113956 DANTI Vincenzio. IL PRIMO LIBRO DEL TRATTATO DELLE PERFETTE PROPORZIONI DI TUTTE LE COSE CHE IMITARE, E RITRARRE SI POSSANO CON L'ARTE DEL DISEGNO. In Firenze, 1567. Prima edizione. Opera dedicata al Granduca Cosimo de' Medici. Cm.10,7x14,1. Pg.8 non numerate, 62, 2 bianche. Legatura inpiena pergamena chiazzata. Frontespizio riccamente decorato con cornice ornamentale manieristica retta da due figure femminili, sormontata da stemma mediceo e con gradevole vedutina della città di Firenze nella parte inferiore. Coloratura d'epoca, approssimativa, ad alcuni elementi architettonici dell'apparato ornamentale. Capilettera e cartigli xilografici incisi. Fresco esemplare ad ampi margini, solo con minime bruniture. Rarissima edizione originale di questa importante opera di Vincenzo Danti (Perugia, 1530-1576), poliedrico architetto, scultore, matematico, ingegnere civile, scrittore d'arte e rimatore. Il Danti fu dapprima allievo del padre orafo, per poi divenire a Roma aiutante di Michelangelo Buonarroti e di Daniele da Volterra. A Perugia scolpì nel 1555 la statua in bronzo di Papa Giulio III, collocata all'esterno del Duomo. Nel 1571 si trasferì definitivamente a Firenze, ove fu molto attivo, per poi rientrare nella città natale. Il presente costituisce probabilmente il suo testo principale: progettato in 15 Libri, solo il primo è pervenuto a noi. "Secondo Danti la bellezza di un'opera si ricava attraverso l'armonia delle parti, che si ottiene indagando l'ordine dell'universo. Riunendo concetti aristotelici e platonici, constatando l'imperfezione della realtà a causa della materia, Danti cercò di risalire alle forme della natura perfette ed assegnò all'artista due compiti fondamentali, quello di ritrarre ed imitare. Attribuisce alla scultura, di cui predilige canoni rigorosi, il primato delle arti, in quanto in grado di esprimere il moto" (da wikipedia). Estremamamente controversa l'attribuzione della paternità della stampa dell'Opera: Cicognara l'attribuisce ai Giunti, Gamba al Torrentino (salvo poi citare egli stesso il Giunti), Brunet e Graesse propongono "Torrentino ou Marescotti", mentre in SBN vengono segnalati i figli di Lorenzo Torrentino e Bartolomeo Sermartelli. Il bello è che tutte le fonti concordano che l'edizione perugina del Baduel del 1830 sia la seconda edizione! > Schlosser Magnino, 386, "La prefazione contiene la sua professione di fede in Michelangelo [....] Il suo intento è di spiegare le vere ed autentiche proporzioni del corpo umano quali sono state determinate per la prima volta e solamente da Michelangelo, e precisamente per mezzo di quello studio dell'anatomia che l'autore stesso aveva praticato, emulando il grande maestro. [...] Alla fine del suo primo libro il Danti spiega il vasto programma dell'opera sua, che, se compiuta, sarebbe stato uno dei più importanti documenti spirituali del manierismo [...]".Cicognara, 317, "[....] senza nome di stampatore, ma dei Giunti, esemplare magnifico in carta distinta. Questo Trattato doveva essere composto di quindici libri, ed il primo soltanto vide la luce. Libretto prezioso e meritatamente raro, e degno che sia ristampato; poichè non hanno forse le Arti un'opera più chiaramente, e meglio scritta di questa. Ma chi sa ove siano sepolti gli altri quattrordici libri, che probabilmente saranno stati estesi dall'Autore?". Gamba,1343, "Senza nome di stampatore (co' Tipi del Torrentino) [...] Assai raro. Operetta scritta con molta proprietà e con non ordinaria scienza retorica, intorno spezialmente alla Statuaria e alla Architettura. [...] Una seconda edizione di questo libricciuolo s'è fatta in Perugia, Baduel, 1830, per cura del prof. Vermiglioli, il quale seguì l'ortografia medesima dell'edizione giuntina". Brunet, II, 518, "sans nom d'imprimeur, mais par Torrentino ou Marescotti". Graesse, II, 335.