A PAG. 3 Catania - anno XXX - n. 35 - 5 ottobre 2014 - Euro 0,60 - www.prospettiveonline.it “Poste Italiane s.p.a.” - Spedizione in abbonamento postale - D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/ 2004 no 46) art. 1, c. 1, DCB - Fil. di CT - Taxe perçue - Tassa riscossa - ISSN: 1720-0881 settimanale regionale di attualità NICHOLAS GREEN E LIANG YAOYI “In caso di mancato recapito rinviare al CMP/CPO di Catania, per la restituzione al mittente previo addebito. Il mittente si impegna a pagare la tariffa vigente” Papa Francesco in Piazza san Pietro per la Giornata dedicata alla terza età I La SAGGEZZA della lunga vita Foto Siciliani-Gennari/SIR n occasione della Giornata dedicata alla terza età, promossa dal Pontificio Consiglio per la Famiglia, Papa Francesco ha incontrato in piazza san Pietro decine di migliaia di anziani e nonni, da tutto il mondo. La presenza del Papa emerito, Benedetto XVI, “grande Nonno Saggio” ha conferito all’evento una particolare valenza, Già nel titolo assegnato all’incontro: “La benedizione della lunga vita!” si coglie il significato di una presenza sociale che diventa “memoria, lezione di vita, saggezza nei consigli” esemplarità di famiglia che continua nei figli e nei nipoti. L’aver ricevuto “la benedizione di vedere i figli dei figli (cfr Sal 128,6)”. Affida ai nonni un compito grande, che è quello di trasmettere l’esperienza della vita, la storia di una famiglia, di una comunità, di un popolo. La vecchiaia, ha detto il Papa, è un “tempo di grazia, nel quale il Signore ci rinnova la sua chiamata: ci chiama a custodire e trasmettere la fede, ci chiama a pregare, specialmente a intercedere; ci chiama ad essere vicino a chi ha bisogno” e gli anziani, “sono come alberi che continuano a portare frutto”. Con la loro fede, le persone anziane dimostrano una “capacità di capire le situazioni più difficili” e di rispondervi con una preghiera “potente”. Ha suscitato un commosso e festoso applauso dalla piazza l’espressione di Papa Bergoglio: Un nonno è “padre due volte”, così come una nonna è una “madre due volte”. La vocazione dei nonni a trasmettere l’eredità più preziosa, ovvero la fede. La carezza dei nonni è un dolce ricordo, una tenera immagine che MONS. ÁLVARO DEL PORTILLO PROCLAMATO BEATO a pagina 5 SCUOLA di FORMAZIONE ALL’IMPEGNO SOCIALE E POLITICO a pagina 7 rappresenta il fluire della vita che passa da una generazione all’altra nella continuità della linfa vitale. Oggi non tutti gli anziani trovano accoglienza e assistenza in famiglia e si auspica che le “case famiglia”, “polmoni e santuari di umanità”, siano accoglienti e attenti alle esigenze degli anziani. Papa Francesco ha rac- comandato ai giovani di andare a visitare gli anziani e portare loro un messaggio di sorriso e di gioia. È questa una delle opere di misericordia che rende concreta la carità cristiana nel reciproco scambio di doni e di carezze. “Un popolo che non custodisce i nonni e non li tratta bene è un popo- lo che non ha futuro, in quanto perde la memoria e si strappa dalle proprie radici”. L’incontro tra le generazioni, il custodire la memoria del passato attraverso il rispetto delle persone che ne sono i testimoni, Giuseppe Adernò (segue a pag. 2) BALLETTO ISPIRATO AL “DIARIO DI ANNA FRANK” Africa, avanza l’epidemia dell’Ebola Non resta che sperare nei vaccini ono trascorsi sei mesi da quando l’Organizzazione mondiale della sanità annunciava la notizia della presenza di un focolaio di ebola in Guinea. Dal 23 marzo al 23 settembre la situazione è peggiorata. Dal semplice focolaio si è sviluppata un’epidemia che sta mietendo sempre più vittime in Africa. Oltre 5800 i contagi, 2803 i decessi ufficiali, concentrati in Guinea, Liberia e Sierra Leone, e 21 fra Nigeria e Senegal. Stime destinate al rialzo, stando ad un recente report pub- Foto AFP/SIR blicato dal New England Journal of Medicine. Una situazione al limite nel Continente Nero, dove si rischia davvero l’emergenza sanitaria. Soprattutto in Liberia, 1.578 morti e 3.022 casi di contagio finora registrati, cosi come resta critica la situazione in Guinea e Sierra Leone, mentre in Nigeria e Senegal il contagio è sotto controllo. Secondo l’Oms, è la più S grave epidemia di Ebola dall’identificazione del virus nel 1976. e si tratta di una emergenza di sanità pubblica mondiale. “Stimiamo che - si legge nel report - al ritmo attuale di crescita, assumendo nessun cambiamento nella attività di controllo, il numero cumulativo di casi confermati e probabili al 2 di novembre sarà di 5740 in Guinea, di 9890 in Liberia, e di 5000 in Sierra Leone (i paesi più colpiti dal virus), superiore a 20.000 casi in totale. La vera portata dell’epidemia, compresi i casi sospetti e casi non rilevati, sarà ancora più alta”. Una crescita a dismisura che potrebbe trasformare una semplice epidemia in una catastrofe. I Centers for Disease Control and Prevention (Cdc) - istituti sanitari americani – hanno stimato che se nulla sarà fatto per fermare l’epidemia potrebbero esserci tra 550.000 e 1,4 milioni di persone infettate nell’area entro fine gennaio 2015. Per questa data, però, dovrebbero essere distribuiti le 10.000 dosi di vaccino contro Ebola fornite dal gruppo farmaceutico britannico Gsk, come ha annunciato il vice direttore generale dell’Organizzazione mondiale Filippo Cannizzo (segue a pagina 2) a pagina 11 2 Prospettive - 5 ottobre 2014 sommario al n. 35 PRIMO PIANO L’apertura alla vita e la responsabilità educativa ________________3 Tremestieri: Concorso Nazionale di Poesia … e altro___________________4 Scuola: Dalla cattedra alla testimonianza _________5 INFORMADIOCESI Notizie in breve ___________7 Dichiarazione IMU ________7 DIOCESI 25° di sacerdozio di Don Agrippino Salerno ___8 Festa alla Nonnina Maria Parisi per i suoi 100 anni_________8 50° di sacerdozio di Padre Alfio Torrisi_______9 Ottobre Missionario 2014 ___9 Intervistando Alexandra Wolff Stommersee________11 Direzione amministrazione e redazione: via Etnea, 8 95121 Catania Redazione e amministrazione: tel. 095 2500220 fax 095 8992039 www.prospettiveonline.it E-mail: [email protected] [email protected] [email protected] Editrice ARCA s.r.l. via Etnea, 8 95121 Catania Iscritta al Registro degli Operatori di Comunicazione (ROC) n. 7858 Direttore responsabile Giuseppe Longo Grafica e impaginazione: Vera Cannavò Abbonamenti: ordinario Euro 40,00 ridotto (scuole, associazioni, confraternite, etc.) Euro 30,00 versamento su c/c postale n. 12442935 intestato a: ARCA s.r.l. via San Giuseppe al Duomo 2/4 95124 Catania Pubblicità: a mod. 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(Federazione Italiana Settimanali Cattolici) Questo numero è stato chiuso alle ore 13.00 di mercoledì 3 settembre 2014 Hong Kong: Occupy Central in piazza per il suffragio universale e nuove riforme politiche Alla ricerca di una democrazia dimenticata o mai esistita? a giorni a Hong Kong, Speciale Regione Amministrativa della Cina dal 1997, Occupy Central, movimento di ‘disobbedienza’ civile non violento, dopo mesi e mesi di ‘barricate’ per ottenere la tanto ambita e vagheggiata democrazia, sta manifestando davanti al Parlamento, con il massiccio apporto degli studenti (per lo più universitari), il proprio dissenso nonostante l’intervento della polizia. Due le richieste prioritarie di questa vera e propria mobilitazione popolare: il suffragio universale, prima dell’elezione del nuovo presidente del 2017, per osteggiare in tutti i modi la previsione di tre candidati, promossi da un comitato pro-Pechino; avviare nuove riforme politiche. Tra i manifestanti anche l’ottantaduenne cardinale Joseph Zen, vescovo emerito di Hong Kong, il quale ha lanciato un appello alla popolazione, ovvero di restare uniti per chiedere a gran voce ed ottenere finalmente la piena democrazia. La manifestazione, organizzata dal movimento per i primi di ottobre, è stata subito messa in atto per appoggiare e sostenere gli studenti in sciopero da oltre una settimana, in cui si sono verificati ripetuti scontri con la polizia davanti alla Civic Square con conseguenti arresti, tra cui: Emily Lau e Albert Ho, deputati del Partito Democratico, e Joseph Cheng, docente di Scienze Politiche della City University. “Occupy Central ha raggiunto l’obiettivo di educare la gente a combattere per i suoi diritti ha affermato Willy Lam, docente di Scienze Politiche della Chinese Uni- versity di Hong Kong - Una delle cose più importanti è che la maggior parte dei manifestanti è costituita da studenti universitari. Generalmente i giovani non sono interessati alla polizia ha arginato la protesta colpendo i manifestanti con gas lacrimogeni e presumibilmente con spray al pepe, proiettili di gomma e manganelli. Subdolo il tentativo governa- politica, ma questa volta hanno dimostrato di essere consapevoli della situazione e di voler combattere per i loro diritti”. Leung Chun-ying, governatore di Hong Kong, non ha di fatto riportato la reale situazione del territorio al Governo cinese ed ha nettamente rifiutato di avere un incontro ed un colloquio con una delegazione studentesca. Il Governo cinese ha lanciato un comunicato-avvertimento per ribadire il suo impegno per la creazione di una “società diversificata”, dichiarandosi contro ogni tipo di comportamento al di fuori della legge ed invitando, pertanto, la popolazione ad esprimere il loro punto di vista attenendosi scrupolosamente alle norme previste. In seguito, la Il Cardinale Joseph Zen, Vescovo emerito di Hong Kong, ha lanciato un appello alla popolazione, ovvero di restare uniti per chiedere a gran voce ed ottenere finalmente la piena democrazia (continua da pag. 1) LA SAGGEZZA... che ha ascoltato la saggezza dei nonni. Oggi sei per noi bambini come un nonno e noi ti amiamo molto. Aiutaci a far comprendere quanto è grande il ruolo dei nonni nella famiglia”. È questa la nuova via da percorrere per raddrizzare il sentiero tortuoso, che la società moderna sembra voler percorrere. Ritorna ancora vivo l’eco del messaggio del Santo Padre ai giovani dell’Albania “con la forza del Vangelo e l’esempio dei martiri, sappiate dire no all’idolatria del denaro, no alla falsa libertà individualista, no alle dipendenze e alla violenza”, per dire invece sì “alla cultura dell’incontro e della solidarietà, sì alla bellezza inse- parabile dal bene e dal vero; sì alla vita spesa con animo grande ma fedele nelle piccole cose”. Tutto questo è garanzia e certezza di “volare alto” sulle ali dell’accoglienza, del rispetto, del dialogo e poter godere la gioia di toccare il cielo. (continua da pag. 1) NON RESTA... Mentre Msf si ritrova da sola per mancanza di letti, strutture, kit medici, e personale. Anche Papa Francesco nell’udienza generale della scorsa settimana a Piazza San Pietro davanti a 50mila fedeli, ha espresso vicinanza verso “quei Paesi dell’Africa che stanno soffrendo a causa dell’epidemia di Ebola. Sono vicino alle tante persone colpite da questa terribile malattia”. Invitando “a pregare per loro e per quanti hanno perso così tragicamente la vita. Auspico che non venga meno il necessario aiuto della Comunità internazionale per alleviare le sofferenze di questi nostri fratelli e sorelle”. Sollecitando, infine, la comunità internazionale, ad intensificare gli sforzi per una maggiore e proficua risoluzione dell’epidemia. Sul fronte del governo, invece, ha parlato il ministro della Salute Beatrice Lorenzin, a margine del meeting informale fra i ministri della Salute europei: “Per quanto riguarda Ebola e la situazione europea, abbiamo fatto circolare in questa settimana un censimento e abbiamo registrato che sicuramente ci sono i posti letto ad alto isolamento nei vari Paesi, mentre c’è una scarsità dei mezzi per il trasporto aereo. Bisogna immaginare - ha spiegato Lorenzin - che noi in Italia abbiamo due aerei e ognuno può essere utilizzato ogni 10 giorni, perché bisogna ogni volta cambiare l’isolamento. È molto complicato”. Infine la rassicurazione su un’eventuale epidemia nel nostro Paese dovuta agli sbarchi di questi mesi: “Il problema non sono i migranti. Ma ci possono essere dei casi di contagio fra le migliaia di persone che manderemo nei Paesi a rischio. E noi dobbiamo essere in grado di trattare anche gli operatori che inviamo lì e che rischiano la vita per gli altri”. D significa assicurare al presente nuove prospettive di sviluppo e di progresso, prendendo consapevolezza che i valori di ieri alimentano lo spirito dell’oggi e tracciano il sentiero per il domani. Gli anziani, esperti di Dio, diventano ancora oggi esperti nella speranza e la loro testimonianza di vita ne è quasi sempre una dimostrazione. Per contrastare la “velenosa cultura dello scarto” ed opporvi “una società diversa, più accogliente, più umana, più inclusiva” che non mette nell’angolo “chi è debole nel corpo e nella mente”, come ha detto Papa Francesco, occorre una svolta alla dominante centralità del denaro, rimettendo al centro la dimensione umana ed il vero umanesimo, che fa tesoro della saggezza degli anziani. Commoventi sono state le testimonianze presentate in piazza San Pietro da alcuni anziani e tra questi: Guido Spicaglia di 92 anni, gli ammalati di Alzheimer, Mubarak e Anesa, sposati da 51 anni, 10 figli e 12 nipoti, fuggiti da Mosul, assediata dai terroristi, come le espressioni spontanee del piccolo Tom che ha salutato Papa Francesco come una sorta di “nonno dell’umanità” dicendo: “Papa Francesco, anche tu sei stato un bambino della sanità (Oms), Marie Paule Kieny. Mentre le scorte del siero ZMapp che è stato sperimentato in maniera definita “compassionevole” a diversi pazienti infettati dal virus si sono già esaurite. Anche Medici Senza Frontiere ha lanciato l’allarme contagio, proprio dalla Guinea dove a Guéckédou, in un grande villaggio che confina con Liberia e Sierra Leone, opera in uno dei centri nevralgici dell’epidemia. “Tra le prime cause di contagio, i riti funebri, quando più persone toccano il defunto, mentre il virus è ancora all’apice dell’aggressività” ha spiegato Ernestina Repetto, infettivologa che opera in Africa per Msf.. “Più a rischio, le donne giovani, che si prendono cura dei malati: paure e tradizioni ritardano ancora la chiamata al 118 locale”. Pertanto, i contagi aumentano a ritmi mai visti. tivo di isolare il fulcro della protesta, eliminando la copertura internet, per osteggiare in tutti i modi la comunicazione e la diffusione di informazioni ed immagini inerenti alla reale situazione del territorio. Nonostante la reazione poliziesca, i manifestanti non hanno sospeso la protesta: Leung Chun-ying, per cercare di intervenire in questo tanto drammatico scenario, ha ordinato il rientro delle truppe anti-sommossa ed ha previsto dei colloqui per la riforma della legge elettorale. L’ex colonia britannica, oggi Speciale Regione Amministrativa della Cina, è disperatamente alla ricerca di una democrazia dimenticata o forse mai esistita? Se il Governo cinese ha esplicitamente dichiarato di voler massicciamente limitare il potere decisionale del nuovo presidente, come può essere alimentata una qualsivoglia forma di democrazia? Le ingerenze cinesi di fatto innervano l’intero assetto societario del territorio di Hong Kong, persino il settore finanziario è strettamente legato alla Cina. Un’alta percentuale del valore della Borsa di Hong Kong, stimata circa al 60%, dipende da capitali cinesi, dunque vi è una coincidenza di interessi, pertanto ormai da tempo si è denunciata la presunta collusione del governo di Hong Kong ed il Partito comunista cinese. La paura della popolazione è quella di amplificare maggiormente il legame con il modello societario cinese, fondato sulla diseguaglianza sociale, alimentata da un capitalismo ormai da tempo privo di ogni limitazione. Berenice ® ® 3 Prospettive - 5 ottobre 2014 Ufficio Diocesano per la Pastorale della Famiglia: Capitolo I della Parte III dell’Instrumentum Laboris L’apertura alla vita e la responsabilità EDUCATIVA el corso dei secoli la Chiesa ha sempre cercato di offrire un orientamento di vita all’uomo. Aperta all’ascolto e attenta alle problematiche del nuovo millennio, oggi pone l’attenzione alla secolarizzazione e scristianizzazione di quest’era storica e alle nuove sfide pastorali, tra le quali la paternità/maternità responsabile e l’apertura alla vita. Dalle risposte al questionario fatto pervenire dalle diverse parti del mondo, il panorama appare chiaro e mette in evidenza come l’insegnamento della Chiesa riguardante i temi di morale, è vista dal mondo laico e spesso anche in ambito cristiano retrograda, invadente, poca attenta alle difficoltà relative alle profilassi contro malattie come l’AIDS che flagellano in particolar modo alcuni paesi del mondo. Se a questo aggiungiamo le caricature che fanno spesso i media, affermando l’inadeguatezza dell’obiezione all’uso dei contraccettivi nella risoluzione del problema, il quadro diventa chiaro. N In realtà, quello che appare evidente è l’enorme divario che esiste tra l’antropologia cristiana e quella laica dei paesi secolarizzati, ancora più oggi perché permeati dalla nuova ideologia del gender, la quale, negando la differenza sessuale uomo/donna a favore dell’orientamento di genere, pone l’accento soltanto all’aspetto del piacere sessuale individuale e non della relazione coniugale. Osservando l’ambiente cattolico, inoltre, si evince una grande ignoranza del magistero della Chiesa in tema di morale, accompagnata da una lettura piuttosto negativa dell’Humanae vitae e da una coscienza poco attenta nel considerare la contraccezione un peccato: infatti, non la si confessa come tale, ma anzi la si considera come un modo responsabile di vivere la questione della natalità, generando così una diffusa mentalità di chiusura alla vita. Il giudizio morale è relegato solo alla scelta abortiva o non abortiva del contraccettivo e non alla bontà del suo uso. L’aborto, infatti, è ancora considerato una grave colpa e confessato spesso. La regolazione naturale della fertilità con i metodi naturali non è molto conosciuta ed è spesso considerata la “contraccezione naturale”e non uno “stile di vita” che dona all’amore coniugale la sua dignità, nel rispetto ecologico del corpo e del legame tra l’aspetto unitivo e procreativo dell’amore coniugale, così profeticamente sottolineato nell’Humanae vitae. Inol- tre su questi temi spesso il clero si trova impreparato o accomodante o lassista, bisognoso di una più profonda preparazione per un modo unico di operare sia per la prassi sacramentale (Riconciliazione ed Eucarestia) sia per aiutare l’esame di coscienza delle coppie cristiane, spesso attente solo al rapporto tra loro e non sul modo di concepire il dono di sé e l’accoglienza della vita. È auspicabile, quindi, che gli sforzi della Chiesa e della comunità cristiana siano rivolti all’educazione con veri percorsi di educazione all’amore, insistendo sulla collaborazione con centri universitari deputati all’approfondimento e alla formazione di operatori della regolazione naturale della fertilità per una sua più ampia promozione e per una diffusione di una visione della sessualità aperta alla vita, riscoprendo il valore della castità coniugale per un’autentica esperienza amorosa. Il Sinodo, pertanto, intende aiutare a riscoprire il senso La regolazione naturale della fertilità con i metodi naturali è uno “stile di vita” che dona all’amore coniugale la sua dignità, nel rispetto ecologico del corpo e del legame tra l’aspetto unitivo e procreativo dell’amore coniugale antropologico della vita coniugale, perché si ponga in evidenza il legame tra apertura alla natalità e questione sociale e lavorativa, così che le giovani coppie possano liberamente e serenamente scegliere di formare una famiglia ricca di figli e i politici cristiani promuovere leggi che la sostengano e la favoriscano. Piera e Mario Di Carlo Gli esempi di Nicholas Green e Liang Yaoyi incrementano la cultura della donazione degli organi ancora vivo il ricordo dei fatti accaduti a Messina gli ultimi giorni di settembre1994. Era il 27 settembre, quando la famiglia Green, Papà mamma, Nicholas ed Eleanor, che percorreva l’autostrada del Sole ed in Calabra rimase coinvolta in una sparatoria ed il piccolo Nicholas, che dormiva nel sedile posteriore fu colpito da un proiettile. Dopo alcuni giorni di coma, il 29 settembre i suoi genitori acconsentirono all’espianto di ben sette organi che hanno ridato la vita a sette cittadini italiani. Il gesto generoso ed esemplare dei genitori del piccolo Nicholas allora commosse l’intera Nazione e la notizia fece il giro del mondo, raccogliendo consensi ed apprezzamenti per la civiltà del gesto. Quella tragedia si è trasformata in segno di positività e d’incremento per la diffusione della cultura della donazione degli organi e in questi anni, tramite e grazie al concorso promosso dalla Regione siciliana con la Legge 15/95, tantissimi giovani si sono avvicinati all’informazione e alla sensibilizzazione della donazione come gesto di vera umanità solidale, attuando un reale mutamento nel modo di pensare, e di sentire il problema della donazione. L’effetto Nicholas così com’è stato È Io dono, tu doni… essi vivono salutato dai mass media, l’eco di ammirazione e di plauso nei confronti dei coniugi Green, per il generoso gesto di amore che ha consentito a sette cittadini di continuare una vita serena, ha determinato una rapida crescita delle donazioni in Italia e la diffusione della cultura del trapianto di organi. Leggendo le pagine dei giornali di quei giorni si registra quasi un moltiplicarsi e un ripetersi del gesto dei genitori di Nicholas, rinforzato qualche anno dopo dal trapianto di organi della studentessa romana Marta Russo ed in seguito della giovane Annalisa di Napoli, vittima anche Lei della violenza della malavita. La storia dei trapianti in Italia sembra risalire a 23 anni or sono, quando il marmista di Andria, Savino Fusaro, tornò a casa con il cuore nuovo ed ancora oggi rievoca i suoi 23 anni da trapiantato. Il primo trapianto fu, infatti, eseguito a Padova dal Prof. Gallucci ed il secondo a Bergamo dal Prof. Ferrazzi dell’èquipe del prof. Parenzan e poi di seguito in questi anni si sono moltiplicati su tutto il territorio nazionale i centri trapianto, che tendono anche a specializzarsi nei diversi settori. Si registra che un tratto di strada di civiltà e di progresso è stato compiuto, ma ancora c’è molto da fare e si evidenziano notevoli disagi ed insufficiente organizzazione nelle sale di rianimazione, determinando la perdita di tante potenziali donazioni. Durante l’estate, la notizia del piccolo cinese di 11 anni, affetto da tumore incurabile, che prima di morire ha chiesto per iscritto che i suoi organi fossero trapiantati ad altri bambini, ha commosso la Cina, determinando un forte sviluppo alla cultura della donazione. Fin dall’età di 9 anni, Liang Yaovi, studente di Shenzen, che da grande desiderava fare il medico e salvare tante vite, ha lottato contro il terribile cancro al cervello, ma quando ha capito che tutti gli sforzi che stava facendo risultavano inutili, ha deciso e ha chiesto alla mamma e ai medici curanti che, quando sarebbe stata la fine, avrebbero dovuto espiantargli gli organi e con questi salvare la vita di altri bambini ed ora i due reni ed il fegato del piccolo Liang Yaoyi, pul- sano ancora vita nel corpo di altri pazienti che sono tornati a vivere e a sperare in un futuro, che al piccolo generoso eroe è stato negato. Questo è un miracolo della scienza, un dono che si rinnova e produce altri generosi donatori. In questi vent’anni si è registrato un notevole slancio ed una graduale diffusione della cultura della donazione degli organi ed anche se ancora c’è tanto da fare, il sentiero è tracciato e la cultura della donazione comincia a diffondersi in tutti i settori della vita sociale. Sono trascorsi 20 anni dal generoso gesto di donazione dei genitori del piccolo Nicholas Green che ha fatto della sua vita un dono per gli altri La prima domenica di ottobre, si celebra in Sicilia la XX Giornata Regionale della Donazione degli Organi, istituita, appunto, nel 1995 a seguito del gesto di civiltà compiuto dai genitori del piccolo Nicholas Green. Nel 1996, con il patrocino del Consiglio d’Europa è stata istituita la Giornata Europea per la Donazione “European Organ Donation Day” e nel corso del semestre della presidenza italiana la Giornata Europea per la Donazione “European Organ Donation Day” si celebrerà a Roma l’11 ottobre. La Presidenza del Comitato per i Trapianti di organi, tessuti e cellule, affidata all’Italia in questo semestre considera la ricorrenza, una straordinaria opportunità per promuovere la donazione degli organi come importante gesto civico e di solidarietà sociale, per promuovere i principi etici del Consiglio d’Europa in materia e per confermare, ancora una volta, sul piano internazionale l’alto livello di eccellenza raggiunto dalla rete trapiantologica italiana su diversi fronti. L’iniziativa sarà un appuntamento di richiamo per tutta la cittadinanza, ma anche per la Rete Nazionale Trapianti, le Associazioni Nazionali di settore (AIDO) e i rappresentanti dei Paesi facenti parte del Comitato dei Trapianti del Consiglio d’Europa. “Donare un organo non è togliere qualcosa a qualcuno, ma consentire ad altri di continuare a vivere” e così pure la coniugazione del verbo donare: “Io, dono, tu doni, egli dona, noi doniamo, voi donate, essi vivono” sono alcuni dei messaggi che hanno accompagnato in questi anni il cammino della donazione che trova in Nicholas e nella sua concreta testimonianza: “La mia vita è un dono per gli altri – My life is a grift for hoters”. il modello da seguire e da imitare. Giuseppe Adernò 4 Prospettive - 5 ottobre 2014 IN PRIMOPIANO BANDO XXVI PREMIO NATALE CITTÀ DI TREMESTIERI ETNEO Concorso Nazionale di Poesia … e altro a Parrocchia S. Maria della Pace - Chiesa Madre - di Tremestieri Etneo (Catania), bandisce e organizza per il Natale 2014, con il patrocinio (richiesto) del Comune di Tremestieri Etneo, dell’Ufficio Scolastico Provinciale di Catania, del Settimanale regionale di attualità “Prospettive” di Catania, di Pax Christi – Punto pace Catania e dell’Associazione provinciale Donatori Volontari di Sangue (ADVS-FIDAS) di Catania, il XXVI Premio NATALE – Città di Tremestieri Etneo”, concorso nazionale di poesia … e altro dedicato al Sac. Salvatore Consoli, suo iniziatore. Il Premio, a partire dall’attuale edizione, alterna negli anni le sezioni già consolidate e proprie del Premio stesso (la sezione del libro edito è prevista nell’anno 2015). Per l’attuale edizione 2014, il Premio consta di 4 sezioni: - Sez. A - di Poesia sul tema del Natale (Natale di guerra, consumistico, dell’albero, delle tradizioni…, ma soprattutto un Natale di luce e di redenzione). - Sez. B - di Poesia sui temi della Pace, del Dono, della Vita e “a tema libero”. - Sez. C – di Poesia per le scuole di ogni ordine e grado sui temi delle sezioni A e B. Una sottosezione di grafica (C2) è riservata alle scuole elementari e medie sui temi del Natale, Fede, Pace e Vita. - Sezione di Fotografia – sui temi “Natale … in foto” e “La Sicilia … in foto”. Si partecipa inviando per le sezioni A e B, una o più liriche (max 5) in lingua italiana o in lingua siciliana (con traduzione), di max 40 versi, edite o inedite, mai premiate, in sette copie (una delle quali firmata), con le generalità e un breve curriculum dell’autore. Per la sez. C inviare la poesia (elaborata in classe) in cinque copie, di cui solo una firmata sul retro; anche il disegno (max 50x70 cm) deve essere firmato e contenere le generalità sul retro. Per la sezione di fotografia inviare una o più foto (max 5) sul Natale nei vari aspetti di cronaca, tradizioni, religioni … e sulla Sicilia (luoghi, tradizioni ….) (per e-mail o CD, in formato JPG, risoluzione di 72 dpi, dimensione del lato più lungo pari a 1200 pixel; no manipolazione o fotomontaggi); allegare nella domanda di partecipazione anche un breve curriculum. Termine ultimo per l’invio delle poesie e delle foto è il giorno 1 novembre 2014 (farà fede la data del timbro postale o la data di invio della email) presso la segreteria del Premio “Natale” – Città di Tremestieri Etneo, Parrocchia S. Maria della Pace - Chiesa Madre - Via Roma 11/A, 95030 Tremestieri Etneo (CT), tel. 095 725.20.22 – e-mail: [email protected]. Solamente per la sezione C, la presentazione degli elaborati può avvenire entro il 20 novembre. Per partecipare ad una o entrambe le sezioni A e B (qualunque sia il numero delle liriche inviate) è richiesto un contributo - per spese di segreteria - di 10,00 €(per la sezione C non è previsto alcun contributo), da inviare in contanti o a mezzo assegno circolare o bancario o vaglia L postale intestato a Dott. Vincenzo Caruso o a mezzo c.c.p. N. 11788957 intestato a Parrocchia S. Maria della Pace – Chiesa Madre – via Roma 11/A, 95030 Tremestieri Etneo (CT). Per partecipare alla sezione di fotografia è richiesta una quota di partecipazione di 10,00 €. Per ulteriori informazioni telefonare in Parrocchia al n. 095 7252022 e consultare il sito web del Premio http://www.premiopoesianatale.it e/o la pagina di Facebook “Premio Natale – Città di Tremestieri Etneo”, e-mail: [email protected] e [email protected] o telefonare al 333.6785468. Premiazione: sabato 10 gennaio 2015, alle ore 18.00, presso la Parrocchia S. Maria della Pace. I premi dovranno essere ritirati personalmente dagli autori nel corso delle relative cerimonie di premiazione (pena la perdita del premio in denaro): - per la poesia in lingua italiana: targa e 250,00 € al primo classificato (tra le sezioni A e B); - per la poesia in lingua siciliana: targa e 150,00 € al primo classificato (tra le sezioni A e B); - “Targa Rino Giacone” (XVII edz.) e “Targa Giovanna Finocchiaro Chi- mirri” (XVI edz.) assegnate, come 2° premio ex aequo, a due liriche delle sezioni A e/o B: 100,00 €; - “Targa Padre Consoli” (XV edz.) per la sezione di poesia e “Targa D’Inessa” (IX edz.) per la sezione di grafica: assegnate agli istituti scolastici particolarmente distintisi nella partecipazione al Premio; - menzioni speciali: “Targa Rosetta Zaita” e “Targa Cinzia Parisi” a poesie di alunni particolarmente meritevoli; - per la sezione di fotografia (V edz.): targa e 100,00 €alla foto prima classificata. Ed inoltre: targhe alle liriche e foto meritevoli di segnalazione di tutte le sezioni e, per tutti gli autori premiati e segnalati, la pubblicazione delle opere nel 26° Quaderno antologico della Collana Premio Natale che sarà disponibile, al costo di stampa, durante la cerimonia di premiazione (e che potrà essere richiesto allegando la somma di 5,00 € per le spese di spedizione). I poeti ed autori vincitori di primi premi nelle ultime tre edizioni del Premio non potranno ottenere analogo riconoscimento nelle sezioni e premi di riferimento. Tutti gli autori premiati e segnalati e le segreterie delle scuole partecipanti riceveranno apposita comunicazio- ne. I risultati del Premio saranno pubblicati sulla rivista “La nuova Tribuna Letteraria” e disponibili on line sui siti www.literary.it/premi/, www.concorsiletterari.it/ e, unitamente al testo delle liriche vincitrici, anche sul sito del Premio www.premiopoesianatale.it. Il giudizio dato dalle giurie (i componenti delle sezioni A, B, C, di grafica e di fotografia saranno resi noti nei verbali di giuria delle singole sezioni) è insindacabile. La partecipazione al Premio comporta l’accettazione di tutte le norme che lo regolano (in particolare, la dichiarazione da parte dell’Autore che le opere presentate sono di esclusiva e personale creatività, la concessione della possibilità di pubblicazione delle liriche, foto e disegni senza nulla avere e pretendere ed il consenso al trattamento dei dati personali per i fini e gli scopi connessi allo svolgimento del Premio). L’Organizzazione e la Segreteria del Premio si riservano di variare la data della cerimonia di premiazione per eventuali cause impreviste di forza maggiore. Il Segretario del Premio Dott. Vincenzo Caruso Il Parroco Sac. Salvatore Scuderi Parrocchia “Beato Card. G.B. Dusmet” Montepalma (Misterbianco - Ct) Solenni festeggiamenti in onore del “Beato Card. G.B. Dusmet” Domenica 5 ottobre ore 9,30 in via Milano: Accoglien za dell ’urna reli quiaria accompagnata dall’Arcivescovo Metropolita S.E.R. Mons. Salvatore Gristina e dal clero della Basilica Cattedrale. Presenzieranno il Signor Sindaco Dott. Nino Di Guardo e le Autorità civili e militari del Comune di Misterbianco. Inaugurazione del monumento dedicato al Beato e processione verso la parrocchia per le vie: Milano, Livorno, Bologna. Celebrazione Eucaristica presieduta dall’Arcivescovo Cerimonia di dedicazione dello spazio antistante la chiesa Largo Beato Cardinale G.B. Dusmet. ore 18,30 Celebrazione Eucaristica presieduta dal dom Vittorio Rizzone osb, priore del Monastero Benedettino di Nicolosi. Fiaccolata verso il monumento del Beato Dusmet di via Milano e benedizione con le reliquie. Martedì 7 ottobre Memoria della Madonna del Rosario In mattinata: Visita della Reliquia presso alcuni infermi a domicilio della parrocchia. ore 16,30 Pomeriggio Giovani e Adolescenti “Love Revolution”: Momento di evangelizzazione e di festa con i gruppi giovanili della parrocchia organizzato dalla Pastorale giovanile della diocesi di Acireale. ore 18,30 Celebrazione Eucaristica presieduta dal Rev.mo Sac. Mario Gullo, Direttore UPG della Diocesi di Acireale. Atto di affidamento delle Mamme al Beato Cardinale. Triduo in preparazione alla festa esterna Giovedì 9 ottobre ore 18,30 Celebrazione Eucaristica Vicariale dei gruppi “Caritas” delle parrocchie dell’VIII Vicariato Misterbianco centro e frazioni (Lineri-Belsito-Serra), Motta S. Anastasia e Piano Tavola accompagnati dai Rev.mi parroci. Presiede il Sac. Piero Galvano, direttore della Caritas diocesana. Venerdì 10 ottobre ore 17,15 “Due Beati per il tessuto sociale della Chiesa di Catania: G.B. Dusmet e M. Morano”. Conferenza tenuta dal Rev.mo Mons. Gaetano Zito, Vicario episcopale per la cultura in occasione del Ventennale della Beatificazione di Madre Maddalena Morano (1994 - 2014). Saranno presenti le Comunità educanti delle Figlie di Maria Ausiliatrice dell’Ispettoria di Sicilia. ore 18,30 Celebrazione Eucaristica e atto di affidamento e mandato ai catechisti parrocchiali. ore 20,30 Cena di solidarietà. Sabato 11 ottobre ore 18,30 FESTA DELLA FAMIGLIA: Celebrazione Eucaristica presieduta dal Rev.mo Sac. Salvatore Bucolo, direttore dell’Ufficio Diocesano di Pastorale Familiare. Durante la S. Messa Atto di affidamento delle famiglie al Beato e rinnovo degli anniversari di matrimonio. ore 20,00 Commedia teatrale “La Fortuna con la F maiuscola” preparata dal gruppo teatrale parrocchiale “La Dusmet” guidati dal Mº Pippo Virgata. “Sagra del Panettello ”: pane condito con salsiccia e bevanda. Domenica 12 ottobre Giornata della festa esterna ore 10.00 Celebrazione Eucaristica ore 18,30 Solenne Celebrazione Eucaristica Processione con l’urna reliquiaria e la stat ua del Beato Cardinale portati a spalla dei giovani devoti e dai papà componenti del Nascente Circolo Beato Cardinale Al rientro spettacolo di fuochi pirotecnici, Benedizione e saluto all’urna reliquiaria. Durante la settimana di festa • La chiesa resterà aperta per la venerazione dell’urna reliquiaria negli orari 8,00-12,00 e 15,30-21,00. In questi orari, ai piedi dell’urna del Beato Dusmet, viene promossa dal gruppo parrocchiale delle giovani mamme e della Caritas una raccolta di generi alimentari a favore delle opere assistenziali a domicilio. Il parroco Sac. Ambrogio Monforte e il Circolo Beato Cardinale Dusmet 5 Prospettive - 5 ottobre 2014 IN PRIMOPIANO Álvaro del Portillo: una beatificazione all’insegna della solidarietà 40 iniziative contro la povertà a cerimonia di beatificazione di Mons. Álvaro del Portillo, a Valdebebas (Madrid), nel centenario della nascita (1914-1994), presieduta dal cardinale Angelo Amato, prefetto della Congregazione per le Cause dei Santi, ha segnato una tappa importante nel cammino dell’Opus Dei e la partecipazione di oltre centomila persone provenienti da 80 Paesi è segno che il piccolo seme è germogliato e diffuso nel mondo. Dal cielo, anche il successore di San Josemaría Escrivà de Balaguer, guida i passi del cammino verso la santità, che si manifesta e si conquista non facendo grandi cose, ma facendo bene ogni cosa, anche nell’ordinarietà del quotidiano. Un nuovo profumo si diffonde nel mondo per bonificare i miasmi dei vizi, “ostentati con arrogante insistenza” e l’azione dell’Opus Dei scorre come linfa vitale nel tessuto della società umana. La santità che si manifesta nelle piccole cose diventa concretezza e segno visibile nelle 40 iniziative contro la povertà che sono state programmate in occasione della solenne beatificazione e tra queste la costruzione di un padiglione pediatrico materno-infantile nel Niger Founda- L tion Hospital and Diagnostic Centre, in Nigeria, che potrà realizzare 12.000 visite ambulatoriali l’anno, ed anche altre opere assistenziali in Costa d’Avorio e nella Repubblica del Congo, oltre alle borse di studio a Roma per sacerdoti africani. Lo spirito di amore fraterno e di solidarietà verso chi ha più bisogno, che ha caratterizzato la vita di don Álvaro del Portillo, sin dal suo impegno nelle catechesi per i giovani delle borgate di Madrid degli anni 30, seguendo l’esempio di san Josemaría, continua ancora oggi con le iniziative di solidarietà, attraverso i progetti sociali e educativi in tutto il mondo. Come ha detto il carmelitano Padre Antonio Maria Sicari, in occasione della presentazione del libro “Àlvaro del Portillo, il primo successore di san Josemaría alla guida dell’Opus Dei”, tradotto in italiano dall’originale spagnolo e pubblicato dalle Edizioni Ares, presso la Pontificia Università della Santa Croce, “Ciò che maggiormente risalta è l’incontro felice tra un Fondatore, ricco di carisma e di passione e un primo discepolo, presto riconosciuto come tale. Il nome che deve essere dato a questo ‘incontro felice’ è la parola ‘fedeltà’, ma intesa in senso molto profondo e bidirezionale, che va, cioè, dal Fondatore-Padre al discepolo-Figlio e dal discepolo-Figlio al Fondatore-Padre”. Ora dal cielo due stelle illuminano il cammino dell’Opus Dei nel servizio alla Chiesa e nell’apostolato che guida alla santità, attraverso l’ordinarietà della vita quotidiana. L’umiltà e la fedeltà, che sono i binari della santità di don Álvaro, diventano lezione e proposta di rinnovamento spirituale per tutti i cristiani. La vita del nuovo Beato, ha scritto Papa Francesco in un messaggio indirizzato a Mons. Javier Echevarría, prelato dell’Opus Dei, “ci insegna che nella semplicità e nella quotidianità della nostra vita possiamo trovare un cammino sicuro di santità. Il suo esempio costituisce un invito a non temere di andare controcorrente e di soffrire per l’annuncio del Vangelo”. Le metodologie e le tecniche del servizio, sono indicate dall’esemplarità di Mons. Alvaro, il quale “servì con un cuore spoglio d’interessi mondani, alieno alla discordia, accogliente con tutti e sempre alla ricerca del buono negli altri, di ciò che unisce” e nei momenti di grande difficoltà trovava la soluzione nella preghiera, nel perdono e nella carità sincera. Fedeltà e libertà s’intrecciano nella testimonianza cristiana e il nuovo Beato diventa modello da imitare, avendo testimoniato che nella semplicità e nella quotidianità della nostra vita possiamo trovare un cammino sicuro di santità. Don Alvaro fu, infatti, un uomo, un sacerdote, un vescovo pieno di allegria, “Pastore secondo il cuore di Gesù, operoso ministro della Chiesa” come ha detto il Card. Amato nell’omelia della cerimonia di beatificazione, e sebbene il suo cammino si sviluppasse nel corso di una vita ordinaria, “compì cose straordinarie, perché è stato trasparente e disponibile per l’Opera di Dio”. Il Condottiero Nel cantiere dell’educazione 10 punti per una nuova etica professionale a missione della scuola è di sviluppare il senso del vero, il senso del bene e il senso del bello”. È questa un’espressione di Papa Francesco pronunziata durante l’incontro con gli studenti il 10 maggio scorso a Piazza San Pietro. Il compito della scuola e l’oggetto dell’educazione sono così sintetizzati in queste tre parole: il vero, il bene e il bello, come d’altronde tutta la ricerca letteraria e l’ansia dell’uomo moderno. Se, infatti, ci facciamo caso, nonostante le discipline siano tante, hanno questa triade come comune denominatore. A questa proposta educativa che passa attraverso le discipline scolastiche che insegnano cose vere, guidano alla ricerca della verità, aiutano a scoprire il senso della bellezza e della bontà nelle cose, nell’arte, nella natura, nelle persone, si contrappongono i teoremi ideologici del neoliberismo economico e del postmodernismo culturale che caratterizza la nostra società, dominata dalla “dittatura di un’economia senza volto e senza uno scopo veramente umano”. Il pensiero debole, espressione del neoliberismo postmoderno, ha portato al trionfo dell’individualismo antisolidale, escludente ed emarginante, che spinge verso una competizione egoistica, ossessiva e spietata ed ha prodotto un sistema economico ingiusto alla radice, un male annidato proprio nelle strutture della società che alimenta uno squilibrio antropologico e sociale veramente drammatico. Sul piano educativo occorre contrastare con coraggio e costanza l’individualismo e il competitivismo e questa proposta educativa s’inscrive in una visione molto più ampia che implichi la lotta al neoliberismo sul piano politico economico e al post- “L Dalla cattedra alla testimonianza moderno sul piano culturale. Il personalismo liberatore di Papa Bergoglio innerva una pedagogia critica, un’educazione che insegni a pensare in modo critico e che offra un percorso di maturazione nei valori. Ed ecco l’azione della scuola e degli educatori: Educare non è un mestiere, è un do si manifesta come un atto di amore, un dare vita, anzi dare la miglior vita e quindi le conoscenze e le competenze più vere e più utili alla crescita. La competenza professionale sta alla base e si nutre di costante aggiornamento didattico e metodologico, poiché l’educazione è un cantiere aperto e ciascuno collabora e apporta il atteggiamento, un modo di essere, significa scommettere e dare un contributo nel presente e nel futuro. Per educare occorre uscire da se stessi ed aprirsi agli studenti, accompagnarli nelle tappe della crescita, stare accanto, prendersi cura, camminare insieme, donare loro speranza, ottimismo, insegnare a vedere la bellezza e la bontà della creazione. Le conoscenze e i valori non si trasmettono con le sole parole, ma ancor più con la testimonianza e la coerenza della vita. L’educazione è, infatti, una delle sfide più importanti e diventa efficace e produttiva quan- proprio contributo. Sono 10 i punti di un’educazione eticamente nuova e rinnovata, quasi un decalogo per una scuola etica: Insegnare la generosità, la benevolenza e il primato del bene comune. Non consentire che la mentalità individualista e competitiva prevalga nella scuola. - Sostenere i principi di fratellanza solidale, combattere ogni forma di discriminazione e di pregiudizio. - Sviluppare il senso critico per affinare il senso etico e migliorare la creatività, le risorse e le capacità personali. - Attivare una relazione educativa intessuta di attenzione, di ascolto e di dialogo per crescere e camminare insieme. - Costruire un clima di collaborazione e di cooperazione educativa, abbattendo le barriere della competizione, della manipolazione, degli intrighi e dei favoritismi. - Stimolare nel processo educativo un’efficace trasformazione che favorisca l’autodeterminazione, la liberà e la responsabilità personale, attivando esperienze ed interventi coerenti. - Far comprendere che i diritti della persona superano l’individualismo, consentendo a tutti di realizzare effettivamente le proprie idealità. “Una persona matura, una società matura, sarà quella la cui libertà sia pienamente responsabile e basata sull’amore”. - Educare alla solidarietà, insegnando ad essere buoni e generosi, creando una nuova mentalità che guidi a pensare in termini di comunità e di bene comune. - Sollecitare la responsabilità ed il protagonismo di ciascuno, capace di trasformare la società, superando il conformismo e le regole del consumismo. - Spingere gli studenti a essere il numero uno non solo nei risultati scolastici, ma anche nella capacità donare e di essere un dono per gli altri: un’eccellenza nella solidarietà.“Se nelle nostre scuole non viene data vita ad un nuovo modo di essere uomini e donne, ad un’altra cultura e ad un’altra società, stiamo perdendo tempo e fallisce la nostra missione educativa “ J.M. Bergoglio: Scegliere la vita. A questa elencazione teorica di prin- cipi e di regole corrisponde una specifica domanda e attesa da parte dei giovani i quali chiedono di incontrare persone ed educatori significativi. Nel volume Il colore prima del Blu e La luce nei tuoi occhi, Alessandro Ribecca, padre di famiglia ha scritto: Vorrei un educatore che s’interessi alla mia storia prima di raccontarmi la sua ed ho bisogno di un educatore che mi ascolti. Vorrei un educatore che a fine incontro non mi dica “ci vediamo venerdì prossimo”, ma “ci sentiamo in settimana”. [… ] Vorrei un educatore che m’insegni a vivere, a guardare la realtà e che mi aiuti a non perdermi nella fase d’immersione e che sia pronto a darmi una mano. Vorrei un educatore che non cerchi di conquistarmi con il suo buonismo, ma che se serve mi rimproveri, senza paura che me ne vada. Voglio, però, un educatore che non mi richiami davanti a tutti se arrivo in ritardo, ma mi accolga a braccia aperte, perché è felice che ci sia anch’io. Vorrei un educatore che […] m’insegni a scoprire la mia strada, le mie capacità, che mi aiuti a comprendere chi sono io. Un educatore che non mi dica cosa devo fare, ma che, piuttosto, m’insegni a fare scelte coerenti con la mia persona perché ogni scelta mi definisce. Non sarà facile rispondere a tutti questi “vorrei”, ma è necessario camminare verso questa direzione e dando la mano si forma una lunga catena che favorisce l’andare avanti e puntare in alto. GiAd 6 Prospettive - 5 ottobre 2014 7 Prospettive - 5 ottobre 2014 Lo Studio Teologico San Paolo ripropone la Scuola di formazione all’impegno sociale e politico Dal disimpegno alla responsabilità ’Ufficio diocesano per i problemi sociali e il lavoro anche in questo nuovo anno pastorale 2014/2015 propone, per il terzo anno consecutivo, in collaborazione con lo Studio teologico S. Paolo, la Scuola di formazione all’impegno sociale e politico. La riuscita e l’accoglienza dell’iniziativa negli anni scorsi incoraggia a proseguire questa esperienza, che tanti laici hanno trovato interessante, nuova, stimolante di fronte alla stagnazione generale e all’indifferenza che tante persone vivono nei confronti della vita sociale e politica. E infatti, abbiamo potuto constatare che l’interesse dei molti allievi (160 circa in questi due anni) per la Scuola di politica non si è fermato solo al desiderio di apprendere nuove conoscenze (come ad esempio la Dottrina sociale della Chiesa), ma si è tradotto in iniziative concrete, per cui alcuni allievi hanno coinvolto le loro comunità parrocchiali in incontri su alcune questioni che interpellano oggi la società. L’espressione più interessante dell’esperienza della Scuola è stata la formazione del “Laboratorio per la città” a cui hanno aderito parecchi allievi. In questo anno trascorso, il “Laboratorio” ha portato avanti due importanti iniziative: con la prima sono state affrontate le problematiche del lavoro a Catania e con la seconda è stato aperto il dibattito sul “Registro delle unioni civili”. Alla fine di settembre 2013, il “Laboratorio” ha invitato enti, associazioni, sindacati, per costituire un tavolo denominato “Patto per il lavoro”, allo scopo di individuare le opportunità di lavoro presenti nel nostro territorio. Le conclusioni e le proposte concrete sono state presentate all’Amministrazione comunale alla fine di aprile 2014. Sulle “unioni civili”, il “Laborato- L rio” ha organizzato degli incontri sul senso del matrimonio e della famiglia, considerati già dal punto di vista naturale e come “il genoma che fa vivere la società” (secondo la felice espressione del sociologo P.P. Donati). Alla fine è stato prodotto un documento presentato all’Amministrazione comunale e dibattuto con alcuni membri del “Laboratorio” in seno ad alcune commissioni consiliari. Certo, il risultato della votazione al Consiglio comunale è stato opposto a quello che ci si aspettava (ma d’altronde, è bene ricordare che la delibera della Giunta Bianco passò per un solo voto!). Tuttavia, crediamo di aver suscitato in tante persone un senso critico con cui porsi di fronte a certe atteggiamenti conformisti della nostra attuale società, dove diventa giusto e da approvare l’andazzo della maggioranza. L’Ufficio per i problemi sociali e il lavoro dell’Arcidiocesi di Catania, con la Scuola prosegue il cammino avviato già con le nove giornate sociali diocesane (dal 2005 al 2013) e con le diverse iniziative da esse scaturite (via crucis del lavoratore, incontri con le persone impegnate in politica, osservatori socio-politici, ecc.), per creare nella nostra comunità ecclesiale e civile una sensibilità per la vita socio-politica educando alla partecipazione e alla cittadinanza attiva. Con la formazione all’impegno sociale e politico non vogliamo formare professionisti della politica e non vogliamo essere collaterali a nessuno, è un servizio aperto a tutti. Le parole di Benedetto XVI a proposito dell’impegno attivo nella vita socio-politica costituiscono un forte stimolo per ogni cristiano che vuol vivere la carità con un respiro lungo: “Alla sfiducia verso l’impegno nel politico e nel sociale, i cristiani, spe- Notizie in breve dal 6 al 12 ottobre Dall’Agenda dell’Arcivescovo Lunedì 6 • Ore 17.15 Catania: inaugura la nuova Sede UCIIM. • Ore 19.00 Biancavilla, Chiesa Madre: celebra la S. Messa per la festa di S. Placido. Martedì 7 • Ore 9.00 Arcivescovado: udienze. • Ore 18.30 Gravina, parrocchia S. Paolo: celebra la S. Messa e presenta il nuovo parroco, Sac. Gianluca Giacona. Mercoledì 8 • Ore 9.30 Catania, parrocchia S. Giovanni Evangelista: incontra il Giovane Clero. • Ore 18.00 Catania, parrocchia S. Euplio: celebra la S. Messa e presenta il nuovo parroco Sac. Fausto Grimaldi. Giovedì 9 - Sabato 11 • Palermo: prende parte ai lavori della Conferenza Episcopale Siciliana. Domenica 12 • Ore 10.00 S. Agata Li Battiati, parrocchia Maria SS. Annunziata: celebra la S. Messa per l’inizio della Visita pastorale e amministra il sacramento della Confermazione. • Ore 18.00 Adrano, parrocchia S. Paolo: celebra la S. Messa e amministra il sacramento della confermazione. ® cialmente i giovani sono chiamati a contrapporre l’impegno e l’amore per la responsabilità, animati dalla carità evangelica, che chiede di non rinchiudersi in se stessi, ma di farsi carico degli altri”. E per i giovani, in particolare, il pontefice emerito aggiungeva “l’invito a pensare in grande: abbiate il coraggio di osare. Siate pronti a dare nuovo sapore all’intera società civile, con il sale dell’onestà e dell’altruismo disinteressato” (Incontro con la cittadinanza di San Sepolcro, 13 maggio 2012). Piero Sapienza Notizie sul programma e informazioni sulle iscrizioni Obiettivo della Scuola formare la coscienza delle persone alla partecipazione attiva e alla cittadinanza responsabile nelle molteplici articolazioni della vita della polis, per il perseguimento del bene comune, in vista di un rinnovamento della vita sociale e politica. Percorsi formativi alla luce della Dottrina sociale della Chiesa, coniugando contenuti teologici ed etici, con l’apporto di altre discipline, si offrono gli strumenti essenziali per operare un discernimento, personale e comunitario, sulle complesse problematiche della nostra società. Metodologia lezioni frontali, laboratori, seminari di approfondimento; tavole rotonde, conferenze con relatori invitati; presentazione di testimoni eccellenti della vita politica (es. La Pira, De Gasperi, Toniolo, Dossetti). Durata del corso un anno: dalla fine di ottobre alla fine di maggio. Sarà suddiviso in due par- ti: da ottobre a metà dicembre e da metà gennaio a fine maggio. A conclusione, dopo opportune verifiche (anche attraverso la partecipazione ai seminari), sarà rilasciato un attestato di partecipazione. Si possono acquisire “ECTS”. Sede della Scuola Seminario arcivescovile di Catania (Viale O. da Pordenone 24). Giorno: ogni sabato dalle ore 9,00 alle ore 12,30. La frequenza è obbligatoria Docenti Università di Catania, Studio Teologico S. Paolo. Docenti di altre Università. Esperti. Discipline Dottrina sociale della Chiesa (P. Sapienza), Partecipazione, sussidiaretà, nuova statualità (G. Vecchio), Etica sociale (G. Schillaci), Cattolicesimo politico (G. Zito), La Costituzione italiana (A. Cariola), Storia del sindacato in Italia. Politiche sociali e del lavoro (R. Rotolo). Seminari di studio: Il popolarismo di L. Sturzo (S. Latora). Europa: oppor- tunità e problematiche. NOTE TECNICHE La Scuola di FISP è aperta a tutte le persone di buona volontà. Requisiti: Età: dai 18 anni in su; diploma di scuola superiore. Per l’iscrizione Domanda al Direttore della Scuola (Sac. prof. Piero Sapienza); due foto tessera; fotocopia del titolo di studio (oppure autocertificazione); contributo: €50,00 (da versare all’atto dell’iscrizione); inizio iscrizioni: lunedì 1 settembre 2014; termine delle iscrizioni 10 ottobre 2014; inizio delle lezioni: sabato 25 ottobre 2014, ore 9,00. per informazioni e iscrizioni: Ufficio problemi sociali e lavoro, presso Curia arcivescovile – Via Vittorio Emanuele 159 – CT. (Tel. 095/2504365) e.mail: [email protected] ® Avviso importante agli Enti Ecclesiastici PROROGA TERMINE PRESENTAZIONE DICHIARAZIONE IMU 2012 E 2013 Con decreto del 23/09/2014 il Ministero dell’Economia e delle Finanze ha prorogato al 30 novembre 2014 il termine per la presentazione della dichiarazione IMU ENC per gli anni 2012 e 2013. NOTA: Dopo la presentazione, si invitano i legali rappresentanti degli enti a fornire copia della dichiarazione IMU, che riceveranno dai commercialisti, all’Ufficio Amministrativo della Curia. 8 Prospettive - 5 ottobre 2014 DIOCESI Biancavilla: 25° anniversario di ordinazione sacerdotale di don Agrippino Salerno Al servizio di Dio e del Prossimo i sono concluse le celebrazioni giubilari a Biancavilla in occasione del 25° anniversario di Ordinazione Sacerdotale di don Agrippino Salerno, Prevosto parroco della Collegiata di Biancavilla e Presidente dell’Opera Cenacolo “Cristo Re”. Dall’8 al 29 settembre diverse le iniziative in chiesa Madre, quali una mostra vocazionale e fotografica dal titolo “Eccomi Signore” curata da Antonio Alessandro Marino Zappalà nonché uno speciale televisivo su Video Star sulla vita e il percorso al Sacerdozio di padre Salerno; inoltre celebrazioni Eucaristiche, momenti di preghiera e un convegno. Era il 14 settembre 1989 quando nella Basilica Cattedrale di Catania, veniva ordinato Presbitero don Agrippino Salerno dall’allora Arcivescovo Mons. Luigi Bommarito. Insieme a lui i diaconi don Pietro Russo di Bronte, don Alfio S Sarvà di Biancavilla e Fra Renato Rubino di Gesù Amore dell’Ordine dei Carmelitani. E a distanza di ven- ticinque anni nella nostra Matrice il Prevosto parroco Salerno ha festeggiato la sua consacrazione a Dio, nella festa dell’esaltazione della Santa Croce. La Messa solenne ha visto l’esecuzione di “Esulta, o Chiesa” da parte della corale polifonica parrocchiale, scritta appositamente per l’occasione da Filadelfio Grasso, nonché la partecipazione di numerosi fedeli che si sono stretti al proprio Parroco, che con emozione, ha ricordato nella sua omelia questi anni di servizio a Dio e al prossimo. Prima della benedizione finale, a porgere gli auguri della comunità le autorità civili quali il Sindaco Giuseppe Glorioso e il Presidente del Consiglio Placido Furnari. E ancora, la segretaria del Consiglio Pastorale Graziella Neri, il Direttore dell’Opera Cenacolo “Cristo Re”, Giosuè Greco, nonché la cugina Salerno di don Pino a nome della famiglia e il restauratore d’arte Salvatore Intressalvi. Infine sono stati offerti dei doni, in particolare da parte della comunità parroc- chiale, delle Aggregazioni ecclesiali e dell’Opera Cenacolo “Cristo Re” è stato donato un incensiere e una navetta d’argento cesellato con incastonate le immagini della Madonna dell’Elemosina, del Sacro Cuore di Gesù e di Cristo Re, che richiamano gli incarichi di padre Salerno. L’opera è stata realizzata nella bottega Benedetto Gelardi di Palermo su progetto dei simboli di Giuseppe Santangelo. Mentre il Prevosto ha offerto alla parrocchia una casula sacerdotale, confezionata nella sartoria del maestro Salvatore Papotto, i ricami in oro su tessuto di “moella” laminato sono di Madre Venera Sapienza F.d.C.C. e delle sue collaboratrici, mentre il progetto grafico ed iconografico è stato realizzato da Giuseppe Santangelo, mentre la raffigurazione della Madonna dell’Elemosina è stata affidata all’artista Alfio Pappalardo. Infine un bouquet di 25 rose bianche sono state offerte da don Agrippino alla Sacra Icona della Madonna dell’Elemosina. Ultimo appuntamento a conclusione delle celebrazioni giubilari lunedì 29 settembre, quando l’Arcivescovo di Catania, Mons. Salvatore Gristina ha presiedeuto in Basilica la Santa Messa. Antonio Alessandro M. Zappalà Festa alla Nonnina Maria Parisi per i suoi 100 anni Un nuovo giorno tempo in più per pregare ella, intima e sobria, la festa dei 100 anni della mamma della nostra consorella, Sr Vittorina Contarino, Suora Cappuccina del S. Cuore, la nonnina Maria Parisi, il giorno 24 agosto, alle ore 10.45. A celebrare l’Eucaristia è stato il Rev.do Padre Pio Memoria, Cappuccino. Tutto si svolto nella stanza dove la nonnina risiede, poiché fisicamente, non è in grado di spostamenti, è molto debilitata, ma quello che impressiona è la lucidità mentale, l’udito perfetto, lo spirito di fede e l’amore alla preghiera, la serenità gioiosa, la memoria vivace di tanti ricordi. Da alcuni anni, è ospite di noi Suore Cappuccine del S. Cuore, al Viale M. Rapisardi 27, assistita amorevolmente dalla figlia Sr Vittorina. Quando andiamo a farle visita gioisce, risponde con vivacità, racconta con precisione. Per la festa dei suoi 100 anni, la figlia ha affrontato tante difficoltà perché si è fatta tanto pregare, una volta era sì e l’indomani era no. Alla fine, il giorno 24 di settembre, B si è lasciata vestire dell’abito nuovo, un bel vestito di velluto color granata, con cappellino analogo! Un gruppo di suore ed amici, di Catania e anche di Nicolosi, suo paese natale e di vita, compresa la figlia e i nipoti, le facevano corona con grande affetto, per la Santa Messa. Seduta come sempre notte e giorno nella sua poltrona, la festeggiata durante la Messa ha sorpreso tutti, per essersi resa partecipe attivamente al Santo Sacrificio, unendosi ai canti da lei stessa scelti e voluti. Nessun segno di stanchezza o dare prova di voler subito finire, sorrideva al canto del celebrante, tanto adattato alla sua persona! Prima della benedizione, non poteva mancare un profilo biografico, preparato dalla figlia Sr Vittorina: “Mia mamma, Maria Grazia Parisi, nacque a Nicolosi il 14.08.1914. Di famiglia numerosa (9 figli), fin da piccola ha conosciuto la fatica e la povertà. È stata sempre umile, semplice, laboriosa, pronta e premurosa nei bisogni altrui, servizievole e generosa. Per la famiglia sacrificò la sua vita con lavori pesanti, parchè rimase vedova, molto giovane con due figlie, quindi si dedicò al lavoro dei campi, a pulire le Chiese con amore e dedizione. Avanzando negli anni, con la sua lucidità e grande fede, non ha smesso di dare frutti evangelici con la preghiera e la buona parola a chi viene a visitarla. Dice il salmo: “Nella vecchiaia daranno ancora frutti”(Salmo 92). Questa è stata ed è mia madre! Veramente donna forte nella fede, pur se provata da sofferenze e povertà! Nei momenti più dolorosi ha alzato sempre lo sguardo a Colui che hanno trafitto, e da Lui ha ricevuto luce, forza, conforto. Ha amato tanto il Signore e la sua dolce Mamma, la Vergine Maria. Il suo orologio, oggi, come quello di una volta è ”il sole”. Se vede tramontare il sole, con la corona in mano, mi dice: Guarda dov’è il sole, preghiamo il Rosario”. Così la mattina... Il sole per lei è un preciso richiamo a pregare. Ora, è fiduciosa nell’aiuto di Dio, va avanti, anche nell’oscurità della prova come insegna il Salmo 22: “Anche se andassi per valle oscura, non avrei timore, perché tu sei con me”. La gente del paese che conosce bene le qualità di mia madre, con meraviglia mi dice sempre: “Quanto ha lavorato sua madre!... I vicini di casa la ricordano con affetto e stima e come generosa benefattrice nelle loro difficoltà. La mia cara mamma, fedele a Dio, ha salito e sale ancora la ripida montagna della sofferenza fisica, in ogni momento della giornata e delle notti insonni, con cuore puro. Dice il Signore: “I puri di cuore vedranno Dio” (Mt 5,8). Così si prepara all’incontro con il Signore!” A conclusione della liturgia, un bel trattenimento, fraterno e gioioso nella sala accanto ha completato la festosa mattinata. Quando se ne parla è tanto felice, commenta che ci sarebbe stata bene un po’ di musica, e desidera un’altra festa e Santa Messa per il suo giorno onomastico, 12 settembre, il SS.mo Nome di Maria. Il sacerdote è stato già invitato. Tutto è pronto, lo faremo con grande gioia! Auguri anche per questo giorno di festa e per altri 100 anni! Ed eccoci al 12 settembre, si ripete tutto come il 24 agosto, una intima Santa Messa, tra amici e suore comprese quelle della nostra Infermeria, tanti amici e anche un bel gradito trattenimento. Auguri alla nonnina, anche per questo giorno Onomastico! Sr Generosa Genchi 9 Prospettive - 5 ottobre 2014 DIOCESI Trecastagni: 50° anniversario di sacerdozio di Padre Alfio Torrisi n grande dono di Dio. Giovanni Paolo II, nel giubileo della sua ordinazione, definisce il sacerdozio “Dono e Mistero”. Il sacerdozio ministeriale è veramente un grande dono. Dono perché è Dio che chiama, che sceglie. “Non voi avete scelto me ma io ho scelto voi e vi ho mandato perché portiate frutto e il vostro frutto rimanga” (Gv. 15.16) “e nessuno può attribuirsi questo onore se non chi è chiamato” (Es. 5.4). Lo sa bene questo padre Alfio Torrisi, rettore e parroco del santuario parrocchia dei Santi Martiri Alfio, Filadelfo e Cirino che qualche settimana fa ha festeggiato mezzo secolo di giubileo sacerdotale. <<Cinquant’anni fa venivo ordinato sacerdote da Sua Ecc. Mons. Guido Luigi Bentivoglio nella chiesa di S. Benedetto a Catania. Ringrazio il Signore per questo dono che mi ha fatto, nonostante la mia grande indegnità: il dono del sacerdozio e il dono d’aver potuto svolgere il mio ministero pastorale in questo santuario parrocchia, per venti anni come vice parroco e per trenta come parroco>>. Nel 1950, all’età di dieci anni, padre Torrisi entra in seminario. <<La mia voca- U Il grande dono di Dio zione è nata in parrocchia – ci racconta -, ricordo che la mia catechista pregava affinché nel suo gruppo ci fossero vocazioni sacerdotali, così come mio zio, padre Salvatore Romeo. Anche mia mamma pregava perché io potessi scegliere la via del sacerdozio e credo che abbia affidato questo suo desiderio a sant’Antonio di Padova>>. Padre Alfio rammenta con grande riconoscenza i suoi formatori e le guide spirituali che hanno seguito la sua formazione in seminario. Non dimentica i suoi compagni di ordinazione sacerdotale: Benedetto Currao, Giuseppe Meli, Nunzio Galati, Gaetano Santangelo e Santo Di Guardo, missionario con i Padri del PIME, morto nelle Filippine. Cinquant’anni di sacerdozio ministeriale colmi di quella grande fede, umiltà e umanità che padre Alfio ha sempre dimostrato nell’aver cura dei suoi parrocchiani. Intere generazioni sono cresciute con la sua catechesi. La sua intensa missione pastorale è sempre stata testimoniata da valori di umiltà e attenzione al prossimo. Impegnato con i malati e gli anziani della parrocchia ai quali non fa mai mancare la sua visita nelle case di cura ma anche nelle abitazioni private perché “quando ci si mette al servizio del bisognoso e dell’ammalato ci si arricchisce di tanta grazia”, Cappellano della Grotta e assistente spirituale nell’Unitalsi e negli scout, si è sempre adoperato con grande zelo, passione e amore perché l’ambiente in cui opera, il santuario parrocchia, sia accogliente per tutti e soprattutto sia luogo di incontro con il Signore. <<Prego Dio che nessuna delle anime a me affidate si perda e che attraverso la Parola e i sacramenti ciascuno riesca a vivere bene la propria vita cristiana>>. In particolare ai giovani dà un messaggio ben preciso: non perdere l’ideale della vita. <<Il cammino sulla Terra è difficile, ma tutte le difficoltà si superano se si segue Gesù e si resta accanto a sua madre>>. Padre Torrisi durante il suo percorso sacerdotale ha saputo distribuire la grazia di Dio in tanti modi. Ha saputo creare quello spirito di comunione che è proprio delle comunità cristiane. Un sacerdote che ha fatto della sua vita un dono a Cristo al servizio della comunità. Caterina Maria Torrisi Ottobre Missionario 2014 Le Chiese del Sud del mondo hanno bisogno di sacerdoti a presenza di sacerdoti locali è di fondamentale importanza per la missione delle giovani chiese. Essi sono in grado, più di ogni altro, di comprendere i bisogni della gente, di assistere i dubbiosi, di incoraggiare i ferventi, di invitare i lontani nella famiglia estesa di Dio. Sono loro che traducono, nella parola e nella testimonianza di vita, la missionarietà della Chiesa universale e il suo amore per tutti i popoli e tutte le culture. In molti Paesi il loro numero, pur in aumento, è ancora assolutamente insufficiente rispetto alla densità della popolazione e alla vastità dei territori. Vi sono fedeli che devono percorrere a piedi decine di chilometri per partecipare alla Santa Messa e villaggi dove il sacerdote si può recare solo una volta l’anno. Lì dove è più alto il numero delle persone per ogni sacerdote, come in Africa e in Asia, si registra anche il maggior numero di vocazioni al ministero sacerdotale e alla vita religiosa, molte delle quali però devono essere respinte per l’insufficienza dei mezzi e delle strutture necessarie alla loro formazione. Pertanto lanciamo un appello a tutti i parroci e a tutti i cattolici di buona volontà affinché si facciano portavoce delle esigenze delle giovani chiese di missione e promotori dell’Opera San Pietro Apostolo. Quest’Opera, come le altre delle Pontificie Opere, si ispira allo spirito di comunione che animava le prime comunità cristiane, per cui chi aveva dei beni li metteva a disposizione dei più bisognosi. Invitiamo tutti ad adottare un seminarista. L’adozione missionaria può essere sottoscritta da persone singole, famiglie, gruppi, comunità parrocchiali o religiose, scuole. Si può chiedere che l’adozione sia dedicata al ricordo di una persona cara, al suf- L fragio di un defunto, alla memoria di una particolare circostanza. Ogni adottante è libero di indicare il contributo economico per il quale intende impegnarsi. A puro titolo di orientamento la direzione nazionale dell’Opera suggerisce la somma di € 250,00 (in 5 anni) quale contributo al mantenimento di un seminarista (adozione parziale), mentre per il suo mantenimento completo l’Opera suggerisce la somma di € 2.600,00 (in 5 anni) (adozione totale). Gli importi indicati possono essere inviati con un unico versamento o con più rate nell’arco di 5 anni. È possibile sottoscrivere un’adozione perpetua con il versamento unico di € 7.750,00 la cui rendita viene annualmente destinata al manteni- mento di un seminarista. Gli adottanti, oltre a partecipare ai frutti spirituali della Santa Messa che viene celebrata ogni giorno a Lisieux sulla tomba di Santa Teresa del Bambino Gesù, beneficiano delle preghiere che quotidianamente sono elevate al Signore dai seminaristi da essi assistiti e da quanti hanno raggiunto il sacerdozio grazie anche al loro sostegno materiale. Per saperne di più, rivolgersi all’Ufficio Missionario di Catania in Arcivescovado nei giorni di lunedì e venerdì (h 10,00 – 12,00) o al direttore, don Salvatore Cardile (cell. 3494949215 oppure alla sig.ra Tazzer 3463842576). Equipe ufficio missionario Ufficio Missionario diocesano Mission Fest 2014 Carissimi amici, anche quest’anno noi missionari del PIME assieme alla Pastorale Familiare siamo lieti di invitarvi alla nostra Festa Missionaria, Domenica 5 ottobre p.v. dalle ore 9,30 alle ore 17,00. È bello ritrovarci in questa occasione per rinnovare il nostro spirito missionario e pregare assieme perché il Vangelo possa raggiungere il cuore di ogni uomo. In occasione del Sinodo straordinario voluto dal nostro caro Papa Francesco quest’anno il tema sarà incentrato sulla Famiglia. Sono sicuramente tante le sfide legate alla famiglia e noi ne vogliamo sottolineare una, la più importante: la Famiglia è Missione. Nel corso della giornata potremo ascoltare la testimonianza di Simone e Irene: sposi da 13 anni e genitori di 4 bambini. Quattro anni fa hanno avuto il coraggio di lasciare tutto e di partire con i loro bambini alla volta della Thailandia. Con noi ci sarà anche p. Salvatore Bucolo, responsabile dell’Ufficio per la Pastorale Familiare della nostra Diocesi e ci aiuterà a riflettere su questo tema e a trarre delle conclusioni importanti per tutti noi. Vi aspettiamo numerosi p. Salvatore Cardile & entralino Curia Arcivescovile di CT 095/31.26.20 095/25.04.306 346/3842521 095/25.04.309 Arcivescovo Segreteria Arcivescovile Segreteria Arcivescovile Vicario Generale 095/25.04.311 095/715.90.62 346/38.42.808 346/38.42.912 346/38.42.545 centralino centralino centralino centralino centralino curia curia curia curia curia Avviso ai lettori Archivio Prospettive È possibile consultare l’archivio completo dei numeri precedenti di Prospettive inerenti all’intero anno 2012 e parte del 2013 direttamente sul sito del settimanale diocesano ww.prospettiveonline.it. Mentre l’acquisto di copie in archivio avviene solo nella sede del periodico. Inoltre l’abbonamento può effettuarsi anche online. 10 Prospettive - 5 ottobre 2014 DIOCESI Riflessioni sul Vangelo LA VIGNA DEVASTATA XXVII DOM. T.O. / A - Is 5,1-7; Sal 79,9.12-16.19-20; Fil 4,6-9; Mt 21,33-43 Dopo le cure prodigate, la vigna alla fine anziché produrre uva produce “acini acerbi”. Essa diventa una grande delusione per il padrone che ha investito tempo e denaro. Il padrone, preso dalla stizza, comunica che cosa ne farà: “Toglierò la sua siepe e si trasformerà in pascolo; demolirò il suo muro di cinta e verrà calpestata. La renderò un deserto, non sarà potata né vangata e vi cresceranno rovi e pruni; alle nubi comanderò di non mandarvi la pioggia”. È la delusione più gran- de di chi ha fatto tutto questo per amore: “Voglio cantare per il mio diletto il mio cantico d’amore per la sua vigna: Il mio diletto possedeva una vigna sopra un fertile colle….”. Al di là della letteratura l’autore sacro precisa: “Ebbene, la vigna del Signore degli eserciti è la casa di Israele; gli abitanti di Giuda sono la sua piantagione preferita. Egli si aspettava giustizia ed ecco spargimento di sangue, attendeva rettitudine ed ecco grida di oppressi”. All’amore di Dio, attuato nella storia dell’uomo, questi risponde con violenza ed oppressione cioè con il contrario dell’amore e quindi della volontà di Dio che è amore. La cosa grave è quando queste cose sono realizzate dai capi. Ed è Gesù che si rivolge: “Ai capi dei sacerdoti e agli anziani del popolo…”, raccontando la stessa parabola con l’aggravante delle bastonature dei servi e dell’uccisione del figlio del padrone. Per dire che la responsabilità di avere avuto il regno di Dio è grande e che non ci si può sottrarre ad essa. La mancata presa di responsabilità comporta che il regno di Dio viene tolto al popolo a cui era stato e sarà dato ad un altro popolo: “… a voi sarà tolto il regno di Dio e sarà dato a un popolo che ne produca i frutti”. Paolo propone ai cristiani di Filippi di non angustiarsi per nulla, ma “in ogni circostanza fate presenti a Dio le vostre richieste con preghiere, suppliche e ringraziamenti e di lasciarsi custodire dal- la pace di Dio che supera ogni intelligenza e lasciarsi custodire i cuori e le menti in Cristo Gesù”. È chiaro che bisogna superare ogni angustia e ogni ristrettezza mentale per potere agire con responsabilità e libertà. Nel medesimo tempo Paolo ancora spiega che la vita del cristiano deve essere normale: “Quello che è vero, quello che è nobile, quello che è amabile, quello che è onorato, ciò che è virtù e ciò che merita lode, questo sia oggetto dei vostri pensieri”. Quindi la normalità nell’amore di Dio e del prossimo significa la realizzazione della cura della vigna e quindi del dono di Dio agli uomini. Leone Calambrogio San Paolo in briciole La venuta dell’empio 2 Ts 2,9-12 La venuta dell’empio avverrà nella la potenza di Satana, con ogni specie di miracoli e segni e prodigi menzogneri e con tutte le seduzioni dell’iniquità, a danno di quelli che vanno in rovina perché non accolsero l’amore della verità per essere salvati. Dio perciò manda loro una forza di seduzione, perché essi credano alla menzogna e siano condannati tutti quelli che, invece di credere alla verità, si sono compiaciuti dell’iniquità. Paolo però ringrazia Dio per i fratelli tessalonicesi chiamati dal Signore perché scelti come primizia per la salvezza, per mezzo dello spirito santificatore e della fede nella verità. Sono stati chiamati a questo mediante il Vangelo per entrare in possesso della gloria del Signore Gesù Cristo. Li esorta a stare saldi e a mantenere le tradizioni che hanno appreso dalla sua parla e dalla sua lettera. E augura ogni conforto e ogni conferma in ogni parola e parola di bene da parte di Gesù cristo e da Dio padre nostro che ha dato una consolazione eterna e una buona speranza. L.C. Gesù è venuto in mezzo a noi come vite e vino di festa: su di lui mi fondo e mi disseto Nella nostra vigna la vendemmia avviene ogni giorno Delusioni Vigna d’uva selvatica in Isaia, vendemmia di sangue nel Vangelo di Matteo: è la domenica delle delusioni di Dio. Eppure il tradimento dell’uomo non è in grado di fermare il piano di Dio: la vigna darà frutto. Sarebbe ingiusto e superficiale. Occorre mettere in luce profondi collegamenti con una più generale situazione sia della comunità cristiana, sia della cultura attuale. Riprendiamo il tema della Parola di Dio. Per quanto riguarda la comunità cristiana, dobbiamo constatare, non senza dolore, che la predicazione ufficiale, anche quando è ben curata, rischia di essere inefficace perché è isolata da altre forme di comunicazione della fede. L’annuncio della Parola di Dio, fatto nei momenti ufficiali, per raggiungere capillarmente le intricate situazioni storiche, richiede di intrecciarsi con molte altre forme di comunicazione nella famiglia, nei gruppi di amici, negli ambiti di impegno comunitario. Non è facile oggi che la nostra comune conversazione quotidiana tocchi con semplicità e serietà i temi relativi alla fede. Si tratta talvolta di un istintivo senso di rispetto di fronte alle realtà cristiane o di un atteggiamento di riserbo dinanzi ai propri o altrui sentimenti profondi. Sincerità Ma spesso è anche questione di pigrizia, di disimpegno, di rispetto umano: ci pare “sconveniente” parlare di Gesù, del nostro misterioso rap- porto con Dio, delle esigenze evangeliche, dei problemi della vita ecclesiale, perché intuiamo che questo discorso ci chiede sincerità e fatica o contravviene a quella specie di congiura del silenzio, che la mentalità corrente ordisce attorno agli argomenti religiosi e cristiani. La predicazione ufficiale, priva di un intenso contesto di fede quotidianamente vissuta, parlata, comunicata, a cui attingere e in cui concretarsi, rischia o di chiudersi in un astratto isolamento o di tentare raccordi frettolosi e impacciati con la vita concreta.Anche qui sarebbe semplicistico imputare questa situazione alla cattiva volontà dei credenti. Bisogna tener conto delle condizioni culturali in cui siamo chiamati a testimoniare la nostra fede. La difficile comunicazione nel campo della fede è connessa con i più generali disturbi della comunicazione sociale. In rapporto al tema che ci interessa, cioè il difficile accostamento della parola di Dio, pare utile sottolineare particolarmente un aspetto. La nostra epoca culturale sta subendo le conseguenze di una concezione incompleta della libertà. Essa viene confusa con il potere e il diritto di avere tutto e subito. L’incremento delle conoscenze scientifiche e lo sviluppo delle applicazioni tecniche spingono l’uo- mo a sopravvalutare la sua potenza e a darsi a una attività produttiva sempre più frenetica: un esempio drammatico e insieme caso limite lo si ha nell’accumulo degli armamenti. Come conseguenza l’essere dell’uomo, anziché rivelarsi e costruirsi nel fare, tende a diluirsi nell’agitazione. Le coraggiose interrogazioni sulla realtà profonda dell’uomo lasciano il posto alle precipitose domande sui programmi. Ma mentre l’interrogazione sull’essere apre l’uomo ai sorprendenti misteri del reale, la domanda frettolosa e ristretta sull’agire rinchiude la globalità della realtà entro lo spazio di alcuni pochi pro- getti umani. La libertà, quando è vista giustamente come il senso profondo dell’essere umano, è vissuta come responsabile capacità di disporre di sé in un’attitudine di affidamento al mistero; quando, invece, è colta solo come qualità dell’agire immediato, tenta di disporre di sé e di ogni cosa in un atteggiamento di orgoglioso e bruciante possesso. Relazioni Di qui una frenesia d’azione, un’impazienza di ottenere tutto a breve scadenza, una brama aggressiva verso i ritmi delle cose e delle relazioni sociali. Persino nell’amicizia e nell’amore si vuole ottenere subito e senza riserve quel gusto dell’incontro che richiede invece una lunga e rispettosa pazienza. In progressione questa gestione convulsa e superficiale della libertà si trasforma in una incapacità a capire le leggi dello sviluppo umano. Essa genera perciò una sfiducia nelle reali possibilità dell’uomo e sfocia in una rinuncia a vivere la fatica e la responsabilità. Si attua così quella che Erich Fromm ha chiamato “fuga dalla libertà”. Ma anche quando imbocca la strada della disfatta, la libertà non rinuncia all’impazienza. Vagheggia una salvezza miracolistica, cioè immagina che oltre e sul crollo della libertà sorga un evento di speranza che, però, riproduce le stesse caratteristiche di una soluzione illusoria a breve scadenza; sogna un fatto che dispensa dai tempi lunghi, dai sacrifici e dalle pazienti maturazioni. Dobbiamo risalire a queste radici culturali per interpretare gli atteggiamenti della comunità cristiana verso la parola di Dio. Nella predicazione occasionalistica, che strumentalizza la parola di Dio entro il quadro di una visione della vita prodotta dai progetti umani, riaffiora l’impazienza attivistica e orgogliosa della libertà, mentre l’impazienza disfattistica e tragica influenza quel tipo di predicazione che si affida fideisticamente al testo biblico senza riuscire a collegarlo con i problemi, le ricerche, le responsabilità della vita quotidiana. Dobbiamo essere consapevoli del fatto che, più o meno, un po’ tutti, in quanto siamo ancora lontani dall’aver assimilato pienamente la forza della Parola, oscilliamo tra questi estremi. È necessario un cammino paziente e faticoso, uno sforzo sempre rinnovato. Quanto alla lacunosa comunicazione della fede entro la trama delle normali relazioni interpersonali, essa manifesta la superficialità delle nostre quotidiane conversazioni. Se queste generali condizioni culturali influenzano il nostro accesso alla parola di Dio, si può anche dire che una rinnovata comprensione e assimilazione della Parola condurrà a una riscoperta della libertà e a una benefica trasformazione del costume sociale. Padre Angelico Savarino 11 Prospettive - 5 ottobre 2014 l’intervista Indietro nel tempo intervistando Alexandra Wolff Stommersee Controcorrente per amore della ricerca uò l’attività onirica diventare lo strumento per avvicinare due persone? Nel film “Sogno di prigioniero” del 1935 di Henry Hathaway, tratto dal romanzo di George du Maurier, un uomo e una donna, cresciuti e affezionati sin da bambini e separati forzatamente da circostanze esistenziali, si incontrano puntualmente nel sogno tutte le sere e per tutta la vita sino a morire quasi contemporaneamente. Come è sorprendente la coscienza e il mondo interiore della psiche umana! E io cari lettori voglio riferirvi di un sogno fatto qualche giorno fa e che mi ha permesso di visitare luoghi a me sconosciuti. Mi trovavo a San Pietroburgo, nella sede dei zar, il Palazzo d’inverno, la più imponente costruzione regale che avessi mai P visto, con un prospetto di circa mezzo chilometro. All’interno sontuosi saloni, elegantissimi lampadari e un lussuoso arredo degno degli imperatori di Russia di primo novecento. In quel fasto di Belle Epoque sovietica ho conosciuto una donna che mi rivelò di essere vissuta per lungo tempo a Palermo. Il suo nome Alessandra Wolff Stommersee. Ma lasciamo che sia lei a parlare e per far questo tenterò di ricostruire l’incontro avvenuto nella dimensione evanescente e vaporosa del sogno. Mi mancava quasi il respiro nel contemplare quell’esplosione di bellezza, quei pendenti di cristallo, quello scintillio di luci che rendeva quella dimora la più unica e inimitabile nel fascino della cultura europea, quando mi si avvicina una donna sui qua- rant’anni dotata di compostezza ed eleganza, la quale in una dizione italiana perfetta priva di inflessioni rivela la sua identità: <<Il mio nome è Alexandra Wolff Stommersee, duchessa di Palma e consorte di Giuseppe Tomasi di Lampedusa. Onorata di fare la sua conoscenza!>>. Al teatro “Verdi “ di Trieste un balletto ispirato al “diario di Anna Frank” Per non dimenticare un triste passato l teatro “Verdi” ospita “Anna Frank. Parole dall’ombra”, spettacolo di balletto della Imperfect Dancers Company, una nuova creazione di Walter Matteini e Ina Broeckx, su musiche di Bach, Vivaldi, Haendel, Benedetto Marcello e musiche e cori della tradizione ebraica, accompagnata dall’Orchestra della Fondazione lirica triestina, diretta da Alvise Casellati. La performance è ispirata alla figura di Anna Frank, interpretata da Maria Focaraccio, nel settantesimo anniversario della sua cattura. Il balletto si svolge in concomitanza con le manifestazioni per celebrare la XV giornata europea della Cultura Ebraica, dedicata quest’anno alla figura femminile. Il “Diario” infatti è punto di partenza del balletto per riflettere su quell’epoca e le vicende che l’hanno attraversata, il dramma ma anche il coraggio di vivere in quei giorni, visti con gli occhi di una adolescente. Fanno pensare, a questo proposito le parole di Primo Levi che disse «Una singola Anne Frank detta più commozione delle miriadi che soffrirono come lei, la cui immagine è rimasta nell’ombra. Forse è necessario che sia così; se dovessimo e potessimo soffrire le sofferenze di tutti, non potremmo vivere», «Se comprendere è impossibile, conoscere è necessario» e «Tutti coloro che dimenticano il loro passato, sono condannati a riviverlo». La prestigiosa compagnia di danza contemporanea in residenza al Teatro Verdi di Pisa, è formata da otto eccellenti danzatori, Ina Broeckx, I Stéphanie Cyr, Kayla May Corbin, Ermo Dako, Maria Focarac- cio, Valerio Iurato, Julio Cesar Quintanilla Garcia, Armando Rossi. Imperfect Dancers Company si è affermata con successo, sia di pubblico che di critica, anche a livello internazionale, nelle recenti tournée in Europa, Stati Uniti, Africa e Canada. Scene e costumi sono disegnati da Ina Broeckx, le luci firmate da Bruno Ciulli, libretto a cura di Walter Matteini e Stefano Mecenate. L.B. Ho il respiro mozzato: non sapevo che l’autore del romanzo “Il Gattopardo” avesse una moglie di origini baltiche! <<Capisco la sua sorpresa nel conoscermi… è vero il mio nome, la mia persona non sono resi celebri nel panorama culturale europeo, ma sappi che io rimasi legata al mio sposo, sebbene soffrissi per incompatibilità di carattere con mia suocera, donna Beatrice Tasca di Cutò. Conobbi Giuseppe a Londra nel 1925 e convolai con lui in seconde nozze il 24 agosto del 32 a Riga, capitale della Lettonia. Al mio tempo fui una donna amata e molto chiacchierata. Il mio spirito ruggente di donna amante delle lettere e della vita culturale europea non mi fecero passare inosservata agli occhi dei miei contemporanei. Vissi la mia infanzia e la mia adolescenza nel palazzo degli zar, dato che mio padre, Boris Wolff Stommersee era un alto dignitario alla corte di Nicola II. Erano quegli gli anni in cui la corte zarista stava vivendo il suo tramonto, ma non lo spirito letterario che vedeva in Puskin, Tolstoj e Dostoevskij massimi esponenti. Con l’avvento delle rivoluzione russa la mia famiglia si trasferì nel castello di Stommersee e lì contrassi matrimonio con Andrè Pilar, un nobile raffinato e coltissimo, della cui omosessualità si vociferava e che rimase mio devoto amico anche dopo il divorzio. Erano quelli anni tormentati in cui la Lettonia veniva ceduta alla Germania. Io rimasi in questa terra, in questo amato castello, fino al definitivo spodestamento avvenuto negli anni trenta>>. Mi pare di aver letto del suo importante contributo nella fondazione della psicanalisi in Italia? <<Verissimo! In quel periodo, insieme a mia sorella Lolette, ebbi modo di studiare la nuova disciplina a Monaco di Baviera e poi a Berlino con la direzione di Karl Abrahm e Felix Bohm. Conseguito il titolo di psicanalista associato, lavorai a Londra, in un clima cosmopolita che più mi si adattava e fu lì che conobbi il siciliano Tomasi di Lampedusa, due anni più giovane di me, tanto intelligente quanto colto e timido. Da quel momento acquisii cittadinanza siciliana, mi trasferii a Palermo, ma la mia figura di donna divorziata e sostenitrice di una scienza sovversiva che scruta i segreti dell’anima non venne accettata immediatamente dalla società aristocratica e benpensante del capoluogo dell’isola. Furono quelli anni di intenso fervore scientifico trascorsi tra Roma e Palermo nello studio di casi della nevrosi, dell’aggressività delle perversioni e di altri disturbi comportamentali sui quali si taceva per falso pudore e per ignoranza. Rifondai a Roma nell’immediato dopoguerra la Società psicanalitica e ne fui presidente dal 54 al 59. Fui invisa alle nobildonne siciliane e amata dai colleghi e dagli alunni che ancora oggi mi ricordano. Oggi la città panormita vanta un importante centro psicanalitico che pulsa del fervore di studi con il quale venne avviato. Mi spensi all’età di 86 anni e con il mio sposo riposo nel cimitero dei Cappuccini>>. Detto questo svanì. Pian piano si dileguavano le luci e gli sfavilli di quella corte magnificente. Al mio risveglio sentivo un profumo soave e unico nel suo genere: era quello di una donna che sfidò il pensiero conservatore del suo tempo in nome del progresso scientifico e dell’amore per la ricerca. Stefania Bonifacio Il mito di Aci e Galatea, retrogusto involontario del romanzo “Non esistono cose lontane” ul fascino e interesse che la decima musa (il cinema) ha esercitato sugli autori letterari abbiamo riferimenti ‘alti’; per restare in Sicilia, basterebbe citare Martoglio, Pirandello e Verga. Non stupisce quindi che oggi talora si scriva ammiccando al cinema. È il caso del “Non esistono cose lontane” di Elisabetta Rasy, premio “Ninfa Galatea” di quest’anno. Il premio, giunto all’VIII edizione, scaturito dalla fervida fantasia e appassionato impegno culturale di Enzo e Sarah Zappulla, si ispira alla passione della ninfa Galatea per il pastorello Aci, stroncata dal ciclope Polifemo, le lacrime della quale e lei stessa furono trasformate in fiume per congiungersi all’amato in mare. Premio al femminile di elevato valore e pregnanza anche per la location in cui si svolge: il mitico “Lido dei Ciclopi” nel quale nell’immediato dopoguerra si esibirono i “grandi” della musica leggera (Marino Barreto, Platters, Bruno S Martino e così via); oggi amministrato dalla società “Gli Ulivi” di Giuseppe Giuffrida, dopo essere stato confiscato alla mafia. Nel romanzo, l’intenzione filmica della Rasy appare più che evidente: il romanzo procede per flashback e, in coda al testo, sono pubblicate la “playlist” e una “nota al testo” buone per la colonna sonora e le riprese degli ambienti evocati e descritti. L’allegoria mitologica del luogo e del premio, densa di segni e significati, si attaglia particolarmente a questo romanzo, le cui atmosfere sono gio- cate sulla cifra sentimentale, seppure posta di fronte al controvoglia di alcuni personaggi. I “piedi per terra” per agganciare storie vaghe, sognate e sognanti sono quelli dell’australiana Peggy Taylor, entrata nella storia per caso, in virtù del gatto Mariano, totalmente estranea al mondo, alle emozioni e alle pulsioni che scatena la messa in vendita della cascina “Il girasole” dell’agro di Chiusi (altra indicazione per la location delle riprese). Il periodo storico abbracciato va dalla fine della Seconda Guerra all’adesso: mezzo secolo abbondante nel corso del quale, in Italia e nel mondo, si verificano mutamenti ed evoluzioni socio-culturali e tecnologici epocali; sorge un “nuovo ordine” di modalità e idee che impone adattamenti e aggiornamenti. L’assoluto immobile è prerogativa del gatto Mariano e della piccola Betty. Nel libro, più che una storia complessa una molteplicità di spunti e appunti, ricordi, sensazioni, emozioni, sen- tire e sentimenti legati a quel prosaico denominatore comune che potremmo chiamare “la chimica dell’amore” (modi, odori, umori, sentori) al quale per salvare la coscienza attribuiamo valore morale e sentimentale. L’alternarsi dei vari flashback sulle prime un po’ disorienta, poi, quasi alla metà del romanzo, sprigiona poesia. Rasy disvela e libera un’intensità poetica sino a quel momento castigata e contenuta; siamo alla terza parte del romanzo “La cosa più fragile”, collocata a seguire la brevissima “Non sempre si può avere ciò che si vuole” e il proemio “Le ombre erranti”, a precedere “Te, per un’ora” e “L’ala del destino”, parte finale titolata col verso evocativo, nostalgico e (nel contesto) cinico della canzone “Non dimenticar”, poiché “nella storia delle famiglie” (quali esse siano e son formate) “Non esistono cose lontane”. Carlo Majorana Gravina 12 Prospettive - 5 ottobre 2014