Calendario
8 dicembre 2009
Immacolata concezione - Cerchio Mariano
6 - 7 marzo 2010
Esercizi Spirituali
19 Dicembre 2009 - Valdocco
Rinnovo promesse
31 gennaio 2010 - Valdocco
Festa San Giovanni Bosco
Ore 18.30 S. Messa - Promesse
20 - 21 marzo 2010
Esercizi Spirituali per famiglie
18 aprile 2010
Congresso Provinciale elettivo
31 maggio - 8 giugno 2010
Pellegrinaggio in Terra santa
Dalla lettera di presentazione del PVA del Rettor Maggiore
Eccovi, cari Salesiani Cooperatori, il Progetto di Vita Apostolica, rinnovato ed approvato
"ad experimentum".
Vi viene offerto come un "libro di vita", che vi deve accompagnare sempre. Contiene lo
Statuto, rinnovato, e il Regolamento dell'Associazione dei Salesiani Cooperatori.
Vi invito ad accoglierlo con la riconoscenza e la speranza di chi riceve un tesoro prezioso.
Dal momento della sua promulgazione, lo Statuto dovrà occupare un posto privilegiato sia
nella vita personale di ogni Cooperatore e Cooperatrice, sia in quella dell'intera Associazione. Ciò comporta di conoscerne i contenuti e di interiorizzarne i valori.
Quello che ora importa è la conoscenza e l'interiorizzazione di questo "libro di vita". Esso
deve diventare oggetto di studio, di assimilazione, di preghiera, di vita.
Mentre ve lo consegno, affido tutti voi a Maria Ausiliatrice. Ella vi prenderà per mano e vi
sarà Madre e Maestra.
Don Pasqual Chavez
16
Rivista di collegamento e formazione
dell’Associazione dei Salesiani Cooperatori
della Provincia Piemonte - Valle d’Aosta.
12/09 Anno XII
Numero 39
L’angolo della Buona Stampa
Ivo Borri
Cons. Mond. Ita-Mor-Malta
C
Giorgio e Monica Rosatti
arissimi Cooperatori, Aspi-
nella fede in Colui che tutto può e restii talvolta a cre-
ranti, componenti e amici
dere che Maria possa guidare la nostra vita, così come
Giocatechismo
della Famiglia Salesiana,
ha fatto con Don Bosco fin dal sogno dei nove anni.
Una raccolta di idee per fare catechesi in modo giocoso, allegro e coinvolgente. Tre sussidi da integrare
nel cammino complessivo. I giochi
riportati nei tre libri che compongono
la serie (tutti inediti e sperimentati) trasmettono ai bambini alcuni dei
contenuti presenti nel catechismo
CEI «Io sono con voi» (vol. 1°); fanno vivere ai fanciulli alcune fra le pagine più belle del Vangelo (vol. 2°);
introducono i fanciulli alla Messa e ad
alcuni aspetti particolari che si vivono
in essa (vol. 3°).
attraverso queste pagine del vostro noti-
Una delle domande che avevo lasciato in quella oc-
ziario vi porgo il mio affettuoso saluto
casione per i vostri lavori di gruppo diceva proprio
da neo Consigliere Mondiale della Re-
così: “Quanto sappiamo fare di Maria la nostra Mae-
gione Italia – Medio Oriente – Malta.
stra per metterci a disposizione del Maestro?”. E anco-
Porto
me
ra, poco dopo: “Siamo capaci di abbandono totale
l’emozione per questo incarico
nelle mani di Dio? Ci fidiamo anche quando non sap-
che mi è stato affidato a fine set-
piamo cosa ci aspetta?”.
tembre nel corso del Congresso
Se penso a Don Bosco ed alla sua vita intessuta in
Regionale e ringrazio tutti coloro
Maria, trovo risposte sufficienti per comprendere
che in questo periodo mi hanno
quanto sia possibile tutto questo. Quando il Signore
fatto sentire la loro vicinanza, in
chiama a scelte concrete che possono sconvolgere le
particolare con la preghiera. Sento
nostre prospettive, allora la nostra vita può trasformar-
tra di noi una comunione spiritua-
si in un abbandono fiducioso nelle Sue mani.
le davvero intensa, che mi sostie-
Rileggendo questi passaggi mi rendo conto di come
ne e che permette di rafforzare
anche per me il Signore abbia chiesto una risposta di
ulteriormente il legame gi esisten-
adesione fiduciosa ed abbia messo alla prova la mia
te con molti di voi.
fede, a volte fragile, a volte tiepida.
Ricordo con piacere l’occasione
Sento di condividere con voi queste sensazioni che
che ho avuto di partecipare nel
ho provato nei momenti prima e dopo l’elezione a
2008 alla vostra Giornata del Co-
Consigliere Mondiale, frastornato dall’evolversi di una
operatore al Colle Don Bosco,
situazione che fino a qualche giorno prima ritenevo
durante la quale presentai un in-
solo ipotetica. Per questo motivo, ai presenti che e-
tervento
della
sprimevano con l’applauso le loro felicitazioni nei
“Corresponsabilità ed appartenen-
miei confronti ho detto, con parole interrotte dalla
za”, toccando alcuni aspetti che
commozione, che volevo ricordare di quel applauso
oggi sento ancor più vicini dopo i
un fermo immagine, il momento cioè nel quale le due
recenti eventi che mi hanno ri-
mani si toccano e vedere in quel gesto un gesto di
guardato. In uno dei passaggi sot-
preghiera per me e per il servizio che avrei iniziato.
tolineavo come, di fronte al Signo-
Oggi, a quasi due mesi di distanza, posso dirvi come
re che chiama noi ci sentiamo
abbia sperimentato in questo tempo la vicinanza del
quasi sempre inadeguati, piccoli
Signore, attraverso le persone con cui condivido le
ancora
sul
forte
tema
in
2
Bruno Ferrero
Dieci buoni motivi per essere
cristiani (e cattolici)
Editrice Elledici
Per molti, la religione è una cosa
distante, teorica. La vita è un'altra
cosa. La religione è vapore e chiacchiere. E soprattutto noia. A che
serve credere in Dio? Il cristianesimo è la via più semplice per la verità e quindi per la felicità: questo
piccolo libro cerca di dimostrarlo. Lo
fa con infinita umiltà e semplicità.
Attraverso piccole storie e semplici
riflessioni vengono trattati temi come Dio, la Chiesa, la missione, la
preghiera: un aiuto a recuperare il
senso vero della nostra fede e tornare a proclamarla con gioia. Un
libro per tutti.
Editrice Elledici
15
“ Ti abbiamo aspettato, ti abbiamo aspettato tanto, ma finalmente ci sei: sei tra noi e
non ci sfuggirai!” sono le prime
parole che una moltitudine di
giovani rivolge a Don Bosco in
quello che viene chiamato 5°
sogno missionario, quello fatto
a Barcellona la notte tra il 9 e il
10 Aprile 1886. Un don Bosco
già vecchio ed esausto non si
sottrasse all’invito insistente dei
Cooperatori che lo vollero a Barcellona. La città lo accolse come
un re e don Bosco non risparmiò
benedizioni e miracoli.
La gratitudine profondissima di
quelle parole è la stessa che ho
avuto la grazia di ascoltare nelle parole di molti giovanissimi
partecipanti al Confronto Europeo MGS svoltosi nel mese di
Agosto nei luoghi delle radici
del carisma salesiano, tra Colle, Valdocco e Morenese.
In quanto adulto cresciuto in
Italia praticamente sulle ginocchia di Don Bosco e Madre
Mazzarello ho forse troppo
spesso dato per scontata
l’abbondanza di benedizione
ricevuta.
Con quale sorpresa e pudore
ho ascoltato giovanissimi
membri del MGS provenienti
da Paesi dell’Est europeo o dal
Medio Oriente esprimere una
attività della Consulta: responsabili della Formazione,
Sono tutti punti che dimostrano
Segreteria, Amministrazione, Delegati e Coordinatori
come la Consulta Regionale, così
provinciali, trovando in loro disponibilità ed entusia-
come indicato nel Progetto di Vita
smo per animare in maniera adeguata questo vasto
Apostolica, abbia un ruolo di pura
territorio dell’Italia, Medio Oriente e Malta.
animazione e non di governo del-
Un’area geografica con caratteristiche culturali e pro-
la Regione, compito invece deman-
blemi diversi tra loro, accomunata però dallo stesso
dato ai Consigli, ed in particolare ai
spirito salesiano e dalla stessa missione giovanile.
Consigli provinciali e poi locali.
Una bella opportunità di servizio
gratitudine profonda, commossa e autentica per
il lavoro e la presenza stessa di SDB e FMA nei
loro Paesi.
“Senza di loro anche noi, pur provenendo da
famiglie cristiane, avremmo perso la fede”.
“Siamo grati ai Salesiani per essere venuti da noi
e per quello che fanno per i giovani e per le famiglie, perché qui anche il senso della famiglia è
da ricostruire dopo decenni in cui è andato perduto”. Alle mie orecchie tutto ciò è risuonato
famigliare eppure lontano. Famigliare perché
associato al ricordo di quanto letto nella storia
salesiana, lontano perché associato ad un sapore
di terra di missione che pare lontano. Ho udito e
letto negli occhi di giovani animatori e catechisti
-anche meno che ventenni- la consapevolezza di
aver ricevuto la visita dello Spirito Santo insieme
al grande dono di educatori ed educatrici che
hanno davvero a cuore il bene dei giovani.
14
Quali i principali punti su cui concentrare le nostre
sì, ma soprattutto una bella occasione
attenzioni per i prossimi anni?
di crescita salesiana per ciascuno.
La Segreteria Esecutiva nel corso del primo incontro
Non nascondo infine che, oltre
ha elaborato una serie di proposte che porterà
alla disponibilità data per questo
all’attenzione della Consulta (evento probabilmente
incarico di animazione regionale,
già verificatosi nel momento in cui uscirà questo Noti-
sia presente in me anche un pia-
ziario) e che brevemente vorrei riassumere:
cere: quello di poter incontrare e
coinvolgere tutti i Coordinatori provinciali in de-
conoscere nell’ambito del Consi-
terminati ambiti operativi così da permettere una mi-
glio Mondiale i rappresentanti
gliore animazione dei vari settori (Formazione, Pasto-
delle altre Regioni per allargare
rale giovanile, familiare, comunicazione, …);
così gli orizzonti della mia espe-
curare la formazione e la condivisione tra i vari
rienza salesiana.
responsabili provinciali;
Se poi penso che a metà dicembre
offrire alle Province possibili percorsi di forma-
nel corso del primo appuntamento
zione per gli Aspiranti, lasciando libertà di scelta a
del Consiglio Mondiale, avrò mo-
seconda delle caratteristiche dei partecipanti;
do di partecipare ad un Consiglio
garantire un contatto più costante con i Cooperatori
congiunto SDB-FMA-ASC, beh …
del Medio Oriente e di Malta, facendoci carico della
l’emozione sarà davvero tanta.
loro partecipazione ad almeno un incontro l’anno;
Un’emozione che non dovrà ri-
sensibilizzare i Cooperatori ad una corresponsa-
manere chiusa dentro di me ma
bilità anche economica per realizzare quei progetti-
andrà necessariamente travasata e
sogni (ad es. la garanzia di un incontro annuale con il
diffusa per dare a tutti voi, cari
Medio Oriente) che oggi, alla luce dei dati economici
Cooperatori, quel pezzo di gioia
disponibili, sembrano di fatto impossibili;
che deriva dal sentirsi parte di una
crescere nella comunicazione, utilizzando tutti i mezzi a
grande famiglia: la Famiglia Sale-
disposizione per creare quello spirito di appartenenza che
siana.
va al di là della sola realtà locale e provinciale;
ripristinare, grazie ora all’esistenza di una figura
Fraternamente in Don Bosco,
incaricata, il servizio di segreteria con tutto quanto
ne consegue.
Ivo Borri
Cons. Mond. Ita-Mor-Malta
3
Il suo futuro...
Mauro Comin
Coord. Prov. ICP
Eccoci a scrivere sul futuro della
A grandi passi ci si sta dirigendo
verso il Tempo di Natale e quindi
al “Gennaio salesiano.”
Questi due momenti ci portano a
fare una profonda riflessione sulla
Promessa e sul nostro essere salesiani cooperatori e salesiane cooperatrici.
Anzitutto dobbiamo aver chiaro
“cos’è” la promessa del salesiano
cooperatore… Non è una promessa di consacrazione, non è un
voto…
E’ una
promessa apostolica pubblica.
Tale promessa ci porta a prendere
degli impegni nei confronti di Dio
ma anche nei confronti dei fratelli.
Ed è proprio in virtù di questa promessa che entriamo a far parte di
un’Associazione e quindi della
Famiglia Salesiana.
Ci sono quindi alcune parole
chiave su cui vorrei porre
l’attenzione:
Associazione: l'insieme di più
persone collegate tra loro per un
comune interesse
Promessa: assicurazione
fare o di dire una cosa
di
Apostolica: proprio degli apostoli; che deriva direttamente dagli
apostoli.
Queste tre parole ci indicano
chiaramente quale deve essere lo
spirito che dovrebbe animarci!
Chiaramente ci invitano a lavorare assieme, ad andare fuori (come gli apostoli), insomma, ad essere
testimoni.
A questo proposito, mi piace riportare la conclusione
di un libretto scritto nel 1977 da don Aubry che si
intitola “La nostra testimonianza cristiana e salesiana.”
nostra rivista.
Come più volte accennato negli
incontri
Provinciali,
questo
è
l’ultimo numero di “Dialogo” che
oggi, le motivazioni che animarono le sue intuizioni
uscirà in formato carteceo.
di un tempo. Ecco che a leggere con attenzione i suoi
La decisione è stata presa dopo
Mi restano tre piccole cose da dire.
scritti -la corrispondenza, i discorsi, gli aneddoti- si
aver chiesto l’opinione ai centri
1 ) Non bisogna essere troppo preoccupati di testimoniare. Voglio dire: non dobbiamo uscire al mat-tino da
casa nostra dicendo: « Vado a testimo-niare ». Diciamo
piuttosto: « Voglio oggi vivere sul serio la mia fede cristiana e salesiana. Voglio tentare di amare meglio di ieri
». L'essenziale è vivere dina-micamente. La testimonianza
verrà da sé, necessa-riamente.
comprende quanto il Fondatore della Società Salesia-
locali . Purtroppo un solo centro
na sia stato profondamente profetico nel gettare i semi
locale ha espresso un’opinione…
della Famiglia Salesiana e nel volere una presenza
Dal prossimo numero, “Diaologo”
laicale impegnata: impegnata perché resa correspon-
sarà
sabile della missione in favore dei giovani e nel dif-
( http://www.salcoopicp.eu ) ed
fondere il carisma originario in tutti modi e in tutti gli
inviato via mail a tutti gli indirizzi
2) Testimoniare è terribilmente esigente. Fa pau-ra... almeno fino a quando abbiamo capito che non lo possiamo
da soli. Gesù ci ha promesso e ci dà il suo Spirilo Santo. I
Dodici apostoli, poveri paurosi, sono diventati testimoni
coraggiosi con la Penteco-ste: « Avrete forza dallo Spirito
Santo che scenderà su di voi e mi sarete testimoni a Gerusalemme e dap-pertutto » ( A t 1,8; cfr. Le 24, 47-49). Al
sommo sacerdote e al sinedrio, Pietro e gli altri apostoli ri
-spondono: « Di questi fatti siamo testimoni noi e lo Spirito Santo che Dio ha dato a coloro che si sot-tomettono a
lui » { A t 5 , 32; cfr. M t 10, 18; Gv 1 5 , 26-27; 16, 13).
Riteniamo questa legge: niente testi-monianza senza lo
Spirito Santo, ma con lui una te-stimonianza potente. Una
ragione di più per pregare!
ambienti della vita quotidiana.
in possesso della segreteria pro-
3 ) La Famiglia salesiana ha bisogno di testimoni forti.
Abbiamo bisogno di essere testimoni gli uni per gli altri,
per incoraggiarci mutuamente. In par-ticolare i giovani
membri hanno bisogno di quell'aiu-to fraterno, di cui si
vorare in comunione con i Salesiani e gli altri gruppi
4
pubblicato
sul
sito
web
vinciale (chi l’avesse modificato o
Gli elementi di riflessione storica offerti da Don Aldo
non comunicato lo faccia!) ed ai
hanno poi fatto lavorare i Salesiani Cooperatori nel
coordinatori locali.
confronto di gruppo durante parte del pomeriggio.
Sarà responsabilità di ogni Consi-
Ciascuno ha potuto constatare come l’idea che don
glio locale stampare la rivista per
Bosco ebbe dei Salesiani Cooperatori sia attuale e
poterla far arrivare ai salesiani
corrisponda al volto tracciato dal Progetto di Vita A-
cooperatori e cooperatrici
postolica. L’adesione al carisma salesiano porta dav-
non utilizzano il computer.
vero a scegliere di vivere il Battesimo avendo una
Da parte del Consiglio Provincia-
attenzione alla realtà particolarmente sensibile al be-
le l’impegno di pubblicare rego-
ne diretto e indiretto dei giovani e a desiderare di la-
larmente la rivista.
della Famiglia Salesiana per far meglio fruttificare tale
missione.
13
che
Il Consiglio Provinciale
Io conosco dei membri della Famiglia che, a queste parole di un Papa,
hanno pianto di gioia. E se è possibile piangere nel cielo, credo che Don
Bosco l'abbia fatto lui per primo.
Riconoscersi figli dello stesso padre.
Incontrarsi, ritrovarsi, riconoscer-
tro prima dell’inizio delle attività Locali, prima cioè di
si… Sì riconoscersi. La Giornata
immergersi nelle molte e intense attività che animano
del
la vita di ciascuno all’interno di parrocchie, oratori,
Cooperatore,
che
anche
quest’anno ha dato ufficialmente
Quanto è ancora attuale questo
scritto!!!
Concludo con le parole e
l’invito che ha fatto il Rettor maggiore, il 5 novembre u.s. , visitando i salesiani cooperatori di Dimapur (India) ha detto:
scuole e delle nostre famiglie.
inizio alle attività associative, è
stata davvero una occasione pre-
Ci siamo ritrovati. E ci siamo riconosciuti realmente
ziosa per riconoscersi: negli occhi
nel comune carisma che colora il nostro essere cristia-
e nei modi dei fratelli Salesiani
ni -e anche il nostro carattere personale- e che sostie-
Cooperatori, e nell’idea che lo
ne il nostro apostolato tra i giovani e per i giovani.
stesso Don Bosco aveva di noi,
Guardando gli occhi del vicino ciascuno ha in qual-
come abbiamo potuto ascoltare
che modo potuto riconoscere qualcosa di sé e avere
dalle parole di Don Aldo Giraudo.
ancora una volta conferma di avere davvero risposto
Il 20 Settembre scorso i cortili, i
ad una chiamata dello Spirito, quello stesso Spirito
saloni e le aule di Valdocco han-
che ha animato San Giovanni Bosco nella speciale
no accolto oltre 300 Salesiani Co-
dedizione ai giovani e, tra questi, i più poveri.
operatori, Aspiranti e Delegati/e
Don Aldo Giraudo, docente di Storia della Spiritualità
del Piemonte e Valle d’Aosta per
presso la Università Pontificia Salesiana di Roma, ha
la consueta giornata di apertura
catturato l’attenzione dell’assemblea che gremiva il
dell’anno cosiddetto sociale. Era-
Teatro Piccolo. Don Bosco continua a lasciarsi studia-
vamo davvero numerosi e gioiosi
re e a lasciarsi scoprire per ravvivare nei suoi figli di
nell’incontrarci a casa del nostro
comune
Padre,
Don
Bosco.
L’appuntamento di Settembre è
sempre molto atteso e sempre più
partecipato perché sentito come
occasione di incontro e confronto.
Con molto fratelli e sorelle Salesiani Cooperatori è anche quasi
parla nell'art. 2 2 del N R : « Si diventa cooperatori per
libera scelta. Questo dono del-lo Spirito si accoglie con
gioia e si vive con fedeltà, sorretti dall'affetto, dalla preghiera e dalla testimo-nianza dei propri fratelli Cooperatori e degli altri membri della Famiglia salesiana » .
A questo ci ha invitati un anno fa il Papa Paolo V I . Vorrei finire questa conferenza con qualche parola di questa
indimenticabile udienza del 3 novembre 1976 « Noi desideriamo incoraggiarvi nel nome del Si-gnore a protendervi in avanti verso la strada che an-cora la volontà dì Dìo
vi riserva dì percorrere secondo l'impulso del vostro santo Fondatore. Al tempo stes-so vi esortiamo a conservare
l'entusiasmo della vo-stra vita cristiana e salesiana, assicurandovi che la Chiesa è con voi, perché voi siete con la
Chiesa... Noi scorgiamo in voi forze vive e generose a
servizio della Chiesa universale e delle Chiese locali, in
spi-rito dì autentica testimonianza cristiana... Sappiate
che contiamo su dì voi e sulla vostra cooperazione. Facciamo assegnamento su dì voi... I o mi unisco al Rettor
maggiore e vi dico nel nome di Cristo: Siate con noi, cooperate, lavorate così che siate veramente impegnati in una
formula che vale la pena dì fare propria e che da certamente la garanzia del premio divino... Noi vi diciamo
questo con le parole che san Paolo diceva, in una delle sue
lettere: ' Ecco, ecco quanti hanno cooperato con me per il
Regno di Dio, e mi sono stati di consolazione' (Col 4,11).
Grazie, figlioli! ».
l’unica occasione certa di incon12
5
“Voi siete il cuore della Famiglia Salesiana, siete salesiani nel
mondo e cooperatori di Dio”.
“Avete tre campi d’azione molto chiari: il primo è l’ambito sociale in cui lavorate; il secondo compito è dare testimonianza con la
propria vita di ciò per cui voi siete
stati eletti; e il terzo è lavorare in
unità con i salesiani e le Figlie di
Maria Ausiliatrice”.
L’augurio è che queste parole,
del passato o recenti, spingano
tutti noi a prenderci le responsabilità della Promessa che abbiamo
fatto un giorno.
Oggi più che mai siamo chiamati ad una corresponsabilità tipica della nostra Associazione e
della Famiglia Salesiana.
Di cuore
Buon Natale
Mauro Comin
in clinica, viene trasferita in caserma e dopo un
violento interrogatorio le impongono di non raccontare più nulla o saranno guai.
Don Sergio Pellini
Delegato SDB
Carissimi cooperatori e cooperatrici,
in questi ultimi mesi la nostra
grande Famiglia Salesiana è provocata continuamente da eventi e
fatti legati alla memoria storica
che ci appartiene, all’attualità di
un carisma e, soprattutto, al valore
del grande dono che il Signore ha
fatto al mondo e a tutti noi di una
via che conduce all’Amore nello stile
salesiano. E noi ne siamo testimoni!
Come, allora, non condividere
questa gioia e questi doni unendoci insieme ed accogliendo
l’accorato invito del Rettor Maggiore a rendere visibile la nostra
adesione a Dio e il nostro impegno a portarlo e farlo conoscere al mondo che ci circonda! Continuamente dovremmo
poter dire: «Veramente non c'è
niente di più bello che incontrare e comunicare Cristo a tutti.»
In occasione del centenario della
morte di don Michele Rua, fedelissimo a Don Bosco e al suo carisma, don Pascual Chavez invita
tutta la Famiglia Salesiana ad agire
come un vero movimento di discepoli ed apostoli di Gesù e ad
impegnarsi nell’evangelizzazione
dei giovani.
L’impegno evangelizzatore è il
frutto e la conseguenza
dell’identità del discepolo del Signore Gesù che, seguendolo, diventa suo ardente missionario.
Vogliamo così assumere la sfida di
aiutare i giovani «a guardare gli altri
non più soltanto con i propri occhi
e con i propri sentimenti, ma secondo la prospettiva di Gesù Cristo».
La Strenna 2010, dalla quale vogliamo prende spunto,
ci viene offerta partendo dall’espressione sincera e
ardente che i discepoli di Emmaus esprimono
nell’incontro con lo “sconosciuto” dopo la Resurrezione:
"Signore, vogliamo vedere Gesù". Anche noi, dice don Pascual, ad imitazione di Don Rua, come
discepoli autentici e apostoli appassionati portiamo il Vangelo ai giovani.
Dove, come, quando, perché…lo dobbiamo capire
“dal di dentro”, nel nostro cuore e nella nostra mente
vivendo ed alimentandoci con una forte esperienza
interiore e di fede. Gli ambienti dove la Provvidenza
ci ha posti attendono da noi l’annuncio appassionato
e costante di Gesù, del Suo messaggio, della Sua parola perché è l’unica Parola di vita, l’unica che ci può
permettere di capire la nostra esistenza e il valore della sofferenza.
Sono già numerosi i membri della Famiglia salesiana
che si trovano in sintonia con questo impegno e le
previsioni lasciano ben sperare. Occorre, comunque,
continuare a fare esperienza di vita di fede trovando
momenti di formazione, di incontro e preghiera comuni e individuali affinché la centralità di Cristo sia
testimoniata dalla solidarietà e dalla testimonianza, da
un apporto reciproco di educazione ed evangelizzazione, da una attenta rilettura dei contesti ambientali
e culturali e dal coinvolgimento più diretto delle famiglie. Educatori che sanno educarsi in una formazione
permanente per poter educare a su volta.
Sarà sicuramente il regalo più bello che possiamo
offrire a don Bosco e ad i suoi successori in questo
150° dalla fondazione della Congregazione salesiana.
Ma chi ne guadagnerà in amore e speranza saranno
soprattutto i giovani e ciascuno di noi.
Un Santo Natale a tutti ed un felice Nuovo anno che
sia tutto per il Signore Gesù e per i giovani, fratelli e
sorelle lontani e tristi.
Con grande affetto ed riconoscenza per la collaborazione.
Don Sergio Pellini
delegato
6
Passano alcuni anni e viene trasferita nel
nord del Darfur dove gli scontri sono molto più
frequenti. Si dovrà occupare di curare quaranta
bambine, tra gli otto e i tredici anni attaccate dai
Janjaweed nella loro scuola, stuprate, picchiate,
rovinate sia nel corpo che nella psiche. Da questa esperienza la vita di Halima cambierà per
sempre.
Dopo aver prestato soccorso non si dà pace,
non ha mai visto tanta crudeltà. Si chiede: ma
questi uomini hanno dei figli? Il grido di giustizia
sale dal profondo della sua anima e con grande
coraggio denuncia l’accaduto a dei funzionari
O.N.U., incurante delle minacce ricevute dai
poliziotti governativi.
La polizia l’arresta, viene stuprata e picchiata, rilasciata dopo alcuni giorni con ferite fisiche
e psicologiche profonde. Decide di tornare al
suo villaggio natio. Un giorno anche il suo villaggio viene attaccato; insieme alla madre ed
alla sorella più piccola riesce a nascondersi nella
foresta, mentre il padre che non lascia la casa
per permettere alla famiglia di fuggire, è barbaramente ucciso. Il villaggio viene incendiato e raso
al suolo.
Halima decide di scappare per raggiungere
un cugino che vive in Inghilterra, a cui è stata
data in sposa, per procura dal padre. La fuga attraverso il Sudan e paesi confinanti dura diversi
mesi. Attualmente Halima Bashir vive in Inghilterra con il marito ed ha un figlio. Al momento
della stesura del libro Halima non è ancora riuscita a conoscere la sorte della madre e dei suoi
fratelli.
Un racconto vivo, reale, scritto con il cuore.
Il mondo occidentale ha potuto conoscere, attraverso una testimonianza diretta, di quante orribili
atrocità hanno subito le popolazioni inermi del
Darfur.
11
Il giornalista inglese Tim
Butcher ha così commentato:
«Il genocidio del Darfur ha trovato la sua Anna Frank».
La bambina di sabbia, di
Halima Bashir, scritto con il
giornalista
Damien
Lewis
(Sperling & Kupfer traduzioni
di Claudia Lionetti e Marilisa
Santarone, pagg.327, euro l8),
ha vinto il Grand Prix "Elle's
Lettres" del magazine inglese
Elle come migliore libro di saggistica del 2008.
Giacomo D’Antonio
Centro Locale Rebaudengo
Raccontato da Halima Bashir
Sr. Laura Gorlato
Delegata FMA
Giacomo D’Antonio
Centro Locale Rebaudengo
Da anni attraverso i giornali e le televisioni ci arrivano
notizie di ciò che succede in
Darfur (regione del Sudan). Un
genocidio scatenato dalla minoranza araba, i famigerati Janjaweed (diavoli a cavallo), contro le popolazioni nere. Le violente incursioni dei Janjaweed
nei villaggi hanno provocato
trecentomila morti e quasi due
milioni di sfollati.
I Salesiani sono presenti in
Sudan dal 1984, con cinque
case: una a Khartoum, una ad
El Obeid e tre nel Sud Sudan
(Wau, Tonj e Juba). Dal 2005
la comunità di El Obeid accoglie nel centro tecnico, giovani
del Darfur per insegnare loro
un mestiere. Vengono scelti nei
villaggi nell’area della capitale
Nyala, hanno così l’occasione
di poter vivere un intero anno
lontano dalle violenze e, nello
stesso tempo, apprendere un
mestiere per il proprio futuro.
Al termine dell’anno scolastico
riceveranno il Tools Box
(cassetta dei ferri) specifico per
il corso che hanno frequentato.
Per conoscere ed approfondire la realtà del Darfur è
consigliata la lettura del libro:
“La bambina di sabbia”, scritto
da Halima Bashir.
Racconta delle violenze subite dalle popolazioni del Darfur, la scrittrice ne è vittima innocente. Halima scrive: «Mai nemmeno nei miei
incubi più cupi e più lugubri avrei immaginato di
assistere a un tale orrore. Che cosa stava succedendo al mio paese? Dove erano finiti l'amore, la
bontà, l'umanità? Chi aveva lasciato entrare il
male e gli aveva dato tutto quel potere?».
Halima racconta con nostalgia la sua infanzia serena, scandita dai giochi con i suoi cugini
ed amici del villaggio. I momenti vissuti con la
nonna Sumah, severa ed austera, che le insegna a
diventare una perfetta donna “zaghawa”.
Mentre Halima frequenta la scuola del villaggio, il padre si accorge delle doti della figlia: intelligente, volenterosa, tenace, molto brava in
matematica. Il desiderio del padre è di vederla
medico, il villaggio ne ha bisogno, sembra un
sogno irraggiungibile, così non si perde d’animo
e iscrive Halima in una scuola molto più grande
ed attrezzata in una città vicina.
La scuola è frequentata da un buon numero
di allievi, alcuni di etnia araba, Halima comprende che la sua pelle nera le porterà dei problemi
ed è cosciente che solo ottenendo degli ottimi
voti potrà coronare il suo sogno. Lo realizzerà
con grande impegno e tanto studio all’Università
di Khartoum negli anni successivi.
Fresca di laurea viene inviata in una clinica
nel Darfur, i luoghi indicati nel libro non sono
quelli reali, per motivi di sicurezza. Negli anni in
cui Halima esercita la professione di medico comincia la guerra, conscia delle ritorsioni che potrebbe subire, racconta ad un inviato dell’ONU
le violenze dei Janjaweed che vede giornalmente
nel suo lavoro. La polizia governativa la preleva
10
Il nostro Salvatore oggi è nato: rallegriamoci!
Non c’è spazio per la tristezza
nel giorno in cui nasce la vita.
Esulti il santo, perché si avvicina al premio;
gioisca il peccatore,
perché gli è offerto il perdono;
riprenda coraggio ogni uomo,
perché è chiamato alla vita.
Così san Leone Magno si rivolgeva ai fedeli del
tempo in prossimità del Natale.
Possiamo rallegrarci anche noi, dato che il Natale
si avvicina ? e l’augurio “funziona” oggi come ieri ?
Proviamo a rileggere il Vangelo (Lc 2, 1-14) della
Notte Santa per capire se siamo implicati nella storia.
“Cesare ordinò che si facesse il censimento…
Giuseppe salì in Giudea per farsi registrare…”
Anche allora c’era chi faceva le leggi e chi… obbediva!!! Se Giuseppe, il giusto, parte con Maria,
incinta da circa 9 mesi, quindi non proprio nelle
condizioni migliori per affrontare un viaggio
(non in 1° classe e neppure su una macchina
gran confort). Allora mi ritorna alla mente la parola di Gesù “Date a Cesare quel che è di Cesare…. Forse devo rivedere la mia posizione di
fronte alle leggi: vivo in società, devo godere di
rispetto e rispettare, godere dei beni del mondo
in prospettiva salvifica, talvolta scomodarmi per
il bene mio e degli altri…
“Diede alla luce il suo figlio… lo avvolse in
fasce e lo depose in una mangiatoia”
Maria sa che il figlio che porta in grembo è
“speciale”. Lei si è portata il “necessaire” per la
nascita del bimbo, ma…pare che Dio si sia dimenticato dell’evento e non gli fa trovare casa…
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Maria non recrimina: si adatta
e lo sistema nel posto migliore
che trova, gode di quel musetto (chissà che bello!), gli sorride, lo accarezza, gli dà il latte…
Non stacca gli occhi di dosso a
quel bimbo e se lo gode, anziché perdersi lo spettacolo con
pianti e lai inutili, guardarsi
intorno e trovar mille cose improprie e inadatte al Figlio di
Dio: Lui è la cosa più bella e
importante, non il contorno…
Quante volte per dar troppa
importanza ai dettagli (non dico ignorarli, far finta di niente,
ma…), mi perdo l’essenziale!
“Un angelo del Signore…
disse loro (ai pastori)”
Dio si serve di intermediari:
non parla direttamente, anche
se
l’annuncio
è
di
un’importanza vitale. Non credo sia più facile credere a un
intermediario–angelo piuttosto
che a un intermediario-uomo/
donna. Mi spiego: non ho mai
ricevuto rivelazioni da angeli
(e spero mai!!!), ma penso di
aver ricevuto inviti direttamente dal Signore tramite i miei
genitori, ai tempi di mia gioventù (lontanissimi), poi tramite persone che lungo la vita mi
hanno spronata, incoraggiata,
corretta; tramite eventi che mi
hanno costretto a riflettere, a
ripensare alle mie scelte. Non
sempre e non subito ho riconosciuto, però, l’invito di Dio!
“C’erano in quella regione alcuni pastori… un angelo disse loro… andarono senza indugio”
I pastori di allora non erano il
massimo rispetto alla teologia e
alla conoscenza del fatto religioso… Gli angeli comunque
non disdegnano di invitarli a
partecipare al lieto evento, anche con un coro degno di questo nome! E loro, i pastori?
Danno fiducia ai messaggeri
del Signore, si muovono e vanno e vedono. Non risulta che il
Bambino abbia fatto un bel
discorso: “dopo aver visto”,
dice il Vangelo, i pastori riferiscono tutto su quella creatura.
Riferiscono … a chi? A “tutti”,
afferma il vangelo.
Allora il fatto, la nascita – il
Natale – del Figlio di Dio
interessa tutti.
E “tutti” riceviamo l’invito
gli uni dagli altri: è il metodo di Dio per farci capire
che siamo protagonisti, attori principali, al punto che se
manca qualcuno resta il posto vuoto…
Ci auguriamo, allora, buon
Natale, buona partecipazione alla storia che Dio costruisce con noi! E di tutto
ciò ci rallegriamo!
Auguri !
sr.Laura Gorlato
costruzione nei villaggi attigui alla casa salesiana, di casette per catechisti ed insegnati.
Il nuovo regolamento del
PVA (Progetto di Vita Apostolica) indica che ogni anno i Salesiani Cooperatori rinnovino la
propria promessa, quest’anno è
stato deciso di inserirla nella festa del 150° di
fondazione della Congregazione Salesiana, il 19
dicembre.
Qualche breve riflessione da condividere
con i lettori di Dialogo.
Il 31 gennaio del 2008 io e mia sorella Angela abbiamo emesso la promessa in una gremita
Basilica di Valdocco. Apparteniamo al centro
locale di “Rebaudengo - Parrocchia S. Giuseppe
Lavoratore – Torino”.
Il nostro cammino nella famiglia salesiana è
iniziato nel 1994, assieme al salesiano don Augusto Musso di Valdocco abbiamo fondato
l’Associazione Amici dell’Oasis J.B (Giovani Bosco). Siamo stati, per 12 lunghi anni, io vice presidente ed Angela segretaria. La “mission”
dell’Associazione è quella di contribuire in Africa, nel carisma di Don Bosco, al miglioramento
della vita delle persone più svantaggiate, bambini e giovani in particolare, mediante la prestazione di alcuni servizi di base, quali: aiuto alimentare, assistenza sanitaria, istruzione di primo livello
e addestramento professionale, promozione della
donna. I paesi in cui abbiamo realizzato progetti di
sviluppo sono stati: Burkina Faso, Sudan e Ghana.
In Bukina Faso gli Amici dell’Oasis hanno
contribuito a realizzare un centro socio sanitario.
In Sudan la realizzazione di un centro per la promozione della donna, dormitori per ragazzi profughi dal Darfur, una scuola primaria, mentre in
Ghana un progetto di adozione di novizi e la
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Quando io e mia sorella ci siamo imbattuti
in questa “avventura” non avevamo alcuna conoscenza di come si potessero realizzare progetti
di sviluppo. Ci siamo resi conto che era importante ricevere una formazione adeguata, per alcuni anni abbiamo frequentato la “Settimana di
Mondialità” organizzata dal V.I.S. (Volontariato
Internazionale per lo Sviluppo), O.N.G. salesiana.
In questo costante, bellissimo, proficuo contatto con la realtà salesiana, abbiamo maturato la
scelta di diventare Salesiani Cooperatori.
Nel novembre del 2006 siamo stati invitati a
frequentare il Centro locale Rebaudengo Parrocchia. Eravamo consci che stavamo, con l’inizio
dell’aspirantato, partecipando ad una nuova
“avventura”.
Ora torniamo al significato della promessa e
di quanto ha scritto Don Bosco: per partecipare
ai beni spirituali della Società di San Francesco
di Sales, bisogna che faccia (il cooperatore) almeno una promessa al Rettore di impiegare le
sue sostanze e le sue forze nel modo che egli
giudicherà tornare a maggior gloria di Dio.
Si può notare che la promessa per Don Bosco non era fatta davanti a Dio, come questa dei
giorni nostri ma era la manifestazione di un libero
impegno personale affidato nelle mani del Rettore.
Don Bosco impiegò dieci anni (1864 – 1874)
per fare approvare la sua idea alla Congregazione di Vescovi e Religiosi, che era quello di tenere i Salesiani Religiosi e Cooperatori nella stessa
società con un unico “progetto apostolico”.
ma di grazia e di profonda fede.
Essa rappresenta il punto
finale di un cammino di formazione, dove tutti i Salesiani Cooperatori sono chiamati ad assumere un impegno personale
nella chiesa e a testimoniare
con la propria vita il progetto
apostolico.
Rinnovare come indica il
PVA annualmente la promessa,
contribuisce ad aumentare il
senso di appartenenza e di corresponsabilità nei confronti
dell’Associazione, nonché, attraverso la costante formazione
irrobustisce la “vocazione”.
Don Bosco viste le resistenze si mise
all’opera per organizzare i Cooperatori in maniera autonoma e tra il 1874 e il 1875 scrisse il regolamento dei Cooperatori Salesiani.
Quanti sguardi commossi
ma raggianti negli occhi di tanti Salesiani Cooperatori e Cooperatrici nel rinnovo dell’aprile
2009. E’ proprio ciò che Don
Bosco ha immaginato.
La Promessa è cosa talmente seria che viene
fatta, non a Dio (nel caso sarebbe un voto), bensì
davanti a Dio e sotto forma di preghiera, in un cli-
Angela e Giacomo D’Antonio
Centro Rebaudengo
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