Parola P a ro ola la Am A Amica mi ica ca arola rrola mic PERIODICO DELLA PARROCCHIA S. STEFANO IN VIMERCATE - ANNO 85° GENNAIO 2015 Sacerdoti con incarichi pastorali Don Mirko Bellora Responsabile Comunità Pastorale Via S. Marta, 24 - Tel. 039.669169 Don Roberto Valeri Vicario Comunità Pastorale Via Mazzini, 35 - Tel. 039.6612094 Don Marco Fusi Vicario Comunità Pastorale Via De Castillia, 2 - Cell. 349.1764.070 Don Davide Marzo Vicario Comunità Pastorale Via Valcamonica, 23 - Tel. 039.667718 Mons. Giuseppe Ponzini Residente con incarichi pastorali Via Valcamonica, 23 - Tel. 039.668635 Don Silvio Villa Residente con incarichi pastorali Via De Castillia, 2 - Tel. 039.6082404 Don Alfio Motta Rettore Ospedale Via Ospedale, 8 - Tel. 039.6654630 Sacerdoti residenti Don Gianni Radice Via Terraggio Molgora, 11 - Tel. 039.6083129 Don Peppino Perego Via S. Marta, 3 - Tel. 039.6080817 Segreteria parrocchiale Via de Castillia, 2 - Tel. 039.668122 mail:[email protected] da lunedì a sabato, eccetto festivi, ore 9 - 12 - per battesimo: venerdì, ore 17,30 - 20,00 Orario delle ss. messe Parola Amica Vimercate GENNAIO sommario • Calendario - Vita Parrocchiale • La fretta dell’amore • Appuntamenti Comunitari • I giovedì del Decanato • Sintesi del CPCP del 2 dicembre • Visita e auguri nelle scuole • Visite di coppia • La bellezza della diversità • Nella visita annunciamo Gesù • Incontro delle Famiglie • Adolescenti in visita alla ”Capanna di Betlemme” • Il mondo con gli occhi di Chagall • Quanto dobbiamo a Giuse Carini • Lettera alla Casa San Giuseppe • I presepi ci parlano • Sagra S. Antonio 2015 • Nella teca Oriente e Occidente • Intervista a Rossana Cataldi • Dal Circolo ACLI • Il Nido del Gabbiano - Auguri dalla S. Vincenzo • I Re Magi tra storia e leggenda • Viaggio in Germania • Anagrafe e Offerte In copertina: Marc Chagall, Pendolo con ala blu, 1949 Sottoscrizione annua - Ordinaria e 20 - Promozionale e 25 Periodico della Parrocchia S. Stefano in Vimercate Redazione e Amministrazione: Centro Paolo VI - via De Castillia, 2 - Vimercate Direttore responsabile: Don Giuseppe Ponzini Tribunale di Monza n. 540 del 15-3-86 Indirizzi utili Centro di Ascolto Caritas GIORNI FESTIVI: Via Mazzini, 35 - Tel. 039.6612179 Ore 8,30 • 10,00 • 11,30 • 18,00 Vigiliare: Ore 18,00 Centro Aiuto alla Vita - CAV Via Mazzini, 35 - Tel. 039.6084605 GIORNI FERIALI: Consultorio Familiare - CEAF Ore 7,30 • 8,30 • 18,00 Via Mazzini, 33 - Tel. 039.666464 2 Parola Amica GENNAIO calendario liturgico 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12 13 14 15 16 17 18 19 20 21 22 23 G V S D L M M G V S D L M M G V S D L M M G V OTTAVA DEL NATALE ss. Basilio Magno e Gregorio b. Angela da Foligno DOMENICA DOPO NATALE b. Ruggero di Todi EPIFANIA DEL SIGNORE s. Raimondo da Penafort s. Massimo s. Adriano abate s. Aldo eremita BATTESIMO DEL SIGNORE s. Bernardo da Corleone s. Ilario vescovo e dottore s. Felice da Nola s. Mauro abate s. Marcello papa s. Antonio abate SECONDA DOPO EPIFANIA s. Fabiano papa martire s. Sebastiano martire s. Agnese vergine martire s. Vincenzo diacono martire s. Babila vescovo e i Tre fanciulli martiri 24 S s. Francesco di Sales vescovo dottore 25 D SANTA FAMIGLIA DI GESÙ 26 L ss. Timoteo e Tito vescovi 27 M s. Angela Merici vergine 28 M s. Tommaso d’Aquino sacerdote dottore 29 G s. Valeria 30 V s. Giacinto 31 S s. Giovanni Bosco sacerdote vita parrocchiale 1 OTTAVA DI NATALE Giornata Mondiale della Pace Ore 11.30 S. Messa Solenne 3 Ore 16.00 Preparazione Battesimi 4 Ore 10.00 S. Messa con Primi Riti Battesimo 6 EPIFANIA DEL SIGNORE Ore 11.30 S. Messa Solenne Ore 16.00 Preghiera per i Bambini Bacio a Gesù Bambino 11 BATTESIMO DEL SIGNORE Ore 10.00 S. Messa con Battesimi 14 Ore 21.00 Preparazione Gruppi d’Ascolto Ore 21.00 Commissione Caritas 15 Ore 20.30 S. Messa Apertura Sagra S. Antonio 16 Ore 21.00 Concerto in Santuario 17 Ore 9.30 S. Messa in S. Antonio Ore 15.30 Preghiera in S. Antonio 18 Ore 15.00 Coniugi Colzani ad Agrate 18-25 Ottavario di Preghiera per l’Unità dei Cristiani 21 Ore 21.00 Formazione Caritas a Velasca 23 Ore 21.00 Incontro Ecumenico a S. Maurizio. 25 FESTA DELLA FAMIGLIA Ore 10.00 S. Messa delle Famiglie Ore 15.00 Incontro dopo il Battesimo Apostolato della preghiera Perchè gli appartenenti alle diverse tradizioni religiose e tutti gli uomini di buona volontà collaborino nella promozione della pace. Perchè coloro che hanno ricevuto il Battesimo, ma non ne vivono le esigenze, scoprano la gioia della fede. Parola Amica 3 LA FRETTA DELL’AMORE Impara a amare ciò che desideri Ma anche ciò che gli assomiglia Sii esigente e sii paziente È Natale ogni mattino che vivi Scarta con cura il pacco dei giorni Ringrazia, ricambia, sorridi. (Stefano Benni, Di tutte le ricchezze) Ogni nuovo giorno, come un nuovo Natale, ci è dato uno straordinario regalo da scartare con cura: il tempo. Bel mistero il tempo: calendari e orologi tentano di misurarlo, ma un’unica ora ci può sembrare un’eternità, un’altra invece vola in un attimo ... Capiterà così anche nel nuovo anno, nelle ore più difficili e pesanti e nelle ore più felici e lievi. Il tempo sfugge dalle nostre mani, nonostante i nostri tentativi di trattenerlo. Il quadro di Chagall (Il pendolo con l’ala blu, 1949) che ho scelto per la copertina ce lo racconta: una grande ala blu sembra far volar via il pendolo, il tempo. Ma a dare senso al tempo, a salvarlo, c’è una coppia di amanti dipinti proprio sul pendolo. Qualcuno ha scritto: “La brutta notizia è che il tempo vola, la buona notizia è che il pilota sei tu!” Auguro allora a ciascuno di saper “pilotare” il proprio tempo nelle curve della vita con l’audacia della speranza e della tenerezza. Come papa Francesco, che sa sempre arrivare al cuore di tutti, ci ha detto con straordinaria semplicità: “Il Natale oggi ci parla della tenerezza e della speranza. Dio incontrandoci ci dice due cose: abbiate speranza e non abbiate paura della tenerezza. Quando i cristiani si dimenticano della speranza e della tenerezza, diventano una Chiesa fredda ... Ho paura quando i cristiani perdono la speranza e la capacità di abbracciare e accarezzare”. E quando le ore difficili sopraggiungeranno, potremmo imparare da un padrechef: Una figlia si lamentava con suo padre circa la sua vita e di come le cose le risultavano tanto difficili. Non sapeva come fare per proseguire e credeva di darsi per vinta. Era stanca di lottare. Sembrava che quando risolveva un problema, ne apparisse un altro. Suo padre, uno chef di cucina, la portò al suo posto di lavoro. Riempì tre pentole con acqua e le pose sul fuoco. Quando l’acqua delle tre pentole stava bollendo, in una mise delle carote, in un’altra mise delle uova e nell’ultima mise alcuni grani di caffé. Lasciò bollire l’acqua senza dire parola. La figlia aspettò impazientemente, domandandosi cosa stesse facendo il padre. Dopo un po’ di minuti il padre spense il fuoco. Tirò fuori le carote e le collocò in una scodella. Tirò fuori le uova e le collocò in un altro piatto. Colò il caffé e lo mise in un terzo recipiente. Guardando sua figlia le disse: “Cara figlia mia, carote, uova o caffé?”. La fece avvicinare e le chiese di toccare le carote: la figlia le toccò e notò che erano soffici; dopo le chiese di prendere un uovo e di romperlo, e mentre lo tirava fuori dal guscio, osservò l’uovo sodo. Poi chiese di provare il caffé: sorrise mentre godeva del suo ricco aroma. La figlia allora domandò: “Cosa significa tutto questo, papà?”. Il padre le spiegò che i tre elementi avevano affrontato la stessa avversità, “l’acqua bollente”, ma avevano reagito in maniera differente. La carota arrivò all’acqua forte, dura, superba; ma bollendo con l’acqua, era diventata debole e facile da disfare. L’uovo invece era arrivato all’acqua fragile con il suo guscio fine che proteggeva il suo interno molle, ma dopo essere stato nell’acqua bollente, il suo interno si era indurito. Invece, i grani di caffé, erano unici: dopo essere stati in acqua, bollendo, avevano cambiato l’acqua. “Quale sei tu figlia. quando l’avversità suona alla tua porta; come rispondi?”, le disse. “Sei come una carota che sembra forte ma quando l’avversità ed il dolore ti toccano, diventi debole e perdi la tua forza?” “Sei come un uovo che comincia con un cuore malleabile e buono di spirito, ma che dopo una avversità o per un inciampo durante il tragitto, diventa duro e rigido? Esternamente ti vedi uguale, ma sei amareggiata ed aspra, con uno spirito ed un cuore indurito?” “O sei come un grano di caffé? Il caffé cambia l’acqua, l’elemento che gli causa dolore. Quando l’acqua arriva al punto di ebollizione il caffé raggiunge il suo migliore sapore.” “Se sei come il grano di caffé, quando le cose si mettono peggio, tu sai reagire in forma positiva, senza lasciarti vincere, e fai sì che le cose che ti succedono migliorino, fai in modo che esista sempre una luce che illumina la tua strada davanti all’avversità e quella della gente che ti circonda. Per questo motivo non mancare mai di diffondere con la tua forza e positività il “dolce aroma del caffé”. Un ultimo augurio: affrettiamoci ad amare! Perché chi non ha ancora cominciato ad amare non è ancora nato. Perché l’amore ha fretta di farci felici. Il cristiano non crede a una vita futura, questo è l’oppio dei popoli; il cristiano crede a una vita eterna. Se è eterna è già incominciata. Allora comincia adesso la vostra felicità. (Louis Evély) DON MIRKO BELLORA www.donmirkobellora.it APPUNTAMENTI COMUNITÀ PASTORALE Lunedì 3 febbraio ore 21 CONSIGLIO PASTORALE COMUNITÀ PASTORALE Venerdì 6 febbraio ore 21 in santuario MESSA CONTEMPLATIVA preparata da S. Maurizio martedì 17 febbraio ore 21 a Ruginello LECTIO DIVINA Guida: don Luca Raimondi Sintesi della seduta del Consiglio Pastorale di Comunità del 2 Dicembre 2014 Alle ore 21.05 si riunisce, presso il centro Santo Stefano, in via Mazzini 35, il consiglio pastorale di comunità. La seduta odierna ha come argomento la preparazione della nostra comunità all'evento Expo 2015, che si svolgerà a Milano partire dalla primavera del prossimo anno. Al termine della preghiera iniziale, Don Mirko, presente alla seduta dopo la guarigione, porge a tutti i presenti i propri auguri di Natale, ricordando che il Natale è un grande dono, ed occorre fare attenzione a non sciuparlo, dimenticandoci di ciò che esso realmente è: una meraviglia per ciò che l'Amore arriva a fare e inventare. Accogliamo invece dentro di noi questo dono, per poter vivere I'esperienza del divino che incontra e abita l'umano. E' importante poi ricordarsi che l'argomento di riflessione nella prima parte dell'anno è stata la comunità educante: occorre perciò avere cura di vivere la fraternità che Gesù ci chiama a esercitare tra di noi, perchè i ragazzi possano percepire quell'insieme di legami da cui imparare che fare parte di questa fraternità è bello e ha futuro, perchè è bello essere cristiani. Che cosa è Expo? È un'esposizione mondiale, quinquennale, che nel 2015 si terrà a Milano e avrà per tema: "Nutrire il pianeta. Energia per la vita". Perchè prepararsi ad Expo 2015? Expo 2015 8 Parola Amica è una grande occasione che ci viene data per far capire che la Chiesa è nel mondo perchè esso sia un mondo migliore: attraverso Expo abbiamo l'occasione di entrare nei tessuti economici, politici e antropologici della società per dire una nostra parola. La Chiesa c'è per dare speranza a tutti i livelli, e lo si può fare anche partendo dal cibo, leggendolo in maniera diversa, in maniera conviviale e universale. Un Expo vissuta bene ci preparerebbe poi al convegno ecclesiale di Firenze "In Gesù Cristo un Nuovo Umanesimo", che si terrà tra il 9 e il 13 Novembre 2015, dove i cristiani potranno far capire di essere portatori di un nuovo umanesimo che può dare un meraviglioso contributo in molteplici livelli della vita dell'uomo. La Santa Sede e Caritas Internationalis saranno direttamente presenti in Expo e da parte sua il Card. Scola ha invitato la Diocesi di Milano, come Diocesi ospitante, a una partecipazione attiva. La diocesi, come iniziativa propedeutica, ha varato il progetto diocesano "Condividere per moltiplicare. Famiglie e stili di vita", che prevede eventi locali da svolgersi 12 Aprile presso le sette Zone Pastorali (e, se possibile, anche a livello di decanati), che presentino esperienze sulle tematiche di: abitare, lavorare, consumare e "prendersi cura". Dal canto suo, la nostra comunità pastorale ha lanciato il percorso "Stili di vita e cuori solidali", che sarà portato avanti con proposte mensili fino a marzo, per poi innestarsi nel progetto diocesano. Dopo questa introduzione all’argomento e l'esposizione di un documento introduttivo da parte della commissione preparatoria, diversi sono stati i contributi espressi dai consiglieri. In particolar modo sono emerse alcune argomentazioni. Per prima cosa, è necessario che il tema Expo 2015 sia introdotto in modo adeguato, perchè i cristiani capiscano quale sfida e provocazione li coinvolge in questo evento. I media stanno dando troppa evidenza agli aspetti mondani, a volte fortemente negativi, legati alla organizzazione di questo evento, con il rischio di banalizzare l'evento e perdere un occasione irripetibile, soprattutto per la chiesa ambrosiana, dato che un evento come questo è praticamente unico nella nostra vita, per il luogo dove si svolge e l'argomento che riguarda. Bisognerebbe perciò diffondere in maniera capillare il pensiero della Chiesa su Expo, esercitando un azione adeguata nei diversi ambienti della pastorale ordinaria, e non pensare soltanto agli eventi del 12 Aprile, ma focalizzare l'attenzione sull'evento Expo stesso. Per quanto riguarda la pastorale giovanile è previsto di accogliere dei giovani in visita all'Expo presso 1'oratorio Cristo Re e vivere insieme le giornate di ospitalità, con momenti di scambio culturale e di preghiera. Oltre a questo, si è preno- tata già una visita ad Expo per circa 30 giovani con il PIME di Milano, e si conta anche di affrontare, con i ragazzi, il tema del consumismo secondo la Evangelii Gaudium, con la critica portata avanti nell'esortazione pastorale da Papa Francesco, e di approfittare delle prossime domeniche insieme inserite nella catechesi di iniziazione cristiana per portare alle famiglie dei ragazzi il messaggio adeguato, magari con l'ausilio di qualche strumento nuovo. Sarà chiesta una collaborazione, per la diffusione dell'argomento, anche al gruppo di pastorale scolastica, anche perchè i ragazzi possono costituire un efficace eco nei confronti delle proprie famiglie. Un altra proposta riguarda l'introduzione nelle comunità parrocchiali di momenti di convivialità in sintonia con lo spirito cristiano legato all'argomento dell'Expo: dato che nella nostra società prevale purtroppo un idea dell'uomo come individuo isolato, che sperimenta una grande fatica nel relazionarsi con l'altro, ma l'antropologia biblica ci parla continuamente dell'uomo come essere in comunione, la convivialità del mangiare rivela questa sua verità. II cibo, dunque, può essere visto come momento per accostarsi all'altro e riscoprire la verità sui noi stessi: il cibo condiviso è allora uno dei più alti segni di identità in cui si riconosce una comunità di uomini, e anche un modo evidente per esprimere la propria appartenenza. Momenti di questo tipo sono già praticati in alcune realtà parrocchiale e potrebbero Parola Amica 9 essere esportati a tutte le sei parrocchie della comunità pastorale. Al termine della seduta si ricorda che le prossime due sedute, il 3 Febbraio e il 17 Marzo, saranno le ultime per questo gruppo di lavoro, e che il prossimo 19 Aprile, si terranno le elezioni del nuovo consiglio pastorale, sulle quali la diocesi dovrebbe iniziare a dare delle indicazioni operative già dal prossimo Gennaio. La prossima seduta avrà come argomento l'impostazione della catechesi per ragazzi del post-cresima, finalizzata ad armonizzare e rinvigorire la proposta della comunità pastorale per i ragazzi della fascia tra gli 11 e i 17 anni. La seduta si chiude alle ore 22.35. Visita e auguri di Natale nelle scuole di Vimercate «Tutti abbiamo un compito speciale: ricordare al mondo che è Natale. Se mettiamo ali al nostro cuore. Saremo angeli che portano amore». Cosi inizia una delle canzoni che ho ascoltato dai ragazzi nelle scuole di Vimercate in occasione della visita e degli auguri natalizi. Parole che hanno le ali degli angeli, ma il sapore e la compassione degli uomini, chiamati per grazia a far scendere con le proprie mani Dio sulla terra, parafrasando una battuta di padre Pino Puglisi nel recente romanzo di Alessandro D'Avenia, Ciò che inferno non è. Nelle scorse settimane, con un lavoro di squadra, che ha coinvolto la pastorale scolastica e molti insegnanti dei diversi plessi, ho avuto la gioia di passare nelle scuole della nostra città, visitando le scuole dell’infanzia, le primarie e le secondarie di primo grado dei due istituti comprensivi, "A. Manzoni" e "Don L. Milani", trovando ovunque tanta accoglienza e un grande coinvolgimento. L'occasione dell'incontro, nel10 Parola Amica l'atmosfera calda del Natale, si è fatto segno di amicizia, attraverso il canto, l'ascolto, lo scambio di auguri, la gratitudine. Nel tempo dell'intervallo o appena dopo il termine delle lezioni, i bambini e i ragazzi presenti a questo momento - tanti, davvero tanti - in palestra, nel salone o in atrio hanno preso posto con ordine, guidati dai loro insegnanti. Disposti a cerchio, a quadrato, seduti sulle sedie o per terra, su una o più file... sono riusciti a rapirmi con la freschezza e la semplicità dei loro sguardi, delle loro canzoni, della loro partecipazione. C'è sempre un attimo di esitazione quando si entra in un posto nuovo; quando si è attesi e tanti aspettano la tua visita, ma quanto è bello quando tutto si stempera tra i sorrisi e i saluti di chi già hai incontrato e dei tanti altri che desiderano conoscerti; a quel punto senti che non sei più estraneo, ma ospite e familiare; l'istituzione diventa comunità, la scuola diventa famiglia. Con I'esperienza che ho provato in queste settimane ho intuito a quale compito la scuola è sempre più chiamata verso le generazioni che accompagna nella crescita educativa: essere casa per tutti, luogo di incontro, capace di promuovere relazioni che fanno maturare, diventare grandi sul serio, dove nessuno si senta inadeguato o escluso, ma da ciascuno si sappia trarre il meglio, come fa l'artista dalla pietra, il regista dall’attore, l'allenatore dall'atleta. Cosi la missione di Cristo: che nessuno se ne vada - e aggiungo scontento, deluso, rassegnato... Per tutto questo ci vuole tanta buona volontà! Si, proprio quella che cantano gli angeli la notte di Natale e che i presepi che ho trovato nelle scuole recano scritta nelle pergamene dei messaggeri celesti: "Pace in terra agli uomini di buona volontà". La buona volontà che ispira Ietro, il personaggio fantastico, protagonista della storia raccontata ai ragazzi. Lui che andava a Betlemme col suo sacco di farina scelta per il nuovo re, non è rimasto indifferente davanti al mugnaio e al contadino che si contendevano la ragione, ma ha saputo dare il suo tempo, tornandosene a casa a mani vuote ma soddisfatto per aver portato un po' di pace al mondo con l'offerta della sua farina. Quale regalo per il re dei re è più grande del nostro servizio, del dono di noi stessi, nella ricerca del bene dell'altro; un fratello di cui prendersi cura, da ascoltare, da amare? Bisogna essere molto attenti a non farsi strappare il Natale, lo spirito del Natale, quello autentico, barattato per un tappeto di luci che commuove o per una dolcezza da tenere praline di finissimo cioccolato. II richiamo e alla solidarietà e all'impegno. Cosi l'invito rivolto ai ragazzi delle secondarie di secondo grado, durante le celebrazioni eucaristiche a Velasca con E.C.Fo.P e in auditorium con gli istituti dell'Omnicomprensivo, in cui abbiamo anche ricordato docenti e alunni defunti. É tempo di consolare, di incoraggiare, di indicare la Stella da seguire, di segnare strade da percorrere ho anche detto ai ragazzi e ai volontari di Portofranco. Questo mi affascina della scuola: un tempo sempre nuovo, che ci domanda fino a che punto siamo umili per imparare e per affidarci ad una verità, quella che hanno saputo cercare i Magi, come ci suggerisce la lettera ai ragazzi dell'Arcivescovo Scola e che io ho ritrovato di questi tempi in un libretto scritto da un giovane universitario Andrea Sattanino, Mowo, la ricerca della verità. La verità la si impara sui libri... ma la si impara insieme; la si impara viaggiando, cercandola; ma non la si trova se trascuriamo noi stessi; e quando l'abbiamo inseguita per una vita ci ritroviamo al punto di partenza. La verità è una traccia, quella di un volto, un altro volto, un altro qualunque, un piccolo della terra, uno piccolo e straordinario che ha dentro l'infinito di Dio; è lì e ti guarda con i suoi occhi umidi, insegnandoti un atto di fiducia, per rischiare, per salpare... per non restare tristi in un porto o per sempre sterili nel grembo. Don Davide Marzo Incaricato di Pastorale Scolastica Parola Amica 11 VISITE DI COPPIA Visita natalizia alle famiglie.... Un'esperienza particolare di conoscenza della nostra realtà. Iniziai con Suor Valeria anni fa, successivamente accompagnai don Michele da poco a Vimercate e I'anno dopo ho condiviso I'esperienza con don Franco. Tutte esperienze diverse in luoghi della nostra Vimercate, ogni incontro dipende da noi, che entriamo nelle case, ma si completa , nella sua unicità, con chi troviamo ad accoglierci. Momenti di sorrisi, incertezze scambio di mani, profumi, odori, abbracci, timidezza, riservatezza, riverenza, attesa della visita, trepidazione; tra cui qualche rifiuto con difficoltà per chi apre la porta per dirti "no, non mi interessa", delicatezza nel gesto di scuotere la testa nel segno del no. ...Quest'anno la proposta di mio marito : perche non andiamo insieme come coppia? Accettai con serenità e sicura del sostegno suo, dei sacerdoti, e soprattutto di Gesù, in quello che Gesù definisce andate e annunciate. Abbiamo iniziato con un po' di timore, ma sicuri che portavamo un annuncio e un augurio importante alle famiglie e alle persone sole . Dunque valesse la pena trovare anche persone poco disposte alla nostra visita, che avrebbero preferito un sacerdote. Mi sono fatta anch'io questa domanda: chi preferirei preti o laici? e perche? 12 Parola Amica I'esperienza mi ha insegnato che sono due modalità: incontri diversi. Insieme alle famiglie che ci hanno accolto abbiamo recitato una preghiera dandoci la mano e leggendo le prime righe dell'augurio sul biglietto da consegnare, concludendo con un segno di croce. Proprio questo segno di croce ci accomunava nella benedizione insieme, che ognuno può dedicare all'altro, dico bene di te. Qualcuno era felice di toccare le mani all'altro, altri intimiditi, ma quando lasciavamo la casa era come lasciare qualcuno che si conoscesse: consapevole che sei entrato nell'intimità di una "casa", negli affetti. Abbiamo stupito raccontando che siamo marito e moglie, e sai che difficilmente rincontrerai la maggior parte di quelle persone visitate: entri, condividi ed esci, momenti pieni di emozioni che ti porti nel cuore. Credo che valga la pena , la fatica di un tardo pomeriggio passato a fare questa esperienza di condivisione, di proposta a chi trovi sulla tua strada, consapevole che Gesù e lì dove due o tre si riuniscono nel suo nome. Sia con i sacerdoti, la suora che con Gabriele, aver condiviso questi momenti di esperienza ci ha resi più vicini, ha approfondito i nostri rapporti, perchè ognuno in queste situazioni esprime i suoi sentimenti veri. Sarebbe piacevole avere ad anni alterni vista dei preti e di laici proprio per la differenza del modo con cui laici e preti vengono accolti e si presentano. I laici rappresentano la comunità cristiana aperta che va agli altri laici per farli sentire parte della stessa comunità, soprattutto far vedere concretamente che la chiesa è vissuta dalle persone comuni, che vivono I'annuncio del vangelo, e cercano di trasmetterlo agli altri perchè tutti si sentano amati. II prete ha la sua ordinazione con cui è al servizio della chiesa. Arricchita della nuova esperienza di quest'anno, prego il Signore affinché possiamo essere sempre più una comunità che cammina sulle orme di Gesù nella gioia. Fausta Raccolta Fondi Per gli Interventi sugli Stabili Parrocchiali Somme raccolte alla data 12 novembre 2014 Dal 12 novembre al 7 dicembre 2014 (40 buste) e 39.370,00 e 615,00 Totale e 39.985,00 La Commissione Amministrativa LA BELLEZZA DELLA DIVERSITÀ mille storie diverse tratte dalle benedizioni di Natale Con gli occhi pieni dei volti delle persone che in questi giorni ho incontrato e abbracciato, con la pancia che mi chiede pietà dopo essere stata riempita di cibo in continuazione, e con il cuore un po’ più caldo che per l'ennesimo natale è stato "scosso" dalla Sua venuta, ripiego finalmente in camera mia. Ritrovo un po’ di pace e solitudine. Sono appena terminate le feste di natale e provo ad ascoltare le mie emozioni e sensazioni cercando di capire come ho vissuto questo natale, e quanto sono stato in grado di prepararlo. Nel periodo dell'attesa e della preparazione, l'avvento, ho cercato di rimanere concentrato sul vero significato dei giorni che mi apprestavo a vivere, nonostante, come tutti sappiamo, le frenetiche corse necessarie per arrivare dapParola Amica 13 pertutto rappresentino delle facili distrazioni che in questo periodo non mancano proprio mai. Fortunatamente, circa una volta a settimana, ho avuto la possibilità come tanti altri ragazzi dell’oratorio, di accompagnare il sacerdote nelle benedizioni di natale. Un'esperienza che non avevo mai provato, per pigrizia e per un pizzico di timidezza, che pur nella sua semplicità mi ha permesso di vivere questa mia preparazione in relazione con altre persone e tantissime differenti realtà. All'inizio ero un po’ impacciato, seguivo don Marco e mi limitavo ad essere presente. Mi sono tuttavia bastati pochi attimi per capire che quella che stavo vivendo era una bella opportunità da cui potevo ricavare un tesoro. Vi potreste chiedere cosa ci possa aver trovato di tanto entusiasmante nell'accompagnare il prete a benedire le case, domanda lecita. La risposta si racchiude in parole semplici, ma dal significato profondo: la bellezza della diversità. Diversità che porta ad un arricchimento del cuore e della fede. Occorre spiegare queste due facce della diversità per poter comprendere la bellezza di questa esperienza. Diversità di cuore. Varcando le soglie delle nostre case si incontra di tutto: una coppia stanca appena rientrata dal lavoro, dei bambini ansiosi di riprendere il gioco che abbiamo interrotto per dire una preghiera, l'uomo di mezza età che ha perso il lavoro e sembra rassegna14 Parola Amica to, una coppia di anziani che condivide la cena con un panino e un salame da tagliare, una ragazza giovane che si prepara per uscire a fare la sua serata, una nonna sola che coglie l'occasione per scambiare due parole. Insomma, si incontrano persone che stanno vivendo mille situazioni diverse, chi si lascia scappare un sorriso e chi una lacrima, ma tutte ricche di emozioni. C'è poi la diversità di fede. Persone che attendono il nostro arrivo, persone che preferiscono non farsi trovare in casa, persone che chiedono commossi che la venuta di Gesù possa portare un barlume di speranza nella loro vita, altre che ci osservano con occhi titubanti e critici. Quante storie, quanti incontri, quanti occhi unici e diversi abbiamo incontrato. Ognuno di questi ci ha insegnato qualcosa in più riguardo alla nostra comunità. Una comunità che ho trovato accogliente e affettuosa, ma che dovrebbe guardare sempre più alle tante persone che non si sentono accolte e restano ai margini (nelle periferie, come direbbe Papa Francesco). Insieme a tutti i ragazzi dell’oratorio che hanno partecipato alle benedizioni di natale, ringrazio proprio queste persone. Le più distanti e le più fragili, i tanti anziani soli ma accesi dentro, perché con la loro semplice e grande umanità ci hanno riscaldato il cuore e l’anima, aiutandoci a preparare questo natale. Luca Caprioli La visita natalizia annuncia l’avvenimento cristiano In questa società indifferente e malata di solitudine ci sono tanti modi di testimoniare la propria fede cristiana. La visita agli infermi, l'assistenza ai bisognosi, o anche semplicemente segnarsi quando per la strada si passa davanti a una immagine sacra (senza farsi trattenere dal solito rispetto umano!). Però le visite natalizie sono certamente la più bella occasione di praticare "sul campo" quella Chiesa missionaria, in uscita verso la gente a cui Papa Francesco ci esorta quotidianamente. Anche quest'anno con don Giuseppe ho avuto la fortuna di portare un raggio di speranza a tantissime persone, di ricordare loro la presenza di Gesù nella vita di tutti i giorni e che dopo qualche giorno avremmo adorato nella culla di Betlemme il Re dell'universo, il nostro Redentore. Sono momenti indimenticabili che avvicinano gli uni agli altri, che ci fanno veramente sentire di appartenere alla comunità cristiana. Molti dicono: "Benvenuti, vi aspettavamo!" oppure: "Grazie di cuore per la vostra visita!" Molti sorrisi, in qualche caso un po' di commozione, moltissime strette di mano, e per te una indefinibile emozione perche stai ricordando ad altri l'inizio dell’avvenimento cristiano: L'Incarnazione di Dio in Gesù Cristo. Certo, a volte non viene risparmiata la prova del rifiuto, ma anche allontanandosi dalla porta chiusa bisogna benedire dal profondo del cuore chi vi abita, senza scoraggiarsi. Verrà per tutti il giorno in cui anche chi non ha mai aperto aprirà. E quel giorno noi gli saremo vicini, affettuosamente. Alberto Mauri DECANATO DI VIMERCATE COMMISSIONE FAMIGLIA Domenica 18 gennaio 2015 ore 15,00 CENTRO PARROCCHIALE DI AGRATE – VIA MAZZINI 54 Incontro e dialogo delle famiglie sul tema “Dove sono due o tre riuniti nel mio nome …” introdotto dai coniugi Alfonso e Francesca Colzani già responsabili diocesani della Pastorale Familiare. Per prepararci insieme alla Festa della Famiglia Parola Amica 15 ADOLESCENTI IN VISITA ALLA “CAPANNA DI BETLEMME” È una fredda domenica pomeriggio quando saliamo sulla metro verde, fermata Cascina Gobba. Dobbiamo percorrerla quasi tutta, per arrivare fino a Famagosta; un pullman poi ci porterà alla “Capanna di Betlemme”, un’ abitazione che fa parte del progetto di accoglienza dell’associazione Giovanni XXIII: noi Ado, con i nostri educatori e don Marco, non sappiamo bene quello a cui stiamo andando incontro quando varchiamo la soglia di un piccolo appartamento alla periferia di Milano. Eppure, che casa abbiamo conosciuto! In questi primi mesi, negli incontri di catechismo, stiamo affrontando il tema dell’ “avere casa”, tema fortemente vicino a noi ragazzi ma forse anche per questo difficile da trattare, difficile comprenderne il vero valore. Proprio per questo siamo andati in cerca di questa testimonianza, desiderosi di sentire questa storia. Duilio vive ormai da tre anni in questo piccolo appartamento confiscato alla mafia, ha fatto una precisa ma forte scelta: ha lasciato la sua casa di Como, i suoi genitori, la suo quotidianità per metterla al servizio del prossimo, in particolare di tutti coloro che non hanno una casa in cui vivere e una famiglia da cui essere coccolati. Studia ingegneria, non è un educatore professionista, ma ad un certo punto della sua vita ha sen16 Parola Amica tito che il volontariato non gli bastava più. Non gli bastava più andare ad accudire i poveri, portare loro pasti caldi, e nemmeno fare campi all’estero, non riusciva a farlo, tornando poi alla sua casa, e lasciando loro senza un tetto. Decide di fare un passo in più: come la capanna di Betlemme era stato l’unico riparo per Giuseppe e Maria così cerca di fare lui con tutte le persone senza una dimora. E così ogni giorno in questo appartamento vivono circa 15 persone, condividendo tutto; lo scopo di questa associazione non è semplicemente fornire un tetto sotto cui vivere, ma anche formare una famiglia su cui contare, e aiutare ogni singolo inquilino a rimettersi in cammino (Duilio ci racconta che hanno provato ad ospitare ragazzi minorenni, ma fin anche dei settantenni). Non ci sono limiti né vincoli dati dalla religione o di etnie in quanto la mancanza di una casa e di un famiglia è qualcosa che accomuna molte persone provenienti da tutto il mondo. Quindi abbiamo ascoltato le storie di Momo, ragazzo tunisino che a 18 anni ha abbandonato il suo stato colpito da un periodo difficile in cerca di un futuro migliore in Italia e come lui anche Mihai, arrivato dalla Romania anche lui appena maggiorenne; dopo aver trovato un lavoro come cameriere in un ristorante di Milano è costretto però a vivere davanti al Teatro la Scala, dopo la chiusura del locale che gli fa perdere il lavoro. Forte per noi è stata la sua storia, in quanto nonostante abbia vissuto come un barbone per un anno e mezzo, non ha mai rinunciato all’idea di avere una casa e di ritrovare la via per il cammino, che ha ritrovato grazie l’associazione Giovanni XXIII. La testimonianza ci è piaciuta particolarmente perché nonostante la pienezza della vita, molto spesso non ci rendiamo conto della fortuna che abbiamo nell’avere una casa e una famiglia pronta ad amarci e volerci bene; sarebbe bello riuscire a soffermarsi più spesso su questa fortuna che ci è data, cercando di garantire anche a chi non ne gode qualcosa che noi consideriamo ordinario. Beatrice e Francesca Adolescenti 1 superiore IL MONDO CON GLI OCCHI DI CHAGALL I giovani della comunità raccontano le emozioni della visita.. Il bianco-grigio della nebbia, del Duomo di Milano, delle scale del Chagall - La passeggiata Palazzo Reale; il rosso del tappeto. Mi sono svegliata con un senso di euforia. Qualche secondo di smarrimento; poi la mente mi ricorda che quella sensazione mi accompagna fin da piccola quando sono in procinto di incontrare il ricordo di un grande artista. Chiara, la nostra speciale guida, è pronta per farci oltrepassare la porta di legno che ci separa dalle 220 opere di un autore di cui la maggior parte di noi conosce solo qualche opera. Ad accoglierci, qualche Parola Amica 17 Chagall - Il poeta sraiato costume di scena ideato e realizzato da Chagall. Non un quadro in senso stretto: ecco il primo indizio per capire che questa mostra chiede al visitatore di lasciarsi sorprendere da un artista complesso. Chagall è vissuto 97 anni arrivando quasi alla nostra contemporaneità. Una lunga vita che l’artista ha vissuto appieno, creando fino agli ultimi giorni. Una continua ricerca di senso che si manifesta fin da piccolo nell’incertezza del suo futuro. Si immagina violinista, poi ballerino; gli è chiaro 18 Parola Amica che non sarà un pescatore di aringhe come gli abitanti della sua natale Vitebsk. Poi si scopre pittore, ma mette la sua modalità di espressione a servizio di tutte le arti che lo affascinano. E tuttavia non si priva di sperimentare altre forme d’arte durante la sua esistenza. In tutte le opere c’è quel senso di completezza di chi non si accontenta del soggetto e di qualche aggettivo, ma di chi vuole cercare di confinare nella tela tutto il mondo interiore ed esteriore in cui il soggetto vive. Il pensiero trova conferma nei bozzetti preparatori: ognuno porta un nuovo elemento o nuovo accostamento di colori. La contrapposizione dei piani temporali e dei piani di luce è allora possibile. E possibile è la fusione delle tradizioni dei Paesi attraversati. Si possono dipingere le favole russe con i colori della Provenza. Le forme geometriche piane del cubismo possono coesistere con l’Olympia di Manet senza escludere i colori dei Fauves. Rischieremmo di sentirci smarriti ad ogni passo, ma la nostra guida ci anticipa chiarificando ora il rimando di un oggetto, ora l’uso di un colore della tela sulla quale sta per posarsi il nostro sguardo. Non manca di riportarci le parole dello stesso autore che,essendo vissuto fino quasi ai giorni nostri, tanto ha potuto raccontare di sé e delle sue opere. Mi impressionano i contorni. Mutano anch’essi, ma non mancano mai.Ora sono affidati a un segno deciso di grafite, ora all’accostamento di due pennellate diverse per colore e direzione. Suonano come una rassicurazione per chi osserva: si possono riconoscere le forme. Eppure sono spesso illusione di una separazione che per il poeta è debole: tra il mondo naturale e quello umano, tra due epoche storiche, tra la vita e la morte. I blu e i lilla sono i colori che più mi colpiscono. Quel lilla che qualche giorno fa colorava il cielo e l’intelligenza del mio telefono non è stata in grado di catturare. Quei blu che ricordano le porcellane delle dinastie orientali. Qualcuno invece viene colpito dal significato del verde che spesso è per Chagall il colore della tristezza e della nostalgia; molto lontano dalla speranza che gli viene associata oggigiorno. Speranza e gioia sono nei fiori largamente presenti nella produzione del pittore, persino in un’arida Vitebsk. Anche quando il suo animo è incupito dalla brutalità dell’uomo e dalle difficoltà, la finestra dei ricordi felici mostra la sua totale fiducia nella vita. Fiducia incondizionata che spesso è propria delle persone che hanno fede. Osservando i quadri, sembra che anche in ambito religioso Chagall abbia intrapreso un cammino di ricerca. Molte le rappresentazioni legate all’ebraismo. Ma accanto all’ebreo errante, al rabbino e alla Torah c’è anche Cristo crocifisso. La vasta produzione di Chagall racconta la sua passione per l’arte, ma non solo. Passione è per Chagall ciò che riesce a stravolgere le leggi della fisica. Come l’amore per la moglie Bella che fa volare; come l’affetto per i fratelli; come l’arcobaleno della storia del balletto. Il cielo e il Duomo stanno tenendo una conversazione lilla. Per fortuna don Marco dà voce a questo pensiero prima che possa dare la colpa alla mia immaginazione. Anna Frosi Parola Amica 19 QUANTO DEVE VIMERCATE A GIUSE CARINI INZAGHI Intervento di Don Giuseppe alle Esequie Ringrazio anzitutto S. Em. il Card. Francesco Coccopalmerio per aver accettato l'invito a presiedere questa nostra celebrazione esequiale per Giuse Carini Inzaghi, che ricordiamo commossi tutti insieme, figli, familiari e cittadini, nella sua figura affabile, nella sua profonda fede cristiana, nel suo amore alla nostra città. Come vecchio Parroco di S. Stefano, anche a nome di Don Mirko, l'attuale parroco che è degente in clinica, vorrei ricordare soprattutto quanto deve la nostra città a Giuse Carini. Mi sembra di poter affermare che Ella si è sempre ispirata alla sua Nonna Bice Cremagnani, di cui portava il nome, Beatrice, dopo quello di Giuseppina. Anzitutto ne ha sempre sostenuto e accompagnato l'opera più grande e nota, la Casa Famiglia S. Giuseppe, come risulta molto bene dallo scritto in data 30 maggio 2013, pubblicato di seguito, con cui ella si congedava dal Consiglio di Amministrazione della Casa, alla quale aveva sempre dedicato affetto e cure. Ma ha seguito l'esempio di Nonna Bice anche nell'attenzione più umile e quotidiana ai poveri, attraverso la partecipazione e il sostegno all'attività assistenziale della Conferenza di San Vincenzo. Un'altra bella caratteristica di Bice Cremagnani che Giuse ha continuato è stata l'attività di scrittrice, attenta soprattutto a conservare e divulgare le memorie belle della comunità locale. 20 Parola Amica Come la N o n n a Bice era stata fondae trice redattrice del mensile parrocchiale "Parola Amica", fondato nel 1931 e giunto quindi alla bella età di 84 anni, così Giuse ha continuato a partecipare, fin quando ha potuto, alle riunioni redazionali mensili di Parola Amica e a pubblicarvi preziosi e gustosi articoli. E inoltre ci ha lasciato tre bei libri, ciascuno necessario nel suo campo. Anzitutto "Una donna tra due secoli", biografia "familiare" ma storicamente contestualizzata della nonna Bice Molina Cremagnani, arricchita con molti suoi scritti. Poi un bel libro su Vimercate, "Portiamoci a Vimercato", ricco di notizie storiche e di rare fotografie. Infine una pubblicazione di minor mole, ma storicamente preziosa, "L'Azione Cattolica a Vimercate", che ricorda il ruolo fondativo e promozionale primario che vi ebbe la Nonna Bice negli anni fra le Due Guerre, ma dice anche l'affetto che Giuse ebbe per l'Azione Cattolica, di cui sempre è stata socia. E questo affetto Giuse l'ha anche dimostrato curando a proprie spese la sistemazione sotto vetro in cornice delle ban¬diere storiche della nostra Azione Cattolica, collocate in quella che oggi chiamiamo "Sala delle Bandiere". Questa appassionata attività di custode delle memorie e di scrittrice ha certamente consentito a Giuse di raccogliere un prezioso patrimonio di scritti, documenti e fotografie. Poiché la nostra Parrocchia possiede un ben organizzato Archivio Plebano, dico oggi ai figli di Giuse che quel materiale documentario che non vorranno tenere come patrimonio familiare potrà essere consegnato al nostro Archivio Plebano, dove sarà ordinato e valorizzato andando a costituire un Fondo speciale intitolato alla memoria di Giuse Carini Inzaghi. Infine sento il dovere di ricordare in questo momento il carissimo Sposo di Giuse, Tonino Inzaghi, di cui abbiamo celebrato le Esequie il 17 dicembre 2013, poco più di 10 mesi fa. Giuse e Tonino sono stati una vera coppia di sposi, come i Nonni Bice e Peppo. Grazie a loro per l'esempio che anche come sposi ci hanno dato! Mons.Giuseppe Ponzini LETTERA ALLA CASA SAN GIUSEPPE Vimercate, 30. 5. 2013 Sono nata il 22 luglio 1929. Mio padre era mancato 5 mesi prima, cosi d'allora vissi coi nonni. Mia nonna fu la mia seconda mamma; la mia educatrice. La seguivo, fin da piccola, nelle sue opere di carità, le sue conferenze nei paesi vicini. Nel 1945 in casa erano già mancati il nonno, medico condotto a Vimercate, la zia Ada, sorella di mia madre e mio zio Attilio si era sposato. Restavamo la nonna, mia mamma ed io. Fu allora finita la guerra, che Bice intensificò la sua azione caritativa, di cui si è ampiamente parlato nel libro dove ho raccolto i diari scritti da lei. Pensò alle vedove, alle persone anziane, ai bambini rimasti orfani. Le molte conoscenze, i parenti, gli stessi vimercatesi contribuirono all'acquisto della proprietà, ora divenuta Casa Famiglia San Giuseppe. L'ottima conduzione, le persone qualificate hanno portato l'attuale complesso ad un riconosciuto ottimo livello di ospitalità. Il Consiglio di Amministrazione, di cui ho sempre ritenuto farne parte, soprattutto con la mia presenza, quasi una continuazione, una vicinanza a nonna Bice. Il Consiglio si sta rinnovando: lo Statuto lo stabilisce. Le mie condizioni di salute non mi permettono di essere sempre presente come rappresentante della famiglia fondatrice, per questo, vorrei sin da ora essere sostituita da mio figlio Giuseppe Carlo Inzaghi, nei giorni in cui mi è impossibilitato essere presente alle convocazioni. Con osservanza. (GB Carini) Parola Amica 21 I PRESEPI CI PARLANO Il primo presepio di quest'anno l'ho visto ancora in novembre in una casa che visitavo per la benedizione natalizia; era modesto e tradizionale, ma c'era, quella famiglia aveva voluto costruirlo ancora a un mese dal Natale per un gesto di cortesia verso il sacerdote e per rendere più "natalizia" la sua visita. Poi ne ho visti nelle case tanti altri, per lo più tradizionali, alcuni fatti dai papà, altri più numerosi dalle mamme con i figli, certuni dai nonni come un dono per i nipotini. Di fatto tutti i presepi ci parlano già attraverso l'intenzione di chi li ha costruiti, un'intenzione sempre rivolta alle persone conosciute. I presepi familiari vogliono essere dei messaggi, vogliono non solo rappresentare la Natività, ma consegnarne il messaggio alle persone più care. Un messaggio non di parole (a queste provvede il racconto evangelico) ma di vita, un fatto di vita, come appunto è stata la nascita di Gesù, in un contesto di vita, quello vivacissimo e variopinto rappresentato dai pastori, dalle pecorine e da tutti gli altri personaggi raffigurati. Poi ci sono i presepi artistici, come quelli esposti anche quest'anno nella Mostra allestita da Caritas e Associazioni caritative nella Chiesa di S. Stefano. In questi presepi appare la capacità tecnica, a volte virtuosistica, dei costruttori, alcuni dei 22 Parola Amica quali espongono più "variazioni sul tema". Ma non mancano quelli che, grazie alla felice ambientazione o al perfetto ritmo della scena, trasmettono un vero messaggio, pur nella ripetitività del soggetto. Proprio perché "ci parlano" i presepi vanno visti e contemplati uno a uno, per coglierne la "parola", rendendosi conto dell'ambientazione scelta dall'autore, del materiale con cui ha realizzato l'opera, dei particolari messaggi che vi ha inserito. Ogni presepio richiede una sosta contemplativa e interpretativa, non si possono guardare camminando, seppur lentamente. E così si vedrà che mentre la scena centrale, la Natività, è sempre uguale nei suoi cinque personaggi (Gesù, Maria, Giuseppe, l'asino, il bue), il "mondo" attorno ad essa (i pastori, i viandanti, fino agli esotici Magi) è vasto e vario a seconda del respiro costruttivo e relazionale dell'autore, il quale è quasi sempre un'unica persona, un solitario, appassionato e a volte straordinario artigiano. Tutto questo ci dicono i presepi di S. Stefano, che quest'anno ci invitano anche a ricordare i disoccupati della città e ad aiutarli contribuendo al Fondo Città Solidale. Infine "ci parla" il presepio allestito in Santuario dal benemerito Gruppo Presepio. Quest'anno la Natività, realizzata con belle statue e ben ambientata, campeggia al centro, mentre ai lati due grandi pannelli illustrano la campagna lanciata da Caritas Ambrosiana in occasione di EXPO 2015: "Una sola famiglia umana. Cibo per tutti". Particolarmente interessante il pannello di sinistra, che evidenzia non solo l'alto numero dei denutriti e malnutriti nel mondo (860 milioni), ma il numero ancor maggiore degli obesi (1,5 miliardi) e l'eccedenza del cibo prodotto nel mondo rispetto al fabbisogno alimentare globale (20%) e infine precisa che ogni anno si sprecano 1,3 miliardi di tonnellate di cibo, cioè 4 volte la quantità necessaria a nutrire gli 860 milioni. Il pannello di destra riporta la Preghiera per la campagna di Caritas Ambrosiana, che inizia così: "O Signore, nostro Dio, ci hai affidato i frutti di tutta la creazione affinché noi possiamo prenderci cura della terra ed essere nutriti dalla sua generosità". Mi piace inserire in questa rassegna anche la Novena di Natale tenuta da Don Marco Caraffini nella Chiesa di Oreno. Essa è stata particolarmente "parlante", perché si è svolta richiamando successivamente il significato di Betlemme "casa del pane", l'autorivelazione di Gesù "lo sono il pane vivo disceso dal cielo" e la grande parola biblica "Non di solo pane vive l'uomo", legando così insieme il nome della città dove Gesù è nato, il mistero "nutriente" della sua persona e l'attesa, la "fame", della nostra umanità. Come diceva la conclusione di quella Novena: Le riflessioni della Novena di quest'anno nascono dal prossimo avvenimento mondiale, EXPO 2015, il cui tema "Nutrire il pianeta. Energia per la vita", metterà al centro l'impegno a sconfiggere la fame nel mondo e a riscoprire che c'è un "cibo" di cui anche l'uomo moderno e ricco ha fame: la presenza di Dio nella propria vita. Don Giuseppe Parola Amica 23 SAGRA S. Antonio 2015 Vimercate 15 – 19 Gennaio 15/01 GIOVEDI - Ore 20.30 INAUGURAZIONE Sagra - S. Messa nella chiesa di S. Antonio in Via Cavour. Momento di incontro con tortelli e vin brulè. 16/01 VENERDI - Ore 21.00 "DELIZIA" Musiche tra Amore e Psiche - serata musicale a cura dell'Associazione Claudio Colombo per l'oncologia Onlus. Santuario Beata Vergine del Rosario - Piazza Unità d'Italia. 17/01 SABATO - Ore 9,30' S.MESSA SOLENNE nella Chiesa di S. Antonio' e benedizione del pane Ore 10.30 APERTURA mostre, stands e luoghi di esibizione a cura delle associazioni partecipanti. VENDITA TORTELLI in via Cavour, 51 ed esposizione quadri Artisti della Brianza. MOSTRA "Trame Contemporanee" opere di Sonia Scaccabarozzi e Riccardo Giulietti - Spazio espositivo di Via Cavour; 76 Ore 14.00 Visita alle opere del concorso di pittura in via Cavour 76 e apertura del seggio per la votazione della giuria popolare. Tiro con l'arco in Via Cavour 70 con il gruppo arcieri Burarco. Esposizione moto a cura del Moto Club Vimercate in piazza Roma. Ore 15.30 BENEDIZIONE con la reliquia del Santo nella Chiesa di S. Antonio. Ore 16.00-17.00 VISITE GUIDATE all’oratorio di S. Antonio, Ponte S. Rocco e Chiesa S. Stefano. Le visite sono gratuite. Ritrovo davanti alla Chiesa di S. Antonio in Via Cavour. Ore 20.00 MOTOFIACCOLATA a cura del Moto Club Vimercate. Ritrovo e partenza in piazza S. Stefano e benedizione finale delle moto in piazza Roma. Ore 21.00 ASPETTANDO IL FALÒ Piazza Roma - saluto delle autorità cittadine, intervento del Civico Corpo Musicale e sfilata fino al Ponte di San Rocco. ACCENSIONE FALÒ. 18/01 DOMENICA Ore 10.00 RIAPERTURA STANDS, MOSTRE, CONCORSI E VENDITA TORTELLI. Ore 11.00 VISITA GUIDATA A PALAZZO TROTTI - Ritrovo alle 10.45 in Piazza Unità d'Italia. La visita è gratuita. Ore 14.00 Visita alle opere del concorso di pittura in via Cavour 76 e apertura del seggio per la votazione della giuria popolare. MOSTRA "Trame Contemporanee" opere di Sonia Scaccabarozzi e Riccardo Giulietti - Spazio espositivo di Via Cavour, 76. Ore 15.00 -16.00 -17.00 VISITE GUIDATE all'Oratorio S. Antonio, al Ponte di San Rocco e Chiesa S. Stefano. Le visite sono gratuite. Ritrovo davanti alla Chiesa di S. Antonio in Via Cavour. 24 Parola Amica Ore 15.30 MUSICA E ANIMAZIONE nelle vie del centro. Ore 16.00 BENEDIZIONE DEGLI ANIMALI al Parco Trotti, via Vittorio Emanuele. Ore 21.00 CONCERTO POLIFONICO delle Corali cittadine presso il Santuario della Beata Vergine del Rosario in Piazza Unità d'Italia. 19/01 LUNEDI - Ore 18.00 ESTRAZIONE biglietti della sottoscrizione a premi e premiazione concorso di pittura. Spazio espositivo di Via Cavour, 76. Natale ed Epifania nella teca espositiva tra Oriente ed Occidente Per il Natale 2014 nella teca è stata presentata una Icona, di cm. 50 x 40, dipinta su tavola all’inizio del XXI secolo, che riproduce una storica Icona di origine bizantina realizzata da un artista greco nel XIV secolo ed ora conservata nel Museo Nazionale di Belgrado: “La Vergine Odighitria” - Colei che indica il cammino. Le origini di questa Icona risalgono al V secolo, quando con la proclamazione al concilio di Efeso del 431 di Maria “Madre di Dio”, cominciarono a diffondersi immagini ispirate all’iconografia imperiale con la Vergine seduta in trono nell’atto di presentare il “Bambino – Figlio di Dio”. A Costantinopoli divenne l’Icona bizantina per eccellenza a partire dal IX secolo. La Vergine, avvolta nel mantello di porpora scura bordato d’oro, presenta il Divino Bambino agli uomini, al mondo e, con un gesto della mano, indica la via verso la salvezza. Il Bambino, seduto in braccio alla Madre, indossa un abito intessuto d’oro e tiene il rotolo del vangelo nella mano sinistra mentre benedice con la destra. Una “Natività”, costituita da vecchie statuine in gesso recuperate nelle soffitte del Santuario e restaurate nel 2014, ha completato l’allestimento della teca. Sul pilastro ha trovato posto una “Adorazione dei Magi”, copia seicentesca tratta da un affresco di Gaudenzio Ferrari conservato a Brera. A gennaio, dopo l’Epifania, nella teca sarà esposta una “Sacra Famiglia”, oleografia di cm. 78 x 58, del XIX secolo. L’oleografia è una procedura di stampa litografica a colori, eseguita su tela o su carta, che imita la pittura ad olio. Sul pilastro verrà sistemata una “Sacra Famiglia con angeli”, olio su tela del XVIII secolo, restaurata nel 2013. Carlo Mauri Parola Amica 25 Intervista a Rossana Cataldi, missionaria laica, Fidei Donum in Brasile L’antivigilia di Natale ho incontrato Rossana Cataldi, da due anni missionaria laica Fidei Donum, in una delle regioni più povere del Brasile, il Maranhão, che è tornata a casa per una breve vacanza e che ripartirà per la sua missione il giorno dell’Epifania. Le ho rivolto alcune domande riguardanti soprattutto le motivazioni della sua scelta di servizio missionario e quello che ha trovato nel Nuovo Continente. Quando sei partita per il Brasile e perché, Che lavoro facevi prima? Prima di licenziarmi, lavoravo come operatore grafico in una flexografia, decisamente un buon impiego. Qui a Vimercate, facevo parte di alcune associazioni di volontariato 26 Parola Amica e dopo un cammino personale di crescita nella fede, aiutata da un sacerdote, mi sono convinta che la missione era il passo successivo più adatto a me. Avevo anche bisogno di mettermi in gioco, non per protagonismo, ma per una nuova riclassificazione dei valori nella mia scala personale. Ho ricevuto il mio mandato missionario, della durata di tre anni, nell’Ottobre del 2012, dopo aver passato un periodo di preparazione al CUM a Verona indirizzata dall’ufficio missionario pastorale della diocesi di Milano e sono partita per il Brasile a fine Novembre dello stesso anno. Presso quale missione presti servizio e quali compiti vi svolgi? Io vivo a São José, il primo anno eravamo due a lavorare e condividere la casa, io e Francilene, dall’inizio di quest’anno si è aggiunta Lucia; collaboriamo con don Daniele Caspani che è parroco della parrocchia di Dom Pedro e della quasi parrocchia di São José (chiamata così perche non ha il parroco). I due paesi distano circa quarantacinque minuti di auto. A fine gennaio abbiamo aperto a São José una filiale della scuola Kolping di Dom Pedro (per ora solo le prime classi) e Lucia si occupa della direzione e dell’insegnamento. Visitiamo mensilmente le 16 comunità per accertarci che tutto proceda bene, per avvisare della messa, per ascoltare la gente, per consegnare materiale liturgico, partecipiamo in maniera itinerante alla Celebrazione della Parola della Domenica e accompagniamo don Daniele il giorno della celebrazione della messa. Lui riesce a raggiungere le molte comunità con una frequenza mensile o bimestrale, noi più frequentemente. A S. José invece ci occupiamo della chiesa matrice, dai fiori, all’altare, alla preparazione della liturgia, dei canti, del dizimo, delle riunioni, del bollettino mensile e nel limite del possibile di provvedere ai bisogni delle famiglie. In Brasile hai trovato quello che aspettavi o una realtà diversa? Al Cum oltre a tante informazioni storiche culturali mi hanno dato dei consigli preziosi per vivere la missione, questo mi ha aiutato a comprendere il vero ruolo del laico mis- sionario, l’importanza di privilegiare non le cose da fare ma la relazione, l’amicizia, la cultura, l’ascolto, il conoscere le persone, il non sentirsi indispensabile, il ricordarsi di essere a casa d’altri con le loro abitudini, il loro modo di pensare. Questo non è sempre facile, perché la loro cultura è molto diversa dalla nostra, per esempio, come conseguenza all’antico dominio padronale e per non offendere, dicono sempre di si, anche se poi sarà no. Ho potuto constatare come il diritto all’istruzione e alla salute non sono ancora alla portata di tutti e la povertà più grande è la mancanza di cultura, per questo è molto importante la nostra scuola. Che cosa ti colpisce e ammiri di più nella chiesa brasiliana? Mi colpisce la spontaneità della gente, che diventa fede semplice e gioiosa, è una chiesa vivace, giovane forse non frenata dal peso storico che appesantisce quella italiana. In alcuni momenti della messa, che noi riteniamo importanti, sembrano indifferenti, presi da altro, mentre in altri momenti, come il canto sono molto partecipi spesso con gesti e battiti di mani. Qualsiasi cosa succede di bello ringraziano Dio, quello che di bello esiste è grazie a Dio. La figura del laico è molto importante perché sono abituati a vivere la Domenica con la Celebrazione della Parola, senza la presenza del sacerdote e a volte trovi persone analfabete, che conoscono la parola di Dio per trasmissione orale, come avveParola Amica 27 niva un tempo da noi. Esistono anche a São José, come in tutta l’America latina, le chiese Evangeliche, a volte in concorrenza fra loro e verso la chiesa cattolica. Ti sembra che Papa Francesco ci abbia portato molto della Chiesa latino-americana? Certamente la sua impronta riflette molto la sua chiesa di appartenenza, fa riferimento al Documento di Aparecida che lui ha contribuito a preparare insieme ad altri vescovi dell’America latina nel 2007: “la bellezza del Vangelo e l’amore per i poveri”. Che cosa dici della nostra realtà ita- liana, dopo due anni nel Cono Sud? La grande differenza che ho notato è nell’importanza dei laici nella chiesa, là notevole e “strutturale”, qui invece minore e “collaborativa”. Qui abbiamo un fardello di storia e tradizioni che ci frenano un po’, senza essere una cosa negativa, là avendo una storia molto più breve della nostra riescono ad avere una chiesa più agile anche spiritualmente, sono più liberi da etichette e formalità. Sono molto abituati a lavorare in gruppo, sia negli incontri pastorali sia nella scuola, anche all’università. A cura di Don Giuseppe Circolo A.C.L.I. Buon anno. Buon 2015. In quest’anno cadranno molti anniversari: 100 anni dall’inizio della prima guerra mondiale; 100 anni di presenza dell’ordine delle Canossiane a Vimercate; 70 anni dalla fine della seconda guerra mondiale; 70 anni dalla nascita delle A.C.L.I.; inoltre questo sarà l’anno dell’Expo. Ci auguriamo tutti che sia anche l’anno della svolta. Che sia l’anno della speranza e della fiducia nel futuro. Da parte nostra stiamo collaborando con diverse altre associazioni del territorio per preparare le famiglie al vero significato di Expo 2015. Questo evento mondiale dovremo fare in modo che non sia solamente una fiera ma, che lasci ad ognuno di 28 Parola Amica noi un nuovo approccio ai consumi, un nuovo stile di vita che vada oltre il 31 ottobre. In connessione con Expo il 12 aprile ci sarà una grande giornata di festa a Mezzago dove le varie realtà territoriali daranno il loro contributo, metteranno a disposizione la loro esperienza per la promozione di un consapevole, concreto e fattivo spirito di condivisione, mettendo in evidenza e condividendo buone pratiche e progetti, mediante la riflessione e l’approfondimento delle ragioni e dei metodi che le sostengono, confidando in un sano e salvifico ‘contagio’. Per ricordare il compleanno delle Acli organizzeremo diversi eventi nel mese di maggio che con l’aiuto di altre associazioni cercheremo di inserire in una più ampia storia degli ultimi 10 anni del nostro territorio. Il nostro lavoro comincia subito. Nel mese di gennaio organizzeremo con l’aiuto di ENAIP, la scuola professionale di Via Dozio due corsi. Il primo riguardante i social network, dal titolo: I social network… questi (S)conosciuti! “In queste cinque serate ti introdurrò nel fantastico mondo dei social media: scoprirai alcune funzioni base, ma soprattutto imparerai come utilizzarli in maniera utile e strategica per sviluppare correttamente la tua presenza online, o per dare valore alla tua attività”. Il secondo una serie di corsi brevi di cucina e pasticceria. La nostra intenzione è di far cono- scere la professionalità degli istituti ENAIP cominciando con argomenti di attualità e più accattivanti, per poter proseguire con altri più specifici di approfondimento professionale e post diploma. Organizzeremo una serata di presentazione a metà gennaio. Nel confermarvi che la solidarietà, se ci credi, funziona, vi presentiamo il resoconto della raccolta fondi che è servita per inviare in Sierra Leone due ambulanze e materiali igienico-sanitari. La partenza della nave dal porto di Genova è avvenuta il 3 dicembre e quando leggerete queste informazioni sarà già arrivata a Freetown. Sarà nostra premura informarvi sulla consegna agli ospedali che sono in prima fila per combattere ebola. Donazioni da privati: Associazioni, Gruppi e mercati cittadini: I Sierraleonesi in Lombardia: Raccolta sui sagrati delle nostre chiese: Euro 2.574,00 Euro 5.369,00 Euro 2.345,00 Euro 12.115,50 Totale entrate: Euro 22.403,50 Costo ambulanze, generi igienico sanitari, assicurazioni, spedizione container, pratiche automobilistiche e doganali. Totale uscite: Euro 21.276,80 Sono avanzati 1.126,70 Euro. Questa cifra sarà tenuta a disposizione per soddisfare eventuali richieste specifiche che potrebbero arrivare dalla Sierra Leone, riguardanti il virus ebola, fino a febbraio 2015. Dopo tale data verrà consegnata ai missionari che operano nella zona per aiutare le famiglie colpite dal virus. Parola Amica 29 Il nido del Gabbiano. Quando un libro contiene argomenti interessanti, è scritto bene e attraversa indenne generazioni di lettori, merita di essere ripubblicato. E’ il caso di “Il padrone del mondo” scritto all’inizio del secolo scorso, si più di cento anni fa, anche se leggendolo sembra decisamente attuale, al punto di far rabbrividire per la sua concomitanza con la realtà e le sue inquietanti ipotesi. L’autore, un cattolico inglese, aveva previsto il venir meno della fede cristiana non a causa di una cruenta persecuzione pubblica ma attraverso l’umanitarismo: fondato su una profonda convinzione dell’uguale dignità di tutti gli esseri umani, dell’obbligo universale di alleviarne la sofferenza, e di assicurare a chiunque il rispetto dei suoi diritti fondamentali e la risposta ai suoi bisogni essenziali. La carità sarebbe stata sostituita dalla filantropia e la fede sarebbe stata spodestata dalla cultura. Robert Hugh Benson, sacerdote anglicano, continuando nei suoi studi era insoddisfatto della posizione dottrinale della comunione anglicana e maturò la decisione di abbracciare la fede cattolica. Fu ordinato sacerdote cattolico nel 1904. Come un moderno Nostradamus ha previsto eventi che hanno caratterizzato la storia del ‘900. Cercare di fare della filosofia su questo romanzo è veramente difficile, anche perché ognuno ne potrebbe trarre aspetti diversi. Vi dico solo che vale la pena leggerlo, lo dice anche papa Francesco. Il padrone del mondo di Robert Hugh Benson – Fazi Editore GLI AUGURI DELLA SAN VINCENZO Mentre porgiamo a tutti i fedeli auguri di Buon Anno, invitiamo le persone generose e sensibili all’opera vincenziana a sperimentare con noi la carità verso i molti fratelli che si trovano in condizioni di necessità. Saranno ripagati dalla gioia grande che scaturisce da un gesto d’amore. Buon Anno a tutti ! 30 Parola Amica MOVIMENTO TERZA ETÀ I Re Magi ... tra storia e leggende Ha sempre creato curiosità la lettura di alcuni versetti del Vangelo ove si parla dei Magi: questi misteriosi personaggi che sono menzionati solo in Matteo e che taluni studiosi pongono tra storia e leggende. La storia (Matteo 2,1-12) Per i credenti, la storia certa, è quella narrata dall'evangelista Matteo: "Nato Gesù a Betlemme di Giudea, al tempo del re Erode, ecco alcuni Magi vennero da oriente a Gerusalemme e dicevano: "Dov'è colui che è nato, il re dei Giudei? Abbiamo visto spuntare la sua stella e siamo venuti ad adorarlo (....) Allora Erode , chiamati segretamente i Magi, si fece dire con esattezza da loro il tempo in cui era apparsa la stella (…)" Dal racconto evangelico si parla di alcuni Magi: non si dice che siano stati tre, o più. Sappiamo dall'Apostolo Giovanni che moltissimo non è stato scritto nei Vangeli e che Matteo - contemporaneo e vissuto al fianco di Gesù e di sua Madre - certamente conosceva dalla stessa la vera storia dei Magi, ma non abbia ritenuto scriverla nel suo Vangelo. Una tradizione cristiana successiva ha stabilito che i Magi fossero tre in base ai tre doni, l’oro, l’incenso e la mirra, ed ha voluto dare loro anche dei nomi - Melchiorre, Baldassare e Gasparre - e dichiararli re. Erano certamente dei personaggi importanti ed autorevoli, men che meno degli sprovveduti, perché sapevano dove andare quando risposero ad Erode che si recavano a Betlemme per adorare il Bambino. Le leggende Le leggende che seguirono nel tempo e che riguardano i Magi sono molte, religiose o meno, ed ognuna cerca di dare una propria versione e spiegazione di ciò che successe alla nascita di Gesù . Una tra le tante di cui abbiamo letto, nasce molto lontano, in terre esotiche e ricche di antiche tradizioni, ispirata all’oracolo di Balaam, identificato con Zoroastro, che aveva annunciato che un astro sarebbe spuntato da Giacobbe e uno scettro da Israele (ragioni di spa...abbiamo visto spuntare la sua stella... zio non ci permettono andare oltre). Parola Amica 31 Provenienza e viaggio dei Re Magi - La Stella Alcune fonti collocano i Magi originari dell’altopiano iranico, configurandoli sciamani legati al culto degli astri e, successivamente, sacerdoti del dio Ahura Mazda il protettore di tutte le creature. Studiosi di astronomia (fors'anche di antichi testi biblici: "Un germoglio spunterà dal troco di Iesse, un virgulto germoglierà dalle sue radici - Isaia 11 II 700 a.C.), seguendo la lettura del cielo, hanno riconosciuto in Gesù uno dei loro “Saosayansh”, il Salvatore universale, diventando così loro stessi, “l’anello di congiunzione” tra la nuova religione nascente, il cristianesimo, e i culti misterici orientali, come il mazdaismo e il buddismo. Anche per l'evangelista Matteo i Magi venivano "dall'oriente" che al tempo poteva essere l'Assiria o la Media o la Mesopotamia. Grosso modo 8-900 chilometri. E per fare un viaggio del genere, a dorso di cammello, ci si può impiegare tre o quattro settimane. Da questa semplice considerazione si può dedurre quindi che quel che convinse i Magi a partire e li guidò, fu un fenomeno celeste importante visibile per qualche settimana. Il vangelo di Matteo ci dice anche: «Allora Erode, fatti venire segretamente i Magi, si fece precisare da loro con ogni diligenza il tempo in cui la stella era loro apparsa». Come è possibile che Erode dovesse farsi spiegare della "stella"? Evidentemente quello che aveva guidato i Magi non doveva certamente essere un fenomeno fin troppo evidente in cielo, come una cometa. Erode l'avrebbe vista, eccome - e con lui gli scribi e i saggi - e non avrebbe avuto certo bisogno di ritirarsi segretamente con i Magi per farsi spiegare cosa avessero " visto " in cielo! Il fenomeno pertanto non doveva essere evidente, ed era invece visibile e comprensibile solo a chi " sapeva leggere i segni in cielo ". Ed infatti nella traduzione greca di Matteo, la parola usata per indicare quel che guidò i magi è "astron", che possiamo tradurre oggi come "stella" o anche meglio come "fenomeno, evento del cielo", ma non certamente con la parola "cometa". Simbologia dei doni I doni dei Magi hanno un significato: fanno riferimento alla duplice natura di Gesù, quella umana e quella divina: l’oro perché è il dono riservato ai Re e Gesù è il Re dei Re; l’incenso, come testimonianza di adorazione alla sua divinità, perché Gesù è Dio; la mirra, una sostanza profumata cremosa usata nella balsamazione dei morti, perché Gesù è uomo e come uomo è mortale, e ciò simboleggia la sua futura sofferenza redentrice. 32 Parola Amica La leggenda della Befana del 6 gennaio Dai doni dei Re Magi a Gesù, proviene la tradizione di portare dolci e giocattoli ai bambini: questa tradizione si incrocia con la leggenda della Befana. Secondo il racconto popolare, i Re Magi, diretti a Betlemme per portare i doni a Gesù Bambino, non riuscendo a trovare la strada, chiesero informazioni ad una vecchia. Malgrado le loro insistenze, affinchè li seguisse per far visita al piccolo, la donna non uscì di casa per accompagnarli. In seguito, pentitasi di non essere andata con loro, dopo aver preparato un cesto di dolci, uscì di casa e si mise a cercarli, senza riuscirci. Così si fermò ad ogni casa che trovava lungo il cammino, donando dolciumi ai bambini che incontrava, nella speranza che uno di essi fosse il piccolo Gesù. É usanza fare il presepe e aggiungere le tre statuine dei Magi dopo Natale, prima lontano dalla grotta dove c'è Gesù Bambino, e poi ogni giorno più vicino, fino all'arrivo la notte tra il 5 e il 6 di gennaio. Riflessione (da incontri di Catechesi del MTE) Più di tutti i racconti ed i particolari sopracitati, è interessante riflettere sulla fede dei Magi. Sono uomini in ricerca: scrutano il cielo e studiano le scritture per conoscere meglio la terra e le sue vicende. Sono pronti ad affrontare il rischio per scoprire il mistero di Dio, i suoi disegni sull'umanità. ...si inginocchiarono e lo adorarono... La luce di una stella indica il loro cammino. Quando trovano il Bambino e sua Madre, compiono un atto che va oltre l'evidenza: in quella semplice povera casa, si prostrano e adorano quel bimbo, riconoscendo in lui il Salvatore annunciato dagli astri. Quell'incontro cambia la loro vita: ritornano sì, ma per un'altra strada. Riconoscere in Gesù il Re e Salvatore ha trasformato le loro menti e i loro cuori. Attraverso quella stella, il Signore li guida, e la loro felicità viene premiata dall'incontro-rivelazione con Cristo, nel quale l'amore di Dio incontra l'umanità. Spigolando un po' qua ed un po’ là, per il Movimento Terza Età. Armando D'Alessio Grassi - Gennaio 2015 Parola Amica 33 VIAGGIO PARROCCHIALE IN GERMANIA 23/30 aprile 2015 in autopullman 1° Giorno 2° Giorno 3° Giorno 4°/5°giorno 6° Giorno 7° Giorno 8° Giorno 23/04 24/04 25/04 26-27/04 28/04 29/04 30/04 Vimercate/Rothenburg/Wurzburg Wurzburg/Bamberga Bamberga/Lipsia/Berlino Berlino Berlino/Dresda/Norimberga Norimberga/Monaco Monaco/Altotting/Vimercate Quota Di Partecipazione: € 1.290 Minimo 40 Pax € 1.350Minimo 30 Pax Supplementi: € 350 x Camera Singola w Con il Battesimo sono diventati figli di Dio Odobashi Flavio w In Nome Di Dio Si Sono Uniti In Matrimonio Giroldi Giovanni con Caimi Roberta w Sono tornati alla casa del Padre Mosca Ada ved. Pellegatta di anni 85 – Caldirola Carla Maria ved. Zoia di anni 98 – Motta Brigida Maria ved. Pellegatta di anni 97 - Gariani Ernesto di anni 57 – Ravasio Celina Santina in Poltronieri di anni 77 – Mongea Maria Angela in Moroni di anni 72 – Gioffre’ Ines ved. Punturiero di anni 90 – Lucchini Vittoria in Galimberti di anni 77 Offerte libere mese di DICEMBRE 2014 N.N. in ringraziamento a S. Caterina N.N. per le panche N.N. per restauri della Chiesa di S. Stefano I Condomini in memoria di Mosca Ada I figli, alla Madonna, in memoria dei genitori N.N. in ringraziamento alla Madonna N.N. alla Madonna (7 offerte) TOTALE 34 Parola Amica 5 20 300 50 100 100 165 e 740