CALENDARIO DELLE ATTIVITÀ 2012
Data
Mezzo
29 - 01
Pizzidimonte - Santa Lucia
ESCURSIONISMO ADULTI E RAGAZZI
Settimana Bianca
12 - 02
Salivoli - Populonia
26 - 02
Passignano - Poggio Belveduto
11 - 03
Fosdinovo - Aulla
25 - 03
Panicale - Città della Pieve
09 - 04
Trekking Urbano ad Arezzo
15 - 04
Monte Labbro
29 - 04
Valle del Farma
11/13 - 05
Isola del Giglio
20 - 05
Abetone - Libro Aperto - Abetone
27 - 05
Raduno Gruppi Trekking UISP
10 - 06
Antro del Corchia - Isola Santa
24 - 06
Passo delle Radici - San Pellegrino
Settimana Verde
07/14 - 07
Trekking da rifugio a rifugio
30/8 - 02/09
09 - 19
La Scarzuola (Fabro)
23 - 09
Alle sorgenti del Bisenzio
San Gimignano - Colle Val d’Elsa
06/07 - 10
21 - 10
Pratomagno
28 - 10
Ballottata
Gita culturale-turistica
01/04 - 11
18 - 11
Moscheta - Casetta di Tiara
02 - 12
Anello di Bilancino
16—12
Monte Morello col Pungitopo
mezzi propri
bus
nave
treno
e-mail:
[email protected]
www.ilvalico.it
facebook: trekking il valico
IN..FORMA
Anno 12 - Numero 05
Maggio 2012
Consegnato al CMP Firenze
il 15/04/2012
Spedizione in abbonamento postale –70% - Firenze
Registrazione Tribunale di Firenze n° 5120 del 26/11/2001 - Dir. Resp. Iovi Riccardo
Anello di Pian del Mugnone
Le attività di un giorno programmate con Bus saranno effettuate solo al raggiungimento dei
25 partecipanti. Altre soluzioni possono essere proposte dal Capogita, come l’utilizzo dei
mezzi propri o l’aumento del costo della gita.
15 - 01
28 - 01 / 04 - 02
12
Il Valico - c/o S.M.S. Rifredi
Via Vittorio Emanuele 303 - 50134 FIRENZE
Telefono - Fax. 055414748
1
Direttore Responsabile: Iovi Riccardo - Redazione: Il Consiglio
La Redazione si riunisce all’inizio di ogni mese per sviluppare il Notiziario.
Saranno presi in considerazione gli scritti dei Soci che perverranno alla Redazione entro la
fine del mese antecedente la riunione. Tutto il materiale arrivato dopo questo termine o
in eccesso rispetto all’impaginazione verrà diluito sui numeri successivi.
La risposta esatta è VIA DELLE BELLE DONNE.
Nei pressi del bivio con via del Sole si trova un'antica
buchetta del vino che, cosa molto rara, conserva ancora
la lapide con gli orari della vendita stagionale. Parecchi
palazzi del centro hanno queste curiose aperture di
piccole dimensioni, quasi sempre a forma di porticina,
molte sono state murate ma alcune conservano ancora
la chiusura in legno. Le eleganti cornici di pietra liscia o
bugnata gli conferiscono un sobrio aspetto tanto da
essere detti in antico "tabernacoli del vino". L'usanza
di vendere vino direttamente dai palazzi nobiliari risale
più o meno al XVII secolo quando gli stravolgimenti nei
mercati europei portarono ad un inesorabile declino di quelle attività che avevano reso
Firenze ricca e potente durante il medioevo e il Rinascimento. In quel periodo le grandi
famiglie iniziarono a convertire le proprie attività in terreni agricoli e latifondi, dalla
rendita più stabile, dove venivano prodotti vari beni, tra i quali la produzione vinicola.
Le buchette permettevano di vendere con discrezione il vino al minuto direttamente in
strada, evitando di ricorrere all'intermediazione degli osti e dovevano avere una
clientela molto vasta, come dimostra la loro diffusione. Altra utilizzazione di queste
"buchette" riservata esclusivamente ai palazzi nobiliari, era quella di beneficenza.
Infatti si usava lasciare nel piccolo vano del cibo o una brocca di vino per i più
bisognosi.
Alessandro Meli questa volta ha preceduto di poco, Cosetta. Continuate la sfida!
I GRADI DI DIFFICOLTÀ
Con lo scopo di semplificare la comprensione delle sigle che identificano i gradi di difficoltà indicati nelle varie
escursioni, si riportano qui di seguito le scale delle difficoltà individuate dall’associazione nazionale Guide Alpine:
T = TURISTICO
Itinerari che si sviluppano su stradine, mulattiere o comodi sentieri. Sono percorsi abbastanza brevi e ben evidenti.
Sono escursioni che non richiedono particolare esperienza o preparazione fisica.
E = ESCURSIONISTICO
Itinerari che si svolgono su sentieri in genere segnalati, ma di maggior impegno fisico e di orientamento. Si
snodano su terreno vario (boschi, pascoli, ghiaioni, ecc.). Possono esservi brevi tratti con neve, facili e non
pericolosi in caso di scivolata.
Sono escursioni che possono svolgersi su pendii ripidi, anche con brevi tratti esposti. Questi sono però abbastanza
protetti o attrezzati e non richiedono l’uso di attrezzatura alpinistica.
Questi itinerari richiedono una certa abitudine a camminare in montagna, sia come allenamento che come capacità
d’orientamento. Occorre avere un equipaggiamento adeguato. Costituiscono la maggioranza dei percorsi
escursionistici che si snodano in montagna.
EE = ESCURSIONISTI ESPERTI
Itinerari non sempre segnalati e che richiedono una buona capacità di muoversi sui vari terreni di montagna.
Possono essere sentieri o anche labili tracce che si snodano su terreno impervio o scosceso, con pendii ripidi e
scivolosi, ghiaioni e brevi nevai superabili senza l’uso di attrezzatura alpinistica.
Necessitano di una buona esperienza di montagna, fermezza di piede e una buona preparazione fisica.
Occorre inoltre avere un equipaggiamento ed attrezzatura adeguati, oltre ad un buon senso d’orientamento.
EEA = ESCURSIONISTI ESPERTI CON ATTREZZATURA ALPINISTICA
Itinerari che richiedono l’uso di attrezzatura da ferrata (cordini, imbracatura, dissipatore, casco, ecc.). Possono
essere sentieri attrezzati o vere e proprie vie ferrate. Si rende necessario saper utilizzare in sicurezza
l’equipaggiamento tecnico e avere una certa abitudine all’esposizione e ai terreni alpinistici.
LA FATICA
Su ciascun itinerario proposto è indicata, con le sigle “F” (poco faticoso), “FF” (faticoso), “FFF” (molto faticoso),
la fatica necessaria per percorrerlo.
Questa valutazione viene assegnata da chi ha proposto l’escursione, prendendo in considerazione i dislivelli, il
tempo di percorrenza ed il tipo di terreno. Ciascun partecipante dovrà considerare questa valutazione puramente
approssimativa e valutare, in base al proprio allenamento, la possibilità di partecipazione.
“ INDOVINA DOV'E' “
Questa è l’ immagine da identificare. Cercate di essere più
svelti.
Per partecipare al quiz dovrete scrivere all'indirizzo della
nostra redazione: [email protected] il particolare a cui si
riferisce la foto entro la fine del mese.
La risposta esatta verrà pubblicata nel prossimo giornalino
insieme al nome del Socio che avrà per primo indovinato.
Per proseguire nella realizzazione del notiziario è indispensabile ricevere
materiale dai Soci. Sono gradite: Foto, Frasi, Racconti, Impressioni, Domande,
Proposte e quanto altro vorreste vedere pubblicato nei prossimi numeri.
2
Auguri a tutti i nostri Soci che
compiono gli anni in questo mese
11
tutto. Alle sei siamo partiti per la cima
dell'Ortles
(3512mt) in una lunga fila indiana,
dopo un oretta le file erano due
perchè quelli che erano partiti prima
di noi stavano tornando indietro e
cosi ci scambiavamo il buongiorno.
Arrivati sulla cima, che spettacolo,
panorama a 360 gradi erano le 9 ed il
cielo era limpido e azzurro , il sole
cominciava già a cuocere la nostra
pelle ma nonostante la nottataccia, la
levataccia e la faticaccia nessuno si
lamentava perchè un avventura di
queste proporzioni merita tutto quello
che ho detto.Dopo la rituale sosta
sulla cima dell'ORTLESS e svolti i
rituali che si usa fare quando si arriva
su una cima, strette di mano, foto
singole e di gruppo, bevute anche di
alcolici e cose varie ci siamo
incamminati per il ritorno. Ha
dimenticavo, dal rif. Casati siamo
partiti con i ramponi e la piccozza che
non è come camminare sull'asfalto.
Breve sosta al rif. Casati per
recuperare le poche cose che non
servivano nelle salita e poi giù per il
ghiacciaio verso Solda, siamo arrivati
al rif. Coston (2661mt) erano le 12
breve sosta per rifocillarci e toglierci i
ramponi e la piccozza, da qui in poi è
tutto sentiero,abbiamo incontrato
degli Yah, pare siano quelli che ha
portato Messner dal Nepal, siamo
passati dal rif. Città di Milano ed alle
quattro siamo arrivati a Solda dove
un amico di Camillo ci era venuto a
prendere con la Macchina. Il rientro è
stato tutto un raccontarci e
raccontare le avventure della giornata
in grande serenità e grande allegria.
Alla prossima.
ATROPA BELLADONNA
Abbiamo incontrato una pianta di Atropa
Belladonna scendendo dalla Val di Rose in
Abruzzo. Abbastanza insignificante, alta
circa 1 metro, appartiene alla famiglia delle
Solanaceae. Le foglie sono piccole e
sparse, il fiore è tubuliforme, solitario e di
colorito violaceo, produce delle bacche
lucide rosso-violacee o nere.
La pianta deriva il suo nome scientifico da
Atropos, la Parca greca che recideva il filo
della vita e dall’uso cosmetico che ne
veniva fatto
durante il periodo
rinascimentale, ma noto fin dai tempi di
Cleopatra: la dilatazione della pupilla
rendeva, infatti, gli occhi più profondi e la
conseguente difficoltà a mettere a fuoco gli
oggetti rendeva più affascinante lo sguardo
delle donne (chi non ha sperimentato le
gocce di atropina dall’oculista?!).
Questa pianta non può essere scambiata
con altre specie vegetali commestibili, ma
persone particolarmente impreparate e i
bambini, che assaggiano tutto, possono
mangiare le bacche scambiandole per
mirtilli.
I principi attivi presenti in tutte le parti
della pianta sono particolarmente tossici.
L’ingestione delle bacche provoca uno stato
di agitazione psicomotoria con
allucinazioni, convulsioni e coma, la cute si
presenta calda e arrossata, le pupille
dilatate, la frequenza cardiaca aumentata.
Se l’intossicazione non viene riconosciuta
può portare a morte a causa delle gravi
alterazioni del ritmo cardiaco.
Per fortuna, per questa pianta esiste un
antidoto.
27/05/2012
Raduno dei gruppi trekking UISP regionale 2012
Partenza ore 8,00 Piazza Puccini
(Mezzi propri)
ore 8,45
Ritrovo presso la stazione FS di Vernio.
dalle ore 9.30
Partenze itinerario lungo: San Quirico di Vernio – Le Soda – Poggio
Stancalasino – Passo della Crocetta – Butia (sosta per il pranzo) – Rocca di
Vernio – San Quirico di Vernio.
dalle ore 9.45
Partenze del bus navetta per l’itinerario breve: Montepiano – Butia (sosta
per il pranzo) – Rocca di Vernio – San Quirico di Vernio.
Itinerario adatto a tutti.
dalle ore 13.00
Raduno in località Butia:
sosta per il pranzo al sacco, assaggi di prodotti della Val di Bisenzio
laboratori e attività ludico-sportive con Operatori Sportivi Volontari UISP
dalle ore 15.30
Proseguimento dell’escursione in direzione della stazione FS di Vernio attraverso
le località Gorandaccio, Rocca di Vernio e San Quirico.
Presso la Rocca di Vernio sarà presente un mercato dei produttori locali
organizzato dall’Unione dei Comuni della Val di Bisenzio.
Programma completo del percorso e della manifestazione
sul nostro sito:
www.ilvalico.it
da un avventura di Aldo e G.Paolo
10
3
CARISSIMI, QUANTE VOLTE ANDANDO IN MONTAGNA ABBIAMO APPREZZATO, OLTRE
AL PAESAGGIO, LA NATURA, LE PERSONE CHE SONO CON NOI, ANCHE IL SENTIERO
CHE STIAMO PERCORRENDO? IO PENSO POCHE VOLTE, PERCHE' SPESSO DIAMO
L'ESISTENZA DI UN SENTIERO COME COSA SCONTATA ED INDIPENDENTE DA
QUALSIASI NOSTRA AZIONE E, SE PROPRIO CI VIENE DA FARE CONSIDERAZIONI, CIO'
AVVIENE QUANDO CI TROVIAMO DI FRONTE AD UN PERCORSO MAGARI MAL SEGNATO
O INFRASCATO, OVVERO QUANDO QUELLO CHE DIAMO PER SCONTATO IN REALTA'
NON E'. COME VOI SAPETE, (VERO?), IL VALICO DA MOLTI ANNI HA IN CUSTODIA IL
SENTIERO 7/B DI MONTEMORELLO E LA SUA MANUTENZIONE E' STATA PORTATA
AVANTI NEGLI ANNI CON ALTERNO IMPEGNO DA ALCUNI SOCI FRA CUI IL
SOTTOSCRITTO. L'ANNO SCORSO, PER LA MANUTENZIONE ANNUALE, ERAVAMO SOLO
IN DUE E QUINDI SONO A SCRIVERE QUESTE BREVI NOTE PER INVITARVI ALLA
PROSSIMA USCITA DI PULIZIA. L'USCITA E' FISSATA PER DOMENICA CINQUE MAGGIO
ALLE ORE 09.00 ALLA FONTE DEI SEPPI, DA DOVE RAGGIUNGEREMO IL NOSTRO
SENTIERO AGLI SCOLLINI PER INIZIARE LA PULIZIA E LA SEGNATURA CHE DOVREBBE
CONCLUDERSI, SE SIAMO IN NUMERO ADEGUATO, NEL PRIMO POMERIGGIO. NON
SERVONO COMPETENZE SPECIFICHE, NE' ATTREZZATURE IPERTECNICHE, NE' FISICO
BESTIALE O TENDENZE STRACANOVISTE, BASTA UN PO' DI VOGLIA E QUALCHE
ATTREZZO (CESOIE, GUANTI SEGHETTI), ACQUE E PANINO, MA SOPRATTUTTO
L'OTTIMISMO DI FARE QUALCOSA DI UTILE. ALLA FONTE DEI SEPPI ALLORA.
MARIO VIGNOZZI
PASSEGGIATA A MONTE MORELLO
6 Maggio 2012
Vista la lusinghiera riuscita della passeggiata di Aprile, per questa
occasione, Aldo propone questo itinerario: ritrovo alle ore 9 al parcheggio di
Isola, sopra Colonnata, ci si incammina in leggera salita sul sentiero 2, dopo
alcune centinaia di metri si devia a sinistra e attraversato un profondo burrone si
risale leggermente fino ad arrivare, nel folto del bosco ad una vecchia casa, si va
verso sinistra ed in una mezz'ora si arriva a Vecciolino, attraversata la strada ci
si immette sul sentiero 12 che ci porterà alla fonte del Nocciolo, si prosegue in
discesa ed in poco tempo si arriva alla fonte del Ciliegio di qui una stradella
forestale ci porterà al rif. Gualdo, si riattraversa la strada e passando dalla casa
del Cacciatore si imbocca il sentiero 2b che ci riporterà al punto di partenza.
Tempo previsto 3 ore c.a
Come arrivare a Isola: da Sesto F.no si va a Colonnata e si prende la strada per
Monte Morello, dopo circa 500 metri c'è una stradina sulla destra, via Isola, la si
imbocca e dopo 100 metri c'è il parcheggio.
Vi aspetto numerosi Aldo cell.3395437083
4
di case e villini che dovevano uniformarsi
al generale decoro e sottostare a
particolari limitazioni; dovevano essere
rigidamente allineati, senza spazi laterali o
giardini antistanti. Eccezione al rigore del
piano è rappresentata dall'edificio dei
Barbolani (poi Gondi e poi Ruspoli), situato
sul lato sud della piazza, che è circondato
da un ampio giardino. Altri due stranieri
che dimorarono nella zona i francesi Luigi
e Antonio Boulard, ai quali si deve
l'impianto della prima sega a vapore nella
vicina Via delle Officine, la via fu ideata
per insediamenti artigianali, fra cui quelle
arti
incomode e insalubri come la
fabbricazione delle corde di canapa e la
cerchiatura delle ruote che si volevano
togliere dalle zone centrali.
Morale:
Come si può notare,
(leggendo fra le righe) non è cambiato
molto da allora, ( che magra
consolazione).
da una ricerca di Aldo
UNA GITA NEL PARCO DELLO STELVIO
Il Parco Nazionale dello Stelvio è
ubicato nel gruppo montuoso dell'OrtlesCevedale, tra l'alta Valtellina, l'alta Val
Camonica, la Val di Sole , la Val Venosta,
la Val Monastero e la Val di Dentro e
quindi il suo territorio si estende sulle
province di Sondrio, Brescia, Bolzano e
Trento con una superficie di 1370 kmq. E'
il più grande Parco Nazionale italiano e
uno dei maggiori dell'Europa Occidentale;
per la sua eccezionale importanza
naturalistica, scientifica e paesaggistica è
stato inserito nella lista dei Parchi Nazionali
Mondiali
compilata
dall'Unione
Internazionale per la Conservazione della
Natura. Orgoglio del Parco è l'eccezionale
presenza di fiori; sono infatti circa 1800 le
specie floristiche che vegetano nel suo
territorio.
Da lontano le morene e i depositi detritici
sembrano desolati, avvicinandosi si
scoprono sorprendenti varietà di fiori, una
vegetazione che si è sviluppata senza
alcun intervento dell'uomo pur nelle difficili
condizioni imposte dall'alta quota. Merita di
essere segnalata la foresta di pino cimbro,
che si può ammirare nell'alta Val de la
Mare ove esistono esemplari di oltre
settecento anni. In questa grande area
naturale protetta, la fauna tipica delle Alpi
ha trovato condizioni favorevoli alla
conservazione e all'incremento delle sue
diverse specie. Con un pò di fortuna,
accortezza e attenzione è facile scorgere
vari esemplari quali: il Camoscio, lo
Stambecco in Val Zebrù, il Cervo, il
Capriolo e la Marmotta la quale è molto
diffusa tra i 2000 e i 2700 metri. Numerosi
pure gli uccelli sia stanziali che migratori.
L'Aquila reale, simbolo del Parco, è
presente in Val di Peio e in Val Zebrù.
Alcuni anni fa, insieme a Camillo,
Marco Pampaloni e Giampaolo Fagioli, ho
avuto l'opportunità di fare la traversata del
Parco da Santa Caterina Val Furva a Solda
in Val Martello.
Eravamo determinati e ben allenati, la cosa
si presentava assai impegnativa e perciò
seguendo le istruzioni di Camillo non
abbiamo lasciato niente al caso; siamo
partiti da S.C.V.F con una jeep fino al
rifugio Pizzini da qui, zaino in spalla ci
siamo incamminati su roccia per un
sentiero ostico e molto in pendenza tantè
che in dei punti c'erano delle catene a mò
di passamano per aiutarci a tenere
l'equilibrio, in circa quattro ore siamo
arrivati sul ghiacciaio del Cevedale a 3278
mt e ci siamo alloggiati al rif. Casati. Era
pieno zeppo, abbiamo dovuto fare il turno
per la cena, la notte molti hanno dovuto
dormire sui tavoli e addirittura per terra.
Finalmente è arrivato il mattino, sveglia
alle cinque, gran confusione, io mi sveglio
con un gran mal di testa dovuto all'alta
quota il gestore del rif. mi ha dato un
"optalidon" ed in un quarto d'ora è passato
9
STORIE E CURIOSITA'
DELLA FIRENZE CHE FU
Piazza della Indipendenza
Il 27 aprile 1859 il popolo di Firenze
si riuniva in piazza della Indipendenza
(allora "Maria Antonia", ma per i fiorentini
ancora "piazza di Barbano") per quella
manifestazione patriottica che avrebbe
allontanato il Granduca Leopoldo II di
Lorena ed innestato in modo irreversibile il
processo di unità nazionale.
Fino alla prima metà dell'ottocento
l'area occupata dall'attuale Piazza della
Indipendenza era una zona agricola situata
all'interno dell'ultima cerchia di mura, in
prossimità della Fortezza da Basso , detta
Orto o Podere di Barbano, dal nome di un
contadino del luogo. Padre Enrico
Lombardi, Vice Parroco della Chiesa di
"Santa Caterina di Cafaggio....di Barbano",
riferisce che quel contadino era il Marchese
Barbolani di Montauto, per cui "Barbano"
deriverebbe da "Barbolani". La
denominazione di "Podere di Barbano"
appare nei libri del capitolo di Santa
Reparata dal 1700 in poi. Si trattava di una
zona triangolare compresa fra Via
Evangelista (ora via Guelfa), Via San
Zanobi e le antiche mura. Secondo
l'inventario dell'epoca erano presenti nel
podere 100 olivi,160 pioppi, un arancio; si
coltivavano insalata, carciofi, sedani,
asparagi, pomodori, cetrioli, cipolle, fagioli,
gobbi e cavoli. La casa colonica che si
trovava sul sito dell'attuale chiesa di S.
Caterina, ospitava 5 mucche, un vitello e
un cavallo.
L'architetto Francesco Leoni
presentò fra il 1838 ed il 1842 i progetti
per la costruzione di 3 casamenti, per
ospitare 318 famiglie di poveri, su una
nuova strada da aprirsi sulla linea Piazza
S.Marco, via Degli Arazzieri ed il Bastione
S. Paolo della Fortezza da Basso. Il
progetto prevedeva un intero quartiere con
8
al centro una Piazza rettangolare, l'attuale
Piazza Della Indipendenza.
Il Governo Granducale approvò nel 1844 il
progetto della Piazza affidandone la
realizzazione all''ingegnere Flaminio Chiesi.
Regnavano LEOPOLDO II di Lorena, detto
Canapone per la sua folta e bionda
capigliatura, e la bella consorte MARIA
ANTONIA di Borbone, figlia di Francesco I,
Re di Napoli. La Piazza fu aperta nel 1845
e presentava alle origini la strada traversa
che la tagliava in due. Il profilo concavo
causava un costante impaludamento al
quale nel 1852 si tenta di porre rimedio
con una fognatura e con la
pavimentazione in acciottolato della
strada; solo nel 1855 la Piazza assume il
suo aspetto definitivo con la realizzazione
di un ampio marciapiedi, colonnini,
numerose panchine in pietra disposte
lungo il perimetro e candelabri a gas. Solo
più tardi, il 4 settembre 1858, si
aggiunsero le catene fra i paracarri. Con
questi lavori scomparve la strada traversa
che sarà riaperta solo nel 1929.
Si trattò della prima Piazza
ottocentesca di Firenze che superava in
ampiezza ogni altra Piazza della Toscana;
regolare, spaziosa e vuota, ricoperta di
ghiaia e circondata da un anello di sedili di
pietra con elegante disegno, intervallati da
lampioni a gas, comparsi nelle vie
fiorentine nel 1846. Gli abitanti della zona
lamentavano tuttavia che questi primi
lampioni si riconoscevano più dal puzzo
che emanavano che dal guizzo di luce che
offrivano.......
Le case del nuovo quartiere, che
dovevano essere destinate ai poveri,
furono poi ammesse a libero mercato e
acquistate da commercianti, professionisti
e artisti; fra questi lo scultore americano
Horatio Grenough, che acquistò l'immobile
d'angolo fra via di Santa Caterina
D'Alessandria e via S Francesco Poverino
(attuale via Ferdinando Bartolommei).Il
piano regolatore prevedeva la costruzione
LA PRIMA GITA A MONTE MORELLO
Sabato, giorno prima della gita a Monte
Morello, ho provato a telefonare
all’organizzatore per ben 4 volte,
trovando il telefono sempre spento e
pensavo, quindi, di essere incappata nel
più classico dei pesci di aprile.
E invece, domenica 1° aprile, alle 9, alla
Fonte dei Seppi, 7 valicanti di cui 2
gagliardi giovanotti, Matteo e Filippo, si
sono ritrovati per questa nuova iniziativa:
passeggiata mattutina per tenere le
gambe in forma.
Siamo partiti leggermente in ritardo. Voci
di popolo davano fra i partecipanti anche
il Presidente che invece si riposava a casa
sua dopo l’impegno di una notte di
volontariato.
Abbiamo seguito i sentieri come da
programma fino alla Selletta e da qui
siamo saliti a poggio Cornacchiaia per poi
scendere nuovamente al parcheggio.
Una bella idea, quella di Aldo, che merita
di essere ripetuta. Sarà anche vero, come
dice lui, che fatica a camminare per
tante ore consecutive, ma sul percorso di
3 ore ha mantenuto un ottimo “passo di
marcia” e non si è sprecato in
chiacchiere.
Alla fine eravamo tutti pronti a sederci
con le gambe sotto la tavola ad
affrontare, con qualche rimorso in meno,
il meritato pranzo domenicale.
Alessandra
VISITA DEL GIARDINO BARDINI E
DELLA VILLA CON LA MOSTRA SUI
MACCHIAIOLI
SABATO 26 MAGGIO 2012
Inizieremo la visita dello splendido giardino
Bardini con il suggestivo panorama su
Firenze per poi salire alla Villa Bardini in
Costa San Giorgio che ospita il Museo
Pietro Annigoni. In questa occasione
visiteremo la mostra organizzata dalla
Fondazione Parchi Monumentali Bardini e
Peyron sui “macchiaioli” che ha riunito più di
cento opere inedite appartenenti alla
Collezione Roster - Del Greco – Olschki.
La mostra è stata intitolata:
“ Da Fattori al '900 ”
Per coloro che saranno ancora pimpanti alla
fine della visita sarà possibile vedere alcuni
modelli di alta moda esposti nel Museo
Fondazione Roberto Capucci al quarto
piano.
Ritrovo presso l'ingresso del Giardino
Bardini in via dei Bardi n. 1/r alle ore
14.45
PREZZO EURO 10,00
La quota per i residenti nel Comune di
Firenze comprende la Guida, l'ingresso alla
mostra ed al giardino e gli auricolari. I Soci
con età inferiore ai 65 anni e non residenti a
Firenze
dovranno
acquistare
individualmente il biglietto d'ingresso del
Giardino Bardini a 10,00 Euro.
Tale costo comprende anche l'ingresso del
Giardino di Boboli, del Museo delle
Porcellane e del Museo degli Argenti.
Inizio iscrizioni Martedi 24 Aprile 2012
(Il gruppo sarà composto al massimo da 30
Soci)
5
20/05/2012
ABETONE - LIBRO APERTO - ABETONE
Dislivello: +/- 500
Difficoltà: E/FF
Tempo (h): 5,00
Partenza: 7,00 Puccini - 7,15 Cure
Referenti: Torelli
Minimo 25 partecipanti
Cellulari: 3357459955
Quota partecipazione: Adulti € 17,00 - Ragazzi € 10,00
Il Libro Aperto, senza dubbio la montagna più frequentata nella zona dell’Abetone, si
presenta con due cime, il Monte Belvedere (m.1895) in versante toscano e il Monte
Rotondo (m.1936) in versante emiliano. Il nome deriva dalla somiglianza, riscontrabile dal
versante toscano, con un libro dalle ampie pagine dischiuse sul dorso costituito dall’alto
bacino imbrifero del Rio Maggiore. La nostra escursione inizia dopo aver parcheggiato il
bus in Piazza delle Piramidi all’Abetone (m1388). Si prende la strada che sale in direzione
dell’Uccelliera inoltrandosi,sulla destra, nella foresta di Boscolungo fino a pervenire ad
una sella (quota 1475) dove si trova una bella fonte costruita dal Corpo Forestale dello
Stato. Da qui si segue l’ampia strada forestale che prosegue costeggiando a sinistra il
Monte Maiori. Si scende, quindi, verso est fino a raggiungere una sella chiamata Serra
delle Motte o Foce delle Verginette (m.1502). In questa zona si trova una costruzione
nota come Casa di Lapo che nel periodo estivo fornisce un servizio di ristoro. Da qui inizia
l’ascesa vera e propria al Libro Aperto lungo il sentiero 00 di crinale in direzione nord–
est . Il sentiero sale poi fra magri pascoli e grossi massi con il panorama che diviene
sempre più ampio e con lo sguardo che spazia su tutto il crinale appenninico: dopo 1,15
h circa dall’aver lasciato la Foce delle Verginette si arriva sulla cima del Monte Belvedere
(m.1895) una delle due vette del Libro Aperto, che si trova in versante pistoiese ed è così
chiamata perché da essa si gode di uno splendido panorama sull’Abetone. Da qui si
scende ad una marcata depressione denominata La Spianata o la Selletta del Libro Aperto
(m.1857) ancora oggi conosciuta in versante pistoiese come Passo delle Mandrie e che
costituisce l’alto bacino imbrifero del Rio Maggiore: la si attraversa per risalire verso l’altra
cima del Libro Aperto, il Monte Rotondo (m.1936) in versante modenese. Da qui si gode
di un vastissimo panorama su tutto il crinale appenninico e sulle valli dei versanti
modenese, bolognese e pistoiese. Nel percorso di ritorno si prende il sentiero n.495 che
scende giù per il Vallon dei Faggi e passa nelle adiacenza del Lago della Risaia. Raggiunta
nuovamente la Foce delle Verginette, si tralascia il sentiero 00 che va verso il Maiori e si
segue la già fatta ampia pista forestale a mezza costa fino a tornare all’Abetone.
6
Gita a Sestri Levante - Impressioni
di una neo-iscritta all’associazione
Avevo perso i quattro giorni a Roma per
un fortissimo raffreddore, dunque la gita a
Sestri era il primo vero contatto con gli
iscritti al Valico.
Era parecchio tempo che non facevo più
trekking – tranne quello urbano – e la gita
mi dava un po’ di ansia con le sue cinque
ore di cammino (poi sono state circa
tre…), anche se classificata con una sola
F.
Ad Anna e Silvano, amici da tempo,
chiedevo spesso: “Ma ce la farò? E se non
ce la faccio perché camminate troppo
veloci? Se dovrete rallentare a causa mia,
che vergogna! Non oserò più farmi
vedere.” Loro mi rassicuravano,
soprattutto Anna, che è molto protettiva:
“Ma no, sta’ tranquilla, c’è anche chi va
piano; poi ti aspettiamo, non lasciamo
indietro nessuno” ecc. ecc.
Io sono un tipo ansioso, sempre
preoccupata di non essere all’altezza della
situazione e diventare un peso per gli altri.
Però alla fine mi sono detta: “Basta con le
incertezze, vado, devo mettermi alla prova
prima della Settimana Verde!” (ammesso
che ci siano disponibili camere singole
nell’albergo in Austria…).
Via via che salivamo sopra Sestri, ho
capito che ce la stavo facendo
discretamente, che mi stavo godendo i bei
panorami sulla costa ricca di sporgenze e
rientranze, che si aprivano ad ogni svolta
del sentiero, e sul mare aperto che,
quando è placido, mi dà sempre un
piacevole senso di calma interiore. Tutti i
gitanti,inoltre, erano persone simpatiche e
gentili. Ancora li conosco poco,
naturalmente, ma spero che le prossime
gite mi permetteranno di familiarizzarmi
con ognuno di loro.
Prima esperienza del tutto positiva
dunque, perciò ne farò altre; e già durante
il rientro in pullman ho evidenziato sul
giornalino quelle che mi interessano di più,
previo parere di Silvano sulla difficoltà di
ciascuna.
Sono proprio contenta di essermi iscritta al
Valico!
Carla Veronese
AVVISO PER I CORISTI
DEL PULLMAN
Volendo preparare un libretto con i
testi delle canzoni da cantare durante
i viaggi domenicali, chi avesse dei
titoli preferiti da inserire è pregato di
comunicarmeli all’indirizzo della
redazione.
Penserò io a cercare i testi su internet
e all’impaginazione.
Purtroppo da diversi mesi non
partecipo alle gite……. Beh intanto vi
do modo di allenarvi.
Riccardo
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