39 DISMAMUSICA MAGAZINE - Settembre 2007 Poste Italiane S.p.a. - Sped. in A.P. - D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n° 46) art. 1, comma 1, DCB Milano Anno IX - n 39 - Direttore Responsabile: Gianni Cameroni Editore e proprietario: S&G Partners srl - Via Bainsizza, 30 - 20039 Varedo (MI) Stampa: Emme K srl - Fino Mornasco (CO) Aut. Trib. di Monza 1.701 del 16/12/2003 Organo ufficiale di DISMAMUSICA - Associazione Italiana Produttori e Importatori di Strumenti ed Edizioni Musicali - Anno IX - n. 39 - 24 SETTEMBRE 2007 PRIME IMPRESSIONI di Gianni Cameroni Si sa che a caldo una botta non fa male (ma poi diventa blu...). E che invece si dice che le opinioni a caldo è meglio non formularle, perché sono sempre di parte. Però nel caso di Meet Milano, è giusto che l’ultimo giorno di fiera si cerchi di tirare le somme. Parliamo dunque di questo Meet. Qui a fianco troviamo una puntualizzazione attenta e misurata di Antonio Monzino jr., che naturalmente vi invitiamo a leggere. E nelle pagine interne trovate una carrellata di commenti “colti al volo” tra gli espositori: un modo di comprendere l’esperienza del ritorno a Milano anche per chi a Milano non è potuto venire (questo numero di Dismamusica Magazine viene infatti spedito anche in tutta Italia). Da parte mia la tentazione di esprimere un parere è forte, ma mi devo astenere: il mio compito è quello di riferire, ed anche in questo caso vi invito a leggere quello che mi hanno detto. Posso però, come ogni buon moderatore fa al termine di un dibattito, cercare di “tirare le fila” del discorso, e il compito è abbastanza arduo. L’impressione generale è infatti di non completa soddisfazione, perché ci si aspettava generalmente di più da Milano. Ma allo stesso tempo è di consapevolezza del fatto che l’atteso salto di qualità rispetto al passato è stato compiuto, e che si deve comunque guardare avanti nella prospettiva di cogliere i grandi margini di miglioramento che certamente ci sono. Disegnare il percorso verso il futuro è compito dell’Associazione, il cui ruolo trainante in questo contesto è emerso con grande chiarezza proprio durante il Meet. Ed è dunque all’Associazione DISMAMUSICA che occorre fare riferimento, magari raccogliendo l’invito ad aderire (e parlo alle aziende) per ampliare la base sociale e portare idee, consigli, proposte, consensi e dissensi, se necessario. Un’associazione più ampia è più forte e più rappresentativa, capace di raggiungere più velocemente obiettivi lontani e capace di avere maggior peso “politico” nei rapporti con le istituzioni e con gli Enti con i quali è chiamata a collaborare. Vogliamo vedere crescere il nostro futuro? A parere di molti, la strada percorribile è una sola. Gianni Cameroni, Responsabile Ufficio Stampa DISMAMUSICA di PRESIDENTE Anche se forse è un po’ presto (l’intervista viene realizzata al termine della terza giornata di manifestazione), chiediamo al Presidente Antonio Monzino jr. di fare il punto della situazione, di commentarci questo “ritorno a Milano” di una manifestazione dedicata agli Strumenti Musicali. “L’impegno profuso da tutti gli associati e dagli espositori per arrivare a Milano è stato notevolissimo”, esordisce Antonio Monzino jr., “e credo di poter dire che gli espositori, in generale, hanno saputo interpretare al meglio lo spirito di questa prima edizione. Era necessario muoversi con la filosofia del contadino: con la consapevolezza che prima di raccogliere occorre seminare. E che la semina va fatta nel modo giusto, sul terreno giusto e nel giusto periodo dell’anno. Quando poi spuntano i germogli, bisogna sapere farli crescere”. E TU, HAI FIRMATO? Il giorno dei giudizi Un po’ di opinioni raccolte a caldo su questa edizione di Meet Milano. Durante questi giorni di MEET MILANO stiamo raccogliendo le firme per inviare una lettera aperta al Governo Italiano “Per una politica di sostegno della pratica musicale in Italia”. Di fatto, chiediamo che con la prossima Legge Finanziaria si preveda un BONUS FISCALE per gli studenti della scuola primaria, per l’acquisto di strumenti musicali nuovi a scopo didattico, riconoscendo altresì il valore educativo, culturale, sociale e formativo dello strumento musicale e dello studio della musica. in audio veritas Una sorpresa da leggere Giovanni Allevi in concerto, ieri sera alle ore 18,30, di fronte al pubblico di Meet Milano con attenzione. a pag. 29 Vieni a trovarci! una maglietta sarà subito tua. Scopri le sorprese che ti abbiamo riservato. 21-22-23-24 Settembre 2007 Fiera Milano-Rho Padiglione 14 corsia H 21-corsia L 14 Monsound s.r.l. - Viale Italia 88 - 20020 - Lainate (MI) Italy- Tel. 02-93596500 - Fax 02-93596501 - [email protected] - www.myaudio.it Dismamusica Magazine SHOW DAILY 23 Settembre 2007 I prodotti vanno a... ruba! Tutto il mondo è paese, dicono. E in tutto il mondo accadono cose strane, come durante il Meet Milano, in svolgimento in questi giorni. Dovete infatti sapere che i furti con destrezza, in fiera, sono cosa all’ordine del giorno, al punto che il fatto non fa nemmeno più notizia. C’è però da dire che, per chi il furto lo ha subito, il fatto fa notizia e come! E c’è di più. Un distributore di editoria musicale ha messo in bella mostra una serie di volumi che non si vendono quasi nemmeno a regalarli. “È una serie che proprio non c’è verso di far decollare”, commenta sconsolato il portavoce del distributore. Ci credereste? Ieri mattina non c’erano più. Venduti... direte voi. Per nulla, dico io. Sono stati sottratti con destrezza da mani ignote (e anche un po’ idiote, direi trasformando la parola con una alchimia enigmistica), probabilmente nella speranza di poterne ricavare qualcosa di tangibile. Ladro di professione, dico a te! Informati prima! Cosa te ne fai, ora, di quegli spartiti invendibili? Ti metti a suonare tu una musica che nemmeno capisci? E forse non conosci nemmeno la musica tout-court... Si dice sia andata meglio ad altri, che si sono impossessati di altri prodotti, che però, probabilmente, allo stesso modo non sanno utilizzare... Ma ci pensate a quel ladro che telefona in assistenza perché non sa come si usa l’oggetto che ha rubato? La cosa è talmente assurda che potrebbe anche accadere. All’editore toccato dai furti dei libri invendibili non resta che prendere atto della cosa, e fare tesoro dell’esperienza. Anche alla prossima fiera potrà dunque disporre di due distinte aree di offerta dei suoi spartiti. La prima, più interna e controllabile a vista, “in vendita”. La seconda, più a portata di mano dei cleptomani-ladruncoli (o giù di lì) e posizionata vicino all’area di passaggio, “in furto”. Vecchia Volpe in questo numero: Parola di Presidente di Gianni Cameroni L’economia della musica in Italia a cura della Redazione Il ritorno di un grande marchio Il Bosco degli Artisti di Anna Cristofaro Hohner da 150 anni di Cristiano Cameroni Accade oggi Strumenti di carta di Caterina De Gregori Dalle aziende di Claudio Formisano Il giorno dei giudizi di Gianni Cameroni Dalla Fiera a cura della Redazione pag. 1 pag. 6 pag. 8 pag. 10 pag. 12 pag. 14 pag. 18 pag. 20 pag. 29 pag. 30 colophon DISMAMUSICA MAGAZINE N. 39 - 24 settembre 2007 - Direttore Responsabile: Gianni Cameroni Editore e proprietario: S&G Partners srl - Direzione e Amministrazione: Via Bainsizza, 30 - 20039 VAREDO - Tel. 0362 583672 Poste Italiane S.p.a. - Sped. in A.P. - D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n 46) art. 1, comma 1, DCB Milano Stampa: Emme K srl - Fino Mornasco (CO) Aut. Trib. di Monza no 1.701 del 16/12/2003. Direzione Editoriale: Antonio Monzino jr. Redazione: Silvana Antonioli, Cristiano Cameroni, Anna Cristofaro (Art Director). Hanno collaborato a questo numero: Alessandro De Cristoforis, Daniela D’Isa, Caterina De Gregori, Vittorio Gallarotti. Grafica, impaginazione e coordinamento: S&G Partners srl - Via Bainsizza, 30 - 20039 Varedo (MI) - Tel. 0362 583672 - Fax 0362 544356 - e.mail: [email protected]. È vietata la riproduzione, anche parziale, di foto, disegni, testi o articoli originali pubblicati su DISMAMUSICA MAGAZINE senza espressa autorizzazione scritta della redazione. Manoscritti, foto o disegni, anche se non pubblicati, non si restituiscono. Legge sulla tutela dei dati personali I dati personali dei lettori in possesso della rivista verranno trattati con la massima riservatezza e non potranno essere ceduti a terzi o utilizzati per finalità diverse senza il preventivo consenso degli interessati. In base alla legge n. 675, in qualsiasi momento l’abbonato potrà decidere di modificare i dati personali o di richiederne la cancellazione. Dalla Fiera Dalla Fiera 24 Settembre 2007 segue da pag. 1 Antonio Monzino jr. riprende dopo una breve pausa: “Per fare tutto questo, ci vuole la ‘sapienza’ di riuscire a interpretare nel modo corretto i segnali che si sono manifestati dopo questa prima edizione”. Gli aspetti concreti Ci viene spontaneo portare il discorso su un piano più concreto, partendo dalle motivazioni che hanno fatto cadere la scelta su Milano. “Milano”, chiarisce il Presidente, “è il luogo principe della musica, intesa come musica prodotta (e penso a radio, TV, sale d’incisione, teatri, case discografiche...) o come strutture dedicate alla musica a livello di eccellenza e apprezzate a livello mondiale (e credo sia sufficiente prendere La Scala come esempio). E con Milano è stato lanciato un guan- to di sfida, per la realizzazione di un evento destinato a stimolare il concreto sviluppo del nostro mercato su scale di più ampio respiro rispetto al passato, non fosse altro che per il grande bacino d’utenza che si muove intorno al capoluogo lombardo”. “Questa scelta non coinvolge solo gli associati a Dismamusica”, diciamo. “Naturalmente no”, chiarisce il Presidente, “ma l’attività che la nostra Associazione ha svolto in 25 anni l’ha portata ad essere il riferimento probabilmente di maggior peso nel nostro settore: la nostra presenza a Meet Milano e l’effettiva aggregazione delle varie realtà che di questo settore fanno parte sono forse uno dei temi di riflessione più importanti anche nell’ottica di ampliamento della base associativa sia nei confronti di fabbricanti, editori e distributori, sia nei confronti del vasto mondo dei rivenditori. DISMAMUSICA può trarre solo vantaggio dall’ampliamento della base associativa, in una visione comune con le realtà associative dei settori a noi contigui, per avere maggior forza, maggiore rappresentatività e maggiore peso politico nei confronti delle istituzioni e degli enti con i quali siamo chiamati a collaborare”. “L’esperienza di Milano è dunque positiva?”, gli chiediamo ritornando sul nostro argomento di oggi. “Credo di poter affermare che, grazie all’investimento di tutti gli espositori, l’impatto con il visitatore è stato di grande effetto”, afferma Antonio Monzino jr., “sia sotto il profilo dell’ambiente –non dobbiamo dimenticarci di essere nella maggiore area espositiva del mondo– sia sotto il profilo dell’organizzazione degli stand, ma soprattutto della ricchezza e della completezza dell’offerta, arricchita da un grande numero di eventi collaterali, concerti, demo e clinics tenute da artisti di altissimo profilo”. “Molti espositori hanno però espresso alcune perplessità su questo Salone e sulla sua organizzazione...”, sottolineiamo. “Non posso non riconoscere che la seconda edizione dovrà tenere conto dei rilievi e delle zone d’ombra che questo primo MIV - Music International Village ha generato. Sono peraltro certo che la collaborazione con Expocts e FieraMilano ci consentirà di appianare gli aspetti operativi che hanno espresso le criticità evidenziate dagli epositori, per ripartire verso una seconda edizione, capace di interpretare il ruolo strategico del ‘fil rouge’ della Musica”. SIAE mette d’accordo tutti. A Meet Milano E’ successo per la prima volta al MEET e ne siamo contenti. Artefice la SIAE e il suo vulcanico direttore dell’Ufficio Eventi Filippo Gasparro, si sono riuniti intorno ad un tavolo, nello spazio Agorà del MEET, per “La SIAE è con…” i rappresentanti dei principali festival di musica d’autore italiani. Con lo stesso spirito che da tre giorni anima il grande stand “Italia in musica”, organizzato dalla SIAE e condiviso dalle più importanti associazioni dei produttori fonografici e di tutela dei diritti del mondo musicale ( ACEP, AFI, ASSOARTISTI, ASSOMUSICA, AUDIOCOOP, CAPIFIPI, FEM, FIMI, IMAIE, PMI, SCF, UNCLA, UNEMIA) dove fervono gli incontri e gli scambi di idee e di collaborazione, si è parlato di promozione della musica in un incontro coordinato dal direttore di Rockol e degli Eventi MEET Franco Zanetti e da Filippo Gasparro per la SIAE, che nel ringraziare “tutti gli amici presenti”, ha sottolineato la sua soddisfazione per l’entusiastica adesione all’incontro. Ha cominciato Giorgio Pezzana, ringraziando la SIAE per aver scommesso sul giovane Biella Festival da subito puntando sulla musica emergente e contando sulla collaborazione di due che di giovani promesse se ne intendono, Michael Pergolani e Renato Marengo, che con il loro Demo diffondono da RaiRAI la musica degli sconosciuti. Enzo Bruno ha poi descritto il Bordighera Jazz&Blues, rilevando come con la sua manifestazione Bordighera da città dell’umorismo è anche diventata città del jazz. Andrea Pirera di De Musica e Disma, ha raccontato per chi non avesse assistito nel maggio scorso a Roma, il Concertone di Scuola Musica Festival, che ha riunito in un concerto indimenticabile oltre 500 ragazzi provenienti dalle scuole di tutta Italia, che hanno suonato i più svariati strumenti. Giordano Sangiorgi del MEI di Faenza (di ritorno dal Pop Komm di Berlino, che quest’anno ha avuto una grande rappresentanza italiana tra cui la SIAE) ha rilevato come il MEI in pochi anni è cresciuto sottolineando che i Festival devono collaborare fra loro per il bene della musica e dei partecipanti ai vari concorsi. Ezio Nanni Pieri di Musicultura ha ricordato il tema della memoria della dimensione storica della canzone, lamentando che la nostra identità culturale talvolta dà segni di noia. Toccante l’intervento di Gaetano D’Aponte il cui premio ha preso il nome dalla figlia Bianca prematuramente scomparsa. Da quest’anno il Premio Bianca D’Aponte distribuirà gratuitamente una compilation di tutti i nuovi talenti scoperti nel corso della manifestazione. Enrica Corsi ha poi parlato dei tre anni del Premio Bindi, nato in omaggio al grande Daniela d’Isa Dismamusica Magazine SHOW DAILY Gianni Cameroni di Daniela d’Isa cantautore. “Da quest’anno- ha detto Corsi- ci sarà anche una sezione per musicisti compositori che ci è stata suggerita da un grande amico di Bindi, che ci ha lasciato, Bruno Lauzi”. Luciana Damiano ha poi ricordato il Premio istituito con la SIAE “Un artista nel mondo” nell’ambito del Premio Chatwin, premio che l’anno scorso è stato consegnato ad un entusiasta Jovannotti. E’ stata poi la volta di Stefano de Martino, il cui Premio Lunezia è stato tenuto a battesimo nientemeno che dalla grande Fernanda Pivano. “Dei 500 ragazzi che si iscrivono ogni anno, 20 arrivano al palco- ha detto De Martino la cui manifestazione è dedicata al valore poetico dei testi delle canzoni e si fregia di aver premiato nel secondo dei suoi 12 anni di vita Fabrizio De Andrè- è importante che poi riusciamo in qualche modo a seguirli”. Preoccupazione che è stata espressa dal moderatore Zanetti, che ha raccomandato i partecipanti di non lasciar soli i giovani dopo averli premiati. Anna Graziani ha poi parlato dei 10 anni del Premio Pigro, dedicato a suo marito, l’indimenticato Ivan Graziani: “Ringrazio ancora una volta- ha detto Anna Graziani- non solo il Tenco, ma tutti gli altri amici di Ivan che mi hanno dimostrato il loro affetto venendo al Pigro, dove ricordo si suona live, senza le basi”. E la parola è stata passata all’evocato Premio Tenco per cui era presente uno dei cinque scatenati amici che lo organizzano, Enrico De Angelis: “In 32 anni, da quando Amilcare Rambaldi lo ha inventato da noi sono passati proprio tutti, anche se non retribuiamo gli artisti che si esibiscono nelle tre serate. La RAI viene a registrare tutto e poi ci manda in onda all’una e mezzo di notte!”. “La musica ingentilisce l’animo, la mente e il cuoreha concluso Pino Scarpettini di Spazio d’Autore- ma io non riesco più a cercare nuovi talenti, perché non so come assicurare loro un futuro: oggi non ci sono più le case discografiche che si dedicano alla scoperta del nuovo. E pensare che da Spazio d’Autore sono usciti da Giampiero Artegiani ad Antonacci fino a Grazia Di Michele”. Sul grande schermo dell’Agorà del MEET intanto scorreva il filmato con i momenti salienti di tutti premi realizzato con la collaborazione di tutti dalla SIAE per l’occasione. Alla SIAE è infine stato chiesto da Zanetti di continuare ad essere una specie di bollino di garanzia per i partecipanti ai vari concorsi, perché venga loro dato quello che devono avere, senza alimentare false illusioni, ma per aiutarli a entrare davvero in quel mestiere difficile e fantastico qual è quello dell’autore. Attualità Attualità 24 Settembre 2007 ECONOMIA DELLA MUSICA IN ITALIA - RAPPORTO 2007 Viene presentato oggi pomeriggio alle ore 15.00 presso la Sala Agorà del Padiglione 18 il Rapporto condotto dall’Università Bocconi di Milano sull’Economia della Musica in Italia. “Si tratta della terza edizione del Rapporto in questa sua forma”, chiarisce Antonio Monzino jr., Presidente DISMAMUSICA. “L’iniziativa è diventata in pochissimi anni un Osservatorio Permanente sul mercato italiano della musica in senso lato, e viene finanziata da DISMAMUSICA, FEM e SCF”. FEM (Federazione Editori Musicali) e SCF (Società Consortile Fonografici) si sono affiancate a DISMAMUSICA in questa rilevazione per poter monitorare con attenzione un settore –quello della musica in Italia intesa come produzione, diffusione, fruizione e generatrice di diritti– tradizionalmente parcellizzato e dispersivo nella sua mappatura economica. DISMAMUSICA, che sin dalla sua fondazione monitorizza attentamente il mercato degli strumenti e delle edizioni musicali in Italia, ha messo volentieri a disposizione dell’Osservatorio i propri dati, così come hanno evidentemente fatto le altre due realtà che sostengono l’iniziativa. Questi dati, incrociati sapientemente con quanto emerge dalla struttura di rilevamento statistico nazionale (ISTAT e non solo) sono stati elaborati da un team di ricerca del Centro ASK (Art & Science for Knowledge) dell’Università Bocconi, con il prof. Andrea Ordanini come Coordinatore e con il fondamentale apporto del dott. Lorenzo Mizzau. Il risultato è una agile sintesi della ricerca che dipinge, dettagliandone i contorni, quello che potrebbe cominciare ad essere definito il “Sistema Musica” in Italia. Il Rapporto Nell’introduzione al Rapporto 2007 si legge: “(...) Il Rapporto ha l’obiettivo di costruire uno schema del sistema di attori e di flussi che caratterizza il sistema musica in Italia, e di valutare l’entità e l’articolazione dei valori economici generati all’interno di tale sistema. (...) In sostanza, il Rapporto intende proporre una ‘visione di insieme’ del business musicale, attraverso un’analisi dei fenomeni con un approccio sistemico e integrato, volto ad illustrare compiutamente ogni anello della filiera, evidenziandone la struttura, il ruolo e il valore generato. L’approccio sistemico adottato in questa sede vuole dunque rappresentare un tentativo di percorrere questa direzione di analisi e di ricerca, cercando di soddisfare due esigenze: – la rappresentazione dei soggetti chiave del sistema musica e del loro ruolo in termini di valore generato; – la stima del valore generato nel sistema. Il Rapporto indaga, oltre al segmento discografico, altri comparti centrali nell’economia della musica, ma quasi mai analizzati in relazione alla discografia, quali ad esempio la produzione e distribuzione di strumenti musicali, l’istruzione e la formazione alla musica per professionisti ed amatori, il ballo e gli spettacoli musicali dal vivo, il comparto dell’elettronica di consumo audio. In aggiunta, l’approccio sistemico consente di rappresentare adeguatamente il ruolo delle collecting societies, cioè di quegli intermediari che giocano un ruolo fondamentale in questo business, con le loro funzioni di raccolta e redistribuzione di importanti flussi di valore legati ai diritti”. Per consentire la massima diffusione dei risultati di questo Rapporto, è stato deciso di metterlo a disposizione di chiunque lo voglia consultare: sarà pertanto reso disponibile, in formato Acrobat, sui siti di riferimento dei soggetti che ne hanno promosso e sostenuto la realizzazione (DISMAMUSICA, FEM e SCF). Dismamusica Magazine SHOW DAILY KAWAI ALLA FIERA DELLA MUSICA RIPRODOTTA Il 15 settembre scorso, durante la “quattro giorni” del Top Audio & Video Show di Milano –la manifestazione italiana di riferimento per il settore dell’audio hi-fi esoterico e della musica registrata– si è esibita in concerto la pianista italiana Leonora Armellini. La giovanissima interprete – che si è diplomata con il massimo dei voti e la lode due anni fa e che oggi, a soli 14 anni di età, ha già una brillante carriera aperta davanti a sé– ha presentato al pubblico milanese il suo primo disco interamente dedicato a Chopin ed edito da Velut Luna. Il programma comprendeva fra l’altro brani come l’Andante Spianato e la Grande Polacca Brillante e lo Scherzo n° 4: e insieme alla giovane pianista, il protagonista del concerto è stato un gran coda Kawai. Al di là del dato... anagrafico, che non ha mancato di destare lo stupore dei presenti, ciò che ci ha piacevolmente sorpreso è stata proprio la presenza della musica dal vivo all’interno di una manifestazione così fortemente orientata verso la musica riprodotta. I concerti del Top Audio & Video Show, che accompagnano la vetrina espositiva secondo una tradizione ormai ventennale, sono spesso anche occasione per la dimostrazione diretta dei sistemi di ripresa del suono, e in questo senso sono seguitissimi anche dal pubblico degli appassionati di... forme d’onda. Ma sono anche uno strumento importantissimo per ricordare ai visitatori che la verità ricreata da amplificatori valvolari, lettori ad alta definizione e diffusori acustici esoterici risiede proprio nelle note degli strumenti musicali. Uto Ughi gratis per le scuole? Nel corso di un’intervista rilasciata a Paola Zanuttini su il Venerdì di Repubblica lo scorso 14 settembre, il celebre violinista Uto Ughi lamenta il disinteresse dei governi di destra e di sinistra nei confronti della musica. E ripete, come puntualmente fa da otto anni a questa parte con le dichiarazioni rilasciate in occasione del lancio dei concerti gratuiti della rassegna Uto Ughi per Roma, che lo stato culturale del nostro Paese versa in condizioni disperate. La responsabilità di questa situazione, dichiara Ughi, è “del degrado”. Ma anche –e soprattutto, aggiungeremmo noi– dei media che “martellano [i giovani] con prodotti commerciali lanciati investendo milioni”, delle famiglie “che non accostano i giovani alla buona musica”, e della scuola “che non fa niente”. E qui il maestro ricorda il caso del sistema di orchestre giovanili creato in Venezuela dal maestro José Antonio Abreu (pre- miato da DISMAMUSICA anni fa proprio per la sua attività al servizio della musica). Un sistema, ricorda Ughi, che “ha dato a 250mila ragazzi delle favelas la possibilità di accedere alla musica e all’educazione fondando 157 orchestre giovanili e infantili”. Un sistema, aggiungiamo noi, che è stato voluto e sostenuto dallo Stato. D’altra parte non è un caso che lo stesso Ughi abbia ripetutamente bus- sato alle porte che contano per proporre a diversi Ministri dell’Istruzione un progetto che prevedeva che “ogni musicista più o meno famoso andasse almeno una volta al mese in una scuola italiana”, ma mai nessuno dei politici “si è fatto vivo”. Insomma, ci sarebbe abbastanza materiale per sollevare una questione morale, oltre che politica, sul reale desiderio di investire nella cultura da parte delle istituzioni. Un punto che, evidentemente, non sta molto a cuore a chi firma l’articolo; che, fra domande un po’ superficiali (del tipo Il violino è lo strumento più emozionante? o Lei, per caso, canta qualcosa quando si fa la barba?), si conclude informandoci che Uto Ughi non ascolta il pop, il rock e i cantautori. A noi, che non avvertivamo la necessità di una simile informazione, sfugge il motivo per cui, ancora una volta, si perde di vista il punto centrale della questione –cioè quella vera e propria emergenza nazionale data dalla sottocultura musicale del nostro Paese– per parlare di dettagli irrilevanti. Anche questo, ci viene da dire riprendendo le parole di Ughi, è un modo per “non fare niente”. C.C. Dalle Aziende Dalle Aziende MarchiDisma.qxp 31/08/2007 10.57 Pagina 1 24 Settembre 2007 Forse non tutti lo hanno notato, ma il marchio con cui EKO espone a questa edizione di MIV - Music International Village ha una forma nuova. “Colpa,” ci ha confidato sorridente il Responsabile Marketing dell’azienda marchigiana Giovanni Matarazzo, “di un piccolo restyling con il quale abbiamo voluto sottolineare le due importantissime novità che presentiamo all’appuntamento di Milano”. Una nuova SpA La meno evidente delle due è quella che si leggerà a partire da lunedì prossimo sulla carta intestata. Eko Group modifica infatti l’assetto amministrativo e diventa a tutti gli effetti una Società per Azioni. “Continueremo a mantere separate le due divisioni EKO e ESOUND, che avranno una struttura di vendita diversa”, precisa Matarazzo, “ma la società sarà una sola. E noi ci auguriamo che questo piccolo cambiamento porti ad una lunga serie di vantaggi amministrativi”. Le nuove chitarre EKO Il vero motivo di orgoglio, l’evento per il quale alla Eko si è lavorato a lungo con passione e dedizione, è però il grande ritorno del marchio nel settore della produzione di chitarre. Classiche, acustiche, elettriche e bassi. “Al quarto giorno di Fiera ci siamo quasi abituati all’idea”, scherza Giovanni Matarazzo, “ma questo è stato il primo appuntamento italiano in assoluto al quale abbiamo portato le nuove chitarre a marchio Eko. Una specie di battesimo che ci ha tenuti con il fiato sospeso per giorni e giorni”. Una strategia di lungo corso Salutato da migliaia di appassionati in tutto il Paese, il ritorno alla produzione del glorioso marchio italiano è già di per sé una notizia positiva. Che si colora di ulteriore fascino se ci si fa raccontare il lungo percorso che ha portato a questo attesissimo momento. È ancora Matarazzo a raccontare: “La nuova, straordinaria gamma di chitarre Eko è il risultato di una decisione che abbiamo preso diversi anni fa. Una decisione non facile, per molte ragioni. Prima fra tutte la considerazione che, se è già di per sé difficile portare avanti un’attività produttiva già avviata, figurati quanto più arduo può essere il ricominciare a produrre dopo anni di stop”. Lo possiamo immaginare: si incontrano ad ogni passo problemi logistici, quesiti tecnici apparentemente insolubili, dubbi e ripensamenti sulla bontà della scelta. “Noi però siamo riusciti a portare avanti la nostra idea”, continua Matarazzo sottolineando con orgoglio le sue affermazioni, “anche perché potevamo contare sul grosso aiuto che ci è venuto dall’avere aperto il Museo Oliviero Pigini. Qui, come forse sai, sono conservati molti strumenti storici della prima produzione Eko: strumenti che erano rimasti in azienda e strumenti che ci sono stati spediti da appassionati che volevano contribuire alla costruzione di questo tributo al marchio Eko. Ebbene, in questo luogo, potendo studiare da vicino gli antichi strumenti, abbiamo potuto chiarire tantissime questioni tecniche. Senza dire che il continuo contatto con centinaia e centinaia di appassionati ci ha convinti sempre di più del fatto che il marchio Eko è ancora circondato dalla simpatia del grande pubblico”. “Arrivare sul mercato con prodotti nuovi e re-issue non sarebbe servito a niente senza un grande lavoro preparatorio ‘intorno’ al marchio. Così un paio di anni fa, quando non avevamo in mano che i primi prototipi dei nuovi modelli, abbiamo lanciato una campagna istituzionale per lavorare sui buoni ricordi dei musicisti. Tre diversi soggetti accompagnavano lo slogan Sentite che storia –una headline che strizza l’occhio a un’espressione di uso comune e che anche per questo ha avuto molto, molto successo”. Alle prime pagine pubblicitarie hanno fatto seguito, nel corso dei mesi, nuove inserzioni in cui il soggetto originale in bianco e nero, ridimensionato, passava in secondo piano per lasciare spazio all’immagine degli strumenti. E a un nuovo slogan, che evidentemente costituiva la seconda parte del messaggio: Sentite che suono. “Anche questo secondo step della campagna ci ha dato molta soddisfazione; e a questo punto siamo pronti ad affrontare il terzo ed ultimo momento della strategia. Le nuove pagine, che usciranno verso fine anno, saranno dedicate interamente ai nuovi strumenti. E con esse passeremo definitivamente dalla tradizione storica al presente e al futuro della Eko”. LA campagna pubblicitaria Come avrebbe voluto Pigini Forti di queste considerazioni, alla Eko hanno elaborato una strategia di comunicazione di lungo corso per preparare il terreno all’attesissimo ritorno. Al punto in cui siamo, con la campagna pubblicitaria che volge al termine e con le nuove chitarre ormai ufficialmente... battezzate, è possibile tracciare un primo bilancio Dismamusica Magazine SHOW DAILY dell’intera operazione. Giovanni Matarazzo, sollecitato su questo punto, non si fa certo pregare. “Siamo molto soddisfatti. Ti dirò: una delle cose di cui siamo più fieri è stato l’essere riusciti a ragionare come avrebbe fatto Oliviero Pigini, il fondatore della Eko. Più e più volte, nel corso di questi anni, ci siamo interrogati sui motivi del successo dei primi, gloriosi strumenti a marchio Eko. La risposta stava prima di tutto nell’ottimo rapporto qualità/prezzo che li contraddistingueva, e poi nel fatto che, grazie ad intuizioni geniali, Eko è stato il primo marchio ad entrare nelle case di tutti gli italiani. Ai tempi, Oliviero Pigini aveva spinto molto sulla vendita per corrispondenza e su campagne di co-marketing piuttosto sorprendenti, come quella in cui le chitarre erano abbinate all’acquisto degli elettrodomestici di una nota Casa del settore...”. Mentre prendo appunti, ho un moto di sorpresa. Davvero, questo è un accostamento che mai mi sarei immaginato per uno strumento musicale. Ma è ancora Giovanni Matarazzo a darmi la spiegazione più semplice, sottolineando con entusiasmo: “Strano, ma efficacissimo. E perfettamente funzionale all’obiettivo, che ancora oggi ci compete, di diffondere una alfabetizzazione musicale nel Paese. Oggi, come allora, c’è una intera generazione di giovani che ha bisogno come il pane delle emozioni. Quelle emozioni che i nostri strumenti musicali sanno regalare a piene mani da decenni. E ti dirò di più: mai come oggi ci siamo resi conto del fatto che il marchio Eko ci è praticamente... sfuggito dalle mani. Non è più nostro: ma è diventato un bene della gente, un patrimonio comune della grande comunità dei musicisti e degli appassionati di questo Paese”. Attualità Attualità 24 Settembre 2007 Dismamusica Magazine SHOW DAILY di Anna Cristofaro FOTO: RAOUL JACOMETTI Il legno degli abeti della Val di Fiemme è considerato fra i migliori al mondo per la produzione di strumenti musicali. Per valorizzare questo grande patrimonio, l’Azienda per il Turismo della Val di Fiemme e la Magnifica Comunità di Fiemme hanno dato vita a Il Bosco che suona, una singolare iniziativa nel corso della quale i migliori alberi della Valle sono stati “adottati” da alcuni fra i migliori musicisti italiani. Chiedete pure ad uno qualsiasi dei tantissimi liutai presenti in questi giorni fra i padiglioni di MEET Milano. Qual è il legno migliore per costruire strumenti musicali di altissima qualità? Da dove si ricavano le più apprezzate tavole armoniche di violini, chitarre, pianoforti? La risposta, pur nella ragionevole diversità delle opinioni, è statisticamente una sola: l’abete rosso della Val di Fiemme. Un legno che si caratterizza per una buona cilindricità, per l’assenza di tensioni interne e di nodi e per la presenza di anelli sottili e regolari. Un materiale ideale per la musica, che può nascere solo da quello che gli scienziati di tutto il mondo chiamano fine tuning, l’allineamento perfetto delle caratteristiche naturali e biologiche. Nella Val di Fiemme i requisiti ci sono tutti: le piante crescono in un bosco “chiuso”, ad una altitudine compresa tra i 1.500 ed i 1.800 metri, e possono contare contemporaneamente sulla presenza di un terreno solido, di un’esposizione solare ottimale e di un regime di precipitazioni adeguato. Una tradizione antichissima Per tutte queste ragioni, le tavole ricavate dagli abeti della Val di Fiemme sono annoverate dai tempi più antichi fra i migliori legni di risonanza del mondo. Tanto che già ottocentonovantasei anni fa, e quindi nel 1111, esisteva un Ente incaricato della buona gestione delle foreste: la Magnifica Comunità di Fiemme, che fu fondata proprio in quell’anno e che ancora oggi esercita con lungimiranza il proprio compito. Occupandosi, oltre che di tecnica forestale e di pianificazione del taglio e della ricrescita delle “magnifiche” piante, anche della promozione di questo immenso patrimonio verde. 10 Una pianta da adottare Una delle iniziative più originali, in questo senso, è stata intitolata Il Bosco che suona e ha visto protagoniste, non più tardi di due mesi fa, la Magnifica Comunità e l’Azienda per il Turismo della Valle di Fiemme. Seguendo una intuizione di Claudio Delvai, le due istituzioni hanno voluto intitolare alcuni dei più pregiati abeti di risonanza a tre artisti presenti in Trentino per la rassegna di musica in quota I suoni delle Dolomiti. Musicisti raffinati che da sempre non si limitano a “produrre” musica di grande spessore artistico, ma che hanno spesso contribuito con la propria creatività a far conoscere in tutto il mondo i pregi del legno della Val di Fiemme. I tre musicisti sono Uto Ughi, Mario Brunello e Giovanni Allevi. Tre personaggi scelti evidentemente con grande attenzione, che sanno parlare linguaggi diversi (la musica classica, il jazz) a tre diverse generazioni. Una cerimonia semplice La “consegna” delle piante è avvenuta in tre giorni diversi; e ogni volta, pur nella sua semplicità, ha stupìto e commosso sia il “pubblico” che i diretti interessati. Il primo a... battezzare il proprio abete è stato il grande violinista Uto Ughi, che il 18 luglio scorso, alle 18.00 precise, si è recato nella Valmaggiore portando con sé due custodie. Accompagnato dai tecnici forestali, che lo han- no informato sulle caratteristiche degli alberi e sulle tecniche di... coltivazione, il maestro Ughi si è addentrato nel “bosco maturo” alla ricerca del “suo” abete di risonanza. A un certo punto ha aperto le custodie che aveva con sé per estrarne due strumenti preziosissimi: prima uno Stradivari, quindi un Guarnieri. E li ha suonati entrambi ai piedi dell’albero prescelto. Al termine del piccolo récital, lo nanza e il maestro Uto Ughi. Valmaggiore lì 18 luglio 2007”. Un violoncello a Predazzo Tre giorni più tardi, sabato 21 luglio, se un escursionista si fosse avvicinato al maestoso bosco che sovrasta Predazzo avrebbe potuto assistere ad una scena molto simile. Ad innalzarsi nel cielo azzurro assieme ai fusti da 35 metri delle piante bicentenarie della Val di Fiemme, questa volta, c’era però il violoncello di Mario Brunello. Di ritorno dal concerto delle Albe delle Dolomiti, Brunello si è avvicinato ad un esemplare maestoso, ha estratto il proprio struQui sopra, Uto Ughi con lo Stradivari. mento dalA sinistra, Mario Brunello durante la custodia, la performance. Sotto, Giovanni Allevi ha appoggiamentre abbraccia il “suo” abete. to il puntale alla base di una radice e ha cominciato a suonare. Chi c’era ha descritto questo momento magico come “una sorta di dialogo tra madre e figlio”; le fibre dell’abete vibravano assieme al violoncello, e fra l’esecutore e l’albero si è instaurato un rapporScario della Magnifica Comunità to profondo, dal quale il maestro di Fiemme ha consegnato al mae- Brunello è riemerso alla fine del stro Ughi il Magnifico Sigillo alla brano visibilmente commosso. presenza delle autorità di valle. E a fianco dell’abete Uto Ughi è sta- Abbracciato to piantato un cartello che recita Ad un abete testualmente: “Noi abeti di que- La commozione ha contrassegnasto bosco abbiamo potuto espri- to con forza anche il terzo ed ulmere armonie e intense vibrazio- timo appuntamento dell’iniziani grazie al suo cuore e alla sua tiva Il Bosco che suona, che ha magia. Grazie grande Maestro Uto visto protagonista il pianista GioUghi. Dialogo tra gli abeti di riso- vanni Allevi. A differenza dei suoi due predecessori, Allevi non poteva certo portare con sé il proprio strumento; ed è stato così che l’autore di Joy ha scelto di instaurare con il “suo” abete rosso un rapporto emotivo in linea con la sua estetica musicale. Di fronte allo sguardo stupito dei presenti, Giovanni Allevi ha abbracciato a lungo l’albero, al quale ha dedicato il pezzo per pianoforte e orchestra Trecento anelli. Un brano che è stato scritto, come lo stesso Allevi ha dichiarato in quell’occasione, “usando (...) i valori matematici del peso specifico e della velocità di propagazione in esso delle onde sonore, che sono serviti per gettare le basi della struttura del brano”. Al di là di questo “piccolo gioco”, l’autore ha “voluto fortemente che la musica volasse in alto e sfiorasse il cielo, come i rami dell’abete”. Una strategia innovativa per la promozione del territorio I tre appuntamenti hanno dimostrato con grande evidenza come sia possibile coniugare poesia, rispetto per la natura e amore per l’arte e dare vita ad un’efficace strategia di promozione del territorio e delle sue risorse culturali ed economiche. Nella Valle di Fiemme, il legno è –come ha osservato l’assessore all’Ambiente Mauro Ghilmozzi– “il messaggero prezioso di un intero territorio”. L’azione sensibile e intelligente degli operatori trentini dovrebbe essere presa a modello in tutto il Paese –non tanto per essere copiata (sarebbe impossibile)– quanto piuttosto per stimolare le amministrazioni locali ad intraprendere operazioni analoghe per la valorizzazione delle grandi ricchezze che la cultura della musica e dello strumento musicale sono in grado di esprimere in tutto il nostro Paese. Dalle Aziende Dalle Aziende 24 Settembre 2007 Dismamusica Magazine SHOW DAILY di Gianni Cameroni Raccontare la storia di Hohner non è semplice. Meglio tentare di raccontare un po’ di sensazioni, di aneddoti e di fatti che hanno contraddistinto 150 anni di storia di questo marchio. Un marchio che è come un vecchio amico di poche pretese, un amico fidato che mangia con noi un boccone di pane e accetta di passare poi tutta la serata a canticchiare vecchie canzoni… Mettendo da parte gli scherzi e le battute, bisogna andare al 1857 per vedere la prima armonica a bocca Hohner, un prodotto che, nato per l’impegno di un artigiano appassionato di musica, è diventato il simbolo imprescindibile di un marchio e di un prodotto inconfondibile. E da subito è stato anche considerato un prodotto di qualità, destinato ai professionisti esigenti, ma non vie- 12 tato agli appassionati e ai principianti, per i quali da sempre è presente in gamma una vasta scelta di modelli. Come nasce il mito Hohner La nascita di questa azienda ha un aspetto quasi avventuroso. A Trossingen, un piccolo villaggio tedesco del Baden-Württemberg, dove ancora og- gi sorge la sede di Hohner, viveva un artigiano bravo e intraprendente, tale Messner, che fin dal 1833 produceva piccoli strumenti musicali folkloristici destinati ad allietare le feste di paese. Accanto a questo artigiano viveva anche un orologiaio ugualmente intraprendente, ma più sfortunato, che guardava con ammirazione mista a invidia al lavoro del vicino. Mathias Hohner (questo era il nome dell’artigiano), spinto dalla moglie Ana, nel 1855 comincia a costruire armoniche a bocca. Gli strumenti sono tecnicamente ineccepibili, ma più brutti. Messner, infatti, è come un “Rembrandt” dell’armonica, e i suoi strumenti sono davvero più belli e più facili da vendere. Ancora una volta arriva in aiuto di Mathias la moglie Ana, abile negli affari e acuta nelle sue intuizioni. Di fronte all’impossibilità di vendere in paese i prodotti del marito, che si accumulavano in magazzino, propone di spedirli al cugino Hans negli Stati Uniti. “Lì non c’è la concorrenza di Messner”, pare abbia detto. Questa decisione fu la mossa vincente del neoimprenditore. Il “pocket pia- no” come veniva soprannominato il nuovo strumento, si diffuse a macchia d’olio, e non c’era emigrante verso le Americhe che non avesse in tasca un’armonica a bocca. Nel 1857 venne fondata la Matth Hohner AG, e trent’anni dopo il piccolo orologiaio di Trossingen esportava mezzo milione di armoniche verso gli Stati Uniti. Proprio nel 1887, mentre Hohner cresceva così rapidamente, la Gran Bretagna, per contrastare l’invasione di prodotti provenienti dall’esterno del British Commonwealth, promulgava una legge che imponeva la dichiarazione del Paese di origine di ogni prodotto. E da allora sulle armoniche Hohner appare la Dismamusica Magazine SHOW DAILY scritta “Made in Germany”, che nel tempo, invece di sottolineare la non britannicità del prodotto, è diventata sinonimo di qualità altissima, al punto che i prodotti sprovvisti di quella scritta erano considerati assolutamente inferiori. Una altro punto a favore dell’imprenditore di Trossingen. Giornalisticamente parlando, l’armonica Hohner la paragonerei, forse proprio per questi episodi, alla nostra Settimana Enigmistica, una pubblicazione che, come si legge in copertina, “vanta centinaia di imitazioni”. Anche le armoniche Hohner, infatti, sono state variamente imitate nel tempo, e ricordo armonicisti che guardavano con sufficienza prodotti “non Hohner”, considerati, appunto, solo imitazioni. Certo, non sempre questo corrispondeva alla verità, ma il marchio Hohner è stato per troppo tempo sinonimo di armoniche a bocca. La crescita e le risposte al mercato L’armonica a bocca è uno strumento capace di molte voci e di molte sonorità. Hohner ha compreso la potenzialità di questi dettagli, e ha cominciato molto presto a produrre modelli “custom” (come diremmo oggi) destinati a questo o a quel genere musicale. È il caso della celeberrima “Marine Band” (già progettata a partire dal 1896 per la celebre orchestra di John Philip de Sousa, per offrire un inconfondibile suono blues), che è diventata un must per questo genere musicale. Potrebbe quasi sembrare un paradosso: uno strumento blues, legato al mondo della musicalità dei neri americani, è in effetti nato dalle mani degli artigiani tedeschi della Foresta Nera. I cinque figli di Matthias Hohner nel 1900 prendono in mano le redini dell’azienda di famiglia. Jacob, Matthias, Andréas, Hans e Will sono quindi chiamati a continuare l’opera paterna e a far crescere la società, cosa che accade puntualmente. Non passa anno senza che si co- Dalle Aziende Dalle Aziende 24 Settembre 2007 struisca un nuovo edificio. E se si pensa che all’inizio del secolo l’unica forza motrice era rappresentata dalle braccia degli operai, è facile immaginare l’effetto che ebbe la comparsa dell’energia elettrica: si potevano lavorare quantità di ance fino ad allora impensabili (già allora si dovevano utilizzare oltre 887.000 ance al giorno per produrre le armoniche richieste dal mercato). Le guerre Paradossalmente, uno dei luoghi in cui l’armonica a bocca era particolarmente apprezzata era l’esercito, seguito a ruota (o a vela) dalla Marina. La portabilità, la facilità di impiego (basta un po’ di fiato), l’immediatezza (non va nemmeno accordata), la voce… Tutto in questo piccolo oggetto si faceva apprezzare là dove oggetti ingombranti sarebbero stati di impiccio (nelle trincee c’erano le armoniche a bocca, non le fisarmoniche o le chitarre). E Hohner si è trovata ad essere un oggetto destinato a togliere dalla solitudine i soldati di ogni trincea, a saldare i ricordi alle canzoni, a unire i gruppi, a sottolineare i cori… strumento di pace anche in tempo di guerra. Questo vale naturalmente per le due grandi Guerre mondiali, ma, probabilmente vale ancora oggi. Strumento popolare per eccellenza, l’armonica compare quasi magicamente nei posti più impensati, e ci viene raccontata dalla letteratura, dal cinema, dalla poesia e dalla canzone. I professionisti L’armonica è però, soprattutto, uno strumento musicale dalle caratteristiche di grandissima flessibilità, e non si contano, al mondo, i grandi musicisti che hanno adottato questo strumento per rincorrere l’espressività più intensa delle loro proposte musicali. E l’armonica a bocca è diventata in questo modo, spesso, un mito, come nei film di Sergio Leone, nelle particolari musicalità di Stevie Wonder, di Johnnie Cash, dei Beatles, di John Popper, di Donovan e di decine di altri, tra i quali non si devono dimenticare i nostri Battisti, Bennato o il grande attualissimo armonicista Fabio Treves. Oltre l’armonica Hohner però non significa solo armoniche a bocca. Nel corso della sua storia l’azienda si è affermata nel settore delle fisarmoniche (le produce sin dal 1906), degli strumenti didattici, delle melodiche, delle chitarre, dei bassi, dei sistemi di amplificazione, dei pianoforti e delle tastiere elettroniche, anche. Ma se fermate chiunque per la strada e chiedete a bruciapelo cosa viene in mente se si cita il marchio Hohner, la risposta più frequente in assoluto è quella di sempre: armoniche a bocca. E forse il fatto che ancora oggi dalle fabbriche di Trossingen escano più di un milione di pezzi all’anno giustifica questa opinione. Le scuole di musica di tutta Europa si danno convegno in Italia Si terrà a Prato, fra il 28 e il 30 settembre prossimi, il Presidium Meeting, o consiglio direttivo, dell’EMU, l’Associazione Europea delle Scuole di Musica. Nella cittadina toscana sono attesi ventitré partecipanti in rappresentanza delle 15 nazioni europee che fanno parte del Board dell’Associazione. L’incontro si tiene durante gli ultimi giorni della Rassegna Musicale AIdSM che vede esibirsi presso la basilica di San Lorenzo le scuole toscane che fanno parte dell’Associazione Italiana delle Scuole di Musica. Al termine dei lavori, che si protrarranno dal 30 settembre al 3 ottobre, le delegazioni internazionali prenderanno parte al Corso di management musicale per associazioni nazionali organizzato dalla segreteria AIdSM. “È un’occasione di grande prestigio per l’Associazione Italiana”, ha dichiarato il presidente dell’AIdSM e vicepresidente EMU Paolo Ponzecchi. Ponzecchi, che è stato protagonista di una lunga intervista pubblicata sul numero di ieri, ha ribadito che “iniziative come quella in programma a Prato fra quattro giorni ci fanno sentire in un certo senso come un piccolo partito giunto al governo con incarichi di prestigio. E questo perché, nonostante le dimensioni della nostra associazione nazionale siano piuttosto contenute rispetto al totale delle scuole di musica italiane, siamo riconosciuti e valorizzati all’estero. Come soci dell’EMU abbiamo infatti la possibilità di organizzare in prima persona importanti iniziative e di sedere ad un tavolo dove ci si scambia di continuo un preziosissimo patrimonio di esperienze e di pratiche virtuose che può essere speso nel nostro Paese per rendere proficuo il dialogo che l’AIdSM ha aperto con le istituzioni per il riconoscimento e il sostegno delle scuole di musica italiane.” Per ulteriori informazioni sul Presidium Meeting, sul Corso di management musicale o sulle altre attività dell’AIdSM è possibile fare riferimento al sito dell’associazione, all’indirizzo www. aidsm.it Auricolari professionali serie SCL SCL2 Auricolare ad Isolamento Sonoro SCL3 Auricolare ad Isolamento Sonoro SCL4 Auricolare ad Isolamento Sonoro SCL5 Auricolare ad Isolamento Sonoro Dotato di un singolo microdriver dinamico per una completa gamma sonora e bassi risonanti. Racchiude un microdriver a larga banda per un tono dettagliato su tutta la gamma di frequenza. 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Ore 10:00 - Accademia Palco Nazioni Ore 12:30 - Club House (Centro Servizi Stella Polare) “Viva la fisa” e tributo a Pierino Codevilla “Talking lunch!” Conquista e fidelizzazione del cliente: come mantenere il rapporto con il proprio cliente oltre la leva del prezzo e le difficoltà di mercato - Su invito. L’incontro verrà moderato da Franco Marzo, consulente di Direzione, autore del libro: “Music Manager: esperienza musicale e arte manageriale” Ore: 14:00 - Spazio Gamma - Pad. 18 Teatro alla Scala - Pad. 18 Maria Callas - Mostra costumi ed accessori “Fotografie di scena” - Mostra fotografica con selezione delle immagini realizzate dagli allievi del “Corso per fotografi di scena”. PRESENTAZIONE RIVISTA “STRUMENTI E MUSICA” L’Ars Spoletium ha rilevato la storica rivista “Strumenti e Musica”, fondata nel 1948 dalla Farfisa e diretta dal Maestro Bio Boccosi, punto di riferimento per tutti gli amanti della fisarmonica. Durante la conferenza stampa verrà presentato il primo numero della nuova gestione. Ore 15:00 Stand Rugginenti - Pad. 18 piero di stefano e diamante sugar live Ci vediamo a... 5 - 7 ottobre 2007 Salone Internazionale degli Strumenti Musicali d’artigianato e degli accessori per la liuteria 11 Novembre 2007 Second Hand Guitars 30esima edizione Milano Alcatraz+DeSade 17-18 Novembre 2007 EUROBASS DAY Verona Palazzo della Gran Guardia 24-25 Novembre 2007 MEETING DELLE ETICHETTE INDIPENDENTI Faenza 14 Rassegna Stampa Rassegna Stampa 24 Settembre 2007 ...diMusica CARTA e mercato di Caterina De Gregori Lo Stradivari pop per i più giovani “Penso che la musica classica sia il fondamento di qualunque tipo di musica, l’ispirazione per il meglio del genere rhythm & blues, del pop, e soprattutto del rock, che io adoro. Ma il fatto è che i giovani oggi non se ne rendono conto, non sanno da dove derivi la musica che ascoltano.” A parlare è David Garrett, intervistato da Giulia Cerqueti per Famiglia Cristiana del 24 giugno. Nato in Germania e residente a New York, Garrett è stato da piccolo un assoluto prodigio del violino classico. Il suo strumento è un preziosissimo Stradivari San Lorenzo del 1718. Da poco il musicista ha prodotto un album in cui esegue brani più pop, perché, anche se si definisce un violinista classico, ha deciso di allargare la propria produzione: “Ho sempre pensato alla necessità di fare un album rivolto ai più giovani, un cd comunque classico ma più aperto a nuove influenze”. Anche in questo cd il violinista usa il suo Stradivari, anche se ci tiene a sottolineare: “… il tipo di strumento che usi non influisce molto su una registrazione. Fa invece un’enorme differenza in un concerto dal vivo.” Uno sguardo su MEET Milano È Teresa Potenza a descrivere, sul numero dell’8 agosto del settimanale Economy, la fisionomia dell’attesa edizione di Meet Milano. “Dare un palcoscenico all’intero universo musicale: è l’ambizioso obiettivo di Fiera Milano, che attraverso la controllata Expocts si appresta a inaugurare Meet Milano, sigla che sta per ‘music, events and entertainment technology’, cioè musica, eventi e tecnologia legata all’intrattenimento”. Con questa manifestazione, spiega Potenza, “Milano entra nel mondo dell’industria musicale italia- na e internazionale, a cui presterà 25 mila metri quadrati del polo fieramilano a Rho”. Per diventare “il punto di riferimento di un settore che ogni anno muove cifre importanti: basti pensare che la sola industria musicale produce un giro d’affari superiore ai 3 miliardi di euro”. Non solo, continua l’articolista: Meet ha studiato un unico grande salone in cui si riuniranno tutti i settori del mondo della musica (produttori e distributori di strumenti musicali, editoria, infrastrutture, servizi affiliati,…). Non a caso “la manifestazione può contare sul supporto fondamentale dell’Associazione dei Dismamusica Magazine SHOW DAILY produttori e distributori di strumenti ed edizioni musicali e artigianato (Dismamusica), con cui è stata messa a punto la manifestazione fieristica”. Sottolineando che il salone non è rivolto solo agli operatori professionali ma anche al grande pubblico, Teresa Potenza precisa: “Meet Milano non vuole essere soltanto un appuntamento per gli operatori del settore. Si rivolge infatti anche al pubblico ed è proprio per venire incontro ai visitatori non professionali che Expocts ha studiato un nutrito calendario di eventi: concerti, incontri e convegni, lezioni, mostre ed esibizioni di artisti, famosi ma anche in erba”. Tornano i 45 giri È una notizia ANSA del 16 luglio: “i dischi in vinile stanno vivendo un vero e proprio revival, con un aumento delle vendite negli ultimi sei mesi del 13%, motivato soprattutto dal boom dei singoli in formato 45 giri”. Nell’era degli Mp3 torna, insomma, sulla cresta dell’onda il vecchio disco in vinile. Ma a far tornare in auge il vecchio LP non sono i nostalgici di mezza età, bensì “gli stessi giovani che passano ore al computer a scaricare centinaia di brani dalla rete”. Secondo Stuart Smith, proprietario di un negozio di dischi a Leamington Spa, i ragazzi in età studentesca amano i dischi e li collezionano perché “con gli Mp3 puoi avere un hard drive pieno zeppo, ma nulla da mostrare. Una collezione di dischi è molto più personale. Ci si può vedere dentro l’animo di una persona”. José Cura: “Cantare è la mia professione, dirigere la mia vocazione” Con queste parole si rivolge a Piarachille Dolfini per Avvenire del 14 agosto il cantante lirico e direttore d’orchestra argentino José Cura. La filosofia di Cura è semplice, per il canto: “Una recita può andare bene o male, ma io so che ogni volta che torno a casa c’è la mia famiglia, mia moglie e i miei tre figli che mi aspettano. Ed è questo quello che conta. Cantare? Diventa un modo per guadagnarsi da vivere”. Per la direzione d’orchestra, invece, “le cose cambiano perché ho sempre detto che cantare è la mia professione, mentre dirigere è la mia vocazione. Ho iniziato a studiare musica a 14 anni perché volevo fare il direttore. Solo dopo, a 29 anni, è arrivato il canto e più per un’esigenza commerciale che per passione. Allora, erano i primi anni Novanta, era molto più facile trovare lavoro come tenore lirico spinto che non come direttore: diciamo che ho dovuto scegliere se mangiare o fare la fame”. In agosto, Cura è impegnato con il Tuscan Sun Festival a Cortona. Per l’Italia una manifestazione così, “con una parata di star del belcanto, è un po’ una novità: farà bene alla musica?”, chiede Dolfini. “Vede, sono convinto che non importa dove un festival si faccia, se a Cortona o in un’altra città: importa che il festival ci sia. L’Italia è la culla della grande musica, ma col tempo, per ragioni che non dipendono assolutamente dalla musica, ha perso questo ruolo. Occorre programmare concerti, opere, incontri perché nel momento in cui non si fa più nulla, inizia la morte. Questo l’Italia non può permetterselo.” I numeri della musica Il quotidiano Finanza & Mercati del 31 luglio introduce, con un articolo a firma di Andrea Settefonti, la prima edizione di Meet Milano. “Tutti i suoni della musica si ascoltano a Milano. Dal 21 al 24 settembre, a Fieramilano a Rho, si svolgerà la prima edizione di ‘Meet Milano, music, events and entertainment technology’, il nuovo evento fieristico, dedicato totalmente all’industria della musica e dell’entertainment, organizzato da Expocts in collaborazione con Dismamusica. Una vetrina per un comparto che produce un giro d’affari di oltre 3 miliardi di euro”. Settefonti cita anche i dati di mercato relativi al 2006, soffermandosi sul positivo andamento del settore degli strumenti musicali: “il fatturato ha superato i 357 milioni di euro, + 4,4 per cento rispetto al 2005” e sottolinea anche che le vendite sono state spinte dal calo dei prezzi al dettaglio per l’ingresso massiccio sul mercato di strumenti di produzione orientale ma con tecnologie e marchi occidentali. La Royal Liverpool Philarmonica su Second Life È una notizia flash su Europa del 17 agosto: “la Royal Liverpool Philarmonica è approdata su Second Life. Con l’intento di raggiungere più utenti, l’orchestra britannica ha fissato un concerto per il prossimo 14 settembre in un teatro virtuale sul popolare sito web”. Il programma musicale del concerto prevede opere di Ravel, Rachmaninov e McCabe. 18 Dismamusica Magazine SHOW DAILY Rassegna Stampa Rassegna Stampa 24 Settembre 2007 Il cd compie 25 anni “Il 17 agosto 1982, in uno stabilimento della Philips vicino ad Hannover (Germania), venne prodotto il primo compact disc: conteneva l’album The Visitors degli Abba. Oggi il celebre disco ottico, che ha rivoluzionato il consumo di musica accelerando il passaggio dall’era analogica a quella digitale, celebra 25 anni di onorata (e rivoluzionaria) carriera proprio quando la sua preminenza è ormai messa in discussione dal dilagare di iPod e altri lettori Mp3”. Così Carola Frediani su Il Corriere della Sera del 17 agosto, per il 25esimo compleanno del compact disc, ne traccia in breve la storia. Il compact disc venne sviluppato “attraverso un’aperta partnership tra l’olandese Philips e la giapponese Sony: una collaborazione che contribuì a imporre il Cd come standard dell’industria musicale. La task force congiunta di ingegneri cominciò a progettare i nuovi supporti già dal 1979; ed è proprio in quegli anni che furono fissate le caratteristiche tecniche, come il diametro o la quantità di dati registrati. L’obiettivo originario era realizzare un Cd che contenesse fino a un’ora di audio, ma successivamente la capacità venne estesa a 74 minuti in modo che contenesse la Nona Sinfonia di Beethoven”. I primi cd arrivarono sul mercato nel novembre 1982: si trattava principalmente di musica classica. Per il primo nuovo album realizzato direttamente per cd bisognerà aspettare il 1985 con Brothers in Arm dei Dire Straits. Questo l’inizio: “il Cd fu il precursore dei Cd-Rom, dei Dvd fino agli attuali dischi ottici in alta definizione. La qualità dei contenuti immagazzinati, la leggerezza, nonché la sua estetica accattivante ne hanno decretato il successo; anche se, in questi ultimi tempi, proprio quella digitalizzazione che ha contribuito ad affermare gli si sta rivoltando contro. Le vendite di Cd musicali sono in costante declino, mentre si diffondono i lettori Mp3. E addirittura c’è chi riscopre il fascino del vinile. A questo punto la speranza del compact disc potrebbe essere solo quella di tramutarsi, in breve tempo, in un oggetto di vintage”. STRUMENTI DA RECORD “Una Gibson Les Paul Standard del 1959 è stata stimata 530 mila dollari, mentre una Explorer del 1958-63 ha toccato 611 mila verdoni ( poco meno della metà di uno Stradivari del periodo d’oro non restaurato, battuto durante la stessa sessione d’asta). (...) Un basso Warwick appartenuto (e firmato a pennarello) a John Entwistle (The Who) è in vendita online per 60 mila dollari, mentre un Burns Nu-sonic del 1964, in dotazione presso gli Abbey Road Studios, che fu sfiorato dalle dita di George Harrison (il venditore acclude foto) e che, con ogni probabilità, fu impiegato per registrare Paperback writer, è offerto a 110 mila euro da un negoziante di Leeds.” Questi sono soltanto alcuni tra gli “strumenti da record” citati nel numero di Panorama del 6 settembre scorso. L’autore del pezzo, Pablo Echaurren, un pittore amante egli stesso del rock, compie un viaggio nel mercato impazzito dei cimeli da palcoscenico che, secondo quanto dice, stanno raggiungendo cifre strabilianti nelle aste reali o nei bazar online quali eBay o in altri siti più mirati (www.mercatinomusicale. com). Secondo l’articolista tali mercati stanno costituendo una sorta di mania globale, una passione che investe perlopiù gli ex ragazzi degli anni sessanta, che investono cifre folli pur di impossessarsi di un feticcio musicale, purchè appartenuto ad un divo. Non a caso la stessa fondazione Cartier di Parigi dedica una mostra alle “memorabilia” dell’età d’oro del rock ‘n’ roll, alle chitarre che valgono come i gioielli, ai dischi preziosi come anelli. E per quanti, per motivi di spazio o più verosimilmente, economici, non possono permettersi uno strumento tutto intero, esistono anche le collezioni di plettri autografati e realmente utilizzati durante un concerto, che si possono acquistare in base al colore preferito, al gruppo prediletto o al genere musicale di appartenenza. E il loro valore raggiunge persino i 2.800 dollari. Professioni musicali: c’è spazio per le donne? Quella che viene dalla Repubblica delle Donne del 24 agosto vuole essere certamente una provocazione, e come tale la giriamo ai nostri lettori. Al centro dell’attenzione un interrogativo che può apparire infondato, banale o scontato –a seconda dei punti di vista– ma che qualche fondamento certamente ha: sul piano professionale è più utile per una donna una buona e solida formazione culturale o una prorompente presenza fisica? Da qui poi il discorso si allarga ad altre considerazioni altrettanto provocatorie. Ma veniamo al dunque. Concita De Gregorio riporta alcuni stralci di una lettera inviatale da Elena Casella, 41enne direttrice d’orchestra che precisa di avere alle spalle tre diplomi conseguiti al Giuseppe Verdi di Milano (pianoforte, composizione sperimentale e direzione d’orchestra) e di avere frequentato molti corsi di specializzazione: “…e a Vienna, città nella quale sono diventata assistente di Ervin Acél, figura leggendaria della direzione d’orchestra, del quale –è doveroso e non moralistico specificarlo– ero esclusiva- mente assistente musicale (non amante, né parente, né segretaria)”. “Già dai tempi degli studi al Conservatorio mi è stato chiaro che lavorare come direttrice d’orchestra fosse alquanto complesso (…) ma alcuni aspetti di questa complessità sono per me tuttora stupefacenti”, continua amareggiata Elena Casella “Generalmente, dopo il primo concerto con una nuova orchestra, arrivano ben graditi attestati di stima. Contestualmente mi viene posta la fatidica domanda: lei cos’ha da offrire all’orchestra? Finora (…) ho risposto con sfacciataggine: la mia professionalità in crescita, il mio impegno, il mio entusiasmo. E basta. No, non basta. Avrei dovuto metter sul tavolo merce extramusicale come nascere in una famiglia potente, sposare un uomo influente, cercare e ottenere appoggi che mi avrebbero permesso di pagare (con moneta sonante o con poteri appetibili) per poter lavorare. La differenza fra i tanti direttori di pari bravura, talento, profondità, impegno, fantasia e cultura, la fa la merce di scambio extramusicale”. “Mi ritrovo a navigare in questo mare desolante”, conclude la professionista, che però dichiara di riuscire comunque a non “perder nulla dell’entusiasmo, del rispetto per la musica”, pur nutrendo “un’acuta insofferenza verso i miei simili che la sfruttano. (…) non passo le mie giornate a bofonchiare lamentele scomposte: vivo ogni giorno una vivace, divertente attività di donna musicista. Vorrei solo poter lavorare come direttrice d’orchestra nel modo più lineare e attinente alla musica (…)”. Giovanni Allevi: ogni concerto un evento “Il suo ultimo disco, Joy, ha fatto saltare le classifiche: oltre 60 mila copie sotto questi chiari di luna discografici. Ogni suo concerto è un delirio di fan che lo idolatrano. È ormai praticamente di casa al Blue Note di New York come in Estremo Oriente, Cina, Giappone”, così scrive L’Espresso del 19 luglio. Ma tutti i giornali ne parlano: di Giovanni Allevi, il 38enne pianista-evento, idolo di migliaia di fan, che riempie all’inverosimile le piazze in ogni città in cui si esibisce. Qualche esempio? Il primo settembre ha suonato a Loreto in occasione della giornata dell’incontro del Papa con 400.000 giovani provenienti da tutto il mondo. Sabato 15 luglio ha suonato in Piazza Duomo a Milano e sono arrivati in 50mila per ascoltarlo. Da tutta Italia. Un popolo di “Alleviani”, come ha scritto su La Repubblica Franco Vanni, che lo stesso Allevi definisce così: “in questo mondo col turbo, sono una razza marziana: gente pacata e gentile. Giovani ancora capaci di meravigliarsi delle cose della vita. Arrivano da tutta Italia, vengono a stringermi la mano dopo i concerti con gli occhi pieni della gioia dei bambini”. 19 Dalle Aziende Dalle Aziende Gratis! Ritira subito la tua copia 24 Settembre 2007 Dismamusica Magazine SHOW DAILY Il “codino” digitale Il mini Grand RG-3 è stato presentato da pochissimo sul mercato. Come il suo “fratello maggiore” RG-7, è uno strumento di fascia alta, un punto d’arrivo che propone una nuova sfida al mercato. Le sue caratteristiche tecniche parlano da sole: il generatore sonoro ha un sound set con venti timbri “di riferimento” da usare dal vivo, ai quali si aggiungono 600 patch per la riproduzione dei MIDI file. La polifonia di 128 note garantisce una perfetta tenuta anche in presenza di un uso... generoso del pedale destro; e l’impianto di amplificazione “nascosto” nella piccola coda riesce davvero a dare ROLAND ITALY RG-3 al suono una diffusione spaziale molto simile all’originale. Dal punto di vista meccanico, RG-3 mette sotto le dita del pianista una delle più avanzate meccaniche Roland: la PHA II “Ivory Feel”, che adotta il sistema di pesatura progressiva (i tasti della regione grave pesano più dei tasti della regione acuta) e che dà a chi suona la sensazione di trovarsi di fronte ad una tastiera di avorio. Con queste premesse, RG-3 può davvero conquistare anche i pianisti più esigenti; e guadagnare un posto non soltanto negli ambienti domestici più esclusivi, ma anche in tutti quei luoghi (hotel, reception, ristoranti e piano bar) dove la presenza di un pianoforte digitale di alto livello, capace di suonare con l’accompagnamento di una base e –nel caso– da solo è senz’altro apprezzata. Pad. 14 | Stand E35 E41 G34 G40 www.roland.it Linea evolutiva Si chiama TR Music Workstation ed è disponibile nelle tre versioni a 61, 76 e 88 tasti: è l’ultima evoluzione del progetto Triton Le di Korg. Leggeri da trasportare e “puliti” nella disposizione dei comandi sul pannello di controllo, i tre nuovi modelli della linea TR condividono una libreria di campioni da 64 MB, l’interfaccia MIDI/USB e il supporto per le schede di memoria SD, che permettono di salvare e caricare i dati in modo veloce, pratico ed economico. Nate come workstation “pure” e per questo dotate di un sequencer a 16 tracce da 200.000 note, le tre nuove tastiere Korg possono essere facilmente trasformate in campionatori professionali con funzioni avanzate di editing. Per fare questo è sufficiente installare una scheda opzionale che registra a 48kHz su 16 bit stereo e può importare campioni in formato .aiff, .wav e Akai s1000/s3000. EKO RG-3 Pad. 14 | Stand A09 A21 C08 C20 www.eko.it Clavinova, PSR: le gamme si 370 pagine a colori con oltre 3.000 nominativi degli operatori musicali italiani: negozi, scuole, orchestre, distributori strumenti, edizioni, etichette discografiche, liutai, studi di registrazione... Scopri le nostre riviste musicali SUONARE NEWS Il mensile dei musicisti con cd SEICORDE Trimestrale di chitarra con cd MICHELANGELI EDITORE Padiglione 18, stand 78 tel. 02-70632252 www.suonare.it 20 Fra le novità presentate da Yamaha in fiera, un posto di primo piano spetta –sia per quantità che per qualità della proposta– alla rinnovata gamma di pianoforti digitali della linea Clavinova. Il generatore sonoro degli strumenti della nuova serie CVP 400 (nella foto in basso a sinistra, il modello CVP401) si avvale di un timbro di pianoforte campionato a quattro livelli, al quale affianca la riproduzione di alcune sfumature tipiche del pianoforte acustico, dal Key Off (il rumore di rilascio del tasto) alla String Resonance (quel fenomeno che si produce quando il martelletto che colpisce le corde di un tasto fa vibrare anche le corde di altri tasti). Dettagli che, uniti alla meccanica di prestigio GH3 –equipaggiata con tasti in legno rivestiti in avorio sintetico sul modello CVP409– consentono un tocco espressivo, simile a quello ottenibile su di un vero pianoforte a coda. Accanto al suono di pianoforte, poi, sono presenti decine di stili pronti all’uso e centinaia di timbri in rappre- YAMAHA Clavinova sentanza di tutte le famiglie di strumenti musicali. Suoni che, grazie alle tecnologie Megavoice e Super Articulation (che riproducono aspetti esecutivi degli strumenti come il rumore dei tasti sul sax o lo slide sulla chitarra), sono davvero estramemente realistici. I nuovi modelli hanno inoltre una porta LAN per l’accesso diretto ad Internet; e, ad eccezione del modello CVP401, sono dotati della funzione USB Audio Recording, che permette di registrare sul pen-drive le proprie performance in formato audio. Per quanto riguarda invece la serie CLP (i pianoforti digitali senza funzioni di intrattenimento), le novità riguardano i modelli CLP265GP e CLP295GP (nella foto in alto a destra). Il primo monta la tastiera GH3 ed è dotato di sequencer a 2 tracce, porta USB to device e prese Midi. Il CLP295GP, invece, ha in più la tastiera Natural Wood con tasti bianchi in legno, sequencer a 16 tracce con banco suoni General Midi, campionamento del pianoforte a quattro livelli, effettistica completa con sistema iAFC, Pad. 18 | Stand G92 E77 E83 USB to host e to device, prese Midi. Nelle sezione Tastiere Home Workstation segnaliamo l’arrivo dei tre nuovi modelli della serie PSR-S. Strumenti che si collocano rispettivamente nella fascia entry-level (PSRS500), nel segmento consumer evoluto (PSRS700) e nell’area professionale (PSR-S900, lo strumento che sostituisce le vecchie PSR1500-3000). Su questi ultimi modelli si ritrovano le tecnologie Megavoice e SuperArticulation, e soluzioni innovative come la porta LAN per il collegamento diretto ad Internet. Sulla S900, inoltre, sono presenti un ingresso microfono con armonizzatore vocale, un’uscita video e la funzione USB Audio Recording. Nella fascia economica segnaliamo l’esordio dell’NP30, un pianoforte digitale portatile con tastiera a 76 tasti non pesata, campionamento del pianoforte in tecnologia AWM, dieci suoni di pannello, riverbero, metronomo, funzioni dual e transpose e prese www.yamaha.it Dismamusica Magazine SHOW DAILY Dalle Aziende Dalle Aziende 24 Settembre 2007 Schott Piano Lounge Sono diciotto i brani tratti dalla grande tradizione della musica cinematografica e riarrangiati da Carsten Gerlitz per Movie Classics, il volume della collana Schott Piano Lounge di cui riproduciamo qui a fianco la copertina. I pezzi contenuti nell’indice sono estremamente noti, ma non per questo meno stimolanti per l’esecutore e per l’ascoltatore; ogni tema è arricchito da una armonizzazione che, pur rimanendo fedele all’originale, introduce nuove idee e nuova luce. E l’intero volume gode di una scrittura brillante, che riesce a coniugare scelte stilistiche estremamente gradevoli e passaggi tecnici relativamente semplici da eseguire. È quindi Pad. 18 | Stand D57 E66 SCHOTT Movie Classics Al pianoforte, fra note e... pastelli particolarmente indicato per gli allievi dei corsi medi e per gli amatori evoluti, che potranno affrontare con grande soddisfazione un repertorio universalmente apprezzato. Accanto a Movie Classics, Schott propone altri titoli dello stesso autore: Pop Ballads 1 e 2 (con brani come Don’t Know Why, Field of Gold, Imagine, Against All Odds e Piano Man; e Swing Standards: una raccolta che va da Duke Ellington a Glenn Miller passando per i crooners di Fly me to the Moon. www.schott-music.com Sarebbe difficile trovare, all’interno del fascicolo Piano... Pianissimo curato per Carisch da Elena Contu e Ilaria Oggioni, ampie pagine da suonare. E questo perché l’agile volumetto, pensato per i bambini che si avvicinano per la prima volta agli ottantotto tasti bianchi e neri, si preoccupa soprattutto di favorire un approccio “morbido” e sereno allo strumento. Abbondano quindi, accanto ai grandi pentagrammi e alle indicazioni didascaliche relative alla posizione e al valore delle note, i... personaggi da colorare. La loro presenza serve a rendere ancora più piacevole il tempo passato a lezione; e a personalizzare il libro con un tocco di colore. L’uso dei colori, almeno nella prima parte del libro, serve fra l’altro ad identificare le note, che così possono essere lette anche ad un livello più intuitivo. Naturalmente la presenza dell’insegnante –e delle costanti attenzioni all’impostazione della postura, della posizione delle dita e della scioltezza del polso– resta fondamentale. CARISCH Pad. 14 | Stand L21 M14 Piano... Pianissimo www.carisch.com Buon Natale! Non è un augurio che giunge troppo in anticipo, ma una esortazione a sfogliare il volume Il Concerto di Natale e... Capodanno! presentato in Fiera dalle Edizioni Sinfonica di Brugherio e firmato da Matteo Ferrari e Luigi Verrini. Dedicato espressamente agli ensemble scolastici, l’agile libretto propone quattro brani natalizi per organico variabile. Le parti contenute, rigorosamente staccate, sono infatti scritte per flauti (o violini), chitarre, percussioni e pianoforte; e possono essere distribuite a seconda delle necessità in modo da allestire un piccolo momento musicale d’insieme in occasione delle prossime festività natalizie. Deck the Halls, The first Nowel, Jinglemix e l’immancabile Marcia di Radetzky, ormai svestita dei contorni militareschi e consegnata dall’immaginario collettivo al contesto delle feste di Capodanno... c’è tutto l’occorrente per brindare in allegria –assicurando contemporaneamente un notevole successo alle formazioni studentesche! CARISCH Pad. 14 | Stand L21 M14 Concerto di Natale www.sinfonica.com Libri da... ascoltare È tutta da ascoltare la collana degli Audiolibri presentati dalle edizioni Rugginenti. Testi di varia estrazione –ci sono grandi classici della letteratura, racconti, gialli, tasti sacri– che vengono proposti in versione recitata e che si ricolgono idealmente al pubblico delle famiglie. È un modo insolito di avvicinarsi alla letteratura, ma anche un esperimento editoriale innovativo, che vive della libertà espressiva del libro e delle suggestioni sonore che il CD rende possibili e che avvicinano gli Audiolibri agli sceneggiati radiofonici. Da segnalare, oltre al Racconto di Natale tratto da Dickens, ai canti scelti della Divina Commedia recitati da Ugo De Vita, al Vangelo di Marco in lettura integrale a più voci, il thriller metropolitano Tre uomini, accompagnato da effetti, suoni originali e colonna sonora. RUGGINENTI Audiolibri Pad. 18 | F70 E63 www.rugginenti.it 21 Dalle Aziende Dalle Aziende 24 Settembre 2007 Monsound si presenta. Ed è subito gruppo Le giornate di MEET Milano dovevano essere l’occasione per il lancio, da parte di Monsound, della nuova linea di prodotti per il mercato Pro Audio a marchio MyAudio. E invece... E invece la giovane impresa del Gruppo Monzino non si è limitata a presentare un marchio, ma ne ha introdotti addirittura tre in una sola volta. Oltre all’intera gamma MyAudio, infatti, a MEET Milano sono stati tenuti a battesimo anche i prodotti a marchio M1750 e DAG. “Le tre linee si rivolgono ad altrettante fasce di mercato differenti. Mentre DAG si posiziona nel comparto value, MyAudio guarda all’utenza semiprofessionale o comunque consumer; M1750, invece, è un marchio pro per definizione”, dichiara la Responsabile Marketing Ilaria Piermatteo. Che puntualizza: “Allo stato attuale non abbiamo ancora delineato con precisione i confini del nostro target, anche perché ragionare per target è un po’ come ghettizzare, e questo non è il nostro stile”. In effetti, i primi tre giorni di fiera hanno dimostrato MONSOUND Un sub e due satelliti zionale, grazie alla rete di vendita che si sta costruendo proprio in questi giorni. Come dichiara Lorenzo Aramini, l’Amministratore Delegato della nuova azienda del Gruppo Monzino: “Monsound ha scelto di presentare i prodotti dei cataloghi DAG, MyAudio e M1750 in questa fiera; è all’interno di questo scenario che abbiamo avviato i primi contatti con la rete dei negozianti italiani. Naturalmente contiamo di allargare ulteriormente il numero di punti vendita pronti a sostenere i nostri prodotti diffondendoli sul territorio. Ma posso già dire che, a breve, saranno disponibili sul sito www.myaudio. it gli indirizzi dei punti vendita che decideranno di aderire alla nostra proposta commerciale. Sono inoltre già stati presi contatti anche con alcuni ditributori esteri... Stay tuned!” Pad. 14 | H21 L14 DaG - My Audio - M1750 22 in modo evidente che l’attenzione della Monsound si concentra prima di tutto sui prodotti. Tutti i modelli sono particolarmente curati sia dal punto di vista del design che dal lato dell’ingegnerizzazione. Ed è ancora Ilaria Piermatteo a spiegarci perché: “Come azienda del gruppo Monzino, abbiamo un background storico fatto per tradizione di prodotti di alta qualità. Suona un po’ strano, ma possiamo dire che, anche se siamo appena nati, abbiamo alle spalle più di duecentocinquant’anni di storia. Con queste premesse, e dal momento che andiamo ad affrontare un segmento di mercato relativamente nuovo per il Gruppo, non avrebbe avuto senso presentarsi con una proposta povera. Tanto più che l’esperienza davvero più uni- ca che rara che il Gruppo Monzino può vantare a livello di management e di gestione della strategia ci ha permesso di ottimizzare tutte le fasi della produzione per arrivare sul mercato con prodotti ad alta tecnologia e di prezzo aggressivo”. Interamente progettati in laboratori italiani di ricerca e sviluppo, realizzati con compo- n e n t i di alta qualità e caratterizzati da un design che valorizza gli aspetti ergonomici del progetto, i prodotti distribuiti da Monsound comprendono mixer, amplificatori digitali e analogici, diffusori da palco in legno e in resina, sistemi di monitoring per piccoli studi e imponenti line array destinati alle installazioni più impegnative. Tutti saranno presto disponibili sul territorio na- Dismamusica Magazine SHOW DAILY www.monsound.it I sistemi L.U.C.A.S. di HK Audio sono rinomati sistemi attivi che, nel 1998, hanno introdotto per la prima volta il concetto innovativo di sub amplificato e due satelliti passivi. Nel 2006 la serie è stata completamente aggiornata ed ora HK Audio introduce un nuovo sistema, denominato L.U.C.A.S. Alpha, che si colloca al vertice della serie per potenza e performance. Il subwoofer di LUCAS Alpha, equipaggiato con un altoparlante al neodimio da 18” e pilotato da un finale di potenza digitale da 1200 Watt, fornisce bassi profondi e potenti. Il suo cabinet accoglie tutta l’elettronica del sistema, SISME compresi il controller digitale DDO™ e gli amplificatori digitali da 400 Watt che pilotano i due satelliti. Questi ultimi, che si incaricano di diffondere le frequenze medio-alte, sono dotati di un altoparlante al neodimio da 12” e di un driver di compressione da 1.4” con tromba 60° per 40°, che si fa “sentire” anche in grandi spazi. Capace di raggiungere livelli di pressione sonora superiori a 130 dB, il sistema Alpha è ideale per produrre bassi solidi e lanciare medie ed alte frequenze a grandi distanze. Pad. 14 | Stand M41 N34 N40 LUCAS Alpha www.sisme.com Mobile recording: ecco il futuro La sua risposta in frequenza è di 100 kHz, la gamma dinamica di 120 dB. È il nuovo registratore professionale Korg MR 1000, un “Mobile Recorder” che sfrutta l’avanzatissima tecnologia di registrazione a 1 bit e 5.2 MHz per offrire un suono pulitissimo, privo di rumore di fondo e convertibile senza perdite di sorta in qualsiasi altro formato. Ideale per le applicazioni giornalistiche, per il podcasting, per l’acquisizione di materiale da editare e per il salvataggio finale di un master, MR1000 si collega facilmente al mondo informatico attraverso la porta USB 2.0. EKO Pad. 14 | Stand A09 A21 C08 C20 KORG MR 1000 www.eko.it Dismamusica Magazine SHOW DAILY Phoenix per il broadcasting La famiglia di codec audio IP Phoenix, che ha fatto la sua comparsa quest’anno nel catalogo AEQ, è sicuramente una delle soluzioni più avanzate del momento per la gestione del segnale audio all’interno di un flusso di lavoro di tipo broadcast. Entrambi gli apparecchi possono essere espansi grazie a due slot per l’inserimento di moduli opzionali –e aggiungono quindi alla dotazione di serie ulteriori interfacce di comunicazione. Il più piccolo dei due si chiama Phoenix Mobile, e come il nome suggerisce è un dispositivo pensato soprattutto per l’uso portatile. Dotato di quattro ingressi, di un mixer dalle dimensioni contenutissime e di un display grafico a colori, è in grado di sostenere fino a due connessioni simultanee a scelta fra una linea telefonica analogica e IP (disponibili in modo nativo), un modulo GSM o ISDN o qualsiasi codifica AAC,V.35, G3, Blutooth/Wifi. Le stesse caratteristiche si ritrovano anche nel modello a rack (Phoenix Studio), che offre entrate ad uscite stereo analogiche e digitali con alimentazione universale. EXHIBO Dalle Aziende Dalle Aziende 24 Settembre 2007 Hardware e Software per DJ È un bundle decisamente interessante quello proposto da Sound Wave con il pacchetto Torq Xponent. Nella soluzione, che si rivolge a tutti i DJ che usano il PC per le performance dal vivo, sono infatti compresi il celebre pacchetto Torq™ per il DJing digitale e la nuova superficie di controllo Xponent a marchio M-Audio. Quest’ultima è stata sviluppata sulla base delle specifiche di Torq, ed è quindi già predisposta con le mappe relative ai parametri del software. Caratterizzata da un design ergonomico e cool, Xponent aggiunge alle funzioni di superficie di controllo una interfaccia audio integrata che lavora a 16 bit su 48 kHz e che, grazie alla porta USB, può essere SOUND WAVE Torq Xponent collegata con facilità a qualsiasi computer. I driver ASIO e Core Audio garantiscono affidabilità e bassissima latenza; e le quattro uscite separate di livello linea permettono all’unità M-Audio di inserirsi con facilità in qualsiasi ambiente di lavoro. L’area mixer del pannello di controllo comprende due potenziometri per il controllo del guadagno e altrettanti tasti mute, due equalizzatori da tre bande dotati del pulsante band killer, due fader vertica- Pad. 14 | Stand L51 M44 li e un crossfade orizzontale. Le due aree player, invece, dialogano direttamente con il software; e pertanto ripropongono in formato hardware i controlli principali del pacchetto Torq. Fra questi ricordiamo, su tutti, la funzione di time-stretching, il campionatore a 16 memorie con sincronizzazione automatica del tempo, il supporto per effetti aggiuntivi in formato VST, la funzione Rewire e la simulazione del comportamento del vinile. www.soundwave.it Pad. 14 | Stand G41 H34 AEQ Phoenix www.exhibo.it Mixer Kempton: qualità per tutti I mixer Kempton della serie ME sono stati interamente progettati all’interno dei laboratori italiani di ricerca e sviluppo di FBT. Pensati per portare qualità e facilità d’impiego nei contesti medio-piccoli (dagli studi domestici alle produzioni musicali di dimensioni più contenute, dai locali ai palchi dove si fa musica live), sono caratterizzati da un rapporto qualità/prezzo molto vantaggioso. I modelli disponibili sono tre, e vanno da otto a ventiquattro canali. Ogni console è dotata di alimentazione Phantom e di Insert su ciascun ingresso microfonico; inoltre, tutti i banchi sono equipaggiati con un processore di segnale di alta qualità che mette nelle mani del fonico una “tavolozza” di 99 algoritmi diversi. Il “colore” del suono è affidato a tre tagli di equalizzazione per canale, che diventano due sui due canali stereo del modello ME 8-2. La differenza è dovuta soprattutto alle dimensioni molto compatte di ME 8-2, che si riflettono fra l’altro anche sul numero di mandate ausiliarie: due contro le cinque del modello top di gamma. Particolarmente ricca, nei due modelli superiori, è infine la sezione delle uscite, che comprende, oltre ai canonici Main Outs su XLR, due uscite Track, un’uscita cuffie, un’uscita Control Room e un’uscita mono. FBT Pad. 14 | Stand E25 E31 G24 G30 Kempton ME www.fbt.it 23 Dalle Aziende Dalle Aziende 5316_01_MA_DISMA_ital_82x380_4c:5316_01_MA_DISMA_ital_82x380_4c Questa bellissima collection esplora il tradizionale mondo del fiddle, dalla musica irlandese ai Gipsy, dal Bluegrass al Latinoamericano. Rimarrete incantati dalla bellezza dei ritmi celtici della Scozia, dal liricismo della musica nuziale del Klezmer, da questi ritmi spontanei e creativi. Brani repertorio essenziale per il livello intermedio di tutti gli archi con accompagnamenti e parti facili, accordi per chitarrra con Cd playalong. Tutti i brani possono essere eseguiti in solo o in duo, in ensemble con o senza accompagnamento per piano o del CD. Il CD di accompagnamento è eseguito da un ensemble di professionisti con strumenti e sonorità autentiche. Le edizioni per violino, alto e violoncello sono compatibili fra di loro. The Fiddler Playalong Collection 1 per violin e piano edizione con CD · ISMN M-060-11583-7 · BH 1002657 Contiene: Carolan's Air - Drowsy Maggie - Makin' Whoopee - The Flower of the Quern - Timour the Tartar - A Hero's Farewell - East Tennessee Blues - Dusty Miller - Pastime with Good Company The Silver Leaves of the Poplar Tree - The Four Corners of my Handkerchief - We Three Kings of Orient Are - Il est né, le divin enfant - Dance! Dance! - Russian March - Muiñeira: The Bridge of Saint Paul - La Cucaracha - El Choclo The Fiddler Playalong Collection 2 per viola e piano edizione con CD · ISMN M-060-11584-4 · BH 1002658 Contiene: Red-Haired Boy - The Bridal - Paragon Rag - On the Balcony De'il among the Tailors - Staten Island - Mrs McLeod's Reel Little Sadie - Blackberry Blossom - Watkin's Ale - Song of the Ghetto - Away in a Manger - Deck the hall with boughs of holly - Freylechs from Warsaw - Glwysen - Nyth y Gwcw - Clear the tracks! - Quizas, quizas, quizas - La Cumparsita The Fiddler Playalong Viola Collection per viola e piano edizione con CD · ISMN M-060-11785-5 · BH 11785 Contiene: Carolan's Air - Red-Haired Boy - Makin' Woopee - The Flower of the Quern - Staten Island - Mrs McLeod's Reel - A Hero's Farewell - On the Balcony - Little Sadie - Blackberry Blossom Pastime with good company - The silver leaves of the poplar tree - The four corners of my handkerchief - We three kings of Orient are - Il est né, le divin enfant - Russian March - Glwysen - Nyth y Gwcw - Dance! Dance! - Quizas, quizas, quizas La Cumparsita Seite 1 Per suonare subito la batteria Si può imparare a suonare la batteria nel giro di poche ore? Evidentemente, se l’obiettivo è quello di cimentarsi con il repertorio dei più celebri virtuosi dello strumento, la risposta non può che essere negativa. Ma diverso è il caso di chi voglia acquisire una prima, velocissima “infarinatura” sulle nozioni teoriche fondamentali, sul coordinamento motorio di mani e piedi e sulle tecniche di base dello strumento. Per tutti questi entusiasti, l’agile volume Batteristi in 24 ore curato da Gianluca Fuiano per le Edizioni Curci si dimostrerà una risorsa di prim’ordine. Nel breve giro di cinquanta pagine, infatti, l’autore –che vanta una invidiabile esperienza nei mondi del Blues, del Pop e del Latin Jazz– offre una veloce panoramica degli argomenti fondamentali. Il percorso didattico, spezzato com’è in unità dalle dimensioni ridottissime, risulta semplice ed immediato; e i primi risultati apprezzabili si ottengono molto presto. EDIZIONI CURCI Batteristi in 24 ore Pad. 18 | Stand D63 E72 www.edizionicurci.it Cornamusa? No. Armonica “Highlander”! per cello e piano edizione con CD · ISMN M-060-11784-8 · BH 11784 MASTER MUSIC 24 con una proposta che privilegia allo stesso tempo gli aspetti tecnologici e quelli legati al prezzo. Le nuove Fiberstick sono costruite in materiale composito: la fibra di carbonio rappresenta solo il 45% del loro volume. Questa soluzione ha permesso di contenere il costo di produzione preservando le caratteristiche di fondo dei prodotti a marchio Carbostick. Come le loro... sorelle, anche queste bacchette sono molto resistenti: la loro “vita” è fino ad otto volte più lunga rispetto alle bacchette tradizionali. Inoltre, grazie all’omogeneità del materiale con cui sono costruite, sono molto bilanciate e assicurano un rendimento costante in qualsiasi condizione ambientale. Pad. 14 | Stand D51 F44 www.carbostick.de Selmer for Africa mantenuto la scala tonale tradizionale sul lato in Re Maggiore. Ora è quindi possibile suonare con grande facilità melodie di norma riservate alle cornamuse delle Highland”. Il corpo in legno di acero è coperto con una speciale finitura verde scuro, che rende lo strumento davvero esclusivo. La sua robusta struttura esterna in acciaio inossidabile presenta un decoro elegante e inconfondibilmente scozzese. Non è proprio una cornamusa, ma… quasi! www.master-music.it Non è il titolo dell’ennesimo disco umanitario per il Continente Nero, ma il tema prescelto da Selmer per interpretare gli strumenti “Limited Edition” del 2007. Si tratta dei due sax Reference Pink Flamingo, che si caratterizzano sia per il dettaglio tecnico della mancanza della chiave del Fa# Acuto sia per la presenza di una bellissima incisione di cui riproduciamo nella foto in basso a sinistra un dettaglio. La lavorazione, eseguita rigorosamente a mano dai migliori artigiani Selmer di Parigi, rappresenta nelle intenzioni del costruttore “una vera espressione poetica della cultura di un continente”. Ed è senz’altro un dettaglio di gran pregio, che si aggiunge ad altri particolari preziosi –come la madreperla Tahitian Black o il bocchino Super Session– per fare di questi strumenti due autentici pezzi da collezione. MOGAR MUSIC Pad. 14 | Stand D51 E44 Selmer Pink Flamingo www.mogarmusic.it Cimbasso: chi è costui? G&P Wind Instruments, un’azienda artigianale di Legnano specializzata in strumenti a fiato di grande pregio, è presente a Meet Milano con uno strumento davvero inconsueto, nella forma, nel nome e nel suo impiego. Si tratta del Cimbasso, che potrebbe essere chiamato tecnicamente trombone basso in FA. Lo strumento è nato ai primi del 1800 per offrire sonorità gravi e molto presenti, ma non ovattate come nella tuba, e decisamente più squillanti rispetto al mondo dei legno (i controfagotti, ad esempio). Apprezzato da alcuni au- Boosey & Hawkes è un’esclusiva di distribuzione di Schott Music. www.schott-music.com Nonostante sia presente sul mercato da diversi anni, il marchio Carbostick è sempre citato come paradigma dell’innovazione. E questo perché le bacchette in fibra di carbonio, molto più resistenti all’usura rispetto a quelle tradizionali, sono ancora in netta minoranza nei kit dei batteristi. La situazione, però, è in costante evoluzione, complice il fermento vulcanico degli inventori di queste bacchette, sempre pronti a sfornare nuovi modelli destinati ai musicisti più disparati. A MEET Milano, in particolare, si possono toccare con mano (letteralmente) le nuove bacchette della linea Fiberstick, una nuova famiglia di bacchette che si affianca alle altre 11 Fiberstick Pad. 14 | Stand E15 E21 G14 G20 Hohner Highlander Dismamusica Magazine SHOW DAILY La fibra di carbonio che piace ai batteristi STEFY LINE La Hohner di Trossingen afferma che ora è possibile suonare la cornamusa con l’armonica a bocca. E sul sito della casa tedesca si legge a proposito di questa novità 2007: “Abbiamo sviluppato questo particolare strumento intonato come una cornamusa proprio per suonare un repertorio tradizionale scozzese. Abbiamo riallineato i toni della parte “A” sulla scala in LA (scala misolidia) ma abbiamo The Fiddler Playalong Cello Collection Contiene: Carolan's Air - Drowsie Maggie - Makin' Whoopee - Paragon Rag - Staten Island - Mrs McLeod's Reel - The Flower of the Quern - On the Balcony - Pastime with good company Watkins' Ale - Blackberry Blossom - The silver leaves of the poplar tree - The four corners of my handkerchief - We three kings of Orient are - Il est né, le divin enfant - Freylechs from Warsaw - Russian March - Glwysen - La Cucaracha - La Cumparsita 11:10 Uhr 24 Settembre 2007 BOOSEY PRESENTA: Musica fiddle da tutto il mondo! 10.09.2007 G&P WIND INSTRUMENTS Cimbasso Pad. 18 | Stand F63 tori d’opera, venne utilizzato per alcune opere di Verdi e Puccini, quali ad esempio Otello, Butterfly, Turandot. Il Cimbasso G&P, come gli altri ottoni presentati da questa azienda, è realizzato interamente e rigorosamente a mano, e ottimizzato grazie all’aiuto di noti musicisti come Angelo Pinciroli (prima tromba all’Arena di Verona), Daryl Smith (tuba dell’Orchestra Sinfonica della Rai di Torino) e Roy Paci, con il quale l’azienda sta sviluppando la realizzazione di una tromba interamente disegnata dal musicista. www.gp-wind.com Vieni a trovarci! una maglietta sarà subito tua. Scopri le sorprese che ti abbiamo riservato. 21-22-23-24 Settembre 2007 Fiera Milano-Rho Salone Meet-Miv Padiglione 14 corsia H 21-corsia L 14 www.myaudio.it Monsound s.r.l. Viale Italia 88 - 20020 - Lainate (MI) Italy Tel. 02-93596500 - Fax 02-93596501 [email protected] Dalle Aziende Dalle Aziende 24 Settembre 2007 Come un microfono Si può ottenere una resa “microfonica” della chitarra acustica senza utilizzare un microfono? Ed eliminare in questo modo gli scomodi (e costosi) microfoni da palcoscenico? Fishman, con la sua nuova linea di stompbox Aura, dà una risposta affermativa estremamente autorevole. Nelle ridottissime dimensioni di questi pedali si cela infatti una tecnologia avanzatissima chiamata Acoustic Imaging Blender. Grazie ad essa, il suono della chitarra viene processato come in un sistema di ripresa microfonica... e il risultato è un timbro pulito, accurato e brillante. In una parola sola, un suono professionale che entra con facilità in qualsiasi mix. Facili da impostare, i pedalini Aura sono realizzati “su misura” per ciascun tipo di body acustico; questo significa che, a seconda del tipo di chitarra da amplificare (Dreadnought, Concert, Orchestra, Jumbo, Nylon e 12 Corde), occorrerà scegliere il modello... ideale. EKO Pad. 14 | Stand A09 A21 C08 C20 Fishman Aura www.eko.it PROEL allarga il management PROEL annuncia un rafforzamento del management aziendale. Le nuove nomine riguardano Massimo Signor, nuovo Amministratore Aelegato di PROEL, e Paolo Pierpaoli, che ha assunto la posizione di Chief Financial Officer. Signor, nato nel 1954 a Vittorio Veneto e laureato in Economia e Commercio all’Università di Padova, ha aperto la propria carriera in Arthur Andersen & Co., nel settore della revisione e certificazione di bilancio. Dal 1981 al 1985 è stato consulente in organizzazione aziendale e sistemi infor- Amplificatori in formato digitale Compatti e potenti: i nuovi amplificatori digitali MyAudio della linea Diginox, che proprio qui in fiera sono alla loro prima uscita ufficiale sul mercato italiano, vogliono imporsi all’attenzione degli operatori soprattutto con queste caratteristiche. I due modelli, che occupano ciascuno una sola unità rack, erogano rispettivamente 2.600 e 4.000 Watt, e sono quindi particolarmente indicati per le applicazioni dal vivo che richiedono impianti di medio-grandi dimensioni. Tutto, nei due nuovi Diginox, è stato sottoposto a grande cura in fase di progettazione. Il pannello frontale è al tempo stesso aggressivo e lineare; la circuiteria interna è di MONSOUND Pad. 14 | H21 L14 Diginox 2600 • 4000 classe D, e si appoggia quindi su componenti di alta qualità; ancora, tutti i connettori sono disponibili nel doppio formato Speakon e COMBO, in modo da assicurare una grande versatilità di impiego. Grande attenzione è stata rivolta infine alla sicurezza: ciascun canale è infatti dotato di una protezione indipendente che mette al riparo dai sovraccarichi di tensione e di calore. Non manca neppure il controllo intelligente della velocità di rotazione delle ventole, che abbassa sensibilmente il già contenuto rumore di fondo nel caso in cui la temperatura sia entro i limiti di esercizio. www.monsound.it mativi presso la Considi di Milano. In seguito si è occupato di amministrazione, finanza e controllo in aziende di primaria importanza del panorama industriale italiano. Prima dell’ingresso in PROEL è stato Direttore Operativo di Ecoflam, ora del Gruppo MTS (Merloni Termo Sanitari). Paolo Pierpaoli, marchigiano, 36 anni, laureato in Economia e Commercio, proviene dalla Elica di Fabriano una società leader nella produzione di cappe aspiranti per cucina, dove ha ricoperto il ruolo di Direttore Amministrativo. Ha iniziato la sua carriera professionale nel mondo delle società di revisione come Senior Auditor e Supervisor, fino al 2001, quando per Team System S.p.A. di Pesaro è responsabile delle società consociate e M.&A. Le nuove figure si inseriscono nel quadro complessivo del management dell’azienda di Sant’Omero nell’ambito del già avviato processo di quotazione in Borsa. Dismamusica Magazine SHOW DAILY Chitarre Dual-Core Sulla carta, il nuovo sistema VG-99 V-Guitar dovrebbe funzionare come una coppia di VG-88; e questo perché in ogni unità si trovano due processori di classe GT-Pro. Le caratteristiche del nuovo sistema, tuttavia, superano la somma dei suoi componenti, perché oltre ad offrire due motori di sintesi indipendenti, schiudono innumerevoli possibilità ai chitarristi attraverso la fusione dei generatori. I due processori possono essere utilizzati in modo autonomo o in parallelo; o, ancora, per passare senza soluzione di continuità da un preset all’altro. A ciascuno di essi è possibile inoltre assegnare un suono, un effetto e una accordatura differente. L’elevato numero di connessioni presenti sul pannello ROLAND ITALY VG-99 posteriore di ciascuna unità permette un facile inserimento della stessa in qualsiasi ambiente di lavoro: ai tradizionali jack del Main Out si affiancano infatti le uscite stereo sbilanciate, le porte S/PDIF, USB e MIDI. Queste ultime, in particolare, rendono possibile il controllo di moduli esterni, tastiere e sequencer remoti, trasformando la VG-99 in un convertitore guitar-to-MIDI di ultima generazione. Di particolare interesse è infine il software di editing grafico dei parametri, attraverso il quale, con un normalissimo PC, anche chi non possiede una competenza tecnica particolarmente approfondita può gestire in modo intuitivo le regolazioni fini dei parametri più complessi della nuova unità. Pad. 14 | Stand E35 E41 G34 G40 www.roland.it Un piccolo... colosso da Peavey Da che mondo è mondo, un colosso è un oggetto di dimensioni gigantesche... Qualcosa all’estremo opposto rispetto al piccolo combo valvolare realizzato da Peavey in collaborazione con Joe Satriani e che si chiama, appunto, Mini Colossal. Cinque watt RMS in classe A, una valvola con funzioni di preamplificatore e una di potenza, il compattissimo JSX Mini Colossal è più di un semplice combo “da trasporto”. Come sottolineano le note di presentazione, è un combo da studio, e può quindi essere usato con profitto anche durante sessioni di registrazione. A farlo suonare “colossale” sono l’attenuatore Power Sponge PEAVEY (che regola in maniera continua l’uscita del finale tra 0 e 5 Watt, mantenendo costante a qualsiasi volume la distorsione del finale di potenza in Classe A) e uno speciale simulatore di microfono che permette di inviare direttamente il segnale ad un registratore o ad un mixer di sala senza ricorrere ad un microfono esterno. Nel presentare il nuovo ampli, Satriani ha dichiarato: “Con gli amplificatori in Classe A, alla dinamica succede qualcosa di speciale, ed è qualcosa di completamente differente da quello che succede con gli amplificatori moderni. Un amplificatore moderno, per esempio la testata JSX, suona forte an- Pad. 14 | G15 H14 Mini Colossal che quando la pennata non è particolarmente forte. Al contrario, un amplificatore vintage in Classe A suona piano e pulito quando si suona con tocco leggero, e va progressivamente in overdrive man mano che si esercita più forza. Quando compongo, mi capita spesso di aver bisogno di un amplificatore in Classe A per far funzionare il pezzo. È per questo che abbiamo creato il Mini Colossal: per ottenere una dinamica totalmente diversa rispetto a quella del JSX a tre canali. Si tratta di un complemento importante per la mia musica, perciò quando registro uso i due amplificatori insieme. Da un punto di vista artistico, mi permettono di avere esattamente il tipo di sonorità che voglio ottenere”. www.peavey.it Charlie Brown conosce Furcht? A Milano, uno dei rivenditori storici specializzati in pianoforti è Furcht Pianoforti di Via Manzoni, punto vendita che rappresenta anche una importante vetrina per l’importatore e distributore per l’Italia dei pianoforti Kawai, la ditta (appunto) Furcht. Ebbene, se siete appassionati di fumetti e vi piace il segno inconfondibile di Schulz, creatore di personaggi mitici come Charlie Brown, Linus, Snoopy, Lucy e Schroeder (il fanatico di Beethoven), e se sfogliate le traduzioni italiane di questi albi più volte ripubblicati, vi potrà capitare di imbattervi nella vignetta che riproduciamo in questa pagina, come citazione di un fatto di costume. Per non rovinarvi il gusto della scoperta, vi invitiamo a scorrere il fumetto che vi proponiamo qui accanto per conto vostro. Vi chiediamo solo una cosa: a chi sta telefonando Schroeder? 26 Dismamusica Magazine SHOW DAILY Dalle Aziende Dalle Aziende 24 Settembre 2007 Bassi esotici da Ibanez A scuola di velocità sulla chitarra elettrica Le pubblicazioni firmate da Troy Stetina stanno raccogliendo il favore e l’interesse degli appassionati di chitarra elettrica ai quattro angoli del pianeta. L’eclettico didatta americano, che vanta anche un passato da... atleta di buon livello, ha realizzato tra l’altro un metodo pensato per sviluppare la massima velocità possibile sul manico e sulle corde della sei corde di vocazione hard-rock/metal. Il riferimento al passato agonistico di Troy non è casuale: l’intero volume, che è pubblicato in Italia per i tipi delle Edizioni Curci, è infatti organizzato con grande rigore, e in questo non è distante dalle tabelle di allenamento con cui lo stesso autore era ed è tuttora abituato a confrontarsi. Il viaggio alla ricerca della velocità è suddiviso in tre sezioni distinte, che prendono in esame rispettivamente i temi della meccanica, del ritmo e della creatività. Ogni argomento è quindi ulteriormente suddiviso in una serie di brevissimi capitoli che “mettono a fuoco” i singoli problemi. Così, suddividendo in tante parti il percorso di studio, esercitarsi risulterà più facile, più proficuo, e, soprattutto, più... veloce. EDIZIONI CURCI Pad. 18 | Stand D63 E72 Speed Mechanics for Lead Guitar www.curciedizioni.it Una Martin “Slow Hand Signature” Sono molte le nuove chitarre introdotte quest’anno a catalogo da Martin. Fra queste, uno degli strumenti di maggiore interesse è senz’altro il modello Auditorium Eric Clapton Signature. Si tratta di uno strumento prezioso, costruito su specifiche di “Mister Slow Hand” con un mix di essenze di gran pregio e una grande cura dei più piccoli dettagli. Il top è in massello di abete sitka, la tastiera e il ponte sono realizzati in ebano. Fondo e fasce sono in Indian Rosewood, mentre il manico è in mogano. Di particolare suggestione è anche la finitura del top, un sunburst tirato a lucido. EKO Pad. 14 | Stand A09 A21 C08 C20 Martin 00028EC www.eko.it Ibanez si presenta con una gamma di bassi acustici che presentano un manico con lo stesso tipo di scala normalmente impiegato per la realizzazione dei bassi elettrici. Come ha dichiarato Irene Shvartsman, della divisione acustica di Ibanez: “Partendo dalla consideazione che le corde più gravi tendono a perdere tensione se il manico del basso ha una scala ridotta, abbiamo deciso di utilizzare per i nostri strumenti a 4 o 5 corde della serie Exotic Wood dei manici a scala più lunga, da 34 pollici. Una caratteristica che si traduce in una migliore definizione ed articolazione del suono”. I due nuovi modelli hanno un manico in mogano con tastiera in palissandro, tasti e capotasti in IVOREX II, pin Advantage e un set di corde D’Addario EXP. Il disegno a spalla mancante di questi strumenti si rifà al design delle chitarre Exotic Wood. MOGAR Pad. 14 | H03 www.mogarmusic.it Duende: le chitarre di Barcellona Sono distribuite in Italia da Stefy Line le chitarre classiche artigianali a marchio Duende. Costruite a Barcellona, si mettono in luce soprattutto per l’insolita combinazione di essenze pregiate, che porta a differenziare notevolmente il suono e le caratteristiche dei sei modelli attualmente presenti a catalogo. Il modello SP-1, ad esempio (nella foto qui a sinistra), è costruito in etimoe e affianca al top di pino un manico in samanguilla dalla tastiera in palissandro. STEFY LINE Al modello SP-1 fanno seguito le due varianti della SP-2 (in noce americano la prima, in legno di sandalo con manico in cedro la seconda, ritratta qui a fianco) e i modelli SP-3 e SP-4E. Costruiti entrambi in palissandro indiano, cedro e cedro massello (per il top), si differenziano per la forma, che nel caso del modello SP-4E è del tipo a spalla mancante. Pad. 14 | Stand D51 F44 Chitarre classiche Duende www.stefyline.it Trentasette chitarre in una Stratocaster Non è uno scherzo, e nemmeno un errore di stampa, ma il “ricco bottino” che può portarsi a casa chi decide di acquistare una Fender VG Stratocaster. La chitarra, elaborata dai Fender Labs in collaborazione con Roland, è facilissima da utilizzare e non richiede l’acquisto di unità MIDI esterne. Tutto quello che serve per poterla usare è un amplificatore a cui collegarla con il caro, vecchio cavo jack. Di insolito, almeno a vederla da fuori, la nuova VG Stratocaster ha ben poco: un sottile pickup quasi invisibile posizionato al ponte e due piccole manopole, rigorosamente in stile con il resto della paletta, che sono le “chiavi” con cui si accede ai mondi virtuali. Ruotandole si può passare rapidamente dal suono Strato alla voce di una Telecaster, dall’atmosfera acustica alle sonorità di uno strumento a 12 corde. Le 37 diverse “voci” passano comunque attraverso i pickup originali... il risultato è quello di una chitarra virtuale che suona come una (pardon, come 37) chitarre reali. E non è tutto: perché, se una manopola permette di controllare le caratteristiche del timbro, l’altra è dedicata ai cambi di intonazione. Oltre all’accordatura canonica sono quindi disponibili le accordature Drop D, Open G, D Modal (DADGAD), Low B (Baritone), e 12-string. Il tutto, naturalmente, avviene in tempo reale ed è quindi... a prova di palco. M. CASALE BAUER Fender VG Stratocaster Pad. 14 | Stand H25 H31 N24 N30 www.fender.it Segni dello Zodiaco Sono nati dalla collaborazione tra Peavey e il bassista metal David Ellefson i nuovi bassi della serie Zodiac. “Il Rock n’ Roll”, ha dichiarato Ellefson durante la presentazione dei nuovi modelli, “è una continua reinvenzione di se stesso, e consiste nel raggiungere sempre nuovi estremi. Gli Zodiac riflettono la mia passione per quello stile di vita”. E ha aggiunto: “Voglio che il basso sia chiaramente udibile e percepibile nella musica. Del resto, quanto vale un bel basso, se non si riesce a sentirlo?”. PEAVEY Fedeli a questi princìpi, i due nuovi modelli (che sono disponibili nelle tre finiture qui riprodotte) adottano soluzioni tecniche che facilitano l’applicazione della tecnica più “trascendentale”. Ne è un esempio il manico, di tipo bolt-on con raggio da 8”, che permette di suonare comodamente su tutta l’estensione della tastiera. Corpo in ontano, tastiera in acero o palissandro, i nuovi Zodiac montano pickup Seymour Duncan custom e Peavey in alnico. Pad. 14 | Stand G15 H14 Zodiac Series www.peavey.it Greg Bennet Interceptor II A corpo scolpito e doppia spalla mancante, con un top figurato High Tech e la soluzione di accoppiamento manico-corpo in grado di rendere agevole anche il virtuosismo sui tasti più alti, questa nuova Interceptor di Greg Bennett si sta imponendo all’attenzione di chi cerca un suono graffiante ed estremamente tagliente su uno strumento con una finitura di grande pregio. Le caratteristiche tecniche di questo nuovo modello di Interceptor prevedono il manico avvitato a 24 tasti, la tastiera in Palissandro, tuner Grover, SISME Pad. 14 | Stand M41 N34 N40 Interceptor II Tono Vintage, Flessibilità Moderna Tutti i suoni classici, nessuno dei classici compromessi! Se cerchiil tono pulito e brillante dei combo valvolari open back. Se desideri un vero tono crunch, la cui dinamica puoi controllare da soft a ringhiante con nient’altro che il tuo tocco e la manopola del volume della chitarra. Se hai bisogno del punch e dell’energia di un overdrive halfstack per suonare veramente rock. Allora troverai il tuo amplificatore nella nuova serie Statesman! tremolo Floyd Style e tradizionale, e pick-up HH Duncan Design. La gamma Interceptor si compone oggi di tre modelli (IC 10, IC 20 e IC 30), tutti con l’inconfondibile e profonda doppia insenatura della spalla mancante bilaterale. Per maggiori informazioni www.sisme.com Richiedi il catalogo a [email protected] www.sisme.com 27 Dalle Aziende Dalle Aziende 24 Settembre 2007 Un quaderno per i jazzisti Dieci lezioni e diciassette standard per chi vuole approfondire le diverse sfaccettature del linguaggio jazz. È quanto propone il Quaderno pratico di musica jazz a cura di Paolo Di Sabatino e Renzo Ruggieri. I due autori, che partono dal presupposto che l’arte dell’improvvisazione possa essere insegnata con successo (a patto, naturalmente, che sia supportata da una conoscenza solida delle basi teoriche) danno vita ad un volume ricchissimo. Gli argomenti, che vanno dalle scale tonali e modali alCARISCH Per la tecnica della viola le strutture armoniche, dallo studio dei voicing alla poliritmia, sono esposti con grande ordine e precisione; e ogni capitolo contiene numerosissimi richiami alla tradizione che fanno da stimolo per ulteriori approfondimenti. Di particolare interesse è infine il CD allegato, che contiene la registrazione dei diciassette brani scelti come “palestra” dai due autori. La particolarità del disco, in formato MP3, è quella di contenere sia le basi integrali sia le versioni minus-one per ciascuno degli strumenti coinvolti. Pad. 14 | Stand L21 M14 Quaderno pratico di musica JAZZ www.sinfonica.com CARISCH Pad. 14 | Stand L21 M14 La Traviata - La Bohème 28 Si tratta nientemeno che della Traviata di Giuseppe Verdi e della Bohème di Giacomo Puccini, pubblicate negli scorsi mesi in una nuova edizione che si inserisce nella fortunata collana esportata in tutto il mondo. I volumi, che propongono la riduzione per canto e pianoforte dei due melodrammi, sono particolarmente curati sotto l’aspetto grafico, come si può intuire dalla vivace copertina. Lungi dal produrre una semplice ristampa anastatica, l’editore ha infatti incaricato il maestro Claudio Rifferio di Chi ha detto che gli studi tecnici devono essere per forza di cose noiosi e banali? Il celebre violinista francese Charles Dancla, vissuto fra il 1817 e il 1907, non la pensava assolutamente così. E ha dato una chiara dimostrazione della bontà di una impostazione didattica basata sulla ricerca della musicalità attraverso la sua lunga carriera di docente presso il Conservatorio di Parigi e l’intensa produzione di studi. Gli Studi Op. 84, costruiti come sono su un vasto repertorio di frammenti melodici poSCHOTT L’Opera è servita La collezione di pubblicazioni che le edizioni Carisch di Milano dedicano alla letteratura operistica si arricchisce di due nuovi “capitoli” fondamentali. Dismamusica Magazine SHOW DAILY polari e d’autore, permettono di costruire le singole abilità tecniche (staccato, legato, spiccato, solo per citarne alcune) senza tralasciare l’interesse per la melodia e il gusto per la buona musicalità dell’insieme. Utilizzato da un grandissimo numero di violinisti... in erba, questo classico della letteratura didattica è stato arrangiato da Julia Müller-Runte in modo da poter essere utilizzato da chi studia viola. O, in alternativa, dai violinisti che vogliano familiarizzarsi con essa. Pad. 18 | Stand D57 E66 Dancla - 36 Ètudes op. 84 www.schott-music.com Saggi da MITO... trascrivere l’intera partitura. Il risultato è una nuova impaginazione di facile lettura, che si dimostra particolarmente efficace per lo studio. www.carisch.com Una tradizione ormai affermata voleva che, in occasione di SettembreMusica, le edizioni Ricordi pubblicassero alcuni saggi relativi al programma del festival. Quest’anno nel festival è entrata anche la città di Milano, sono proliferati sia i concerti in cartellone che le polemiche... La tradizione, comunque, è stata nuovamente rispettata: in occasione di MiTo, le edizioni Ricordi hanno dato alle stampe due volumi legati alla programmazione del festival delle due città. Il primo (in alto a destra) è dedicato ad Isang Yun, autore di musica colta contemporanea scomparso dodici anni fa e protagonista centrale dei concer- ti torinesi di quest’anno. Si intitola Isang Yun. Musica nello spirito del Tao ed è stato curato da Hanns-Werner Heister e Walter-Wolfgang Sparrer. Il secondo, a cura di Wolfgang Burde, è un testo di etnomusicologia che indaga il background musicale della cultura coreana da cui Yun proveniva. Si intitola Musiche della Corea ed è un raffinato testo di musicologia, che insieme ai precedenti Musiche dal Viet-Nam e Musiche e danze della Cambogia (tutti pubblicati da Ricordi nell’ambito della collana “Popoli & Musiche) forma una triade fondamentale per chiunque voglia avvicinarsi alle tradizioni musicali dell’Estremo Oriente. UNIVERSAL MUSIC MGB PUBLICATIONS Dancla - 36 Etudes op. 84 Pad. 18 | Stand E67 www.ricordi.it Dismamusica Magazine SHOW DAILY Dalla Fiera Dalla Fiera 24 Settembre 2007 Com’è andata la Fiera di quest’anno? è possibile tracciare un giudizio a consuntivo? Abbiamo interpellato i protagonisti del mercato con queste due semplici domande. E questo è quello che ci hanno detto... “Tanta gente”, “Poca gente”, “Molto rumore” “Tutto perfetto”, “Lo dico domani”... Sono tutte risposte al volo che abbiamo ricevuto ieri facendo un giro veloce tra gli stand. Fondamentalmente abbiamo colto un generale modo di sospendere il giudizio, per evitare il confronto con situazioni precedenti o per non sovrapporre momenti lontani su situazioni di mercato non sempre paragonabili. La manifestazione è fondamentalmente “andata bene”, se dobbiamo metter su una bilancia i pro e i contro Soprattutto al termine della terza giornata, quando la folla ha finalmente gremito i padiglioni (al pomeriggio) e quando agli addetti agli stand cominciavano a rimanere troppo poco tempo da dedicare ai tempi morti. Certo, questo in generale. Non vorrei essere frainteso: molti casi singoli si discostano da questi giudizi trasversali, ma sono casi singoli. Questo inizio mi farà sicuramente bollare come “buonista”. Ma ciascuno è libero di esprimersi. E quindi anche noi. Solo che noi preferiamo farlo con le testimonanze dirette di quanto ci hanno detto le persone, e con nome e cognome possiamo essere smentiti o possiamo fare in modo che la nostra consueta correttezza venga, in fondo, riconosciuta. La polemica è sempre sterile, soprattutto quando è gratuita. I giudizi Claudio Formisano sottolinea la sua soddisfazione, con una punta di enfasi sull’esito delle sue presentazioni e sull’affollamento soprattutto di sabato e domenica: “Siamo alla prima edizione, e non so ancora quante sono le presenze effettive. Ma sono soddisfatto: sono venute le persone giuste e ho visto molti rivenditori. Certo, tutto è migliorabile, e il tempo per migliorare in vista di una seconda edizione lo abbiamo. Serve l’aiuto di tutti, nello spirito giusto di una Associazione vincente”. Secondo Gianni Rugginnenti l’esperienza è positiva, anche se migliorabile. Soprattutto a livello di comunicazione, l’unica lacuna veramente importante che mi pare di riscontrare in questa edizione”. Daniele Fierro (Jacaranda) vede con occhio positivo la sua partecipazione, la prima a una manifestazione di questo tipo. “Non ho termini di paragone specifici, ma credo di poter esprimer la mia soddisfazione”. Patrizia Bauer (Casale Bauer) qui ritratta nel suo stand con il batterista Reggie Hamilton (a sinistra) e il gigantesco chitarrista Greg Koch, è invece critica nei confronti della scelta: “Bisognerà fare na attenta riflessione sulle varie opportunità di gestione di questa o di un’altra manifestazione. Lo sforzo economico e organizzativo che abbiamo sostenuto per venire a Milano, e per venire con questa struttura e con questi artisti, non è pienamente giustificato dai risultati raggiunti”. Più positivo Ignazio Vagnone (Exhibo), che sostiene la validità di una fiera a Milano, con elementi migliorativi dell’organizzazione, soprattutto per il rumore e per la comunicazione, in quanto troppe persone non erano informate dello svolgimento del Meet. Philippe Tirefoin (Yamaha Musica Italia) ha espresso il suo plauso per lo sforzo organizzativo che ciascun espositore ha profuso per partecipare a questo primo Meet. Claudio Sabbatini (Musictech) parla in modo “moderatamente positivo”, perché ha visto le persone che si aspettava, e lo stesso commento viene da Pierluigi Cazzola (Laurus), che ha festeggiato in Fiera i 25 anni della sua azienda cogliendo l’interesse di molti musicisti. Carlo Bonomi è invece pienamente soddisfatto: “Alla prima edizione le persone giuste hanno trovato il modo di venire in fiera, e non abbiamo avuto visitatori semplicemnte curiosi o non interessati. Un’esperienza sicuramente migliorabile, soprattutto per la comunicazione, che credo però sia opportuno far crescere in uno spirito collaborativo”. Daniela Terragni non è pienamente convinta della validità di questa formula. “Da Milano, secondo le premesse che erano state delineate, mi aspettavo di più, e temo che non tutti siano disponibili a ripetere l’esperienza. Credo però che si debba aspettare la fine prima di esprimere un giudiizio definitivo”. Anche Fabrizio Sorbi (PROEL) è critico. Soprattutto in considerazione del fatto che l’esposizione così come è presentata manca di una parte consistente del panorama di mercato. “Anche i problemi finanziari di aziende e rivenditori devono far parte di una attenta riflessione sulla tenuta del mercato. Ed è anche a questi che bisogna guardare quando si programma un evento come questo”. Giovanni Matarazzo (EKO) è laconico con un atteggiamento che suggerisce una moderata soddisfazione, mentre Laura Patrizia Rossi (Schott) esprime una moderata delusione per lo scarso afflusso, dovuto, dice, “alla scarsa comunicazione che ha lasciato molti all’oscuro dello svolgimento di questa fiera”. Anche Andrea Furcht lamenta “la scarsa co- municazione, che ha penalizzato soprattutto chi si è attivato con importanti iniziative collaterali, come la nostra maratona pianistica o ‘Fatti il tuo CD’. Francamente ci aspettavamo di più”. Soddisfattissimi invece Alessio Ambrosi, premiato nella sua proposta culturale dell’Acoustica Guitar Village, e Fabio Zontini, liutaio artigiano, sorpreso dagli esiti per lui eccezionali della sua presenza. Un panorama come si vede variegato e ricco di contrasti, che potranno essere, per il futuro, lievito positivo per migliorare un’esperienza da ripetere. 29 Dalla Fiera Dalla Fiera 24 Settembre 2007 Tutta la EKO in due cataloghi Music Gallery: affollatissima! Un grande tecnico al lavoro Lo abbiamo fotografato ieri mentre accordava uno degli strumenti in esposizione presso lo stand Crescendo: è Mr. Vasicek, il capo tecnico della fabbrica di pianoforti Seiler. Apprezzato in tutto il mondo per la sua grande competenza, Vasicek ha avuto parole di elogio per le attività della “nostra” AIARP, l’Associazione Italiana degli Accordatori e Riparatori di Pianoforti. Di cui ricorda, come ci ha confermato lui stesso parlandoci di un incontro internazionale di qualche anno fa, “la contagiosissima simpatia”. Dismamusica Magazine SHOW DAILY C’è davvero tutta la realtà aziendale di EKO Group all’interno dei due poderosi cataloghi con cui lo storico marchio italiano si è presentato all’appuntamento di MEET Milano. Strumenti, marchi, prezzi di vendita e descrizione particolareggiata dei punti di forza di ciascuno delle svariate centinaia di articoli presenti nel catalogo... le novecento e passa pagine dei due volumi, dedicati rispettivamente ai prodotti distribuiti da Eko e a quelli distribuiti da ESOUND, riportano tutto quello che può essere utile al rivenditore per confrontarsi senza problemi con la grande offerta merceologica del gruppo di Montelupone. Al di là dei singoli prodotti, che ciascuno può scoprire da sé, segnaliamo le due doppie pagine dedicate ai “contatti utili”: quattro fogli inseriti in testa a ciascun catalogo ed efficacissimi nel presentare il volto umano di un Gruppo che, come si suol dire, non esita neppure un attimo nel mettere in gioco la propria faccia... La Galleria di Daniela Terragni è stata sempre affollatissima, in questi giorni, grazie all’afflusso costante di appassionati che si davano convegno per ascoltare le performance in programma presso lo stand. Gli spazi piccoli hanno favorito l’instaurarsi di un’atmosfera calda e accogliente, di un clima conviviale che ha trasformato la quattro giorni di MEET Milano in un costante tributo all’universo della chitarra. Acustica o resonator, classica o elettrica, la “seicorde” è di casa da Music Gallery. Dove c’è anche uno dei più vasti e credibili cataloghi di accessori e di componenti di tutto il Salone. Esperienza del suono Passando dall’Acoustic Guitar Village poteva capitare di imbattersi in un visitatore sdraiato su di una tavola armonica. Letteralmente circondato da corde e legni di risonanza, era nelle condizioni ideali per immergersi nell’esperienza proposta da Christof Linhuber. Musicoterapeuta, ingegnere meccanico e profondo conoscitore della spiritualità orientale, Christof collabora al progetto Essere Suono con i suoi strumenti che regalano al corpo energia positiva. Per info: www.yogavillage.it EKO Pad. 14 | Stand A09 A21 C08 C20 Nuovi cataloghi EKO - ESOUND www.eko.it Hi Betty Heywood! Behringer fra chitarre e PC Ci è venuta a trovare, direttamente dalla NAMM di Los Angeles, Betty Heywood, direttrice dei rapporti internazionali per la potente organizzazione americana. Colta dall’obiettivo al fianco di Antonio Monzino jr., Presidente Dismamusica, Betty Heywood ha voluto sottolineare il suo gradimento per il nuovo salone di Milano, del quale ha apprezzato il moderno layout, l’ariosa collocazione e la splendida cornice di Fiera Milano. Scherzosamente atteggiata ad indicare la testata della nostra rivista, Betty ha espresso commenti lusinghieri anche per il nostro lavoro di reporter, definendo “A great job!” la tempestività di intervento di Dismamusica Show Daily. Betty Heywood ha portato il suo saluto agli associati Dismamusica ieri sera, durante la serata commemorativa per festeggiare i 25 anni dell’Associazione. Alto durante tutta la Fiera: non è solo il volume dei nuovi ampli valvolari Bugera, ma soprattutto l’interesse del pubblico misurato da Behringer a MEET Milano. La Casa tedesca, presente per la prima volta in assoluto in veste ufficiale ad una manifestazione fieristica italiana, ha fatto parlare molto di sè. Sia attraverso i prodotti esposti allo stand (di cui vediamo uno scorcio nella foto sulla sinistra), sia per mezzo di una lunga teoria di clinics con cui il pubblico ha potuto ascolBEHRINGER Pad. 14 | E11 Bugera amplificatori valvolari www.behringer.com Pianosound e l’antico Chi visita lo stand Pianosound si può imbattere in uno strumento davvero antico, in legno di noce, intarsiato artisticamente e con una raffinata (e oggi vitatissima) tastiera in avorio. Cosa ci fa lì? Lo abbiamo chiesto a Atanasio Cecchini, titolare dell’azienda. “Vogliamo far pensare i visitatori, i musicisti e gli studenti”, ci spiega l’operatore romagnolo, “perché vogliamo far capire la differenza tra uno strumento attuale, che è disponibile Maratona pianistica Frankie Hi-NRG: investire in musica! Ore 13.00, stand EKO. Frankie Hi-NRG, fotografato in compagnia di Giovanni Matarazzo di fronte agli apparecchi AKAI e Numark, ha dichiarato che “è ora di smetterla di pensare alla musica come ad un settore da cui ricavare profitti”. E che viceversa occorre “investire sempre di più per portare la musica ai giovani”. 30 “È stata un’ottima iniziativa, che tuttavia avrebbe meritato un sostegno maggiore da parte della comunicazione allestita dalla Fiera per segnalare gli eventi”. Così Andrea Furcht ha commentato i risultati della non-stop pianistica organizzata in Fiera dalla sua azienda. E ha sottolineato come l’intera partecipazione della sua azienda sia stata disegnata all’insegna di un rapporto innovativo fra distributori e utenti finali. tare i nuovi modelli, dalle chitarre con interfaccia USB ai nuovi ampli. Le caratteristiche dei nuovi amplificatori –quattro testate con relativi combo– parlano di 120 Watt e di un suono decisamente vintage, accompagnato da un riverbero di gran classe e da effetti a prova di... tradizione. qui a fianco, e uno strumento veramente antico, come questo pianoforte. Il sono, o meglio, i suoni sono estremamente lontani, da noi. Se poi prendessimo uno strumento dei tempi di Beethoven, strumento che disponeva di 69 tasti a fronte degli attuali 88, ci renderemmo conto ancora meglio dei limiti tecnici e delle differenze. Se Beethoven avesse avuto a disposizione 88 tasti, forse avrebbe addirittura composto in modo diverso”. La provocazione culturale ci sembra interessante. Forse vale la pena di verificarla di persona… Incontri e musica allo stand Rugginenti Quattro giorni punteggiati da appuntamenti di musica dal vivo, incontri con gli autori e momenti conviviali... Allo stand Rugginenti, la vivacità delle proposte si è misurata anche attraverso le numerosissime iniziative proposte a getto continuo per RUGGINENTI presentare nel modo più adeguato le proposte editoriali e discografiche della casa editrice milanese. È proprio nel corso di alcuni di questi appuntamenti che abbiamo avuto modo, ad esempio, di incontrare Piero Di Stefano, l’autore di La chitarra elettrica moderna. Di Stefano, che è anche endorser del gruppo Eko per le chitarre Framus, ha accettato volentieri di farsi fotografare e di... raccontare anche ai lettori di Dismamusica Magazine il suo percorso didattico, che combina teoria musicale ed introduzione ai generi e alle “buone pratiche” ad essi associate. E che, oltre ad essere accompagnato da un CD con oltre due ore di esempi audio in formato MP3, è arricchito da schemi di facile lettura Pad. 18 | F70 E63 La chitarra elettrica moderna - che mostrano le diverse configurazioni possibili degli effetti. Dolcissimo, infine, l’appuntamento di sabato scorso, che ha visto numerosi bambini aderire alla proposta dell’Abracaritmico di Maddalena Pappalardo. www.rugginenti.it DSD