Calendario 8 dicembre 2009 Immacolata concezione - Cerchio Mariano 6 - 7 marzo 2010 Esercizi Spirituali 19 Dicembre 2009 - Valdocco Rinnovo promesse 31 gennaio 2010 - Valdocco Festa San Giovanni Bosco Ore 18.30 S. Messa - Promesse 20 - 21 marzo 2010 Esercizi Spirituali per famiglie 18 aprile 2010 Congresso Provinciale elettivo 31 maggio - 8 giugno 2010 Pellegrinaggio in Terra santa Dalla lettera di presentazione del PVA del Rettor Maggiore Eccovi, cari Salesiani Cooperatori, il Progetto di Vita Apostolica, rinnovato ed approvato "ad experimentum". Vi viene offerto come un "libro di vita", che vi deve accompagnare sempre. Contiene lo Statuto, rinnovato, e il Regolamento dell'Associazione dei Salesiani Cooperatori. Vi invito ad accoglierlo con la riconoscenza e la speranza di chi riceve un tesoro prezioso. Dal momento della sua promulgazione, lo Statuto dovrà occupare un posto privilegiato sia nella vita personale di ogni Cooperatore e Cooperatrice, sia in quella dell'intera Associazione. Ciò comporta di conoscerne i contenuti e di interiorizzarne i valori. Quello che ora importa è la conoscenza e l'interiorizzazione di questo "libro di vita". Esso deve diventare oggetto di studio, di assimilazione, di preghiera, di vita. Mentre ve lo consegno, affido tutti voi a Maria Ausiliatrice. Ella vi prenderà per mano e vi sarà Madre e Maestra. Don Pasqual Chavez 16 Rivista di collegamento e formazione dell’Associazione dei Salesiani Cooperatori della Provincia Piemonte - Valle d’Aosta. 12/09 Anno XII Numero 39 L’angolo della Buona Stampa Ivo Borri Cons. Mond. Ita-Mor-Malta C Giorgio e Monica Rosatti arissimi Cooperatori, Aspi- nella fede in Colui che tutto può e restii talvolta a cre- ranti, componenti e amici dere che Maria possa guidare la nostra vita, così come Giocatechismo della Famiglia Salesiana, ha fatto con Don Bosco fin dal sogno dei nove anni. Una raccolta di idee per fare catechesi in modo giocoso, allegro e coinvolgente. Tre sussidi da integrare nel cammino complessivo. I giochi riportati nei tre libri che compongono la serie (tutti inediti e sperimentati) trasmettono ai bambini alcuni dei contenuti presenti nel catechismo CEI «Io sono con voi» (vol. 1°); fanno vivere ai fanciulli alcune fra le pagine più belle del Vangelo (vol. 2°); introducono i fanciulli alla Messa e ad alcuni aspetti particolari che si vivono in essa (vol. 3°). attraverso queste pagine del vostro noti- Una delle domande che avevo lasciato in quella oc- ziario vi porgo il mio affettuoso saluto casione per i vostri lavori di gruppo diceva proprio da neo Consigliere Mondiale della Re- così: “Quanto sappiamo fare di Maria la nostra Mae- gione Italia – Medio Oriente – Malta. stra per metterci a disposizione del Maestro?”. E anco- Porto me ra, poco dopo: “Siamo capaci di abbandono totale l’emozione per questo incarico nelle mani di Dio? Ci fidiamo anche quando non sap- che mi è stato affidato a fine set- piamo cosa ci aspetta?”. tembre nel corso del Congresso Se penso a Don Bosco ed alla sua vita intessuta in Regionale e ringrazio tutti coloro Maria, trovo risposte sufficienti per comprendere che in questo periodo mi hanno quanto sia possibile tutto questo. Quando il Signore fatto sentire la loro vicinanza, in chiama a scelte concrete che possono sconvolgere le particolare con la preghiera. Sento nostre prospettive, allora la nostra vita può trasformar- tra di noi una comunione spiritua- si in un abbandono fiducioso nelle Sue mani. le davvero intensa, che mi sostie- Rileggendo questi passaggi mi rendo conto di come ne e che permette di rafforzare anche per me il Signore abbia chiesto una risposta di ulteriormente il legame gi esisten- adesione fiduciosa ed abbia messo alla prova la mia te con molti di voi. fede, a volte fragile, a volte tiepida. Ricordo con piacere l’occasione Sento di condividere con voi queste sensazioni che che ho avuto di partecipare nel ho provato nei momenti prima e dopo l’elezione a 2008 alla vostra Giornata del Co- Consigliere Mondiale, frastornato dall’evolversi di una operatore al Colle Don Bosco, situazione che fino a qualche giorno prima ritenevo durante la quale presentai un in- solo ipotetica. Per questo motivo, ai presenti che e- tervento della sprimevano con l’applauso le loro felicitazioni nei “Corresponsabilità ed appartenen- miei confronti ho detto, con parole interrotte dalla za”, toccando alcuni aspetti che commozione, che volevo ricordare di quel applauso oggi sento ancor più vicini dopo i un fermo immagine, il momento cioè nel quale le due recenti eventi che mi hanno ri- mani si toccano e vedere in quel gesto un gesto di guardato. In uno dei passaggi sot- preghiera per me e per il servizio che avrei iniziato. tolineavo come, di fronte al Signo- Oggi, a quasi due mesi di distanza, posso dirvi come re che chiama noi ci sentiamo abbia sperimentato in questo tempo la vicinanza del quasi sempre inadeguati, piccoli Signore, attraverso le persone con cui condivido le ancora sul forte tema in 2 Bruno Ferrero Dieci buoni motivi per essere cristiani (e cattolici) Editrice Elledici Per molti, la religione è una cosa distante, teorica. La vita è un'altra cosa. La religione è vapore e chiacchiere. E soprattutto noia. A che serve credere in Dio? Il cristianesimo è la via più semplice per la verità e quindi per la felicità: questo piccolo libro cerca di dimostrarlo. Lo fa con infinita umiltà e semplicità. Attraverso piccole storie e semplici riflessioni vengono trattati temi come Dio, la Chiesa, la missione, la preghiera: un aiuto a recuperare il senso vero della nostra fede e tornare a proclamarla con gioia. Un libro per tutti. Editrice Elledici 15 “ Ti abbiamo aspettato, ti abbiamo aspettato tanto, ma finalmente ci sei: sei tra noi e non ci sfuggirai!” sono le prime parole che una moltitudine di giovani rivolge a Don Bosco in quello che viene chiamato 5° sogno missionario, quello fatto a Barcellona la notte tra il 9 e il 10 Aprile 1886. Un don Bosco già vecchio ed esausto non si sottrasse all’invito insistente dei Cooperatori che lo vollero a Barcellona. La città lo accolse come un re e don Bosco non risparmiò benedizioni e miracoli. La gratitudine profondissima di quelle parole è la stessa che ho avuto la grazia di ascoltare nelle parole di molti giovanissimi partecipanti al Confronto Europeo MGS svoltosi nel mese di Agosto nei luoghi delle radici del carisma salesiano, tra Colle, Valdocco e Morenese. In quanto adulto cresciuto in Italia praticamente sulle ginocchia di Don Bosco e Madre Mazzarello ho forse troppo spesso dato per scontata l’abbondanza di benedizione ricevuta. Con quale sorpresa e pudore ho ascoltato giovanissimi membri del MGS provenienti da Paesi dell’Est europeo o dal Medio Oriente esprimere una attività della Consulta: responsabili della Formazione, Sono tutti punti che dimostrano Segreteria, Amministrazione, Delegati e Coordinatori come la Consulta Regionale, così provinciali, trovando in loro disponibilità ed entusia- come indicato nel Progetto di Vita smo per animare in maniera adeguata questo vasto Apostolica, abbia un ruolo di pura territorio dell’Italia, Medio Oriente e Malta. animazione e non di governo del- Un’area geografica con caratteristiche culturali e pro- la Regione, compito invece deman- blemi diversi tra loro, accomunata però dallo stesso dato ai Consigli, ed in particolare ai spirito salesiano e dalla stessa missione giovanile. Consigli provinciali e poi locali. Una bella opportunità di servizio gratitudine profonda, commossa e autentica per il lavoro e la presenza stessa di SDB e FMA nei loro Paesi. “Senza di loro anche noi, pur provenendo da famiglie cristiane, avremmo perso la fede”. “Siamo grati ai Salesiani per essere venuti da noi e per quello che fanno per i giovani e per le famiglie, perché qui anche il senso della famiglia è da ricostruire dopo decenni in cui è andato perduto”. Alle mie orecchie tutto ciò è risuonato famigliare eppure lontano. Famigliare perché associato al ricordo di quanto letto nella storia salesiana, lontano perché associato ad un sapore di terra di missione che pare lontano. Ho udito e letto negli occhi di giovani animatori e catechisti -anche meno che ventenni- la consapevolezza di aver ricevuto la visita dello Spirito Santo insieme al grande dono di educatori ed educatrici che hanno davvero a cuore il bene dei giovani. 14 Quali i principali punti su cui concentrare le nostre sì, ma soprattutto una bella occasione attenzioni per i prossimi anni? di crescita salesiana per ciascuno. La Segreteria Esecutiva nel corso del primo incontro Non nascondo infine che, oltre ha elaborato una serie di proposte che porterà alla disponibilità data per questo all’attenzione della Consulta (evento probabilmente incarico di animazione regionale, già verificatosi nel momento in cui uscirà questo Noti- sia presente in me anche un pia- ziario) e che brevemente vorrei riassumere: cere: quello di poter incontrare e coinvolgere tutti i Coordinatori provinciali in de- conoscere nell’ambito del Consi- terminati ambiti operativi così da permettere una mi- glio Mondiale i rappresentanti gliore animazione dei vari settori (Formazione, Pasto- delle altre Regioni per allargare rale giovanile, familiare, comunicazione, …); così gli orizzonti della mia espe- curare la formazione e la condivisione tra i vari rienza salesiana. responsabili provinciali; Se poi penso che a metà dicembre offrire alle Province possibili percorsi di forma- nel corso del primo appuntamento zione per gli Aspiranti, lasciando libertà di scelta a del Consiglio Mondiale, avrò mo- seconda delle caratteristiche dei partecipanti; do di partecipare ad un Consiglio garantire un contatto più costante con i Cooperatori congiunto SDB-FMA-ASC, beh … del Medio Oriente e di Malta, facendoci carico della l’emozione sarà davvero tanta. loro partecipazione ad almeno un incontro l’anno; Un’emozione che non dovrà ri- sensibilizzare i Cooperatori ad una corresponsa- manere chiusa dentro di me ma bilità anche economica per realizzare quei progetti- andrà necessariamente travasata e sogni (ad es. la garanzia di un incontro annuale con il diffusa per dare a tutti voi, cari Medio Oriente) che oggi, alla luce dei dati economici Cooperatori, quel pezzo di gioia disponibili, sembrano di fatto impossibili; che deriva dal sentirsi parte di una crescere nella comunicazione, utilizzando tutti i mezzi a grande famiglia: la Famiglia Sale- disposizione per creare quello spirito di appartenenza che siana. va al di là della sola realtà locale e provinciale; ripristinare, grazie ora all’esistenza di una figura Fraternamente in Don Bosco, incaricata, il servizio di segreteria con tutto quanto ne consegue. Ivo Borri Cons. Mond. Ita-Mor-Malta 3 Il suo futuro... Mauro Comin Coord. Prov. ICP Eccoci a scrivere sul futuro della A grandi passi ci si sta dirigendo verso il Tempo di Natale e quindi al “Gennaio salesiano.” Questi due momenti ci portano a fare una profonda riflessione sulla Promessa e sul nostro essere salesiani cooperatori e salesiane cooperatrici. Anzitutto dobbiamo aver chiaro “cos’è” la promessa del salesiano cooperatore… Non è una promessa di consacrazione, non è un voto… E’ una promessa apostolica pubblica. Tale promessa ci porta a prendere degli impegni nei confronti di Dio ma anche nei confronti dei fratelli. Ed è proprio in virtù di questa promessa che entriamo a far parte di un’Associazione e quindi della Famiglia Salesiana. Ci sono quindi alcune parole chiave su cui vorrei porre l’attenzione: Associazione: l'insieme di più persone collegate tra loro per un comune interesse Promessa: assicurazione fare o di dire una cosa di Apostolica: proprio degli apostoli; che deriva direttamente dagli apostoli. Queste tre parole ci indicano chiaramente quale deve essere lo spirito che dovrebbe animarci! Chiaramente ci invitano a lavorare assieme, ad andare fuori (come gli apostoli), insomma, ad essere testimoni. A questo proposito, mi piace riportare la conclusione di un libretto scritto nel 1977 da don Aubry che si intitola “La nostra testimonianza cristiana e salesiana.” nostra rivista. Come più volte accennato negli incontri Provinciali, questo è l’ultimo numero di “Dialogo” che oggi, le motivazioni che animarono le sue intuizioni uscirà in formato carteceo. di un tempo. Ecco che a leggere con attenzione i suoi La decisione è stata presa dopo Mi restano tre piccole cose da dire. scritti -la corrispondenza, i discorsi, gli aneddoti- si aver chiesto l’opinione ai centri 1 ) Non bisogna essere troppo preoccupati di testimoniare. Voglio dire: non dobbiamo uscire al mat-tino da casa nostra dicendo: « Vado a testimo-niare ». Diciamo piuttosto: « Voglio oggi vivere sul serio la mia fede cristiana e salesiana. Voglio tentare di amare meglio di ieri ». L'essenziale è vivere dina-micamente. La testimonianza verrà da sé, necessa-riamente. comprende quanto il Fondatore della Società Salesia- locali . Purtroppo un solo centro na sia stato profondamente profetico nel gettare i semi locale ha espresso un’opinione… della Famiglia Salesiana e nel volere una presenza Dal prossimo numero, “Diaologo” laicale impegnata: impegnata perché resa correspon- sarà sabile della missione in favore dei giovani e nel dif- ( http://www.salcoopicp.eu ) ed fondere il carisma originario in tutti modi e in tutti gli inviato via mail a tutti gli indirizzi 2) Testimoniare è terribilmente esigente. Fa pau-ra... almeno fino a quando abbiamo capito che non lo possiamo da soli. Gesù ci ha promesso e ci dà il suo Spirilo Santo. I Dodici apostoli, poveri paurosi, sono diventati testimoni coraggiosi con la Penteco-ste: « Avrete forza dallo Spirito Santo che scenderà su di voi e mi sarete testimoni a Gerusalemme e dap-pertutto » ( A t 1,8; cfr. Le 24, 47-49). Al sommo sacerdote e al sinedrio, Pietro e gli altri apostoli ri -spondono: « Di questi fatti siamo testimoni noi e lo Spirito Santo che Dio ha dato a coloro che si sot-tomettono a lui » { A t 5 , 32; cfr. M t 10, 18; Gv 1 5 , 26-27; 16, 13). Riteniamo questa legge: niente testi-monianza senza lo Spirito Santo, ma con lui una te-stimonianza potente. Una ragione di più per pregare! ambienti della vita quotidiana. in possesso della segreteria pro- 3 ) La Famiglia salesiana ha bisogno di testimoni forti. Abbiamo bisogno di essere testimoni gli uni per gli altri, per incoraggiarci mutuamente. In par-ticolare i giovani membri hanno bisogno di quell'aiu-to fraterno, di cui si vorare in comunione con i Salesiani e gli altri gruppi 4 pubblicato sul sito web vinciale (chi l’avesse modificato o Gli elementi di riflessione storica offerti da Don Aldo non comunicato lo faccia!) ed ai hanno poi fatto lavorare i Salesiani Cooperatori nel coordinatori locali. confronto di gruppo durante parte del pomeriggio. Sarà responsabilità di ogni Consi- Ciascuno ha potuto constatare come l’idea che don glio locale stampare la rivista per Bosco ebbe dei Salesiani Cooperatori sia attuale e poterla far arrivare ai salesiani corrisponda al volto tracciato dal Progetto di Vita A- cooperatori e cooperatrici postolica. L’adesione al carisma salesiano porta dav- non utilizzano il computer. vero a scegliere di vivere il Battesimo avendo una Da parte del Consiglio Provincia- attenzione alla realtà particolarmente sensibile al be- le l’impegno di pubblicare rego- ne diretto e indiretto dei giovani e a desiderare di la- larmente la rivista. della Famiglia Salesiana per far meglio fruttificare tale missione. 13 che Il Consiglio Provinciale Io conosco dei membri della Famiglia che, a queste parole di un Papa, hanno pianto di gioia. E se è possibile piangere nel cielo, credo che Don Bosco l'abbia fatto lui per primo. Riconoscersi figli dello stesso padre. Incontrarsi, ritrovarsi, riconoscer- tro prima dell’inizio delle attività Locali, prima cioè di si… Sì riconoscersi. La Giornata immergersi nelle molte e intense attività che animano del la vita di ciascuno all’interno di parrocchie, oratori, Cooperatore, che anche quest’anno ha dato ufficialmente Quanto è ancora attuale questo scritto!!! Concludo con le parole e l’invito che ha fatto il Rettor maggiore, il 5 novembre u.s. , visitando i salesiani cooperatori di Dimapur (India) ha detto: scuole e delle nostre famiglie. inizio alle attività associative, è stata davvero una occasione pre- Ci siamo ritrovati. E ci siamo riconosciuti realmente ziosa per riconoscersi: negli occhi nel comune carisma che colora il nostro essere cristia- e nei modi dei fratelli Salesiani ni -e anche il nostro carattere personale- e che sostie- Cooperatori, e nell’idea che lo ne il nostro apostolato tra i giovani e per i giovani. stesso Don Bosco aveva di noi, Guardando gli occhi del vicino ciascuno ha in qual- come abbiamo potuto ascoltare che modo potuto riconoscere qualcosa di sé e avere dalle parole di Don Aldo Giraudo. ancora una volta conferma di avere davvero risposto Il 20 Settembre scorso i cortili, i ad una chiamata dello Spirito, quello stesso Spirito saloni e le aule di Valdocco han- che ha animato San Giovanni Bosco nella speciale no accolto oltre 300 Salesiani Co- dedizione ai giovani e, tra questi, i più poveri. operatori, Aspiranti e Delegati/e Don Aldo Giraudo, docente di Storia della Spiritualità del Piemonte e Valle d’Aosta per presso la Università Pontificia Salesiana di Roma, ha la consueta giornata di apertura catturato l’attenzione dell’assemblea che gremiva il dell’anno cosiddetto sociale. Era- Teatro Piccolo. Don Bosco continua a lasciarsi studia- vamo davvero numerosi e gioiosi re e a lasciarsi scoprire per ravvivare nei suoi figli di nell’incontrarci a casa del nostro comune Padre, Don Bosco. L’appuntamento di Settembre è sempre molto atteso e sempre più partecipato perché sentito come occasione di incontro e confronto. Con molto fratelli e sorelle Salesiani Cooperatori è anche quasi parla nell'art. 2 2 del N R : « Si diventa cooperatori per libera scelta. Questo dono del-lo Spirito si accoglie con gioia e si vive con fedeltà, sorretti dall'affetto, dalla preghiera e dalla testimo-nianza dei propri fratelli Cooperatori e degli altri membri della Famiglia salesiana » . A questo ci ha invitati un anno fa il Papa Paolo V I . Vorrei finire questa conferenza con qualche parola di questa indimenticabile udienza del 3 novembre 1976 « Noi desideriamo incoraggiarvi nel nome del Si-gnore a protendervi in avanti verso la strada che an-cora la volontà dì Dìo vi riserva dì percorrere secondo l'impulso del vostro santo Fondatore. Al tempo stes-so vi esortiamo a conservare l'entusiasmo della vo-stra vita cristiana e salesiana, assicurandovi che la Chiesa è con voi, perché voi siete con la Chiesa... Noi scorgiamo in voi forze vive e generose a servizio della Chiesa universale e delle Chiese locali, in spi-rito dì autentica testimonianza cristiana... Sappiate che contiamo su dì voi e sulla vostra cooperazione. Facciamo assegnamento su dì voi... I o mi unisco al Rettor maggiore e vi dico nel nome di Cristo: Siate con noi, cooperate, lavorate così che siate veramente impegnati in una formula che vale la pena dì fare propria e che da certamente la garanzia del premio divino... Noi vi diciamo questo con le parole che san Paolo diceva, in una delle sue lettere: ' Ecco, ecco quanti hanno cooperato con me per il Regno di Dio, e mi sono stati di consolazione' (Col 4,11). Grazie, figlioli! ». l’unica occasione certa di incon12 5 “Voi siete il cuore della Famiglia Salesiana, siete salesiani nel mondo e cooperatori di Dio”. “Avete tre campi d’azione molto chiari: il primo è l’ambito sociale in cui lavorate; il secondo compito è dare testimonianza con la propria vita di ciò per cui voi siete stati eletti; e il terzo è lavorare in unità con i salesiani e le Figlie di Maria Ausiliatrice”. L’augurio è che queste parole, del passato o recenti, spingano tutti noi a prenderci le responsabilità della Promessa che abbiamo fatto un giorno. Oggi più che mai siamo chiamati ad una corresponsabilità tipica della nostra Associazione e della Famiglia Salesiana. Di cuore Buon Natale Mauro Comin in clinica, viene trasferita in caserma e dopo un violento interrogatorio le impongono di non raccontare più nulla o saranno guai. Don Sergio Pellini Delegato SDB Carissimi cooperatori e cooperatrici, in questi ultimi mesi la nostra grande Famiglia Salesiana è provocata continuamente da eventi e fatti legati alla memoria storica che ci appartiene, all’attualità di un carisma e, soprattutto, al valore del grande dono che il Signore ha fatto al mondo e a tutti noi di una via che conduce all’Amore nello stile salesiano. E noi ne siamo testimoni! Come, allora, non condividere questa gioia e questi doni unendoci insieme ed accogliendo l’accorato invito del Rettor Maggiore a rendere visibile la nostra adesione a Dio e il nostro impegno a portarlo e farlo conoscere al mondo che ci circonda! Continuamente dovremmo poter dire: «Veramente non c'è niente di più bello che incontrare e comunicare Cristo a tutti.» In occasione del centenario della morte di don Michele Rua, fedelissimo a Don Bosco e al suo carisma, don Pascual Chavez invita tutta la Famiglia Salesiana ad agire come un vero movimento di discepoli ed apostoli di Gesù e ad impegnarsi nell’evangelizzazione dei giovani. L’impegno evangelizzatore è il frutto e la conseguenza dell’identità del discepolo del Signore Gesù che, seguendolo, diventa suo ardente missionario. Vogliamo così assumere la sfida di aiutare i giovani «a guardare gli altri non più soltanto con i propri occhi e con i propri sentimenti, ma secondo la prospettiva di Gesù Cristo». La Strenna 2010, dalla quale vogliamo prende spunto, ci viene offerta partendo dall’espressione sincera e ardente che i discepoli di Emmaus esprimono nell’incontro con lo “sconosciuto” dopo la Resurrezione: "Signore, vogliamo vedere Gesù". Anche noi, dice don Pascual, ad imitazione di Don Rua, come discepoli autentici e apostoli appassionati portiamo il Vangelo ai giovani. Dove, come, quando, perché…lo dobbiamo capire “dal di dentro”, nel nostro cuore e nella nostra mente vivendo ed alimentandoci con una forte esperienza interiore e di fede. Gli ambienti dove la Provvidenza ci ha posti attendono da noi l’annuncio appassionato e costante di Gesù, del Suo messaggio, della Sua parola perché è l’unica Parola di vita, l’unica che ci può permettere di capire la nostra esistenza e il valore della sofferenza. Sono già numerosi i membri della Famiglia salesiana che si trovano in sintonia con questo impegno e le previsioni lasciano ben sperare. Occorre, comunque, continuare a fare esperienza di vita di fede trovando momenti di formazione, di incontro e preghiera comuni e individuali affinché la centralità di Cristo sia testimoniata dalla solidarietà e dalla testimonianza, da un apporto reciproco di educazione ed evangelizzazione, da una attenta rilettura dei contesti ambientali e culturali e dal coinvolgimento più diretto delle famiglie. Educatori che sanno educarsi in una formazione permanente per poter educare a su volta. Sarà sicuramente il regalo più bello che possiamo offrire a don Bosco e ad i suoi successori in questo 150° dalla fondazione della Congregazione salesiana. Ma chi ne guadagnerà in amore e speranza saranno soprattutto i giovani e ciascuno di noi. Un Santo Natale a tutti ed un felice Nuovo anno che sia tutto per il Signore Gesù e per i giovani, fratelli e sorelle lontani e tristi. Con grande affetto ed riconoscenza per la collaborazione. Don Sergio Pellini delegato 6 Passano alcuni anni e viene trasferita nel nord del Darfur dove gli scontri sono molto più frequenti. Si dovrà occupare di curare quaranta bambine, tra gli otto e i tredici anni attaccate dai Janjaweed nella loro scuola, stuprate, picchiate, rovinate sia nel corpo che nella psiche. Da questa esperienza la vita di Halima cambierà per sempre. Dopo aver prestato soccorso non si dà pace, non ha mai visto tanta crudeltà. Si chiede: ma questi uomini hanno dei figli? Il grido di giustizia sale dal profondo della sua anima e con grande coraggio denuncia l’accaduto a dei funzionari O.N.U., incurante delle minacce ricevute dai poliziotti governativi. La polizia l’arresta, viene stuprata e picchiata, rilasciata dopo alcuni giorni con ferite fisiche e psicologiche profonde. Decide di tornare al suo villaggio natio. Un giorno anche il suo villaggio viene attaccato; insieme alla madre ed alla sorella più piccola riesce a nascondersi nella foresta, mentre il padre che non lascia la casa per permettere alla famiglia di fuggire, è barbaramente ucciso. Il villaggio viene incendiato e raso al suolo. Halima decide di scappare per raggiungere un cugino che vive in Inghilterra, a cui è stata data in sposa, per procura dal padre. La fuga attraverso il Sudan e paesi confinanti dura diversi mesi. Attualmente Halima Bashir vive in Inghilterra con il marito ed ha un figlio. Al momento della stesura del libro Halima non è ancora riuscita a conoscere la sorte della madre e dei suoi fratelli. Un racconto vivo, reale, scritto con il cuore. Il mondo occidentale ha potuto conoscere, attraverso una testimonianza diretta, di quante orribili atrocità hanno subito le popolazioni inermi del Darfur. 11 Il giornalista inglese Tim Butcher ha così commentato: «Il genocidio del Darfur ha trovato la sua Anna Frank». La bambina di sabbia, di Halima Bashir, scritto con il giornalista Damien Lewis (Sperling & Kupfer traduzioni di Claudia Lionetti e Marilisa Santarone, pagg.327, euro l8), ha vinto il Grand Prix "Elle's Lettres" del magazine inglese Elle come migliore libro di saggistica del 2008. Giacomo D’Antonio Centro Locale Rebaudengo Raccontato da Halima Bashir Sr. Laura Gorlato Delegata FMA Giacomo D’Antonio Centro Locale Rebaudengo Da anni attraverso i giornali e le televisioni ci arrivano notizie di ciò che succede in Darfur (regione del Sudan). Un genocidio scatenato dalla minoranza araba, i famigerati Janjaweed (diavoli a cavallo), contro le popolazioni nere. Le violente incursioni dei Janjaweed nei villaggi hanno provocato trecentomila morti e quasi due milioni di sfollati. I Salesiani sono presenti in Sudan dal 1984, con cinque case: una a Khartoum, una ad El Obeid e tre nel Sud Sudan (Wau, Tonj e Juba). Dal 2005 la comunità di El Obeid accoglie nel centro tecnico, giovani del Darfur per insegnare loro un mestiere. Vengono scelti nei villaggi nell’area della capitale Nyala, hanno così l’occasione di poter vivere un intero anno lontano dalle violenze e, nello stesso tempo, apprendere un mestiere per il proprio futuro. Al termine dell’anno scolastico riceveranno il Tools Box (cassetta dei ferri) specifico per il corso che hanno frequentato. Per conoscere ed approfondire la realtà del Darfur è consigliata la lettura del libro: “La bambina di sabbia”, scritto da Halima Bashir. Racconta delle violenze subite dalle popolazioni del Darfur, la scrittrice ne è vittima innocente. Halima scrive: «Mai nemmeno nei miei incubi più cupi e più lugubri avrei immaginato di assistere a un tale orrore. Che cosa stava succedendo al mio paese? Dove erano finiti l'amore, la bontà, l'umanità? Chi aveva lasciato entrare il male e gli aveva dato tutto quel potere?». Halima racconta con nostalgia la sua infanzia serena, scandita dai giochi con i suoi cugini ed amici del villaggio. I momenti vissuti con la nonna Sumah, severa ed austera, che le insegna a diventare una perfetta donna “zaghawa”. Mentre Halima frequenta la scuola del villaggio, il padre si accorge delle doti della figlia: intelligente, volenterosa, tenace, molto brava in matematica. Il desiderio del padre è di vederla medico, il villaggio ne ha bisogno, sembra un sogno irraggiungibile, così non si perde d’animo e iscrive Halima in una scuola molto più grande ed attrezzata in una città vicina. La scuola è frequentata da un buon numero di allievi, alcuni di etnia araba, Halima comprende che la sua pelle nera le porterà dei problemi ed è cosciente che solo ottenendo degli ottimi voti potrà coronare il suo sogno. Lo realizzerà con grande impegno e tanto studio all’Università di Khartoum negli anni successivi. Fresca di laurea viene inviata in una clinica nel Darfur, i luoghi indicati nel libro non sono quelli reali, per motivi di sicurezza. Negli anni in cui Halima esercita la professione di medico comincia la guerra, conscia delle ritorsioni che potrebbe subire, racconta ad un inviato dell’ONU le violenze dei Janjaweed che vede giornalmente nel suo lavoro. La polizia governativa la preleva 10 Il nostro Salvatore oggi è nato: rallegriamoci! Non c’è spazio per la tristezza nel giorno in cui nasce la vita. Esulti il santo, perché si avvicina al premio; gioisca il peccatore, perché gli è offerto il perdono; riprenda coraggio ogni uomo, perché è chiamato alla vita. Così san Leone Magno si rivolgeva ai fedeli del tempo in prossimità del Natale. Possiamo rallegrarci anche noi, dato che il Natale si avvicina ? e l’augurio “funziona” oggi come ieri ? Proviamo a rileggere il Vangelo (Lc 2, 1-14) della Notte Santa per capire se siamo implicati nella storia. “Cesare ordinò che si facesse il censimento… Giuseppe salì in Giudea per farsi registrare…” Anche allora c’era chi faceva le leggi e chi… obbediva!!! Se Giuseppe, il giusto, parte con Maria, incinta da circa 9 mesi, quindi non proprio nelle condizioni migliori per affrontare un viaggio (non in 1° classe e neppure su una macchina gran confort). Allora mi ritorna alla mente la parola di Gesù “Date a Cesare quel che è di Cesare…. Forse devo rivedere la mia posizione di fronte alle leggi: vivo in società, devo godere di rispetto e rispettare, godere dei beni del mondo in prospettiva salvifica, talvolta scomodarmi per il bene mio e degli altri… “Diede alla luce il suo figlio… lo avvolse in fasce e lo depose in una mangiatoia” Maria sa che il figlio che porta in grembo è “speciale”. Lei si è portata il “necessaire” per la nascita del bimbo, ma…pare che Dio si sia dimenticato dell’evento e non gli fa trovare casa… 7 Maria non recrimina: si adatta e lo sistema nel posto migliore che trova, gode di quel musetto (chissà che bello!), gli sorride, lo accarezza, gli dà il latte… Non stacca gli occhi di dosso a quel bimbo e se lo gode, anziché perdersi lo spettacolo con pianti e lai inutili, guardarsi intorno e trovar mille cose improprie e inadatte al Figlio di Dio: Lui è la cosa più bella e importante, non il contorno… Quante volte per dar troppa importanza ai dettagli (non dico ignorarli, far finta di niente, ma…), mi perdo l’essenziale! “Un angelo del Signore… disse loro (ai pastori)” Dio si serve di intermediari: non parla direttamente, anche se l’annuncio è di un’importanza vitale. Non credo sia più facile credere a un intermediario–angelo piuttosto che a un intermediario-uomo/ donna. Mi spiego: non ho mai ricevuto rivelazioni da angeli (e spero mai!!!), ma penso di aver ricevuto inviti direttamente dal Signore tramite i miei genitori, ai tempi di mia gioventù (lontanissimi), poi tramite persone che lungo la vita mi hanno spronata, incoraggiata, corretta; tramite eventi che mi hanno costretto a riflettere, a ripensare alle mie scelte. Non sempre e non subito ho riconosciuto, però, l’invito di Dio! “C’erano in quella regione alcuni pastori… un angelo disse loro… andarono senza indugio” I pastori di allora non erano il massimo rispetto alla teologia e alla conoscenza del fatto religioso… Gli angeli comunque non disdegnano di invitarli a partecipare al lieto evento, anche con un coro degno di questo nome! E loro, i pastori? Danno fiducia ai messaggeri del Signore, si muovono e vanno e vedono. Non risulta che il Bambino abbia fatto un bel discorso: “dopo aver visto”, dice il Vangelo, i pastori riferiscono tutto su quella creatura. Riferiscono … a chi? A “tutti”, afferma il vangelo. Allora il fatto, la nascita – il Natale – del Figlio di Dio interessa tutti. E “tutti” riceviamo l’invito gli uni dagli altri: è il metodo di Dio per farci capire che siamo protagonisti, attori principali, al punto che se manca qualcuno resta il posto vuoto… Ci auguriamo, allora, buon Natale, buona partecipazione alla storia che Dio costruisce con noi! E di tutto ciò ci rallegriamo! Auguri ! sr.Laura Gorlato costruzione nei villaggi attigui alla casa salesiana, di casette per catechisti ed insegnati. Il nuovo regolamento del PVA (Progetto di Vita Apostolica) indica che ogni anno i Salesiani Cooperatori rinnovino la propria promessa, quest’anno è stato deciso di inserirla nella festa del 150° di fondazione della Congregazione Salesiana, il 19 dicembre. Qualche breve riflessione da condividere con i lettori di Dialogo. Il 31 gennaio del 2008 io e mia sorella Angela abbiamo emesso la promessa in una gremita Basilica di Valdocco. Apparteniamo al centro locale di “Rebaudengo - Parrocchia S. Giuseppe Lavoratore – Torino”. Il nostro cammino nella famiglia salesiana è iniziato nel 1994, assieme al salesiano don Augusto Musso di Valdocco abbiamo fondato l’Associazione Amici dell’Oasis J.B (Giovani Bosco). Siamo stati, per 12 lunghi anni, io vice presidente ed Angela segretaria. La “mission” dell’Associazione è quella di contribuire in Africa, nel carisma di Don Bosco, al miglioramento della vita delle persone più svantaggiate, bambini e giovani in particolare, mediante la prestazione di alcuni servizi di base, quali: aiuto alimentare, assistenza sanitaria, istruzione di primo livello e addestramento professionale, promozione della donna. I paesi in cui abbiamo realizzato progetti di sviluppo sono stati: Burkina Faso, Sudan e Ghana. In Bukina Faso gli Amici dell’Oasis hanno contribuito a realizzare un centro socio sanitario. In Sudan la realizzazione di un centro per la promozione della donna, dormitori per ragazzi profughi dal Darfur, una scuola primaria, mentre in Ghana un progetto di adozione di novizi e la 8 Quando io e mia sorella ci siamo imbattuti in questa “avventura” non avevamo alcuna conoscenza di come si potessero realizzare progetti di sviluppo. Ci siamo resi conto che era importante ricevere una formazione adeguata, per alcuni anni abbiamo frequentato la “Settimana di Mondialità” organizzata dal V.I.S. (Volontariato Internazionale per lo Sviluppo), O.N.G. salesiana. In questo costante, bellissimo, proficuo contatto con la realtà salesiana, abbiamo maturato la scelta di diventare Salesiani Cooperatori. Nel novembre del 2006 siamo stati invitati a frequentare il Centro locale Rebaudengo Parrocchia. Eravamo consci che stavamo, con l’inizio dell’aspirantato, partecipando ad una nuova “avventura”. Ora torniamo al significato della promessa e di quanto ha scritto Don Bosco: per partecipare ai beni spirituali della Società di San Francesco di Sales, bisogna che faccia (il cooperatore) almeno una promessa al Rettore di impiegare le sue sostanze e le sue forze nel modo che egli giudicherà tornare a maggior gloria di Dio. Si può notare che la promessa per Don Bosco non era fatta davanti a Dio, come questa dei giorni nostri ma era la manifestazione di un libero impegno personale affidato nelle mani del Rettore. Don Bosco impiegò dieci anni (1864 – 1874) per fare approvare la sua idea alla Congregazione di Vescovi e Religiosi, che era quello di tenere i Salesiani Religiosi e Cooperatori nella stessa società con un unico “progetto apostolico”. ma di grazia e di profonda fede. Essa rappresenta il punto finale di un cammino di formazione, dove tutti i Salesiani Cooperatori sono chiamati ad assumere un impegno personale nella chiesa e a testimoniare con la propria vita il progetto apostolico. Rinnovare come indica il PVA annualmente la promessa, contribuisce ad aumentare il senso di appartenenza e di corresponsabilità nei confronti dell’Associazione, nonché, attraverso la costante formazione irrobustisce la “vocazione”. Don Bosco viste le resistenze si mise all’opera per organizzare i Cooperatori in maniera autonoma e tra il 1874 e il 1875 scrisse il regolamento dei Cooperatori Salesiani. Quanti sguardi commossi ma raggianti negli occhi di tanti Salesiani Cooperatori e Cooperatrici nel rinnovo dell’aprile 2009. E’ proprio ciò che Don Bosco ha immaginato. La Promessa è cosa talmente seria che viene fatta, non a Dio (nel caso sarebbe un voto), bensì davanti a Dio e sotto forma di preghiera, in un cli- Angela e Giacomo D’Antonio Centro Rebaudengo 9