Storie di ordinaria
amministrazione
Avventure e vicissitudini di un Centro d’Ascolto a Bologna
Antoniano ONLUS
STORIE DI ORDINARIA AMMINISTRAZIONE
Presentazione
Storie, storie di persone che sono intorno a noi e di cui spesso
neppure ci accorgiamo se non ci fermano a chiedere qualcosa.
Storie di uomini e donne che nella loro disperazione vagano per
le nostre strade in cerca di qualcosa che neppure loro conoscono.
Storie di stranieri che arrivano per cercare di raggiungere un benessere e una tranquillità che non hanno mai conosciuto.
Storie di utenti che bussano alla porta nella speranza che questa
apra a qualcosa di nuovo.
Storie di qualcuno che non ha più identità perché ha perso se
stesso e non sa più neppure chi è. Storie di solitudine, di abbandono, di rifiuto, di disperazione…e allora perché raccontarle,
perché sintetizzarle in poche righe e in quelle righe cercare di trasmettere una vita passata in maniera per molti di noi inconcepibile?
Eppure, se non le raccontiamo, queste storie rimarranno conosciute a pochi, a coloro che quotidianamente incontrano queste
persone, che cercano di dare anche un piccolo sostegno e che a
volte sono sopraffatti dalla incapacità di aiutarli e di trovare una
soluzione a ciò che li affligge.
Sporadicamente vi è qualche luce che si accende nel buio di queste storie…ed io sono convinto che sono quelle poche luci che
danno la forza di continuare ogni giorno ad avvicinarsi a loro e
continuare ad ascoltarli… sì… ascoltarli… perché pochi lo fan-
STORIE DI ORDINARIA AMMINISTRAZIONE
no… ascoltarli…
Queste storie raccontate in poche righe vogliono essere un modo
di dare voce a coloro che nessuno ascolta. Vogliono essere una piccola frustata al nostro perbenismo che ci fa parlare di loro senza
neppure conoscerli. Vuole essere un richiamo per dirci che se i
“senza voce” non vengono ascoltati e se non si trova una soluzione reale ai bisogni più elementari, allora il nostro sistema di società avrà fallito.
Ascoltiamo.
Fr. Alessandro Caspoli, ofm
Direttore Antoniano
STORIE DI ORDINARIA AMMINISTRAZIONE
Introduzione
A partire da ottobre 2006 l’Antoniano ha ampliato i propri
progetti sul sociale costituendo un Centro d’Ascolto a supporto della sua storica Mensa, a cui ha affidato il compito di
aiutare le persone che si rivolgono all’Antoniano nel rapporto
con i servizi e con la rete di associazioni che operano in città.
Dalla sua apertura a oggi (3 settembre 2010) il Centro d’Ascolto ha incontrato 1.590 utenti, italiani e stranieri.
Le dodici storie che seguono intendono dare conto, agli utenti come alle persone che in vario modo sostengono le attività
dell’Antoniano, del lavoro che ogni giorno svolgono gli operatori professionali del Centro d’Ascolto, di fronte alle difficoltà in cui si trovano oggi i Servizi Sociali della nostra città.
Non si tratta, per noi, di lanciare semplicemente un grido
d’allarme. Sappiamo bene che per uscire dalle difficoltà gridare non basta, e che occorre contribuire concretamente con il
proprio impegno. Ma siamo certi che indicare i punti critici
sia anche il primo passo per trovare la soluzione.
Centro Ascolto Antoniano
STORIE DI ORDINARIA AMMINISTRAZIONE
1.
Il 3 giugno 2010, si presenta al Centro d’Ascolto Antoniano
Sara*, una signora da poco libera dagli arresti domiciliari e
prossima a perdere l’appartamento in cui conviveva con l’ex
compagno, ora in carcere.
La signora avrebbe a disposizione, nel sud Italia, l’appartamento in cui vive il padre anziano, ma non può abitarvi perché nello stesso paese si trova anche l’ex marito, il quale era
solito picchiare la donna, al punto da mandarla numerose
volte all’ospedale e perfino in coma. L’ex marito, dopo che la
signora ha avuto il coraggio di lasciarlo, ha rivolto alla donna
pesanti minacce di morte, minacce che l'hanno spinta a scappare verso Bologna.
Sara, inoltre, si trova in una situazione economica di estrema
precarietà: da quasi un anno non lavora a causa della detenzione e dei successivi arresti domiciliari.
Si contatta quindi il Servizio Sociale del Quartiere di residenza dell’utente, per parlare con la nuova Assistente Sociale che
sostituisce quella con la quale Sara aveva già parlato.
*
I nomi indicati nel libro sono di fantasia e non hanno alcuna corrispondenza con le
storie trattate.
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STORIE DI ORDINARIA AMMINISTRAZIONE
L’Assistente Sociale risponde che non è disposta a prendere un
appuntamento con la signora in quanto, visto il periodo di assestamento del servizio (dovuto appunto al cambio delle Assistenti Sociali), intende occuparsi solo delle vere “emergenze”.
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STORIE DI ORDINARIA AMMINISTRAZIONE
2.
A febbraio 2010 accompagniamo Biagio all'Anagrafe per
chiedere il trasferimento di residenza in via Mariano Tuccella,
la via fittizia per le persone senza dimora. Avviata la pratica, le
impiegate dell’Anagrafe spiegano che l’operazione richiederà
due o tre settimane di tempo.
Biagio vive a Bologna da trent'anni e ha sempre avuto una residenza, di cui l’ultima, al momento in via di cancellazione, in
un dormitorio comunale.
A inizio marzo l’Anagrafe telefona al Centro d’Ascolto Antoniano per chiedere di compilare il modulo con la richiesta di
domicilio postale presso il nostro ufficio; modulo necessario
per avviare le pratiche relative alla residenza.
A fine marzo l’Anagrafe telefona nuovamente al Centro d’Ascolto per chiedere di mandare, questa volta via fax, sempre lo
stesso modulo, perché hanno avuto dei problemi interni e
non sono riusciti a inviarlo all’ufficio competente. Sempre su
richiesta dell'Anagrafe, il Centro d'Ascolto manda successivamente lo stesso documento altre due volte via fax.
Da aprile a luglio chiediamo periodicamente all'Anagrafe di
conoscere lo stato della pratica e di sollecitare l’operazione in
quanto sembra richiedere più tempo del previsto, ma nessun
operatore riesce a darci mai risposte adeguate.
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STORIE DI ORDINARIA AMMINISTRAZIONE
In luglio, data l’ambiguità della situazione, decidiamo di telefonare alla polizia giudiziaria di Bologna, incaricata di verificare la veridicità delle dichiarazioni fornite da coloro che richiedono la residenza in via Mariano Tuccella. L’operatore
della polizia spiega che si trova al momento in difficoltà, perché deve effettuare molti controlli dello stesso genere. Non sa
quando potrà occuparsi di questa verifica, tuttavia spera di
potersene occupare in settimana.
Dopo questa telefonata non abbiamo più notizie fino a fine
agosto, quando un ufficiale giudiziario si presenta presso l'Antoniano per verificare la reale presenza di Biagio. Poiché l'attività del Centro d'Ascolto in agosto è ridotta e copre meno
ore, l'incontro non va a buon fine. Dobbiamo quindi rinviare
la data del controllo alla ripresa della normale attività del
Centro d'Ascolto.
All'inizio di settembre avviene finalmente il controllo e attualmente siamo in attesa dei tempi burocratici per il completamento delle pratiche amministrative.
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STORIE DI ORDINARIA AMMINISTRAZIONE
3.
Luciano è nato nel 1944 a Bologna, ha la residenza anagrafica
in Spagna e una precedente residenza a Bologna.
La carta di identità a lui intestata è stata emessa dal Comune
di Bologna nel 2007 e ha scadenza nel 2012.
Luciano si è presentato per la prima volta al Centro d’Ascolto
nell’ottobre del 2009 e da allora ha usufruito regolarmente
della mensa dell’Antoniano. Durante il primo colloquio ha
raccontato di essere tornato in Italia ad agosto 2008 dopo
aver trascorso un periodo in Spagna, per motivi di lavoro.
Al suo ritorno in Italia è stato accolto da un amico in provincia di Bologna e riferisce di essersi rivolto ai Servizi Sociali di
quel Comune senza aver avuto però alcun aiuto.
Da marzo 2010, con il nostro aiuto, ha iniziato a percepire la
pensione.
Sempre nel mese di marzo, l’utente è stato accompagnato all’Anagrafe per fare domanda di residenza in via Mariano Tuccella, ma non è stato possibile avviare le pratiche in quanto
Luciano ha dichiarato di dormire in provincia e non a Bologna.
A partire da quel momento ci è sembrato che il suo comportamento fosse diventato molto ambiguo e contraddittorio: ha
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STORIE DI ORDINARIA AMMINISTRAZIONE
lasciato l’alloggio dell’amico ed è entrato in una struttura di
accoglienza del privato sociale dove, però, è rimasto solo pochi giorni perché si era convinto che la struttura gli richiedesse il pagamento di un affitto giornaliero da centinaia di euro e
che al suo interno vi fossero presenze “malvagie”.
Questo tipo di discorsi hanno insinuato in noi il leggero sospetto che Luciano avesse una percezione alterata della realtà;
il che è stato confermato da lui, in qualche modo, alla fine di
aprile 2010, quando ci ha chiesto aiuto per fargli tornare la
memoria.
Luciano racconta di vedere esseri “non-umani incappucciati
di nero” che gli provocano sensazioni negative; inoltre i suoi
racconti non coincidono con fatti realmente accaduti: non ricorda gli orari degli appuntamenti e non ricorda in che modo
utilizza i soldi presenti sul suo conto (in un mese è arrivato a
spendere 1000 euro dicendo di averli utilizzati per mangiare).
Preoccupati per il suo stato di salute, il 28 aprile lo abbiamo
accompagnato da Sokos per un colloquio con un medico di
base il quale ha valutato la situazione e ha prescritto una consulenza psichiatrica.
La psichiatra del CSM, dopo aver parlato con Luciano, ha
consigliato una visita neurologica urgente in quanto, secondo
lei, le alterazioni delle percezioni potevano risalire ad un processo patologico di tipo organico.
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STORIE DI ORDINARIA AMMINISTRAZIONE
Su indicazione della psichiatra abbiamo consegnato a Luciano
le copie dei suoi documenti di identità, custodendo in ufficio
gli originali in quanto il rischio di smarrimento degli stessi era
molto elevato.
Con il referto della psichiatra un nostro operatore è tornato
dal medico di Sokos il quale ha consigliato di recarsi al Pronto
Soccorso per una sospetta lesione espansiva cerebrale.
Non potendo accompagnare l’utente il giorno stesso e nemmeno nei due giorni seguenti (sabato e domenica), ci si è dati
da fare per trovargli un posto letto in emergenza presso il dormitorio pubblico di bassa soglia, dove lo abbiamo accompagnato in tarda serata.
Successivamente si è appreso che l’utente ha usufruito del posto letto solo la notte di venerdì; si è ripresentato la sera del
sabato ma non ha passato la notte nella struttura.
Allo stesso tempo è stata inviata una relazione dettagliata al
Comune per spiegare la situazione di Luciano e chiedere un
coinvolgimento dei Servizi Sociali.
Il lunedì mattina (3 maggio 2010) Luciano è stato trovato
fuori dal nostro Centro d’Ascolto. Era stato accompagnato da
due poliziotti i quali hanno riferito di averlo raggiunto presso
un negozio di via Arno in seguito alla chiamata della negoziante, alla quale Luciano aveva detto di non sapere dove fosse
e come si chiamasse. Si è subito accompagnato Luciano al
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STORIE DI ORDINARIA AMMINISTRAZIONE
Pronto Soccorso dell’ospedale che ha disposto un ricovero nel
reparto di geriatria.
Questo intervento non ha portato ad alcun risultato in quanto il paziente ha abbandonato l’ospedale il giorno seguente
senza sottoporsi a nessun esame medico approfondito.
Il 18 maggio, preoccupati per la prolungata assenza di Luciano dal Centro d’Ascolto, e dopo aver chiesto informazioni ai
servizi itineranti della città, si è sporto denuncia di scomparsa.
Luciano si è poi ripresentato al Centro d’Ascolto due giorni
dopo; aveva con sé documenti medici rilasciati nei giorni precedenti dal Pronto Soccorso dell’ospedale di Firenze dove, secondo lui, era stato accompagnato da una camionetta della
polizia.
Poiché l’utente continuava a lamentare forti dolori all’addome, lo si è accompagnato al più vicino Pronto Soccorso, dove
è stato ricoverato per calcoli renali.
Durante il ricovero abbiamo preso numerosi contatti con il
medico del reparto, le infermiere e l’Assistente Sociale dell’Ospedale per spiegare dettagliatamente la situazione di Luciano.
Ogni giorno un nostro operatore si recava all’ospedale per far
visita al paziente e per reperire informazioni dai medici e, in
accordo con le infermiere, abbiamo accompagnato Luciano
all'Anagrafe per presentare una nuova domanda di residenza.
Ci viene detto che la pratica dovrebbe concludersi in 4-6
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STORIE DI ORDINARIA AMMINISTRAZIONE
mesi, in quanto Luciano è cittadino italiano iscritto all’AIRE
(anagrafe italiani residenti all’estero).
Il 17 giugno 2010 l’Assistente Sociale Ospedaliera del nuovo
reparto in cui era stato trasferito il paziente contatta il Centro
d’Ascolto. Ci siamo quindi recati in reparto per incontrare sia
il medico che l’Assistente Sociale. Dopo aver spiegato loro la
storia di Luciano, il medico ha predisposto la lungo-degenza e
l'Assistente Sociale ha illustrato il percorso che intendeva fare:
avrebbe preso contatti con l’Assistente Sociale Anziani del
Quartiere di riferimento dell'Ospedale e avrebbe predisposto
un incontro tra gli operatori del Centro d’Ascolto Antoniano
e i servizi, per cercare di affrontare con l’utente le possibili soluzioni post-dimissione (casa di riposo/casa protetta). L’Assistente Sociale, inoltre, si sarebbe impegnata per far ottenere a
Luciano la tessera sanitaria.
Il 25 giugno 2010 Luciano è stato dimesso dall’ospedale. Sul
foglio di dimissione è riportato che il paziente è guarito dai
calcoli ai reni.
Si contatta subito l'Assistente Sociale Ospedaliera che informa che il medico si era sbagliato nell'assegnare al paziente la
lungo-degenza e che lei ha fissato per Luciano un appuntamento con l'Assistente Sociale del Quartiere di riferimento
per il 24 agosto.
L’Assistente Sociale Ospedaliera, inoltre, suggerisce a Luciano
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STORIE DI ORDINARIA AMMINISTRAZIONE
di andare a dormire in una struttura di accoglienza del privato
sociale.
Abbiamo contattato il responsabile della struttura, che ha
confermato di essere stato chiamato dall'ospedale per l'inserimento di una persona, con la rassicurazione che sarebbe stato
contattato dall’Assistente Sociale di Quartiere per il pagamento della retta.
Il responsabile della struttura, però, non ha ricevuto nessuna
telefonata e ci dice chiaramente che avrebbe potuto ospitare
Luciano gratuitamente solo per qualche giorno.
Inviamo pertanto un'e-mail urgente all'Assistente Sociale del
Quartiere chiedendo di essere contattati al più presto per la
discussione del caso.
In un primo momento la risposta del Quartiere è quella di
non poter prendere in carico l’utente in quanto non residente
a Bologna (a tal fine, infatti, la domanda di residenza non ha
nessun valore).
In seguito a numerose telefonate si è infine riusciti ad ottenere un appuntamento con l’Assistente Sociale per il primo luglio.
Durante l’incontro si è illustrato il caso all’Assistente Sociale,
la quale si è impegnata a riportarlo alle sue responsabili per
valutare la possibilità di seguire la persona.
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STORIE DI ORDINARIA AMMINISTRAZIONE
Dieci giorni dopo l’Assistente Sociale del Servizio Anziani del
Quartiere riferisce che, vista la gravità della situazione, il servizio ha accettato di prendere in carico Luciano. Il servizio
non è però in grado di occuparsi da solo del caso e chiede aiuto e collaborazione al nostro Centro d’Ascolto.
Si concorda di procedere con una richiesta di inserimento in
una casa di riposo provvista di un reparto per persone autosufficienti e idonea alle esigenze di Luciano. Il Centro d'Ascolto si impegna quindi a portare avanti le pratiche per l’inserimento.
Il 16 luglio Luciano si presenta in ufficio e si coglie così l’occasione per discutere con lui di quanto concordato con l’Assistente Sociale di Quartiere. Luciano accetta il percorso e firma
la domanda di ingresso in struttura.
Il 17 agosto ci viene comunicato dalla struttura che Luciano
può fare la visita medica necessaria all’inserimento. Due giorni dopo viene effettuata la visita e il 20 agosto Luciano entra
ufficialmente in struttura.
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STORIE DI ORDINARIA AMMINISTRAZIONE
4.
A fine ottobre 2009 si presentano al Centro d'Ascolto due
gemelli rumeni di 22 anni.
Riferiscono di essere orfani, arrivati in Italia alla fine del 2008
e a Bologna da pochi giorni. Sono in possesso delle sole copie
dei documenti identificativi rumeni. Gli originali sono stati
rubati.
A inizio dicembre si presentano al Centro d’Ascolto preoccupati di essere stati fermati dalle forze dell’ordine che gli hanno
intimato di lasciare il paese in quanto non regolari nel loro
soggiorno in Italia.
Anche se non sono considerati clandestini, non sono nemmeno nella condizione di cittadini regolari in quanto privi di alloggio, di un lavoro stabile e di una residenza.
Possono rimanere in Italia, poiché sono cittadini europei, ma
allo stesso tempo nessuno può fornire loro un contratto di lavoro regolare dal momento che non sono residenti e sono, soprattutto, privi di documenti originali. Inoltre, in quanto non-residenti, non possono neppure accedere ad alcun Servizio
Sociale.
Per ottenere una copia dei documenti originali dovrebbero
tornare in Romania, visto che in Italia i consolati non li rila18
STORIE DI ORDINARIA AMMINISTRAZIONE
sciano. Ma per tornarvi servono sia i soldi del viaggio (circa
80 euro a testa per un biglietto dell'autobus) che quelli per il
documento temporaneo che permette di transitare attraverso i
paesi non europei (circa 85 euro a testa).
Il 23 dicembre un operatore del Centro d’Ascolto Antoniano
accompagna i due fratelli al Consolato rumeno di Bologna
per capire come ottenere i documenti necessari al loro rimpatrio. Nel frattempo una volontaria di una parrocchia di Bologna, che conosce i due ragazzi, si offre di contribuire ai costi
per il viaggio di ritorno in Romania. Subito dopo Natale torniamo al Consolato rumeno per ritirare i documenti dei due
giovani.
In gennaio 2010 i due fratelli prendono finalmente l'autobus
con il biglietto pagato in parte dal nostro Centro d’Ascolto e
in parte dalla volontaria della parrocchia.
Nell'agosto di questo stesso anno, però, i due gemelli si ripresentano all'Antoniano. Sono tornati in Italia perché il lavoro
che avevano in Romania è finito: la ditta è stata chiusa e loro,
disoccupati, hanno preferito la “vita di strada” in Italia rispetto a quella in Romania. Durante questo mese mantengono i
contatti con gli operatori che seguono la distribuzione del
cibo in strada. Appena il Centro d'Ascolto ha ripreso la sua
normale attività, abbiamo preso i contatti con un servizio sociale privato, il quale ha offerto ai due ragazzi un alloggio
temporaneo.
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STORIE DI ORDINARIA AMMINISTRAZIONE
5.
Pina, una donna nata nel 1943 in provincia di Ferrara, si è
presentata per la prima volta al Centro d’Ascolto Antoniano
nel marzo 2009 e da allora ha usufruito regolarmente della
mensa.
Durante il primo colloquio ha raccontato di essere ospite
presso il figlio nella casa di edilizia pubblica a lui assegnata.
Già dopo poco tempo si è capito che la situazione generale di
Pina era molto complessa, in particolare riguardo al rapporto
con i figli. In più occasioni ha espresso la fatica quotidiana del
vivere con il figlio e il desiderio di trovare una nuova sistemazione.
Nell'aprile 2009 apprendiamo che Pina è conosciuta anche
dalla Caritas. Si prendono quindi contatti con l’operatrice che
la segue e, in collaborazione, si cerca di avvicinarla al Servizio
Sociale del Quartiere di riferimento, Quartiere dove lei di fatto vive nonostante sia residente in provincia di Bologna.
Dopo una prima risposta negativa da parte del Servizio Anziani del Quartiere, il nostro Centro d’Ascolto provvede a mettere in contatto l’utente con i servizi del suo Comune di residenza che, però, non possono effettuare la presa in carico, in
quanto la residenza di Pina è in fase di cancellazione e lei, di
fatto, non vive più lì.
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STORIE DI ORDINARIA AMMINISTRAZIONE
Si riportano quindi queste ultime informazioni al Servizio Sociale Anziani del Quartiere e, a marzo 2010, cerchiamo di
creare un percorso che preveda la collaborazione tra il Centro
d’Ascolto e i Servizi Sociali Adulti e Anziani del Quartiere.
In sostanza, l’Assistente Sociale Adulti, che ha in carico il figlio di Pina, dovrebbe spiegare a questi l’importanza di concedere alla madre la residenza presso la sua abitazione, così che
quest'ultima possa essere presa in carico dal Servizio Anziani.
Il servizio si impegna a occuparsi personalmente della successiva comunicazione ad ACER in merito all’allargamento del
nucleo familiare dell’assegnatario dell’alloggio.
Nel maggio 2010, di sua iniziativa, Pina prende residenza
presso la casa del figlio.
Alla luce di ciò, il Servizio Anziani del Quartiere è quindi costretto a farsi carico a tutti gli effetti dell'utente. Pertanto
prendiamo per Pina un appuntamento con la sua nuova Assistente Sociale per il 14 giugno. Prima di tale incontro contattiamo l'Assistente Sociale per illustrale il caso.
Due giorni dopo il loro incontro, l’Assistente Sociale contattata il nostro Centro d’Ascolto e chiede se gli operatori sono
disposti ad accompagnare Pina all'ACER perché comunichi
di aver preso residenza presso la casa del figlio.
Vista la richiesta contattiamo ACER che però ci informa che
la dichiarazione dell’allargamento del nucleo familiare e/o la
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STORIE DI ORDINARIA AMMINISTRAZIONE
dichiarazione di ospitalità presso una casa di edilizia pubblica
va effettuata dall’assegnatario della casa stessa.
Si riportano quindi all’Assistente Sociale Anziani del Quartiere le nuove informazioni acquisite e lei si impegna a riferire il
tutto alla collega del Servizio Adulti che ha in carico il figlio
di Pina e alla responsabile del Servizio Sociale del Quartiere.
Il 7 luglio il Centro d’Ascolto Antoniano, non avendo più notizie, ricontatta l’Assistente Sociale la quale risponde di essere
appena rientrata dalle ferie e di non aver ancora sottoposto la
problematica alla collega e alla responsabile.
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STORIE DI ORDINARIA AMMINISTRAZIONE
6.
Damiano si è presentato per la prima volta al Centro d’Ascolto Antoniano nel settembre 2007 riferendo di essere nato nel
1974 in provincia di Catania, di vivere a Bologna e di essere
da tempo in cerca di lavoro.
Ha usufruito della Mensa dell’Antoniano fino alla fine del
2007 per poi ripresentarsi al servizio a novembre 2009.
In quell’occasione racconta di dormire in stazione da qualche
mese e di essere in carico all’Assistente Sociale Adulti del
Quartiere di riferimento per chi dorme in stazione.
Per tutto l’inverno 2009/2010 Damiano cerca ripari notturni
provvisori all’interno di strutture, private e non, presenti sul
territorio.
In febbraio il nostro Centro d’Ascolto si confronta con il Servizio Adulti del Quartiere, e l’educatore presente manifesta la
necessità di svolgere con l’utente un lavoro di accompagnamento costante. Viste le grosse lacune educativo-culturali di
Damiano occorre seguirlo e indirizzarlo in maniera regolare,
nonostante sia in grado di affrontare e svolgere i compiti concordati volta per volta.
Da maggio ad agosto 2009, infatti, era stata attivata una borsa lavoro presso una cooperativa con un ottimo risultato, ma
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STORIE DI ORDINARIA AMMINISTRAZIONE
terminata la borsa lavoro la cooperativa non ha avuto modo
di impiegarlo in modo stabile.
Il Servizio Adulti ha quindi iniziato la ricerca di una nuova risorsa per Damiano e, in maggio 2010, l’Assistente Sociale ci
illustra il progetto che ha pensato per lui. Questo prevede un
inserimento lavorativo presso una cooperativa sociale che si
occupa di favorire l’inclusione delle persone svantaggiate.
In quel periodo, l’Assistente Sociale, in previsione della propria sostituzione che sarebbe avvenuta a fine maggio, si preoccupa di informare della situazione il Centro d’Ascolto in
modo dettagliato, cercando di garantire la continuità progettuale con l’utente.
Il 9 giugno inviamo alla nuova Assistente Sociale una relazione dettagliata sul percorso fatto con Damiano sia presso il
Centro d’Ascolto, sia presso altri servizi e strutture del territorio bolognese. Nell'e-mail ci rendiamo disponibili per qualsiasi tipo di collaborazione.
L’Assistente Sociale risponde ringraziando della disponibilità e
del lavoro fatto, ma esprime le proprie difficoltà nel riprendere in mano la situazione in quanto la cartella dell’utente è aggiornata solo fino a maggio 2009, e non c’è quindi alcuna
traccia del lavoro svolto fino a oggi.
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STORIE DI ORDINARIA AMMINISTRAZIONE
7.
Il 6 maggio 2010 si presentano presso il Centro d’Ascolto Antoniano una coppia di ragazzi molto giovani di nazionalità rumena. Ci raccontano di essere in Italia dal 2006 e a Bologna
da 3 mesi, tutti passati a dormire in stazione.
La ragazza è incinta di 5 mesi e, per questo, oltre alle solite informazioni utili per vivere a Bologna, le consigliamo di recarsi
allo Sportello Sociale del Quartiere di riferimento per chi dorme in stazione e di chiedere un colloquio con un’Assistente
Sociale.
Allo Sportello Sociale gli rispondono però che, non essendo
residenti, non possono fissargli alcun colloquio.
Il giorno seguente, prendiamo contatti con l’Assistente Sociale del Quartiere per chiedere spiegazioni in merito all’accaduto. L’Assistente Sociale risponde che la coppia non può essere
presa in carico dal servizio in quanto di nazionalità rumena e
non residente a Bologna.
Il fatto che la ragazza sia incinta non è considerato un motivo
sufficiente per una presa in carico di emergenza.
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STORIE DI ORDINARIA AMMINISTRAZIONE
8.
Grigore si presenta per la prima volta al Centro d’Ascolto a
settembre 2007 riferendo di dormire in strada, di non avere
mai avuto un’abitazione nell’ultimo anno e di svolgere saltuariamente qualche lavoretto in nero.
Da allora usufruisce della Mensa dell’Antoniano a periodi alterni a seconda del possesso o meno di un lavoro.
Da giugno 2009 è in carico ai Servizi Sociali del Quartiere di
riferimento.
Ad agosto trova lavoro come badante presso un anziano invalido. Mantiene quel lavoro fino ad aprile 2010, quando l’anziano viene inserito in casa di riposo.
Da aprile Grigore riprende ad usufruire regolarmente della
Mensa dell’Antoniano e ristabilisce i contatti con l’Assistente
Sociale del Quartiere, la quale lo inserisce in lista per il dormitorio.
In luglio l’Assistente Sociale che l’ha in carico lo informa della
possibilità di prendere la residenza a Bologna e di essere inserito nella lista unica di accesso ai dormitori. L'ingresso non
avverrà però in tempi brevi, per cui dovrà avere molta pazienza. Durante il colloquio l’Assistente Sociale fa riferimento ad
uno specifico dormitorio di Bologna, per cui, quando dieci
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STORIE DI ORDINARIA AMMINISTRAZIONE
giorni dopo Grigore riceve una telefonata da un altro dormitorio, che lo informa della disponibilità di un posto letto
presso la loro struttura, lui rifiuta credendo di dover rispettare
l'impegno preso con la sua l’Assistente Sociale e pensando altrimenti di farle un torto. Tre giorni dopo Grigore si reca all’appuntamento con l’Assistente Sociale che si arrabbia con
lui perché non ha accettato il posto al dormitorio.
Oggi continua a dormire in strada.
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STORIE DI ORDINARIA AMMINISTRAZIONE
9.
Il 25 giugno 2010 un uomo e una donna si presentano presso
il Centro d’Ascolto Antoniano. Riferiscono di essere marito e
moglie e di essere entrambi di origine Ucraina.
La signora è incinta e, a causa della gravidanza, ha perso il lavoro e la casa. Riferiscono di avere anche un’altra figlia di 9
anni che vive qui in Italia con loro. Attualmente vivono tutti
insieme nella cantina dell’abitazione presso cui il marito ha
un contratto come badante e dove risulta residente. La moglie, invece, è tuttora residente presso la famiglia per cui lavorava prima della gravidanza.
Raccontano di essersi rivolti ai servizi sociali territoriali del
loro Quartiere di residenza e di aver avuto un colloquio con
l’Assistente Sociale del Servizio Minori. Si contatta l’Assistente Sociale che conferma di avere incontrato la famiglia. Dalla
telefonata si apprende che l’uomo ha fatto domanda per il ricongiungimento familiare. La domanda è stata accettata, ma
la coppia non ha potuto ultimare le pratiche e legalizzare la
presenza della bambina in Italia essendo senza una casa. L’Assistente Sociale dice di averli indirizzati ad un patronato per la
domanda relativa all’alloggio pubblico; per il resto, il Servizio
Minori del Quartiere non può prendere in carico la famiglia
in quanto la bambina non è residente a Bologna.
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STORIE DI ORDINARIA AMMINISTRAZIONE
10.
Il 13 gennaio 2010 arriva al Centro d'Ascolto Antoniano
Amir, un giovane afgano inviato dal Servizio Immigrati con il
proposito di fargli avere un pasto sicuro.
A fine marzo Amir scrive una lunga lettera nella sua lingua
madre che provvediamo a far tradurre e a inoltrare all’operatrice del Servizio Immigrati. Nella lettera, Amir racconta un
po’ della sua vita e degli eventi terribili che lo hanno segnato,
sia fisicamente che psicologicamente.
Questi racconti aumentano le preoccupazioni degli operatori
della struttura notturna dove il ragazzo alloggia, i quali trovano spesso il letto di Amir sporco di sangue.
In seguito alla lettera, il giovane comincia a reagire e anche il
Servizio Immigrati torna a muoversi. Nei giorni seguenti
Amir ci mostra le ferite che segnano il suo corpo. In collaborazione con il Servizio Immigrati ci adoperiamo affinché
Amir, a tre mesi dal suo arrivo in Italia, esegua le radiografie e
le visite mediche di cui necessita.
Il 13 aprile, il mediatore culturale si presenta al nostro Centro
d’Ascolto per conoscere gli operatori e raccogliere informazioni sulla storia di Amir in previsione della richiesta di asilo politico da presentare la settimana seguente.
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STORIE DI ORDINARIA AMMINISTRAZIONE
D’accordo con il mediatore culturale si decide che, per agevolare i contatti con Amir è necessario fornirlo di un cellulare. Il
Centro d’Ascolto si rende disponibile ad acquistare una sim
card, mentre il mediatore culturale fornisce il telefono di sua
spontanea iniziativa.
A metà maggio, improvvisamente il Servizio Immigrati decide
di interrompere l'affiancamento del mediatore, ritenendo
questo servizio non più necessario, dal momento che le pratiche per la richiesta di asilo politico sono già state avviate.
Vista l’insistenza di Amir nel chiedere di prolungare la mediazione e viste le sue reali difficoltà, prendiamo contatti con l’operatrice del Servizio Immigrati, e chiediamo di non interrompere la mediazione, ma otteniamo solo l’impegno dell’operatrice a riferire la cosa ai responsabili del Servizio.
Da allora Amir comincia a presentarsi sempre di meno presso
la Mensa e il nostro Centro d'Ascolto. Qualche volta protesta
di essere stato abbandonato.
Dalla fine di maggio Amir non è più rintracciabile.
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STORIE DI ORDINARIA AMMINISTRAZIONE
11.
Claude è camerunense. Si presenta al Centro d’Ascolto Antoniano a settembre 2009, riferendo di essere arrivato a Bologna
in maggio e di aver fatto richiesta del Permesso di Soggiorno
per lavoro subordinato.
A dicembre Claude entra in una struttura di accoglienza di
Bologna secondo le modalità del Piano Freddo (piano comunale volto a dare riparo alle persone senza fissa dimora nei
mesi invernali). A febbraio 2010 consigliamo a Claude di recarsi allo Sportello Sociale del Quartiere di riferimento della
struttura notturna per fissare un appuntamento con l’Assistente Sociale. L'appuntamento gli viene dato per l’8 marzo.
Successivamente, poiché Claude dorme in quella struttura,
ma pranza presso la Mensa dell’Antoniano, decidiamo di inviare una relazione sia al Quartiere di riferimento della struttura che al Quartiere di riferimento della mensa, per verificare
quale dei due quartieri possa essere quello che se ne farà carico.
L’Assistente Sociale del Quartiere della struttura risponde di
avere valutato il caso in équipe con il responsabile e di aver
deciso di non prendere in carico l’utente sostenendo che il
Quartiere dove Claude è più significativamente presente è
quello dove consuma il pasto. Questo secondo Quartiere ri31
STORIE DI ORDINARIA AMMINISTRAZIONE
sponde effettivamente alla richiesta e il 4 marzo l’Assistente
Sociale incontra Claude e discute con lui della possibilità di
un inserimento in dormitorio.
Verso la fine di marzo, l’Assistente Sociale ci informa che l’utente non verrà inserito in lista per il dormitorio, in quanto in
équipe è stata valutata l’impossibilità di attuare un progetto.
Tale decisione è supportata dal fatto che Claude è considerato
giovane e di sana e robusta costituzione, e per questo – secondo loro – non necessita di un inserimento d’urgenza in dormitorio.
Successivamente l’Assistente Sociale ci informa di aver trovato
un corso per peer operator al quale vuole far partecipare anche
Claude. Chiede al Centro d’Ascolto di riferirgli la notizia e di
mandarlo a colloquio da lei. Nella stessa giornata l’Assistente
Sociale richiama dicendo di essersi sbagliata: l’utente non può
frequentare il corso poiché questo è riservato solo a chi già lavora.
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STORIE DI ORDINARIA AMMINISTRAZIONE
12.
Samuele è nato nel 1943 in provincia di Enna, e si presenta
per la prima volta al Centro d’Ascolto Antoniano nel novembre 2006. Già dal primo colloquio ci rendiamo conto del suo
profondo stato di solitudine: Samuele non ha chiesto nulla se
non la possibilità di mangiare alla mensa, cosa che, tra l’altro,
faceva già da prima dell’apertura del Centro d’Ascolto.
In marzo 2008 ci accorgiamo che a dicembre di quell’anno
avrebbe compiuto 65 anni di età e acquisito il diritto di ricevere la pensione sociale, ma bisognerebbe risolvere il problema della residenza. Samuele, infatti, risulta essere residente a
Roma, presso uno sportello sociale.
Dopo aver spiegato dettagliatamente la situazione a Samuele e
dopo aver avuto il suo consenso, nell’ottobre del 2008, una
nostra operatrice si reca all’Anagrafe per chiedere il trasferimento di residenza da Roma a Bologna, in via Senzatetto (attualmente divenuta via Mariano Tuccella).
Prendiamo contatti con gli organi preposti agli accertamenti
relativi alle domande di residenza, specifichiamo loro che si
tratta di una persona senza casa e comunichiamo gli orari in
cui è possibile reperirlo presso il Centro d’Ascolto Antoniano
e negli altri luoghi della città.
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STORIE DI ORDINARIA AMMINISTRAZIONE
Il 13 e il 15 gennaio 2009 vengono effettuati, presso di noi, i
controlli da parte della polizia giudiziaria per accertare la reale
presenza della persona sul territorio. Il 6 febbraio 2009 ci viene comunicato che la pratica è stata chiusa e che Samuele è
ufficialmente residente a Bologna.
In precedenza avevamo accompagnato Samuele in Posta per
aprire un libretto postale e all’INPS per svolgere le pratiche
necessarie alla richiesta della pensione sociale.
Ad aprile 2009 Samuele inizia a ricevere una pensione di circa
411 euro mensili.
A gennaio 2010 gli proponiamo di fare la domanda per l’alloggio di edilizia pubblica, e lui accoglie la proposta positivamente.
Si prendono quindi contatti con il Servizio Sociale Anziani
del Quartiere in cui Samuele da anni passa le notti, e l’Assistente Sociale di riferimento consiglia di rivolgersi a un patronato per un aiuto nella compilazione della domanda, visto
che, per il momento, il servizio non può fare di più.
In febbraio accompagniamo Samuele a presentare la domanda
per l’alloggio pubblico; l’operatore del patronato accenna al
fatto che la persona non avrebbe ottenuto un punteggio alto.
In maggio una lettera del Comune ci informa che Samuele ha
ottenuto 12 punti ed è “seimilacinquecentottantanovesimo”
in graduatoria.
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STORIE DI ORDINARIA AMMINISTRAZIONE
Gli sono stati assegnati 6 punti per il disagio economico, e 6
punti in quanto nucleo monofamiliare.
Non è stato possibile assegnare i punti del disagio abitativo,
dell’alloggio improprio, dell’alloggio inidoneo e dell’antigienicità dell’alloggio perché Samuele non ha un alloggio. Samuele, inoltre, è sano e perciò non è possibile assegnargli alcun
punteggio relativo alle condizioni di invalidità o di non autosufficienza.
Non potendo contare su questa possibilità proviamo quindi a
cercare soluzioni alternative: contattiamo diverse strutture di
accoglienza a pagamento, ma tutte chiedono cifre mensili che
equiparano o superano il valore della pensione di Samuele; le
case di riposo per anziani hanno rette altissime che sono impossibili da pagare se non con il contributo del Comune, cosa
che sottintende una presa in carico da parte del Servizio Anziani di Quartiere.
Pertanto, nonostante la pensione, Samuele continua a vivere
in strada.
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Un progetto di:
A N TO NI A N O O N LU S
Via Guinizelli, 3 – 40125 Bologna (BO)
Sito: www.antoniano.it
C E N T R O D ' A S C O LT O A N T O N I A N O
Tel. 051.3940226
Email: [email protected]
PER DONAZIONI:
Email: [email protected]
Numero verde: 800.200.302
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Antoniano ONLUS
Bologna, settembre 2010
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