ANNO 2 NUMERO 17 MAGGIO 2013 d e l l a P r o v i n c i a G RAN D A INVIATO A T U T T I G L I I M P R E N D I TORI A G RICO L I D E L L A P ROVINCIA G RAN D1A 2 3 SOMMARIO 44 L’ editoriale 5 Insegnamo ai bambini a rimanere bambini O rizzonte 6 L’ aria 7 terra La scoperta dell’acqua calda che tira Non svendiamo la nostra terra F iere 32 L’agricoltura fa quadrato Z ootecnia 50 L’IMPRENDITORE AGRICOLO della provincia Granda 52 Direttore responsabile: Osvaldo Bellino 53 Direttore editoriale: Valerio Maccagno Direzione, redazione e amministrazione: Via Pylos, 20 - 12038 Savigliano - Cuneo Tel. 0172.711279 [email protected] www.imprenditoreagricolo.com A. r . pro . m . a . 24 Alle fiere si vede di tutto, ma la corretta informazione deve essere un bene comune A ttualità 8 Sull’articolo 62 serve chiarezza Così non si può andare avanti Progetto grafico: Marco Grussu 10 Pubblicità: Réclame Sull’articolo 62 una polemica degna di un film di Totò 15 Meno cooperative, più cooperazione: il bilancio del 2012 di Confcooperative e-mail: [email protected] www.reclamesavigliano.it 16 L’agricoltura vista da vicino Parla il presidente Fedagri Stampa: G. Canale & C. S.p.A. Via Liguria, 24 - 10071 Borgaro - Torino Registrazione Tribunale di Saluzzo n. 3 del 09/01/2012 18 Gioie e dolori della fasciatura come lavorare al meglio Abbonamento anno 2013 Euro 18,00 Conto corrente postale n° 1003849591 Intestato a Reclame srl Causale: Amico dell’Imprenditore Copia gratuita 4 54 e 25 34 T ributi Con l’Imu cambia la tassazione Irpef di terreni e fabbricati, ecco come... Fabbricati rurali strumentali Lo Stato faccia chiarezza Tares, la Cia scrive ai sindaci «Interpellateci sulle tariffe» N otizie dalle aziende Jcb agri, scende in campo la gamma più produttiva per il settore agricolo Thor, il coraggio di affrontare il futuro Arriva la rotopressa Master E nologia 36 Domenico Clerico di Monforte d’Alba benemerito della vitivinicoltura 42 Occhio alla trattativa sugli impianti vitivinicoli 48 La Regione Piemonte dice “no” al decreto sul trasporto del vino in bottiglia S eminativi 20 Gli antichi mais piemontesi, un patrimonio da conservare O rtofrutticoltura 26 37 Nuovo bando regionale per le reti antigrandine Nocciole, si risveglia la Turchia, ma il mercato italiano non dorme R adici 58 Maggio, il mese della Madonna che risveglia i nidi e i cuori 60 Quando si dice “l’è nen mach erba” Breve storia dell’insalata 28 Il lavoro occasionale dei famigliari non comporta obblighi all’impresa 30 Il “similGrana” danneggia gli allevatori piemontesi 35 Nuovo bando del “piano verde” regionale sugli interessi per i prestiti aziendali 63 40 Falso bio, sequestrati mais e soia importati 59 Associato Unione Stampa periodica Italiana 14 informa Editore: Réclame S.r.l. Via Pylos, 20 - 12038 Savigliano - Cuneo Via Pylos, 20 - 12038 Savigliano - Cuneo Tel. 0172.711279 F isco 12 22 Inalpi-Ferrero premiano il latte che garantisce la qualità L’Apa di Cuneo volta pagina L’associazione diventa regionale «Se questo è il futuro, suma fresch» Critiche contro il vertice dell’Apa Dal rapporto sull’acqua il riconoscimento al merito del Piemonte agricolo M ercatino Gli affari dell’imprenditore S cadenze fiscali maggio: occhio alle scadenze L’ editoriale di O svaldo B ellino Insegnamo ai bambini a rimanere bambini Certe volte viene da chiedersi se valga la pena comportarsi bene, rispettare le regole, lavorare onestamente. Il mondo sembra girare al contrario. Premiare gli spregiudicati, i senza scrupolo, chi è più “bravo” a prendersi gioco degli altri e a farla franca. Si vede purtroppo tutti i giorni quanto sia diffuso il “successo” dei “furbi”. Si comincia da piccoli a copiare il compito del vicino di banco e si finisce col mettere sul mercato il vino falsamente italiano, la soia e il mais avvelenati… E’ una questione di mera moralità privata, oltre che pubblica, ma anche di regole da condividere, come nel caso dei pesticidi. Nell’ultimo Rapporto nazionale sui residui di infestanti in agricoltura, ad esempio, il Piemonte è risultato la Regione più virtuosa. Ma, paradossalmente, questa encomiabile attenzione all’ambiente, anziché rappresentare un vantaggio, rischia di spingere le nostre aziende fuori mercato. Essere ecosostenibili fa spendere di più negli agrifarmaci di ultima generazione e nelle modalità di trattamento, mentre chi non va troppo per il sottile risparmia, cioè produce a costi minori. Ci sono Regioni che non hanno neanche fornito i dati del monitoraggio delle acque. Altre in cui è consentito l’uso di prodotti che in Piemonte sono vietati da anni e che, appunto, costano molto meno di quelli pretesi nei campi subalpini. Per non parlare di quanto avviene all’estero, come dimostrano gli ultimi scandali sui seminativi rilevati in Cina e India. Il mondo ha frettolosamente globalizzato i diritti di commercio, ma non le regole di produzione, aprendo così sterminate praterie alle scorribande dei furbetti dell’agroalimentare di ogni latitudine e longitudine. Può non piacere, ma il dato di fatto è che indietro non si torna e non c’è altra via che affermare, ad ogni costo, le produzioni “buone, pulite e giuste”, perché è lì che si va avanti. Vale ancora la pena comportarsi bene, rispettare le regole, lavorare onestamente. E’ una battaglia di civiltà, che fa vincere anche quando sembra di aver perso. Certo, come non a caso dice un maestro del vino, Domenico Clerico, bisognerà insegnare ai bambini che non si cresce facendo i furbi, ma rimanendo bambini. 5 O rizzonte T erra di F loriano L uciano La scoperta dell’acqua calda Può un banchiere di fama internazionale sostenere un dato di fatto talmente palese, reale, lacerante anche, da risultare scontato e banale come la classica scoperta dell’acqua calda? Mario Draghi, banchiere romano, dal novembre 2011 presidente della Bce, la Banca centrale europea che ha sede in Germania, a Francoforte sul Meno, tecnico austero e scrupoloso, già Governatore della Banca d’Italia, c’è riuscito. Con tutto quel che avrà da fare e pensare, non ti aspetteresti un interesse alle cosucce della vita quotidiana di un imprenditore, eppure succede. Ed è successo. «Le imprese agricole – ha detto Draghi - hanno trovato nel corso del 2012 ed in questo scorcio del 2013, al pari delle altre pmi, forti difficoltà nell’accesso al credito da parte degli istituti bancari. In pratica le banche fanno meno prestiti, o meglio li concedono a condizioni più rigide, aumentando i tassi o chiedendo più garanzie». Evviva! Dopo un po’ di anni se ne è reso conto addirittura Draghi… quindi ora cambierà l’atteggiamento delle banche? Non c’è da sperarci. I numeri sono pietre, non scompaiono al sole. E se l’agricoltura copre solo una quota del 4,6% sul totale degli impieghi creditizi, in un anno le erogazioni dei finanziamenti oltre al breve termine sono scese di quasi 300 milioni di euro. Cosa vuole dire? Semplice: tutto ciò si traduce in un indebolimento della struttura finanziaria delle imprese del comparto agricolo. E via dunque all’equazione diabolica: senza risorse niente investimenti, senza investimenti niente crescita, senza crescita niente lavoro, senza lavoro niente salari, senza salari… ma stia tranquillo Draghi - e quelli come lui a scendere nella piramide dei poteri forti – il suo salario (per ora e per sua fortuna) non dipende da queste nostre banalità! 6 L’ aria di che tira M ichele A ntonio F ino Non svendiamo la nostra terra Nella notte tra il 16 e il 17 aprile 2013 si è svolta un’operazione coordinata dal Procuratore della Repubblica di Vigevano contro un’associazione per delinquere finalizzata alla frode, alla adulterazione di vino DOP e IGT, alla ricettazione di prodotti enologici ed all’evasione fiscale sia in Italia, sia in Inghilterra. Cosa facevano questi galantuomini (tredici, tutti arrestati)? Immettevano sul mercato italiano ed inglese prodotti enologici “fasulli” ed adulterati. Infatti venivano commercializzati prodotti di bassissima qualità, spesso con valori al di sotto delle soglie previste per legge, proposti sul mercato estero come prodotti a Denominazione di Origine Controllata. In pratica compravano “carrere” di vino livello Ciravegna (per chi ha buona memoria: il triste protagonista dello scandalo del metanolo) lo imbottigliavano con finte etichette di Barolo e altri grandi vini e lo sparpagliavano in giro su scaffali di distributori sempre più interessati al prezzo e sempre meno alla merce. Un gran lavoro di indagine, guidato da un funzionario della Regione Piemonte che è merito dell’assessore in carica avere rimesso in condizione di fare bene il suo dovere, dopo che tanti anni fa un altro assessore della Granda lo aveva fatto assumere, vedendo in lui la moralità e le capacità che il mastino deve avere, per tenere a bada i troppi furbetti del vino. Negli stessi giorni, complice Vinitaly, il presidente della Camera di commercio di Asti denuncia che per risparmiare sulle accise cinesi, gli importatori di quel paese non cercano bottiglie a prezzo superiore a 1,20 € (no, non ho sbagliato la virgola…) oppure vino sfuso, altrimenti è troppo caro per quel mercato. E naturalmente, in Italia trovano sia le une che l’altro. La svendita dei nostri prodotti, la concorrenza “basta ca mi desvòido la cròta e jeiti ca s’arangio” è il cancro che affligge la produzione di qualità del Piemonte e permette a certi truffatori di trovare il vino da etichettare in modo fasullo per fare un danno irreparabile al made in Piemonte: pensate se un inglese che ha comprato un finto Barolo con valori di alcol e acidità da carrettiere tornerà a comprare bottiglie con quella etichetta! Cinquantamila ettari di questa terra sono la casa di molti vini memorabili e in provincia di Cuneo si producono le eccellenze assolute del Piemonte: dal Moscato d’Asti e Asti al Barolo, al Barbaresco e al Roero; dall’Alta Langa al Dogliani. Se produttori e consumatori la smettessero di rincorrere solo il prezzo, beh, allora sì che comincerebbe un buon giorno, tale da permettere a tutti, dappertutto, di bere meglio. 7 A ttualità Sull’articolo 62 serve chiarezza Così non si può andare avanti Confagricoltura all’attacco, la norma è nata per essere utile agli agricoltori, invece si sta rivelando un problema Fare definitiva chiarezza, e rapidamente, sull’articolo 62 della legge n. 27/2012. E’ questa la richiesta di Confagricoltura dopo il parere dell’Ufficio legislativo del Ministero dello Sviluppo economico, che ritiene tacitamente abrogata la norma sui termini di pagamento nelle transazioni commerciali, in seguito al recepimento della nuova direttiva Ue sui pagamenti. 8 Interpretazione smentita dall’Ufficio legislativo del Ministero delle Politiche agricole, che ha invece ribadito la piena efficacia e vitalità della normativa speciale in tema di cessione di prodotti agricoli contenuta nell’articolo 62. ECCESSO DI DIRIGISMO Confagricoltura ha sempre sostenuto che c’era bisogno di un prov- vedimento che riportasse equilibrio nel sistema dei pagamenti, ma che un eccesso di dirigismo ha finito per rendere l’applicazione dell’articolo 62 veramente problematica per comparti importanti, a partire dal florovivaismo, dal vino e dalla zootecnia. Una norma nata per essere utile agli agricoltori, ma che è stata strutturata senza considerare i meccanismi di A ttualità funzionamento interni alle filiere e la cui rigidità non ha certo contribuito a far ripartire il mercato. Il Parlamento ha poi dovuto mettere mano alla paralisi che si era creata, esentando le relazioni commerciali tra agricoltori, anche per evitare lo spiazzamento internazionale delle nostre imprese, che in parte ancora permane. ASCOLTARE IL MERCATO Ma si poteva fare di più per tutte quelle filiere che realizzano processi produttivi che sanno regolarsi al loro interno e dove le imprese gestiscono i flussi finanziari e le condizioni di pagamento, integrandosi rispetto al mercato di sbocco. La direttiva europea ragiona esattamente in questo modo: lascia delle valvole di regolazione all’autonomia delle imprese, in un quadro di maggiori certezze di tempi e modalità di pagamento. E’ chiaro che ora le due normative vanno raccordate. Confagricoltura si augura che questa volta si ascolti il mercato, se ne recepiscano le esigenze differenziate, per tutelare i contraenti deboli quando necessario, così come i sistemi produttivi nel loro insieme. 9 A ttualità Sull’articolo 62 una polemica degna di un film di Totò «Per amor patrio non intendo aggiungere commenti ad una vicenda che per gravità si commenta da sola. Una situazione come questa per come si è sviluppata sembra, più che altro, una parodia di quei bei film di Totò». E’ caustico il presidente della Coldiretti, Sergio Marini, nel commentare la polemica sorta sull’applicazione dell’articolo 62. Rispondendo a un quesito giuridico posto 10 da Confindustria, il Ministro dello Sviluppo economico ha diffuso una nota secondo la quale la disciplina introdotta a livello nazionale dovrebbe considerarsi abrogata. PIENA EFFICACIA Un’opinione, secondo Coldiretti, da considerarsi però infondata alla luce del principio generale, ribadito costantemente anche dalla giurisprudenza di Cassazione, per cui una norma speciale non è A ttualità Coldiretti caustica sulle reazioni ai pronunciamenti ministeriali: «La piena validità della norma è fuori discussione» abrogata tacitamente da una norma generale successiva che disciplina la stessa materia. L’articolo 62 detta norme sulle relazioni commerciali relative alla cessione dei soli prodotti agricoli e alimentari, anche con riferimento ai termini di pagamento. La norma successiva introdotta per recepire la nuova direttiva Ue ha invece carattere di disciplina generale per tutte le transazioni commerciali. Sul punto è intervenuto il Ministero delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali che ha fermamente ribadito la piena efficacia e vitalità della normativa dettata dall’art. 62. continuano ad essere regolate dall’art. 62 con tutte le precisazioni che sono state fatte nel tempo. Inoltre Coldiretti fa presente che l’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato ha adottato un apposito regolamento con cui ha disciplinato le modalità di svolgimento dei controlli in merito all’applicazione dell’art. 62, controlli che per il momento sono limitati alle sole relazioni economiche tra operatori connotate da un significativo squilibrio nelle rispettive posizioni di forza commerciale. NULLA E’ CAMBIATO Pertanto, nulla è cambiato e le cessioni di prodotti agricoli ed agroalimentari 11 F isco di e T ributi A lberto tealdi , commercialista , [email protected] Con l’Imu cambia la tassazione Irpef di terreni e fabbricati, ecco come Per la prima volta, con la dichiarazione dei redditi 2012 ci si troverà alle prese con una nuova situazione 12 L’introduzione dell’Imu oltre ad avere rimpiazzato l’Ici ha sostituito altresì, sia per i fabbricati che per i terreni non locati che generano redditi fondiari, l’imposta sul reddito delle persone fisiche, vale a dire l’Irpef e le relative addizionali. Nella redazione delle dichiarazioni dei redditi per il periodo di imposta 2012 che avverrà nei prossimi mesi, ci si troverà quindi per la prima volta alle prese con questa nuova situazione. La stessa Agenzia delle Entrate con la circolare n. 5 dell’11 marzo è intervenuta chiarendo alcuni aspetti legati a tale effetto sostitutivo. COSA COMPRENDE L’IMU Si può pertanto affermare che nella generalità dei casi la persona fisica privata o la società semplice che detiene fabbricati o terreni non locati non deve all’erario alcun importo a titolo di imposta sui redditi in quanto già ricompreso nel versamento ai fini Imu. Per immobili non locati si intendono anche quelli dati in comodato gratuito. In ambito agrico- lo chi concede in comodato o conduce direttamente il proprio terreno non sarà più tenuto al pagamento dell’Irpef determinata sulla base del reddito dominicale, sarà invece dovuto l’Irpef sul reddito agrario che grava comunque sull’effettivo conduttore del fondo. Analogamente per quanto riguarda i fabbricati qualora questi siano sfitti o concessi in uso ad un familiare l’Irpef che sarebbe dovuta sulla base della rendita catastale del fabbricato stesso è assorbita dal pagamento dell’Imu. LE ECCEZIONI Vi sono poi dei casi, ben precisati dalla norma fiscale, nei quali l’Imu non sostituisce la tassazione diretta, come già accennato non è mai sostituito il reddito agrario, i redditi derivanti dagli immobili relativi ad imprese commerciali (es. s.n.c. ed s.a.s.), i terreni utilizzati per fini non agricoli (es. parcheggi, indennità di occupazione del suolo), gli immobili dei soggetti Ires (società di capitali ed enti non commerciali). Inoltre l’Irpef F isco è dovuta qualora ci si trovi in qualche caso specifico di totale esonero da Imu, per esempio è dovuta sul reddito dominicale dei terreni montani esclusi dall’assoggettamento ad Imu. SOCIETA’ SEMPLICI Un caso molto frequente in ambito agricolo è quello relativo alle società semplici, società che per loro natura non possono essere imprese commerciali e quindi non possono generare reddito di impresa. Il reddito degli immobili ha quindi natura fondiaria come per le persone fisiche e quanto per trasparenza viene attribuito ai soci mantiene in capo a questi ultimi la medesima natura. Per questo motivo, come viene precisato nella circolare dell’Agenzia, l’effetto di sostituzione del reddito fondiario degli immobili non locati da parte della società semplice deve essere applicato in capo ai soci persone fisiche che loro volta non dovranno Irpef relativamente a tali immobili. Di tale sostituzione sarebbe opportuno ne venisse data notizia all’interno del prospetto di riparto. Qualora vi fossero dei soci che detengono quote della società semplice in regime di impresa allora per i redditi a loro imputati non si godrebbe del beneficio della sostituzione. Potrebbe presentarsi un aspetto problematico qualora la società semplice conduca un terreno di proprietà del socio senza alcun contratto di affitto. In questo caso l’imposizione Imu è in capo al proprietario e si ritiene che l’effetto sostitutivo in capo al proprietario stesso, socio della società semplice che conduce il terreno, possa essere fatto valere in quanto assimilato ad una situazione di comodato gratuito che, come abbiamo visto, non preclude tale favorevole possibilità. E’ consigliabile però stipulare un contratto di comodato di beni immobili da registrarsi a tassa fissa pari ad Euro 168,00 per superare una eventuale presunzione di reddito tassabile da parte del fisco. e T ributi USO STRUMENTALE L’Amministrazione Finanziaria infine nella circolare in commento ha voluto precisare come non siano assoggettati ad Irpef i fabbricati rurali ad uso strumentale ubicati in comuni montani o parzialmente montani nonostante fossero altresì esclusi da Imu. Tale precisazione potrebbe però essere forviante in quanto non solo non sono tassabili ai fini Irpef i fabbricati rurali strumentali ubicati nei predetti comuni, ma ai sensi dell’art. 42 del Tuir nessun fabbricato rurale strumentale è produttivo di reddito tassabile (nonostante l’imposizione ad Imu) in quanto ai fini fiscali il reddito è ricompreso nel reddito dominicale del terreno sul quale insiste. Nemmeno il recente obbligo di accatastamento di tali fabbricati a catasto urbano con attribuzione di rendita ne ha modificato l’aspetto reddituale. Infine l’Amministrazione Finanziaria ha voluto precisare che l’Imu non è in alcun modo deducibile dalla base imponibile Irpef, Ires od Irap. 13 Fabbricati rurali strumentali Lo Stato faccia chiarezza Nuova interrogazione della Cia al Ministro dell’Economia sull’interpretazione dell’ultima risoluzione sulle aliquote Il Dipartimento delle Finanze ha introdotto, con una recente risoluzione, una disparità di trattamento tra fabbricati rurali strumentali in relazione all’aliquota Imu ad essi applicabile che la Confederazione italiana agricoltori (Cia) non condivide. «Gli interrogativi relativi al trattamento dei fabbricati rurali strumentali osserva il direttore della Cia di Cuneo, Igor Varrone - avevano già spinto la Cia ad indirizzare una richiesta d’intervento ai ministri Grilli e Catania, per ottenere chiarimenti ufficiali e prevenire così possibili prese di posizione 14 errate da parte delle amministrazioni comunali. Lo stesso Dipartimento delle Finanze aveva precisato che le disposizioni della legge di stabilità in merito alla destinazione del gettito Imu non avrebbero modificato in alcun modo l’aliquota ridotta applicabile ai fabbricati rurali strumentali, avendo come unica conseguenza la destinazione di tale gettito allo Stato piuttosto che alle casse comunali». GOVERNO INDIFFERENTE «Quella attuale – prosegue il direttore della Cia di Cuneo - è una situazione ulteriormente aggravata dalla totale indifferenza mostrata dal Governo nei confronti delle richieste del mondo agricolo, relative alla riduzione di un prelievo insostenibile». La Cia ha chiesto al ministro dell’Economia e delle Finanze un intervento urgente, volto a fare chiarezza sull’applicazione della norma speciale che prevede la riduzione dell’aliquota fino allo 0,1% per tutti i fabbricati rurali strumentali, onde evitare ingiustificate discriminazioni. A ttualità Meno cooperative, più cooperazione: il bilancio del 2012 di Confcooperative Il 2012 è stato un anno importante per le cooperative cuneesi, iniziato con l’assemblea elettiva che ha riconfermato la fiducia al presidente Domenico Paschetta. In molti settori non sono mancate le difficoltà. Alle carenze del sistema pubblico si è aggiunta la stretta del credito e si sono aggravati il peso contributivo e gli oneri AGGREGAZIONI La cooperazione ha aumentato il fatturato, il numero di soci anche se non sono aumentate le cooperative aderenti. La non crescita del numero di cooperative è dovuta a processi di fusione e aggregazione che hanno mirato ad avere imprese più solide e più competitive. Meno cooperative e più coopera- In molti settori non sono mancate le difficoltà. è aumentato il fatturato, ma diminuito il numero di imprese burocratici. Pur potendo beneficiare di strumenti come la cassa integrazione in deroga, le cooperative vi hanno fatto poco ricorso preferendo ridurre il monte ore lavorativo di ciascun socio per salvaguardare il lavoro di tutti e non pesare sulla collettività. zione, ovvero maggiori risposte da parte del movimento cooperativo ai fabbisogni generali, dalla tutela del lavoro ai servizi che il pubblico non riesce più a sostenere. Più cooperazione anche dovuta alla riconversione di aziende in crisi in cooperative e a progetti di interscambio tra settori e territori. Domenico Paschetta, presidente di Confcooperative Cuneo ha commentato: «La nostra organizzazione ha puntato a rafforzare le imprese cooperative supportandole in questo quadro economico a dir poco difficile. Le vere protagoniste della tenuta del sistema cooperativo sono però proprio le cooperative, super imprese, straordinarie in tempi di crisi, con obblighi verso i soci ma anche verso i cittadini, il territorio e in generale il contesto nel quale sono inserite». LUCI E OMBRE «Ogni settore ha avuto luci e ombre», dichiara Massimo Gallesio, direttore generale di Confcooperative Cuneo, che prosegue: «Nel complesso le imprese cooperative che nel passato hanno lavorato bene favorendo la partecipazione dei soci al raggiungimento degli scambi mutualistici, sondando nuovi mercati, patrimonializzando la cooperativa e investendo in nuova tecnologia, in risorse umane, in ricerca e sviluppo reggono e stanno lavorando a nuovi progetti». 15 A ttualità L’agricoltura vista da vicino Parla il presidente Fedagri Politiche sindacali, Pac, articolo 62… Mario Tommaso Abrate, presidente Fedagri Piemonte, nonché presidente della cooperativa Piemonte latte, in margine all’ultima assemblea annuale di Confcooperative Cuneo, svoltasi appunto in “casa propria”, risponde alle domande più scottanti dell’attualità agricola, non risparmiando niente a nessuno. DIECI SAGGI Si comincia con le ultime notizie nazionali: «I “dieci saggi” che hanno proposto l’abolizione delle Commissioni agricoltura alla Camera e al Senato – commenta Abrate - non sanno in che mondo sono stati precipitati. Bisognerebbe informarli che l’agroalimentare in Italia ormai conta più della moda. E’ gravissimo che al vertice dello Stato non se ne rendano conto». COLDIRETTI INGRATA Ma ben presto la lingua va a battere dove duole il dente della Coldiretti, promotrice della Ue-coop, la nuova centrale cooperativa in concorrenza con Confcooperative: 16 Mario Tommaso Abrate a tutto campo su Pac, articolo 62, Coldiretti, politiche sindacali e filiera Inalpi-Ferrero «E’ un colpo al cuore! Ci hanno provato con Unci-Coldiretti e adesso tornano alla carica con questa nuova aggressione. In Fedagri i soci Coldiretti sono l’ottanta per cento – osserva Abrate -, mi domando come mai non si facciano portatori delle loro istanze nelle istituzioni di cui fanno parte. Invece di unire, come peraltro si sta facendo con Agrinsieme, che non vuol dire portare il cervello all’ammasso, ma semplicemente contare di più, dividono». PAC DECISIVA Il discorso si allarga all’Europa: «Capisco che il commissario europeo all’agricoltura, Dacian Ciolos, coltivi ambizioni da premier nel suo paese, la Romania, ma in Europa dovrebbe tener conto che l’orizzonte è mondiale. Se la sua proposta di Pac ha totalizzato 7.500 emendamenti, vuol dire che qualcosa non va, o no? L’Italia agricola è prigioniera di norme rigidissime, che purtroppo non valgono per tutti. La nuova Pac rischia di darle il colpo finale. Mi auguro che vengano confermati i tagli alle estremità dei premi massimi e minimi, perché non è giusto che si viva di rendita con i soldi della Pac, così come è inutile sprecare risorse dove l’intervento viene eroso per la maggior parte dagli uffici che ne istruiscono le pratiche burocratiche». ARTICOLO 62 Se i ritardi nei pagamenti sono una delle componenti più dolorose della crisi, il dibattito sull’articolo 62, che dovrebbe appunto garantire tempi certi nelle riscossioni dei cre- A ttualità diti, non aiuta a comprendere in che direzione si stia andando. I pareri sono discordanti, tanto che non è chiaro se la nuova norma sia un vantaggio, oppure un problema: «L’articolo 62 – rileva Abrate – è nato per far bene, ma ha finito per far male, perché costringe le cooperative ad adeguarsi a regole che configgono con quelle dei loro statuti. Di fatto la nuova norma al momento non è integralmente applicabile». INALPI-FERRERO Sul fronte del latte, l’attenzione è al contratto di filiera Inalpi-Compral-Ferrero, un’esperienza che non ha mancato di alimentare il dibattito del settore, soprattutto per l’introduzione del prezzo indicizzato: «L’esperimento è nato qui, in Piemonte latte, dopo di che le Massimo Gallesio, Domenico Paschetta e Mario Tommaso Abrate note vicende giudiziarie di cui siamo stati vittime, ci hanno impedito di portalo avanti. La Compral per noi non è un concorrente, perché opera con un cliente unico, così come l’indicizzazione del prezzo del latte si basa solo in minima parte sulla quotazione della polvere di latte. Il rapporto che nell’indicizzazione conta di più, in realtà, è quello con il valore dei formaggi italiani, dei formaggi europei e dei costi di produzione». 17 A ttualità di Giuseppe Cagnassi, [email protected] Gioie e dolori della fasciatura come lavorare al meglio La tecnica della fasciatura è un’ottima metodologia di conservazione dei foraggi. La stessa è stata introdotta in Italia nel 1986 ed ha avuto una grossa diffusione negli anni ’90. In quel periodo infatti tutti gli allevamenti bovini avevano sull’aia enormi cumuli di balle fasciate. A partire dal decennio successivo questa pratica ha avuto una battuta d’arresto ed ancora oggi è parere molto comune tra gli allevatori di vacche da latte che i fasciati sono troppo costosi e tra l’altro sovente sono causa di problemi nell’allevamento. Sicuramente non possiamo negare che nella storia i fasciati hanno creato problemi agli animali. Siccome però questa tecnica presenta notevoli vantaggi sia tecnici che economici dobbiamo cercare di capire quali sono stati gli errori più comunemente commessi in passato per poterli evitare oggi. CAUSE DI INSUCCESSO Tre sono state le principali cause di mal conservazione del foraggio fasciato. I maggiori problemi sono derivati dal fatto che si è tentato di recuperare del foraggio già gravato 18 da condizioni meteorologiche avverse: o non sufficientemente pre-appassito o addirittura bagnato dalla pioggia. In queste condizioni si vengono a sviluppare nel prodotto delle fermentazioni che tendono a degradare la proteina con la conseguente produzione di ammoniaca ed ammine biogene tossiche per gli animali. L’altra importante causa di mal conservazione è stata determinata dall’uso di presse a camera fissa (cuore tenero) non idonee a garantire un adeguato compattamento del foraggio nella balla. Siccome il principio di conservazione del fasciato è lo stesso dell’insilato se rimane troppo alto il livello di ossigeno nel prodotto, ne consegue una non sufficiente acidificazione per cui batteri e soprattutto muffe riescono a svilupparsi deteriorando l’alimento. L’ultima causa di insuccesso, ma non per importanza, è legata al livello di copertura della balla mediante film plastico. Se non si è mantenuta una corretta sovrapposizione degli strati di polietilene oppure il numero delle sovrapposizioni è stato troppo limitato si realizza un continuo ingresso di ossigeno nel prodotto ed un conseguente sviluppo di microorganismi che alterano la conservazione. PERCHE’ FASCIARE? Esigenza irrinunciabile per le razioni destinate alle vacche da latte è quella di disporre di foraggi a ridotto ingombro ruminale (poco lignificati) e di elevato valore energetico e proteico. Normalmente quando le foraggere si trovano nella fase ideale per la raccolta le condizioni meteorologiche non sono tali da garantire un numero di giorni senza pioggia sufficienti per permettere la fienagione. Questa è la casistica che riguarda l’erbaio di loietto dove sovente la scelta operata è quella di ritardare lo sfalcio in attesa di condizioni climatiche favorevoli. Il questo modo il processo di maturazione della pianta porta all’accumulo di maggiori quantitativi di lignina nelle fibre e ad una riduzione del contenuto di zuccheri con un conseguente calo del numero di unità foraggere raccolte per ettaro. Mediante la fasciatura è possibile raccogliere il foraggio con le caratteristiche desiderate in quanto l’intera operazione di raccolta richiede un periodo senza A ttualità precipitazioni che va dai due ai tre giorni. Utilizzando la tecnica della fasciatura non si migliora solo la qualità del prodotto ottenuto dall’erbaio autunno primaverile ma si anticipa la semina del mais, risulta così possibile coltivare varietà di mais con cicli più lunghi e quindi maggiormente produttivi. Nel caso dell’erba medica la fasciatura permette oltre alla raccolta di un foraggio più digeribile anche di ricavare un quantitativo di proteina per ettaro decisamente superiore. Infatti sono le foglie di questa leguminosa che presentano un alto livello di proteina e sono proprio queste foglie che durante le pratiche della fienagione si staccano dallo stelo e rimangono in campo determinando un impoverimento del fieno. Basti pensare che la stessa erba medica affienata o fasciata può produrre un foraggio con una proteina che passa dal 12% al 20% sulla sostanza secca. Con la fienagione lasciamo in campo una proteina che dobbiamo poi andare a sostituire in razione mediante concentrati proteici oggi particolarmente costosi. COME PROCEDERE Le operazioni di pre-appassimento sono elemento fondamentale per garantire la qualità del fasciato. L’obiettivo è quello di raggiungere un livello di sostanza secca almeno pari al 50%. In queste condizioni il processo fermentativo porta ad una minor produzione di azoto ammoniacale e di acido lattico ed inoltre si risparmia ancora una quota di zuccheri che potranno venire utilizzati dai batteri ruminali. Per ottenere questo risultato è sempre consigliabile Ampiamente diffuse in Italia negli Anni Novanta, le balle di fasciato hanno avuto una battuta d’arresto. Ecco quali sono i problemi e la strada per superarli, perché la tecnica rimane vantaggiosa non lasciare il foraggio in andana ma allargare le stesse in modo tale che la perdita di umidità avvenga nel modo più uniforme possibile su tutta la massa del prodotto. Le balle devono essere realizzate con la maggiore densità possibile operazione che attualmente non presenta più nessun problema viste le caratteristiche delle presse sia per balle rotonde che per balle quadrate disponibili sul mercato. è consigliabile attivare i dispositivi di taglio di cui molte presse dispongono per migliorare la densità è la compressione della balla. Questa pratica non solo permette di migliorare la conservazione ma consente di ridurre il numero di balle prodotte per ettaro e di conseguenza limitare i costi di fasciatura. Il dispositivo di taglio applicato alle presse migliora inoltre il lavoro del carro unifeed. Una volta imballato il foraggio lo stesso deve essere fasciato in tempi brevi. In questo modo si determina una rapida acidificazione del prodotto così si inibisce in breve tempo lo sviluppo di tutti quei microorganismi che nelle prime fasi dell’insilamento consumando zuccheri producendo sostanze dannose. CONCLUSIONE E’ parere comune, di tecnici e di allevatori, che se nelle razioni per vacche da latte si mantiene un buon contenuto di fibre digeribili si riescono a conciliare senza problemi produzione, qualità del latte e salute degli animali. Purtroppo però gli alimenti capaci di apportare questi nutrienti sono ogni volta più costosi, basti pensare all’aumento del prezzo che le polpe di barbabietola hanno subito nel corso degli ultimi anni. Mediante la fasciatura di foraggi in prefioritura si riesce in buona misura a ricavare questi nutrienti direttamente in cascina con un costo decisamente inferiore. Oltre ad essere molto costosi i concentrati a matrice fibrosa sono in taluni casi a rischio tossine come si sta verificando quest’anno con il cotone. Proprio il cotone può venir sostituito con successo in razione con del buon fasciato di medica e del grasso protetto. Anche in questo caso si sfrutta una materia prima aziendale e per di più non si corre il rischio di contaminazione del latte con l’aflatossina M1. 19 S eminativi Gli antichi mais piemontesi un patrimonio da conservare Allarme dell’Associazione Antichi Mais Piemontesi per la chiusura del Crab, il centro pubblico che si occupava della riproduzione delle sette varietà antiche di mais: «Sono stati licenziati gli unici tecnici che uscivano dal palazzo per andare nei campi a fianco dei coltivatori – osserva il presidente dell’associazione, Matteo Zappino -, mentre i burocrati resistono. L’associazione si trova ora sola a cercare di conservare queste varietà, grazie al volontariato di alcuni coltivatori custodi. L’obbiettivo è di cercare finanziamenti per riaprire questo centro, ma troviamo solo porte chiuse». DIECI ANNI DI STORIA Era la primavera del 2003 quando Matteo Zappino riceveva la chiamata di Claudio Baldi, un ricercatore con l’incarico da parte della Provincia di Torino di scovare i produttori superstiti di antiche varietà di mais. Era la prima volta che qualcuno lo contattava per questo, nonostante da anni si moltiplicassero guide gastronomiche, esperti giornalisti agro culinari, presidi e riserve indiane per ogni prodotto, nessuno aveva fatto una vera ricerca con 20 S eminativi Chiude il Centro per la riproduzione delle sette varietà storiche. L’associazione dei produttori rimane sola a difenderne la sopravvivenza il lanternino girando le campagne e chiedendo informazioni direttamente ai coltivatori. Nel 2004 un’appassionata e grintosa dirigente dell’assessorato Agricoltura della Provincia di Torino, Elena Di Bella, riusciva a riunire in un’unica sala, al Crab di Bibiana, gran parte del mondo che girava attorno agli antichi mais: coltivatori, mugnai, produttori di paste di meliga tecnici agronomi, appassionati. UN PRODOTTO POVERO In tutto una ventina di persone, l’obbiettivo è subito chiaro, costituire una associazione che si occupi di valorizzare le antiche varietà di mais. Ma la strada era in salita, se era stato facile creare gruppi legati a produzioni di valore come i vini o i formaggi, per il mais, prodotto povero, non c’erano risorse sufficienti per giustificare uno sforzo da parte dei produttori, per lo più piccolissimi coltivatori appassionati dallo spirito libero e un po’ anarchico. Si mettono nero su bianco lo statuto e il regolamento che definiscono chi è il socio quali sono le antiche varietà. MILLE QUINTALI L’associazione da subito si occupa di valorizzare la produzione dei soci attraverso la partecipazione a fiere e momenti di degustazione. In collaborazione con il Crab si svolgono attività di riproduzione dei semi e di controllo delle qualità. Si concorda un prezzo omogeneo e si comincia a monitorare le produzioni disponibili. I primi anni si censiscono una quindicina di ettari per una produzione di 200 quintali. Nel 2007 l’associazione diventa regionale, oggi è composta da una trentina di soci, e le produzioni certificate superano i mille quintali. 21 N otizie dalle aziende JCB Agri, scende in campo la gamma più produttiva per il settore agricolo Numero uno al mondo nel settore dei movimentatori telescopici. In più, trattori agricoli Fastrac, pale gommate, pale compatte… Il settore agricolo è da sempre uno dei più importanti mercati di riferimento per JCB, e ha sviluppato una linea completa di macchine agricole in grado di offrire prestazioni di assoluta eccellenza e la massima redditività. Forte di una gamma di oltre 50 modelli al top per prestazioni e produttività, oggi JCB si colloca a buon diritto fra i massimi specialisti del settore della meccanizzazione in agricoltura. A partire dalla produzione dei movimentatori telescopici: oggi JCB è l’indiscusso numero uno al mondo 22 in questo segmento di macchine, con una offerta che rappresenta il parametro di riferimento per tutto il mercato. Nessun altro costruttore, del resto, offre una gamma così vasta per numero di modelli e di possibili allestimenti con i pacchetti Agri, Agri Plus, Agri Super e Agri Extra. L’ultima generazione di movimentatori telescopici per il mercato agricolo, inoltre, può contare sui motori diesel JCB Ecomax a coppia elevata e basse emissioni, sviluppati per soddisfare le prescrizioni delle normative antinquinamento Stage IIIB/Tier 4 Interim, e dispone di una cabina al top per abitabilità e comfort e una visibilità eccezionale grazie al particolare posizionamento del braccio. La linea JCB Agri offre eccellenza costruttiva e prestazioni per il settore agricolo anche con numerose altre tipologie di macchine, come i trattori agricoli Fastrac, le pale gommate, le pale compatte e articolate, le minipale (con l’esclusivo design monobraccio), i carrelli telescopici Teletruk e gli utility vehicle Workmax. 23 ARPROMA I nforma Associazione Regionale Produttori Macchine Agricole Alle fiere si vede di tutto, ma la corretta informazione deve essere un bene comune C’è anche chi scrive che la targhetta CE serve solo per chi vende all’estero! I mesi di marzo ed aprile sono stati protagonisti di molteplici fiere agricole di rilievo, Carmagnola, Savigliano, Montichiari, Agriumbria e molte altre. A queste fiere, in special modo quelle di grossa affluenza come ad esempio Agriumbria (oltre 200.000 persone hanno visitato la fiera in 3 giorni) si possono trovare piccoli costruttori che espongono le loro macchine agricole e spesso destano molto interesse per forme ed utilizzi “particolari”. Sovente, a chi è a conoscenza delle norme a cui un costruttore deve prestare molta attenzione ed attenersi prima di mettere in commercio una macchina, capita di osservare come altri produttori approcciano le varie normative in merito alla sicurezza. A tal proposito si riscontra purtroppo che alcuni costruttori si basano per “rifinire” le macchine con adesivi vari su come altri produttori hanno fatto, quindi andando per duplicazione spesso purtroppo ripetono errori su errori. Questi esempi sono stati visti per pittogrammi posti ove non servivano, oppure alcuni fanno dei veri e propri “poster” adesivi con su ogni sorta di avvertenza e modalità d’uso che magari non c’entrano nulla con il tipo di macchina. Peggio ancora quando ti senti rispondere in merito all’assenza della targhetta con la marcatura CE che non è obbligatoria ma facoltativa solo se si vende all’estero. 24 Purtroppo queste frasi o pittogrammi fantasiosi ad alcuni faranno sorridere ma in realtà c’è molto da riflettere. Come fa un produttore ad essere sicuro che immette nel mercato una macchina sicura? Associazioni come L’Arproma possono essere di grande aiuto per poter far fronte alle sempre più complicate norme a cui un costruttore deve attenersi. La forza dell’unione e della condivisione di informazioni corrette può essere di grande utilità per molti produttori, che diversamente per poter avere le corrette informazioni, devono investire ingenti risorse finanziarie. N otizie dalle aziende Thor, il coraggio di affrontare il futuro L’azienda THOR di esclusiva proprietà della famiglia Ricca Andrea si trova a Busca nella zona industriale sud in una posizione di facile accesso con ampi servizi e strutture logistiche funzionali abbinate. Questa società è operativa dal 1977 nel settore metalmeccanico, con interesse prevalentemente rivolto alla meccanica agricola e forestale. La produzione è assicurata da un sufficiente numero di addetti opportunamente selezionati nel corso degli anni e la trasformazione interna dei materiali grezzi e dei semilavorati è assicurata da impianti e attrezzature all’avanguardia con particolare cura e controllo finale della qualità. Lo studio, la progettazione e lo sviluppo di nuovi, e sempre più evoluti macchinari, avviene internamente ed è da sempre seguito con passione ed esperienza dal titolare stesso con l’aiuto di fidati progettisti e collaboratori. La commercializzazione dei propri prodotti distribuiti in tutta Europa fin dagli anni ‘80 e ultimamente anche in paesi decisamente più lontani fino addirittura alla Nuova Zelanda, viene curata e seguita in particolar modo dalla figlia Ricca Roberta con il supporto di personale specializzato e di fidati collaboratori esterni. La specializzazione che ha contribuito a rendere famoso il marchio THOR nel mondo deriva senz’altro (oltre che dalla qualità dei macchinari) dai dispositivi di comando brevettati e dalla maniacale ricerca dell’affidabilità e sicurezza dei propri macchinari prodotti esclusivamente in Italia. Nel ciclo produttivo della THOR non esistono componenti o semilavorati prodotti fuori dall’Europa a basso costo (aspetto molto di moda adesso fra diversi concorrenti THOR!). Questa serie di fattori e aspetti hanno assicurato e assegnato all’azienda di Busca importantissimi riconoscimenti e premi nazionali e internazionali. I riconoscimenti sono graditi e opportunamente considerati dai titolari della Società, ma come avviene sempre da 35 anni nell’azienda THOR gli obiettivi e le sfide sono quelle che si presentano davanti e nel futuro. Sfide che THOR saprà affrontare con coraggio e umiltà come ha sempre fatto in tutti questi anni senza abbandonare mai il suo spirito innovativo. La THOR sarà presente nei prossimi mesi sul mercato e sulle fiere più importanti in Italia e all’estero con rilevanti ed esclusive novità che porterà a conoscenza del pubblico anche su questo giornale. 25 O rtofrutticoltura Nuovo bando regionale per le reti antigrandine 26 O rtofrutticoltura Vengono utilizzate le risorse accumulate dalle economie sui finanziamenti all’agricoltura nella fase finale del Psr La Giunta Regionale ha indetto il nuovo bando 2013 nell’ambito della Misura 121 “Ammodernamento delle aziende agricole” del Psr 2007-2013: sarà possibile presentare domande di sostegno per “Installazione reti antigrandine” e “Sistemi di irrigazione a basso utilizzo di acqua in luogo dell’irrigazione a scorrimento”. Il bando fa riferimento alle nuove sfide del Programma di sviluppo rurale previste dall’health check, nello specifico quelle relative all’“Adattamento ai cambiamenti climatici e mitigazione dei relativi effetti” e “Gestione delle risorse idriche”. DUE MILIONI DI EURO Tale bando prevede una dotazione finanziaria pari a 2 milioni di euro implementabili con ulteriori economie dei bandi precedenti, di cui 1 milione per “Installazione reti antigrandine” e il restante milione per “Sistemi di irrigazione a basso utilizzo di acqua”. La dotazione di tale bando non comporta ulteriori oneri a carico della Regione, allo stanziamento previsto si farà fronte con le risorse già assegnate ai bandi 2011 della Misura 121 e, in parte, non utilizzate. DOMANDE PER VIA TELEMATICA Le aziende agricole, per richiedere il contributo, dovranno presentare la domanda per via telematica. Successivamente, entro 7 giorni, il documento cartaceo dovrà essere consegnato alla Provincia competente. «Vogliamo impegnare al meglio i fondi a disposizione – osserva l’assessore regionale all’Agricoltura, Claudio Sacchetto -, assicurando il completo utilizzo delle risorse pubbliche destinate all’agricoltura, evitando così di perdere occasioni che per le aziende sul territorio possono rivelarsi di grande aiuto. In fase oramai finale del Programma di Sviluppo Rurale abbiamo accumulato, grazie ad alcune economie del 2011, un insieme di risorse utile a riservare nuove opportunità, nello specifico l’installazione di reti antigrandine e sistemi di irrigazione efficienti. Da un lato la possibilità di difendere le colture da fenomeni atmosferici estremi che negli ultimi anni hanno riguardato da vicino anche le nostre zone, dall’altro la possibilità di dotare le nostre aziende di impianti sempre più moderni, dunque oggetto di notevole risparmio». 27 A ttualità Il lavoro occasionale dei famigliari non comporta obblighi all’impresa Le prestazioni devono essere svolte da parenti e affini non oltre il quarto grado. Ecco il “memorandum” delle condizioni Il vicedirettore della Cia di Cuneo, Silvio Chionetti, ha recentemente diffuso una nota sulla disciplina per l’aiuto occasionale prestato dai parenti nell’impresa agricola (articolo 74 del decreto legislativo 28 10/9/2003, n. 276), ricordando come, a determinate condizioni, le prestazioni in esame non comportino alcun obbligo da parte del titolare dell’impresa. Ecco, in sintesi, il “memorandum” a servizio delle imprese. 1) Le prestazioni devono essere svolte da parenti e affini non oltre il quarto grado. La parentela e l’affinità devono essere riferiti esclusivamente al A ttualità eccezionale e straordinaria, anche ripetutamente nel corso dell’anno, ma sempre per brevi intervalli di tempo. 3) Le prestazioni devono essere svolte esclusivamente a titolo di aiuto, mutuo aiuto, obbligazione morale: qualora la prestazione sia fornita in esecuzione di una obbligazione giuridica, non sussistono gli estremi del lavoro occasionale. 4) Le prestazioni devono essere gratuite, salvo le spese di mantenimento (ad es. vitto e alloggio) e di esecuzione dei lavori (ad es. spese per l’acquisto di mezzi). titolare dell’impresa. 2) Le prestazioni devono essere svolte in modo meramente occasionale o ricorrente di breve periodo: la prestazione deve essere resa senza carattere di abitualità, in via PARENTI E AFFINI Per qualsivoglia persona sono parenti: - di 1° grado, i genitori e i figli; - di 2° grado, i nonni, i fratelli e sorelle, i nipoti intesi come figli dei figli; - di 3° grado, i bisnonni, gli zii (fratelli e sorelle dei genitori), i nipoti intesi come figli di fratelli e sorelle, i pronipoti intesi come figli dei nipoti di 2° grado; - di 4° grado, i prozii (fratelli e sorelle dei nonni), i cugini (i figli degli zii) e i pronipoti (figli dei figli di fratelli e sorelle). Quanto agli affini, questi sono i parenti del coniuge, ed il grado di affinità è lo stesso con cui questi soggetti sono parenti del coniuge. Per qualsivoglia persona sono dunque affini: - di 1° grado, i suoceri (genitori del coniuge); - di 2° grado, i nonni del coniuge, i cognati (fratelli e sorelle del coniuge); - di 3° grado, i bisnonni del coniuge, gli zii del coniuge (fratelli e sorelle dei suoceri), i nipoti intesi come figli dei cognati; - di 4° grado, i prozii dei coniuge, i cugini del coniuge, i pronipoti (figli dei figli dei cognati. 29 A ttualità Il “similGrana” danneggia gli allevatori piemontesi Coldiretti Piemonte ha denunciato un nuovo inganno perpetrato a danno dei consumatori italiani e piemontesi: il “similgrana”, che mette a rischio il lavoro di migliaia di allevatori anche piemontesi, impegnati in una produzione unica, immagine del Made in Italy nel mondo. In Piemonte, di formaggio Grana Dop se ne sono prodotte nel 2012, 1.350 tonnellate, mentre nel 2011, 1.912 tonnellate, con un calo di circa il 20%. «Purtroppo – rilevano Roberto Moncalvo e Bruno Rivarossa, presidente e direttore di Coldiretti Piemonte -, il vero formaggio Grana è offuscato dal similgrana. Negli ultimi dieci anni 30 sono raddoppiate le importazioni in Italia, generando una concorrenza alla produzione nazionale di Parmigiano Reggiano e Grana Padano a denominazione di Origine Protetta (Dop) tanto che la produzione piemontese è in ribasso». IMPORTAZIONI IN AUMENTO E’ quanto emerge da una analisi della Coldiretti da cui si evidenzia che le importazioni italiane di formaggi duri di latte bovino non DOP hanno raggiunto i 27,3 milioni di chili nel 2012, con un aumento dell’88 per cento in dieci anni. Nella realizzazione di questi prodotti di imitazione, secondo Coldiretti, sono implicate spesso A ttualità In dieci anni le importazioni sono aumentate dell’88 per cento. Coldiretti denuncia la responsabilità di aziende italiane e di chi dovrebbe tutelare le denominazioni originali imprese italiane ed anche chi per ruolo avrebbe il compito di tutelare le denominazioni originali, dal quale dipende il futuro di interi territori e migliaia di allevamenti e caseifici. DA DOVE ARRIVA I similgrana sono arrivati in Italia soprattutto dall’Europa, a partire dalla Germania (8,3 milioni di chili) e dalla Repubblica Ceca (8,1 milioni di chili) anche se in forte crescita risulta essere l’Ungheria dalla quale sono giunti ben 2,7 milioni di chili pari al 10 per cento del totale delle importazioni. Volumi addirittura supe- riori di questi formaggi che spesso hanno anche una assonanza fonetica con quelli nazionali. DATI NEGATI «Il rischio è che - concludono Moncalvo e Rivarossa - i similgrana siano scambiati dai consumatori come prodotti Made in Italy perché sono spesso utilizzati nomi, immagini e forme che richiamano all’italianità, ma anche perché appare il bollo Ce con la “I” di Italia se il formaggio viene semplicemente confezionato nel nostro Paese. Di qui, le nostre richieste: intensificare i controlli anche negli stabilimenti di trasformazione del latte in Italia e all’Unione Europea di accelerare le normative per un’etichettatura completa e trasparente dei prodotti alimentari. Nel frattempo la Regione e gli Enti preposti continuano a non fornire e rendere pubblici i dati delle importazioni con un atteggiamento inconcepibile». 31 2013 L’agricoltura fa quadrato Una ventina le aziende piemontesi partecipanti alla tradizionale rassegna di Bastia Umbra Sono state una ventina le aziende piemontesi che hanno partecipato alla quarantacinquesima edizione di Agriumbria, dal 5 al 7 aprile, nel Quartiere fieristico di Bastia Umbra (Pg). All’insegna del motto “L’Agricoltura fa quadrato”, l’appuntamento mercantile dei mezzi 32 tecnici per l’agroalimentare e per la zootecnia ha presentato un quadro generale fieristico articolato in saloni specializzati, in mostre e rassegne zootecniche che rappresentano l’essenza dell’agricoltura multifunzionale e dell’impiantistica industriale e artigianale utilizzata nei processi di filiera. Ampio spazio è stato riservato alla zootecnia che con le mostre nazionali e interregionali divenute un punto di riferimento per valutare l’elevato livello genealogico raggiunto dalle diverse specie e razze (bovini, ovicaprini, equini e avicunicoli) rimane il settore nei confronti del quale viene posta particolare attenzione per verificare quale prospettive si vanno delineando per gli allevamenti. TRADIZIONE E INNOVAZIONE La partecipazione di soggetti selezionati di bovini delle diverse razze (Chianina, Marchigiana, Romagnola, Maremmana, Pezzata Rossa, Frisona, Grigio Alpina e altre) ha rappresentato l’opportu- nità per gli allevatori e per i tecnici provenienti dalle varie regioni, di porre in discussione i punti critici che le aziende zootecniche devono affrontare e le misure da adottare per superarli. L’innovazione tecnologica dei diversi settori merceologici, gli incontri fra istituzioni e operatori hanno focalizzato le problematiche tecnico – gestionali delle imprese agroalimentari, tenuto conto dell’attuale congiuntura economi- ca che condiziona gli investimenti anche a causa delle difficoltà che gli imprenditori incontrano nell’accedere al credito. Nel settore della meccanizzazione agricola si è svolto il “Concorso Nazionale per l’innovazione tecnologica delle macchine agricole per il miglioramento della sicurezza” organizzato da Umbriafiere e Enama, riservato alle industrie, alle aziende e alle loro rappresentanze territoriali. 33 N otizie dalle aziende Arriva la rotopressa Master Novità targata Supertino Ideale per la pressatura di stocchi di mais di grandi e medie aziende e contoterzisti L’azienda che da oltre 50 anni opera nel settore della produzione di macchine agricole propone un’ampia gamma di macchine per la raccolta e la zootecnia. Carri Trincia Miscelatori orizzontali e verticali con coclee convergenti, Impagliatrici Distributrici, Falcia Autocaricanti, Carri Spandiletame, Avvolgitori Balle, Presse Big Baler e Rotopresse fanno sì che la Supertino possa rispondere alle richieste della clientela in modo sempre più ampio. Nell’anno 2000 è stato prodotto, intenzionalmente, un modello di rotopressa ideale per la pressatura di stocchi di mais. Questo prototipo è stato sviluppato per la necessità delle grandi o medie aziende agricole e conto terzisti 34 con questi problemi di raccolta. La particolarità di questa macchina consiste nel suo indispensabile alimentatore rotativo a pettine, posto sopra il pick-up che favorisce l’entrata di qualsiasi tipo di prodotto ed evita tutti i problemi di ingolfamenti dovuti ad andane irregolari. Il sistema di pressatura rulli più catene, già adottato sui modelli di rotopressa tradizionale, permette di effettuare l’apertura del portellone senza il disinserimento della presa di forza dalla trattrice, questo ne facilita il sistema di lagatura ad introduzione forzata in camera, ottenendo così una perfetta distribuzione della rete sia in terreni con pendenza che in condizioni di vento, garantendo una tensione e una qualità di legatura ai bordi balla. Questo modello di legatore permette di poter introdurre la rete in camera senza dover procedere all’introduzione del prodotto. L’introduzione del prodotto in camera viene completato dall’in- faldatore alternativo che garantisce l’alimentazione costante, per ottenere una migliore formazione della balla. Il raccoglitore a sollevamento idraulico di 2,2 mt di larghezza è equipaggiato di due ruote in gomma e di due coclee sui lati che confluiscono il prodotto raccolto verso il centro. Due, fino ad ora, le versioni disponibili di questo modello: SP 1200 Master Plus e SP 1500 Master Plus, che differiscono solamente per il diametro della camera di pressatura, che è di 120 cm per la prima e di 150 per la seconda. Da oggi la nuova versione SP 1650 Tronic. Questo modello ha le stesse caratteristiche della Master tradizionale ma è stato prodotto per maggiorare il volume della camera di pressatura consentendo alle aziende di ridurre i tempi di raccolta dal campo. La particolarità del modello Tronic consiste nella gestione tramite la centralina di bordo, del rilevamento fine balla con avvisatore acustico, dell’avvio automatico e manuale legatura, del rilevamento chiusura portellone e del conteggio totale e parziale delle balle. Il tutto viene semplicemente e facilmente manovrabile dall’operatore direttamente dalla trattrice, rimanendo in pieno comfort. A ttualità Nuovo bando del “piano verde” regionale sugli interessi per i prestiti aziendali Uniformato il tasso fisso di intervento, sia per le cooperative che per i singoli imprenditori agricoli. Scadenza a fine maggio Continua il percorso del “Piano Verde” avviato dall’Assessorato regionale all’agricoltura nel 2011: le nuove disposizioni generali per la concessione di contributi negli interessi su prestiti per la conduzione aziendale prevedono di uniformare il sistema di calcolo, rendendo fisso il tasso di intervento sia per quanto concerne le cooperative agricole, sia per gli imprenditori agricoli singoli. Il contributo regionale negli interessi sui prestiti per la conduzione aziendale è stato stabilito nell’1% per le imprese ubicate in zona di pianura o di collina e nell’1,5% per quelle ubicate in zone di montagna. Il contributo è determinato nella misura del 3% per gli imprenditori agricoli singoli e per le altre forme associate composte da meno di cinque imprenditori agricoli che, nel corso della campagna agraria in atto al momento dell’emanazione del bando, hanno subito danni da calamità naturali rientranti nelle zone e con le tipologie di danno individuate dalla Giunta regionale. I bandi resteranno aperti fino alla fine di maggio. 35 E nologia Domenico Clerico di Monforte d’Alba benemerito della vitivinicoltura Premiato con la medaglia Cangrande a Vinitaly 2013 Rappresenta la sintesi della “piemontesità” enologica La medaglia Cangrande, attribuita ogni anno ai benemeriti della vitivinicoltura, è stata conferita nel corso di Vinitaly 2013 a Domenico Clerico, vitivinicoltore di Monforte d’Alba, produttore di grandi cru di Barolo, espressione di quella “meglio gioventù” che negli anni ’70 del secolo scorso fece la scelta di vita del lavoro in agricoltura. RABBIA E BUONA VOLONTA’ Clerico rappresenta la sintesi della piemontesità enologica. Contadino e figlio di contadini, ha prodotto, lavorando con grande caparbietà e intelligenza, grandi vini e li 36 ha promossi nel mondo, contribuendo al rinascimento del vino piemontese e italiano. Con molta fatica e, come dice lui stesso “con buona volontà e rabbia” è riuscito a costruire un’azienda che oggi è composta da circa 21 ettari di vigna per un totale di circa 110.000 bottiglie annue. LA SFIDA VINCENTE Nel periodo tra il 2005 ed il 2006 ha fortemente cercato un nuovo obiettivo che gli desse lo stimolo giusto e lo ha trovato in un altro Comune del Barolo importante e, per certe caratteristiche simile a Monforte, Serralunga, che gli ha consentito di realizzare un barolo dal nome curioso: Aeroplanservaj, il soprannome con cui il padre di Clerico chiamava Domenico, ovvero “un fanciullo, un ragazzo ed infine un uomo che vola con la fantasia sulle colline che lo circondano ed atterra, talvolta, per qualche secondo per far parte del mondo reale”. Quando il destino gli ha strappato la figlia, le ha dedicato il suo più straordinario barolo, il “Per Cristina”. A Domenico Clerico sono giunte per prime le felicitazioni del presidente della Cia Piemonte, Roberto Ercole. O rtofrutticoltura Nocciole, si risveglia la Turchia, ma il mercato italiano non dorme Segnali positivi dagli operatori del settore corilicolo piemontese sul primo bilancio della campagna 2012/2013. I quantitativi della produzione vengono ritenuti soddisfacenti, seppure lontani dai record produttivi delle annate 2007 e 2008, e inferiori di un buon 1520% rispetto alla precedente annata 2011/2012, complice soprattutto il freddo dello scorso inverno che ha colpito soprattutto le aree di pianura e quelle collinari più elevate. A livello piemontese la produzione piemontese, concentrata nelle province di Asti, Alessandria e Cuneo, arriva alle 14.000 tonnellate (lo scorso anno era stato di circa 17.000 tonnellate). A livello nazionale, dopo le 128.000 tonnellate del 2011, il calo produttivo è stato ancora più drastico, addirittura del 25-30% in meno rispetto allo scorso anno. BUONA QUALITà Anche in questa annata la qualità delle nocciole è stata buona, in linea con le media storica delle precedenti annate, pur non raggiungendo gli ottimi risultati dello scorso anno, dove le rese alla sgusciatura avevano sfiorato il 50%. Sotto il profilo sanitario le elevate temperature che hanno caratterizzato 37 il periodo estivo hanno consentito la raccolta in condizioni di asciutto, con percentuali di umidità molto basse ed evitando il verificarsi di problematiche quali marciumi o presenza di muffe. Discorso diverso invece per quanto riguarda il mercato, dove non si sono replicate le ottime performance positive dello scorso anno. Nonostante in molte aree produttive, in particolare Centro e Sud Italia si sia verificato un calo notevole dei quantitativi, la ripresa della produzione globale, per effetto soprattutto della Turchia, primo produttore mondiale (70% della produzione), il cui raccolto dovrebbe attestarsi tra le 750.000 e le 800.000 tonnellate, ha condizionato inevitabilmente le quotazioni di mercato. IL RITORNO DELLA TURCHIA Il surplus di offerta, nonostante la riduzione dei volumi da parte dell’Italia, secondo produttore corilicolo mondiale, ma anche di Spagna e di USA, ha 38 Quantitativi soddisfacenti, seppure lontani dai record produttivi. Buona qualità, prezzi stabili fatto si che la Turchia, tornata alla piena produzione, abbia raggiunto quest’anno livelli record di esportazioni, favoriti altresì dalla crescita generale dei consumi di nocciole. Secondo alcune stime l’export turco dovrebbe attestarsi intorno alle 189.000 tonnellate, quantità abbondantemente superiore rispetto allo scorso anno. QUOTAZIONI A livello locale le quotazioni sono state nel complesso stabili per tutta la campagna di commercializzazione, attestandosi mediamente sui 5 €/punto resa, pari a 2,20 – 2,35 €/kg, con prezzi leggermente superiori per il prodotto marchiato. Nonostante i prezzi di mercato non siano stati particolarmente soddisfacenti, si sono invece avuti ottimi risultati per quanto riguarda la commercializzazione della Nocciola Piemonte Igp. Anche per questa campagna, si prevede di incrementare i quantitativi di prodotto marchiato Igp, superando abbondantemente le 4.100 tonnellate. Un traguardo che testimonia il crescente interesse da parte del mercato e un numero sempre più ampio di produttori che aderiscono al sistema di certificazione Nocciola Piemonte Igp. Confermati nel 2012 i due contratti di filiera per la fornitura di Nocciola Piemonte Igp all’azienda Sebaste di Gallo d’Alba e alla Pernigotti di Novi Ligure. 39 A ttualità Falso bio, sequestrati mais e soia importati, ma il danno lo pagano le aziende italiane Le più gravi frodi degli ultimi anni riguardano prodotti d’importazione, l’Europa dovrebbe controllare meglio Confagricoltura plaude all’operazione della Guardia di Finanza che ha sequestrato, in varie regioni italiane, 1.500 tonnellate di mais ucraino e 30 tonnellate di soia indiana lavorata, contenente in parte pesticidi, falsamente certificate come provenienti da agricoltura biologica. Confagricoltura è dell’avviso che episodi come questo devono spingere la Commissione Ue a impegnarsi maggiormente nelle verifiche sui sistemi di controllo degli Stati membri. Proprio lo scarso controllo della Ue è, infatti, la causa principale della frode a cui si assiste oggi, in quanto il prodotto veniva sdoganato a Malta per poi arrivare nel nostro Paese. 40 ITALIA VIRTUOSA Il sistema italiano è molto più rigido e proprio recentemente l’ente di accreditamento ha sospeso un importante ente di certificazione del biologico per alcune gravi mancanze, proprio nel settore dell’importazione di mangimi bio. Tutte le più gravi frodi alimentari degli ultimi due anni, osserva Confagricoltura, hanno riguardato prodotti di importazione (gli importatori esclusivi del biologico sono solo 63), ma stanno mettendo in seria difficoltà le oltre 46 mila aziende biologiche che vedono la propria attività screditata di riflesso. 41 E nologia Occhio alla trattativa sugli impianti vitivinicoli Il futuro dei diritti di impianto vitivinicoli costituisce una questione strategica che riguarda uno dei comparti chiave della nostra agricoltura. Lo ha ribadito Confagricoltura a Vinitaly 2013, dove l’argomento é stato affrontato nell’ambito della Federazione vitivinicola e del seminario organizzato dal ministero delle Politiche agricole dove 42 Confagricoltura é intervenuta. STATUS QUO «Non sono concesse disattenzioni per uno strumento di politica di settore essenziale per un comparto che garantisce ricchezza ed occupazione al Paese e che non possiamo mettere a repentaglio - afferma Confagricoltura -. Siamo sempre E nologia più convinti che l’attuale sistema dei diritti di impianto sia quello che consente di gestire al meglio il potenziale vitivinicolo, come ritiene anche il Parlamento europeo, e che ogni cambiamento deve essere attentamente valutato in quanto a possibili conseguenze sulle capacità produttive del settore e sul reddito dei vitivinicoltori». DUE IPOTESI Lo scenario negoziale vede da un lato l’ipotesi del degli investimenti a partire dal 2024. «Non possiamo cedere alla liberalizzazione delle produzioni perché abbiamo assolutamente bisogno di una regolamentazione del potenziale rispetto al mercato - ha stigmatizzato Confagricoltura - e dobbiamo valutare con ogni cautela tutte le possibili ripercussioni derivanti da un eventuale superamento dell’attuale regime. Occorre poi porre la massima attenzione all’aumento degli investimenti La trattativa sui diritti nell’ambito della discussione per la Pac non consente distrazioni, è in gioco il futuro del comparto Parlamento europeo di una proroga dell’attuale sistema sino al 2030 e, dall’altro, la posizione di compromesso del Consiglio UE che già prefigura un sistema di “autorizzazioni” a termine che sostituirebbe dal 2019 l’attuale regime basato sui diritti prevedendo un possibile aumento dei nuovi vigneti sino all’uno per cento l’anno e con una liberalizzazione consentiti e alla gestione regionale delle autorizzazioni. Altrettanta attenzione va poi posta ai meccanismi di accesso che devono garantire un’equilibrata gestione dell’offerta e l’espansione delle produzioni per le imprese che vogliono crescere ed investire in nuovi impianti vitati». 43 A ttualità di Floriano Luciano Dal rapporto sull’acqua il riconoscimento al merito del Piemonte agricolo Pubblicata l’edizione 2013 delle analisi sui residui dei principi attivi. La nostra regione è la più virtuosa, ma l’attenzione all’ambiente costa e pesa sui bilanci aziendali Pubblicato da pochi giorni, è consultabile gratuitamente sul sito dell’ISPRA – Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale – l’edizione 2013 del Rapporto nazionale pesticidi nelle acque (www.isprambiente.gov.it). TRE ASPETTI A parte il titolo vetero-ambientalista, scorrendo le oltre 80 pagine del rapporto balzano agli occhi molti dati interessanti e subito tre elementi principali, il primo è che i dati si riferiscono al biennio 2009/2010 (cioè – almeno per le imprese - quasi un’era geologica fa, ma per la “scienza” è normale metterci 2 anni ad elaborare e pubblicare i dati). Secondo aspetto: un po’ troppe regioni (in particolare al Sud) non hanno fornito il monitoraggio, per cui alcune conclusioni del rapporto sulle negatività del nord rispetto al sud sarebbero forse da riconsiderare. 44 Terzo aspetto: il Piemonte si dimostra una regione virtuosa nell’attenzione del comparto agricolo all’ambiente. Dal Rapporto ISPRA per le analisi delle acque superficiali mancano i dati di Liguria e Calabria; per quanto riguarda le acque sotterranee mancano i dati di Liguria, Sardegna, Calabria, Molise e Basilicata. I valori espressi sono comunque parecchi: nel biennio in questione sono stati infatti analizzati 21.576 campioni per un totale di 932.292 determinazioni analitiche, andando ad implementare una serie storica che risalendo al 2001 permette agevolmente di fare delle valutazioni sul livello di utilizzo nel tempo degli agrofarmaci e delle sostanze per il contenimento delle infestanti in agricoltura. PIEMONTE VIRTUOSO Per quanto riguarda il Piemonte, dall’andamento della serie storica 2001-2011 emerge che l’impiego di sostanze attive distribuite per uso agricolo per ettaro di superficie agricola è andato progressivamente diminuendo, passando dai 8,9 kg/Ha del 2001 ai 6 kg/Ha del 2011. Un dato, quest’ultimo, che corrisponde a circa la metà dei kg di principi attivi distribuiti in Veneto, la regione che con i suoi oltre 11 kg/Ha detiene il primato nel 2011, e di fatto in tutto l’arco temporale considerato. Dall’analisi dei dati emerge che il Piemonte è fra le poche regioni agricole che ha fortemente contratto l’uso di principi attivi nel periodo considerato, passando appunto da 8,9 a 6 kg/Ha, mentre altre regioni – come Veneto e Lombardia - hanno mantenuto di fatto lo stesso livello precedente, ed alcune – Campania e Sicilia – hanno addirittura peggiorato. CAMPANIA MAGLIA NERA Il dato delle regioni “maglia nera” ci dice che la Campania in dieci anni è passata da 8,7 a 9,1kg/Ha, ma il caso più eclatante è quello dell’assolata Sicilia in cui si è passati dai 4,8 kg/Ha del 2001 ai 9,7 kg/Ha di principi attivi nel 2011, con punte di 13,3 kg/Ha nel 2002 e 12,6 kg/Ha nel 2008. Fra le regioni che han fornito tutti i dati nessuna ha fatto meglio del Piemonte e solo l’Emilia Romagna si avvicina ai risultati piemontesi, passando dai 9,7 kg/Ha del 2001 ai 7,9 kg/Ha del 2011. Alla base di queste variazioni di sicuro i diversi andamenti climatici, l’aumen- to dei prezzi dei prodotti, ma anche politiche di maggiore sensibilità ambientale (es. la ex 2078 - ora misura 214) che se adeguatamente applicate nel tempo producono risultati concreti. SIAMO BRAVI PERCHE’… Analisi confermata da Giampiero Sabena, “tecnico di campagna” dell’Agenzia 4A, realtà specializzata nell’assistenza in campo alle imprese agricole cuneesi: «Si è passati negli anni da trattamenti a calendario ad una difesa dalle avversità più mirata e specifica, diminuendo e diversificando l’uso dei principi attivi utilizzati. Si è realizzato molto impegno da parte dell’agricoltura professionale verso l’ambiente, anche con l’uso di tecniche innovative come la confusione sessuale e l’immissione di insetti utili. In ogni caso bisogna sempre tenere in conto le necessità di una produzione che compete su un mercato mondiale in cui in molti casi contano solo i costi di produzione, ed in certe aree del pianeta l’attenzione verso l’ambiente non è certo al pari della nostra!». 45 A ttualità CONCORRENZA SLEALE Ma se a livello planetario il grado di attenzione verso l’ambiente è in molti casi pari a zero, anche in altre regioni italiane del nord è comunque ancora consentito dai disciplinari di produzione l’uso di prodotti ormai superati e non più ammessi in Piemonte, ma che costano decisamente meno di quelli di nuova formulazione. Considerando che i prodotti agricoli vengono poi pagati più o meno allo stesso prezzo, la concorrenza diventa in tal caso scorretta non solo da un punto di vista ambientale ma anche economico. 8000 tonnellate in meno all’anno di fungicidi e 7000 tonnellate in meno all’anno di insetticidi: questi i dati concreti di una azione di attenzione ambientale (a costi maggiori per le imprese, ndr) realizzata dal 2001 al 2011. Ed infatti non sono i prodotti fitosanitari distribuiti su frutteti, vigne o cereali a superare i livelli di contaminazione, quanto piuttosto alcune sostanze alla base di diserbanti. Scorrendo la lista, si rileva che molti non risultano utilizzati nelle nostre aree, anche perché trattasi di prodotti specifici per colture non diffuse localmente. Floriano Luciano I sette contaminanti più presenti nell’acqua A livello italiano sono sette le sostanze più frequentemente rilevate nelle acque per le quali è stato riscontrato un maggior numero di superamenti dei livelli di contaminazione le triazine metolaclor Diserbante selettivo per mais, soia, barbabietola, girasole e tabacco, la cui presenza è largamente riscontrata in tutta l’area padana, ma anche in regioni del centro-sud bentazone Erbicida in post-emergenza per riso, frumento e mais, la cui concentrazione è riscontrata nelle aree risicole del Piemonte e della Lombardia oxadiazon Erbicida ad ampio spettro d’azione che trova impiego nel diserbo del riso glifosate Erbicida non selettivo impiegato sia su colture arboree che erbacee, ma soprattutto il più impiegato in aree non destinate a colture agrarie come le zone industriali, civili, gli argini e le scoline, le massicciate e i bordi stradali; cloridazon Erbicida largamente riscontrato ma utilizzato soprattutto per la cipolla e le barbabietole 2,6 – diclorobenzammide 46 Erbicidi la cui concentrazione è particolarmente rilevante nell’area padano-veneta dove praticata nella coltura del mais Erbicida impiegato per il diserbo selettivo di vite, olivo, melo, pero e per il diserbo dei canali, ma non in uso sul nostro territorio 47 E nologia La Regione Piemonte dice “no” al decreto sul trasporto del vino in bottiglia Il provvedimento del Ministero dell’agricoltura dovrebbe entrare in vigore ad agosto. Protesta dell’assessore regionale Sacchetto 48 E nologia Il Ministero dell’agricoltura ha convocato recentemente a Roma le Regioni e i rappresentanti della filiera vitivinicola per un confronto sulla bozza del nuovo decreto che prevede modifiche normative in merito al trasporto di prodotti vitivinicoli. Se allo stato attuale solo il prodotto sfuso necessita di documentazione vidimata precedentemente dal Comune (mentre il prodotto imbottigliato non richiede vidimazione della documentazione), il nuovo decreto prevede consistenti modifiche a partire dal mese di agosto 2013: anche per quanto concerne la movimentazione di prodotti vitivinicoli imbottigliati sarà obbligatoria la vidimazione delle carte di trasporto, presso gli uffici comunali, raggiungendo in alternativa il personale della repressione frodi oppure, sempre rivolgendosi alla repressione frodi, ma mediante PEC. IL SISTEMA SI INCHIODA «Questo improvviso cambiamento di normativa è l’ennesima trovata burocratica che rischia di inchiodare l’intero sistema vino commenta l’assessore regionale all’Agricoltura Claudio Sacchetto -, il disagio che si viene a creare è enorme se si pensa che allo stato attuale i prodotti vitivinicoli in movimento imbottigliati corrispondono ad una quantità pari al 95%, mentre quelli sfusi il restante 5%. Saranno soggette a questi vincoli tutte le aziende che destinano alla vendita un quantitativo superiore ai 100 litri di vino, dunque la totalità delle imprese vitivinicole piemontesi sono coinvolte. Il Piemonte ha già avviato l’iter per dimostrare tutta la propria contrarietà, e si impegnerà in ogni sede per evitare questo inutile incremento di vincoli». NESSUN VANTAGGIO Si è riunito a Torino il tavolo vitivinicolo regionale, delineando in modo netto la posizione del Piemonte: il decreto, in caso di attuazione, non solo rappresenterebbe un grave impedimento alla circolazione dei prodotti vitivinicoli, ma non si tradurrebbe in alcun vantaggio dal punto di vista dei controlli. Oltre al fatto tangibile che si tratta di un ulteriore gravoso ostacolo in un periodo di grave contrazione economica del comparto e dell’economia in generale, si teme per le prospettate fasi transitorie in attesa dell’eventuale approvazione delle direttive definitive: tale pericolo è da scongiurare, evitando in questo modo inutili spese di adeguamento (poi potenzialmente oggetto di ulteriori modifiche) a carico delle aziende. La Regione Piemonte ha già inviato comunicazione mediante lettera al Ministero manifestando la più ferma contrarietà a questo tipo di misure, e si impegnerà nelle sedi opportune per evitare che una nuova zavorra colpisca il comparto vitivinicolo. 49 Z ootecnia Inalpi-Ferrero premiano il latte che garantisce la qualità Arriva il “Welcome premium”, il premio di benvenuto nella filiera Inalpi-Ferrero, partita due anni fa con la sprayatura del latte nelle torri di Moretta e l’utilizzo della polvere di latte nel colosso dolciario di Alba. 50 Si tratta di un iniziale centesimo di euro al litro che viene riconosciuto al produttore che si impegna a seguire un preciso protocollo. Tre i passaggi fondamentali per l’accesso. Primo, l’adesione all’Associazione Z ootecnia provinciale allevatori con l’assolvimento dei conseguenti controlli funzionali in stalla. Secondo, l’adempimento a tutte le prescrizioni, in parte già previste, sotto il profilo amministrativo e igienico-sanitario. Terzo, l’utilizzo esclusivo nell’azienda di alimenti no-Ogm. Quando l’allevatore avrà pienamente centrato questi primi obiettivi, potrà godere di un’ulteriore premialità di 0,6 centesimi al litro. FILIERA PIEMONTESE Il presidente Apa e Compral latte, Roberto Chialva, sottolinea il valore dell’iniziativa: «Con l’operazione del premio di benvenuto Un centesimo in più al litro di “benvenuto” ai produttori che si impegnano a seguire il protocollo della filiera prende corpo e sostanza la filiera del latte piemontese che garantisce la totale tracciabilità e la provenienza certa del prodotto. Un discorso – aggiunge Chialva - che va a tutela delle produzioni e pone l’imprenditore agricolo quale primo paladino della sicurezza alimentare agli occhi del consumatore». laboratori di analisi e i tecnici della qualità, siamo in grado di assumere la corretta gestione di tutta la filiera, oltretutto senza creare appesantimenti burocratici e amministrativi per l’allevatore». Il progetto Welcome nasce da un lavoro molto impegnativo che ha visto schierati gli uffici qualità di Apa, Inalpi e Ferrero con i migliori specialisti. «In questo contesto – spiega Bartolomeo Bovetti, direttore dell’associazione allevatori – risulta fondamentale il ruolo dell’Apa. Con le nostre strutture, i nostri 51 Z ootecnia L’Apa di Cuneo volta pagina L’associazione diventa regionale Eletti i 21 delegati che a fine maggio parteciperanno all’assemblea costituente del nuovo organismo degli allevatori del Piemonte. Il bilancio della sezione cuneese supera gli otto milioni di euro, con un centinaio di addetti tra dipendenti e collaboratori In prima fila anche il presidente Coldiretti, Marcello Gatto. Passaggio storico per gli allevatori che lunedì 8 aprile hanno tenuto a battesimo il nuovo corso organizzato su base regionale. L’Associazione provinciale di Cuneo, che diventa Sezione provinciale, mentre riconferma per acclamazione il presidente Roberto Chialva, vota la lista dei 21 delegati che parteciperanno a fine maggio all’assemblea per eleggere il nuovo vertice piemontese. Gli stati generali 52 si sono svolti al Giardino dei Tigli di Cussanio (Fossano). Presenti Chialva (che ha trasmesso il messaggio augurale dell’assessore regionale all’agricoltura Claudio Sacchetto), il direttore regionale Tiziano Valperga, il presidente emerito Guido Brondelli di Brondello, Albino Pistone presidente dell’Anaborapi, i presidenti delle sezioni Piemontesi Renato Giordano e Frisona Livio Diale, il leader del Coalvi Carlo Gabetti. EFFICIENZA E CONTINUITà «Con questo ridisegno dell’organizzazione – ha sottolineato Roberto Chialva – facciamo quello che ci è stato chiesto dall’Aia, l’associazione nazionale allevatori, che ha recepito le indicazioni in materia di spending review del ministero dell’Agricoltura. Ancora una volta dimostriamo di saperci muovere in anticipo. Daremo più efficienza al sistema con il miglioramento dei servizi, assicurando la continuità dei controlli con una riduzione dei costi». Prima di passare alla votazione dei delegati, è stato approvato il bilancio 2012 dell’Apa cuneese, che supera gli 8 milioni di euro tra attività istituzionali e speciali, svolte da un centinaio di addetti fra dipendenti e collaboratori guidati dal direttore Bartolomeo Bovetti coadiuvato dal vice Roberto Facelli. Z ootecnia «Se questo è il futuro, suma fresch»! Critiche contro il vertice dell’Apa Sulla storica assemblea degli allevatori cuneesi al Giardino dei Tigli si leva la voce critica di Christopher Dalmasso. Ecco di seguito il suo intervento. Su circa 2500 soci appena un centinaio hanno partecipato, forse anche a causa della scarsa informazione su cosa si stava per fare e sull’importanza che questa assemblea avrà per il futuro degli allevatori cuneesi; infatti, fino all’inizio dell’Assemblea, nessuno conosceva con esattezza cosa si stesse per votare e quali le Di questi oltre la metà non erano presenti all’Assemblea (può darsi che abbiano avuto un imprevisto, capita!) e curiosamente alcuni di loro non sapevano nemmeno di essere candidati (e questo come si giustifica?). IL NUOVO NON INTERESSA Ci sono stati comunque, durante l’Assemblea, altri candidati (con nuove idee e soprattutto molta voglia di partecipare e darsi da fare) ma è stata negata loro la possibilità di presentare le proprie Christopher Dalmasso contesta la lista con i nomi dei 21 delegati da votare: «Non c’è volontà di cambiare, il merito non conta» modalità per scegliere i delegati: all’entrata dell’Assemblea ogni socio riceveva, però, una lista prestampata con i nomi dei 21 delegati da votare. Questi, ovviamente, sono i soliti che da tanti (troppi!) anni fanno parte dei vari consigli e sezioni, quelli che, se gli chiedi cosa si è deciso nell’ultima riunione, non se lo ricordano mai bene, se gli dici che bisognerebbe cambiare qualcosa, ti rispondono che le decisioni arrivano dall’alto e loro sono impotenti (e allora cosa ci fate li?), che tecnicamente (non tutti, ma quasi) dimostrano delle lacune e, soprattutto, se ci troviamo nella situazione attuale, di qualcuno sarà la colpa... no? proposte e vuoi per questo, vuoi per la scarsa partecipazione, vuoi per le deleghe, vuoi per la volontà di non cambiare, l’elezione ha premiato la lista prestampata. Sembra veramente che, per vincere in questi tipi di elezioni, serva di più avere un metodo per accaparrarsi i voti che non dimostrare le proprie capacità o la voglia di fare. Con ciò non voglio contestare la regolarità dell’Assemblea: tutto è conforme allo Statuto ma se questo è il futuro del “sistema allevatori”, suma fresch!» Christopher Dalmasso Christopher Dalmasso ECCO I DELEGATI Oltre a Roberto Chialva, delegato di diritto in quanto presidente, all’assemblea regionale degli allevatori parteciperanno: Bernardo Ambrogio di Beinette, Francesco Arlorio di Sommariva Perno, Giorgio Arnaudo di Vinadio, Giuseppe Bertola di Morozzo, Silvano Boggione di Cervere, Aldo Bottero di Garessio, Alberto Brugiafreddo di Racconigi, Franco Comino di Villanova Mondovì, Mauro Comino di Consovero, Mauro Dalmasso di Beinette, Roberto Delsoglio di Fossano, Livio Diale di Villafalletto, Davide Fiandino di Villafalletto, Angelo Gautero di Saluzzo, Renato Giordano di Cuneo, Andrea Ingaramo di Savigliano, Edoardo Luino di Caramagna, Domenico Mina di Murello, Carlo Isaia di Cuneo, Antonio Sabena di Cervignasco (Saluzzo), Francesco Vinai di Ceva. 53 Tares, la Cia scrive ai sindaci «Interpellateci sulle tariffe» Preoccupazione per l’applicazione della nuova tassa su rifiuti e servizi: «Una mazzata per l’agricoltura» Le notizie sulle decisioni assunte dal Governo, pur con un rinvio di pagamento a dicembre di quest’anno, in merito all’applicazione della Tares (Tassa sui rifiuti e servizi), creano preoccupazione nella Cia - Confederazione italiana agricoltori di Cuneo. «Le aziende agricole stanno vivendo un momento molto difficile, 54 i prezzi di vendita calano mentre aumentano i costi, ancora non hanno digerito il salasso dell’Imu e già le attende un ulteriore ed insostenibile aggravio impositivo, quello della Tares che metterebbe a repentaglio il futuro di molte di esse», ha dichiarato il direttore della Cia di Cuneo, Igor Varrone. F isco PER COSA CI TASSANO? «Soprattutto - continua Varrone - temiamo un’applicazione indifferenziata del nuovo tributo, che non tenga nella debita considerazione la peculiarità del settore primario, presidio delle aree rurali, spesso marginali, diffusamente poco servite da quei servizi divisibili ed indivisibili che rappresentano il fine della nuova Tares». La Cia di Cuneo scriverà a tutti i sindaci della Provincia per metterli a conoscenza degli impatti che avrà sulle aziende agricole il nuovo balzello. TARIFFE RIDOTTE «E’ una magra consolazione – continua Varrone - sapere che il pagamento anziché a luglio potrà essere effettuato a dicembre. A scadenza ravvicinata i comuni saranno al lavoro per definire e portare in approvazione il regolamento attuativo della Tares. La nostra organizzazione chiederà a tutti gli enti locali della provincia di essere interpellata per valutare le esenzioni, le riduzioni e le esclusioni per i fabbricati rurali abitativi e strumentali. Ci attendiamo, in particolare, una giusta attenzione nella definizione dei parametri impositivi per i fabbricati rurali ad uso abitativo, in considerazione del fatto che, in applicazione dell’articolo 14 comma 15 del dl 201/2011, i comuni possono prevedere riduzioni tariffarie nella misura massima del 30 per cento, una riduzione che – a nostro avviso - peggiora la condizione preesistente. E’ indispensabile una maggior riduzione così come è indispensabile e tributi l’esenzione dalla Tares di tutti quei fabbricati rurali strumentali destinati alle attività agricole (come ad esempio le rimesse attrezzi, le cantine, i magazzini, i fienili, le serre) in quanto non hanno il presupposto produttivo o tipologico». 55 PSR - MISURA 111 Sottoazione B Cipat-Cia: flavescenza dorata della vite, malattia da battere con energia La flavescenza dorata – rileva Roberto Damonte, presidente della Cia di Cuneo - è una malattia da combattere con energia e con determinazione. Purtroppo negli ultimi due anni i viticoltori hanno evidenziato una forte ripresa della malattia in buona parte del territorio vitato della nostra provincia. Da sempre attenta a questa problematica, la Cia di Cuneo, fin dal comparire di questa malattia è sempre stata attenta alla nuova problematica ed ha sollecitato più volte la Regione Piemonte ad intervenire con strumenti più incisivi per contrastare questa piaga della viticoltura piemontese. Ancora in occasione dell’ultimo tavolo regionale vitivinicolo, la nostra Confederazione ha ribadito fortemente la necessità di provvedimenti urgenti, sostenendo le proposte dell’Assessorato all’Agricoltura divenute oggi operative 56 attraverso due linee guide approvate dalla Giunta Regionale. La prima riguarda la cooperazione attiva dei Comuni con la Regione nella prevenzione e nella lotta obbligatoria agli organismi nocivi delle piante, linee guida che potranno essere accolte nell’ordinamento municipale modificando o integrando il regolamento di Polizia rurale di ciascun Comune. La seconda importante linea guida determinerà l’esclusione da qualunque tipo di contributo economico per le aziende che non rispettano gli obblighi di difesa imposti dalla normativa. Il contenimento di Flavescenza Dorata si attua principalmente attraverso due interventi: lotta insetticida ed estirpo delle piante infette, come previsto dal decreto di Lotta Obbligatoria istituito nel 2000 e reiterato ogni anno. Gli interventi insetticidi sono efficaci e raggiungono lo scopo se sul territorio arrivano tempestivamente ed in maniera univoca le indicazioni sulla loro distribuzione. Fondamentale perciò conoscere come evolve il ciclo di Scaphoideus titanus. A questo proposito, negli ultimi anni, sono stati creati dei gruppi di monitoraggio che a livello locale rilevano il comportamento dell’insetto e permettono di intervenire nei tempi e nei modi più corretti. Assodato che tutti gli attori della filiera viticola devono essere uniti e “parlare con la stessa voce” si è pensato di comporre il gruppo con i viticoltori, i tecnici delle Organizzazioni Professionali Agricole ed i tecnici della Provincia. Dei risultati di questa azione di lotta alla flavescenza dorata se ne parlerà nel Convegno organizzato dal Cipat della Cia il prossimo 10 maggio a Monforte d’Alba. 57 R adici di Aldo Ponso Maggio, il mese della Madonna che risveglia i nidi e i cuori La devozione mariana delle nostre campagne attraverso la testimonianza dei piloni votivi Montagne e pianure si rivestono di verde lasciando il bianco delle nevi alle cime più alte. Ritornano scampagnate e merende agresti sui prati (non sempre rispettati), anche accanto ai vecchi piloni, sbrecciati dalle intemperie invernali. Sono ancora molte le edicole sacre, o piloni, sparsi sui monti ed in pianura, lungo le strade, o presso i casolari; ma specie in montagna rimangono abbandonati nel loro silenzio quasi perenne, per la maggior parte dell’anno, carichi 58 di tempo e di ricordi di storie lontane, sovente ignote. Raramente riportano il nome del committente o il voto originario. Vi si firmano per lo più i frescanti o pittori rustici (o neppure tanto): Giors Boneto, Giuseppe Gauteri (primo frescante della Madonna di Valmala), Carlo Pesce, Giovanni Pessina, Zanetti Agnesotti, Borgna, Biasaci... I NOSTRI SANTI Vi sono dipinti i santi venerati in loco da secoli, fin dai primi tempi del cristianesimo, per lo più provenienti da lontano: Anna, Giuseppe, Giovanni, Battista, Michele, Antonio, Pietro e Paolo, Sebastiano, Sisto, Caterina, Margherita, Maddalena, Giacomo, Mauro, Rocco, Maurizio, Secondo, Delibera... Ma chi predomina è la Madonna con il bambino o il Figlio Morto, per lo più trafitta dalle spade del dolore (ben sette!). Raramente Maria è sola, con le braccia aperte in segno di amorevole compassione o assunta in cielo con nugoli di angeli osannati. I piloni ci sembrano parlare dei lunghi rosari, delle novene delle famiglie della zona, raccolti intorno a quel segno sacro, ad implorare grazie estreme, per situazioni dolorose; o ancora dei pii pellegrinaggi faticosi di un tempo; di quel viandante solitario in cerca di funghi, che, sudato vi faceva sosta, ubbidendo al motto che vi vedeva scritto: “O tu che passi per questa via: recita un’Ave Maria!” 59 R adici di Giuseppe Brandone Quando si dice: “l’è nen mach erba” Breve storia dell’insalata Gli antichi romani preferivano la cicoria; la lattuga si diffuse in Francia soltanto nel Settecento. E poi c’è quella russa… 60 Insalata: la parola deriva da insalare, vocabolo non più in uso, dal significato di “aggiungere sale”. Infatti, per gustare un’insalata è indispensabile un pizzico di sale, aceto o limone e poco olio d’oliva. In passato in Piemonte si usava l’olio di noci o di nocciole (in particolare durante la guerra), in Lombardia anche olio di semi di lino e in veneto quello di vinaccioli. ALL’INIZIO FU LA CICORIA Un po’ di storia L’uso degli ortaggi nell’alimentazione umana risale alla preistoria. Gli studiosi concordano nel ritenere che i primi uomini abbiano vissuto principalmente di erbe e di frutti selvatici (e, come abbiamo già visto, di chiocciole), per cibarsene non erano necessari grossi sforzi o particolari tecniche. Con il passare del tempo, mentre l’uomo da nomade diventava sempre di più stanziale, gli erbaggi e gli ortaggi selvatici si trasformarono in oggetto di coltivazione negli orti e nei campi. Tra le varie tipologie di insalate, ricordiamo che egiziani, greci e romani conoscevano bene le virtù alimentari della cicoria. Probabilmente questo ortaggio è sempre stato apprezzato per il gradevole sapore amaro: oggi sappiamo che è causato da una sostanza chiamata scido cicorico o di-caffeil-tartarico che è di aiuto alla digestione. Anche la lattuga, una delle più coltivate al mondo, era ben conosciuta nell’Evo antico e furono poi gli Arabi a migliorarne l’aspetto, le coltivazioni e le caratteristiche organolettiche. Una curiosità: stranamente la lattuga cominciò ad essere consumata cruda in Francia e in Inghilterra solamente nel R adici Settecento: fuori Italia veniva consumata soprattutto cotta. IL CASO DELLA RUSSA Pur essendo presente in molti menù di ristoranti piemontesi, questa particolare “insalata” non è nè russa e nè piemontese. In Russia non esiste. Viene chiamata “insalata italiana”. I tedeschi, che ne vanno matti, la chiamano infatti “Italianischer salat”. C’è comunque un motivo per avere questo nome: la”russa” è un piatto nato all’inizio del Novecento, quando nella riviera ligure di Ponente, in particolare a Sanremo e a Bordighera vivevano molti aristocratici russi, ricchi e fortemente spendaccioni. A questa particolare e danarosa clientela venivano presentate preparazioni culinarie costose e prelibate, tanto che questo piatto, in particolare, veniva servito con dadi di tartufo, medaglioni di aragosta o astice, decorazioni di caviale: tutti cibi di costo eccezionale che solo i russi di allora potevano sopportare. RICETTA Insalata di valerianella (sarsèt) e tarassaco (pissacan) Dosi per quattro persone: 200 gr di sarsèt puliti e ben lavati; 150 grammi di pissacan ben puliti e lavati; 2 cipolloni rossi; 4 uova sode; 4 cucchiai di olio extravergine di oliva; 2 cucchiai di aceto di vino rosso; sale. Procedimento: Tagliare a fette sottili i cipollotti e lasciateli macerare una decina di minuti nell’aceto. Unite nell’insalatiera i sarsèt ,i pissacan e i cipollotti, condite con l’olio d’oliva e mescolate bene. Guarnite il piatto con le uova sgusciate e tagliatele a metà o a spicchi. 61 62 Gli affari dell’imprenditore Per pubblicare i vostri annunci: Tel. 0172.711279 mail: [email protected] ... e su Terraoggi.it puoi inserire anche la foto! è gratis! VENDO Gruppo elettrogeno con motore Deutz 45 cv e capacità produzione corrente 20 kva. Tel. 336/360398 Doppietta calibro 12 cani esterni con due riduttori e cartucciera. Tel. 328/0896970 Paglia di grano pressata in balloni rotondi 150x120 e 400 pali circa in cemento lunghi 2,5 mt. Tel. 334/3953640 Compressore Balma lt. 500, 380 volt e un paranco elettrico 380 volt. Tel. 335/7192865 Raccoglitrice nocciole Cimina 200 Super pari al nuovo, occasione imperdibile. Tel. Mario 328/0720497 Motocoltivatore Goldoni 14cv diesel con avviamento elettrico come nuovo. Pressa raccoglitrice Lerda tipo 1300 bellissima. Tel. 339/2717848 Pali per kiwi di cemento lung. 2,70 x 8 x 8 con traversine. Tel. 333/9566514 Rimorchio agricolo Randazzo 4 ruote fisso 3,80x1,80 con sponde e sovra sponde in legno, omologato. Tel. 334/3953640 Circa n° 70 balle grandi di paglia secca, pulita, asciutta, non trattata. Zona Fossano. Tel. 331/1312034 N° 3 trattorini usati con garanzia Pasquali 946 da fagioli. Tel. 348/7820202 Gabbie fattrici per conigli n° 130 buchi parto, complete e come nuove, causa cessata attività. Tel. 392/8006925 Spazzatrice professionale larghezza mt. 2. Rimorchio agricolo omologato 50 quintali e idropulitrice ad acqua calda. Tel. 333/6533075 Cassoni usati di legno h 74 cm L 120 x 110 cm. Tel 338/8706501 Insaccatrice Tre Spade Kg. 5 acciaio, nuova, causa inutilizzo. Euro 150. Tel. 333/7494774 Vitello maschio svezzato razza Angus ottimo da riproduzione. Tel. ore pasti 0175/797950 N° 2 cisterne di acciaio inox per vino con galleggiante ad aria una q.6 e l’altra q. 8 – Torchio per uva idraulico – Diraspatore elettrico. Tel. 338/5292236 Pompa a vuoto lt. 1000 marca Alfa Laval. Tel. 335/298709 Semovente auto caricante omologato tipo Lerda LA50. Tel. 0171/946943 Marmitta omologata per fantic 50cc modello Giamelli numero FM 376 DGM 42455 S. Euro 50. Tel.329/9523593 ore pasti Cisterna rotonda in plastica 1500 litri mai usata. Tel. 349/8162616 Atomizzatore tipo Rosatello litri 4000 in ottimo stato. Tel. 338/8314523 Erpice a dischi tipo Rosatello d frutteto da 25 con spostamento laterale con spiana. Tel. 340/3646979 Cisterna lt. 500 di forma cubica di plastica colorata ad alto spessore. No conta litri. Gomma e pistola più supporto metallico euro 250. Tel. 338/2885124 Muletto per fienile rotoballe elettrico. Tel. 339/1468060 Macchina operatrice ACL 75 con cassone ribaltabile, piastra sgombero neve, 4x4 prezzo interessante. Tel. 333/3750949 N° 1500 coppi vecchi posizionati su bancali, prezzo da concordare zona Sommariva del Bosco. Tel. 340/2476205 ore serali Causa cessata attività vendo erpice a disco tipo Gonella 29x50 come nuovo. Aratro fuori solco con giro idraulico. Estirpatore. Tel. 366/1789618 N° 2 coclee per cereali, una lunga 7 metri e l’altra 3,50 a euro 450. Gruppo e motore per asporto letame Supertino a euro 300. Tel. 329/7790852 Vitellini (puparin) piemontesi iscritti Apa. Tel. 0175/71402 Aratro fuorisolco marca Moro mod. 14A, caricatore frontale tipo Fasano per MF 275/290, fieno in balloni rotondi mis. 120/150 qualità Loietto ed erba medica di prato asciutto. Tel. 335/6754025 ore serali Caldaia a vapore Moschle ad alto rendimento per sterilizzazione terreno e altre funzioni a vapore secco. Produzione 500 kg/h. Tel. 349/6356491 2 cisterne in ferro una da 1000 litri e una da 700 litri a prezzo modico. Tel. 339/3322300 Vitelle mangerine da latte valdostane e jersey più rampe da carico di ferro, 2 bilance bascule, 2 decespugliatori, un furgone cargo Renault diesel e maialini vietnamiti. Tel. 333/7960133 63 Gli affari dell’ imprenditore - Per pubblicare i vostri ann Spandiconcime revisionato a nuovo da 4 q.li. Tel. 349/4304634 Vendo causa inutilizzo trattore Fiat 70/66 ore 4000 ottimo stato. Tel. 349/5328076 Per motivi di salute: minisolf turbine per trattore, diraspatrice per uva, motozappa bmv, bascula 500 kg con ruote, lancianeve viberti per bcs. Tel. 0173/70364 Paglia e stocchi di mais (merias) in balloni zona chierese. Tel. 349/4064572 Trattrice Same Centauro 70 export 4wd, 3500 ore, n. 3 distributori, fari, ottime gomme, cabina chiusa omol., cinture di sicurezza. Tel. dopo le 20 0173/363121 Atomizzatore con pompa da 1600 modello Comet revisionato. Tel. 338/4400665 12-15 giornate di terreno agricolo a Scarnafigi, zona cerealicola frutticola. Tel. 335/1008885 64 Muletto per fienile rotoballe elettrico. Tel. 339/1468060 Spaccalegna verticale, 14 t. piano spostabile, corsa pistone regolabile, attacco al trattore, vendo causa inutilizzo per problemi di salute. Usato 4 volte. Si può provare. Euro 850. Vicinanze Savigliano (Cn) Tel. 333/1661053 Trincia caricatrice semovente John Deere mod. 68-50 4 RM con testata mais “Kemper” mod. 4500 buono stato. Tel. 339/7811077 Vendo per cessata attività autocaricante Supertino collaudato, biga trasporto animali collaudata, contenitore vetroresina 20 q.li, miscelatore 10 q.li, fieno Maggengo. Tel. 333/2884164 Ottimo affare! Vendo serra con relativo terreno circa 4000 m.q. fronte strada grandissimo passaggio in Sommariva Bosco SS per Bra. Tel. 339/8526983 Diritti di reimpianto viti per ettari 0,3542. Tel. 349/4064572 Trattrice John Deere 6630 3000 ore circa. Euro 40.000 trattabili. Tel. 339/1291284 Terreno agricolo in zona pianeggiante di 4 giornate. Comune Clavesana. Vicinanze Carrù. Tel. 338/6073895 Terreno in Romania, seminativi da 50 a 10.000 ettari da euro 3000/ettaro e foresta da 100 a 5000 ettari da euro 3500/ettaro. Tel. 349/7457436 oppure 338/9640914 Frigo latte litri 265. Tel. 347/6858402 Paglia in ballotti piccoli consegna a domicilio. Tel. 377/5319263 Same laser 100 cv in ottimo stato e trivomero Moro n.14.A Tel. 339/4059890 Manze frisone gravide o in latte più torello da rimonta frisone. Tel. 333/1355145 Legna da ardere per stufa o camino consegna a domicilio. Elevatore a nastro stretto per legna. Tel. 329/7213403 Candele antibrina, causa inutilizzo. Tel. 380/3344122 Motocoltivatore MAB con motore a benzina largh. fresa cm 55. Tel. 0172/488325 Canne in plastica per vigneto mt. 2,10 rinforzante, prezzo interessante. Tel. 339/3422016 oppure 0173/971136 Legna da ardere faggio o quercia pronta all’uso e consegna a domicilio. Tel. 329/7213403 Erpice a molle richiudibile m.4 e 2 ruote anteriori trattore Mc Cormick C-Max Kleber 210/95 R32. Tel. 328/8054037 N° 2 giornate di noccioleto posizione collinare zona Macellai. Tel. 331/2950292 Caldaia a gasolio con boiler, cisterna, barra falciante gs, saldatrice, idropulitrice, spaccalegna 14 T, generatore 380V-220V, rotoballe di fieno e paglia, levigatrice, tavolino e scarpiere. Tel. 349/1619625 nunci: Tel. 0172.711279 - mail [email protected] Trattore John Deere. Tel. 338/3136961 Rotoballe Feraboli Sprinter 165/35 anno 2003 omologata, come nuova. Tel. 338/4582029 Pressa raccoglitrice Lerda 1300 ottimo stato. Trincia erba e rami da mt. 1,60 con spostamento idraulico. Tel. 339/2717848 Carica balloni omologato da 112 balle. Tel. 0171/78303 Land Rover Defender 90 Td5 anno 2000, km 104.000, con paracolpi, paracoppa, gancio traino, 4 dischi con gomme nuove e 4 dischi con antineve chiodati. Appena revisionato. Tel. 333/5200295 2 asinelli: maschio addestrato per tirare il calesse e femmina gravida. Taglia media h. 1,10 mt. Tel. 338/2863894 N° 4 cerchi in ferro su gomme invernali Pirelli 195-50-R15 in ottimo stato. Euro 150. Tel. 348/7459876 Balloni fieno loietto e balloni stocchi mais ottima qualità. Tel. 333/7133454 Trattore Fendt 311 e lama da neve. Tel. 335/8054225 Dumper 2 assi Silvercar con cassone in acciaio inox omologato ottime condizioni. Tel. 347/2589090 Sacchetti per copertura silos già riempiti pronti all’uso. Tel. 333/6184524 Motocoltivatore Goldoni 12 hp benzina ottimo stato. Tel. 338/5014103 Fiat Panda 4x4 Treking 1100 colore verde met. Anno 99 euro 2, km. 99.000. Euro 540 con bollo pagato. Tel. 347/4404313 Motorino 50cc Motron 4 marce senza libretto. Tel. 328/5940732 Fiat Uno usata (km 59800) verde scuro metallizzato, 5 p., motore fire (basso consumo di carburante) trasporto promiscuo unico proprietario, buono stato. Tel. 0172/474322 (ore pasti) Pajero 2500 gls bianco, anno 1997. Tel. 0173/779061 oppure 338/7628810 Suzuki Jimny ottobre 2009, km 29000 ddis nero, full optional. Tel. ore pasti 333/2452247 Fiorino bianco del ’94 ottimo stato. Prezzo modico. Tel. 333/7269507 Fiat grande Punto sport rosso passionale, 1.3 diesel, 90 CV, anno 2008, 86000 km. Dotata di cerchi da 17 con coperture estive più cerchi da 15 con coperture invernali. Tel. 338/9736438 Pick up patentino 2 posti eco diesel. Kimko grand dink anno 2005 con poggia schiena tagliandato. Tel. 333/2385390 Opel Corsa 75 cv furgonetta 1300 diesel, km 250000, buone condizioni. Automobili Massimino.Tel. ore ufficio 0172/712357 Moto Hp cre 50 baja anno 2007. Tel. 338/2584442 Fiat Punto 55 2 porte revisionata fino a febbraio 2015, gomme freni e frizione nuovi. Euro 500. Tel. 333/7494774 Clio Renault storia 2007 diesel 1500, 5 porte grigio metallizzato, unico proprietario. Euro 3800. Tel. 0171/98655 Toyota Land Cruiser 2.5 TD autocarro (storico, buone condizioni). Tel. 338/8275776 Causa decesso disabile Fiat Doblò 1.3 cc Mj, dicembre 2004 blu, esente bollo, accessoriato per trasporto disabili con pedana elettroidraulica. Tel. 339/6945005 Nissan terrano del 1998 km 200.000 autocarro. Euro 1600. Tel. 339/3715589 Scooter Piaggio 50 pari al nuovo nrg. Tel. 347/0120790 65 ... e su Terraoggi.it puoi inserire anche la foto! Clicca qui Lama omologata per sgombero neve m 3,60 , vera occasione! Tel. 333/1346591 Scaffali industriali, spalle h. 6,5 larg.1 mt. euro 42, traverse lung. 3 mt. euro 14, rol metallo con ruote euro 25. Tel. 335/1240369 In Ceresole D’Alba terreno di 35 giornate piemontesi in unico appezzamento, irrigabile. Se interessati Tel. 339/6982582 Cuccioli di Collie tricolore vacinati, sverminati e con microchip. Tel. 339/7206292 N° 4 cuccioli Border Collie. Tel. 338/6765636 Boiler a gas pari al nuovo e pesa bestiame con ruote. Tel. 347/1743357 Carrozzina per disabili a batteria, come nuova, usata solo 3 mesi mod. Offo.Boch. B.400. Tel. 328/9592394 CERCO Moto da fuoristrada d’epoca: trial, cross, regolarità anni ‘60’70- inizio ‘80. Tel. 337/233615, oppure 333/8430222 Rullo vecchio più di due metri in ferro, diametro da 60 in su a modico prezzo. Tel. 331/1312034 Signora piemontese cerca lavoro per pulizie domestiche. Tel. 349/7681457 Moto da fuoristrada d’epoca: trial, cross, regolarità anni ’60’70- inizio ’80. Tel. 337/233615 oppure 0173/90121 66 Pannelli da silos in cemento. Tel. 327/0013058 Acquisto materiale apistico usato in buone condizioni per inizio attività. Massima serietà. Tel. ore serali 347/1606498 oppure 0172/490213 Bottiglie Barolo e Barbaresco vecchie annate, prezzo ragionevole, massima serietà. Tel. 335/7311627 Signora 50enne cerca lavoro assistenza anziani o altra tipologia di lavoro purché serio. Tel. 338/3198887 Ragazza piemontese proveniente da famiglia di agricoltori diplomata con 100/100 cerca qualunque tipo di lavoro purchè serio. Tel 347/8355568 AFFITTASI Per asservimento 8,7 giornate di terreno zona Centallo. Tel. 333/5256122 VARIE Decoratore piemontese esegue lavori di tinteggiatura interni e esterni. Tel. 335/1450488 Pierin l’imbianchin piemunteis esegue lavori di tinteggiature e decorazioni per interni ed esterni da 36 anni al vostro servizio. Preventivi gratuiti. Tel. 334/2323917 Impresa edile specializzata in rifacimento tetti cerca tetti da rifare o ristrutturare di qualsiasi genere e dimensione. Preventivi gratuiti. Tel. 389/1283247 Fratelli piemontesi Trabucant eseguono lavori di intonacatura e rasatura di ogni genere e qualità. La nostra esperienza al vostro servizio. Consigli e preventivi gratuiti. Tel. 340/7751772 Cedesi avviata officina per riparazione macchine agricole, attrezzata. Tel. 335/6295569 MATRIMONIALI E AMICIZIE ANNA&ANNA - Agenzia Bella ragazza, 35enne, nubile, bruna, occhi chiari, lavora in Polizia, ama leggere e fare lunghe passeggiate, ha sani principi morali, cerca compagno, anche separato con figli, purchè serio. Tel. 345/3150519 Attraente, bionda occhi azzurri, 42enne, libera sentimentalmente, dottoressa in oculistica, incontrerebbe uomo semplice, seriamente intenzionato a rapporto stabile. Tel. 348/7859993 Vorrei vedere di nuovo mia mamma felice, è rimasta è gratis! vedova, è una bella donna, 50enne, vorrei che incontrasse un uomo che le voglia bene e che si prenda cura di lei tutta la vita. Tel. 348/7860687 Piemontese, vedova, 57enne, senza figli, molto carina, vive in campagna, ama cucinare e andare a funghi, è disponibile a trasferirsi, cerca uomo affidabile. Tel. 320/9277490 Determinato, bella presenza, 40enne, celibe, ha una grande azienda di vini, vive da solo, ama stare in compagnia, nella sua vita manca solo una compagna con cui formare famiglia. Tel. 366/9535777 Moro occhi verdi, 47enne, medico veterinario, divorziato da tempo, fa volontariato presso un ospedale infantile, è un uomo generoso, cerca una compagna fedele per la vita. Tel. 342/0362328 Affascinante, psicologo, 57enne, vedovo, non ha figli, ha casa al mare, gioca a golf, incontrerebbe gentildonna, per futuro insieme. Tel. 348/9016101 67