ISPI Anno XIII - n. 22 - Febbraio 2006 Relazioni Internazionali Tariffa R.O.C.: "Poste Italiane Spa - Spedizione in abbonamento Postale - D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n. 46) art. 1, comma 1, DCB Milano L’ITALIA NELL’EUROPA DEI 25: QUALE POSSIBILE LEADERSHIP? La presentazione del libro “Economics and Policies of an Enlarged Europe”, di Carlo Altomonte e Mario Nava, ha offerto l’occasione per promuovere in Ispi lo scorso 23 febbraio la Tavola Rotonda “Quale Italia nell’Europa dei 25?”, realizzata in collaborazione con la Rappresentanza a Milano della Commissione Europea. Durante l’incontro sono stati discussi temi di grande attualità fra i quali l’impatto dell’ingresso dei nuovi paesi membri sull’economia europea ed italiana, nonché il ruolo che l’Italia è chiamata a svolgere nell’individuazione delle nuove priorità dell’Unione allargata. L’incontro si è aperto con il saluto di Carlo Secchi, Vice Presidente dell’Ispi, che ha attratto l’attenzione del pubblico presente nella sala del Tiepolo sulla superficialità e banalità che molte volte contraddistinguono i dibattiti sulle tematiche europee che, per di più, non mancano di accordare preferenza alle evoluzioni di carattere negativo. Questa tendenza dipende spesso da una scarsa conoscenza delle dinamiche europee ed è dunque per tale motivo che il libro è ben accetto. Esso infatti costituisce un pregevole strumento didattico che offre ad un ampio Il panel dell'incontro, da destra: Renato Brunetta, Carlo Secchi, Antonio Panzeri e Mario Monti pubblico basi solide per osservare, commentare e criticare in maniera intelligente e costruttiva le evoluzioni europee. Dopo il discorso di apertura la parola è passata a Renato Brunetta, Vice Presidente della Commissione Industria ed Energia del Parlamento europeo, che ha assunto le difese sia dell’Unione europea, che considera una delle più grandi Continua a pag. 2 Speculando IL COMPLEANNO DEL NUOVO PATTO DI STABILITÀ di Franco Bruni Mancavano sei giorni al primo compleanno della riforma del Patto di Stabilità e Crescita, quando il Consiglio Ecofin, che l’aveva adottata il 20 marzo 2005, si è trovato per la prima volta ad applicarla, giudicando i Programmi di Stabilità presentati da numerosi Paesi dell’Unione, compresi i cinque che, essendo ufficialmente in condizioni di “deficit eccessivo”, devono impegnarsi con un piano di rientro entro precise scadenze: oltre a Grecia e Por- ISPI - Relazioni Internazionali togallo, le tre maggiori economie dell’area dell’euro, cioè Germania, Francia e Italia. La riunione Ecofin del 14 marzo 2006 è stata perciò particolarmente importante. Come è noto, la nuova versione del Patto lascia molto più spazio alla discrezionalità della Commissione e del Consiglio, che hanno a disposizione notevoli dosi di indulgenza per giudicare i disavanzi e prescriverne l’aggiustamento. Un’indul- genza che può venir giustificata in base ai fattori più diversi, dalla congiuntura del Paese in disavanzo alle riforme strutturali che ha in cantiere. Poiché l’ultima parola spetta al Consiglio, composto dagli stessi ministri la cui politica di bilancio è sotto giudizio, è legittimo temere che l’indulgenza venga usata in modo non virtuoso, con i Paesi che si perdonano reciprocamente l’indisciplina fiscale. Continua a pag. 18 1 costruzioni del secolo passato e presente, sia delle ultime modifiche alla direttiva Bolkenstein sui servizi. Brunetta ha paragonato l’Unione europea ad un treno che va piano, a volte si ferma, ma non torna mai sui suoi passi. L’impossibilità di involuzione costituisce il principale motore comunitario alla luce del quale è possibile riconsiderare i feroci attacchi alla direttiva sui servizi e accoglierla, al contrario, più benevolmente perché “è meglio un mezzo passo in avanti che non farne proprio”. Passando alla considerazione degli aspetti economici, Brunetta ha ricordato che il fallimento dell’Agenda di Lisbona è dovuto in primo luogo alla mancata europeizzazione degli obiettivi che, rimanendo materia di politiche nazionali, sono i primi ad essere messi in secondo piano durante periodi di crisi. La proposta avanzata per garantire all’Unione europea una propria autonomia finanziaria è quella dell’emissione di titoli obbligazionari europei a lungo periodo. Sfruttando la capacità di indebitamento dell’Unione, conclude Brunetta, non solo si faciliterebbe il finanziamento degli obiettivi di Lisbona, ma più in generale si imprimerebbe al treno europeo una maggiore spinta. A seguire è intervenuto Antonio Panzeri, Vice Presidente della Commissione Occupazione e Affari sociali del Parlamento europeo, che ha posto l’accento sul serio pericolo di disgregazione del processo europeo, affermando che “in pochi mesi abbiamo assistito ad un radicale mutamento delle prospettive”. Se all’inizio del semestre di presidenza britannico si parlava di strategia per il rilancio dell’Europa, oggi si discute sulla strategia da mettere il campo per mantenere l’Europa unita. Quella dell’Europa di oggi è una grave crisi politica, economica e di leadership. Quale paese fondatore, l’Italia è chiamata a svolgere un ruolo decisivo nell’individuazione delle principali condizioni che possono ridare slancio e nuova linfa alla costruzione europea. A conclusione del suo discorso, Panzeri ha fatto presente che, a seguito del no francese alla Costituzione, all’Italia è stata offerta la grande opportunità di ricoprire il ruolo di paese leader nella riscoperta degli ideali europei. Condizione strumentale alla realizzazione di questo fine è parlare di Europa, esporre i vantaggi e le convenienze del disegno europeo e convincere l’opinione pubblica che più Europa non può che fare bene all’Italia e a tutti gli Stati membri. Prima della conclusione della Tavola Rotonda da parte di Mario Monti, Presidente dell’Università Bocconi e del Bruegel Institute, c’è stato spazio per le domande ed i commenti raccolti da parte di un vivace pubblico. Gli autori del libro, Carlo Altomonte e Mario Nava, hanno colto l’occasione per ringraziare il pubblico e i relatori per la presenza e per l’interesse mostrato nei confronti del lavoro in cui hanno condensato idee comuni ed anni di lezioni universitarie su tematiche economiche europee. A seguire, la parola è passata all’ex Commissario 2 alla concorrenza, Mario Monti, che ha subito specificato che il suo non voleva essere un intervento conclusivo, ma una esposizione di considerazioni personali alla luce di quanto detto. Quello di Monti è stato infatti un intervento di ampio respiro, che ha toccato tematiche economiche ed istituzionali europee, nonché politiche interne agli Stati membri. Per iniziare ha lodato il volume di Altomonte e Nava per due aspetti in particolare. Da una parte bisogna riconoscere al libro il merito di aver saputo condensare in un unico volume le politiche che nel corso degli ultimi anni hanno subito continui mutamenti . Dall’altra, già dalla lettura del titolo del libro (Economics and Policies of an Enlarged Europe) si evince che gli autori sono stati mossi dall’intenzione di mostrare come differiscono le politiche europee quando si passa da 15 a 25 membri. L’ex Commissario ha infatti ricordato che il maggiore impatto dell’ingresso dei nuovi paesi membri non consiste tanto nei maggiori oneri di bilancio, ma nella profonda modificazione degli approcci ed orientamenti all’interno della stessa Europa. Nel discorso di Monti c’è stato anche spazio per la descrizione del tessuto economico europeo che rappresenta quella parte di Europa che non si è mai fermata e che avanza con un ritmo sorprendente ed inaspettato. Il consolidamento transfrontaliero nel settore dell’energia, dell’acciaio e nell’offerta di servizi finanziari sono gli esempi più evidenti del polmone economico europeo che respira pienamente e che si contrappone al polmone politico che è bloccato Mario Monti, Presidente dell’Università Bocconi e del Bruegel Institute dal ritorno dei nazionalismi. A conclusione del suo intervento, Monti ha voluto ricordare che l’Unione europea di oggi necessita sicuramente di interventi tempestivi e decisi. A suo parere a poco servirebbe l’introduzione di tasse europee o un maggior coinvolgimento dei policy maker nazionali. L’Europa di oggi, secondo l’ex Commissario, ha bisogno di interventi sul piano economico diretti ad impattare sul lato dell’offerta. Una simile riforma contribuirebbe, in modo decisivo, a ridare slancio alla coesione sociale e allo sviluppo economico che, come ricordato nel libro presentato, costituiscono, insieme alla stabilità, gli obiettivi principali dell’Unione Europea. ISPI - Relazioni Internazionali Convegno IL FUTURO DELL’EUROPA A CINQUE ANNI DAGLI ACCORDI DI LISBONA Lo scorso 6 dicembre presso l’Archivio di Stato di Torino si è svolto il Convegno Internazionale dal titolo “Verso una nuova governance economica in Europa”, organizzato dall’Ispi con il sostegno della Compagnia di San Paolo. L’iniziativa ha offerto ai partecipanti, rappresentanti del mondo accademico e giornalistico, della business community e delle istituzioni, l’occasione per confrontarsi, ad alto livello, su alcune tematiche di grande attualità per il futuro dell’Europa e per discutere dello sviluppo del Vecchio Continente a cinque anni dagli accordi di Lisbona, quindi a metà strada dalla strategia decennale che era stata fissata ai tempi. Il Convegno fa parte di un progetto internazio- Tavola Rotonda “LE SFIDE DEL DISARMO E DELLA NON PROLIFERAZIONE” Il 12 dicembre scorso si è tenuta a Milano presso la sede dell’Ispi una Tavola Rotonda dal titolo “Le sfide del disarmo e della non proliferazione” organizzata in collaborazione con la Direzione Generale per gli Affari Politici Multilaterali ed i Diritti Umani del Ministero degli Affari Esteri. All’evento hanno partecipato Boris Biancheri, Presidente, Ispi; Paolo Cotta Ramusino, Segretario Generale, Pugwash Conferences e Università degli Studi di Milano; Alfredo Luigi Mantica, Sottosegretario di Stato, Ministero degli Affari Esteri; Giacomo Sanfelice, Vice Direttore Generale Affari Politici, Ministero degli Affari Esteri; Roberto Zadra, Vice Capo Centro Armi di distruzione di massa, NATO. Questa iniziativa ha dato il via a un progetto dell’Istituto per gli Studi di Politica Internazionale e della Direzione Generale per gli Affari Politici Multilaterali ed i Diritti Umani del Ministero degli Affari Esteri che prevede sia attività di ricerca sia eventi di sensibilizzazione, al fine di rilanciare il dibattito sulle tematiche, a lungo trascurate dopo la fine della guerra fredda, del disarmo e della non proliferazione. Le recenti tensioni con la Corea del Nord e l’Iran e l’esito non soddisfacente della settima Conferenza di Riesame del Trattato di Non Proliferazione nucleare dello scorso maggio testimoniano, infatti, l’esigenza di rendere più efficace l’approccio multilaterale nel campo della non proliferazione e del disarmo rafforzando, innanzitutto, i Trattati internazionali nella materia e le Agenzie incaricate della verifica del rispetto degli obblighi da essi previsti e mediante la promozione di iniziative concrete. Oltre al tema della proliferazione nucleare, il progetto esaminerà l’altrettanto rilevante questione della rafforzata efficacia delle verifiche del divieto totale delle armi chimiche, al fine della loro effettiva eliminazione. Da destra: Roberto Zadra, Giacomo Sanfelice, Boris Biancheri, Alfredo Luigi Mantica e Paolo Cotta Ramusino ISPI - Relazioni Internazionali nale che vede coinvolti, tra gli altri, Chatham House e Johns Hopkins University. I lavori sono stati aperti dal Ministro per le Politiche Comunitarie, Giorgio La Malfa, che, nella sua relazione introduttiva, ha sottolineato come “prima ancora di pensare alle sue istituzioni, l’Europa debba ripartire dall’economia”. L’Unione Europea, ha sottolineato La Malfa, sta infatti attraversando una crisi molto profonda, in particolare dopo la bocciatura del progetto di Costituzione europea da parte di Francia e Olanda, mentre il resto del mondo cresce a velocità doppia. Durante le due sessioni di lavoro, incentrate sui temi delle “Riforme Istituzionali e Governance Economica nell’Unione Europea” e “Governance e Regulation in Settori Privati Strategici”, numerosi relatori hanno concordato sul fatto che il problema principale che rallenta lo sviluppo è causato dalla presenza di squilibri molto forti all’interno dell’Europa e tra le singole nazioni e dall’eccessiva burocrazia, che rischia di “far annegare l’Unione in un mare di carte”, come precisato da Carlo Maria Guerci, Professore di Economia Politica presso l’Università degli Studi di Milano-Bicocca. Carlo Secchi, Professore di Politica Economica Europea presso l’Università Bocconi e Vice Presidente dell’Ispi, ha fatto notare come in Europa non esista un unico comandante, ma un equilibrio di poteri, molto difficile da mantenere; Italia, Francia e Germania, inoltre, come sottolineato da Stefano Micossi, Presidente dell’associazione Assonime, dovrebbero essere il motore e il traino dell’integrazione, mentre sono in realtà il freno principale allo sviluppo. Esempio citato per dimostrare questo grosso squilibrio è stato quello della politica agricola comune, che prevede che il 25% dei fondi predisposti vengano dati alla Francia, bloccando in questo modo la crescita del resto delle nazioni. 3 Tavola Rotonda “L’ISLAM ALLE URNE” Il 14 febbraio si è svolta a Palazzo Clerici una Tavola Rotonda, organizzata dall’Ispi nell'ambito del ciclo di incontri Commenti all'attualità, dal titolo “L’Islam alle urne”, a cui sono intervenuti: Paolo Branca, Docente dell’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano, Ugo Tramballi, Inviato de Il Sole 24 Ore, e Franco Zallio, Direttore Global Watch - Ispi. L’incontro ha preso spunto dalle elezioni parlamentari che si sono svolte a novembre-dicembre in Egitto, a dicembre in Iraq e a gennaio nei Territori Palestinesi. I risultati di queste elezioni hanno evidenziato i limiti del progetto americano di transizione alla democrazia nel Grande Medio Oriente. Da un lato, si tratta di elezioni svoltesi in condizioni assai peculiari: l’assenza di statualità in Palestina, la grande debolezza dell’assetto statuale iracheno e il severo regime autoritario in Egitto non costituiscono certamente l’ambiente favorevole a veri esercizi di democrazia. Dall’altra, i risultati di queste elezioni hanno evidenziato i paradossi del progetto di trasformazione democratica della regione mediorientale. La profonda lacerazione dell’identità nazionale irachena lungo linee etniche, tribali e religiose ha fatto sì che le elezioni parlamentari si mutassero in quel tipo di censimento etnico di cui abbiamo già avuto esperienza in Bosnia e in Kosovo. I rischi che l’Iraq ora corre sono quelli di una dittatura della maggioranza sciita (che rimpiazzerebbe così la precedente dittatura della minoranza sunnita) o di un separazione del paese, magari coperta da un fittizio regime federale. In Iraq, come in Egitto e Palestina, i vincitori delle elezioni sono stati i partiti islamici. Vincitori conclamati in Iraq e Palestina, dove Hamas ha ottenuto la maggioranza dei seggi; 4 vincitori morali in Egitto, dove i seggi conquistati dai Fratelli Musulmani sono passati da 17 a 88. Come ampiamente previsto dai critici della politica statunitense, nelle elezioni hanno prevalso movimenti anti-occidentali, o che quanto meno non identificano il progresso politico e l’uscita dai regimi autoritari con l’imitazione dei valori occi- dentali. I movimenti di opposizione che si sono esplicitamente richiamati al modello americano non hanno invece riscosso alcun successo. I relatori hanno quindi evidenziato luci e ombre della politica “trasformativa” degli Stati Uniti nella regione e il suo impatto sulla stabilità dell’area, in particolare sulle prospettive della questione israelo-palestinese. Tavola Rotonda “INDIA: OPPORTUNITÀ DI MERCATO E PROSPETTIVE IN UN’ECONOMIA EMERGENTE” Ispi e UniCredit hanno organizzato il 23 febbraio a Palazzo Clerici una Tavola Rotonda per discutere le maggiori opportunità esistenti sul mercato indiano e presentare le esperienze di alcune fra le imprese italiane maggiormente attive in questo paese. Dopo un saluto inaugurale da parte di Boris Biancheri, Presidente dell’Ispi, il tema è stato introdotto da Fabrizio Onida, Professore Ordinario dell’Università Bocconi e membro dell’Advisory Board di UniCredit. Sono seguiti poi gli interventi di Françoise Lemoine (CEPII) sul tema dell’evoluzione dell’economia indiana, Surinder Suri (Global Economic Management & Associates) che ha presentato le opportunità del mercato indiano e Stefano Chiarlone (UniCredit) con un intervento sulle relazioni commerciali fra India e Italia. Infine hanno presentato le proprie esperienze Tiziana Votta del Gruppo Carraro, Rodolfo Danielli di Italcementi e Tommaso Giocoladelli di Piaggio. Ugo Tramballi, inviato de Il Sole 24 Ore ha moderato questa seconda parte della Tavola Rotonda. L’India è uno dei più importanti mercati emergenti ed è fra le prime dieci economie del mondo. La crescita indiana negli ultimi anni ha infatti avuto un andamento molto sostenuto e la previsione per il 2006 e il 2007 è di una crescita del 7% medio annuo. A questa velocità, l’India supererà presto le dimensioni di molte altre economie avanzate; la crescita sostenuta e una popolazione superiore al miliardo di persone fanno dell’India un importante opportunità per le imprese italiane. Questa opportunità è resa più attraente anche dal fatto che l’India è un paese a basso rischio, come dimostrato da valutazioni della società di assicurazione del business italiano nel mondo, SACE. Il panel della prima sessione, da sinistra: Stefano Chiarlone, Françoise Lemoine, Fabrizio Onida e Surinder Suri ISPI - Relazioni Internazionali NASCE A MILANO IL BUSINESS COUNCIL ITALO-EGIZIANO I rapporti economici tra Italia ed Egitto sono sempre stati molto stretti. L’Italia è il primo mercato di sbocco per le esportazioni egiziane e il terzo fornitore dell’Egitto, con una bilancia commerciale sostanzialmente in equilibrio. Nei primi undici mesi del 2005 le esportazioni italiane (soprattutto macchinari e prodotti chimici) sono state pari a 1252 milioni di euro e le importazioni italiane (per circa la metà costituite da petrolio e gas) hanno toccato i 1175 milioni di euro. Sul piano degli investimenti diretti, la presenza italiana ha ampio spazio di crescita, ma comunque sono già numerose le aziende italiane che hanno investito in Egitto, soprattutto nei settori industriale, dell’energia, delle costruzioni e infrastrutture nonchè petrolifero. A testimonianza dell’interesse reciproco dei due Paesi - sia da parte dei rispettivi governi che della business community - a favorire una maggiore integrazione economica e sostenere la crescita complessiva degli scambi commerciali, degli investimenti e delle joint venture, è nato il Business Council Italo-Egiziano, lanciato proprio a Milano il 18 gennaio scorso, alla presenza del Ministro italiano delle Attività Produttive, Claudio Scajola, e del Ministro egiziano del Commercio e dell’Industria, Rachid Mohammed Rachid, oltre che di una delegazione di grandi imprenditori e alti rappresentanti del mondo istituzionale di entrambi i Paesi. Il Business Council si pone, infatti, come uno strumento per ampliare e potenziare la collaborazione già esistente tra i due Paesi e opererà in rappresentanza delle imprese e delle associazioni aderenti quale forum di dibattito e di confronto su temi di carattere strategico, per la formulazione di proposte di politica economica che possano rimuovere gli ostacoli che frenano lo sviluppo delle relazioni economiche tra i due Paesi. In particolare, gli obiettivi che emergono nell’Accordo sottoscritto dai due Ministri in occasione della conferenza stampa tenutasi presso la Prefettura di Milano, sono i seguenti: - favorire l’amicizia e promuovere strette ed armoniose relazioni culturali, economiche, commerciali ed industriali tra l’Egitto e l’Italia; - sostenere l’unicità dei rapporti commerciali tra l’Italia e l’Egitto e promuovere una maggiore comprensione tra i settori privati dei due Paesi in relazione alle rispettive politiche economiche e facilitare le attività di networking; - stabilire priorità in relazione a politiche settoriali e sostenere tali priorità tramite gruppi di lavoro guidati dai membri; - promuovere e preservare i legami storici e l’amicizia tra l’Egitto e l’Italia, attraverso colloqui, seminari ed altri eventi di alto profilo che riuniscano gli uomini d’affari egiziani ed italiani. Il Business Council opererà tramite l’organizzazione di incontri, seminari e altre iniziative ad alta visibilità rivolte agli imprenditori e alle istituzioni italiane ed egiziane. Il suo Board sarà composto da rappresentati di spicco del mondo imprenditoriale e industriale dei due Paesi e copresieduto per i primi due anni da Carlo Pesenti (Consigliere MEMBRI ITALIANI DEL BOARD Carlo PESENTI (Co-presidente, Business Council), Consigliere Delegato, Italcementi; Augusto ANGIOLETTI, Amministratore Delegato, Eurofly Spa; Gianpietro BENEDETTI, Presidente e Amministratore Delegato, Gruppo Danieli; Giuseppe BOSCOSCURO, Presidente, Associazione Italiana Tour Operators; Giuseppe CASTAGNA, Responsabile Corporate Banking, Banca Intesa; Francesco GORI, Presidente e Amministratore Delegato, Pirelli Pneumatici; Giuseppe MARESCA, Senior Vice President Marketing and Commercial Affairs, Finmeccanica; Raffaele ORSERO, Presidente, GF Group; Ernesto PREATONI, Presidente, Gruppo Domina; Nicola RADICI, Miro Radici Group; Roberto SNAIDERO, Presidente, Gruppo Snaidero; Giorgio SQUINZI, Presidente, Mapei/Vinavil. MEMBRI EGIZIANI DEL BOARD Claudio Scajola e Rachid Mohammed Rachid ISPI - Relazioni Internazionali Naguib SAWIRIS (Co-presidente, Business Council), Presidente, Orascom Telecom; Mohammed Farouk ABDEL MONHEIM, Presidente, Mobica; Khaled Abdul Hamid ABU BAKR, Presidente, City Gas Co; Mohameed ABU EL EINEIN, Presidente, Ceramica Cleopatra Group; Ahmed Moustafa EL BAKRI, Presidente, Contect Co; Hatem EL KADI, Presidente, Arab Union of Chamber of Maritime and Shipping; Ahmed EZZ, Presidente, Ezz Group; Farida Mohammed Farid KHAMIS, Vice Presidente, Oriental Weavers Group; Yasin MANSOUR, Presidente, Mansour Group; Omar Abdul Aziz MOHANNA, Presidente, Suez Cement Co; Ammar SHAMSY, Presidente, Shamsy Textile Group; Bishara TARABOULSI, Presidente, Naguib Reskalla Taraboulsi Co. 5 delegato di Italcementi, che è go bilaterale con Paesi di parti- del Business Council, in stretto il principale investitore privato colare rilievo per l’Italia, l’Ispi coordinamento con il Co-presiitaliano in Egitto) e Naguib - che ha ospitato a Palazzo Cle- dente italiano e gli enti che, Sawiris (a sua volta il maggior rici il momento conclusivo come la Camera di Commercio investitore privato egiziano in della giornata di insediamento di Milano, saranno coinvolti Italia, a capo del gruppo di - curerà la segreteria italiana nell’organizzazione dei Forum. telecomunicazioni Orascom e del fondo Weather, che ha acquisito Wind). Il Business Council si riunirà almeno due volte all’anno, alternativamente in Italia e in Egitto, in occasione dell’organizzazione di Forum su temi politico-industriali di comune interesse. Per il 2006 i temi identificati congiuntamente sono quello delle infrastrutture, per il Forum che si terrà a maggio al Cairo, e quello del turismo, per il Forum previsto a Milano per il mese di dicembre. Come già accade per altre iniziative di promozione del dialo- La riunione dei membri del Business Council COLLOQUIUM PRIVATISSIME Colloquium Privatissime è il titolo di un nuovo ciclo di incontri promosso dall’Ispi con l’obiettivo di offrire occasioni di dibattito e scambio informale di idee su tematiche di rilievo dello scenario internazionale con alti rappresentanti di organismi internazionali, esponenti di governo o membri di istituzioni finanziarie di Paesi di particolare interesse per l’Italia, nonché diplomatici ed esperti in visita presso l’Ispi. Il ciclo di incontri, che si svolge a porte chiuse nella forma di lunch talk, è rivolto primariamente ai membri dei principali organi di governo dell’Ispi nonché ai vertici delle Aziende e delle Istituzioni con cui l’Istituto maggiormente collabora. Il primo incontro si è tenuto lunedì 6 febbraio 2006, con la partecipazione dell’On. Klaus-Heiner Lehne, Capogruppo del Partito popolare europeo della Commissione giuridica, che è intervenuto, fra l’altro, sulle direttive in materia di riforma del diritto societario, bancario e delle OPA, nonché sul miglioramento della corporate governance (temi sui quali è relatore per il Parlamento europeo). Lehne ha aperto la discussione menzionando l’attitudine riformista della Commissione Barroso. “Less means more” è il principio 6 che guida l’intera attività di proposizione legislativa della Commissione e che deve trovare specifica ed immediata applicazione nelle leggi societarie. Il Parlamento europeo condivide pienamente il nuovo approccio sposato dalla Commissione e, secondo Lehne, sta lavorando per ridurre al minimo tutti gli ingombri burocratici che ancora non permettono di godere appieno delle opportunità offerte dall’unione monetaria e dal mercato comune. Lo speech, a cui sono seguite numerose domande degli ospiti, si è concluso con la riflessione sul ruolo centrale che andrà a svolgere la futura legislazione europea in materia societaria al fine di stimolare la crescita, la coesione ed i posti di lavoro, tutti punti chiave dell’Agenda di Lisbona. Il secondo incontro si si terrà il 15 marzo 2006, e vedrà la partecipazione di Viviane Reding, Commissario europeo per l’Information Society. L’Onorevole Klaus-Heiner Lehne ISPI - Relazioni Internazionali Iniziative di dialogo bilaterale PROSEGUE L’ATTIVITA’ DEL FORO DI DIALOGO ITALO-RUSSO Anche in questo nuovo anno proseguono le iniziative di dialogo fra Italia e Russia che sono state inaugurate nell’autunno del 2004 con la creazione del Foro di dialogo italo-russo delle società civili, organismo creato dal Presidente del Consiglio Silvio Berlusconi e dal Presidente della Federazione Russa Vladimir Putin con l’obiettivo di rafforzare i secolari legami storici e culturali che uniscono i due Paesi e promuovere una maggiore collaborazione anche in ambito economico, politico e sociale. Nel corso del 2005 l’attività del Foro ha avuto due importanti appuntamenti; il 26 aprile a Milano si è tenuta una Conferenza Internazionale dal titolo “L’integrazione dei mercati di Italia e Russia: attrattività reciproche” organizzata dalla sezione italiana del Foro presieduta da Luisa Todini, Presidente del gruppo Todini Costruzioni Generali. A seguire il 27 e 28 aprile presso la Fondazione Cini a Venezia sono stati organizzati alcuni incontri e approfondimenti culturali e artistici a cura della sezione russa del Foro, alla presenza del presidente della sezione russa del Foro, Serghej Yastrzhembskiy, Consigliere del Cremino. Il primo appuntamento per il nuovo anno sarà un evento sul tema “Chiesa, fede e laicità nella società di oggi: la posizione della Chiesa Cattolica Romana e della Chiesa Ortodossa Russa” che si terrà il 29 e 30 marzo prossimi a Roma. L’evento, al quale parteciperanno personalità di rilievo ed esperti della Chiesa Cattolica e della Chiesa Ortodossa oltre ad autorevoli rappresentanti della società civile, sarà articolato in due sessioni a porte chiuse i cui risultati saranno presentati in una sessione conclusiva aperta al pubblico che si terrà il 30 marzo. Tavola Rotonda “SISTEMA ITALIA – STANDORT DEUTSCHLAND: STATO SOCIALE E COMPETIZIONE GLOBALE” Si è tenuto a Berlino il 17 febbraio scorso, nel giorno del 20° anniversario della firma dell’Atto Unico Europeo, un workshop italo-tedesco dedicato alla collaborazione tra i due Paesi per affrontare alcuni aspetti della strategia di Lisbona. Il workshop è stato organizzato dall’Ambasciata d’Italia in collaborazione con la SWP (Stiftung Wissenschaft und Politik), con l’Ispi e con il Centro Italo-Tedesco Villa Vigoni. L’attiva presenza di rappresentanti dei due Governi, del Ministro per le Politiche Comunitarie, Giorgio La Malfa, e del Ministro Federale aggiunto agli Affari Europei (presso l’Auswärtiges Amt), Günter Gloser, ha rafforzato il significato del workshop, al quale hanno partecipato alti esponenti delle amministrazioni pubbliche, esperti e rappresentanti del mondo produttivo dei due Paesi. Ripartire da un terreno concreto di collaborazione tra due Paesi fondatori dell’Unione europea per contrap- ISPI - Relazioni Internazionali porsi alla crisi nella quale è caduta l’Unione europea: questo è stato l’obiettivo prioritario dell’incontro. Il workshop si è articolato in tre panel di discussione, dedicati ai temi del governo europeo dell’economia, delle riforme proposte per stimolare la crescita economica e infine del mercato del lavoro e dell’occupazione. Per realizzare la strategia di Lisbona si propone in primo luogo il problema di rafforzare la governance europea anche sul piano della crescita economica. Intanto è però necessario usare nel modo migliore gli strumenti esistenti o quelli già decisi, e questo riguarda in primo luogo il nuovo bilancio europeo, varato con fatica al termine del 2005. Vi è quindi l’esigenza di un monitoraggio costante e attento di questo bilancio, che va collegato con una efficiente policy di better regulation. Snellimento della burocrazia, semplificazione delle regole, loro trasparenza e coerenza interna: sulla priorità di questa procedura di better regulation vi è stata una piena convergenza tra esperti italiani e tedeschi. Bisogna infatti creare quelle Rahmenbedingungen, quelle condizioni-quadro che devono creare un habitat favorevole all’innovazione e alla competitività, attivando i diversi attori sociali e la società civile nel suo complesso. Accanto a questa dinamizzazione, prioritario resta nella strategia di Lisbona l’investimento nel capitale umano, e quindi nella formazione e nella ricerca, con una particolare attenzione all’intermediazione tra ricerca e impresa; su questo punto la collaborazione tra Italia e Germania riveste un grande rilievo e può essere ulteriormente rafforzata. Il workshop, quindi, ha voluto essere un catalizzatore anche per iniziative future, in particolare ha voluto rappresentare un primo momento di incontro per preparare nel modo migliore il prossimo Foro di dialogo italo-tedesco, previsto in autunno a Milano. 7 Iniziative a Palazzo Clerici INVITI DI PRIMAVERA A PALAZZO CLERICI Anche quest’anno l’Ispi propone alcune iniziative culturali per la valorizzazione della sua sede storica Grazie agli illustri personaggi (tra cui Giambattista Tiepolo, Maria Teresa d’Austria e Mozart) che lo hanno abitato o ne sono stati ospiti, facendone dal ‘700 in poi un teatro privilegiato delle vicende artistiche e storiche di Milano, Palazzo Clerici è non soltanto un elemento prezioso del patrimonio architettonico di questa città, ma anche un simbolo della sua proiezione internazionale. Nonostante ciò il Palazzo è ancora poco conosciuto dal grande pubblico e, forse, persino dagli specialisti. Per questo motivo l’Ispi, che ha sede a Palazzo Clerici dal 1941 ed è da sempre impegnato nel suo recupero e valorizzazione, promuove gli “Inviti a Palazzo Clerici”, una serie di iniziative volte ad “aprire” e “restituire” il Palazzo alla città di Milano nella sua pienezza. Il frontespizio dell'opera “Ascanio in Alba” La prima iniziativa del 2006 è stata la mostra “Mozart a Palazzo Clerici - La vita e i viaggi del genio musicale di Salisburgo in mostra a Milano”, ospitata a Palazzo Clerici dal 13 al 24 febbraio e organizzata in collaborazione con la Fondazione Gio- 8 ventù Musicale in occasione delle celebrazioni per il 250° anniversario della nascita di Mozart. Nel 1769 Wolfgang Amadeus Mozart, accompagnato dal padre Leopold, si apprestava a lasciare Salisburgo per compiere il primo dei suoi cinque viaggi in Italia: a quel tempo, la Spartito autografo di Mozart penisola era reputata la capita- (particolare) le indiscussa dell’opera e della musica vocale in genere, esat- Con questa esposizione, che ha tamente il settore nel quale il presentato una serie di docugiovane Mozart aveva deciso di menti fotografici con paesaggi, eccellere. Dopo aver valicato le scorci d’ambiente, manoscritti Alpi, il 23 gennaio 1770 Mozart musicali, frontespizi e ritratti giunse a Milano, città a cui il di personaggi che fecero da compositore rimase profonda- contesto alla produzione artimente legato (la visitò per due stica di Mozart durante quegli volte ancora, nel 1771 e nel anni (1769 - 1771), l’Ispi ha voluto ricordare il legame tra 1772). Milano era, allora, sotto il questo splendido edificio, la dominio imperiale degli Asbur- Milano dei Lumi e le grandi go che, in attesa dell’ultimazio- figure internazionali che l’hanne dei lavori a Palazzo Reale no animata. da parte del Piermarini, risiedevano a Palazzo Clerici (vi I prossimi 25 e 26 marzo, inverimasero dal 1771 al 1778). È ce, l’Ispi aderirà alla tradizionaproprio a Palazzo Clerici che, il le “Giornata di Primavera” del 16 ottobre 1771, il Granduca FAI e alla “Festa di Primavera” Ferdinando d’Austria, figlio promossa dal Comune di Milano dell’imperatrice Maria Teresa, con due giornate di apertura festeggiò le sue nozze con straordinaria del Palazzo: Maria Beatrice d’Este, celebra- - dalle ore 10.00 alle ore 17.00 te la mattina stessa, in pompa di sabato 25 e domenica 26 magna, nel Duomo. Tra gli invi- marzo: visite all’affresco del tati al ricevimento c’era un gio- Tiepolo e alle sale storiche di vanissimo Mozart che, il giorno Palazzo Clerici, realizzate in successivo, esordì a Milano collaborazione con il FAI, che come compositore, dirigendo a ne curerà l’organizzazione, Palazzo Reale, in onore del anche grazie alla presenza di Granduca, il libretto pariniano giovani “Apprendisti Ciceroni” che faranno da guide; «Ascanio in Alba». Palazzo Clerici, con le sue - dalle ore 20.00 di sabato 25 volte affrescate dal Tiepolo, alle ore 5.00 del mattino di dal Borroni e dal Bortoloni, le domenica 26 marzo: “Notte boiserie dorate dei Cavanna e Bianca” a Palazzo Clerici, reale figure femminili in abiti lizzata in collaborazione con il orientali dello scalone d’onore, Comune di Milano, con visite è oggi una delle poche testimo- delle sale storiche e concerti nianze di quella Milano sette- di musica jazz eseguiti dal centesca visitata da Mozart “More than Jazz Trio” e che siano a noi giunte nella dall’”Ensemble Galeazescha” alle ore 21.00, 24.00 e 3.00. loro originalità. ISPI - Relazioni Internazionali HA INIZIO LA SECONDA EDIZIONE DEL PROGETTO “L’EUROPA VA A SCUOLA” Dopo il successo registrato gio semplice e chiaro, l’Unione del mese di maggio in presendalla prima edizione tenutasi dal punto di vista storico, politi- za di diverse personalità di nel 2005, l’Ispi, in collabora- co e geografico di consentire rilievo. Grazie al sostegno zione con la Provincia di Mila- agli studenti di imparare diver- dato all’iniziativa dalla Rapno, l’Ufficio Scolastico della tendosi con il gioco multimedia- presentanza in Italia della Commissione europea e delRegione Lombardia e la Fon- le “Chi vuol essere Europeo?”. dazione per la Scuola della Al progetto partecipano sei l’Ufficio a Milano del ParlaCompagnia di San Paolo, ha Istituti Superiori della provin- mento europeo, l’intera classe avviato la seconda edizione cia di Milano (ITIS “Italo Cal- vincitrice parteciperà ad un del progetto “L’Europa va a vino” di Rozzano; ITC “Era- viaggio studio a Strasburgo, scuola”. Il progetto intende mostrare e dimostrare ai giovani cittadini comunitari quale preziosa opportunità sia l’Europa per la loro crescita e formazione personale e professionale. Per trasmettere questo importante messaggio agli oltre 1000 ragazzi che saranno coinvolti nell’iniziativa, sono stati scelti strumenti innovativi: un forum, a cui si può accedere dal sito web dell’Ispi, a disposizione degli studenti per porre domande, scambiare informazioni ed esperienze sia con i loro amici che con i referenti dell’Ispi; un Una delle scuole che partecipano al progetto Cd-Rom (nuova edizione 2006 riveduta ed aggiornata) conte- smo da Rotterdam” di Bollate; dove potrà assistere ad una nente una parte documentale, ITC “Mosé Bianchi” di Monza; riunione del Parlamento euroricca di link per agevolare l’uti- ITC “Argentia” di Gorgonzola; peo. Gli studenti della classe lizzo dello strumento e la com- Liceo Scientifico e Liceo delle vincitrice potranno, inoltre, prensione dei termini più “tec- Scienze Sociali “Giuseppe partecipare all’incontro con il nici”, interviste a personalità di Torno” di Castano Primo; ITIS Presidente della Repubblica rilievo di livello europeo, carti- “De Nicola” di Sesto San Gio- italiana, Carlo Azelio Ciampi, ne dell’Unione allargata ed il vanni) e tre di Milano (Liceo che si terrà al Quirinale il 9 gioco a quiz “Chi vuol essere Classico “Giosué Carducci”; Maggio in occasione della festa ITC “Ettore Conti”; ITC “Nico- dell’Europa. Europeo?”. Il Cd-Rom ha la doppia funzione la Moreschi”). Nel corso dei Il progetto si aprirà, inoltre, di far conoscere, in modo mesi di febbraio, marzo ed con un evento iniziale, che si approfondito ma con un linguag- aprile sono previsti due terrà a Palazzo Clerici il prosincontri in ciascuna scuola: simo 14 marzo, al quale prenun primo di presentazione deranno parte Giorgio La dell’iniziativa, dibattito con Malfa, Ministro per le Politigli studenti e distribuzione che Comunitarie, Alberto Matdel Cd-Rom, ed un secondo tioli, Vice Presidente della durante il quale verrà dispu- Provincia di Milano, Lapo tata la prima manche del Pistelli, Parlamentare europeo gioco “Chi vuol essere Euro- e Carlo Secchi, Vice Presidenpeo?”. In questa occasione te dell’Ispi. All’incontro sarà sarà selezionata la classe vin- presente una classe per ogni citrice di ogni singolo istituto, scuola in rappresentanza dei che parteciperà alla manches degli studenti che prendono finale del gioco che si terrà a parte a questa seconda edizione La copertina del CD Palazzo Clerici verso gli inizi del progetto. “L’Europa va a scuola” ISPI - Relazioni Internazionali 9 Formazione AL VIA IL SECONDO MODULO DEL MASTER IN INTERNATIONAL AFFAIRS Si è aperto nel mese di gennaio il secondo modulo dell’edizione 2005-2006 del Master in International Affairs (MIA), organizzato dall’Ispi d’intesa con l’Istituto Diplomatico del Ministero degli Affari Esteri, e con il sostegno di Fondazione Cariplo, che vede quest’anno la partecipazione di 45 studenti. Il MIA, strutturato nei due Percorsi “Carriera Diplomatica” e “Organizzazioni Internazionali”, ha l’obiettivo di offrire una solida preparazione a chi voglia intraprendere una carriera in questi ambiti. Nel corso del primo modulo i partecipanti hanno avuto modo di approfondire, oltre alle materie “core” (Economia, Diritto Internazionale, Storia delle Relazioni Internazionali, Relazioni Internazionali) e ai corsi di lingua (Inglese e Francese/Spagnolo), temi legati alla negoziazione e alla prevenzione dei conflitti grazie all’intervento di Francesco Mancini dell’International Peace Academy di New York. Il corso ha avuto sia un approccio teorico, introducendo a teorie e metodologie di negoziazione e analisi e prevenzione dei conflitti, sia pratico, attraverso l’uso di case studies e di una simulazione negoziale sulla Corea del Nord. A partire da una situazione di crisi, gli studenti, divisi in gruppi rappresentanti stati (USA, Cina, Corea del Nord), organismi internazionali (Consiglio di Sicurezza e Segretariato Generale ONU, Agenzia Internazionale per l’Energia Atomica, Unione Europea) e media (CNN), hanno infatti dovuto interagire per risolvere la situazione di crisi, utilizzando le tecniche apprese teoricamente. Nell’ambito del corso di diritto gli iscritti al percorso Organizzazioni Internazionali hanno avuto inoltre, la possibilità di ascoltare la testimonianza 10 della Dottoressa Laura Zanotti del Department for Peacekeeping Operations delle Nazioni Unite che ha affrontato il tema delle operazioni di peace building analizzando il caso Croazia e il caso Haiti. Da segnalare, sempre per il percorso Organizzazioni Internazionali, l’intervento del Dottor Sandro Tucci, già portavoce dell’Agenzia di ONU per la droga e il crimine e di quella per i rifugiati in Palestina. Nel corso dei primi mesi del MIA i partecipanti hanno, inoltre, seguito seminari, dibattiti e convegni organizzati dall’Istituto, tra i quali ricordiamo la Tavola Rotonda “Le grandi potenze nell’economia globlale: G6, G8, G…” organizzata in occasione del 30° anniversario del Vertice di Rambouillet, con l’intervento di Alberto Martinelli e di Fabrizio Onida, e la Tavola Rotonda “L’Afghanistan dopo le elezioni parlamentari” con la partecipazione di Emma Bonino e di Ettore Sequi. Di particolare interesse i brevi incontri di testimonianza con studiosi stranieri di passaggio in Ispi quali, ad esempio, il Professor Sammi Makki, dell’Ecole des Hautes ètudes en sciences sociales che ha trattato il tema “The impact of the privatisation of security on civil-military relations in stability operations” e il Dottor Salah El Ouadie, Membro della Commissione equità e riconciliazione per stabilire la verità sulle violazioni dei diritti umani in Marocco tra il 1956 e il 1999. Il secondo modulo ha visto la continuazione, per entrambi i percorsi, dei programmi di Economia (economia internazionale, economia dello sviluppo, economia europea) e Diritto (diritti umani, diritto comunitario). Oltre a ciò gli studenti del percorso Carriera Diplomatica hanno proseguito l’approfondimento del programma di Storia delle Relazioni Internazionali. Quelli del percorso Organizzazioni Internazionali, invece, hanno intrapreso lo studio della struttura dei principali Attori Internazionali (Nazioni Unite, Unione Europea, Organizzazioni Non Governative, Stato Centrale e Enti Locali) e degli Affari Europei (rapporti tra le istituzioni comunitarie e lobbying, relazioni esterne dell’UE, politica di concorrenza, …). Nel corso dei prossimi mesi, la programmazione didattica prevede per il percorso diplomatico l’approfondimento del programma concorsuale con il proseguimento delle discipline di storia, diritto ed economia. Il percorso internazionale affronterà invece i corsi di specializzazione sulle aree di intervento delle organizzazioni internazionali, dall’emergenza allo sviluppo. Oltre a ciò i partecipanti potranno acquisire alcuni strumenti fondamentali per poter operare nel campo della cooperazione grazie a corsi quali, ad esempio, Project Cycle Management, Fund Raising, Microfinanza. Nel mese di marzo è previsto lo Study Tour per i ragazzi del percorso Carriera Diplomatica, che hanno l’occasione di recarsi a Bruxelles per effettuare l’ormai tradizionale visita alle Istituzioni comunitarie (Commissione e Consiglio), alla Rappresentanza italiana presso l’Unione Europea, al Quartier Generale della Nato e all’Ambasciata in Belgio. I partecipanti al percorso Organizzazioni Internazionali, invece, visiteranno nel mese di maggio le principali Istituzioni Umanitarie che hanno sede a Ginevra, quali ad esempio UNHCR o la Croce Rossa Internazionale. ISPI - Relazioni Internazionali Formazione WINTER SCHOOL: SESTA EDIZIONE E’ ormai nel pieno dello svolgimento la sesta edizione della Winter School che, dal 1999, propone un ampio catalogo di corsi brevi intensivi sulle principali tematiche relative allo scenario internazionale contemporaneo. La Winter Scool offre, infatti, a studenti, laureandi e giovani professionisti l'opportunità di costruirsi un percorso formativo internazionale frequentando corsi brevi, della durata di 15 ore ciascuno, su temi quali: -Sviluppo, con un’analisi approfondita delle caratteristiche e delle strategie di azione degli attori nonché dei principali settori di intervento e degli strumenti della cooperazione; -European Affairs, con temi quali la riforma delle istituzioni comunitarie, l’impatto della costituzione europea, i mutamenti dopo l’allargamento ai Paesi dell’est, nonché le diverse politiche europee in materia di concorrenza, welfare, sicurezza comune e cooperazione allo sviluppo; - Interventi umanitari, al fine di inquadrare il ruolo delle istituzioni preposte ad operare in contesti di emergenze causate da guerre, carestie o catastrofi naturali e le strategie di intervento; - Atlante geopolitico, per analizzare i temi più attuali legati ad aree di particolare interesse in ambito internazionale, mettendone in luce le caratteristiche storiche, politiche, sociali, culturali ed economiche. L’edizione della Winter School 2005-2006 si sta caratterizzando per due elementi fondamentali: l’attenzione all’attualità e il rinnovamento. Nel mese di dicembre sono stati, infatti, attivati due corsi finalizzati ad analizzare ed ISPI - Relazioni Internazionali approfondire le cause, le caratteristiche e le possibili evoluzioni dei movimenti terroristici internazionali e dei gruppi radicali di matrice religiosa. Nello specifico, il corso “Criminalità e Terrorismo Internazionale” ha preso in esame le matrici ideologiche e religiose del terrorismo internazionale, al fine di mettere in evidenza la natura globale dei suoi obiettivi e il ruolo della criminalità “tradizionale” come sua maggiore fonte di finanziamento. Per approfondire il rapporto tra terrorismo internazionale e fondamentalismo islamico è stato attivato, invece, il corso “Islam radicale e sicurezza internazionale”, che ha proposto un’analisi storica e dottrinale dell’espansione del radicalismo islamico, delle sue motivazioni e del legame tra sicurezza internazionale e risorse energetiche. Sul piano delle novità, nel mese di febbraio sono stati proposti due corsi dal taglio dichiaratamente pratico. “Tecniche di mediazione e metta di perseguire coerentemente un obiettivo umanitario, nel corso di operazioni in zona di guerra o di disastro naturale. A questo corso si è affiancato “Post conflict reconstruction” che, attraverso l’analisi degli strumenti e delle tecniche d’azione e delle metodologie adottate, ha voluto fornire una panoramica completa su come muoversi in contesti di ricostruzione post bellica. Questi due nuovi percorsi d’analisi, che già in questa prima edizione hanno riscosso un grande successo di pubblico con una media di 40 iscritti, rappresentano solo alcuni dei punti di forza del diploma in “Emergenze e interventi umanitari” che, pur essendo ormai alla sua quarta edizione, ha subito quest’anno una profonda trasformazione, subito premiata dagli utenti, con un record di iscrizioni che ad oggi ha toccato quasi le settanta unità. Ai due corsi obbligatori di inquadramento generale sulle emergenze umanitarie sono infatti stati affiancati da que- negoziali”, proposto il 3 e 4 febbraio con l’obiettivo di fornire strumenti necessari ad affrontare situazioni microconflittuali in un contesto di crisi analizzando le diverse tipologie di negoziato e cercando di sviluppare una capacità di mediazione che per- st’anno, corsi di approfondimento nuovi che permettono agli studenti di inquadrare in modo specifico il ruolo delle istituzioni preposte ad operare in contesti di emergenza, analizzandone le modalità di intervento e le specificità d’azione. 11 Corsi completamente nuovi come “The world food problem”, “Analisi e prevenzione dei conflitti”, “Gli interventi di statebuilding delle Nazioni Unite”, attraverso la loro impostazione marcatamente tecnica e la presentazione di molteplici case studies e lavori di gruppo, mirano a chiarire gli aspetti caratteristici della progettazione e dell’attuazione degli interventi umanitari in contesti d’emergenza umanitaria, con un’analisi degli attori internazionali coinvolti, delle professionalità richieste e delle strategie di gestione e finanziamento degli interventi stessi. Le novità proposte per il diploma, oltre ad aver portato ad un raddoppio nel numero di iscrizioni rispetto all’anno scorso forniscono gli strumenti e le conoscenze fondamentali per la partecipazione all’Advanced diploma in “Emergencies and humanitarian assistance”, il quale mira a fornire gli strumenti per poter operare nelle missioni internazionali di aiuto umanitario, focalizzando l’attenzione sugli aspetti pratici del lavoro in tale contesto e sull’interazione con i diversi attori presenti sul campo. Giunto alla sua seconda edizione e proposto per rispondere alla crescente domanda di specializzazione in questo settore, l’Advanced Diploma si strutturerà quest’anno in quattro corsi tenuti in lingua inglese realizzati presso la sede dell’Ispi e il John Knox Centre di Ginevra dove interverranno illustri rappresentanti delle organizzazioni internazionali e delle ONG che hanno sede a Ginevra. Sulla base dell’esperienza maturata nel 2005 con l’avvio di questo diploma avanzato, nel giugno 2006 verrà proposto anche per il percorso in Cooperazione e Sviluppo un diploma di specializzazione 12 che, strutturandosi in quattro corsi (analogamente a quello in Emergenze e Interventi Umanitari) permetterà un maggior approfondimento della gestione del ciclo di progetto e degli attori nazionali ed internazionali, governativi e non governativi, coinvolti nelle politiche di sviluppo. Tutte queste novità saranno affiancate da molteplici altre proposte formative “consolidate” negli ultimi anni. In primo luogo il diploma in “European affairs” dedicato a chi vuole analizzare i diversi aspetti - economici, politici e sociali - dell'azione dell'Unione Europea. Esso propone corsi di inquadramento, volti ad analizzare gli aspetti istituzionali e i fondamenti economici dell'UE, e corsi di approfondimento su tematiche settoriali, in particolare sulle diverse politiche europee. All’interno di questo percorso verranno proposti entro maggio 2006 alcuni corsi che, fin da ora, hanno ottenuto un grande successo in termini di iscrizioni. Primo fra tutti “Unione Europea e sviluppo” che si propone di fornire ai partecipanti un quadro esaustivo e sintetico della Politica di Cooperazione allo Sviluppo e di Assistenza Tecnica e Finanziaria adottate dall’Unione Europea con i Paesi Terzi con particolare riferimento a quelli in via di sviluppo. Seguendo un approccio multidisciplinare, che comprende aspetti di tipo giuridico, economico, politico e storico. verranno analizzate le linee guida e gli obiettivi di tale politica e saranno evidenziati gli sviluppi degli strumenti ad essa dedicati. A questa analisi si affiancherà nel mese di marzo quella sulla “Politica di vicinato dell’Unione Europea” che, partendo dall’esperienza dell’allarga- mento, prenderà in esame la capacità di attrazione della UE e le sue relazioni con i paesi vicini, sul piano sia politico e di sicurezza sia economico e finanziario. Altri approfondimenti proposti nella Winter School 200506 sono: “Povertà e sviluppo. Introduzione all'analisi e misurazione della povertà” che si pone l'obiettivo di familiarizzare gli studenti con le problematiche della misurazione della povertà monetaria e fornire alcune basi sugli strumenti più utilizzati. Il corso si basa su diversi documenti, in particolare sui Rapporti sullo sviluppo mondiale 2000 e 2006 della Banca Mondiale, sul Rapporto sullo sviluppo umano 2005 del UNDP, e sul manuale della Banca Mondiale su Poverty Analysis. È inoltre proposto il corso di “Cooperazione bilaterale e sviluppo” che presenta un’introduzione alle politiche, ai modelli e agli strumenti di gestione adottati dai Governi dei Paesi “donatori” nelle loro relazioni con i partner del Sud del mondo. Il passaggio dall’approccio “a progetto” a quello “a programma”, il ruolo degli attori dello sviluppo e la funzione delle realtà locali, presentati anche attraverso case studies. Anche quest’anno grande successo ha riscosso il corso “Project Cycle Management” che, dopo la prima soddisfacente edizione di gennaio, viene replicato anche a marzo e a maggio. Anche le prossime edizioni del corso si concentreranno sull’analisi degli aspetti operativi della cooperazione allo sviluppo, attraverso la presentazione dello strumento del “progetto”. Verranno analizzate - attraverso modalità didattiche interattive (analisi di casi, lavori in plenaria, testimonianza diretta di un operatore della ISPI - Relazioni Internazionali cooperazione) - le differenti fasi del ciclo di vita del progetto per fornire gli elementi di base indispensabili tanto per mettere a punto una più avanzata fase di studi, quanto per mettere i partecipanti in condizione di iniziare un apprendistato sul campo. Nei mesi di febbraio e marzo si svolgono inoltre altri corsi storici come: “I progetti di assistenza ai rifugiati” che, attraverso case studies, lavori di gruppo e testimonianze di funzionari internazionali ed operatori di ONG che hanno vissuto ed operato nei campi rifugiati e lavori di gruppo, intende fornire le basi indispensabili ad un’adeguata conoscenza degli aspetti operativi e manageriali della gestione delle emergenze umanitarie, unitamente ad una migliore comprensione dell’azione della comunità internazionale, dei vincoli di intervento, e del ruolo dei paesi donatori di fronte al problema dei rifugiati. “Africa oggi; la complessità dello sviluppo”, corso che ha l'intento di fornire una conoscenza ragionata sui problemi dello sviluppo dei paesi africani con riferimenti, approfondimenti e informazioni specifiche su alcuni casi selezionati. “Globalizzazione e povertà”, indirizzato a tutti coloro che intendono comprendere le complesse dinamiche che segnano l’economia e i mercati mondiali. Nello specifico, obiettivo del corso è l’approfondimento di queste tematiche con un approccio non “giornalistico”, ma capace di fornire gli strumenti adeguati per una corretta valutazione, attraverso delle lezioni di inquadramento del concetto di globalizzazione, della sua evoluzione, degli interessi che esso muove e sui nuovi attori che impone a livello internazionale. Tra marzo e aprile saranno poi riproposti i due corsi sui diritti umani “Il diritto nelle emergenze umanitarie” e “I diritti dell’uomo nelle situazioni di crisi che forniranno le basi per una comprensione della materia, con riferimento non solo agli aspetti giuridici della stessa, e in particolare alle principali convenzioni internazionali applicabili, ma anche a questioni più operative nel quadro delle tecniche Formazione PROGETTO CINA II EDIZIONE 2005: AVVIO DEI PROGETTI SUL CAMPO E’ terminata lo scorso 21 novembre la fase d’aula della seconda edizione 2005 dell’Advanced Diploma-Progetto Cina, curata da Ispi con il coordinamento scientifico della Professoressa Maria Weber, Senior Research Fellow dell’Osservatorio Cina dell’Ispi e docente dell’Università Bocconi. L’edizione autunnale di “Progetto Cina”, indirizzata in modo particolare a partecipanti provenienti da facoltà scientifiche (con una presenza in aula pari al 40% contro il 13% della prima edizione) e i cui partner promotori sono l’Istituto nazionale per il Commercio Estero, la Fondazione Italia-Cina, Assolombarda, la Banca Popolare di Milano e l’Università Bocconi (con compiti di coordinamento oltre che di realizzazione dell’iniziativa), è entrata da gennaio nella fase più operativa. Dieci dei 27 partecipanti alla fase d’aula hanno infatti superato nel corso di colloqui (svoltisi nel mese di dicembre) con le aziende associate a questa seconda edizione (Assocomaplast, Continuus-Properzi, Dmail Group, Impregilo, Gruppo Maimeri, Merloni Progetti, Nuova Asp, Sagsa, UCIMU Sistemi per produrre e Zambon), una ulteriore selezione e sono stati scelti per continuare l’esperienza sul campo. Dopo un briefing preparatorio in Italia, integrato da un approfondimento della lingua cinese incentrato più sulla conversazione e diretto a fornire ulteriori elementi linguistici di base per favorire l’approccio con la realtà cinese, i partecipanti sono partiti per la Cina a metà febbraio per continuare il loro tirocinio presso le sedi delle aziende associate dove si fermeranno per un periodo di sei mesi. ISPI - Relazioni Internazionali 13 Formazione UN CORSO ALL’ISPI PER I CONSIGLIERI DI LEGAZIONE Dal 21 al 23 marzo l’Ispi ospita, come di consueto su incarico dell'Istituto Diplomatico, un modulo formativo del Corso di Superiore Informazione Professionale per Consiglieri di Legazione del Ministero degli Affari Esteri. Prende parte al corso un gruppo di circa 20 Consiglieri di Legazione, diplomatici con circa dieci anni di esperienza nel servizio e che abbiano svolto incarichi in almeno due sedi all’estero. Il modulo, focalizzato sull'analisi del rapporto tra diplomazia e imprese, cerca di favorire un proficuo scambio tra questi due mondi, talvolta apparentemente distanti, che devono quotidianamente affrontare le sfide della globalizzazione e di una crescente internazionalizzazione. Il modulo si apre con un inquadramento teorico del Professor Mario Deaglio, già direttore de Il Sole 24 Ore, sui punti di forza e debolezza dell’Italia nell’economia mondiale attuale. Ad esso faranno seguito degli approfondimenti su alcune aree geografiche di interesse strategico per il nostro Paese (Sud-Est Europa e Russia, Cina, Mediterraneo) nell’ambito delle quali interverranno rappresentanti di numerose imprese appartenenti a vari settori: Diesel, Indesit, Italcementi, Pirelli, … Il programma prevede inoltre una visita in Assolombarda per incontrare i vertici dell’associazione. 14 di soluzione delle più gravi crisi che si possono verificare. I corsi presentati fino ad ora sono solo una parte di quelli che verranno realizzati all’interno di questa sesta edizione della Winter School, la quale entro maggio raggiungerà la quota record di 41 corsi realizzati. Al crescente numero di corsi proposti si accompagna comunque una crescente qualità della docenza e dei contenuti, testimoniata dalle valutazioni sempre positive dei partecipanti (la valutazione media della qualità dei corsi, in una scala da 1 a 10, ha raggiunto a febbraio 2006 l’8,2) e dal crescente numero di stu- denti che vengono informati delle nostre proposte formative da docenti universitari e amici che hanno già partecipato ai nostri corsi. Questo testimonia un alto livello di soddisfazione da parte di coloro che hanno frequentato la Winter School e che, sempre più spesso, prediligono un percorso come quello del diploma che, pur nella sua brevità e nella sua impostazione non professionalizzante, garantisce una buona formazione di base e un organico inquadramento del mondo della cooperazione, delle emergenze umanitarie e degli affari europei. A MILANO, NAPOLI E GENOVA LE GIORNATE SULLE CARRIERE INTERNAZIONALI PROMOSSE DALL’ISPI Si terranno anche quest’anno nel mese di maggio le giornate di orientamento alle carriere internazionali (diplomazia, organizzazioni internazionali, organizzazioni non governative) organizzate dall’Ispi. Per la prima volta l’Ispi si rivolge in particolare al pubblico del sud Italia proponendo un appuntamento a Napoli a metà maggio. Oltre a ciò l’Istituto organizzerà una giornata a Genova e una a Milano. Fin dal 1999 l’Istituto propone un appuntamento annuale di informazione sulle opportunità di inserimento e di crescita professionale in tali contesti dando la possibilità a molti giovani di conoscere direttamente dai protagonisti i requisiti e i percorsi formativi più adatti per accedervi. Nel 2001 ciò aveva portato l’Ispi ad organizzare “Globe 2001 - Salone italiano sulle carriere internazionali”, a cui avevano partecipato oltre 2.500 giovani provenienti da tutta Italia. Per rispondere alla crescente domanda di informazione in tale ambito, nel maggio del 2003 erano stati proposti due appuntamenti, uno a Milano e uno a Torino, ai quali avevano partecipato complessivamente oltre 1.300 giovani. Lo scorso anno è stata inoltre replicata a Torino. Alla luce della costante domanda di approfondimento sulle carriere internazionali e le modalità per accedervi, anche quest’anno l’Istituto ha pertanto deciso di dedicare alcuni momento a coloro che vogliono avvicinarsi alla diplomazia e al mondo della cooperazione e delle relazioni internazionali. Le manifestazioni previste nel mese di maggio saranno organizzate con il sostegno della Compagnia di San Paolo. ISPI - Relazioni Internazionali ISPI ISTITUTO PER GLI STUDI DI POLITICA INTERNAZIONALE Winter School Corsi brevi, di 15 ore ciascuno, per inquadrare le più attuali tematiche internazionali, proposti in versione “intensiva” nel periodo ottobre 2005 – maggio 2006. Diplomi ✓ ✓ ✓ Sviluppo e Cooperazione Internazionale Emergenze e Interventi Umanitari European Affairs Ogni diploma prevede la frequenza di cinque corsi scelti fra quelli della Winter School e della successiva Summer School. Diplomi Avanzati Approfondimenti dal taglio operativo, destinati a chi abbia già conseguito un diploma base dell’ISPI o abbia maturato una significativa esperienza sul campo. www.ispionline.it ISPI - Relazioni Internazionali 15 GLI APPROFONDIMENTI DI GLOBE LAVORARE NELLE CATASTROFI NATURALI Indonesia e Sri Lanka, Pakistan, Stati Uniti, sono solo alcune delle nazioni dove, tra il 2004 e il 2005, si è assistito a gravi catastrofi naturali che hanno provocato migliaia di morti, feriti e dispersi. A ciò si aggiungono gli enormi danni economici derivanti dalla brutale forza con cui terremoti, maremoti e uragani hanno travolto persone e cose. Ma cosa significa lavorare nelle catastrofi naturali? Quali i profili richiesti e come prepararsi? Lo chiediamo a Piero Calvi Parisetti, medico ed ex funzionario della Croce Rossa Internazionale e dell’Ufficio del Segretariato delle Nazioni Unite per il coordinamento delle operazioni umanitarie. “Occorre innanzitutto premettere che la risposta umanitaria alle catastrofi naturali ha un ciclo di vita breve: l’inter- vento di risposta all’emergenza si risolve infatti generalmente nell’arco di 6 mesi dall’avvenuto disastro, periodo dopo il quale viene avviata la ricostruzione. Chi opera in questi sei mesi? In generale non vi sono profili particolari rispetto ad emergenze di natura diversa, quale ad esempio quelle causate da un conflitto. Anche nel caso delle catastrofi naturali servono infatti esperti in quello che viene definito “relief” (organizzazione dei campi di alloggio temporaneo, distribuzione di viveri e articoli di prima necessità), logisti che si occupino della gestione e del trasporto di grandi quantità di materiale, pochi medici (più richiesti sono gli infermieri specializzati in interventi di emergenza, specializzazione sconosciuta in Italia), eccetera. Nel caso particolare dei terre- EMERGENZA TSUNAMI PROGETTI GESTITI DALLA PROTEZIONE (DIRETTAMENTE O ATTRAVERSO ONG) Tipologia di intervento 16 Costo degli interventi (in mln di €) Sviluppo economico-sociale 14.360 Pesca 5.809 Istruzione 10.386 Ripristino condizioni di vita 11.965 Sanità 9.224 Sistema igienico-sanitario 927 Monitoraggio 205 TOTALE CIVILE 52.876 moti, sono poi richiesti esperti di “urban search and rescue” (squadre specializzate nella ricerca e nel salvataggio dei sopravvissuti), ma per lo più si tratta di persone che già si occupano di questo professionalmente: personale della protezione civile e pompieri che, data la natura del loro lavoro, vengono occasionalmente inviati per dare supporto alla macchina umanitaria.” E’ quello che è accaduto, ad esempio, nell’emergenze post Tsumani con il coinvolgimento della Protezione Civile italiana. L’intervento del nostro paese a supporto delle popolazioni colpite ha visto infatti la protezione civile protagonista nella gestione dei fondi raccolti - proprio alla luce delle competenze specifiche dell’ente nella gestione di emergenze nazionali - con la realizzazione di quasi 50 progetti di ricostruzione (per un valore complessivo di quasi 53 milioni di euro, cfr. Tabella 1), implementati in gran parte da Organizzazioni Non Governative. Oltre a questo genere di interventi esistono una serie di attività nella preparazione di governi e comunità agli interventi di risposta alle catastrofi naturali, nelle quali sono coinvolti spesso funzionari di organizzazioni internazionali. “Le Nazioni Unite, in particolare attraverso UNDP (Programma ONU per lo Sviluppo) e l’Ufficio del Segretariato per il coordinamento delle operazioni umanitarie, svolgono un’attività di assistenza ISPI - Relazioni Internazionali ai governi e alle comunità locali per dare supporto alla riduzione delle catastrofi naturali attraverso la formulazione di norme e procedure da attivare e rispettare nel momento in cui si verifichi la catastrofe - continua Piero Calvi Parisetti - Si tratta di una vera e propria attività di assistenza tecnica svolta in gran parte dall’ONU (con il supporto della Croce Rossa e di alcune grandi ONG) che vede impegnati nei paesi ad alto rischio complessivamente circa 150 persone.” Esiste infine una terza area di intervento collegata alle catastrofi naturali, la cosiddetta “disaster reduction”. Si tratta di una serie di azioni, concordate con governi e comunità locali, finalizzate alla diminuzione dell’impatto della catastrofe. Anche in questo caso le Nazioni Unite svolgono un ruolo di assistenza e accompagnamento. All’interno della vasta gamma di offerte indirizzate a giovani al di sotto dei 28 anni, infatti, vengono bandite alcune posizioni presso progetti di Enti e Organizzazioni Non Governative all’estero. La stessa Protezione Civile ha reclutato, nel 2005, giovani per dare supporto a progetti nelle aree colpite dallo Tsunami. Succede, infine, che alcuni “coraggiosi” decidano di partire per dare supporto alle organizzazioni che lavorano nell’emergenza successiva ad una catastrofe naturale. “Le organizzazioni non amano molto questo comportamento: non sempre i volontari sono infatti realmente preparati ad affrontare questo genere di emergenze e rischiano di creare problemi anziché dare apporto”, spiega Piero Calvi Parisetti. Ma ci sono spazi per i giovani che vogliano lavorare in questo ambito? La strada da percorrere è quella tipica di chi voglia lavorare nel campo umanitario e della cooperazione. Il consiglio migliore è quello di fare riferimento a organizzazioni non governative che offrano percorsi formativi di avvicinamento al mondo della cooperazione e al volontariato organizzato, quali ad esempio lo SVI. Da ricordare inoltre la possibilità di partire attraverso il Servizio Civile Internazionale. ISPI - Relazioni Internazionali Capita tuttavia che talvolta il coraggio sia premiato, se supportato da un’adeguata preparazione. Un esempio confortante ci viene da Giovanni Cassani, che ha frequentato il Master in International Affairs dell’Ispi nel 2003-2004, e che alla fine del 2004 è partito per lo Sri Lanka, per dare supporto alle ONG che lavoravano nelle aree colpite dallo Tsunami. A distanza di più di un anno si trova ancora nel sud-est asiatico, dove gestisce progetti per lo IOM, l’Organizzazione Internazionale per le Migrazioni. I corsi Numerosi sono nel mondo i corsi di specializzazione sul tema della prevenzione e gestione dei disastri naturali. Si tratta generalmente di corsi rivolti a persone che abbiano già acquisito, tramite esperienza e studi precedenti, dimestichezza con i temi dell’umanitario. Alcuni di questi corsi, come ad esempio il nuovo corso in Emergency Preparedness and Disaster Response della Johns Hopkins University di Washington, sono rivolti a operatori sanitari (medici e infermieri). Altri sono maggiormente rivolti a persone che si debbano occupare della gestione e del coordinamento degli interventi in caso di disastri naturali come, ad esempio, il corso di International Disaster Management del Royal Military College of Science, legato alla Cranfield University in Inghilterra, che ha una durata di tre settimane ed è rivolto a fornire strumenti specifici di management amministrativo dopo un calamità naturale. L’Università di Coventry propone infine un vero e proprio Master della durata di un anno (due anni se seguito in modalità part-time) in Disaster Management, per approfondire gli aspetti sociali, politici e ambientale della prevenzione delle calamità naturali. 17 Speculando E’ proprio così che è nata la necessità di riformare il Patto: con un’applicazione troppo poco severa negli anni di buona crescita e le pressioni politiche dei Paesi più grandi in difficoltà di bilancio. Fino a quando, nel novembre 2003, la procedura contro i deficit eccessivi di Francia e Germania, che la Commissione suggeriva di proseguire secondo le regole del Patto allora in vigore, fu sospesa dal Consiglio, presieduto dall’Italia. Fu una decisione che, oltre a suscitare disappunto e scandalo fra i Paesi membri più piccoli e fra i nuovi, venne in seguito censurata dalla Corte di Giustizia. Il conflitto istituzionale creò una situazione di stallo da cui si poté uscire solo con la riforma del marzo 2005 che ha addolcito il Patto. La flessibilizzazione del Patto può anche, in teoria, essere usata bene, rendendo il suo monitoraggio e la sua disciplina effettivamente aderenti alle condizioni specifiche e alle prospettive di ogni singola economia, e dunque più appropriate ed efficaci, ma mantenendo rigore e severità nel richiedere gli impegni di aggiustamento e nel sanzionare il loro mancato rispetto senza usare particolari cautele nei confronti dei Paesi più grandi e influenti. Se la riforma può essere usata in modo vizioso o virtuoso, è cruciale seguire i modi con cui viene applicata. La Banca Centrale Europea, da sempre contraria alla riforma (si veda, ad esempio, l’articolo in proposito sul suo Bollettino Mensile dell’agosto 2005, pp. 6176) ha ammesso che le sue conseguenze “dipenderanno dalla sua attuazione”, osservando che “è essenziale che si stabiliscano i giusti precedenti fin dall’inizio. 18 Quale impressione si ricava dai risultati della prima rilevante occasione di messa in atto delle nuove regole? Nel complesso sembra che l’Ecofin abbia esaminato e giudicato con puntualità e rigore i Programmi di Stabilità presentati dai Paesi, particolarmente quelli dei cinque con “deficit eccessivo”. D’altra parte, negli inviti rivolti a questi Paesi perché mantengano effettivamente gli impegni di aggiustamento presi con tali Programmi, si legge spesso l’opinione che gli esiti delle misure adottate per limitare deficit e debito sono molto incerti e legati a previsioni troppo ottimistiche, e che occorre al più presto individuare e promuovere nuove misure restrittive. A questo fine i Paesi sono invitati a interagire con i servizi della Commissione e a riferire con continuità al Consiglio. Bisognerà dunque attendere ancora per avere l’evidenza, richiesta dalla Bce, che il nuovo Patto “stabilisce i giusti precedenti”. I deficit eccessivi, constata il Consiglio, rimangono tali. La Francia è, fra i cinque, il Paese più prossimo a rientrare sotto il 3% del Pil: ciò è forse già avvenuto nel 2005, come era stato a suo tempo richiesto, anche se con l’aiuto di ingenti “una tantum”. Portogallo e Grecia devono aggiustare entro, rispettivamente, il 2008 e il 2007: nel frattempo dovranno dar conto dei risultati degli sforzi di correzione che, il Consiglio riconosce, sono in corso. La Germania ha mancato, anche se non di molto, l’aggiustamento che doveva fare nel 2005: le è ora richiesto di scendere sotto il 3% entro il 2007, pena l’avvio del meccanismo sanzionatorio. Le misure minime per ottenere tale risultato sono già state prese ma vanno rafforzate e controllate in modo continua- tivo nella seconda parte di quest’anno. L’Italia, il cui deficit pubblico, dal 4.1% del Pil preconsuntivato per il 2005 deve scendere sotto il 3% entro il 2007, ha votato in dicembre la Legge Finanziaria, la cui totale applicazione assicurerebbe una parte della correzione nel 2006, ma non ha invece indicato – come richiede il Codice di Condotta del Patto – alcun provvedimento specifico in grado di completare il rientro nel 2007 e, in seguito, consolidarlo. Il Consiglio la invita a farlo al più presto (peccato sia un anno elettorale!). L’Italia dovrebbe anche rivedere le sue procedure di bilancio e la loro relazione con i Programmi di Stabilità che trasmette a Bruxelles, mettendosi in grado di indicare l’impegno a prendere misure che vadano oltre l’orizzonte annuale della Legge Finanziaria. Possiamo dunque concludere che agli “esami di aggiustamento fiscale” i Paesi sono stati “rimandati a settembre”, come si usava fare a scuola anni fa. In alcuni casi gli “esami di riparazione” avverranno attorno al prossimo autunno. Ma dobbiamo soprattutto concludere che anche la riforma del Patto è stata “rimandata” all’esame di adeguatezza che deve superare. Dalle deliberazioni di marzo si ricava un filo di speranza che il nuovo Patto venga applicato seriamente dalla Commissione e dal Consiglio. Ma non c’è ancora la prova concreta della capacità del Patto di incidere in modo davvero rigoroso anche quando il rigore ha un rilevante costo politico per i Paesi che si autogiudicano nell’Ecofin. “Speculiamo” che, a questo proposito, sarà decisiva l’evidenza a cavallo della fine di quest’anno. ISPI - Relazioni Internazionali ISPI da leggere di attori non statuali, come le organizzazioni del terrorismo islamico. In conclusione, secondo l’autore, nel complesso ne deriva la revisione dell’approccio americano alla politica di sicurezza che indulge sempre più spesso alla tentazione dell’azione preventiva. Nel novembre 2005 sono stati pubblicati due Policy Brief. Il primo “Proliferazione nucleare e crisi della deterrenza: una sfida all’unipolarismo” di Corrado Stefanachi, analizza la situazione attuale del sistema delle relazioni internazionali con un accento specifico sulle sfide all’unipolarismo. La stagione inaugurata alla fine della Guerra Fredda consegna agli Stati Uniti da una parte una superiorità politico-strategica senza precedenti, o comunque tale da giustificare la caratterizzazione del sistema internazionale post-bipolare in termini di “unipolarismo”, dall’altra riconfigura la politica di sicurezza americana sulla base del presupposto che la deterrenza non è più un’opzione strategica affidabile nell’attuale scenario internazionale. Due scenari in particolare, accomunati dalla prospettiva della proliferazione di armi di distruzione di massa, moltiplicano i dubbi americani circa la persistente validità degli schemi dissuasivi ereditati dalla stagione della Guerra Fredda: l’acquisizione di armi di distruzione di massa da parte di potenze regionali insoddisfatte dello status quo in aree geopolitiche di interesse prioritario per gli Stati Uniti e il possesso di capacità non convenzionali da parte ISPI - Relazioni Internazionali Il secondo Policy Brief, intitolato “I corridoi di trasporto transeurasiatici: non solo economia”, di Fabrizio Vielmini, è dedicato all’importanza che stanno progressivamente assumendo i paesi dello spazio post-sovietico in virtù della loro posizione mediana fra Europa e Pacifico. In particolare viene sottolineato come il crescente interscambio fra le economie europee e quelle dell’Asia orientale crea un’opportunità strategica per gli ex paesi ad est della cortina di ferro. La costituzione di corridoi di trasporto internazionale (CTI) può fare di questi ultimi dei “ponti fra Oriente e Occidente” favorendo non solo la loro uscita dalla depressione economica causata dalla scomparsa dell’URSS, ma anche e soprattutto la stabilizzazione di regioni fortemente a rischio quali l’Asia centrale e il Caucaso. Sul piano geopolitico, i corridoi sono un fattore importante nell’indurre le potenze contigue a un comportamento multilaterale, creando così le precondizioni per un’impostazione dei rapporti eurasiatici su linee di cooperazione anziché di confronto militare. I CTI offrono inoltre ad attori esterni, quali l’Europa e i paesi dell’Asia orientale, la possibilità di essere presenti nella regione in sintonia con gli interessi di Russia, Cina e Iran. Ma affinché queste prospettive divengano reali è necessario che lo sviluppo dei CTI venga affrontato da parte di tutti gli attori coinvolti in una prospettiva strategica di lungo periodo. Nei commenti conclusivi del Policy Brief emerge che finora gli Stati post-sovietici e le potenze regionali limitrofe sono stati per lo più in competizione per attirare flussi commerciali sui propri territori. Nonostante accordi quadro concernenti il trasporto siano stati sottoscritti nell’ambito di tutte le numerose strutture multilaterali a cui gli Stati della regione hanno aderito negli ultimi anni, la dimensione bilaterale continua a predominare nella regolazione dei flussi di transito. L’esigenza di sanare le situazioni di conflitto costituisce un grosso stimolo a superare le divisioni e a fare dei CTI un volano alla ripresa economica delle aree a rischio (come esemplificato dalla situazione del Kirghizistan, il cui collasso finale metterebbe in questione una buona parte degli schemi di trasporto trans-eurasiatici). In questo ambito, le dimensioni multilaterali regionali sono un elemento imprescindibile per la formazione di sistemi di trasporto eurasiatici realmente operativi. Il pieno utilizzo del potenziale dei corridoi avverrà solo di fronte a uno sforzo comune di tutti, nel quadro di un accordo d’insieme di lungo termine che miri in primo luogo alla stabilità geopolitica. Nel dicembre 2005 è stato pubblicato il Policy Brief dal titolo “La Convenzione sulle armi tossiche e batteriologiche: prospettive per la Conferenza di Riesame” di Raffaele De Benedictis. L’autore analizza la Convenzione che proibisce sviluppo, produzione e stoccaggio di armi tossiche e batteriologiche, che viene descritta come uno dei “grandi trattati” sul disarmo internazionale ed è complemento fondamentale al Protocollo di Ginevra del 1925, che vieta il solo uso di tali armi. La Conferenza di Riesame della 19 Convenzione, in programma nel 2006, è uno degli impegni internazionali più rilevanti nel campo del disarmo. Alla Conferenza di Riesame dovranno essere approfondite, anche su impulso dell’Unione Europea, importanti tematiche tra cui l’universalità della Convenzione (il numero degli Stati parte è limitato a 154 e cresce con lentezza rispetto, ad esempio, alla Convenzione contro le armi chimiche); la trasparenza e il rispetto della Convenzione (una crescente preoccupazione è se si possa dimostrare il pieno rispetto della Convenzione in assenza di un meccanismo di controllo trasparente); l’impatto dei rapidi sviluppi scientifici; la possibilità che gruppi terroristici si impadroniscano o sviluppino armi biologiche. Di particolare interesse è la parte dedicata al ruolo dell’Unione europea nella Convenzione. Il punto di riferimento più importante dell’UE nell’ambito della Convenzione è la Strategia contro la proliferazione delle armi di distruzione di massa adottata nel dicembre 2003. Tale documento testimonia l’impegno dell’Unione europea nei confronti dei temi della non proliferazione. L’Unione europea ha definito la riduzione della minaccia biologica come una priorità emergente. La Strategia e il Piano d’Azione adottati nel 2003 hanno, infatti, enfatizzato la necessità di espandere le iniziative di riduzione delle minacce per garantire la sicurezza degli agenti patogeni e delle tossine negli impianti ereditati dai programmi dell’ex Unione Sovietica. Nonostante si sia registrato uno scarso dibattito pubblico in Europa sulle implicazioni della Convenzione per il controllo delle armi e sulle possibili conclusioni dei negoziati stessi, l’Unione europea ha però mostrato un sempre maggiore attivismo nell’ambito della Convenzione. Inoltre, la legislazione dei paesi membri dell’Unione europea è suscettibile di divenire un modello cui ispirarsi. 20 Sempre nel dicembre 2005 è stato pubblicato il Policy Brief dal titolo “Turchia, Stati Uniti e NATO: un’alleanza all’interno dell’alleanza” di Mustafa Kibaroglu. L’autore sottolinea come la discrepanza fra il punto di vista europeo e quello americano in merito a “quale territorio difendere contro chi” sia stata una costante all’interno dell’Alleanza Atlantica sin dall’ingresso della Turchia nel 1952. Considerata la riluttanza degli europei alla difesa della Turchia, nella maggior parte dei casi erano gli americani a prevalere nelle discussioni su questo tema all'interno dell'Alleanza. Di conseguenza, molti turchi hanno finito per identificare la NATO con gli Stati Uniti e durante gli anni della Guerra Fredda le relazioni tra Turchia e Stati Uniti si sono sviluppate come un’alleanza all'interno dell'Alleanza. Le implicazioni negative di questa divergenza tra americani ed europei per la Turchia sono venute alla luce nel 2003, quando il Governo turco ha chiesto al Consiglio Nordatlantico l'applicazione dell'art. 4 del Trattato di Washington. Francia e Germania, insieme a qualche altro Stato membro, si sono opposte alla richiesta, rafforzando agli occhi dei turchi il valore delle relazioni con gli Stati Uniti. Tuttavia, nella guerra contro il terrorismo l'Alleanza potrebbe assumere un nuovo ruolo globale, che potrebbe essere sostenuto sia dagli europei che dagli americani. Il mantenimento della NATO è infatti di grande importanza per la sicurezza turca nel nuovo contesto della sicurezza internazionale, drasticamente cambiato negli ultimi anni. A differenza del passato, quando esisteva una grave minaccia ai confini dell'Alleanza esercitata da un nemico ben individuato, oggi le minacce esercitate sugli alleati dai nuovi attori difficilmente identificabili non hanno confini. Ciò che più preoccupa è la possibilità che gruppi terroristici possano disporre di armi di distruzione di massa e utilizzarle nei loro attacchi. In questo caso nessuno scudo missilistico, nessuna arma nucleare e nessun esercito nazionale potrebbe fronteggiare adeguatamente la minaccia. L’intelligence è probabilmente uno degli strumenti più efficaci che gli Stati hanno a disposizione per difendere i loro cittadini e i loro valori dalle minacce esercitate dai nuovi attori. Chi ha preso di mira gli Stati Uniti, il Regno Unito, la Spagna e la Turchia potrebbe attaccare in futuro altri membri della NATO. Una intensa cooperazione è dunque necessaria. L’ intelligence, data la natura riservata delle informazioni, è tuttavia un ambito in cui la cooperazione è particolarmente difficile. In ogni caso, la NATO si presta, sia per competenza che per affidabilità, ad essere una sede ideale di cooperazione, dove nel corso degli anni si è sviluppato un sofisticato sistema di raccolta e condivisione delle informazioni di intelligence. L’autore conclude suggerendo di rafforzare gli strumenti della NATO per mezzo dell’ampliamento della stessa Alleanza, beneficiando così dell’intelligence che altri Stati possono fornire. In questo modo l'Alleanza potrebbe assumere un nuovo ruolo globale, che potrebbe essere sostenuto sia dagli europei che dagli americani. La Turchia può contribuire a questo nuovo ruolo grazie alle sue capacità di intelligence e alla condivisione di interessi in diversi ambiti con i paesi vicini, per i quali la lotta al terrorismo è una questione di primaria importanza. Inoltre, la Turchia potrebbe contribuire al peace-keeping e al peace-making cosi come alla riabilitazione post-conflitto e agli sforzi di ricostruzione in regioni problematiche, come i Balcani, l’Africa, l’Afghanistan e, forse, anche in Iraq. Da questo punto di vista, la futura adesione turca all’Unione europea potrebbe rappresentare un fattore unificante dell’Alleanza piuttosto che un nuovo fattore di divisione. ISPI - Relazioni Internazionali “IN NETWORK” CON ISPI: VILLA VIGONI UN DIRITTO ALLA BELLEZZA? ARCHITETTURA TRA ITALIA E GERMANIA “Troppo spesso ci capita di definirci creature pratiche, animali politici. Ma in noi alberga un impulso molto più grande, la tendenza verso quello che chiamerei semplicemente l’universale. Ed è proprio su questo terreno comune che ci avviciniamo a quello che realmente ci lega: cultura, storia, lingua. Perché è qui, in quella che a me piace chiamare ‘la Repubblica dell’immaginazione’, che riveliamo davvero la nostra natura di esseri umani”. Così ha scritto recentemente Azar Nafisi, l’autrice di Leggere Lolita a Teheran, richiamando l’attenzione sulla straordinaria forza di attrazione che i grandi capolavori della letteratura occidentale possono esercitare anche all’interno del mondo islamico; la riflessione della Nafisi prende spunto da un’osservazione di Italo Calvino, il quale ricordava come, accanto all’impegno per la liberazione dell’uomo, “dev’esserci anche la bellezza”. Proprio con un riferimento alla qualità architettonica o a quella del paesaggio, di un vero e proprio “diritto alla bellezza” si incomincia timidamente a parlare: in particolare nella costituzione finlandese si prevede un esplicito diritto alla qualità architettonica e urbana. In altri casi sta sempre più emergendo un’insoddisfazione crescente verso quella clonazione urbana propria di un mondo globalizzato, contro la quale, ad esempio in Inghilterra, si è giunti recentemente ad aperte e clamorose forme di protesta. A un altro livello di dibattito giuridico e politico, un diritto alla bellezza era implicitamente richiamato nella Convenzione europea sul paesaggio, alla cui formulazione l’Italia ha dato un contributo fondamentale. ISPI - Relazioni Internazionali Il Centro italo-tedesco di Villa Vigoni a Loveno di Menaggio sul lago di Como sorge nella villa omonima, carica di ricordi nel segno della tradizione di Goethe e Manzoni e lasciata in eredità alla Repubblica federale di Germania dall’ultimo erede della famiglia italo-tedesca Mylius-Vigoni. In seguito a un accordo tra i due governi, esso svolge dal 1986 la funzione di un forum di eccellenza nei rapporti bilaterali tra Italia e Germania attraverso la realizzazione di un’intensa attività scientifica, convegnistica e formativa. Centro italo-tedesco Villa Vigoni – Via Giulio Vigoni, 1 – 22017 Loveno di Menaggio (CO) Tel. 0344/36111 – Fax 0344/361210 – e-mail: [email protected], http: www.villavigoni.it Di questa tematica si è parlato nel corso della Accademia internazionale di progettazione, che si è svolta recentemente a Villa Vigoni; a questa iniziativa, giunta quest’anno alla sua sesta edizione, hanno partecipato studenti e dottorandi di architettura e urbanistica provenienti da alcune università italiane e tedesche. Al di là delle divergenze e delle freddezze politiche, al di là dell’apparente affievolirsi degli scambi culturali tra i due Paesi, emergono nuovi settori come quello dell’architettura e più in generale del disegno del territorio, nei quali il dialogo tra Italia e Germania si alimenta in modo nuovo. Questi nuovi settori di interscambio culturale possono indurre altresì a riflessioni significative anche per ricercare nuovi ambiti di interscambio economico; ad esempio nel quadro di quel processo di trasformazione dal made in Italy all’Italian style, questo “diritto alla bellezza” può svelare alcune nuove integrazioni, alcune nicchie di mercato dove il vantag- gio competitivo del Sistema Italia, in questo caso inquadrato in un più generale Sistema Europa, può affermarsi con successo. Nel corso di questa Accademia internazionale di progettazione, che rappresenta una delle iniziative formative sviluppate da Villa Vigoni, si è incominciato a riflettere su questi temi, soprattutto attraverso l’elaborazione di progetti concreti, di grande efficacia visiva, su alcuni casi di studio dell’area lariana, inquadrata come privilegiata area di riequilibrio in connessione al sistema metropolitano lombardo e al sistema infrastrutturale europeo. L’entusiasmo, la passione e la competenza con la quale studenti, dottorandi e docenti italiani e tedeschi hanno lavorato per circa dieci giorni, inducono a sperare che tali progetti non rimangano in futuro confinati nell’ambito dei sogni e delle utopie. Aldo Venturelli Segretario Generale di Villa Vigoni 21 ALUMNI Nicola Faganello Nicola Faganello nasce a Portogruaro (Venezia) il 2 luglio 1967 e si laurea in giurisprudenza il 6 novembre del 1991 presso l’Università di Trento con una tesi in Diritto Internazionale su “Le sanzioni non comportanti l’uso della forza nel Diritto Internazionale” con il Professor Mauro Politi. Subito dopo la laurea fra il 1991 e il 1992 frequenta il Corso in preparazione alla Carriera Diplomatica presso l’Ispi. Fra il giugno 1993 e gennaio 1994 arricchisce la sua esperienza con la pratica forense presso l’Ordine Avvocati di Trento. Nel maggio del 1993 in seguito all’esame di concorso viene nominato Volontario nella carriera diplomatica e frequenta fino al marzo dell’anno successivo un corso di formazione professionale presso l’Istituto Diplomatico. Dopo questo periodo di formazione, diventato Segretario di legazione il 18 marzo del 1994, presta servizio presso la Direzione Generale Emigrazione e Affari Sociali, all’Ufficio Ricerca Studi e Programmazione. Rimane in aspettativa per un anno dall’aprile del 1994 all’aprile del 1995 per adempiere agli obblighi militari di leva operando allo Stato Maggiore della Difesa presso l’Ufficio di Politica Militare. Terminata l’aspettativa viene nominato Vice Capo Segreteria del Direttore Generale alla Direzione Generale Emigrazione e Affari Sociali, diventa a dicembre del 1995 Secondo segretario ad Atene con la carica di Responsabile per Settori Stampa e Politica Interna per poi essere nominato nella stes- sa sede nel novembre del 1997 Primo segretario di legazione. Viene trasferito a Jakarta il 1 ottobre del 1999 come Primo segretario commerciale con la funzione di Capo Ufficio Commerciale e responsabile settore Cooperazione allo Sviluppo e dal 1 settembre 2002, Vicario Capo Missione. Diventa Consigliere di legazione il 2 luglio 2003 collaborando alla Direzione Generale Personale, come Capo Sezione Pubblicazioni. Nello stesso anno viene nominato Cavaliere dell'Ordine al Merito della Repubblica. Da dicembre 2004 a giugno 2005 segue presso l'Istituto Diplomatico, il corso di aggiornamento professionale per Consiglieri di legazione e attualmente, dall’agosto del 2005, è Vicario del Capo Ufficio I della Direzione Generale Personale. Di passaggio in ISPI Daniel Aguirre, European Master’s Degree in Human Rights and Democratisation, Venezia; Emma Bonino, Deputato Europeo; Francesco Bortot, Gruppo Unicredito; Paolo Branca, Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano; Renato Brunetta, Commissione Industria ed Energia, Parlamento europeo; Giampaolo Calchi Novati, Università degli Studi di Pavia; Piero Calvi-Parisetti, Gignos Institute Ginevra; Angelo Maria Cardani, Università Bocconi; Maria Carla Cardelli, Medici senza Frontiere Italia; Renzo Cavalieri, Università Ca’ Foscari di Venezia e Università degli Studi di Lecce; Stefano Chiarlone, UniCredit; Carlo Corti, Ufficio coordinamento attività internazionali, Ministero di Giustizia; Paolo Cotta Ramusino, Pugwash Conferences e Università degli Studi di Milano; Luigi Curini, Università degli Studi di Milano, Mariarosa Cutillo, Mani Tese; Carlotta Dal Lago, Università degli Studi di Milano; Rodolfo Danielli, Italcementi; Luca De Benedictis, Università degli Studi di Macerata; Massimo de Leonardis, Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano; Anna Della Croce, Ministero degli Affari Esteri; Primo Di Blasio, FOCSIV; Luca De Fraia, ActionAid International; Massimo Gaiani, Ministero delle Politiche comunitarie; 22 Elias Gerovasi, Mani Tese; Karl Giacinti, Università di Siena, Centro Studi Difesa Civile; Tommaso Giocoladelli, Piaggio; Elisa Giunchi, Università Statale di Milano; Franz Gustincich, esperto elettorale; Matteo Grazzi, Università Bocconi; Laura Iucci, Global Compact Italy, Nazioni Unite; Françoise Lemoine, Centre d’Etudes Perspectives et d’Informations Internationales; Klaus-Heiner Lehne, Partito popolare europeo della Commissione giuridica tedesca; Francesco Mancini, International Peace Academy; Alfredo Luigi Mantica, Ministero degli Affari Esteri; Maurizio Martellini, Università dell’Insubria e Landau Network, Centro Volta di Como; Alberto Martinelli, Università degli Studi di Milano; Barbara Marziali, Movimondo; Paolo Mastrolilli, La Stampa e Radio Vaticana; Philippe Maystadt, Banca Europea per gli Investimenti; Maurizio Molinari, La Stampa; Mario Monti, Università Bocconi e Bruegel Institute; Elias Moyersoen, Istituto degli Innocenti, Firenze; Jacopo Monzini, Consulente Ihdnetwork Consulting; Mario Nava, Università Bocconi e Commissione europea; Elisa Nicodano, CeMiSS; Enzo Nucci, Tg3; Fabrizio Onida, Università Bocconi; Alp Ozerdem, York University; Antonio Panzeri, Commissione Occupazione e Affari sociali, Parlamento europeo; Federico Perotti, CISV; Antonella Prete, Presidenza Regione Lombardia; Mario Ragazzi, Università di Bologna e OBREAL; Sergio Romano, Corriere della Sera; Rachid Mohamed Rachid, Ministero dell’Industria e del Commercio egiziano; Paolo Romagnoli, Consorzio di ONG IRIS; Giacomo Sanfelice, Ministero degli Affari Esteri; Claudio Scajola, Ministero delle Attività Produttive; Cristina Scarpocchi, Università della Valle d’Aosta; Giusto Sciacchitano, Direzione Nazionale Antimafia; Giovanni Scotto, Università di Firenze; Ettore Sequi, Ambasciata d’Italia a Kabul; Vincenzo Spaziante, Protezione Civile; Surinder Suri, Global Economic Management & Associates; Danilo Taino, Corriere della Sera; Gianfranco Tatozzi, Commissariato per la prevenzione e il contrasto della corruzione; JeanLeonard Touadi, RAI e Nigrizia; Ugo Tramballi, Il Sole 24 Ore; Sergio Vento, già Ambasciatore d’Italia negli Stati Uniti e presso l’Onu; Silvia Vernaschi, Consulente Ministero Affari Esteri; Iacopo Viciani, ActionAid International; Tiziana Votta, Gruppo Carraro; Roberto Zadra, Centro Armi di distruzione di massa, Nato. ISPI - Relazioni Internazionali Day by day OTTOBRE Gio. 27 – Sab. 28 Seminario Italo Tedesco “Il futuro della politica estera e di sicurezza europea. I punti di vista di Italia e Germania” NOVEMBRE Gio. 3 Ven. 4 Ven. 4 – Sab. 5 Mer. 9 Lun. 14 Mar. 15 Ven. 18 Ven. 18 – Sab. 19 Mer. 23 Ven. 25 Ven. 25 – Sab. 26 Tavola Rotonda “Ma la Cina rispetta le regole?” (Renzo Cavalieri, Danilo Taino, Maria Weber) Corso “La WTO e i negoziati commerciali” (Luca De Benedictis, Massimo Gaiani, Lucia Tajoli) Corso “La cooperazione internazionale allo sviluppo” (Paolo Romagnoli, Cristina Scarpocci, Javier Schunk) Tavola Rotonda “I rapporti Italia-Usa visti dalla Cia” (Massimo de Leonardis, Paolo Mastrolilli, Maurizio Molinari, Sergio Romano, Sergio Vento) Tavola Rotonda “L’Europa a rischio criminalità?” (Franco Bruni, Carlo Corti, Donato Masciandaro, Giusto Sciacchitano, Gianfranco Tatozzi) Tavola Rotonda “Le grandi potenze nell’economia globale: G6, G8, G…” (Boris Biancheri, Alberto Martinalli, Fabrizio Onida) Tavola Rotonda “L’Afghanistan dopo le elezioni parlamentari” (Emma Bonino, Anna Della Croce, Enzo Nucci, Ettore Sequi, Sandro Tucci) Corso “Imprese Responsabili per uno sviluppo sostenibile” (Maria Carla Cardelli, Carlotta Dal Lago, Nicoletta Ferro, Laura Iucci, Barbara Marziali, Silvia Vernaschi) Tavola Rotonda “Dove va l’aiuto umanitario? Riflessioni a un anno dallo Tsunami” (Luca De Fraia, Antonella Prete, Gianni Rufini, Vincenzo Spaziante, Danilo Taino) Incontro “Gli investimenti a sostegno del capitale umano, della ricerca e della competitività in Europa” (Franco Bruni, Philippe Maystadt) Corso “Analisi e prevenzione dei conflitti” (Karl Giacinti, Francesco Mancini) Corso “Unione Europea e America Latina: opportunità e sfide” (Francesco Bortot, Matteo Grazzi, Paolo Manzo, Antonella Mori, Mario Ragazzi) DICEMBRE Ven. 2 – Sab. 3 Mar. 6 Lun. 12 Ven. 16 – Sab. 17 Corso “Integrazione e istituzioni nell’Unione Europea allargata” (Carlo Altomonte, Francesco Passarelli, Antonio Villafranca) Convegno “Verso una nuova governance economica in Europa” Tavola Rotonda “Le sfide del disarmo e della non proliferazione” (Boris Biancheri, Alfredo Luigi Mantica, Paolo Cotta Ramusino, Giacomo Sanfelice, Roberto Zadra) Corso “Education and Development” (Daniel Aguirre, Mariarosa Cutillo, Elias Gerovasi, Joseph Moyersoen) Corso “Emergenze umanitarie (corso avanzato)” (Francesca dell’Acqua, Piero Calvi-Parisetti, Gianni Rufini) Corso “Islam radicale e sicurezza internazionale” (Elisa Giunchi, Maurizio Martellini, Riccardo Redaelli, Franco Zallio) GENNAIO Mer. 18 Ven. 27 – Sab. 28 Business Council Italo-Egiziano Corso “Project Cycle Management” (Federico Perotti, Javier Schunk) Corso “ONG e sviluppo” (Guido Barbera, Primo di Blasio, Federico Perotti, Michele Romano, Javier Schunk) FEBBRAIO Lun. 6 Ven. 3 – Sab. 4 Ven. 10 – Sab. 11 Da Lun. 13 a Ven. 24 Mar. 14 Ven. 17 Ven. 17 – Sab. 18 Gio. 23 Ven. 24 – Sab- 25 ISPI - Relazioni Internazionali Colloquium Privatissime (Klaus-Heiner Lehne) Corso “Tecniche di mediazione e negoziali” (Karl Giacinti, Gianni Rufini, Giovanni Scotto) Corso “Unione Europea: mercato e concorrenza” (Angelo Cardani, Francesco Passarelli, Stefano Riela) Corso “Election Monitoring” (Francesca dell’Acqua, Franz Gustincich, Marco Montanari) Mostra “I viaggi di Mozart in Italia” Tavola Rotonda “L’Islam alle urne” (Paolo Branca, Ugo Tramballi, Franco Zallio) Seminario “Sistema Italia, Standort Deutschland: stato sociale e competizione globale” Corso “Ambiente ed economia: lo sviluppo sostenibile” (Gabriele Caiati, Michele Candotti, Jacopo Monzini) Corso “La cooperazione internazionale allo sviluppo” (Paolo Romagnoli, Cristina Scarpocci, Javier Schunk) Tavola Rotonda “India: opportunità di mercato e prospettive in un'economia emergente” (Boris Biancheri, Stefano Chiarlone, Rodolfo Danielli, Tommaso Giocoladelli, Françoise Lemoine, Fabrizio Onida, Surinder Suri, Ugo Tramballi, Tiziana Votta) Tavola Rotonda “Quale Italia nell’Europa del 25?” (Renato Brunetta, Mario Monti, Antonio Panzeri, Carlo Secchi) Corso “Post conflict reconstruction” (Elisa Nicodano, Michele Novaga, Alp Ozerdem, Gianni Rufini) Corso “L’Africa oggi: la complessità dello sviluppo” (Giovanni Carbone, Luigi Curini, Giampaolo Calchi Novati, Jean-Leonard Touadi, Iacopo Viciani) 23 PRESIDENTE: Boris Biancheri VICE PRESIDENTI: Franco Bruni (Direttore del Comitato Scientifico), Carlo Salvatori, Carlo Secchi AMMINISTRATORE DELEGATO: Giovanni Roggero Fossati SEGRETARIO GENERALE: Paolo Magri ✓ AREA FORMAZIONE Federica Adami, Nat Barnett (stagiaire), Eleonora Bolis, Fabio Bucchioni, Luisa Cucchi, Francesca Robbiati, Enrico Sabatini ✓ AREA RICERCA Osservatorio Europa: Antonio Villafranca, Francesco Passarelli, Raffaele Caso Osservatorio Politica europea di Vicinato: Lucia Tajoli, Serena Giusti (Est Europa), Franco Zallio, Valeria Talbot (Mediterraneo) ✓ AREA EVENTI E PROGETTI SPECIALI Alessandro Alfieri (collaboratore esterno), Francesca Bertini, Francesca Delicata, Gianpietro Fontana-Rava (collaboratore esterno), Carmela Gravina, Viviana Intini (stagiaire), Silvia Invrea (collaboratore esterno), Claudio Maffioletti, Marialaura Mazzola, Anna Senn, Sandro Tucci (collaboratore esterno), Stella Zamprogno (collaboratore esterno) Osservatorio Sicurezza e studi strategici: Alessandro Colombo, Carlo Giunipero, Antonio Mascia Osservatorio Asia/Focus China: Maria Weber, Elisa Calza Programma Argentina: Antonella Mori ✓ STAFF Amministrazione: Anna Azzarito, Mariabarbara Costa, Andrea Fiorentino (stagiaire), Francesca Merli Biblioteca, Emeroteca e Pubblicazioni: Elia Grassi, Renata Meda, Marta Pozzato (collaboratori esterni) Ricerca: Cristina Crivelli Segreteria: Barbara Tammiso Servizi generali/Altri collaboratori: Giuseppina Cereda, Valeria Sciscioli Programma Caucaso e Asia Centrale: Aldo Ferrari ✓ RICERCATORI ASSOCIATI Carlo Altomonte, Giovanni Marco Carbone, Giovanni Colombo, Maurizio Ferrera, Matteo Grazzi, Alberto Malatesta, Nicoletta Marigo, Donato Masciandaro, Marco Pedrazzi, Riccardo Redaelli, Stefano Riela, Marco Rossi, Paolo Ruspini, Sandro Sideri, Corrado Stefanachi ISPI Relazioni Internazionali Anno XIII - n. 22 - Febbraio 2006 Periodico quadrimestrale registrato al Tribunale di Milano al n. 400 del 3/6/88 Editore: Istituto per gli Studi di Politica Internazionale – ISPI – Via Clerici, 5 – Milano Direttore responsabile: Franco Bruni Coordinamento: Antonio Villafranca Editing: Francesca Bertini, Marialaura Mazzola Stampa: Nuova Polistylegraf srl – Corso S. Gottardo, 12 – Milano Per essere inseriti nella mailing list dell’Ispi, scrivere a: [email protected] o chiamare 02 8693053 Per informazioni sulle attività dell’Ispi: www.ispionline.it 24 ISPI - Relazioni Internazionali