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Catania - anno XXX - n. 35 - 5 ottobre 2014 - Euro 0,60 - www.prospettiveonline.it
“Poste Italiane s.p.a.” - Spedizione in abbonamento postale - D.L. 353/2003
(conv. in L. 27/02/ 2004 no 46) art. 1, c. 1, DCB - Fil. di CT - Taxe perçue - Tassa riscossa - ISSN: 1720-0881
settimanale regionale di attualità
NICHOLAS GREEN
E LIANG YAOYI
“In caso di mancato recapito rinviare al CMP/CPO di Catania, per la restituzione al mittente previo addebito. Il mittente si impegna a pagare la tariffa vigente”
Papa Francesco in Piazza san Pietro per la Giornata dedicata alla terza età
I
La SAGGEZZA
della lunga vita
Foto Siciliani-Gennari/SIR
n occasione della Giornata dedicata alla terza età, promossa dal
Pontificio Consiglio per la
Famiglia, Papa Francesco ha
incontrato in piazza san Pietro decine di migliaia di anziani e nonni, da
tutto il mondo.
La presenza del Papa emerito, Benedetto XVI, “grande Nonno Saggio”
ha conferito all’evento una particolare valenza, Già nel titolo assegnato
all’incontro: “La benedizione della
lunga vita!” si coglie il significato di
una presenza sociale che diventa
“memoria, lezione di vita, saggezza
nei consigli” esemplarità di famiglia
che continua nei figli e nei nipoti.
L’aver ricevuto “la benedizione di
vedere i figli dei figli (cfr Sal
128,6)”. Affida ai nonni un compito
grande, che è quello di trasmettere
l’esperienza della vita, la storia di
una famiglia, di una comunità, di un
popolo.
La vecchiaia, ha detto il Papa, è un
“tempo di grazia, nel quale il Signore ci rinnova la sua chiamata: ci
chiama a custodire e trasmettere la
fede, ci chiama a pregare, specialmente a intercedere; ci chiama ad
essere vicino a chi ha bisogno” e gli
anziani, “sono come alberi che continuano a portare frutto”. Con la loro
fede, le persone anziane dimostrano
una “capacità di capire le situazioni
più difficili” e di rispondervi con una
preghiera “potente”.
Ha suscitato un commosso e festoso
applauso dalla piazza l’espressione
di Papa Bergoglio: Un nonno è
“padre due volte”, così come una
nonna è una “madre due volte”. La
vocazione dei nonni a trasmettere
l’eredità più preziosa, ovvero la fede.
La carezza dei nonni è un dolce
ricordo, una tenera immagine che
MONS. ÁLVARO
DEL PORTILLO
PROCLAMATO
BEATO
a pagina 5
SCUOLA di
FORMAZIONE
ALL’IMPEGNO
SOCIALE
E POLITICO
a pagina 7
rappresenta il fluire della vita che
passa da una generazione all’altra
nella continuità della linfa vitale.
Oggi non tutti gli anziani trovano
accoglienza e assistenza in famiglia
e si auspica che le “case famiglia”,
“polmoni e santuari di umanità”, siano accoglienti e attenti alle esigenze
degli anziani. Papa Francesco ha rac-
comandato ai giovani di andare a
visitare gli anziani e portare loro un
messaggio di sorriso e di gioia. È
questa una delle opere di misericordia che rende concreta la carità cristiana nel reciproco scambio di doni
e di carezze.
“Un popolo che non custodisce i
nonni e non li tratta bene è un popo-
lo che non ha futuro, in quanto perde la memoria e si strappa dalle proprie radici”. L’incontro tra le generazioni, il custodire la memoria del
passato attraverso il rispetto delle
persone che ne sono i testimoni,
Giuseppe Adernò
(segue a pag. 2)
BALLETTO
ISPIRATO
AL “DIARIO
DI ANNA FRANK”
Africa, avanza l’epidemia dell’Ebola
Non resta che sperare nei vaccini
ono trascorsi sei mesi da quando
l’Organizzazione mondiale della
sanità annunciava la notizia della presenza di un
focolaio di ebola in Guinea. Dal 23 marzo al 23
settembre la situazione è peggiorata. Dal semplice
focolaio si è sviluppata un’epidemia che
sta mietendo sempre
più vittime in Africa.
Oltre 5800 i contagi,
2803 i decessi ufficiali, concentrati in
Guinea, Liberia e
Sierra Leone, e 21 fra
Nigeria e Senegal.
Stime destinate al
rialzo, stando ad un
recente report pub- Foto AFP/SIR
blicato dal New
England Journal of Medicine. Una situazione al
limite nel Continente Nero, dove si rischia davvero l’emergenza sanitaria. Soprattutto in Liberia,
1.578 morti e 3.022 casi di contagio finora registrati, cosi come resta critica la situazione in Guinea e Sierra Leone, mentre in Nigeria e Senegal il
contagio è sotto controllo. Secondo l’Oms, è la più
S
grave epidemia di Ebola dall’identificazione del
virus nel 1976. e si tratta di una emergenza di sanità pubblica mondiale. “Stimiamo che - si legge nel
report - al ritmo attuale di crescita, assumendo
nessun cambiamento nella attività di controllo, il
numero cumulativo di casi
confermati e probabili al 2 di
novembre sarà di 5740 in
Guinea, di 9890 in
Liberia, e di 5000 in
Sierra Leone (i paesi
più colpiti dal virus),
superiore a 20.000
casi in totale. La vera
portata dell’epidemia, compresi i casi
sospetti e casi non
rilevati, sarà ancora
più alta”. Una crescita a dismisura che
potrebbe trasformare una semplice epidemia in una catastrofe.
I Centers for Disease Control and Prevention (Cdc) - istituti sanitari americani –
hanno stimato che se nulla sarà fatto per
fermare l’epidemia potrebbero esserci tra
550.000 e 1,4 milioni di persone infettate
nell’area entro fine gennaio 2015. Per questa data,
però, dovrebbero essere distribuiti le 10.000 dosi
di vaccino contro Ebola fornite dal gruppo farmaceutico britannico Gsk, come ha annunciato il vice
direttore generale dell’Organizzazione mondiale
Filippo Cannizzo
(segue a pagina 2)
a pagina 11
2
Prospettive - 5 ottobre 2014
sommario al n. 35
PRIMO PIANO
L’apertura alla vita
e la responsabilità
educativa ________________3
Tremestieri: Concorso
Nazionale di Poesia …
e altro___________________4
Scuola: Dalla cattedra
alla testimonianza _________5
INFORMADIOCESI
Notizie in breve ___________7
Dichiarazione IMU ________7
DIOCESI
25° di sacerdozio
di Don Agrippino Salerno ___8
Festa alla Nonnina
Maria Parisi
per i suoi 100 anni_________8
50° di sacerdozio
di Padre Alfio Torrisi_______9
Ottobre Missionario 2014 ___9
Intervistando Alexandra
Wolff Stommersee________11
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Questo numero è stato chiuso
alle ore 13.00 di mercoledì 3 settembre 2014
Hong Kong: Occupy Central in piazza per il suffragio universale e nuove riforme politiche
Alla ricerca di una democrazia
dimenticata o mai esistita?
a giorni a Hong Kong,
Speciale Regione Amministrativa della Cina dal 1997,
Occupy Central, movimento di ‘disobbedienza’ civile non violento,
dopo mesi e mesi di ‘barricate’
per ottenere la tanto ambita e
vagheggiata democrazia, sta
manifestando davanti al Parlamento, con il massiccio apporto degli studenti (per lo più universitari), il proprio dissenso
nonostante l’intervento della
polizia. Due le richieste prioritarie di questa vera e propria
mobilitazione popolare: il suffragio universale, prima dell’elezione del nuovo presidente
del 2017, per osteggiare in tutti
i modi la previsione di tre candidati, promossi da un comitato
pro-Pechino; avviare nuove
riforme politiche. Tra i manifestanti anche l’ottantaduenne
cardinale Joseph Zen, vescovo
emerito di Hong Kong, il quale
ha lanciato un appello alla popolazione, ovvero di restare uniti per
chiedere a gran voce ed ottenere
finalmente la piena democrazia.
La manifestazione, organizzata dal
movimento per i primi di ottobre, è
stata subito messa in atto per appoggiare e sostenere gli studenti in sciopero da oltre una settimana, in cui si
sono verificati ripetuti scontri con la
polizia davanti alla Civic Square con
conseguenti arresti, tra cui: Emily
Lau e Albert Ho, deputati del Partito
Democratico, e Joseph Cheng,
docente di Scienze Politiche della
City University. “Occupy Central ha
raggiunto l’obiettivo di educare la
gente a combattere per i suoi diritti ha affermato Willy Lam, docente di
Scienze Politiche della Chinese Uni-
versity di Hong Kong - Una delle
cose più importanti è che la maggior
parte dei manifestanti è costituita da
studenti universitari. Generalmente i
giovani non sono interessati alla
polizia ha arginato la protesta colpendo i manifestanti con gas lacrimogeni e presumibilmente con spray
al pepe, proiettili di gomma e manganelli. Subdolo il tentativo governa-
politica, ma questa volta hanno
dimostrato di essere consapevoli della situazione e di voler combattere
per i loro diritti”.
Leung Chun-ying, governatore di
Hong Kong, non ha di fatto riportato
la reale situazione del territorio al
Governo cinese ed ha nettamente
rifiutato di avere un incontro ed un
colloquio con una delegazione studentesca. Il Governo cinese ha lanciato un comunicato-avvertimento
per ribadire il suo impegno per la
creazione di una “società diversificata”, dichiarandosi contro ogni tipo di
comportamento al di fuori della legge ed invitando, pertanto, la popolazione ad esprimere il loro punto di
vista attenendosi scrupolosamente
alle norme previste. In seguito, la
Il Cardinale Joseph
Zen, Vescovo emerito
di Hong Kong, ha
lanciato un appello
alla popolazione,
ovvero di restare uniti
per chiedere a gran
voce ed ottenere
finalmente la piena
democrazia
(continua da pag. 1)
LA SAGGEZZA...
che ha ascoltato la saggezza dei nonni. Oggi sei per noi bambini come un
nonno e noi ti amiamo molto. Aiutaci a far comprendere quanto è grande
il ruolo dei nonni nella famiglia”.
È questa la nuova via da percorrere
per raddrizzare il sentiero tortuoso,
che la società moderna sembra voler
percorrere.
Ritorna ancora vivo l’eco del messaggio del Santo Padre ai giovani dell’Albania “con la forza del Vangelo e
l’esempio dei martiri, sappiate dire
no all’idolatria del denaro, no alla
falsa libertà individualista, no alle
dipendenze e alla violenza”, per dire
invece sì “alla cultura dell’incontro e
della solidarietà, sì alla bellezza inse-
parabile dal bene e dal vero; sì alla
vita spesa con animo grande ma fedele nelle piccole cose”. Tutto questo è
garanzia e certezza di “volare alto”
sulle ali dell’accoglienza, del rispetto, del dialogo e poter godere la gioia
di toccare il cielo.
(continua da pag. 1)
NON RESTA...
Mentre Msf si ritrova da sola per
mancanza di letti, strutture, kit medici, e personale. Anche Papa Francesco nell’udienza generale della scorsa settimana a Piazza San Pietro
davanti a 50mila fedeli, ha espresso
vicinanza verso “quei Paesi dell’Africa che stanno soffrendo a causa
dell’epidemia di Ebola. Sono vicino
alle tante persone colpite da questa
terribile malattia”. Invitando “a
pregare per loro e per quanti hanno
perso così tragicamente la vita.
Auspico che non venga meno il
necessario aiuto della Comunità
internazionale per alleviare le sofferenze di questi nostri fratelli e sorelle”. Sollecitando, infine, la comunità
internazionale, ad intensificare gli
sforzi per una maggiore e proficua
risoluzione dell’epidemia. Sul fronte
del governo, invece, ha parlato il
ministro della Salute Beatrice Lorenzin, a margine del meeting informale
fra i ministri della Salute europei:
“Per quanto riguarda Ebola e la
situazione europea, abbiamo fatto
circolare in questa settimana un censimento e abbiamo registrato che
sicuramente ci sono i posti letto ad
alto isolamento nei vari Paesi, mentre c’è una scarsità dei mezzi per il
trasporto aereo. Bisogna immaginare - ha spiegato Lorenzin - che noi in
Italia abbiamo due aerei e ognuno
può essere utilizzato ogni 10 giorni,
perché bisogna ogni volta cambiare
l’isolamento. È molto complicato”.
Infine la rassicurazione su un’eventuale epidemia nel nostro Paese
dovuta agli sbarchi di questi mesi: “Il
problema non sono i migranti. Ma ci
possono essere dei casi di contagio
fra le migliaia di persone che manderemo nei Paesi a rischio. E noi dobbiamo essere in grado di trattare
anche gli operatori che inviamo lì e
che rischiano la vita per gli altri”.
D
significa assicurare al presente nuove
prospettive di sviluppo e di progresso, prendendo consapevolezza che i
valori di ieri alimentano lo spirito
dell’oggi e tracciano il sentiero per il
domani. Gli anziani, esperti di Dio,
diventano ancora oggi esperti nella
speranza e la loro testimonianza di
vita ne è quasi sempre una dimostrazione.
Per contrastare la “velenosa cultura
dello scarto” ed opporvi “una società
diversa, più accogliente, più umana,
più inclusiva” che non mette nell’angolo “chi è debole nel corpo e nella
mente”, come ha detto Papa Francesco, occorre una svolta alla dominante centralità del denaro, rimettendo al
centro la dimensione umana ed il
vero umanesimo, che fa tesoro della
saggezza degli anziani.
Commoventi sono state le testimonianze presentate in piazza San Pietro da alcuni anziani e tra questi: Guido Spicaglia di 92 anni, gli ammalati
di Alzheimer, Mubarak e Anesa, sposati da 51 anni, 10 figli e 12 nipoti,
fuggiti da Mosul, assediata dai terroristi, come le espressioni spontanee
del piccolo Tom che ha salutato Papa
Francesco come una sorta di “nonno
dell’umanità” dicendo: “Papa Francesco, anche tu sei stato un bambino
della sanità (Oms), Marie Paule
Kieny. Mentre le scorte del siero
ZMapp che è stato sperimentato in
maniera definita “compassionevole”
a diversi pazienti infettati dal virus si
sono già esaurite. Anche Medici
Senza Frontiere ha lanciato l’allarme
contagio, proprio dalla Guinea dove
a Guéckédou, in un grande villaggio
che confina con Liberia e Sierra
Leone, opera in uno dei centri
nevralgici dell’epidemia. “Tra le
prime cause di contagio, i riti funebri, quando più persone toccano il
defunto, mentre il virus è ancora
all’apice dell’aggressività” ha spiegato Ernestina Repetto, infettivologa
che opera in Africa per Msf.. “Più a
rischio, le donne giovani, che si
prendono cura dei malati: paure e
tradizioni ritardano ancora la chiamata al 118 locale”. Pertanto, i contagi aumentano a ritmi mai visti.
tivo di isolare il fulcro della protesta,
eliminando la copertura internet, per
osteggiare in tutti i modi la comunicazione e la diffusione di informazioni ed immagini inerenti alla reale
situazione del territorio. Nonostante la reazione poliziesca, i
manifestanti non hanno sospeso
la protesta: Leung Chun-ying,
per cercare di intervenire in questo tanto drammatico scenario,
ha ordinato il rientro delle truppe anti-sommossa ed ha previsto
dei colloqui per la riforma della
legge elettorale.
L’ex colonia britannica, oggi
Speciale Regione Amministrativa della Cina, è disperatamente
alla ricerca di una democrazia
dimenticata o forse mai esistita?
Se il Governo cinese ha esplicitamente dichiarato di voler massicciamente limitare il potere
decisionale del nuovo presidente, come può essere alimentata
una qualsivoglia forma di democrazia? Le ingerenze cinesi di fatto
innervano l’intero assetto societario
del territorio di Hong Kong, persino
il settore finanziario è strettamente
legato alla Cina. Un’alta percentuale
del valore della Borsa di Hong Kong,
stimata circa al 60%, dipende da
capitali cinesi, dunque vi è una coincidenza di interessi, pertanto ormai
da tempo si è denunciata la presunta
collusione del governo di Hong
Kong ed il Partito comunista cinese.
La paura della popolazione è quella
di amplificare maggiormente il legame con il modello societario cinese,
fondato sulla diseguaglianza sociale,
alimentata da un capitalismo ormai
da tempo privo di ogni limitazione.
Berenice
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3
Prospettive - 5 ottobre 2014
Ufficio Diocesano per la Pastorale della Famiglia: Capitolo I della Parte III dell’Instrumentum Laboris
L’apertura alla vita e la responsabilità
EDUCATIVA
el corso dei secoli la
Chiesa ha sempre cercato di offrire un orientamento di
vita all’uomo. Aperta all’ascolto e
attenta alle problematiche del nuovo millennio, oggi pone l’attenzione alla secolarizzazione e scristianizzazione di quest’era storica e
alle nuove sfide pastorali, tra le quali la paternità/maternità responsabile e l’apertura alla vita.
Dalle risposte al questionario fatto
pervenire dalle diverse parti del
mondo, il panorama appare chiaro e
mette in evidenza come l’insegnamento della Chiesa riguardante i
temi di morale, è vista dal mondo
laico e spesso anche in ambito cristiano retrograda, invadente, poca
attenta alle difficoltà relative alle
profilassi contro malattie come
l’AIDS che flagellano in particolar
modo alcuni paesi del mondo. Se a
questo aggiungiamo le caricature
che fanno spesso i media, affermando l’inadeguatezza dell’obiezione
all’uso dei contraccettivi nella risoluzione del problema, il quadro
diventa chiaro.
N
In realtà, quello che
appare evidente è
l’enorme divario
che esiste tra l’antropologia cristiana
e quella laica dei
paesi secolarizzati,
ancora più oggi perché permeati dalla
nuova ideologia del
gender, la quale,
negando la differenza sessuale uomo/donna a favore
dell’orientamento di genere, pone
l’accento soltanto all’aspetto del
piacere sessuale individuale e non
della relazione coniugale.
Osservando l’ambiente cattolico,
inoltre, si evince una grande ignoranza del magistero della Chiesa in
tema di morale, accompagnata da
una lettura piuttosto negativa dell’Humanae vitae e da una coscienza
poco attenta nel considerare la contraccezione un peccato: infatti, non
la si confessa come tale, ma anzi la
si considera come un modo responsabile di vivere la questione della
natalità, generando così una diffusa
mentalità di chiusura alla vita. Il
giudizio morale è relegato solo alla
scelta abortiva o non abortiva del
contraccettivo e non alla bontà del
suo uso. L’aborto, infatti, è ancora
considerato una grave colpa e confessato spesso. La regolazione naturale della fertilità con i metodi naturali non è molto conosciuta ed è
spesso considerata la “contraccezione naturale”e non uno “stile di
vita” che dona all’amore coniugale
la sua dignità, nel rispetto ecologico
del corpo e del legame tra l’aspetto
unitivo e procreativo dell’amore
coniugale, così profeticamente sottolineato nell’Humanae vitae. Inol-
tre su questi temi
spesso il clero si trova impreparato o
accomodante o lassista, bisognoso di una
più profonda preparazione per un modo
unico di operare sia
per la prassi sacramentale (Riconciliazione ed Eucarestia)
sia per aiutare l’esame di coscienza delle
coppie
cristiane,
spesso attente solo al
rapporto tra loro e
non sul modo di concepire il dono di sé e l’accoglienza
della vita. È auspicabile, quindi, che
gli sforzi della Chiesa e della comunità cristiana siano rivolti all’educazione con veri percorsi di educazione all’amore, insistendo sulla collaborazione con centri universitari
deputati all’approfondimento e alla
formazione di operatori della regolazione naturale della fertilità per
una sua più ampia promozione e per
una diffusione di una visione della
sessualità aperta alla vita, riscoprendo il valore della castità coniugale per un’autentica esperienza
amorosa. Il Sinodo, pertanto, intende aiutare a riscoprire il senso
La regolazione
naturale della fertilità
con i metodi naturali
è uno “stile di vita”
che dona all’amore
coniugale la sua
dignità, nel rispetto
ecologico del corpo
e del legame tra
l’aspetto unitivo
e procreativo
dell’amore coniugale
antropologico della vita coniugale,
perché si ponga in evidenza il legame tra apertura alla natalità e questione sociale e lavorativa, così che
le giovani coppie possano liberamente e serenamente scegliere di
formare una famiglia ricca di figli e
i politici cristiani promuovere leggi
che la sostengano e la favoriscano.
Piera e Mario Di Carlo
Gli esempi di Nicholas Green e Liang Yaoyi incrementano la cultura della donazione degli organi
ancora vivo il ricordo
dei fatti accaduti a Messina gli ultimi giorni di settembre1994.
Era il 27 settembre, quando la famiglia Green, Papà mamma, Nicholas
ed Eleanor, che percorreva l’autostrada del Sole ed in Calabra rimase
coinvolta in una sparatoria ed il piccolo Nicholas, che dormiva nel sedile posteriore fu colpito da un proiettile.
Dopo alcuni giorni
di coma, il 29 settembre i suoi genitori acconsentirono
all’espianto di ben
sette organi che hanno ridato la vita a
sette cittadini italiani.
Il gesto generoso ed
esemplare dei genitori del piccolo
Nicholas allora commosse
l’intera
Nazione e la notizia fece il giro del
mondo, raccogliendo consensi ed
apprezzamenti per la civiltà del
gesto.
Quella tragedia si è trasformata in
segno di positività e d’incremento
per la diffusione della cultura della
donazione degli organi e in questi
anni, tramite e grazie al concorso
promosso dalla Regione siciliana con
la Legge 15/95, tantissimi giovani si
sono avvicinati all’informazione e
alla sensibilizzazione della donazione come gesto di vera umanità solidale, attuando un reale mutamento
nel modo di pensare, e di sentire il
problema della donazione.
L’effetto Nicholas così com’è stato
È
Io dono, tu doni… essi vivono
salutato dai mass media, l’eco di
ammirazione e di plauso nei confronti dei coniugi Green, per il generoso
gesto di amore che ha consentito a
sette cittadini di continuare una vita
serena, ha determinato una rapida
crescita delle donazioni in Italia e la
diffusione della cultura del trapianto
di organi.
Leggendo le pagine dei giornali di
quei giorni si registra quasi un moltiplicarsi e un ripetersi del gesto dei
genitori di Nicholas, rinforzato qualche anno dopo dal trapianto di organi
della studentessa romana Marta
Russo ed in seguito della giovane
Annalisa di Napoli, vittima anche
Lei della violenza della malavita.
La storia dei trapianti in Italia sembra
risalire a 23 anni or sono, quando il
marmista di Andria, Savino Fusaro,
tornò a casa con il cuore nuovo ed
ancora oggi rievoca i suoi 23 anni da
trapiantato.
Il primo trapianto fu, infatti, eseguito
a Padova dal Prof. Gallucci ed il
secondo a Bergamo dal Prof. Ferrazzi dell’èquipe del prof. Parenzan e
poi di seguito in questi anni si sono
moltiplicati su tutto il territorio
nazionale i centri trapianto, che tendono anche a specializzarsi nei diversi settori. Si registra che
un tratto di strada di
civiltà e di progresso è
stato compiuto, ma
ancora c’è molto da
fare e si evidenziano
notevoli disagi ed
insufficiente organizzazione nelle sale di rianimazione, determinando
la perdita di tante
potenziali donazioni.
Durante l’estate, la
notizia del piccolo
cinese di 11 anni, affetto da tumore incurabile,
che prima di morire ha chiesto per
iscritto che i suoi organi fossero trapiantati ad altri bambini, ha commosso la Cina, determinando un forte
sviluppo alla cultura della donazione.
Fin dall’età di 9 anni, Liang Yaovi,
studente di Shenzen, che da grande
desiderava fare il medico e salvare
tante vite, ha lottato contro il terribile cancro al cervello, ma quando ha
capito che tutti gli sforzi che stava
facendo risultavano inutili, ha deciso
e ha chiesto alla mamma e ai medici
curanti che, quando sarebbe stata la
fine, avrebbero dovuto espiantargli
gli organi e con questi salvare la vita
di altri bambini ed ora i due reni ed il
fegato del piccolo Liang Yaoyi, pul-
sano ancora vita nel corpo di altri
pazienti che sono tornati a vivere e a
sperare in un futuro, che al piccolo
generoso eroe è stato negato. Questo
è un miracolo della scienza, un dono
che si rinnova e produce altri generosi donatori.
In questi vent’anni si è registrato un
notevole slancio ed una graduale diffusione della cultura della donazione
degli organi ed anche se ancora c’è
tanto da fare, il sentiero è tracciato e
la cultura della donazione comincia a
diffondersi in tutti i settori della vita
sociale.
Sono trascorsi
20 anni dal generoso
gesto di donazione
dei genitori del piccolo
Nicholas Green
che ha fatto
della sua vita
un dono per gli altri
La prima domenica di ottobre, si
celebra in Sicilia la XX Giornata
Regionale della Donazione degli
Organi, istituita, appunto, nel 1995 a
seguito del gesto di civiltà compiuto
dai genitori del piccolo Nicholas
Green.
Nel 1996, con il patrocino del Consiglio d’Europa è stata istituita la
Giornata Europea per la Donazione “European Organ Donation
Day” e nel corso del semestre della
presidenza italiana la Giornata
Europea per la Donazione “European Organ Donation Day” si celebrerà a Roma l’11 ottobre.
La Presidenza del Comitato per i
Trapianti di organi, tessuti e cellule,
affidata all’Italia in questo semestre
considera la ricorrenza, una straordinaria opportunità per promuovere la
donazione degli organi come importante gesto civico e di solidarietà
sociale, per promuovere i principi
etici del Consiglio d’Europa in materia e per confermare, ancora una volta, sul piano internazionale l’alto livello di eccellenza raggiunto dalla rete
trapiantologica italiana su diversi
fronti. L’iniziativa sarà un appuntamento di richiamo per tutta la cittadinanza, ma anche per la Rete
Nazionale Trapianti, le Associazioni
Nazionali di settore (AIDO) e i rappresentanti dei Paesi facenti parte del
Comitato dei Trapianti del Consiglio
d’Europa.
“Donare un organo non è togliere
qualcosa a qualcuno, ma consentire
ad altri di continuare a vivere” e così
pure la coniugazione del verbo donare: “Io, dono, tu doni, egli dona, noi
doniamo, voi donate, essi vivono”
sono alcuni dei messaggi che hanno
accompagnato in questi anni il cammino della donazione che trova in
Nicholas e nella sua concreta testimonianza: “La mia vita è un dono
per gli altri – My life is a grift for
hoters”. il modello da seguire e da
imitare.
Giuseppe Adernò
4
Prospettive - 5 ottobre 2014
IN PRIMOPIANO
BANDO XXVI PREMIO NATALE CITTÀ DI TREMESTIERI ETNEO
Concorso Nazionale di Poesia … e altro
a Parrocchia S. Maria
della Pace - Chiesa
Madre - di Tremestieri Etneo (Catania), bandisce e organizza per il
Natale 2014, con il patrocinio
(richiesto) del Comune di Tremestieri Etneo, dell’Ufficio Scolastico Provinciale di Catania, del Settimanale
regionale di attualità “Prospettive” di
Catania, di Pax Christi – Punto pace
Catania e dell’Associazione provinciale Donatori Volontari di Sangue
(ADVS-FIDAS) di Catania, il XXVI
Premio NATALE – Città di Tremestieri Etneo”, concorso nazionale
di poesia … e altro dedicato al Sac.
Salvatore Consoli, suo iniziatore.
Il Premio, a partire dall’attuale edizione, alterna negli anni le sezioni
già consolidate e proprie del Premio
stesso (la sezione del libro edito è
prevista nell’anno 2015).
Per l’attuale edizione 2014, il Premio consta di 4 sezioni:
- Sez. A - di Poesia sul tema del
Natale (Natale di guerra, consumistico, dell’albero, delle tradizioni…,
ma soprattutto un Natale di luce e di
redenzione).
- Sez. B - di Poesia sui temi della
Pace, del Dono, della Vita e “a
tema libero”.
- Sez. C – di Poesia per le scuole di
ogni ordine e grado sui temi delle
sezioni A e B. Una sottosezione di
grafica (C2) è riservata alle scuole
elementari e medie sui temi del
Natale, Fede, Pace e Vita.
- Sezione di Fotografia – sui temi
“Natale … in foto” e “La Sicilia …
in foto”.
Si partecipa inviando per le sezioni
A e B, una o più liriche (max 5) in
lingua italiana o in lingua siciliana
(con traduzione), di max 40 versi,
edite o inedite, mai premiate, in sette copie (una delle quali firmata),
con le generalità e un breve curriculum dell’autore.
Per la sez. C inviare la poesia (elaborata in classe) in cinque copie, di
cui solo una firmata sul retro; anche
il disegno (max 50x70 cm) deve
essere firmato e contenere le generalità sul retro.
Per la sezione di fotografia inviare
una o più foto (max 5) sul Natale nei
vari aspetti di cronaca, tradizioni,
religioni … e sulla Sicilia (luoghi,
tradizioni ….) (per e-mail o CD, in
formato JPG, risoluzione di 72 dpi,
dimensione del lato più lungo pari a
1200 pixel; no manipolazione o fotomontaggi); allegare nella domanda
di partecipazione anche un breve
curriculum.
Termine ultimo per l’invio delle poesie e delle foto è il giorno 1 novembre 2014 (farà fede la data del timbro postale o la data di invio della email) presso la segreteria del Premio
“Natale” – Città di Tremestieri
Etneo, Parrocchia S. Maria della
Pace - Chiesa Madre - Via Roma
11/A, 95030 Tremestieri Etneo (CT),
tel. 095 725.20.22 – e-mail:
[email protected].
Solamente per la sezione C, la presentazione degli elaborati può avvenire entro il 20 novembre.
Per partecipare ad una o entrambe le
sezioni A e B (qualunque sia il
numero delle liriche inviate) è richiesto un contributo - per spese di
segreteria - di 10,00 €(per la sezione
C non è previsto alcun contributo),
da inviare in contanti o a mezzo
assegno circolare o bancario o vaglia
L
postale intestato a Dott. Vincenzo
Caruso o a mezzo c.c.p. N.
11788957 intestato a Parrocchia S.
Maria della Pace – Chiesa Madre –
via Roma 11/A, 95030 Tremestieri
Etneo (CT).
Per partecipare alla sezione di fotografia è richiesta
una quota di partecipazione di 10,00 €.
Per ulteriori informazioni
telefonare in Parrocchia al
n. 095 7252022 e consultare il sito web del Premio
http://www.premiopoesianatale.it e/o la pagina di
Facebook “Premio Natale
– Città di Tremestieri
Etneo”, e-mail: [email protected] e [email protected] o telefonare al 333.6785468.
Premiazione: sabato 10
gennaio 2015, alle ore
18.00, presso la Parrocchia S. Maria della Pace.
I premi dovranno essere
ritirati personalmente dagli
autori nel corso delle relative cerimonie di premiazione (pena la perdita del
premio in denaro):
- per la poesia in lingua italiana: targa e 250,00 € al primo classificato
(tra le sezioni A e B);
- per la poesia in lingua siciliana: targa e 150,00 € al primo classificato
(tra le sezioni A e B);
- “Targa Rino Giacone” (XVII edz.)
e “Targa Giovanna Finocchiaro Chi-
mirri” (XVI edz.) assegnate, come
2° premio ex aequo, a due liriche
delle sezioni A e/o B: 100,00 €;
- “Targa Padre Consoli” (XV edz.)
per la sezione di poesia e “Targa D’Inessa” (IX edz.) per la sezione di
grafica: assegnate agli istituti scolastici particolarmente distintisi nella
partecipazione al Premio;
- menzioni speciali: “Targa
Rosetta Zaita” e “Targa Cinzia
Parisi” a poesie di alunni particolarmente meritevoli;
- per la sezione di fotografia (V
edz.): targa e 100,00 €alla foto
prima classificata.
Ed inoltre: targhe alle liriche e
foto meritevoli di segnalazione
di tutte le sezioni e, per tutti gli
autori premiati e segnalati, la
pubblicazione delle opere nel
26° Quaderno antologico della
Collana Premio Natale che
sarà disponibile, al costo di
stampa, durante la cerimonia di
premiazione (e che potrà essere
richiesto allegando la somma
di 5,00 € per le spese di spedizione).
I poeti ed autori vincitori di primi premi nelle ultime tre edizioni del Premio non potranno
ottenere analogo riconoscimento nelle sezioni e premi di
riferimento.
Tutti gli autori premiati e segnalati e
le segreterie delle scuole partecipanti riceveranno apposita comunicazio-
ne. I risultati del Premio saranno
pubblicati sulla rivista “La nuova
Tribuna Letteraria” e disponibili on
line sui siti www.literary.it/premi/,
www.concorsiletterari.it/ e, unitamente al testo delle liriche vincitrici,
anche sul sito del Premio www.premiopoesianatale.it.
Il giudizio dato dalle giurie (i componenti delle sezioni A, B, C, di grafica e di fotografia saranno resi noti
nei verbali di giuria delle singole
sezioni) è insindacabile.
La partecipazione al Premio comporta l’accettazione di tutte le norme
che lo regolano (in particolare, la
dichiarazione da parte dell’Autore
che le opere presentate sono di esclusiva e personale creatività, la concessione della possibilità di pubblicazione delle liriche, foto e disegni
senza nulla avere e pretendere ed il
consenso al trattamento dei dati personali per i fini e gli scopi connessi
allo svolgimento del Premio).
L’Organizzazione e la Segreteria del
Premio si riservano di variare la data
della cerimonia di premiazione per
eventuali cause impreviste di forza
maggiore.
Il Segretario del Premio
Dott. Vincenzo Caruso
Il Parroco
Sac. Salvatore Scuderi
Parrocchia “Beato Card. G.B. Dusmet” Montepalma (Misterbianco - Ct)
Solenni festeggiamenti in onore del
“Beato
Card. G.B.
Dusmet”
Domenica 5 ottobre
ore 9,30 in via Milano: Accoglien za dell ’urna
reli quiaria accompagnata dall’Arcivescovo
Metropolita S.E.R. Mons. Salvatore Gristina e dal
clero della Basilica Cattedrale. Presenzieranno il
Signor Sindaco Dott. Nino Di Guardo e le Autorità civili e militari del Comune di Misterbianco.
Inaugurazione del monumento dedicato al
Beato e processione verso la parrocchia per le
vie: Milano, Livorno, Bologna.
Celebrazione Eucaristica presieduta dall’Arcivescovo
Cerimonia di dedicazione dello spazio antistante
la chiesa Largo Beato Cardinale G.B. Dusmet.
ore 18,30 Celebrazione Eucaristica presieduta
dal dom Vittorio Rizzone osb, priore del Monastero Benedettino di Nicolosi. Fiaccolata verso il
monumento del Beato Dusmet di via Milano e
benedizione con le reliquie.
Martedì 7 ottobre
Memoria della Madonna del Rosario
In mattinata: Visita della Reliquia presso alcuni
infermi a domicilio della parrocchia.
ore 16,30 Pomeriggio Giovani e Adolescenti
“Love Revolution”: Momento di evangelizzazione e di festa con i gruppi giovanili della parrocchia organizzato dalla Pastorale giovanile della
diocesi di Acireale.
ore 18,30 Celebrazione Eucaristica presieduta
dal Rev.mo Sac. Mario Gullo, Direttore UPG della Diocesi di Acireale. Atto di affidamento delle
Mamme al Beato Cardinale.
Triduo in preparazione alla festa esterna
Giovedì 9 ottobre
ore 18,30 Celebrazione Eucaristica Vicariale
dei gruppi “Caritas” delle parrocchie dell’VIII
Vicariato Misterbianco centro e frazioni (Lineri-Belsito-Serra), Motta S. Anastasia e Piano
Tavola accompagnati dai Rev.mi parroci. Presiede il Sac. Piero Galvano, direttore della Caritas
diocesana.
Venerdì 10 ottobre
ore 17,15 “Due Beati per il tessuto sociale della Chiesa di Catania: G.B. Dusmet e M. Morano”.
Conferenza tenuta dal Rev.mo
Mons. Gaetano Zito, Vicario episcopale per la cultura in occasione
del Ventennale della Beatificazione di Madre Maddalena Morano
(1994 - 2014). Saranno presenti le
Comunità educanti delle Figlie di
Maria Ausiliatrice dell’Ispettoria
di Sicilia.
ore 18,30 Celebrazione Eucaristica e atto di affidamento e mandato ai catechisti parrocchiali.
ore 20,30 Cena di solidarietà.
Sabato 11 ottobre
ore 18,30 FESTA DELLA
FAMIGLIA: Celebrazione
Eucaristica presieduta dal Rev.mo
Sac. Salvatore Bucolo, direttore
dell’Ufficio Diocesano di Pastorale Familiare. Durante la S. Messa
Atto di affidamento delle famiglie al Beato e rinnovo degli
anniversari di matrimonio.
ore 20,00 Commedia teatrale
“La Fortuna con la F maiuscola” preparata dal gruppo teatrale
parrocchiale “La Dusmet” guidati
dal Mº Pippo Virgata.
“Sagra del Panettello ”: pane
condito con salsiccia e bevanda.
Domenica 12 ottobre
Giornata della festa esterna
ore 10.00 Celebrazione Eucaristica
ore 18,30 Solenne Celebrazione Eucaristica
Processione con l’urna reliquiaria e la stat ua
del Beato Cardinale portati a spalla dei giovani
devoti e dai papà componenti del Nascente Circolo Beato Cardinale
Al rientro spettacolo di fuochi pirotecnici,
Benedizione e saluto all’urna reliquiaria.
Durante la settimana di festa
• La chiesa resterà aperta per la venerazione
dell’urna reliquiaria negli orari 8,00-12,00 e
15,30-21,00.
In questi orari, ai piedi dell’urna del Beato
Dusmet, viene promossa dal gruppo parrocchiale
delle giovani mamme e della Caritas una raccolta
di generi alimentari a favore delle opere assistenziali a domicilio.
Il parroco Sac. Ambrogio Monforte
e il Circolo Beato Cardinale Dusmet
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Prospettive - 5 ottobre 2014
IN PRIMOPIANO
Álvaro del Portillo: una beatificazione all’insegna della solidarietà
40 iniziative contro la povertà
a cerimonia di beatificazione di Mons. Álvaro del Portillo, a Valdebebas
(Madrid), nel centenario della nascita (1914-1994), presieduta dal cardinale Angelo Amato, prefetto della
Congregazione per le Cause dei Santi, ha segnato una tappa importante
nel cammino dell’Opus Dei e la partecipazione di oltre centomila persone provenienti da 80 Paesi è segno
che il piccolo seme è germogliato e
diffuso nel mondo.
Dal cielo, anche il successore di San
Josemaría Escrivà de Balaguer, guida i passi del cammino verso la santità, che si manifesta e si conquista
non facendo grandi cose, ma facendo
bene ogni cosa, anche nell’ordinarietà del quotidiano.
Un nuovo profumo si diffonde nel
mondo per bonificare i miasmi dei
vizi, “ostentati con arrogante insistenza” e l’azione dell’Opus Dei
scorre come linfa vitale nel tessuto
della società umana.
La santità che si manifesta nelle piccole cose diventa concretezza e
segno visibile nelle 40 iniziative
contro la povertà che sono state programmate in occasione della solenne
beatificazione e tra queste la costruzione di un padiglione pediatrico
materno-infantile nel Niger Founda-
L
tion Hospital and Diagnostic Centre,
in Nigeria, che potrà realizzare
12.000 visite ambulatoriali l’anno,
ed anche altre opere assistenziali in
Costa d’Avorio e nella Repubblica
del Congo, oltre alle borse di studio
a Roma per sacerdoti africani.
Lo spirito di amore fraterno e di solidarietà verso chi ha più bisogno, che
ha caratterizzato la vita di don Álvaro del Portillo, sin dal suo impegno
nelle catechesi per i giovani delle
borgate di Madrid degli anni 30,
seguendo l’esempio di san Josemaría, continua ancora oggi con le iniziative di solidarietà, attraverso i
progetti sociali e educativi in tutto il
mondo.
Come ha detto il carmelitano Padre
Antonio Maria Sicari, in occasione
della presentazione del libro “Àlvaro
del Portillo, il primo successore di
san Josemaría alla guida dell’Opus
Dei”, tradotto in italiano dall’originale spagnolo e pubblicato dalle Edizioni Ares, presso la Pontificia Università della Santa Croce, “Ciò che
maggiormente risalta è l’incontro
felice tra un Fondatore, ricco di carisma e di passione e un primo discepolo, presto riconosciuto come tale.
Il nome che deve essere dato a questo ‘incontro felice’ è la parola
‘fedeltà’, ma intesa in senso molto
profondo e bidirezionale, che va,
cioè, dal Fondatore-Padre al discepolo-Figlio e dal discepolo-Figlio al
Fondatore-Padre”.
Ora dal cielo due stelle illuminano il
cammino dell’Opus Dei nel servizio
alla Chiesa e nell’apostolato che guida alla santità, attraverso l’ordinarietà della vita quotidiana.
L’umiltà e la fedeltà, che sono i binari della santità di don Álvaro, diventano lezione e proposta di rinnovamento spirituale per tutti i cristiani.
La vita del nuovo Beato, ha scritto
Papa Francesco in un messaggio
indirizzato a Mons. Javier Echevarría, prelato dell’Opus Dei, “ci insegna che nella semplicità e nella quotidianità della nostra vita possiamo
trovare un cammino sicuro di santità. Il suo esempio costituisce un invito a non temere di andare controcorrente e di soffrire per l’annuncio del
Vangelo”.
Le metodologie e le tecniche del servizio, sono indicate dall’esemplarità
di Mons. Alvaro, il quale “servì con
un cuore spoglio d’interessi mondani, alieno alla discordia, accogliente
con tutti e sempre alla ricerca del
buono negli altri, di ciò che unisce”
e nei momenti di grande difficoltà
trovava la soluzione nella preghiera,
nel perdono e nella carità sincera.
Fedeltà e libertà s’intrecciano nella
testimonianza cristiana e il nuovo
Beato diventa modello da imitare,
avendo testimoniato che nella semplicità e nella quotidianità della
nostra vita possiamo trovare un cammino sicuro di santità.
Don Alvaro fu, infatti, un uomo, un
sacerdote, un vescovo pieno di allegria, “Pastore secondo il cuore di
Gesù, operoso ministro della Chiesa” come ha detto il Card. Amato
nell’omelia della cerimonia di beatificazione, e sebbene il suo cammino
si sviluppasse nel corso di una vita
ordinaria, “compì cose straordinarie,
perché è stato trasparente e disponibile per l’Opera di Dio”.
Il Condottiero
Nel cantiere dell’educazione 10 punti per una nuova etica professionale
a missione della
scuola è di sviluppare il senso del vero, il senso del
bene e il senso del bello”. È questa
un’espressione di Papa Francesco
pronunziata durante l’incontro con
gli studenti il 10 maggio scorso a
Piazza San Pietro.
Il compito della scuola e l’oggetto
dell’educazione sono così sintetizzati in queste tre parole: il vero, il bene
e il bello, come d’altronde tutta la
ricerca letteraria e l’ansia dell’uomo
moderno. Se, infatti, ci facciamo
caso, nonostante le discipline siano
tante, hanno questa triade come
comune denominatore.
A questa proposta educativa che passa attraverso le discipline scolastiche
che insegnano cose vere, guidano
alla ricerca della verità, aiutano a
scoprire il senso della bellezza e della bontà nelle cose, nell’arte, nella
natura, nelle persone, si contrappongono i teoremi ideologici del neoliberismo economico e del postmodernismo culturale che caratterizza la
nostra società, dominata dalla “dittatura di un’economia senza volto e
senza uno scopo veramente umano”.
Il pensiero debole, espressione del
neoliberismo postmoderno, ha portato al trionfo dell’individualismo antisolidale, escludente ed emarginante,
che spinge verso una competizione
egoistica, ossessiva e spietata ed ha
prodotto un sistema economico
ingiusto alla radice, un male annidato proprio nelle strutture della società che alimenta uno squilibrio antropologico e sociale veramente drammatico.
Sul piano educativo occorre contrastare con coraggio e costanza l’individualismo e il competitivismo e
questa proposta educativa s’inscrive
in una visione molto più ampia che
implichi la lotta al neoliberismo sul
piano politico economico e al post-
“L
Dalla cattedra alla testimonianza
moderno sul piano culturale.
Il personalismo liberatore di Papa
Bergoglio innerva una pedagogia
critica, un’educazione che insegni a
pensare in modo critico e che offra
un percorso di maturazione nei valori.
Ed ecco l’azione della scuola e degli
educatori:
Educare non è un mestiere, è un
do si manifesta come un atto di amore, un dare vita, anzi dare la miglior
vita e quindi le conoscenze e le competenze più vere e più utili alla crescita.
La competenza professionale sta alla
base e si nutre di costante aggiornamento didattico e metodologico, poiché l’educazione è un cantiere aperto e ciascuno collabora e apporta il
atteggiamento, un modo di essere,
significa scommettere e dare un contributo nel presente e nel futuro. Per
educare occorre uscire da se stessi ed
aprirsi agli studenti, accompagnarli
nelle tappe della crescita, stare
accanto, prendersi cura, camminare
insieme, donare loro speranza, ottimismo, insegnare a vedere la bellezza e la bontà della creazione.
Le conoscenze e i valori non si trasmettono con le sole parole, ma
ancor più con la testimonianza e la
coerenza della vita. L’educazione è,
infatti, una delle sfide più importanti
e diventa efficace e produttiva quan-
proprio contributo.
Sono 10 i punti di un’educazione eticamente nuova e rinnovata, quasi un
decalogo per una scuola etica:
Insegnare la generosità, la benevolenza e il primato del bene comune.
Non consentire che la mentalità individualista e competitiva prevalga
nella scuola.
- Sostenere i principi di fratellanza
solidale, combattere ogni forma di
discriminazione e di pregiudizio.
- Sviluppare il senso critico per affinare il senso etico e migliorare la
creatività, le risorse e le capacità personali.
- Attivare una relazione educativa
intessuta di attenzione, di ascolto e
di dialogo per crescere e camminare
insieme.
- Costruire un clima di collaborazione e di cooperazione educativa,
abbattendo le barriere della competizione, della manipolazione, degli
intrighi e dei favoritismi.
- Stimolare nel processo educativo
un’efficace trasformazione che favorisca l’autodeterminazione, la liberà
e la responsabilità personale, attivando esperienze ed interventi coerenti.
- Far comprendere che i diritti della
persona superano l’individualismo,
consentendo a tutti di realizzare
effettivamente le proprie idealità.
“Una persona matura, una società
matura, sarà quella la cui libertà sia
pienamente responsabile e basata
sull’amore”.
- Educare alla solidarietà, insegnando ad essere buoni e generosi, creando una nuova mentalità che guidi a
pensare in termini di comunità e di
bene comune.
- Sollecitare la responsabilità ed il
protagonismo di ciascuno, capace di
trasformare la società, superando il
conformismo e le regole del consumismo.
- Spingere gli studenti a essere il
numero uno non solo nei risultati
scolastici, ma anche nella capacità
donare e di essere un dono per gli
altri: un’eccellenza nella solidarietà.“Se nelle nostre scuole non viene
data vita ad un nuovo modo di essere uomini e donne, ad un’altra cultura e ad un’altra società, stiamo perdendo tempo e fallisce la nostra missione educativa “ J.M. Bergoglio:
Scegliere la vita.
A questa elencazione teorica di prin-
cipi e di regole corrisponde una specifica domanda e attesa da parte dei
giovani i quali chiedono di incontrare persone ed educatori significativi.
Nel volume Il colore prima del Blu e
La luce nei tuoi occhi, Alessandro
Ribecca, padre di famiglia ha scritto:
Vorrei un educatore che s’interessi
alla mia storia prima di raccontarmi
la sua ed ho bisogno di un educatore
che mi ascolti.
Vorrei un educatore che a fine incontro non mi dica “ci vediamo venerdì
prossimo”, ma “ci sentiamo in settimana”.
[… ] Vorrei un educatore che m’insegni a vivere, a guardare la realtà e
che mi aiuti a non perdermi nella
fase d’immersione e che sia pronto a
darmi una mano.
Vorrei un educatore che non cerchi
di conquistarmi con il suo buonismo, ma che se serve mi rimproveri,
senza paura che me ne vada. Voglio,
però, un educatore che non mi
richiami davanti a tutti se arrivo in
ritardo, ma mi accolga a braccia
aperte, perché è felice che ci sia
anch’io.
Vorrei un educatore che […] m’insegni a scoprire la mia strada, le mie
capacità, che mi aiuti a comprendere chi sono io. Un educatore che non
mi dica cosa devo fare, ma che, piuttosto, m’insegni a fare scelte coerenti con la mia persona perché ogni
scelta mi definisce.
Non sarà facile rispondere a tutti
questi “vorrei”, ma è necessario
camminare verso questa direzione e
dando la mano si forma una lunga
catena che favorisce l’andare avanti
e puntare in alto.
GiAd
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Prospettive - 5 ottobre 2014
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Prospettive - 5 ottobre 2014
Lo Studio Teologico San Paolo ripropone la Scuola di formazione all’impegno sociale e politico
Dal disimpegno alla responsabilità
’Ufficio diocesano per i
problemi sociali e il
lavoro anche in questo nuovo anno
pastorale 2014/2015 propone, per il
terzo anno consecutivo, in collaborazione con lo Studio teologico S. Paolo, la Scuola di formazione all’impegno sociale e politico. La riuscita e
l’accoglienza dell’iniziativa negli
anni scorsi incoraggia a proseguire
questa esperienza, che tanti laici
hanno trovato interessante, nuova,
stimolante di fronte alla stagnazione
generale e all’indifferenza che tante
persone vivono nei confronti della
vita sociale e politica. E infatti,
abbiamo potuto constatare che l’interesse dei molti allievi (160 circa in
questi due anni) per la Scuola di
politica non si è fermato solo al desiderio di apprendere nuove conoscenze (come ad esempio la Dottrina
sociale della Chiesa), ma si è tradotto in iniziative concrete, per cui alcuni allievi hanno coinvolto le loro
comunità parrocchiali in incontri su
alcune questioni che interpellano
oggi la società. L’espressione più
interessante dell’esperienza della
Scuola è stata la formazione del
“Laboratorio per la città” a cui hanno aderito parecchi allievi. In questo
anno trascorso, il “Laboratorio” ha
portato avanti due importanti iniziative: con la prima sono state affrontate le problematiche del lavoro a
Catania e con la seconda è stato
aperto il dibattito sul “Registro delle
unioni civili”. Alla fine di settembre
2013, il “Laboratorio” ha invitato
enti, associazioni, sindacati, per
costituire un tavolo denominato
“Patto per il lavoro”, allo scopo di
individuare le opportunità di lavoro
presenti nel nostro territorio. Le conclusioni e le proposte concrete sono
state presentate all’Amministrazione
comunale alla fine di aprile 2014.
Sulle “unioni civili”, il “Laborato-
L
rio” ha organizzato degli incontri sul
senso del matrimonio e della famiglia, considerati già dal punto di
vista naturale e come “il genoma che
fa vivere la società” (secondo la felice espressione del sociologo P.P.
Donati). Alla fine è stato prodotto un
documento presentato all’Amministrazione comunale e dibattuto con
alcuni membri del “Laboratorio” in
seno ad alcune commissioni consiliari. Certo, il risultato della votazione al Consiglio comunale è stato
opposto a quello che ci si aspettava
(ma d’altronde, è bene ricordare che
la delibera della Giunta Bianco passò per un solo voto!). Tuttavia, crediamo di aver suscitato in tante persone un senso critico con cui porsi di
fronte a certe atteggiamenti conformisti della nostra attuale società,
dove diventa giusto e da approvare
l’andazzo della maggioranza.
L’Ufficio per i problemi sociali e il
lavoro dell’Arcidiocesi di Catania,
con la Scuola prosegue il cammino
avviato già con le nove giornate
sociali diocesane (dal 2005 al 2013)
e con le diverse iniziative da esse
scaturite (via crucis del lavoratore,
incontri con le persone impegnate in
politica, osservatori socio-politici,
ecc.), per creare nella nostra comunità ecclesiale e civile una sensibilità
per la vita socio-politica educando
alla partecipazione e alla cittadinanza attiva.
Con la formazione all’impegno
sociale e politico non vogliamo formare professionisti della politica e
non vogliamo essere collaterali a nessuno, è un servizio aperto a tutti.
Le parole di Benedetto XVI a proposito dell’impegno attivo nella vita
socio-politica costituiscono un forte
stimolo per ogni cristiano che vuol
vivere la carità con un respiro lungo:
“Alla sfiducia verso l’impegno nel
politico e nel sociale, i cristiani, spe-
Notizie in breve dal 6 al 12 ottobre
Dall’Agenda dell’Arcivescovo
Lunedì 6
• Ore 17.15 Catania: inaugura la nuova Sede UCIIM.
• Ore 19.00 Biancavilla, Chiesa Madre: celebra la S. Messa per la festa
di S. Placido.
Martedì 7
• Ore 9.00 Arcivescovado: udienze.
• Ore 18.30 Gravina, parrocchia S. Paolo: celebra la S. Messa e presenta il nuovo parroco, Sac. Gianluca Giacona.
Mercoledì 8
• Ore 9.30 Catania, parrocchia S. Giovanni Evangelista: incontra il Giovane Clero.
• Ore 18.00 Catania, parrocchia S. Euplio: celebra la S. Messa e presenta il nuovo parroco Sac. Fausto Grimaldi.
Giovedì 9 - Sabato 11
• Palermo: prende parte ai lavori della Conferenza Episcopale Siciliana.
Domenica 12
• Ore 10.00 S. Agata Li Battiati, parrocchia Maria SS. Annunziata:
celebra la S. Messa per l’inizio della Visita pastorale e amministra il
sacramento della Confermazione.
• Ore 18.00 Adrano, parrocchia S. Paolo: celebra la S. Messa e amministra il sacramento della confermazione.
®
cialmente i giovani sono chiamati a
contrapporre l’impegno e l’amore
per la responsabilità, animati dalla
carità evangelica, che chiede di non
rinchiudersi in se stessi, ma di farsi
carico degli altri”. E per i giovani, in
particolare, il pontefice emerito
aggiungeva “l’invito a pensare in
grande: abbiate il coraggio di osare.
Siate pronti a dare nuovo sapore
all’intera società civile, con il sale
dell’onestà e dell’altruismo disinteressato” (Incontro con la cittadinanza di San Sepolcro, 13 maggio
2012).
Piero Sapienza
Notizie sul programma e informazioni sulle iscrizioni
Obiettivo della Scuola
formare la coscienza delle persone
alla partecipazione attiva e alla cittadinanza responsabile nelle molteplici
articolazioni della vita della polis, per
il perseguimento del bene comune, in
vista di un rinnovamento della vita
sociale e politica.
Percorsi formativi
alla luce della Dottrina sociale della
Chiesa, coniugando contenuti teologici ed etici, con l’apporto di altre discipline, si offrono gli strumenti essenziali per operare un discernimento,
personale e comunitario, sulle complesse problematiche della nostra
società.
Metodologia
lezioni frontali, laboratori, seminari di
approfondimento;
tavole rotonde, conferenze con relatori invitati;
presentazione di testimoni eccellenti
della vita politica (es. La Pira, De
Gasperi, Toniolo, Dossetti).
Durata del corso
un anno: dalla fine di ottobre alla fine
di maggio. Sarà suddiviso in due par-
ti: da ottobre a metà dicembre e da
metà gennaio a fine maggio. A conclusione, dopo opportune verifiche
(anche attraverso la partecipazione ai
seminari), sarà rilasciato un attestato
di partecipazione. Si possono acquisire “ECTS”.
Sede della Scuola
Seminario arcivescovile di Catania
(Viale O. da Pordenone 24).
Giorno: ogni sabato dalle ore 9,00
alle ore 12,30.
La frequenza è obbligatoria
Docenti
Università di Catania, Studio Teologico S. Paolo. Docenti di altre Università. Esperti.
Discipline
Dottrina sociale della Chiesa (P.
Sapienza), Partecipazione, sussidiaretà, nuova statualità (G. Vecchio), Etica
sociale (G. Schillaci), Cattolicesimo
politico (G. Zito), La Costituzione italiana (A. Cariola), Storia del sindacato in Italia. Politiche sociali e del lavoro (R. Rotolo).
Seminari di studio: Il popolarismo di
L. Sturzo (S. Latora). Europa: oppor-
tunità e problematiche.
NOTE TECNICHE
La Scuola di FISP è aperta a tutte le
persone di buona volontà.
Requisiti: Età: dai 18 anni in su;
diploma di scuola superiore.
Per l’iscrizione
Domanda al Direttore della Scuola
(Sac. prof. Piero Sapienza);
due foto tessera; fotocopia del titolo di
studio (oppure autocertificazione);
contributo: €50,00 (da versare all’atto dell’iscrizione);
inizio iscrizioni: lunedì 1 settembre
2014; termine delle iscrizioni 10 ottobre 2014;
inizio delle lezioni: sabato 25 ottobre
2014, ore 9,00.
per informazioni e iscrizioni: Ufficio
problemi sociali e lavoro, presso
Curia arcivescovile – Via Vittorio
Emanuele 159 – CT. (Tel.
095/2504365) e.mail: [email protected]
®
Avviso importante agli Enti Ecclesiastici
PROROGA TERMINE PRESENTAZIONE
DICHIARAZIONE IMU 2012 E 2013
Con decreto del 23/09/2014 il Ministero dell’Economia e delle Finanze ha prorogato al
30 novembre 2014 il termine per la presentazione della dichiarazione IMU ENC per gli
anni 2012 e 2013.
NOTA: Dopo la presentazione, si invitano i
legali rappresentanti degli enti a fornire copia
della dichiarazione IMU, che riceveranno dai
commercialisti, all’Ufficio Amministrativo
della Curia.
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Prospettive - 5 ottobre 2014
DIOCESI
Biancavilla: 25° anniversario di ordinazione sacerdotale di don Agrippino Salerno
Al servizio di Dio
e del Prossimo
i sono concluse le celebrazioni giubilari a
Biancavilla in occasione del 25°
anniversario di Ordinazione Sacerdotale di don Agrippino Salerno,
Prevosto parroco della Collegiata di
Biancavilla e Presidente dell’Opera
Cenacolo “Cristo Re”. Dall’8 al 29
settembre diverse le iniziative in
chiesa Madre, quali una mostra
vocazionale e fotografica dal titolo
“Eccomi Signore” curata da Antonio
Alessandro Marino Zappalà nonché
uno speciale televisivo su Video Star
sulla vita e il percorso al Sacerdozio
di padre Salerno; inoltre celebrazioni
Eucaristiche, momenti di preghiera e
un convegno. Era il 14 settembre
1989 quando nella Basilica Cattedrale di Catania, veniva ordinato Presbitero don Agrippino Salerno dall’allora Arcivescovo Mons. Luigi Bommarito. Insieme a lui i diaconi don
Pietro Russo di Bronte, don Alfio
S
Sarvà di Biancavilla e Fra Renato
Rubino di Gesù Amore dell’Ordine
dei Carmelitani. E a distanza di ven-
ticinque anni nella nostra Matrice il
Prevosto parroco Salerno ha festeggiato la sua consacrazione a Dio,
nella festa dell’esaltazione della
Santa Croce. La Messa solenne ha
visto l’esecuzione di “Esulta, o Chiesa” da parte della corale polifonica
parrocchiale, scritta appositamente
per l’occasione da Filadelfio Grasso,
nonché la partecipazione di numerosi fedeli che si sono stretti al proprio
Parroco, che con emozione, ha ricordato nella sua omelia questi anni di
servizio a Dio e al prossimo. Prima
della benedizione finale, a porgere
gli auguri della comunità le autorità
civili quali il Sindaco Giuseppe Glorioso e il Presidente del Consiglio
Placido Furnari. E ancora, la segretaria del Consiglio Pastorale Graziella
Neri, il Direttore dell’Opera Cenacolo “Cristo Re”, Giosuè Greco, nonché la cugina Salerno di don Pino a
nome della famiglia e il restauratore
d’arte Salvatore Intressalvi. Infine
sono stati offerti dei doni, in particolare da parte della comunità parroc-
chiale, delle Aggregazioni ecclesiali
e dell’Opera Cenacolo “Cristo Re” è
stato donato un incensiere e una
navetta d’argento cesellato con incastonate le immagini della Madonna
dell’Elemosina, del Sacro Cuore di
Gesù e di Cristo Re, che richiamano
gli incarichi di padre Salerno. L’opera è stata realizzata nella bottega
Benedetto Gelardi di Palermo su
progetto dei simboli di Giuseppe
Santangelo. Mentre il Prevosto ha
offerto alla parrocchia una casula
sacerdotale, confezionata nella sartoria del maestro Salvatore Papotto, i
ricami in oro su tessuto di “moella”
laminato sono di Madre Venera
Sapienza F.d.C.C. e delle sue collaboratrici, mentre il progetto grafico
ed iconografico è stato realizzato da
Giuseppe Santangelo, mentre la raffigurazione della Madonna dell’Elemosina è stata affidata all’artista
Alfio Pappalardo. Infine un bouquet
di 25 rose bianche sono state offerte
da don Agrippino alla Sacra Icona
della Madonna dell’Elemosina. Ultimo appuntamento a conclusione delle celebrazioni giubilari lunedì 29
settembre, quando l’Arcivescovo di
Catania, Mons. Salvatore Gristina ha
presiedeuto in Basilica la Santa Messa.
Antonio Alessandro M. Zappalà
Festa alla Nonnina Maria Parisi per i suoi 100 anni
Un nuovo giorno tempo in più per pregare
ella, intima e sobria, la
festa dei 100 anni della
mamma della nostra consorella, Sr
Vittorina Contarino, Suora Cappuccina del S. Cuore, la nonnina Maria
Parisi, il giorno 24 agosto, alle ore
10.45.
A celebrare l’Eucaristia è stato il
Rev.do Padre Pio Memoria, Cappuccino. Tutto si svolto nella stanza
dove la nonnina risiede, poiché fisicamente, non è in grado di spostamenti, è molto debilitata, ma quello
che impressiona è la lucidità mentale, l’udito perfetto, lo spirito di fede
e l’amore alla preghiera, la serenità
gioiosa, la memoria vivace di tanti
ricordi.
Da alcuni anni, è ospite di noi Suore
Cappuccine del S. Cuore, al Viale M.
Rapisardi 27, assistita amorevolmente dalla figlia Sr Vittorina. Quando
andiamo a farle visita gioisce,
risponde con vivacità, racconta con
precisione.
Per la festa dei suoi 100 anni, la
figlia ha affrontato tante difficoltà
perché si è fatta tanto pregare, una
volta era sì e l’indomani era no.
Alla fine, il giorno 24 di settembre,
B
si è lasciata vestire dell’abito nuovo,
un bel vestito di velluto color granata, con cappellino analogo! Un gruppo di suore ed amici, di Catania e
anche di Nicolosi, suo paese natale e
di vita, compresa la figlia e i nipoti,
le facevano corona con grande affetto, per la Santa Messa.
Seduta come sempre notte e giorno
nella sua poltrona, la festeggiata
durante la Messa ha sorpreso tutti,
per essersi resa partecipe attivamente al Santo Sacrificio, unendosi ai
canti da lei stessa scelti e voluti. Nessun segno di stanchezza o dare prova
di voler subito finire, sorrideva al
canto del celebrante, tanto adattato
alla sua persona!
Prima della benedizione, non poteva
mancare un profilo biografico, preparato dalla figlia Sr Vittorina:
“Mia mamma, Maria Grazia Parisi,
nacque a Nicolosi il 14.08.1914. Di
famiglia numerosa (9 figli), fin da
piccola ha conosciuto la fatica e la
povertà. È stata sempre umile, semplice, laboriosa, pronta e premurosa
nei bisogni altrui, servizievole e
generosa.
Per la famiglia sacrificò la sua vita
con lavori pesanti, parchè rimase
vedova, molto giovane con due
figlie, quindi si dedicò al lavoro dei
campi, a pulire le Chiese con amore
e dedizione. Avanzando negli anni,
con la sua lucidità e grande fede,
non ha smesso di dare frutti evangelici con la preghiera e la buona parola a chi viene a visitarla.
Dice il salmo: “Nella vecchiaia
daranno ancora frutti”(Salmo 92).
Questa è stata ed è mia madre! Veramente donna forte nella fede, pur se
provata da sofferenze e povertà! Nei
momenti più dolorosi ha alzato sempre lo sguardo a Colui che hanno
trafitto, e da Lui ha ricevuto luce,
forza, conforto. Ha amato tanto il
Signore e la sua dolce Mamma, la
Vergine Maria. Il suo orologio, oggi,
come quello di una volta è ”il sole”.
Se vede tramontare il sole, con la
corona in mano, mi dice: Guarda
dov’è il sole, preghiamo il Rosario”.
Così la mattina... Il sole per lei è un
preciso richiamo a pregare. Ora, è
fiduciosa nell’aiuto di Dio, va avanti, anche nell’oscurità della prova
come insegna il Salmo 22: “Anche
se andassi per valle oscura, non
avrei timore, perché tu sei con me”.
La gente del paese che conosce bene
le qualità di mia madre, con meraviglia mi dice sempre: “Quanto ha
lavorato sua madre!... I vicini di
casa la ricordano con affetto e stima
e come generosa benefattrice nelle
loro difficoltà.
La mia cara mamma, fedele a Dio,
ha salito e sale ancora la ripida
montagna della sofferenza fisica, in
ogni momento della giornata e delle
notti insonni, con cuore puro. Dice il
Signore: “I puri di cuore vedranno
Dio” (Mt 5,8). Così si prepara
all’incontro con il Signore!”
A conclusione della liturgia, un bel
trattenimento, fraterno e gioioso nella sala accanto ha completato la
festosa mattinata.
Quando se ne parla è tanto felice,
commenta che ci sarebbe stata bene
un po’ di musica, e desidera un’altra
festa e Santa Messa per il suo giorno
onomastico, 12 settembre, il SS.mo
Nome di Maria. Il sacerdote è stato
già invitato. Tutto è pronto, lo faremo con grande gioia! Auguri anche
per questo giorno di festa e per altri
100 anni!
Ed eccoci al 12 settembre, si ripete
tutto come il 24 agosto, una intima
Santa Messa, tra amici e suore comprese quelle della nostra Infermeria,
tanti amici e anche un bel gradito
trattenimento.
Auguri alla nonnina, anche per questo giorno Onomastico!
Sr Generosa Genchi
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Prospettive - 5 ottobre 2014
DIOCESI
Trecastagni: 50° anniversario di sacerdozio di Padre Alfio Torrisi
n grande dono di Dio.
Giovanni Paolo II, nel
giubileo della sua ordinazione, definisce il sacerdozio “Dono e Mistero”. Il sacerdozio ministeriale è
veramente un grande dono. Dono
perché è Dio che chiama, che sceglie. “Non voi avete scelto me ma io
ho scelto voi e vi ho mandato perché
portiate frutto e il vostro frutto
rimanga” (Gv. 15.16) “e nessuno
può attribuirsi questo onore se non
chi è chiamato” (Es. 5.4). Lo sa bene
questo padre Alfio Torrisi, rettore e
parroco del santuario parrocchia dei
Santi Martiri Alfio, Filadelfo e Cirino che qualche settimana fa ha
festeggiato mezzo secolo di giubileo
sacerdotale. <<Cinquant’anni fa
venivo ordinato sacerdote da Sua
Ecc. Mons. Guido Luigi Bentivoglio
nella chiesa di S. Benedetto a Catania. Ringrazio il Signore per questo
dono che mi ha fatto, nonostante la
mia grande indegnità: il dono del
sacerdozio e il dono d’aver potuto
svolgere il mio ministero pastorale
in questo santuario parrocchia, per
venti anni come vice parroco e per
trenta come parroco>>. Nel 1950,
all’età di dieci anni, padre Torrisi
entra in seminario. <<La mia voca-
U
Il grande dono di Dio
zione è nata in parrocchia – ci racconta -, ricordo che la mia catechista
pregava affinché nel suo gruppo ci
fossero vocazioni sacerdotali, così
come mio zio, padre Salvatore
Romeo. Anche mia mamma pregava
perché io potessi scegliere la via del
sacerdozio e credo che abbia affidato questo suo desiderio a sant’Antonio di Padova>>. Padre Alfio rammenta con grande riconoscenza i
suoi formatori e le guide spirituali
che hanno seguito la sua formazione
in seminario. Non dimentica i suoi
compagni di ordinazione sacerdotale: Benedetto Currao, Giuseppe
Meli, Nunzio Galati, Gaetano Santangelo e Santo Di Guardo, missionario con i Padri del PIME, morto
nelle Filippine.
Cinquant’anni di sacerdozio ministeriale colmi di quella grande fede,
umiltà e umanità che padre Alfio ha
sempre dimostrato nell’aver cura dei
suoi parrocchiani. Intere generazioni sono cresciute con la sua catechesi. La sua intensa missione pastorale
è sempre stata testimoniata da valori
di umiltà e attenzione al prossimo.
Impegnato con i malati e gli anziani
della parrocchia ai quali non fa mai
mancare la sua visita nelle case di
cura ma anche nelle abitazioni private perché “quando ci si mette al
servizio del bisognoso e dell’ammalato ci si arricchisce di tanta grazia”,
Cappellano della Grotta e assistente
spirituale nell’Unitalsi e negli scout,
si è sempre adoperato con grande
zelo, passione e amore perché l’ambiente in cui opera, il santuario parrocchia, sia accogliente per tutti e
soprattutto sia luogo di incontro con
il Signore. <<Prego Dio che nessuna
delle anime a me affidate si perda e
che attraverso la Parola e i sacramenti ciascuno riesca a vivere bene
la propria vita cristiana>>. In particolare ai giovani dà un messaggio
ben preciso: non perdere l’ideale
della vita. <<Il cammino sulla Terra
è difficile, ma tutte le difficoltà si
superano se si segue Gesù e si resta
accanto a sua madre>>. Padre Torrisi durante il suo percorso sacerdotale ha saputo distribuire la grazia di
Dio in tanti modi. Ha saputo creare
quello spirito di comunione che è
proprio delle comunità cristiane. Un
sacerdote che ha fatto della sua vita
un dono a Cristo al servizio della
comunità.
Caterina Maria Torrisi
Ottobre Missionario 2014
Le Chiese del Sud del mondo
hanno bisogno di sacerdoti
a presenza di sacerdoti
locali è di fondamentale
importanza per la missione delle giovani chiese. Essi sono in grado, più
di ogni altro, di comprendere i bisogni della gente, di assistere i dubbiosi, di incoraggiare i ferventi, di invitare i lontani nella famiglia estesa di
Dio. Sono loro che traducono, nella
parola e nella testimonianza di vita,
la missionarietà della Chiesa universale e il suo amore per tutti i popoli
e tutte le culture.
In molti Paesi il loro numero, pur in
aumento, è ancora assolutamente
insufficiente rispetto alla densità della popolazione e alla vastità dei territori. Vi sono fedeli che devono percorrere a piedi decine di chilometri
per partecipare alla Santa Messa e
villaggi dove il sacerdote si può
recare solo una volta l’anno.
Lì dove è più alto il numero delle
persone per ogni sacerdote, come in
Africa e in Asia, si registra anche il
maggior numero di vocazioni al
ministero sacerdotale e alla vita religiosa, molte delle quali però devono
essere respinte per l’insufficienza
dei mezzi e delle strutture necessarie
alla loro formazione.
Pertanto lanciamo un appello a tutti i
parroci e a tutti i cattolici di buona
volontà affinché si facciano portavoce delle esigenze delle giovani chiese di missione e promotori dell’Opera San Pietro Apostolo. Quest’Opera, come le altre delle Pontificie
Opere, si ispira allo spirito di comunione che animava le prime comunità cristiane, per cui chi aveva dei
beni li metteva a disposizione dei più
bisognosi.
Invitiamo tutti ad adottare un seminarista. L’adozione missionaria può
essere sottoscritta da persone singole, famiglie, gruppi, comunità parrocchiali o religiose, scuole. Si può
chiedere che l’adozione sia dedicata
al ricordo di una persona cara, al suf-
L
fragio di un defunto, alla memoria di
una particolare circostanza.
Ogni adottante è libero di indicare il
contributo economico per il quale
intende impegnarsi. A puro titolo di
orientamento la direzione nazionale
dell’Opera suggerisce la somma di €
250,00 (in 5 anni) quale contributo al
mantenimento di un seminarista
(adozione parziale), mentre per il
suo mantenimento completo l’Opera
suggerisce la somma di € 2.600,00
(in 5 anni) (adozione totale). Gli
importi indicati possono essere
inviati con un unico versamento o
con più rate nell’arco di 5 anni. È
possibile sottoscrivere un’adozione
perpetua con il versamento unico di
€ 7.750,00 la cui rendita viene
annualmente destinata al manteni-
mento di un seminarista.
Gli adottanti, oltre a partecipare ai
frutti spirituali della Santa Messa
che viene celebrata ogni giorno a
Lisieux sulla tomba di Santa Teresa
del Bambino Gesù, beneficiano delle preghiere che quotidianamente
sono elevate al Signore dai seminaristi da essi assistiti e da quanti hanno
raggiunto il sacerdozio grazie anche
al loro sostegno materiale. Per saperne di più, rivolgersi all’Ufficio Missionario di Catania in Arcivescovado
nei giorni di lunedì e venerdì (h
10,00 – 12,00) o al direttore, don
Salvatore Cardile (cell. 3494949215
oppure
alla
sig.ra
Tazzer
3463842576).
Equipe ufficio missionario
Ufficio Missionario diocesano
Mission
Fest 2014
Carissimi amici,
anche quest’anno noi missionari
del PIME assieme alla Pastorale
Familiare siamo lieti di invitarvi
alla nostra Festa Missionaria,
Domenica 5 ottobre p.v. dalle ore
9,30 alle ore 17,00. È bello
ritrovarci in questa occasione per
rinnovare il nostro spirito missionario e pregare assieme perché il
Vangelo possa raggiungere il cuore
di ogni uomo.
In occasione del Sinodo straordinario voluto dal nostro caro Papa
Francesco quest’anno il tema sarà
incentrato sulla Famiglia.
Sono sicuramente tante le sfide
legate alla famiglia e noi ne
vogliamo sottolineare una, la più
importante: la Famiglia è Missione.
Nel corso della giornata potremo
ascoltare la testimonianza di
Simone e Irene: sposi da 13 anni e
genitori di 4 bambini. Quattro anni
fa hanno avuto il coraggio di lasciare tutto e di partire con i loro bambini alla volta della Thailandia.
Con noi ci sarà anche p. Salvatore
Bucolo, responsabile dell’Ufficio
per la Pastorale Familiare della
nostra Diocesi e ci aiuterà a riflettere su questo tema e a trarre delle
conclusioni importanti per tutti noi.
Vi aspettiamo numerosi
p. Salvatore Cardile
&
entralino Curia Arcivescovile di CT
095/31.26.20
095/25.04.306
346/3842521
095/25.04.309
Arcivescovo
Segreteria Arcivescovile
Segreteria Arcivescovile
Vicario Generale
095/25.04.311
095/715.90.62
346/38.42.808
346/38.42.912
346/38.42.545
centralino
centralino
centralino
centralino
centralino
curia
curia
curia
curia
curia
Avviso ai lettori
Archivio Prospettive
È possibile consultare l’archivio completo dei numeri precedenti di
Prospettive inerenti all’intero anno 2012 e parte del 2013 direttamente sul
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di copie in archivio avviene solo nella sede del periodico. Inoltre
l’abbonamento può effettuarsi anche online.
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Prospettive - 5 ottobre 2014
DIOCESI
Riflessioni sul Vangelo
LA VIGNA DEVASTATA
XXVII DOM. T.O. / A - Is 5,1-7; Sal 79,9.12-16.19-20; Fil 4,6-9; Mt 21,33-43
Dopo le cure prodigate, la vigna alla fine
anziché produrre uva produce “acini
acerbi”. Essa diventa una grande delusione per il padrone che ha investito tempo e
denaro. Il padrone, preso dalla stizza,
comunica che cosa ne farà: “Toglierò la
sua siepe e si trasformerà in pascolo;
demolirò il suo muro di cinta e verrà calpestata. La renderò un deserto, non sarà
potata né vangata e vi cresceranno rovi e
pruni; alle nubi comanderò di non mandarvi la pioggia”. È la delusione più gran-
de di chi ha fatto tutto questo per amore:
“Voglio cantare per il mio diletto il mio
cantico d’amore per la sua vigna: Il mio
diletto possedeva una vigna sopra un fertile colle….”. Al di là della letteratura
l’autore sacro precisa: “Ebbene, la vigna
del Signore degli eserciti è la casa di Israele; gli abitanti di Giuda sono la sua piantagione preferita. Egli si aspettava giustizia ed ecco spargimento di sangue, attendeva rettitudine ed ecco grida di oppressi”. All’amore di Dio, attuato nella storia
dell’uomo, questi risponde con violenza ed
oppressione cioè con il contrario dell’amore e quindi della volontà di Dio che è amore. La cosa grave è quando queste cose
sono realizzate dai capi. Ed è Gesù che si
rivolge: “Ai capi dei sacerdoti e agli
anziani del popolo…”, raccontando la
stessa parabola con l’aggravante delle
bastonature dei servi e dell’uccisione del
figlio del padrone. Per dire che la responsabilità di avere avuto il regno di Dio è
grande e che non ci si può sottrarre ad
essa. La mancata presa di responsabilità
comporta che il regno di Dio viene tolto al
popolo a cui era stato e sarà dato ad un
altro popolo: “… a voi sarà tolto il regno
di Dio e sarà dato a un popolo che ne produca i frutti”. Paolo propone ai cristiani
di Filippi di non angustiarsi per nulla, ma
“in ogni circostanza fate presenti a Dio le
vostre richieste con preghiere, suppliche e
ringraziamenti e di lasciarsi custodire dal-
la pace di Dio che supera ogni intelligenza
e lasciarsi custodire i cuori e le menti in
Cristo Gesù”. È chiaro che bisogna superare ogni angustia e ogni ristrettezza mentale per potere agire con responsabilità e
libertà. Nel medesimo tempo Paolo ancora
spiega che la vita del cristiano deve essere
normale: “Quello che è vero, quello che è
nobile, quello che è amabile, quello che è
onorato, ciò che è virtù e ciò che merita
lode, questo sia oggetto dei vostri pensieri”. Quindi la normalità nell’amore di Dio
e del prossimo significa la realizzazione
della cura della vigna e quindi del dono di
Dio agli uomini.
Leone Calambrogio
San Paolo in briciole
La venuta dell’empio 2 Ts 2,9-12
La venuta dell’empio avverrà nella la
potenza di Satana, con ogni specie di
miracoli e segni e prodigi menzogneri e
con tutte le seduzioni dell’iniquità, a danno di quelli che vanno in rovina perché
non accolsero l’amore della verità per
essere salvati. Dio perciò manda loro una
forza di seduzione, perché essi credano
alla menzogna e siano condannati tutti
quelli che, invece di credere alla verità, si
sono compiaciuti dell’iniquità. Paolo però
ringrazia Dio per i fratelli tessalonicesi
chiamati dal Signore perché scelti come
primizia per la salvezza, per mezzo dello
spirito santificatore e della fede nella verità. Sono stati chiamati a questo mediante
il Vangelo per entrare in possesso della
gloria del Signore Gesù Cristo. Li esorta a
stare saldi e a mantenere le tradizioni che
hanno appreso dalla sua parla e dalla sua
lettera. E augura ogni conforto e ogni conferma in ogni parola e parola di bene da
parte di Gesù cristo e da Dio padre nostro
che ha dato una consolazione eterna e una
buona speranza.
L.C.
Gesù è venuto in mezzo a noi come vite e vino di festa: su di lui mi fondo e mi disseto
Nella nostra vigna la vendemmia avviene ogni giorno
Delusioni
Vigna d’uva selvatica in Isaia, vendemmia di sangue nel Vangelo di
Matteo: è la domenica delle delusioni di Dio. Eppure il tradimento dell’uomo non è in grado di fermare il
piano di Dio: la vigna darà frutto.
Sarebbe ingiusto e superficiale.
Occorre mettere in luce profondi
collegamenti con una più generale
situazione sia della comunità cristiana, sia della cultura attuale.
Riprendiamo il tema della Parola di
Dio. Per quanto riguarda la comunità cristiana, dobbiamo constatare,
non senza dolore, che la predicazione ufficiale, anche quando è ben
curata, rischia di essere inefficace
perché è isolata da altre forme di
comunicazione della fede. L’annuncio della Parola di Dio, fatto nei
momenti ufficiali, per raggiungere
capillarmente le intricate situazioni
storiche, richiede di intrecciarsi con
molte altre forme di comunicazione
nella famiglia, nei gruppi di amici,
negli ambiti di impegno comunitario. Non è facile oggi che la nostra
comune conversazione quotidiana
tocchi con semplicità e serietà i temi
relativi alla fede. Si tratta talvolta di
un istintivo senso di rispetto di fronte alle realtà cristiane o di un atteggiamento di riserbo dinanzi ai propri
o altrui sentimenti profondi.
Sincerità
Ma spesso è anche questione di
pigrizia, di disimpegno, di rispetto
umano: ci pare “sconveniente” parlare di Gesù, del nostro misterioso rap-
porto con Dio, delle esigenze evangeliche, dei problemi della vita
ecclesiale, perché intuiamo che questo discorso ci chiede sincerità e fatica o contravviene a quella specie di
congiura del silenzio, che la mentalità corrente ordisce attorno agli argomenti religiosi e cristiani.
La predicazione ufficiale, priva di un
intenso contesto di fede quotidianamente vissuta, parlata, comunicata, a
cui attingere e in cui concretarsi,
rischia o di chiudersi in un astratto
isolamento o di tentare raccordi frettolosi e impacciati con la vita concreta.Anche qui sarebbe semplicistico imputare questa situazione alla
cattiva volontà dei credenti.
Bisogna tener conto delle
condizioni culturali in cui
siamo chiamati a testimoniare la nostra fede.
La difficile comunicazione
nel campo della fede è connessa con i più generali disturbi della comunicazione
sociale. In rapporto al tema
che ci interessa, cioè il difficile accostamento della parola di Dio, pare utile sottolineare particolarmente un
aspetto. La nostra epoca culturale sta subendo le conseguenze di una concezione
incompleta della libertà.
Essa viene confusa con il
potere e il diritto di avere tutto e subito. L’incremento
delle conoscenze scientifiche
e lo sviluppo delle applicazioni tecniche spingono l’uo-
mo a sopravvalutare la sua potenza e
a darsi a una attività produttiva sempre più frenetica: un esempio drammatico e insieme caso limite lo si ha
nell’accumulo degli armamenti.
Come conseguenza l’essere dell’uomo, anziché rivelarsi e costruirsi nel
fare, tende a diluirsi nell’agitazione.
Le coraggiose interrogazioni sulla
realtà profonda dell’uomo lasciano il
posto alle precipitose domande sui
programmi. Ma mentre l’interrogazione sull’essere apre l’uomo ai sorprendenti misteri del reale, la
domanda frettolosa e ristretta sull’agire rinchiude la globalità della realtà entro lo spazio di alcuni pochi pro-
getti umani. La libertà, quando è
vista giustamente come il senso profondo dell’essere umano, è vissuta
come responsabile capacità di disporre di sé in un’attitudine di affidamento al mistero; quando, invece, è
colta solo come qualità dell’agire
immediato, tenta di disporre di sé e
di ogni cosa in un atteggiamento di
orgoglioso e bruciante possesso.
Relazioni
Di qui una frenesia d’azione, un’impazienza di ottenere tutto a breve
scadenza, una brama aggressiva verso i ritmi delle cose e delle relazioni
sociali.
Persino nell’amicizia e nell’amore si vuole ottenere subito e senza
riserve quel gusto dell’incontro
che richiede invece una lunga e
rispettosa pazienza.
In progressione questa gestione
convulsa e superficiale della
libertà si trasforma in una incapacità a capire le leggi dello sviluppo umano. Essa genera perciò una
sfiducia nelle reali possibilità dell’uomo e sfocia in una rinuncia a
vivere la fatica e la responsabilità.
Si attua così quella che Erich
Fromm ha chiamato “fuga dalla
libertà”. Ma anche quando
imbocca la strada della disfatta, la
libertà non rinuncia all’impazienza. Vagheggia una salvezza miracolistica, cioè immagina che oltre
e sul crollo della libertà sorga un
evento di speranza che, però,
riproduce le stesse caratteristiche
di una soluzione illusoria a breve
scadenza; sogna un fatto che dispensa dai tempi lunghi, dai sacrifici e
dalle pazienti maturazioni.
Dobbiamo risalire a queste radici
culturali per interpretare gli atteggiamenti della comunità cristiana verso
la parola di Dio. Nella predicazione
occasionalistica, che strumentalizza
la parola di Dio entro il quadro di
una visione della vita prodotta dai
progetti umani, riaffiora l’impazienza attivistica e orgogliosa della libertà, mentre l’impazienza disfattistica
e tragica influenza quel tipo di predicazione che si affida fideisticamente
al testo biblico senza riuscire a collegarlo con i problemi, le ricerche, le
responsabilità della vita quotidiana.
Dobbiamo essere consapevoli del
fatto che, più o meno, un po’ tutti, in
quanto siamo ancora lontani dall’aver assimilato pienamente la forza
della Parola, oscilliamo tra questi
estremi. È necessario un cammino
paziente e faticoso, uno sforzo sempre rinnovato.
Quanto alla lacunosa comunicazione
della fede entro la trama delle normali relazioni interpersonali, essa
manifesta la superficialità delle
nostre quotidiane conversazioni. Se
queste generali condizioni culturali
influenzano il nostro accesso alla
parola di Dio, si può anche dire che
una rinnovata comprensione e assimilazione della Parola condurrà a
una riscoperta della libertà e a una
benefica trasformazione del costume
sociale.
Padre Angelico Savarino
11
Prospettive - 5 ottobre 2014
l’intervista
Indietro nel tempo intervistando Alexandra Wolff Stommersee
Controcorrente per amore
della ricerca
uò l’attività onirica
diventare lo strumento
per avvicinare due persone? Nel film
“Sogno di prigioniero” del 1935 di
Henry Hathaway, tratto dal romanzo
di George du Maurier, un uomo e
una donna, cresciuti e affezionati sin
da bambini e separati forzatamente
da circostanze esistenziali, si incontrano puntualmente nel sogno tutte le
sere e per tutta la vita sino a morire
quasi contemporaneamente. Come è
sorprendente la coscienza e il mondo
interiore della psiche umana! E io
cari lettori voglio riferirvi di un
sogno fatto qualche giorno fa e che
mi ha permesso di visitare luoghi a
me sconosciuti. Mi trovavo a San
Pietroburgo, nella sede dei zar, il
Palazzo d’inverno, la più imponente
costruzione regale che avessi mai
P
visto, con un prospetto di circa mezzo chilometro. All’interno sontuosi
saloni, elegantissimi lampadari e un
lussuoso arredo degno degli imperatori di Russia di primo novecento. In
quel fasto di Belle Epoque sovietica
ho conosciuto una donna che mi
rivelò di essere vissuta per lungo
tempo a Palermo. Il suo nome Alessandra Wolff Stommersee. Ma
lasciamo che sia lei a parlare e per
far questo tenterò di ricostruire l’incontro avvenuto nella dimensione
evanescente e vaporosa del sogno.
Mi mancava quasi il respiro nel contemplare quell’esplosione di bellezza, quei pendenti di cristallo, quello
scintillio di luci che rendeva quella
dimora la più unica e inimitabile nel
fascino della cultura europea, quando mi si avvicina una donna sui qua-
rant’anni dotata di compostezza ed
eleganza, la quale in una dizione italiana perfetta priva di inflessioni
rivela la sua identità: <<Il mio nome
è Alexandra Wolff Stommersee,
duchessa di Palma e consorte di Giuseppe Tomasi di Lampedusa. Onorata di fare la sua conoscenza!>>.
Al teatro “Verdi “ di Trieste un balletto ispirato al “diario di Anna Frank”
Per non dimenticare un triste passato
l teatro “Verdi” ospita
“Anna Frank. Parole dall’ombra”, spettacolo di
balletto della Imperfect
Dancers Company, una
nuova creazione di Walter Matteini e Ina
Broeckx, su musiche di
Bach, Vivaldi, Haendel,
Benedetto Marcello e
musiche e cori della tradizione ebraica, accompagnata dall’Orchestra
della Fondazione lirica
triestina, diretta da Alvise
Casellati. La performance è ispirata
alla figura di Anna Frank, interpretata da Maria Focaraccio, nel settantesimo anniversario della sua cattura. Il balletto si svolge in concomitanza con le manifestazioni per celebrare la XV giornata europea della
Cultura Ebraica, dedicata quest’anno alla figura femminile.
Il “Diario” infatti è punto di partenza del balletto per riflettere su quell’epoca e le vicende che l’hanno
attraversata, il dramma ma anche il
coraggio di vivere in quei giorni,
visti con gli occhi di una adolescente. Fanno pensare, a questo proposito le parole di Primo Levi che disse
«Una singola Anne Frank detta più
commozione delle miriadi che soffrirono come lei, la cui immagine è
rimasta nell’ombra. Forse è necessario che sia così; se dovessimo e
potessimo soffrire le sofferenze di
tutti, non potremmo vivere», «Se
comprendere è impossibile, conoscere è necessario» e «Tutti coloro
che dimenticano il loro passato,
sono condannati a riviverlo».
La prestigiosa compagnia di danza
contemporanea in residenza al Teatro Verdi di Pisa, è formata da otto
eccellenti danzatori, Ina Broeckx,
I
Stéphanie Cyr, Kayla May Corbin, Ermo Dako, Maria Focarac-
cio, Valerio Iurato, Julio Cesar
Quintanilla Garcia, Armando
Rossi. Imperfect Dancers Company
si è affermata con successo, sia di
pubblico che di critica, anche a livello internazionale, nelle recenti tournée in Europa, Stati Uniti, Africa e
Canada. Scene e costumi sono disegnati da Ina Broeckx, le luci firmate da Bruno Ciulli, libretto a cura di
Walter Matteini e Stefano Mecenate.
L.B.
Ho il respiro mozzato: non sapevo
che l’autore del romanzo “Il Gattopardo” avesse una moglie di origini
baltiche!
<<Capisco la sua sorpresa nel conoscermi… è vero il mio nome, la mia
persona non sono resi celebri nel
panorama culturale europeo, ma sappi che io rimasi legata al mio sposo,
sebbene soffrissi per incompatibilità
di carattere con mia suocera, donna
Beatrice Tasca di Cutò. Conobbi
Giuseppe a Londra nel 1925 e convolai con lui in seconde nozze il 24
agosto del 32 a Riga, capitale della
Lettonia. Al mio tempo fui una donna amata e molto chiacchierata. Il
mio spirito ruggente di donna amante delle lettere e della vita culturale
europea non mi fecero passare inosservata agli occhi dei miei contemporanei. Vissi la mia infanzia e la
mia adolescenza nel palazzo degli
zar, dato che mio padre, Boris Wolff
Stommersee era un alto dignitario
alla corte di Nicola II.
Erano quegli gli anni in cui la corte
zarista stava vivendo il suo tramonto,
ma non lo spirito letterario che vedeva in Puskin, Tolstoj e Dostoevskij
massimi esponenti. Con l’avvento
delle rivoluzione russa la mia famiglia si trasferì nel castello di Stommersee e lì contrassi matrimonio con
Andrè Pilar, un nobile raffinato e coltissimo, della cui omosessualità si
vociferava e che rimase mio devoto
amico anche dopo il divorzio. Erano
quelli anni tormentati in cui la Lettonia veniva ceduta alla Germania. Io
rimasi in questa terra, in questo amato castello, fino al definitivo spodestamento avvenuto negli anni trenta>>.
Mi pare di aver letto del suo importante contributo nella fondazione
della psicanalisi in Italia?
<<Verissimo! In quel periodo, insieme a mia sorella Lolette, ebbi modo
di studiare la nuova disciplina a
Monaco di Baviera e poi a Berlino
con la direzione di Karl Abrahm e
Felix Bohm.
Conseguito il titolo di psicanalista
associato, lavorai a Londra, in un clima cosmopolita che più mi si adattava e fu lì che conobbi il siciliano
Tomasi di Lampedusa, due anni più
giovane di me, tanto intelligente
quanto colto e timido. Da quel
momento acquisii cittadinanza siciliana, mi trasferii a Palermo, ma la
mia figura di donna divorziata e
sostenitrice di una scienza sovversiva che scruta i segreti dell’anima non
venne accettata immediatamente
dalla società aristocratica e benpensante del capoluogo dell’isola. Furono quelli anni di intenso fervore
scientifico trascorsi tra Roma e
Palermo nello studio di casi della
nevrosi, dell’aggressività delle perversioni e di altri disturbi comportamentali sui quali si taceva per falso
pudore e per ignoranza. Rifondai a
Roma nell’immediato dopoguerra la
Società psicanalitica e ne fui presidente dal 54 al 59. Fui invisa alle
nobildonne siciliane e amata dai colleghi e dagli alunni che ancora oggi
mi ricordano. Oggi la città panormita vanta un importante centro psicanalitico che pulsa del fervore di studi con il quale venne avviato. Mi
spensi all’età di 86 anni e con il mio
sposo riposo nel cimitero dei Cappuccini>>.
Detto questo svanì. Pian piano si
dileguavano le luci e gli sfavilli di
quella corte magnificente. Al mio
risveglio sentivo un profumo soave e
unico nel suo genere: era quello di
una donna che sfidò il pensiero conservatore del suo tempo in nome del
progresso scientifico e dell’amore
per la ricerca.
Stefania Bonifacio
Il mito di Aci e Galatea, retrogusto involontario
del romanzo “Non esistono cose lontane”
ul fascino e interesse
che la decima musa (il
cinema) ha esercitato sugli autori letterari abbiamo riferimenti ‘alti’; per
restare in Sicilia, basterebbe citare
Martoglio, Pirandello e Verga. Non
stupisce quindi che oggi talora si scriva ammiccando al cinema.
È il caso del “Non esistono cose lontane” di Elisabetta Rasy, premio
“Ninfa Galatea” di quest’anno. Il premio, giunto all’VIII edizione, scaturito dalla fervida fantasia e appassionato impegno culturale di Enzo e Sarah
Zappulla, si ispira alla passione della
ninfa Galatea per il pastorello Aci,
stroncata dal ciclope Polifemo, le
lacrime della quale e lei stessa furono
trasformate in fiume per congiungersi
all’amato in mare. Premio al femminile di elevato valore e pregnanza
anche per la location in cui si svolge:
il mitico “Lido dei Ciclopi” nel quale
nell’immediato dopoguerra si esibirono i “grandi” della musica leggera
(Marino Barreto, Platters, Bruno
S
Martino e così via); oggi amministrato dalla società “Gli Ulivi” di Giuseppe Giuffrida, dopo essere stato
confiscato alla mafia.
Nel romanzo, l’intenzione filmica
della Rasy appare più che evidente: il
romanzo procede per flashback e, in
coda al testo, sono pubblicate la
“playlist” e una “nota al testo” buone per la colonna sonora e le riprese
degli ambienti evocati e descritti.
L’allegoria mitologica del luogo e del
premio, densa di segni e significati, si
attaglia particolarmente a questo
romanzo, le cui atmosfere sono gio-
cate sulla cifra sentimentale, seppure
posta di fronte al controvoglia di
alcuni personaggi.
I “piedi per terra” per agganciare
storie vaghe, sognate e sognanti sono
quelli dell’australiana Peggy Taylor,
entrata nella storia per caso, in virtù
del gatto Mariano, totalmente estranea al mondo, alle emozioni e alle
pulsioni che scatena la messa in vendita della cascina “Il girasole” dell’agro di Chiusi (altra indicazione per la
location delle riprese). Il periodo storico abbracciato va dalla fine della
Seconda Guerra all’adesso: mezzo
secolo abbondante nel corso del quale, in Italia e nel mondo, si verificano
mutamenti ed evoluzioni socio-culturali e tecnologici epocali; sorge un
“nuovo ordine” di modalità e idee che
impone adattamenti e aggiornamenti.
L’assoluto immobile è prerogativa del
gatto Mariano e della piccola Betty.
Nel libro, più che una storia complessa una molteplicità di spunti e appunti, ricordi, sensazioni, emozioni, sen-
tire e sentimenti legati a quel prosaico
denominatore comune che potremmo
chiamare “la chimica dell’amore”
(modi, odori, umori, sentori) al quale
per salvare la coscienza attribuiamo
valore morale e sentimentale.
L’alternarsi dei vari flashback sulle
prime un po’ disorienta, poi, quasi
alla metà del romanzo, sprigiona poesia. Rasy disvela e libera un’intensità
poetica sino a quel momento castigata e contenuta; siamo alla terza parte
del romanzo “La cosa più fragile”,
collocata a seguire la brevissima
“Non sempre si può avere ciò che si
vuole” e il proemio “Le ombre erranti”, a precedere “Te, per un’ora” e
“L’ala del destino”, parte finale titolata col verso evocativo, nostalgico e
(nel contesto) cinico della canzone
“Non dimenticar”, poiché “nella storia delle famiglie” (quali esse siano e
son formate) “Non esistono cose lontane”.
Carlo Majorana Gravina
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Prospettive - 5 ottobre 2014
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N° 35 Domenica 5