“Dada, il caso diventa arte” Laboratorio finalizzato a favorire l’avvicinamento degli alunni all’arte contemporanea, realizzato all’interno della struttura scolastica, mirato alla promozione di stimolanti strategie creative e all’incontroconoscenza degli artisti e dei movimenti più significativi del xx sec, attraverso l’esperienza diretta delle loro pratiche artistiche. I bambini hanno la possibilità di realizzare collettivamente o individualmente dei collage I bambini sperimentano le tecniche della scrittura dadaistica, ampliando e diversificando, in un clima di gioco e partecipazione attiva, la propria sensibilità creativa e percettiva. Per concludere il nostro laboratorio “Dada, il caso diventa arte” siamo stati invitati a visitare il Museo delle Papesse che ospita le opere di artisti contemporanei. Questo museo è diverso dagli altri poiché le opere degli artisti cambiamo continuamente. L’ENTRATA DEL MUSEO Il primo artista contemporaneo è lo scultore JAUME PLENSA che ha come tema “Fiumi e cenere”. È sua la prima opera incontrata nell’ingresso: un “punto interrogativo” rivestito in pelle di colore bianco. L’autore ha collocato, sospeso su di esso, una lampada con colore cangiante. L’autore vuole porre delle domande ai visitatori, la luce che varia è la serie di domande e di pensieri di tutti noi … Nella seconda sala abbiamo una seconda scultura rappresentante una donna sospesa interamente formata da tante lettere di ferro: le domande sono fatte da lettere e sono quindi le nostre parole, i nostri pensieri. Grande importanza ha l’ombra: tutte le domande sono nell’ombra, la luce serve ad illuminarle! Nella terza sala vediamo 13 tubi di ottone e 13 martelli appesi al soffitto. Sui tubi troviamo delle domande scritte in inglese: battendo su di questi i martelli possiamo trovare, chiudendo gli occhi e viaggiando con la fantasia, le risposte sul suono proveniente dal tubo … I tubi sono messi in modo tale da formare una scala musicale! Questa una delle 13 domande: “Do you cry at night?” (“Piangi mai la notte?”) Incontriamo ora il secondo artista contemporaneo: CARLOS GARAICOA le cui opere hanno per tema “La misura di quasi tutte le cose”: l’artista osserva le città e tutte le cose che si possono vedere quando si cammina per le vie della città. Nella prima sala troviamo delle pietre appoggiate sulla sabbia: “prima di essere un frammento fui una città; prima di essere città, ero sabbia; ma prima di ogni altra cosa, ero la saggezza di un qualche desiderio alieno”. Nella seconda sala troviamo sculture illuminate fatte con carta di riso; hanno forme particolari: torri, ponti, palazzi … “Una città fantastica”, un lavoro che l’artista definisce “nuova architettura”. Ognuno può costruire la sua città, la sua stanza, il suo ambiente, scegliendo materiali e cose che preferisce. UN PALAZZO UN PONTE In un’altra sala troviamo un lavoro molto delicato: sui piedistalli ci sono piccole costruzioni di opere da realizzare o già costruite da architetti. Ogni modellino è collegato ad un filo che è attaccato con tanti piccoli chiodini sul muro, riproducendo l’opera in piccolo. Altre foto della sala … Nella quarta e ultima sala troviamo il plastico di una città universitaria: CAMPUS OR THE BABEL OF KNOWLEDGE (il campus o la Babele della conoscenza) Questi sono i percorsi obbligatori che uniscono i vari edifici tra loro. Le zone verdi sono i giardini che non si possono attraversare … La foto sotto riproduce il plastico di un elemento del campus universitario: è una scuola in cui possiamo vedere all’interno ogni piccolo dettaglio … In ogni classe troviamo un solo studente che impara direttamente non da maestre ma da un grande monitor interattivo! La classe di un singolo studente!! I bambini hanno deciso che questa non è la scuola che loro vorrebbero. L’autore di questa opera costringe ogni studente all’isolamento. La scuola, invece, è un luogo dove si incontrano tanti amici, si sta insieme, si discute, si imparano tante cose. Alla fine della nostra visita, ci siamo riuniti in un laboratorio dove già altri bambini avevano iniziato a costruire una grande città con il più variato materiale: carta, plastica, legno, corda ecc. I bambini guardano entusiasti questa grande “città”: le sue case, strade, fiume, alberi, ponti, gallerie … Spostiamo gli elementi, ne facciamo di nuovi, modifichiamo ciò che non è di nostro gradimento. Ogni bambino pensa alla sua città ideale … cosa manca? Cosa si può fare per renderla più bella, vivibile? …………….????.