SCUOLA Un fiume di favole Giovanna Senatore Insegnante, scuola dell’infanzia statale “Peter Pan” Istituto Comprensivo Cadeo-Pontenure (Pc) n tempi di crescente fabbisogno idrico e sempre maggiore allontanamento dagli ambienti fluviali, appare non più prorogabile l’esigenza di avvicinare le nuove generazioni al mondo dell’acqua e alla relazione tra l’uomo e questo indispensabile elemento. La narrazione e l’animazione teatrale sono i canali privilegiati per affrontare questo tema e stimolare le attività di approfondimento nella scuola dell’infanzia e nella scuola primaria. Per questo motivo ho creato semplici favole sulla fauna ittica e sui rapporti che intercorrono tra gli ambienti fluviali e l’uomo; le favole sono frutto anche della mia esperienza come guardia ittica volontaria presso l’Amministrazione provinciale di Piacenza. L’idea, poi, di trasformarle in un libretto e in un gioco per bambini è nata dopo un anno di esperienze su questo tema, con il gruppo dei bambini di 5 anni. Il gruppo di ventisette bambini ha sperimentato le favole inventate: ho proposto loro i racconti in vari momenti della giornata scolastica, sia durante le attività di routine, in cui il momento della narrazione ha un suo spazio importante, sia in altri momenti della giornata, osservandone le reazioni, l’interesse e lavorando in itinere i vari aggiustamenti per renderle ancor più accattivanti e coinvolgenti. Scopo dei racconti era quello di stimolare l’interesse dei bambini creando un legame emotivo che solo il coinvolgimento diretto permette. La tematica affrontata viene resa accessibile attraverso un lavoro d’identificazione con il “nostro mondo di fuori” e il mondo subacqueo, così da stabilire un legame imprescindibile e di reciproca utilità. I racconti hanno seguito, con la maggior fedeltà possibile, le indicazioni di studi ittici sulla biologia delle singole specie e sulle loro abitudini di vita, evidenziando gli aspetti che maggiormente ne mettono in pericolo la sopravvivenza. Un progetto di educazione ambientale attraverso le favole [email protected] GENNAIO 2016 I 69 ESPERIENZE Per avvicinare i bambini all’ambiente fluviale, senza predisporre lezioni frontali e teoriche, cariche di concetti per loro astratti, ho utilizzato la narrazione e l’immedesimazione, così da veicolare la conoscenza di ecosistemi e abitudini di vita dei pesci e, attraverso i bambini, raggiungere anche gli adulti, stimolandone comportamenti virtuosi e rispettosi dell’ambiente in cui viviamo. La prima favola offerta ai bambini è stata ispirata da un pesce di piccole dimensioni abitante dei fiumi della pianura padana: il Salaria Fluvialis, detto anche Cagnetta. Questo pesciolino che doveva partecipare a una gara di bellezza, ha catturato immediatamente l’attenzione dei bambini, sia per il fatto di essere piccolo sia per il suo comportamento così simile a quello di noi esseri umani. Come fanno i grandi, Cagnetta pulisce la sua casa che è fatta di piccole alghe e sassolini, e i vari pesci protagonisti si comportano proprio come noi: giocano, litigano, si nutrono e sono amici. Questa è stata la scelta vincente per far apprezzare ai bambini un argomento così lontano dal loro vissuto. Per loro, infatti, scoprire “il mondo di sotto”, come l’hanno chiamato, è stata una piacevole sorpresa, così come pensare che il pesce Storione si chiamasse così perché è un “gran narratore di storie!”. Durante la narrazione mi sono avvalsa delle tecniche mimico-teatrali (utilizzo del gesto e delle varie tonalità vocali per rappresentare i vari personaggi e le sonorità dei vari ambienti) e, mantenendo la fedeltà scientifica delle abitudini delle varie specie, ho dato ai vari personaggi caratteristiche simili a quelle umane. Si animano i personaggi... Diventare i personaggi di una favola d’acqua è stato per i bambini un gioco speciale che è iniziato suddividendo i ruoli e caratterizzando i vari personaggi, immaginando come potessero nuotare e muoversi; pesci grandi rispetto a quelli piccoli, oppure carnivori rispetto agli erbivori. È stata l’occasione per incuriosire i bambini sulle abitudini delle singole tipologie, sul concetto di catene alimentari e di biodiversità. Il gioco è proseguito con la costruzione di cappellini a forma di pesci che poi i bambini hanno utilizzato per lo spettacolo presentato a tutti i compagni della scuola. GENNAIO 2016 La prima storia: Un cane nel fiume 70 “Devo sbrigarmi! Questa casa è così sporca!” [...], rrrrrrr, rrrrrr, sciafff, sciafff! Con le pinne e con la coda Salaria Cagnetta spazza la sua casa... una casa accogliente di piccoli ciottoli levigati e bianchi, con acqua corrente e vista sulle alghe del grande fiume. La tiene sempre pulita e con la sua bocca raccoglie i detriti portati dal grande fiume che entrano dalla porta: “Questo vento di fiume porta le alghe in casa, come il vento d’autunno porta le foglie nel giardino! Devo sempre pulire!”. Sapete, Salaria sempre attenta alle pulizie quel giorno doveva partecipare alla gara di bellezza dei pesci del fiume. Sapeva che tutti i pesci del fiume partecipavano e così doveva pulire la sua casa e prepararsi. Quest’anno voleva vincere a tutti i costi, così si stava dando un gran da fare. Pulì la sua bella pinna dorsale, diede una bella spazzolata alle pinne sulle alghe del fondo, lisciò la sua lucida pelle maculata e andò a iscriversi al concorso. Nel centro del fiume, il grande Luccio raccoglieva le iscrizioni. Cavedani, Carpe, Anguille, Storioni, Alborelle e Triotti, c’erano tutti. Quando arrivò alla grande pietra disse al Luccio: “Voglio iscrivermi alla gara” e quello, senza neanche alzare lo sguardo, “Nome e specie!”. Lei subito: “Salaria Fluvialis Cagnetta”, il Luccio alzò gli occhi e disse: “I cani non sono ammessi a questa gara, non si è mai visto un cane partecipare a una gara di bellezza per pesci!”. E lei fiera rispose: “Io sono una cagnetta di fiume, sono piccola sì, dodici centimetri appena, ma tutti mi chiamano così perché faccio la guardia al fondo del fiume!”. Il Luccio scosse la testa vedendo un pesciolino così piccolo e buffo, ma scrisse il suo nome sul libro delle iscrizioni. Salaria si mise in fila per la sua sfilata davanti ai giudici. Il Persico reale con le Carpe era al tavolo della giuria così la manifestazione incominciò. Salaria era un po’ tesa, sfilarono pesci appartenenti a speci diverse: carpe, lucci, pesci gatto, storione, anguille e tinche, sfilò anche uno spinarello che mostrava il suo petto rosso e il suo nido di rametti e alghe. Quando fu il suo turno, Salaria si mise a nuotare con quel suo fare di cane guardingo... quel guizzare e muover di pinne conquistò subito la giuria. Il Persico Reale annunciò l’ordine dei vincitori: “Il terzo premio va allo Spinarello per la bellezza del suo petto rosso e il suo nido di alghe, il secondo premio al Triotto per le sue squame brillanti e i suoi occhi color del tramonto, e il primo premio – a Salaria tremavan le pinne, chiuse gli occhi e... – a Salaria Fluvialis detta Cagnetta per il suo portamento a guardia del fiume e la sua bravura nel tenere pulita la ghiaia!”. Tutti i pesci fecero gran bollicine di felicità e portarono Salaria in trionfo contro corrente. Il Persico Reale dichiarò Cagnetta, piccolo pesce che pochi conoscono, la regina del fiume e ora, grazie a quel premio, tutti sappiamo che nel nostro fiume vive anche un cane, un cane di fiume, docile ma guardingo, pulito e importante, come voi piccoli amici che sino a qui mi avete ascoltata. SCUOLA è avvenuta dopo circa due mesi. Ho inoltre portato loro una conchiglia della specie Unio, indispensabile alla sopravvivenza del Pesce Rodeo, introducendo il concetto di ecosistema e di rispetto dell’habitat. Le storie diventano un gioco Visto l’interesso che avevo suscitato con le storie e visto che il mercato non offriva giochi specifici su questo argomento, ho provato a realizzare un gioco sui pesci, da abbinare al libro. Un tabellone con una foto scattata sul fiume Po e caselle sulla falsa riga del gioco dell’oca, carte con i pesci da riconoscere e segnalini di terracotta a forma di GENNAIO 2016 Il successo della prima storia mi ha invogliata a scriverne altre e, per farlo, a studiare e imparare aspetti biologici sulla fauna ittica. Più conoscevo aspetti della vita dei pesci, più le storie scaturivano dalla mia mente e così sono nati il racconto sull’affascinante viaggio dell’Anguilla Argentina, la storia sulla migrazione dello Storione, l’avventura del Pesce Rodeo che depone le uova in una conchiglia e dello Spinarello che si costruisce il nido. Testavo ogni storia con i bambini e man mano aggiustavo il testo a seconda delle loro risposte o dei loro vuoti di attenzione. Ho poi portato a scuola un grande acquario con l’Anguilla Argentina e i bambini hanno potuto osservarla da vicino nutrendola e toccandola con cautela, osservarla, infine, nella fase di liberazione che 71 ESPERIENZE pesci. I bambini si sono divertiti molto nel gioco e hanno fatto a gara per avere il segnalino dello Storione piuttosto che quello del Luccio, hanno imparato, attraverso le carte dei pesci a riconoscerli e a riconoscere comportamenti corretti e non, riguardo all’ambiente fluviale. Dopo tutte le esperienze con i bambini, a giugno, ho fatto stampare il mio piccolo libro di favole sui pesci dal titolo Un fiume di favole che è stato illustrato da un pittore locale con tavole a china e acquarello. Il libro cartaceo diventa un e-book Durante l’estate, guidata dalla saggezza informatica di mio figlio quindicenne, ho tentato di elaborare un libro digitale. Il mio istituto comprensivo incoraggia le sperimentazioni in questo campo e quindi non mi è stato difficile reperire strumenti e programmi che mi permettessero di realizzarlo. Trasferite sullo strumento digitale, le immagini del libro, realizzate dal pittore, prendono vita e si muovono all’interno del libro con il semplice tocco. Una storia per imparare: Lucio Lucilla e l’alga perduta GENNAIO 2016 In un lento, largo, lungo fiume di pianura viveva un gran pesce: corpo allungato ed elegante, grande la bocca, ventre d’argento e una splendida pelle maculata. No! Non era un serpente né un coccodrillo. Era un bel pesce con pinne e anche branchie, la coda elegante era Lucio il Luccio. Tutti quando passava se la davano a gambe, forse per via di quella vecchia storia di nonno Agostino. Dovete sapere che il nonno di Lucio era un gran cacciatore, ma era, per dire, anche un gran fanfarone. Nonno Agostino era un bel luccio che amava andare a caccia di pesci, qualche volta riusciva a metter tra i denti qualche boccone, ma il più delle volte restava digiuno e i pesci più piccoli gli facevan boccacce. Lui per non fare 72 figure da pesce bollito con i suoi amici diceva: “Ne ho presi trecento! Li ho presi stamane nell’ansa del fiume!”. Tutti spalancavano gli occhi e battevan le pinne di fronte a quel prode cacciatore, ma nessuno sapeva che erano bubbole, storie, bugie, insomma! Fu così che anche Lucio, come il nonno, passò per un pesce vorace che mangia per quattro, anche se in realtà non era così. I pesci del fiume non si fidavano e si tenevano sempre alla larga. Lucio, così se ne stava da solo tra le alghe e gli anfratti del suo lungo, grande, lento fiume. La sua compagna Lucilla faceva le uova attaccando le piccole perle brillanti lungo lo stelo delle alghe del fondo. Ben nascoste, potevano schiudersi e far nascere altri piccoli lucci. Da sempre era stato così, ma ancora per poco, Ahimè! Un giorno Lucio sentì un gran rumore come se il fondo del fiume stesse per esplodere. L’acqua si fece scura come la notte, si mosse il fondale, il fango riempiva ogni foglia, ogni sasso, ogni piccolo anfratto, era un inferno così Lucio si nascose con la sua compagna. Durò Conclusioni e riflessioni Da una metodologia che noi educatrici e insegnanti della scuola dell’infanzia utilizziamo quasi quotidianamente, quella dell’invenzione e dell’uso di favole, ne è scaturito, quasi senza che me ne rendessi conto, un percorso di educazione ambientale che reputo sia come educatrice sia come guardia ittica molto efficace. Tra le attività di approfondimento ho individuato: • drammatizzazione della storia; • presentazione delle catene alimentari e relazione tra predatori e prede; • presentazione dell’habitat e biologia del lucci; • approfondimenti sull’incidenza degli interventi umani sugli habitat del Luccio e scoperta di connessioni tra questi e la drastica riduzione della specie. forse un giorno questo parapiglia, poi d’improvviso il rumore cessò, l’acqua si fece più calma, pian piano il fango discese sul fondo e l’acqua iniziò a tornare normale. Lucio disse alla sua compagna nascosta: “Aspettami qui, vado a dare un’occhiata!”. Con un colpo di coda guizzò fuori dal buco e davanti ai suoi occhi vide un triste spettacolo. Il fondo del fiume era un deserto: non più alghe né ghiaia, solo melma fangosa, impronte di ruspe e cingoli dove un tempo era il suo luogo di pesca. Chiamò la compagna che, quando vide quella desolazione, disse con le lacrime agli occhi: “Ed ora dove potremo cercar da mangiare, deporre le uova e nascondere i piccoli?”. Lucio non seppe che cosa rispondere, cercò di nascondere la sua tristezza e si mise a nuotare nel fiume per cercar di capire. Sentiva parlare di grandi predoni che vivono fuori, nel mondo di terra, che ruban la ghiaia dal suo grande fiume, che ruban la culla per i suoi figli. Aveva capito che fare: andaresene! Chiamò la compagna e partì. Nuotò lungo il fiume e vide che il deserto purtroppo avanzava, andò avanti e ancora avanti, ormai la sua casa era lontana, ma di alghe e fondali ospitali non c’era più traccia. Sta- va quasi per rinunciare quando incontrò un vecchio amico che non vedeva da anni. Si videro da lontano e si riconobbero subito: “Vecchio briccone, che fai da queste parti?”, disse Alfredo. Lucio gli raccontò la sua brutta avventura e Alfredo fece un guizzo di gioia: “Hai trovato la tua fortuna, vieni con me!”. Lucio e Lucilla lo seguirono ansiosi. Alfredo si fermò sotto a un cartello e disse: “Lo vedi quel pezzo di ferro nel mondo là fuori?”, “Sì disse Lucio, ma non so leggere la lingua degli uomini”. “Luccio, specie protetta, così sta scritto!!”. Così il luccio Alfredo guidò Lucio e Lucilla in una piccola lanca rigogliosa di alghe, anfratti e acqua pulita. “Vedi Lucio, qui nessuno potrà farci del male, nessuno ruberà più la nostra ghiaia e distruggerà le nostre case!”. Così Lucio e la sua compagna ripresero a vivere sereni e a fare le uova, in quel luogo dove uomini pieni d’amore avevano pensato a difendere Lucio e il mondo dell’acqua, perché chi difende la vita degli altri, che sian pesci, uccelli o l’acqua del fiume, difende se stesso e la sua vita. GENNAIO 2016 Uso ancora le mie favole per avvicinare i bambini al meraviglioso mondo della natura e sto scrivendo altri racconti sul bosco, sugli uccelli e sugli insetti. Metto a disposizione di chi lo volesse sperimentare, il materiale da me prodotto così da verificarne l’efficacia e magari provare a inventare storie nuove o anche solo per indagare l’argomento. E, ovviamente, tutte le osservazioni e le considerazioni che mi permetteranno di migliorare il materiale saranno ben accette. 73