il Redone Periodico d’informazione della Parrocchia dei Santi Pietro e Paolo in Gottolengo numero 6 anno 2007 La notte del mondo e’ rischiarata dalla luce divina Il Redone Il Redone Periodico d’informazione della Parrocchia Santi Pietro e Paolo di Gottolengo n. 6 - 2007 Sito internet della Parrocchia: http://www.parrocchiagottolengo.it e-mail: [email protected] Tel. 030 951042 In questo numero Calendario Pastorale . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .2 Il Parroco alla comunità . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .5 Enciclica papale “Spe salvi facti sumus” “Nella speranza siamo stati salvati”. . . . . . . . . . .7 La profonda umanità del nostro Vescovo. . . . . . .8 Direttorio per la celebrazione e la pastorale dei sacramenti nella Diocesi di Brescia . . . . . . .10 Vita Parrocchiale . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .13 Agorà dei giovani italiani con il Papa Loreto 2007 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .15 Pellegrinaggio parrocchialei n terra santa con l’agenzia Brevivet 1° / 8 Maggio 2008 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .19 Vita Oratoriana . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .21 Un dizionario da imparare nei suoi significati piu’ profondi affinche’, vissuti, possano migliorare la vita. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .25 Economia . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .29 Per non dimenticare il paese che fu . . . . . . . . .30 Notizie dal Comune . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .32 Cronache di vita parrocchiale e del paese . . . . .33 CALENDARIO PASTORALE SANTE MESSE PREFESTIVE (Sabato o vigilia delle feste): • ore 16.00 alla Casa di Riposo; • Solo il sabato: ore 18.00 (Ore 19.00 con l’orario legale) nella Chiesetta di Solaro; • ore 20.30 nella Chiesa parrocchiale; SANTE MESSE FESTIVE (Domenica o nei giorni festivi) nella Chiesa parrocchiale: • ore 8.00 - 9.30 - 11.00 - 18.00 (19.00 quando c’è l’orario legale); SANTE MESSE FERIALI: • Al mattino con la preghiera delle lodi : * alle ore 0.00 - nella chiesetta dell’Oratorio da ottobre ad aprile - nella Chiesa Parrocchiale da maggio a ottobre • Al pomeriggio con la preghiera dei vespri: * ore 16.00 - Ottobre e Maggio nella chiesa parrocchiale - Da Novembre ad Aprile nella chiesetta dell’Oratorio * ore 18.30 - Giugno nella Chiesa parrocchiale; - Luglio - Agosto - Settembre in San Girolamo * Ore 16.30 Da lunedì a venerdì nella Casa di Riposo SANTA MESSA DEL VENERDI’ • Ore 18.30 - Da Novembre ad Aprile nella chiesetta dell’Oratorio • Ore 20.00: - Maggio nelle contrade; - Giugno – Luglio – Agosto al Cimitero • Ore 17.00: - Settembre - Ottobre al Cimitero DURANTE L’AVVENTO E LA QUARESIMA: da Lunedì a Sabato nella Chiesetta dell’Oratorio: • ore 06,30: Lodi e S. Messa • ore 08.00: Ora Media e S. Messa • ore 16.00: Vespri e S. Messa (escluso il Sabato) Anagrafe Parrocchiale . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .34 Numeri utili. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .35 Autorizzazione del Tribunale di Brescia n. 236 del 16-5-1965 Impaginazione: nadir s.n.c. Via Portesi, 38 - 25080 Ciliverghe di Mazzano (BS) Tel. 030.2629680 - Fax 030.2620887 Stampa: nadir s.n.c. - Ciliverghe (Brescia) GENNAIO 2008 1. Martedì Santa Maria Madre di Dio - Giornata della Pace 2. Mercoledì GRINV in Oratorio 3. Giovedì GRINV in Oratorio - Nel Centro Pastorale alle ore 20.30 : Incontro con famiglie disposte a mettere in comune le esperienze di disagio ed eventuali soluzioni provate in -2- Il Redone na 1° (Oratorio) e 2° anno (Incidella) - Ore 1: 2° incontro Corso Fidanzati 21. Lunedì Sant’Agnese – SETTIMANA EDUCATIVA DELL’ORATORIO (Dal 21 al 27) CPAE - Preparazione Battesimi 22. Martedì Consiglio Pastorale Zonale 23. Mercoledì Preparazione degli animatori della Catechesi degli Adulti e dei genitori del 2° anno dell’ICFR 24. Giovedì Riunione dei Sacerdoti della Zona - Preparazione Battesimi 25. Venerdì Conclusione della Settimana di preghiera per l’unità dei cristiani e delle famiglie e S. Messa ore 20.30 per la Comunità educativa dell’Oratorio. 26. Sabato 27. Domenica 3ª T.O. Battesimi Comunitari - 3° incontro Corso Fidanzati – Incontro Giovani coppie 28. Lunedì Settimana dal 2 gennaio al 2 febbraio: Riunioni di Catechesi nelle Comunità territoriali 29. Martedì Consiglio dell’Oratorio 30. Mercoledì CPP (Incontro di spiritualità) 31. Giovedì San Giovanni Bosco Ore 1.00: Incontro vedove in Oratorio - Preparazione Battesimi vista di una rete di solidarietà 4. Venerdì GRINV in Oratorio O r e 1.00: Adorazione Eucaristica con il gruppo dell’Apostolato della Preghiera – Concerto per corno ed organo. 5. Sabato 6. Domenica Epifania – Festa della Santa Infanzia – Ore 1.00 solenne benedizione dei bambini – Premiazione Presepi – Ore 20,30 in Chiesa Sacra Rappresentazione 7. Lunedì Ripresa della scuola e del Catechismo - Preparazione degli animatori della Catechesi degli Adulti e dei genitori del 2° anno dell’ICFR 8. Martedì Incontro delle famiglie che hanno battezzato i figli nell’anno 2002 – 2003 - 2004 9. Mercoledì Ore 1.20: laboratori di pace per i bimbi in Oratorio – Magistero - Incontro delle famiglie che hanno battezzato i figli nell’anno 200 - 200 - 200 10. Giovedì Ritiro dei Sacerdoti - Incontro in Oratorio dei genitori della 3ª - 4ª - ª elementare 11. Venerdì Pro Famiglia 12. Sabato 13. Domenica Battesimo di Gesù – (1ª T.O.) – Ore 0.30: Battesimi comunitari – Inizia il corso dei Fidanzati tutte le domeniche fino alla domenica marzo alle ore 1.00 nel Centro Pastorale. 14. Lunedì Settimana dal 14 al 1 gennaio: Riunioni di Catechesi nelle Comunità territoriali 15. Martedì Incontro mensile di spiritualità per i giovani - 20,30 Incontro sull’ecologia ambientale: “Centrale di Offlaga” 16. Mercoledì Ore 1.20: laboratori di pace per i bimbi in Oratorio 17. Giovedì Sant’Antonio Abate – Festa patronale a Solaro: Ore 10.00 S. Messa in Parrocchia e ore 1.00 S. Messa a Solaro 18. Venerdì Inizio della settimana di preghiere per l’Unità dei Cristiani e delle famiglie – Servizi sociali e rispetto del creato??? 19. Sabato 20. Domenica 2ª T. O. - Terzo incontro con genitori e bimbi dell’Iniziazione Cristia- FEBBRAIO 2008 1. Venerdì Ore 1.00: Adorazione Eucaristica con il gruppo dell’Apostolato della Preghiera – Incontro Zonale di Bioetica. 2. Sabato Candelora Benedizione delle candele e processione della Luce (S. Messe: 0.30 – 1.00 – 20.30) 3. Domenica 4ª T.O. Giornata della Vita e San Biagio con la benedizione della gola e della salute nelle Sante Messe domenicali – Festa della Famiglia e Anniversari di Matrimonio – Ore 0.30 Celebrazione di lode e di ringraziamento a Dio per le famiglie che hanno battezzato i loro figli nell’anno 200 - 4° incontro Corso Fidanzati - Carnevale 4. Lunedì Commissione Liturgica 5. Martedì Vacanza scolastica - Carnevale -3- Il Redone in Oratorio 6. Mercoledì delle Ceneri - Inizio della Quaresima –Digiuno e Astinenza – Durante le Sante Messe delle ore 0.30 – 0.30 – 1.30 – 20.30 si imporranno le ceneri 7. Giovedì Incontro Genitori dei bimbi di 1ª Comunione 8. Venerdì Ore 1.00: Incontro dei cresimandi in Oratorio – Ore 20.1: Stazione Quaresimale Contrada Centro Storico– Via Crucis con Atto penitenziale - Ore 20.30: Preparazione Battesimi 9. Sabato 10. Domenica 1ª di Quaresima Quarto incontro con genitori e bimbi dell’Iniziazione Cristiana 1° (Oratorio) e 2° anno (Incidella) alle ore 1,00 - ° incontro Corso Fidanzati 11. Lunedì Da lunedì a venerdì alle ore 0.30 in Oratorio preghiera mattutina quaresimale dei giovani. – Commissione Evangelizzazione. 12. Martedì Commissione Caritas. 13. Mercoledì Preparazione degli animatori della Catechesi degli Adulti 14. Giovedì Ritiro dei Sacerdoti della Zona - Ore 20.30 in Oratorio: Incontro dei genitori dei cresimandi 15. Venerdì Ore 1.00: Incontro dei cresimandi in Oratorio - Ore 20.1: Stazione Quaresimale Contrada Oratorio – Via Crucis 16. Sabato 17. Domenica 2ª di Quaresima Quarto incontro con genitori e bimbi dell’Iniziazione Cristiana 2° anno (Incidella) alle ore 1,00 - ° incontro Corso Fidanzati 18. Lunedì Settimana dal 1 al 22 febbraio: Riunioni di Catechesi nelle Comunità territoriali - Preparazione Battesimi 19. Martedì 20. Mercoledì 21. Giovedì Preparazione Battesimi 22. Venerdì Ore 1.00: Incontro dei cresimandi in Oratorio - Ore 20.1: Stazione Quaresimale Contrada San Benedetto – Via Crucis 23. Sabato 24. Domenica 3ª di Quaresima Battesimi comunitari - ° incontro Corso Fidanzati – Pomeriggio educativo 1° anno ICFR 25. Lunedì 26. Martedì 27. Mercoledì Preparazione degli animatori della Catechesi degli Adulti 28. Giovedì Grasso Incontro dei Sacerdoti della Zona - Santa Messa votiva all’Incidella: ore 10.00 – Incontro vedove ore 1.00 all’Oratorio - Ore 20.30: Rogo della Vecchia in Oratorio Natale è avvertire vicina la presenza di Dio che ci esprime tenerezza umana rivestendosi di un corpo come il nostro nel Suo Figlio Gesù. Lasciamoci abbracciare da Dio e non mettiamo impedimenti al Suo amore per noi! Buon Natale a tutti e il Nuovo Anno 2008 ci trovi più attenti a rispondere con amore ai gesti dell’infinito amore di Dio per noi! AUGURI A TUTTI!!! DAL GRUPPO REDATTORE DE “IL REDONE” -4- Il Redone IL PARROCO ALLA COMUNITÀ IL NATALE E’ UN INVITO A RIMETTERE IN MOTO LA VITA. Gesù sentiamo un immenso bisogno di sentirti vicino! Grazie per esserti messo dentro un corpo come il nostro e di esserti fatto cibo per noi affinchè potessimo toccarti, sentirti vivo in noi. Il Natale è per noi una rinnovata esperienza d’incontro con te, nel mistero della celebrazione liturgica, nella fede che avverte le Tua divina presenza oltre ciò che i nostri occhi vedono, nell’incontro con chi è più svantaggiato di noi perchè Tu hai indicato in essi la tua presenza. Ti prega quest’anno, con viva fede, la nostra Comunità cristiana, tutta impegnata ad accogliere la tua divina Parola e a conoscerti sempre meglio, nella Parola scritta che è il tuo Vangelo sempre presente e vivente. Il Natale ci invita a smuoverci, ad uscire dalle nostre false sicurezze e venire a te, come i pastori, come i Magi. Il Natale ci invita a uscire dalle nostre chiusure e dai nostri egoismi per farci dono a te, donandoci ai fratelli con i doni di natura e di grazia che tu ci hai dato. Il Natale ci fa contemplare il mistero e la ricchezza della Famiglia, attingendo in primo luogo a quella divina Famiglia che, con la tua incarnazione, si è rivelata all’umanità intera, ma anche contemplando ed imitando quella Sacra Famiglia di Nazareth dove tu hai voluto trascorrere il maggior tempo della tua presenza in mezzo a noi. Natale è richiamo alla pace ed è un dono di pace per tutti gli uomini sparsi in tutte le nazioni della terra. Natale è l’inno alla vita, perchè in quel giorno è nata e nasce la Vera Vita, che dà senso alla nostra esistenza terrena.. Natale è benedizione per l’intera umanità ed anche per questa porzione di essa che è la nostra parrocchia. Benedici dunque o Signore questo tuo popolo che crede e spera in te e che cerca di amarti per ricambiare il tuo grande ed infinito amore. A tutti i parrocchiani e a tutti i lettori de “Il Redone” va l’augurio di Buon Natale e Felice Anno nuovo da parte dei sacerdoti della Parrocchia e del Consiglio Pastorale Parrochiale. Riflessione Natalizia. Mentre il tempo scorre veloce e noi viviamo nel tempo come chi si trova su un treno lanciato a grande velocità, dove il passeggero che guarda dal finestrino vede il paesaggio scorrergli davanti nei suoi mutanti aspetti senza permettergli di goderne i particolari, la Chiesa, invece, ci invita a sostare per contemplare il grande miracolo della vita, non solo nella superficialità dello svolgersi vertiginoso degli avvenimenti, ma nella profondità del suo mistero. -- Il Redone L’uomo d’oggi soffre palesemente la grande frustrazione di chi vive il succedersi del tempo, cronometrando la vita senza dargli la sua vera anima, quella che la può riempire di senso. Già la cultura greca aveva sentito il bisogno di dare al tempo che passa, indicato con il termine “Cronos”, la sua anima, cioè quel tempo carico di contenuto e di valori da loro indicato con il termine “Kairos”. Per noi cristiani il “cronos” della vita è il tempo profano, mentre il “Kairos” è il tempo marcato dalla presenza operante di Dio che rende sacro e pieno di senso lo scorrere cronologico del tempo. Per cogliere la presenza operante di Dio nel tempo, è necessario fermare opportunamente il treno della vita per renderci conto dell’immenso valore della vita stessa e scoprirne le radici per alimentarci di esse. Dio è la Vita, e la Vita in Dio genera una Parola: “Amore”. La Parola generata da Dio crea la vita, crea, quindi, il mondo, e l’uomo in esso, per Amore. L’uomo è stato fatto perché si realizzi personalmente e socialmente nell’Amore. La Vita-Amore di Dio doveva essere luce, forza e criterio di vita per tutta l’umanità. Ma gli uomini hanno preferito le tenebre alla Luce divina e le tenebre hanno fatto sì che il tempo dell’umanità scorresse senza Amore, generando insicurezza, sofferenza e morte. L’uomo, ingannato dal maligno, si è sradicato da Dio e ha affondato le radici nelle tenebre dell’orgoglio e dell’egoismo umano Anche oggi il treno della vita umana sembra correre il cammino del tempo all’impazzata, senza macchinista, senza meta e, in questa situazione, il passeggero dell’esistenza umana vive il momento presente non sapendo e non chiedendosi da dove viene e dove va: l’uomo odierno corre la vita senza coglierne il senso più profondo, senza gioia, senza pace e senza speranza. E’ questo il dramma che si vive nel nostro tempo e il consistente spessore dell’infelicità umana che respiriamo nella cultura di una storia senza “Kairos”, cioè senza la presenza operante di Dio, non ci è ignoto e gli avvenimenti quotidiani ce lo manifestano con triste evidenza! Il Natale è per noi la grande opportunità per consolare l’umanità e per dire ai nostri simili che il treno della vita ha Dio come macchinista e che Dio è amante dell’uomo, di ogni uomo e donna che vivono su questa terra. Noi siamo chiamati ad immettere speranza nel tempo che passa, speranza fondata sull’onnipotente presenza del dinamismo divino che regge la storia umana. A quanti l’hanno accolto ha dato il potere di diventare Figli di Dio: a quelli che credono nel suo nome. (Gv 1, 12) Grazie al “Si” di quella fanciulla di Nazareth, Maria e grazie a quella sua fede che le ha fatto accogliere, anche a nome di tutta l’umanità, la proposta divina di salvezza, ha cominciato a zampillare sulla terra la fonte della Vita e dell’Amore e si è aperta la porta della speranza per tutta l’umanità che ancora barcolla nelle tenebre e nell’ombra di morte. Il nostro Massimo poeta Dante, nel capitolo trentatreesimo della Divina Commedia, riferendosi a Maria, descrive questo mirabile mistero della vita: “Nel ventre tuo si raccese l’amore Per lo cui caldo nell’etterna pace Così è germinato questo fiore. Grazie Maria! Per tutti noi Se’ di speranza fontana vivace” Sostiamo nel cammino della vita, sostiamo per meditarne il mistero nascosto, non solo in questo Natale, ma anche nel giorno che il Signore si è riservato per caricare d’eternità il tempo che passa. Ogni domenica, ma anche in ogni giorno della settimana programmiamo le necessarie soste per contemplare la vita; fermiamoci permettendo alla vita, la nostra, e attraverso la nostra, anche quella del nostro tempo, di riacquistare senso accogliendo l’Amore. Allora saremo nel mondo i figli dell’Amore divino che irradiano nella vita, la sospirata pace e la speranza. Gli spazi che dedichiamo per contemplare il mistero divino, nella preghiera e nell’ascolto di quello che Dio, con infinito amore, dice al cuore dell’uomo, per il mondo che preferisce camminare nelle tenebre, sono visti come tempo perso, ma, per noi credenti, sono spazi e momenti esaltanti della storia umana, dove il valore eterno dell’Amore divino entra nel tempo redimendolo per l’eternità. Grazie al sacro momento del Natale, il divino si è fatto umano per portare l’umano nella pienezza della divinità. Don Saverio -- Il Redone Enciclica papale “Spe salvi facti sumus” “Nella speranza siamo stati salvati” Il 30 novembre nella festa di Sant’Andrea Apostolo il Papa Benedetto XVI° ha arricchito la riflessione del popolo cristiano con la sua seconda enciclica che tratta il tema della Speranza Cristiana, così come nella sua prima enciclica ci aveva proposto il tema della Carità. Pensiamo che nella sua prossima enciclica ci proporrà il tema della Fede. Così le tre virtù teologali saranno alla base del suo insegnamento pontificio. E il suo amore, allo stesso tempo, è per noi la garanzia che esiste ciò che solo vagamente intuiamo e, tuttavia, nell’intimo aspettiamo: la vita che è veramente vita.” Il Papa ci indica alcuni luoghi di pratico apprendimento ed esercizio della speranza: v La preghiera come scuola della speranza v Agire e soffrire come luoghi di apprendimento della speranza v Il Giudizio, cioè, l’ora della giustizia che il Signore ha ripetutamente preannunciato, come luogo di apprendimento e di esercizio della speranza. Il Papa ci indica, alla fine, Maria come stella della speranza. Lei illumina il cammino dei pellegrini nel tempo verso l’eternità. Le encicliche papali sono come fari di luce nel cammino della vita della Chiesa, la loro lettura e meditazione aiutano il cristiano a vivere da vero credente il tempo che passa rinforzando il suo spirito mentre cammina verso l’eternità La speranza ha come meta ultima la vita eterna e ci dà, nel tempo che passa la carica necessaria per arrivare alla meta finale. Dice il Papa che la speranza nell’avvento del Regno di Dio non si colloca in un “aldilà immaginario, posto in un futuro che non arriva mai; il suo regno è presente là dove Egli è amato e dove il suo amore ci raggiunge. Solo il suo amore ci dà la possibilità di perseverare con ogni sobrietà giorno per giorno, senza perdere lo slancio della speranza, in un mondo che per sua natura è imperfetto. -- Il Redone La profonda umanità del nostro Vescovo Mons. Luciano Monari si manifesta nella lettera che manda ai Sacerdoti della diocesi dopo l’arresto di un vicerettore del Seminario. L’arresto di un vicerettore del Seminario è una ferita profonda e dolorosa per la Chiesa bresciana. Nutro profonda speranza che l’accusa si risolverà in una bolla di sapone; ho ascoltato tanti che hanno conosciuto don Marco, che sono vissuti insieme a lui per anni e il giudizio è concorde: non uno che abbia avanzato dubbi o riserve. Ma la ferita non si rimarginerà presto. Noi viviamo anche dell’immagine che gli altri hanno di noi e la notizia, sparata dai giornali come una bomba, unita a insinuazioni, ha segnato la nostra Chiesa. Anche se in futuro l’innocenza venisse riconosciuta, l’offesa rimarrebbe, impietosa. Sporcare ciò che è pulito è facile; ripulire ciò che è stato sporcato è difficile, lungo e produce un risultato sempre imperfetto. Viene da chiedere: perché? Ha un senso tutto questo? Paolo scrive ai Romani che Dio “fa servire ogni cosa al bene di coloro che lo amano“ (Rm 8,28). Che cosa può significare allora per noi, Chiesa bresciana, questa esperienza di sofferenza? Che cosa ci sta dicendo e chiedendo il Signore? Provo a rispondere con la consapevolezza che ciascuno è chiamato a riflettere davanti a Dio e a dare una risposta personale, creativa, che lo faccia uscire più maturo da questa prova. La prima cosa che mi sembra di cogliere, è un invito fortissimo all’umiltà, alla consapevo- lezza chiara del poco che siamo. Sant’Agostino scrive che non c’è nessun peccato che noi stessi non potremmo fare, se messi in determinate condizioni. Il bene che c’è in noi, la resistenza al male che riusciamo a mettere in opera, viene dal Signore, è sua grazia. Di questo possiamo gioire con stupore e riconoscenza, ma non possiamo vantarci. Scrive san Paolo ai Corinzi: “Che cosa mai possiedi che tu non abbia ricevuto? E se l’hai ricevuto, perché te ne vanti come se non l’avessi ricevuto? “ (ICor 4,7). Questa umiltà ci aiuta a essere meno risentiti di fronte alle accuse o alle insinuazioni: non le meritiamo, ma non le meritiamo per dono di grazia, non per virtù personale. Il secondo atteggiamento è quello della consapevolezza serena del bene che è in noi. Possono venirci lanciate le accuse più gravi; ma noi sappiamo quello che il Signore ha operato e opera nella nostra vita; sappiamo le motivazioni delle nostre scelte e dei nostri comportamenti; sappiamo l’amore e il disinteresse con cui cerchiamo di agire. Possiamo procedere con fiducia serena sotto lo sguardo di Dio, sotto il suo giudizio. L’errore più grave, la tentazione più sottile sarebbe quella di rispondere alle accuse col disimpegno, dicendo: “Se questo è il guadagno, vale meglio limitarci a compiere lo stretto dovere e nient ‘altro. Saremo più sicuri e meno vulnerabili. “ Ed è vero; ma saremmo -- Il Redone anche meno cristiani e meno preti. Dietro a questo atteggiamento c’è l’orgoglio sottile di chi, per risentimento, dice degli altri: “Non mi meritano; s’arrangino e vedranno quanto valgo “. È vero che un prete, proprio per la sua attività coi ragazzi e per i ragazzi, è vulnerabile; lo si può accusare facilmente, anche perché un’accusa simile è accettata facilmente dal sentire comune. Ma non possiamo rinunciare a operare, perché non possiamo rinunciare ad amare. L’amore è, per natura sua, attivo; non si ritira, ma prende sempre posizione a favore della vita, del bene, della gioia degli altri. Se ci ritiriamo dall’impegno nell’oratorio per l’educazione dei piccoli, per la loro crescita umana e cristiana, se riduciamo il nostro servizio all’adempimento burocratico delle prestazioni religiose, tradiamo la nostra vocazione. Di fronte agli inevitabili timori l’aiuto decisivo è quello che ci viene dalla contemplazione del Signore. Di lui si dice che “quando era oltraggiato non rispondeva con oltraggi e soffrendo non minacciava vendetta, ma rimetteva la sua causa a Colui che giudica con giustizia” (IPt 2,23). Se Gesù si fosse lasciato spaventare dalla pericolosità della sua missione, se avesse cercato la sicurezza a ogni costo, come avrebbe potuto mostrare l’amore di Dio per noi? Dobbiamo allora rimanere inerti? Accettare passivamente di essere oggetto di sospetti umilianti? Anche qui la risposta è: no. ‘No’ per un atteggiamento sano di difesa di noi stessi. Ma ‘no’ anche per amore verso gli altri. Non possiamo permettere che il diffondersi di un sospetto malizioso rovini le cose belle che ci sono nel mondo, che renda ambigui i rapporti più sani, le espressioni più pure di affetto e di attenzione agli altri. Non possiamo permettere che la paura di interpretazioni maliziose e maligne cancelli quello che è fonte di calore umano e di gioia. In alcuni interventi di questi giorni appare la gioia maligna di poter cogliere in fallo chi si presenta come portatore di un messaggio esigente sulla sessualità. Quasi a dire: “Vedete la Chiesa? Si presenta come paladino della verità, condanna tutti i vizi, esige una impossibile rinuncia alle esigenze della sessualità; poi cade anch’essa nei vizi che condanna”. Siamo radicalmente fuori da questo tipo di critica. Predichiamo che la sessualità va unita con l’amore e il senso di responsabilità; e lo predichiamo non per ossequio formale a una legge anti- quata o a una cultura settaria, ma per stima dell’uomo e della sua dignità, perché solo una sessualità ricca di amore e matura nella responsabilità è degna di lui. Un’ultima osservazione. Si accusa un prete, e si accusano nello stesso tempo tutti i preti. Il fatto è tutt’altro che gradevole perché ci sentiamo tutti insieme messi sul banco degli imputati senza che nessuno si sia preoccupato di guardarci in faccia e di misurarsi con noi. Ma forse questa situazione è la conferma di una realtà effettiva sulla quale abbiamo insistito spesso e cioè che tutti i preti di una diocesi costituiscono un unico presbiterio solidale attorno al Vescovo. Naturalmente le responsabilità, sia morali che giuridiche, sono strettamente personali; ma i pesi (così come le gioie) si portano insieme. Ne io Vescovo posso tirarmi indietro dicendo: io non c’entro; ne può farlo un qualsiasi prete del nostro presbiterio. Questo esige da noi un senso vivo di responsabilità: sappiamo che i nostri comportamenti, buoni o cattivi, ricadono sulle spalle degli altri. Abbiamo il dovere di crescere verso la maturità perché il peso delle nostre immaturità è sopportato da tutti; dobbiamo tendere verso la santità, perché il peso della nostra mediocrità finisce per intristire tutti. A tutti, però, chiediamo proprio per questo di essere leali. Se ci considerano una cosa sola nel presbiterio, considerino anche tutto il bene che c’è in mezzo a noi. Se tengono questo atteggiamento con sincerità - stando anch’essi, come noi, sotto lo sguardo di Dio - siamo convinti che avranno del presbiterio bresciano un’immagine bella. Non perfetta, purtroppo, per la nostra debolezza; ma certamente cristiana e umanamente ricca, per grazia di Dio. Questa è la nostra convinzione che esprimiamo con umiltà ma anche con fiducia. Ai laici credenti chiediamo di esserci vicini in questo momento difficile così come sentiamo di essere vicini a loro nelle loro quotidiane tribolazioni e fatiche. + Luciano, vescovo. Brescia, 30 novembre 2007, festa di sant’Andrea apostolo. -- Il Redone DIRETTORIO PER LA CELEBRAZIONE E LA PASTORALE DEI SACRAMENTI NELLA DIOCESI DI BRESCIA Terza parte (Segue Da “Il Redone n. 5 anno 2007 pag. 13) 2. L’INIZIAZIONE CRISTIANA DEI BAMBINI, DEI FANCIULLI E DEI RAGAZZI (FINO AI 14 ANNI) 20. Fin dai primi secoli la Chiesa ha ritenuto di poter ammettere ai sacramenti dell’iniziazione cristiana anche i bambini, figli di genitori cristiani. Fino al VI secolo circa la prassi generale, sia in Oriente che in Occidente, è stata quella di celebrare insieme i tre sacramenti dell’IC tanto nel caso degli adulti quanto nel caso dei bambini o degli infanti. Tale prassi è continuata ancora oggi nelle Chiese d’Oriente, mentre nelle Chiese d’Occidente è avvenuta una svolta decisiva col Concilio Lateranense IV (1215), allorquando si decise di collocare la ricezione dell’Eucaristia a partire dall’età della discrezione o ragione. 21. Questa tradizione occidentale, che vede il distacco temporale della Cresima e dell’Eucaristia dal Battesimo, non deve far dimenticare che il cammino di IC incomincia già col Battesimo e che i sacramenti del Battesimo, della Confermazione e della santissima Eucaristia sono profondamente ed intrinsecamente uniti tra loro. 2.1. Il Battesimo dei bambini 22. «In forza della parola del Signore: “Se uno non rinasce dall’acqua e dallo Spirito Santo, non può entrare nel Regno di Dio” (Gv 3, 5), la Chiesa ha sempre ritenuto che i bambini dei genitori cristiani non debbano essere privati del Battesimo. Essi infatti vengono battezzati nella fede della Chiesa, professata dai genitori, dai padrini e dagli altri presenti al rito: questi rappresentano sia la Chiesa locale sia la società universale dei santi e dei fedeli, la Chiesa madre, che tutta intera genera tutti e ciascuno» (RBB, Introduzione 2). NEL TEMPO CHE PRECEDE LA CELEBRAZIONE 23. Il parroco nella sua carità pastorale si premurerà di conoscere le famiglie dei nuovi nati in modo da prendere contatto tempestivamente con esse, per non dilazionare troppo la celebrazione del Battesimo e iniziare con loro un cammino di fede e di preparazione. 24. Sarà preoccupazione del parroco formare una équipe battesimale – formata da presbiteri, diaconi, persone consacrate, coppie di sposi, catechisti per adulti – che accompagni i genitori dei battezzandi in questo cammino di evangelizzazione e di formazione cristiana, nella certezza che «nell’opera pastorale si deve associare sempre la famiglia cristiana all’itinerario di iniziazione» (ScC 19). 25. Gli incontri formativi, di tipo familiare e comunitario, tengano conto della situazione di fede della famiglia e, comunque, non siano meno di quattro. Siano curati bene e prendano sempre più la struttura di un vero e proprio itinerario di fede che diventi prassi e tradizione nella vita della parrocchia. 26. Gli incontri potrebbero avere questa modalità: un primo approccio è bene che avvenga in casa da parte del parroco, che si rallegrerà per la nascita del figlio, verificherà ed, eventualmente, purificherà e perfezionerà le motivazioni della richiesta del Battesimo; inoltre presenterà il cammino da compiere e preciserà i criteri nella scelta del padrino. Gli altri incontri, a seconda della situazione e dell’opportunità pastorale, possono svolgersi in casa o in parrocchia ad opera dell’équipe battesimale in un clima di grande familiarità ed accoglienza: si potranno offrire alcuni elementi per la riscoperta della bellezza della fede cristiana; si introdurrà al significato del Battesimo all’interno del cammino di IC; si sottolineerà l’im- - 10 - Il Redone portanza dell’accompagnamento e della testimonianza da parte dei genitori in quanto primi educatori della fede. In uno dei primi incontri si può opportunamente celebrare una breve ‘liturgia familiare’ che riproponga la lettura dei Vangeli della nascita e dell’infanzia di Gesù, insieme con la lode e il ringraziamento al Signore. È bene che l’ultimo incontro avvenga a livello parrocchiale, con la presenza del parroco e di tutte le famiglie che celebreranno comunitariamente il Battesimo. Sia una catechesi liturgica sul sacramento e si sottolinei l’incorporazione dei battezzati alla Chiesa anche attraverso la fede professata dai genitori e dai padrini. Quindi è indispensabile la presenza anche di questi ultimi. 27. Se non vi sono impedimenti o gravi motivi pastorali che suggeriscono il contrario, il Battesimo sia celebrato entro le prime settimane dalla nascita (cfr. CIC, can. 867). 28. Il Battesimo richiesto potrà essere differito nel caso in cui manchi del tutto qualsiasi fondata speranza che il battezzando sarà educato nella fede cattolica; in questo caso il parroco lo comunicherà ai genitori spiegando le ragioni che motivano tale scelta. In seguito iscriverà il piccolo in un apposito elenco, premurandosi di incontrare i genitori in un successivo momento. Si può ritenere che manchi del tutto qualsiasi fondata speranza quando entrambi i genitori non acconsentono a che venga conferito il Battesimo o non offrono sufficienti garanzie per l’educazione religiosa del figlio, nemmeno attraverso il coinvolgimento di altre persone nella comunità che siano disposte a prendersi cura della educazione cristiana del bambino. Se però almeno uno dei genitori è consenziente, si può procedere nella celebrazione. 29. Per procedere alla celebrazione del Battesimo di un bambino, fuori del pericolo di morte, è necessaria la richiesta o il consenso dei genitori o di coloro che legittimamente ne fanno le veci o di almeno uno di questi (cfr. CIC, can. 868 § 1,1°). 30. La richiesta del Battesimo per il figlio presentata da genitori conviventi o sposati solo civilmente - previa garanzia di educare cristianamente il figlio, sia pure con l’aiuto del padrino, di un parente o di una persona qualificata della comunità cristiana - sarà accolta dal parroco, che cercherà di far diventare tale richiesta un’opportunità provvidenziale per iniziare una adeguata evangelizzazione. Lo stesso atteggiamento si terrà nei confronti delle ragazze madri che richiedono il Battesimo per i loro figli. 31. Se dei genitori cristiani non cattolici chiedono alla Chiesa cattolica il Battesimo per il proprio bambino (sotto i 6 anni), si proceda in questo modo: - il ministro della Chiesa cattolica suggerisca di mettersi in contatto con il proprio ministro del culto e faccia presente l’opportunità che il bambino venga battezzato nella Chiesa a cui appartengono anche i genitori; - se i genitori insistono perché il figlio venga battezzato nella Chiesa cattolica, dopo un opportuno cammino di evangelizzazione e formazione, si proceda al Battesimo, mettendo come condizione: che il padrino sia cattolico e che i genitori assicurino la possibilità che il bambino venga educato e introdotto nella fede e nella vita della Chiesa cattolica. Oltre i 6 anni, i fanciulli di genitori cristiani non cattolici, nel rispetto delle modalità e condizioni sopra illustrate, possono ricevere i sacramenti dell’IC secondo le indicazioni date al paragrafo 2.2. (nn. 42-45) di questo Direttorio7. 32. Nel caso di richiesta del Battesimo per bambini che sono figli di genitori ambedue non battezzati, di norma tali bambini non vengano battezzati sotto i 6 anni, tranne che per il pericolo di morte. Oltre i sei anni possono ricevere i sacramenti dell’IC secondo le indicazioni date al paragrafo 2.2. (nn. 42-45) di questo Direttorio. LA CELEBRAZIONE DEL BATTESIMO 33. L’ideale è che il Battesimo venga celebrato nel contesto della Veglia pasquale per farne comprendere compiutamente il significato nella luce della morte e risurrezione del Signore Gesù. In ogni caso la celebrazione del sacramento non avvenga in tempo di Quaresima. 7 È esclusa la compresenza di due ministri, uno cattolico e uno non cattolico. Infatti, «sebbene con il Battesimo la persona venga incorporata a Cristo e alla sua Chiesa, ciò concretamente si realizza in una determinata Chiesa o comunità ecclesiale. Pertanto un Battesimo non deve essere conferito congiuntamente da due ministri appartenenti a Chiese o a comunità ecclesiali diverse» [Direttorio per l’applicazione dei principi - 11 - Il Redone e delle norme sull’ecumenismo (1993), n. 97 (EV 13, n. 2360)]. 34. A motivo di questo significato pasquale, la parrocchia preveda la celebrazione comunitaria in domenica (cfr. CIC, can. 856), preferibilmente nella celebrazione eucaristica, e soprattutto secondo una cadenza legata ad alcune solennità dell’Anno Liturgico. Giorni particolarmente significativi per la celebrazione del Battesimo, lasciando la priorità alla Veglia pasquale, alla Pentecoste e alla domenica, possono essere: la solennità dell’Epifania, la festa della Presentazione del Signore, la prima domenica di febbraio in occasione della giornata per la vita, la festa patronale, la festa della Trasfigurazione del Signore, la solennità dell’anniversario della dedicazione della chiesa parrocchiale, la solennità di Cristo Re. 35. Durante la celebrazione del Battesimo dei bambini, i genitori svolgono un compito loro proprio quando: chiedono che i loro figli siano battezzati; tracciano un segno di croce sulla loro fronte; fanno la rinuncia a satana e professano la fede; portano i bambini al fonte battesimale; tengono il cero acceso in mano e ricevono la benedizione particolare. 36. Si rispetti il significato dei luoghi propri per la celebrazione del Battesimo: alla porta della chiesa per l’accoglienza; all’ambone per la proclamazione della Parola di Dio; al fonte battesimale per la celebrazione del sacramento; all’altare per la preghiera del Padre nostro. 37. Il Battesimo avviene per infusione. È consentito il ricorso al rito per immersione solo con l’autorizzazione del Vescovo (cfr. CEI, Delibera 29 del 18 aprile 1985). 38. Per la struttura del rito si considerino le norme liturgiche che vengono indicate dai “praenotanda” del Rito del Battesimo dei bambini (1970), ai nn. 15-21. Di notevole rilievo sono gli adattamenti che spettano al ministro nel contesto celebrativo (cfr. RBB, Introduzione 27-31): catechesi a partire dai riti e dalle preghiere, monizioni tenendo conto della situazione concreta. Durante lo svolgimento del rito del Battesimo, ai gesti più importanti e alle formule più significative si possono premettere chiare e sobrie didascalie. Al termine della celebrazione, la verità del gesto di consegna esige che il cero e la veste battesimale rimangano ai neofiti. 39. È possibile, e in certi casi opportuno, che i riti preliminari (riti di accoglienza con dialogo introduttivo e segno di croce sulla fronte; orazione di esorcismo e unzione prebattesimale) vengano celebrati qualche domenica precedente a quella del Battesimo, con presentazione alla comunità cristiana. Per i bambini da battezzarsi nella Veglia pasquale tali riti siano collocati preferibilmente nelle domeniche terza, quarta o quinta di Quaresima. NEL TEMPO SUCCESSIVO ALLA CELEBRAZIONE 40. L’attenzione pastorale dovrà approfittare di tutte le possibilità offerte dalla liturgia per tenere viva o risvegliare la coscienza battesimale del popolo cristiano. Occasioni privilegiate possono essere le celebrazioni liturgiche della Quaresima (soprattutto dell’Anno A), la Veglia pasquale, l’Ottava di Pasqua, l’aspersione con l’acqua benedetta, l’uso dell’acqua lustrale alla porta della chiesa, la memoria del Battesimo nel rito del matrimonio, ecc... 41. È importante che le famiglie dei bambini appena battezzati siano seguite anche dopo il Battesimo attraverso contatti personali e comunitari. Dal Battesimo ai 6 anni, quando inizierà il cammino di completamento dell’ICFR, siano previsti almeno 3 incontri comunitari all’anno, per offrire un minimo di continuità all’itinerario di fede dei genitori. A partire dal terzo anno questo cammino sarà opportunamente collegato anche alla proposta formativa della Scuola Materna, soprattutto se cattolica. Gli incontri coi genitori potrebbero essere preparati servendosi del Catechismo dei bambini Lasciate che i bambini vengano a me, che potrà essere consegnato durante gli incontri stessi o al termine della celebrazione del Battesimo. È auspicabile che da questi incontri nascano quelle coppie di sposi che potrebbero coadiuvare il parroco nella pastorale battesimale e postbattesimale. Si suggerisce di invitare i battezzati nell’anno e le loro famiglie ad una celebrazione comunitaria di lode e di ringraziamento. - 12 - Il Redone VITA PARROCCHIALE Un grazie al nostro Gianni Gargioni nato il 4 dicembre 132 chiamato alla vita in Cristo il 13 ottobre 200 C’è in tutti noi lo stupore, e la commozione per una chiamata così repentina alla vita eterna, da parte del Signore al nostro parrocchiano e fratello Gianni Gargioni. Lui ha risposto “eccomi Signore”, “sia fatta la Tua volontà”, lasciandosi abbracciare da Lui, abbandonandosi…. nell’abbandono degli affetti, da tutto ciò che di “terreno” nella vita ci avvolge….. Aveva risposto con umiltà e obbedienza alla chiamata al servizio nella nostra Parrocchia come “servo” nel tempio del Signore; obbedienza e umiltà frutto di una pace donata al cuore, una pace custodita che traspariva dal suo volto, la pace di Gesù Cristo Risorto, che si esterna nei gesti, silenzi, sguardi, prontezza e costanza nel servizio. Noi tutti gli siamo grati, perché ci ha testimoniato la fede in Colui che si è totalmente donato a noi, donandoci quella fede che, nonostante il nostro limite umano, sa amare l’altro nella disponibilità al dono di sé. Riconoscenti per il servizio generosamente e gratuitamente prestato per lunghi anni come sacrista nella nostra comunità parrocchiale, uniti nella Comunione dei Santi, nell’attesa di riabbracciarci in cielo, chiediamo a Dio che lo ricompensi come Lui sa fare per i suoi servi fedeli e dia a noi la forza di accogliere la sua testimonianza e di imitarne l’esempio. I presbiteri e i fratelli parrocchiani Dopo un anno di attesa finalmente la Parrocchia di Gambara si prepara ad accogliere il suo nuovo Parroco Non possiamo essere estranei all’allegria dei nostri vicini di Gambara che, dopo un lungo anno di attesa, finalmente possono prepararsi ad accogliere don Luciano Macchina che il Vescovo Mons. Monari ha loro affidato come pastore stabile. Don Luciano, cinquantaduenne, è già ben conosciuto nella nostra zona per il fatto che da 20 anni è stato curato nel vicino paese di Leno. La data del suo ingresso è stata fissata per la domenica 2 gennaio 200. Con la presa di possesso della Parrocchia di Gambara da parte di don Luciano si renderà possibile ciò che Mons. Sanguineti avava prospettato nella sua visita pastorale alla Zona: formare l’Unità pastorale tra le tre vicine parrocchie di Gottolengo Gambara e Fiesse? Chi vivrà vedrà! - 13 - Il Redone Incontro con famiglie disposte a mettere in comune le esperienze di disagio Il disagio fa parte della vita e crea sofferenza. Soffrono le persone singole e soffrono intere famiglie. Il disagio nasce da situazioni contingenti, involontarie : la vita stessa mette sulle spalle croci che non si sono cercate, ma sono distribuite secondo un progetto misterioso che solo Dio conosce. Molte volte il disagio ha radici in scelte sbagliate che poi lasciano le loro conseguenze, non solo in chi sbaglia, ma anche sull’intero nucleo familiare e nella comunità umana dove chi sbaglia vive. Molte volte, coloro che soffrono il disagio sono lasciati soli, oppure si tende a nasconderlo per un senso di pudore, quasi che facendo palese le proprie sofferenze agli altri fosse motivo di vergogna. Niente di più sbagliato! L’amore cristiano ci invita a portare gli uni i pesi degli altri. Ecco perchè, per iniziativa della “Caritas Parrocchiale” si invitano le famiglie disposte a mettere in comune le esperienze di disagio giovedì 3 gennaio nel Centro Pastorale alle ore 20.30. Sarà una riunione informale, ma carica del calore natalizio, sarà anche l’opportunità di metter in rete eventuali soluzioni provate allo scopo di far crescere quella solidarietà vicinale capace di curare, con gesti di vicinanza e di amore le brucianti piaghe della solitudine. A questo scopo pubblichiamo volentieri la seguente lettera e ringraziamo Enzo per essere uno dei primi a rompere il ghiaccio sul tema del disagio: In occasione del Natale: “UN PENSIERO PER LA VITA” Mi chiamo Enzo, faccio parte dell’A.C.A.T Gottolengo-Leno. Ho iniziato a frequentare il “CLUB degli Alcolisti in Trattamento” il 10 aprile 1994. Prima di iniziare questa esperienza, ho sofferto molte delusioni ed amarezze, avvertivo le critiche alle mie spalle, mi sentivo deriso, avevo perso così la stima di uomo e di padre. Sono arrivato alla disperazione, assaporando la morte come via d’uscita. Dovevo ammettere che il mio “Padrone-Tiranno” era l’alcool. Da quel giorno, da quando ho toccato il fondo, è incominciata la mia rinascita. Da allora la fiducia nella vita e nella consapevolezza che potevo farcela pian piano cresceva. Progressivamente mi appropriavo delle mie facoltà di essere un padre, un marito e un uomo libero. Nel CLUB ho trovato molti amici con lo stesso problema e parlando tra di noi senza criticarci, giorno dopo giorno siamo maturati e così abbiamo potuto trasmettere ai nuovi amici la solidarietà e l’amicizia e con l’amore la speranza. L’augurio che vogliamo dare alle persone che hanno questo problema o problemi dello stesso tipo, ma soprattutto alle famiglie che vivono il disagio e tendono a nasconderlo, tenendo la sofferenza in se stessi, è che abbiano il coraggio di mettere in comune con altri, che vivono situazioni simili, il proprio disagio e si aprano confidandosi con persone li sappiano capire senza giudicarli. Se così faranno si aprirà anche per loro la porta della speranza e sentiranno il conforto di uscire dalla loro solitudine. Anche le persone che reggono il nostro comune stimano la nostra iniziativa e collaborano con noi offrendoci la “sala riunioni” tutti i lunedì ed altro. Il Parroco don Saverio ci ha coinvolto per poter fare una testimonianza, perché, per la sua missione, vede più di noi i disagi e le sofferenze delle famiglie. Persone e famiglie che vivete il disagio, scegliete se volete vivere tra l’amara solitudine senza speranza o se volete aprirvi alla solidarietà che apre le porte ad un futuro di vita nuova! Io per il Natale sento la gioia di compiere 5.000 giorni di sobrietà nella mia riconquistata libertà interiore e con me anche diversi miei amici che erano nella mia stessa situazione Auguro un Buon Natale e un Buon Anno di vera libertà interiore a tutti i Gottolenghesi. - 14 - Enzo Il Redone Insieme verso il matrimonio Nella nostra parrocchia inizierà il corso di formazione al matrimonio per i fidanzati che, anche se non ancora deciso la data per questo importante appuntamento con la vita, intendono prepararsi al matrimonio o per lo meno riflettere sulla ricchezza che propone questo Sacramento. I due corsi di preparazione al matrimonio organizzati nella nostra parrocchia si svolgeranno presso il Centro Pastorale (Casa Canonica). Il Primo corso si terrà le domeniche pomeriggio (alle ore 16.00) • Gennaio 13 – 20 - 27 • Febbraio 3 – 10 – 17 – 24 • Marzo 2 - 9 e il ritiro finale il 16. Il secondo corso si terrà al martedì ed al giovedì sera (alle ore 21). • Maggio6 – 8 – 13 – 15 – 20 – 22 – 27 – 29 • Giugno Domenica 1 per il Ritiro finale. Nota: Le iscrizioni ai corsi si faranno parlando direttamente con don Saverio. AGORÀ DEI GIOVANI ITALIANI CON IL PAPA – LORETO 2007 – “Come io Vi ho amato, così amatevi anche Voi gli uni gli altri” (Gv.13,34) Ancora oggi Dio cerca cuori giovani, cerca giovani del cuore grande, capaci di fare spazio a Lui nella loro vita per essere protagonisti della Nuova Alleanza” (Omelia Santo Padre 2/09/07) Molti, moltissimi giovani hanno risposto ancora una volta all’appello del Santo Padre: la Spianata di Montorso sotto le stelle si è rivelata un firmamento di luce….uno spettacolo commovente perché si è sentito il cuore della Chiesa battere con il Santo Padre, con tutta la Chiesa, perché la gioia dei giovani e meno giovani era esperimentabile, ed era la gioia di Gesù Cristo Risorto che penetrava nei cuori di molti e …comunicava l’Amore, quello vero, eterno, la gioia del Regno dei Cieli sulla terra. Il Cammino Neocatecumenale di Gottolengo con 14 catechisti ha accompagnato 147 giovani di cui 70 della Parrocchia di Gottolengo e altri, provenienti dalle Parrocchie catechizzate da Gottolengo (Verolanuova, San Pancrazio di Palazzolo, Chiari e Nozza) che unitamente ad alcune Parrocchie di Brescia (SS. Trinità, Pavoniana, Volta) ha costituito un gruppo di 430 giovani. - 15 - Il Redone Una parte del gruppo davanti al Duomo di Macerata Il primo giorno di Viaggio, Mercoledì 29 Agosto, abbiamo celebrato l’Eucarestia presso il Santuario Mariano di San Luca (Bologna) , per arrivare nel tardo pomeriggio nella Città delle Marche destinata al nostro gruppo dalla organizzazione CEI “Agorà dei Giovani “. Tutto il nostro Gruppo, (430 giovani) è stato accolto ed ospitato in sette Parrocchie della Città di Tolentino (Macerata). L’accoglienza nelle Famiglie e negli Oratori si è rivelata una esperienza che ci ha lasciati stupiti e pieni di riconoscenza, l’amore fraterno e la carità si sono concretamente realizzati in questa esperienza, che si è rivelata una missione di evangelizzazione reciproca e di testimonianza offerta e ricevuta. Abbiamo vissuto con il Vescovo di Macerata Claudio Giuliodori la giornata penitenziale presso la bellissima abbazia Circestense di S.Maria di Chiaravalle di Fiastra, giornata vissuta nell’ascolto della parola di Dio e del Vescovo, giorno di conversione con i monaci e presbiteri presenti. In serata abbiamo partecipato nella Piazza di Tolentino al Vespro presieduto dal Vescovo seguito da un concerto Gospel. Il giorno seguente abbiamo partecipato in mattinata, con molti altri giovani, alla Eucaristia presieduta dal Vescovo Giuliodori nella Piazza di Macerata, nel giorno in cui questa città ricorda il suo patrono, San Giuliano; nel pomeriggio, dopo la celebrazione dei Vespri e l’adorazione Eucaristica nel Duomo di Tolentino, abbiamo partecipato tutti ad una missione di evangelizzazione e di testimonianza, ricevendo in cambio molta gioia.; Il Sabato abbiamo percorso e “vissuto” il lungo cammino del pellegrino partendo da Loreto fino alla Piana Montorso, cammino lungo e faticoso, metaforicamente il cammino della vita verso l’incontro con il Padre, abbiamo vegliato con il Santo Padre, vissuto la notte sul campo e l’Eucarestia della Domenica, presieduta dal Santo Padre. Esperienza intensa infine, nell’ultimo giorno è stata la visita alla Santa Casa di Loreto prima di riportarci alla Piana di Montorso per l’incontro con gli iniziatori del Cammino Neocatecumenale: con la presenza di molti Vescovi e Cardinali tra cui il cardinale Rilko. Tutti insieme abbiamo partecipato ad una Liturgia della Parola, ascoltato il messaggio dei vari Pastori e, dopo l’omelia del Cardinale Rilko la predicazione Kerigmatica degli iniziatori del Cammino, abbiamo gioito per i “frutti” del pellegrinaggio nella risposta di migliaia di giovani, “ragazzi e ragazze”, disponibili per il sacerdozio e/o la vita consacrata, disposti ad offrire la vita a Cristo perché la Buona Notizia sia annunciata fino ai confini della terra e costituisca la salvezza per ogni uomo. Al termine dell’incontro è risuonato l’invito che il Santo Padre ha rivolto a tutti i giovani a partecipa- - 16 - Il Redone re alla prossima giornata della Gioventù in Sidney nel Luglio 2008, il cui tema sarà “Avrete forza dallo Spirito Santo che scenderà su di Voi e mi sarete testimoni (At.1,8). “Maria Madre di Cristo e della Chiesa vi aiuti a far risuonare ovunque il grido che ha cambiato il mondo “Dio è Amore” (Benedetto XVI) Gli accompagnatori per la Parrocchia di Gottolengo: Giuseppe e Giusi Colosini; Piera Boffelli Benvenuti; Fernando e Bruna Bianchi; Paolo e Nicoletta Cavallari; Don Sergio Fappani. L’esperienza di alcuni giovani partecipanti “Nulla è impossibile per che confida in Dio!” Così il Santo Padre ha risposto alle testimonianze di alcuni ragazzi che vivono non molto diversamente da noi, situazioni di solitudine, emarginazione, disperazione, ragazzi di periferia, ragazzi di provincia… Quelle parole hanno commosso e nello stesso tempo incoraggiato chi come me era seduto sotto ad un maxi schermo tra centinaia di migliaia di giovani e che, dopo una sfiancante camminata, cercava nelle parole del Santo Padre un aiuto, una risposta ai tanti dubbi che riguardano il mondo della gioventù. Confidare nel suo amore, incontrare Cristo e toccarlo personalmente, questa l’unica cosa che Dio chiede ad ognuno di noi. Il Pellegrinaggio è stato sicuramente un momento “privilegiato” per conoscere Cristo. Lui era nelle parole del Papa durante la consacrazione del pane e del vino, era a fianco di ciascun ragazzo nella spianata di Montorso, era con noi quando abbiamo annunciato il Suo amore per tutti gli uomini nelle piazze, scuole, supermercati, ricoveri, era nelle persone che hanno sentito questo annuncio, era nelle famiglie di Tolentino che ci hanno ospitato, era nei sacerdoti che ci hanno confessato, era negli oltre tremila giovani che si sono alzati per mettere tutta la loro vita a servizio della Chiesa. L’incontro con Cristo non è un sentimento che ti fa “emozionare” un attimo e poi se ne và, quando Gesù Cristo passa, lo senti davvero, lo tocchi concretamente e la tua vita cambia per sempre. - 17 - Il Redone Ed è allora che scopri che la tua vita è la migliore che potessi avere, che vale la pena fidarti di Dio, che è bello essere cristiani. Certe esperienze non si possono dimenticare!. Francesco E’ incredibile quello che il Signore riesce a fare quando passa! Questo di Loreto, è stato il mio terzo pellegrinaggio e, dico la verità sono partita senza nessuna aspettativa perché ero convinta di sapere già a cosa andavo incontro: tanta gioia e tanta fatica. Ma il Signore aveva in serbo per me qualcosa di nuovo e grande. In quei giorni ho vissuto in compagnia della Madonna, mi sono sentita scortata passo per passo da quella Madre dolcissima che in silenzio vegliava sul nostro cammino e ci attendeva là, nella sua casa, per guardarci in faccia tutti ed amarci, come solo una Madre sa fare. Nel vederla fra quelle mura il mio cuore è andato in frantumi: era come se lei mi aspettasse da sempre: sono qui mamma! La tua pellegrina è arrivata da te!. Ma il momento più toccante è stato senz’altro quello in cui una processione composta da migliaia di sacerdoti, nella Piana di Montorso, nell’incontro del lunedì con Kiko, ha portato la statua di Maria deponendola ai piedi della grande croce… Mi sono commossa fino alle lacrime perché in quel momento era Cristo stesso che ci affidava tutti alla sua Madre sofferente. Per la prima volta in vita mia, mi sono sentita figlia, e figlia di una Madre divina; sorella di Cristo che stava dando la vita per me. Da quel giorno fino ad oggi sono tornata spesso con la memoria alla Santa Casa di Loreto, come aveva detto il Papa; a volte per essere consolata, a volte per condividere con Lei le gioie che il Signore mi sta donando in questo tempo meraviglioso del fidanzamento, e a volte soltanto per farle compagnia e sentire il tenero abbraccio della Madre che Cristo mi ha donato in quei giorni indimenticabili. Dorotea ….A parte le difficoltà, il caldo, la lunga camminata sotto il sole, il pellegrinaggio a Loreto è stata un’ esperienza molto forte. Innanzitutto, abbiamo avuto modo di ascoltare la parola di Dio, sia nell’incontro con il Papa che in quello con Kiko, ma anche semplicemente sul pulman durante i vari spostamenti. La cosa più bella è stato il poter testimoniare l’azione di Cristo nella nostra vita, attraverso la missione ‘ad gentes’ e nelle famiglie che ci hanno ospitato per qualche giorno (vera novità!). Infine il dono della preghiera quotidiana (lodi, vespri, rosario) ci ha fatto capire quanto sia importante e di grande aiuto per affrontare serenamente la giornata. Lucia e Sofia E’ nata la decima Comunità Neocatecumenale Anche quest’anno, dopo l’annuncio della Buona Notizia, nella nostra parrocchia è nata la Xª Comunità Neocatecumenale. Ringraziamo il Signore per il dono di questo cammino che condurrà, piano, piano, una nuova comunità di nostri fratelli con l’ascolto della Parola di Dio alla riscoperta del Battesimo. - 18 - Il Redone PELLEGRINAGGIO PARROCCHIALE IN TERRA SANTA CON L’AGENZIA BREVIVET 1° / 8 MAGGIO 2008 1° MAGGIO (1° giorno) giovedì: BERGAMO - TEL AVIV - NAZARETH. Ritrovo all’aeroporto e partenza per Tel Aviv. All’arrivo visita di Cesarea Marittima e partenza per la Galilea. Arrivo a Nazareth in serata. Sistemazione in albergo: cena e pernottamento. 2 MAGGIO (2° giorno) venerdì: NAZARETH - TABOR. Pensione completa. Al mattino visita di Nazareth: basilica dell’Annunciazione, chiesa di San Giuseppe, museo Francescano, Fontana della Vergine. Nel pomeriggio sosta a Cana di Galilea e proseguimento per il Tabor, monte della Trasfigurazione. 3 MAGGIO (3° giorno) sabato: LAGO DI GALILEA. Pensione completa. Giornata dedicata alla visita dei luoghi della vita pubblica di Gesù attorno al lago di Galilea. Si raggiunge il monte delle Beatitudini, poi a Tabga visita delle chiese del Primato e della Moltiplicazione dei pani e dei pesci. Arrivo a Cafarnao per la visita degli scavi dell’antica città con la sinagoga e la casa di Pietro. Traversata in battello del lago. Rinnovo delle promesse battesimali presso il fiume Giordano e sosta a Tiberiade. 4 MAGGIO (4° giorno) domenica: NAZARETH - GERUSALEMME - BETLEMME. Colazione. Partenza per Gerusalemme attraverso la valle del Giordano. Arrivo e sistemazione in albergo e pranzo. Nel pomeriggio si prosegue per Betlemme. Visita del Campo dei Pastori e della basilica della Natività. Rientro a Gerusalemme per la cena e il pernottamento. 5 MAGGIO (5° giorno) lunedì: GERUSALEMME. Pensione completa. Giornata dedicata alla visita della città. Al mattino: valle del Cedron, chiesa di S.Pietro in Gallicantu, Cenacolo e chiesa della Dormizione di Maria sul monte Sion. Nel pomeriggio: chiesa della Flagellazione, Via Dolorosa, basilica della Risurrezione con il Calvario e il Santo Sepolcro. 6 MAGGIO (6° giorno) martedì: GERUSALEMME. Pensione completa. Continuazione della visita di Gerusalemme. Al mattino: quartiere Ebraico, il Muro del Pianto, Spianata del Tempio, chiesa di S.Anna e piscina Probatica. Nel pomeriggio visita del monte degli Ulivi.Visita all’Edicola dell’Ascensione, grotta del Padre Nostro, Dominus Flevit, basilica del Getzemani. Si termina con la visita alla tomba della Madonna e della grotta dell’arresto di Gesù nel Cedron. 7 MAGGIO (7° giorno) mercoledì: DESERTO DI GIUDA - MASADA. Mezza pensione in albergo. Escursione nel deserto di Giuda. Costeggiando il mar Morto si raggiunge Masada. Salita in funivia per visitare gli scavi della roccaforte che fu di Erode e poi degli Zeloti. Pranzo e sosta presso il Mar Morto. Proseguimento per Qumran dove, nelle grotte, furono trovati antichi manoscritti della Bibbia. Arrivo all’oasi di Gerico e sosta. Transitando nei pressi del caravanserraglio del Buon - 19 - Il Redone Samaritano sosta presso Wadi el Qeit dove il panorama sul deserto è particolarmente suggestivo. Rientro a Gerusalemme con sosta a Betania. 8 MAGGIO (8° giorno) giovedì: GERUSALEMME - TEL AVIV - BERGAMO. Colazione. In mattinata trasferimento all’aeroporto dì Tei Aviv per il rientro. Quota di partecipazione: Euro 1.060,oo Supplemento: camera singola Euro 230,oo ma avere ancora almeno sei mesi di validità rispetto alla data di partenza. Un mese prima della partenza deve pervenirci la fotocopia della prima pagina del passaporto con i dati anagrafici (eventualmente anche della pagina con il rinnovo). ADESIONI CON ACCONTO DI EURO 200,00 ENTRO 15 GENNAIO Quota calcolata con il cambio 1 usd = € 0,72. Per oscillazioni più o meno 3% essa non cambia. Diversamente verrà aggiornata. La quota comprende: Passaggio aereo in classe turìstica Bergamo/ Tel Aviv / Bergamo - Trasferimenti in pullman da/per l’aeroporto in Israele - Alloggio in alberghi categoria superiore {pari a 4 stelle) in camere a due letti con bagno o doccia - Vitto dalla cena del 1° giorno alla colazione dell’8° giorno - Tasse d’imbarco - Tour in pullman, visite, escursioni e ingressi come da programma - Gli ingressi compresi sono: Cesarea Marittima, museo francescano di Nazareth, Cafarnao, S.Pietro in Gallicantu, chiesa di Sant’Anna, Ascensione, Masada, Qumran e inoltre il taxi per il monte Tabor, il battello sul lago, la funivia a Masada. Ogni altro ingresso è da considerarsi extra e quindi da regolare direttamente in loco - Guida abilitata dalla Commissione dei Pellegrinaggi in Terra Santa - Assistenza sanitaria, assicurazione bagaglio e annullamento viaggio Europ Assistance - Quota di iscrizione al viaggio - Supplemento Alta Stagione – Mance trasporto a e da Bergamo. La quota non comprende: Bevande - Extra personali - Tutto quanto non menzionato alla voce “la quota comprende” N.B.: È necessario il passaporto individuale. Il documento non deve essere in via di scadenza Incredibile, ma vero: Dopo appena una settimana dall’annuncio del Pellegrinaggio in Terra Santa, tutti i 45 posti riservati sono stati occupati. Ora stiamo chiedendo all’agenzia di poter usufruire di altri 5 posti per accogliere ulteriori richieste. Accompagnerà i pellegrini, come guida spirituale e biblica, Padre Palmiro Delaglio che in occasione del Natale sarà fra noi come confessore e predicatore. Domenica 23 dicembre sera Padre Palmiro si riunirà con i pellegrini alle ore 20,30 nel Centro Pastorale per creare il clima spirituale che li preparerà a vivere il pellegrinaggio come una profonda esperienza di fede. Padre Palmiro fa parte del gruppo dei biblisti che la Brevivet contratta per accompagnare i pellegrini in Terra Santa e per noi è una gioia averlo con noi dal momento che lo abbiamo conosciuto e apprezzato nella Missione Popolare. - 20 - Il Redone VITA ORATORIANA Doposcuola in Oratorio I ragazzi ci stanno a guardare Non possiamo nasconderci. I ragazzi prima guardano quello che siamo, poi quello che facciamo. Tra la fine degli anni ’0 e l’inizio degli anni ’0, nella sperduta pieve di Barbiana, don Lorenzo Milani aveva ‘costruito’ una scuola per i piccoli figli dei pastori che non riuscivano a frequentare quella pubblica (perché venivano regolarmente bocciati). Quella scuola cominciava alle del mattino e finiva alle 20 della sera, senza intervalli, se non per mangiare. E si continuava così per tutta la settimana, compresa la domenica, giorno in cui ci si fermava soltanto per andare alla messa. Senza contare che quei bambini dovevano percorrere, a piedi, lunghi tratti di strada per arrivare alla chiesa di Barbiana, anche durante le giornate fredde e difficili dell’inverno. A questo punto è perfino superfluo dire che non c’erano le vacanze estive. Contenti di andare a scuola Eppure tutti coloro che andavano a visitare quella scuola rimanevano colpiti dal fatto che quei bambini, piccoli e grandi, andavano molto volentieri a quella scuola, erano entusiasti, partecipavano con attenzione, si aiutavano l’uno con l’altro, studiavano anche cose molto difficili con grande interesse. Insomma erano bambini contenti di andare a scuola. A una durissima scuola. Allora veniva spontaneo chiedere a don Milani quali trucchi usasse, quali metodi e quali tecniche avesse inventato e come facesse a fare una scuola così. E molti glielo chiedevano. Don Milani aveva due risposte per quelle persone, due risposte che, con pochissime e chiarissime parole, ci dicono moltissimo: • ‘Spesso gli amici mi chiedono come faccio a far scuola e come faccio ad averla piena, insistono perché io scriva per loro un metodo, che io precisi i programmi, le materie, la tecnica didattica. Sbagliano la domanda. Non dovrebbero preoccuparsi di come bisogna fare, per fare scuola, ma solo di come bisogna essere per poter fare scuola. Bisogna avere le idee chiare in fatto di problemi sociali e politici, non bisogna essere interclassisti, ma schierati, bisogna ardere dell’ansia di elevare il povero a un livello superiore, non dico a un livello pari a quello dell’attuale classe dirigente, ma superiore, più da uomo, più spirituale più cristiano, più tutto’. • ‘Se mi domandate perché faccio scuola. Faccio scuola perché voglio bene a questi ragazzi… Ci tengo che i miei figlioli abbiano scuola: questa è una cosa affettiva, naturalissima. Mi pare che non ci sia neanche da perdersi a spiegarla’. Davanti agli occhi dei ragazzi Dunque, quando ci si occupa di faccende educative (ma non solo), non di come bisogna fare, ma di come bisogna essere, bisognerebbe preoc- - 21 - Il Redone cuparsi. Invece oggi sembra diventata prevalente la ricerca di una super-tecnologica maniera di fare ogni cosa: ai mille problemi che ci presenta quotidianamente la vita di relazione, l’immediata e automatica risposta si dirige dritta verso la ricerca di cose da fare. I giovani sbevazzano, sono violenti, apatici, rinchiusi nella luce azzurrina dei loro monitor… che cosa facciamo? E spesso facciamo davvero qualcosa, forse anche troppo, rischiando a volte di soffocarli in mezzo a un mare di iniziative: lodevoli e fantastiche, ma pur sempre un mare che toglie il fiato. E in tutto questo tempo scaraventato nel fare, ci si dimentica troppo facilmente che i bambini, i ragazzi più grandi ancora di più, ci stanno a guardare. Guardano quello che noi siamo, prima ancora di che cosa facciamo. Perché il nostro fare è l’espressione diretta e riconoscibilissima di quello che davvero siamo. Ecco perché possiamo nasconderci a noi stessi, ma non agli occhi di chi ci guarda. Soprattutto se si tratta di una persona che sta crescendo e che ha bisogno di noi per poter proseguire quel suo straordinario viaggio di crescita. Essere prima di educare Se chiedete a un ragazzo che cosa vorrebbe da un adulto, vi sentirete rispondere quasi sicuramente che vorrebbe sentirsi dire ‘credi in me’. Qualunque ragazzo o ragazza vorrebbe sentire che un adulto si fida delle sue capacità e questo non lo si può trasmettere che con il proprio modo di essere. Dire ‘credo in te’ senza esserne convinti davvero, suonerebbe subito e implacabilmente come una triste e scoraggiante bugia. Una seconda cosa importante viene da quello che i ragazzi vedono quando stiamo fra di noi adulti e a cui noi diamo poca importanza. Eppure è quello dal valore educativo più alto. Posso dire a mio figlio o al ragazzino del mio gruppo catechistico di non ubriacarsi mai perché l’alcol fa male, ma se mi faccio vedere ubriaco avrò insegnato efficacemente due cose: che gli adulti mentono o non credono a quello che vanno dicendo (il che è peggio) e che ubriacarsi non è poi quella gran brutta cosa che si dice. Ma se sull’ubriacarsi tutti possono essere facilmente d’accordo, su altre faccende quotidiane le cose si fanno più difficili: essere cortesi, avere una disciplina mentale, avere un progetto nella vita, credere in qualche cosa, essere disponibili, avere fiducia in sé e negli altri, non fermarsi davanti all’errore, alla difficoltà e alla fatica… Tutte cose che riempiono i progetti studiati per i nostri ragazzi, ma che occorre saper collocare prima, molto prima, nel progetto del proprio essere. Don Milani ci ricorda ancora che non c’è tecnica educativa che tenga se non siamo animati da un sincero sentimento di affetto e di interesse per i ragazzi di cui siamo chiamati a occuparci, per tutti loro e per ciascuno di loro. Perché ci sta a cuore la loro generazione e perché siamo capaci di prenderci nel cuore ognuno di loro. Da qui comincia qualunque capolavoro educativo, perché, non ce lo dimentichiamo mai, educare è un’opera comune, a cui partecipano anche i nostri ragazzi. Se le cose vanno bene è perché ci stiamo lavorando insieme. Ecco il trucco: essere autenticamente adulti significa conquistare l’interesse e la partecipazione dei ragazzi al progetto educativo che li coinvolge. Un ragazzo o una ragazza saranno contenti di andare al catechismo e alle iniziative che gli vengono presentate quando saranno contenti di trovarci l’animatore tutto intero. E saranno contenti della presenza dell’animatore quando l’animatore sarà contento della loro presenza. L’attività che viene fatta diventerà solo un pretesto per permettere un sano, fertile, educativo e promettente essere insieme. E farla bene sarà solo il luminoso riflesso del piacere di condividere la propria presenza. In quanto adulti siamo poi mediatori tra i nostri ragazzi e il mondo e questa è una delle più grosse responsabilità che abbiamo. Che abbiamo, badate, non che scegliamo di avere. Ce l’abbiamo comunque, indipendentemente dal fatto che la vogliamo o no. Sempre e in qualunque momento, un adulto assume una posizione di filtro verso il mondo: la responsabilità sta nel rendersene conto e averne cura. La responsabilità sta nel sapere che i nostri ragazzi hanno bisogno e si servono di noi per avvicinarsi alle cose della vita. In questo tempo di natale in cui è un bambini che ci insegna cosa voglia dire educare, noi, animatori, educatori, genitori o adulti in genere dobbiamo guardarci e dire: è questo il bene che voglio?... A tutti gli educatori e collaboratori dell’oratorio, auguro un felice e sereno S. Natale. - 22 - Don Angelo Il Redone ... PROGETTO OLTRE LO STUDIO… Anche per l’anno scolastico 2007-2008 si è voluta ripetere l’esperienza positiva, sperimentata già da alcuni anni, del Dopo Scuola organizzato dell’Oratorio in collaborazione con l’Associazione Centro di Solidarietà della Compagnia delle Opere di Brescia. Quest’anno il progetto “OLTRE LO STUDIO” consiste di un Dopo Scuola rivilto ai ragazzi e alle ragazze delle scuole medie di Gottolengo e di Pavone Mella. Il progetto persegue l’intento di creare uno spa- zio accogliente dove i destinatari possono trovare un punto di riferimento significativo, con lo scopo di rispondere al bisogno manifestato, in modo particolare dalle famiglie della zona di fronte alla crescita esponenziale di fenomeni di violenza, di disagio e di emarginazione. Con il presente progetto si intende dar vita ad un punto di riferimento, sia fisico che educativo, che permetta di trovare personale competente, che li possa aiutare nello svolgimento dei compiti scolastici e funga da “supporto scolastico” nelle materie difficoltose. In questo contento i ragazzi possono, così, avere l’opportunità di vedere accolte le loro difficoltà scolastiche e valorizzate le competenze con lo scambio e il confronto. Nell’ambito del progetto s’intende favorire l’aggregazione e la messa in comune delle esperienze aiutando i minori a sentirsi protagonisti della propria vita stimolando la loro ricerca di relazioni affettive significative, con i compagni di studio e gli adulti di riferimento. Il doposcuola ha preso il via il 19 ottobre coinvolgendo una quarantina tra ragazzi e ragazze. E continuerà fino a giugno quando terminerà anche la scuola. Quest’anno il doposcuola si svolge nei pomeriggi di martedì e venerdì dalle 14.30 alle 17.00. GRUPPO MACRAMÈ Agli animatori di questo servizio va il plauso della comunità, insieme all’augurio di ottenere i risultati umani che questa iniziativa si propone. Ricordiamo quello che ci ha detto Gesù: “Tutto quello che avrete fatto ad uno dei vostri fratelli più bisognosi lo riterrò fatto a me”. Il nostro Oratorio è ben felice di accogliere esperienze di persone e di gruppi attenti ai bisogni dei propri simili. Il Gruppo Macramé coinvolge persone che per motivi vari hanno difficoltà di inserimento nel proprio ambiente. Le loro famiglie hanno pensato di realizzare iniziative varie che coinvolgano coloro che soffrono questo disagio. L’iniziativa si è data un nome “Macramè” e concretizza attività in paesi diversi. Nel nostro Oratorio si realizza un’attività di aggregazione con la proposta di un laboratorio di “cucina”. Venerdì 14 dicembre si è dato inizio a questo corso con una cena sociale che ha coinvolto le persone interessate, le loro famiglie, i volontari,medici e psicologi che seguono questa iniziativa e le autorità del paese e si è notata la gioia di trovarsi insieme mentre ci lega il comune impegno di compiere una buona azione.. - 23 - Il Redone Impariamo ad andare in tandem con Dio In una calda serata di fine estate, un giovane si recò da un vecchio saggio: “’Maestro, come posso essere sicuro di stare vivendo come Dio mi ha insegnato? “. Il vecchio saggio sorrise compiaciuto e disse: “Una notte mi addormentai con il cuore turbato, anch’io cercavo, inutilmente, una risposta a questa domanda. Poi feci un sogno. Sognai una bicicletta a due posti. Vidi che la mia vita era come una corsa su di un tandem e notai che Dio stava dietro e mi aiutava a pedalare. Ad un certo punto Dio mi suggerì di scambiarci i posti. Acconsentii e da quel momento la mia vita non fu più la stessa. Dio rendeva la mia vita più felice ed emozionante. Che cos’era successo da quando ci scambiammo i posti? Capii che quando guidavo io conoscevo la strada. Era piuttosto noiosa e prevedibile. Era sempre la distanza più breve tra due punti. Ma quando cominciò a guidare Lui, conosceva bellissime scorciatoie, su per le montagne, attraverso luoghi rocciosi a gran velocità, pedalavamo come pazzi. Tutto quello che riuscivo a fare era tenermi in sella!! Anche se sembrava una pazzia, Lui continuava a dire: “Pedala, pedala! “. Ogni tanto mi preoccupavo, diventavo ansioso e chiedevo: “Signore, ma dove mi stai portando?”. Egli si limitava a sorridere e non rispondeva. Tuttavia, non so come, cominciai a fidarmi. Presto dimenticai la mia vita noiosa ed entrai nell’avventura e quando dicevo: “Signore, ho paura...” Lui si sporgeva indietro, mi toccava la mano e subito un’immensa serenità si sostituiva alla paura. Mi portò da gente con doni di cui avevo bisogno; doni di guarigione, accettazione e gioia. Mi diedero i loro doni da portare con me lungo il viaggio. ‘E ripartimmo. Mi disse: “Dai via i regali, sono bagagli in più, troppo peso “. Cosi li regalai a persone che incontrammo e trovai che nel regalare ero io a ricevere, e il nostro fardello era comunque leggero. All’inizio non mi fidavo di Lui, al comando della mia vita. Pensavo che l’avrebbe condotta al disastro. Ma Lui conosceva i segreti della bicicletta, sapeva come farla inclinare per affrontare gli angoli stretti, saltare per superare luoghi pieni di rocce, volare per abbreviare passaggi paurosi. E io sto imparando a stare zitto e pedalare nei luoghi più strani, comincio a godermi il panorama e la brezza fresca sul volto con il delizioso compagno di viaggio, la mia potenza superiore. E quando sono certo di non farcela più ad andare avanti, Lui si limita a sorridere e dice: “’Non ti preoccupare, guido io, tu pedala!!” - 24 - Il Redone UN DIZIONARIO DA IMPARARE NEI SUOI SIGNIFICATI PIU’ PROFONDI AFFINCHE’, VISSUTI, POSSANO MIGLIORARE LA VITA Il cristiano è qualcuno che vive su di sé l’esperienza dell’amore di Dio, ma questa scoperta non può che essere intimamente legata ad una conseguenza: “poiché vi è un solo Padre, che è Dio, e voi siete tutti fratelli” (cfi: Mt 23,8-9). Considerare ogni uomo come mio fratello, deve essere un abito preso, una virtù, “la” virtù cristiana (l’amore!), l’unica pre-comprensione che ci è consentita. Avere il coraggio di affiancare in politica, a libertà e uguaglianza, la fraternità universale penso sia l’apporto specifico che i cristiani possono e devono dare alla politica. Inoltre, questo valore ha in sé una capacità come tutti i tipici valori che Gesù ha portato sulla terra: di rendere possibile una unità di intenti anche con chi non condivide con noi l’esperienza della fede, perché la fraternità universale è legame fondamentale, universale, iscritto nel DNA di ogni uomo che viene prima delle diversità culturali, di religione, di estrazione sociale. Pensiamo al progetto politico moderno che pur tra molte ombre ha inserito proprio la fraternità come uno dei fondamenti della sua impostazione. Dalla relazione di Lucia Fronza Crepaz nell ‘XI Convegno Interassociativo, tenutosi a Villa Pace di Gussago dal 31 agosto al 2 settembre 2007, sul tema: “Ethos e Pathos” Le virtù della cittadinanza e la passione per la città “. Dizionario delle virtù civiche (sintesi dei laboratori virtuosi svolti nell’XI° Convegno Interassociativo, tenutosi a Villa Pace di Gussago dal 31 agosto al 2 settembre 2007, sul tema: “Ethos e Pathos - Le virtù della cittadinanza e la passione per la città”, elaborata da Davide Guarneri). ALTRI-ALTRO: • sostantivo che assume significati diversi in diversi contesti: “gli altri siamo noi”, quando basta cambiare il punto di vista per divenire noi stessi emigranti, o stranieri, comunque "diversi"; • “la relazione con l'altro” è un'esperienza quotidiana; • “tocca ad altri? No, tocca a me!”, quando ci rendiamo conto che l'impegno è una scelta che non si impone, ma si vive personalmente, quando per cambiare gli altri cambiamo prima di tutto noi stessi. AMORE: • “Agàpe, Charitas”: è la forma di tutte le virtù, è il motore e il fine della vita morale, poiché pro- cura agli atti umani la loro bontà fondamentale, perché li muove e li orienta al loro fine ultimo, a Dio stesso. BENE-DIRE: • pensiamo, nel nostro vocabolario, alla virtù del parlare diffondendo speranza, fiducia. È il comunicare anche le notizie buone, l'evidenziare le positività. Ed è il comunicare con veracità, senza deformare i fatti e le idee. CONTINENZA (politico continente): • è essenziale, misurato, consapevole del proprio limite, regala ascolto e dona parole misurate. CONTINENZA (cittadino continente): • non esige che qualsiasi suo desiderio diventi diritto, non è ripiegato su di sé, non essendo ridondante sa vedere l'essenziale, è esigente nei doveri e rispettoso nei diritti. CONTINENZA: • declinazione della temperanza. Ha in sé i contenuti della sobrietà, della moderazione e discrezione, del dominio di sé, della consapevolezza - 25 - Il Redone del proprio limite. Significa anche "contenere se stessi" per fare spazio all'altro, contenere la propria logorrea per lasciar parlare l'altro. CONVIVENZA: • è il vivere insieme che sperimentiamo ogni giorno, poiché il reticolo delle relazioni e della complessità ci mette uno accanto all'altro e ci fa continuamente interagire. La convivenza non è automaticamente uno spazio positivo, può comprendere anche il conflitto. Se prevalgono paura e sfiducia, le relazioni si bloccano, il conflitto non evolve. CONVIVENZA (promuovere la convivenza): • è possibile attuando gesti di gratuità verso l'altro (cfr. volontariato); • è possibile realizzando stimoli per vivere ed abitare la città (cfr. il progetto Rete Civica = fare qualcosa insieme per la nostra città). In ambito istituzionale piani urbanistici che favoriscano l'incontro, lo scambio. CAPITALE SOCIALE: • risorse della comunità, caratterizzate da tre componenti principali: fiducia, norme, reti sociali di attività dei cittadini. "Il rendimento delle istituzioni pubbliche, un elevato livello di integrazione politica e il buon funzionamento del sistema economico sono il risultato di una riuscita accumulazione di capitale sociale" (cfr. R. Putman, 1993); • il capitale sociale è una qualità relazionale, se si vuole "comunitaria" che si origina in una propria sfera, distinta dallo Stato e dal mercato. Il capitale sociale si origina nel sistema delle famiglie e nel sistema delle associazioni, e più precisamente nelle loro reciproche interazioni (P. P. Donati, 2003); • non si può continuare a opporre una politica cattiva e una società civile buona. Le cose che non funzionano non sono solo frutto di istituzioni pubbliche che non funzionano, non controllano e non regolano, ma anche di una carenza diffusa e radicata di cultura civica. (Cfr. gli incidenti stradali; gli incendi; l'evasione fiscale). «Una società non può ben funzionare solo sotto la minaccia della repressione. Bisogna quindi anche lavorare a costruire un buon capitale sociale e non solo buone istituzioni. La scorciatoia dell'antipolitica e del populismo non ci porterà lontano» (Carlo Trigilia in Il sole 24 ore, 15 agosto 2007, pago 1); • siamo consapevoli di essere capitale sociale, di essere interlocutori autorevoli, di essere componente attiva? DISCREZIONE: • vedi la voce PRUDENZA, ma anche TEMPERANZA. È la virtù dimenticata del tatto, del rispetto, del trattare sempre l'altro considerando “l'abisso di mistero” che è in lui. È virtù che apre all'ascolto dell'altro. EQUITÀ: • uno dei nomi che assume la virtù della giustizia. Ha più dimensioni: - etico-morale: assicurare a tutti pari opportunità e possibilità di accesso alle risorse. - politica: essere consapevoli, nelle scelte politiche, che vi sono nuove povertà. Attuare politiche di welfare eque, non solo condizionate dalle risorse. Attenzione alle politiche giovanili. - economica: tocca l’utilizzo delle risorse ambientali, i nostri livelli di sviluppo, la - redistribuzione della ricchezza, la responsabilità delle imprese. L’equità ha un aspetto locale ed uno globale, mondiale. EDUCAZIONE: • “L'educazione è un'espressione d'amore per i bambini e i giovani, che dobbiamo saper accogliere nella società, offrendo loro il posto che appartiene loro di diritto: nel sistema educativo, nella famiglia, nella comunità locale. Questo elementare dovere va sempre tenuto presente anche quando si tratta di effettuare scelte tra priorità politiche, economiche e finanziarie. Secondo le parole del poeta, il Bambino è padre dell'Uomo”. (UNESCO, Nell'educazione un tesoro, 1997). • Educazione alla cittadinanza - alla convivenza civile: un tema ampiamente trattato e riproposto nella vita della scuola italiana ed europea (non solo “educazione civica”). Da riconoscere, inoltre, il valore pedagogico di molte azioni di educazione alla cittadinanza compiute dall'extrascuola. FIDUCIA: • atteggiamento di fondo che permette la relazione, genera la comunità, costruisce la città. È base della "società buona", del patto civico. È la virtù del Padre misericordioso di Lc 15, che conosce gli errori del figlio, accoglie e apre una nuova Registrazioni effettuate da Franco Maria Bottoni nel giugno 2007 possibilità. • Nelle nostre comunità, nei gruppi, tra le persone - 26 - Il Redone non si respira molta fiducia, oggi, e scarsa è la fiducia nelle istituzioni politiche. • La virtù civica della fiducia ha molti risvolti quali il decidere di analizzare e risolvere problemi, l'impegno a trovare soluzioni, dedicare tempi (anche lunghi, perché non ci sono soluzioni facili) alla realizzazione del progetto, l'accettare e superare delusioni e difficoltà, la tenacia. • Siamo parte della città come singoli individui, ma anche come associazioni, gruppi, movimenti. In virtù di ciò siamo chiamati a dare fiducia, ma siamo anche oggetto di fiducia da parte di altri. - Onoriamo la fiducia che ci viene concessa? - Le nostre associazioni sono espressioni di fiducia quando progettano, quando ricercano, scommettono sul futuro, non si adagiano? GIOCO: • siamo tutti in gioco in questo mondo globalizzato e interdipendente. Ogni nostra azione è causa di altre. Siamo chiamati in gioco, poiché di fatto siamo già in campo. Vogliamo giocarci? Conosciamo le regole e il campo da gioco (dovere dell'informazione e della preparazione)? HABITUS: • non è assimilabile all'abitudine. È una sorgente interiore di azione, ha origine nel volere libero e spontaneo dell'uomo. L'habitus è operativo, dinamico, perfeziona continuamente l'uomo: perciò possiamo, alla luce delle vicende della storia, continuamente denominare e declinare i nomi delle virtù. INTERDIPENDENZA: • siamo consapevoli che la globalizzazione rende il mondo “uno” da più aspetti: economici, culturali, sociali. • Non accettiamo di essere considerati solo consumatori in un grande mercato. • La consapevolezza dell'interdipendenza ci spinge a superare il senso di impotenza di fronte ai grandi fenomeni: siamo corresponsabili, nel bene e nel male, del mondo. E siamo collaboratori nel disegno di Dio sul mondo. • Il programma delle “12R”: Rivalutare, Ristrutturare, Rilocalizzare, Ridistribuire, Ricontestualizzare, Ridurre, Riutilizzare, Riciclare, Rispettare, Riparare, Rallentare, Ritrovare, Ridefinire, Rieducare, Riconvertire, Ridefinire, Ripensare. IMPEGNO: • “Ci impegniamo, noi e non altri, unicamente noi e non altri, né chi sta in alto né chi sta in basso, né chi crede né chi non crede. Ci impegniamo senza pretendere che si impegnino gli altri ... senza giudicare chi si impegna, senza accusare chi non si impegna ... se qualcosa sentiamo di potere, è su di noi. /I mondo si muove se noi ci muoviamo”. (don P. Mazzolari) LEGALITÀ: • strettamente collegata alla virtù della giustizia, è il limite posto democraticamente al potere dello Stato, dei giudici, degli altri cittadini. • Il popolo si autoregola e autolimita, formando le leggi. Il circolo virtuoso regge se il popolo riconosce l'autorevolezza dei suoi rappresentanti (le crisi della rappresentanza e le crisi della partecipazione generano la caduta della legalità). • Rilanciare la legalità con la conoscenza delle norme e delle opportunità di partecipazione (educazione alla legalità). • Recuperare il concetto forte di DOVERE accanto a quello di DIRITTO. • Rafforzare la capacità e il ruolo di CRITICA e di giudizio (decisivo il ruolo dei media). • Ricercare l'applicabilità delle leggi e la certezza della pena. • È possibile un'azione concreta delle nostre aggregazioni (testimonianza - impegno - assunzione di responsabilità ). MITEZZA: • “Beati i miti perché erediteranno la terra” (Mt 5,5). Proprio ai miti pare venga assegnato il potere! NONVIOLENZA: • è una scelta virtuosa che attraversa ogni azione, ogni progetto. È un metodo, sia personale che comunitario. Dal punto di vista pubblico rimandiamo alle riflessioni sulla "pace preventiva" (Gandhi, Riccardi). OGGI: • è il luogo del nostro amore per il mondo. Oggi dobbiamo agire. Questa storia umana è quella che dobbiamo studiare e comprendere. In questa storia umana dobbiamo cogliere i segni dell'opera di Dio. PAZIENZA: • “la pazienza è tutto l'uomo esistente nella tensione fra ciò che vorrebbe avere e ciò che ha, fra ciò che vorrebbe fare e ciò che riesce a fare di volta in volta, fra ciò che desidera essere e ciò che realmente è ... è l'uomo in divenire che comprende - 27 - Il Redone • • giustamente se stesso” (R. Guardini). È virtù che permette l'acquisizione delle altre virtù, è principio di sapienza. Non è rassegnazione, passività, disinteresse, ma un metodo, una forma di rispetto dell'altro (anche diverso nelle idee, con il quale posso dialogare). È tensione, lungimiranza, sostare per ripartire. È virtù civica se aiuta a superare le classificazioni, i giudizi affrettati, e mette in relazione le persone. - la pazienza è esercitata nelle nostre aggregazioni? - aspettare gli altri. - ascoltare - non temere di tardare un poco nel giungere a conclusioni - sviluppare attitudine alla fatica - ripartire dopo ogni insuccesso - aggiornarsi, rinnovarsi PROGETTUALITÀ: • i gesti piccoli, le virtù esercitate individualmente, si collocano in un disegno più ampio, in un'idea condivisa di "città". Possiamo "contagiare" le virtù, realizzare circoli virtuosi, reti solidali. .. mantenendo uno sguardo alto, mirando ad un orizzonte, alimentando un sogno. QUALCOSA (DI NUOVO): • è la consapevolezza che la Parola di Dio ci offre ogni giorno una Novità, una prospettiva “altra e alta” (AVANTI, E IN ALTO!). • Diviene un impegno perché il nostro ritrovarsi non sia ripetitivo, ordinario, ormai tradizionale. Perché possiamo elaborare, offrire idee e proposte, avere il coraggio di progetti. RELAZIONALITÀ: • virtù che procede insieme alla fiducia, ed è intenzionalità cosciente (volontà appassionata) di comprendere l'altro. • La si vive e sperimenta, prima di teorizzarla. Un'identità (individuale o sociale, di appartenenza) nel momento in cui dice "tu-voi" si riconosce e si relaziona. Senza diversità non v'è relazionalità. • Gradualità della relazionalità: dall'ambito soggettivo e delle relazioni private, ai molti (il contesto associativo, o professionale), ai tutti (i cittadini, la politica ... ). • Proposte (quasi) pratiche per vivere la relazionalità: - educazione al dialogo nella relazionalità, a partire dal dialogo nella Chiesa, interassociativo, per giunngere a quello fra le religioni; - costruzione di reti (coordinamento, non delegittimazione o delega); - aumentare la visibilità delle reti ed esperienze di relazionalità esistenti (il tema della comunicazione); - sognare e progettare insieme (mediazione sensata, frutto del confronto); RESPONSABILITÀ: • è “portare su di sé qualche fatica”, ma è anche “rispondere” dell'esercizio della libertà e dell'utilizzo di beni e talenti. La virtù della responsabilità ci porta a comprendere che, soprattutto oggi, “I CARE” (mi interessa, mi riguarda) non è una opzione fra tante, ma l'essere costitutivo della presenza di un cristiano nel mondo. • Responsabilità nella quotidianità. Le azioni di ogni giorno (il lavoro, i figli, le parole ... ) possono essere esercizio di Responsabilità. • Assumere dirette responsabilità, soprattutto nell'educazione (delega alle agenzie formative). • Testimoniare coerentemente e definire con chiarezza i princìpi non negoziabili. • Onestà intellettuale: non solo appello a “doveri”, ma esercizio critico del controllo, dell'informazione ... SACRIFICIO: • virtù da tempo dimenticata, se non nella prassi, sicuramente nella prospettiva educativa Oggi viviamo il "culto del non-sacrificio" che è il culto della individualità. Anche se spesso proprio in passato il sacrificio era collegato a una retorica istituzionale (per la patria, per la rivoluzione, per il progresso, ecc.). Se non è un atto libero, è un delitto collettivo (Es. morti sul lavoro per la costruzioni di grandi opere, soldati morti in Iraq, oppure i morti per una ideologia). Quell’uomo è stato sacrificato, non si è sacrificato: questo non è sacrificio, è sacrilegio. • Ben altra realtà è quella di chi si espone “fino in fondo” per altri, per la comunità, per l'umanità. Dunque, è sacrificio davvero umano, dotato della sua dignità, quello libero (DONO). • Sacrificio è un concetto polivalente e complesso. Imparare a tenere insieme questa complessità è già una virtù, come pure imparare a fare distinzione. Per esempio, distinguendo tra sacrificare e sacrificarsi, tra sacrificio attivo e degli altri. Il nostro è un Dio che non chiede sacrificio ("misericordia io voglio e non sacrificio") ma si sacrifica, donando se stesso. • Valore politico della virtù del sacrificio: sapersi spendere per una causa alta che va al di là di noi, in nome di una solidarietà generazionale, inter- - 28 - Il Redone generazionale e di genere. È la scelta cosciente di rinunciare a qualcosa in relazione a un progetto o un fine più ampio, perché "vale la pena". • Educare a capire che le trasformazioni richiedono tempo. • Insegnare che le idee costano (Padre Giulio Bevilacqua: «le idee valgono non per quello che rendono, ma per quello che costano»). • Insegnare nei nostri gruppi a “tenere d'occhio i politici” su temi quali emergenza, debito pubblico, ambiente, spreco delle risorse pubbliche ... 1. Spiegare che il sacrificio è condizione perché i diritti di cittadinanza siano funzionanti. 2. Sollecitare un impegno diretto locale a livello di territorio e a livello di scuola. 3. Educare non tanto al sacrificio, quanto ai valori per i quali vale la pena sacrificarsi. 4. Approfondire la riflessione pubblica sul tema del sacrificio/dono. . Rimettere al centro il tema dell'obiezione di coscienza alla violenza e a tutto ciò che colpisce la vita. STATO (laico): “La fede cristiana ha soppresso, seguendo il cammino di Cristo, l'idea della teocrazia politica. Essa ha fondato la secolarità dello Stato nel quale i cristiani coabitano, nella libertà, con gli esponenti di altre convinzioni. Una coabitazione fondata peraltro sulla comune responsabilità morale, insita nella natura dell'uomo e nella natura della giustizia. La fede fa distinzione tra questa forma secolare e il Regno di Dio, che come realtà politica non esiste su questa terra ... e deve trasformare il mondo dall'interno. Lo Stato laico è un esito della decisione cristiana fondamentale, anche se è stata necessaria una lunga lotta per comprenderne le conseguenze” (J. Ratzinger, 2004 - in occasione del 0° dello sbarco in Normandia). TRASPARENZA (agire con): • l'azione sociale e politica virtuosa deve essere limpida, senza secondi fini. Sia per i politici, che per i cittadini e per le aggregazioni. • di ogni atto politico e amministrativo: la legge stessa chiede che ogni cittadino possa conoscere gli atti riguardanti la sua persona. E ogni città può conoscere il dibattito che la riguarda? Possiamo partecipare (e in che modo) alle grandi scelte? UMILTÀ: • è un altro nome della pazienza e della mitezza. La sua etimologia (humus - terra) ci ricorda di restare ancorati alla vita di tutti i giorni e alle nostre radici, anche nei nostri convegni. Ricorda a chi ha responsabilità amministrative e politiche ... di fare qualche volta in più la fila in Posta o all'ASL. VIGILANZA: • “Essere svegli, anche di notte, non lasciarsi cogliere impreparati dalla tempesta, essere capaci di scrutare l'orizzonte prevedendo l'eventuale brutto tempo, oppure annunciando la fine della notte” (cfr Dossetti). - Scrutare - Mantenere accese le lucerne - Leggere/studiare - Interpretare - Annunciare (la speranza) ZORRO: • “gli ultimi al centro dei sogni e delle speranze del testimoniare” . Si vince perché la causa è disinteressata. ECONOMIA Il resoconto economico di tutta l’annata verrà presentato sul prossimo bollettino, così pure l’indicazione di come è stato distribuito tra i missionari ciò che si è ricavato dall’attività della Melonera Missionaria. Le raccolte della giornata del Santo Natale saranno devolute alla Caritas Bresciana per aiutare la povera gente del Bangladesh duramente sferzata dalle calamità naturali. - 2 - Il Redone PER NON DIMENTICARE IL PAESE CHE FU Quest’anno il “Piaset” è stato oggetto di attenzioni con tanto di festa, musica, poesie dialettali e animazione nostrana. Sul “Piaset” guarda la casa della famiglia Doninelli. Proprio in questi giorni, è morta “Jose” che con la sorella Santina viveva in quella casa. Non molti giorni fa, quando Jose era ancora in vita, le sorelle raccontavano al parroco stralci di vita vissuta e gli hanno fatto leggere uno scritto del nipote Luca che si riferiva a quel luogo e qui lo riproduciamo. La stanza Nella casa di mio papà, ragazzo, sul Piazzetto di Gottolengo, vivevano mio nonno Bigio, mia nonna Maria, che non ho mai conosciuto, e i loro cinque figli, Angelo, Santina, Iose, Giuseppe e Mario. Il primogenito, Angelo, sarebbe diventato mio padre. Erano poveri. Angelo dovette cominciare a lavorare giovanissimo, ancor prima mia zia Iose, che a tredici anni faceva già la sarta. Benché il mio sangue venga in gran parte da loro, riconosco che la loro vita è stata diversa dalla mia. E non esito ad aggiungere: più umana. Mia zia Iose, che è una donna molto intelligente, non ha mai pensato di cambiare mestiere: quello era e quello sarebbe sempre stato. Le mancava l’inquietudine della mia generazione, le mancava la nevrosi, le mancava la volontà di potenza e di prestigio, le mancava la sete di affermazione di sé. Le mancavano tutte queste cose da cui dipende in gran parte l’infelicità della vita. Poi mia nonna morì, mio nonno se ne andò via per lunghi anni, mio padre si sposò, seguito dagli zii Giuseppe e Mario, e, nella casa sul Piazzetto, rimasero soltanto le zie Santa e Iose, che non si erano sposate, nè l’avrebbero fatto in seguito. La zia Santa è l’angelo della casa, che è una casa piccola ma per due donne sole è quasi grande. Un minuscolo tinello, un soggiorno e una came- retta più un cucinino a pianterreno, due camerette e un bagno al piano di sopra. Rimaste sole, le zie trasformarono la camera al primo piano nella “stanza”. Adesso che c’era un po’ di spazio, si poteva. Adesso anche loro avevano la “stanza”. La “stanza” è il luogo più misterioso della vita contadina. Generalmente è il salotto buono, con la cera sempre tirata a specchio, il divano e le poltrone ancora ricoperti, dopo anni e anni, dal loro cellophane, così come le sedie che circondano il grande tavolo rettangolare ma più spesso ovale, in genere verde e ricoperto di cristallo - quel tavolo dove non ci siamo mai seduti né per pranzo né per cena, perché la vita si svolge tutta in cucina e sull’aia, e nella “stanza” non ci si mette mai piede, fa sempre freddo, anche d’agosto, e le tapparelle sono perennemente abbassate. Nella “stanza” ci sono appesi i quadri con le immagini di papa Giovanni, con qualche fotografìa di nonni e bisnonni e con qualche riproduzione in formato minore di un Leonardo (La Vergine delle rocce), di un Caravaggio (La vocazione di Matteo) o di un Rembrandt (Il Figliol Prodigo). Sempre soggetti sacri, s’intende. Nella “stanza” c’è anche una credenza con i piatti buoni, le posate buone, qualche oggetto di cristalleria, una gondola di Venezia ricavata da una conchiglia, due bottiglie di liquori, di solito una grappa contadina e un Amaretto di Saronno - 30 - Il Redone poco frequentato, sicuramente il regalo di qualche cugina prima, e una bottiglia di vino buono, ma così buono che nessuno l’ha mai aperta, e, a questo punto, è meglio non aprirla. C’è anche, nella “stanza”, uno scaffale libreria con pochissimi libri, tra cui non mancano mai un Vangelo (più raramente una Bibbia) e una raccolta di “Selezione dal Reader’s Digest’’ anni Sessanta. Se, poi, la “stanza” si trova a pianterreno, non è inusuale trovarci una bicicletta nuova, marca Chiorda o Atala o Bianchi, anch’essa mai usata, perché, per tutti i giorni, ci sono già le altre biciclette. Io ve la metto un po’ sul ridere, ma confesso che ho il magone a parlare di queste cose. La donna, la madre, la signora della casa è la custode feroce della “stanza”. Solo lei ne comprende il senso profondo. Il marito fa spallucce, anche se accetta. A volte tenta di scivolare di soppiatto nella “stanza” per prendersi un goccio di grappa, ma la moglie fa buona guardia e lo blocca: “Cosa ci vai a fare?” gli fa, i pugni sui fianchi perennemente ‘ingrembiulati’. E lui sa che a questa domanda non c’è risposta. “Vuoi la grappa? Tè la vado a prendere io, la grappa. Tu siediti qui”. E se ne va - lei - dentro la “stanza”, quasi di corsa, le pattine ai piedi, badando di starci solo il tempo necessario a prelevare la bottiglia. La donna sostiene che l’uomo ha le scarpe sporche di terra, e che, entrando nella “stanza” rovinerebbe la cera. Non è per la grappa, la donna è permissiva, sa che un gocciolino di grappa per il suo uomo ci vuole, ma le sue scarpe sono sempre sporche. E qui sta il punto: nelle scarpe. Perché la “stanza” è la chiesa di casa, la polvere e la terra devono restare fuori; è il luogo degli incontri più importanti, e specialmente del più importante, che è l’incontro con Dio. Nella “stanza” si ospitano le persone importanti, come il prevosto, e quando la “stanza” è illuminata a giorno, e le luci si vedono anche da lontano, allora è segno che qualcuno è morto, e la “stanza” è diventata camera ardente e luogo dove ci si riunisce per recitare il Rosario. Perché la morte è un incontro importante, e bisogna che tutta la società - quella piccola familiare, quella allargata degli amici e parenti e quella dell’intero paese - partecipi in modo consapevole a questo avvenimento. Non è soltanto dolore, è anche sgomento, domanda, invocazione, silenzio, preghiera, paura - ma non della morte: pau- ra, timore di Dio. Al tempo stesso, la “stanza” è la garanzia del benessere, è lo stato-cuscinetto che separa la casa dalla miseria. Dove c’è la “stanza”, c’è una vita ancora non povera, una vita che può ancora sperare di dare e non soltanto di ricevere. Perché poter dare è una grazia prima che un merito. Come siamo lontani, noi, da tutto questo! Noi, che di stanze ne abbiamo tante e non diamo mai nulla se non per il nostro tornaconto: e non ci accorgiamo di quanto siamo miseri. “Se Dio non esistesse” mi diceva mio nonno quando avevo sei anni “la vita sarebbe tutta una grande stupidaggine. Ma Dio esiste e allora... guarda fuori, sul terrazzo” disse, e io allungai il collo e guardai oltre il vetro della porta-finestra di cucina, verso le fioriere appese alla ringhiera verniciata di nero. “Guarda quei gerani, come sono rossi. E ogni petalo di quei gerani è presente nella mente di Dio, che ha fatto tutto, e ha cura di tutto. Dio sa tutto di quei petali, sa tutto del vento che li attraversa e li agita”. In quel momento un petalo volò via. “E quel petalo?” domandai, un po’ allarmato. “Anche quello, certo. Dio conosce la ragnatela che c’è tra quei gerani, sa il nome del ragno che ci vive e sa cosa mangerà quel ragno questa sera, perché Dio si preoccupa anche del ragno. Pensa allora come piange, Dio, per gli uomini che non hanno da mangiare per colpa di persone cattive, e come conosce uno a uno i buoni e i cattivi, i pensieri buoni e i pensieri cattivi, e come soffre per loro, lui che conosce anche i puntini sulla loro pelle. Perché vedi, per Dio quel ragno è importante come una stella, come una galassia. Pensa come sei importante tu, allora. Siamo così importanti che Dio ci ha lasciato il libero arbitrio, ci ha lasciato la possibilità di fare il male...” “Perché, nonno? Non era meglio se non ce la lasciava?” “Ce l’ha lasciata perché potessimo fare il bene, farlo noi, con le nostre mani, perché potessimo amare Dio col nostro cuore, senza essere costretti da nessuno. Dio ha fatto talmente tutto che ha fatto anche questo”. E io riflettevo, pensavo e pensavo, anche se non capivo. Ogni tanto, mio nonno si metteva il cappello, si dava un po’ di profumo (acqua di colonia Roger&Gallet, se chiudo gli occhi la sento ancora), si chiudeva nella sua stanzetta e abbassava le tapparelle. Poi lo sentivo parlare. Una volta gli chiesi con chi parlava. “Con Gesù” rispose “e con tua nonna”. - 31 - Il Redone Se in casa nostra ci fosse stata la “stanza”, sarebbe andato là. Lui, la “stanza” ce l’aveva addosso. Le sue parole e il suo esempio sono stati la mia formazione umana e cristiana. È stata la mia grande fortuna, che mi ha permesso di riconoscere, negli anni successivi, i veri maestri da seguire. Anch’io, dunque, inquieto e un po’ nevrotico come sono, ho almeno una parte delle mie radici in quella “stanza”, in quel luogo di benedizione che ci ricorda che l’essere e il morire, l’avere e il non avere, il poter dare e il dover chiedere, insomma tutto è nelle mani di Dio, e nulla ci appartiene. E più passano gli anni e più mi accorgo che solo questo pensiero mi da vero conforto. Luca Doninelli NOTIZIE DAL COMUNE COMUNE DI GOTTOLENGO PROVINCIA DI BRESCIA IL SINDACO S. Natale 2007 A tutte le famiglie della nostra Comunità A nome personale e di tutta l’Amministrazione Comunale auguro di cuore un Natale di pace e un sereno anno nuovo. Un affettuoso pensiero ed augurio di bene a tutti i nostri ragazzi e giovani per un felice cammino negli studi e un inserimento dignitoso nel mondo del lavoro, fortificandosi nella loro crescita morale e civile, attraverso una serena relazione fiduciaria col nostro contesto comunitario e istituzionale. Giuliana Pezzi PER EVENTUALI NECESSITÀ SI COMUNICANO I NR. TELEF. DELLA POLIZIA LOCALE: •UFFICIO 030/9518731; •CELLULARI 3355468541 – 3351818101 – 3355468473. COMUNE DI GOTTOLENGO CONSULTA POLITICHE GIOVANILI DOMENICA 23 DICEMBRE ORE 21.00 Concerto della “Lumen Boreal & The Denver Blues Band” TEATRO ZANARDELLI - 32 - Il Redone Santa Lucia in Oratorio Ogni anno il nostro oratorio si anima con la presenza dei bimbi e dei genitori, nella domenica più vicina alla festa di Santa I VITA D E H C CRONA CCHIALE PARRO AESE P E DEL Lucia, per accogliere la Santa che si fa presente, per la gioia e la meraviglia dei bimbi, su un carro trainato dall’asinello, perchè questa è la regola. E la Santa distribuisce caramelle e allegria creando il clima dell’aspettativa ........ perchè passerà, nella sua notte, nelle case per far contenti i bimbi con i suoi doni. E gli adulti gioiscono della felicità dei bimbi che contenti cavalcano i loro sogni. Anche nella sera della domenica dicembre, non è mancata nel nostro oratorio la gradevole aria di mistero che ha creato il dolce clima delle semplice felicità condivisa tra piccoli e grandi. Perchè non acquistare il CD con il libretto della storia del nostro organo? Con l’ultimo atto dell’inaugurazione del nostro organo Serassi è stato pubblicato un libretto con la storia e le caratteristiche del nostro cimelio, e lo stesso libretto fa da contenitore del CD che contiene brani scelti di Vincenzo Petrali e suonati dal Maestro d’Organo Marco Ruggeri. Sarebbe buona cosa che i parrocchiani, in occasione delle feste natalizie, ne acquistassero una coppia per poter gustare anche nelle loro case la meravigliosa melodia del nostro organo. Sarebbe anche un contributo per pagare le spese della pubblicazione del libretto e dell’incisione del CD. l’ Organo Serassi Se della Parrocchiale di Gottolengo Brani scelti di Vincenzo Petrali All’organo M° Marco Ruggeri Registrazioni effettuate da Franco Maria Bottoni nel giugno 2007 - 33 - Il Redone Anagrafe Parrocchiale MATRIMONI Matrimonio fuori parrocchia Il 30 settembre 200 a Castelletto di Leno hanno contratto matrimonio MAIFREDI MARCO e ZANETTI MORENA DEFUNTI 36. GILBERTI ORSOLA nata a Leno il 2 settembre 11 morta a Gottolengo il 2 novembre 200 sepolta a Castelmella il 2 novembre 200 37. DONINELLI GIUSEPPINA nata a Gottolengo il 24 agosto 12 morta a Brescia il 12 dicembre 200 sepolta a Gottolengo il 14 dicembre 200 38. CELSA ALFIO nato a San Fratello ((ME) il 1° aprile 14 morto a Cremona il 13 dicembre 200 sepolto a Gottolengo il 1 dicembre 200 39. CAMAROLI ISIDE ved. BETTONI nata a Ghedi il 24 maggio 11 morta a Ghedi il 1 dicembre 200 sepolta a Gottolengo il 20 dicembre 200 - 34 - † Il Redone Numeri Utili Casa canonica don Saverio 030/951042 TRG e fax Parrocchia 030/9517483 Oratorio don Angelo 030/951031 Don Lino 030/9951352 Don Antonio e don Osvaldo 030/951018 Municipio - Uffici di: Segreteria - URP - Protocollo - Sindaco - Segretario - Assessori 030/9518780 Ragioneria 030/9518790 Anagrafe - Stato Civile - Servizi Sociali 030/9518770 Tributi Comunali 030/9518760 Ufficio Tecnico Comunale 030/9518750 Polizia Locale: Ufficio 030/9518731 Polizia Locale: Cellulari 335/5468541 - 335/5468479 - 335/1818101 Carabinieri - Stazione di Gambara 030/956222 Ospedale Manerbio 030/9929.1 Pronto soccorso Emergenza Sanitaria Centro Servizi Assistenziali Cami-Alberini Farmacia 118 030/951024 - Fax 030/9518042 030/9951003 Scuola Materna 030/951162 Scuola Elementare 030/951106 Scuola Media 030/951036 Ufficio Postale 030/951015 Enel 800-023497 Asm 030/9307716 Enelgas 800/997736 per guasti 030/9547465 - 35 - Vita parrocchiale in foto Domenica 16 dicembre 2007, presso la scuola dell’infanzia P. Caprinetti del nostro paese si è svolto il primo presepe vivente in collaborazione con la Scuola primaria e con la Scuola media. Questa rappresentazione ha carattere di continuità didattica educativa fra i vari ordini di scuola ed è testimonianza di una valida cooperazione tra scuola e famiglia. Infatti, solo grazie al lavoro e all’impegni dei genitori e nonni si è potuta realizzare questa significativa esperienza. La rievocazione della nascita di Nostro Signore sia messaggio di pace e di amore per tutte le famiglie. Questo è l’augurio di Buon Natale dei bambini e degli insegnanti della Scuola dell’Infanzia del nostro paese.