USlCA ----STORIA Volume XI n. 1 -aprile 2003 Fondazione Ugo e Olga Levi Società editrice il Mulino Il Anna Tedesco q' IL GRAND OPÉRA E I TEATRI ITALIANI: UN CASO EMBLEMATICO «IL PROFETA» A PARMA (28 DICEMBRE 1853) La sera del28 dicembre 1853 il Teatro Regio di Parma mette in scena Il prò/eta, ossia Le Prophéte, di Giacomo Meyerbeer 1• Dopo Firenze (26 dicembre 1852) e Torino (25 ottobre 1853), Parma è la terza città italiana a cimentarsi nell'allestimento di uno spettacolo così complesso 2, e i documenti conservati nell'archivio del teatro rivelano che tale evento costituì un momento particolare nella vita del Regio 3• Non solo: questo singolo episodio illustra significativamente come accidentata sia stata la strada della fortuna di Meyerbeer in Italia, e tuttavia quanto singolare e produttiva. Io cercherò di . ·i ,,. l, < ÌL l' • Il presente artkolo rielabora la relazione intitolata Meyerbeer's Impact on Italian Theatre Orchestras: Le Prophète at Parma, December 1853, presentata a Copenaghen, The Royal Danish Academy of Sciences and Letters, il 29 maggio 1999 da Elisabetta Pasquini e da chi scrive, nell'ambito del seminario internazionale su The Opera Orchestra in 18th and 19th Century Europe: Social, Institutional and Artistiç Problems, organizzato dalla European Science Foundation e coordinato da Niels MartinJensen e Franco Piperno. In quell'occasione mi ero occupata delle circostanze e delle peculiarità di tale produzione (l: The events), mentre Elìsabetta Pasquini si era soffermata sulle modifiche apportate all'orchestra parmense (II. The orchestra). Il suo contributo è oggi confluito nell'articolo "L'orchestra pure vuolsi aumen.tata di strumenti da arco": a Parma va in scl':na Il pro/eta (1850-53), in corso di pubblicazione su <<Studi verdiani». Per una visione d'insieme del fenomeno dell'influsso del grand-opéra sulle orchestre italìane si rimanda ai contributi contenuti in: The Opera Orchestra in 18th- and 19th- Century Europe, a cura di N. M. Jensen e F. Piperno, European Science Foundation, 2 voli., in corso di stampa, tra i quali il mio L'influsso di Meyerbeer sulle orchestre italiane. 1 Si vedano in ,l lppendìce le schede relative alla rappresentazione. 2 Seguiranno nel 1855 i teatri alla Scala, La Fenice di Venezia e Grande di Trieste, nel1856 il Nuovo di Verona e il Leopoldo di Livorno, nel 1857 il Carlo Felice di Genova, nel 1858 il Comunale di Modena, nel 1860 il Comunale di Bologna, nel1868 il Sociale di Mantova e il Nuovo di Padova, infine nell869 il teatro di Ferrara. 3 L'archivio del Teatro Regio (d'ora in avanti 1-PAt) è conservato presso l'Archivio Storico Comunale di Parma ed è oggi ospitato presso <<La casa della musica» in Palazzo Cusani; esso contiene la documentazione del Teatro Ducale a partire dal 1816 ed è una fonte unica per la storia materiale del teatro d'opera dell'Ottocento. Per una sua breve descrizione si vedano i saggi contenuti nell'Inventario dell'Archivio Storico del Teatro Regio 1816-1859, a cura di R. Cristofori, Parma, Comune di Parma- Archivio Storico del Teatro Regio, 1992. <<Musica e storia>>, XI/l, 2003 ,i ![, l ! "' l., ·r··,,·.··.··· ANNA TEDESCO illustrare le circostanze in cui lo spettacolo nacque, i problemi incontrati nel corso dell'allestimento e l'effetto sul pubblico. Prima però vorrei accennare alla recezione di Meyerbeer in Italia, per inquadrare l'allestimento parmense in un panorama più generale4. Come è noto, il primo grand opéra di Meyerbeer messo in scena in Italia fu Robert le Dt"able, rappresentato al Teatro La Pergola di Firenze nel 1840. Nel 1841 lo stesso teatro mise in scena Les Huguenots e per alcuni anni Firenze ebbe un ruolo determinante nella diffusione meyerbeeriana, ad opera di impresari come Alessandro Lanari, e di critici e musicisti come Abramo Basevi e Luigi Ferdinando Casamorata5• Da Firenze, i lavori di Meyerbeer si diffusero a poco a poco in tutta l'ItaHa, prima al Nord, poi anche al Centro e al Sud, ma solo negli anni Sessanta le sue opere divennero veramente popolari e la critica iniziò a considerarle come parte integrante del repertorio. Fino al 1860, invece, ogni rappresentazione provoca grandi polemiche, il cui culmine viene raggiunto in occasione della prima del Pro/eta, ancora una volta a Firenze, nel1852. Dopo il1880, il numero delle rappresentazioni diminuisce insieme all'attenzione 4 Per queste considerazioni sulla recezione italiana di Meyerbeer eper i dati relativi alle rappresentazioni mi avvalgo delle ricerche svolte nell'ambito della mia tesi dottorale, «Opere a macchina». La fortuna di Gìacomo Meyerbeer in Italia dal1840 al 1870, Università di Bologna, Dottorato di ricerca in Musicologia, IX ciclo, a.a. 1996-97, relatori L. Bianconi e A. Pompilio. Rimando inoltre ai seguenti saggi che, con tagl-io diverso, affrontano tutti il tema della recezione italiana dei grands opéras: M. Conati, Quasi un mistero il silenzio italiano sui grand-opéra di Meyerbeer, in «Nuova rivista musicale italiana», Il/2 (aprile-giugno 1999), pp. 157-170; II/4 (ottobre-dicembre 1999), pp. 535-537; F. Della Seta, L'immagine di Meyerbeer nella critica italiana dell'Ottocento e l'idea di 'dramma musicale', in L'opera tra Venezia e Parigi, a cura di M. T. Muraro, Firenze, Olschki, 1988 (Studi di musica veneta, 14), l, pp. 147-176; Id., Un aspetto della ricezione di Meyerbeer in Italia: le traduzioni dei grands opéras, in Meyerbeer und das europiiùche Musik· theater, a cura di S. Di:ihring- A. Jakobshagen, Laaber, Laaber-Verlag, 1998, pp. 309-347; F. Nicolodi, Il grand-opéra di Meyerbeer da fenomeno elìtario a spettacolo di massa, in Id.,Orizzonti musicali italo-europei 1860-1980, Roma, Bulzoni, 1990, pp. 4t75; Id., Per un confronto della produzione lirica negli anni posiunitari, ivi, pp. 13-41; Id., Per una storia della «gra?Jde opera» post verdiana, in «Arte Musica ~pettacolo. Annali del Dipartimento distoria della arti e dello spettacòlo», I, 2000, pp. 35-60; Id., Les grands opéras de Meyerbeer en ltalie (1840-1890), in L'opéra en France et en Italie (1791-1925). Une s.cène privilégiée d'échanges littéraires et musicaux, Actes du colloque franco-italien tenu à I'Académie musicale de Villecroze (16-18 octobre 1997), Paris, Société Française de Musicologie, 2000, pp. 87-115. 5 Riguardo la peculiarità della scena musicale fiorentina fino all'Unità si vedano: M. De Angelis, La musica del Granduca. Vita e correnti critiche a Firtnr.e 1800-1855, Firenze, Vallecchi, 1978, e L. Pinzauti, Prospettive per uno studio sulla musica a Firenze nell'Ottocento, in «Nuova Rivista Musicale Italiana», II/2, marzo-aprile 1968, pp. 255-273. 140 "' t:: .~ -; .~ 0'. ..... V\ OON ..... 00 o.-. o t:~ bO N ::s .... .§...."' .....aos"" p.. ....Cl)Cl) 0.. o .......... t:~ Cl) .§ ..... o V\ '<t" !"<"\'-D 0'. 00 t- "' ~ Cl) 00 V\ '-D 00 00 ·s t:~ ,...,. ...... o~ V V\ 00 00 ...::: ...... ...... o t- 00 ..... o 00 00 ...... ......' ......' ...... 00 '-D 00 t- ...... C7\ 00 ...... ......' 00 00 ...... '-D N t- ON.,.... '<t"lr\""<t" 000000 ................. Cl) !li Cl) ............ ..o ..o ..o ElCl) El El Cl) Cl) u \.1 u :.o ;a :.a '-.000'-.0 NNN lr\ '-D 00 ..... Cl) .... ..0 ElCl) :> o t:~ '<t" t- '-D 00 ...... o N .... El"' 0'. N ANNA TEDESCO nei suoi confronti, e alla fine del secolo egli è considerato un compositore superato. La tabella l illustra sinteticamente tale processo. Come si può vedere nella tabella 2, Il pro/eta fu la quarta opera di Meyerbeer ad esse.re rappresentata a Parma, dopo due opere 'italiane' e un grand-opéra, Robert le Diable. Se si considerano le date delle prime rappresentazioni italiane (anche queste indicate nella tabella), in tre casi su quattro Parma si dimostra all'avanguardia e, in generale, il repertorio del teatro parmense ·è abbastanza up to date. Ciò si spiega non solo con la storia del teatro e il suo ruolo nel panorama italiano, .ma anche col fatto che il Regio è un teatro di corte- dunque con una forte funzione politica e di rappresentanza - nel quale la scelta delle opere da rappresentare, tra quelle proposte dagli impresari, spetta al sovrano6 . Nel caso Pro/eta la committenza ha un peso fortissimo: l'opera viene messa in scena per espresso desiderio del duca, Carlo III di Borbone. Il giudizio storico su di lui non è giunto ad una conclusione chiara. Per alcuni fu solo un tirannello fanatico dell'esercito e della vita militare; per altri il suo breve governo a Parma (184918.54) si distinse per alcuni tentativi di mode.rnizzazione e per provvedimenti in favore dei contadini. Amava molto il teatro d'opera, per il quale spese somme ingenti, cosl come per dotare Parma di nuovi edifici grandiosi e di musei. Sicuramente la sua politica creò dei nemici all'interno della corte e tra le classi più abbienti; la moglie stessa, Maria Luisa di Be.rry, tentò di esautorarlo, inviando un memoriale al governo austriaco. Il tentativo si ritorse contro di lei, relegata in prigionia nelle sue stanze, ma l'insoddisfazione contro il sovrano negli ambienti di palazzo non svanì. A pochi mesi dalla prima del Pro/eta, il 26 marzo 18.54, Carlo III venne assassinato da un anarchico, che forse faceva parte di un complotto di corte7 • Gli storici concordano comunque sul fatto che Carlo fosse un uomo colto, intelligente, informato. Sicuramente aveva viaggiato molto, sOIJfattutto in Inghilterra, dove aveva soggiornato anche nel gennato <J febbraio del 1853. Forse proprio durante uno dei suoi viaggi il duca aveva avuto modo di apprezzare Il profeta. Sta di fatto che il desiderio di inscenare a Parma questo grand opéra datava da alcuni anni: documenti relativi alla stagione 18.50-51 8 6 Si veda la lettera del soprintendente Michele Lopez all'agente Alberto Torri del23 maggio 1853, in 1-PAt Serie I, Carteggio, 1853, fase . III Spettacoli. 7 · Cfr. M. L. Trebiliani, s.v. «Carlo III di Borbone», in Dizionario Bìogra/ico degli Italiani, Roma, Istituto dell'Enciclopedia Italiana, XX, pp. 258-260. 8 I-PAt serie I, Carteggio, 1851, fase . III Spettacoli. 142 <<iL PROFETA>> A PARMA (28 DICEMBRE 1853) fanno capire come un tentativo precedente fosse stato abbandonato per le difficoltà frapposte dagli appalt;ltori Marchesi e Merli ed anche per i problemi tecnici fatti presenti dal macchinista Gaetano Mastellari. Quest'ultimo, inviando al soprintendente il progetto di «macchinismo» per Il pro/eta, aveva dichiarato che «se quest'opera dovrà essere rappresentata nel nostro reale teatro, non sarà certo da calcolarsi come un'altra opera delle comuni, e quindi [sarebbe] di maggior spesa» 9 • Anche il direttore d'orchestra Nicola De Giovanni aveva sottolineato le difficoltà insite nella partitura 10 • La stagione di Carnevale-Quaresima 1853-54, quella dd Profeta, fu una stagione particolare sotto vari aspetti: il teatro riapriva dopo costosi lavori di restauro, inoltre l'appalto era andato deserto e alla Direzione del teatro non restava che assumersi l'onere dell'organizzazione"· E dunque il31 maggio 18.5 3 si davà incarico al revisore della Soprintendenza agli spettacoli, Pietro Martini, e al direttore della musica strumentale, Nicola De Giovanni, di recarsi a Milano per ingaggiare i migliori artisti sul mercato 12 • E proprio a Milano li raggiungono gli ordini del duca relativi alle opere da rappresentare; come recita una lettera, «Sua Altezza Reale vuole il Profeta» 13 • Ciò getta nel panico i due emissari, costretti ad «allargare le dimensioni del piano progettato» 14 • Il23 giugno Pietro Martini scrive a Lopez manifestando le sue preoc- 9 Lettera da Parma, 12 novembre 1850, ivi. Il Progetto e descrizione del Machinismo occorrente alla grandiosa opera di Mayerbeer [si c] intitolata il Pro/eta, steso da Mastellari, è integralmente pubblicato in appendice al saggio di M. Bonatti Bacchini, Scenogra/ia e teatralità nell'opera di Girolamo Magnani, in Il teatro di Girolamo Magnani. Scenogra/o di Verdi, Catalogo della mostra (Fidenza 10 settembre-lO ottobre 1989), Parma, Grafkhe Step,1989, pp. 13-96: 55 -58. 10 Relazione di De Giovanni in data 6 novembre 1851, ivi. 11 Per le sp.e se teatrali del ducato negli anni in questione si veda la tabella 3 in APPENDICE. 12 Cfr. la lettera di Pietro Martini, revisore, al soprintendente Lopez: «Domani De Giovanni è'd io partiamo per Milano, onde vedere, sentire, stringere, coniungere le fila disposte. Non c'è tempo da perdere. Ad ogni minuto che passa fugge un'occasione. Gran mercé se potremo mettere insieme uno spettacolo di screto. È tardi!». I-PAt, Carteggio 1853/1, fase. 4, Spettacoli. Diverse. 13 lvi. Lalatta, segretario del Dipartimento delle Finanze al soprintendente Lopez: «Già debbo averti scritto che Sua Altezza Reale vuole il Profeta, ed anzi te l 'ho scritto di certo, sovvenendomi che ti ho incaricato di veder se a Londra o a Parigi si possa trovare qualche macchina al proposito del relativo macchinismo, o se almeno il professar [Girolamo] Magnani [scenografo del teatro] non . possa portarne un qualche disegno». 14 I-PAt, Carteggio, 1854, fase. III, Spettacoli, 2.2 Artisti. Cfr. Documento l in APPENDICE. 143 ANNA TEDESCO <<iL PROFETA» A PARMA cupazioni per le necessità del «gigantesco spettacolo del Pro/eta», «uno dei più difficili spettacoli che siansi mai visti sulle. scene>>u. Quali siano i problemi che la Direzione del teatro s~ trova ad affrontare è evidente dalla relazione presentata dal sopnntendente al presidente delle Finanze in océasione del fallit.o _Pro/et~ del 1850-51. Ad essa - come si è detto - sono allegati 1 paren del direttore della musica strumentale, Nicola De Giovannt, del maestro della musica vocale, Giuseppe Barhacini, e del macchinista, Gaetano Mastellari 16 • Innanzitutto i cantanti. La partitura prevede non soltanto ~ove prime parti ma anche una ventina di se~ond~ p~rti, un coro dt una cinquantina di elementi ed un coro d1 voc1 bt.anche. Il maestro della musica vocale ritiene necessari due maestn del coro, uno per gli uomini l'altro per lè voci bianche, e rìchiede almeno un mese per conce;tare la parte vocale, a parte le prove. d' '?rc.hes~ra. Per bilanciare una massa vocale di queste dtmensiOnt, d duettore della musica richiede un adeguamento dell'orchestra. Il secondo ostacolo è costituito dalla messinscena: sia il macchinista Mastellari sia il vestiadsta Rovaglia sottolineano le grandi difficoltà che lo s~ettacolo comporta e richied~no addirittura u_n adegu~mento del contratto se l'opera scelta sara Ilpro/eta; e cos1 anche l attrezzista, data la presenza di numerosi ballab~!i. Lopez è costretto a <:oncludere «non potersi co' mezzi ordinaru e nel tempo consueto rappresentare l'opera il Pro/eta» 17 • Se nel Carnevale 1850-51, dunque, le difficoltà og~ettive. ~ l'opposizione dell'impresa impediscono che il grand oper~ arnv1 sulle scene nel 1853 la volontà sovrana deve essere esaudita. Non ri~ane altro che mettersi al lavoro: il 23 giugno la lettera già citata di Martini informa Lopez che la compagn~a di ca~to è pronta, e che comprende due artisti che s~ so~o già cimentati con la parti tura, ossia il tenore. Octave B~n~lt (mterpr~te de~ ruolo eponimo a Firenze e a Torino) 18 e Gtuha Sanch10h, destmata a diventare la Fidès italiana per antonomasia 19 : le opere di Meyerbe15 I·PAf'çarteggio, 1853, fase. 4 Diverse: Parma, 23 giugno 1853 Pietro . . Martini .a Lopez. Cfr. documento 2 in APPENDICE. 16 Le relazioni di De Giovanni e Barbacini si possono leggere ln~egralment~ m appendice a Pasquini, «L'orchestra pure vuolsi aumentata di strumenti da arco_» Cl t. 17 1-PAt Carteggio, 1850/1, fase. III Spettacoli. Cfr. il documento 3 In APPENDICE. ,. l' ' 'l 18 Benoit, che aspirava ad affermars~ .come cantante. 1ta !ano sotto l no'?e di Benedetti, rifiutò inizialmente l'ingaggio, ma ~u propno M~yerbeer a convm· cerio. Si ve.d ano le lettere all'.agente Alb.erto Tom del21 e 29 giUgD:o 1853 U-PAt Carteggio, 1854, fase. III Spettacoli. 2:2 _Artistt(, doc.umenti 4a e 4b. m APP~NDI~E. 19 Essa interpretò in totale undtcl allestimenti del Pro/eta, dalla pnm.a _fio: rentina del 1852 all'edizione veneziana del 1859 - ed anche . alcune ediZionJ (28 DICEMBRE 1853) er richiedono degli specialisti. Martini si è anche preoccupato di procurarsi la mise en scène, «guida indispensabile per tutti coloro che abbiano direzione ed ingerenza in così imponente faccenda» 20• Il 27 giugno Nicola de Giovanni espone a Martini la necessità di .aumentare il numero degli archi, composti da 19 violini, 4 viole, 3 violoncelli e 7 contrabbassi, elevando rispettivamente il numero dei violini a 24, quello delle viole a 6, e a 5 quello dei violoncelli. De Giovanni chiede l'autorizzazione a seri tturare i musicisti anche in altre città. Per quel che riguarda i fiati propone di utilizzare gli strumentisti della banda militare, e ciò gli viene accordato immediatamente21 • · Una delle preoccupazioni principali riguardo la mise en scène è la cosiddetta «macchina per il sole artificiale». Infatti, un elemento fondamentale nel successo dell'opera era stata la macchina per la luce elettrica che serviva a raffigurare il levar del sole sul campo degli Anabattisti alla fine del terz'atto. Il18luglio, Onesti, presidente delle Finanze, autorizza ad ordinaria direttamente al suo inventore, Lormier, «fisico dell' Académie Impériale de Mu.sique» al prezzo di mille franchi e a patto che sia pronta per la spedizione in 50 giornF 2 • Ed in effetti le tre casse contenenti tutto il materiale arrivano a Parma il 29 ottobre e alcuni professori di fisica dell'Università vengono convocati per il collaudo 23 • A fine luglio un problema inaspettato arriva dalla cantante Luigia BendazzF\ scritturata come «prima donna soprano assoluparigine - sempre con critiche entusiastiche. Francesco Regli nel suo celebre Dizionario la dice «valentissima cantante non solo, ma egregia ed esperta attrice, l'unica, dopo Rosina Stolz, che abbia saputo interpretare per eccellenza la parte di Fede nel Pro/eta del cigno Berlinese». Cfr. F. Regli , Di1.ionario biografico dei più celebri poeti ed artisti melodrammaticz; tragici e comici, maestrz; concertisti ... che fiorirono in Italia da/1800 al 1860, Bologna, Forni, 1990 (ristampa del'edizione di Torino 18.60), pp. 481·482. 20 Si veda ancora il documento 2 in APPENDICE. 21 1-PAt Carteggio 1853/1, fase. V Orchestra: Parma 27 giugno 1853, Nicola De Giovanni a PietrA Martini. Per informazioni più dettagliate rimando ancora a Pasquini, «L'orchesff·a pure vuolsi aumentata di strumenti da arco» cit. 22 I-PAt, Carteggio, 1854, fase. III Spettacoli, 2.1 Opere e balli: Parma 18 luglio 1853, Dipartimento delle Finanze (Onesti) al Soprintendente; Parma 20 luglio 185.3, minuta di una lettera a Lormier. 2 I-PAt, Carteggio, 1854, fase. III Spettacoli, 2.1 Opere e balli: 23 aprile l 1854, «Nota delle spese occorse per provvedere e fare agire la macchina per la luce elettrica raffigurante il sole nell'opera il Profeta[ ... ].»; Parma 31 ottobre 1853, lettera di Pietro Monti «barnabita del R. Collegio Maria Luigia» al soprintendente. 24 Luigia Bendazzi (Ravenna 1829- Nizza 1901) soprano. Studiò a Milano, e a Bologna con Federico Dall'Ara. Debuttò nel 1850 come Elvira in Ernani di Verdi al Teatro San Benedetto di Venezia, esibendosi poi con successo a Napoli, 144 145 ANNA TEDESCO ta d'obbligo», la quale si rifiuta di debuttare con Il profeta, perché la parte di Berthe le appare «totalmente secondaria»2'. Come ipotizza il maestro De Giovanni, il motivo reale della sua insubordinazione è probabilmente il fatto che anche il contralto Sanchioli è stata scritturata con la stessa qualifica di «prima donna assoluta d'obbligo» 26 . Comincia a questo punto una lunga battaglia legale tra il teatro e la cantante, puntualmente documentata dal materiale archivistico, che si intreccia con uno scambio di lettere tra la Direzione e Meyerbeer 27 , Il compositore, su richiesta di Lopez, invia dapprima una cavatina per Berthe, da lui aggiunta a malincuore per l'interprete della première parigina del Pro/eta, Jeanne Ana1s Castellan28; poi si presta a dichiarare che <<le role de Berthe de mon Vienna, Genova, alla Fenice (1857, Amelia nel Simon Boccanegra), alla Scala (stagione 1857-58), al Teatro Apollo di Roma, a Barcellona (1869-70). Sposatasi nel 1859 con il maest.ro di canto Benedetto Secchi, ne ebbe una figlia, Ernestina, .a nche lei cantante. Si ritirò dalle scene nel1884. 21 1-PAt, Carteggio, 1854, fase. III Spettacoli, 2.2 Artisti: Bologna 28 luglio 1853, Andrea Rizzoli, avvocato della Bendazzi, scrive a Lopez per comunicare che la cantante rifiuta di debuttare con Il profeta, dato che: «nell'opera Il pro/eta la parte del soprano è totalmente secondaria mentre la prima parte, che è quella di Fede viene affidata ad un contralto onde siccome l'opera del debutto è quella che stabilisce l'opinione del pubblico per tutto il corso dello spettacolo la sig. ra Bendazzi debuttando colla detta opera si esporrebbe ad escapitare nella propria estimazione, e potrebbe ricevere proteste dagli impresari che l'hanno già scritturata come donna di primo rango e, quel che è più, pregiudicarsi nei suoi contratti avvenire; così essa rifiuta di sostenerla». 26 I-PAt, Carteggio, 1854, fase. III Spettacoli, 2.2. Artisti: Bologna 22luglio 1853, lettera del direttore della musica strumentale Nicola De Giovanni a Pietro Martini, revisore del teatro, rela.tiva ad un incontro avuto con la ca.n tante Bendazzi. Cfr. il documento 5 in appendiçe. Luigia Bendazzi non fu tuttavia l'unica prima donna a trovare inadeguata la parte di Berthe; il problema si ripropose a Milano nella stagione di Primavera 1855 con la cantante Fanny Gordosa che, come recita il libretto, dkhiarò di accettare la parte «per compiacenza>>. 27 I-PAt, Carteggio 34/36, l854, fase. III Spettacoli: minuta di una lettera del 29 luglio di Lopez a Meyerbeer, in risposta ad una del compositore: «La sig. Bendazzi, cb;t<ome sa, dovrebbe fare la parte di Berta nella sua maggior opera il ~.ora d ti rifiuta, adducendo per motivo essere una tale parte a lei sconveniente non o stante l'aria aggiuntavi. E ponendo non solo la Direzione teatrale, ma anche il governo in non lieve imbarazzo. Ella dunque, illustre Sig. Meyerbeer, farebbe cosa assai gradita eziandio a questo Regio Governo se volesse compiacersi di scrivere ~!n'attestazione comprovante che la parte di Berta è delle principali della detta opera, e non sconveniente a nessuna cantante, e quindi disdicevole, per non dir vergognoso il rifiutarla~. Trascrizione mia. La lettera, insieme ad altri documenti presentati al seminario di Copenaghen, è adesso inclusa nel vol. VI dell'epistolario meyerbeeriano: Giacomo Meyerbeer, Brie/wechsel und Tagebucher, a cura di S. Henze-Dohring in collaborazione con P. Miicke, VI, 1853-1855, Berlin- New York, de Gruyter, 2002, p. 02. 28 Si veda la lettera di Meyerbeer del 23 luglio 1853, ivi, pp. 129-130. 146 «IL PROFETA» A PARMA (28 DICEMBRE 1853) opéra le Prophéte est un role de première chanteuse» 29 • Infine spedi~ce un'altra aria più brillante, scritta per Giuditta Pasta in occaswne dell'esecuzione parigina del suo Crociato in Egitto (1825)JP. · . T~nto_ìnteressamento- da parte di Meyerbeer- per la buona r1usclta dt una delle sue opere in Italia non fu un fatto sporadico, come d?cumenta il suo epistolario: sappiamo ad esempio che il compositore era intervenuto, in occasione della prima fiorentina del Pro/eta, tentando invano di far scritturare Pauline Viardot c_o~e- Fìd~s, ed impo~endo la pr.esenza di Caroline Unger in quah~~ dtreg~sseur da afftanc~re al direttore delle opere Pietro Ròma~~ ; .sapptarno anche che tl 2 luglio 1853 aveva scritto a quest'ultimo per pregarlo di occuparsi della messinscena del Profeta a TorinoJ 2 , ed infine il suo diario registra incontri con il tenore Ben?it per concoqlare i tagli necessari all'opera sulle scene di Tonno e Parman. Anche in occasione della prima esecuzione 29 • Archivio di Stato di Parma, Fondo Comune, Autografi, busta 4399: Parigt, 3 agosto 1853, risposta di Meyerbeer. La lettera è trascritta integralmente in APP~~DICE (docu~ento 6). Cfr. it:t.ol.tre Meyerbeer, Briefwechse/ cit., p. 137. Lettera dt Meyerbeer, Partgt 8 agosto 1853, Ar.chivio di Stato di Parma, Fondo Comune, Autog·rafi, busta 4399. Si veda in APPENDICE il documento 8. Inoltre Meyerbeer, Briefwechse/ dt., VI, 1853-55, pp. 141 -142. Jl .si vedano nell'epistolario (Meyerbeer, Brie/wechsel cit., V, 1849-1852) le seguenttle~tere: .Meyerbeer al ma.rchese Martellini, 17 ottobre 1852, ivi, pp. 658660; a Paulme Vtardot, 30 ottobre 1852, ivi, pp. 671-672 e 13 novembre 1852 ivi p. 674; l'impresa~i~ Ronzi a Meyer~eer, 13 novembre 1852, ivi, pp. 677-7B; il marchese Martelhm a Meyerbeer, Ftrenze 21 novembr.e 1852, ivi, pp. 682-683; Meyerbeer al marchese Martellini, Parigi 30 novembre 1852, ivi, pp. 687-688; !'1eyerbeer a Caroline Unger Sabatier, Parigi 30 novembre 1852, ivi, pp. 688-689; ti ma~chese Martellini a Meyerbeer, Firenze 9 dicembre 1852, ivi, pp. 696-697; Carolme Unger-Sabatier a Meyerbeer, Firenze l1 dicembre 1852, ivi, pp. 698699; ~eyerbeer a Pie.tro Romani, Parigi 16 dkembre 1852, ivt; pp. 703-704; Carohne U.nger-Sabauer a Meyerbeer, Firenze 24 dicembre 1852, ivi, pp . 713714; Carolme U~gc;r-Sabatier a Meyerbeer, Firenze 27 dicembre 1852, ivi, pp. 715-71~, Martellmt a ~eyerbeer, 28 dicembre 1852, ivi, pp . 717·718; Pietro Romam. a Meyerbe~r , ;ftrenze 28 dicembre 1852, ivi, pp . 719-720; Ronzi a Meyerb~er, Ftrenz~ 29 dtci!mbre 1.852, ivi, pp. 722-723; Caroline Unger a Meyerbeer, Firenze 29 dtcembre 1852, wt; pp. 723-724. 2 ' Mey~rbeer, Brie/w.echsel cit., VI, 1853-1855, pp. 121-122. Pietro Romani aveva partecipato come «direttore delle opere>> anche alle prime italiane di Robert le Diable_ e. ~e Les J:ug~enots sulle scene della Pergola, dunque Meyerbeer, dopo qualche IniZiale esitaZione, aveva maturato una certa fiducia in lui. .. H Ciò risulta da un'annotazione del diario di Mey.e rbeer del18luglio 185.3, wz, p. 1~8 e dal~a lettera a Mil:hele Lopez del 23 luglio, ivi, pp. 129-130, cui il comp?sttore scrive: «Camme le Prophète est trop long pour les théatres d'Italia et qu'tl.est fort difficile d'y faire des coupures, j'ai indiqué moi-meme celles qu'o~ peut fatre sans trop de tort pour l'ouvrage. }'ai remis ces indications à M. Octave Benedetti qui aura l'honneur de Vous le communiquer.>> 147 ANNA «IL PROFETA» A PARMA TEDESCO degli Ugonotti alla Fenice di Venezia nell'estate 1856 egli sarà prodigo di consigli. L'archivio del Teatro La Fenice 34 conserva una sua lettera che include una interessante «memoria» per la messinscena, ed inoltre il libretto della mise en scéne parigina, con dedica autografa al maestro concertatore e direttore Carlo Ercole Bosoni. Meyerbeer dà anche a lui alcune indicazioni per la buona riuscita dello spettacolo, e inoltre gli segnala «in iscritto tutti i tagli che si possano far nello spartito, i luogi [s:'c] ed il modo in cui devono essere fatti»n . Il2 agosto Bendazzi è costretta a capitolare per adempire «un espresso volere sovrano», ma pone una serie di condizioni che fanno capire quanto pesasse il sistema delle «convenienze teatrali». Chiede che si pubblichi nel cartellone e nel libretto «che essa debutta nel Pro/eta per atto di cortese annuenza»; che venga aggiunta una cavatina «scritta appositamente dal celebre sig. Maestro Meyerbeer per darle il carattere di parte principalissima», ma che se questa non fosse di suo gradimento ella la possa sostituire con un'altra «di baule» (come poi farà), che la sua parte le venga spedita a Roma entro il10 o il15 del mese precedente il debutto; che al Pro/eta succeda il Trovatore, opera da lei scelta per debuttare; e infine che la direzione del teatro si presti ad illustrare la vicenda all' impresario di Torino, Giaccone, onde evitarle una cattiva pubblicità 36 • Il soprintendente si affretta a comunicare a Meyerbeer la soluzione della vicenda 37 • L'aria scelta per sostituire la cavatina «Mon co.e ur s'élance et palpite» fu una più ampia ada con cori, «l miei sguardi ei sol comprese», tratta da un'opera che il soprano aveva cantato nel febbraio 1852 al Teatro San Carlo di Napoli: Il bastardo Mudarra·del compositore napoletano Vincenzo Battista, su libretto di Domenico Bolognese38 • . Risolto il problema Bendazzi, la pr.e parazione dello spettacolo continua alacremente. Il 16 settembre viene commissionato ai fratelli Giuseppe ed Aurelio Frattini un nuovo organo con 575 (28 DICEMBRE 1853 ) canne di piombo e 47 di legno, del costo di f. 2000, da utilìzzare nella celebre «scena dell'incoronazione» al quarto atto 39 • Il 27 dello stesso mese il revisore degli spettacoli Martini chiede d'inviare De Giovanni- direttore della musica strumentale - e Rossi - 'direttore della musica vocale - a Torino, per assistere alla rappresentazione del Pro/eta che inaugurerà la stagione d' Autunno. Ciò anche per esaudire un desiderio manifestato dallo stesso compositore, e per far sì che De Giovanni possa «osservare e pigliar nota di tutto quanto principalmente fa mestieri perché quell'opera grandiosa venga degnamente posta in iscena» 40 • La missione viene autorizzata dal Dipartimento delle Finanze, che stanzia f. 400 41 • Tale circostanza ci fa capire non solo quanto la rappresentazione del Profeta stesse a cuore alla Direzione del teatro, ma anche quanto Meyerbeer fosse considerato un autore difficile da rappresentare. Infatti la circostanza si ripeterà all'inizio del1862 in occasione di una rappresentazione degli Ugonotti: il macchinista Mastellari viene incaricato di recarsi a Bologna per assistere allaprima rappresentazione dell'opera in quella città 42 • Un altro indizio della grande attenzione di cui l'opera di Meyerbeer è oggetto è una lettera del soprintendente che il21 novembre afferma: «non cesseremo mai di ripetere che [Il pro/eta] ci preine in modo principalissimo». Dalla stessa lettera risulta che il teatro abbia provveduto ad un accordo con Tito Ricordi, che detiene il materiale d'orchestra (e che incasserà f. 2349 per il noleggio) 4 ' . Il 5 dicembre hanno inizio le prove di ballo 4 \ il 17 quelle d'orchestra: ne sono previste due al giorno, alle 12 e alle 20, fino al giorno dell'andata in scena 45 • La prima è prevista per il 26 dicembre ma slitterà al28, per un totale di 11 giorni di prove, un numero, credo, inconsueto per i teatri italiani. 39 I-PAt, Carteggio, 1853/1, fase. II, Personale. 1-PAt, Carteggio, 1853, fase . V Orchestra. Parma 27 settembre 1853 : Pietro Martini al soprintendente Lopez. 41 1-PAt, Carteggio, 1854, fase. III Spettacoli, 2.1 Opere e Balli: Parma l ottobre 1853 , Atto mìnisteriale n . 1607. 42 I -PAt, Carteggio, 1862 , fase III Spettacoli. Si tratta probabilmente della prima esecuzione bolognese dell'opera, che debuttò al Teatro Comunale il 16 novembre 1861 sotto la direzione di Angelo Mariani. 43 1-PAt, Carteggio, 1854, fase. III Spettacoli, 2.2. Artisti: Parma 21 novem· bre 1853 , lettera del soprintendente Lopez a Griffanti agente teatrale. La proprie· tà degli spartiti da parte di Ricordi risulta anche dal manifesto della stagione. Cfr. Archivio di St~to di Parma, Segreteria intima di gabinetto e delle relazioni estere, 1848-1859 , busta 99, Teatri e spettacoli scritture diverse. 44 I-PAt, Carteggio, 1854, fase. III Spettacoli, Parma 4 dicembrè 1853 . 4' l vi, Parma 16 dicembre. 40 Oggf presso la Fondazione "Ugo e Olga Levi " di Venezia. Lettera ~el 22 aprile 1856, con acclusa una «Piccola Memoria per alcuni dettagli importanti relativamente agli Ugonotti», citata in Tedesco, «Opere a macchina» cit., pp. 52-53 ; e Id., L'in/lusso di Meyerbeer sulle orchestre italiane cit., in corso di stampa. l 6 I-PAt, Carteggio, 1854, fase . III Spettacoli, 2.2 Artisti: lettera da Bologna del } agosto 1853 . l 7 1-PAt, Carteggio, 1854, fase. III Spettacoli, Parma 2 agosto 1853, Lopez a Meyerbeer. Cfr. il documento 7 in APPENDICE. Inoltre Meyerbeer, Brie/wechsel cit., p. 136. 38 Aria di Ismene, atto I, 2 (vedi appendice, Documento 9). Per l'identifìcazione dell'aria cfr. Meyerbeer, Brie/wechsel cit., p. 713. 34 3' 148 149 l l l l l ~ ·· - · ANNA TEDESCO «IL PROFETA» Il21 dicembre si completa la «revisione I" . . censur~, di alcuni costumi46; il25 i libretti son po lti~a», ossxa la ~~ ~rais:;pdr~~t:s~~~~a;~~egati f.on ~.egi in odro _ve~:::;};t~Ì :eec~~~!~ la duchessa47. cava ler onore et sovram, per ii duca e ancf!ns~f.ef?e ~l 28 dicemb:e il tanto atteso Profeta va in scena, eia un avvì!o edstellm1 entto non.e perfettamente pronto, come annuno s esso gtorno: . Teatro Regio di Parma Si fa n t . h d" hanno impedito· di t . . o o. c e tverse particolari circostanze colo al c . per. ezto.nare, a ~e~on.da dell'importanza dello s ettaball~ IL ~~6F~+~~la.uve llt macchlmsmt ed ali~ decorazioni dell'dpera- ~:~ s~:aco~~~~gf~e ~ ~f~~da:Cm~l~~;i~r:~~~;j:er;:{e~~~~~del ~~:t;~s~:~~ sentazi~ne dell'O~romesdd nel Cahrtello~e, . era su s! e~fe!tuerà la prima ra~preetta, c e avra pnnctpto alle ore 7 precise4s. L'opera n~n ottiene un grande successo, viene trovata tro « d otta». Lo dtchiar;.no i giornali dell'ep 49 1 f ·. . Ppo tra l · h h · · oca , ma o anno captre . .e ng de Une . ~ t documenti archivistici. Già il 30 dicembre il dlllllstro .e e Ftnanze sollecita il soprintendente ad occuparsi e .a messmscena del Trovatore «al fine di non protrarre di tro po d nud~ero de~e rappresentazioni del Profeta e di mettersta P ortata l avere ptù opere . possa rendere pi' · ·1 . ' coIl' alterno d eIIe quah. si pubbÌ{~~:5o ~rattentmento ed attirare così il maggior concorso del d Le recite del P_rofeta furono 15, ma non fu solo il pubbli ecretarn~ la .me~hocre riuscita. Anche il tenore Benedetti ( co .a t duo ome ~ta~Iantzzato) contribuì alla caduta dell'opera chi~dsì ~~ o .a r~sclsslone del contratto il 26 gennaio. È inter~ssanteela ili~~~;:~oh~ c~n la quale il tenore richiede tale resdssione: egli si re in sce~a ~ls~~ofe~:e~l o ;soste?uto la fatica.gravos.issima dì por» . « orre m scena» va Inteso m senso lette, ., ~6 lv{" :: ~. PAh!• .cadr~eSggio 1d~54, fase. III Spettacoli, 2.1 Opere e balli. re IVIO 1 tato 1 Parma Seg t · . . d. b dicembre 1853. ' re ena tntlma l ga inetto, avviso del 28 49 Si vedano le recensioni a a . . · dicembre 1853; «L'Italia musical~,; ;~e J.u. «~azzetta .Muslcale di ~irenze>>, 29 gennaio 1854· App d. T · ' tcem re 1853, «Gazzetta dt Parma» 2 io 1854: P. T~rrigi:~i '1>~1 f:,.~~tRaeda~eM,<<Gabzzetta Musicale di Milano», 8 gen~a5o L ' ~· t eyer eer. . ettera del 30 dicembre 1853 in I PA c . /i, 2.1 Opere e balli. - t arteggto, 1854, fase. III Spettaco'1 I-PAt, Carteggio ' 1854 '· fasc. III Spettaco1t,. 2.2. Artisti: documenti del 3 e 30 gennaio 1854. A PARMA (28 DICEMBRE 1853) rale: il tenore ha avuto la funzione di metteur en scène e chiede per qUesto un onorario di 2000 lire, asserendo che si tratta di una cifra molto inferiore a quella percepita da Pietro Romani per mettere in scena il Pro/eta a Torino 52 • Chiede anche 200 lire per riparazioni all'armatura, la corona e le pietre preziose del costume di scena, che è dì sua proprietà. La commissione amministrativa si rifiuta di pagare: l'incarico di seguire la mise en scène gli fu affidato su sua richiesta; inoltre durante le prove Benedetti è stato aiutato dal buttafuori e ha sempre parlato a bassa voce, «accennando» appena la sua parte. Ancora più interessante quanto si diçe dopo: la commissione sottolinea che l'attività da lui svolta non può essere cosi stancante, altrimenti non sarebbe possibile che alcuno degli artisti principali come generalmente avviene in tutti i teatri d'Italia si dedicasse a quell'incumbenza per la quale nessuno pretende essere compensato e non per un'opera soltanto ma per un intero corso di spettacoli. L'esempio da lei citato del maestro Romani non ha veruna relazione col caso suo imperocchè egli non attore non cantante era scritturato appositamente per dirigere musica, azione, tutto insomma che si riferisse all'andamento del Pro/eta5 }. Così, in una minuta conservata all'archivio di Parma, Lopez descrive a Meyerbeer la riuscita piuttosto ìngloriosa della partitura: [. .. ]Quantunque m'immagini che la S. V. Ill.ma nulla ignorerà di quanto avvenne in questo teatro, pure approfittando della presente opportunità le dirò che il Pro/eta di Parma ottenne un compiuto successo, sebbene i macchinismi non fossero de' migliori. Se ne diedero 12 rappresentazioni di seguito e tre alternate coll'Italiana in Algeri. Ma il Benedetti stanca tosi alle prove, infiacchì di maniera che propos.e un lungo riposo, o la rescissione del suo contratto. La commissione amministrativa di questo Real teatro, io solo dissenziente, accettò la rescissione, epperò il Pro/eta che a mio avviso doveva essere lo spettacolo della stagione non çomparse più su queste scene. È inutile che io le narri quanti dispiaceri io abbia provati per tali controversie54 • È abbastanz~ paradossale osservare che alla rappresentazione non assistette il "«motore» di tutta la storia, il duca Carlo III. Egli , 52 Cfr. anche P. E. Ferrari, Spettacoli drammatico-musicali e coreografici in Parma, dall'anno 1.628 atl'ann.o 1883, Bologna, Forni, 1969 (ripr. facs. dell'ed. Parma, 1884), p. 238: «Mirabilmente ne diresse la messa in scena il ro tenore Ottavio Benedetti, al cui talento e studio fatto su dett' opera si dovè la splendida riuscita, per quanto alla parte rappresentativa, di questo spettacolo che registrare si può, senz'esitazione, di primo ordine». 5> lui. Parma, 31 gennaio 1853, De Giovanni e Martini a Benede.tti. 54 1-PAt, Carteggio, fase . III Spettacoli: Parma 14 febbraio 1854. Cfr. Meyerbeer, Brie/wechsel cit., pp. 251-252. 150 151 ANNA TEDESCO che si trovava all'estero, si accontentò del resoconto ambiguo fornito dal 'fedele' ministro delle Finanze: Altezza Reale. Mi fo rispettoso dovere di notificare a vostra Altezza Reale essersi riaperto ier l'altro a sera, 28 corrente il Rea! Teatro coll'opera ballo Il profeta. Il concorso fu numerosissimo, distinto per ogni riguardo, mentre ogni classe di persone che v'intervenne si studiò farvi comparsa la più decente. Ognuno fu soddisfatto e per avventura meravigliato della elegante bellezza del Rea! Teatro. [ ... ] La musica del Profeta, comecchè eseguita perfettamente dalla valentissima R. Orchestra, e daglì artisti veramente distinti che abbiamo, non sembra essere del gusto italiano; però alcune scene e tutto l'atto quarto sono straordinariamente applauditi perché l'esecuzione nulla lascia a desiderare. Ieri sera, seconda rappresentazione, il concorso non fu affollato principalmente per la molta neve caduta la quale sicuramente ha impedito a molti degli stati limitrofi di qui recarsi .[. .. P'. Ciò dimostra che non era stato un desiderio di tipo estetico a spingere il duca ad imporre la rappresentazione del Pro/eta, bensì un desiderio di ordine politico, quello di riaprire il teatro con uno spettacolo grandioso e imponente, «a maggior gloria» dello stesso sovrano 56 • «lL PROFETA>> A PARMA (28 DICEMBRE 1853) APPENDICE Il profeta Opera ballo in cinque atti di Scribe musica del maestro Meyerbeer da rappresentarsi nel Reale Teatro di Parma il Carnevale 1853-54. Personaggi e interpreti: Giovanni di Leida: Ottavio Benedetti; Zaccaria: Benedetto Laura· Gionata: Antonio Galletti; Mattia; Gio. Battista Cornago; Oberthal: Orazio Bonafos; Fede: .Gi.ulia Sanchi~li; Berta: Luigia Bendazzi; un sergente: Francesco Cucch1ar1; un contadmo: Francesco Viotti; un ufficiale: Francesco Reduzzi. Coreografo: Carlo Blasis; Maestro direttore: Nicola J?e Gioyan1_1i; Maestro concertatore: Giovanni Rossi; Maestro del coro: Grovanm Grtffini; Scene: Girolamo Magnani; Costumi: Pietro Rovaglia; Macchine: Gaetano Mastellari; Impresa: Regio Governo. . . . NOTE: Prima rappresentazione a :Parma. La Stgnora BendazZI «sl. presta in questa parte per atto di cortese annuenza». LIBRETTO: :Parma, Alessandro Stocchi, s.d., 46 p. Atti 5 (5, 8, 9, 4, 6). Proprietà musica Ricordi (I-PAc) TABELLA 3. Bilancio degli anni 1846 e Pubblica Istruzione e Belle Arti Istituti d'istruzione Scuole superiori e università Musei, gallerie e biblioteche Sovvenzioni ai teatri 1850-54~ 1 1846 1850 1851 1853 1854 594.000 10.000 176.000 111.000 112.000 366.000 11.000 98.000 60.000 121.000 .396.000 11.000 104.000 64.000 137.000 420.000 12.000 94.000 65.000 170.000 467.000 15.000 102.000 55.000 206.000 Doc. l. I-PAt, Carteggio 1854, fase. III «Spettacoli» 2.2. Artisti [Maggio 1853] Minuta di una relazione di Martini e De Giovanni «delle azioni intraprese per la stagione 1853-54». ~ 55 Archivio di Stato di Parma, Segreteria intima di gabinetto e delle relazioni estere 1848-1859, busta 99 Teatri e spettacoli scritture diverse, 1851/8: Parma 30 dicembre 1853, il presidente delle Finanze Onesti a Carlo III. 56 Ciò nonostante Meyerbeer inviò al duca un esemplare dello spartito dell'opera, con dedica a «Sua Altezza Imperiale e Reale il Duca regnante di Parma e Piacenza», che oggi si conserva presso la Sezione Musicale della Biblioteca Palatina di Parma: Le prophéte opéra en J actes paro/es de M. E. Scribe, musique de G. Meyerbeer, partition pour piano et chant. Arrangée par Garaudé. 2.eme edition revue et augmentée de l'Ouverture, de la cavatine de Berthe et de la Bacchanale, Paris, Brandus & Cie., s.d. 152 Eccellenza, Mi reco a dovere unitamente al Direttore De Giovanni, di rassegnare a V. E. il ragguaglio dell'operato da noi in ademp.imento della i~cumben za affidataci di formare e scritturare le compagme d'opera e dt ballo pel R. Teatro nella stag,ibne di Carnovale e Quaresima yet;turi (1853-54) .. Dopo esserci posti in corrispondenza con ~gent~ dt teatro, stan.do m Parma, ed avere di qui intavolato alcune trattative, Cl recammo a Mil~~o, città che può dirsi il primo emporio teatrale~ ove soltanto era PO.S~tbtle mandare ad effetto senza lungherie e senza mcertezze le cose d1v1sate. [ ... ] eravamo già inoltrati nella formazione della compagnia; quando, ricevuti i venerati ordini di S. A. R. il Nostro Augusto Sovrano per tutte 57 Dati tratti da E. Falconi e P. L Spaggiari, Le spese effettive ed il bilancio degli stati Parmensi dal1830 al 1859, in «Archivio Economico dell'Unificazione Italiana», VII/V, Roma 1957. 153 ANNA TEDESCO le opere si dovranno rappresentare, delle quali fa parte il ~. ci ponemmo di tratto ad allargare le dimensioni del piano architettato, procacciando di aggiungere artisti reputati capaci di convenevolmente farsi interpreti d'un sì grandioso e classico lavoro; e riguardo almeno alle due parti principali, osiamo sperare la fortuna non ci sia stata contraria. Infatti dagli appaltatori dell'I.R. Teatro alla Scala ottenemmo cessione del tenore francese Ottavio Benoit o Benedetti come è chiamato in Italia, il quale con esito felice sostenne a Firenze la diffidi parte di Giovanni di Leida, e si recherà per rappresentare la parte medesima nel prossimo autunno a Torino: oltre a ciò, sapendo disponibile la signora Sanchioli, che, pure a Firenze, riscosse grande plauso nella importantissima parte di Fede, non esitammo a scritturada, sebben già provvedute di sue altre prime donne assolute (una soprano, l'altra mezzo soprano). Due ragioni ci indussero a stipulare questa nuova scrittura: la prima, che l' esperimen· to dato già dalla Sanchioli in ragguardevoli scene è pegno d'uguale riuscita anche sulle nostre, e ciò vuolsi tenere in molta considerazione giacché una cantante, ottima per le solite opere, non facilmente potrebbe possedere le speciali qualità drammatiche indispensabili per la parte mentovata; la seconda che, se all'altra prima donna venisse affidata il faticoso carico della parte stessa, si arrischierebbe di non potersene più valere nell'opera sussidiaria, alla quale è principalmente destinata . [ ... ] Relativamente al Ballo, fra coreografi che ci sono -stati profferti abbiamo creduto dover dare preferenza al Sig. Blasis Carlo, sì perché riputato uno de' più abili massimamente nella invenzione e composizione delle danze, sl pel vantaggio che r.eca di condur seco sua figlia, la quale esordirà come altra prima ballerina, e quattro tra le migliori allieve della rinomata scuola di lui. In tal modo, oltre ai passi dei primi ballerini assolutì, potremo avere terzetti e quintetti, ed in generale i Balli saranno appoggiati a danze gentili che ci sembrano meglio gradite dei soliti balli eroico· spettacolosi. [ ... ] A maggiore guarentigia e sicurezza nella scelta,~ alle opere, ci siamo attenuti precipuamente al parere del quale ci fu cortese il dotto ed egregio Signor Maestro Mazzucato; e pel fu.ll.Q, innanzi di pigliare qualsivoglia determinazione, fu chiesto l'avviso e l'assentimento del medesimo coreografo Blasis. [ .. .] Ci siamo valsi, come già esponemmo, e come riesce inevitabile in questo genere di cose, della .c ooperazione di Agenzie teatrali. Quelle del signor Alberto Torri e del signor lsidoro Guffanti vennero da noi presce!te. [. . .] Osiamo fin d'ora chiedere rispettosamente la grazia che dal Profeta incominci il corso delle rappr.esentazioni. Il tempo in cui di giorno e di sera si può profittare dei locali t~tti del Teatro, in cui non v'è ingombro di scene o di macchine che servano ad altre opere; in cui gli artisti sono ancor freschi di voce e di volontà, sembra veramente il più opportuno ad eseguire le moltissime prove di canto, d'orchestra, d'azione, di meccanismi, necessarie ad allestire degnamente l'opera suddetta, che sarebbe inoltre, per le sue vaste proporzioni, spettacolo adeguato alla riapertura del Real Teatro . [ ... ] Doc. 2. I-PAt, Carteggio, 1853, fase. III, «Spettacoli», 3.4. Diverse: Parma 23 giugno 1853, Pietro Martini revisore al Cav. Michele Lopez, «Direttore del Rea! Museo e Soprintendente del Rea! Teatro di Parma» 154 « lL PROFETA» A PARMA (28 DICEMBRE 1853) [ .. .] In 18 giorni De Giovanni ed io abbiamo formato le compagnie di canto e di hallo per la stagione Carnevale Quaresima, compresovi il gigantesco spettacolo del ~. col quale parmi si dovrà aprire la stagione medesima; imperocchè converrà profittare di tutto il tempo in cui il teatro è assolutamente libero, per eseguire le moltissime prove di canto, d'orchestra, di ballo, di meccanismi, di scena, indispensabili, al preciso e decoroso andamento dell'opera. Posseggo la mise en scene dell'opera stessa, quale è stata stampata a Parigi: ed è a giudizio mio, guida indispensabile per tutti coloro che abbiano direzione ed ingerenza in così imponente faccenda . Come le è noto , aumento di cori, aumento d'orchestra, ec.c., conseguono dal dove.r rappresentare esso ~- e, pure intorno a ciò, abbiamo in parte provveduto, in parte disposto.- [ ... ] -.Di parecchi degli artisti scritturati Ella ha già avuto notizia: stimo però opportuno ed anche dovere, indicarle altri de' principali, che abbiamo pigliati, dopo l'ordine di fare eseguire il~-- Benoit Octave. primo tenore, l'unico in Italia, finora, che abbi11 sostenuto la parte del protagonista di quell'opera, anche otte.n ne tale successo a Firenze da essere in quest'autunno chiamato a questo ~capo a Torino. Era nelle forze dell'impresario della Scala; ma non potendo essi dare il ~. per cui lo avevano scritturato, l'hanno ceduto a noi, facendolo però pagare ben salato. La Sanchioli, eccellentissima e che si è fatta un nome nella parte di Fede (avuta a discreto patto) - Dei tre bassi profondi uno le è noto, l'altro è Bonafus, che ha molta abilità anche pel buffo; pel terzo pendono trattative e la scelta è fra :&ul.M, il quale travasi ora in Spagna, e certo l&..Y_ti, che recentemente ha cantato con esito felicissimo a Torino,- L'uno o l'altro non ci sfuggirà, essendo in compromesso entrambi. - [.. ] E provveduto a tutte le seconde parti, si attende decisione per un tenore comprimario che occorre nel Profeta; insomma, il complesso della compagnia , se non offre nomi illustri, abbiamo fiducia possa riuscire soddisfacente e adatto a quel molto, anzi moltissimo, che si dovrà fare . [. .. ] La direzione d'uno dei più difficili spettacoli che siansi mai visti sulle scene,le parti dell'impresa ecc. ecc. un mondo di cose, intorno a cui parleremo [ ... ] Doc. 3. l-PA t, Carteggio, 1851, fase. III, «Spettacoli» Parma 5 dicembre 1850, il Soprintendente Michele Lopez al Presidente delle Finanze Aurelio Onesti: «Relazione intorno l'opera in musica Il Profeta del Maestro Meyerbeer» Eccellenza, .;> Adempio all'obbligo che mi assunsi se e come si potesse, co' mezzi ordinari e nel tempo consueto, rappresentare su queste Reali scene la celebre opera dell 'egregio Maestro Meyerbeer intitolata il Profeta. Al fine di avere sott'occhi le cognizioni tutte relative all'argomento che doveva svolgere, chiesi ai Signori Direttori De Giovanni .e Maestro Barbacini quelle concernenti la musica ed i can·tanti, al signor Mastellari le altre risguardanti il macchinismo, feci disegnare dal Signor Carlo Martini i figurini, occorrenti per giudicare intorno le vestimenta e non ammisi [sic] d'interrogare l'attrezzista; ma po.co mi calsi delle scene, dappoiché seppi dai Scenografi .che non avrebbero importato di più di quello di un ordinario spettacolo. 155 .... ANNA TEDESCO Comecché la musica di tale opera sia dichiarata dal De Giovanni dì molta difficile esecuzione, pure i cantanti scritturati dall'Appaltatore, giusta gli obblighi impostigli dal suo Capitolato, sono reputati e da esso De Giovanni e dal Barbacini capaci dì eseguirla, tranne il Contralto. Il Barbacini per altro crederebbe che la parte la quale si dovrebbe affidare all'attuale contralto, puntata e modificata che fosse, potrebbe essere da lui sostenuta. Ed in vero a Parigi venne data nella stessa opera la parte del mezzo soprano ad un Contralto, alla brava Alli.2ni. Ma i cantanti scritturati non bastano, stanteché, secondo il De Giovanni occorrerebbero altri quattro primari soggetti, secondo il Barbacini due, come a giudizio dell'uno sarebbero necessarie otto seconde partì, a giudizio dell'altro sei. Cosl de' coristi: il primo ne vorrebbe cinquanta, l'altro quarant' otto. Ambedue poi trovano indispensabili un coro di ragazzi. L'orchestra pure vuolsi aumentata di strumenti da arco. Per ciò poi che concerne al tempo necessario per mettere in iscena sl fatta opera il De Giovanni opina che vi vorranno due ms;si e mezzo se non ~. il Barbacini però crede che a ciò possano bastare cinquanta giorni. Quanto è al Macchinismo, il Mastellari mi scrive di aver posto la clausola nel suo contratto coll'Appaltatore, che qualora venisse rappresentata la summenzionata opera passerebbe ad altro particolare contratto. E per ver dire grandiosi sono i progetti del macchinismo ch'egli giudica necessari per decorare convenientemente l'opera avanti discorsa . Pur tuttavia distano molto da quelli: che, da quanto è a mia notizia, furono eseguiti nelle altre città, ove essa opera venne rappresentata. Non cosl potrà dirsi delle vestimenta perciocchè i fi&luinl corrispondenti furono, da me riveduti, condotti con perizia non volgare dal nostro bravo Disegnatore teatrale. Ma anche il vestiarista Rovaglia dì Milano, escluse dal suo contratto l'opera di cui è discorso, perché più delle altre grandiosa, onde per essa farà pur d'uopo venire ad altro contratto. E similmente dovrà l'appaltatore condursi coll'attrezzista; dappoiché nell'Opera più volte nominata avendo luogo parecchi ballabili esce dal · numero delle opere ordinarie. Per le quaU. cose tutte, sono costretto mio malgrado di manifestare non potersi co' mezzi ordìnarii e nel tempo consueto rappresentare l'opera il Profeta. Ma siccome io posso andare errato nel mio giudizio (specialmente per non avere ancora udita la intera compagnia di canto) cosl alla presente relazione mi fo debito dì unire, con preghiera di ritorno, le lettere sopracitate,rlei signori De Giovanni e Barbacini, il progetto del Macchinista, ed i;Figurini del Disegnatore teatrale, perché l'E. V. nella sua saggezza, vegga e decida. [ .. .] M. Lopez Docc. 4a e b. I-PAt, Carteggio, 1854, fase. III «Spettacoli», 2.2. Artisti: Lettere del tenore Ottavio Benedetti all'agente Alberto Tom~ corrispondente degli Il. e RR. Teatri in Milano. a) Parigi, li 21 giugno 1853 Ornatissimo Signore, 156 «lL PROFETA» A PARMA (28 DICEMBRE 1853) Prima di tutto la ringrazierò di aver pensato di me nell'affare del Profeta al Duc.ale di Parma, ma li dirò francamente che cantare sempre la parte del Profeta, senz'altro non è piacere grande per me. Lei capirà che dopo averlo fatto a Firenze, dovevo desiderare farlo altrove e provare a tutti che malgrado la sua gran difficoltà la parte non era troppo pesant~ per me questa ragione mi ha fatto accettare la scrittura di Torino più tardt spero dare la prova che il Roberto il Diavolo e gli Ugonotti dello stesso autore sono parti adattate ai miei mezz~.- ~a p art~ d'Elvino nella Sonna~; bula, colla grande Frezzolini (che puo dtrlo) mt ha fatto aver forse ptu applausi che nel Profeta; credo p.o ter dire che i P~ritani_mi ~~ocur~ra~no tanto successo.- Il Guglielmo Tell cantato s~tto gli c;>ccht d~lltllust:t~stmo Maestro Rossini a Pitti in Firenze, secondo d suo dtre (facile a vertflcare) mi ha dato il diritto di aspirare a tu.tto (ieri ancora ho ricevutò una let.tera del gran Maestro che lo ripeteva) ~o tanto cantato le altre sue_ ~p~re_ alla grand'Opera di Parigi, che po.sso dtr.e, che q~esto gener~ no~ m~ e dtfftcoltoso .- Dunque oggi, per poter presentar~! come a~usta t~ahano, dev~ cantare il Verdi e il Donizetti!- Ecco la rag10ne che m1 fa destderare, no dt non andare a Parma, ma di non fare il Profeta. Però come ho una scrittura e che sono galantuomo prima di tutt?, io farò ~utto quel!~ _che dev,o fare, e se devo fare il Profeta a Parma, sar.a una cesstone del dtrmo delll. e R. impresa, che rispetterò naturalmente, ma senza ~ambia~e le cose scritte. Lei sa che avvezzo a cantare le opere francesi che sl cantano tradotte a Londra a Pietroburgo ecc. (dove in confidenza li dirò che si è già parlato di me) ho bisogno maggiormente di avvezzarmi al genere cantato con tanto successo da Mario. In tutto caso lo ringrazio ancora della sua buona ricordanza e_ sper~ che mi continuerà come nel passato la sua alta protezione capace dt farmt fare una bella carriera [ ... ]. b) Parigi, li 29 giugno 1853 Caro Signor Torri, . ho l'onore dì prevenirlo ch'ieri l'altro l'illustre Maestro Meyerbèer mt ha scritto di trovarmi alle 4 al suo hotel per affare mio. . All'ora detta ho trovato col maestro il signor Cavaliere xxx (non m~ ricordo del suo nome) [Michele Lopez] incaricato dal governo Ducale dt Parma di scritturare, e far tutto quello del bisogno per il Profeta Carnevale e Quaresima. . . . . Il Maestro mi ha presentato a questo stgnore come Il solo 10 Itaha della sua scelta pef fare la p_arte 4el Profet~; - nella conversazion~ ~? dovuto dire la natUra della mta scnttura colltmpresa della Scala e dt_ptu ch'io aveva ricevuto una lettera di lei mi parlando di Parma come dt un affare che forse si potrebbe fare.- Prima di uscire il signor Cavaliere x_xx ha fatto il promesso di parola al Ma~stro Mayerbeer di scrivere subt~o (sia per la posta o il telegrafo elettrtco) a Parma per affrett~r~ l~ mta scrittura dicendo ch'egli sperava una buona soluztone perche tl signor Torri era caricato di fare la compagnia. . Credo aver sentito dire che si farebbe il Trovatore, l'Anna Bolena ~~ Profeta e la Traviata - come ancora della possibilità di dare la parte dt Fede nel Profeta alla signora Bendazzi, o la signora Rosina Stolz, scrittura del Signor Giaccone [impresario a Torino], benché la signora San- 157 ANNA TEDESCO chioli sia in trattativa (li dico questa conversazione nella quale non sorio entrato) lei essendo caricato degli affari di questo teatro questi insegnamenti potranno forse servirli. [. .. ) Doc 5. 1-PAt, Carteggio, 1854, fase. III ~spettacoli», 2.2. Artisti: Bologna 22 luglio 1853. Lettera del Direttore della musica strumentale Nicola De Giovanni a Pìetro Martini, revisore del teatro, relativa ad un incontro avuto con la cantante Bendazzi. [..] la Bendazzi affaccia moltissime difficoltà. Io penso che la scritturazione della Sànchioli ne sia la vera causa. Si è mostrata offesa la Bendazzi perché il Pirata annunciò la scritturazione della Sanchioli qual prima donna assolut!l d'obbligo. Che la parte di prima donna assoluta è quella di Fede, e non quella di Berta. Che eseguendo u~a parte appena da comprimaria avrebbe pregiudicata la sua carriera. Che smo allO dtcembre non poteva trovarsi in Parma, avendo affari di famiglia da ultimare in Bologna. Che infine rinunciava di andare in scena il 25 dicembre, se aprivasi la stagione col Profeta, offerendosi di esordire con Trovatore, in seguito. Non valse far riflettere che in quanto all_'il!-serzione del ~i rata, ~iò risguardava solamente, forse per gli antecedenti, t! Dottor Reglt proprietario del foglio. Né valse ch'io le narrassi quanto di lusinghiero dicesse a faver suo coll'Illustrissimo Sign. Cons. Lopez il Maestro Meyerbeer, e che spontaneamente proponesse un'aria di aggiunta. Osservai che la parte di Fede non era per lei troppo adatta. Proposi che in quanto al danno temuto per eseguire siffatta parte, sarebbesi pr~vv~duto con una di.ch!aràzione, anche a stampa, che la sign. Bendazzt s1 prestava pel mtghor riuscimento di tanta opera. Che quando si ha l'intenzione di render favore si trova rimedio anche al tempo. Infine, che non cantando nel Profeta non farebbe che il solo Trovatore, mentre da tempo si lavora perché ~ ~sia rappresentata da altra prima donna, ricordando che lo scorso Carnevale avanzò delle difficoltà. Tutto fu inutile, e a dir vero dalla Bendazzi non me lo sarei aspettato. Ciò nullameno procurerò di ritornare con la maggior destrezza e buona maniera su tale argomento [ .. .] Doc. 6. Archivio di Stato di Parma, Fondo Comune, Autografi, busta 4399 Parigi 3 agosto 1853, Giaçomo Meyerbeer a Michele Lopez Monsi]lir le èhevalier, d'après la demande faite par le grand théatre duçal de Parma, j'ai l'honneur de déclarer qu'est mon entière convic~i,on [que) le role d~ Berthe de mon opéra le Prophéte est un role de premtere chanteuse. En effet ce réìle se compose d'un air et d'un romance au 1." acte, d'une scéne au 2• acte, d'un grand duo a 4• acte, e d'un grand trio au 5• acte . Il a été écrit pour une artiste qui avait chanté cles roles de première chanteuse au Théatre Italien et au Grand Opéra de P~ris, et qui en outre a un trés grand renom par son talent remarquable, c est a due pour Mad• Castellan laquelle a chanté le role de Berthe nòn seulement à Paris mais aussi à Londres. A Berlin ce role a été chanté par Mad• Koester, à Vienna pat M. 11• Anna Zerr, à St Petersbourg per M. 11• Marray. 158 «lL PROFETA» A PARMA (28 DICEMBRE 1853) Toutes cettes artiat.. ·aont généralement connues, appréciées et engagées comme premières cl!a-nteuses. • Il résulte donc .de la difficulté et de l'importance du role meme, camme de la manière dont il a été distribué dans le différents theatres, que le role de Berthe est non seulement un role de première chanteuse mais encore que toute l'opéra souffrirait considérablement par une exécution insuffisante de ce role. En foi de quoi j'ai donné le présent témoignage. Agréez, Monsieur le Chevalier, l'expression de la haute considération avec la quelle j'ai l'honneur d'etre Votre devoué serviteur Meyerbeer Doc. 7. I-PAt, Carteggio 34136, 1854, fase. III «Spettacoli», Parma 2 agosto 1853, Michele Lopez .a Giacomo Meyerbe.er Je m'empresse de vous announcer qu.e M.lle Bendazzi a cessé d'insister dans son refus, et elle vient de dédarer qu'elle débutra daps le dit role de Bertha de votre cél~bre Propbete. ~ Cet hommage donné à l'illustre compositeur m'a charmé d'autant plus qu'il ne pourra que contribuer à la meilleur exécution de votre belle musique. Je vais lui envoyer tout de suite l'air que votre obligeance a bien voulu m'espedier. Elle sera bien aise de la chanter; mais, si par hasard elle ne [sied] pas à ses moyens et à sa methode il foudra se soumettre à la condition (imposée par son contract) de lui laisser introduir un air à sol (del h.a..uk camme on dit m .Itruk). Par mon empressement à vous donner ces renseignements veuillez, Monsieur le Chevalier, juger des soins que je prend, et que je ne cesserai de prendre pour que le J?rophète puisse réussir dignement dans ce théatre et ajouter un nouveau triomphe à tous ceux qu'il a déjà remporté dans toute l'Europe. Monsieurs les Directeurs de la musique vocale et instrumentale de ce théatre (M. le chevalier Nicolas de Giovanni et Maestro Jean Rossi) désirent vous témoigner par .m on entremise l es sen~imen,ts de leur v6n6ration profonde et vous assurer que tous leurs sotns seront donn.. pour le parfaite exécution de votre sublime ouvrage. Agréez [ ... ]. Doc, I.AJ1.061ulo di Stato di Parma, Fondo Comune, Autografi, busta 4399: Parl&l l 41110 1853, Giacomo Meyerbeer a Michele Lopez MoDaitur le Chevalier, J'ai ,a prii avec$eaucoup de satisfaction par votre aimable lettre du 2 Aofit que M.U• Bendazzi a bien voulu consentir à se charger du role de Berthe. Je me rappelle avoir composé dans le temps un air pour Mad• Pasta qui cadrerait assez bien avec la situation où se trouve placé l'air actuel de Berthe (au l., acte) et qui est beaucoup plus brillant que ce dernier. Ainsi si M. 11• Bendazzi ne jugeait pas celui-ci à sa convenance, l'air dont je Vous parle se preterait à y etre substitué. Je Vous envoie cijoint cet air; si M. 11• Bendazzi le trouve propre à ses moyens je Vous en ferai pervenir [?]la parthion d'Orchestre. J e suis très reconnaissant pour les aimables sentiments que Vou1 voulez bien m'éxprimer au nom cles MM . le chevalier Nicolas de Giovanni et le Maestro Jean Rossi. Ce sont 159 ANNA TEDESCO des artists d'un très grand talent et dont le mérite m'est connu par réputation; leur con.cours sera d'un puissant effet p.our le honne exécu-. tion du Prophéte à Parme, et je suis heureux de sav.oir la direction en d'aussi excellentes mains. Agréez, Monsieur le Chevalier, l'expression des sentiment de baute considération avec la quelle j'ai l'honneur d'etre Votre dévoué serviteur Meyerbeer Doc. 9. Testo dell'aria sostituita da Luigia Bendazzi. Dal lt'bretto del «Profeta», Parma, Stacchi, s.d. [ma 1853]. I miei sguardi ei sol comprese I miei palpiti primieri; Di due cor, di due pensieri Un pensier, un corsi fa. Ma lontan da lui che adoro Già la morte al cor s'apprese; Sol d'affanno ancor non morò Sol l'amore è vita a me. SUMMARY Le Prophète by Giacomo Meyerbeer was staged at Parma's Teatro Regio on the evening of 28 December, 1853. After Florence and Turin, Parma was the third Italian city to venture on the staging of such a complex play, and .t he documents kept in the theatre's archives reveal how this event was a particular moment in the history of the Regio. Indeed , it was Duke Charle III of Bourbon hitnself who insisted that this work should be staged, although not for 'aesthetic' reasons- he did not even attend the performance - but for a question of 'prestige'. The theatre's management in charge of the season had to face a number of difficulties that typified the differences between the production system of ltalian theatres and that of the Opéra of Paris. These involved the singers, staging and orchestra. The latter was noticeably enlarged, an organ was built especially for it, and furthermore masters De Giovanni the conductor of instrumental music- an d Rossi- the conductor of vocal music - w.ere sent to Turin to attend the performance of The Prophet in that city.•Further problems were brought about by Luigia Bendazzi, the singer chosen to play Berthe, who did not see this part as . worthy of a famous performer such as herself. Meyerbeer himself was forced to intervene and declare that this was indeed a 'fundamental' part; he also instructed the main tenor, Ottavio Benedetti, who also took it upon himself to stage the opera. 160