2 2002 SSERVATORI O & O COMUNICAZIONE CULTURA Ufficio Nazionale per le comunicazioni sociali Circ.ne Aurelia, 50 • 00165 Roma • Tel. 06.66398.209 • Fax 06.66398.239 - http://www.chiesacattolica.it • E-mail: [email protected] Servizio nazionale per il progetto culturale Circ.ne Aurelia, 50 • 00165 Roma • Tel. 06.66398.288 • Fax 06.66398.272 - http://www.progettoculturale.it • E-mail: [email protected] 1 Editoriale 2 Approfondimenti 3 Dossier Internet: nuova “soglia culturale” per l’evangelizzazione Claudio Giuliodori . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . pag. 2 Il Consiglio Nazionale degli utenti (Che cos’è, cosa farà) Paolo Bafile . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . pag. 4 L’editoria cattolica e la sfida di “Comunicare il Vangelo” Alfio Filippi . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . pag. 6 4 Comunicazioni sociali • Commissione episcopale cultura e comunicazione riunita a Roma . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . pag. • Milano: “La famiglia mediatica” • Campania: incontro dei direttori diocesani • L’Ucsi celebra il patrono dei giornalisti 5 Progetto culturale • Cantiere aperto . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . pag. • Beni culturali . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . pag. • Laboratorio . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . pag. 13 15 17 6 Novità dai media cattolici • Blu Sat 2000 tra premi e musica d’autore . . . . . . . . pag. • Fisc: Rini riconfermato presidente 19 11 • Novità dal SiCei: Beni artistici on line 7 Economia dei media • Aol Time Warner compra Bertelsmann Aol Europe . pag. • Cina: aumentano i navigatori, ma anche i controlli • Telecomunicazioni: i cellulari il comparto che cresce di più 21 8 I fatti del mese sulla stampa • L’ingresso dell’euro . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . pag. • Il “Carisma” dell’Opus Dei • Gli scontri sulla giustizia • La riforma della scuola 22 9 Segnalazioni multimediali • Internet per il cinema. Tecniche, generi cinematografici, autori . . . . . . . . . pag. • Alla ricerca di Dio. Analisi antropologica e teologica delle religiosità alternative • Mille immagini per… n. 2 • Navigando nella rete . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . pag. 26 27 1. EDITORIALE I“soglianternet:culturale” nuova per l’evangelizzazione CLAUDIO GIULIODORI* l messaggio per la Giornata mondiale delle comunicazioni sociali è uscito quest’anno in singolare coincidenza con la giornata di preghiera per la pace che si è svolta ad Assisi il 24 gennaio e che ha visto riuniti, assieme al Santo Padre, numerosi esponenti di ben undici religioni. La Pace è frutto anche di conoscenza, di dialogo e di rispetto. Oggi più che mai i moderni strumenti della comunicazione favoriscono questo scambio positivo tra persone, popoli e religioni. I In questo scenario un posto di crescente rilevanza è assunto da Internet che segna il passaggio ad una comunicazione sempre più partecipata, distribuita e multimediale. Certamente Internet ha contribuito a determinare un vorticoso cambiamento nello sviluppo delle comunicazioni sociali destinate a diventare sempre più fattore di cultura e di civiltà. Si va delineando una nuova stagione nelle relazioni sociali che avrà una forte incidenza anche sui rapporti tra gli uomini, i popoli e le stesse religioni. Attenta a tutti i fenomeni sociali e alla loro ricaduta sullo sviluppo dell’umanità, la Chiesa da 2 tempo si interroga sul fenomeno comunicativo collegato ad Internet e, dopo le considerazioni positive dello scorso anno, ha inteso dedicare la Giornata Mondiale delle comunicazioni sociali ad un’ampia riflessione al tema “Internet: un nuovo Forum per proclamare il Vangelo”. Con il suo messaggio il Santo Padre offre alcune stimolanti piste di ricerca che meritano un’attenta considerazione da parte di tutti gli operatori della comunicazione e non solo. La riflessione va collocata nella costante attenzione ai mutamenti epocali che nel corso dei secoli ha condotto la Chiesa a “varcare anche numerose soglie culturali, ognuna delle quali ha richiesto energia e immaginazione nuove nell’annuncio dell’unico Vangelo di Gesù Cristo” (cf n. 1). Proprio pensando all’incidenza di Internet e al nuovo contesto culturale che le nuove tecnologie stanno determinando sul versante della comunicazione e dell’informazione, non meno che su quello del costume e della cultura, il messaggio sottolinea che “la Chiesa si trova senza dubbio di fronte a un’altra soglia decisiva” (cf n. 1). Occorre quindi essere pienamente consapevoli che “il ciberspazio, è una nuova frontiera che si schiude all’inizio di questo millennio” (cf n. 2). Per esemplificare l’effetto di Internet sulla società e il suo ruolo, il Papa evoca la collocazione e il valore del Forum all’interno della società romana dove si presentava come uno “spazio urbano affollato e caotico che rifletteva la cultura dominante, ma creava anche una cultura propria” (cf n. 2). Capire, interpretare e valorizzare la cultura di Internet, è la nuova sfida che attende la Chiesa anche se non deve mancare quel necessario discernimento per affrontare anche quella evidente “commistione di pericoli e promesse” (cf n. 2) connessa con il diffondersi di Internet. 1. EDITORIALE “Per la Chiesa il nuovo mondo del ciberspazio – si legge nel testo –, esorta alla grande avventura di utilizzare il suo potenziale per annunciare il messaggio evangelico. Questa sfida è l’essenza del significato che, all’inizio del millennio, rivestono la sequela di Cristo e il suo mandato prendi il largo: Duc in altum! (Lc 5, 4)” (cf n. 3). Vengono anche indicati alcuni percorsi per l’azione della Chiesa, tra cui: favorire il passaggio dal virtuale all’appartenenza comunitaria; offrire documentazione, itinerari di formazione e di catechesi; avvicinare i lontani all’esperienza religiosa anche se è “vero che rapporti mediati elettronicamente non potranno mai prendere il posto del contatto umano diretto, richiesto da un’evangelizzazione autentica” (cf n. 5). A conferma di quanto sia solo all’inizio la riflessione sulla rilevanza di Internet, il messaggio si chiude con una serie di domande che devono costituire una base di partenza anche per il lavoro pastorale di quest’anno. Ci si domanda infatti: “in che modo la Chiesa conduce dal tipo di contatto reso possibile da Internet a quella comunicazione più profonda che richiede l’annuncio cristiano?”; “come possiamo garantire che la rivoluzione dell’informazione e delle comunicazioni che ha in internet il suo motore primo, operi a favore della globalizzazione dello sviluppo umano e della solidarietà, obiettivi strettamente legati alla missione evangelizzatrice della Chiesa?”; “in che modo possiamo garantire che questo meraviglioso strumento, concepito in origine nell’ambito di operazioni militari, possa ora servire la causa della pace?”. Per i prossimi mesi sono stati programmati dall’Ufficio Nazionale due appuntamenti: un forum alla fine di febbraio con quaranta webmaster per un confronto sullo sviluppo e le problematiche di Internet nel contesto ecclesiale italiano e un convegno promosso con l’Università Cattolica che si terrà a Milano dal 9 all’11 maggio sul rapporto tra Internet e la comunicazione della fede. Attraverso queste iniziative, e le tante che saranno promosse in occasione della Giornata mondiale e di quella nazionale che si celebrerà il 13 ottobre 2002, vogliamo accoglie l’esortazione del Papa “a varcare coraggiosamente questa nuova soglia, per prendere il largo nella Rete, cosicché, ora come in passato, il grande impegno del Vangelo e della cultura possa mostrare al mondo la gloria divina che rifulge sul volto di Cristo” (2 Cor 4, 6). * Direttore Ufficio Nazionale per le Comunicazioni Sociali 3 2. APPROFONDIMENTI Ideglil Consiglio Nazionale utenti (Che cos’è, cosa farà) PAOLO BAFILE* F orse non sono molti gli Italiani che sanno dell’esistenza del Consiglio Nazionale degli Utenti. Ed è un peccato, perché in questa nostra “civiltà delle immagini”, in cui l’apparire sembra contare più dell’essere, un organo collegiale di recente costituzione come questo, se non ha visibilità, ossia una qualche presenza nei media, finisce con lo scomparire e, comunque, col contare poco. Ed invece, sulla carta, ossia nelle pagine della Gazzetta Ufficiale della Repubblica, al Consiglio degli Utenti (della radiotelevisione) sono attribuiti compiti assai rilevanti ed impegnativi. Basta leggere il paragrafo 28 (!) di un chilometrico, interminabile art. 1 della legge 31 luglio 1997 n. 249, che ha istituito l’Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni. Pur con qualche concessione alla retorica, il testo di legge appare chiaro: Il Consiglio Nazionale degli Utenti è configurato giuridicamente, come un organo “ausiliario” (nel senso nobile della parola) dell’Autorità presso cui è istituito. Ausiliario, infatti, non significa ancillare, né subordinato. (Basti pensare che, nella nostra Costituzione, sono definiti “ausiliari” organi importanti come il Consiglio di Stato e la Corte dei Conti). Ed emergono, con evidenza, le sue principali funzioni: quella consultiva e quella propositiva. La prima consiste, essenzialmente, nell’esprimere all’Autorità per le Comunicazioni i pareri che questa ritenga opportuno chiedere al Consiglio. Ma, forse, la funzione di maggior rilievo attribuita al C.N.U. è quella propositiva. 4 “È istituito presso l’Autorità un Consiglio nazionale degli utenti, composto ad esperti designati dalle associazioni rappresentative delle varie categorie degli utenti dei servizi di telecomunicazioni e radiotelevisivi fra persone particolarmente qualificate in campo giuridico, pedagogico, educativo e mass-mediale, che si sono distinte nella affermazione dei diritti e della dignità della persona o delle particolari esigenze di tutela dei minori. Il Consiglio nazionale degli utenti esprime pareri e formula proposte all’Autorità, al Parlamento e al Governo e a tutti gli organismi pubblici e privati, che hanno competenza in materia audiovisiva o svolgono attività in questi settori su tutte le questioni concernenti la salvaguardia dei diritti e le legittime esigenze dei cittadini, quali soggetti attivi del processo comunicativo, promuovendo altresì iniziative di confronto e di dibattito su detti temi. Con proprio regolamento l’Autorità detta i criteri per la designazione, l’organizzazione e il funzionamento del Consiglio nazionale degli utenti e fissa il numero dei suoi componenti, il quale non deve essere superiore a undici. I pareri e le proposte che attengono alla tutela dei diritti di cui all’articolo 1, comma 1, della legge 31 dicembre 1996, n. 675, sono trasmessi al Garante per la protezione dei dati personali” (Art. 1/legge 31-7-1997, n. 249). Essa consiste, tanto per esemplificare, nel prospettare all’Autorità l’opportunità di interventi normativi in determinate materie, oppure, di iniziative sanzionatorie nei riguardi di emittenti radiotelevisive (pubbliche o private, nazionali o locali) nel caso di eventuali ed accertate violazioni di legge da parte di queste, ecc. La funzione propositiva, peraltro, arriva a comprendere, al limite, anche l’espressione di rilievi critici nei confronti dell’operato dell’Autorità presso cui il Consiglio è istituito. Anche la critica, infatti, rientra nell’ambito di quella fattiva e leale collaborazione che ben si inquadra a sua volta nella funzione “ausiliaria” propria di quest’organo collegiale. I “precedenti” del Consiglio L’attuale Consiglio Nazionale degli Utenti viene a sostituire, in sostanza, il vecchio Consiglio Consultivo degli Utenti che la c.d. “Legge Mammì” (6 agosto 1990 n. 223) aveva istituito presso l’allora Garante per la 2. APPROFONDIMENTI radiodiffusione e l’editoria. Questo precedente Consiglio, certamente benemerito per gli studi condotti, per certi utili approfondimenti e anche per alcune illuminate e coraggiose prese di posizione, presentava, tuttavia, un (incolpevole) difetto: quello di essere alquanto pletorico: diciotto componenti erano – col senno di poi si può dirlo – francamente troppi. Il relativo regolamento, infatti, aveva previsto, accanto ai dieci rappresentanti delle associazioni, la nomina di altri “otto” esperti scelti direttamente dal Garante, il che finì per nuocere alla snellezza (e alla funzionalità) dell’organo. Nell’istituire il nuovo Consiglio, la legge del 1997 ha saggiamente scongiurato quell’eccesso numerico, riducendo il numero dei suoi componenti, “il quale non può essere superiore a undici”: e tutti “esperti designati dalle associazioni (...)”, come s’è visto, senza più quelli prescelti dall’Autorità Garante. E l’attività del nuovo organo collegiale ha tratto indubbio vantaggio, quanto in agilità e speditezza, da questo opportuno alleggerimento. Ma l’innovazione più importante introdotta dalla legge 249/97 è data, certamente, dalla maggiore proiezione esterna dell’attuale Consiglio, che non si limita più, come quello precedente, ad un rapporto diretto ed esclusivo con l’Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni presso cui opera (e che resta, comunque, il suo più naturale interlocutore), ma si estende anche verso altri soggetti istituzionali, quali il Parlamento e il Governo, nonché verso “tutti gli organismi pubblici e privati che hanno competenza in materia audiovisiva (...)”, ivi comprese, dunque, le emittenti radiotelevisive. E questa più ampia possibilità di indirizzare e diffondere all’esterno valutazioni, osservazioni e proposte, anche scavalcando l’Autorità Garante di riferimento, rappresenta – forse – la novità più rilevante e significativa dell’attuale Consiglio Nazionale degli Utenti rispetto al vecchio Consiglio Consultivo. I presidenti Il Consiglio Nazionale degli Utenti entrò in funzione nell’aprile del 2000. Alla presidenza fu eletto il prof. Ettore Gallo, già Presidente della Corte Costituzionale e, dunque, personaggio di grande prestigio sul piano sia culturale che istituzionale. E, sotto la sua guida illuminata, il Consiglio elaborò, fra l’altro, la prima relazione annuale al Parlamento (riguar- dante l’attività svolta ed i problemi affrontati nel 2000) che il Consiglio, in base al proprio regolamento, deve inviare annualmente al Parlamento: relazione che ottenne un ampio rilievo sulla stampa e, dunque, una notevole risonanza anche presso l’opinione pubblica. Come è noto, il prof. Gallo morì alla fine di giugno dello scorso 2001 a seguito di breve malattia. Ed è stato – questo – l’evento più doloroso che potesse colpire il nostro Consiglio. Ma il modo migliore per onorare la memoria di Ettore Gallo era, per tutti noi, quello di continuare ad operare, con rinnovato impegno, sotto la guida di un nuovo Presidente. E così è stato. Nella seduta del 15 ottobre 2001 il Consiglio elesse alla presidenza, all’unanimità, il prof. Cesare Mirabelli, la cui qualificazione professionale, peraltro, è assai simile a quella del suo illustre Predecessore: anch’egli giurista, docente universitario, autore di importanti pubblicazioni in tema di diritto, è stato vice-presidente del Consiglio Superiore della Magistratura, poi Giudice della Corte Costituzionale ed, infine, Presidente della stessa Corte. Così dallo scorso ottobre, il Consiglio, con la guida del Presidente Mirabelli, ha ripreso il suo lavoro ed ha ora, come compito “istituzionale” immediato, la stesura della relazione annuale al Parlamento sull’attività svolta nel 2001: compito assai impegnativo, per il quale lo stesso Presidente si sta impegnando in prima persona, coordinando il lavoro di diversi consiglieri. Egli stesso ha accettato di parlarne, sottolineando che il “Consiglio Nazionale degli Utenti costituisce una originale opportunità di presenza e di rappresentanza della Comunità nelle istituzioni. L’attività del Consiglio è diretta, in particolare, a sollecitare l’effettivo rispetto dei diritti fondamentali della persona nel settore audiovisivo e ad assicurare la tutela dei minori. L’azione del Consiglio sarà tanto più efficace quanto più essa sarà sostenuta dal mondo delle associazioni che hanno sensibilità per questi problemi. Si tratta di una azione la cui efficacia non è affidata alla forza del potere, ma alla autorevolezza e alla persuasività delle proposte del Consiglio”. Con queste parole il Presidente Mirabelli ha ben sintetizzato il ruolo e la stessa ragion d’essere del Consiglio ed anche la sua originale e specifica funzione, anche di stimolo e di proposta, nell’ambito delle nostre istituzioni. * Vice presidente Consiglio Nazionale degli Utenti 5 3. DOSSIER L’e la sfidaeditoriadi cattolica «Comunicare il Vangelo» ALFIO FILIPPI A una prima lettura degli orientamenti pastorali della CEI “per il primo decennio del 2000” mi ha colpito la chiarezza con cui il riferimento al concilio Vaticano II viene posto all’inizio del testo (n. 5, “Assumendo il cammino percorso insieme dal Concilio a oggi”) e viene ripreso nell’Appendice, come primo punto delle «Indicazioni per una “Agenda pastorale” del prossimo decennio». Il Vaticano II viene definito, con le parole di Giovanni Paolo II, “la grande grazia di cui la Chiesa ha beneficiato nel secolo XX” (n. 5) e, nel formulare l’“Agenda pastorale”, il testo afferma che “occorre prevedere, nel prossimo decennio, una ripresa dei documenti del concilio Vaticano II (soprattutto delle quattro grandi costituzioni), perché siano profondamente meditati nelle nostre comunità e diventino concretamente la ‘bussola’ che ci orienta in questo nuovo millennio” (Appendice). Questa immagine della bussola, che compare alla fine del testo, costituisce un interessante accostamento con il titolo della prima parte, “lo sguardo fisso su Gesù, l’inviato del Padre”: si fissa lo sguardo su Gesù, perché rivela il Padre, ma si guarda anche la bussola che indica la direzione. Trovo suggestivo l’accostamento, anche perché in diversi commenti dei testi conciliari ho trovato l’indicazione a considerare la costituzione sulla Scrittura, Dei Verbum, come quella più importante e centrale del Vaticano II: guardare al concilio, tenere lo sguardo fisso sul Verbo di Dio. E infatti “guardando agli anni del Concilio” (così inizia il n. 5 degli Orientamenti), troviamo un pezzo della nostra identità, sia personale sia professionale. 6 Dal concilio: un’identità personale L’identità personale: conviene partire da qui, perché si comunica (“comunicare il Vangelo” è il titolo degli Orientamenti) in base al proprio essere. Per me il concilio significa anzitutto gli anni passati da studente di teologia a Bologna, mentre il card. Lercaro era vescovo della diocesi e moderatore al concilio. Mi sono rimaste dentro due cose che hanno segnato il mio modo di essere prete. 1) Ogni volta che il card. Lercaro tornava da Roma, portava con sé qualche vescovo o teologo, che teneva una conferenza pubblica per parlare o del concilio, o di problemi teologici, o di qualche chiesa particolare. Abbiamo respirato, noi studenti e la città tutta, un’atmosfera universale, nei riferimenti, nelle idee, nelle persone e nell’informazione. Una Chiesa pensata e vissuta in grande. Il vescovo e la diocesi erano interlocuzione diretta con la città su temi propriamente religiosi e di fede. 2) Protagonista nell’attuare la riforma liturgica, il card. Lercaro rendeva la liturgia un fatto di città o di quartiere. La città di Bologna si ferma ogni anno, quando la Madonna di San Luca scende in città. Il card. Lercaro istituì le stazioni quaresimali nelle singole parrocchie, come grande incontro pubblico in nome di Dio. Anche allora il quartiere o il paese si fermava, perché passava la processione e veniva predicato il Vangelo a tutti. E non solo diceva a noi futuri sacerdoti di fare omelie che fossero sempre spiegazione delle letture del testo biblico proclamato, ma ne diede egli stesso esempio continuo, spiegando la Bibbia nella liturgia. La liturgia come momento privilegiato dell’evangelizzazione, la liturgia che mette al centro la Parola e il Sacramento. Proprio perché ha rappresentato un’esperienza forte, per me e per la mia generazione il concilio è stato l’inizio di qualcosa di diverso. Il concilio segna una periodizzazione della nostra esperienza di Chiesa. [Faccio parte di una generazione che ha vissuto almeno tre avvenimenti che segnano trasformazioni epocali: la fine della seconda guerra mondiale, con la divisione ideologica, politica e militare dell’Europa e del mondo, il Vaticano II con il rinnovamento della Chiesa cattolica e i fermenti indotti in tutto il cristianesimo, la fine dei blocchi e delle ideologie nel 1989]. L’osservazione non ha solo un senso anagrafico, ma induce a riflettere anche sul modo con cui “comunichiamo” i contenuti del Vaticano II. Mentre per il praticante oggi sulla sessantina, la liturgia, le idee, il modo di essere Chiesa attuale sono percepiti con forza e sono significanti, perché messi a confronto con il “prima del concilio”, per i quarantenni quello che vedono e sentono è 1. EDITORIALE semplicemente “la” Chiesa; ed è naturale per loro che essa sia così perché non ne conoscono altra. Mi interrogo spesso se il comunicare della mia generazione non sia un comunicare datato. E la domanda ha un suo peso, visto che la maggioranza del personale ecclesiastico è in età matura. Che cosa coinvolge nella nostra proposta chi non ha sperimentato la novità della riforma liturgica e la trasformazione della Chiesa nel postconcilio? Senza il paragone del passato, resta il significato che riusciamo a trasmettere attraverso il nostro modo di essere: attraverso il modo di vivere il gesto e la parola, lo spirito e le idee che provengono dal Vaticano II. Dal concilio: un’identità professionale “Guardando agli anni del Concilio” da editore, la prima cosa che debbo dire è: il concilio ha fatto nascere delle case editrici e ha profondamente trasformato editrici già esistenti. Basti pensare alle Edizioni Dehoniane Bologna, che non hanno origine da una programmazione dei responsabili della congregazione religiosa, ma nascono negli anni conciliari dalla sollecitazione degli avvenimenti e dall’ascolto della temperie ecclesiale. O all’editrice Queriniana, nata nel 1887, ma completamente rinnovata dai fermenti del Vaticano II. Nella notte tra la vigilia e il giorno del Natale scorso è deceduto nella sua casa di Brescia l’avvocato Stefano Minelli, direttore della Morcelliana. Ai funerali erano presenti diversi esponenti della cultura e di istituzioni cattoliche che hanno nella Morcelliana il punto di riferimento editoriale. “Con Minelli muore un pezzo di mondo cattolico” – ho sentito ripetere da diversi amici. E davvero il catalogo della Morcelliana riflette, come uno specchio, le trasformazioni che il cattolicesimo italiano ha conosciuto passando attraverso il concilio e cercandone poi l’attuazione. Oggi, dopo l’assestamento degli anni ’70, il risultato dei fermenti del concilio e della precedente storia della Chiesa italiana è una rete editoriale cattolica tra le più vive in Europa. Pur penalizzata da una lingua che non ha ricadute internazionali, l’editoria cattolica italiana presenta tirature e qualità di tutto rispetto. E uno specifico aspetto ecclesiale va sottolineato: su 48 editori associati all’Unione Editori e Librai Cattolici Italiani (UELCI), circa metà di essi sono proprietà o emanazione di un ente (congregazione, istituto, diocesi, movimento...) religioso. Il fatto è tanto più significativo, in quanto in questo gruppo ci sono i più grandi editori cattolici: San Paolo, LDC, SEI, Paoline, Dehoniane, Messaggero di Sant’Antonio, Ancora, Queriniana... E quattro catene di librerie, pure emanazione di un ente religioso, coprono la gran 3. DOSSIER parte del mercato librario religioso. È una situazione che desta molta sorpresa all’estero negli incontri tra editori cattolici e può essere valutata in modo diverso. Le perplessità di ordine ecclesiale su questa “concentrazione religiosa” si raccolgono attorno all’interrogativo: non è il laico che dovrebbe esprimere una presenza organizzata e imprenditoriale all’interno del mondo della cultura? “È opera di predicazione” Ma i motivi di perplessità sono pesantemente bilanciati da argomentazioni positive. Mi ha profondamente coinvolto, perché mi sono sentito bene interpretato, un intervento del Maestro Generale dei domenicani, “ordine dei predicatori” come è scritto nella loro carta di identità speciale. Aveva illustrato le attività dell’École biblique di Gerusalemme, che ha prodotto, tra l’altro, La Bibbia di Gerusalemme, e concluse il suo intervento su questa affermazione: “tradurre la Bibbia è opera di predicazione”. Penso che questa prospettiva spieghi in modo efficace e proprio il senso di un’editoria cattolica gestita da religiosi. Personalmente ho investito il mio sacerdozio nel mondo della cultura e ringrazio Dio che ha condotto persone e cose per farmi atterrare sul campo editoriale. “Comunicare il Vangelo” è il titolo degli Orientamenti; la Chiesa italiana, nella sua missione di evangelizzazione, ha al suo interno un gruppo di persone e un complesso organizzativo finalizzato a questa comunicazione, all’“opera di predicazione”. Soprattutto nell’ultimo decennio gli editori cattolici hanno dovuto rispondere a domande ed inviti provenienti da Chiese del Centro ed Est Europa che patiscono per essere prive della voce e delle braccia dell’editoria. Ed auspicano gemellaggi, collaborazioni per dare forza al Vangelo. Di fatto questo tratto specifico del cattolicesimo italiano (un’editoria gestita da istituti religiosi) ha delle ragioni specifiche. La prima di esse è l’assenza della teologia dalle Università di stato, la seconda, collegata, è la mancanza, fino a data recente, di facoltà teologiche al di fuori di Roma. Il primo dato si collega, causa ed effetto nello stesso tempo, all’emarginazione del fatto religioso nella cultura ufficiale dello stato risorgimentale, per cui il settore teologico e religioso non avrebbe mai rappresentato per un laico uno sbocco professionale. E non a caso i giornalisti che nei quotidiani coprivano l’informazione religiosa venivano chiamati “vaticanisti”: cose da Vaticano e da monsignori. Il secondo dato è più propriamente ecclesiastico e rispondeva alla logica centralizzatrice dell’organizza- 7 3. DOSSIER zione del sapere teologico: fino a un recente passato, in Italia esistevano solo facoltà di teologia pontificie ed erano tutte concentrate a Roma. In questa situazione le case editrici hanno dovuto svolgere un ruolo di supplenza e di mediazione, che è passato attraverso diverse fasi. C’è stata agli inizi la “fase delle traduzioni”: le case editrici hanno “aperto le finestre”, per usare l’espressione di Giovanni XXIII, e hanno fatto conoscere alle nostre comunità la teologia elaborata in università o centri di studio stranieri, proponendo itinerari pastorali, catechetici e missionari nuovi rispetto alla specificità nel nostro paese. Era la fase in cui si guardava molto all’area di lingua francese e tedesca e tutti i nostri cataloghi ne sono segnati. Ben presto però i traduttori sono diventati autori. Nel postconcilio si costituiscono le associazioni teologiche (per settori di competenza: biblico, dogmatico, morale, liturgico, giuridico...; solo l’Associazione Biblica Italiana nasce prima del concilio) e prende corpo in modo veloce e significativo una produzione originale di ambito teologico e pastorale. Credo che quanto la Chiesa italiana ha elaborato attraverso il rinnovamento della catechesi (con la serie dei catechismi), la riforma liturgica (vorrei sottolineare la specificità dell’edizione italiana del messale), i piani della Conferenza episcopale (si ricordi il senso di Evangelizzazione e Sacramenti e il significato che assunse la nascita della Caritas) abbia pochi riscontri in altre comunità locali: si trattò di delineare i tratti propri della Chiesa italiana, partendo da diverse direzioni e coinvolgendo forze diverse. [E sarebbe significativo leggere in parallelo anche il costituirsi organizzativo della CEI in realtà autonoma e nuova rispetto al passato]. Tutta questa elaborazione fu possibile perché nel corpo della Chiesa italiana si erano costituiti dei quadri preparati nei vari settori della teologia e della pastorale. In tutto questo, accanto al ruolo delle università pontificie come luogo originario di qualificazione per la maggior parte del personale ecclesiastico, le case editrici sono state luogo di elaborazione, di sperimentazione e, infine, di produzione di strumenti per l’evangelizzazione e per l’annuncio. La civiltà del campanile Una presenza così significativa e così diversificata dell’editoria cattolica è favorita dal fatto che nel nostro paese la struttura parrocchiale resta come realtà viva e operosa nel tessuto religioso e civile. Già nel 1989-90, in occasione di una ricerca a livello europeo sulle parrocchie senza parroco residente, organizzata dal prof. J. Kerkhofs di Lovanio e gestita per l’Italia da il Regno (cf. 8 Regno-attualità 12, 1992, 382-390), ebbi modo di constatare come dietro lo specifico problema dell’insufficienza del clero a coprire il numero delle parrocchie ci fosse tra paese e paese una forte differenza sul modo con cui la parrocchia interagiva con la società e sul senso di appartenenza espresso dalla popolazione verso di essa. Era evidente che in società in stato di secolarizzazione avanzata, come la Francia e i Paesi Bassi, la parrocchia appariva condannata all’insignificanza e ne derivava un preoccupato clima di scoramento pastorale. Per contro tutti sperimentiamo che, nel nostro paese, la parrocchia resta per la popolazione un punto di riferimento complessivo, sia in ambienti rurali che cittadini, sia al nord che al sud, pur con le caratteristiche specifiche delle varie regioni ecclesiastiche. A distanza di anni quell’impressione resta confermata e tutti coloro che viaggiano all’estero possono verificare questa differenza. Una parrocchia viva, con copertura a rete di tutto il territorio nazionale, a livello editoriale permette fenomeni come le tirature di Famiglia cristiana o del Messaggero di S. Antonio, fatti più unici che rari anche a livello sovranazionale, impone un calendario di attività formative (catechesi, campi scuola...) per le quali occorre una strumentazione didattica sempre nuova, organizza itinerari di iniziazione cristiana, che fanno appello a corsi, letture, esperienze. C’è un rapporto vivo di domanda e risposta pastorale tra parrocchia, comunità vivente ed editoria. In modo analogo avviene per i movimenti di spiritualità e non a caso alcuni movimenti si sono dotati di una loro casa editrice, come Città Nuova per i focolarini e, al suo sorgere, Jaca Book per CL. Per ora questa è una ricchezza, che crea continua osmosi tra attività pastorale ed editoria. Ma quanto può durare la “civiltà del campanile”? Mi sembra di poter individuare uno dei tratti più nuovi degli Orientamenti nella consapevolezza che oggi la Chiesa in Italia deve fare i conti con un senso di appartenenza sempre più allentato e diluito. Viene espresso in modo accorato a proposito dei giovani (“se non sapremo trasmettere alle nuove generazioni”: un interrogativo ripetuto due volte con un corsivo nel testo, n. 51), a proposito della famiglia (“invitiamo tutti gli operatori pastorali a promuovere riflessioni serie sui perché delle frequenti crisi matrimoniali...”, n. 52), a proposito del “gran numero di battezzati che, pur non avendo rinnegato formalmente il loro battesimo, ... stanno ai margini della comunità ecclesiale” (n. 57), si allarga nel riferimento a “sempre più numerosi uomini e donne, giovani e fanciulli non battezzati, eredi di situazioni di ateismo o agnosticismo” (n. 58), per cui “nuovi percorsi sono richiesti dalla presenza non più rara di adulti che chiedo- 1. EDITORIALE no il battesimo, di “cristiani della soglia”, ... di persone che hanno bisogno di cammini per “ricominciare” ” (n. 59), fino a considerare come un dato strutturale, e quindi permanente, il fatto “che ormai la nostra società si configura sempre di più come multietnica e multireligiosa”, con il conseguente “inedito compito missionario... dell’evangelizzazione di persone condotte tra noi dalle migrazioni in atto” (n. 58). Gli Orientamenti obbligano a prendere sul serio il fatto che la zona d’ombra attorno alla parrocchia si allarga, che l’area di coloro “che vivono un fragile rapporto con la Chiesa” è “cresciuta in modo rilevante negli ultimi decenni” (n. 57). Dal punto di vista pastorale, ciò significa elaborare nuove forme di comunicazione e di presenza; dal punto di vista editoriale, la trasformazione della realtà sociale e culturale comporta il mutare dell’interlocutore. Si tratta di una sfida che tocca direttamente l’identità delle editrici, sia nel comparto volumi che nel comparto periodici, perché gli esperti di marketing insistono sempre nel dire quanto è difficile e pericoloso modificare il prodotto e individuare un nuovo interlocutore. Modificare il prodotto, significa far percepire che la ditta “non è più quella di prima”, e nel cliente si tocca allora il riferimento affettivo dell’abitudine; individuare un nuovo interlocutore, comporta rilevanti investimenti in pubblicità e informazione per crearsi nuovi clienti, con un rientro notoriamente assai lento di costi e di fatiche. Sarebbe interessante che questa legge fondamentale del mercato fosse tradotta, in modo parallelo, nel settore pastorale: non è un accostamento irrispettoso, perché tocca direttamente il problema del “comunicare” (linguaggio, modi, interlocutore...) che è appunto l’oggetto diretto degli Orientamenti. Se la “civiltà del campanile” presenta questi segni di indebolimento, è pur vero, in senso opposto, che negli ultimi decenni è cresciuta la sensibilità, sia in ambiente ecclesiale sia in ambiente culturale laico, sul valore intrinseco di civiltà e di identità nazionale delle realizzazioni civili che rimandano al cristianesimo in tutto il nostro territorio. Questa nuova e positiva impostazione è documentata a livello pastorale da tutta l’attività dell’Ufficio CEI per i Beni Culturali Ecclesiastici, da come è stata organizzata una pastorale specifica, tesa a valorizzare l’arte come linguaggio di fede, in diocesi come Venezia e Firenze, un’esperienza di cui si riscontrano sempre più numerose imitazioni in occasione di mostre, nella valorizzazione di musei, nell’accoglienza accurata che felicemente si incontra in cattedrali e santuari. La pastorale nel nostro paese può ricorrere felicemente a una rete di memorie cristiane rappresentato dall’arte in tutte le sue forme. Con due vantaggi non secondari: la molteplicità degli interessi cui questo 3. DOSSIER reticolo interloquisce, per cui le occasioni di aggancio sono moltiplicate; la possibilità di integrazione nella storia e nell’identità nazionale che il patrimonio artistico nato dal cristianesimo offre agli immigrati di altra etnia o di altra cultura. Il riferimento solo esemplificativo che l’Appendice degli Orientamenti fa al tema “comunicazione e arte” non deve essere sottovalutato (vedi “Vie per la comunicazione” lettera d). Ancora in ritardo invece sono gli editori e i centri cattolici sulle “nuove tecnologie”, ricordate dagli Orientamenti nello stesso paragrafo e soprattutto richiamate come “una nuova cultura” con “nuovi linguaggi e nuovi atteggiamenti psicologici” (n. 39). Al riguardo mi sembra di poter dire quanto si va ripetendo da decenni circa la realtà televisiva: dal decreto Inter mirifica del Vaticano II se ne dà una lettura positiva, ma tutta la comunicazione nella Chiesa si svolge su un quadro culturale pretelevisivo e pretecnologico. Abbiamo capito che le nuove tecnologie sono strumenti operativi molto utili e ci rapportiamo con esse in modo funzionale, ma siamo rimasti estranei alla morfologia e alla sintassi di quel linguaggio. Diciamo parole tecnologiche, ma pensiamo e organizziamo il nostro dire secondo le strutture linguistiche pretecnologiche. Anche in questo ritardo viene confermata l’osmosi tra attività pastorale ed editoria, come tratto tipico del cattolicesimo italiano. Ed è dunque una sfida ancora davanti a noi. Sulla quale pesano – è opportuno ricordarlo – i dati anagrafici e i ritmi del ricambio generazionale all’interno della Chiesa. Binari paralleli Accennavo sopra all’eredità risorgimentale di separazione netta, tipica del nostro paese, tra la cultura laica e la cultura cattolica. Chi frequenta abitualmente le librerie, constata che nelle librerie cattoliche, almeno in quelle più grandi, trova anche molti titoli e prodotti di editori laici, ma non costata l’inverso; cioè, nelle librerie laiche trova raramente libri religiosi, oppure, ed è addirittura peggio, sotto la voce religione trova testi di esoterismo, di magia, di parapsicologia e paccottiglia simile. Una corrispondenza impressionante si ha sui grandi quotidiani, nei quali si parla di religione solo in prospettiva politica o sulla tastiera del sensazionale/emotivo, i due indicatori principali che presiedono il mercato dell’informazione, stampata e non. Questa impermeabilità dei due mondi è una sfida che l’editoria cattolica ha semplicemente in comune con la Chiesa italiana ed è ben difficile suggerire qualcosa di nuovo, dopo decenni di arrovellamento da 9 3. DOSSIER parte di direttori e amministratori, distributori e librai. Almeno deve essere ben chiaro che ogni scelta strategica (economica, culturale, organizzativa...) che porta a un indebolimento della presenza cattolica, anziché al suo rafforzamento, significa abbassare il tasso di efficacia nella comunicazione del messaggio cristiano. È come se un altoparlante perdesse progressivamente di volume: la gente sentirebbe sempre di meno, fino a non sentire più. Negli ultimi anni sono state chiuse alcune case editrici cattoliche: significa che la percentuale di penetrazione è complessivamente diminuita. Gli istituti religiosi che gestiscono attività pubblicistiche condividono con tutta la Chiesa la difficoltà del personale e del ricambio generazionale. D’altra parte l’impegno diretto di istituti e diocesi in questo settore, con l’investimento di capitali, persone e strutture (edifici, impianti, e tutti sanno quanto questi ultimi sono costosi...), rende tutt’altro che agevole il passaggio verso una conduzione affidata completamente a personale laico. Anche se questa resta, a mio parere, una scelta obbligata. È certamente istruttiva l’esperienza che gli assunzionisti hanno realizzato in Francia. Con un’attività iniziata nell’800, hanno realizzato con l’editrice Bayard e il quotidiano La Croix un’impresa sovranazionale, in cui la proprietà è di una congregazione religiosa, ma il personale religioso è rappresentato nell’azienda da poche unità di fronte a centinaia di dipendenti. In questa direzione si sono mossi anche altri istituti, come è emerso in un incontro tra i rappresentanti degli istituti religiosi che gestiscono attività pubblicistiche, organizzato a Roma il 17 gennaio scorso dall’Unione Superiori Generali. È dunque molto realistico l’invito, presente nell’Appendice degli Orientamenti circa le “Vie per la comunicazione”, a “riflettere sul valore della comunicazione sociale, sulla situazione attuale e sulle iniziative che vanno sostenute o che attendono di essere avviate”, ad “approfondire alcuni sentieri particolarmente significativi della comunicazione (ad es. comunicazione e arte, nuove tecnologie...)”. Pensiero forte Quando ho dovuto presentare gli Orientamenti al consiglio pastorale di alcune parrocchie, mi sono sentito chiedere che cosa c’entra la prima parte, che è teologica e fortemente unitaria sull’unico tema di “Gesù inviato del Padre”, con la seconda parte, quella propriamente pastorale, che presenta un impianto in cui l’elenco dei temi crea un certo contrasto con la concentrazione della prima parte. Ho risposto affermando 10 che una pastorale è tanto significativa quanto è motivata teologicamente con idee forti. Qui, chiaramente in dipendenza dalla Novo millennio ineunte, come è espressamente indicato al n. 9, siamo invitati a trovare nella centralità di Gesù l’elemento strutturante la molteplicità delle urgenze pastorali. Davanti a questo primato della teologia e della spiritualità, cioè del pensiero e della formazione interiore, di fronte all’agire pastorale, penso a due pericoli che l’editoria religiosa ha oggi davanti a sé. Il primo è dato dalla “cultura dell’usa e butta” applicata al libro. Alcuni editori teorizzano che un libro deve avere otto mesi di vita, come un prodotto di cucina e come la moda a ritmo stagionale. Di conseguenza invadono a ondate i banconi delle librerie e, passati gli otto mesi, bombardano con pubblicità e con indirizzari selezionati offrendo svendite con sconti fino all’80%. È la dimostrazione migliore che si tratta di un prodotto senza consistenza. L’effetto sul mercato è quello di falsare il corretto rapporto tra libro e lettore, l’effetto sull’editore è quello di creare un’editoria senza catalogo, cioè vuota di tenuta e di prospettive, l’effetto sul cliente è quello dell’emozione anziché della riflessione. Il secondo pericolo è quello di affidarsi più alla tecnica e all’operatività che alla cultura. Di fronte alla difficoltà economica, che nell’ultimo decennio ha coinvolto anche l’editoria religiosa, alcuni editori hanno pensato di risanare dei bilanci disfacendosi delle riviste e delle collane di cultura, chiudendo queste e cedendo quelle, e producendo soltanto degli strumenti di intervento diretto, il libretto di poche pagine che ti dà preconfezionata la lezione di catechismo, l’incontro di preparazione al matrimonio, l’omelia della domenica. Ogni cliente di libreria può constatare che negli ultimi vent’anni il libro medio è passato dalle 300 alle 120 pagine. Se chiedete a un libraio: “quale è il libro che si vende bene”, vi risponderà: “il libro tra 80 e 120 pagine”. Queste due tendenze – che hanno un riscontro parallelo nell’editoria laica, con un significativo indice negativo di omologazione sui meccanismi di mercato – obbligano a interrogarci continuamente su che cosa comunichiamo, sia attraverso il contenuto sia attraverso la forma del prodotto. E pongono alla comunità cristiana e agli operatori dell’editoria il problema della formazione come primario problema di senso. “Una fede adulta e ‘pensata’ ” è il titolo impegnativo del n. 50 degli Orientamenti. È un paragrafo importante, che chiude in modo significativo: “Avere una vita interiore... è quanto di più umano ci sia dato... perché la fede è sempre ragionevole”. * Presidente dell’Unione Editori e Librai Cattolici Italiani (UELCI) Csocialiomunicazioni Campania: incontro dei direttori diocesani I direttori degli uffici comunicazioni sociali e i membri della Commissione cultura e comunicazioni sociali della Campania si sono incontrati a metà gennaio, presso il centro “La Pace” di Benevento per discutere sul tema “Una rete di comunicazione sociale in Campania”. Durante l’incontro, presieduto dall’arcivescovo di Benevento, S. E. Mons. Serafino Sprovieri, si è parlato, tra l’altro, della possibilità di creare un giornale e una televisione a carattere regionale. L’Ucsi celebra il patrono dei giornalisti Commissione episcopale cultura e comunicazione riunita a Roma Si è riunita il 21 gennaio a Roma, presso la sede della CEI, la Commissione episcopale per la comunicazione e la cultura. Tra i vari punti all’ordine del giorno la verifica dell’ultima riunione con i vescovi delegati regionali; i programmi dei vari uffici che fanno riferimento alla Commissione e un “Direttorio sulla comunicazione nella missione della Chiesa in Italia”, in fase di elaborazione e il cui schema è stato sottoposto all’esame del Consiglio Permanente che si è svolto a ridosso. Milano: “La famiglia mediatica” L’Ufficio diocesano per le comunicazioni sociali della diocesi di Milano e l’Università Cattolica del S. Cuore hanno organizzato un corso di formazione sul rapporto famiglia e mass media intitolato “La famiglia mediatica”. Il corso intende approfondire la complessa tematica del rapporto tra la realtà della famiglia e i mezzi di comunicazione, a partire dai dati relativi al consumo dei media e della tv in particolare da parte delle famiglie italiane. Vengono proposte analisi e forniti suggerimenti utili a comprendere come la famiglia si metta in rapporto con tali mezzi e come essi, a loro volta, “guardino” e rappresentino la famiglia proponendo valori e modelli. Gli incontri, cinque in tutto, prenderanno il via il 23 febbraio per concludersi il 23 marzo. L’Unione cattolica della Stampa Italiana (Ucsi) per festeggiare San Francesco di Sales ha promosso una riflessione sul tema “Giornalisti a rischio – Ragionando sull’informazione dopo l’11 settembre”. All’incontro, organizzato d’intesa con l’Ordine Nazionale dei Giornalisti e la Federazione Nazionale della Stampa Italiana, che si è svolto a Roma, il 29 gennaio, sono intervenuti, tra gli altri, Lucia Annunziata, Dino Boffo, Paolo Graldi, Gad Lerner, Dennis Redmont ed Ennio Remondino. Celebrati i 120 anni del settimanale “Il Resegone” Si è svolto a Milano il 25 gennaio, un incontro “speciale” con il Card. Martini sul tema: “Leggere da cristiani il mondo che cambia”. L’iniziativa si colloca nell’ambito delle celebrazioni di San Francesco di Sales, patrono dei giornalisti e dei 120 anni del settimanale cattolico lecchese “Il Resegone”. Sul tema designato sono intervenuti, dopo la testimonianza offerta dal Cardinale Martini sull’incontro di Assisi del giorno precedente, il direttore di “Famiglia Cristiana”, don Antonio Sciortino, il direttore di “Avvenire”, Dino Boffo e del “Resegone”, Gianni Borsa. Trani: il Vescovo incontra il mondo dei mass-media Per la festa di San Francesco di Sales, patrono dei giornalisti, l’Ufficio per le comunicazioni sociali della 11 4. COMUNICAZIONI SOCIALI diocesi di Trani-Barletta-Bisceglie ha organizzato un incontro tra l’Arcivescovo, S.E. Mons. Pichierri e gli operatori della comunicazione sociale. L’incontro si è svolto il 25 gennaio: i partecipanti si sono confrontati sul tema dell’etica dei mass media e si sono dati appuntamento per il prossimo anno. Lanciano: la diocesi in rete La diocesi di Lanciano-Ortona ha realizzato il suo sito web e lo ha dedicato a San Tommaso, le cui spoglie sono custodite nella cattedrale. All’indirizzo www.tommasoapostolo.com sarà possibile trovare tutto il materiale informativo sul santo e sui principali eventi e documenti della diocesi. Nardò-Gallipoli: inaugurato il sito Il nuovo sito della diocesi pugliese è stato inaugurato il 20 gennaio e, già dopo pochi giorni, ha registrato 17 mila visite. Curato dall’Ufficio diocesano per le comunicazioni sociali, in collaborazione con il servizio informatico della Curia, si prefigura come un portale cattolico. Oltre alle varie iniziative e documenti della Chiesa locale, all’indirizzo www.diocesinardogallipoli.it è possibile trovare, tra l’altro, la storia di San Giuseppe da Copertino, una sezione dedicata alla spiritualità e uno spazio “virtuale” per i quattro monasteri di clausura della diocesi. L’Ucsi Marche si interroga su ragazzi e mass-media L’Ucsi delle Marche ha organizzato, nell’ambito dei festeggiamenti per San Francesco di Sales, un convegno sul tema “Pollicino nel bosco dei media. Ragazzi e informazione a 10 anni dalla Carta di Treviso”. La manifestazione, che si è svolta il 27 gennaio a Numana (AN), va inserita nel programma nazionale dell’Ucsi “Ragazzi e media, cento incontri”, e si ricollega anche ai contenuti del “Primo rapporto sulla comunicazione in Italia”, realizzato dal Censis per conto dell’Ucsi lo scorso anno. 12 Rassegna di film neorealisti a Ravenna L’Ufficio diocesano per le comunicazioni sociali della diocesi di Ravenna ha organizzato una rassegna cinematografica con pellicole della Cineteca Nazionale di Roma intitolata “Gli aspetti lirici del neorealismo”. Le proiezioni sono cominciate il 21 gennaio e termineranno il 18 marzo; tra i i film trasmessi: “Roma città aperta”, “Ladri di biciclette” e “Mamma Roma”. A Roma si è parlato di fiction Il Centro studi cinematografici ha organizzato, il 19 gennaio, a Roma, un convegno sul tema “Nascita di una finzione - La realtà italiana tra cinema e televisione” con l’obiettivo principale di analizzare le attuali modalità di rappresentazione della realtà italiana contemporanea attraverso la fiction del grande e, soprattutto, del piccolo schermo. Tra i relatori: Milly Buonanno, direttore dell’Osservatorio sulla fiction televisiva e docente universitario; Stefano Munafò, direttore di Raifiction; Anna Samueli, sceneggiatrice e Nello Correale, regista e sceneggiatore. Celebrazioni a Mantova per la giornata di Avvenire. Si è svolta a Mantova la giornata diocesana dedicata al quotidiano cattolico “Avvenire”. Per l’occasione, mons. Egidio Caporello, vescovo di Mantova, ha sottolineato come al cattolico di oggi “occorrano mezzi di comunicazione che non siano massificanti. I cattolici”, ha proseguito l’alto prelato, “se lo vogliono non sono meno capaci di altri nell’impresa di esprimere e alimentare la loro cultura con mezzi adeguati. E, se non si impegnano per farlo, si rendono fatalmente succubi di un’informazione per loro insoddisfacente, che spesso banalizza la loro posizioni”. 5. PROGETTO CULTURALE Capertoantiere Cisternino (BR) • 16 e 20 dicembre Il Centro culturale “Fuoco del Melograno” organizza il 16 dicembre la conferenza di Giulio Marchioli su “Arte e verità. Dall’individuale all’universale”. Il 20 dicembre il medesimo Centro culturale, in collaborazione con l’Assessorato alla Cultura del Comune, organizza la presentazione del volume di Adriana Notte “L’urlo il Volto”. Intervengono Gianna Caroli, Assessore alla Cultura, e Margherita Martucci. Milano • 17 dicembre-7 febbraio Caltagirone • 14 dicembre L’Ufficio diocesano di Pastorale della cultura e delle comunicazioni sociali, il Centro “Padre Innocenzo Marcinò” dell’Istituto Superiore di Scienze Religiose all’Apollinare della Pontificia Università della Santa Croce di Roma e l’Istituto di ricerca e Formazione Culturale “Mario Sturzo” organizzano la conferenza di Vittorio Sozzi su “Venti di guerra, aneliti di pace. I cristiani di fronte alla complessità del momento presente”. Brindisi • 14 dicembre-7 gennaio L’associazione “Amici della Biblioteca arcivescovile A. De Leo”, l’Associazione italiana “Amici del Presepio” e il Comune organizzano la XV rassegna internazionale del presepe nell’arte e nella tradizione dal titolo “Natale per risorgere”. L’Ufficio diocesano per i beni culturali e l’Assessorato alla Cultura del Comune promuovono “I suoni della devozione”, una serie di serate musicali sui temi del Natale e della pace che si tengono in diverse chiese della città. Cerreto Sannita - Telese Sant’Agata de’ Goti • 15 dicembre L’Ufficio diocesano per la cultura e le comunicazioni sociali e il Meic organizzano un incontro-dibattito su “Il Progetto Culturale della Chiesa Italiana”. La relazione è affidata a Francesco Bonini, coordinatore del Servizio nazionale. Il Vescovo Mons. Michele De Rosa traccia le conclusioni. Il “Centro Culturale di Milano” organizza “Le sette luci di Andrej”, una mostra di immagini provenienti dall’archivio personale del regista Andrej Tarkovskij, nel 15° anniversario della sua scomparsa. Il 30 gennaio ha luogo la presentazione dei “Diari” del regista, cui partecipano il figlio Andrea, Antonio Socci, Vittorio Strada. Il Centro organizza inoltre il 24 gennaio, all’interno del ciclo di incontri “Dentro Milano”, una serata sul tema “La Borsa: una realtà o un sogno? Viaggio alla scoperta di un mondo”. Intervengono Marco Oriani e Maria Rosa Borroni, docenti di Economia degli intermediari finanziari nell’Università Cattolica. Il 7 febbraio, in occasione della presentazione del libro di Daniele Piccini “Con rigore e passione. Viaggio fra le letture del nostro tempo”, si tiene una tavola rotonda sul tema “Serve ancora la critica letteraria?”. Intervengono Davide Rondoni, Bianca Garavelli, Giancarlo Pontiggia, Roberto Mussapi e Caterina Soffici. Albenga-Imperia • 20 dicembre-15 marzo La diocesi, l’Assessorato alla Cultura e al Turismo del Comune di Albenga e l’Unione Cattolica Artisti Italiani allestiscono dal 20 dicembre al 16 gennaio nel Museo diocesano d’arte sacra la mostra “Angeli, Pastori... e la Natività ieri e oggi”. Alla rassegna, volta anche a far conoscere agli abitanti della diocesi il Museo e le pregevoli opere in esso custodite, sono affiancati il concerto di canti natalizi della Schola Cantorum “Don Primo Volpe” e l’esecuzione di alcuni brani musicali preparati dagli artisti dell’Ucai. Inoltre l’Associazione “Mons. N. Palmarini”, l’Ucai e l’Ufficio catechistico-scolastico diocesano organizzano dal 15 febbraio al 15 marzo il corso “Chiesa e sviluppo del pen- 13 5. PROGETTO CULTURALE siero scientifico”. Intervengono: il fisico Elio Sindoni su “Creazione o Big Bang?”; il Vescovo di Mondovì Mons. Luciano Pacomio su “Bibbia e scienza in dialogo”; Michele Lenoci, dell’Università Cattolica di Milano, su “Chiesa e scienza oggi”; il giornalista Mario Gargantini su “Galileo Galilei: mito e realtà”; Luigi Negri, dell’Università Cattolica di Milano, su “Chiesa e libertà di ricerca: Giordano Bruno”. Rossano Calabro (CS) • 29 dicembre Il Centro culturale “Il lievito”, in collaborazione con il Servizio nazionale per il progetto culturale, promuove, all’interno delle iniziative de “Il cantiere del millennio”, “Start-up per il Millenario della morte di san Nilo di Rossano (2004) e il 950° anniversario della morte di san Bartolomeo (2005)”. San Nilo fu l’iniziatore di quel movimento monastico ispirato all’Oriente cristiano che portò alla fondazione dell’Abbazia di Grottaferrata. San Bartolomeo fu il suo discepolo prediletto. Dopo i saluti del sindaco, intervengono: Francesco Bonini, coordinatore del Servizio nazionale, l’Arcivescovo Mons. Andrea Cassone, padre Emiliano Fabbricatore, Protoarchimandrita Esarca ordinario di Santa Maria di Grottaferrata, e S.E. Mons. Ercole Lupinacci, Vescovo dell’Eparchia di Lungro. Coordina l’incontro Mons. Francesco Milito, direttore de “Il lievito”. Ha luogo poi la proiezione del documentario “Santi per immagini”. Si tratta di una prima ricerca per un mostra iconografica dei santi Nilo e Bartolomeo. Segue il dibattito su “Le proposte per l’agenda del cantiere 2002”. Roma • 10-31 gennaio “Progetto Humanitas. Associazione culturale per la formazione permanente e lo sviluppo della creatività” organizza una serie di conferenze. Intervengono: Alessandro Pagliara su “Ignifluisque gemit Lipare fumosa cavernis. Mito, archeologia e storia in una colonia greca di Sicilia”; Gabriella Giordanella Perilli su “Musica e salute fisica, psichica e spirituale”; Claudio Bucciarelli su “Nessuno è uguale, nessuno è diverso: senso e significato dell’integrazione culturale”; Filippo Ricciotti su “Le medicine complementari: omeopatia, agopuntura, fitoterapia, medicine orientali...”. Inoltre vengono organizzati i corsi su “L’Apocalisse di Giovanni. Conoscenza, approfondimenti, spunti di ri- 14 flessione”, su “Musica e salute fisica, psichica e spirituale” e su “Scrittura creativa nel linguaggio letterario e teatrale”. Panzano in Chianti (FI) • 20 gennaio La Comunità di San Leolino, con il contributo dell’Assessorato alla Pubblica Istruzione del Comune di Greve in Chianti, organizza “La carezza della musica. Concerto per i Bambini del nuovo Millennio”. A partire dal Duemila la Comunità offre ogni anno ai bambini del nuovo millennio un concerto nella ricorrenza della festa di santa Agnese, morta martire a Roma nel III secolo appena dodicenne. Il concerto degli allievi della Scuola di Musica di Greve si distingue per una particolarità: sono dei bambini a suonare e cantare per gli altri bambini. Al termine della serata Carmelo Mezzasalma presenta il libro di Domenico Giuliotti “Il Natale” di cui vien fatto dono a tutti i bambini presenti. Roma • 22-23 gennaio Il Centro per lo studio della storia e della cultura di Sicilia della Facoltà Teologica di Sicilia promuove un convegno di studi su “Letteratura siciliana del Novecento. Le domande radicali”. Intervengono: Cataldo Naro, preside della Facoltà, che introduce i lavori; Sergio Campailla, dell’Università di Roma Tre, su “Anno 2002. Domande radicali nella letteratura siciliana”; Massimo Naro, della Facoltà Teologica di Sicilia, su “Lumen fidei. La ‘lanterninosofia’ di Pirandello”; Franco Zangrilli, della City University di New York, su “La ricerca religiosa di Pirandello e Bonaviri”; Roberto Salsano, dell’Università di Roma Tre, su “Tra fuga e approdo metafisico: esistenza e assoluto in Rosso di San Secondo”; il critico letterario Enzo Lauretta su “Vitaliano Brancati: una lezione di verità”; Liborio Palmeri, del Seminario diocesano di Trapani, su “ ‘E dovremo dunque negarti, o Dio?’. Dolore e fede nella poesia di Quasimodo”; Giovanni Speciale, dell’Istituto teologico-pastorale “G. Guttadauro” di Caltanissetta, su “Peccato e grazia nella poesia di Pietro Mignosi”; Salvatore Privitera, della Facoltà Teologica di Sicilia, su “Tomasi di Lampedusa: il lento appassire della vita”; Antonino Raspanti, della Facoltà Teologica di Sicilia, su “La domanda sulla morte di Gesualdo Bufalino”; Filippo 5. PROGETTO CULTURALE Santi Cucinotta, della Facoltà Teologica di Sicilia, su “Tra lo Scilla e Cariddi di Stefano D’Arrigo”; Fabio Pierangeli, dell’Università di Roma Tor Vergata, su “Sciascia ultimo e radicale”; Cosimo Scordato, della Facoltà Teologica di Sicilia, su “La donna e le domande radicali negli scrittori siciliani del Novecento”; Giuseppe Costa, della Pontificia Università Salesiana di Roma, su “Tra cronaca e ricerca di senso: letteratura e giornalismo nella Sicilia del secondo Novecento”; Sergio Campailla che illustra le conclusioni. Roma • 8-9 febbraio L’Istituto “Vittorio Bachelet” dell’Azione Cattolica Italiana promuove il convegno su “Quali relazioni sociali e politiche per l’oggi? Dalla frammentazione alla comunità”. Intervengono: Giuseppe Dalla Torre, Rettore della Lumsa di Roma e presidente del Consiglio Scientifico del Bachelet, che apre i lavori; Mauro Magatti, docente di Sociologia nell’Università Cattolica di Milano, su “Le relazioni interpersonali nella società di oggi”; Michele Nicoletti, docente di Filosofia politica nell’Università di Trento su “La politica come spazio di relazioni”. Si tiene poi una tavola rotonda su “Le istituzioni tra decisioni verticistiche e istanze di partecipazione” cui prendono parte: Francesco Bonini, docente di Storia delle istituzioni politiche nell’Università di Teramo e coordinatore del servizio nazionale per il progetto culturale; Monica Lugato, docente di Diritto Internazionale nella Lumsa di Roma; Antonino Spadaro, docente di Diritto costituzionale nell’Università di Catanzaro; Giuseppe Tognon, docente di Storia dell’educazione e di Storia della Pedagogia nella Lumsa di Roma. A Paola Bignardi, presidente nazionale dell’Azione Cattolica Italiana, sono affidate le conclusioni. Padova • 23 febbraio La Fondazione “Girolamo Bortignon” per l’educazione e la scuola organizza un convegno internazionale sul tema “Per un sistema educativo integrato. Le prospettive del Nord Est”. Dopo il saluto del Vescovo Mons. Antonio Mattiazzo, intervengono: padre Paul Valadier, della Facoltà di Filosofia del Centre Sèvres di Parigi, su “Cultura ed umanizzazione. I compiti di una scuola cattolica all’interno di un sistema educativo integrato”; S. E. Mons. Giuseppe Betori, Segretario Generale della CEI, su “L’apporto del Progetto culturale della Chiesa italiana nel sistema educativo integrato”; Giuseppe De Rita, segretario generale del Censis e presidente della Fondazione “Venezia 2000”, su “Economia e società, tradizioni e istituzioni presenti nel Nord Est: che cosa chiedono e quali risorse rappresentano per la scuola statale e non statale”. Si tiene poi una tavola rotonda, coordinata da Giuseppe De Rita, sul tema “Fare scuola oggi nel Veneto: quale risposta ai bisogni formativi dei giovani, delle famiglie e della società”. Vi prendono parte Bruno Gandini, della Confap, Franco Martignon, dirigente scolastico, Diega Orlando Cian, dell’Università di Padova e Francesco Peghin, di Unindustria-Padova. Le conclusioni sono affidate a Michele Panajotti, presidente della Fondazione “Girolamo Bortignon” e referente diocesano per il progetto culturale. L’iniziativa è tesa ad approfondire gli indirizzi prioritari di ricerca e servizio a vantaggio delle scuole, in regime di autonomia e parità. L’impegno della Fondazione riguarda in particolare le scuole cattoliche, per qualificarle sempre più come laboratorio di proposte culturalmente e socialmente significative nell’ordinamento pubblico integrato in sinergia tra scuola e famiglia, territorio e comunità. Il convegno si muove su tre coordinate portanti: il processo di unificazione europea, il progetto culturale della Chiesa italiana e l’attenzione al territorio e alle risorse culturali, economiche, sociali e religiose. B eni culturali Dal 24 marzo al 16 giugno a Padova LE RELIGIONI DEL MONDO IN UNA MOSTRA I grandi maestri dell’illustrazione per l’infanzia raccontano le diverse religioni del mondo in una mostra 15 5. PROGETTO CULTURALE che sarà allestita dal 24 marzo al 16 giugno nelle sale del rinnovato museo diocesano di Padova. “I colori del sacro”, questo il titolo della mostra, rappresenterà episodi tratti dalle Sacre Scritture, la raffigurazione dei miti orientali, i credo animistici dell’Africa e dell’America del Sud, le rappresentazioni dell’Assoluto nel mondo religioso giapponese e le storie della mitologia classica. La mostra è promossa e organizzata dalla Diocesi di Padova e dal Messaggero di Sant’Antonio, in collaborazione con la Fondazione Mostra Internazionale di Illustrazione per l’Infanzia di Sarmede. È stata ideata come itinerante in Italia e nel mondo: dopo Padova, sarà riallestita in altre città italiane per prendere poi il via verso il Nordamerica. Sarà, infatti, a Toronto in occasione della prossima Giornata mondiale della gioventù, in Australia per ritornare di nuovo in Europa. Concorso a Città di Castello (Pg) Regala un’opera al museo Il museo del duomo di Città di Castello promuove il concorso “Regala un’opera al museo”. L’obiettivo è di offrire ai giovani un’occasione per valorizzare le proprie capacità espressive, e avvicinarli al mondo dell’arte. Sarà premiata la qualità artistica dei disegni e la forza del messaggio che essi contengono. I soggetti di tali elaborati dovranno essere scelti tra le opere d’arte che costituiscono la collezione permanente del Duomo di città di castello. La partecipazione è gratutita; i giovani potranno partecipare in forma individuale o con classe di appartenenza. La partecipazione al concorso è suddivisa per livello scolastico: scuola primaria, dai 7 agli 11 anni; e scuola secondaria, dai 12 ai 19 anni. Per concorrere ogni classe dovrà proporre uno o più disegni. Gli elaborati dovranno avere un formato 70 per 100, e possono essere utilizzate tutte le tecniche di espressione grafiche: pastello, acquerello, composizione fotografica ecc. Per informazioni ed iscrizioni: Museo del Duomo di Città di Castello, Piazza Gabriotti 3/a, 06012 Città di castello (Pg); telefax 0758554705. 16 Fino al 10 febbraio I Segni del 9cento in “mostra” a Brescia Nuova tappa della mostra itinerante Segni del 9cento. Dopo Verona, dove la mostra è stata allestita presso il Duomo, ora è il museo diocesano di Brescia ad accogliere la mostra itinerante dal 19 gennaio al 10 febbraio 2002. L’orario di apertura della mostra è dal martedì alla domenica dalle ore 10.00 alle 19.00. L’iniziativa è organizzata dal Liceo artistico Vincenzo Foppa in collaborazione con la Diocesi e il Comune di Brescia. La mostra presenta una vasta selezione delle più significative opere di architettura e di arti per la liturgia realizzate in Italia nel secolo appena concluso e può essere “visitata” anche on line al sito www.segnidel-9cento.it. Dopo Brescia la mostra si sposterà ad Alghero, Firenze, Milano, Trento e Vicenza. Promossa dalla Conferenza Episcopale Italiana, la mostra si caratterizza come evento espositivo itinerante che mira a documentare sinteticamente quanto le diocesi italiane al nord al centro e al sud Italia hanno realizzato di veramente significativo nel XX secolo in materia di architettura e di arte per la liturgia. Il materiale esposto sarà costituito da fotografie a colori di grande formato, realizzate mediante apposita campagna, che illustreranno 60 chiese e 90 opere d’arte. Queste spazieranno temporalmente nell’intero arco del secolo, privilegiando le opere del periodo postconciliare mentre, per il periodo preconciliare, quelle che meglio hanno saputo anticipare le istanze del Vaticano II. On line da febbraio il sito dell’Amei I musei ecclesiastici vanno in “Rete” Sarà su Internet a partire dal primo giorno di febbraio il sito dell’Associazione musei ecclesiastici italiani. All’indirizzo www.amei.it sarà possibile avere tutte le informazioni sui musei e le collezioni ecclesiastiche, nonché di quelle realtà associative che si occupano di beni culturali d’interesse religioso. “Lo scopo è quello di aiutare i musei a valorizzare il loro straordinario patrimonio – spiega Mons. Giancarlo Santi, direttore dell’Ufficio nazionale per i beni culturali ecclesiastici e presidente dell’Amei – ma anche per far interagire fra loro i musei stessi. Non a caso si darà vita anche ad un Forum on line che favorirà proprio lo scambio di informazioni ed esperienze”. 5. PROGETTO CULTURALE Attualmente, in Italia, esistono 936 musei religiosi, di cui 820 di proprietà ecclesiastica e 116 di proprietà non ecclesiastica. Il sito dell’Amei sarà “linkato” a quello dell’Ufficio nazionale per i beni culturali ecclesiastici e si aggiunge alle altre due esperienze telematiche legate all’Ufficio diretto da Mons. Santi: quella di Beweb e di Segni del 9cento. L aboratorio Dalle Diocesi Il Servizio per il progetto culturale della diocesi di Piacenza-Bobbio ha pubblicato “Punto Incontro. Dossier 2001”. Si tratta dei materiali utilizzati negli “Incontri del venerdì”, che il Servizio diocesano ha proposto dal 23 febbraio al 4 maggio 2001. Il dossier è stato completato con un resoconto de “Il cantiere del progetto culturale”, l’incontro nazionale dei referenti diocesani, dei centri culturali e delle aggregazioni laicali tenutosi a Roma dal 15 al 17 febbraio, e con ampie citazioni della Novo Millennio Ineunte e degli Orientamenti pastorali dell’Episcopato italiano per il primo decennio del 2000 dal titolo “Comunicare il Vangelo in un mondo che cambia”. Interessante è la sezione “Per saperne di più”, nella quale vengono esposti lo spirito e le modalità di attuazione dell’iniziativa di “Punto Incontro”. Lo scopo consiste nell’ “aiutare a pensare e ad operare con criteri di giudizio autenticamente cristiani: plasmare una figura di cristiano che risulti credibile nella odierna società democratica (CEI, Con il dono della carità dentro la storia, n. 21)”. Le linee-guida sono così formulate: “Nella consapevolezza della crisi culturale che investe mondo cattolico e mondo laico, la proposta è quella di usare le due ali: fides et ratio”; “Si è convinti che la semplice enunciazione di contenuti determini un astrattismo inefficace a incidere nella realtà; decisivo è invece: discernere – progettare – comunicare”; “I principi affermati come principi creano solo radicalismo: è chiudersi nel fortino; occorre la paziente ricerca dei dati, è il dato storico lo strumento per dialogare con l’uomo di oggi”. Infine, quanto al metodo, “Punto incontro promuove Aiutare a pensare e ad operare con criteri di giudizio autenticamente cristiani. l’impegno personale mentre consente di lavorare comunitariamente, suscita interessi per l’oggi della vita ecclesiale e civile e non li lascia spegnere per mancanza di strumenti validi a svilupparli. Il metodo è quello seminariale orientato al discernimento comunitario”. Il Servizio diocesano per il progetto culturale, dopo aver compiuto la selezione degli argomenti e la definizione del calendario, struttura gli Incontri del venerdì (ore 18-20) nel modo seguente: la consegna della documentazione sull’argomento, per la quale si attinge alla stampa quotidiana e periodica e ai documenti del Magistero; l’introduzione, che non è altro che un avvio alla lettura, volto a far emergere concordanze e dissonanze nei documenti appena consegnati; l’invito ad interagire nell’immediato in maniera molto concisa; il ritorno a casa nell’ottica di completare il discorso avviato e di offrire ad altri un percorso analogo. Il metodo seminariale, vale a dire l’essere posti in gruppo di fronte ad una problematica mediante uno o più agili testi d’introduzione, acuisce l’attenzione e la partecipazione dei singoli. Questa modalità di funzionamento si colloca in una precisa prospettiva di formazione, perché tende ad aiutare le persone a pensare e così a crescere. Il Servizio diocesano non trascura l’aspetto della comunicazione. Oltre ad una puntuale informazione su Il Nuovo Giornale prima di ogni incontro, viene continuamente aggiornato il sito www.puntoincontro.org, dal quale si può scaricare l’intera documentazione relativa agli argomenti affrontati. L’introduzione ai temi viene affidata ad un gruppo di laici, che si mettono a servizio delle diverse unità pastorali della diocesi per quanti volessero entrare nei percorsi di riflessione cui si riferisce il dossier. Questa piccola task-force è animata da un autentico spirito missionario, proprio di una vera animazione culturale sul territorio. 17 5. PROGETTO CULTURALE Dalle Riviste Nello scorso mese di novembre è uscito il numero 0 della rivista trimestrale Scritture. Percorsi critici attorno al testo biblico, diretta da Maurizio Gronchi e Piero Ciardella in collaborazione con il Servizio nazionale per il progetto culturale. La pubblicazione consiste in un grande foglio le cui pieghe delimitano più riquadri. La facciata esterna riproduce l’immagine di Gutenberg, primo stampatore della Bibbia. Il riquadro centrale, quale frontespizio, reca il nome della testata Scritture, che evoca le “sacre Scritture” e le “scritture” che commentano il testo biblico di volta in volta posto all’attenzione. Il percorso critico attorno al testo è annunciato dal tema e dal nome degli autori dei commenti. La facciata interna si presenta come un’antica Glossa marginalis: nel riquadro centrale è in grande evidenza il testo biblico, ai margini del quale compaiono diversi interventi. Il primo, in alto a sinistra, è sempre il commento di un biblista, che apre il percorso critico. L’ultimo, in basso a destra, è il contributo della redazione, che svolge il tema suscitato dal brano biblico tenendo conto degli altri contributi. I cinque interventi a margine della pericope scritturistica vengono richiesti a personaggi del mondo della cultura. “La forma della rivista Scritture – si legge nell’introduzione al numero 0 – riproduce l’antico modello della Glossa marginalis di epoca medievale, dove alla sacra pagina facevano corona le autorevoli sentenze degli scrittori ecclesiastici antichi. Ancor oggi, la pagina biblica, per la sua universale autorità culturale, con i suoi temi e le sue problematiche, è capace di suscitare reazioni da molteplici punti di vista, divenendo luogo di incontro tra fedi, culture e sensibilità differenti. Come l’esplosione di colori che la luce sprigiona attraverso la rifrazione di un prisma, così le diverse scritture a margine delle sacre Scritture testimoniano la ricerca contemporanea di senso, di luce, di verità. In questo numero è il testo di Giudici 9,7-15 a suggerire una riflessione corale sul tema del potere”. Su questo tema intervengono nel numero 0 Giulio Andreotti, Massimo Cacciari, il deputato Vannino Chiti, il giornalista Stefano Folli, il Cardinale Pio Laghi e Gianfranco Ravasi. I curatori della rivista non trascurano di indicare a chi è rivolta e come si può utilizzare una rivista così originale. “I lettori di Scritture sono tutti coloro che si interessano alla Bibbia come un testo vivo, che, pur custodito e interpretato fedelmente dalla fede ecclesiale lungo i secoli, mantiene la sua contemporaneità anche per l’uomo e la donna di oggi. Oltre agli studiosi e ai cultori delle scienze bibliche e teologiche, che vi potranno ravvisare letture non proprio scientifiche eppure stimolanti, la rivista è destinata ai gruppi biblici parrocchiali e alle associazioni che curano la formazione al dialogo, per i quali potrà risultare un efficace strumento di confronto e di approfondimento. La redazione sarà lieta di aprire con i lettori un dibattito on-line sul sito www.rivistascritture.it, in maniera da continuare il dialogo avviato in questa forma breve ed essenziale, anche in vista di un forum annuale che possa trattare in modo più consistente i temi che hanno suscitato maggior interesse”. Scritture è progettata e curata dall’Associazione culturale Effatà. Per contattare la direzione e la redazione: Casella Postale 328, 55100 Lucca Centro. Per abbonarsi: Città Nuova Editrice, via degli Scipioni 265, 00192 Roma. La pagina biblica, per la sua universale autorità culturale, è capace di suscitare reazioni da molteplici punti di vista, divenendo luogo di incontro tra fedi, culture e sensibilità differenti. 18 6. NOVITÀ DAI MEDIA CATTOLICI Ncattoliciovità dai media Blu Sat 2000 tra premi e musica d’autore Il programma radiofonico “Duemila più Uno Awards”, che i premi della musica di Duemila più Uno, in onda su Blu Sat 2000, si è concluso nel mese di gennaio. Dieci le categorie premiate, tra cui: album nazionale, album internazionale, canzone nazionale, canzone internazionale, artista emergente, delusione ed evento dell’anno. Particolarmente originale l’assegnazione dei premi, che sono stati conferiti in base alle preferenze degli ascoltatori attribuite alle diverse sezioni tramite SMS, sommati ai pareri di esperti e collaboratori di alcune radio interconnesse con Blu Sat 2000. Con il nuovo anno il programma contenitore “Duemila più Uno” ha cambiato nome, diventando “Duemila più Due”. E mentre si avvicina il rendez-vous con Sanremo, prosegue da ottobre a pieno ritmo, ogni giovedì pomeriggio, la rubrica intitolata “La musica che gira intorno”. Un appuntamento con la musica e soprattutto con tanti musicisti, esponenti di generi ed esperienze di ambito non commerciale. “Abbiamo dato voce”, spiega Paolo Prato, responsabile del palinsesto di Blu Sat 2000, “a lavori e progetti nell’ambito della musica etnica, dell’intervento nel sociale, o semplicemente di album che suonano diversi: da Ambrogio Sparagna a Nour Eddine, da Billy Cobham a Gregg Brown, dal gospel alle campane, da Franz Di Cioccio ai nuovi Litfiba. Prossimi appuntamenti: il 17 gennaio con Pivio (dei Trancendental, tra i più quotati compositori di colonne sonore), il 24 gennaio con Virgilio Savona del Quartetto Cetra e il 31 gennaio con Francesco Baccini”. Fisc: Rini riconfermato presidente Per il secondo triennio consecutivo don Vincenzo Rini, direttore del settimanale cattolico di Cremona “La Vita cattolica” è stato confermato – con voto unanime del Consiglio nazionale – presidente della Federazione italiana dei settimanali cattolici. Durante il Consiglio sono state rinnovate anche le altre cariche dell’esecutivo: Don Corrado Avagnina – direttore della “Fedeltà” di Fossano e Francesco Zanotti – delegato regionale dell’Emilia Romagna, sono stati eletti vice-presidenti; Don Ivan Maffeis, direttore di “Vita trentina” è il segretario generale; Carmine Mellone, delegato regionale della Campania è stato riconfermato tesoriere. Completano l’esecutivo Don Giorgio Zucchelli direttore del “Nuovo Torrazzo” di Crema, nominato presidente della Commissione Cultura; don Cesare Contarini, direttore de “La difesa del popolo” di Padova, presidente della Commissione promozione e sviluppo e Marco Bonatti, della “Voce del Popolo” di Torino alla Commissione Formazione. Le cariche hanno durata triennale. 70 anni di Famiglia cristiana “Famiglia cristiana”, il settimanale dei Paolini, ha spento la settantesima candelina, e per l’occasione ha allegato al settimanale la Bibbia in cd-rom. Fondata da don Giacomo Alberione, esce nella sua prima versione di 12 pagine in bianco e nero nel Natale del 1931, con un prezzo di copertina di 20 centesimi. Già dal 1932 la prima copertina a colori, nel 1944 tocca la soglia delle 100 mila copie vendute. Il settimanale è diffuso in circa 900 mila copie nelle edicole, nelle parrocchie ed in diversi altri centri. Per il “Corriere Cesenate” operazione abbonamenti Gioca al raddoppio il settimanale diocesano “Il Corriere Cesenate” che, grazie a un accordo siglato con la Banca di Credito Cooperativo di Cesena e Ronta, ha trovato sotto l’albero di Natale ben 1000 abbonamenti in più, che si vanno a sommare agli attuali 2500. L’istituto di credito ha infatti regalato a mille dei suoi 19 6. NOVITÀ DAI MEDIA CATTOLICI soci l’abbonamento al settimanale cattolico. Un’operazione che punta al rilancio della testata, rinnovata anche nella grafica. La notizia della scelta di una donna per la direzione del settimanale diocesano ha suscitato l’interesse dei media locali, proprio per l’eccezionalità del fatto. “Per la redazione” spiega don Piero Altieri, direttore del settimanale, “questi abbonamenti sono un fatto di notevole portata, che ci impegnano a proseguire con speranza nella difficile sfida del comunicare”. La neo direttrice ha buttato acqua sul fuoco, puntualizzando che “la qualità del lavoro di una persona non cambia a secondo che si tratti di un uomo o di una donna... Mi auguro che le critiche o gli apprezzamenti che saranno espressi nei confronti del giornale siano indipendenti dal fatto che sono una donna e facciano solo riferimento alla qualità del settimanale”. L’auspicio della Argentiero è di fare de “Il Segno” “un giornale che dà voce alla gente.” Opinione condivisa anche da Francesco Zanotti, vice direttore della testata, e delegato regionale della Fisc (Federazione italiana settimanali cattolici), secondo cui “la scelta della Banca di credito cooperativo lusinga, ma ci richiama a una maggiore professionalità e a un sempre più qualificato servizio di informazione sul territorio. Non per questo tradiremo le nostre origini né la nostra peculiarità di essere giornale della Chiesa e giornale della gente. Anzi, proprio questa maggiore diffusione, ci aiuterà a diventare sempre più giornale di informazione locale, con una capillarità di presenza nelle città, nei paesi e nelle parrocchie.” Con il nuovo anno, il “Corriere Cesenate” entrerà a far parte del “Progetto Emilia Romagna”, coordinato dalla delegazione regionale della Fisc. L’iniziativa permetterà a 5 settimanali, tra cui il “Corriere Cesenate”, di adottare attrezzature d’avanguardia, di essere on line e di avere una grafica comune. Una lady al timone de “Il Segno” Si chiama Irene Argentiero il nuovo direttore del settimanale diocesano “Il Segno”, della diocesi di Bolzano Bressanone, che prende il posto di Paolo Valente, alla guida del giornale per otto anni. 20 Novità dal SiCei Beni artistici on line Prosegue a pieno ritmo l’informatizzazione degli inventari dei beni artistici ecclesiastici realizzati dalle diocesi italiane a partire dal 1997, promossa dalla CEI d’intesa con il Ministero per i beni e le attività culturali. Ad oggi hanno aderito al progetto oltre 180 diocesi, e almeno 500.000 sono le opere inventariate. Nel corso dello sviluppo del lavoro, le Diocesi inviano copia delle schede informatizzate all’Ufficio Nazionale Beni Culturali della CEI, il quale, con la consulenza tecnica del SiCei, sta realizzando una banca dati nazionale con varie finalità. In particolare, è stata raggiunta un’intesa di collaborazione con i carabinieri della sezione tutela patrimonio artistico, che potranno accedere all’archivio, per un più agevole reperimento dei beni trafugati. Oltre a tale tipologia di accesso, che ha carattere riservato ed esclusivo, si segnala l’iniziativa Beweb, che prevede la pubblicazione di parte della banca dati su Internet (www.chiesacattolica.it/beweb), arricchita di informazioni che evidenziano la specificità religiosa del patrimonio. Edei media conomia Cina: aumentano i navigatori, ma anche i controlli 9 Aol Time Warner compra Bertelsmann Aol Europe Il colosso Usa dei media ed internet, Aol Time Warner ha acquistato il 49% di Aol Europe detenuto dalla tedesca Bertelsmann. Il valore dell’operazione è di 6,75 miliardi di dollari: Bertelsmann trasferirà l’80% della quota entro il 31 gennaio per 5,3 miliardi di dollari, mentre il restante 20% verrà ceduto a luglio per 1,45 miliardi di dollari. Aol conta in Europa 5,5 milioni di abbonati, soprattutto in Germania, Francia e Gran Bretagna. Kirch esce da Mediaset Leo Kirch ha venduto l’1,28% di Mediaset che ancora aveva nel portafoglio per circa 120 milioni di euro. Il Giorno con France Soir Prosegue l’operazione di rilancio del quotidiano “Il Giorno” che, dal 1° febbraio sarà distribuito nelle principali edicole d’Italia in abbinamento a “France Soir” (quotidiano parigino controllato da Poligrafici) al prezzo complessivo di 1 euro. Siae: per il 2002 previsione di bilancio positiva Il bilancio di previsione del 2002 della Siae indica un risultato positivo d’esercizio di circa 1,6 milioni di euro, pari a 3 miliardi di lire. A partire dal 1999, anno in cui il bilancio si chiuse con un rosso di 28 milioni di euro che ne ha determinato il commissariamento, l’Ente ha imboccato un trend positivo che l’ha condotta a chiudere in nero tutti i bilanci consuntivi successivi. Alla fine di dicembre 2001 i navigatori su Internet in Cina hanno raggiunto quota 33,7 milioni, con un aumento del 49,8% rispetto allo scorso anno. Lo rivela un’inchiesta condotta dal China internet networtk information center secondo la quale il 36,2% degli utenti è maschio, di età compresa tra i 18 e i 24 anni. Il navigatore cinese passa in media 8,5 ore e 3,2 giorni alla settimana collegato ad internet; il 46,1% usa la rete per procurarsi informazioni di carattere generale, il 31,2% per divertimento e solo lo 0,4% per e-commerce. La regione che ha raggiunto il maggior numero di “collegati” è quella del Guangdong (3,5 milioni), seguita da Pechino (3,3 milioni). Il governo ha recentemente pubblicato nuovi regolamenti sulle società internet che forniscono notizie: nel caso sia rilevata la presenza di contenuti ritenuti dannosi per la sicurezza dello Stato e la solidarietà nazionale o a carattere nazionale vengono bloccate le trasmissioni. Joint venture tra Piemme e Paravia Bruno Mondadori Joint venture nel ramo scuola tra le Edizioni Piemme e la Paravia-Bruno Mondadori: la Piemme ha conferito tutte le sue attività scolastiche in una nuova società, Piemme Scuola, di cui la Paravia-Bruno Mondadori ha acquisito il 50%. La nuova società sarà sviluppata dalle due case madri specialmente nel campo della scuola elementare, della narrativa scolastica e della religione per ogni ordine e grado. Il “Battello a Vapore”, collana di punta della narrativa per ragazzi, si appresta così a sbarcare direttamente nella scuola, forte anche di investimenti pubblicitari pari a 14 milioni di euro che hanno prodotto la vendita di oltre 12 milioni di copie e 75 milioni di euro di fatturato. Telecomunicazioni: i cellulari il comparto che cresce di più L’Osservatorio mondiale dei sistemi di comunicazione (Omsyc) ha rivelato che nel 2001 il mercato della telefonia mobile ha raggiunto i 307 milioni di dollari; dal 1995 ad oggi il 54% della crescita mondiale del settore delle telecomunicazioni è generato proprio dai cellulari. L’area più importante del mercato mondiale rimane l’Europa con il 32,4%. Secondo l’Omsyc, la telefonia mobile produce una parte sempre crescente degli incassi globali delle telecomunicazioni con una percentuale che in Giappone tocca il 45% delle entrate, il 40% nella Ue, il 30% negli Stati Uniti e il 19% nel resto del mondo. 21 Isullafattistampadel mese ! to, per averlo combattuto e, a guerra conclusa, aver cercato con lui quella ‘pace’ che non è solo ‘pactum’ (null’altro che un intervallo, una pausa nella guerra), ma armonia raggiunta nel riconoscimento della rispettiva alterità”. È il “valore della differenza”, quindi, che “dice il passato dell’Europa, terra delle differenze, e insieme dice il suo compito a venire”. Nell’epoca della globalizzazione, sostiene l’autore dell’articolo, l’Europa “può indicare al mondo quello che a tutt’oggi sembra essere il guadagno più proficuo della sua storia. Non l’unità dell’indifferenziato, e neppure l’unità imperiale della potenza, ma l’unità che si guadagna dall’armonizzazione delle differenze. Se l’euro dovesse portare con sé questa simbolica, così ben descritta nel conio delle sue monete – conclude Galimberti – , l’euro potrà oscillare in alto o in basso nelle Borse del mondo, ma quello che la sua simbolica trascina non può che essere il futuro del mondo”. L’ingresso dell’euro Nonostante code e proteste, sostiene Andrea Bonanni sul Corriere della Sera (2/1), “il sistema complessivamente sta funzionando (...). Dopo gli entusiasmi per la novità dell’euro nella notte di Capodanno, anche l’impatto con la realtà del primo vero giorno lavorativo è stato assorbito. Con qualche inevitabile disagio, ma senza inconvenienti maggiori. La transizione procede senza intoppi. E più rapidamente del previsto”. L’ingresso ufficiale dell’euro, come moneta unica europea, monopolizza l’attenzione dei principali quotidiani nazionali dei primi giorni del 2002, impegnati in “viaggi” tra le sorprese e le difficoltà riservate ai cittadini che devono “fare i conti” con la moneta unica europea. “Che significa l’euro per l’Europa?”. A chiederselo è Umberto Galimberti (Repubblica, 3/1), che riconduce lo storico traguardo della moneta unica europea a quel “tratto caratteristico” della cultura del nostro Continente “che è l’unità che scaturisce dal riconoscimento delle differenze”. Una unità, spiega il filosofo, che “non misconosce l’altro, ma lo riconosce per essersi da lui separa- Secondo Mario Deaglio (Stampa, 3/1), “la solidità del cambio di queste ore è un riflesso dell’ottima prova fornita dall’organizzazione europea in questo complesso cambiamento monetario; se tale giudizio sarà confermato, come al momento appare abbastanza probabile, la comparsa materiale dell’euro potrebbe introdurre elementi fortemente innovativi nel quadro economico-finanziario internazionale (...). Proprio grazie all’euro, l’Europa potrebbe unificarsi davvero, senza guerre, senza drammi e senza prevaricazioni: è questa la vera sfida che l’euro ci pone e che dobbiamo sperare di vincere in pochi anni”. Anche se, sostiene Paolo Del Debbio (Giornale, 3/1), “di miracoloso l’euro non porta nulla con sé”, offre comunque ai Paesi europei la possibilità di una maggiore stabilità monetaria e notevoli facilitazioni negli scambi commerciali. “300 milioni di cittadini tutti con la stessa moneta – conclude l’autore dell’articolo – rappresentano un potenziale enorme soprattutto avendo alle spalle una storia di commerci e di economie come quella europea. Tocca a chi governa creare le condizioni per rendere il potenziale realtà. L’euro miracoli non ne fa”. 22 8. I FATTI DEL MESE SULLA STAMPA Il “carisma” dell’Opus Dei Le celebrazioni per il centenario della nascita del beato (e presto santo) Escrivà de Balaguer, fondatore dell’Opus Dei, trovano ampio spazio sui principali quotidiani nazionali del 9/1. Alcuni titoli: “Da cinquanta nazioni alla festa dell’Opus Dei” (Stampa), “Politici, cattolici e laici celebrano Escrivà, futuro santo dell’Opus Dei” (Corriere della Sera), “Nel centenario l’Opus Dei festeggia Balaguer santo” (Tempo), “Escrivà, la grandezza di essere santi nella vita di ogni giorno” (Giornale). “Virtù cristiane e santificazione professionale”: sintetizza così Giacomo Galeazzi, sulla Stampa, il carisma dell’Opus Dei, che – ricorda – “non è un’associazione ma una prelatura personale, ovvero un’istituzione ecclesiastica, parte integrante della struttura della Chiesa universale. Libera, per costituzione e patti internazionale, di darsi l’organizzazione ritenuta più opportuna (...). Della prelatura, che ha a Roma la sua sede centrale, fanno parte quasi 100 mila persone (in grande maggioranza laiche) dei cinque continenti con la missione di promuovere fra i fedeli cristiani di tutte le condizioni una vita coerente con la fede, portando il Vangelo in ogni ambiente della società e cercando la santità. Alcuni membri dell’Opera, chiamati ‘numerari’, scelgono il celibato per dedicarsi con maggiore libertà al lavoro apostolico, mentre gli altri, in genere sposati, sono detti ‘soprannumerari’. Una terza situazione personale è quella degli ‘aggregati’, che scelgono il celibato ma vivono con la famiglia e sono chiamati ad una minore disponibilità di tempo per il lavoro apostolico rispetto ai numerari”. Secondo quanto scrive Francesco Cossiga sullo stesso quotidiano, “la persona che prima del Concilio ha avuto l’intuizione dell’autonomia del ruolo del laico nella Chiesa e del fatto che l’esser laico è una specifica vocazione ecclesiale è stato Josemaria Escrivà. L’Opus Dei è infatti essenzialmente una istituzione laicale, tanto che il fondatore cercò e trovò i primi membri tra laici impegnati nelle professioni liberali e non andò a cercarli tra i preti!”. Cossiga sintetizza in questi termini l’intuizione fondamentale del fondatore dell’Opus Dei: “Il laico ha una sua vocazione specifica (...). Il laico è il sacerdote del tempo, è il sacerdote della storia, è il sacerdote della comunità temporale. La vocazione specifica del laico, è quella del sacerdozio delle cose del tempo... nella ricerca, nella tecnica e poi, aggiungo, nella politica, che è l’espressione temporale della carità, cioè del servizio altissimo agli altri o, la politica non può assolutamente considerarsi una vocazione per il cristiano”. Anche Marco Politi, sulla Repubblica del 10/9, dedica una pagina all’evento ampiamente citato dai giornali del giorno prima, con un’intervista a mons. Javier Echevarrìa. A proposito delle critiche rivolte in passato alla prelatura, quest’ultimo dichiara: “Accetto che tutti siamo imperfetti, tutti dobbiamo correggerci e tutti quanti dobbiamo fare un esame di coscienza per essere più figli di Dio. E vorrei sottolineare che non ci sentiamo i primi della classe. Sappiamo che siamo poveri uomini, che devono imparare dagli altri e cercano – con l’aiuto della Grazia – di fare le cose con responsabilità. Svolgendo bene il lavoro, vivendo bene la vita di famiglia e le relazioni sociali”. Riguardo alla “missione” specifica dell’Opera, Echevarrìa ricorda che “non è gestire particolari attività di apostolato, bensì incoraggiare uomini e donne di ogni condizione sociale, impegnati in qualsiasi lavoro, a santificare la propria vita, contribuendo così a testimoniare il valore universale del Vangelo. Ci sono centri in più di sessanta paesi, ricordo fra i più recenti il Sudafrica, il Kazakistan, il Libano. I fedeli della Prelatura cercano di vivere dovunque come cristiani sinceri, svolgendo nel proprio ambiente familiare e professionale un intenso apostolato personale di amicizia e di confidenza, secondo l’espressione del nostro fondatore. Alcuni inoltre, in funzione delle esigenze della società locale e sempre in collaborazione con altre persone, spesso non cattoliche, danno vita a progetti di servizi di carattere educativo, sanitario e così via. Non è un mistero per nessuno che il fondatore iniziò il suo apostolato fra i poveri e gli infermi di Madrid”. Gli scontri sulla giustizia Gli aspri scontri tra governo, Parlamento e magistratura, “detonatore” le cerimonie di apertura dell’anno giudiziario, suscitano commenti, prese di posizione e approfondimenti sui giornali: ne citiamo alcuni. Secondo Francesco Paolo Casavola (Messaggero, 14/1), “il richiamo a toni meno concitati, ad un galateo istituzionale, che sembra ormai perduto, dovrebbe includere il riconoscimento di una eguale libertà di espressione ai rappresentanti dei tre poteri. Non è accettabile, nella logica della separazione dei poteri, che possano esprimersi a piacimento solo Governo e Parlamento e tacere Consiglio superiore, Procuratori generali e Associazione nazionale dei magistrati. Certo, nelle sedi proprie e con linguaggio appropriato. Ed è dovere di tutti 23 8. I FATTI DEL MESE SULLA STAMPA adoperarsi perché si cessi dalle accuse e dalle rimostranze da ogni parte e si cominci a dialogare sui veri mali del nostro sistema politico e costituzionale. Il primo dei quali sta proprio nella insufficienza dei meccanismi di indipendenza dei tre poteri”. Molti i commenti sui dati allarmanti riguardanti la criminalità minorile, ormai dilagante in diverse parti d’Italia. “È ora di dare risalto – commenta, ad esempio, Fulvio Scaparro sul Corriere della Sera (14/1) – alla condizione di bambini e ragazzi che ogni giorno pagano il prezzo della diffusione della violenza fisica e psicologica. Bambini e ragazzi sfruttati e avviati alla prostituzione, violentati, arruolati in organizzazioni criminali, vittime di guerra familiari, oggetto delle attenzioni dei pedofili o semplicemente aggrediti e scippati da coetanei”. Se, sostiene l’autore dell’articolo, “non c’è da meravigliarsi che in certe aree più ricche del Paese siano in aumento i reati di minorenni appartenenti alle fasce della popolazione, né che in altre zone della penisola con maggiori problemi di occupazione sia in aumento il reclutamento di ragazzi nelle organizzazioni mafiose”, c’è invece da preoccuparsi “per la diffusione di reati che appaiono per lo più legati a una concezione della libertà ‘come franchigia personale da ogni regola’ ”. “Esiste una possibilità, sia pur vaga, che sulle questioni della giustizia si riapra qualche spiraglio di dialogo?”, si chiede Stefano Folli sul Corriere della Sera (16/1), soffermandosi in particolare sul ruolo assunto dal Capo dello Stato nelle aspre controversie in corso: “Nel momento in cui – commenta l’autore dell’articolo – Ciampi chiede di fatto alla magistratura, attraverso il Csm, di scegliere tra Favara e Borrelli, indica anche il terreno sul quale può avvenire il chiarimento. Prima all’interno della magistratura, poi - si spera - nel confronto politico. Ci si muove, è chiaro, lungo una strada impervia. Ma il Quirinale è impegnato a far emergere le voci moderate, quelle più idonee a offrire una sponda a un Parlamento che voglia discutere sul serio le riforme (quando vorrà o sarà possibile)”. “Vorremmo che la magistratura fosse sobria, severa, riservata, solenne”, scrive Sergio Romano sullo stesso quotidiano, e aggiunge: “Crediamo che abbia il diritto di difendersi contro le interferenze del potere esecutivo, soprattutto quando sembrano dettate da interessi personali. Ma crediamo che possa farlo con maggiore efficacia e credibilità servendosi esclusivamente dei formidabili strumenti di cui dispone: sentenze, ordinanze, conflitti di competenza. Non ci piace che l’apertura dell’anno giudiziario venga usata per inscenare manifestazioni e pronunciare discorsi contro il governo e il Parlamento”. Parla, invece di un “patto del diavolo” Ezio Mauro (Repubblica, 16/1), 24 che inquadra lo scontro in atto in un contesto molto più ampio: “La strategia d’attacco nelle ultime settimane – spiega il direttore del quotidiano – ha un duplice obiettivo, simultaneo. L’aula del processo, naturalmente, che va resa inagibile in permanenza, perché la giustizia sul caso concreto non muova un passo avanti. E le istituzioni del Paese, perché capiscano che il braccio di ferro sul caso Sme può travolgere l’intero sistema della giustizia, mettendo a repentaglio gli equilibrio tra i poteri con una riforma radicale ed estrema, fino a modificare i contorni dello Stato di diritto”. La riforma della scuola “Troppo facile fare dell’ironia sul flop del ministro Moratti”, scrive Chiara Saraceno sulla Stampa del 14/1, che a proposito del progetto di riforma scolastica proposto dal governo (e per ora “fermato” dal Parlamento osserva: “È disperante constatare come nel nostro paese tutti a parole concordino sul fatto che occorre riformare la scuola, anche perché la sua efficacia, in termini di sviluppo delle capacità degli allievi, sembra ampiamente al di sotto della media dei paesi sviluppati; ma poi qualsiasi proposta, in qualsiasi direzione vada, trova resistenze fortissime in tutti i soggetti coinvolti politici, insegnanti, studenti, genitori”. Secondo Saraceno, comunque, “il modello disegnato dal ministro Moratti sembra poco adatto a superare questo scarto tra apprendimento e socializzazione; viceversa restituisce una immagine delle materie e dei percorsi di apprendimento molto rigida, a comparti incomunicanti”, perché “accentua la separazione, precoce, tra formazione professionale e formazione di base per l’università, riduce il raggio di materie non tecniche per chi frequenta gli istituti professionali, come se il piacere della lettura, la capacità di capire un’opera d’arte, di discutere di principi e valori dovessero essere appannaggio solo di chi proseguirà gli studi, elimina, assurdamente, la matematica dai licei classici, cristallizzando i più vieti stereotipi sulla distinzione tra cultura umanistica e cultura scientifica”. Lo “stop” alla riforma Moratti viene definito, invece, da Ernesto Galli Della Loggia (Corriere della Sera, 14/1), “un peccato”, perché “conteneva almeno una novità assai importante (...): vale a dire la creazione, dopo il primo ciclo comune a tutti, di tutti, di un percorso di formazione e istruzione professionale in alternativa al percorso di istruzione articolato nei licei”. Ciò non toglie, aggiunge però l’autore dell’articolo, che proprio in questo ambito “alcuni nodi devono esse- 8. I FATTI DEL MESE SULLA STAMPA re ancora sciolti”. In particolare, spiega Galli Della Loggia, “va ribadita con assai maggiore chiarezza e perentorietà di quanto non facciano gli articoli 4 e 5 del provvedimento, che in nessun modo le fasi di apprendistato e di alternanza scuola-lavoro possano essere intese (e sfruttate da terzi) come forme surrettizie di lavoro, svincolate da una prospettiva che invece deve sempre, e fondamentalmente, restare incardinata nella dimensione scolastica”. Il secondo punto che va chiarito, sostiene l’autore dell’articolo, “riguarda la competenza delle Regioni, che il progetto della Moratti riconosce, pur stabilendo una una supremazia, pare di capire, di non meglio precisate direttive generali dello Stato. Per l’appunto non è chiaro il confine tra le due competenze. Ciò è tanto più grave stante da un lato la fallimentare esperienza delle Regioni nell’amministrare i fondi europei per gli attuali corsi di formazione professionale, all’insegna di sprechi e clientelismi inauditi; e stante, dall’altro, il rischio che di fatto venga meno per centinaia di migliaia di adolescenti italiani un’istruzione omogenea e comune”. Dalle colonne della Stampa (16/1), il Ministro dell’Istruzione, Letizia Moratti, difende il suo progetto di riforma scolastica, che per ora ha dovuto incassare lo “stop” del Parlamento. Secondo Moratti, “il progetto di riforma che è da qualche giorno all’esame collegiale del governo è il frutto della più grande consultazione con la base del sistema scolastico mai avvenuta in Italia attorno al tema dell’educazione e della formazione dei giovani. Il processo di consultazione seguito in questi ultimi mesi ha permesso di formare – forse per la prima volta nel nostro paese – opinioni e consensi molto vasti sulla riforma scolastica. Certo, le aree di dissenso e di dubbio restano. Le rispettiamo. Esse sono per noi un arricchimento e un apprendimento continuo”. Moratti definisce quello del governo un progetto che “stabilisce norme generali sull’istruzione e sui livelli essenziali delle prestazioni”, “un’architettura di sistema” che istituisce “principi di qualità didattica, di equità sociale e di garanzia del diritto all’istruzione, definendo criteri uniformi per i piani di studio e requisiti di accreditamento delle offerte educative e formative e predisponendo i sistemi di valutazione”. Il processo di riforma, assicura il Ministro, “non si ferma”, perché è “un processo politico destinato a far sentire i propri effetti in un ambito molto vasto della nostra società civile. L’attuazione del sistema educativo nazionale – conclude Moratti – è, infatti, in assoluto il primo banco di prova di un nuovo contesto istituzionale che prevede nuovi ruoli e nuove competenze dello Stato e delle Regioni (...). Il ruolo dello Stato cambia anche se la funzione pubblica dell’istruzione non viene meno. Il nuovo sistema educativo nazionale trarrà maggiori energie e spinte dalla ricchezza delle specificità regionali sino ad oggi non del tutto valorizzate”. 25 Smultimediali egnalazioni Internet per il cinema. Tecniche, generi cinematografici, autori Luca Aimeri-Dario Tomasi, Torino, Utet, 2001, pp. 368, euro 18,08. È un libro sul cinema visto con gli occhi della Rete. Negli ultimi anni infatti si sono moltiplicati in modo esponenziale i siti e i gruppi di discussione che, in ogni angolo di Internet, si occupano con passione e competenza della settima arte. Questo saggio cerca di fare ordine in una materia estremamente varia e variegata, catalogando oltre 1.300 indirizzi web. Si può ripercorrere così la storia del cinema, approfondendo la vita di attori, attrici e registi, esplorando le loro filmografie, ricostruendo percorsi storici e critici. Si possono scoprire il “dietro le quinte” della lavorazione di un film, le origini letterarie di una sceneggiatura, l’elenco dei premi Oscar e delle Palme d’Oro. E poi, una messe incredibile di foto, trailer, musiche, documenti, interviste. Nella corposa Appendice, i siti vengono catalogati per “autori e film”, da Allen a Wyler. “Internet per il cinema” è quindi uno strumento di lavoro completo e affidabile, per addetti ai lavori ma non solo: un modo originale per navigare in Rete andando alla scoperta di risorse fondamentali per chi ama il cinema e, in generale, la cultura dell’immagine e dell’audiovisivo. Per altre notizie e approfondimenti: www.utet.it oppure www.piazzadante.it. 26 Globalizzazione: nuove ricchezze e nuove povertà Autori vari, Milano, Vita e Pensiero, 2001, pp. 177, euro 13,43. Questo volume raccoglie gli atti del convegno internazionale, svoltosi nei giorni 6 e 7 settembre del 2000 presso l’Università Cattolica di Milano, sul tema “Nuove ricchezze, nuove povertà. Quali risorse per il nuovo umanesimo”. “Il nuovo umanesimo – spiega nella premessa Lorenzo Ornaghi, prorettore della Cattolica – è prospettiva non solo possibile ma ormai indispensabile”. Una prospettiva che deve spingere a fare della globalizzazione non una condizione economica da subire, ma un nuovo futuro da orientare e da costruire rilanciando antiche battaglie: la lotta alla fame, la riduzione del divario fra Paesi ricchi e Paesi in via di sviluppo, il primato della dignità umana sul lavoro e dei valori etici sulla produzione, la centralità della giustizia sociale e della cultura, la rivalutazione della politica come servizio. Gli autori degli interventi sono, oltre allo stesso Ornaghi: Zygmunt Bauman, Luigi Campiglio, Peter J. Hammond, G. John Ikenberry, Vincenzo La Via, Vittorio Emanuele Parsi, Alberto Quadrio Curzio, Joseph E. Stiglitz, Javier Villanueva, Sergio Zaninelli. Per approfondimenti: www.vitaepensiero.it. Alla ricerca di Dio. Analisi antropologica e teologica delle religiosità alternative Giuseppe Dal Ferro, Edizioni Messaggero Padova, 2001, pp. 288, euro 18. È un volume destinato agli studenti di teologia e di scienze religiose, ma può interessare anche chi vuole essere aggiornato (per conoscere e capire) su fenomeni e fermenti che caratterizzano il mondo della religiosità contemporanea. Un mondo nel quale si muovono numerose correnti religiose nate nel contesto della secolarizzazione e della cultura post-moderna. L’autore, docente di teologia e dialogo interreligioso a Padova e a Venezia, raggruppa queste correnti in tre aree. Nella prima si concepisce Dio come rifugio trascendente per cui la religione diventa un luogo di intatta bontà rispetto alla malvagità dei tempi (movi- 9. SEGNALAZIONI MULTIMEDIALI menti millenaristici e risveglio pentecostale). Un secondo polo è rappresentato dalla ricerca di nuove potenzialità racchiuse nel profondo della psiche umana e che attendono di essere sviluppate (New Age e forme diverse di gnosi moderna). C’è poi un terzo gruppo di nuove religioni che si muove nella ricerca dell’occulto e mediante la comunicazione con gli spiriti, la magia e il satanismo vuole raggiungere il dominio e la sicurezza sul proprio destino. Le varie forme di religiosità alternative vengono tutte esaminate sotto il profilo antropologico mettendo in rilievo le rispettive dottrine, lo stile di vita e le suggestioni evocate. Inoltre, di ognuna viene data una valutazione teologica accompagnata da un giudizio complessivo in rapporto alla fede cristiana. Per approfondimenti: www.messaggerosantantonio.it. Mille immagini per... n. 2 Cd-rom, Elledici Multimedia. Dopo quello pubblicato nel 2000, è un nuovo sussidio grafico utile alla realizzazione di stampati religiosi e didattici: oltre mille immagini a colori e in bianco e nero riguardanti temi religiosi, giochi, divertimenti, proposte culturali. Il cd-rom contiene anche il calendario liturgico e i disegni dell’Anno C. Uno strumento facile da usare, anche grazie al collegamento diretto con la “home page” dell’editrice (www.elledici.org) e alla guida in linea per eventuali approfondimenti. Il cd-rom si rivolge perciò a catechisti, animatori e sacerdoti. La stessa editrice propone anche “Alla scoperta del cristianesimo. Percorsi multimediali” (utile specialmente agli insegnanti di religione: www.scuola.elledici.org) e “L’arcobaleno. Cd... vertiamo Band. Canzoni per crescere” (cd audio). Le pagine del sito mettono in rilievo la storia, la tradizione, le iniziative attuali a livello culturale, spirituale e anche a livello di dialogo ecumenico e interreligioso. La proposta monastica camaldolese è spiegata attraverso la Regola di S. Benedetto, la figura di S. Romualdo, l’unità di Eremo e Cenobio. Sono riportate le date che segnano la storia della Congregazione Camaldolese, indicative di un cammino monastico ricco di tensioni, al fine di rispettare la proposta originale. In ordine cronologico sono citati i monaci, tra loro molti sono i santi, e le figure di spicco che hanno contribuito alla vita della Congregazione, della Chiesa e della società del loro tempo. Una sezione è dedicata ai luoghi che hanno avuto una parte rilevante nelle vicende della storia civile ed ecclesiale, anche per l’impronta data da alcune figure rappresentative. “Il monaco vive in solitudine, ma è cercato spesso per consigli o per un contatto spirituale – spiegano i curatori del sito – e nella tradizione benedettina l’ospitalità ha un ruolo centrale. Legando insieme l’Eremo e la Foresteria, San Romualdo evita che la solitudine si chiuda su se stessa e che l’ospitalità riporti il mondo nella vita monastica”. Per questo la Congregazione si è impegnata nel campo dell’Attività ecumenica e interreligiosa: i fratelli delle Chiese cristiane e i credenti di altre religioni sono accolti con lo stesso riguardo riservato ai cattolici. Puntualmente nel sito sono illustrati i corsi delle “Settimane di Camaldoli”. L’attività editoriale ha uno spazio autonomo, così come i prodotti dell’Antica Farmacia (tisane, liquori, specialità al miele, caramelle). Navigando nella rete Camaldolesi http://www.camaldoli.it/ Cantoeprego http://www.cantoeprego.it/ Cantoeprego è una raccolta di canti liturgici, con musica scritta (pronta per la stampa), preghiere e informazioni sulla liturgia. 27 9. SEGNALAZIONI MULTIMEDIALI La raccolta è iniziata a maggio 2000 e intende essere un aiuto ad una più completa e consapevole partecipazione liturgica. Sono riportati i canti per la liturgia: in italiano (popolari, tradizionali e più moderni), in latino e gregoriano. A complemento troviamo “le principali verità e norme della vita cristiana” e informazioni di servizio. Dei canti viene riportata anche la partitura musicale. I testi in latino, doviziosamente accentati, sono accompagnati dalla traduzione in italiano. È poi possibile leggere e stampare, come pure ascoltare la melodia, i singoli elementi, ai quali si accede con una comoda ricerca, in ordine alfabetico di titolo o autore e in ordine di numero. La raccolta, è importante segnalarlo, non ha fini commerciali. La bacheca contiene gli indirizzi di argomenti in sintonia con lo spirito e l’utilità del sito, come il Glossario liturgico, la Messa, l’ufficio divino, i documenti del Concilio... Un ringraziamento anticipato è rivolto a tutti coloro che vorranno contribuire a migliorare questa raccolta e, per segnalare eventuali errori, o inviare materiale, o comunque contribuire con gradite osservazioni, si può inviare un messaggio a [email protected]. Banca Etica http://www.bancaetica.com/ Il sito è stato realizzato secondo le indicazioni per l’accesso alle pagine HTML da parte di persone con limitazioni funzionali. Simboli e disegni ne facilitano l’accesso e l’utilizzo. Banca Etica è un punto di incontro tra risparmiatori che condividono l’esigenza di una più consapevole e responsabile gestione del proprio denaro, e quelle realtà socio-economiche che hanno come finalità la realizzazione del bene comune. “È una banca popolare – spiegano i curatori del sito – con questa forma giuridica possiamo operare a livello nazionale, tenendo fede ai principi fondanti della cooperazione e della solidarietà”. Banca Etica ha ricevuto l’autorizzazione da parte di Banca d’Italia nel dicembre 1998 e ha aperto il primo sportello l’8 marzo 1999. Il sito ha una sezione squisitamente tecnica che spiega come orientarsi fra certificati di deposito, conti correnti, libretti di risparmio, obbligazioni. Sezione a parte per quanto concerne i finanziamenti, in quanto “l’erogazione del credito è, per Banca Etica, una delle attività più delicate; nella scelta dei progetti e dei soggetti da finanziare stanno infatti l’essenza e la specificità della banca stessa”. Modalità e condizioni sono illustrate chiaramente. La dimensione etica e sociale è spiegata in un’altra sezione, così anche per l’organizzazione dei soci nel territorio. Il sito web presenta, infine, un notiziario e link utili nel campo della giustizia solidale. 28