Facoltà di Economia Università degli Studi di Parma Corso di Economia Industriale Cap. 13.bis Anno Accademico 2011-2012 1 Pubblicità 2 Def. Pubblicità • Azione di promozione svolta da una impresa allo scopo di: • 1) informare il consumatore di una innovazione di prodotto, delle caratteristiche del bene e del prezzo (prezzo minimo, prezzo relativo); • 2) differenziare il prodotto da quello dei concorrenti 3 Pubblicità e altra forme di promozione • La pubblicità non è l’unica forma di promozione: • a) sconti e riduzione dei prezzi all’entrata; • b) buoni acquisto; • c) assistenza e informazione tecnica; • d) branding • ecc. 4 Quesiti di base • Quando le imprese ricavano benefici dagli investimenti in pubblicità? • Quali sono gli effetti della pubblicità sulla concorrenza e sulla struttura dei mercati? • Quale è il livello ottimo di pubblicità dal punto di vista del benessere? 5 Tipologie di investimento pubblicitario • Pubblicità informativa: comunicazione delle caratteristiche oggettive, funzionali e di costo del bene (informazioni osservabili) • Pubblicità persuasiva: comunicazione finalizzata alla modificazione delle preferenze dei consumatori 6 Pubblicità e tipologie di beni • Beni di ricerca (search goods) con caratteristiche osservabili dal consumatore prima dell’acquisto; • Beni di esperienza (experience goods) con caratteristiche che possono essere conosciute solo attraverso il consumo; • Beni di fiducia (credence goods) con caratteristiche non osservabili anche dopo il 7 consumo Pubblicità e tipologie di beni • Beni di ricerca Pubblicità informativa • Beni di esperienza - Pubblicità persuasiva • Beni di fiducia Pubblicità persuasiva 8 Effetti della pubblicità 9 Effetti della pubblicità • Aumento dell’inclinazione della curva di domanda residuale • Spostamento verso destra della curva di domanda 10 P Effetti della pubblicità D1 Q 11 P Effetti della pubblicità D1 Q 12 P Effetti della pubblicità D1 Q 13 Effetti della pubblicità P D1 Q 14 Effetti della pubblicità P D1 Q 15 Investimento pubblicitario e massimizzazione dei profitti 16 Investimento pubblicitario e massimizzazione dei profitti • La funzione di domanda dell’impresa (monopolista) che investe in pubblicità è: • Q=Q(P,A) • con • Q=quantità domandata • P=prezzo • A=Spese in pubblicità 17 Investimento pubblicitario e massimizzazione dei profitti • L’impresa massimizza i profitti uguagliando i ricavi marginali dall’investimento pubblicitario ai costi marginali dell’investimento pubblicitario. • Il risultato è influenzato da due variabili: • =elasticità della domanda al prezzo • =elasticità della domanda alla pubblicità 18 Elasticità dell’investimento pubblicitario • Effetti di una unità di investimento in pubblicità sulla domanda 19 Elasticità dell’investimento pubblicitario Settore i-esimo P Qi1 Q 20 Elasticità dell’investimento pubblicitario Settore i-esimo P Qi1Qi2 Q 21 Elasticità dell’investimento pubblicitario Settore i-esimo Settore j-esimo P P Qi1Qi2 Q Qj1 Q 22 Elasticità dell’investimento pubblicitario Settore i-esimo Settore j-esimo P P Qi1Qi2 Q Qj1 Qj2 Q 23 Elasticità dell’investimento pubblicitario Settore i-esimo Settore j-esimo P P Qi1Qi2 Q Qj1 Qj2 Q 24 Elasticità dell’investimento pubblicitario • Qi2-Qi1<Qj2-Qj1 • i< j • Tanto maggiore è l’elasticità , tanto maggiore sarà l’incentivo dell’impresa ad investire in pubblicità 25 Elasticità dell’investimento pubblicitario e elasticità della domanda • A parità di , la profittabilità dell’investimento pubblicitario è influenzato dalla elasticità della domanda al prezzo 26 Elasticità dell’investimento pubblicitario e elasticità della domanda Settore i-esimo P CM Qi1Qi2 Q 27 Elasticità dell’investimento pubblicitario e elasticità della domanda Settore i-esimo Settore j-esimo P P CM Qi1Qi2 Q CM Qj1 Qj2 Q 28 Elasticità dell’investimento pubblicitario e elasticità della domanda Settore i-esimo Settore j-esimo P P CM Qi1Qi2 Q CM Qj1 Qj2 Q 29 Elasticità dell’investimento pubblicitario e elasticità della domanda • All’aumento della elasticità della domanda , diminuisce il prezzo ottimale (Cap.5). • Ne consegue che il margine di profitto unitario è tanto più basso quanto più elevata è l’elasticità della domanda: • (p-MC)/p=-1/ • Dato che nel settore J-esimo, è più elevata che nel settore i-esimo, il profitto sarà minore. Quindi un aumento della quantità domandata identico può produrre profitti differenziati. 30 Elasticità dell’investimento pubblicitario e elasticità della domanda: Conclusioni • Il vantaggio marginale derivante dall’investimento pubblicitario è tanto maggiore quanto più grande è il margine di profitto unitario 31 Modello Dorfman e Steiner • A/(PQ)= ((p-MC)/p) = / • L’impresa monopolista massimizzerà i profitti investendo in pubblicità una quota dei suoi ricavi uguale al rapporto tra elasticità della domanda alla pubblicità e elasticità della domanda al prezzo. • L’impresa sarà incentivata a investire in pubblicità tanto maggiore è l’elasticità della domanda alla pubblicità, tanto minore è l’elasticità della domanda al prezzo e tanto più grande è il margine di profitto unitario 32 Modello Dorfman e Steiner (1954) • Nei settori in regime di concorrenza perfetta (elasticità della domanda al prezzo infinita) le imprese non avranno alcun incentivo ad investire. • Al diminuire dell’elasticità, le imprese aumenteranno le spese pubblicitarie per aumentare la domanda e per ridurre ulteriormente l’elasticità. • Elevati livelli di spesa pubblicitari sono quindi funzione di due componenti non facilmente separabili: una caratteristica strutturale (livello dato di ) e una scelta di comportamento strategico 33 Pubblicità e benessere 34 Pubblicità e benessere Informazioni sui prezzi • Hp. • La pubblicità che aumenta le informazioni dei consumatori sui prezzi relativi dei beni tende a ridurre i prezzi e quindi aumenta il benessere. • Verifica: • Le imprese che vendono a prezzi minimi saranno incentivate a investire in pubblicità perché l’aumento del numero dei consumatori informati aumenta la domanda. • L’aumento delle quote di mercato delle imprese che vendono a prezzi bassi genera una riduzione dei prezzi medi 35 Pubblicità e benessere Qualità dei prodotti • Hp. • Le imprese che producono beni di elevata qualità hanno maggiori incentivi delle altre ad investire in pubblicità 36 Pubblicità e benessere Qualità dei prodotti • Verifica 1 Costi uniformi • L’impresa con prodotti di alta qualità realizza beni di esperienza. Entra nel settore attratta dai profitti delle imprese preesistenti. • L’investimento pubblicitario è finalizzato ad indurre i consumatori ad attuare un primo acquisto. Valutata la qualità del bene, si ritiene che l’acquisto verrà ripetuto nel tempo. • Se il prezzo di vendita è uguale a quello delle altre imprese la quota di mercato dell’impresa con beni di elevata qualità aumenta. 37 Pubblicità e benessere Qualità dei prodotti • All’aumento della domanda, l’incremento del profitto compensa più che proporzionalmente le spese pubblicitarie sostenute. • Il produttore di beni di bassa qualità eviterà l’investimento pubblicitario. All’aumento dei consumatori informati le decisioni di acquisto diminuiranno. 38 Pubblicità e benessere Qualità dei prodotti • Verifica 2 Costi differenziati • Se le imprese con prodotti di alta qualità sostengono costi superiori a quelli con prodotti di bassa qualità, l’incentivo ad investire in pubblicità può non essere elevato. • E’ possibile infatti che un elevato livello di investimenti pubblicitaria, realizzato sia dalle imprese di alta che di bassa qualità, avvantaggi più le seconde che le prime. 39 Pubblicità e benessere Qualità dei prodotti • Nel breve periodo infatti le imprese con bassa qualità, a parità di prezzo e di investimento pubblicitario, ottengono profitti sensibilmente superiori a quelli realizzati dalle imprese di alta qualità. • E’ possibile inoltre che l’impresa con beni di alta qualità, per evitare di comprimere eccessivamente i profitti o di innalzare i prezzi rispetto alla media del settore, non investa affatto in pubblicità e si affidi alla comunicazione verbale tra i consumatori. 40 Pubblicità persuasiva e concorrenza 41 Pubblicità persuasiva e concorrenza • La pubblicità persuasiva agisce negativamente sulla concorrenza perché: • a) può determinare falsa differenziazione dei prodotti (riduzione della elasticità della domanda di beni identici); • b) aumenta le barriere all’entrata ( l’impresa entrante deve sostenere costi pubblicitari superiori a quelli dell’impresa preesistente (vedi effetti cumulativi della pubblicità e quindi vantaggi della prima mossa) 42 Pubblicità persuasiva e concorrenza • L’influenza della pubblicità sulle barriere all’entrata rimane, comunque, controversa: • talvolta il nuovo entrante può evitare di investire in pubblicità informativa se l’impresa preesistente ha già attuato tale investimento; • la pubblicità può accelerare l’entrata e quindi agevolare la riduzione del grado di concentrazione del settore ; • la pubblicità può favorire la diffusione di innovazioni prodotto e quindi incentivare la spesa in RS 43 Pubblicità e struttura del mercato 44 Pubblicità e struttura del mercato A/PQ HHI 45 Pubblicità e struttura del mercato A/PQ C Bassa HHI 46 Pubblicità e struttura del mercato • Un basso grado di concentrazione è associato ad una elevata numerosità delle imprese e elevata elasticità della domanda. Quindi: • un incremento della domanda non genera significativi aumenti del profitto (vedi Dorfman e Steiner); • le quote di mercato delle imprese sono molto contenute e quindi l’appropriabilità dell’investimento pubblicitario è limitata; • se l’incremento della domanda per effetto della pubblicità è proporzionale alla dimensione, la produttività dell’investimento pubblicitario nella piccola impresa è inferiore a quella nella grande 47 Pubblicità e struttura del mercato A/PQ C Intermedia HHI 48 Pubblicità e struttura del mercato A/PQ C Elevata HHI 49 Pubblicità e struttura del mercato • Rottura dell’equilibrio oligopolistico. • Ad esclusione dell’impresa dominante, elevate spese pubblicitarie generano effetti di “bene pubblico”. 50 Pubblicità e struttura del mercato Evidenze empiriche discordanti: • Non linearità delle relazione • Il problema della simultaneità 51 Pubblicità ingannevole e strumenti di tutela 52 Pubblicità ingannevole • Dichiarare di produrre un prodotto di alta qualità e produrne uno di qualità più bassa consente alla impresa di ridurre i costi e quindi aumentare i profitti • La pubblicità ingannevole tende a riguardare più gli experience goods che i search goods. • Leggi di tutela del consumatore e l’autorità antitrust agiscono come deterrenti di pratiche di pubblicità ingannevole • 53 Paradosso delle leggi contro le frodi • E’ più efficace l’assenza di tutela che una legge antifrode applicata in modo non rigoroso. • In quest’ultimo caso il consumatore attribuisce un elevato valore informativo alla comunicazione dell’impresa, ma per l’impresa sono elevati gli incentivi a defezionare 54 Leggi sulla divulgazione • Le leggi sulla divulgazione obbligano le imprese a informare i consumatori sia delle caratteristiche positive che di quelle negative del prodotto. • Limiti: • le leggi sulla divulgazione possono ridurre eccessivamente la diffidenza del consumatore; • possono delimitare le informazioni rilevanti negative a quanto è perseguibile e non a quanto è utile conoscere da parte del consumatore 55 Temi trattati • • • • • • • • • • Pubblicità informativa e pubblicità persuasiva Beni di ricerca (search goods) Beni di esperienza (experience goods) Beni di fiducia (credence goods) Investimento pubblicitario e massimizzazione dei profitti Elasticità dell’investimento pubblicitario Modello Dorfman e Steiner (1954) Pubblicità e benessere Pubblicità e struttura del mercato Pubblicità ingannevole e strumenti di tutela 56