CALENDARIO DELLE ATTIVITÀ 2012 Data Mezzo 29 - 01 Pizzidimonte - Santa Lucia ESCURSIONISMO ADULTI E RAGAZZI Settimana Bianca 12 - 02 Salivoli - Populonia 26 - 02 Passignano - Poggio Belveduto 11 - 03 Fosdinovo - Aulla 25 - 03 Panicale - Città della Pieve 09 - 04 Trekking Urbano ad Arezzo 15 - 04 Monte Labbro 29 - 04 Valle del Farma 11/13 - 05 Isola del Giglio 20 - 05 Abetone - Libro Aperto - Abetone 27 - 05 Raduno Gruppi Trekking UISP 10 - 06 Antro del Corchia - Isola Santa 24 - 06 Passo delle Radici - San Pellegrino Settimana Verde 07/14 - 07 Trekking da rifugio a rifugio 30/8 - 02/09 09 - 19 La Scarzuola (Fabro) 23 - 09 Alle sorgenti del Bisenzio San Gimignano - Colle Val d’Elsa 06/07 - 10 21 - 10 Pratomagno 28 - 10 Ballottata Gita culturale-turistica 01/04 - 11 18 - 11 Moscheta - Casetta di Tiara 02 - 12 Anello di Bilancino 16—12 Monte Morello col Pungitopo mezzi propri bus nave treno e-mail: [email protected] www.ilvalico.it facebook: trekking il valico IN..FORMA Anno 12 - Numero 05 Maggio 2012 Consegnato al CMP Firenze il 15/04/2012 Spedizione in abbonamento postale –70% - Firenze Registrazione Tribunale di Firenze n° 5120 del 26/11/2001 - Dir. Resp. Iovi Riccardo Anello di Pian del Mugnone Le attività di un giorno programmate con Bus saranno effettuate solo al raggiungimento dei 25 partecipanti. Altre soluzioni possono essere proposte dal Capogita, come l’utilizzo dei mezzi propri o l’aumento del costo della gita. 15 - 01 28 - 01 / 04 - 02 12 Il Valico - c/o S.M.S. Rifredi Via Vittorio Emanuele 303 - 50134 FIRENZE Telefono - Fax. 055414748 1 Direttore Responsabile: Iovi Riccardo - Redazione: Il Consiglio La Redazione si riunisce all’inizio di ogni mese per sviluppare il Notiziario. Saranno presi in considerazione gli scritti dei Soci che perverranno alla Redazione entro la fine del mese antecedente la riunione. Tutto il materiale arrivato dopo questo termine o in eccesso rispetto all’impaginazione verrà diluito sui numeri successivi. La risposta esatta è VIA DELLE BELLE DONNE. Nei pressi del bivio con via del Sole si trova un'antica buchetta del vino che, cosa molto rara, conserva ancora la lapide con gli orari della vendita stagionale. Parecchi palazzi del centro hanno queste curiose aperture di piccole dimensioni, quasi sempre a forma di porticina, molte sono state murate ma alcune conservano ancora la chiusura in legno. Le eleganti cornici di pietra liscia o bugnata gli conferiscono un sobrio aspetto tanto da essere detti in antico "tabernacoli del vino". L'usanza di vendere vino direttamente dai palazzi nobiliari risale più o meno al XVII secolo quando gli stravolgimenti nei mercati europei portarono ad un inesorabile declino di quelle attività che avevano reso Firenze ricca e potente durante il medioevo e il Rinascimento. In quel periodo le grandi famiglie iniziarono a convertire le proprie attività in terreni agricoli e latifondi, dalla rendita più stabile, dove venivano prodotti vari beni, tra i quali la produzione vinicola. Le buchette permettevano di vendere con discrezione il vino al minuto direttamente in strada, evitando di ricorrere all'intermediazione degli osti e dovevano avere una clientela molto vasta, come dimostra la loro diffusione. Altra utilizzazione di queste "buchette" riservata esclusivamente ai palazzi nobiliari, era quella di beneficenza. Infatti si usava lasciare nel piccolo vano del cibo o una brocca di vino per i più bisognosi. Alessandro Meli questa volta ha preceduto di poco, Cosetta. Continuate la sfida! I GRADI DI DIFFICOLTÀ Con lo scopo di semplificare la comprensione delle sigle che identificano i gradi di difficoltà indicati nelle varie escursioni, si riportano qui di seguito le scale delle difficoltà individuate dall’associazione nazionale Guide Alpine: T = TURISTICO Itinerari che si sviluppano su stradine, mulattiere o comodi sentieri. Sono percorsi abbastanza brevi e ben evidenti. Sono escursioni che non richiedono particolare esperienza o preparazione fisica. E = ESCURSIONISTICO Itinerari che si svolgono su sentieri in genere segnalati, ma di maggior impegno fisico e di orientamento. Si snodano su terreno vario (boschi, pascoli, ghiaioni, ecc.). Possono esservi brevi tratti con neve, facili e non pericolosi in caso di scivolata. Sono escursioni che possono svolgersi su pendii ripidi, anche con brevi tratti esposti. Questi sono però abbastanza protetti o attrezzati e non richiedono l’uso di attrezzatura alpinistica. Questi itinerari richiedono una certa abitudine a camminare in montagna, sia come allenamento che come capacità d’orientamento. Occorre avere un equipaggiamento adeguato. Costituiscono la maggioranza dei percorsi escursionistici che si snodano in montagna. EE = ESCURSIONISTI ESPERTI Itinerari non sempre segnalati e che richiedono una buona capacità di muoversi sui vari terreni di montagna. Possono essere sentieri o anche labili tracce che si snodano su terreno impervio o scosceso, con pendii ripidi e scivolosi, ghiaioni e brevi nevai superabili senza l’uso di attrezzatura alpinistica. Necessitano di una buona esperienza di montagna, fermezza di piede e una buona preparazione fisica. Occorre inoltre avere un equipaggiamento ed attrezzatura adeguati, oltre ad un buon senso d’orientamento. EEA = ESCURSIONISTI ESPERTI CON ATTREZZATURA ALPINISTICA Itinerari che richiedono l’uso di attrezzatura da ferrata (cordini, imbracatura, dissipatore, casco, ecc.). Possono essere sentieri attrezzati o vere e proprie vie ferrate. Si rende necessario saper utilizzare in sicurezza l’equipaggiamento tecnico e avere una certa abitudine all’esposizione e ai terreni alpinistici. LA FATICA Su ciascun itinerario proposto è indicata, con le sigle “F” (poco faticoso), “FF” (faticoso), “FFF” (molto faticoso), la fatica necessaria per percorrerlo. Questa valutazione viene assegnata da chi ha proposto l’escursione, prendendo in considerazione i dislivelli, il tempo di percorrenza ed il tipo di terreno. Ciascun partecipante dovrà considerare questa valutazione puramente approssimativa e valutare, in base al proprio allenamento, la possibilità di partecipazione. “ INDOVINA DOV'E' “ Questa è l’ immagine da identificare. Cercate di essere più svelti. Per partecipare al quiz dovrete scrivere all'indirizzo della nostra redazione: [email protected] il particolare a cui si riferisce la foto entro la fine del mese. La risposta esatta verrà pubblicata nel prossimo giornalino insieme al nome del Socio che avrà per primo indovinato. Per proseguire nella realizzazione del notiziario è indispensabile ricevere materiale dai Soci. Sono gradite: Foto, Frasi, Racconti, Impressioni, Domande, Proposte e quanto altro vorreste vedere pubblicato nei prossimi numeri. 2 Auguri a tutti i nostri Soci che compiono gli anni in questo mese 11 tutto. Alle sei siamo partiti per la cima dell'Ortles (3512mt) in una lunga fila indiana, dopo un oretta le file erano due perchè quelli che erano partiti prima di noi stavano tornando indietro e cosi ci scambiavamo il buongiorno. Arrivati sulla cima, che spettacolo, panorama a 360 gradi erano le 9 ed il cielo era limpido e azzurro , il sole cominciava già a cuocere la nostra pelle ma nonostante la nottataccia, la levataccia e la faticaccia nessuno si lamentava perchè un avventura di queste proporzioni merita tutto quello che ho detto.Dopo la rituale sosta sulla cima dell'ORTLESS e svolti i rituali che si usa fare quando si arriva su una cima, strette di mano, foto singole e di gruppo, bevute anche di alcolici e cose varie ci siamo incamminati per il ritorno. Ha dimenticavo, dal rif. Casati siamo partiti con i ramponi e la piccozza che non è come camminare sull'asfalto. Breve sosta al rif. Casati per recuperare le poche cose che non servivano nelle salita e poi giù per il ghiacciaio verso Solda, siamo arrivati al rif. Coston (2661mt) erano le 12 breve sosta per rifocillarci e toglierci i ramponi e la piccozza, da qui in poi è tutto sentiero,abbiamo incontrato degli Yah, pare siano quelli che ha portato Messner dal Nepal, siamo passati dal rif. Città di Milano ed alle quattro siamo arrivati a Solda dove un amico di Camillo ci era venuto a prendere con la Macchina. Il rientro è stato tutto un raccontarci e raccontare le avventure della giornata in grande serenità e grande allegria. Alla prossima. ATROPA BELLADONNA Abbiamo incontrato una pianta di Atropa Belladonna scendendo dalla Val di Rose in Abruzzo. Abbastanza insignificante, alta circa 1 metro, appartiene alla famiglia delle Solanaceae. Le foglie sono piccole e sparse, il fiore è tubuliforme, solitario e di colorito violaceo, produce delle bacche lucide rosso-violacee o nere. La pianta deriva il suo nome scientifico da Atropos, la Parca greca che recideva il filo della vita e dall’uso cosmetico che ne veniva fatto durante il periodo rinascimentale, ma noto fin dai tempi di Cleopatra: la dilatazione della pupilla rendeva, infatti, gli occhi più profondi e la conseguente difficoltà a mettere a fuoco gli oggetti rendeva più affascinante lo sguardo delle donne (chi non ha sperimentato le gocce di atropina dall’oculista?!). Questa pianta non può essere scambiata con altre specie vegetali commestibili, ma persone particolarmente impreparate e i bambini, che assaggiano tutto, possono mangiare le bacche scambiandole per mirtilli. I principi attivi presenti in tutte le parti della pianta sono particolarmente tossici. L’ingestione delle bacche provoca uno stato di agitazione psicomotoria con allucinazioni, convulsioni e coma, la cute si presenta calda e arrossata, le pupille dilatate, la frequenza cardiaca aumentata. Se l’intossicazione non viene riconosciuta può portare a morte a causa delle gravi alterazioni del ritmo cardiaco. Per fortuna, per questa pianta esiste un antidoto. 27/05/2012 Raduno dei gruppi trekking UISP regionale 2012 Partenza ore 8,00 Piazza Puccini (Mezzi propri) ore 8,45 Ritrovo presso la stazione FS di Vernio. dalle ore 9.30 Partenze itinerario lungo: San Quirico di Vernio – Le Soda – Poggio Stancalasino – Passo della Crocetta – Butia (sosta per il pranzo) – Rocca di Vernio – San Quirico di Vernio. dalle ore 9.45 Partenze del bus navetta per l’itinerario breve: Montepiano – Butia (sosta per il pranzo) – Rocca di Vernio – San Quirico di Vernio. Itinerario adatto a tutti. dalle ore 13.00 Raduno in località Butia: sosta per il pranzo al sacco, assaggi di prodotti della Val di Bisenzio laboratori e attività ludico-sportive con Operatori Sportivi Volontari UISP dalle ore 15.30 Proseguimento dell’escursione in direzione della stazione FS di Vernio attraverso le località Gorandaccio, Rocca di Vernio e San Quirico. Presso la Rocca di Vernio sarà presente un mercato dei produttori locali organizzato dall’Unione dei Comuni della Val di Bisenzio. Programma completo del percorso e della manifestazione sul nostro sito: www.ilvalico.it da un avventura di Aldo e G.Paolo 10 3 CARISSIMI, QUANTE VOLTE ANDANDO IN MONTAGNA ABBIAMO APPREZZATO, OLTRE AL PAESAGGIO, LA NATURA, LE PERSONE CHE SONO CON NOI, ANCHE IL SENTIERO CHE STIAMO PERCORRENDO? IO PENSO POCHE VOLTE, PERCHE' SPESSO DIAMO L'ESISTENZA DI UN SENTIERO COME COSA SCONTATA ED INDIPENDENTE DA QUALSIASI NOSTRA AZIONE E, SE PROPRIO CI VIENE DA FARE CONSIDERAZIONI, CIO' AVVIENE QUANDO CI TROVIAMO DI FRONTE AD UN PERCORSO MAGARI MAL SEGNATO O INFRASCATO, OVVERO QUANDO QUELLO CHE DIAMO PER SCONTATO IN REALTA' NON E'. COME VOI SAPETE, (VERO?), IL VALICO DA MOLTI ANNI HA IN CUSTODIA IL SENTIERO 7/B DI MONTEMORELLO E LA SUA MANUTENZIONE E' STATA PORTATA AVANTI NEGLI ANNI CON ALTERNO IMPEGNO DA ALCUNI SOCI FRA CUI IL SOTTOSCRITTO. L'ANNO SCORSO, PER LA MANUTENZIONE ANNUALE, ERAVAMO SOLO IN DUE E QUINDI SONO A SCRIVERE QUESTE BREVI NOTE PER INVITARVI ALLA PROSSIMA USCITA DI PULIZIA. L'USCITA E' FISSATA PER DOMENICA CINQUE MAGGIO ALLE ORE 09.00 ALLA FONTE DEI SEPPI, DA DOVE RAGGIUNGEREMO IL NOSTRO SENTIERO AGLI SCOLLINI PER INIZIARE LA PULIZIA E LA SEGNATURA CHE DOVREBBE CONCLUDERSI, SE SIAMO IN NUMERO ADEGUATO, NEL PRIMO POMERIGGIO. NON SERVONO COMPETENZE SPECIFICHE, NE' ATTREZZATURE IPERTECNICHE, NE' FISICO BESTIALE O TENDENZE STRACANOVISTE, BASTA UN PO' DI VOGLIA E QUALCHE ATTREZZO (CESOIE, GUANTI SEGHETTI), ACQUE E PANINO, MA SOPRATTUTTO L'OTTIMISMO DI FARE QUALCOSA DI UTILE. ALLA FONTE DEI SEPPI ALLORA. MARIO VIGNOZZI PASSEGGIATA A MONTE MORELLO 6 Maggio 2012 Vista la lusinghiera riuscita della passeggiata di Aprile, per questa occasione, Aldo propone questo itinerario: ritrovo alle ore 9 al parcheggio di Isola, sopra Colonnata, ci si incammina in leggera salita sul sentiero 2, dopo alcune centinaia di metri si devia a sinistra e attraversato un profondo burrone si risale leggermente fino ad arrivare, nel folto del bosco ad una vecchia casa, si va verso sinistra ed in una mezz'ora si arriva a Vecciolino, attraversata la strada ci si immette sul sentiero 12 che ci porterà alla fonte del Nocciolo, si prosegue in discesa ed in poco tempo si arriva alla fonte del Ciliegio di qui una stradella forestale ci porterà al rif. Gualdo, si riattraversa la strada e passando dalla casa del Cacciatore si imbocca il sentiero 2b che ci riporterà al punto di partenza. Tempo previsto 3 ore c.a Come arrivare a Isola: da Sesto F.no si va a Colonnata e si prende la strada per Monte Morello, dopo circa 500 metri c'è una stradina sulla destra, via Isola, la si imbocca e dopo 100 metri c'è il parcheggio. Vi aspetto numerosi Aldo cell.3395437083 4 di case e villini che dovevano uniformarsi al generale decoro e sottostare a particolari limitazioni; dovevano essere rigidamente allineati, senza spazi laterali o giardini antistanti. Eccezione al rigore del piano è rappresentata dall'edificio dei Barbolani (poi Gondi e poi Ruspoli), situato sul lato sud della piazza, che è circondato da un ampio giardino. Altri due stranieri che dimorarono nella zona i francesi Luigi e Antonio Boulard, ai quali si deve l'impianto della prima sega a vapore nella vicina Via delle Officine, la via fu ideata per insediamenti artigianali, fra cui quelle arti incomode e insalubri come la fabbricazione delle corde di canapa e la cerchiatura delle ruote che si volevano togliere dalle zone centrali. Morale: Come si può notare, (leggendo fra le righe) non è cambiato molto da allora, ( che magra consolazione). da una ricerca di Aldo UNA GITA NEL PARCO DELLO STELVIO Il Parco Nazionale dello Stelvio è ubicato nel gruppo montuoso dell'OrtlesCevedale, tra l'alta Valtellina, l'alta Val Camonica, la Val di Sole , la Val Venosta, la Val Monastero e la Val di Dentro e quindi il suo territorio si estende sulle province di Sondrio, Brescia, Bolzano e Trento con una superficie di 1370 kmq. E' il più grande Parco Nazionale italiano e uno dei maggiori dell'Europa Occidentale; per la sua eccezionale importanza naturalistica, scientifica e paesaggistica è stato inserito nella lista dei Parchi Nazionali Mondiali compilata dall'Unione Internazionale per la Conservazione della Natura. Orgoglio del Parco è l'eccezionale presenza di fiori; sono infatti circa 1800 le specie floristiche che vegetano nel suo territorio. Da lontano le morene e i depositi detritici sembrano desolati, avvicinandosi si scoprono sorprendenti varietà di fiori, una vegetazione che si è sviluppata senza alcun intervento dell'uomo pur nelle difficili condizioni imposte dall'alta quota. Merita di essere segnalata la foresta di pino cimbro, che si può ammirare nell'alta Val de la Mare ove esistono esemplari di oltre settecento anni. In questa grande area naturale protetta, la fauna tipica delle Alpi ha trovato condizioni favorevoli alla conservazione e all'incremento delle sue diverse specie. Con un pò di fortuna, accortezza e attenzione è facile scorgere vari esemplari quali: il Camoscio, lo Stambecco in Val Zebrù, il Cervo, il Capriolo e la Marmotta la quale è molto diffusa tra i 2000 e i 2700 metri. Numerosi pure gli uccelli sia stanziali che migratori. L'Aquila reale, simbolo del Parco, è presente in Val di Peio e in Val Zebrù. Alcuni anni fa, insieme a Camillo, Marco Pampaloni e Giampaolo Fagioli, ho avuto l'opportunità di fare la traversata del Parco da Santa Caterina Val Furva a Solda in Val Martello. Eravamo determinati e ben allenati, la cosa si presentava assai impegnativa e perciò seguendo le istruzioni di Camillo non abbiamo lasciato niente al caso; siamo partiti da S.C.V.F con una jeep fino al rifugio Pizzini da qui, zaino in spalla ci siamo incamminati su roccia per un sentiero ostico e molto in pendenza tantè che in dei punti c'erano delle catene a mò di passamano per aiutarci a tenere l'equilibrio, in circa quattro ore siamo arrivati sul ghiacciaio del Cevedale a 3278 mt e ci siamo alloggiati al rif. Casati. Era pieno zeppo, abbiamo dovuto fare il turno per la cena, la notte molti hanno dovuto dormire sui tavoli e addirittura per terra. Finalmente è arrivato il mattino, sveglia alle cinque, gran confusione, io mi sveglio con un gran mal di testa dovuto all'alta quota il gestore del rif. mi ha dato un "optalidon" ed in un quarto d'ora è passato 9 STORIE E CURIOSITA' DELLA FIRENZE CHE FU Piazza della Indipendenza Il 27 aprile 1859 il popolo di Firenze si riuniva in piazza della Indipendenza (allora "Maria Antonia", ma per i fiorentini ancora "piazza di Barbano") per quella manifestazione patriottica che avrebbe allontanato il Granduca Leopoldo II di Lorena ed innestato in modo irreversibile il processo di unità nazionale. Fino alla prima metà dell'ottocento l'area occupata dall'attuale Piazza della Indipendenza era una zona agricola situata all'interno dell'ultima cerchia di mura, in prossimità della Fortezza da Basso , detta Orto o Podere di Barbano, dal nome di un contadino del luogo. Padre Enrico Lombardi, Vice Parroco della Chiesa di "Santa Caterina di Cafaggio....di Barbano", riferisce che quel contadino era il Marchese Barbolani di Montauto, per cui "Barbano" deriverebbe da "Barbolani". La denominazione di "Podere di Barbano" appare nei libri del capitolo di Santa Reparata dal 1700 in poi. Si trattava di una zona triangolare compresa fra Via Evangelista (ora via Guelfa), Via San Zanobi e le antiche mura. Secondo l'inventario dell'epoca erano presenti nel podere 100 olivi,160 pioppi, un arancio; si coltivavano insalata, carciofi, sedani, asparagi, pomodori, cetrioli, cipolle, fagioli, gobbi e cavoli. La casa colonica che si trovava sul sito dell'attuale chiesa di S. Caterina, ospitava 5 mucche, un vitello e un cavallo. L'architetto Francesco Leoni presentò fra il 1838 ed il 1842 i progetti per la costruzione di 3 casamenti, per ospitare 318 famiglie di poveri, su una nuova strada da aprirsi sulla linea Piazza S.Marco, via Degli Arazzieri ed il Bastione S. Paolo della Fortezza da Basso. Il progetto prevedeva un intero quartiere con 8 al centro una Piazza rettangolare, l'attuale Piazza Della Indipendenza. Il Governo Granducale approvò nel 1844 il progetto della Piazza affidandone la realizzazione all''ingegnere Flaminio Chiesi. Regnavano LEOPOLDO II di Lorena, detto Canapone per la sua folta e bionda capigliatura, e la bella consorte MARIA ANTONIA di Borbone, figlia di Francesco I, Re di Napoli. La Piazza fu aperta nel 1845 e presentava alle origini la strada traversa che la tagliava in due. Il profilo concavo causava un costante impaludamento al quale nel 1852 si tenta di porre rimedio con una fognatura e con la pavimentazione in acciottolato della strada; solo nel 1855 la Piazza assume il suo aspetto definitivo con la realizzazione di un ampio marciapiedi, colonnini, numerose panchine in pietra disposte lungo il perimetro e candelabri a gas. Solo più tardi, il 4 settembre 1858, si aggiunsero le catene fra i paracarri. Con questi lavori scomparve la strada traversa che sarà riaperta solo nel 1929. Si trattò della prima Piazza ottocentesca di Firenze che superava in ampiezza ogni altra Piazza della Toscana; regolare, spaziosa e vuota, ricoperta di ghiaia e circondata da un anello di sedili di pietra con elegante disegno, intervallati da lampioni a gas, comparsi nelle vie fiorentine nel 1846. Gli abitanti della zona lamentavano tuttavia che questi primi lampioni si riconoscevano più dal puzzo che emanavano che dal guizzo di luce che offrivano....... Le case del nuovo quartiere, che dovevano essere destinate ai poveri, furono poi ammesse a libero mercato e acquistate da commercianti, professionisti e artisti; fra questi lo scultore americano Horatio Grenough, che acquistò l'immobile d'angolo fra via di Santa Caterina D'Alessandria e via S Francesco Poverino (attuale via Ferdinando Bartolommei).Il piano regolatore prevedeva la costruzione LA PRIMA GITA A MONTE MORELLO Sabato, giorno prima della gita a Monte Morello, ho provato a telefonare all’organizzatore per ben 4 volte, trovando il telefono sempre spento e pensavo, quindi, di essere incappata nel più classico dei pesci di aprile. E invece, domenica 1° aprile, alle 9, alla Fonte dei Seppi, 7 valicanti di cui 2 gagliardi giovanotti, Matteo e Filippo, si sono ritrovati per questa nuova iniziativa: passeggiata mattutina per tenere le gambe in forma. Siamo partiti leggermente in ritardo. Voci di popolo davano fra i partecipanti anche il Presidente che invece si riposava a casa sua dopo l’impegno di una notte di volontariato. Abbiamo seguito i sentieri come da programma fino alla Selletta e da qui siamo saliti a poggio Cornacchiaia per poi scendere nuovamente al parcheggio. Una bella idea, quella di Aldo, che merita di essere ripetuta. Sarà anche vero, come dice lui, che fatica a camminare per tante ore consecutive, ma sul percorso di 3 ore ha mantenuto un ottimo “passo di marcia” e non si è sprecato in chiacchiere. Alla fine eravamo tutti pronti a sederci con le gambe sotto la tavola ad affrontare, con qualche rimorso in meno, il meritato pranzo domenicale. Alessandra VISITA DEL GIARDINO BARDINI E DELLA VILLA CON LA MOSTRA SUI MACCHIAIOLI SABATO 26 MAGGIO 2012 Inizieremo la visita dello splendido giardino Bardini con il suggestivo panorama su Firenze per poi salire alla Villa Bardini in Costa San Giorgio che ospita il Museo Pietro Annigoni. In questa occasione visiteremo la mostra organizzata dalla Fondazione Parchi Monumentali Bardini e Peyron sui “macchiaioli” che ha riunito più di cento opere inedite appartenenti alla Collezione Roster - Del Greco – Olschki. La mostra è stata intitolata: “ Da Fattori al '900 ” Per coloro che saranno ancora pimpanti alla fine della visita sarà possibile vedere alcuni modelli di alta moda esposti nel Museo Fondazione Roberto Capucci al quarto piano. Ritrovo presso l'ingresso del Giardino Bardini in via dei Bardi n. 1/r alle ore 14.45 PREZZO EURO 10,00 La quota per i residenti nel Comune di Firenze comprende la Guida, l'ingresso alla mostra ed al giardino e gli auricolari. I Soci con età inferiore ai 65 anni e non residenti a Firenze dovranno acquistare individualmente il biglietto d'ingresso del Giardino Bardini a 10,00 Euro. Tale costo comprende anche l'ingresso del Giardino di Boboli, del Museo delle Porcellane e del Museo degli Argenti. Inizio iscrizioni Martedi 24 Aprile 2012 (Il gruppo sarà composto al massimo da 30 Soci) 5 20/05/2012 ABETONE - LIBRO APERTO - ABETONE Dislivello: +/- 500 Difficoltà: E/FF Tempo (h): 5,00 Partenza: 7,00 Puccini - 7,15 Cure Referenti: Torelli Minimo 25 partecipanti Cellulari: 3357459955 Quota partecipazione: Adulti € 17,00 - Ragazzi € 10,00 Il Libro Aperto, senza dubbio la montagna più frequentata nella zona dell’Abetone, si presenta con due cime, il Monte Belvedere (m.1895) in versante toscano e il Monte Rotondo (m.1936) in versante emiliano. Il nome deriva dalla somiglianza, riscontrabile dal versante toscano, con un libro dalle ampie pagine dischiuse sul dorso costituito dall’alto bacino imbrifero del Rio Maggiore. La nostra escursione inizia dopo aver parcheggiato il bus in Piazza delle Piramidi all’Abetone (m1388). Si prende la strada che sale in direzione dell’Uccelliera inoltrandosi,sulla destra, nella foresta di Boscolungo fino a pervenire ad una sella (quota 1475) dove si trova una bella fonte costruita dal Corpo Forestale dello Stato. Da qui si segue l’ampia strada forestale che prosegue costeggiando a sinistra il Monte Maiori. Si scende, quindi, verso est fino a raggiungere una sella chiamata Serra delle Motte o Foce delle Verginette (m.1502). In questa zona si trova una costruzione nota come Casa di Lapo che nel periodo estivo fornisce un servizio di ristoro. Da qui inizia l’ascesa vera e propria al Libro Aperto lungo il sentiero 00 di crinale in direzione nord– est . Il sentiero sale poi fra magri pascoli e grossi massi con il panorama che diviene sempre più ampio e con lo sguardo che spazia su tutto il crinale appenninico: dopo 1,15 h circa dall’aver lasciato la Foce delle Verginette si arriva sulla cima del Monte Belvedere (m.1895) una delle due vette del Libro Aperto, che si trova in versante pistoiese ed è così chiamata perché da essa si gode di uno splendido panorama sull’Abetone. Da qui si scende ad una marcata depressione denominata La Spianata o la Selletta del Libro Aperto (m.1857) ancora oggi conosciuta in versante pistoiese come Passo delle Mandrie e che costituisce l’alto bacino imbrifero del Rio Maggiore: la si attraversa per risalire verso l’altra cima del Libro Aperto, il Monte Rotondo (m.1936) in versante modenese. Da qui si gode di un vastissimo panorama su tutto il crinale appenninico e sulle valli dei versanti modenese, bolognese e pistoiese. Nel percorso di ritorno si prende il sentiero n.495 che scende giù per il Vallon dei Faggi e passa nelle adiacenza del Lago della Risaia. Raggiunta nuovamente la Foce delle Verginette, si tralascia il sentiero 00 che va verso il Maiori e si segue la già fatta ampia pista forestale a mezza costa fino a tornare all’Abetone. 6 Gita a Sestri Levante - Impressioni di una neo-iscritta all’associazione Avevo perso i quattro giorni a Roma per un fortissimo raffreddore, dunque la gita a Sestri era il primo vero contatto con gli iscritti al Valico. Era parecchio tempo che non facevo più trekking – tranne quello urbano – e la gita mi dava un po’ di ansia con le sue cinque ore di cammino (poi sono state circa tre…), anche se classificata con una sola F. Ad Anna e Silvano, amici da tempo, chiedevo spesso: “Ma ce la farò? E se non ce la faccio perché camminate troppo veloci? Se dovrete rallentare a causa mia, che vergogna! Non oserò più farmi vedere.” Loro mi rassicuravano, soprattutto Anna, che è molto protettiva: “Ma no, sta’ tranquilla, c’è anche chi va piano; poi ti aspettiamo, non lasciamo indietro nessuno” ecc. ecc. Io sono un tipo ansioso, sempre preoccupata di non essere all’altezza della situazione e diventare un peso per gli altri. Però alla fine mi sono detta: “Basta con le incertezze, vado, devo mettermi alla prova prima della Settimana Verde!” (ammesso che ci siano disponibili camere singole nell’albergo in Austria…). Via via che salivamo sopra Sestri, ho capito che ce la stavo facendo discretamente, che mi stavo godendo i bei panorami sulla costa ricca di sporgenze e rientranze, che si aprivano ad ogni svolta del sentiero, e sul mare aperto che, quando è placido, mi dà sempre un piacevole senso di calma interiore. Tutti i gitanti,inoltre, erano persone simpatiche e gentili. Ancora li conosco poco, naturalmente, ma spero che le prossime gite mi permetteranno di familiarizzarmi con ognuno di loro. Prima esperienza del tutto positiva dunque, perciò ne farò altre; e già durante il rientro in pullman ho evidenziato sul giornalino quelle che mi interessano di più, previo parere di Silvano sulla difficoltà di ciascuna. Sono proprio contenta di essermi iscritta al Valico! Carla Veronese AVVISO PER I CORISTI DEL PULLMAN Volendo preparare un libretto con i testi delle canzoni da cantare durante i viaggi domenicali, chi avesse dei titoli preferiti da inserire è pregato di comunicarmeli all’indirizzo della redazione. Penserò io a cercare i testi su internet e all’impaginazione. Purtroppo da diversi mesi non partecipo alle gite……. Beh intanto vi do modo di allenarvi. Riccardo 7