, come si nota nel grafico appena
mostrato) dichiara di andare a messa molto poco o mai. In prevalenza frequentano la messa delle 11 ma diversi di loro vanno a
quella della domenica sera. Infine sono in prevalenza ragazze, i
maschi di questa età che vengono a messa sono pochissimi. Anche
i bambini 7-12enni non frequentano con assiduità ma – in questo
caso – una delle spiegazione può essere nei genitori che non invitano i propri figli ad andare a messa tutte le domeniche (gite domenicali, settimane bianche, partite di calcio, ecc. ...). I giovani abitano generalmente nel territorio della parrocchia e non sono molti
quelli che arrivano da fuori parrocchia, piuttosto si nota una grande disparità numerica fra i tre sotto-gruppi di età. Abbiamo fatto
un esercizio per capire cosa succede quando non sono più i genitori a mandare i ragazzi a messa ma comincia ad essere una decisione dei ragazzi stessi: fatto 100 il numero dei bambini fino ai
dodici anni che frequentano, rimangono solo 46 gli adolescenti 1317enni che continuano ad andare a messa (neppure la metà) e
addirittura sono meno di venti i giovani dai 18 ai 25 anni: dall’età
bambino all’età ‘giovane' il tasso di abbandono è dell’80%!
COSA FANNO GLI ADULTI (dai 26 ai 60 anni)
Abbiamo già visto che la classe degli adulti è quella assolutamen-
te maggioritaria fra coloro che frequentano le celebrazioni in parrocchia: numericamente le persone di questa fascia d’età sono
quasi il doppio dei giovani fino ai 25 anni e oltre due volte e mezzo
il numero dei ‘senior’. È da dire che all’interno degli adulti è
comunque prevalente il peso dei 41-60enni rispetto ai 26-40enni,
sono cioè più i cinquantenni che i trentenni. Gli adulti che vengono a messa abitano in grandissima parte il territorio della parrocchia (la percentuale di adulti che proviene da fuori parrocchia
è bassissima) e sono in prevalenza donne: 60% contro solo il 40%
di uomini. Se consideriamo che fra i giovani la percentuale tra
maschi e femmine è simile (donne 52% - uomini 48%), sembra che
al crescere dell’età gli uomini facciano un po’ più fatica a frequentare. Gli adulti in generale hanno una frequenza alla messa
inferiore rispetto alle altre categorie: la percentuale di chi frequenta sempre o spesso è di poco inferiore a quella dei giovani,
87% contro 89%. Ma spaccando questo dato ed osservando quanti adulti frequentano “sempre” la messa tale valore scende al 60%,
che è nettamente il più basso fra i tre raggruppamenti di età.
ne anche per poter offrire un aiuto nella raccolta.
• Invitando e accogliendo qualche persona o famiglia in difficoltà per conoscerla ed avviare magari qualche rapporto di
aiuto, sia in parrocchia o anche aprendo le nostre case.
• Organizzando giochi per i bambini nel pomeriggio e per gli
adulti un momento di riflessione (magari con una traccia, un
articolo, meditazioni distribuite la domenica precedente) di 1
ora al massimo in modo tale da lasciare comunque spazio alla
conversazione.
• Invitando tutti, genitori e bambini, ad un momento di preghiera conclusivo con recita dei Vesperi e Benedizione.
Suggerimenti e proposte
per migliorare la "qualita' celebrativa"
delle assemblee liturgiche
Suggerimenti e proposte
per migliorare le modalità del vivere
il "giorno del Signore"
Le qualità celebrative esigono fede nella presenza di Gesù
nell'Assemblea Eucaristica, " La cena del Signore".
Al gruppo liturgico spetta lavorare e curare gli aspetti che favoriscano:
• il servizio del lettorato per promuovere una attenzione e preparazione adeguata delle letture;
• la proposta di canti semplici che possano essere eseguiti dalla
assemblea, adeguatamente preparati prima dell'inizio della
Cena del Signore;
• lo scambio della pace fra i fedeli accompagnato magari da un
canto;
• la preparazione della celebrazione e la processione offertoriale;
• il modo di essere presenti, invitando i fedeli ad occupare i posti
attorno alla mensa e curando che non ci siano persone in piedi
o andirivieni di fedeli alla ricerca di posti durante lo svolgimento della liturgia;
• la partecipazione attiva dei fedeli a tutti i momenti della liturgia, ricordando ogni tanto, con l'aiuto del Sacerdote, il significato dei gesti compiuti;
• il creare un'area di rispetto davanti al tabernacolo;
• la puntualità all'inizio della celebrazione;
• la distribuzione del foglio degli avvisi;
• le comunicazioni, al termine della celebrazione;
• il momento di silenzio e di meditazione dopo la comunione;
• il canto finale, eseguito con la presenza del sacerdote sull'altare e l'uscita ordinata e senza frastuono per rispetto del luogo e
dei fedeli che vogliono sostare ancora per qualche istante in
preghiera.
È possibile lavorare e migliorare se si crede alla Chiesa, luogo
della propria vita di fede e alla parrocchia "Chiesa di appartenenza". La comunità parrocchiale è parte del vivere sociale, gruppo di famiglie che si aiutano nella quotidianità e si richiamano
al senso da dare alla realtà che incontrano. Per migliorare la
modalità di vivere il giorno del Signore la nostra parrocchia
potrebbe rivalorizzare le domeniche di fraternità perchè siano
sempre più "domeniche insieme":
• Per sensibilizzarci alla carità facendole coincidere con le domeniche di raccolta viveri del gruppo caritas. Sarebbe l'occasio-
Si potrebbe introdurre :
• il salmo responsoriale cantato;
• la partecipazione dei bambini della catechesi assieme ai genitori per rafforzare e sollecitare la partecipazione attiva di tutta
la famiglia ai momenti di crescita nella fede;
• la concelebrazione nelle solennità e nei momenti più importanti dell'attività parrocchiale;
• qualche richiamo ai momenti formativi svolti durante la settimana e alla liturgia della domenica precedente come per tracciare e ricordare il cammino fatto.
COSA FANNO I SENIOR (dai 61 anni in avanti)
I grafici riportati all’inizio mostrano come questa sia una parrocchia relativamente ‘giovane', gli ‘aver 60’ sono infatti pochi se considerati in rapporto alle altre fasce d’età: è un fatto comunque che
un parrocchiano su cinque ha più di sessanta anni (e quasi la metà
tra questi viaggia oltre la settantina). Il dato positivo viene
dall’osservare che i giovani sono più numerosi dei senior, e questo porta – statisticamente parlando – a prevedere un abbondante ‘ricambio generazionale’ nelle persone che frequentano: non
sono tante le parrocchie che mostrano numeri del genere, di solito gli aver sessanta sono nettamente superiori agli under 25! Il problema è casomai quello di mantenere la fedeltà alla messa da parte
dei giovani ma mano che crescono e diventano adulti, ma questo
è un altro discorso che nulla ha a che vedere con la statistica.
Il dato sui flussi di età fa prevedere però un progressivo invecchiamento dell’età media dei fedeli, perché quando la grande
massa di adulti diventerà ‘senior’ (e molti sono vicini) non ci sono
abbastanza giovani per compensare questo spostamento.
DOMENICA 22 MAGGIO 2005
PREPARATI AL GITONE
CELEBRAZIONI LITURGICHE
DOMENICA
GIORNI FERIALI
SABATO
ore 9,30, 11,00 e 18,30:
ore 07,15:
ore 18,45:
ore 09,00:
ore 16,00:
“Cena del Signore” (prefestiva ore 18,30)
“Lodi”
“Cena del Signore” (Lu - Me - Ve) ore 21,15: Martedì
“Cena del Signore” (Ma - Gv - Sa)
“Riconciliazione”
UFFICIO PARROCCHIALE
Egidio Villani sacerdote
Marco Lucca sacerdote
Via Trasimeno, 53
GIORNALINO PARROCCHIALE
Telefono 02.272.00.882
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N° 67 - Marzo 2005 - Parrocchia Gesù a Nazaret