MD 05 REV. 01 del 6/5/2010 Settore Patrimonio Edilizio ed immobiliare – Demanio– Attività Economiche – Turismo Servizi Progettazione Opere – Manutenzione Immobili C.so Matteotti, 3 23900 Lecco, Italia VILLA MONASTERO IN VARENNA INTERVENTI DI RIQUALIFICAZIONE E CONSERVAZIONE ANNO 2009 (COD. 0907) PROGETTO ESECUTIVO RELAZIONE IL PROGETTISTA Ing. Pietro Francesco Canali FEBBRAIO 2012 3,9$&) 1. PREMESSA Il complesso di Villa Monastero è costituito dalla villa con l’annessa foresteria, dal giardino e dalla portineria da cui si accede a tutto il complesso, che svolge oggi la duplice funzione di centro convegni di alto livello internazionale modernamente attrezzato e di sede museale. Il giardino si estende per quasi due chilometri sul fronte lago, fino a raggiungere la frazione di Fiumelatte. Da maggio 2009 l’intero complesso è di proprietà della Provincia di Lecco. 2. INQUADRAMENTO TERRITORIALE - PIANO TERRITORIALE DI COORDINAMENTO PROVINCIALE (PTCP) La tavola 2 – A: Quadro strutturale – valori paesistici e ambientali, individua Villa Monastero “architettura civile” nell’ambito dei sistemi fondamentali della struttura insediativi storica di matrice urbana. Lo scenario 9A : Le unità di paesaggio, individua Villa Monastero nell’unità di paesaggio “il Lago e i paesaggi insubrici – da Varenna a Bellano – circondario 6, l’ambito è definito quale elemento di forte identificazione del paesaggio lacustre nel circuito delle ville borghesi con relativi parchi e giardini considerati elementi primari del tipico “paesaggio di riviera” che nel tempo, con il Varenna, ha assunto valore di uno dei maggiori centri lacuali a fama turistica internazionale. Il “quadro di riferimento paesaggistico provinciale e indirizzi di tutela” indica in ordine agli aspetti del paesaggio costruito la tutela specifica dei giardini e dei parchi storici, nella loro integrità anche di sistema, laddove essi si dispongono a cortina lungo interi tratti di costa. - INQUADRAMENTO URBANISTICO L’area occupata dal complesso di Villa Monastero è così individuata dallo strumento urbanistico vigente: - PRG Vigente: (Rif.:Tav 01b) In parte Zona “a destinazione speciale” - immobili di Villa Cipressi e Villa Monastero, e in parte Zona standard (Ss) – Strutture sociali. L’intervento in oggetto è localizzato in Zona “a destinazione speciale” in cui, ai sensi dell’art. 37 delle N.T.A., sono ammessi interventi di manutenzione ordinaria, straordinaria, consolidamento e ristrutturazione. - Vincoli: Sull’area oggetto di intervento sono presenti i seguenti vincoli: - Immobile soggetto a vincolo ai sensi dell’art. 10 del D.Lgs 42/2004 e s.m.i. - beni culturali; - Area soggetta a vincolo ai sensi dell’art. 136 del D.Lgs 42/2004 e s.m.i. – immobili ed aree di notevole interesse pubblico - apposto con D.M. 15 aprile 1958; - Area soggetta a vincolo ai sensi dell’art. 142 del D.Lgs 42/2004 e s.m.i. lettera b) –laghi e lettera g) – territori coperti da foreste e da boschi. - INQUADRAMENTO CATASTALE - Al catasto terreni, censuario di Varenna, l’area oggetto di intervento, corrisponde ai mappali n°259 e 2592; 3. INQUADRAMENTO STORICO - ARTISTICO Villa Monastero, situata nei pressi di Varenna sulle rive del ramo lecchese del Lago di Como entro un suggestivo giardino che si estende per quasi due chilometri sul fronte lago, svolge oggi la duplice funzione di centro convegni di alto livello internazionale modernamente attrezzato e di sede museale. Essa nasce dalla trasformazione di un antico monastero di fondazione cistercense (fine sec. XII) operata ad inizio Seicento dalla famiglia valsassinese Mornico, che ne detenne il possesso per più di tre secoli. Passata in seguito ad altri proprietari che le conferirono il suo attuale aspetto di dimora di gusto eclettico, in particolare l’imprenditore tedesco Walter Erich Jakob Kees (1897-1918), venne donata nel 1939 dagli ultimi proprietari, i milanesi De Marchi, per il pubblico utilizzo. Nel 1940 il giardino venne aperto al pubblico, mentre nel 1953 sorse il centro congressi, denominato Ente Villa Monastero, grazie all’opera congiunta del Professor Giovanni Polvani, Presidente della Società Italiana di Fisica e del Consiglio Nazionale delle Ricerche, quindi rettore dell’Università degli Studi di Milano, e di Giberto Bosisio, Presidente della Provincia di Como. Da più di cinquant’anni si tengono qui convegni e congressi di alto livello culturale e scientifico ed i corsi estivi della prestigiosa Scuola di Fisica Italiana, che nel 1954 vide ospite il Premio Nobel Enrico Fermi cui è oggi dedicata la sala conferenze, adorna di un busto a lui dedicato realizzato dallo scultore Giannino Castiglioni. Quindi, a seguito del passaggio della gestione della struttura all’Amministrazione Provinciale di Lecco da quella di Como (1996) e dopo adeguati lavori di ristrutturazione e restauro, venne creata nella parte monumentale della villa una Casa Museo costituita da quattordici sale interamente visitabili (che ha ottenuto il prestigioso riconoscimento museale da parte della Regione Lombardia nel 2005) per conservare arredi e raccolte che qui erano collocate, oggi visitate da più di trentaseimila visitatori. Ultimamente sono state attivate le procedure da parte della Provincia di Lecco per l’acquisto dell’intero compendio (luglio 2007) di proprietà del Consiglio Nazionale delle Ricerche. 4. INTERVENTI ESEGUITI A partire dal 1997 la Provincia di Lecco ha promosso una serie di interventi edili-impiantistici che hanno interessato gli edifici e il giardino, e interventi sugli arredi interni, quali: - Restauro conservativo e consolidamento statico dell’edificio adibito a foresteria e dell’ala nord dell’edificio principale; - Allacciamento cabina Enel; - Trattamento antitarlo degli arredi; - Restauro arazzo Sala Rossa; - Piombatura dei pavimenti in seminato alla veneziana; - Completamento dei servizi igienici del piano primo e sottotetto; - Fornitura di apparecchi illuminanti; - Cablaggio edifici, fornitura di apparati attivi, di centralino telefonico ed apparecchi telefonici; - Restauro arredi Sala Rossa; - Consolidamento murature a lago; - Consolidamento statico e adeguamento alle normative vigenti della portineria e di Sala Polvani; - Sostituzione delle tapparelle della Villa e motorizzazione tapparelle della sala musica. 5. ATTIVITA’ Le iniziative che oggi si svolgono qui sono molteplici. La realizzazione di un moderno spazio espositivo consente lo svolgimento di manifestazioni artistiche. Altra attività importante per la villa è costituita dalla stagione concertistica, che ha visto, con il recente restauro del pianoforte Bluthner appartenente alle collezioni della Casa Museo, l’ampliamento ed il miglioramento del livello qualitativo delle proposte musicali. Numerose sono anche le iniziative culturali, quali mostre temporanee a tema, che hanno lo scopo di valorizzare la dimora diversificando costantemente le proposte, puntualmente segnale nel sito web della villa (www.villamonastero.it ). L’attività editoriale prevede la pubblicazione periodica di guide sul museo o testi specialistici sulle collezioni o sui convegni che qui si svolgono, tra cui si segnala la rivista di studi “I quaderni di Villa Monastero” che esce ogni anno. Sono stati inoltre elaborati sei percorsi didattici e tre di approfondimento sulle tematiche della villa che sono stati messi a disposizione delle scuole, che visitano regolarmente la villa durante la stagione scolastica. Infine la realizzazione del book-shop presso l’ingresso della struttura permette, oltre alle pubblicazioni, la vendita di oggettistica di vario genere: ultimamente sono stati creati prodotti personalizzati relativi alla villa da vendere come gadget. 6. IL GIARDINO : CARATTERISTICHE E VICENDE STORICHE Le caratteristiche del giardino che oggi si possono leggere, pur con i possibili mutamenti operati nel corso del primo ‘900 dai De Marchi (che possedettero Villa Monastero dal 1925 ed il 1936 e la lasciarono per il pubblico utilizzo) sono dovute nell’impianto complessivo al tedesco Walter Kees. Il ricco imprenditore di Lipsia acquistò la dimora ed il parco nel 1897 dai proprietari che erano subentrati ai valsassinesi Mornico, ai quali si doveva l’erezione della villa, frutto della trasformazione seicentesca di un antico monastero cistercense. Per prima cosa Kees estende i confini ed amplia il parco, che raggiunge l’estensione attuale costituita da una striscia di terra lunga quasi due chilometri sul fronte lago, a ridosso della montagna. Stretti terrazzamenti vengono creati per inserire specie botaniche particolari. Le caratteristiche sono infatti quelle comuni per i giardini lariani di fine '800, nei quali si riscontra una generale disomogeneità complessiva in cui prevale l'interesse per la rarità, con inserimento di novità botaniche provenienti da tutto il mondo. Per delimitare il giardino a monte, lungo il fronte strada, Kees inserisce una quinta a sviluppo verticale formata da circa centoventi cipressi maschi; seguono il medesimo andamento verticale le numerose palme che costituiscono una delle attrattive del parco, insieme alle piante esotiche ed all’agrumeto. Il giardino è integrato dalla decorazione architettonica e scultorea: alle numerose piante ad alto fusto sembra corrispondere infatti in vari punti l’ornamentazione del parco, col motivo ricorrente della colonna, variata in tutte le tipologie (ordine tuscanico, corinzio, ionico, composito e a torciglione) che si ritrova nelle zone lungo la sponda del lago, spesso ad inquadrare prospettive che incorniciano scorci suggestivi. Kees trasferisce infatti a Varenna interessi e passioni botaniche, che può sviluppare grazie al clima particolarmente mite del luogo, rispettando però le coltivazioni presenti da tempo: vengono conservate le piante presenti, tramandate dalle fonti e dalle descrizioni antiche, quali l'olivo e la vite, gli agrumi ed i cipressi, come pure le agavi, le yucche e l'aloe, che vengono integrate con altre essenze, che nel complesso forniscono all'intero giardino una propria connotazione. Le differenti zone di questa lunga striscia di terra, costretta tra lago e montagna, vengono collegate con un viale di accesso centrale, cui si congiungono vari vialetti che uniscono i terrazzamenti costruiti per contenere le varie specie arboree e floreali, inserendo motivi ricorrenti (alloro, bosso, mirto, corbezzolo, pittosforo) che servono ad uniformare l'impostazione, per le proprie caratteristiche strutturali assai poco omogenea. Completa il giardino la ricca ornamentazione costituita da statue, scale, balaustre (con lo stemma di Kees alternato a quello dei Visconti, ed identiche nella foggia a quelle di Villa Balbianello voluta dal cardinal Durini a fine ‘700), vere da pozzo, vasi, fontane, rilievi scultorei, un tempietto preceduto da scalinate ed un padiglioncino che funge da kaffe-haus, simile a quello di Villa Melzi, con la quale Villa Monastero condivide anche un gruppo scultoreo realizzato dal medesimo artista, il grande scultore neoclassico Giovanni Battista Comolli, la Clemenza di Tito, compiuta dal suo autore poco prima della morte (1830) e pervenuta a Varenna dalla Villa Galbiati Bagatti Valsecchi di Cardano presso Menaggio, collocata vicino all'ingresso ed orientata in senso scenografico con un'apposita scalinata. Si riscontra dunque una certa ricerca di raffinatezza, che si coglie nella diversità: nel percorso che discende verso il lago ci si sofferma in punti di attrazione, spesso sottolineati dalla presenza di architetture, cui corrispondono aree con colture privilegiate di microflora. Si veda ad esempio la zona del tempietto con le scale ornate da statue di Bacco e Diana ed adorno di sarcofagi neoromanici, in cui tra le svettanti colonne si affacciano cedri, un cipresso centenario, palme di vario tipo, tassi, aceri; oppure i terrazzamenti, un tempo orti, posti tra l'antico granaio, oggi trasformato in foresteria dal centro convegni sorto qui negli anni '50 dopo il lascito degli ultimi proprietari, i De Marchi, e la villa, nei quali si diffondono dracene e lagestroemie; poco più sotto un gruppo di grandi cipressi di antica origine è sottolineato da basse siepi di bosso che contornano aiuole a mosaico di pietrisco. Di fronte all'antico ingresso della chiesa, enfatizzato dalla suggestiva fontana circolare con i tritoni e sottolineato dal nuovo approdo monumentale voluto da Kees e progettato nel 1902 (che imita lo scalone presente all’interno della villa), si trovano, entro due piccole aiuole, gruppi di palme di Goethe oltre, di nuovo, due rare palme azzurre del Messico, mentre sull'affaccio a lago si diffondono numerosi gli oleandri. Numerosi roseti (forse arricchiti nel corso del '900 dai De Marchi) illeggiadriscono i vari edifici e le architetture o, talvolta, collegano i filari di palme. Al di là del portale in pietra che permette l'accesso alla parte più privata del giardino, corrispondente un tempo alla proprietà Mornico, un antico glicine sale coprendo in parte le murature del sovrastante terrazzo a lago, voluto dal Kees e sul quale si affaccia la camera da letto del proprietario, con impagabile vista sul Lario; sotto di questa si innalza oggi un banano, forse di nuovo inserimento, che sottolinea comunque il gusto per l'esotico del giardino. Davanti all'entrata della villa ancora alte palme, "architetture vegetali" che paiono mettere in risalto le vicine colonne degli approdi e, poco oltre, la centenaria magnolia che protende i rami frondosi verso le acque del lago, più sopra una grandiosa pianta di canfora. Infine le collezioni di agrumi, originari di terre esotiche: cedri, pompelmi, bergamotti, chinotti, arance amare, mandarini, limoni, un tempo conservati nella vecchia serra. Nell'aiuola a lago, praticamente di fronte, altri tipi di palme (della Guadalupa, di S. Pietro, una azzurra del Messico, la più antica ed imponente), insieme a profumate piante di osmanto, dracene, yucche e, nei terrazzamenti posti poco sopra, cedri, tigli, conifere, cipressi americani. Infine la darsena, collocata ove un tempo vi era la stalla, è oggi adorna di un callistemo, palme e cotoneaster, con un altro glicine quasi centenario che accompagna la scala che sale alla soprastante terrazza. Segue la parte nuova del giardino, realizzata da Kees nel 1904 ampliando la proprietà e costruendo nuovi terrapieni dall'andamento sinuoso e poggianti su rocce che imitano il paesaggio circostante, su progetti forniti nel 1902 dall'ingegner Francesco Adamoli. Qui venne collocata una collezione di flora subtropicale e siepi sempreverdi che ornano un piccolo giardino all'italiana, con terrazzino prospiciente il lago, insieme a cipressi di varia provenienza, pini, una rara tuia gigante. Infine, ove il terreno si restringe, un finto pergolato in muratura ombreggia il percorso e, dopo una fontana di ninfee, sfocia nello stretto sentiero delimitato da balaustre adorne di statue che si stagliano sulla bellissima spalliera di siepi di bosso che conduce al terrapieno a sbalzo sul quale si affaccia l'ottagonale kaffe-haus ornata di marmi e specchi, un tempo decorata in stile moresco, che fronteggia l'ultimo gruppo scultoreo del giardino, dedicato ad Ercole, forse di provenienza più antica, un omaggio all'esedra con nicchia contenente la famosa statua di questa divinità mitologica conservata in un'altra celebre dimora lariana, Villa d'Este. Un ossequio dunque, come già per Villa Melzi e il Balbianello, nei confronti delle tradizioni locali. Suggestiva l’ipotesi, formulata da Stefano Della Torre, sulla possibile collaborazione di Fausto e Giuseppe Bagatti Valsecchi alla progettazione del parco, anche se il progetto “del resto riflette ampiamente, ad esempio nella predilezione per gli elementi scenografici barocchetti, il gusto diffuso degli architetti lombardi operosi per la committenza più aristocratica e facoltosa, come ad esempio Emilio Alemagna o Achille Majnoni d’Intignano”, autori, tra l’altro, di giardini di varie residenze del Lario. 7. LA CLEMENZA DI TITO Tra le opere particolarmente significative appartenenti alla Villa si segnala il gruppo scultoreo dedicato alla Clemenza di Tito del grande artista neoclassico G.B. Comolli (1775-1830). Il monumento è situato nel giardino di Villa Monastero, lungo il vialetto che si inoltra nel parco, a sinistra del viale che dalla portineria discende verso la villa. Raffigura la Clemenza di Tito e fu realizzato dallo scultore Giovanni Battista Comolli tra il 1823 ed il 1830. Proviene da Villa Galbiati, poi Bagatti Valsecchi, di Cardano presso Menaggio sul Lago di Como. Venne ceduto probabilmente nei primissimi anni del ‘900 dagli stessi Bagatti Valsecchi, importante famiglia di collezionisti milanesi che possedeva l’omonimo palazzo in Via Santo Spirito a Milano, al penultimo proprietario di Villa Monastero, il tedesco Walter Erich Jacob Kees che tra il 1898 ed il 1909 ristrutturò ed arredò la dimora conferendole il suo attuale aspetto. Giovanni Battista Comolli (1775-1830), scultore assai rinomato nativo di Valenza Po, fu attivo a Roma, Torino, Grenoble, Parigi, Milano, Carrara e Londra. E’ interessante ricordare che, al rientro dal viaggio compiuto in Inghilterra nel 1820, l’autore si trasferì a Milano e qui, poco tempo dopo (1822), venne arrestato con l’accusa di aver aderito ai moti insurrezionali del 1821: venne assolto l’anno seguente. E’ forse in questo periodo che nasce la “Clemenza di Tito”, opera che l’artista realizza senza commissione, probabilmente con la speranza di un acquisto ufficiale, quale omaggio nei confronti dell’imperatore Francesco I d’Asburgo per la benevolenza dimostrata. Il soggetto raffigura infatti l’imperatore romano Tito mentre concede la grazia all’amico Sesto e a Vitellia, che avevano congiurato contro di lui. Venne ispirato dal grande poeta Vincenzo Monti e traeva spunto da una famosa tragedia di Metastasio, utilizzata anche come libretto dal musicista W.A. Mozart in occasione dell’incoronazione di Leopoldo II a re di Boemia. Purtroppo il Comolli, come ricorda l’iscrizione apposta sul monumento di Villa Monastero, venne improvvisamente colpito dalla morte e non potè compiere interamente l’opera. E’ importante menzionare che l’artista realizzò qualche anno prima (1810) un altro importante gruppo scultoreo rappresentante “Dante e Beatrice” per il vice-presidente della Repubblica Italiana, il conte Francesco Melzi d’Eril, che venne collocato nella villa di questo grande mecenate a Bellagio sul Lago di Como, ove tuttora è conservato. Nel maggio 2008 si è tenuto presso Villa Monastero un convegno dedicato alla figura di questo rinomato scultore, organizzato in collaborazione con Villa Melzi, che ha evidenziato il precario stato di conservazione di questo gruppo scultoreo, collocato vicinissimo alla strada statale che costeggia a monte l’intera proprietà e al di sotto di cipressi che, con i loro depositi, ne hanno gravemente compromesso l’intera struttura. La posizione è resa ancora più precaria dal collocamento al di sopra di un terrapieno sostenuto da un muretto in pietra. Il monumento si colloca infatti all’interno del contesto di arredo del giardino realizzato da Kees tra il 1897 ed il 1904. Le caratteristiche che oggi si possono leggere, pur con i possibili mutamenti operati nel corso del primo ‘900 dai successivi proprietari De Marchi, sono sostanzialmente quelle volute da Kees ed appaiono comuni per i giardini lariani di fine '800, nei quali si riscontra l'interesse per la rarità con l'inserimento di novità botaniche, qui entro zone terrazzate appositamente create, che provenivano da tutto il mondo (palme americane ed africane, nuovi tipi di yucche ed agavi). A seguito del posizionamento di vari elementi scultorei decorativi venne creata una quinta formata da circa centoventi cipressi maschi, come barriera per la vicinanza della strada, che risulta oggi una delle cifre stilistiche botaniche della villa insieme alla varietà delle palme. A queste piante ad alto fusto sembra corrispondere in alcuni punti la decorazione architettonica del giardino, col motivo ricorrente della colonna, variata in tutte le tipologie (ordine tuscanico, corinzio, ionico, composito e a torciglione) che si ritrova in numerose zone soprattutto lungo la sponda del lago, spesso ad inquadrare prospettive che incorniciano scorci suggestivi. Completa il giardino la ricca ornamentazione architettonica inserita da Kees costituita da colonne, statue, scale, balaustre (con lo stemma di Kees alternato a quello dei Visconti, ed identiche nella foggia a quelle di Villa Balbianello voluta dal cardinal Durini a fine ‘700), vere da pozzo, vasi, fontane, rilievi scultorei, un tempietto preceduto da scalinate ed un padiglioncino che funge da kaffe-haus, simile a quella di Villa Melzi, con la quale Villa Monastero condivide appunto anche il gruppo scultoreo realizzato di Giovanni Battista Comolli, che costituisce oggi un tutto inscindibile ed unico nel panorama delle ville lariane. 8. NOTIZIE BIOGRAFICHE DI GIOVANNI BATTISTA COMOLLI (1775-1830) Nacque a Valenza il 19 febbraio 1775 da Giovanni Comolli e Giuseppina Trasta e venne battezzato nello stesso giorno: la famiglia era valenzana da diverse generazioni, con antiche origini bassignanesi, come si riscontra dal suo albero genealogico (…). Completati i primi studi in Valenza, la famiglia, di estrazione borghese e di buon ceto, lo mandò giovinetto a Milano alla scuola di Giuseppe Franchi, carrarese, titolare della cattedra di scultura presso l’Accademia di Belle Arti di Brera fin dal 1776, iniziatore della scultura neoclassica in Lombardia, seguace dell’antico. Poco dopo, verso il 1795, Comolli si recò presso uno zio a Roma, ove potè seguire le sue spiccate inclinazioni artistiche, frequentando ivi l’Accademia ed avendo suo maestro il Canova. Lo ritroviamo ancora a Roma, nell’atmosfera giacobina della repubblica Romana nel 1798, nel suo studio di scultore a soli 23 anni con commissioni da parte del Governo repubblicano: una statua rappresentante il Genio della Libertà e due busti di Bruto. Quella Repubblica cadde quasi subito e il Comolli si ritrovò con lo studio distrutto e saccheggiato dal popolino che lo aveva scambiato per giacobino e così andarono distrutti la statua e i due busti; conosciamo questo episodio da un memoriale scritto da Comolli il 2 maggio 1799 al cittadino Ministro di Roma al ritorno dei Francesi ove richiede un risarcimento di 2050 ducati. Dopo un breve ma attivo periodo in Francia (Grenoble e Parigi) il 26 agosto 1800 la Commissione di Governo del Piemonte lo nominava a soli 25 anni scultore nazionale e Direttore della Scuola di Scultura; dal 1803 al 1806 fu Professore di Scultura presso l’Università di Torino e dal 1806 al 1814 professore di disegno nello stesso Ateneo. Furono quelli anni frenetici di attività artistica e di insegnamento: dal 1808 al 1813 infatti fu spesso a Carrara presso l’Accademia; ivi operò anche per la banca elisiana: raccolse commissioni di lavoro ovunque ed ebbe uno studio nella stessa Carrara, come risulta dal numeroso carteggio Comolli-Melzi (Arch. Melzi), già esposto nella Mostra sul neoclassicismo in Villa Melzi nel 1979. Fin dal 1806, come risulta da una sua lettera del 25 novembre di quell’anno era in contatto col Conte, poi Duca, Melzi per i suoi lavori nella villa in Bellagio e in particolare per il gruppo di Dante e Beatrice che terminerà nel suo studio in Carrara nel 1810 e ivi l’esporrà pubblicamente, ottenendo un buon successo “sebene questa Carrara non sia niente indulgente nell’approvare le produzioni degl’artisti stranieri” come dichiara egli stesso in una lettera al Melzi del 19 agosto 1810. Con la caduta di Napoleone, dopo una permanenza a Londra con la famiglia dal 1816 al 1820, senza più incarichi pubblici si ritira nella sua casa in Milano, in Borgo San Calocero dedicandosi interamente alla sua attività artistica e facendo viaggi di lavoro all’estero e nei vari stati italiani. Frequentò gli ambienti aristocratici e liberali, tra cui Casa Confalonieri, del quale godeva quella amicizia che gli fu fatale quando nel 1822 venne invischiato nel processo Confalonieri. Il 3 aprile 1822 venne arrestato in Milano per alcune imprudenti dichiarazioni dello stesso Confalonieri, accusato di alto tradimento e associato alle Carceri Nuove di Porta Nuova. Inquisito per mesi da Antonio Salvotti, terribile ma integerrimo funzionario della polizia austriaca, venne per lui, insieme ad altri, sospeso il processo per difetto di prove legali, con sentenza definitiva pubblicata il 21 gennaio 1824, ma fu condannato al pagamento delle spese processuali in solido con gli altri e delle spese alimentari; la sentenza di sospensione fu accompagnata da una allocuzione che dice, tra l’altro: “la suprema sentenza non vi ha riconosciuti e dichiarati innocenti. Suppone anzi e ritiene sussistere tuttora contro di voi tali indizi che, se non rendono legalmente certo, mostrano almeno verosimile il gravissimo delitto di cui foste incolpati”. Comunque in carcere gli fu data la possibilità di lavorare alle sue opere; iniziò infatti il busto del Prof. Tamburini, del Confalonieri, il gruppo di Achille e Patroclo, il busto dell’Addolorata che porta scolpite all’interno queste parole: “ G.B. Comolli fece nella sua prigione in maggio 1822 in una mortal solitudine”, il gesso di Giacinto Mompiani ora a Brescia nel Museo del Risorgimento. Uscito dal carcere, all’inizio del 1824, riprese il suo lavoro, ottenendo commissioni, specie per busti, da ogni parte d’Italia e dall’estero: da segnalare il busto di Simon Bolivar eseguito nel 1827 per la Sala dei Congressi della città di Panama. Il 26 dicembre 1830 si spegneva in Milano nella sua casa in Borgo San Calocero 3029, lasciando la moglie Giuseppa Susanni, milanese, e 5 figli. Scrive F. Braidotti, suo biografo: “Chi in quei giorni parlò di lui, ebbe ad affermare che altri potrà forse condurre il marmo con maggior finitezza e compiere con più minuta cura le parti accessorie artistiche, ma trasfondere nella pietra il fuoco della creazione, conservare nei volti l’immagine viva dell’anima, questa fu sovrana dote tutta propria del Comolli e in ciò sarà ben difficile che alcuno lo possa eguagliare”. Leonardo Grano (da G.B. Comolli – Scultore Valenzano, L’uomo e l’artista, Tipolitografia Battezzati - Valenza 1990) 9. INTERVENTI PROPOSTI L’utilizzo intensivo di una struttura complessa e delicata, quale il sistema Casa museo + giardino di Villa Monastero, necessita di continue manutenzioni al fine di garantire standard di qualità elevati e costanti nel tempo. Da parte dell’Istituzione e dell’Ufficio Tecnico vengono segnalati, periodicamente, numerosi interventi manutentivi o di riqualificazione, finalizzati a quanto sopra indicato, che richiedono consistenti risorse finanziarie. Gli interventi di seguito proposti sono in linea con le politiche di conservazione e valorizzazione già attivate dalla Provincia di Lecco, per il continuo miglioramento dell’offerta culturale, turistica e convegnistica del complesso. 9. 1 - Sistemazioni idrauliche e murarie del giardino Gli interventi consistono nella regimentazione delle acque meteoriche lungo il muro di confine e di sostegno della sede stradale, posta a monte del giardino. Il continuo e costante dilavamento provocato dagli scoli stradali e ferroviari (posti ancora più a monte) costituiscono infatti una minaccia alla stabilità dei muri di contenimento dei terrazzamenti e delle balze del giardino e conseguentemente dei soggetti arborei a dimora sugli stessi. L’incanalamento, sfruttando le naturali pendenze del terreno, e lo smaltimento a lago delle acque meteoriche costituisce un indispensabile intervento di messa in sicurezza e di salvaguardia nel tempo delle caratteristiche stesse della struttura e dell’impianto del giardino della villa. L’intervento di incanalamento dalle acque a ridosso del muro di contenimento della strada verrà eseguito con la medesima tipologia già posta in essere in corrispondenza del muro crollato e ricostruito a causa dello schianto di un cipresso, con calette in cemento prefabbricato, posate a filo terreno, e collegate, ove presenti agli scoli a lago mediante pulizia e ripristino della funzionalità di quelli già esistenti e attualmente occlusi. Un intervento è previsto in corrispondenza del tempietto ove si realizzerà una rete di collegamento alla rete di smaltimento già presente lungo il viale principale. Detto intervento verrà realizzato mediante tubi in pvc interrati, che in corrispondenza dei muri di contenimento, tramite la realizzazione di un gocciolatoio in pietra, tipologia già presente all’interno del giardino, che scaricherà in un chiusino sottostante, effettuando così il salto di quota necessario, senza interventi invasivi nella muratura in pietra esistente. Detto sistema è sembrato infatti il più idoneo a rispondere alle esigenze pratiche di eliminazione delle acque che provengono dalla strada, evitando tuttavia lavori consistenti sulle murature in pietra. L’altro intervento di incanalamento delle acque meteoriche è previsto in corrispondenza della darsena in una zona di giardino che si intende riqualificare con una serie di interventi edili, ma anche di natura botanica In corrispondenza della darsena il collegamento delle canalette a lago è sicuramente più agevole, trattandosi di interventi di interramento di tubi in zona priva di ostacoli; si precisa che l’intervento è previsto su area di proprietà. Nello stesso ambito è previsto il rifacimento di un tratto di muro di contenimento in pietra ammalorato, mediante getto in calcestruzzo retrostante e posa di muro in pietre come l’esistente, con le stesse modalità già utilizzate nella ricostruzione del muro nella zona del tempietto. Da ultimo, nella zona del book-shop, è prevista la realizzazione del collegamento in elementi metallici tra la scala, attualmente interrotta e il giardino, oltre al rifacimento dell’attuale parapetto a protezione del giardino parte in legno e parte in elementi metallici, che non rispetta le norme di sicurezza, con la ricostruzione di un tratto di muratura in pietra sormontato da copertina. Il tutto con le caratteristiche dimensionali ed estetiche dell’esistente. Il nuovo parapetto, su indicazione della Soprintendenza per i Beni Architettonici e per il Paesaggio, verrà realizzato in elementi metallici con tipologia simile a quella del parapetto già presente in corrispondenza del book-shop, ridisegnato però ad elementi orizzontali più tipici delle protezioni a lago delle architetture del bacino lacustre nonché per differenziare lo spazio architettonico da quello più naturalistico del giardino, completata con la messa a dimora di siepi. E’ inoltre prevista, nella zona del book-shop, l’estensione dell’impianto di irrigazione esistente sulla base dello schema di impianto di seguito allegato. 9. 2 - Opere da serramentista ed assistenze edili per sostituzione dei serramenti della villa e della foresteria L’intervento prevede la sostituzione delle persiane in legno che si presentano fortemente ammalorate, soprattutto lungo i fronti verso il lago, con altre dello stesso tipo e disegno. E’ inoltre previsto, il restauro delle porte e dei portoni di ingresso, ove possibile, mentre, ove i danni risultano troppo estesi, si procederà alla parziale sostituzione degli stessi garantendo il mantenimento della tipologia e del disegno. Tutti gli interventi verranno eseguiti nel massimo rispetto dell’esistente, al fine di non modificare l’estetica dei fronti. 10. DISCIPLINARE DESCRITTIVO E PRESTAZIONALE DEGLI ELEMENTI TECNICI Sistemazioni idrauliche e murarie del giardino Incanalamento acque meteoriche - fornitura e posa di calette in cemento prefabbricato, previa formazione delle pendenze mediante lievi interventi di scavo e riporto, su sottofondo di ghiaia; - scavo per posa di tubazioni in PVC diam 200 per raccolta acque meteoriche, - riempimento degli scavi - intervento scuci-cuci sulle murature in pietra per la formazione dei gocciolatoi in pietra e per la posa della tubazione in PVC diam 200 - fornitura e posa di pozzetti con chiusino in ghisa per la raccolta delle acque meteoriche - collegamento della rete di raccolta esistente (zona tempietto) e a lago (zona darsena) Realizzazione muro di contenimento - scavo con miniescavatore con accatastamento della terra per il successivo riutilizzo, - rimozione delle pietre e accatastamento per la successiva ricostruzione del muro in pietra - scavo di fondazione - realizzazione fondamenta nuovo muro in c.a - realizzazione muro in c.a in elevazione - realizzazione drenaggio - realizzazione del muro in pietra - riempimento dello scavo Interventi zona book shop - rimozione del banano esistente - fornitura e posa scala metallica - rimozione parapetto esistente in legno e ferro lungo il muro - fornitura e posa nuova recinzione metallica, comprese opere murarie di raccordo e di fissaggio Interventi sul verde - estensione impianto irrigazione nell’area book shop (si rimanda al progetto a carico della ditta esecutrice), compresi scavi e reinterri Sostituzione dei serramenti della villa e della foresteria - rimozione persiane esistenti con recupero della ferramenta per il suo riutilizzo; - rimozione dei portoni di entrata da restaurare e posa pannelli fissi di sicurezza a protezione degli ingressi; - verifica e fissaggio ferramenta esistente nelle murature, - fornitura di persiane in legno di larice lamellare o similare e posa in opera delle stesse, gia verniciate come l’esistente, previa approvazione della campionatura da parte della D.L. - posa in opera dei portoni restaurati - verniciatura delle persiane esistenti