Gioisci, figlia di Sion, rallegrati con tutto il cuore, figlia di Gerusalemme (Sof 3,14). Bevete la bell’aria di Dio (R. Baden-Powell). L’autore ringrazia tutti coloro che in modi diversi hanno contribuito alla realizzazione di questo volume, in particolare: - il vescovo della diocesi di Frascati: Mons. Raffaello Martinelli, che ha permesso di poter citare, nei paragrafi introduttivi: “La Madonna in pillole”, alcuni brani tratti da: R. MARTINELLI, 50+3 Argomenti, 5° ed. 2008, Libreria Editrice Vaticana, pp. 323-341; - don Romano Nicolini che ha permesso di riprodurre parte di una sua catechesi, qui presente nel settimo capitolo; - Mario Sica che ha permesso di riprodurre due attività, (con varianti mariane), di giochi tratti da M. SICA, Grandi Giochi per lupetti e coccinelle, Ed. Fiordaliso, Roma, 2004; - Andrea Macco che ha rintracciato alcune immagini mariane, tratte dalle riviste dell’Asci; - Franco Vignazia che ha illustrato i venti misteri del rosario, con originali disegni a china; - Flavio Pioppelli che ha trascritto i sette testi musicali qui presenti. Citando la fonte, il testo del presente volume può essere utilizzato, previa autorizzazione. L’autore rimane a disposizione degli aventi diritto, per eventuali omissioni ed errori nelle citazioni delle fonti, in fraterno spirito scout. In copertina: illustrazione de “Notre Dame de la route” tratta da un’image pieuse, stampata dalla Fédération des scouts catholiques en Belgique. Copie del presente lavoro possono essere richieste a: Attilio Gardini, Viale D. Bolognesi, 35 – 47121 Forlì FC [email protected] Progetto grafico: Andrea Padoin. Stampa: Pomi Digital Line – Vicenza MMXV Attilio Gardini Maria, Madonna degli Scout Proposte di attività scout per un cammino di spiritualità Prefazioni di: madre Maria Anastasia don Erio Castellucci Forlì, 1 gennaio 2015, solennità di Maria Ss. Madre di Dio Ad Anna Rita, Chiara e Giorgia le dame della mia vita. Prefazione La Strada della preghiera Lasciare una traccia su queste pagine ricche di spirito scout e di amore a Maria è per me un dono prezioso, una gioia del cuore e anche un momento di profonda emozione. Sono in monastero ormai da più di un quarto di secolo, eppure non mi sembra di aver perso nulla della bellezza e della forza che gli anni di vita in Reparto e poi in Clan hanno depositato nella mia vita, come in uno scrigno prezioso. Se mi guardo dentro, ma anche se sto attenta, un po’, allo stile, ai miei modi di fare, alle piccole scelte del mio quotidiano, riconosco i segni vivaci che ci accomunano tutti, noi scout! Mi siedo, dunque, senza imbarazzo a questo fuoco di bivacco, che si accende anche a distanza, capace di unirci, di farci ancora gioire, come nei tempi passati, ai campi, alle route. Il mio ingresso in monastero, il 4 ottobre 1987, nella festa di San Francesco, amico e fratello del cammino scout, ha coinciso con la mia Partenza, con l’inizio del mio nuovo servizio, in questo mondo. Sicuramente la route più breve che si possa pensa- Sr. Maria Anastasia di Gerusalemme, priora del Carmelo “Santo Stefano” in Ravenna 5 6 re: due semplici passi, per varcare una soglia!, eppure anche la più ardua, la più impegnativa, come raggiungere la vetta più alta di un monte. Dalla casa della mia giovinezza, dalla sede di clan, dai banchi di scuola alla clausura di un monastero di carmelitane, in città. Vengono le vertigini, a soffermarsi sulle distanze, sui valichi. Avevo indosso la mia divisa di scolta, col fazzolettone arrotolato per bene: gli ultimi abiti “normali”che ho messo. Subito dopo, infatti, ero già rivestita del mio umile saio marrone. Ricordo ancora le parole scritte nella lettera di partenza: dicevo ai miei capi, ai miei amici, compagni di viaggio, che non avrei lasciato vuoto il mio posto, che in mezzo alle loro tende, avrei continuato a piantare anche la mia. Dicevo che sceglievo un servizio extra-associativo un po’ strano, entrando al Carmelo: il servizio della preghiera. Il fazzolettone l’ho subito messo al sicuro, stretto al collo di una Vergine in pietra, una statua della Madonna del Monte Carmelo, custode vigile del corridoio del Noviziato. Il giorno dei mie primi voti, il 30 settembre 1989, sono andata a riprenderlo. L’ho messo sul mio abito da sposa; non avevo ornamento più bello e prezioso! La promessa scout, fatta tanti anni prima, trovava il suo compimento, la sua forma più piena per me, nelle parole della mia professione monastica, nel sì detto col cuore al Signore: “Io, sr. M. Anastasia di Gerusalemme, animata da viva fede e ferma volontà, mi consacro totalmente a Dio…”. Ma tutto è grazia e dono che scende dall’alto. Nessun passo, nessuna tappa del cammino sono conquiste solitarie, nemmeno per una carmelitana. Ho sempre continuato a camminare in cordata, nella comunione, nell’amicizia. La mia vita è una route: io sono qui, in monastero e i miei compagni di viaggio, amici vecchi e nuovi, sono fuori, sulle strade del mondo, ma il percorso è lo stesso, per loro e per me. Tutti siamo guidati e tenuti per mano dall’unica Madre. Quando sono partita, decisa a compiere il passo della vita monastica, a Lei mi sono affidata. Eravamo a Lourdes, per un’esperienza di servizio e preghiera. Per me era la terza volta, ormai l’ultima. L’8 settembre 1987, davanti alla Grotta, ho scritto la domanda per entrare al Carmelo. Penso che Maria stessa, Madre tenera e forte, abbia bussato per me, insieme a me, alla porta della clausura. Mi è stata aperta, per grazia, per misericordia di Dio. E siamo entrate in due! Per questo ho voluto fare i miei voti solenni proprio l’11 febbraio, festa della Madonna di Lourdes. Anche quel giorno, era il 1995, portavo il fazzolettone al collo, sopra il soggolo. Ho stampata nel cuore una foto bellissima di me, in mezzo ai miei amici scout, che avevano invaso il nostro coro monastico, mentre insieme cantiamo il canto finale di quella cerimonia di Nozze: “Madonna degli scout, ascolta t’invochiam: concedi un forte cuore a noi che ora partiam. E il ritmo dei passi ci accompagnerà, là verso gli orizzonti lontani si va… ”. Ravenna, 16 luglio 2014, memoria della B.V. Maria del M. Carmelo 7 Don Erio Castellucci Vicario Episcopale, Parroco di S. Giovanni Apostolo, Forlì Assistente Ecclesiastico della Zona Agesci Forlì. 8 Maria, donna del cammino Nel bel volume “Maria, Madonna degli Scout” di Attilio Gardini colpisce, oltre alla capacità di fondere elementi spirituali, teologici, storici, pastorali, artistici e… scautistici, la “dinamicità” della presentazione: per quasi quaranta volte ricorrono termini che indicano movimento: “strada”, “cammino/camminare”, “sentiero”, “via”, “marcia/marciare”… E certamente il movimento, il cammino, è uno degli atteggiamenti che più accomunano gli Scout alla Vergine Madre. Maria è una “donna del cammino”, una Scout ante litteram. La sua vita è segnata da tante “route”, ciascuna delle quali ha un senso anche per noi. La prima “route” di Maria va da Nazareth e alla città di Elisabetta e ritorno: un percorso di poco più di duecento chilometri. È il viaggio della condivisione, della carità. Maria non tiene per sé la notizia dell’Angelo ma sente di doverla comunicare: una gioia soffoca se rimane chiusa dentro al cuore di chi la vive, mentre si moltiplica se viene trasmessa. Quando noi percorriamo il sentiero della condivisione ci sentiamo più felici, realizzati; quando invece teniamo per noi le cose belle finiamo per farle morire. Maria torna dopo tre mesi a Nazareth e da lì riparte qualche tempo dopo, insieme a Giuseppe, verso Betlemme per dare alla luce Gesù. Questa seconda “route” è segnata dall’umiliazione: non trovano posto negli alberghi umani e devono far nascere Gesù in una mangiatoia. Sperimentano emarginazione e incomprensione da parte di quelli che contano: ma non si arrendono e trovano il modo di accogliere Gesù. Noi percorriamo il sentiero dell’umiliazione quando non troviamo posto nella vita degli altri, quando ci sentiamo esclusi. Ma Gesù può nascere ugualmente nel nostro cuore, se continuiamo a fidarci di lui. Da Betlemme Maria dovrà fuggire, con Giuseppe e Gesù, a causa della persecuzione di Erode, per trovare riparo in Egitto. È la “route” più lunga di Maria, il viaggio dell’esilio, della lontananza dalla patria. Un viaggio che ancora oggi milioni di persone compiono nel mondo – come profughi e rifugiati – per sfuggire alla violenza e alla miseria. Noi percorriamo il sentiero dell’esilio quando ci sentiamo incompresi, estraniati, incapaci di capire e di essere capiti. Dall’Egitto Maria, Giuseppe e Gesù ritornano per stabilirsi a Nazareth, dove rimangono quasi trent’anni dedicandosi al lavoro, agli affetti, alla vita di paese. Questa è una “route” di servizio, il cammino del quotidiano, delle cose ordinarie; ed è forse anche per noi, come per la Sacra Famiglia, il viaggio che prende la maggior parte del nostro tempo. La vita è fatta in gran parte dalle cose ordinarie: lavoro, famiglia, affetti… sono le cose ordinarie il tessuto della vita, mentre quelle straordinarie sono come il ricamo sul tessuto. Il Signore ci fa compagnia a Nazareth prima che a Gerusalemme, cioè nella vita quotidiana e ordinaria prima che nelle vicende eccezionali e straordinarie. Nei tre anni della predicazione di Gesù Maria ogni tanto compare, discretamente, vicino a lui; ma lui sembra prenderne le distanze: “che c’è fra me e te o donna?” (Gv 2,4), dice alla nozze di Cana; “chi è mia madre e chi sono i miei fratelli?” (Mc 3,33) dice in un’altra circostanza. Per Maria quei tre anni sono la “route” del discepolato, dove lei impara cosa significa seguire Gesù per la strada e staccarsi a poco a poco da lui. Deve imparare ad essere madre senza abitare più con il figlio. Noi a volte vorremmo sentire il Signore più vicino e possederlo in qualche modo; vorremmo stare con lui e che lui rimanesse con noi, rassicurandoci; ma lui ci vuole bene in un’altra maniera, vuole stare con noi, ma senza chiudersi in casa con noi: vuole darci Guidaci, Maria, sulle tracce del cammino di Gesù. 9 responsabilità e lanciarci nel mondo. Ma la “route” più dura di Maria è stato quella, brevissima – poche decine di metri – del Calvario. Accompagnando Gesù in questa piccola, ma tremenda salita, la sua mente si è affollata di dubbi e di speranze, di sentimenti di sconforto e di fiducia. Ha dovuto credere, nel dolore più grande umanamente immaginabile, che in quella croce segno di odio e di vergogna si stava compiendo la promessa dell’Angelo di molti anni prima: “Sarà grande e sarà chiamato figlio dell’Altissimo” (Lc 1,32). Anche per noi il viaggio più duro è quello del dolore, che diventa spesso anche una prova per la fede. Il silenzio di Dio è duro e può far sorgere dei dubbi sulla sua esistenza o sulla sua bontà. Ma se ci affidiamo, come ha fatto Maria, quella del dolore non sarà nemmeno per noi l’ultima “route”. Maria compare, dopo la risurrezione di Gesù, con i discepoli nel Cenacolo; anche lei ha compiuto il viaggio della risurrezione, perché non è crollata nella prova e ha continuato a sperare in quel Dio che le aveva stravolto la vita. Il libro di Attilio Gardini ci aiuta a percorrere con Maria e come lei tutte le “route” dell’esistenza nella fede, senza perdere mai la certezza che Dio cammina con noi: non ci preserva miracolosamente dagli ostacoli, ma ci tiene per mano nell’attraversarli: e questo fa la differenza. Forlì, 4 febbraio 2014, memoria della Madonna del Fuoco 10 1. Maria, mamma del Cielo La Madonna in pillole - 1 12 CHI E MARIA SANTISSIMA? Maria santissima: - è una figlia d’Israele, una giovane ebrea di Nàzaret in Galilea, «una vergine, promessa sposa di un uomo della casa di Davide, chiamato Giuseppe» (Lc 1,26-27); - «primeggia tra quegli umili e quei poveri del Signore che con fiducia attendono e ricevono da lui la salvezza. E infine con lei, la figlia di Sion per eccellenza, dopo la lunga attesa della promessa, si compiono i tempi e si instaura la nuova economia [di salvezza]» (LG 55); - «Vergine Madre, figlia del tuo Figlio, umile e alta più che creatura, termine fisso d’eterno consiglio, tu sei colei che l’umana natura nobilitasti sì, che il suo fattore non disdegnò di farsi sua fattura» (Dante Alighieri, Paradiso. Canto XXXIII). QUAL È STATO IL LEGAME DI MARIA CON GESÙ? Maria, durante tutta la sua vita terrena, ha sempre conservato una relazione speciale con il suo Figlio Gesù. La vita terrena della Madre di Dio è infatti caratterizzata dalla perfetta sintonia con la persona del Figlio e dalla totale dedizione all’opera redentrice da lui compiuta: «abbracciando la volontà divina di salvezza, consacrò totalmente se stessa quale ancella del Signore alla persona e all’opera del Figlio suo, servendo al mistero della redenzione in dipendenza da lui e con lui, con la grazia di Dio onnipotente» (LG 56). «Questa unione della Madre col Figlio nell’opera della redenzione si manifesta dal momento della concezione verginale di Cristo fino alla morte di lui» (LG 57). Ella è stata una discepola fedele di Cristo. La stessa risposta di Cristo -Chi è mia madre? È colui che fa la volontà del Padre mio (cfr. Mc 3,33-35) -, che sembra un poco offensiva nei riguardi di sua Madre, in realtà esprime il più grande elogio verso Maria, indicando che la sua vera grandezza sta proprio nel fatto che Maria, prima e più di ogni altra creatura umana, ha attuato la volontà di Dio Padre. Tratto da. R. MARTINELLI, 50+3 argomenti, 5° ed. 2008, Libreria Editrice Vaticana, pp. 323-341; Ogni cammino mariano ci invita a rivolgerci alla Mamma del cielo per guardare Gesù, nelle principali tappe della sua vita, poi durante la sua passione e quindi durante i quaranta giorni in cui ha mostrato le sue piaghe, trasfigurate dalla luce e dalla gloria. Ci invita ad ascoltare le parole del vangelo che non sono parole come le tante da cui siamo circondati. Nel nostro mondo malato di egoismo e violenza, di efficientismo e vacuità, la Parola evangelica si leva alta e forte, ma nello stesso tempo delicata e dolce, come risposta sicura all’ansia di Verità, di Bene e di Bellezza dell’uomo. Queste pagine cercano di offrire un aiuto a guardare l’esempio della “Madonna degli scout”, affinché il cammino di tutti noi sia sempre più conforme agli insegnamenti del vangelo. Vi confluiscono varie espressioni caratteristiche della spiritualità scout: la concezione della vita come route, come passaggio, attraverso il mistero della Croce gloriosa; l’adesione alla legge scout che ci porta alla patria celeste; il desiderio di conformarsi profondamente alla passione di Cristo fino alla sua resurrezione; le esigenze della “sequela Christi”, per cui il discepolo deve camminare dietro il Maestro, portando quotidianamente la propria croce, per riscoprirla fonte di Vita. Se a volte risulta difficile mantenere la giusta pista, le seguenti proposte di attività, che orientano il nostro sguardo verso Maria santissima, possono essere d’aiuto, perché lo scout che prega si renderà conto che ha a disposizione strumenti conformi al metodo, ric- 13 chi e densi di significato che gli permettono di gustare ancora di più la vita di Gesù così com’è raccontata dalla Scrittura. Parliamo con Maria Agnese Tassinario, Capo Guida dell’Agesci dal 1974 al 1980, comunicò sul mensile Scout - Proposta educativa n. 14/1983: “Alla ‘tenera’ età di 45 anni mi è capitata una bellissima avventura: ho scoperto Maria! È successo così. Mi hanno chiesto di scrivere un testo per un libro fotografico sulla Madonna. Io non sono mai stata una devota di Maria. Mi sono sempre limitata a dire qualche Ave, a meditare alcune pagine evangeliche che parlano anche di lei, a cantarne le lodi, ma niente più: la mia vita di fede proseguiva anche senza di lei. Ed ecco che invece Maria ha bussato con discrezione alla mia porta, è entrata come un dono nella mia vita; ho scoperto che c’è anche lei nel cammino di fede degli uomini. Infatti, accettando l’incarico, ho dovuto pensare più seriamente al posto che Maria occupa nella storia della salvezza dell’umanità e di ogni uomo, ho sentito il dovere di mettermi in un contatto più diretto con lei attraverso la preghiera. Ed è stata una bellissima scoperta che mi fa piacere condividere con i capi dell’Agesci”. 14 Papa Francesco nella enciclica “Lumen fidei” scrive: “Nella parabola del seminatore, san Luca riporta queste parole con cui Gesù spiega il significato del “terreno buono”: «Sono coloro che, dopo aver ascoltato la Parola con cuore integro e buono, la custodiscono e producono frutto con perseveranza» (Lc 8,15). Nel contesto del Vangelo di Luca, la menzione del cuore integro e buono, in riferimento alla Parola ascoltata e custodita, costituisce un ritratto implicito della fede della Vergine Maria. Lo stesso evangelista ci parla della memoria di Maria, di come conservava nel cuore tutto ciò che ascoltava e vedeva, in modo che la Parola portasse frutto nella sua vita. La Madre del Signore è icona perfetta della fede, come dirà santa Elisabetta: «Beata colei che ha creduto» (Lc 1,45). In Maria, Figlia di Sion (Sof 3,14), si compie la lunga storia di fede dell’Antico Testamento, con il racconto di tante donne fedeli, a cominciare da Sara, donne che, accanto ai Patriarchi, erano il luogo in cui la promessa di Dio si compiva, e la vita nuova sbocciava. Nella pienezza dei tempi, la Parola di Dio si è rivolta a Maria, ed ella l’ha accolta con tutto il suo essere, nel suo cuore, perché in lei prendesse carne e nascesse come luce per gli uomini. San Giustino Martire, nel suo Dialogo con Trifone, ha una bella espressione in cui dice che Maria, nell’accettare il messaggio dell’angelo, ha concepito “fede e gioia”. Nella Madre di Gesù, infatti, la fede si è mostrata piena di frutto, e quando la nostra vita spirituale dà frutto, ci riempiamo di gioia, che è il segno più chiaro della grandezza della fede. Nella sua vita, Maria ha compiuto il pellegrinaggio della fede, alla sequela di suo Figlio. Così, in Maria, il cammino di fede dell’Antico Testamento è assunto nella sequela di Gesù e si lascia trasformare da Lui, entrando nello sguardo proprio del Figlio di Dio incarnato”. La devozione per Maria ha spinto i credenti, durante i venti secoli di storia cristiana, ad ampliare i pochi dati scritturistici esistenti sulla Madonna, a scoprirne i meriti e a moltiplicarne i titoli di devozione. Oggi si tende a ritornare all’essenziale, collocando Maria nella storia della salvezza, come base sicura di conoscenza, di culto e di dialogo ecumenico. Senza peraltro trascurare i due dogmi mariani che la Chiesa ha recente- 15 mente pronunciati, anch’essi elementi fondanti della nostra fede in Maria: l’Immacolata Concezione e l’Assunzione al Cielo, che fanno come da cornice alla vita della Vergine. Ma, più che parlare di Maria, vorremmo parlare con lei, instaurare con lei un rapporto intimo, personale nella preghiera. Lo possiamo fare, perché Dio ci ha donato Maria come madre e le ha dato quindi anche la possibilità di esserci vicina, di parlarci, di comunicare intimamente con ciascuno di noi. Nessun’altra creatura di questa terra è stata così vicina a Dio come Maria e anche in Cielo nessuno è così vicino a Lui come Maria. Ella dunque come nessun’altra creatura ci potrà parlare di Dio, aiutarci a conoscerlo e a camminare verso di lui. Dio ha preso carne nel seno di Maria e si è chiamato Gesù. Lo ha generato nel suo corpo, ma soprattutto lo ha generato con la fede nel suo cuore. Maria ci parlerà di Gesù. Le parole che Lui ci ha detto, lei ce le suggerirà, ce le ripeterà e soprattutto ci aiuterà ad incarnarle nella nostra vita così come lei le ha incarnate. Maria è un vangelo vivente! “Fate tutto quello che Gesù vi dirà!”: queste sono le uniche parole, registrate nel vangelo, che Maria ha rivolto agli uomini, a ciascuno di noi. Tutte le altre parole che il vangelo ci riporta sono parole che Maria ha rivolto a Dio. Queste parole Maria ce le ha dette a Cana di Galilea (Gv 2,5), dopo aver interceduto per noi presso suo Figlio Gesù, perché alla nostra festa era venuto a mancare il vino. Ecco, ora Maria ci sta rivolgendo le stesse parole: “Fate tutto quello che Gesù vi dirà!”. Ma Gesù che cosa ci dice di fare? Una sola cosa: credere in Lui! Un giorno la folla gli chiese: “Che cosa dobbiamo fare per compiere le opere di Dio?” Gesù rispose: “C’è un’unica opera che dovete compiere: che voi crediate in me. Questa è l’opera di Dio!” (Gv 6,28-29). 16 Maria ci aiuta a credere Maria dunque non farà che ripeterci sempre queste stesse parole: “Credete in Gesù, vostro Salvatore! Abbandonatevi a lui, e vi sentirete salvi!”. Maria ci parlerà di fede, e ci aiuterà a credere, come lei ha creduto. Ci parlerà di amore, e ci aiuterà ad amare, come lei ha amato. Ci parlerà di preghiera, e ci aiuterà a pregare, come lei ha pregato... E così ci prenderà per mano, e ci aiuterà ad attraversare tutte le prove della vita con la stessa forza con cui lei le ha attraversate. Maria ci aiuterà ad essere “beati” anche in ogni sofferenza, come Gesù ci vuole. Dio non ha certamente risparmiato sofferenze a Maria! Ma lei è stata ugualmente “beata”, perché ha creduto in lui, senza riserve. Gesù stesso ha parlato di questa “beatitudine” di sua madre. “Beato il ventre che ti ha portato!” gli disse un giorno una donna. “Sì, - rispose Gesù - mia madre è beata! E saranno beati anche tutti quelli che, come lei, ascoltano la Parola di Dio e la osservano!” (cfr. Lc 11,27-28). Di questa beatitudine di Maria, frutto della sua fede, ha parlato anche Elisabetta sua cugina, ispirata dallo Spirito Santo: “Beata sei Tu, Maria, perché hai creduto all’adempimento in te delle parole del Signore!” (Lc 1,45). Maria, nostra madre, vogliamo presentarci al Signore Gesù insieme con te! Aiutaci a rendere profonda la nostra preghiera, incondizionata la nostra fede in lui! 17 2. Maria e lo Stile scout La Madonna in pillole - 2 20 QUAL È LA RELAZIONE TRA MARIA E LA DONNA? «È la “benedetta fra tutte le donne”. In lei Dio ha conferito alla donna una dignità insospettata. In Maria il Vangelo ha penetrato la femminilità, l’ha redenta ed esaltata. Ciò è di capitale importanza per il nostro orizzonte culturale, nel quale la donna dev’essere molto più valorizzata, mentre si sta definendo più chiaramente ed ampiamente la parte che le compete nella società. Maria è garanzia della grandezza femminile, indicando il modo specifico dell’essere donna, con quella sua vocazione a essere anima, donazione capace di spiritualizzare la carne e di incarnare lo Spirito» (Documento di Puebla, n. 299). Maria attua in sé in modo sublime e paradigmatico le due dimensioni, vocazioni della donna: la verginità e la maternità. Maria ha vissuto, nella forma propria ed esclusiva della donna, l’unione tra madre e figlio. Cfr. R. MARTINELLI, Opera cit. Maria accompagna lo Scout cortese e cavalleresco L’importanza di Maria nella vita di fede L’esperienza dello scautismo, permeata dalla fede e radicata nella vita, è garanzia di formazione alla vera libertà, che non vuol dire: fare quello che uno egoisticamente vuole o gli fa comodo, ma scegliere le vie migliori, anche se difficili, per essere felici, per essere attenti e disponibili alla chiamata del Signore, per essere pienamente e gioiosamente realizzati come ci dimostra Maria, Madonna degli scout, come indicano i nostri patroni san Francesco, san Giorgio e san Paolo. Sì, ci accompagni sempre Maria, Madonna degli Scout, Colei che ha creduto pienamente alla Parola del Signore e si è messa prontamente in cammino per offrire il suo servizio. Nel corso dei secoli le popolazioni e le persone più diverse si sono ritrovate in Maria: i religiosi perché Vergine, i sofferenti perché Addolorata, ogni figlio perché madre e ogni cristiano in quanto chiamato a continuare la sua missione di raccogliere in sé e poi diffondere la fede, in una sorta di maternità spirituale. Ma qual è l’importanza e il maggior stimolo che Maria esercita sull’uomo moderno? Che cosa cer21 chiamo ed ammiriamo particolarmente in lei oggi? La risposta non può che essere personale: gli spunti di riflessione sono tanti. Maria è una creatura umana che è stata e continua ad essere particolarmente vicina alla Trinità. Ha vissuto tutta la vita accanto al Figlio e gli è stata madre. Tutto in lei era in funzione di Cristo, così come dovrebbe essere per ogni cristiano. Donna di fede, quando è stato il suo momento ha saputo dire di sì, aderendo alla proposta di Dio e rendendosi totalmente disponibile al suo progetto. Il suo “fiat” è stato essenziale per la storia del mondo ed invita e stimola ciascuno di noi a dire di sì nelle migliaia di occasioni in cui siamo interpellati. Maria ha continuato a camminare per tutta la vita, anche nei momenti più bui, alla luce della Parola di Dio, con 22 impegno personale e con grande umiltà. È stata una donna profondamente solidale con i poveri, gli umili e gli oppressi e ha saputo accettare anche il dolore e soffrire in silenzio. Queste sue qualità umane semplici e profonde sono un modello di vita per tutti. Maria ci è di esempio anche nel rispetto dovuto ad ogni uomo: ha infatti potuto amare Gesù come uomo e nello stesso tempo ha adorato in lui il Figlio di Dio. Come potrebbero essere diversi i nostri rapporti interpersonali se non scordassimo mai che ogni uomo che incontriamo è immagine vivente di Dio! Infine possiamo sentire Maria vicina, perché come tanti di noi, viveva a contatto col mondo e non aveva una posizione da difendere. È stata sposa e madre, impegnata quotidianamente nelle umili faccende domestiche, senza mai dimenticare che uno solo è il Maestro, uno solo il Signore: “eccomi” è il suo motto e “fate quello che vi dirà” il suo messaggio. Non è tanto l’importanza del nostro compito a renderlo grande, quanto la fedeltà ad esso, vissuto nell’amore di Dio e dei fratelli. Cavalleria e devozione mariana scout Il “servizio” di Maria è stato tutto incentrato sul fare della propria vita un continuo atto di amore a Dio, da quando gli ha detto per la prima volta “sì” a quando lo ha offerto sulla croce per noi. È una grande lezione per noi scout! La nostra vita acquista tutto un valore ed un sapore diverso, quando la confrontiamo con quella di questa dolce Mamma che sa sorridere intimamente per le bellezze di Dio, che sa soffrire pacatamente perché deve dimostrare a lui che lo ama, che sa prendere lo spunto da ogni avvenimento per ripetergli: “Grandi cose hai fatto in 23 me… sono la serva del Signore!”. Furono gli scout cattolici, in modo particolare quelli francesi e quelli belgi, a introdurre nella spiritualità scout l’indispensabile componente mariana. Infatti non si può fare a meno di Maria in una vita che vuole essere cristiana, senza recar torto all’invito divino, senza derogare all’ordine cristiano e senza trascurare le tenere attenzioni di Dio. La devozione a Maria degli scout cattolici nasce anch’essa dall’antica Cavalleria medioevale, prediletta da Baden-Powell, anzi ne è la logica conseguenza. Infatti, ogni cavaliere era solito eleggere per sé una nobile dama alla quale dedicava tutte le proprie imprese e per la quale in ogni momento era preparato ad affrontare rischi e perfino la morte. Quando un gran numero di quei cavalieri abbrac- 24 ciò la vita religiosa dedicandosi alla difesa della “Terra santa”, dei pellegrini e dei poveri, la loro dama d’elezione - che essi chiamavano - la “M(i)a Domina=Signora” diverrà la Madonna, la Donna per eccellenza, la più grande fra tutte le donne, Maria, la madre di Gesù, il Figlio di Dio fatto uomo. Così anche in altre lingue: Our Lady in inglese, Nôtre Dame in francese, Nuestra Señora in spagnolo, Nossa Senhora in portoghese, Unsere Liebe Frau in tedesco. Citiamo, per tutti, i Cavalieri del Sovrano Militare Ordine di Malta. Nel medioevo, il Cavaliere di S. Giovanni di Gerusalemme aveva scelto di conquistare l’amore della più bella, della più alta in nobiltà. La sua Dama era la regina, la più potente e la più grande delle sovrane, l’imperatrice del cielo, alla quale lo stesso cuore dell’Onnipotente si sottomette. Per la sua grandezza e la sua gloria, per lei dava il proprio sangue e la propria vita. Egli ripeteva le invocazioni: “Dac mihi virtutem contra hostes tuos!”, “Dammi coraggio e forza contro i tuoi nemici!” e il suo amore lo trasformava in eroe e in santo. Cavalieri come san Giorgio A questo punto, a tutti noi è sorta in mente la cara immagine di san Giorgio. Come non ricordare il nostro celeste patrono, il santo dei cavalieri, il cavaliere dei santi? Giorgio, il santo: uno dei tre protettori del movimento scout (con san Paolo e san Francesco). Il più fantastico, leggendario e romantico, diremmo, dei tre, anche per l’aura che circonda la sua vita sconfinante nel mito e per questo divenuto soggetto prezioso e privilegiato nell’arte pittorica e plastica, sia in campo sacro - religioso che in quello laico - profano, dal Medioevo al Rinascimento: da Simone Martini a Paolo Veronese, passando per Paolo Uccello, Donatel- 25 lo, Andrea Mantegna, Vittore Carpaccio, Raffaello, il Parmigianino, il Correggio... Il più carico di simboli cavallereschi, per il suo ruolo di cavaliere fissato nell’iconografia, che ne ha fatto un emblema, un’allegoria e perfino, come indizio della celebrità e diffusione del suo personaggio, un modo di essere. Un ventaglio di significati, che si apre nella Leggenda aurea di Jacopo da Varagine (seconda metà del Duecento), che delinea i tratti della sua agiografia con una freschezza e immediatezza che rivaleggia con i Fioretti di san Francesco di un secolo dopo. Colpisce ed è degno di rilievo il particolare favoloso e favolistico della cintura della principessa salvata dalle fauci del drago, con la quale viene legato il collo della bestia, così condotta nella città vicina dove gli abitanti, in cambio della liberazione dal pericolo, si convertono al cristianesimo: esempio mitologico del fatto che la fede uccide in noi i mostri (i demoni) generati dal sonno della ragione (dalla barbarie) del paganesimo imperante. Campione della cultura e della civiltà cristiana, san Giorgio è simbolo dell’Europa frutto del cristianesimo (un pensiero caro a S. Giovanni Paolo II). L’armatura è anche per noi 26 Contro il maligno usiamo anche noi la completa armatura che usò san Giorgio, quella che, nella lettera agli Efesini (6,10-17) san Paolo descrive dettagliatamente. “Cinti i fianchi con la verità”. Gesù dice che Satana è il “padre della menzogna” (Gv 8,44). E dice anche: “Io sono la Verità” (Gv 14,6). Quando ci cingiamo i fianchi della Parola di Cristo, ci sentiamo invincibili contro qualsiasi assalto e inganno. Quando Satana tenta di farci credere che bastino il pane, il denaro, le cose di questo mondo per renderci salvi, rispondia- mogli con le stesse parole con cui Gesù gli ha risposto nel deserto: “Non di solo pane vive l’uomo; adorerai soltanto il Signore Dio tuo”. (Mt 4,10). “Rivestìti con la corazza della giustizia”. Non con la giustizia che viene dall’uomo, ma con quella che viene unicamente da Dio, mediante il sangue di Gesù Cristo che ci ha giustificati. Il maligno, ingannandoci, ci induce a peccare e poi, con un inganno ancora più grande, tenta di metterci dentro un disperato senso di colpevolezza, impedendoci così di credere al perdono di Dio e di lasciarci risanare dalla sua misericordia. A Satana opponiamo la nostra fede in Gesù che è venuto non solo per perdonarci i peccati, ma anche per cancellarne il ricordo! “Avendo come calzatura ai piedi lo zelo per propagare il Vangelo della pace”. Satana non vuole la nostra 27 28 pace; egli tenta di farci morire nel deserto del nostro peccato e della nostra disperazione. Ma se portiamo le calzature del “Vangelo della pace” (tutto il Vangelo è un annuncio e dono di pace), attraverseremo, con la Pace di Dio nel cuore, il deserto di questo mondo. “Tenete sempre in mano lo scudo della fede”. È con questa fede che possiamo spegnere tutti i dardi infuocati del drago. Dobbiamo sempre rafforzare la nostra fede mediante la parola di Dio. La fede - ci dice san Paolo - viene in noi dall’ascolto della Parola di Dio (cfr. Rm 10, 16 -17). “Prendete anche l’elmo della salvezza”. L’elmo protegge la testa del cavaliere. E san Paolo, con questa immagine, intende dirci: proteggete la vostra mente dai pensieri negativi, distruttivi, accogliendo in voi i pensieri di Dio. “Prendete la spada dello Spirito, cioè la Parola di Dio”. Che in noi abiti questa Parola! Ricordiamoci che la Parola di Dio va proclamata in clan, nella comunità dei capi e ripetuta nel silenzio, ma soprattutto va pregata. Per questo san Paolo aggiunge: “Pregate inoltre incessantemente con ogni sorta di preghiere e di suppliche nello Spirito Santo” (Ef 6,18). Teniamo caro il nostro rosario basco, che diventi la nostra arma bianca, e agganciamolo nel moschettone di sinistra, lì dove i cavalieri portano la spada, pronta per essere impugnata e usata. Ma non solo durante le attività… Un secondo rosario basco conserviamolo nel portamonete, in modo che quotidianamente ci rammenti di considerare un tempo per la preghiera. San Giorgio diventa modello di ogni scout e guida che affronta l’avventura della vita con le formidabili “dritte” della nostra legge e della nostra promessa, come cavaliere ardente, entusiasta, fedele, vittorioso. Pur tra le mille difficoltà che ne costellano la strada (la route!) rendendola impervia, stretta come la stessa croce, troverà pienezza e gioia. G come Giorgio ovvero, nella lingua del Fondatore - che ha conservato la radice classica - George, cioè opera (ergon) della terra (geo): in essa egli svolge la sua azione cavalleresca a favore della “principessa” che è la vita, nel suo campo coglie il fiore della gioia. Vincendo, così, il male che è in noi e nel mondo e conquistando, paolinamente (- secondo l’etimo del nome dell’apostolo protettore, Paulus, cioè poco, piccolo-: a poco a poco, gradualmente) la corona di gloria al termine della “buona battaglia” della fede. Maria, madre dei cavalieri del nostro tempo I cavalieri del medioevo, prima di partire per l’ignoto avventuroso cui erano votati per amore, s’inginocchiavano davanti all’immagine della Madonna. La sceglievano per loro Dama. Erano uomini che vivevano in un’epoca di ferro: volevano battersi per quella Donna, volevano purificare la propria vita con l’amore a questa regina. Vegliavano davanti all’altare della Madonna, e ne riportavano doni preziosi di generosità e di coraggio, di lealtà e di dedizione. Questa traccia sicura fu seguita anche dai grandi navigatori: Vasco di Gama passò la notte precedente il suo grande periplo 29 ai piedi di Maria; così Cabral, lo scopritore del Brasile, così Magellano e Colombo, che solevano intrecciare alle proprie iniziali quelle del nome della Vergine. Vigilare con Maria Tutti sanno che la nota espressione figurata “passare la notte in bianco” vuol dire: trascorrere una notte insonne… e non solo. L’origine è nel rituale degli ordini cavallereschi. L’aspirante cavaliere infatti, per presentarsi purificato alla solenne cerimonia d’investitura che prevedeva il giuramento nelle mani del suo Signore, la vestizione e la consegna della spada, era prima condotto in un luogo significativo per trascorrere la notte in solitudine, preghiera e meditazione, con una simbolica veste bianca adornata dal solo simbolo religioso. Condizione indispensabile per essere ammesso alla cerimonia era che il candidato vegliasse ininterrottamente, rivolgendosi con devozione alla Madonna e al suo figlio Gesù. “Per Maria” era il grido dei cavalieri; “Santa Maria” era scritto sulle prore delle caravelle lanciate alla ricerca di nuove terre; “Santa Maria” furono chiamate le prime missioni fondate tra le tribù nel nuovo mondo. La Madonna fu fonte e meta di tutte le aspirazioni più animose, fu realmente la stella fulgente cui guardò il cavalleresco mondo medioevale. Le radici sulle quali siamo cresciuti 30 L’amore alla Madonna degli scout cattolici che, come abbiamo visto, risale alle stesse origini del nostro movimento, è un amore veramente sentito e grande. Lo dimostrano i nostri bei canti mariani, i gruppi e le unità a lei dedicati, le edicole in suo onore costruite o riparate sui sentieri di montagna, il rosario basco che portano nel lato sinistro del cinturone, dal giorno della loro Promessa... Poi quando viene maggio, ricordiamo che non è solo il mese delle rose. La rosa è il fiore più bello che scegliamo per dire a qualcuno il nostro affetto. È per questo che vogliamo scegliere per Maria il mese di maggio. Le rose più gradite sono quelle che manifestano la bontà del nostro animo, la dolcezza dei nostri sentimenti e l’impegno della nostra vita: occorre un “forte cuore” nella “strada tanto lunga” che dobbiamo percorrere. Noi puntiamo lo sguardo su “orizzonti lontani” e abbiamo bisogno di luce, di tanta luce. Abbiamo bisogno di un cuore di Mamma che sappia sorriderci ed infonderci coraggio. 31 3. Preghiere e canti scout a Maria La Madonna in pillole - 3 34 QUALI SONO I DOGMI MARIOLOGICI? Essi sono: • la Divina Maternità di Maria (il titolo Madre di Dio: “Theotokos” fu dato nel Concilio di Efeso, anno 431); • la sua Immacolata Concezione (Pio IX, Ineffabile Deus - 8 dicembre 1854); • la sua Verginità perpetua (Concilio Lateranense, anno 649); • la sua Assunzione in cielo (il ven. Pio XII, Munificentissimus Deus - 1 novembre 1950). Questi dogmi, anche se proclamati successivamente lungo la storia della Chiesa, sono contenuti nella Rivelazione divina e sanciscono la fede sempre creduta fin dalle origini della Chiesa. Essi servono a definire tale fede in modo più preciso, solenne e definitivo. «Il Magistero della Chiesa si avvale in pienezza dell’autorità che gli viene da Cristo quando definisce qualche dogma, cioè quando, in una forma che obbliga il popolo cristiano ad un’irrevocabile adesione di fede, propone verità contenute nella Rivelazione divina, o anche quando propone in modo definitivo verità che hanno con quelle una necessaria connessione» (CCC 88). «I dogmi sono luci sul cammino della nostra fede, lo rischiarano e lo rendono sicuro. Inversamente, se la nostra vita è retta, la nostra intelligenza e il nostro cuore saranno aperti ad accogliere la luce dei dogmi della fede» (CCC 89). IN CHE SENSO MARIA È CHIAMATA LA MADRE DI DIO? • La Chiesa proclama Maria la Madre di Dio, in quanto Gesù, che è veramente suo Figlio secondo la carne, è Figlio generato dall’eterno Padre nella natura divina, la seconda Persona della Santissima Trinità: Dio egli stesso. Gesù Cristo è «per natura Figlio del Padre secondo la divinità, per natura Figlio della madre secondo l’umanità, ma propriamente Figlio di Dio nelle sue due nature» (Concilio del Friuli, Simbolo, anno 796). • • • • • Madre di Dio, “Theotokos”, è il titolo attribuito ufficialmente a Maria nel V secolo, esattamente nel Concilio di Efeso del 431, ma affermatosi nella devozione del popolo cristiano già a partire dal III secolo. Dal titolo di Madre di Dio derivano poi tutti gli altri titoli con cui la Chiesa onora la Madonna, ma questo è il fondamentale. • Dopo il Concilio di Efeso si registrò una vera esplosione di devozione mariana e furono costruite numerose chiese dedicate alla Madre di Dio. Tra queste primeggia la basilica di Santa Maria Maggiore, a Roma. La dottrina concernente Maria, Madre di Dio, trovò inoltre nuova conferma nel Concilio di Calcedonia (451), in cui Cristo fu dichiarato «vero Dio e vero uomo (...) nato per noi e per la nostra salvezza da Maria, Vergine e Madre di Dio, nella sua umanità» (DS 301). Com’è noto, il Concilio Vaticano II ha raccolto in un capitolo della Costituzione dogmatica sulla Chiesa, Lumen gentium, l’ottavo, la dottrina su Maria, ribadendone la divina maternità. Il capitolo s’intitola: “La Beata Maria Vergine, Madre di Dio, nel mistero di Cristo e della Chiesa”. QUALE SIGNIFICATO HA L’ASSUNZIONE DI MARIA IN CIELO? La sua assunzione in cielo, anima e corpo, significa: - una piena conformità al Figlio suo, che ha vinto la morte; -una particolare partecipazione di Maria alla risurrezione del suo Figlio; - una singolare anticipazione e prefigurazione della nostra risurrezione, che avverrà alla fine dei tempi: ci manifesta il senso e il destino del corpo santificato dalla grazia. - Nel corpo glorioso di Maria, la stessa creazione materiale comincia ad avere qualcosa del corpo risuscitato di Cristo. Cfr. R. MARTINELLI, Opera cit. 35 Le preghiere e i canti raccolti in questo capitolo ci aprono gli occhi su orizzonti infiniti, dove ci vuole condurre la nostra madre del Cielo: madre di Gesù e madre nostra. Resta comunque valida la raccomandazione del fondatore Baden-Powell quando ci sollecita alla spontaneità e al ringraziamento, nel bere la bell’aria di Dio. Da: Taccuino, Nuova Fiordaliso, Roma 1997, p.28. p.213. “Un ragazzo dovrebbe imparare a pregare, non a recitare le preghiere. A lui darei i tre insegnamenti seguenti, da includere in preghiere che gli lascerei formulare con parole sue, non in rigide frasi formali tramandate per occasioni prestabilite e che il ragazzo comprende solo in piccola parte: a) gratitudine per le grazie ricevute; b) impegno a contraccambiare con “buone azioni” fatte agli altri; c) richiesta di aiuto per rimanere fedele ai propri buoni propositi. […] Con gli scouts insisto anche che uno scout dovrebbe pregare almeno mattino e sera, e anche in altri momenti della giornata. Basta una breve frase come: “O Dio, grazie per questo bel momento. In cambio cercherò di fare ancor meglio il mio lavoro. Benedici gli altri”. Simili preghiere, unitamente ad un ringraziamento dopo un bel gioco o una bella giornata ecc. promuovono un’abitudine di comunione personale con Dio che può rimanere per tutta la vita. Da Il Manuale dei Lupetti, Nuova Fiordaliso, Roma 1999, p.196. “Se unite la preghiera agli esercizi, potete dire a Dio, mentre guardate così il cielo: “Io sono tuo dalla testa ai piedi” e bevete la bell’aria di Dio (attraverso il naso e non attraverso la bocca). Da Il Manuale dei Lupetti, Nuova Fiordaliso, Roma 1999, p.60. “Vi s’insegna a recitare una preghiera di ringraziamento prima dei pasti, ed un ringraziamento 36 dopo. Bene, penso che dovreste fare lo stesso dopo ogni cosa di cui avrete goduto, sia essa un buon pasto, o un bel gioco, o una giornata piacevole. Dio vi ha concesso quel piacere e perciò dovrete ringraziarLo per questo, proprio come ringraziereste qualsiasi persona che vi abbia donato qualche cosa che vi sia piaciuto”. Preghiera alla Madonna della strada Da Don T. MORONI, «La Strada del Roverismo», Ed. Clan delle vette, Parma,1963 Nostra Signora della Strada e delle nostre comunità rover, veglia su di noi. Fa’ che non prendiamo una falsa direzione: illuminaci nel momento in cui la strada si biforca verso il bene o verso il male… Nel momento in cui vorranno fermarci a lato della strada, richiamaci il nostro ideale… Quando la fatica, l’insuccesso, l’egoismo degli altri o il male ci demoralizzano, dacci forza e conforto… Nel momento dell’arrivo sii presente a riceverci… e completa così la tua opera conducendoci maternamente fino al luogo del riposo. Così sia. 37 Nostra Signora Da «L’Esploratore» n. 5 / 1952, testo di H. Oger o.p. Tu sei, Nostra Signora, presente a tutti i nostri campi, dovunque e sempre benevola. I nostri lupetti che lasciano, fieri, per la prima volta, la casa paterna, i nostri scout e le nostre guide, i nostri clan di rovers dovunque hanno sentito la Tua presenza e la Tua grazia. Tu fai parte dei nostri campi, o Signora, e non oseremmo cominciarne uno solo, senza essere sicuri che sei con noi, sempre presente e sempre materna. Tu allontani il nemico che sta in agguato intorno ai nostri campi, Tu metti un cerchio di protezione intorno alla nostra giovinezza, perciò ogni mattina ti preghiamo, o Signora, di vegliare sul nostro campo e su quello degli altri. I fiori dei campi adornano la Tua edicola, la sera alziamo verso di te i nostri cuori. Perciò veglia sui nostri ragazzi, o Signora, sui ragazzi, che si avventurano nella vita. Fa’ che la Tua immagine e la Tua grazia li trattengano se si accostano al male, li conservino puri, fieri e gioiosi, cristiani puri, cavalieri fieri, felici cittadini di questo mondo di cui sei, o Signora, la regina. Veglia sui tuoi figli, tutti i tuoi figli, gli scout e tutti gli altri, 38 i figli grandi, i ragazzi grandi, le tue figlie che sono un po’ le nostre sorelle, poiché ci sei, o Signora, Capo e Madre, Modello e Orgoglio. Preghiera dello scout davanti alla Madonna Mons. Paolo Magnani (vescovo di Treviso dal 1989 al 2004) O Maria, tu che vivi accanto a tuo Figlio Gesù, volgi il tuo sguardo di madre su noi, tuoi figli scout; stendi il tuo manto celeste e, sulle strade della vita, proteggi il nostro cammino. Tu, con la pazienza di madre, insegnaci la strada dell’amore, per essere capaci di amare sempre. Insegnaci la strada della bontà, per servire i fratelli che sono nel bisogno. Insegnaci la strada della semplicità, per godere delle bellezze del creato. Insegnaci la strada della mitezza, per portare nel mondo la pace. O Maria, fa’ che il nostro sguardo sia rivolto a te, per non perdere di vista, in questo cammino terreno, il traguardo della nostra vita: l’incontro con Gesù Cristo, che vive e regna nei secoli dei secoli. Amen! 39 Preghiera del ven. Papa Pio XII alla Beata Vergine, regina delle guide e degli scout Roma,11 ottobre 1954, festa della Maternità della Beata Vergine Maria 40 Regina del mondo, sostegno e forza della milizia cristiana, Maria, quella fiorente gioventù che vedi oggi ai tuoi piedi, spirante arditezza per le sante battaglie della vita, ti saluta sua condottiera e presidio. Al tuo valido patrocinio essa affida le promesse che ne impegnano l’onore al cospetto degli uomini e di Dio. Alta è la meta a cui gli statuti dell’esploratore sospingono; forze ostili operano, purtroppo, dentro e intorno a noi; ardua la lotta per mantenerci puri e forti. Perciò offriamo a te, o madre, il nostro cuore, perché lo ravvivi e lo sorregga con la grazia di Cristo. Da te sorretto, o Maria, e in materna tutela educati al sentimento dell’onore e della responsabilità, saremo in ogni nostro gruppo, reparto e branco lievito salutare, specchio di integrità di vita e di purezza di costumi, di pietà sincera e di fedeltà al dovere, di stima del lavoro e di fraterna carità in dedizione pronta, modesta, disinteressata. Esaudisci, o madre, l’ardente supplica che oggi da ogni parte d’Italia la grande famiglia degli esploratori cattolici innalza al tuo trono. Sia essa per i tuoi meriti, pacifica legione di anime votate a Gesù Cristo e agli interessi del suo Regno; valorosa milizia di cuori senza macchia e senza paura. Sia loro premio quaggiù lottare con l’esempio per una gioventù pura e forte, gelosa della fede che ha fatto grande la Patria. Sia loro ambizione servire Iddio, la Chiesa, i fratelli. Sia loro conforto nel lavoro e nel sacrificio la fede incrollabile nel tuo Figliolo. Nella salda speranza di glorificarlo un giorno con te nella beata eternità. Così sia. Preghiera di San Giovanni XXIII (Composta il 10 luglio 1962, in occasione del 6° Campo nazionale Esploratori, su richiesta di mons. Ettore Cunial, A.E. Centrale Asci e pubblicata su «L’Esploratore» n. 9/1962.) O Maria, il tuo nome mi sta sulle labbra e nel cuore, dal primo avviarsi della mia vita. Dall’infanzia ho imparato ad amarti come madre, ad invocarti nei pericoli, a confidare nella tua intercessione. Tu leggi nel mio animo la brama che ho di scrutare la verità, di praticare la virtù, di essere prudente e giusto, forte e paziente, a tutti fratello. O Maria! 41 Sostieni il mio proposito di vivere da fedele discepolo di Gesù, per edificare la società cristiana ed allietare la Chiesa Cattolica. Te, madre, saluto mattina e sera; te, lungo la strada invoco, da te attendo l’ispirazione e il conforto per coronare i sacri impegni della mia terrena vocazione, dar gloria a Dio, raggiungere l’eterna salvezza. O Maria, come te a Betlemme e sul Golgota, anch’io voglio restare sempre accanto a Gesù, re immortale dei secoli e dei popoli. Amen. Maria, terra del cielo 42 Per l’Oriente come per l’Occidente cristiano - al di là di formulazioni differenti - la Dormizione-Assunzione di Maria è un segno delle “realtà ultime”, di ciò che deve accadere in un futuro non tanto cronologico quanto di “senso”, un segno della pienezza cui i nostri limiti anelano: in lei intuiamo la glorificazione che attende il cosmo intero alla fine dei tempi, quando “Dio sarà tutto in tutti” (1Cor 12,28) e in tutto. È la porzione di umanità già redenta, figura di quella “terra promessa” cui siamo chiamati, lembo di terra trapiantato in cielo. Un inno della Chiesa ortodossa serba canta Maria come “terra del cielo”, terra, adamah da cui noi come lei siamo tratti (cfr. Gen 2,7), ma terra redenta, cristica, trasfigurata grazie alle energie dello Spirito Santo, terra ormai in Dio per sempre, anticipazione del nostro comune destino. Santa Maria madre del Signore la tua fede ci guida. Volgi lo sguardo verso i tuoi figli, “Terra del cielo”. La strada è lunga e su di noi la notte scende. Intercedi presso il Cristo, “Terra del cielo”. Memorare Ricordati, o piissima Vergine Maria, non essersi mai udito al mondo che alcuno abbia ricorso al tuo patrocinio, implorato il tuo aiuto, chiesto la tua protezione e sia stato abbandonato. Animato da tale confidenza, a te ricorro, o madre, Vergine delle vergini, a te vengo e, peccatore contrito, innanzi a te mi prostro. Non volere, o Madre del Verbo, disprezzare le mie preghiere, ma ascoltami propizia ed esaudiscimi. Amen. 43 Alla nostra Signora della Strada La “Madre di tutti gli Esploratori” ha alcuni canti e alcune immagini che rimangono stampate nel cuore di chi ha avuto occasione nella sua giovinezza di aver fatto parte della grande famiglia degli scout. Quante volte abbiamo invocato l’aiuto e la guida della Madonna, cantando assieme questo bellissimo canto a lei dedicato! Fu composto a quattro mani da mons. Andrea Ghetti (Milano 1912-Tours 1980), sacerdote milanese, per tutti Baden, assieme al fratello Vittorio, durante la II guerra mondiale. La musica invece è tratta da un canto della Guerra dei Trent’Anni (1618 - 1648). Ancora oggi gli scout e le guide di tutta Italia si uniscono nella devozione a Maria cantando questa canzone, alla partenza di un campo mobile o di un’impegnativa attività. 44 Madonna degli scout, ascolta, t’invochiam, concedi un forte cuore a noi che ora partiam! La strada è tanto lunga il freddo già ci assal; respingi tu regina, lo spirito del mal. E il ritmo dei passi ci accompagnerà: Là verso gli orizzonti lontani si va. E il ritmo dei passi ci accompagnerà: Là verso gli orizzonti lontani si va. E lungo quella strada non ci lasciare tu, nel volto di chi soffre facci trovar Gesù. Allor ci fermeremo le piaghe a medicar e il pianto di chi è solo sapremo consolar. E il ritmo dei passi... Lungo la strada bianca la croce apparirà: è croce che ricorda chi ci ha lasciato già. Pur tu sotto una croce Maria restasti un dì; per loro ti preghiamo sommessamente qui. E il ritmo dei passi... Forse lungo il cammino qualcuno s’arresterà, forse fuor della pista la gioia cercherà. Allora madre nostra non lo dimenticar e prendilo per mano e sappilo aiutar. E il ritmo dei passi... Or sulla strada andiamo, cantando, esplorator; la strada della vita: uniamo i nostri cuor! Uniscici Maria, guidandoci lassù alla casa del Padre, nel gaudio di Gesù. E il ritmo dei passi... 45 Risulta doveroso precisare che questo canto della tradizione Asci, spesso citato come “Madonna degli scout” è bensì intitolato “Alla nostra Signora della strada”. Siccome incomincia proprio con le parole: “Madonna degli scout” viene spesso confuso con il seguente, propriamente intitolato: “Alla Madonna degli scout” e che invece è più spesso conosciuto come: “O Vergine di luce”, “Scende la sera”, oppure “Madre degli esplorator”. Fu scritto da Jacques Sevin (Lilla 1882-Boran sur Oise 1951) con il titolo originario “Notre Dame des Eclaireurs” e pubblicato per la prima volta in Francia su “Les chansons des Scouts de France”. Compare in italiano su “Canti di mezzanotte” (Commissariati regionali lombardi Asci e Agi). La traduzione è pressoché testuale, titolo incluso. Alla Madonna degli Scout 46 Scende la sera e distende il suo mantello di vel ed il campo calmo e silente si raccoglie nel mister. O vergine di luce, stella dei nostri cuor, ascolta la preghiera, madre degli esplorator. O delle stelle Signora volgi lo sguardo quaggiù dove i tuoi figli sotto le tende ti ameranno sempre più. O vergine di luce,... O tu più bianca che neve nel tuo mantel verginal con la dolcezza tua lieve ci proteggi contro ogni mal. O vergine di luce,... Come le tende a noi care s’avvolgono nel partir così avvolgici col tuo pregare quando saremo per morir. O vergine di luce,... 47 A Maria Maria le coccinelle tralascian di danzar. Al limitar del bosco si fermano a cantar la notte e le sue stelle invitano a pregar. Ti offriamo la nostra gioia. È bello insieme star! 48 Completa la quaterna dei canti mariani scout, in lingua italiana, la tenera aria-lupetto: Mamma del Cielo Mamma del Cielo, Vergine Santa, a te d’intorno il branco canta, Fa’ che ci amiamo come fratelli mentre la pista noi percorriam. Mamma del Cielo, rendici tu cortesi e buoni come Gesù. Fa’ che io ami ogni vicino come se fosse Gesù Bambino, del mio meglio fare prometto per diventare un tuo lupetto. Al Cuor divino stringimi tu, come stringevi a te Gesù. 49 A Notre Dame Parole di E. J. Regrettier; Musica di C. Geoffrey Quand vient la soir d’une belle journée E âpres de vous la ment est rassemblée, Vierge Marie et d’un seul cœur les louveteaux vous présent Refrain: - Vos louveteaux, ô Notre Dame Ne sont encore que des enfants Mais ils vous apportent leurs âmes De simples cadeaux et leurs chants. 2. - Voici les fleurs que nous avons cueillies Parmi les bois, les champs ou les prairies, Fraîches et belles puissent nos cœurs demeurer purs comme elles ! 50 3. – Voici les joies que nous avons goutées Le clair soleil, les jeux, la vie aisée Dans la nature Gardez le monde, avec ses créatures 4. - Voici la ronce et l’épine et l’ortie Dont notre chair sortit un peu meurtrie Par la souffrance. Qu’à nos péchés, serve la pénitence ! 5. - Voici les bois, les ruisseaux, la verdure. Voici la nuit qui donne à la nature Calme et silence. Dans l’avenir, nous gardons confiance! Alla nostra Signora 1. - Quando viene la sera di una bella giornata, la mente si unisce a te, oh Vergine Maria e in un sol cuore, i lupetti si presentano a te. Ritornello: - I tuoi lupetti, oh Nostra Signora, sono ancora bambini, ma essi ti portano le loro anime, dei semplici doni e i loro canti. 2. - Qui ci sono i fiori che abbiamo raccolto tra i boschi, campi e prati, Freschi e belli, possano i nostri cuori rimanere puri come loro! 3. - Qui ci sono le gioie che abbiamo gustato: il sole, i giochi, la vita semplice. Nella natura conservare il mondo con le sue creature. 4. - Ecco la spina e il rovo e l’ortica, dai quali la nostra carne vien fuori un po’ ammaccata per la sofferenza. Che ai nostri peccati serva da penitenza! 5. - Qui i boschi, i ruscelli, il verde, questa è la notte che dà alla natura, la calma e il silenzio. Per il futuro, restiamo fiduciosi! 51 Vierge de la Route 1. – Reine de la route... vierge nous vous saluons. Que le mal redoute, mère nous vous saluons Vierge aimable, mère admirable, joyeusement nous vous chantons. 2. - Gerbe épanouie... fontaine de vie, 3.- Edelweiss des cimes... échos des abimes, 4.- Calme des vallées... étoile espérée, 5. - Très blanche églantine... rose sans épine, 6. - Soleil des tristesses... force des faiblesses, 5. - Clarté des eaux vives... ombrage des rives, 6. - Fraicheur apaisante... brise reposante, 9. - Soyez notre guide... soyez, notre égide, 10. - Que votre tutelle… nous rende fidèle... 11. - Montrez-nous voie... qui mène à la joie. 12. – Que vos mains bénies... au ciel nous convient. Vergine della strada Regina della strada… vergine noi vi salutiamo. Tu che resisti al male, Madre noi vi salutiamo. Vergine amabile, Madre ammirabile, gioiosamente noi vi cantiamo 2. - Bocciolo di gerbera... fonte di vita. 3. Edelweiss delle vette... eco degli abissi. 4. - Silenzio delle valli... stella attesa. 5. – Bianchissima rosa canina... rosa senza spine. 6. – Sole nelle nostre 52 tristezze... forza nelle debolezze. 5. - Trasparenza delle sorgenti ... ombra dei ruscelli. 6. – Frescura che quieta... brezza che rilassa. 9. – Sii tu la nostra guida ... sii tu nostra difesa. 10. – Che la tua tutela… ci renda fedeli... 11. - Mostraci la strada... che porta alla gioia. 12. - Lascia che le tue mani benedette... ci conducano verso il cielo. Notre-Dame des champs I - Par le bois e les plaines, par le champs semés de fleures, o Vierge souveraine garde tes éclaireurs, (bis). II - Au jour la trompe sonne, quand s’éveillent tous les nids. Sous le ciel qui rayonne. Mère, accueille tes fils (bis). III - Quand les fanions palpitent au grand soleil de midi, entends, le camp récite l’Angelus de jadis (bis). IV - Sous nos fragiles tentes, quand la nuit descend sur nous ta main douce et puissante rend le sommeil plus doux (bis). 53 Madonna dei campi I - Nel boschi e pianure, per campi cosparsi di fiori, o Vergine sovrana difendi i tuoi esploratori. (bis) II - Al mattino suona la tromba, quando si svegliano tutti i nidi, sotto il cielo splendente, Madre accogli i tuoi figli (bis). III - Quando le bandiere si agitano al vento, al grande sole di mezzogiorno, ascolta il campo che recita l’Angelus di un tempo (bis). IV - Sotto le nostre fragili tende, quando la notte scende su di noi, la tua mano delicata e potente, renda il sonno più dolce (bis). 54 4. Imprese scout per Maria La Madonna in pillole - 4 56 QUAL È LA RELAZIONE TRA MARIA E LA TRINITÀ? Esiste una particolare relazione tra Maria e la Santissima Trinità, nei confronti della quale, ella è figlia-sposa-madre: Figlia di Dio Padre, Sposa dello Spirito Santo, Madre del Figlio di Dio fatto uomo. QUAL È LA RELAZIONE TRA MARIA E DIO PADRE? Le opere meravigliose compiute in Maria sono frutto dell’azione primaria e gratuita di Dio Padre. Al libero dono di grazia e di salvezza di Dio, Maria risponde con la sua pronta e totale adesione di fede. «Beata colei che ha creduto nell’adempimento delle parole del Signore!» (Lc 1,45). «Sin dalle origini, Maria ha costituito il grande segno, dal volto materno e misericordioso, della vicinanza del Padre e di Cristo, con i quali ci invita a entrare in comunione» (Documento di Puebla, n. 282, anno 1979). Scegliendola come madre dell’intera umanità, il Padre celeste ha voluto rivelare la dimensione per così dire materna della sua divina tenerezza e della sua sollecitudine per gli uomini di tutte le epoche. QUAL È LA RELAZIONE FRA MARIA E LO SPIRITO SANTO? • Il mistero della Vergine Madre pone in risalto l’azione dello Spirito Santo, che ha operato nel suo seno il concepimento del bambino e ha continuamente guidato la sua vita. I titoli di Consolatrice, Avvocata, Ausiliatrice, attribuiti a Maria dalla pietà del popolo cristiano, non offuscano, ma esaltano l’azione dello Spirito Consolatore e dispongono i credenti a beneficiare dei suoi doni. • La cooperazione di Maria con lo Spirito Santo, manifestata nell’annunciazione e nella visitazione, si esprime in un atteggiamento di costante docilità alle ispirazioni del Paraclito. • Da vera donna di preghiera, la Vergine chiedeva allo Spirito Santo di completare l’opera iniziata al concepimento perché il bimbo crescesse «in sapienza, età e grazia davanti a Dio e agli uomini» (Lc 2,52). Sotto questo profilo Maria si presenta come un modello per i genitori, mostrando la necessità di ricorrere allo Spirito Santo per trovare la via giusta nel difficile compito educativo. • Senza dubbio fu presente all’effusione dello Spirito il giorno di Pentecoste. Lo Spirito che già abitava in Maria, avendo operato in lei meraviglie di grazia, ora ridiscende nel suo cuore, comunicando doni e carismi necessari per l’esercizio della sua maternità spirituale. • Maria partecipa alla vita e alla preghiera della prima comunità cristiana. San Luca rileva che la comunità alle origini della Chiesa è composta non solo di apostoli e discepoli, ma anche di donne, tra le quali Luca nomina unicamente «Maria, la madre di Gesù» (At 1,14). • Anche ora nella vita della Chiesa «Ella è chiamata dallo stesso Spirito a cooperare in modo materno con lui. Egli risveglia continuamente alla memoria della Chiesa le parole di Gesù al discepolo prediletto: “Ecco tua madre!”, e invita i credenti ad amare Maria come Cristo l’ha amata. Ogni approfondimento del legame con Maria permette allo Spirito un’azione più feconda per la vita della Chiesa» (S. Giovanni Paolo II, Catechesi del mercoledì, 9 dicembre 1998). Cfr. R. MARTINELLI, Opera cit. 57 58 Una ricerca sulle realizzazioni concrete della devozione degli Scout nei confronti di Maria santissima ha portato alla scoperta di venticinque imprese compiute in muratura, in ceramica, o in bronzo che mostrano in edicole o in monumenti alcune attività scout nel mondo. 1938 - Fondata nel 1132, “Notre-Dame d’Orval” è una delle abbazie cistercensi più significative del Belgio. L’abbazia fu ricostruita a partire dal 1926 sulle fondamenta del monastero distrutto durante la rivoluzione francese. Qui, al di sopra delle rovine, è stata costruita anche la cappella dedicata alla Madonna degli Scout sulle fondamenta della cappella di Notre-Dame de Montaigu, edificata all’inizio del XVII secolo e distrutta dai soldati francesi, nel 1793. Questa cappella fu eretta in memoria del ruolo attivo che gli Scout cattolici ebbero durante il restauro dell’abbazia tra il 1926 e il 1929. Fu dedicata alla Madonna degli Scout ed inaugurata ufficialmente sia dalla Fédération des scouts catholiques Belges di lingua francese (FSC) che dalla Verbond der Katholieke Scout di lingua fiamminga (VVKS), il 14 agosto 1938, al termine dei festeggiamenti del venticinquesimo anniversario dello Scautismo cattolico in Belgio. La cappella della “Madonna degli Scout” ha costituito nelle Ardenne, terra privilegiata per i campi estivi, un luogo propizio dove gli Scout possono spiritualmente rigenerarsi. 59 1947 - Nell’immediato secondo dopoguerra, lo scultore Sesto Americo Luchetti (Macerata 1909 - 2006) realizzò in rame un bassorilievo raffigurante la Madonna degli Scout. Una copia decorava la sede del gruppo Asci Macerata 1 ed una seconda fu affidata al contingente Asci italiano che partecipò al sesto Jamboree mondiale che si svolse a Moisson (F) dal 6 al 20 agosto 1947. Al termine del Jamboree fu donata al Bureau organizzativo dell’evento. Per iniziativa di Renzo Menichelli, dal calco della formella gli esploratori del reparto del Macerata 1 stamparono alcune cartoline e forgiarono medaglie ricordo in argento, incidendo, nel verso, la decorazione del giglio dell’Asci col suo motto Estote Parati e la scritta: “La vita per il Signore, la mano per il fratello, la voce per i canti della gioia”. Ci sono testimonianze che diversi sono i frutti di questa immagine. 60 1947 - In questi anni viene divulgata l’immagine dell’interessante bassorilievo in ceramica di Umberto Mastroianni (Fontana Liri 1910 - Marino 1998). Ci mostra la Vergine mentre accoglie con materna tenerezza l’omaggio di un esploratore. Qui Gesù Bambino, stando in braccio a Maria santissima, accarezza la testa dello scout che con zaino e cappellone sta marciando. La vasta e diversificata produzione di questo celebre artista va dalle sculture ai bassorilievi, dalle terrecotte agli ori, alle incisioni e fu presentata in significative mostre antologiche a Firenze (1981, Forte del Belvedere), a Milano (1989, Rotonda della Besana), a Hakone (1990, Hakone Open Air Museum), a Castel Ivano presso Trento (1993). Mastroianni ottenne anche numerose commissioni pubbliche. 1952 - A Milano, nella sacrestia della cappella “San Giorgio” in Via Burigozzo, 11, è possibile ammirare un dipinto, olio su tela, con dimensioni 145 x 66 che raffigura “La Madonna degli scout”. L’autore è il pittore Piero Cattaneo (Bergamo, 1929 – Bergamo, 2003), che nel 1950 aveva già partecipato alla “VI Mostra d’Arte Sacra Angelicum” e in quegli anni aveva inaugurato la sua prima personale alla “Galleria della Rotonda” di Bergamo. Prima della ristrutturazione della Casa Scout, questo quadro si trovava nella cappella originale e tuttora rimane in attesa di una degna collocazione. Nella medesima sacrestia è rintracciabile anche un olio su tela (73 x 47) che raffigura “Madonna dei lupetti”. (Fonte: Centro Documentazione Ente Educativo “Mons. Andrea Ghetti”-Agesci Lombardia - Via Burigozzo, 11 - 20122 Milano, Sito web: 61 http://www.monsghetti-baden.it/ - E-mail: csd@ monsghetti-baden.it. Cfr. “Percorsi”, periodico quadrimestrale, n. Febbraio 2014.) 62 1954 - Nella storica sede milanese dell’Asci e quindi dell’Agesci si può ammirare la scultura della “Madonna dello scout”. La statua ha un’altezza di 120 cm e poggia su un basamento, ampio 80x65 con h. 10. Risulta provvisto di due lunghe aste scorrevoli, atte al trasporto durante le processioni. L’esecuzione era stata affidata ad un esperto artigiano, nel senso più nobile e alto del termine, Franco Molteni (Cantù 1912 – Cantù 2001) scultore, erede della tradizione lombarda, che ha lavorato a contatto con Giò Ponti e con Lucio Fontana. Un artista che ha saputo esprimere nella sua Madonna dello scout, negli sguardi che si incontrano, nella postura della Madonna che posa delicatamente una mano sul capo del giovane scout inginocchiato davanti a lei, il duplice sentimento di affidamento e di protezione, di richiesta e di accoglimento. La statua fu portata in processione inaugurale al San Giorgio regionale del 1954, San Giorgio che si svolse a Gavirate. Ne è testimonianza una foto che la ritrae portata a spalle da alcuni scout in una scia di giovani guidati da Baden. La statua ha anche accompagnato lo storico pellegrinaggio nazionale a Lourdes del 28 luglio-5 agosto 1954, non potendo però essere portata in processione per disposizione delle autorità locali. Fu usata in Lombardia, soprattutto in occasione delle feste di San Giorgio, durante gli anni ‘50. Dal settembre 2013 è stata trasferita nella cappella di San Giorgio in Via Burigozzo. 1954 - A 4061 m, sulla vetta del Gran Paradiso, la più alta montagna interamente italiana, troneggia una statua di Maria santissima, in lega d’alluminio, alta 120 cm. Il Commissariato piemontese dell’Asci fece fabbricare a Torino quest’effigie, su idea del prete alpinista piemontese, don Pierino Balma. 1961 - Il 9 luglio, in preparazione al “Sesto campo nazionale esploratori Asci” (svoltosi nel luglio ‘62), gli scout di Grosseto innalzarono sulla vetta più alta della loro provincia, il monte Amiata (m 1734), una statua marmorea intitolata: “Madonna degli Scout”. Dopo un pellegrinaggio di dieci giorni lungo i paesi grossetani, alla presenza di cinquemila fedeli, insieme alle autorità e naturalmente agli Scout toscani, prese dimora l’opera alta m 2,20, dal peso di dodici quintali, che poggia su un enorme e slanciato traliccio in ferro a simboleggiare i tre punti della promessa scout. 1962 - A Lourdes (F), per ricordare i trent’anni del Camp des Jeunes ed il capo clan FB Jacques Astruc (1903-1959), il 23 luglio 1962 venne fatta costruire dal Clan des Hospitaliers NDL un’edicola dedicata a Notre Dame de l’Accueil (ma tutti la citano come Madonna degli scout). 63 1980 - La devozione a Maria nello Scautismo ebbe un grande impulso grazie a don Sandro Crippa (1934 - 1999) e al suo santuario mariano di Soviore (Cinqueterre, SP). Nel 1974 don Sandro fu uno dei fondatori del “Centro Studi ed Esperienze scout Baden-Powell”, divenendone Assistente Ecclesiastico alla morte di mons. Andrea Ghetti (Baden) nel 1980. Il Centro Studi iniziò a promuovere, insieme alla comunità scout di Soviore, le Route di Pasqua, che don Sandro ospitò per vari anni al santuario. Egli era ovviamente anche Assistente delle Route di Natale (che invece hanno sempre avuto un carattere itinerante per l’Italia). 1990 - Con l’autorizzazione delle tre amministrazioni comunali limitrofe, la comunità Masci del Pesaro 1, su iniziativa del Masci marchigiano, realizzò l’erezione di un alto cippo marmoreo, dedicato alla Madonna degli scout, in località Infilatoio a 1500 metri slm, sulla sella del Monte Catria (PU). La formella di bronzo è stata realizzata dal calco donato dallo scultore conterraneo Sesto Americo Luchetti, il medesimo scultore qui citato altre due volte, perché questa stessa immagine mariana si trova anche a Lourdes, a Moisson ed è stata riprodotta in cartolina e in medaglia. Porta come didascalia il verso del canto “Madonna degli scout, ascolta, t’invochiam”. Alla cerimonia d’inaugurazione del 25 aprile 1990 parteciparono rappresentanze delle tredici comunità Masci nelle Marche e dei gruppi Agesci, Fse, Cngei della Provincia di Pesaro. Monsignor Mario Cecchini, vescovo di Fano-Fossombrone-Cagli, celebrò la S. Messa al campo e benedisse l’immagine. 64 1993 - La comunità. Masci “P. Pizzimenti” di Villa san Giovanni (RC) ha inaugurato al “Parco Masci” un’artistica Madonna degli scout opera dello sculto- re Ettore Mercuri. La statua, formata da un gruppo scultoreo, che rappresenta la Madonna ed un esploratore che gioca con uno scoiattolo, è situata su un basamento a forma di tronco di piramide esagonale alto un metro e mezzo. In ogni lato sono rappresentati con quadri in rilievo i punti della legge scout. L’opera è molto bella e significativa e completa così il “Parco Masci” secondo il progetto iniziale. 1990 – A Villafranca di Verona si può ammirare un gruppo monumentale realizzato in gesso, costituito da Maria santissima che abbraccia familiarmente una guida e un esploratore. 1998 - Durante l’assemblea della Zona di Forlì, i capi unità dei 17 gruppi Agesci si sono ritrovati, in unione con il proprio Vescovo mons. Vincenzo Zarri, per la benedizione della maiolica “Madonna delle guide e degli scout”. Autrice della maiolica costituita da nove piastrelle è la ceramista Daniela Paganelli, capo “storico” del gruppo Forlì 2. L’opera si può ammirare in Via Solferino, 21 nella sede che accoglie la Zona Agesci e la rivendita scout “Il Gallo”. 1998 - Silvio Crespi è autore, tra l’altro, di alcuni dipinti di arte sacra che si trovano in luoghi di culto. Nel 1998 ha dipinto la “Madonna degli scout” ora situata nella chiesa “Madonna in Prato” a Busto Arsizio. In questa opera uno scoiattolo incuriosito osserva una scena al campo, dove lupetti, coccinelle e scout dell’Agesci porgono omaggi floreali alla Madonna, dandole il benvenuto col saluto scout. 65 2000 - In Argentina, il 13 agosto 2000, la quinta Conferenza nazionale per la Pastorale degli scouts Cattolici deliberò che il 5 settembre fosse dedicato alla celebrazione della festa di Maria santissima, invocata sotto il nome di Nuestra Señora de los scouts: Madonna degli scouts. Qui ogni anno, al 5 settembre, già si celebrava, da tempo, il “giorno dello scout e della Buona Azione” e in tale data, durante l’anno Mariano 1980, in tutti i gruppi di scout cattolici del paese si tenne una cerimonia in cui sia le unità che i membri si consacrarono alla Madonna degli scout. Come rappresentazione di Nuestra Señora de los scouts fu indicata l’icona dipinta ad olio, realizzata nel 1943, da Margherita Toro Aguirre, docente d’arte classica. Fino agli anni ‘60 era tradizione donare questa immaginetta sacra al novizio, nel giorno della sua promessa. In particolari occasioni migliaia di scout argentini rinnovano la consacrazione a Maria, venerata sotto il titolo di Nostra Signora degli scout, e invocano aiuto per mantenere la promessa. 66 2003 - Le guide e gli scout di Carbonera (TV), hanno voluto esprimere la loro devozione, costruendo un capitello dedicato alla Madonna degli scout. Durante la festa della Madonna del rosario, il 4 ottobre 2003, dopo la S. Messa e la processione, l’immagine della Madonna degli scout è stata intronata, benedetta e collocata nel capitello. 2004 - L’eremo santuario santa Maria delle Grazie al monte Soratte, nel comune di Sant’Oreste (RM) è divenuto una base per ritiri spirituali. Qui si può ammirare una immagine di Madonna degli scout realizzata con ventiquattro piastrelle di ceramica decorata. Da questa rappresentazione è stata tratta anche un’immaginetta sacra. Quest’opera fu collocata in occasione del cinquantesimo anniversario della preghiera a Maria Regina degli scout scritta dal ven. Papa Pio XII, l’11 ottobre 1954, nel corso dell’Anno Mariano. Il monte Soratte è in realtà un colle che raggiunge i 691 m di altitudine. La sua forma, ma ancor più la sua posizione nel mezzo della valle del Tevere, hanno da sempre stimolato la fantasia e la curiosità. 67 2006 - Sabato 8 agosto 2006 le rocce innevate che circondano il rifugio Capanna Margherita a 4559 m slm (monte Rosa) furono testimoni di numerose cordate che collegavano una settantina di scout di varie regioni d’Italia, in marcia verso la vetta. Portavano e accompagnavano proprio sulla cima del monte Rosa una formella di bronzo raffigurante la Madonna. Gli scout, sentendola così affine a loro, preferirono rinominarla familiarmente Madonna degli scout. In tanti hanno colto l’invito di p. Giovanni, assistente ecclesiastico di Biella, per questa iniziativa che vede anche l’alba del centenario scout. La targa in bronzo opera dell’artista biellese Giovanni Garlanda è sistemata all’esterno della Capanna Margherita. 2007 - Si è svolta l’8 maggio 2007 l’inaugurazione della cappella alla Madonna degli Scout sorta a Sant’Eufemia a cura del gruppo scout Brescia 11, in occasione del centenario dello scautismo e della inaugurazione dell’affresco dedicato alla Madonna degli scout nel Parco della Parrocchia di Santa Eufemia della Fonte. 68 2007 - Per iniziativa di Luigi Vignoli e dei Foulard Bianchi dell’Emilia-Romagna, è stata donata, alla Base scout di Bracciano, famosa sede di Campi Scuola nazionali, la già citata opera scultorea di Luchetti. Tale formella in ceramica, dalle dimensioni 33x26 cm, è stata collocata di fianco all’altare, non lontano dal cippo che ricorda gli scout defunti in attività. 2008 - Nell’ottobre 2008, a Lourdes, in occasione del centocinquantesimo anniversario della prima apparizione della Madonna a Bernadette Soubirous, e dell’ottantesimo della Communauté Notre Dame de Lourdes, i Foulards Blancs dell’Emilia-Romagna, per iniziativa di Renzo Menichelli, consegnano, alla direzione del Campo, un bassorilievo, copia di quello in rame realizzato nel 1947 dallo scultore Luchetti, raffigurante appunto la ‘Madonna degli scout’. La formella e la relativa targa ricordo si possono ora ammirare all’interno della Cappella ottagonale “Nostra Signora del Monte Carmelo” nel ‘Village des Jeunes’, come ora è denominata l’ampliata struttura del precedente Camp des Jeunes, gestito dagli Scouts de France, per i giovani che compiono un’esperienza di servizio verso gli ammalati, pellegrini a Lourdes. 2009 - L’11 ottobre 2009 la Direzione di gruppo e alcuni membri del clan “La Lanterna” del Genova Fse si sono recati a Mortara per la consegna della statua della Madonna degli scout. L’iniziativa è nata da Padre Nunzio De Agostini, A. E. dei gruppi scout di Mortara, che ha organizzato una processione con gli scout Agesci, Fse e Masci di Genova e Mortara, da Piazza Baden Powell fino a Sant’Albino. 2009 - A chi sta transitando per Bologna si consiglia di recarsi nel comune di Castenaso: nel cimitero di Villanova si trova la tomba di don Annunzio Gandolfi (1926 -2009). 69 Pregando davanti ai resti mortali del famoso redattore del mensile Asci “L’Esploratore”, si ammira la scultura bronzea che raffigura la Madonna seduta in trono con Gesù Bambino sulle ginocchia, mentre saluta come gli scout e mostra un cartiglio con il nostro motto “Estote Parati”. Naturalmente il fermaglio che fissa il manto mariano è a forma di giglio scout. Una statua identica si trova anche davanti alla Chiesa di Villanova di Castenaso, ultima Parrocchia di don Nunzio. 2010 - Padre Pierbattista Pizzaballa, Custode di Terra santa, ha presieduto sabato 21 agosto 2010 alla cerimonia di inaugurazione dell’effige della Beata Vergine Maria “Regina delle guide e degli scout” apposta a Nàzaret nel porticato della Basilica dell’Annunciazione. Al grande evento per lo scautismo mondiale hanno partecipato trecentocinquanta guide e scout cattolici di ventisette gruppi scout di Israele e della Autorità Palestinese e sessantuno scout italiani. L’effige è stata realizzata per iniziativa della Compagnia di san Giorgio con il contributo di Agesci, Fse e Masci. La ceramica artistica è stata realizzata dalla “ Vecchia Deruta” (cfr. pag. 72). Accanto alla Vergine sono raffigurati san Giorgio, una guida e uno scout con guidone che reca il motto “Estote Parati”. 70 2010 - L’11 settembre 2010, in località Cappuccini di Passignano sul Trasimeno (PG) è stata inaugurata un’edicola alla Madonna degli scout (cfr. pag. 178). L’edicola, con all’interno l’immagine affrescata della Madonna, è stata realizzata in ricordo di un’altra immagine in legno, oggi non più esistente, di cui si ha notizia dagli anni Venti e che fu realizzata da un gruppo scout della zona. Nel passato, ricordano gli abitanti, il luogo era punto di incontro di famiglie con i loro bambini che si recavano a pregare davanti alla Madonna in legno. All’inaugurazione e benedizione erano presenti alcuni rappresentanti del Masci, dell’Agesci e dell’Fse. L’affresco è stato realizzato da Nada Salari, un’artista di Foligno, scout del Masci. A benedire l’edicola il vice parroco don Gianni Pollini. 71 72 5. Maria Santissima e il mese di Ottobre La Madonna in pillole - 5 74 QUALE RELAZIONE C’È FRA MARIA E LA CHIESA? Maria santissima è: appartenente alla Chiesa; Madre della Chiesa; modello della Chiesa; intercedente per la Chiesa. IN CHE MODO MARIA APPARTIENE ALLA CHIESA? Ella è sorella nostra, membro sovreminente e del tutto singolare della Chiesa. È la prima redenta, riscattata da Cristo “nella maniera più sublime” nel suo immacolato concepimento (cfr. Pio IX, Ineffabilis Deus, Acta 1, 605) e interamente rinnovata e colmata della grazia dello Spirito Santo. PERCHÉ MARIA È MADRE DELLA CHIESA? Essendo Maria Madre del Cristo, ella è anche la Madre del corpo mistico di Cristo, che è la Chiesa. Giustamente, pertanto, durante il Concilio Vaticano II, il 21 novembre 1964, il beato Paolo VI attribuì solennemente a Maria il titolo di “Madre della Chiesa”. Proprio perché Madre della Chiesa, la Vergine è anche Madre di ciascuno di noi, che siamo membra del corpo mistico di Cristo. «Ella ha dato alla luce un Figlio, che Dio ha fatto “il primogenito di una moltitudine di fratelli” (cfr. Rm 8,29), cioè dei fedeli, alla cui nascita e formazione ella coopera con amore di madre» (cfr. LG 63). «Cooperò alla salvezza dell’uomo con libera fede e obbedienza» (LG 56), dando il suo assenso in nome di tutta l’umanità. Sul Calvario Gesù, con le parole: «Ecco il tuo figlio», «Ecco la tua madre» (Gv 19,26-27), donava, come Madre, già anticipatamente Maria a tutti coloro che avrebbero ricevuto la buona novella della salvezza e poneva così le premesse del loro filiale affetto per lei. Maria coopera alla nascita e allo sviluppo della vita divina nelle membra di Cristo che siamo noi. Ella è Madre della Chiesa nell’ordine della grazia. «La funzione materna di Maria verso gli uomini in nessun modo oscura o diminuisce [...] l’unica mediazione di Cristo, ma ne mostra l’efficacia. Ogni salutare influsso della beata Vergine [...] sgorga dalla sovrabbondanza dei meriti di Cristo, si fonda sulla mediazione di questi, da essa assolutamente dipende e attinge tutta la sua efficacia» (LG 60). Cfr. R. MARTINELLI, Opera cit. 75 76 Ottobre è il mese del rosario Ottobre è detto anche il “mese del santo rosario”. La recita della preghiera del rosario risale a tempi molto lontani. Cenni storici Già durante il Medioevo (periodo particolarmente fecondo per la devozione mariana), a simboleggiare Maria era stata scelta la rosa, immagine di bellezza e nobiltà. La Vergine veniva cantata come “corona di rose” che, in latino medioevale, si dice “rosarium”. Nel XIII secolo, in Inghilterra, Étienne de Sallai, un abate cistercense, scrisse delle meditazioni sulla vita di Gesù e della Madonna; ogni meditazione era conclusa da un’Ave Maria. Non era ancora il rosario nella struttura attuale, ma certo ci si avvicina parecchio. In una apparizione, la Madonna donò la corona del rosario a S. Domenico Guzman (Burgos 1170 - Bologna 1221) per aiutarlo nella sua missione verso gli uomini che avevano perso la fede in Francia. Era la notte di una bella estate del 1206, e mentre san Domenico stava pregando in cappella, Maria gli apparve e gli disse di difendere la devozione del suo nome, in modo che la missione avesse successo. San Domenico si applicò con grande fervore a diffondere il rosario. Fu quindi soprattutto per opera sua che questo modo 77 di pregare si diffuse ancora di più, fra tutti i fedeli in tutto il mondo. Quante battaglie sono state vinte, forse più con il rosario che con le armi! Durante il Medioevo i cavalieri crociati che combatterono in Terra santa per liberare il Paese dove Gesù era vissuto, avevano fatto del rosario la loro preghiera e soprattutto uno di loro, che era re di Francia, san Luigi IX (1214-1270) lo recitava spesso e per salutare la Madonna si inginocchiava ad ogni Ave Maria. L’opera di diffusione del rosario continuò nei secoli, in larga parte grazie alle “Confraternite del santo rosario”, la prima delle quali risale al 1476. Nel XVI secolo i Turchi, conquistata la Grecia, si accingevano 78 ad invadere il resto dell’Europa e già si erano mossi con l’esercito e un’immane flotta. Tutti i cristiani, a cominciare dal Papa, pregavano, e la preghiera con cui chiedevano la grazia della salvezza del continente europeo era proprio il rosario. Il 7 ottobre 1571, nel mare di Lepanto, di fronte al golfo di Patrasso, in Grecia, le due flotte si scontrarono; ma all’improvviso il vento cambiò e la vittoria arrise alla Lega santa. Il Papa san Pio V (1499-1572) intese rendere grazie alla santa Vergine istituendo la festa della “Beata Vergine Maria della Vittoria”. Con il Papa Gregorio XIII, nel 1573, la festa prese il nome della “Beata Vergine Maria del santo rosario” e venne celebrata nella prima domenica di ottobre, poiché la vittoria era stata conseguita di domenica. Nel 1855 la Madonna apparve, proprio col rosario, a Bernadette Soubirous a Lourdes (Francia), e nel 1917 ai tre pastorelli di Fatima (Portogallo). A questi ultimi si presentò come “Madonna del rosario” e ad ogni apparizione chiese al mondo la recita quotidiana del santo rosario, promettendo che lei sarà con noi, se le faremo compagnia per quindici minuti, meditando il rosario. Nel 1913, il Papa san Pio X riportò la festa della Madonna del rosario alla data storica del 7 ottobre. Nel 2002, con la lettera apostolica Rosarium Virginis Mariae, S. Giovanni Paolo II ha richiamato la natura cristocentrica di questa preghiera, aggiungendo ai tradizionali quindici misteri (gaudiosi, dolorosi, gloriosi) altri cinque misteri, i luminosi. 79 La medicina spirituale Come non dimenticare le esortazioni di papa Giovanni Paolo II e di papa Francesco per una giornata di digiuno e di preghiera (rosario) al fine di scongiurare la guerra, in situazioni disastrose e pericolose per l’umanità, al 14 dicembre 2001 e al 7 settembre 2013. Ed inoltre, facilmente ritorna alla mente un sorprendente suggerimento: “Adesso vorrei consigliare a tutti voi una medicina: è una medicina speciale, non è che il Papa adesso fa il farmacista...”. Con queste parole Papa Francesco ha richiamato, il 17 novembre 2013, l’attenzione dei 60mila fedeli, presenti in piazza San Pietro per l’Angelus, su una scatoletta bianca col disegno rosso di un cuore e delle scritte blu che aveva in mano per mostrarla ai pellegrini. “Vorrei suggerire a tutti voi che siete qui in piazza - ha spiegato - un modo per concretizzare i frutti dell’Anno della Fede, che volge al termine. È una medicina di 59 grani intracordiali. Si tratta di una ‘medicina spirituale’ chiamata ‘Misericordina’. È contenuta in una scatoletta, e alcuni volontari la distribuiranno a voi mentre lasciate la piazza”. Ma all’interno del rimedio sponsorizzato dal Pontefice non c’è ovviamente un vero medicinale, ma un rosario, confezionato esattamente come un medicinale. Accompagnato anche da uno speciale bugiardino che ne illustra le prescrizioni d’uso. “Prendetevela - ha esortato Francesco rivolto ai presenti - c’è una corona del Rosario, con la quale si può pregare anche ‘la coroncina della Divina Misericordia’, aiuto spirituale per la nostra anima e per diffondere ovunque l’amore, il perdono e la fraternità. Non dimenticatevi di prenderla, perché fa bene al cuore, all’anima e a tutta la vita”. 80 Nel foglietto si legge: “Porta misericordia nell’anima, avvertita con una diffusa tranquillità del cuore. La sua efficacia è garantita dalle parole di Gesù. Viene ‘applicato’ quando si desidera la conversione dei peccatori, si sente il bisogno di aiuto, manca la forza per combattere le tentazioni, non si riesce a perdonare qualcuno, si desidera la misericordia per un uomo moribondo e si vuole adorare Dio per tutte le grazie ricevute”. “Può essere applicato, sia dai bambini sia dagli adulti, tutte le volte che se ne avverte il bisogno. La somministrazione - si ricorda nelle istruzioni per l’uso - prevede la recita della Coroncina alla Divina Misericordia, promossa da Santa Faustina Kowalska (Glogowiec 1905 - Cracovia 1938). Non si riscontrano effetti imprevisti e controindicazioni. I Santi Sacramenti favoriscono l’efficacia del medicinale. Prima di usare il farmaco - si legge infine - si consiglia di rivolgersi ad un sacerdote per ulteriori informazioni e di conservare le avvertenze in caso di riutilizzo”. Un rosario nelle mani degli Scout Non tutti gli scout si ricordano che da tempo immemorabile portano, attaccata al cinturone, nel moschettone di sinistra, una coroncina metallica: è il rosario basco, composto da dieci puntini, idoneo ad essere usato anche quando si va in salita e necessitano le mani libere. Non si finirà mai di cogliere la ricchezza del rosario! 81 Importanza del rosario Il beato Paolo VI definì il rosario “una forma di culto popolare rivolto a Maria, la Madre di Cristo, venerata nella meditazione del ciclo della salvezza e nella profusione ritmica delle “avemarie”, come tante rose intrecciate e tante ghirlande intorno alla più bella, alla più pura, alla più santa fra tutte le donne, la benedetta Vergine e Madre”. Il rosario è orazione nobile e potente, preghiera vocale, liturgica, mentale, contemplativa e biblica che più conviene a tutti e che più dobbiamo stimare, impegnandoci al meglio per non trascurarla mai. Il rosario alimenta la fede, sconfigge i nemici di Dio ed incoraggia le virtù evangeliche. La prima parte dell’Ave Maria è biblica (Lc 1,26-31), la seconda è ispirata dallo Spirito Santo, per cui è una preghiera sublime, la più gradita che possiamo offrire a Dio e di maggior profitto per le nostre anime, tanto raccomandata con insistenza da Nostra Signora che si impegna ad intercedere per noi. Il santo Giovanni Paolo II definì il rosario “preghiera meravigliosa nella semplicità e profondità che unisce la famiglia, preghiera cristiana, evangelica, ecclesiale. É la mia preghiera preferita ed esorto tutti a recitarlo”. La recita del rosario, con la contemplazione dei misteri, la ripetizione del Padre nostro e dell’Ave Maria, le lodi alla Trinità e la costante invocazione alla Madre di Dio, è un continuo atto di fede, di speranza e di amore, di adorazione e riparazione; il rosario, infatti, è atto di lode e di invocazione alla Madonna, ma è anche meditazione continua dei misteri principali della fede. Con la recita del S. rosario, meditando i misteri per un quarto d’ora, con la Confessione sacramentale e la santa Comunione, la Madonna promette di assisterci nell’ora della morte e di portarci come fiori 82 all’altare di Dio. La recita del rosario cambia la vita: provare per credere! Scriveva Papa Leone XIII, che meritò il titolo di Pontefice del rosario: “È impossibile che il cristiano che si applichi con fede alla recita di queste orazioni ed alla meditazione di questi altissimi misteri non resti profondamente ammirato contemplando i disegni di Dio realizzati nella Vergine santissima, per la salvezza di tutti i popoli; e che, una volta convinto della verità di queste cose, non si getti fiducioso nelle sue braccia protettrici, ripetendo le parole di san Bernardo: Ricordati, piissima Vergine Maria, che non si è mai sentito dire che qualcuno che sia ricorso alla tua protezione, abbia implorato il tuo soccorso e chiesto i tuoi aiuti, sia stato abbandonato”. San Pio X affermava: “Dopo la santa Messa non c’è preghiera più efficace del rosario”. E san Giovanni XXIII recitava quotidianamente un rosario per tutti i bambini nati quel giorno, affidandoli così alla specialissima protezione della Vergine. Struttura del rosario Il S. rosario è chiamato anche Salterio angelico o Salterio della Beata Vergine Maria, perché la ripetizione continua delle Ave Maria ricorda i centocinquanta Salmi della Bibbia. La ripetizione del nome di Maria e del nome di Gesù è la conferma di una tradizione antichissima della Chiesa che realizza l’invocazione continua del Nome Divino. Com’è noto, nella sua struttura odierna la preghiera del rosario si compone di dieci “Ave Maria”, precedute dal “Padre nostro” e seguite dal “Gloria”; queste preghiere sono introdotte dalla considerazione di un mistero della vita del Signore e della Madonna. Già abbiamo sottolineato che la contemplazione dei mi- Gaudiosi 83 steri è un aspetto fondamentale. “Senza di essa il rosario è corpo senz’anima e la sua recita rischia di divenire meccanica ripetizione di formule” (beato Paolo VI). Attraverso la meditazione, il rosario ci fa rivivere la vita del Signore e della Madonna; ci riconduce nei luoghi in cui è vissuto Gesù; ci ricorda i suoi miracoli, la sua predicazione, i momenti più importanti della sua vita terrena. Quando recitiamo il rosario e pensiamo ai misteri è un po’ come se ripercorressimo la vita di Gesù e della Madonna e ripetessimo ogni volta: “Grazie alla Madonna perché ha voluto essere madre di Gesù e così anche madre di tutti noi”. I misteri del rosario Il rosario è composto di venti “misteri” (eventi, momenti significativi) della vita di Gesù e di Maria, divisi in quattro Corone. Misteri gaudiosi (o della gioia) (da recitarsi il lunedì e il sabato) 1. L’annunciazione dell’Arcangelo Gabriele a Maria Vergine 2. La visita di Maria Vergine a santa Elisabetta 3. La nascita di Gesù 4. La presentazione di Gesù al Tempio 5. Il ritrovamento di Gesù al Tempio Misteri dolorosi (o del dolore) (da recitarsi il martedì e venerdì) 1. L’agonia di Gesù nell’orto degli ulivi 2. La flagellazione di Gesù alla colonna 84 Dolorosi 3. L’incoronazione di spine 4. La salita di Gesù al Calvario carico della croce 5. La crocifissione e la morte di Gesù Misteri gloriosi (o della gloria) (da recitarsi il mercoledì e la domenica) 1. 2. 3. 4. 5. La resurrezione di Gesù L’ascensione di Gesù al Cielo La discesa dello Spirito Santo nel Cenacolo L’assunzione di Maria Vergine al Cielo L’incoronazione di Maria Vergine Misteri luminosi (o della luce) (da recitarsi il giovedì) 1. 2. 3. 4. 5. Il battesimo di Gesù nel fiume Giordano Le nozze di Cana L’annuncio del Regno di Dio La trasfigurazione di Gesù sul monte Tabor L’istituzione dell’Eucarestia Alla fine del S. rosario • • Prega per noi, santa Madre di Dio Affinché siamo fatti degni delle promesse di Cristo. Preghiamo. O Dio, il tuo unico Figlio ci ha acquistato con la sua vita, morte e risurrezione i beni della salvezza eterna: concedi a noi che, venerando questi misteri del santo rosario della Vergine Maria, imitiamo ciò che contengono e otteniamo ciò che promettono. Per Cristo nostro Signore. Amen. Gloriosi 85 La grafica del rosario Tema e obiettivi. I cartelloni sul rosario possono facilmente diventare pagine del proprio quaderno di caccia. Risulta utile presentare un modo per declamare il rosario in branco e in riparto. Numerati da uno a dieci gli scout, tutti sono coinvolti e stanno attenti a quando arriva il proprio turno, per la recita dell’Ave Maria. La presentazione dei Misteri del rosario e la loro raffigurazione grafica aiutano a memorizzare. Benedizione e consegna del rosario basco Luminosi 86 Tema e obiettivi. Insieme al giglio araldico cioè alla punta di freccia (come dice B.-P.), alla forcola, ai tizzoni di Gilwell, al saluto con le tre dita alzate, anche il rosario basco è uno dei simboli più cari allo scout. Tutti preziosi strumenti e segni che ci aiutano durante il Cammino. La consegna del rosario basco è da intendere come una vera e propria investitura a “cavaliere dei nostri giorni”. Realizzazione. È bene che la benedizione di un certo numero di rosari baschi abbia luogo nel corso di una cerimonia scout. Certamente si predilige l’occasione della Promessa scout, ma può essere significativa in occasione della Salita in noviziato, dell’entrata in clan o della Partenza. È utile che anche la località abbia una sua valenza significativa. Basilare è che la cerimonia preceda immediatamente la recita del rosario con la partecipazione di tutto il reparto/clan. Inizio. Quando gli scout sono disposti in cerchio, si esegue il canto “Alla nostra Signora della strada” e si fa una pausa di raccoglimento. Tutti si fanno il segno della croce, mentre l’A. E. dice: Nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo. R. Amen. Saluto. L’A.E. saluta i presenti: “La grazia e la pace di Dio nostro Padre, dal quale procede ogni bene per mezzo del Figlio nato dalla Vergine, sia con tutti voi”. Monizione introduttiva. L’A.E. introduce il rito di benedizione: La Vergine Maria, Nostra Signora degli scout, nell’eterno disegno dell’incarnazione del Verbo, fu predestinata ad essere Madre di Dio. Già nella vita terrena come Madre del Redentore fu associata in modo del tutto singolare all’opera di salvezza. I momenti e gli aspetti di questa provvidenza salvifica sono luminosamente espressi e contemplati nel rosario, che e stato sempre valorizzato e vivamente raccomandato dai pastori del popolo di Dio. Giustamente la Chiesa ha arricchito di una particolare benedizione le corone 87 88 del rosario e in particolare il rosario basco e gli scout che meditano, in questo pio esercizio, i misteri della redenzione, lodando Dio con Maria e per mezzo di Maria. Lettura della Parola di Dio. Uno scout legge un testo della Sacra Scrittura Antifona: Tutti erano assidui e concordi nella preghiera, con Maria, la Madre di Gesù. - Ascoltate la Parola di Dio dagli Atti degli Apostoli: At 1,12-14 “Dopo che ebbero veduto Gesù salire al cielo, gli apostoli ritornarono a Gerusalemme dal monte detto degli Ulivi, che è vicino a Gerusalemme quanto il cammino permesso in un sabato. Entrati in città, salirono al piano superiore dove abitavano. C’erano Pietro e Giovanni, Giacomo e Andrea, Filippo e Tommaso, Bartolomeo e Matteo, Giacomo di Alfeo e Simone lo Zelota e Giuda di Giacomo. Tutti questi erano assidui e concordi nella preghiera, insieme con alcune donne e con Maria, la Madre di Gesù, e con i fratelli di lui.” Parola di Dio. R. Rendiamo grazie a Dio Responsorio. Secondo l’opportunità si può recitare Lc 1,46-55 (Magnificat). R. Grandi cose ha fatto in me l’Onnipotente. Breve esortazione. L’A.E. rivolge brevi parole agli E/G, o agli R/S, e in particolar modo ai novizi presenti, illustrando la lettura biblica, perché gli scout percepiscano il significato della celebrazione e l’uso del rosario basco per imparare più facilmente a pregare con pietà e con frutto. Si può citare il fondatore BadenPowell che incoraggia il senso di responsabilità personale, fa leva sull’onore, chiede una buona azione ogni giorno, stimola la pratica della cavalleria. Infatti, proprio lo stesso B.-P. ci sollecita nei suoi scritti: “Se unite la preghiera all’attività ginnica, potete dire a Dio, mentre guardate così il cielo: -Io sono tuo dalla testa ai piedi- e bevete la bell’aria di Dio (attra- verso il naso e non attraverso la bocca)”. Breve silenzio. Seguono le preghiere spontanee individuali e quindi la preghiera del Signore: il Padre nostro. Preghiera di benedizione. L’A.E., con le braccia allargate, pronuncia la preghiera di benedizione. Benedetto sii tu, Dio nostro Padre, che ci chiami a meditare e celebrare nella fede i misteri del tuo Figlio. Guarda, o Padre, i tuoi scout che recitando devotamente la corona del rosario invocano con fiducia l’intercessione della beata Vergine Maria; fa’ che nella 89 meditazione dei misteri della salvezza possano stabilire una perfetta sintonia tra preghiera e vita. A te gloria nei secoli. Per Cristo nostro Signore. A.E.: Il rosario basco ti è stato dato, o esploratore/ novizio rover, nel grande giorno della tua promessa, dopo la solenne Veglia d’Armi, non già perché servisse d’estroso ornamento al tuo cinturone, ma perché ti fosse di costante aiuto a mantenere gli impegni liberamente presi in quel giorno. R. Amen. L’A.E. benedice il rosario basco con l’acqua santa e lo consegna ai singoli novizi, dicendo: A.E.: Ricordati della tua debolezza e della Vergine che la può sostenere. Novizio: Mi ricorderò. Il novizio bacia, in segno di rispetto, il rosario stesso, volendo con tale atto riconoscere la preziosità del dono ricevuto e il suo spirituale valore. Segue la recita del rosario. Canto “Alla Madonna degli scout” Conclusione: L’A.E. stendendo le mani sui presenti dice: Dio, che per mezzo della beata Vergine Maria ha ridato la gioia al mondo intero, vi colmi dei suoi favori. R. Amen. E la benedizione di Dio onnipotente, Padre e Figlio + e Spirito Santo, discenda su di voi, e con voi rimanga sempre. R. Amen. 90 Punto dello “Scoubidou” Fig. 1 Fig. 2 Fig. 3 Come cominciare il grano fili passati per il 1° grano Fig. 4 Per fermare l’anello Decina terminata Costruiamo il rosario basco ovvero la Decina “Oggi 31 maggio è la festa della Visitazione della Santa Vergine. Perché non andiamo a dire una decina del rosario all’oratorio?” propone Francesco. “Accidenti, ho dimenticato il mio rosario basco [la decina], a casa” esclama Giovanni. “Anch’io” dice Alberto. Niente paura: insegniamo ai nostri amici a costru91 irlo essi stessi, usando il cordino dello scoubidou. Per fabbricare la decina bisogna prendere quattro o cinque metri di sottile cordino o spago, a secondo della grossezza, quindi si tagliano due pezzi da un metro o un metro e mezzo di lunghezza. Per cominciare si prendono i due pezzi A e B per incrociarli come mostra la figura 1. Si stringe questo nodo, tirando dalle quattro estremità dei due spaghi in modo da ottenere dei cordini con la stessa lunghezza. Si tendono questi quattro spaghi, come mostra il disegno 2: questo si chiama “punto a scoubidou”. Assicurarsi di stringere bene ognuno di questi punti. Per formare un grano della decina, prima di stringere i quattro cordini, se ne passano altri due nel mezzo dei punti, sotto due cordini paralleli, per poi stringere subito i punti. Ribattere i due cordini passando da ogni lato di uno stesso fianco e ripiegare le loro estremità insieme su qualche punto solamente. Tagliare i fili in basso dell’ultimo punto che è stato ben stretto. Per formare l’anello della decina, dopo che i dieci grani saranno tessuti, si passano i quattro cordini (due in un senso e due nell’altro) nei due cordini formati dal punto di inizio (Figura 4). Continuare a tessere i quattro cordini per formare il braccio verticale della croce. Per fare le braccia della croce passare due cordini come per un grano, ma non ripiegarli insieme. Nel punto seguente ripassare altri due cordini insieme; quindi intrecciare insieme i quattro cordini che spuntano da ciascuna parte. Attenzione: affinché i grani siano a distanza regolare bisogna contare il numero dei punti che si sono fatti tra ciascun grano. 92 Grande Gioco sulla vita di Maria e sul rosario Tema e obiettivi. Conoscenza della vita in Terra santa ai tempi di Maria santissima e di Gesù e riscoperta della preghiera del rosario attraverso prove di Pista e di Specialità. Realizzazione. Il gioco è a tappe. I lupetti divisi in sestiglie girano per le terre di Gesù e devono superare nove prove. Ogni prova è tenuta da un Vecchio Lupo (durata massima quindici minuti) in clima di Famiglia Felice e ambientata a tema (per es.: falegname, sinagoga, fornaio, fiume Giordano, lago di Tiberiade, Tempio, ecc.). Al termine della prova, ogni lupetto riceve un grano del rosario per formare alla fine del gioco la propria coroncina del rosario, che sarà anche il souvenir della caccia svolta. Il rosario viene realizzato inserendo una alla volta in un cordino le nove perline raccolte, più la decima che sarà consegnata alla fine. Tra una pallina e l’altra si esegue un nodo semplice, mentre alla fine si chiude la coroncina con un nodo piano. In aggiunta si può consegnare una piccola croce da inserire entro la corona del rosario. Prove consigliate. Si possono adattare a seconda delle esigenze della propria unità, in riferimento alle prove della Pista. 1. Le vicende di Maria. A Tiberiade il pittore ha bisogno di un aiuto: da quando è passato Gesù non riesce più a dipingere nulla! È stato abbagliato da quel volto luminoso. Dicono che sul monte Tabor abbia emanato una luce tale da non poter essere rappresentata in alcun modo! E così ha perso anche i disegni buoni mischiati a quelli che non andavano bene. Chi l’aiuta a ritrovarli? 93 Sparsi in giro ci sono disegni che indicano le vicende di Maria come raccontate dal Vangelo. Ma ve ne sono anche altri che non c’entrano nulla, per esempio: le donne che si recano alla tomba vuota, i discepoli di Emmaus, ecc. Vince chi riesce a trovare i disegni corretti che potrebbero essere: l’Annunciazione; l’adorazione dei Re Magi; la presentazione di Gesù al Tempio; il ritrovamento di Gesù tra i dottori; le nozze di Cana; Maria ai piedi della croce. Basta trovare un libretto del rosario illustrato e fare le fotocopie, oppure riprodurre con ingrandimento pp. 139-142. 2. Con Maria giochiamo a domino. Lupetti, volete fermarvi con noi ragazzi di Gerusalemme a riordinare queste tessere del domino? Si procede come in un normale domino in cui si accosta una tessera all’altra che è costituita da una immagine a sinistra e da una scritta a destra. Per costruire le tessere basta incollare 94 su cartoncino le fotocopie e poi le didascalie in pag. 138-142... naturalmente dopo aver cancellato i numeri di riferimento! • Prima Tessera: a Sx l’immagine dei tre Re Magi / a Dx “Sua madre Maria essendo promessa sposa di Giuseppe”. • Seconda Tessera: a Sx l’immagine di Maria insieme a S. Giuseppe / a Dx “Prese con sé il bambino e sua madre e fuggì in Egitto”. • Terza Tessera: a Sx l’immagine della Fuga in Egitto / a Dx “Ti saluto o piena di grazia”. • Quarta Tessera: a Sx l’immagine dell’Annunciazione, con Maria Ss.ma e Arc. Gabriele / a Dx “Entrata nella casa di Zaccaria, salutò Elisabetta”. • Quinta Tessera: a Sx l’immagine della Visitazione alla cugina Elisabetta / a Dx “I pastori dicevano fra loro: ‘Andiamo fino a Betlemme”. • Sesta Tessera: a Sx l’immagine dei pastori inginocchiati davanti alla grotta / a Dx “Portarono il bambino a Gerusalemme, per offrirlo al Signore” • Settima Tessera: a Sx l’immagine della presentazione di Gesù al Tempio / a Dx “Lo trovarono nel Tempio, seduto in mezzo ai dottori”. • Ottava Tessera: a Sx l’immagine del Ritrovamento di Gesù al Tempio / a Dx “Alcuni Magi giunsero da oriente a Gerusalemme”. 3. I logo mariani nel messaggio cifrato. I Romani hanno intercettato un messaggio in codice, portato dall’agente segreto. Occorre decifrarlo! Su un lato della pergamena vi è disegnato un pesce (se nessun lupetto sa che cosa significhi, lo si può svelare alla fine: pesce, in lingua greca Ichthys, è l’acrostico di Iesous Christos Theou Yios Soter, cioè Gesù Cristo, Figlio di Dio, il Salvatore) e sull’altro vi sono delle strane sigle; 95 che vorranno dire? Mostrare il tradizionale logo di Ave Maria, dove le due iniziali si intersecano (cfr. pag 200). Usando il vangelo, nella traduzione aggiornata, i lupetti devono recuperare le parole che formano il messaggio (per ogni parola sono indicati: sigla dell’evangelista, capitolo, versetto e numero della parola da prendere. Esempio: Mt 5,13 - parola 4, dove “Voi siete il sale della terra” ha come quarta parola: Sale. Il messaggio potrebbe essere: Mt 1,18-parola 8; Lc 1,43 - parola 7; Gv 2,1 - parola 8; Mt 14,33 - parola 17. La soluzione è: “Maria Madre di Dio”. 4. Attività espressive ispirate alla vita di Maria. Nella bottega del sarto c’è davvero di tutto! I lupetti, dopo aver letto a voce alta un episodio mariano, possono scegliere una serie di costumi e quindi rappresentarlo con una scenetta. 5. Colori Liturgici. Per il falegname Giuseppe il rompicapo è duro. La ruota dei colori è andata in tanti pezzi! Chi aiuta a rimettere i pezzi nel giusto ordine in modo che il calendario circolare possa essere nuovamente usato? (Occorre preparare una serie di spicchi colorati, su compensato o su cartone che rappresentano i vari periodi dell’anno liturgico: dall’Avvento, viola, fino alla festa di Cristo Re, rosso, poi il verde, il bianco…). 96 6. Preparazione dell’Altare. Un chierichetto (o accolito) sbadato chiede una mano ai lupetti per riordinare la mensa Eucaristica sull’altare prima che arrivi il Sacerdote. I lupetti hanno un paio di minuti di tempo per disporre correttamente e con zelo tutti gli oggetti (corporale, calice, patena, pisside, ampolline, lavabo, manutergio). Scaduto il tempo spunta il VL vestito da sacerdote (o un sacerdote vero se c’è) e controlla con i lupetti quanto hanno fatto, aiutandoli a correggere dove hanno sbagliato e illustrando il significato dei vari arredi. 7. Nostra Signora che scioglie i nodi. Il lavoro dei pescatori del lago di Tiberiade richiede abilità coi nodi. Ben lo sapevano i discepoli del Nazareno! Appesa ad un albero vi è una corda (possibilmente con nodi ad otto che facilitino l’arrampicata). Ogni lupetto, seguito da un Vecchio Lupo, deve salire fino all’altezza ove sono appesi fogli di carta con l’indicazione di un nodo (tessitore - rete - margherita…). Il lupetto, recuperato il tipo di nodo richiesto, scende e lo esegue. Il capo può quindi regalare un santino della “Madonna che scioglie i nodi”, spiegandone il significato. 8. Essere forti, per essere utili. Piccolo percorso Herbert con inserito: Salto alla quaglia - Salto con la corda - Capriola. Bisogna muoversi da una città all’altra della Terra santa: ad esempio, dal porto di Giaffa fino al mercato di Emmaus. 9. Madonna della salute. Chissà dove è finito il Maestro che a Cafarnao ha compiuto tante guarigioni? La scorsa settimana era passato di qui e aveva guarito tutti… e invece ora! Al povero medico serve proprio un aiuto: ha un paziente con una brutta ferita al ginocchio e non si sente neppure bene perché è stato troppo tempo al sole. Voi che cosa fareste? Scatta in piedi per Maria Tema e obiettivi. Conoscenza di un episodio evangelico. Sviluppare l’attenzione. Realizzazione. Questo è un gioco da fare seduti in cerchio e si può svolgere in sede o all’aperto. Il capo 97 prende posto nel cerchio, come tutti i giocatori, ed assegna a ciascuno il nome dei personaggi evangelici: Gesù, alcuni apostoli, alcuni evangelisti, oppure un mestiere o una professione. Se si tratta di un cerchio numeroso, procediamo nel distribuire mestieri simili, ma con nomi diversi: ad esempio pastore e allevatore di pecore; soldato e militare o guardia; re e monarca, falegname ed ebanista, carpentiere e muratore ecc. Avendo un’unità mista, un’altra possibilità è distribuire i ruoli al maschile ed al femminile: sposo e sposa, pastorella e pastore, sacerdote e sacerdotessa, maestro e maestra, cameriere e cameriera, albergatore e albergatrice. Chi dirige il gioco è “Maria” ed inizia un racconto che ha preparato, il più possibile attinente al brano evangelico, evitando risvolti umoristici e nel corso del quale nomina man mano il nome proprio o i ruoli, anche se non sono stati assegnati. Quando il personaggio o il mestiere di uno dei giocatori viene nominato questi deve alzarsi in piedi. Quando viene nominata “Maria” tutti debbono alzarsi in piedi, ma il capo/Maria stessa può rimanere seduto per trarre in inganno i partecipanti al gioco. Chi non si alza quando viene nominato il suo lavoro, o si alza a quello di un altro o, ancora, non si muove quando è nominata “Maria”, paga pegno. Ogni tre pegni il capo stabilisce una penitenza da eseguire subito. Dopo la penitenza, il gioco riprende come prima con lo stesso racconto o cambiandolo. La Madonna in tutta la Bibbia celebrazione con il clan/fuoco 98 Tema e obiettivi. Più che un’attività d’atmosfera, questa si presenta come una vera celebrazione della Parola. Alla riunione di clan si dividono gli R/S in quat- tro pattuglie, consegnando loro l’elenco sottostante. Nei libri storici e nei libri profetici viene prefigurata la figura della Beata Vergine Maria, mentre i Vangeli e gli Atti degli Apostoli ne raccontano le vicende. Ogni pattuglia dovrà incontrarsi a casa di un componente al fine di individuare e leggere i brani assegnati: dagli Storici, dai Profetici, dalle Epistole o dagli Atti, oppure dai Vangeli. Verrà scelta la lettura più adatta alla propria vita, magari tenendo un occhio al periodo liturgico, e in pattuglia ognuno motiverà la propria scelta. Quindi si deciderà insieme un canto, mariano o no, conosciuto da tutti. Realizzazione. Alla riunione di clan verranno così presentate le quattro letture più votate, intercalate con i canti. Prima il capo clan farà una breve introduzione sul significato di questa celebrazione e sulla figura di Maria santissima nella vita di ogni rover/scolta. Finite le letture e i canti ognuno esprime quanto è risuonato nel proprio cuore all’ascolto della Parola di Dio. Proposte di letture: Storici Profetici Lettere Vangelo Gdt 13,17-20 Gdt 15,9-10 Est 8,3-8.16-17 Est 4,17 n. p. r. 2Mac 7,1.20-29 1Cro 15,3-4.15-16 1Cro 16,1-2 Zc 2,10-13 Is 7,10-14; 8,10 Is 9,1-3.5-6 Is 60,1-6 Is 61,9-11 Is 66,10-14 Sof 3,14-20 Gal 4,4-7 At 1,6-14 At 2,1-4 Ap 12,1-18 Ap 21,1-5 Mt 1,16-25 Mt 2,1-12 Mt 2,13-15.19-23 Mt 12,46-50 Mt 28,1-10 Lc 1,26-38 Lc 1,39-56 Lc 2,1-14 Lc 2,15-19 Lc 2,27-35 Lc 2,41-52 Lc 8,19-21 Lc 11,27-28 Gv 2,1-12 Gv 19,25-37 99 Maria nella nostra vita di scout e di capi Tema e obiettivi. La lettura, o meglio, la continua rilettura del vangelo, dovrebbe essere un punto fermo nella vita spirituale di ogni scout. Non di rado rischiamo di fare l’abitudine a brani già ascoltati più volte, mentre la Parola di Dio è sempre nuova perché sempre nuove sono le situazioni della vita, gli stati d’animo in cui ci troviamo e in cui il Signore viene a parlarci! Quello che come capi scout possiamo proporci in questo momento è un impegno di rilettura dei Vangeli alla luce della figura di Maria. Nel racconto dell’evangelista Luca, quello che più si è soffermato sui primi anni della vita di Cristo, l’annuncio della nascita di Gesù a Maria è un momento che ci suggerisce moltissime considerazioni. La vita tranquilla di una fanciulla fidanzata con un certo Giuseppe sconvolta da un saluto da cui fu molto turbata. Un messaggero misterioso, portatore di un messaggio ancor più misterioso ma quasi categorico nella sua laconicità: “Tu hai trovato grazia presso Dio. Avrai un figlio… e Dio l’Onnipotente lo chiamerà suo Figlio!” (Lc 1,31). Un momento di comprensibile titubanza da parte della fanciulla (“Come è possibile?”), e subito, immediata, la disponibilità alla volontà di Colui al quale niente è impossibile: “Ecco la serva del Signore: avvenga per me secondo la tua parola” (Lc 1,38). È la risposta più semplice e bella che si possa immaginare, ma anche la più” difficile: è un “sì” di compromissione totale, di cieca fiducia in Dio. Il progetto di Dio non è mai di immediata comprensione, ma richiede un’adesione che significa apertura, accoglienza. Maria accoglie la volontà di Dio e la fa propria: da quel momento in poi è attivamente impegnata, al fianco di Dio, in un 100 progetto di salvezza che non è solo per sé, ma per tutto il mondo. Come cristiani e come capi scout siamo chiamati a “meditare nel nostro cuore” (Lc 2,19) questa realtà, e a sperimentarla nella nostra vita e nel nostro servizio. Per Maria si è trattato di un angelo, per noi può essere un ragazzo, un povero, un emarginato o anche una frase del vangelo: ma è comunque Dio che ci chiama a collaborare, a renderci suoi “strumenti di salvezza”, ad accogliere la sua volontà ed a farla nostra, incarnandola e realizzandola come “vita”. Proprio come Maria ha fatto con Cristo. Le riflessioni che seguono sono tratte in gran parte dall’articolo di don A. Lotterio, Scout, Proposta educativa, n. 32 - 2007. Tutti noi conosciamo il motto delle nostre sorelline coccinelle. Quando pensiamo a Maria è facile ricordare prima di tutto il suo “Eccomi”, risposta all’annun- 101 102 cio dell’angelo. Una parola che troviamo nella Bibbia cinquantacinque volte, una parola cara alla nostra spiritualità e che ci ha accompagnato nel “Convegno Bosco” a Loreto nel 2006. Ho sentito genitori ed educatori cristiani affermare che “è difficile parlare con competenza della Madonna”. In realtà, non sono la pigrizia, la paura, l’indifferenza a spingere genitori ed educatori a parlare poco di Maria. Forse temiamo di essere troppo “sentimentali”, troppo “affettivi” e non ci rendiamo conto che la presenza di Maria è dono di Dio agli uomini e che siamo invitati ad accoglierlo nella fede. Di lei Gesù non ha mai parlato. Lei è ovunque in lui. Nella fede - ovviamente con tutto ciò che siamo - e per mezzo della fede noi possiamo scoprire e comprendere quanto viene da lui. Nella fede, dunque, scopriremo Maria, la comprenderemo e la ameremo realmente. È Gesù suo Figlio che ci fa accedere al mistero di Maria. Nella luce di Gesù, Maria appare la donna benedetta tra tutte le donne, la donna in cui abita Dio, la donna salvata, felice e in perfetta comunione con Dio, perché ne ha realmente ascoltato la parola e di essa ha vissuto. Come per dire: “Il Figlio di Dio si è fatto uomo” è necessaria la fede e non solo la capacità di intenerirsi sul Bambino del presepio, così la fede è necessaria per affermare con gravità e stupore: “Maria è madre di Gesù, il Figlio di Dio (cfr. Mt 13,50). Maria è mia madre!”. Con la fede, possiamo conoscere Maria e meravigliarci di ciò che Dio ha fatto in lei. Ascoltando la parola di Gesù: “Ecco tua madre”, non scegliamo più Maria per semplice bisogno o ammirazione affettiva, ma giorno dopo giorno la possiamo riconoscere effettivamente nostra madre e questo riconoscimento crea dei vincoli tra noi e lei e ci stimola a esprimerli. Ecco perché, quando si incomincia a parlare di Maria ai ragazzi, è necessario innanzi tutto rivelare loro Gesù Cristo. Se la fede in Gesù nasce nei bambini, immediatamente il volto di Maria s’illumina. Questo incontro sarà più bello e più vero, capace di mobilitare tutte le forze vive del cuore e dello spirito dello scout. Da Gesù abbiamo ricevuto questa rivelazione, questa Buona Notizia. Quando diciamo ai ragazzi che Maria è nostra madre, è indispensabile che sappiano al tempo stesso che è stato Gesù a dircelo. Allora lo scout o il capo che pregherà dicendo: “Rallegrati, o Maria...”, pregherà con tutta la sua fede e con tutto il cuore colei che può veramente chiamare, con Gesù, “sua madre”. Maria ha vissuto il suo “Eccomi” (Lc 1,38) in tutta la sua vita di donna, di madre e di sposa: nella fiducia in Dio e nella fedeltà a cercare di comprendere ciò che Egli dice; nel coraggio al momento delle prove; nella semplicità quotidiana con le sue ore banali, felici, noiose, faticose, inquiete, dolorose, incomprensibili. Maria non sempre capiva che cosa accadeva a suo Figlio - del resto, non è straordinario che una mamma non riesca sempre a comprendere che cosa accade ai suoi figli - ma ha amato Dio, ha ascoltato ciò che diceva Gesù; ha custodito tutto, anche quello che non comprendeva subito. Non ha aspettato di capire tutto per fare ciò che diceva Dio. Nella fede era presente con i discepoli a Cana, nel Cenacolo, a Pentecoste. Il suo “Eccomi” iniziale ne ha presupposti tanti altri, detti giorno dopo giorno, e ne ha anticipato altri ancora, sempre più grandi, sempre più impegnativi, perché l’amore è esigente e non si accontenta di poco: o cresce o muore. Certo, tutto questo non deve essere detto, così, agli scout. Ma, attraverso il nostro modo di parlare di Maria, di pregarla o di pregare con lei davanti ai ragazzi o con loro, è indispensabile rivelare che Maria non ha avuto una vita con Dio facile e senza problemi. La sua felicità non è sempre stata “sensibile”, ma ha sperimentato che chi crede non è mai solo. 103 A seguito di questa chiacchierata: “Vestiamo” i panni di Maria Tema e obiettivi. “Eccomi” è solo l’inizio di una storia. Una storia nuova che, come in Maria e con Maria, può nascere anche dal nostro cuore e dal cuore dei nostri scout per vivere pienamente il presente. “Che cosa pensa Maria? Che cosa fa?”. Proviamo a costruire su queste domande una attività per i nostri branchi/cerchi, ma anche per i reparti una caccia “mariana”. Conosco uno scout che davanti a queste domande ha disegnato Maria, dritta ai piedi della croce, le mani protese verso Gesù, le lacrime sul suo volto... Gesù sulla croce sembra abbracciarla. Quello scout ha capito che Maria è piena di speranza, anche se il dolore le riempie il cuore. Nulla le è stato risparmiato. Il giorno dell’Annunciazione ha realmente vissuto l’annunzio di una Buona Notizia, ma prima di “vederlo” realizzato nella Pasqua, Maria è passata attraverso la fede con una parola semplice e grande: “Eccomi”. Intavoliamo con i lupetti/scout una conversazione su Maria, cercando di rivedere insieme che cosa conosciamo di lei. Al termine della conversazione, possiamo scrivere sinteticamente quanto emerso, utilizzando una tecnica che aiuta a fissarlo: brevi domande e risposte, come le seguenti. • Perché diciamo alla vergine Maria: “Benedetta fra le donne”? Perché la vergine Maria ha creduto alle parole del Signore ed è diventata la Madre di Dio. • 104 Chi raccontò ai primi discepoli gli avvenimenti della nascita di Gesù? Maria conservava nel suo cuore tutto quello che accadde a Betlemme e poi a Nàzaret. • Perché facciamo festa a Natale? Facciamo festa perché Dio Padre ha tanto amato gli uomini da donare per loro il suo Figlio Gesù. Realizzazione. Il capo potrà scegliere una delle attività presenti nel libro. In un giorno di pioggia, possiamo consegnare una scheda in A5 e possiamo chiedere ai lupetti/e o agli esploratori/guide di scrivere sul proprio quaderno di caccia il concetto principale che li ha colpiti, decorandolo con un appropriato disegno dove emerga la figura di Maria santissima. Possiamo anche preparare una carta d’identità di Gesù e di Maria, (cfr. pagina seguente) o proporre alla riflessione degli scout alcune affermazioni, chiedendo loro di scegliere, motivandola, quella preferita. Possiamo infine proporre brevi frasi da completare individualmente sul proprio QdC, dopo averne parlato assieme. 105 Carta d’identità di Gesù Nome……. Suo padre……….. Suo padre putativo ……….. Sua madre……. Nonno materno ……. Nonna materna ……. Nato a……… Giorno di nascita……. La sua missione….. Carta d’identità di Maria [Madre di Dio e Madre di Gesù] Nome……. Suo padre……….. Sua madre……. Sua cugina……. Sposa di…….. Residente a……… Giorno di nascita……. La sua missione….. Quali di queste frasi ti piace di più: • Maria è la prima discepola; • Maria si fa piccola come una serva; • Maria è piena di grazia; • Maria è Madre di Dio e Madre della Chiesa. Com’è importante il sì di Maria Completa le frasi che seguono: • Con il sì di Maria, Gesù viene tra………. • Con il sì di Maria, Gesù nasce a………. • Con il sì di Maria, viene il salvatore del………. 106 6. Un Natale insieme a Maria Santissima La Madonna in pillole - 6 108 IN CHE SENSO MARIA È MODELLO DELLA SANTITÀ DELLA CHIESA? Maria è la tutta santa, essendo «la piena di grazia» (Lc 1,28). Ella rappresenta per la comunità dei credenti il paradigma dell’autentica santità, che si realizza nell’unione con Cristo. «La Chiesa ha già raggiunto nella beatissima Vergine la perfezione», mentre «i fedeli si sforzano ancora di crescere nella santità per la vittoria sul peccato» (LG 65). In tale cammino verso la santità, i credenti in Cristo si sentono incoraggiati da Colei che è modello di virtù. «La Chiesa, pensando a lei piamente e contemplandola alla luce del Verbo fatto uomo, penetra con venerazione e più profondamente nell’altissimo mistero dell’incarnazione e si va ognora più conformando col suo Sposo» (cfr. LG 65). La santità cristiana si attua in una intensa vita di fede, speranza e carità. In tutte queste tre virtù teologali, Maria è modello esemplare. Infatti: • nella fede: il suo esempio incoraggia il popolo di Dio a praticare la sua fede e ad approfondirne e svilupparne il contenuto, conservando e meditando nel cuore gli avvenimenti della salvezza; • nella speranza: ascoltando il messaggio dell’angelo, la Vergine orienta per prima la sua speranza verso il Regno senza fine, che Gesù era mandato a stabilire; • nella carità: grazie proprio alla carità irradiante di Maria è possibile conservare in ogni tempo, all’interno della Chiesa, la concordia e l’amore fraterno. Cfr. R. MARTINELLI, Opera cit. Lettera di Natale Maria Regina della Famiglia. Cara coccinella, lupetta/o, cara guida, esploratore, sai che nelle quattro settimane che precedono la festa del Natale i cristiani “aspettano” la venuta del Signore. Che cosa fanno mentre aspettano? Il Signore nasce, ma in un modo invisibile; Gesù non nasce come a Betlemme, ma nel cuore di ciascun cristiano. Allora il cristiano, per essere sicuro che anche dentro il proprio cuore nasca il Signore, cerca di “aprirlo”: pregando, facendo qualche piccola penitenza, ascoltando più attentamente la parola del Signore. Anch’io desidero aiutare te a tenere vicino Gesù, ora che è nato per noi. Ed allora ti dirò due pensierini che mi sono venuti su dal cuore, fino alla mente e che io trascrivo in questa lettera per te. Il Signore ci vuole sua famiglia. Tu hai studiato nel catechismo che Dio è Creatore di tutto. Anche te ha creato; la tua anima è uscita dalle sue mani! Ma Dio non si è accontentato. Se avesse lasciato che tutte le creature fossero solo sue creature, ci sarebbe stata una distanza infinita tra lui e noi. Dio invece ama stare vicino a noi. Se vai a leggere il vangelo troverai quando l’angelo Gabriele è andato da Maria ad annunciarle il Natale: le ha detto che suo Figlio, Gesù, sarebbe stato chiamato anche Emanuele, che in ebraico significa “Dio con noi”. Gesù un giorno è nato sulla terra, ed 109 essendosi fatto uomo, è divenuto veramente nostro fratello. E nascendo tra noi ha portato sulla terra il più bell’annuncio che sia mai stato dato. E sono comparse le schiere degli angeli a fare festa per questo avvenimento. Vedi, caro scout, per tutti noi è stata una grazia immensa. Dobbiamo ricordarlo, e dobbiamo avere tanto amore verso Dio, che in questo modo è diventato padre per tutti gli uomini. Anche per te. E tu reciti ogni giorno il “Padre nostro” proprio per dire grazie a Dio di questo grande dono, per crescere nell’amore di figlio che ama con tutto il cuore il Padre che è nei cieli. Gesù sceglie una madre. Per nascere sulla terra, il Figlio di Dio ha avuto bisogno di una madre. Tu la conosci, ne sai il nome, la invochi spesso, perché sai quanto è buona. Proprio così. Maria ha donato al mondo Gesù, e con questo dono ha fatto sì che la grande famiglia degli uomini diventasse anche la famiglia di Dio. Dio è nostro Padre, Gesù nostro fratello e Maria nostra madre: è la nostra famiglia celeste! Uno scout in gamba conosce il significato del Padre Nostro e dell’Ave Maria. Noi ti chiediamo di recitare queste preghiere nelle settimane d’Avvento, in un modo speciale. Proclamare il “Padre nostro” significa fare festa a Gesù che è nato tra noi e ci ha fatto conoscere il Padre suo. Proclamare l’Ave Maria significa ancora fare festa al Natale di Gesù, perché quel Natale ci ha regalato anche Maria come nostra mamma. 110 Attività suggerite. 1. Se vicino alla tua casa abita una bambina o un bambino della tua età, che non sa ancora dire bene il Padre Nostro e l’Ave Maria, fa’ di tutto perché possa imparare queste preghiere. Naturalmente sarai tu stesso ad insegnargliele. 2. Si recita il Padre nostro durante la S. Messa? Sai in quale momento? C’è una preghiera che i cristiani devoti recitano spesso, specialmente in due mesi particolari dell’anno, e che è formata dal Padre Nostro, da tante Ave Maria. Sai qual è? E quali sono questi due mesi? 3. Cerca un disegno, o una fotografia, o un ritaglio di giornale, che riproduca bene una famiglia, con papà, mamma e figli. Mettila sul tuo quaderno di caccia e poi scrivi accanto un tuo pensiero sul Natale di Gesù, che ha fatto del mondo intero la grande famiglia di Dio. Natale nella propria tana/sede Tema e obiettivi. Appena finito di allestire il presepio, nella sede, i capi possono organizzare questa celebrazione. Realizzazione. Il branco/reparto si dispone davanti al presepio. Nel nome del Padre del Figlio e dello Spirito Santo. Si esegue un tipico canto natalizio: “Tu scendi dalle stelle”, oppure “Astro del cielo”. I cuccioli/novizi collocano la statuina di Gesù bambino e una candela al posto giusto, nella grotta. Il capo unità spiega il messaggio del Natale, soffermandosi sulla figura di Maria santissima. Un capo squadriglia legge nel migliore dei modi, cioè proclama il vangelo scelto per l’occasione: Lc 2,1-20. Adesso la parola a tutti gli scout. Chi sa rispondere? Perché facciamo festa a Natale? Come è nato Gesù? Chi è Gesù, nato a Betlemme? Che cosa ci porta Gesù? Ora ognuno può dire la personale preghiera che ha nel cuore: ringraziare per il dono della vita, della fami- 111 glia, delle attività scout, della salute… domandare aiuto per le difficoltà, per fare meglio il proprio dovere, per avere più pazienza, ubbidienza, per amare anche il vicino che fa dispetti… Preghiamo insieme il Padre di Gesù: Padre Nostro; la Mamma di Gesù: Ave o Maria; Dio che ci ama: Gloria al Padre. Scambiamoci il bacio santo della pace. Cantiamo un inno natalizio, o mariano, sul finale della celebrazione. I capi concludono, proclamando la benedizione di san Francesco: “Il Signore ci benedica e ci custodisca. Mostri a noi la sua faccia e abbia di noi Misericordia. Volga a noi il suo sguardo e ci dia Pace. Il Signore ci benedica. Nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo”. 112 Grande caccia di atmosfera natalizia Perché per loro non c’era posto nell’alloggio “Non erat eis locus in diversorio” (Lc 2,7) Tema e obiettivi. In Israele i pellegrini che si spostano per il censimento bussano ai vari alberghi delle città per trovare da dormire. La grande caccia non va lanciata con grida ed urli, ma con un racconto tranquillo: e per tutta la sua durata occorre cercare di mantenere un senso di misteriosa attesa, nel passaggio da un albergatore ad un altro. I L/C sono dei pellegrini stanchi ed impazienti di trovare un posto per pernottare, e i capi, padroni di alberghi assolutamente zeppi, spiacenti di non poter dare ospitalità ai pellegrini. Realizzazione. Le sestiglie del branco scelgono il nome di una tribù d’Israele, per esempio Zabulon, Efraim, Manasse, Ruben, Dan, Beniamino o Simeone. Ogni tribù si sposta cercando dove dormire e passando dai vari alberghi (capi camuffati da osti), che possono essere visitati in un ordine qualsiasi; ma gli albergatori dicono loro che, data l’affluenza di pellegrini, la tribù che potrà pernottare sarà quella che avrà il maggior numero di buoni-pernottamento. Per conquistare questi buoni ogni tribù dovrà superare certe prove. I buoni vengono segnati su una tesserina affidata a ciascuna tribù prima dell’inizio della caccia. Prove. I Vecchi Lupi decidano quali prove secondo gli impegni della Pista. È bene soprattutto che un albergatore abbia il compito di chiedere: “Ho sentito parlare una volta di un falegname, che cercava come voi...” e si faccia raccontare da un lupetto della squadra, attenendosi strettamente al testo evangelico, la nascita di Gesù. Se il clima è rigido, i lupetti gradiranno molto se un albergatore offre loro qualcosa di caldo, per esempio una tazza di tè o cioccolato. Inutile dire che sarà cura degli albergatori far lavorare tutti, anche 113 i più piccoli. Ogni Vecchio Lupo giudichi con uniformità di criteri, senza dimenticare lo stile della presentazione. Costruiamo i biglietti augurali natalizi 114 Tema e obiettivi. Questa attività da svolgere in sede, agli inizi del mese di dicembre, ha la finalità di entrare nella riflessione sulla maternità di Maria santissima. Ogni scout potrà portare a casa un biglietto natalizio, prodotto con le proprie mani, mentre i rimanenti potranno servire per un autofinanziamento. Materiale occorrente. Assegnare ad ogni scout: un cartoncino - un paio di forbici - un taglierino (cutter) - matite colorate - un pennarello - passamaneria di color oro oppure argento - un ritaglio di carta cellophane - colla o scotch. Realizzazione. Tagliamo un cartoncino nella misura di cm 20 di larghezza e cm 15 di altezza. Pieghiamolo in modo che appaia doppio nella misura di cm 10x15. Col taglierino pratichiamo, al centro della facciata anteriore del cartoncino, una finestra della misura utile a rendere visibile quanto andremo ad apporre sul prospetto sottostante. Dall’interno applichiamo ora il cellophane, con colla o scotch, a copertura della finestra che abbiamo fatto. Volendo, sulla facciata del cartoncino, possiamo disegnare, a fianco o sotto la finestra, qualche elemento decorativo usando le matite colorate o applicando un fiorellino od una piuma. Procediamo, ora, a delineare la parte interna del nostro biglietto di auguri. Per esempio, potremmo rappresentare la grotta di Betlemme, ma per i più piccoli anche un abete, che deve essere visibile attraverso il foro praticato. Ritagliamo dalla passamaneria che abbiamo a di- 115 sposizione quanto vogliamo raffigurare ed incolliamolo al centro della facciata interna del cartoncino in posizione corrispondente alla finestra praticata sul frontespizio. Al termine di questa operazione il nostro biglietto di auguri è pronto e ripiegato. Varianti. Tagliamo un cartoncino nella misura di cm 10 per l’altezza e di cm 30 per la larghezza e lo pieghiamo a metà in modo da risultare della misura di cm 10x15. Sul frontespizio, tenendoci leggermente a sinistra, incolliamo la passamaneria ritagliata secondo quanto vogliamo rappresentare. Sulla sinistra disponiamo, per esempio, tre candele accese. Sulla destra scriviamo un’espressione augurale. Nella paginetta interna apponiamo un brano del vangelo di Luca: “Il mio spirito esulta in Dio, mio salvatore”, “Per loro non c’era posto nell’alloggio”, “Pace agli uomini che Egli ama”. Invece della passamaneria si può usare la carta da collage o realizzare un disegno adatto. A caccia con i Magi 116 Tema e obiettivi. Conoscere come avvenne l’arrivo dei Magi a Betlemme (Mt 2,1-12). Organizzazione. Si consiglia di effettuare la caccia in un terreno accidentato e vario, con una grotta o una capanna, se possibile nel tardo pomeriggio; i giocatori divisi in sestiglie. Ogni sestiglia prende il nome da uno dei Magi: Baldassarre, Gaspare, Melchiorre. Siccome il vangelo non ne precisa il numero, non c’è niente di male se le sestiglie sono più di tre e alcune hanno il nome diverso da quanto indicato dalla tradizione, come per esempio: Caleb, Cohen, Eliakim, Zaccaria, o Nacor. Ognuna è munita di una lanterna nonché di un cofanetto (o almeno di una busta) con su scritto oro, ovvero incenso o mirra. Se le sestiglie sono in numero diverso da tre, su ogni scrigno saranno scritti insieme i nomi dei tre doni. Realizzazione. Un capo piazzato su una collinetta lontana accende una lanterna e le sestiglie lo seguono a cinque minuti di distanza, l’una dall’altra. L’itinerario del viaggio sarà fisicamente impegnativo: potrà comprendere salti di fossi, di staccionate, calarsi da un muretto, arrampicarsi in salita, un passaggio alla marinara, all’altezza di 1 m... I capi cureranno l’esecuzione delle prove, dando punteggi per sestiglia. Ogni tanto i Magi nel loro cammino si imbatteranno in alberghi rappresentati da una bandierina. Per rimborsare l’albergo, dovranno superare una prova come sta scritto su apposito cartello (stringere un nodo, riconoscere una traccia, ecc.). Ad un certo punto i Magi incontreranno un pastore che, nel rispondere alle loro domande, sottolineerà il suo modo semplice di vita e il sorprendente incontro con Gesù bambino, conservando al tempo stesso la sua speranza nel Messia. Un successivo incontro, col re Erode, metterà in luce un personaggio che è in opposizione al pastore: beone, spendaccione, circondato da cose inutili, scettico e calcolatore, interessato alla nascita del Bambino solo per scopi egoistici e malvagi, cioè per trovarlo e farlo morire, eliminando così una possibile minaccia al suo trono. Dopo altri alberghi, ed altri incontri (per es. un ferito da curare, un cammelliere che ha perso il nord, un viandante cieco che cerca di attaccare un bottone), i Magi arrivano ad una grotta su cui sarà stata fissata la lanterna. Nella grotta troveranno Gesù Bambino (statuetta del presepio): qui apriranno il cofanetto. Dentro vi è scritto un semplice messaggio, come ad esempio: “Gesù, dopo lunga ricerca, seguendo la stella cometa, ti abbiamo trovato. Ora non vogliamo più allontanarci da te, vogliamo sempre conservarti nei nostri 117 cuori. Da te vogliamo prendere esempio nell’osservare la Legge del B/C, nel volerci bene fra noi, nel condurre una vita semplice. Con gli altri fratellini e sorelline reciteremo ora la preghiera che tu ci hai insegnato, e ti canteremo poi uno dei nostri canti”. Mentre uno dei L/C effettua la lettura del messaggio, un motivo natalizio è riprodotto da un registratore a pile. Il B/C, una volta al completo, intona il Padre Nostro e conclude con un canto L/C adatto al tema. Materiale occorrente. Ogni sestiglia ha una lanterna e Akela ne ha una a forma di cometa; tre messaggi in tre cofanetti; bandierine e cartelli per gli alberghi e gli altri incontri; materiale per le singole prove; statuetta di Gesù Bambino; registratore a pile, sostituibile da un capo musicista. Le candeline di cera colorata da offrire a Maria santissima Tema e obiettivi. Attività di Mani abili per onorare Maria. Tutte le candele realizzate verranno conservate in tana-sede, per poi essere esposte ed accese davanti alla statua della Madonna in occasione di un’importante festa mariana. Il capo unità spiegherà il significato del gesto di accendere la candela, quindi farà leggere a due scout la preghiera riportata sotto. Infine inviterà i presenti ad esprimere le proprie preghiere spontanee. Materiale occorrente. Un fornello o fornelletto a gas; una pentola con un po’ d’acqua e un pentolino più piccolo da mettere dentro la pentola con l’acqua per far sciogliere a bagnomaria la cera; cera bianca (o incolore): sono ottimi gli avanzi di candele usate, rintracciabili in sacrestia; qualche pezzetto, a tinta vivace, di pastello a cera, per dare colore; bottigliette o 118 altri contenitori di plastica che facciano da stampini per le candele; spago per lo stoppino, ma forse è meglio ricuperare gli stoppini dalle candele fuse; mollette di legno; matite di legno o legnetti (per mescolare la cera), forbici, cutter, carta da giornale. Realizzazione. Scaldiamo sul fornello un po’ di acqua e, quando inizia a diventare calda, vi immergiamo il pentolino con vari pezzi di cera bianca. Lasciamo che la cera si sciolga a bagnomaria. Attenzione: mentre occorre fare attenzione a non rovesciare l’acqua bollente con cui è possibile scottarsi, la cera calda non scotta e anche se cade sulla pelle dà solo una sensazione di caldo ma non fa male. Mentre la cera si scioglie, prepariamo gli stampini: tagliamo le bottigliette di plastica a metà (con le forbici o il cutter (è bene che l’operazione sia fatta dal capo), quindi con il cutter facciamo un piccolo taglietto sul fondo della forma (che può essere il fondo della bottiglia o il tappo a seconda della metà che si utilizza) di modo da farci passare lo spago. Lo spago deve spuntare dal fondo della forma di circa un centimetro (sarà lo stoppino che poi si accende). Dal lato dove si versa la cera lo spago deve essere sufficientemente lungo da essere pinzato con una molletta, la quale serve per tenerlo fermo al centro della candela. A candela ultimata lo spago in eccesso sarà tagliato. Per non sporcare tavoli e tovaglie, nel caso dovesse rovesciarsi un po’ di cera, è bene eseguire l’attività su fogli di giornale. Quando tutta la cera è fusa si scioglie direttamente dentro il pentolino il colore. Abbassiamo la fiamma del fornello. Mescoliamo il pastello e la cera liquida con il legnetto di modo che questa acquisti un colore uniforme. Nel frattempo teniamo lo spago bene al centro della forma e infine lo tendiamo con la molletta in modo che rimanga dritto al centro. Se dovesse versarsi un pò di cera, nessuna preoccupazione: appena solidificata sarà possibile recuperarla, farla sciogliere 119 e riutilizzarla. La cera che finisse malauguratamente sugli abiti va invece rimossa col ferro da stiro, avendo l’accortezza di risvoltare l’abito e di usare della carta assorbente per la cera che viene sciolta dal ferro. Dobbiamo lasciare alcune ore le candeline a solidificare, dopodiché è possibile aggiungervi, se si vuole, altri strati di cera, magari di un differente colore. La cera nel solidificarsi si restringe (al contrario dell’acqua che quando solidifica si dilata) dunque tenderà ad assumere normalmente una forma di cono intorno allo stoppino. Possiamo cercare di diminuire questo effetto aspettando un paio di minuti prima di versare la cera liquida negli stampini. Una volta che la candela (monocolore o multicolore) è ultimata, con un cutter si leva l’involucro dello stampino. Se si ha la parte con il tappo, esso si svita e semplicemente si spinge la candela fuori. Si taglia lo stoppino in eccesso ed eventualmente con il cutter si liscia leggermente la base. La candelina è pronta! Idea interessante: con la candelina si può realizzare un centrotavola (cartone rigido, qualche pigna o dei sassolini di mare e/o qualche fiocco) oppure un bel pacchetto (sacchettino di plastica trasparente e fiocco con lo spago). Per i più esperti. Presa dimestichezza con l’arte della cera, possiamo realizzare candele molto artistiche. Se si utilizzano della sabbia o dei sassi o altri oggetti per tenere inclinato lo stampo in cui si versa la cera, si possono ottenere delle candeline a più strati in diagonale, molto simpatiche da vedersi. L’effetto del colore si può inoltre regolare: mettere tanto pastello per un colore più intenso, poco pastello per mantenere una gradazione più sfumata. Preghiera per l’accensione della candela. Le candele non possono pregare, ma possono aiutarci a pregare. In ogni candela c’è in qualche modo una eco della prima parola della creazione: “Sia la 120 luce!”; c’è un riflesso della luce venuta, a Betlemme, dentro il buio del nostro mondo. Le candele ci ricordano il Battesimo, l’inizio del nostro cammino con Cristo, e la nostra vocazione alla vita eterna. Sempre più si apra e si riveli il significato della luce nella nostra vita. Possiamo pregare così: “Signore, davanti a me c’è una candela. Brucia inquieta la sua piccola fiamma. Signore, anch’io a volte sono inquieto, guidami alla calma interiore. Questa candela mi offre luce e calore. Signore, che anch’io possa essere piccola riserva di luce e di calore nel mondo. La candela si riduce, si consuma nel suo compito. Signore, spesso cerco solo il mio vantaggio, lasciami diventare un servitore degli altri e della vita. Con questa candela si possono accendere altre candele. Signore, fammi diventare testimone della Luce”. La candela è immagine della Luce di Cristo. La prima cosa che Dio creò - dice la Bibbia - fu la luce e in tutta la Bibbia la luce diventa simbolo delle realtà della vita religiosa. Ma sono stati soprattutto Gesù e i suoi apostoli a rivelarci tutta la ricchezza simbolica della luce. Gesù disse: “Io sono la vera luce” e ai discepoli: “Voi siete la luce del mondo; la vostra luce deve brillare davanti agli uomini affinché vedano le vostre opere buone e glorifichino il Padre che sta nei cieli!” (Mt 5,16). Ecco perché la chiesa nella sua liturgia attribuisce tanto significato all’uso delle candele: dal grande cero pasquale, immagine di Cristo risorto, alla candela ricevuta nel Battesimo che il fedele ritrova quando riceve gli altri sacramenti, alle candele che vediamo accese sull’altare o a quelle che la nostra pietà ci fa accendere davanti alle immagini sacre, fino alla piccola lampada che arde nascosta e silenziosa vicino al tabernacolo. 121 Le vetrate colorate a soggetto natalizio Tema e obiettivi. Risulta piacevole decorare la sede con motivi natalizi e in questo caso dare una nota di colore alle finestre, in modo che in controluce appaiano immagini sulla nascita di Gesù. Materiale occorrente: cartoncino nero o blu o oro o argento; fogli di acetato colorato; colla adatta all’uno o all’altro; scotch biadesivo; taglierina; occorrente per disegnare; bucatrice. Esecuzione: Calcolare due cm di cornice e disegnare sul rovescio del cartoncino il disegno scelto: il Presepe, Maria santissima, un pastore, la stella cometa…, che deve essere semplificato al massimo e tracciato con una linea di circa 1 cm. Ritagliare con cura, asportando con la taglierina le parti colorate: appoggiare o la carta velina oppure l’acetato nel colore prescelto e ritagliarli un po’ più larghi dell’area da coprire e incollarli. A lavoro ultimato, forare in alto la cornice per appenderli, oppure applicare quattro pezzetti di scotch biadesivo. 122 Ci è stato dato un bimbo Tema e obiettivi. Dopo che si è parlato del Natale e si sono svolte attività e celebrazioni in tema, può essere utile proporre la seguente prova. In un giorno di pioggia, i capi consegnano individualmente un foglio A5 da inserire nel Q.d.C. Realizzazione. Dal brano del vangelo di Luca che parla della nascita di Gesù (Lc 2,1-7) sono stati tolti i nomi delle persone e dei luoghi. Per completare il brano scrivi al posto dei puntini i nomi mancanti, scegliendoli fra quelli riportati sotto. In quei giorni un decreto di ……….………. ordinò che si facesse il censimento di tutta la terra. Questo primo censimento fu fatto quando ……….………. era governatore della ……….………. Tutti andavano a farsi censire, ciascuno nella propria città. Anche ……….………., dalla ……….………., dalla città di ……….………., salì in ……….………. alla città di ……….………. chiamata ……….……….: egli apparteneva infatti alla casa e alla famiglia di Davide. Doveva farsi censire insieme a ……….………., sua sposa, che era incinta. Mentre si trovavano in quel luogo, si compirono per lei i giorni del parto. Diede alla luce il suo figlio primogenito, lo avvolse in fasce e lo pose in una mangiatoia, perché per loro non c’era posto nell’alloggio. Risposte: Maria; Betlemme; Davide; Giudea; Nàzaret; Galilea; Giuseppe; Siria; Quirinio; Cesare Augusto. Aggiungi il tuo commento e un disegno natalizio. 123 124 7. Il mese di Marzo e l’Annunciazione 125 La Madonna in pillole - 7 126 QUALE RELAZIONE C’È FRA MARIA E CRISTO? Gesù Cristo fu concepito nel grembo della Vergine Maria. COME AVVIENE QUESTO CONCEPIMENTO? Per opera dello Spirito Santo, senza la collaborazione di uomo. «Maria è chiamata a concepire colui nel quale abiterà “corporalmente tutta la pienezza della divinità” (Col 2,9). La risposta divina al suo: “Come è possibile? Non conosco uomo” (Lc 1,34) è data mediante la potenza dello Spirito: “Lo Spirito Santo scenderà su di te” (Lc 1,35). [...] Lo Spirito Santo, che è “Signore e dà la vita”, è mandato a santificare il grembo della Vergine Maria e a fecondarla divinamente, facendo sì che ella concepisca il Figlio eterno del Padre in un’umanità tratta dalla sua» (CCC 484-485). Il concepimento verginale indica che Gesù è veramente Figlio di Dio. Nello stesso tempo esso è il segno che la salvezza viene da Dio, dalla sua sovrabbondante grazia, e non da noi. CHE COSA SIGNIFICA IMMACOLATA CONCEZIONE? «Dio ha scelto gratuitamente Maria da tutta l’eternità perché fosse la Madre di suo Figlio: per compiere tale missione, è stata concepita immacolata. Questo significa che, per la grazia di Dio e in previsione dei meriti di Gesù Cristo, Maria è stata preservata dal peccato originale fin dal suo concepimento» (Compendio del CCC, n. 96). Maria, in quanto preservata dal peccato originale, è stata dunque redenta; redenta in modo unico, nel modo più eminente; redenta in anticipo e in previsione del Sangue di Cristo. IN CHE SENSO È TUTTA SANTA? Nel senso che ella non è stata mai intaccata da nessun peccato durante tutta la sua esistenza; è «immune da ogni macchia di peccato, quasi plasmata dallo Spirito Santo e resa nuova creatura» (LG 56). È la «piena di grazia» (Lc 1,28). MARIA È SEMPRE VERGINE? La fede cristiana afferma la verginità reale e perpetua di Maria anche nel parto del suo unico Figlio Gesù, Figlio di Dio fatto uomo. Ella è «rimasta vergine nel concepimento del Figlio suo, vergine nel parto, vergine incinta, vergine madre, vergine perpetua» (sant’Agostino). Maria è vergine nel corpo e vergine nel cuore: Maria, durante tutta la sua vita, s’è affidata sempre e totalmente alla volontà di Dio, è stata sempre «la serva del Signore» (Lc 1,38). «Maria è più felice nel ricevere la fede di Cristo che nel concepire la carne di Cristo» (sant’Agostino, De sancta virginitate, 3,3). La verginità di Maria indica anche l’assoluta e gratuita iniziativa di Dio nei suoi confronti. Dopo la nascita di Gesù, Maria non ha avuto altri figli, rimanendo sempre vergine prima, dopo e durante il parto. Cfr. R. MARTINELLI, Opera cit. 127 “Annunciata di Palermo”, dipinto olio su tavola (45x34), di Antonello da Messina, realizzato nel 1476. (Particolare) 128 Catechesi scout sul Magnificat Ogni anno, in occasione del 25 marzo, la Chiesa gioisce per la solennità dell’Annunciazione dell’angelo Gabriele a Maria vergine. L’annunciazione a Maria inaugura la “pienezza del tempo” (Gal 4,4), cioè il compimento della promessa e delle preparazioni. (I) Tema e obiettivi. “Allora Maria disse: “L’anima mia magnifica il Signore e il mio spirito esulta in Dio, mio salvatore, perché ha guardato l’umiltà della sua serva” (Lc. 1,46-47). Su questo inno della Madonna c’è una bellissima musica composta da Johann Sebastian Bach (Eisenach 1685-Lipsia 1750). Egli, essendo protestante, non era invitato dal suo fondatore, Martin Lutero, a venerare molto la Madonna. Tuttavia, poiché era una persona di grandissima intelligenza e mentalità aperta, ha composto una musica bellissima e rispettosa della religione cattolica. La musica di Bach comincia con uno strepitoso concerto di trombe: simbolo del trionfo dei piccoli, degli ultimi – disprezzati dai potenti, ma immensamente graditi a Dio – esaltati nell’inno del Magnificat. La Madonna sceglie i più piccoli quando vuole rivelarsi. La scelta della essenzialità (o povertà) è intimamente legata allo spirito stesso dello scautismo. Usando la stessa uniforme non si vede chi è ricco e chi è povero; andando sotto una tenda e non in un albergo, 129 130 si fa vedere a tutti che ci si può divertire anche con poco; imparando molte tecniche si fa capire che lo si fa per servire gli altri. Anche se lo scautismo certe volte è costoso, insegna a guadagnarsi, con il lavoro delle proprie mani, il denaro che occorre. Impegno scout. Facciamo il giro della nostra camera e cerchiamo di trovare qualcosa che davvero è frutto di capriccio: avvisando chi di dovere, di liberarcene per fare una scelta di povertà. (II) Tema e obiettivi. “D’ora in poi tutte le generazioni mi chiameranno beata” (Lc 1,48). Fa un certo effetto sentire da questa ragazzina di quindici anni (tanti si pensa che ne avesse la Madonna in quel tempo) che il suo nome sarà sulla bocca di tutti. Il motivo - ovviamente - è che lei si abbandona completamente a Dio. Guardando la geografia mondiale, viene fuori che in tutte le città o paesi c’è almeno una chiesa dedicata alla Madonna. Loreto, Lourdes, Fatima… sarebbero città del tutto sconosciute se non fossero legate alle apparizioni della Madonna. Nel mondo ci sono anche più di venti cittadelle dette Mariàpoli (“Città di Maria”). Esse sono il frutto della intuizione di una donna geniale, Chiara Lubich (1920-2008). Essa ha fondato a Trento il Movimento dei Focolari ed ha avuto l’idea di far nascere delle piccole città dove tutto va avanti come se il sindaco fosse Maria. È incredibile ma l’idea funziona alla meraviglia. In questi luoghi, se ci si comporta come vuole Maria, chi lavora (alla ceramica, nei campi, al vino, all’olio, alla musica…) mette un tale impegno nel suo “mestiere” che tutto viene eseguito alla perfezione. Se il Gen Rosso o il Gen Verde (due complessi musicali) compongono delle canzoni, devono essere le migliori, sia per le parole che per la musica. Ecco perché moltissime canzoni che si cantano nei raduni sono così popolari. La più famosa di queste cittadelle è Loppiano, vicino a Firenze: nel 2006 vi ebbe termine un gran- dioso raduno di scout europei, il Roverway. Chi vuole andarvi a campeggiare, non solo la può visitare, ma può anche affiancarsi ai lavori che i giovani residenti eseguono per mantenersi. Impegno scout. Nello scautismo non ci sono veri e propri santuari mariani, ma in quasi tutti i campi estivi c’è una edicola con l’immagine della Madonna. Non sarebbe male cominciare a prepararne qualcuna allo scopo di collocarla in sede ed anche per lasciarla come ricordo alla fine del campo. (III) Tema e obiettivi. “Grandi cose ha fatto per me l’Onnipotente e Santo è il suo nome: di generazione in generazione la sua misericordia si stende su quelli che lo temono. Ha spiegato la potenza del suo braccio, ha disperso i superbi nei pensieri del loro cuore; ha rovesciato i potenti dai troni, ha innalzato gli umili; ha ricolmato di beni gli affamati, ha rimandato i ricchi a mani vuote” Lc 1,49-53. La Madonna pronuncia parole estremamente severe contro i potenti: parole rivoluzionarie e del tutto innovative. La Madonna dice che i potenti cadranno nella polvere e rimarranno a mani vuote. Alessandro Manzoni (Milano 1785-1873), nella poesia “Cinque maggio” riflette sulla morte di Napoleone. Egli era diventato così prepotente da arrogarsi il diritto di conquistare tutta l’Europa. Dopo aver deciso da solo di diventare imperatore, vuole a tutti i costi che il Papa vada da Roma a Parigi per incoronarlo. Non contento di questo, gli strappa la corona dalle mani e se la pone in testa da solo. Poi Napoleone perde completamente il controllo di se stesso: fa mettere il Papa in prigione e poi, quando questi muore, ordina al suo segretario di mettere una noticina sul diario di Stato perché - secondo lui - quello sarebbe stato l’ultimo papa della storia. Davvero, alla superbia non c’è limite! Maria invece dice che proprio lei, così piccola in un paese piccolissimo, darà forza alle genti per resistere 131 132 ai prepotenti. Se ne sono accorti i carri armati russi che, dopo la seconda guerra mondiale, hanno invaso la Polonia confidando sulla potenza dei loro cannoni. I Polacchi, fra cui il futuro papa Karol Woityla (Wadowice 1920-Città del Vaticano 2005) non reagirono con le armi ma con colossali processioni al santuario mariano di Czestokowa. Ai militari sovietici questi cortei davano un tremendo fastidio, ma non potevano impedire alle persone di andare a piedi dove volevano. I cattolici polacchi percorrevano anche duecento chilometri per arrivare al santuario: pian piano il governo cambiò politica e alla fine la Polonia ottenne la libertà. Nello scautismo non si coltivano idee così rivoluzionarie, ma si fanno gesti e scelte che le richiamano. Il primo che si disinteressò del suo prestigio di generale per stare con i ragazzi, fu lo stesso Baden-Powell che, l’1 agosto 1907, ebbe il coraggio di partire con venti boy-scout per l’isola di Brownsea. Dopo di lui ci fu Mario di Carpegna (Roma 1856-1924) che fondò l’Asci nel 1916 e poi stette sempre a disposizione dei ragazzi. In seguito fu tutto un pullulare di persone che facevano a gara per disinteressarsi dei propri affari materiali per servire i ragazzi: fra di essi ci sono i capi scout che mandano avanti l’associazione. Due impegni scout. a.) Facciamo una ricerca su quanto tempo impiegano i capi scout attuali per stare vicini ai ragazzi e mandare avanti le attività. Vedendo come essi sono simili ai “poveri” di cui parla la Madonna (cioè persone che perdono la propria vita, in senso evangelico, per far fiorire lo scautismo), mandiamo un segno di simpatia, magari scrivendo un biglietto di auguri. b.) Recitiamo almeno una parte del rosario usando la coroncina che tiene unito il fazzolettone o che pende dal moschettone di sinistra. Ottimo sarebbe se nelle case, nei condomini o nei giardini sotto casa uno scout animasse la recita del rosario con i vicini. La ricerca del fiore della Madonna Tema e obiettivi. È un gioco di movimento con prove. Si comincia con un’ambientazione fantastica: nei tempi passati, in Israele, esisteva una preziosissima reliquia. Si tratta del fiore che la Madonna conservava in un vaso a Nàzaret e che ora è nascosto in un antico santuario cui si può accedere superando tre porte sante, alla cui guardia sono preposti tre personaggi biblici. Il gioco può svolgersi su un terreno vario, con i ragazzi divisi in sestiglie. Realizzazione. Le sestiglie, scaglionate, partono alla ricerca della reliquia seguendo un’unica pista lungo la quale si trovano tre capi, vestiti da profeti: per esempio Ezechiele, Geremia, Elia. Essi consegnano a ciascuna sestiglia una grande chiave di carta (contenente indicazioni sul proseguimento della pista), solo quando la sestiglia avrà superato determinate prove di abilità, agilità, ecc. L’ultimo sapiente-profeta fa in modo di attendere che le sestiglie siano riuscite nell’impresa e le conduce sul luogo del santuario. Qui inizia la ricerca dei petali numerati in cartoncino, parti del fiore che i guardiani del santuario hanno smembrato e sparpagliato qua e là per motivi di sicurezza. Vince la sestiglia che recupera più pezzi. Infine, ogni sestiglia riunisce i propri petali per ricostruire il fiore. Ci si accorge allora che manca un piccolo pezzo (l’ha tenuto il capo) e che quindi il fiore non è bello, perché incompleto. Dalla verifica in branco/ cerchio dovrebbe emergere l’idea che il piccolo pezzo è importante quanto gli altri, più centrali, colorati e vistosi e che anche un lupetto/coccinella può essere un piccolo, ma importante pezzetto della comunità, senza il quale essa non è completa. 133 Santuari e cappellette mariane Tema e obiettivi dell’impresa. In occasione della solennità dell’Annunciazione del Signore, il 25 marzo, ma anche nella memoria della B. V. Maria di Lourdes, l’11 febbraio, si potrebbe lanciare un’impresa per valorizzare la tradizione non solo religiosa, ma anche storica e culturale della devozione alla Nostra Signora. L’attività consiste nell’eseguire una ricerca storica sulle icone mariane presenti nel proprio vicariato/circoscrizione, soprattutto nel territorio parrocchiale: cappelle dimenticate, statue, capitelli, cellette, maestà, edicole, ceramiche murarie e nicchie lungo le strade. Realizzazione. L’iniziativa avrebbe una grande rilevanza presso il gruppo scout, ma anche presso tutta la cittadinanza, se fosse la stessa zona scout a lanciare l’impresa: “Alla ricerca dell’immagine mariana perduta”. I responsabili di zona dividono la mappa del proprio comune, assegnando le vie che gravitano attorno a ciascun gruppo scout. Si comincia con un’esplorazione del territorio assegnato, facendo inchiesta e documentando con fotografie delle squadriglie di fianco all’immagine individuata. Una breve relazione ne valorizzi le tradizioni devozionali e le vicende storiche, costruendo mappe, tabelle e statistiche, anche con le competenze del Consiglio di zona. Il materiale raccolto sarà ovviamente multimediale, cartaceo e in Dvd e sarà mostrato in un evento specifico, a sé stante, o a margine della festa di san Giorgio, con la benedizione del vescovo e visibilità sulla stampa cittadina. Il sito della zona scout dovrà ospitare la maggior parte del materiale grafico e fotografico prodotto. L’attività non può protrarsi più di due mesi, per lasciare lo spazio dovuto alla festa di san Giorgio al 23 aprile. Anzi, proprio questo appuntamento (come suggerito sopra) risulta essere occasione per allestire uno stand dove 134 unire i frutti delle ricerche svolte ciascuno nel proprio terreno di caccia. Puzzle mariano Tema e obiettivi. Conoscere i diversi modi in cui Maria santissima è venerata. Si tratta di procurarsi alcuni giornali o riviste, oppure locandine di note opere d’arte sacra, acquistabili presso i negozi d’articoli religiosi. Questo gioco è utile per attirare l’attenzione dei partecipanti su qualche specifico argomento, nel nostro caso: una Annunciazione, una Visitazione, una Deposizione, l’Assunta, con l’obiettivo di evidenziare un fatto storico, una lettura particolare, un famoso dipinto mariano, ecc. Realizzazione. Si consegna ad ogni concorrente un’immagine mariana, precedentemente ritagliata, in un numero prestabilito di parti, possibilmente diseguali tra loro. I giocatori devono ricostruire il testo ed i disegni dell’immagine loro proposta. Le difficoltà devono essere uguali per tutti e così pure il numero di “tessere” che però possono variare, nelle proposte successive, in base alle capacità che ogni giocatore va, nel tempo, acquisendo. Nel realizzare il gioco all’aperto, magari in un sottobosco o in un prato, si preparano delle fotocopie su cartoncini di diverso colore, oppure si colora il retro di ogni singolo puzzle con tinte diverse, stabilendo la tinta di riferimento per ogni squadriglia. Nell’insieme dei pezzi la colorazione agevolerà i giocatori a scegliere le tessere loro pertinenti per ricostruire, dopo, la propria “opera”. Si nascondono le tessere in vari punti del campo di gioco proponendo così, oltre alla ricostruzione, anche il compito della ricerca dei pezzi del mosaico. I capi possono comprare alcune cornici dal formato standard ed esporre in sede i quadri con i puzzle ricomposti. 135 Vi presento Maria Tema e obiettivi. Conoscere e drammatizzare i principali episodi evangelici mariani. Realizzazione. La gara è di squadriglia e può essere svolta ovunque, con il reparto seduto in cerchio. Il capo squadriglia sorteggia da un cestino un foglietto che indica un episodio della vita di Maria santissima. In squadriglia rapidamente si dividono le parti: narratore, Maria, altri personaggi e si rappresenta l’episodio mariano estratto. Gli scout in cerchio restano in silenzio e, dopo almeno cinque minuti di recita, devono indicare il titolo dell’episodio. Anche le altre squadriglie, una di seguito all’altra, sceglieranno e rappresenteranno un episodio. Chi perde troppo tempo ad organizzare le parti, oppure non sa procedere nell’esecuzione, porta a una penalità alla propria squadriglia/sestiglia. Vince chi ha totalizzato più punti, in base all’espressività della esibizione. La vita della Madonna Tema e obiettivi. Prendiamo spunto dai vari episodi narrati nel Vangelo e negli Atti per conoscere più da vicino la vita di Maria. Utilizziamo le immagini allegate, nelle pagine 139-142, facendone fotocopie per i seguenti giochi. 1.) Grande gioco a basi con presa a piacere (scalpo, alce rossa…). Sia i Crociati che i seguaci del Sultano possiedono nella propria base un certo numero di preziose e antiche icone. Scopo del gioco è penetrare nelle basi nemiche e recuperare altre immagini, al contempo difendendo le proprie. Al termine del gioco vince chi ha collezionato più immagini collegandole al giusto episodio del vangelo (immagini rimaste inco136 gnite non contano alcun punto). 2.) Gioco di osservazione in cui le immagini sono sparpagliate nel bosco mentre i relativi foglietti didascalici, su cui sono scritti i vari episodi, sono ad esempio attaccati a piccoli arbusti o a rami facilmente raggiungibili. Scopo di ogni sestiglia è recuperare il maggior numero di immagini e, aiutandosi con i foglietti trovati, riferire ad esse il corretto episodio. 3.) Gioco individuale in cui riordinare immagini e foglietti (ad esempio sul proprio quaderno di caccia/di Bosco) nel più breve tempo possibile oppure facendo il minor numero di errori. 4.) Staffetta a squadre in cui ognuno deve scegliere una immagine e collocarla con la relativa didascalia. Il capo Sq. è l’unico che può correggere eventuali errori di chi è in squadra con lui quando è il suo turno di staffetta. La squadra che termina per prima tutte le immagini guadagna un bonus, ma poi il gioco è vinto da chi ha totalizzato il maggior punteggio, mediante i corretti abbinamenti. 137 Episodi della vita della Madonna 138 Tema e obiettivi. Prendiamo spunto dai vari episodi narrati nel Vangelo e negli Atti per conoscere più da vicino la vita di Maria. Riconoscere ed interpretare le immagini descrittive. Realizzazione. Si tratta di abbinare ad ogni immagine la relativa didascalia sulla vita della Madonna. Gli episodi sono i seguenti: 1. Maria bambina viene presentata al Tempio e accolta dal sacerdote 2. Giuseppe viene scelto come sposo di Maria 3. L’annunciazione dell’angelo Gabriele a Maria Vergine 4. Maria visita la cugina Elisabetta e magnifica Dio 5. Giuseppe e Maria si recano a Gerusalemme per il censimento 6. La nascita di Gesù nella grotta di Betlemme. 7. Maria e Giuseppe presentano Gesù al tempio 8. Simeone annuncia a Maria che una spada le trafiggerà l’anima 9. Maria e Giuseppe fuggono in Egitto 10. Maria e Giuseppe ritornano a vivere a Nàzaret 11. Maria osserva Gesù crescere in età, sapienza e grazia. 12. Maria ritrova Gesù nel tempio intento a insegnare ai dottori della Legge 13. Maria piange la morte di Giuseppe 14. Maria chiede a Gesù di compiere il miracolo del vino a Cana 15. Maria segue Gesù durante la salita al Calvario 16. 17. 18. 19. Maria assiste alla sepoltura di suo figlio Il Risorto appare a Maria santissima Maria è assunta al Cielo Maria incoronata regina del Cielo e della terra. 1. 2. 3. 4. 139 5. 6. 7. 9. 140 8. 10. 11. 12. 13. 141 14. 16. 17. 18. 142 15. 19. 8. Maria santissima e il mese di Maggio La Madonna in pillole - 8 144 CHE TIPO DI CULTO SI DÀ A MARIA? Fin dall’inizio ci fu sempre un culto particolare verso la Vergine tra i cristiani. Tuttavia «soprattutto a partire dal Concilio di Efeso, il culto del popolo di Dio verso Maria crebbe mirabilmente in venerazione e amore, in preghiera e imitazione» (LG 66). Esso si espresse specialmente nelle feste liturgiche, tra le quali, dagli inizi del V secolo, assunse particolare rilievo “il giorno di Maria Theotokos”, celebrato il 15 agosto a Gerusalemme e divenuto successivamente la festa della Dormizione o dell’Assunzione. Il culto mariano si è sviluppato fino ai nostri giorni in mirabile continuità, alternando periodi fiorenti a periodi critici i quali, tuttavia, hanno avuto spesso il merito di promuoverne ancor più il rinnovamento. «Maria, esaltata per la grazia di Dio, dopo suo Figlio, al di sopra di tutti gli angeli e gli uomini, perché è la Madre santissima di Dio, che ha preso parte ai misteri di Cristo, viene dalla Chiesa giustamente onorata con culto speciale» (cfr. LG 66). Tale culto possiede una sua peculiarità irrepetibile, perché si riferisce ad una persona unica per la sua perfezione personale e per la sua missione. «“Questo culto [...], sebbene del tutto singolare, differisce essenzialmente dal culto di adorazione, prestato al Verbo incarnato come al Padre e allo Spirito Santo, e particolarmente lo promuove». Esso trova la sua espressione nelle feste liturgiche dedicate alla Madre di Dio e nella preghiera mariana come il santo rosario, “compendio di tutto quanto il Vangelo”» (CCC 971). Pertanto, la venerazione dei fedeli verso Maria, pur superiore al culto rivolto agli altri santi, è tuttavia inferiore al culto di adorazione riservato a Dio. Tra il culto mariano e quello reso a Dio vi è però una continuità: infatti, l’onore reso a Maria è ordinato e conduce all’adorazione della Santissima Trinità. La venerazione dei cristiani per la Vergine promuove il culto prestato al Verbo incarnato, al Padre e allo Spirito Santo. «Le varie forme di devozione verso la Madre di Dio, che la Chiesa ha approvato entro i limiti di una dottrina sana e ortodossa, secondo le circostanze di tempo e di luogo e l’indole e la mentalità dei fedeli, fanno sì, che mentre è onorata la Madre, il Figlio per il quale esistono tutte le cose (cfr. Col 1,15-16) e nel quale “piacque all’eterno Padre di far risiedere tutta la pienezza” (Col 1,19) sia debitamente conosciuto, amato, glorificato, e siano osservati i suoi comandamenti» (cfr. LG 66). A lei, divenuta Madre della Chiesa e Madre dell’umanità, ricorre il popolo cristiano, animato da filiale confidenza, per sollecitare la sua materna intercessione e ottenere i beni necessari alla vita terrena in vista dell’eterna beatitudine. Cfr. R. MARTINELLI, Opera cit. 145 146 L’edicola mariana Tema e obiettivi. Molti scout, nel mese di maggio, hanno trovato una simpatica forma per onorare la Madonna: le hanno eretto tante piccole maestà, tanti altarini-edicole nei campi, nei cortili polverosi, ai crocevia, fra gli alberi dei boschi. Alcuni veramente artistici, in pietra o in legno, altri più semplici, più umili. Anche le nostre zone possono fiorire così del sorriso della Vergine: dolce invito per il passante distratto, che non può fare a meno di soffermarsi un istante e di mormorare un’Ave Maria. Non è una buon’azione di prim’ordine, questa? Cominciamo prima a realizzarla nella sede di reparto e nella sede di clan, poi penseremo anche all’esterno. L’edicola mariana in sede. È un’impresa che può essere svolta durante tutto l’anno, per aumentare il nostro amore a Maria santissima, Regina degli scout. Si comincia con una breve catechesi sull’amore che gli scout hanno nei confronti di Maria santissima, poi, tra le squadriglie di un reparto si realizza una aggraziata edicola mariana che trovi un posto preminente nella propria sede. Naturalmente ogni squadriglia disegna il suo progetto, che potrà confluire in un cartellone che li raccoglie tutti. Scelto il progetto, con i consigli di qualche artigiano si realizza l’edicola nel modo migliore, pianificando che permanga in sede per molti anni. Infine, in occasione di una solennità mariana o durante la tra147 dizionale festa parrocchiale, si organizza una piccola cerimonia con l’esposizione dell’edicola, la benedizione e l’illustrazione ai presenti del manufatto. Realizzazione Progetto n. 1. Ecco il modello di una Vergine che si può facilmente realizzare. Prendiamo un piano di compensato di 5 mm di spessore, poi ingrandiamo tre volte il disegno, con il sistema della retinatura a griglia, oppure con una fotocopia in ingrandimento. Come descritto in questa pagina ricalchiamo il disegno ottenuto sul compensato e ritagliamo . Applichiamo le differenti sagome con colla da le- 148 gno, nel modo seguente: il pezzo tre sul due, il due sull’uno e mettiamo tutto sotto un peso per diverse ore. Fissiamo l’immagine ottenuta su un fondo di panno colorato. I disegni esposti a lato mostrano le varie fasi di costruzione. Progetto n. 2. L’immagine può essere portata nello zaino fino ai bivacchi e ai campi: esposta sopra l’altare o sull’antenna delle bandiere, inviterà gli esploratori alla preghiera. La costruzione è molto semplice e il santo profilo della Vergine così stilizzato può essere riprodotto anche da chi non ha troppa attitudine al disegno. Materiale occorrente: una tavoletta di legno di cm 22x60 dello spessore di cm 1 - 1,5; una tavoletta di legno compensato di cm 20x50 dello spessore di mm 3 - 5; chiodini o viti; colla; vernice o terra colorata; cera da lucidare. Dalla tavoletta da cm 1,5 tagliamo un rettangolo di cm 20x29. Misuriamo cm 7,5 dagli spigoli e congiungiamo con la metà del lato più corto ottenendo con due tagli la tavoletta di fondo (fig. 1). Levighiamo bene con la carta vetrata una delle superfici. Ora tagliamo dalla restante tavoletta da cm 1,5 le seguenti strisce: 1 da cm 25x5 (base); 2 da cm 20x3 (fianchi); 2 da cm 18x5 (tetto). Sulla striscia di base pratichiamo un intaglio (fig. 2) 149 150 per incastrarvi il fondo. Applichiamo i fianchi con colla e chiodi. Dalla tavoletta di compensato intagliamo un pezzo con la seghetta da traforo (fig. 3). Attenzione a non sciupare il pezzo pieno centrale B che va ancora usato. Sovrapponiamo ora il pezzo A ai fianchi ed applichiamo i due spioventi del tetto badando di tagliare bene ad angolo il colmo, in modo che collimi perfettamente. Una energica passata di carta vetrata e poi potremo dedicarci alla parte artistica. Riprendiamo il pezzo di compensato B che abbiamo detto di non gettare via e con l’aiuto della quadrettatura disegniamo l’intera sagoma dell’immagine, ingrandendola in modo che sia racchiusa in un rettangolo di cm 13x20 (fig. 5). Sul compensato rimasto dalla primitiva tavoletta disegniamo e intagliamo la sola sagoma del manto (colorata in nero nella fig. 6). Ora con la vernice (a smalto se l’abbiamo) bianca o rosa pallido o avorio, coloriamo il volto e le mani a tinta unita e con il turchino la sagoma del manto. Quando tutto è ben asciutto, incolliamo la sola sagoma del manto colorata senza chiodi, il manto sopra l’immagine intera e con un poco di giallo ripassiamo l’aureola. Incol- liamo ora sempre senza chiodi l’immagine sul fondo dell’edicola, sovrapponiamo un peso e lasciamo asciugare. Se non abbiamo vernice, possiamo tingere con terre colorate il legno e poi lucidare a cera. L’esterno dell’edicola, come pure il fondo, potrebbe essere lasciato in color legno naturale, lucidato pure a cera. Fissiamo un piccolo gancio dietro il vertice del tetto, per poter appendere l’edicola. Non ci resta altro che far benedire l’immagine dall’Assistente Ecclesiastico e portarle dei fiori colti nei prati, durante la prima uscita. Progetto n. 3. Procedere come mostra l’illustrazione e farsi aiutare da un falegname per eseguire i dovuti incastri. Nel simpatico e arcaico lumino, lo stoppino galleggia sull’olio, mediante tre sezioni di tappo in sughero. 151 Progetto n. 4. Il fondale e la mensola sono fissati con chiodi a due tasselli di tronchetto grezzo. Il manto della Madonna è di colore azzurro, in compensato oppure in panno robusto. Come mostra la figura, si applicano le mani e il profilo del volto, colorati in rosa. 152 Progetto n. 5 Incisione su vetro Materiale occorrente. Per realizzare un’incisione sul vetro necessita una lastra di vetro più abbondante dell’immagine in questione, perché poi la lastra verrà tagliata secondo le giuste dimensioni. Scotch carta e il Dremel con punte diamantate (conica/sfera). Il Dremel è una sega da traforo compatta e facile da usare per tagliare e limare con precisione i più svariati materiali. Realizzazione. La prima fase consiste nel pulire la superficie di vetro con un panno morbido, successivamente con l’aiuto dello scotch di carta, applicare sul retro del vetro il disegno che intendiamo realizzare (puoi utilizzare anche stencil). - La seconda fase consiste nel tracciare i contorni dell’immagine desiderata, lasciando vuote le bianche (o le parti piene se si utilizzano stencil). Durante l’incisione tenere a portata di mano il panno con il quale spolverare il vetro ogni tanto. - La terza fase consiste nel controllare al termine dell’incisione il lavoro effettuato; tale controllo è facilitato inserendo sotto il lavoro un contrasto nero (cartoncino), in modo da vedere perfettamente gli spazi da riempire, quindi procedere al riempimento degli spazi, fino ad ottenere il risultato finale. - Ultima fase del lavoro consiste nel pulire la lastra con dell’acqua o prodotti per vetri. Munitevi di mascherina per proteggere gli occhi, mascherina per proteggere il naso e guanti in lattice, in quanto durante la lavorazione la polvere del vetro potrebbe darvi fastidio e comunque indossate sempre le protezioni necessarie quando usate utensili come il Dremel. 153 Ricostruiamo l’edicola saccheggiata 154 Tema e obiettivi. Giungiamo ad un atto di devozione mariana, attraverso un gioco di ambientazione fantastica, con l’obiettivo di montare i pezzi di una nuova edicola. Alcuni banditi hanno saccheggiato un’edicola della Vergine. La popolazione della zona è in subbuglio e per recuperare il maltolto chiede l’aiuto del branco/cerchio. Accorgendosi di essere inseguiti, i banditi cercano di sbarazzarsi della refurtiva, gettandola lungo la strada. Realizzazione. Dopo il lancio, il branco/cerchio è condotto sul luogo del misfatto, dove trova solo i contorni dell’edicola e i segni di quanto avvenuto. Immediatamente le varie sestiglie vengono lanciate sulle tracce dei banditi, che si sono divisi. Lungo il percorso incontrano ciascuna un abitante del luogo che, mediante il superamento di una prova, darà loro un pezzo dell’edicola. Le piste convergeranno in un luogo in cui le sestiglie, anche insieme (se vi arrivano simultaneamente); dovranno recuperare la refurtiva principale, ossia l’immagine della Madonna, nascosta dai banditi. Una volta trovata l’immagine, sarà possibile ricostruire l’edicola dividendo i compiti tra le sestiglie: una collocherà il supporto, l’altra incastrerà i lati ed il fondo dell’edicola nei portafiori, una terza sistemerà i candelabri, e quella che avrà trovato l’immagine mariana avrà, infine, l’onore di rimetterla al suo posto. Attorno all’edicola ricostruita, il branco/cerchio si riunirà per un canto ed una preghiera. Materiale occorrente. Per l’edicola: lati, fondo, suolo e tettuccio di una specie di capanna, in compensato e ad incastro; due o più candelieri con le rispettive candele; due o più portafiori; supporto da piantare al suolo (o da attaccare all’albero); eventualmente viti, chiodi, fil di ferro. L’immagine della Madonna può essere una statuetta o un quadretto. I luoghi mariani nel tuo territorio Tema e obiettivi. Individuare i luoghi dove Maria è venerata. Materiale occorrente. Buste e foglietti di carta dai diversi colori per le indicazioni. Uno scrigno o una scatola di latta, contenente caramelle e monete di cioccolato e immaginette sacre della Madonna ivi venerata. L’ampiezza del terreno e la durata di questa, che è una vera “caccia al tesoro”, sono a discrezione del capo che organizza l’attività, in quanto può interessare il quartiere o la zona del campo ed è condizionata anche dall’età dei partecipanti. La gara si svolge per squadriglia/sestiglia. Ad una festa insieme ai genitori si comporranno gruppi di famiglie, determinati sul momento, facendo in modo che siano omogenei tra loro. Realizzazione. Ogni squadra è contraddistinta da un colore assegnato dal capo, ma anche da un semplice stemma-contrassegno e da un motto scelti dai concorrenti, ovviamente tutto in tema mariano. Il gioco consiste nel trovare il “tesoro” nascosto seguendo un percorso a tappe. In ogni tappa è reperibile l’indicazione utile a raggiungere quella successiva. Innanzitutto occorre stabilire l’itinerario base da seguire. Se si svolge nell’ambito di una città, di un quartiere o di un paese è bene stabilire le tappe presso luoghi mariani, cellette, edicole che celebrano Maria santissima, statue mariane, lapidi, santuari, ricostruzioni di grotte di Lourdes… Se, invece, la gara si svolge in parrocchia, o al campo, scegliamo le postazioni, in tema, che preferiamo o che hanno maggior rilevanza nella vita quotidiana. Le squadre partono tutte al via, ma è fondamentale sottoporle subito a prove impegnative, in modo da ottenere un loro naturale scaglionamento… pena 155 156 la non riuscita del gioco. Si può provvedere alla distribuzione di un messaggio da decifrare: una preghiera mariana, suddivisa in tanti pezzetti di frasi che sono da comporre, seguito da un messaggio morse, oppure da parole scritte al contrario. Per cominciare e per entrare nello spirito del gioco, si possono richiedere mazzetti di fiori con i colori della veste di Maria Ss.ma, che sono bianco e azzurro, oppure alcuni santini, oppure tre sassi di colore diverso e anche del muschio, oggetti che serviranno, a conclusione di tutto, a decorare un’edicola mariana. Chi riporta gli oggetti riceve la seconda busta, col messaggio da decifrare, riferito alla successiva meta. Lungo questo primo percorso ogni compagnia riceverà la tessera di squadra: ogni squadra deve raccogliere per esempio cinquanta punti per aver diritto alla terza busta; i punti, da uno a dieci, vengono dati da una serie di “angeli” (genitori, amici, ecc., in giro per il bosco, riconoscibili dalla veste bianca, oppure dalle ali, oppure da un velo bianco sul capo), per determinate prove, che possono essere note ai partecipanti (“Andiamo dall’angelo dei nodi, oppure dall’arcangelo delle capriole, oppure da quello del salto…”), o anche a sorpresa. Cercare di standardizzare i criteri di giudizio. Ogni squadra deve utilizzare soltanto i messaggi con il proprio colore e i capi devono tutelare la permanenza dei messaggi per le varie squadre. Si può naturalmente prevedere un percorso completamente diverso per ciascuna squadra (con ostacoli di ugual difficoltà), ma ciò è molto laborioso. La soluzione migliore è quella di collocare, nel punto appropriato, tanti messaggi quante sono le squadre. Avendo ciascuna squadra già assegnato, in partenza, un proprio colore e contrassegno, la sua copia del messaggio sarà quella recante il proprio colore e contrassegno. Ogni squadra potrà così controllare, dai messaggi che mancano e da quelli che restano, quante - e magari quali - squadre sono passate prima di lei. Naturalmente ogni squadra dovrà prelevare solo la propria copia del messaggio, rimettendo al loro posto tutte le altre (lealtà scout). È opportuno anche che ciascuna squadra sia invitata a conservare le proprie buste (numerate progressivamente): un’eventuale vittoria sarebbe annullata se la successione non fosse completa. Perciò ogni squadra sa che dopo la busta quattro deve trovare la cinque, ed è inutile che salti alla busta otto, anche se l’ha trovata, per caso o spiando le altre squadre. La caccia al tesoro dovrà svilupparsi su un luogo sufficientemente ampio perché le squadre, avuto riguardo al loro numero, non si intralcino, né possano agevolmente seguirsi o controllarsi. Preferibilmente le squadre non dovrebbero essere più di quattro o cinque (possibilmente con non più di cinque - sei membri ciascuna). Meglio se i loro componenti sono dotati di bracciali (del colore della squadra): ciò aiuta la squadra a stare insieme, gli arbitri a riconoscerla, e crea atmosfera. Ogni tanto non è male se le squadre vengono avviate - da uno dei messaggi ritrovati - al tavolo della giuria, che assegna loro la busta successiva mediante superamento di una prova. Ciò permette di controllare lo stile e la coesione delle squadre, nonché la loro classifica in quel momento. La squadra deve rimanere sempre unita (salvo precise istruzioni contrarie), e i capi delle squadre devono mostrare i messaggi via via scoperti a tutti i membri della squadra. Un segretario della squadra conserverà le varie buste. Ogni busta, oltre al numero d’ordine, reca l’indicazione del posto della successiva. Naturalmente ogni squadra deve sforzarsi di leggere (ed eventualmente decifrare) i messaggi segretamente e in silenzio, evitando di farsi vedere o sentire o seguire dalle altre. La prima squadra che arriva sul posto non deve lasciare capire agli altri che lì c’è il te- 157 158 soro e deve cercarlo facendo finta di niente. L’ultima busta conterrà le indicazioni finali per la pianta, con il posto del tesoro. Il gruzzolo dovrà avere argomento mariano, con ubicazione mariana. Sarà, di preferenza, un regolare scrigno colmo di santini, rosari e dobloni d’oro-cioccolato, sotterrato in modo poco profondo e con terra smossa. Esempi di contenuti delle buste. • Cercare nel bosco “l’albero della Madonna”, dove in precedenza era stata nascosta tra i rami una statuina e che a fine caccia verrà collocata e decorata, in sede/tana, dentro l’opportuna edicola;. • scrivere la parola Maria con cinque elementi naturali che iniziano con quelle lettere, dinanzi al tavolo della giuria; • intrecciare una corona con fiori o foglie e portarla alla giuria che l’userà per decorare la statuina; • fare un mazzo di fiori di tre qualità diverse e portarlo alla giuria; • scrivere una poesia in rima baciata, dedicandola alla Madonna; • individuare e leggere nella Bibbia un assegnato episodio mariano. Vedi l’elenco a pag. 99; • riportare al tavolo della giuria tre insetti diversi vivi (in precedenza consegnare alle squadriglie un barattolo di vetro) e/o sei foglie diverse; • realizzare un oggetto con un foglio di carta fornito dentro la busta del messaggio. Procurare un foglio per ogni membro della squadra, in modo che tutti possano provare; • privilegiare località a tema mariano, per cui, nel raggiungere una successiva edicola, immagine, o monumento di Maria santissima basterà l’indirizzo, senza specificare l’oggetto, visto che ognuno ha già interiorizzato il tema • del gioco. Alcune espressioni volutamente enigmatiche stimoleranno l’acume dei partecipanti. “È buona per quando fa freddo” (rinvia a una catasta di legna);“sotto il punto del sacrificio” (= sotto l’altare); “colà dove il cibo non serve ad irrobustire i muscoli, ma ad ampliare lo spirito e la conoscenza” (= la biblioteca); “là dove siede il vescovo” (= la Cattedrale). 159 Le rose per l’angolo di Maria Il mese delle rose. Nelle nostre uscite di primavera, quante volte abbiamo sentito l’animo ripieno di intima gioia e la mente elevarsi verso il Cielo alla visione incantevole di un prato in fiore, o, in attesa della ripresa di un gioco emozionante, abbiamo gustato la pace riposante di un bosco, echeggiante del canto degli uccelli! Nel mese dedicato alla Madre è abbastanza comune che gli altari a lei dedicati siano ornati con più attenzione di fiori freschi Tema e obiettivi. Il mazzo di fiori deve essere soprattutto identificato con l’insieme delle buone azioni che si possono offrire al Signore per mezzo di sua madre: questi sono i fiori a loro veramente graditi e indispensabili nella vita del cristiano. Il fiore diviene così segno di virtù e anche di amore. Contrapponiamo al peccato un mazzo di virtù, di “fioretti”, ossia di piccole rinunce in onore di Maria: un’usanza assai diffusa nell’educazione religiosa dei giovani. (Il termine “fioretto” rimanda immediatamente alla parola “fiore”). Nel periodo della Quaresima invitiamo gli scout a scrivere le proprie rinunce su un pezzo di carta e a deporle in un cesto davanti ad un’immagine della Vergine. I mazzi di fiori più frequenti nell’iconografia di questa tradizione sono composti da rose e gigli con qualche ciuffo di nontiscordardimé. Essi simboleggiano, rispettivamente, l’amore, la purezza e il ricordo. Portiamo rose alla Madonna. Per noi scout, che ci onoriamo di essere “cavalieri” di così soave regina, il mese mariano è incitamento e slancio ad una più sentita fedeltà alla nostra Legge e alla nostra Promessa, ad una donazione più generosa in favore dei nostri fratelli, così da lasciare il mondo un po’ migliore di come l’abbiamo trovato. Ma esprimere il nostro amore a Maria, portando fiori freschi davanti alle sue 160 icone, certamente le farà piacere: i fiori in città non si trovano tanto facilmente e a comperarli costano cari; però un mazzolino ogni tanto lo si può avere e lo possiamo cogliere noi stessi in qualche prato alle porte della città, soprattutto durante un’attività nel verde o un’uscita. Se qualcuno poi ha già o deve avere la specialità di giardiniere, certamente coltiverà in qualche vasetto sulla terrazza, o nella sua aiuola in giardino, una pianta dai bei fiori da mettere davanti all’immagine della Madonna. Realizzazione. Sarebbe proprio bello se nella nostra Tana/Sede ci fosse un angolo destinato a onorare la nostra Mamma Celeste. Ai piedi di Maria, venerata nell’edicola amorevolmente costruita nell’angolo della tua squadriglia, in questo mese con particolare cura ornata di fiori, deponiamo la nostra segreta offerta ed il nostro impegno: essere vero e fedele amico di Gesù, figlio sincero e devoto di Maria, scout che con passione vive il suo cammino al loro fianco. Preghiamola, la Madonna, e diciamole così: “Santa Maria, che sei la mia mamma come lo sei del Bambino Gesù, ti voglio tanto bene. Vuoi, per piacere, aiutarmi a fare tutte le mie azioni come le farebbe il tuo Figlio, che è il mio modello? Come Gesù Bambino io cercherò di pregare del mio meglio, di studiare con costanza, di ubbidire subito e gentilmente. Così sia”. La stampa con la trielina Tema e obiettivi. Attività di Mani Abili e di riconoscimento dell’iconografia mariana. Materiale occorrente. Cartoncino bianco, colorato o foglio da disegno; trielina; giornali illustrati; cotone idrofilo. L’attività è individuale e può essere svolta ovunque, meglio all’aperto o in locale ventilato, purché si 161 disponga di un tavolo o di un qualsiasi altro comodo appoggio per agevolare il lavoro che presentiamo. Realizzazione. Ritagliamo da un giornale religioso, come un vecchio numero di “Famiglia Cristiana”, la figura della Madonna o di Gesù risorto o altra immagine evangelica o il santo che si vuole riprodurre, escludendo le scritte perché, nella riproduzione, risulterebbero speculari. Più avanti nel tempo e con una particolare capacità acquisita, si possono utilizzare anche quelle. Posiamo, ora, il ritaglio di rivista con la figura aderente al cartoncino, o foglio da stampare. Ne risulta, quindi, che il retro dell’immagine rimane all’esterno. Con un batuffolo di cotone imbevuto di trielina strofiniamo sulla parte esterna della figura. La trielina deve penetrare nei pori della carta per ammorbidire l’inchiostro della stampa che vogliamo riprodurre e farlo fissare sul nostro foglio. Occorre tenere ben fermo il ritaglio e, prima di toglierlo definitivamente, è bene assicurarsi della perfetta riproduzione sollevando un lembo del giornale senza toglierlo. Lasciamo asciugare e poi, eventualmente, lo decoriamo con una cornice disegnata. Ogni scout conserva nel proprio quaderno di caccia il lavoretto prodotto. Varianti. Acquisita una buona capacità, possiamo eseguire un quadretto artistico unendo armonicamente più riproduzioni per determinare un unico insieme legato per tema e per soggetto. Questa tecnica può, anche, venire usata per creare un “giornale murale” dove si racconta, con immagini trasferite ed articoli dei partecipanti, un tema prefissato: una impegnativa attività scout, un episodio evangelico riguardante Maria santissima, la descrizione della propria parrocchia, la vita di un santo ecc. Si può utilizzare questa tecnica anche per preparare dei cartoncini con gli auguri di Natale o Pasqua, per la festa del papà o della mamma o altre ricorrenze. 162 9. Agosto: tra le tende un’immagine di Maria La Madonna in pillole - 9 164 IN CHE SENSO MARIA È MODELLO DELLA CHIESA? Ella è la figura e la realizzazione più perfetta della Chiesa. E modello della Chiesa nella maternità e nella verginità. • Nella maternità: «La Chiesa [...] per mezzo della Parola di Dio accolta con fedeltà diventa essa pure Madre, poiché con la predicazione e il Battesimo genera a una vita nuova e immortale i figli, concepiti ad opera dello Spirito Santo e nati da Dio» (LG 64). • Nella verginità: La Chiesa «è la Vergine che custodisce integra e pura la fede data allo Sposo, e, ad imitazione della Madre del suo Signore, con la virtù dello Spirito Santo, conserva verginalmente integra la fede, solida la speranza, sincera la carità» (cfr. LG 64). Ella costituisce, senza dubbio per tutti, un altissimo esempio di purezza e di dono totale al Signore. Ma in modo speciale si ispirano a lei le vergini cristiane e quanti si dedicano in modo radicale ed esclusivo al Signore, nelle varie forme della vita consacrata. Ella incoraggia tutti i cristiani a vivere con particolare impegno la castità secondo il proprio stato, e ad affidarsi al Signore nelle svariate circostanze dell’esistenza. Colei che è per eccellenza Santuario dello Spirito Santo, aiuta i credenti a riscoprire il proprio corpo come tempio di Dio (cfr. 1Cor 6,19) e a rispettarne la nobiltà e la santità. «Nella sua opera apostolica la Chiesa giustamente guarda a colei che generò Cristo, il quale fu concepito da Spirito Santo e nacque dalla Vergine, per poter poi nascere e crescere per mezzo della Chiesa anche nel cuore dei fedeli. La Vergine infatti nella sua vita fu il modello di quell’amore materno del quale devono essere animati tutti quelli che nella missione apostolica della Chiesa cooperano alla rigenerazione degli uomini» (cfr. LG 65). Maria è l’immagine escatologica della Chiesa, nel senso che ella è già quello che la Chiesa, pellegrinante sulla terra, un giorno sarà alla fine di questo mondo. Cfr. R. MARTINELLI, Opera cit. Costruiamo un’edicola mariana Il mese dell’Assunta. Siamo arrivati al tempo dei campi estivi. In particolare non si può dimenticare che al 15 agosto, la Chiesa gioisce per la solennità dell’Assunzione della Beata Vergine Maria. Per approfondire il significato che ha l’assunzione di Maria al cielo, si legga pag. 35. Tema e obiettivi. Per aumentare l’amore a Maria santissima, in ogni campo vi sia una bella edicola mariana e si organizzi una bella manifestazione mariana. Consigliamo poi alle squadriglie di compiere una documentata indagine, al campo e a casa, sulla devozione mariana nelle chiese vicine della zona (immagini venerate, feste particolari, manifestazioni). Deciso il luogo della costruzione, che può essere ai piedi di un albero secolare, o un crinale o uno spiazzo che domina la nostra “città di tela”, si provvederà a chiedere i permessi alle autorità competenti, qualora si tratti di un luogo pubblico. Un giorno del precampo può essere utilizzato al trasporto del materiale e alle fondamenta con la collaborazione professionale di un muratore. Il reparto al campo, tramite un gioco a gara, porterà altre pietre locali per abbellire, trapiantando un cespuglio rampicante. All’interno di una liturgia l’A.E. provvede alla benedizione e magari anche all’inserimento di una targa che indichi il nome del gruppo, città e data del campo. Qualora si decida di assegnargli una propria toponomastica, allora il reparto può stabilire che diventi luogo di preghiera e di silenzio 165 individuale o di gruppo e a cui tornare, negli anni successivi, per l’abbellimento e l’eventuale restauro. Realizzazione. L’attività si può svolgere l’anno successivo alla realizzazione dell’edicola in sede. Anche in questo caso è bene introdurre l’attività con una breve catechesi. Il progetto deve prevedere la stabilità e la resistenza alle intemperie di una piccola costruzione in pietra o in mattoni rustici, con tettuccio in piastre naturali, oppure di altro materiale duraturo. Dopo il cartellone che espone i diversi progetti pensati dalle squadriglie, si fa il sopralluogo sul campo che vedrà le proprie tende durante l’estate. Se alcune parti possono essere costruite in sede, si provvede a produrle e montarle, entro un mese dal lancio dell’impresa. Il materiale conservato sarà caricato e trasportato insieme al materiale da campo. Costruiamo una bella edicola! Legno, corda, fantasia, amore. In queste pagine qualche idea interessante... 166 167 168 169 170 171 172 173 174 175 176 177 Una Base scout, con l’edicola mariana Presso una base scout, o in un terreno per Campi Scuola, oppure in luoghi dove periodicamente diversi Reparti svolgono le loro attività è doveroso innalzare una edicola mariana che resista alle intemperie. In questo caso sarà necessario costruire con mattoni e pietre. In modo analogo, un Gruppo può programmare di sviluppare una impresa scout che si prefigga il restauro di una “maestà” o di un’antica edicola, cara alla tradizione del Clan e del Reparto. In generale, quando si eseguono lavorazioni così specifiche, risulta necessario prendere appuntamento con un tecnico comunale che si occupa di edilizia, in modo da accordare la documentazione direttamente con chi dovrà approvare i lavori. In tale sede si dovrà chiarire se tale manufatto è vincolato dal nulla osta della Soprintendenza per i Beni architettonici e paesaggistici e che tipo di documentazione occorre per la realizzazione dell’opera. Nel caso ci sia il vincolo della Soprintendenza, si deve chiedere il nulla osta a loro, prima di poter procedere con le lavorazioni. Si contatta il responsabile della zona in cui si trova la celletta e si chiede come preferisce procedere. Nella maggior parte dei casi la documentazione necessaria è: 1. Relazione tecnica, in cui si spiegano le lavorazioni proposte per il mantenimento dell’opera; 2. Disegno tecnico, per attestare le modifiche evidenziate in relazione; 3. Documentazione fotografica, riportante lo stato attuale dei luoghi. Ottenuto il nulla osta, si deve pro178 cedere a comunicare i lavori al Comune di appartenenza e a ottenere il loro nulla osta. Per comunicare al Comune l’inizio dei lavori la documentazione è necessaria: 1. Compilazione modulistica edilizia; 2. Compilazione modulistica sismica; 3. Disegno tecnico architettonico con stato attuale, modificato e comparato; 4. Disegno tecnico strutturale; 5. Relazione tecnica architettonica; 6. Relazione tecnica strutturale; 7. Estratto di mappa catastale e comunale; 8. Nulla osta (eventuale) della Soprintendenza; 9. Documentazione fotografica; 10. Quanto eventualmente accordato con il tecnico comunale. Costruiamo una edicola mariana. Abbiamo già riferito come il “rosario” sia una corona di rose che si offre alla Madonna, per questo pensiamo che anche tutta la struttura possa invitare a ricordarsi della Madre di Dio, prendendo in mano la “Corona del Rosario”, per invocarla ripetutamente. Nel disegno tecnico questo obiettivo viene rappresentato da tre contenitori verticali di varia altezza, pieni di piante di rose. I recipienti assumono un andamento via via crescente in altezza, man mano che si procede verso la cappelletta dove si ammira la statua o l’effige mariana. Quindi procedendo nel salire si scopre che le rose rappresentano preghiere che si innalzano verso la Madre di Dio. L’edicola è costituita da pareti trasparenti su tre lati e opaca nel retro per rappresentare la visibilità della Madonna da tutti i lati, per chi Le si accosta. La parete che sostiene la cappelletta ha sul fronte una fenditura orizzontale, dove fluisce una lamina di acqua che si versa sulla vasca sottostante piena di ciottoli. L’acqua rappresenta la purificazione e le grazie che vengono dall’alto. Ovviamente se si vuole realizzare questo movimento liquido, deve esistere un serbatoio dietro la parete verticale che lo alimenta o per caduta se si ha una disponibilità dell’acqua nel re- 179 tro oppure a circolo chiuso, mediante piccola pompa alimentata magari da piccolo pannello solare. Descrizione sommaria: La cappelletta è costituta da pavimento in legno, che sarà fissato alla parete verticale costituta da muratura in pietra; le pareti da elementi trasparenti; il tetto a due falde in tavole di legno; le vasche per i fiori anche di elementi prefabbricati. La vasca di ricevimento della cascatella verrà realizzata da un elemento a tenuta, con sfogo verso il basso a dispersione dell’acqua riempita di ciottoli. I muretti laterali di diversa altezza come da disegno, costituiti da muratura in pietra come la parete frontale. 180 10. Spiritualità mariana della Route e del Pellegrinaggio La Madonna in pillole - 10 182 IN CHE SENSO MARIA COOPERA ALLA REDENZIONE? Già sant’Agostino attribuisce alla Vergine la qualifica di “cooperatrice della redenzione” (cfr. De sanata virginitate, 6; PL 40, 399). titolo che sottolinea l’azione congiunta e subordinata di Maria a Cristo redentore. Ella coopera «in modo tutto speciale all’opera del Salvatore, con l’obbedienza, la fede, la speranza e l’ardente carità». Frutto sublime di questa cooperazione è la sua maternità universale: «Per questo è diventata per noi Madre nell’ordine della grazia» (LG 61). E una cooperazione particolare che il Signore Dio le concede. In unione con Cristo e sottomessa a lui, ella ha collaborato nell’ottenere la grazia della salvezza all’intera umanità, in modo unico e irrepetibile, grazie: • alla sua divina maternità nei confronti di Cristo; • alla sua associazione al sacrificio di Cristo: soffrendo con lui morente in croce «cooperò in modo tutto speciale all’opera del Salvatore» (LG 61); • al particolare contributo che ella dà anche alla vita della Chiesa, di cui è Madre, lungo il corso dei secoli e fino alla fine dei tempi, continuando a sostenere la comunità cristiana e tutti i credenti nel loro cammino verso la santità e nel generoso impegno per l’annuncio del Vangelo. Cfr. R. MARTINELLI, Opera cit. Lourdes, capitale della preghiera Tema e obiettivi. La Chiesa, radicata nella storia, incoraggia i pellegrinaggi nei luoghi della vita terrena di Cristo (o delle sue manifestazioni nella vita di Maria e dei santi): li vede come speciale occasione di comunione tra i fedeli, nella fede e nella preghiera, e come immagine del cammino verso la Patria Celeste, sotto la guida del Signore. Il pellegrinaggio ad un santuario mariano è una ricerca di Dio e un incontro con lui, in una cornice cultuale. Se è vero che la Strada rappresenta uno dei tre pilastri del treppiede della “Terza branca”, è altrettanto vero che la Strada percorsa con Maria può diventare occasione di grande crescita spirituale. Come hanno scritto e sperimentato tanti prima di noi, “Maria ci conduce a Gesù” e “Maria ci conduce lungo una via preferenziale per il Cielo”. Scelto il tema (un noto santuario mariano, la devozione mariana nella nostra città, una festa locale, una ricorrenza, il ricordo di un miracolo...) occorre documentarsi su di esso, non solo con materiale adatto, ma con le testimonianze dirette: interviste, colloqui, incontri… che porteranno all’attuazione di una impresa certamente proficua. Molte testimonianze di chi si è recato a Lourdes o in altro santuario mariano possono essere lette in bollettini, riviste, periodici, ad esempio dell’Unitalsi, oppure dei Foulard bianchi, o di altri gruppi o associazioni, scout compresi. 183 Una route, un servizio a Lourdes rappresentano una esperienza che incide sulla propria formazione, non tanto per la spettacolarità dei fattori esteriori, quanto perché avvicina a problemi interiori che fanno riflettere. Non si cerca un segno miracoloso, ma un segno dei nostri tempi. Ne fanno fede le testimonianze che pubblichiamo. Realizzazione-testimonianza. Arrivai a Lourdes in un assolato e caldo pomeriggio di luglio, dopo un lungo viaggio, col treno affollatissimo partito al mattino da Marsiglia. Ero molto stanco e l’uniforme scout mi s’incollava alla pelle, impastata di sudore e di polvere. Nella gran confusione del treno in arrivo, era difficile trovare un’automobile per raggiungere l’ostello che doveva ospitarmi in quei giorni di permanenza nella città di Maria. Feci di necessità virtù e presi la decisione di andarmene a piedi, subito, fino alla grotta, con lo zaino che pesava e i muscoli delle gambe che stentavano a seguirmi. Era giusto - pensai - che porgessi il mio primo saluto alla padrona di casa, alla Madonna. Mi inginocchiai vicino all’inferriata davanti alla grotta, dalla parte dove, su in alto, si eleva la statua bianca della Vergine con le mani giunte. No, non sarei restato a lungo, ero troppo stanco e infastidito dal sentirmi sudato e sporco: bisognava proprio che mi lavassi al più presto ed andassi a riposare. Non ricordo bene se cominciai a dire l’Ave Maria. Ma non dovetti dirne molte: fui preso presto da un vivissimo senso della presenza della Madonna e rimasi là, inginocchiato per terra senza dire più nulla, serenamente felice, 184 dimentico della stanchezza e del sudore, come un bambino che riposa in braccio alla sua mamma, e non si cura più di nulla e non desidera altro che di restare così in un silenzioso colloquio d’amore, semplicissimo, inesprimibile. Quando mi allontanai dalla grotta era già notte: doveva essere trascorsa più di un’ora e mi era sembrato un attimo: non ero più stanco; solo mi accorsi che mi dolevano le ginocchia. Alcuni mesi dopo lessi un bel libro dove si definiva Lourdes quale “capitale della preghiera”. Ricordai allora quella non lontana serata di luglio, quando ero arrivato a Lourdes, stanco e annoiato, eppure - io che non riesco abitualmente a restare in orazione per molto tempo - avevo potuto pregare per più di un’ora senza fatica, anzi con una felicità inesauribile, che zampillava come una polla di acqua viva dal fondo dell’anima abbandonata tra le braccia di Maria. E provai una grande gioia nel pensare che l’autore di quel libro, e molti altri ancora, avevano vissuto come me delle ore di purissima felicità pregando vicino ed insieme alla Mamma nostra celeste. Ecco, dissi dentro di me, il significato di Lourdes, quello che la Madonna stessa ci aveva svelato. Lourdes significa per il mondo e la Chiesa tante altre cose: il soprannaturale che diventa tangibile per l’uomo moderno immerso nella indifferenza religiosa e nel nichilismo; le guarigioni miracolose che ridonano a molti nostri fratelli la gioia di vivere e rinsaldano la nostra fede in un Dio pieno di misericordia; le grandi conversioni nascoste nell’intimo delle coscienze... Per me e per molti altri, Lourdes significa semplicemente aver scoperto in Maria, la Mamma buona che c’insegna a pregare e, nella preghiera, a diventare profondamente più buoni, più generosi e forti. 185 Lo scout orante. La Madonna non si lascia certo sfuggire l’occasione per insegnare a tutti a pregare, e auguriamoci che lo faccia anche per quelli che, non potendo visitarla dove ella apparve, vorranno tuttavia onorarla recitando meglio e più spesso il suo s. rosario, come ella stessa raccomandò ad insegnò a fare a santa Bernadette fin dai primi giorni delle apparizioni, iniziate l’11 febbraio 1858. Il mondo ha un bisogno grande ed urgente di preghiera. L’ha ripetuto insistentemente Maria, ed ogni Papa ce lo ricorda. Impariamo dunque anche noi a pregare, diamo almeno la possibilità alla Mamma nostra celeste di insegnarci a farlo chiedendoglielo fiduciosamente: sarà già una forma di preghiera. Ci renderemo così capaci di compiere davvero un grande servizio “per Dio, la Chiesa, il Paese, ed aiutare il nostro prossimo”, come un giorno promettemmo. Il malato è Cristo. Altre testimonianze documentano le esperienze iirripetibili che solo a Lourdes si possono vivere. Il valore di Lourdes è nelle ricchezze spirituali e umane che si possono costruire e approfondire in quei pochi giorni di sosta; ognuno nella libertà può vivere la disperazione o la gioia, può trovare la pace o l’oscurità. La santità sta infatti nelle nostre mani. Lou186 rdes è una sosta, un mezzo forse per la nostra santificazione. Lourdes è vita, è una realtà che avvince. Gli ammalati che ringraziano sommessamente, i pellegrini che si recano a Lourdes, alle volte anche per curiosità, le basiliche nelle quali si entra pochissime volte (perché la vita a Lourdes si svolge principalmente all’aperto), le piscine e le fonti dell’acqua benedetta, la processione del Santissimo Sacramento, che rimane la cerimonia più suggestiva della giornata; veramente, durante il passaggio di Cristo-Eucaristia in mezzo agli ammalati, ci si può raccogliere e pensare al tenero amore che Dio ha per ogni suo figliolo sofferente; la fiaccolata “aux flambeaux”, la grotta, dove tanta folla silenziosa ti fa pensare all’universalità della Chiesa. La Vergine: ecco, lì ci si incontra veramente con lei, tutto parla della Madonna, tutta Lourdes è impregnata dalla sua presenza reale; ho trovato lassù la semplicità, la purezza, l’umiltà, questo perché ci si propone di volerle rassomigliare ed allora ci si identifica in lei che è la semplice, l’umile, la pura per eccellenza. A Lourdes si è disponibili perché lei è disponibilità nella sua perfetta obbedienza a Dio, con l’ecce ancilla Domini. Ed è ancora attraverso la Madonna che si arriva al figlio suo, è lei che lo vuole: nel raccoglimento ci porta al mistero di Cristo, mistero di redenzione, messaggio di salvezza. Il servizio. Il “Servizio” lassù ti rende migliore, ti fa più ricco, più spontaneo, ed anche più semplice. È lì che ti senti quasi a disagio per la salute che hai, pensi di non meritarla, poche volte in tempi normali ci si accorge che la salute è una ricchezza e ci troviamo in costanti contrasti con noi stessi e con gli altri perché non sappiamo cosa volere, visto che possediamo tutto. A Lourdes ci si rende conto, più che in qualsiasi altra parte, di cosa voglia dire aiutare il prossimo. Non si sa per chi si soffre, non si sa per chi si ama, però è proprio in questa semplicità che si attinge l’altezza 187 dell’offerta più pura, dell’atto totalmente disinteressato del cristiano per il prossimo: quel prossimo - gli ammalati, i bimbi, il personale di servizio - altri non è che Cristo: allora si scopre che si soffre con Lui, che si ama con Lui. Il vero miracolo, la trasformazione del cuore. Il miracolo “più grande più misterioso, più ininterrotto che a Lourdes si compie oggi è la trasformazione del cuore, grazie alla quale la volontà, prima ribelle, si apre ad accogliere il disegno di Dio, assaporando la sapienza, che non è di questo mondo”. È quanto ha sottolineato san Giovanni Paolo II, parlando domenica 11 febbraio 1990 a diecimila pellegrini, di cui settecento malati presenti al tradizionale appuntamento in san Pietro, alla memoria liturgica della Vergine di Lourdes. L’insegnamento di Gesù sulla “morale del cuore” che supera l’esteriorità delle osservanze e crea nel profondo dell’uomo il dialogo salvifico tra Dio e la nostra libertà, è stato affrontato nell’omelia, nella quale san Giovanni Paolo II ha affermato che è proprio nel cuore “che si gioca il mistero profondo della libertà, attratta dal bene e tentata dal male. Nel cuore l’essere umano fa le sue scelte, stendendo la sua mano verso il fuoco o l’acqua... il fuoco che brucia e distrugge; l’acqua da cui scaturisce la vita”. È nel cuore che si realizza la “giustizia superiore” che ha portato Cristo. E il Papa, ricordando la pagi- 188 na evangelica poco prima proclamata, ha sottolineato che Gesù, con forza, traccia la novità rispetto al modo di pensare consueto. Così “non basta non uccidere, occorre anche non odiare i fratelli; non basta non commettere adulterio, occorre anche evitare il desiderio di compierlo; non basta rispettare le formalità della legge nel divorzio, occorre escludere l’intenzione stessa di divorziare; non basta non spergiurare, occorre anche coltivare una limpidezza interiore”. Questa morale del cuore, ha aggiunto il Papa, è stata perfettamente capita da santa Bernadette Soubirous, la quale poté apprendere la non facile lezione alla scuola di colei che aveva penetrato a fondo i misteri di Dio, meditandoli nel cuore. E anche oggi molti di coloro che vanno a Lourdes o in qualche altro santuario mariano vivono l’esperienza della trasformazione del cuore. I malati e i pellegrini, presi maternamente per mano dalla Vergine, hanno capito che le proprie sofferenze non erano inutili perché partecipazione diretta alla forza sanante della redenzione compiuta dal Figlio di Dio. Ed hanno scoperto così il ruolo fondamentale cui il malato è chiamato nella Chiesa per l’attuazione della superiore giustizia. Ecco, il pellegrinaggio al santuario mariano si trasforma in risorsa per la fede, cammino di conversione, tempo forte di preghiera e di fraternità, proposta di servizio, incontro eucaristico, esperienza di Chiesa, 189 possibilità di evangelizzazione e di annuncio della speranza cristiana. Certamente, durante il servizio, molti rover/scolte e ‘Foulard Bianchi’ hanno vissuto in prima persona l’esperienza descritta, l’11 Febbraio 1998, da P. Raniero Cantalamessa, dell’ordine dei Cappuccini, durante il Convegno Nazionale Teologico-Pastorale: “Termino con un ricordo che mi riporta col pensiero al santuario di Loreto. Da aprile a ottobre, ogni sera sfilavano sotto di noi i malati venuti con i treni dell’UNITALSI da ogni regione d’Italia. Un canto aveva soprattutto il potere di commuovermi, fino a far scendere lacrime sul libro di teologia che avevo sotto gli occhi. La melodia era quella della canzone “Dell’aurora tu sorgi più bella”, ma il ritornello era cambiato. Diceva: “Mamma, dolce speranza, / cresca la nostra fede: / questo solo ti chiede / l’ammalato che spera in te”. Erano in barella, chi paralitico, chi cieco, chi con altre malattie, ma chiedevano a squarciagola, per ore ed ore, una cosa sola: “Cresca la nostra fede!”. Non potremmo terminare con una preghiera migliore la nostra riflessione sulla fede di Maria: -Mamma, dolce speranza, cresca la nostra fede! Cresca, dietro di Te, la nostra docilità allo Spirito Santo!-”. 190 Appendice 192 Attività d’atmosfera: Maria santissima e gli Scout Tema e obiettivi. Le domande a risposta plurima non appartengono al metodo indicato dal fondatore Baden-Powell. Sta di fatto che queste tecniche di valutazione, ma anche di apprendimento, sono sempre più utilizzate sia in ambito scolastico, sia nelle selezioni studentesche e professionali. Con tali motivazioni proponiamo questo test per una giornata di pioggia. Realizzazione. È importante che, dopo l’esecuzione individuale, in un successivo incontro, si confrontino tutti insieme le risposte e si vadano a cercare i riferimenti nel Vangelo o nelle documentazioni precedentemente consultate o prodotte. Il “test” si può assegnare anche in due parti. 193 Che cosa sai di Maria? Prova a rispondere a queste venti domande, scegliendo la risposta esatta e indicandola non su questo foglio, ma nella scheda allegata. 1.) Il significato etimologico del nome Maria è: a.) Illuminatrice, stella del mare b.) Dio è il mio giuramento c.) Giglio, donna pura d.) Pecorella 2.) Il padre di Maria si chiamava: a.) Bartolomeo b.) Levi c.) Gioacchino d.) Geremia 3.) La madre di Maria si chiamava: a.) Anna b.) Noemi c.) Rut d.) Rachele 4.) Quando incontrò Giuseppe, Maria si trovava a: a.) Gaza b.) Sichem c.) Cafarnao d.) Nàzaret 5.) L’angelo che portò l’annuncio a Maria si chiamava: a.) Michele b.) Raffaele c.) Gabriele d.) Gioele 194 6.) Maria si recò a visitare sua cugina che sarebbe stata madre di Giovanni. Qual era il suo nome? a.) Ester b.) Elisabetta c.) Rebecca d.) Giuditta 7) Maria diede alla luce Gesù nella città di: a.) Nàzaret b.) Betlemme c.) Gerusalemme d.) Betania 8.) Quali personaggi visitarono Maria e Gesù, si prostrarono, lo adorarono e gli offrirono doni: a.) I pastori b.) Gli angeli c.) Baldassarre, Melchiorre e Gaspare d.) I centurioni 9.) Quando Maria dette alla luce Gesù, era Re: a.) Erode Antipa il Tetrarca b.) Erode il Grande c.) Davide d.) Archelao 10.) Insieme allo sposo Giuseppe e al figlio Gesù, Maria fuggì in: a.) Persia b.) Egitto c.) Grecia d.) Siria 195 11.) Al ritorno Maria visse con Giuseppe e Gesù a: a.) Tiberiade b.) Corazin c.) Nàzaret d.) Gerico 12.) Maria vedendo Gesù crescere in sapienza, età e grazia: a.) Era impressionata b.) Domandava a Giuseppe come fare c.) Custodiva tutte queste cose nel suo cuore d.) Si chiudeva in casa 13.) Maria ritrovò il Figlio tra i dottori del tempio. Gesù quanti anni aveva? a.) 12 b.) 16 c.) 18 d.) 21 14.) Maria invitava Gesù a frequentare la: a.) Chiesa b.) Sinagoga c.) Moschea d.) Ashram 15.) Con quali parole Maria si rivolse ai servitori delle nozze di Cana? a.) Qualsiasi cosa vi dica, fatela b.) Ecco l’Agnello di Dio c.) Guai a voi o ricchi d.) Non sapete quello che fate 196 16.) Gesù nell’ultima cena: a.) Operò una guarigione b.) Istituì l’Eucaristia c.) Recitò il rosario d.) Moltiplicò pani e pesci 17.) Sul monte Golgota stavano presso la croce di Gesù: a.) Giuda Iscariota b.) La Veronica c.) Sua madre, la sorella di sua madre, Maria madre di Clèopa e Maria di Magdala d.) Tutti gli Apostoli 18.) A quale apostolo Gesù si rivolse dalla croce dicendo: “Ecco tua madre”? a.) Giovanni il Battista b.) Simon Pietro c.) Giacomo il maggiore d.) Giovanni l’evangelista 19.) Quali personaggi aiutarono Maria durante la sepoltura di Gesù? a.) Filippo e Natanaele b.) Giuseppe d’Arimatèa insieme a Nicodèmo c.) Il buon samaritano con il cireneo d.) I figli di Zebedeo 20.) Perché Maria era perseverante nella preghiera, insieme agli apostoli e ad alcune donne nel cenacolo? a.) Perché era la festa della dedicazione del tempio b.) Perché era la Parasceve c.) Perché attendeva la discesa dello Spirito Santo, a Pentecoste d.) Perché celebrava la festa delle capanne 197 Scheda Non apportare correzioni che farebbero considerare la risposta come sbagliata. Se ti accorgi di aver fatto un errore riscrivi nello spazio a fianco la lettera giusta. Restituisci questo foglio compilato in stampatello e firmato. Consegna anche il test (privo di annotazioni e segni) perché utilizzabile nuovamente in branco/cerchio, in reparto, in noviziato, in clan. 1. 2. 3. 3. 5. 6. 7. 8. 9. 10. 11. 12. 13. 14. 15. 16. 17. 18. 19. 20 ABCD ABCD ABCD ABCD ABCD ABCD ABCD ABCD ABCD ABCD ABCD ABCD ABCD ABCD ABCD ABCD ABCD ABCD ABCD ABCD Nome e cognome: .................................................. Totem di caccia: ...................................................... Gruppo: .................................................................. Branca: ................................................................... Nome dell’unità....................................................... PUNTEGGIO (riservato al capo): .............................. 198 Le soluzioni (per i capi). 1): a. (b. è Elisabetta, c. è Susanna, d. è Rachele); 2): c. (a. è uno dei dodici apostoli, b è Matteo della tribù di Levi, d. è un profeta); 3): a. (b. è la moglie di Elimelech e suocera di Rut, c. Moabita nuora di Noemi, d. è la moglie di Giacobbe); 4): d.; 5): c. (i primi tre sono arcangeli e l’ultimo un profeta); 6): b. (a. è una eroina ebraica, c. è la sposa d’Isacco, d. vedova che uccide Oloferne); 7): b. (come profetizzato da Michea Mi 5,1); 8): c. (sono i tre re Magi); 9): b. fu re della Palestina dal 40 a.C. fino alla nascita di Gesù (a. figlio di Erode il Grande, governò la Galilea e la Perea fino al 39 d.C.), c re d’Israele 1012-972 a.C., d. è etnarca della Giudea fino al 6 d. C., fratello di Erode Antipa); 10): b.; 11): c.; 12): c. (come spiega Lc 2,51); 13): a.; 14): b.; 15): a. Gv 2,5 (b. lo dice Giovanni il Battista Gv 1,29, c nel discorso della montagna Lc 6,24, d. dice Gesù dalla croce Lc 23,34); 16): b.; 17): c.; 18): d. (l’unico apostolo presente); 19): b. (vedi Gv 19,39); 20): c. (vedi At 2,1-4). Valutazione. (Si assegnano tre punti per ogni risposta esatta e si toglie un punto per ogni risposta errata). 60 punti: ottimo. Puoi insegnare la materia ai campi scuola e forse anche chiedere la libera docenza in Mariologia! Da 52 a 56: più che buono. La tua competenza può migliorare, ma vai alla grande! Da 44 a 48: bene. Ti sono sfuggite poche cose. Continua a tenere attivo il tuo ascolto! Da 32 a 40: discreto. Una ripassatina al vangelo non ti farebbe male. Da 20 a 28: sufficiente. Si vede che hai sentito parlare della Celeste Signora, ma forse qualche volta eri distratto, oppure parlavi tu! Da 16 in giù: quasi buio pesto! Non sai probabilmente distinguere tra Maria di Magdala, Maria di Nàzaret e Maria di Cleofa, ma non scoraggiarti: in tutto si può migliorare! 199 La simbologia mariana 1.). Nello stemma di papa Francesco il simbolo principale è l’acronimo rosso IHS, di “Jesus Hominum Salvator” entro un sole fiammeggiante. Fu ideato dal francescano S. Bernardino da Siena (1380-1444), per affermare che Gesù è il Salvatore di tutti gli uomini. Successivamente divenne l’emblema della Compagnia di Gesù (Societas Jesu S.J.) e testimonia l’ordine di provenienza del papa. In basso a sinistra troviamo la stella d’oro a otto punte che richiama la “Stella Maris”, ovvero al simbolo della Vergine Maria alla quale mons. Jorge Bergoglio è sempre stato particolarmente devoto. La città di Buenos Aires prende nome dal titolo della Vergine di Bonaria o “Bona Aria” di Cagliari. 2.). Nel secondo logo osserviamo il medesimo sole raggiante presente nel simbolo mariano, scopriamo che Maria porta ora la corona. L’immacolata Vergine preservata immune da ogni macchia di colpa originale, finito il corso della sua vita terrena, fu assunta alla celeste gloria col suo corpo e con la sua anima, e dal Signore esaltata come regina dell’universo (cfr. Ap 12,1), perché fosse più pienamente conformata al Figlio suo, il Signore, vincitore del peccato e della morte. Quindi nel logo, quella corona - che porta anche una croce - ci spiega che la Madre di Dio è divenuta la Regina del Cielo e prega davanti al trono di Dio per tutta l’umanità. Subito sotto le lettere ‘A’ ed ‘Emme’ ci ricordano le iniziali delle parole pronunciate dall’angelo Gabriele durante l’Annunciazione a Maria vergine: “Ave Maria” (cfr. Lc 1,26-27). Proseguendo l’analisi del logo mariano, scopriamo l’iscrizione in greco ΜΡ ΘΥ che significa “Madre di Dio”. Durante il Concilio di Efeso nel 431, venne defi200 nita la verità di fede della “divina maternità di Maria”; così nel 1931, ricorrendo il XV Centenario del Concilio, papa Pio XI ne istituì la festa liturgica al primo di Gennaio. Secondo il concilio, infatti, Gesù Cristo, pur essendo contemporaneamente Dio e uomo - come già aveva affermato in precedenza il concilio di Nicea - , è un’unica persona: le due nature, divina e umana, sono inseparabili, e perciò Maria può essere legittimamente chiamata “Madre di Dio”. Infatti quando recitiamo l’“Ave Maria”, la più tipica preghiera mariana del cristianesimo occidentale, invochiamo Maria col titolo Madre di Dio. 201 Guidaci Maria, sulle orme del cammino di Gesù. 202 Bibliografia La bibliografia su Maria è immensa. Mi limito ad indicare alcuni dei testi che si trovano in commercio e che mi sono sembrati particolarmente utili ed interessanti. Documenti pontifici: • Concilio Vaticano II, Lumen gentium; • Paolo VI, Marialis cultus, 1974. • Giovanni Paolo II, Redemptoris Mater, 1987; • Catechismo della Chiesa Cattolica (CCC), nn. 484-511,963-975; • Compendio del CCC, nn. 94-100, 196-199. Altri testi: z AA.VV., Enciclopedia mariana, Theotòkos, Genova - Milano,1954. Grande volume che permette di dare uno sguardo sull’immenso panorama della mariologia. Anche se il linguaggio può sembrare alle volte arcaico, contiene una vasta fonte di notizie preziose. z P. BARGELLINI, La storia dell’Immacolata, Firenze 1954. Delizioso e poetico libretto che spiega la storia di questo dogma. z S. GAROFALO, La Madonna della Bibbia, Milano 1958. La vita di Maria secondo la Scrittura, scritta in modo molto semplice da un grande esegeta. z M. THURIAN, Maria madre del Signore, immagine della Chiesa, Brescia 1964. Scritto da un frate protestante, il libro riporta anche il pensiero dei Riformatori su Maria. In modo profondo e caldo l’autore parla di Maria e mostra ciò che unisce le fedi cristiane intorno a Maria, piuttosto che ciò che le divide. z E. SCHILLEBEECKX, Maria, madre della redenzione, Roma 1965. Uno dei testi che ha contribuito alla rinnovata mariologia del Concilio Vaticano II. z M. ADINOLFl, Maria di Nàzaret, Gerusalemme 203 204 1966. Contiene le 31 conversazioni mariane che il noto biblista ha tenuto nel mese di maggio 1964 alla Radio Vaticana. È una traccia profonda e chiara della vita di Maria secondo la Scrittura e del suo messaggio valido per ogni uomo ed in ogni tempo. z K. RAHNER, Saggi di cristologia e di mariologia, Roma 1967. Contiene quattro profondi studi del noto teologo, sui dogmi mariani della Verginità, dell’Immacolata Concezione e dell’Assunzione. z R. LAURENTIN, Maria nella storia della salvezza, Torino 1972. Testo fondamentale scritto da un grande “mariologo” che qui sintetizza in modo profondo e sicuro i suoi studi, per offrire una visione di ciò che Maria può e deve rappresentare nel presente e nel futuro della Chiesa e della società. z K. RAHNER, Maria e la Chiesa, Milano 1974. Appassionata meditazione dei misteri della Chiesa contenuti nella vita di Maria, secondo l’insegnamento dei Padri. z PAOLO VI, Per il culto della Beata-Vergine, Alba 1978. È l’Esortazione Apostolica “Marialis cultis” che pone le basi ecclesiologiche per un retto culto aggiornato a Maria. z AA.VV., Il culto di Maria oggi, Roma 1978. Il libro, piuttosto tecnico, dà molte informazioni sul culto e sulle feste dedicate a Maria (cenni storici, fondamenti dogmatici e spunti di meditazione). z C. CARRETTO, Beata te che hai creduto, Roma 1980. L’autore ci propone con parole semplici e sentite un solido itinerario spirituale di incontro con Maria, guida della fede. z AA.VV., Piccolo dizionario mariano, Roma 1981. Molto utile e di facile consultazione, elenca in ordine alfabetico le principali voci che riguardano Maria, dando per ognuna informazioni storiche e attuali. z J. RATZINGER, H. U. von BALTHASAR, Maria, Chiesa nascente, Roma 1981. Piccolo libro denso di conte- nuto sul senso da dare al culto di Maria basato su una comprensione della Vergine che si rifà alla Scrittura, alla tradizione e alle affermazioni del Vaticano II. z GIOVANNI PAOLO II, La Madonna nelle parole di Giovanni Paolo II,1978 1980, Roma 1982. Una raccolta di messaggi mariani del papa “che viene da lontano” e che era un grande devoto della Madonna. z AA.VV., Maria Santissima nel Magistero della Chiesa, I documenti da Pio IX a Giovanni Paolo II, Ed. Massimo, Milano 1987. z JEAN GUITTON, La Vergine Maria, Ed. Rusconi, Milano 1987. Tutte le epoche hanno le loro lacune e i loro errori. Se mi chiedessero qual è il difetto peggiore della nostra, direi che è la confusione e il ribaltamento dei valori; Jean Guitton. z CETTINA MILITELLO, Mariologia, Ed. Piemme, Casale Monferrato 1991. Un libro sintetico, ma completo sulla mariologia; consigliato per chi ne vuole conoscere le basi. L’autrice è chiara e preparata. z L. FANZAGA, Maria nel cammino di santità. Commento al «Segreto di Maria» di san Luigi da Monfort, San Paolo, Cinisello Balsamo MI, 1998. z L. FANZAGA, Maria madre di misericordia. All’angosciosa disperazione del mondo contemporaneo Dio dona Maria come sorgente viva di gioia e di speranza, San Paolo, Cinisello Balsamo MI, 2002. z V. MESSORI, Ipotesi su Maria, Ares Edizioni, Roma, 2005. Da oltre vent’anni Vittorio Messori accumulava nel suo archivio una miriade di spunti, appunti e documenti riguardanti la Madonna: curiosità, aneddoti, coincidenze, dogmi, carismi, apparizioni, liturgie... oltre alla sistematica esplorazione dell’immensa bibliografia mariana che, sui pochi versetti raccolti nei Vangeli, ha costruito intere biblioteche. Tutto questo materiale, selezionato, decantato, catalogato, confluisce in questo libro, che costituisce una vera «enciclopedia mariana», in cui, com’è consuetudine dell’Autore, il 205 206 rigore dello studioso innerva la brillantezza del giornalista. Ognuno dei cinquanta capitoli è autonomo e compiuto, senza laboriosi rimandi. Messori sa parlare di Maria in tono virilmente devoto, ma non devozionistico, affettuoso ma senza sentimentalismi. Messori, attraverso Maria, guida il lettore a Cristo, perché, alla scuola di Newman e di Pascal, sa benissimo che la mariologia è un capitolo della cristologia. z CLODOVIS M. BOFF, Mariologia Sociale, Il significato della Vergine per la società, Ed. Queriniana, Brescia 2007. La “Mariologia sociale” di Boff è convincente in quanto appare innestata e proposta nella provvidenziale e agapica ‘struttura’ portante dell’agire salvifico di Dio nella nostra indigente storia di pellegrini; in questa ‘struttura’, così pregna dell’opera del Figlio e dello Spirito, trova la sua giustificazione, fecondità e forza, la “mediazione materna” di Maria, prima maestra della mariologia sociale della Chiesa di tutti i tempi. Di questo dobbiamo essere grati all’autore. z R. MARTINELLI, Cinquanta più tre argomenti di attualità. Frammenti di verità cattolica. Catechesi Dialogica, Libreria editrice vaticana, Città del Vaticano, 2008, pp. 323-341. Le argomentazioni sono presentate con delle domande alle quali viene data una sintetica risposta. L’intento dell’autore, mons. Martinelli (Vescovo di Frascati e coordinatore nell’elaborazione del Compendio del Catechismo della Chiesa Cattolica), è quello di fornire un sussidio catechistico rivolto ai cristiani, affinché possano approfondire i contenuti della fede. z ANGELO COMASTRI, Maria la donna più bella del mondo, Ed. San Paolo, Milano 2009. La figura più di altre capace di ispirare scelte e gesti di fiducia è Maria, la donna più bella del mondo. In questo libro il Card. Comastri, noto tra l’altro per i suoi studi e per la sua devozione alla Vergine, presenta la figura di Maria nelle sue molteplici sfaccettature. Dal “sì” incondiziona- to all’Angelo, al canto del Magnificat, alla nascita del Salvatore, alla vita silenziosa e sofferta della Madonna accanto a Gesù, fino alla sua assunzione al cielo. I misteri mariani sono qui svelati e presentati con una continua attenzione ai testi della Sacra Scrittura, ma anche all’immensa influenza che la Vergine ha esercitato sul mondo dell’arte e della cultura. Costante è anche il riferimento fecondo alla vita quotidiana di ciascuno, in modo che il lettore possa lasciarsi guidare e ispirare dal modello della donna più bella del mondo. z F. BAMONTE, La Vergine Maria e il diavolo negli esorcismi, Ed. Paoline, Roma, 2010. Questo libro, essenzialmente ispirato ai fondamenti biblici e all’insegnamento della Chiesa sulla Madonna, vuole essere innanzitutto una testimonianza dell’amorevole e speciale sollecitudine che la Vergine Maria mostra, durante gli esorcismi, in favore dei suoi figli sofferenti, e della potenza che un autentico culto alla Madonna esercita contro il mondo demoniaco. Basandosi su esperienze personali, l’Autore racconta come nella sua cura pastorale delle persone possedute è possibile constatare la presenza e la protezione della Madonna, che con immensa tenerezza di madre interviene accanto ai suoi figli, lottando per essi e con essi contro le forze avverse del male. Osservando gli atteggiamenti e le reazioni dei demoni e assistendo alle loro graduali sconfitte, si tocca con mano come siano vere le parole che Dio rivolse a Satana: “Porrò inimicizia tra te e la Donna “ (Gen 3,15). Maria, infatti, è la “ Donna” che, dalla Genesi all’Apocalisse, inseparabilmente unita a Gesù, ha un ruolo importantissimo nella lotta contro il nemico infernale e nella realizzazione della stessa missione salvifica del Figlio: ricondurre il genere umano nel seno del Padre. z G. FORLAI, Madre degli Apostoli, Ed. San Paolo, Cinisello Balsamo MI, 2014. Affidarsi a Maria è un atto di coraggio. Non è l’ultima spiaggia, nel senso che quan- 207 do «non so più a che santo votarmi» allora mi metto nelle sue mani. Tutt’altro! Farla entrare nella propria casa interiore è piuttosto gesto dell’aurora, perché lo Spirito inizia a balbettare in noi quando decidiamo finalmente che la diffidenza verso il nostro io non è un punto di arrivo bensì una linea di partenza. Ci si affida a lei perché tutto è ancora da compiersi. E questa cosa la sanno solo le persone che si sono scoperte semplicemente mancanti davanti a Dio, come il pubblicano al tempio di Gerusalemme. Per questo Maria è rifugio dei peccatori, luogo di consolazione che trasforma “i peggiori” in apostoli del Regno che donano agli altri la presenza di Cristo; i giusti incalliti e i teologi di mestiere di queste trasformazioni nulla sanno: certamente anche per loro la grazia «ci precede sempre…», ma solo in teoria! Quando come Gesù bambino, l’Innocente, ci mettiamo nelle mani della Donna di Nàzaret, allora tutto incomincia davvero, tutto è nuovamente concepito per aprirsi alla vita vera, e non ai giudizi o alle paure. Le cose vecchie scompaiono per lasciare posto alle nuove. Maria, nello specifico scout: • COMUNITÀ ITALIANA SCOUT FOULARDS BIANCHI, Servire a Lourdes, Ed. Graphital, Parma 2010, 288 pagine. • A. LOTTERIO, Eccomi! La fiducia in Dio sull’esempio di Maria, “Scout - Proposta educativa” - 2007, n. 32, p. 22-23. • A. TASSINARIO, Chiedo scusa se parlo di Maria, “Scout - Proposta educativa”, n. 14,1983, p. 31. • R. PASOTTI - G. BONOMETTI, Alla Madonna degli scout: riflessioni per attività scout, Brescia 2007; Fondazione Civiltà Bresciana • BRANCA L/C, Maria: un dono, una risposta: Alambicchi ‘90, Roma 1990, Agesci,79 p. • G. GRASSO, Note teologiche sulla Consacrazio208 • • • • • ne a Maria, Quaderni Masci, s.d.,13 p. G. GRAMPA, Per una fede adulta, “R/S Servire”, n. 1,1997, p. 9-12. Agli educatori viene richiesto di essere adulti, cioè consapevoli di un progetto di uomo da realizzare. Due esempi di educatori adulti li troviamo in Giovanni Battista e in Maria. Entrambi testimoniano le caratteristiche essenziali di chi educa alla fede. COMUNITÀ ITALIANA FOULARD BLANCS, Quel fazzolettone bianco al collo, “Proposta Educativa”, n. 23/2005, p. 38-39. Una comunità di scout devoti a Maria e al suo messaggio di umiltà, preghiera, penitenza. Il servizio ai malati è il loro tratto specifico, ma non solo. Pattuglia nazionale Foulard Bianchi. AGESCI, Sentiero fede: n. 1, Ed. Fiordaliso, Roma 2000,156 p.: Itinerari catechetici dello scautismo, Soggetti: Scautismo e religione Itinerari catechetici - Sentiero fede - Progetto - Schede di lavoro: Bibbia, Campo, Carità, Chiesa, Essenzialità, Fratellanza, Maria, Natale, Pasqua, Regno Canti per la Madonna: proposta di canti liturgici per comunità cristiane, “Armonia di voci”, n. 4/1988, Torino, : Elle Di Ci,16 p. ASCI ESPLORATORI D’ITALIA, La Madonna: testo di cultura religiosa per esploratori, Vicenza, Diocesi, Ed. Istituto S. Gaetano, Vicenza,1954,72 p. 209 Indice Ringraziamenti Prefazioni: Madre M. Anastasia Don Erio Castellucci 1. Maria, Mamma del cielo 2. Maria e lo stile scout 3. Preghiere e Canti scout a Maria 4. Imprese scout per Maria 5. Il mese di ottobre e Maria santissima 6. Un Natale insieme a Maria santissima 7. Il mese di marzo e l’Annunciazione 8. Il mese di maggio e Maria santissima 9. Tra le tende una immagine di Maria 10. Spiritualità mariana della Route Appendice Bibliografia 2 5 11 19 33 55 73 107 125 143 163 181 191 203 211 Finito di stampare Vicenza, gennaio 2015 per i tipi di Edizioni Pomi