20 laPADANIA
SPETTACOLI
Domenica 19 e Lunedì 20 novembre 2006
DIECI ANNI DI MUSICA IN CD E DVD
Elisa riparte dal Soundtrack
In inglese solo uno dei quattro inediti: «E la prossima volta potrei uscire dallo studio con un disco in italiano»
ALESSANDRO GANDINI
Dopo dieci anni di carriera Elisa fa il punto della
propria vicenda artistica.
Il modo è tutto sommato
normale: il cd Soundtrack
96-06 con i 17 brani suoi
più noti e un libretto-diario di bordo cui - nell’edizione speciale - si abbina anche un dvd di 18
videoclip. Le scalette di cd
e dvd non corrispondono
del tutto (in video sono
state scelte anche canzoni
forse “minori”, ma spesso
più decisive delle hit) e nel
disco, in qualunque formato, vi sono quattro inediti. Ma il contenuto dei
festeggiamenti del decennale in musica di Elisa
non è ovvio quanto il modo. Sia perché tre inediti
(Eppure sentire per il film
Manuale d’amore di Veron e s i, Gli ostacoli del
cuore di e con Ligabue,
Qualcosa che non c’è) sono in italiano, mentre il
quarto, Stay, è una lettera
aperta al padre; sia perché oltre alla voglia finora
centellinata e qui esplicita
di cantare in italiano Elisa
conferma una continua
crescita vocale, musicale,
soprattutto poetica (specialmente nella magnifica
Qualcosa che non c’è); sia
perché, in attesa di un
tour (20-27 gennaio: Padova, Bologna, Roma, Firenze, Milano, Torino le
sole date) pensato come
concept concert con tanto
di archi e coro gospel, Elisa oggi si racconta fuori
dalle sue timidezze. Con
una lucidità che colpisce e
una sincerità che spiazza:
confermandosi artista capace di pensarsi e ripensarsi, pur di maturare
sempre più, e donna destinata a diventare punto
di riferimento forte nel panorama della canzone italiana. Un panorama desolante nel quale del resto, con la Consoli, Bersani e pochi altri, è già
stata segno di novità nell’ultimo decennio.
Elisa, perché
festeggia dieci
anni di carriera
Nell’album le canzoni
Gli ostacoli del cuore,
interpretata
con Ligabue,
Eppure sentire scritta
per il film Manuale
d’amore e Stay,
lettera aperta
al padre
Elisa festeggia dieci anni di carriera
con un “normale”
best of?
«La casa discografica
non voleva un album nuovo ora, anche se avrei materiale per farne tre o
quattro… Mi hanno proposto questa idea a seguito di Pearl Days, da un
lato un successo, dall’altro un investimento economico forte (lo incise in
America, nda) non del tutto rientrato. Ho accettato
perché ho pensato che forse prendermi un anno o
più di tempo prima di fare
un disco inedito non mi
avrebbe fatto così male».
Ma Soundtrack,
scusi, quanto la
rappresenta
allora?
«Diciamo che i pezzi del
cd sono i singoli di successo, nel dvd ho avuto
possibilità di maggiore
scelta. Però un successo
commerciale comporta
l’essere riusciti a comunicare a tanti, e questo è
l’obiettivo di ogni artista.
Non mi sento distante dal
pubblico che ha dato peso
più a certi brani che io
considero giochi, come Together, che ad altri: e non
voglio snobbare la gente.
In fondo ci stava anche, in
dieci anni, un’operazione
come questa. Certo, se
fatta senza input dall’alto
ci avrei messo più “mie”
canzoni».
Quali?
«La composizione che
ritengo mi sia venuta meglio nella carriera è The
waves (è nel dvd, nda), ma
penso anche ad Inside a
flower. Le farò in tour:
avrà andamento teatrale,
prima i successi in modo
rispettoso poi tante idee,
con due ore di clip inediti
a sfondo».
Elisa, perché fa
questo mestiere?
«Per essere originale e
dire cose in cui credo.
Condividerle con tanti dev’essere un caso, non un
calcolo. Del successo non
posso che essere grata ai
fan perché evidentemente
ho saputo comunicare
qualcosa; quello che viene
dal nulla non ha senso:
questo l’ho capito anche
nella delusione per il fatto
che Pearl Days non abbia
sfondato in America«.
È il suo rimpianto
maggiore?
«Era un sogno, forse anche una piccola rivincita
che inseguivo. Volevo portare un’Italia poco nota
fuori dai confini, come sono riusciti a fare Lacuna
Coil e Afterhours. Però mi
mancavano troppe cose,
Shakira ha un’identità riconoscibile dall’immagine
alla lingua ai suoni, io no.
Forse cantando in italiano…».
Adesso tre inediti
su quattro li ha
fatti in italiano.
Un caso?
«No, che mi piaccia o no
sbilanciarmi vuol dire
qualcosa, in effetti… Sono
tutte canzoni in cui mi
racconto, magari fornisco
ai fan chiavi di lettura del
mio percorso, che ho voluto di ricerca e che forse a
volte lo è stato pure pericolosamente, non so. Ma
oggi sono senz’altro più
pronta all’italiano, pur
scrivendo sempre in in-
glese. S oundt rack è un
punto a capo: nel 2008
inizierò a lavorare a cose
nuove e non è detto che
non esca dallo studio con
un cd in italiano. Qualcosa che non c’è peraltro è
il primo pezzo che ho
scritto direttamente nella
mia lingua: sinora».
L’impressione è
che voglia
mettersi a nudo
per ripartire:
capelli corti,
canzoniconfessione,
parole dirette…
«Sono stata parrucchiera e so che quando una
donna taglia i capelli è
perché entra o esce da
una crisi. Io ci sono entrata, ho scritto Stay per
dire chi sono a me stessa e
dire le mie verità fino in
fondo a mio padre: anche
se mi sa che non dovevo
svelare per chi l’avevo
scritta… Ho scritto le altre
canzoni nuove, per la prima volta, dicendo cosa
succede a me, riflettendo
sugli inganni del successo, dicendomi che forse
sognare è bello ma a volte
sognando ti perdi il sorgere del sole... È vero, mi
metto a nudo. Ma ora sono
uscita dalla crisi, scrivo
tanto e ho capito che l’istinto puro di Pearl Days
non è Elisa. Elisa è anche
bisogno di pensare, scegliere con calma, in solitudine, in profondità. È
quella l’Elisa che riconosco anche dopo anni dall’uscita di un disco, ed è
quella che tornerò a cercare dopo aver regalato ai
fan la festa dei miei dieci
anni di musica».
NOZZE CRUISE-HOLMES
Riotta brinda con Tom
Don Mazzi si indigna
Per fare la cronaca del “non matrimonio del secolo” (così
l’ha battezzato il britannico Telegraph) celebrato al Castello
Odescalchi di Bracciano tra Tom Cruise e Katie Holmes
il Tg1 ha scomodato persino uno dei suoi inviati migliori,
Vincenzo Mollica. Il giornalista si è collegato per un
servizio sulle nozze, complice un ospite segreto che è
riuscito a intrufolarsi nel Castello. Il direttore Gianni
Riotta aveva avvertito: «Ci siamo occupati di queste nozze
come di un evento davvero speciale. Tanto che abbiamo
investito il nostro inviato di punta».
Eppure quello tra i due attori è davvero un non
matrimonio di nessun valore legale poiché celebrato secondo il rito di Scientology, setta a cui aveva dovuto prima
convertirsi la neosposa. Un non matrimonio capace di
monopolizzare l’attenzione dei media e che ha trasformato
le strade di un paesino romano in quelle di Hollywood
grazie a una parata di ospiti vip: tra questi Victoria
Beckham, Will Smith, Kilie Minogue, Jennifer Lopez
con il marito Marc Anthony, Jim Carrey, Richard Gere,
Halle Berry, Andrea Bocelli. Lo stesso sindaco Veltroni
con la famiglia ha voluto assistere al rito di Scientology.
Tanto clamore non ha senso. Come dice Don Mazzi:
«Queste nozze sono il segno di una società che non ha più
coscienza. Sono la manifestazione di una società che mette
insieme fede, ateismo, sette, ricchezza, povertà. Ci sono
momenti di solidarietà di cui nessuno parla e poi facciamo
da cassa di risonanza a “cose” come queste. Ma perché ci
prestiamo sempre ad accogliere tutti?».
Il sacerdote, che in qualità di presidente della Fondazione Exodus si prende cura della disperata realtà dei
tossicodipendenti, pensando all’«inutile sfarzo» dell’evento
(due milioni e mezzo di euro il costo), ha accusato: «Fatti di
questo tipo non possono che sollevare indignazione e
devono indurre a reagire di fronte a una società che non ha
più coscienza».
E a proposito del rito con il quale Tom Cruise e Katie
Holmes hanno pronunciato il loro sì, Don Mazzi ha detto:
«Questi arrivano dall’America creando tutto questo trambusto e poi si sposano secondo il rito di Scientology che
altro non è che una setta. Altro che ateismo, questi sono
peggio perché uniti da una setta. Prima o poi dovremo
reagire, non si può continuare ad accogliere tutti, bisogna
recuperare coscienza».
LA COMPAGNIA DELLA RANCIA A MILANO
Nuovo Grease, stesso divertimento
MILÀN - È in scena al Teatro della
Luna di Assago l’ultima edizione
del musical Grease, diretta dal
25enne regista esordiente Federico Bellone. Il nuovo spettacolo che ha già consacrato in
maniera vincente il giovane regista è una festa travolgente,
con nuove scene (di Gabriele
Moreschi), un collage di immagini colorate ed esplosive che
arrivano direttamente dagli Anni 50. Anche i costumi sono
rinnovati: i giubbotti di pelle con
l’indelebile marchio dei T-Birds, Una scena di Grease
le gonne a ruota delle Pink Ladies e l’immancabile ciuffo alla
Elvis con la brillantina. La compagnia con lunghi applausi e sorrisi divertiti.
della Rancia ha a disposizione ragazzi
La storia di Grease è famosa, indigiovanissimi, ma l’ età non deve in- menticabile resta il film con John Tragannare: l’esperienza di questi ragazzi, volta di cui ritroviamo una serie di eleformatasi a seguito di una lunga gavetta, menti, che trasformano il musical in un
viene espressa al meglio in questo spet- fenomeno ineguagliabile: energia pura e
tacolo che, dopo anni di sacrifici, dà ad divertimento che scaturiscono dal ballo.
ognuno di essi la possibilità di emergere Sullo sfondo, permane l'impronta degli
e conquistare il pubblico, che ricambia 50s che contorna la storia d'amore fra
Danny, interpretato da Filippo
Strocchi e Sandy (Sara Maya).
Naturalmente, non manca il
rock’n’roll che coinvolge il pubblico per due ore di spettacolo.
Gli spettatori di Grease non riescono a rimanere seduti sulle
loro poltrone: iniziano a muoversi e ballare trascinati dal ritmo contagioso dei più celebri
brani del musical cantati rigorosamente dal vivo. La vitalità che si sprigiona dai giovani ma talentuosi artisti riesce
a coinvolgere tutta la platea che
diventa protagonista del musical stesso, in una festa elettrizzante con tutto il cast. Anche quest'anno, la Compagnia della Rancia è
riuscita a centrare l’obiettivo, rinnovando uno dei musical più rappresentati e
proponendo uno spettacolo per tutti,
avvincente, di successo immediato che è
la chiave dei suoi splendidi 20 anni di
attività.
Fabio Brochetti
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Elisa riparte dal Soundtrack