DESG Teaching Letter 11 Migliorare l’andamento della malattia cronica Nel gestire la malattia cronica, gli operatori sanitari si devono spesso confrontare con le difficoltà dei pazienti ad aderire al trattamento e con la propria difficoltà ad aiutarli su questo terreno. Molti studi dimostrano che l’adesione alla terapia a lungo termine non supera il 50%.1-3 Questo dato illustra le dimensioni del problema e sottolinea una carenza nella formazione dei medici, ancora centrata sulla gestione della patologia acuta. La ricaduta può essere dovuta al riacutizzarsi della malattia e/o alla non adesione al trattamento. Benché in pratica le due cose siano strettamente correlate, solo la seconda la difficoltà che i pazienti incontrano nell’aderire al trattamento - sarà qui discussa. I medici in genere vedono una ricaduta durante il follow-up come un insuccesso. Tuttavia per i pazienti una ricaduta non implica che certo non stiano più facendo sforzi nel trattamento. E più facile che essi non siano riusciti a dare al trattamento l’attenzione dovuta o a maneggiare i diversi fattori che determinano la sua efficacia. Tra le molte strategie disponibili agli operatori sanitari per tentare di migliorare la compliance dei pazienti, cinque sono fondamentali e saranno discusse in dettaglio qui di seguito: • Comprendere come cambia il comportamento dei pazienti • Pianificare un progresso a stadi attraverso obiettivi intermedi • Aiutare i pazienti a iniziare e tenere un diario • Identificare i pensieri automatici negativi che i pazienti sviluppano quando non riescono ad aderire a un trattamento • Stipulare un contratto terapeutico con il paziente 1. MODIFICA DI COMPORTAMENTO La malattia cronica costringe il paziente a incorporarla, mutando alcune abitudini e modificando vari tipi di comportamento. Prochaska e Di Clemente5, studiando le modifiche di comportamento legate alla salute, concludono che la ricaduta è una componente normale dell’apprendimento: “impariamo dai nostri errori”. DESG Teaching Letter numero12 - Il controllo nel tempo della malattia cronica 2 Incorporare la ricaduta nel normale followup, per attingervi insieme da parte di medico e paziente, è possibile soltanto se tale possibilità è stata discussa prima. La maggior parte dei medici, quando parlano con i pazienti, tendono a discutere il trattamento solo in termini di successo; ne consegue che i pazienti che hanno una ricaduta sentono immediatamente di aver “fallito”. Provano quindi un misto di colpa, disappunto e risentimento, e drammatizzano la situazione al massimo. Se invece hanno una ricaduta dopo che tale eventualità è stata considerata, si sentono fiduciosi di poterla discutere con il medico. La ricaduta sarà analizzata da medico e paziente insieme e aiuterà a stabilire una nuova strategia di follow-up per evitare che si ripeta nelle stesse circostanze. La ricaduta può diventare un potente stimolo alla compliance. I cinque stadi nel processo di modifica del comportamento legato alla salute Secondo Prochaska e Di Clemente5, il comportamento cambia seguendo cinque fasi: a. Pre-contemplazione: “Non è un mio problema” Il paziente non è coinvolto dal suo problema di salute ed è inconsapevole della situazione. Gli svantaggi di una modifica di comportamento superano largamente i vantaggi. “Nella mia famiglia abbiamo sempre bevuto un goccetto e nessuno è morto prima di 80 anni.” b. Contemplazione: “Penso che ...” In questo stadio il paziente valuta le ripercussioni personali di un cambio di Ricaduta Indifferenza Adattata da rif. 6. Riflessione Ricaduta Preparazione atteggiamento, soppesando i pro e i contro. E’ una fase di ricerca di informazioni. “Lei crede dottore che se smettessi di bere i miei dolori allo stomaco finirebbero?” c. Preparazione: “Ho deciso di ...” Il paziente traccia un piano d’azione. “Smetterò di bere il primo giorno di vacanza.” d. Azione: “Sto facendo ...” “Da quando sono partito per le vacanze, non ho bevuto un goccio. Spero di farcela anche al ritorno.” e. Mantenimento: “Ce la sto ancora facendo, ma non è così facile” Questa fase finale è caratterizzata dalla tentazione di tornare sulla via vecchia. Il mantenimento ha successo solo se la maggior parte delle situazioni problematiche sono state risolte e il paziente ha acquistato fiducia nella sua capacità di combattere. “Ora so che posso partecipare a un ricevimento senza provare imbarazzo nel farmi vedere con un bicchiere di aranciata in mano”. Tuttavia , prima di acquisire questo grado di fiducia in sé, molti pazienti attraversano una fase di fuga dalle situazioni a rischio. “Devo rifiutare gli inviti da parte dei colleghi perché è troppo difficile resistere alla tentazione.” Il cambiamento avviene per stadi. Ciascuno stadio intermedio è necessario (non si possono saltare tappe), ma spesso si ha la ricaduta allo stadio precedente (Figura 1).6 Ricaduta Azione Ricaduta Mantenimento Figura 1. La modifica del comportamento: un processo a stadi. DESG Teaching Letter numero12 - Il controllo nel tempo della malattia cronica 2. PROGRESSO A TAPPE PER OBIETTIVI INTERMEDI Gli scalatori evitano la vertigine concentrandosi sugli appigli della roccia anziché sul vuoto sottostante. L’equivalente della vertigine nella malattia cronica è l’idea di un trattamento a vita (p.e. l’insulina). L’equivalente degli appigli e degli appoggi sono obiettivi terapeutici semplici e graduali che i pazienti possono realizzare da un giorno all’altro. Tali obiettivi devono essere confezionati sulle capacità e le risorse di ciascun paziente. Guilbert7 ha descritto gli obiettivi specifici nell’ambito di una routine quotidiana. Devono essere realistici, graduati (passo dopo passo), realizzabili, facilmente misurabili e a breve termine. Si può sperare che i pazienti adottino nuovi comportamenti abituali solo facendoli iniziare con compiti circoscritti, interamente alla loro portata. All’inizio di questo processo l’esperienza positiva è più importante dell’obiettivo stesso. Il successo aiuta i pazienti a far emergere le risorse personali, per raggiungere obiettivi via via più complessi. Quando questi obiettivi si sommano l’uno all’altro, si è ottenuta la modifica di comportamento. Responsabilità degli operatori sanitari è anche premiare gli sforzi del paziente sottolineando l’importanza del suo successo in questi impegni circoscritti. Sotto questo aspetto il loro ruolo è simile a quello di un insegnante che cerca di motivare lo studente. Questo spiega la necessità di verifica continua e di un regolare feedback fra quello che si richiede al paziente e ciò che egli è realmente in grado di fare. Questo serve non solo a controllare la malattia, ma anche a saggiare la capacità dei pazienti di gestire il trattamento. 3. DIARIO DEL PAZIENTE Il diario del paziente è un ausilio vitale per il medico e per il paziente stesso nel monitorare la malattia cronica e il suo trattamento. Esso copre quattro aree. a. La malattia del paziente • Evidenzia vari sintomi e le loro caratteristiche (frequenza, durata, gravità, elementi associati, fattori scatenanti, ecc.). • Allena i pazienti a osservare i propri sintomi e le proprie reazioni. b. La psicologia del paziente • Evidenzia gli aspetti positivi, p.e. permette di congratularsi con il paziente per come tiene il diario e ne sa discutere i contenuti; si può attirare l’attenzione sulla buona risposta al trattamento. Il rinforzo positivo su questi aspetti consolida la fiducia del paziente. • Rassicura i pazienti assegnando loro un ruolo attivo nel trattamento, purché gli obiettivi siano stati tagliati addosso alle loro capacità. I pazienti devono avere abbastanza fiducia nelle proprie capacità, prima di potere svolgere un ruolo attivo. Il successo nel raggiungere un obiettivo è rassicurante. • Incoraggia la responsabilità dei pazienti assegnando loro compiti semplici e utili. I commenti dei pazienti sono necessari per adattare il trattamento. Non bisogna permettere che la malattia venga percepita esterna ai pazienti o al di là del loro controllo. • Evidenzia modalità di risposte automatiche delle quali i pazienti erano inconsapevoli. c. Valutazione del trattamento e della malattia • Consente di valutare il trattamento confrontando i sintomi prima, durante e dopo l’intervento. • Permette l’analisi della risposta dei pazienti ai sintomi. • Registra i progressi ottenuti. • Monitorizza i pazienti e la loro terapia ad ogni visita. d. Comunicazione medico-paziente • Consolida la collaborazione tra paziente e medico: il paziente osserva e registra, il medico aiuta a trovare soluzioni. DESG Teaching Letter numero12 - Il controllo nel tempo della malattia cronica • Apre la via a un dialogo basato sulle esperienze dei pazienti. Usare il diario in ogni visita I medici che suggeriscono ai pazienti di tenere un diario devono poi chiedere di vederlo a ogni visita. L’esperienza mostra che quasi mai i pazienti offrono il loro diario, non richiesti. Questo comportamento potrebbe essere visto come una specie di prova per verificare quanto interesse ha il medico nel loro caso. La mancata richiesta del diario discredita il medico agli occhi del paziente. I diario ha i suoi limiti. Ci sono problemi di lingua, scolarità, scrittura e vista. A qualche paziente può ricordare la scuola. Chi non era bravo a scuola, è difficile che apprezzi qualcosa che ricorda i compiti a casa. L’esperienza mostra anche che i problemi di adesione al trattamento possono essere trasferiti sul diario, dimenticando o rifiutando di immettervi dati, mettendo così il medico di fronte a difficoltà di identificazione dei problemi analoghe a quelle vissute dal paziente stesso. 4. AUTOMATISMI MENTALI CHE INTERFERISCONO CON L’ADESIONE AL TRATTAMENTO Un paziente diabetico, obeso e iperteso, fortemente obbligato a dimagrire, reagirà spesso molto male alle difficoltà incontrate nell’aderire alla dieta. Una ragione è la presenza di quelli che gli psicologi cognitivisti Ho messo su 1 kg, i pantaloni non entrano più, va tutto male Non ce la farò mai chiamano “pensieri automatici negativi.”1 Nella teoria cognitiva,8 le emozioni sono generate come segue: un evento accade, è percepito ed è quindi filtrato dai nostri processi mentali dando luogo a pensieri, che a loro volta generano emozioni. Questi processi di pensieri inconsci e automatici inducono risposte generalmente sotto forma di comportamenti. Pensieri automatici negativi si hanno quando la “cornice mentale di lettura” per un dato contesto contiene interpretazioni inadeguate. Un modo di trattare la malattia da dipendenza consiste nell’insegnare ai pazienti a riconoscere questi pensieri, valutare la loro plausibilità e quindi sostituirli con un pensiero obiettivo.9 Queste introspezioni possono migliorare molto la gestione delle ricadute durante il follow-up di una malattia cronica. I pensieri negativi automatici sono impliciti postulati silenti, largamente inconsci e spietati nei confronti del paziente: “Se sono x, è perché y”, “Bisogna che io...”, “Gli altri sono...”, “E’ così che succede”. Nella gestione di un paziente che ha sempre la stessa difficoltà nell’aderire al trattamento, il medico può chiedergli che cosa prova o pensa quando questa difficoltà sorge. Soltanto dopo che questi pensieri automatici, spesso fatalistici (Figura 2), sono stati portati alla superficie, se ne può valutare la plausibilità. In seguito il medico può suggerire al paziente di identificare questi pensieri e di sostituirli con un pensiero più obiettivo, neutro o positivo. Se non so gestire il trattamento come si deve, sono un perdente Mia nonna è morta di diabete, quindi se ho il diabete ne morirò anch’io AUTOMATICI E’ tutto molto difficile nella mia terapia insulinica: va tutto storto Ieri ho dimenticato di fare la terapia: non ho nessuna forza di volontà RIPETITIVI NEGATIVI C’era da aspettarselo che mi venisse questa allergia; non ne faccio mai una giusta Mi sento la malattia scritta sulla fronte, Vedrete, e so che la gente ne parla non funzionerà mai dietro le mie spalle Figura 2. Pensieri automatici negativi che interferiscono con l’adesione al trattamento. DESG Teaching Letter numero12 - Il controllo nel tempo della malattia cronica 5. Il CONTRATTO TERAPEUTICO Capita a tutti di partecipare a contratti, che governano molti aspetti della vita nella società. Firmando un contratto, una persona si impegna a compiere o non compiere varie azioni con una o più persone diverse. La prima impressione che si ha facendo riferimento a un contratto è il sospetto o il timore di una trappola: p.e. la piccola clausola a pie’ di pagina scritta in termini spesso incomprensibili. In realtà, tuttavia, un contratto è un mutuo impegno che specifica i mezzi e i metodi da usare per raggiungere un obiettivo comune, al quale entrambi i firmatari hanno dato il loro assenso. Stipulare un contratto terapeutico può essere un utile strumento nel follow-up dei pazienti affetti da una malattia cronica. E’ tuttavia importante ricordare che in ambito medico la rottura di una clausola contrattuale non è mai punita. Al contrario, le violazioni sono usate come base di discussione per tentare di capire perché sono accadute, e come risultato il contratto può essere modificato Le caratteristiche di un contratto per la gestione di una malattia di lunga durata sono le seguenti. a. L’obiettivo terapeutico comune (a lungo termine) è dettagliato chiaramente, dopo trattativa. Quindi si possono discutere gli obiettivi intermedi. b. Il medico e il paziente concordano di incontrarsi regolarmente (luogo, frequenza e durata delle visite, da stabilire). c. Il contenuto della visita è specificato: oltre alla storia recente e all’esame medico, si impiegherà del tempo discutendo le difficoltà del trattamento. d. Ciascun partecipante al contratto ha doveri specifici: Il paziente segue il trattamento prescritto meglio che può, annota difficoltà e sviste per discuterle alla visita successiva, descrive i pensieri negativi automatici che sopravvengono quando fa un errore, tiene un diario se è il caso (p.e. un libretto di controllo diabetico), attua il monitoraggio domiciliare (p.e. glicemia, pressione, peso corporeo, ecc.). Il medico ascolta tutto quello che il paziente ha da dire, scorre il diario con il paziente, aiuta il paziente a delineare strategie di compliance al trattamento, verifica la comprensione del trattamento da parte del paziente usando esempi di situazioni possibili, adatta il trattamento adeguatamente in seguito alla discussione con il paziente, ordina ulteriori indagini se è il caso, spiega i risultati delle indagini e ne discute le conseguenze, programma indagini future per meglio modulare gli obiettivi terapeutici. e. Il contratto può essere modificato in qualsiasi momento. f. Si discutono le difficoltà: cosa fa il paziente se non può andare a una visita? Cosa fa il medico se il paziente non compare (telefona? scrive dando un nuovo appuntamento? addebita la visita? tratta l’episodio come una violazione del contratto?). Il contratto terapeutico è uno strumento che aiuta medico e paziente verso un impegno più chiaro e più profondi rispetto e fiducia reciproci. Riconosce al paziente un ruolo attivo e responsabile. Deve essere limitato nel tempo e ridiscusso a intervalli regolari.10, 11 Contratto terapeutico verbale o scritto? Un contratto scritto è a disposizione di entrambe la parti che possono vederlo, farvi riferimento in ogni momento e ha il vantaggio della chiarezza e della trasparenza. D’altro canto è più restrittivo e può apparire più rigido. Un contratto verbale è più facile da incorporare nel processo di follow-up. Non è nero su bianco ed è più adattabile agli eventi. Tuttavia è aperto all’ambiguità ed è meno impegnativo. La scelta fra un contratto verbale o scritto quindi dipende dalla situazione individuale e dalle condizioni specifiche del medico, del paziente e della malattia. Tuttavia vorremmo raccomandare, per i contratti verbali, che la condizioni principali fossero immesse negli DESG Teaching Letter numero12 - Il controllo nel tempo della malattia cronica appunti del paziente, per evitare “sviste” che rischierebbero di distruggere la fiducia nascente che il medico sperava di instillare basando il rapporto iniziale sul contratto. CONCLUSIONI trattamento, i medici hanno il dovere di padroneggiare le complessità del follow-up a lungo termine. Le varie strategie descritte in questa Lettera forniscono capacità che dovrebbero aiutare i medici a migliorare la qualità e l’efficacia sia del trattamento che del rapporto con i pazienti. I medici non sono formati alla gestione della malattia cronica né prima della laurea né durante gli anni post-laurea. Dato che almeno un paziente su due non riesce ad aderire al REFERENCES 1. House WC, Pendleton L, Parker L. Patients' versus physicians' attributions of reasons for diabetic patients' non-compliance with diet. 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