pro manu scripto
✝
Febbraio 2003 • n. 57
LE PERSONE CHE VIVONO SI INCONTRANO
QUARTIERE ADRIANO - Chiesa Parrocchiale GESÙ A NAZARET
Via Trasimeno, 53 - 20128 Milano - Tel. 02/259.25.30 - Fax 02/259.02.329
L I B E R T A
È
PARTECIPAZIONE
“…LIBERTÀ È PARTECIPAZIONE!” Cantava così il “signor G.” e lo sento ancora cantare quando vado in macchina cercando di non distrarmi troppo…
Parliamo troppo di libertà senza ricordarci che prima sta la verità: “Verità e libertà o si coniugano insieme o insieme
miseramente periscono” ha scritto l’ “uomo vestito di bianco” in una lettera intitolata “Fede e ragione”.
Mentre sto pensando a queste considerazioni non so come finirà la vicenda tra
il presidente degli Stati Uniti d’America e
il presidente dittatore dell’Irak, so che questa dolorosa vicenda ha almeno indotto
molti a parlare della Pace. È partecipazione! Spero ci si soffermi anche a parlare delle cause che possono scatenare una guerra, dovunque, o il terrorismo (che è
sempre una guerra). E la causa è la non
partecipazione alla libertà degli altri.
Perché?
“L’attaccamento al denaro, infatti è la
radice di tutti i mali…(scriveva san Paolo
a Timoteo)” Lo sfruttamento dell’uomo,
l’indifferenza per la sofferenza altrui, la
violazione delle norme morali sono frutto della bramosia di guadagno… lo sforzo del cristiano di promuovere la giustizia, il suo impegno nella difesa dei più
deboli, la sua azione per procurare il pane a chi ne è privo… ci sono perché il cre-
dente è spinto a seguire le orme di
Gesù…” (dal messaggio del Papa per la
Quaresima).
Abbiamo la semplicità di riconoscere
questo?
Solitamente si dice: “Secondo me…”
Invece si è liberi quando si è veri, se il “secondo me” è la verità!
Penso alle famiglie, soprattutto a quelle che “non partecipano” quasi mai alla vita della comunità cristiana di questo quartiere, dalla quale molto hanno ricevuto, o
a quelle da poco arrivate che molto hanno trovato per vivere la loro fede concretamente.
Mi permetto di proporvi di riflettere se
non siete “liberi” perché costretti o perché
non partecipando almeno uno per famiglia (lo sposo o la sposa) alla vita della comunità, vi trovate sempre più legati o indifferenti o in attesa che i figli diventino
“grandi”. E adesso? Ma per il lavoro che
produce se non “ricchezza” almeno benessere, meglio “ben avere”, non uscite
per ore?
Attendo anche qualche risposta, spero,
per capire!
Penso alla non partecipazione di tanti
giovani delle medie superiori e di quelli di
“maggiore età” alle iniziative proposte lo-
ro. Sono liberi o libertini? Quale società
desiderano, per che cosa si stanno muovendo?
Sorrido pensando che nella mia giovinezza ero appassionato a “Umanesimo integrale” di Maritain.
Adesso non si capiscono nemmeno i
termini: sarà progresso?
Eppure è un fatto che suscita stupore
in me, la presenza di almeno una ventina
di giovani/adulti quando facciamo l’Agape
giovani: percepisco questa partecipazione
come esigenza di un qualche cosa che non
sai cosa sia e che, forse, non vorresti fosse la pienezza dell’umano che Gesù propone perché ti sembra che ti tolga la libertà…
Partecipazione significa mettersi dentro, responsabilmente, come chi risponde.
Rischiando anche di perdersi. Gesù dice:
“Chi perde la propria vita per me e il vangelo, la troverà… se sarete miei discepoli
– partecipazione – conoscerete la verità e
la verità vi farà liberi”.
Preghiamo perché questa santa
Quaresima sia tempo di pace e di libertà
perché… vedrà la nostra partecipazione!
Egidio sac.
www.ci-scrivono-dal-mondo.gan
Le suore di
Valserena
(Guardistallo – Pisa):
Carissimi amici,
abbiamo ricevuto la somma di 815,89 €
che ci avete donato per la costruzione del
monastero delle nostre sorelle in Angola
(Huambo): non abbiamo parole adeguate
per dirvi tutto il nostro grazie e la nostra
grandissima riconoscenza.
Solo il Signore può ricompensarvi.
Da parte nostra vi assicuriamo il ricordo
nella nostra preghiera quotidiana.
La pace in Angola finalmente è arrivata, ma
la ricostruzione sarà lunga e non facile. La
gente sta cercando di tornare ai propri
villaggi, ma coltivare la terra è pericoloso a
causa delle mine ivi disseminate e molti
generi di prima necessità sono ancora
introvabili.
Che il Signore aiuti e protegga questo
famiglia: i primi catechisti dei ragazzi sono
iniziano ad impegnarsi per un anno. Al
i genitori.
termine fanno una valutazione insieme delle
Ogni inizio settimana incontro i catechisti di
loro difficoltà, scoperte, gioie, lotte e sono
strada (o di quartiere) per la preparazione;
loro stessi che vengono a chiedere di
questi a loro volta si vedono con i catechisti
parlarne agli altri…
della famiglia per mettere a punto la lezione
con il linguaggio e le forme di esprimersi
eliminata la famosa obiezione “non ho
Valentina Venturini
ci ha mandato una
sua “creazione”:
tempo, non posso perché ho da fare in
URLANDO CONTRO IL CIELO
famiglia”. Infatti il lavoro di
VOGLIO URLARE che non sempre (quasi
evangelizzazione e catechesi è al 100%
mai) la vita è quello che vorresti fosse
inserito in famiglia e ogni persona deve
VOGLIO URLARE che, però è giusto
vivere la Chiesa nella sua casa.
andare avanti, e trovare un insegnamento in
C’è un altro risvolto interessante: quelle
tutto
persone che non vanno più in Chiesa
VOGLIO URLARE un cambiamento,
proprie della gente di qui.
Con questo tipo di lavoro è stata anche
(soprattutto uomini) sono costretti a
decidersi pro o contro, senza scappatoie, di
fronte a qualcosa che è in casa loro, con cui
è impossibile non fare i conti. Fatti e
avvenimenti nuovi allora avvengono.
VOGLIO URLARE che io sono già
cambiata da com’ero prima
VOGLIO URLARE che sono cresciuta e
che crescerò ancora
popolo, così laborioso, generoso, ospitale.
Le nostre sorelle hanno in programma di
voglio cambiare ma
Suor Attilia dalla
Costa d’Avorio ci
scrive a riguardo
dell’educazione alla
castità:
VOGLIO URLARE perdono a tutte le
A proposito del problema della sessualità
VOGLIO URLARE che nonostante quello
da parte dei giovani in particolare, ma
che è accaduto e che accadrà, io amo la
anche di tanti adulti, qui purtroppo si
vita!
riduce tutto al problema del preservativo
VOGLIO URLARE grazie a Dio, perché
(nelle scuole, nelle aziende, nei luoghi
me l’ha donata una vita!
pubblici).
VOGLIO URLARE che senza i miei amici
Noi continuiamo a dire che il preservativo
non potrei essere me stessa: Vi voglio
Qui la questione pastorale si svolge
non risolve il problema perché l’uomo ha
secondo la logica del raggiungere sempre
troppo bene!
ricevuto qualche cosa in più dell’animale
più da vicino l’ambiente di vita della gente:
per riuscire a gestire la propria sessualità.
la Parrocchia (nel 1977), il quartiere (anni
Iniziamo così una ricerca profonda con
’80) e ora la famiglia.
loro, facendoli riflettere sui doni ricevuti dal
Ogni settimana ha luogo un incontro sul
Creatore: libertà e responsabilità come
Vangelo della Domenica solo tra i membri
relazione con se stessi, con Dio e gli altri e,
della famiglia, con tutta la libertà di
un passo dopo l’altro li aiutiamo a capire la
chiedere niente in cambio
comunicare, discutere, aiutarsi.
bellezza della castità non solo per i giovani
VOGLIO URLARE la pace
Appena questo incontro comincia a
ma anche per le coppie.
VOGLIO URLARE un mondo dove ogni
funzionare inizia la catechesi settimanale
Naturalmente sono piccoli gruppi, ma alla
giorno ogni persona (io per prima) possa
(basata sul Catechismo della Chiesa
fine ti ringraziano perché nessuno ha mai
cambiare in meglio e non smetta mai di
Cattolica), sempre all’interno della
parlato loro del valore della castità e
sognare…
iniziare a costruire in primavera il
laboratorio farmaceutico nella zona in cui
si realizzerà il monastero, quindi si
trasferiranno là in due case e poco alla
volta si darà forma anche al monastero.
In Maria, aurora luminosa e guida sicura ai
nostri passi, ogni bene augurandovi in
Cristo Gesù, cordialmente Vi salutiamo.
Don Pigi da Belo
Horizonte (Brasile):
persone con cui in questo periodo sono
stata un po’ fredda
VOGLIO URLARE che voglio bene a tutti
quelli che mi conoscono
VOGLIO URLARE grazie al Liga e ai
fantastici cinque per la meravigliosa serata
al Meazza
VOGLIO URLARE che voglio un mondo
dove la gente si sappia donare senza
PRESENZA CRISTIANA È SVILUPPO
Intervento di mons. Jean-louis Tauran, segretario per i Rapporti della Santa sede con gli
Stati, in occasione del XXX Anniversario della Associazione Volontari per il servizio
Internazionale tenutosi a Roma il 30 gennaio 2003.
1. La dignità della persona umana comincia con il suo accesso alla vita.
Di fronte all’aborto, all’eutanasia, alla clonazione umana e a diverse innovazioni biomediche,
i Cristiani hanno il dovere fondamentale di ricordare che l’uomo non può essere ridotto ad
un semplice oggetto, in quanto Dio lo chiama per nome e gli affida una specifica vocazione.
Un Cristiano riconosce ad ogni persona umana un carattere sacro, garantito da Colui che
ha creato l’uomo a sua immagine, lo avvolge con il Suo amore e lo chiama a vivere con sé.
Un Cristiano riconosce, quindi, il diritto inalienabile di ciascuno alla vita, fin dal primo istante
del concepimento, nonché il diritto di trovare nella società – e prima di tutto nella famiglia
– le condizioni di una vita che sia veramente umana.
2. La difesa dei diritti umani trova anche la Chiesa in prima linea.
Purtroppo, le ingiustizie, le violazioni della libertà di coscienza e di espressione, il terrorismo,
le minacce di guerra e la stessa guerra, attestano come l’uomo e la sua dignità siano
costantemente minacciati, per cui occorre promuovere un’educazione integrale ai diritti
dell’uomo. Di fronte a queste situazioni, che perdurano da troppo tempo, c’è il pericolo
dell’indifferenza, mentre siamo tutti responsabili del mondo di oggi e di domani.
- Penso, per esempio, a tanti campi, nei quali è possibile migliorare dei problemi che, oggi,
rivestono particolare rilevanza, come la crisi ambientale ed il consumo dei beni della
terra.
- Penso ai regolamenti commerciali, che dovrebbero garantire prezzi equi per i prodotti
dei Paesi poveri ed il loro accesso ai mercati dei Paesi sviluppati.
- Penso al problema del commercio delle armi, che certamente non promuove una cultura
della pace.
- Penso alla necessità di una pedagogia, che si prefigga di far conoscere all’opinione
pubblica i grandi testi giuridici, con i quali si potrebbero risolvere i conflitti fra persone
e popoli.
Difendere i diritti di tutti gli uomini significa mettere loro stessi in condizione di migliorare
la qualità della propria vita e del proprio lavoro, rendendoli sempre più indipendenti e
“partners” dello sviluppo.
Come non ricordare, a questo proposito, ciò che il Papa ha scritto nell’enciclica Centesimus
Annus: è necessario “abbandonare la mentalità che considera i poveri – persone e popoli –
come un fardello e come fastidiosi importuni, che pretendono di consumare quanto altri
hanno prodotto. I poveri chiedono il diritto di partecipare al godimento dei beni materiali
e di mettere a frutto la loro capacità di lavoro, creando così un mondo più giusto e per tutti
più prospero. L’elevazione dei poveri è una grande occasione per la crescita morale, culturale
ed anche economica dell’intera umanità”. (Centesimus Annus, n.28) [...]
Ciò risulta più attuale ed importante se si considera che, nelle grandi istanze internazionali
contemporanee, emergono purtroppo alcune nozioni, principi e tendenze, che non possono
non preoccupare la coscienza degli uomini di buona volontà:
- l’assenza della dimensione etica nella considerazione della vita e della società;
- la scienza considerata come misura di ogni verità e, di conseguenza, aliena da qualsiasi
criterio morale;
- l’interpretazione della tolleranza quale valore supremo e, quindi, la deriva verso varie
forme di relativismo;
- il tentativo d’introdurre nuovi diritti umani, basati esclusivamente sul benessere
materiale della persona;
- la nozione di sessualità fondata non sulla dignità della persona umana, ma sui presunti
diritti dell’individuo;
Di fronte a tali sfide, il Cristiano e le Organizzazioni cattoliche non possono che essere
vigilanti, senza cessare di nutrire fiducia nella saggezza di tante persone consapevoli che la
felicità non dipende dall’ “avere”, ma dall’ “essere”. [...]
Concludendo, non posso fare altro che lasciarvi con le seguenti parole del Papa “Oggi si
parla molto dei diritti dell’uomo. In molti paesi essi sono violati. Non si parla mai, però, dei
diritti di Dio. Eppure, i diritti dell’uomo e i diritti di Dio vanno di pari passo. Laddove Dio
e le sue leggi non vengono rispettati, l’uomo stesso non sarà rispettato (…) anche oggi vale
lo stesso principio: i diritti di Dio ed i diritti dell’uomo vanno di pari passo. La nostra vita
scorre regolarmente, solo quando i nostri rapporto con Dio sono in regola (…) Anche oggi
si tratta di dare a Dio, quel che è di Dio. Solo allora sarà dato all’uomo quello che è
dell’uomo.”
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“…perché impariamo a
vivere più semplicemente
…per permettere ad altri
popoli semplicemente
di vivere”
Ogni giorno nei Paesi in via di sviluppo
muoiono 30.000 bambini (tre ogni secondo!) per mancanza di cibo o di cure. Di
fronte alle tragedie di smisurate proporzioni della fame e della malnutrizione è più che
mai doveroso agire con carità e fare appello
al valore della fraternità.
Le adozioni a distanza sono un’occasione
per vivere la Quaresima con gesti di bontà
e fraternità.
L’adozione a distanza non comporta nessun
vincolo giuridico o legale da parte
dell’adottante e da parte dell’adottato.
Ogni benefattore rimane assolutamente libero nel definire quando effettuare l’offerta e quanto offrire come testimonianza di
carità anche se indicativamente per provvedere al sostentamento di un bambino
dell’America latina o dell’Africa occorrono circa 25 Euro al mese. Con tale somma
si potrà offrire alimentazione adeguata, vestiti, assistenza sanitaria e materiale didattico. Il Gruppo Missionario ha collegamenti
in particolare con i bambini del Paraguay.
Attualmente molti si sono impegnati al riguardo, sia gruppi che singoli o famiglie.
Se deciderete di aderire a questa iniziativa
contribuirete al raggiungimento di tre obiettivi prioritari: la lotta alla fame, la tutela
dei diritti di ogni uomo, lo sviluppo rispettoso della vita e dell’ambiente.
Perché, come scrive il Cardinale Carlo
Maria Martini, “non basta parlare di giustizia e di bene comune ma bisogna fare
esperienza di quella carità che dona con
gioia e suscita entusiasmo, bisogna irradiare la bellezza di ciò che è vero e giusto
nella vita, perché solo questa bellezza rapisce veramente i cuori e li rivolge a Dio”.
CHI FOSSE INTERESSATO POTRÀ RIVOLGERSI
A TIZIANA SCARDILLI (TEL: 3498138994)
O ANTONELLA CANNONE
(TEL: 3474886375) OPPURE CONTATTARCI
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SE VOLETE PIU INFORMAZIONI SULLE
ATTIVITÀ MISSIONARIE: WWW.GAN.MI.IT
IL GRUPPO MISSIONARIO
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Egidio Villani sacerdote
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Marco Lucca sacerdote
Telefono 02.272.09.411
P U N T
TEMPO
E
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DENARO 4°
I
D
I
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F L E S
S
I O N E
PUNTATA
IL RAPPORTO CON GLI ALTRI, Tempo - l tempo dedicato alla relazione con gli altri
Gli spazi della FRATERNITÀ sono ormai da “strappare con i denti” in una quotidianità avvolta dal continuo “fare” e “produrre”
e da una competizione che ci porta ad essere sempre più individualisti per raggiungere il successo.
Come cristiani siamo chiamati a vivere in comunione con i fratelli; ciò è possibile solo se siamo consapevoli di essere peccatori
perdonati e ci riconosciamo appartenenti alla comunità delle persone raggiunte dall’amore di Dio.
L’altro non sarà più un nemico o una persona indifferente, bensì “uno che mi appartiene”. Con lui potrò rallegrarmi della comune
misericordia di Dio, potrò condividere gioie e dolori, contraddizioni e speranze. Insieme, saremo poco a poco spinti ad allargare il
cerchio di questa condivisione, a farci annunciatori della gioia e della speranza che insieme abbiamo scoperto nelle nostre vite,
grazie al Verbo della vita.
Proposta
∑
∑
Mi impegno a dedicare alla relazione con gli altri, che volutamente o casualmente avverrà,
il tempo che chiede. Saper ascoltare, consigliare, tacere…
Mi impegno a riscoprire, nel tempo dedicato in parrocchia (anche solo alla S. Messa
domenicale) la dimensione dell’incontro con l’altro e della comunione fraterna.
IL RAPPORTO CON GLI ALTRI, Denaro - Il dovere della solidarietà e della partecipazione ai bisogni concreti
degli altri.
Il mondo, e non sembra una novità attuale, è pervaso dalla presenza del male e dell’ingiustizia. Nonostante i media sempre più
perfezionati ci facciano vivere in “presa diretta” la realtà del male in una dimensione planetaria, alberga in noi l’indifferenza
ed il distacco.
L’essere a fianco, anche concretamente, alle persone in difficoltà è un dovere umano e squisitamente evangelico. A volte, per
dare una mano, non è necessario pensare alle catastrofi mondiali perché le “nuove povertà” ci interpellano da vicino (basterebbe
guardare nel nostro condominio o isolato!).
Proposta
∑
∑
Mi impegno ad individuare un’iniziativa organizzata (microprogetto, cooperativa sociale,
missione, associazione locale no profit) da sostenere in maniera continuativa (pensare
ad una forma di autotassazione mensile secondo le proprie possibilità).
Mi impegno a sostenere economicamente ed in maniera discreta le persone (es. anziani,
indigenti) che mi sono “vicine” o che mi faccio segnalare dalla parrocchia o dalle strutture
sociali pubbliche.
"Che cosa giova all'uomo
guadagnare tutto il mondo, se poi
perde la propria anima?" (Mt 16,26)
TEMPO DI QUARESIMA
SIA FATTA LA TUA VOLONTÀ
Quaranta giorni di cammino come il popolo dell’Esodo
RIFLESSIONE QUOTIDIANA SUL LIBRETTO: “SIA FATTA LA TUA VOLONTÀ”
IL SALVADANAIO:
PER EDUCARCI A CONDIVIDERE PER LA CHIESA IN “MISSIONE”
VENERDI: GIORNO DI PENITENZA
☞ ORE 15 IN CHIESA: “SULLA VIA DELLA CROCE”
☞ ORE 17 IN CHIESA: “IN CAMMINO VERSO LA PASQUA”
☞ ORE 21 IN SALONE: CON LA MADONNA NELLA PASSIONE DI GESU E
ATTUALITÀ DELLA “PACEM IN TERRIS” DOPO 40 ANNI
OGNI GIORNO: ore 7,15 LODI – 18,30 VESPERI
“CENA DEL SIGNORE”:
Lunedì ore 18,45 – Martedì ore 9 e 21,15
Mercoledì ore 7 e 18,45 – Giovedì ore 9 - Sabato ore 9 e 18,30 pre – festiva
CELEBRAZIONI LITURGICHE
DOMENICA
GIORNI FERIALI
SABATO
ore 9,30, 11,00 e 18,30:
ore 07,15:
ore 18,45:
ore 09,00:
ore 16,00:
“Cena del Signore” (prefestiva ore 18,30)
“Lodi”
“Cena del Signore” (Lu - Me - Ve) ore 21,15: Martedì
“Cena del Signore” (Ma - Gv - Sa)
“Riconciliazione”
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N° 57 - Febbraio 2003 - Parrocchia Gesù a Nazaret