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PERIODICO DELLA PARROCCHIA S. STEFANO IN VIMERCATE - ANNO 85°
GENNAIO 2015
Sacerdoti con incarichi pastorali
Don Mirko Bellora
Responsabile Comunità Pastorale
Via S. Marta, 24 - Tel. 039.669169
Don Roberto Valeri
Vicario Comunità Pastorale
Via Mazzini, 35 - Tel. 039.6612094
Don Marco Fusi
Vicario Comunità Pastorale
Via De Castillia, 2 - Cell. 349.1764.070
Don Davide Marzo
Vicario Comunità Pastorale
Via Valcamonica, 23 - Tel. 039.667718
Mons. Giuseppe Ponzini
Residente con incarichi pastorali
Via Valcamonica, 23 - Tel. 039.668635
Don Silvio Villa
Residente con incarichi pastorali
Via De Castillia, 2 - Tel. 039.6082404
Don Alfio Motta
Rettore Ospedale
Via Ospedale, 8 - Tel. 039.6654630
Sacerdoti residenti
Don Gianni Radice
Via Terraggio Molgora, 11 - Tel. 039.6083129
Don Peppino Perego
Via S. Marta, 3 - Tel. 039.6080817
Segreteria parrocchiale
Via de Castillia, 2 - Tel. 039.668122
mail:[email protected]
da lunedì a sabato, eccetto festivi,
ore 9 - 12 - per battesimo: venerdì,
ore 17,30 - 20,00
Orario delle ss. messe
Parola Amica
Vimercate
GENNAIO
sommario
• Calendario - Vita Parrocchiale
• La fretta dell’amore
• Appuntamenti Comunitari
• I giovedì del Decanato
• Sintesi del CPCP del 2 dicembre
• Visita e auguri nelle scuole
• Visite di coppia
• La bellezza della diversità
• Nella visita annunciamo Gesù
• Incontro delle Famiglie
• Adolescenti in visita alla ”Capanna di
Betlemme”
• Il mondo con gli occhi di Chagall
• Quanto dobbiamo a Giuse Carini
• Lettera alla Casa San Giuseppe
• I presepi ci parlano
• Sagra S. Antonio 2015
• Nella teca Oriente e Occidente
• Intervista a Rossana Cataldi
• Dal Circolo ACLI
• Il Nido del Gabbiano - Auguri dalla S.
Vincenzo
• I Re Magi tra storia e leggenda
• Viaggio in Germania
• Anagrafe e Offerte
In copertina: Marc Chagall,
Pendolo con ala blu, 1949
Sottoscrizione annua
- Ordinaria e 20
- Promozionale e 25
Periodico della Parrocchia S. Stefano in Vimercate
Redazione e Amministrazione:
Centro Paolo VI - via De Castillia, 2 - Vimercate
Direttore responsabile: Don Giuseppe Ponzini
Tribunale di Monza n. 540 del 15-3-86
Indirizzi utili
Centro di Ascolto Caritas
GIORNI FESTIVI:
Via Mazzini, 35 - Tel. 039.6612179
Ore 8,30 • 10,00 • 11,30 • 18,00
Vigiliare: Ore 18,00
Centro Aiuto alla Vita - CAV
Via Mazzini, 35 - Tel. 039.6084605
GIORNI FERIALI:
Consultorio Familiare - CEAF
Ore 7,30 • 8,30 • 18,00
Via Mazzini, 33 - Tel. 039.666464
2 Parola Amica
GENNAIO
calendario liturgico
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OTTAVA DEL NATALE
ss. Basilio Magno e Gregorio
b. Angela da Foligno
DOMENICA DOPO NATALE
b. Ruggero di Todi
EPIFANIA DEL SIGNORE
s. Raimondo da Penafort
s. Massimo
s. Adriano abate
s. Aldo eremita
BATTESIMO DEL SIGNORE
s. Bernardo da Corleone
s. Ilario vescovo e dottore
s. Felice da Nola
s. Mauro abate
s. Marcello papa
s. Antonio abate
SECONDA DOPO EPIFANIA
s. Fabiano papa martire
s. Sebastiano martire
s. Agnese vergine martire
s. Vincenzo diacono martire
s. Babila vescovo
e i Tre fanciulli martiri
24 S s. Francesco di Sales vescovo dottore
25 D SANTA FAMIGLIA DI GESÙ
26 L ss. Timoteo e Tito vescovi
27 M s. Angela Merici vergine
28 M s. Tommaso d’Aquino sacerdote dottore
29 G s. Valeria
30 V s. Giacinto
31 S s. Giovanni Bosco sacerdote
vita parrocchiale
1
OTTAVA DI NATALE
Giornata Mondiale della Pace
Ore 11.30 S. Messa Solenne
3
Ore 16.00 Preparazione Battesimi
4
Ore 10.00 S. Messa con Primi Riti Battesimo
6
EPIFANIA DEL SIGNORE
Ore 11.30 S. Messa Solenne
Ore 16.00 Preghiera per i Bambini
Bacio a Gesù Bambino
11
BATTESIMO DEL SIGNORE
Ore 10.00 S. Messa con Battesimi
14
Ore 21.00 Preparazione Gruppi d’Ascolto
Ore 21.00 Commissione Caritas
15
Ore 20.30 S. Messa Apertura Sagra S. Antonio
16
Ore 21.00 Concerto in Santuario
17
Ore 9.30
S. Messa in S. Antonio
Ore 15.30 Preghiera in S. Antonio
18
Ore 15.00 Coniugi Colzani ad Agrate
18-25 Ottavario di Preghiera per l’Unità dei Cristiani
21
Ore 21.00 Formazione Caritas a Velasca
23
Ore 21.00 Incontro Ecumenico a S. Maurizio.
25
FESTA DELLA FAMIGLIA
Ore 10.00 S. Messa delle Famiglie
Ore 15.00 Incontro dopo il Battesimo
Apostolato della preghiera
Perchè gli appartenenti alle diverse tradizioni religiose e tutti gli uomini di buona volontà
collaborino nella promozione della pace.
Perchè coloro che hanno ricevuto il Battesimo, ma non ne vivono le esigenze,
scoprano la gioia della fede.
Parola Amica
3
LA FRETTA
DELL’AMORE
Impara a amare ciò che desideri
Ma anche ciò che gli assomiglia
Sii esigente e sii paziente
È Natale ogni mattino che vivi
Scarta con cura il pacco dei giorni
Ringrazia, ricambia, sorridi.
(Stefano Benni, Di tutte le ricchezze)
Ogni nuovo giorno, come un nuovo Natale, ci è dato uno straordinario regalo da scartare con cura: il tempo.
Bel mistero il tempo: calendari e orologi tentano di misurarlo, ma un’unica
ora ci può sembrare un’eternità, un’altra invece vola in un attimo ... Capiterà
così anche nel nuovo anno, nelle ore più difficili e pesanti e nelle ore più felici e lievi.
Il tempo sfugge dalle nostre mani, nonostante i nostri tentativi di trattenerlo.
Il quadro di Chagall (Il pendolo con l’ala blu, 1949) che ho scelto per la
copertina ce lo racconta: una grande ala blu sembra far volar via il pendolo, il
tempo. Ma a dare senso al tempo, a salvarlo, c’è una coppia di amanti dipinti proprio sul pendolo.
Qualcuno ha scritto: “La brutta notizia è che il tempo vola, la buona notizia
è che il pilota sei tu!” Auguro allora a ciascuno di saper “pilotare” il proprio
tempo nelle curve della vita con l’audacia della speranza e della tenerezza.
Come papa Francesco, che sa sempre arrivare al cuore di tutti, ci ha detto con
straordinaria semplicità: “Il Natale oggi ci parla della tenerezza e della speranza. Dio incontrandoci ci dice due cose: abbiate speranza e non abbiate
paura della tenerezza. Quando i cristiani si dimenticano della speranza e
della tenerezza, diventano una Chiesa fredda ... Ho paura quando i cristiani
perdono la speranza e la capacità di abbracciare e accarezzare”.
E quando le ore difficili sopraggiungeranno, potremmo imparare da un padrechef:
Una figlia si lamentava con suo padre circa la sua vita e di come
le cose le risultavano tanto difficili. Non sapeva come fare per
proseguire e credeva di darsi per vinta. Era stanca di lottare.
Sembrava che quando risolveva un problema, ne apparisse un
altro. Suo padre, uno chef di cucina, la portò al suo posto di lavoro. Riempì tre pentole con acqua e le pose sul fuoco. Quando l’acqua delle tre pentole stava bollendo, in una mise delle carote, in
un’altra mise delle uova e nell’ultima mise alcuni grani di caffé.
Lasciò bollire l’acqua senza dire parola. La figlia aspettò impazientemente, domandandosi cosa stesse facendo il padre. Dopo un
po’ di minuti il padre spense il fuoco.
Tirò fuori le carote e le collocò in una scodella. Tirò fuori le uova
e le collocò in un altro piatto. Colò il caffé e lo mise in un terzo
recipiente.
Guardando sua figlia le disse: “Cara figlia mia, carote, uova o
caffé?”.
La fece avvicinare e le chiese di toccare le carote: la figlia le toccò
e notò che erano soffici; dopo le chiese di prendere un uovo e di
romperlo, e mentre lo tirava fuori dal guscio, osservò l’uovo sodo.
Poi chiese di provare il caffé: sorrise mentre godeva del suo ricco
aroma.
La figlia allora domandò: “Cosa significa tutto questo, papà?”. Il
padre le spiegò che i tre elementi avevano affrontato la stessa
avversità, “l’acqua bollente”, ma avevano reagito in maniera differente. La carota arrivò all’acqua forte, dura, superba; ma bollendo con l’acqua, era diventata debole e facile da disfare. L’uovo
invece era arrivato all’acqua fragile con il suo guscio fine che proteggeva il suo interno molle, ma dopo essere stato nell’acqua bollente, il suo interno si era indurito. Invece, i grani di caffé, erano
unici: dopo essere stati in acqua, bollendo, avevano cambiato
l’acqua. “Quale sei tu figlia. quando l’avversità suona alla tua
porta; come rispondi?”, le disse.
“Sei come una carota che sembra forte ma quando l’avversità ed
il dolore ti toccano, diventi debole e perdi la tua forza?”
“Sei come un uovo che comincia con un cuore malleabile e buono
di spirito, ma che dopo una avversità o per un inciampo durante il
tragitto, diventa duro e rigido? Esternamente ti vedi uguale, ma
sei amareggiata ed aspra, con uno spirito ed un cuore indurito?”
“O sei come un grano di caffé? Il caffé cambia l’acqua, l’elemento che gli causa dolore. Quando l’acqua arriva al punto di ebollizione il caffé raggiunge il suo migliore sapore.”
“Se sei come il grano di caffé, quando le cose si mettono peggio,
tu sai reagire in forma positiva, senza lasciarti vincere, e fai sì che
le cose che ti succedono migliorino, fai in modo che esista sempre una luce che illumina la tua strada davanti all’avversità e quella della gente che ti circonda. Per questo motivo non mancare mai
di diffondere con la tua forza e positività il “dolce aroma del
caffé”.
Un ultimo augurio: affrettiamoci ad amare! Perché chi non ha ancora cominciato ad amare non è ancora nato. Perché l’amore ha fretta di farci felici.
Il cristiano non crede a una vita futura, questo è l’oppio dei popoli;
il cristiano crede a una vita eterna.
Se è eterna è già incominciata. Allora comincia adesso la vostra felicità.
(Louis Evély)
DON MIRKO BELLORA
www.donmirkobellora.it
APPUNTAMENTI COMUNITÀ
PASTORALE
Lunedì 3 febbraio ore 21
CONSIGLIO PASTORALE COMUNITÀ PASTORALE
Venerdì 6 febbraio ore 21 in santuario
MESSA CONTEMPLATIVA preparata da S. Maurizio
martedì 17 febbraio ore 21 a Ruginello
LECTIO DIVINA Guida: don Luca Raimondi
Sintesi della seduta del Consiglio
Pastorale di Comunità
del 2 Dicembre 2014
Alle ore 21.05 si riunisce, presso il
centro Santo Stefano, in via Mazzini
35, il consiglio pastorale di comunità.
La seduta odierna ha come argomento la preparazione della nostra comunità all'evento Expo 2015, che si svolgerà a Milano partire dalla primavera
del prossimo anno. Al termine della
preghiera iniziale, Don Mirko, presente alla seduta dopo la guarigione,
porge a tutti i presenti i propri auguri
di Natale, ricordando che il Natale è
un grande dono, ed occorre fare attenzione a non sciuparlo, dimenticandoci di ciò che esso realmente è: una
meraviglia per ciò che l'Amore arriva
a fare e inventare. Accogliamo invece
dentro di noi questo dono, per poter
vivere I'esperienza del divino che
incontra e abita l'umano. E' importante poi ricordarsi che l'argomento di
riflessione nella prima parte dell'anno
è stata la comunità educante: occorre
perciò avere cura di vivere la fraternità che Gesù ci chiama a esercitare tra
di noi, perchè i ragazzi possano percepire quell'insieme di legami da cui
imparare che fare parte di questa fraternità è bello e ha futuro, perchè è
bello essere cristiani. Che cosa è
Expo? È un'esposizione mondiale,
quinquennale, che nel 2015 si terrà a
Milano e avrà per tema: "Nutrire il
pianeta. Energia per la vita". Perchè
prepararsi ad Expo 2015? Expo 2015
8 Parola Amica
è una grande occasione che ci viene
data per far capire che la Chiesa è nel
mondo perchè esso sia un mondo
migliore: attraverso Expo abbiamo
l'occasione di entrare nei tessuti economici, politici e antropologici della
società per dire una nostra parola. La
Chiesa c'è per dare speranza a tutti i
livelli, e lo si può fare anche partendo
dal cibo, leggendolo in maniera
diversa, in maniera conviviale e universale. Un Expo vissuta bene ci preparerebbe poi al convegno ecclesiale
di Firenze "In Gesù Cristo un Nuovo
Umanesimo", che si terrà tra il 9 e il
13 Novembre 2015, dove i cristiani
potranno far capire di essere portatori
di un nuovo umanesimo che può dare
un meraviglioso contributo in molteplici livelli della vita dell'uomo. La
Santa Sede e Caritas Internationalis
saranno direttamente presenti in Expo
e da parte sua il Card. Scola ha invitato la Diocesi di Milano, come
Diocesi ospitante, a una partecipazione attiva. La diocesi, come iniziativa
propedeutica, ha varato il progetto
diocesano "Condividere per moltiplicare. Famiglie e stili di vita", che prevede eventi locali da svolgersi 12
Aprile presso le sette Zone Pastorali
(e, se possibile, anche a livello di
decanati), che presentino esperienze
sulle tematiche di: abitare, lavorare,
consumare e "prendersi cura". Dal
canto suo, la nostra comunità pastorale ha lanciato il percorso "Stili di vita
e cuori solidali", che sarà portato
avanti con proposte mensili fino a
marzo, per poi innestarsi nel progetto
diocesano. Dopo questa introduzione
all’argomento e l'esposizione di un
documento introduttivo da parte della
commissione preparatoria, diversi
sono stati i contributi espressi dai
consiglieri. In particolar modo sono
emerse alcune argomentazioni. Per
prima cosa, è necessario che il tema
Expo 2015 sia introdotto in modo
adeguato, perchè i cristiani capiscano
quale sfida e provocazione li coinvolge in questo evento. I media stanno
dando troppa evidenza agli aspetti
mondani, a volte fortemente negativi,
legati alla organizzazione di questo
evento, con il rischio di banalizzare
l'evento e perdere un occasione irripetibile, soprattutto per la chiesa
ambrosiana, dato che un evento come
questo è praticamente unico nella
nostra vita, per il luogo dove si svolge e l'argomento che riguarda.
Bisognerebbe perciò diffondere in
maniera capillare il pensiero della
Chiesa su Expo, esercitando un azione adeguata nei diversi ambienti della
pastorale ordinaria, e non pensare soltanto agli eventi del 12 Aprile, ma
focalizzare l'attenzione sull'evento
Expo stesso. Per quanto riguarda la
pastorale giovanile è previsto di accogliere dei giovani in visita all'Expo
presso 1'oratorio Cristo Re e vivere
insieme le giornate di ospitalità, con
momenti di scambio culturale e di
preghiera. Oltre a questo, si è preno-
tata già una visita ad Expo per circa
30 giovani con il PIME di Milano, e
si conta anche di affrontare, con i
ragazzi, il tema del consumismo
secondo la Evangelii Gaudium, con
la critica portata avanti nell'esortazione pastorale da Papa Francesco, e di
approfittare delle prossime domeniche insieme inserite nella catechesi di
iniziazione cristiana per portare alle
famiglie dei ragazzi il messaggio adeguato, magari con l'ausilio di qualche
strumento nuovo. Sarà chiesta una
collaborazione, per la diffusione dell'argomento, anche al gruppo di
pastorale scolastica, anche perchè i
ragazzi possono costituire un efficace
eco nei confronti delle proprie famiglie. Un altra proposta riguarda l'introduzione nelle comunità parrocchiali di momenti di convivialità in
sintonia con lo spirito cristiano legato
all'argomento dell'Expo: dato che
nella nostra società prevale purtroppo
un idea dell'uomo come individuo
isolato, che sperimenta una grande
fatica nel relazionarsi con l'altro, ma
l'antropologia biblica ci parla continuamente dell'uomo come essere in
comunione, la convivialità del mangiare rivela questa sua verità. II cibo,
dunque, può essere visto come
momento per accostarsi all'altro e
riscoprire la verità sui noi stessi: il
cibo condiviso è allora uno dei più
alti segni di identità in cui si riconosce una comunità di uomini, e anche
un modo evidente per esprimere la
propria appartenenza. Momenti di
questo tipo sono già praticati in alcune realtà parrocchiale e potrebbero
Parola Amica
9
essere esportati a tutte le sei parrocchie della comunità pastorale. Al termine della seduta si ricorda che le
prossime due sedute, il 3 Febbraio e il
17 Marzo, saranno le ultime per questo gruppo di lavoro, e che il prossimo 19 Aprile, si terranno le elezioni
del nuovo consiglio pastorale, sulle
quali la diocesi dovrebbe iniziare a
dare delle indicazioni operative già
dal prossimo Gennaio. La prossima
seduta avrà come argomento l'impostazione della catechesi per ragazzi
del post-cresima, finalizzata ad armonizzare e rinvigorire la proposta della
comunità pastorale per i ragazzi della
fascia tra gli 11 e i 17 anni. La seduta
si chiude alle ore 22.35.
Visita e auguri di Natale
nelle scuole di Vimercate
«Tutti abbiamo un compito speciale:
ricordare al mondo che è Natale. Se
mettiamo ali al nostro cuore. Saremo
angeli che portano amore». Cosi inizia una delle canzoni che ho ascoltato
dai ragazzi nelle scuole di Vimercate
in occasione della visita e degli auguri natalizi. Parole che hanno le ali
degli angeli, ma il sapore e la compassione degli uomini, chiamati per grazia a far scendere con le proprie mani
Dio sulla terra, parafrasando una battuta di padre Pino Puglisi nel recente
romanzo di Alessandro D'Avenia, Ciò
che inferno non è. Nelle scorse settimane, con un lavoro di squadra, che
ha coinvolto la pastorale scolastica e
molti insegnanti dei diversi plessi, ho
avuto la gioia di passare nelle scuole
della nostra città, visitando le scuole
dell’infanzia, le primarie e le secondarie di primo grado dei due istituti
comprensivi, "A. Manzoni" e "Don L.
Milani", trovando ovunque tanta
accoglienza e un grande coinvolgimento. L'occasione dell'incontro, nel10 Parola Amica
l'atmosfera calda del Natale, si è fatto
segno di amicizia, attraverso il canto,
l'ascolto, lo scambio di auguri, la gratitudine. Nel tempo dell'intervallo o
appena dopo il termine delle lezioni, i
bambini e i ragazzi presenti a questo
momento - tanti, davvero tanti - in
palestra, nel salone o in atrio hanno
preso posto con ordine, guidati dai
loro insegnanti. Disposti a cerchio, a
quadrato, seduti sulle sedie o per terra,
su una o più file... sono riusciti a rapirmi con la freschezza e la semplicità
dei loro sguardi, delle loro canzoni,
della loro partecipazione. C'è sempre
un attimo di esitazione quando si
entra in un posto nuovo; quando si è
attesi e tanti aspettano la tua visita, ma
quanto è bello quando tutto si stempera tra i sorrisi e i saluti di chi già hai
incontrato e dei tanti altri che desiderano conoscerti; a quel punto senti che
non sei più estraneo, ma ospite e familiare; l'istituzione diventa comunità, la
scuola diventa famiglia.
Con I'esperienza che ho provato in
queste settimane ho intuito a quale
compito la scuola è sempre più chiamata verso le generazioni che accompagna nella crescita educativa: essere
casa per tutti, luogo di incontro, capace di promuovere relazioni che fanno
maturare, diventare grandi sul serio,
dove nessuno si senta inadeguato o
escluso, ma da ciascuno si sappia trarre il meglio, come fa l'artista dalla pietra, il regista dall’attore, l'allenatore
dall'atleta. Cosi la missione di Cristo:
che nessuno se ne vada - e aggiungo scontento, deluso, rassegnato... Per
tutto questo ci vuole tanta buona
volontà! Si, proprio quella che cantano gli angeli la notte di Natale e che i
presepi che ho trovato nelle scuole
recano scritta nelle pergamene dei
messaggeri celesti: "Pace in terra agli
uomini di buona volontà". La buona
volontà che ispira Ietro, il personaggio fantastico, protagonista della storia raccontata ai ragazzi. Lui che
andava a Betlemme col suo sacco di
farina scelta per il nuovo re, non è
rimasto indifferente davanti al
mugnaio e al contadino che si contendevano la ragione, ma ha saputo dare
il suo tempo, tornandosene a casa a
mani vuote ma soddisfatto per aver
portato un po' di pace al mondo con
l'offerta della sua farina. Quale regalo
per il re dei re è più grande del nostro
servizio, del dono di noi stessi, nella
ricerca del bene dell'altro; un fratello
di cui prendersi cura, da ascoltare, da
amare? Bisogna essere molto attenti a
non farsi strappare il Natale, lo spirito
del Natale, quello autentico, barattato
per un tappeto di luci che commuove
o per una dolcezza da tenere praline di
finissimo cioccolato. II richiamo e
alla solidarietà e all'impegno. Cosi
l'invito rivolto ai ragazzi delle secondarie di secondo grado, durante le
celebrazioni eucaristiche a Velasca
con E.C.Fo.P e in auditorium con gli
istituti dell'Omnicomprensivo, in cui
abbiamo anche ricordato docenti e
alunni defunti. É tempo di consolare,
di incoraggiare, di indicare la Stella
da seguire, di segnare strade da percorrere ho anche detto ai ragazzi e ai
volontari di Portofranco. Questo mi
affascina della scuola: un tempo sempre nuovo, che ci domanda fino a che
punto siamo umili per imparare e per
affidarci ad una verità, quella che
hanno saputo cercare i Magi, come ci
suggerisce la lettera ai ragazzi
dell'Arcivescovo Scola e che io ho
ritrovato di questi tempi in un libretto
scritto da un giovane universitario
Andrea Sattanino, Mowo, la ricerca
della verità. La verità la si impara sui
libri... ma la si impara insieme; la si
impara viaggiando, cercandola; ma
non la si trova se trascuriamo noi stessi; e quando l'abbiamo inseguita per
una vita ci ritroviamo al punto di partenza. La verità è una traccia, quella di
un volto, un altro volto, un altro qualunque, un piccolo della terra, uno
piccolo e straordinario che ha dentro
l'infinito di Dio; è lì e ti guarda con i
suoi occhi umidi, insegnandoti un atto
di fiducia, per rischiare, per salpare...
per non restare tristi in un porto o per
sempre sterili nel grembo.
Don Davide Marzo Incaricato di
Pastorale Scolastica
Parola Amica
11
VISITE DI COPPIA
Visita natalizia alle famiglie....
Un'esperienza particolare di conoscenza della nostra realtà. Iniziai
con Suor Valeria anni fa, successivamente accompagnai don Michele
da poco a Vimercate e I'anno dopo
ho condiviso I'esperienza con don
Franco. Tutte esperienze diverse in
luoghi della nostra Vimercate, ogni
incontro dipende da noi, che entriamo nelle case, ma si completa ,
nella sua unicità, con chi troviamo
ad accoglierci. Momenti di sorrisi,
incertezze scambio di mani, profumi, odori, abbracci, timidezza,
riservatezza, riverenza, attesa della
visita, trepidazione; tra cui qualche
rifiuto con difficoltà per chi apre la
porta per dirti "no, non mi interessa", delicatezza nel gesto di scuotere la testa nel segno del no.
...Quest'anno la proposta di mio
marito : perche non andiamo insieme come coppia? Accettai con serenità e sicura del sostegno suo, dei
sacerdoti, e soprattutto di Gesù, in
quello che Gesù definisce andate e
annunciate. Abbiamo iniziato con
un po' di timore, ma sicuri che portavamo un annuncio e un augurio
importante alle famiglie e alle persone sole . Dunque valesse la pena
trovare anche persone poco disposte alla nostra visita, che avrebbero
preferito un sacerdote. Mi sono
fatta anch'io questa domanda: chi
preferirei preti o laici? e perche?
12 Parola Amica
I'esperienza mi ha insegnato che
sono due modalità: incontri diversi.
Insieme alle famiglie che ci hanno
accolto abbiamo recitato una preghiera dandoci la mano e leggendo
le prime righe dell'augurio sul
biglietto da consegnare, concludendo con un segno di croce. Proprio
questo segno di croce ci accomunava nella benedizione insieme, che
ognuno può dedicare all'altro, dico
bene di te. Qualcuno era felice di
toccare le mani all'altro, altri intimiditi, ma quando lasciavamo la casa
era come lasciare qualcuno che si
conoscesse: consapevole che sei
entrato nell'intimità di una "casa",
negli affetti. Abbiamo stupito raccontando che siamo marito e
moglie, e sai che difficilmente rincontrerai la maggior parte di quelle
persone visitate: entri, condividi ed
esci, momenti pieni di emozioni che
ti porti nel cuore. Credo che valga la
pena , la fatica di un tardo pomeriggio passato a fare questa esperienza
di condivisione, di proposta a chi
trovi sulla tua strada, consapevole
che Gesù e lì dove due o tre si riuniscono nel suo nome. Sia con i sacerdoti, la suora che con Gabriele, aver
condiviso questi momenti di esperienza ci ha resi più vicini, ha
approfondito i nostri rapporti, perchè ognuno in queste situazioni
esprime i suoi sentimenti veri.
Sarebbe piacevole avere ad anni
alterni vista dei preti e di laici proprio per la differenza del modo con
cui laici e preti vengono accolti e si
presentano. I laici rappresentano la
comunità cristiana aperta che va
agli altri laici per farli sentire parte
della stessa comunità, soprattutto
far vedere concretamente che la
chiesa è vissuta dalle persone
comuni, che vivono I'annuncio del
vangelo, e cercano di trasmetterlo
agli altri perchè tutti si sentano
amati. II prete ha la sua ordinazione
con cui è al servizio della chiesa.
Arricchita della nuova esperienza di
quest'anno, prego il Signore affinché possiamo essere sempre più una
comunità che cammina sulle orme
di Gesù nella gioia.
Fausta
Raccolta Fondi
Per gli Interventi sugli Stabili Parrocchiali
Somme raccolte alla data 12 novembre 2014
Dal 12 novembre al 7 dicembre 2014 (40 buste)
e 39.370,00
e 615,00
Totale
e 39.985,00
La Commissione Amministrativa
LA BELLEZZA DELLA DIVERSITÀ
mille storie diverse tratte dalle benedizioni di Natale
Con gli occhi pieni dei volti delle
persone che in questi giorni ho
incontrato e abbracciato, con la
pancia che mi chiede pietà dopo
essere stata riempita di cibo in continuazione, e con il cuore un po’
più caldo che per l'ennesimo natale
è stato "scosso" dalla Sua venuta,
ripiego finalmente in camera mia.
Ritrovo un po’ di pace e solitudine.
Sono appena terminate le feste di
natale e provo ad ascoltare le mie
emozioni e sensazioni cercando di
capire come ho vissuto questo
natale, e quanto sono stato in grado
di prepararlo. Nel periodo dell'attesa e della preparazione, l'avvento,
ho cercato di rimanere concentrato
sul vero significato dei giorni che
mi apprestavo a vivere, nonostante,
come tutti sappiamo, le frenetiche
corse necessarie per arrivare dapParola Amica
13
pertutto rappresentino delle facili
distrazioni che in questo periodo
non mancano proprio mai.
Fortunatamente, circa una volta a
settimana, ho avuto la possibilità
come tanti altri ragazzi dell’oratorio, di accompagnare il sacerdote
nelle benedizioni di natale.
Un'esperienza che non avevo mai
provato, per pigrizia e per un pizzico di timidezza, che pur nella sua
semplicità mi ha permesso di vivere questa mia preparazione in relazione con altre persone e tantissime
differenti realtà. All'inizio ero un
po’ impacciato, seguivo don Marco
e mi limitavo ad essere presente.
Mi sono tuttavia bastati pochi attimi per capire che quella che stavo
vivendo era una bella opportunità
da cui potevo ricavare un tesoro. Vi
potreste chiedere cosa ci possa aver
trovato di tanto entusiasmante nell'accompagnare il prete a benedire
le case, domanda lecita. La risposta
si racchiude in parole semplici, ma
dal significato profondo: la bellezza della diversità. Diversità che
porta ad un arricchimento del cuore
e della fede. Occorre spiegare queste due facce della diversità per
poter comprendere la bellezza di
questa esperienza.
Diversità di cuore. Varcando le
soglie delle nostre case si incontra
di tutto: una coppia stanca appena
rientrata dal lavoro, dei bambini
ansiosi di riprendere il gioco che
abbiamo interrotto per dire una preghiera, l'uomo di mezza età che ha
perso il lavoro e sembra rassegna14 Parola Amica
to, una coppia di anziani che condivide la cena con un panino e un
salame da tagliare, una ragazza giovane che si prepara per uscire a fare
la sua serata, una nonna sola che
coglie l'occasione per scambiare
due parole. Insomma, si incontrano
persone che stanno vivendo mille
situazioni diverse, chi si lascia
scappare un sorriso e chi una lacrima, ma tutte ricche di emozioni.
C'è poi la diversità di fede. Persone
che attendono il nostro arrivo, persone che preferiscono non farsi trovare in casa, persone che chiedono
commossi che la venuta di Gesù
possa portare un barlume di speranza nella loro vita, altre che ci
osservano con occhi titubanti e critici. Quante storie, quanti incontri,
quanti occhi unici e diversi abbiamo incontrato. Ognuno di questi ci
ha insegnato qualcosa in più
riguardo alla nostra comunità. Una
comunità che ho trovato accogliente e affettuosa, ma che dovrebbe
guardare sempre più alle tante persone che non si sentono accolte e
restano ai margini (nelle periferie,
come direbbe Papa Francesco).
Insieme a tutti i ragazzi dell’oratorio che hanno partecipato alle
benedizioni di natale, ringrazio
proprio queste persone. Le più
distanti e le più fragili, i tanti
anziani soli ma accesi dentro, perché con la loro semplice e grande
umanità ci hanno riscaldato il
cuore e l’anima, aiutandoci a preparare questo natale.
Luca Caprioli
La visita natalizia annuncia
l’avvenimento cristiano
In questa società indifferente e malata
di solitudine ci sono tanti modi di
testimoniare la propria fede cristiana.
La visita agli infermi, l'assistenza ai
bisognosi, o anche semplicemente
segnarsi quando per la strada si passa
davanti a una immagine sacra (senza
farsi trattenere dal solito rispetto
umano!). Però le visite natalizie sono
certamente la più bella occasione di
praticare "sul campo" quella Chiesa
missionaria, in uscita verso la gente a
cui Papa Francesco ci esorta quotidianamente. Anche quest'anno con don
Giuseppe ho avuto la fortuna di portare un raggio di speranza a tantissime
persone, di ricordare loro la presenza
di Gesù nella vita di tutti i giorni e che
dopo qualche giorno avremmo adorato nella culla di Betlemme il Re dell'universo, il nostro Redentore. Sono
momenti indimenticabili che avvicinano gli uni agli altri, che ci fanno
veramente sentire di appartenere alla
comunità cristiana. Molti dicono:
"Benvenuti, vi aspettavamo!" oppure:
"Grazie di cuore per la vostra visita!"
Molti sorrisi, in qualche caso un po' di
commozione, moltissime strette di
mano, e per te una indefinibile emozione perche stai ricordando ad altri
l'inizio dell’avvenimento cristiano:
L'Incarnazione di Dio in Gesù Cristo.
Certo, a volte non viene risparmiata la
prova del rifiuto, ma anche allontanandosi dalla porta chiusa bisogna
benedire dal profondo del cuore chi vi
abita, senza scoraggiarsi. Verrà per
tutti il giorno in cui anche chi non ha
mai aperto aprirà. E quel giorno noi
gli saremo vicini, affettuosamente.
Alberto Mauri
DECANATO DI VIMERCATE
COMMISSIONE FAMIGLIA
Domenica 18 gennaio 2015 ore 15,00
CENTRO PARROCCHIALE DI AGRATE – VIA MAZZINI 54
Incontro e dialogo delle famiglie sul tema
“Dove sono due o tre riuniti nel mio nome …”
introdotto dai coniugi Alfonso e Francesca Colzani già responsabili diocesani
della Pastorale Familiare.
Per prepararci insieme alla Festa della Famiglia
Parola Amica
15
ADOLESCENTI IN VISITA ALLA
“CAPANNA DI BETLEMME”
È una fredda domenica pomeriggio
quando saliamo sulla metro verde,
fermata Cascina Gobba. Dobbiamo
percorrerla quasi tutta, per arrivare
fino a Famagosta; un pullman poi ci
porterà
alla
“Capanna
di
Betlemme”, un’ abitazione che fa
parte del progetto di accoglienza
dell’associazione Giovanni XXIII:
noi Ado, con i nostri educatori e
don Marco, non sappiamo bene
quello a cui stiamo andando incontro quando varchiamo la soglia di un
piccolo appartamento alla periferia
di Milano. Eppure, che casa abbiamo conosciuto!
In questi primi mesi, negli incontri
di catechismo, stiamo affrontando il
tema dell’ “avere casa”, tema fortemente vicino a noi ragazzi ma forse
anche per questo difficile da trattare,
difficile comprenderne il vero valore. Proprio per questo siamo andati
in cerca di questa testimonianza,
desiderosi di sentire questa storia.
Duilio vive ormai da tre anni in questo piccolo appartamento confiscato
alla mafia, ha fatto una precisa ma
forte scelta: ha lasciato la sua casa di
Como, i suoi genitori, la suo quotidianità per metterla al servizio del
prossimo, in particolare di tutti coloro che non hanno una casa in cui
vivere e una famiglia da cui essere
coccolati. Studia ingegneria, non è
un educatore professionista, ma ad
un certo punto della sua vita ha sen16 Parola Amica
tito che il volontariato non gli bastava più. Non gli bastava più andare
ad accudire i poveri, portare loro
pasti caldi, e nemmeno fare campi
all’estero, non riusciva a farlo, tornando poi alla sua casa, e lasciando
loro senza un tetto. Decide di fare un
passo in più: come la capanna di
Betlemme era stato l’unico riparo
per Giuseppe e Maria così cerca di
fare lui con tutte le persone senza
una dimora. E così ogni giorno in
questo appartamento vivono circa
15 persone, condividendo tutto; lo
scopo di questa associazione non è
semplicemente fornire un tetto sotto
cui vivere, ma anche formare una
famiglia su cui contare, e aiutare
ogni singolo inquilino a rimettersi in
cammino (Duilio ci racconta che
hanno provato ad ospitare ragazzi
minorenni, ma fin anche dei settantenni). Non ci sono limiti né vincoli
dati dalla religione o di etnie in
quanto la mancanza di una casa e di
un famiglia è qualcosa che accomuna molte persone provenienti da
tutto il mondo. Quindi abbiamo
ascoltato le storie di Momo, ragazzo
tunisino che a 18 anni ha abbandonato il suo stato colpito da un periodo difficile in cerca di un futuro
migliore in Italia e come lui anche
Mihai, arrivato dalla Romania anche
lui appena maggiorenne; dopo aver
trovato un lavoro come cameriere in
un ristorante di Milano è costretto
però a vivere davanti al Teatro la
Scala, dopo la chiusura del locale
che gli fa perdere il lavoro. Forte per
noi è stata la sua storia, in quanto
nonostante abbia vissuto come un
barbone per un anno e mezzo, non
ha mai rinunciato all’idea di avere
una casa e di ritrovare la via per il
cammino, che ha ritrovato grazie
l’associazione Giovanni XXIII.
La testimonianza ci è piaciuta particolarmente perché nonostante la
pienezza della vita, molto spesso
non ci rendiamo conto della fortuna
che abbiamo nell’avere una casa e
una famiglia pronta ad amarci e
volerci bene; sarebbe bello riuscire
a soffermarsi più spesso su questa
fortuna che ci è data, cercando di
garantire anche a chi non ne gode
qualcosa che noi consideriamo ordinario.
Beatrice e Francesca
Adolescenti 1 superiore
IL MONDO CON GLI OCCHI
DI CHAGALL
I giovani della comunità
raccontano le emozioni della visita..
Il bianco-grigio della nebbia, del
Duomo di Milano, delle scale del
Chagall - La passeggiata
Palazzo Reale; il rosso del tappeto.
Mi sono svegliata con un senso di
euforia. Qualche secondo
di smarrimento; poi la
mente mi ricorda che
quella sensazione mi
accompagna fin da piccola quando sono in procinto di incontrare il ricordo
di un grande artista.
Chiara, la nostra speciale
guida, è pronta per farci
oltrepassare la porta di
legno che ci separa dalle
220 opere di un autore di
cui la maggior parte di
noi conosce solo qualche
opera.
Ad accoglierci, qualche
Parola Amica
17
Chagall - Il poeta sraiato
costume di scena ideato e realizzato da Chagall. Non un quadro in
senso stretto: ecco il primo indizio
per capire che questa mostra chiede al visitatore di lasciarsi sorprendere da un artista complesso.
Chagall è vissuto 97 anni arrivando quasi alla nostra contemporaneità. Una lunga vita che l’artista
ha vissuto appieno, creando fino
agli ultimi giorni.
Una continua ricerca di senso che si
manifesta fin da piccolo nell’incertezza del suo futuro. Si immagina
violinista, poi ballerino; gli è chiaro
18 Parola Amica
che non sarà un pescatore di aringhe come gli abitanti della sua natale Vitebsk. Poi si scopre pittore, ma
mette la sua modalità di espressione
a servizio di tutte le arti che lo affascinano. E tuttavia non si priva di
sperimentare altre forme d’arte
durante la sua esistenza.
In tutte le opere c’è quel senso di
completezza di chi non si accontenta del soggetto e di qualche
aggettivo, ma di chi vuole cercare
di confinare nella tela tutto il
mondo interiore ed esteriore in cui
il soggetto vive. Il pensiero trova
conferma nei bozzetti preparatori:
ognuno porta un nuovo elemento o
nuovo accostamento di colori.
La contrapposizione dei piani temporali e dei piani di luce è allora
possibile. E possibile è la fusione
delle tradizioni dei Paesi attraversati. Si possono dipingere le favole
russe con i colori della Provenza.
Le forme geometriche piane del
cubismo possono coesistere con
l’Olympia di Manet senza escludere i colori dei Fauves.
Rischieremmo di sentirci smarriti
ad ogni passo, ma la nostra guida
ci anticipa chiarificando ora il
rimando di un oggetto, ora l’uso di
un colore della tela sulla quale sta
per posarsi il nostro sguardo.
Non manca di riportarci le parole
dello stesso autore che,essendo
vissuto fino quasi ai giorni nostri,
tanto ha potuto raccontare di sé e
delle sue opere.
Mi impressionano i contorni.
Mutano anch’essi, ma non mancano mai.Ora sono affidati a un segno
deciso di grafite, ora all’accostamento di due pennellate diverse per
colore e direzione. Suonano come
una rassicurazione per chi osserva:
si possono riconoscere le forme.
Eppure sono spesso illusione di
una separazione che per il poeta è
debole: tra il mondo naturale e
quello umano, tra due epoche storiche, tra la vita e la morte.
I blu e i lilla sono i colori che più
mi colpiscono. Quel lilla che qualche giorno fa colorava il cielo e
l’intelligenza del mio telefono non
è stata in grado di catturare. Quei
blu che ricordano le porcellane
delle dinastie orientali.
Qualcuno invece viene colpito dal
significato del verde che spesso è
per Chagall il colore della tristezza
e della nostalgia; molto lontano
dalla speranza che gli viene associata oggigiorno. Speranza e gioia
sono nei fiori largamente presenti
nella produzione del pittore, persino
in un’arida Vitebsk. Anche quando
il suo animo è incupito dalla brutalità dell’uomo e dalle difficoltà, la
finestra dei ricordi felici mostra la
sua totale fiducia nella vita.
Fiducia incondizionata che spesso è
propria delle persone che hanno
fede. Osservando i quadri, sembra
che anche in ambito religioso
Chagall abbia intrapreso un cammino di ricerca. Molte le rappresentazioni legate all’ebraismo. Ma
accanto all’ebreo errante, al rabbino e alla Torah c’è anche Cristo
crocifisso.
La vasta produzione di Chagall
racconta la sua passione per l’arte,
ma non solo. Passione è per
Chagall ciò che riesce a stravolgere le leggi della fisica. Come
l’amore per la moglie Bella che fa
volare; come l’affetto per i fratelli;
come l’arcobaleno della storia del
balletto.
Il cielo e il Duomo stanno tenendo
una conversazione lilla. Per fortuna
don Marco dà voce a questo pensiero prima che possa dare la colpa
alla mia immaginazione.
Anna Frosi
Parola Amica
19
QUANTO DEVE VIMERCATE
A GIUSE CARINI INZAGHI
Intervento di Don Giuseppe alle Esequie
Ringrazio anzitutto S. Em. il Card.
Francesco Coccopalmerio per aver
accettato l'invito a presiedere questa
nostra celebrazione esequiale per Giuse
Carini Inzaghi, che ricordiamo commossi tutti insieme, figli, familiari e cittadini, nella sua figura affabile, nella
sua profonda fede cristiana, nel suo
amore alla nostra città.
Come vecchio Parroco di S. Stefano,
anche a nome di Don Mirko, l'attuale
parroco che è degente in clinica, vorrei
ricordare soprattutto quanto deve la
nostra città a Giuse Carini. Mi sembra
di poter affermare che Ella si è sempre
ispirata alla sua Nonna Bice
Cremagnani, di cui portava il nome,
Beatrice, dopo quello di Giuseppina.
Anzitutto ne ha sempre sostenuto e
accompagnato l'opera più grande e
nota, la Casa Famiglia S. Giuseppe,
come risulta molto bene dallo scritto in
data 30 maggio 2013, pubblicato di
seguito, con cui ella si congedava dal
Consiglio di Amministrazione della
Casa, alla quale aveva sempre dedicato
affetto e cure.
Ma ha seguito l'esempio di Nonna Bice
anche nell'attenzione più umile e quotidiana ai poveri, attraverso la partecipazione e il sostegno all'attività assistenziale della Conferenza di San Vincenzo.
Un'altra bella caratteristica di Bice
Cremagnani che Giuse ha continuato è
stata l'attività di scrittrice, attenta
soprattutto a conservare e divulgare le
memorie belle della comunità locale.
20 Parola Amica
Come la
N o n n a
Bice era
stata fondae
trice
redattrice
del mensile
parrocchiale "Parola
Amica",
fondato nel
1931 e giunto quindi alla bella età di 84
anni, così Giuse ha continuato a partecipare, fin quando ha potuto, alle riunioni redazionali mensili di Parola
Amica e a pubblicarvi preziosi e gustosi articoli. E inoltre ci ha lasciato tre bei
libri, ciascuno necessario nel suo
campo.
Anzitutto "Una donna tra due secoli",
biografia "familiare" ma storicamente
contestualizzata della nonna Bice
Molina Cremagnani, arricchita con
molti suoi scritti. Poi un bel libro su
Vimercate, "Portiamoci a Vimercato",
ricco di notizie storiche e di rare fotografie. Infine una pubblicazione di
minor mole, ma storicamente preziosa,
"L'Azione Cattolica a Vimercate", che
ricorda il ruolo fondativo e promozionale primario che vi ebbe la Nonna
Bice negli anni fra le Due Guerre, ma
dice anche l'affetto che Giuse ebbe per
l'Azione Cattolica, di cui sempre è stata
socia. E questo affetto Giuse l'ha anche
dimostrato curando a proprie spese la
sistemazione sotto vetro in cornice
delle ban¬diere storiche della nostra
Azione Cattolica, collocate in quella
che oggi chiamiamo "Sala delle
Bandiere".
Questa appassionata attività di custode
delle memorie e di scrittrice ha certamente consentito a Giuse di raccogliere
un prezioso patrimonio di scritti, documenti e fotografie. Poiché la nostra
Parrocchia possiede un ben organizzato
Archivio Plebano, dico oggi ai figli di
Giuse che quel materiale documentario
che non vorranno tenere come patrimonio familiare potrà essere consegnato al
nostro Archivio Plebano, dove sarà
ordinato e valorizzato andando a costituire un Fondo speciale intitolato alla
memoria di Giuse Carini Inzaghi.
Infine sento il dovere di ricordare in
questo momento il carissimo Sposo di
Giuse, Tonino Inzaghi, di cui abbiamo
celebrato le Esequie il 17 dicembre
2013, poco più di 10 mesi fa. Giuse e
Tonino sono stati una vera coppia di
sposi, come i Nonni Bice e Peppo.
Grazie a loro per l'esempio che anche
come sposi ci hanno dato!
Mons.Giuseppe Ponzini
LETTERA ALLA CASA
SAN GIUSEPPE
Vimercate, 30. 5. 2013
Sono nata il 22 luglio 1929. Mio
padre era mancato 5 mesi prima, cosi
d'allora vissi coi nonni. Mia nonna fu
la mia seconda mamma; la mia educatrice. La seguivo, fin da piccola,
nelle sue opere di carità, le sue conferenze nei paesi vicini.
Nel 1945 in casa erano già mancati il
nonno, medico condotto a Vimercate,
la zia Ada, sorella di mia madre e mio
zio Attilio si era sposato. Restavamo
la nonna, mia mamma ed io. Fu allora finita la guerra, che Bice intensificò la sua azione caritativa, di cui si è
ampiamente parlato nel libro dove ho
raccolto i diari scritti da lei. Pensò
alle vedove, alle persone anziane, ai
bambini rimasti orfani. Le molte
conoscenze, i parenti, gli stessi
vimercatesi contribuirono all'acquisto della proprietà, ora divenuta Casa
Famiglia San Giuseppe.
L'ottima conduzione, le persone qualificate hanno portato l'attuale complesso ad un riconosciuto ottimo
livello di ospitalità.
Il Consiglio di Amministrazione, di
cui ho sempre ritenuto farne parte,
soprattutto con la mia presenza, quasi
una continuazione, una vicinanza a
nonna Bice. Il Consiglio si sta rinnovando: lo Statuto lo stabilisce. Le
mie condizioni di salute non mi permettono di essere sempre presente
come rappresentante della famiglia
fondatrice, per questo, vorrei sin da
ora essere sostituita da mio figlio
Giuseppe Carlo Inzaghi, nei giorni in
cui mi è impossibilitato essere presente alle convocazioni.
Con osservanza.
(GB Carini)
Parola Amica
21
I PRESEPI CI PARLANO
Il primo presepio di quest'anno l'ho
visto ancora in novembre in una
casa che visitavo per la benedizione
natalizia; era modesto e tradizionale, ma c'era, quella famiglia aveva
voluto costruirlo ancora a un mese
dal Natale per un gesto di cortesia
verso il sacerdote e per rendere più
"natalizia" la sua visita. Poi ne ho
visti nelle case tanti altri, per lo più
tradizionali, alcuni fatti dai papà,
altri più numerosi dalle mamme con
i figli, certuni dai nonni come un
dono per i nipotini.
Di fatto tutti i presepi ci parlano già
attraverso l'intenzione di chi li ha
costruiti, un'intenzione sempre rivolta alle persone conosciute.
I presepi familiari vogliono essere
dei messaggi, vogliono non solo rappresentare la Natività, ma consegnarne il messaggio alle persone più care.
Un messaggio non di parole (a queste
provvede il racconto evangelico) ma
di vita, un fatto di vita, come appunto è stata la nascita di Gesù, in un
contesto di vita, quello vivacissimo e
variopinto rappresentato dai pastori,
dalle pecorine e da tutti gli altri personaggi raffigurati.
Poi ci sono i presepi artistici, come
quelli esposti anche quest'anno nella
Mostra allestita da Caritas e
Associazioni caritative nella Chiesa
di S. Stefano. In questi presepi appare la capacità tecnica, a volte virtuosistica, dei costruttori, alcuni dei
22 Parola Amica
quali espongono più "variazioni sul
tema". Ma non mancano quelli che,
grazie alla felice ambientazione o al
perfetto ritmo della scena, trasmettono un vero messaggio, pur nella ripetitività del soggetto.
Proprio perché "ci parlano" i presepi
vanno visti e contemplati uno a uno,
per coglierne la "parola", rendendosi
conto dell'ambientazione scelta dall'autore, del materiale con cui ha realizzato l'opera, dei particolari messaggi che vi ha inserito. Ogni presepio richiede una sosta contemplativa
e interpretativa, non si possono guardare camminando, seppur lentamente. E così si vedrà che mentre la scena
centrale, la Natività, è sempre uguale
nei suoi cinque personaggi (Gesù,
Maria, Giuseppe, l'asino, il bue), il
"mondo" attorno ad essa (i pastori, i
viandanti, fino agli esotici Magi) è
vasto e vario a seconda del respiro
costruttivo e relazionale dell'autore,
il quale è quasi sempre un'unica persona, un solitario, appassionato e a
volte straordinario artigiano. Tutto
questo ci dicono i presepi di S.
Stefano, che quest'anno ci invitano
anche a ricordare i disoccupati della
città e ad aiutarli contribuendo al
Fondo Città Solidale.
Infine "ci parla" il presepio allestito
in Santuario dal benemerito Gruppo
Presepio. Quest'anno la Natività, realizzata con belle statue e ben ambientata, campeggia al centro, mentre ai
lati due grandi pannelli illustrano la
campagna lanciata da Caritas
Ambrosiana in occasione di EXPO
2015: "Una sola famiglia umana.
Cibo per tutti".
Particolarmente interessante il pannello di sinistra, che evidenzia non
solo l'alto numero dei denutriti e malnutriti nel mondo (860 milioni), ma il
numero ancor maggiore degli obesi
(1,5 miliardi) e l'eccedenza del cibo
prodotto nel mondo rispetto al fabbisogno alimentare globale (20%) e
infine precisa che ogni anno si sprecano 1,3 miliardi di tonnellate di
cibo, cioè 4 volte la quantità necessaria a nutrire gli 860 milioni.
Il pannello di destra riporta la
Preghiera per la campagna di Caritas
Ambrosiana, che inizia così: "O
Signore, nostro Dio, ci hai affidato i
frutti di tutta la creazione affinché noi
possiamo prenderci cura della terra ed
essere nutriti dalla sua generosità".
Mi piace inserire in questa rassegna
anche la Novena di Natale tenuta da
Don Marco Caraffini nella Chiesa di
Oreno. Essa è stata particolarmente
"parlante", perché si è svolta richiamando successivamente il significato
di Betlemme "casa del pane", l'autorivelazione di Gesù "lo sono il pane
vivo disceso dal cielo" e la grande
parola biblica "Non di solo pane vive
l'uomo", legando così insieme il
nome della città dove Gesù è nato, il
mistero "nutriente" della sua persona
e l'attesa, la "fame", della nostra
umanità. Come diceva la conclusione
di quella Novena: Le riflessioni della
Novena di quest'anno nascono dal
prossimo avvenimento mondiale,
EXPO 2015, il cui tema "Nutrire il
pianeta. Energia per la vita", metterà
al centro l'impegno a sconfiggere la
fame nel mondo e a riscoprire che c'è
un "cibo" di cui anche l'uomo moderno e ricco ha fame: la presenza di Dio
nella propria vita.
Don Giuseppe
Parola Amica
23
SAGRA S. Antonio 2015
Vimercate 15 – 19 Gennaio
15/01 GIOVEDI - Ore 20.30 INAUGURAZIONE Sagra - S. Messa nella chiesa di
S. Antonio in Via Cavour. Momento di incontro con tortelli e vin brulè.
16/01 VENERDI - Ore 21.00 "DELIZIA" Musiche tra Amore e Psiche - serata
musicale a cura dell'Associazione Claudio Colombo per l'oncologia Onlus.
Santuario Beata Vergine del Rosario - Piazza Unità d'Italia.
17/01 SABATO - Ore 9,30' S.MESSA SOLENNE nella Chiesa di S. Antonio' e
benedizione del pane
Ore 10.30 APERTURA mostre, stands e luoghi di esibizione a cura delle
associazioni partecipanti.
VENDITA TORTELLI in via Cavour, 51 ed esposizione quadri Artisti della
Brianza. MOSTRA "Trame Contemporanee" opere di Sonia Scaccabarozzi e
Riccardo Giulietti - Spazio espositivo di Via Cavour; 76
Ore 14.00 Visita alle opere del concorso di pittura in via Cavour 76 e apertura del seggio per la votazione della giuria popolare. Tiro con l'arco in Via Cavour
70 con il gruppo arcieri Burarco. Esposizione moto a cura del Moto Club
Vimercate in piazza Roma.
Ore 15.30 BENEDIZIONE con la reliquia del Santo nella Chiesa di S. Antonio.
Ore 16.00-17.00 VISITE GUIDATE all’oratorio di S. Antonio, Ponte S. Rocco e
Chiesa S. Stefano. Le visite sono gratuite. Ritrovo davanti alla Chiesa di S.
Antonio in Via Cavour.
Ore 20.00 MOTOFIACCOLATA a cura del Moto Club Vimercate. Ritrovo e partenza in piazza S. Stefano e benedizione finale delle moto in piazza Roma.
Ore 21.00 ASPETTANDO IL FALÒ Piazza Roma - saluto delle autorità cittadine, intervento del Civico Corpo Musicale e sfilata fino al Ponte di San Rocco.
ACCENSIONE FALÒ.
18/01 DOMENICA Ore 10.00 RIAPERTURA STANDS, MOSTRE, CONCORSI E VENDITA TORTELLI.
Ore 11.00 VISITA GUIDATA A PALAZZO TROTTI - Ritrovo alle 10.45 in Piazza
Unità d'Italia. La visita è gratuita.
Ore 14.00 Visita alle opere del concorso di pittura in via Cavour 76 e apertura del seggio per la votazione della giuria popolare. MOSTRA "Trame
Contemporanee" opere di Sonia Scaccabarozzi e Riccardo Giulietti - Spazio
espositivo di Via Cavour, 76.
Ore 15.00 -16.00 -17.00 VISITE GUIDATE all'Oratorio S. Antonio, al Ponte di
San Rocco e Chiesa S. Stefano. Le visite sono gratuite. Ritrovo davanti alla
Chiesa di S. Antonio in Via Cavour.
24 Parola Amica
Ore 15.30 MUSICA E ANIMAZIONE nelle vie del centro.
Ore 16.00 BENEDIZIONE DEGLI ANIMALI al Parco Trotti, via Vittorio
Emanuele.
Ore 21.00 CONCERTO POLIFONICO delle Corali cittadine presso il Santuario
della Beata Vergine del Rosario in Piazza Unità d'Italia.
19/01 LUNEDI - Ore 18.00 ESTRAZIONE biglietti della sottoscrizione a premi e
premiazione concorso di pittura. Spazio espositivo di Via Cavour, 76.
Natale ed Epifania nella teca espositiva tra Oriente ed Occidente
Per il Natale
2014 nella
teca è stata
presentata
una Icona,
di cm. 50 x
40, dipinta
su tavola
all’inizio
del
XXI
secolo, che
riproduce una storica Icona di origine
bizantina realizzata da un artista greco
nel XIV secolo ed ora conservata nel
Museo Nazionale di Belgrado: “La
Vergine Odighitria” - Colei che indica
il cammino.
Le origini di questa Icona risalgono al
V secolo, quando con la proclamazione
al concilio di Efeso del 431 di Maria
“Madre di Dio”, cominciarono a diffondersi immagini ispirate all’iconografia imperiale con la Vergine seduta
in trono nell’atto di presentare il
“Bambino – Figlio di Dio”. A
Costantinopoli divenne l’Icona bizantina per eccellenza a partire dal IX secolo. La Vergine, avvolta nel mantello di
porpora scura bordato d’oro, presenta il
Divino Bambino agli uomini, al mondo
e, con un gesto della mano, indica la
via verso la salvezza. Il Bambino,
seduto in braccio alla Madre, indossa
un abito intessuto d’oro e tiene il rotolo del vangelo nella mano sinistra mentre benedice con la destra.
Una “Natività”, costituita da vecchie
statuine in gesso recuperate nelle soffitte del Santuario e restaurate nel
2014, ha completato l’allestimento
della teca.
Sul pilastro ha trovato posto una
“Adorazione dei Magi”, copia seicentesca tratta da un affresco di
Gaudenzio Ferrari conservato a Brera.
A gennaio, dopo l’Epifania, nella teca
sarà esposta una “Sacra Famiglia”,
oleografia di cm. 78 x 58, del XIX
secolo. L’oleografia è una procedura
di stampa litografica a colori, eseguita
su tela o su carta, che imita la pittura ad
olio.
Sul pilastro verrà sistemata una “Sacra
Famiglia con angeli”, olio su tela del
XVIII secolo, restaurata nel 2013.
Carlo Mauri
Parola Amica
25
Intervista a Rossana Cataldi,
missionaria laica, Fidei Donum
in Brasile
L’antivigilia di Natale ho incontrato
Rossana Cataldi, da due anni missionaria laica Fidei Donum, in una
delle regioni più povere del Brasile,
il Maranhão, che è tornata a casa
per una breve vacanza e che ripartirà per la sua missione il giorno
dell’Epifania.
Le ho rivolto alcune domande
riguardanti soprattutto le motivazioni della sua scelta di servizio
missionario e quello che ha trovato
nel Nuovo Continente.
Quando sei partita per il Brasile e
perché, Che lavoro facevi prima?
Prima di licenziarmi, lavoravo
come operatore grafico in una flexografia, decisamente un buon
impiego.
Qui a Vimercate, facevo parte di
alcune associazioni di volontariato
26 Parola Amica
e dopo un cammino personale di
crescita nella fede, aiutata da un
sacerdote, mi sono convinta che la
missione era il passo successivo più
adatto a me. Avevo anche bisogno di
mettermi in gioco, non per protagonismo, ma per una nuova riclassificazione dei valori nella mia scala
personale.
Ho ricevuto il mio mandato missionario, della durata di tre anni,
nell’Ottobre del 2012, dopo aver
passato un periodo di preparazione
al CUM a Verona indirizzata dall’ufficio missionario pastorale della
diocesi di Milano e sono partita per
il Brasile a fine Novembre dello
stesso anno.
Presso quale missione presti servizio e quali compiti vi svolgi?
Io vivo a São José, il primo anno
eravamo due a lavorare e condividere la casa, io e Francilene, dall’inizio di quest’anno si è aggiunta
Lucia; collaboriamo con don
Daniele Caspani che è parroco della
parrocchia di Dom Pedro e della
quasi parrocchia di São José (chiamata così perche non ha il parroco).
I due paesi distano circa quarantacinque minuti di auto. A fine gennaio abbiamo aperto a São José una
filiale della scuola Kolping di Dom
Pedro (per ora solo le prime classi) e
Lucia si occupa della direzione e
dell’insegnamento. Visitiamo mensilmente le 16 comunità per accertarci che tutto proceda bene, per
avvisare della messa, per ascoltare
la gente, per consegnare materiale
liturgico, partecipiamo in maniera
itinerante alla Celebrazione della
Parola della Domenica e accompagniamo don Daniele il giorno della
celebrazione della messa. Lui riesce
a raggiungere le molte comunità con
una frequenza mensile o bimestrale,
noi più frequentemente. A S. José
invece ci occupiamo della chiesa
matrice, dai fiori, all’altare, alla preparazione della liturgia, dei canti,
del dizimo, delle riunioni, del bollettino mensile e nel limite del possibile di provvedere ai bisogni delle
famiglie.
In Brasile hai trovato quello che
aspettavi o una realtà diversa?
Al Cum oltre a tante informazioni
storiche culturali mi hanno dato dei
consigli preziosi per vivere la missione, questo mi ha aiutato a comprendere il vero ruolo del laico mis-
sionario, l’importanza di privilegiare non le cose da fare ma la relazione, l’amicizia, la cultura, l’ascolto, il
conoscere le persone, il non sentirsi
indispensabile, il ricordarsi di essere
a casa d’altri con le loro abitudini, il
loro modo di pensare.
Questo non è sempre facile, perché
la loro cultura è molto diversa dalla
nostra, per esempio, come conseguenza all’antico dominio padronale
e per non offendere, dicono sempre
di si, anche se poi sarà no.
Ho potuto constatare come il diritto
all’istruzione e alla salute non sono
ancora alla portata di tutti e la
povertà più grande è la mancanza di
cultura, per questo è molto importante la nostra scuola.
Che cosa ti colpisce e ammiri di più
nella chiesa brasiliana?
Mi colpisce la spontaneità della
gente, che diventa fede semplice e
gioiosa, è una chiesa vivace, giovane forse non frenata dal peso storico
che appesantisce quella italiana. In
alcuni momenti della messa, che noi
riteniamo importanti, sembrano
indifferenti, presi da altro, mentre in
altri momenti, come il canto sono
molto partecipi spesso con gesti e
battiti di mani. Qualsiasi cosa succede di bello ringraziano Dio, quello
che di bello esiste è grazie a Dio. La
figura del laico è molto importante
perché sono abituati a vivere la
Domenica con la Celebrazione della
Parola, senza la presenza del sacerdote e a volte trovi persone analfabete, che conoscono la parola di Dio
per trasmissione orale, come avveParola Amica
27
niva un tempo da noi.
Esistono anche a São José, come in
tutta l’America latina, le chiese
Evangeliche, a volte in concorrenza
fra loro e verso la chiesa cattolica.
Ti sembra che Papa Francesco ci
abbia portato molto della Chiesa
latino-americana?
Certamente la sua impronta riflette
molto la sua chiesa di appartenenza,
fa riferimento al Documento di
Aparecida che lui ha contribuito a
preparare insieme ad altri vescovi
dell’America latina nel 2007: “la
bellezza del Vangelo e l’amore per i
poveri”.
Che cosa dici della nostra realtà ita-
liana, dopo due anni nel Cono Sud?
La grande differenza che ho notato è
nell’importanza dei laici nella chiesa, là notevole e “strutturale”, qui
invece minore e “collaborativa”.
Qui abbiamo un fardello di storia e
tradizioni che ci frenano un po’,
senza essere una cosa negativa, là
avendo una storia molto più breve
della nostra riescono ad avere una
chiesa più agile anche spiritualmente, sono più liberi da etichette e formalità. Sono molto abituati a lavorare in gruppo, sia negli incontri
pastorali sia nella scuola, anche
all’università.
A cura di Don Giuseppe
Circolo A.C.L.I.
Buon anno. Buon 2015. In quest’anno cadranno molti anniversari: 100
anni dall’inizio della prima guerra
mondiale; 100 anni di presenza dell’ordine delle Canossiane a
Vimercate; 70 anni dalla fine della
seconda guerra mondiale; 70 anni
dalla nascita delle A.C.L.I.; inoltre
questo sarà l’anno dell’Expo.
Ci auguriamo tutti che sia anche l’anno della svolta. Che sia l’anno della
speranza e della fiducia nel futuro.
Da parte nostra stiamo collaborando
con diverse altre associazioni del
territorio per preparare le famiglie al
vero significato di Expo 2015.
Questo evento mondiale dovremo
fare in modo che non sia solamente
una fiera ma, che lasci ad ognuno di
28 Parola Amica
noi un nuovo approccio ai consumi,
un nuovo stile di vita che vada oltre
il 31 ottobre.
In connessione con Expo il 12 aprile ci sarà una grande giornata di
festa a Mezzago dove le varie realtà
territoriali daranno il loro contributo, metteranno a disposizione la loro
esperienza per la promozione di un
consapevole, concreto e fattivo spirito di condivisione, mettendo in
evidenza e condividendo buone pratiche e progetti, mediante la riflessione e l’approfondimento delle
ragioni e dei metodi che le sostengono, confidando in un sano e salvifico ‘contagio’.
Per ricordare il compleanno delle
Acli organizzeremo diversi eventi
nel mese di maggio che con l’aiuto
di altre associazioni cercheremo di
inserire in una più ampia storia degli
ultimi 10 anni del nostro territorio.
Il nostro lavoro comincia subito.
Nel mese di gennaio organizzeremo
con l’aiuto di ENAIP, la scuola professionale di Via Dozio due corsi.
Il primo riguardante i social network, dal titolo: I social network…
questi (S)conosciuti! “In queste
cinque serate ti introdurrò nel fantastico mondo dei social media: scoprirai alcune funzioni base, ma
soprattutto imparerai come utilizzarli in maniera utile e strategica per
sviluppare correttamente la tua presenza online, o per dare valore alla
tua attività”.
Il secondo una serie di corsi brevi
di cucina e pasticceria.
La nostra intenzione è di far cono-
scere la professionalità degli istituti
ENAIP cominciando con argomenti
di attualità e più accattivanti, per
poter proseguire con altri più specifici di approfondimento professionale e post diploma.
Organizzeremo una serata di presentazione a metà gennaio.
Nel confermarvi che la solidarietà,
se ci credi, funziona, vi presentiamo il resoconto della raccolta fondi
che è servita per inviare in Sierra
Leone due ambulanze e materiali
igienico-sanitari. La partenza della
nave dal porto di Genova è avvenuta il 3 dicembre e quando leggerete
queste informazioni sarà già arrivata
a Freetown. Sarà nostra premura
informarvi sulla consegna agli ospedali che sono in prima fila per combattere ebola.
Donazioni da privati:
Associazioni, Gruppi e mercati cittadini:
I Sierraleonesi in Lombardia:
Raccolta sui sagrati delle nostre chiese:
Euro 2.574,00
Euro 5.369,00
Euro 2.345,00
Euro 12.115,50
Totale entrate:
Euro 22.403,50
Costo ambulanze, generi igienico sanitari,
assicurazioni, spedizione container, pratiche
automobilistiche e doganali.
Totale uscite:
Euro 21.276,80
Sono avanzati 1.126,70 Euro.
Questa cifra sarà tenuta a disposizione per soddisfare eventuali richieste specifiche che potrebbero arrivare dalla Sierra Leone, riguardanti il virus ebola,
fino a febbraio 2015.
Dopo tale data verrà consegnata ai missionari che operano nella zona per aiutare le famiglie colpite dal virus.
Parola Amica
29
Il nido del Gabbiano.
Quando un libro contiene argomenti interessanti, è scritto bene e attraversa indenne generazioni di lettori, merita di essere ripubblicato.
E’ il caso di “Il padrone del mondo” scritto all’inizio del secolo scorso, si più di cento anni fa,
anche se leggendolo sembra decisamente attuale, al punto di far rabbrividire per la sua concomitanza con la realtà e le sue inquietanti ipotesi.
L’autore, un cattolico inglese, aveva previsto il venir meno della fede cristiana non a causa di
una cruenta persecuzione pubblica ma attraverso l’umanitarismo: fondato su una profonda convinzione dell’uguale dignità di tutti gli esseri umani, dell’obbligo universale di alleviarne la sofferenza, e di assicurare a chiunque il rispetto dei suoi diritti fondamentali e la risposta ai suoi
bisogni essenziali.
La carità sarebbe stata sostituita dalla filantropia e la fede sarebbe stata spodestata dalla cultura.
Robert Hugh Benson, sacerdote anglicano, continuando nei suoi studi era insoddisfatto della
posizione dottrinale della comunione anglicana e maturò la decisione di abbracciare la fede cattolica. Fu ordinato sacerdote cattolico nel 1904. Come un moderno
Nostradamus ha previsto eventi che hanno caratterizzato la storia del
‘900.
Cercare di fare della filosofia su questo romanzo è veramente difficile, anche perché ognuno ne potrebbe trarre aspetti diversi.
Vi dico solo che vale la pena leggerlo, lo dice anche papa Francesco.
Il padrone del mondo di Robert Hugh Benson – Fazi Editore
GLI AUGURI DELLA SAN VINCENZO
Mentre porgiamo a tutti i fedeli auguri di Buon Anno, invitiamo le persone generose e sensibili all’opera vincenziana a sperimentare con noi la carità verso i molti
fratelli che si trovano in condizioni di necessità. Saranno ripagati dalla gioia grande che scaturisce da un gesto d’amore.
Buon Anno a tutti !
30 Parola Amica
MOVIMENTO TERZA ETÀ
I Re Magi ... tra storia e leggende
Ha sempre creato curiosità la lettura di alcuni versetti del Vangelo ove
si parla dei Magi: questi misteriosi personaggi che sono menzionati solo
in Matteo e che taluni studiosi pongono tra storia e leggende.
La storia (Matteo 2,1-12)
Per i credenti, la storia certa, è quella narrata dall'evangelista Matteo: "Nato
Gesù a Betlemme di Giudea, al tempo del re Erode, ecco alcuni Magi vennero da oriente a Gerusalemme e dicevano: "Dov'è colui che è nato, il re
dei Giudei? Abbiamo visto spuntare la sua stella e siamo venuti ad adorarlo (....) Allora Erode , chiamati segretamente i Magi, si fece dire con esattezza da loro il tempo in cui era apparsa la stella (…)"
Dal racconto evangelico si parla di alcuni Magi: non si dice che siano stati
tre, o più. Sappiamo dall'Apostolo Giovanni che moltissimo non è stato
scritto nei Vangeli e che Matteo - contemporaneo e vissuto al fianco di
Gesù e di sua Madre - certamente conosceva dalla stessa la vera storia dei
Magi, ma non abbia ritenuto scriverla nel suo Vangelo. Una tradizione cristiana successiva ha stabilito che i Magi fossero tre in base ai tre doni, l’oro,
l’incenso e la mirra, ed ha voluto dare loro anche dei nomi - Melchiorre,
Baldassare e Gasparre - e dichiararli re. Erano certamente dei personaggi
importanti ed autorevoli, men che meno degli sprovveduti, perché sapevano dove andare quando risposero ad Erode che si recavano a Betlemme per
adorare il Bambino.
Le leggende
Le leggende che seguirono nel tempo e che riguardano i Magi sono molte,
religiose o meno, ed ognuna cerca di
dare una propria versione e spiegazione
di ciò che successe alla nascita di Gesù
. Una tra le tante di cui abbiamo letto,
nasce molto lontano, in terre esotiche e
ricche di antiche tradizioni, ispirata
all’oracolo di Balaam, identificato con
Zoroastro, che aveva annunciato che un
astro sarebbe spuntato da Giacobbe e
uno scettro da Israele (ragioni di spa...abbiamo visto spuntare la sua stella...
zio non ci permettono andare oltre).
Parola Amica
31
Provenienza e viaggio dei Re Magi - La Stella
Alcune fonti collocano i Magi originari dell’altopiano iranico, configurandoli sciamani legati al culto degli astri e, successivamente, sacerdoti del dio
Ahura Mazda il protettore di tutte le creature. Studiosi di astronomia (fors'anche di antichi testi biblici: "Un germoglio spunterà dal troco di Iesse, un
virgulto germoglierà dalle sue radici - Isaia 11 II 700 a.C.), seguendo la lettura del cielo, hanno riconosciuto in Gesù uno dei loro “Saosayansh”, il
Salvatore universale, diventando così loro stessi, “l’anello di congiunzione”
tra la nuova religione nascente, il cristianesimo, e i culti misterici orientali,
come il mazdaismo e il buddismo.
Anche per l'evangelista Matteo i Magi venivano "dall'oriente" che al tempo
poteva essere l'Assiria o la Media o la Mesopotamia. Grosso modo 8-900
chilometri. E per fare un viaggio del genere, a dorso di cammello, ci si può
impiegare tre o quattro settimane. Da questa semplice considerazione si può
dedurre quindi che quel che convinse i Magi a partire e li guidò, fu un fenomeno celeste importante visibile per qualche settimana.
Il vangelo di Matteo ci dice anche: «Allora Erode, fatti venire segretamente i Magi, si fece precisare da loro con ogni diligenza il tempo in cui la stella era loro apparsa».
Come è possibile che Erode dovesse farsi spiegare della "stella"?
Evidentemente quello che aveva guidato i Magi non doveva certamente
essere un fenomeno fin troppo evidente in cielo, come una cometa. Erode
l'avrebbe vista, eccome - e con lui gli scribi e i saggi - e non avrebbe avuto
certo bisogno di ritirarsi segretamente con i Magi per farsi spiegare cosa
avessero " visto " in cielo! Il fenomeno pertanto non doveva essere evidente, ed era invece visibile e comprensibile solo a chi " sapeva leggere i segni
in cielo ".
Ed infatti nella traduzione greca di Matteo, la parola usata per indicare quel
che guidò i magi è "astron", che possiamo tradurre oggi come "stella" o
anche meglio come "fenomeno, evento del cielo", ma non certamente con la
parola "cometa".
Simbologia dei doni
I doni dei Magi hanno un significato: fanno riferimento alla duplice natura
di Gesù, quella umana e quella divina: l’oro perché è il dono riservato ai Re
e Gesù è il Re dei Re; l’incenso, come testimonianza di adorazione alla sua
divinità, perché Gesù è Dio; la mirra, una sostanza profumata cremosa usata
nella balsamazione dei morti, perché Gesù è uomo e come uomo è mortale,
e ciò simboleggia la sua futura sofferenza redentrice.
32 Parola Amica
La leggenda della Befana del 6 gennaio
Dai doni dei Re Magi a Gesù, proviene la tradizione di portare dolci e giocattoli ai bambini: questa tradizione si incrocia con la leggenda della
Befana.
Secondo il racconto popolare, i Re Magi, diretti a Betlemme per portare i
doni a Gesù Bambino, non riuscendo a trovare la strada, chiesero informazioni ad una vecchia. Malgrado le loro insistenze, affinchè li seguisse per
far visita al piccolo, la donna non uscì di casa per accompagnarli.
In seguito, pentitasi di non essere andata con loro, dopo aver preparato un
cesto di dolci, uscì di casa e si mise a cercarli, senza riuscirci. Così si fermò
ad ogni casa che trovava lungo il cammino, donando dolciumi ai bambini
che incontrava, nella speranza che uno di essi fosse il piccolo Gesù.
É usanza fare il presepe e aggiungere le tre statuine dei Magi dopo Natale,
prima lontano dalla grotta dove c'è
Gesù Bambino, e poi ogni giorno
più vicino, fino all'arrivo la notte
tra il 5 e il 6 di gennaio.
Riflessione (da incontri di Catechesi
del MTE)
Più di tutti i racconti ed i particolari sopracitati, è interessante riflettere sulla fede dei Magi.
Sono uomini in ricerca: scrutano il
cielo e studiano le scritture per
conoscere meglio la terra e le sue vicende. Sono pronti ad affrontare il
rischio per scoprire il mistero di Dio, i suoi disegni sull'umanità.
...si inginocchiarono e lo adorarono...
La luce di una stella indica il loro cammino. Quando trovano il Bambino e
sua Madre, compiono un atto che va oltre l'evidenza: in quella semplice
povera casa, si prostrano e adorano quel bimbo, riconoscendo in lui il
Salvatore annunciato dagli astri.
Quell'incontro cambia la loro vita: ritornano sì, ma per un'altra strada.
Riconoscere in Gesù il Re e Salvatore ha trasformato le loro menti e i loro
cuori. Attraverso quella stella, il Signore li guida, e la loro felicità viene premiata dall'incontro-rivelazione con Cristo, nel quale l'amore di Dio incontra
l'umanità.
Spigolando un po' qua ed un po’ là, per il Movimento Terza Età.
Armando D'Alessio Grassi - Gennaio 2015
Parola Amica
33
VIAGGIO PARROCCHIALE IN GERMANIA
23/30 aprile 2015 in autopullman
1° Giorno
2° Giorno
3° Giorno
4°/5°giorno
6° Giorno
7° Giorno
8° Giorno
23/04
24/04
25/04
26-27/04
28/04
29/04
30/04
Vimercate/Rothenburg/Wurzburg
Wurzburg/Bamberga
Bamberga/Lipsia/Berlino
Berlino
Berlino/Dresda/Norimberga
Norimberga/Monaco
Monaco/Altotting/Vimercate
Quota Di Partecipazione: € 1.290 Minimo 40 Pax
€ 1.350Minimo 30 Pax
Supplementi:
€ 350 x Camera Singola
w Con il Battesimo sono diventati figli di Dio
Odobashi Flavio
w In Nome Di Dio Si Sono Uniti In Matrimonio
Giroldi Giovanni con Caimi Roberta
w Sono tornati alla casa del Padre
Mosca Ada ved. Pellegatta di anni 85 – Caldirola Carla Maria ved. Zoia di
anni 98 – Motta Brigida Maria ved. Pellegatta di anni 97 - Gariani Ernesto di
anni 57 – Ravasio Celina Santina in Poltronieri di anni 77 – Mongea Maria
Angela in Moroni di anni 72 – Gioffre’ Ines ved. Punturiero di anni 90 –
Lucchini Vittoria in Galimberti di anni 77
Offerte libere mese di DICEMBRE 2014
N.N. in ringraziamento a S. Caterina
N.N. per le panche
N.N. per restauri della Chiesa di S. Stefano
I Condomini in memoria di Mosca Ada
I figli, alla Madonna, in memoria dei genitori
N.N. in ringraziamento alla Madonna
N.N. alla Madonna (7 offerte)
TOTALE
34 Parola Amica
5
20
300
50
100
100
165
e 740
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